L'Assassino di Oxenfurt

di Yennefer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cancelli sbarrati ***
Capitolo 2: *** Indagini ***
Capitolo 3: *** Gli incontri di uno strigo ***
Capitolo 4: *** Due occhi blu ***
Capitolo 5: *** Kikimore ***



Capitolo 1
*** Cancelli sbarrati ***


Lo strigo fece un balzo indietro e una mezza piroetta, conficcando la lama della sua spada d'argento nel petto dell'ultimo drowner. Chiuse gli occhi per qualche secondo, rimanendo in posizione e in ascolto. Poi tagliò la testa del cadavere più grosso, la appese alla cinta e ispezionò i dintorni per controllare se ce ne fossero stati altri.
Un lavoro coi fiocchi pensò Lambert rendendosi conto di aver ripulito per bene la sponda del fiume. Si incamminò verso le porta della città di Oxenfurt, in Redania. Qualche giorno prima aveva ricevuto il contratto per drowner da un ricco e altezzoso uomo chiamato Frederick il basso, il mattino seguente lo avrebbe aspettato in città. E lui era fuori da quasi due giorni.

"Chi va là?" Urlò una guardia coi baffoni al portone, allarmata. Lambert non rispose e si fece avanti baldanzoso verso la luce della torcia 
"Ti avverto, dimmi chi sei o...Oh! Lo strigo... mi scusi mastro, non l'avevo riconosciuta." La guardia, notando il medaglione della scuola del lupo luccicare per la torcia, divenne paonazza e leggermente confusa. Lo strigo lo guardò di sottecchi "Basta scuse, guardia. E apri la porta, ho questioni da sbrigare in città" il tono sprezzante di Lambert lo fece ricomporre e tossicchiò.

"Beh, signor strigo, non posso farla entrare." Lambert incrociò le braccia "Fino a qualche giorno fa mi pareva che la città fosse a posto, mi chiedo cosa impedisca il mio passaggio" ringhiò, la guardia tossicchiò nuovamente cercando di darsi un contegno e guardandosi attorno disse"Ordini superiori, si sono verificati degli omicidi e la città è bloccata. Nessuno entra e nessuno esce!" stavolta si percepiva più convinzione nella sua voce. Lambert riflettè sul da farsi, non aveva abbastanza soldi per corrompere la guardia. A dire il vero di quei tempi era quasi sul lastrico e sarebbe tornato a Kaer Morhen soltanto per l'inverno.

"Senti un po', che omicidi? Chi è morto e perchè tanta premura?" Chiese infine lo strigo. In città ci sarebbe entrato comunque in qualche modo, per riscuotere la sua paga. La guardia spalancò gli occhi come se stesse per dire una assurdità, si sistemò un baffo e disse "Ieri notte qualcuno ha ucciso tre mercanti e un consigliere reale di spicco. La città è scossa per l'accaduto e si sta cercando il colpevole."
Lambert meditò sull'accaduto, poi senza dire nulla puntò i suoi occhi gialli su quelli della guardia e con un abile gesto si impegnò a tracciare il segno Axii in aria. "Ho davvero bisogno di entrare in città." esclamò lo strigo con convinzione, la guardia, mezza imbambolata scosse la testa "Seguimi" disse aprendo una porticina laterale. Lambert sorrise compiaciuto ed entrò in città.

Il mattino seguente raggiunse la locanda dove avrebbe riscosso la paga, la città era molto più movimentata dell'ultima volta, nella piazza principale nessun mercante aveva aperto il proprio banco e il continuo brusio di voci era più serio e fastidioso del solito.

Esco un paio di giorni di città e si verifica l'inverosimile, chi sarebbe mai interessato a uccidere dei mercanti? Si chiese Lambert. Entrò nella locanda e, cercando con lo sguardo l'uomo, si diresse verso il bancone, dietro al quale un uomo smilzo spazzava il pavimento. "Salve Ian!" lo salutò Lambert, il locandiere alzò gli occhi da terra "Che ci fai qui, Lambert? Sei partito giorni fa e ora la città dovrebbe essere bloccata..." gli rispose lui. "Diciamo che so essere persuasivo con le guardie, comunque la faccenda dei morti non è un affar mio, aspetto solo un certo Frederick il basso e poi troverò un modo di andarmene. O trovare altri contratti." spiegò al suo vecchio amico Ian.

Lambert aveva conosciuto Ian Moonchild anni addietro, durante la guerra di colle Sodden. Egli abitava lì, verso le campagne e venne salvato dallo strigo. Da allora Ian si trasferì a Oxenfurt, ed era sempre stato una grossa fonte di informazione.
Ian smise di spazzare e lanciò una occhiata interrogatoria verso di lui "Se hai affari con lui allora la faccenda dei morti dovrebbe interessarti eccome." si affrettò a rispondere. "L'uomo che cerchi è il consigliere reale morto la scorsa notte." Lambert imprecò "Si può sapere che succede in questa città? L'ho lasciata per qualche giorno e svolto un lavoro per lui, sono qui per riscuotere i miei soldi e tu mi dici che l'uomo che deve pagarmi è morto?" Si portò una mano sulla fronte, poi sbuffò "Perdonami." Ian sorrise "Non vuoi sapere che voce gira in città, su questa faccenda?"  Lambert sembrava impaziene, la locanda era piuttosto silenziosa, quindi senza aspettare la risposta cominciò a raccontare "L'uomo di cui parli si dice fosse un ricettatore di merci rubate, era coinvolto in affari loschi e con persone poco raccomandabili. Hanno ammazzato pure tre mercanti  a cui forniva le merci, ma non il quarto. Tale Jeremy Hel, lo conosco di persona. Sissignore, una delle prime persone che ho conosciuto quando mi sono trasferito qui e.." Lambert tossì "Ti stai perdendo in chiacchere"

Ian annuì fissando un punto del tavolo, come per ritrovare il filo del discorso "Jeremy Hel, non l'hanno ammazzato. Ma non lo vedo da almeno una settimana, è partito per Novigrad" disse riflettendo sulle sue stesse parole. "Mi sei stato molto utile, ti ringrazio amico"
"Aspetta!" lo fermò Ian "Cosa farai adesso? E la città è bloccata ti ricordo" 

"Andrò a cercare questo Jeremy e lo interrogherò, cercano un colpevole e una spiegazione, se la città cerca il pelo nell'uovo darà dei soldi a chi lo troverà" Lambert fece un sorriso sprezzante e sicuro di sè "E poi le porte chiuse non sono un problema, se son riuscito ad entrare riuscirò pure ad uscire."

Il giorno seguente Lambert riuscì ad uscire di città e recuperare il suo cavallo albino. Partì subito per Novigrad. 

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Capitolo 2
*** Indagini ***


Era mezzogiorno, la strada si distendeva lungo un paesaggio collinare, con molti alberi ai lati. Lambert, cavalcando, si ritrovò vagare nei suoi pensieri più profondi e lontani.
Si era ricordato di una donna di Novigrad di cui era stato innamorato parecchio tempo prima. Era da poco diventato uno strigo a tutti gli effetti, di fatto la incontrò appena quattro anni dopo la sua Prova delle Erbe. Non si ricordava bene cosa ci faceva lì, in tutta probabilità per i soliti contratti. Ricordava di averla vista per la prima volta a passeggio per le strade della città e di averla reincontrata il giorno seguente ad una taverna, dove faceva la cameriera. Basta così pensò E' inutile rimpiangere il passato, vattene dalla mia testa. ma le immagini gli balenavano in mente senza che lui potesse farci nulla. Era rimasto parecchio tempo in città con lei, si amavano. Ma Lambert sapeva che essendo uno strigo non sarebbe potuto rimanere con lei per sempre, nè avere una famiglia. Glielo disse ma a lei non sembrava importare. Così un giorno, dopo tante preoccupazioni e troppe riflessioni, lasciò la città senza dirle nulla. Non se l'era mai perdonato. 

Poco dopo rallentò il cavallo al trotto, poi al passo. Il suo medaglione cominciava quasi impercettibilmente a vibrare e anche il cavallo era inquieto, lo strigò cercò di rassicurarlo con qualche breve pacca. Si spostò dalla strada smontando di cavallo, poi procedette a passo cauto, la mano pronta a scattare verso la spada d'argento, era quasi certo che si trattasse di qualche essere magico che era riuscito a invadere la via.

Mano a mano che procedeva il medaglione vibrava leggermente di più, ma più avanti non trovò esattamente ciò che si aspettava: dinanzi a lui vide un carro con una ruota spezzata, attorno al quale giacevano diversi cadaveri. Maledizione  pensò.
Lo strigo si avvicinò a passo leggero ed esaminò il primo cadavere, cercando di non badare alla puzza: Non c'erano segni di morsi o graffi, che potevano presumere l'attacco di qualche mostro, a dire il vero non c'era alcun segno, come se quella persona fosse morta di cause naturali, all'improvviso.

Gli altri cadaveri, invece presentavano evidenti tagli da spada, era ovvio che si era trattata di una imboscata, anche se il primo cadavere non si spiegava se non con la presenza di un mago tra gli assalitori. Lambert si diresse verso il carro, dove il medaglione prese a vibrare più forte. Fece un balzo per sorpassare un cadavere, poi frugò tra il contenuto del mezzo: c'erano tre bauli vuoti, solo qualche moneta vi era rimasta all'interno.
Lambert sputò per terra "Una rapina, ma perchè mai un mago dovrebbe assaltare un carro?". Spostò i bauli e continuò a cercare finchè non scoprì un doppio fondo in uno di essi che conteneva un piccolo scrigno dalla forma schiacciata. Lo prese e tornò al cavallo. Era evidente che conteneva qualcosa di magico, poichè il medaglione continuava di vibrare. Decise di non aprirlo lì perchè non era il posto adatto. Nascose lo scrigno dentro una tasca e superò i cadaveri, continuando a cavalcare fino a Novigrad.

Il giorno seguente Lambert uscì dalla taverna dove aveva trovato alloggio e si diresse verso la rotonda piazza del Mercato, dove sperava di trovare Jeremy Hel o almeno delle informazioni sul suo conto.
"PESCEEEEE, PESCE FRESCHISSIMO APPENA PESCATO!"
"FIORI ED ERBE MIRACOLOSE, AFFRETTATEVI!"
" COLLANE, ANELLI E ALTRI ORNAMENTI PER LA VOSTRA SIGNORA! Tutti con pietre PREZIOSISSIME! Un gioello per la sua dama, signore?" 
"Nessun gioello. E nessuna dama." Rispose Lambert a braccia conserte, zittendo il mercante.
"Posso aiutarla?"
"Cerco un mercante arrivato qui circa una settimana fa, tale Jeremy Hel" Il mercante spostò lo sguardo al cielo "Jeremy....Hel, mi dice qualcosa, chissà che la memoria non mi torni con qualche corona in..."
"Stammi a sentire. Jeremy Hel. - Lambert prese il mercante per il colletto con espressione aspra e scandì per bene le parole - E' importante che io lo veda, ed è importante anche per la tua faccia. " Il mercante spalancò gli occhi e si portò le mani al colletto in gesto protettivo.
"J-Jeremy...si lo conosco, è arrivato da poco in città, non conosco i suoi affari...alloggia alla locanda Legno Verde vicino ai cancelli orientali della città, so che ripartirà tra qualche giorno..." rispose con voce tremante. Lambert lo lasciò andare "Ti ringrazio per l'importante informazione, dovrebbe ringraziarti anche la tua faccia." disse in tono sarcastico, poi si incamminò verso la locanda indicata. 
Mentre camminava imboccò casualmente la via dove incontrò per la prima volta la sua vecchia fiamma, un senso di amarezza lo pervase, ma continuò a camminare senza sosta.

Finalmente arrivò alla Locanda Legno Verde. Vi entrò e si affrettò a chiedere all'oste di Jeremy, che gli mostrò il suo alloggio. Finalmente furono faccia a faccia.
"Jeremy Hel, presumo?" Chiese lo strigo in maniera formale.
"Chi lo chiede?"
"Un amico di Frederick il Basso." Jeremy gli lanciò un'occhiataccia delle peggiori "E cosa ti porta da me?" lo strigo abbozzò un mezzo sorriso "Sono qui per informarti della sua morte e di quella degli altri mercanti amici tuoi."
"E chi ti ha detto che sono amici miei?"
"Un po' troppe domande, frena e fai parlare. So che lavoravi per lui e con loro, mi è solo sembrato un tempismo perfetto quello di partire una settimana prima della loro morte." Jeremy venne preso da un attacco di panico, cominciò a guardarsi intorno spaesato, cercando vie di fuga con lo sguardo. Lambert percepì la sua paura e cambiò tattica, cercando di tranquillizzarlo. "Tranquillo, non sono qui per ammazzarti, sono uno strigo in cerca di informazioni. Dimmi se le voci su Frederick come ricettatore sono fondate e se sai qualcosa sugli assassini. E ti porto i saluti di Ian Moonchild, se ancora non ti fidi di me."
Jeremy si fece più calmo e si sedette lasciando un sospiro per aria. Poi si portò una mano alla fronte "D'accordo, mi fiderò di te." disse "Non so tutta la storia ma so qualcosa che forse potrebbe esserti utile. Frederick il Basso non era solo un ricettatore. Era il capo di una banda di ladri, che opera in tutta la Redania, nessuno sospetterebbe mai di un consigliere reale di così alto spicco. Commissionava ai suoi scagnozzi furti di ogni genere e poi forniva ai suoi mercanti i bottini. Sì, ahimè, so questo perchè anche io ho partecipato a qualche furto, non che non me ne sia pentito. Negli ultimi tempi però so che aveva contattato questi "professionisti". Gente seria, fin troppo, che dopo i furti ha cominciato a pretendere dei soldi da lui. Si era messo nei guai. Hanno cominciato ad ammazzargli i mercanti, ricattandolo, praticamente si stava facendo derubare. Sapevo che sarebbe venuto in visita ad Oxenfurt per vedere come andavano gli affari e i miei erano scarsi ultimamente, così ho deciso di andarmene per qualche giorno. Quel che non sapevo è che l'avrebbero ammazzato insieme agli ultimi mercanti. Venire a Novigrad mi ha salvato la vita. Giuro che non so altro signor strigo." 
Lambert annuì, gli aveva raccontato la storia ma non gli aveva fornito informazioni sugli assassini che cercava. Lo ringraziò e se ne andò. Aveva bisogno di riflettere.

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Capitolo 3
*** Gli incontri di uno strigo ***


Lambert tornò alla taverna dove si era sistemato la sera prima. Aprì la porta e si sedette con le braccia appoggiate sulle sue gambe. Sono venuto a Novigrad sperando di ottenere notizie sugli assassini e ho trovato solo una storia. Riepilogò nella sua testa Bha, sono uno strigo io. Non un investigatore, forse dovrei lasciar perdere e tornare ai contratti per qualche secondo contemplò il silenzio in quella stanza legnosa, la storia però lo stava intrigando.
D'un tratto si ricordò dello scrigno che aveva trovato lungo la strada, oramai non badava più al medaglione che, per tutto il tempo, aveva continuato a vibrare leggermente. Quello strano scrigno in avorio, senza ornamenti e dalla forma schiacciata era stato sicuramente sigillato con la magia.
Lo strigo provò comunque ad aprirlo, prima con la forza e poi con una lama. Niente.  Alla fine sistemò lo scrignò al centro della stanza e tracciò il segno Aard nella sua direzione. Lo scrigno volò per aria e si aprì di scatto, rovesciando il contenuto per terra. Il medaglione smise immediatamente di vibrare. "Si apre al "tocco" di qualsiasi tipo di magia!" affermò. Raccolse lo scrigno da terra e ciò che aveva rovesciato: una busta sigillata e una mappa che si rigirò tra le mani, senza aprirla. Aprì invece la busta, portante la seguente scritta: 

"Urgente per mastro Frederick Mirsy detto il Basso, Alto Consigliere reale di Redania."
Strappò la busta per leggerne la lettera.
"Mastro Frederick,
la avviso della riuscita del compito da lei assegnatoci. I miei sicari hanno raggiunto il covo della banda indicata e li hanno eliminati. Abbiamo anche recuperato i bauli, zeppi di corone, di sua appartenenza. Da quanto scoperto si erano infiltrati nella suo alloggio. Spedirò la lettera non appena raggiungeremo Novigrad, dove depositeremo il denaro ritrovato come da lei richiesto.
Da accordo abbiamo preso il compenso promesso dai bauli, il covo era situato a Nord di Rinbe, indicato sulla mappa allegata.
I miei più sentiti saluti,

Il suo uomo."
Frederick aveva assunto dei sicari per togliersi il problema dei "professionisti" ingaggiati, che cominciavano a dargli qualche grana. Evidentemente la banda era più numerosa di quanto si aspettasse e il resto dei componenti era riuscito a risalire ai sicari, dopodichè si era vendicata direttamente su di lui.
Così Lambert si decise a partire. Ormai aveva cominciato questa caccia e l'avrebbe portata a termine con successo, radunò le sue cose e scese dall'oste, lasciandogli il pagamento della camera avviandosi in strada.

"Lambert?" Una voce femminile, vagamente familiare e dal tono sorpreso lo chiamò da dietro di lui.
Il cuore gli si fermò per un momento. Riconoscendola provò una sensazione che col tempo aveva  voluto dimenticare.La donna lo raggiunse camminando a passo svelto
"Lambert sei tu?" lo strigo si girò guardandola negli occhi, lei lo riconobbe subito: gli occhi di uno strigo non si dimenticano mai. Un triste sorriso comparve sulla bocca di lei. Sembrava più vecchia e stanca dell'ultima volta che l'aveva vista, nonostante qualche lampo di giovinezza ancora le illuminava il viso.
Era molto più bassa di lui e portava i suoi capelli corvini sempre in qualche stramba pettinatura. In preda alle emozioni e all'amarezza dei ricordi lo strigo trovò il coraggio di parlare "Salve, Elanor." disse, cercando di non far trapelare alcuna emozione.
"Sei sparito per un po', eh?" Gli rispose lei dal tono incerto "Avevo affari urgenti" mentì, fece una pausa.
 "Non potevo restare a lungo, Elanor, te l'avevo detto" la donna annuì abbassando la testa. "Che ci fai qui?"
"Faccio il mio lavoro." rispose sul vago, interrompendo il discorso.
 "Bene..." Elanor ora sembrava a disagio. Un silenzio tra i due stava cominciando a causare imbarazzo. "Mi sei mancata." Lo strigo impiegò tutta la sua forza di volontà per  pronunciare questa frase, gli occhi di lei diventarono lucidi.
 Lambert la osservò, comprese che il tempo li aveva divisi definitivamente. Poi la abbracciò forte, dandole l'addio che si sarebbe meritata molto tempo prima. Elanor appoggiò la testa sul suo petto ricambiando l'abbraccio, che poi sciolse con una lacrima lungo il viso.
"Immagino di dover andare adesso... i miei figli mi aspettano a casa" il cuore dello strigo si fermò per la seconda volta, andandosene le aveva donato la famiglia che non avrebbe mai avuto stando con lui. Rimpiangere era da stupidi. "Già. Bhe..." si fermò abbozzando un sorriso amaro "Immagino di dover andare anche io. Ti auguro una vita felice Elanor." Si avvicinò a lei chiudendo gli occhi e baciandole la fronte. Poi girò i tacchi e se ne andò di nuovo, Stavolta senza rimorsi e con la coscienza pulita. 
L'aveva nuovamente abbandonata in città, ma non più da sola.
Lambert recuperò il suo destriero bianco come i petali di una margherita, e partì al galoppo verso Rinbe, dove il suo lavoro lo attendeva. Non sarebbe mai più tornato a Novigrad.


Mentre viaggiava verso Rinbe lo strigo fece sosta lungo la strada ad Oxenfurt, dove ormai si era fatta amica la guardia dai baffoni. Più che altro tornò per vedere come si stava evolvendo la situazione e parlare con Ian, che aveva mille occhi e mille orecchie pronti a captare sempre le notizie fresche.
"Già di ritorno?" chiese Ian ridacchiando, vedendo lo strigo varcare per l'ennesima volta la porta della sua locanda. Lambert sorrise a testa alta, levandosi i guanti. "Sono stato a Novigrad e ho trovato l'uomo che cercavo. Che nuove in questa città? I cancelli sono ancora chiusi." Ian sospirò fissando il boccale che stava pulendo "Brutte nuove. La gente comincia a lamentarsi poichè la maggior parte dei mercanti si rifiuta di aprire il proprio banco, anche se avrebbero poco da vendere ancora. Hanno paura e senza nemmeno sapere cosa sia successo davvero."
"E tu lo sai cos'è successo davvero?" chiese incuriosito.
"Io so soltanto ciò che si diceva in giro: che il caro Fred era un ricettatore." I due amici risero insieme.
"Già, ma quel figlio di puttana era ben più che un semplice ricettatore." lo aggiornò "Commissionava lui i furti, e poi ne vendeva il ricavato." Ian aggrottò le sopracciglia senza alzare lo sguardo dal boccale. "Stai attento, Lambert. La città è bloccata e a breve finiremo le risorse così che il popolo sarà più infuriato ancora. Non so perchè tu sia tornato ma ti consiglio di fare un girò nelle piazze per capire la situazione. Anche l'Università è stata bloccata" Ian appoggiò lo strofinaccio, gli diede un posto in cui appoggiare le sue cose e tornò ai doveri mentre Lambert uscì in città come gli aveva consigliato l'amico.

La maggior parte delle persone si trovava nella piazza davanti al palazzo degli amministratori, che discuteva a gran voce chiedendo spiegazioni.
"Siete una vergogna! Muore un cittadino e ve ne sbattete le palle, muore uno di voi e bloccate la città senza merce!" Urlò un uomo di mezza età alla testa dei protestanti.
"Scommetto che gli assassini non sono nemmeno più in città!" Gli fece eco una donna paffuta.
"Calma, signori! I nostri investigatori stanno lavorando per risolvere il caso. Presto tornerà tutto alla normalità." Le due guardie cittadine al fianco del Portavoce sembravano stanche e assonnate.
"Al diavolo gli investigatori! Il cibo scarseggia, dateci il cibo!" Un grido di assenso si levò dal resto della gente in piazza, che si pressava sempre di più verso i cancelli del palazzo.

Lambert si girò verso una ragazza dai capelli rossi che non protestava ma ascoltava a braccia conserte interessata. Lei si girò incrociando il suo sguardo, confusa dagli occhi gialli.
 "Che diavolo...tu sei uno strigo, non ricordo di averne visti girare per le strade da quando hanno bloccato i cancelli." disse lei. Lambert alzò un sopracciglio "Non vedo per quale motivo mi sarei dovuto mostrare in giro come un fenomeno da baraccone." rispose .
La ragazza alzò un sopracciglio di rimando "Ho capito, ti stai interessando a questa storia degli assassini, bhe forse io potrei aiutarti."
"E in che modo una ragazza così giovane potrebbe aiutarmi?" le chiese squadrandola dalla testa ai piedi. Lei si mise dritta offesa, portando le mani ai fianchi "Nel modo che dico io" gli rispose, poi gli porse la mano "Mi chiamo Shani, e forse posso davvero aiutarti."
Lo strigo spostò lo sguardo sulla sua mano e infine gli porse la sua "Lambert."
"Piacere." Shani non ricevette risposta.
 "Va bene...dai seguimi." lei prese a camminare senza guardarsi indietro. Lo strigo, dubbioso, ascoltò per l'ultima volta i rumori della folla e infine la seguì.

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Capitolo 4
*** Due occhi blu ***


Shani scortò Lambert alla famosa Univeristà di Oxenfurt, dove lei studiava per diventare un medico. Mentre camminavano lei continuò a fargli domande sulla sua ricerca al quale lo strigo non rispondeva o annuiva incurante.
Oxenfurt era proprio diversa con i cancelli chiusi, era sempre stata una città allegra e vivace in cui i cittadini, spensierati, si lasciavano andare ai piaceri della vita. Ora invece vi regnava alternativamente il silenzio e la protesta.
Arrivati all'Accademia raggiunsero una saletta dove presumibilmente lei alloggiava. "Eccoci arrivati!" Esclamò Shani stiracchiandosi la schiena nervosamente. "Ora posso parlarti."
"Veramente non hai fatto altro che parlare per tutto il tragitto." Obiettò lo strigo. Shani controllò fuori dal corridoio se c'era qualcuno e chiuse la porta. Poi si morse un labbro e iniziò:
"Fammi uscire dalla città con te, essendo uno strigo, è ovvio che conosci qualche modo per andartene da qui." Gli propose tutto d'un fiato "Ti prego, ti aiuterò nella tua ricerca. Sono un dottore. Posso guarirti se ne hai bisogno, ispezionare i cadaveri e..." Lambert la interruppe incrociando le braccia.
"Cosa? Vuoi che ti porta con me? Per quale motivo? Ti conosco da dieci minuti, non hai fatto altro che blaterare e ora vuoi che IO ti porti con me?" Shani fece una espressione imbronciata e si arrabbiò "Ascolta. Non posso restare qui bloccata, l'Università non fa lezione per il blocco della città e c'è poco da mangiare in giro. Per prima cosa sarei una bocca in più da sfamare e quindi un problema e per seconda cosa voglio fare esperienza sul campo!" Lambert fece una breve risata derisoria "Quindi sei ancora una studentessa, non un vero dottore" la corresse. Shani cercò di mantenere la calma "Ti prego. Ti aiuterò, te l'avevo promesso. E non me la cavo neanche tanto male negli scontri."
 "No, Shani. Mi dispiace, non ti porterò con me." Sciolse le braccia "Avrai si e no sedici anni, diciassette al massimo e mi rifiuto di essere responsabile della morte di una ragazzina." Shani fu lì lì per dire qualcosa ma lo strigo glielo impedì "Addio ragazzina dai capelli rossi, spero che sopravviverai a questa follia cittadina... e ai tuoi studi di medicina."
Detto questo si girò e se ne andò confuso dalla perdita di tempo che Shani gli aveva causato. Lei provò a fermarlo invano, non sapeva che di lì a poco avrebbe incontrato un altro strigo: Geralt di Rivia, il lupo bianco.

Lambert passò la notte in una stanza datagli dal suo amico Ian e il mattino dopo ripartì senza avvisarlo. Se i cancelli della città non si fossero aperti di lì a poco la città si sarebbe auto compromessa gravemente.



Jeremy si trovava all'osteria "Le tre Note" quando due brutte figure entrarono. Si stava godendo un bel bicchiere di vino rosso accompagnato dal pollo che ogni fine settimana mangiava, ovunque lui fosse.
"Oste!" chiamò a gran voce "Il vino!" le figure si girarono verso di lui, squadrandolo e confabulando a bassa voce tra di loro, Jeremy li notò richiamando più forte l'oste.
Egli si affacciò dal retro della cucina esclamando di essere in arrivo. "Non abbiate fretta, oste." disse infine una delle due figure, fissando Jeremy. Ora che si erano avvicinati  egli vide che uno era stempiato e l'altro molto basso e tozzo. L'oste rimase affacciato comprendendo che stava per avvenire qualcosa di negativo nel suo locale "Se avete qualsiasi problema con l'uomo qua seduto vi prego di uscire dalla mia osteria e discuterne in privato." Disse mentre una goccia di sudore, dovuta al caldo della cucina, gli scendeva dalla fronte.
"Non si preoccupi" disse il tozzo  alzando un braccio verso l'oste ed avvicinandosi a Jeremy, che ora aveva assunto una posizione difensiva.
"Avete qualche problema? Qualcosa da comprare? Ho chiuso il mio banco, sono qui in vacanza." dichiarò egli speranzoso.
I due uomini si lanciarono un'occhiata d'intesa sorridendo "Lo sappiamo bene che hai chiuso il tuo banco, Jeremy. Ma siamo qui per altri motivi, non per comprare." dissero "Sei scappato da Oxenfurt, non è così? A chi hai chiesto aiuto, amico? Chi sa del lavoretto che vi abbiamo compiuto?" Jeremy laciò cadere ogni speranza che i due non fossero gli assassini di Oxenfurt, che si erano accorti che mancava qualcuno all'appello dei mercanti di Frederick il Basso. Lo stempiato si avvicinò a lui ulteriormente, cingendogli le spalle "Suvvia, non essere timido, abbiamo un sacco di tempo" Jeremy balbettò qualcosa di incomprensibile "Come? Credo che abbia la gola secca, oste, il vinò!" urlò ordinando.
L'oste arrivò immediatamente col vino, andandosene il più velocemente possibile, i due scagnozzi glielo fecero ingurgitare d'un sorso.
"Signori, vi prego..."
"Ah, ha ritrovato la lingua!" lo derise il tozzo
"...vi prego io non voglio entrarci, giuro..." venne fermato dallo stempiato che tirò fuori il coltello, puntandoglielo alla gola "Oh, ma ci sei già dentro, Jeremy. Per favore, ti abbiamo anche offerto il vino. Siamo stanchi di usare buone maniere..."
Egli chiuse gli occhi, sentendo la lama premere sulla sua giugolare "Vi prego...d'accordo, qualche giorno fa è arrivato uno strigo, mi ha chiesto sugli assassini di Oxenfurt... gli ho detto che me n'ero andato per altri motivi e che non li conoscevo per cui..."
"Uno strigo? Fai il nome! Dov'era diretto?" Strillò lo stempiato, Jeremy gemette
"L-Lambert, non so dov'è diretto, lo giuro sulla mia vita! Vi avrà rintracciato, ma lor signori non dovrebbero scherzare con uno strigo..." Lo stempiato si rabbonì.
"Hai fatto il bravo." dichiarò togliendogli il coltello dalla gola, Jeremy trasse un sospiro di sollievo.
"Ma sei comunque nella lista dei mercanti, Jeremy. Grazie per le informazioni!" Lo stempiato tagliò la gola di Jeremy e con un espressione maligna gli staccò la testa, portandosela appresso.
"Oste, ecco i soldi del vino!" L'uomo tozzò lanciò un sacchetto con delle corone sul bancone e uscì, seguendo il suo compagno.
L'oste si affacciò di nuovo in cucina, notando il corpo senza testa di quello che era stato Jeremy Hel. Assunse una espressione di paura e schifo e poi vomitò.

Qualche giorno più tardi Lambert era quasi arrivato a Rinbe. Era sul suo destriero sulla strada, quando fermandosi notò un silenzio troppo innaturale per il luogo in cui si trovava.
Si bloccò completamente, apprendendo dai leggeri movimenti tra gli alberi l'imminente imboscata. Due, anzi, tre persone sulla sinistra della via e altre due sulla destra. Lo strigo aspettò il momento propizio.
Non appena il primo uomo uscì gridando dal nascondiglio estrasse la spada d'acciaio, balzando giù dal cavallo e scagliandosi contro di lui. Parò un attacco e riuscì al primo colpo a fare centro sul suo petto. L'uomo non era un esperto nel combattimento e cadde mentre lo strigo estraeva la spada dal suo corpo, scagliandosi contro il secondo. Meno uno.
Parò il colpo dell'uomo che lo stava per colpire alle sue spalle ed eseguì una schivata laterale, sferrando un attacco che però venne bloccato.
Ferì il secondo uomo sul braccio e sul fianco sinistro che, urlando, si buttò a terra sanguinante. Il terzo e il quarto uomo lo attaccarono contemporaneamente, lo strigo roteò verso di loro con la spada, ferendo la coscia di uno. Poi estrasse un pugnale da lancio dalla cintura e lo lanciò verso il quinto uomo che aveva esitato ad attaccare, colpendolo al centro della testa.
L'unico rimasto senza ferite provò a scappare ma Lambert lo  bloccò con un braccio, tagliandogli di netto la testa.
Corse verso l'uomo che aveva ferito alla coscia, scagliandolo a terra e puntandogli la spada alla gola. Era stempiato e notò avere una testa mozzata e mezza putrefatta attaccata alla cinta.
"Chi sei? Di chi è quella testa che ti porti dietro?" ringhiò lo strigo. L'uomo sorrise malignamente "Jeremy Hel." rispose. In un impeto di follia provò a rialzarsi ed attaccare e Lambert fu costretto ad ucciderlo.
Sul petto notò che portavano tutti lo stesso simbolo quadrato, con dentro il disegno di una sacca di danari. Il cavallo albino di Lambert era scappato nella confusione e lui si ritrovò a piedi, per fortuna molto più vicino a Rinbe di quanto credesse.
La raggiunse infatti nella tarda serata e si accampò nel bosco appena fuori le mura del paese. Catturò un coniglio e meditò per il resto della serata accanto al focolare acceso. La mattina dopo entrò nel paese per controllare come andassero le cose, rendendosi conto che le vie erano del tutto deserte. Ogni tanto si sentiva qualche rumore di gente che si barricava in casa, forse non si sarebbe dovuto mostrare.

D'un tratto sentì una voce che lo chiamava sussurrando da dietro una porta. Lambert si girò, proveniva da un' officina.Provò ad entrarvi: vuota. Fece per uscire quando qualcuno lo strattonò in una saletta laterale. Immediatamente fece per raggiungere l'arma ma si bloccò all vista di una ragazza dagli occhi azzurri e capelli biondi.
"Fermo!" sussurrò lei "Sei impazzito a mostrarti per le vie di mattina così presto? E' a quest'ora che passano." disse.
"Chi passa?"
"Shh! Non fare rumore, strigo." La ragazza gli portò un dito alla bocca per zittirlo "Gli uomini di Henryk, ovviamente." la ragazza lo guardò sbigottita "E' per lui che sei qui, no?" non sembrava del posto, aveva un accento kaedweniano. Lambert la guardò con aria interrogativa e lei sbuffò "La banda che ha fatto fuori il consigliere reale. Ti dice niente questo simbolo?" disse mostrandogli il simbolo quadrato che aveva appena visto sugli uomini dell'imboscata "Tutti sanno che stanno cercando uno strigo. Hanno preso il paese e messo una taglia sulla sua testa. Ti stavo aspettando, immaginavo che saresti passato a dare un'occhiata alle vie." chiarì la situazione.
"Pensavo ti avessero già catturato, come dicono alcune voci, finchè non ti ho visto entrare." Lambert alzò un sopracciglio "Hanno catturato uno strigo? Chi?" chiese incredulo. La ragazza dagli occhi azzurri alzò lo sguardò al tetto "Mi dispiace non ne ricordo il nome." sentenziò.
Lambert socchiuse gli occhi "Come mi posso fidare di te?" la ragazza gli mostrò un anello col simbolo reale di Redania "Lavoro per i servizi segreti redaniani, sono sulle tracce della banda. Ti avviso che quegli idioti di Oxenfurt hanno riaperto i cancelli, avrebbero dovuto capirlo subito che non erano più in città." disse. Sembrava davvero informata sulla situazione. "Ti stavo aspettando, devo entrare nel loro covo ma non ne conosco la precisa ubicazione. Speravo che tu potessi aiutarmi."
"Frena, occhi blu. Chi ti dice che voglia aiutarti?" chiese, la ragazza cominciò a tirare fuori tuttò ciò che aveva scoperto sulla banda, si girò ed ammiccò con lo sguardo "Possiamo aiutarci a vicenda."

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Capitolo 5
*** Kikimore ***


La ragazza dagli occhi azzurri gli mostrò vari documenti e prove circa la banda che andavano inseguendo, Lambert apprese che si trattava di "giustizieri" che si avvalevano di metodi poco consoni per smascherare i ricchi con le mani in brutti affari.
Di sicuro un intento molto nobile ma un approccio più che sbagliato: fare fuori tutti coloro che hanno, seppur minimamente, preso parte  agli affari.
 "Ancora una cosa" domandò Lambert "Hai parlato di un certo Henryk, il capo della banda?"
La ragazza si sedette incrociando le gambe "Sì, capo è la parola giusta. Sono i suoi scagnozzi che si definiscono "i seguaci della verità". Ti svelerò una cosa, strigo: Henryk  non è solo un capo, è un mago, certo non il più bravo e noto in circolazione, ma con un carisma invidiabile. E' mezzo impazzito dopo che il suo maestro l'ha scacciato per motivi a me non noti. Così cominciò a predicare in giro circa i politici corrotti e la sua "ricerca della verità sui nobili", neanche fosse un filosofo." sorrise all'idea "Purtroppo con la sua abilità oratoria in molti hanno condiviso i suoi pensieri."Lei tirò fuori un volantino dalla tasca dei pantaloni, lanciandolo allo strigo.
Portava una grossa scritta che diceva "Henryk Ricercato" e la faccia di un uomo dai corti capelli biondi e la barba sfatta, all'apparenza dava l'idea di essere un trentenne.
"E che mi dici di Rinbe?" Lo strigo arrotolò il volantino, improvvisamente molto più interessato alla proposta di collaborare con lei "Come mai è sotto il controllo di questo mago pazzo?"
"E' da qui che è cominciato tutto. E dove ha ricevuto più consensi, alla fine è riuscito a prenderne il controllo. Anche se ora la gente comincia ad averne paura. Ogni mattina, più o meno a quest'ora, la gente si barrica in casa e i seguaci di Henryk passano per le strade in segno di controllo assoluto. Chi viene trovato fuori viene lasciato alla gogna per tre giorni, sei stato molto imprudente a mostrarti per le strade." Lo ammonì, egli assunse una espressione accigliata e lei lo guardò in segno di preoccupazione. "Spero che quando il consigliere ha chiesto aiuto a loro ignorasse i loro ideali di giustizia, altrimenti era il più stupido politico di cui abbia mai sentito parlare."
Lambert rise, ora che avevano parlato si trovava molto più a suo agio con lei.
"Bene. Che intendi fare a proposito, quindi?"
"Intendo arrestare Henryk, ci sono stati troppi spargimenti di sangue." Sembrava convinta. Lamert rise di nuovo ma questa volta di lei.
"Ti rendi conto che ha molti "seguaci" in giro? Non credi che tentare di arrestarlo sarebbe come tentare il suicidio?" 
"Me ne rendo perfettamente conto, ma si potrebbe creare una trappola per cui lo attiriamo a noi e in seguito lo arrestiamo, strigo." Era molto ferma su ciò che diceva.
"Tu sogni troppo, occhi blu. E comunque ci sarebbe una cosa che non posso trascurare: lo strigo che mi dici essere stato catturato. Devo liberarlo, potrei conoscerlo e in ogni caso potrebbe sapere altro." lei annuì, non sembrava provare alcun fastidio all'appellativo che le aveva affibbiato Lambert e questo lo confuse ulteriormente. Certamente poteva esser preso come un complimento ma l'intento dello strigo non era che quello di mantenere le distanze. D'un tratto gli fece segno di zittirsi.
Dalla strada, in lontananza, si sentì rumore di zoccoli e una cantilena barbosa avvicinarsi, lo strigo tese l'orecchio "Noi cerchiamo la verità, noi sveliamo i segreti dei nobili, noi vi salviamo." sbirciò dalle imposte della finestra: due cavalieri dall'aria più losca dei nobili coinvolti negli affari loschi. "Quello è il mio cavallo!" esclamò. La ragazza gli tappò la bocca, questa volta arrabbiata. Quando se ne furono andati sbuffò in sua direzione "Questi sono decisamente pazzi." asserì lo strigo, continuando a guardare fuori dalla finestra.

Passarono la giornata insieme, accordandosi sul come entrare di nascosto nel covo dei "seguaci della verità" e liberare il prigioniero. Lambert si chiese ripetutamente per quale motivo la ragazza stesse indagando da sola e in serata, quasi gli leggesse nel pensiero, rispose alla sua domanda interiore.
"Non ti è ancora sembrato strano che una ragazza sia sulle tracce di assassini tutta sola?" chiese lei con un sorriso, aggiungendo un ciocco di legno al focolare in mezzo alla stanza. Lambert si sedette accanto a lei, per terra "Sì, effettivamente questa domanda mi è passata più volte per la testa." Lei soffiò sul ciocco per farlo ardere meglio "I miei colleghi hanno abbandonato il caso perchè ritenevano si stesse portando avanti per troppo tempo. Che non saremmo mai riusciti a raggiungere il covo, re Vizimir li punì duramente quando gli annunciarono la loro rinuncia al caso, ha già altri problemi tra cui Nilfgaard, che come saprai ha conquistato Cintra, e non aveva tempo di occuparsi anche di questo. io rimasi ma fino ad adesso non ho mai ricevuto dei sostituti ai miei colleghi. - Lambert la ascoltò interessato- Tutto sommato non mi lamento, ho lavorato meglio da sola in un mese che in tutto quel tempo con quegli idioti" Si scostò i capelli dal viso osservando il fuoco che scoppiettava. Un suono piacevole al suo udito.
"Come mai tu sei rimasta?" Chiese lo strigo, la ragazza si girò verso di lui arrossendo leggermente, poi spostò lo sguardo a terra facendosi cupa "Preferirei non parlarne adesso."

Dopo molti preparativi i due si misero all'azione. Una mattina si nascosero appena fuori dal paese, dove sapevano che i cavalieri della cantilena sarebbero passati. Aspettarono il momento giusto e li stordirono, cercando di placare i cavalli.
"Buono, bello." Lambert tranquillizzò il destriero albino che credeva ormai aver perduto. Nascosero i corpi tra i cespugli e li spogliarono, indossandone i vestiti. Poi montarono a cavallo e raggiunsero il luogo segnato sulla mappa dello strigo.
"Ci siamo." disse controllandola di tanto in tanto. Di lì a poco vennero fermati da un ragazzo sulla ventina che, senza guardarli in faccia, li riconobbe come alleati, li fece smontare da cavallo ed entrare in una caverna illuminata da parecchie torce.
Si ritrovarono da soli "Strigo, non mi piacciono le caverne, sono piene di... pipistrelli." disse lei con un velo di paura nella sua voce.
"Credo che i pipistrelli saranno la tua ultima preoccupazione, dolcezza." rispose lui prontamente e con sarcasmo. Camminarono per qualche minuto, lei che si guardava intorno quasi attaccata alla spalla dello strigo e lui con fare spigliato che cercava di nascondere l'imbarazzo di essersela portata dietro. Una scena buffa che si interruppe non appena si trovarono d'innanzi una porta.
"Bhe, che fai? Aprila!" lo strigo non le rispose, ascoltando molto attentamente i rumori che provenivano al di là della porta. Improvvisamente si fece serio e le mostrò il medaglione a forma di testa di lupo che per l'ennesima volta aveva cominciato a vibrare "Credo che troverai ben PEGGIO dei pipistrelli in questa caverna, occhi blu." sentenziò "Stai indietro, oltre questa porta la caverna è infestata dai Kikimore."
Quando si accorse che la porta era chiusa a chiave lanciò il segno Aard su di essa, sfondandola e fiondandosi in mezzo a quattro Operai Kikimore e una Guerriera Kikimora. Con sua grande sorpresa tra i due "seguaci della verità" rimasti che goffamente cercavano di respingere gli insettoidi (che solo a guardarli si schifavano) vi trovò l'ultimo strigo che si aspettasse di trovare.

"Eskel?" urlò esitante Lambert mentre tirava un fendente a un Kikimore, graffiandolo appena. "Qual buon vento, Lambert!" rispose con un mezzo sorriso mentre parava con calma la zampata di  uno di quegli orrendi esseri. La ragazza cercò il più possibile di evitare il combattimento, era troppo sconvolta dalla bruttezza di quei mostri che spruzzavano acido e dalla enorme cicatrice che ricopriva per metà il volto del secondo strigo: Eskel.
In compenso potè godersi uno spettacolo che non era da tutti i giorni: vedere due strighi in azione combattere contro dei mostri. Gli altri due avevano perso la speranza, appena notarono che la porta si era aperta si fiondarono al di fuori della caverna, il primo si salvò ma uno di loro cadde e in poco tempo venne raggiunto da un insettoide e morì in maniera atroce.
Infine, quando le acque si stavano calmando, anche lei si buttò nella mischia, riuscendo a tagliare con ribrezzo l'arto di uno di quei mostri. Quando li eliminarono tutti, stancamente, rinfoderarono le spade e si misero in cerchio.
"Eskel, vecchio mio. Sei l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare." Disse Lambert abbracciandolo amichevolmente. "Che ci fai vestito come uno di quegli svitati?" Chiese lui di rimando, passandosi una mano sulla fronte, per levare il sudore.
"Signori, penso che ci sarà il tempo per rispondere a tutte le domande più avanti. Ora ci converrebbe uscire." si intromise la ragazza, spaesata dalla situazione e di gran fretta.
"Occhi blu è al servizio della Redania per porre fine a questa follia di seguaci." Nel presentarla ad Eskel si rese conto che ancora non le aveva chiesto il nome. Mentre uscivano dalla caverna si accorsero che l'uomo che si era salvato era andato a cercar aiuto e rinforzi, inutile dire che finirono come cadaveri, che a loro volta sarebbero diventati cibo per i rimanenti Kikimore. Questa volta, però, ne risparmiarono uno, facendolo loro prigioniero.
"Non imparano mai..." Lambert legò le mani e tappò la bocca del malcapitato, poi uscirono dalla caverna, forse presto sarebbe tutto finito.

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