Caraphernelia

di SeelLith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tides will bring me back to you. ***
Capitolo 2: *** 2. The thought of you is no fucking fun. ***
Capitolo 3: *** 3. I'm scared to get close and I hate being alone. ***



Capitolo 1
*** Tides will bring me back to you. ***


Caraphernelia

1.Tides will bring me back to you.

 

-Katelynne, vado a comprare qualcosa per pranzo, ti serve qualcosa?- chiedo scendendo le scale di casa.
-No, vai pure, non voglio nulla.- risponde lei dalla cucina, dove Copeland sta urlando da venti minuti.
Mi dirigo nella stanza e saluto Katelynne.
-A dopo tesoro.- dico, abbassandomi poi per salutare Cope. -Papà torna tra poco, vedi di fare la brava con la mamma.- le sussurro dandole un bacio sulla guancia.
Lei smette di piangere e mi sorride.
-Te l'ho detto che con te non piange mai.- esclama Kat ridendo. Esco dalla stanza salutandole un'ultima volta per poi uscire di casa.
E' da quando è nata Copeland, in pratica dodici giorni fa, che non esco quasi più di casa. Un pò perchè è da poco che lei e Kat sono tornate qui dall'ospedale, un pò perchè sto diventando una mammina isterica peggio di Katelynne. Alla fine non credo di essere così tagliato per il ruolo di padre...
Ma c'è sempre Kat.
E' da qualche anno che stiamo insieme, e non potremmo essere più felici. Le ho anche chiesto di sposarmi, e abbiamo fissato la data per l'anno prossimo, così abbiamo tutto il tempo per riprenderci dalla nascita di Cope.
Mi addentro tra gli incomprensibili reparti del supermercato vicino casa. Butto un pò di cose a caso e che penso che serviranno nel carrello, quando lo squillare insistente del mio telefono interrompe le mie riflessioni sul tipo di caramelle gommose devo prendere.
-Sì, pronto?- esclamo spingendo il carrello.
-Kellin? Kellin Quinn?- chiede una voce profonda.
-Si, sono io.- rispondo un pò annoiato. -Chi parla?- chiedo poi, afferrando un barattolo di Nutella da uno scaffale.
-Salve, sono Carl Anderson, il manager dei Pierce The Veil.- mi dice l'uomo. Spalanco gli occhi sorpreso, fermandomi di scatto.
-S-Sì. Che vuole?- chiedo confuso.
-Vorremmo fare una collaborazione. I ragazzi stanno lavorando ad una nuova canzone e ci piacerebbe che partecipasse. Se vuole ci possiamo vedere dopodomani per discuterne, poi incontrerà i ragazzi che le spiegheranno meglio il tutto.- risponde l'uomo.
-Va...Bene... Sì, ci incontriamo dopodomani. Le va bene per pranzo?- chiedo, stupito da me stesso per aver accettato di vedere il loro manager senza esitazioni. Beh, ovviamente non sono ancora certo che collaborerò con loro.
-Sì, perfetto, le prenoto il volo per San Diego. La verrò a prendere all'aereoporto. Non si preoccupi per le spese e per l'albergo. Provvederemo noi. E' stato un piacere.- dice Carl.
-Piacere mio. Arrivederci.- rispondo ancora un pò scosso, chiudendo la chiamata. Finisco frettolosamente di fare la spesa, pago e corro a casa.
-Sono tornato.- esclamo andando in cucina, salutando Kat e appoggiando la spesa sul tavolo. -scusa, devo farmi una doccia.- dico poi correndo al piano di sopra e andando dritto in bagno.
Dopo così tanti anni Victor si azzarda a chiamarmi? Anzi, nemmeno chiamarmi, farmi chiamare dal suo manager. E pretende che io vada a San Diego per qualche giorno per decidere se fare una canzone con loro? Per di più, perchè io? Non poteva chiamare uno a caso di tutti i cantanti che esistono al mondo e lasciarmi in pace? Apro il getto della doccia decidendo di non pensare più a Vic e aspettare di vederlo per infamarlo.


-Kat...Mi hanno chiamato oggi...- dico a Katelynne dopo esserci seduti in sala da pranzo per mangiare.
-Ah sì? Chi ti ha chiamato?- chiede prestando più attenzione al suo piatto di pasta che a me.
-Il manager dei Pierce the Veil.- rispondo guardandola e ignorando la mia pasta fumante. Lei a quell'esclamazione si blocca con la forchetta a mezz'aria, alzando lentamente lo sguardo su di me.
-Ah...Mh...Davvero?...E....Che ti ha detto?- chiede visibilmente sorpresa, non in senso buono. -Vogliono che faccia una canzone con loro. Ah, e dopodomani dovrei partire per San Diego. Non so quanto ci sto. Qualche giorno. Comunque non molto.- dico iniziando a mangiare.
-Ah...Va-Va bene... Pensi che accetterai?- chiede abbassando lo sguardo.
-Non ne ho la minima idea, ma comunque ora non mi posso basare su quello che è successo con Victor. Devo pensare ai vantaggi che potrebbe crearmi fare una canzone con loro.- esclamo cercando di rassicurarla. Lei annuisce, e il silenzio cala nella stanza, rotto solo dagli urletti casuali di Copeland.
-Kell, sei sicuro che riuscirai a passare così tanto tampo con Victor, durante le registrazioni e tutto? Lo so che quello che è successo tra voi è stato tanto tempo fa, e che eravate solo al liceo. Ma era comunque una cosa seria. E tu ce l'hai avuta con lui per tanto tempo. E penso solo che non dovresti cominciare una cosa che sai che alla fine non riusciresti a finire.- mi dice Katelynne, prendendomi la mano con comprensione.
-Non lo so Kat....Non sono sicuro di nulla. Devo solo andare a San Diego e vedere come partono le cose, magari la sua presenza non mi farà nessun effetto. Ormai l'ho superata da prima di mettermi con te.- rispondo finendo la pasta e iniziando a sparecchiare.

Sono sdraiato a letto con la TV accesa su qualche programma di cucina. Ho passato la giornata a pensare alla decisione da prendere sulla collaborazione con i Pierce The Veil.
Ho pensato ai lati positivi e negativi: grazie alla collaborazione gli Sleeping with Sirens, in qualche modo, si faranno conoscere di più, io mi farei conosce di più.
Ma poi, passare tutto quel tempo con Vic, parlargli, stargli vicino... Lo odio troppo per quello che ha fatto, e non so se riuscirei a sopportarlo. La porta di camera si apre.
Vedo arrivare Katelynne con Copeland in braccio. Un sorriso mi appare sulla faccia. Kat si siede sul letto in parte a me, appoggiando Cope sul letto, in mezzo a noi due.
Do una carezza a Copeland con un sorriso malinconico.
-Ci stai ancora pensando?- mi chiede Kat, passando la sua mano dolcemente fra i miei capelli. Annuisco, continuando ad accarezzare Cope.
-Andrà tutto bene, dai, ora non pensarci più.- esclama Kat, dandomi un leggero bacio sulle labbra. Ha ragione, andrà tutto bene.
Mettiamo Copeland nella culla in parte al letto e io e Kat ci addormentiamo.

E' il giorno della partenza. Esco di casa e carico il borsone sul taxi.
-Però, Kell...Non fare cazzate okay? Cioè, ricordati sempre che ci siamo noi a casa. Che ti aspettiamo...- inizia a dire Katelynne che mi gurda, mentre Copeland, in braccio a lei, si dimena per afferremi una ciocca di capelli.
-Kat! Piantala! Lo sai che non farei mai nessuna delle cose che ti stanno passando per la testa in questo momento. Io amo te. E amo Copeland. Non mi permetterei mai. E poi lo odio più di te. Mi ha fatto del male, e di certo non è che appena lo vedo gli salto add...- dico alzando gli occhi al cielo, ma lei mi interrompe con un gesto della mano.
-Va bene va bene, non voglio sentire queste cose e non voglio che le senta mia figlia.- esclama baciandomi. Le saluto abbracciando Kat e facendo qualche faccia buffa a Cope, che si mette a piangere. Sbuffo e le do un bacio sulla fronte, quindi smette.
-Mi mancherete. Ci vediamo presto.- dico poco prima di chiudere la portiera del taxi.

Il volo è tranquillo, e alla fine dormo tutto il tempo per non pensare all'incontro che avrei dovuto sostenere con Vic. Mi ritrovo davanti all'uscita dell'aeroporto. Noto delle persone uscire da un'auto. Riconosco Mike, anche se col tempo è un pò cambiato. Dopo di lui vedo Vic. Sì, sono loro. -Kellin!- urla Mike vedendomi e alzando una mano in segno di saluto.
-Cosa? EH?- esclama Vic riscuotendosi dai suoi pensieri, mi guarda e spalanca gli occhi. Sussurra qualcosa a Mike, che alza gli occhi al cielo e mi viene incontro.
-Ciao Mike. Da quanto tempo.- gli dico sorridendo malinconico. Capisce subito i miei pensieri e mi sorride di rimando, cercando di confortarmi. -Non mi aspettavo di vedere anche voi. Il vostro manager mi ha detto che avrei incontrato prima lui e poi avrei potuto decidere cosa fare.- concludo avvicinandomi al resto del gruppo.
-Beh, cambiamento dell'ultimo minuto... Carl non poteva venire. Ti presento gli altri.- risponde Mike indicandomi il resto dei Pierce the Veil.
-Lui è Jaime.- dice facendo un cenno verso un ragazzo moro e alto, che mi tende la mano. Dopo avergliela stretta, passiamo all'altro ragazzo. -E lui è Tony.- esclama Mike mentre un ragazzo coperto di tatuaggi e con i dilatatori alle orecchie mi sorride stringendomi anche lui la mano. -Victor...- dico dopo che Mike mi ha spinto lievemente verso suo fratello.
-Kellin...- risponde guardandomi negli occhi per un pò.
-Meglio di quanto mi aspettassi!- esclama compiaciuto Mike.
Vic sbuffa. -Ti aspettavi che ci saremmo cavati gli occhi a vicenda?- chiede sarcastico.
-In verità si.- risponde tranquillo suo fratello alzando le spalle e girandosi per avvicinarsi alla macchina.
Metto la valigia nel bagagliaio e salgo in macchina. Fortunatamente Vic ha deciso di sedersi davanti. Però devo ammettere che non è affatto male, gli anni l'hanno quasi migliorato.

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Capitolo 2
*** 2. The thought of you is no fucking fun. ***


2. The thought of you is no fucking fun.
 
Arriviamo al ristorante e ci dirigiamo verso al tavolo che Carl, il loro manager, aveva prenotato per noi.
Cerco in tutti i modi di stare il più lontano da Vic ma, sfortunatamente, me lo ritrovo davanti.
Tutti prendiamo subito i menu sul tavolo e iniziamo a scrutarli. Non ho per niente fame, ma decido comunque di prendere un piatto di pasta. Non sono molto convinto della mia scelta ma, in ogni caso, poso il menu sul tavolo e incrocio le braccia al petto e inizio a fissare l’orribile quadro di fronte a me. Dopo poco, il mio sguardo cade sulla figura in fronte a me. Vic è intento a scegliere cosa prendere, non si immagina che io lo stia fissando e stia progettando un modo per decapitarlo per fargli pagare tutto il male che mi ha fatto in questi anni. Sbuffo infastidito dal suo sguardo così tranquillo, come se fossi uno sconosciuto. Mi fa infastidire, molto, e vorrei mollare qua tutti e tornarmene a casa a preparare le pappette a Copeland, ma, cavolo, tutto il successo che potrebbe portarmi questa collaborazione mi blocca. Insomma, non sono, siamo così famosi e di certo farci pubblicità in questo modo sarebbe un bello slancio. E poi, alla fine, la collaborazione non è con Victor Vincent Fuentes, ma con i Pierce The Veil, quindi non dovrò stare ventiquattro ore su ventiquattro solo con lui.
-Kellin, lo so che sei un po’ riluttante, ma è una questione di lavoro, non di cuore.- mi sussurra all’orecchio Mike, dopo essersi accorto del mio sguardo assassino puntato contro Vic.
Rido nervosamente e scuoto la testa: lo so benissimo che è per lavoro. Solo per lavoro.
La cameriera arriva e ordiniamo. Nell’attesta Jaime fa qualche battuta squallida e, stranamente, fanno ridere!
I piatti arrivano dopo poco e nel vedere il mio piatto fumante mi viene da vomitare. Mi si è chiuso completamente lo stomaco.
-E… La collaborazione? Nel senso, mettiamo il caso che io decida di aderire a quest’idea –molto improbabile- ci sarebbe anche un video?- Dico scettico dopo un silenzio interminabile.
-Non sarebbe una brutta idea, insomma, sarebbe il primo singolo estratto e pensiamo che la canzone sia adatta per fare un video.- risponde Tony, prima di addentare una fetta della sua pizza.
Annuisco e torno a fissare il mio piatto. Niente, non riesco a mangiare.
-Dai Vic, di a Kellin di che parla la canzone.- esclama Mike, rompendo il silenzio.
Vic fulmina suo fratello e poi alza gli occhi al cielo.
-Il testo lo vedrà in studio. Ora ho fame e lasciami mangiare in pace.- Risponde incazzato. Ah, grazie Victor. Io sto cercando di interessarmi alla tua stupida canzone, e tu dici che devo venire in studio con te per vedere il testo? Che stronzo.
Mike sembra piuttosto divertito dalla reazione di Vic, al contrario di Jaime e Tony che stanno facendo dei versetti strazianti mentre alzano gli occhi al cielo.
Finiamo in fretta di magiare a causa della tensione che si è creata tra noi. Più precisamente fra me e Vic, ma non importa.
Ritorniamo in macchina e ci dirigiamo verso il loro studio. Sono seduto nel sedile posteriore vicino ad Jaime che continua a dimenarsi come un povero deficiente. Io e Tony, seduto in parte a Jaime, non riusciamo a trattenerci e scoppiamo a riedere come dei bambini. Sfoggio la mia peggior risata. Vic ha sempre odiato la mia risata, la trova troppo rumorosa ed esagerata. Sto facendo del mio meglio per dargli fastidio. Sì, sono epico, lo so.
In venti minuti arriviamo nello studio e ci precipitiamo fuori dalla macchina. Devo ammetterlo, sono curioso di vedere il testo. Non ho mai ascoltato una canzone dei Pierce The Veil e mi piacerebbe sapere come se la cava a scrivere, Vic.
Entriamo e ci dirigiamo in una stanza piccolissima, con un divano di pelle marrone ed un tavolino di vetro, nient’altro. Subito Vic si butta sul divano e si sdraia.
-Okay, vi lasciamo qua a discutere sul testo e cose varie.- Esclama Mike ammiccando. Che stronzi. Davvero.
Io e Vic sbuffiamo e io mi siedo a terra, visto che il signorino occupa tutto il divano.
-Il testo? Hai intenzione di farmelo leggere o me lo devo immaginare?- Dico piuttosto infastidito.
-Immaginatelo.- risponde lui. Ah-ah. Crede di fare il simpatico.
Lo fulmino e subito prende dei fogli da sotto il tavolo e me li porge.
Inizio a leggere, ma sento il suo sguardo su di me quindi mi è un po’ difficile concentrarmi. Insomma, sono sottopressione quando qualcuno mi fissa mentre leggo il testo di una canzone.
Alzo lo sguardo e gli ridò i fogli.
-Ci sono alcune cose che non vanno, ma per il resto non è male.- dico un po’ scocciato.
-Non c’è nulla che non va.- risponde lui secco.
-Sì, il ritornello fa piuttosto schifo, così come la seconda strofa.- rispondo con una faccia da schiaffi.
-Allora se non ti piace puoi anche andartene.- sbotta Vic, alzandosi dal divano.
-Mi sembra che quello che di solito se ne va sei tu.- rispondo mantenendo la calma e trattenendo con la forza le lacrime.
Vic apre la bocca cercando di dire qualcosa, ma non ce la fa. Abbasso lo sguardo.
Un silenzio di tomba cade fra di noi.
-Avresti potuto seguirmi, sai? Sei stato tu quello che se ne è andato, non io.- Risponde alzando la voce e venendomi più vicino.
-Ma tu hai deciso tutto da solo! Avresti dovuto parlarmene, avremmo trovato una soluzione. Ma no! Victor Fuentes deve sempre fare quello che vuole lui e chi se ne fotte degli altri!- Dico  alzandomi, in preda ad uno sfogo emotivo. Non è vero quello che ho detto, non lo penso davvero. Vic è una di quelle persone che pensa sempre prima agli altri che a se stesso, ma il rancore nei suoi confronti mi sta soffocando.
-Allora sai che ti dico? Decido che tu te ne devi andare. Okay? Vattene e non farti più vedere.- Risponde lui avvicinandosi alla porta e facendomi sego di uscire. Mi avvio verso la porta e la apro. Lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è piuttosto patetico: Mike, Jaime e Tony accucciati per origliare.
-Ah, io me ne vado.- rispondo sbuffando e facendomi strada fra loro tre.
-No, Kellin, aspetta, parliamone!- Urla Mike seguendomi. Lo ignoro completamente e prendo il cellulare per chiamare un taxi, ma Mike mi ferma: -Senti, non puoi lasciarci così, insomma, non riguarda solo te e Victor, ma anche noi e la tua band.- Dice Mike mettendomi una mano sulla spalla e sorridendomi in un modo rassicurante.
Lo fisso per un po’. Poi lui decide di ritornare dentro e mi lascia con un ‘pensaci bene, Kellin.’ Impresso in testa.
Ripenso per l’ennesima volta ai vantaggi che mi porterebbe la collaborazione: non posso farmi rovinare la vita e tanto meno la carriera da lui. Non avrebbe senso. E poi è solo una canzone, non mi deve piacere per forza. Dovrò fare il bravo ‘collega’ e dare retta al leader della band. Non è la prima collaborazione che faccio, so come vanno le cose, quindi penso che tornerò dentro e darò retta a tutto quello che dice Vic ‘sei-uno-stronzo-distruggi-sogni’ Fuentes.
Mi avvio, per la seconda volta all’interno dello studio e sento Jaime, Tony e Mike imprecare contro Vic. Mi scappa una risata. Gli sta bene, si è quasi fatto scappare l’opportunità di lavorare con Kellin Quinn.
Afferro la maniglia della porta e ed entro insicuro. Tutti si zittiscono e mi fissano sbalorditi.
Resto di sasso.
-Allora… Non dovevamo fare una collaborazione?- Dico con il sorriso migliore che riesco a mostrare in questo momento.
Vic sgrana gli occhi. Pensavi di esserti liberato di me per la seconda volta? Ti sbagli di grosso.
-Oh ma che bello!- Risponde Tony all’unisono con Jaime.
Mike si limita a darmi una pacca sulla spalla e dopo esce dalla piccola stanza, seguito da Tony e Jaime.
Guardo con una faccia da schiaffi Vic, che è ancora scosso dalla magnifica notizia.
Prendo i fogli sui quali c’è scritto il testo e li rileggo con più attenzione. Non sono poi così male. 

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Capitolo 3
*** 3. I'm scared to get close and I hate being alone. ***


3. I'm scared to get closer and I hate being alone
 

Rileggo quelle parole una, due, tre volte. E non mi conviscono del tutto. Il ritornello non è bello come il resto della canzone. Sì, devo ammettere che ci sa fare con le parole.
Mi guardo un po’ intorno e afferro la matita appoggiata sul tavolo e mi metto a modificare il ritornello.
-Ehy, sei impazzito!? Che stai facendo!?- esclama Vic seccato. Lo zittisco con un gesto della mano e si calma.
Poso la matita e ammiro soddisfatto la modifica che la brillante mente ha partorito.
Porgo il foglio a Vic e lui mi guarda scettico. Dio, Vic, non ti fidi di me? Oh, certo che no.
Legge velocemente e poi posa il foglio sul tavolo e si mette a fissare il soffitto canticchiando una melodia.
vedo comparire sul suo volto un curva che sembra un sorriso, ma non ne sono sicuro.
-Mi piace, suona meglio.- dice secco, senza un minimo di gratitudine.
-Lo so che suona meglio.- rispondo atteggiandomi e facendo finta di sapere la melodia della canzone anche se non ho la minima idea di come sia.
Vic ride nervosamente e scuote la testa.
-Sei il solito modesto. Non sei cambiato affatto, sai?- Risponde lui sorridendomi.
-Anche tu non sei cambiato: sei sempre il solito stronzo di tempo fa.- esclamo freddo come il ghiaccio, fissandolo in quei occhi marroni che mi facevano perdere la testa, che mi facevano dimenticare tutto.
Restiamo a fissarci per un po’. Poi decido di uscire, sto iniziando ad avvertire della tensione.
-Penso che andrò in Hotel a riposarmi. Domani sarà una giornataccia.- trovo la prima scusa per andarmene.
Lui annuisce e mi apre la porta.
Saluto Mike, Tony e Jaime, i quali mi informano dell’Hotel in cui avrei alloggiato. Il taxi arriva e io me ne vado.
Arrivo in camera. E’ molto bella e luminosa, è un posto rilassante, proprio quello di cui avevo bisogno.
Disfo le valige e mi butto sul letto. E’ comodissimo, a differenza di quello di casa, sembra di stare su una nuvola.
Prendo il cellulare dalla tasca. Devo chiamare Katelynne, devo spiegarle tutto.
Compongo il numero frettolosamente.
-Pronto?- mi risponde.
-ehy, tesoro, sono in Hotel.- rispondo dolcemente.
-Oh, bene! Com’è andata con Carl?- risponde altrettanto dolcemente.
-Niente Carl. Mi sono venuti a prendere all’aereoporto i Pierce the veil…- annuncio quasi sottovoce.
-Oh… e… Come è andata?- Chiede sorpresa.
-Non male, davvero. Non ho avuto grandi problemi…- rispondo incerto.
-e con Victor?- chiede lei piuttosto preoccupata.
-Non è andata poi tanto male. Non ci parliamo. Oggi abbiamo scambiato quattro chiacchere sul fatto che lui è uno stronzo e che io sono più bravo a scrivere canzoni, ma non è andata male.- Dico cercando di rassicurarla.
-Oh, bene, sono felice che tu non stia male o cose così. Allora, hai deciso di accettare?- Mi chiede Kate, con tono sollevato dopo la mia affermazione.
-Sì, ho accettato. Insomma, pensa quanto diventeremo famosi io e i ragazzi!- dico esaltato.
-Se lo dici tu!- risponde lei sarcastica. Scoppio a ridere, a differenza di Vic, Kate adora la mia risata.
-Mi mancate già.- rispondo con un tocco di malinconia nel tono.
-anche tu ci manchi.- Risponde Katelynne. E’ incredibile quanto vorrei sentire i gridolini casuali di Copeland in questo momento. Mi sento tanto solo, forse perché mi ero abituato all’idea di avere una famiglia e di dovermi scordare, almeno per un po’, le uscite con gli amici e cagate varie. E’ da un po’ di tempo che non me ne sto per i fatti miei e la cosa non mi dispiace, sinceramente. Preferisco di gran lunga stare con delle persone, invece di stare da solo. Forse perché stando da solo penso sempre a cose brutte. Mi viene naturale e non mi piace.
Quando sto da solo penso che sia perché tutti si siano stancati di me e mi abbiano abbandonato. Beh, come è già successo più volte. Una più dolorosa dell’altra, ma fortunatamente c’era sempre qualcuno pronto a tirarmi su di morale: quando incontrai per la prima volta i miei compagni di band, ero molto solo e triste, ma poi mi hanno fatto vedere la parte divertente della vita.
E così è successo con Vic. E’ incredibile come la cosa migliore che mi sia mai successa nella vita sia diventata la peggiore nel giro di qualche ora… Poi è arrivata Katelynne e da lì tutto è ricominciato. Come se fossi rinato. Lei è perfetta, sia fisicamente sia caratterialmente. Mi chiedo come cavolo le sia saltato di mettersi insieme ad uno come me. Insomma, non sono capace nemmeno a rifare un letto! Deve proprio amarmi alla follia per non essere ancora scappata urlando.
Mi alzo dal letto e guardo l’ora sull’orologio appoggiato sopra il comodino: sono le 18.14.
Quanto cazzo sono stato steso su questo letto senza fare niente? Bah.
Sento qualcuno bussare alla porta e mi alzo di scatto, quasi spaventato. Resto fermo vicino al letto, mentre continuano a bussare alla porta. Mi do uno scossone e afferro la maniglia ed apro la porta.
-Oh.- esclamo sorpreso sgranando gli occhi.
-Ehm. Ti… Ti andrebbe di venire a fare un giro con noi?- Mi chiede Vic freddo. Avverto il suo imbarazzo.
Mi sporgo leggermente fuori dalla porta e vedo Jaime, Mike e Tony in fondo al corridoio intenti a parlare.
Mi ritraggo e fisso Vic. Non voglio stare con lui per troppo, potrebbe succedere qualcosa di spiacevole. Ma poi ripenso a tutte le cose che ho detto sul fatto di stare da solo. E devo ammettere che anche se è Vic, colui che ho odiato, e continuo ad odiare, per tutto questo tempo, non voglio che se ne vada di nuovo.
-Okay, aspetta che prendo il telefono.- Dico non troppo convinto.
Lui annuisce e si avvia verso la fine del corridoio.
Vedo gli altri accogliermi con un grande sorriso, specialmente Mike che, in seguito, da una pacchetta sulla spalla di suo fratello, il quale sbuffa pesantemente. Che. Stronzo.
Scendiamo al piano terra e ci dirigiamo, a piedi, verso non si sa dove.
Entriamo in un bar un po’ mal ridotto ed ordiniamo cinque birre grandi, che dico? Enormi.
Effettivamente è quello di cui ho bisogno: ho bisogno di rilassarmi, di staccare la spina fino a domani.
Iniziamo a bere come cammelli e, in poco tempo, perdiamo le staffe.
Continuo a ridere, non so bene, per quale motivo, ma è divertente.
-Allora, Kells, dicci un po’ che ne hai fatto della tua vita da persona normale.- Mi chiede Jaime, portandosi il boccale di birra alla bocca.
-Nulla di particolare, sono sempre impegnato con la band.- Dico non prestando attenzione alle mie parole.
Jaime alza gli occhi al cielo: -Intendevo, ce l’hai la ragazza?- Mi chiede con sguardo malizioso.
-No, caro e comunque tu non sei sulla lista.- Rispondo bevendo un sorso di birra. Jaime scoppia a ridere, tirando un pugno sulla spalla di Tony, il quale stava dormendo allegramente con la testa sul bancone del bar.
-E io si, Kells?- Mi chiede Vic, sorridendo lievemente.
La birra mi va di traverso.
Solo in questo momento mi rendo conto della colossale cazzata che ho detto: “No, non ce l’ho la ragazza.” Complimenti, Kellin.
-Vic, insomma, io…- Mike per fortuna mi salva la pelle fingendo (almeno spero) un conato di vomito.
-Forse è il caso se ce ne andiamo.- Esclama Jaime. Tutti annuiamo e ci dirigiamo all’uscita.
Arriviamo all’albergo. Saluto tutti e salgo in camera.
Sono distrutto.
Mi butto sul letto e, velocemente, mi ritrovo nel mondo dei sogni.

 

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