Groupie

di Devochka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNA MENZOGNA CHIAMATA VITA ***
Capitolo 2: *** NICE TO KNOW YA ***
Capitolo 3: *** DRY ICE ***
Capitolo 4: *** 1039/ SMOOTHED OUT SLAPPY HOURS ***
Capitolo 5: *** ...IT'S ALL TRUE? ***
Capitolo 6: *** AT THE LIBRARY ***
Capitolo 7: *** MIKE AND INE'S ***
Capitolo 8: *** DRUNKEN ***
Capitolo 9: *** 80 ***
Capitolo 10: *** THEM FIRST TOUR ***
Capitolo 11: *** MARGOT WILLIAM LEGRANT ***
Capitolo 12: *** BYE MOM ***
Capitolo 13: *** LA MORTE DI KALLY HANSON ***
Capitolo 14: *** I WAS THERE ***
Capitolo 15: *** J.A.R. ***
Capitolo 16: *** J.A.R. (AFTER) ***
Capitolo 17: *** NON LASCIARMI ***
Capitolo 18: *** MERRY CHRISTMAS ***
Capitolo 19: *** I PREPARATIVI DEL MIO MATRIMONIO ***
Capitolo 20: *** IL NOSTRO COMPLEANNO (PRIMA PARTE) ***
Capitolo 21: *** IL NOSTRO COMPLEANNO (PARTE DUE) ***
Capitolo 22: *** TELL ME WHEN IT'S TIME TO SAY I LOVE YOU ***
Capitolo 23: *** IL MIO AMORE RUBATO (WORDS I MIGHT HAVE ATE) ***
Capitolo 24: *** NEW YORK, NEW YORK ***
Capitolo 25: *** MY NEW LIFE (KERPLUNK!) ***
Capitolo 26: *** DEATH INSIDE ***
Capitolo 27: *** UN INCONTRO PARTICOLARE ***
Capitolo 28: *** IL VERDE DEI TUOI OCCHI NEI SUOI ***



Capitolo 1
*** UNA MENZOGNA CHIAMATA VITA ***



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Groupie by Devochka is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
California Settembre 1990

Non so dove mi trovavo, cercavo disperatamente, un oggetto, un'immagine, qualcosa che mi facesse capire dove fossi.
Intorno a me c'era il nulla, sforzai gli occhi, ma niente..il bianco più assoluto che si possa immaginare..
"credo sia il quadro della mia vita" pensai, il bianco, il nulla.
Mi sentìì soffocare li intorno, non c'era niente, nessuna forma di vita. "Aiuto qualcuno mi dica dove sono!"
"Vai all'inferno!!!!" una voce arrabbiata e violenta entrò in quel luogo opaco, gli occhi di colpo si aprirono proiettandomi davanti il poster con la "A" dell'anarchia rossa. Capìì che era un sogno, e voltandomi
mi vidi arrivare una sacco peloso in faccia accompagnato da un "meoooooow" disperato che acchiappaì al volo, la mia povera gatta Crew.
"mamma cosa è successo?" mi tirai indietro i capelli e mi strofinai gli occhi sbadigliando.
"che cazzo è successo? è successo che il tuo gatto di merda ha di nuovo pisciato sul divano, portalo via Shiloh altrimenti te lo faccio mangiare"
Uscì dalla mia stanza sbattendo la porta facendo cadere vari oggetti dagli scaffali.
"ma che cazzo di bisogno c'è di urlare in questo modo?!"
raccolsi le varie cianfrusaglie dal pavimento e le risistemai sugli scaffali, osservai attentamente ogni oggetto interrogandomi sul loro significato emotivo, che razza di significato può avere un vecchio pacchetto di sigarette vuoto?
e quell'accendino comprato già scarico? non ci pensai due volte e buttai entrambi nel cestino. Gli occhi mi caddero su un volantino che giaceva lì vicino, mi accesi una sigaretta e iniziai a leggerlo
"Serata Super Punk" quasi mi strozzai a leggere quelle tre parole che messe insieme costruivano una merda perfetta,
 "ma chi scrive 'sti volantini?" lo buttai schifata nel cestino.

Non mi sono ancora presentata, scusate, mi chiamo Shiloh Reed, ho 19 anni e mezzo, vivo con una fallita di nome Margaret Reed, mia madre, che tutto nella vita doveva fare tranne che la genitrice. Non sono l'unica sua erede purtroppo, ho una sorella,Katy ma vive a Monaco Di Baviera. Beata lei, non si subbisce quest'agonia con cui devo condividere il dna e le mie giornate. Mio padre? Bo! va bene come risposta? Non studio più, lavoro in un bar, e nel tempo libero suono nella mia band, The Ratt.

Scesi l'ultimo scalino e mi ritrovai nel corridoio che divideva il salotto dalla cucina, passai di fronte al divano imbrattato di urine, in effetti sopra c'era una bella macchia
"Non ti faccio mangiare, va bene? così impari!" mia madre strillava alla povera Crew che la guardava seduta sulla sedia senza capire,
continuò a fare ogni cosa sbattendo gli sportelli e gli oggetti che stava adoperando, facendogli fare un rumore diverso ogni volta, e tutto ciò per un piscioso divano.
Siamo nella parte più povera della California, dove viviamo con pochi soldi e tu pensi ad un divano di merda?
Pensai mentre uscivo di casa, lasciandomi tutto dietro, anche Crew, che rischiava di morire di fame,ma non potevo, non potevo rimanere in quel luogo un'istante di più.
Ciò che non sopporto della mia vita è proprio la sua presenza, il suo falso volto, le sue falsi parole e sorrisi quando sa che l'ho scoperta, so che abusa di alcohol e droga per dimenticare la sua vita fallimentare,
e se qualche volta si è chiesta se qualcosa di bello era riuscita a fare nella sua vita, la sua risposta non ero io e tantomeno Katy, io per lei sono solo una tipa strana con la chitarra che dorme nella stanza sopra la sua,
non sono sua figlia.
Mi piegai sulle ginocchia rimanendo davanti la porta di casa gli occhi mi si riempirono di lacrime
io avevo bisogno di lei, ma lei non si era accorta nemmeno di avermi partorito.
Mi rialzai e con la manica del giubbino mi asciugai le lacrime e salii sulla mia bicicletta avviandomi verso il centro di Berkley lasciando che il vento soffiasse forte sul mio viso asciugando ogni traccia di mia madre,
iniziai a canticchiare una canzone mentre ero quasi arrivati nel mio luogo di lavoro, "parcheggiai" la bici ed entrai in negozio
"Buongiorno Hugh"
"Ciao Shiloh, come va?"
"tutto ok - dissi infilandomi la divisa. Voltandomi mi accorsi che c'era il fratello del volantino che avevo buttato a casa che era appeso alla vetrina - Hugh 'sto volantino! ma chi l'ha messo?"
"Quello della "serata super punk"? beh è venuto un ragazzo ad appenderlo, ieri sera in chiusura quando tu eri già andata via,
mi sono messo a sorridere anche io quando l'ho letto, ma quel ragazzo mi ha gelato con quel suo sguardo, mi ha messo quasi terrore!"  
Hugh era un 50enne interessante, sapeva tenersi in forma, non fumava, non beveva e mangiava solo cibi sani, da giovane mi disse che suonava la tromba in un complesso Jazz, lo ammiravo molto, lui mi diceva sempre che sarei riuscita a coronare il mio sogno di diventare una rockstar....Ero affezzionata a quell'uomo, lo consideravo mio padre.
"Shiloh vado a prendere una cosa in retrobottega, arrivo subito"
 "Si, si non ti preoccupare.." sentìì entrare qualcuno, annunciato dal campenellino appeso appena sopra la porta d'ingresso
"Buongiorno, posso lasciare questi?"
"Buongiorno, si cosa?" dissi voltandomi. Un ragazzotto scazzato mi guardava con aria stufa tenendo in mano i volantini.
"allora, posso?" disse sbruffando. Ma non riuscii a rispondere, quegli occhi verdi mettevano paura davvero
"Li - li hai già lasciati ieri sera" dissi
"e quindi?, è una serata importante quella di stasera ho bisogno che venga gente"
"e perchè è così importante?"
"perchè suono io" mi girai verso quel ragazzo e sul viso si stampò un sorriso da ebete
" tu faresti la serata super punk, dove?" dissi quasi prendendolo in giro
"al Gilm Street, perchè non vieni a muovere il culo lì stasera invece di prendermi per il mio?"
Rimasi a bocca aperta stupita, mi poggiai con le braccia sul bancone e potei osservare più da vicino quegli occhi
"va bene, vengo..."
lui sorrise e mi lasciò quel volantino...che ancora oggi possiedo.
"sei invitata ma non contare che mi ricordi di te stasera, tizia"
Diventai rossa dalla vergogna e lo invitai cortesemente di andarsene a quel paese. Lui iniziò a ridere di gusto e uscì dal bar.
"ma che razza di gente gira?"
"Ti sei messa a cacciare i clienti dai locali?" disse Hugh sorridendo
" non era un cliente...cercava solo rogne!...cioè pubblicità "
Hugh sorrise di nuovo e si rimise alla cassa.
Non ci furono molti clienti quella mattina, di ragazzi ne vennero pochi, e la maggior parte si fermavano per il tempo di un caffè o uno spuntino al volo senza fare caso alla locandina.
"quel volantino è fatto una merda!" esordì Raylee entrando nel bar
"come va dolcezza?"
Raylee era il batterista dei The Ratt, 25 anni passati solo a suonare la batteria, non sapeva fare altro, oltre a farmi la corte da quando avevo 16 anni
"tutto ok - risposi sorridendo - ci andiamo stasera?"
"ma dove? al Gilman? non ci pensare nemmeno. Stasera abbiamo le prove fino a tardi!"
"eddai Ray, non andiamo ad un live da un sacco di tempo!"
"Shiloh, non farmi incazzare, ma lo sai chi cazzo suona almeno? quei coglioni di Armstrong e Pritchard, hanno rotto le palle con 'sti sweet children, fammi un caffè per favore"
Mi voltai verso la macchina del caffè
"sei un mostro!"
"non sono un mostro tesoro, dico solo la verità"
"ma il Gilman deve essere fichissimo! anch'io ci voglio suonare" dissi poggiando la tazza di caffè sul bancone
"cresci musicalmente e ti porto al Gilman"
Raylee aveva un non so che di maniaco, ma lo assecondavo, mi piaceva farcelo credere.

SERA

"questa è la paga settimanale"
Hugh mi porse una busta con dei soldi
"ah grazie"
"ci vediamo domani, vai pure, chiudo io il locale."
Ringraziai, mi tolsi al volo la divisa e uscìì. Ero indecisa su cosa fare, potevo andare a casa, prendere la chitarra e avviarmi in sala prove, oppure andare a casa, cambiarmi e andare al Gilman. Sapevo che Raylee essendo il leader si sarebbe incazzato di brutto, ma non mi importò. Percorsi con la bicicletta tutto il viale e fui a casa, la luce del salotto era accesa, mia madre era in casa, aprii la porta
"sono tornata.." dissi
"..ciao è andato bene il lavoro?" mia madre giaceva sulla poltrona imbambolata davanti la tv con la solita birra e la solita sigaretta tra le dita
"tutto ok, io esco "
"ok fai come vuoi" salìì nella mia stanza e mi cambiai al volo, maglia strappata, pantalone, anfibi e giacchino di pelle. Fuggìì di nuovo da casa, e una manciata di minuti dopo ero fuori il Gilman. Varie persone erano in fila, mi misi anche io e neanche il tempo di mettermi una mano in tasca per prendere le sigarette che una tizia mi venne in contro chiedendomene una.
" si certo tieni" dissi dandole il pacchetto
"grazie - si accese la sigaretta e fumò il primo tiro, sul suo viso si stampò un'espressione di godimento. - ..sei nuova di qui, vero?"
"si, è la prima volta che vengo"
"bene, io mi chiamo Inès, benvenuta al Gilman"
"grazie..piacere io mi chiamo Shiloh...è tanto che vieni?"
"da quando sono nata praticamente, i miei erano soci del Gilman"
"capito...sai chi suona stasera?"
"oh si, suonano due band, una non mi ricordo il nome, l'altra sono i sweetchildren, nome del cazzo, ma quei due meritano..e non solo musicalmente"
Inès sorrise fra se e se maliziosamente
"che intendi?" dissi con un sorriso confuso
"se vuoi te lo faccio provare, posso farlo" capìì che Inès era una Groupie
"non capisco scusami Inès, ma gli sweet children non sono...come dire..famosi?....che bisogno c'è di..."
"dico Shiloh, ma li hai visti? non saranno famosi, è vero ma sono due ragazzi stupendi, lo faccio per quello!"
"io ne ho conosciuto solo uno, è venuto stamattina a portare i volantini nel negozio dove lavoro"
"ma chi era Michael?"
"non lo so,non gli ho chiesto come si chiamava"
La fila si sciolse e poco dopo ci ritrovammo all'interno del locale, rimasi a bocca aperta: era un paradiso di immondizia ma l'atmosfera era più calda di casa mia.
Non feci in tempo a studiarmi il luogo che sentìì il fischio di una chitarra elettrica pronta a suonare. Riconobbi quel ragazzo scazzato che salì sul palco, ma la sua espressione era diversa, il broncio fu sostituito da un sorriso felice. Quando mi vide, abbozzò un occhiolino.
Inès urlò
"Mike!!"
mi voltai verso di lei ma il ragazzo scazzato non si voltò, il bassista invece ci guardò e lanciò un bacio ad Inès, mi avvicinai al suo orecchio ed urlai
"non è venuto lui stamattina!"
"e allora hai conosciuto Billie Joe!" disse urlando nel mio. Fù come se il tempo si fermò al suono del suo nome continuai a fissarlo per tutto il tempo che rimase sul palco.
Non riuscì a distogliere il mio sguardo da lui, non c'era forma, murales o spinta più interessante di Billie Joe in quel momento.

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Capitolo 2
*** NICE TO KNOW YA ***



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Inès afferrò il mio braccio appena lo spettacolo finì
"dai te li presento!"
Mi feci guidare senza fiatare, ci allontanammo qualche metro dal palco e ci ritrovammo davanti ad una porta che Inès aprì senza che nessuno le dicesse nulla.
"ma sai cosa fai?" dissi cercando di liberarmi dalla sua presa
"tranquilla Billie e Mike sono miei amici"
disse lasciandomi, una volta varcata la porta, girammo a destra verso l'uscita di emergenza, quando poi ci sentimmo chiamare
"Ohi Inès siamo qui"
Inès si voltò sorrise e corse verso Mike e si aggrappò al suo collo, io le rimasi dietro imbarazzata.
"Mike lei è Shiloh!" disse Inès presentandoci.
"We piacere io sono Michael, tutti però mi chiamano Mike quindi fallo anche tu"
"piacere di conoscerti Mike" ero diventata più rossa della maglia di Inès, tra l'altro dai loro sguardi, potei capire che tra i due c'era del tenero.
"quello svitato di Billie dovè?" chiese Inès
"è di là, venite? ci beviamo qualcosa insieme!"
Inès si voltò verso di me, mi sorrise e seguimmo Mike in una stanza.
John e Billie discutevano a proposito di un foglio che era sul tavolo e nel frattempo bevevano una birra
"abbiamo visite" esordì Mike mentre entravamo
"ciao Inès!" disse John sorridendo
"ciao John come va?" Inès mi prese vicino a lei presentandomi anche a lui.
Billie mi venne incontro, il suo viso era di nuovo scazzato
"ma...io ti conosco" mi disse puntandomi il collo della bottiglia davanti gli occhi
"beh..sei venuto stamattina al bar dove lavoro.."
"si..si mi ricordo - fece un sorriso e disse - alla fine sei venuta a muovermi il culo davanti eh"
"eddai sei tremendo l'hai fatta diventare tutta rossa!" disse Inès dandogli una pacca, Billie andò verso il tavolo prese una bottiglia di birra, l'aprì e venne verso di me
"perdono!" e me la porse.
La presi, lui fece sbattere la sua bottiglia contro la mia per fare un brindisi, bevve e si voltò
"di cosa discutevate?" disse Inès sedendosi in braccio a Mike
"discutevamo su una canzone" rispose Billie sedendosi sul tavolo
"quale?" Inès si alzò e andò verso il tavolo per guardare sul foglio
"I was there, l'ha scritta John ma non sono convinti" disse Billie tirando la bottiglia vuota nel secchio facendo canestro
"e certo perchè l'ho scritta io!" replicò John
"ma chi non sono convinti?" chiese Inès
"Inès ci fanno fare un album" disse Billie
"ma davvero??!"
Inès sorrise e abbracciò tutti e tre facendogli vari complimenti, io non sapevo cosa dire, trovai posto su una poltrona ad un angolo e osservavo la scena dal fondo della bottiglia
"non mi fai i complimenti?"
Billie si sedette sul bracciolo della poltrona
"si scusami..complimenti",non faceva freddo quella sera, ma improvvisamente iniziai a tremare e Billie se ne accorse
"hai freddo per caso?"
"no..è che la birra è fredda e mi fa una reazione strana, provo freddo anche io"
"se non la vuoi la bevo io eh, non c'è problema!"
"non ho detto che non la voglio, ho detto solo che è fredda!"
Mi voltai verso Billie, stava sorridendo
"comunque credo non ci siamo presentati io mi chiamo Billie Joe"
"Shiloh"
Billie mi guardò basito
"che razza di nome è Shiloh?"
"Ma perchè che razza di nome è Billie Joe? e comunque mi chiamo così come la guerra di seccessione americana"
"affascinante 'sta cosa - John si sedette di fronte a me - e raccontami mi piace il tuo nome"
John era seriamente interessato
"..La battaglia di Pittsburg Landing era conosciuta come la battaglia di Shiloh..ma non chiedermi di andare avanti perchè non so nemmeno perchè a mia madre sia venuto in mente un nome simile"
"a me piace" disse John
"anche a me, non avevo mai conosciuto nessuno con un nome particolare come il tuo" disse Mike
"beeene,che facciamo?" Billie si alzò e si infilò un giubbotto
"andiamo a farci un giro, no?" propose Inès
"io devo andare a casa, domattina lavoro" dissi buttando poi la bottiglia di birra vuota
"ok allora ti accompagnamo" disse Inès.
Uscimmo fuori il Gilman da una porta di emergenza, Inès si intrattenne con Mike e John che iniziarono a raccontargli dell'album che avrebbero inciso
"comunque non volevo offenderti" Billie si avvicinò a me
"no tranquillo, non me la sono presa"
iniziò a fischiettare
"è molto tempo che suoni la chitarra?"
"ho iniziato a 10 anni e sempre a 10 anni ho conosciuto Mike a scuola"
"allora è molto tempo che vi conoscete"
"si abbastanza direi, Mike ed io abbiamo iniziato a suonare insieme come gli "Sweet Children" poi è arrivato John e abbiamo cambiato il nome in "Green Day" siamo pure un pò cresciuti, non siamo più bambini del cazzo"
sorridemmo
"e come mai "Green Day"?"
"fumi?"
"cosa centra?"
"il nome della band, viene da una giornata intera passata a fumarci le canne"
"uh carino! comunque no, non fumo canne, la droga la lascio a qualcun altro"
I miei pensieri all'improvviso arrivarono a mia madre
"dai ero solo uno scherzo,non te la prendere..senti tu suoni?"
"io..si ho una band, suono la chitarra"
"la suoni meglio di me?"
Billie mi diede una gomitata
"questo non lo so, cioè.."
"ok sono più bravo io"
"no anche io sono brava, me la cavo"
"vorrà dire che un giorno mi farai sentire"
"ok ok"
"che fate i piccioncini?"
Mike si parò davanti a noi
"ma vaffanculo"
Billie si iniziò a prendere in giro con Mike dandosi anche qualche pugno per scherzare. Inès mi venne vicino sorridendo maliziosamente.
"che vi siete detti ti piace?"

"ma cosa dici! no!" diventai rossa.
"sisi ti piace!"
"non urlare Inès ti sentono"
"allora lo vedi? ti piace!"
"no eddai"
Scoppiamo a ridere.
Capii che io e Inès saremmo diventate amiche, non c'era durezza nelle sue parole, era un pò folle, ma la sua simpatia e dolcezza mi accompagnano tutt'ora.
Quando tornai a casa dovetti chiamare un ambulanza, mia madre giaceva a terra svenuta, era solo ubriaca, ma la trattenerono due giorni in ospedale.
Provai rabbia e angoscia che iniziai a vomitare dal dolore che provavo, non mi ricordo nemmeno come arrivai sul mio letto, ricordo solo che ero sola quella notte.

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Capitolo 3
*** DRY ICE ***



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"Signorina Reed, sua madre è ridotta male"
Il dottore mi osservava dai lucidi occhiali tondi con una smorfia di dispiacere sul volto, mi appoggiò una mano sulla spalla, tenevo la testa bassa
"si..si riprenderà?"
"Sua madre è un alcolizzata, dovrebbe aiutarla a farsi curare o potrebbe andare incontro a cirrosi epatica"
"Faccio anche troppo per lei... - avevo un nodo alla gola che non riuscivo a respirare - dagli alcolisti anonimi non ci è andata più, il problema di mia madre è anche la droga dottore..io cosa altro devo fare?"
"parlarle e aiutarla a capire, lei è sua figlia, quale parola è più forte e confortante di quella di un figlio?"
Il dottore se ne andò lasciandomi davanti la porta della stanza dove riposava mia madre, aprìì la porta e la osservai dormiente sul letto, la richiusi e me ne andai al lavoro.
Non ho mai provato menefreghismo per mia madre, anzi. Io le volevo molto bene,  ma gli errori che ha commesso e le cose che non mi ha mai detto mi avevano ridotta a comportarmi così, arrivai a lavoro,entrai nel bar, dove trovai Billie Joe, Mike e Inès a scherzare con Hugh
"ohi ciao Shiloh" disse Hugh
"ciao...come mai da queste parti?"
"Ciao! siamo passati perchè Mike e Billie devono dirti una cosa!" "eravamo passati per dirti il titolo del nostro primo lavoro" disse Mike fiero
"davvero?" chiesi sorridendo
" 1039/smoothed out slappy hours, sarà la nostra prima fatica" Billie Joe mi guardò fiero e felice anche lui
"bene allora vi offro un caffè che dite?"
"Offrilo anche a me grazie" Raylee era entrato nel bar
"ciao...Raylee" dissi
"si può sapere dove sei andata ieri sera? ti abbiamo aspettata per le prove fino alle undici e mezza, ma dove cazzo eri?" si avvicinò al bancone e si sedette accanto a Billie Joe e Mike senza accorgersene
"la ragazza era con me ieri sera" Billie si girò a fissare Raylee
".....Armstrong...ma..sei andata al Gilman?" disse fulminandomi con lo sguardo
"..e con questo? era con me ieri sera"
"..non sto parlando con te,ma chi ti credi di essere?"
"smettetela - dissi - Raylee, io vado con chi mi pare, e non mi interessa più suonare con voi"
"No, no non sei tu che smetti di suonare con noi, sono io a cacciarti"
Raylee si alzò arrabbiato avviandosi verso l'uscita
"e con questo? chissene frega, io mi troverò un'altra band!"
Raylee, si girò verso di me
"non farmi ridere, sei solo la fotocopia di tua madre, finirai come lei"
uscì sbattendo la porta, rimasi ad osservare il pavimento ferita ed umiliata, sapevo di avere gli occhi di Billie, Mike e Inès su di me.
Hugh sapeva e rimase in disparte ma loro rimasero in attesa di una risposta, su quel "come tua madre" usato in modo dispreggiativo.
Le gambe mi cedettero e caddi a terra, Hugh mi venne in contro
"Shiloh stai bene?"
"no per niente"
"vai a casa, sei pallida" mi aiutò ad alzarmi
"l'accompagno io" Billie Joe mi prese sotto braccio
"ok, ci vediamo dopo" dissero Mike e Inès preoccupati.
"stai bene?" Billie camminava al mio passo lento.
Ci fermammo su una panchina
"no non mi sento per niente bene"
Scoppiai a piangere come una neonata appena venuta al mondo
"io non capisco Shiloh...so solo che mi dispiace"
Scostò i miei capelli dal viso e asciugò le guance rigate dalle lacrime, il viso di Billie Joe ad un tratto non era più scazzato come sempre, e quegli occhi verdi non incutevano terrore, anzi mi persi in quel verde che mi rassicurò, Billie mi abbracciò forte e io soffocai ogni dolore sul suo petto
"non mi lasciare" dissi premendo il mio volto sul suo petto
"..no,non lo farò".
Rimanemmo sulla panchina per un'ora buona e raccontai a Billie Joe la mia storia, e lui rimase a sentirmi dandomi a volte delle carezze sul viso alternandole a dei sorrisi di conforto
"mi spiace Shiloh, ti auguro tu possa cambiare la tua vita"
"lo spero anche io...pensavo che avrei potuto iniziare con la band..invece per Raylee non ero altro che una stupida che ci credeva e basta.."
"ehi, no non dire questo, tu devi crederci a prescindere da quel coglione"
"Billie non farmi ridere, non ci riuscirò mai, sono una donna....quindi le donne non ce la possono fare..e non lo dico io...lo dice la storia, le mie band preferite e che hanno avuto una carriera cazzuta sono formate da uomini, le cose in grande le fanno gli uomini"
Billie mi guardò senza capire
"..io..sono orfano di padre da quando ho 10 anni...e se faccio quello che faccio, è per lui, tu fai altrettanto..trovati un punto di riferimento ed inseguilo..io fino ad ora ho fatto così, certo ancora non mi ha portato in alto, ma sta iniziando ad avere i suoi frutti la cosa"
"..mi dispiace per tuo padre.."
"..dispiace anche a me..è successo molto tempo fa..mi hanno cresciuto mia madre e mia sorella, gli altri miei fratelli erano già grandi, crescendo ho capito e ora so quello che voglio e lo  inseguo"
Mi fece un sorriso e accarezzò di nuovo i miei capelli
"..andiamo, ti accompagno a casa" disse.
Percorremmo il solito viale alberato che portava a casa mia, l'inverno iniziò a farsi sentire prima dell'autunno, mancavano pochi giorni a ottobre e faceva molto freddo, mi coprìì col giubbino fino al collo, lasciando gli occhi fuori, ad osservare quella solita strada, che in quel momento era diversa, perchè era percorsa con Billie Joe
"oggi pomeriggio iniziamo la registrazione dell'album, ti porto una copia poi ok?"
"si ci tengo"
Svoltammo a sinistra e arrivai davanti casa
"bene, sono arrivata...beh grazie dello sfogo..anzi scusami..io non ci tenevo a dirti tutto"
"e perchè..abbiamo tutti qualcosa da dire, mi ha fatto piacere parlarti"
"anche a me..beh ciao"
"ciao.."
Aprìì la porta di casa, spiando dalla finestra Billie Joe che spariva lungo la strada, presi Crew in braccio e il telefono squillò
"pronto?"
"Shiloh, sono Katy, come stai?"
"Katy...ma quando vieni?"
"non posso venire Shiloh lo sai...la mamma come sta?"
"sta in ospedale.."
"come al solito..senti appena ho del tempo libero vengo, ti chiamo presto ok?"
"ok..ciao"
"ciao.."
Riattaccai e provai invidia per mia sorella, che non doveva viversi tutto..aveva la sua vita a Monaco di Baviera..la sua casa, il suo lavoro, le sue cose, sapevo che appena avrebbe avuto tempo e voglia si sarebbe fatta viva, anche se molto dopo ciò che stava accadendo. Squillò di nuovo il telefono
"..pronto?"
"Shiloh, sono Inès, Hugh mi ha dato il tuo numero.."
"..ohi, grazie Inès..stai tranquilla, non è successo niente..Billie, è stato molto genitile abbiamo parlato, molto"
"ma chi è poi quello stronzo di oggi?"
"uno stronzo che suona la batteria nella mia ormai ex band.."
"..vuoi che vengo da te, dimmi dove abiti? o ci vediamo stasera al Gilman?"
"come vuoi, per me va bene tutto"
"..ci vediamo al Gilman, fatti una doccia e dimentica tutto, alle otto li, ok?"
"ok..a dopo, ciao"
"...ciao".   
Appena riattaccai il telefono, capìì che non aria quella sera uscire, richiamai Inès, per dirgli che quella sera sarei rimasta a casa, mi trascinai fino in camera mia, dove seduta sul letto, mi misi ad osservare la mia chitarra che era di fronte a me, mi sentivo come se il mondo non avesse più senso, ora che non c'era senso in quello che facevo, presi la chitarra e mi misi a suonare. Qualcuno suonò alla porta, mi affacciai dalla finestra per vedere chi fosse, erano Alex e Jack, rispettivamente la voce e il basso dei The Ratt
"cosa volete?!" dissi dalla finestra
"Shiloh vogliamo parlarti apri" disse Alex
Scesi le scale e aprìì la porta
"perchè siete venuti?"
si accomodarono sul divano
"Shiloh cos'è sta storia che te ne sei andata dalla band?" Jack era arrabbiato
"vedo che le belle notizie girano in fretta" dissi accennando un sorriso
"non è una buona notizia e tu lo sai, la tua chitarra è importante per noi, non troveremo mai una ragazza disposta a sacrificarsi, a crederci e soprattutto brava come te"
"le tue parole mi lusingano Alex, ma non mi interessa, io non ci torno a suonare con voi, Raylee deve imparare a rapportarsi con la gente, non esiste solo lui"
"Ray ha sbagliato, e vuole chiederti scusa"
"scusa? ma non farmi ridere!, sapete quello che passo con mia madre, la vita del cazzo che faccio e lui arriva, al negozio e mi umilia davanti a dei clienti e il mio capo. Alex spero tu stia scherzando"
"Shiloh... - mi mise una mano sulla spalla, poi mi guardò sospirando, come se non avesse più niente da dirmi. - ...ciao ci sentiamo"
Alex e Jack mi guardarono sinceramente dispiaciuti, si alzarono dal divano e uscirono di casa, quella fu l'ultima volta che li vidi.

Sera Tardi, fuori il Gilman.

Mike era seduto su una panchina, accanto a lui Inès.
Si guardava intorno, il freddo li avvolgeva, i loro respiri si coloravano di fumo che usciva dalle loro bocche
"come sta andando la registrazione?"
"bene, sono molto emozionato debbo dire"
"non vedo l'ora di sentirlo..ma una volta registrato cosa succede?"
"succede che si vende l'album e si fa il tour"
"fico!"
"senti ma....secondo te a Billie Joe piace la tua amica..Shiloh?"
"secondo me si piacciono tantissimo"
"ah quindi si piacciono..allora non era una mia impressione?"
Inès sorrise "no assolutamente! spero solo che Billie non si metta in testa di scherzare con Shiloh, altrimenti lo uccido..è troppo dolce quella ragazza"
"io non credo scherzi, hai visto oggi? si è messo a discutere con quella specie di amico di Shiloh, poi si offerto di riaccompagnarla a casa e oggi ha scritto una canzone d'amore"
"ma davvero?! una canzone d'amore? cavoli, si conoscono da due giorni e Billie già scrive di amore?"
"quando una persona ti rimane impressa io non credo la devi conoscere da una vita per sentire che l'ami"
"hai un cuore troppo tenero.."sorrise Inès, la luna le illuminava i denti bianchi e la pelle chiara.
"poi certo, non saranno innamorati ma credo siano sulla buona strada per esserloin futuro...io però non ho capito bene la storia di Shiloh, che problemi ha?"
"non lo so..non me ne ha ancora mai parlato, il suo capo Hugh, mi ha accennato qualcosa sulla madre che è una tossicodipendente"
"cavoli....la mia madre naturale lo era, ma non so cosa significa viverci, visto che praticamente io non l'ho mai conosciuta"
"ma non hai mai saputo nulla sulla tua vera madre?"
"no, mia madre mi disse che si trasferì in Europa dopo che mi hanno affidato a lei, ma io credo sia morta"
"ma perchè non si è fatta più sentire?"
"se le importava di me mi cercava, anche se era una tossica, non era una stupida, era pur sempre mia madre...mi sono autoconvinto che sia morta.."
"..perchè se fosse viva, ti starai chiedendo perchè ancora non è venuta a cercarti per conoscerti? - Mike guardò Inès con uno sguardo un pò triste - ...non sa cosa si sta perdendo se fosse viva"
Mike si mise a giocherellare con i lunghi capelli di Inès, sapeva quello che doveva fare, si avvicinò al suo viso e la baciò.

Stesso Momento, Casa Reed.

Stesa sul divano con Crew al mio fianco, guardavo la televisione, quel programma era davvero noiso
"che palle!"
sentìì picchiettare sul vetro della finestra, mi voltai e vidi dei sassi che sbattevano, mi alzai e andai ad aprire la finestra.
Billie Joe mi guardava divertito con una manciata di sassi in mano
"ma che fai, ma perchè non suoni?" dissi sorridendo
"..pensavo stessi dormendo" andai ad aprire la porta
" e chi dorme con tutto quello che sto passando"
ci sedemmo sul divano
"posso spostare il gatto?"
"si, si tranquillo, vuoi qualcosa?"
"no no grazie, anche io avevo un gatto, si chiamava Zero..ma è morto nella lavatrice"
"ma povero gatto" non riuscìì a trattenermi un sorriso mi uscì fuori
"..sapevo che ti saresti messa a ridere, perciò ti ho raccontato del mio defunto gatto"
"avete suonato stasera?"
"solo gli ultimi 10 minuti, abbiamo finito tardi con la registrazione"
"ah capito, c'era Inès?"
"si si, si è trattenuta con Mike e John, io me ne sono venuto qui per vedere come stavi"
"grazie del pensiero, sto bene...ora".
Trascorremmo la notte a chiacchierare e a suonare la chitarra, mi sentivo in pace in quel momento..vorrei tanto ritrovare quella pace, invece il suo ricordo ora mi perseguita.
Anche se vorrei tantissimo ripercorrere quel viale con Billie Joe, magari per il resto della vita..

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Capitolo 4
*** 1039/ SMOOTHED OUT SLAPPY HOURS ***



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La notte volò via.
Alle quattro del mattino, Billie Joe decise di tornarsene a casa, ed io mi addormentai sul divano col sorriso sulle labbra, riaprii gli occhi intorno all'ora di pranzo:
"cavolo meno male non lavoro oggi!"
Mi alzai dal divano ancora rintronata, intorno a me c'erano i resti della notte trascorsa con Billie Joe: due lattine di birra vuote e un posacenere con qualche cicca spenta dentro,
la mia chitarra giaceva sulla poltrona, più la osservavo e più sentivo che mi stavo perdendo qualcosa, mi sentivo triste.
Presi la chitarra, la chiusi nella custodia nera lucida e la misi nell'angolo più buio del mio armadio
"così non proverò più nulla perchè non ti vedrò" questo fu il mio pensiero.
Quel giorno mia madre sarebbe tornata a casa e per non sentire le sue prediche iniziai a pulire la casa da cima a fondo, finii intorno alle quattro del pomeriggio,
stavo per pranzare quando bussarono alla porta, andai ad aprire:"buon pomeriggio, hai visto ho trovato casa tua!!"
Inès aveva un sorriso che le copriva l'intera faccia.
"Ue ciao si..sei felice?"
"Si!" Si sedette sulla sedia e mi sedetti anche io, pronta a mangiarmi il mio pranzo, un tristissimo panino con l'insalata di pollo
"E cos'è successo di così bello da farti avere quella faccia da ebete?" dissi mordendo il panino
"Oddio Shiloh, ieri sera Mike ed io ci siamo baciati!" rimasi con gli occhi spalancati e con la bocca piena di insalata, masticai e mandai giù il boccone
"Auguri!"
"Ma come auguri?! beh? non hai nulla da dire al riguardo?"
"E cosa dovrei dire, sono contenta, anche se credevo che tu e Mike stesse insieme già da un pò!"
"Ma no! ma che dici..voglio molto bene a quei tre, e tutti allo stesso modo.."
"Si ma hai un debole per Mike, ti si legge in faccia"
"Beh si quello è vero!..........comunque Mike bacia bene"
"Non te l'ho chiesto"
"Ed è pure dotato!"
"Sapevo che non ti saresti fermata allo scambio di saliva"
Inès si mise a ridere
"Non sarei stata soddisfatta a dire il vero, però quanto sei perfida...allora non ti dico cosa ho scoperto ieri sera"
"E cosa avresti scoperto di così interessante, Mike ha un tatuaggio....li?"
"No!"
"Mhm...fammi pensare....avete fatto sesso in mezzo alla strada..pensa che freddo!"
"Ehm, no! l'abbiamo fatto a casa mia, con mia nonna che dorme nella stanza vicino, comunque"
"Oddio, vi ha sentito?"
"No, sembrerebbe, e non ho fatto molto silenzio"
"Inès!" esclamai scandalizzata
"Ahahahah dai scherzo, comunque non hai indovinato!"
Inès inarcò il sopracciglio, allora capii che la cosa mi riguardava
"Dai dimmi, non so proprio che scoperta hai fatto"
"Bada che non ho scoperto l'acqua calda eh"
Mi alzai per prendermi un bicchiere d'acqua
"Siediti altrimenti potresti svenire" disse.
Guardai Inès poco convinta, riempii un bicchiere con dell'acqua e mi risedetti al tavolo, mentre bevevo Inès disse:
"Dunque ho scoperto che....Billie Joe ha una cotta per te!"
Sputai l'acqua in faccia ad Inès
"Cosa?!?!"
"Mhm, grazie" disse prendendo un tovagliolo e asciugandosi la faccia
"E chi te l'ha detto??"
"Ma nessuno Shiloh si vede! l'ha notato anche Mike"
"Ma smettila" all'improvviso mi bruciarono le guancia dalla vergogna.
"Ma anche se fosse, ma perchè ti dispiacerebbe? di la verità"
"Ma Inès lo conosco da due giorni"
"Quando una persona ti rimane impressa io non credo la devi conoscere da una vita per sentire che l'ami"
"Pure poetessa? questa perla da dove viene?"
"Dalla bocca di Mike"
"Allora non esce solo lingua da quella boccuccia di rose di Mike"
"Ahahah! senti spiritosona che hai fatto ieri sera che non sei venuta al Gilman?"
"Ho fatto mattina con Billie Joe qui a casa"
"Vi fate schifo allora"
"Ma smettila! siamo amici"
"Mhm! si si!  proprio amici! se stasera non vieni al Gilman ti perdi una bella cosa"
"Oddio..cosa"
"Ehhh vieni stasera...senti che avete fatto"
"Purtroppo non quello che avete fatto tu e Mike.."
"Shiloh! vabbè faccio finta di niente"
"Suvvia era una burla"
"Si si, una burla...ma senti, cambiando discorso"
"Eh si che è meglio"
"Tua madre?"
"Mia madre è in ospedale, la dimettono oggi"
"Ti andrebbe di parlarne?"
"Cosa c'è da dire? Vivo con mia madre, una tossicodipendente alcolizzata del cazzo, che ogni due per tre è in ospedale.."
"Ma non hai fratelli o sorelle, qualcuno che possa aiutarti ad affrontare la cosa"
"Ho una sorella più grande, ma vive a Monaco di Baviera e io non la vedo da 7 anni, la sento per telefono qualche volta"
"Dalla serie, lontano dagli occhi, lontano dal cuore eh...e tuo padre?"
"Non l'ho mai visto..se ne è andato quando mia madre è rimasta incinta di me"
"Bene..brutta storia, mi spiace Shiloh"
"Figurati..tanto avrei dovuto dirtelo"
"Lo sai Mike invece è stato adottato?"
"Ah si?"
"Si appena nato, sua madre era una tossicodipendente...lui crede sia morta, o meglio preferisce pensarla così"
"Anche io la penserei così"
"Credo che a Mike piacerebbe conoscere la sua madre naturale"
"E allora? Che vorresti fare? Metterti a cercarla?!"
"Beh almeno, documentarmi sulla cosa"
"Non puoi, è violazione della privacy, parlane con la madre adottiva di Mike, chi meglio di lei sa?"
"Mhm, forse hai ragione, ma non credo che io possa fare i voleri di Mike.."
"Se voleva la cercava lui, Inès lascia stare..magari è morta sul serio, e se lo venisse a sapere ora, anche se si era autoconvinto della cosa, potrebbe essere uno shock per lui"
"Hai ragione meglio lasciar stare" sentii le chiavi nella serratura, mia madre era tornata, mi alzai di colpo e andai verso la porta
"Mamma!"
"Ciao Shiloh"
Mia madre aveva un'espressione diversa dal solito, aveva un sorriso che le illuminava il viso
"Come va mà?"
"Ora sto bene..non vedevo l'ora di tornare a casa"
"Mamma posso presentarti una mia amica? Lei è Inès"
"Piacere signora Reed"
"Piacere mio Inès, chiamami pure Margaret, per favore"
"Ok..Margaret! bene io vado...ci vediamo stasera li, ok?"
"Ok, ciao Inès".
Mia madre si sedette sul divano con la testa tra le mani e iniziò a piangere, mi misi in ginocchio davanti a lei
"Mi dispiace tanto Shiloh..non ti meriti una madre come me"
"No..ti prego non dire questo"
"Ti do solo problemi.."
"Io non posso lasciarti, ammetto di non sopportare i tuoi vizi, ma almeno aiutami ad aiutarti"
"Io non ho nulla.."
"Hai me, mamma e hai Katy..io non ti lascierò sprofondare,lascia stare l'alcol e la droga, ti fanno stare solo male"
Si asciugò gli occhi e mi abbracciò, fu la cosa più bella che mia madre riuscì a regalarmi, fu lungo e pieno d'amore.

GILMAN STREET, qualche ora dopo.

Io e Inès eravamo in fila per entrare, mentre ci fumavamo l'ennesima sigaretta accompagnata da una birra:
"Così sei riuscita a chiarire con tua madre"
"Si siamo arrivate ad un accordo, lei va alle riunioni alcolisti anonimi e si disintossica e io..beh, la sostengo e vado a lavorare.."
"Sono contenta" disse sorridendo
"Anche io..è stata la prima volta che ho parlato a lungo con mia madre...le ho anche raccontato del fatto che i The Ratt non sono più la mia band e le ho parlato di Billie Joe"
Feci un sospiro e nemmeno me ne accorsi, Inès mi guardò sorridente, ormai non potevo nasconderglielo, mi piaceva Billie Joe.
La fila iniziò a muoversi ed entrammo al Gilman, i Green Day salirono sul palco e salutarono il pubblico.
Il mio cuore se poteva uscire dal mio petto si sarebbe messo a gridare, rimasi immobile ad ascoltare le parole di ogni singola canzone.
Billie teneva gli occhi fissi su di me mentre cantava, ed io non potevo fare altro che riguardarlo immobile.
Appena finirono scesero dal palco e sparirono dietro le quinte, io non feci in tempo a vedere chi stava per suonare che Billie mi prese e fuggimmo.
Corse velocemente, uscimmo fuori dal Gilman e continuò a correre,
"Billie..ma dove stiamo andando?" avevo il fiatone e d'un tratto, qualche metro dopo, ci fermammo a riprendere fiato.
Billie si appoggiò al muro
"Scusa....volevo....fossimo..lontani"
"Ho capito ma....cribbio.."
Stavo china e fissavo l'asfalto sotto i miei piedi e man mano ricominciai a respirare normalmente, non mi accorsi che Billie Joe era di fronte a me, mi alzai di colpo e mi sorrise.
Fu un attimo che mi baciò, i sentimenti che iniziai a provare furono così brillanti e forti che potevo sentirli uno ad uno e mi invadevano ogni parte del cuore.

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Capitolo 5
*** ...IT'S ALL TRUE? ***



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Billie era seduto ai piedi del mio letto, io avevo gli occhi chiusi, ma lo sentivo mentre si rivestiva, ogni singolo minimo rumore che poteva fare avevo paura mi potesse svegliare da quel sogno, avevo paura di stare a sognare, invece era tutto vero.
Billie era veramente in quella stanza, e quella notte la passammo realmente a fare l'amore, lo sentìì avvicinarsi al mio letto, mi diede una carezza e mi baciò sulla fronte ed uscì, mi rigirai nel letto col batticuore che mi faceva quasi sudare, dovevo alzarmi e tornare alla realtà, dovevo andare a lavorare!
Nel frattempo sentìì mia madre uscire dalla sua stanza, bussò alla mia porta
"..Shiloh?"
"Si mamma entra.."
entrò nella stanza
"Eppure ero convinta di aver sentito aprire la porta di casa...pensavo fossi uscita per andare al lavoro.."
"No,no...ti sarai..sbagliata!" dissi sorridendo e rifacendo il letto
"Si, mi sarò sbagliata"
disse uscendo dalla stanza
"Forse è un pò troppo presto per dire le cose come stanno.."
pensai, mi vestìì e scesi a fare colazione, mia madre era in cucina, seduta al tavolo, leggeva il giornale e beveva il caffè
"..non fare tardi all'appuntamento degli alcolisti anonimi..dovrebbero inventare un nome più decente per quest'associazione.."
Le dissi versandomi del caffè e accendendomi una sigaretta,
"..stai tranquilla, lo faccio, ho deciso che mi disintossicherò, e lo faccio..certo Shiloh, mi dovrai aiutare a dimagrire però.."
"..quello non devi preoccuparti..tu pensa a tornare in salute, poi ti iscriverò in palestra.." ci scambiammo un sorriso poi si accese una sigaretta anche lei
"...sei stata con quel ragazzo stanotte..?" il cuore mi arrivò il gola quasi strozzandomi col caffè
"..cosa?"
"..si quel ragazzo, quello che ti piace tanto..puoi dirmelo, alla tua età avevo già avuto tua sorella, quindi le ho fatte anche io queste cose.." disse sorridendo
"........"
"...l'unica cosa che voglio è che tu non soffra Shiloh, se sei innamorata di quel ragazzo sono felice per te.."
"...si lo sono mamma.."
"..lo voglio conoscere...certo non dirglielo ora..si spaventerebbe..."
"..no, no okay...poi glielo dirò" dissi sorridendo, mi alzai, salutai mia madre e uscìì di casa.
Per la prima volta nella mia vita, uscendo di casa mi ritrovai a essere felice, niente più lacrime, una luce di speranza. Mia madre aveva deciso finalmente di disintossicarsi, avevo una nuova amica Inès, mi stavo affezionando molto a lei e poi...e poi c'era Billie Joe.
Arrivai in negozio e trovai Inès seduta al bancone che sorseggiava tranquillamente una cioccolata calda
"buongiorno! come mai da queste parti?"
"ohi ciao...oggi lavoro il pomeriggio e quindi sono venuta a scassarti come al solito"
"hai fatto bene "
Hugh ritornò dal retrobottega,
"Ciao Shiloh...senti oggi mi devi fare un favore, puoi chiudere il negozio tu? devo fare una visita molto importante.."
"..si, certo...ma è successo qualcosa?
"no, no tranquilla, è solo un esame"
Hugh si sfilò la divisa, si mise il giubbotto e mi lasciò le chiavi alla casa ed uscì.
"..comè andata con BJ ieri sera? non credere di farla franca..mi devi dire tutto, siamo solo io e te, tanto"
"...Inès usa la tua immaginazione.."
"..la mia immaginazione mi dice che tu e BJ ieri sera ci avete dato dentro...ma la mia è una mente malata.."
"sei sanissima di mente.."
Inès non poteva crederci
"...ci ho preso?"
"si.. "
"e io pensavo tu fossi vergine.."
"..no sono del toro." Inès scoppiò a ridere e in quel momento entrò qualcuno nel bar
"..Buongiorno! " era Mike che veniva a dirci che l'album sarebbe uscito a giorni e che presto sarebbero partiti per un piccolo tour, al quale Inès prese parte come compagna di viaggio.
L'uscita di 1039/smoothed out slappy hours era vicina. Ero emozionata più io di loro.
Mai mi sarei aspettata cosa sarebbe successo dopo..

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Capitolo 6
*** AT THE LIBRARY ***


Chiusi la porta di casa dietro le mie spalle.
Mia madre dormiva sul divano come un angelo.
Accanto a lei, sul mobile, non c'era la solita bottiglia di birra vuota e la canna mezza spenta nel posacenere, ma una tazza di thè lasciata lì, forse a raffreddarsi perchè scottava.
Dormiva profondamente e bene, perchè russava, Crew le faceva da carillon con le sue fusa.
Attraversai il corridoio in punta di piedi, poi salìì le scale e mi chiusi in camera, mi buttai sul letto, e affondando la testa nel cuscino,sentìì il profumo di Billie.
Avevo voglia di suonare la chitarra, mi sentivo vuota senza di lei.
Avevo voglia di aprire l'armadio e riprenderla, mettermi a suonare fino a quando i miei polpastrelli incalliti non si sarebbero consumati.
"ma Dio..dimmi per cosa suono? - pensai - ..non ho voglia di ricominciare a credere a qualcosa che non esiste..so che se la riprenderò tra le braccia, lei, per ipnotica magia, ricomincerà a dirmi di credere..e io non voglio..perchè non credo.."
In effetti, io potevo fregarmene, eccome se potevo.
Quel giorno potevo andare alle prove, e stra fregarmene del concerto dei Green Day, non avrei litigato con Raylee e con gli altri.
A quest'ora, ero in sala prove a suonare lei..non starei qui, a respirare il profumo di Billie che ho tra le coperte.
Mi addormentai senza nemmeno accorgemene.
Puntuale, alle sei, la sveglia suonò, non mi ero nemmeno tolta i vestiti prima di addormentarmi,  uscìì dalla stanza e andai al bagno per una doccia.
Mezz'ora dopo, ero pronta per andare a lavoro, era il primo ottobre 1990, strappai il mese di settembre dal calendario e mi misi a preparare la colazione:

"Buongiorno Shiloh"
"oh ciao mà.."
Si sedette al tavolo con le braccia conserte
"a che ora devi andare in comunità?" dissi porgendole una tazza di caffè e sedendomi.
"..all'una" disse schiarendosi la voce "ci vediamo quando stacco" "daccordo" Mi alzai, le diedi un bacio ed uscìì di casa.
Il telefono squillò, Margaret si alzò dalla sedia e si avviò verso il corridoio.
"..Pronto?"
"..mamma sono Katy.."
"..tesoro..come stai?"
"..io bene, qui è tutto apposto, lavoro sempre..tu piuttosto come stai?"
"..io bene, Shiloh mi sta aiutando a..disintossicarmi.."
Margaret provava vergogna
"..mà, non balbettare quando dici quella parola..piuttosto..Shiloh come sta?"
"..credo stia abbastanza bene - sorrise - esce con un ragazzo, il figlio degli Armstrong.."
"..ma il più piccolo, com'è che si chiama? Billie Joe?"
"..si si, lui..pare vada bene, la vedo molto più bella devo dire.."
"..l'amore dicono faccia quest'effetto, rende più belli..bene sono contenta.."
"..si anche io"
"...senti, ma quando pensi di dirle quella cosa?"
Margaret sbiancò..la gola le sembrò più secca ed arida del deserto del Sahara, mandò pesantemente giù la saliva e parlò
"..n-non posso ora Katy..non posso.."
"..stai scherzando spero! mamma ha quasi 20 anni, ma quando cazzo pensi di dirglielo?"
"..Katy non posso! sto recuperando ora i rapporti con lei, e non posso dirglielo..non posso perdere anche lei.."
"..mamma..cazzo..sono 20 anni che le tieni nascosta una cosa del genere..quando pensi di dirglielo? quando magari lo scoprirà da sola?"
Margaret iniziò a piangere
"..n-no non posso Katy...non posso..se le dicessi tutto..non mi guarderebbe più in faccia...e..e io non voglio perderla.."
"..mà...ok..ma dovrai dirglielo..prima o poi.."
"..non ora Katy..non è facile da spiegare..reagirebbe malissimo.."
"..devo lasciarti..ci sentiamo presto..mi raccomando.."
"..o-ok.."
Riattaccò il telefono e si sedette sulla sedia accanto al telefono, iniziò a farsi mille domande, alla quale non c'era nemmeno una risposta..non poteva dire tutto a Shiloh..non le avrebbe perdonato una cosa del genere.

Inès era seduta al tavolino, guardava un punto fisso fuori la vetrina, nelle mani teneva una tazza di caffè.
Il tempo fuori era cupo e nuvoloso, prima o poi sarebbe iniziato a piovere di brutto.
Hugh era seduto alla cassa, leggeva il giornale e ogni tanto tossiva.
Io, non potevo far altro che rimanere immobile al bancone, i clienti quella mattina non volevano venire.
Inès si sistemò i lunghi capelli neri dietro le orecchie, si alzò e venne verso il bancone, riportandomi la tazza di caffè vuota.
"..andiamo al cinema stasera?"
Inès era visibilmente triste in volto
"..ok, Inès, dobbiamo parlare..cos'hai?"
"..un pò di cose..magari ne parliamo dopo..ora vado a lavoro..ci vediamo stasera, vengo qui in chiusura.."
"..ok..a stasera.."
Pagò il caffè a Hugh e uscì dal bar.
Hugh si schiarì la voce e mi guardò
"Shiloh..sto pensando seriamente di chiudere il bar.."
Rimasi scioccata
"..no Hugh..n-non puoi..io ho bisogno di questo bar..devo aiutare mia madre.."
"..lo so Shiloh..ma..ti confesso che sto poco bene con la salute..non posso continuare a lavorare.."
Scesi dal bancone con le lacrime agli occhi, e andai verso la cassa.
"Hugh...ti prego..continuo a lavorare io qui..ma ti prego..non licenziarmi..ora come ora..non saprei a chi andare a chiedere lavoro..lo terrò in piedi io..ti porterò ogni sera il fondo cassa a casa..ma ti prego..non lasciarmi in mezzo ad una strada.."
Hugh si commosse e mi abbracciò
"..sei una persona speciale Shiloh, lo sai non ho figli o parenti stretti, sei come una figlia per me - fece un minuto di silenzio - ..faremo così..ma sei sicura che non ti pesa..?"
"assolutamente.."
Mi abbracciò di nuovo piangendo, mi confessò che il dottore gli aveva dato pochi mesi di vita. Piansi insieme a lui. Un attimo dopo si asciugò le lacrime e sorrise "dai..torniamo a lavoro..basta piangere" Mi asciugai il viso con la parannanza mentre tornavo al bancone, come se nulla fosse stato detto.br /> Mike entrò nel bar insieme ad un altro ragazzo
"buongiorno Hugh, ciao Shiloh!" si sedettero al bancone
"buongiorno.." disse Hugh
"ciao Mike..come va?"
"..tutto ok..lui è un mio amico.."
"piacere..Jason Andrew.."
"..piacere, Shiloh..cosa vi preparo ragazzi?"
"guarda a me fai un caffè" disse Mike
"..a me un cappuccino" chiese Jason Andrew sorridendo
Mi misi a preparare tutto
"Mike..dov'è Billie Joe?"
"..non lo so, credo stia a casa..comunque lo vedo dopo..devo dirgli qualcosa?"
"no,no tranquillo, non c'è bisogno.."
"..Inès è venuta qui?"
"si....Mike, è successo qualcosa?"
"..fattelo dire da lei..".br /> "..ma è ottimo!" Jason mi guardò sorridendo
"..beh devo ammettere che i cappuccini mi vengono bene" sorrisi
"..si si, è brava la ragazza..." disse Mike
Si alzarono, pagarono e uscirono.

Alla chiusura del locale, Inès si presentò puntuale all'appuntamento.
Salutai Hugh, e mi avviai con Inès verso il cinema.
L'espressione di Inès era sempre triste e proiettata verso altro.
"..Si può sapere cos'hai?...hai..per caso litigato con Mike?"
"mmm" disse facendo si con il capo.
"..oggi è venuto..mi ha risposto un pò freddamente.."
"..abbiamo litigato per colpa del fatto che sono una groupie...io non ci posso fare niente Shiloh..a me piace frequentare le persone, e se queste persone sono dei musicisti è perchè mi attira la loro vita, ovvero quello che c'è fuori dal palco..."
"..io non mi sento di dirti di smettere di fare quel che ti piace fare, non sono nessuno per dirtelo...ma se tieni a Mike..io, forse al tuo posto, farei qualcosa per farci la pace.."
"..è anche un pò teso per l'uscita dell'album, una cazzata lo fa incazzare.."
"..ma cosa è successo di preciso?"
"ieri sera, siamo stati a cena assieme..abbiamo incontrato un ragazzo, che suona in una band che si esibiva al Gilman fino a qualche mese fà..si è fermato a chiacchierare e a lui ha dato fastidio..dice che mi guardava chissà con quale intenzione..e da lì è uscito il discorso del fatto che sono una groupie...insomma io non mi ci sento nemmeno più da quando sto con lui.."
"..e gliel'hai detto questo?"
"..no..dovrei dirglielo?"
Inès mi guardò, sembrava una ragazzina al primo amore che non sa cosa fare.
Le sorrisi
"..certo, gli farebbe capire che lui per te è importante.."
Ricambiò il sorriso
"..Billie?"
"..non lo so..oggi non l'ho ne visto, e ne sentito..avrà da fare e non voglio disturbarlo.."
Stesso momento casa Reed.
Margaret era seduta in cucina, davanti a se, sul tavolo quei documenti che doveva far sparire.
Aveva paura, si grattò una guancia dal nervoso, il telefono squillò facendola sussultare.
"..pronto?"
"..mamma sono Shiloh."
"..cara, dimmi.."
"..volevo dirti che stasera sono al cinema con Inès..torno più tardi, ok?"
"..ok, ok, tranquilla, io stavo per andare a sdraiarmi..davanti alla tele.."
"..va bene, a dopo, se ti trovo addormentata, buonanotte.."
"..un bacio, buona serata, divertiti.."
"ciao."
"..ciao."
Afferrò quei documenti, li fece sparire tra gli altri in quella cartellina gialla, entrò in camera da letto e la nascose tra i vestiti.
"..fai che Shiloh..non trovi nulla..ti prego"
Billie Joe suonò alla porta, Margaret aprì.
"..ciao.." disse Margaret stupita
"ehm..c'è Shiloh..?" Billie era imbarazzato "..cazzo,dovevo avvertire" pensò
"..no, è fuori con Inès..tu dovresti essere Billie Joe vero?"
"..si, signora.." era sempre più imbarazzato.
"..Mi chiamo Magaret Reed..ero un'amica di tua madre una volta.."
"...piacere..e perchè ora non lo siete più?"
"..dopo la morte di tuo padre non l'ho più vista, io cambiai lavoro e ho avuto dei problemi..salutamela tanto.."
"..certo"
"..devo dire qualcosa a Shiloh?"
"..no, no..vado domani vado a lavoro da lei..grazie lo stesso, arrivederci.."
"ciao.."

Il film finì tardi.
Io e Inès ci sedemmo su una panchina appena fuori il cinema a fumarci una sigaretta.
"..pensi che io mi sia innamorata di Mike?"
Inès provava a fare dei cerchi con il fumo.
"..si..ne sono convinta..ci tieni a lui..e io penso che anche lui lo sia..ti vuole bene.."
"..ho una voglia matta di vederlo.." mi disse sorridendo, sembrava davvero una ragazzina.
Le sorrisi senza rispondere.
Inès buttò la cicca ormai finita a terra, poi guardò il cielo stellato di quella sera di primo ottobre.

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Capitolo 7
*** MIKE AND INE'S ***


Inès si liberò di uno sbadiglio che la soffocava, si stava per addormentare sulla panchina.
"sai che Hugh vuole chiudere il locale?" dissi buttando la sigaretta finita a terra.
"..cosa? e perchè?"
"mi ha confessato che..sta per morire Inès.."
"o mio Dio"
"..dovrà starsene a casa, ad aspettare la morte. Ti rendi conto?" Mi si spezzò la voce
"..mi dispiace tanto."disse Inès abbracciandomi.
Era notte fonda, ci salutammo e tornammo a casa.
Billie Joe si svegliò di soprassalto.
Non poteva crederci, l'aveva sognata di nuovo.
Quella donna non ricordava nemmeno dove l'aveva vista, eppure la sognava sempre.
Si sentiva vuoto e strano, doveva vedere Shiloh.
Solo lei riusciva a fargli scivolare via ogni strano pensiero.
Guardò la sveglia, era mezzoggiorno, si vestì ed uscì di casa, doveva andare da lei.
Camminava a passo svelto per le vie di Berkley, guardava avanti a se, e pensava intensamente a quella donna che sognava da tempo.
Cercava tra la gente, qualcosa o qualcuno che gli facesse capire. Ma cosa c'era da capire?
Sognava da tempo una donna che non ricordava nemmeno di aver conosciuto.
Arrivò al bar, si fermò davanti alla vetrina, a spiare Shiloh che lavorava, senza farsi vedere.
Gli bastò vederla e dimenticò quella donna.
Entrò nel bar e si avvicinò al bancone, il sorriso le illuminava il viso, se la strinse forte addosso
"..my pulse is speeding, my love is yearnig.." sussurai a Billie quelle parole e mi strinse ancor più forte.
Si sedette ad un tavolo chiedendomi un caffè.
Poco dopo, entrarono Mike e John, mi salutarono e si sedettero al tavolo con Billie: era il gran giorno!
Concerto di presentazione al Gilman di "1039/smoothed out slappy hours" e l'uscita dell'album.
Erano molto agitati, parlavano in fretta tutti e tre, e ogni tanto Mike faceva una battuta.
Billie si alzò e venne al bancone
"..vado, ci vediamo stasera?"
"..alle otto sto li..ok?" dissi sorridendo
lui sorrise di nuovo, mi accarezzò la guancia e mi baciò.
Mentre uscivano, Inès stava entrando, si guardò per un attimo con Mike, ma lui si girò per non vederla e sparì insieme a Billie Joe e John.
"hai visto?" Inès era sempre triste
"..Inès, devi parlargli.." dissi mettendo a posto i bicchieri.
"..stasera ci parlo, io mi sono stufata..." sentii la voce di Inès che si spezzava, quasi steva per piangere, alzai lo sguardo di scatto preoccupata, lei mi guardava fissa, con quei grandi occhi neri.
"Inès..allora..primo non piangere.."
"io non sto piangendo!"
"..ok, secondo, cazzo oggi ci suoneranno le loro fatiche, quindi non ha motivo di essere tesa e incazzata come dicevi ieri.."
"..ok..poi?"
"..aspettiamo che finisce il concerto, vai da lui e..lallero! la frittata è fatta.."
"..che bella frittata..io odio le frittate.." disse accennando un sorriso
"anche io" sorrisi.
Billie Joe si sentì salutare, si voltò e la rivide di nuovo.
Ricambiò il saluto, ma chi era?
Lei era lontanissima, quasi un punto nero tra la gente quella sera.
Scese giù dal piccolo palco ancora con la chitarra in braccio, si fece strada tra la gente per raggiungerla.
Non la vedeva più
"chi sei? chi sei?" disse urlando
Non lo sentiva, quella ragazza stava scherzando con delle amiche, quand'ecco finalmente le sfiorò il braccio...
"..ma possibile che ti addormenti ovunque?"
Mike diede uno schiaffo a Billie.
"..ma cazzo.."
"..ma cazzo un corno, oh dobbiamo provare..te lo ricordi? non posso proprio lasciarti solo un attimo che ti addormenti sulla prima cosa orizzontale che trovi?"
Billie si era addormentato sul divano che si trovava appena vicino all'entrata del Gilman, non era possibile.
"..Mike, fermo mi sento stranissimo.."
"..quando la smetterai di drogarti?" disse sorridendo
"..no macchè non centra nulla la droga..ma che cazzo di battuta è?" si mise a ridere
"..dai, che hai? sbrigati che dobbiamo provare..John sta suonando quella cazzo di batteria già da un'ora..e te dormi come un angioletto sulle nuvole.."
"..sogno una donna, Mike.."
"..ma chi Shiloh? l'hai vista prima oh"
"..no no..non è Shiloh..è una donna lontana che nemmeno riesco a vedere.."
"..basta, dai alza quel culo secco.."
Billie si alzò ancora rimbambito, prese Blue e salì sul palco, attaccò il jack e si mise ad accordarla.
Il suo suono lo svegliò piano piano.
"..dai..su "At The Library" disse e si avvicinò al microfono.
GILMAN, ORE OTTO. "..sono emozionata!" disse Inès zompettando.
Eravamo come sempre padrone della prima fila.
"..anche io, cavolo! ma le faranno tutte..?"
".si a quanto pare..ci devono presentare i loro lavoretti.."
"tu prepara il tuo dopo per Mike.."
Non feci in tempo a finire la frase che salirono sul palco, una luce di un faro quasi mi ciecò, strizzai gli occhi e vidi Billie più nitidamente.
Era stupendo contornato di luce.
Suonarono vari pezzi del nuovo album, erano padroni del palco, gli veniva naturale. Fu un bel concerto.
"..ti devo parlare.." Inès salì sul palco e abbracciò Mike dicendo queste frasi.
La folla rimase ad applaudire, e noi sparimmo da dietro le piccole quinte del locale.
Billie, John ed io rimanemmo nei camerini, Inès si allontanò mano nella mano con Mike uscendo fuori.
"..che mi devi dire..?" disse Mike sbuffando e lasciando la mano di Inès
"..ancora sei incazzato? guarda che non ne hai più motivo.."
"..."
"..non parli? allora parlo..io..ok?"
"..ok.."
"..non hai motivo per essere incazzato, lo vedi? hai appena concluso un concerto dove hai suonato le tue prime canzoni..non sono le solite cover che tu e Billie suonavate quando vi ho conosciuto.. - Inès si mise in ginocchio ai piedi di Mike ed iniziò a piangere..come non aveva mai fatto - ...non ne hai motivo! no! - si asciugò il viso, ma le lacrime continuavano a scendere - io non sono stata più con nessun'altra band..non hai motivo di essere arrabbiato con me...non ce l'hai..non ce l'hai Mike..non ce l'hai...quello era un amico..un fottutissimo amico..suonava qui, lo sai? ma lui ora credo faccia lo spazzino perchè ne ho viste di band andarsene e venire da quando sono qui e nessuno di loro ha mai avuto valore per me più di quanto ne abbia tu...non sono tanto brava con le parole, a...a volte i miei atteggiamenti vengono presi per falsi..ma non lo sono te lo giuro...te lo giuro...io...io ti amo.."

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Capitolo 8
*** DRUNKEN ***


Mike ricordò all'improvviso l'istante in cui conobbe Inès.
Più o meno, la cosa risaliva all'incirca a 5 anni prima.
Lui e Billie volevano provare a suonare in pubblico, avevano 14 anni.
Entrò nel Gilman una mattina che non andò a scuola, lei era seduta su quel divano a scrivere.
A 14 anni hai solo voglia di provare a fare sesso, e quindi pensava che la sua fosse solo una fissa nei suoi confronti.
Ma col tempo capì che non era solo sesso ciò che provava per Inès.
E in quel momento era di fronte a lui, in ginocchio a piangere, e continuava a ripetergli che lo amava.
Voleva parlarle ma non ci riusciva, e non era colpa del freddo.
Inès per lui era un pugno sullo stomaco, quello dato forte e che ti toglie il fiato e ti lascia la sensazione che da un momento all'altro morirai soffocato.
Si piegò sulle ginocchia e abbracciò Inès, la strinse così forte quasi da infilarsela nel petto.
La sentiva ancora singhiozzare, e il cuore gli si strinse.
Si, l'amava anche lui.
"..ti amo anche io Inès.."

Billie Joe e John parlavano seduti sulla panchina fuori il Gilman.
"..quanto ci metteranno Mike e Inès a parlare?" John moriva di freddo.
"..perchè secondo te noi stiamo qui ad aspettarli?" disse Billie.
"credo che Billie abbia ragione.." dissi sorridendo
"..e be allora che facciamo ancora qua? io sto morendo di freddo.."
"..la conosci bene la strada di casa..vai no?" disse Billie scherzando.
John sorrise, poi si alzò.
"..va bene, allora ci vediamo domattina..non fate tardi! notte."
"notte" rispondemmo.
Era appena iniziato ottobre e il freddo invernale si faceva già sentire.
Billie mi mise un braccio intorno al collo per riscaldarmi.
"..sei gelosa se ti dico che sogno un'altra?" Disse Billie con naturalezza
"..dipende..chi è questa?"
"..non lo so.."
"..bene, allora no."
"..è un pò che mi capita, di sognarla in varie circostanze, ma non riesco a vedere il suo viso.."
"..sei sicuro di non conoscerla? magari l'hai già conosciuta.."
"..bo.."
"..bene, bene.."
Mentre io e Billie continuavamo a scaldarci e a parlare sulla panchina, vedemmo Inès e Mike venire verso di noi.
Camminavano mano nella mano e sorridevano.
Decidemmo di andare a bere una birra al pub vicino al Gilman.
Uscimmo due ore dopo completamente ubriachi.
Mike spalancò la porta del pub ed uscì fuori urlando.
"uaaaaaa!!!! Green Day! Green Day!" e si mise a prendere a calci un bidone.
Inès iniziò a ridere e indicare Mike dicendo solamente " ahahahah poverino!"
Billie Joe invece barcollava e mi teneva per mano, a me girava solo la testa, ma morivo dalle risate a guardare Mike.
Fortunatamente, le sbronze le reggevo bene e sostenevo moralmente per la maggior parte delle volte, coloro che invece si sentivano male, e fu così per Mike.
All'improvviso smise di ridere e di farfugliare, iniziò a tossire e vomitare.
Inès scioccata rimase ad osservarlo.
Corsi verso Mike lasciando Billie che cadde di culo per terra. Mi sembrava di trovarmi in un ospedale psichiatrico.
"..Mike, ce la fai?"
*attimi di vomito*
"..si..eccomi, oh cristo!" si diede una pizza in faccia e si pulì con un fazzoletto che aveva in tasca.
Intanto ero andata a raccogliere Billie che si era addormentato sull'asfalto.
Ma a Mike non era passata la sbronza, rideva ancora.
"ahahah, guardalo Inès!" Inès si mise sottobraccio a Mike e ridevano insieme.
"..oddio poverino!" disse Inès.
"..guardalo come dorme..adesso sogna di nuovo quella donna..ahahahaha"
"..Mike tu sai almeno chi è questa ragazza?"
Iniziammo a camminare verso casa.
"..certo che lo so!" disse barcollando insieme ad Inès
"..lo sai?" all'improvviso il giramento di testa mi passò
"..è una bella ragazza..che abbiamo conosciuto tempo fa..ihihihih"
"...ihihihihi" Inès ripeteva quello che Mike diceva.
"...e chi è? come si chiama?" dissi sempre più seriamente
"..e che ne so, chi la conosce!"
Pensai che Mike era ubriaco, e cercai di non dare importanza a ciò che diceva.
Non sapevo dove abitava Billie, e non potevo chiederlo a Mike, se ne era andato a casa di Inès.
Trascinai me e Billie fino a casa, aprìì la porta cercando di fare meno rumore possibile salendo le scale.
Aprìì la porta della mia stanza, cacciai Crew dal mio letto e ci buttai Billie sopra, dormiva che sembrava svenuto.
Uscìì dalla mia stanza e andai in bagno a sciacquarmi la faccia, e pensai a ciò che disse Mike.
Caddi in preda all'ansia a pensarci.
Tornai in camera e mi infilai nel letto insieme a Billie.
La testa continuava a girarmi, sembrava che il letto girasse come la mia testa.
Non riuscivo a dormire in quelle condizioni, cercai di svegliare Billie.
"..Billie..Billie!" dissi sottovoce smuovendolo
"..eh..cazzo..dove stiamo.."
"..a casa mia, ti sei addormentato in mezzo alla strada, non so dove abiti quindi ti ho portato qua..non dormire ti prego..mi gira la testa.."
"..ma come non dormire..Shiloh..ho sonno.."
"..eddai rimani sveglio con me.."
Billie aprì gli occhi e mi sorrise.
"..stiamo messi male eh.."
"..perchè non hai visto Mike e Inès.." ci mettemmo a ridere sempre sottovoce.
"..ma che ore sono..?"
Mi voltai verso il comodino a guardare la sveglia
"sono le tre e mezza.."
"..ma porca..domani ci ammazzano in studio se facciamo tardi.."
"..ma ora andrete in tour?"
"..si..a proposito..ti avevo portato una cosa.."
Si alzò con fatica per mettersi seduto, tirò fuori dallo zaino un cd e me lo diede.
Era buio, e accesi la luce che avevo sul comodino.
Feci fatica anche io a mettermi seduta e quando ci riuscìì mi misi ad osservare il cd.
Era "1039/smoothed out slappy hours" e lo guardavo con invidia, alzai lo sguardo e Billie si era completamente spogliato rimanendo solo in mutande, lo guardai poco convinta, lui, invece, sguardo con sguardo ammiccante, sapeva cosa voleva fare.
Mi misi li per li a ridere, posai il cd sul comodino e spensi la luce, lui venne verso il letto, col buio inciampò sulle proprie scarpe e cadde a terra.
"..porca troia!"
Iniziai a ridere e non smettevo più
"shhh! shh! sotto voce!"
Per tutto il resto della notte siamo rimasti a fare sesso. Più tardi mentre pian piano sentivo che stavo per addormentarmi, mi tornarono in mente le frasi di Mike.
Ma Billie era li accanto a me a dormire, non avrei mai permesso che non sarebbe stato più così
Ma non feci in tempo a convincermene che mi addormentai.

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Capitolo 9
*** 80 ***


Il giorno dopo, mi svegliai con un mal di testa orribile.
Era una bella giornata, il sole inondava tutta la stanza illuminando ogni angolo.
Era sicuramente mattino inoltrato, perchè il sole era abbastanza alto, mi girai verso Billie che ancora dormiva.
Mi misi ad osservarlo, e poi lo abbracciai.
"..potrei rimanere sveglia solo per sentirti respirare, mentro sento battere il tuo cuore.." pensai.
Mi alzai e mi rivestii, scesi e mia madre non era in casa. Lasciò un biglietto con scritto che sarebbe rimasta in comunità per due giorni.
Pensai che fu meglio così, almeno non ci avrebbe visto.
Guardai l'ora, era l'una e un quarto, ricordai all'improvviso che Billie non doveva fare tardi allo studio.
Salìì di corsa le scale chiamandolo.
Aprìì la porta della camera e lui si stava vestendo.
"..è tardi!" dissi preoccupata
"..lo so cazzo, John mi ammazza, chiama Mike..credo stia da Inès.."
"si vado.."
Scesi le scale e andai al telefono e feci il numero di Inès.
"..pronto?"
"Inès, sono Shiloh.."
"..ohi, vi siete alzati anche voi ora eh?" disse ridendo
"..si cavolo, Mike? Billie mi ha chiesto di sentirlo.."
"..Mike è uscito 10 minuti fa, sta venendo da voi.."
"..ok, va bè, poi ci vediamo dopo ok? ciao.."
"si, ciao.."

Poco dopo, Mike suonò alla porta, nemmeno entrò.
Billie Joe uscì di casa e se ne andò con lui allo studio.

1 Ora Dopo, Studi Della "Look Out! Records":
Andry Ernst, collaboratore discografico dei Green Day, era arrabbiatissimo.
Era seduto alla sua scrivania e guardava Mike, Billie e John, li squadrava su ogni loro gesto.
"..siete in ritardo, vi ho chiesto, cortesemente ieri, di non fare tardi. Oggi deve uscire il vostro lavoro, e non possiamo ritardare per colpa vostra, ci perdiamo moltissimo.."
"..ci scusi, ma ieri sera abbiamo fatto tardi.." disse John
"..si non succederà più" disse Billie
"Ve lo assicuro io che non succederà più..non ho tempo da perdere, vi liquido la prossima volta.."
Fece un minuto di silenzio, poi ricominciò a parlare.
"dopo l'uscita di "1039/smoothed out slappy hours" andrete in tour, vedete che effetto fate alla gente, se gli fate cagare non buttatevi giù, è normale all'inizio.."
"..è probabile?" disse Billie
"..siete degli sconosciuti, tre ragazzini che cantano stronzate e a volte di amore folle per qualcuna, può darsi signor Armstrong..queste comunque sono le date del "tour" che farete, vi dovrete spostare con mezzi vostri, non siete ancora delle star da potervi permettere mezzi lussuosi, trovatevi un camper o qualcosa del genere"
Porse ai tre un foglio con delle date e dei luoghi, alcuni lontanissimi.
Erano tutti e tre emozionati, ma non lo lasciavano vedere.
"..partirete tra due settimane..mi raccomando, impegnatevi se volete continuare su questa strada.."
Uscirono dallo studio di Ernst e si avviarono verso l'uscita.
Billie si mise a guardare il foglio e a commentare le date, la più lontana era in Ohio.
"..Cristo in Ohio! ma come cazzo ci arriviamo con mezzi nostri?"
"..non ne ho la più pallida idea Bill, dobbiamo trovare un auto, o  un camper come ha detto Ernst, comunque qualcosa con le ruote.." disse Mike camminando con le mani in tasca.
"..potrei chiedere al mio vicino del suo furgone, comunque ci serve qualcosa anche per i strumenti.." disse John.
"..il furgone andrebbe benissimo, basta che non ce lo fa pagare, glielo ridiamo appena finito il tour.." Billie piegò il foglio e se lo mise in tasca.
Mike camminava a testa bassa, John si guardava intorno, Billie fece altrettanto, ognuno dei tre si immerse nei propri pensieri.
Lo sguardo di Billie cadde sull'altro marciapiede, si fermò all'improvviso:
allora esisteva, non era tutto frutto della sua malata immaginazione, la donna che regnava nei suoi sogni era dall'altra parte del marciapiede, osservava curiosa una vetrina insieme all'amica, i lunghi ricci erano raccolti in una coda di cavallo che le cadeva giù per la schiena, portava un chiodo di pelle lucido, jeans blu e delle converse all star nere ai piedi, era interessante e voleva attraversare e chiederle dove si erano visti, e perchè lui la ricordasse così sfocata da sognarsela e non ricordarsi dove averla vista.
"..Bill?" chiese Mike
Billie non rispose, rimase ad osservarla senza parlare, Mike guardò nella sua stessa direzione e camminava verso lui.
"che c'è Bill?"
"..è lei Mike.." nella sua voce Mike notò un pò di malinconia, non sapeva come schiodare l'amico.
"..cosa vuoi fare?" chiese rassegnato.
"..nulla,andiamo.." Billie si rimise a guardare per terra e a camminare, Mike lo seguì poco dopo.
Aveva tanti in pensieri in testa, non sapeva cosa doveva fare.
Iniziò a sentirsi stranamente in colpa, ma la sua angoscia durò un attimo, finì tutto quando entrarono nel bar di Shiloh.
Lei era seduta a pranzare con un piatto di pasta, di fronte a lei Inès mangiava un panino e parlavano.
"..amore!" Inès si alzò e corse da Mike che l'abbracciò e la baciò.
Mi voltai verso Billie, il cuore mi batteva forte, volevo urlargli anche io "amore mio", ma lui prosciugava ogni vocabolo che il mio cervello conosce, non ebbi nemmeno tempo di aprire la bocca che Bille ci stampò sopra la sua.
I tre si sedettero allo stesso tavolo.
"John credo che tu ti debba trovare una donna" disse Mike ridendo insieme a Billie.
"spiritoso.." disse arrossendo.
"..che stronzo! guarda è tutto rosso!" disse Inès
"ma tranquilla Inès sti due stronzi ormai li sopporto da parecchio!" disse sorridendo.
"..allora stasera suonate?" chiesi infilandomi in bocca anche l'ultimo rigatone.
"..si, anzi tra un pò andiamo eh.." disse Billie.
Mi alzai e buttai i piatti di carta mio e di Inès e mi misi a fare i caffè.
John e Mike si misero a discutere sull'orario, Inès ogni tanto si intrommetteva o rimaneva ad ascoltarli.
Billie si mise a guardare fuori dalla vetrina, e senza nemmeno accorgersene, rivoltò i suoi pensieri a lei.
Mike gli diede un calcio da sotto il tavolo
"hai sentito?"
"..ahio...- si mise a massaggiarsi lo stinco- no..ahio, cosa?"
"..ha detto di andare.." disse John bevendo il caffè che avevo appena portato.
"..si, si ok.." il dolore iniziò a passargli e si bevve il caffè.
"..stasera vengo più tardi.." dissi
"..e perchè?" disse Inès senza capire
"..dovrei fare una cosa poi vengo..aspettatemi!" dissi ridendo
"..si si tranquilla, tanto siamo l'ultima band che si esibisce stasera.." disse Mike.
Billie non parlò, si alzarono tutti e tre, ci salutarono e poi uscirono dal locale.
"..ma Billie sta ancora rincoglionito da ieri sera?" mi chiese Inès
Io ero preoccupata, aveva uno sguardo malinconico che non sapevo interpretare.
"..non lo so Inès.."

SERA TARDI, CASA REED, ORE 23.00

Anche l'ultima cosa era al suo posto.
L'assenza di mia madre si sentiva, io mi resi conto che non ero ancora in grado di vivere da sola.
La casa puzzava ed era in disordine prima di quell'istante.
Salìì le scale ed entrai nella mia stanza per cambiarmi prima di andare al Gilman, aprìì l'armadio e vidi la custodia nera lucida della mia chitarra.
Avevo le lacrime agli occhi, ma richiusi l'armadio.
Mi voltai e sul comodino c'era l'album di Billie, accesi lo stereo e mi misi ad ascoltarlo seduta sul letto.


GILMAN STREET ORE 23.10

Stavano per salire sul palco e Shiloh ancora non era arrivata.
"eppure abita qua dietro, cazzo!" pensò Inès, che intanto si era sistemata con un boccale di birra ghiacciato, sullo sgabbello di fronte al bancone.

Billie improvvisò una melodia con la Blue non attaccata all'amplificatore, Mike era in disparte a parlare con John.
Continuava a strimpellare quella melodia, smise piano piano di suonare, perchè ad un tratto tra la folla la rivide.
Era sempre accompagnata dalle solite due amiche, sorrideva e si guardava intorno spaesata, ma in quel luogo ci stava benissimo.
Non ci pensò due volte e camminò verso di lei, facendo attenzione a non colpire qualcuno con la chitarra.
Lei si accorse del suo arrivo, e sorrise, era sempre più vicino, l'angoscia tornò a camminargli vicino, ma ora lei era ad un passo da lui.
"..ciao!" disse sorridendo, le due amiche erano andate al bancone.

"ciao Inès!"
Inès si voltò senza sapere chi la stava salutando,
"..Lexie? oddio quanto tempo!" disse abbracciandosi quella ragazza dark.
"come stai?..lei è Donna, una mia amica.."
"piacere Inès - disse sorridendo - ..tutto ok, ma quanto tempo, state sole?"
"..no no siamo venute con lei.."
Inès guardò sorridendo nella direzione che indicava Lexie, ma poi il sorriso si tramutò in shock.
Era la ragazza che parlava con Billie.

"...perdonami, io..io non mi ricordo assolutamente dove ti ho vista.." disse Billie imbarazzato
"..ci siamo conosciuti qui..non ricordi?..ma credo proprio che quella sera eri un pò ubriaco!" disse sorridendo.
All'improvviso ricordò, si! successe un anno fà! Durante il compleanno di John, venne insieme ad un'amica di Inès.
"..oddio, beh è..è probabile mi capita spesso.."
Si sorrisero
"..scusami..ma magari ci saremo già presentati..ma ti giuro non ricordo come ti chiami.."
La ragazza sorrise un pò imbarazzata, poi allungò la mano per presentarsi:
"..io sono Adrienne"

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Capitolo 10
*** THEM FIRST TOUR ***


2 SETTIMANE DOPO, LUNEDI' 20 OTTOBRE 1990
HUGH'S BAR, ORE 08.00

Il furgone del vicino di John era parcheggiato nel vialetto vicino il bar.
Tutto era pronto per il gran viaggio, il tour stava per avere inizio.
Mike leggeva il giornale, John sorseggiava il solito caffè caldo, Billie Joe osservava un punto fermo e ogni tanto canticchiava una melodia a bocca chiusa tenedo il tempo con il piede sinistro.
Aspettavano Inès, dovevano partire.
Quella sera suonavano a Fresno, appena fuori la California.
Avrei voluto partire con loro, ma avevo promesso a Hugh che mi sarei presa la responsabilità di tenere il bar, e poi c'era mia madre che aveva bisogno di me.
Inès entrò nel bar con un paio di bagagli ed esordì con un sorriso
"buongiorno!"
Si avvicinò a Mike e si baciarono, poi salutò Billie e John.
"..andiamo?" disse Inès
"..non ancora, stiamo aspettando un mio amico.." rispose Billie Joe
Quasi non finì di dire la frase, che entrò un ragazzo nel bar.
Non era tanto alto, aveva un paio di jeans neri consumati, un paio di anfibi, una giacca nera e aveva in una mano una valigia e sulla spalla sinistra aveva una chitarra.
"..two dollar Bill eccomi!" disse il ragazzo.
"..we Jason!" dissero Mike e Billie.
"John lui è Jason, è un mio vecchio amico, sarà la seconda chitarra durante il tour.." disse Billie
"piacere Jason, sono John.."
"..piacere mio.." disse Jason.
Non rimasero li a lungo, Inès mi venne incontro, mi abbracciò.
"mi raccomando eh" dissi
"tranquilla, te lo tengo sott'occhio io sto pazzo di Bill.." disse Inès sorridendo
Billie mi guardò sorridendo, Inès si allontanò con Mike, John e Jason.
Mi abbracciò e mi baciò sulla fronte.
"..voleranno queste settimane, te lo giuro.." disse
"..ehi non stai mica partendo per il fronte eh! divertiti anche per me..."
"..lo farò amore mio.."
Salirono sul furgone e se ne andarono.

SERA, ORA DI CENA, CASA REED.

Mia madre preparava la cena, io stavo seduta al tavolo e leggevo una rivista.
Crew dormiva nella sua cuccetta, quel siparietto era triste, in quel momento dovevo essere a Fresno con Billie e gli altri.
Avrei dato qualsiasi cosa per fuggire, ma i miei doveri mi tenevano incollata li, a rinunciare a divertirmi e a seguire Billie, cazzo l'avrei seguito in capo al mondo, non avrei provato paura o solitudine, lui era li con me.
Non mi accorsi che iniziai a piangere.

"..tesoro perchè piangi?" mia madre venne verso di me.
"..dio mà..dovrei essere con Billie a Fresno ora.."
"..hai sbagliato a promettere a Hugh quelle cose, te ne stai pentendo Shiloh, ora non puoi tirarti indietro..comunque non so se ti ho detto che l'altra sera è venuto Billie a casa.."
"quando?" dissi asciugandomi gli occhi
"..quando eri fuori con Inès..era molto tempo che non lo vedevo.."
"..cioè? perchè lo conoscevi già da prima?"
"..conoscevo la madre.."
"..davvero? allora potresti conoscere la madre di Mike.."
"..Mike? chi è Mike?"
"..è il migliore amico di Billie, suona il basso nei green day..Mike è stato adottato quando era appena nato.."
"..oh..mi..mi spiace.." Margaret era provata
"..già.."
"..non vidi più Holly, la mamma di Billie, dopo la morte di suo marito..io andavo spesso per la pausa pranzo al locale dove lavorava, ma dopo la tragedia non la vidi più.."
Erano le nove e mezza, Billie forse era già sul palco.
Cenammo e guardammo assieme un pò di televisione, poi me ne andai a letto.
Senza Inès, non sarei mai andata al Gilman, e non avevo altri amici con cui uscire.
E mi odio per questo, in questo luogo bellissimo ma triste, mi porto ancora appresso i miei errori d'adolescente.

FRESNO, ORE DIECI
LOCALE "THE STREET"

Inès era fuori il locale appoggiata al muro.
La fila che c'era non era la stessa del Gilman, quelli erano li solo per i Green Day.
Il fatto che era la donna del bassista, le permetteva anche di non farla.
Anche se non l'aveva mai fatta, era sempre riuscita a raggirare qualsiasi Bodyguard o sicurezza che si rispetti.
La groupie che era in lei non c'era più, Mike l'aveva uccisa.
Aveva avuto storie di una notte, con molti artisti, anche non famosi, malgrado la sua giovane età.
Ma si sà, le rockstar sono dei porci, il mondo che c'è dietro il palco fa schifo, è fatto solo di soldi, droga e sesso.
Molte volte si era ritrovata con dei dollari nelle tasche o nella borsa dopo essere stata con uno di loro.
Si sentiva una puttana, fino a quando non si era autoconvinta di esserlo.
Ma Mike, aveva ucciso quella puttana.
Si mise in fila e si accese una sigaretta.
Mentre si gustava la sigaretta, notò una ragazza.
Era in piedi vicino la sicurezza, era vestita da punk, ma era una gran puttana.
Ce l'aveva scritto in fronte, quei lunghi capelli ricci neri non riuscivano a nascondere quella scritta.
Buttò la sigaretta appena accesa a terra, e si avviò verso l'entrata a parlare con quella tizia.
"..che vorresti fare?" disse Inès
"..non sono affari tuoi..scusi, sono un'amica del cantante della band che deve suonare stasera, posso andare a salutarlo?" disse alla sicurezza.
"..tu non conosci proprio nessuno, bella ma chi ti credi di essere, il tuo modo di fare la groupie fa pena" Inès si stava arrabbiando, quella cazzata non reggeva per niente, ci aveva provato anche lei quando era una principiante.
"..ehi ragazze, vi faccio entrare ad entrambe se volete..non litigate.." disse il tizio della sicurezza.
"..e tu faresti parte della sicurezza? a me non serve di entrare il mio fidanzato è il bassista della band di stasera, lo posso anche aspettare in albergo..e tu, vai a fare la groupie con qualcun altro, il cantante lo lasci stare..vai a fare un altro lavoro, che questo non ti riesce.."
La tizia rimase zitta, e anche quello della sicurezza, aprirono le porte del locale, e la fila si disperse al suo interno.
"..abbiamo iniziato male...scusami.." disse con aria strafottente la tizia.
"..per me non è mai cominciato nulla..stai alla larga da loro..hai capito?" Inès si accese un 'altra sigaretta.
"..mi chiamo Margot..piacere.."
Inès la guardò non tanto convinta.
"..Inès.."
"..vogliamo entrare...?" disse Margot
"..entra tu, ma stai alla larga da loro.."
"..daccordo guardia del corpo dei green day.." disse ed entrò.
"..puttana!" Inès si avviò verso la cabina del telefono, ci infilò dei centesimi dentro e fece il numero di Shiloh

"pronto?"
"..Shiloh, sono Inès.."
"..ohi..allora?"
"...qui tutto ok, fa freddo, il concerto sta per iniziare, stavo per linciare una che voleva provarci con Billie.."
"..fammi indovinare, una groupie?"
"..macchè, una troia che non ti dico, dovresti vedere comè vestita..altro che groupie..le groupie son altre.
ha inventato una scusa del cazzo che non reggeva, aveva me davanti, non una qualsiasi.."
"ehehhe, sei tosta, ti ho assunta per questo!"
"..ahahah, voglio essere ripagata però!"
"..ma no,ci pensa Mike a ripagarti per bene.."
"..si, si hai ragione, gli faccio vedere io cosa gli combino dopo" disse maliziosamente
"..ahahahahahah, dai ti lascio, ci sentiamo presto..un bacione a tutti"
"ciao, a presto.."

Salìì le scale e tornai in camera.
Mi sedetti sul letto e mi misi un paio di cuffie e ascoltai il cd di Billie.
La sua voce mi calmava, e non avendolo li, potevo solo chiudere gli occhi e immaginarmelo accanto.

FUORI "THE STREET" ORE 01.40

Mike e Inès si erano già rinchiusi nel furgone.
Billie, Jason e John si stapparono una birra e brindarono.
"quei due ci faranno gelare qua fuori.." disse John
"..che ti frega ci ubriachiamo e non ci pensiamo, no?" disse Jason guardando Billie.
"..già."
"senti un pò, ma quella ragazza del bar, è lei, la tua donna?"
"..si, è la mia fidanzata, è Shiloh.."
Si attaccò alla bottiglia e guardò un punto fisso a terra.
Nel frattempo dal locale uscì Margot.

"ragazzi, bevete da soli..?" disse Margot
"..se vuoi puoi farci compagnia" disse Jason facendo gomito a John che rideva
"..daccordo." disse Margot senza pensarci
Si sedette sulle gambe di Jason.
"mi hanno detto di starti alla larga.." disse Margot a Billie Joe
"..ti hanno riferito bene" le disse ridendo
Billie si allontanò lasciando la birra a terra.
Camminò lungo la strada illuminata dai lampioni, la foschia teneva nascosto l'orizzonte, si coprì il collo con il giubbotto, il freddo era del tutto polare.
I suoi pensieri andarono da Shiloh, avrebbe voluta averla accanto in quel momento, un pensiero aveva fisso in testa che si ripetava da ore, si fermò a guardare il cielo nero e con poche stelle.

"..perchè lei è lontana duemila anni luce.."

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Capitolo 11
*** MARGOT WILLIAM LEGRANT ***


CAPITOLO EXTRA

Nata a Saint-Denis, fuori Parigi, la mezza francese e mezza americana viene da una famiglia altolocata, vive a Fresno in un appartamento, dopo che il padre e la madre la cacciarono dalla villa a 3 piani dove viveva.
Donald Williàm padre di Margot,sempre occupato con il lavoro, si sbatte allegramente la sua segretaria da quando Margot aveva 8 anni. La madre, Aimèe Legrand, è una nobile casalinga troppo occupata a riempire la casa di oggetti inutili e costosi per occuparsi invece, di una figlia che nemmeno conosce.
Margot ha un fratello più piccolo, Mathieu, di 7 anni, una peste venuta al mondo per sbaglio, e si vede, è il figlio di Satana.
Riempita di attenzioni sin da bambina, Margot ha però sempre sentito la mancanza di una famiglia unita, tra la relazione segreta del padre e la sua segretaria e la madre consapevole che accetta tutto.
Margot si è diplomata alla Private High School col massimo dei voti, ha deciso però di non andarsene al college perchè studiare non le è mai piaciuto, coltiva una passione per la musica da sempre, studia pianoforte ma ama il punk.
Distrutta psicologicamente dalla sua famiglia, Margot trova rifugio nella musica, non essendo contornata da amici, si fa comunque rispettare dalle persone che frequenta, per la sua strafottenza e i suoi atteggiamenti da dura, colpa solo,alla fine, della rabbia repressa negli anni.

Il suo unico errore è stato solo quello di nascere in una famiglia che non l'ha mai considerata.
Crescendo, inizia a consolare la sua solitudine andando a letto con i ragazzi, venendo etichettata come "troia", ma alla fine, nient'altro lei riusciva a sentirsi.
C'è stato un altro errore che le ha cambiato la vita.
Tutto iniziò quel pomeriggio di due anni fa.
Margot aveva 17 anni, era nella sua stanza con un suo amico, Max, un bassista, come stonava quella cresta verde sulla loro uniforme scolastica.

"..allora vieni stasera?" chiese Max alzando la testa dal libro.
"..ma dove?" chiese Margot senza invece alzarla
"..al concerto di quel mio amico..?"
"..ma chi Alex?" disse guardandolo
"..si"
Margot rimase a pensare, si, poteva tranquillamente fuggire dalla finestra del bagno al piano terra.
"..si ok.."
 "allora ok, senti mi si sono addormentate le palle a forza di studiare sta roba..me ne vado, passo stasera alle dieci, il concerto c'è alle undici, mi raccomando, non fare tardi, vengo con l'auto di mio fratello.."
"..ok, ok.."
Max si alzò dalla sedia, prese la borsa e uscì dalla nobile casa di Margot.
Lei, rimase a studiare ma con la testa non c'era proprio, amava troppo i concerti e quella dolce follia che c'era quando ci si trovava in mezzo, e poi quel figo di Alex le piaceva da matti.
Chiuse il libro e si rifugiò nella sua stanza, tanto i suoi non le avrebbero mai chiesto se aveva studiato, lo sapevano.
Non cenò, aspettò con ansia Max, lo sentì arrivare sulla sua caddilac scassata, faceva rumore da lontano.
Uscì dalla finestra del bagno del piano terra, e corse verso la macchina.

"buonasera!" disse Max, i suoi occhi erano bistrati di nero, e al posto dell'uniforme c'era quel giubbino in pelle e quei calzoni stretti rossi, che figo anche lui.
"ciao..ma sta macchina? la sentivo a 2 km di distanza" disse salendo in macchina
"..guarda che questa, una volta, era una signora macchina" Max rimise in moto l'auto
"ecco, hai detto bene, una volta.."
"..spiritosa, se avessi qualche soldo come qualcuno me la metterei a posto.."
"ehi guarda che io malgrado la mia classe sociale non ho un auto su cui viaggiare e farmi i cazzi miei.."
"..dai scherzavo, ma quell'avaro di tuo padre non ce l'ha un cuore?"
"..no credo che l'ultimo inverno gliel'abbia ghiacciato ancora di più.."
Margot mise il broncio e fissò fuori il finestrino, suo padre e sua madre erano superstiti dell'era glaciale.
"..dai su, non mettere il broncio, stasera ci divertiamo su.."
"..si ne sono sicura."
Purtroppo sulla strada che stavano percorrendo ci fù un incidente, e rimasero in fila per cinquanta minuti.
"cristo!! è tardi" Max diete un pugno al volante
"..calma Max, ce la facciamo dai.."
"..ma che palle tutte a me cristo, stasera c'è un sacco di gente all'Hydra ( nota autrice: il locale non esiste) non basterà il solito pogo a buttarci avanti."
"..vabbè dai qualcosa ci inventiamo.."
"..fingiti una groupie Margot ok? tanto la security non sa che siamo amici di Alex"
"ma che devo fare?"
"..quello che ti riesce meglio Margot, la troia, seduci il tipo della security e entra, vai da Alex e digli se mi fa entrare da dietro..io in mezzo ai folli non ci sto.."
"..ma se tu sei uno di quelli, un modo per arrivare davanti tanto lo trovi la in mezzo.."
"..si mi metto a pestare la gente con le spallate, si potrebbe anche fare alla fine, tu mi aspetteresti la sotto.."
"già" disse Margot sorridendo

Max parcheggiò la caddilac, scesero dalla macchina e iniziarono ad avviarsi verso l'Hydra, i cancelli erano chiusi.
Un tipo sulla 50ina pelato, stava nella security.
"Max guarda che schifo"
"dai Margot, ce lo devi far credere, che ti frega.."
La spinse più avanti, Margot si avvicinò al pelato con aria sexy, lui non potè fare a meno di guardarla.
"..senti, scusami sono arrivata tardi, potresti farmi entrare dal retro?"
"..mi spiace, ma la band sta per salire sul palco.."
"..la prego.." Margot lo guardò sbattendo le ciglia e appoggiando la mano sulla spalla del pelato, che iniziò a sudare.
"va bene, prego.."
Margot si girò verso Max che era nascosto, gli diede l'ok e lui entrò dall'entrata principale, mentre Margot entrò dall'uscita delle quinte, sentì qualcuno suonare, ma la voce non era di Alex.
"We Margot"
La ragazza si girò, Alex era seduto appena dietro al palco.
"We buonasera, siamo arrivati un pò tardi.."
"..come hai fatto ad entrare da dietro?"
"..mi è bastato fare gli occhi dolci al tizio pelato della security.." disse sorridendo
"..ti cimenti nel fare la groupie..?"
"..beh, ci ho provato e ci sono riuscita.."
"..per fare la groupie a tutti gli effetti però..beh, dovresti andare in giro con una band e supportarli..anche dietro al palco, non so se mi spiego.." Alex aveva assunto un aria strana, ma a Margot piaceva.
Si chiusero nello sgabbuzzino, ma non ebbero tempo nemmeno di tirarsi giù le mutande che Alex sentì Tom, il battersita,che lo cercava, dovevano salire.
Margot uscì appena dopo Alex, e si immischiò tra la folla in prima fila, Max non lo vedeva, forse non era riuscito ad arrivare davanti, c'era davvero troppa gente, da dietro spingevano e il concerto doveva ancora iniziare.
Salirono sul palco, e Luke fece un assolo di chitarra che fece urlare la folla, Margot sentì una botta fortissima alla schiena, poi un tizio sbucargli da dietro.
"..eccomi, scusami del ritardo, ho avuto problemi dietro.." disse Max sorridendo
"..ahahahah, ma come cazzo hai fatto, guarda la gente"
"..non mi fermeranno mai.."

Si, quella era vita, la musica alta e veloce, le spinte che c'erano dietro non le facevano male, era pura vita.
Altro che i soldi e la villa a tre piani in cui viveva, non aveva nulla a che vedere con tutto quello che le succedeva intorno.
Si sentiva viva solo in quel modo.
Finito il concerto si trattenne con Alex e gli altri membri della band se ne andarono con Max.
"..sei la mia groupie Margot.." disse Alex mentre la spogliava.
Non c'era sentimento in quei baci e in quel sesso che fecero, almeno da parte di Alex.
Dopo quella notte si mise a seguire Alex e la sua band in tour,poi altre e altre ancora.
Cercando sempre di non innamorarsi mai con chi andava e si donava e ci riuscì, almeno fino a quando...

FINE CAPITOLO EXTRA

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Capitolo 12
*** BYE MOM ***


Mike teneva stretta Inès, l'abbracciava forte mentre la baciava.
Da fuori il furgone John poteva sentire ogni singola cosa che i due si dicevano, ma si allontanava perchè provava vergogna.
Non doveva essere lì, Billie nel frattempo tornò al furgone.

"..ancora stanno li dentro?" disse Billie incredulo
"..lascia stare, li sto odiando" disse John dando dei calci nervosi a terra.
"..ahahahah, va bè dai, aspettiamo...ma dovè Jason?"
"..si è allontato con quella ragazza, gli ho detto di farsi trovare domani mattina qua di fronte.."
"..eccone un altro, dobbiamo pensare ad altro e che cazzo!"

Si sedettero ai piedi del furgone, 10 minuti dopo, Mike uscì:

"..che ci fate qua fuori?" disse coprendosi
"..indovina.." disse John
"..ti sei messo la felpa al contrario" disse Billie sorridendo
"..dai entrate, fate piano che Inès dorme.."
"..we cazzo, l'hai fatta svenire.." disse Billie
"..cretino"
Entrarono nel furgone
"..ma come cazzo dormiamo?" disse John a bassavoce
"..buttati li" disse Mike
"..va bè buona notte.." Billie si accucciò in un angolo coprendosi con delle coperte che aveva portato Inès.

Il giorno dopo, Billie si svegliò sbattendo la testa contro il muro del furgone, era in moto.
Si guardò attorno e non c'era nessuno, Mike o John erano alla guida, Jason era tornato?
Si alzò e si affacciò sulla finestrella che dava alla guida, Mike stava guidando, Inès stava zitta e guardava la strada, John scriveva qualcosa.

"dovè Jason?" chiese strizzando gli occhi
"..è li dietro, non l'hai visto?" disse Mike guardandolo dallo specchietto retrovisore.
Billie si girò, Jason era sotterrato dalle coperte e dormiva tranquillamente.
"..ah ecco, non l'avevo visto..dove suoniamo stasera?"
"..a Visalia"
"..appena arriviamo devo chiamare Shiloh.."
Si sedette e si coprì con la coperta, gli sembrava di essere un deportato.
Guardò Jason che dormiva, si accorse che accanto a lui c'era quella ragazza, Margot.
Si rialzò di scatto.
"..che ci fa con noi quella?"
"..non lo so vorrei saperlo anche io.." disse Inès guardando John
"..ehi non te la prendere con me, io non centro nulla."
"Inès che cazzo ti frega, sta con noi anche stasera, poi stanotte andando verso San Josè la lasciamo di nuovo a Fresno..." disse Mike.
"..come vuoi.." Inès si infilò gli occhiali da sole e si rimise in silenzio.

3 ORE DOPO

Margaret era in sala da pranzo, sistemava quei suoi adorati soprammobili e li spolverava.
Ogni oggetto le ricordava un frammento della sua vita, aveva conosciuto suo marito a 17 anni, e a 18 aspettava Katy, poi si sposò, il primo bicchiere di troppo, la droga, la crescita di Katy, poi la scomparsa improvvisa di suo marito appena saputo di aspettare un altro figlio, il dolore di non aver visto sua figlia crescere senza padre le aveva spezzato il cuore, trovava cura per la sua insonnia e angoscia soltanto bevendo o facendosi, Shiloh non meritava tutto questo, e nemmeno quel segreto che nascondeva tra i documenti in camera da letto. Shiloh non meritava tutto quel dolore, non doveva soffrire.
Le scesero delle lacrime, si sentiva superficiale e vuota, ma malgrado tutto era riuscita a non bere, ce la stava facendo, soprattutto grazie a Shiloh, e lei doveva ricompersarla con quel segreto, no, avrebbe preferito morire, piuttosto.
Suonarono alla porta, Margaret si asciugò gli occhi, andò verso la porta e l'aprì.

"..ciao mamma.." Katy sorrideva, ormai era una donna.
"..tesoro.." Margaret non trattenne le lacrime e abbracciò la figlia

Entrarono

"Shiloh?"
"..è al lavoro, sai Hugh, quell'uomo per cui lavora da due anni più o meno, è malato, e lei le ha promesso di tenergli il bar.."
"..ha troppe responsabilità, è una ragazzina mà.." Katy si tolse il cappotto e lo buttò sul divano
"..lo so.."
"..per questo che vieni con me.."
"..cosa? io non posso lasciare qua Shiloh.."
"..mamma non si tratta per sempre ma solo di qualche giorno, anche a Monaco di Baviera ti puoi disintossicare..e poi anche Shiloh sarà daccordo, potrà anche lei riposarsi, non credi..?"
"..si, però..parliamone prima con lei, Katy..tra un pò è a casa..anzi ora la chiamo.."
Margaret si alzò dalla poltrona e alzò la cornetta, fece il numero del bar

"..pronto, Hugh's bar"
"..Shiloh, tesoro.."
"..mamma dimmi.."
"..è venuta Katy.."
"..davvero?" disse felicissima
"..si, è qui a casa, sbrigati a tornare ok?"
"..si, si, sto per chiudere tanto..a tra poco.."

"..e quella cosa..?" Katy non dimenticava
Margaret si pietrificò e si sedette a peso morto sulla poltrona
"..Katy..lo..lo sai.."
"..si lo so, non puoi..ma come fai a tenergli nascosta una cosa del genere..? te ne rendi conto si o no?" Katy alzò la voce dalla rabbia
"..no..non urlare per favore! - Margaret piangeva - ...è difficile anche per me cosa credi? ...pensi che tutti questi anni sia stata in grado di crescere senza pensarci nemmeno un attimo? come reagiresti tu al posto suo? non sei madre e non puoi capire..."
Katy stava per dare un pugno alla porta, quel "non sei madre, non puoi capire" non l'aveva mai sopportato a 19 anni figuriamoci a 36, e poi proprio lei doveva pronunciare la parola madre?

"..lasciamo stare..hai almeno nascosto i documenti, BENE?"
"..sono..sono sempre stati in camera da letto.."
"..augurati che non li trovi..adesso che vieni via con me, portali, altrimenti è fatta."
Si era ridotta a nascondere lo stesso segreto che la madre si portava da tempo appresso, lei stessa che quando l'aveva saputo, quasi 20 anni fa, provò vergogna e rabbia.
Ma non potè pensare oltre, che Shiloh entrò in casa
"..Katy!" corsi verso di lei e ci abbracciamo
"..sempre una rockettara eh.." disse sorridendo..
Il telefono squillò, Shiloh doveva assolutamente rispondere, poteva essere Inès.
Corse verso il telefono, nel frattempo Margaret e Katy si misero in cucina

"pronto?"
"..Shiloh..."
"..Billie..come..come stai.."
"..tutto ok, siamo appena arrivati a Visalia..tu come stai?"
"..è venuta mia sorella da Monaco di Baviera, e sono molto felice.."
"..sono contento.."
"..e dimmi comè andata ieri sera?"
"pazzesco, ti giuro, non mi sarei aspettato una cosa simile.."
Mi emozionai a sentirlo felice
"...che bello, sono contenta, ma quando tornate?"
"..tra due settimane siamo di nuovo a Berkley e di nuovo al Gilman, eheh"
"...Inès?"
"..Inès, si diverte con Mike, come al solito..John stanotte voleva quasi ucciderli perchè hanno occupato il furgone fino a tardi.."
"ahahahaha, avrete sicuramente il bassista più carico di tutti eh.."
"..si e a me manca la mia di carica.."
"..anche a me.."
"..devo andare, ha detto Inès che stasera ti chiama.."
"..ok, ci sentiamo..presto."
"..si..."

Riattaccai con la voglia matta di prendere il primo treno e andare li.
Andai in cucina, mia madre era in piedi e mia sorella seduta, sembravano mi stessero aspettando.
"..Shiloh..ecco, io andrò a Monaco con Katy..almeno tu hai un peso in meno a cui pensare..non sarà per sempre, ma solo per un pò.."
Katy non disse nulla, io rimasi in silenzio senza sapere cosa dire.
L'avrei lasciata partire per il suo bene, ma io comunque sarei rimasta sola, di nuovo, dopo Inès, Billie e gli altri anche mia madre.
Acconsentìì e partirono il giorno dopo.
La tristezza e il vuoto che mi divoravano a 19 anni sono gli stessi che porto ora, ma prima non sapevo a cosa aggrapparmi.
Ora so dove guardare quando sono triste.

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Capitolo 13
*** LA MORTE DI KALLY HANSON ***


"..fai la brava mi raccomando.."
La sera dopo mia madre partì con Katy e mi lasciò con questa frase. Passò presto una settimana che nemmeno me ne accorsi.
Provai più di una volta ad uscire ed andarmene al Gilman a sentire un pò di musica, ma non c'era Inès a tenermi compagnia e quello strano posto non era più accogliente senza Billie Joe e gli altri.
Mancava ancora una settimana alla fine del tour, ormai contavo le ore.
Trascorsi quella prima settimana tra casa e lavoro, e facendo visita a Hugh per portagli il fondocassa.
Poteva farsene ben poco con quei soldi, era davvero ridotto male. "Anni e anni di vita sana non ti salveranno da una malattia congenita" mi diceva.
Mentre stavo per sedermi al tavolo per cenare, suonarono alla porta.
Andai a guardare dallo spioncino:

"Inès?? - aprìì la porta - Inès cosa è successo?" dissi preoccupata
Inès aveva il broncio, si vedeva che aveva pianto, si buttò addosso a me e ricominciò a piangere
"...mi...mia..nonna...è morta.."
Non dissi nulla, chiusi la porta dietro di noi e la feci sedere sul divano.
Singhiozzava così forte che mi lacerava il cuore, ogni tanto tossiva e tirava su il naso.
"..Ho dovuto chiamare l'ospedale dove si faceva controllare..è stata ricoverata d'urgenza mentre io ero fuori in tour con gli altri, stava morendo ed io non ero con lei.." piangeva tenendosi la testa tra le mani.
"..mi dispiace tanto Inès.." mi si strinse il cuore a vederla così.
"..eravamo ad Hanford stamattina, quando ho chiamato a casa e non mi ha risposto, quindi ho chiamato in ospedale dove andava a fare i controlli quotidiani, e li mi hanno detto tutto...ho raccontato tutto a Mike e ho preso il primo pullman che mi ha riportato a Berkley...non potevo rimanere lì e fare finta di niente..non potevo..non potevo!"
"..mi dispiace Inès..non riesco a trovarti parole di conforto.."
"...cosa faccio adesso senza di lei..? era tutto ciò che mi rimaneva della mia famiglia...non voglio tornare a casa e non trovarla.."
"..se vuoi, puoi rimanere qui, potremmo farci compagnia per un pò, mia madre si è trasferita momentaneamente da mia sorella a Monaco di Baviera.."
"..e..e perchè?"
"..ha detto che voleva lasciarmi riposare dai suoi ritmi da tossicodipendente in cura.."
"..posso rimanere davvero?"
"..si certo..anzi..ti prego"

2 ORE DOPO

"..Pronto?"
"..Shiloh, sono Mike..Inès è tornata?"
"..si ma non posso passartela..sta dormendo, ha pianto tutta la sera, ho dovuto darle una pasticca perchè le è venuto il mal di testa.."
"..si non ti preoccupare, volevo solo assicurarmi che fosse tornata..ti passo Billie.."
"..ok"
"..Shiloh.."
"..amore..come stai..?"
"..sto bene, Inès ci ha fatto spaventare stamattina, abbiamo deciso di terminare il tour e di tornare venerdì invece di domenica.."
"..potete farlo..?"
"..si abbiamo detto alla Look Out che abbiamo avuto un problema personale e volevamo tornare prima.."
"..ho capito..è andata bene stasera?"
"..si ma Mike era preoccupatissimo quindi non era molto concentrato, ma lo capisco..devo riuscire a tirarlo su per questi ultimi giorni che ci rimangono da girovagare.."
"..si mi raccomando, digli di non preoccuparsi, io farò altrettanto con Inès, si è stabilita qui da me.."
"..e tua madre è daccordo?"
"..mia madre se ne è andata a Monaco da Katy.."
"..ok ne parliamo quando torno magari.."
"..si, ok...mi manchi.."
"..anche tu, tantissimo.."
"ci sentiamo presto, ciao.."
"..ciao.."

"..secondo te dove trovo i soldi per sotterrare mia nonna..?"
Inès si alzò con me quel lunedì mattina, mentre facevamo colazione intraprese questo discorso.
"..non lo so Inès..non so nemmeno quanto costa una cerimonia funebre.."
"..potrò risparmiare sul fatto che non dovrò pagare una chiesa..mia nonnna non era credente.." sorrise malinconicamente
"..un semplice rito quindi?"
"..si"
"..dovrò vendere la casa dove abitavamo è l'unica cosa che apparteneva a mia nonna.."
"..senti..vuoi venire con me al lavoro?"
"..no grazie, casomai vengo più tardi ti spiace?"
"..no tranquilla.."
"..non posso fare a meno di pensare a lei, Shiloh.." la voce le si spezzò di nuovo
"..lo so Inès, lo so.."
"..ho davanti a me immagini della nostra vita insieme e...lei c'era sempre..a differenza dei miei genitori..lei era sempre accanto a me..qualsiasi cosa facessi..anche se era sbagliata..lei mi voleva bene..davvero tanto bene..e..e ora devo vendere la nostra casa perchè non ho un soldo per darle una degna sepoltura...mi dispiace tanto.." disse guardando un punto fuori dalla finestra, quasi per cercare il suo sguardo e ricominciò a piangere
"..non tormentarti più Inès..ce la farai, e io ti starò sempre accanto..te lo prometto.."
"..non sarò più in grado di dormire la notte sapendo che lei non è più al mondo.."
Le parole di Inès mi ferirono più di un taglio, rimanemmo sedute in cucina, ascoltavo i suoi singhiozzi e stavo zitta.

La settimana dopo, Inès riuscì a vendere la casa di sua nonna tramite un'agenzia immobiliare, il funerale fù ancora più triste perchè a dare l'ultimo saluto alla signora Kally Hanson, c'eravamo solo noi, Mike, Billie e John.
Io, Billie e John, ci allontanammo lasciando Inès e Mike davanti la lapide.
Inès guardava senza battere ciglio quel freddo pezzo di roccia con inciso il nome della sua amata nonna, poggiò la mano sul suo nome per accarezzarlo, Mike le prese la mano:

"..tesoro, andiamo.."
"..si.."

Si allontanarono dal giardino del cimitero e si avviarono verso l'uscita dove c'eravamo noi.

"..ho sbagliato tutto Mike.."
"..no tesoro, non hai sbagliato niente...non pensarci.."
"..se non fossi venuta con voi avrei potuto salvarla..o almeno lei sapeva che c'ero mentre moriva.."
"...non dire così.."
"...la groupie - abbozzò un sorriso nervoso - ...guarda cosa mi ha portato a fare la groupie, è tutta colpa di questa grandissima cazzata della groupie..ho perduto la persona più importante della mia vita per un mio stupido modo di essere.."
"..basta Inès sei solo addolorata.."
"..si sono addolorata e non sai quanto.."
Inès incominciò a camminare velocemente lasciandosi dietro Mike
"..Inès non starai insinuando che la colpa è mia se tua nonna è morta.."
"..Che cazzo Mike, tu e la delicatezza zero eh?...lasciami stare, vattene!"
"..Inès.." la rincorse e l'afferrò per il braccio, lei si staccò
"..ho detto lasciami stare.."


"Signor Kiffmeyer..se non da questo esame, può giocarsi l'anno.."

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Capitolo 14
*** I WAS THERE ***


"..Lei credeva davvero che con questo breve saggio poteva tranquillamente dare l'esame?"
"..no non lo credevo, ci ho provato.." John buttò l'aria dal naso pesantemente.
"..in questi ultimi tre mesi cosa ha combinato signor Kiffmeyer?" disse il professore alzando il soppracciglio sinistro.
"..nulla di utile per il mio esame purtroppo.."
"..lo immaginavo"
"..cosa dovrei fare? io devo dare l'esame!"
"..può riprovarci a gennaio, subito dopo le feste natalize..ma stavolta il tempo è meno rispetto a quello che aveva a disposizione fino ad oggi, ha solo 2 mesi e mezzo.."
"..ho capito..la ringrazio"
"..ci riproverà?"
"..certo"
"..allora a gennaio signor Kiffmeyer"
"..arrivederci.."
Diede la mano al quel professore ed uscì dall'aula, camminava tenendo la testa bassa e facendo passi svelti, percorse il lungo corridoio fino alla bianca rampa delle scale che riportava all'ingresso dell'università.
I suoi pensieri erano fissi su una precisa decisione, doveva impegnarsi per l'esame, non poteva sputtanare tutto.
Uscì dall'università e salì sulla macchina e partì.
20 minuti dopo era a casa, si tolse il capotto e lo appese all'attaccapanni di legno scuro che aveva all'ingresso

"..John sei tu?"
"..si mamma, sono io.."
La signora Kiffmeyer si affacciò dalla sala da pranzo ed uscì
"..allora?"
"..allora niente..dovrò ridare l'esame"
"..John lo sapevi, ti sei messo a fare di tutto tranne che buttarti sui libri questi ultimi mesi.."
"..è successo tutto così all'improvviso, in due settimane abbiamo registrato l'album, il tour e non ci ho pensato.."
"..ti sei messo a fare il musicista invece di pensare a dare un esame per un futuro vero lavoro..il musicista non è un lavoro per te.."
"..chi te l'ha detto scusa?"
"..se vuoi fare il musicista allora non ridare l'esame, cosa te ne dovrebbe fregare?"
John guardò la madre e se ne andò in camera sua, aveva ragione, cosa ci pensava a fare ad un esame, quando aveva visto i primi spiccioli da musicista? Entrò nella sua stanza e si buttò sul letto, la sua batteria Pearl nera troneggiava ai piedi del suo letto, la guardava quasi arrabbiato di aver scelto lei anzichè i libri.
Si alzò e si mise di fronte allo strumento, lo guardava innamorato più che mai, battè il dito sul piatto Ride e lo fermò all'istante.
Passò il pomeriggio a smontare la batteria e a chiuderla nelle custodie, conosceva un ragazzino che l'avrebbe voluta.

"..Inès..perchè non provi ad uscire..anche solo per prendere una boccata d'aria? è una bella giornata"
"..ha ragione, perchè magari..non senti Mike.." disse Billie Joe.
Stava sdraiata sul divano tenendo su una mano una sigaretta, sull'altra il telecomando.
"..ho capito avete da fare.." disse alzandosi
"..no macchè io lo dico per te Inès.."
"..avete ragione..vado a fare un giro.. - si avviò verso la porta e si infilò il capotto - ...a che ora preferite che torni?" disse sorridendo
"..dai Inès" le sorrisi, era la prima volta dopo tre giorni che la rividi sorridere.
"..bene..ehm..bè adesso mi sembra un atto premeditato però.." disse Billie grattandosi quella testa piena di dreadlocks, lo guardai sbarrando gli occhi:
"avevi veramente intenzione di farlo ora?"
"..e quando scusa?" disse ridendo mentre mi veniva incontro.
"...e va bene, dai facciamo sesso.."
"..e che palle però non dirmelo così"
"..e come dovrei dirtelo?"
"..che ne so..inventa.."

La mia testa era appoggiata sul suo petto, il battito del suo cuore mi entrò in testa come una melodia fastidiosa.

"..quindi tua madre si è andata a curare a Monaco di Baviera e ti ha lasciata qua a Berkley da sola?"
"..si."
"..vabbè almeno non sei sola, ci sarò io qua..e hai anche Inès, quindi"
"..infatti non ho mai detto che mi sarei sentita sola - dissi sorridendogli - ..come ti sei sentito durante il tour?"
"..oddio è stato pazzesco Shiloh, ti giuro, mai provata una cosa simile, conoscevano le mie canzoni perfino in Ohio!"
"..deve essere proprio una bella sensazione.."
"..si è..inspiegabile.."
"..stasera il Gilman sembrerà il nulla allora.."
"no non è vero..sono affezzionato a quel luogo puzzolente..a proposito che ore sono?"
Mi voltai verso l'orologio
"..sono le quattro e mezza.."
"..oddio, è tardi..chissà dove stanno Mike e John" si alzò dal divano e si infilò i pantaloni
"...chiamo John se vuoi, dammi il suo numero"
"..si magari..ecco..tieni"
Mi alzai e andai verso il telefono.

"..pronto?"
"..ehm signora, sono Shiloh, un'amica di John me lo potrebbe passare per favore?"
"John sta studiando al momento puoi richiamare più tardi.."
"...sta studiando?" dissi senza capire
Billie mi strappò la cornetta dalle mani
"..signora sono Billie Joe mi può passare John per favore?"
"..ah eccolo, te lo passo...è Billie Joe"
"grazie"
"..ue Bill"
"John a che ora sei lì?"
"..stavo per uscire, ci vediamo là..devo parlarvi"
"..ok, allora ci vediamo là...è una cosa grave?"
"..no se la si prende bene"
Billie non rispose, salutò John e attaccò.
10 minuti dopo Inès rincasò, uscimmo tutti e tre assieme e passamo a casa di Billie a prendere Mike e la chitarra.
Ad attenderci al Gilman c'era la solita gente, fecero i complimenti ai green day per l'album, loro ringraziarono ed andarono nei camerini a prepararsi.
"..hai parlato con Mike?"
"..no, non mi guarda nemmeno in faccia..ma lo capisco.."
Ci sentimmo salutare, ci voltammo erano Jason e Margot, si tenevano per mano.
"ue ciao Jason..ciao Margot.." disse Inès
"ciao ragazze come va?" domandò Jason sorridendo
"..tutto ok" rispondemmo io e Inès, anche se per lei non era "tutto ok"
"vado a salutare gli altri ci vediamo dopo"
Margot mi guardò e mi tese la mano per presentarsi
"..piacere sono Margot"
"Shiloh"
"che strano nome"
"si lo so, non sei la prima a dirmelo" dissi sorridendo
Abbozzò un sorriso
"saresti la fidanzata di Billie Joe, vero?"
"..ehm si" dissi guardando Inès. Margot non mi rispose, mi guardò intensamente per un paio di minuti e poi tornò da Jason. Io e Inès ci guardammo. "..ma che problemi ha?" disse "..di certo non sono i miei, andiamo" Ci mettemmo al solito tavolino poco distante dal palco.
Billie, Mike e John salirono poco dopo, un saluto e poi iniziarono a suonare.
La loro naturalezza era da invidiare, non avevo mai visto una band che non fosse famosa avere un approccio così facile col palco.
"..lo adoro Inès.." Mi sorrise e rivolse di nuovo il suo sguardo verso il palco.

1 ORA DOPO.

John stava in piedi davanti a noi, guardava a terra, propenso a darci una brutta notizia.
Mike, Billie e Jason erano seduti su delle poltrone io, Inès e Margot guardavamo la scena in silenzio.

"non so come dirvelo.." John si grattò la fronte
"..avanti John mi stai facendo incazzare" disse Mike
"..calma Mike, non mettergli fretta.." Billie era sereno, aveva capito.
"..sapete che sto studiando per diventare avvocato, stamattina avrei avuto un esame e ho dovuto rimandarlo a gennaio.
Ma per superarlo dovrò studiare sodo..mi dispiace ragazzi..ma questa è stata l'ultima volta che ho suonato nei Green Day.."

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Capitolo 15
*** J.A.R. ***


Billie fù il primo ad alzarsi dalla poltrona, andò verso John e l'abbracciò
"..in bocca al lupo"
Si alzarono anche Mike e Jason, vidi Billie uscire dalla porta che dava sulla strada, lo seguìì.
"..tesoro..mi dispiace"
"dispiace di più a me credimi..conosco John da molto tempo..conoscevo le sue intenzioni di diventare avvocato, ma speravo cambiasse idea dopo l'album.." si accese una sigaretta.
"..e ora?"
"..e ora niente..io e Mike abbiamo iniziato così..senza batterista, erano quelli gli sweet children!" disse sorridendo
"..ma ora siete un pò cresciuti o no?"
"..purtroppo si"
John uscì dalla porta da dove eravamo usciti noi, seguito dagli altri:
"..è stato un piacere..davvero..io..mi spiace" ci furono vari abbracci e in bocca al lupo poi John se ne andò, salì in macchina e partì.
"..che gran cagata" Mike diede un calcio al bidone
"..cagata eh?" rispose Billie rasseggnato, i due nemmeno si guardavano, sembrava che stessero comunicando col pensiero.
"che vogliamo fare?" chiese Jason
"..andiamo a casa Bill?" disse Mike  
Billie mi prese per mano e rispose a Mike, "si andiamo"

Il silenzio ci avvolgeva insieme al freddo, mi strinsi a Billie per cercare calore, lui mi abbracciò.
Jason e Margot camminavano a braccetto, Mike con le mani in tasca cercava di non guardare Inès, e lei faceva altrettanto.
Era incredibile quanto quel silenzio avesse così tanto rumore.
Mi sembrava di sentire i pensieri di Billie cercare una soluzione, i bisbigli tra Jason e Margot e il batticuore di Mike e Inès.

20 MINUTI DOPO, CASA ARMSTRONG

Billie passò davanti la stanza delle sorelle Anna e Holly senza fare rumore, Mike dietro cercò di fare altrettanto.
Erano quasi nella loro stanza quando Mike diede una botta alla sedia appena vicino alla loro stanza, caddero delle cose,  i i due si spaventarono, Marci uscì dalla stanza spaventata e accese la luce:

"..ma che diavolo!"
"..Marci, siamo solo noi.." disse Billie raccogliendo la roba caduta dalla sedia
"..siete due pazzi, mi avete fatta prendere un colpo, filatevene a letto"
"..si ciao, scusaci" disse Mike
"..Billie ma quando la smetterai?" David lo guardava stanco di quella situazione, Mike si sentì di troppo e non distolse lo sguardo da terra, quasi per non farsi vedere, quasi si mise a nascondere gli strumenti che portavano sulle spalle.
Billie guardò il fratello con aria di sfida.
"tranquillo che questa situazione è finita stasera"
"meno male, almeno si dormirà per 11 ore di fila"
"vaffanculo Dà!" Billie diede un pugno alla porta della stanza, Mike continuava a guardare altrove.
Dalla camera matrimoniale uscì Ollie.
"..ma cosa vi urlate?" Ollie si strofinò gli occhi e sbadigliò.
"niente scusaci mà..notte" David richiuse la porta della sua stanza.
"Billie cosè successo?" Ollie si avvicinò al figlio accarezzandolo sulla testa
"mà niente, Mike ha fatto cadere della roba, Marci si è spaventata e dopo David ha iniziato a sfottermi sulla situazione del gruppo..ma glielò detto..è finito tutto stasera.."
"perchè cosè successo?"
"John ha lasciato" disse Mike spezzando il suo silenzio,continuando però a guardare a terra.
"e perchè?"
"per la sua fottuta università" Billie aprì la porta della sua stanza e accese la luce.
"se vuoi ne riparliamo domani..ora andate a dormire..buona notte.."

"Avresti mai pensato che John ci avesse detto una cosa del genere quando ci disse che doveva parlarci?"
Io e Inès eravamo sedute sul divano a far finta di vedere la televisione.
"io lo sapevo, conosco John da un pò e conoscevo il suo desiderio di diventare avvocato.."
"è la stessa cosa che mi ha detto Billie"
"lo sapevano tutti e due, sia Mike che Billie. John glielo disse appena fondarono i Green Day, ma poi forse anche in lui qualcosa è cambiato quando iniziarono la registrazione dell'album..non ha studiato quel periodo e se l'ha fatto, beh..non gli è servito poi a molto..visto che dovrà ridare l'esame.."
"..mhm, già...pensi che troveranno un degno sostituto?"
"...ma si, in quell'ambiente si conosce un sacco di gente, quindi anche un sacco di musicisti.."
Inès osservava quella scatola luminosa che avevamo davanti i nostri occhi, il suo sguardo era perso e infelice.
La morte della nonna l'aveva devastata, aveva riversato la sua rabbia e frustrazione su Mike che probabilmente non riuscì a capirla.
"..come stai Inès?"
Non si aspettò quella domanda, mi guardò con gli occhi lucidi:
"..per niente bene"
Mi abbracciò e iniziò a piangere.
"non riesco a darmi pace..non ci riesco..vorrei Mike qui..ma lui è arrabbiato con me.."
"Ma non dire così..Mike ti ama..dovreste parlarci Inès.."
"si lo so.."

"CERCASI BATTERISTA"
Appesi quel foglio sulla vetrina del bar, Billie non era tanto sicuro e me lo disse.
"tesoro..non ne sono tanto sicuro, non c'è bisogno di quel foglio"
"E' passata una settimana da quando John ha lasciato il gruppo, non hai voglia di cercare qualcun altro e rimetterti a suonare?"
"si..ma non ho fretta"
"come vuoi..io comunque lo lascio lì..non si sà mai, no?"
"va bene.. - fece un minuto di silenzio - ..ti hanno rimpiazzata subito nella tua band?"
Sentìì un colpo al cuore
"..non lo so sinceramente, non ho più visto i membri del gruppo..ma sarei felice se venissi a sapere che mi hanno sostituita..andrebbero avanti col lavoro, quindi dovreste farlo anche voi per cercare un sostituto di John"
Billie mi sorrise
"daccordo..allora aspettiamo che si faccia vivo qualcuno.."
" e certo! aspettiamo..se lo trovate prima, lo tolgo"
"ok..senti, torno all'ora di pranzo, ho promesso a mia madre che stamattina avremmo parlato" disse ridendo
"tranquillo vai, ci vediamo dopo.."
Mi baciò e se ne andò, mentre Billie usciva, entrava Inès e un paio di clienti.
Servìì i due cappuccini e cornetto ai clienti e il caffè ad Inès.
"come mai da queste parti?"
"stasera dobbiamo andare al Gilman"
"e vabbè ci andiamo tutte le sere!"
"stasera è diverso, devo riconquistare Mike"
"capirai..è già tuo da tempo"
"si è vero..ma deve ritornare tale.."
I clienti pagarono il conto ed uscirono.
"certo che sto bar...è davvero poco frequentato.." disse Inès
"si è vero..forse avrei dovuto lasciare che Hugh lo vendesse..magari ci aprivano qualcosa di più interessante.."
"si certo..così ti ritrovavi senza lavoro..no lascia stare..meglio così..almeno ti porti via qualcosa la sera.."
"..beh si..anche se poco.."
Inès guardò l'orologio
"oh cavolo è mezzoggiorno e mezza..devo scappare, ho un colloquio di lavoro importante!"
"ah davvero? e dove?"
"al negozi di dischi a due isolati da qui"
"ok..vai ci vediamo a casa allora"
"si, e se tutto va bene...stasera si festeggia!"
Mi tirò un bacio sorridendo ed uscì.
1 ora dopo, stavo abbassando le serrande per la pausa pranzo quando entrò Billie, sulla spalla aveva la chitarra.
"come mai con Blue sulla spalla?" chiesi ridendo
"non è Blue" rispose, si tolse la chitarra di dosso e me la porse.
Non riuscivo a capire, presi la chitarra.
"non capisco..cosa ci devo fare?"
"è una chitarra..cosa si fa con una chitarra?"
Avevo il cuore che mi batteva forte e le mani mi tremavano, odiavo quella sensazione..solo tenendo in mano una chitarra riuscivo a vomitare emozioni simili.
Aprì la custodia e tirai fuori lo strumento, era un'acustica nera lucida, e sul ponte, c'era scritto in bianco e con un bel corsivo "Billie Joe & Shiloh, Forever.."
"ti piace..?" disse Billie
"si..da morire..però che bella scrittura che hai"
"ehm..non l'ho scritto io..l'ho fatto scrivere a mia sorella Marci.."
"vabbè dai..è bellissimo ugualmente.."
Lo abbracciai e lo baciai.
Lo amavo, lo amavo come poche cose si riescono ad amare in una vita.
Ogni gesto che lui faceva, ogni respiro che emetteva, ogni parola che pronunciava era una scarica di gioia dritta in fondo al cuore. Non esisteva parola che potesse spiegare cosa Billie era per me. No, non esisteva.
Dopo le due ore di pausa pranzo passate a suonare la chitarra, riaprìì il locale fino alle 19.
Billie rimase con me fino alla chiusura, poi mi accompagnò da Hugh a portargli il fondo cassa e andammo a casa mia.
Ci aprì una sorridente Inès.
"ho di nuovo un lavoro!" disse abbracciandomi
"bene almeno ti dai da fare" disse Billie sorridendo
Inès sorrise alla battuta e si abbracciò con Billie.
"allora manca solo Mike" dissi.
"proverò a parlarci stasera al Gilman"
"stasera chi suona?" chiesi
"suonano gli Operation Ivy, sono fantastici!" disse Inès entusiasta.
Cenammo tutti e tre insieme, e verso le 22 uscimmo di casa e in 20 minuti arrivammo al Gilman.
Entrando notammo Jason accompagnato dalla solita Margot.
"non riesco a capire..ce la siamo accollata a Fresno, che ci fa sempre qui?" disse Inès.
"dai sta con Jason si vede, magari vivono insieme" dissi quasi per prenderli in giro, Inès sorrise insieme a me.
Ci voltammo e vedemmo Mike con il suo amico Jason Andrew, Mike era sottobraccio con una ragazza bionda che sembrava una modella, ridevano, sembravano affiatati.
"e quella chi cazzo è?" Inès tentò di avvicinarsi, io e Billie l'afferrammo subito.
"lasciatemi cribbio!"
"stai calma Inès..ci vado a parlare io con Mike.." disse Billie.
Si allontanò e andò da Mike, la sua amichetta e Jason Andrew.
"non posso crederci!" Inès diede un pugno alla porta del bagno entrando.
"calma Inès.."
"come faccio? non ci siamo nemmeno lasciati e si fa vedere con quella troia in giro..ma andasse a cagare."
Non riuscìì a gustarmi il concerto degli Operation Ivy, perchè puntualmente dovevo fermare Inès che voleva andare a picchiare la nuova amichetta di Mike, perchè secondo lei "si strusciano troppo" il che in effetti era vero.
Jason Andrew venne verso di noi, Inès lo prese per il colletto.
"Jason, chi cazzo è quella"
Inès si accorse del gesto che aveva commesso e lasciò il colletto di Jason sistemandogli la maglia che si era sgualcita.
"E' Anita...ma sono solo amici.."
"amici un cazzo..guardali!" e li indicò, si stavano baciando.
Inès abbassò il braccio e iniziò a tremare, io e Jason Andrew la portammo fuori, iniziò a piangere e urlare parolacce.
"Inès..calmati" disse Jason
"No cazzo...non mi calmo! vaffanculo" disse urlando e piangendo.
"senti io vado a chiamare Billie ce ne andiamo" dissi a Jason
"daccordo".
Entrai di nuovo al Gilman, andai verso Billie che stava parlando con Mike e sulle ginocchia aveva questa Anita, Billie mi vide e capì dal mio sguardo che era aria di andarsene, fece il gesto a Mike di andarsene e si alzarono sia lui che Anita.
Uscimmo e appena Inès vide Mike e lei corse verso di loro, Jason Andrew la prese al volo.
"Inès andiamo!"
"No cazzo, lasciami!"
Inès si dimenava come una preda senza scampo tra le braccia di Jason.
"Inès la vuoi smettere? stai dando spettacolo" disse Mike
"spettacolo un cazzo, non ci siamo lasciati e ti fai vedere in giro con questa?"
Mike non rispose, io e Billie guardammo la scena senza dire nulla.
Inès si buttò sulle ginocchia, Jason Andrew la teneva per le braccia, continuava a piangere senza sosta, mi avvicinai verso di lei e l'abbracciai.
"la porto a casa" disse Jason Andrew.
"ok, tanto ha le chiavi..noi veniamo a piedi"
"ci vediamo li"
Jason fece alzare Inès e se la mise sottobraccio.
Li seguimmo fino al parcheggio, salirono in macchina e partirono, io,Billie, Mike e Anita, che ancora non aveva fatto conoscere il suo timbro vocale, rimanemmo lì.
"Mike sei davvero un coglione" disse Billie arrabbiato, mi prese e ci allontanammo.
fecimo mezzo passo e sentimmo un gran botto e poco dopo un'esplosione.
Il sangue mi si gelò nelle vene, iniziammo tutti e quattro a correre verso il fumo che vedevamo.
Girammo l'angolo e vedemmo l'auto di Jason completamente nera e infuocata.
A qualche metro di distanza giaceva il corpo di Inès in una pozza di sangue.
"Inès!!!!!!"
Mike corse verso di lei, si buttò per terra e se la mise sulle ginocchia.
"Inès...Inès ti prego.."
Mike iniziò a piangere, accarezzava il viso gonfio e insanguinato di Inès
"..M..M..Mike.."
"..sta tranquilla...a..adesso andiamo in ospedale..Billie...chiama un'ambulanza cazzo"
Io e Billie andammo verso l'auto, era impossibile recuperare Jason, sconvolta chiamai dalla cabina telefonica un'ambulanza.
"..ehi..ehi guardami.."
Mike cercava di sorridere ad Inès, mentre i suoi occhi buttavano giù lacrime a secchiate.
"...a..amore..sto..sto morendo.."
"no no...tu starai con me..per sempre..non puoi lasciarmi...io ti amo.."
"..ti...ti amo anche io...tanto..tanto.."
Se la strinse forte al petto, poteva sentire i suoi respiri affannosi che sembravano essere gli ultimi.

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Capitolo 16
*** J.A.R. (AFTER) ***


Mike continuava a parlare ad Inès cercando di distrarla.
Le sue condinzioni erano gravissime, il suo viso era gonfio e sanguinante.
"ho paura Mike.."
Inès riuscì a dire quella frase tutta d'un fiato.
"tranquilla...eccola, la senti? l'ambulanza è arrivata"
Dai puri occhi azzurri di Mike continuavano a scendere lacrime, Inès con le poche forze che aveva gli accarezzò il viso asciugandogliele.
"ti amo tanto...te lo giuro"
"anche io...tanto"
Insieme all'ambulanza arrivarono anche i pompieri che in meno di 2 minuti spensero l'incendio che era divampato nel motore dell'auto di Jason Andrew a causa di uno scontro frontale con un'altra auto.
I medici tirarono fuori il corpo senza vita di Jason e dell'altro autista e li misero in delle bare, altri caricarono Inès, un paramedico si avvicinò a Mike:
"Venga con noi nell'ambulanza"
Nemmeno rispose, salì sulla vettura e prese la mano di Inès, continuando a parlarle.
Prima che il paramedico salì, Mike ci guardò:
"ci vediamo in ospedale, ok?"
"tranquillo, ci vediamo lì.." disse Billie Joe.
L'ambulanza e i pompieri ripartirono, Billie mi prese sotto le sue braccia:
"tranquilla, Inès ce la farà..è una tosta"
"ho paura Billie..tanta paura."
Non vidi più la ragazza che era con Mike, era sicuramente fuggita dopo l'incidente.
Ma poco mi importava, Inès stava per morire e Jason Andrew non c'era più.
Iniziai a piangere silenziosamente, lasciandomi sostenere da Billie Joe, a quei tempi era la mia forza più grande.

Mike era seduto in quella squallida sala d'attesa bianca.
La sua maglietta dei Ramones era in gran parte macchiata del sangue di Inès, si teneva la testa tra le mani con i gomiti poggiati sulle gambe, guardava le mattonelle di quel posto così triste, ancor più triste e angoscioso della notizia che non voleva ricevere.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per un pò di forza, forza per alzarsi da quella sedia e andare a cercare un medico, sembrava stesse aspettando da un secolo.
Ci sedemmo accanto a lui, e lui quasi non se ne accorse, Billie gli mise una mano sulla spalla:
"è uscita?"
"non lo so Bill..non lo so..sto attentendo da così tanto che non mi ricordo a che ora siamo arrivati.."
"sarà passata un'ora, forse due.."
"mi sembra una vita che è entrata in quella sala operatoria..e ho paura che possa uscire fuori il medico e dirmi che se nè andata.."
"no, no Mike..ce la farà, cazzo se ce la farà..Inès è forte, Dio se è forte..e lo sai meglio di me.."
"ho paura di non farcela io, se lei se ne va.."
Billie non rispose, e io..beh..io non riuscivo a parlare, cercai di non piangere e di trattenere le lacrime.
Rimanemmo in silenzio, credo che tutti e tre stavamo pensando a cosa sarebbe successo.
"è tutta colpa mia.."
"non è colpa.." Billie non riuscì a finire la frase, le porte della sala operatoria si aprirono, uscì fuori il chirurgo, un uomo alto, sulla cinquantina, brizzolato.
"siete parenti della signora Hanson?"
"no siamo degli amici..Inès non ha parenti dottore.." disse Billie.
"come sta?" Mike moriva dalla voglia di dirlo, ma all'improvviso si pentì, la paura della risposta era tanta.
Il medico ci guardò, fece un sospiro e ci guardò di nuovo negli occhi a tutti e tre.
"..è fuori pericolo..tranquilli." disse sorridendo, con un sorriso confortante, come solo i medici sono in grado di darti.
Mike ci abbracciò e iniziò a piangere, iniziammo anche noi, e ci stringemmo forte.
"Possiamo vederla?" dissi
"Prego, da questa parte"
Entrammo nella stanza dove Inès riposava, aveva varie fasciature e cerotti un pò dappertutto.
Ma era lì, dormiva. Si, Inès è una forte.
"dovrei chiamare mia madre per avvertirla dell'accaduto, credi sia meglio rimanere qui?" disse Billie
"no magari andiamo io e te tra un pò.." dissi.
Billie uscì dalla stanza e andò a cercare un telefono, era tardi, ma doveva avvertire.
Mike era seduto vicino al letto di Inès, e la osservava.
"ce l'ha fatta Mike"
"si ce l'ha fatta" sorrise.
"chissà come cavolo ha fatto Jason a prendere quell'altra auto."
"Non posso credere che Jason se ne sia andato...non posso crederci.."
Mise la testa sul letto e pianse ancora, stringendo forte la mano di Inès.
Non mi era mai capitato di veder piangere un ragazzo così, mi si strinse il cuore e mi commossi.
Billie rientrò nella stanza e mi venne vicino:
"ho avvertito mia madre..era molto preoccupata per noi tutti, ha detto che verrà a trovare Inès"
"gli hai detto di Jason?" disse Mike
"no..ho preferito di no..glielo diremo più tardi quando viene qui in ospedale"

Mi venne a svegliare un'infermiera, mi ero addormentata sulla sedia:
"signorina..." mi disse
"oddio mi sono addormentata..che ore sono?"
"sono le dieci.."
"oh  cavolo.."
Dovevo aprire il bar, ma ormai era troppo tardi, mi guardai intorno, Billie dormiva sul letto libero accanto a quello di Inès e Mike dormiva insieme a lei.
"credo sia ora di svegliare i suoi amici, dovete uscire devo visitare la signora Hanson"
"si ok.."
Mi alzai dalla sedia e andai verso Billie.
"tesoro, dobbiamo uscire, devono visitare Inès"
"..uh? "
Mi guardò con gli occhi mezzi chiusi.
"..si ok.."
si alzò dal letto e andò a svegliare Mike.
Poco dopo eravamo al bar dell'ospedale, ci prendemmo dei caffè e aspettamo che i medcii uscissero dalla stanza di Inès.
"Shiloh..non dovevi aprire il bar?" disse Mike
"lo so, ma stanotte ci siamo addormentati..non me ne sono nemmeno accorta..!"
"che nottata.." disse Billie
Poco dopo eravamo di nuovo fuori la stanza di Inès, il chirurgo brizzolato che la operò ci disse che era coscente e potevamo parlarle senza però farla affaticare.
Entrammo entusiasti, Inès ci sorrise.
"ragazzi.."
"Inès..come stai?" corsi verso di lei
"stavo meglio l'altro ieri.." disse sorridendo
"amore..cosè successo?"
"..oddio Mike...non lo so nemmeno io..non ricordo niente..ma, Jason?"
Ci guardammo tutti e tre, poi Billie disse:
"è morto Inès.."
"oh Cristo..io...ricordo solamente che abbiamo litigato Mike..siamo saliti in macchina..e.."
"Inès eri a 5 metri per terra dalla macchina di Jason...come è successo?"
Inès rimase a pensare.
"..Jason ha accellerato sulla curva..oltre ad averla presa malissimo..mentre accellerava il mio sportello si è aperto..credo che per aiutarmi non ha visto la macchina che arrivava.."
"e perchè Jason non ha frenato?" chiese Mike
"non..non lo so.."
Fermi sulla porta c'erano i genitori di Jason Andrew e John, Billie e Mike andarono da loro.
Mike cercò di spiegare con la voce spezzata dalle lacrime cosa fosse accaduto.
"è..stato un incidente..un incidente.." disse Mike
"..ci hanno detto che i freni dell'auto di Jason avevano dei problemi.." disse il padre di Jason
"forse è per questo che non è riuscito a frenare.."disse Mike
"Mike pensi che mio figlio abbia sofferto?" disse la madre di Jason con gli occhi lucidi
"non lo so signora...spero proprio di no.."
Mike provò una tristezza indescrivibile, Jason era uno dei suoi migliori amici, forse l'unico insieme a Billie e ora non c'era più.
Poco dopo arrivò anche la mamma di Billie.
"oh mamma.."
"Billie...!- disse Ollie camminando a passo svelto verso di lui - ..cosè successo?" chiese preoccupata.
"..mamma stanotte non te l'ho detto...ma Inès e Jason Andrew hanno avuto un incidente..."
Ollie vide i genitori di Jason Andrew addolorati e capì, si mise una mano davanti alla bocca.
"mi..mi dispiace tanto signora.." disse Ollie

Il funerale di Jason fù rigorosamente bianco.
Quando muore una persona giovane di solito si fà così.
C'erano molte persone, parenti e amici.
La chiesa era gremita di persone, che si stringevano per tentare di colmare un inico dolore. Io, Billie, Mike e John sedevamo agli ultimi posti.
La cerimonia durò un'ora circa, ci spostammo poco dopp verso il cimitero.
"che vita di merda.." disse Mike
Non rispondemmo, eravamo daccordo, non si può morire a 19 anni.
"poteva succedere a chiunque di noi..è dovuto morire Jason Andrew per farmelo capire..capire che sono mortale anche io.." continuò Mike.
Billie l'abbracciò e si unì anche John.
Tra la gente la rivide, c'erano molte persone e riuscì a riconoscerla, c'era anche Adrienne.
Era sotto braccio con un ragazzo molto più alto di lei, Billie rimase a guardarla ancora, si voltò e venne verso di me.
Aspettamo la sepoltura di Jason, e ognuno di noi, tirò una rosa bianca nella buca dove Jason Andrew avrebbe riposato per sempre. Più tardi tornammo in ospedale da Inès.

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Capitolo 17
*** NON LASCIARMI ***


Osservavo le pieghe delle lenzuola del letto di Inès, e i raggi caldi del sole che trapassavano le fessure della grigia tapparella davanti al letto.
Erano passati 4 giorni dall'incidente, Inès era riuscita ad alzarsi per andare in bagno, poco dopo ritornò, camminando molto lentamente verso il letto, mi alzai per andare ad aiutarla e mi fermò con una mano.
"Lascia..devo riuscirci da sola."
"Inès sei debole.."
"ma devo riuscirci.."
Le espressioni di dolore si mischiavano con i cerotti e i lividi che aveva sul viso.
"quanto tempo è passato Shiloh?" disse sedendosi sul letto piano piano.
"4 giorni"
"mi sembra un mese..non ce la faccio più, quando potrò tornare a casa?"
"non lo so cosa ti hanno detto i medici?"
"gran cazzari i medici...mi dicono che dipende da quanto ci mette il mio corpo a rimettersi, per questo faccio tutto da sola, ho cacciato ogni singola infermiera che ha provato ad accompagnarmi al bagno e non l'ho fatto solo perchè devo riuscire ad arrivare da sola verso il bagno ma anche perchè detesto che qualcuno mi veda mentre faccio la pipì o peggio ancora..la cacca"
Sbottai a ridere:
"non posso darti torto"
sorrise anche lei.
"dove sono Billie e Mike?"
"sono al gilman..hanno trovato un batterista e stamattina volevano parlarci, poi venivano qui"
"e il bar?"
"ho parlato con Hugh..gli ho detto cosa è successo raccontandogli anche di mia madre, l'ho visto bene e mi sono totalmente sfogata con lui come farebbe una figlia con il padre..mi ha detto che per questa settimana posso lasciare il bar chiuso per lutto e riaprirlo lunedì..almeno posso venire da te"
"grazie Shiloh...grazie di non avermi lasciata sola..sei veramente un'amica"
"non potrei mai lasciarti Inès.."
Ci abbracciammo
"..senti..hai sentito tua madre?"
"si sono riuscita a parlarci ieri..in effetti volevo evitare di dirle tutto, ma alla fine le ho raccontato ogni cosa, ti saluta"
"ti ha detto  quando tornerà?"
"assolutamente no.."
Rimanemmo in silenzio.
A quei tempi sarei morta se fossi rimasta sola, e mia madre non lo capì.
Entrò il medico, ci disse che Inès poteva lasciare l'ospedale il lunedì successivo.
Sarebbe stato il 4 di dicembre, il giorno che rinacquero i Green Day...maledizione.

Lunedì 4 Dicembre 1990, casa Reed, ore 5.00

Billie e Mike dormivano sul divano.
Avevano fatto tardi, ero sicura di averli sentiti rientrare nemmeno due ore prima.
Entrai in salotto, le condizioni della casa erano a dir poco pietose, se mia madre era lì avrebbe avuto una crisi isterica.
Il fatto era che non è che non avevo voglia di pulire i casini che io Billie e Mike facevamo dopo che tornavamo dall'ospedale, il fatto era che non avevo tempo per limitare i danni.
Mi avvicinai al divano e cercai di svegliarli.
"tesoro..Mike..alzatevi dovete andare a prendere Inès in ospedale.."
Billie farfugliò qualcosa, mentre Mike spalancò gli occhi e si alzò cercando di non barcollare.
"..Mike almeno tu.."
"tranquilla Shiloh..-sbadigliò-..vado io a prendere Inès tranquilla..tu devi andare a lavoro no?"
"si infatti..altrimenti sarei andata io.."
"a che ora esce?"
"alle 9..ti ho svegliato per avvertirti.."
"hai fatto bene...vorrei farmi una doccia Shiloh, posso?"
"certo..che domande..ci sono degli asciugamani puliti nell'armadietto al bagno..io vado ci vediamo a pranzo eh"
"vai...a dopo"

Quella mattina ci furono un sacco di clienti a colazione, così tanti che avevo paura di non riuscire a servirli tutti.
Notai un ragazzo seduto su un tavolo in fondo, vicino alla vetrina, lo notai perchè era vestito da clown.
Leggeva il menù senza ordinare, faceva avanti e indietro con la testa, si stava addormentando sul tavolo.
Mi avvicinai con del caffè.
"scusi vuole del caffè?"
Mi guardò con la bocca aperta, con quegli occhi azzurri bistrati di nero e la faccia ancora un pò bianca, classico trucco da clown.
Fece si, con la testa senza parlare e gli versai del caffè nella tazza.
Ne bevve un goccio, si schiarì la voce
"grazie..ci voleva proprio...che nottata ragazzi, disse guardandosi intorno.."
Sorrisi e continuai a guardare i suoi pantaloni verdi fosforescenti a righe rosse.
"non mi guardi così, mi mette a disagio.." disse portandosi alla bocca la tazza.
"mi scusi ma..bel modo di mischiare colori.."
"ehi di solito non vado in giro vestito in questo modo.."
"vorrei vedere.."
"..non mi prenda per il culo, io poi mi offendo.."
"mi scusi..non volevo che lei pensasse che la stavo prendendo in giro.."
Mi voltai e tornai al bancone.
Il locale si svuotò piano piano, lui rimase seduto al tavolo.
Mi sedetti alla cassa a sfogliare una rivista.
"scusi potrei avere dell'altro caffè? altrimenti mi addormento qua.."
"subito.."
Mi alzai, presi il caffe dal bancone e andai verso il tavolo.
"grazie mille...veramente molto gentile lei.."
"si figuri.."
Bevve tutto il caffè d'un sorso
"ahh buonissimo..lei è veramente brava a fare il caffè..."
"grazie.."
Si alzò dalla sedia e dalla tasca gli cadde una bacchetta, una bacchetta per la batteria.
Mi chinai a raccoglierla, era molto rovinata
"stanotte l'ho usata molto..ma non mi fraintenda la uso solo addosso ad una batteria.."
"si figuri...non immaginerei un altro diverso utilizzo.."
"però basta darci del "lei" avrai la mia età"
"ho 19 anni.."
"bene io li faccio tra 5 giorni, sei pure più grande.."
"e vabbè ma quelli son dettagli.."
"piacere sono Frank..ma puoi chiamarmi Trè Cool..se vuoi.."
"piacere Shiloh..perchè Trè..?"
"ha mai studiato francese?"
"mhm..no.."
"Tres in francese significa "molto"..quindi sono molto fico..me l'ha dato un mio amico questo soprannome.."
"originale..piacere di averti conosciuto Trè..quindi sei un batterista..?"
"beh si..a quanto pare..ti ripeto non ci faccio giochini erotici con questa.." disse riprendosi la bacchetta che avevo in mano.
"hai per caso...letto questo.." dissi indicandogli il foglio che era rimasto appeso alla vetrina
Si fermò a leggerlo poi disse
"chi son questi tizi..o sei tu che cerchi un batterista?"
"è la band del mio fidanzato e di un mio amico..il loro batterista li ha mollati e ne cercano un altro..ti interessa?"
"come si chiamano? posso saperlo?"
"Billie Joe e Mike.."
Trè sgranò gli occhi
"gli sweet children?"
"uh si..li conosci?"
"ho suonato con loro una volta..poi Johnsi unì a loro..io davo lezioni a John di batteria..mhm quindi John si è dileguato.."
"si..allora ti interessa?"
"vedrò..ho già un paio di band, vedrò come gestirne una terza..."
"grazie.." dissi sorridendogli
"figurati.."
Il sorriso di Trè sembrava non essere sincero, piuttosto sembrava che mi stesse prendendo in giro, ma non era colpa sua, la sua faccia è tutt'ora così.
Mi pagò e se ne andò.
Un'ora dopo Mike e Inès arrivarono al bar.
Inès camminava piano mano nella mano a Mike, lui era assonnato, ma felice di avere la sua mano nella sua.
Corsi ad abbracciarla
"finalmente torniamo a casa"
"si non ce la facevo più.." disse sorridendo
"oh senti Shiloh - disse Mike - Billie andava al gilman doveva parlare con un nostro vecchio amico batterista.."
"ma chi Frank?"
Mike rimase sorpreso
"lo conosci?"
"è stato qua fino a poco fà..mi ha detto che vi conosceva..gli ho chiesto se voleva suonare con voi e ha detto che ci pensava"
"beh allora ha accettato subito perchè ha chiamato a casa di Billie..vabbe non l'ha trovato perchè sta da voi, ma gli ha dato appuntamento al gilman stasera"
"wow Mike ti prego voglio venire!" disse Inès
"no tesoro è meglio di no"
"eddai amore ti prego, me ne muoio di vedervi suonare!"
"Inès se te la senti possiamo andarci, perchè no.." dissi
"siii...lo vedi? lei si che mi capisce!" disse Inès a Mike.
Mike era strano, e non era per colpa del sonno, aveva dei pensieri, sicuramente ancora non si era ripreso dalla morte di Jason Andrew.
Mi allontanai un attimo per andare nel retro bottega.
"Mike..tesoro cos'hai?" chiese Inès preoccupata
"..Inès..sto male, mi sento malissimo.."
"..amore.."
Lo abbracciò, Mike si mise a peso morto sulla sua spalla.
"..mi sento in colpa Inès..Jason Andrew non meritava di morire così giovane.."
"..lo so, lo so.."
"a volte desidero stare solo Inès - alzò lo sguardo a guardarla - ...a volte ho bisogno di stare solo e pensare a tante cose.."
"..Mike..non dire così, mi preoccupi..io..sto male a vederti così..sei la persona più importante della mia vita..ho...ho solo te.."
"hai anche Shiloh.."
"..si è vero...ho anche lei.. - rimasero in silenzio - ...non lasciarmi Mike ti prego.."
Mike l'abbracciò.

La sera con un pò di fatica riuscimmo ad arrivare al Gilman.
Io e Inès ci sedemmo ai tavolini. Sul palco salì la band di Trè, lo vidi sistemarsi dietro la batteria.
Rimasi basita da come suonava quello strumento.
"quello è l'amico di Mike e Billie?" disse Inès stupita
"..si"
"cazzo!"
"già!"
"ma è bravissimo"
"si sono daccordo"
I green day salirono sul palco subito dopo, Billie si avvicinò al microfono e disse di Trè.
Suonarono delle cover per una decina di minuti scarsi.
Insieme erano perfetti. Mai avrei creduto. Perfetti, lo erano davvero.
Poco dopo, Inès si alzò a fatica dal divanetto
"devi andare in bagno?" chiesi
"no..andiamocene"
Inès sembrava avere fretta
"c'è qualcosa che non va?"
"no..ho solo voglia di sdraiarmi sono..sono stanca.." nel frattempo continuava a guardarsi intorno.
Cercai di capire in che direzione guardava, sapevo che però lei cercava di non guardare nello stesso punto per non farmi capire.
Ma non ci riuscì, Billie era sceso dal palco, e scherzava con lei, Adrienne.
Sembravano raccontarsi cose divertenti, perchè ridevano di gusto.
Inès mi prese la mano
"andiamo Shiloh, ti prego.."
"si andiamo.."
Le tenevo un braccio sopra la schiena e molto lentamente ci incamminammo verso casa.
"chi è quella Inès?"
"..si chiama Adrienne..è amica di una mia amica.."
"come fa a conoscere Billie?"
"..hei tranquilla Shiloh..Adrienne è felicemente fidanzata con uno sbilungone..la conoscemmo l'anno scorso..venne ad un concerto al gilman ed era il compleanno di John.."
"..capisco.."

Suonarono alla porta, guardai dalla finestra, era Billie.
Aprìì e ci chiudemmo fuori.
"sei solo?"
"Mike è andato a casa.."
"ha fatto bene a non venire Inès dorme."
"è successo qualcosa? perchè non mi hai avvertito che ve ne eravate andate? con Inès in quelle condizioni potevate aspettarci o almeno venivamo con voi, abbiamo la macchina.."
"non ho voluto disturbare la tua allegra conversazione con Adrienne"
Fulminai Billie con lo sguardo, e lui ne rimase colpito.
"..aspetta cosa hai capito?"
"..ho visto, e questo basta."
"ma smettila abbiamo scherzato e basta ..te lo giuro." "sicuro?"
"sicurissimo"
"ho un solo desiderio Billie, quello di non rimanere sola...perciò te lo chiedo in ginocchio...veramente...non lasciarmi"

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Capitolo 18
*** MERRY CHRISTMAS ***


Ormai le sansazioni erano le stesse da anni.
Ogni anno, il solito vuoto.
Billie osservava il luccicante albero di Natale che splendeva nel salotto di casa sua, mancava una settimana a Natale, non riusciva ad esserne felice quando era bambino, figuriamoci ora che aveva quasi 19 anni.
"ti piace?" chiese Ollie
"si mà..è lo stesso da quando ero piccolo.." rispose
Ollie sapeva le sensazioni di Billie Joe a Natale, sospirò e fece finta di nulla, addobbando anche l'ultimo angolo della casa.
Si alzò dal divano
"io esco, vado da Shiloh.."
"Billie..sembro invadente se ti chiedo di presentarmela?"
"..no, macchè invadente.." disse un pò imbarazzato
"..bene..allora perchè non organizziamo una cena e la invitiamo?"
"..va bene.."
Salutò la madre ed uscì, si l'avrebbe fatto, avrebbe fatto conoscere tutte le sue intenzioni, oltre che Shiloh.


Billie era di nuovo seduto sul divano, ma del mio salotto, a quei tempi con tutto quello che avevo da fare, non avevo trovato nemmeno uno straccio di tempo per fare l'albero:
"tesoro vorrei cambiare il colore delle palline dell'albero quest'anno..che colore mi consigli?" chiesi.
"..non lo so..a casa lo facciamo rosso da anni.." disse malinconicamente
"..Billie..c'è qualcosa che non và?" dissi sedendomi accanto a lui.
Guardava l'albero senza muovere ciglio, si schiarì la voce e disse:
"..il Natale viene ogni fine anno..e ogni anno che finisce e poi comincia..mi ricorda che mio padre non c'è più.."
Non risposi, mi sentivo in colpa, non sapevo cosa dirgli.
Mi prese la mano e la strinse:
"..mia madre vuole conoscerti Shiloh.."
"..non dirmelo.."
"..e invece devo" disse sorridendo
"...e cosa devo fare?"
"..mah..niente di particolare, devi solo venire a cena"
"..ok"
"..comunque rosso a me piace tanto per l'albero.."
Inès rincasò, poggiò a terra delle buste della spesa e fece un sospiro affaticato, Billie si alzò per aiutarla
"Inès ma sei pazza ad incollarti certi pesi?!"
"..we we, Bill tranquillo, sto guarendo..mica sono incinta!"
Raccolse le buste e le poggiò sul tavolo e iniziò a sistemare la spesa
"..ehi Shiloh ho preso tutto..allora questo albero?!"
"..eh niente - dissi - stavo giusto decidendo di cambiare il colore delle palline..così..per cambiare un pò"
"ah senti è arrivato un telegramma per te"
"fà vedere.."
Inès mi porse una busta, erano le poste, che si scusavano perchè avevano perso un pacco per me.
"..ah bene, nulla di grave.." dissi, misi la busta sulla mensola vicino alla credenza, dove mettevo sempre le bollette.
"cosè successo?" chiese Billie
"mah nulla, le poste si scusano perchè mi hanno perso un pacco che doveva arrivare il giorno di Natale.."
"..ma chi te l'ha spedito sto pacco?" chiese Inès
Sorrisi nervosamente, "mia madre."
Il pacco era proprio come mia madre, perso e in ritardo.
Billie si avvicinò
"stai bene?"
Lo guardai con le lacrime agli occhi, volevo dirgli che stavo malissimo, ma mi fermai.
Lui trovava sempre parole di conforto per me, io non ci riuscivo mai.
"si, sto bene.."

Mike e Billie Joe erano seduti sul marciapiede di fronte alla sala prove, aspettavano Tre.
"..quindi stai scrivendo?"
"..si ho scritto un pò di canzoni più la  musica della chitarra..magari appena arriva Frank ve le faccio sentire.."
"..si, si ok.."
Porse a Mike un quaderno, dove c'era scritto sopra "Kerplunk!"
"che roba è?"
"il nome dell'album.." disse sorridendo Billie Joe
"beh..complimenti per il nome.." Mike iniziò a sfogliare il quaderno.
"per me è il rumore che fà la cacca quando cade nella tazza." disse Billie Joe.
Mike lo guardò con gli occhi sbarrati e scoppiò a ridere:
"tu non sei normale"
"..a proposito di normale..pensi che sia normale che mia madre vuole conoscere Shiloh?"
"..beh certo..perchè dovrebbe essere anormale?" disse, continuando a leggere.
Billie mise sotto gli occhi di Mike una scatolina e l'aprì:
"Ma sei matto?" Mike rimase sbalordito.
"Che c'è non ti piace?" chiese Billie Joe
"Non ho gusti da donna..però..cavolo!"
"Avanti Mike, è soltanto un anello.." Billie si rinfilò in tasca la scatolina.
"Vuoi davvero sposarti?"
Billie guardò l'altra parte della strada
"Voglio solo stare con Shiloh.."
"e cosa ti impedisce di stare con lei comunque?"
"me lo impedisce me stesso"
Mike non capì, nel frattempo arrivò Tre e si chiusero in sala prove.
La sera dopo, conobbi la famiglia di Billie Joe, ovvero Ollie, sua madre, Marci,Anna,Hollie le sue sorelle e i suoi fratelli Alan e David.
Furono tutti gentili con me, io invece ero imbranata e timida più che mai, fù invece uno spasso per Inès e Mike, perchè lasciai casa libera loro per 4 ore buone.
Cenammo in salotto, accanto a quell'albero che intristiva Billie Joe, mi fecero mille domande, ma sempre in modo gentile.
Feci una specie di riassunto della mia vita evitando di soffermarmi su mia madre.
"cosa fai nella vita?" mi chiese Marci.
"..lavoro in un bar, lo Hugh's bar...non..no so se lo conoscete.."
"oh si.." rispose.
Non riuscivo a mangiare dall'imbarazzo.
"ma perchè esistono certe cose?"
Pensai, mentre mi grattai nervosamente la gamba, le calze mi davano fastidio.
Billie mangiava guardando il piatto, cercava di evitare i discorsi.
Poi arrivò la domanda più "in"
"come vi siete conosciuti?" chiese Hollie.
Io e Billie Joe ci guardammo per un attimo, parlò Billie:
"sono andato una mattina al bar per appendere i volantini per una serata al Gilman e.."
Non finì di raccontare che David lo interruppe
"..oddio la cosa della band..Shiloh tu non la trovi una cretinata?" mi chiese
"..no..assolutamente..io..io trovo che Billie abbia talento..anche io avevo una band..ma non è andata bene...stimo Billie perchè fà quello che amo anche io.."
David sgrullò la testa con lo sguardo nel suo piatto.
Sentivo come se avessi detto qualcosa di sbagliato, i sorrisi continui delle sue sorelle e di sua madre però mi tranquillizzarono.
"..Mà io direi di smetterla qua.. - Ironizzò Alan - ..la stiamo traumatizzando.."
Ollie sorrise, si alzò e iniziò a sparecchiare insieme ad Anna, mi alzai anche io e le aiutai.
"Per favore siediti.." disse Anna
"..no perchè, mi fa sentire a disagio non aiutare..anche nelle cose futili come sparecchiare.."
Anna sorrise, e lasciò che le aiutai.
Passò un'ora, e mi ritrovai in cucina a parlare con Ollie.
"ti senti meglio ora..?"
"oh si..molto" sorrisi
"..da quando sta con te, devo ammettere che Billie è molto cambiato"
"sul serio?"
"oh si...sono sua madre..lo osservo ogni giorno..lo trovo anche cambiato nell'atteggiamento, nei confronti del Natale.."
"lo crede davvero?"
"si,si" sorrise
Continuò a raccontarmi degli aneddoti di Billie Joe e mi confessò che non era mai riuscito ad andare a trovare suo padre al campo santo.
La serata si concluse con dei caffè e il dolce che avevo portato.

VIGILIA DI NATALE.
"dove mi stai portando?"
Ero riuscita a "strappare" Billie dalle prove quel pomeriggio, lo bendai e lo feci salire in macchina.
Guidai fino al campo santo di Berkley, lui sorrideva ignaro di tutto, mi stavo sentendo in colpa, magari stavo per ferirlo, ma decisi comunque di rischiare.
"tranquillo tesoro..è una sorpresa.." dissi.
Arrivammo, scesi dalla macchina e dal bagagliaio presi una busta e andai ad aprirgli lo sportello, mi prese per mano come un bambino, si lasciò guidare.
Quando fummo dentro, lo vidi strano, i suoi occhi erano coperti dalla bandana, ma capìì lo stesso il suo sguardo, aveva capito.
"quest'odore..Shiloh.." disse fermandosi.
Lo trascinai e lui si fece guidare nuovamente.
Quando ci fermammo, lasciò la mia mano e si tolse la bandana da davanti gli occhi.
Guardò la lapide con su scritto il nome del padre, e si sedette per terra.
Mi sedetti accanto a lui e lo abbracciai.
Aprìì la busta, dentro c'era un vaso con delle stelle di Natale, gliele porsi.
Mi guardò tristemente, le prese e le poggiò vicino agli altri fiori.
"quando mi hai fatto salire in macchina non immaginavo questo...ma quando siamo arrivati e ho sentito l'odori dei fiori ho capito.."
"..perdonami tesoro se ti ho ferito.."
Mi abbracciò
"no..mi hai reso felicissimo.."
Billie si commosse, guardò la foto del padre e si asciugò gli occhi.
Strinse la sua mano nella mia, poi insieme uscimmo dal cimitero, prima di salire in macchina, mi fece un lungi discorso che, sinceramente, non riesco neanche a ricordare. Tutto ciò che ricordo, era il sorriso con cui mi guardò quel giorno e il modo in cui mi guardò e disse:
"..Shiloh...vuoi sposarmi?"

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Capitolo 19
*** I PREPARATIVI DEL MIO MATRIMONIO ***


Marzo 1991

"..il cinque o il sei?"
"..oddio tesoro, il sei è il compleanno di mia madre..non possiamo fare..che ne so..il dieci?"
Io e Billie parlavamo della data del matrimonio, ero nervosa.
"..non hai ancora detto a tua madre che ci sposiamo?" disse Billie.
Spostai lo sguardo sulla mia destra, tenevo gli occhi bassi
"..no..non l'ho sentita per niente.."
"..tesoro, è ora di alzare il telefono e di chiamarla..lo so che ti sta facendo soffrire immensamente,
ma devi chiamarla..."
Avevo un nodo alla gola, ero davvero fragile a quell'epoca.
"..ok - presi un respiro - la chiamerò.."
"si ma prima del dieci luglio.." sorrise.
Lo abbracciai e gli diedi tanti baci sul viso.
"..vai in sala adesso?"
"..no devo andare a fare una cosa, ci vediamo stasera.."
"..ok, stasera ceniamo tutti insieme allora..festeggiamo l'uscita della vostra seconda "fatica" ? dissi quasi per prenderlo in giro
"daccordo, a patto che non cucini Inès..per favore..non è in grado!"
"ahhahah..tranquillo ci penso io a te.."
"anche io penserò a te..per sempre.."
Billie uscì di casa, io mi alzai e andai verso il telefono, pronta a dare la bella notizia a mia madre.
Incredibile quanto Billie a quei tempi, fosse la mia forza più grande, e l'unica vera persona a darmi la giusta sicurezza per affrontare la vita che mi si stava per prospettare davanti, alzai la cornetta e feci il numero di telefono di casa di mia sorella a Monaco.
Il cuore mi batteva forte e tremavo dal nervoso, al primo squillo volevo attaccare, ma non feci in tempo a pensare che mia sorella rispose:
"..Shiloh?"
"Katy, come sapevi che ero io?"
"Conosco solo una persona che può chiamare a quest'ora.."
"oddio il fuso orario..Katy perdonami.."
"tranquilla siamo ancora sveglie qua.."
"capisco..senti potresti passarmi la mamma, devo parlarle.."
"è successo qualcosa?"
"no, nulla..devo solo dirle una cosa.."
"ok.aspetta"
"..."
"..Shiloh, tesoro.."
"mamma, come stai?"
"..bene e tu?"
"..tutto ok..mamma quando pensi di tornare?"
"non lo so tesoro..qui faccio le cure..spero presto..non vedo l'ora di rivederti.."
"..mamma il dieci luglio mi sposo con Billie Joe"
"..che COSA? stai scherzando..spero"
"..no non sto scherzando..perchè? qual è il problema?"
"..Shiloh..siete giovani..ma perchè..dimmi, sei incinta?"
"no mamma no.. - diedi un pugno sul tavolino - ..non sono incinta, Billie Joe non mi sta sposando perchè mi ha ingravidata, io non sono come te. Non mi sto sposando per salvarmi la faccia come hai fatto tu"
"non ti permettere di parlarmi così..sono tua madre ed esigo che tu mi porti rispetto"
"anche io esigo che mi porti rispetto, esigo che tu ti comporti da madre perchè non puoi lasciarmi ancora qui da sola.
Ed esigo, soprattutto, che tu sia l'ultima persona che conosco che deve giudicare le mie azioni"
Mia madre non rispose, la sentìì solo singhiozzare dall'altra parte della cornetta.
Iniziai a piangere anche io senza nemmeno accorgermene e con la voce spezzata dalle lacrime le dissi:
"..io..io voglio solo essere felice mamma...e io lo sono solo con Billie Joe..perchè non riesci a provare questo anche tu..per me..per me"
Piangeva e ripeteva "Ok.." senza fermarsi.
Un'ora dopo ero ancora lì, seduta vicino al telefono muto, guardavo le foto appese al muro, gli oggetti di mia madre che mi circondavano, i quadri..e con la malinconia nel cuore giurai a me stessa che semmai avvessi avuto un figlio, sarei morta per lui.

"ah e quindi ti ha detto così? che bastardo.." disse scherzando Inès mentre finiva di apparecchiare.
"ahahah, lo so..io penso che i dolci li sai fare meglio di me..!"
"..mhm si è vero! - disse facendo finta di darsi delle arie - ..anzi la torta di stasera, diciamogli che l'hai fatta tu..così la mangiano, tanto anche Mike pensa che faccio cagare come cuoca.."
"ahahahah..ok..ok!"
Suonarono alla porta, Inès andò ad aprire la porta.
"buona.."
Inès abbracciò Mike tappanfogli la bocca con un bacio senza fargli finire il "buonasera"
io ero dietro di lei e sorrisi alla scena.
"buona sera ragazzi"
Poi rimasi con la bocca aperta alla vista di Billie.
"tesoro...dove sono finiti i dread?"
La "cosa che doveva fare" era tagliarsi i capelli, erano spariti tutti i dread con cui l'avevo conosciuto, era stranissimo vederlo senza e coi capelli corti.
"..ecco adesso non ti piaccio più!" disse.
"ahaahha ma che dici.."
lo abbracciai e lo baciai, poi sentìì una schiccherà sulla mano.
"posso avere un bacio anche io?"
"..oh, Trè..sei venuto anche tu?" dissi sorridendo
"e scusa non era una cena festeggiamento dell'album?"
"ahahaha si certo certo...dai venite, entriamo la cena è pronta.."

Mezz'ora dopo

"insomma la data di uscita?" chiese Inès versando il vino a tutti.
"l'abbiamo rimandata all'anno prossimo.." disse Mike
"..cosa? e perchè?" chiedemmo io e Inès
"non siamo soddisfatti di quello che stiamo scrivendo..vogliamo lavorarci ancora un pò..altrimenti l'uscita era il prossimo mese" disse Bille.
"beh gli artisti siete voi..quindi attenderemo un anno per sentire "Kerplunk!" disse Inès.
"propongo un brindisi.. - disse Trè prendendo il bicchiere - all'uscita prossima di Kerplunk! ma soprattutto al matrimonio di Billie e Shiloh..figli maschi mi raccomando.."
Sorridemmo e brindammo.

Una settimana dopo, la madre di Billie aveva preparato una festa per noi, dovevo ancora conoscere un pò di famigliari..che stress.
Cercai di vestirmi carina, con la paura di deludere l'occhio di qualche zia di Billie Joe.
"ma dov'è Billie? Shiloh è qui da sola" chiese Ollie a Mike.
"ehm..vabbè non è sola, è con Inès..comunque doveva andare a prendere l'anello per Shiloh.." disse abbassando la voce e avvicinandosi all'orecchio di Ollie
"oh..capisco" rispose emozionata Ollie.

Billie stava tornando dal gioielliere, camminava a testa bassa canticchiando
"...she holds my malakite so tight so...never let go! - si fermò sul ciglio della strada guardando l'orizzonte e il sole che stava tramontando - ...cos she's 2,000 light years away?...."
"Billie.." una voce femminile dietro di lui, si voltò.
"..Adrienne...ciao.."
"..ciao... - disse sorridendo - ...dove corri?"
"..sto...sto tornando a casa...devo fare una cosa urgente.." disse un pò imbarazzato da quel sorriso
"..urgente quanto? "
"..un pò.." rispose un pò mortificato.
"peccato..mi sarebbe piaciuto parlare un pò con te..allora ci vediamo..a presto" Adrienne attraversò l'altro lato della strada e camminò velocemente senza voltarsi, Billie invece rimase ad osservarla mentre spariva tra la gente che tornava a casa, doveva tornarci anche lui.
Sgrullò la testa e corse verso casa.

"..uffa..non ce la faccio più Inès a conoscere gente..tutte le volte devo raccontare qualcosa di me..non ce la posso fare.."
Io e Inès ci eravamo rifuggiate nel bagno e dalla finestra spiavo quei pochi parenti invitati in giardino che a me sembrava un esercito.
"su Shiloh..fra due mesi è tutto finito...ma ci pensi..fra due mesi ti sposi!" disse Inès sorridendo emozionata.
"..si..fra due mesi mi sposo..quando ero piccola pensavo sempre al mio matrimonio..però non c'era mio padre ad accompagnarmi all'altare..quindi era mia madre la testimone..ma nella realtà non c'è nemmeno lei.."
"le hai detto del matrimonio?"
"si..l'ho chiamata l'altra settimana"
"e cosa ha detto verrà?"
"non lo so..ha solo pianto..ma non dalla felicità..era preoccupata per me.."
"..mi dispiace tanto Shiloh.."
"non ti preoccupare..io sto bene.." dissi sorriedendo.
"oh è arrivato lo sposo.."
Uscimmo fuori dal bagno, guardai Billie salutare i suoi parenti, sorrideva e ringraziava per i complimenti.
Lo guardai, lo amavo, amavo ogni gesto che faceva e i suoi modi di essere e fare.
Lui sarebbe stato la mia famiglia che avevo perso.

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Capitolo 20
*** IL NOSTRO COMPLEANNO (PRIMA PARTE) ***


Billie si mise in ginocchio di fronte a me, era la cosa più imbarazzante a cui stavo assistendo, e ne ero la protagonista.
Sorrideva, i suoi splendidi occhi verdi erano nei miei e mi guardava senza distogliere lo sguardo.
Mi infilò un piccolo solitario all'anulare sinistro, era piccolo, ma scintillava di mille colori, proprio come Billie Joe.
Si alzò in piedi e mi baciò, e tutti applaudirono felici, incontrai ogni singolo sguardo delle persone presenti in un secondo, ed erano tutti davvero felici, i loro sguardi erano sinceri, e io non potevo non godere di tutto ciò, chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel suo abbraccio.

MAGGIO 1991

I mesi avanzavano senza che me ne accorgessi.
In quegli otto mesi era davvero successo di tutto, avevo conosciuto Inès, Mike, Billie, John.
La ricaduta fisica di mia madre, il primo album dei Green Day, il tour, la morte dell'unica parente di Inès, l'incidente, la morte di Jason Andrew.
E in quel momento, con quei pensieri, sapevo che qualcos'altro mi aspettava fuori dalla mia finestra, qualcosa che sapeva di felicità che avevo atteso per 20 anni, ma come potevo sapere che il mio tempo stava per scadere?
"mi hanno offerto un lavoro a New York.." disse Inès mentre stavamo riordinando la casa, mia madre si era fatta sentire, e avrebbe detto che presto sarebbe tornata.
"..un lavoro? che tipo di lavoro?"
"..come segretaria in uno studio di un avvocato.."
"..ah..bello!" dissi poco convinta
"..già, non lo so, dovrei trasferirmi lì, sai che palle..tutta sola, senza te..senza Mike..non lo so davvero.."
"..beh se pensi questo, allora credo proprio che sai che quello che devi fare.."
"rinunciarci vero?..però non lo so, vorrei attendere, pensarci ancora un pò, tanto mi hanno dato un mese di tempo per pensarci..e quando sarò pronta e con le idee chiare, dirò la mia scelta.."
Non le risposi, continuai a spazzare per terra, Inès interruppe di nuovo il silenzio
"fra due giorni è il compleanno di Mike.."
"..davvero? il 4?"
"..si, il 4"
"..davvero? non posso crederci.." dissi sorridendo
"cosa?" disse Inès
"..e anche il mio compleanno Inès.."
"ahahahah sul serio? tu e Mike siete nati lo stesso giorno e lo stesso anno?"
"...a quanto pare..se compie 20 anni anche lui"
"oddio che figata! - Inès zompettava felice verso di me - ..dobbiamo fare una festa così spegnete le candeline insieme!"
"maddai...sono anni che non spengo le candeline.."
"e beh? è arrivato il momento di rifarlo"
"daccordo...se proprio ci tieni.."
"oh si che bello!"
"basta Inès mi sembri una cretina.."
"ahahah hai ragione continuo il lavoro.."
La guardai sorridendo, sembrava una vita che vivevamo insieme.

Stesso Momento, Middle Harbor Shorelin Park (Oakland Middle Harbor)

Il sole stava tramontando, sembrava che stava andando a dormire sul fondo dell'oceano,
la vecchia macchina di Billie Joe ancora faceva fumo e rumoreggiava, malgrado era spenta già da un'ora.
"non credo che la tua macchina sia combinata bene.."
Adrienne sorrideva  guardando quella vecchia macchina scassata, Billie Joe ricambiò il sorriso guardando il tramonto
"lo so, lo fa sempre, ma non ho il coraggio di buttarla..ci sono affezionato.."
Guardò l'orizzonte anche lei
"..Billie perchè quando ci vediamo mi porti fuori Oakland?"
"..non lo so, forse perchè mi vergogno.."
"vergognarti..e di cosa? di stare con me?"
"no, no..non mi vergogno di stare con te..io mi vergogno di me stesso.."
"credo di non capire.."
"..lascia stare, andiamo..si è fatto tardi"
Billie stava per salire in auto, Adrienne lo prese per mano, in quell'istante Billie Joe capì che involontariamente aveva mandato un messaggio cifrato ad Adrienne, ma lei non l'aveva colto.
"..Billie, non capisco..io voglio capirti..cosa ti tormenta?"
L'abbracciò.
Se la strinse forte addosso.
"Non farmi domande Adie..ti prego..non sorridermi, non sono in grado di affrontarlo.."
Adrienne non rispose, salirono in auto e tornarono a Berkley.

Inès si buttò a peso morto sul divano.
"ce l'abbiamo fatta...cazzo abbiamo pulito tutto!..tua madre non scasserà le palle..ci siamo fatte un culo assurdo.."
mi sedetti vicino a lei.
"già, devo andarmi a fare una doccia prima che arrivi Billie Joe.."
"dove andate?"
"ha detto che vuole andare a cena fuori.."
"oh che romanticone..ma ora dovè?"
"..non lo so sinceramente"
In quel momento suonarono alla porta, andai ad aprire sperando fosse lui, invece era Mike.
"Buona sera.."
"ciao Mike.." dissi delusa
"ciao tesoro!" disse Inès
"Mike dovè Billie Joe..?"
"non lo so..sinceramente pensavo di trovarlo qua.."
"Oh tesoro..ma lo sai che tu e Shiloh spegnerete le candeline insieme?" disse Inès contenta
"ah davvero?" Disse Mike guardandomi
"..Mike come non sai dovè Billie Joe?"
"Shiloh stai tranquilla sù..starà arrivando..vai a farti quella doccia, vedrai che quando avrai finito sarà arrivato..tranquilla"
"si ok..vado..mi raccomando non sporcate!"
Mike e Inès sorrisero, salìì le scale ed entrai in camera per prendermi un cambio e mi chiusi in bagno.
Un'ora dopo scesi e Billie era in salotto a parlare con Mike e Inès,
"t'oh..hai visto? eccolo Billie.." disse Mike
"tesoro..eri preoccupata?" mi chiese
"si..dove cazzo sei stato?"
"ohi..tranquilla..sono stato..solo un pò in giro.."
"..in giro?" Mi voltai e andai in cucina, Billie mi seguì
"hey..cos'hai? non..non mi credi?"
"no no, ti credo.."
Stavo iniziando a cucinare senza accorgemene
"Shiloh..dovevamo andare a cena fuori..perchè stai per cucinare.."
Mi fermai, avevo completamente rimosso l'appuntamento.
"ti dispiace se rimango a casa stasera? non ho voglia di uscire.."
"va bene.."
Non aggiunse altro, mi baciò sulla guancia ed uscì con Mike.
Salirono in auto.
"andiamo in sala?" chiese Billie Joe
"daccordo..Billie dove sei stato?"
"Oh ma che cazzo siete fissati allora.."
Guardò Mike arrabbiato
"..Billie senti..io non voglio intromettermi con te e Shiloh..però..sei sicuro che vada tutto bene?"
Billie mentre guidava aveva uno sguardo perso nel vuoto, lo sguardo di uno che pensava a come risolvere un problema.
"..con Shiloh non potrebbe andare meglio..non so se va bene a me però.."
Mike non poteva crederci
"ma che cosa stai dicendo? hai un'altra?" disse incredulo
Billie guardò l'amico con la coda dell'occhio, Mike capì che aveva un problema e voleva aiuto.
"..cosa è successo?"
Billie accostò, aveva molto da dire.
Spense la macchina, fece un lungo respiro e parlò.
"..sono due mesi che esco con Adrienne di nascosto.."
Mike incrociò le braccia, guardava fuori davanti a se illuminata dai lampioni.
"pensi che Adrienne sia così importante da farti mandare all'aria la tua storia con Shiloh?"
"non lo so Mike..te lo giuro..lei mi fa sentire così bene..ma amo anche Shiloh..io non so cosa mi sta succendendo.."
"dammi retta..non sposarti..almeno per ora..analizza la situazione..altrimenti farai soffrire Shiloh..guarda che stasera lo aveva capito..non è scema, hai visto quanto era incazzata?"
"lo so, lo fa sempre..ma non ho il coraggio di buttarla..ci sono affezionato.."

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Capitolo 21
*** IL NOSTRO COMPLEANNO (PARTE DUE) ***


"mi stai dicendo che in pratica...ti piacciono due donne in contemporaneamente?"
Billie annuì un "si" con la testa
"non voglio far soffrire Shiloh Mike...non posso farla soffrire anch'io.."
"lo so che non vuoi....senti dimmi la verità..hai fatto qualcosa con Adrienne..?"
Billie si voltò di scatto verso Mike, i suoi occhi sembravano voler dire "perchè questa domanda?"
"no.."
"c'hai messo troppo a rispondere.."
"..io sposerò Shiloh..e appena sposati ce ne andremo da Oakland..la quotidianeità con lei mi travolgerà e non penserò più a Adrienne.."
"...ne sei sicuro?"
Billie riaccese la macchina
"si..ne sono sicuro"

Mi alzai dalla sedia e iniziai a sparecchiare in silenzio, presi i piatti miei e di Inès e li misi nel lavandino, lasciai solo i bicchieri in tavola con il vino.
Mi sedetti di nuovo, e mi accesi una sigaretta.
"quanto hai intenzione di stare in silenzio..?" Inès mi rubò una sigaretta e se l'accese
"non ho nulla da dire.."
"Shiloh.."
"cosa?" dissi guardandola negli occhi.
"..sei arrabbiata cazzo, ma parliamone almeno.."
Sospirai, feci un tiro di sigaretta, aspirai e sputai il fumo.
"..credi abbia sbagliato stasera a non uscire con Billie?"
"..no assolutamente.."
"..mi ha dato fastidio..mi nasconde qualcosa, ne sono sicura.."
"..cioè?"
"..se ha un'altra?"
"mhm...un'altra.."
"si un'altra....se così fosse lo ammazzo."
Ciccai forte la sigaretta nel posacenere, mi accorsi che tremavo dal nervoso, Inès mi mise una mano sulla gamba per fermarla e sorrise.
"ohi..stai tranquilla.."
"non lo accetterei..soprattutto se me lo nascondesse..non voglio fare la cornuta cazzo"
"non farai la cornuta..Billie non è stronzo.."
Cercai di farmi convincere dalle parole di Inès, poi andammo a dormire.
Quella notte non chiusi occhio.

4 Maggio 1991

Mi alzai presto come al solito quella mattina, malgrado erano due notti che dormivo poco per via dei miei incubi assurdi.
Era il mio ventesimo compleanno, e mi sentivo come se ne dovevo compiere quaranta, mi sentivo vecchia decrepita e senza più uno straccio di qualcosa in cui credere.
Sistemai la mia stanza, scesi in cucina, Inès stava preparando la colazione.
"ma auguri tesoro!"
mi venne in contro con una tazza di caffè e un cornetto.
"è al cioccolato Shiloh..almeno ti addolcisce!" disse sorridendo.
"grazie Inès.." sorrisi.
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
"hai sentito Mike?"
dissi mettendo del latte nella tazza e inzuppandoci il cornetto.
"si, l'ho chiamato stamattina, stasera festeggiamo tutti insieme il vostro compleanno..fanno un concerto al Gilman e poi andiamo a bere, ti va?"
"si ok..tanto di mia madre nemmeno l'ombra ancora.."
"comunque sono arrivati quelli per te.." Inès mi indicò con lo sguardo di guardare dietro di me, mi voltai e c'erano delle rose rosse in un vaso sopra il frigorifero, mi alzai e andai a vedere il biglietto.
"l'hai letto?"
Inès scosse la testa per dire no, l'aprìì e in rosso c'era scritto:
"Buon Compleanno Amore..Billie Joe."
Mi scesero le lacrime dagli occhi, e sorrisi, mi strinsi al petto quel biglietto, e guardai Inès con un sorriso da ebete in faccia.
"si ok..vai da Billie.."
Iniziai a ridere ed uscìì di casa, presi la mia bicicletta e pedalai fino a casa di Billie.
Arrivai davanti casa di Billie Joe, buttai la bicicletta a terra e suonai, mi aprì Mike.
"oh Shiloh...auguri" disse sorridendo
"anche a te Mike!" dissi abbracciandolo
"Billieeee c'è tua moglie!!"
Entrai in casa, e quando lo vidi rimasi in silenzio, lui era lì davanti a me, Mike si allontanò dalla stanza, lui mi guardava senza dire nulla.
"..perchè mi fai questo?" gli chiesi.
"..cosa?"
"..il mio mondo inizia davanti a te Billie.."
"..vieni con me dall'altra parte, mentre sono seduto qui e ti vedo fare l'imbronciata..perchè so che sei, la cosa migliore che c'è.."
Le parole di Billie mi commuovevano ogni volta, andai verso di lui e lo abbracciai e gli sussurrai.
"voglio fare l'amore..ora"
"ora?...ma c'è Mike di là.."
"non mi frega..voglio fare l'amore ora"
Entrammo di corsa nella sua stanza e la chiuse a chiave, mentre ci spogliavamo disse
"le rose ti sono piaciute allora.."
"stai zitto, che combini solo danni"
"e che danni!"

Sera Al Gilman.

I Green Day stavano per salire sul palco, Billie guardava tra il pubblico, Mike gli andò vicino.
"che c'è?"
"spero solo non ci sia Adrienne.."
"dai andiamo tocca a noi.."
Salirono sul palco che sembrava fatto a posta per loro, il pubblico pogava e cantava.
"andiamo fuori a fumare?" chiesi a Inès.
"ok.."
Uscimmo e ci sedemmo sul marciapiede.
"come ti senti?" disse
"in che senso? come sono i vent'anni o a cos'altro?"
"...no, con Billie, cosa pensi, cosa provi?"
"...sai ci ho pensato, e alla fine, sono arrivata a convincermi che deve essere così.."
"cioè?"
"..quando ho conosciuto Billie suonavo in un gruppo, avevo i miei sogni di gloria, le mie speranze..mi ero convinta che anche se sono una ragazza, potevo anche io far parte di una band tosta, perchè la musica è tutto ciò che ho di più importante...e invece, in poco tempo, ho avuto Billie Joe..ma ho anche perso tutto ciò in cui credevo...una donna si sposa, fa i figli e lavora per mantenerli, è questa la strada che aspetterà anche me"
Inès non rispose
"ti ho messo tristezza?" dissi sorridendo
"..beh un pò.."
"è solo quello che provo.."
Mike, Billie e Trè uscirono dal Gilman con dietro un pò di gente che faceva loro i complimenti, e li fermavano per chiacchierare.
Io e inès ci alzammo e andammo verso di loro, Mike mise il braccio attorno al collo di Inès, io presi la mano di Billie.
Lui mi guardò e la strinse forte, e poi camminammo verso un pub a pochi minuti dal Gilman.

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Capitolo 22
*** TELL ME WHEN IT'S TIME TO SAY I LOVE YOU ***


Un motivetto mi girava in testa da giorni.
Cercavo di torgliermelo dalla testa, visto che ci avrei fatto ben poco.
Ma non ci riuscivo, quindi mi decisi a scriverne uno spartito.
Le mie unghie erano cresciute, e sicuramente i calli sui polpastrelli erano quasi del tutto scomparsi, non potevo suonare la chitarra.
Alla fine mi decisi, volevo delle belle unghie lunghe da smaltare per il mio matrimonio, ma decisi di tagliarle per riprendere la chitarra, e così feci.
Tirai fuori dall'armadio la chitarra che Billie Joe mi regalò, l'accordai, e provai a dare delle note a quel motivetto che mi frullava da tempo in testa.
Non mi era mai successo, ma scrissi la canzone in un paio d'ore.
Inès entrò nella mia stanza
"allora non era un'allucinazione..stavi suonando" disse sedendosi sul letto accanto a me.
"mhm..già, ho ripreso in mano la chitarra dopo un sacco di tempo, mi fanno malissimo i polpastrelli..ma dovevo suonare."
"tell me when it's time to say I love you?"
Inès aveva in mano il quaderno dove era abbozzata la canzone e lo spartito.
"..già"
Si mise a leggere la canzone, io mi guardavo intorno e mi giravo i pollici, come se stessi affrontando un'esame importante.
"..cavolo Shiloh..ma è bellissima"
"..davvero?"
"sicuro!"
"è solo che non so cosa farci."
"la incidi, che domande"
"Nah! non è roba per me" dissi chiudendo il quaderno, mi alzai e lo misi sullo scaffale in mezzo ai libri, ripresi la chitarra e la richiusi nell'armadio.
"ma perchè Shiloh..?"
"quello che ti ho detto l'altra sera l'hai dimenticato?"
Inès mi guardò dispiaciuta.
"ma è molto bella, veramente"
"ti ringrazio"
"..è per Billie vero?"
"..ogni passo che faccio, ogni respiro che emetto è solo per lui..quindi non potrei scrivere per nessun altro"
"..me la faresti ascoltare?"
"no non chiedermelo..mi vergogno!"
"eddai su, sono curiosa"
"e va bene.."
Mi sedetti per terra, feci un lungo respiro e iniziai a cantare.
Non mi sentivo una cantante, ma cantai lo stesso la canzone, e sembrava la cantassi anche bene, Inès si emozionò molto.
"devi farla sentire a Billie.." disse
"si poi gliela farò ascoltare.." mi alzai da terra e chiusi di nuovo la chitarra nell'armadio.
"sai Shiloh...mi dispiace..davvero.."
"..di cosa?"
"..di ciò che hai deciso..hai  molto talento.."
"ma va..- dissi sorridendo -..solo perchè ho mezzo scritto una canzone ho del talento?"
"senti..vaffanculo. Tu perchè non ti vedi, cazzarola. Non vedi lo sguardo che hai quando suoni, che sia o no per Billie..tu ami suonare"
"...si è vero, ho sempre amato la musica, e ho sempre amato suonarla..ma non posso, cioè...basta Inès, ho deciso"
Le parole di Inès mi fecero piacere, mi era sempre piaciuto sentirmi dire che ero brava in qualcosa, ma a quei tempi era soltanto un modo alla fine di vantarmi di qualcosa, alla fine mi vantavo con le quattro mura della mia vecchia casa.

Billie non aveva chiuso occhio per l'ennesima volta.
La sua insonnia faceva progressi, era rimasto tutta la notte ad osservare il soffito rovinato della sua stanza.
Aveva ascoltato ogni singolo rumore che la notte regalava, compresi i respiri di Mike, che dormiva sul letto accanto al suo.
Si credeva di impazzire perchè ad un tratto aveva iniziato persino a contarli.
Andò a farsi una doccia, si vestì di corsa, come se stesse per fare tardi ad un appuntamento.
Corse verso il telefono di casa e fece il numero, il suo numero.
Mentre il telefono prendeva la linea pregò in qualcosa che avrebbe risposto lei.
"..pronto?"
"..Adrienne?"
"..Billie, come mai questa chiamata?"
"..Adie..io devo parlarti..ti prego possiamo vederci?"
"...Billie..per favore."
"no, ti giuro che stavolta rimaniamo a Oakland.."
Adrienne sorrise dall'altra parte della cornetta
"ok..possiamo fare stasera se puoi, ora devo andare a lavoro"
"ok, va bene..ci vediamo di fronte al gilman alle otto, ok?"
"va bene...a dopo"
"ciao.."
Non sapeva bene cosa doveva dire ad Adrienne, anzi a dir la verità non aveva proprio nulla da dirle.
Ma non poteva richiamarla e dirle "scusami..ma in realtà, non so cosa dirti" l'avrebbe preso per pazzo.
Anche se in fondo, si sentiva davvero così.
Si sarebbe presentato puntuale all'appuntamento come se nulla fosse.
Poco dopo Mike si svegliò, entrò in cucina dove Billie sorseggiava il suo solito caffè.
"..buongiorno..o..ancora devi andare a dormire?"
"..la seconda"
"..o mio Dio Billie..così finisci per orizzontale all'altare.."
"..Mike per favore.."
"..ma guardati, sei dimagrito e hai due occhiaie assurde"
"cosa posso farci? non ci riesco, non riesco a dormire..sto con gli occhi spalancati per tutta la notte"
"..grazie, combini guai e poi ci piangi sopra.."
"..io non ho combinato guai"
"ah no? guardati allo specchio e avrai le tue risposte..fai impressione"
Mike aveva ragione, il problema è che non riusciva a convincersene.
"..hai ragione..senti vado da Shiloh, ci vediamo dopo ok?"
"..ho promesso a quelli del gilman che andavo a consegnare volantini tutto il giorno, quindi ci vediamo stasera da Shiloh.."
"..va bene..ma Trè?"
"da ancora lezioni di batteria..quindi anche lui sta ancora un pò incasinato.."
"va bè, a stasera.."
Uscì di casa e si avviò a piedi verso la meta.
Mezz'ora dopo suonò alla porta, aprì Inès che di corsa lo salutò ed uscì per andare a lavoro.
"..Shiloh..?" disse entrando e chiudendo la porta dietro di se.
"..arrivo" scesi le scale con la chitarra in mano.
"..mi fa piacere vederti con lei.." disse sorridendo
"..pure tu che dici così, avanti..era solo un pò che non la suonavo.."
Scesi l'ultimo scalino ed ero di fronte a lui, prese il mio viso tra le mani e mi baciò.
Poi mi tolse la chitarra dalle mani e iniziò a suonare note a caso.
"hey..l'avevo io prima"
"un attimo solo un attimo.."
"..ehm..volevo farti sentire una cosa..veramente.."
"..una cosa tua?"
"..si una canzone.."
Mi porse la chitarra senza fiatare e si sedette sul divano, io mi misi di fronte a lui.
Mi tremavano le mani, non riuscivo a mettere bene le dita per l'accordo e il plettro quasi mi cadde nel buco della cassa.
"..we guarda che io non ti giudico.."
"..lo so, ma vedi, la canzone è per te.."
Billie non fece in tempo a rispondere che iniziai a cantare, rimase in silenzio tutto il tempo della canzone.
"...mi sento in imbarazzo.."
"ecco lo sapevo!"
"no ma non fraintendermi..mi hai messo in imbarazzo perchè è molto bella.."
Presi il quaderno e glielo porsi.
"prendila è tua.."
"..che cosa?"
"..la canzone..incidila"
"ma che cosa dici Shiloh..è roba tua, io non posso.."
"..Billie, io questo non lo posso fare, non posso scrivere canzoni ed inciderle..questo lo devi fare tu.
Io sarò solo tua moglie, ti darò dei figli se un giorno li vorrai, ma le canzoni..non le sento cose per me, io l'ho scritta perchè ce l'avevo in testa da tempo, non mi sento di inciderla o farci chissà che..quindi la do a te, in fondo è scritta per te.."
Prese il quaderno tra le mani
"..grazie"
"..se vorrai un giorno, incidila tu"
Rimanemmo tutto il pomeriggio in salone, parlammo, cantammo, e come una normale coppietta facevamo l'amore.
Intorno alle sette e mezza di sera Billie scattò in piedi e si rivestì
"..dove vai?"
"..devo..devo fare una cosa con Mike.."
"..torni dopo?"
"..si con lui..ci vediamo dopo ok?"
"ok.."
Mi diede un bacio sulla fronte e uscì.
Appena Billie uscì di casa fù invaso dai sensi di colpa, ma non poteva tornare indietro.

Inès rincasò intorno alle nove e mezza.
"sono tornata.."
"ciao Inès.." dissi mentre apparecchiavo
"oddio non ce la faccio più.."
"dai su..siediti e rilassati..tra poco è pronto.."
"..oh si, si.."
"..Mike e Billie spero vengano in tempo..altrimenti si fredda.."
"..chissene fotte, intanto mangiamo io e te...sto morendo di fame"
Il campanello della porta suonò
"rimani seduta Inès vado io.."
Andai ad aprire, erano sicuramente loro.
"..buona sera!" esclamò un Mike sorridente
"..ciao Mike..dovè Billie?"
"..Billie? io non lo vedo da stamattina"
"cosa?"
"..io ho fatto volantinaggio per quelli del gilman e sono stato fuori tutto il giorno, Billie l'ho visto stamattina l'ultima volta e ha detto che ci vedevamo qui"
"...ok..torno subito."
"aspetta Shiloh..dove vai?"
Non sentìì più nulla, entrai in macchina e corsi a cercarlo.
Non so cosa mi balenò in testa, ero confusa, mi sentìì all'improvviso strana e mi veniva da vomitare.
Guidai per circa 20 minuti quando alla fine, finalmente lo vidi...

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Capitolo 23
*** IL MIO AMORE RUBATO (WORDS I MIGHT HAVE ATE) ***



"Le parole rimangono intrappolate nella mia mente
Mi dispiace di non prendermi mai il tempo per stare come vorrei
Perchè il primo giorno che sei entrato nella mia vita, il mio tempo gira attorno a te
Ma poi ho bisogno della tua voce
Come una chiave per sbloccare tutto l'amore intrappolato in me
Allora dimmi quando è il momento di dirti che ti amo
Tutto ciò che voglio è che tu capisca
Che quando prendo la tua mano, è perchè lo voglio
Siamo tutti nati in un mondo di dubbi
Ma non c'è dubbio
Ho capito che Ti amo
E mi sento sola per tutti quelli che non si prenderanno mai la briga di dire
Cosa c'è al di là della loro mente
Ed inoltre non avranno mai qualcuno come te
Che prenda la loro mano e li aiuti lungo il cammino
Allora dimmi quando è il momento di dirti che ti amo
Allora dimmi quando è il momento di dirti che ti amo.."


Quelle parole riecheggiavano in me e si rompevano sulle pareti di ogni angolo del mio corpo.
Io ero in macchina, e dall'altra parte a qualche metro di distanza da me, l'uomo che avrei sposato due mesi dopo, tra le braccia di un'altra, bocca a bocca.
Sentivo gli occhi gonfi di lacrime e la gola non riuscire più a trattenere quel macigno pesante, non potevo sbattere le palpebre, avrebbe piovuto dai miei occhi.
Avrei voluto che accanto a me in quel momento ci fosse Inès.
Qualcuno doveva scuotermi perchè a me sembrava di morire.
Ma provai anche una tale rabbia che se ne avessi avuto il coraggio avrei messo in moto l'auto sopra di loro.
Invece accesi l'auto e bruscamente diedi gas, passandogli davanti, loro nemmeno se ne accorsero.
Percorsi la strada velocemente, e alla fine scoppiai a piangere.
"Sei un bastardo...sei un bastardo!!!"
Urlavo dando dei pugni al volante immaginandoci il viso di Billie Joe, quel viso..
All'improvviso mi fermai, scesi dall'auto: dovevo vomitare.
Mi era già capitato se piangevo ed ero particolarmente triste, dal nervoso vomitavo anche.
Dopo qualche vomitoso minuto mi rialzai, avevo smesso di piangere ma ero uno straccio, a malapena riuscivo a stare in piedi.
Faticosamente entrai in macchina, guardai il tetto grigio dell'auto con gli occhi e le guance ancora bagnate, respiravo velocemente e piano piano tornai al giusto ritmo.
Accesi l'auto e ripartìì, su tutte le forze che avevo guidai fino a casa.
Ad aspettarmi a casa erano rimasti ignari Mike e Inès che chiacchieravano sul divano, quando mi videro si spaventarono.
Io non dissi niente, ma in qualche modo loro capirono, specialmente Mike, uscì di casa sbattendo la porta, Inès mi prese per mano e mi fece sedere sul divano
"...Billie Joe....con.....con......un....con un'altra....." dissi balbettando con le lacrime di nuovo pronte a scendere
Inès iniziò a piangere con me.
"...mi dispiace tanto Shiloh.."
"...non voglio Inès...non voglio....."
Inès soffocò il mio pianto nel suo petto, e io la strinsi forte.
Mi alzai di nuovo per andare a vomitare, ma non feci in tempo ad arrivare in bagno, lo feci all'ingresso.
Mi sedetti in ginocchio e continuavo a vomitare, Inès mi prese e mi portò al bagno e si mise a pulire ciò che avevo lasciato per strada.
Poi mi spogliò e mi mise nella vasca, anche se non piangevo più, soffrivo senza farlo vedere.
Nello stesso momento Mike andò da Billie Joe, lo trovò al parco vicino al Gilman mentre si fumava una sigaretta.
Lo prese da dietro e lo buttò per terra.
"Oh ma che cazzo fai?" disse rialzandosi
"..sei un coglione Billie..SEI UN COGLIONE" disse urlando
"..ma che cazzo hai fatto, Mike sei impazzito?"
"NO tu sei impazzito..sei un cretino..Billie ti ha visto, ti ha visto"
Buttò la sigaretta non ancora finita a terra e corse verso la macchina, Mike lo bloccò
"e ora dove vai? che cazzo pensi di fare ora?"
Billie non disse nulla, si buttò per terra e si mise le mani tra i capelli.
"è tardi Billie...è tardi...tu sei arrivato tardi, Shiloh ha visto tutto.."
Iniziò a darsi dei schiaffi in faccia facendo smorfie di fastidio.
"se vuoi ti picchio io.."
Billie non parlava, rimase a terra a guardare il nulla.
"che fai non dici niente?"
"...devo andare da Shiloh.."
" a fare cosa?"
"a parlarle"
"e dirle cosa? cose che sicuramente avrà sentito mille volte nei film e che odia e odierà di più perchè gliele dirà l'uomo che ama..l'uomo poi."
"e che cazzo devo fare allora?" disse agitandosi
"se le parli non cambierà quello che hai fatto..e tantomeno quello che provi."
Billie Joe si alzò, salì in macchina e mise in moto.
Mike tornò a casa, non voleva creare disturbo.
"..come stai?"
Inès era seduta a terra, con una mano a mollo ai piedi della vasca e mi guardava con gli occhi lucidi e la voce spezzata.
Non risposi, se parlavo vomitavo, avevo paura perfino a respirare.
Guardavo solo il vuoto e in ogni vuoto vedevo Billie Joe.
Suonarono forte alla porta, Inès si alzò per andare ad aprire, si asciugò la mano sull'accappatoio, aprì la porta e Billie Joe entrò in casa chiamandomi.
"..Billie vattene.."
"Inès dovè..ti prego...io devo parlarle"
"lascia perdere...ti prego vai via..."
"no Inès..lei deve capire..io devo spiegarle.."
"che cazzo deve capire?! - Inès si alterò, Billie deglutì pesantemente - finiscila di prenderla per il culo e vattene."
"che cazzo ne puoi sapere tu? fatti gli affari tuoi Inès.."
"No non me li faccio gli affari miei va bene?! vattene Billie altrimenti ti prendo a calci quel culo secco che ti ritrovi.."
Billie si voltò verso di me, ero appoggiata all'angolo dell'ingresso, proprio vicino all'entrata, ero bagnata fradicia e quell'accappatoio non riuscì a scaldare il freddo che provavo.
Inès se ne andò in cucina.
"..Shiloh..."
"..che cosa vuoi?" dissi trattenendo le lacrime
"..solo parlarti.."
"io non voglio parlarti.."
"no ti prego ascoltami.."
Mi strappai dal dito il solitario e glielo tirai addosso.
"..vattene..vattene Billie, esci da quella porta, esci dalla mia vita..non voglio più vederti...VAFFANCULO..vaffanculo..me ne fotto delle tue parole hai capito? mangiatele quelle parole..mangiatele..da quanto andava avanti eh? mi volevi sposare per sentirti a posto con la coscienza..? vai a fare in culo, non ho bisogno di te, sparisci."
lo spinsi via e iniziai a piangere, Billie venne verso di me e lo cacciavo via urlandogli di non toccarmi.
Indietreggiò guardandomi, prese l'anello per terra, aprì la porta e se ne andò..per sempre.
Sentivo che con se Billie aveva portato via il mio cuore, me l'aveva strappato dal petto, la sensazione era così forte che mi toccai per sentire se non sanguinavo, mi faceva male il cuore..da morire.
Mi risvegliai qualche ora dopo, dormivo sul divano, sentivo Mike e Inès parlare.
"Mike sono preoccupata..io la porto in ospedale.."
"..maddai Inès..tranquilla..prova solo un dolore terribile..penso sia normale reagisca così"
"ma no Mike no.. - piangeva preoccupata - ..ha vomitato tutto il giorno..ti prego.."
Alla fine finìì su un letto d'ospedale, mi fecero delle analisi per accettarsi che il mio vomito non era nulla di grave.
Lo feci soprattutto per calmare Inès.
Un dottore entrò nella mia stanza e si sedette vicino a me.
"Signorina Reed..come si sente?"
"sto molto meglio ora...grazie.." Dissi mentre bevevo una tisana che mi aveva dato l'infermiera.
"Sono contento..sono venuto a dirle che dobbiamo spostarla in ginecologia.."
"che cosa?! - quasi mi strozzai - ...non..penserete mica.."
"Sono solo analisi.."
"dottore.. - iniziai di nuovo a piangere - ...io ho vomitato tanto perchè sono triste..mi capita sempre quando lo sono..la prego..non mi mandi in quel reparto.."
Il dottore mi mise una mano sulla spalla, abbassò la testa dispiaciuto e mi porse una scatola rettangolare ed uscì.
Dentro la scatola c'era ciò che non avrei mai voluto prendere tra le mani in quel momento, un test di gravidanza.
Mi alzai ed andai verso il bagno trascinandomi la flebo.
" + positivo - negativo"
Leggevo le istruzioni ad alta voce mentre urinavo su quel bastoncino bianco.
Dopo lo poggiai a terra lontano da me non volevo vederlo,mi misi la faccia tra le gambe, a occhi chiusi, seduta sul water, dovevo aspettare venti secondi per l'esito,
i venti secondi più lunghi della mia vita.
Ho contato fino a venti per tre volte e alla fine presi coraggio e raccolsi.
Dal momento in cui in mezzo al test regnava un + azzurro la mia vita venne di nuovo sconvolta.
Aspettavo un bambino.
Ricominciai a piangere e tutto ciò che sapevo ripetermi era:

"E ora..?"

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Capitolo 24
*** NEW YORK, NEW YORK ***


"..Shiloh dove sei?"
Inès era entrata nella stanza.
"..so..sono in bagno"
Uscìì dal bagno e andai verso il letto
"oh eccoti..come stai?"
"puoi farmi un'altra domanda per favore..?"
"..sei pallida"
"..Mike è con te?"
"..no non è venuto, perchè?"
"..devo dirti una cosa.."
"..spara, cribbio però mi preoccupi.."
Incominciai a piangere di nuovo
"..Shiloh..non fare così ti prego, sai che poi.."
"..sono incinta Inès.."
"..sei cosa?!"
"incinta! aspetto un bambino..un bambino innocente.."
Inès si sedette shoccata sulla sedia guardandomi a bocca aperta.
"..e..e ora?"
"è la stessa..è la stessa domanda che mi pongo da almeno 10 minuti..ovvero da quando l'ho scoperto.. - Mi asciugai gli occhi con la manica della vestaglia - ..non so che fare Inès.
Questo mi ci voleva, un figlio..chi cazzo lo dice a mia madre ora?"
"..chi cazzo lo dice a Billie Joe ora vorrai dire?!"
"a Billie non dirò assolutamente niente..di certo tornerebbe indietro per il bambino..e io non voglio"
"..non vuoi dirglielo? e...e cosa vuoi fare?"
"non lo so..di certo non la madre, ho 20 anni, non posso..non posso"
"Cristo.."
Inès si scostò i capelli dal viso, aveva gli occhi lucidi e guardò il soffitto cercando di non piangere.
"non piangere Inès..sono io quella che ha gli ormoni in subuglio ora..dovrei piangere io" dissi sorridendo
"come fai..come fai.." piangeva, non ce l'aveva fatta.
"non lo so.."
Rimanemmo in silenzio, Inès guardava a terra, e io guardavo fuori dalla finestra cercando di portare i pensieri altrove.
"Inès..?"
"dimmi.." disse senza togliere lo sguardo da terra
"..non dirlo a Mike"
Alzò lo sguardo, ma non disse niente.
Entrò di nuovo il dottore.
"signorina Reed..le analisi dicono.."
"che sono incinta..lo so"
"dobbiamo spostarla in ginecologia per un ecografia..poi può tornare a casa"
"..va bene"
Mi fecero sedere su una sedia a rotelle e un infermiere mi portò nell'ambulatorio per l'ecografia.
"senta mi potrebbe dire perchè mi porta su una sedia rotelle? so camminare da sola.."
"..siete in due ora signorina, e poi è molto debole non se lo dimentichi.."
"..che palle."
Entrammo nell'ambulatorio e il ginecologo mi fece sdraiare, a parte la visita che avrei evitato, mi spalmò sulla pancia un gel freddo e accese la sonda e il monitor.
Non volevo vedere, guardavo il soffitto sperando finisse presto.
"..ecco il feto, guardi"
"no la prego non voglio guardare.."
"..perchè signorina..è pur sempre suo figlio.."
"..non vivrà questo bambino, non posso farlo vivere.."
"..lei non è la prima mamma giovane che mi capita..ne ho viste davvero tante di giovani donne e adolescenti passare sul lettino dove lei è sdraiata ora..alcune erano felici, altri come lei soffrivano..non resistevano dopo un pò..soprattutto quando facevo sentire questo.."
"..cosa?"
Non feci in tempo, e dalle casse del monitor sentìì il battito di un cuore, il cuore del mio bambino.
Scoppiai a piangere e mi girai verso il monitor e quel piccolo cerchio che vedevo era mio figlio, un figlio che io e Billie Joe avevamo concepito senza volerlo, un figlio che rappresentava il mio amore per lui.
"può farlo smettere per favore..?" dissi piangendo e con una mano davanti agli occhi.
Il dottore mi accontentò, spense le casse.
"..senta signora Reed, io non sono uno psicologo, non posso aiutarla..posso solo dirle che il bambino sta bene.."
"..lo so, sono io a non stare bene..ma io non posso, non posso tenerlo..non posso crescere mio figlio..senza di lui."
"..ascolti..- prese un respiro - ...ora se ne torni a casa, si riposi, a tempo tre mesi, poi può farlo.. l'aborto è legale..
Feci "si" con la testa e mi alzai dal lettino, firmai dei documenti e me ne tornai a casa.

"Mike..mi dai uno schiaffo per favore..?"
Billie era seduto sul letto con il viso rivolto alla finestra, Mike da dietro gli mollò un ceffone.
"..e ora? ti senti meglio?"
"..no, per niente.." prese il quaderno accanto a lui e iniziò a scrivere un testo tutto d'un fiato.
"..Billie cosa hai intenzione di fare ora?"
"..devo dire a tutti che io e Shiloh non ci sposiamo più..sarà la cosa più idiota che farò.."
"te la sei cercata.."
"e sai cosa mi darà pià fastidio? sentirmi dire dagli altri che avevano ragione..era troppo presto.."
"si ma sai che non è così..insomma, le cose sono andate assai diversamente.."
"lo so ma farò credere a tutti questo..mi nasconderò dietro ad una bugia.."

Inès ed io rincasammo, mia madre ancora non era tornata.
Mai così tanto nella vita l'avrei voluta lì con me in quel momento.
Inès si sedette sulla poltrona davanti al divano dove sedevo io.
"..cosa vuoi fare..?"
"non lo so..non lo so cazzo..devo tornare a lavoro.."
"..ma sei impazzita?! nelle tue condizioni?"
"non ci starò per molto nelle 'mie condizioni'..ho deciso.."
"..vuoi abortire sul serio?"
"Inès ma come pensi che possa far crescere mio figlio senza il padre? Mi ci vedi?"
"..si, ti ci vedo"
Non risposi.
Squillò il telefono, Inès andò a rispondere.
"pronto?...si è...cosa?!...un attimo io sono una sua amica..Shiloh è un attimo al...."
"chi è Inès..?"
"...scusi un attimo..-tappò con una mano la cornetta-..senti parla tu..è successo qualcosa di grave credo.."
Presi la cornetta.
"Pronto chi è? sono Shiloh...che..che cosa?!..oh mio Dio..no..no...oddio.....io...la ringrazio per la telefonata.."
Attaccai il telefono.
"..cosa è successo Shiloh..??"
"..Hugh, il proprietario del bar...è morto stanotte."
"..oh santo cielo..ma chi era al telefono?"
"era il suo avvocato..ha detto che devo presentarmi domattina dal notaio Wedley..non so per quale fottutissimo motivo.."
"merda..un'altra cosa? no che altro deve succedere? Cristo.."
Il giorno dopo mi presentai dal notaio, Hugh non aveva parenti o amici stretti, prima di morire aveva fatto testamento, e aveva lasciato i suoi averi a me.
Io che non ero nulla a lui, mi aveva lasciato soldi, il bar e una casa a New York.
Mentre tornavo a casa avevo mille pensieri per la testa, passeggiavo verso casa, il caldo estivo stava iniziando a farsi sentire forte, passai per un parco e notai una madre che giocava col figlio su una giostra, mi fermai a fissarli per una decina di minuti, e mi immaginai nella stessa situazione.
Mi sedetti su una panchina commossa, mi misi una mano sulla pancia, e iniziai a parlare al bambino.
"..mi dispiace tanto..mi dispiace..non voglio che tu venga al mondo..il mondo è così desolante tesoro mio..e io non ho voglia di vivere.."
Mentre ripetevo quelle parole al bambino piangevo, all'improvviso smisi, il bambino mi rispose..sentìì dei strani movimenti nella mia pancia, come una grossa voglia di mangiare, ma in realtà era il piccolo che mi dava una prova della sua presenza. Mi alzai dalla panchina e andai a casa, ad aspettarmi trovai mia madre e mia sorella.
"..mamma.."
Lei non fece in tempo a rispondermi, mi buttai tra le sue braccia singhiozzando, lei non disse nulla, aveva capito.
"..mamma, devo dirti una cosa.."
"..dimmi tesoro."
"promettimi..che non mi giudicherai..che.."
"..Shiloh..qualsiasi cosa sia successa, sappi che io ti amerei comunque..tu e tua sorella siete la cosa più bella che mi sia capitata.."
"..mamma..io e Billie Joe non stiamo più insieme..la cosa potrei viverla anche diversamente..se solo che.."
"..se solo che?"
"..mamma..aspetto un bambino.."
Ancora ricordo lo sguardo di mia madre di quel giorno, nei suoi occhi chiari e tristi vidi una luce, mi prese tra le braccia e mi strinse come mai aveva fatto.
"..è una splendida notizia.."
"..non voglio tenerlo mamma..non voglio"
"..non dire così Shiloh..è una cosa bellissima.."
"ma come faccio? come faccio senza Billie?"
"..ascolta..io non sono un'esemplare da prendere, io ho cresciuto te senza tuo padre..non sono stata una buona madre..ma guardandoti e sapendo come sei..io sono sicura che potrai fare molto per tuo figlio.."
Mentre mia madre mi diceva quelle cose mi vennero in mente le mie stesse frasi che dissi quando ero arrabbiata con lei "..semmai avrò un figlio..morirei per lui e per la sua felicità.."
Quella sera io, mia madre e mia sorella parlammo per ore, dicendoci cose che in tanti anni non ci eravamo dette, Inès ormai, parte integrante della famiglia, ci guardava e ci faceva domande.
"..Inès, hai ripensato a quella proposta di lavoro a New York?" le chiesi.
"..si.."
"..io mi tengo il bambino..voglio andarmene da Oakland.."
"..ci ho ripensato quando mi hai detto che sei incinta...andiamocene Shiloh.."
Inès mi prese per mano, e io la strinsi.
Mia madre e mia sorella acconsentirono, io e Inès passammo la notte a fare delle valige.
"..dovrò dirlo a Mike.." Inès si buttò sfinita sul letto
"..io devo andarmene Inès..la mia pancia crescerà..qualcuno vedendomi potrebbe capire..e questo potrebbe arrivare alle orecchie di Billie Joe..e io non voglio..non deve sapere che diventerà padre.."
"..no Shiloh..lo so e...Mike capirà.."

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Capitolo 25
*** MY NEW LIFE (KERPLUNK!) ***


Mike era seduto su una panchina di fronte ad Inès.
Lei l'aveva chiamato per dirgli addio, e lui l'aveva capito.
Si trovavano in un parco a pochi passi da casa di Billie Joe.
Lui continuava a non parlare, lei cercava di non piangere e le parole giuste per dirlo.
"Inès..senti, ho capito.."
Disse guardando a terra, la sua voce era spezzata.
"..Mike, mi dispiace..ma io devo..io devo andare..."
Lui si alzò, non voleva sentire, voleva andare.
Lei lo fermò.
"Mike..io ti amo.."
"..e allora perchè te ne vai?"
"..perchè qui non ci posso restare.."
"..ma che dici Inès?"
"..cerca di capire Mike.."
Gli occhi di Inès si riempirono di lacrime, e anche quelli di Mike.
"..Inès, che cosa succede?"
"..devo stare accanto a Shiloh..è triste, lei ha bisogno di me..Mike io so che farai strada coi green day..me lo sento, è per questo che ti chiedo di non seguirmi.."
"..non me ne frega un cazzo Inès..io ti amo, non voglio restare senza di te"
"..Mike ti prego, promettimi che darai sempre il massimo, tu e quello stronzo di Billie Joe avete talento, sfruttatelo cazzo, e poi avete trovato un bravissimo batterista, quindi datevi da fare"
Inès stava per andarsene, quando Mike la prese e l'abbracciò.
"..mi macherai da morire.."
Inès lo strinse forte a sua volta
"..anche tu"
"dimmi dove vai..non ti verrò a cercare lo giuro..ma voglio almeno sapere dove vai.."
"New York..non siamo poi così distanti"
I due si diedero un ultimo bacio, poi lei, a testa bassa prese una strada e lui, un'altra.

Mentre finivo di preparare i bagagli, mia madre era seduta sul mio letto e mi osservava in silenzio.
Si guardava intorno come se la mia stanza la stesse vedendo per la prima volta.
Certo era molto cambiata, i poster non c'erano più, erano stati sostituiti da delle fotografie di quegli ultimi mesi che avevamo scattato con la polaroid di Mike.
"..sono bellissime queste fotografie tesoro.."
Mi fermai e le iniziai a guardare.
"..si è vero, sono molto emozionanti..penso che le staccherò e le metterò in un album..se ne avrò il coraggio magari un giorno farò vedere a mio figlio il padre."
"..Shiloh..sei davvero sicura, di non voler dire nulla a Billie Joe? E' anche suo figlio quel bambino che sta crescendo in te.."
"No è solo mio, se Billie lo sapesse..tornerebbe indietro, lo so, è sempre così..e io di certo non lo sposerei per il bambino..per poi cosa? divorziare tra qualche anno quando il bambino è piccolo e vedrebbe suo padre andarsene..a questo punto è meglio che nasca senza sapere nemmeno che ha un padre."
Mia madre annuì e rimase in silenzio.
"Ti posso dare una mano?"
"..si per favore..stacca quelle foto"
Si alzò dal letto e iniziò a staccare ogni singola fotografia facendo attenzione a non rovinarle, i miei occhi poi, caddero su una foto:
erano le mani mie e di Billie Joe, che mostravano un piccolo cuore nero sul medio sinistro, l'avevamo fatto insieme il giorno del suo compleanno.
"mamma posso vedere un attimo quella foto?"
Mia madre me la porse e continuò a staccare le altre.
La presi tra le mani, e mi venne in mente il momento in cui la scattammo, dietro c'era anche la data dello scatto "February, 17, 1991"
Avevamo festeggiato il compleanno di Billie a casa mia, eravamo io Mike, Inès, Billie e Trè.
Fu una festicciola d'alcol e risate, e la mattina io e Billie eravamo andati a farci quel piccolo tatuaggio.
Quei bei ricordi mi fecero piangere, misi la fotografia tra le altre e mi asciugai gli occhi senza farmi vedere da mia madre.
Nel frattempo, Inès tornò a casa, salì le scale e venne in camera.
La guardai negli occhi, e la capìì, non dicemmo nulla, lei prese la sua valige e scese.
"..Mamma, abbiamo il volo per New York tra 4 ore..è meglio che andiamo..mi farai avere col tempo le cose.."
"..va bene"
Uscimmo di casa e partimmo in auto alla volta dell'aereoporto.
Arrivate in aereoporto, avevo il mio primo problema, le nausee.
"tesoro, ma perchè non avete preso il treno per arrivare a New York?..stai male"
"mamma sono solo nausee..tranquilla."
"..mi mancherai.."
"anche tu.."
Ci abbracciammo.
"..fammi sapere quando nascerà il mio nipotino"
"certo..sta tranquilla, ti terrò aggiornata su tutto"
Nel frattempo Inès uscì tutta contenta da un negozio.
"ehy Shiloh guarda cosa ho trovato!"
"cosa?"
"sono dei braccialetti anti-nausea, sono a posta per le donne gravide"
"ma wow! grande Inès..ahaahha"
"tesoro..senti, cosa dovrò dire di te a Billie Joe?"
"mamma stai tranquilla, Billie non verrà mai a suonare alla nostra porta..semmai dovesse farlo, digli pure che sono a New York, basta che non gli dici del bambino.."
"lo saprà di sicuro dove ci troviamo.."disse Inès.
"l'hai detto a Mike?"
"si.."
"allora niente mamma, Mike sicuramente lo dirà a Billie Joe..tu vivi la tua vita, stai tranquilla e non preoccuparti per noi!"
Era ora, salutammo mia madre, dovevamo fare l'imbarco
Un'ora dopo eravamo nell'aereo.
"cazzarola..sono emozionata..è il mio primo aereo"
"anche il mio!" risposi
"cosa faremo una volta a New York?"
"beh tu hai il tuo nuovo lavoro da segretaria..io ho dato in gestione il bar e al mese ci rientrano i soldi dell'affitto del locale..poi quando sarà nato il bambino mi rimetto a lavoro"
"non è che il bambino mi chiamerà papà?"
"ahahaha, ma no tranquilla Inès..ahahah, papà..ma per favore..sarai la zia eddai"
*minuto di silenzio*
"l'avresti mai detto?"
"no a dirti la verità.."
"se non ti avessi chiesto una sigaretta quella sera al Gilman..a quest'ora..."
"a quest'ora non avrei te Inès..raccontami comè andata con Mike.."
"è stata così dura Shiloh..Mike è così importante per me..mi manca già tanto"
"mi dispiace Inès..non dovevo chiederti di venire con me"
"ma scherzi? dovevo prendere in mano la mia vita in qualche modo e tu la tua..e a Oakland non ce l'avremmo mai fatta..il bambino è stata la svolta..io la penso così"
Le sorrisi, mi addormentai senza volerlo, mi svegliò Inès quattro ore dopo, eravamo atterrate a New York.
Scendemmo dall'aereo, e andammo a prendere i bagagli.
Chiamammo un taxi e ci portò davanti la nostra nuova casa.
La casa era molto grande, su due piani, già arredata, dovevamo solo dargli una pulita.

Oakland, stesso momento, sala prove.

Trè aveva rotto l'ennesima bacchetta, si alzò dallo sgabello della batteria e si chinò a prenderne una nuova dal suo zaino.
"dai ricominciamo..scusate"
"tranquillo Trè..capita"
Billie si ristemò davanti al microfono e rialzò il volume della sua Blue
"..iniziamo a registrare il prossimo mese"
Mike non capiva come l'amico riusciva a pensare all'album, fino a qualche giorno prima doveva pensare al suo matrimonio, e ora pensava all'album.
Lui soffriva da morire per la partenza di Inès e non aveva la forza di suonare.
Ricominciarono a provare "No One Knows" e Mike sbagliò per l'ennesima volta l'intro iniziale.
"Mike porca troia!"
Billie spense l'amplificatore e buttò a terra Blue, uscì per fumare una sigaretta, Mike lo seguì insieme a Trè.
"si può sapere che cazzo hai?!"
Billie era furibondo.
"ehy calmati.." disse Trè
Billie si scusò con Mike e accese la sigaretta.
"Mike cosa hai? insomma ti è sempre riuscito quell'assolo da quando l'abbiamo scritto."
"Billie..Inès se ne è andata"
Mike si sedette sul marciapiede con lo sguardo rivolto nel vuoto.
"..se ne è andata?"
"..e tutto difficile senza lei per me ora.."
"dove cazzo se ne è andata Mike?"
"è partita insieme a Shiloh.."
Billie si sentì strano appena risentì quel nome, si sedette per terra accanto a Mike, Trè rimase a fissarli.
"mi sento stupido Mike.."
"..meno male perchè credevo che eri diventato di ferro tutto un tratto"
"no è che, devo pensare ad altro..per questo sembro di ferro" disse sorridendo
"si ma non stai reagendo bene.." Trè si intromise nel discorso
"..cioè?" chiese Billie
"..Billie, fino a l'altro ieri, avevi una ragazza con cui avevi deciso di sposarti...e stasera guardati, fai il duro, ti incazzi con noi..e pensi all'album da incidere, e soffri al suono del suo nome"
Billie si rialzò infastidito, odiava quando qualcuno lo riprendeva, e Trè in quel momento aveva ragione.
"..lo so Trè, ma non posso tornare indietro..è tardi, e io non me la sento di cercarla..Shiloh mi amava davvero, lo so di averle spezzato il cuore e non desidero farlo di nuovo cercandola.."
Rientrò in sala e si sedette per terra, prese un quaderno aveva finalmente l'ultima canzone per "Kerplunk".

I mesi trascorsero lentamente da quel giorno che io Inès ci trasferimmo a New York.
La nostra nuova vita fu difficile da sistemare.
Inès aveva cominciato a lavorare da segretaria nello studio di un avvocato, veniva pagata bene per prendere solo delle chiamate e fare fotocopie.
Io invece decisi di andare dallo psicologo, ma solo perchè ero tormentata da un sogno che riguardava il bambino.
Ne avevo parlato a mia madre e lei mi disse che alla fine lo psicologo è un dottore, quindi che problema c'era?
Quella mattina mi arrivò l'ultimo pacco da lei con altri oggetti che avevo lasciato a Oakland.
Aprendolo mi sentìì morire, erano dei vestiti e un paio di converse nere basse di Billie Joe che aveva lasciato a casa mia.
Presi quella maglia a maniche corte a righe rosse e nere tra le mani, me la strinsi addosso e iniziai a piangere.
La annusai, si sentiva ancora il profumo di Billie Joe.
Posai i vestiti nell'armadio, non ci pensai due volte ed indossai le converse di Billie.

Lo studio della psicologa era nella sua stessa casa, ero molto spaesata, mi aveva fatta accomodare in salotto, ero seduta su una comoda poltrona.
"..Ho portato il thè.."
Disse sedendosi di fronte a me.
"..grazie Anne"
Anne era una signora sulla cinquantina, non tanto alta, ma col fisico ben distribuito, e quel giorno i suoi lunghi capelli castani erano raccolti in una crocca.
"..Shiloh, come stai oggi?"
"..il bambino cresce..e io divento sempre più goffa"
"..a che mese sei ora?"
"..al settimo"
"..hai superato alla grande l'estate dai.."
"si si, non è stato di certo quello il mio problema.."
"..Stai ancora soffrendo per il padre di tuo figlio vero..?"
"..no, sto bene, soffro solo perchè mio figlio non avrà un padre"
"farai tanto per tuo figlio..ne sono sicura"
"lo spero"
"quando dovrebbe nascere quindi?"
"a febbraio..proprio come il padre.."
Anne rimase in silenzio per un attimo.
"..sei curiosa di vederlo?"
"..beh..a dirti la verità non lo so...Anne..io..io..mi sono aggrappata a questo bambino dopo che il padre mi ha lasciato a un mese dal matrimonio..la mia non è stata una vita facile..e non sopportavo l'idea che sarei rimasta sola di nuovo..e non so...beh..si..non vedo l'ora di vederlo.."
Anne sorrise
"..di che sesso è?"
"..non lo so, sta praticamente di spalle e si vede solo il sedere..ormai voglio saperlo quando nasce.."
"come lo vorresti chiamare..?"
"..se fosse una bambina mi piace Hailie..è un nome che è venuto fuori mischiando il mio nome e quello del padre.."
"...beh è molto delicato..e se fosse maschio..?"
Scossi la testa "..spero sia una femmina..."
Parlammo per un'altra mezzora e me ne andai.

Tornando a casa, decisi di farmi un giro in centro.
Il freddo Newyorkese mi soffiava in faccia, mi fermai di fronte ad una vetrina di un negozio premaman a guardare una culla.
D'un tratto riflesso nella vetrina, dall'altra parte della strada c'era lui.
Billie Joe e Adrienne passeggiavano mano nella mano.
"che cazzo ci fa qua?!?" fù la prima cosa che pensai.
Entrai nel negozio piangendo, dovevo nascondermi, mi avrebbe visto, avrebbe visto la mia pancia.
"scusi..la prego..il negozio ha un'uscita esterna?? la prego..."
"signora si sente bene?"
disse la commessa.
"..si sto bene..laprego,se c'è un'uscita esterna..mi faccia uscire di li,la scongiuro.."
La commessa mi guardò preoccupata senza capire, poi mi prese e disse: "..venga può uscire di qui.."
Presi un taxi ed arrivai a casa.
"..Inès! Inès..non non puoi capire!" dissi appoggiando la giacca all'attaccapanni e legandomi i lunghi capelli.
In salotto trovai Mike e Inès a parlare.
Sgranai gli occhi appena lo vidi, ormai la mia pancia era impossibile da nascondere.
Inès abbassò lo sguardo senza dire niente, Mike rimase shoccato appena mi vide.
"...che cazzo ci fate qua? Mike che cazzo ci fate qua??"
dissi urlando
"..allora è vero...Shiloh calmati... oddio" Mike era sempre più shoccato.
"...no non mi calmo - dissi piangendo - ..che ci fate qua??"
Mi fecero sedere.
"..Shiloh..sono qua per il tour di Kerplunk.." disse Inès abbracciandomi.
"...non ti azzardare a dire a Billie Joe che sono incinta..Mike non ti azzardare" dissi indicandolo
"..Shiloh..perchè non glielo hai detto?" Mike stava quasi per piangere per quanto era sconvolto.
"Mike ma mi prendi per il culo? Cristo santo.."
Mi agitavo sempre di più, avevo il cuore in gola dall'adrenalina.
"..ehi calmati non farai del bene al bambino così" disse Mike
"..Mike..ti prego...non dirlo a Billie Joe...ti prego..ti prego..."
"..no..no..io..Shiloh..è una cosa troppo grande.."
"non me ne fotte un cazzo Mike..non ti azzardare a dirglielo"
"..Shiloh è un bambino..."
"..è il mio bambino ok? Mike ti ammazzo se lo dici a Billie Joe"
Mike si mise la testa tra le mani, non sapeva cosa dire e fare.
Inès rimase seduta accanto a me, io mi asciugai il viso e cercai di respirare piano.
"..Shiloh come ti senti?" disse Inès.
"..bene"
"..dovrei fingere ora?"
"devi solo andartene senza pensare a ciò che hai visto" disse Inès
"come guarderò Billie ora?"
"come l'hai guardato fino adesso.." dissi
"..si ma.."
"..basta, vai via Mike.."
Mike si alzò ed uscì di casa.
"...ho incontrato Billie.."
"..ti ha vista?"
"..no, ma io ho visto lui..con lei.."
"..mi dispiace"
"..non fa niente..ormai è andata così..credi che Mike glielo dirà?"
"..non lo so Shiloh..spero proprio di no.."
Mi alzai per andarmene in camera.
"..Shiloh..Mike mi ha portato una copia di 'Kerplunk'..."
"..e quindi?"
"..c'è una canzone che credo dovresti sentire.."
"Non ci penso neanche.."
Un'ora dopo Inès uscì per andare a fare la spesa.
Scesi le scale per andarmene in cucina e vidi la copia di 'Kerplunk' lo presi tra le mani e iniziai a leggere i titoli delle canzoni.
Capìì subito qual era la canzone che diceva Inès, "Words I might have ate".
Era una mia frase, la stessa che dissi a Billie quando lo lasciai.
Morivo dalla voglia di sentire la voce di Billie, presi il cd e mi chiusi in camera ad ascoltarlo.
"..senti tuo padre tesoro.."
"..Sembra che non riesca a non pensarti.

Il cervello mi scivola verso momenti migliori che abbiamo avuto,
come stare seduti sull'asfalto davanti alla scuola.
L'amore di cui mi lamentavo ho finalmento trovato
ma ora non c'è più ed è colpa mia
così non posso fare altro che soffrire, perchè?
Mi soffermo a pensare a ciò che mi ricordi
Una ragazza dolce che ha sacrificato il suo amore
per quanto mi riguarda...sono cieco senza un motivo.
E ora mi rendo conto di ciò che ho perso.
Era qualcosa di vero che avrei potuto avere,
ora faccio la parte dello stupido, la cui anima stabile si è rovinata, perchè?
Dimmi la parola che potrei avere detto
che aumenta la pressione nella mia testa
è stato così negativo da essere fuori dal tempo?
Dimmi solo le parole che potrei aver mangiato.."


CONTINUA..

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Capitolo 26
*** DEATH INSIDE ***


Ecco il 26esimo capitolo di questa mia strana storia. Mi scuso con chi stava seguendo la ff, ma in questo anno ho avuto tante cose a cui pensare e fare. Non ho mai smesso di pensare a questa storia, ho continuato a scriverne i capitoli anche se non li pubblicavo. Buona lettura! :) P.S. prometto che dal prossimo mese in poi, fino alla fine della ff, ci sarà sempre il nuovo capitolo.

Mike raggiunse il camper con cui erano partiti per il tour, Trè dormiva su una delle cuccette libere.
Si sedette, era ancora shoccato da ciò che aveva visto.
Mille pensiere gli affollavano la mente, si incantò di fronte alla tv spenta.
Billie e Adrienne entrarono nel camper e Billie,vedendo la scena disse:
"we Mike, la tv si guarda accesa"
Mike si voltò verso di loro.
"Ohi siete tornati?"
"io e Adie siamo solo andati a fare un giro in centro per New York..prima del concerto di stasera andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme no?"
"non lo so, fate voi, Trè dorme e credo che anche io mi farò un sonnellino..ho bisogno di far riposare la mente.."
"..è successo qualcosa Mike?" chiese Adrienne
"no no tranquilla..andate voi, ci vediamo stasera.."
Billie e Adrienne uscirono, Mike si girò nel letto e iniziò a pensare
"se Billie venisse a scoprire tutto? come farò a vivere sapendo che Billie ha un figlio e lui non lo sa? Shiloh doveva dirglielo"
Si addormentò con questi pensieri senza nemmeno accorgersene.

"guarda se devo avere paura ad uscire di casa.."
Dissi mentre guardavo fuori dalla finestra.
"Mike mi ha detto che sono qui solo per stasera, domani tornano ad Oakland passando per il Minnesota...per riportare Adrienne a casa.."
Inès provava un filo di imbarazzo a pronunciare quel nome, la guardai e le sorrisi.
"non mi hai detto cosa vi siete detti con Mike.."
"..oh beh, devo dire che è stato molto freddo..si,insomma..l'ho lasciato per trasferirmi qui con te e non potevo aspettarmi chissà quale atteggiamento."
"e questo ti ha ferita?"
"..non lo so, abbiamo parlato poco, una mezzoretta più o meno, poi sei arrivata tu..e da lì sai."
"credi che dirà tutto a Billie?"
"no non credo lo farà..conosco Mike..è..come dire..fedele!..piuttosto non mi hai detto tu, cosa hai provato quando hai visto Billie..?"
"..beh erano 7 mesi che non lo vedevo..io ero lì, dall'altra parte della strada con suo figlio in grembo e lui con lei a ridere del nulla, ho provato tristezza e..umiliazione direi..ma anche tanta rabbia, e sono fuggita via.."
Inès mi prese le mani
"Vedrai che quando il bambino verrà al mondo..tutto questo non ci sarà più Shiloh, lui o lei che sarà..riempirà quel vuoto che Billie Joe ti ha lasciato"
L'abbracciai piangendo e lei poi mi abbracciò la pancia e disse:
"su su piccolino che abbiamo bisogno di te sbrigati a nascere!"

GENNAIO 1992

"si mamma il tempo dovrei finirlo intorno alla fine della seconda settimana di febbraio...no non credo...no ancora niente...non vuole farsi vedere ahahahah!"
Facevo avanti e indietro per il lungo corridoio col telefono in mano e dall'altra parte mia madre era sempre più emozionata.
Mancava poco meno di un mese alla nascita del bambino, non ce la facevo più, la mia pancia era sempre più enorme e il bambino non stava fermo un secondo, si muoveva in continuazione, ma tutte le posizione che assumeva non ci dava la possibilità di sapere se era maschio o femmina e io, alla fine, avevo deciso di aspettare la sua nascita per saperlo, lo stesso per Inès, che si era trattenuta dal comprargli qualsiasi cosa vedesse di carino, al contrario, mia madre e mia sorella ogni volta che venivano a trovarmi, portavano vestitini di colore neutro.
"sai Shiloh...ho incontrato Ollie ieri mattina.."
"ah..davvero?"
"si..l'ho incontrata mentre facevo la spesa era con la figlia Anna..quando mi hanno vista mi sono venute incontro.."
"..e cosa ti hanno detto?"
"mi hanno chiesto come stavo..e mi hanno chiesto di te.."
"...e cosa gli hai detto?"
"Naturalmente niente del bambino..ho solo detto che ti sei trasferita a New York ma già lo sapevano..evidentemente Billie Joe gliene ha parlato..devo dire che erano molto dispiaciute per ciò che è accaduto, mi hanno detto di salutarti.."
"se ti capita di rivederle rimandagli i miei saluti"
"si certo tesoro"
"ora devo andare mamma, scusami ma devo preparare il pranzo prima che Inès torni dal tribunale e poi devo andare dal dottore ..ci sentiamo presto, un bacio"
"va bene, a presto amore, dai un bacio anche ad Inès.."
"ok ciao..."
"..ciao.."
Subito dopo che attaccai, il telefono squillò di nuovo, non so perchè provai timore a rispondere.
"..Pronto?"
"..Shiloh?"
"...Mike?"
"si sono io.."
"ma che diavolo ti sei messo in testa cosa vuoi?"
"ohi tranquilla..volevo solo sapere come stai"
"ma dove ti trovi? non nominare il bambino per nessun motivo"
"sono ad una cabina tranquilla non nominerò nulla invano.."
Feci un sospiro di sollievo, Inès forse aveva ragione.
"..sto bene Mike, il bambino nasce il prossimo mese.."
"capisco.."
"tu come stai?"
"io bene e Inès?"
"anche lei sta bene è a lavoro ora... i green day piuttosto?"
"...vuoi dire Billie Joe?"
"..no voglio dire quello che ho detto, i green day?"
"..vanno..vanno"
"Mike ora devo andare"
"..ok"
Attaccai senza nemmeno salutarlo.
Andai in cucina a preparare il pranzo e d'un tratto mi sentìì strana.
Mi sedetti sulla sedia, il bambino scalciava e io mi stavo sentendo male, fortunatamente Inès rincasò.
"sono tornata!"
"Inès vieni qui.."
Venne verso di me
"che succede?"
"Inès portami dal dottore, io..io non mi sento bene.."
"Calmati..ce la fai a camminare?"
"credo di si.."
"dobbiamo solo arrivare qua fuori alla macchina, aggrappati a me"


"come si sente?"
Disse il medico che stava per misurarmi la pressione.
"..ora bene, mi sono spaventata a morte, mi sono sentita stranissima.."
"cosa si è sentita di preciso..?"
"..ho avuto delle vertigini e poi, questo bambino non si ferma un attimo, mi stanca.."
"..un pò di stress forse?"
"..può darsi.."
"la sua pressione è nella norma..non si preoccupi, ora facciamo l'ecografia per vedere anche il suo piccolo tiracalci come sta" disse sorridendo.
Accese il monitor e la sonda.
"..signora, lei deve stare tranquilla fino alla fine del tempo della gravidanza..me lo deve promettere.."
"si, glielo prometto.."
"bene...-rivolse lo sguardo verso il monitor-...il suo bel maschietto sta benissimo.."
"..come?"
"..ho detto che sta bene.."
"..è maschio?"
"..si non..non mi dica che non lo sapeva.."
Sorrisi "No.."
"beh ma.."
Sorrisi di nuovo "non si preoccupi..sono..sono felice..anche se volevo saperlo ormai alla fine.."
"Signora mi scusi davvero tanto.."
"ma no..stia tranquillo veramente.."
Poco dopo uscìì dall'ambulatorio e Inès era li ad aspettarmi.
"Inès devo dirti una cosa.."
"cosa c'è il bambino sta male..?"
"no no..tranquilla...è un maschio!"
"ahahahahahah oh mio Dio davvero??"
"si.!"
Mi abbracciò forte.
"oddio si finalmente posso comprargli i vestitini!!"
"Ti giuro non posso crederci..l'ho fino ad ora pensato come una bambina!"
"..e invece..ha l'attrezzo"
Sbottai a ridere
"o mio Dio!"
Si avvicinò un'infermiera con dei fogli in mano
"Signora Reed può firmare qui? poi può tornarsene a casa!"
"Oh si certo....ecco qui"
"La ringrazio, arrivederci"
"Arrivederci.."
"Senti Shiloh andiamo? Voglio andare a comprare una bel giubbino di pelle per il nostro piccolo punk"
"Oddio ne ho visto uno troppo figo ad un negozio vicino casa"
"Andiamo allora dai"

2 ORE DOPO, Salotto in casa Reed-Manson

Inès era sulla poltrona a guardare la televisione, io sul divano a leggere delle strane riviste premaman che mi aveva consigliato di leggere la psicologa.
"Shiloh..ora che sappiamo che è un maschio..come lo chiamerai?"
"Non lo so...te l'ho detto avevo deciso Hailie per una bambina!"
"Se lo chiami così penso che ti odierà per tutta la vita.."
"ahahahah...comunque, non lo so...ci penserò, anche se.."
"..cosa?"
"..credo che lo chiamerò Billie Joe."
"..sei sicura?"
"..credo di si, vedi un giorno il bambino mi chiederà del padre, insomma..si quando inizierà ad andare a scuola e vedrà i padri dei suoi amici inizierà a chiedere del suo che fine ha fatto..il massimo che potrò dirgli è che lui porta il suo nome, l'unica cosa che potrò dirgli è come si chiama il padre.."
Inès abbozzò un sorriso, poi si voltò di nuovo verso la televisione.

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Capitolo 27
*** UN INCONTRO PARTICOLARE ***


10 FEBBRAIO 1992

Avevo appena finito il tempo della gravidanza, e come un'idiota non mi ero resa conto del fatto che il bambino poteva nascera anche il giorno del compleanno di Billie Joe.
"Ci pensi? Sai che roba strana? Avrebbe il suo nome..potrebbe nascere il suo stesso giorno..Dio ha disegnato l'assurdo per te!"
"Ma dai Inès..magari potrebbe nascere proprio oggi..."
"Non ti azzardare..oggi no! Sono impicciatissima col lavoro e sarò fuori tutto il giorno.." disse mentre assumeva una strana espressione nel mettersi il mascara.
"Daccordo..vorrà dire che stringerò le gambe...comunque, parlando di altro..devo fare una spesa assurda, siamo col frigo che grida vendetta" dissi infilandomi le converse.
"Senti potresti comprarmi la tinta? ho una ricrescita terribile..nero ebano mi raccomando" Inès mi tirò un bacio e uscì di corsa, io mi accomodai in cucina a bere una tisana all'arancia.
Poco dopo camminai verso il minirmarket e mentre osservavo il frigo dei surgelati mi resi conto che alla radio stavano trasmettendo una canzone dei Green Day, la cosa mi diede talmente fastidio che esclamai:
"Maledetto bastardo!"
Qualcuno mi urtò per sbaglio e sentii: "Mi scusi signora..è che non l'avevo vista!"
Mi voltai, un ragazzo teneva in braccio degli scatoloni che gli arrivavano fin sopra la testa che non gli permettevano di vedere.
"N-non si preoccupi è..normale?"
Il ragazzo poggiò a terra gli scatoloni.
"Oh..mi scusi di nuovo..non avevo nemmeno visto le sue..fragili condizioni.." sorrise, aveva uno splendido sorriso, e due profondi occhi neri.
"Di..niente.."
"Ehi quanto le manca? Sta esplodendo o sbaglio? Beh senza offesa"
Sbottai a ridere "Oh si, senza offesa..ho finito il tempo ieri..e quindi sto solo aspettando che venga fuori!"
"Immagino che suo marito sia in fibrillazione per il lieto evento imminente.."
"Beh..ehm..non proprio..sono una ragazza madre"
"Oh capisco.."
"Ma tranquillo..è tutto ok!"
Ci guardammo in silenzio per qualche istante, poi disse
"Comunque mi..mi chiamo Eathan..e sono nuovo di qui..nel senso..lavoro qui da poco" mi porse la mano
"Oh..piacere..Shiloh..."
"Ma va?! Ma Shiloh scritto con l'acca finale?"
"Si si"
"Come la famosa battaglia di Pittspurg Landing?"
Rimasi spiazzata e un sorriso mi attraversò il volto.
"Si...sembri informato!"
"Beh..la storia del nostro Paese l'ho studiata a fondo, ci ho dato un esame all'università"
"Oh capisco..interessante.."
"Ora scusami..devo tornare a lavoro..beh...ci si vede.."
Ci sorridemmo di nuovo, riprese gli scatoloni e si infilò tra le corsie a sistemare i vari beni.
"Sono 33 dollari e 50" disse l'anziano cassiere
"Ecco a lei..arrivederci.."

Quando tornai a casa mi resi conto di aver dimenticato la tinta per Inès, sistemai la roba, e quando ero in procinto di riuscire di casa, qualcuno suonò alla porta. Era mia madre!
"Mamma! Che ci fai qui?"
Ci stringemmo in un lungo abbraccio.
"Come stai tesoro?"
"Tutto ok mamma..sono un pò agitata"
Ci sedemmo in salotto
"Vuoi qualcosa da bere? Un tè caldo magari..?"
"Ma no siediti, non ti sforzare..ricordati che hai finito il tempo della gravidanza.."
"Mamma! ma sei venuta qui a rimproverarmi?" Sorridemmo
"Ma no sono solo preoccupata per la mia dolce bambina e il suo cucciolo in arrivo..!"
"Quando sei arrivata qui a New York?"
"Praticamente ora..sono partita questa mattina presto...non ti dispiace se resto qui fino a quando non nasce il piccolo?"
"Ma no figurati..anzi, mi fa molto piacere..piuttosto lo sai che è un bel maschio?"
"Ma davvero?"
"Si, l'ho scoperto lo scorso mese durante un'ecografia"
"Quindi il nome Hailie non gli va più bene.."
"Già..Hailie si chiamerà in un altro modo..anche se..credo che lo chiamerò Billie Joe"
Mia madre mi guardò sospirando "ne sei sicura?"
"Ma si mamma, tranquilla..di Billie ormai ho solo un ricordo..doloroso, ma ciò non mi permette di andare avanti..gli darò il suo nome ho deciso.."
Mi accarezzò il pancione ed esclamò "Forza Billie!!", il bambino le rispose con un calcio, mia madre mi guardò sorpresa,
"Wow, ci sento parecchio!"
"Avrà l'orecchio da musicista"
Mia madre ed io passamo il pomeriggio a chiacchierare, quando Inès rincasò ci trovò ancora sul divano a parlare.
"Signora Reed come sta?" Inès si avvicinò per salutarla
"Avanti Inès..ancora che mi chiami "SIGNORA REED" avanti..."
"Va bene..ehm..Margaret come stai?"
"Sto bene Inès grazie..e tu?"
"Tutto bene grazie!"
"Questa sera la cena la preparo io..tu e mia figlia rilassatevi."
"Mamma mi sono rilassata abbastanza!"
"Io acconsento signora Ree..ehm Margaret!"
Mia madre si avviò verso la cucina, Inès si sedette accanto a me.
"Dimmi un pò..mi hai preso la tinta?"
"Perdonami Inès è che...mi sono dimenticata"
"Uffa! ma come?"
"E' solo che mi ha urtato il commesso del negozio e ci siamo messi a chiacchierare e mi sono dimenticata di te"
"Ahhhh! Ho capito, il figone di turno ti ha annebbiato la vista"
"Ahahah..beh si..era un figo lo ammetto"
"Dai dai..racconta come è fatto?"
"Beh è altissimo..calcola sarà sul metro e ottanta..castano,occhi neri e..un sorriso bellissimo"
"Wow!"
"Ah e poi studia..credo vada o ha finito..non so..l'università perchè ha dato un esame sulla battaglia di Shiloh"
"Fantastico..pure cervellone..E com'è che si chiama?"
"Si chiama Eathan!"
"Vabbè vorrà dire che domani rivai a comprarmi la tinta..così magari ti becchi il numero di telefono.."
"Maddai Inès, nelle mie condizioni, trovare un ragazzo è assurdo, se non impossibile.."
"Tu provaci..mica devi sposartelo"
"Dici..? Si..hai proprio ragione..tenterò" Sorridemmo come due adolescenti che si raccontavano i segreti.

"Oddio e se poi pensa che sono venuta appositamente per lui? Ok sono qui per la tinta di Inès..forza Shiloh!"
Feci un lungo sospiro ed entrai al minimarket, andai al reparto cosmesi e mi misi a cercare la tinta, fatalità il colore nero ebano non c'era.
"Serve una mano?"
Mi voltai e me lo ritrovai davanti.
"Oh Ciao!" esclamammo insieme.
"Scusami Shiloh non ti avevo riconosciuta"
"Ciao Eathan..spero tu possa aiutarmi! Sto cercando una tinta per capelli"
"Ma sai che le donne gravide non possono tingersi i capelli?"
"Non è per me,è per la mia amica coinquilina..."
"Ho capito..che colore cerchi?" disse mentre guardava le tinte
"Cerco un nero ebano.."
"Mmm qui non c'è..aspettami qua vado a vedere nel magazzino cosa trovo!"
"Ok..grazie!"
"Figurati"
Eathan si allontanò, quando all'improvviso sento irrompere nel negozio e qualcuno che urla " E' UNA RAPINA, DAMMI I SOLDI, SBRIGATI"
Mi affacciai spaventata dalla corsia e vidi un uomo col volto coperto e una pistola puntata all'altezza del viso dell'anziano cassiere che mentre tremava riempiva il sacco con i soldi.
"E' TUTTO QUI QUELLO CHE HAI VECCHIO?
Sparò un colpo al muro che mi fece irrimediabilmente urlare, il ladro se ne accorse e si voltò, ma Eathan mi aveva già preso per mano e ci sdraiammo a terra.
Tremavo dalla paura, Eathan mi strinse forte la mano e mi disse di non preoccuparmi che aveva chiamato la polizia.
Il ladro ci trovò, ma non fece in tempo a minacciarci che la polizia entrò nel minimarket e lo arrestò.
Chiamarono un ambulanza per il cassiere che nel frattempo era svenuto per la paura.
"Shiloh stai bene?"
Eathan mi aiutò ad alzarmi,ma all'improvviso mi sentìì fradicia
"Oh Cristo credo di essermi pisciata sotto dalla..."
Non conclusi la frase che iniziò un dolore che mi attraversò la schiena
"Eathan..credo..credo che il bambino stia nascendo.."
Eathan chiamò di corsa i paramedici.
"Presto c'è una donna che ha perso le acque!"
I paramedici mi misero sulla barella, dandomi la precedenza al cassiere.
"Ho paura Eathan!"
"Sta tranquilla" mi disse.
"Scusi lei è un parente della signora?" disse il paramedico.
"Cosa?"
"Qui possiamo andare Ed..corriamo in ospedale" esclamò mentre stava per chiudere le porte dall'ambulanza.
"Aspetti! - Eathan fermò la porta - sono..il fidanzato.."
"Allora si sbrighi, salga"
"Eathan ma sei impazzito? Ahiaaaaa"
"Senti non fa niente...diamo una svolta alla giornata di lavoro.."
"Ma cosa dici...Oddio che dolore!"
"Non me la sentivo di mandarti da sola, se c'era qualcuno con te sarei rimasto al mio posto..è un momento particolare per te..affrontarlo da sola non deve essere una passeggiata.."
"G-grazie.."
Arrivammo in ospedale, dove mi dissero che il bambino sarebbe nato nel giro di qualche ora, nel frattempo mi sistemarono in una stanza.
"Eathan..devi farmi un favore..devi chiamare mia madre a casa...oddio che male...e dirle di venire immediatamente qui!"
"Certo dammi il numero..e corro a chiamarla..tu..tu stai tranquilla"

Un'ora dopo mia madre, Eathan ed Inès erano nella stanza con me.

"Che male cazzo..io non ce la posso fare.."
"Tesoro devi stare calma.." rispose mia madre.
"Ma non possono farmi la peridurale..io sto morendo dai dolori"

Poche ore dopo, come dal nulla, Billie Joe venne al mondo..

CONTINUA...

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Capitolo 28
*** IL VERDE DEI TUOI OCCHI NEI SUOI ***



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Nemmeno il tempo dell’ultima spinta.
Il fiatone di una corsa stando ferma.
Il dolore era lancinante, come una lama rovente che mi tagliava in due.
Sospiro, occhi chiusi.
Spingo ancora ed ecco le lacrime.
Le mie come le sue, che sentivo per la prima volta.
Iniziai a piangere non appena lo sentii fuori dal mio corpo.
Riaprii gli occhi e lui era sopra di me, per la prima volta ci guardammo e fu amore a prima vista.
“Sarà nato? Dio non ce la faccio più!”
Inès camminava su e giù per la sala d’attesa appena fuori il blocco parto.
“Calmati Inès…sono agitata anche io…oddio ancora non ci credo che sto diventando nonna!”
Inès sorrise e senza farsi vedere, si allontanò qualche metro, si avvicinò al telefono pubblico posto nel corridoio accanto al reparto maternità. Tirò fuori dalla borsa il portafoglio, prese qualche moneta e le infilò nella fessura apposita, prese la piccola agendina e cercò il numero dell’appartamento dove abitava Mike.
Glielo aveva lasciato l’ultima volta che si erano visti.
“…pronto?”
“..Mike…sono io, Inès”
“…Ehi…che succede? Come stai?”
“Sto bene…Mike non so se sei da solo…ma…sono in ospedale…Shiloh sta partorendo e…e credo che il bambino sia nato o sta per nascere…!”
Scoppiò in lacrime senza accorgersene, Mike dall’altra parte era in silenzio, respirava piano senza pronunciare parola.
“Mike…mi manchi da impazzire!...io…io non riesco più a stare senza di te!”
“Inès…calmati…ora perché dici questo?”
“Non lo so…so solo che mi manchi…e che darei qualsiasi cosa per stare con te…”
“Inès…io”
“Devo andare…la madre di Shiloh mi sta cercando…ti richiamo”
“Aspetta!”
“…”
Inès tornò indietro, alla sala d’attesa, il medico era appena uscito dalla sala parto.
“Il bambino è nato!” disse il medico sorridendo.
Ci furono lacrime di gioia e abbracci, Ethan si congratulò con mia madre e se ne andò.
Più tardi, mia madre e Inès entrarono nella mia stanza.
“Ehilà!”esclamò Inès.
“Mamma, Inès…che bello vedervi! Ma Ethan dov’è?”
“Se ne è andato…ma ha detto che verrà a trovarti…su su, fatti abbracciare”
Mia madre mi abbracciò forte e subito dopo di lei Inès.
“Come stai? E il bambino?” mia madre era visibilmente commossa e felice.
“Oh mamma…mi sento così stanca…ma sono felice! E il bambino è bellissimo”
“Possiamo vederlo?”
“Non lo so come funziona…l’infermiera prima mi ha detto che starà al nido…o qualcosa del genere”
Mia madre confermò sorridendo e disse: “Beh si, i neonati non possono ricevere visite esterne appena nati! La madre può solo allattare…”
“E noi?”chiese Inès.
“E noi mia cara Inès possiamo vederlo solo dalla vetrata del nido!”
Più tardi potemmo andare al nido, volevo essere con loro la prima volta che avrebbero visto Billie Joe.
L’infermiera vicino alle piccole culle mi fece segno di entrare, Inès e mia madre rimasero fuori ad osservarci dalla vetrata. Mi avvicinai così alla culla, dove il piccolo dormiva.
Gli avevano messo una graziosa tutina intera celeste con dei piccoli fiorellini gialli ricamati sul petto e un cappellino della stessa fantasia.
L’infermiera lo prese e me lo porse.
Ero spaventata a morte, emozionata fino alla punta dei piedi.
Ma dal primo instante che lo toccai, che lo strinsi a me, potei capire l’amore vero quale era.
Lo osservai mentre dormiva.
Lui dormiva e non sapeva, che terribili momenti avevo passato mesi addietro la sua nascita.
In un attimo mi passò davanti la prima volta che vidi Billie Joe, il nostro primo bacio, la prima volta che ci amammo senza vestiti, iniziai a piangere quando ricordai le sue parole, l’addio che mi aveva conservato, senza sapere che portavo suo figlio in grembo.
Tutti questi pensieri e le lacrime furono cancellati proprio dal piccolo, aprì gli occhi e mi guardò fisso.
Aveva gli occhi scuri, non blu come tutti i bambini appena nati,
era piuttosto un verde sporco pronto a fiorire.
Mi voltai e andai verso la vetrata, Inès e mia madre sorridevano commosse.
Il giorno dopo mi venne a trovare Ethan, che si spacciò nuovamente per il mio fidanzato.
Quando lo vidi ero sulla cima della montagna dell’imbarazzo.
“Ciao come stai?” disse sorridendomi.
“Sto bene…grazie e tu?”
“Non c’è male...”
“Senti volevo ringraziarti…di tutto, veramente…sei stato davvero tanto gentile!”
“Figurati, ho fatto solo quello che andava fatto…”
Sorrisi senza rispondere, bussarono alla porta già aperta, Inès entrò esclamando un "Buon giorno" sorridente.
“Scusate l’intrusione…”
“No figurati Inès…stavo andando perché devo attaccare al lavoro…ci si vede Shiloh…ciao ragazze”
“Ciao Ethan, grazie ancora!”
Inès si sedette sulla sedia accanto al mio letto.
“Allora come stai oggi neo mamma?”
“Sto bene, fra un po’ Billie deve fare la poppata!”
“Oh che tenerezza!”
“Già…”
“Shiloh ascolta…ho chiamato Mike ieri per dirgli che stavi avendo il bambino”
“Hai fatto bene…mi fido di Mike e sono contenta che tu glielo abbia detto”
“L’ho risentito questa mattina e…Ha intenzione di venire a New York per venirci a trovare…ha dei giorni di riposo dai Green Day e ne approfitta”
“Ok…”


Mike aprì la porta della sala prove, sistemò il basso vicino all’amplificatore e mentre apriva la custodia Billie Joe e Tre Cool entravano ridendo a crepapelle.
“Cosa c’è tanto da ridere?” chiese Mike.
“Ahahahah…no niente Mike…Tre è veramente un cretino, mi stava raccontando un suo aneddoto dell’infanzia”
“Ah! Ha per caso a che fare con un triciclo?”
“Non dirmi che tu lo sapevi!” Billie Joe prese la chitarra dalla custodia e iniziò ad accordarla.
“Certo che lo sapevo”
Esplosero in una risata.
Ma Mike aveva poco da ridere, anche se il suo viso era sorridente, dentro di lui aveva la rabbia e la voglia di strattonare Billie Joe e urlargli contro “Ehi lo sai che ieri è nato tuo figlio? Ridi ancora?”
Ma poi pensò che la colpa non era sua, in fondo nemmeno sapeva che qualche km lo divideva da una verità devastante.
“Scusate prima che iniziamo devo dirvi una cosa”
Mike divenne serio, Tre si sedette sullo sgabello della batteria, Billie si appoggiò al muro a braccia aperte dicendo: “Spara!”
“Ho risparmiato qualche soldo e domani mattina presto ho un volo per New York…vado a trovare Inès e Shiloh”
Il silenzio piombò nella piccola sala prove.
“…Visto che ci fermiamo per un po’, ho intenzione di andarmene a New York”
“Stai scherzando?” disse Tre Cool
“No Frank non scherzo…voglio andare a prendermi Inès…”
Billie non parlava, si guardava i piedi in silenzio, Mike lo chiamò con un fischio e si girò.
“Che dici?”
“Che cosa vuoi che ti dica?”
“Non lo so…non è che per caso vuoi venire?”

CONTINUA…

 

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