G&L

di Firenotes17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I wish ***
Capitolo 2: *** Live while we’re young ***
Capitolo 3: *** Little Things ***
Capitolo 4: *** Last First Kiss ***



Capitolo 1
*** I wish ***


1. I wish

Le sette e mezza.
“Oddio” pensai “E’ tardissimo! Ora Valeria mi ucciderà”.
Mi alzai velocemente dal letto e cominciai a vestirmi dopo aver fatto una doccia veloce.
Dopo circa un quarto d’ora ero pronta. Guardai l’orologio e vidi che erano già le sette e 47. Presi l’ascensore e uscii velocemente di casa.
Presi il cellulare e misi la musica. Come al solito ascoltai “Beaty and Beat” di Justin Bieber, è una delle mie canzoni preferite, non sono una belieber ma Justin mi piace. B&B mi fa cominciare bene la giornata, quindi l’ascolto tutti i giorni.
Arrivai da Valeria, la salutai ed aspettammo Benedetta.
Tutte le mattine era lei e suo padre che ci portavano al liceo.
Arrivammo davanti a scuola e misi il cellulare in tasca.
“Sai che vado ad X-Factor per vedere i One Direction? Domani canteranno Kiss You” chiesi a Benedetta “Davvero?” chiese lei “E quando parti?” ed io “Domani alle sei, non vedo l’ora!”.
Era vero, facevo il conto alla rovescia da mesi ormai, e finalmente mancava solo un giorno.
La cosa più bella era che avevo ottenuto un pass per andare dietro le quinte e conoscerli.
Le ore a scuola passarono velocemente.
Tornai a casa e preparai lo zaino che mi sarei dovuta portare per X-Factor, infondo era un viaggio di qualche ora, ma Londra necessitava foto su foto quindi caricai la batteria del cellulare e la macchina fotografica.
Subito furono le 6 del mattino ed io ero emozionatissima.
Prendemmo l’aereo e dopo 2 ore arrivammo a Londra.
Andammo nell’albergo, e ci riposammo. Eravamo andati il giorno prima dell’esibizione per ambientarci e per riposarci. Andai vicino alla finestra e guardai fuori. “Wow” pensai.
C’era gente di tutti i tipi: ragazzi,anziani, coppie sposate, insomma una popolazione molto varia.
Londra era piena di stile e di colori. Mi brillarono gli occhi. Non potevo credere che finalmente ero nella città che avevo sognato da tanto tempo, era come un sogno essere lì.
Mi girai e vidi mio padre intento a guardarmi. “Che c’è papà?” chiesi “Non ti ho mai visto così felice.. è bellissimo che questa città ti rendi così emozionata e felice” io lo guardai e abbracciandolo dissi “Mi sento più vicina a loro capisci? E’ come se avessi accanto a te la tua ragione di vita.. è questo che mi rende felice, sono emozionata perché a poca distanza da questo albergo ci sono gli studi di X-factor dove domani si esibiranno la mia ragione d’esistenza: gli One Diection".
Restai a contemplare l’hotel, uscii per le strade di Londra da sola.
Feci qualche metro, non pensate che una ragazza di 14 anni possa andare in giro per Londra da sola.. e mi sentii in paradiso. Mi sentivo piena di gioia e speranza, una sensazione incredibile che non avevo mai provato prima.
Mi fermai al centro del marciapiede e comincia a guardarmi intorno. Mi passavano affianco tutti ragazzi carini e tutti mi dicevano “Hi” come se li conoscessi.
Feci una specie di piroetta ma per la mia infinita sbadataggine colpì un ragazzo con la spalla.
Subito mi girai e vidi un ragazzo che si toccava la testa con la mano destra.
“Sorry” dissi subito per scusarmi, lui si girò mi guardò negli occhi.
“Don’t worry” mi disse sorridendo; poi si girò mi sorrise ancora e si congedò salutandomi con un semplice “Bye” accompagnato da un sorriso.
Mentre se ne andava provai a dire qualcosa, ma mi congelai e non lo feci, le parole erano come intrappolate.
Mi sentivo bloccata, vedevo quel bellissimo ragazzo che se ne andava via, volevo fermarlo, volevo fare amicizia con lui, volevo chiedergli almeno il nome.
Guardai in alto e vidi mio padre che mi guardava.
“Forse è meglio tornare su” pensai.
Tornai in albergo e salii in camera.
“Che stupida, stupida, stupida che sei Laura!” mi ripetei in mente.
Guardai papà che aveva uno sguardo corrucciato.
“Non è successo niente, ho solo fatto male ad un ragazzo con il gomito! Non l’ho fatto a posta, tra l’atro gli ho chiesto anche scusa” mio padre fece un sospiro e disse “Stai più attenta la prossima volta!” feci cenno di si.
Ero confusa, l’unica cosa che mi andava di fare in quel momento era una bella doccia.
Feci un bel sospiro e ripensai a quel ragazzo che avevo incontrato.
Il suo sorriso era perfetto, e le parole “Don’t worry” sembravano dette da un angelo, i suoi occhi marroni che sembravano quelli di un cagnolino e poi il suo taglio di capelli che accentuavano la sua bellezza. Mamma mia era stupendo.. sapete cosa? Sapete perché quel ragazzo mi “piaceva”?  Perché sembrava uguale ad Harry, i comportamenti, gli sguardi, i capelli, sembrava come se lui fosse suo figlio, cosa impossibile, però la somiglianza era notevole.
Chiusi gli occhi e comiciai a cantare Save You Tonight .
Tutto quello che vuoi è sotto il tuo naso, dovresti aprire i tuoi occhi ma essi restano chiusi, chiusi.
Aprii gli occhi e mi apparve davanti un’ immagine  di quel ragazzo.
Richiusi gli occhi, li riaprii e vidi solo la porta.
Tirai un sospiro di sollievo.
Quel ragazzo mi stava ossessionando la vita. Lo vedevo dappertutto.
Andammo a mangiare e dopo due ore a dormire.
Finalmente c’era calma in me e non pensavo più a lui.
Pensavo solo al concerto, la cosa più bella della mia vita.
 

 

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Capitolo 2
*** Live while we’re young ***


Erano le cinque del mattino ed io ero già sveglia. Mio padre dormiva come un ghiro ed io non avevo niente da fare. Mi vestii e andai a fare un giro dell’Hotel. Era immenso e pieno di camere ovunque. Corridoi di metri e metri, era semplicemente fantastico! Stavo passeggiando con le cuffiette alle orecchie tanto che non mi accorsi che qualcuno stava correndo e stava venendo nella mia direzione. Il poveretto non riuscì a fermarsi e mi cadde addosso. Ironia della sorte. Quel ragazzo era lo stesso di ieri. “Oh, Hi” disse lui “Hi” risposi “What are you doing?” chiesi “Hem, I’m playing with my friend Josh” rispose lui ed io controbbattei “Here?” e lui “Yes, Why not?” ed io “’Cause it’s an hotel!” lui cominciò a ridere. Si sollevò da me ed il suo amico Josh mi aiutò ad alzarmi. “Wow” pensai “Ma qua a Londra non esistono ragazzi brutti? Il primo con gli occhi scuri ed i capelli castani, molto tenero e dolce, il suo amico biondo con gli occhi azzurri, sfrontato e dolce, questa città mi sorprende sempre più". Li salutai con un debole “I must go now, bye!” e me ne andai. “Che figura” pensai “Certo che con questo ragazzo non ne faccio una giusta! Va bene, tanto fra pchi giorni parto e non lo vedo più!” mi dissi. Entrai in camera e papà mi chiese dov’ero andata ed io risposi che avevo esplorato l’hotel. Non gli raccontai dell’accaduto perché se no non mi avrebbe dato il permesso di uscire mai più. Poi aggiunsi “ Live while we’re young no?” e mio padre “Cosa?” ed io “Bisogna vivere mentre siamo giovani no?” mio padre disse di si tirando un sospiro di sollievo. Ero emozionatissima, erano le 4 ormai e noi stavamo già davanti agli studi in attesa di poter entrare. Incontrai moltissime directioners inglesi e cominciai a parlare con loro del più e del meno, dei ragazzi, del tour e di quanto siamo directioners. Ad un certo punto una ragazza mi chiese “Do you know Union J?” io pensai a quel nome ma non mi venne niente in mente “Who are them?” e lei “It's another boy-band” ed io “Really?” e lei “Yes! They’re incredibile, there are 4 boys: Josh, JJ, Jaymi and the cutest, George”. “Oddio un’altra boy-band che intralcia i 1D” pensai “Ci mancavano i concorrenti!”. Finalmente aprirono i cancelli e noi entrammo, ci sedemmo e feci moltissime foto al palco pubblicandole su facebook. Le mie amiche erano a scuola, ma di nascosto riuscivano a commentare i mie stati e di mettere tanti cuori nei commenti. Si esibirono tantissime persone quella sera, compresi gli UnionJ ma purtroppo non potei vederli perché ero impegnata a capire quando potevamo andare dietro le quinte per conoscere i 1D. Le loro voci comunque mi entrarono in testa, erano molto bravi, ogni serata facevano cover delle canzoni più celebri negli U.S.A o nell’ UK. Erano diversissimi dai 1D ma entravano nel cuore le loro voci, così decisi di andarli a cercare una volta tornata nell’hotel. Dopo pochi minuti il presentatore entrò annunciando che a breve ci sarebbero stati i 1D con il loro singolo, Kiss You. Il mio cuore batteva all’impazzata, erano dietro le quinte, lì a pochi passi da me. Troppo bello per essere vero, ma stavolta lo era. Entrarono tutt’e cinque e cominciarono a cantare a squarciagola. La voce di Zayn ed Harry erano perfette, anche quelle degli altri, ma le loro risuonavano nel mio cuore. Si avvicinarono a noi fan che cominciammo ad urlare come pazze. Mio padre mi guardava con occhi preoccupati, perché urlavo sempre, poi quando si avvicinò Harry e vide la mia faccia e quella di mio padre si mise a ridere. Quanto amo la sua risata così calda e dolce. Amo tutti e 5 ma per Harry, bhé non so spiegarlo ma lui è qualcosa di infinito. L’esibizione finì subito. Le cose belle finiscono subito.. perché? In realtà non era finita, noi dovevamo ancora andare a conoscerli. Un ragazzo si avvicinò a noi e gentilmente ci disse che potevamo andare dietro le quinte. Salutai mio padre e mi avviai. Salii le scale e mi scontrai con un ragazzo che arrivava di fretta, al quale caddero tutte le cose aveva in mano. “Oh, sorry!” dissi “Don’t worry girl!” quella risposta mi era familiare.. Non avevo visto il viso di quel ragazzo finché lui non mi guardò. “You? Again?” mi disse, era sempre lui, quel bel castano che avevo incontrato il giorno prima. “Ehm, why are you here?” mi chiese, ed io “For 1D, I have a pass to meet them!” . Lui mi guardò perplesso e poi sorrise. Lo aiutai a raccogliere le cose che gli erano cadute. “Ehm, can I ask you something?” chiesi, e lui arrossendo disse “Yes, sure!” ed io gli chiesi “What’s your name?” e lui disse ridendo “George Shelley, and you?” ed io risposi “Laura, nice to meet you George!” sentii chiamare il mio nome e dissi “Ok George, see you soon!” e lui “Bye Laura!”. Mi piaceva quando pronunciava il mio nome, la sua voce era bellissima. Andai vicino al ragazzo che mi aveva chiamato e lui mi indicò la via. Dovevo fare un piano di scale, sembrava proprio quello dove loro facevano i video-diary, o forse erano proprio quelle! Feci le scale e arrivai al loro camerino, bussai ed entrai. All’entrata mi accolte Harry a braccia aperte che subito mi abbracciò forte dicendo “Hi Laura!” . Mamma mia la sua voce che pronuncia il mio nome, wow, un sogno che diventa realtà!. Poi venne Liam e mi abbracciò, fecero lo stesso gli altri. Cominciammo a parlare del tour, di quali sono le mie e le loro canzoni preferite, tutto ciò che riguarda le directioners e tutte le domande possibili che pongono loro. I dieci minuti passarono velocemente e purtroppo dovetti andare. Salutai i ragazzi e scesi le scale. Mi scese una lacrima, era stato un sogno, ma come si sa i sogni sono passeggeri e durano poco.

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Capitolo 3
*** Little Things ***


Tornai a casa, anzi, all’hotel. Stavo per mettermi a letto ma poi mi venne in mente di cercare questi benedetti UnionJ e vedere chi erano e se sarebbero stati mai validi concorrenti dei mitici ragazzi. I ragazzi erano 4: Josh, JJ, Jaymi, George. Due di questi nomi mi erano familiari, ma pensai fosse una coincidenza. I primi tre si erano presentati a X-Factor come gruppo; si chiamavano Triple J, invece George si era presentato da solista ed è stato unito al gruppo. Wikipedia e’ sempre utile! Decisi di vedere se avevano fatto delle canzoni ma purtroppo il primo singolo, Carry You, sarebbe uscito ad Aprile. Trovai, però, le loro esibizioni ad X-Factor. Cominciai a vedere quella che mi ispirava di più: Love Story di Taylor Swift. Vidi la presentazione dei ragazzi, prima Josh, poi Jaymi poi JJ e infine George. “Oddio!” dissi. Riavvolsi il filmato e riguardai di nuovo il video. Il viso di due di loro mi sembravano familiari, anzi, familiarissimi! “Ma io li conosco!” gridai “Ma..ma questi sono George e Josh! I due cretini del corridoio!”. Sgranai gli occhi e vidi la performance. Erano bravi, parecchio bravi, la mia voce preferita era quella di George. Possibile che il destino..? No, sono solo strane coincidenze. Andai a letto senza pensarci troppo. Mi svegliai durante la notte. Cercai di rimettermi a letto, ma non ce la feci. Mi alzai, mi vestii e andai nel corridoio dell’albergo. Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi. Presi il cellulare e cominciai ad ascoltare i ragazzi. La prima canzone che ascoltai fu Little Things. Mentre ascoltavo la parte di Louis sentii una porta sbattere. Era molto vicino alla mia. Io ero la 2794 e quella che si aprì fu la 2790. Ne uscì un ragazzo alto con i capelli castani, non riuscivo a vederlo bene perché era buio. Riuscì a vedere che quel ragazzo mi stava fissando. Avevo paura, ma poi mi tranquillizzai quando sentii la sua voce. “You can’t sleep?” mi chiese quella voce, la voce più bella del mondo, la voce che da qualche giorno affollava i miei pensieri. George. “No.. and you?” e lui “Me too.” Si avvicinò a me e si sedette a fianco a me. Le nostre spalle si toccavano dolcemente, ebbi un brivido di freddo. “Do you feel cold?” mi chiese “Yes, I do” allora prese il suo giacchetto e me lo mise intorno alle spalle. “Oh, you’re so sweet, thanks George!” dissi e poi gli diedi un bacio sulla guancia. Lui sorrise e arrossì. “What are you listening to?” mi chiese “Little Things, I arrived at Harry’s part” e lui esclamò “Harry’s part is my favourite! Do you want sing it with me? Can you sing?” mi chiese “Yes, let’s do this!” esclamai. Cominciammo a cantare la parte di Harry e fu magico. La sua voce e la mia risuonavano all’unisono. Erano fatte una per l’altra. Mentre cantavo guardavo George e lui guardava me. Ad un certo punto mi prese la mano, allora io dissi cantando “ Your hand fits in mine like it’s made just for me..” allora Gorge rise e mi strinse più forte la mano. Non lo so, George mi piaceva, ed amavo tutte le sue piccole cose. Cominciai a ridere anche io. George mi guardava fissa negli occhi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui appoggiò la sua testa sulla mia. Poi ad un certo punto lui alzò la testa e si scostò leggermente da me. Cominciò ad avvicinare il suo viso al mio ed io feci lo stesso. I nostri visi ormai erano vicinissimi e le labbra stavano per toccarsi quando io mi fermai. “What’s wrong?” mi chiese George “George, I’ll go back to Italy tomorrow, and I won’t see you again, so if now I kiss you I’ll never forget you..” cominciai a piangere e lui mi asciugò le lacrime e mi disse “Allora non farlo..” e mi baciò. Fu un bacio dolce. Lo guardai e dissi “Do you know Italian?” e lui “I heard this phrase from a fan and I asked the meaning and someone, I didn’t remember who, said to me that It mean like Don’t forget me!” “Yes, It’s true..” poi feci un respiro e dissi “And now, I’ll never forget you.. Tomorrow I’ll go home, and I’ll have only a kiss and a remember of you..” lui mi guardò e disse “And a picture..” disse, io lo guardai perplessa e lui continuò “Watch you phone!” ed io vidi che come blocco schermo c’era la foto del nostro bacio. Ma quando l’aveva fatta? E quando l’aveva impostata come sfondo? Lo guardai e dissi piangendo “George, I.. I love you, I know that our story is impossibile but I believe in us!” lui mi baciò un’altra volta e disse “Me too” mi asciugai le lacrime e poi lo guardai, volevo immagazzinare più ricordi di lui possibile. “And now?” gli chiesi “What?” mi chiese lui “Now that kiss is a secret between us, and It’s nothing for you..” e lui “Nothing for me? Now you’re my life ok? I can’t live without you, it isn’t nothing, it’s all! Now I’m in love with you, and all your little things..” . Lui fece per alzarsi ma io lo fermai. “Don’t go away George! Please, stay here with me, It’s 3 o’clock and I’ll go away at 6 o’clock, so stay with me these three hours, I’ll miss you..”.

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Capitolo 4
*** Last First Kiss ***


Mi svegliai e mi stropicciai gli occhi. Guardai il cellulare, era spento. Lo accesi e trovai la foto del bacio di me e George, non era stato un sogno allora.. Mi arrivò un messaggio che diceva: “Hi babe! How are you? Sorry but I had to go away at 5, Sorry! Love U! xx” Il messaggio non era firmato ma io sapevo chi me lo aveva mandato. Andai davanti alla sua porta, gli scrissi su un bigliettino “I love you! xx” e glielo misi sotto l’uscio. Papà uscì dalla camera e cominciò a chiamarmi. “Eccomi arrivo!” dissi “Ma che stai facendo?” mi chiese “Niente!” dissi io sorridendo. Presi la valigia e uscii fuori dall’hotel. Andai sulla stessa strada dove incontrai George e cominciai a ridere e a sorridere. “Laura andiamo!” mi chiamò papà, allora io mi girai verso il Big Ben e dissi “Bye London, see you soon!” e raggiunsi la macchina. Dopo pochi minuti arrivammo all’aeroporto. Salimmo sul nostro aereo e cominciai a sentire i ragazzi. Last first kiss. Avevo sempre sottovalutato quella canzone perché parla dell’ ultimo primo bacio, e non avendone mai ricevuto uno non avevo mai capito il significato profondo; ma dopo George tutto cambiò. La mia vita divenne piena di gioia e di speranza perché sapevo che una persona, anche se da lontano, mi amava e mi avrebbe sostenuto sempre. Baby vorrei sapere cosa pensi quando sei da sola, pensi a me vero? Già, avrei voluto sapere cosa pensava George quando stava da solo, in una stanza, senza nessuno.. io quando sono da sola penso a lui, al suo sorriso.. Siamo amici da qualche tempo ma voglio sapere, quando sorridi, sono io vero? George sorrideva per me.. per quello che dicevo, per gli sguardi, per il comportamento.. Quella canzone interpretava proprio la personalità di George, un tipo romantico, dolce, che pensa sempre di dire la cosa sbagliata, timido, incosciente e pieno di pregi. Quando nella canzone c’era il ritornello nella mia mente riemergeva il bacio con lui, avevo un’immagine, un ricordo, un’emozione che non sarebbero mai svaniti. “Sei innamorata cara?” mi chiese la signora affianco a me. Era una vecchina esile con i capelli bianchi ed un viso dolce e delicato. “Ma lei come fa a saperlo?” chiesi “Sai cara, anche io sono stata giovane e so che quando una ragazza sorride in quel modo, guarda una foto con nostalgia ed ha lo sguardo perso nei suoi pensieri molto probabilmente sta pensando ad un ragazzo” disse lei. “Come si chiama il fortunato?” mi chiese con espressione curiosa “Ehm.. si chiama George..” dissi, poi mi guardò con fare sospetto “Scommetto che l’hai conosciuto qui a Londra vero?” la guardai e dissi perplessa “Esatto.. come fa a saperlo? L’hai intuito ancora?” e lei rispose “Anche questo lo so perché mi è capitato quand’ ero giovane.. che ricordi! Anche il mio ragazzo si chiamava George, sai?” ed io “Davvero? Scusi signora ma lei da quale parte dell’Italia viene?” e lei “Io vivo nel Lazio ma sono originaria della Calabria!” ed io “Anche io! Quante cose in comune che abbiamo!”. In quel momento mi guardò in un modo che mi fece raggelare il sangue ma che in fondo mi era familiare. Quell’espressione la faceva mia madre quando era arrabbiata o quando aveva voglia di scherzare, che giocherellona! Lo sapete che mia madre si chiama come la sorella di Harry? Si, esatto, si chiama Gemma. La signora smise di guardarmi ed io mi accucciai sul sedile per dormire. Ero molto stanca, la notte non avevo dormito molto, George ed io siamo rimasti a parlare fino alle 4, si e no avrò dormito un’oretta e un quarto in tutto. Chiusi gli occhi e provai a dormire; feci un sogno bellissimo. Sognai George. E visto che già il protagonista era bellissimo il sogno lo diventava automaticamente. Il sogno era composto da tutte le volte che ho incontrato George e tutte le sue espressioni e dai sorrisi. Mamma mia quando mi piaceva il suo sorriso, la sua risata poi era così contagiosa che non puoi non metterti a ridere anche tu; insomma in una parola George è perfetto, niente che non vada, a parte che ama i film Horror è perfetto! Sentii improvvisamente che le orecchie mi si stavano stappando allora intuii che eravamo arrivati. Aprii gli occhi e vidi mio padre che mi guardava “Ben svegliata dormigliona!” disse lui “Dormigliona? Perché quanto ho dormito?” chiesi. “Circa tutto il viaggio, hai anche delirato sai? Pensavi che fossi una vecchina di novant’anni!” disse papà ridendo. Allora quello era un sogno? Quella vecchina che sapeva tutto su di me? Solo invenzione della mia mente? Wow, a volte sono molto creativa. Scesi dall’aereo e tornai a casa. Londra era bellissima, ma la mia casa è insostituibile.

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