Ama e cambia il Mondo

di lollipop 2013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Atto I (prima parte). ***
Capitolo 3: *** Atto I (seconda parte) ***
Capitolo 4: *** Atto II (prima parte) ***
Capitolo 5: *** Atto II (seconda parte) ***
Capitolo 6: *** Atto III (prima parte) ***
Capitolo 7: *** Atto III (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



 
 
Salve e benvenuti nella piccola introduzione di Ama e cambia il Mondo.
La storia narrerà le vicende di Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, si dividerà in tre atti,
ogni atto sarà suddiviso in uno o più capitoli.
Il primo atto sarà una semplice trascrizione della storia originale, dal secondo atto in poi invece, la storia inizierà a cambiare.
Un finale diverso ed il cambiamento delle sorti di alcuni personaggi saranno la novità della mia personalissima versione di                         Romeo & Giulietta.
Ho voluto accogliervi con questa breve introduzione per spiegarvi in poche righe quale sarà la diversità della mia storia
e per evitare fraintendimenti...
Spero come sempre nel vostro sostegno e nel vostro appoggio. 
Nei prossimi giorni aggiungerò il primo capitolo, spero di trovarvi lì.
Un abbraccio a tutti voi, a presto. 


P.S - E' il primo banner che faccio con le mie manine e pubblico, fatemi sapere cose ne pensate.   ;)
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

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Capitolo 2
*** Atto I (prima parte). ***




Atto I
 ( prima parte)

 
Verona 1594, il principe Escalus regna sovrano cercando di frenare i bollenti spiriti delle contrade rivali nel suo regno i Montecchi e i Capuleti.
Tebaldo giovane nipote di donna Capuleti, dall'animo impetuoso e dal carattere burbero, cerca in tutti i modi di stuzzicare l'ira di Benvolio, nipote di donna Montecchi.
Tra le due contrade rivali da sempre primeggia l'odio.
Per le strade di Verona l'irruenza dei giovani rappresentanti delle due famiglie, costringe il principe a dar loro una strigliata, coinvolgendo anche i capi famiglia.
Nella ressa, donna Montecchi cerca suo figlio Romeo, per sincerarsi delle sue condizioni…
- Benvolio nipote, dov'è Romeo, dov'è mio figlio... Non era con te? -
Da tempo l'animo malinconico del giovane Romeo preoccupa sua madre.
 - Cercherò Romeo zia, non lo lascerò finchè non lo avrò risollevato dal suo malessere. -
 Benvolio corre alla ricerca di Romeo che, triste e solitario vaga disperato per le vie di Verona.
- Cugino, cos'è che duole il tuo cuore? -
 - Rosalina cugino, lei ha strappato il mio cuore e poi lo ha gettato. -
Rosalina, giovane donna appartenente alla stirpe dei Capuleti, ha inebriato Romeo col suo fascino… ma ahimè, ella ha deciso di percorrere un’altra strada, quella che la condurrà ad un unico eterno amore.
Rosalina ha deciso di farsi monaca.
 - Ma guardati intorno Romeo, altre donne potrebbero soddisfare le tue voglie... -
 Le parole di Benvolio non risanano il cuore ferito di Romeo, ci pensa il fido Mercuzio, amico di mille avventure e parente del principe, a ridare vita al fresco sorriso di Romeo.
- I capuleti organizzano una festa in costume e noi vi andremo... -
- Non mi sembra un idea brillante Mercuzio, andarci ad intrufolare nella tana del lupo. -
 Il giudizioso Benvolio fiuta nell'aria la catastrofe.
 - Mio caro Benvolio, noi siamo uomini e non conigli, mostriamo le palle ed affrontiamo il nemico. -
 Lanciate agli amici le maschere, Mercuzio si dirige alla festa.
- Con queste nessuno ci riconoscerà! -
Intanto alla tenuta dei Capuleti, Paride nipote e consanguineo del principe di Verona chiede con veemenza la mano della giovane Giulietta , figlia di Don Capuleti ma egli non sembra voler acconsentire alla sua richiesta…
- Caro Paride, mia figlia è solo un bocciolo, c’è tempo per maritarla e ti garantisco che tu sei il partito migliore. -
- Ma Don Capuleti, le altre donne all’età di sua figlia hanno già una famiglia e dei figli da crescere… -
- Ascoltami mio caro Paride, l’amore fanciullesco va presto scemando, una donna matura è ben più propensa e capace di soddisfare le voglie di un uomo, aspetta ancora qualche anno. Intanto questa sera qui alla tenuta terremo una festa, un gran ballo in maschera ed’io sarei ben lieto di avere un ospite in più. -
- Non ho voglia di far festa Don Capuleti… Il mio animo triste ed il mio cuore ferito preferiscono rimuginare nel buio e nel silenzio… -
- Giovane Paride, la tua presenza sarebbe molto gradita e poi alla festa vi è anche ella, la mia dolce Giulietta. -
Poche ore e la residenza dei Capuleti è in festa, uomini e donne celati dietro a delle maschere, danzano a suon di musica, bevono, mangiano e festeggiano…
Il giovane Paride cerca la sua Giulietta. Tebaldo, sempre all’erta non si gode i fasti della serata,
mentre i tre integerrimi ed incoscienti amici stanno per affrontare il loro destino.
Coperti in volto da maschere carnevalesche, Romeo, Benvolio e Mercuzio fanno il loro ingresso a palazzo Capuleti…


 

Questa era una prima parte del Primo Atto di Ama e cambia il mondo,
sabato ci sarà la seconda parte, sino ad ora è una semplice trascrizione dell'opera originale,
la diversità sino ad ora sta nei discorsi, per uno stravolgimento totale della storia dovrete aspettare il Secondo Atto.
A sabato.
Di seguito vi lascio il link del banner che foreverwithyou aveva creato per questa storia, 
è giusto che lo vediato perchè è molto bello.

Cliccate quì per vederlo.

Kiss-Kiss. lollipop 2013

 

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Capitolo 3
*** Atto I (seconda parte) ***


 


Atto I

(seconda parte)

Gli sfarzosi addobbi e l’assordante musica accolgono Romeo e i suoi due fidati amici nel salone da ballo di casa Capuleti.
I tre giovani si mescolano alla folla in festa, mangiano, bevono e ballano con gli invitati.
Don Capuleti, dall’alto di un balcone che affaccia sulla sala, riceve i suoi ospiti con un particolar saluto.
- Benvenuti, signori! Per le dame che non soffrono di calli ai piedi, desidero fare un giro di ballo con voi. Voi siete i benvenuti, signori! Andiamo, sonatori, un po’ di musica. -
I balli hanno inizio e i tre giovani Montecchi, immedesimatisi tra la folla, si divertono a suon di trombe.
Tra la maschere e danzatori, occhi nascosti da una lieve benda di merletto, folgorano e rapiscono lo sguardo malizioso del baldo Romeo.
- Chi è quella Dama che, col tesoro della sua mano, arricchisce la mano di quel cavaliere là? -
Chiede Romeo con innocenza, mentre ammira la giovane figura di Giulietta che danza col rampante Paride.
- Non lo so cugino. -
Come una volpe, pronto ad addentare l’uva, Romeo si aggira tra la folla con fare furtivo, ammirando da lontano i folti boccoli neri che, copiosi scendono sulle spalle e sulla schiena della misteriosa Dama che, altri non è che, la giovane Giulietta Capuleti, figlia del padrone di casa, nemico giurato della famiglia Montecchi, ma ahimè, Romeo questo ancora non lo sà.
Gli occhi di Giulietta scrutano tra la gente perdendosi in quelli di colui che l’ammira con tanta brama.
Pochi passi e i due giovani che, da lontano si desideravano, sono giunti ad un palmo l’uno dall’altra.
Romeo, imprudentemente, sfila via dal suo viso la maschera che, sino ad all’ora, aveva celato la sua identità.
Tebaldo, che è sempre in agguato, si accorge di lui… Con impeto chiede al suo fido amico, di porgergli la sua spada.
- Come osa questo villano di un Montecchi venir quà, sotto una maschera grottesca, a farsi beffe della nostra festa? Ebbene, per la nobiltà della mia stirpe e per l’onore del mio sangue, freddarlo con un colpo credo non sia peccato. -
Accortosi dell’ira del nipote, Don Capuleti accorre da lui.
- Che c’è nipote mio, perché sei così furibondo? -
- Zio, costui è un Montecchi, un miserabile che senza il nostro consenso è venuto qui stasera per beffarsi della nostra
festa.
-
- E’ il giovane Romeo? -
- Si proprio lui, quel bastardo di un Romeo! -
- Calmati gentil nipote, e lascialo in pace. Egli si comporta con la dignità di un gentiluomo e per dire la verità, Verona vanta in lui un giovane virtuoso e ben educato. Io non permetterei, che gli venisse fatto un torto qui in casa mia. Perciò abbi pazienza, non ti occupare di lui. Voglio così, e se rispetti la mia volontà, mostrati di buon umore e lascia andare il tuo orgoglio, che non è al suo posto in questa festa. -
- E’ al suo posto quando fra gli ospiti vi è un indesiderato. -
- Chi è il padrone di casa qui. Tu sei un arrogante nipote, sol per il tuo orgoglio vuoi mostrare scandalo tra i miei ospiti. Su, un po’ d’allegria ragazzo mio. Questa è una festa e non un campo di battaglia. -
Sistemata l’ira di Tebaldo, Don Capuleti si riunisce ai suoi ospiti, pronto per ricominciare a far baldoria.
Intanto Romeo sempre più vicino a Giulietta e nascosti in disparte, tenta un approccio con lei, col suo più nobile e sfrontato degli atteggiamenti.
- Se io profano con la mia mano indegna questa sacra reliquia, le mie labbra, arrossenti pellegrini, sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco. -
- Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano, che ha mostrato la devozione che si conviene. Poiché i santi stessi hanno le mani, che le mani dei pellegrini possono toccare, e il giunger palmo a palmo è il bacio dei pii pellegrini. -
- I santi non hanno labbra e com’essi i pii pellegrini anche? -
- Si, pellegrino, labbra che essi debbono usare nella preghiera. -
- Oh! Allora, cara santa, lascia che le labbra facciano ciò che fanno le mani, esse ti pregano. -
-
I santi non si muovano e non esaudiscono le altrui preghiere. -
- Allora non muoverti, intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, le tue labbra, puliranno le mie dal loro peccato. -
Romeo bacia Giulietta, un romantico bacio che soddisfa le voglie del giovane, facendo loro dimenticare il peccato appena commesso.
- Allora è rimasto sulle mie labbra il peccato che esse hanno tolto dalle vostre. -
- Il peccato delle mie labbra? Oh, rendimi dunque il mio peccato. -
Romeo cinge a se Giulietta e nuovamente bacia le sue labbra.
Le urla della nutrice risuonano squillanti nella tenuta, nonostante la musica risuoni forte.
Ella invoca il nome di Giulietta che, trova, nascosta dietro una porta col baldo Romeo.
- Signorina, sua madre la cerca. -
Giulietta volta le spalle a Romeo e sparisce tra uomini e donne che, ubriachi, a suo di musica, riempiono la sala da ballo.
Confuso dall’allontanarsi immediato di Giulietta, Romeo cerca spiegazioni…
- Chi è sua madre? -
Stranita da quella domanda, la nutrice guarda Romeo con sguardo inquisitorio:
- Diamine giovanotto, sua madre è la padrona di questa casa. Sua figlia, colei con la quale avete parlato sino ad ora, l’ho allattata io, e vi so dire che chiunque provi a portarsela via, li avrà sonati l’uno sull’altra. -
La festa va terminandosi, Benvolio recupera il suo scapestrato cugino ed un Mercuzio ormai brillo che, se ne va cantando e barcollando per le vie di Verona.
Anche Giulietta è curiosa di sapere chi è colui che ha osato profanare le sue labbra e far battere il suo cuore.
- Nutrice, vieni qui: chi è quel giovani lì? -
Giulietta indica Romeo che, furtivo lascia la residenza dei Capuleti.

- Si chiama Romeo ed’è un Montecchi, l’unico figlio del vostro più grande nemico. -
- Oh, che sfortuna, il mio unico amore, nato dal mio unico odio! -
Romeo vaga per Verona, sostenendo per un braccio l’ubriaco Mercuzio, la sua mente ed il suo cuore sono rimasti lì, alla tenuta dei Capuleti…
- Giulietta, è questo il dolce suono del suo nome… -
- Cosa dici cugino? -
- Niente, devo andare cugino, lascio a te il compito di riportare Mercuzio nelle brame del suo
letto.
-
Corre Romeo nelle strade di Verone ed il suo cuore lo riporta lì, alla balconata che conduce al cuore della bella Giulietta.
Tre sassi lanciati contro la finestra di ella, permettono a Romeo di ammirare ancora per una volta la bellezza di Giulietta che più risplende sotto i raggi blu della luna.
Si nasconde Romeo fra i rami di un albero mentre Giulietta, sconsolata, confida al cielo i suoi sentimenti.
Romeo in silenzio, ascolta le sue confessioni che riguardano il suo amore per lui.
Gioisce Romeo, nel sentir pronunciare dalle labbra della donna che fa palpitare il suo cuore, parole d’amore a lui rivolte.
Mostra il suo volto Romeo, facendo sussultare il cuore di Giulietta.
- Può la magia della luna rendere la luce dei tuoi occhi, pari allo splendore di un cielo stellato…-
-  Oh Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome. Oppure, se tu non vuoi, basta che giuri di essere il mio amore e io non sarò più una Capuleti. Solo il tuo nome mi è nemico, tu sei te stesso e non un Montecchi. -
- Ti prendo in parola, chiamami amore e sarò ribattezzato. Da questo istante non sarò mai più Romeo. -
- Come sei venuto? I muri del giardino sono alti e difficili da scalare, e dato chi sei, questo nome ti sarebbe mortale se un parente mio ci trovasse. -
- Sono volato su questi muri con le ali dell’amore, nessun limite di pietra potrà chiudere la via della passione. Tutto ciò che è amore è lecito, i tuoi parenti non sono un ostacolo per me. -
Un bacio da lontano nel buio della notte lascia Giulietta nelle braccia del suo comodo letto e Romeo vagare felice a suon di fischi nelle stradine silenziose di Verona.


 
 

Ecco a voi la fine del primo capitolo di Ama e cambia il Mondo,
spero sia stato di vostro gradimento.
Aspetto qualche vostro parere, ok ora vi lascio.
A presto, un abbraccio.


Kiss-Kiss. lollipop 2013  

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Capitolo 4
*** Atto II (prima parte) ***




Atto II
(prima parte)
 
Giulietta allegra e solare, passeggia per i corridoi della tenuta di famiglia.
La balia richiama la sua attenzione...
- Giulietta, tua madre ti cerca, andiamo... -
Arrivate nel salone, la balia e Giulietta incontrano una euforica donna Capuleti.
Le due donne ammirano incuriosite l'atteggiamento della signora.
- Madre, mi avete fatta chiamare? -
- Figlia, ho buone notizie da darti... Presto la tua mano verrà donata a quella di un importante giovane, un uomo degno della nostra stima e del nostro rispetto. Io e tuo padre abbiamo meditato molto sulla giusta decisione da prendere e alla fine siamo giunti alla decisione che, alla tua età, una donna deve avere al suo fianco un uomo giovane e capace di occuparsi di lei e di trattarla da signora, quale sei. -
- Ma signora, non credete che Giulietta sia ancora troppo immatura per affrontare un matromonio? -
Indispettita dall'intromissione della balia, donna Capuleti agita nervosamente tra le sue mani il piccolo ventaglio di pizzo nero, contro il suo viso.
- Taci balia, cosa ne puoi sapere tu. Io alla sua età aveva già preso marito ed'ero già chiamata Signora. Questo è ciò che io e suo padre desideriamo per Giulietta. -
Ripresa la calma che conviene ad una vera signora, donna Capuleti torna a parlare dell'imminente matrimonio...
- Sposerai uno dei consanguinei del re, un vero sangue blu. Lo hai già conosciuto alla festa in maschera, si chiama Paride. Un giovane istruito e molto affascinante, lui ha espressamente con veemenza chiesto la tua mano, sei molto fortunata figliola. -
Gli occhi di Giulietta si riempiono di lacrime, alla festa in maschera l'amore ha bussato alla sua porta, ma ahimè, esso non aveva il volto del giovane Paride, bensì quello di Romeo, figlio degli acerrimi nemici della sua famiglia.
La disperazione prende il sopravvento sulla quiete di Giulietta...
- Madre ti prego, io non mi sento ancora pronta a sposarmi ed inoltre il mio cuore non sussulta accanto a Paride. -
- Ciò che fa sussultare il tuo cuore poco importa... Io e tuo padre abbiamo deciso, ed il tuo compito è quello di obbedire al volere dei tuoi genitori. -
Le lacrime e le urla di Giulietta non scalfiscono l'animo duro e autoritario di donna Capuleti.
- Balia, balia, cosa posso fare? -
- Non piangere piccola Giulietta, vieni dalla tua balia. -
Giulietta affoga il suo pianto nel petto della balia, stretta tra le sue braccia, la giovane sente il calore materno che tanto le manca.
A notte fonda, Romeo si intrufola a casa Capuleti.
Tra fugaci sguardi e dolci baci i due trascorrono la notte insieme, all'alba però è arrivato il momento per Giulietta di confessare al suo amato la terribile decision presa dai suoi genitori...
- Il mio cuore desidera te, ma il volere della mia famiglia mi impedisce di vivere al tuo fianco. Mio padre ha serbato la mia mano per un sol uomo che non sei tu. -
- Verso chi tenderà la tua mano, mia dolce amata? -
- Paride è stato scelto come compagno della mia futura vita, ma il mio cuore Romeo, il mio cuore desidera solo i tuoi baci, le tue carezze. -
- Allora non rammaricarti mio amore. L'amore se è puro e vero, riuscirà a fronteggiare qualsiasi avversità. -
La voce della balia risuona in tutta la tenuta, invoca il nome di Giulietta.
I due giovani amanti ancora seminudi e coperti solo da un lenzuol, si fiondano fuori dal letto.
Un ultimo romantico bacio dalla balconata e poi via, con un balzo Romeo si lascia alle spalle il suo amore e fugge via nelle vie desolate di Verona. 
Nel buio della notte, qualcuno osserva di nascosto la corsa furtiva di Romeo. E' Paride che, geloso e malinconio, segue Romeo intento a sfidarlo in duello.
- Fermati codardo, credi di farti beffa di me solo perchè sei un Montecchi? Inpugna la tua spada e battiti con me, se ne hai il coraggio. -
La passeggiata sotto le luci dell'alba di Romeo, viene interrotta da un furioso Paride, al quale non è piaciuta la visione della sua futura sposa che bacia un altro uomo.
- Non voglio duellare con te Paride -
Romeo volta le spalle al giovine, ma ahimè esso non sembra voler demordere.
Lancia una spada verso Romeo, con un cenno dice al ragazzo di raccoglierla per poi scaraventarsi su di lui con gran veemenza.
I due iniziano a duellare, sangue e sudore sporcano le strade di Verona. 
Paride è un abile spadaccino, Romeo schiva uno, due, tre colpi per poi cadere a terra, sovrastato dalla forza e brutalità del giovane ragazzo.
- Sei morto solto di un Montecchi. -
La punta della sciabola di Paride sta per colpire in pieno petto il giovane Romeo. Con agilità però Romeo, rotola sul polveroso asfalto ed impugnando la sua lama, infligge a Paride il colpo che il giovane aveva serbato per lui.
Paride sanguinante e privo di vita giace sull'asfalto, il sole sorge maestoso in cielo, la città si sta risvegliando e non è il caso che Romeo si faccia trovare sporco di sangue, accanto al corpo privo di vita del giovane nipote del re.
Corre Romeo, prima che il gallo canti e gli operai con le loro zappe percorrano i vicoli della città nell'intento di recarsi a lavorare i loro campi.
Qualcuno però ha assistito a tutto il duello ed'è pronto a puntare il dito contro Romeo, si tratta di Tebalo, cugino di Giulietta ed acerrimo nemico dei Montecchi.
Tebaldo si reca dal re Escalus, risvegliandolo dal suo assopimento. Gli racconta dell'accaduto, il re furioso convoca un assemblea alla quale dovranno partecipare tutti.
Il popolo di Verona vocifera, cercando di capire cosa possa volere il re alle prime luci del giorno.
- Un mio consanguineo, mio nipote Paride è stato ucciso in un duello non consentito. Non ho testimoni, la mia legge mi impedisce a mandare il colpevole sulla gogna per questo. Ho dunque deciso di esiliare il giovane Romeo Montecchi, egli è accusato di aver disobbedito, accettando un duello non consentito e uccidendo un sangue blu. Giovane Romeo, ti esilio a Mantova, da lì non potrai più far ritorno, hai due giorni per abbandonare la mia città. Così ho deciso! -
Le suppliche di donna Montecchi non scalfiscono il re. Romeo deve lasciare Verone se vuole salva la sua vita.
 

Eccoci arrivati al capitolo che stravolge la storia originale.
Chiedo scusa per l'enorme ritardo ma tra impegni personali e la guerra che word ha deciso di dichiararmi,
non sono riuscita a pubblicare prima e ammetto che l'euforia del voler pubblicare,
mi a trattenuta dal rileggere il capitolo, 
quindi mi scuso per qualsiasi eventuale errore.
In conclusione spero che il capitolo possa piacervi,

attendo qualche piccolo commento.
A presto con un nuovo capitolo.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

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Capitolo 5
*** Atto II (seconda parte) ***



Atto II
(seconda parte)

Appreso della notizia dell’esilio di Romeo, una sconvolta Giulietta tenta di trovare una soluzione, non può perdere l’amore della sua vita.
- Balia, cosa potrei fare per evitare che il mio cuore si spezzi con la partenza di colui che lo custodisce… -
- Parla con frate Lorenzo, magari lui riesce a lenire le tue pene figliola. -
Così fece Giulietta, vestita di nero, come il lutto che dimora nel suo cuore, si reca alla cappella di frate Lorenzo.
- Lei deve aiutarmi frate Lorenzo, sa cosa mi lega al Montecchi, sa con quanto sentimento io ami quel giovine. Lui ha rapito il mio cuore e la mia anima gli è devota. Le mie labbra sono state toccate dalle sue e la mia dote è ormai nelle sue mani… -
- Figliola, è peccato mortale concedersi ad un uomo che non è il tuo sposo. -
- Allora ho peccato frate e lei ora deve aiutarmi a rimediare al mio peccato… Mi sposi padre, congiunga la mia mano con quella di Romeo, prima che lui parta per Mantova ci unisca in matrimonio. -
E così fu, frate Lorenzo unì  Romeo e Giulietta in matrimonio, ma ahimè, il giovane Montecchi per poco potè godersi la sua sposa.
Il mattino seguente Romeo partì, si lasciò alle spalle Verona per abbracciare le ostiche mura mantovane, con sé a cingergli l’anulare sinistro vi era il pezzo d’oro che lo univa inesorabilmente alla amata Giulietta.
L’odio e l’astio che separa i Capulti dai Montecchi non termina con la partenza di Romeo.
Tra le strade di Verona la faida tra le due contrade continua a mostrarsi nei pugnali dei due giovani esponenti Tebaldo e Mercuzio.
- Tu vile Tebaldo, sei una spia… la tua anima avrà vita breve e anche il tuo corpo cesserà inerme ad un sol colpo del mio pugnale. -
- Taci stolto Mercuzio. Tu non sei un guerriero non hai combattuto guerre come me, getta quel pugnale, potresti ferirti maneggiandolo. -
Tra battute taglienti e colpi bassi, i due iniziano una lotta che coinvolge anche altri esponenti delle due famiglie.
Le strade di Verona sono riverse di giovane sangue astioso e velenoso.
Entrambi i giovani ribelli sono feriti per i molteplici colpi inflittisi.
- Fermi, siete impazziti, fermatevi! -
Benvolio arriva a placare i bollenti animi dei due giovani…
- Non dovete più litigare, oramai siamo un’unica grande famiglia. -
Gli esponenti delle due contrade si guardano incuriositi…
Come possono i Montecchi ed i Capuleti diventare un’unica grande famiglia?
- Romeo la scorsa notte ha sposato Giulietta, una Capuleti ha scelto un Montecchi come suo sposo. Sono uniti agli occhi del Signore, nessuno ormai potrà separare questa unione, sarebbe una beffa agli occhi di Dio. -
Rassegnatisi all’idea di essere ormai uniti da un destino superiore, Mercuzio e Tebaldo si stringono la mano, iniziando una tregua.
Intanto Giulietta deve affrontare le conseguenze della sua fuga d’amore…
Don Capuleti non può accettare tale affronto, Giulietta merita la sua punizione!
- Andrò a chiedere grazia al re e farò annullare questo matrimonio. -
- Ma padre, tu non puoi… Ciò che lega me e Romeo va ben oltre un semplice legame cristiano, noi due ci apparteniamo, il nostro è vero amore. -
- Ed’è per il tuo “vero amore” che dovrai lasciare questa casa. Domani stesso verrai condotta al convento di Verona. Una traditrice non può dormire sotto il mio stesso tetto. -
La disperazione aveva preso il sopravvento su Giulietta, le sue parole non erano riuscite a modificare il pensiero di suo padre.
Le lacrime, copiose, bagnano le lenzuola bianche. Solo frate Lorenzo avrebbe potuto aiutare Giulietta!
Con l’aiuto della balia, la giovane scappa da casa Capuleti per recarsi alla cappella dell’amico frate.
- Frate Lorenzo, mi aiuti, non posso trascorrere il resto dei miei giorni in un convento, non posso lasciare Romeo. -
- Prendi questo figliola, è una pozione medica. Ti porterà ad una morte apparente per quarantadue ore. Nel frattempo io manderò frate Giovanni a Mantova, informerà Romeo e lo aiuterà a rientrare di nascosto a Verona. Al tuo risveglio lo troverai al tuo fianco ed insieme scapperete lontano. -
- Grazie frate Lorenzo, grazie. -
Felice, Giulietta, stringe tra le mani la sua pozione. Solo quarantadue ore la separano dal suo amato.
Intanto un ferito Tebaldo, medica le sue lesioni, solo, nel silenzio delle sue stanze.
Mercuzio, ormai consapevole della tregua scritta tra Montecchi e Capuleti, si reca al capezzale di Tebaldo.
Da sempre Mercuzio prova dell’interesse verso il proprio nemico, ma, l’odio che scorreva a fiumi tra le contrade, gli impediva di esternare i suoi sentimenti.
- Mercuzio, cosa ti porta nelle mie stanze? -
- Volevo sincerarmi delle tue condizioni Tebaldo, ti avevo avvertito di quanto fosse affilata la mia lama. -
Il giovane Capuleti è stupito, nessuno si è mai interessato a lui, ben che meno alla sua salute, che l’interesse provenga da un suo nemico è un qualcosa che va ben oltre la comprensione di Tebaldo.
I due giovani restano a chiacchierare allungo.
E’ strano come la vita avvolte ti porti a percorrere strade inimmaginabili, ad incontrare persone lontane dal tuo mondo e a rivalutarne delle altre, riscoprendo in esse delle similitudini alla tua persona.
L’amore, la pace, la speranza e la fede, vanno ben oltre le torture, le disgrazie e le difficoltà che il mondo ci pone ogni giorno dinanzi.

 

Eccoci giunti anche alla fine del secondo atto, spero vi sia piaciuto ;)
Come avrete notato in questo atto la storia ha iniziato a cambiare rispetto all'originale...
Paride, è morto prima del previsto. Mercuzio e Tebaldo sono vivi e...
Il seguito lo scoprirete nell'ultimo atto, il terzo.
Cosa accadrà a Romeo e Giulietta?
Vi aspetto col prossimo capitolo, intanto lasciate qualche vostro parere.
A presto! Un abbraccio

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013


 

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Capitolo 6
*** Atto III (prima parte) ***




Atto III
(prima parte)

In casa Capuleti c’è fermento, la balia a capo della servitù, corrono su e giù per le stanze di Giulietta, fervono i preparativi dei bagagli. All’alba del giorno seguente, la giovane Capuleti verrà scortata al convento di Verona da suo padre stesso.
- Solo un sorso di questa pozione può far fermare il mio cuore per poi ridargli vita accanto a Romeo. La mia mano non teme e con un sol gesto, le mie labbra si bagneranno di codesto infuso. Mi rammarica il pensiero che la mia famiglia rinnegherà me ed il mio nome, ma se questo è il loro volere, son io stessa a rinnegare i Capuleti. -
Ammira il cielo Giulietta, stringendo nelle sue esili mani la boccetta di frate Lorenzo.
Rientra in stanza la giovine, e stesa tra i morbidi guanciali, beve, tutto dun fiato la sua pozione, per poi addormentarsi come la più bella delle principesse fiabesche.
Al con tempo, frate Giovanni è arrivato a Mantova in cerca di Romeo.
La peste che, da giorni miete corpi, l’uno dopo l’altro, intralcia il cammino del giovane frate…
Arrivato alla casa della contessa, amica dei Montecchi, che ospita Romeo, frate Giovanni è pronto a raccontare al giovane veronese il piano elaborato da frate Lorenzo per salvare il futuro della giovane Giulietta.
Romeo segue frate Giovanni ed insieme, con l’aiuto del fido Benvolio, riescono a rientrare a Verona, senza che il re sospetti nulla.
Nascosto nella cappella di frate Lorenzo, Romeo attende che i Capuleti si accorgano del corpo inerme e privo di vita di Giulietta. Solo all’ora, nella cappella funeraria, Romeo potrà mostrarsi, baciare la sua sposa, ormai risvegliatasi dal suo finto sonno eterno e scappare via, lontano con lei.
Mercuzio intanto, sembra essere euforico e ciò non passa inosservato agli occhi di Benvolio…
- Qual è il motivo di cotanta euforia giovane Mercuzio? -
- L’amore Benvolio, è l’amore a donarmi tanta euforia. -
- Amore? Chi è colui che è riuscito a far breccia nel tuo folle cuore? -
- Ahimè, sono cascato nella tela dei Capuleti, proprio come Romeo. Il mio cuore batte per il brute Tebaldo… -
- Oh amico, devi essere davvero impazzito, un bifolco, quale è Tebaldo, non merita il tuo puro amore. -
L’aria triste e sconfortata di Mercuzio, rimorde lo stomaco di Benvolio, la sua schiettezza potrebbe essere stata troppo brutale.
- Se davvero il tuo cuore palpita tanto per Tebaldo, corri, vai a confessargli i tuoi sentimenti. -
- Non credo di averne il coraggio Benvolio. -
- Ne conosco di codardi amico, e posso garantirti che tu non sei uno di essi. Và, non aspettare oltre, confidagli i tuoi sentimenti e se va male, pazienza, arriverà un giorno un altro amore, puro e genuino a colmare le pene del tuo cuore. -
Convinto dalle parole di Benvolio, Mercuzio corre alla tenuta dei Capuleti per incontrare Tebaldo.
Dopo un iniziale momento di titubanza, Mercuzio confessa al giovane Capuleti il suo interesse…
Commosso e lusingato, Tebaldo abbraccia il Montecchi.
E’ bastato un solo gesto, così fraterno, da far intendere a Mercuzio che il suo amato non ricambia il suo amore.
- Sono felice che tu sia qui e mi stia parlando di questo Mercuzio e non avrei mai immaginato di poter mai pronunciare un giorno codeste parole nei confronti di un Montecchi. Ti sei dimostrato un amico e una brava persona. Mi sei stato accanto e hai curato le ferite che tu stesso mi hai inflitto. Desidero continuare ad averti al mio fianco… -
- Ci sarò Tebaldo. Un amico in più è sempre un bene. -
Mercuzio si allontana dalla tenuta dei Capuleti, con il cuore vuoto ma col sorriso sulle labbra, sapendo che, Tebaldo sarà comunque al suo fianco, non nella veste da lui desiderata ma come amico, e questo per Mercuzio è comunque un gran dono.
Il mattino seguente le urla della balia svegliano anche il gallo, ancora assopito.
- Balia, perché urli, cosa succede? -
Don Capuleti e sua moglie, ancora in veste da notte, accorrono dalla balia.
- Signore, vostra figlia… -
- Cos’ha mia figlia? -
- E’ fredda e non apre i suoi marroni occhi. Credo che il suo cuore non batta. -
Non serve molto tempo a Don Capuleti per capire che la sua bambina, ahimè, ha preferito togliersi la vita, pur di non affrontare un destino che ella non desiderava.
Un via vai di persone, stanziano nella stanza di una dormiente Giulietta, i più intimi, baciano la sua fronte.
Alla sera, il re fa il suo ingresso nella casata dei Capuleti, ora il funerale della giovane può avere inizio.
Vestita di pizzo rosa e contornata da profumati fiori di campo, la salma di Giulietta viene condotta alla cappella dei Capuleti.
Frate Lorenzo arriva ed insieme ai presenti, salutano per l’ultima la giovane Giulietta.

 

Eccoci giunti al penultimo capitolo, riuscirà Romeo ad arrivare in tempo da Giulietta?
Scopritelo leggendo l'ultimo capitolo.
Attendo i vostri commenti.
A presto.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

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Capitolo 7
*** Atto III (seconda parte) ***




Atto III
(seconda parte)

 
Il corpo di Giulietta, circondato da corone di fiori è freddo e marmorizzato, rigido come una pietra. Viene esposto nella cappella dei Capulti in modo che chiunque voglia salutare la giovane per un ultima volta, possa farlo.
La sua sembra a tutti una morte apparente, poiché ella conserva ancora il colorito roseo sulle sue guance, tipico di una ragazza in salute. Nessuno o quasi, sa che in realtà Giulietta non è morta ma è solo preda di un lungo sonno.
Le ore da “bella addormentata” di Giulietta stanno per terminare, manca infatti poco al suo risveglio, ma ahimè di Romeo non vi è ancora alcuna traccia.
Frate Lorenzo passeggia nervosamente accanto al letto tombale della Capuleti, quando finalmente sente avvicinarsi dei frenetici passi, vede scorgere dalla porta la figura di Romeo.
- Figliolo finalmente sei arrivato.
- Mi scusi frate, ma non è stato facile evitare le guardie del re che presidiano le mura della città. -
- Su, mettiti accanto alla tua sposa e attendi il suo sguardo che non tarderà ad arrivare. -
Frate Lorenzo lascia i due giovani. Romeo si accomoda accanto alla sua dormiente sposa e con un lieve bacio la risveglia dal suo assopimento.
- Oh Romeo, finalmente rivedo il tuo volto mio giovane amore. -
- Ora potrai guardare il mio viso per sempre, mia dolce Giulietta, scapperemo lontano, nessuno potrà trovarci e così il nostro amore potrà vivere alla luce del giorno. -
- Rinnegheremo insieme i nostri nomi Romeo, poiché la faida che da secoli coinvolge le nostre famiglie non avrà mai fine. -
- Le nostre famiglie non accettano il nostro amore, non meritano dunque il nostro rispetto. Ora andiamo mio amore, prima che qualcuno ci veda, frate Giovanni ci attende oltre le mura della cappella, col suo carro ci condurrà lontano da Verona, mentre frate Lorenzo placherà gli animi delle nostre famiglie, spiegando loro il motivo della nostra fuga.-
Don Capuleti e la sua consorte rientrano nella cappella per salutare nuovamente la loro giovane figlia, ma ella non giace sul suo letto.
Le urla di Don Capuleti riecheggiano in tutta Verona, Giulietta, sua figlia, si è presa gioco della sua famiglia, beffandoli.
- Frate Lorenzo, cosa sa lei di Giulietta? Dove si trova mia figlia? -
- E’ lontana ormai, lei e Romeo sono partiti, non potete Don Capuleti, contrastare un giovane amore e neanche cercare di separare due giovani sposi, le loro mani, le loro anime ed i loro cuori sono stati uniti dal signore, voi non potete opporvi al volere del Supremo. -
- Non oso oppormi al volere del Signore, frate Lorenzo, ma qualcuno dovrà pagare questo affronto, un Montecchi ha osato unirsi ad una Capuleti, burlandosi di me con una farsa. -
Furioso, seguito dalla sua contrada, Don Capuleti si dirige al capezzale dei Montecchi.
- Tu, stolto di un Montecchi, mostrami il tuo volto e battiti in duello con me. -
- Capuleti, sei venuto sin dentro casa mia a dichiararmi guerra… Sei uno sciocco! Finiamo la nostra contesa una volta per tutte, compagni, esponenti della contrada Montecchi, accettiamo la sfida, umiliamo i Capuleti cessando le loro vite. -
Coinvolti nella battaglie, gli esponenti delle due contrade attendono gli ordini dei loro condottieri, schierati, da una parte e dall’altra vi sono: Tebaldo e Mercuzio.
I due giovani, ormai diventati amici, abbandonano le armi, lasciando ai due esponenti delle due famiglie l’onore di placare i loro animi in un duello all’ultimo sangue.
Sotto gli occhi del re, Don Capuleti e Don Montecchi, privi di giovani guerrieri, pronti a darsi battaglia in nome delle loro contrade, inforcano le loro spade.
- Fermi, fermatevi amici miei. Guardatevi intorno, siete soli. Le vostre mogli sono unite dalle lacrime per la perdita dei vostri figli. I vostri amici e parenti, non sono più disposti a scendere in battaglia sol per l’orgoglio dei vostri nomi. Gettate le vostre lame e cessate questo inutile conflitto, è arrivato il giorno che il Monetecchi ed il Capuleti si stringano la mano, dando vita ad una tregua. Avete perso tutto ormai, conservate quel poco di dignità che vi resta. Non voglio più il vostro sangue riverso sulle mie strade… Io son il re di Verona e come tale decido che non vi è più odio tra queste due contrade! -
Il re aveva deliberato, ai due capofamiglia non restava che, stringersi le mani.
Montecchi e Capuleti vivono ormai in pace, Verona, non è mai stata più allegra.
Romeo e Giulietta sono lontani, chissà dove, inviano lettere ai loro cari, nelle quali vi è espressa tutta la loro felicità. Si godono il loro giovane amore, come marito e moglie.
Mercuzio è ancora alla ricerca del suo di amore, intanto si prodiga per aiutare il suo nuovo amico Tebaldo, il giovane è alla ricerca di quella madre che anni prima lo ha abbandonato, stretto al braccio di Mercuzio, Tebaldo è pronto ad affrontare il suo triste e turbolento passato.
Il percorso di Romeo e Giulietta ha inevitabilmente coinvolto le vite di coloro che li circondano, l’odio si è mutato in amicizia e l’orgoglio, almeno per una volta, sembra essere stato accantonato.
Forse un giorno i due giovani innamorati ritorneranno a Verona, ma sino ad allora, siamo sicuri che si godranno il loro amore senza rimuginare sulle loro decisioni.
L’amore, se è vero, può cambiare il Mondo, rendendolo un posto sereno e privo di odio e guerre!

FINE.
 

Eccoci giunti alla fine di un'altra storia.
Spero che il mio modesto rifacimento della tragedia di William Shakespeare,
sia stato di vostro gradimento.
Attendo le vostre opinioni in piccoli momenti.
Intanto, vi invito a passare nella mia nuova storia:

The Chosen.
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013
 
 

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