Rain rain go away, come back another day

di Cinziart_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01: Il cervo più bello di tutta Camelot ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02: Merlino ha qualcosa che non va ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03: I primi sintomi di malattia ***
Capitolo 4: *** Capitolo 04: Febbre ***
Capitolo 5: *** Capitolo 05: Una notizia importante ***
Capitolo 6: *** Capitolo 06: Un messaggio per Gaius ***
Capitolo 7: *** Capitolo 07: Io vi perdono tutto ***
Capitolo 8: *** Capitolo 08: Casa dolce casa ***
Capitolo 9: *** Capitolo 09: Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01: Il cervo più bello di tutta Camelot ***


Capitolo 01: Il cervo più bello di tutta Camelot.

Merlino non aveva idea se Artù lo facesse per fagli un dispetto o perché davvero ci teneva. Del resto cosa avrebbe potuto fare? Lui era il principe di Camelot! L’unica cosa che doveva fare Merlino era eseguire i suoi ordini a bacchetta, senza pensare alle conseguenze. Facile, se solo non fosse che quel principe era un asino con una corona in testa. E non se l’era nemmeno guadagnato quel cerchio d’oro tanto importante, pensò a malincuore il servo, mentre il suo cavallo, intirizzito dal freddo quanto lui, arrancava nel fango del “sentiero”.
-Artù…- chiamò Merlino con un sussurro, ma il principe davanti a lui parve non udirlo.
-Artù?- ritentò con un po’ più di coraggio nella voce.
-Cosa diamine c’è Merlino?!- rispose stizzito l’altro. –Di preciso, cosa non capisci della parola “caccia”?-
Merlino si riguardò bene dal ribattere. Era meglio non importunarlo in momenti del genere. Esperienza personale.
Così il servitore si strinse ancor più nella giacchetta fradicia, incassando la testa tra le spalle per evitare all’acqua di entrare. Già. La pioggia. Perché ormai è chiaro a tutti che Artù aveva una predilezione per andare a caccia sotto la pioggia. Il motivo poi, Merlino non lo conosceva. Ma del resto cosa poteva aspettarsi da una testa di fagiolo come la sua?
Con un brivido il ragazzo sbirciò fuori dal suo riparo improvvisato: non che il paesaggio fosse diverso da quello di mezz’ora fa; alberi, alberi e alberi ancora.
Poi un fruscio lo fece sobbalzare sulla sella e le sue ossa sembrarono scricchiolare a ogni respiro.
Merlino vide Artù prendere in mano la balestra e incoccare lentamente una freccia. Lo osservò prendere la mira su qualcosa che il ragazzo non vedeva. Sicuramente un cervo, pensò.
Poi lo vide anche lui. E sì, era un cervo. Ma non un semplice cervo. Quello che avevano di fronte era sicuramente il cervo più bello di tutta Camelot. Era alto e fiero, incurante della pioggia che gli bagnava il manto. Sembrava del tutto ignaro della loro presenza anche se di tanto in tanto alzava la testa dal bellissimo palco per guardarsi intorno.
Probabilmente Artù lo avrebbe regalato a suo padre.
Poi Merlino riflettè che il principe non poteva uccidere un essere così bello.
Non poteva.
…anzi poteva. Ma lui glielo avrebbe impedito.
Merlino vide Artù scendere da cavallo e appostarsi dietro a un albero. Prese la mira sull’animale.
-E… e… e…-
Per un istante il principe si voltò verso il servitore che, ancora a cavallo, arricciava il naso in una smorfia.
-Merlino, no!-
-E... etciuuu!!-
Lo starnuto encheggiò tra gli alberi come un rombo di tamburo. E, come da programma, il cervo scomparì dalla loro visuale in un batter d’occhio.
Artù era a dir poco furioso. Si girò lentamente verso Merlino che si “asciugava” il volto con una manica della giacca.
-Merlino…- lo chiamò con malcelata tensione in biondo.
-Sì?-
-Merlino!- urlò il principe incollerito.
-Che c'è?!-
-C’è che ancora una volta hai combinato un enorme casino!-
Ora Artù era salito a cavallo e si avvicinava minacciosamente verso il servo.
-Ho solo starnutito! Che c’è di male?-
-Hai fatto fuggire il cervo Merlino! E questa era una battuta di caccia! Perché non capisci che devi stare zitto?-
Merlino abbassò lo sguardo, fingendosi dispiaciuto.
-Perdonatemi Sire…-
-Questo non riporterà indietro il cervo, Merlino.- gli fece notare il principe.
-Ma Sire… fa freddo e piove, a voi non succede mai di starnutire?- cercò di difendersi il moro, mentre Artù spronava il cavallo in avanti.
-Merlino, c’è un tempo per tutto, ma NON E’ ORA!- urlò il principe. –Non quando sei a caccia!-
Per un lungo momento nessuno dei due commentò, troppo assorti ognuno nei propri pensieri. Probabilmente uno a pensare a come far soffrire di più l’altro.
Nel frattempo Merlino rabbrividiva a ogni piè sospinto dell’animale e ogni tanto tratteneva a stento uno starnuto. Almeno doveva fingere di provarci a eseguire gli ordini.
-Hai freddo?-
-S-sì… S-sire…- balbettò il servo, scosso dai tremiti.
Artù sbuffò leggermente. –Non riusciremo a tornare a Camelot prima di notte. Qui vicino c’è un paese, Nemislay credo, ci fermeremo lì.-
Così dicendo spronò il cavallo al piccolo trotto, superando Merlino che ancora tremava visibilmente. Gli doleva ammetterlo, ma il freddo iniziava a raggiungere anche la sua pelle, protetta da capi molto pesanti.


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Note Autrice
Buona sera gente! Come potete notare non posso fare a meno di scrivere su Merlin. Mi piace troppo come serie. (Nulla batterà mai Doctor Who ma... amen)
Tanto per iniziare e prima che me lo dimentichi, vorrei dedicare la storia a Erianthe che mi ha accolto a braccia aperte nel fandom. GRAZIE!!
Ehm... dopo questo meritatissimo e doveroso ringraziamento, vorrei ringraziare anche tutti voi lettori che siete arrivati fino alla fine del primo capitolo. E' la mia prima long che scrivo su Merlin quindi mi piacerebbe sapere (principalmente, poi potete raccontarmi tutto ciò che volete) se i personaggi sono IC.
Perché è il mio bubbio più grande.

Un grazie di cuore a tutti coloro che gentilmente recensiranno la storia. Fa davvero molto piacere sapere cosa ne pensate!
Un abbraccio
Gallifrey_96

La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 02: Merlino ha qualcosa che non va ***


Capitolo 02: Merlino ha qualcosa che non va.

Arrivare a quella cittadina fu un’impresa assai ardua. Merlino starnutiva ogni secondo e quasi non riusciva a parlare da quanto gli battevano i denti. Per di più alla pioggia si era unito il vento e i cavalli scartavano di colpo a ogni fruscio un po’ più strano del solito.
Siamo quasi arrivati, Merlino!- urlò il principe al compagno, che però non diede alcuna risposta.
-Merlino?-
Artù si voltò indietro, osservando il servo accasciato sulla sella per non sentire il vento. Se non avesse fatto qualcosa, Merlino sarebbe sicuramente morto assiderato, pensò mentre si avvicinava all’altro cavallo per afferragli le redini. Con un colpo secco e una parola, Artù fece partire i destrieri a piccolo trotto, sperando al contempo di tenere cosciente il servitore.
Dopo quasi dieci minuti di cavalcata, i due ragazzi varcarono la soglia della taverna della tanto agognata cittadina di Nemislay. Nulla di che ma almeno così avrebbero avuto un riparo per la notte. Artù guidò i cavalli nella scuderia della locanda, pagò il conto e tornò da Merlino.
Il ragazzo era ancora nella posizione in cui lo aveva lasciato, gli occhi chiusi e la guancia appoggiata alla sella.
-Merlino.- lo chiamò con calma il principe.- Merlino siamo arrivati.-
Questi si mosse un poco, cercando di aprire gli occhi.
-Co… come?-
-Siamo arrivati. Scendi da cavallo.- ripeté Artù con una punta di dolcezza nella voce.
Il principe vide il suo servo raddrizzare la schiena con evidente sforzo e alzare una gamba per smontare dalla schiena dell’equino. Ma appena entrambe le gambe furono a terra, non riuscirono a sostenere il corpo del mago che per poco non finì a terra.
-Tranquillo. Ti tengo io.-
Artù lo aveva afferrato in tempo per la vita, evitando la caduta.
-G-grazie…- balbettò Merlino, mentre il principe quasi la trasportava nel calore della locanda.
Merlino ebbe un fremito tra le braccia del principe per l’improvviso sbalzo di temperatura.
-Tutto bene?-
Un uomo corpulento si era avvicinato ai due ragazzi, brandendo un mestolo con fare inquisitore.
-Sì grazie.- rispose Artù.- vorremmo solo una stanza per riposare.-
L’uomo grugnì e chiamò una ragazza dal bancone. Una donna dall’aria simpatica li affiancò.
-Vi accompagno io.- poi aggiunse, notando Merlino accasciato sulle spalle di Artù.- Volete assistenza?-
Il principe sorrise. –No grazie. E’ solo stanco.-
La ragazza annuì non troppo convinta ma accompagnò i due ragazzi ancora fradici alla loro stanza.
Appena la donnetta li lasciò soli, Artù fece sdraiare Merlino sul letto. Era ancora congelato e inzuppato di pioggia; tramava.
-Merlino?-
Lui mugugnò qualcosa, cercando di capire dove si trovava, come e perché.
-Sire… dove…?-
-Alla taverna. Stai bene?-
Merlino annuì, tirandosi seduto lentamente. –E voi?-
-Il solito.- poi aggiunse, guardandosi i vestiti. -Devi aiutarmi a cambiarmi.-
Il mago si alzò di malavoglia dal letto, tremando ancora un po’. Se non altro, movendosi si sarebbe riscaldato.
Poco dopo il principe era vestito solo con pantaloni e maglietta per stare comodo e Merlino si era ritrovato a tremare sempre più per la stanchezza. Quasi non si accorse di quello che faceva, il gesto era diventato automatico: stese i vestiti suoi e del principe accanto al camino acceso per asciugarli, poi si sedette sul tappeto vicino al fuoco, abbracciandosi le gambe.
-Merlino?-
-Sire…-
-Non hai fame? Tra poco serviranno la cena.-
Il mago ci pensò un momento. No, non aveva proprio fame, solo sonno.
-No.-
-Ti farebbe bene. Così ti riscald…-
-Non ho fame.- ripeté lapidario.
Artù sbirciò il servo rannicchiato davanti al fuoco. Poi prese un respiro profondo e si avvicinò alla porta.
-Va bene. Se cambi idea io sono giù.-
Merlino no rispose e il principe lo lasciò solo, a guardare le fiamme del camino. Certe volte proprio non lo capiva. Era certo che qualcosa non andava ma non avrebbe saputo dire cosa al momento.
Comunque scese le scale e cenò, ripensando a cosa avrebbe potuto avere Merlino. Non avevano fatto nulla di insolito: andare a caccia era un’abitudine, e non era la prima volta che ci andavano sotto la pioggia. Proprio non capiva.
Finì di cenare e si diresse nuovamente nella sua stanza, declinando gli inviti degli altri clienti della locanda a bere con loro. Aprì piano la porta, pensando di chiedere direttamente a Merlino cosa non andava, ma si ritrovò a sorridere.
Il suo servitore si era rannicchiato vicino al fuoco, avvolto stretto in una coperta scura. I suoi vestiti non erano più appesi accanto al camino, quindi probabilmente si erano asciugati e li aveva indossati. Con attenzione si rimise anche i suoi, senza svegliare Merlino. Poi si sdraiò sul letto e gli osservò la schiena magra scossa ogni tanto da tremiti. Per un momento ebbe la tentazione di svegliarlo a dirgli di dormire sul letto con lui, poi qualcosa gli fece cambiare idea. Forse era meglio non svegliarlo.
Dorme vicino al fuoco, non prenderà freddo, pensò mentre chiudeva gli occhi; solo adesso si accorse di quanto aveva sonno.


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Note Autrice:
Ciao a tutti! Finalmente la storia inizia a prendere forma e avvicinarsi al genere fluff.
C'è ancora molto da lavorare, sia per me che sto imparando a scrivere sia per Artù e Merlino. Probabilmente mi odieranno alla fine della storia. Maaa... non preoccupiamoci troppo, ok? ^_^
Grazie infinite a tutti voi gentili lettori che leggete la storia e che recensite. O che mettete tra le seguite. Ne sono davvero contenta! :D

Merlino: Siamo sicuri che andrà tutto bene? Io sono lì che congelo sul pavimento...
Artù: Non sei sul pavimento. Stai dormendo sul tappeto e per di più vicino al fuoco. -__-"
Merlino: Ma fa freddo uguale!! Non come voi al calduccio sotto le coperte... >:(
Io: Ragazzi... non litighiamo, eh! Vi ho promesso che andrà tutto bene e io mantengo SEMPRE le promesse. U_U
Artù: *sussurra* Ma ci possiamo veramente fidare?
Merlino: *sussurra* Non ne ho la più pallida idea, sire...
Io: *ignorando tranquillamente gli altri due* Buona serata gente!!

Un abbraccio
Gallifrey_96

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Capitolo 3
*** Capitolo 03: I primi sintomi di malattia ***


Capitolo 03: I primi sintomi di malattia.

Artù si svegliò male quella mattina. Il sole ancora non era spuntato dalle nuvole grigie e per di più ancora pioveva. Stiracchiandosi si alzò dal letto, cercando di non guardare fuori: il brutto tempo lo rendeva nervoso. Quando fu in piedi notò che Merlino stava ancora dormendo accanto al fuoco, ormai spento.
-Merlino?-
Il servitore si rigirò sotto la coperta ma non disse nulla.
-Merlino!-
Questa volta il ragazzo sobbalzò cercando di capire da dove proveniva la voce. –Cosa? Che succede?-
-Succede che dobbiamo partire per tornare a Camelot.- spiegò Artù con naturalezza. –Perciò alzati e preparati a partire.-
Merlino si alzò in piedi, barcollando. –Ma, Sire… non potremmo partire domani?-
-No.-
-Ma piove ancora!-
Artù si voltò a guardare il servo, appoggiato allo stipite del letto. Teneva gli occhi chiusi, la testa reclinata in avanti. Sembrava sul punto di cadere a terra, ma il principe non se ne curò. Camelot doveva essere la loro prima priorità.
-Lo so che piove ancora Merlino. Ma dobbiamo tornare a Camelot.- disse avviandosi verso l’uscita con la spada in mano. –Ti aspetto giù per la colazione.-
E chiuse la porta, lasciando il mago da solo.
Ad Artù sembrò che Merlino avesse rabbrividito ma forse, si disse, era solo una sua impressione.

Il principe si era appena seduto a uno dei tavoli per ordinare qualcosa da mangiare quando il suo servitore lo affiancò. Sembrava terribilmente stanco e aveva il volto sciupato. Delle occhiaie gli segnavano gli occhi chiari come se non fosse riuscito a dormire. Anche la voce era roca e stanca.
-Ho preso tutto Sire. Possiamo partire.- disse mogio.
-Non fai colazione?-
Merlino si sedette di fronte al suo principe, guardando il tavolo.
-No.-
-Sicuro? Dobbiamo cavalcare fino a Camelot.-
-No. Non ho per niente fame.-
Così quando la cameriera arrivò al loro tavolo Artù ordinò solo per sé. Merlino non disse nulla per tutto il tempo, lasciando lo sguardo vagare fuori dalla finestra.
-Merlino. Dimmi cos’hai.-
Il ragazzo spostò lentamente lo sguardo sul principe.
-Non ho niente.- rispose atono.
-Non è vero. Non dici nulla di insensato come al solito e non mangi nulla da ieri pomeriggio.-
Merlino non rispose, evitando accuratamente di guardare il piatto colmo di cibo portato da una cameriera. Artù le sorrise per ringraziarla, poi con una posata inforcò un pezzo di torta.
-Allora?-
-Non ho niente Sire.- ripeté il moro. – E se voi mi ascoltaste anche solo la metà di quello che fate, non saremmo nemmeno qui!-
Merlino aveva alzato il tono di voce e senza nemmeno accorgersene aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti.
-Merlino… abbassa la voce.-
Lui invece si alzò in piedi, un rossore diffuso su tutto il viso, le mani tremanti. Con passo deciso si allontanò dal tavolo, ma venne richiamato un momento dopo dal principe.
-Merlino! Torna qui!-
Anche Artù si era alzato in piedi. Vide il mago bloccarsi sul posto e voltarsi verso di lui.
-Lasciatemi in pace Artù.- disse con quanta più calma possibile.
Dai presenti si alzò un mormorio sommesso. Probabilmente avevano capito che il ragazzo di fronte a loro era il principe di Camelot.
-Merlino…- riprovò Artù con più dolcezza. –Calma.-
Le spalle del ragazzo tremarono  e sembrò perdere il precario equilibrio grazie al quale stava in piedi. Guardò un ultima volta il principe con uno sguardo triste, sofferente, poi salì le scale velocemente, scomparendo alla vista.
-Voi… voi siete il principe di Camelot!- esordì la voce di un bimbo da qualche parte della folla di persone.
-Sì. Lo so.- rispose Artù, mentre saliva le scale per raggiungere il suo servitore, incurante del vocio che si era creato al suo passaggio.

A Merlino girava terribilmente la testa. Non voleva parlare in quel modo ad Artù e soprattutto non di fronte a tutta quella gente: sapeva che l’anonimato era la cosa migliore nei paesini come quello. Ma proprio non ci era riuscito. Le parole gli erano sfuggite di bocca in un modo a lui incomprensibile.
E la testa pulsava. Anche solo salire le scale era stato un problema. Però ora era arrivato in camera e nulla lo avrebbe spostato da lì.
Aprì la porta e si trascinò all’interno. Si avvicinò al letto, con l’intenzione di sdraiarsi ma all’ultimo le gambe cedettero e cadde a terra. La vista gli si appannò subito, il respiro accelerato. Gemendo appoggiò le spalle alla sponda del letto, poi chiuse gli occhi, cercando di regolare il battito.
Niente. La testa faceva troppo male e ogni volta che il petto si alzava o si abbassava gli procurava delle fitte allo stomaco.
-Ehi?-
Merlino tenne gli occhi chiusi. Poteva aver bisogno di tutto, tranne che di Artù.
-Merlino? Va tutto bene?-
Doveva ammettere che stava usando un tono gentile. Il mago attinse da chissà dove gli ultimi residui di energia e aprì gli occhi. Artù era accovacciato di fronte a lui e lo guardava come a trovare cosa non andava nel suo servitore.
Merlino annuì poco convinto, reclinando il capo verso destra.
-Sono… sono solo stanco Artù…-
Il principe non parve muoversi e Merlino nemmeno ci provò. Sapeva che non ci sarebbe riuscito.
-Po… possiamo partire domani… per favore?-  soffiò il mago aprendo debolmente gli occhi.
-Partiremo per Camelot solo quando ti sarai rimesso.- disse Artù con un sorriso. Poi si alzò in piedi, facendo il giro del letto. Ci si inginocchiò sopra e afferrò Merlino sotto le ascelle.
-C… cosa… cosa fate?- disse il mago cercando di opporre resistenza.
-Calmo, non ti faccio niente. Volevo solo sdraiarti.-
Così dicendo Merlino si lasciò andare tra le braccia forti del principe che con facilità lo adagiò sul letto. Lui gemette quando Artù gli raddrizzò la schiena sul materasso.
-P… piano… vi prego…- disse debolmente, gli occhi lucidi per il dolore.
-Vado a cercare un medico. Non muoverti da qui, Merlino.-
Prima di uscire dalla stanza, Artù rimase a guardare il suo servitore: teneva gli occhi chiusi e il petto si alzava e si abbassava troppo lentamente per i suoi gusti. Doveva trovare un medico, e presto anche.
Ma cosa gli ho fatto, pensò Artù mentre lasciava a malincuore la camera.

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Note Autrice:
Ciao a tutti! Finalmente ho aggiornato! Volevo aggiornare tipo... una settimana fa ma i miei prof (cattivi) hanno messo un sacco di verifiche e interrogazioni una dopo l'altra. Uff. Tra l'altro devo ancora riprendermi dal finale della serie. Quel finale è... Straziante. Non possono torturarmi in questo modo. T^T Che poi non ho nemmeno capito se faranno altre stagioni. Perchè IO DEVO sapere.
Anyway! Grazie a tutti coloro che leggono e alle gentilissime persone che lasceranno una recensione! Fa molto piacere sapere cosa ne pensa il pubblico delle schifezze cose che scrivo. ^_^

Merlino: Sapete Artù... sono sinceramente preoccupato su quanto Gallifrey mi stia facendo soffrire.
Io: E- ehm... ///_ ///
Artù: Ma va', non preoccuparti! Si sta solo divertendo un po'! :D
Merlino: *rosso in viso* E VI SEMBRA GIUSTO?! >:(
Artù: Beh... su di te sì. -__-" E poi è una donna. Bisogna lasciarla divertire!
Io: Ma graaazie! *gongola*
Artù: ^_^
Merlino: -__-" Credo che con il vostro permesso tornerò a casa. *prende e va via senza nemmeno salutare*
Io: Ma Merlino! Stavamo scherzando!
Artù: Davvero? Io dicevo sul serio... ò_O
Io: *facepalm*

Un abbraccio
Gallifrey_96

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Capitolo 4
*** Capitolo 04: Febbre ***


Capitolo 04: Febbre

Artù non avrebbe saputo dire per quanto tempo avesse cercato un medico in tutta la cittadina. Sapeva solo che era entrato in tutte le case di Nemislay alla ricerca di qualsiasi persona avesse almeno un po’ di conoscenza medica. Infatti, incredibilmente quel paese non aveva nessuno che rispondesse a queste basilari caratteristiche.
Ancora una volta si maledisse per la sua testardaggine, mentre usciva dall’ennesima casa. Ormai non tentava nemmeno più di proteggersi dalla pioggia che, incessante, continuava a cadere.
Nonostante il villaggio fosse piccolo le case (soprattutto capanne in paglia che solo a guardarle ti prendevi il raffreddore) erano costruite molto distanti tra loro e le persone a cui poter chiedere erano molte e soprattutto restie a dare informazioni. Di fatto Artù era arrivato all’ultima casa senza ottenere nessun risultato. Ormai si era arreso all’evidenza, reputando sprecata una mattinata di viaggio per Camelot.
Sbuffando, bussò alla mitica porta dell’ultima casupola, preparandosi a sentirsi dire che anche lì non c’era nessun dottore.
-Sì?-
-Sono il principe Artù di Camelot. Qualcuno tra di voi ha conoscenze mediche?- ripeté a memoria il giovane, senza nemmeno guardare con chi stava parlando.
-Io no di certo, ma forse mio marito…-
Artù sollevò il capo, finalmente una buona notizia. La donna con cui aveva parlato era bassa e con uno sguardo gentile lo invitava a entrare in casa.
-Grazie, signora.-
Lei annuì trotterellando all’interno. –Qual è il problema?-
-Il mio servitore sta male.- spiegò il principe mentre seguiva la donna in una stanza secondaria.
-Strano che uno del vostro rango si preoccupi per un servo… Ehi Ladio!- urlò la donna.
Ci fu un rumore di passi, qualche borbottio, poi arrivò un ometto magro con la pelle cadente per la veneranda età.
-E adesso cosa vuoi donna?- disse acido.
-Rispolvera le tua conoscenze, vecchio caprone, ne ha bisogno il principe di Camelot.-
Solo allora Ladio parve notare il ragazzo biondo, curvo per non toccare con la testa il bassissimo soffitto della stanza.
-Sembra in forma. Non ha bisogno del mio aiuto.- sbuffò infastidito il vecchio, voltandosi da dove era venuto.
-Aspetti!- cercò di fermarlo Artù. –E’ il mio servitore che ha bisogno di cure. Può aiutarlo?-
Ladio ritornò sui proprio passi, scrutando il volto bagnato del principe.
-Umpf. Va bene. Vado a prendere le mie cose.- borbottò mentre spariva dietro a una tenda.
 
E così sono riuscito a trovare un medico, si ripeteva Artù bevendo da un bicchiere del vino rosso. Un mezzo medico.
La donna lo aveva avvertito sul fatto che Ladio era stato bocciato più volte in medicina, quindi non poteva definirsi esattamente un esperto. Artù aveva comunque accettato, pensando che era sempre meglio di niente. D'altronde lui non sarebbe nemmeno riuscito a bendarsi una ferita, figuriamoci a guerire una malattia!
E ora aspettava.
Si era seduto allo stesso tavolo della mattina a guardare le gocce d’acqua scivolare lentamente sul vetro della finestra. La sua mente sembrava immobile, incapace di reagire. Di tanto in tanto si portava il bicchiere alla bocca, non per sete ma solo per passare il tempo.
Non si accorse nemmeno dell’arrivo di Ladio, che per annunciare la sua presenza dovette schioccagli le dita davanti alla faccia.
-Cosa?- disse Artù sussultando.
-E cosa secondo voi? Caspita se avete questi riflessi anche in battaglia, caro mio…-
Finalmente il ragazzo si ricompose, infastidito dal ghigno sul volto del vecchio.
-Merlino? Come sta?-
Ladio assunse un’aria triste. –Credo che mia moglie ve lo abbia detto… non sono un dottore. Certe cose non le posso curare.- tirò fuori dalla giacca una pipa, iniziando a fumarla lentamente. –Non ho nemmeno molte conoscenze sulle malattie odierne…-
-Si va bene. Ma cos’ha Merlino?-
Il vecchio fissò negli occhi il principe.
-Una malattia che non posso curare.- disse piatto.
Le spalle di Artù si afflosciarono e ricadde indietro, sullo schienale della panca. Non sapeva nemmeno cosa dire.
-Ma ve l’ho detto. Io non sono in medico! Andate in una qualsiasi altra città e troverete qualcuno che ve lo curerà in tre giorni!-
Ladio si alzò in piedi un po’ malfermo sulle gambe magre; prese le sue cose e si avviò, borbottando tra sé.
-Eppure era una malattia semplice…- lo sentì parlottare Artù. -…Aah una volta certe cose le avrei curate in un lampo…!-
Il principe si alzò a sua volta dalla panca, mogio, diretto verso la camera di Merlino. Aprì la porta lentamente, la richiuse e si sedette di fianco al letto. Merlino teneva gli occhi chiusi, la fronte imperlata di sudore.
-A… Artù…?- sussurrò il mago aprendo gli occhi.
-Merlino… non ho trovato nessuno… c’era solo lui. Dobbiamo tornare a Camelot… Gaius…- il principe si bloccò, notando il volto di Merlino incresparsi, il respiro accelerato.
-N… Non…-
-Zitto. Peggiorerai le cose…-
Merlino scosse la testa, ma anche questo movimento parve fargli male perché una lacrima gli bagnò il viso. Tuttavia, prese un respiro profondo e cercò in qualche modo di parlare.
-Ar… Artù io…- un’altra lacrima si aggiunse alla prima. –Io ho la febbre…- sussurrò.
-Solo?-
Merlino annuì, mordendosi un labbro. Vide di sfuggita il principe alzarsi in piedi.
-E quel vecchio non sa curarti?!- chiese il giovane incollerito. –Parto per Camelot da solo. Vado a prendere Gaius, lui sa come fare.-
Merlino alzò una mano verso Artù, cercando la sua attenzione.
-N… no… non andate da solo… è pericoloso…-
Il principe si avvicinò al mago, prendendo una mano fra le sue. Era gelata.
-Merlino… io non so più come aiutarti.-
Il ragazzo scosse il capo. –Non lasciatemi.- disse cercando gli occhi chiari di Artù. –Per favore…-
Il principe non seppe cosa rispondergli  e annuì, sempre stringendogli la mano. Merlino sembrò sorridere e chiuse gli occhi, reclinando il viso verso il suo signore.


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Note Autrice:
Ciao ragazzi!! Finalmente sono riuscita a pubblicare in tempo. Mi ero ripromessa di pubblicare oggi per il compleanno di una mia carissima amica e... CE L'HO FATTA!! :D
Ma... a parte questo, devo ringraziare con tutto il mio cuore tutte quelle persone (nessuno escluso) che seguono e recensiscono la mia storia. Un grande e immenso GRAZIE perché so che può essere difficile con i miei aggiornamenti in super-ritardo. I'm so so sorry. Vedrò di impegnarmi di più nei prossimi capitoli.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo per favore. Ho BISOGNO di sapere se scrivo delle cavolate grandi come case o come metropoli (?).

Merlino: Aww... quanto siete tenero Sire... ^_^
Artù: *gli tira una gomitata* >///< Non osare...!
Io: Ehi ragazzi! Che succede?
Merlino: *gongola nonostante il dolore* Artù è coccoloso... e si preoccupa per me! <3
Artù: Stai zitto! O finirai all'agogna per almeno un mese! >:(
Io: E basta con i battibecchi! Oggi è un giorno particolare!
Artù: -__-" Perché di grazia?
Io: ^_^ Oggi è il compleanno di una mia carissima amica! :D
Artù: E a me che me ne freg- AHIO!!
Merlino: *tira un pugno ad Artù* Ma è meraviglioso!! AUGURI AMICA-DI-GALLIFREY!!! :D
Artù: Auguri...
Io: è_é Almeno potresti fingere un po' più di entusiasmo.
Artù: Uffa... AUGURI! Così va bene?
Io: Sì!! *lo abbraccia* Auguri ancora e felice compleanno da tutti noi!


Un abbraccio
Gallifrey_96

La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 05: Una notizia importante ***


Capitolo 05: Una notizia importante

Artù passò la mattinata a vegliare su Merlino. Temeva di poterlo perdere da un momento all’altro a dato che, in fondo, era colpa sua, non se lo sarebbe mai perdonato. Il mago tenne gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo e quelle rare volte che li apriva Artù era al suo fianco o vicino alla finestra a guardare la pioggia.
Proprio come ora. E mentre il ragazzo lo guardava, il principe si voltò verso di lui.
-Merlino!-
Il mago sorrise, non riuscì a evitarlo.
-Artù…-
Il principe lo affiancò, appoggiandogli una mano sulla fronte. Nemmeno a dirlo, bruciava.
-Mi hanno detto di metterti questo.- disse Artù prendendo in mano uno straccio bianco direttamente da una bacinella d’acqua.
-Hanno detto giusto.- confermò Merlino sussurrando.
Il biondo appoggiò lo straccio zuppo d’acqua sulla fronte dell’amico rassicurato dalle sue parole. L’unico particolare che aveva dimenticato era strizzare lo straccio.
-Artù… mi volete fare un bagno?- chiese Merlino, mentre rivoli d’acqua fresca gli andavano ovunque sul volto.
-Oh mio Dio, no! Scusa non mi hanno detto di…- cercò di giustificarsi il principe, sollevando lo straccio. Nel farlo si accorse che Merlino stava ridendo.
-Non c’è nulla di divertente, Merlino.- disse serio.
-A parte il fatto che l’unica cosa che sapete fare è combattere?-
-Vedo che stai migliorando, eh?-
Mentre il mago ancora rideva, Artù strizzò lo straccio e asciugò il danno che aveva combinato. Lo passò con una delicatezza incredibile sugli occhi del ragazzo, sulle guance e dietro le orecchie. Una delicatezza su cui il mago non ci avrebbe mai scommesso. E date le circostanze ne rimase sorpreso.
-Allora qualcosa di buono lo sapete fare.- disse Merlino appena Artù gli lasciò lo straccio sulla fronte.
-Cosa stai cercando di insinuare?- chiese l’altro, un sorriso appena accennato.
-Sto dicendo che forse siete qualcosa di più che una testa di fagiolo.-
Artù aprì la bocca ma non emise alcun suono. Però fu rapido a riprendersi lo straccio, inzupparlo e strizzarlo sulla faccia di Merlino, ridendo per la serie di espressioni che comparvero sul suo viso di nuovo bagnato.
Il mago rimase un attimo immobile, la bocca aperta per lo stupore, poi alzò lo sguardo verso il principe e iniziò a ridere con lui. In realtà non c’era nulla di così divertente, ma Merlino si sentiva molto meglio e ridere con Artù, in quel momento, sembrava la cosa più bella del mondo.
Tuttavia i due ragazzi tornarono seri quando, annunciata da tre colpetti alla porta, arrivò Linda, la ragazza che la sera prima li aveva accompagnati alla loro stanza.
-Come sta il vostro servitore?-
Artù guardò il volto sorridente di Merlino.
-Meglio. E grazie per il panno.- disse notando l’amico sorridere ancor di più.
-Di nulla,- rispose Linda.
Poi iniziò a lisciarsi la gonna, come se stesse cercando le parole giuste per chiedere qualcosa.
-C’è altro?- la incoraggiò Artù.
-Sì… ecco… volevo parlarvi.- disse un po’ imbarazzata. –Inoltre dovete pranzare e io… pensavo che…-
-Andate Artù.-
Il principe osservò l’amico. –Vuoi qualcosa anche tu?-
Merlino scosse la testa. -Niente da masticare. Però se preparate infusi…- chiuse gli occhi per riprendere fiato. –Gaius mi obbligava a berli in qualsiasi situazione.-
Linda annuì aspettando il principe.
-Allora torno dopo Merlino.-
Il ragazzo lo intravide uscire dalla camera, mentre chiudeva gli occhi. Gli parve anche di vederlo voltarsi indietro ma forse, era la febbre a fagli questo effetto.
 
Artù ordinò una porzione di arrosto, un contorno di verdure e dell’acqua. Mentre aspettava, vide che le altre persone sedute ai tavoli gli lanciavano occhiate di sfuggita, per poi parlottare con il vicino di posto. Francamente, non gli importava granché di quello che dicevano. In un altro momento probabilmente sì ma ora come ora…
Arrivò il suo pranzo, interrompendo i suoi pensieri.
-Allora… Linda, vero? Cosa volavi dirmi?-
Lei prese un respiro profondo e iniziò a parlare.
-Immagino l’abbiate capito, Nemislay non è una grande città.-
Il principe annuì, invitandola a continuare.
-Beh, i beni di prima necessità ce li troviamo da soli ma le spezie e alcune cosette devono essere comprate. Circa una volta al mese vengono qui a portarcele.-
-Non capisco dove vuoi arrivare, Linda.-
-Io conosco bene un ragazzo di quella compagnia a potrei chiedergli di passare per Camelot.-
Artù stava bevendo e quasi si strozzò per quella meravigliosa notizi detta così all’improvviso.
-Sarebbe perfetto! Quando passeranno di qui?-
-Verso tardo pomeriggio. Ma partiranno domattina  presto.-
Il principe esultò tra sé.
-Ma è meraviglioso! Grazie Linda. Posso fare qualcosa per ricambiare?-
La ragazza arrossì.
-No… nulla sire, davvero.-
Lui non insistette, troppo felice della notizia.
-E quanto tempo impiegheranno per arrivare a Camelot e tornare?-
-Se non si imbattono in contrattemi, quattro giorni. Ma… io credevo che voi partivate con il vostro servo!-
Artù rifletté sulla proposta. Sarebbe stato molto meglio, è vero, ma Merlino avrebbe retto il viaggio? Hai suoi occhi sembrava ancora molto debole…
-Devo pensarci. Ti farò sapere il prima possibile, va bene?-
Linda annuì, alzandosi dal tavolo.
-Vado a portare l’infuso al vostro servo.-
 
Artù era quasi certo di riuscire a convincere Merlino. Doveva partire per Camelot.
-Non potete partire!- il mago era riuscito a sedersi sul letto, appoggiandosi con le spalle alla testata. –E’ una follia!-
-E come mai? Io sto cercando di aiutarti!- rispose a tono Artù.
-Non potete partire con un gruppo di persone che nemmeno conoscete!!- probabilmente il ragazzo aveva alzato troppo la voce, perché iniziò a tossire e la vista gli si appannò.
-Merlino!-
Artù gli si avvicinò, cercando di fargli bere ancora qualche sorso di tè.
-Vi prego... non partite…- lo implorò tra un colpo di tosse e l’altro.
-Merlino… devo assicurarmi che arrivino a Camelot e avvisino Gaius. E devo andarci di persona proprio perché non posso fidarmi di loro!- cercò di convincerlo il principe, usando un tono pacato.
Il ragazzo scosse la testa.
-Se dovete partire vengo con voi. Arriveremo subito e…-
-No. Non sei in grado di sopportare il viaggio.- disse con decisione. –E poi non posso correre il rischio di perdere un amico.- aggiunse in fretta.
Merlino quasi non credette alle proprie orecchie. Lui, il principe di Camelot, un asino con una corona in testa, che gli diceva che era un amico. Ma che sia stata la stanchezza o la febbre, Merlino chiuse gli occhi sospirando.
-N… non lasciatemi Artù… per favore…-
L’ultima cosa che vide prima di addormentarsi fu il principe che gli si avvicinava e lo rimetteva sotto le coperte.
-Io non potrei mai abbandonarti, Merlino.- gli sussurrò all’orecchio.

 
______________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Note Autrice:
Buonsalve a tutti! Sono riuscita a scrivere anche la parte fluff con Merlino e Artù. Me felice. :D
Spero solo vi sia piaciuta, perché davvero ho fatto i salti mortali per scriverla. Non ho altro da aggiungere, del resto il capitolo di spiega da sé. Un grazie a tutti i lettori per continuare a seguirmi e un grazie particolare a tutti quelli che penseranno, quando avranno un po’ di tempo, di lasciare una recensione. Grazie di cuore! ^_^
 
Merlino: *sussurra, controllando che il principe non sia in giro* Ok. Non è un amore? ^_^
Io: Oooh sì. ^_^ Alla fine non lo da a vedere, ma ti vuole taaanto bene.
Merlino: E quando mi guardava mortificato per avermi bagnato? :D
Io: Ho adorato scrivere quel pezzo. E dopo?
Merlino: *W* Come si fa non volergli bene? *sorrisone a 3141592 denti*
Artù: Su cosa state parlando in mia assenza?
Io: …
Merlino: … ///__ ///
Artù: Allora?! >: (
Merlino: *finge una risata nervosa* Ma nulla, sire! Davvero, non è successo niente! :)
Artù: è_é?
Io: *pokerface* Stavamo solo… salutando il pubblico! Già, il caro pubblico di lettori!
Artù: ò_O
Io e Merlino: Al prossimo capitolo!! Ciao!
Artù: *borbotta* Con voi faccio i conti dopo…
 
Un abbraccio
Gallifrey_96


La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 06: Un messaggio per Gaius ***


Capitolo 06: Un messaggio per Gaius

Camelot era in completo subbuglio. Il principe non era ancora tornato al castello e tutti erano più o meno preoccupati.
-Sono sicuro, Sire, che non gli sia successo nulla. Magari ha solo avuto un contrattempo.-
Gaius osservava il re passeggiare nervosamente da una parte all’altra della sala del consiglio.
-E se così non fosse? Se in realtà è stato imprigionato? O fatto vittima di un incantesimo?-
Uther continuò a fare supposizioni ancora per un po’ mentre camminava, nervoso, sotto lo sguardo del medico. Gaius non era poi così preoccupato. Il principe era partito con Merlino e sapeva di poter contare su di lui. Anche se, si disse, avrebbe potuto avvisarmi con la magia.
-Sire, avete appena organizzato una squadra di cavalieri per cercarlo. Vedrete che antro questo pomeriggio troveranno Artù.-
E Merlino, ma questo lo tenne per sé.
Di fatto, il re non era ancora convinto. Scosse la testa e ricominciò a parlare.
-Sì ma Gaius… se l’avessero rapito? Se fosse rimasto ferito?-
-Non è possibile, vostra Maestà. Voi state sottovalutando le capacità di vostro figlio. E’ un abile combattente, questo non dovete mai dimenticarlo.-
Finalmente Uther annuì.
-Va bene. Credo che tu abbia ragione.-
Gaius si inchinò.
-Vai pure.- il re osservò l’anziano signore lasciare la stanza. –E Gaius.-
Il medico si voltò.
-Grazie.-
Ancora una volta Gaius si piegò in un inchino.
-E’ un onore servirla, Sire.- disse lasciando Uther solo con i suoi travagliati pensieri.
 
Mentre tornava a casa, Gaius si era ritrovato ad ammettere che iniziava a preoccuparsi. C’erano un sacco di cosa che non andavano per l’assenza dei due giovani e potevano essere cose ben peggiori di quelle elencate dal suo re poco prima. Così, per cercare di distrarsi, aveva iniziato a preparare degli infusi e pozioni.
Stava proprio facendo bollire uno dei suoi preparati quando ser Leon aprì la porta della stanza, facendolo sobbalzare.
-Gaius! Dovete venire subito!- annunciò l’uomo.
-Ser Leon? Che succede?- chiese il medico, spegnendo il fuoco su cui stava bollendo il suo infuso.
-E’ stato trovato un carro di contrabbandieri di spezie, poco fuori Camelot.-
Gaius parve sinceramente stupito. –E cosa centro io?-
-Dovete venire! Uno dei contrabbandieri ha un messaggio per voi!-
Al medico bastarono queste poche parole per afferrare la sua borsa e seguire il cavaliere fino all’infermeria. La grande sala piena di brande e tavoli in legno era vuota, eccetto per il re, alcuni cavalieri e due infermiere, tutti intorno a un tavolo.
-Fatemi passare, signori.- disse Gaius, avvicinandosi al malato.
Era un ragazzo di vent’anni circa, e aveva un bell’aspetto sotto i diversi tagli e ferite che gli decoravano il viso. Appena il medico iniziò a capire cos’aveva per curarlo al meglio, il ragazzo aprì gli occhi.
-Siete voi Gaius?- domandò debolmente.
-Sì. Sono io.- rispose con voce gentile. –Hai qualcosa per me?-
Il ragazzo annuì ma non parlò; non si mosse nemmeno. Così Gaius mandò via tutti i presnti, chiedendo silenzio. Aveva già capito qual era il problema del ragazzo: emorragia interna. Forse una delle pochissime cose che non riusciva a curare, purtroppo.
-Come ti chiami?-
-Sono Daniel, signore. E vi mando un, messaggio da Nemislay.- il ragazzo chiuse gli occhi. –Sto per morire, vero?-
Gaius annuì. Era meglio la verità ora piuttosto che la menzogna per sempre. Una lacrima gli rigò il viso.
-Non rivedrò mai più Linda…- disse con voce rotta.
Il medico avrebbe voluto sapere subito il messaggio ma quelli erano i suoi ultimi momenti e non se la sentiva di forzarlo troppo. Lo vide alzare una mano e infilarla in una tasca interna della giacca logora, tremando. Gli porse un foglietto ripiegato.
-Ecco… almeno riuscirò a salvare una persona…- Daniel gemette, mentre riabbassava la mano sul petto. –E ho fatto quello che mi ha detto Linda…-
Poi Gaius vide della paura nei suoi occhi e la sua voce tremò quando iniziò il discorso.
-La prego… faccia in modo di dire a Linda che la amo… e che avrei tanto voluto passare il mio tempo con lei…-
Gaius annuì. –Lo farò.-
Ma già il ragazzo stava abbandonando questo mondo, sussurrando il nome dell’amata come una preghiera per l’aldilà.
 
Leon era solo. Aveva deciso di aspettare Gaius fuori dall’infermeria e nessuno era rimasto con lui. Così iniziò a ripensare alle vicende appena accadute. Avevano avvistato la carrozza dei contrabbandieri vicino a Camelot e senza pensarci troppo l’avevano attaccata. Nessuno venne risparmiato a parte quel ragazzo che insisteva sul fatto di incontrare Gaius. Come faceva a conoscerlo, poi, proprio non ne aveva idea, ma si lasciò convincere. Gli ispirava fiducia.
Il quel momento Gaius uscì dall’infermeria. Sembrava turbato.
-Sir Leon, che ci fate ancora qua?-
-Volevo sapere come sta il ragazzo.-
Il medico scosse il capo. –Non ce l’ha fatta. Emorragia interna.-
-E il messaggio? Cosa vi ha detto?- chiese con curiosità il cavaliere.
Gaius si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno a origliare i loro discorsi. –E’ un messaggio da parte di Artù.- disse mostrandogli il biglietto macchiato di sangue che aveva ricevuto. –Sicuramente il re non mi permetterà di partire per Nemislay.- disse mogio.
Me Leon non parve capire, così Gaius iniziò a spiegare.
-Merlino sta male e Uther non mi permetterà di uscire da Camelot per salvare un servo. Anzi, obbligheranno Artù a tornare indietro senza di lui.- disse triste, guardando il biglietto tra le sue mani.
-Tipico di Artù.- Leon sospirò. –Però potremmo partire insieme al calar della notte.-
Gaius si voltò stupito verso il giovane cavaliere.
-Non vi credevo così autonomo, Leon!-
Il cavaliere sorrise, appoggiando una mano sulla spalla del vecchio.
-Io so fare le scelte giuste, mio caro Gaius!- disse facendolo sorridere. –Se partiamo al calar della notte arriveremo a Nemislay all’alba. Merlino deve resistere fino ad allora.-
-Lo spero proprio, Leon. Lo spero.-
Il cavaliere gli strinse la mano e si allontanò. Mentre tornava a casa, Gaius lesse più volte il messaggio di Artù. Sembrava essere molto preoccupato per la salute di Merlino.
“Caro Gaius, ci siamo fermati a Nemislay per proteggerci dalla tempesta. Merlino però sta molto male –secondo lui è febbre- e qui nessuno è in grado di aiutarlo. Per favore, cerca un modo per venire qui.
Un saluto, Artù”

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Note autrice:
Eccomi qua, con un terrificante ritardo, lo ammetto. Mi dispiace davvero moltissimo, non sono riuscita ad aggiornare prima. Tra l’altro ho un’altra long in corso e… sì va beh. Sono in ritardo anche con quella. Sorry…
Grazie mille per tutte quelle gentilissime persone che hanno così tanta pazienza da riuscire a seguirmi anche con i miei sporadici aggiornamenti!
Stavolta niente Merlino, niente Artù, niente di niente rispetto a quello che è successo negli altri capitoli. Solo un capitolo per il “Gruppo-Camelot”. ^_^ Alla fine è come essere partiti, no?
 
Merlino: Aaaaah!!! Nessuno tiene a meeee!!! T^T
Io: Ma scherzi? Io ci tengo a te! *abbraccia* Tra poco vedrai che starai meglio!
Merlino: M-ma… A Uther non importa assolutamente niente di me… mi lascerebbe morire tra le più atroci sofferenze! ç_ç
Artù: No, Merlino.
*Il mago risolleva lo sguardo, speranzoso*
Artù: Sono io che ti riserverò quella fine. Non mio padre. V_V
Merlino: *occhioni da cucciolo ferito* BUAAAH!!! T^T Hai visto? Hai visto?! Non c’è nessuno che mi vuole un po’ di bene!
Io: *tira fuori un bazooka portatile* CHIEDI IMMEDIATAMENTE SCUSA! >:(
Artù: -__-“ Sarebbe una minaccia di morte? Al tuo principe?
Io: DIVENTERA’ morte certa se non chiedi ISTANTANEAMENTE scusa a Merlino! >:(
Artù: *Pokerface*
Io: Ok. L’hai voluto tu. *preme il grilletto creando un suono simile allo scoppio di una bomba atomica al centro di un’enorme cassa di risonanza*
Artù: AAAAAAAAAAAH!!! SIAMO TUTTI MORTIIII!!! *urlo terrorizzato da femminuccia*
Merlino: *guarda per un po’ il principe correre in giro in preda la panico* Fooorte! Ne posso avere uno anch’io? *W*
Io: Ma certo! Come regalo di Natale! :D
 
Un abbraccio
Gallifrey_96


La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 07: Io vi perdono tutto ***


Capitolo 07: Io vi perdono tutto

Non dovete arrabbiarvi Artù, gli aveva detto Merlino qualche oretta fa, anche se… in fondo è solo colpa vostra.
A quelle parole il principe si era a dir poco infuriato ma ora, ripensandoci, si disse che aveva ragione. Il carro che arrivò alle porte di della città era chiaramente quello di qualche setta di contrabbandieri. Artù vide entrare il loro capo alla locanda, seguito da cinque o sei uomini, uno dei quali si staccò subito dal gruppo per tuffarsi tra le braccia aperte di Linda. La ragazza gli aveva assicurato che il giovane era affidabile e gentile, avrebbe sicuramente accettato l’incarico. E così fu. Il carro partì all’alba senza sapere del messaggio per Gaius.
Artù sospirò rassegnato. Aveva fatto tutto ciò che poteva. Ora solo il tempo gli avrebbe dato i frutti del suo lavoro. Il principe abbassò lo sguardo su Merlino. Peggiorava a vista d’occhio. Quasi non parlava più per il mal di gola e i suoi occhi diventavano via via più spenti, circondati da occhiaie sempre più profonde. Non mangiava e solo dopo diversi tentativi Artù era riuscito a fargli bere qualcosa: tè, latte e miele o qualsiasi cosa di dolce potesse ingerire. Forse sarebbe stato meglio partire con loro, si disse massaggiandosi la fronte. Ma dopotutto Merlino avrebbe potuto aver ragione. Quei contrabbandieri non sembravano gente per bene, soprattutto se avessero scoperto che lui era il principe di Camelot.
Sono stato un idiota, pensò, avessi dato ascolto a Merlino fin dal principio ora non saremmo qui.
Il ragazzo si appoggiò alla sponda del letto, vicino al braccio dell’amico. Incrociò le braccia e ci si appoggiò sopra, sbirciando di tanto in tanto il viso del mago. Vedeva appena il movimento del torace alzarsi e abbassarsi piano. Gaius doveva arrivare. Doveva.
-Che cosa ti ho fatto Merlino…- le spalle di Artù sussultarono. –Perdonami ti prego…-
Il principe sentì il braccio dell’amico muoversi e posarsi lievemente sulla sua spalla. Alzò lo sguardo, incrociando gli occhi azzurri del mago. Degli occhi che esprimevano solo dolore.
-Sire… andrà tutto bene…-
-Come fai a saperlo?- chiese Artù sussurrando.
-Io vi perdono Artù… per tutto…- disse piano Merlino mentre chiudeva gli occhi, lasciando scivolare una lacrima sulla guancia.
 
Come da programma, Gaius e Leon arrivarono alla piccola cittadina di Nemislay poco prima dell’alba. Avevano cavalcato tutta la notte per la foresta e fortunatamente non avevano trovato intoppi lungo il percorso.
-Sappiamo che il principe Artù alloggia qui.- disse Leon al locandiere. –Dobbiamo vederlo.-
-E chi lo desidererebbe?- grugnì l’omone.
-Sono Gaius, il medico di corte.- disse con pacatezza il vecchio signore.
Subito una ragazza li accompagnò nella camera prenotata dal principe.
-Avete ricevuto il messaggio da Daniel.-
-Sì.- rispose il medico. –Tu sei Linda, vero?-
La ragazza annuì. –Dov’è adesso Daniel?-
Gaius non rispose, lanciando un’occhiata al cavaliere, subito di fianco a loro.
-Leon, Linda, devo chiedervi di lasciarmi solo con il paziente.-
Entrambi annuirono, iniziando a ridiscendere le scale. Gaius bussò alcune volte alla porta ma dato che nessuno rispose entrò.
Merlino era disteso nel letto, supino, e di fianco a lui dormiva Artù. Lentamente gli si avvicinò, toccandogli una spalla.
-Sire?-
Il ragazzo mugugnò qualcosa prima di alzare la testa. Non parve riconoscere subito il medico ma dopo un secondo era in piedi e lo abbracciava.
-Siete venuto! Grazie… grazie Gaius!- disse ridendo.
-Ma certo che sono venuto, che vi salta in mente?-
Artù vide di sfuggita Merlino rigirarsi nel letto, probabilmente infastidito dal rumore. I due si lasciarono.
-Dovete curarlo. E’ solo colpa mia se si trova in queste condizioni e io non me lo perdonerei mai se…-
-Andrà bene Artù. So come curarlo.- disse con dolcezza Gaius. -Ora lasciatemi alle cure, per favore.-
Il principe guardò un’ ultima volta i lineamenti dell’amico addormentato, poi scosse la testa e uscì. Doveva fidarsi di Gaius. Solo questo contava ora.
-Merlino?-
Il ragazzo spinse in alto il mento, come per cercare più aria, ma non disse nulla.
-Merlino, sono Gaius. Svegliati.-
Finalmente aprì gli occhi. Il medico vide distintamente le emozioni di dolore, stupore e gioia passare sul suo volto. Infine sorrise.
-Gaius…-
-Sì. Sono qui.- disse mettendolo seduto sul letto. -Devi prendere questa.-
Merlino tentò più volte di mettere a fuoco quel “qualcosa” che Gaius teneva in mano ma dopo l’ennesimo tentativo abbandonò l’impresa chiudendo gli occhi. Il ragazzo sentì una mano del medico dietro al collo che gli suggeriva di piegare indietro la testa. Così fece e subito un liquido fresco gli riempì la bocca. Non aveva per niente un buon sapore e Merlino si appuntò di farglielo sapere il prima possibile, magari accompagnato da uno scherzo magico dei suoi.
Ancora le mani di Gaius lo rimisero sotto le coperte.
-Domani starai molto meglio Merlino.-
Rassicurato dalle sue parole, il ragazzo mugugnò un grazie a occhi chiusi, poi si addormentò.
 
Appena Gaius mise piede nella stanza principale della taverna, Artù e Leon si alzarono in piedi. Il medico li raggiunse al tavolo.
-Va tutto bene. Sono sicuro che entro oggi potremmo partire per Camelot.-
Il principe tirò un sospiro di sollievo e si risedette al tavolo, occupato anche da Linda; piangeva.
-Mi dispiace cara, ha portato a termine il suo compito e lo ha fatto per te. Ci ha lasciato sussurrando quanto ti amava.- le spiegò Gaius.
Lei alzò lo sguardo sul medico, poi sorrise.
-Grazie… per avermelo riferito…- disse mentre si alzava dal tavolo. Si inchinò. –E’ stato un piacere aiutarvi, Sire. Buona mattinata.-
Mentre se ne andava, Artù iniziò a parlare.
-Devo far in modo che questa cittadina entri nelle vie di comunicazione con Camelot.-
-Come?- chiese Leon.
-Non lo so. Ma troverò il modo. Hanno dato ospitalità a me e a Merlino per tutti questi giorni e si sono dimostrati gentili.- poi aggiunse, notando lo sguardo stranito di Leon e Gaius. –E non dimentichiamoci che così i contrabbandieri diminuirebbero per la foresta. Sarebbe un vantaggio da non sottovalutare per delle persone che, seppur distanti, si sono dimostrate fedeli al regno.-
I due annuirono.
-Sarà meglio preparare i cavalli Sire. Me ne occupo io.- si propose ser Leon.
Il principe annuì, assente. I suoi pensieri rimbalzavano da Merlino a Linda e Camelot, in un susseguirsi che nemmeno Artù riusciva a seguire appieno.
 
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Note Autrice.
Finalmente riesco ad aggiornare! E che cavolo. >:( Ci ho messo una settimana. No dico, una settimana, per riuscirci. Non ne potevo più. Il capitolo era lì, nella cartella gialla che aspettava solo un mio doppio clic per essere aperto e pubblicato. Mi fissava, implorandomi di essere aperto. E io lo guardavo… intensamente, pensando che non me ne fregava assolutamente niente della verifica di italiano. Men che meno di quella di chimica. Ma poi, non so come, mi ritrovavo con il libro in mano a studiare. T^T Non ne posso più della scuola. PRETENDO le vacanze.
Ma, a parte tutti i miei inutili commenti, grazie mille per essere passati a leggere e (a voi anime buone) lasciare una recensione. Vi voglio tanto bene. ^_^
 
Artù: E così è arrivato Gaius a risolvere la malattia di Merlino.
Io: Già. ^_^
Artù: Uhm…
Io: Adesso non mi dire che non volevi che arrivasse…!
Artù: Nonono! Non sia mai! ///_ /// E dove lo trovo un altro servo, poi? Non ce ne sono tanti che hanno le sue caratteristiche.
Io: Stai parlando della sua gentilezza, simpaticità, bravura, devozione…*W*
Artù: …no. ò_O
Io: M-ma! …E no. No, non dire gli aggettivi che stai per dar-
Artù: E’ un perfetto idiota. Non fa mai niente per bene e mi tratta come un suo pari. Sono il principe di Camelot, io! Inoltre è impacciato e maldestro…
Io: Ecco. Appunto. *scuote la testa* Ora non lo ferma più nessuno. Grandioso. *si volta a guardare il principe che ancora sta elencando le doti del suo adorato servo sulla punta delle dita* Un saluto a tutti voi lettori e ancora grazie per seguire la mia storia, nonostante i miei aggiornamenti in perenne ritardo! :D
 
Un abbraccio
Gallifrey_96

 

La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 08: Casa dolce casa ***


Capitolo 08: Casa dolce casa
 
Quando Merlino si svegliò, il Sole era già alto nel cielo e gli accarezzava i lineamenti dolcemente. Aveva una sensazione di leggerezza a pervadergli il corpo ed era felice. Forse anche per il sogno che aveva fatto. Non so lo ricordava bene, ma c’era sicuramente un drago bianco a volare su Albion.
Sorrise, stiracchiandosi sotto alle coperte. Incrociò le batte dietro la testa e chiuse gli occhi, assaporandosi il momento. Finalmente dopo giorni, poteva dire di sentirsi bene. Avrebbe dovuto ringraziare Gaius per tutto… e anche Artù, si disse sollevando le coperte. Non era certo quello che ricordava, ma gli pareva che il principe ci fosse sempre stato ogni volta che lui apriva gli occhi. Sicuramente centrava qualcosa con l’arrivo di Gaius. Sorrise. Proprio non se lo aspettava.
Lentamente si mise seduto, appoggiando i piedi nudi su un tappeto ispido. Guardandosi intorno vide le sue calze e i suoi stivaletti in pelle che subito si infilò. Poi appoggiandosi a una sponda del letto si alzò in piedi. Ebbe un breva capogiro e in quel momento le gambe gli parvero particolarmente instabili; si sforzò comunque di rimanere in piedi. Respirò profondamente un paio di volte poi, chiudendo gli occhi, mosse un passo verso la porta. Tutto bene, si disse, posso farcela.
Così camminò con sempre maggior sicurezza e qualche passo dopo stava tirando la maniglia della porta verso di sé.
-Merlino!-
Il ragazzo per lo spavento si ritrasse di colpo, barcollando all’indietro.
-Tutto bene?- disse il principe, afferrandolo al volo per un braccio, evitando la caduta.
-Artù…- disse Merlino cercando l’equilibrio. –Starei meglio se voi non mi aveste spaventato così!-
Il principe lo ignorò, lasciandogli andare il braccio.
-Finalmente sei guarito, Merlino. Temevo quasi di non rivederti più.-
Il mago strabuzzò gli occhi. –Vi stavate preoccupando per me?-
-Ma scherzi? Non sarebbe stato facile trovare un altro servo per il principe di Camelot.- spiegò Artù con ovvietà. –Non si trovano quasi mai servi con le tue scarse capacità e il tuo pessimo senso dell’umorismo.-
-Ah ecco. Stavate scherzando.-
Artù uscì dalla stanza, invitando Merlino a fare lo stesso. Lui lo seguì barcollando, ma appena giunse in prossimità delle scale si fermò. I primi gradini iniziarono a spostarsi da destra a sinistra tremolando leggermente. Merlino  chiese gli occhi e fece un respiro profondo, concentrandosi sul fatto che lo scale non si muovono da sole.
-Merlino?-
Il ragazzo aprì gli occhi, intercettando lo sguardo del principe.
-Scendi o no?-
Il mago abbassò lo sguardo sulle scale ma queste ancora tremavano; comunque si convinse ad appoggiarci sopra un piede, ben attento a non lasciare il corrimano. Basandosi su questa certezza, quasi non si rese conto che aveva ancora perso l’equilibrio.
-Merino? Stai bene?-
Le braccia forti di Artù lo sorreggevano, per fortuna. Merlino alzò il viso verso quello del principe , sorridendo leggermente alla sua espressione preoccupata.
-Certo che sto bene, Artù.-
-Va bene… allora come mai stavi per fare un volo giù dalle scale?-
Merlino cercò di rimettersi in piedi sulle proprie gambe, sempre appoggiandosi a un braccio del principe.
-Io… sono inciampato.-
-Giusto.- approvò Artù, facendosi passare un braccio dell’amico dietro al collo. –E io sono un cavallo.-
Merlino scosse la testa. –Voi non siete un cavallo. Siete un asino.-
Artù stava per replicare, ma i ragazzi erano finalmente arrivati alla fine delle scale e Gaius li aveva affiancati.
-Merlino! Già in piedi? Non ti sembra azzardato?-
Il ragazzo sorrise, ma venne bloccato dal principe.
-In effetti non è in piedi, Gaius. Lo sto trasportando io.- disse con una punta di malizia nella voce.
Il medico sorrise, notando le occhiate che si lanciavano i due giovani.
-Avete perfettamente ragione, sire.- Poi continuò, rivolto a Merlino. –Ce la fai a cavalcare fino a Camelot?-
-Se prima non mangio qualcosa, io non mi sposto da qui nemmeno si mi imploraste.-
Artù roteò gli occhi, ma lo trasportò fino a un tavolo, sotto lo sguardo curioso dei pochi presenti. Merlino venne aggiornato da Gaius su quello che era successo a Camelot, mentre iniziava a pranzare con i cibi più sostanziosi che la cucina poteva offrirgli.
 
Il gruppetto arrivò a Camelot nel pomeriggio senza troppi problemi, oltre al continuo battibecco scherzoso tra Artù e Merlino.
-C’è stato un momento, sire, in cui vi ho sentito dire che per voi sono più che un servo…- iniziò Merlino, cercando di risultare impassibile.
-Certo. Sei molto più che un servo. Sei un completo idiota.- annunciò Artù senza guardarlo.
-Oh no. Io vi ho sentito dire che mi consideravate un amico!-
-Beh, Merlino… stavi male. E’ ovvio che avevi le allucinazioni.-
-Sono certo del contrario, sire.-
Artù fece fermare il cavallo, poi si voltò indietro per osservare il suo servitore.
-Io. Non. Ho. MAI. Detto. Una. Cosa. Del. Genere!-
Merlino sogghignò, mentre il principe si voltava e riprendeva la marcia.
Poco dopo Camelot comparve nella loro visuale. Appena giunti alle porte del castello i viaggiatori vennero accolti dal re in persona che, ovviamente, sgridò il figlio per il suo comportamento. La stessa sorte toccò a Gaius e Leon me nessuno gli diede molta importanza. Ognuno si ritirò nelle proprie stanze per lavarsi di dosso la fatica e la stanchezza del viaggio.
-Non lavarti con l’acqua troppo calda, Merlino!- gli fece osservare Gaius.
-Va bene.-
-E non starci troppo!-
-Va bene, ho capito!- rispose il ragazzo sbuffando. Non era un bambino. Certe cose poteva capirle anche da solo.
Mentre si immergeva nella tinozza sospirò tranquillo, finalmente era a casa. Probabilmente Artù avrebbe continuato a trattarlo come suo solito, ma era una normalità a cui Merlino alienava, nonostante tutti i problemi che ne derivavano. E poi, era sicuro che il principe gli avesse detto che era un suo amico.
Sorrise, ascoltando il battito tranquillo del suo cuore.
 
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Note Autrice:
Buonsalve a tutti! ^_^ Come potete intuire siamo arrivati al capolinea. Alla fine, al grande “The End” finale scritto in caratteri bianchi su fondo nero. Merlino è guarito, Artù si è confermato l’asino di sempre, Gaius è diventato il nostro salvatore e tutti quanti sono tornati a casa. Nella bella Camelot. E’ proprio il caso di dirlo. Mi sono davvero divertita a scrivere questa ff. Non so se per voi è stato bello leggerla ma io mi sono sicuramente divertita e, cosa ancora migliore, è che l’ho condivisa con voi. *abbraccia*
Un ringraziamento particolare va sicuramente a 
Erianthe che mi ha gentilmente seguito e corretto in questa mia primissima storia nel fandom di Merlin. Grazie. Grazie davvero di cuore. Lo stesso vale anche per WrongandRight che non ha mai smesso di leggere. Ma non dimentichiamoci anche di tutte le persone che hanno recensito, seguito e letto da anonimati la storia. Non hanno meno importanza. :D GRAZIE!
 
Merlino: Co-cosa? Ç__Ç
Artù: Già. Hai capito bene.
Merlino: Ma… io mi ero affezionato a questa storia! Non può finire! Non ora. Non così!
Artù: Merlino, è tipico di tutte le storie. TUTTE arrivano prima o poi alla fine.
Merlino: *incrocia le braccia* Ma io non voglio che finisca.
Artù: Merlino, è già finita, non vedi? Siamo nelle note finali dell’ultimo capitolo!
Merlino: T^T Bwaaah… *abbraccia il principe inzuppandogli la camicia di lacrime* N-non… non potete fare qualcosa? Qualsiasi cosa… vi prego Artù… T^T
Artù: O___O Mer-Merlino…? Lasciami!
Merlino: *scuote la testa sul petto del principe, la parole bloccate dalle lacrime*
Artù: Merlino, se mi lasci vedo di fare qualcosa per questa storia. Ma sappi che sarà solo ritardarne la fin-
Merlino: GRAZIE!!! *lo abbraccia ancora più forte, per poi lasciarlo andare *


...Beh, dopo una cosa del genere non posso che scrivere un ultimo capitolo. Merlino e Artù sono troppo teneri. ^_^
Un abbracico e al prossimo (e purtroppo ultimissimo) capitolo.
Gallifrey_96



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 09: Epilogo ***


Capitolo 09: Epilogo

-Merlino!-
Ci risiamo, pensò il ragazzo mentre si dirigeva di malavoglia nelle stanze del principe.
-MERLINO DOVE…?-
Appena il servo aprì la massiccia porta in legno della stanza, vide Artù piagato sulle ginocchia che tossiva.
-Sire?-
Lui alzò la testa, gli occhi lucidi e il viso un po’ arrossato.
-Merl…- non riuscì a finire la frase che venne colpito da un altro attacco di tosse.
-Vi porto qualcosa da bere.- concluse il mago, mentre il principe si sedeva sul letto, esausto.
Artù afferrò il bicchiere d’acqua dalle mani del servo e bevve con avidità.
-Meglio?- chiese Merlino osservando il principe schiarirsi la voce.
-Aehm… sì. Così va decisamente megl…- e ricominciò a tossire di nuovo.
-No, sire. Non va meglio per nulla.-
Merlino osservò il principe con occhio critico. Occhi lucidi, gote arrossate, mani bianche e probabilmente, molto probabilmente, fronte calda.
-Sire, credo che sia meglio se vi sdraiaste.-
Il principe scosse la testa. –Devo… coff… allenarmi, non… dormire…-
-Non siete nelle condizioni di tenere nessun allenamento.- insistette Merlino. –Sdraiatevi a letto, vi sentirete meglio.-
Ma quando ancora una volta Artù rifiutò, Merlino, con un pizzico di aiuto dalla magia, lo buttò sul letto e lì lo tenne fino a quando la tosse non si fu calmata. Solo allora il suo servo si allontanò da lui.
-Quando imparerete a darmi ascolto, Artù?-
Il ragazzo non rispose, probabilmente temendo un altro attacco di tosse.
-Vado a chiamare Gaius. Avrà sicuramente qualche sciroppo da darvi.- Merlino chiuse la porta della stanza del principe alle sue spalle, ma un attimo dopo la riaprì.
-Non alzatevi dal letto, intesi?-
Artù alzò le mani, in segno di resa.
-Non sta scherzando, sire. Non muovetevi da lì.-
Forse era per il tono preoccupato, forse perché non ne aveva neppure la forza per alzarsi, Artù gli diede retta e qualche momento dopo Gaius e Merlino rientrarono nelle sue stanze.
-Salve Gaius.-
-Buon giorno sire. Merlino mi ha fatto chiamare. Come state?-
-Avevo solo un po’ di tosse. Tutt… coff… o qui.-
-Capisco. Questo dovrebbe farla passare.-
Gaius prese una fiaschetta e gliela porse. Nel prenderla a berla, Merlino notò che le mani del principe tremavano.
-Oh ma… è disgustoso!-
Artù ricadde sul letto e chiuse gli occhi.
-Merlino… ho freddo.-
-Certo sire. Vi aiuto a mettervi sotto le coperte.-
Gaius gli posò una mano sulla fronte. Scottava.
-Sire… avete la febbre. Ma non preoccupatevi. Vi preparerò una cura e tra qualche giorno sarete di nuovo in piedi.-
-La febbre…?-
-Si sire.- poi si rivolse a Merlino. –Non lasciarlo. E cerca di farlo sentire a suo agio.-
-Non so se ve ne siete accorto, ma è quello che faccio da quando mi ha assunto.-
Gaius lo lasciò solo, senza rispondergli. Merlino sospirò, iniziando a preparare una bacinella di acqua fresca e uno straccio che , umido, appoggiò alla fronte di Artù.
-Merlino… credo che ancora una volta sia colpa tua.- iniziò il principe.
-Cosa?- chiese stupito Merlino. –Questa volta non ho fatto niente!-
-Ti sei ammalato.-
-E questo cosa centra con voi?-
-Merlino, hai fatto ammalare pure me!-
Il servo alzò un sopracciglio. Ma cosa caspita centrava?
-Beh… non vi ho chiesto io di rimanere con me per tutto il tempo.-
-Dovevo farlo. Altrimenti non saresti qui probabilmente.-
Merlino guardò il suo signore.
-Eravate… eravate davvero in pensiero per me.-
Artù sbuffò.
-Ma sì certo! E mi raccomando Merlino. Vai a raccontarlo a tutta Camelot!-
Ancora una volta il principe iniziò a tossire e il servitore si preoccupò di fargli bere un po’ d’acqua.
-Non era mia intenzione, sire.- si spiegò Merlino. –Ma non potete negare che siete stato voi a partire per una caccia sotto la pioggia.-
Il ragazzo si aspettò un rimprovero, un pugno al braccio, un altro modo che ancora non aveva sentito per insultarlo… e invece niente. Rimase zitto. Solo dopo un po’ iniziò a parlare.
-Sai, Merlino… hai ragione. E’ stata solo colpa mia. Per tutto quello che ti è successo. Ti chiedo perdono.-
Il mago strabuzzò gli occhi.
-Ma… ma certo, Artù. Vi perdono. E poi… state già scontando la vostra pena, no?-
Il principe si concesse un sorriso tirato.
-Quando ti ho detto che eri più di un servo… lo pensavo davvero. Sei un caro amico Merlino. E davvero non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa.-
Merlino rimase piacevolmente turbato da quelle parole. Sorrise, passando ancora lo straccio sulla sua fronte. Solo in un secondo momento si accorse di non averlo strizzato.
-Merlino! Ma che fai!?-
-Scusate, scusate Artù! Ero sovrappensiero!-
Il ragazzo rimosse immediatamente lo straccio e asciugò il viso del principe, scusandosi ancora più volte. Alla fine del suo operato, la parte alta delle coperte e buona parte del cuscino erano bagnati d’acqua. Artù sospirò.
-Però Merlino, non puoi negarlo.-
-Cosa?-
-Sei un disastro.-


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Note Autrice:
Ah... eccoci all'ultimo capitolo. Sé... che poi non è nemmeno un capitolo. E' un mezzo capitolo, da quanto è corto.
Comunque! Grazie a tutti quelli che gentilissimamente (?) sono passati a leggere anche questo "capitolo" conclusivo, sperando di non avervi deluso proprio sul finale. *incrocia le dita*
...Uhm. Sono nella classica crisi del "nonsocosadireOMG."
Frattanto... inizierò col chiedervi cosa ne pensate di tutta al storia, ora che si è conclusa, perché avere l'opinione di molte persone diverse è di vitale importanza per me. Mi aiutate tantissimo con i vostri pareri e le vostre gentilissime correzioni. ^_^ Perciò grazie in anticipo per il vostro tempo.
Mi rivedrete ancora nel fandom di Merlin? Boh. Forse se mi verrà un'ispirazione allucinante pubblicherò qualcosa. Ma non ne sono sicura.
Beh, prima di risprofondare completamente nella scrisi del nonsocosascrivere, vi ringrazio per l'ennesima volta, sperando che leggendo questa storia non abbiate perso tempo inutilmente. :D

Merlino: E così... siamo al capolinea. ç_ç
Artù: Questa volta per davvero, però.
Merlino: O^O Lo so... Sniff.
Artù: Ehi! Avevi detto che non avresti pianto!
Merlino: *tira su col naso* Lo so! *scoppia in lacrime sulla spalla del principe*
Artù: *pat pat* ^_^"

Sperando di rivedervi in qualche altro mio scritto, un bacio
Gallifrey_96



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.

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