Located aside for a year

di Choccolate_Powa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: the airport ***
Capitolo 2: *** Chapter I: End of the trip ***
Capitolo 3: *** Chapter II: Research ***
Capitolo 4: *** Chapter III: Thoughts ***
Capitolo 5: *** Chapter IV:Friends ***
Capitolo 6: *** Chapter V: What's going on? ***
Capitolo 7: *** Chapter VI: New home ***
Capitolo 8: *** Chapter VII: Feelings ***
Capitolo 9: *** Chapter VIII: What I have to do? ***
Capitolo 10: *** Chapter IX: Dog ***
Capitolo 11: *** Chapter X: A plan ***
Capitolo 12: *** Chapter XI: Speaking ***
Capitolo 13: *** Chapter XII: I'm coming ***



Capitolo 1
*** Prologo: the airport ***




Guardo l'aereo allontanarsi e diventare sempre più piccolo nel cielo.
Un anno. Un intero maledetto anno.
Non credo che resisterò così a lungo. Lui non sa niente. Avrei voluto dirglielo, stavo per dirglielo, ma non ne ho avuto il tempo.
O forse il coraggio. Magari, stando così tanto tempo lontani scoprirò che era solo la sua vicinanza a scombinarmi i pensieri e che tutti questi sentimenti me li sono immaginati.
Sì, come no...come se non fosse dal primo giorno in cui ho incrociato i suoi occhi che ci penso.
E mi sento sempre più sbagliato...l'ho sentito come parla di queste cose ed è per questo che non ho il coraggio di dirglielo.
Ho ben presente la sua espressione di disgusto, quella che di sicuro farà se mai glielo dirò.
"Signore, si sente bene?" un istinto omicida mi percorre.
Chi osa fermare la mia meditazione?
Mi giro e incontro lo sguardo sbalordito di un'umana vestita con uno di quei ridicoli vestiti da hostess che ogni tanto mette anche Heidi.
La scosto bruscamente e mi allontano a passi veloci, senza neanche lasciarle il tempo di dire qualcos'altro.
In questo momento non voglio ascoltare nessuno, non voglio parlare con nessuno.
L'unica persona che vorrei di fianco a me è lui, ma ormai se ne è andato.
Dietro alle lenti degli occhiali da sole al mio mondo mancano un paio di occhi rossi.
Torna presto, ti prego.


Con gli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole osservo il mondo fuori dal finestrino dell'aereo.
Devo distrarmi, devo resistere a questo profumo che mi riempie il cervello.
Dopo mille anni che sono un vampiro si supponne che io abbia un minimo di autocontrollo, ma non è proprio così.
Se non fosse per la scommessa che ho fatto con Santiago avrei già ucciso tutti coloro che sono su quest'aereo.
Speriamo che i Cullen non cerchino di convertirmi alla loro dieta vegetariana... sono mille anni che ho perso rispetto per la specie umana.
Non capisco perché Aro ha scelto proprio me per questa missione...a parte quello stupido motivo che ha addutto come scusa.
Ci dev'essere sotto qualcos'altro, poteva mandare Demetri, Jane, Alec, qualcun'altro...perché proprio io?
Proprio ora che ero sicuro di stare per scoprire cosa mi nasconde Demetri... è sempre stato un po' strano con me, ma ultimamente stava davvero peggiorando.
Va be', ora ho altro a cui pensare.
Non posso perdere la scommessa. Ne va del mio onore.



A.A.:Non so perchè ho deciso di scrivere questa cosa. Volevo scrivere una Felix/Demetri, è da un po' che ci penso, però c'è un improvviso proliferare di questa coppia sul sito e leggendo quelle storie non mi sono sentita all'altezza di scriverle e poi non mi piace scrivere su coppie su cui ci sono tante storie...e pensare che mi ricordo ancora di quando Demetri e Felix non erano neanche nell'elenco personaggi. Perciò ho deciso di fare un'altra coppia, suggeritami (non ci avevo mai pensato, anche se ne avevo in mente una che si avvicinava) da Anna Love che ringrazio e a cui perciò dedico questa storia.
Mi ha chiesto questo primo capitolo come regalo di compleanno e anche se manca ancora un po' a quest'ultimo spero sarà contenta.
Spero che questo prologo seppure corto, vi piacerà e che mi lascerete una recensione per dirmi se secondo voi devo andare avanti o cancellare tutto. Non sono molto sicura di quel che ho scritto, anche perché è la prima volta che scrivo in questo fandom.
Grazie e alla prossima (spero)!

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Capitolo 2
*** Chapter I: End of the trip ***





Finalmente questo terribile viaggio è finito.
Non appena tornerò Santiago dovrà scontare la sua scommessa.
Al solo pensarci mi sento diabolico.
Scendo velocemente dall'aereo e ancora più velocemente supero i controlli all'uscita.
Non appena supero le porte di uscita dell'aeroporto mi trovo davanti un uomo biondo, impossibile non riconoscerlo.
"Cullen"
"Chiamami Carlisle, Felix. Dopotutto starai con noi per un anno, anche se non ne abbiamo ancora capito il motivo."
Quanto mi irrita il suo sorriso, perché deve sempre essere così terribilmente gentile?
"Se non sai perché sono qui allora come facevi a sapere che sarei venuto? Normalmente si conosce il motivo delle visite annunciate, no?"
"Io sapevo solo che saresti venuto, seguimi che andiamo alla macchina."
Naturalmente, la macchina che mi trovo davanti è uno splendido esemplare di elegante automobile da ricconi.
Dopo averla fissata per qualche secondo mi accomodo direttamente sul sedile del passeggero.
"Non era meglio andare a piedi? Sono stufo di dover far finta di essere umano..."
"Purtroppo per te dovrai farlo per un anno." sbuffo contrariato.
"Senti, Cullen, basta con le chiacchiere. Io non sto simpatico a te, tu non stai simpatico a me. Non negare che fino a due mesi fa avresti voluto uccidermi. Io sono qui solo perché Aro mi ha costretto a venire a controllare la vostra piccola mezzosangue adducendo come scusa il fatto che -Ai bambini piacciono gli uomini grossi- " non posso fare a meno di imitare la sua voce stridula e assurdamente falsa "E adesso ho sete perché Santiago ha scommesso che non sarei riuscito a resistere senza uccidere nessuno dopo essere rimasto senza nutrimento per due settimane!"
Spero finalmente di averlo fatto almeno un po' alterare dopo avergli urlato contro ma lui, sempre impassibile e con quel sorriso, si gira e prende qualcosa dai sedili dietro.
Poi mi porge un bicchiere:"Bevi questo"
Sto per fare una battuta quando mi accorgo del profumo che proviene da quel bicchiere e non riesco più a resistere.
Glielo strappo di mano e calmo il bruciore che mi ha riempito la gola.
Finalmente.
Dopo essermi saziato non dico più una parola limitandomi a fissare lo sguardo fuori dal finestrino e anche quel fastidioso dottore troppo gentile la smette di parlare.
"Ti aspettano tutti a casa" come non detto. Forse non ce la fa proprio a non parlare.
Dev'essere qualcosa di genetico.
"E allora?"
"Emmett non vede l'ora di scommettere qualcosa con te."
"Questo sì che è interessante..."
"E non solo lui, Jasper ha già scommesso su chi vincerà le vostre scommesse."
"Hanno intenzione di passare un anno a scommettere, io vengo qui per lavorare..."
"Siamo arrivati!" ahah, lo capisco io quando le persone cambiano discorso!
Però almeno siamo arrivati, non devo più ascoltare la sua conversazione...
Scendo dalla macchina e mi avvio verso quella che presumo sia la casa visto che è l'unica visibile nei dintorni.
Davanti alla casa c'è una specie di comitato d'accoglienza.
Oh no, penso, cominciamo proprio bene.


A.A.:Ho aggiornato! Rispetto ai miei soliti tempi è relativamente presto, ma siamo ancora all'inizio...
Ringrazio Anna Love, M_Cullen e G_Fever per le recensioni, non so se sarei andata avanti senza!
Non succede molto in questo capitolo lo so ed è anche piuttosto corto ma spero vi piaccia lo stesso...se vi va, lasciatemi una recensione!



 


 

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Capitolo 3
*** Chapter II: Research ***




Un giorno è già passato e sono ancora qui.
Non sono ancora riuscito a comprendere come ho fatto a non saltare nell'oceano e correre da lui.
Probabilmente lo avrei fatto oggi se Aro non mi avesse chiamato.
Ora sono qui che aspetto che finisca di leggere i miei pensieri e lasci la mia mano.
Lui sa tutto, non c'è bisogno di nascondergli qualcosa.
"Allora, Demetri" dice con quella sua voce falsamente allegra "Ho una missione per te."
"Di cosa si tratta, mio signore?"
"Oh, solite cose. Credo sia tempo di fare un'altra visitina ai nostri amici rumeni."
Mi riscossi d'improvviso dalla mia apatia. Dai rumeni?
I rumeni sono l'unica cosa che nascondo ad Aro, dalla prima volta che mi ha mandato a cercarli.
Li ho trovati, naturalmente, li trovo sempre. Solo che dopo averli trovati li ho conosciuti.
E dopo averli conosciuti ho capito che forse Aro non aveva sempre ragione.
Così, ogni volta che mi manda a cercarli passo un paio di giorni libero.
Magari possono darmi un consiglio su cosa fare con lui.
Tutti i consigli che mi hanno dato sono stati quelli giusti, mi hanno aiutato a capire cosa era quella strana sensazione che provavo ogni volta che lo vedevo e mi hanno aperto gli occhi sul mondo al di fuori di Volterra.
Potrei lasciare i Volturi in questo momento se volessi ma qui c'è l'unica cosa che è riuscita a dare un senso alla mia eternità e non ho intenzione di perderla, anche se l'unica cosa che faccio è guardarlo di nascosto.
Ma devo smetterla di pensare a lui.
Mi distolgo a forza dal suo pensiero e "Va bene, signore" rispondo. Sempre impassibile.
Aro mi congeda con un gesto della mano ed io esco dalla reggia avvilupato in un mantellone nero.
Chissà che ore sono adesso in America? Che cosa starà facendo Felix?
Sarà da solo o con qualcuno? Starà pensando a me?
La traccia inconfondibile di Stefan e Vladimir mi entra nella mente.
Comincia la ricerca.



A.A.:Lo so che questo capitolo è anche più corto del precedente ma non ho ancora deciso come organizzarmi...spero comunque che vi piaccia!
Comunque, ringrazio M_Cullen, Anna Love e G_fever per le recensioni e perchè preferiscono questa storia (chissà perché...) ed anche le altre due persone che seguono questa storia!
Grazie! Senza di voi non andrei avanti!
Come al solito, invito chiunque voglia a recensire...a presto!

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Capitolo 4
*** Chapter III: Thoughts ***



"Non potreste dire a quei licantropi di non ululare tutta la notte? Qual è il loro probema?"
Edward e Carlisle si scambiano uno sguardo.
Sono i primi due che ho trovato scendendo le scale e li ho bloccati per esprimere il mio disappunto.
"Allora?" chiedo impaziente.
Edward fa un leggero segno con la testa a Carlisle, poi si gira verso di me e dice:" Eseguono il loro compito, Felix. Proprio come stai facendo tu."
Non ci credo neanche per un secondo però decido di non replicare.
Se non vogliono che io sappia queste cose le scoprirò da solo.
Se è successo qualcosa di importante, non possono nasconderlo ai Volturi.
E non mi importa che Edward in questo momento stia leggendo i miei pensieri.
Che sappia pure quello che ho intenzione di fare.
Non riuscirà a fermarmi.
"Tu credi?" dice.
"Io credo."
Mi volto e a grandi passi mi dirigo dove mi hanno detto c'è la cucina.
Non posso andare a caccia, devo nutrirmi attraverso quei bicchieroni di sangue di cui hanno il frigorifero pieno.
Forse così sperano che diventerò vegetariano ma non riusciranno mai a convincermi.
Mi da troppo sui nervi la loro aria di superiorità.
Vorrei proprio fare una scommessa con Emmett per farli vedere quanto io sono superiore a loro.
Ma la cosa che mi da più fastidio è che qui mi sento solo.
In mille e più anni non avevo mai sentito il bisogno di avere qualcuno al mio fianco.
Ed ora, invece, mi manca qualcosa.
Non lo ammetterò mai, però so che è così.
E questa cosa che mi manca, questo vuoto, non si riempirà mai.
Amare non è un opzione praticabile per un Volturo.
O perlomeno, non è un opzione praticabile per me.




A.A.:Eccomi qua! Ho aggiornato anche prima delle altre volte, però questo capitolo non mi piace molto.
Come al solito è un po' corto, però c'è qualcosa che non mi convince...boh!
Spero che a voi invece piaccia!
Come al solito milioni di grazie a chi ha recensito e a chi segue.
E, sempre come al solito, lasciatemi una recensione, se volete!

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Capitolo 5
*** Chapter IV:Friends ***



"Demetri, da quanto tempo! A cosa dobbiamo la tua visita?"
"Mi ha mandato Aro, Stefan. Come sempre."
"Cosa succede, Demetri? Qualche problema?" capisco subito che non si sta riferendo ad Aro.
Non devo avere un espressione molto felice in questo momento.
Certo che arrivare qui e trovarli abbracciati quando ho la mente occupata da lui non è proprio quello che mi serve.
"Niente, Vladimir. Tutto bene."
"Non sei bravo a mentire, Demetri. Ancora lui?"  come se non sapessi che mentire con loro è praticamente impossibile.
Va sempre così. Ogni volta.
Alla fine cedo sempre e li racconto tutto:"Sì, ancora lui. Aro l'ha mandato un anno in America, dai Cullen."
"Finalmente! Così la smetti di pensare a lui!" loro non approvano.
Pensano che lui non vada bene per me.
E, per quanto abbia sempre constatato che le loro supposizioni sono giuste, a questa non ho mai voluto credere.
Lui è semplicemente perfetto. Perfetto per me.
"Non ho voglia di parlarne, adesso." tronco l'argomento "Piuttosto, parliamo di voi. Avete finalmente seguito un mio consiglio?"
Dopo millenni di convivenza non era difficile supporre che presto sarebbe nato qualcosa tra loro due.
Ed infatti qualcosa è nato. Molti anni fa.
Ci ho messo due secoli a convincerli a dichiararsi. E forse finalmente ce l'hanno fatta.
"Sì e grazie. Stai pur sicuro che a te non caveremo gli occhi."
Un sorriso mi si apre spontaneo sul viso.
"Che sollievo saperlo." rispondo.
"Dai vieni, ti mostriamo il nuovo luogo in cui ci siamo stanziati. Abbiamo anche un regalino per te."
"Come se non sapessi benissimo che cos'è!"
"Fai almeno finta di essere sorpreso. Sai quanto ci tiene Vladimir." mi sussura all'orecchio Stefan.
"E da quando ti interessa?" ribatte lui.
"Da più tempo di quanto immagini. Ma ora smettila di farmi dire queste cose. Non vorrai rovinare la nostra reputazione!"
Dopo tanti mesi di tristezza, finalmente mi sento leggero.
So che durerà poco, perché presto dovrò andarmene, ma sapere che loro sono qui, pronti a dire cose che non direbbero mai di fronte ad altri per farmi sentire meglio me lo farà scordare per un paio di giorni.
Forse davvero riuscirò a non pensare a lui.
Come è bello avere degli amici.



A.A.:Eccomi qui! Finalmente sono riuscita a scrivere un capitolo più lungo! Lo so che forse sembrano un po' OOC i rumeni ma, in effetti, noi che ne sappiamo di come sono da soli? Io, non so perché, li immagino così.
Comunque, ringrazio le mie tre recensitrici (recensitrici, vero?) che mi fanno sempre sentire meglio con le loro recensioni!
Spero che questo capitolo vi piaccia e a presto!
P.S.:Se vi va lasciatemi qualche recensione!

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Capitolo 6
*** Chapter V: What's going on? ***


"Hei, Felix! Che fai in cucina?"
"Mangio."
"Vuoi fare una scommessa con me?"
"Sarebbe?"
"Io so che tu vuoi sapere cosa sta succedendo. Ho ragione, vero?"
Non rispondo. Mi limito a fissarlo, senza far trasparire la curiosità che mi sta divorando.
"Anche se non mi rispondi lo so che è così. Quindi, io te lo racconterò."
"E quale sarebbe la scommessa?"
"Calma, ora ti spiego. Per sapere tutto devi solo accettare di andare tu per tutto l'anno a fare shopping con le nostre mogli, Alice e Rosalie. E devi anche aiutarle a scegliersi i vestiti, non semplicemente stare fermo per ore ad aspettarle."
Un ghigno mi appare spontaneo in viso.
Si vede che Emmett non conosce bene i Volturi.
Dopo aver accompagnato per più di mille anni chiunque ne avesse bisogno a fare shopping posso dire di essere un esperto di qualunque cosa abbia a che fare con la moda.
Non indossiamo soltanto i nostri famosi mantelli neri.
"Accetto."
Posso vedere il sorriso arrogante sulla sua faccia che si congela per un paio di secondi.
Poi però ritorna.
Forse crede che non abbia idea di quel che mi aspetta.
Non vedo l'ora di vedere la sua espressione quando torneremo per la prima volta.
Questo soggiorno si prospetta forse un po' più divertente di quanto avessi pensato.
Ma ora voglio sapere che succede.
"Allora? Ho accettato, ora spiega."
Esita per un attimo, ma una scommessa è pur sempre una scommessa.
"Sai chi è Sam, vero?"
L'immagine di un lupo nero mi balena di fronte agli occhi.
Aro mi ha descritto tutti quelli che avrei potuto incontrare.
"Sì."
"E sai cos'è l'imprinting?"
Forse è convinto che sia un ignorante o che sia stupido.
"Sì, lo so."
"E sai anche chi è Emily?"
"Emily è l'imprinting di Sam, so anche tutto il resto della storia."
"Bene." dopo un due secondi di pausa mi spazientisco.
"Quindi?"
"Emily è morta."



A.A.:Sono tornata! Volevo aggiornare venerdì ma non sono riuscita, volevo aggiornare ieri ma non sono riuscita.
Spero di non essere troppo in ritardo!
Questo capitolo non mi piace un granché, però...
Va be', ringrazio coloro che recensiscono e chi segue!
Spero che a voi piaccia!
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Chapter VI: New home ***



In pochi secondi siamo arrivati al nuovo luogo in cui si sono stanziati, come l'ha chiamato Vladimir.
Penso che il termine più appropriato per descriverlo sia "Casetta uscita da una fiaba".
Non è esattamente il posto in cui pensi di trovare due vampiri, più che altro mi fa venire in mente
una simpatica vecchietta che si rivela poi una strega, sette nani che si divertono ad andare a lavorare
oppure un lupo travestito da nonnina.
Piccola, pitturata di rosso e con le tendine alle finestre.
Mi viene un po' da ridere.
"E questa dove l'avete trovata?" chiedo divertito.
Mi immaginavo già un posto sinistro e buio.
"Perché, non ti piace?" chiede Stefan.
"No, è bellissima! Solo, non me l'aspettavo da voi."
"Perché, ti immaginavi già un maniero buio e sinistro?"
"Vuoi sapere la verità? Sì. Comunque, mi piace. Solo una cosa: il mio regalo dov'è?"
"Entriamo in casa, prima."
Dopo aver superato la porta (di un bel colore blu) ed essermi guardato intorno mi chiedo quale strana razza aliena abbia preso il possesso del cervello dei miei amici.
"Demetri, ti senti bene?" mi accorgo di essermi bloccato.
"No, non va tutto bene. Voi non siete Stefan e Vladimir, mi rifiuto di crederlo!"
"Solo perché le pareti della nostra casetta sono dipinte di rosa?"
"Solo per questo? Voglio la verità. Da dove viene questa casa?"
"La verità? Stiamo girovagando da due mesi senza fermarci ma abbiamo saputo che stavi arrivando e ci siamo dovuti sbrigare a trovare una casa. Abbiamo trovato questa casa mezza distrutta in mezzo alla foresta e abbiamo deciso di ristrutturarla.
Solo che quando Vladimir è andato a comprare la vernice aveva indosso un paio di occhiali da sole con le lenti colorate.
E ha sbagliato tutti i colori. Sapendo che tanto la lasceremo tra poco abbiamo deciso di dipingerla con quelle vernici, anche per farti una sorpresa. Ed in effetti la tua faccia è stata impagabile."
Gli lanciò uno sguardo truce, ma non resisto per molto.
E scoppio a ridere.
"Tutto questo è surreale."
"Sarà anche surreale, ma almeno non sei triste, no?" alzò lo sguardo su Vladimir e vedo che mi guarda con uno sguardo strano, protettivo?
Vorrei proprio sapere cosa ci trovano in me di così interessante da essermi diventati amici.
Da solo non riesco proprio a capirlo.
Spero solo che non se ne pentano.
"Ora basta coi sentimentalismi." dico "Voglio il mio regalo."
Vladimir mi porge un pacchetto incartato.
Solo a prenderlo in mano capisco cosa c'è dentro.
"Grazie, ragazzi, siete i miei contrabbandieri preferiti."


A.A.:Ce l'ho fatta a pubblicare di lunedì! Non siete contenti?
A parte questo, so che questo capitolo è davvero un po' surreale/strano, almeno credo, ma facciamo divertire un po' il nostro Demmy, no?
Spero che vi piaccia, se vi va lasciatemi una recensione!
Grazie e a presto!

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Capitolo 8
*** Chapter VII: Feelings ***



"Morta? E come?"
"In un incidente stradale. Che modo banale di morire."
"La morte non è mai banale." ribatto duro.
Resta interdetto per un attimo ma poi continua:"Comunque, quando è successo Sam la stava aspettando ed ha subito sentito che era successo qualcosa. Non è riuscito a controllarsi e si è immediatamente trasformato.
Ha raggiunto il luogo dove sentiva il suo odore, l'ha tirata fuori dall'auto coi denti e ha cominciato a leccarla cercando di svegliarla.
Paul e Jared erano di pattuglia e l'hanno subito raggiunto. Quando si sono resi conto che per Emily non c'era molto da fare hanno trascinato via Sam a forza. Lui ha anche cercato di colpirli, ma alla fine ce l'hanno fatta.
Edward, che aveva sentito i loro pensieri, ha chiamato i soccorsi sperando che si fossero sbagliati ma non c'era davvero niente da fare. "
"Quanto tempo fa è successo?"
"Un mese, più o meno. Sam non riesce più a tornare alla sua forma umana e passa tutte le notti sulla sua tomba.
Gli altri lupi sono disperati. Non sanno più che fare."
"Perché, voi non potete fare niente?" lo dico con il mio peggior tono sarcastico, in modo che si renda conto che li sto prendendo in giro.
"Perché non provi a fare qualcosa tu?"
"E perché dovrei fare qualcosa per un licantropo?"
"Non saprei. Per una scommessa?"
" Credo che tu non abbia la più pallida idea di che persona io sia. E con questo ho detto tutto."
Gli giro le spalle e me ne vado.
Forse nessuno gli ha mai insegnato che non si gioca con i sentimenti delle persone.
D'improvviso sento nostalgia dei Volturi.
Loro non raggiungono i livelli di stupidità a cui certe volte questi vampiri vegetariani buoni ed in pace con il mondo sembrano arrivare.
Chissà se stanno facendo qualche nuova missione in questo momento oppure se stanno solo oziando.
Aro avrà di sicuro mandato Demetri a cercare i Rumeni.
Di sicuro lui in questo momento è più contento di me.
Demetri è l'unico a non essersi accorto che tutti nella reggia si sono accorti che i Rumeni sono suoi amici.
E Aro non c'entra.
Ce ne siamo accorti perché ogni volta che ritorna da questi viaggi per qualche giorno i suoi occhi brillano di felicità e così anche prima di partire.
Demetri non è mai così felice come quando va dai Rumeni.
E nessuno dice niente perché tutti siamo grati di questo.
E lui è così stupido da non accorgersene.



A.A:Hello! Lo so, questo capitolo è orrendo, corto e non succede nulla di interessante.
Ma spero che sarete così buoni da dirmi cosa ne pensate lo stesso!
A presto!

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Capitolo 9
*** Chapter VIII: What I have to do? ***



"Contrabbandieri? Ma non sono illegali!"
"In effetti è vero..."
"Non ho ancora capito perché ti aspetti sempre di averle da noi quando potresti benissimo comprartele!"
"Lo sapete che mi sento a disagio in mezzo a tutti quelli umani che mi fissano. Voi no?"
Guardo per un attimo Stefan e noto che sta per fare un commento maligno ma Vladimir lo interrompe prima che possa dire alcunché.
"Non credo mi sia mai successo...in realtà quando mi trovo in mezzo agli umani non li considero molto. Se lo facessi non ne rimmarebbe vivo neanche uno."
"Lo so cosa stai cercando di fare, vuoi invischiarmi in una discussione sul tuo autocontrollo per fare in modo che Stefan non faccia il commento maligno che vuole fare. Ma ora non ho voglia di parlare di questo. Posso fumare dentro casa o devo uscire?"
Si devono essere accorti della mia improvvisa tristezza perché Vladimir lancia uno sguardo fulminante a Stefan.
Poi si gira verso di me e dice: "Meglio che tu vada fuori. Devo dire due paroline a Stefan."
Dire significa comunicare in un modo diverso dal parlare perché se parlassero li sentirei di sicuro.
Anche se non ho voglia di ascoltarli.
Non ho voglia di sentire Vladimir litigare con Stefan a causa mia.
Così esco dalla casa rosa e mi accendo una sigaretta.
Non ho mai incontrato un altro vampiro che fumasse ma non ho ancora capito perché.
Insomma, siamo immortali e indistruttibili, cosa può succederci se fumiamo? Niente.
Così un giorno ho deciso di provare. E non ho più smesso.
Sono passati un paio di secoli e non mi è ancora successo niente.
"Ehi, Dem..."
"Che c'è, Stefan?"
"Devo scusarti per quello che pensavate stessi per dire ma che non ho detto se no Vladimir non mi vorrà più vedere."
"Non preoccuparti."
"Mi preoccupo invece. Non voglio vederti star male per un vampiro stupido e grosso."
So benissimo quello che pensa di lui perciò non mi arrabbio neanche.
Si divertirebbe soltanto.
"Cosa credi che dovrei fare, allora?"



A.A.:Eccomi, eccomi! Scusate per il ritardo ma non sono stata bene!
Ho scritto di fretta ed è un po' corto ma cercherò di rifarmi col prossimo!
Recensite, please!

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Capitolo 10
*** Chapter IX: Dog ***



"Felix? Dove sei?" forse è un po' stupido cercare di chiamare un vampiro gridando, ma d'altronde ho già capito che in casa non c'è nessuno.
Aro mi ha mandato qui per vedere come va la sua missione e naturalmente lui non c'è.
Ma il punto è che non solo non c'è lui ma non ci sono neanche i Cullen.
Speravo di poter sbrigare questa cosa in fretta e di tornare subito a Volterra.
Non voglio perdermi il momento in cui tornerà.
Anche se so già che non poserà il benché minimo sguardo su di me, ho un disperato bisogno di rivederlo.
Come è difficile amare qualcuno che ama qualcun'altro.
Sebbene cerchi di nasconderlo, io me ne sono accorto.
Quando sei innamorato di una persona qualsiasi segno di una sua attenzione per te ti fa sperare e perciò continui ad osservarla, sempre e comunque, quando vi trovate nello stesso posto.
E così mi sono accorto che le sue attenzioni erano rivolte a qualcun'altro.
E non è stato neanche troppo difficile.
Quanto vorrei vedere quegli sguardi diretti verso di me, ma purtroppo non succederà mai.
"Chi sei?"
Mi giro e vedo un ragazzo, troppo alto, troppo muscoloso e troppo rasato venire verso di me.
"E tu, se posso chiedere?"
"Io sono Seth, piacere!"
Mi sorride e mi porge la mano.
Lo vedo bene, ora che è più vicino e noto che non è né alto né muscoloso come mi era sembrato prima.
In effetti non è molto grosso per essere un licantropo.
"Non voglio che la puzza di cane bagnato mi resti sulla mano."
L'altro si accigliò per un attimo ma non disse niente.
"Io ti ho già visto da qualche parte..."
"Non saprei, non frequento molto i cani..."
"La smetti di chiamarmi così? Cosa ti ho fatto di male?"
"Tu niente, la tua razza sì invece."
"Come sarebbe a dire la mia razza?"
"La tua razza, quella dei cani, no?"
Far arrabbiare le persone è il mio divertimento preferito e l'unico modo che ho perché si accorgano di me.
Se no resto sempre solo e non importa mai a nessuno.
Anche se scompaio per un giorno nessuno mi cerca, anche se sembro sempre arrabbiato nessuno chiede mai perché.
Perché non li interessa. A chi potrebbe interessare dei pensieri e dei sentimenti di un vampiro eternamente adolescente, che ha come sola utilità quella di essere una macchina di guerra?
Rispondere è facile. A nessuno.
E così, si accorgono di me solo quando li irrito troppo perché possano ignorarmi ma dura sempre troppo poco.
Ad un certo punto se ne vanno e basta.
Forse pensano che lo faccia perché ho un carattere orribile ed è meglio che lo pensino.
"Ci sono! Sei uno dei Volturi!" pensavo se ne fosse già andato. Uff, ci mancava solo un licantropo fastidioso a rendere più pesante questo lavoro.
Devo pensare ad un modo di liberarmene...

A.A:Per la venticinquemillesima volta vi chiedo scusa! Forse non dovrei promettere di fare presto perché ogni volta che lo faccio faccio più tardi!
Va be', questo capitolo è un po più lungo!
Spero che vi piaccia e vediamo se capite subito chi è il nuovo personaggio e cosa c'entra con il resto!
Se volete, recensite!
Grazie e alla prossima!

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Capitolo 11
*** Chapter X: A plan ***



"Secondo me dovresti dirglielo."
"Come sarebbe a dire? Non posso dirglielo, non posso..."
"E perché?"
"Prima di tutto, per dirglielo dovrei andare in America e di certo Aro non ne sarebbe molto contento. Poi..."
"Perché devi interessarti di Aro? Se lo ami davvero non potrà fermarti!"
"E poi, possiamo sempre accompagnarti noi. E se Aro prova a dire qualcosa..."
"Se Aro prova a dire qualcosa?"
"Diremo qualcosa anche noi."
Per un attimo non so cosa dire.
Li guardo entrambi sollevando un sopracciglio.
Cosa mai potrebbero dirgli per evitare che mi punisca?
"E cosa?"
Stefan ghigna malignamente: "Tutti hanno dei segreti, Dem."
"Lo sapete che mi fate paura, vero?"
"Non sei tu che devi avere paura, non preoccuparti."
"E che idea geniale avreste avuto per andare in America?"
Vladimir tira fuori da dietro alla schiena tre fogli che non riconosco immediatamente.
"Cosa sono questi?"
"Biglietti per un volo."
"In aereo?"
"E dove se no? Cosa ti succede, Dem? Sembri un po' spaesato."
"Tu come ti sentiresti se due tizi volessero trascinarti su un aereo diretto in America solo perché vogliono che tu dica a colui che ami quello che provi?"
"Io penso che sarei contento di avere due amici così meravigliosi e tu, Vladimir?"
"Io penso che sarei contento di avere due amici così modesti, Stefan."
"Lo sapete vero che se non me l'aveste proposto voi due non avrei mai accettato? E invece ora sto sorridendo felice all'idea."
Poi però una cosa di cui mi ero completamente dimenticato mi ritorna in mente.
"E se lui mi respingesse?"
"Allora, ci arrabbieremo molto con lui e, dopo esserci arrabbiati con lui, ti porteremo via dai Volturi. Anche se tu non vuoi."
"Ma lui è grande e grosso, come potreste arrabbiarvi con lui?"
"Dem, la vuoi smettere di fare l'ingenuo e di parlare come fossi un bambino? Tutti hanno dei segreti, te l'ho già detto.
E smettila di preoccuparti, abbiamo un piano per ogni evenienza."
"E se rifiutassi?"
"Abbiamo un piano per ogni evenienza, ma non vorremmo doverteli far scoprire tutti. E poi tu accetterai di venire con noi, vero?"
Vorrei provare a rifiutare per vedere cosa succede ma la prospettiva di rivederlo molto presto mi attira troppo.
Quando è partito, pensavo che avrei passato l'intero anno a pensare alla sua lontananza ma non avevo messo in conto che potesse succedere questo.
"Sì, accetto, ma solo perché lo voglio rivedere."
"Bene, allora andiamo all'aereoporto. Non possiamo correre per non dare troppo nel occhio ma abbiamo il mezzo perfetto."
"E che mezzo sarebbe?"
"Vedrai."



A.A.:Causa festività non sono riuscita ad aggiornare prima scusate!
Comunque, buon anno!
A scanso di equivoci, il personaggio del capitolo scorso era Alec.
Se avete voglia, recensite.
Grazie e alla prossima!

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Capitolo 12
*** Chapter XI: Speaking ***



"Finalmente? Dov'eri finito?"
"Alec? Cosa ci fai qui?" dico stupito.
"Aro mi ha mandato a controllare che tutto procedesse bene."
"Ma se sono arrivato da sì e no una settimana..."
"Mi ha detto di rimanere un paio di giorni...perché hai le mani piene di borse?"
"Una scommessa."
"Eh, sempre il solito Felix..." non lo sopporto quando fa così.
In effetti non è che sopporti molto Alec, per qualche motivo che non conosco ce l'ha con me e cerca di farmi arrabbiare molto più spesso di quanto non faccia con gli altri.
Lo sta facendo anche ora...mi viene sempre voglia di strozzarlo, peccato che sia immortale e che mi desensibilizzerebbe all'istante.
"Se non ti dispiace, ora vorrei entrare in casa e lasciarle, se vuoi dare fastidio a qualcuno, dallo ai Cullen. Stanno arrivando."
"Siamo già qui!"
"Non pensavo sarei mai stato così contento di vedervi!" dico superando la porta ed entrando in casa.
Sono stufo di avere le mani occupate da tutte queste borse.
Mentre le sto lasciando sul pavimento sento dei passi dietro di me.
"Dovresti andarci?"
"Dovrei andare dove, Cullen?"
"Lo sai dove. Stai ripensando da tutto il giorno a quello che ti ha detto Emmett. Se sei convinto di poterlo fare, allora fallo..."
"Io non sono convinto di poter fare niente, Ed...Cullen."
"Perché non mi chiami Edward?"
"Perché non ne ho voglia."
"Comunque, se lo vuoi fare, fallo. Posso benissimo avvisare i licantropi. Sono talmente disperati che potrebbero anche non protestare."
"Senti, cosa c'entra quel cane con me? Perché stai cercando di convincermi? Tua sorella ha per caso visto qualcosa?"
Per una frazione di secondo lo vedo esitare poi risponde:" No, niente. Semplicemente stavo pensando che tu potresti aiutarlo in qualche modo."
"E in quale modo, di grazia?"
"Non lo so in quale, però sono convinto che tu sia la persona giusta..."
"Non riesco a comprendere il perché lo pensi." in realtà, un'idea del perché ce l'avrei ma non posso dargliela vinta.
Non a parole, perlomeno. Di sicuro sta leggendo i miei pensieri in questo momento.
Mi guarda per un attimo.
"Beh, fai quello che vuoi. Io ho cercato di consigliarti. Comunque, avviserò i licantropi. Ah, potresti anche essere un po' più cortese con noi, ti stiamo ospitando dopotutto."
Non certo di mia volontà, penso, sicuro che lo sentirà.
Ed infatti sbuffa, poi si gira e se ne va.
Ma quello che ha detto no.
Ha ragione, è tutto il giorno che ripenso a quelle parole.
Perché lo faccia, non riesco a capirlo.
Come posso pensare di aiutare qualcuno che non conosco? E perché proprio lui?
Ma soprattutto, perché dovrebbe interessarmi di aiutarlo?
Lo sapevo che avrei fatto meglio a rimanere a Volterra.
Quei maledetti vampiri vegetariani stanno facendo uscire il lato buono della mia personalità.
E questo non va bene. Sono un Volturo. Non sono buono. Non posso esserlo. Specialmente con un licantropo.
Non ho più voglia di stare in casa.
Per non farmi notare esco da una finestra sul retro e poi seguo i miei passi.
Sono in mezzo ad un bosco, quindi in teoria non dovrebbero portarmi da nessuna parte.
D'improvviso, però, gli alberi cominciano a diradarsi e di fronte a me vedo comparire un grande spiazzo.
Dalla terra spuntano delle lastre di pietra. Delle lapidi, comprendo subito.
E un enorme sagoma nera che svetta su una di esse.


A.A.:Allora, so di non avere nessuna scusa a causa di tutto il tempo che ci ho messo per aggiornare.
Spero che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia. Eh, beh, non dico altro...se vi va recensite, questo capitolo non mi convince.
Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Chapter XII: I'm coming ***



"Lo sapete? Questa è la prima volta che salgo su un sidecar."
"C'è sempre una prima volta per tutto, lo dico sempre. Non è vero, Stefan?"
"Sì, è vero, ma staccati un attimo, Vladimir. Voglio avere ancora delle costole quando saremo arrivati."
"Ma come posso romperti le costole? Sei un vampiro!"
"Stefan sta cercando di dirti che sei un po' troppo appiccicoso..." dico esasperato.
Sto cercando di calmare l'ansia che sento ma continua a crescere.
Prima mi sentivo determinato ma ora che manca così poco l'agitazione mi riempie.
Siamo già entrati nella città dalla quale prenderemo l'aereo e il tempo mi sembra passare troppo velocemente.
Cosa gli dirò?
Come farò a dirglielo?
Sembra così complicato, quando in realtà bastano due semplici parole...di cosa devo avere paura?
E se lui reagisse male? Se poi mi odiasse?
Se non volesse vedermi mai più?
Stefan e Vladimir hanno detto che hanno un piano ma non voglio che gli facciano del male...
Di sicurò mi respingerà, lo so, lo sento nel profondo, ma devo dirglielo comunque.
"Hey, Dem, Dem?" vedo una mano sventolarmi di fronte agli occhi.
Balzo all'improvviso.
Non mi ero accorto di essermi perso.
Mi guardo intorno e noto che siamo fermi.
Di fronte a me c'è una grande costruzione da cui entra ed esce gente in continuazione e una lunga pista d'asfalto.
"Siamo arrivati!" urlo senza neanche rendermene conto.
"Sì, siamo arrivati, è da un'ora che cerchiamo di dirtelo."
"Stefan lascialo in pace, dopotutto sta per fare qualcosa di molto complicato. è normale che voglia pensare un po'."
Quardo stupito Vladimir:"Gliel'hai detto tu?"
Lui annuisce: "Solo grazie a te." guarda Stefan per un secondo e poi aggiunge: "Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure."
Sto per rispondere che no, non ho bisogno di niente ma poi un pensiero mi folgora.
"Come?"
"Te lo racconterò quando saremo su quell'aereo. E ora muoviamoci!"
Mi prende il braccio e si tira dietro anche Stefan. Non mi ero accorto che si tenevano per mano.
Non posso fare a meno di immaginarmi fare la stessa cosa con Felix.
Mi perdo nel pensiero di lui e prima che me ne accorga abbiamo già superato il check-in e stiamo salendo sull'aereo.
Mi accomodo sul mio posto vicino al finestrino e chiudo gli occhi dietro alle lenti dei miei onnipresenti occhiali.
La sua immagine si materializza immediatamente di fronte ai miei occhi chiusi.
Sto arrivando.


A.A.:Finalmente, ce l'ho fatta. Non ho scuse perciò non scrivo niente. Spero ci sia ancora qualcuno a leggere questa storia e che abbia voglia di recensire...stavolta davvero cercherò di aggiornare presto.

 

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