GOOD MORNING SEOUL (WITH LOVE)

di Alice Dream Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL REGALO DI LAUREA ***
Capitolo 2: *** L’ALTRA META’ DEL CIELO ***
Capitolo 3: *** LO STRANO GIOCO DEL DESTINO ***
Capitolo 4: *** FACCIA A FACCIA CON LA REALTA' ***
Capitolo 5: *** UNA LUNGA AMICIZIA ***
Capitolo 6: *** L'ALBA DELLA CITTA' ETERNA ***
Capitolo 7: *** DUBBI ***
Capitolo 8: *** STORIE INCROCIATE ***
Capitolo 9: *** LA PROPOSTA ***
Capitolo 10: *** MAMMA, PAPA', IL MIO FIDANZATO E' COREANO! ***
Capitolo 11: *** RAZIONALIZZANDO ***
Capitolo 12: *** GOOD MORNING SEOUL ***
Capitolo 13: *** ESPERIMENTI ***
Capitolo 14: *** ESPERIMENTI ***
Capitolo 15: *** LA CITTA' DALLE LUCI ABBAGLIANTI ***
Capitolo 16: *** IL DIAVOLO TENTATORE ***
Capitolo 17: *** ANSIE ***
Capitolo 18: *** INCONTRI E SCONTRI ***
Capitolo 19: *** RISCHI, PROPOSTE E CONTROPROPOSTE ***
Capitolo 20: *** IL LATO OSCURO ***
Capitolo 21: *** SEGRETI ***
Capitolo 22: *** IL TEOREMA DEL RIFIUTO ***
Capitolo 23: *** GUERRA FREDDA ***
Capitolo 24: *** L'ALTRO LATO NASCOSTO ***
Capitolo 25: *** IL BIVIO ***
Capitolo 26: *** IL VALZER DELLE COPPIE ***
Capitolo 27: *** NELLA TANA DEL LUPO ***
Capitolo 28: *** SCATTI ***
Capitolo 29: *** PASSEGGERI DISTRATTI ***
Capitolo 30: *** A PROPOSITO DI NOI: OPINIONI ***
Capitolo 31: *** NODI ***
Capitolo 32: *** RUMORI E SUONI ***
Capitolo 33: *** ACQUE SMOSSE ***
Capitolo 34: *** LA TELA DEL RAGNO ***
Capitolo 35: *** DURA REALTA' ***
Capitolo 36: *** IL VELO DELL'APPARENZA ***
Capitolo 37: *** GOODBYE SEOUL ***
Capitolo 38: *** FACCI A FACCIA CON IL PRESENTE ***
Capitolo 39: *** RICOMINCIARE ***
Capitolo 40: *** EVENTI ***
Capitolo 41: *** TRAGUARDI ***
Capitolo 42: *** IMPROVVISAMENTE SOLI ***
Capitolo 43: *** RIEMERSIONI ***
Capitolo 44: *** ANDATA E RITORNO ***
Capitolo 45: *** IL GIOCO DELLA PROBABILITA' ***
Capitolo 46: *** TRANSIZIONE ***
Capitolo 47: *** ATTIMI FUGGENTI ***
Capitolo 48: *** ATTRAZIONE REPULSIONE ***
Capitolo 49: *** INCASTRI ***
Capitolo 50: *** ECLISSI ***
Capitolo 51: *** M'AMA NON M'AMA ***
Capitolo 52: *** IO, TU, NOI? ***
Capitolo 53: *** IL VALORE DELL'AMICIZIA ***
Capitolo 54: *** TRACCE CHE NON SI CANCELLANO ***
Capitolo 55: *** FALSE SPERANZE ***
Capitolo 56: *** QUESTIONE DI SCELTE ***
Capitolo 57: *** IMPREVEDIBILI IMPREVISTI ***
Capitolo 58: *** SQUILIBRI ***
Capitolo 59: *** UN INVERNO MOLTO CALDO ***
Capitolo 60: *** NUOVE PROSPETTIVE ***
Capitolo 61: *** ESIGENZE VITALI ***
Capitolo 62: *** IL PONTE DEI DESIDERI ***
Capitolo 63: *** QUESTO AMORE ***
Capitolo 64: *** IL LATO NATURALE DELLE COSE ***
Capitolo 65: *** LIBERA USCITA ***
Capitolo 66: *** ASPETTATIVE ***
Capitolo 67: *** A MALI ESTREMI ***
Capitolo 68: *** ALLA RICERCA DI ***
Capitolo 69: *** STRANI MOMENTI ***
Capitolo 70: *** PRESENTAZIONI ***
Capitolo 71: *** ARIA DI FESTA ***
Capitolo 72: *** BUON NATALE ***
Capitolo 73: *** CAPODANNO DI FUOCO ***
Capitolo 74: *** FATTI E MISFATTI ***
Capitolo 75: *** LA PAURA DELL'IGNOTO ***
Capitolo 76: *** LIMITI INVALICABILI ***
Capitolo 77: *** DANNI COLLATERALI ***
Capitolo 78: *** ESSERI MORTALI ***
Capitolo 79: *** CAMALEONTI ***
Capitolo 80: *** IL MOMENTO DI SOFFRIRE ***
Capitolo 81: *** IL TEMPO DI TORNARE ***
Capitolo 82: *** IL RITORNO ***
Capitolo 83: *** RITROVARSI ***
Capitolo 84: *** COSE DA SAPERE ***
Capitolo 85: *** A CARTE SCOPERTE ***
Capitolo 86: *** ORDINE NEL DISORDINE ***
Capitolo 87: *** LA LUCE DEL GIORNO ***
Capitolo 88: *** SCACCO MATTO ***
Capitolo 89: *** OGNUNO PER LA SUA STRADA ***
Capitolo 90: *** CORTOCIRCUITI ***
Capitolo 91: *** QUELLO CHE NON VA ***



Capitolo 1
*** IL REGALO DI LAUREA ***


                        GOOD MORNING SEOUL (WITH LOVE)
 
                                                     1
                                IL REGALO DI LAUREA
 
Un boato percorse la sala da cima a fondo.
Jjong non ce l’aveva proprio fatta a trattenersi. Appena il professore aveva pronunciato la parola “laureato” era esploso.
Il “laureato” in questione non era lui, ma uno dei suoi migliori amici: Lee Jin Ki, meglio conosciuto come Onew
Onew era lì circondato dall’affetto dei suoi familiari e degli amici più stretti; avvinto nella morsa amorevole di sua madre e di suo padre e dagli applausi che erano esplosi dopo il boato del suo amico.
Era il primo a laurearsi del suo gruppo. Il massimo dei voti per un futuro architetto.
E dire che i suoi erano stati perplessi fin dall’inizio, avrebbe potuto rilevare in tranquillità l’attività della famiglia dopo il diploma e campare di quei soldi, invece lui aveva voluto fare da solo.
Si era così iscritto alla facoltà di architettura di Seoul e battendo ogni record di tempo si era laureato a pieni voti.
Sorrideva Onew, ce l’aveva fatta. Sorrideva per i suoi 24 anni e sorrideva al pensiero di quale sarebbe stata la giusta ricompensa per i suoi sacrifici.
E già… si era fatto promettere dai suoi che se si fosse laureato con il massimo, lo avrebbero mandato a visitare il Paese primo al mondo per bellezze architettoniche:l’Italia.
Ed i suoi avevano accettato.
Così Onew si era impegnato anche per raggiungere questo obiettivo.
Ma un viaggio non è un viaggio se non si è in buona compagnia. Aveva così convinto i suoi tre amici più cari ad accompagnarlo.
Jjong, Minho e Kibum avevano accettato quell’avventura un po’ per curiosità un po’ perché volevano così bene a quel matto di Jinki da non potersi rifiutare.
All’ultimo minuto aveva deciso di aggiungersi al quartetto il fratello minore di Jin Ki, Taemin. Era più piccolo rispetto agli altri, ma era cresciuto praticamente insieme a loro, quindi quel viaggio non sarebbe stato un vero viaggio senza di lui.
Si, Onew  sorrideva, era sicuro di stare per vivere la più bella esperienza della sua vita.
 
Marzia adorava le lezioni del professor Stuart. Lui non spiegava il diritto, non diceva niente di diritto. Quella che sarebbe dovuta essere una lezione di diritto internazionale si trasformava in una conversazione magnifica sui Paesi orientali. Ronald Stuart era un professore sessantenne nevrotico di New York. Era lì a Roma per insegnare all’università. Ma le sue non erano banali lezioni. Le sue parole aprivano un mondo, in questo caso il mondo orientale.
“Ma che diamine, dovremmo parlare d’altro, questo rimbambito ci fa solo perdere tempo!” borbottò Luca, uno dei suoi colleghi
“SI da il caso che queste lezioni siano magnifiche!” ribattè Marzia seccata
“Cosa c’è di magnifico in un vecchio petulante che parla di Cinesi, Giapponesi, di Asiatici insomma”
“Sono culture profondamente affascinanti e tu sei un idiota se non sai capire il senso di queste lezioni”
“Che succede?” chiese Elettra, una amica di Marzia, prendendo posto vicino a lei
“Luca ce l’ha con Stuart!” rispose Marzia seccata
“Ancora? Ma cosa hai al posto del cervello la paglia?” chiese Elettra seccata
“Guarda non accetto commenti da una che si fa chiamare Kirakim!” ribattè quello sghignazzando insieme al suo compagno di  banco
“Certo che siete proprio intelligenti!” intervenne Celeste, un’altra delle loro amiche
“Eccola, la saggia del villaggio globale. Ma perché  non metti quel tuo bel cervelletto sveglio al servizio di altro, piuttosto che degli Asiatici?”
“Luca sei di una stupidità fuori dal comune. Qui non si tratta di Asiatici ed Europei, si tratta solo di scoprire culture nuove, diverse e complementari alla nostra. Ma cosa te lo dico a fare, sei mentalmente limitato!”
“Certo che voi quattro avete fatto una bella associazione a tutela dei musi gialli!”
“Eih amico, sono in 5, dimentichi, c’è la sorellina minore della svitata!” intervenne Ettore il migliore amico di Luca
“Ah, già… la matta del liceo!”
Letizia era la sorella minore di Elettra. Abitava a Roma pur frequentando ancora il liceo, perché non appena la sorella si era diplomata non aveva voluto saperne di lasciarla andare a meno che non se la fosse portata dietro. E così era stato.
Fatti i bagagli si erano trasferite insieme a Roma, dove la più piccola aveva continuato a frequentare il liceo artistico.
“Se ti sento parlare di nuovo della sorella di Elettra a quel modo ti sfascio le zone basse a calci!” sibillò minacciosamente Claudia, l’ultima componente del gruppetto e anche la più tosta”
“quattro bellezze sprecate dietro ai nani con i genitali piccoli!” borbottò Luca e si mise a riseguire la lezione.
“Coglioni!” disse Marzia
A fine lezione il professor Stuart bloccò Marzia.
“Signorina Marea.”
“Si professore!”
“Ho notato che le mie lezioni la interessano particolarmente.”
“SI e non solo a me, anche le altre sono entusiaste.”
“Mmm, ottimo. Stavo pensando se non fosse il caso che lei e le altre faceste un viaggetto da quelle parti… non so in Giappone o in Cina, per esempio, o perché no, in Corea.”
“Beh, non è una cosa semplice. Gli impegni sono tanti, e poi anche i soldi non sono troppi!”
“Capisco, ma con qualche piccolo sacrificio potrebbe riuscirci… sarebbe una magnifica esperienza. Io li ho girati tutti quei paesi ed è stata un’esperienza illuminante. Mi creda, l’oriente ti stravolge la vita!”
“Beh… dovrei parlarne anche con i miei sa, alla fine occorre il loro permesso.”
“Oh, ma da quello che mi pare di aver appreso da quando li ho incontrati ad una delle riunioni mi sembrano persone così tranquille e poco ansiose, vedrà sarà un gioco da ragazzi, ci parli e mi faccia sapere. Ho un paio di amici a Seoul che affittano camere a buon prezzo. Ora la saluto ho lezione tra 10 minuti in un’altra classe.”
Tranquilli, poco ansiosi? I suoi genitori erano buoni, educati, onesti. Ma tranquilli e poco ansiosi erano gli unici aggettivi che non gli si addicevano.
 
 
L’aereo planò dolcemente sul suolo romano.
“Siamo arrivati!” urlò Onew al settimo cielo.
“Già, finalmente, non ne potevo più di star fermo” disse Minho. un tipo abituato al movimento e allo sport.
“Ragazzi se questa città non è bella come dicono giuro che vi ammazzo. Ho preso due settimane di ferie dal lavoro e starò perdendo un mucchio di soldi!” borbottò Jjong, pensando al centro estetico dove lavorava come parrucchiere per guadagnarsi da vivere, dato che la famiglia non aveva molti mezzi di sostentamento.
“Tu pensi al lavoro? E io allora cosa dovrei dire?” intervenne Kibum, da tutti chiamato Key.
“anche io ho da lavorare, cosa credi?”
“Tu disegni vestiti per un ricco stilista e ti pagano, che bella vita!” lo prese in giro Jjong. Scherzavano sempre loro due, erano amici da una vita, si adoravano. Battibeccare era il loro modo di volersi bene.
“Tu non dici niente Tae?” gli chiese Onew, notando che il fratello rimaneva stranamente in silenzio.
“Beh, io sono emozionato ma anche molto impaurito. Chissà che ci aspetta…”
“Cosa deve aspettarci? tre settimane di relax puro!” disse suo fratello
“Già, ma ho come una strana sensazione…”
“Del tipo?”
“Non lo so, forse accadrà qualcosa, ma ancora non so di preciso cosa…”
“Tu leggi troppi manga fratellino!” disse Onew ridacchiando e poi tutti lo abbracciarono. Taemin era il più piccolo, il più dolce, ma sarebbe arrivato molto presto anche per lui il tempo di crescere.
E forse lo aveva capito.
Quando scesero dall’aereo respirarono l’aria di quel Paese nuovo tutti elettrizzati per la nuova esperienza.
“Respirate l’aria italiana ragazzi, che l’avventura abbia inizio!” urlò Onew
 
“Che si fa stasera?” chiese Luca al resto della comitiva
“Noi andiamo a Trastevere, ma voi due non siete invitati” disse Elettra
“Ma perché andate sempre lì, andiamo a ballare, dai?”
“No, ci sono i mercatini, e la festa, non ce la vogliamo perdere per quattro sgambettate in discoetca!” disse Celeste
“Va bene fate come vi pare, se cambiate idea noi siamo lì”.
“Non contarci!” disse Elettra
“Allora? Ci andiamo a cambiare o no?” propose Claudia
“Si assolutamente, anche perché devo ancora passare a prendere Letizia da scuola, quindi addio e a dopo!” fece Elettra e scappò via in sella al suo motorino.
“Tira un’aria strana!” disse Marzia
“Che genere di aria?” le chiese Celeste
“L’aria di quando sta per succedere qualcosa!”
“L’ultima volta che hai detto così un bullo ha rotto il muso a Luca!” si intromise Claudia
“E ti pare una cosa brutta?”
E tutte e tre si misero a ridere
 
Quella sera il quartiere Trastevere era un trionfo di luci, colori, persone.
Marzia, Elettra, Celeste, Claudia e Letizia avanzavano tra la folla respirando quell’aria gioiosa e fermandosi ogni tanto a dare un’occhiata in giro per le bancarelle.
La folla era così densa che quasi non respiravano, ma era bello stare tra la gente.
Si aprirono un varco in quel mare di gente e sgattaiolarono dall’altro lato della strada, leggermente più praticabile.
SI erano fiondate su una bancarella di libri usati, curiose di scovare qualcosa di misterioso e simpatico allo stesso tempo.
Quella sera di Giugno faceva caldo, l’aria era serena ed era bello essere libere di girovagare senza pensieri.
Marzia iniziò a frugare tra quella montagna di libri quando ad un tratto si fermò. Aveva urtato qualcosa, o meglio qualcuno.
Sollevò lo sguardo e incrociò un paio di occhi a mandorla dolci e curiosi. Il ragazzo, che doveva avere poco più di vent’anni le sorrise, scoprendo dei denti bianchi e perfetti. Aveva un berretto sulla testa dal quale spuntavano ciuffi di capelli marroni.
Marzia lo guardò e ricambiò il sorriso.
Un passante che andava di corsa la urtò e cadde a terra pesantemente.
“Aih, ma che diavolo…” borbottò prima che una mano piovesse dall’alto e la aiutasse a rialzarsi.
“Tutto bene?” le chiese un ragazzo troppo alto rispetto agli asiatici che aveva incontrato in vita sua.
“Si, grazie, tutto bene.”
“Minho, piacere, tu come ti chiami?”
Marzia non sentì la domanda perché si era messa a guardare in giro nel tentativo di ritrovare il ragazzo che aveva intravisto prima di cadere
“Va tutto bene?” le chiese Minho
“Oh certo, scusami, io sono Marzia. Grazie per avermi aiutata.”
“Oh di nulla. Sei qui da sola?”
“No da qualche parte devono esserci le mie amiche… Ah eccole lì.” Disse indicando le ragazze che le stavano correndo incontro
“Ma dove eri finita?” disse Elettra preoccupata
“Sono caduta…”
“Dannazione, e stai bene?”
“Si, si lui mi ha dato una mano” fece indicando Minho
“Oh, chi sei?” chiese Elettra emozionata dalla vista di quel ragazzo
“Mi chiamo Minho!”
“Kirakim piacere! In realtà mi chiamo Elettra ma chiamami Kirakim!”
“Va bene.”
“Loro sono Celeste, Letizia e Claudia!” disse Marzia indicando le altre tre
“Ciao ragazze!”
“Dove hai imparato così bene l’Italiano?” domandò Letizia
“Io e i miei amici lo studiamo da anni, per passione.”
“Hai degli amici che sono qui?” chiese Claudia
“Si, dovrebbero essere qui da qualche parte. AH eccoli là a quel chiosco. Ragazzi venite, vi presento delle persone!”
I quattro si avvicinarono e Marzia riconobbe subito il volto che aveva visto qualche minuto prima.
“Loro sono Onew, Key, Jjong  e Taemin.”
“Molto piacere” dissero i 4 praticamente in coro
“Oddio quei jeans che hai  addosso sono meravigliosi” tuonò Elettra rivolta a Key e ai suoi jeans floreali
“Trovi? Li ho disegnati io!”
“Disegni abiti?”
“LO faccio di mestiere!”
“Oddio, fantastico!”
“Calmati!” le sussurrò sua sorella in un orecchio, mentre con un occhio guardava Jjong.
Si strinsero la mano. Quando Marzia arrivò da Taemin si guardarono a lungo.
“Voi siete di qui?” chiese Minho interrompendo il momento
“SI!” disse Elettra
“Beh bel posto!”
“Ragazzi, perdiamo il tavolo al ristorante ed io muoio di fame!” disse Onew
“Ho voglia di assaggiare il pollo italiano!”
“Eccolo là è sempre il solito!” sospirò Minho
“Dobbiamo salutarci, è stato un piacere conoscervi!” detto ciò si avvicinò a Marzia e le mise un foglietto in mano.
Le strizzò l’occhio e si allontanò.
Chissà perché, però, Marzia non si soffermò su di lui ma su Taemin che paradossalmente si voltò e le sorrise timidamente.

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Capitolo 2
*** L’ALTRA META’ DEL CIELO ***


“Vi siete mai chiesti cosa sia un sentimento?” chiese il professor Stuart quel lunedì mattina. “Professore è una lezione di diritto non di filosofia” intervenne Luca Baldassarri, dall’ultima fila “Signor Baldassarri in ogni professione bisogna metterci del sentimento altrimenti si diventa cinici e insensibili.” Disse il professore addentando la sua mela “Cinico, bah!” “Vuol dire uno che non crede più alle cose belle!” intervenne Elettra “Lo so cosa vuol dire svitata!” “La devi smettere di essere così offensivo, guarda che se mi ci metto io la lingua ti cade!” disse Claudia infastidita “Usa la lingua per darmi un bacio!” intervenne Ettore “Fai così schifo che non lo farei nemmeno se tu fossi l’ultimo uomo respirante sulla terra!” “Eih, voi lassù, piantatela… Seguite quello che dico o uscite fuori, mi da fastidio questo vocio da comari isteriche!” “Scusi, prof!” disse Claudia Mentre Stuart riprendeva il suo discorso Celeste non potè fare a meno di notare che Marzia non aveva spiccicato una parola dall’inizio della lezione, cosa insolita dato che parlava sempre. “Eih, si può sapere che hai? Sei più muta di quella mummia del primo banco!” le chiese “Io? Oh… niente stavo riflettendo…” “E su cosa?” “Non so su quello che sta dicendo il prof!” “Sui sentimenti!” “Già… non penso sia un mondo per i sentimenti, si sta troppo male quando si vuole bene a qualcuno!” “Ma non la farei così tragica, come dice Stuart, ogni cosa vuole del sentimento! Lo so che hai preso batoste potenti, ma prima o poi per tutti arriva il momento di mettere da parte il passato!” “Chissà quando arriva il mio!” “Non lo so, ma se ti chiami la sfiga come fai di solito, la vedo nera!” “Sei ottimista!” “Perché c’è qualcosa peggio del nero?” “C’è sempre qualcosa di peggio.” “Stupida! Ma dimmi di quel tizio, quel Min, ti ha davvero lasciato il suo numero di telefono” “Già.” “Ma è fantastico!” “Dici?” “Buon Dio che entusiasmo!” si intromise Elettra “Hai conosciuto un coreano bello, simpatico, alto…” “Simpatico? Lo hai conosciuto?” disse Claudia “No, ma si vede dal viso. Ispira simpatia. Invece il suo amico quello con il pantalone floreale a parte una terribile puzza sotto il naso ispira tante belle cose.” “Elettra smettila, non li rivedremo mai più!” disse Celeste “Si, infatti, non è il caso di farne una questione di Stato!” la assecondò Marzia “Tu taci, sciagurata, e di a tutte perché hai quella faccia, forza!” disse Claudia “Tu sai perché è tra le nuvole?” domandò Elettra curiosa “Ovvio che lo so, è così da sabato sera. Fate voi due più due!” “Dai perché hai quell’aria spersa, diccelo!” disse Celeste “Piantatela, non ho niente, è Claudia che vaneggia.” “Oh, io non vaneggio mica.” “Io forse ho capito!” fece Elettra illuminandosi a un tratto “Cosa hai capito?” disse Marzia sospettosa “Stai così per Minho, dillo che ti piace!” “ah ah ah… bella lei… Non hai proprio colto nel segno.” “In che senso?” “A lei non piace Minho.” “Come no?” “No, non le piace affatto.” “E chi le piace, allora?” “Fattelo dire da miss Marzia chi le piace. Forza diglielo!” “Claudia, la vuoi smettere, sei stressante!” “Eih voi quattro lassù, ma cosa vi prende? Sto per sbattervi fuori” disse Stuart spazientito “Si professore la prego, me le levi di torno, sono delle pettegole assatanate!” disse Luca “Baldassarri, è fastidiosamente inopportuno, si accomodi fuori, così la prossima volta impara ad intromettersi.” “Ma professore…” “La pianti di protestare ed esca. Buon Dio pensavo di insegnare in un’università non all’asilo.” “Allora chi diavolo è che ti piace?” chiese Elettra approfittando del momento di distrazione del professore “Nessuno!” rispose Marzi stizzita “Eddai…” “Oh per la miseria, si è presa una cotta per il piccoletto” intervenne Claudia “Il piccoletto? Cioè?” “Taemin, quello col berretto, l’ha fulminata!” “Ma piantala!” disse Marzia “Oddio, si è incottata, guarda è rossa!” disse Elettra “Smettetela, vi prego siete imbarazzanti!” “Ma no, ma è bello, sono anni che aspettavamo questo momento. A 24 anni ti sei decisa a farti passare la depressione post Stefano.” Stefano era l’ex che l’aveva brutalmente mollata e da lì Marzia non si era più fidata di nessun ragazzo. Addirittura aveva mentalmente escluso qualsiasi pretendente non degnandolo nemmeno di uno sguardo. Ma quella sera qualcosa era cambiato, aveva rotto quel muro che la separava dal mondo, anche se solo per un momento. “La piantate? Non lo rivedrò mai più, è stata una cosa momentanea, una sensazione. Ma ora basta, non ho modo di rivederlo.” “Invece si che lo hai!” intervenne Celeste “E quale sarebbe?” “Hai un numero su un foglio!” “Dimentichi che il numero è di un altro!” disse Claudia “Ok, ma tu chiamalo, così con l’occasione rivedi anche l’altro e… poi quel che sarà sarà” disse Celeste “E’ impazzita, la timida Celeste è impazzita!” disse Claudia “Taci, la sua teoria è interessante!” fece Elettra sbracciandosi “Signorina Nastasio la smetta per favore di urlare sto seriamente perdendo la pazienza. Vada fuori insieme al suo collega!” “No professore la prego, starò buona, ma qui è una questione di vita o di morte!” “Cosa sta succedendo, di che questione parla?” “E’ molto attinente alle sue lezioni” disse alzandosi in piedi “Siediti immediatamente!” sussurrò Marzia impanicata tirandole la maglia “Allora?” “Si professore… dunque… abbiamo conosciuto dei Coreani!” “Oh, bene… sono felice per voi. E’ questo il motivo di tale subbuglio?” “Non esattamente. Vede la signorina Marea si è praticamente…” Elettra non finì la frase perché Marzia si alzò in piedi e le tappò la bocca con la mano. “Ehm… siamo diventati molto amici!” disse Marzia “Mi fa piacere per voi! Ora posso continuare la lezione?” “SI certo, professore.” “Ma come!” fece Elettra sedendosi “Fa tutto quel casino con l’Oriente e poi gli diciamo che abbiamo conosciuto un Coreano e nemmeno gioisce.” “Sta tenendo una lezione sul diritto del mare, non gliene può fregare di meno di quello che gli dici!” disse Claudia “Ma come non si stava parlando di sentimenti fino a 10 minuti fa?” “Era solo un prologo alla lezione, Elettra. Se fossi stata più attenta avresti capito che aveva smesso di parlare di sentimenti da un pezzo.” Disse Celeste “Che secchia che sei.” “Lo so.” Alla fine della lezione mentre si avviavano all’uscita il professor Stuart raggiunse Marzia. “Signorina Marea.” “Professor Stuart!” “Lei ha idea di cosa sia un sentimento?” “Perché me lo chiede?” “Forse sarebbe il caso che la smettesse di essere così ottusa, le sue amiche hanno ragione…” “Ma lei come…” “Ho un ottimo udito. La saluto!” e detto questo uscì lasciando Marzia sola con i suoi pensieri. Taemin era intento a disfare la sua valigia, quando suo fratello lo raggiunse. “Allora?” disse “Cosa?” fece Tae “Cos’hai? E’ due giorni che sei con la testa tra le nuvole e non spiccichi una parola.” “Ma non è vero!” “Smettila, sei mio fratello ti conosco meglio delle mie tasche, avanti dimmi cos’hai?” “Jinki, ti ripeto non ho niente, sarà il fuso orario.” “Vabbè… comunque Minho sta in palla. Non fa altro che parlare di quella ragazza che ha conosciuto quella sera, sai che le ha lasciato il numero?” Tae fece una strana faccia, un po’ infastidita. “Ah si?” rispose vago “Già, ma lei non lo ha ancora chiamato!” Tae si sentì subito meglio. “e…e… come mai?” “Boh, chi le capisce le donne… Il bello è che da sciocco non si è fatto lasciare il suo numero. Probabilmente non la rivedrà più” “Ah…” “Ti vedo dispiaciuto!” “Beh… No è che… mi dispiacerebbe per Minho” “Lo so è il tuo migliore amico, ormai siete simbiotici capisco il tuo dispiacere.” “Eh… si…” E pensando che di lì a poco gli sarebbe cresciuto un naso come quello di Pinocchio continuò a sistemare la sua valigia. “Allora lo chiami?” chiese Elettra stravaccandosi sul letto “No! Piantala”. Disse Marzia “Elettra leva i piedi da quel letto, le lenzuola le ho pagate un sacco di soldi!” disse Claudia “Come se le avessi comprate tu riccona che non sei altro!” Claudia era quella delle cinque che stava meglio. I suoi erano entrambi manager di un’azienda e i soldi non le mancavano. Le riunioni di emergenza si facevano sempre a casa sua che era la più grande e la più comoda. “Beh, allora di che dobbiamo parlare, perché mi avete fatta venire qui di gran corsa?” disse Letizia posando lo zaino “Perché Marzia si è presa una cotta!” rispose Celeste “E per chi?” chiese Letizia sgranando gli occhi “Per Taemin…” disse Celeste ridacchiando “Smettetela subito!” disse Marzia “Taemin? Ma chi il coreano?” “Già, lui sorellina!” “Oddio ma è fantastico… e quando vi vedete?” “Non ci vedremo!” “Ma come?” “Fattene una ragione è così” “Ma…” “Lasciala perdere. Lo avrebbe il modo di rivederlo. Minho le ha lasciato il suo numero di telefono basterebbe chiamarlo e chiedergli di Tae.” Disse Claudia “Beh, magnifico, fallo!” fece Letizia battendo le mani “Chiamalo, chiamalo, chiamalo!” si misero a gridare tutte in coro “Ragazze smettetela, è una cosa crudele. Quello mi lascia il numero e io che faccio lo uso per chiamare il suo amico? Non è corretto!” “Ma smettila tu e la correttezza!” disse Claudia esasperata “Ti piace quel ragazzo?” chiese Celeste “Beh…si…!” disse Marzia arrossendo “Allora chiama quel cavolo di numero! Anche perché io voglio assolutamente quei pantaloni floreali fatti a mano!” disse Elettra “Vuoi i pantaloni o il tizio che li indossava?” chiese Celeste ridendo “I pantaloni, lui mi sta sulle scatole, avete visto che aria antipatica, dai!” “mmm… vabbè!” fece Letizia ridendo e ripensando a Jjong. “E tu che hai?” le chiese Claudia “Niente!” disse ridacchiando “Mi sa che il tizio con la cresta la ha fatta ammattire, peccato che sia alto quanto me!” disse Claudia “Eddai!” “Ragazze qui il problema non è Letizia, qui abbiamo la pessimista comica che per la prima volta dopo mesi ha messo gli occhi su uno decente e si sta tirando indietro.” Intervenne Elettra “Chiamalo forza” disse Claudia impugnando il suo cordless e porgendolo a Marzia. “Non ci penso nemmeno!” disse quella alzandosi e dirigendosi verso la porta “Ah ah di qui non esci!” fece Celeste sbarrandole l’uscita con un piede. “Levati, forza!” “No, chiamalo” “Assolutamente no!” “Forza o non esci di qui!” “Oooh, e va bene, dammi quel cavolo di telefono lo chiamo!” Claudia corse allegra dall’amica che nel frattempo aveva estratto il foglietto dalla tasca. Marzia afferrò il telefono compose il numero. Quando il cellulare di Minho prese a squillare, loro erano seduti tutti a tavolo a mangiare quel cibo italiano che pensavano fosse la fine del mondo. “Chi è che ti chiama a quest’ora? In Corea è notte!” disse Key “Non è un numero Coreano!” disse Onew spiando “Cavolo, è lei!” fece Minho afferrando il telefono. In quell’istante stesso a Tae venne il mal di pancia e gli passò l’appetito. SI alzò da tavola mestamente nell’istante stesso in cui MInho disse “Pronto” “Dove vai?” gli chiese Jjong “A prendere un po’ d’aria qui dentro fa troppo caldo!” rispose Tae “Non ti allontanare che poi non sappiamo come e dove venirti a recuperare fece Jjong “Ok, stai tranquillo.” Una volta fuori respirò l’aria frizzante di quella prima serata. Sentiva il rumore del fiume che scorreva, le voci delle persone, vedeva le stelle. Il cielo era luminoso e non c’era una nuvola. Allora ripensò a quella storiella che si era inventato tempo prima. Un giorno un suo compagno gli aveva chiesto come mai non avesse mai avuto una fidanzata e lui gli aveva spiegato la teoria dell’altra metà del cielo. “Sai io mi sento solo una metà di cielo. Non sono completo… cioè è come se qui dove sono ora non ci fosse qualcosa che mi completa.” Aveva detto “E dov’è quello che ti completa?” gli aveva chiesto il suo compagno “Beh, da qualche parte, non qui. Forse in un mondo lontano, c’è l’altra mia metà del cielo, un giorno la incontrerò e sarò completo. Ma sento che ora non è qui! E’ la metà perfetta di un altro cielo, lo sentirò… mi colpirà e allora non potrò farne a meno perché sentirò che mancherà una parte importante di me.” Sospirò e tirò un calcio ad un sassolino. Poi si chiese se poteva mai essere la sua metà del cielo la ragazza che piaceva al suo migliore amico.

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Capitolo 3
*** LO STRANO GIOCO DEL DESTINO ***


“Pronto, Minho? Sono Marzia, ti ricordi di me?” “si, certo ciao Marzia, come stai?” “Bene, ascolta ho trovato questo numero sul foglietto…” “Ah si, beh mi farebbe piacere vederti per questo ti ho lasciato il numero.” “Si…” Silenzio. Una gomitata di Claudia la raggiunse in pieno stomaco. “Aih!” “Eih, tutto bene!” “Eh si si” disse Marzia “Si allora come mai hai chiamato?” “Io… ecco… io…” Claudia afferrò il telefono con forza “Che cavolo fai?” le chiese Marzia “Quello che dovresti fare tu! Pronto MInho?” “Sei in linea? Ho sentito un gran casino!” “Si, problemi di linea. Ascolta ti andrebbe se ci vediamo tipo stasera per le 10?” “Stasera… si!” “Benissimo! Hai idea di come si arrivi nel posto dove ci siamo incontrati?” “io no, però Key è bravo a orientarsi.” “Fantastico, porta anche gli altri, allora. Ci vediamo in quella piazza per le 10, mi raccomando puntuale. Ciao!” E mise giù. “Tu sei pazza!” le disse Marzia “lei è una grande!” disse Letizia battendo le mani. Era un gesto che faceva quando era felice. “Così ora ci tocca andare tutte ad accompagnarla!” disse Elettra gioendo “Perché dobbiamo andarci tutte?” chiese Celeste seccata “Perché dobbiamo fare compagni agli altri mentre lei si concentra su Tae!” rispose Elettra “Ah! E mentre lei si concentra su Tae, Minho cosa farà?” “Sto c***… ce la vedremo noi” disse Claudia “Bonjour finesse!” fece Celeste, che di parolacce non ne diceva mai “Io non ci vengo a Trastevere!” protestò Marzia “Marzia se non la se smetti di rompere le scatole giuro che non ti rivolgerò mai più la parola!” disse Claudia “E ora va a prepararti per cortesia, hai solo mezz’ora di tempo!” “Cavolo è tardissimo!” disse Minho sbattendo una mano sul tavolo proprio mentre Tae rientrava nel locale. “Che succede?” chiese curioso “La tizia dell’altra sera lo ha appena chiamato invitandolo ad un appuntamento!” rispose Jjong “Uau, complimenti!” disse sforzandosi di dimostrarsi entusiasta “Dove vi vedete?” “dove ci vedremo, vuoi dire.” Intervenne Onew “cosa?” “Si hanno invitato anche noi, e sinceramente sono contento così almeno vediamo qualche faccia nuova, mi avete stancato. Ahahahh!” “Jin guarda che ci hai voluto tu qui!” ribattè Key, che era un po’ permalosetto “Dai, che scherza!” lo rimproverò Jjong “Comunque ragazzi io non vengo!” disse Taemin “Come non vieni?” chiese Minho dispiaciuto “Sono stanco, e poi mi va di fare un giro da solo, cioè ragazzi sapete come sono.” “Smettila di fare il guastafeste, delle persone ci hanno invitato non è educato non presentarsi.” Si arrabbiò Onew. Diventava sempre furioso quando suo fratello si impuntava a quel modo. “No, Onew, veramente. Scusatevi con loro da parte mia. Ma non verrò.” “E cosa farai?” gli chiese Minho. Proprio non capiva perché Tae si comportasse a quel modo. Avevano condiviso fin da piccoli ogni gioia insieme ed ora si rifiutava di accompagnarlo a quell’appuntamento. “Non lo so. Torno all’appartamento, mi riposo.” “Taemin, posso parlarti un momento prima che te ne vai?” gli chiese Onew “Si, certo.” “Ragazzi ci allontaniamo un attimo. Se passa il cameriere chiedete il conto.” E detto ciò prese suo fratello per un braccio e se lo trascinò dietro “Dunque.” Disse una volta fuori “Dunque?” fece Tae con aria interrogativa “Mi vuoi dire cos’hai? E non rispondere il fuso orario, perché già ho fatto finta di crederci una volta.” “Jin Ki ma perché rompi? Perché non mi lasci in pace?” “Perché hai una faccia da funerale da due giorni e non è da te.” “Cosa vuoi che ti dica?” “Quello che hai.” “Jin, lascia perdere che è meglio!” “Sputa il rospo!” Alla fine Tae non ce la fece più a trattenersi. Quella cosa lo stava facendo impazzire. “C’entra con Minho!” “Con MInho? Avete litigato?” “No, anzi.” “E allora qual è il problema?” “Quella ragazza, Marzia.” “SI.” “Ecco... credo che mi piaccia!” “Che cosa?” Onew era sconvolto “Non riesco a spiegare cosa sia successo. Non fare quella faccia. Cioè io l’ho vista, così per puro caso. E mi è sembrato di conoscerla da una vita. Cioè io non avevo mai provato una sensazione così stupenda. Come se fosse lei quella che stavo aspettando.” “Ma è la ragazza che piace a MInho” “E’ quella la tragedia! Non posso nemmeno pensarla, ma contemporaneamente non riesco nemmeno a immaginare di vederli insieme!” “Dio mio, Tae, ti sei preso un bel colpo di fulmine!” “Si e se lo è preso anche Minho, e a quanto pare a lei interessa lui. Il problema è risolto ma non mi va di vederli insieme” “Mi dispiace… ma ti senti davvero così male?” “Abbastanza, e non mi spiego perché. L’ho vista solo per cinque minuti.” “Non so cosa dirti.” “Nulla. Non dire niente a MInho” “Sarò muto come un pesce. Anche se mi dispiace. La prima volta che qualcuno ti interessa e devi rinunciarci” “Minho e io siamo amici da una vita non posso fare altro.” “Questo ti fa onore.” “SI ma mi fa venire il mal di pancia. Ora lascia che vada…” “Ti copro io!” “Grazie, a più tardi.” E si allontanò di gran corsa lasciando suo fratello pensieroso e sconsolato. Taemin era sempre stato timido e riservato. Aveva passato più tempo con i suoi amici che non con le ragazze. Qualcuna l’aveva avuta, ma si era stancato presto o era stato addirittura ai limiti dell’apatia. E poi si era preso una bella fulminata per quella ragazza che aveva visto per cinque minuti. E quella ragazza stava per uscire con MInho. Era proprio stramba la vita. Sbuffò pesantemente e rientrò nel locale pensando ad una scusa plausibile da appioppare agli altri per giustificare suo fratello. Taemin arrivò lì nella stessa piazza dove erano stati giorni prima. Si guardò intorno e valutò seriamente la possibilità di tornarsene a casa. Poi ci ripensò. Era una serata troppo bella e lui era troppo a terra per chiudersi nella sua camera. Decise di fare due passi. Minho e Marzia si incontrarono nella piazza centrale insieme ai loro rispettivi amici. “Siete di meno o sbaglio?” domandò Claudia agitata “Ehm, si Taemin non stava bene ed è rimasto a casa!” disse Onew “Oh!” fece Marzia non riuscendo a nascondere il suo dispiacere. Tutta quella fatica e quell’ambaradan e non era nemmeno venuto. “Bene, ragazzi, che si fa?” disse Elettra cercando di salvare la situazione “Si, dai, prendiamo qualcosa al chiosco là in fondo, ha della frutta buonissima.” La assecondò Claudia. Celeste roteò gli occhi e recuperò Letizia che si era appollaiata vicino a Jjong con aria adorante. “Smettila di guardarlo in quel modo o la capirà che sei cotta!” le sussurò all’orecchio “E quindi? Vorrei tanto che lo capisse quanto mi piace!” “Letizia non lo conosci, smettila!” “E tu piantala di fare la suora…” Si avviarono così verso il chioschetto della frutta. La piazza era come al solito piena di gente. Ce ne era per tutti i gusti. Soli, accompagnati, bianchi, neri, alti, bassi. Era la Roma di tutti. Mentre facevano la fila per ordinare, Minho raccontava a Marzia qualcosa di sé, con grande entusiasmo. Ma lei non lo ascoltava. Lo trovava molto carino, anzi bello. Ma non la aveva colpita, non era Taemin. Lo cercava disperatamente con lo sguardo, pur sapendo che non c’era. Si sentiva stupida. Stava quasi per scoraggiarsi quando all’improvviso scorse un viso familiare sul lato sinistro della strada. D’istinto mollò gli altri e si lanciò tra la folla. L’aveva vista, aveva cercato di evitarla, eppure eccola lì che gli stava andando incontro. Taemin pensò per un momento di girare i tacchi e tornare a casa ma qualcosa lo tenne ancorato al suolo. “Non andartene!” gli disse Marzia “Pur volendo non potrei!” le disse lui a testa bassa “Taemin, vero?” “Si. E tu sei Marzia!” “già. Pensavo di trovarti con gli altri!” “Pensavo che fossi con Minho.” “Avrei dovuto essere con lui.” “E come mai sei qui, invece!” “Perché ti ho visto!” Tae alzò la testa e la guardò negli occhi. Erano gli occhi più belli che avesse mai visto. “Io dovrei andare e…” “Rimani qui.” “Non credo sia il caso di rimanere, io dovrei.” Marzia istintivamente gli prese la mano. A Tae iniziò a battere il cuore a mille. Pregò che non gli prendesse un colpo. “Per favore, rimani.” “Ma dove è finita Marzia?” chiese Letizia guardandosi intorno “Boh, è fuggita come un razzo, quel poveretto la sta ancora cercando!” disse Elettra “Mi chiedo cosa abbia visto per scappare via a quel modo!” intervenne Celeste. “Qualunque cosa sia io vi lascio, devo andare da Key a chiedergli di quella magnifica giacca a pois. Addio ci vediamo dopo!” fece Elettra e andò da Key decisa a fargli il terzo grado “Io credo che più i vestiti le interessi lui!” fece Claudia dubbiosa “ragazze avete visto Marzia?” chiese Minho avvicinandosi “In realtà no… però se non ti sbrighi a mangiare quella macedonia diventerà una pozzanghera!” disse Claudia “Una cosa?” “Lascia perdere, va…” Le strade quella sera sembravano più belle. Quei posti sembravano magici. Le luci superavano le ombre e creavano uno scenario magnifico. Erano rimasti a camminare mano nella mano, parlando come se si conoscessero da una vita e tutto quello che li circondava era sparito. “Credo di sapere più cose di te che non dei miei amici!” disse Marzia ridendo “Posso dire lo stesso io. E’ incredibile quante cose si possano conoscere di una persona in così poco tempo.” Sorridevano entrambi mentre si guardavano. A Taemin brillavano gli occhi, e lei non era da meno. SI accorsero con poca gioia di essersi allontanati dagli altri per troppo tempo. “Perché non eri con gli altri?” chiese Marzia “Non mi andava.” Rispose lui “Non ti andava di vedermi?” “Non mi andava di vederti con Minho” “A me non andava di vedere Minho” “Allora perché lo hai chiamato?” “Perché era l’unico modo per rivedere te.” A Tai girò la testa. “Io da quella sera che ti ho visto ho smesso di pensare a tutto il resto.” Le disse “E’ stato lo stesso per me… non mi era mai successo.” “Nemmeno a me. Ma Minho è il mio migliore amico e tu gli piaci e…” “E a te, quindi non interesso.” “E’ il contrario ma è il mio migliore amico.” Disse guardandola negli occhi “Ho capito. E’ stato bello pensare anche se per poco che potesse esserci qualcosa. Ora devo andare, mi staranno aspettando.” Fece per andarsene, ma inspiegabilmente Taemin le afferrò la mano. “Io non volevo vederti eppure ti ho incontrata lo stesso stasera.” Le disse Lei non capì. “Se questo è successo non posso credere sia stato solo per puro caso, se io e te siamo qui c’è un perché!” “Potrebbe essere solo una coincidenza!” gli disse Marzia Si guardarono. Poi lui, che alle coincidenze non ci credeva si avvicinò e dimenticandosi di tutto la baciò sulla bocca. E quello fu il bacio più lungo e più bello per entrambi.

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Capitolo 4
*** FACCIA A FACCIA CON LA REALTA' ***


“Tu sei matto. Due minuti prima dici che non puoi e due minuti dopo mi baci…” disse Marzia “Si non mi sto comportando in maniera razionale, lo so.” Le rispose lui un po’ confuso “Però, vedi, non mi ero mai sentito così prima e credo che se spiegherò quello che mi è successo a Minho, lui capirà, o almeno spero” “Perché che ti è successo?” “E’ lunga da spiegare e temo che se non ci muoviamo mi faranno cercare da tutti i corpi armati, sono iper protettivi e iper ansiosi.” “Allora lascia che chiami le mie amiche e vediamo dove sono.” Non ce ne fu bisogno, girato l’angolo se li trovarono davanti. Tutti rimasero stupidi dall’incontrare quei due insieme. Le ragazze felici come non mai, Onew in preda al panico sperando che i suoi sospetti non fossero confermati. “Ma dove cavolo l’ha beccata?” pensò atterrito “Dov’eri finita?” le chiese Claudia ridacchiando “io…” “Tae ma tu non dovevi andare a casa?” gli chiese Minho, che era quello più stranito di tutti “Noi ci siamo incontrati per caso!” disse Taemin “Ah… per caso!” disse Key grattandosi la testa confuso “Cioè vuol dire che mentre tornavi a casa l’hai beccata per strada?” domandò Jjong “Già…” “Ma tu eri qui con noi come mai te ne sei andata?” chiese Minho “Ragazzi, ma cos’è un interrogatorio?” intervenne Celeste per salvare la sua amica. Poi si voltò e la guardò con aria sospettosa “Mi sono allontanata per prendere dell’acqua al chiosco accanto e ho incontrato lui!” rispose Marzia cercando di sembrare convincente “al chiosco accanto… eh…” disse Onew guardando malissimo suo fratello “Ok, va bene, ascolta ti va di fare due passi?” le chiese Minho Marzia trasalì e a Taemin rivenne il mal di pancia. “io… ma è tardi, magari…” “tardi ma sono solo le 11 e mezza non mi pare sia tardi!” disse Jjong Taemin si mise le mani nei capelli, ma per fortuna nessuno lo notò “Dobbiamo fare qualcosa!” sussurrò Elettra a Claudia “Io non mi muovo di qui finchè Jjong non mi dà il suo numero!” disse Letizia “Eih, smettila, dobbiamo tirarla fuori dai guai...” disse Elettra “non mi muovo di qui ragazze.” Nel frattempo Marzia lanciava loro segnali disperati contorcendo il volto in strane espressioni “Ok andiamo!” disse alla fine Minho prendendola per mano e tirandosela dietro “Ehm… Minho ascolta magari vuole riposare!” disse Taemin “Magari no!” disse suo fratello guardandolo malissimo “A dopo ragazzi!” fece Minho e si allontanò tra la folla insieme a Marzia. Quella ragazza gli piaceva troppo, non era intenzionato a rinunciarci. Taemin fece per seguirli ma suo fratello lo bloccò “io e te dobbiamo parlare.” “Non dirmi quello che devo fare Jinki” “Invece mi sa che è il caso che ti ricordi chi è Minho…” “Lo so chi è!” Onew prese Taemin per un braccio strattonandolo pesantemente e lo portò lontano dagli altri “Lasciami mi fai male!” si oppose lui “Come l’hai trovata?” “Ci siamo incontrati” “Non vi eravate messi d’accordo, vero?” “Come cavolo facevo a mettermi d’accordo, non avevo nemmeno il suo numero, Jin Ki.” “Ok, ok… Dimmi cosa è successo, cosa avete fatto in quasi due ore di tempo.” “Niente che ti riguardi!” “Tae smettila.” “E tu smettila di trattarmi come un bambino minorato, non ho più quindici anni!” “Sulla carta è vero, ma in testa ne hai meno di dieci!” “Idiota!” “Non parlarmi con quel tono. Dimmi immediatamente che successo!” “Oh e va bene, dato che insisti… L’ho baciata!” disse alla fine perdendo la pazienza Onew rimase sconvolto e per qualche secondo fu incapace di parlare “Cosa hai fatto?” disse una volta ripresosi dallo shock “Hai capito bene.” “Speravo di aver capito male, invece. Tu sei pazzo.” “Lo so.” “Ora a Minho chi glielo dice.” “Io, ovviamente.” “Beh ci mancherebbe pure… O forse è meglio se stai zitto, magari a lei non interessi così salviamo il salvabile.” Taemin lo guardò malissimo poi decise che era meglio tacere per non litigare ulteriormente con suo fratello. “pensavo te ne fossi andata!” disse Minho guardando Marzia mentre passeggiavano per le vie che si andavano lentamente svuotando “Ehm, no come ti ho detto mi ero allontanata solo un attimo.” “Beh sono felice che tu sia qui ora. Dunque, ti va se prendiamo qualcosa da bere?” Marzia non sapeva cosa rispondere avrebbe voluto dirgli tutto quello che era successo così avrebbe smesso di essere così gentile con lei e la avrebbe lasciata andare. “Ok, va bene!” si limitò a rispondere. Quel ragazzo aveva gli occhi troppo gioiosi per poterlo deludere. Presero un the fresco e passeggiarono per più di mezz’ora. “Beh, direi che è il caso di tornare!” disse ad un tratto Marzia “SI, è ora, abiti qui da queste parti, cosa ti accompagno?” “No, no però possiamo raggiungere gli altri. Mi ha appena scritto la mia amica sono da queste parti.” “Ok, prima di raggiungerli volevo dirti che sono stato davvero bene con te e che mi piacerebbe rivederti. Sai rimarremo qui per tre settimane, è un bel po’ di tempo, magari potremmo conoscerci meglio.” “eh…” “Non devi rispondermi subito, hai il mio numero quando ti va di vedermi mi chiami, ok!” e si avvicinò pericolosamente al suo viso con chiare intenzioni. Marzia si paralizzò per qualche secondo, poi si spostò prontamente giusto il tempo per evitare quel bacio. “Non capisco…” disse Minho confuso “mi dispiace. Non è per te.” “Non ti interesso, vero’” “Te l’ho detto non è per te. C’è un’altra persona a cui tengo e non ce la faccio a pensare ad altri in questo momento.” “Ho capito.” Disse Minho triste “Scusami, magari ti ho anche infastidita!” “Ma no, Minho, assolutamente. Non potevi sapere che ci fosse un altro.” “Già beato lui, oltre che una ragazza bellissima, avrà vicino una persona dolce e intelligente.” Marzia si sentì in colpa, non meritava tutti quei complimenti. “Mi conosci da poco, fidati sono molto meno di quello che pensi.” “Non credo.” “Comunque se vi fa piacere possiamo incontrarci durante queste tre settimane” riprese Marzia un po’ più sollevata “Temo che dovremmo incontrarci più spesso, le tue amiche hanno molto stretto con i miei amici!” “Cioè?” “Elettra ha costretto Key a prendergli le misure per un vestito in mezzo alla strada. Quando Key le ha detto che aveva un metro nel borsone ha insistito per farsi misurare.” “Ti prego dimmi che non è vero!” “Si, è stata una scena comicissima, la tua amica è una forza.” “lo so! Che altro è successo?” “Credo che Onew si sia preso una bella cotta per la tua amica, quella con il caschetto.” “Celeste?” “Eh si proprio lei!” “Oh mio Dio. E lei?” “E’ arrossita un milione di volte, credo.” “E’ tipico. Ahhaha. A proposito eccoli là, andiamo.” E così dopo lo smacco, Minho con l’amaro in bocca e un po’ triste la riaccompagnò dalle sue amiche e lui raggiunse i suoi. Quando li vide arrivare Taemin iniziò ad agitarsi ancora di più. “bene, voi due, era ora! Sto morendo di sonno!” disse Jjong “Vi prego andiamo, questo piagnucolone mi sta facendo venire il mal di testa.” Disse Key Taemin guardò Marzia con aria terrorizzata, lei cercò di fargli capire che andava tutto bene. “Ok, ragazze è stato un piacere, ci vediamo domani pomeriggio per un giretto!” disse Onew sorridendo a Celeste che di nuovo arrossì. “Contateci, e tu Key, mi raccomando non scordarti del vestito!” disse Elettra “No, tranquilla, come potrei. Ho passato mezz’ora su un ponte a prenderti le misure…” disse quello ridendo Taemin fece per avvicinarsi a Marzia, ma suo fratello lo prese per un braccio e se lo trascinò dietro. Claudia capì la situazione, e alla velocità della luce strappò Taemin dalle mani suo fratello. “Te lo rubo un attimo.” Disse sorridendo “Cosa c’è?” le chiese Tae una volta che si furono allontanati dagli altri “Qui c’è il numero di Marzia, non so cosa sia successo tra voi, ma chiamala o potresti pentirti di non averlo fatto per tutta la tua vita. Se sei rimasto colpito da lei almeno quanto lei lo è stato di te non lasciarla andare.” Taemin strinse il foglietto tra le mani e in quell’istante stesso seppe che non ce l’avrebbe mai fatta a lasciarla andare. Quando raggiunse gli altri, Minho stava raccontando a tutti quello che era successo. “Così non ti ha baciato perché pensa ad un altro!” disse JJong sconvolto “Ma nessuno ti aveva mai rifiutato!” “Ecco Jjong ora il record di zero rifiuti lo detieni solo tu!” disse Key ridacchiando “Ridi stolto ridi, intanto qualsiasi ragazza cade ai miei piedi!” “Tanto di cappello amico mio!” “Finisci il tuo racconto Minho!” disse Onew fissando in cagnesco suo fratello “C’è poco da raccontare. Come ti dicevo ho provato a baciarla e mi ha schivato, perché ha in testa un altro. Chissà chi è questo tizio.” “già, chissà chi è…” Onew era rosso di rabbia. Ma come gli era saltato in mente a quel matto di suo fratello. Non ci aveva mai provato con una ragazza in vita sua e si era deciso proprio con quella che piaceva a Minho? Del resto, pensò, che se poi lei non gli aveva stampato uno schiaffo in faccia o non lo aveva schivato come aveva fatto con MInho, evidentemente anche a lei Taemin piaceva. Tae si sentiva terribilmente in colpa, sapeva che doveva parlare con il suo amico al più presto. Era un segreto troppo grande. Una volta arrivati all’appartamento, mentre gli altri tre si precipitarono nelle rispettive stanze, loro due rimasero fuori. “Come stai, MInho?” gli chiese Tae “Non male, ma nemmeno benissimo. Cioè non mi era mai capitato di essere rifiutato. Orgoglio maschile ferito. Poi lei era veramente carina, simpatica. Quei capelli lunghi, quegli occhi grandi, quel sorriso.” “Già” pensò Tae “Quei capelli lunghi, occhi grandi, sorriso…” gli girava la testa “Ovvio che abbia già un altro!” riprese Minho “Vorrei solo sapere chi è lui, che faccia ha, che ha di particolare per piacerle così tanto” A Taemin girava sempre di più la testa, non ce la faceva a mantenere quel segreto, stava nascondendo una cosa importante al suo migliore amico. “Minho…” “Taemin, cosa c’è, hai la faccia stravolta, stai bene’” “Minho devo dirti una cosa.” “Cosa, avanti… mi stai facendo preoccupare.” “Riguarda Marzia.” “Marzia? Ma se nemmeno la conosci.” “Io… Minho, non so come dirtelo.” “Dirmi cosa?” “Minho il ragazzo di cui ti parlava, quel ragazzo sono io.” Minho lo guardò come se fosse impazzito “Taemin cosa stai dicendo?” gli chiese mezzo shoccato “Lei e io… si ci siamo incontrati quella sera nella piazza, prima che tu la aiutassi a rialzarsi e… non lo so io non sono riuscito a levarmela dalla testa, però vedevo che tu ci tenevi e me ne sono tenuto alla larga. Poi stasera ci siamo incontrati per caso e… e non lo so cosa è successo, ma non ce l’ho fatta ci siamo baciati e… e si anche lei prova quello che provo io. E’ stato un tornado che ci ha presi in pieno, non è una cosa normale, ma è così e mi dispiace non avrei mai voluto farti questo.” Taemin disse tutto d’un fiato, quasi senza respirare. Il viso di Minho si contorse in una strana smorfia di disappunto “Dimmi che non è vero, Taemin, ti prego dimmi che non lo hai fatto davvero.” “Mi dispiace Minho, ci ho provato a starle lontano ma non ce l’ho fatta.” “Sei il mio migliore amico.” “Non ci sto bene per questa cosa, ma credimi se ti dico che è la prima volta in vita mia che provo una cosa del genere per qualcuno.” “Quel qualcuno, Taemin, interessava me. Ti sei chiesto come l’avrei presa?” “Continuamente. Ma è successo tutto così in breve tempo che non ho capito nulla!” “Non ci posso credere Tae.” “Mi dispiace, Minho…” “Ora non mi va di parlarne… Non mi va di parlare con te.” “Per favore Minho, aspetta…” Ma il suo amico gli aveva già voltato le spalle rientrando in casa.

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Capitolo 5
*** UNA LUNGA AMICIZIA ***


“Allora ci vuoi dire cosa hai combinato?” chiese Claudia spazientita ad una Marzia sempre più stordita “Ragazze, non so spiegarlo! L’ho intravisto tra la folla e mi sono fiondata verso di lui!” rispose lei “E poi?” la incalzò Elettra “E poi un minuto prima voleva scappare e un minuto dopo mi ha baciata!” “Ti ha baciata?”urlò Letizia “Così di punto in bianco?” chiese Claudia “Già. Non c’è stata una dinamica precisa dei fatti o forse c’è stata e non l’ho capita io!” “E tu cosa hai fatto quando lui ti ha baciata?” chiese Celeste “Ho ricambiato il bacio!” “Cosa?” “Celeste, smettila. Cosa avrebbe dovuto fare, rimanere a 2800 km di distanza come fai tu? Le occasioni nella vita si colgono al volo!” la rimproverò Claudia “Ma se nemmeno lo conosce!” protestò Celeste contrariata “Ti giuro Celeste, è come se lo conoscessi da sempre. Non ho provato né esitazione né disagio!” “Queste sono le solite frasi fatte che le persone usano per coprire il fatto che hanno combinato casini!” “Dai, non essere burbera!” “Non sono burbera. Comunque vai avanti!” “Oh, ma allora la storia ti appassiona?” “No. Voglio solo vedere fino a che punto vi siete spinti voi due folli.” “Celeste, fidati!” intervenne Claudia “A meno che non abbiano avuto la sfacciataggine di appartarsi in un vicolo e farlo, rischiando una bella multa, non credo siano andati oltre il bacio. Oh no? Avanti dicci cosa hai fatto!” “Mi fai paura!” “Parla!” “Ok, non abbiamo fatto niente.” “Dai ragazze cosa volete che abbiano fatto! Ma avete visto la faccia di lui? E’ troppo tenera, vi sembra uno che salta addosso alle persone?” disse Elettra “AH non si sa mai!” commentò Celeste “State buone. Abbiamo solo camminato e parlato!” “Levami una curiosità, ma lui quanti anni ha?” chiese Letizia “Eh, tasto dolente. Ne compie 21 tra qualche mese.” “Tu ne hai 24!” disse Celeste stupita “Sono solo pochi anni, non mi sembra così tragico!” “Ah no? Cosa hai da spartire con uno che ha 4 anni meno di te, che parla a stento la tua lingua e tra qualche giorno se ne andrà per sempre?” Tutte e tre tacquero. Celeste aveva centrato il punto; e non perché il fatto dell’età o della lingua, ma perché di lì a poco quei due sarebbero stati destinati a separarsi. Quando rientrò in casa Taemin trovò un po’ di cambiamenti. La camera che divideva con Minho era stata occupata da suo fratello. “Cosa ci fai qui?” chiese a Onew “Minho non ha voglia di stare con te e mi ha chiesto di fare cambio di stanza.” “Come mai è venuto da te?” “Non gli andava di parlarne con gli altri e considerato che io ero l’unico ad avere una stanza tutta per me, e che sono l’unico ad essere a conoscenza della questione, si è rivolto a me!” “Gli altri non lo sanno?” “No” “Come sta?” “Non benissimo. Cavolo Tae, siete amici da una vita è dura da digerire. SI fidava di te!” “Lo so, ma credimi se ti dico che non volevo che succedesse tutto questo!” “E’ inutile continuare a pensarci. Ormai è successo. Non si può tornare indietro. Spero solo che tu non abbia messo a rischio l’amicizia di una vita per uno stupido colpo di testa!” “Fidati, Jinki, non è così!” “Lo spero per te, per voi.” Minho era disteso al buio nella camera di Onew. Il suo amico non aveva battuto ciglio quando gli aveva chiesto di fare cambio. E lui non aveva dovuto raccontargli tutta la storia perché Onew gli aveva detto da subito di esserne al corrente. Un po’ l’intuito da fratello maggiore, un po’ Taemin gli avevano svelato come stavano le cose. Chiuse gli occhi e iniziò lentamente a ricostruire la storia della sua amicizia con Tai. Si erano conosciuti quando Taemin aveva 15 anni e lui 17. Non frequentavano la stessa scuola. Era Onew che andava in quell’istituto, Taemin ne frequentava un altro che gli dava più tempo per coltivare la sua grande passione: la danza. Taemin era straordinariamente bravo a ballare; se ballava lui non c’era storia per nessuno. Nelle vene al posto del sangue aveva l’Hip Hop. Quella fredda mattina di gennaio, Taemin era andato alla sua scuola per dare il pranzo a suo fratello, che come al solito lo aveva dimenticato sul tavolo da cucina. Due energumeni dall’aria inquietante gli si erano avvicinati con cattive intenzioni e avevano iniziato a spintonarlo. Minho aveva immediatamente abbandonato la partita di calcio e si era lanciato verso Tae. Con il suo metro e 82 e le sue gambe lunghe di sicuro incuteva più timore di quella creaturina esile esile. I due se la erano data subito a gambe e Taemin in preda al panico e al sollievo aveva iniziato a ringraziare Minho a ripetizione. Da quel momento non si erano più separati. Insieme si erano sostenuti nelle cose belle e nelle cose brutte. I più pettegoli dicevano che invece di essere amici, avessero una storia. Ma loro due sapevano che quel loro legame speciale, quell’amicizia, era destinato a durare per sempre e a superare tutto. Erano cresciuti insieme. Taemin era cresciuto. Il gracile brutto anatroccolo era diventato un bellissimo cigno, ma non aveva mai smesso di sostenere il suo amico. Poi era arrivata lei e lei li aveva separati, anche se senza colpa. Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da tre piccoli colpi alla porta. “Avanti!” disse Onew entrò piano in camera e accese la luce “Che fai?” chiese “Provo a dormire!” “Come va?” “Come vuoi che vada? Mi sento uno scemo. Se lo raccontassi a qualcuno mi darebbe del matto. Sto litigando con il mio migliore amico per una persona conosciuta da due giorni. Assurdo!” “No Minho, non lo è. Però non dovresti comunque essere così severo con Tae. Non lo ha fatto intenzionalmente. Credo che quella ragazza gli piaccia davvero. Ha avuto il classico colpo di fulmine. Non so nemmeno io come abbia fatto a baciarla.” Minho ebbe un flashback. Tornò indietro a qualche anno prima, alla festa a cui erano andati tutti e cinque insieme. Lui e gli altri ci avevano provato in modo elegante con tutte le ragazze più carine. Taemin invece era rimasto in un angolo a mangiare qualsiasi cosa, e a guardare tutte con aria di sufficienza. Se non fosse stato per il fatto che un giorno era tornato tardissimo dicendo a tutti che lo aveva fatto con una tizia che aveva conosciuto a scuola mesi prima, tutti avrebbero pensato che era casto e puro. Da lì si era un po’ aperto, Tae, e aveva avuto le sue storie, tutte però accomunate dalla brevità e dall’apatia. Non era mai stato particolarmente preso. Ed ora eccolo lì a baciare una perfetta sconosciuta. “Mi stai ascoltando?” gli chiese Onew “Si, stavo solo pensando al rapporto di Tae con le ragazze!” rispose Minho “Si è sempre stato piuttosto strano. Ricordo ancora la prima volta che lo fece, piombò in casa e ci disse… aspetta com’è che disse?” “Ragazzi sono dei vostri!” “Aaah è vero, buon Dio, nessuno lo aveva capito.” “Ed oggi ha baciato una perfetta sconosciuta!” disse Minho, ma nel suo tono non c’era più rancore. “Minho se ha rischiato tanto è perché quella ragazza gli piace davvero. Solo che ora non sa che fare, si sta tormentando per via del fatto che avete litigato.” Minho sospirò. Taemin con lui era sempre stato onesto e corretto. E anche in quel caso non aveva colpe. Tra di lui e quella ragazza non era scattato niente. Tra Taemin e lei si. E lui era stato leale, glielo aveva detto subito. In fondo chi era lui per impedirgli di viversi quella storia? Decise così di fare l’ultima cosa che avrebbe mai pensato di fare. Taemin era rimasto solo nella stanza. Stringeva con forza il bigliettino di carta tra le mani indeciso sul da farsi. In dieci minuti aveva provato a fare il suo numero 10 volte e staccato subito la chiamata. E per altrettante volte aveva provato a comporre un messaggio che non aveva spedito. Si sentiva troppo in colpa con MInho. “C’è il suo numero su quel foglietto?” Taemin si voltò e vide Minho sulla soglia della porta “Si” rispose “Hai intenzione di continuare a guardarlo senza farci niente ancora per molto?” “Non lo so!” Minho si avvicinò e si sedette sul pavimento accanto a lui a gambe incrociate. Si sedevano sempre in quel modo quando dovevano parlare. “Hai fatto succedere tutto questo casino e ora manco la chiami?” anche se non era per niente arrabbiato. “Mi dispiace, Minho, non volevo che litigassimo!” “Siamo tutti e due interi, l’importante è questo!” “Smettila di scherzare, lo so che sei arrabbiato.” “Chi ti dice che scherzi? Poi è vero, sono arrabbiato, ma lo sarò ancora di più se non ti decidi a comporre quel numero!” “Io non…” “Tu cosa? Tae ti piace quella ragazza?” “Piacere è dire poco!” “E allora mandale un messaggio, chiamala, faglielo capire quanto ti piace!” “Ma tu… lei piace a te.” “E a lei piaci tu, non io! Ora vado a letto, se devi ciarlare al telefono vai fuori di qui!” disse ridendo “Ma come, non dovevi dormire in camera di Onew?” “Mi ha cacciato, è molto geloso della sua indipendenza e autonomia!” era una bugia, in realtà aveva insistito lui stesso per tornarsene in camera con Taemij e Onew ne era stato felice. In fondo aveva perdonato Taemin perché aveva capito che se il suo migliore amico aveva rischiato tanto lo aveva fatto per una valida ragione. “Minho non so come o cosa farei senza di te. Ormai non saprei vedermi senza di te.” “Ti sbagli Taemin, tu da me ti sei staccato” “Ma non è vero.” “Invece si, stai imparando a camminare da solo” “Vuol dire che non siamo più amici?” “No, anzi. Vuol dire che non devo farti più da balia. Ora sei un uomo e se qualcuno verrà a darmi fastidio mi aspetto che tu mi difenda e faccia a botte!” disse ridendo “Promesso” “E ora basta parlare. Buona notte!” Taemin respirò più sollevato. Anche se era durato poco, quell’incubo era finito. Minho era troppo importante, era come un altro fratello. Era felice che il loro rapporto non si fosse incrinato. “Tae chiamala” disse Minho dal letto “Ma è tardi.” “Allora mandale un sms, tonto!” Minho si addormentò. Taemin prese il foglietto e se lo rigirò ancora un po’ tra le mani, poi finalmente si decise. Elettra e Letizia erano tornate a casa perché la più piccola l’indomani aveva scuola. Marzia e Celeste, che abitavano più distanti, avevano deciso di fermarsi a dormire da Claudia. Erano distese tutte e tre sul letto, ognuna con un ghiacciolo in mano: fragola per Celeste, menta per Claudia e amarena per Marzia. “Allora, quando vi vedete?” chiese Claudia “Non ne ho idea. Non ci siamo nemmeno scambiati il numero in mezzo a quel trambusto.” Rispose Marzia amareggiata “Vabbè, domani pomeriggio ci incontriamo tutti, ONew voleva rivedere Celeste e così ha organizzato questa mini gita intorno a Roma. Dice di adorare il Colosseo” “A proposito ma tra voi due come va?” chiese Marzia “Come vuoi che vada, lei arrossisce senza muovere un dito, come al solito” disse Claudia “Smettila!” protestò Celeste “Qui l’estate sta dando alla testa a tutti. Key ha lasciato il suo numero a Elettra.” Continuò Claudia “E Letizia?” “Lei è timida, ma mi sa che si è presa una bella cotta per Jjong. Chiamala scema,gli hai visto i muscoli?” “Basta ragazze. Stavamo parlando di te” disse Celeste “Non so che dirvi e…” Ad un tratto il cellulare di Marzia si illuminò. Era arrivato un messaggio. “Non conosco questo numero!” disse prendendo il cellulare Aprì il messaggio: “Sono stato uno stupido a non chiederti il numero, per fortuna lui ha trovato il modo di arrivare a me. Magari stai dormendo, io invece non ci riesco. La notte è troppo calda e bella e io non ho che in testa tutto quello che è successo. Spero di rivederti presto, o anche subito. Se sei sveglia e ti va vediamoci, fuori c’è un bel caldo e in fondo è bello vedere il sole sorgere, insieme. Taemin “E’ lui?” chiese Claudia notando la sua espressione felice “SI, ma non so come abbia trovato il mio numero.” “Boh, i miracoli accadono a volte!” disse Claudia felice strizzando l’occhio a Celeste che subito capì “Cosa ha scritto?” chiese Celeste “Chiede se ci vediamo!” “Allora svelta vestiti ed esci!” “Ma domani abbiamo lezione presto e…” “Marzia sbrigati, si vive una volta sola.” “Ma non sono in condizioni, mi vergogno e…” “fuori di qui!” disse Celeste risoluta. E il fatto che anche una razionale e rigida come Celeste la stesse incoraggiando la convinse definitivamente. Si tolse il pigiama, si infilò i vestiti e prese il cellulare. Il telefono di Taemin si illuminò. Aprì l’sms “ Non dormivo, è una serata troppo bella per dormire. Io voglio vedere l’alba insieme a te. Marzia”

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Capitolo 6
*** L'ALBA DELLA CITTA' ETERNA ***


“Com’è che non dormi?” chiese Elettra a sua sorella “Eih che ci fai qui?” ribattè Letizia rigirandosi in mano la sua tazza di latte.” “Ho visto la luce della cucina accesa e sono venuta a vedere cosa stavi combinando. Avanti che c’è?” “Non riesco a dormire!” “Oh questo lo vedo. Ma perché?” “Boh… mi sento sfortunata!” “Oh, e per cosa?” “Nessuno mi guarda, sono brutta.” “E questa brillante illuminazione ti è venuta ora?” “Si” “E per quale motivo, se non sono indiscreta.” “Beh, guardatevi, tutte e quattro avete fatto colpo su quei ragazzi tranne me.” “Ma hai le allucinazioni? Cosa vai dicendo? A parte Marzia e Celeste, non mi pare che io e Claudia ce la stiamo cavando tanto bene!” “Come no? Tu hai il numero di Key, e poi ti ha preso anche le misure per il vestito!” “E quindi? Questo vuol dire che è iniziato un grande amore? Sei proprio sciocchina! Esistono anche le amicizie tra uomo e donna eh.” “Non so. E poi Jjong…” “Jjong?” “Non lo so… Hai visto come guarda Claudia? Sembra ipnotizzato!” “Sinceramente non me ne sono accorta.” “Io si.” “Dovresti stare meno tempo a fissare quel ragazzo, ti faresti meno paranoie inutili!” “Fidati, a lui piace Claudia. E come dargli torto, è bellissima.” “Concordo. Ma lo sei anche tu!” “Smettila di prendermi in giro.” “Perché dovrei prenderti in giro.” “Perché sei mia sorella e mi vuoi evitare un dispiacere.” “L’unico dispiacere è sentirti parlare così! Sei una ragazza molto carina, spiritosa dolce e altruista. E non lo dico perché sono tua sorella lo dico perché lo penso davvero.” “Voi siete belle, spigliate, io mi sento goffa e brutta.” “Letizia hai ancora 18 anni, noi ne abbiamo cinque più di te, abbiamo un po’ di esperienza in più; ma non vuol dire che tu sia meno interessante di noi.” “Io vorrei avere gli occhi di Marzia, i capelli di Claudia, il tuo fisico e il sorriso di Celeste.” “Hai molto di più: hai gli occhi di Letizia, grandi e marroni, i capelli di Letizia neri con qualche sfumatura ramata, il fisico di Letizia che sta crescendo bene e il sorriso meraviglioso che per ora non vedo perché sei imbronciata.” “Ma sono grassa!” “Piantala, non sei grassa. Sei solo un po’ più bassina di noi, che di sicuro non siamo delle divinità greche.” “Claudia è bellissima!” “Perché ora ti sei fissata con Claudia.” “Perché a Jjong piace lei.” “Chi te lo ha detto”? “Ho visto come la guarda.” “Jjong guarda un po’ tutti. Secondo me è solo molto curioso. Ma se tanto ti interessa vagli a parlare.” “No, mi vergogno!” “Sei una tonta allora!” “Lo so, ma non me la sento!” “E per quale motivo?” “Mi sento brutta, lui è così bello!” “Letizia non esiste gente bella e brutta, esistono persone destinate a stare insieme e persone incompatibili. Ma se prima non ci parli con quel ragazzo non lo scoprirai mai.” “mmm forse hai ragione. Cosa dovrei fare?” “Beh fagli qualche domanda, chiedigli che gli piace, ma non pendere dalle sue labbra i maschi non devono capire che sei cotta sennò se ne approfittano. E ora cammina a letto sono le due e mezza e domani hai scuola, forza.” Elettra fece per andarsene “Eih.” La chiamò Letizia “Cos’altro c’è?” “Ti voglio bene!” “Io di più, però ora fila a letto!” Quando sentì la porta della camera chiudersi, Minho capì che Taeamin era uscito e non dovette ragionare molto su dove fosse andato. Si sentì un vuoto allo stomaco, poi pensò che però aveva fatto la cosa giusta e pregò in cuor suo che a Tae da quella storia potesse derivare tutto l’amore possibile, quello stesso amore che lui non aveva potuto avere. Fuori era fresco. Tirava un venticello che rendeva l’aria meno afosa di come lo era stata al mattino. Taemin respirò a fondo e raggiunse la figura che lo aspettava dall’altro lato della strada. Quando la vide il cuore iniziò a battere senza controllo, le mani a sudare e gli occhi a brillare. Lei era lì, era lì per lui nonostante non si conoscessero affatto; e se era lì era perché anche lei come lui forse sperava che quella storia cominciasse. Marzia sorrise quando lo vide. Era ancora più bello di come se lo ricordava. L’imbarazzo e l’indecisione sul come salutarsi era abbastanza evidente. Si fecero un timido ciao con la mano. Poi risero, era davvero una strana situazione. “Allora, come va?” chiese un imbarazzatissimo Taemin “Beh… bene…” “Ehm, scusa se ti ho svegliata, cioè se ti ho mandato quell’sms ma non sapevo come altro fare e…” “Non mi hai disturbata tranquillo. Anzi mi fa piacere!” “Davvero?” “Si. Non so chi ti dato il mio numero, o meglio lo immagino. In ogni caso ha fatto bene.” “Già, lo credo anche io.” “Da qui l’alba non si vede Taemin!” “Già, lo stavo notando. Tu conosci un posto da dove possiamo vedere sorgere il sole?” “Si, ma ci vorrà un po’ per arrivarci.” “Che autobus ci va?” “A quest’ora nessuno!” “E come facciamo?” “Con queste!” disse sventolandogli un mazzo di chiavi sotto il naso. “Hai una macchina?” “Non io, Claudia, ma ce la presta.” “Dove andiamo?” “Ora vedrai.” “Ma è il ragazzo che di solito guida…” “vuoi guidare tu?” “Non conosco le strade ma se vuoi ci provo…” “Mmm ok, a te!” disse lanciandogli le chiavi e pregando che non distruggesse la macchina della sua amica. Si accomodarono in macchina, Taemin al posto del conducente e Marzia a quello del passeggero. Tae mise in moto ed iniziò a seguire le indicazioni di Marzia. Ogni tanto frenava bruscamente ma poi riprendeva a guidare con tranquillità. “Faccio schifo, vero?” chiedeva di tanto in tanto ridendo “No, macchè c’è di peggio!” rispondeva Marzia continuando a guardare quel profilo perfetto. Cercava di farsi rimanere impresso ogni movimento, ogni particolare, ogni singola cosa di quel viso bellissimo. Dopo una lunga salita arrivarono a destinazione. Da lì si vedeva praticamente tutta Roma. Era un posto bellissimo. “Come si chiama qui?” chiese Tae meravigliato “Siamo al Gianicolo, da qui ti puoi godere l’alba della Città Eterna!” “E’ eterna Roma?” “già…” “Come me e te?” Quella domanda innocente la lasciò stupita. Lo guardò… “io e te in che senso?” domandò “Voleva essere un NOI” rispose Tae “Siamo un noi?” “Non lo so se siamo un noi… a me piacerebbe che fossimo un noi” “E per te non è presto?” “Forse lo è… però se poi ti perdo potrei pentirmene per sempre di non avertelo detto.” “Dirmi cosa?” “Che mi piaci così tanto che da quando ti ho vista quella sera ho pensato solo ai tuoi occhi, al tuo sorriso… che ti ho baciata dopo poco, che ho litigato con il mio migliore amico… che ho scritto un messaggio alle due di notte solo per poterti vedere… che sto parlando non di me e te come due persone separate, ma di me e di te come un NOI.” “Tutto questo solo per me?” chiese lei stupida “Si… lo so è stupido… però è successo… succede nella vita di avere di queste emozioni subito.” “Anche a me è successo lo stesso, allora siamo stupidi in due!” disse Marzia ridendo Taemin si avvicinò, le scostò una ciocca di capelli che le copriva il viso e la guardò. Aveva gli occhi più belli del mondo, verdi come uno smeraldo prezioso. Marzia rabbrividì e non per il freddo. Erano troppe le emozioni di quella notte. “Hai freddo?” le chiese Tae “Un po’…” Si levò la giacca e gliela passò. “Mettiti questa!” le disse avvolgendola con quella giacca leggera “Ma ora avrai freddo tu!” “Lo reggo bene il freddo! Comunque da qui la vista è fantastica. Si vede tutta Roma…” “Ti piace?” “Molto. Quando Onew mi parlava della bellezza di questa città pensavo esagerasse… invece aveva ragione in pieno.” “Sono felice che ti piaccia.” Di nuovo una folata di vento la fece rabbrividire. Taemin la abbracciò d’istinto. “spero che così non avrai più freddo!” le disse Marzia gli sorrise… Taemin si avvicinò piano e con delicatezza poggiò le sue labbra contro quelle di Marzia. Un bacio prima dolcissimo che poi iniziò a diventare sempre più intenso. Ora nemmeno più il vento poteva provocargli freddo. Il pensiero che ebbero entrambi fu quello che avevano una macchina a disposizione, che non c’era nessuno e che forse quello era il momento perfetto. Ma nessuno dei due si mosse da dove era. Quel bacio durò un’infinità di tempo e ne seguì un altro e poi ancora un altro; ma niente di più. Non dissero niente, forse per paura forse perché c’erano così tante cose da dire che non bastava il tempo. Rimasero abbracciati fino a quando non spuntarono i primi raggi del sole che illuminarono quella vista spettacolare. “Io non credo di aver mai provato queste cose per nessuna altra persona!” disse Taemin guardando quello spettacolo meraviglioso. “Penso che un sentimento abbia bisogno di tempo per nascere, ma forse il mio ha bruciato tutte le tappe.” “Non c’è mai troppo o troppo poco tempo per i sentimenti. Vengono e basta!” disse Marzia poggiando la testa sulla sua spalla. Taemin pensò che allora qualcosa stava nascendo dentro di lui proprio come stava nascendo quell’alba. Quando la Città fu completamente illuminata, capì che così velocemente come era sorto il sole, tanto velocemente lui con molta probabilità si era innamorato di lei.

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Capitolo 7
*** DUBBI ***


Marzia guardò l’orologio e trasalì. Le dieci passate. SI erano addormentati in macchina come due bambini, mentre parlavano. Si risvegliò abbracciata a lui e si sentì bene. Quando capì, però che era in ritardo di quasi un’ora per la lezione all’università le prese un colpo. Con molto sforzo si liberò da quell’abbraccio, dal quale non sarebbe mai voluta uscire. Taemin si svegliò. “Ma è mattina!” disse stropicciandosi gli occhi “Ed è anche tardi!” disse Marzia “Tardi per cosa?” “Devo andare all’università, ho lezione!” “Sei in ritardo?” “Di quasi un’ora!” “Credi che si arrabbieranno?” “No, spero di no, ma mi devo sbrigare. Ti accompagno dagli altri e poi vado!” “Posso venire con te?” chiese Taemin all’improvviso “Con me, all’università intendi?” “SI!” “Beh perché no, se non ti annoi si!” “Andiamo, allora, però guida perché a me è già bastato ieri!” “Mmm fifone!” “Scherzi? Qui guidano come i pazzi!” “Ok, va bene. Guido io.” “sicuro!” Si scambiarono di posto e Marzia mise in moto la macchina. Lasciarono così quel posto incantato e si rituffarono nella realtà. L’atrio dell’università era affollatissimo quella mattina. “E spostati!” disse Elettra spingendo con forza un ragazzo dall’aria rimbambita che le si era parato davanti “Elettra stai calma, lo stavi per far cadere!” disse Celeste “E lui sta per farci arrivare tardi a lezione! Cosa si parano a fare davanti se poi camminano a due all’ora?” “Il corridoio è di tutti!” “Appunto, è pure mio. Ed io voglio arrivare in orario a lezione.” “Ossignore!” “Basta voi due.” Intervenne Claudia, che era solita sedare probabili litigi tra le due a causa della diversità di caratteri. Celeste un atipico prototipo di siciliana con i capelli e gli occhi chiari era estremamente calma e riservata. Elettra uno strano prototipo di donna del nord con la parlantina e l’allegria che contagiava spesso tutti. Celeste timida e schiva, Elettra spavalda e sicura. Non c’entravano niente l’una con l’altra eppure erano amiche. Però ogni tanto le diversità emergevano e allora doveva intervenire la veterana del gruppo, Claudia per calmarle. Claudia un metro e sessantatre di bellezza calabrese. Capelli neri lunghissimi e due occhi marroni un po’ allungati, sorriso smagliante e un mitra al posto della lingua. Era capace di far fuori tutti con una sola parola. Era stata compagna di vacanze di Marzia a cui si sentiva molto legata da un profondo rapporto di amicizia, anche se il suo carattere meglio si accostava a quello di Elettra. Poi c’era Marzia. Solare ma terribilmente insicura. Soprattutto quando si trattava di sentimenti. Agitata, frenetica… E proprio iper agitata la videro avvicinarsi a loro. Avanzava a passo spedito facendo svolazzare i lunghi capelli biondi di qua e di là. Ma non era sola. Al suo fianco c’era un ragazzo bellissimo, con due grandi occhi a mandorla e un mucchio di capelli marroni ramati completamente scomposti. Entrambi aveva l’aria di non aver dormito troppo. “Cosa diavolo ci fa qui?” chiese Elettra “Io al suo posto avrei saputo come impiegare meglio il tempo!” disse Claudia “E’ vero il pane lo danno a chi non ha i denti!” “La piantate? Sembrate in astinenza da secoli!” disse Celeste seccata “Perché tu invece stai messa meglio?” le chiese Elettra Silenzio. “Buongiorno, com’è che non siete a lezione?” chiese Marzia una volta che le raggiunse “Il prof ha la varicella. Lezione rimandata a data da destinarsi!” rispose Celeste “Cioè non faremo procedura civile fino a non so quando?” domandò Marzia “Esattamente!” “Quindi ora c’è…” “Lezione con Stuart. Ma l’ha spostata. Siamo tutti in cortile, deve essere impazzito!” disse Elettra “Lui che ci fa qui, cioè voi che ci fate qui? Dovreste essere a riprodurvi!” disse Claudia Taemin arrossì e Marzia sbiancò. “Noi… cioè Marzia voleva venire a lezione e io l’ho accompagnata!” disse Tae “Bene, il prof Stuart adora gli orientali… di sicuro gli starai simpatico!” fece Celeste “Si, infatti, vogliamo andare per favore?” chiese Marzia imbarazzata “Con calma, signorina Marea, con calma!”fece Elettra strizzandole l’occhio Marzia la guardò malissimo e si avviò verso il cortile insieme a Taemin. Le altre la seguirono. Quando la videro arrivare accompagnata da quel ragazzo con gli occhi a mandorla, tutti gli occhi furono puntati su di lei. “Ma con chi diavolo è venuta?” chiese Ettore a Luca “Non so chi sia!” rispose quello “Ma che stanno insieme?” “Ma lo hai visto? Sembra un ragazzino, non può stare con quello.” “Giuro che se sta con quello mi butto nel Tevere!” Taemin si sentiva a disagio. Non conosceva nessuno e tutti lo stavano guardando. Iniziò ad agitarsi. Marzia lo percepì e d’istinto gli prese la mano. Tae la guardò e le sorrise, grato per quel gesto. Lei fece lo stesso. Vedendo quella scena Luca trasalì. Era una vita che andava dietro a quella ragazza e lei non se lo era mai filato, e ora eccola lì mano nella mano con un asiatico. Non era possibile. SI alzò dal banco e si avvicinò a loro. “Buongiorno, siamo in compagnia oggi!” disse rivolto a Marzia “Già!” fece lei poco desiderosa di fare conversazione, sapeva già dove Luca sarebbe andato a parare. “Tu chi sei?” chiese a Taemin “Lee Tae Min!” si presentò “Taemin? Che nome è?” “Il suo nome!” intervenne Marzia “Un nome idiota! Dimmi ti fai questo manico di scopa?” chiese irritato a Marzia Taemin lo guardò senza capire “Luca smettila, mi stai dando fastidio!” rispose Marzia “Dimmelo, avanti, ti vergogni.!” Ora il suo tono di voce era decisamente alto “Smettila!” “Dove lo hai trovato, per strada?” “Non mi ha trovato da nessuna parte. Sono venuto qui da Seul e ci siamo conosciuti qualche sera fa!”intervenne Taemin estremamente calmo “Un Sud Coreano!” esclamò Luca quasi disgustato “Uau sei intelligente, sai dove si trova Seul!” si intromise Claudia “Tu che vuoi, faina?” “Levati dalle scatole!” “Non le parlare così, vattene e lasciaci in pace!” disse Marzia “Sono anni che ti sto dietro e non mi degni nemmeno di uno sguardo. Poi arriva un Sud Coreano di 10 anni con le zone intime inesistenti e subito fai la dolce? Ma funzioni al contrario?” “Luca ti do dieci secondi per levarti dalle scatole… !” “Dillo che ti fai questo muso giallo!” “Non chiamarlo così” “Dillo!” “Lasciala stare!” intervenne Tae, questa volta alzando la voce “Tu esserino insignificante, con faccino liscio come una porcellana ti permetti di parlare così a me?” “Io parlo come voglio e con chi voglio!” “Invece di difenderla pensa che si vergogna di te, non lo dice a nessuno che sta con te.” Taemin non riuscì a rispondere. Guardò Marzia con aria risentita… In effetti lei non stava facendo niente per far capire agli altri che erano insieme, anzi pareva quasi volesse nasconderlo. Anche le sue amiche la guardarono intristite, non la stavano capendo più. Perché faceva fatica ad esternare quell’evidente sentimento, cosa la bloccava. “Tu piccolo coreano non vali niente… altrimenti lei si batterebbe per te e non si vergognerebbe di dire a tutti quello che prova. Sei solo una stupida parentesi nella sua vita.” A quelle parole Marzia non ci vide più. Era troppo. Voltò le spalle a tutti e si diresse con aria spedita verso la cattedra. Era arrivato il momento di cambiare le cose, era arrivato il momento di cambiare se stessa. Era quella l’occasione, sentiva che doveva fare qualcosa per non perdere tutto. Afferrò il microfono e se lo avvicinò alla bocca “Cosa diavolo fa?” chiese Celeste “Ragazzi scusate!” cominciò Marzia. Tutti si voltarono “Un attimo di attenzione. Qualche giorno fa, il professor Stuart ci ha chiesto cosa sia un sentimento!” “Che cavolo fa’” borbottò qualcuno dagli ultimi banchi “Ecco…” Proseguì lei “Io non lo so cos’è un sentimento. Però… penso che lottare per un sentimento, proteggere un sentimento, credere in un sentimento siano cose che al giorno d’oggi ci rendono migliori. Io non lo so cosa è un sentimento, però so che quando vedi una persona e capisci di tenerci beh, allora sorridi, stai bene e sei felice… Ed io ora lo sono, e lo sono perché nella mia vita è entrata una persona speciale… e lo so che una manciata di giorni sono troppo pochi, ma i sentimenti non hanno una misura, uno spazio… loro esistono e basta… e per me, ora, il sentimento ha il volto di quel ragazzo laggiù!” disse indicando Taemin, al quale si illuminarono subito gli occhi per lo stupore. Anche le ragazze erano stupite e lo era anche Luca “Ha gli occhi a mandorla, viene da un altro Paese e tra qualche giorno se ne andrà… però io… io con lui sono felice. Per me lui è importante! Ci tenevo solo a dirlo, perché qualcuno questo lo aveva messo in discussione. Vivete i sentimenti qualunque siano le difficoltà, i dubbi e le paure… Viveteli perché i sentimenti danno colore alla vita.” Quandò finì di parlare partì un piccolo applauso dal fondo dell’aula dov’era apparso il professor Stuart. Poi l’applauso divenne più fragoroso: tutta l’aula era lì a battere le mani per lei. “Professore, mi scusi io…” “Signorina Marea bellissima lezione, tanto di cappello!” fece il professore strizzandole l’occhio. “E ora raggiunga quel ragazzo, ha le lacrime agli occhi.” Marzia tornò al suo posto e Taemin la abbracciò. “Davvero hai fatto questo per me’” le chiese “Non avrei potuto farlo per nessun altro!” rispose lei stringendolo “Tu non avevi mai detto queste cose a nessuno!” disse Celeste che si era commossa “c’è sempre una prima volta!” dissero Claudia e Elettra all’unisono. “Bella scenetta, Marzia!” intervenne Luca roso dall’invidia. Il suo orgoglio era a pezzi. “Ma sappi che questa tua messa in scena è destinata a finire. Lui se ne andrà e a te non rimarrà che rimettere insieme i cocci di un cuore spezzato. Perché lui lo farà e se non sarà lui sarai tu a ferirlo. E’ una storia impossibile, non si sopravvive a tanta distanza e a tanta diversità. Tanti auguri piccioncini!” Ma quegli auguri suonarono a tutti come una maledizione. Le due ore di lezione volarono via velocemente. Ma Marzia non seguì una sola parola di Stuart. Aveva la testa immersa nelle parole di Luca. Che il suo collega avesse ragione? Davvero per loro non c’era futuro? Cosa ne sarebbe stato di loro quando lui sarebbe andato via? Una volta fuori dall’università Taemin non potè fare a meno di notare l’inquietudine di Marzia. “Cosa hai?” le chiese “Niente, sono un po’ stanca, non abbiamo per niente dormito!” rispose lei vaga “Non è questo. E’ per quello che ti ha detto il tuo collega, vero?” “Beh, non ha tutti i torti no?” “SI che li ha. Non tutte le storie finiscono male.” “Ma come finirà la nostra? Tra due settimane te ne andrai dall’altra parte del mondo e di noi cosa ne sarà?” “Sarà quello che vogliamo che sia. E io voglio stare con te e anche tu lo vuoi, altrimenti non avresti detto quelle parole.” “Io voglio stare con te, ma come sarà possibile. Tu te ne andrai avrai un’altra vita, la tua vita nel tuo mondo e io sarò solo un ricordo.” “Tu non sarai mai solo un ricordo.” “E chi lo garantisce questo?” disse Marzia quasi urlando “Io!” “Perché, cosa te lo fa pensare, come fai ad essere sicuro!” ora aveva le lacrime agli occhi “Io... lo so.” “Lo sai ora, ma che ne sarà dopo, quando non ci vedremo, non sfioreremo, non ci guarderemo negli occhi?” “So che andrà bene.” “Cosa te lo fa credere?” “Io ti amo!” disse tutto d’un fiato. Marzia spalancò gli occhi e lo fissò stupita, incapace di parlare “Tu…” “Si hai capito bene, ti amo! E se questo non basta a farti passare dubbi stupidi, dimmi cosa devo fare per convincerti e io lo farò. LO hai detto tu stessa se ci si ama le difficoltà si superano. Proviamoci almeno.” “Tu davvero vuoi impegnarti così?” “Io voglio te… voglio stare con te. Non mi interessa dove come e quando. E non mi serve che tu mi dica ti amo se ancora non te la senti, o che andrà bene se hai ancora dei dubbi. Ma ti prego, almeno sforzati di provare a crederci. Io aspetterò tutto il tempo del mondo.” “Non serve che aspetti Tae, perché io credo di essermi innamorata di te.”

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Capitolo 8
*** STORIE INCROCIATE ***


“Sono innamorata di te!” quelle parole ronzavano ancora nella testa di TaEMIN Aveva passato l’intera nottata a fissare il soffitto felice pensando a quella frase. Ogni tanto prendeva il cellulare e le inviava un messaggio. Anche solo un faccina per sentirla più vicina. Marzia dal canto suo non faceva altro che pensare a quel ti amo. E a lui. E appena il cellulare si illuminava iniziava a ridere e a rispondere come un’adolescente alle prese con il primo amore. “Ma cosa sta facendo?” chiese Claudia “E’ attaccata al cellulare!” rispose Elettra “Questo lo vedo, ma sono le 2 di notte…” “Lasciala fare, è con il suo Taemin!” disse Letizia “Ma a che punto stanno?” chiese Elettra “Al punto del casto bacio, ancora non hanno fatto niente.” “Niente niente?” “Niente, neanche una mano!” “Oddio…” “Ma cosa dovevano fare che si conoscono da meno di una settimana!” intervenne Celeste “Si sono già detti ti amo, credo siano in grado di fare altro!” disse Claudia “Ma perché bisogna sempre andare di corsa? Dirsi ti amo è un conto, anche se credo siano stati un po’ affrettati, però fare altro implica una certa intimità che loro ancora non hanno!” “E tu e Onew l’avete?” domandò Elettra ridacchiando “Non sei divertente!” fece Celeste “Dai vi sentite da qualche giorno, che vi dite?” “Niente di che…” “Daiiii!” “Ok, mi ha invitata a uscire da soli, io e lui, ma io non so che fare!” “Perché?” “Ma… mi piace ma poi se ne andrà e se poi mi affeziono che ne sarà di noi?” “Pensi in grande figlia mia!” “Beh, cos’altro dovrei pensare?” “Magari s i vuole solo divertire un po’. Non dovete avere per forza un futuro!” disse Claudia accendendosi una sigaretta “Vai alla finestra!” le ordinò Marzia “Che palle!” “No ragazze, io mi rifiuto di pensare che possano esserci storie del genere!” disse Celeste “Tutte le storie oggi sono così, ci si diverte e bye bye!” continuò Claudia “Già, gli uomini seri sono perle rare!” disse Elettra “Quindi il principe azzurro non esiste?” chiese Letizia “Temo di no, sorellina!” “Quindi nemmeno Taemin lo è!” Tutte guardarono Marzia “Che volete?” chiese lei “Sapere come mai non avete concluso nulla!” disse Marzia “In che senso?” “Hai capito benissimo!” “Perché non mi pare il caso…” “Ma tra poco riparte… se non te lo godi ora quando?” “Non credo sia una storia impostata su questa lunghezza d’onda!” “Ah no, e cosa farete, vi sposerete e avrete dei bambini, una bella casa e via dicendo?” chiese Elettra “Non lo so, ma di sicuro, non ci faccio niente prima del tempo!” “Non è che ha qualche problema lì…” “Non lo so, non credo, non ci ho pensato!” disse Marzia imbarazzata “Beh, inizia a pensarci… e facci sapere ovviamente siamo curiose!” disse Elettra “Voi due siete matte. Comunque Letizia il principe azzurro esiste, magari si è solo perso per strada, per questo non arriva!” “Oh beh… il mio c’è, ma non mi si fila!” disse lei “DI chi parli?” le chiese Celeste curiosa “Di Jjong, ovvio, di altro potrebbe parlare?” disse Elettra “Ti piace?” le chiese Claudia “Non te ne eri accorta?” domandò Letizia “No… o meglio non pensavo ti piacesse così tanto da definirlo principe azzurro!” “E invece lo è…” “E’ un po’ bassino!” le fece notare Marzia “Lo so, ma non è un problema!” “Ovvio che non lo è, era solo un’osservazione. In compenso ha degli occhi bellissimi!” “Non solo gli occhi!” “Ok, la abbiamo persa. Hai un piano?” No, non mi vede proprio!” “Ci risiamo!” si lamentò Elettra “Letizia se ti sento dire che sei brutta o altro mi arrabbio!” disse Marzia “Marzia ha ragione, sei così carina!” disse Celeste “Devi solo essere più spigliata!” le consigliò Claudia “Ma non troppo!” intervenne Celeste “Spigliata in che senso?” domandò Letizia “Beh, per esempio, invece di guardarlo con la bocca aperta come un pesce lesso va da lui e parlagli.” Disse Elettra “Devo dirgli che mi piace?” “Nooo. Quello mai. Fagli domande, chiedigli cosa gli piace, dimostrati interessata!” le consigliò Marzia “E’ solo che quando lo vedo mi blocco!” “Devi superare questa timidezza!” “CI proverò!” “E’ qui che ti sbagli! Ci riuscirai!” disse Marzia strizzandole l’occhio “Tae la pianti con quel cellulare?” disse Onew seccato, sto rumorino mi trapana il cervello “Metto il silenzioso!” fece Taemin “SI può sapere a chi scrivi?” “Jinki ma che domande retoriche…” disse Key “Già... alla biondina!” fece Jjong allegro “Ragazzi non impicciatevi!” intervenne MInho ridacchiando “Senti, ma se posso… a che punto state?” domandò Jjong “A che punto di cosa?” chiese Taemin sospettando già il significato della domanda “A quel punto punto…” “Jjong ma che stai dicendo?” “Insomma lo avete fatto o no?” “No, certo che no!” “E cosa cavolo state aspettando?” domandò Key “Di sposarsi, forse!” disse Onew e risero tutti e tre tranne Minho “Ragazzi lasciatelo in pace…” disse, come al solito iper protettivo nei confronti di Taemin “Perché non ci hai ancora provato che problema hai?” gli chiese Jjong ignorando le parole dell’amico “Nessun problema, non vedo la necessità di affrettare i tempi!” “Tae, Tae… fra un po’ torniamo a casa quando cavolo ti decidi? Hai intenzione di farlo virtualmente da Seoul?” “Non sei spiritoso Jjong!” “Dai, fratellino, noi scherziamo, ma tu stai messo male.” “Io non voglio correre, ho intenzioni serie!” “Che tipo di intenzioni?” gli chiese Key “Non vi riguardano, a tempo debito saprete tutto!” disse alzandosi e dirigendosi in camera sua “Dai torna qui noiosone!” lo chiamò Onew “Ragazzi siete degli scemi!” li apostrofò Minho “Ma scherzavamo!” si difese Onew “Lo avete messo in imbarazzo. Parliamo di voi, piuttosto, come siete messi?” “Quello messo meglio è Onew. Quattro giorni al telefono e ancora non sono usciti!” disse Jjong ridendo “E osi rimproverare tuo fratello?” fece Minho “Ragazzi la mia situazione è diversa… lei è timida e…” “Jinki… quello timido sei tu. Invece di prendere in giro tuo fratello, perché non ti fai avanti?” disse Minho “Oddio, non lo so… mi blocco.” “Lo sapevamo che eri strambo, ma non fino a questo punto!” disse Key “E tu saputello, come te la cavi?” ribattè Onew “Io prendo misure di abiti… ma sapete che ho una ragazza a Seul che mi aspetta!” rispose Key “Se posso permettermi, Elettra è molto meglio!” disse Jinki “Si ma Elettra è Italiana, vive in Italia e i miei vogliono che sposi una coreana… quindi per me è solo un’ottima amica!” E poi io una ragazza già ce l’ho!” “Più che una ragazza hai una mummia!” intervenne Tae rimbucando dalla porta “Tu non te ne eri andato?” domandò Jjong “Ho sentito il discorso e sono tornato. “Pettegolo!” “E’ ora che prenda un po’ per il culo anche voi altri…” “Ottimo!” “Jjong, tu?” chiese “Io da quando ho messo gli occhi su quella Claudia mi sono agitato!” rispose Jjong facendo ruotare la testa “Agitato eh…” fece Onew “Già… ragazzi ispira da fare paura, è veramente bella.” “Beh… a me sembra che tu piaccia molto di più a Letizia!” disse Minho “Ma se manco mi è venuta a parlare. Devo ammetterlo è carinissima, però non parla, non si avvicina. Cioè ragazzi, è evidente che non le interesso. E poi è piccola, un tipo di esperienza come me la spaventerebbe. A me serve una che mi prenda per i capelli…” “Basta, non andare avanti Jjong con il tuo solito esser grezzo!” lo rimproverò Key “Min tocca a te!” disse poi riprendendo Il silenzio calò nella stanza. Gli altri due ancora non sapevano niente di quello che era successo in quei giorni tra Minho e Taemin. “Io… beh…mi conoscete ragazzi, io non…” provò a rispondere ma non gli uscivano le parole Guardò Taemin che si sentiva un cretino. “Diciamo che io e Tae avevamo messo gli occhi sulla stessa ragazza, ma l’ha spuntata lui!” disse alla fine Minho ridacchiando “Marzia? Cioè a voi due piaceva la stessa ragazza?” fece Jjong meravigliato “Già…” rispose Minho “E l’ha spuntata Taemin? Ma dove andremo a finire?” “Grazie Jjong molto gentile.” Disse Taemin “Dai, Tae, hai avuto il sex appeal di un bambino di 15 anni… Minho è molto più uomo di te… Ok che sei cresciuto, ma…” “Jjong dai, non buttiamo il discorso in questo senso!” intervenne Minho “La cosa si è pacificamente risolta, e poi il mondo è pieno di donne!” “Questo ti fa onore, io lo avrei preso a botte!” “Non per questo tu sei Jjong e io MInho!” E tutti e cinque risero, perché in quelle situazioni era meglio ridere. “Bene io esco!” disse Taemin “E dove vai?” domandò Onew “Domanda retorica!” intervenne Key “Già..:” “Aspettami vengo con te!” “Jinki non ho bisogno di un accompagnatore.” “Non vengo per te, voglio vedere Celeste, e siccome abita insieme a Marzia, ci andiamo insieme!” “Ok, sbrigati, o le troveremo addormentate.” “Notte ragazzi…” fece Onew infilandosi la giacca “Andate e tornate vincitori, ma non fate figli!” urlò Jjong “Idiota!” dissero Minho e Key contemporaneamente L’aria quella sera era fresca. Le strade semi deserte. Fermarono un taxi al volo i due fratelli e si fecero lasciare davanti alla casa che le ragazze dividevano. “Eih, guarda là” fece Onew indicando un chioschetto di fiori. “Che ne dici se prendiamo delle rose?” “Per loro?” “E sennò per chi, per noi” “ “Ok, andiamo!” “Una rosa rossa!” disse Onew al fioraio “Per te?”” chiese quello a Taemin “Per me… una rosa… rosa!” “Quanto paghiamo?” domandò poi “8 euro!” “Sono d’oro queste rose?” chiese Onew “Avanti Tae, dammi quattro euro, che qui sennò avremo debiti a vita.” E dopo aver pagato si diressero con quelle rose sotto casa delle ragazze. Quando il telefono di Marzia squillò lei ancora non dormiva. E nemmeno Celeste dormiva. Lessero il messaggio contemporaneamente. Marzia corse alla finestra e si affacciò. Lo trovò li con la sua rosa in mano ed un sorriso meraviglioso. Celeste si guardò allo specchio, si sistemò i capelli, non si piaceva. Poi decise che non le importava e si affacciò timidamente alla finestra. Quando lo vide arrossì, ma poi si decise a scendere. SI avvicinò e prese la rosa. “Ti ringrazio, sei gentile.!” Disse “Beh, non sono stato molto gentile con te, cioè non…” “Onew tu sei perfetto così come sei né più gentile né meno gentile.” “Dici davvero?” “Si.” Si guardarono e sorrisero. E poi dopo cinque estenuanti giorni di messaggi, chiamate, incontri, si scambiarono il loro primo bacio. Taemin salì velocemente le scale. Notando la situazione di Celeste e suo fratello Marzia lo aveva invitato a salire per levarlo dall’imbarazzo. Si trovarono faccia a faccia in quella casa da soli. Marzia prese la rosa e lo ringraziò con un bacio. Un bacio lungo, un bacio lento, un bacio che non più tanto innocente. Si staccarono e si guardarono negli occhi. Furono attimi decisivi, decisivi per capire che non era ancora arrivato il momento giusto. Fuori iniziò a piovere. “Devo tornare!” disse Onew a Celeste “Piove!” Celeste lo guardò. Lo prese per mano. Salirono insieme a casa. Ogni storia è differente dall’altra… In quella stanza, mentre fuori pioveva, nonostante si conoscessero da poco, Onew e Celeste capirono che per loro era quello il momento giusto. E così accadde che quella notte mentre una coppia rimaneva abbracciata a guardare la pioggia a guardarsi negli occhi, a scambiarsi parole d’amore, a baciarsi con tanta passione, un’altra iniziasse a conoscersi sotto aspetti diversi, più segreti. Per Onew e Celeste, quella notte fu la prima loro notte d’amore. Su un letto traballante, con fuori una pioggia incessante, quella fu per loro la prima volta insieme.

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Capitolo 9
*** LA PROPOSTA ***


Il mattino dopo la pioggia non aveva ancora smesso di cadere. Roma era più grigia del solito e il tempo non lasciava sperare in una possibile gita intorno alla città. Minho capì subito che il letto accanto al suo era vuoto, ma la cosa gli pesò meno del solito. Ormai aveva accantonato da tempo l’idea di poter stare con quella ragazza. Ormai lei era di Taemin e se addirittura Tae non tornava a casa era evidente che la loro storia si stava evolvendo. Si erano incontrati un paio di volte dopo quella famosa sera. Lei era stata gentile, carina. Lui appena l’aveva vista era diventato rosso e il cuore aveva preso a battergli. Ma poi la mano di lei e quella di Taemin si erano unite strette e aveva capito che non c’era più niente da fare. Quando si riunì per colazione con gli altri, capì che nemmeno Jinki era tornato a casa. “Ma che diamine… gli unici che rimangono a secco siamo noi tre…” protestò Jjong “Che vuoi dire?” chiese Key “Cavolo quelli non sono tornati a casa, secondo te dove sono al parco giochi?” “No, saranno con le loro rispettive ragazze…” “Appunto e noi qui a fare colazione come tre idioti…” “Mi spieghi qual è il tuo problema?” gli chiese Minho “Nessuno, solo che che cavolo… voglio una ragazza pure io…” “Non sono giocattoli le ragazze… non puoi schioccarne le dita e averne una!” “Magari fosse così… uff…” “Sembri in astinenza da donne da mesi…” fece Key “Non è così tanto, sono solo 15 giorni, ma che cavolo…” “Jjong ti rendi conto che ti lamenti per quindici giorni?” “Ahahah, giusto, Key è in astinenza da anni!” disse Minho ridendo “Smettila non sei divertente!” disse Key acido “Dai Key lo sanno tutti che la tua ragazza è restìa… quante volte lo avete fatto in un anno che state insieme due, tre?” “Non sono affari vostri!” “Ok, ok… ma spiegaci perché cavolo stai con quella mummia?” “Non è una mummia è una ragazza fine e di classe…” “E piace a tua madre e a tuo padre no?” “Non è quello…” “Pianatala Key, stai con lei solo perché sei troppo fifone per metterti contro i tuoi!” disse Jjong “E anche se fosse? Per me l’opinione della famiglia è importante!” “Allora sposati con loro, testone!” Marzia si svegliò. Si erano addormentati per terra. Tae dormiva sereno, e lei provò a non svegliarlo. SI erano addormentati lei sulla spalla di lui, lui con un braccio intorno alle spalle di lei mentre fissavano la pioggia. La loro storia era fatta di quei silenzi, di quei baci a volte dolci e a volte meno innocenti, di sguardi. Parlavano tanto. Ma quei momenti di sguardi e di silenzio valevano più di mille frasi. Loro due erano così. “Non hai lezione oggi, perché sei in piedi?” chiese Taemin aprendo gli occhi “Perché stavo scomodissima e non sono riuscita a dormire!” “Il pavimento, in effetti non è il massimo!” “Dovremmo provare a dormire in posti più comodi!” “Già… comunque considerato che oggi non hai lezione perché non ti rimetti a dormire?” “Ok, ma solo se tu rimani qui!” “Non c’è pericolo che ti dica no!” disse Taemin sorridendo Si sistemarono sul letto di Marzia. Quella mattina non faceva così caldo. Erano solo le sette e l’aria era fresca. Marzia prese una coperta e la buttò addosso a entrambi. Poi Taemin la abbracciò. Chiusero gli occhi ma li riaprirono qualche secondo dopo contemporaneamente. Quella vicinanza eccessiva stava levando il sonno a entrambi. Nessuno dei due capì come accadde ma Taemin si ritrovò sopra di lei. E poi le mani iniziarono a muoversi spontaneamente. SI guardarono negli occhi per istanti che parvero infiniti poi capirono che nessuno dei due voleva più rimandare quel momento o non ne era capace. Taemin la baciò e Marzia lo abbracciò. “Marzi apotresti dirmi dove è l’asciugacapelli?” chiese Claudia irrompendo nella stanza I due si bloccarono ancora prima di aver iniziato a fare qualsiasi cosa. Anche Claudia rimase paralizzata dall’imbarazzo. “Io… io non sapevo tu fossi qui.” Disse rivolta a Taemin “v…vado a chiedere a Celeste, ok?” e corse via per l’imbarazzo. Marzia e Tae si guardarono. La magia di quel momento era finita, nessuno dei due ebbe più il coraggio di andare avanti. Erano ripiombati di nuovo nell’abisso dell’incertezza. Claudia stava per irrompere in camera di Celeste per raccontarle quanto era successo quando quella riemerse dalla stanza mano nella mano con Onew. “Oh…” fece Claudia stranita “Quando sei arrivato?” domandò “Ehm…” Celeste era imbarazzata “No ragazzi non potete capire… sono entrata in camera di Marzia come una scema e l’ho trovata a letto con tuo fratello… cioè non stavano facendo nulla, o per lo meno non ancora ma io ero stra imbarazzata. Ecco da dove provenivano quei rumori strani stanotte, erano quei due..:” “No Claudia non eravamo noi due!” disse Marzia comparendo nel corridoio seguita da Taemin “Ehm… come no? E allora chi era?” Celeste e Onew si guardarono e poi guardarono Claudia con aria colpevole “Eravamo noi!” disse Celeste rossissima in viso “EEeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh? Cosa?” “Tae è ora di andare!” disse Onew prendendo per un braccio suo fratello.” “Ti chiamo dopo!” disse Taemin strizzando l’occhio a Marzia. Quella rise e lo salutò con un bacio veloce. Non appena si chiuse la porta Claudia tornò all’attacco. “Lo avete fatto?” chiese a Celeste “Ehm… si!” rispose lei timidamente “Cioè, fai la puritana e poi tac… dopo cinque giorni vai con uno? Ma allora dillo che non sei una monaca come vuoi far credere.” “So che ti sembra strano… ma a me quel ragazzo piace, mi fido di lui!” “EH si lo conosce da una settimana e si fida, mentre ha mandato il suo ex in bianco per un anno intero. Comunque se era lei che ci stava dando dentro tu signorina cosa stavi facendo?” chiese Claudia rivolta a Marzia “Noi… beh noi non ci stavamo impegnando come Celeste e Onew ieri sera…” rispose Marzia “Mi spieghi che problemi avete, perché cavolo non fate niente?” “Se non ti fossi fiondata in camera in quel modo, probabilmente adesso il discorso sarebbe diverso!” “Mi dispiace, ma posso avervi interrotto solo oggi. Perché stanotte, due notti fa, non è successo nulla tra voi?” “Non lo so, è come se mi venisse un blocco ogni volta…” “Di che hai paura?” le chiese Celeste “Non lo so… di legarmi… di legarmi e poi di non vederlo più… mi sono innamorata di lui non voglio perderlo!” “SI ma così non risolvi nulla. Cioè goditi il momento se non dovesse andare te ne farai una ragione… L’ha capito perfino quella tonta di Celeste.” “Grazie per la tonta!” “Eh si… a proposito com’è…” “COm’è cosa’” “Beh lui, come se la cava?” “Claudia vuoi farti i fattacci tuoi, sei invadente!” “Eddaiiii!” “Dai su Celeste, diccelo!” fece Marzia “Mmm su una scala da 1 a 10… un bell’undici!” rispose Celeste “Esagerata!” tuonò Claudia “giuro… mai stato così bello…” “hai capito la signorina qui…” I giorni che seguirono videro una Roma luminosa, calda e accogliente. I ragazzi si riunirono più volte, e spesso si ritrovarono ad accompagnare le loro amiche all’università per le lezioni. Suscitavano scalpore e invidia quei cinque attorniati dalle ragazze più carine della facoltà, ma tutti capirono in seguito di non avere speranze, perché ormai quelle ragazze erano prese dagli occhi a mandorla e non da loro. Quello a cui proprio non andava giù era Luca. Un giorno rischiò una rissa con Taemin… rissa che per fortuna non andò in porto perché il buon senso di Minho riuscì ad evitarla. Onew e Celeste erano più uniti che mai, sia mentalmente che fisicamente. Key e Elettra avevano stretto una bellissima amicizia, anche se a lei il ruolo di amica iniziava a stare stretto. Si era resa conto che quel ragazzo le piaceva e ora che i giorni si assottigliavano capiva quanto avrebbe voluto essere di più che una semplice amica. Tae e Marzia diventano ogni giorno più innamorati ma non riuscivano a superare quel muro invisibile che li separava. Dopo quella mattina in cui c’erano quasi riusciti non avevano più provato a completare quella loro unione, avevano troppa paura di quello che sarebbe potuto succedere dopo. Nel frattempo diventava sempre più evidente l’interesse di Jjong per Claudia. Letizia lo percepiva giorno per giorno e giorno per giorno ne soffriva senza darlo a vedere. Quando mancavano due giorni alla loro partenza, Jjong decise che era il momento di scoprirsi. Quella sera di fine giugno prese Claudia da parte. “Non so se te ne sei accorta ma mi piaci da morire… E non credo di esserti indifferente. Dimmi perché mi eviti!” le chiese Claudia, presa alla sprovvista non riuscì a inventarsi una scusa convincente “Dai Jjong, per favore, non fare domande stupide.” Rispose “Dimmi che non ti piaccio e me ne vado subito!” In realtà Jjong a Claudia piaceva, ma era più che altro un piacere fisico. Non provava alcun tipo di sentimento, per lei quel ragazzo sarebbe stato una semplice avventura di qualche giorno. Avrebbe potuto prenderselo come e quando voleva. Ma anche una cinica come lei aveva un cuore e nel suo cuore sapeva che non poteva fare quel torto a Letizia. Letizia a Jjong teneva tanto… non poteva ferirla solo per passarci qualche notte insieme. Jjong si avvicinò all’improvviso e le stampò un bacio sulle labbra. “Smettila!” disse anche se avrebbe voluto dire tutt’altro, perché voleva tutt’altro “Ma perché? Lo so che vuoi le stesse cose che voglio io!” disse lui “Invece ti sbagli. Io…” “tu cosa’” “Io sono impegnata con un’altra persona, e ora scusami ma devo andare!” detta l’ennesima bugia si allontanò con i brividi addosso. Quando arrivò dagli altri notò che Letizia che la fissava sconvolta. Si avvicinò a lei e le accarezzò i capelli “Sii più spigliata tesoro, o non capirà mai quanto ci tieni a lui.” Le sussurrò all’orecchio E in quell’istante stesso Letizia capì che non solo Claudia era un’amica ma che non avrebbe mai sfiorato con un dito Jjong perché a lei Claudia voleva davvero troppo bene. Jjong raggiunse gli altri con aria ferita. Nessuna lo aveva mai rifiutato. Ma soprattutto non riusciva a spiegarsi come mai Claudia, che palesemente voleva le stesse cose che voleva lui, lo avesse allontanato. “Bah, donne…” disse con aria rassegnata. La malinconia quella penultima sera regnava nell’aria. Taemin la lesse negli occhi di Marzia mentre tornavano a casa. SI erano avvantaggiati sugli altri per parlare un po’. “Cosa c’è?” le chiese Perché sei triste?” “Beh… nulla di che!” rispose lei poco convinta “Forza… non sai dire le bugie.” La teneva per mano dolcemente e la guardava negli occhi “Tae sono triste perché tra due giorni andrai via e non so cosa ne sarà di noi!” “Marzia questa nostra storia andrà avanti… ne sono sicuro. Poi vedremo come, ma andrà avanti, non ho intenzione di lasciarti!” “La distanza ci separerà!” disse lei iniziando a piangere “NO invece, ci amiamo troppo, non succederà. Guardami!” disse prendendole il viso tra le mani “Non accadrà nulla di sbagliato, ce la faremo. Io parlerò con i miei e poi vedremo come fare. Tu pensa a finire l’università poi una soluzione la troviamo!” “Queste sono solo le parole di un ragazzo di 21 anni che tra una decina di giorni cambierà idea.” Un fulmine illuminò il cielo nello stesso momento in cui Taemin si sentì ferito a morte. “Pensi questo di me?” le chiese deluso “Non posso fare a meno di pensarlo…” rispose lei “Beh, allora forse è meglio finirla qui.” “Meglio… così mi risparmierò di vedermi mollata a distanza.” Taemin la guardò intristito. Poi senza dire una parola si voltò e si avviò verso la sua casa. Iniziò a piovere incessantemente. Marzia tornò a casa e ripercorse mentalmente le tappe di quella strana storia. Piangeva, non si rassegnava all’idea di non vederlo più. Pensava che Onew e Celeste erano insieme felici nell’altra stanza senza troppi pensieri, mentre Minho, Key, Jjong, Elettra e Letizia in giro chissà dove a ridere e scherzare. Lei era lì a piangere e chissà Taemin cosa stava facendo. Cosa pensava. Passarono minuti che sembrarono anni. Poi decise che non ce la faceva a lasciare finire tutto in quel modo. Uscì di casa correndo come una matta. Quando finalmente arrivò a destinazione si attaccò con il dito al campanello. La porta si aprì e sulla soglia comparve Taemin con gli occhi rossi. Forse aveva pianto anche lui. Quando la vide rimase senza fiato. Non ci fu bisogno di parlare. La lasciò entrare la abbracciò per ripararla dal freddo, cercò di asciugarla. Era fradicia. Poi iniziarono a baciarsi con talmente tanta passione che persero l’equilibrio. Caddero a terra ma non sentirono dolore. I vestiti scivolarono via senza esitazioni. Si guardarono negli occhi a lungo. Ripresero a baciarsi. Sentivano il calore reciproco, il battito del cuore l’uno dell’altro. Erano stesi lì, lui sopra di lei, uniti da un momento magico che avevano aspettato da tempo. Nell’istante stesso in cui capirono che quell’amore avrebbe superato tutto, scavalcarono quel muro che li divideva. Taemin non lo aveva mai fatto in quel modo, dolce e pieno di passione insieme. Del resto Marzia non ricordava di essersi sentita mai così tanto amata. Durò un tempo che parve infinito. Prima era dolce, poi più intenso, poi di nuovo dolce. Quel momento fu mille cose insieme. Si ritrovarono abbracciati come ogni notte, ma quella notte aveva qualcosa di speciale. In quella notte l’uno era diventato dell’altra. Non fu solo fisico, fu mente, cuore, fu tutto. Mentre erano stesi abbracciati, Taemin la guardò intensamente. “Marzia!” disse Lei sorrise “Dimmi!” “Io… io non avevo mai provato tutte queste emozioni, per me era sempre e solo stata una cosa fisica! Io sento di stare quasi per svenire ho il cuore a mille, e… tu sei bellissima e io non…” Marzia gli diede un bacio… un bacio lungo e dolce. “Io stavo pensando una cosa!” disse Taemin cercando di riprendersi “Cioè”’ chiese lei sorridendogli “Io credo che noi due dovremmo fare sul serio cioè… io credo che tu dovresti venire a Seoul per conoscere la mia famiglia!” Quelle parole la lasciarono stupefatta “Dici sul serio?” chiese stupita “Io non ho intenzione di perderti… voglio che tu faccia parte della mia vita! Io voglio che tu ed io rimaniamo insieme… e credo sia arrivato il momento che anche le nostre famiglie lo sappiano così che si abituino all’idea. Venite a Seoul…” “Venire chi?” chiese Marzia “Tu e i tuoi… io credo che sia arrivato il momento di far sapere loro che ci amiamo! Non ti piace questa cosa?” Ovvio che le piaceva quello che Taemin le stava dicendo. Era emozionatissima. L’unico problema era che per quanto la sua famiglia fosse di larghe vedute, mentalmente aperta, non sapeva in che modo genitori, fratelli e soprattutto nonni avrebbero preso la cosa. “Ho detto qualcosa che non va?” chiese Taemin “No, anzi… io sono d’accordo… li chiamerò domani stesso. Non posso crederci… cioè io e te…” “Io e te ci siamo appena fidanzati, si!” Risero entrambi e poi visto che ormai avevano scavalcato il muro, lo fecero di nuovo. Questa volta finalmente distesi su di un materasso Quando quella sera gli altri rientrarono, Minho capì che avrebbe dormito di nuovo da solo. Sospirò e poi si buttò sul letto pensando che era l’unico a cui quella vacanza non aveva portato nulla. In realtà Minho si sbagliava. Poco distante da loro, Claudia, guardava quella foto che aveva sul cellulare. Era lei, bella come sempre, sorridente, proprio accanto al ragazzo dei suoi sogni. Se aveva rifiutato Jjong, pur essendo lui un ragazzo adatto a lei, adatto a ciò che lei voleva, lo aveva fatto soprattutto per Letizia ma non solo. Riguardò la foto. Si lei e Minho avrebbero potuto formare proprio una bella coppia. Peccato che il tempo a disposizione fosse quasi scaduto.

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Capitolo 10
*** MAMMA, PAPA', IL MIO FIDANZATO E' COREANO! ***


Quell’ultima manciata di ore che separava i ragazzi dal ritorno a Seoul volò via più velocemente del previsto. E arrivò il momento dei saluti. Nessuno la stava prendendo bene. Erano bastate solo tre settimane per farli legare, a chi in amore, a chi in amicizia. “Sai che non è il capolinea questo!” disse Onew a Celeste, che piangeva come una fontana “Promesso?” “Stra promesso, parlerò ai miei della mia intenzione di venire a lavorare qui. Del resto non c’è posto migliore dell’Italia per chi come me vuole fare l’architetto.” “E se non dovessero essere d’accordo?” “Celeste io appartengo a quella categoria di persone che nel bene o nel male persegue sempre i suoi obiettivi e li raggiunge. Non erano d’accordo che facessi l’università, l’ho fatta, mi sono laureato e ho smentito tutti i loro dubbi. Sarà lo stesso anche con la nostra storia. Io ho 24 anni, avrò un lavoro di qui a poco quasi sicuramente, e tu stai per finire l’università. Possiamo iniziare a progettare qualcosa di serio. Non mi arrenderò” “Mi mancherai!” “E’ questione di qualche mese. Poi prenderò il primo volo e tornerò qui!” “Ma Taemin come farà senza di te?” “Non penso che Tae metterà radici a Seoul. Mi ha detto che anche lui e Marzia hanno intenzioni serie, ma ancora non mi ha spiegato bene i suoi piani. DI sicuro partirà e tornerà qui, anche perché il suo corso di studi universitari è di gran lunga più breve, sta facendo un’accademia per artisti e tra poco avrà terminato. Magari scampa anche il servizio militare, anche se non so se papà ne sarà felice.” “Servizio militare?” “SI da noi è obbligatorio.” “Dovrai farlo anche tu!” “Beh, ho fatto l’università e mi hanno graziato, ma nulla toglie che possano richiamarmi!” “Spero non lo facciano!” “Ma dai, su, tornerò da te prima di quello che pensi!” e dopo averle asciugato le lacrime la abbracciò forte. “Allora signorina ti spedirò il tuo bellissimo abito floreale… ho appuntato l’indirizzo, tra qualche giorno ti mando le foto dei primi momenti di vita del vestito!” disse Key a Elettra “Uau, attendo con ansia!” disse lei fingendosi allegra, in realtà stava malissimo, non riusciva ad accettare il fatto che di lì a poco non lo avrebbe più rivisto. Jjong corse da Claudia, ma lei appena lo vide iniziò ad allontanarsi. “Aspetta dove vai?” le urlò Lei non rispose. Nella fretta di fuggire da lui urtò senza volerlo qualcuno. “Perché corri a testa bassa?” le chiese Minho “Scusami, spero di non averti fatto male!” disse Claudia “Non mi hai fatto niente, tranquilla. Tutto bene?” “AH… si!” invece no. Claudia aveva capito troppo tardi di essersi presa una bella cotta per Minho. E ora si dava della stupida per non aver provato almeno a farglielo capire. “Ok, dai allora salutiamoci. E’ stato un piacere conoscervi, tutte.” Disse Minho sorridendo “già anche per me!” rispose lei Lui si avvicinò e le stampò due baci sulle guance in segno di saluto. E a lei iniziò a battere il cuore a mille. Jjong stava aspettando che Claudia la smettesse di parlare con Minho quando Letizia gli si avvicinò. “Ciao!” gli disse “Ehilà, signorina, dove eri finita? Pensavo non venissi a salutare!” fece quello “No ero a scuola, ho finito ora!” “Bene, appena in tempo. Pensa qualche minuto di più e non ci saremmo nemmeno salutati! Dai vieni qui, fatti abbracciare.” Letizia si avvicinò un po’ incerta, Jjong la abbracciò forte e lei pensò che era più un abbraccio tra un fratello e una sorella, piuttosto che quello tra due innamorati. Ma se lo fece bastare. “Non ho ancora detto agli altri che verrai da noi in Corea!” disse Taemin guardando Marzia “Hai fatto bene, meglio avere notizie certe prima di dare falsi allarmi!” rispose lei “Spero davvero che verrai a Seoul, altrimenti sarò costretto a venirti a riprendere.” “Ci proverò… i miei sono un po’ all’antica sai, per loro dovrebbe essere l’uomo ad andare dalla donna e non viceversa.” “Io lo farei pure, ma loro non si spostano. Sono fatti così, non hanno mai messo il becco fuori dalla Corea. Posso provare a convincerli, ma al massimo rimanderanno me in Italia, senza di loro. Magari con i tuoi funziona. Oh se poi nemmeno loro accettano, prendo il primo volo per Roma, troviamo una casa e andiamo a vivere insieme, e al diavolo le tradizioni. Io voglio stare con te.” “Appoggio in pieno il tuo programma. Non darti alla latitanza una volta a Seoul però!” “Marzia, quando fai così mi fai arrabbiare. Ma perché non ti fidi. Sono successe delle cose importanti tra noi, due giorni fa abbiamo fatto l’amore, ti pare che sparisco nel nulla solo perché c’è un po’ di distanza!” “Chiamala poca!” pensò Marzia Però Taemin aveva ragione. Anche se avevano avuto poco tempo quel legame era diventato stretto, erano successo talmente tante cose che era impensabile far finire quella storia solo perché abitavano a milioni di chilometri di distanza. “Mister Taemin mi mancherai un sacco!” disse poi “Anche tu, fai presto a raggiungermi… davvero non riesco più a stare senza di te.” “Posso interrompervi?” Minho comparve dietro di loro “Certo che puoi!” fece Taemin “Marzia volevo salutarti, sei l’unica che manca all’appello!” disse cercando di nascondere ancora quello che provava per lei. Marzia sorrise, pensando che quel ragazzo era davvero troppo carino e gentile per essere rifiutato. Ma al cuore non si comanda e il suo cuore aveva scelto Taemin. SI abbracciarono da amici, non sapendo che un giorno non molto lontano quell’amicizia sarebbe diventata così grande da salvare molte cose importanti. “Stammi bene, Minho!” disse lei “Lo stesso vale per te!” disse lui Quando Minho se ne fu andato, Jjong richiamò i ragazzi. Era ora di andare. Taemin e Marzia si abbracciarono così forte da levarsi il respiro. SI baciarono fino a che Jjong non lo richiamò. Allora Tae si staccò a fatica “Promettimi che verrai!” le disse “Tae sarò lì da te a qualunque costo!” rispose Marzia cercando di trattenere le lacrime. Poi lui raggiunse gli altri. E così Marzia, Celeste, Claudia, Elettra e Letizia li videro allontanarsi. Tutti e cinque così come erano arrivati stavano per tornare alle loro vite. Taemin e Onew si voltarono più volte, per guardare l’amore che stavano lasciando, forse per poco forse per molto tempo. Poi le cinque figure che si vedevano nitidamente divennero sagome confuse, lontane. Fino a che non li persero di vista tra la folla dell’aeroporto. 2 settimane dopo…. “Ti sei fidanzata e ce lo dici solo ora?” urlò Claudia come un’invasata Quella mattina di metà Luglio Marzia si era decisa a dire alle ragazze come stavano le cose tra lei e Taemin. “Dovresti essere felice per lei invece di arrabbiarti!” disse Celeste che quella mattina aveva una strana cera “Guarda sono felice per te!” fu il commento di Elettra “Anche io!” disse Letizia che aveva finalmente finito la scuola per quel quadrimestre “Ragazze volevo essere sicura prima di parlarvene. Sinceramente pensavo che questa storia con Taemin finisse dopo un giorno che ci eravamo separati. Lui è bello, simpatico e con il mestiere che fa chissà quante ne incontra!” si giustificò Marzia “Ma se non ha occhi che per te!” disse Elettra “Più che occhi orecchie e skype!” commentò Celeste, poi scappò di volata in bagno “Ha problemi di stomaco?” chiese Claudia stranita “Non credo, ieri sera abbiamo mangiato un’insalata e stamattina nemmeno abbiamo fatto colazione..” rispose Marzia “Comunque torniamo al fatto principale!” disse Claudia “A parte chattare su skype con tutti i problemi di fuso orario che comporta e sentirvi al telefono, che altro genere di programmi avete? Non potete tirare avanti così. Cioè Celeste e Onew hanno un piano, lui verrà qui il prima possibile, ma voi due come siete messi?” “Ragazze… io vado a Seoul!” disse Marzia tutto d’un fiato “Dove vai?” chiese Elettra spalancando gli occhi “SI, e non da sola…” “E con chi?” “Tae vuole presentare i miei genitori ai suoi….” “Oddio, ma allora è una cosa davvero seria!” disse Letizia battendo le mani “Credo si!” disse Marzia felice “ per tutti gli dei dell’Olimpo ma è magnifico!” urlò Claudia “Così la smetterete di farlo via skype!” Tutte e tre la guardarono “Fare cosa?” chiese Letizia “Niente, vai a vedere come sta Celeste!” le disse Claudia spingendola verso il bagno “Ma io…” “Vai!” le disse Elettra Letizia obbedì e le lascio sole. “Claudia ma sei stupida?” disse Marzia “No, penso che in qualche modo dovrete pure sfogarvi e considerato che qui non avete fatto niente, magari state recuperando in altro modo…” “Ti sbagli, su entrambe le cose.” “Cioè?” Chiese Elettra “Io e Taemin, diciamo che abbiamo risolto quel problema…” “Cioè lo avete fatto?” “SI!” “E quando?” “Perché non ce lo hai detto?” “State buone, cosa volevate che mettessi un annuncio in mezzo alla strada, su un cartellone pubblicitario!” “Dai, ma così non ci hai detto il meglio!” si lamentò Claudia “Sei sempre la solita.” “Dai, dicci come è stato!” “Sono fatti miei.” “Allora vuol dire che è stato un fiasco!” “Niente affatto!” “Vogliamo i dettagli!” “Manco morta!” “Dai, il bimbo come se la cava?” “Il bimbo ha 21 anni!” disse Marzia seccata “Eddai che scherzo… dai Marzia…” “Ok, fatevi bastare questo: nella stessa sera 4 volte…” “EEeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh!” fece Elettra “Principiante… io una volta sono arrivata a 6!” disse Claudia “Cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa?” a parlare era stata di nuovo Elettra “Ma avete le pile iper cariche?” “No, se uno ti piace ti fa questo effetto!” disse Marzia “Hai capito il buon Taemin come se la cava bene!” disse Claudia battendo sulle spalle Marzia “Visto?” fece lei strizzando l’occhio “Ragazze torniamo serie!” disse Elettra “I tuoi lo sanno tutto questo?” “Cioè che sc…” “Non usare quel termine Claudia!” “Intendevo dire che dovete partire per Seoul a conoscere i suoi!” “Ehm, ancora no!” “E quando hai intenzione di dirglielo!” “Non appena sarò a casa per le vacanze…” “Cioè tra 20 giorni?” “E’ troppo tardi?” “E’ mostruosamente tardi! Prendi il telefono e diglielo ora!” “Oh mio Dio Claudia co sta mania dei telefoni!” “L’ultima volta ha portato bene, chiamali!” “Non hai capito che i miei non sono del tutto normali in queste cose. Già si ansiogenano se tardi di cinque minuti con la telefonata delle 8 di sera, figurati se gli dico che sto con un Coreano e che dobbiamo andare a Seoul a conoscere la sua famiglia!” “Ragazze scusate l’interruzione, ma mi sa che abbiamo un problema!” disse Letizia riemergendo dal bagno dove Celeste si era chiusa venti minuti prima “Non ora. Sta per chiamare i suoi e dirle di Seoul e di Taemin. DI a Celeste di pazientare le daremo udienza tra un minuto!” disse Claudia Taemin si tirò su la serranda e si affacciò alla finestra. Ormai era buio. Qualche ora ancora e avrebbe potuto chiamarla. Le mancava terribilmente, le mancavano il sorriso, gli occhi, i baci, quei momenti speciali. Fuori pioveva appena, quella serata gli ricordava la prima volta che l’avevano fatto, anche quella sera pioveva, un po’ più forte ma pioveva. Quella storia era nata in un lampo. Ripercorse mentalmente tutte le tappe: dal giorno in cui si erano incontrati in quella piazza, alla bancarella dei libri e si erano guardati come se si conoscessero da sempre, a quando si erano dati il primo bacio, alla morsa allo stomaco che aveva quando lei era uscita con Minho, al litigio con il suo migliore amico, ai loro di litigi e poi a quel momento in cui erano diventati una cosa sola… Quelle due settimane erano volate, e lui non aveva smesso di pensarla nemmeno per un secondo. Teneva la foto che si erano fatti un caldo pomeriggio di Giugno in quel quartiere incantato “Come si chiama qui?” le aveva chiesto curioso “Siamo nel quartiere Coppede’!” gli aveva risposto lei “Coccodè?” “No Tae, Coppede’ non Coccodè!” E avevano riso per ore, prima di decidere di immortalare quel momento in una foto. Loro due seduti su quella fontana, in quel paesaggio incantato mentre il sole tramontava. “Posso entrare?” chiese Jinki “Eih, entra pure!” rispose Taemin come risvegliandosi da un sogno “Cosa ci fai affacciato alla finestra?” “Niente guardo il paesaggio!” “Ma hai quelle case davanti da una vita, e ti metti a fissarle ora!” “Già… pensavo… sarebbe bello portarla sulla Torre!” “Portare chi?” “Marzia!” “Ma Marzia non è qui a Seoul!” “Lo so.” “E allora come fai a portarla sulla Torre?” “Quando verrà qui ce la porterò!” “Venire qui? Cosa stai dicendo?” “Jinki, sai meglio di me che non è possibile stare lontano dalla persona che ami. Stiamo vivendo la stessa cosa, solo che tu hai una scusa buona per mollare tutto e andare via, e sai che mamma e papà non si opporranno. Io sono il più piccolo di casa, ancora devo finire l’accademia, senza contare che papà non è al massimo della felicità dato che suo figlio fa il ballerino e non gestisce l’azienda di famiglia, in più da un momento all’altro potrebbe arrivare la cartolina precetto … non ho molte chance almeno per ora di raggiungerla… a meno che non mi fidanzo con lei seriamente e secondo tradizione e…” “E vi sposate.” “Esatto. Lì le cose potrebbero cambiare. Mamma e papà dovrebbero lasciarmi partire per forza. Per te andare via è più facile. Lo faresti per lavoro. Ma ti immagini se dico a papà che parto perché ho conosciuto una ragazza italiana? Mi uccide! Già ce l’ha con me per la storia dell’accademia, figurati se gli faccio una proposta del genere!” “Lei è al corrente di questi tuoi progetti?” “Più o meno!” “Cioè?” “E’ d’accordo a ufficializzare la nostra storia, ma ancora non abbiamo parlato di matrimonio!” “Dio, Taemin, hai solo 21 anni… sei un ragazzino!” “Se serve a non tenermi lontano da lei, sono disposto a bruciare tutte le tappe!” “Sei sicuro di quello che stai facendo?” “Sicurissimo!” “Devi amarla molto allora!” “Si Jinki…” “Beh, che dire Tae… benvenuto nel mondo degli adulti!” “Key, cosa ci fai ancora a lavoro a quest’ora?” chiese lo stilista entrando nella stanza dove il ragazzo lavorava “Sto finendo un lavoro…” rispose quello senza smettere di cucire “Ma è tardi… e poi quando mai ti abbiamo fatto cucire? Devi solo disegnare, non fare gli extra!” “Si ma questo è un vestito speciale, devo finirlo al più presto!” “Posso vedere la bozza?” “Certo!” Lo stilista osservò il foglio su cui Jun aveva disegnato il vestito “E’ meraviglioso, Key … è per la tua fidanzata?” “Eh… no signore… è per un’amica!” “Beh… fossi in te lo regalerei alla fidanzata… è troppo bello e perfetto per essere solo l’abito di un’amica. E ora vai a casa, terminerai domani!” Quando il suo capo si allontanò, Key prese il foglio e lo osservò. Aveva fatto proprio un bel lavoro… Poi pensò alle parole dello stilista. Che fosse il caso di regalarlo ad Amina, la sua ragazza? Forse si… o forse doveva mandarlo alla persona per cui quell’abito era stato ideato. Spense le luci ed uscì dal locale dove lavorava sperando che la notte gli portasse consiglio. Non sapeva che da quella sera per lui sarebbe iniziato il periodo dei dilemmi. “Michele sta squillando il telefono!” urlò Eleonora a suo marito “Cara, mi sto facendo la barba, puoi rispondere tu?” disse l’uomo spuntando con la faccia piena di schiuma “Non posso sto friggendo le melanzane!” “Mamma, per carità prendi la telefonata, prima che stacchino. Potrebbe essere Marzia.” Una donna sulla settantina si avviò a passo spedito verso il telefono e sollevò il ricevitore “Pronto!” urlò “nonna!” “Gioia di nonna!” tuonò “Nonna non urlare!” “Eleonora, Michele, Marzia è!” urlò la donna Subito i due si precipitarono al telefono “Passamela, come mai ha chiamato a quest’ora, è successo qualcosa?” disse Eleonora strappando il ricevitore di mano alla suocera “No facci parlare me, magari ha bisogno del padre!” fece Michele strappando a sua volta il ricevitore dalle mani della moglie “Amore di papà, è successa qualcosa?” “No papà, va tutto bene!” disse Marzia agitata “E meno male, ci siamo stupiti che tu abbia chiamato a quest’ora!” “No, no era per darvi un’informazione!” “Che tipo di informazione tesoro?” “Ehm…” “Marzia, papà non ti sente più, puoi urlare un poco’” “Papà non mi senti perché ancora non ho parlato!” “Ma insomma che è successo?” chiese Eleonora esasperata “Dice che deve dirci una cosa!” “Gesù mio, si sarà fatta male?” chiese la nonna agitata “Tranquilla mamma, sta bene…” “papà sei ancora lì?” “Si, tesoro, allora?” “Ascolta… in questi giorni sono successe un po’ di cose… Ho conosciuto un ragazzo e…” “Marzia stai studiando o ti vai perdendo appresso agli uomini?” “Papà lasciami finire.!” “Dimmi!” “Dicevo… ecco… mi sono fidanzata!” “Cosa?” “Che è successo Michele?” chiese Eleonora strattonandolo “Aspetta, maledizione…” “Papà?” “SI non dicevo a te, ma a tua madre che mi sta addosso come una faina! Chi è questo giovane, è calabrese come te?” “No papà!” “E’ del nord? Di dove è? Fa l’università con te!” “No papà, è Coreano!” disse Marzia chiudendo gli occhi pronta alla reazione dei genitori. Pregò che per le urla la Calabria non si staccasse dal resto dell’Italia andandosene alla deriva per il mar Mediterraneo. “Cosa? Amore scandisci meglio le parole, papà non ha capito bene… Mi pare di aver sentito Coreano!” “Papà hai capito benissimo… il mio fidanzato è coreano e vuole conoscervi, cioè dovete venire con me a Seoul a conoscere la sua famiglia!” Michele rimase paralizzato. Il ricevitore gli cadde di mano. “Michele tutto bene?” gli chiese sua moglie, mentre dal telefono usciva la voce di Marzia “papà, papà ci sei?” “Michele?” “Eleonora, nostra figlia si è fidanzata con un Coreano!” disse quello ancora sotto shock. Marzia chiuse la telefonata. “Allora?” chiese Claudia “Allora mio padre deve essere svenuto, ha smesso di rispondermi!” “Hai intenzione di richiamare?” “Vorrei e…” “Ragazze venite, per favore!” disse Letizia uscendo di nuovo dal bagno “Ma si può sapere che diavolo succede?” chiese Elettra raggiungendola, seguita a ruota dalle altre Trovarono Celeste seduta sulla tavoletta abbassata del water, gialla in viso. “Ha vomitato tre volte in mezz’ora!” disse Letizia “Tesoro stai bene?” le chiese Marzia accarezzandole il viso “Non credo…” rispose lei devastata “Vuoi che andiamo dal medico, magari hai mangiato qualcosa di avariato e…” “Ragazze ho un ritardo…” disse Celeste “Un ritardo di cosa?” le chiese Claudia “Del ciclo, di cosa!” disse Letizia “Cavolo!” commentò Elettra “Comunque stai tranquilla, non vuol dire niente, sarà stress e…” “Ho appena fatto il test. Credo proprio di essere incinta!” disse scoppiando quasi in lacrime.

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Capitolo 11
*** RAZIONALIZZANDO ***


“Tu sei cosa?” chiese Marzia totalmente scioccata. “Celeste, scusami, ma come è possibile?” domandò Claudia “Già, se uno ci sta attento queste cose si evitano!” aggiunse Elettra “Il problema è se loro ci sono stati attenti!” disse Marzia sospettosa “Perché voi siete stati attenti, vero?” “Ma certo che lo sono stati, stiamo parlando di Celeste, mica di una svampita qualsiasi!” disse Claudia “Celeste, perché non rispondi?” La ragazza le fissava tutte con aria colpevole “Celeste avete usato tutte le precauzioni, vero?” chiese Marzia iniziando a incavolarsi “In realtà no!” rispose lei angosciata “Ma sei scema o cosa? Dimmi ti sei bevuta il cervello?” Marzia ora stava urlando “Hai ragione, ma presa dal momento non ci ho pensato e…” “Da quale dei tanti momenti? Perché non deve essere successo una volta sola!” Le altre non proferivano parola, quando Marzia si arrabbiava (e accadeva raramente) nessuno voleva mettersi contro di lei. “Ok, ho sbagliato ma ora che devo fare?” “Non lo so che devi fare ,Celeste!” Celeste era la sua migliore amica. Avevano iniziato l’università insieme, vivevano insieme, condividevano i momenti belli e quelli brutti da quasi cinque anni e per Marzia era una situazione difficile quella che si stava palesando in quel momento, difficile quasi quanto lo era per lei. “Ragazze, manteniamo la calma!” intervenne Claudia, che era quella dotata di più razionalità “Spiegami, quanta affidabilità hanno questi test?” “Abbastanza alta!” rispose Celeste “Ma ci vuole comunque la visita e il parere di un medico per avere la certezza scientifica, no?” “Si, credo di si.” “Perfetto, prenoto subito una visita al centro di educazione demografica, sperando che non te la fissino troppo in là e…” “No aspetta ho paura!” “Hai paura?” ricominciò Marzia “Tu devi farti controllare, non puoi nascondere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi!” “Marzia ha ragione!” intervenne Elettra “Non puoi far finta di niente!” “Dio mio che casino!” e iniziò a piangere “Dai non piangere, magari quel test è sbagliatO!” disse Letizia per consolarla “Quei test sbagliano raramente, cavolo Celeste io certe cose da te non me le aspetto!” disse Marzia “La pianti di rompere, cavolo!” sbottò poi Celeste singhiozzando. Sapeva che la reazione di Marzia era giustificata dal fatto che le volesse un gran bene, però in quel modo non la aiutava affatto. “Ragazze cerchiamo di razionalizzare!” disse Claudia “Piantala co sta litania del razionalizzare!” disse Elettra “Sto solo dicendo che è il caso di non impanicarsi!” “Come cavolo faccio a non impanicarmi, aspetto un bambino!” urlò Celeste isterica “Dio mi salvi!” disse Claudia mettendosi le mani nei capelli “Nostra figlia cosa?” chiese Eleonora a suo marito che ancora non si era mosso dalla posizione in cui era rimasto subito dopo la telefonata della figlia “Nostra figlia sta con un ragazzo della Corea!” ripetè Michele come sotto ipnosi “Sei sicuro di aver capito bene?” domandò Eleonora iniziando a preoccuparsi “Ha detto: papà io sono fidanzata con un Coreano!” “Oh Signore!” “Chi è stu coreano?” chiese la nonna che non stava capendo niente “Mamma, tua nipote è fidanzata con un ragazzo di un altro continente!” disse Michele girandosi verso la madre e portandosi le mani ai capelli “E di quale parte del mondo è?” “Dell’Asia.” “Ooooh, ma che c’ha gli occhi a mandorla?’” “Si!” “Oooh e i figli come escono?” “Leandra non lo sappiamo, ma spero non sia un problema da affrotare ora!” disse Eleonora “Spero di non essere sul punto di diventare nonno!” “Michele, per carità non pensarlo neanche, non ha ancora compiuto 24 anni e a ottobre si deve laureare! Cos’altro ti ha detto, prima che ti venisse un paresi facciale?” “ha parlato di andare a Seoul a conoscere la famiglia!” “Ma si è bruciata il cervello del tutto?” “Temo di si!” “Comunque stiamo sereni, sarà solo una delle sue solite fisime destinate a lasciare il tempo che trovano!” “Eppure sta volta mi sa che si è seriamente incaponita. Mi sembrava convinta!” “Ma ti pare che mezza famiglia si deve spostare per andare dall’altra parte del mondo a conoscere chi, poi, il primo sconosciuto che spaccia per il suo fidanzato?’” “Occhi a mandorla, occhi a mandorla, occhi a mandorla!” la nonna iniziò a ripetere questa litania girovagando per la casa, tirandosi schiaffi in testa come in preda ad un attacco di pazzia. “Mamma, si può sapere cosa diavolo stai facendo?” chiese Michele “Occhi a mandorla, occhi a mandorla!” continuò a ripetere la nonna in quello strano giro giro tondo “Ma che succede qui?” disse una voce di donna “Aurora!” disse Eleonora guardando la figlia maggiore che era appena entrata nella sala da pranzo “Perché la nonna si picchia sulla testa?” chiese la ragazza sconvolta “Giorno a tutti!” disse Mauro, il secondogenito raggiungendo la sorella “Cosa cavolo è questo odore di fritto alle dieci del mattino e soprattutto perché la nonna gira per la stanza tirandosi pugni in testa?” “Oh, sono cose passeggere!” disse Eleonora tentando di calmare le acque “Ma stamattina avete tutti battuto la testa?” domandò Aurora “Tua sorella sta con un Coreano!” disse Michele tutto d’un fiato “Occhi a mandorlaaaaaaa!” urlò la nonna iniziando a picchiarsi in testa più forte “Prego?” fece Mauro “Tua sorella si è fidanzata con un ragazzo della Corea del Sud e pretende che andiamo tutti lì a conoscere la sua famiglia!” “ahahhahaha! Scherzate vero?” chiese Mauro “No, temo che Marzia si sia convinta seriamente. Aveva un tono molto fermo al telefono!” “Ma via papà, sarà solo una delle sue solite fissazioni!” “Non si poteva fissare con uno del Paese suo?” chiese la nonna momentaneamente rinsavita “Ma che ne so io, ma che ne so… e tu perché cavolo non dici niente?” chiese Michele rivolto a Eleonora “Non capisco cosa ci sia di così tragico. Si è innamorata di un Coreano. Poteva innamorarsi di un Uruguayano, di un Indiano, di un Americano, di un Europeo, ha scelto un asiatico, qual è il problema?” rispose Eleonora “Il problema è che tua sorella è strana…” sbottò sua madre “Mamma non è che perché è italiana deve per forza sposare un italiano!” “Ma gli asiatici sono popoli particolari, hanno altre culture, altri usi…” “Mamma ok, va bene quello che dici, ma se lei ha deciso questo, dovremmo appoggiarla.” “Non possiamo assecondare questa pazzia, bisogna cercare di farla ragionare. Non si può prendere e partire per l’altro capo del mondo così” “Ma le avete chiesto a che stadio sono con questo ragazzo?” domandò Mauro “Tuo padre è entrato così nel panico che non le ha domandato nemmeno come si chiamava!” “Ecco… bravi… fatevi prendere dal panico. Ma razionalizzate: se lei è felice, se questo ragazzo le vuole bene, il problema dov’è?” chiese Aurora “Il problema è che non si possono fare colpi di testa a 24 anni… bisognerebbe essere mature per capire quando una cosa si può fare e un’altra no!” “Ma se nemmeno le avete chiesto questo ragazzo chi è, cosa fa… come fate a sapere se la cosa si può fare o no?” I genitori di Marzia tacquero. La figlia maggiore aveva ragione. Non avevano minimamente chiesto alla figlia chi fosse o cosa facesse quel ragazzo. Perché le piacesse. Non le avevano chiesto nemmeno il nome. “Ecco scena muta… bravi. Complimenti. Sapete che vi dico? Se Marzia ci tiene ad andare a Seoul ce l’accompagno io. E ora scusate ma vado a fare le valigie, perché mia sorella ha bisogno di me.” “Due figlie pazze facesti, Michele!” disse la nonna disperata “Mamma, papà!” disse Taemin entrando in cucina “Tae, che ci fai ancora sveglio?” gli chiese sua madre “Io volevo parlarvi!” “Cos’è non ti sei ancora abituato al fuso orario?” domandò il padre ridacchiando. Rideva sempre quando parlava con il più piccolo dei suoi figli. Non ne aveva mai apprezzato le scelte, ma gli faceva comunque, tanta tenerezza “SI, è anche questo…” “Bene, allora vieni qui con noi e dicci tutto!” fece sua madre sorridendo “Posso unirmi anche io?” chiese Onew facendo capolino dalla porta “Ecco un altro che ha problemi con il fuso orario!” disse suo padre “Avanti dottore Lee, vieni anche tu!” “Uau, addirittura dottore.” “Beh, hai questo bel titolo, fammelo utilizzare almeno per chiamarti!” “Siwon non è tornato?” chiese Onew “Tuo fratello è in giro con la fidanzata. Questo pomeriggio sono andati a scegliere i mobili per la casa nuova e credo si siano fermati a cenare fuori. Ora non ho idea di dove sia. Tren Park è una molto esigente, lo avrà costretto a fare il giro del mondo per una caffettiera, suppongo.” “SI sa quando si sposerannO?” domandò ancora Onew “Ah chi lo sa, io spero sempre in un attimo di redenzione di tuo fratello!” “Caro non dire così. Non ricordo che tu abbia fatto queste osservazioni stupide per Lia.” “Sun nostra figlia Lia ha sposato un bravo giovane che non aveva occhi che per lei e soprattutto che non la trattava come uno zerbino!” “E sentiamo per chi avrebbe occhi Park.” “Per tuo figlio Taemin!” Taemin rise insieme a Onew. Inspiegabilmente il signor Lee si era convinto che la promessa sposa di suo figlio Siwon, in realtà fosse invaghita del minore dei suoi figli, Tae, ma che essendo troppa la differenza di età si fosse concentrato sul primo dei maschi. “Ancora con questa storia?” disse la mamma di Taemin “Non me lo toglierò mai dalla testa!” “Ottuso di un vecchiaccio!” E tutti risero. “Mamma ha solo 50 anni perché lo chiami vecchio?” disse Siwon entrando nella stanza “Ah sei tornato figlio mio, pensavamo che l’arpia ti avesse disintegrato! DOv’è ora?” “Papà, tranquillo sto bene, lei è tornata a casa, aveva delle cose da sistemare.” “Ringraziando il cielo, per questa sera non ce la dovremo sorbire.” Mentre SIwon prendeva posto accanto alla madre, il signor Lee tornò a rivolgersi a Taemin “Che mi dovevi dire, Tae?” domandò “Ecco papà…” “In realtà siamo in due a doverti parlare!” disse Onew “Quando voi due fate le stesse cose c’è da preoccuparsi. Allora, chi vuole iniziare?” “Beh papà… Noi…” cominciò Taemin esitante “Diciamo che ora che siamo stati in Italia sono cambiate un po’ di cose.” “Che genere di cose…” “Io… cioè… ho conosciuto una ragazza!” “Oh!” “Lei è italiana, è molto bella e anche tanto intelligente e… beh ci siamo innamorati e io vorrei tanto farvela conoscere.” Silenzio. Il padre di Taemin guardò prima sua moglie, poi Siwon, Onew e infine si rivolse a Tae “Figliolo stai bene?” “Si papà.” “DI cosa vai farneticando? Ragazza italiana? Conoscere?” “Non farnetico, papà. Io mi sono fidanzato con lei e se tutto va bene verrà qui con la sua famiglia per conoscervi!” “Ma è meraviglioso!” disse la signora Lee abbracciando suo figlio. “Tesoro la mamma è tanto felice per te…” “Grazia mamma!” disse Taemin “Quindi questa volta è seria la questione Tae. Non è la tua solita storiella sconclusionata!” “No papà…” “Come si chiama questa ragazza?” “Marzia.” “E quanti anni ha?” “24!” “Tu ne hai 21…” “E quindi? L’età per me non è un problema.” “Sei sicuro di quello che stai facendo, Tae? Una volta che ce la presenti sai che la cosa diventa seria ed è difficile tornare indietro!” “SI, ne sono consapevole!” “Hai fatto le tue valutazioni? Dove vivrete? Come farai con il tuo lavoro?” “SI ci ho pensato e troverò la soluzione che metterà d’accordo tutto e tutti!” “Beh se sei così determinato non vedo impedimenti alla questione… a patto che termini almeno l’ultimo anno di accademia. Non mi va che resti a mani vuote… non hai voluto l’azienda, hai scelto questa carriera sconclusionata del ballerino, e ora termina almeno l’accademia, va bene?” “Ok papà…” “Quando arrivano?” “Ancora non lo so…” “Ci terremo pronti. E ora andiamo a te, Jinki, cosa hai da dire a questo povero padre?” “Papà mi sono fidanzato!” disse Onew secco “Pure tu? Ma che avete?” “Eh si pure io…” “Chi è la fortunata?” chiese la madre allegra “Una ragazza italiana…” “Un’altra?” chiese Siwon stupito Il signor Lee roteò gli occhi. Non era uno di quelli convinti che ognuno dovesse sposare uno delle sue stesse origini, però gli sarebbe piaciuto che almeno uno dei suoi figli avesse avuto un matrimonio normale.” “Come si chiama?” domandò “Celeste!” “E cosa fa?” “Sta per laurearsi… ha la mia stessa età!” “Molto bene. Per te il discorso è diverso, non sei un matto come Tae, hai già il tuo titolo e di qui a poco mi auguro che tu abbia un lavoro. Se vuoi con un po’ di sacrificio io e tua madre possiamo rimettere a nuovo l’appartamento al centro e potete vivere li…” “In realtà papà, io stavo pensando di andare in Italia, cioè di lavorare lì…” I coniugi Lee si guardarono perplessi “Vuoi lasciare Seoul?” domandò la madre “Si, e credo sia anche nelle intenzioni di Taemin.” “E’ vero, Tae?” “Mamma se tutto dovesse andare bene si… però verremmo qui ogni qual volta fosse possibile.” “Sto perdendo due figli contemporaneamente!” “Ma mamma non ci perdi, ci spostiamo solo da un’altra parte!” “Dall’altra parte del mondo!” “Santi numi figli miei, cosa vi prende? Perché volete andarvene via?” domandò il signor Lee “papà nessuno sa la vita dove ci porta, a noi è successo questo… non è perché non ci piace Seoul o perché vogliamo stare lontani da voi… in qualunque luogo andremo voi sarete sempre nei nostri pensieri.” “Quando te ne andrai, Jinki?” “Non appena troverò un lavoro, sto già mandando il mio curriculum in giro” “SIwon…” fece suo padre “SI papà…” “Tu non hai intenzione di partire vero?” “No, tranquillo!” “Bene, almeno due su quattro saranno al mio capezzale quando avrò bisogno!” “Ma smettila papà, noi per voi ci saremo sempre!” disse Taemin La ginecologa osservò i risultati di tutte le analisi e delle ecografie poi si rivolse a Celeste “Signorina lei è incinta, posso confermarlo con assoluta certezza!” disse sorridendo Celeste sbiancò e di fianco a lei anche Marzia cambiò colorito. Quel pomeriggio erano andate tutte di volata dalla dottoressa per sottoporre Celeste ai dovuti controlli. Non ci era voluto molto per capire che il test era veritiero e quell’annuncio della ginecologa era l’ulteriore conferma. “Può dare la notizia al suo fidanzato e tornare qui tra qualche tempo per vedere come vanno le cose!” “si…” fece Celeste deglutendo a fatica. Saldò il conto, ben 150 euro suonati ed uscì scortata da Marzia. Fuori c’erano le altre in attesa. “Allora che ti ha detto?” chiese Claudia “Ragazze è ufficiale, aspetto un bambino!” “O porca miseria!” disse Elettra “Lo dirai a Onew, vero?” disse Letizia “Ma certo, devo solo trovare il momento e il modo per dirglielo.” “Non c’è né un momento né un modo giusto per dire certe cose.” Fece Marzia “Ma razionalizziamo…” “No Celeste, non puoi razionalizzare un cavolo… devi parlare con lui!” disse Claudia Celeste non ci dormì tutta la notte, si girò e si rigirò nel letto. Ma come aveva fatto ad essere così stupida? Così imprudente. Marzia comparve sulla soglia della porta della sua stanza “Stai bene?” le chiese “No, sono nel panico più totale.” “Devi dirlo a Onew, solo in due potete affrontare questa cosa!” “E se poi mi lascia? E se poi si tira indietro?” “Vale la pena tentare no?” “Stammi vicino!” “Non mi muovo da qui né ora né mai!” “Grazie!” Celeste afferrò il telefono e compose il numero di Onew. Alle 5 del pomeriggio a Onew squillò il telefono. Quando lesse il nome di Celeste si preoccupò, considerato che lì doveva essere abbastanza tardi. “Celeste, tesoro, che è successo?” disse rispondendo al telefono “Jinki devo dirti una cosa!” fece lei con voce tremante “Eih, cos’è quella voce, calmati, mi sto preoccupando, va tutto bene?”

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Capitolo 12
*** GOOD MORNING SEOUL ***


Minuti di silenzio che parvero interminabili fecero pensare a Celeste che Onew avesse messo giù la chiamata. “ONew?” chiese Silenzio. “Onew!?” provò a insistere “Un… un…b…bambino?” chiese Onew totalmente in balìa dello shock “SI, un bambino!” “Ma… ma… come è possibile?” “Possibilissimo considerato quello che è successo!” “E cosa… cosa… cosa pensi di fare?” “Tu cosa pensi di fare?” “Io…” Onew era completamente nel panico. In un istante vide la sua vita passargli davanti. Addio serate balorde, addio partite di calcio con gli amici, addio tutto. Lui, un bambino suo, notti sveglio, pannolini, biscotti e biberon. Fu sul punto di svenire. Dall’altro capo del telefono Celeste pregava e sperava che quel ragazzo non la lasciasse in mezzo a una strada. “Onew?” “SI!” “Mi dici che intenzioni hai?” “Io… io davvero non so che dire Celeste!” “Bene, siamo a posto, allora!” “Tu… lo vuoi questo bambino?” “Beh non era nei miei programmi. Volevo laurearmi, trovare un lavoro e… no non era nei miei programmi!” “Nemmeno nei miei!” “Va bene, allora Onew, basta, questo bambino sarà solo una cosa che riguarderà me, pover disgraziata!” Celeste ora stava urlando Onew doveva ancora riprendersi dallo shock, non sapeva come calmarla. “Sai che c’è Onew? Va al diavolo!” disse alla fine Celeste e mise giù. Onew rimase lì, immobile a fissare il telefono, poi andò a stendersi sul letto perché gli tremavano le gambe. Cercò di respirare, ma gli mancava il fiato. Un bambino. Come avrebbe fatto? Cosa avrebbe potuto insegnarli? Non sapeva davvero nulla. Poi pensò a lei. A quanto era dolce, innocente. E pensò ad un futuro con lei. Lui, Celeste e un bambino, il loro bambino. Passarono più di tre ore. In quel lasso di tempo Celeste pianse tutte le sue lacrime, supportata da Marzia. Si sentì persa. Onew si rigirò nel letto in preda ai dubbi. Poi alla fine prese il cellulare e compose il numero di Celeste. Quando il telefono della ragazza squillò lei fu incerta se rispondere o no. “Fatti coraggio!” le disse Marzia Dopo tre squilli, proprio nell’attimo in cui Onew stava per attaccare Celeste rispose. “Pronto!” disse “Hai pianto?” le chiese Onew “SI!” “Lo sento dalla voce!” “Cosa vuoi?” “Celeste ci ho pensato…” “A cosa?” “A noi… al bambino e…” “E…?” “Ho preso una decisione!” Celeste trattenne il fiato “Ho pensato che da quando ti ho conosciuta per me sei diventata indispensabile e non riesco proprio a vedermi un domani senza di te e… ecco… noi credo saremmo più completi se tenessimo questo bambino!” Il treno arrivò alla stazione Termini con 20 minuti di ritardo. Tipico. Aurora non ricordava mai una volta da quando aveva preso un treno, che questo fosse arrivato in orario. Scese velocemente tenendo ben salda la sua valigia ed iniziò a camminare a passo spedito facendosi largo tra venditori ambulanti, passeggeri appena scesi dalle vetture, mendicanti e tutta la vasta gamma di persone che quel pomeriggio affollavano la stazione. Fermò al volo un taxi e ci salì sopra. “Dove la porto?” chiese il tassista “A Corso Trieste.” “Non ha l’accento di qui di dove è?” “Calabrese!” rispose sbrigativa “E come mai è qui a Roma?” “Ho un viaggio da organizzare con mia sorella e ora se non le dispiace parta perché sono già in ritardo.” Il tassista capì che da quella giovane donna non avrebbe ottenuto niente e mise in moto deluso. Aurora Marea aveva 28 anni, era bionda come sua sorella ma aveva gli occhi marroni. Lavorava come avvocato in uno studio molto grande dalle sue parti, non era sposata e non aveva nemmeno un fidanzato. Nonostante fosse bella, forse anche di più della sorella, non aveva trovato mai il tempo per dedicarsi all’amore. Ma a una cosa si era dedicata sempre con grande pazienza: a Marzia. Quando i suoi le avevano rivelato i propositi della sorella di partire per Seoul perché lì aveva trovato l’amore, lei non aveva dubitato nemmeno per un attimo che quell’esigenza non fosse reale. Sapeva che sua sorella era istintiva ma sapeva pure che in amore era stata così delusa che ora ci andava con i piedi di piombo. Del resto aveva sentito Marzia per telefono diversi giorni prima che lei rivelasse la notizia alla famiglia, e le aveva detto che aveva conosciuto un ragazzo, che si era innamorata nonostante il tempo fosse poco e che avrebbe voluto presentarlo a tutti. Così incurante delle lamentele e delle opposizioni della famiglia, si era messa in viaggio verso Roma per vederci più chiaro. Quando il taxi arrivò a destinazione, Aurora pagò il conto e uscì frettolosamente. Fuori il tempo era grigio e neanche il tempo di rintracciare il palazzo dove sua sorella abitava, che si mise a piovere. “Che ha detto?” chiese Marzia guardando Celeste “Ha detto che lo teniamo!” rispose lei tra lo stupito e l’impaurito “Non sei felice? Cioè quel ragazzo ti ama davvero, altrimenti col cavolo che ti avrebbe detto questa cosa!” “Si lo sono, ma ho anche paura. Cosa dirò ai miei? Come la prenderanno? Come affronterò una gravidanza. E’ vero non sono una bambina, Tra proco compirò 25 anni, avrò una laurea, ma non mi sento comunque pronta.” “Io lo capisco, ma affronta una cosa per volta! Vedrai che ne uscirai e io ti aiuterò!” “In ogni caso dovrò parlarne ai miei e Onew ci tiene che lo sappiano anche i suoi.” “Quindi?” “Mia sorella Paola ha appena partorito, non credo che mamma e papà si scomoderanno fino a Seoul per venire a conoscere i genitori di Onew, ma io devo andarci perché vorranno almeno vedere chi è la madre del loro futuro nipote, considerato che da quello che mi diceva Jinki è loro tradizione fare così.” “Vorrà dire che a Seoul ci andremo insieme!” “Certo siamo senza soldi, come facciamo?” “Non lo so, ma una soluzione la troviamo!” Il campanello interruppe la loro conversazione. Celeste andò a rispondere. Riapparve in salotto dieci secondi dopo “Marzia!” “SI!” “Mi pare di aver capito che sotto casa c’è tua sorella!” “Ben fatto Jinki!” disse Taemin sorridendo non appena il fratello gli rivelò la notizia “Già, ora non mi resta che dirlo a mamma e a papà, e Dio solo sa come la prenderanno!” “Spero ci sia anche Siwon, nostro fratello ha un non so che di sedativo nei loro confronti!” “Si, anche perché, altrimenti per le urla potrebbe venir giù tutta la casa!” “Dai non siamo pessimisti. Del resto prima o poi un nipote doveva nascere. Magari se lo aspettavano da nostra sorella o da Siwon, invece il primo ad aprire le danze sei tu, poco male.” “Si la fai facile tu. Ma come glielo spiego…” “Jinki non credo che pensino che sei ancora puro e casto, avranno qualche sospetto sul fatto che ti dai da fare, no? Bene diciamo che ti sei dato troppo da fare perché lei ti piaceva tanto ed è successo questo!” “Non penso basterà come giustificazione!” “Al momento non mi viene in mente niente di meglio!” Key aspettava già da mezz’ora sotto casa della sua ragazza, detta da tutti “la mummia” per via del fatto che stava sempre in silenzio e non aveva eccessivi slanci affettivi. La mummia non era per niente brutta, ma aveva poco spirito. Nessuno sapeva cosa esattamente di lei piacesse a key, ma in ogni caso dopo aver provato a segnalargli i mille difetti di quella ragazza, alla fine si erano arresi ed avevano accettato la cosa. La mummia arrivò a passo spedito e salutò Key con un bacio. “Ma insomma sono qui da un sacco di tempo, che hai combinato fino ad ora’” “Oh scusami, ma ho avuto un contrattempo, non sapevo che scarpe abbinare sotto questo vestito, e sapendo quanto sei criticone, ho perso un po’ di tempo per trovare quelle giuste.” “Amina non è che se toppi con l’abbigliamento una volta cade il mondo eh, dai andiamo, che tra un po’ perdiamo il tavolo al locale!” “Cosa hai in quella busta, un regalo per me?” chiese lei notando che il ragazzo reggeva una grande busta in mano “Questa dici?” fece Key indicandola “SI!” “In realtà è un abito che ho cucito per…” si fermò esitante. Non poteva dirle di chi era quell’abito “Per…” “Niente per una sfilata!” “Posso vederlo?” “Certo!” Key levò l’abito dalla busta e glielo mostrò. Amina rimase incantata. Era tutto fatto di seta, con delle stampe floreali colorate, smanicato e con un piccolo tulle che sporgeva da sotto la gonna “Ma è stupendo.” “Ti piace?” “Si! Spero che dopo la sfilata te lo lascino come fanno spesso così me lo regali!” disse Key la guardò. Poi risistemò l’abito. “Beh non so se questa volta me lo ridaranno!” “Ma si che lo faranno. Promettimi che me lo regalerai.” “Ok, promesso!” rispose senza troppa convinzione “Aurora che ci fai qui?” chiese Marzia sgranando gli occhi alla vista di sua sorella “Non so se te ne rendi conto ma a casa è scoppiato un pandemonio. Cos’è questa storia della Corea e del Coreano!” disse sbattendo la valigia per terra “Calmati, non ti agitare!” “Marzia dimmi che non è una delle tue solite fissazioni, perché se poi andiamo a Seoul e scopriamo che non sei convinta di quello che stai facendo mamma e papà ammazzano prima me e poi te. Senza contare che dovremmo ricoverare la nonna alla neuro.” “L’hanno presa tanto male?” “Papà sembra abbia una paresi si muove scatti. Mamma è più nervosa del solito e la nonna ripete occhi a mandorla per 24 ore al giorno correndo per casa.” “E Mauro?” “Mauro sai com’è fatto. Se ne tiene alla larga.” “Io ancora non ho capito perché sei qui!” “Perché voglio capire cosa sta succedendo. Sono l’unica persona capace di convincerli a lasciarti partire, ma se non capisco come stanno le cose è finita.” Così si sedettero a tavola davanti a due tazze di caffè e Marzia le raccontò tutto dall’inizio alla fine. Ci volle un po’ ma Aurora capì quanto sua sorella tenesse a quella cosa. “Li chiamo ora stesso, bisogna andare lì il prima possibile.” Disse “Ma allora mi credi?” “Si e spero di non fare una cavolata.” Mentre Aurora era impegnata al telefono Celeste ricomparve in camera. “Ho appena parlato con i miei!” disse “Beh..” “Non l’hanno presa così male. Hanno detto che sono grande e posso cavarmela, purchè mi laurei per loro non ci sono problemi.” “Quindi ti accompagnano a Seoul?” “No. Sono stati categorici. Quando dicono che sono grande intendono che devo cavarmela da sola in senso letterale.” “E quindi?” “Quindi mi aiuteranno con le spese del bambino ma non mi daranno un solo centesimo per andare a Seoul.” “Oh cavolo. Ma così i genitori di Jinki penseranno che li stai rifiutando.” “Glielo ho detto, ma non vogliono sentire ragioni. E’ la loro punizione per essere stata così avventata!” “Beh però l’anno scorso hai lavorato, quanto hai messo da parte’” “3000 euro ma mi basteranno solo per il viaggio, una volta lì sarò senza un centesimo.” “Potrei aiutarti io…” “Via Marzia, non hai nemmeno i soldi per te…” “Potresti partire tu e io partirei in un secondo momento, me li restituisci con calma. Non ho fretta, Taemin capirà!” “Smettila, troverò una soluzione.” “Ciao Celeste!” disse Aurora rientrando in salotto “Ciao Aurora.” “Come stai?” “Bene, sono incinta e non ho i soldi necessari per andare a conoscere la famiglia del mio ragazzo in Corea!” Aurora rimase scioccata e fu incapace di proferire parola. Marzia lanciò un’occhiataccia all’amica “Non è che sei incinta anche tu Marzia?” le chiese Aurora “No, stai serena, non c’è pericolo! Mamma e papà che hanno detto?” “Domani mattina saranno qui insieme alla nonna. Chiama il tuo amico e digli quando hanno intenzione di riceverci.” Quella sera Marzia chiamò Taemin “Marzia!” rispose lui felice “Eih!” era sempre difficile parlare per telefono “Allora come stai?” “Come stavo fino a ieri quando ci siamo sentiti, bene!” “Ho parlato con i miei, vorrebbero conoscervi.” “I miei pare si siano convinti. Domani arrivano a Roma e credo sia questione di giorni e saremo lì.” “Ma è magnifico!” “Già…” “Lo dirò subito alla mia famiglia!” “Va bene.” “Ti sento strana!” “No sono solo molto preoccupata, speriamo vada tutto bene!” “Si andrà benissimo, poi verrò via con te e qui ci torneremo insieme per le vacanze!” “ahahah va bene! Ora devo andare!” “Ti amo!” “Ti amo anche io!” Il resto della giornata volò via velocemente e il mattino arrivò insieme al suono insistente del campanello. “Chi è?” disse Marzia assonnata “Tua madre!” rispose Eleonora “Oddio!” esclamò Marzia correndo a svegliare sua sorella Eleonora e il resto della famiglia si materializzarono nella casa dieci secondi dopo. “Mamma, papà, nonna, Mauro!” salutò Marzia “Mi auguro che tu abbia avuto una buona ragione per farci venire fino a qui” disse Eleonora “Amore dimmi che ho capito male, dimmi che è un brutto sogno!” disse suo padre “Papà è tutto vero, e si mamma ho un ottimo motivo.” “Ma da quando è la donna che va dall’uomo?” disse Eleonora seccata “Mamma è una loro tradizione, siete liberi di non venire!” “Che non sia mai che ti lascio andare da sola lì fuori!” “Occhi a mandorla!” disse sua nonna imbronciata “Che cosa?” fece Marzia “Lasciala perdere, fa così da quando le hanno detto del tuo fidanzato asiatico!” disse Mauro “Buongiorno famiglia!” disse Aurora “Oh ecco quell’altra!” fece Eleonora Il campanello suonò di nuovo “Chi è?” rispose Marzia “Siamo noi!” “Perfetto, ci mancavano loro.” Claudia, Elettra e Letizia comparvero in casa allegre “Celeste ci ha detto che arrivavano i tuoi e siamo venute ad aiutarti!” disse Claudia “Fai silenzio che sono in casa!” Troppo tardi, avevano sentito tutto “Salve signorine, che genere di aiuto dovreste darci?” chiese Eleonora “Uh, supporto!” rispose Claudia allegra “Anche voi avete rimediato un Asiatico?” chiese Michele “Non del tutto.” “Ah… siete uno stadio indietro, meglio così Claudia, almeno i tuoi non dovranno portarti a Seoul. A proposito Marzia qui ci sono i biglietti, low cost, ci sono usciti un patrimonio!” disse suo padre sventolandoglieli sotto il naso. “Partiamo domani!” “Come come andiamo”? fece Marzia allegra “Si, e prega che vada tutto bene, perché sennò ti scotenno!” disse sua madre Marzia li abbracciò felice “Quindi parti?” chiese Elettra “Già!” “Ma è magnifico, quanto vorrei essere lì con te!” “E chi ti dice che non lo saremo?” disse Claudia “Come?” disse Celeste facendo capolino dalla porta “Ok che non siete mie amiche perché ho i soldi, ma avere i soldi ogni tanto è utile. Voilà. Quattro biglietti low cost per Seoul, gentilmente offerti da me. Sennò con tutti i soldi che ho che ci faccio!” disse quella tirando fuori i biglietti “Ma…” fece Celeste “Mi ripagherete, in là… tu tieniti quei tre soldi da parte per tuo figlio!” “Figlio?” fece Eleonora sconvolta “SI signora, aspetto un bambino!” disse Celeste “Bontà divina tesoro. Sei così giovane!” “Lo so, ma è successo!” Pochi minuti di silenzio pervasero la casa. “Siamo tutti sullo stesso aereo?” chiese Elettra “Si, il signor Michele mi ha gentilmente detto, ieri per telefono quale volo prenotare!” “Cioè voi due eravate d’accordo?” chiese Marzia “Non avremmo retto questo stress da soli, avevamo bisogno anche di loro!” disse Michele. “Allora si parte tutti insiemeeeeeeeee!” urlò Letizia felice La mattina dopo l’allegra comitiva salì sul volo senza scali Roma- Seoul. Marzia prese posto vicino a Celeste, Claudia con Elettra, Letizia con Aurora, Mauro vicino a sua madre, e Michele accanto alla nonna. “Sembra una spedizione punitiva!” disse Marzia sarcastica “SI appena ci vedranno arrivare si impauriranno!” fece Claudia “Mi dispiace solo che non ci sia anche la mia famiglia!” fece Celeste “Consideraci per questi 15 giorni la tua famiglia, allora!” disse Marzia Il volo durò dodici ore, e con il cambio di fuso orario arrivarono lì che era mattina. Marzia si svegliò poco prima che dall’altoparlante avvertissero che iniziava la manovra di atterraggio. Guardò fuori dal finestrino, poi vide le prime luci dell’alba. “Good morning Seoul!” disse sotto voce.

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Capitolo 13
*** ESPERIMENTI ***


Taemin era fermo all’aeroporto insieme a suo fratello Jinki. Quando vide Marzia iniziò a sbracciarsi. Lei gli corsi incontro e gli saltò praticamente addosso. Erano passate poco più di due settimane, ma le erano sembrate secoli. “Mi sei mancata!” le disse Tae stringendola forte “Anche tu e non sai quanto!” “Claudia è quello il famoso fidanzato di nostra figlia?” chiese Michele “Si signor Marea, è lui! Come le sembra?” “Non molto dissimile da tutti gi orientali che ho visto… ma ha un orecchino?” “Già…” “E i capelli hanno qualche sfumatura strana!” aggiunse Eleonora squadrandolo “Già… vanno sul marrone ramato!” disse Elettra “Sono tinti?” “Forse un pochino!” “Ma come è magro, ma lo fanno mangiare?” chiese la nonna “SI nonna, tranquilla, è raro trovare degli Asiatici in carne!” disse Mauro “Ma l’altro chi è?” domandò Aurora “Quello è il fidanzato di Celeste!” disse Letizia “E perché non vai a salutarlo?” domandò Eleonora a Celeste “Beh… si bisogna che vada!” disse Celeste incamminandosi con passo incerto verso Onew che la stava aspettando con le mani in tasca e l’aria spersa. “Ciao!” gli disse guardandolo con aria colpevole Onew le si avvicinò e la abbracciò forte. E finalmente a lei passarono i dubbi. “Stai bene?” le chiese “Insomma, potrebbe andare meglio, sto piegata in due sul bagno per gran parte del tempo!” “Vedrai che ora andrà meglio, ci sono qua io!” “Lo hai detto ai tuoi?” “Sanno che stai arrivando, ma ancora non gli ho parlato della gravidanza, già il pensiero che sia io che Taemin andremo via li ha scossi, devo trovare un modo poco sconvolgente per dirglielo!” “Jinki non esiste un modo poco sconvolgente per dire ai propri genitori che diventeranno nonni anzi tempo!” “Scusate l’interruzione, cari, ma credo sia ora delle presentazioni!” disse Claudia “Ciao Claudia!” fecero Taemin e Onew insieme “Salve ragazzi!” “Oddio ci siete anche voi!” disse Onew indicando Elettra e Letizia “”Eh già!” fece Letizia “I ragazzi ne saranno felicissimi e…” Taemin si interruppe perché incrociò lo sguardo di Eleonora “Tae questa è la mia famiglia!” disse Marzia “Mia madre Eleonora, mio padre Michele, mia nonna Leandra e i miei fratelli Mauro e Aurora.” “Molto piacere, mi chiamo Lee Tae Min!” fece lui con un inchino rivolto a tutti “Taemin… cioè Taemin è il nome e Lee il cognome o viceversa?” chise Michele “Lee è il mio cognome, Taemin il nome. Da noi si usa dire sempre prima il cognome!” rispose Tae “Parli un buon Italiano, dove lo hai imparato?” “Beh l’ho studiato, mio fratello, cioè lui!” disse indicando Onew “Ama molto l’Italia, così abbiamo imparato la vostra lingua!” “Tu sei il fratello di Taemin?” chiese Michele “Si, mi chiamo Lee Jin Ki, molto lieto!” fece quello con un inchino Di colpo la nonna si inchinò “Mamma che fai?” le chiese Michele “Quello che fa lui, non pensi dovremmo farlo anche noi?” “Mamma tirati su per carità, non diamo spettacolo.” “Bene vogliamo andare?” disse alla fine Taemin. Abbiamo le macchine qui, credo che con due dovremmo farcela. “Hai la patente?” gli chiese Mauro “Si, sia io che mio fratello, perché?” “Beh imparate a guidare da giovani, da noi non si prende prima dei 18 anni…” “Signore io ho 21 anni!” “Ah… beh… te li porti bene, sembri più giovane!” fece Mauro tentando di rimediare alla gaffe. Sua sorella lo guardò storto Taemin prese posto alla guida e Michele gli si mise di fianco. Sul retro finirono Claudia, Aurora, Eleonora e Marzia. Nell’auto con Onew andarono la nonna, Celeste, Mauro, Elettra e Letizia che finì in braccio a sua sorella. “Stiamo un po’ stretti!” disse “Non avevamo previsto che arrivaste tutti!” disse Onew come per scusarsi “Parti dai che qui mi sto distruggendo!” disse Elettra “Ehi non sono mica così pesante “Ovvio che non lo sei, solo che siamo stretti come le sardine.” Arrivarono in un ampio spiazzale circa 10 minuti dopo. I ragazzi parcheggiarono le auto ed aiutarono gli ospiti a scendere. Da fuori sembrava una normalissima casa, senza particolari caratteristiche orientaleggianti. “Venite, vi faccio strada!” disse Taemin. Estrasse una chiave dalla tasca e aprì la porta. Furono immessi in un lungo corridoio che li portò dritti dritti verso il salotto di casa. Era ampio e pieno di orchidee. AL centro un tavolino bassissimo e lungo, con dei cuscini posizionati sul pavimento. Alle pareti tanti quadri. Una donna li accolse. “Lei è mia madre!” disse Taemin La signora si presentò in Coreano e fece un piccolo inchino Marzia le strinse la mano e le sorrise. “Cosa ha detto?” chiese a Taemin “Ha detto che è felice di conoscerti e che sei molto bella!” rispose lui “Dille grazie e che è lo stesso per me.” Taemin prontamente tradusse e la donna fece un largo sorriso. “Mamma loro sono i genitori di Marzia, Michele e Eleonora!” disse Taemin in Coreano La signora Lee si inchinò e sorrise. Lo stesso fecero i genitori di Marzia “Mia mamma dice che è molto lieta di fare la vostra conoscenza!” “Si… ecco… anche noI!” disse Eleonora un po’ fredda, era come finita in uno stato ipnotico Taemin non capiva come mai quelle persone fossero così fredde, e Onew captò subito il suo disagio e gli andò incontro. “Mamma lei è Celeste, la mia ragazza!” disse La madre di Onew osservò la ragazza che la fissava impaurita, lei al contrario di Marzia non aveva lì tutta la famiglia a proteggerla. La signora Lee le chiese dove fossero i suoi genitori “Onew puoi dirle che sono da sola, che loro non son venuti qui con me.” Lui tradusse e sul volto di sua madre calò un velo di delusione. “Ecco!” pensò Celeste “già non le piaccio.” “Quanti anni hai?” le fece domandare da Jinki in Italiano “24!” “la stessa età di mio figlio!” La signora Lee le sorrise e poi le fece un inchino “Benvenuta in questa casa!” le disse sorridendo in un Italiano un po’ stentato “Mamma loro sono delle amiche!” disse poi Taemin indicando le ragazze La signora Lee fece un inchino anche loro ed invitò gli ospiti ad accomodarsi in salotto Tutti presero posto sui cuscini, tranne la nonna. “Le sedie non si usano?” domandò portandosi le mani ai fianchi “Come signora?” domandò Taemin “Una sedia non c’è?” “Ehm, qui ci si siede sui cuscini, sa, però se vuole le trovo uno sgabello!” “SI così poi cado per terra… insomma mi siederò dove stanno gli altri, tanto comunque a terra ci finisco lo stesso.” Michele guardò sua madre malissimo. La signora Lee tornò nella stanza con una teiera fumante e delle tazzine. Posò il vassoio sul tavolo e invitò Jinki a servire gli ospiti. Qualche minuto dopo udirono una chiave girare nella toppa. Un uomo si materializzò davanti ai loro occhi accompagnato da un ragazzo di qualche anno più grande di Onew e da una ragazza che doveva da poco aver compiuto trent’anni. Quella appena vide la folla in salotto storse il naso. “Marzia, lui è mio padre, loro invece sono mio fratello Siwon e la sua fidanzata Tren Park. Papà lei è la mia ragazza, Marzia.” Il signor Lee si illuminò in un sorriso a trentadue denti e fece un profondo inchino a Marzia. Lei sorpresa da quella reazione guardò Taemin stupita “Vuol dire che gli piaci!” le sussurrò lui facendole l’occhiolino “ciao io sono Siwon, il fratello di Taemin!” disse il ragazzo in un Italiano comprensibile Marzia gli strinse la mano. Quando arrivò il turno di Park quella non si mosse. La fissò per qualche istante con aria palesemente ostile, fino a quando Marzia non le allungò la mano “Marzia, piacere!” disse “Ciao!” fece lei senza stringerle la mano “Non saluti la fidanzata di Taemin?” le chiese il signor Lee “Ho salutato!” fece lei senza muovere nemmeno un muscolo “Papà loro sono i genitori di Marzia!” disse Taemin “Michele Marea, molto piacere!” disse il papà di Marzia stringendo la mano al signor Lee “Eleonora Marea!” fece sua madre “Loro invece sono i fratelli Mauro e Aurora. Mentre lei è la signora Leandra, la nonna di Marzia.” Mauro e Aurora salutarono, la nonna insiegabilmente balzò in piedi e fece un profondo inchino. Il signor Lee la gaurdò stupito “Nonna alzati!” le fece Aurora “Posso?” chiese “si certo che puoi, perché cavolo sei rimasta lì paralizzata?” Leandra si tirò su e tornò a sedersi. Onew e Taemin risero sotto i baffi “Loro chi sono?” chiese indicando Celeste, e le altre “papà lei è Celeste, la mia ragazza!” fece Onew “Molto lieto!” disse il signor Lee Anche SIwon strinse la mano di Celeste e stranamente anche Park fu subito socievole. Marzia si chiese perché con lei non avesse fatto altrettanto. “Loro sono le amiche di Marzia e Celeste; Claudia, Elettra e Letiza.” Finite le presentazioni si riaccomodarono tutti a tavola. “Noi non parliamo bene la vostra lingua, ma siamo felici che i nostri figli abbiano deciso di ecco… come dite da voi… fidanzarsi!” esordì il signor Lee “Io credo che Taemin sia un bravo ragazzo e spero tanto che un giorno possa avere un suo lavoro ed una sua famiglia, vicino ad una ragazza buona che lo ami…” “E’ quello che ogni genitore spera per un figlio!” disse Eleonora “Quando Taemin ci ha detto per la prima volta che si era fidanzato con un ragazza italiana io gli dissi: Taemin ma non è Coreana, e lui mi rispose che amava lo stesso vostra figlia e che voleva ecco impegnarsi con lei… così io gli ho detto, allora perché non ci presenti lei e la sua famiglia? E così eccovi qua, ed io sono onorato e felice, e soprattutto sono commosso quando vedo mio figlio guardare con occhi pieni d’amore questa ragazza meravigliosa.” A quella parole Michele quasi si commosse, ed anche una algida come Eleonora dovette sciogliersi. Era da quando erano arrivati che osservava Taemin e si, suo padre aveva ragione aveva gli occhi dell’amore per sua figlia. “Taemin mi ha detto che verrà via in Italia a breve tempo, quindi io ci ho tenuto che Marzia visitasse e conoscesse la Corea, apprendesse un po’ della nostra cultura. Taemin è nato in Corea ed è cresciuto qui, sempre a Seul. Però mi rendo conto che non è obbligato a fermarsi qui e se per amore vuole andarsene può, ma io volevo lo stesso, come del resto mia moglie, che Marzia portasse dentro di sé un pezzo di questo posto. Qui potete fermarvi quanto volete, la casa è enorme e ho due grandi stanze in più libere, perché mia figlia si è sposata e vive con il marito a Incheon, un’altra città. Quindi qui siete i benvenuti!” “Noi la ringraziamo per la gentilezza e le belle parole. Io, mia moglie e mia madre staremo solo una settimana, Marzia e le sue amiche rimarranno per qualche altro giorno, dato che volevano visitare per bene la città. Gli altri miei due figli sono ancora indecisi sul da farsi!” disse Michele “Non si preoccupi, signor Marea, potete prendere tutto il tempo che volete.” “La ringrazio.” L’atmosfera si fece all’improvviso più leggera tutti erano più sollevati, tranne che per le occhiate al veleno che Park lanciava a Marzia. Ma lei fece finta di non vedere. Quando la signora Lee entrò con la cena ormai l’ambiente era diventato sufficientemente familiare. “Noi in Corea mangiamo molte verdure, questo è un piatto tipico, si chiama Kimchi… è un cavolo preparato con delle spezie. Qui invece c’è del bibimpap, un piatto completo… Poi ci siamo permessi di prendere anche del sushi, sappiamo quanto piaccia ai ragazzi! Servitevi di ciò che volete!” disse il signor Lee “Dove stanno le forchette?” chiese la nonna “E cosa è sto shusho!” “Nonna sushi, non shuso!” la corresse Marzia “Shuso, sushi, ma che ne so. Scusi signora, non è che si può avere una forchetta? Io co ste cose non ci so proprio mangiare.” Disse la nonna “Forchetta?” fece la signora Lee con aria interrogativa “Si, forchetta.” “Temo di non poterla aiutare, non abbiamo forchette!” disse il signor Lee mortificato “Non si preoccupi, mia suocera mangerà con le bacchette.” Disse Eleonora come per scusarsi Poi rivolta alla suocera sottovoce “Leandra smettila di comportarti come se fossi a casa tua, siamo ospiti!” “Ma io co ste cose non ci so mangiare!” protestò “Sforzati” Leandra afferrò le bacchette e provò a infilzare un pezzo di sushi che volò dritto dritto addosso a Siwon Michele si coprì la faccia con le mani. “Santo cielo!” fece Eleonora imbarazzata Gli altri trattennero a stento le risate, quella era davvero una scena comica. “Signora Leandra, può mangiare con le mani!” disse il signor Lee. La donna lo guardò, balzò in piedi e fece un inchino. Poi si mise seduta e iniziò a mangiare come meglio poteva. Alla fine della cena ognuno si sistemò nelle sue stanze. I genitori di Marzia in una, la nonna in una stanza da sola, le ragazze in un’altra ed i fratelli di Marzia in un’altra ancora. La cena era stata piacevole, avevano parlato di tutto, si erano conosciuti tutti un po’ meglio; perfino Celeste che era timorosa di un giudizio negativo ora si sentiva leggermente più sollevata anche se non sapeva come avrebbero preso la notizia della gravidanza. Più tardi quella sera dopo che si furono sistemati, Taemin bussò alla porta della stanza di Marzia. “Posso?” chiese “Vieni!” gli dissero le ragazze “Che combinate?” domandò “Niente di che, eravamo indecise se uscire o meno!” disse Claudia “Beh, mi ha appena scritto Jjong, vorrebbe salutarvi!” “davvero!” fece Letizia balzando in piedi “Già, però non saranno liberi prima di domani. Minho è fuori con i sui genitori, Jjong deve badare al fratello…” “E Key?” domandò Elettra impaziente “beh… Key è con la ragazza, sai, lui è fidanzato da un bel po’!” disse Taemin “Ah…” fece Elettra delusa “Comunque domani sera siamo tutti insieme, andiamo a cena in un bel posto e poi facciamo due passi.” Disse Taemin come per consolare Elettra E ci riuscì perché lei si sentì subito meglio. “Ti va se usciamo un po’ qua fuori?” chiese poi a Marzia “Volentieri!” rispose lei “A dopo ragazze!” disse uscendo Qualche minuto dopo anche Onew passò a prendere Celeste, per portarla un po’ in giro. “Quanto le invidio!” fece Letizia “Troverai anche tu la persona che fa per te!” le disse Claudia “E che succede se la trova e sta con un’altra?” disse Elettra “come il tuo Key?” “No, ma che c’entra Key, era una riflessione generale!” “Si certo, come no!” disse Claudia “Piantala, non sei divertente!” “Non avevo intenzione di esserlo!” disse Claudia accendendosi una sigaretta “Hai il permesso di fumare qui?” le chiese Letizia “Non lo so ma sto impazzendo, quindi silenzio, se vi da noia aprite la finestra.” E mentre guardava fuori pensò che Minho doveva essere lì da qualche parte e si chiese cosa avrebbe provato quando lo avrebbe rivisto. L’aria era fresca quella sera. Taemin prese Marzia per mano mentre percorrevano il cortile di casa sua. “Mi dispiace di non averti portata subito in giro, ma la macchina serviva a Onew e non posso usare l’altra perché ce l’ha Siwon.” Disse “Tranquillo, è così bello vederti che non mi importa se rimaniamo qui!” disse Marzia “Sei più bella di come mi ricordavo!” “Dai Tae, così mi fai diventare rossa.” “Sei bella anche tutta rossa.” Marzia sorrise. Ancora non si erano scambiati neppure un bacio, la vicinanza dei genitori gli aveva inibito qualsiasi approccio un po’ più ravvicinato. “Come sei stata senza di me?” “Non benissimo, anzi male. A volte non dormivo neppure la notte.” “E’ lo stesso per me. Mi rigiravo tra le coperte e pensavo a dove fossi e con chi!” “Già, il mio stesso pensiero, già ti immaginavo in compagnia di qualche bella ragazza e…” Taemin non le fece finire la frase perché le stampò un bacio sulla bocca. “Io non sto in compagnia di nessuna, altrimenti questi baci proprio non te li darei!” le disse poi “Mi farai prendere un colpo prima o poi, Tae.” “Io un colpo lo prendo ogni volta che ti vedo!” le disse lui e le diede un altro bacio La situazione iniziava a complicarsi… Settimane senza vedersi li avevano messi in condizione di accendersi anche solo per uno sguardo. “Dai andiamo in camera mia!” disse Taemin “No, sei matto, se ci scoprono è la fine!” disse lei “Ma non entra mai nessuno!” “No non ce la faccio proprio, se poi ci vedono i tuoi e anche i miei cosa cavolo pensano?” “Hai ragione, ma… allora che facciamo!” “Non lo so…” “Maledetti i miei fratelli, si sono portati via le macchine.” “Dai, non ti preoccupare, non è la fine del mondo…” “Va bene…” SI guardarono e capirono che non avrebbero potuto resistere un solo minuto di più. Taemin si ricordò che aveva le chiavi del ripostiglio dove tenevano tutto ciò che non entrava in casa. Raggiunsero la porta e la aprirono. “non è il massimo, mi dispiace!” si scusò “Non mi interessa.” Disse Marzia abbracciandolo Iniziarono dai baci e poi i baci divennero altro. Proprio lì in quella stanza, dove Taemin si nascondeva da bambino quando combinava qualche marachella, in quella stanza adesso si ritrovavano dopo tanto tempo, diventando ancora una volta, una cosa sola. E così inaugurarono quella prima notte a Seul. “Come ti sono sembrati?” chiese Eleonora a suo marito “Mi hanno fatto una buona impressione a dire il vero. Forse siamo partiti un po’ troppo prevenuti.” “Già…” “Senti Eleonora, io sono più spaventato di te, ma facciamolo per nostra figlia, proviamo a conoscere queste persone e a vedere come va… e poi proviamo a vedere fin dove arrivano i nostri limiti, cosa siamo disposti a fare… vediamo questa permanenza qui come un esperimento su noi stessi.” Quando l’alba arrivò su Seul li sorprese abbracciati in quella stanza piccola e stretta. Taemin era la persona più felice del mondo e Marzia non era da meno. “Non posso credere che tu sia qui!” disse lui “Nemmeno io e soprattutto non posso credere che siamo in uno sgabuzzino senza vestiti.” “Ahahah, dai… lo so non è il massimo, ma non potevamo fare altrimenti!” “Tu dici che Onew e Celeste siano stati più comodi!” “Ammesso che abbiano avuto le stesse nostre intenzioni di sicuro, hanno avuto maggiori comodità e meno rischi di essere scoperti!” “Siamo pazzi.” “Si hai ragione… io sono pazzo di te!”

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Capitolo 14
*** ESPERIMENTI ***


Taemin era fermo all’aeroporto insieme a suo fratello Jinki. Quando vide Marzia iniziò a sbracciarsi. Lei gli corsi incontro e gli saltò praticamente addosso. Erano passate poco più di due settimane, ma le erano sembrate secoli. “Mi sei mancata!” le disse Tae stringendola forte “Anche tu e non sai quanto!” “Claudia è quello il famoso fidanzato di nostra figlia?” chiese Michele “Si signor Marea, è lui! Come le sembra?” “Non molto dissimile da tutti gi orientali che ho visto… ma ha un orecchino?” “Già…” “E i capelli hanno qualche sfumatura strana!” aggiunse Eleonora squadrandolo “Già… vanno sul marrone ramato!” disse Elettra “Sono tinti?” “Forse un pochino!” “Ma come è magro, ma lo fanno mangiare?” chiese la nonna “SI nonna, tranquilla, è raro trovare degli Asiatici in carne!” disse Mauro “Ma l’altro chi è?” domandò Aurora “Quello è il fidanzato di Celeste!” disse Letizia “E perché non vai a salutarlo?” domandò Eleonora a Celeste “Beh… si bisogna che vada!” disse Celeste incamminandosi con passo incerto verso Onew che la stava aspettando con le mani in tasca e l’aria spersa. “Ciao!” gli disse guardandolo con aria colpevole Onew le si avvicinò e la abbracciò forte. E finalmente a lei passarono i dubbi. “Stai bene?” le chiese “Insomma, potrebbe andare meglio, sto piegata in due sul bagno per gran parte del tempo!” “Vedrai che ora andrà meglio, ci sono qua io!” “Lo hai detto ai tuoi?” “Sanno che stai arrivando, ma ancora non gli ho parlato della gravidanza, già il pensiero che sia io che Taemin andremo via li ha scossi, devo trovare un modo poco sconvolgente per dirglielo!” “Jinki non esiste un modo poco sconvolgente per dire ai propri genitori che diventeranno nonni anzi tempo!” “Scusate l’interruzione, cari, ma credo sia ora delle presentazioni!” disse Claudia “Ciao Claudia!” fecero Taemin e Onew insieme “Salve ragazzi!” “Oddio ci siete anche voi!” disse Onew indicando Elettra e Letizia “”Eh già!” fece Letizia “I ragazzi ne saranno felicissimi e…” Taemin si interruppe perché incrociò lo sguardo di Eleonora “Tae questa è la mia famiglia!” disse Marzia “Mia madre Eleonora, mio padre Michele, mia nonna Leandra e i miei fratelli Mauro e Aurora.” “Molto piacere, mi chiamo Lee Tae Min!” fece lui con un inchino rivolto a tutti “Taemin… cioè Taemin è il nome e Lee il cognome o viceversa?” chise Michele “Lee è il mio cognome, Taemin il nome. Da noi si usa dire sempre prima il cognome!” rispose Tae “Parli un buon Italiano, dove lo hai imparato?” “Beh l’ho studiato, mio fratello, cioè lui!” disse indicando Onew “Ama molto l’Italia, così abbiamo imparato la vostra lingua!” “Tu sei il fratello di Taemin?” chiese Michele “Si, mi chiamo Lee Jin Ki, molto lieto!” fece quello con un inchino Di colpo la nonna si inchinò “Mamma che fai?” le chiese Michele “Quello che fa lui, non pensi dovremmo farlo anche noi?” “Mamma tirati su per carità, non diamo spettacolo.” “Bene vogliamo andare?” disse alla fine Taemin. Abbiamo le macchine qui, credo che con due dovremmo farcela. “Hai la patente?” gli chiese Mauro “Si, sia io che mio fratello, perché?” “Beh imparate a guidare da giovani, da noi non si prende prima dei 18 anni…” “Signore io ho 21 anni!” “Ah… beh… te li porti bene, sembri più giovane!” fece Mauro tentando di rimediare alla gaffe. Sua sorella lo guardò storto Taemin prese posto alla guida e Michele gli si mise di fianco. Sul retro finirono Claudia, Aurora, Eleonora e Marzia. Nell’auto con Onew andarono la nonna, Celeste, Mauro, Elettra e Letizia che finì in braccio a sua sorella. “Stiamo un po’ stretti!” disse “Non avevamo previsto che arrivaste tutti!” disse Onew come per scusarsi “Parti dai che qui mi sto distruggendo!” disse Elettra “Ehi non sono mica così pesante “Ovvio che non lo sei, solo che siamo stretti come le sardine.” Arrivarono in un ampio spiazzale circa 10 minuti dopo. I ragazzi parcheggiarono le auto ed aiutarono gli ospiti a scendere. Da fuori sembrava una normalissima casa, senza particolari caratteristiche orientaleggianti. “Venite, vi faccio strada!” disse Taemin. Estrasse una chiave dalla tasca e aprì la porta. Furono immessi in un lungo corridoio che li portò dritti dritti verso il salotto di casa. Era ampio e pieno di orchidee. AL centro un tavolino bassissimo e lungo, con dei cuscini posizionati sul pavimento. Alle pareti tanti quadri. Una donna li accolse. “Lei è mia madre!” disse Taemin La signora si presentò in Coreano e fece un piccolo inchino Marzia le strinse la mano e le sorrise. “Cosa ha detto?” chiese a Taemin “Ha detto che è felice di conoscerti e che sei molto bella!” rispose lui “Dille grazie e che è lo stesso per me.” Taemin prontamente tradusse e la donna fece un largo sorriso. “Mamma loro sono i genitori di Marzia, Michele e Eleonora!” disse Taemin in Coreano La signora Lee si inchinò e sorrise. Lo stesso fecero i genitori di Marzia “Mia mamma dice che è molto lieta di fare la vostra conoscenza!” “Si… ecco… anche noI!” disse Eleonora un po’ fredda, era come finita in uno stato ipnotico Taemin non capiva come mai quelle persone fossero così fredde, e Onew captò subito il suo disagio e gli andò incontro. “Mamma lei è Celeste, la mia ragazza!” disse La madre di Onew osservò la ragazza che la fissava impaurita, lei al contrario di Marzia non aveva lì tutta la famiglia a proteggerla. La signora Lee le chiese dove fossero i suoi genitori “Onew puoi dirle che sono da sola, che loro non son venuti qui con me.” Lui tradusse e sul volto di sua madre calò un velo di delusione. “Ecco!” pensò Celeste “già non le piaccio.” “Quanti anni hai?” le fece domandare da Jinki in Italiano “24!” “la stessa età di mio figlio!” La signora Lee le sorrise e poi le fece un inchino “Benvenuta in questa casa!” le disse sorridendo in un Italiano un po’ stentato “Mamma loro sono delle amiche!” disse poi Taemin indicando le ragazze La signora Lee fece un inchino anche loro ed invitò gli ospiti ad accomodarsi in salotto Tutti presero posto sui cuscini, tranne la nonna. “Le sedie non si usano?” domandò portandosi le mani ai fianchi “Come signora?” domandò Taemin “Una sedia non c’è?” “Ehm, qui ci si siede sui cuscini, sa, però se vuole le trovo uno sgabello!” “SI così poi cado per terra… insomma mi siederò dove stanno gli altri, tanto comunque a terra ci finisco lo stesso.” Michele guardò sua madre malissimo. La signora Lee tornò nella stanza con una teiera fumante e delle tazzine. Posò il vassoio sul tavolo e invitò Jinki a servire gli ospiti. Qualche minuto dopo udirono una chiave girare nella toppa. Un uomo si materializzò davanti ai loro occhi accompagnato da un ragazzo di qualche anno più grande di Onew e da una ragazza che doveva da poco aver compiuto trent’anni. Quella appena vide la folla in salotto storse il naso. “Marzia, lui è mio padre, loro invece sono mio fratello Siwon e la sua fidanzata Tren Park. Papà lei è la mia ragazza, Marzia.” Il signor Lee si illuminò in un sorriso a trentadue denti e fece un profondo inchino a Marzia. Lei sorpresa da quella reazione guardò Taemin stupita “Vuol dire che gli piaci!” le sussurrò lui facendole l’occhiolino “ciao io sono Siwon, il fratello di Taemin!” disse il ragazzo in un Italiano comprensibile Marzia gli strinse la mano. Quando arrivò il turno di Park quella non si mosse. La fissò per qualche istante con aria palesemente ostile, fino a quando Marzia non le allungò la mano “Marzia, piacere!” disse “Ciao!” fece lei senza stringerle la mano “Non saluti la fidanzata di Taemin?” le chiese il signor Lee “Ho salutato!” fece lei senza muovere nemmeno un muscolo “Papà loro sono i genitori di Marzia!” disse Taemin “Michele Marea, molto piacere!” disse il papà di Marzia stringendo la mano al signor Lee “Eleonora Marea!” fece sua madre “Loro invece sono i fratelli Mauro e Aurora. Mentre lei è la signora Leandra, la nonna di Marzia.” Mauro e Aurora salutarono, la nonna insiegabilmente balzò in piedi e fece un profondo inchino. Il signor Lee la gaurdò stupito “Nonna alzati!” le fece Aurora “Posso?” chiese “si certo che puoi, perché cavolo sei rimasta lì paralizzata?” Leandra si tirò su e tornò a sedersi. Onew e Taemin risero sotto i baffi “Loro chi sono?” chiese indicando Celeste, e le altre “papà lei è Celeste, la mia ragazza!” fece Onew “Molto lieto!” disse il signor Lee Anche SIwon strinse la mano di Celeste e stranamente anche Park fu subito socievole. Marzia si chiese perché con lei non avesse fatto altrettanto. “Loro sono le amiche di Marzia e Celeste; Claudia, Elettra e Letiza.” Finite le presentazioni si riaccomodarono tutti a tavola. “Noi non parliamo bene la vostra lingua, ma siamo felici che i nostri figli abbiano deciso di ecco… come dite da voi… fidanzarsi!” esordì il signor Lee “Io credo che Taemin sia un bravo ragazzo e spero tanto che un giorno possa avere un suo lavoro ed una sua famiglia, vicino ad una ragazza buona che lo ami…” “E’ quello che ogni genitore spera per un figlio!” disse Eleonora “Quando Taemin ci ha detto per la prima volta che si era fidanzato con un ragazza italiana io gli dissi: Taemin ma non è Coreana, e lui mi rispose che amava lo stesso vostra figlia e che voleva ecco impegnarsi con lei… così io gli ho detto, allora perché non ci presenti lei e la sua famiglia? E così eccovi qua, ed io sono onorato e felice, e soprattutto sono commosso quando vedo mio figlio guardare con occhi pieni d’amore questa ragazza meravigliosa.” A quella parole Michele quasi si commosse, ed anche una algida come Eleonora dovette sciogliersi. Era da quando erano arrivati che osservava Taemin e si, suo padre aveva ragione aveva gli occhi dell’amore per sua figlia. “Taemin mi ha detto che verrà via in Italia a breve tempo, quindi io ci ho tenuto che Marzia visitasse e conoscesse la Corea, apprendesse un po’ della nostra cultura. Taemin è nato in Corea ed è cresciuto qui, sempre a Seul. Però mi rendo conto che non è obbligato a fermarsi qui e se per amore vuole andarsene può, ma io volevo lo stesso, come del resto mia moglie, che Marzia portasse dentro di sé un pezzo di questo posto. Qui potete fermarvi quanto volete, la casa è enorme e ho due grandi stanze in più libere, perché mia figlia si è sposata e vive con il marito a Incheon, un’altra città. Quindi qui siete i benvenuti!” “Noi la ringraziamo per la gentilezza e le belle parole. Io, mia moglie e mia madre staremo solo una settimana, Marzia e le sue amiche rimarranno per qualche altro giorno, dato che volevano visitare per bene la città. Gli altri miei due figli sono ancora indecisi sul da farsi!” disse Michele “Non si preoccupi, signor Marea, potete prendere tutto il tempo che volete.” “La ringrazio.” L’atmosfera si fece all’improvviso più leggera tutti erano più sollevati, tranne che per le occhiate al veleno che Park lanciava a Marzia. Ma lei fece finta di non vedere. Quando la signora Lee entrò con la cena ormai l’ambiente era diventato sufficientemente familiare. “Noi in Corea mangiamo molte verdure, questo è un piatto tipico, si chiama Kimchi… è un cavolo preparato con delle spezie. Qui invece c’è del bibimpap, un piatto completo… Poi ci siamo permessi di prendere anche del sushi, sappiamo quanto piaccia ai ragazzi! Servitevi di ciò che volete!” disse il signor Lee “Dove stanno le forchette?” chiese la nonna “E cosa è sto shusho!” “Nonna sushi, non shuso!” la corresse Marzia “Shuso, sushi, ma che ne so. Scusi signora, non è che si può avere una forchetta? Io co ste cose non ci so proprio mangiare.” Disse la nonna “Forchetta?” fece la signora Lee con aria interrogativa “Si, forchetta.” “Temo di non poterla aiutare, non abbiamo forchette!” disse il signor Lee mortificato “Non si preoccupi, mia suocera mangerà con le bacchette.” Disse Eleonora come per scusarsi Poi rivolta alla suocera sottovoce “Leandra smettila di comportarti come se fossi a casa tua, siamo ospiti!” “Ma io co ste cose non ci so mangiare!” protestò “Sforzati” Leandra afferrò le bacchette e provò a infilzare un pezzo di sushi che volò dritto dritto addosso a Siwon Michele si coprì la faccia con le mani. “Santo cielo!” fece Eleonora imbarazzata Gli altri trattennero a stento le risate, quella era davvero una scena comica. “Signora Leandra, può mangiare con le mani!” disse il signor Lee. La donna lo guardò, balzò in piedi e fece un inchino. Poi si mise seduta e iniziò a mangiare come meglio poteva. Alla fine della cena ognuno si sistemò nelle sue stanze. I genitori di Marzia in una, la nonna in una stanza da sola, le ragazze in un’altra ed i fratelli di Marzia in un’altra ancora. La cena era stata piacevole, avevano parlato di tutto, si erano conosciuti tutti un po’ meglio; perfino Celeste che era timorosa di un giudizio negativo ora si sentiva leggermente più sollevata anche se non sapeva come avrebbero preso la notizia della gravidanza. Più tardi quella sera dopo che si furono sistemati, Taemin bussò alla porta della stanza di Marzia. “Posso?” chiese “Vieni!” gli dissero le ragazze “Che combinate?” domandò “Niente di che, eravamo indecise se uscire o meno!” disse Claudia “Beh, mi ha appena scritto Jjong, vorrebbe salutarvi!” “davvero!” fece Letizia balzando in piedi “Già, però non saranno liberi prima di domani. Minho è fuori con i sui genitori, Jjong deve badare al fratello…” “E Key?” domandò Elettra impaziente “beh… Key è con la ragazza, sai, lui è fidanzato da un bel po’!” disse Taemin “Ah…” fece Elettra delusa “Comunque domani sera siamo tutti insieme, andiamo a cena in un bel posto e poi facciamo due passi.” Disse Taemin come per consolare Elettra E ci riuscì perché lei si sentì subito meglio. “Ti va se usciamo un po’ qua fuori?” chiese poi a Marzia “Volentieri!” rispose lei “A dopo ragazze!” disse uscendo Qualche minuto dopo anche Onew passò a prendere Celeste, per portarla un po’ in giro. “Quanto le invidio!” fece Letizia “Troverai anche tu la persona che fa per te!” le disse Claudia “E che succede se la trova e sta con un’altra?” disse Elettra “come il tuo Key?” “No, ma che c’entra Key, era una riflessione generale!” “Si certo, come no!” disse Claudia “Piantala, non sei divertente!” “Non avevo intenzione di esserlo!” disse Claudia accendendosi una sigaretta “Hai il permesso di fumare qui?” le chiese Letizia “Non lo so ma sto impazzendo, quindi silenzio, se vi da noia aprite la finestra.” E mentre guardava fuori pensò che Minho doveva essere lì da qualche parte e si chiese cosa avrebbe provato quando lo avrebbe rivisto. L’aria era fresca quella sera. Taemin prese Marzia per mano mentre percorrevano il cortile di casa sua. “Mi dispiace di non averti portata subito in giro, ma la macchina serviva a Onew e non posso usare l’altra perché ce l’ha Siwon.” Disse “Tranquillo, è così bello vederti che non mi importa se rimaniamo qui!” disse Marzia “Sei più bella di come mi ricordavo!” “Dai Tae, così mi fai diventare rossa.” “Sei bella anche tutta rossa.” Marzia sorrise. Ancora non si erano scambiati neppure un bacio, la vicinanza dei genitori gli aveva inibito qualsiasi approccio un po’ più ravvicinato. “Come sei stata senza di me?” “Non benissimo, anzi male. A volte non dormivo neppure la notte.” “E’ lo stesso per me. Mi rigiravo tra le coperte e pensavo a dove fossi e con chi!” “Già, il mio stesso pensiero, già ti immaginavo in compagnia di qualche bella ragazza e…” Taemin non le fece finire la frase perché le stampò un bacio sulla bocca. “Io non sto in compagnia di nessuna, altrimenti questi baci proprio non te li darei!” le disse poi “Mi farai prendere un colpo prima o poi, Tae.” “Io un colpo lo prendo ogni volta che ti vedo!” le disse lui e le diede un altro bacio La situazione iniziava a complicarsi… Settimane senza vedersi li avevano messi in condizione di accendersi anche solo per uno sguardo. “Dai andiamo in camera mia!” disse Taemin “No, sei matto, se ci scoprono è la fine!” disse lei “Ma non entra mai nessuno!” “No non ce la faccio proprio, se poi ci vedono i tuoi e anche i miei cosa cavolo pensano?” “Hai ragione, ma… allora che facciamo!” “Non lo so…” “Maledetti i miei fratelli, si sono portati via le macchine.” “Dai, non ti preoccupare, non è la fine del mondo…” “Va bene…” SI guardarono e capirono che non avrebbero potuto resistere un solo minuto di più. Taemin si ricordò che aveva le chiavi del ripostiglio dove tenevano tutto ciò che non entrava in casa. Raggiunsero la porta e la aprirono. “non è il massimo, mi dispiace!” si scusò “Non mi interessa.” Disse Marzia abbracciandolo Iniziarono dai baci e poi i baci divennero altro. Proprio lì in quella stanza, dove Taemin si nascondeva da bambino quando combinava qualche marachella, in quella stanza adesso si ritrovavano dopo tanto tempo, diventando ancora una volta, una cosa sola. E così inaugurarono quella prima notte a Seul. “Come ti sono sembrati?” chiese Eleonora a suo marito “Mi hanno fatto una buona impressione a dire il vero. Forse siamo partiti un po’ troppo prevenuti.” “Già…” “Senti Eleonora, io sono più spaventato di te, ma facciamolo per nostra figlia, proviamo a conoscere queste persone e a vedere come va… e poi proviamo a vedere fin dove arrivano i nostri limiti, cosa siamo disposti a fare… vediamo questa permanenza qui come un esperimento su noi stessi.” Quando l’alba arrivò su Seul li sorprese abbracciati in quella stanza piccola e stretta. Taemin era la persona più felice del mondo e Marzia non era da meno. “Non posso credere che tu sia qui!” disse lui “Nemmeno io e soprattutto non posso credere che siamo in uno sgabuzzino senza vestiti.” “Ahahah, dai… lo so non è il massimo, ma non potevamo fare altrimenti!” “Tu dici che Onew e Celeste siano stati più comodi!” “Ammesso che abbiano avuto le stesse nostre intenzioni di sicuro, hanno avuto maggiori comodità e meno rischi di essere scoperti!” “Siamo pazzi.” “Si hai ragione… io sono pazzo di te!”

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Capitolo 15
*** LA CITTA' DALLE LUCI ABBAGLIANTI ***


Tren Park aveva 28 anni, non era molto alta, ma era considerata da tutti molto carina. Era entrata nella famiglia Lee fidanzandosi con il secondo dei figli del Signor Chang Lee, Siwon. ALl’apparenza poteva sembrare la ragazza più buona e disponibile del mondo, ma gli scheletri che aveva nell’armadio erano fin troppi. Quella mattina si alzò dal letto di casa sua e si guardò allo specchio. Non si piaceva senza trucco, e non le piaceva nemmeno la piega che stava prendendo la situazione; ben due europee stavano entrando nella sua vita in un modo o nell’altro, ma se di una non le importava niente dell’altra aveva paura. E la paura le derivava da un segreto che teneva nascosto a tutti meno che a se stessa. Si vestì e si truccò velocemente poi prese la giacca ed uscì di casa con in mente propositi non troppo pacifici. “Oddio, ragazze siete qui, non ci posso credere!” disse Minho abbracciando le ragazze una per volta “Io davvero sono stupito, alla fine ce l’avete fatta!” disse Jjong prendendo in braccio Letizia e facendola volteggiare. Inutile dire che il viso della ragazza divenne rosso pomodoro. “Key dov’è?” chiese Elettra “Arriva!” disse Onew “Ha staccato ora dal lavoro, c’è un po’ di traffico.” “Scusate ma Marzia?” chiese Minho “Sta arrivando con Taemin, sai com’è mio fratello, perde le cose con estrema facilità di sicuro non troverà le chiavi della macchina.” “Guarda che sono dietro di te e ti sento!” disse Taemin comparendo mano nella mano con Marzia “Marzia!” disse Minho allegro andandole incontro. La abbracciò riempiendosi del suo profumo, affondò il viso nei suoi capelli morbidi, prima di capire che era meglio staccarsi al più presto. Taemin lo guardò senza arrabbiarsi, sapeva quanto Minho si stesse sacrificando. Poco dopo arrivò anche Key. “Beh non starete pensando di andare via senza di me?” disse scendendo dalla sua macchina “Keyyy!” disse Elettra felice “Ooooh come sta la mia modella preferita?” disse abbracciandola “Beneee!” disse lei quasi commuovendosi Tutti notarono la stranezza di quella scena e si guardarono con aria di chi la sa lunga. “Temo che la mummia non avrà vita lunga!”disse Onew ridacchiando “Ma perché diavolo la chiamate la mummia?” domandò Claudia cercando di distrarre la sua attenzione da Minho. “Perché è praticamente imbalsamata!” rispose Jjong guardandola “ah…” “Allora come stai?” le chiese poi, approfittando degli altri che stavano facendo le feste al nuovo arrivato “Bene, grazie. Anche se il viaggio è stato lungo!” “Spero che l’aria della Corea ti faccia fare qualche passo verso di me!” “Non credo Jjong…” “Ma ti faccio così schifo?” “Tutt’altro!” “E allora perché mi respingi?” “Perché non…” non sapeva cosa rispondergli “Sai Letizia è cotta di te… Sai sono persa dietro a Minho che però guarda solo Marzia…” mica poteva rispondergli quello “E… perché… perché non sei il mio tipo!” disse alla fine, mentendo anche un po’. Jjong non era affatto brutto e diciamo che era invitante anche sotto altri aspetti, ma piaceva alla sua amica e quindi era off limits. “Come non sono il tuo tipo, guarda che lo capisco quando ad una ragazza non piaccio e non è il tuo caso!” “E invece ti sbagli, e ora se non ti dispiace raggiungerei gli altri, prima che pensino male!” “Ma perché cavolo si accoppiano tutti tranne me?” disse Jjong alzando le mani al cielo e raggiunse gli altri che stavano entrando nelle rispettive vetture “Pronte per un tour della bellissima Seoul?” chiese Key “Sicurooo!” gridarono le ragazze felici GD era innamorato di Park da una vita. O meglio le stava dietro da una vita. E lei non era indifferente al suo fascino. Era che sapeva quello che voleva e soprattutto assecondava tutte le pazzie e i capricci di Park. Lei lo raggiunse quella mattina mentre era a lavoro. “GD!” lo chiamò Lui alzò la testa dal foglio su cui stava scribacchiando qualcosa “Park!” la salutò “Cosa stai facendo?” “Sto lavorando, non vedi?” “Allora smetti subito perché ti devo parlare!” “Ai suoi ordini mia signora!” disse posando la penna e alzandosi dalla sedia. “Mi serve un favore!” disse lei asciutta GD si grattò la cresta bionda e inarcò un sopracciglio “Che vuoi?” le chiese “E’ appena atterrata a Seoul l’allegra comitiva degli Europei!” “Ah, i simpatici occidentali di cui mi parlavi!” “Fai meno lo spiritoso! Sono arrivate anche le fidanzate di Jinki e di Tae…” “Bene, quanto ti si sta spappolando il fegato?” “Quanto sei idiota… e comunque non basta così poco a farmi spappolare il fegato!” “Allora dimmi perché sei qui.” “Quella ragazza non deve entrare in famiglia…” “Quale delle due… Oh domanda retorica. Ma certo… cosa potrebbe mai importarti della fidanzata del simpatico Jinki. E’ la ragazza di Taemin che ti preoccupa vero? Hanno messo gli occhi sulla tua piccola preda e tu da brava cacciatrice corri ai ripari.” “Piantala!” “Eh no, se vuoi il mio aiuto devi quantomeno essere onesta; cosa che ti riesce difficile ma provaci. Lo sappiamo tutti che non è per Siwon che vegeti in quella casa. Il tuo bell’occhio è preso da piccolino di casa, solo che 6 anni sono troppi e tu giustamente non ti esponi… però la preda proprio non la vuoi mollare. Dimmi signora Park, cosa posso fare per te?” “Sarò sincera: non mi piace che quella ragazzina entri in famiglia. Devo fare in modo che si lascino al più presto, ma non so come. Lui è innamorato perso e anche i suoi genitori sembrano adorarla.” “Getta la spugna donzella, e vieni via con me, è una vita che te lo dico. Entrare in questi meccanismi, non ti porterà a niente di buono.” “Mai. Dammi subito un consiglio!” “Va bene… lasciami pensare un momento… dunque… il modo più rapido per farli lasciare è che uno dei due tradisca l’altro…” “Su di lui non ci punterei… è troppo preso da lei.” “E lei?” “Mi sembra che anche lei sia molto innamorata ma… si sa…le donne sono facilmente corruttibili…” “La vuoi proprio distruggere!” “Già…” “Bene. Mi dicevi tempo fa che Taemin aveva litigato con uno dei suoi amici proprio a causa di questa ragazza!” “Si, con Minho…” “Beh… basterà far risvegliare il vecchio conflitto messo da parte, e convincere Minho a ricominciare a fare la corte alla ragazza… del resto è un giovane dannatamente bello, lei non dovrebbe metterci molto a capitolare.” “Tu dici che potrebbe funzionare?” “Tentar non nuoce. Si sa l’orgoglio maschile è un arma potente!” “Lo farò…” “Bene, tienimi aggiornato e… mi auguro che un giorno potrai ricompensarmi adeguatamente” Seoul scintillava quella sera. Luci tante luci in quella città così particolare così piena di vita. “E’ così luminosa questa città che abbaglia!” disse Marzia a Taemin che la stringeva in un tenero abbraccio “Ti piace?” le chiese lui “Moltissimo! Cos’ è quella?” chiese indicando una torre che si alzava sulla città “Quella è la torre degli innamorati! Domani ti ci porto, ti va?” “SI certo, non vedo l’ora!” “Jinki quando parliamo ai tuoi del fatto che aspetto un bambino?” chiese Celeste “Aspettiamo un bambino, non lo aspetti da sola!” disse Onew “Certo, ma poi quella che lo farà uscire sarò io!” “Ok, va bene… comunque in questi giorni affronteremo il discorso, dato che non andrai via da qui prima di tre settimane! Ora vuoi rilassarti per favore?” “Ok, ci proverò, sperando che non mi tornino le nausee.” “Lo spero anch’io, in ogni caso ho in tasca due buste…” “Grazie amore, sei gentilissimo!” e gli stampò un bel bacio sulla guancia “Il mio vestito è pronto?” chiese Elettra “Ehm… quasi, mancano gli ultimi ritocchi!” rispose Key incerto, perché la sua ragazza si era fissata con quel vestito e non gli dava pace “Dai forza lo voglio proprio vedere!” “Tranquilla prima che tu parta farò in modo di finirlo!” “Ehi, dai non pensiamo già a quando partirò, sono appena arrivata!” “già, sei appena arrivata!” disse Key pensieroso “La pianti di starmi incollato?” disse Claudia a Jjong che non la smetteva di guardarla “Eddai, non me ne vado di qui finchè non mi dici il vero motivo per cui mi eviti!” “Ma sei di coccio, Jjong? Smettila!” “Eih voi due la piantate di beccarvi?” disse Minho intromettendosi nel discorso Claudia gliene fu grata “Che vuoi Minho?” gli chiese Jjong “Non si trova Letizia, ci siamo fermati un attimo e non l’abbiamo più vista!” “Come non l’avete più vista?” chiese Claudia “SI sarà fermata a guardare qualcosa senza rendersi conto di rimanere indietro!” “Ok, vado a cercarla, sperando che non si sia allontanata!”disse Jjong, lasciandoli finalmente da soli “Di che parlavate?” le domandò Minho “Ah di niente, stavamo chiacchierando!” rispose lei iniziando ad agitarsi “Stavate chiacchierando abbastanza animatamente!” “Già… abbiamo lo stesso carattere finiamo con il litigare ogni tanto!” “Come si fa a litigare con te, sei adorabile!” Claudia arrossì “Ma che dici, sono odiosa!” “ma dai…” Aveva un sorriso così bello, così sincero, che Claudia si incantò a guardarlo “Mister Minho, chi si vede!” disse una voce facendola tornare alla realtà I due si voltarono “Ciao Park!” disse lui “Salve!” fece Claudia riconoscendo la ragazza di Siwon “Ciao… aspetta come ti chiami?” “Claudia!” “Oh, già Claudia, come state? Come procede il soggiorno a Seoul?” “Molto bene, grazie.” “La tua amica non c’è?” “Quale delle tante, siamo in 5!” “L’amica di Taemin!” “Scusa, Marzia non è solo l’amica di Taemin, è la sua fidanzata!” “Oh davvero, Minho sapevi che fossero già così avanti?” chiese Park guardandolo negli occhi e leggendogli dentro il disagio “Si, ovvio che lo sapevo!” “Ci puoi scusare un secondo Claudia?” le disse Park “Certo, raggiungo gli altri.” Claudia si allontanò non levando gli occhi di dosso a quella donna. Non le piaceva e non le piaceva nemmeno come si poneva nei confronti della sua migliore amica “Cosa devi dirmi?” chiese Minho “Oh quanta fretta, ti vedo agitato, c’è qualcosa che ti turba?” “Niente che possa interessarti!” “Ma dai… si capisce lontano un chilometro che stai sotto per la ragazza del tuo migliore amico, e a dire il vero come darti torto? Staresti molto meglio tu accanto a lei rispetto a Taemin; lui è così piccolo e inesperto… una ragazza del genere avrebbe bisogno di uno sicuro e forte come te. Sareste proprio una bella coppia…” “Lei sta con Taemin!” disse Minho fermo “Beh… non sono mica sposati… parlale, corteggiala, conquistala, riprenditela insomma…” “Cosa?” “Quella ragazza l’avevi vista prima tu, lo sappiamo tutti…” “Chi te lo ha detto?” “Le voci girano… Insomma, perché ti sei arreso così? Quando mai si è visto che uno come te viene scavalcato da un cucciolo come Tae?” “Tae ha la sua età, ormai, non è più un bambino e lo sai meglio di me…” “SI ma lui non è te… e per lei sarebbe meglio avere vicino uno come te… al posto tuo andrei a riprendermela…” Minho guardò Park negli occhi, senza fiatare. Poi finalmente si decise a parlare “Park te lo dirò una volta soltanto, gira a largo da Taemin e Marzia e soprattutto gira a largo da me… non permetterti mai più di venirmi a infastidire o a provocare con uno qualsiasi dei tuoi tentativi di rendere infelici le persone e ora vattene prima che faccia sapere a tutti che razza di strega sei.” Park sbuffò irritata “Sei un idiota!” gli disse furiosa “Sarò idiota ma al contrario di te so cosa vuol dire la parola amicizia.” E detto ciò le voltò le spalle e raggiunse gli altri. Park prese il cellulare e compose un numero “Park cosa vuoi?” le rispose GD “Non ha funzionato, figurati se quello scemo mette in discussione un’amicizia lunga anni!” “Passa al piano B allora!” “E qual è questo piano B?” “Attaccali su tutti e due i fronti, schiera una donzella per lui e un bel ragazzo, diavolo tentatore per lei.” “Si e dove li trovo questi due giovani temerari che non destino sospetti?” “Sei un po’ fuori allenamento amica mia. Conosco una sola ragazza che ha una passione sfrenata per Taemin più grande della tua.” “E sarebbe?” “Mia” “Mia Guon?” “Esatto, lei!” “E’ una ragazzina…” “hanno un forte potere di seduzione, molto più di voi donne navigate…” “bah… ne dubito. Invece lui chi sarebbe?” “Ha un annetto in meno di Taemin, frequenta l’accademia con lui, sono anche abbastanza amici…” “Chi è?” “Ma come… il terribile Kim Jong In, in arte KAI…” “Kai? Cavolo come ho fatto a non pensarci subito, lui è perfetto… anche se non vorrei che pure lui mettesse in mezzo l’amicizia!” “Kai ahah, ma figurati… quello è un diavolo tentatore pur di aggiungerne una alla lista passerebbe sopra al cadavere di suo fratello, è un conquistatore nato.” “Quindi secondo te potrebbe funzionare?” “Esattamente… se funziona riavrai il tuo bel Taemin in poco tempo e poi potrai continuare a guardarlo senza toccarlo e a portare avanti questa farsa.” “Ti saluto!” e mise giù la telefonata stizzita GD aveva ragione… la sua era solo una stupida farsa. Ma le bastava prima o poi su Taemin ci avrebbe messo le mani in un modo o nell’altro, per ora si accontentava di fare fuori tutte le rivali. “Quella torre è stupenda, mi incuriosisce un sacco!” disse Marzia Taemin le sorrise. Poi la prese per mano. “Vieni!” le disse iniziando a correre “Dove andiamo?” domandò lei “Ora vedrai.” Mezz’ora dopo si stavano arrampicando su per la torre “Ma non avevi detto che ci saremmo venuti domani?” “In effetti volevo portarti qui domani sera, ma ti piaceva così tanto che ho aspettato che facesse buio e ti ci ho portata!” “Siiiiiii la vista è stupenda da quassù!” “La vista non è bella come te, specie quando sorridi!” “Questa città è magica!” “Questa è la città delle luci abbaglianti, la città che brilla che splende, ma non è bella quanto te!” “Taemin io volevo dirti una cosa…” gli disse Marzia mentre si abbracciavano “Dimmi!” “Io non voglio che tu lasci Seoul… te lo si legge negli occhi, tu ami questa città, ami la tua famiglia, non voglio che molli tutto per me…” “Marzia, io amo Seoul, amo la mia famiglia, ma amo anche te, amo soprattutto te. E per te sono disposto a mollare tutto, non dico che sarà facile ma ce la farò. Io voglio stare con te non mi importa dove!” “Dici davvero?” “Si e non sono mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia!” Marzia sorrise e poggiò la fronte su quella del suo ragazzo. “Sai perché la chiamano la Torre degli innamorati?” le chiese Taemin “No!” rispose lei guardandolo negli occhi “Perché su questa torre ci si giura amore eterno!” “e tu…” “Si io te lo giuro qui: il nostro sarà eterno, Marzia!” E in mezzo a tanta gente, su quella torre, nella città delle luci abbaglianti dopo essersi scambiati quella promessa si diedero il bacio più bello del mondo Il cellulare squillò istericamente. Un giovane ragazzo con i capelli neri corvini si frugò nelle tasche e lo tirò fuori “SI chi è?” chiese mordendosi le labbra perfette “Parlo con Kai?” disse una voce di donna “Si, tu chi sei?” “Park, Tren Park!” “La Tren park fidanzata con Siwon?” “SI, esatto!” “Come mai mi chiami?” “Volevo chiederti un piccolo favore!” “Non faccio favori a nessuno!” “Nemmeno a te stesso?” “In questo caso forse ne possiamo parlare!” “Era quello che volevo sentirmi dire… ci vediamo tra mezz’ora al negozio di dischi!” Kai chiuse la telefonata e si infilò il cellulare in tasca. Poi si diresse nel luogo in cui Park gli aveva dato appuntamento.

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Capitolo 16
*** IL DIAVOLO TENTATORE ***


Kim Jong In, per gli amici Kai, aveva 20 anni ed era bello. Anzi bellissimo. Alto quanto basta, capelli neri corvini, occhi che avrebbero levato il fiato anche alla peggiore tra le scettiche e labbra perfette. Il tutto accompagnato da un fisico scolpito e da modi di fare terribilmente seducenti. SI Kim Jong In, era il classico ragazzo che le faceva morire tutte ai suoi piedi. Conosciuto per essere un conquistatore nato, era temuto un po’ da tutti i suoi coetanei (ma anche da quelli più grandi) che si vedevano spesso soffiare le ragazze sotto il naso. Lui ne collezionava a volontà, senza mai legarsi particolarmente; del resto aveva solo 20 anni e non vedeva la necessità di mettere lucchetti al cuore, alla mente e da qualche altra parte. Quella sera mentre passeggiava con degli amici aveva ricevuto una telefonata da una delle donne più ambite di Seul, ma non si era scomposto. Consapevole del suo fascino aveva risposto alla telefonata con naturalezza e senza panico, nonostante Park avesse 8 anni più di lui. SI era incamminato sul luogo dell’appuntamento senza esitazioni e lì aveva incontrato Tren Park. “Buona sera!” lo salutò lei “Tren Park, qual buon vento ti porta sulla mia strada?” le chiese “Il vento delle conquiste!” “Sii più esplicita!” “Da quanto tempo non vedi Taemin? “Lee Taemin, dici?” “SI proprio lui!” “Da una settimana, cioè dall’ultima lezione all’accademia che ho fatto insieme a lui!” “Sai che si è fidanzato?” “Si mi aveva accennato qualcosa, a proposito di una ragazza europea… come mai me lo chiedi?” “Così, so che siete buoni amici!” “Mi hai fatto abbandonare la mia serata per dirmi che io e Taemin siamo amici? Sei alquanto patetica!” “Piano con le parole ragazzino!” “yeah, Noona. Avanti dimmi che vuoi!” “Sai lei, Marzia, la fidanzata di Taemin è una ragazza molto bella.!” “E dunque? Buon per Taemin!” “Non ti piacciono le europee, Kai?” “Non lo so, non ci ho mai pensato…” “Bene, se io ti dicessi che questa ragazza è così bella da superare ogni tua aspettativa, che ne penseresti?” “Non posso pensare niente, tu mostramela e io ti dico che ne penso.” “Non ti piace giocare al buio?” “Io decisamente preferisco la luce.” “Bene… allora vieni con me, ti porto a conoscere miss occhi grandi in persona!” “Hai freddo Marzia?” le chiese Taemin notando che tremava “Beh, un po’, la temperatura è scesa all’improvviso!” rispose lei “mmm, meglio se scendiamo da qui, prima che ti congeli, anche perché gli altri ci aspettano, è ora di andare a cena, magari qui ci torniamo quando vuoi!” “Davvero?” “SI davvero!” disse Tae strofinando il naso a quello della ragazza, un gesto tenero, che in vita sua non aveva mai fatto a nessuno. Ma lei era diversa, per lei avrebbe potuto fare quella e altre milioni di cose. Scesero dalla Torre e raggiunsero gli altri che si erano radunati vicino ad un tizio che vendeva dei fiori. “che ci fate tutti qui?” chiese Taemin “Mmm, si è persa Letizia!” disse Elettra agitata “come si è persa?” chiese Marzia preoccupata “Un minuto fa era qui e dopo puff, dileguata!” “Ma qualcuno è andato a cercarla?” “SI, Jjong, ma è già via da 10 minuti buoni!” rispose Minho perplesso “Dove diavolo si sarà cacciata!” si chiese Elettra “Dai, tranquilla, vedrai che tra un po’ JJong la riporterà indietro!” disse Key sorridendo Elettra si dimenticò per un attimo di sua sorella, quel sorriso, come del resto Key, era praticamente perfetto. SI incantò fino a quando la voce di Jjong non la riportò alla realtà “L’ho trovata!” disse il ragazzo. Letizia era accanto a lui “Eih, ma dov’eri finita?” domandò Claudia “Non vi ho più visti, devo essermi persa seguendo altre persone!” rispose Letizia mortificata “Ci hai fatto prendere un colpo!” disse Elettra arrabbiata. “Non l’ho fatto apposta!” “Dai non è successo niente!” le disse Jjong sorridendo Ma lei era rimasta troppo male. “Guarda qua!” disse Lin avvicinandosi al fioraio “Un tulipano per te!”, disse prendeno un fiore giallo e dando delle monete all’uomo del chiosco Letizia arrossì mentre tutti gli altri, Elettra compresa sorrisero. “Prendilo, è tuo!” le disse jjong Letizia prese il tulipano e lo strinse forte “Beh, non lo ringrazi?” disse Key sorridendo “Dai un bacino se lo merita ti è venuto a cercare e ti ha anche regalato un fiore!” “Dai ragazzi, basta, tra amici non ci si ringrazia mica!” disse Jjong E Letizia ricadde nello sconforto. Lo voleva capire o no, quel testone, che lei non voleva essere amica sua? Ci voleva tanto a comprendere che era cotta di lui? “Ragazzi buonasera!” disse una voce alle loro spalle Il gruppetto si voltò. Quando Minho incrociò lo sguardo di Park per poco non gli venne un colpo “Eihlà Park!” la salutò Onew “Cognato, come butta?” “Alla grande, stavamo per andare a cena!” “Oh ancora digiuni, ma è tardissimo!” “SI. Taemin voleva fare vedere la Torre a Marzia e così abbiamo aspettato loro!” “La Torre, Taemin?” chiese Park rosa dall’invidia “Già, lei voleva salirci e ce l’ho portata, sai gli innamorati lo fannO!” rispose Taemin abbracciando Marzia “già… ehm, guardate chi c’è?” disse poi sposatandosi di lato e rivelando la figura che era dietro di lei Fu un attimo. Kai intercettò Marzia e le puntò senza troppa difficoltà gli occhi addosso. Quegli occhi neri spietati la trafissero, e lei ebbe quasi paura. “Kai!” disse Taemin “Eih, giovane Lee, come andiamo?” disse Kai sorridendo “Bene, dai è un po’ che non ti vedo che fine hai fatto?” “Che fine ho fatto io? Che fine hai fatto tu, hai disertato le ultime due lezioni, ma ora capisco anche il perché. E’ dovuto a questi splendidi occhi verdi?” chiese puntando di nuovo gli occhi dentro quelli di Marzia. Taemin si infastidì ma non lo diede a vedere. “Lei è la mia fidanzata, Marzia!” disse, sottolineando bene la parola “fidanzata” “Kim Jong In, ma puoi chiamarmi Kai!” disse il ragazzo allungando la mano “Marzia Marea” disse lei stringendola senza troppa forza. Marzia pregò che si stesse sbagliando, ma lui prima di lasciarle la mano gliela aveva accarezzata Tutti si accorsero dell’aria che tirava e primo tra tutti Minho, capì che dovevano andarsene il prima possibile. “Ragazzi, perdiamo il tavolo al ristorante!” disse “Già dovremmo andare!” gli diede man forte Claudia alla quale Park proprio non piaceva “Che fretta c’è, Seul è pieno di bei posti!” disse Kai “Allora Marzia, quanto ti fermi?” le chiese Lei evitò di guardarlo negli occhi, si sentiva a disagio. “Si ferma due tre settimane!” rispose Taemin per lei “Magnifico, allora speriamo di rivederci, del resto Taemin è un mio amico e anche la sua ragazza è sempre bene accetta!” “Dobbiamo andare!” fece Minho risoluto fissando in cagnesco a turno Park e Kai. Lei lo guardò con aria di sfida, ma Kai, lui no. A lui non interessava Minho, lui aveva un’altra missione. “Ciao Kai, ci vediamo in accademia!” disse Taemin turbato prendendo Marzia per mano Gli altri li seguirono a ruota. “Tae che c’è?” domandò Marzia vedendolo turbato “Niente…” “Hai una faccia stranissima, stai male?” “No, Marzia!” fece lui quasi arrabbiandosi Lei ci rimase male, non capiva il motivo di quello strano nervosismo. Passarono tutta la cena senza rivolgersi la parola. A parte Key ed Elettra agli altri era passata la voglia di chiacchierare. In particolare a Minho e Onew. Sapevano entrambi che quando Kai puntava la sua preda non c’era alcuna speranza. Aveva fatto scoppiare persino delle coppie sposate da anni, e Taemin tutto avrebbe voluto tranne che mettesse gli occhi sulla sua ragazza. Uscirono dal locale che era da poco passata la mezzanotte. “Che ne dite, andiamo a ballare così ci risolleviamo il morale?” chiese Key “Dai, buona idea!” disse Elettra “Io non vengo!” disse Taemin “Beh nemmeno io allora ragazzi e…” “Marzia tu ci vai, invece!” “Ma come ci vado, senza di te!” “Meglio se stasera sto da solo!” “Ma che ti prende?” “Niente, va con loro, ci vediamo a casa!” “Ma…” “Marzia vai!” Marzia lo guardò intristita, davvero non capiva. Non lo aveva mai visto in quel modo. “Taemin io e Celeste veniamo con te, lei non se la sente…” disse Onew “Ok… Le riaccompagnate voi, vero?” chiese a Minho e agli altri due “Si ovviamente, non preoccuparti!” disse Minho Taemin guardò Marzia che aveva il viso tristissimo. Si sentì un idiota, la stava trattando male per niente. Ma la paura si era impossessata di lui, l’ansia lo stava facendo impazzire. Lui come gli altri aveva paura di Kai, anche se era un suo amico e quella paura lo stava lacerando a tal punto che non riusciva a frenare la rabbia per quell’incontro, per quella sensazione, neppure davanti alla ragazza di cui era innamorato. Una volta a casa pensò alle possibili soluzioni. Quella più logica sarebbe stata allontanare Marzia da Kai, ma non poteva rispedirla a Roma solo perché gli era preso il panico. Del resto si stava comportando da stupido, perché invece non pensava che il loro amore avrebbe resistito a tutto, anche ad un diavolo tentatore come Kai? L’Octagon club era affollatissimo quella sera. Grazie alle conoscenze di Key, però, i ragazzi entrarono subito. “Questo posto è divino!” disse Claudia guardandosi intorno “Beh è il meglio che c’è a Seul!” disse Jjong L’unica a non essere felice era Marzia. Stava ancora pensando a Taemin e alla sua reazione strana. “Non preoccuparti ogni tanto succede di essere nervosi senza motivo!” disse Minho che aveva capito perfettamente la reazione di Tae, ma non era compito suo spiegare le cose a Marzia. Poi pensò che forse sarebbe stato compito suo avvertire Taemin di quello che era successo qualche ora prima con Park. Ma lui gli avrebbe creduto? Era pur sempre la fidanzata del fratello, magari avrebbe pensato male di lui, che era solo una scusa per mettere le mani su Marzia. Preferì tacere, in fondo quel brutto momento sarebbe passato presto. “Io non capisco per quale motivo si è arrabbiato!” disse Marzia “Eih, non ce l’ha con te, fidati!” “E allora perché non ha voluto che andassi con lui?” “A volte ha bisogno di stare un pochino da solo!” La persone che si dimenavano in pista erano tante, ma una sembrava essere particolarmente interessata al gruppetto di Minho & Co. GD che dall’alto del privè vedeva e osservava tutto prese il cellulare e compose un numero “GD dimmi!” rispose Park “Indovina un po’ mia bella… qui c’è la signorina Europa e senza il bel Taemin… mi sembra la serata perfetta.” “Arrivo subito!” disse Park Taemin era intento a bere una tazza di the, quando Jinki gli si piazzò davanti “Mi spieghi cosa sta succedendo?” gli chiese suo fratello “Mi pare evidente, Kai ha messo gli occhi su Marzia!” rispose Taemin nervoso “E ti sembra una buona ragione per trattare lei in quel modo? Dio, ma hai visto che faccia aveva? Stava quasi per piangere.” “Mi dispiace!” “Beh non basta dispiacerti, l’hai lasciata da sola senza motivo, dopo che ha affrontato 10 ore di volo con famiglia al seguito per venire da te. Sei uno stronzo Taemin.” “Io…” “Tu cosa? Ma davvero pensi che lei sia così stupida da cadere nelle braccia del primo che capita? Ti ama e te lo sta dimostrando in mille modi. Lascia che quel deficiente ci provi pure lei lo respingerà… ma tu non devi chiuderti e innervosirti per la paura. Così la perdi, e non è giusto!” “Che devo fare Jinki? Ho paura, hai visto in quanti si sono lasciati per via di Kai? Quel ragazzo è maledetto…” “Le maledizioni a volte non funzionano… però cerca di non assecondare lo stregone… ora vai a riprenderla, per favore.” “Mi gaurderà ancora in faccia?” “Temo di si, fossi in lei farei le valigie e me ne andrei, non la meriti Taemin, quando fai così proprio non la meriti.” Marzia si allontanò dai suoi amici alla ricerca di un bagno, non ce la stava facendo proprio più. Girò in tondo facendosi largo tra la folla, fino a quando non scorse una saletta nascosta da una tendina velata. Pensando che fosse la sala che portava al bagno si avvicinò. Due occhi neri si materializzarono dietro la tenda davanti a lei. Una mano perfetta levò quel velo che li divideva. Kai era davanti a lei. “Cerchi qualcosa?” le chiese… sotto l’effetto delle luci era ancora più bello “Io… il bagno!” disse lei inquieta. Quel ragazzo la turbava “E’ da tutt’altra parte!” fece lui “Grazie, ciao…” “EIh dove vai?” fece lui prendendola delicatamente per il polso Marzia rabbrividì. “Io devo andare!” disse “Già scappi, ti sto così antipatico?” disse lui scoprendo una fila di denti dritti e bianchi “Gli altri mi aspettano, scusami…” “Dai… dove scappi!” “Kai non hai sentito? Non ha intenzione di parlare con te!” disse Minho comparendo dietro Marzia all’improvviso “Minho… eccoti, mi stavo chiedendo giusto dove fosse il fido scudiero del buon Taemin!” “Fai meno lo spiritoso e gira alla larga!” disse Minho prendendo per mano Marzia e tirandola via, via da quel diavolo. Kai rise, rise di gusto. Per quanti sforzi potevano fare Minho,Taemin o chi per loro lui avrebbe comunque vinto. La sua strategia era sempre la stessa. SI insinuava come un serpente tra le coppie. Prima li allontanava facendo nascere dubbi tra di loro, aumentando i nervosismi e le tensioni, poi iniziava a corteggiare senza mezzi termini la lei di turno e alla fine sferrava l’attacco finale: lei cedeva e la coppia scoppiava. Kai rideva; era iniziata la prima fase della sua solita strategia d’attacco. “Non devi parlare con quel ragazzo!” disse Minho una volta che ebbe portato Marzia lontano da Kai “Tranquillo, non mi ispira nulla di buono!” disse Marzia lieta a Minho di averla portata via di lì “Kai non ha niente di buono, per favore stagli lontana!” “Lo farò!” A Marzia non servivano troppe spiegazioni, aveva già capito che quel tipo non portava niente di buono. Taemin entrò nel locale tentando di farsi largo tra la folla. “Mister Lee!” lo salutò Park “Qual buon vento di porta qui?” “Scusami Park, vado di fretta, che ci fai qui sola, dov’è Siwon?” “Tuo fratello aveva da fare e non è venuto!” “Capisco, beh, buona serata, ciao!” E la mollò lì da sola a rodersi il fegato, perché era follemente innamorata di lui, ma lui non aveva occhi che per quell’europea con gli occhi chiari. Ma se tutto fosse andato secondo i piani di lì a poco di quella coppia non sarebbero rimaste che macerie. Marzia lo vide arrivare da lontano e subito il cuore iniziò a batterle. Il suo ragazzo era lì, e tutto le sembrava magicamente migliore. Tae le andò incontro e la abbracciò forte “Scusami, sono un idiota, ma sappi che non ce l’ho con te.” “Cosa ti prende, Taemin?” gli chiese Marzia stringendolo forte “Sono mie stupide paure, non c’entrano niente con te!” “DI che parli?” “Ti spiego dopo, ora voglio stare qui con te e non pensare a niente.” Fu così che passarono la serata a ballare insieme, a baciarsi, un po’ sollevati un po’ tristi per quel primo incidente che avevano avuto nel loro rapporto. Da lontano qualcuno rideva beffardo… Kai ci scommetteva la sua testa: di lì a poco sarebbero crollati “Avvicinati di nuovo a lei e ti stravolgo a pugni quella bella faccia che ti ritrovi.” Kai si girò e si trovò davanti Minho “Come scusa?” chiese facendo finta di niente “Hai capito benissimo, lasciali in pace, non è roba per te!” “Io faccio quello che voglio. E’ solo questione di tempo, e quella ragazza sarà mia…” “Kai… stai lontano da loro…” disse Minho nervoso. Poi si allontanò con una strana, brutta, triste sensazione addosso.

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Capitolo 17
*** ANSIE ***


Marzia si stava meravigliando di quanto Taemin fosse bravo a ballare. La musica e il ritmo li aveva nel sangue e nonostante quella musica fosse un ammasso confuso di rumori, lui riusciva, comunque, a tenere il tempo e a muoversi divinamente. “Eih ma balli benissimo!” gli disse dopo un po’ che lo fissava sorridente “No, no, tu balli bene… hai ballato in passato, vero?” le chiese Taemin “Si ma ho smesso da un po’, per via dei miei studi!” “Capisco, ma ti muovi ancora benissimo!” “Mai quanto te…” “Ma io lo faccio di mestiere, o meglio per studio… se non sapessi ballare nemmeno questa musica sarei fritto!” “Ahahahah… comunque qui dentro fa un caldo infernale., ho una sete assurda.” “Ti prendo qualcosa?” “Ma magari…” “A quanti cocktails sei arrivata, signorina?” “Questo sarebbe il secondo, il primo giro lo ha offerto Key!” “Ok, vada per il secondo, allora, ma ti prendo una cosa leggera sennò mi parti di testa!” Detto ciò si allontanò verso il bancone “Minho che hai, la tua faccia è decisamente da funerale!” disse Claudia avvicinandosi “Eh… ah si, no, cioè sono stanchissimo, questo posto dopo un po’ mi snerva!” rispose Minho vago “Ah… beh se vuoi ce ne andiamo, anche io sono abbastanza stanca e…” Claudia non finì la frase perché si accorse che Minho non la stava ascoltando. Aveva gli occhi fissi su Marzia e Taemin. “Sono senza speranze!” pensò e si girò per andarsene “Dove te ne vai?” le disse Minho ridestandosi “Ho visto che non rispondevi pensavo ti stessi dando fastidio!” “No, ma quale fastidio, scherzi? Sono solo distratto!” “E me ne sono accorta!” Minho lesse un po’ di dispiacere nel viso di Claudia “Mi dispiace… non sono stato gentile!” “Vabbè, lascia perdere, non fa niente, io comunque vado a fare un giro, mi snerva stare sempre nello stesso posto!” “Va bene, a dopo allora.” Claudia se ne andò amareggiata, era ora che iniziasse a rinunciare a quel folle proposito di conquistare il cuore di Minho, lui il cuore, infatti lo aveva già bello e occupato. Letizia guardava Jjong agitarsi tra la folla con in mano uno di quegli aggeggi luminosi, che sua sorella le aveva detto chiamarsi lightstick. Non la stava nemmeno guardando, si vedeva che pensava ad altro, magari a Claudia. In realtà Jjong non stava pensando proprio a niente, se non al fatto che era a secco da un po’ di giorni. “la smetti di sbatterti di qua e di là come un ossesso?” gli disse Key “devo beccare qualcuna per forza stasera…” rispose Jjong “E per quale motivo?” “Perché sto scoppiando…” “Jjong sei ridicolo, per favore, piantala… non hai più 16 anni che non controlli gli impulsi!” “Eh parli bene tu, hai una ragazza fissa lo fai quando ti va!” “In realtà ti sbagli, è da un po’ che pure io sto messo male!” “Stai scherzando?” “No, sono serio!” “Ma stai fuori? Che ci stai a fare con quella Mummia se manco…” “zitto, non essere grezzo come al tuo solito. Insieme ad una ragazza non ci si sta solo per quello!” “Guarda detto da Taemin o da Minho è credibile, ma da te proprio no, quindi smettila di fare il moralista, siamo della stessa pasta, per questo andiamo d’accordo!” “Sei odioso!” “No sono realista. E’ bene che tu faccia i conti con la realtà, la tua storia con quella ragazza è arrivata al capolinea.” Key sospirò… “Ok credo che berrò un altro cocktail!” disse sconsolato Celeste balzò in piedi dal letto in cui stava dormendo e si diresse alla disperata ricerca del bagno. Quella casa era grande e lei non ricordava ancora l’esatta collocazione delle stanze. Si fiondò sulla prima porta che le capitò a tiro e la aprì… errore clamoroso, era la porta della stanza da letto dei genitori di Onew. Subito la richiuse di scatto, nemmeno il tempo per loro di capire chi avesse aperto la porta che lei era già scappata. Barcollò in preda al singhiozzo fino a quando non raggiunse la porta del bagno, dove si fiondò reggendosi la pancia e diede di stomaco. “Va tutto bene?” chiese in coreano la madre di Onew Celeste sollevò la testa dal water e la guardò con aria interrogativa senza capire un sola parola. Poi fu costretta e ripiegarsi perché i conati la stavano straziando. Onew sopraggiunse sentendo le voci, e la scena che si trovò davanti gli fece capire che ormai lui e Celeste non si potevano più nascondere. “Jinki cosa ha?” gli chiese sua madre Onew non fiatò, ma si avvicinò a Celeste e la tirò su pulendole la faccia e stringendola “Mamma!” disse “Aspettiamo un bambino!” L’Octagon iniziava finalmente a svuotarsi. Elettra dopo 3 cocktail barcollava e per non cadere doveva aggrapparsi continuamente a qualcosa. “Quanto hai bevuto?” le chiese Key “Solo tre cocktail!” rispose lei ridendo “Beh, allora l’alcool non lo reggi proprio, guarda qua non ti reggi in piedi!” “E già…” “Andiamo, va… ti porto fuori a prendere un po’ d’aria, che qui si muore di caldo.” Le prese per un braccio e facendo attenzione a non strattonarla troppo la condusse fuori da locale. L’aria fresca sembrò farle bene “Non devi bere molto se non reggi l’alcool!” disse Key “Già… ma quei cosi lì erano davvero buoni!” disse lei “Si i cocktails qui sono buoni, ma se non reggi bene, non devi abusarne. Se non ci fossimo stati noi qui, chissà che ti sarebbe successo!” “Ma vedi che ragiono, eh!” “Si come no, guarda qua hai tutti i capelli appiccicati in faccia!” disse avvicinandosi e scostandoglieli dal viso. Le scoprì gli occhi, che brillavano quella sera. La guardò bene, la guardò meglio rispetto a tutte le volte che l’aveva avuta davanti. La gaurdò in modo diverso. Po il cellulare prese a suonare e lo distolse da quello che stava pensando. “Amina? Perché mi chiami a quest’ora?” disse rispondendo “Si sto tornando a casa ora. Non puoi arrabbiarti, ti avevo detto di venire e ti sei rifiutata categoricamente. Ci sentiamo domani, ciao.” Quando mise giù la telefonata, Elettra già non c’era più. GD era un ragazzo molto affascinante. Si vantava sempre di avere un certo potere sulle donne, ed era vero. Quando quella sera mentre vagava annoiato tra la gente, quella giovane europea con gli occhi grandi era andata a sbattergli contro per puro caso, era rimasto profondamente colpito. “Scusa!” disse Elettra mortificata “E’ che qui c’è tanta gente e…” “Non scusarti!” disse GD “Non è successo niente di male!” “Oh, beh, sai mi è un po’ salito l’alcool e…. come mai parli così bene l’Inglese?” “Per lavoro!” “Ah… e che lavoro fai?” “Faccio il manager, e tu?” “Io studio all’università, ma il mio sogno è cantare!” “E sei brava?” “Beh, spero di si!” “Beh chissà che un giorno non ti senta cantare allora!” “Beh, lo spero!” “Comunque piacere, mi chiamo GD!” “Elettra!” “Elettra, ma è un nome bellissimo!” “Grazie!” “E dimmi, Elettra, da dove vieni?” “Sono Italiana.” “Beh sai che l’ho pensato subito? Le ragazze italiane sono di gran lunga le più belle!” “Davvero?” “Già… Ora devo andare, è stato un piacere conoscerti. Nella remota ipotesi in cui ti andasse di rivedermi, qui c’è il mio numero, chiamami!” le disse porgendole un bigliettino da visita. Elettra prese quel cartoncino in mano e lo ringraziò. Poi si disse se non fosse il caso di smetterla di stare dietro a chi aveva già la testa occupata e di dedicarsi ad altro, o meglio ad un altro. Claudia era seduta su un divanetto. Il mal di piedi e l’angoscia avevano avuto la meglio. Sbuffava di tanto in tanto, pensando a quanto fosse sfigata ad aver beccato l’unico con la testa occupata e per giunta dalla sua migliore amica. Quando Jjong la raggiunse sedendosi accanto a lei, con la maglia zuppa, trasparente ed i muscoli in vista, pensò di aver raggiunto l’apice della sfiga. Se non fosse stato per Letizia gli sarebbe saltata addosso, se non altro per non pensare a Minho. “Perché te ne stai sola?” le chiese Jjong “Perché ho mal di piedi!” rispose lei “Levati le scarpe e andiamo a ballare.” “No, grazie, sto bene qui!” “Dai, non fare la noiosa.” Claudia si alzò dal divano e si allontanò, Jjong la seguì. “Non seguirmi!” gli disse “Dai, smettila di fare la bambina e vieni qui!” disse prendendola per un polso “Ma che vuoi?” gli chiese Claudia esasperata Quell’improvviso attacco di nervi fece andare ancora più su di giri Jjong che la tirò a sé e la baciò senza che lei potesse avere possibilità di fuga. Claudia non si oppose all’inizio, perché quel bacio era una cosa emozionante come poche. Quando però con orrore si accorse che Letizia li stava guardando allontanò Jjong e andò verso la ragazza, che però corse via, lontano da lei. “Maledizione!” urlò Jjong nero di rabbia Di tutto quel trambusto che stava accadendo intorno a loro Taemin e Marzia proprio non si stavano rendendo conto, tanto che ad un tratto presero la decisione di andarsene. “Dai che ho la macchina qui vicino!” disse Taemin “Allora andiamo perché inizio a non sopportare più questo caos!” disse Marzi prendendolo per mano Si avviarono così a passo spedito verso l’uscita. Ma qualcosa o meglio qualcuno sbarrò loro la strada “Taemin quando sei arrivato?” chiese Kai comparendo quasi come una maledizione “Un paio d’ore fa, perché me lo chiedi?” domandò tornando di nuovo di malumore “Ho visto la tua Marzia tutta sola e ho pensato che non venissi…” Nei suoi occhi c’era la classica aria di sfida che Taemin gli aveva visto tante volte quando aveva deciso di soffiare la ragazza a qualcuno “Ero solo in ritardo!” disse Tae Kai gli leggeva il nervosismo negli occhi “Va bene, dai, l’importante che tu sia arrivato, non si lascia una bella ragazza come lei da sola, c’è pieno di predatori, in giro!” “Tranquillo, le cose che amo me le tengo strette!” disse Taemin deciso Kai per un attimo esitò. Non si aspettava quella risposta. Poi si avvicinò a Marzia le prese la mano e gliela baciò, Taemin fece per lanciarsi addosso a lui, ma il braccio di Marzia lo fermò appena in tempo. “Statemi bene ragazzi, siete così belli, non mi piacerebbe proprio vedervi separati.” Ma Taemin sapeva bene che era l’esatta cosa a cui Kai mirava. “SI può sapere che vuole quel tizio da me?” gli chiese Marzia una volta fuori dal locale “E’ palese, ti corteggia!” rispose Taemin nervoso “Ma se sa che sono la tua ragazza. E poi siete anche amici!” “Amici? Per Kai, a quanto pare gli amici non esistono!” “Si ma tu non devi essere così nervoso, a me quel ragazzo non interessa e non mi interesserà mai. Penso sia chiaro questo, no?” Taemn non rispose “Taemin perché non parli?” chiese Marzia delusa Pensava che Tae si fidasse ciecamente di lei, ma a quanto sembrava si sbagliava di grosso. “Kai piace a tutte, Marzia. Non so che ha, o cosa attiri le ragazze, ma ogni coppia , quando lui si mette in mezzo puntualmente si sfalda.” “Tae lo sai che io non ti farei mai una cosa del genere, a noi non succederà niente, rimarremo uniti.” “Quel ragazzo ha fatto finire anche dei matrimoni!” “Taemin non mi interessa di quella che ha fatto o non ha fatto, a me interessa che tu creda in me e creda in noi. QUest dubbi che hai non mi piacciono!” “Non è per te, Marzia, è solo che… Ho paura, ho paura di perderti e…” “Beh se fai così di certo la situazione non la migliori!” “Mi dispiace.” “E’ per questo che prima eri nervoso!” “Già…” “Tae per favore, prova a non pensare a questa cosa e godiamoci questo tempo che ci siamo conquistati a fatica. Non mi va che ci siano tensioni per problemi che non esistono!” “Hai ragione, scusami, sono un idiota, sto sprecando il nostro tempo a stare di malumore.” “Dai torniamo a casa.” “ho un’idea migliore, in fondo devo farmi perdonare!” disse facendo l’occhiolino. E si fece perdonare alla grande, del resto a che serviva una macchina se non a passare un po’ di tempo con la sua ragazza. Facendo bene attenzione a non farsi scoprire si nascosero con la macchina in un posto appartato e lì Taemin si fece perdonare per due volte. Quando sfiniti si fermarono, Tae la abbracciò e respirò il profumo di quei capelli belli, morbidi e pensò che non avrebbe mai voluto perdere quella ragazza per niente al mondo. Decise così che né Kai né nessun altro si sarebbero messi di traverso in quella loro storia. La famigli di Marzia si era svegliata e aveva raggiunto Celeste, Jinki e la madre di Jinki in salotto. Anche il signor Lee e Siwon, si erano svegliati. “Lei aspetta un bambino!” disse la signora Lee a suo marito “Un bambino di Jinki?” chiese il signor Lee meravigliato “Si, papà…” rispose Onew Attimi di terribile silenzio. Ognuno guardava l’altro, chi più chi meno a disagio. La famiglia di Marzia, esclusa la nonna che dormiva e russava come un trombone nella stanza affianco, era terrorizzata dalla possibile reazione di quelle persone. Del resto chi non avrebbe reagito come un pazzo furioso a quella notizia? Quei due ragazzi erano così giovani, era un sacrilegio aspettare un bambino a quell’età. “Per nostra figlia non ci sono questi problemi?” chiese Michele a denti stretti a sua moglie “Michele, non è il momento, ne parliamo dopo!” disse sottovoce Eleonora roteando gli occhi. “Un bambino, quindi?” ripetè il Signor Lee “Si, papà!” fece Onew Celeste era come seduta sui carboni ardenti, pensava che di lì a poco la avrebbero cacciata via a calci “Io pensavo che tua sorella o Siwon sarebbero stati i primi!” disse suo padre guardando prima Onew e poi il figlio maggiore. “Eh… invece sono stato io!” disse Onew alzando le spalle “Mmmm…” il signor Lee era pensoso “Papà di qualcosa…” disse Onew esasperato da quell’attesa “oh Jinki, cosa posso dirti! Sono felice che tu e questa ragazza bellissima stiate per renderci nonni, è un po’ presto, ma va bene, ora inizi il lavoro, poi anche lei quando sarà avrà un suo impiego e questo bambino sarà mezzo coreano e mezzo italiano!” disse il signor Lee battendo le mani e abbracciando sua moglie che ancora non aveva realizzato “Che diavolo dicono?” chiese Mauro a Aurora “Mauro non lo so, ma ridono e si abbracciano, suppongo siano felici!” rispose lei “Magari fanno così quando sono disperati!” “Piantala di commentare, il fratello di Onew ci sta guardando!” In realtà SIwon, più che Mauro stava guardando lei. “Benevenuta in famiglia, e benvenuta anche la creatura che stai crescendo dentro di te!” dissero i Signori Lee in Coreano. Quando Onew tradusse la frase a Celeste questa scoppiò a piangere per la gioia, e tutti non poterono fare a meno di fare un piccolo applauso a quella creatura che stava per nascere e a quei giovani genitori che avevano deciso di farla continuare a vivere. “Ma che succede, hanno ammazzato il gallo?” chiese la nonna sbucando in vestaglia tutta spettinata dalla camera “Il gallo?” chiese Siwon “Si dice così quando c’è chiasso!” si affrettò a rispondere Aurora. “Ok, bene!” disse SIwon accennando un sorriso Claudia aveva cercato Letizia per tutto il locale senza trovarla. Tornò sconfortata dagli altri e trovò ad attenderla solo Minho “Dove sono i ragazzi?” chiese Claudia “Sono tornati a casa.” Rispose Minho “E Letizia?” “Come Letizia non è con te?” “Eh no…” “Cavolo…” “Sono andat già tutti via?” “Temo di si…” “Bisogna cercarla…” Letizia si sedette su un gradino fuori dal locale. Era troppo triste, del resto non poteva avercela con Claudia. Lo vedeva che respingeva Jjong, e si era accorta che a interessarle era Minho. Due ombre le si pararono davanti e a lei prese un colpo. Iniziarono a parlare in coreano e a sghignazzare. La sollevarono di peso e iniziarono a guardarla con aria inquietante. “Aiuto!” gridò Letizia terrorizzata Ma chi poteva sentirla? Era andata a collocarsi proprio dietro il locale. “Aiuto” gridò più forte. Niente. Quando fu lì lì per temere il peggio, due figure piombarono sui suoi aggressori e li scaraventarono a terra. Quelli per la paura se la diedero a gambe. Lei rimase ferma dov’era per la paura ed iniziò a piangere “Tutto bene?” le chiese in Inglese uno dei due ragazzi. Letizia sollevò la testa. Il ragazzo che le aveva parlato era un tizio stranissimo con dei capelli biondicci e la faccia simpatica “Si, più o meno, grazie.” Rispose con aria spaesata “Non devi startene da sola qui sul retro!” “non lo sapevo!” “Tranquilla, per fortuna c’eravamo noi. Comunque sono Luhan!” disse porgendole la mano e sorridendo Letizia esitò un attimo, poi allungò la mano e gliela strinse “Lui invece è Sehun!” disse indicando il tipo sbarazzino con la testa multicolor vicino a lui “Ciao!” fece quello sorridendo Letizia gli sorrise. “Grazie per avermi levato di torno quei due!” “Dovere!” disse LuHan sorridendo Letizia pensò che avesse davvero un bel sorriso “Che ci facevi qui tutta sola?” “Ah nulla di che!” “mmmm, hai l’aria stravolta, non hai nessuno che possa portarti a casa?” Letizia ci pensò… poi si ricordò di aver visto tutti andare via, tutti meno che Claudia e Minho. “C’è una mia amica, dovrei chiamarla ma ho il cellulare scarico e…” “Usa il mio!” le disse Luhan allungandole il suo telefono “Sul serio?” “Si sul serio!” Quando Claudia ricevette la telefonata di Letizia si precipitò subito insieme a Minho a recuperarla. La trovò insieme a quei due ragazzi e per poco non le venne un colpo. “Stai bene, questi due ti hanno fatto qualcosa?” le disse ansiosa “No, tranquilla, loro mi hanno appena salvato la vita!” disse Letizia indicando prima Luhan e poi Sehun “Salve!” le disse il primo “Luhan!” fece Min avvicinandosi “Eiiih! Ma sei anche tu qui?” “Già…” “Fantastico… era da sola, e due tizi l’avevano aggredita…” “E tu l’hai salvata!” “SI lui mi ha salvata!” disse Letizia felice “Beh, hai davanti a te uno dei ragazzi, in assoluto, più coraggiosi di Seul, Luhan, un nome una leggenda.” E Letizia gli sorrise grata per quell’aiuto e per quegli occhi allegri e dolcissimi.

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Capitolo 18
*** INCONTRI E SCONTRI ***


L’alba arrivò anche su Seul quel giorno, ma Marzia e Taemin non la videro da casa. Si erano addormentati in quella macchina e si erano svegliati solo alle prime luci del giorno “I miei mi ammazzano!” disse Marzia stropicciandosi gli occhi “Non parliamo dei miei, mi faranno il terzo grado!” “Dai è ancora presto, potremmo dire di esserci attardati in discoteca!” “Già come scusa regge!” “Ok, ma affrettiamoci, sperando che non abbiano sentito rincasare gli altri!” Per loro fortuna, degli altri non c’era nemmeno l’ombra. Sgattaiolarono in casa e dopo essersi dati il bacio, per così dire, della buona notte, si infilarono ognuno nella propria stanza. “Eccoci qua!” disse Key fermando la macchina davanti a casa di Taemin “Grazie per avermi riaccompagnata!” disse Elettra alla quale era passato l’effetto dell’alcool “Dovere!” disse Key Elettra lo guardò “Dovere?” disse iniziando a innervosirsi “Si, dovere!” ripetè Key non capendo il perché di quella precisazione “Beh, pensavo fosse stato un piacere, ma a quanto sembra per te ci sono solo i doveri! Ci vediamo!” disse seccata e scese dalla macchina “Ma che ti prende?” le chiese Key Ma Elettra si era già infilata in casa Key rimise in moto la macchina senza pensare troppo a quello che era successo. Probabilmente Elettra era ancora un po’ ubriaca. Qualche minuto dopo un’altra macchina si fermò davanti a casa di Taemin. “Signorine, prego!” disse Minho aprendo la portiera prima a Claudia che era seduta accanto a lui e poi a Letizia che era sul retro. “Grazie Minho!” disse lei “Ciao!” fece Claudia cercando di non guardarlo troppo negli occhi, altrimenti avrebbe capito quanto le piaceva “Ciao Claudia!” disse lui, poi rientrò in macchina “Eih Minho!” lo chiamò Letizia “Dimmi!” “Quel Luhan è un tuo amico?” “Luhan? Amico amico no, però ogni tanto mangiamo insieme o andiamo in palestra insieme, è un bravo ragazzo!” “Ah si…” “Già, perché me lo chiedi?” “No… sai è stato così gentile, solo che prima ero così traumatizzata che non l’ho ringraziato!” “tranquilla, Luhan non è un tipo che se la prende. Comunque guarda, ti scrivo il suo numero, così magari gli mandi un messaggio, ok?” “Grazie, sei gentilissimo!” Min scrisse il numero al volo e poi consegnò il foglietto a Letizia “Ancora grazie!” “Claudia a te serve qualche numero?” le chiese divertito Lei lo guardò indecisa se strozzarlo o meno… poi decise che era meglio sorridere e fare finta di niente “Ciao Minho!” disse e si allontanò “Claudia!” la chiamò Letizia “EIh, piccola, dimmi!” disse lei che ancora si sentiva in colpa “Io vi ho visti… Ho visto te e Jjong!” “Ah..ascolta io…” “Non c’è bisogno che mi dici nulla, lo so quanto ti stai sacrificando per me. Quella che si sente in colpa sono io. Per colpa mia forse ti stai perdendo qualcosa che potrebbe farti bene!” A volte Letizia la stupiva. Aveva solo 19 anni ma la maturità era quella di una donna e non di una ragazzina!” “Tesoro mi dispiace per stasera. E si è vero, se ancora non ho ceduto a Jjong è anche perché ti voglio bene. Ma non solo. Jjong sarebbe il mio tipo per una storiella come sono abituata ad averne… qualche giorno, più dentro al letto che fuori,e poi basta. A te, invece, Jjong piace davvero… è più giusto che tu viva questa esperienza, mentre per me sarebbe l’ennesima storia da quattro soldi!” “Ma io non ho speranze!” “Questo lo pensi tu!” “Ma dai, è cotto di te, non mi guarda proprio!” “Letizia, Jjong non è cotto di me. JJong vuole venire a letto con me e basta. Da qui a essere cotti ce ne passa eh… certo che se tu non ti dai una mossa non capirà mai che ti interessa.” “Claudia…” “Letizia fidati. Per il fisico sarebbe una botta di vita ma per l’animo no. Mi sono stancata di queste storie mordi e fuggi, voglio qualcosa di serio, di diverso, con un ragazzo tranquillo, premuroso, dolce…” “Un ragazzo come Minho?” le chiese Letizia Claudia sgranò gli occhi “E tu come lo sai?” “Eh, lo so. Te lo si legge negli occhi!” “Sei una piccola grande saggia, allora!” “E tu sei una grande scema. Perché cavolo non ti fai avanti?” “Perché lui è cotto perso di Marzia!” “Ma questo lo dici solo perché non ci hai mai provato. Claudia sei bellissima, sei simpatica, perché mai dovrebbe rifiutarti?” “Perché gli piace Marzia. E come dargli torto. Non avrà i tratti della donna sensuale, ma è carina, allegra, frizzante…” “Claudia tu e Marzia siete così diverse che non è possibile fare paragoni! Io dico solo che se tu ci provassi, o almeno gli facessi capire che ti piace, di sicuro lui un pensierino ce lo farebbe!” “Allora facciamo così. Io ci provo solo se tu ci provi con Jjong.” “Il problema è un altro. Jjong mi stra piace, ma penso che dovrà dividersi la mia testa con qualcun altro.” Jjong si svegliò e ci mise un po’ a capire dove si trovava. Quando realizzò di star dividendo il letto con una tipa sconosciuta, balzò in piedi. Si vestì alla velocità della luce e scappò fuori da quella casa senza manco guardare con chi avesse condiviso il resto della serata. Una volta fuori respirò l’aria fresca del mattino e tentò disperatamente di ricostruire le vicende che l’avevano portato in quella casa con quella tizia. Non si ricordava niente. Ma quanto cavolo aveva bevuto? E soprattutto quando aveva conosciuto quella tizia? Il vuoto. E la macchina, dov’era la sua macchina? SI toccò le tasche dei pantaloni per assicurarsi di avere tutto. Poi constatato che nessuno gli aveva rubato niente, prese il cellulare e compose il primo numero che gli passò per la testa. “Key!” disse “Che vuoi, sono le sette del mattino!” “Che diavolo è successo ieri sera?” “E lo vuoi sapere da me?” “Non hai capito, mi sono ritrovato nel letto di una tizia sconosciuta, senza macchina, senza bo…” “Jjong ma sei idiota? La tizia non è per niente una sconosciuta, è Deli, l’amica di Minho...” “Deli Lang?” “Si lei.” “Oh mio Dio, ma non mi ricordo proprio!” “Perché sei un idiota!” “Ma non era innamorata persa di Minho?” “SI due anni fa. Ieri le ti sei accolato tipo polipo e la poverina alla fine ha ceduto per sfinimento!” “Giuro stamattina ero così devastato che nemmeno ho guardato chi avevo vicino nel letto!” “Oh Signore, Jjong!” “Ma Minho che ha detto?” “Niente, cosa ha detto? Quello nessuno sa più dove ha la testa!” “Ma perché non avete provato a fermarmi?” “Ci abbiamo provato ma continuavi a dire che avevi bisogno di… e così ti abbiamo lasciato andare!” “Oh cavolo… ora sto ricostruendo tutto!” “Bene.” “Ma no, male. Io vorrei non dovermi ricordare.” “E invece ricorda Jjong. Così imapari a frenarti.” Qualche secondo di silenzio “Jjong sei ancora lì?” chiese Key “Mi sono appena ricordato di un particolare agghiacciante!” “Cioè?” “Sul comodino c’erano le confezioni di tre….” “DI tre?” “Ma si insomma di tre....” “Lo hai fatto tre volte?” “Si, temo di si!” “Ma se eri ubriaco, come hai fatto a reggere?” “Non me lo chiedere, buon Dio mi vergogno troppo!” “E fai bene, stai diventando peggio di un cavernicolo! Segui solo gli istinti!” “E se ora questa si attacca?” “Sono cavoli tuoi, io non voglio sapere niente! E ora scusami ma ho sonno. Ciao!” “idiota!” disse Jjong. Ma sapeva che il suo amico aveva ragione. Erano molto uguali per certi versi, ma Key aveva acquisito col tempo una certa compostezza che lui non riusciva proprio a guadagnarsi. “Come diavolo ci torno a casa da qui?” si chiese Poi guardando l’orologio capì che più che a casa doveva andare a lavoro. Quando Marzia riemerse dal sonno che l’aveva tenuta inchiodata a letto fino alle 11 del mattino, il collo e la schiena le facevano un male cane. Del resto quella doveva essere la conseguenza più logica dell’ aver passato metà della notte in macchina nelle posizioni più scomode prima per altro e poi per dormire. “Buongiorno figlia!” le disse suo padre “Ciao papà!” disse lei ancora assonnata “E’ un miraggio vederti. Te ne stai sempre a zonzo!” “Ma se stiamo insieme tutto il giorno. Metto il becco fuori di qui da sola, la sera.” “mmm, si può sapere che state combinando tu e quelle quattro scriteriate?” “Niente, usciamo, visitiamo un po’ di posti, nulla di eccessivamente strano!” “Oh beh… se non è strano che ci troviamo dall’altra parte del mondo a conoscere il tuo fidanzato dimmi tu cosa lo è. Comunque spicciati, la madre di Taemin dice che dovete andare insieme alla tua di madre a comprare un vestito tipico coreano, non chiedermi come si chiama.” “Perché devo comprare un abito coreano?” “Perché non lo so, la mamma di Tae vuole farti un regalo.” “Ma non parla una sola parola di italiano!” “Tranquilla, vi accompagna Onew, anche Celeste deve prendere il vestito!” “Ma non può venire anche Taemin?” “No, ha l’accademia e suo padre è stato categorico sul no. Non deve perdere altre lezioni.” “Voi altri cosa fate?” “io andrò con il signor Lee non so dove. Per fortuna mastica due parole di Inglese, spero ci capiremo. Tua sorella e Mauro vanno con Siwon per negozi.” “E la nonna?” “Per carità divina non me la nominare. Sta mettendo tutta la casa a soqquadro con le sue manie. E’ impazzita, tua nonna è impazzita a Seoul.” “Insomma ma dove va?” “Da nessuna parte. Ha detto che vuole rimanere qui a casa, non c’è speranza di farla muovere.” “Ma per quale motivo?” “Dice che l’aria di Seoul le fa male. Per fortuna tra due giorni ripartiamo e amen. E ora va a vestirti!” “Ma mamma, dov’è?” “E’ di là che si prepara e da una mano a Celeste che è nel panico. Ieri lei e Onew hanno detto a tutti della dolce attesa e ora lei ha paura di sfigurare con la famiglia di Jinki e tua madre sta cercando di tranquillizzarla. Certo che i suoi genitori potevano essere più gentili!” “Non ne parliamo.” “Pronto Luhan!” disse Letizia “SI, chi è?” rispose una voce maschile che lei riconobbe subito essere del ragazzo che l’aveva salvata “Sono Letizia la ragazza che hai soccorso l’altra sera all’Octagon!” “Oh, Letizia, ciao! Allora come stai? Ti sei ripresa?” “SI, alla grande. Senti scusami se ti disturbo, ma volevo ringraziarti. Ieri ero troppo sotto shock e non ho avuto modo di…” “Ringraziarmi, ma ti pare!” “E invece si, se non era per te e per il tuo amico io non so cosa avrei fatto! Comunque il numero me lo ha passato Minho, ora lo cancello, era giusto per mettermi in contatto!” “Perché dovresti cancellarlo? Tienilo pure e usalo quando vuoi! iO sono qui, se ti va di fare due passi o hai bisogno di aiuto sai a chi rivolgerti!” Letizia non ci credeva. Quel ragazzo si stava dimostrando una persona gentile anche se non la conosceva. “Ok, allora lo conserverò!” “Già… mi auguro che lo userai ogni tanto. Ciao Letizia!” Lui, Minho si avvicinava, la guardava negli occhi. Lei, Marzia, era bellissima, era lì per lui, solo per lui. Le accarezzava il viso, i capelli, poi si avvicinava ancora di più e la baciava. Quel bacio infinito, stupendo, quel bacio tra lui e lei. Poi quel bacio diventava più intenso, più forte e si arrivava lì dove qualsiasi bacio passionale porta, a quel momento stupendo in cui si diventa una cosa sola e… Minho si svegliò di botto. L’aveva sognata di nuovo, aveva sognato quei momenti che con lei non avrebbe mai avuto, aveva sognato l’unica ragazza che non poteva avere. Non capiva perché quel viso, quegli occhi, quelle labbra gli stessero dando il tormento; capiva però che era il momento di togliersela dalla testa se non voleva impazzire. Lo squillò del cellulare lo riportò alla realtà. Aveva un nuovo messaggio “Ciao, come va? Ti sei ripreso da ieri :P Claudia!” Minho posò il telefono. Non aveva voglia di rispondere, non aveva voglia di niente. Quella mattina, per sua fortuna non aveva lezione all’università. Si ributtò sul letto e pregò di non sognarla di nuovo. Elettra era uscita di casa alla svelta. Le serviva urgentemente un vestito e su quella via era pieno di negozi. Iniziò a camminare a passo veloce, buttando un occhio a tutte le vetrine. Distratta com’era non si accorse nemmeno della figura che le andava incontro. Urtò qualcuno. “Mi scusi, io non l’ho fatto apposta!” disse “EIh, chi rivede, Elettra!” disse GD riconoscendola. “GD vero?” fece lei sorpresa “Già… Come mai vai così di fretta?” “Ho bisogno di un vestito nuovo, ma ho poco tempo per sceglierlo!” “mmm e non sai dove andare, vero?” “Già…” “Dunque, sono le undici… fino alle 12 sono libero se ti va posso darti una mano nella scelta del negozio.” “Dici sul serio?” “Ovvio, se ti va!” “Certo. Ma mi dispiace farti annoiare!” “Annoiare? Ma dai! Anzi sai che ti dico, prima facciamo colazione e dopo subito in giro alla ricerca del vestitO!” “Non vorrei approfittarne troppo!” “No, tranquilla!” E così si avviò con quello considerato uno tra gli uomini più belli di Seul verso uno dei bar più eleganti di Seul. Mentre mangiavano, chiacchierando del più e del meno a GD squillò il cellulare. “Pronto!” disse con aria seccata “Dove cavolo sei!” disse la voce isterica di Park “Sono in giro!” “Beh allora palesati subito, non mi sembra tu ti stia dando molto da fare per far scoppiare la coppia!” “Non è compito mio e lo sai!” “Tu dovevi addestrare Mia!” “Sai che lei ha un ruolo del tutto secondario!” Elettra ascoltava GD parlare senza capire nulla. Pensando che fosse per lavoro non si interessò più di tanto. DI sicuro che le cose sarebbero andate diversamente se solo avesse saputo che quei due stavano organizzando un sabotaggio alla storia d’amore di una delle sue migliori amiche. Marzia e Celeste guardavano le vetrine di vestiti hanbok incuriosite. “Dobbiamo metterci uno di quelli?” chiese Marzi alla sua amica “Temo di si, o meglio la signora Lee ce lo regalerà non possiamo essere scortesi, almeno unavolta dovremo indossarlo.” “Io non mi ci vedo proprio!” “Nemmeno io, poi sai, quando avrò la pancia sembrerò un’enorme mongolfiera.” “Sarai comunque bellissima!” “SI, certo, come no!” “Eih voi due la piantate?” disse Jinki “Eddai amore, non rompere!” disse Celeste “Muovetevi dai, dobbiamo sbrigarci!” “Ma quanto rompe il tuo fidanzato?” “Un casino… se penso che dovrò averlo vicino per il resto dei miei giorni mi viene da piangere ahhaahhaha!” “Stronza!” “Sai che scherzo, vero? Per me lui è stata una delle cose più belle che mi siano mai capitate. Con i miei che sono due pezzi di ghiaccio un po’ di amore in più non mi ha fatto altro che bene, e spero che faccia bene anche a questo bambino!” “Sono sicura che andrà tutto per il meglio!” “Marzia, Celeste, avanti!” disse Eleonora entrando in un negozio Le due ragazze entrarono e si trovarono circondate da splendidi abiti tradizionali coreani. Una signora sulla sessantina si avvicinò a loro e sorrise, mentre la mamma di Onew le spiegava cosa stava cercando. Quella scomparve dentro una stanza e ne tornò poco dopo reggendo due hanbok per ogni mano. Azzurro-bianco uno, rosso-blu chiaro un altro per Marzia; rosa- bianco uno e verde-lilla un altro per Celeste. “Forza ragazze, andate a provarli, su!” disse Eleonora. Le due presero i rispettivi abiti e si infilarono nei camerini. Taemin tentava di concentrarsi sulla coreografia, ma non gli riusciva. Il pensiero che Marzia fosse sola non lo metteva di buon umore. Sarebbe stato felice di accompagnarla a scegliere il suo primo hanbok, ma la accademia non glielo aveva permesso. E ora sgambettava nervoso e senza voglia. Dopo un paio d’ore quello strazio finalmente si concluse. Corse come un ossesso verso lo spogliatoio e tirò fuori il cellulare. C’era un messaggio con foto. Ci cliccò sopra e comparve l’immagine di Marzia con il vestito coreano celeste e bianco. Ti amo, dalla tua europea coreana preferita, recitava la didascalia. Taemin sorrise pensando a quanto fosse bella e dolce, poi si lavò velocemente, si vestì e si avviò di corsa verso casa. La signora Lee aveva insistito tanto affinchè le ragazze indossassero l’hanbok per tornare a casa. Dopo un po’ di resistenza le due avevano ceduto e si erano infilate il vestito. “Sembra che siamo alla festa di carnevale!” disse Celeste “Già, mi sento una scema vestita così!” rispose lei Le signore erano andate avanti a fare la spesa . “Celeste ti va se ci fermiamo qui a vedere qualche giocattolo?” disse Onew “Ovviamente Marzia tu ci dai una mano!” disse poi “No, ragazzi andate pure, io mi avvio verso casa, sono stanchissima!” disse Marzia “Ma come, vai a casa da sola?” disse Celeste delusa!” “Questi sono i vostri momenti, io non c’entro niente!” “Ma che dici, smettila!” “No, dai, davvero, torno a casa, ci vediamo dopo!” Così si avviò da sola verso casa. Ad un tratto le si slacciò il fiocco del vestito e siccome le stava strisciando per terra rischiando oltre che di sporcarsi anche di rovinarsi, dovette fermarsi per sistemarlo. “Serve aiuto?” chiese una voce che Marzia riconobbe subito. Kai era davanti a lei. “No grazie!” disse decisa “Dai ti aiuto io con quel fiocco, non vedi che è troppo lungo?” insistette lui “Ce la faccio da sola.” In realtà si stava annodando nel vestito, ma non voleva che quel tizio la aiutasse. Kai si avvicinò. “Lascia fare a me!” le disse prendendo i due lembi del laccio. “Lo hai sfilacciato tutto!” disse estraendo un accendino dalla tasca “Cosa fai?” gli chiese Marzia Kai fece scattare l’accendino e bruciò la parte lesa del nastro che subito smise di sfilacciarsi. Poi con delicatezza passò il nastro intorno al torace di Marzia. Quella rabbrividì, ancora un po’ più su e si sarebbe trovata in difficoltà. “Grazie, sei stato gentile, ora però devo andare.” Disse facendo per allontanarsi. “Aspetta!” le disse Kai Hai l’etichetta sporgente. Le si avvicinò con la mano le fece rientrare l’etichetta che le sporgeva da collo. La sua mano si fermò un po’ troppo sul collo di Marzia. “Smettila!” disse lei spostandosi “DI fare cosa?” domandò lui “Di starmi tra i piedi, mi dai fastidio!” “Ti do fastidio o hai paura?” Marzia non rispose. Già quale dei due sentimenti le provocava quel ragazzo. Era infastidita o aveva paura che le cose potessero andare come Taemin le aveva detto? “Stammi lontano!” gli disse e se ne andò Kai la rincorse e le sbarrò la strada “Sicura che sia quello che vuoi?” “SpostatI!” “Rispondi alla mia domanda!” “SI sono sicura. Come sai sono impegnata, non mi serve altra gente intorno!” Kai si avvicinò, lei fece per scansarsi ma lui la bloccò, mettendole le mani sulle spalle. La stava guardando fissa negli occhi, con uno sguardo infuocato. Si avvicinò pericolosamente, ma lei riuscì a liberarsi le braccia e lo spinse via. “Non te lo ripeto più, stammi lontano!” e se ne andò “Prima o poi sarai mia!” disse Kai convinto Quando la vide arrivare nera in viso Taemin si preoccupò. “Tesoro che è successo?” le chiese “Niente, è questo vestito che è scomodo!” rispose lei vaga “Marzia non posso credere che tu abbia quella faccia per uno stupido vestito. Cosa c’è?” Così fu costretta a raccontargli quello che le era successo. “io lo ammazzo!” disse Taemin “lascialo perdere, per favore, non voglio più dovermelo trovare davanti, se lo affronti si incaponisce ancora di più!” “Non credo proprio, ora mi ha proprio seccato!” “Taemin per favore, non farlo!” “Mi fa imbestialire il fatto che ti infastidisca!” “Anche a me, ma non diamogli retta prima o poi si stancherà!” “Tu dici?” “SI!” “Come vuoi allora, ma alla prossima lo pesto!” “Dai, speriamo che non ci sia una prossima volta!” disse abbracciandolo Finalmente si sentiva al sicuro tra le braccia del ragazzo che amava e per il quale si trovava in quella città. Lo strinse forte e lui fece lo stesso con lei. “Sei bellissima con questo vestito!” le sussurò Taemin “Ma se sembro un panettone!” “Ma smettila, sei stupenda. Quando ho visto la foto sono corso subito a casa, non vedevo l’ora di vederti dal vivo.” “Pazzo!” “Già… pensa tra tre mesi finirò l’accademia poi verrò in Italia, avremo una vita insieme…” “Non vedo l’ora.” “Sai che è importante questo gesto che ha fatto mia madre?” “Quello di comprarci il vestito?” “Esatto!” “Come mai?” “Lo ha fatto una volta soltanto con il marito di mia sorella. Le ha regalato un abito maschile, lei dice che è di buon auspicio per il matrimonio!” “A Park non lo ha comprato?” “Non le sta molto simpatica, anche se non lo dice!” “E come mai?” “Perché pensa che abbia un debole per me!” “Ed è vero?” “Spero di no!” “Sono gelosa!” “Piantala. Per me ci sei solo tu!” “Davvero?” “Si!” “mmmm” “Mmm cosa?” “Niente!” “Signorina la invito a fare la brava altrimenti sarò costretto a punirla.” “E in che cosa consiste la punizione?” “Sapessi…” “Allora temo proprio che non potrò fare la brava!” Ed insieme risero per quel gioco che si erano inventati, perché a loro bastava poco per essere felici. A loro bastava essere insieme e sapere che lo sarebbero stati nonostante tutto. Grandi sconvolgimenti li avrebbero messi presto alla prova.

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Capitolo 19
*** RISCHI, PROPOSTE E CONTROPROPOSTE ***


“Hai molto di che parlare al telefono!” disse Elettra a GD quando quello chiuse la telefonata. “Scusami, ma sono i miei assistenti, non riescono a combinare mai niente da soli!” mentì lui A Elettra non sembrò molto convincente. “Beh non finisci la tua colazione?” le chiese GD notando che aveva smesso di mangiare “Oddio questo piatto era enorme, sono piena!” “Beh, direi che allora possiamo andare a comprare questo vestito!” “Va bene, quanto ti devo per tutto questo cibo?” “Dovere? Ma ti pare che ti faccia pagare? Non ci pensare nemmeno!” “Dai, mi fai sentire a disagio!” “Sarei a disagio io a far pagare la colazione ad una ragazza!” Detto ciò si alzò e andò alla cassa a pagare il conto. Mentre passeggiavano per la strada guardando le vetrine, GD ne notò una in allestimento. “EIh guarda quel vestito!” le disse indicandole uno splendido abitino a fiori, lungo fino al ginocchio con un tulle. Elettra si avvicinò e per poco non le venne un colpo. Quella fantasia floreale la conosceva bene; era la stessa che aveva visto addosso a Key la sera che lo aveva incontrato a Roma per la prima volta. Elettra non capiva, o qualcuno aveva copiato lo stile di Key oppure qualcosa non quadrava. La porta del negozio si aprì e come evocato da un incantesimo ne sbucò fuori Key. “Elettra!” disse non appena la vide “GD?” fece poi notando il ragazzo “Vi conoscete voi due?” chiese “A quanto pare si!” rispose GD seccato da quell’incontro “Oh ciao Key, stavo giusto pensando a te, cioè guarda ti hanno copiato i disegni per gli abiti. Quello lì ha la stessa fantasia dei tuoi pantaloni!” disse Elettra Key la guardò per un attimo in silenzio “Elettra nessuno ha copiato niente, quell’abito l’ho disegnato io!” disse poi sentendosi in colpa “Ma… cioè… non mi dire che quello è il mio vestito!” chiese lei delusa “beh…ecco… si!” “Ma dovevi regalarlo a me, che ci fa in un negozio?” “io… beh avevo promesso al mio capo che avrei disegnato qualcosa di particolare, il tempo era poco e così ho approfittato di un vestito già pronto e…” in realtà mentiva. Per evitare di dover dare spiegazioni alla fidanzata su per chi fosse quel vestito alla fine aveva deciso di consegnarlo al suo capo e farlo diventare un capo della nuova collezione “Immagino che ora ce ne siano mille come quello in giro.” “Mille no ma un duecento si!” “Doveva essere una cosa che stavi facendo solo per me, me lo avevi promesso!” disse Elettra mortificata “Mi dispiace, non potevo fare altrimenti!” “Sei proprio uno stronzo!” disse e corse via. “Elettra, aspetta!” “Lasciala in pace, scemo che sei!” gli disse GD “Da quando in qua esci con lei?” le chiese Key “Da oggi, quindi per favore levati dai piedi, sei già abbastanza indigesto quando non si tratta di donne.” “Sei un emerito coglione!” “Vacci piano con me Kibum… io non sono come i tuoi amici che incassano le tue frecciatine in silenzio…” “Va al diavolo!” disse Key e se ne andò per la sua strada “Marzia che ne dici se oggi bidoniamo gli altri e ce ne andiamo in giro io e te?” chiese Taemin guardando la sua ragazza intenta a riprovarsi gli abiti che la signora Lee le aveva regalato “Come mi sta sto coso?” domandò lei girandosi “Amore sei mezza nuda, non si allaccia così!” le disse Taemin “Oddio, non imparerò mai.” “SI che lo farai, è solo questione di pratica. Pensa che mia madre quando si è sposata aveva addosso un roba del genere.” “Ah…” fece Marzia perplessa, la sua idea di vestito da matrimonio era leggermente diversa “SI e anche mio padre aveva il vestito tradizionale!” “Vuoi dire che anche gli uomini hanno uno di questi?” “Tesoro non sono proprio così, però si esiste un abito tradizionale anche per noi!” “E il tuo dov’è?” “Nel mio armadio, ma non ho voglia di riesumarlo, lo metto solo a capodanno!” “Dai, voglio vederlo!” “Non se ne parla!” “Uffa!” “Non hai ancora risposto alla mia domanda, ti va se dopo le quattro rimaniamo io e te soli?” “Perché anche prima delle 4 non rimaniamo soli?” “Ho da fare con Minho, ma non ci metterò molto!” “Dove andate?” “Niente Minho ha da comprare alcune cose!” “Vi accompagno!” “No, dai è noioso andare in giro con due ragazzi petulanti, fatti un giro o riposati tesoro, ok?” “Eih già ti sei stancato di me?” “Dai Marzia, non dire stupidaggini! Passo a prenderti alle 4 ok?” disse stampandole un bacio in fronte “Ok!” disse lei mettendo il broncio Taemin le baciò quel musino imbronciato e le sorrise. Poi se ne andò. Rimasta sola non sapendo cosa fare, dato che i suoi erano in giro con i genitori di Tae e le altre erano sparite decise di uscire. Non appena mise piede fuori dalla porta si imbattè in Park “Tesoro!” disse lei sfoggiando un fintissimo sorriso “Ciao Park!” disse Marzia “Dove te ne vai tutta sola?” “Oh a fare un giro, Taemin è uscito con Minho e non so dove siano le altre!” “Ho capito, quindi sei tutta sola?” “EH si…” “Dove pensi di andare?” “Non lo so, non vorrei allontanarmi troppo!” “Beh sei quasi in pieno centro non occorre che ti allontani! Fai un giro per i negozi, c’è tanta bella roba!” “Ok, seguirò il tuo consiglio!” “Brava, resta in zona, mi raccomando!” “Promesso!” E seguì con tanta ingenuità il consiglio di Park. Non appena Marzia si fu allontanata, lei prese il cellulare e compose un numero.. Kai non ci mise molto a rispondere “Dimmi Park!” disse “Dove sei?” “in centro!” “Beh avvicinati verso la zona dove vivono Onew e Taemin, le è in giro per negozi!” “mmm… d’accordo ciao!” “Jinki non avremo esagerato con tutti questi giocattoli? In fondo non sappiamo nemmeno se è un maschio o se è una femmina!” disse Celeste perplessa da quelle due enormi buste piene di peluches, bambole, macchinine ecc… “Per questo abbiamo comprato tanti tipi di giocattoli diversi!” rispose Onew “Tesoro ma dove la mettiamo tutta questa roba?” “Non lo so, ma un po’ di posto lo troveremo!” “Se lo dici tu!” “Ascolta è il caso di andare in giro a cercare una culla?” “Jinki sono incinta da meno di un mese e già pensi alla culla?” “Dicevo per dire!” “Ti prego torniamo a casa, che sono stanchissima, magari alla culla ci pensiamo un altro giorno!” “Ok, ok… dai andiamo a casa!” disse prendendola per mano “Sarò un disastro di madre!” si lamentò Celeste “Non capisco perché sei così pessimista. Siamo inesperti, ok, ma ce la caveremo alla grande, ne sono sicuro!” “Mi vorrai bene anche quando sembrerò una mongolfiera?” “Io ti amerò anche quando avrai i capelli bianchi e le rughe, Celeste. Non mi importa se sarai una mongolfiera o un pallone aerostatico, tu per me rimani la ragazza più bella del mondo, sempre!” Quando pensava di aver sentito le parole più belle del mondo Celeste non sapeva che il meglio doveva ancora arrivare. “Senti io ci ho pensatO!” riprese Jinki “A cosa?” chiese lei “Penso che dovremmo sposarci!” “Che cosa?” “SI, ci amiamo, vogliamo stare insieme e aspettiamo un bambino! Secondo me possiamo prendere in considerazione l’idea!” “io… io… oddio non pensavo che tu volessi già sposarti!” “Perché tu non vuoi?” chiese Onew deluso “Certo che voglio, ma non staremo correndo troppo?” “Prenditi il tempo che ti serve io non ho fretta!” “Ci sei rimasto male?” “No, no!” ma mentiva. Lui la amava e quel si con un punto interrogativo lo aveva ferito un po’; però capiva Celeste. Da un giorno all’altro si era trovata incinta e catapultata dall’altra parte del mondo, era normale che avesse bisogno di tempo per metabolizzare tutti quegli avvenimenti. Minho quando aveva sentito Taemin al telefono quella mattina, aveva capito subito che al suo amico stava passando per la mente qualche idea bizzarra. Era sempre iper elettrizzato quando stava tramando qualcosa. Alla fine si era fatto dire da Tae il motivo di tanta allegria e con suo sommo stupore aveva deciso di assecondarlo, anche se la cosa sembrava paradossale. Mentre camminavano per la zona di Gangnam guardando le vetrine di tutte le gioiellerie pensò che al posto di Taemin avrebbe potuto esserci lui. Ma poi si disse che Tae era al suo posto e che lui prima o poi avrebbe dovuto farci l’abitudine “Minho sicuro che questa cosa non ti stia pesando?” gli chiese Taemin mentre fissava la milionesima vetrina “Tae ma piantala, mi sono offerto io di accompagnarti!” “Ok, ma lo sai che quando vuoi puoi andare, non mi offendo!” “ma smettila, piuttosto dimmi se ti sei fatto un’idea!” “Mi credi che non ne trovo uno adatto a lei?” “Beh non sono mica finite le gioiellerie, magari più avanti troverai quello che cerchi!” “Speriamo!” Elettra corse fino a quando non ne potè più. Le lacrime le rigavano il viso e non erano niente in confronto a come si sentiva dentro. Key aveva barattato la sua promessa con 4 soldi offertigli dal suo capo per vendergli l’esclusiva di quell’abito. Che scema che era stata a fidars di un tipo come lui. Era un egoista capace di pensare solo a se stesso. “Dai non piangere!” disse GD che l’aveva seguita “a SEI QUI?” disse lei asciugandosi le lacrime “Già sono qui, e non mi va di vederti piangere. Una ragazza come te dovrebbe ridere e basta.” “Non mi va proprio di ridere!” “Nessuno ha il diritto di farti piangere, né tanto meno quella sottospecie di marito di barbie!” A quelle parole Elettra si infastidì un po’, senza capire il perché. Insomma chi era quel tizio per parlare male di Key. Poi però penso che a quello stronzo qualche insulto faceva bene e tirò fuori un mezzo sorriso “Oh così va meglio!” disse GD “Beh, almeno mi hai fatta ridere!” “E vorrei poter continuare a farlo, ma ora devo andare! Il mio numero lo hai, se ti va, magari domani sera possiamo cenare insieme, o sei impegnata!” Elettra ci pensò. A dire il vero un impegno l’aveva: avrebbe dovuto cenare insieme agli altri, ma l’idea di rivedere Key la infastidì “Sono liberissima!” rispose “Molto bene, allora ci vediamo domani alle 8, passo a prenderti io, ok?” “D’accordo!” GD si avvicinò e le diede un bacio su un guancia. Elettra arrossì e per un attimo si dimenticò di Key. Marzia camminava svogliatamente cercando qualcosa di carino da comprare. SI annoiava da sola e si chiedeva dove fossero finiti tutti. Perfino Letizia era sgattaiolata fuori di casa per andare chissà dove. E che dire di Taemin che l’aveva mollata per andare a fare shopping con Minho. Dopo un’ora a zonzo stanca si accasciò su una panchina sbuffando. “Come mai tutta sola?” disse una voce profonda Marzia non ci mise molto a capire chi fosse “Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara, Kai, devi stare lontano da me!” disse “Io ci provo, ma non ci riesco, vedi finiamo sempre per incontrarci!” “Mi pedini, per caso?” “No, no, tutto uno strano disegno del destino! Posso sedermi “No!” “Ok, mi siedo lo stessO!” disse prendendo posto accanto a lei Marzia fece per alzarsi ma lui la fermò “Perché hai paura di me?” le chiese “Io non ho paura di te, tu mi dai fastidio e basta!” rispose lei “Ma se non mi hai ma guardato in faccia o rivolto la parola, come fai a dire che ti do fastidio!” La stava guardando fisso negli occhi A Marzia iniziarono a sudare le mani, quel ragazzo la inquietava. “Mollami la mano e lasciami andare!” gli disse Kai per tutta risposta le accarezzò la mano e si mise in piede davanti a lei “Cosa ti ho fatto di male?” le chiese “Sei patetico, lo sai che sto insieme a Taemin e mi dai il tormento!” “Ti do il tormento perché sei bellissima, e non c’è Taemin che tenga. Scemo lui a mandarti in giro da sola!” “Non è la mia guardia del corpo è il mio ragazzo ed è giusto che si prenda i suoi spazi!” “Allora tu prenditi i tuoi. Sei troppo giovane per impegnarti con una sola persona.” “Questi discorsi sono fuori luogo!” “E’ fuori luogo che una ragazza bella come te abbia chiuso la porta in faccia al mondo per stare con una persona sola. Perché non proviamo a vederci ogni tanto? Taemin non lo saprà mai! Io e te da soli!” “Tu sei folle!” disse Marzia scioccata “Io sono realista, Marzia. Lo so che non ti sono indifferente, altrimenti non avresti perso nemmeno mezzo minuto a starmi a sentire. Il fatto è che io ti attiro, ma non vuoi ammetterlo perché vorrebbe dire metetre in discussione tutta la tua storiella d’amore.” “Sei solo uno stupido presuntuoso!” Kai senza alcun preavviso le prese il viso tra le mani e provò a baciarla. Lo schiaffo di Marzia lo raggiunse in piena guancia “Lasciami in pace è l’ultimo avvertimento!” gli disse e se ne andò Mentre si massaggiava la guancia arrossata Kai la guardò allontanarsi e constatò che sì, doveva assolutamente avere quella ragazza a tutti i costi. “Eccolo è questo!” disse Taemin indicando a Minho qualcosa nella vetrina “Ne sei sicuro?” gli chiese Minho “Si assolutamente è perfetto per lei!” “Hai visto quanto costa?” “Un bel po’, ma… ho messo via soldi per un sacco dovrei farcela!” “Beh, allora entriamo!” “Si, entriamo!” Le ore passarono ad una lentezza allucinante. Quando finalmente Marzia sentì girare la chiave nella toppa si sentì sollevata. “Tae!” disse quando lo vide entrare “Eih, signorina annoiata, come va?” “Hai detto bene, annoiata!” “Dai sei pronta, usciamo!” “Uff, mi hai lasciata sola!” “Giuro che era per una causa!” “mmm, ok perdonato!” “Che hai fatto di bello?” Marzia riflettè sul fatto se dire o meno a Tae di Kai, poi però vedendolo così felice decise che era meglio non guastargli la serata. Passarono il pomeriggio a passeggiare, a giocare, scherzare. L’armonia che c’era tra loro era tale che insieme erano belli non solo da vedere, ma anche da ascoltare, da vivere. Erano l’uno la perfetta metà dell’altra. Era raro trovare due persone che si incastrassero così perfettamente. Perfino loro a volte si stupivano dell’incredibile sintonia che li univa. Alle dieci Taemin la portò sulla Torre. “Eccoci qua!” disse “Questo posto è quello che in assoluto preferisco di più!” disse Marzia “Lo so, per questo ti ci porto spesso!” “Stasera fa anche meno freddo del solito!” “Già.” “Perché mi guardi con quell’aria furba, Taemin?” “mmm… devo dirti una cosa?” “Cioè?” “Beh… non sono molto bravo con le parole, mi riesce meglio ballare. Però… ecco… non lo so. Da quando sto con te tutte le cose sembrano diverse, più belle. SI lo so sono patetico, ma non so trovare farsi diverse.” “Tae stai bene?” gli chiese Marzia divertita “SI, cioè no… insomma, io voglio continuare a vedere le cose così come le vedo ora, voglio che tutto appaia bello così come è adesso. Ma niente è bello senza di te, quindi… ecco… Ok…” “Tae?” “Marzia…” disse cercando di respirare, ma non ci riusciva “Io voglio che ogni giorni sia bello anzi più bello di questi che stiamo vivendo. Ma i miei giorni senza di te non sono niente, io non sono niente e… Marzia mi vuoi sposare?” Marzia sgranò gli occhi mentre Taemin infilava la mano in tasca e ne estraeva un cofanetto piccolo piccolo. Quando lo aprì, Marzia vide che dentro c’era un anello stupendo, una delle cose più belle che avesse mai visto Lo guardò. I suoi occhi brillavano e nonostante avesse solo 21 anni stava percorrendo la sua strada e facendo le scelte con la maturità di un uomo. Non ebbe bisogno di pensarci un solo minuto. Quando sentì il cuore battere all’impazzata e le lacrime dell’emozione rigarle il viso seppe già cosa doveva rispondere. “Si che lo voglio Taemin!” disse saltandogli addosso E quella notte lì, a Seul, mentre lui la abbracciava e poi le metteva quell’anello al dito, capì che non sarebbe potuta appartenere a persona diversa da Taemin.

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Capitolo 20
*** IL LATO OSCURO ***


Letizia camminava a fianco a Luhan serena. Vicino a quel ragazzo stava bene, si sentiva tranquilla e soprattutto non doveva sforzarsi di essere diversa da quello che era. Quando aveva chiamato Luhan lui le aveva subito proposto di fare un passeggiata e lei aveva accettato un po’ perché lui le piaceva, con quei suoi modi bizzarri, un po’ perché a furia di pensare a Jjong stava diventando triste oltre che scema. Lo osservava mentre mangiava il suo gelato. Era un ragazzo molto bello, con quei capelli svolazzanti, quel sorriso enorme e quegli occhi vispi; ma era anche molto intelligente e buffo allo stesso tempo. E poi la faceva tanto ridere, a volte non capiva che diceva ma quel suo viso strambo le metteva allegria. “Letizia ti si sta sciogliendo il gelato sulle mani, perché non stai mangiando?” le chiese Luhan Letizia si guardò le mani e se le trovò tutte impiastricciate di gelato al cioccolato. “Oh mio Dio che figuraccia!” disse mortificata “Ah si? Boh non direi!” disse lui spalmandosi il cono in faccia “Che fai?” gli chiese lei sconvolta “Faccio una figuraccia anche io così non ti senti a disagio!” “Ma…” “AAAH niente ma o siamo alla pari o niente!” Letizia rise mentre gli cercava un fazzoletto nella borsa e lo aiutava a ripulirsi. “mmm secondo te la crema di nocciola ha un effetto purificante sulla pelle?” chiese lui ridendo “Non lo so ahahhaha!” “bene dopo questa sacra impiastricciata che ne dici se facciamo un salto al luna park!” “Sono già le 8 di sera mi staranno cercando!” “Uhm… vero! Allora facciamo così domani prima mi accompagni dal parrucchiere e poi andiamo al luna park va bene?” “Come mai vai dal parrucchiere?” “Perché se mi si allungano un altro po’ i capelli i miei mi cacciano di casa, soprattutto considerato che mio fratello maggiore, perfetto figlio di casa li ha cortissimi!” “Hai un fratello?” “SI, si!” “E come si chiama?” “Baekhyun…” “Oh!” “Come mai tante domande su mio fratello?” “No così, mi fa strano pensare che siate così diversi!” “ahahah beh è un po’ così in tutte le famiglie! Comunque parli del diavolo, eccolo la!” “Ma quale?” “Quello con i capelli corti, che sta scendendo dalla macchina!” Baekhyun era un po’ più magro di Luhan, con i capelli castani mossi e l’aria da figo. Non appena vide suo fratello gli andò incontro “Chi stai torturando oggi, Luhan?” gli chiese con aria sconsolata “Ciao fratello!” gli disse Luhan battendogli sulla schiena “Lei è Letizia!” “Letizia? Italiana?” chiese Baekhyun, anche lui parlava un buon Inglese “Si…” “Non stare troppo vicina a questo pazzo, sennò rischi di diventarlo anche tu! A proposito, mamma ti cerca vuole sapere se torni per cena!” “oddio a proposito di tornare, è tardi, me ne devo andare!” disse Letizia “Eih ti accompagno!” disse Luhan Con cosa la accompagni se non hai nemmeno la macchina?” gli chiese suo fratello “E’ vero…” disse Luhan grattandosi la testa “Su salite, anzi Han tu vai a casa da mamma, Letizia la riaccompagno io!” “Ti spiace andare con questo noiosone?” chiese Luhan “No, assolutamente, anzi grazie per la gentilezza!” disse rivolta a Baekhyun “Dovere, andiamo su, che dopo ho un altro impegno!” “Non scordarti che domani abbiamo il lunapark!” disse Luhan “Ok, va bene!” rispose Letizia allegra. Baekhyun si rivelò meno noioso del previsto e il viaggio verso casa fu abbastanza piacevole. Parcheggiò l’auto davanti allo stabile dove viveva la famiglia di Taemin e scese dalla macchina per aiutarla con la portiera. “Eih tu signorina, da dove stai tornando?” le disse Claudia che l’aveva vista arrivare “Eih, ciao, io sono stata a fare un giro!” “Non si sale in macchina degli sconosciuti!” fece Claudia avvicinandosi “Non sono uno sconosciuto!” disse Baekhyun “Sono il fratello di un suo amico!” “Baekhyun, piacere!” disse poi allungando la mano a Claudia “Piacere!” rispose lei brusca “Non mi hai detto come ti chiami!” Letizia approfittando del momento di distrazione di Claudia fece ciao con la mano e sgattaiolò in casa “Come, scusa?” chiese Claudia “Mi hai detto piace, ma non mi hai detto il tuo nome!” “Perché dovrei dirti il mio nome?” “Forse perché ci siamo appena presentati e non è carino fare gli scontrosi?” “Beh, allora, guarda, Letizia per me è come una sorella, vacci piano, quindi!” “Guarda che quello che deve andare piano con Letizia non sono io, ma mio fratello!” “Come?” “Io l’ho solo riaccompagnata a casa, lei è uscita con Luhan, mio fratello!” “AH… il famoso Luhan è tuo fratello!” “Già!” “E perché cavolo non l’ha riaccompagnata lui?” “Perché è dovuto tornare a casa, mia madre lo cercava e dato che alla guida è già spericolato di suo se gli avessi messo la macchina in mano con la fretta che aveva, di sicuro ti avrebbe riportato indietro una Letizia a metà.” “Beh… allora devo ringraziarti!” disse Claudia sentendosi una stupida per come aveva trattato quel ragazzo estremamente gentile “Beh, no… dimmi solo come ti chiami e siamo pari!” “Claudia!” disse lei “Claudia, bel nome!” “Grazie!” “Bene, Claudia, è stato un piacere conoscerti, ma ora si è fatto tardi e ho tre amici che mi aspettano per cena, quindi devo scappare!” disse allargando le braccia “va bene, grazie ancora per avermi riportato Letizia sana e salva! E… scusami per essere stata scortese.” “Senti… che ne dici se le scuse ce le facciamo con calma domani pomeriggio?” “EH?” “SI, dico, ti va se parliamo di scuse domani, che ne so verso le 5, potremmo non so, bere un frullato o quello che vuoi!” Claudia sgranò gli occhi. Quel tizio le stava chiedendo di uscire dopo 5 minuti che avevano parlato e lei lo aveva anche trattato male. Lo osservò bene. Era davvero carino e poi estremamente gentile. In fondo che c’era di male ad accettare “Ok, va bene, si può fare!” disse “Passo a prenderti io?” “Se non ti secca si!” “Non mi secca!” “Ok allora a domani!” “Ciao!” E ripartì a bordo della sua auto “Allora ti piace?” chiese Taemin a Marzia “E’ un anello stupendo!” “Davvero?” “SI. Ancora non ci posso credere, cioè io e te siamo fidanzati e…” “Eh si, appena si stabilizzerà un po’ tutto, finirò l’accademia e avremo una situazione economica buona ci sposiamo!” “Aaaaaaaah, non ci posso credere!” disse abbracciandolo “Sei felice?” le chiese lui accarezzandole il viso “Tanto!” “Pensavo ti saresti spaventata, sai, perché era presto o…” “Taemin non è presto, è il momento giusto, entrambi lo vogliamo!” “Quel si era la cosa più bella che potessi dirmi!” “Beh, allora sbrigati con questa accademia che poi dobbiamo iniziare i preparativi!” “Sei già entrata nel ruolo eh!” “SI!” “Ma tu non dovresti finire l’università?” “Finisco l’università qualche mese dopo che tu finisci l’accademia!” “AL massimo potremmo temporeggiare un altro annetto fino a giugno!” “Sarebbe perfetto, poi io ho sempre sognato di sposarmi in estate!” Taemin sorrise. Dire che era felice era dire poco. Sembrava che fossero entrati in una fase così perfetta della loro vita che qualsiasi tipo di ostacolo a quella loro storia sembrava una cosa impossibile. In realtà quello che si stava preparando era tutt’altro che un bel periodo. La mattina dopo Celeste andò in camera di Marzia per svegliarla, ma trovò, come era prevedibile la stanza vuota. Roteò gli occhi e si diresse in punta di piedi verso la stanza di Taemin. Aprì piano la porta e li vide: abbracciati stretti che dormivano come due bambini. “Marzia!” sussurò Ma quella dormiva beatamente “Marzia!” disse di nuovo Vedendo che non si alzava avanzò nella penombra della stanza. Quando arrivò in vista del letto notò che entrambi erano svestiti e le coperte ricoprivano solo la metà del loro corpo. Taemin sentendo strani scricchiolii aprì gli occhi e per poco non buttò un urlo. D’istinto si tirò su le coperte per coprirsi “Celeste che diavolo ci fai qui?” disse mentre Marzia si svegliava a causa dello scossone che le aveva appena dato “Celeste?” disse tutta assonnata “Devi venire con me, devo andare a comprare dei vestiti nuovi, ma non mi va di andarci da sola!” “E me lo vieni a chiedere alle 9 del mattino, ieri sono tornata alle due, lasciami dormire!” “No, andiamo ora, dopo ci sarà troppa folla, non voglio che vedano che compro al pre maman!” “Ma non devi comprare al pre maman, ancora!” “Mi servono dei vestiti pre maman perché da qui a qualche tempo sarò grassa come un maiale, sbrigati!” “Ok e va bene, uff.” disse alzandosi incurante del fatto che non aveva vestiti Taemin la fermò, la fece risedere sul letto e la avvolse nel lenzuolo “Ora puoi andare!” disse poi Marzia sorrise e poi gli diede un lungo bacio “Se gentilmente non vi accoppiate davanti a me, ve ne sarei grata!” disse Celeste stizzita e uscì dalla stanza Marzia riemerse qualche minuto dopo risistemata “Dormite sempre in quel modo?” chiese Celeste “In quel modo come?” “Tutti nudi, avvinghiati!” “E’ normale dopo che lo fai stare in quel modo, perché tu e Onew come dormite?” “io non dormo tutta nuda, mi vergogno!” “E di cosa? E’ il tuo ragazzo, ormai ti avrà vista un sacco di volte!” “Una cosa è mentre lo fai una e quando sei normale e hai più tempo per accorgerti dei difetti!” “Celeste sei patetica!” “Lo so, andiamo! Comunque bel torace il tuo Taemin, cresce bene!” “EIhlà amica, sono gelosa!” “Lo supponevo!” E ridendo uscirono di casa Jjong e Key stavano tentando di far ripartire la macchina dell’ultimo, che si era impannata per l’ennesima volta. “IO non capisco perché non butti questo catorcio e ne compri uno nuovo!” chiese Jjong “Perché chi diavolo se la prende questa carretta!” obiettò Key “Sai amico mio sei fin troppo abitudinario, i cambiamenti ti spaventano e non è una buona cosa, dovresti provare a essere più intraprendente!” “Mi sa che hai ragione, ultimamente mi sono chiuso a riccio, ho paura di tutto ciò che è nuovo, che è fuori dalla mia routine!” “Fidati, una boccata d’aria fresca ogni tanto fa bene!” Mentre parlavano videro una figura familiare avvicinarsi accompagnata dal famigerato macho di Seoul, GD “Ma è Elettra quella?” chiese Jjong “SI!” rispose Key incupendosi “E da quando esce con quello?” “ah non lo so!” “Perché hai quel tono stizzito?” “Quale tono stizzito?” “Il tuo, sei acido, nervoso!” “Ma chi io? Ma no!” “Invece si!” “JJong piantala, ti sei ammattito?” “Secondo me un po’ quella ragazza ti piace!” “Ma smettila, non è vero!” “E invece si, lo vedo come la guardi, e ho visto anche adesso quanto ti sei innervosito per averla vista con GD!” “Questa è un’altra delle tue genialate jjong!” “No, secondo me questa è la verità, comunque il tuo catorcio è a posto, mi auguro che non ti lasci a piedi!” “Ok, ti ringrazio, ci vediamo stasera quando esco da lavoro” “bene, pensaci comunque a quello che ti ho detto… non si sa mai nella vita le cose come vanno, ma se non ti butti non lo scoprirai mai!” E Key pensò che forse Jjong aveva ragione “Come mai non hai salutato i tuoi amici?” chiese GD a Elettra mentre passeggiavano “Amici? Io non ci parlo con Key!” rispose lei nervosa “E come mai?” “Perché è uno stronzo!” “Oh, nulla di nuovo allora; si lamentano un po’ tutti del fatto che sia particolarmente stronzO!” “Davvero?” “Si… non so quella poverina con cui sta come lo sopporta. E’ un acido, presuntuoso di primo ordine.” “Eppure non sembrava così!” “Si, dà l’impressione di essere uno per bene, ma è uno convinto di sé, che non da spazio agli altri!” GD sapeva di esagerare in fondo Key non era quel mostro che stava dipingendo, ma in amore si sa, si può combattere utilizzando qualsiasi arma. “Marzia cos’hai all’anulare sinistro?” chiese Celeste notando uno strano scintillio mentre camminavano “Oh quasi dimenticavo di dirti che io e Taemin ci siamo fidanzati!” rispose Marzia con disinvoltura “Vi siete cosa?” urlò Celeste, e tutti i passanti si voltarono a guardarla “SI ci siamo fidanzati, ieri mi ha chiesto di sposarlo e io ho accettato!” “E me lo dici così?” “E come dovrei dirtelo!” “Oddio ma è meraviglioso, e… quando vi sposate?” “Non prima di un anno, lui finisce l’accademia e io l’università e poi ci pensiamo!” “Oddio, sono felicissima.” “Mmm ma mi sa che ti sposi prima tu!” “Non penso, ieri Onew aveva provato a parlarmene, ma ho detto di andarci piano…” “Ma perché?” “Io non sono abituata agli scossoni. Già questo bambino mi sta mettendo a dura prova, non so se sarei capace di accollarmi anche un matrimonio!” “Ma voi due vi amate!” “SI ci amiamo ma ho paura di non essere all’altezza, di sbagliare tutto!” “Siamo giovani, ne faremo di errori!” “Mi sento così in colpa, lui è sempre pronto a mettere in discussione tutto e io, invece, come una codarda mi tiro sempre indietro!” “Hai tempo per rimediare!” “Tu dici?” “Si!” “Senti invece di comparare abiti pre maman perché non facciamo una cosa più buffa?” propose ad un tratto Celeste “Cioè?” chiese Marzia curiosa “Entriamo in quel negozio e ci proviamo un abito da sposa che ci piace!” “Ma no, dai!” “Eddaiiii!” “Eh va bene, andiamo su!” Spinsero la porta ed entrarono nel regno delle spose. Qualche secondo dopo anche qualcun altro entrò nel negozio “Le signorine desiderano?” chiese la commessa “Noi vorremmo vedere due abiti da sposa, uno a testa!” disse Celeste “Bene, mi dite come lo preferite?” E tutte e due a turno spiegarono alla signora l’abito che volevano Quella tornò qualche minuto dopo reggendo in mano due abiti molto simili alla descrizione che le ragazze le avevano fatto. “Prego da questa parte!” disse poi conducendole ai camerini “Buona fortuna!” disse Celeste a Marzia prima di sparire dietro la porta “Anche a te!” fece lei Mentre armeggiava con il suo vestito, qualcuno bussò alla sua porta “SI?” fece Marzia “Signorina, c’è il suo fidanzato che vorrebbe darle un’occhiata gli ho detto che porta male ma vorrebbe vederla lo stesso!” disse la commessa “Taemin!” pensò Marzia Chi gli aveva detto che erano lì? E soprattutto perché voleva vederla, portava male! Si affacciò con il viso fuori dal camerino e si trovò davanti la faccia di Kai. “tu?” fece stupita “Già io!” disse lui inarcando un sopracciglio “Dov’è Taemin?” chiese Marzia “Taemin non c’è…” “La commessa ha detto che c’era il mio fidanzato!” “Io tuo fidanzato sono io, o almeno lei crede che sia io!” “Maledetto stupido!” disse Marzi chiudendo la porta. Ma Kai la fermò con un piede e si infilò nel camerino. “Esci subito o mi metto a gridare!” “Non ti conviene, faresti una pessima figura!” “Non mi interessa.” “beh, ma se tu urli e ci trovano qui dentro insieme di certo si chiederanno come mai siamo in due chiusi in un camerino e magari la voce potrebbe arrivare al tuo vero fidanzato e le cose si metterebbero male!” “Sei perfido!” disse Marzia “Lo siamo tutti! Comunque complimenti questo abito ti dono molto e anche quel bellissimo anello!” disse prendendole la mano “Te lo ha regalato il buon Taemin?” “Lasciami subito la mano!” Ma quello per tutta risposta la girò verso lo specchio “Guardati, sei davvero bella!” “Questi bei capelli!” disse accarezzandoglieli “Questo bel viso, questo collo!” disse facendo scendere la mano più giù “Perché stai affrettando così i tempi, sei giovane, sei sicura che lui sia quello giusto?” “Ne sono sicurissima!” “Non vorresti provare un’esperienza diversa?” “Non mi interessa, ho già tutto quello che ho sempre voluto!” “Forse è una tua convinzione!” “No è la mia realtà.” Kai la prese per le spalle e la sbattè al muro senza troppa forza “Lasciami!” disse Marzia “Se io ti baciassi adesso in questo momento, ti alzassi quel vestito e iniziassi a fare l’amore con te, tu non ti opporresti!” “Sei un illuso!” “No l’illusa sei tu! Illusa del fatto che quello che hai sia quello che vuoi. Il tuo lato buono pensa “che bello mi sono fidanzata con il ragazzo che amo, e tra poco lo sposerò”; ma quello cattivo, quello oscuro, quel lato che abbiamo tutti, quello soffocato dallo stupido lato buono, beh quel lato oscuro di te, vuole me, mi vuole ora, qui dentro. Ora spetta a te decidere se farlo uscire o no, perché la vita è fatta di colpi di scena, e tu invece, ti stai andando ad infilare in una noiosa routine che giorno dopo giorno ti ucciderà perché ti farà annoiare.” Marzia lo guardò negli occhi, Non era mai riuscita a farlo prima. Lui la stava fissando e uscivano fiamme da quegli occhi neri. Il cuore di tutti e due batteva come impazzito.In quell’istante pensò che se fosse stata una matta lo avrebbe fatto con quello sconosciuto lì dentro, e da un lato, forse essere matta avrebbe avuto i suoi vantaggi, dato che quel ragazzo oltre a essere dannatamente bello ci sapeva anche fare. Ma Marzia matta non lo era e soprattutto era innamorata di Taemin. “Lasciami!” disse ferma “No, non ti lascio!” disse Kai, avvicinando il viso ancora di più a quello di Marzia. Quella però fu più furba, riuscì a sganciarsi e ad uscire dal camerino senza attirare l’attenzione della commessa. Quando Celeste vide chi c’era nel camerino con lei per poco non le venne un colpo. “Chi è quello?” chiese indicando Kai “Sono uno che sta tentando di aprirle un po’ gli occhi, ma lei è dura di testa.” Rispose Kai “Vi conoscete?” chiese Celeste a Marzia “No!” rispose Marzia “Invece si, mi conosci! Busso ogni notte alla tua porta, nei tuoi sogni più proibiti, nei tuoi sogni dove la parte cattiva di te si sveglia e manda al diavolo Taemin per venire da me!” “Non è Taemin che deve andare al diavolo. Sei tu!” disse Marzia e una volta recuperati i suoi abiti e rivestitasi uscì dal negozio. Poi una volta fuori ci pensò: aveva anche lei un lato oscuro? E se lo aveva sarebbe venuto fuori prima o poi?

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Capitolo 21
*** SEGRETI ***


Kai entrò nel negozio di scarpe e si mise a guardare con attenzione tutto ciò che era esposto. Gli serviva un paio di scarpe nuove, le sue erano tutte distrutte. “Posso esserle d’aiuto?” chiese una voce alle sue spalle Si voltò “Park… qual buon vento!” disse “Il vennto non è affatto buono!” disse quella stizzita “Ti prego non una piazzata nel negozio di scarpe!” “Esci subito ti devo parlare!” “Non sono il tuo servo, non uscirò di qui se prima non compro un paio di scarpe nuove!” “Le scarpe possono aspettare io no!” “Se vuoi trattare con me, dovrai abituarti ai miei tempi e alle mie priorità, e tu sinceramente non sei tra queste, quindi aspettami fuori o vattene!” Kai aveva solo 20 anni ma una volontà d’acciaio. Otteneva sempre quello che voleva perché credeva in se stesso, nelle sue capacità e soprattutto perché non si lasciava domare da nessuno. Park, che non era abituata a quel trattamento, dovette obbedire. Del resto quel ragazzo era la sua unica speranza. Mezz’ora dopo Kai uscì in compagnia delle sue scarpe nuove. “Ce ne hai messo di tempo!” disse Park seccata “Questi sono i miei tempi. Le scarpe sono una cosa importante, a me i piedi e le gambe servono, faccio il ballerino, non lo sapevi?” “Fai meno il presuntuoso con me, moccioso!” “Come vuoi, ciao e a presto!” “Fermo dove vai?” “a casa, non mi piace che mi si diano ordini!” “ok, va bene.” “molto meglio. Allora che c’è perché mi pedini?” “Non mi piace la piega che sta prendendo la situazione!” “Non mi pare che la situazione stia prendendo una piega!” “Il problema è proprio quello, la situazione non prende una piega. Cosa diavolo stai combinando si può sapere? Perché quella ancora sta insieme a Taemin?” “Semplice, perché è innamorata!” “E tu allora cosa cavolo ci stai a fare?” “non faccio miracoli subito, devi darmi il tempo!” “E’ già passata una settimana e quella stupida ha un anello di fidanzamento al dito, dimmi cosa ti serve per farti scuotere, il matrimonio?” “Perché non chiamo qualcun altro per questi lavoretti sporchi se io non ti sto bene?” “Il problema non è se tu mi stai bene o no, il problema è se hai capito esattamente quello che devi fare, qual è il tuo ruolo all’interno della vicenda!” “S che l’ho capito!” “beh non mi sembra o se lo hai capito lo hai capito male.” “Piantala!” “No mister Kai non la pianto. IO mi sono rivolta a te perché sei uno sfascia coppie stra collaudato. Ma questa coppia proprio non riesci a spaccarla. La devi solo baciare o portartela a letto, una cosa che ti è sempre riuscita benissimo fare con tutte le donne, perché cavolo ora ti sei intoppato? Qual è il tuo problema?” Kai non rispose. Già, qual era il suo problema. Park lo guardò mentre lui si fissava i piedi con apparente aria annoiata. Ma lei capì subito che stava cercando di nascondere qualcosa. Era anche un ventenne bellissimo e maledetto, ma lei che di anni ne aveva quasi 30 certe cose le capiva subito. “KAi mi auguro che tu non ti stia facendo prendere troppo la mano dalla situazione!” “Cioè?” chiese lui curioso “Se vengo a sapere o se anche solo capisco che quella tizia ti inizia a piacere davvero faccio succedere il finimondo e ti rovino la vita.” “Ma smettila, quale piacere!” “Io ti sto solo avvertendo, falli mollare subito o giuro che non potrai più mettere il becco fuori di casa!” E detto ciò se ne andò con i nervi a fior di pelle. Kai sbuffò, poi salì sulla sua moto e se ne tornò a casa. Una volta arrivato salutò i genitori e sua sorella. Poi si chiuse nella sua stanza. Si buttò sul letto e si mise a guardare il soffitto. Così gli tornarono in mente le parole che una sua compagna di scuola, anni addietro gli aveva detto dopo che le aveva spezzato il cuore: “Tu Kai, sei proprio una brutta persona!” Marzia arrivò a casa rossa in viso e affannatissima. “Che ti è successo?” le chiese Elettra non appena la vide “Nulla, tranquilla!” si affrettò a rispondere lei “Come nulla hai una faccia sconvolta!” “Elettra non insistere, non è successo niente!” “Invece credo che ci dovresti delle spiegazioni!” disse Celeste entrando in casa “Dove sono le altre?” domandò Marzia cercando di calmarsi “Letizia è andata al Luna pArk con Luhan e Claudia pare sia uscita con il fratello, tale Baekhyun che ha conosciuto ieri sera!” rispose Elettra “Bene… siamo solo noi tre allora!” “Già…” “Allora dicci che sta succedendo, chi era quel tizio nel camerino?” “Un tizio nel camerino?” chiese Elettra stupita “Non prenderti di panico, posso spiegarvi!” disse Marzia “Bene, allora spiegaci, perché ho le idee un po’ confuse!” disse Celeste seria Le strade di Seoul erano affollate. Luhan e Letizia camminavano tentando di non perdersi. “Ma quanto cavolo dista questo barbiere?” chiese Letizia stanca “Guarda siamo arrivati, è lì all’angolo. Lui è un mio amico, fa dei tagli di capelli fenomenali, e ci mette anche poco. Dai un po’ di pazienza e dopo andiamo al Luna Park!” “Ok!” Arrivati in prossimità del locale adibito a salone di bellezza Letizia fu colpita dall’insegna “Dino’s!” lesse “Che strano nome!” fece poi contemplando l’insegna luminosa a forma di dinosauro “ahahah è nato tutto dal mio amico. Lo chiamano Dino perché ha le narici grosse come quelle dei dinosauri.” Disse Luhan divertito A Letizia venne in mente che anche lei conosceva un ragazzo con le narici grosse terribilmente carino. Non appena entrarono quel ragazzo le comparve davanti “Jonghyun!” fece Letizia sorpresa “Eeeih bambolina!” disse lui salutandola “Vi conoscete?” chiese Luhan divertito “Certo che la conosco, è stata una ottima guida quando sono stato in Italia.” Disse Jjong “Aspetta ma… tu, voi come vi conoscete?” chiese poi “Lunga storia!” disse Luhan abbracciando Letizia Jjong inarcò un sopracciglio. “Allora?” chiese di nuovo “Beh… le ho salvato la pelle una sera all’Octagon, due tizi l’avevano aggredita!” Jjong pensò che mentre lui finiva a letto con l’amica di Minho, Letizia stava per essere aggredita e aveva conosciuto Luhan che le aveva salvato la vita. Magari se non fosse stato ubriaco in quelle condizioni, pensò, la vita avrebbe potuto salvargliela anche lui. “Che gentiluomo!” commentò tentando di mascherare i suoi pensieri “Bene, che posso fare per te?” chiese poi “Dovrei tagliare i capelli!” “Oh finalmente ti sei deciso!” “Già…” “bene, vai al lavaggio, poi vieni qui e ti sistemo!” “Molto bene, Letizia ti lascio in sua compagnia non scappare eh!” disse allontanandosi “No, tranquillo!” rispose lei sorridendo “Uscite insieme?” le chiese Jjong non appena Luhan si fu allontanato “Beh, diciamo di si. Questa è la seconda volta che lo vedo!” “Ah… beh… lui è un bravo ragazzo però… sta attenta, ok?” “A cosa?” “Beh… cioè…” Jjong era confuso. A cosa esattamente doveva stare attenta? “Jjong?” lo chiamò Letizia “Ehm… tutto, ok!” si affrettò a rispondere “Ok, seguirò il tuo consiglio!” “mmm… brava…” Baekhyun era un ragazzo che amava molto parlare. Mentre camminavano Claudia se ne stava rendendo sempre più conto. Però sapeva anche ascoltare e soprattutto sorrideva, sorrideva tanto. La guardava con quegli occhi luminosi e lei si sentiva apprezzata. Con Minho non era così. Lui si e no le aveva rivolto un mezzo sguardo da quando si erano conosciuti. I suoi occhi non erano per lei. Quel ragazzo invece sembrava essere piombato sulla terra apposta per lei. “Parli molto!” gli disse divertita “Beh mi piace anche ascoltare… cioè in particolare mi piace ascoltare te!” rispose Baekhyun “Oh, grazie del complimento!” “Di niente. Se penso che ieri mi stavi per picchiare…” “Oh perdonami, ma sono iper protettiva con le mie amiche!” “Mmm me ne sono accorto! Quanto tempo hai detto che vi fermerete qui?” “Tre settimane ma una in pratica è gia finita!” “Oh… che peccato non averti conosciuta subito!” “Dai…” “No dico davvero. Ascolta… ti ho conosciuta ieri. Se fossi stata di qui avrei potuto mettere in mostra tutta la mia abilità nel corteggiamento ma dato che rimarrai solo due settimane devo fare piuttosto in fretta e…” Claudia lo fissò. Cosa stava cercando di dire? “Claudia mi piaci! Ecco l’ho detto. Si sono pazzo, ti ho conosciuta solo ieri magari sei una pazza psicopatica e io non lo so, o magari pensi che sono un pazzo io. Comunque ti piacerebbe se ci vedessimo questi giorni?” Claudia rimase stupita. Aveva conquistato un ragazzo in un lampo. Con Minho era un mese che ci provava e niente. Baekhyun era capitolato subito. Che fare in quel caso? Lui era carino e gentile, e lei era da troppo tempo da sola. Del resto Minho non l’avrebbe mai degnata di uno sguardo, quindi a che scopo dire di no a Baekhyun se Minho non l’avrebbe mai considerata? Decise di non dire niente a Bae di Minho, e gli sorrise “Signor Baekhyun sei proprio strano. Comunque si, mi piacerebbe uscire con te!” rispose alla fine, mettendo da parte quel piccolo segreto che riguardava il fatto che fosse innamorata di un altro ragazzo “Amore ma poi quel vestito?” chiese Amina a Key “Quale vestito?” Key fece finta di non capire mentre tentava di aggiustare il suo pc con l’aiuto di Onew e Minho, che erano andati a trovarlo e che lo stavano guardando malissimo “Quello tutto pieno di fiori e con il pizzo!” disse Amina raggiungendoli “Ah… beh non lo ho ancora finito!” rispose “Ma come? Mi avevi detto che mancava poco!” “Eh… invece no, mi sbagliavo!” “Come è che vai così lento?” “Beh, non ho solo quello da fare!” “Bah… comunque io esco, ci vediamo stasera. Ciao ragazzi!” “Ciao!” dissero tutti e tre in coro. “Non lo hai ancora finito eh?” fece Minho scettico una volta che Amina fu uscita “Che cavolo dovevo dirle che quel vestito era per un’altra e che per non offenderla l’ho venduto?” rispose Key incavolato “SI!” disse Minho “Ma sei impazzito, così poi mi lascia?” “Beh, qual è il problema? Non la ami più!” “Ma chi te lo dice?” “I fatti… stavi cucendo un abito per una perfetta sconosciuta, mentre per Amina non hai mai fatto nemmeno uno scarabocchio su un foglio, ti pare normale?” “Minho ha ragione!” intervenne Onew “Non ti stai comportando in maniera normale. Anche quando l’altro giorno hai visto Elettra con GDi sei subito arrabbiato!” “Ma non è vero.” “Key piantala!” disse Minho “E’ il momento che tu dica ad Amina come stanno le cose! Basta con i segreti!” “Sentite perché non parliamo dei vostri di segreti?” I due si guardarono poi guardarono Key “Di che segreti parli”? chiese Onew “Di che segreti parlo? Beh tu Jinki, per esempio, perché non dici che sei terrorizzato all’idea di diventare padre? Insomma fai tutto il maturo eppure nella tua testa pensi, cavolo, sono fregato, addio libertà addio tutto… e tu Minho… fai tanto quello che supera le cose, dimmi l’altra notte quando ti sei fermato a dormire qui, come mai urlavi Marzia nel sonno? Hai superato anche questa? A Taemin lo hai detto che la pensi ancora?” disse Key senza prendere fiato I due non parlarono. Key non aveva sbagliato di una virgola. In fondo tutti e tre stavano mentendo, tutti e tre avevano un segreto. “Taemin!” urlò una voce allegra Taemin si voltò “Mia!” esclamò sorpreso osservando la ragazza che gli stava davanti “Euhlà è una vita che non ti vedo!” disse buttandogli le braccia al collo “Già, come stai?” chiese Tae “Bene. E tu?” “Molto bene, sto facendo la strada per andare all’Accademia!” “Oh… tra poco finisci vero?” “Si un altro paio di mesi!” “Sono felicissima. Anche se sono arrabbiata, non mi hai più chiamata!” Mia aveva 19 anni ed era innamorata alla follia di Taemin. Così innamorata che una sera si era spinta fino ad andare a letto con lui, pur di averlo per una notte. Lui non l’amava affatto, men che meno l’aveva amata mentre lo facevano, ma si sa, a volte succede. “Mia non c’era niente da chiamare!” disse lui un po’ nervoso Non gli faceva piacere ricordare quella storia “Beh, pensavo fosse stata una bella notte!” disse lei delusa “E’ stata una notte e basta…” “Già… anche perché se fosse stata importante non ti saresti fidanzato!” “Oh lo hai saputo!” “Le voci girano… mi hanno detto anche che è europea ed è qui!” “E’ così…” “Beh, magari se ci ripensi sai dove trovarmi!” “Non credo che ci ripenserò, sono innamorato di lei!” “Beh non sempre l’amore è duraturo!” disse lei guardandolo negli occhi. Quella frase non era sua… gliela aveva suggerita una ragazza più grande, circa due giorni prima, quando l’aveva voluta incontrare per chiederle un piccolo favore. Park, la cognata di Taemin era una donna molto persuasiva e alla fine l’aveva convinta. Lei provava a rompere quella coppia e poi poteva riprendersi Taemin. Park era bugiarda. Non le aveva detto tutto. Soprattutto non le aveva detto che Tae più di una notte per consolarsi non le avrebbe mai dato nulla. Del resto più facile sbarazzarsi di una 19 enne senza carattere piuttosto che di una 24 enne intelligente e soprattutto fidanzata con il ragazzo che amava segretamente da quando aveva messo piede in quella famiglia. “Io e Marzia ci amiamo, Mia!” disse Taemin fermo “Beh… allora buona fortuna. Il mio numero lo hai se cambi idea!” disse Poi si avvicinò e gli diede una bacio sulla guancia accarezzandogli i capelli. Taemin rimase fermo. Poi quando lei se ne andò riprese la sua strada verso l’Accademia. Pensò che non era il caso di dirlo a Marzia si sarebbe preoccupata inutilmente per una storia chiusa, anzi per una storia che non era mai nata. “Allora?” chiese Celeste ad una Marzia imbambolata “quel ragazzo è una sottospecie di amico di Taemin che ci prova con me!” “Che cosa?” fece Elettra quasi cadendo dal divano “Hai capito bene.” “Ma Tae lo sa?” chiese Celeste “Più o meno, ovviamente non sa di tutte le volte che la faccia di Kai è arrivata a mezzo millimetro dalla mia!” “Non è il caso di dirglielo!” “No anche perché lui a me non interessa!” “Ma ci mancherebbe, hai un anello al dito!” “Non è questione di anelli, Celeste, è questione che lei ama Taemin e basta. Ma allora perché non lo mandi al diavolo questo tizio?” “Elettra ce l’ho mandato, ma lui non si rassegna!” “Evidentemente non sei stata abbastanza convincente!” disse Celeste “Ma che dici!” “Ma a te piace questo Kai?” chiese Elettra Marzia la guardò “NO!” rispose “Nemmeno un po’!” “E’ un gran bel ragazzo ma… io amo Taemin” “Non ti ho chiesto se ami Taemin, perché palese che lo ami. Ti ho chiesto se questo ragazzo ti piace!” “E’ bello!” “Confermi Celeste?” “Si, l’ho visto per poco ma è un gran bel figo. A proposito che ci faceva in quel camerino con te?” “Voleva convincermi a…” “a…?” “a…” “A cosa?” chiese Elettra spazientita “A fare…” “SI…” “A farlo, insomma…” “Marzia non ci vuole la laurea per dirlo e…” “Ok… quello, insomma!” “In un camerino?” chiese Celeste scioccata “Già…” “Ossignore!” “Eccola la puritana!” “Ma quale puritana. Marzia non devi parlare con quel ragazzo, è un folle.” “Lo so!” “Forse sarebbe il caso che tu parlassi con Tae!” “No, non deve farlo Celeste. Lo metterebbe in allarme inutilmente.” “Ma così quel tizio non si fermerà mai!” “Beh se si amano davvero come dicono, lui non potrà farci nulla!” disse Elettra convinta Taemin si stava infilando i vestiti sportivi per le prove Qualcuno si sedette accanto a lui ed iniziò ad allacciarsi le scarpe. Ricobbe subito quei pantaloni, solo un ragazzo aveva la tuta uguale alla sua Taemin alzò lo sguardo e incrociò quello di Kai “Eih!” fece Kai “Ciao!” disse Taemin freddamente “Uau che accoglienza!” “Non ti aspetterai i fuochi d’artificio?” “Perché no, una volta eravamo amici!” “Hai un bel coraggio a parlare di amicizia!” “Che vuoi dire’” “Kai non fare finta di niente… lo so che ci provi con la mia ragazza!” “Che cosa? Ma sei scemo!” “Non ti riesce bene mentire, te lo dico una volta sola: lasciala perdere, lei non è come le altre a cui sei abituato tu, io e lei non siamo come gli altri che hai separato!” “Uau… che paura. E comunque chiediti se alla tua ragazza davvero gli sia indifferente. Anzi chiedilo a lei…” “Che vuoi dire?” “Beh se sei così fiducioso nella vostra storia non dovresti farmi domande!” “Stalle lontano o ti spacco la faccia!” “Tieni buone quelle manine… non vorrai rovinartele…” “Sei una persona cattiva.” Kai si fermò e si voltò a guardarlo “Lo so!” disse Poi con aria pensosa si avviò verso la sala per la lezione, lasciando Tae in preda a mille dubbi La notte era calata e il cielo era senza stelle. Lui le prese la mano. Si erano incontrati all’oscuro di tutti, in quella casa sconosciuta. Lui la tirò a sé la baciò con quelle labbra morbide. Al tocco di quelle labbra Marzia non capì più nulla. SI lasciò andare e quando pensava che peggio non potesse andare lui, Kai, le aveva già levato i vestiti e la stava accarezzando. Fino a quando le carezze non erano bastate più e aveva deciso che lei doveva essere sua. E così fu. Durò un tempo indefinito, e fu così bello da far girare la testa a mille e…. Marzia si svegliò di soprassalto. Era sudatissima e aveva il cuore che le batteva all’impazzata. Aveva sognato. Aveva sognato tutto. Aveva sognato lui. SI era inspiegabilmente addormentata quel pomeriggio e appena chiusi gli occhi, Kai era andato a farle visita nel sonno. Le stava tormentando i sogni oltre che la realtà. Scese dal letto e si infilò di corsa sotto la doccia gelata. Doveva calmarsi. Respirò a fondo e si sentì subito meglio. Quel tipo la stava rovinando, la stava facendo ammattire. Decise che se e quando lo avesse incontrato sarebbe stata molto più decisa a fargli capire che doveva starle lontano, perché era esattamente quello che voleva. Taemin tornò a casa e la trovò addormentata sul suo letto. La guardò e sorrise. Gli faceva sempre piacere trovarla lì a sorpresa. Le mancava ogni istante quando non c’era. Si avvicinò e le diede un bacio. Marzia aprì gli occhi e fu sollevata nel vederlo. Lo abbracciò, lo strinse forte respirando quel profumo buono, accarezzando quella pelle bella, delicata. Quando quel giorno fece l’amore con lui gli sembrò più bello delle altre volte, più speciale… era lui che amava, lui e nessun altro e tutti gli spettri di quella giornata sembrarono sparire. Kai era in giro per il centro. Si fermò davanti ad una vetrina di un negozio di accessori da donna. Senza sapere perché entrò e chiese alla commessa di incartargli un fermacapelli a forma di farfalla. Poi uscì tenendo quel pacchettino in mano. Mentre camminava abbracciata a GD quella sera, Elettra non potè fare a meno di sentirsi bene. Finalmente era riuscita a fidarsi di quel ragazzo e ad accettare il fatto che stessero davvero molto bene insieme. Lui era molto premuroso e faceva di tutto per farla felice. Quella sera mentre erano in giro si fermò e la gaurdò negli occhi “Sei più bella del solito!” le disse “E tu sei un gran chiacchierone!” disse lei ridendo Rise anche GD, poi senza preavviso le diede un bacio sulle labbra. Non poteva esistere momento migliore. “Ecco… ho smesso di chiacchierare anche se per poco!” disse lui ridendo “Bene, fallo più spesso allora!” disse Elettra “Agli ordini capo!” stava per baciarla di nuovo quando il suo cellulare squillò “ScusamI!” disse lui prendendolo dalla tasca. Chissà perché a Elettra sembrò di leggere sullo schermo del cellulare “Park!” Tutti avevano dei segreti e GD, di certo, non era da meno

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Capitolo 22
*** IL TEOREMA DEL RIFIUTO ***


“Chi era?” chiese Elettra quando GDmise giù il telefono “Oh, un cliente!” si affrettò a rispondere lui “Un cliente piuttosto esigente, ti ha tenuto per un quarto d’ora al telefono!” “Fa parte del mio lavoro, esistono clienti un po’ più petulanti!” “Capisco! Immagino che tu debba andartene!” “Immagini bene.!” “Già…” “Ti prego non ti offendere!” “Perché dovrei?” “Beh dovevamo passare il pomeriggio insieme e…” “Oh, vai tranquillo…” “Ti chiamo stasera, ok?” disse GD dandole un bacio sulla fronte Elettra aspettò che girasse l’angolo e poi decise di seguirlo. Quel pomeriggio al Luna Park era stato uno dei più divertenti della vita di Letizia. LuHan era un amore, era tenero, dolce allegro. Avevano mangiato zucchero filato e pop corn per tutto il tempo e lui poi mentre le puliva le labbra con le mani le aveva dato un bacio più dolce dello zucchero filato. Era stato allora, che paradossalmente il cellulare di Letizia aveva suonato “Mi sa che ti è arrivato un sms!” le aveva detto Luhan “Lo controllo dopo! Ora mi va di stare qui senza distrazioni!” gli aveva detto lei, pensando che a scriverle fossero state Elettra o Claudia in preda al solito attacco d’ansia che veniva loro ogni qual volta lei si allontanava. Quando Luhan l’aveva riaccompagnata a casa stampandole un altro dolcissimo bacio e promettendo che si sarebbero visti il giorno dopo si era sentita così bene che pensava che niente e nessuno le avrebbero mai rovinato quel momento. Due minuti dopo dovette ricredersi. Quando controllò il cellulare per vedere chi le avesse scritto il nome che lesse sullo schermo la lasciò stupita “jjong” lesse Aprì il messaggio “Spero tu sia stata attenta come ti ho detto… quando vuoi passa di qui che facciamo un tagli di capelli nuovo. Ciao bambolina ” E tutto il pomeriggio dopo quel messaggio scomparve dalla sua mente. Elettra avanzava tra la folla cercando di non farsi scoprire. Era difficile perché GD, quasi come se si aspettasse di essere seguito, si girava in continuazione. “Eih dove corri?” le disse una voce familiare Key. “Eih… ciao, scusami vado di fretta!” disse lei “Ma di fretta dove?” “Non posso spiegarti!” “Cavolo, sei ancora arrabbiata con me per la storia del vestito?” “Si lo sono, era il mio vestito, me lo avevi promesso. Poi cosa scopro? Che lo hai venduto?” “La mia ragazza mi braccava cosa volevi che facessi?” “Non lo, ma in ogni caso non quello che hai fatto, mi sono sentita una stupida…” “Ma dai non esagerare, ne trovi mille di vestiti!” “Proprio non capisci eh?” “Capire cosa?” “Nulla, devo andare, ciao!” “Aspetta!” fece Key prendendole la mano Elettra si arrese e decise di fermarsi, anche perché aveva bell’ e perso GD di vista. “SI può sapere che vuoi?” chiese stizzita “Sapere perché mi eviti!” rispose lui “Io ti evito? Sei tu che non mi rivolgi la parola da tre giorni!” “E’ perché ti vedo così, arrabbiata, stizzita!” “Beh fatti due domande!” “Elettra, per favore… ti ho già detto che mi dispiace!” “Si ok, hai altro da dirmi?” Il cellulare di Key prese a squillare “Ma che avete tutti co sti telefoni?” disse Elettra esasperata “Mi dispiace devo rispondere!” disse Key, leggendo sul display il nome della ragazza “Ma sparati!” disse Elettra e se ne andò incavolata nera uno perché lui non capiva un tubo e due perché le aveva fatto perdere GD e ora non sapeva dove cavolo fosse finito e perché Park lo chiamasse sul cellulare. “Allora Park, come mai mi hai fatto venire d’urgenza, che ti turba?” chiese GD “Ho messo all’opera Mia…” rispose Park “Alla fine l’hai convinta!” “Beh non ci è voluto molto!” “Già… quindi va tutto alla grande!” “Diciamo di si… Mia va forte ma quello che mi preoccupa è Kai!” “Kai?” “Già, lui!” “E’ perché mai?” “Non riesce a concludere nulla… è una settimana che l’ho sguinzagliato alle calcagna di quella tizia e ancora lei e Taemin stanno insieme!” “Magari sono particolarmente innamorati!” “O magari è Kai che non ha capito bene quello che deve fare, o peggio… lo ha capito ed evita di farlo!” “Che vuoi dire?” “Temo si sia seriamente preso una sbandata per quella ragazza!” “Ma che dici, e poi anche se fosse tanto meglio! Si calerà di più nella parte!” “Sei matto? Sai meglio di me che quando un ragazzo perde la testa è difficile che possa far del male alla persona della quale si è invaghito!” “Senti Park perché non lasci perdere? Tutta questa storia ti sta facendo male ai nervi!” “Mai…” “Ma cosa pretendi? Anche nell’ipotesi in cui andasse tutto come vuoi tu, comunque non potresti stare con Taemin perché sei la fidanzata di suo fratello, e soprattutto non puoi pretendere che resti da solo a vita, se non è Marzia sarà qualcun'altra a occupargli testa e cuore!” “Non ho chiesto il tuo parere a riguardo!” “Dovresti ascoltarmi, ti ho detto mille volte vieni via con me!” “Non mi sembra tu abbia bisogno di me! Vedo che non sei solo!” “Cosa vuoi che ti aspetti in eterno? Sono anni che ti sto dietro, mi sono stancato! Se non ti dai una mossa io proseguirò da solo per la mia strada!” E detto ciò se ne andò lasciandola sola. Seoul non era esattamente quello che si definiva un paesino, ma le loro strade sembravano essere destinate a incrociarsi immancabilmente. “Choi Minho!” disse Kai “Kai!” fece Minho irritato da quell’incontro “Sempre sulla mia strada!” “purtroppo ci incontriamo sempre…” “Oh non dire così. Allora come va la vita? Che dice la bella Marzia?” “Come scusa?” “Oh, ho sbagliato a formulare la domanda: come va la cotta per la bella Marzia?” “Non capisco cosa diavolo stai dicendo?” “No sai mi è giunta voce che tu non la abbia ancora superata!” “Ti giungono voci sbagliate!” “Sarà… insomma dove vai di bello?” “ALl’università…” “Mi stupisco caro il mio Minho… cosa non si fa per evitare la leva!” Minho si irrigidì e fu sul punto di piantargli un cazzotto in faccia “Ho 24 anni, fra 3 mesi finisco l’università, quindi ho tutto il tempo per fare la leva…” “Intanto per ora te la scampI!” “Non è detto che la cartolina precetto mi arrivi ora!” Minho era un ragazzo coraggioso e con molto senso del dovere e si arrabbiava decisamente quando qualcuno insinuava che lui volesse sottrarsi ai suoi obblighi. “Levati e lasciami andare!” “Come vuoi… ah… non appena vedo Marzia te la saluto eh…” “Stalle lontano!” disse Minho puntando gli occhi nei suoi “Non ci penso nemmeno!” disse Kai E Minho capì che era arrivato il momento di parlare con Taemin di quella faccenda “Amore vieni qui!” urlò Taemin “Marziaaa!” insistè notando che quella non rispondeva “Tae, che c’è, perché urli come un matto?” disse lei entrando in salotto “Mi dovresti dare una mano!” era salito sul divano a piedi nudi e faceva avanti e indietro “Tae cosa stai combinando, perché sei salito lì sopra?” “Sto creando la coreografia per il mio esame all’accademia!” “E io e il divano cosa c’entriamo?” “Tu devi farmi da partner, sei la mia ispirazione, dovresti ballare con me!” “Uno non ballo da anni e due tra qualche giorno vado via…” “Marzia quando finisco l’accademia tu verrai a vedermi, e mi farai da partner a costo di venirti a pescare da Roma!” “Taeeee!” “Dai, vieni… fino a due minuti fa non avevo idea di quello che dovevo fare, poi ti ho guardata e ho detto: lei si, lei può migliorare tutto!” “Amore non mi riesce di ballare!” Taemin scese dal divano e attaccò lo stereo… Da lì partì un’italianissima canzone “Non è coreana, questa!” disse Marzia “No è italiana e… prego signorina!” disse porgendole la mano. Marzia prese la sua mano ed iniziarono a ballare sulle note di quella romanticissima canzone La nonna di Marzia sentendo la musica passò dal salotto e quando li vide ballare si mise le mani nei capelli “Una casa di pazzi è questa!” Anche Eleonora e Michele passarono di lì e vedendo la loro figlia ballare e essere felice accanto a quel ragazzo così semplice così gentile, si commossero “Credi che abbiamo fatto la cosa giusta a venire qui?” chiese Eleonora “Penso proprio di si!” rispose Michele con gli occhi lucidi Letizia rigirava il cellualre in mano incerta se rispondere o meno a Jjong, quando ad un tratto le arrivò un altro messaggio “Non mi rispondi eh… mi sa che ti ho disturbata… scusami… spero che tu ti stia divertendo… Jjong!” Ma che gli era preso? Lei gli era stata dietro per un mese senza che lui si accorgesse di nulla e ora, all’improvviso quando aveva iniziato ad uscire con un altro si era ricordato di avere il suo numero, che esisteva? Assurdo. “Hai pensato a quello che ti ho detto l’altro giorno?” chiese Onew a Celeste “Alla storia del matrimonio? No Jinki non ci ho pensato, ho altro per la testa, come il fatto che di qui a poco dovrò crescere un bambino!” rispose Celeste irritata, Onew iniziava a metterle ansia “Il bambino lo dobbiamo crescere insieme!” disse lui iniziando a spazientirsi “SI ma tu non avrai tutte le responsabilità che ho io!” “E piantala Celeste, mi hai veramente seccato con queste lamentele!” sbottò “Non sei l’unica a dover affrontare la situazione. In questo pasticcio ci siamo infilati insieme e vorrei che ne uscissimo insieme, ma credo che se continui così non arriveremo da nessuna parte!” “Ti vuoi calmare!” disse Celeste che non lo aveva mai visto arrabbiato in quel modo “No non mi calmo, sono stanco, stanco di sentirmi rifiutato da te, messo da parte. Non ce la faccio più. Passi che non ti si può sfiorare manco con un dito che ti prende la paura, che non ti si può parlare perché rispondi aggredendo, che non mi vuoi sposare ma a tutto c’è un limite. Non ce la posso più fare così!” “Dove stai andando?” gli chiese vedendo che si avviava verso l’uscita del negozio in cui si trovavano “Me ne vado!” “Aspetta!” “No non aspetto, sono stanco di aspettarti!” E in quel momento capì quanto tenesse a quel ragazzo. Lo aveva sempre dato per scontato aveva la certezza che lui per lei ci sarebbe stato a prescindere da tutto, e quella certezza l’aveva fatta comportare male con lui. Fu allora, sentendosi a sua volta, rifiutata, che capì di amare Onew più di qualsiasi altra cosa. Dopo aver ballato per circa due ora, Taemin e Marzia terminarono al coreografia “Sei bravissima!” le disse Tae stringendola “Insomma… tu sei un fenomeno, non ti aveo mai visto ballare…” “Grazie… sei fin troppo gentile! Ascolta ora devo andare con mio fratello Siwon, ho promesso di accompagnarlo a scegliere dei vestiti, ti va di venire?” “mmm non c’entro nulla!” “Dai, ma che dici!” “Davvero Tae andate voi, e divertevi!” “Non se ne parla non mi va di lasciarti da sola.” “Ma dai farò un giro per negozi anche io, così magari scelgo qualcosa di carino!” “Per me?” chiese lui allargando la bocca in un sorriso a 32 denti, tenerissimo “Taeee!” “Ok, ok, la smetto!” “Sei una peste!” “Lo so!” “Smettila di fare quel faccino!” “Mi dai un bacio?” disse sgranando gli occhi Marzia rise… aveva un faccia troppo buffa Si avvicinò e gli diede un bacio e come al solito iniziarono a scaldarsi un po’ troppo “C’è qualcuno a casa?” chiese Marzia prendendo fiato “Non mi pare e io devo uscire tra mezz’ora, quindi…” Cascarono sul divano e sul più bello la porta di casa si spalancò “Cavolo!” fece Taemin infilandosi la maglia e tirandosi su i jeans “Fate con comodo!” disse Onew sbattendo la porta Taemin capì subito che qualcosa non andava “Tutto bene?” gli chiese, mentre Marzia si sbrigava a rimettersi i vestiti “Si certo, come no!” rispose Onew brusco “Temo che lo shopping di Siwon dovrà aspettare!” fece Taemin “Vai da lui!” gli disse Marzia accarezzandogli il viso “Ti spiace?” “Ma no, dai ci vediamo dopo, io esco a fare due passi!” Così mentre Tae andava a parlare con suo fratello, Marzia uscì di casa e prese il primo autobus per il centro. Ormai aveva imparato le strade indispensabili e si muoveva bene. Si fermò davanti ad un negozio ed iniziò a guardare un bellissimo vestito. Dalla vetrina le arrivò il riflesso di un viso fin troppo familiare. Si voltò. Kai era dietro di lei. “Che ci fai qui?” gli chiese “Te lo giuro ti ho vista per caso, non ti sto seguendo.” Rispose lui “Beh me lo auguro, non saresti normale!” “Ti piace quel vestito?” “Si, è un vestito molto bello, in ogni caso non sono affari tuoi!” “Perché mi respingi?” “Perché non mi piaci. Non mi piace il tuo modo di fare e non mi piace che non consideri il fatto che sto insieme ad un altro ragazzo!” “Se non fossi stata con lui mi avresti dato una possibilità?” A quella domanda Marzia non rispose “Allora?” insistette lui “Non credo, Kai. Non sei il tipo per me!” “Perché?” “Io non mi trovo bene con le persone come te!” “Che razza di persona credi che sia?” “Uno un po’ troppo convinto!” “Se non si è sicuri di sé in questo mondo non si va avanti! Non mi conosci, dammi una possibilità, potrei stupirti!” “Mi dispiace, non posso e non voglio.” “Mi piaci!” Marzia lo guardò. Un altro. Ma che aveva un ascendente malato verso tutti quei ragazzi? “mi dispiace… sto con un altro e lo sai!” “Dammi almeno una possibilità!” Marzia si voltò e iniziò a camminare nella direzione opposta a quella dove lo aveva incontrato. Lui la seguì fino a quando lei non si fermò in un posto meno affollato, per riprendere fiato “Dimmi che non mi stai seguendo, Kai!” “Ti sto seguendo…” “Perché?” “Perché non posso farne a meno!” “Lasciami in pace!” “So che non ti sono indifferente!” “Smettila!” Kai si avvicinò e la abbracciò da dietro Marzia si liberò da quell’abbraccio. Lui le si avvicinò di nuovo le accarezzò i capelli e le diede un bacio sul collo. “Sei così bella!” disse “Kai smettila!” “Lo sappiamo tutti e due che prima o poi succederà qualcosa tra noi!” “Questo è un pensiero tuo!” “Perché non te ne vai, allora?” “CI sto provando ma tu insisti!” “Non ci provi abbastanza bene allora, dimmi che non mi vuoi e me ne vado!” Marzia si voltò e lo guardò negli occhi “Kai te lo ripeto, sto con Taemin, non voglio altra persona che non sia lui!” “Non mi arrendo perché so che menti!” “sei uno stupido!” disse girandogli di nuovo le spalle “Tu invece sei così bella che è impossibile non guardarti, non pensarti, non sognarti! Ti sogno ogni notte e… vorrei che quei momenti che vivo in sogno fossero veri, anche solo per non dover immaginare come sei, come sei in quei momenti che mi tolgono il fiato anche se sono solo nella mia mente!” Marzia non rispose. Kai prese il pacchetto che aveva in tasca, lo aprì e tirò fuori un fermacapelli a forma di farfalla. Le accarezzò i capelli ma non con dolcezza. I suoi erano movimenti maliziosi, tentaori, come lui. “Ecco tu sei come lei, una piccola farfalla, cosa aspetti a spiccare il volo?” le chiese mettendole il fermaglio tra i capelli Marzia si levò quella farfalla dai capelli gliela mise in mano e si avviò a passo spedito verso casa. Kai la guardò e le sembrò ancora più bella e la desiderò ancora di più. Del resto è un teorema matematico: più qualcuno ti ignora, più qualcuno ti rifiuta, più tu ti senti irrimediabilmente attratto da quella persona. E’ il teorema del rifiuto.

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Capitolo 23
*** GUERRA FREDDA ***


Il cellulare di Taemin squillò mentre stava parlando con suo fratello. Il numero era sconosciuto. “Pronto!” disse “Taeeee!” urlò una voce “Ciao Mia, cosa c’è?” chiese lui un po’ infastidito da quella telefonata “Niente volevo sapere cosa stavi combinando!” “Sono con mio fratello!” “Ti disturbo?” Avrebbe voluto risponderle di si, ma gli sembrava da cafone “No, dimmi, posso fare qualcosa per te?” “In effetti si… ho un problema… sono rimasta bloccata in centro non mi parte il motorino!” “E io cosa dovrei fare?” “Mi daresti un passaggio fino a casa?” “Ma non sono in giro…” “Per favore! I miei non sono in città e non so a chi altro rivolgermi!” Taemin roteò gli occhi, era estremamente seccato “Non puoi prendere un autobus?” “E’ tre ore che ne aspetto uno, ma non passa!” “Ok, dammi qualche minuto e arrivo!” “Grazie!” Mia mise giù soddisfatta “Dove vai?” chiese Jinki mentre Taemin si infilava la giacca “A recuperare Mia dal centro!” rispose Tae annoiato “Come mai ci vai tu?” “Perché ha lo scooter in panne e non sa chi chiamare!” “Avrà qualche amico a cui rivolgersi, no?” “Non lo so JInki…” “Taemin fossi in te non andrei. Considerati i precedenti con quella ragazza me ne terrei alla larga!” “Le do un passaggio e torno, non ho intenzione di perdere tempo!” “Fa come vuoi, cosa dico a Marzia nel caso in cui dovesse tornare.” Taemin ci pensò… Come l’avrebbe presa Marzia se avesse saputo che stava dando un passaggio ad una tizia con cui aveva avuto una relazione lampo di una sola notte? “Dille che non sai dove sono andato, ok?” “E’ una bugia!” “E’ una bugia per non farla allarmare.” “Come ti pare!” Taemin arrivò in centro dieci minuti dopo. Mia gli si lanciò praticamente addosso. “Mio salvatore!” gli disse buttandogli le braccia al collo “Mia per favore, evita questi slanci affettivi poco idonei alla situazione!” disse Taemin scollandosela di dosso. Ma ormai era tardi perché qualcuno, dal lato opposto della strada aveva assistito a tutta la scena. “Pensavo fossi con Onew” disse Marzia avvicinandosi Taemin sbiancò, si chiese fino a che punto avesse visto la scena e fino a che punto potesse avere avuto un’impressione obiettiva di quella situazione “Marzia, ciao. In effetti ero con Onew, ma poi…” “Ma poi l’ho chiamato ed è venuto a riprendermi perché ho la moto in panne!” concluse Mia per lui “Già!” disse Taemin a disagio “Mia, piacere!” aggiunse poi porgendole la mano “Marzia!” disse stringendola “Ah e così tu sei la famosa Marzia.” “Si!” “Hai un ragazzo stupendo, te lo invidiano molte. Controllalo bene, specie quando tornerai in Italia è un tipo molto ambito. Figurati che quando l’ho conquistato le ragazze mi hanno invidiata per mesi!” Taemin divenne ancora più bianco e pregò che Mia non andasse oltre nel racconto “Conquistato?” chiese Marzia perplessa “Si, Taemin non te lo ha detto? Siamo stati a letto insieme.” La bomba era stata sganciata, e aveva fatto il suo primo ferito “Come scusa?” chiese Marzia scioccata guardando prima Taemin poi lei, a turno “E’ stato molto tempo fa, Marzia!” disse Taemin mortificato, perché le stava leggendo in faccia il dispiacere “Beh mica tanto, solo sei mesi fa, guarda se con te lo fa almeno con metà della passione con cui lo ha fatto con me fidati è uno sballo!” Marzia si sentiva umiliata, quella situazione non era normale ed era stupita del fatto che Tae scambiasse ancora gesti intimi come quell’abbraccio con una ragazza che si era portato a letto. “Ora smettila Mia, stai diventando sgradevole!” disse Taemin serio “Ma dai Tae, stavamo facendo solo due chiacchiere!” disse Mia fingendo noncuranza “Bene…” disse Marzia “Io proseguo il mio giro e vi lascio alle vostre effusioni, credo di avervi interrotti e…” “In effeti Tae mi stava giusto riaccompagnando a casa!” disse Mia “Oh!” la rabbia e il disagio crescevano dentro Marzia alla velocità della luce “Ha la moto in panne e…” provò a giustificarsi Taemin “Io vi saluto, è stato un piacere!” disse salutando lei “Anche per me, non sai quanto!” disse lei guardandola con lo sguardo di chi sa di aver vinto una battaglia Si allontanò cercando a stento di trattenere le lacrime “Marzia aspetta!” disse Taemin Lei sveltì il passo, non aveva voglia di parlargli. Taemin iniziò a rincorrerla, capiva come si stesse sentendo “Eih Tae, dove vai?” lo chiamò Mia “Io come ci torno a casa?” Ma Taemin non la stava ascoltando, pensava a un modo per far capire a Marzia che quello era stato solo uno stupido malinteso “Lily!” Una giovane donna con lunghi capelli neri si voltò e fissò il bellissimo ragazzo affacciato alla sua porta “Kai, che ci fai lì appollaiato?” fece lei “Voglio chiederti una cosa!” “mmm mio fratello che ha da chiedermi qualcosa… e che sarà mai successo!” “Ogni tanto capita!” “Beh testa dura come sei non lo avrei mai immaginato!” “Posso entrare?” “Vieni pure. Scalzo come al solito eh? Dove sono i calzini? Sai che se mamma ti vede passeggiare a piedi nudi poi ti fa la ramanzina, è da quando eri piccolo che ti rimprovera, ma tu come al solito non impari mai!” “Eddai!” “allora siediti qui e dimmi che c’è!” “Ok, sai non è facile ma…” “Ha a che fare con qualche lite in cui ti sei ficcato per l’ennesima volta?” “Non esattamente!” “Qualcosa va male in accademia?” “No lì va tutto benissimo!” “E allora che problema c’è?” “Beh… c’è una ragazza che…” “Aspetta. Fermo. Mi stai dicendo che il tuo problema è una ragazza o non ho capito bene io?” “No hai capito benissimo!” “Kai tu non hai mai avuto problemi con le ragazze, la cosa mi giunge nuova!” “Lei non è tutte le ragazze, lei è molto diversa!” “La conosco?” “No!” “Che strano pensavo di averle conosciute tutte le ragazze di Seoul, considerate quante ne hai portate a casa anche solo per una notte!” “Infatti lei non è di Seoul!” “E di dov’è?” “E’ europea…” “Europea?” Lily sgranò gli occhi… “Giustamente Kai le asiatiche a disposizione le hai terminate e sei passato alle europee?” “Non è questo… l’ho conosciuta, diciamo non proprio per caso!” “Che vuoi dire?” “E’ nato tutto per…” Kai si fermò, non ce la faceva a continuare, non ce la faceva a dire a sua sorella che tutto era nato per far separare due ragazzi che si amavano. Non ce la faceva a dirle che poi in quella specie di parte che stava recitando si era immedesimato così tanto che alla fine quella ragazza era iniziata a piacergli davvero “Kai, qual è il problema!” gli chiese sua sorella accarezzandogli i capelli corvini come quando era bambino! “Il problema è che lei sta con un altro!” disse Kai mangiandosi la prima parte della storia “Ah… eh Kai, per te questo non è mai stato un problema, direi!” disse Lily non nascondendo il suo tono di rimprovero nei confronti del fratello “Questa volta è diverso, lei ama questo ragazzo, e so che separarli la farebbe stare male.” “Beh a lei piaci?” “Fisicamente credo di si, sai che lo capisco quando ad una ragazza piaccio, ma allo stesso tempo la spavento, è come se avesse paura di me!” “Tu a volte fai paura Kai, non so perché; sarà come ti poni, sarà perché hai la fama del collezionista di ragazze, non lo so!” “O forse sarà che lei è così innamorata che manco mi vede!” “Potrebbe anche essere questo, vedi Kai, non tutte le ragazze sono disposte a tradire, alcune amano così tanto che se anche gli si parasse davanti un dio greco resisterebbero.” “Forse lei è tra queste!” “In quel caso lascia perdere KAi, questo genere di ragazze ama e ama davvero solo quella persona e non scende a compromessi. Magari la attiri pure, magari freme ogni volta che ti vede, ma se ama il suo ragazzo non farà mai niente di sbagliato!” Kai si grattò la testa pensieroso. Poi pensò che l’unica cosa da fare fosse quella di continuare il lavoro per cui Park lo aveva chiamato, in fondo i sentimenti erano una cosa passeggera, e da lui si erano allontanati da così tanto tempo che ora a quel timido accenno il suo cuore di ghiaccio aveva avuto la meglio. Solo lui sapeva con esattezza perché, con il tempo, la sua anima era diventata nera e l’amore da lui si era del tutto allontanato. “Marzia aspetta!” urlò Taemin facendo girare tutti i passanti “Smettila di seguirmi non ho intenzione di parlare con te!” “Ti prego fammi spiegare!” Marzia si voltò a guardarlo camminando all’indietro “Non c’è proprio niente da spiegare, la situazione mi pare chiara, eri avvinghiato ad una che ti sei portato a letto nemmeno sei mesi fa!” “Ma non ero avvinghiato a lei…” “Ah si? Allora come mai aveva le sue braccia intorno al tuo collo!” “Non lo so, perché mi voleva abbracciare ma a me quella ragazza non interessa!” “AH se non ti interessava non le davi un passaggio fino a casa! Che poi bisogna vedere se era un passaggio o meno!” “Marzia, mi ha chiamato perché aveva il motorino in panne…” “E non aveva nessun altro da chiamare?” “Non lo so, ma non mi sembrava il caso di lasciarla a piedi!” “Ah e invece ti sembrava il caso di farmi vedere quella scena!” “Non sapevo che tu fossi lì!” “Peggio, pensavi di prendermi in giro?” “Ora non esagerare, capisco che la situazione sia stata spiacevole, ma io non c’entro niente, è una cosa vecchia, per favore…” “Non intenzione di starti a sentire un minuto di più. La cosa che più mi fa rabbia è che tu mi abbia tenuto nascosto tutto questo!” “Cosa vuoi che ti faccia l’elenco di tutte le ragazze con cui sono stato?” “Va al diavolo Taemin!” e gli girò di nuovo le spalle incamminandosi a passo spedito verso chissà dove Taemin non la seguì, non sapeva né cosa fare né cosa dire per calmarla. In quel momento si sentì in colpa, oltre che terribilmente inutile. Marzia camminava a passo spedito. Nelle orecchi le ronzavano ancora quelle parole. Come diavolo aveva potuto farsi umiliare a quel modo senza battere ciglio? E perché Taemin aveva dei segreti con lei. SI fermò in un parchetto con ancora tutte quelle domande che le ronzavano in testa. Le panche erano tutte occupate, decise di sedersi su un muretto libero. Prese dalla tasca il cellulare per controllare se qualcuno l’avesse cercata. Schermata vuota. “Posso entrare?” chiese Celeste bussando alla porta di Onew “Che vuoi?” domandò lui brusco, era ancora di malumore “Jinki, per favore, non essere arrabbiato con me…” “Non sono arrabbiato Celeste, sono solo deluso da come stiamo reagendo a questa situazione. Io capisco che tu sia sotto pressione, ma nemmeno per me è un momento facile. Io ho 24 anni, e ancora non ho nemmeno uno straccio di lavoro. Sto venendo via con te, allontanandomi da casa mia, da mio padre e mia madre, dal mondo in cui sono cresciuto, solo per poterti stare vicino e per poter essere il padre che questo bambino merita; e tu che fai?Mi allontani! A me non interessa il fatto che da quando hai scoperto che sei incinta hai perso la testa… non mi interessa se è tanto che non lo facciamo perché tu ti sei bloccata, sono cose passeggere, che andranno via quando sarà il momento. Quello che mi fa più male è che mi tratti come se fossi un estraneo. Io ho bisogno di sentirti vicina, ho bisogno di sapere che insieme possiamo farcela; questa cosa non dovrebbe separarci, ma unirci ancora di più.” Celeste sapeva che Jinki aveva ragione; era lei quella che stava sbagliando, era lei che non era disposta a mettersi in discussione, a mettere da parte tutto per quella nuova vita. “Io non so cosa mi sia preso. E’ che la paura deve avere avuto la meglio… mi dispiace Jinki. Mi dispiace di averti trattato male, di averti allontanato e soprattutto mi dispiace di non essere stata pronta quando mi hai chiesto se volessimo diventare una famiglia.” Onew la guardò. Lei aveva le lacrime agli occhi. Lui gliele asciugò con dolcezza. Era innamorato di lei, ed era innamorato anche di quella vita futura anche se sarebbe stata completamente diversa da quella che aveva immaginato. “Mi dispiace!” disse ancora Celeste Onew si avvicinò e la bacio. “A me dispiace vederti piangere!” le disse Celeste lo abbracciò forte. “Ricominciamo daccapo Jinki… se mi vuoi ancora io sono disposta a provarci con tutta me stessa!” “Io non potrei mai smettere di volerti accanto a me, Celeste… nemmeno quando saremo brutti, coi capelli bianchi e la pelle raggrinzita.” E quella era senza dubbio una bellissima dichiarazione d’amore Marzia stava leggendo un libro che aveva nella sua borsa, quando il segnalibro le volò via a causa del vento. “Cavolo!” disse alzandosi per andarlo a recuperare Una mano perfetta lo raccolse per lei “Dimmi che non è vero!” disse guardando Kai con il suo segnalibro in mano “E’ facile che mi incontri spesso, abito giusto qua dietro!” disse lui “Tieni questo è tuo!” fece porgendole il segnalibro Marzia lo prese e lo infilò nel suo libro “Che leggi?” le chiese Kai “Un romanzo!” “E’ interessante?” “Abbastanza!” “DI che parla?” “Non ho voglia di fare conversazione!” “Ok…” Marzia tornò a sedersi, Kai non si mosse dal punto in cui era e si mise a osservarla. Non si era mai trovato in una situazione simile: guardava una ragazza da lontano, senza fare nulla. Di solito amava agire subito, senza perdersi in chiacchiere o in troppi complimenti. Del resto le tipe con cui aveva a che fare di chiacchiere ne gradivano poche. Si avvicinò a lei senza smettere di guardarla e le si sedette accanto. Marzia alzò gli occhi dal libro e incrociò il suo sguardo. Aveva gli occhi più belli e dannati del mondo. Cosa mai aveva potuto rendere un ragazzo così giovane un tale freddo, cinico calcolatore? Si chiese tra sé “Ho letto anche io quel libro, sai?” disse Kai “Ovviamente in Coreano…” “Lo supponevo!” disse Marzia distrattamente “Sei molto bella!” disse Kai “E tu sei molto ostinato!” “Lascia perdere per un attimo tutto e prova a parlare con me. Che ti costa scambiare due parole? Non sono una persona così cattiva come dicono! Parlare non è reato!” Già, parlare non era un reato, e lei era troppo arrabbiata e triste per poter rifilare a Kai l’ennesimo no. “Che mi devi dire?” gli chiese dopo aver sbuffato “Ti piace Seoul? “Non è male!” “Uau mi hai risposto senza essere acida, è una specie di miracolo o cosa?” Marzia non potè fare a meno di sorridere… in fondo Kai non era poi così male, aveva una vena di simpatia; molto nascosta, ma l’aveva “Ed hai anche riso, è un miracolo!” continuò lui, indicando con un dito le labbra di Marzia “Smettila o torno acida!” disse lei divertita “No, per carità, sei molto meglio così!” “mmm!” “Fino a quando rimarrai qui?” “Meno di due settimane. Domani partono i miei genitori io e le mie amiche ci fermiamo un po’ di più per visitare la città e qualche altro posto interessante!” “Capisco, beh Seoul è molto grande, ma anche nei dintorni ci sono cose interessanti!” “già…” “Beh, allora spero che il soggiorno continui ad essere piacevole…” “Lo spero anche io!” “Sai io in Italia non sono mai stato, mi piacerebbe venirci prima o poi, dicono sia molto bella!” “E infatti lo è!” “Quando finirò l’accademia mi regalerò un viaggio nella tua amata Italia!” “Bene, allora sono sicura che non te ne pentirai!” “Mi sarebbe tanto piaciuto incontrarti prima di Taemin!” disse lui guardandola negli occhi Marzia per la prima volta in quello sguardo lesse tanta tenerezza e poca malizia, era come se quel ragazzo si fosse svegliato cambiato, completamente nuovo. E si stupì “Non sono cose che si possono programmare!” rispose “Lui è stato molto fortunato!” disse KAi “Già fortunato!” pensò Marzia “Così fortunato che si avvinghia a tutte quelle che si porta letto!” ma queste cose a Kai non le disse “Che c’è?” le chiese lui notando che si era rabbuiata “ah, niente, pensieri!” “Brutti pensieri?” “Né brutti, né belli!” “Ho sempre odiato le vie di mezzo, per me o è bianco o è nero…” “La penso come te, ma a volte qualche sfumatura esiste!” “Per ora l’unica sfumatura è il verde dei tuoi occhi!” disse Kai Ecco, aveva colpito ancora. Tra di loro, tra lui e Taemin, tra tutti si era instaurata una sorta di guerra fredda. Nessuno aveva apertamente dichiarato guerra all’altro, ma ognuno di loro combatteva e sferrava colpi invisibili segretamente, per conquistare l’altro o per metterlo fuori gioco “Ma fai sempre così tu?” chiese Marzia “Così come?” “Con le ragazze, dico, sei sempre così temerario?” “Di solito devo applicarmi molto di meno, però tu sei un caso particolare, mi stai dando molto da fare!” “Ma non hai speranze… perché ti sei fissato?” “Perché Park mi ha mandato per distruggere la vostra unione, ma poi mi sono preso una bella cotta per te e ora ti trovo così bella, così simpatica, così tutto che non posso fare a meno di incollarti gli occhi addosso e provarci con te come meglio posso!” ecco cosa avrebbe voluto risponderle, ma non poteva, non voleva, o semplicemente non ce la faceva “Lo so che sono senza speranze ma… forse ero così poco abituato a sentirmi preso da una ragazza come mi sento preso da te che non so come gestire la cosa!” “Hai un lato profondo anche tu!” “Non esattamente. Nasciamo tutti con un lato profondo, poi il tempo ce lo distrugge o ce lo fa a pezzi… fino a quando incontriamo persone che, anche se per poco, lo fanno riemergere “Cosa ti ha fatto diventare così freddo?” gli chiese Marzia ad un tratto Kai si scurì in viso… era una domanda che nessuna gli aveva mai fatto “Non è il massimo parlare di questa storia!” rispose fissandosi i piedi “Mi dispiace, non volevo metterti a disagio!” “Non lo hai fatto, sono io che sono restio a parlare di me!” “Capisco…” quell’insicurezza, quel viso che si era improvvisamente addolcito aveva sorpreso Marzia, non pensava che KAi fosse capace di essere tenero e dolce, ma iniziava a percepire che quel ragazzo doveva aver avuto qualcosa che lo avesse cambiato a tal punto da fargli perdere tutta la fiducia nei sentimenti “Io ora devo andare, Kai!” gli disse poi, notando che stava iniziando a fare buio “Rimani ancora un po’!” disse lui “Non posso, si sta facendo buio “Ti riaccompagno io!” “Sai che non è possibile!” “Ogni tanto provo a dimenticarmelo!” “Io però no!” Era arrabbiata con Taemin. ma in fondo lo amava così tanto che vendicarsi con un’altra persona, per quello che era successo durante il pomeriggio, non le sembrava una cosa corretta “Tu lo ami?” gli chiese ad un tratto Kai “SI!” rispose Marzia senza esitare “E credi che lo amerai per sempre?” “Io questo non lo so…” “E potresti mai amare uno come me?” Quella domanda la spiazzò. Dove voleva arrivare “Perché mi chiedi questo?” “Non lo so nemmeno io…” Una folata di vennto fece volare dalla testa di Marzia il suo fermacapelli, lasciando liberi i capelli di prendere le direzioni che volevano. Kai la guardò e le sembrò ancora più bella. Poi le raccolse il fermacapelli. “Tieni!” disse porgendoglielo dentro il palmo della mano “Grazie!” disse lei prendendolo La mano di KAi si chiuse intorno alla sua. Con una delicatezza di cui non si credeva capace, la tirò verso di lui. Quando fu vicina a quel viso, Marzia a ne percepì tutta la bellezza. Non aveva un lineamento che non fosse in armonia con il resto del volto. Kai le accarezzò i capelli. Lei rimase immobile come se fosse stata ipnotizzata. Quando lui fu così vicino alle sue labbra che lei potè sentirne il respiro, pensò tra sé che aveva due possibilità: o chiudeva gli occhi e si lasciava baciare o lo allontanava e tornava a casa dal ragazzo che amava, anche se era uno stronzo e l’aveva fatta rimanere male. E optò per la seconda. Mise tutte e due le mani sul petto di Kai e lo spinse via con delicatezza “Mi dispiace, non posso!” Kai non si oppose e la lasciò allontanarsi, pensando che era tutto molto meglio quando in gioco non c’erano i sentimenti. Quando rientrò a casa, Marzia trovò Taemin ad aspettarla seduto sul letto del sua stanza “Che ci fai qui?” gli chiese “Ti stavo aspettando!” rispose lui un po’ nervoso “Esci, ho bisogno di riposare!” “Dove sei stata fino ad ora!” “A leggere, non mi andava di tornare a casa!” “Non ti andava di vedermi, vero?” “si, esatto. Mi hai deluso, pensavo che mi amassi e…” “Io ti amo e lo sai, ok ho sbagliato non ci dovevo andare lì ma a me quella ragazza non interessa né mi è mai interessata. E’ stata roba di una notte e se potessi la cancellerei. Se dobbiamo mollarci facciamolo per un motivo valido e non per questo!” Alla parola “mollarci” Marzia ebbe un tuffo al cuore. Anche se era arrabbiata non aveva intenzione di mollarlo… era stata tentata ma lo amava troppo e forse quello non era un motivo così valido per mollarlo. “Tae sono arrabbiata… spero che un domani non mi si ripresenti più davanti una situazione del genere.” “Mi dispiace, non avrei mai voluto ferirti!” “Ormai è successo, e comunque, basta, queste discussioni sono inutili e poi sono stanca.” Taemin si avvicinò e lei si lasciò abbracciare. “Mi dispiace, te lo giuro che non succedrà mai più una cosa simile, credimi!” “Tae io ti amo… ed è proprio perché ti amo che oggi sono stata male. Non è stato un momento piacevole!” “Te lo giuro tutto avrei voluto tranne questo.” “Ormai è passato… ora stringimi forte e per favore non lasciarmi mai!” “Io non ho intenzione di lasciarti né ora né mai!” E almeno tra loro alla guerra seguì la tregua.

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Capitolo 24
*** L'ALTRO LATO NASCOSTO ***


Seoul 2007 Kim Jong In era un adolescente imbranato e anche un po’ sfortunato. I suoi compagni lo prendevano in giro perché era bruttarello, con tanti brufoli, le braccine magre, i denti storti e l’apparecchio. Jong In aveva ottimi voti a scuola, e basta. Tutti i suoi fratelli erano bellissimi, sua madre e suo padre erano bellissimi. Lui era un esserino di 14 anni insignificante e deriso. Non si capiva da dove fosse vento fuori quel brutto anatroccolo in una famiglia così bella. Di amici non ne aveva, tutti lo consideravano troppo brutto e troppo “sfigato” per potergli stare vicino. Così Jong In aveva passato i primi anni del liceo completamente da solo. Il primo appuntamento di Jong IN era stato un mezzo disastro. Una mattina di maggio aveva trovato sotto il suo banco una lettera da parte della ragazza più carina della sua classe, nella quale lei lo invitava ad uscire. Stupito da quella proposta inaspettata, si era fatto accompagnare da sua sorella a comprare i vestiti più adatti all’occasione. Lei ne era stata felice, finalmente Jong In non sarebbe stato più da solo. Si era presentato vestito di tutto punto sul luogo dell’appuntamento. Ma lì invece della ragazza aveva trovato quattro dei suoi compagni di classe che dopo averlo deriso lo avevano buttato di peso nel laghetto del parco, urlandogli che era così brutto e sfortunato che mai nessuna lo avrebbe guardato. Kim Jong In era tornato a casa in lacrime, bagnato fradicio e pieno di foglie. I suoi avevano provato a calmarlo ma con scarsi risultati. Quella notte di maggio Jon In pianse tutte le sue lacrime e giurò a se stesso che mai nessuno avrebbe più potuto fargli del male. La mattina seguente era andato a fare shoping, si era iscritto in palestra, andato dal dermatologo, dal barbiere, dall’estetista e si era iscritto a un corso di autodifesa. Nel giro di due anni tutti con stupore notarono che quel brutto anatroccolo stava iniziando a diventare un piccolo cigno. Dopo due anni e mezzo Jong In, ribattezzato da tutti Kai, aveva levato l’apparecchio: i suoi denti erano perfettamente dritti e bianchi. I brufoli erano spariti, le spalle e il torace si erano allargati, il look era diventato alla moda e il suo cuore di pietra. Kai aveva dato il suo primo bacio molto tardi, non appena era stato in condizione di poter chiedere ad una ragazza di uscire, o meglio, non appena tutte le ragazze che conosceva si erano affollate alla sua porta implorandolo di uscire con loro. Dopo il primo bacio Kai aveva avuto la sua prima volta. Lei non era niente di che, ma a lui non importava, le serviva solo qualcuna con cui rompere il ghiaccio. Dopo quella, Kai aveva iniziato a portarsi a letto le ragazze dei suoi compagni di scuola, prime tra tutte quelle dei tre buzzurri che lo avevano buttato nel laghetto. Ogni volta che andava con una di loro, mandava una lettera ad uno dei ragazzacci dove li metteva al corrente dell’accaduto. Kai si era diplomato con il massimo dei voti, ricevuto il premio di più bello del liceo e superato le selezioni per la più prestigiosa accademia di danza di Seoul. La sua vita era perfetta, scandita da ritmi precisi intervallati di tanto in tanto da colpi di testa. Da quella notte di maggio Kai non aveva più pianto, né sofferto, si era costruito una bella corazza, si era preso le sue rivincite e non si era mai innamorato. Seoul 2012 Kai si sfilò la maglia, le scarpe, i jeans, le mutande e si infilò sotto la doccia. Mentre l’acqua lo bagnava rinfrescandolo, si chiese se non fosse il caso di riesumare dal fondo della sua anima devastata quel sentimento chiamato amore che aveva messo da parte cinque anni prima. “Key, insomma ma a cosa stai pensando?” chiese Amina notando che il suo ragazzo aveva la testa per aria “Al fatto che è tardi e che devo andare a lavoro!” rispose Key sovrappensiero “Devi tornare a lavoro tra un’ora non adesso!” “Devo anticipare, non mi va di far tardi!” “Key cosa ti prende? Sei strano da un po’ di tempo a questa parte!” “Io… no!” “Ma te lo leggo in faccia che c’è qualcosa che non va!” “Va tutto bene, non farti problemi inutili!” “Sicuro?” “SI!” mentì Key. Sapeva perfettamente che non andava per niente bene. Anche lui stava scoprendo il suo lato nascosto, il lato di chi sa mentire a se stesso e agli altri. “Questo posto è una favola!” disse Claudia mentre entrava in un locale tipico coreano insieme a Baekhyun “Ti piace?” le chiese lui “Si un sacco, è meraviglioso!” “Spero che ti piaccia anche il cibo, so che voi Italiani avete degli standard molto alti!” “Non preoccuparti io sono aperta ad ogni tipo di cultura!” Baekhyun sorrise… la trovava intelligente oltre che terribilmente bella. Non aveva mai visto una ragazza con quei tratti, con quei capelli, con quegli occhi. Si sentiva privilegiato ad averla vicino. “Allora cosa si mangia di buono, qui?” chiese Claudia curiosa Il pranzo durò un paio d’ore dove Claudia mangiò di gusto, chiacchierò, rise. Altrettanto fece Baekhyun, vedendo in quella ragazza tutto quello che aveva sempre voluto. “Allora, come era?” chiese mentre uscivano dal locale “Ottimo, anche se preferisco la cucina delle mie parti!” “Non lo mettevo in dubbio!” “Non ti offendere eh!” “No, tranquilla! Ascolta cosa ti va di fare?” “mmm, cavolo sono già le quattro, non pensavo si fosse fatto così tardi!” “Devi tornare a casa?” “No, no…” “Ok, possiamo andare a fare un giro fuori Seoul, solo che ho dimenticato la patente a casa e se mi beccano addio macchina! Dovrei passare a casa a prenderla, ti dispiace?” “No, certo, se vuoi ti accompagno!” “Va bene.” “Stavo pensando che dovremmo iniziare a scegliere un regalo per mio nipote!” disse Taemin guardando Marzia “In effetti si, solo che ancora non si sa se è un maschio o una femmina!” rispose Marzia grattandosi la testa dubbiosa “Il problema si pone e non si pone. Jinki mi ha chiesto di battezzare il bambino, quindi da padrino devo prendergli qualcosa di duraturo, tipo una culla, roba unisex, insomma.!” “Davvero farai da padrino al bambino, ma è magnifico!” disse Marzia sorridendo “Già nemmno io potevo crederci, pensavo scegliesse Siwon, invece ha scelto me!” “Beh tra coetanei vi capirete col bambino!” disse Marzia ridacchiando “E smettila!” disse Taemin tirandole un cuscino addosso “Dai lo sai che scherzo!” “Chissà i nostri bambini come saranno!” riprese Taemin “Spero non matti come il padre!” disse Marzia per prenderlo in giro “Io mi auguro siano sani e belli come te!” “No dai, qual cosina di buono la hai anche tu, spero prendano quel poco di buono che il loro papà ha!” e si mise a ridere “Oggi sei diabolica!” disse Taemin agguantandola alle spalle “Aiuto ahahah, mollami!” disse lei divertita cercando di svincolarsi da quell’abbraccio “No, paghi pegno ora, sei cattiva!” E giù a ridere come due bambini. Quando si stancarono di fare la lotta si ritrovarono stesi sul pavimento di casa con le lacrime agli occhi per le risate “Tae, mi spieghi come facciamo ad avere un bambino se noi due siamo ancora dei bambini?” chiese Marzia “E’ quello che mi stavo domandando io!” fece Taemin “Forse ci serve ancora del tempo!” “Beh, diciamo pure che non abbiamo fretta!” “Già… godiamoci un po’ la libertà di stare noi due soli, e poi ad avere bambini ci penseremo in futuro!” “Marzia a me sta bene tutto, purchè questo tutto sia con te!” “Eih, voi due tiratevi su!” disse Aurora la sorella di Marzia comparendo nel salotto “Oh, chi non muore si rivede, ma che fine hai fatto?” chiese Marzia a sua sorella “Sono stata in giro con Mauro, aveva bisogno di alcune cose, poi ho fatto i bagagli, sai domani partiamo se non te ne fossi ancora accorta!” “Già…” “Che ci fate lì a terra?” chiese Siwon entrando a sua volta nel salotto “La lotta greco romana!” rispose Taemin “Siete proprio due bambini!” “Ciao Siwon!” disse Eleonora sorridendo “Oh, scusami, non ti avevo vista perdonami!” disse sorridendole per scusarsi “Tutto bene?” chiese poi “Abbastanza!” rispose lei arrossendo leggermente Taemin e Marzia percepirono un po’ di scintille tra quei due e si strizzarono l’occhio. Elettra compose il numero di GD ed attese. Era la terza volta che provava a chiamarlo e quello non le rispondeva. Iniziava seriamente a pensare che quel ragazzo non fosse tutta la perfezione che voleva sembrare, ma che avesse qualche strano lato nascosto. Alla quarta volta decise di staccare il cellulare e di uscire a fare due passi. Proprio mentre stava per mettere piede fuori dalla porta, si imbattè in Key. “Ecco ora la giornata è definitivamente rovinata!” disse “Grazie per l’accoglienza!” fece Key sarcastico “Ti meriti molto peggio!” disse Elettra “Stai uscendo?” “Si!” “Dove vai?” “Lontano da te!” “Invece mi sa proprio che mi dovrai sopportare perché ti accompagno!” “La tua compagnia non è gradita!” “Non mi interessa!” E fu così che si avviarono verso il centro insieme, senza un perché. “Questa casa è enorme!” disse Claudia non appena mise piede in casa di Baekhyun “Già, per quattro persone è fin troppo grande!” rispose lui “faccio in un attimo!” disse poi sparendo dietro una delle infinite porte Claudia iniziò a curiosare in giro. La casa era vuota; i genitori di Baekhyun probabilmente erano a lavoro e Luhan forse, era uscito con Letizia. Appesi alla pereti c’era un sacco di bellissimi quadri, a terra era stato steso un tappeto raffinato, i mobili perfettamente abbinati tra loro rendevano quell’ambiente estremamente chic. “Ti piace questa casa?” chiese Baekhyun ricomparendo con la patente in mano “E’ stupenda, credo di non aver mai visto una casa così bella!” “I miei sono arredatori, è normale che ci abbiano messo particolare passione per sistemare la loro casa!” “Già…” “Vuoi vederla?” “Con molto piacere!” Così iniziarono il giro. Una enorme cucina, tre spledidi bagni, quattro enormi camere da letto, un soggiorno maestoso, una terrazza infinita, quella casa era più di una semplice casa era una reggia. “io sono… oddio non ho parole è bellissima.” Disse Claudia “E’ un po’ vuota, però!” fece Baekhyun “Perché?” chiese lei “Sono quasi sempre solo, i miei lavorano fino a tardi e Luhan è quasi sempre in giro!” “Beh… ora ci sono io!” disse lei guardandolo negli occhi E quell’istante fu decisivo per far capire loro che non c’era da aspettare oltre. Baekhyum si avvicinò e le diede un bacio. Un bacio che manifestava intenzioni chiare. E Claudia non era una ragazza che amava aspettare troppo. Finirono sul letto di lui, e lo fecero per così tanto tempo che alla fine non ebbero nemmeno più fiato per parlare. E a Claudia si palesò davanti agli occhi il suo lato nascosto: quello della ragazza che pur di non pensare a chi non l’amava dava speranze a chi invece era cotto di lei. “Io non capisco perché mi stai seguendo!” disse Elettra tesa “Perché voglio capire cosa diavolo ti prende, non eri così nei miei confronti, prima!” rispose Key “E tu non eri così stronzo!” “La pianti con questa storia dello stronzo?” “No, non la pianto, hai dato il mio vestito in vendita!” “Maledizione a me e a quel vestito, te lo ripeto ne trovi mille di vestiti!” “allora proprio non lo capisci!” “Cosa diavolo dovrei capire!” disse Key alzando le braccia al cielo esasperato “Quello non era un vestito qualunque, quello era il vestito che tu Key, avevi disegnato per me, quello era lo stramaledetto vestito che il ragazzo di cui sono stra cotta, che penso tutti i giorni, che guardo in continuazione aveva disegnato per me!” Key rimase stupito da quella rivelazione e per poco non cascò a terra. Eccola lì, una persona che aveva appena svelato il suo lato nascosto, il lato di chi ha il coraggio di dire le cose come stanno senza paura. Quando Minho vide Marzia e Taemin avvicinarsi abbracciati, ebbe il solito tuffo allo stomaco. Era da un po’ che non li vedeva insieme e quella visione lo fece ripiombare di nuovo nell’ansia, Ma quanto tempo ci voleva perché gli passasse quella sensazione, quella specie di cosa che gli era venuta per Marzia. Continuava a fare finta di niente, a dire a Taemin che andava tutto bene, ma vederli insieme gli faceva capire che stava nascondendo a se stesso e agli altri un’importante verità: quella cotta non gli era affatto passata, e calarsi in quel ruolo di persona che se ne fregava gli costava e non poco. “Minho!” disse Marzia sorridendo “Eih!” fece lui salutandola con la mano Taemin li guardò e si sentì come al solito in colpa verso l’amico, anche lui non riusciva a capacitarsi del fatto che tra loro si fosse creata quell’impercettibile rottura, piccola, ma comunque esistente. Non lo aveva detto a Minho, non lo aveva detto a Marzia. Lo aveva tenuto per sé. Era quella parte di lui che avrebbe voluto non fare mai un torto al suo migliore amico che ogni tanto emergeva e lo canzonava. Del resto si erano innamorati lui e Marzia e per quanto ci avesse provato proprio non ce l’aveva fatta a starle lontano. Kai uscì dalla doccia, si asciugò e si rivestì. Con i capelli ancora gocciolanti uscì di casa. Aveva preso una decisione, doveva smetterla con quella farsa e dare una svolta alla sua vita. Quella ragazza gli aveva fatto capire che forse anche per uno come lui c’era ancora una speranza di ritrovare l’anima e soprattutto il cuore.

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Capitolo 25
*** IL BIVIO ***


Era calata la sera su Seoul. A Claudia non passava nemmeno per la testa di tornarsene a casa, lì dov’era stava troppo bene. “Ma i tuoi a che ora tornano?” chiese a Baekhyun “Non ne ho idea, potrebbero tornare da qui a dieci minuti come potrebbero decidere di cenare fuori e tornare tardi.” Rispose lui tranquillo “Non posso farmi trovare qui!” “In camera mia non entrano mai, abbiamo regole precise!” “Lo so ma non mi sembra carino!” “Tu puoi restare qui tutto il tempo che vuoi, te lo ripeto loro qui non entrano, se hai bisogno del bagno c’è qui in camera, e se ti serve qualcosa vado a prendertela io. Quando vuoi poi ti riaccompagno a casa!” “Davvero posso rimanere?” “Tutto il tempo che vuoi!” Taemin, Marzia e Minho stavano aspettando che arrivassero Onew, Celeste e Jjong. Avevano pensato di cenare tutti insieme e poi di andare al cinema, non potevano fare tardi perché l’indomani sarebbero partiti i genitori di Marzia e dovevano svegliarsi in tempo per salutarli. “Ma quanto ci mettono?” chiese Minho spazientito, si sentiva un po’ il paralume della situazione anche se Taemin e Marzia stavano facendo di tutto per risparmiargli il disagio “Non saprei, ma a proposito avete rintracciato gli altri?” chiese Taemin “Guarda Claudia ed Elettra sembrano scomparse nel nulla, Letizia mi ha appena scritto che si fermava a cenare con Luhan e poi ci raggiungevano direttamente al cinema.” “Io dal fronte Key nulla. E’ mezz’ora che provo a chiamarlo ma non risponde!” disse Minho “SI sarà perso dietro ad Amina e alle solite loro stupide discussioni!” fece Taemin “Eih ragazzi, eccoci, scusate il ritardo!” disse Jjong seguito da Celeste e Onew “Ci siamo tutti?” chiese quest’ultimo “Direi di si!” rispose Marzia “Come direi di si?” chiese Jjong “Letizia e Claudia dove sono?” “Letizia è con Luhan ci raggiunge dopo e Claudia non so dove sia finita, spero per lei che non si sia cacciata in qualche guaio!” “Letizia è con Luhan? Ma come, la lasciate uscire da sola con uno sconosciuto, così?” “Ma Luhan non è uno sconosciuto Jjong!” disse Minho “Eh si fate tanto i protettivi e poi boh… va bene ho fame andiamo?” c’era una punta di isterismo nella sua voce “Stai calmo amico, eh…” Kai aveva camminato a lungo fino a quando non gli era venuto mal di testa. Quella valanga di pensieri che la vista di Marzia gli innescava in testa ogni volta lo stavano tormentando oltre il limite del normale. Era stato sul punto di tornare a casa quando aveva incontrato alcuni suoi amici che lo avevano praticamente costretto a rimanere a cena con loro. SI era lasciato convincere, anche perché tornare a casa avrebbe voluto dire continuare a pensare e a darsi il tormento. Stava cenando ascoltando le stronzate che come al solito quel gruppo di matti gli raccontava quando la porta del ristorante si aprì. Onew e Celeste, Jjog, Minho e… Marzia e Taemin fecero il loro ingresso nel locale. A Marzia gelò il sangue e per un secondo gli sembrò che il suo cuore si fosse fermato. “Cavolo!” fece Minho urtato “E’ anche qui, andiamocene!” “Di chi parli?” chiese Jjong “Kai…” “Porca miseria…” “Ragazzi perché vi state allarmando, che succede?” chiese Taemin che ancora non aveva visto Kai “Succede che quel dannato di Kai è qui!” rispose Onew perplesso Taemin e Kai iniziarono a fissarsi dalla distanza. Gli occhi di Taemin erano pieni di rabbia, quelli di Kai inziavano a ricolorarsi della solita smania di portare via la ragazza agli altri e per un momento quel barlume di sentimento che si era fatto spazio a fatica nel suo cuore cessò di esistere; solo per un momento, però. Quando incrociò lo sguardo di Marzia quello stand bay in cui era finito, in cui credeva che il suo lato buono fosse morto, cessò. Come quando un nastro di un film viene fatto ripartire dopo lo stop, il cuore di Kai riprese a battere, ma all’impazzata. Rimase a fissarla imbambolato, incapace anche solo di salutarla. Marzia dal canto suo lo fissava, pregando tra sé che non iniziasse con qualcuna delle sue scenate. Non lo temeva più come prima, aveva capito che in fondo, non era così marcio, ma non voleva comunque averci nulla a che fare. “Non me ne vado di qui solo perché c’è quello lì!” disse Celeste “Amore per favore!” la rimproverò Onew “Non esiste, sono uscita di casa con le nausee per venire in questo posto e non me ne andrò facendola vincere a quello sbruffone. Abbiamo più di 20 anni e la maturità per affrontare certe situazioni!” Quell’improvvisa presa di posizione lasciò tutti a bocca aperta. Quando il cameriere arrivò invitandoli ad accomodarsi, con una certa riluttanza tutti presero posto, e a Marzia toccò il posto giusto di fronte a quello di Kai. “Io… io non so che dire!” disse Key stravolto “Mi dispiace, non avrei dovuto metterti a disagio!” disse Elettra “E’ solo che… non avevo capito che tu ci tenessi così tanto!” “Beh ora lo sai…” “Si ma… tu sai anche che sto con una persona!” “SI!” “Ecco io non posso lasciarla, non ce la faccio!” “Nessuno ti sta chiedendo niente!” Elettra tratteneva a stento le lacrime. La stava rifiutando per la mummia. “Non prenderla così sto insieme a lei da troppo tempo!” “E questo cosa vuol dire? Capirei se tu mi dicessi che la ami, me ne farei una ragione, ma essere rifiutata solo perché hai paura di rompere i tuoi schemi le tue stupide abitudini, beh questo mi fa sentire umiliata oltre che stupida. Sai che ti dico, che non sei un uomo, sei solito uno stupido pupazzo manovrato dalle abitudini e dalla paura di prendere scelte che potrebbero stravolgerti la vita!” E detto ciò lo mollò lì da solo e lui decise di non seguirla. Il cibo nel piatto di Kai si stava lentamente raffreddando senza che a lui passasse minimamente in testa l’idea di mangiarlo. Si era incantato a fissare quella ragazza, e non riusciva a levarle gli occhi di dosso. La guardava mangiare, la guardava mentre sorrideva a Taemin, la guardava mentre lo baciava e imprecava dentro di sé perché quei sorrisi e quei baci non potevano essere suoi. DI tanto in tanto Marzia incrociava il suo sguardo e lo distoglieva alla velocità della luce, terribilmente imbarazzata da quegli occhi puntati addosso. Taemin dal canto suo stava cercando di sforzarsi di comportarsi in modo normale. Era un ragazzo molto più maturo rispetto a quelli della sua età e sapeva che mettersi a fare storie avrebbe fatto sentire a disagio la sua ragazza, che in mezzo a quella situazione iniziava a starci davvero male. Ad un tratto Celeste iniziò a singhiozzare. I singhiozzi iniziarono a diventare sempre più insistenti “amore che c’è?” le chiese Onew “Di nuovo le nausee e mi gira pure la testa” rispose Celeste mettendosi una mano davanti alla bocca “Vuoi che torniamo a casa?” le chiese Onew “Mi dispiace farti mollare tutto!” “Ma smettila, prendo la macchina e…” Non fece in tempo a finire la frase che Celeste svenne. Onew andò nel panico, si lanciò su di lei ed iniziò a tirarle dei piccoli colpetti sul viso per farla svegliare. Niente “Bisogna portarla in ospedale!” disse “Ok ma vi porto io, tu sei troppo agitato!” disse Taemin “vengo con voi!” disse Marzia “No amore, rimani qui, per favore, sei già stravolta…” “Ma è la mia amica!” “SI Marzia, ma se a quello di Jinki si aggiunge anche il tuo di panico ci rimanete secchi!” disse Jjong Marzia capì che Taemin e Jonghyun avevano ragione. “Minho va con lui!” gli disse Jjong “Con lei rimango io!” “Sei sicuro?” fece Minho “si si, vai, casomai il panico dovesse venire anche a Taemin.” “Amore ci vediamo a casa, va bene?” disse Tae dando un bacio a Marzia “Chiamami e fammi sapere!” disse lei “Tranquilla, andrà tutto bene!” ed uscì seguito da Minho Marzia e Jjong rimasero nel locale. Kai da lontano aveva assistito a tutta la scena senza capirci molto. La cosa importante era che Taemin si fosse allontanato da Marzia. Jjong non era un problema, Minho lo sarebbe stato ma Jjong no. “Secondo te cosa ha?” chiese Marzia a Jonghyun “Non ne ho idea, ho una sorella più piccola che per fortuna ancora non è incinta… ma tranquilla andrà tutto bene, ora paghiamo il conto e…” La porta si aprì ed entrò Letizia, alla sua vista Jjong si sbracciò per farsi vedere e urtò per sbaglio la bottiglia della coca cola che si rovesciò sul vestito di Marzia “cavolo, è bianco!” fece lei disperata “Mi spiace, sono un maldestro!” fece Jonghyun mentre con un occchio guardava Letizia “Vado in bagno a vedere di levare questo alone, aspettatemi qui!” disse poi alzando una mano in segno di saluto a Letizia Non appena la vide alzarsi Kai scattò in piedi e la seguì. “Ciao!” fece Letizia a Jjong “Chi non muore si rivede!” fece Jjong acido “eih che c’è?” chiese lei dispiaciuta “ti sei dimenticata degli amici da quando esci con quel tipo!” “ma niente affatto, solo che mi sto godendo un po’ la vita, tutto qui!” “Attenta a non godertela troppo, Luhan è un discolo!” “Tutti i ragazzi sono discoli, anche tu lo sei!” “Si ma io sono fico!” disse Jjong strizzandole l’occhio E Letizia rise di quel gesto buffo Marzia entrò nel bagno delle donne e si sfilò il vestito di dosso. Nella fretta si scordò di chiudere la porta a chiave. Era tutta piena di coca cola, iniziò ad asciugarsi e poi a tamponare il vestito con della carta. La porta del bagno si aprì. Quando riflesso nello specchio vide Kai buttò un urlo portandosi le mani al petto per coprirsi. KAi dal canto suo che non si aspettava di trovarsela davanti mezza nuda sussultò. “Esci di qui!” gli disse Marzia “Che ci fai in mutande e reggiseno nel bagno del ristorante?” le chiese Kai “Jjong mi ha rovesciato una coca cola addosso, mi sto ripulendo, questo è il bagno delle donne, vai fuori!” “Dai fatti guardare, sei uno spettacolo!” disse Kai divertito “Esci!” “No!” Marzia prese il vestito lo strizzò alla belle e meglio e se lo infilò. Kai nel frattempo si godeva lo spettacolo. “E’ comunque trasparente!” le disse un volta che si fu rivestita Marzia si guardò allo specchio e notò che la macchia era così ampia che il vestito era diventato trasparente nei punti sbagliati. “Bel completino!” disse Kai facendole l’occhiolino e sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi. Marzia si avviò imbarazzata verso l’uscita del bagno, ma Kai fu più veloce e si mise davanti alla porta. “Alt!” disse “Smettila e lasciami passare!” “No!” “Sei un pazzo maniaco!” disse Marzia “Maniaco? Sei tu che ti spogli nei bagni dei ristoranti!” Uno strano zzzz iniziò a uscire dalla lampada. Tre secondi dopo erano al buio. “Cavolo la lampadina si è fulminata!” disse Marzia “Non vedo niente!” C’era il buio totale. Non riusciva nemmeno a vedere l’uscita della porta. Sentì la mano di Kai che prendeva la sua e si lasciò guidare convinta che la stesse riportando all’uscita. Ma non fu così. Senti le mani di Kai sull sue spalle con un pressione leggera e la schiena che poggiava sulle mattonelle fredde del bagno.. “Baciami!” le disse Kai Il respiro di tutti e due iniziò a farsi più affannoso, quella era davvero una strana situazione. Il naso di Kai sfiorò il suo naso, segno che anche le sue labbra erano vicine. Non vedeva nulla, nemmeno uno spiraglio di luce che potesse segnalarle l’uscita. Evidentemente anche nel resto del locale era saltata la corrente. Il respiro di Kai si faceva sempre più vicino, lo sentiva sulle sue labbra. Poi sentì la sua mano accarezzargli le spalle e fargli scivolare la bretella del vestito prima, e andare sempre più giù per accarezzargli la gamba poi. Cercò di respirare e di trovare una soluzione per uscire da quella situazione. Ora decisamente la mano di Kai era dove non doveva essere, sotto il suo vestito. Si mosse appena in tempo per fermarlo. In quell’istante stesso tornò la luce. Marzia lo fissò, le sue labbra erano a meno di un millimetro di distanza dalle sue. Lo spinse via con forza ed uscì dal bagno. Recuperò Jonghyun e Letizia e se ne andò. Kai si passò una mano tra i capelli cercando di calmarsi, non c’era un muscolo, una parte del suo corpo che non fosse impazzita dopo quel momento. Aprì il lavandino e ci infilò la testa dentro cercando di far passare quel caldo bestiale che lo aveva invaso. Una volta a casa, quella notte, la sognò, sognò di finire tutto quello che aveva iniziato in quel bagno quella sera, e si svegliò per tre volte sudato, con il cuore impazzito e il cervello incapace di dargli qualsiasi stimolo di razionalità. “Sta bene!” disse il medico guardando a turno Onew, Taemin e Minho. “Chi è il marito della signora?” chiese “Sono io!” fece Jinki senza esitazioni “Come ben saprà sua moglie è incinta” “SI!” “Bene, abbiamo fatto delle analisi e va tutto bene. Solo che…” “Solo che?” “E’ molto delicata, il suo organismo è particolarmente sensibile a qualsiasi agente esterno, o allo stress… E’ solo al secondo mese, ma deve evitare preoccupazioni, affaticamenti, e qualsiasi cosa possa turbarla, altrimenti è molto probabile che il fisico non regga e perda il bambino!” Jinki si aggrappò a suo fratello e combattè con tutto se stesso per non piangere “Cosa posso fare per aiutarla?” chiese “Le stia vicino e non le faccia correre alcun genere di rischio, sarà dura, ma se volete salvare questo bambino dovrete fare molti sacrifici!” “Sono pronto a tutto!” disse Onew Più tardi quando rientrò a casa, dopo essersi assicurato che i medici lasciassero dormire suo fratello in ospedale vicino a Celeste, Taemin constatò che era davvero dura crescere. Ogni singolo momento della vita ti porta a fare delle scelte, delle scelte che mettono davanti ad un bivio. Basta prendere la strada sbagliata per vedersi la vita e il futuro crollare. Vivere, pensò Taemin, era una delle cose più difficili, anzi era al cosa più difficile. Comportava affrontare situazioni che spesso lasciavano segni così evidenti, che non si cancellavano nemmeno a distanza di tanti anni. “Sei tornatO!” disse Marzia sulla soglia della porta della sua stanza “EIh, che ci fai ancora sveglia?” le chiese Taemin “Non ho sonno!” “Sei agitata?” Si Marzia lo era, e non solo per Celeste “Come sta?” chiese “Bene, ma non deve fare sforzi, ha l’organismo così delicato che rischia di perdere il bambino!” “Maledizione!” disse Marzia disperata “Se la caveranno, fidati!” disse Taemin sorridendo Marzia lo guardò. Era così bello, così dolce, e lo amava così tanto che decise di raccontargli di quello che era successo, se non altro perché lui era l’unico in grado di porre fine a quella situazione “Tae ti devo parlare!” gli disse Taemin la gaurdò preoccupato “E’ successo qualcosa?” Marzia si sedette sul divano dove lui la raggiunse e le raccontò di tutto quello che le era successo, omettendo qua e là particolari che se Tae avesse conosciuto, lo avrebbero spinto a madare Kai dirtto dritto al Creatore. “Figlio di p****” disse Taemin quando Marzia ebbe finito “Tae non dire parole stupide per favore!” disse lei “Ma perché non me lo hai detto subito?” disse iniziando ad agitarsi “Perché avevo paura della tua reazione, guardati sei rosso in viso!” “Io lo ammazzo!” “Smettila!” “No non la smetto, quel demonio, ma che cavolo pensa di fare io…” “Taemin se fai così mi porterai a non dirti più nulla!” “Cosa vuoi che faccia allora’” “Parlagli ma ti prego come le persone civili o mi farai pentire di averti raccontato tutto!” “Io non posso stare calmo, sei la mia ragazze e ci è mancato poco che ti saltasse addosso.” “Pensa che io l’ho repsinto, basti questo a farti stare sereno!” “Io non dubito di te, io ho i nervi a causa sua, è uno stronzo…” “Taemin giurami che affronterai la cosa come la persona matura che sei!” E Taemin si trovò ad un bivio: decidere se tirare fuori il lato peggiore di sé o se per amore tirar fuori quello migliore. Anche Key era ad un bivio: continuare a mentire a se stesso oppure prendere coscienza della realtà e reagire. E anche Kai era ad un bivio: far si che il piano di Park andasse a buon fine e quindi prendersi Marzia, o lasciarla in pace insieme al ragazzo che aveva scelto come l’unico amore della sua vita.

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Capitolo 26
*** IL VALZER DELLE COPPIE ***


“La gelateria quel pomeriggio di luglio era affollatissima. Del resto faceva caldo e a tutti faceva piacere rinfrescarsi con un gelato. Nel caso di Marzia e Tademin erano ghiaccioli. “Io non capisco perché mangiate ghiaccioli invece di prendervi un bel cono!” disse Onew “Già, Onew ha ragione, fosse per me finirei tutta la gelateria!” disse Celeste che aveva iniziato ad arrotondarsi. “Guarda che il pranzo di arrivederci dei tuoi di oggi mi ha riempito come una tacchina!” disse Marzia Quel giorno, infatti, il pranzo era stato abbastanza pesante, considerato che i genitori di Marzia e il resto della famiglia erano tornati in Italia, la famiglia Lee aveva voluto salutarli a dovere. Michele e Eleonora se ne erano andati via mal volentieri, nonostante la riluttanza iniziale, infatti, quelle persone gli erano state simpatiche. Anche Mauro ed Eleonora ripartivano mal volentieri, soprattutto la prima che a dire di tutti doveva essersi presa una bella infatuata per Siwon, il quale però, continuava, inspiegabilmente a stare con Park, all’oscuro di tutti i piani malefici della ragazza. La nonna sembrava l’unica sollevata. Le bacchette, il cambio di fuso, e altri due milioni di cose l’aveano completamente rintronata. Marzia aveva salutato la sua famiglia, mettendosi anche a piangere perché, ogni volta che si separavano era così. La spedizione della famiglia Marea, comunque, aveva dato esito positivo. Le due famiglie si erano conosciute, erano andate subito d’accordo e avevano approvato quella nuova coppia formata da Marzia e Taemin, i loro rispettivi figli. Erano ripartiti raccomandato a Marzia e alle altre di non fare danni in loro assenza nelle rimanenti due settimane che avrebbero passato a Seoul. “In effetti il pranzo era bello tosto!” disse Elettra bevendo la sua coca cola. “Salve a tutti!” disse Minho comparendo bello fresco di allenamento “Potevi farti una doccia prima di venire!” disse Onew ironico “l’ho fatta la doccia, solo che come cambio mi ero portato solo vestiti sportivi, non stiamo andando mica a teatro!” disse Minho “Key, dov’è?” gli chiese Taemin “Ah non lo so, pensavo fosse già qui, considerato che quando qualcuno fa ritardo impazzisce!” Come chiamato dallo sparlare dei suoi amici, comparve pure Key, con una strana cera “Ciao!” disse con aria devastata Elettra evitò di guardarlo “Che è successo?” gli domandò Taemin “bah.. lasciamo perdere, non mi va di parlarne!” disse agguantando una lattina a caso dal freezer del bar. “Hai una faccia!” disse Claudia guardandolo perplessa “Oh, sei tornata, ti avevamo dato per dispersa!” disse Key come per cambiare argomento “Già è due giorni che non ti vediamo!” disse Minho QUell’improvviso interessamento fece arrossire Claudia “Io…” provò a rispondere “Lei passa il suo tempo con Baekhyun!” disse jjong acido Claudia lo guardò a causa della poca grazia che aveva usato nel dire a tutti quello che faceva “Baekhyun?” disse Minho sgranndo gli occhi divertito “Ma il Baekhyun, fratello di Luhan?” “SI, lui!” disse Claudia senza guardarlo negli occhi “Oddio…” disse Minho sempre più divertito “Che c’è da ridere?” chiese Claudia “No, scusami, non ridevo per te. Baekhyun lo conosco da un sacco è un ragazzo super timido, devi essergli piaciuta un sacco per buttarsi così a capofitto!” “Sai, Minho, non tutte le persone hanno le bende sugli occhi!” disse Claudia fredda “Come scusa?” fece Minho “Ehm, ragazzi, ci siamo tutti!” fece Marzia mettendosi in mezzo prima che Claudia dicesse a Minho che era incavolata nera con lui perché non se la filava “A parte Letizia, si!” disse Taemin “Eccone un’altra. Arrivano i fratelli più belli di Seoul e se ne portano via due!” disse Jonghyun nervoso “Letizia ci raggiunge più tardi, ha accompagnato Luhan non so dove!” disse Elettra “ok allora andiamo al cinema e basta, perché tutte ste chiacchiere mi stanno facendo venire il mal di testa!” disse Jjong Entrarono tutti insieme al cinema a vedere un film coi sottotitoli in Inglese, dato che le ragazze non capivano nemmeno una parola in Coreano. In realtà pochi di loro si interessarono al film. Marzia e Taemin erano completamente partiti, spinti un po’ dal buio un po’ dal fatto che occupassero gli ultimi sedili. Anche Celeste e Onew non si stavano proprio controllando al meglio. “Qualcuno dovrebbe ricordargli che siamo in mezzo alla gente!” disse Minho incrociando le braccia e provando a concentrarsi sul film “Cercate almeno di non fare rumore!” aggiunse poi girandosi verso Taemin che aveva la faccia incollata a quella della ragazza. Claudia pensò tra sé che anche lei avrebbe voluto fare l’adolescente impazzita insieme a Minho, ma quello era come imbalsamato, non si schiodava di un millimetro. Quello che invece stava dando i numeri come al solito era Jjong. Aveva iniziato prendendole la mano, poi accarezzandole i capelli. Lei come al solito lo aveva scansato, ma lui niente, continuava imperterrito. “Dio come sei fastidioso!” le aveva detto lei dopo un po’. Quello che si annoiava alla grande sembrava Key, che non la smetteva di sbuffare. Aveva provato a sedersi vicino a Elettra per chiarire la situazione, ma lei si era allontanata mettendo tra loro due ben tre persone. Così Key si era ritrovato all’estremità della fila dei sedili, accanto a Minho. Elettra dal canto suo cercava di non guardarlo, ma le veniva difficile, soprattutto perché non sapeva a cosa fosse dovuta quell’inquietudine del ragazzo. “Jjing se non la smetti cambio posto!” disse ad un tratto Claudia “Cavolo sei stata con Baekhyun e non vuoi stare con me, ma che metro di giudizio hai?” “La pianti?” “No. Non capisco proprio perché fai così!” “Jjong guarda il film, per favore!” Alla fine del primo tempo si riaccesero le luci e tutti presero un po’ di respiro. “Avete finito, o avete intenzione di riprodurvi in pubblico?” chiese Minho a Marzia e Taemin “Non stavamo facendo niente di che!” disse Taemin rosso in faccia “CI mancherebbe, così se passa quello che controlla i biglietti vi manda a pedate alla Polizia!” “Oh quanto esageri!” disse Onew ridendo Elettra si alzò per andare a prendersi da bere e d’istinto Key la seguì. Quando si rifece buio ancora non erano rientrati. “Si può sapere perché mi hai seguita?” chiese Elettra che aveva trovato una fila pazzesca al bar del cinema “Perché non mi va che non mi rivolgi la parola, non lo trovo giusto!” fece Key “E tu trovi giusto che mi hai rifiutata come se fossi il peggiore degli scarti?” “Non ho mai pensato questo di te!” “Beh magari non lo hai pensato, ma viene fuori questo!” “Dai per favore, scusami!” Key era esasperato non ce la faceva più a reggere quella situazione “Guarda sono così stufa di questa situazione che si, basta, alzo bandiera bianca, fa come se non ti avessi detto nulla, io mi dimenticherò che hai dato via il mio vestito e siamo pari!” “Io in realtà non voglio far finta che tu non mi abbia detto nulla!” Elettra lo guardò “Perché?” gli chiese poi “Beh… perché…” “Sorella che ci fai qui fuori?” chiese Letizia sbucando all’improvviso key si mise una mano in fronte e sbuffò. Doveva arrivare proprio in quel momento? “Da dove sbuchi?” chiese Elettra guardando in cagnesco sua sorella “Dal negozio di vestiti sportivi, Luhan si è comprato una tuta e ne ho presa una uguale, modello femminile anche io!” disse agitando una busta Key pensò che era stato interrotto per colpa di una tuta e rientrò in sala scoraggiato “Che c’è?” chiese Letizia non capendo perché sua sorella la stesse guardando con aria assassina “Che c’è? Sono 7 giorni che non ci parlavamo e ora che stava per dirmi qualcosa sei spuntata tu!” “Cavolo non lo sapevo, scusami!” “Ma va di che ti scusi, stiamo in alto mare, tanto! Via, fammi vedere questa tuta!” disse prendendo la busta Il buio era ricalato in sala. Quando Key arrivò ritrovò lo scenario precedente. Le due coppie avvinghiate a più non posso, Minho che sbuffava e Jjong che ci provava con Claudia. “Che razza di serata del cavolO!” disse “Jinghyun!” disse Claudia guardandolo storto al suo ennesimo tentativo “Che palle!” fece lui “Devo andare in bagno!” fece Marzia a Taemin scollandosi per un momento da quelle labbra perfette. “Perché non ci sei andata all’intervallo?” le chiese Taemin accarezzandole i capelli “Perché non mi hai fatta alzare!” rispose lei ridendo “Già… vero, ok vai, ma non ti perdere!” “No, no, devo tornare che non mi voglio perdere il film!” disse strizzandogli l’occhio Arrivata davanti alla porta del bagno trovò la scritta “fuori servizio!” “Cavolo!” disse seccata, non ce la faceva più a trattenerla Scese le scale e sbucò davanti alla porta del bagno di un’altra sala. Era un bagno unisex, ma pazienza, se la stava facendo addosso. In un lampo entrò, si chiuse a chiave e si liberò di tutta quell’acqua che aveva bevuto. Poi uscì. Stava per rimboccare le scale quando inciampò e per poco non cadde a terra. Due mani pronte la afferrarono. “Se non stai attenta ti spacchi la faccia!” le disse Kai tirandola su “Sei una persecuzione!” disse Marzia “Di solito si dice grazie!” “Grazie, ok, ora lasciami il braccio, devo rientrare!” “Strano, ci incontriamo sempre!” “Sarà che forse mi pedini come un pazzo maniaco, c’è la denuncia per queste cose!” “Ma smettila, sai perfettamente che non ti pedino e che non sono un pazzo maniaco!” “L’altra sera al ristorante mi hai infilato le mani sotto il vestito!” “E quindi? Ho 20 anni la gente a 20 anni fa anche questo!” “SI ma non con le persone che non vogliono!” “Ma piantala, se non volevi non aspettavi tutto quel tempo per allontanarmi. Ancora un secondo e sarebbe andata a finire diversamente!” “Ma non è andata così!” “Non è andata così perché sei scema!” “Ora offendi pure!” “Si che ti offendo, finiscila di giocare alla perfetta fidanzata, sarai pure innamorata di Taemin ma quando mi vedi vorresti fare ben altro che riempirmi di insulti!” “Sei solo uno stupido presuntuoso!” Kai la tirò per il braccio e si avvicinò “E tu sei proprio un’ottusa.” Taemin non vedeva tornare Marzia. Conoscendola, e sapendo che come lui aveva il vizio di perdersi ovunque, decise di andarla a cercare. Una volta arrivato davanti al bagno lesse anche lui la scritta fuori servizio e come aveva fatto Marzia, pensò di scendere al bagno della sala di sotto. Lungo le scale sentì delle voci, due ragazzi stavano discutendo animatamente, ma quelle voci non gli erano sconosciute. Affrettò il passo e la scena che si trovò davanti lo paralizzò. Kai teneva per il polso Marzia e discuteva con lei con una tale confidenza che pensò non fosse la prima volta che affrontavano un tipo di discorso del genere. Quando Marzia lo vide sbiancò “Taemin!” disse Kai che era di spalle si voltò e alzò gli occhi al cielo. “Spostati subito!” gli disse Taemin con tono fermo ‘Kai mollò il braccio a Marzia senza smettere di guardarla e si allontanò, non era il caso di fare storie lì in mezzo. “La prossima volta che ti trovo anche solo a guardarla ti cavo gli occhi!” disse Tae con tono gelido Marzia si spaventò, non lo aveva mai visto parlare con quella voce, né gli aveva mai visto negli occhi tanta rabbia. Kai non rispose. Si limitò a voltarsi e ad andarsene. In quel momento le parole non servivano. “Taemin…” fece Marzia Ma quello si era già avviato verso l’uscita del cinema “Taemin aspetta!” urlò Marzia rincorrendolo “Taemin!” Quando Letizia ed Elettra li videro uscire in quel modo dal cinema capirono subito che qualcosa non andava “Tae!” “Non urlare in mezzo alla strada!” disse lui sempre con quel tono gelido “ragazzi che succede?” chiese Elettra “Niente!” rispose Taemin “Eih, Marzia, sei stravolta!” fece Letizia “Ragazze scusate non posso fermarmi vi spiego dopo!” Taemin percorse la strada quasi correndo con Marzia al seguito. Il cinema era vicino casa per cui non doveva fare molto cammino. Arrivò a casa aprì la porta ed entrò senza aspettarla. Marzia lo seguì. “Ma insomma che modi sono?” chiese dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno Taemin non rispose “La vuoi smettere di stare zitto?” urlò Marzia esasperata “E tu smettila di urlare!” disse Tae “Cosa ti prende?” “Cosa mi prende? Ma ti sei vista eri a mezzo millimetro dalla sua faccia!” Marzia avrebbe voluto dirgli che non era la prima volta ma capì che era il caso di tacere. Essere sinceri si, far saltare i nervi al proprio ragazzo no. “Taemin ti ho già spiegato la situazione!” “Ah mi hai già spiegato? Non sapevo foste così in confidenza da parlare in quel modo!” “Ma è lui che mi bracca!” “E scommetto che a te non fa per niente piacere essere braccata da lui, no? Sei uguale a tutte le altre una stupida ragazzina che si fa intortare dal primo idiota che capita!” A quelle parole Marzia non ci vide più e gli mollò uno schiaffo in pieno viso Taemin rimase scioccato. “Non permetterti mai più di parlare così!” disse Marzia guardandolo negli occhi Taemin non rispose, era rimasto troppo stupito da quel gesto. L’aveva sempre vista calma, sorridente. Ma ora era arrabbiata. “Non voglio dovertelo più ripetere, a me quel ragazzo non interessa e se non mi credi è un problema tuo!” “Tu stavi parlando con lui con una confidenza tale che a tutto faceva pensare tranne che a una che non ha alcun genere di rapporto con lui!” “Ma cosa credi che ci abbia fatto con quel tizio?” chiese amareggiata “Dimmelo tu!” disse Taemin “La risposta dovresti saperla. Taemin, se mi ami davvero la risposta dovresti saperla. Se mi conosci davvero!” Taemin la guardò. La conosceva davvero? In fondo tra loro era successo tutto in così poco tempo che non si era reso conto di nulla. “Marzia non lo so, non lo so se ti conosco bene!” rispose alla fine “Allora se le cose stanno così, meglio allontanarsi per un po’!” disse lei A Taemin gelò il sangue. “Vedi, ecco qua, aspettavi l’occasione per mollarmi, no? Così ora puoi correre nel letto di quell’imbecille.” Lo aveva fatto di nuovo, l’aveva offesa. Marzia lo spinse forte, poi appena alzò di nuovo la mano per colpirlo lui la bloccò dal polso. La stringeva così forte che faceva male. La gaurdò negli occhi, lei sostenne lo sguardo. Rimasero in quel modo per qualche minuto. Poi Taemin le mollò il polso la prese per le spalle e la sbattè con forza al muro. Lei non si mosse. Poi le tirò via prima la maglia, poi la gonna e iniziò a baciarla, ma in un modo in cui non aveva mai fatto. C’era una tale passione che non pensava nemmeno di avere. Marzia gli mise le mani sotto la maglia e gliela tirò via. Poi toccò ai jeans. Tutto questo senza staccarsi. Finirono a farlo su quel pavimento rovente per il troppo caldo, ma quella volta non fu come le altre. C’era rabbia, un desiderio sconosciuto, passione, emozioni diverse dal solito. Erano istinti venuti fuori in quel momento, da quella situazione che sembrava averli esasperati. Taemin non sembrava volersi fermare, continuava a baciarla, a stringerla, come se in quei gesti, in quel momento volesse farle capire che lei era sua, e lui suo, e che nessuno si sarebbe potuto mettere in mezzo. Voleva farle capire a gesti quello che non era stato capace di dirle a parole. Durò per un tempo che sembrò infinito, fino a quando sfiniti non crollarono abbracciati uno all’altra. “E se ne sono andati così?” chiese Celeste preoccupata a Letizia ed Elettra che avevano raccontato loro quello che era successo “Già!” rispose Letizia allarmata “Ci sarà di mezzo Kai, sicuramente!” disse Onew pensieroso “Cavolo ragazzi bisognerebbe fare qualcosa!” disse Jjong seccato da quella situazione “Noi non possiamo fare nulla, più gente si mette in mezzo e peggio è!” disse Key “Invece credo proprio che ti sbagli!” disse Minho “Dove vai?” gli chiese Claudia mentre lui si allontanava “A cercare quell’idiota, mi sa che non ha capito bene la situazione!” “Minho torna indietro!” gli urlò Onew. Ma ormai era troppo tardi “Gli è presa a male!”osservò Elettra “Per Minho, Taemin è una delle cose più importanti nella sua vita, e considerato che ha lasciato perdere Marzia per non dargli un dispiacere non digerisce che qualcuno si metta tra loro!” disse Onew serio “Ma quel ragazzo perché fa così?” domandò Letizia “E’ un suo modo di fare, fa lo sfascia coppie di mestiere, ha una gran fama a Seoul!” rispose Jjong “SI ma in questo caso si è impuntato particolarmente!” osservò Onew “Perché lei non se lo fila, e lui si sente ancora più motivato, più arduo il compito più bella la vittoria!” disse Key “Sono a rischio sfascio Taemin e Marzia?” chiese Letizia allarmata “Non finchè si amano!” rispose Celeste sorridendo “Comunque noi due bisogna che andiamo, Celeste, hai la visita dal medico domani mattina e non vorrei ti trovasse affaticata!” disse Onew prendendo per mano la ragazza “Ok ragazzi, paparino Jinki mi ha appena detto che la mia libera uscita è finita, ci si vede dopo a casa! Ciao!” fece Celeste “Scemotta!” disse Onew ridendo e se la portò via “E’ ora che vada anche io!” disse Elettra “Ti accompagnO!” si offrì Key “troppo tardi, amico!” disse GD comparendo dal nulla “La riporto a casa io la signorina!” Key lo gaurdò malissimo. “Vai con lui?” chiese poi a Elettra “Mi sa di si!” fece lei “Va bene, allora ciao!” E la guardò allontanarsi insieme a quel tizio. E dire che stava per rivelargli che aveva appena mollato la mummia. Rimasero jjong, Letizia e Claudia. “Bene che facciamo noi tre?” chiese Jjong “Io devo andare, Luhan mi sta aspettando, ceno con lui!” disse Letizia “AH!” fece Jjong deluso “Beh, bidonalo, cena con me!” si offrì poi Letizia sgranò gli occhi. “Io e te?” chiese stupita “Certo, io tu e chiunque voglia unirsi!” fece Jjong sorridendo Letizia roteò gli occhi. Era proprio tonto. “Mi dispiace, sarà per la prossima volta!” disse “Oh!” fece lui deluso “Quindi preferisci la compagnia di Luhan alla mia!” le chiese “Non ho detto questo!” disse Letizia seccata “Beh non lo hai detto ma è così!” disse Jjong arrabbiato “Comunque, vai è liì che scalpita!” disse indicando il ragazzo che si trovava dall’altro lato della strada “Stronzo!” pensò Letizia “Lety, aspetta!” le disse Claudia “Che c’è?” “Prendi questo!” disse mettendole al volo qualcosa in mano “Ma… è un preservativo!” disse Letzia a bassa voce “Hai lasciato la borsa aperta stamattina a casa e ho visto che non ne avevi!” “Ok, non è compito mio averne! E poi… beh non lo so se…” “Prendilo e conservalo bene, servirà più a te che a me!” Letizia si mise quell’involucro in borsa e salutata Claudia raggiunse Luhan dall’altro lato della strada “Bene siamo rimasti io e te!” disse a Claudia “Lo vedo!” fece lei “Ceniamo, che dici o te ne devi andare pure tu?” “No, Baekhyun non c’è e io muoio di fame, quindi si, ceniamo! In zona c’è qualcosa?” “Ehm, no, diciamo che conviene spostarci!” “Macchina?” “Macchina!” “Andiamo!” Fu così che raggiunsero uno dei ristoranti più carini di Seoul e mangiarono di tutto. Claudia si divertì un sacco anche se Jjong non le staccava gli occhi di dosso nemmeno per un attimo. “E’ necessario che mi fissi così?” chiese lei “Assolutamente, sei troppo bella per non poterti guardare!” Ecco. E lui era troppo il tipo che piaceva alla sua amica per potergli saltare addosso. “cavolo ho sete!” fece Claudia dopo tutto quel piccante “Birra?” propose Jonghyun “Non sarebbe meglio acqua?” “Scusi?” fece Jjong fermando il cameriere “Ci porti due birre!” “Certo che fai sempre di testa tua eH?” “Assolutamente si!” Le birre da due divennero un numero troppo alto, e i due iniziarono a perdere colpi. “Come cavolo ci torniamo a casa in queste condizioni?” chiese Claudia ridendo “Non ne ho idea!” fece Jjong “Quanto siamo distanti?” “Dalla tua un’ora dalla mia un quarto d’ora!” “Bene, allora andiamo, riportami a casa.” Si infilarono in macchina barcollando, era palese che nessuno dei due poteva guidare. “Oddio, mi gira la testa!” fece jjong “Cavolo non puoi guidare così!” disse Claudia ridendo Nessuno dei due si rendeva conto dello stato in cui fossero. Poi idea. “Quanto dista casa mia a piedi?” fece Claudia “Due ore!” “la tua?” “Mezz’ora, credo, oddio che ne so!” “Ok, mi pare la soluzione più ovvia, andiamo!” disse prendendolo per un braccio “Ma vuoi camminare per tutto questo tempo e per andare dove?” “A casa tua, è ovvio che non puoi guidare.” “Ok, ok, reggimi!” Mezz’ora dopo Jonghyun infilò la chiave nella porta di casa sua ed entrarono. Claudia non si orientave né tantomeno lui stava capendo qualcosa. Claudia inciampò nel tappeto e d’istinto si aggrappò a lui che la afferrò appena in tempo. Poi non si sa come la baciò senza preavviso. E Claudia non si trattenne più. Un bacio, una altro bacio, quelle labbra buone, belle, a Claudia girava la testa e la testa girava anche a Jjong, che aveva aspettato tanto quel momento ma non ci stava capendo nulla. In un lampo volarono via i vestiti e finirono sul letto di lui. Poi in un vago momento di lucidità Claudia si ricordò che aveva dato l’ultima scialuppa di salvataggio a Letizia. “Hai…” chiese completamente andata “ah, si… no!” E che cavolo, pensò Claudia, poi si ricordò di essere coperta per via della medicina che prendeva e si sentì meglio. “Va bene lo stesso?” chiese Jonghyun “Si, basta che ci stai attento!” disse lei “Aspetta, dai controllo se ne ho uno!” Jinghyun era agitato non gli andava di contenersi, preferiva starci attento “Basta che ti sbrighi!” disse Claudia Pochi secondi dopo davano inzio alla loro notte di fuoco. Claudia scoprì con grande piacere che Jjong non solo era bello ma ci sapeva anche fare, lui dal canto suo per poco non svenne, un po’ per l’alcool, un po’ per quello sforzo prolungato, un po’ per quella ragazza che era superlativa. Il risveglio fu sia per Marzia che per Taemin abbastanza doloroso. Doloroso per il cuore e doloroso per il fisico. Si erano fatti male con le parole e non si erano accorti che a causa della rabbia anche in quegli attimi si erano lasciati troppo andare tanto da farsi male anche fisicamente. “Io non posso andare avanti se tu non ti fidi di me!” disse Marzia stanca “Hai ragione, ho sbagliato ma…” “Ma cosa, Taemin? Ma che diavolo ti prende?” “Hai avuto la stessa reazione tu quando hai visto mia!” “Non c’entra tu con quella ragazza ci sei stato insieme, io non so nemmeno chi è questo Kai, non mi importa! Tu hai paura solo perché lui statisticamente fa rompere le coppie, è una cosa assurda. Io credo che noi non siamo come tutti gli altri, ma se tu fai così smentisci ogni mia certezza!” “Mi dispiace.” “Dispiace anche a me. Taemin, io non so più come dirtelo che ti amo, che sono qui per te.” “Cosa dovrei fare?” “Smettiamola di dargli tanto peso, prima o poi la smetterà!” “E se non dovesse farlo?” “Lo farà se io e te siamo uniti e non ci facciamo avvelenare da queste stupide cose, lo farà!” E rimasero abbracciati con quella speranza. “Choi Minho che ci fai davanti alla porta di casa mia?” chiese Kai guardando Minho “Credo di averti avvertito già troppe volte, non voglio che ti metti in mezzo a loro!” “E io non voglio che mi rompi le scatole, ma come ti permetti di venire davanti a casa mia, chi diavolo sei? Se non è un problema per loro perché ti prendi la responsabilità tu di venirmi a dire quello che devo o non devo fare? Guardati sei patetico, non potrai proteggere Taemin a vita né quella ragazza, è ora che si prendano le loro responsabilità, come singoli e come coppia. Io non mi tirerò indietro né per te né per Taemin, né per nessuno. E ora vattene, questa visita è inopportuna!” Kai aprì la porta di casa sua, entrò e la richiuse alle sue spalle. Minho pensò che non era del tutto sbagliato quello che gli aveva appena detto.

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Capitolo 27
*** NELLA TANA DEL LUPO ***


Due occhi ammalianti, labbra morbide, capelli lisci come la seta, un fisico da urlo, una sola parola Kai. Gli occhi dell’amore, quel sorriso dolce, quegli abbracci pieni di speranze: Taemin. Poi urla, urla tra i due, incomprensioni tra lei e Taemin. Marzia si svegliò di soprassalto. Per fortuna era solo un incubo. Ma se quell’incubo fosse diventato realtà, cosa sarebbe successo? Non poteva rimanere ferma aspettando che le cose passassero da sole, decise che era ora di prendere in mano la situazione. Guardò Taemin dormire, anche lui era inquieto, quella discussione e poi quella notte passata distruggendosi anima e corpo non aveva fatto bene a nessuno dei due. Doveva anzi voleva a tutti i costi salvare quella storia. Erano appena le 8 del mattino quando decise che il problema andava eliminato alla radice. Claudia si svegliò con un mal di testa fuori dal comune. Si guardò intorno e le sembrò chiaro che non era né a casa sua né a casa di Baekhyun. Allarmata si voltò per vedere chi c’era al suo fianco a letto e quando vide Jonghyun le prese un colpo. “Merda!” disse iniziando a farsi venire il panico Poi vedendosi vestita si rasserenò, magari avevano solo dormito. La carta del profilattico e buttata a terra e il fatto che avesse addosso una camicia di quel ragazzo le fecero capire che quella notte avevano fatto tutto tranne che dormire “Che razza di imbecille!” pensò tra sé e sé “Ora come glielo dico a Letizia!” “Sei già sveglia, ma che ore sono?” chiese Jonghyun massaggiandosi le tempie. Anche il suo mal di testa non scherzava “Le 8!” rispose Claudia “Tu sei pazza, siamo andati a letto alle 3 passate e già sei in piedi!” “In che senso siamo andati a letto?” “In tutti e due i sensi, prima abbiamo fatto un po’ di allenamento e dopo abbiamo dormito!” “Allenamento?” Claudia era scioccata “SI quello, hai capito bene. Non capisco perché tu mi abbia fatto aspettare tanto si vedeva da un chilometro che mi volevi almeno quanto ti volevo io!” Claudia si mise le mani tra i capelli e si ributtò sul letto. Aveva troppo mal di testa per pensare a quello che doveva fare. SI riaddormentò all’istante in preda a mille paranoie. “Buongiorno Signor Lee!” disse il medico salutando Onew quella mattina “Salvare dottor Wu Lon!” rispose Onew con un inchino “Lei è la mia ragazza, Celeste Valente!” disse indicandola “Molto piacere signorina Valente. Allora accomodatevi e spiegatemi per bene cosa è accaduto!” Il medico parlava un Inglese discreto, ma Jinki decise che era meglio parlare in Coreano così che non gli sfuggisse nulla del problema della sua ragazza “Oh, è un chiaro caso di debolezza causato dalla gravidanza. Ora facciamo un’ecografia per vedere se va tutto bene e poi vediamo come procedere!” Celeste era terrorizzata. “Andrà bene, vedrai!” la tranquillizzò Jinki Il medico procedette alla visita che durò per buoni dieci minuti. Poi mentre Celeste si rivestiva iniziò a scarabocchiare qualcosa su un foglio “Allora?” chiese Onew “tutto bene, solo che devo farvi un paio di appunti!” “Cioè?” chiese Celeste allarmata “Lei signorina, non deve fare sforzi di alcun tipo, dal portare la busta della spesa, all’affaticarsi, all’affrontare lunghi viaggi. Ha un fisico molto delicato e potrebbe perdere il bambino al primo soffio di vento, non so se mi spiego!” “Ma io fra due settimane me ne devo tornare a casa!” disse Celeste “A casa, e dove?” “In Italia!” “Oh buon Dio, è completamente fuori discussione, dodici ore di volo, è impazzita? Al primo scossone dell’aereo rischia di sentirsi male, no non esiste. Lei non si muoverà da Seoul finchè non sarà nato il bambino!” Celeste guardò Onew preoccupata. “Ammazzami!” disse Marzia guardò l’orologio erano le nove; un orario più che accettabile per poter andare dove le era venuto in mente di andare. Taemin si era già alzato e si stava preparando per andare all’accademia. “Dove te ne vai?” le chiese mentre lei si infilava la giacca Già dove se ne andava? “Vado a fare shopping!” rispose “alle nove?” “alle nove!” “contenta tu! Io vado in accademia esco stasera tardi perché ho anche le lezioni teoriche, se ti va usciamo un po’!” “Certo!” “Ok, allora fatti dare un bacio!” Entrambi erano a disagio per quello che era successo la sera prima. Nonostante fosse un mese ormai che si conoscevano anche intimamente farlo in quel modo li aveva fatti sentire come due sconosciuti che lo facevano per la prima volta. Taemin stampò un bacio a Marzia sulle labbra poi le sorrise, ma era teso e lei lo aveva capito. Del resto neppure Marzia era da meno. “A stasera!” disse ed uscì. Non appena fu fuori si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno che conosceva nei paraggi. Poi si avviò a passo spedito nel posto in cui era sicura che lo avrebbe trovato. Kai quella mattina si era svegliato presto. Non era una cosa insolita dato che evitava di fare troppo tardi. Ma quella mattina non avendo lezione poteva prendersela comoda e invece era saltato su tipo cerbiatto a primavera dal letto, si era lavato e vestito ed era andato al parco dietro casa sua, in pieno centro, per prendere un po’ d’aria. Ripensò alle parole di Minho. Avrebbe voluto essere anche lui buono come l’amico di Taemin, come Taemin. Ma proprio non gli riusciva, più si sforzava di comportarsi bene, più gli veniva una specie di rimescolio nello stomaco. Era stato buono per troppo tempo e tutti se ne erano approfittati ora preferiva ferire piuttosto che essere ferito. Si sedette su una panchina e chiuse gli occhi cercando di svuotare la mente da tutti i pensieri “Mi fa piacere che tu sia mattiniero!” disse una voce Kai spalancò gli occhi riconoscendo subito chi aveva parlato anche senza vederla “Marzia!” disse sorpreso “Per una volta sei tu che trovi me e non il contrario!” “Io non ti ho trovato, io ti sono venuta a cercare!” “A cercare? E come facevi a sapere che sarei stato qui?” chiese sorpreso “Perché ti incontro sempre da queste parti, e avrei aspettato anche tutto il giorno!” “Mi devi dire qualcosa?” “SI ho bisogno di parlarti!” “Sentiamo, allora!” “Non qui, conosci un posto dove non ci veda nessuno?” “Uau, se mi dici che non vuoi solo parlare c’è casa mia ed è vuota!” disse lui facendo un ghigno sensualissimo “Smettila! Dimmi un posto che non è frequentato da gente che conosco!” “Un posto dove Taemin e amici non possono vederci, intendi?” “Un posto con poca gente!” disse Marzia ferma “Seguimi!” le disse Kai E così fece “Io non posso rimanere nove mesi qui!” disse Celeste come impazzita “Amore piantala, non farti prendere dal panico!” provò a calmarla Jinki “Tu non capisci, io mi devo laureare, i miei mi ammazzano!” “Celeste il medico è stato chiaro, così facendo perdi il bambino!” “Ho capito ma se non torno in Italia mi gioco la laurea!” “A Marzo quando questo bambino sarà nato torneremo insieme in Italia e prenderai la laurea!” “A marzo è tardi, sarò quasi fuori tempo!” “Celeste non so che dirti. Vai prendi l’aereo e basta…” “Ma così perdo il bambino!” “E allora non lo so, fai quello che ritieni più giusto, sembri una pazza. Decidi per te cosa è meglio fare ma per favore smettila di fare l’isterica, non fa bene a te, non fa bene a me e non fa bene nemmeno al bambino!” Il suono del telefono svegliò di nuovo Claudia. Controvoglia allungò la mano e afferrò il cellulare. 10 chiamate senza risposta. 2 di sua madre, 2 di Marzia e il resto di Baekhyun. Baekhyun. Si era completamente dimenticata di lui. Come glielo avrebbe spiegato che era stata con un altro. Ok non stavano insieme, però non le sembrava giusto andarsene con un altro senza dargli spiegazioni. Ma poi che c’era da spiegare? SI era ubriacata, era frustrata perché Minho non la considerava, Jjong era lì bello come il sole, che doveva fare? “Sono un’emerita idiota!” disse La Torre di Seoul la mattina non era per nulla affollata. Marzia l’aveva vista con Taemin, sempre di sera, ma ora era lì alle 9 del mattino insieme a Kai e la situazione le sembrava del tutto paradossale. “Che ci facciamo qui?” chiese “Volevi un posto dove non ci vedesse nessuno e ti ci ho portata. A quest’ora è praticamente deserta!” “Siamo sulla Torre degli innamorati, è una cosa un po’ assurda non credi?” disse seccata Kai la guardò senza risponderle. “Che mi devi dire?” le chiese poi “Tu mi devi lasciare in pace, non te lo sto chiedendo arrabbiata, te lo sto chiedendo come favore personale. Mi stai mettendo in una brutta situazione. Appari, scompari, non tieni le distanze. Io amo Taemin e non voglio che tu crei problemi alla nostra storia!” “Ma guarda che io non sto facendo niente di male!” “Tu ci stai mentalmente distruggendo, non facciamo altro che litigare da quando ti sei messo in mezzo!” Mossa azzardata quella di Marzia, mai rivelare al lupo di essersi completamente persi nella sua tana, di essere cascati nella sua trappola. “Se voi due litigate non è per mia colpa, è perché evidentemente qualcosa non funziona, io sono solo una scusa!” “lasciami in pace Kai, per favore. Sono venuta fino a qui perché sono innamorata e voglio un futuro con Taemin, non rendermi la vita impossibile.” “Ma ti senti? Tu chiedi a me di far funzionare la tua storia?” “Non ti sto dicendo questo! Ti sto solo dicendo che non mi va che tu mi stia incollato!” “Sai anche tu che non è vero. Io li vedo i tuoi occhi quando mi avvicino a te, lo sento il cuore che ti scoppia nel petto.” “Io amo Taemin, non potrei amare nessun altro!” “Tu ami Taemin, ma vuoi me! E questo non lo puoi negare. Se tu potessi, se tu ti lasciassi andare te lo assicuro non te ne pentiresti… Il problema è che ti freni!” “Io mi freno perché amo un’altra persona!” Lo aveva detto, si frenava. Kai la guardò. Le puntò gli occhi addosso. La preda era a portata di mano. Lì nella sua tana. “E’ vero Marzia, tu ti freni!” le disse “Io non volevo…” provò a giustificarsi “Io non metto in dubbio che tu ami Taemin, ma non metto in dubbio nemmeno il fatto che tu passeresti una, due, duemila notti con me.” “Piuttosto che venire a letto con te mi faccio suora!” disse lei iniziando ad arrabbiarsi, come diavolo aveva fatto ad abbassare le difese inq quel modo? “Tu, se solo volessi, potresti innamorarti anche di me!” “No non potrei farlo, nessuno potrebbe farlo perché tu sei incapace di amare!” Colpito e affondato. Marzia gli aveva restituito il colpo. Ora era lui a sentirsi nella tana del lupo. Era lui che era diventato preda. “Io…” “Non sai nemmeno cosa ribattere, perché sai che quello che dico è vero. Potrai avere avuto tutte le donne del mondo ma io non sarò mai tua. Lasciami in pace, o davvero non sarò più padrona di me. Io difenderò la mia storia con Taemin con le unghie e con i denti e qualsiasi persona o cosa si frapponga tra me e lui la respingerò con la stessa forza con cui un uragano si porta via le case!” Una fitta violenta le trafisse il ventre. Si portò una mano lì dove le faceva male e quasi si accasciò. Kai si spaventò e le andò incontro abbracciandola, impedendo, così, che cadesse. “Stai bene?” le chiese “Vattene!” riuscì a mala pena a dire “Non se ne parla, stai male! Vuoi che chiami un medico?” “No lascia perdere!” In fondo lo sapeva cos’era stato. La notte precedente e tutto il nervosismo l’avevano devastata. Erano andati giù troppo pesantemente lei e Taemin. “Dio se fa male!” disse Kai si sedette a terra poi con calma la tirò giù e la fece accoccolare tra le sue gambe. Le prime gocce d’acqua iniziarono a cadere. Lui le accarezzò i capelli e le baciò la testa con una dolcezza di cui non si credeva capace. Lei era talmente in preda al dolore che non ci fece caso. La abbracciò e la strinse forte. “Perché non ti arrendi?” gli chiese lei Kai non rispose. Sapeva di essere senza speranze. Lei amava Taemin e anche se lui poteva piacerle non avrebbe mai fatto nulla per ferire l’unica persona che amava. Avrebbe voluto trovarsi al posto di Taemin, lui Kai, che da anni non invidiava nessuno; avrebbe voluto essere Taemin, anche solo per poter ricevere quegli sguardi pieni d’amore, sguardi che lui, lo sapeva bene, da lei non avrebbe mai avuto, semplicemente perché lei non lo amava. La verità era che se l’aveva portata lassù non era solo perché non c’era nessuno, ma anche perché quella era la Torre degli Innamorati. In quell’intervallo di parole Marzia chiuse gli occhi e sfinita dalla stanchezza, dal dolore e dal nervosismo di addormentò, così, tra le braccia di chi non amava, quelle braccia che invece la stringevano con amore proprio per proteggerla. Kai la girò verso di lui, con delicatezza in modo che potesse guardarla mentre dormiva. Le accarezzò il viso. Lei non percepì nulla, era caduta in un sonno profondo. Le si avvicinò piano… sapeva che non era giusto, ma era più forte di lui. Con una dolcezza infinita posò le sue labbra su quelle di lei, in un tocco impercettibile. “Non mi arrendo perché mi sono innamorato di te!” disse,poi, piano. Ma lei non poteva sentirlo, perché stava dormendo e anche se avesse sentito non lo avrebbe ricambiato. Il suo cuore batteva per Taemin. La pioggia iniziò a cadere su Seoul con insistenza. Il lupo era diventato la preda.

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Capitolo 28
*** SCATTI ***


Il cellulare di GD squillò presto quella mattina, mentre faceva colazione con Elettra a casa sua. L’aveva invitata a rimanere per quella notte e lei dato che Key ormai le sembrava un traguardo irraggiungibile aveva deciso di rimanere. Poi si sa da cosa nasce cosa e alla fine anche lei si era fatta trasportare dall’aria infuocata di Seoul. GD non c’era, era sotto la doccia. Elettra ne approfittò per spiare la chiamata sul cellulare. Ingenuamente Gong lo aveva lasciato lì sul tavolo. Del resto chi mai avrebbe potuto chiamarlo di prima mattina. “Park!” lesse Ma era proprio quella Park? E perché lo chiamava? Non poteva prendere la telefonata, altrimenti la avrebbero scoperta e addio possibilità di capire cosa stesse succedendo. Lei, Minho e Claudia avevano qualche sospetto ma non avevano detto nulla agli altri, soprattutto a Marzia e a Taemin che erano già abbastanza stressati dai tentativi di Kai di farli fuori come coppia. Ma GD in tutto quel parapiglia, come ci rientrava? Non sapendo che fare prese il cellulare, mise la fotocamere in modalità on, levò il sonoro e scattò una foto del cellulare di GD. Ecco, aveva immortalato quella chiamata in arrivo. SI alzò dalla sedia e si chiuse in camera per vestirsi. Se GD, uscendo dalla doccia, l’avesse trovata lì avrebbe capito che sapeva qualcosa avendo visto la chiamata sul cellulare. Pioveva quella mattina. Claudia stava rientrando a casa mestamente. Non si erano nemmeno parlati con Jjong, semplicemente perché non lo aveva svegliato. Si era rivestita e se ne era andata. Non sapeva che dire, che fare. “Può andare peggio di così?” si chiese “Claudia da dove sbuchi?” La voce di Baekhyun le fece capire che doveva inventarsi una scusa al più presto “Baek, ciao! Che ci fai qui davanti a casa di Onew e Taemin?” domandò Claudia cercando di ricomporsi “Sono venuto a cercarti è da ieri che provo a chiamarti e non dai segni di vita, sto via un giorno e ti perdi!” “Mi spiace ho avuto da fare con le ragazze!” “Capito! Ma da dove torni così presto?” “Ehm… sono andata a… fare la spesa!” “La spesa? E dove sono le buste!” “Che idiota che sonO!” pensò Claudia tra sé “No vedi, è che non ho trovato quello che cercavo?” “Cioè?” “Germogli!” rispose Claudia senza pensare “Germogli?” fece Baekhyun stranito “SI! Germogli di Soia!” “E a che ti servono!” “Oddio Baekhyun sembri Sherlock Holmes!” “Ehm, Ok, scusami, so essere molto fastidioso! Comunque non posso fermarmi! Devo accompagnare Luhan e il suo amico SeHun ad una partita di Basket. Da quando ha fracassato due macchine mio padre gli ha proibito di guidare!” “Ehm.. ok, tranquillo!” Claudia si sentì subito sollevata. Non vedendolo avrebbe avuto più tempo per costruire una scusa decente “Però… ti faccio una foto, così mentre loro giocano io ti guardo, sei così bella, anche tutta spettinata, anzi sei più bella!” disse Baekhyun prendendo il suo cellulare in mano “Ecco”, pensò Claudia. “La foto della vergogna. Se solo sapesse perché sono così spettinata non avrebbe tanta voglia di fotografarmi!” Fece un sorriso tirato e finto prima che Baekhyun facesse partire il flash e immortalasse quel momento imbarazzante. La pioggia aveva per un attimo dato tregua a Seoul quella mattina. Kai si era addormentato abbracciato a Marzia senza un spiegazione. Si erano bagnati completamente a causa del temporale, ma erano così mentalmente e fisicamente stanchi che non ci avevano fatto caso. Lui poggiato a quel muretto sulla torre. e lei tra le sue gambe, distrutta, avevano dormito per quasi mezz’ora fino a quando le voci dei turisti e delle persone del posto non avevano svegliato Kai. Il rumore del flash di una macchina fotografica lo convinse ad aprire gli occhi. Si trovò davanti una bambina. Doveva avere all’incirca 10 anni e lo guardava. “Mi hai fatto una foto?” le chiese Kai serio “Non l’ho mica fatta a te!” rispose lei “E a chi allora?” “A voi due! A te e alla tua fidanzata!” Kai la guardò. “Lei non è la mia fidanzata!” disse “Come non è la tua fidanzata!” “No, non lo è.!” “Allora perché la abbracci?” “Beh, perché…” già perché la abbracciava “E’… è stata male e nulla di che…” “Tu sei innamorato, vero?” chiese la bambina a brucia pelo Kai rimase sorpreso. “Io cosa?” “Tu sei innamorato. Cioè si vede eh… nessuno stringe una ragazza così se non la ama!” “E tu che ne sai dell’amore, sei ancora una bambina!” “E tu? Tu dell’amore cosa ne sai?” ribattè lei togliendosi il capellino che aveva in testa “Un bel nulla!” pensò Kai tra sé “Io? Dici a me?” le chiese “SI proprio tu!” disse lei puntandogli l’indice e toccandogli la punta del naso Quel gesto pieno di tenerezza lo fece sorridere “mmm vediamo… so che è una cosa bella!” “E lei, lei lo sa cos’è l’amore?” chiese poi indicando Marzia “Lei si, lo sa!” rispose Kai con un sospiro “E lei è innamorata, intendo di te?” “No, lei non è innamorata di me!” ammise Kai “Oh.” La bambina parve delusa “E di chi allora?” chiese poi “DI un ragazzo molto fortunato!” “Va bene. Io comunque ho fatto una foto, vuoi vederla?” “Ok d’accordo!” La bambina prese la foto uscita dalla sua polaroid e la porse a Kai. Era un foto in bianco e nero che li ritraeva lì abbracciati stretti. Lei rannicchiata tra le sue braccia e lui lì con il suo corpo che la proteggeva dalla pioggia, dal vento, forse anche da lui stesso. Sembrava uscita fuori da un libro delle favole. “Perché hai scattato questa foto?” chiese Kai “Sai, la maestra ci ha chiesto di fare una foto alla prima cosa bella che vedevamo, che ci ispirasse qualcosa. Beh voi siete belli, e tu sei tanto innamorato! Posso tenerla, vero?” Kai la guardò indeciso. “Va bene!” disse poi sorridendo “Tieni, ne ho fatte due!” disse porgendogliene un’altra “Oh, grazie ma…” “Prendila, anche se lei non ti ama non vuol dire che tu non possa continuare ad amarla. Tieni questa foto!” Kai prese la foto e salutò la bambina che tornò allegra dai suoi genitori. Guardò di nuovo quello scatto. Sembravano angeli caduti sul purgatorio della terra… o meglio lui era un diavolo che aspirava al Paradiso. Aveva inziato di nuovo a piovere. Non potevano rimanere ancora lì o gli sarebbe venuta la polmonite. Aspetò che la gente andasse via. Poi si infilò la foto in tasca, si alzò in piedi e prese Marzia in braccio. E così si incamminò; lui uno strano, principe salvava, la principessa che non lo amava. Che stramba favola la sua vita. “Uno, due, tre, quattro… No Taemin, non ci siamO!” urlò il maestro nervoso “Non ne stai azzeccando una questa mattina, ma che ti prende!” “Professore, non lo so, non sono concentrato!” rispose Taemin “Questo lo vedo figliolo, ma non capisco il perché. E’ un esercizio più banale del solito, sei riuscito a fare cose più difficili.” “Io…” ecco lui. Lui ce l’aveva con se stesso per la sera prima, per come l’aveva trattata, per il modo in cui aveva fatto l’amore con lei, facendole male, facendo male a se stesso. Entrambi avevano pianto, un gesto che doveva essere bello li aveva portati a soffire. Quel pianto era stato uno sfogo, un pianto di dolore, di liberazione. Ma non poteva non pensarci. La testa gli faceva così male che il cervello sembrava volergli schizzare fuori. “Va a casa Taemin, non stai bene!” gli disse il prof “Ma prof…” “Assenze giustificate. Parlo io con gli altri prof. Del resto sei il nostro alunno migliore e hai fatto pochissime assenze un giorno di vacanza non potrà che farti bene. Qualsiasi cosa tu abbia però, mettila da parte, tra due mesi finisci e voglio che chiudi questa tua esperienza con il massimo dei voti!” “Sarà così prof!” “Ne sono certo!” Taemin andò nello spogliatoio, raccolse le sue cose e si avviò verso casa. Sulla via del ritorno vide delle bellissime rose e dei girasoli. Si fermò e pensò che forse doveva farsi perdonare e molto anche. Marzia si svegliò di colpo. Non appena vide Kai saltò in piedi. “Dove sono?” chiese spaesata “A casa mia!” rispose Kai “Che ci faccio qui!” “Non me lo chiedere. Ti sei addormentata e ti ho portata qui!” “Come addormentata?” “All’inizio pensavo fossi svenuta, ma stavi solo dormendo. Non ho voluto svegliarti! E no… prima che tu me lo chieda non abbiamo fatto niente. Ho tenuto le mie mani maledette al loro posto!” “Ok… bene… io…” “La porta è in fondo al corridoio, quando vuoi puoi andartene!” disse Kai alzandosi e dirigendosi in camera sua. Quell’improvviso atteggiamento di Kai la spiazzò. “Dove vai?” gli chiese “In camera mia, ho mal di testa. Sei zuppa se vuoi asciugarti il bagno è di la! Ora scusami, ho da fare!” Con un clac chiuse la porta della sua stanza e Marzia fu ancora più stranita. Quel ragazzo era matto oppure qualcosa doveva essere successa per avergli fatto cambiare comportamento in quella maniera così repentina. Si alzò dal divano e constatò di essere zuppa. Decise che doveva assolutamente approfittare del bagno. Entrò e trovò la caterva di vestiti di Kai sparsi sul pavimento. Un particolare la attirò. Una foto che spuntava dalla tasca della giacca del ragazzo. Si chinò e la raccolse. E si vide, lì ritratta in quello scatto. Video lui, come la abbracciava, come la stringeva. Rimase stupita. Chissà di chi era quello scatto, chissà perché lui la stava stringendo con tutto quel trasporto mentre lei, non percependo, nulla dormiva. Si asciugò alla bella e meglio poi bussò alla porta della camera di Kai tenendo la foto in mano. “Avanti!” disse lui Era disteso sul letto a pancia in su e fissava il soffitto. “Ho trovato questa nella tua giacca!” disse Marzia mostrandogli la foto “oh, puoi buttarla!” disse lui freddo Marzia lo fissò stranita. “Vuoi che la butti?” gli chiese “Fai quello che vuoi!” “Chi l’ha fatta?” chiese Marzia “Una bambina, era per un compito a scuola, me ne ha dato una copia!” “Capisco beh… io vado, allora!” gli disse “Ciao!” disse senza voltarsi a guardarla Marzia uscì e buttò la foto nel cestino, ma non fece centro. La foto finì sul pavimento. Quando mezz’ora dopo Kai decise di alzarsi dal letto si trovò di nuovo quella foto per le mani. Posò quello scatto sul tavolo e prese il telefono. “Park ti devo parlare!” disse Marzia arrivò a casa in tarda mattinata. “Taemin!” disse sorridendo non appena lo vide “Che ci fai già a casa?” “Ho un mal di testa assurdo, sono venuto via prima!” rispose lui ancora a disagio “Mi dispiace…” “Senti Marzia io vorrei parlare di quello che è successo ieri, stanotte…” “io… anche io credo sia il caso!” “Mi dispiace è che ho davvero paura di perderti, ma ho passato ogni limite ieri e… mi dispiace anche di averlo fatto con te solo per rabbia, come un animale impazzito, non avrei mai voluto farti del male!” “Taemin dispiace anche a me e non ti nascondo che ho un po’ di disagio. Noi non siamo in questo modo, noi ci amiamo e quello per me è stato come farlo con una persona sconosciuta!” “E’ stato così anche per me…” “Ho paura Tae, ho paura che possiamo perderci e non ritrovarci più.” “Questo non succederà… io farò di tutto perché non succeda. Mi dispiace e… ti chiedo scusa, perché per me sei solo tu la cosa che conta e sono disposto a mettere da parte tutta la mia gelosia e le mie fobie solo per stare insieme a te e vederti felice.” “Io sono felice quando sono con te e rido dei tuoi sorrisi e di tutto quello che insieme possiamo fare. Io voglio passare la mia vita con te, ma ti prego non diventiamo mai più come ieri. Mi sembrava di essere un’altra e che dentro di me ci fosse uno sconosciuto, mi hai anche fatto male!” “Dio che idiota, io… io… ma come stai?” “Sto bene ma… non so quando cancellerò quelle immagini…” “Possiamo provarci da ora!” disse porgendole un mazzo di bellissime rose rosse e girasoli Marzia sorrise. Capiva che Tae ce la stava mettendo tutta, e accettò i fiori. “Vedila così Taemin, io sono la tua rosa e tu sei il mio girasole, non smettere di girare intorno a me e io ti darò sempre la direzione che porta a me.” Taemin le accarezzò il viso e le diede un bacio. “Da quando sei qui non abbiamo nemmeno una foto insieme!” disse “Provvediamo, allora!” fece lei ridendo Taemin prese la macchina fotografica di Jinki e inziò a scattare foto a raffica, scatti di vita. Marzia che rideva, Marzia con i fiori, loro due che si baciavano, loro due con le facce sorridenti, loro due sul letto di Taemin e… la macchina gli cadde dalle mani. Taemin si ritrovò su di lei, e sentiva che entrambi i loro cuori stavano per uscire fuori dal petto. La notte precedente li aveva messi a disagio e ora erano lì bloccati. Marzia accarezzò quel viso che le sembrava ancora più bello. Poi gli levò la maglia con delicatezza. “Perdonami per ieri!” disse Taemin quasi in un sussurrò “Ieri per me non esiste più!” disse Marzia sorridendo e lo baciò. Taemin ci mise un po’ a sciogliersi, poi si lasciò andare. Quella mattina di luglio il ricordo di quella notte inferocita venne cancellato, Taemin e Marzia smisero di essere due belve fameliche e tornarono ad essere due persone innamorate che facevano l’amore. Quando chissà quanto tempo, non riuscirono a quantificarlo, si staccarono, sorridevano entrambi. Taemin la tirò a se e la abbracciò sentiva quella pelle liscia, quei capelli morbidi, guardava quegli occhi grandi. Marzia si sentiva più innamorata di prima. Se solo quella bambina fosse stata lì avrebbe capito chi era l’amore della ragazza che aveva fotografato sulla torre. “Perché cavolo stai uscendo da casa di GD?” chiese Key a Elettra “Che fai mi pedini”? domandò lei “No, passavo di qui per caso. Mi spieghi perché esci con quel deficiente?” “E dimmi con chi dovrei uscire secondo te!” Key ci pensò. Poi la guardò negli occhi “Beh con nessuno che non sia io, Elettra!” ELettar sgranò gli occhi “Come scusa?” disse “SI, ti sto dicendo esci con me e basta.” “E la mummia?” “La mummia non c’è più, l’ho mollata!” Era un miracolo o cosa? Elettra non poteva credere alle sue orecchie. La stava invitando a uscire e aveva pure mollato la zavorra della mummia. “Allora?” insistette Key “Che credi che schiocchi le dita e sono a tua disposizione? E no bello mio se vuoi qualcosa te la devi sudare. E ora scusami, ma devo andare!” disse incamminandosi verso casa “Santa pazienza vieni in mio soccorso!” disse Key mettendosi le mani nei capelli Seoul era grigia. Un ragazzo e una donna si incontrarono in un bar di periferia. “Cosa vuoi?” domandò Park a Kai “Io non posso più stare al tuo gioco, me ne tiro fuori!” disse Kai “Non ho capito bene!” disse Park semi sconvolta “Invece hai capito benissimo, non ho intenzione di starti più a sentire. Addio!” disse alzandosi dalla sedia “Fermo lì Kai. Rimettiti seduto!” “No!” “Spiegami cosa ti prende?” “Non è difficile, lei non mi vuole e io sono stanco di correrle dietro!” mentì “Non è questo, non ti sei mai arreso davanti a niente!” “Pensala come vuoi, io sono stanco di questa storia.!” “Ti sei innamorato Kai?” gli chiese Park a brucia pelo Anche lei voleva delle risposte “Non sono affari tuoi!” rispose “Io non ci posso credere, ma cos’ha questa europea svampita che tutti state perdendo la testa per lei!” “Ha di sicuro quello che non abbiamo né io né te, un’anima!” “Io sono felice di essere come sono!” “Io no, mi faccio schifo e non intendo buttare del marcio su di lei. Lei è una ragazza buona, innamorata e Taemin non merita nemmeno che io agisca così.” “Oh, Kim Jong In è diventato buono. Ma ti sei ammattito? A me non importa del tuo tormento interiore. Se ti sei rammollito è un problema tuo sfascia quella coppia o non potrai più uscire di casa!” “No!” “Kai… se tu non fai quello che ti dico, lei diventerà la persona più odiata di tutta Seul, e solo un miracolo potrà salvarle la faccia. Quindi o li fai mollare o la smerdo e smerdo te davanti a tutti.” A quelle parole Kai si spaventò. Park era capace di tutto… anche di fare del male senza troppi complimenti ed ebbe paura per Marzia. “D’accordo!” disse come per prendere tempo “Bene, ti do ancora due settimane, dopo di che Dio solo sa cosa succederà.” Se qualcuno avesse potuto scattare una foto a quei due, ma una foto dell’animo, una foto interiore avrebbe di sicuro fotografato un guscio vuoto. Ma non per Kai, per Park. Kai un cuore lo aveva, e quel giorno scoprì di avere anche un’anima. Solo che a volte li perdeva entrambi. Prese la foto sua e di Marzia e la guardò. Chissà quella bambina cosa avrebbe pensato di lui. “che sono un mostro!” si rispose da solo Un mostro che si era innamorato di una creatura indifesa, che inspiegabilmente aveva dormito abbracciato a lei sotto la pioggia, l’aveva protetta, cullata, l’aveva anche baciata, ma lei non lo sapeva. Lei ora era abbracciata in un altro posto, con il suo principe, il vero principe. Loro si amavano e lui era stato mandato per distruggerli. Per distruggere un amore che, però, Kai sapeva, che era indistruttibile.

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Capitolo 29
*** PASSEGGERI DISTRATTI ***


Jjong si svegliò in tarda mattinata. Notò con orrore che era mezzogiorno e si maledisse perché quella mattina l’apertura del negozio toccava a lui. “Maledetto idiota!” imprecò cercando a tentoni le mutande e tutto il resto dei suoi vestiti. Si guardò intorno poi per cercare Claudia ma non vedendola capì che doveva essersela svignata per non dare spiegazioni. Si vestì alla velocità della luce e filò dritto al negozio. Lì davanti trovò un drappello di persone inferocite che lo aspettava. “Ti pare questa l’ora di arrivare Jjong?” gli chiese un uomo cheJjong ricordò aver preso un appuntamento per le 10. “Io dovevo essere in un posto mezz’ora fa e per colpa tua sono ancora qui!” disse una donna “Calmi signori, ho avuto un imprevisto. Apro subito e sconto del 50 per cento a tutti!” disse per scusarsi “Come minimo ci dovresti sistemare i capelli gratis!” disse una voce “Ora non esageriamo e…” Jjong si voltò e riconobbe Letizia tra la folla. Era da sola. “E tu che ci fai qui?” le chiese sorpreso “Sei un parrucchiere, no? Sono venuta a darmi una sistemata ai capelli!” rispose lei “ah… e Luhan dov’è?” “Luhan è a una partita con il suo amico Sehun , non tornerà prima di questa sera!” “Ti fai bella per lui?” “Già!” in realtà Letizia, che non vedeva Jjong da un po’ si era fatta tutta quella strada solo per andarlo a trovare; era curiosa di vederlo all’opera, ma ovviamente, non poteva dirglielo. “Entra, se pazienti un attimo ti dedico un po’ più tempo, tanto con questi qui me la sbrigo alla svelta!” le disse “Ho tutto il tempo che vuoi!” Il cellulare di Taemin squillò. “Minho, ciao! Come mai mi chiami a quest’ora?” disse prendendo la telefonata “Taemin ti devo parlare con urgenza!” “Oh è successo qualcosa?” “Non ancora, ma… credo sia il caso che ci vediamo e parliamo un attimo!” “Ok, tra quanto vuoi che ci vediamo?” “Anche subito, sono dalle tue parti!” “Ehm…. Dammi il tempo di rivestirmi e arrivo!” “Tae?” “Si!” “Sei diventato peggio di un coniglio!” “In che senso?” “Nel senso che la tua vita sessuale è fin troppo attiva!” “Minho!” “Si?” “Possiamo parlare d’altro?” “Con molto piacere!” E mise giù. “Chi era?” chiese Marzia “Minho!” “ah… stai uscendo?” gli chiese notando che si stava rivestendo “Ha detto che ha necessità urgente di parlarmi, mi è sembrato alquanto agitato!” “Vengo con te?” “Se ti va si, ma non ci metterò molto anche perché ho intenzione di portarti fuori città stasera.” “Davvero?” “Già… e quindi siccome il posto dove andiamo è un po’ distante cercherò di tornare presto!” “ok, allora rimango qui e mi riposo, sono sfinita!” “mmmm ricarica le pile allora!” disse facendole l’occhiolino “Tae!” “SI?” “Non staremo un po’ esagerando con l’esercizio fisico?” “A dire la verità, secondo me, non è mai troppo!” “Ogni tanto mi preoccupi!” “Anche io ogni tanto mi preoccupo!” disse ridendo Poi le diede un bacio ed uscì alla svelta. L’aria non era particolarmente calda e Taemin ne fu felice, il caldo lo faceva uscire di testa. Diede un’occhiata al cellulare e si avviò a passo svelto verso il centro. Mentre percorreva la strada in tutta fretta nella direzione opposta qualcuno con altrettanta fretta andava chissà dove. I loro sguardi si incrociarono ed entrambi non furono sicuri se quello sguardo fosse un avvertimento o un chiaro invito a una rissa. Lee Tae Min e Kim Jong In si incontrarono in quella tarda mattinata di luglio dopo un po’ che non si vedevano da soli, senza gli altri intorno. Taemin piantò gli occhi nei suoi e Kai sostenne lo sguardo. Furono li lì per fermarsi e Dio solo sa cosa sarebbe successo. Poi Taemin si ricordò della promessa che aveva fatto a Marzia, e decise che per amore suo e per amore di quella storia non valeva la pena fare scenate inutili, non era da lui e oltretutto avrebbe fatto solo il gioco di Kai. Senza smettere di fissarlo proseguì nella sua direzione. Kae si fermò e lo guardò andare via. Nessuna reazione a parte quello sguardo. Taemin stava affrontando di sicuro, almeno all’apparenza, quella situazione meglio di lui. Quando seppe che Kai non stava più guardando Taemin si fermò. Gli era costato molto non fermasi a prendere a pugni quell’idiota ma aveva fatto una promessa e lui le promesse le manteneva. Trovò Minho ad attenderlo seduto su di un muretto. “Oh, eccoti qua!” gli disse andandogli incontro “Minho, allora che succede, mi hai fatto spaventare per telefono!” “Bene, così la smetti di riprodurti come i conigli!” “Miiinhoooo!” “Ok, ascolta, so che quello che sto per dirti ha dell’inverosimile ma ti prego di ascoltarmi!” “Dimmi sono tutto orecchi!” “Dunque, uno dei primi giorni che le ragazze sono arrivate a Seoul, ricordi, la sera che abbiamo incontrato Kai?” “Certo, come faccio a dimenticarlo, l’incubo è iniziato da lì!” “Bene… prima di quella sera Park è venuta da me!” “Park? La fidanzata di mio fratello?” “SI, lei!” “Beh e che voleva da te?” “Mi ha fatto un discorso strano…” “Del tipo?” chiese Tae facendo una strana faccia “Non lo so, mi ha detto che non era possibile ch emi fossi fatto fregare la ragazza da te e che dovevo riprendermi Marzia!” Minho sparò il carico pesante, doveva rischiare il tutto per tutto, non poteva tenersi quel peso dentro “Che cosa?” fece Taemin sconvolto. “Si!” “E perché non me lo hai detto subito?” “Non lo so, pensavo che non mi avresti creduto, la questione con Marzia era successa da troppo poco tempo e pensavo che tu avresti pensato che lo facevo per ripicca.!” “Ma mai avrei potuto pensare questo di te. E comunque credo che Parrk lo abbia fatto solo per metterti alla prova come amico, sai quanto è protettiva nei miei confronti!” “Tae sei sicuro? No perché a me è sembrato tutto tranne questo!” “Io apprezzo la tua lealtà e sono sempre piùù orgoglioso di essere tuo amico, ma non vedo perché Park dovrebbe remare contro la mia storia con Marzia!” “Forse perché è innamorata di te?” “Ma chi Park? Ma è la ragazza di Siwon!” “E con questo?” “E con questo lei ama Siwon… Dai Minho, non crederai anche tu alle paranoie che si fa mio padre!” “Non lo so… SO solo che dopo che l’ho gentilmente mandata a quel paese all’improvviso è sbucato Kai, come per magia.” “E’ stato un incontro del tutto casuale!” “Ti pare casuale ritrovartelo sempre tra i piedi? Secondo me è lei che lo avverte, che gli comunica i vostri spostamenti, lo ha assoldato per farvi fuori e così pure con Mia, ma secondo te è sbucata dal nulla all’improvviso? Ragiona Tae, tutto ha una logica.” “Minho ma ti sei drogato? Sono avvenimenti del tutto staccati tra loro. Sono solo coincidenze. Comunque se ti può far stare tranquillo terrò gli occhi aperti, va bene?” “Ok!” “Ora devo andare, porto Marzia fuori e sono in ritardo!” “Va bene, però ti prego non fare il solito tonto. Fai attenzione!” “Te lo prometto!” Si abbracciarono come solo due grandi amici possono fare e poi Taemin prese la strada di casa. Mentre lo guardava allontanarsi a Minho venne in mente che durante tutto il discorso mentre parlava di Marzia non gli era mai venuta una fitta allo stomaco, né il disagio, anzi era addirittura riuscito a scherzare sopra la loro vita sessuale. Minho si accorse di essere guarito, si la cotta per Marzia gli era finalmente passata. “Allora, signorina, come li facciamo questi capelli?” disse Jjong facendo accomodare Letizia “Non lo so, che mi consigli?” “Intanto come colore oserei un bel rosso ramato che si intona perfettamente con questi occhioni stupendi e poi farei un taglio un po’ più sbarazzino!” Occhioni stupendi, Letizia si stava sciogliendo. Lui le scostò i capelli, sfiorandole per sbaglio il collo. Letizia ebbe un brivido. La porta del negozio si spalancò e Claudia entrò a passo spedito. “Letizia!” fece vedendola seduta lì “Claudia, anche tu sei venuta a farti tagliare i capelli?” le chiese “Io…” Claudia guardò Jjong e lui capì. “Elise!” chiamò Una ragazza si avvicinò a lui sorridendo “Fai questo colore alla ragazza e non sbagliare perché è una cliente speciale, io sto arrivando, non combinare pasticci! Letizia ti lascio in mano di Eli, torno subito!” Andò nel retro bottega. Poi inviò un sms a Claudia pregando di raggiungerlo fuori. “Ehm… vado fuori a fumare una sigaretta!” disse Claudia a Letizia La ragazza rimase sola e pensosa. Mentre ELis le applicava il colore, pensò che quei due non gliela stavano raccontando giusta. “Potrei andare in bagno?” chiese “Oh, ma certo, attenta a non macchiarti!” le rispose Elise in perfetto Inglese, Mentre la parrucchiera era distratta ne approfittò per sgattaiolare sul retro bottega dove ovviamente la porta era chiusa. Accostò l’orecchio ed attese. Claudia era uscita fuori e Jjongl’aveva fatta rientrare dalla porta sul retro “Perché sei andata via in quel modo stamattina?” le chiese Jjong “Perché non era il caso di rimanere oltre!” rispose lei “Avevo ancora voglia di te, io ho sempre voglia di te!” “Fattela passare Jjong, è stato un erroraccio quello che abbiamo fatto ieri!” “Ma non puoi pensarlo davvero, ci siamo divertiti un sacco!” “Ecco appunto, io non voglio solo divertirmi io voglio una storia seria.!” “Ma smettila, si vede da un chilometro che non ci sei tagliata!” “Lo so, ma ci voglio provare!” Jjong si avvicinò, la presein braccio e la mise su di un tavolo posato lì sul retro. Poi iniziò a baciarla dappertutto. “Smettila!” disse lei. “Tappati quella bocca e dopo mi dici se vuoi davvero che la smetta.” Per Letizia era troppo, aveva visto e sentito abbastanza. Senza mostrare alcun minimo segno di cedimento tornò in sala e si sedette. Voleva piangere, si sentiva tradita, ma non l’avrebbe data vinta né a lui né soprattutto a lei. ELis riprese a tingerle i capelli, mentre nel retro Jjong faceva volare via i vestiti di Claudia e anche tutte le sue inibizioni. Elettra fece per uscire di casa ma trovò sul tappetino dell’ingresso una margherita con un biglietto. “DI chi sarà?” Pensò tra sé. Presa dalla curiosità scarto il biglietto e notò con stupore che era indirizzato a lei “Dammi una possibilità per farmi perdonare. Key!” lesse Poi guardò quella margherita, era bianca e bella. Prese l’agendina che portava sempre con sé e ce la pigiò dentro insieme al biglietto. Non sapeva se voleva dargli quella possibilità e non aveva fretta di sciogliere quel dubbio. Se c’era una cosa che Key doveva sapere era che lei, Elettra, quando veniva colpita doveva curarsi le ferite e organizzare le sue difese prima di tornare a combattere di nuovo. Taemin si ricordò all’improvviso che a sua madre serviva un’ingente quantità di cose dal supermercato. In realtà quel giorno ci doveva andare Jinki, ma Celeste si era sentita di nuovo male ed essendo Siwon fuori per lavoro il fardello era toccato a lui. “Diamine!” fece Doveva organizzare ancora un mucchio di cose per quella serata, aveva in mente qualcosa di eccezionale, fino a quando poi gli venne un’idea. Prese il cellulare e compose il numero di Marzia. “Marzia ascolta, potresti per favore prendere delle cose per mamma? SI lo so non mi voglio approfittare è solo che sono bloccato qui con Minho e non mi sono ancora sbrigato!” Marzia accettato di buon grado, si stancava di rimanere a casa da sola, peccato solo che il negozio fosse lontano. Taemin richiuse la telefonata soddisfatto. In quel modo avrebbe tenuto Marzia buona mentre le organizzava la sorpresa e avrebbe anche accontentato sua madre. Si sentiva un po’ in colpa per averle addossato quell’incombenza, ma per quella sera doveva essere tutto perfetto. Elis terminò di asciugare i capelli colorati e tagliati in maniera perfetta di Letizia, nell’istante stesso in cui Jjong riappariva dal retro bottega tutto in disordine. Letizia evitò di guardarlo in faccia. “Cavolo, avete già finito?” chiese Elis annuì soddisfatta. Letizia non rispose “Fatti un po’ vedere!” disse Jjong girando la sedia verso di lui Letizia non alzò lo sguardo Jjong la guardò. “Eih!” disse sollevandole il viso con le mani, che cos’è quel broncio, sei bellissima!” Letizia non rispose “Non ti piacciono i capelli?” le chiese preoccupato “I capelli sono bellissimi!” rispose Letizia “ELis ha fatto un ottimo lavoro. Quanto pago?” chiese senza alzare la testa “Non paghi niente, tesoro, anzi mi dispiace di non averti potuto aiutare di persona ma…” Letizia alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi “Oh lo so, di sicuro era meglio scoparti Claudia nel retro bottega!” e detto ciò si alzò dalla sedia gli scaraventò addosso una manciata di banco note e se ne andò. Jjong rimase stupito e non si spiegò il perché di quella reazione. “Dove te ne vai di corsa?” chiese Claudia vedendola uscire “Non ti avvicinare a me, stronza. Sei solo una poco di buono!” disse Letizia delusa “Ma, ma… Che succede?” chiese Claudia “beh, sia, vi ho visti e sentiti nel retro del negozio, complimenti Claudia, sei una vera amica!” “Letizia aspetta, per favore!” “Va al diavolo sciacquetta da quattro soldi!” E la lasciò lì piena di rimorsi. Marzia notò con sommo terrore di essersi persa e con altrettanto sommo terrore notò che stava ricominciando a piovere. “Perfetto, mi sono persa a Seoul, non leggo le indicazioni e non so parlare il Coreano, dove cavolo vado ora? Ah, si bene, ho anche il cellulare scarico!” disse parlando da sola “Parlare con se stessi non è il massimo quando ti sei persa in mezzo alla strada!” “Kai ti prego dimmi che non sei tu!” disse voltandosi e trovandoselo per l’ennesima volta davanti “Mi spiace, non ci posso far nulla, bazzichi sempre dalle mie parti!” disse lui alzando le spalle e sorridendo “Ma non abitavi da un’altra parte?” chiese lei stranita “Se ci fai caso, qui siamo nella via parallela a quella di casa mia, solo che tu non conoscendo Seoul non lo sai, vero?” “Già…” fece lei sentendosi scema “Dove stai andando?” “a… non sono affari tuoi!” Marzia aveva dissotterrato di nuovo l’ascia di guerra “Mmm, sempre gentil eh, dai magari ti posso dare una mano, dove devi andare?” “Qui, in questo supermercato!” “Oh, è dopo il ponte, attraversi, giri a sinistra e sei arrivata!” “Ma quel ponte è lunghissimo, sta piovendo ed io sono senza ombrello!” si lamentò. Kai la guardò. Poi si sfilò la giacca, la sollevò ci infilò la testa dentro e le fece cenno di unirsi a lui “Che stai facendo?” gli chiese lei “Sbrigati, ti do un passaggio sotto la mia giacca ombrello prima che inizi il diluvio!” “Ma non ci penso nemmeno!” Un tuono forte come un boato amplificato all’ennesima potenza le fece cambiare idea. Schizzò con la testa sotto la giacca di Kai. “Paura dei tuoni?” chiese lui “SI terribilmente!” Iniziarono a camminare mentre l’acqua veniva giù. Un altro tuono la fece sussultare “Eih, tranquilla, non succede niente!” la rassicurò Kai Ma Marzia era in preda al panico. Una coppia passò davanti a loro. Erano senza ombrello anche loro e lui stringeva lei in un tenero abbraccio per evitare che si spaventasse. Marzia desiderò che ci fosse Taemin con lei in quel momento e non quell’ammaliatore di anime. Anche Kai notò quella coppia e d’istinto abbracciò Marzia. “Che fai?” gli chiese lei “Beh, stai tremando, ti riparo dal freddo!” mentì “Non ti ho dato il permesso di abbracciarmi!” “In realtà non mi hai dato nemmeno quello di parlarti.” E con questi battibecchi arrivarono al negozio. Marzia comprò le cose per la mamma di Taemin e si comprò anche un ombrello, mentre Kai le consigliava qua e là quello che doveva prendere. La donna alla cassa le allungò una confezione di riso “Che sta dicendo?” chiese a Kai dato che non capiva quello che la signora stava blaterando “Dice che ci regala una confezione di riso, perché lo fa come rito portafortuna con tutte le coppie!” “Dille che non accettiamo perché non siamo una coppia!” “Non conviene rifiutare, si arrabbierebbe.” “Ok, ringrazia e andiamo, devo tornare a casa.” Kai fece u n piccolo inchino alla donna e uscì seguito da marzia. “Bene, grazie per avermi scortata, ora devo tornare!” disse “Eih, dopo tutta questa gentilezza non mi offri nemmeno un passaggio fino a casa!” “Beh potevi comprarti un ombrello!” “Gli ombrelli li odio sono ingombranti!” “Allora tornatene a casa fradicio!” “Sei proprio una stronza!” “Già…” Alla fine non si sa come la convinse a farsi riaccompagnare. “Grazie mille!” disse lui sorridendo Marzia lo guardò. Quando voleva sapeva essere gentile e simpatico. “EIhi ho visto l’accenno di un sorriso, allora non ti faccio così schifo!” disse Kai “Non ti allargare ora!” disse Marzia seria “Perché non provi a fare un passo verso di me?” le chiese Kai, e nel suo tono non c’era nessun cenno della solita malizia. Per la prima volta stava parlando come un ragazzo di 20 anni, innamorato. Marzia lo guardò e scosse la testa. “Mi dispiace.” Poi notando che aveva una fogliolina tra i capelli si avvicinò e con delicatezza gliela sfilò da quella massa di capelli corvini. SI era avvicinata troppo a lui. Il viso di Kai era luminoso, nonostante il cielo fosse grigio. Brillava di una luce nuova. Kai provò ad avvicinare le labbra a quelle di Marzia. Lei si allontanò esitante. “avevi questa tra i capelli!” gli disse Marzia mostrandogli la fogliolina che aveva in mano Kai prese la sua mano, baciò prima la foglia e poi le sue dita senza smettere di guardarla negli occhi. Marzia si ritrasse e se ne andò via portando, senza volerlo, con sé un pezzo del cuore di Kai. Arrivò a casa trafelata e trovò Taemin ad attenderla. “Oh eccoti, dai che è tardi!” le disse “Eih, dimmi dove andiamo!” domandò curiosa “Non si dice, posa la busta e andiamo!” “Ma gli altri?” “Non ne ho idea, daiiii!” “Ok, ok, ma quando torniamo?” “Domani sera.” “EIh ma non ho fatto la valigia.” “valigia? Prendi due cose e sbrigati lumaca!” disse sorridendo Marzia sparì in camera e ne uscì poco dopo con un borsone da viaggio “Marzia stiamo via un giorno non ti pare eccessivo?” le chiese Taemin “No, no!” “come vuoi! Dai, saliamo in macchina è tardi.” Una volta in macchina Taemin mise in moto e partirono. Era la prima trasferta che facevano loro due da soli, ed erano entrambi emozionatissimi. Taemin aveva cercato di organizzare tutto benissimo, aveva bisogno di passare del tempo con lei, di farla stare bene e anche Marzia aveva le sue stesse esigenze .Mentre guidava gli prese la mano e gliela accarezzò. Taemin guardò Marzia e sorrise. Era bella, erano insieme, e lui stava crescendo, stava crescendo con lei e stava crescendo grazie a lei. Si sentì fortunato ad averla vicino e si maledisse per ogni secondo di sofferenza che le aveva arrecato. Due ore dopo il paesaggio cambiava, alla città si erano sostituite le spiagge, si sentiva il rumore del mare. “Taemin non dirmelo… il mare!” disse lei emozionata “Mi hai detto milioni di volte che adori il mare, beh eccoci…” disse lui “Oddio, è meraviglioso!” Sembrava una bambina, era emozionata e sorpresa come una bambina e in quel momento Taemin la amò ancora di più. Marzia si sentiva ogni giorno sempre più legata a lui. Era così innamorata che non si accorgeva che nel frattempo un’altra persona si era innamorata di lei. Kai sul letto della sua stanza ripensava a tutti i momenti che era riuscito a rubarle. Dagli abbracci, a quel bacio di cui lei non sapeva nulla, di quell’incontro nel bagno di quel ristorante alla mezz’ora che aveva passato con lei quella mattina. E nel frattempo si tormentava, si tormentava perché lei non si era accorta di quanto lui fosse cambiato, di quanto lui fosse preso da lei. Kai pensò che in fondo, tutti gli esseri umani erano come passeggeri distratti sulla treno della vita. Era distratto lui che per cinque anni aveva viaggiato sui binari sbagliati non rendendosi conto di star perdendo anima e cuore, era distratta Marzia perché non si accorgeva di quanto lui l’amasse. E Kai aveva ragione, erano tutti un po’ distratti. Letizia non vedeva più la buona fede di Claudia, Elettra non capiva che il passeggero più importante le si era appena seduto vicino, Claudia era scesa alla fermata sbagliata. Celeste e Jinki viaggiavano su binari che per distrazione, anche loro avevano scelto. Minho aveva viaggiato anche lui per via sconosciute prima di riprendere in mano il suo vero viaggio E Taemin? Beh forse Taemin era l’unico passeggero che stava cercando di fare il suo viaggio, quello giusto. Ma forse anche Taemin era distratto e inconsapevole di quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Si, in fondo erano tutti un po’ distratti.

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Capitolo 30
*** A PROPOSITO DI NOI: OPINIONI ***


Un gran trambusto scosse quel lato di casa Lee che i genitori di Taemin avevano messo a disposizione alle ragazze. “Letizia aspetta!” urlò Claudia inseguendola Elettra e Celeste sentendo il trambusto uscirono dalle rispettive stanze “Che sta succedendo?” chiese la prima “Succede che questa strega si è portata a letto jjong!” urlò Letizia Elettra e Celeste rimasero scioccate. “E’ la verità?” chiese Elettra alla sua amica dopo qualche istante di silenzio “Si è vero!” ammise Claudia Gli occhi di Elettra si riempirono di odio. Voleva un gran bene a Claudia e non si sarebbe mai aspettata da lei una cosa di quel genere. “Io ti stacco i capelli dalla testa!” disse andando verso di lei, teneva troppo alla felicità di sua sorella e non le andava giù che qualcuno, soprattutto una sua amica, la facesse soffrire. “Ferma lì!” disse Celeste prendendola per un braccio “Mollami Celeste, e levati di mezzo non c’entri!” “C’entro eccome, non è il caso di fare piazzate qui e oltretutto tra di noi, non ci facciamo una bella figura!” “Levamela davanti, allora, prima che la prenda a sberle!” “Claudia esci a fare un giro, va!” disse Celeste guardandola malissimo “Io…” provò a parlare “Esci!” disse Celeste. Le costava farlo, ma tenerla lì non avrebbe fatto bene a nessuno. Claudia prese la borsa e uscì e Celeste desiderò che Marzia fosse lì con loro, lei sapeva sempre come sistemare le cose, per lo meno quelle degli altri. “Allora, ti sembra modo di reagire?” chiese ad Elettra una volta che Claudia fu uscita. “Si!” “Elettra, Letizia, no è un atteggiamento maturo, il vostro!” “Perché quello di Claudia lo è?” “Assolutamente no! Ma sapete com’è fatta, fa le cose alla leggera senza pensare e dopo se ne pente!” “Beh, sapeva che a Letizia piaceva Jjong, poteva risparmiarsela per una volta; considerato che due giorni fa è finita a casa di Baekhyun e nel suo letto.” “E hai ragione. Ma nessuno le ha chiesto le dinamiche dei fatti…potrebbero esserci mille e uno spiegazioni, l’ho vista con i miei occhi rifiutare Jjong…” “Beh forse recitava!” disse Letizia “Dai smettiamola. Uno siamo qui grazie a lei che ci ha pagato il biglietto e due tu Letizia ti vedi con Luhan, magari avrà pensato che Jjong non ti interessasse più!” “Glieli ridarò i soldi del biglietto, fidati!” disse Elettra “Ok, va bene, ma se lei non si fosse levata i soldi di tasca sua non ci avremmo mai messo piede a Seoul!” Le due sorelle tacquero. Celeste non aveva tutti i torti. Claudia non aveva fatto una piega quando si era trattato di finanziare il loro viaggio, era ricca, vero, ma i soldi non li spendeva mai per lei. E per quanto riguardava Letizia, era vero anche che lei stava con un altro. Ma nessuna delle due riusciva a digerire ciò che era successo. “Lei ha sbagliato e io non glielo perdonerò mai!” disse Letizia ed uscì di casa con delle precise intenzioni. Il sole stava calando. “Eccoci qua!” disse Taemin poggiando il borsone di Marzia dentro una piccola baita. “E questa di chi è?” chiese Marzia stupita “Era di mio nonno. Anche io adoro il mare, quando se ne è andato me l’ha lasciata, ora ci vengo quando ho voglia di stare solo o… quando ho voglia di stare con due splendidi occhi verdi come quelli che ho davanti ora.” “Ce ne porti molte eh!” “Mmm, non credo ci siano orientali con gli occhi verdi!” “Scemo!” “Che dici, andiamo a vedere la spiaggia?” “SI, molto volentieri!” La prese per mano e la guidò verso il mare. Il profumo e il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia emozionarono Marzia, che sul mare ci era cresciuta. “Ci pensi, è il nostro primo piccolo viaggio insieme!” disse Taemin “Ce ne saranno altri?” “Quanti ne vorremo… però ora godiamoci questo perché è il presente ed è meraviglioso!” “Pensi che sono troppo affrettata a pensare al futuro?” “Penso che sei giusta così come sei, né più né meno!” Taemin si sedette e le si accovacciò tra le sue gambe, poggiando la sua schiena sul suo petto. “Dai, sinceramente cosa ne pensi di me, di noi?” chiese Marzia curiosa “Beh… penso che anche se sei permalosa e taaanto aggressiva, sei la persona più giusta che potesse capitarmi!” “Perché?” “Perché mi hai fatto innamorare, mi hai fatto uscire fuori dall’apatia in cui ero. Io non so cosa sia successo quella sera che ti ho visto, pensa un po’, stavo rovistando tra quei libri per combattere la stanchezza e la noia e… ho incontrato te. Mi hai folgorato… Tante ragazze hanno provato a farmi svegliare dedicandomi gran parte del loro tempo senza successo. Poi arrivi tu e con uno sguardo mi fai capitolare. Sei speciale e non è la solita frase fatta. Ti sembrerò iper romantico, ma io non ho mai avuto di questi slanci, sei la prima con cui vivo queste esperienze.” “Non pensavo di valere così tanto!” disse lei “Vali molto di più!” disse Taemin abbracciandola e affondando il viso in quei capelli morbidi. “L’acqua è fredda vero?” chiese Marzia “Forse!” rispose Taemin Marzia scattò in piedi e gli porse la mano. “Andiamo!” disse “Dove?” “A fare il bagno!” “Ma non abbiamo i costumi!” “Non servono!” “Sei matta?” disse afferrandole la mano. Si tirò in piedi e corsero verso l’acqua “Oddio è fredda!” disse Marzia “Eh no, ora ci buttiamo!” disse Taemin prendendola in braccio. E fu così che si buttarono nell’acqua quella sera. Un bacio, uno schizzo, una nuotata, un altro bacio. Tornarono un’ora dopo a riva distrutti. “Ho freddo!” disse Marzia ridendo “E mi hai fatto bere un sacco d’acqua!” “ahahah anche tu eh…” disse Taemin “Ma io non ti ho fatto fare duemila tuffi a tradimento!” “Era inevitabile!” Marzia prese un bel po’ d’acqua tra le mani e gliela tirò in faccia. Taemin tossì poi si mise a ridere. “Lo hai mai fatto in acqua?” le chiese “che domande mi fai?” rispose ridendo “ok, non rispondere…” disse iniziando a baciarla. Le onde del mare continuavano a bagnarli dolcemente, e altrettanto dolcemente Taemin faceva scoprire alla sua ragazza quanto fosse bello farlo fra le onde, su una spiaggia, con il solo rumore di quell’acqua delicata e il suo tocco lieve sulla pelle. Il tormento è uno stato d’animo che una volta che si impossessa di noi difficilmente va via. Kai stava scoprendo cosa volesse dire essere tormentati. Faceva avanti e indietro per la sua stanza senza un perché massacrandosi i capelli con le mani. Pensava a lei, pensava al fatto che ora,in quel momento lei era con Taemin e non con lui. E si tormentava. Lo squillo del cellulare lo ridestò. Aprì il messaggio che gli era appena arrivato. Era di Park “Sono andati in vacanza per due giorni insieme, non mi sembra che tu stia facendo molto. Qui c’è il numero di lei chiamala e inventati qualcosa!” Kai sbuffò poi si salvò il numero, ma non perché glielo aveva detto Park, ma perché aveva bisogno di qualcosa che lo mettesse in contatto con lei. Guardò l’orologio, era troppo tardi per chiamarla. Ci avrebbe pensato l’indomani, ammesso che quella notte fosse riuscito a prender sonno. “Che ci fai dietro la porta di casa mia?” chiese Minho a Letizia “Ti devo parlare!” disse lei “Ma è tardi, come sei arrivata qui!” “Con un taxi!” “Che c’è di così urgente!” “Claudia è innamorata persa di te” sparò a brucia pelo. Se c’era una cosa che Claudia odiava era che i ragazzi che non la ricambiavano sapessero che lei moriva per loro. Letizia si stava prendendo la sua vendetta. “Che cosa?” chiese Minho stranito “E’ cotta di te da quando ti ha visto a Roma, ma siccome tu sbavi dietro a Marzia non te lo dice!” “Ma.. ma non è possibile!” Minho era sconvolto “Che ne pensi di lei, Minho?” gli chiese Letizia “Di Claudia?” “Si!” “perché mi fai questa domanda!” “Rispondi!” “Sinceramente? Claudia è una bellissima ragazza ma non è il mio tipo, siamo troppo diversi. Io sono riservato e lei è all’opposto, non siamo compatibili!” “Quindi non ti piace!” “Non ho detto questo, ho detto solo che non siamo compatibili!” “Non la vuoi!” “No!” “Bene, se hai modo di vederla diglielo! Sai per non pensare a te si sta portando a letto mezza Seoul, magari se le dici che non ti piace si mette l’anima in pace e la smette!” “Letizia sei arrabbiatissima, si può sapere che succede?” “Niente!” “E ora dove vai?” “Me ne torno a casa!” “Aspetta, ti accompagno!” “No, non c’è bisogno!” Minho rientrò in casa stravolto da quella conversazione. Ma come aveva fatto a non accorgersi di Claudia? Letizia gli era sembrata sincera oltre che molto arrabbiata. Poi realizzò, ricollegando tra loro gli avvenimenti: i messaggi, i sorrisi, le volte in cui si era offerta di stargli vicino. Lui non si era accorto di niente, non si era accorto di niente perché Marzia era quella che gli piaceva, non Claudia. Non appena fu davanti alla porta di casa Letizia fu presa dai sensi di colpa. Realizzò di non essersi comportata bene ma la rabbia era stata così tanta che non era riuscita a fermarsi. Ora erano pari. Prese il cellulare e compose un numero. “Luhan sono io, usciamo?” aveva bisogno di non pensare. Era stata troppo ferita, stava male, voleva bene a Claudia, per lei era una seconda sorella. Come aveva potuto farle tutto quel male. Baekhyun andò a prendere Claudia dal centro e vedendola stravolta si preoccupò. “Eih che c’è?” le chiese correndole incontro “Nulla!” disse claudia asciugandosi le lacrime “Stai piangendo, che è successo?” Claudia aveva quel peso sullo stomaco, ma Baekhyun era l’ultima persona a cui avrebbe dovuto parlarne. Ma non ce la faceva più. “E’ una cosa orribile, sicuro di volerla sentire?” chiese a Baekhyun “Si, avanti!” “Ok… sono stata con il ragazzo che piace ad una delle mie migliori amiche!” disse Baekhyun la guardò turbato “Sei stata… quando?” le chiese “Ieri!” disse lei sentendosi uno schifo “Ieri?” fece Baekhyun intristito “Pensavo ci stessimo vedendo io e te, senza altri!” “Mi spiace, non ci sono tagliata Baekhyun… E ora sei libero di insultarmi pure tu.” Baekhyun la guardò, la tentazione di dirgliene quattro era forte ma si trattenne, in fondo a lei ci teneva e non avevano mai parlato di vedersi in esclusiva. “Già.. l’ho capito!” disse asciugandole le lacrime “Sei arrabbiato!” “Molto!” “Pensi che faccio schifo?” “No, non lo penso. Penso che tu sia bellissima ma molto immatura e penso che di sicuro non ti ho colpito quanto tu ha colpito me!” disse lui con un lieve sorriso “Se vuoi insultarmi fai pure!” “Non potrei mai, sei speciale tu, anche se ne combini di tutti i colori!” “Già…” “Il problema è… perché fai così, perché non provi a fermarti?” “Perché non c’è mai nessuno di così paziente da aspettarmi e io mi sento sempre più sola e così cerco di colmare i vuoti!” “Ma i vuoti non si colmano così, devi essere paziente e la persona giusta per te arriverà!” “Non sei tu, vero?” “Se fossi stato io Claudia, non saresti andata con un altro!” E Claudia pensò che Baekhyun avesse ragione. “Forza… sorridi, ti riporto a casa e abbi fede e… quando ti serve un amico sono qui!” L’alba li sorprese addormentati su quella spiaggia stretti stretti. Taemin prese Marzia in braccio e la portò fino alla baita dove la mise sul letto al caldo. Profumava ancora di mare, profumava ancora di lui. La guardò dormire per un pò, poi decise di uscire. Quando andava in quel posto gli tornava sempre in mente suo nonno e gli piaceva camminare in quegli stessi posti dove andava con lui quando era vivo. Non appena uscì il cellulare di Marzia prese a squillare. Si svegliò di colpo. Non conosceva quel numero. “Pronto!” disse assonnata Silenzio. Kai riagganciò. Non sapeva cosa dirle, era nel panico. Perché cavolo la stava chiamando? Marzia buttò il cellulare sul comodino e si guardò intorno. Taemin non c’era, si alzò e lo cercò. Niente. Poi trovò un bigliettino “sei sempre più bella tu… sono uscito un secondo ci vediamo dopo. <3 Tae!” Di nuovo il telefono prese a squillare “Pronto!” disse seccata “Io voglio sapere cosa pensi di me!” disse Kai tutto d’un fiato “Chi è?” chiese Marzia “Kai!” “Kai?” “SI!” “Chi ti ha dato il mio numero!” “Non ha importanza!” “Che vuoi?” “Cosa pensi di me?” “Non è il momento di farmi queste domande, sei un tormento!” “Il mio tormento da due settimane sei diventata tu. Non faccio altro che pensare a te e ti sogno pure la notte!” Marzia non seppe che rispondere “Io… io non lo so. Non lo so perché ma sei la cosa più bella e sincera che abbia mai visto… e io si lo so faccio schifo rispetto a te faccio schifo!” “Kai ma hai bevuto?” “No, cioè si--- se non bevevo non ce l’avrei mai fatta a dirti questo!” disse guardando le tre bottiglie di birra che aveva fatto fuori per farsi coraggio “Sei ubriaco?” “Non lo so, forse!” “Vai a dormire e cancella il mio numero!” “Ti prego stammi a sentire, dimmi qualcosa.” “Kai… sei ubriaco non ti rendi conto di quello che dici!” “Invece si, per favore, dimmi qualcosa, non ci sto più dormendo la notte per te e se mi addormento ti sogno, sogno di fare l’amore con te, sogno te.” Marzia rimase sconvolta. Quel ragazzo aveva letteralmente perso la testa per lei o almeno così sembrava, non lo aveva mai visto così fuori controllo. “Per favore dimmi qualcosa!” disse Kai “Kai… non è il momento, va a dormire, ne riparleremo.” E mise giù. “Kim Jong In è la prima volta in vita tua che ti sei dichiarato ad una ragazza!” si disse Kai guardandosi allo specchio.

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Capitolo 31
*** NODI ***


Marzia posò il cellulare sul comodino, poi andò a buttarsi sotto la doccia. Avrebbe voluto conservare l’odore buono di Taemin addosso, ma il sale iniziava a darle davvero fastidio. Mentre l’acqua tiepida scorreva, pensò che la sua vita si era notevolmente complicata. Che per 24 anni avesse vissuto nel caos non era una novità, non era mai stata una persona normale; anzi, l’essere complicata rientrava nei suoi canoni, era il suo stile di vita. Ma ora era davvero troppo. Per una volta che stava bene, che aveva trovato il suo equilibrio vicino ad una persona che amava e che le piaceva, come mai le era piaciuto qualcuno in vita sua, ecco che arrivava un altro a romperle le scatole. Marzia Marea non era mai stata una conquistatrice. Fin da bambina non aveva avuto grande successo con i ragazzi. Brutta non lo era affatto, ma era una di quelle bellezze semplici che a primo impatto non colpivano subito. Crescendo aveva avuto le sue storie, ma senza mai esagerare. In discoteca stava composta al suo posto, durante le vacanze si tratteneva e a scuola era schiva se uno che le faceva la corte non le piaceva. Il suo approccio coi ragazzi era piuttosto rigido, non si scopriva più di tanto, o almeno non lo faceva se non ne valeva la pena. Del resto il ruolo della conquistatrice era stato sempre di Claudia, fin da piccole. A volte non apprezzava il suo modo di agire, ma sapeva che lo faceva d’istinto e quindi aveva imparato ad accettarlo. Conosciuta Celeste aveva trovato una che la pensava come lei, anche se poi, Celeste, in fatto di rigidità la batteva alla grande. Ed ora eccola lì, fidanzata con un ragazzo che adorava, il quale per poter stare con lei aveva dovuto affrontare il suo migliore amico, altrettanto cotto di lei. Poi arrivata a Seoul si era imbattuta in quello strano soggetto, che chissà per quale oscuro motivo continuava a tormentarle la vita. Marzia amava Taemin più di quanto si ama qualsiasi altra cosa, era davvero innamorata di lui, ma Kai, si Kai le creava non pochi sconvolgimenti nel fisico e nella mente. Non le dava pace, perché sbucava peggio dei funghi nel bosco, senza il benché minimo avvertimento e davvero non conosceva il concetto del mantenere le distanze. Troppe volte le era stato troppo vicino e troppe volte, pensò Marzia, ci sarebbe cascata se non avesse davvero amato Taemin. Quell’amore la stava trattenendo, quell’amore l’aveva fatta resistere a quelle labbra perfette e a quegli occhi tentatori. Ma a Marzia non andava più giù quella situazione. Non le andavano più quelle ansie, quegli incontri improvvisi. Era più che mai decisa ad andare fino in fondo a quella faccenda, di affrontare quell’incubo e di sciogliere tutti quei nodi che si stavano aggrovigliando intorno a lei. Sentiva più che mai il desiderio di poter stare tranquilla, vicino a Taemin, senza intoppi senza ansie. Quando la madre di Kai notò che suo figlio non riemergeva dalla sua stanza, si allarmò. Sarebbe dovuto essere a lezione di lì a mezz’ora e ancora non dava segni di vita. La signora Kim sapeva quanto suo figlio prendesse seriamente l’accademia. Era bravo e diligente e quello strano ritardo quella mattina la stava mettendo in allarme. Bussò alla porta della stanza del figlio ed attese. Nessuna risposta. Abbassò la maniglia, spinse piano la porta ed entrò. Lo trovò così: seduto a terra, con le braccia incrociate sul letto e la testa poggiata sulle braccia. A terra tre bottiglie di birra vuote. “Ossignore!” disse “Jong In!” chiamò scuotendolo Kai ebbe un sussultò e poi aprì gli occhi. “Mamma!” disse vedendola in piedi davanti a lui “Jong In che stai combinando?” il tono della signora Kim era tra l’allarmato e l’arrabbiato. Ma cosa stava passando per la testa di suo figlio, era forse impazzito? Non che Kai fosse stato uno calmo e posato. Sua madre sapeva bene che , non di rado, aveva avuto problemi con alcuni suoi compagni, per via della mania di rubare le ragazze agli altri. Ma da qui a vederlo ubriaco e steso sul pavimento, beh ce ne passava. “mamma sto dormendo, non si vede?” “Stai dormendo per terra e soprattutto stai dormendo in un’ora in cui dovresti essere già fuori dalla porta diretto in accademia!” “Ma che giorno è?” “Mercoledì. Hai lezione tra mezz’ora!” “Cavolo!” disse Kai balzando in piedi e portandosi le mani alla testa. Gli faceva male. Ok erano solo tre birre ma lui non ci era abituato a bere, in accademia dovevano seguire una dieta ferrea e l’alcool non era compreso. “Mi spieghi cosa ci fanno tre bottiglie vuote sul pavimento?” chiese sua madre Kai la guardò con aria colpevole. “Le ho bevute!” disse con una faccia da bambino che ha fatto una marachella “Kim Jong In non credere che tu sia credibile facendo quella faccia. Hai 20 anni, una massa consistente di muscoli e sei alto più di un metro e ottanta, non mi faccio abbindolare come quando eri bambino!” “Mamma non è un buon momento!” “Me ne sono accorta, mi vuoi dire che succede?” “mamma io… possiamo parlarne dopo, vorrei andare in accademia!” “Jong In… non dirò nulla a tuo padre per questa volta… ma ricorda che tuo fratello non c’è più a causa dell’alcool… non voglio mai più che succeda una cosa del genere, qualunque ne sia il motivo.” Kai guardò sua madre. Per quanto lei si sforzasse di apparire fredda e distaccata, l’ ansia trapelava da ogni poro della sua pelle. Lei e suo padre avevano perso un figlio e lui aveva perso un fratello. Yuang aveva tre anni più di lui e amava vivere. Una sera dopo una festa in cui lui ed i suoi amici aveva alzato un po’ il gomito, la fidanzata di Yuang si era sentita male. Yuang che non stava al massimo della lucidità aveva preso la macchina per accompagnarla in ospedale. Mentre correva verso la clinica un pazzo con un camion aveva tagliato loro la strada; se fosse stato lucido Yuang lo avrebbe di sicuro evitato, ma aveva i riflessi rallentati dall’alcool, così ci si era schiantato. Era morto dopo 15 giorni di agonia in ospedale, la sua ragazza, invece, era sopravvissuta. Sua madre e suo padre non avevano più voluto vederla, secondo loro era anche colpa sua se il figlio se ne era andato. Di lì a poco, i signori Kim avevano concentrato tutte le loro ansie sui due figli che gli erano rimasti. Quando Lily, la sorella di Kai era andata a vivere con suo marito a Kai era sembrato di impazzire, perché tutte le attenzioni e le paure si erano riversate su di lui. Poi era arrivato Yug, dopo un anno dalla morte di suo fratello. I suoi erano giovani e, forse, per alleviare il dolore di quella perdita e di quel vuoto che non si sarebbe mai colmato, avevano deciso di avere un altro bambino. Passati due anni dal disastro che aveva sconvolto la loro vita, i suoi avevano continuato a mantenere un atteggiamento rigido nei confronti del figlio, anche perché Kai, pur non essendo di quei ragazzi che creavano una gran quantità di problemi era, comunque, piuttosto irrequieto. Quando Kai uscì di casa, sua madre rientrò in camera sua. L’ansia l’aveva assalita di nuovo e voleva approfittare dell’assenza del figlio per capire cosa stava succedendo. Sapeva che non era giusto ma si mise a rovistare tra le sue cose. Con sollievo notò che non c’era fumo, non c’era droga, non c’era nulla di strano, a parte quelle bottiglie, ma alla fine era solo birra. Poi qualcosa attirò la sua attenzione. Tra le pagine dei libri di Kai scorse una foto. Si avvicinò e osservò con attenzione. Lo scatto ritraeva suo figlio che abbracciava una ragazza… erano seduti per terra e dormivano. Lei non era un’orientale. Osservò per alcuni minuti quell’immagine, chiedendosi se non fosse quello il problema che stava tormentando il figlio. Taemin camminava per quelle vie ricordandosi di quando era bambino. Suo nonno lo portava sempre lì. Inizialmente ci portava sia lui che Jinki, poi notando che il più grande si annoiava aveva chiesto a suo figlio di mandargli solo Taemin. Suo nonno diceva sempre che quel posto era magico, e che in quel posto si dovevano portare solo le persone a cui si teneva davvero, le persone che si volevano con sé per tutta la vita. Lui ci aveva portato il padre di Taemin e Taemin. Taemin ci aveva portato Marzia e chissà, forse un giorno ci avrebbe portato suo figlio. Si sedette sulla spiaggia e pensò a tutto quello che stava succedendo nella sua vita. Tante cose lo avevo travolto, e soprattutto aveva trovato l’amore. Ma la paura di Kai non passava, e per quanto cercasse di nasconderlo a se stesso e a Marzia, temeva per il loro rapporto ogni giorno che passava. Chiuse gli occhi e ascoltò il rumore del mare e fu allora che aiutato dalla sua immaginazione, sembrò sentire una voce, li persa tra le onde che si infrangevano sulla terra, che gli diceva che sarebbe andato tutto bene. Kai camminava con il suo borsone sulla spalla. Aveva un gran mal di testa e soprattutto il magone per aver fatto preoccupare sua madre. Se la immaginava già impazzita per casa a cercare una spiegazione e una soluzione ai problemi di quel suo figlio dannato. Glielo diceva ogni tanto, diceva che lui era il dannato della famiglia, che il Cielo gli aveva levato il figlio tranquillo per lasciargli quello irrequieto, e più glielo diceva più Kai capiva quanto sua madre avesse paura di perderlo. In prossimità dell’edificio dove studiava cambiò strada. Prese un autobus diretto in un posto dove sperava di avere risposte. Key disegnava. E disegnava male. Il suo capo lo notò quella mattina e gli diede una bella strigliata invitandolo a tornarsene a casa e a rimettere piede a lavoro quando fosse stato in condizioni di poter fare qualcosa di buono. Key non se lo fece ripetere due volte. Raccolse le sue cose ed uscì di lì. Non aveva la concentrazione giusta per lavorare. Mentre camminava diretto a casa sua e pensando a tutta la matassa che stava annodando nella sua vita, scorse tra la folla un viso familiare. Riconobbe GD Ma non era da solo. Vicino a lui c’era una ragazza e chiaramente non era Elettra. Incuriosito da quella strana apparizione si mise a seguirlo. Dopo mezz’ora di camminata a passo veloce, GD e la ragazza si fermarono. “Mia!” disse Key sottovoce Parlavano sottovoce fitto fitto e Key non riusciva a percepire nulla. Perché quei due si incontravano? A pochi passi da lui GD stava impartendo direttive a Mia. “Sono in vacanza insieme, mi auguro che per quando tornino tu e Kai vi diate maggiormente da fare|!” le stava dicendo “Io ci provo, lo tempesto di messaggi, telefonate, ma lui niente, non mi risponde!” rispose lei triste “Ha lo stesso problema anche Kai, ma Park ha dato a te un bel po’ di soldi e ne darà un bel po’ anche a Kai, quindi smettetela di scoraggiarvi e fate quello per cui venite pagati!” “E se non ci riesco?” “Se non ci riesci ridarai i soldi indietro a Park e ti scordi di Taemin a vita.” “Questo no!” “Mi sa di si, Park non perdona e io non ti coprirò, anche se sono tuo amico non ti coprirò!” Detto ciò la salutò e se ne andò. Key da lontano vide la faccia di Mia e non le sembrò molto serena. Rimase per un po’ fermo dov’era indeciso se andarle a parlare o no. Quei minuti di distrazione furono decisivi. Quando si decise, quella se ne era già andata. L’autobus si fermò. Kai scese. Entrò in quel cancello triste. Contò le lapidi, erano troppe. Smise di contarle. Si fermò vicino a quella di suo fratello. Kim Yuang 1990-2010 lesse. E poi guardò la foto di quel ragazzo sorridente, andato via troppo presto. “E dire che quello più buono tra i due eri tu!” disse sedendosi a terra a gambe incrociate, come faceva sempre quando parlava con lui. “Però l’unica volta che hai avuto un colpo di testa sei stato punito. Non è stato mica giusto! Mi manchi, mi manca non poter contare su di te, mo manca quando mi sgridavi. Mi manca non poterti avere vicino per raccontarti quello che mi sta succedendo. E’ una cosa strana! Ricordi quando mi prendevi in giro perché avevo mille donne, donne, poi tu le chiamavi così… Io si, mi dicevi che prima o poi mi sarei innamorato e sarei stato io a soffrire come un cane. Io non ti credevo e invece… avevi ragione. Eccomi qua, io Kai, mi sono innamorato. E lei… boh come posso anche solo descrivertela. Lei è bella, sincera, e… innamorata di un altro. Taemin, ti ricordi il timido Taemin? Ecco è la sua fidanzata, ha pure l’anello al dito. Ho fatto più volte finta di non vederlo. Ma è lì al suo dito. All’inizio era nata come una scommessa stupida, in un piano diabolico… ho iniziato a starle dietro per gioco… e invece adesso… ecco adesso sono fritto. E mi piacerebbe baciarla, scherzarci, farci l’amore, avere con lei un futuro e invece… invece no. Lei ama un altro e io non le interesso proprio! Ma come faccio io, ora? Sono così preso che non riesco a distaccarmi. Però non è nemmeno giusto distruggere una coppia, non loro. Loro si amano. Io e Taemin eravamo amici, ora quando mi guarda gli leggo l’odio. Sono una brutta persona, a volte non riesco a guardarmi pensando a tutte le stupidaggini e cattiverie che ho fatto! Non ce la farò mai a cancellare quell’immagine di me che ho dato che ho costruito per tutti questi anni. Io ti chiedo solo di ascoltarmi e di aiutarmi… dammi un segno che andrà bene che ce la farò a diventare migliore… Io la guardo negli occhi e vedo cose belle, ma nei miei per tanto tempo c’è stato solo il marcio. Ce la farò mai? Ce la farò mai a sciogliere questo nodo di freddezza che mi stringe il cuore, che mi ha reso così?” Kai avrebbe avuto la risposta di lì a qualche tempo

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Capitolo 32
*** RUMORI E SUONI ***


Taemin ritornò da Marzia di buon umore. Quella passeggiata lo aveva fatto sentire subito meglio e gli aveva scrollato di dosso un po’ di ansie. Appena rientrò in casa sentì uno strano profumo. “Marzia!” chiamò “Tae sono qui!” disse lei “Che stai combinando?” “Eeeeeh il caffè!” “Come?” “Il caffè!” “Marzia con cosa lo stai preparando il caffè?” domandò Taemin incuriosito “Me lo sono portato dietro… insieme alla caffettiera!” “Cosa?” “Non posso vivere senza caffè, specie al mattino!” “Non sapevo ti fossi portata una caffettiera dietro!” “ahahahah, sono piena di sorprese!” “E io ne ho una per te!” disse sbucando all’improvviso dietro di lei “Ta-daaaaa!” urlò mettendole davanti un rametto di fiori di ciliegio. “Ma è bellissimo e profuma un sacco!” disse Marzia felice “Dove lo hai trovato?” “Passeggiando un po’ più in salita se ne trovano ogni tanto!” “Grazie!”. Gli diede un bacio “Ok, vediamo se questo caffè è buono!” disse Taemin “Tae sei sicuro? Non vorrei fosse troppo forte!” “Oh cosa vuoi che sia un po’ di caffè?” “Contento tu!” Marzia pescò due tazze dalla credenza e ci mise il caffè. “Lo zucchero lo vuoi?” “Da qua ce lo metto io!” Taemin prese il cucchiaino, il barattolo dello zucchero e ce lo infilò dentro. Uno, due, tre… Marzia lo guardava scioccata. Al quinto cucchiaino lo fermò “Taemin non credi che 5 cucchiai siano troppi?” “mmm tu dici? Di solito ne metto sei!” “DI solito ne metti sei nel tuo caffè che sa di acqua… questo si beve con poco zucchero!” “Oh!” “Forza butta giù!” Taemin prese la tazza e la vuotò tutta d’un sorso. Strizzò gli occhi e arricciò naso e labbra “Non è buono!” fece “Ci hai messo tre chili di zucchero, è normale che non è buono!” gli disse Marzia scoraggiata “Mmm preferisco il mio caffè!” “Tonto!” poi gli pulì con la mano il naso sporco di caffè. “Guardati sei proprio un bambino certe volte!” “Bacio?” “No, piantala, sei pieno di caffè e di zucchero!” “E allora dammi un bacio così mi ripulisci!” “Taemin!” Ma ormai era incollato con le labbra alle sue. Qualche minuto dopo, quando il sole ormai era alto, la prese per mano e la portò fuori, “Dove andiamo?” gli chiese Marzia “Qui!” fece Taemin fermandosi vicino al mare “E che facciamo?” “Balliamo!” “Non c’è musica!” “Oh si che c’è!” “E sarebbe?” “Il mare!” “Ma il mare fa rumore!” “Eh no Marzia, quello del mare non è rumore, è musica!” Così iniziò a farla volteggiare coi piedi sulla sabbia e poi nell’acqua, tenendo il tempo di quel suono, il suono delle onde. E Marzia poteva sentire il battito del suo cuore e di quello di Tae. E pensò che forse nemmeno quello era rumore. Anche quei battiti erano suoni. Kai era sulla via di casa. Il suo cellulare suonò. Era Suho, uno dei suoi migliori amici. “Che c’è?” rispose “Stasera si esce, si va a ballare e non voglio sapere storie. Ci sono anche Lay, Sehun e Chanyeol! Non si accettano rifiuti!” disse il suo amico “A che ora?” “Passiamo a prenderti per l’una, se non ti troviamo a casa ti verremo a cercare per tutta Seoul!” “Tranquillo, ci vengo!” “Bene!” Kai mise giù. Non vedeva i suoi amici da un po’ e forse quell’uscita gli avrebbe fatto bene. “Che palle qui senza Marzia!” disse Claudia a Celeste “Che palle con voi tre in queste condizioni!” ribattè Celeste seccata “Eddai!” “No Claudia, mi avete seccata. Sono già piena di problemi, vi ci mettete pure voi tre a comportarvi come delle adolescenti impazzite!” “Ma io non sto dicendo né facendo nulla!” “Hai fatto pure troppo, guarda!” “In che senso?” “Beh potresti tenertela ogni tanto!” “Ma lo sai che l’ho respinto duemila volte!” “SI ma dopo ci sei cascata uguale!” “E che diamine, ero ubriaca!” “Una volta, e la seconda?” Claudia guardò Celeste con aria colpevole “Pensavo che a lei non importasse nulla, dato che sta con Luhan!” “Claudia, mannaggia… io sono convinta della tua buona fede, ma non deve essere stato facile per Letizia vederti avvinghiata a lui.” “Cosa devo fare?” “Lascia che si calmino un po’ le acque poi prova a parlarle.” “Le passerà?” “Spero di si, anche perché finchè non passa a lei non passa nemmeno ad Elettra!” “Lei mi vuole morta!” “E’ sua sorella, è normale, sai quanto sono legate! Piuttosto con Baekhyun com’è andata?” “Beh… nulla gli ho detto la verità…” “E lui?” “Mi ha offerto una spalla su cui piangere!” Celeste sgranò gli occhi “Come?” “Si!” “Non dirmi che ti ha perdonata!” “Non c’era nulla da perdonare perché non stavamo insieme, comunque abbiamo deciso di rimanere amici!” “Bah, almeno questo! Cosa hai intenzione di fare con Jonghyun?” “Intendo parlarci. Non voglio più averci a che fare in quel senso.” “Oh bene, parli da saggia… meno male. Ascolta ora ho io da parlarti.” “Dimmi pure!” “Sono stata dal medico qualche giorno fa per un controllo!” “Oh… come va la gravidanza?” “Sono molto debole e non posso fare sforzi o sobbarcarmi fatiche eccessive quindi…” “Quindi?” “Non potrò tornare in Italia tra 10 giorni!” “Cosa?” urlò Claudia sconvolta “Abbassa la voce!” “Che che stai dicendo?” “Claudia non posso tornare. Se mi affatico questo bambino lo perdo, devo rimanere a Seoul!” “Lo…lo… sa qualcuno a parte me?” “Jinki!” “E Marzia?” “Non ho avuto modo di parlarle. Appena torna glielo dico!” “C’è qualcuno in casa?” quella voce familiare interruppe la conversazione “Minho!” dissero le due ragazze in coro “Oh siete qui!” disse Minho andando in salotto. Poi fissò Claudia. Gli erano venute in mente le parole di Letizia ed aveva iniziato a lambiccarsi il cervello. Claudia, rossa come un pomodoro fece ciao con la mano. “Ciao Minho, che ci fai qui?” chiese Celeste “Sono venuto per Onew. Mi hanno regalato degli ingressi per un party in discoteca stasera, sono venuto a portarveli!” “Io mi sa che devo passare!” disse Celeste “Niente affatto. Abbiamo un tavolo, me lo sono fatto prenotare apposta, cì puoi venire anche tu e stare seduta!” “Oh Minho, ma è fantastico!” disse Celeste che finalmente riusciva a mettere becco fuori di casa. “Siamo in 10 no?” “Si…” “Ok, perfetto, allora dov’è il tuo ragazzo?” “AH non so! E’ uscito mezz’ora fa.” “Ok, li lascio qui sul tavolo, ci vediamo stasera davanti al locale all’una, mi raccomando, puntuali, avvertite Taemin e Marzia, appena tornano!” “Sarà fatto!” disse Celeste “Ciao. Ciao Claudia!” disse notando che la ragazza, contrariamente al solito era rimasta in silenzio. “Ciao!” disse Claudia color pomodoro “Questo posto è stupendo!” disse Marzia mentre camminava per mano con Taemin “Sai mi ci portava sempre mio nonno, mi diceva che un giorno ci sarei dovuto venire con una persona speciale e… eccomi qua!” “Hai scelto me?” “Si, per venire qui e per qualsiasi altra cosa che verrà in futuro!” “Io… io sono senza parole, davvero nessuno mi aveva mai parlato così o fatta sentire così importante, a volte credevo di essere invisibile!” Taemin si piegò e raccolse dal suolo una conchiglia e una stella marina. “Vedi questa?” disse indicando la stella “SI!” “Ecco tu sei come lei. Difficile da trovare, perché non emergi subito, sei discreta, ti nascondi. Però per chi è fortunato e ti trova sei un essere dalla bellezza rara, delicato e speciale. E… quando un giorno, semmai, ti sentirai triste prendi questa e ascolta il suono del mare…penserai a me, a noi e allora saprai che vicino a te ci sono io!” disse mettendole la conchiglia all’orecchio. Una lacrima solitaria le rigò il viso e Marzia pensò che quello dovesse essere l’apice della sua felicità. Quando fu ora di tornare a Seoul, scattarono qualche foto ricordo di quel posto incantato. Poi Si infilarono in macchina e tornarono al caos della città. “Cosa sono quei cosi sul tavolo?” chiese Elettra rientrando a casa “Dei biglietti per una festa stasera!” le rispose Claudia “Non ho parlato con te!” disse Elettra acida “Nella stanza ci sono io!” “Nella stanza c’è anche Celeste!” “Che essendo stufa di voi due se ne va. Ciao!” fece Celeste alzandosi e sparendo dietro la porta. “Me ne vado in camera!” disse Elettra “Aspetta!” la chiamò Claudia “Che vuoi?” “Non possiamo continuare così, non mi parli da due giorni e in 5 anni non era mai successo!” “In 5 anni non ti eri mai fatta il tipo che piaceva a mia sorella!” “Elettra mi dispiace.” “Non è abbastanza, tu Jjong non lo dovevi nemmeno guardare!” “Ho sbagliato, ma sai che non l’ho fatto con cattiveria!” “forse se fossi stata cattiva e meno avventata, forse in quel caso ti avrei potuta perdonare. Ma tu eri come una sorella per noi e ora hai spezzato il cuore a Letizia. Stai lontana.” E se ne andò anche lei. Claudia rimase da sola con il rumore dei suoi rimorsi. Il tempo di arrivare a casa e Marzia e Taemin furono gentilmente invitati dal resto del gruppo a vestirsi perché dovevano uscire. In meno di mezz’ora erano tutti e dieci pronti per la serata. Ognuno aveva tirato fuori il meglio di sé per quell’evento e tutti e dieci erano seriamente intenzionati a divertirsi. “Minho, ma qua abbiamo un tavolo condiviso!” disse Jjong “Ho trovato solo questo!” rispose Minho “Oh poco male, speriamo sia gente simpatica!” fece Letizia che aveva dovuto combattere fuoco e fiamme per convincere Luhan a lasciarla andare “Alla fine ce l’hai fatta a venire!” le disse Jjong Lei non rispose “Ancora non ho capito la piazzata dell’altro giorno!” continuò lui Letizia si allontanò e lui la seguì. “Si può sapere che hai?” “Jjong non hai niente da fare, dov’è la tua Claudia?” “Non ne ho idea. Perché me lo chiedi?” “Perché mi stai addosso?” “Perché voglio capire che è successo. Eravamo amici ma è due giorni che non mi parli!” “Beh, caro mio mettitelo in testa io non voglio essere amica tua!” disse Letizia urlando per sovrastare la musica. E detto ciò lo abbandonò. “Jjong ti devo parlare!” disse Claudia “Oh eccoti, dai andiamo da qualche parte!” “Io e te non andremo da nessuna parte!” “Perché?” “Occorre che facciamo due chiacchiere!” “Stasera?” “Si stasera!” Così si allontanarono dagli altri “QUell’idiota non cambierà mai!” disse Elettra vedendola allontanarsi con Jonghyun. “Perché te ne stai immobile come uno stoccafisso?” La voce di Key la distolse dai suoi pensieri “Perché mi rompi le scatole?” rispose lei “Drink?” “E sia!” Key prese un bicchiere e le fece al volo un cocktail leggero. Poi la prese per mano e la portò al centro della pista a ballare. Mentre JOnew e Celeste amoreggiavano sui divani del privè, Marzia e Taemin ridacchiavano abbracciati in piedi. In tutto quel trambusto, nessuno notò che cinque bei ragazzi stavano entrando nel privè, proprio quei cinque con i quali avrebbero dovuto condividere il tavolo quella sera. Fu un istante. Kai intercettò il suo sguardo. Marzia nascose il viso dietro la spalla di Taemin. “Che c’è?” le chiese lui notando che non rideva più Poi voltandosi capì il problema. “Che cavolo ci fa qui?” si chiese esasperato Quando Minho vide Kai al loro tavolo capì che si erano messi tutti in un bel pasticcio. “Andiamo via di qui!” disse Kai ai suoi amici “Sei impazzito? Ho fatto la guerra per questo tavolo!” disse Suho “Ok, ma…” “Ma cosa? Divertiti Kai, ultimamente stai diventando noioso. Ecco guarda là c’è una coi capelli rossi che ti sta fissando, al tuo solito ancora devi arrivare e già hai rimorchiato, vai amico, su.” Disse Chanyeol Kai guardò prima Marzia poi quella ragazza. Non la conosceva ma pensò che doveva assolutamente trovare una distrazione per la serata. Così si avvicinò alla sconosciuta. “Per fortuna ha trovato compagnia!” disse Minho a Taemin “Già, meno male, averlo tra i piedi mi snerva!” rispose Taemin mentre beveva il suo cocktail “Marzia dov’è finita?” “Ha accompagnato Celeste in bagno” “E Onew?” “Fuori…” “A fare?” “Ma che ne so starà fumando una sigaretta!” “Di nuovo?” “Sai com’è…finisce e ricomincia, ricomincia e finisce. Avrà ripreso il vizio dopo la notizia della gravidanza di Celeste!” “Ossignore.” Al centro della pista Key cercava disperatamente di capirci qualcosa con Elettra. Ma quella proprio non voleva saperne di farsi capire, tanto che ad un certo punto dopo aver ballato incollati, quando lui aveva provato a baciarla se l’era data a gambe con una scusa banale. Letizia, dal canto suo, si era messa seduta a perder tempo scambiando due chiacchiere ora con Celeste ora con Onew. Per fortuna Marzia e Taemin non avevano più beccato Kai. La serata volò via velocemente e fu ora di tornare a casa. Kai seguì quella ragazza fin dentro casa sua. Poi lei senza troppe esitazioni si levò i vestiti, lo tirò a sé ed iniziò a baciarlo. Lui provò a lasciarsi andare ma più ci provava più si innervosiva. “Tutto bene?” gli chiese quella levandogli prima la maglia poi i jeans. “E… no… mi spiace, non ce la faccio!” disse lui rivestendosi alla svelta “Ma non sei Kai?” chiese la ragazza delusa “SI!” “Beh allora perché non ce la fai, se ne dicono tante su di te!” “E si vede che ti hanno informato male, io me ne vado ciao!” e detto ciò scappò letteralmente via da quella casa. Una volta fuori respirò l’aria fresca della sera. Poi iniziò a correre. La strada, i palazzi, le luci, tutto correva insieme a lui, fino a quando, ormai con il fiato strozzato arrivò sotto casa di Taemin. Prese il cellulare e inviò un messaggio. Il telefono di Marzia emise un bip. Era in camera sua quella notte, perché i genitori di Taemin non erano ancora andati a dormire quando erano rientrati e quindi né lei né Tae erano riusciti a raggiungersi. “Sono qui fuori. Kai!” Lesse. Un tuffo al cuore. Quel ragazzo era impazzito. Si buttò addosso la prima cosa che aveva e facendo attenzione a non fare rumore uscì di casa. Lo trovò ad aspettarla in un angolo. “Tu sei un idiota!” bisbigliò prendendolo per un braccio e trascinandolo lontano da dove qualcuno potesse vederli “Ero con una ragazza…” disse Kai “E perché non ci sei rimasto?” “Non ci sono riuscito, mentre ero con lei pensavo a te!” “Kai la devi smettere, non puoi fare così, lo capisci o no?” “Ma perché non mi dai una possibilità!” “Perché sto con un altro!” “E se non fossi stata con lui?” “Ma che discorsi sono?” “Non lo so nemmeno io che dico, aiutami a trovare una soluzione, sto impazzendo!” “La soluzione è che la smetti di pensare a me, basta.” “Non posso.” “Perché non puoi!” “Perché ti amo!” Marzia rimase pietrificata. Lo fissò negli occhi e le sembrò per un attimo di sentire il rumore dell’anima tormentata di quel ragazzo, quell’anima tormentata da lei. O forse era anche quello un suono?

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Capitolo 33
*** ACQUE SMOSSE ***


“Tu cosa?” chiese Marzia “Io ti amo!” “Ma… ma smettila Kai… cioè tu manco mi conosci!” “Lo so ma è una cosa che non si può spiegare! Ti amo e basta!” “Kai mi stai tormentando la vita, perché diavolo non ti arrendi e basta?” “Non posso Marzia, non posso!” Un rumore improvviso li fece sussultare “Seguimi!” le disse Kai prendendola per mano “Seguirti dove?” “In un posto dove possiamo parlare!” “Non ci penso nemmeno!” “Guarda che urlò e sveglio tutti!” “Ok calmati, vengo con te!” E così si avviarono verso chissà dove… Dopo un po’ che camminavano Marzia approfittò della distrazione di Kai per darsela a gambe. Mentre correva nel freddo della notte un’auto si accostò a lei. Dei tizi dall’aspetto poco raccomandabile iniziarono a fischiare e a parlarle. Marzia non capiva una sola parola. Accelerò il passo. Quelli inchiodarono la macchina e scesero. Si avvicinarono… Lei iniziò a correre, ma quelli la raggiunsero e si avventarono contro di lei buttandola a terra. Si sentì persa, chiuse gli occhi. Due mani forti afferrarono il primo degli aggressori e lo scaraventarono a terra. Subito dopo fecero lo stesso con l’altro. Kai. Il ragazzo iniziò a picchiare a sangue freddo e con una rabbia assurda tutti e tre i tizi che avevano aggredito Marzia. Quelli, però non si davano per vinti, e gli saltavano addosso riempiendolo di pugni e calci. Marzia dopo un primo momento di shock saltò in piedi e si avventò contro di loro. Una sirena della Polizia mise tutti in guardia. Kai prese Marzia per mano e scappò via tirandosela dietro. Si rifugiarono in un vicolo. Quando furono al sicuro si fermarono e si poggiarono con le spalle al muro ansimanti. “Tu sei un’emerita idiota!” disse Kai nervoso “Ma cosa ti è saltato in mente, cosa credi che Seoul sia il paese delle bambole?” “Mi dispiace io…” “Tu cosa? Se ti succedeva qualcosa io…” “Ma non è successo…” “Si..aih!” Kai si portò una mano sulla fronte. Marzia lo guardò e constatò che aveva dei graffi assurdi e anche un occhio semi pesto. “Stai messo male!” gli disse “Decisamente… ho visto tempi migliori.!” “Aspetta qui!” “Dove vai” Marzia si strappò con forza un pezzo della maglia che indossava si avviò verso una fontanella lì vicino e lo bagnò. Poi raggiunse Kai che nel frattempo si era seduto per terra dolorante. Si inginocchiò e gli si avvicinò. Con delicatezza iniziò a disinfettargli la ferita. “Cazzo!” disse Kai, gli bruciava “Smettila, non fare il bambino!” Kai respirò e aprì gli occhi. Così si ritrovò quel viso a pochi centimetri dal suo. Lei gli teneva la testa con una mano e con l’altra gli passava quel pezzo di stoffa sulla ferita. Marzia si fermò per un attimo e lo guardò. Era bellissimo. I suoi occhi erano magnetici. E le aveva appena salvato la vita. Kai avvicinò il viso a quello di Marzia per baciarla. Lei si ritrasse. “Riportami a casa!” gli disse E Kai obbedì. Jjong addentò quella specie di dolcetto che sua madre gli aveva lasciato sul tavolo per colazione. Non aveva molta voglia di mangiare. Aveva la testa che scoppiava. Aveva nelle orecchie le parole di Claudia che rimbombavano incessantemente. “Non m interessi.” Gli aveva detto lei appena due sere prima, quando lo aveva trascinato fuori dal locale. Quando lui aveva provato a chiedere spiegazioni gli aveva detto di guardarsi intorno perche c’era tra tutti loro una persona che a lui ci teneva davvero. “Chi è?” aveva domandato, allora, Jjong “Lo devi scoprire da te!” era stata la risposta di Claudia E poi era arrivato Baekhyun e se la era portata via. Da allora Jjong continuava a tormentarsi cercando di capire chi mai tra le ragazze potesse essere così tanto presa da impedire a Claudia di stare con lui. Marzia e Celeste erano, palesemente da escludere, Elettra era pane per i denti di Key e… Si battè un mano in fronte “Letizia!” disse come colpito da un fulmine. “Sai dov’è Luhan?” chiese Letizia a Sehun. Quella mattina era andata a trovarlo al campo di basket, perché era da due giorni che non vedeva il ragazzo. Sehun si scompigliò i capelli poi la guardò. “Luhan si sta allenando!” rispose “E tu come mai non ti alleni?” “Faccio panchina, mi sono fatto male, e sono in fase di ripresa.!” “Mi spiace!” “Anche a me. Comunque finiamo tra un’ora, sei un po’ in anticipo!” “Non sapevo nemmeno vi steste allenando!” “Ho notato che ultimamente perdi colpi con Luhan, c’è qualcosa che non va?” “Perché me lo chiedi?” “Perché sono il suo migliore amico e sono sicuro che con te abbia preso una grande cantonata!” Letizia lo guardò malissimo. Che razza di sfacciato. “Come hai detto?” chiese “Ho detto che secondo me tu a Luhan non ci tieni più di tanto!” “E cosa te lo fa pensare?” “Il fatto che la sera preferisci andare a ballare con altra gente, al posto di stare con lui, e non ti prendi nemmeno la briga di invitarlo. Il fatto che se non vi vedete non alzi il telefono per chiamarlo, e che quando siete insieme stai sempre con gli occhi incollati sul cellulare ad aspettare la chiamata di chissà chi!” Letizia rimase stupita. Come diavolo aveva fatto a notare tutte quelle cose? E Luhan lui quelle stesse cose, le aveva notate? La conversazione fu interrotta dall’arrivo di Luhan “Chi non muore si rivede!” disse lui “Ciao!” fece Letizia “Io vi lascio!” fece Sehun allontanandosi “allora, qual buon vento?” chiese Luhan “Vedo che sei arrabbiato!” disse Letizia “Ma va?” “Non capisco!” “Mi pianti la sera da solo senza prenderti la briga di invitarmi e poi sparisci per due giorni… secondo te dovrei esserne felice?” “io…” “In più, Lay, amico di Kai mi viene a riferire che hai fatto una piazzata a Jjong urlando come una matta che non volevi essere sua amica! Mi daresti una spiegazione?” “ecco… ascolta avrei dovuto dirti questa cosa da tempo, però non ho avuto molto il coraggio e poi ci siamo iniziati a frequentare e…” “A te piace Jonghyun. E’ inutile girarci intorno. Me ne sono accorto da come lo guardavi quella mattina al negozio, o dalle volte che ti ho sorpreso a leggere quei due messaggi che ti ha inviato. Non ultimo quello che Lay mi ha riferito.E’ evidente che è destino mio e di mio fratello essere presi in giro.” “mi dispiace, Luhan!” “Oh non dispiacerti, quello tonto sono stato io. Ma pensavo che la cosa ti sarebbe passata. E invece no. Beh piuttosto che farmi prendere ancora in giro da te preferisco smetterla qui.” “Ma Luhan…” “Non voglio sentire commenti. La mia strada e la tua si dividono qui… non ho altro da dire.” Marzia e Taemin erano in piedi già da un po’ quella mattina. Lei non aveva dormito a lungo dopo quella notte strana. E quella mattina dovevano provare il pezzo per l’esame finale di Taemin al quale lei avrebbe partecipato come sua partner. Dopo due ore di salti, piroette, e quant’altro erano letteralmente distrutti. “Io non capisco!” disse Marzia esausta “Perché hai scelto questa canzone!” “Ah… perché quando la ascolto mi fa pensare a te!” disse Taemin “Ma parla di una ballerina di New York!” “Quando ci andremo in viaggio sarai tu la ballerina di quella canzone!” “Vuoi andare a New York?” “Non è esatto, voglio andare a New York con te!” “Oddio, e quando?” “C’è un premio per il migliore che terminerà l’accademia. Sono tanti soldi… Se lo vinco, partiamo ad agosto stesso!” “Dici davvero?” “Mai stato più convinto!” “Io… oh Tae, non so che dire!” “Se mi dici no ci rimango male!” disse Taemin intristendosi “Ma potrei mai dirti di no? Io sono davvero felice, ma non voglio che spendi tutti tuoi soldi per me…” “Se avrò quei soldi, a parte la mia famiglia, non avrò altro interesse se non andare a New York con te.” “Mi dai il permesso di piangere?” “E’ così triste?” “No sono davvero troppo felice.” Suonarono alla porta. “Chi sarà a quest’ora?” disse Taemin alzandosi per andare ad aprire “Taeeee tesoro!” disse Mia buttandosi addosso a lui e stampandogli un bacio su una guancia. Marzia si alzò di scatto, mentre Taemin allontanava quella piovra. “Mia, che ci fai qui?” chiese serio “Mi mancavi, sono venuta a trovarti!” “Potevi avvertire!” “Ma dai, dopo quello che c’è stato tra noi, dovrei anche avvertire.” Marzia tossì per segnalare la sua presenza “Oh, ciao, non te ne sei ancora andata?” disse Mia “No, si da il caso che io sia ancora qui!” rispose Marzia piuttosto seccata “Che ragazza fortunata che sei stata, uno dei più bei ragazzi di Seoul… o forse dovrei chiederti chi preferisci tra lui e Kim Jong In…” Taemin guardò prima Mia e poi Marzia confuso “Kai Cosa c’entra?” chiese Marzia “Si dice ti stia alle calcagna e si sa… quando Kai attacca non c’è speranza per la sua preda, anzi mi stupisco che siate ancora tutti interi.” Marzia stava per rispondere ma Taemin la fermò. “Mia cosa vuoi?” le chiese “Ero venuta per chiederti se ti andava di accompagnarmi a pranzo, è una vita che non ci vediamo!” Marzia sgranò gli occhi, ma che faccia tosta. “Anzi ora che ci penso tre giorni fa abbiamo scambiato due chiacchiere ma andavamo così di fretta che…” “Due giorni fa!” pensò Marzia. Taemin non le aveva detto di aver incontrato quella sciacquetta due giorni fa. Lo guardò, lui era visibilmente imbarazzato. “Mia capisci che la tua richiesta è inopportuna!” disse Taemin grattandosi la testa “Non vieni?” “Mi pare ovvio di no! E ti chiedo di non piombare più qui a casa mia!” “Ma se tu rispondessi alle chiamate, ai messaggi, io non piomberei qui!” Chiamate, messaggi? Marzia era sempre più sconvolta. “Ciao Mia!” disse Taemin e la spinse fuori sbattendole la porta in faccia. “Credo che tu mi debba della spiegazioni!” disse Marzia una volta rimasti soli Mia uscì infastidita. Non c’era niente da fare, Tai era di coccio. Ma i suoi guai non erano finiti. Qualcuno da lontano l’aveva vista entrare e con pazienza stava aspettando che lei uscisse da quella casa. Key, infatti, che era andato a trovare Elettra vedendola entrare si era insospettito, soprattutto per il fatto che quella ragazza bazzicasse le zone di GD un tipo non proprio tranquillo. Quando fu sicuro di non essere scoperto decise di seguirla. Elettra avrebbe capito, del resto, la stava trascurando per una giusta causa. “Taemin spiegami perché quella irrompe in casa tua, parlando di incontri, pranzi, messaggi… cose di cui tu non mi hai parlato!” chiese Marzia isterica “Non è come sembra!” disse Taemin “Beh allora spiegami com’è. Io a costo di farti arrabbiare ti ho raccontato tutto di Kai.” “L’ho incontrata fuori da un negozio due giorni fa e l’ho a malapena salutata. E’ lei, poi, che mi manda messaggi, o mi telefona e come hai ben potuto sentire non le ho mai risposto.” “Perché ti sta addosso?” “Perché Kai ti sta addosso?” “Cosa c’entra Kai adesso?” “Beh, molte persone lo associano a te! Non si sente parlare d’altro!” “Credi alle idiozie che dice la gente?” “No… ma se io credo alla tua buona fede tu devi credere alla mia. Se non ti dico tutto è per non metterti in allarme. Dio pare ci sia una congiura contro di noi.” “Magari questa congiura c’è!” disse Elettra entrando nel salotto “Che ci fai tu qui, non eri con Key?” le chiese Marzia “E’ in ritardo, nulla di nuovo.” “A che ti riferisci?” chiese Taemin “Park si sente con GD, e GD a sua volta, si vede spesso con Mia… io e Key lo abbiamo scoperto di recente. E in più c’è la storia che Minho ti ha raccontato sulla sera che Park lo ha avvicinato subito prima che si materializzasse Kai dal nulla. Secondo me è Park che dirige le fila di tutto!” “Ma è assurdo!” disse Taemin “Sono congetture senza collegamento!” “Si Elettra, è vero, sono cose sconclusionate. Perché Park dovrebbe avercela con noi?” disse Marzia, anche se Park non le piaceva non voleva dire che dovesse buttarle fango addosso. “Perché lei ama Taemin…” “Oddio anche tu con questa storia!” disse Taemin “Ama Tae!” disse Marzia sgranando gli occhi “Che storia è questa?” “Oddio Marzia no… è che…” “Ma è possibile che tutta Seoul ti sbavi dietro?” urlò Marzia isterizzata Poi prese la giacca e si avviò verso la porta “Ho bisogno di aria!” disse. “Marzia!” la chiamò Taemin “Lasciala andare!” gli disse Elettra “Tante grazie!” disse Taemin guardandola in cagnesco e uscendo di casa. Ma fuori qualcuno lo bloccò. “Celeste che c’è?” chiese trovandosi la ragazza davanti con una strana faccia giallognola “Jinki è fuori con tuo padre, io ero andata a fare due passi e… mi gira la testa!” rispose lei aggrappandosi a Taemin e svenendo per l’ennesima volta Era la fine di luglio. Però quel giorno non faceva caldo, sferzava il vento, era così violento che a Marzia faceva male al viso. Camminava nervosamente per strada. Il suo cellulare prese a squillare. “Chi è?” rispose brusca “Ti vedo dalla mia finestra!” disse Kai “Non ti ci mettere anche tu!” “Posso scendere a salutarti?” “Fai quello che ti pare!” Non aveva la forza per mettersi a litigare con lui Kai scese velocemente e la raggiunse. “Sei stravolta, cosa hai?” le domandò “Niente che ti riguardi!” disse lei “Avanti, me ne puoi parlare!” “Oddio Kai, non ti ci mettere pure tu!” disse sedendosi su una panchina. Kai si accomodò vicino a lei “Problemi?” domandò “Abbastanza.” “Vuoi parlarne?” “Sei la persona meno indicata, Dio che mal di testa!” disse poi prendendosi la testa tra le mani. “Perché non ti stendi un po’!” le disse lui “SI, aspetta!” “Fidati!” “Beh alzati, allora così mi stendo!” Kai si alzò, lei fece per stendersi, poco prima però che poggiasse la testa lui si sedette di nuovo, le prese dolcemente la testa e gliela poggiò su di lui. “Che stai facendo?” disse lei guardandolo “Ti massaggio le tempie, fidati, funziona!” disse iniziandole ad accarezzare i capelli Marzia chiuse gli occhi e sospirò, tanto era inutile protestare, quel ragazzo faceva di testa sua. Passarono tanti minuti, forse anche mezz’ora. Kai aveva ragione, funzionava. Lui la guardava. E gli sembrava sempre più bella. Smise di accarezzarle i capelli, poi si chinò; lei era lì, apparentemente serena, non era sul piede di guerra come al solito, chissà per quale motivo. Credendo che stesse dormendo avvicinò le labbra alle sue e la baciò. Marzia spalancò gli occhi. La stava baciando, quel folle la stava baciando. Lo spinse indietro e si tirò su. “Non provare mai più a rifarlo!” urlò “Ma…” “Vai al diavolo!” disse e lo mollò lì da solo. Mentre camminava scivolò sul terriccio e cadde a terra sbucciandosi un ginocchio. Kai corse da lei e fece per tirarla su. Lo schiaffò di Marzia lo raggiunse in pieno viso. “Mi stai rovinando la vita allontanati da me!” urlò rimettendosi in piedi e andandosene. Kai rimase immobile avvilito. Non sapeva più cosa fare.

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Capitolo 34
*** LA TELA DEL RAGNO ***


Marzia si fermò soltanto quando fu sicura di essersi allontanata debitamente da Kai. Non ci poteva credere. L’aveva baciata. Aveva approfittato di quel suo momento di distrazione per baciarla. M a che razza di persona era? Come aveva fatto a credere di potersi fidare di lui? Camminando di fretta andò a sbattere contro qualcosa, o meglio contro qualcuno. “Park!” disse “Marzia!” fece lei con un tono meno socievole “Scusami andavo di fretta e ti ho urtata, spero di non averti fatto male!” “Beh di sicuro hai le spalle più larghe delle mie e sei più alta di me ma, non… sono intera. Dove vai così distratta?” “Torno a casa. Ho… ho fatto due passi!” “Problemi? Hai una brutta cera!” “Io? No… no sono solo un po’ stanca.” “Beh tra cinque giorni te ne torni in Italia ne avrai di tempo per riposare!” “Eh… non sono poi così allegra, mi dispiacerà lasciare Taemin anche se per poco tempo!” “Cosa intendi, per poco tempo?” “Non lo sai? Dopo che ci siamo fidanzati ha chiesto ai suoi genitori di venire a stare in Italia con me e loro gli hanno accordato il permesso!” Park guardò Marzia con odio. Quella notizia le aveva gelato il sangue. Marzia capì che qualcosa non andava. “Oh, bene, sono felice per voi!” mentì Park “Grazie, ora io devo andare perché…” “No, cara, aspetta… dove corri? Disse fermandola “Vieni, prendiamo qualcosa da bere!” “Ma io devo tornare a casa, mi staranno aspettando!” “La signora Lee non si è mai arrabbiata per qualche minuto di ritardo!” La condusse in un bar del centro e si accomodarono in uno dei tavoli. “Allora, Marzia, dimmi un po’ come è andato questo soggiorno a Seoul?” Marzia non rispose subito. Le dava fastidio che lei parlasse della sua permanenza lì come una cosa finita. C’erano ancora 5 giorni, non le andava che affrettasero le cose. “Bene!” rispose alla fine “Bene? Solo bene? Cavolo tesoro sei nel fiore della tua storia e dici solo bene. Mi sarei aspettata un meraviglioso!” Park e i suoi modi poco gentili iniziavano a darle fastidio. SI agitò. Park lo capì e continuò a tormentarla “Allora tesoro, hai conosciuto qualcuno, a parte gli amici di Taemin?” “No!” rispose secca Marzia “Ma come no? Mi hanno detto che c’è un bellissimo giovanotto appena ventenne che ti fa una corte serrata, e che giovanotto, niente meno che il più bello di Seoul!” “Non so di chi tu stia parlando!” “Il nome Kim Jong In… ti dice niente?” “No!” “Non mentire, so che lo conosci!” “Anche se fosse non vedo come possa interessarti!” Marzia ora era decisamente spazientita. “Ma cara, perché ti scaldi, stiamo solo facendo due chiacchiere tra donne.” Marzia non rispose. Non voleva cascare nella ragnatela che quel ragno malvagio le stava tessendo. Ora le parole delle sue amiche iniziavano a essere chiare e lei si stava convincendo sempre di più che dietro a tutti quegli imprevisti ci fosse lei, Park. Ma non capiva il perché. “Park non mi hai mai rivolto la parola da quando sono a Seoul, e ora mi parli di chiacchiere tra donne?” chiese fissandola “Oh ma perché sei così ostile, tesoro? Cercavo solo di conoscere la mia futura cognata!” In quelle parole c’era molto sarcasmo e Marzia lo percepì. SI alzò dalla sedia e fece per andarsene. “Kai è innamorato di te!” le disse Park Marzia si fermò e si voltò a guardarla “Io fossi in te ci penserei… a volte non sempre la strada che intraprendiamo per prima è quella giusta!” “Io fossi in te penserei a organizzare il tuo matrimonio, considerato che hai 28 anni, non ha un lavoro e se non fosse per i Lee saresti in mezzo ad una strada!” disse Marzia freddamente, fissandola Quelle parole furono per Park come una sfilza di coltelli in petto. “Tu…” “Io cosa?” “Me la pagherai!” “Non mi fai paura, Park, qualunque cosa tu stia tramando sappi che lo scoprirò, ti consiglio di tornare sui tuoi passi.” E detto ciò si allontanò. Quella conversazione era durata pure troppo. Key seguiva Mia, cercando di non farsi scoprire. La ragazza si guardava intorno e procedeva a passo spedito, quasi impaurita. Non ce la faceva da solo a controllare la situazione. Poi lampo di genio. Era giusto sotto casa di Minho, prese il cellulare e compose il suo numero. “Key che c’è?” rispose lui “Ti disturbo?” “Stavo studiando, considerato che tra due giorni ho l’esame e non so nulla!” “Molla tutto e scendi!” “Perché?” “Perché si, muoviti!” Minho chiuse la conversazione, si infilò la giacca e raggiunse l’amico, che si era nascosto dietro ad una pianta. “Che ci fai lì?” gli chiese “shhh… guarda là!” disse indicando Mia “Beh, è Mia, dunque?” “Dunque te l’ho detto che si incontra con GD ed Elettra mi ha detto di aver visto sul cellulare di GD delle chiamate di Park.” “Quindi secondo te dovremmo seguirla?” “Credo proprio di si!” “Oddio siamo pazzi.” “Beh, è per una giusta causa, andiamo!” La pioggia iniziò a devastare di nuovo Seoul. Taemin non vedendo tornare Marzia iniziò a preoccuparsi. Accompagnata Celeste per la milionesima volta in pronto soccorso, una volta arrivato Jinki, era tornato a casa ad aspettare la sua ragazza. Ma dopo tre ore non era ancora tornata. Lo prese l’ansia. Chissà dov’era? E se si fosse persa? O peggio se avesse incontrato qualche malintenzionato. Troppo esagitato per star fermo ad aspettarla uscì sotto il diluvio per andare a cercarla. “Minho diluvia, qui!” disse Key “Lo vedo!” rispose Minho “Ma dove cavolo sta andando Mia?” “E che ne so, co sta pioggia non si vede niente e ho le scarpe piene d’acqua.” “Guarda là, si infila nel portone!” disse Key “Key sei proprio un testone, quello è il portone di casa sua, l’abbiamo pedinata sotto il diluvio per nulla.” “Minho!” “SI!” “Siamo due emeriti imbecilli!” “Key!” “SI!” “Parla per te!” Il cellulare di Kai squillò. Non rispose. Uno squillo, due, tre… Silenzio. Qualche secondo dopo riprese a suonare. Kai sapeva bene di chi era quel numero ed era per questo che non rispondeva. Alla terza chiamata fu costretto a rispondere “Quante volte volevi che chiamassi, mille?” urlò Park “Sto studiando!” disse Kai “Beh allora chiudi i libri e vieni al parco, ti devo parlare!” “Non ci penso nemmeno!” “Sbrigati!” “Ho da fare!” “Ti do 20 minuti dopo di che quello che ho in mano farà il giro di Seoul” Kai si fece attento “Cos’hai in mano?” le chiese “Vieni al parco tra 20 minuti e lo saprai.” La pioggia batteva incessante. Marzia si arrampicò su per la Torre. Dopo mezz’ora arrivò in cima e si accasciò su uno dei muretti ad ammirare il paesaggio. Quella città l’aveva incantata. Quante cose erano successe. Quanto era cambiata. Lì aveva trovato l’amore, lì aveva trovato amicizia, lì aveva trovato i guai che la stavano perseguitando. Dopo tutti quegli episodi iniziava ad avvertire una certa stanchezza. Un fulmine squarciò il cielo. Marzia sussultò. Tra le cose di cui aveva paura c’erano i fulmini. Due mani dolcemente le cinsero la vita. Un bacio dolce le sfiorò la testa bagnata. Non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse. “Tae!” disse “Che ci fai qui da sola, e zuppa?” le chiese lui Marzia si voltò e lo guardò. Anche Taemin era zuppo. “Come mi hai trovata?” “D’istinto. So quanto ti piace qui, è stato il primo posto dove ho guardato!” “Avevo bisogno di stare un po’ sola!” “Tutto passato?” le chiese scostandole i capelli fradici dal viso “Si!” rispose iniziando a piangere “Cosa c’è?” le chiese Taemin abbracciandola “Sta per finire il mio periodo qui!” rispose lei singhiozzando “Ne avremo di altri!” ripose Tae accarezzandole la testa mentre lei piangeva sul suo petto “E se dovesse andare male?” “Ma perché dovrebbe?” “Non lo so, ho paura. C’è mezzo mondo che ci separa!” “Marzia si tratta di stare lontani ancora per poco. A ottobre finisco l’accademia e vengo da te e non saremo mai più divisi!” “Davvero?” “SI, davvero!” Le diede un bacio lungo, tenendole il viso, abbracciandola. Soffriva nel vederla piangere. Poi la prese per mano e insieme scesero giù. Una volta a casa si disfarono di quegli abiti bagnati e fecero l’amore in un modo dolce e pieno di passione allo stesso tempo. “Non devi avere paura. La distanza finirà e anche se ci fosse il mondo intero tra noi, troveremmo comunque il modo per rincontrarci!” disse Taemin “Io ti verrei a cercare anche in capo al mondo!” “E’ lo stesso per me.” Kai incontrò Park sotto la pioggia. “Dimmi cos’hai?” le chiese aggressivo “Quanta fretta!” disse lei “Park ti tiro il collo, la devi smettere di tormentarmi. Io in questa storia non ci voglio più stare!” “Tu ci sei dentro fino al collo Kai.” “Non ho intenzione di rimanerci un minuto di più.” “E qua che ti sbagli.” Disse porgendo a Kai una busta Kai la afferrò e la aprì. Ne estrasse tre foto. Una ritraeva lui che era ad un centimetro dalla bocca di Marzia mentre lei lo medicava la notte che li avevano aggrediti, una di lui che la prendeva per mano, e un’altra, l’ultima, scattata quel pomeriggio dove lui la baciava sulla panchina del parco. “Mi hai fatto spiare?” chiese allibito “Ovvio, cosa credevi che mi potessi fidare di te dopo il casino che avevi iniziato a combinare? Non sono scema Kai!” “Cosa vuoi farci con queste foto?” “Sarò franca Kai…o porti fino in fondo quello per cui ti ho chiamato o queste fanno il giro di Seoul.” “Io non la farò soffrire stando ai tuoi giochi! In un modo o nell’altro tu questa storia vuoi farla finire, beh preferisco che quelle foto vadano in giro piuttosto che sia io a spezzarle il cuore.” “Sei uno sciocco Kai… Tu non te ne rendi conto ma il cuore glielo hai spezzato, il giorno in cui ti sei innamorato di lei. Lei è di un altro e con queste foto vuoi o non vuoi quella storia finirà. Ti sei messo in trappola da solo. Quindi puoi uscirne a testa alta facendola passare come l’ennesimo tuo trofeo o da perdente con queste che girano per Seoul con su scritte le cose peggiori!” Kai la guardò. E si sentì nella morsa del ragno.

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Capitolo 35
*** DURA REALTA' ***


FATTI E MISFATTI Claudia spuntò il giorno dal calendario. “Meno 5 e si torna a casa!” disse Non era particolarmente allegra, anche a lei pesava lasciare Seoul, e le pesava soprattutto non potersi godere con le sue amiche quei momenti. Celeste stava male, Marzia era presa da Taemin e da tutto quello che le stava succedendo e con Elettra e Letizia non parlava. Si sentiva sola e sentiva, che in fondo, le mancavano le sue amiche, le mancava quello che erano state fino a prima di quel viaggio. Con il magone e una morsa stretta che le attanagliava lo stomaco uscì dalla sua stanza e bussò a quella di Letizia. “Avanti!” disse la ragazza. Quando la vide si rabbuiò. “Cosa vuoi?” le chiese “Ti devo parlare, dobbiamo parlare!” “Io non ti devo dire proprio niente, hanno parlato i fatti per noi!” “Letizia ascolta, mi dispiace e ho sbagliato. Ma la prima sera ero troppo ubriaca per ragionare e la seconda volta mi sentivo troppo sola e frustrata per rifiutare. Poi pensavo che adesso che avevi Luhan accanto di jjong non ti importasse più nulla.” “Beh… ti sbagli! Anche perché ho lasciato Luhan, o meglio è lui che ha lasciato me perché ha capito che sono cotta di Jjong!” “Mi dispiace molto. Comunque credimi mi sento male. Mi manca parlare con te ed Elettra e so che è colpa mia ma datemi una possibilità.” “Perché dpvrei crederti? Come faccio a fidarmi di te?” “Provaci. E comunque con Jjong è finito tutto, gli ho parlato e abbiamo deciso di non vederci più!” Letizi ala guardò. “E come mai avresti fatto questo?” le chiese “Perché ti voglio bene e mi dispiace, te lo giuro che mi dispiace per quello che è successo!” “Letizia con chi parli?” chiese Elettra entrando in camera “ah sei tu?” disse poi vedendo Claudia “Cosa vuoi?” “Sono venuta a chiedere scusa a tua sorella!” “E’ un po’ tardi per le scuse… considerato che già ti sei fatta conoscere a fondo da Jjong, no?” “Elettra smettila…” disse Letizia “Ma come, basta che ti viene a fare due moine e capitoli?” chiese Elettra incredula “Lei è sincera… ha anche parlato con Jjong non si vedranno più!” “Lo hai fatto veramente, Claudia?” “SI!” “e per quale motivo?” “Perché ho sbagliato, perché non dovevo nemmeno gaurdarlo, ma fidatevi mi sento così a terra e sola che non ci ho fatto nemmeno caso…” “Sola?” “Si sola… Celeste ha Jinji, Marzia Taemin, tu comunque eri con GD e Letizia con Luhan , Minho non mi degnava di uno sguardo e…” “Ma perché non ci hai detto che stavi male?” chiese Letizia “Perché sono orgogliosa. Cosa avrei dovuto dire? Che nessuno mi vuole per una storia seria?” “Ma c’era sempre Baekhyun?” “Già Bae, un altro errore, un’altra vittima della mia impulsività…” “Dovresti essere più accorta nelle tue scelte!” disse Elettra “Lo so…” “Ok… Elettra è il caso che la smettiamo con questa lite, anche perché pure io ho qualcosa da farmi perdonare, Claudia!” disse Letizia “E cosa?” domandò Claudia “ecco… vedi… presa dalla rabbia ho combinato un casino!” “cioè?” “Ho detto a Minho che muori dietro a lui!” “Che cosa hai fatto?” urlò Claudia “Scusami, ero arrabbiata, sconvolta…” “Letizia dimmi che non lo hai fatto…” “Mi dispiace….” “Oh mio Dio, e lui?” “Lui era scioccato!” “Che ca… maledizione… con che faccia lo guardo ora?” “Se vuoi gli parlo io!” “No per favore… hai già parlato abbastanza.” “Beh Claudia non è il caso che ti scaldi, ti ha reso pan per focaccia!” disse Elettra “Scusatemi, devo andare!” disse poi uscendo dalla stanza Raggiunse casa di Minho con un autobus e si attaccò con il dito al campanello. Il ragazzo fece capolino dalla finestra. “Ah sei tu che suoni così?” disse “Scendi, ho da parlarti!” disse risoluta. Del resto lei era così: istintiva. “Brucia quelle foto!” disse Kai a Park “Ho i negativi, queste puoi anche prendertele, ho i soldi per farne copie in tutta la città!” rispose lei ridacchiando “Smettila…” “No Kai, smettila tu e decidi da che parte stare. Prenditi queste foto e guardale. Ti do due giorni. Dopo di che se non fai come ti dico aspettati il peggio del peggio. E ora devo andare, vado con il mio fidanzato a fare spese, io un ragazzo lo ho al contrario di te che ti perdi dietro ad amori impossibili.” Kai tornò a casa e si buttò sul letto. Poi prese la busta e ne estrasse le foto. Erano bellissimi insieme, in quegli scatti rubati dalla mano di chissà quale scagnozzo di Park. Quelle foto erano allo stesso tempo un sogno e un incubo. Un sogno perché vedersi vicino a lei, in quei pochi momenti belli lo faceva sentire bene e ancora più innamorato, un incubo perché di lì a poco, qualunque fosse stata la sua scelta avrebbero rovinato una coppia, due persone che si amavano e stavano bene insieme. Cominciò a sentirsi in colpa, stava male. Poteva accettare la proposta di Park e uscirne da trionfatore, latin lover incallito. Oppure poteva essere onesto confessare tutto a Marzia e Taemin e uscirne da stronzo quale era stato. Sospirò. Quanto avrebbe voluto che quella ragazza fosse sua, quanto avrebbe voluto che quegli occhi, quel sorriso, quei capelli, quell’amore, che tutto di lei fosse suo. Prese il cellulare e compose un messaggio. “mi manchi… mi manchi come solo qualcosa di importante può mancare…” e lo inviò. Il cellulare di Marzia emise un beep. Ma lei non lo sentì. Dormiva abbracciata a Taemin, in quel momento niente li avrebbe separati. Sullo schermo lampeggiava la scritta messaggio. Quando un’ora dopo si svegliò e aprì la bustina le prese un colpo. Kai aveva colpito di nuovo. Kai non si voleva affatto arrendere. Quel mi manchi la bruciò dentro più di qualsiasi ferita ed iniziò a sperare davvero di tornarsene in Italia con Taemin per porre fine a quella situazione. D’istinto si affacciò alla finestra. Lui non c’era. Si sentì sollevata. Respirò a fondo. Poi notò qualcosa di strano. Un bambino, un bambino sostava lì davanti con qualcosa in mano. Scese velocemente le scale ed aprì la porta. Il bimbo la vide e sorrise. Poi le consegnò ciò che aveva in mano. Una rosa rossa e un biglietto. “Sono per me?” chiese Marzia Quello alzò le spalle, perché non capiva una parola, poi se ne andò. Marzia si nascose sul retro della casa e scartò il biglietto. Dentro c’era una foto di lei e di Kai, la foto che credeva di aver buttato e invece Kai aveva recuperato. Dietro la foto una data e sotto quella data una frase: “questo è il giorno più indimenticabile tra tutti, il giorno in cui…” Non Finì di leggere perché Kai completò la frase comparendo all’improvviso dietro di lei “Il giorno in cui mi sono innamorato di te!” Marzia si voltò a guardarlo. Poi scosse la testa, esausta. Gli ridiede la rosa e la foto. Nel farlo si punse con una spina. “aih!” fece “Dannazione, ogni volta che sono con te finisco per farmi male!” “Da qua!” le disse lui pendendole la mano “No, fermo!” Lui non la ascoltò. Prese quella mano minuscola rispetto alla sua si mise il dito in bocca e le levò via tutto il sangue. Quel gesto la fece paralizzare come ogni volta che quel ragazzo faceva qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Quegli occhi neri profondi la guardavano. Si ritrovò a paragonare lo sguardo dolce e pieno d’amore di Taemin con quello pieno di desiderio e forse anche di sentimento di Kai. Si sentì male, perché non poteva e non riusciva a ricambiare Kai, si stava frenando a fatica da qualsiasi impulso che la spingeva verso l’altro. Kai iniziò a baciarle tutta la mano, il polso, poi la avvicinò. Era uno di quei soliti momenti in cui avrebbe voluto fare chissà cosa. Ma poi guardandola negli occhi le leggeva il disappunto e desisteva. “Non puoi andare avanti così, lo sai!” disse Marzia “Secondo te non me lo sono detto? Soprattutto quando guardo quell’anello che hai al dito! Mi chiedo sempre perché ami lui e non me!” “Perché lui è lui e non ci sono spiegazioni logiche.” “Ma se lui non ci fosse stato credi che forse io te avremmo avuto un futuro!” “Kai io non voglio nemmeno pensare a un mondo senza Taemin!” “E io non riesco più a pensarmi senza te.” “Io e te non siamo fatti per stare insieme. Mettitelo in testa. Non voglio più dover fare di questi discorsi.” Kai la guardò. Poi sbattè quella rosa per terra, mentre ricominciava di nuovo a piovere. Ma la foto, quella la tenne. Poi se ne andò. Marzia rientrò in casa, si asciugò i capelli già bagnati e poi andò da Celeste. “Tutto bene?” le chiese lei “No, ti devo parlare, ho un problema grosso!” “Cioè’” “Cred che Kai si sia innamorato di me!” Celeste sgranò gli occhi “Stai scherzando?” “No!” “E tu?” “E io sono innamorata di Taemin, ma lui non capisce… e con Taemin non posso parlare perché sennò lo distrugge e si distrugge pure lui!” “No, infatti… hai provato a ignorarlo?” “Si!” “Maltrattarlo?” “Si!” “Minacciarlo?” “SI!” “Niente?” “No!” “Bene, Marzia, credo proprio tu sia nei guai!”

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Capitolo 36
*** IL VELO DELL'APPARENZA ***


Si dice che quando si è innamorati si tenta di fare di tutto per non far soffrire l’altra persona. Ma cosa succede se qualunque nostra scelta porta inevitabilmente a fare del male? Era quello che si stava chiedendo Kai quella mattina. Mancava solo un giorno e poi avrebbe dovuto decidere cosa rispondere a Park.In ciascuno dei due casi, di sicuro, Marzia non ci sarebbe stata bene, e nemmeno Taemin. SI diede dello stupido per essere caduto in quel gioco assurdo. Gli sembrava un tunnel senza uscita. Riflettè e riflettè fino a quando come un lampo di genio seppe qual era la cosa giusta da fare. Il campanello che segnalava l’arrivo di una persona mise Jjong sull’attenti. “Letizia!” disse non appena la vide Lei lo salutò con la mano. “Cosa ci fai qui?” “Mi chiedevo se fosse possibile sistemarmi questo ciuffo che non vuole saperne di stare a posto!” rispose lei un po’ impacciata “ma certo, vieni!” disse lui gentile La fece accomodare. “Hanno fatto proprio un bel lavoro su questi capelli!” disse accarezzandoglieli. Letizia si sentì morire e avvampò. Jjing se ne accorse. “Tutto bene?” le chiese “Si, cioè, no… cioè… non lo so!” E allora lui capì, e capì anche le parole di Claudia. Era lei, Letizia, la persona che si era incottata di lui. Ma la cosa non gli diede fastidio, anzi… “Senti… che ne dici se prima di tagliarti i capelli ci prendiamo un gelato?” le propose “io…io e te?” chiese lei aspettandosi che come al solito Jjong mettesse in mezzo qualcun altro Invece lui la stupì “SI io e te… solo noi due!” Letizia sorrise. Jjong le aprì la porta e lei uscì. Così camminando vicini, per la prima volta da soli, si avviarono verso chissà quale nuova esperienza futura. Elettra arrivò davanti all’atelier dove lavorava Key. Lui le aveva dato appuntamento lì e lei aveva deciso di andarci perché non ne poteva più di fare la complicata. Aveva dato il ben servito a GD di persona qualche ora prima, dicendogli che quella specie di storia non era il caso che andasse avanti e lui non si era crucciato più di tanto. Fatto ciò aveva deciso di chiarire la situazione anche con Key. Key le aveva chiesto di raggiungerlo fino al piano dove lavorava, anche perché a quell’ora non c’era nessuno. Elettra entrò nel palazzo, salì al secondo piano e trovò la stanza dove lavorava . Era piccola, ma carina, anche se terribilmente disordinata. Sparsi sul tavolo c’erano bozzetti di abiti, e qua e là mainchini con appesi pezzi di stoffa. Sulle pareti le foto delle prime sfilate che aveva curato Key. “Oh, eccoti!” disse lui salutandola “Allora è qui che lavori!” disse Elettra “Già!” “Che disordine!” “E’ vero anche questo…” “Perché mi hai fatta venire qui?” “Volevo salutarti, non riusciamo mai a vederci…” “Sei sempre latitante, Key!” “Si ma anche tu sei sempre acida.” “Ho le mie buone ragioni!” “Cosa devo fare per farmi perdonare da te?” “Non lo so.” “Mi auguro che quando avrai un marito sarai più clemente con lui!” “Tutto sta a vedere se io avrò mai un marito!” “Beh… nel caso in cui decidessi di sposarti, spero di essere io a disegnare il tuo vestito!” “E poi a chi lo venderesti?” “A nessuno. Lo regalerei a te… sarebbe il mio primo regalo!” “Primo regalo?” “SI il mio primo regalo serio da fidanzato!” Elettra lo guardò. “Dici che potrebbe essere un inizio?” chiese Key “Dico che possiamo provarci!” rispose lei “Allora Claudia che succede?” chiese Minho “Devo parlarti!” rispose lei “Beh dimmi…” “Ascolta io non so cosa ti abbiano detto ma qualunque cosa sia è la verità. Mai mi sarei sognata di venirtelo a dire, perché non lo faccio mai. E siccome tra qualche giorno me ne vado io… io… ecco Minho mi piaci! Mi dovevo levare questo peso!” disse Claudia tutto d’un fiato Minho la guardò, poi sospirò. “Sei una ragazza bellissima, e fidati se ti dico che ne esistono di poche belle come te ma… non credo possa esserci qualcosa tra noi!” rispose lui Per Claudia fu come una pugnalata in pieno petto. Minho le lesse il dispiacere negli occhi e si sentì malissimo. “E’ per Marzia, vero?” gli chiese “Assolutamente no. E’ colpa mia. Sono una persona molto riservata e tranquilla e tradizionalista… non so se con una come te spigliata, frizzante, riuscirei mai ad andare pienamente d’accordo!” rispose Minho “Quindi non ti piaccio?” “Sei bellissima e hai tante qualità ma non siamo compatibili…” “Beh però a volte nella vita prima di scartare qualcosa bisognerebbe per lo meno provarla, no?” “Io non sono così intraprendente, Claudia, ho bisogno delle mie certezze! Sei stupenda, ti si nota dalle lunghe distanze e se io avessi avuto un carattere diverso forse saresti stata la persona perfetta per me!” “Ma cosa ne sai? Non ci abbiamo nemmeno pensato a stare insieme, come fai ad escludermi a priori?” “Mi conosco!” Claudia si arrese. Non c’era niente da fare. “Penso che ci siamo detti tutto Minho! Io spero che troverai davvero quello che cerchi! Ciao!” Minho la guardò andare via e non si spiegò perché gli dispiacesse così tanto. “Park, sono fuori!” disse Kai “Come scusa?” chiese lei stupita “Non voglio più rientrarci in questa storia!” “Sai le conseguenze.” “Farò in modo che Marzia e Taemin sappiano la verità…” Park rabbrividì. Quel ragazzo la stava per mettere in guai seri, non se lo sarebbe mai aspettato. Tragico fu l’errore di Kai nel rivelarle i suoi propositi. Nell’istante stesso in cui il ragazzo mise giù la telefonata una busta era stata già sigillata. Marzia era a chiacchierare con Onew e Celeste quando il telefono prese a squillare. Taemin era a lezione. Riconobbe il numero e fece finta di non vedere la chiamata. “Perché non rispondi?” le chise Onew “Ehm…” “E’ lui?” chiese Celeste “Lui chi?” domandò Jinki “Kai!” rispose Marzia “Perché diavolo ti chiama?” chiese ancora Onew allarmato “Fa silenzio!” disse Celeste “Che devo fare?” chiese Marzia “Rispondi e vedi che vuole!” “Ma come rispondi?” fece Jinki isterico “Mamma mia Onew, che esaurimento nervoso che mi stai facendo venire” disse Celeste “Ma lei sta con Taemin non può parlare con un altro!” “Jinki stiamo cercando di tirarla fuori da guai ma se tu metti ansia non ne usciamo più!” “Ok, io mi alzo e vado di là. Fatemi sapere dopo cosa diavolo sta succedendo!” E le lasciò sole. “Rispondi!” fece Celeste Marzia prese il cellulare e rispose. “Kai!” “Finalmente, ma perché diavolo non rispondevi?” “io... cosa c’è?” “Ti devo vedere urgentemente!” “Levatelo dalla testa!” “No, non capisci!” disse Kai disperato “E’ una cosa importante!” “Kai smettila!” “Ti prego Marzia, ti prego!” Marzia colse una certa disperazione nella voce del ragazzo “Giuro che se è un’altra dell tue ti ammazzo!” “Ci vediamo al parco tra mezz’ora, ok?” “Va bene!” “Che ha detto?” chiese Celeste quando quella mise giù “Vuole vedermi al parco tra mezz’ora dice che è una cosa urgente!” “Ci vai?” “forse dovrei, magari è importante!” “O magari no!” “Non so che fare!” “A questo punto vai e chiudi la questione una volta per tutte.” “E’ quello che ho intenzione di fare.” Taemin infilò le chiavi nella toppa e aprì la porta. Nel farlo inciampò in una busta infilata nella fessura della porta. Sopra c’era il suo nome. La aprì incuriosito. Dentro c’era qualcosa, delle foto forse. Tirò fuori quel plico e per poco non gli venne un colpo. Marzia e Kai abbracciati, Marzia e Kai che si baciavano, Marzia che accarezzava Kai. Le mani iniziarono a tremargli e il cuore a battergli all’impazzata. Le foto gli caddero di mano e dovette reggersi al muro per non cadere. Il respiro gli mancò e poi gli girò la testa e gli si annebbiò la vista. Sentì dei passi nel corridoio. Si nascose nella prima stanza che trovò libera, non voleva farsi trovare in quelle condizioni. Qualche secondo dopo ricevette un messaggio anonimo sul suo cellulare. C’era un indirizzo: l’indirizzo del luogo dove Marzia e Kai si sarebbero incontrati. Riprese fiato, uscì dalla stanza e andò nella sua. Lì aprì un cassetto e ci buttò dentro le foto. Poi ritrovate le forze, si rinfilò la giacca ed uscì. Mentre percorreva la strada a passi stentati pensò che non poteva essere vero, non doveva essere vero, di sicuro c’era una spiegazione. Ma quale spiegazione doveva esserci, quelle foto parlavano chiaro. Si sentì ferito e preso in giro. La prima volta che si era innamorato la prima vera grande delusione. Se solo avesse saputo quello che c’era dietro, sarebbe corso a salvare la sua ragazza da quel terribile malinteso. Marzia arrivò al parco e ci trovò Kai. “Cosa diavolo vuoi, ancora?” gli chiese esasperata “Ascoltami, io t i devo parlare!” disse lui “Bene, muoviti…” “Non è semplice!” “Sbrigati, non ho tempo!” “Ascolta io… non so da dove iniziare.” “Da dove ti pare.!” “Beh… ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?” “Vagamente!” “Ecco non è successo a caso… io non ero lì per caso. C’era un piano un piano preciso. Io dovevo fare di tutto per conquistarti, per far finire la tua storia con Taemin. L’artefice di tutto questo è Park, la ragazza di Siwon.” “Aspetta… aspetta… cosa diamine stai cercando di dirmi?” “Marzia, Park mi ha assoldato per far si che tu cadessi ai miei piedi e la storia con Taemin finisse. Lei è innamorata di lui in modo malato e avendo capito che lui faceva sul serio con te si è prima rivolta a Minho, dopo quando lui si è rifiutato è venuta da me. E io non sono l’unico. C’è di mezzo anche Mia, una che è cotta di Taemin, e in questa cosa la aiuta anche GD.” Marzia lo guardava sbigottita “Ti prego non guardarmi così. Dopo le cose sono cambiate, perché mi sono davvero innamorato di te. E’ stata una cosa inaspettata. Ora sono fuori da questo gioco ma lei ha delle foto di noi due e le manderà a Taemin…” “Cosa?” “si ha delle foto mie e tue e non chiedermi dove le ha prese non lo so!” “C’eri dentro fino al collo! Tutte quelle parole, tutti quei gesti, erano una trappola!” gli chiese Marzia scioccata “All’inzio, forse, ma dopo io mi sono innamorato di te e lo sono ancora… per questo sto cercando di metterti in guardia!” “Sparisci, Kai, e prega che quelle foto non siano arrivate a Taemin…” “Ti prego non respingermi, ho sbagliato, ero un’altra persona, un infame prima, ma tu mi hai cambiato, e al solo pensiero di non vederti più impazzisco.” “Kai vattene, vattene!” Marzia aveva iniziato a piangere. Lui la raggiunse e la abbracciò da dietro. “Lasciami!” disse lei coprendosi il volto con le mani “Ti prego, perdonami!” disse lui affondando il viso tra i suoi capelli. Lei si voltò e lo spinse via. Ma Kai non capiva nulla, più di lei. Fu un attimo, la tirò a sé e la baciò senza che lei avesse il minimo lasso di tempo per respingerlo. Taemin arrivò sul posto in quel momento. La scena parlava da sé, o, almeno, l’apparenza di quella scena. Una rabbia rara gli montò in corpo, nell’istante stesso in cui Marzia respinse Kai e si voltò trovandosi lui davanti. “Taemin!” disse Marzia disperata Ma lui non la stava ascoltando. Si avventò contro Kai lo buttò a terra e gli mollò un pugno in faccia. Marzia provò a separarli, ma non ci fu niente da fare. Taemin sembrava una belva impazzita. Kai provava a difendersi, ma l’esile fisico di Taemin era aiutato dalla rabbia che gli avevano dato una forza indescrivibile. L’arrivo provvidenziale di Onew, che per fortuna, su suggerimento di Celeste aveva seguito Tae, salvò la pelle a Kai. “Ma che diavolo fai!” disse agguantandosi sul fratello “Me l’ha portata via!” urlò Taemin “Mi ha portato via l’unica persona che ero stato capace di amare.” Onew guardò prima Kaeiche aveva il viso pieno di sangue, poi Marzia che era terrorizzata e con le lacrime agli occhi. “tua madre e tuo padre non ti hanno insegnato questo!” disse a Taemin “Si uomo. Non un animale!” Onew era severo. Capiva come stesse Taemin in quel momento ma non poteva non rimproverarlo. “Torniamo a casa!” gli disse “Taemin, non è come pensi!” disse Marzia avvicinandosi a lui Lui la guardò con aria devastata, delusa e arrabbiata. Poi passò dritto senza risponderle. “Taemin!” disse lei prendendolo per un braccio. Lui prese la mano della ragazza e con violenza la spinse via. “Tu per me sei morta!” le disse

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Capitolo 37
*** GOODBYE SEOUL ***


“Taemin per favore!” disse Marzia correndo verso di lui “Non qui!” disse Onew voltandosi “Io vado a vedere se quel povero diavolo è vivo, voi due tornate a casa e vi chiarite…” disse mentre si voltava per andare a sincerarsi delle condizioni di Kai che era a terra con il viso devastato “Stai bene?” gli chiese aiutandolo a sollevarsi da terra “Credo che tuo fratello mo abbia fratturato il naso!” rispose Kai “Ti accompagno in ospedale!” “Ti ringrazio, ma non devi!” “Maledetto Kai, ma perché stai dedicando la tua vita a distruggere quella delle persone?” “Non è come credi!” disse Kai stravolto, prima di svenire per il dolore “Taemin per favore, ascoltami!” disse Marzia “Non è come credi!” Erano già arrivati a casa “E’ stato lui a baciarmi mi ha presa alla sprovvista!” Taemin andò in camera sua, aprì il cassetto, tirò fuori le foto e gliele tirò ai piedi “Anche questo è stato un caso?” disse Marzia guardò quelle foto sconvolta “Te lo giuro su quanto ho di più caro che c’è una spiegazione!” “Quale spiegazione?” urlò Taemin “C’è un piano diabolico dietro tutto questo e…” “Piano diabolico? Qui l’unica diabolica sei tu che mi hai preso in giro portando un anello di fidanzamento al dito!” “Tae non è come credi!” “Marzia ci sono foto che ti ritraggono mentre baci Kai e io stesso ti ho visto!” “Ti prego credimi!” “Non voglio più vederti. Sia chiaro la mia famiglia non deve sapere nulla, starai qui finchè non te ne vai ma non provare ad avvicinarti a me… cercherò di stare in casa il meno possibile per non vederti!” “Taemin ti prego!” Marzia si sentiva morire. Ma anche Taemin non stava bene. La gaurdava soffrire… ma non capiva, non poteva capire… sapeva solo che quella storia stava naufragando e avrebbe preferito morire. Kai aprì prima un occhio poi l’altro. Davanti a lui oltre a Onew c’erano gli amici di sempre, Lay, Chanyeol, Suho. “Era ora, ci stavi facendo prendere un colpo!” disse Chanyeol “Chi ti ha ridotto così?” domandò Lay Kai guardò Onew… poi sospirò “Dei teppisti per strada!” mentì Jinki lo guardò come ringraziarlo. CI mancava solo una denuncia a Taemin, poi erano davvero fritti. “Ma che gentre gira?” chiese Suho “Comunque amico non ti sei fatto nulla… sei intero. Appena ti rialzi in piedi ti accompagniamo a casa!” “Va bene. Potete lasciarmi un secondo con lui?” chiese indicando Jinki “Certo!” disse Lay e si portò dietro gli altri due “Onew!” “Dimmi!” “Non sporgerò denuncia contro tuo fratello, non se lo merita e io ho sbagliato.” “Se tu lo facessi non potrei dirti nulla!” “Ascolta, Onew, devi aprirgli gli occhi, Marzia non c’entra in questa storia, è un piano diabolico architettato da…” La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo dei genitori di Kai, che di fatto impedirono ai due di chiarsi definitivamente. Onew del resto credeva e non credeva a Kai, conoscendolo, con molta probabilità si stava inventando tutto. Taemin camminava per le strada di Seoul. Ogni angolo ogni cosa gli ricordava lei. Lei che rideva, lei stupita, lei felice. E ogni angolo gli ricordava loro due, quella storia stupenda che era andata in pezzi, si era sgretolata al primo soffio di vento. Salì su quella torre dove tante volte erano andati a giurarsi amore per sempre. Poi si accasciò per terra e iniziò a piangere, a piangere per quell’amore perduto. Anche Marzia pianse tutte le sue lacrime stretta alle sue amiche che cercavano di consolarla promettendole che tutto si sarebbe sistemato. “Saprà presto la verità!”disse Celeste “Ma chi gliela dirà e ci crederà?” chiese lei “Maledetta strega!” disse Claudia “Ma non c’è un modo per fargliela pagare?” chise Letizia “C’è sempre un modo!” commentò Elettra “Ragazze, inutile girarci intorno, è finita!” disse Marzia “E ti arrendi così?” chiese Celeste “Lui non mi crede, e come dargli torto? Ha addirittura le foto, Dio mio io non volevo, sono stati baci rubati!” “Ma noi ti crediamo!” “Tawmin no! Per lui sono una traditrice!” Tutte e 5 tacquero. In quel momento a quel problema non c’era soluzione. I due giorni che seguirono furono penosi. Taemin quella notte non tornò a dormire, si fermò da Minho. Il ragazzo quando sentì tutta la storia provò subito a far ragionare il suo amico, ricordandogli anche il fatto che forse Park in quella storia era coinvolta. Ma Taemin non volle sentire ragioni. Quelle poche volte che si incrociarono lui e Marzia a stento si guardarono negli occhi. Lei provò ad avvicinarlo in mille modi e lui in mille modi la respinse. Arrivò così il giorno del ritorno. I ragazzi accompagnarono le ragazze all’aeroporto, tutti tranne Taemin. Marzia sentì una morsa allo stomaco. Taemin quella mattina non aveva messo il becco fuori dalla stanza nemmeno per salutarla. Lei aveva guardato quella casa, quelle stanze, dove erano successe le cose più belle. Dove lei e lui avevano ballato, riso, fatto l’amore. Aveva provato a entrare in camera sua ma era chiusa a chiave. E poi lui non si era presentato nemmeno all’aeroporoto. “Giura che mi chiami!” disse Elettra a Key “Certo che ti chiamo e appena posso vengo a trovarti ok?” disse Key sorridendo “Va bene!” disse lei Poi lui si avvicinò e le diede un bacio. “Ecco prendi questo!” disse mettendole in mano un pacchetto “Cos’è?” chiese lei “Apri!” Elettra scartò l’involucro e ne estrasse un piccolo diadema da cui pendeva un velo “E’ un velo!” “Ma non uno qualsiasi!” “Cioè?” “E’ solo l’anticipo sul tuo abito da sposa!” “Bene… bene… Letizia! Allora ti telefono domani su SKype ma tu non addormentarti, ok?” disse Jjong “Va bene!” rispose Letizia abbracciandolo “Mi mancherai!” aggiunse poi “Anche tu, ma ci rivedremo quanto prima!” disse poi Jjong Minho abbracciò Marzia che cercava a stento di trattenere le lacrime e vagava con lo sguardo nella speranza di vedere sbucare Taemin. Ma lui non c’era. “Si aggiusterà tutto!” le disse Minho “Non credo!” rispose lei “abbi fede, andrà bene!” Poi andò da Claudia, quando provò ad abbracciarla lei si ritrasse e gli allungò la mano in segno di saluto. “Ciao!” disse “Ciao!” disse Minh tristemente, stringendogliela Poi Claudia salutò al volo Minho e corse da Baekhyun che la aspettava. “E così parti eh?” le chiese lui “si!” rispose lei alzando le spalle “E’ stato un piacere conoscerti, Claudia. Ed è un piacere essere diventato tuo amico!” “Non mi odi, vero?” “Neanche un po’.” Disse abbracciandola “CI rivedremo mai?” chiese lei “Forse un giorno, chissà!” L’altoparlante annunciò che i passeggeri dovevano recarsi a bordo dell’aereo. Celeste strinse Marzia forte “Mi mancherai da morire!” disse “Anche tu, sei la mia migliore amica, avrò un vuoto!” rispose Marzia “Io per te ci sarò sempre… e cerca di stare su, vedrai che questa situazione si risolverà!” “Non credo Celeste.” “Io, Jinki e gli altri ne verremo a capo, vedrai, tu pensa a stare bene!” “Mi sento morire, ho bisogno di vederlo! Non voglio lasciarlo!” Celeste la guardò affranta. Non sapeva cosa dirle. “Marzia, andiamo!” la chiamò Claudia “Vai ora!” disse Celeste Con il vuoto nel cuore e le lacrime agli occhi, Marzia seguì Claudia e le altre. Lanciò un ultimo sguardò dietro di lei nella speranza di vedere Taemin, ma non lo vide. Eppure lui era lì, nella sua macchina a guardare la scena da lontano, a guardare il suo amore che andava via. Piangeva come un dannato, imprecava. Era distrutto. Più volte fu sul punto di scendere, ma poi si frenò. Quando non la vide più, si sentì morire. E allora capì che il suo cuore se ne era andato in frantumi. Qualcun altro arrivò correndo dall’altra parte dell’aeroporto. Kai si fermò: guardò a destra e a sinistra nella speranza di vederla, per poterla salutare. Quando l’altoparlante annunciò che il volo era partito stanco e trafelato cadde a terra in ginocchio e iniziò a versare lacrime anche lui. Non ce l’aveva fatta, non era riuscito a salutarla. Un pezzo della sua anima volò via con lei quella mattina. Marzia guardò la città diventare minuscola dal finestrino dell’aereo. Le venne in mente tutto d’un colpo. Quando era arrivata, il viso di Taemin che le sorrideva, i genitori di Tae, le passeggiate con Tae, il letto di Taemin che cigolava ogni volta che facevano l’amore, la torre dove tante volte erano andati e in particolare la prima volta che ci erano andati, la gita al mare. L’aria le mancò e iniziò a piangere come una disperata, sentendo una morsa che le attanagliava lo stomaco. Quello era il più brutto addio che Seoul potesse darle.

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Capitolo 38
*** FACCI A FACCIA CON IL PRESENTE ***


L’aereo planò su Roma, dopo 12 lunghe ore. Marzia a furia di piangere si era addormentata sfinita. Claudia la scosse dolcemente e la svegliò. “Siamo arrivate!” le disse “Ah…!” fece lei Era sera. “Senti Marzia, ho pensato una cosa… mi trasferirò lì da te!” disse Claudia “Come?” fece lei sorpresa “Celeste non c’è e tu hai bisogno di compagnia, soprattutto ora… tanto casa l’avrei dovuta comunque lasciare perché mio fratello e la ragazza verranno ad abitare lì e non mi va di fare il terzo incomodo!” “Ma dovrai sobbarcarti un affitto!” “Sai che per me i soldi non sono un problema e poi per te questo e altro!” “Non so come ringraziarti!” disse abbracciandola “Posso chiederti di venire già da stasera?” “Non c’era nemmeno bisogno di chiederlo!” “però non fare quella faccia!” “E’ che mi sento malissimo…” “Ci sono io, tranquilla, vedrai che ne uscirai!” Lo credi davvero!” “Si!” Scesero dall’aereo, recuperarono i bagagli con un misto di tristezza e malinconia. Ognuna aveva lasciato a Seoul qualcosa, ognuna da quel viaggio era tornata cambiata. Le luci dell’aeroporto illuminavano fiocamente le strade circostanti. Salirono sul treno mestamente e in un’ora arrivarono alla stazione. “Mi fa strano essere in Italia, di nuovo!” disse Letizia “Io mi sento troppo triste!” fece Elettra “Oddio, mi manca Celeste…” incalzò Claudia “Già… siamo partite in 5 e tornate in 4… non ci posso credere!” Marzia non parlava. Si era chiusa nel silenzio più totale. Prese posto accanto a Claudia nel treno e guardò la strada scivolare veloce dal finestrino. Luci, suoni, rumori, tutto le sembrava un via vai confuso di emozioni. Le ragazze chiacchieravano animatamente. Avevano fatto pace, erano in trepidante attesa di raccontare a tutti quello che avevano vissuto. Lei, invece, aveva solo voglia di starsene ferma e zitta. Arrivate alla stazione, Elettra e Letizia salutarono lei e Claudia e presero la metro per tornare nella loro zona. “Ascolta ti va se chiamiamo un taxi?” chiese Claudia “Non mi va di aspettare il bus…” “Va bene!” disse Marzia Claudia fermò il taxi. L’uomo le aiutò a caricare le valigie, poi si fece dire la via. “State venendo da molto lontano? Sembrate stravolte!” disse il tassista “Si, siamo appena rientrate da Seoul!” fece Claudia “Oh Seoul, e come mai siete andate lì?” “Beh vacanza!” Marzia rimaneva in silenzio. “Oh, bene… e cosa vi ha lasciato questa vacanza?” “Non è cosa ha lasciato la vacanza a me… è cosa io ho lasciato a Seoul!” disse Marzia all’improvviso “E cosa ci ha lasciato, signorina?” “Il cuore.” Taemin si tirò su a sedere sul letto. Il cuscino era fradicio di lacrime. Ringraziò il cielo che i suoi fossero partiti quel giorno stesso per le ferie che si erano guadagnati dopo mesi di duro lavoro. Prese l’ennesimo fazzolettino e si asciugò gli occhi. Poi si alzò ed uscì dalla sua stanza. La casa era immersa nel silenzio. Era mattina, Onew o dormiva o probabilmente era già uscito con Celeste a scegliere regali per il bambino. A passi stentati, nel silenzio della casa, si avvicinò alla porta di quella che era stata la stanza di Marzia ed entrò. Era buio. Marzia aveva chiuso le finestre e lasciato tutto in ordine. Nell’aria c’era ancora il suo odore. Taemin respirò a fondo come a volerlo imprimere nelle sue narici per sempre. Si avvicinò al letto dove tante volte si erano coccolati, amati, avevano giocato, scherzato, riso. Accarezzò quelle lenzuola dove lei aveva dormito, dove lui l’aveva lasciata dormire da sola quegli ultimi giorni. Poi notò che dal comodino proveniva uno sbrilluccichio. SI avvicinò e vi trovò poggiato l’anello che lui le aveva regalato. SI sentì stringere il cuore e gli salì la nausea. Prese l’anello in mano e lo guardò. Dovette sedersi per non cadere. SI rigirò quel piccolo anello tra le mani pensando a tutto quello che avevano vissuto. Gli sembrava di sentire ancora il suono della sua voce, come se quella fosse rimasta imprigionata nelle pareti, un ricordo al tempo stesso bello e devastante per l’anima. Lui non le aveva dato scelta, nessuna seconda opportunità. Del resto lei lo aveva tradito. Guardò l’anello, poi aprì la pattumiera e fece per buttarlo dentro. Sbagliò mira e quello cadde per terra ai suoi piedi. Iniziò di nuovo a piangere, maledicendo quel momento. Raccolse l’anello da terra, aprì il cassetto del comodino e ce lo buttò dentro. Poi uscì, chiuse a chiave quella stanza dove si ripromise di non mettere più piede. Kai stava letteralmente dormendo sulla sua colazione. Durante la notte non aveva chiuso occhio, si era agitato nel sonno e un paio di volte si era svegliato pure urlando, attirando i genitori, allarmati nella sua camera. SI era addormentato alle prime luci dell’alba, pensando a lei, pensando al fatto che non l’avrebbe più rivista, pensando a quanto male aveva fatto a lei e a Taemin. Due ore dopo la sua sveglia era suonata. Quella mattina non avrebbe avuto lezione, ma una telefonata dal direttore dell’accademia gli aveva comunicato che doveva presentarsi comunque, perché dovevano parlargli di una cosa abbastanza importante. “Kai stanotte ci hai fatti preoccupare!” disse suo padre “Hai urlato per un sacco.” “Mi dispiace!” disse Kai alzando la testa prima che quella gli cadesse nella ciotola del the “Hai urlato un nome un sacco di volte…” fece sua madre Kai alzò la testa di scatto “Che nome?” disse “Marzia… o giù di lì.” Kai guardò i suoi che lo fissavano perplessi “Chi è questa ragazza?” chiese sua madre “niente di importante, mamma!” rispose lui abbassando lo sguardo “Beh se non fosse stato importante non avresti urlato quel nome per tutta la notte!” “Mamma, te lo ripeto, non è nulla di importante!” La madre e il padre di Kai sospirarono. “Sbrigati o farai tardi!” gli disse suo padre. Poi si alzò e uscì di casa per andare a lavoro. “E’ per lei che hai bevuto quella notte?” gli chiese sua madre quando il padre fu uscito “Si mamma!” rispose Kai “Chi è?” “Una ragazza italiana che era venuta qui a Seoul a trovare il fidanzato.” “Ti sei messo in mezzo come al solito?” “All’inizio era nato come un gioco poi mi sono innamorato davvero!” “E lei?” “Lei no… o meglio le piacevo ma era troppo innamorata del ragazzo…” “Chi è lui!” “Lee Taemin…” “Il figlio di Jong Lee?” “Si, lui!” “Ma Kai, eravate amici, siete cresciuti insieme….” Disse sua madre affranta “E’ lui che ti ha sistemato la faccia così?” Kai rimase sbalordito. Aveva provato a camuffare i segni in tutti i modi, raccontando anche balle ai suoi che si erano subito allarmati quando lo avevano visto rientrare a casa in quello stato. “No!” “Kai…” “No mamma, te lo ripeto, ho avuto problemi con dei teppisti per strada.” “Lei dov’è, ora?” “E’ tornata in Italia…” “Ti manca?” “Si!” “Capisco!” “Ora devo andare mamma!” “Vai o farai tardi!” I corridoi dell’accademia erano affollati quella mattina. Taemin avanzava agitato tra la folla chiedendosi come mai il direttore volesse vederlo. Salì fino all’ultimo piano di corsa e bussò alla sua porta. “Avanti!” disse quello Taemin aprì la porta. “Signor Lee!” disse il direttore allegro. “Entri, entri, lei è il primo ad arrivare!” “Il primo per cosa?” chiese Taemin “Stia calmo, ora arrivano gli altri tre e le spiegherò tutto!” Cinqueminuti dopo ribussarono alla porta. Un ragazzo della classe di Taemin fu gentilmente accolto dal direttore. Qualche minuto dopo Lay, un ragazzo un anno indietro rispetto a Taemin, li raggiunse. “Bene, bene, ne manca uno…” disse il direttore “MA perché siamo qui?” chise Lay agli altri due “Non ne ho idea!” rispose Taemin Anche l’altro alzò le spalle. “In ritardo come al solito!” sbuffò il direttore Qualche istante dopo la porta si spalancò e spuntò Kai. Il tempo sembrò fermarsi. Taemin si voltò e quando lo vide si pietrificò. Lo stesso successe a Kai. Rimasero lì impalati a fissarsi, mentre gli altri due li guardavano come se fossero degli alieni. “Signor Kim, ma insomma, è in ritardo di dieci minuti!” disse il direttore. La voce dell’uomo li riportò alla realtà “Mi scusi… c’era tarffico!” disse KAi “Ma se abita qui dietro! Comunque bando alle ciance… accomodatevi!” Lay guardò Kai e quello gli lesse in labiale “Idiota, sempre in ritardo!” “Dunque se vi ho fatti venire qui è per una ragione ben precisa. Come potete bene vedere siete presenti due dell’ultimo anno e due del penultimo e non è una scelta casuale. QUest’anno l’accademia mette in palio ben due borse di studio, una per i laureandi e una per i ragazzi del penultimo anno. Voi siete risultati i finalisti per l’assegnazione: il signor Kim e il signor Yixing per il penultimo anno, il signor Lee e il signor Lee Donghae per i laureandi. Al termine dell’anno accademico vi daremo i risultati, per ora vi basti sapere che voi quattro state concorrendo per due cospicue borse di studio di parecchi soldi. Comportatevi bene, fate il vostro dovere e quei soldi saranno vostri.” Lay e Donghae erano al settimo cielo. Taemin e Kai avevano appena sentito quello che gli aveva detto il direttore, avevano la testa presa da altro. Dopo che quello li congedò si avviarono tutti e quattro verso l’uscita. Lay blaterava duemila cose a Kai che oltre ad essere un suo compagno di accademia era anche uno dei suoi migliori amici. Taemin camminava fianco a fianco del collega senza parlare. Una volta fuori Lay congedò Kai e anche l’altro prese una direzione del tutto opposta a quella di Taemin. Kai e Taemin si fermarono a guardarsi. Il momento era abbastanza turbolento. Rimasero in silenzio per qualche minuto. Taemin sentiva la rabbia montargli dentro e le gambe e le braccia impazienti di tornare a colpire quell’essere che aveva davanti. Kai era agitato; sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto rifare i conti con Taemin, ma più che di fare a pugni temeva le parole di quello che un tempo era stato suo amico. Si dice che molto spesso nella vita accadano fatti che cambino il corso del nostro destino. Quel giorno Minho si trovava a passare dall’accademia. Si trovò nel mezzo di quelle due belve che sembravano essere pronte a scannarsi e a darsele di santa ragione. Fiutato il pericolo si avvicinò a Taemin, senza smettere di fissare Kai in cagnesco. Poi prese l’amico per un braccio e lo trascinò via. Si, Minho, quel giorno cambiò il destino di Taemin e KAi, evitando che si ammazzassero a vicenda.

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Capitolo 39
*** RICOMINCIARE ***


“Se non fossi arrivato tu lo avrei ucciso di botte!” disse Taemim a Minho “Guarda è stato un miracolo che mi trovassi a passare da lì… ma che ci facevate nello stesso posto alla stessa ora?” chiese Minho “Il direttore dell’accademia ci ha selezionati per concorrere ad una borsa di studio.” “Cavolo, destino infame… proprio voi due!” “Già, io che pagherei per non vederlo!” “Ma sai se si tiene in contatto con Marzia?” Taemin si rabbuiò e MInho si pentì di avergli fatto quella domanda “Non ne ho idea… spero per loro che siano felici insieme!” rispose brusco “Eppure credo che le cose non siano andate esattamente come dici!” “I fatti parlano chiaro, Minho… ci sono addirittura delle foto!” “Taemin, io non vorrei essere ripetitivo, ma credo che Park c’entri qualcosa in questa storia!” “Minjo, ma perché cavolo l’avete tutti con Park? Tra sei mesi lei e SIwon si sposano, perché mai dovrebbe perdere tempo a fare di queste idiozie?” “Ok, basta, non toccherò più l’argomento!” “SI, e fai bene. Per me Marzia è morta, non voglio più sapere nulla di lei. Alla prima trappola di Kai ci è cascata in pieno!” Ma sapeva di mentire a se stesso. “Marzia!” la voce squillante di Claudia svegliò Marzia quel pomeriggio afoso di agosto Faceva così caldo che non ce la faceva a fare altro se non vegetare. Avevano dovuto rinunciare alle vacanze estive perché di lì ad un mese e mezzo di sarebbero laureate e non potevano perdere tempo. 3 settimane a Seoul erano state più che sufficienti. “Che c’è Claudia?” chiese Marzia “Sono uscite le date di laurea!” “Che cosa?” fece tirandosi su a sedere “SI!” “ODDIO!” “Guarda io e te siamo insieme… 4 ottobre, noi due evvaiiiiiiii!” Marzia abbracciò Claudia; le faceva piacere sapere che quel giorno non sarebbe stata sola. Così il 4 ottobre avrebbero terminato il loro percorso insieme. “Sai Celeste per quando era stata inserita?” chiese Marzia “Lei si sarebbe dovuta laureare il 5, u n giorno dopo di noi!” Marzia si intristì, le mancava la sua amica. “Vabbè, dai, vorrà dire che finirà insieme ad Elettra a Marzo!” “Speriamo, anche perché se non prende la laurea i suoi la ammazzano!” “Claudia!” “Si!” “Ti va di fare un giro sul lungo Tevere!” “Ora? Con 45 gradi all’ombra?” “No, magari stasera…” “Perché vuoi andare lì?” “Boh, così…” “Marzia sputa il rospo non sai dire le bugie!” “Ok… perché quel posto mi ricorda Tae e Tae mi manca!” “Non dovresti più pensarci!” “Lo so, ma non mi riesce e più penso a come sono andate le cose più sto male.” “Deve esserci sicuramente una spiegazione logica!” “Certo che c’è, devono averci scattato quelle foto di nascosto, a nostra insaputa. Quella dove Kai mi bacia, ecco, quel bacio è stato inaspettato. E’ vero avevo abbassato la guardia, ma non mi aspettavo che mi baciasse. E quell’altra, lì, gli stavo ripulendo il viso dopo che mi aveva salvato la pelle…” “E lui ti manca?” “Lui chi?” “Kai!” Marzia guardò Claudia stranita “Kai?” “SI, Kai!” “Che domande mi fai?” “Hai passato del tempo con lui anche senza volerlo, ti ha detto che ti ama, ti ha baciata, anche se fossi una con il cuore di ghiaccio, e non lo sei, avresti provato qualcosa. Dimenticati per un attimo di Taemin, lo so che è difficile, perché sei ancora innamorata, ma dimenticati di lui, un istante della tua vita e parlami di Kai.” “Io…” “Dai!” “Ok… che vuoi sapere?” “Qualsiasi cosa!” “Beh… Kai… credo sia una delle persone più strane e fuori dagli schemi che abbia mai conosciuto. E’ matto, ma è quel matto che non ha un senso. E’ irreversibilmente stronzo, egoista, egocentrico e… terribilmente sexy…” “aaaaaaaah lo hai detto!” “Eh si l’ho detto!” “E come darti torto, non ispira pensieri casti. Ma io mi chiedo, come hai fatto a resistergli, soprattutto quella sera che eravate chiusi nel bagno, cioè io me lo sarei fatto e tanto piacere!” “Claudia!” fece Marzia guardandola male “Io ero e sono innamorata di Taemin, Kai era solo bello da guardare.” “Possibile che in lui tu non ci abbia trovato nulla?” Marzia ci pensò bene. “In effetti… ultimamente aveva qualcosa di diverso. Anche il modo di guardare, di sorridere, di sfiorarmi, era meno ammaliante, più dolce… aveva degli occhi pieni di qualcosa di nuovo, come se si stesse affacciando ai sentimenti per la prima volta!” “Ti saresti potuta innamorare di lui se non ci fosse stato Taemin?” “E’ rilevante la risposta! Taemin c’è… e per me lui è l’unico!” “Ma ragionando per assurdo, se Taemin non ci fosse stato, tu ti saresti potuta innamorare di Kai?” Marzia provò a sforzarsi di immaginare un mondo senza Taemin, senza la sua anima gemella. Dovette sforzarsi molto… poi alla fine si concentrò sulla domanda dell’amica. “Allora?” la incalzò Claudia “Beh, probabilmente si!” Kai andava vagando per la città senza una meta precisa. La notizia della borsa di studio non era servita a metterlo di buon umore. Certo era un bel riconoscimento, ma in quel momento non era riuscito a goderselo. Si sedette su quella panchina dove uno degli ultimi giorni in cui lei era Seoul, l’aveva baciata. Si poggiò allo schienale, buttò la testa all’indietro e chiuse gli occhi. Faceva caldo, il vento era soffocante. Era soffocante quella distanza, era soffocante il pensiero di non vederla più, era soffocante pensare di averle fatto del male. Più in là qualcuno festeggiava allegramente.. Park e GD, felici per la riuscita del loro piano, avevano deciso di concedersi un po’ di riposo, bevendo un cocktail freddo in uno dei bar migliori di Seoul. “Tanto di cappello alla stratega migliore di Seoul!” disse GD “Grazie, mio caro, ma non avevo dubbi. Povero Kai, mi ha fatto pena; voleva proteggerla e invece l’ha messa nei guai!” rispose Park ridendo “Con un fotografo come me, era inevitabile!” “Infatti è tutto merito tuo! Non so come si sarebbe sbloccata altrimenti la situazione; tra quella babbea di Mia e il Kai innamorato!” “Mi ci vorrebbe una ricompensa, e sai anche a che mi riferisco…” “Ci penseremo a tempo debito!” “Mi auguro che non ti torni in mente dopo sposata, signora Lee… ma dimmi come farai con il buon Siwon se in realtà brami di avere il piccolo fratellino?” “prima o poi mi prenderò Taemin in un modo o nell’altro, stai tranquillo!” “Se lo dici tu…” “Quello che dico io è sempre e comunque una legge provata!” Taemin tornò a casa. Onew non era ancora rientrato. Andò in camera sua, chiuse le serrande e si buttò sul letto sfinito. Qualcosa sotto il cuscino iniziò a dargli fastidio. Sollevò il cuscino e ci trovò sotto un pigiamino ripiegato di Marzia. Doveva esserselo dimenticato. Era un piccolo pigiama estivo, azzurro con fantasie bianche. Marzia lo metteva spesso ma lui era velocissimo a levarglielo perché amava che dormissero nudi, abbracciati per poter sentire il contatto con quella pelle che per lui era più preziosa di qualsiasi altra cosa. Annusò quel pezzo di stoffa colorata. Profumava di lei, di loro, di quello che era stato. Strinse al petto quel piccolo brandello di realtà che ancora lo univa a lei. Trattenne a stento le lacrime. Poi si distese, non lasciando mai quello che aveva in mano. Si addormentò, si addormentò perché dormire era l’unico modo per alleviare quel dolore. Alle 9 di sera Marzia convinse Claudia e le altre a uscire. Si videro tutte e quattro a Trastevere. “Sei sicura di voler stare qui?” le chiese Letizia “Già!” pensò Marzia “Ne sono sicura?” Quello era il luogo in cui tutto era iniziato. Iniziò a camminare, mentre le altre tre la seguivano a debita distanza per non disturbarla; sapevano cosa stava succedendo. Sapevano che Marzia aveva iniziato a ricordare, e chi ricorda ha bisogno di solitudine. La bancarella dei libri dove lei e Taemin si erano incrociati non c’era più. Al suo posto un venditore di gelati. Camminò e rintracciò il punto dove si erano dati il primo bacio. E via di luogo in luogo, di ricordo in ricordo, fino a quando ricordare le fece così male che dovette fermarsi. Ma il flusso dei ricordi si ferma per poco, dopo questi tornano a farsi sentire più forti di prima; perché se amiamo la persona che è nei nostri ricordi, questi non sbiadiscono mai.

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Capitolo 40
*** EVENTI ***


Quel mese di agosto volò via ad una velocità tale che Marzia non se ne accorse. Lo studio per la laurea, la tesi l’avevano assorbita così tanto che il tempo per pensare a divertirsi era stato davvero poco. “Non so come hai fatto ad abbronzarti, guarda. Sei stata chiusa in questa stanza tutto agosto, eppure sei marrocino!” disse Claudia quel lunedì 1 settembre girovagando per casa con un bicchiere di coca cola in mano “Quel po’ di sole che ho preso è stato più che sufficiente!” rispose Marzia scarabocchiando appunti su di un foglio “Per non parlare del fatto che poi hai passato tutte le serate a sbuffare e a evitare fighi da paura che ti si avvicinavano! Ma dico io, non senti il bisogno di farlo dopo un mese e mezzo che sei a secco?” “Claudia non sono sessualmente incontinente come te, so quando è il caso e quando non lo è!” “Ma piantala… stai ancora pensando a Taemin e sei un’idiota. Quello ti molla e tu che fai ci stai male. Ma falla finita. Non vedo l’ora che ci laureiamo così finalmente si festeggia e ci si dimentica della tristezza!” “Così parlò la saggia!” disse Marzia sarcastica Settembre lasciò presto il posto a ottobre. Gli alberi persero le foglie, il caldo lasciò il posto al vento fresco. Ma Taemin non aveva ancora lasciato il cuore di Marzia. Quel 4 ottobre, mentre si preparava per andare a discutere la sua tesi Marzia pensava a come sarebbe stato averlo vicino. Ne avevano parlato tante volte, e tante volte avevano immaginato quel momento. Ed ora eccola lì ad affrontare quel momento importante senza di lui. Non lo vedeva né sentiva da quasi 3 mesi. Riceveva notizie in via mediata da Celeste che essendo lì a Seoul le raccontava come andavano le cose. Aveva così appreso che Taemin non stava benissimo, e che spesso veniva sorpreso da lei o da Jinki a piangere. Che aveva detto ai suoi che la storia era finita ma senza spiegargli bene il perché, e che loro ne avevano sofferto. Aveva Saputo che di lì a poco si sarebbe laureato all’accademia e che era in gara per una borsa di studio. Per il resto il nulla. Anche su Seoul stava salendo la brezza leggera dell’autunno. Taemin si infilò le sue adidas, poi indossò la giacca, il berretto ed uscì fuori. Le foglie stavano lentamente abbandonando gli alberi. Prese un autobus al volo e scese davanti all’accademia. “Buongiorno Taemin!” lo salutò il suo maestro!” “Buongiorno!” rispose educato “Tae, ascolta, fra 15 giorni ti laurei e non mi hai ancora fornito il nominativo della partner con cui farai il passo a due!” A Taemin gelò il sangue. Non era un caso che stesse evitando di fornire al maestro il nome della partner. La sua compagna doveva essere Marzia, aveva scelto musica e passi pensando a lei, e lei doveva essere la sua partner. Poi si erano lasciati e non ci aveva più voluto pensare. Ora a 15 giorni dall’esami finale non poteva cambiare coreografia. “Tae, mi stai ascoltando?” gli chiese ancora il maestro “Oh, beh si… ascolti non lo so, la ragazza con cui dovevo ballare si è fatta male.” Mentì “;Mi dispiace. Ma devi comunque trovare un’altra che ti sostituisca. Se non mi sbaglio hai una sorella poco pià grande di te che ballava fino a qualche anno fa, no?” “SI, ma è ferma da un po’!” “Va bene farà un po’ di riscaldamento e via, d’accordo?” “Va bene!” Taemin non ne era molto sicuro, ma non gli andava che fosse una estranea a personificare quella dichiarazione d’amore che lui aveva creato per Marzia. Quello era un qualcosa che lui aveva composto per lei, e ora che lei non c’era non poteva che appartenere a lui e a lui soltanto. Ogni volta che provava quel pezzo, gli saliva la malinconia, la nostalgia, e l’ansia. Non l’aveva ancora dimenticata. Non aveva smesso di pensarla nemmeno per un secondo. “Sei bellissima!” disse la mamma di Marzia entrando in camera sua “Grazie mamma!” rispose lei “Non essere triste, amore, questo è il giorno più importante della tua vita, non pensare alle cose brutte, va bene?” “Mi viene difficile mamma!” “Lo so, ma vedrai, andrà tutto bene!” Quando Marzia aveva detto ad Eleonora e Michele, i suoi genitori, che la storia con Taemin era finita, loro erano rimasti di sasso. Aveva provato a spiegare loro come erano andate le cose, e anche i due si erano convinti che qualcosa non quadrasse. Per non parlare di sua sorella Aurora che stava per imbarcarsi su un volo per Seoul ad andare a strozzare Park. Marzia arrivò alla sede principale della facoltà seguita da tutta la famiglia. Lì incontrò Claudia vestita di tutto punto. Era il loro giorno. Elettra e Letizia sedute tra gli spettatori tenevano le dita incrociate, e di tanto intanto aggiornavano Celeste via messaggio. La prima a essere chiamata a discutere la tesi fu Claudia. 10 minuti buoni di sproloqui e fu proclamata dottoressa in legge con il massimo dei voti. Due persone dopo, fu il turno di Marzia. La ragazza avanzò a passo incerto verso la commissione e prese posto sulla sedia. Le fecero una domanda. Aveva la testa altrove. Non sentì una parola. Il presidente ripetè la domanda. Tutti trattenevano il fiato, pregando che iniziasse a parlare. E finlamente iniziò. 20 minuti dopo la lode era bella che stampata sul suo curriculum vitae. Mentre lei e Claudia festeggiavano, il professor Stuart si avvicinò a loro. “Bene bene, le donzelle più pestifere del corso!” disse “Professore!” urlò Claudia felice “E’ un sacco che non la vedevamo!” “Beh vi siete congedate dalle lezioni in anticipo!” “Era per una giusta causa!” “Già… e sempre per una giusta causa sono venuto qui da voi!” “Di che si tratta?” chiese Marzia “Devo andare a New York a tenere delle lezioni, e mi servivano due validi collaboratori che venissero a darmi una mano. Ho pensato a voi due. Siete brave, siete sveglie… ovviamente è tutto a carico dell’università.” Le due si guardarono stupite “Perché proprio noi due?” chiese Claudia “Perché penso siate valide!” “Io non vengo!” disse Marzia “Come non vieni?” fece Claudia “Non sono dell’umore!” “Smettila, è l’occasione che ci serviva per svagare… Professore accettiamo!” “Entrambe?” Marzia scosse la testa vigorosamente “SI entrambe!” Kai rigirava la foto che la bambina aveva scattato sulla torre. Ormai l’aveva quasi consumata. Ci dormiva la notte, insieme a quella foto. La stringeva. La guardava. Piangeva su quella foto. Continuava a sognare quella ragazza tutte le notti. Ora era dolce, ora era stronza, ora era sensuale. Ora litigavano, ora passeggiavano mano nella mano, ora facevano l’amore appassionati, desiderosi l’uno dell’altra. Poi si svegliava e quando capiva che era un sogno ripiombava nello sconforto. L’unica cosa che lo aiutava a tenersi su era la danza. Kai ballava di giorno, ballava di sera. Kai ballava perché ballare era l’unico modo per non lasciare entrare nel suo cuore quell’angoscia, quella ansia asfissiante che prende tutte le persone innamorate che non hanno speranze. Quella sera Taemin uscì con i suoi amici. Era la sera del bevo per dimenticare. Ma l’unico a bere per dimenticare fu lui. Gli altri erano tutti più o meno felici. Ky sentiva Elettra, Jjong Letizia e Jinki di lì a poco sarebbe diventato padre, senza contare che aveva la ragazza accanto. Taemin bevve perché era solo, bevve perché era triste, bevve perché doveva colmare un vuoto. Quando mentre andava in bagno incontrò Mia sulle scale, non fece manco caso al fatto che lei, approfittando della sua ubriacatura gli si buttò addosso ed iniziò a baciarlo. E non fece manco caso al fatto che si ritrovò nudo sul letto di casa di Mia, nel corpo di quella ragazza, a farlo con lei come se niente fosse. Quella notte fu lunga. Quella fu la notte in cui Taemin perse coscienza di sé, quella fu la notte in cui prese un’altra, un’altra che non era Marzia. Quando al mattino si alzò,la testa gli scoppiava. Si maledì per aver alzato troppo il gomito. Quando realizzò di non essere a casa sua ebbe un tuffo al cuore. Si voltò e vide Mia nuda vicino a lui. Un conato di vomito gli risalì dallo stomaco, la testa gli girò e la vista gli si annebbiò. Si maledisse. Si rivestì a fatica ed uscì da quella casa. Una volta arrivato barcollando a casa, si buttò sotto la doccia gelida, cercando di lavare via quella notte, di non lasciare su di sé tracce di quella ragazza che non amava. SI sentì male, aveva cancellato in quel modo gli ultimi segni della storia con Marzia. Era stata lei l’ultima persona con cui lo aveva fatto. Ma non era stato sesso. Loro avevano fatto l’amore. E ora aveva sporcato tutto con quella notte assurda, con una ragazza da due soldi. Si guardò allo specchio. Poi preso dall’ira lo colpì col pugno. Si fece male Taemin, ma il dolore fisico non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva dentro. Si accasciò ai piedi della doccia e pianse, come per liberarsi di quello che stava soffrendo. La signora Kim entrò nella stanza di suo figlio. “Mamma, che ci fai qui?” chiese Kai alzando la testa dal libro “Sono venuta a vedere come stavi!” rispose lei “Studio!” “Lo vedo!” “Bene!” Silenzio. “Kai, ascolta… io e tuo padre abbiamo pensato che se vinci la borsa di studio potresti usare quei soldi come vuoi!” “Pensavo voleste aprire un conto per le emergenze future!” “L’idea era quella ma ci abbiamo ripensato…” “Non ti seguo!” “Noi vogliamo che tu sia felice e se la tua felicità dipende da questa ragazza beh… è giusto che tu segua la strada per essere felice!” “Mamma non capisco!” “Kai se vinci quella borsa di studio usala per lei… valla a cercare, ovunque si trovi. Se è lei che ami cercala…”

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Capitolo 41
*** TRAGUARDI ***


Dopo due settimane dalla laurea le valigie di Marzia e Claudia erano aperte sui rispettivi letti stracolme di vestiti. “Che tempo farà a New York?” chiese Claudia “Ma cosa vuoi che ne sappia?” rispose Marzia sconsolata “Oddio Marzia, che palle! Stiamo andando a New York, non in guerra!” “Ma Claudia che pretendi? A quest’ora sarei dovuta essere a Seoul a sostenere e a ballare con il mio ragazzo che a breve si laurea!” “Il tuo ex ragazzo Marzia, il tuo ex!” “Grazie per avermelo ricordato!” “Suvvia Marzia, basta! Insomma sono passati tre mesi. Lui non si è fatto né vedere né sentire. Ti ha mollata, stop, senza lasciarti il tempo nemmeno di spiegare come fossero andate le cose. Te lo devi dimenticare!” disse saltando sulla valigia nel tentativo di chiuderla “E’ una parola!” “Marzia niente è impossibile. Devi riprenderti… devi vivere. E possibilmente trovarti un altro, almeno per andarci a letto, stai diventando acida!” “Ti prego Claudia, taci!” Taemin sbuffò. Sia il maestro che sua cugina erano in ritardo. Avevano appuntamento all’accademia molto presto quel giorno, perché dovevano sistemare la coreografia di Tae per l’esame finale. A Taemin non era andato troppo giù dover sostituire Marzia con sua cugina, ma era l’unico rimedio possibile. Più ballava quella coreografia però, più stava male. Quel pezzo, quella musica… aveva scelto tutto per lei, pensando a lei… e ora Marzia non c’era, e lui stava ballando quella coreografia che aveva realizzato solo per lei con un’altra. Era talmente distratto che aveva rischiato, addirittura di far cadere un paio di volte la sua partner. Ogni giorno pensava a Marzia e ogni giorno prendeva il telefono per chiamarla. Voleva tanto dirle che lui la amava ancora, nonostante tutto, che l’unica cosa che gli importava era di tornare insieme a lei. Poi ripensava a quella scena che si era trovato davanti di lei, di Kai, di loro insieme; a quelle foto, a quell’aria di complicità che c’era tra di loro, e così posava il telefono e si dava dell’imbecille. Una volta aveva addirittura fatto partire una chiamata su skype, ma nemmeno il tempo di uno squillo e aveva staccato. Sapeva che Marzia doveva laurearsi, e avrebbe voluto essere lì vicino a lei, ma la ferita dentro di lui era ancora sanguinante e forse, pensava Taemin, lo sarebbe stata per sempre. Si alzò in piedi e decise di iniziare il riscaldamento da solo. Appena partì quella musica, però, gli si strinse lo stomaco e fu incapace di muovere anche un solo passo. Celeste e Jinki sedevano davanti al medico tesissimi. “Signor Lee, Signorina Celeste, siete qui oggi per l’ecografia che ci dirà se la creatura che aspettate è un maschio o una femmina, come vi sentite?” “Terrorizzata!” avrebbe voluto rispondere Celeste. Era bloccata da tre mesi a Seoul, senza amiche, senza le sue cose, le sue abitudini e con i suoi che non appena aveva detto loro che sarebbe dovuta rimanere a Seoul per la sicurezza della gravidanza le avevano semplicemente chiesto “quanto ti serve”. Era angosciata, Celeste. SI stava arrotondando giorno per giorno, e più la sua pancia cresceva più si chiedeva se quella fosse la cosa giusta da fare, che razza di madre sarebbe stata. Jinki, dal canto suo, percepiva l’ansia della ragazza e cercava come poteva di starle vicino. Capiva che Celeste stesse male, era una ragazza di 24 anni, incinta, in un Paese straniero, senza i genitori e le amiche di una vita. Sperava dentro di sé che la sua presenza servisse almeno a tamponare i vuoti che tutti quegli eventi avevano creato. Quando il medico invitò Celeste a salire sul lettino per l’ecografia, lei pregò che facesse il più presto possibile. Il contatto della gelatina sulla pancia la fece rabbrividire. Onew le strinse la mano. Il medico guardò prima Celeste e poi Jinki. Entrambi stavano trattenendo il fiato. “complimenti signori!” disse sorridendo “Aspettate una bella bambina!” Il postino bussò alla porta di casa Kim. “mi scusi signora, ma la cassetta… non la trovavo!” disse non appena la mamma di Kai spuntò fuori “Oh, si, mio marito sta risistemandola… dia pure a me e non si preoccupi!” disse prendendo la busta che quello le stava porgendo. “Kim Jong In… Accademia di Seoul!” lesse Rientrò in casa e andò in camera del figlio. Lo trovò seduto alla scrivania immerso in chissà quale pensiero contorto. “tesoro, è arrivata questa per te!” disse sventolandogli la lettera sotto il naso. “Oh!” fece Kai ridestandosi “E’ dell’accademia!” Prese la busta e la scartò; tirò fuori un foglio e iniziò a leggere velocemente. Qualche minuto dopo sua madre che non stava più nella pelle gli chiese “Di che si tratta?” Kai non rispose. Poi dopo un po’ alzò la testa dal foglio e guardò la madre “Mamma… ho vinto la borsa di studio, ce l’ho fatta!” disse “Temin, scusami per il ritardo!” disse il maestro di Tae entrando di corsa in sala “Prof come mai è in ritardo di un’ora?” chiese lui “Mi spiace, ma mi ha chiamato il direttore e mi ha tenuto fino ad ora lì da lui. Tua cugina non è ancora arrivata?” “NO!” “Oh, va bene, così ho il tempo di darti la bella notizia!” “Quale bella notizia?” “Taemin, tieniti forte… sei risultato il vincitore della borsa di studio per i laureandi dell’accademia!” Celeste guardò Onew. Lui era radioso, aveva gli occhi pieni di commozione e sorrideva. “Sei felice?” gli chiese Celeste “E me lo chiedi? Cioè questo è il nostro primo piccolo traguardo! Sappiamo che tra qualche mese arriverà una bambina. Dobbiamo pensare a un nome, a devi vestiti, giocattoli, a… cosa dirle quando avrà il primo fidanzato e…” “Onew la bambina ancora deve nascere e già pensi a quando avrà un fidanzato!” “Ok, sono patetico vero?” “Solo un pochino!” “Dio mio, ci pensi? Arriverà qui tra qualche mese!” “Non sei deluso vero?” “E da cosa?” “Dal fatto che non è un maschio!” “Certe volte proprio non capisco quello che dici. Maschio, femmina che importa? Siamo qui insieme io e te e questa bambina sta per nascere, sta bene e… e io sono troppo felice.” Celeste abbracciò Jinki e lui la baciò. Si, avevano raggiunto insieme e a fatica il loro primo piccolo traguardo. Kai sollevò il telefono. Fissò la tastiera per qualche secondo. Numeri, leggeva numeri, ma il cuore gli batteva all’impazzata. Era sempre la solita tastiera, ma era la chiamata a tormentarlo. Sua madre alla notizia della borsa di studio era andata su di giri. Lo aveva riempito di complimenti, stritolato a dovere e riempito le guance di baci manco fosse un bimbo di due anni. A volte dimenticava che Kai era un ventenne mozzafiato, per lei, quel metro e 83 di muscoli e sensualità era ancora un bambino. Poi, quando lo aveva consumato a dovere aveva fatto per andarsene “Kai!” lo chiamò prima di uscire dalla sua stanza “SI mamma!” “Usa bene quei soldi!” Non appena la signora Kim era uscità Kai aveva preso in mano il telefono. Dieci minuti dopo continuava a fissare la tastiera. Sbuffò. Poi si alzò di scatto e scese giù al parco. Gli alberi erano spogli. Iniziava a far freddo. Ma lui non voleva che il suo cuore diventasse un pezzo di ghiaccio. Lasciò scorrere le dita sulla tastiera, poi si decise a comporre quel numero. “La…la borsa di studio è mia?” chiese Taemin sbalordito “SI, Taemin e con tanti complimenti da parte della commissione che ti ha selezionato. Sei, per loro, un esempio di bravura, forza, educazione e disciplina. Non hanno avuto una sola esitazione!” “Non ci posso credere!” “E invece credici. Sei il migliore tra i laureandi di questa scuola e questo apre per te molte opportunità, sappile sfruttare!” Taemin era al settimo cielo, d’istinto gli venne di prendere il cellulare e chiamare la persona alla quale più di tutti avrebbe voluto comunicare quella notizia. Ma proprio quella persona, proprio lei, era l’unica a cui Taemin non poteva comunicare quella notizia. Tornò subito triste. Si accasciò sul pavimento e sospirò. “Mi manchi, Marzia!” disse a bassa voce Il cellulare di Marzia squillò mentre lei e Claudia tentavano l’ennesimo salto sulla valigia per chiuderla. “C’è un telefono che suona!” disse Claudia “Sarà il mio, dato che tu hai quella suoneria oscena!”disse Marzia, rinunciando al proposito di costringere la valigia a chiudersi. Corse in salotto dove aveva lasciato il cellulare. Quando vide il numero sul display per poco non svenne. Era chiaramente un numero coreano e subitò pensò che fosse Taemin. Premette il tasto verde immediatamente con il cuore che batteva all’impazzata “Pronto!” disse con voce tremante mista a emozione “Marzia!” Quella voce. Quella voce calda. Quella voce decisa. Il suo voltò riaffiorò nella mente di Marzia. Prima gli occhi, poi il naso, i capelli corvini, le labbra perfette. Come un tormento che torna, come un eco che appare lontano ma che si avvicina velocemente, il ricordo di lui si espanse nella sua mente e iniziò ad attanagliarla. Pensava si fosse dimenticato di lei, pensava che tutto quel tempo fosse servito a farlo staccare. Si sbagliava. “Kai!” disse “Mi hai riconosciuto!” fece lui “Perché mi chiami?” chiese Marzia “Io…” Kai non trovava le parole “Hai un bel coraggio a farti vivo dopo quello che mi hai combinato!” “Te lo giuro che mi dispiace!” “Dispiacersi non serve a nulla!” “Giuro non era una cosa organizzata, non sapevo che Taemin fosse lì!” “ti prego non ricordarmi quel giorno!” “Marzia mi manchi!” disse Kai tutto d’un fiato “Non posso mancarti, non mi conosci…” “Ti conosco meglio di quello che pensi!” “Non credo proprio!” “Sento il bisogno vitale di vederti!” “Questo non succederà!” “Voglio…” baciarti!” “Smettila!” “Voglio fare l’amore con te!” “Kai smettila…” “Mi manchi!” Marzia si accasciò sfinita sul pavimento, mentre teneva stretto in mano quel telefono, indecisa se chiudere quella telefonata o meno. Kai la sentì che singhiozzava… “Lo so che riapro una ferita per te, ma non posso rimanere qui fermo a guardare o a stare zitto… devo dirti quello che provo!” “Kai…” “Marzia io ti amo… dammi una possibilità!” “Kai è finito per tutti il tempo delle possibilità!” “Lasciane aperta una per me anzi una per noi. Hai mai pensato a me e te come un noi?”

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Capitolo 42
*** IMPROVVISAMENTE SOLI ***


“Kai io… cosa c’è perché mi hai chiamato?” chiese Marzia “Non lo so nemmeno io. Mi mancavi e… e poi non sono riuscito nemmeno a salutarti quando te ne sei andata.” “Kai ti rendi conto che per colpa tua io e Taemin non stiamo più insieme?” “Non sapevo fosse così grave!” “Beh mi ha trovata praticamente incollata alla tua bocca, visto che come al tuo solito non mi hai chiesto se mi andava o no di essere baciata, per non parlare delle foto!” “Foto, che foto?” “Taemin ha ricevuto delle foto di noi… insomma non so nemmeno perché tu le abbia fatte scattare!” “Quelle foto non le ho fatte scattare io, è stata Park!” “Park?” “SI, era tutto un piano architettato da lei!” “Kai ma che dici!” “Ma perché diavolo non mi credi!” “Marzia ancora a quel telefono? Ti sbrighi, fra tre ore dobbiamo andare e ancora la valigia non ti si chiude!” urlò Claudia “Kai devo andare!” “No aspetta!” “Kai…” “Ti prego…” “Cosa c’è?” Kai non parlò. Non sapeva cosa dirle. “E’ stato bello sentirti!” disse alla fine E poi a Marzia venne fuori inspiegabilmente una risposta inaspettata per entrambi “Anche per me!” disse Poi mise già sorpresa anche lei da quella risposta. “Bene, il pezzo sembra riuscito meglio del solito!” disse il maestro complimentandosi con Taemin e sua cugina “Potresti far meglio Tae, ma speriamo che quel giorno ti venga l’ispirazione. Ma lo capisci il senso di questa canzone che hai scelto?” Taemin lo guardò. Poi alzò le spalle “A modo mio si!” rispose “Non era meglio una canzone coreana, così che ti immedesimassi meglio?” “A me piaceva questa!” “Perché hai scelto questa canzone?” Taemin iniziava ad agitarsi. Cosa diavolo erano tutte quelle domande? Perché il suo maestro lo tormentava? Perché infieriva ancora su quella ferita? “Io… ecco… ero innamorato di una ragazza, avevo scelto questa canzone per lei!” rispose alla fine “E ora lei dov’è?” chiese il maestro “lei non c’è… era lei la ragazza con cui avrei dovuto ballare.” “Si è fatta male?” “No ha fatto male a me. Mi ha tradito e l’ho lasciata!” “Mi dispiace Taemin, non sapevo assolutamente come stessero le cose e anzi scusami se mi sono impicciato.” “Non si preoccupi professore.” “E’ così dura?” “SI!” “La ami ancora?” “Non si può smettere di amare la donna della tua vita, anche se ti ha fatto del male!” “Spero che per te arrivino giorni migliori!” “Lo spero anch’io!” “A proposito tra un’ora devi spostarti nell’altra sala!” “Credevo che la mia lezione finisse ora!” “No, c’è stato un cambio nell’orario. Il direttore vuole che tu e il ragazzo del penultimo anno che ha vinto la borsa di studio vi esibiate insieme in un pezzo. Sai com’è il direttore vuole sempre mettere in mostra i suoi allievi migliori.” A Taemin iniziò a mangiare il cervello il tarlo del dubbio. Due erano i candidati per la borsa di studio: Kai e Lay. Conoscendo la bravura di entrambi e dunque il fatto che ben potessero concorrere a pari armi per conquistarsi la borsa di studio, pregò dentro di sé che il vincitore fosse Lay. Quando un’ora dopo varcò la soglia della porta della sala che avrebbe ospitato le prove si rese conto che le sue speranze erano vane. Lì in piedi davanti allo specchio c’era il vincitore dell’altra borsa di studio: Kai. “ragazze per l’amor del cielo, siete in un brutale ritardo!” disse il professor Stuart agitandosi “Prof è stata colpa di Marzia che era al telefonO!” borbottò Claudia correndo come una pazza e trascinandosi dietro quel bagaglio stra colmo di tutto. “Eri al telefono con il tuo fidanzato?” le chiese Stuart Marzia non rispose “Si sono lasciati prof!” bisbigliò Claudia “Ossignore, faccio sempre delle gaffe assurde.” Dieci minuti dopo l’aereo con a bordo la pazza Claudia, il saggio prof e la depressa Marzia decollava. “Taemin!” fece Kai quando lo vide entrare Taemin non rispose. SI limitò a spostare lo sguardo da un’altra parte. “Un tempo ci salutavamo…” “Un tempo non mi rubavi la ragazza!” rispose Taemin “Mi dispiace…” “Ah bravo, ti dispiace, ma a chi vuoi farlo credere?” “A te… mi sono innamorato di lei” Taemin lo gaurdò dritto negli occhi “Che cosa?” “Hai capito bene, mi sono innamorato di lei!” “Tu non ti innamori mai Kai, e poi nemmeno la conosci!” “Non ho avuto la fortuna di passare con lei tutto il tempo che hai passato tu!” “Da quelle foto non si direbbe, ve la intendevate alla grande!” “Non è come sembra!” “E com’è allora?” “Perché non lo chiedi a Park?” “Park?” “E’ lei che ha organizzato tutto!” “Ma smettila che sei patetico. Tirare in mezzo la ragazza di mio fratello è una cosa davvero meschina!” “Non mi credi vero?” “Assolutamente no!” “Fa come vuoi, non mi importa!” “Se non fossimo in accademia ti avrei già massacrato quella faccia del cavolo che ti ritrovi!” L’arrivo del maestro pose di fatto fine a quella discussione. Li informò che avrebbe preparato per loro una coreografia molto particolare, perchè il direttore ci teneva a che ballassero insieme, in quanto erano stati eletti come i più bravi dell’accademia. Nessuno dei due si oppose, anche perché avrebbe voluto dire raccontare a mezzo mondo quello che era successo e non gli sembrava il caso. Taemin guardò il calendario appeso su una delle pareti. Mancavano solo due giorni, di lì a due giorni quell’incubo sarebbe finito, lui avrebbe avuto la sua laurea e Kai sarebbe stato solo un brutto ricordo. Nella vita, si dice, che non bisogna mai darsi per vinti. E questo era anche il motto di Minho. Dopo che la storia tra Marzia e Taemin era finita in malo modo, aveva deciso che voleva vederci più chiaro. Marzia non gli sembrava la tipa da tradire il suo amico. Lo amava troppo. E Minho era deciso a vedere fino in fondo a quella storia. SI era portato dietro ovviamente i suoi amici, jjong e Key. Onew non gli era sembrato il caso, dato che stava 24 ore al giorno con Celeste per aiutarla con la gravidanza. “Cosa stiamo facendo esattamente qui?” chiese Jjong spostandosi dal viso un ramo di una pianta che lo stava tormentando “Già perché siamo nascosti dietro ad un vaso?” chiese Key “State buoni e fate silenzio.” Disse Minho “Ma chi stiamo seguendo?” “Lei!” fece Minho non appena vide Park uscire dal portone del suo palazzo “Cioè, perché seguiamo Tren Park?” chiese Jjong “Perché secondo me c’è lei dietro la rottura di marzia e Taemin!” “Dietro la rottura di Marzia e Tai c’è lei che l’ha data a Kae!” disse Jun brusco “E non parlare di lei così!” si arrabbiò Minho “Ma non ti era passata?” chiese Jjong “SI che lo è, ma non mi piace che si parli di Marzia così.” “I fatti parlano Minho!” riprese Key “Ma cosa ne sappiamo noi?” “Taemin aveva le foto e li ha anche visti e non credo, conoscendo Kai che si siano limitati a casti baci! Mio Dio quel ragazzo è un diavolo!” “Sarà ma io voglio vederci chiaro.” “Quindi?” chiese Jjong “Quindi la seguiamo e vediamo se c’è qualcosa di strano!” “Del tipo?” “Del tipo sbrighiamoci perché ora ce la perdiamo” Park raggiunse GD in un angolo del quartiere. Lui la afferrò per la vita, la tirò a sé ed iniziò a baciarla. “Cazzo!” fece Jjong palancando gli occhi “Le ha infilato mezzo metro di lingua in bocca fece!” Key “Ma non stava con Siwon!” “Invece di parlare prestatemi un cellulare che le scatto un foto!” disse Minho “Il mio è scarico!” fece Key “Il mio ha la fotocamera rovinata!” rispose Jjong Minho che aveva dimenticato il suo cellulare a casa nella fretta imprecò contro di sé e i suoi amici “Guardate, si muovono!” fece Key “Seguiamoli!” Senza farsi vedere i tre li pedinarono. Sembrava quasi che non volessero più fermarsi, quando ad un tratto si arrestarono vicino ad un edificio. “Stanno salendo lì dentro!” disse Minho “Quella è casa di GD, una volta l’ho visto uscire di lì con Elettra!” disse Key “Dobbiamo seguirli!” riprese Minho “Ma sei pazzo!” fece Jjong “Non possiamo!” “Io vado!” “Minho, aspetta!” “Dai Jjong, andiamo non possiamo lasciarlo da solo. Il portiere per fortuna non era nei paraggi. I ragazzi lessero il cognome di GD ai citofoni e poi si precipitarono al terzo piano. “Cosa speri di sentire da qui fuori?” fece Jjong sconsolato Minho accostò l’orecchio alla porta. “Sshhh si sente qualcosa.” Disse Gli altri due si avvicinarono e constatarono che l’acustica non era male. Quello che sentirono li lasciò così di sasso che ci volle un po’ perché si riprendessero. “Quando lo diciamo a Taemin?” chiese Key “Non prima della sua laurea. Il giorno stesso che prenderà quel diploma in mano gli diremo tutto, ma per ora ha bisogno di rimanere tranquillo!” rispose Minho Due giorni dopo Marzia e Claudia arrivarono a New York. Il volo aveva fatto uno scalo e dopo lo scalo avevano pernottato a Londra e poi erano ripartite insieme al Prof. Era tutto imponente. I grattacieli, le strade… Tutto troppo grande. Solo allora Marzia si ricordò che Taemin aveva preparato la coreografia su una canzone che parlava di un amore nato a New York. E subito si sentì improvvisamente sola. Taemin respirò a fondo cercando di calmarsi. Era il grande giorno. Con lui c’erano la sua famiglia e i suoi amici. E per un attimo si sforzò di non pensare al fatto che Marzia non fosse con lui. Quando il direttore lo presentò, salì sul palco insieme alla cugina per eseguire il pezzo che avrebbe dovuto ballare con Marzia. Gli si bloccarono le gambe. Dopo una doccia veloce Marzia e Claudia decisero di fare dua passi. Claudia era elettrizzata, Marzia depressa. “Giuro che se non ridi e non ti rilassi ti ammazzo!” “Dai Claudia.” “Ma su, guarda dove siamo!” “Ok ci proverò.” Le note di quella canzone iniziarono a riaffiorarle in testa mentre su New York calava il sole e il giorno lasciava posto alla sera. La musica partì e a Taemin miracolosamente si sbloccarono le gambe. Era emozionatissimo,a veva paura di sbagliare. Quella canzone gli ricordava lei, ma non poteva fallire, ne andava della sua laurea. Poi ad un tratto realizzò che l’unico modo per non farsi prendere dallo sconforto era pensare a lei, immaginarla come se fosse lì con lui. Allora rimosse il volto della ragazza che ballava con lui e si sforzò di pensare che al suo posto ci fosse lei, l’unica ragazza che contava. Non era Xan a ballare con lui, a volteggiare con le sue braccia, a sorridere… era Marzia. Era lei, così come era stata lei a casa sua mentre provavano e ideavano quel pezzo. Non era Xan sulle note di quell musica meravigliosa. Tutto quel pezzo parlava di lei. Il suo mondo era Marzia, e per un attimo per Taemin fu davvero come se ci fosse Marzia accanto a lui.” “”E’ una scommessa d’amore…” canticchiò Marzia “Che stai dicendo?” le chiese Claudia “Nulla cantavo!” fece Marzia sedendosi su di un muretto “Che cosa’” “Nulla di che!” “Beato chi ti capisce. Hai visto quanta gente?” “No!” “Perché non dai un’occhiata?” In realtà quella gente non le interessava. Era sola, non contava nessuno in quel momento. Una lacrima le rigò il viso. Nello stesso istante quando fece il suo inchino alla fine del pezzo, Taemin iniziò a piangere.

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Capitolo 43
*** RIEMERSIONI ***


“Magnifica coreografia!” disse il direttore salendo sul palco e abbracciando Taemin. “Nostro signor Lee è la stella di questa accademia. Il meglio del meglio” Continuò “Ma non è il solo. Abbiamo anche un altro piccolo astro nascente, che come il signor Lee, di sicuro si laureerà con il massimo dei voti. Accogliete con un applauso l’altro aggiudicatario della borsa di studio per gli studenti del penultimo anno: Kim Jong In!” Kai balzò sul palco con passo felino e prese gli applausi della platea. Solo la figura del direttore lo separava da Taemin che faceva finta di non vederlo. “I nostri due migliori allievi. E per l’occasione abbiamo deciso di farli esibire insieme in un medley di coreografie. Ecco a voi Lee Taemin e Kim Jong In!” Il direttore si allontanò mentre le luci venivano spente. I due presero posto. “In bocca al lupo!” disse Kai “Che tu possa romperti l’osso del collo!” rispose Taemin E per fortuna che nelle prese era Kai a dover sollevare Taemin. “Ragazze per favore non rimanete indietro, non conoscete la città!” disse il professor Stuart voltandosi per andare a recuperare una impazzita Claudia e una stralunata Marzia che vagava di qua e di là con aria apatica. “Prof ma qui è troppo bello!” disse Claudia “Siamo a Central Park, ovvio che sia bello, Claudia!” “Beh lo dica a quella mummia imbalsamata di Marzia, guardi che faccia ha!” “Non credo si stia godendo molto il viaggio!” “già è sempre lì a pensare al suo ex fidanzato!” “Ma quanto è durata questa storia?” “Solo due mesi, è questa la cosa comica. Questa storia è nata a giugno e finita i primi di agosto, Stop!” “Così poco?” “Già!” “Non lo avrei mai detto di Marzia che fosse una che potesse affezionarsi velocemente a qualcuno!” “Lei in genere si affeziona ma mai più di tanto, con questo ragazzo, Taemin, non so cosa sia successo. SI sono incontrati per caso ed è stato un colpo di fulmine!” “E siete finite a Seoul” “E siamo finite a Seoul” “Buon Dio ragazze siete delle trottole.” Marzia sbuffò. Infilò la mano nella tasca della felpa e ne estrasse un elastico. Poi si tirò su i capelli. Aveva caldo. Guardava da lontano il prof Stuart chiacchierare con Claudia. Sapeva che parlavano di lei. Claudia di sicuro gli stava spiegando perché invece di godersi quella vacanza se la stava rovinando. Si sedette su una panchina per riposarsi. Non le importava di perdersi. Pensò che si era persa tante volte e aveva perso tante cose. Si era sempre ritrovata ma non aveva mai ritrovato tutto quello che aveva perso. E temeva che con Taemin sarebbe stato lo stesso. Si frugò nelle tasche alla ricerca di chissà che. Fu allora che urtò contrò qualcosa. Il cuore le balzò in gola. Con mano tremante estrasse dalla tasca la conchiglia che Tadmin le aveva regalato quel giorno che erano stati al mare. “Quando ti senti sola accostala all’orecchio e il suono del mare ti ricorderà me… e sarà come se fossimo insieme!” Quelle parole che lui le aveva detto quel giorno le erano rimasta impresse nella mente peggio di un marchio infuocato sulla pelle. Istintivamente si portò la conchigli all’orecchio. Sentì le onde. Chiuse gli occhi. Respirò. Se lo immaginò sorridere, correre verso di lei, abbracciarla, baciarla, come aveva fatto tante volte in quel breve periodo di tempo. Poi non trattenne più le lacrime e desiderò non trovarsi lì in quel momento. La musica partì. Kai iniziò a muoversi. Era elegante, sinuoso… Poi fu il turno di Taemin… bellissimo e aggraziato. Quando partì il pezzo dove dovevano simulare una specie di lotta a Taemin venne l’impulso di massacrarlo di botte seriamente, ma poi si contenne. Era un giorno troppo speciale e non se lo sarebbe fatto rovinare. Tra i due volarono sguardi di fuoco, pieni di odio. Facevano quasi paura. La musica cresceva, cambiava, e loro due lì a muoversi e a darsi battaglia come due leoni in gabbia. Taemin si buttò addosso a lui come da coreografia, Kai lo sostenne, e via salti, calci, quasi una guerra. Poi il silenzio. Respirarono a fondo mentre dalla sala partivano gli applausi. Il direttore salì sul palco e li invitò a fare l’inchino. Si piegarono e ringraziarono tutti educatamente. Il direttore consegnò la coppa di miglior laureato a Taemin, confermandogli che si era laureato con il massimo dei voti. Poi diede una medaglia a Kai come miglior studente del penultimo anno. Il sipario si chiuse su quell’evento. Ma non su quella guerra tra di loro. “Presto andiamo!” fece Minho balzando su dalla poltrona sulla quale era seduto e sulla quale si era distrutto le mani per applaudire l’amico. Aveva fatto un grande sforzo di concentrazione, soprattutto quando Jjong e Key avevano deciso di farsi prendere dal panico mentre Taemin ballava con Kai… “Ora lo picchia!” “Ora lo fa cadere!” “Ora gli fa lo sgambetto!” “Ora gli cava gli occhi!” “Ora lo catapulta giù dal palco!” Questi erano stati i commenti dei due che si era dovuto sorbire mentre tentava di concentrarsi sulla performance di Taemin. “Andare dove?” fece Key perplesso “A parlare con Taemin di quello che abbiamo sentito qualche giorno fa!” rispose Minho “Non sarebbe meglio dirgli prima tanti auguri?” chiese Jjong “NO!” “Ok, va bene, andiamO!” “Ogni tanto penso che la valeriana sarebbe un rimedio molto indicato per MiNho!” disse Key “Lo credo anche io!” “Taemin!” urlò Minho mentre Tae tentava di divincolarsi dagli abbracci dei fratelli e dei parenti che lo stritolavano, lo coccolavano, gli buttavano petali di fiori addosso. “Taemin!” “Minho!” disse lui avvicinandosi “Devo parlarti!” “Ora?” fece Tae stranito “SI!” “Dammi un minuto parlo con Celeste e ti raggiungo fuori va bene?” “Ok fai presto!” Taemin rimase perplesso. Perché Minho era così esagitato? Congelò un attimo quel pensiero e si avviciò a Celeste “Eih, auguroni!” disse lei sorridendogli “Grazie mille!” disse Tae abbracciandol “Beh allora come ti senti?” “Stordito!” “Beh lo credo, hai appena completato un traguardo con uno splendido risultato e… Qualcosa non va Taemin?” chiese Celeste notando che il ragazzo si era intristito “Mi manca, Celeste!” disse “Perché non provi a chiamarla? Dovete chiarirvi non può finire così!” “Non ce la faccio, più ci provo, più ho davanti quelle immagini di lei con Kai.” “Ma magari le cose non stanno realmente come pensi tu. Taemin, Marzia ti ama, non ti avrebbe mai tradito, dalle la possibilità di spiegarsi!” “Io…” “Taemin, Celeste ha ragione!” disse Minho ricomparendo alle sue spalle. Non ce la faceva più ad aspettare. “Cosa vuol dire Minho?” chiese Tae stranito “L’altro giorno io, Jjonge Key abbiamo seguito Park!” “Cosa avete fatto voi tre?” chiese Taemin “Idea sua!” fece Jjong indicando Minho per discolparsi “Siete tre psicopatici!” “Ascolta Tae… Park ha architettato un piano con GD per far lasciare te e marzia, in modo che potesse averti tutto per sé!” disse Minho “Sei impazzito?” “No dice la verità!” intervenne Key “C’eravamo anche noi li abbiamo sentiti parlare. Park ha organizzato tutto nel dettaglio. Kai e Mia facevano parte del piano li aveva convinti a farvi la corte per farvi lasciare.” “Cosa?” “Si… se uno dei due avesse tradito l’altro con Mia o Kai, allora vi sareste lasciati e lei avrebbe avuto campo libero con te!” disse Minho “Ma… ma… lei è la ragazza di SIwon e….” “Taemin apri gli occhi lei ha una gelosia malata e morbosa nei tuoi confronti. E poi tradisce Siwonl’abbiamo vista con GD!” “Ma siete sicuri di quello che dite?” “Si, certo, per questo l’abbiamo seguita… E ti dirò di più non è vero nulla. Marzia non ti ha mai tradito. E Kai non era totalmente in cattiva fede. Lui davvero si era innamorato e Park vistasi messa alle strette gli ha preparato un tranello…” “Quelle foto allora…” “Le foto una è Kai che bacia Marzia, ma lei dormiva, non se ne era resa conto. Ok era con lui, ma a quanto sembra erano incontri del tutto casuali. In quella dove lei gli asciuga il viso, Kai le aveva appena salvato la pelle da due che volevano farle del male e lo avevano preso a botte. E il bacio che hai visto è stato tutto un tranello dove li ha fatti cadere Park. Era Kai l’unico innamorato, l’ho sentita con queste orecchie Park, mentre diceva che Marzia lo aveva respinto fino alla nausea dicendo che amava te…” “Oh mio Dio cosa ho fatto…” disse Taemin portandosi le mani ai capelli “E’ stata tutta una trappola messa su da Park!” “Io… che idioita ho… ho distrutto tutto, non le ho creduto, l’ho lasciata…” “Tadmin calmati, non è tutto perduto!” disse Celeste “Forse c’è ancora una possibilità… chiamala subito!” “Ma che le dico, scusami sono stato un imbecille, non mi sono fidato di te, ti ho ferita a morte…” “Dille quello che vuoi ma per carità chiamala!” disse Minho “N… non ho il telefono dietro!” disse Taemin “Prendi il mio!” fece Key allungandogli il suo cellulare Taemin prese il telefono e con mano tremante compose il numero di Marzia. “Ti squilla il telefono!” disse Claudia a Marzia mentre camminavano Marzia tirò fuori il cellulare dalla borsa e quando vide quel numero coreano sconosciuto pensando che fossi Kai, non rispose alla chiamata. “Oddio non ne posso più, mi fa male il cuore quando mi chiama!” disse a Claudia “Era Kai, di nuovo?” “Temo di si!” “Ascolta almeno per questi giorni che siamo a New York conserva il tuo vecchio numero e mettici una scheda di qui!” “Credo che farò così!” “Fallo subito, tieni, te ne ho comprata una!” Marzia non se lo fece ripetere due volte, levò la vecchia sim, la conservò e ci infilò dentro la nuova. “Cavolo non risponde!” disse Taemin disperato “Maledizione!” fece Minho “Ragazzi non c’è nient’altro da fare devo andare in Italia a riprendermela!” disse Taemin “Ho sentito Italia?” disse Park Tutti si voltarono a guardarla in cagnesco, lei, ancora ignara che i suoi piani fossero stati scoperti si avvicinò a Taemin per congratularsi con lui “COgnatino complimenti, bel balletto!” disse “Stai lontana da me!” disse Taemin spingendola via Park lo guadò stranita “Cosa ti prende?” “Tu sei una maledetta strega, bugiarda, me la pagherai cara, mi hai fatto perdere l’unica persona che abbia mai amato!” “Ma di che stai parlando?” “Sappiamo tutto, Park!” disse Celeste “Tutto cosa?” “Del tuo piano, di GD, della tua passione malata per Taemin!” disse Minho “Ma… ma… non so di cosa stiate parlando!” disse lei entrando nel panico “Appena Siwon saprà quello che hai fatto ti mollerà subito…” “Non dirmi che credi a loro Taemin” disse “Certo che gli credo… non so come tu abbia potuto. Tu sei pazza, non sei sana… ci hai tormentati ci hai separati e stupido io a non aver dato subito ascolto a Minho e Kai… loro mi avevano messo in gaurdia…” “Ma Taemin…” “Sparisci…” Taemin uscì di corsa dal teatro. Il cuore gli batteva all’impazzata, la testa stava per esplodergli, le gambe gli tremavano. Si diede dello stupido in continuazione, si maledisse. Doveva fare qualcosa, doveva andare a riprendersela. Kai uscì dal teatro scortato dalla famiglia e da un mazzo di fiori gigante. “Eccolo qui il nostro orgoglio!” fece suo padre accarezzandogli la testa Kai rideva, ma sua madre lo sapeva, non era completamente felice. Sui suoi occhi era calato un vetro di tristezza. “Caro, perché noi intanto non ci avviamo a casa a preparare da mangiare, così lui fa due passi e si calma un po’ l’emozione!” disse al marito “Uhm, mi sembra una buona idea, magari rintraccia Lay, Chanyeol e company e portali a pranzo a casa ok?” fece suo padre “SI, ma prima vai dove tu sai che devi andare!” gli disse la madre “Dove deve andare?” chise il signor Kim “caro non sono affari che ci riguardano, andiamo a casa su!” e se lo trascinò dietro. Kai avanzò a grandi passi verso l’entrata di quell’edificio. Si fermò esitante sulla porta, poi la spinse con forza ed entrò, lasciandosi alla spalle la scritta “agenzia viaggi” Park era in preda al panico. L’aveva scoperta. Non sapeva cosa fare. Lei era sul punto di perdere tutto e soprattutto lui stava per andare in Italia a riprendersi lei. CI pensò sopra, poi decise che l’unico modo per fermarlo era fare in modo che rimanesse bloccato a Seoul. Andò a casa, tirò fuori dei moduli e li compilò. Poi corse al primo ufficio a depositarli. “Cosa posso fare per lei?” chiese la donna dell’agenzia “vorrei un biglietto aereo per l’Italia!” disse Kai “Per dove?” “Roma!” “Molto bene. E’ l’ultimo!” “In che senso l’ultimo?” “Le conviene fare anche il ritorno e subito, signore, Seoul sta chiudendo le entrate e le uscite a causa della crisi con il Nord. Se fa il biglietto di ritorno entro 5 minuti risulterà tra i passeggeri autorizzati a lasciare il Paese e a rientrare!” Kai si chiese se non fosse il caso di lasciar perdere. Non voleva lasciare i suoi da soli. Un messaggio tempestivo di sua madre sul cellulare che lo invitava a sbrigarsi a fare quello che doveva fare, lo convinse a fare quella che reputava la scelta più giusta. “MI faccia anche il ritorno!” disse “Molto bene!” Taemin varcò la porta dell’agenzia viaggi del quartiere dove viveva. “Il signore desidera?” chiese l’uomo alla reception “Un biglietto per Roma!” disse Taemin col fiatone “Mi dispiace Signore, non siamo autorizzati a rilasciare biglietti per far uscire i civili da Seoul!” disse “Come scusi?” fece Taemin sgranando gli occhi “C’era un solo biglietto autorizzato ed è stato venduto in un’altra agenzia!” “Ma è assurdo!” “Lo dica al Governo. La tensione è tanta!” “Per quanto tempo durerà?” “Almeno finchè non si calmeranno le acque.” “Dannazione, io devo partire, è urgente.” “Abbia fiducia, vedrà che tutto si sbloccherà, è solo questione di tempo!”

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Capitolo 44
*** ANDATA E RITORNO ***


Kai tornò a casa mezz’ora dopo. “Hai fatto i biglietti?” gli chiese sua madre “SI!” rispose lui “Anche se ho avuto problemi!” “Non dire niente, lo so!” “Pensavo avessi timore a lasciarmi partire!” “Pur di non vederti vagare per casa come un anima in pena ti permetto anche di partire con questa situazione!” “Papà lo sa?” “Glielo ho appena dettO!” “Come l’ha presa?” “E’ nevrastenico. Dice che abbiamo già perso un figlio e che non vuole perderne un altro, ma gli passerà vedrai. Del resto sei grande, devi fare le tue esperienze, non possiamo sempre tenerti legato a noi, non hai più 2 anni.” “Già…” “Comunque quando parti?” “Tra 10 giorni. Era l’unica data disponibile!” “Quanto starai?” “Tornerò prima di Natale!” “Ci mancherai, mi mancherai!” “Lo so mamma. Mancherete anche a me, mancherai anche a me!” “Sai Kai, quando eri bambino, io e tuo padre ci chiedevamo sempre cosa saresti diventato. A volte temevamo che non avresti mai messo la testa a posto. E ora guardati qua, premiato come miglior allievo dell’accademia e stai partendo per amore… Io non lo so, ma chiunque sia questa ragazza che ti ha cambiato, sia benedetta!” Kai sorrise e abbracciò sua madre. Poi fece una cosa che non faceva quasi mai. Pianse di gioia. Taemin arrivò a casa distrutto. Ad aspettarlo trovò Minho, Key, Jinki, Celeste e Jjong. “Allora hai fatto questo biglietto?” chiese Minho “Ragazzi no!” rispose lui impanicato “Come no?” fece Celeste “I voli in entrata e in uscita per i Coreani del sud sono bloccati! Era rimasto un solo biglietto autorizzato ed era stato acquistato qualche secondo prima che io arrivassi in agenzia!” “Oh mamma che sfiga!” disse Jjong “Io non ci posso credere, vuol dire che siamo bloccati qui?” fece Key “Si, questa crisi tra i due Stati mi inizia a preoccupare!” fece Jinki “Vedrai saranno le solite cose, ma la tragedia è che ora lui non può partire!” disse Minho “Dannazione…” imprecò Taemin “Non c’è un modo per sentirla, tipo tu Celeste la senti, no?” fece ancora Minho “SI la sento spesso, ma ora è a New York con una borsa di studio, dovrebbe tornare tra una settimana. Di sicuro avrà inserito nel cellulare una scheda locale, per quello che il telefono risulta staccato!” rispose Celeste “Che tu sappia, ha un pc in modo che io possa rintracciarla tramite skype o qualsiasi altra cosa?” “No Tae, il prof le ha fatte partire senza computer, sono lì per fare delle ricerche universitarie, alla fine, non devono distrarsi!” “Oddio una settimana è troppa!” “Taemin sei stato senza sentirla un mese, cosa vuoi che sia una settimana?” fece KEY “SI ma fino a qualche ora fa non sapeva come stavano le cose!” intervenne Minho “Sono stato un idiota, un emerito idiota. Ora sono bloccato qui, non posso né vederla né sentirla, rischio di impazzire.” “Mi sa che stai già impazzendo!” fece Jjong perplesso Quella settimana volò via in un lampo. Marzia e Claudia la passarono a fare ricerche insieme al prof Stuart e a visitare New York e Claudia riuscì perfino a far ridere Marzia un paio di volte. Girarono la città in lungo ed in largo, sotto la guida attenta del Prof, conobbero gente, fecero shopping nel tempo libero. Claudia era estasiata da tutto ciò che vedeva, Marzia pensava sempre a Taemin, ma quell’esperienza neworkese le stava facendo bene. Aveva piano piano iniziato a sentirsi meglio e anche se la ferita nel suo cuore era ancora aperta, quella boccata d’aria fresca la stava facendo rigenerare. Nemmeno il tempo di abituarsi a quella nuova situazione che già arrivò il momento di ritornare. Mentre preparavano i bagli Marzia si rese conto che le mancava qualcosa “Che cercHi?” le chiese Claudia notando che stava buttando all’aria vestiti e accessori “Non trovo più la vecchia sim!” disse Marzia preoccupata “Bah l’avrai messa da qualche parte!” “No sono sicura di averla lasciata nel portafogli!” “Marzia ma sei scema? Come fai a lasciare la sim nel portafogli? SI perde!” “Infatti deve essermi caduta quando ho tirato fuori i soldi. Sono ufficialmente sguarnita di cellulare.!” “Prima che ti ridiano lo stesso numero ci vorrà un po’, appena arriviamo ti fai una sim nuova, per ora usa il mio cell, ne ho due tanto!” “Sono una svampita!” “SI, lo sei!” “Non ci posso credere!” disse Taemin buttandosi sul letto quel pomeriggio “Ancora non hanno sbloccato i voli!” “Io non capisco, davvero!” disse Minho “E ciò che è peggio è che in casa la situazione è un macello. SIwon è su tutte le furie dopo quello che ha fatto Park. I miei sono sconvolti per quello che è accaduto. Da tre matrimoni che si dovevano fare ne è rimasto uno solo e non si sa più nemmeno quando, dato che Celeste non sta benissimo” “Poveri i signori Lee!” “Già uno shock dopo l’altro.” “Ma Park in tutto ciò?” “Siwon non la vuol più vedere, ha detto che se se la trova davanti le tira il collo!” “3 anni buttati alle ortiche!” “Già quella è matta da legare, come ho fatto a non essermene accorto prima?” “Non potevi, credevi troppo nella sua buona fede!” “Mi sto maledicendo da dieci giorni per quello che è successo con Marzia. Non me lo perdonerò mai. Ho paura di non rivederla mai più!” “Non essere sciocco Taemin, vedrai che di qui a poco la situazione si sbloccherà, fidati!” “Mi spieghi come farai a trovarla?” chiese Lay a Kai “Chi, Marzia?” domandò lui mentre preparava le valigie “SI! Roma è grande!” “Non lo so, ma a costo di girarla tutta la troverò!” “Non ti sembra un po’ insensato tutto questo?” “Forse solo un po’, ma io la amo e devo trovarla!” “Io non ci posso credere, Kai, ti sei innamorato, è un evento più unico che raro!” “Già…” “Beh, allora ti ci vuole un grande in bocca al lupo per ritrovarla!” “Già!” Marzia arrivò a Roma. Insieme a Claudia tornò a casa. AL suo ritorno ritrovò i ricordi come al solito ad aspettarla. Quella stanza, in quella stanza era stata con Taemin. In quelle strade aveva passeggiato con Taemin. In quei luoghi aveva respirato, giocato, riso con Taemin. “Io esco a fare due passi!” disse a Claudia “Ma se siamo appena arrivate!” disse lei “Lo so ho bisogno d’aria!” Claudia capì e non la rimproverò Marzia camminò a passo veloce, prese un autobus e andò lì davanti alla casetta dove erano stati Taemin e gli altri durante il loro soggiorno in Italia. Si sedette su un panchina e iniziò a fare la cosa più dolorosa: ricordare. Chiuse gli occhi. Il loro primo incontro, la bancarella dei libri, l’odore dell’estate, della frutta, delle granite fresche… i suoi occhi… quegli occhi magnetici. Quel tocco delicato sulle sue dita, urtate dalle sue. Quel sorriso di scuse così sincero. E poi quella storia nata al fiorire dell’estate e finita con essa. Quei baci dal sapore dolce, le prime ansie, i timori nello scoprirsi. E poi lei si era convinta, era corsa fino a quella casa, durante una notte di pioggia, gli aveva detto che lo amava e avevano fatto l’amore per la prima volta. Lì in quella casa, su quel pavimento scomodo erano diventati per la prima volta una cosa sola. Erano attimi della loro storia che non aveva voluto ricordare, se non fino a quel momento, quando le immagini di quell’amore erano state così prepotenti da riaffiorare nella sua mente. Si chiese il perché di quella fine. Si amavano, si erano cercati, si erano trovati… Perché si erano persi? Che destino era il loro? Lo stesso destino che li aveva prima fatti incontrare e poi dividere, stava bloccando Taemin a Seoul, proprio mentre 3 giorni dopo Kai salutati i suoi genitori, sua sorella, suo fratello minore e gli amici di sempre, saliva su un aereo, sull’ultimo volo autorizzato. E mentre Taemin lottava per riuscire a raggiungere Marzia, per salvare quell’amore che l’invidia e la follia di una donna avevano quasi fatto naufragare, Kai si sedeva sul sedile e incollava il viso al finestrino. Mentre Taemin guardava il cielo in cerca di risposte, Kai era già tra le nuvole. “Taemin!” la voce di sua madre lo riportò alla realtà “Mamma!” fece lui Poi non appena vide lo sguardo allarmato di lei iniziò a preoccuparsi “Che è successo?” le chiese “E’… è arrivata questa per te!” disse porgendogli una busta “Che roba è?” chiese “Non ne ho idea, è da parte del Governo!” “E cosa vogliono!” “L’involucro non promette bene!” Taemin aprì la busta con le mani che gli tremavano “Gentile Signor Lee Tae Min, siamo onorati di accettare la sua richiesta di arruolamento volontario nell’esercito di Seoul per eseguire il periodo di leva di due anni. Data la giovane età siamo ancora più orgogliosi della sua scelta. La attendiamo giorno 30 ottobre per la prima visita medica. Ricordi che è sempre un onore servire la patria. La leva che lei ha deciso di anticipare è prima di tutto un onore e poi un dovere. Inizierà il suo periodo di leva subito dopo che i medici verificheranno la sua condizione di salute. I miei più distinti saluti Kim Lei Gu” Taemin finì di leggere con la voce che gli tremava “Che significa?” gli chiese sua madre con le lacrime agli occhi “mamma non ne ho idea, io non ho mandato nessuna richiesta di arruolamento volontario!”

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Capitolo 45
*** IL GIOCO DELLA PROBABILITA' ***


“Che succede?” chiese Jinki entrando in camera del fratello “A tuo fratello è arrivata una specie di cartolina precetto!” rispose la madre “Cartolina precetto? Ma mancano ancora dieci anni!” disse Jinki stupito “Pare Taemin si sia arruolato volontario!” “Stai scherzando, Tae vero?” “Deve esserci un errore!” disse Taemin rigirandosi la cartolina tra le mani “Qui dice che ho inviato i moduli per la richiesta di arruolamento volontario, ma io non ho mai inviato nulla!” “Beh, ma allora ci sarà un errore!” “Tu e SIwon non avete inviato nulla, vero?” chiese sua madre a Jinki “No, no!” “Ok quindi è escludere anche un errore di nome!” “Già…” “Io non capisco…” “C’è poco da capire Taemin, andiamo all’ufficio che se ne occupa e chiediamo chiarimenti, di sicuro si saranno sbagliati!” disse Onew Kai si destò all’improvviso a causa di uno scossone dell’aereo. Stavano atterrando. Il volo senza scali era indubbiamente meno stressante, ma le sue articolazioni ne stavano risentendo. Si stiracchiò… nel farlo la maglia si tirò su, scoprendo i suoi addominali perfetti. Non ci fece caso fino a quando la ragazza davanti a lui non iniziò a fissare la sua pancia con insistenza sfoggiando un’aria da pazza maniaca. Kai la guardò e si tirò subito giù la magli imbarazzato. Lei gli fece l’occhiolino. Lui provò a guardare altrove, pregando che l’aereo atterrasse il prima possibile. Finalmente arrivò la fine di quell’agonia. Kai balzò giù alla velocità della luce dal sedile e si precipitò verso l’uscita, prima che quella tizia potesse saltargli addosso. L’aria fresca e l’autunno romano si impossessarono quasi subito di lui. Era lì, nella città dove abitava lei. Solo case e strade lo separavano da lei. Non c’era il mare, non c’era mezzo mondo tra loro. Solo case e strade. Allora giurò a se stesso che a qualunque costo, sfidando ogni regola della probabilità e del tempo, lui l’avrebbe trovata. “Signor Lee qui non c’è nessun errore!” disse l’uomo addetto all’ufficio reclute Dopo due ore di fila lui e Jinki ce l’avevano fatta a trovare qualcuno che gli desse un minimo di retta. “Ma le ripeto che io non ho inviato alcun modulo per l’arruolamento volontario!” ripetè Taemin visibilmente preoccupato “Riconosce questa firma, signor Lee?” chiese l’uomo allungandogli un foglio Taemin si avvicinò ed osservò con attenzione. Quella firma era identica alla sua. “”Sembrerebbe la mia!” rispose “E’ la sua. Non è tollerabile che un ragazzo mandi una richiesta e dopo si ritiri inventando scuse assurde. Lei tra due giorni farà la visita e se questa avrà esito positivo sarà arruolato!” “Ma se mio fratello dice di non aver compilato quei moduli vuol dire che è così!” intervenne Jinki spazientito “Suo fratello ha firmato questi moduli, vede? Quindi non può più tirarsi indietro!” Onew osservò quei fogli con attenzione, la firma sembrava essere proprio quella di Tae. “Ci deve essere di sicuro una spiegazione diversa. Ma chi ha consegnato questi moduli?” “Sono stati spediti!” “Dannazione!” “La aspettano venerdì per la visita Signor Lee, mi raccomando. Il disonore non fa bene a nessuno!” disse l’uomo. E con quelle parole chiuse la conversazione. Il treno si fermò alla stazione Termini. Kai scese trascinandosi dietro la valigia. Quel posto era completamente diverso da quello in cui era abituato a vivere. Era stanco morto e non aveva idea di dove fosse il posto che l’agenzia gli aveva prenotato per dormire. “Zona Prati. Che ne so io dov’è zona Prati?” si chiese Marzia si alzò dal letto a fatica. Quella mattina non le andava proprio di mettersi a zonzo per i vari uffici. Quando era rientrata da New York aveva ricevuto una proposta da parte di uno Studio legale. Si trattava di aiutarli con alcune pratiche ed aveva accettato uno perché doveva guadagnarsi da vivere, due perché aveva ancora molto da imparare. Arrivò a lavoro trafelata e in ritardo, ma per fortuna nessuno se ne accorse. “Marzia ascoltami, oggi non vai in Tribunale.” Disse il suo capo grattandosi la testa “Come mai?” chiese lei ancora col fiatone “Ho delle pratiche urgenti per la Corte di Cassazione!” “Ah…” “Ti fa difficoltà arrivarci?” “no, no, anzi mi viene più semplice!” “Molto bene allora stamattina vai lì… ricorda zona Prati!” “Ok, zona Prati!” La notizia dell’arruolamento di Taemin non venne prese molto bene dalla famiglia, in particolare dalla madre, che vedendolo sempre così esile, e molto dimagrito nell’ultimo periodo, aveva paura ci rimanesse secco. In più l’allarmismo per la situazione tra i due Stati Coreani non facilitava le cose. La Signora Lee lo sapeva bene che se fosse scoppiata una guerra i primi ad essere chiamati sarebbero stati i giovani che stavano assolvendo l’obbligo di leva. Il padre di Taemin dal canto suo non riusciva a dare una spiegazione logica a quello che fosse successo. Taemin era inquieto, sembrava che il destino ce l’avesse con lui. Prima la fine della storia con Marzia, poi il fatto di non riuscire a partire e ora l’arruolamento in un periodo di crisi come quello. Mentre tentavano di cenare, Onew posò le sue bacchette. “Credo che dovrei arruolarmi con te!” disse al fratello Tutti smisero di mangiare, Celeste per prima “Onew non dire stronzate” disse Taemin “Non mi va di lasciarti da solo!” “Hai una ragazza che sta per avere un bambino, non puoi lasciarla sola” Celeste guardò prima Taemin poi Onew “Per me non c’è problema!” disse alla fine “I tuoi, Taemin, mi stanno dando una grande mano e se Jinki vuole seguirti io aspetterò!” “Ma no. La leva dura due anni, si perderebbe il meglio di tutto. La nascita della bambina, i suoi primi passi, le sue prima parole, il primo dente, no, è fuori discussione.” “Non posso lasciarti da solo, Taemin, dannazione!” “Me la caverò!” Il suono del campanello interruppe la conversazione. Onew andò ad aprire e Minho piombò in casa. “Che ci fai qui?” gli chiese Taemin “Sono venuto a vedere che sta succedendo, per telefono mi eri sembrato sconvolto. Allora questa storia di leva è vera!” disse l’amico “Si ma ancora non mi spiego come sia potuto accadere!” rispose Taemin afflitto “Dio che disastro… quando hai la visita?” “Venerdì!” “Bene, io sabato!” “eh?” “SI io sabato. Quando mi hai detto quello che era successo ho mandato la richiesta anch’io, e sono stati celeri a rispondere, credo per via di questa crisi!” “Ma Minho che…” “Pensavi ti avrei mollato da solo in questa cosa?” “Ma tu non eri tenuto…” “e invece si, Taemin, gli amici fanno anche questo.” Tutti a tavola lo guardarono con un misto di affetto e ammirazione. Quel ragazzo non solo stava offrendo un braccio a Taemin a cui aggrapparsi, ma stava dando loro la speranza che il figlio sarebbe tornato da quei due anni tutto intero, sia fisicamente che mentalmente. “Siamo insieme Taemin, tu ed io…” disse Minho E Taemin gliene fu grato Marzia correva sul ponte Augusto che collegava un lato della strada all’altro, sotto il ponte il Tevere che per la pioggia iniziava a gonfiarsi. Aveva da fare, ed era in ritardo. Qualcuno più avanti trascinava una valigia piuttosto pesante e si guardava intorno con aria spaesata. Marzia correva era davvero troppo in ritardo. Il ragazzo su uno dei due lati del ponte sbirciava una cartina cercando di capirci qualcosa. Camminava con il muso incollato a quel foglio, non guardava la strada. Nemmeno Marzia faceva caso alla strada, aveva il muso incollato all’orologio e correva. L’impatto fu brutale. Marzia e il ragazzo caddero a terra. I fogli di Marzia si sparsero sull’asfalto, la valigia del ragazzo sbattè sul marciapiede. Poi qualche goccia di pioggi iniziò a bagnare Roma quel 28 ottobre.

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Capitolo 46
*** TRANSIZIONE ***


“Ma che diavolo guardi!” disse Marzia finita faccia a terra dopo lo scontro Il ragazzo nel frattempo si massaggiava il braccio che aveva sbattuto a terra Marzia alzò lo sguardo, contemporaneamente il ragazzo si voltò a gaurdare chi lo avesse investito in quella folle corsa. Fu un attimo. I loro sguardi si incontrano e entrambi rimasero a bocca aperta. “Kai!” disse Marzia cercando di controllare l’emozione Lui continuò a fissarla come se si fosse rimbambito, incapace di dire qualsiasi cosa. Rimasero li seduti a terra a osservarsi come due bambini. “Tutto bene?” chiese dopo qualche minuto un vigile avvicinandosi a loro “SI, ci scusi!” disse Marzia ridestandosi “Cosa ci fate appollaiati per terra?” “Ehm… abbiamo avuto un piccolo scontro e ora stavamo per rialzarci!” “Fate presto, non va bene che stiate seduti sul ponte, la gente passeggia e se vi trova così si spaventa, senza contare che non è igienico!” “Si, ci scusi ancora!” Marzia si tirò in piedi e Kai fece lo stesso. Il vigile li guardò storto e poi si allontanò “Cosa diavolo ci fai qui?” chiese Marzia Kai continuò a fissarla in silenzio. Lo shock di essersela ritrovata lì davanti, senza preavviso, così presto, lo aveva mandato in tilt. Erano tre mesi che non la vedeva, per tre mesi aveva fissato le foto, le aveva quasi consumate a furia di guardarle, accarezzarle. Poi erano arrivate le notti in cui sua madre lo aveva trovato addormentato con quelle foto in mano a parlare nel sonno. Quei tre mesi erano stati un incubo. E ora era lì , incapace di dire qualsiasi cosa. “Kai!” lo chiamò Marzia “Io… cercavo zona Prati!” disse Kai “E’ questa zona Prati, dopo il ponte!” disse Marzia “Ok… bene… Roma è caotica!” “Cosa ci fai qui?” “Io… sono venuto a cercarti!” “Per quale motivo?” “Perché mi mancavi!” “Non saresti dovuto venire!” “Non ho potuto fare altrimenti!” “Hai fatto un viaggio a vuoto!” “Non mi interessa!” Silenzio. Nessuno dei due sapeva più cosa dire. “Sei… sei molto bella vestita così…” disse riferendosi al vestito elegante da lavoro di Marzia “Io… mi vesto così perché ora lavoro!” “E dove?” “Dalle mie parti… ora sono qui per sbrigare delle cose!” “Io sono qui per te…” “Hai sbagliato mossa Kai… e lo sai!” “Non lo so!” “Io devo andare!” “Dimmi che ci rivedremo!” “E’ assurdo… non posso…” “Perché non puoi?” “Perché questa situazione è paradossale… io non so nemmeno come hai fatto ad arrivare fin qui, e… a trovarmi e… a non esserti dimenticato di me dopo tutto questo tempo!” “Non lo sai?” Kai inarcò il sopracciglio e la fissò, a Marzia tremarono le gambe. Non si erano più visti dopo che Taemin l’aveva lasciata. Erano di nuovo faccia a faccia in una situazione del tutto diversa. “Ti auguro una buona permanenza!” disse alla fine Marzia e fece per andarsene. Non le andava di parlare con lui, in fondo era anche colpa sua se Taemin l’aveva lasciata. “Fammi da guida!” disse Kai prendendola per mano e fermandola “Da guida per cosa?” “Da guida in questa Città!” “Puoi vederla da solo!” “Io voglio vederla con te, sono qui per te!” Inspiegabilmente Marzia la smise di fare forza per liberare la sua mano da quella di Kai. Lentamente ed inspiegabilmente le loro dita si incrociarono e si strinsero. Kai la tirò piano a sé, le avvicinò le labbra all’orecchio. “Permettimi di rivederti!” le sussurrò “Non posso!” disse lei “Invece si!” “Potrei perdermi!” “Ti aiuterò a ritrovarti!” “Mi dispiace Kai!”. Marzia si liberò da quell’abbraccio, raccolse le sue carte e se ne andò a passo spedito. Fu solo allora che Kai si rese conto che aveva perso qualcosa. A terra c’era un foglio con tutti i dati di Marzia, compreso il suo indirizzo di residenza, per uno strano scherzo del destino quel foglio invece di finire nella sua borsa era finito nelle mani di Kai. “Lee Tae Min, IDONEO!” la voce fredda e metallica del medico risuonò come un richiamo di morte in quella sala asettica e fredda, dove Taemin, completamente nudo tentava di non palesare la sua ansia, mentre il medico lo visitava. Aveva sperato fino all’ultimo che qualcuno si accorgesse di quell’errore, ma non appena il medico aveva proferito quelle parole, peggio di una sentenza di condanna senza appello, aveva capito che nessuno lo avrebbe salvato da quell’incubo arrivato precocemente. Si rivestì alla svelta, mentre gli venivano date le istruzioni. Il lunedì seguente si sarebbe dovuto trasferire in caserma e svolgere tutti gli adempimenti preliminari. Tornò a casa mestamente, incapace di articolare anche un solo pensiero positivo. Quando i suoi lo videro arrivare con quella faccia capirono che il figlio si sarebbe dovuto arruolare. Mentre si lavava per togliersi di dosso quell’odore di disastri, pensò che aveva sprecato l’occasione migliore della sua vita. Pensò a Marzia, pensò che l’amava ancora e si chiedeva se per lei era lo stesso. Pensò che due anni senza di lei sarebbero stati un’eternità, ma che avrebbe lottato per superarli e per andarsela a riprendere. Che avrebbe lottato anche solo per rivedere un’ultima volta quel sorriso. Uscì dalla doccia e trovò in camera sua Jinki e Celeste. “Che ci fate qui?” chiese loro “Noi volevamo avvertire Marzia… magari se sa quello che sta succedendo si convince a tornare qui e…” “Jinki… Celeste lei non deve sapere nulla. Sarebbe una sofferenza inutile o nella migliore delle ipotesi potrebbe non importarle, e a quel punto sarei io a soffire.!” “Ma Taemin non puoi chiederci questo. Lei deve sapere, per l’amor del cielo!” “No Celeste, giuratemi su quanto avete di più caro che non direte nulla!” “Ma Tae…” “Non farò una leva tranquilla se so che lei si preoccupa…” Onew e Celeste si guardarono. Poi pensarono che in fondo Taemin aveva ragione. Giurarono così che nulla avrebbero detto a Marzia di quella storia. “Kai è qui?” fece Elettra sgranando gli occhi quella sera a cena Era una riunione d’emergenza. Erano tutte e 4 lì e Marzia avrebbe messo volentieri in video conferenza anche Celeste, ma non voleva farla preoccupare. “Quindi lui è venuto qui per te!” disse Letizia “SI!” rispose Marzia “Cosa hai intenzione di fare?” domandò Claudia “Di ignorarlo!” “Ma perché?” “Perché è quello che è giusto fare!” “Questa cosa che dici non ha senso!” “Perché?” “Perché sei single… Taemin non ti ama più, è sparito, perché non ti concedi un’opportunità con un altro?” “Claudia ha ragione!” disse Elettra “Prendi me e Letizia, prima che ci mettessimo con Key e Jjong, loro non ci degnavano di uno sguardo, abbiamo comunque visto altra gente, non ci siamo bloccate, non è giusto!” “Ma io…” “Tu cosa? Potrei accettare che tu rifiutassi quel ragazzo solo perché non ti piace. Quindi Marzia, la domanda è, Kai ti piace o nO?” Marzia guardò Claudia e poi le sue amiche. Tutte e tre aspettavano una risposta. Il cameriere con il conto la salvò in corner. Pagarono e uscirono dal locale. “Marzia dimentica Taemin, ormai è finita… prova a pensare che forse il destino ti sta mettendo davanti una nuova possibilità con un ragazzo che ha fatto mezzo mondo in aereo solo per te!” disse Elettra prima di andarsene insieme a sua sorella. Lei e Claudia proseguirono verso casa. “Allora ti piace?” le chiese Claudia in prossimità della loro abitazione Marzia non fece in tempo a rispondere perché Claudia la bloccò, prendendola per un braccio “Oddio è lui!” disse fissando la figura davanti a casa loro Marzia rimase di stucco Kai era lì davanti a loro e le fissava. “Come mi ha trovata?” si chiese “Credo che voi due dobbiate rimanere soli!” disse Claudia. Accelerò il passo, infilò la chiave nella toppa ed entrò in cortile. Marzia la maledisse. Si avvicinò a passo incerto verso Kai, mentre lui le andava incontro “Come sai che vivo qui?” gli chiese “Ti è caduto questo!” disse lui porgendole il foglio “Fantastico!” disse lei con aria sarcastica “Se non è destino questo!” disse Kai Marzia sospirò… in fondo lui aveva ragione. “Zona Prati è lontana da qui!” gli disse “Ho imparato la strada!” rispose lui Marzia si poggiò con le spalle al muro e lo fissò. Era un tipo straordinariamente bello e molto determinato. Ma non era Taemin. Quanto avrebbe voluto che al suo posto ci fosse stato Tae, ma lui non c’era, c’era Kai e forse era Kai la risposta e la fine di quel suo stato d’animo, di quel periodo di orribile transizione. Kai le accarezzò i capelli e le si mise di fronte. Poi si avvicinò con il viso a quello di lei, e poggiò con delicatezza le labbra sulle sue. Marzia sentì quel respiro caldo. Era incerta, quelle labbra erano nuove per lei, ora era diverso. Ora non erano baci rubati quelli di Kai, ora erano baci che poteva scegliere di ricambiare… ora erano baci che era in dubbio se ricambiare o meno. Non era ferma come quando lo rifiutava, quando non lo voleva, perché amava un altro. Ora non erano in tre, erano lei e Kai… o forse in fondo c’era ancora Taemin fra loro, ma per quanto tempo ancora? Kai prese la parte superiore delle labbra di lei e la chiuse tra le sue, che erano morbide, sensuali. Marzia non si mosse, non lo respinse. Poi con tanta delicatezza la lingua di Kai entrò nella sua bocca. Marzia si staccò subito, con il cuore che le batteva all’impazzata. Lo spinse via. “Non posso” gli disse e corse dentro casa con il cuore e il cervello impazziti.

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Capitolo 47
*** ATTIMI FUGGENTI ***


Marzia si chiuse la porta della sua stanza alle spalle. Respirò a fondo. Il cuore le batteva all’impazzata. Non capiva manco lei cosa stesse succedendo. Le girava la testa. Aveva un gran caldo; va bene che quell’ottobre non era particolarmente freddo, però… Tre colpi alla sua porta le fecero capire che Claudia era lì. “Entra sciagurata!” le disse “COm’è andata?” “Come vuoi che sia andata?” “Che vi siete detti?” “Nulla mi si è avvicinato e mi ha stampato uno di quei suoi baci stramaledetti!” “E tu?” “E io stavo lì come un’imbecille senza sapere cosa fare esattamente!” “Non hai ricambiato?” “No, anzi quando ha messo la sua stramaledettissima lingua in mezzo sono scappata!” “Uno piantala di usare il termine stramaledetto che mi stona il cervello, due ma ti sei impazzita? Hai visto che figo di proporzioni cosmiche? Io la lingua sua me la sarei fatta andare da tutte le parti!” “Claudia stai zitta, taci!” “E smettila, che una bella ripassata ti farebbe bene!” “ripassata?” “Ok sc…” “Claudia zitta!” “Ti si starà rinsecchendo…” “Dopo tre mesi non credo!” “Io dopo tre mesi sarei già morta!” “Tu è il caso che te la tenga ogni tanto!” “Questo è vero, ma a uno come Kai gliela concederei molto volentieri!” “Ossignore aiutami!” disse Marzia levando gli occhi al cielo “Bah… mi spieghi cosa ti sta frenando? Sei single, la storia con Taemin è palesemente finita, lui è sparito e non ha provato nemmeno a cercarti, questo ragazzo si è fatto mezzo mondo per te, viene qui, ti cerca, ti vuole, ti salterebbe addosso se solo glielo permettessi, e tu che fai? Lo respingi. Stai tutto il giorno chiusa qui dentro a fare che non lo so, se vai a lavorare, quando torni ti rinchiudi di nuovo, stai zitta, non dialoghi. Io non lo so! Non ti riconosco più. Vuoi aprire gli occhi Marzia? La vita va avanti! Stai sprecando il tuo tempo migliore dietro a tristezze, ansie, costrizioni e privazioni inutili. Esci vedi questo ragazzo, dagli una possibilità. Magari è la risposta a ciò che cerchi!” “Non credo proprio!” “Sei noiosa, sei triste. Che palle. Eri meglio prima di questo viaggio, questo viaggio ti ha cambiata… che diamine tutte ne abbiamo passate di cotte e di crude, io ho preso il primo due di picche della mia vita, eppure siamo ancora vive… tu mi sembri morta.” “Cosa dovrei fare?” “Non lo so Marzia, non devo darti io le risposte. Fai ciò che vuoi, ma se un domani ti guarderai indietro e capirai di aver sprecato gran parte del tuo tempo dietro alla tristezza non dare la colpa a nessuno se non a te stessa. E ora ciao, ho sonno e vado a letto.” Claudia uscì di pessimo umore. Marzia si disfò degli abiti, mise il pigiama e si infilò a letto. Ma il sonno non voleva saperne di andarle a far visita. Si girava e rigirava, era agitata. Pensava a Taemin, al fatto che era finita. Pensava a Kai, a quel bacio. Nella testa un turbinio di emozioni e sentimenti sconnessi. Una sala bianca, asettica. Sedie piantate al centro della sala. Una fila di uomini. Un lunedì mattina. Un rumore tetro e assordante. “Il prossimo!” urlò un uomo Minho avanzò verso il centro della sala e si mise dritto sulla sedia. Taemin che era dietro di lui deglutì a fatica, mentre l’uomo faceva passare un rasoio elettrico sulla testa del suo amico. Ciocche corvine dei capelli di Minho volarono via e caddero a terra unendosi a quel mare che si era già formato. Minho aveva i capelli corti, gli ci volle un attimo per renderlo completamente rasato. Mentre quell’uomo senza alcuna grazia lo rasava, Minho pensò che si era goduto poche cose nella vita; aveva un rimpianto in particolare. Si chiamava Claudia. “Il prossimo” Minho si alzò. Taemin gli lesse in viso che era triste. Minho gli lesse in viso che aveva paura. “Fatti coraggio!” glu sussurrò cercando di sorridere. Erano troppo giovani per quel grande impegno. Non erano preparati e la situazione là fuori non era delle migliori. Ma Minho era convinto che insieme ce l’avrebbero fatta. Taemin avanzò verso l’uomo esitante. “Siediti!” gli disse quello La sua voce era fredda e metallica. Taemin si sedette. Lui al contrario di Minho aveva molti più capelli. L’uomo mise in moto il rasoio, quella macchinetta infernale. Lo avvicinò alla testa di Tae che trattenne il respiro. Per lui quello non era solo radere i capelli, per lui ogni ciocca portata via era un brandello, un pezzo di vita che gli veniva sottratto. Il rumore assordante e una ciocca ramata che volava via gli fecero capire che quel boia aveva iniziato il suo sterminio. Via carriera. Tanti anni di studi e ora due anni nell’esercito e chissà come e se ne sarebbe uscito. Altra ciocca. Via i sogni. Nell’esercito non c’era tempo per sognare. Il rumore non accennava a smettere ma diventava sempre più insistente. Altra ciocca. Via speranze. Come ne sarebbero usciti? Via spensieratezza. Doveva crescere in fretta. Via amore. Via Marzia. Via tutto. Venti minuti dopo Taemin era completamente rasato. Quel giorno in quella stanza fredda non perse solo i capelli, quel giorno gli portarono via anche i sogni, gli portarono via il cuore. Quel lunedì Marzia doveva andare a lavoro molto presto. Le solite consegne da fare al Tribunale, possibilmente senza fare pasticci. Uscì di casa mattiniera e con le occhiaie fino ai piedi perché tutta la notte non aveva fatto altro che struggersi l’anima. Arrivata alla fermata dell’autobus la tabella degli arrivi le segnalò che per il mezzo che avrebbe dovuto portarla a destinazione ci sarebbe voluta più di mezz’ora. Subito le prese il panico. Una donna vedendola visibilmente agitata le consigliò un percorso alternativo. Bastava cambiare numero, scendere in zona Prati e da lì prendere un altro bus. Tempo stimato 20 minuti. Guarda caso quel bus era in arrivo. Marzia ringrazlò e saltò sull’autobus pregando di non fare ritardo. Il lungo Tevere era uno spettacolo che lasciò Kai senza fiato. Quella città che lo aveva stupito di notte lo stava affascinando anche di giorno. Si fermò sul ponte e si poggiò sul marmo ad osservare il fiume. Il rumore era rilassante. Quella mattina il traffico era poco e poteva sentire il fiume. Chiuse gli occhi. Ad un tratto un boato assordante lo fece sobbalzare. Un’ondata di ragazzi e ragazze di varie età si stava scagliando sul ponte gridando “Mordi la mela, mangia la mela!” Kai quasi si spaventò. “Che diavolo sta succedendo?” Marzia scese dall’autobus e corse verso il ponte a passo spedito. Ma si trovò la strada sbarrata “Mordi la mela, mangia la mela!” Urlava quell’orda impazzita di persone “Scusa cosa sta succedendo?” chiese ad una di quelle esagitate ragazze “Che non lo sai? Oggi c’è un flashmob!” rispose quella esaltata “ah… e io come faccio ad arrivare dall’altra parte del ponte?” “EH prima che finisce non penso ce la farai!” “Oddio… ma cosa state facendo esattamente?” “Guarda ci mettiamo in coppia con chi ci pare… e ci legano le mani, dopo bisogna che ci mettiamo da un lato all’altro della mela che uno trattiene nel mezzo e la coppia che la mangia per prima vince!” “Vince cosa?” “Un tubo, ma lo si fa per divertirsi e per rimorchiare, sai mangia che ti mangia la mela si assotiglia!” “E dunque?” “Oddio sei proprio antica ragazza. Su con la vita va.” E si allontanò urlando “Mordi la mela, mangia la mela.” Marzia sospirò poi provò ad attraversare il ponte, ma era tutto bloccato. Diede uno sguardo all’orologio. Forse aveva ancora tempo. La folla iniziò ad agitarsi e Marzia a indietreggiare per non farsi travolgere. Indietreggiò, indietreggiò fino a quando non urtò con la schiena alla schiena di un altro che probabilmente stava cercando di sfuggire alla folla impazzita come lei. “Mi scusi io…” non finì la frase “Marzia!” disse Kai sorpreso “Oddio anche in mezzo alla folla!” fece lei “Pare di si. Hai capito che sta succedendo?” “SI è un tale assurdità che…” Marzia fu interrotta da un uomo che prepotentemente le agguantò i polsi e glieli strinse con una corda “EIh ma cosa diavolo sta facendo?” gli chiese allarmata L’uomo andò verso Kai e fece lo stesso. “Siete a un flashmob e si gioca. Voi due siete la mia coppia, ora preparo la mela” rispose quello “No aspetti, guardi io non ho tempo!” disse Marzia, mentre Kai se la rideva “Ma smettila e divertiti. Al tre quando sentirete il suono della tromba iniziate a mangiare questa mela ok?” “Ok un corno!” protestò Marzia cercando di liberarsi Niente da fare i lacci erano troppo stretti. Il suono della tromba risuonò e la folla si scatenò come impazzita. Coppie che si agguantavano sulle mele, urla, risate. Marzia rimase immobile lì dov’era. “Avanti sbrigatevi!” disse l’uomo, manco se da quel gioco fosse dipesa la sua vita “Non ci penso proprio disse Marzia. L’uomo si spazientì afferrò entrambi per la testa e li premette con il viso alla mela. “Mangiate!” urlò I due non se lo fecero ripetere due volte. Iniziarono ad azzannare anche loro la mela. Non era facile beccarla. Era scivolosa. Poi erano senza mani. L’uomo li incitava. A ogni morso esultava. Un morso dopo l’altro quella mela si assottigliava sempre di più. Intorno a loro il delirio. Per terra sdraiate coppie che si baciavano, che ridevano, che si massaggiavano le lingue distrutte da morsi rocamboleschi. Un morso ancora uno, un altro ancora e… Quando non ci fu più niente da mordere le loro labbra si toccarono. Kai sentì il sapore dolce della mela sulle labbra di Marzia, e Marzia di nuovo quel respiro avvolgente. L’uomo sembrava essersi calmato, forse se ne era addirittura andato, ma loro non lo sapevano perché tenevano gli occhi chiusi. Con le mani legate dietro la schiena, rimasero uniti in quel bacio lieve per qualche istante. Kai ci riprovò. Dischiuse di poco le labbra e provò a far diventare quel bacio più intenso. Il cuore di Marzia impazzì. Quasi con naturalezza senza doversi sforzare iniziò ad accarezzare con la sua lingua quella di Kai. Per lui fu un’emozione difficilmente quantificabile. Dopo i primi momenti di impaccio, iniziarono a prendere confidenza l’uno con la bocca dell’altra. Non accennavano a voler smettere. Kai si liberò dalla corda, prese il viso di lei tra le sue mani ed iniziò a baciarla con più intensità. Marzia ricambiò, perdendosi in quel bacio. A entrambi tremavano le gambe per l’emozione. Si staccarono giusto il tempo di realizzare quello che stava succedendo. Poi Kai la liberò dalla corda, la prese per mano e scapparono via di lì. SI rifugiarono sotto una specie di portico, e lì Kai la guardò incerto se riprendere o meno, forse quella magia si era rotta. Temeva che quello slancio di lei fosse stata solo una cosa momentanea. Ma Marzia lo stupì. Si alzò sulle punte, gli prese il viso tra le mani e ricominciò a baciarlo. Così andò avanti quella mattina, tra un bacio dolce alla mela, dove due bocche nuove si conoscevano per la prima volta e sguardi di stupore. Taemin si fissò in quella specie di vetro che doveva fare da specchio. Era rasato e con una tuta mimetica addosso. Guardando la sua nuova immagine riflessa pensò che in fondo la vita era fatta di attimi, e lui l’attimo più importante lo aveva lasciato fuggire.

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Capitolo 48
*** ATTRAZIONE REPULSIONE ***


ATTRAZIONE/REPULSIONE Il sapore di mela iniziava piano piano ad andare via, a furia di baciarsi lo avevano fatto scomparire e si stavano anche consumando le labbra. A stento si erano staccati per riprendere fiato e con ansia erano tornati a baciarsi incapaci di stare lontani. Era passata così quella mattina tra Marzia e Kai. Con quel cambiamento improvviso di rotta. Kai non si spiegava cosa stesse accadendo, o forse non aveva avuto troppo tempo per pensarci perché il cervello gli si era fuso dopo il primo bacio. Del resto nemmeno Marzia capiva cosa le fosse passato esattamente per la testa. Di sicuro non si era svegliata quella mattina mettendo da parte Taemin, ma stava iniziando a capire che forse era arrivato il momento di darsi un’altra possibilità. O forse no? Del resto l’amore brucia, e se l’altro brucia con te allora si diventa fuoco, ma se a bruciare sei solo tu prima o poi diventi cenere. “Siete qui tutti voi giovani per un ideale e per un dovere.” La voce del capo della squadra a cui erano stati assegnati Taemin e Minho risuonò nel cortile. “Servire il Paese, soprattutto in questi periodi di forte crisi, è un onore oltre che un dovere. Mi auguro che da questa squadra esca fuori il meglio. La leva non è un gioco. Con la leva si cresce, ci si forgia,. Il nostro è un Paese che mira alla pace, è un paese solidale con gli altri, rispettabile e rispettato. Se siete qui oggi non è per attaccare ma per difendere. Qui imparerete a difende il vostro Paese, perché la Corea de Sud è un Paese civile e non attacca, ma ha bisogno di voi per creare le sue fondamenta, le fondamenta della sua difesa. Rimarrete qui per due anni, vi eserciterete tutti i giorni senza indugi. Soffrirete, sputerete sangue, ma non mi importa. Dovete crescere, siete qui per diventare uomini. Sveglia la mattina all’alba e si rientra nei dormitori la sera. Ognuno di voi dividerà la stanza con altre 3 persone, per un totale di quattro persone a camera. Mi auguro di essere stato chiaro! Qui impararete con sacrificio cosa vuol dire essere uomini, avere delle responsabilità, questo è l’obiettivo che ognuno di voi deve prefiggersi.” Quando il capitano finì di parlare a Taemin era già salita l’ansia. Che ci faceva lì? Non era il suo momento. Era giovane. Chi aveva voluto fargli così male da spedirlo anzi tempo in quella realtà? Poi pensò a Mino, si trovava lì per colpa sua. Si sentì male. Poi gli venne in mente Marzia. E la voce del comandante divenne solo un eco lontano mentre lui ricostruiva passo dopo passo la sua storia con lei. Marzia riuscì finalmente a staccarsi. “Qualcosa non va?” le chiese Kai Lei non alzò nemmeno lo sguardo, non ce la faceva a sostenere il suo, era ancora confusa. “Io… a dire il vero non lo so!” rispose incerta “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” “No, Kai, ora lo volevamo entrambi. Quello che mi chiedo è perché l’ho voluto anch’io!” “Forse perché lo hai sempre voluto!” “Che vuol dire?” “Tra me e te c’è sempre stata un’intesa perfetta, l’ho capito subito io e lo hai capito subito tu, ma tu eri di un altro ed hai rispettato quell’unione, reprimendo qualsiasi tipo di attrazione nei miei confronti. Ma queste sono cose che non puoi mettere da parte a lungo, prima o poi riaffiorano, più forti di prima.” “Mi hai tormentata per mesi, se fosse come dici tu avrei ceduto!” “Non sottovalutarti hai una volontà molto forte.” “E tu una gran testardaggine!” “A volte funziona!” “Non è successo nulla di che!” disse lei come per giustificarsi “Se stare per due ore con bocca e lingua incollate non è niente, ok!” “E’ stato un momento di debolezza che non ricapiterà!” disse lei “Mi spieghi perché ora stai facendo così?” le chiese Kai “Perché questa non è una cosa logica… io tengo a Taemin e…” “Ci tieni o lo ami?” “Che domanda è?” “E’ la domanda, non una domanda!” “Io lo amo e…” ma dopo quella mattina quella frase risultava contraddittoria. Perché aveva baciato un altro? Forse si amava ancora Taemin, ma Kai le piaceva, era un’attrazione fisica o forse era altro o forse stava impazzendo “La pianti di tormentarmi Kai?” “Va bene, io me ne vado!” disse voltandosi “E dove vai? Mi lasci così?” “Beh credevo che la mia presenza ti infastidisse…” La infastidiva la sua presenza? Si chiese “Dai…” “Dai cosa? Sei strana un minuto fa andava tutto bene e ora di nuovo punto e a capo se non peggio!” Si avviarono cosìì di nuovo verso il ponte ognuno per prendere la sua strada, dopo quella parentesi improvvisa. Le persone stavano pian piano iniziando a sfollare e Marzia pensò sollevata che ce l’avrebbe fatta ad andare a lavoro. Un folle in motorino con una tanica di succo di mela in mano schizzò in mezzo al ponte urlando. Buttò il vespino in mezzo alla strada e iniziò a spargere quel succo addosso alle persone. Inutile dire che la quantità di succo più consistente raggiunse Marzia in pieno. Disastro. Capelli bagnati, vestiti zuppi, scarpe fradice, il tutto al gusto di mela. Kai non riuscì a trattenersi. “Non ridere, per favore!” gli disse Marzia esagitata “Come diavolo faccio ora, non posso andare a lavorare in questo stato.” “Dai stai calma, ora troviamo una soluzione!” disse lui ancora ridendo “Smettila!” “Cosa dovevi fare oggi per lavoro?” “Consegnare le carte che spero siano integre nella mia borsa ad un ufficio appena sull’ingresso.” “Ha un orario?” “Si chiude tra mezz’ora ma a me così non mi fanno entrare.” “Posso andarci io se vuoi!” si propose “che cosa?” “Si ci vado io!” “Ma non puoi non ti lasceranno mai entrare e…” “tentar non nuoce!” Marzia era troppo bagnata e troppo al sapor di mela e infinitamente in ritardo per poter rifiutare. “Va bene!”disse “Dimmi che devo fare!” “tieni porta queste all’ufficio appena sull’ingresso. Se ti fanno storie lascia perdere!” disse iniziando a tremare per il freddo. Erano pur sempre a novembre. “Ascoltami prendi queste!” disse porgendole un mazzo di chiavi “Cosa sono?” chiese lei “Le chiavi di dove sto io… sei fradicia, vai fai una doccia, sistemati e poi torni a casa!” “Ma a casa posso andarci così!” disse Marzia “Ok, come vuoi, io volevo solo essere gentile!” “Tu sei furbo!” Kai non capì. Una folata di vento gelido fece sussultare Marzia e le scosse le ossa, facendole cambiare idea. Faceva davvero troppo freddo per tornare a casa in quel modo. “Vedi che la mia proposta è ancora valida!” disse Kai “Ok, dammi quelle chiavi!” disse Marzia “Sto morendo di freddo!” “E’ un miracolo essere capitati in dormitorio insieme!” disse Minho a Taemin “Già, penso che se fossimo stati separati sarei crollato del tutto!” rispose Tae depresso “Tae però non stai reagendo nel modo giusto. Se parti così non arrivi alla fine dei due anni!” “Lo so, ma non ce la faccio!” “E’ un brutto momento, ma vedrai che ne verremo fuori. Qualcuno ti ha giocato un brutto scherzo, oppure all’ufficio reclute si sono sbagliati, ma ormai siamo qui, pensiamo a superare le difficoltà non a farci sopprimere!” “Ci proverò!” “Ci riuscirai. E comunque cosa ti sei portato com effetti personali?” “A parte lo spazzolino?” Minho ridacchiò “SI, parte lo spazzolino!” “Queste!” disse Taemin rovesciando una scatola e facendo cadere sul letto una decina di foto Minho le osservò. Una di Taemin con i genitori, una coi fratelli, una con loro Onew, Minho, Key e Jjong e… foto di Marzia, foto di loro due insieme. Minho capì che non solo Taemin era ancora innamorato di Marzia, ma che lei era in ogni suo giorno, istante, attimo, in ogni poro della sua pelle e pensò che forse certi amori non fossero destinati a finire. Quella specie di piccolo appartamento di Kai era striminzito ma carino. Marzia si fiondò dritta in bagno, si disfò dei vestiti e si buttò sotto la doccia. L’aqua calda la riportò in vita, stava davvero congelando. Si lavò in fretta decisa ad andarsene subito, non era il caso di rimanere lì. Poi si ricordò di un dettaglio non trascurabile: non aveva vestiti di ricambio ed i suoi erano ancora zuppi. Uscì dalla doccia e si mise alla ricerca di un asciuga capelli. Lo trovò si asciugò alla svelta e poi tentò di fare lo stesso con i vestiti. Erano appiccicosi… poteva anche buttarli talmente erano irrecuperabili. Pensò che l’unica soluzione era quella di farsi prestare qualcosa da Kai e di restituirgliela poi. Si avvolse in un asciugamano e iniziò a frugare di qua e di là alla ricerca di vestiti. Aprendo la valigia di Kai, scivolò fuori una polaroid. Marzia la riconobbe subito, era la foto che quella bambina aveva scattato sulla torre quella mattina di luglio. Quasi le venne da piangere, un po’ per quanto era bella quella foto, un po’ perché si ricordò si Seoul, di Taemin e di quei momenti che avevano vissuto insieme. Presa com’era da quella foto non si accorse della chiave che stava girando nella toppa. Kai entrò e la trovò assorta in quella foto. Si avvicinò piano e la abbracciò da dietro, poggiando la testa sulla sua spalla. Marzia sussultò poi si voltò di scatto. “Mi hai fatto prendere un colpo!” disse “Chi volevi che fosse? Solo io ho i doppioni della chiave.” Marzia si rigirò di nuovo a guardare la foto. Era imbarazzata, con quell’asciugamano addosso e nient’altro per coprirla. “ti piace questa foto?” le chiese Kai Marzia non rispose Passarono alcuni istanti senza che nessuno dei due dicesse nulla “E’ molto bella!” rispose alla fine “Mi ricorda Seoul!” “Ti ricorda Taemin?” chiese Kai Marzia ci pensò “Mi ricorda te!” rispose alla fine. E in parte era vero, in fondo a lui ogni tanto ci aveva pensato, e se anche quei momenti tra loro erano stati pochi e molto spesso non voluti qualcosa nella mente le era rimasta. Kai la strinse forte. Lo sapeva che quella foto non le ricordava solo lui, ma si fece bastare quei piccoli passi avanti. “Mi dovresti prestare qualcosa da mettere!” disse Marzia “Non possiamo lavare i tuoi vestiti e aspettare che si asciughino, così magari non scappi via così presto!” “E nel frattempo che faccio, giro nuda?” “Non sarebbe una cattiva idea!” “Idiota. A proposito hai risolto agli uffici?” “tutto ok, non hanno fatto storie!” “Complimenti!” “Grazie! Ti cerco qualcosa” Kai rovistò nella sua valigia e tirò fuori una camicia. “Va bene questa?” le chiese “e i pantaloni?” “Ti andrà così grande che non ce ne sarà bisogno! Dammi i tuoi vestiti c’è una specie di lavatrice, vediamo se funziona.” Marzia gli allungò i vestiti e andò in bagno a infilarsi quella camicia. Kai aveva ragione era enorme. Raggiunse di nuovo Kai, che nel frattempo aveva fatto ripartire la lavatrice. “Ben fatto!” gli disse Kai alzò la testa per guardarla “Uau, stai benissimo la mia camicia ti dona!” Poi fece per rialzarsi ma battè la testa allo spingolo dell’armadietto dei saponi “aih!” urlò Marzia gli si avvicinò “Ma vuoi stare attento?” gli disse controllando che non si fosse scorticato qualcosa. Nel muoversi dalla camicia si aprì un bottone. Kai che aveva il suo torace davanti, non potè fare a meno di godersi lo spettacolo. Poi le cinse piano la vita con le mani e la avvicinò. Si guardarono per un po’… Poi lui si avvicinò ed iniziò a disegnarle il contorno delle labbra con la punta della lingua… era una cosa, lui non lo sapeva, che a Marzia faceva perdere la testa. Andò avanti per un po’, fino a quando non ricominciarono con quei baci roventi. Le mani di Kaeìi si muovevano sui capelli di Marzia, sul collo, sul petto… Le sfiorarono appena il seno, e poi un mano di Kai scese più, sull’addome, sulla pancia, sul ventre. Kai scostò piano la camicia, litigò con l’elastico delle mutandine di lei che lo ostacolava e provò ad andare un po’ oltre. Scese giù finchè poteva, o meglio finchè Marzia glielo consentì. Il contatto con quella zona intima di lei gli mandò il cervello in tilt, e non solo. Ma Marzia, no, lei era ancora lucida, le girava la testa ma non era partita del tutto. Gli bloccò la mano e gliela spostò. Kai capì e non provò nemmeno a insistere. Continuò a baciarla e lei a ricambiarlo. Ma lei aveva messo un limite. Un limite che per ora a Kai non era consentito superare. Del resto loro erano così si attraevano e si respingevano contemporaneamente come se fosse la cosa più normale del mondo. Erano due anime che ancora era incerto se fossero destinate o meno a diventare una cosa sola

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Capitolo 49
*** INCASTRI ***


“Io dovrei andare!” disse Marzia a Kai “Beh potresti anche rimanere!” fece lui “Non mi sembra il caso e poi c’è Claudia che mi aspetta a casa, si starà già allarmando!” “Puoi chiamarla e avvertirla!” “Dovrei spiegarle dove sono e non mi va!” “Cos’è ti vergogni di me?” Marzia lo guardò… in realtà non si vergognava di lui. Era imbarazzata per quella situazione che non sapeva come spiegare e soprattutto come spiegarsi. Un minuto prima era lì a respingerlo un minuto dopo era lì stretta a lui, a baciarlo come se non ci fosse un domani e un altro minuto ancora gli rimetteva le mani a posto perché proprio non se la sentiva di andare oltre. Forse stava impazzendo senza rendersene conto… o forse aveva capito che doveva andare avanti, ma non voleva del tutto. In fondo era come in un gara. Devi raggiungere qualcosa e per farlo devi superare tutti gli avversari, ma quanto è difficile superare quegli avversari che non vorresti mai lasciare indietro. Nella sua corsa alla serenità, Taemin era un avversario, la ostacolava e forse doveva superarlo; forse la sua felicità portava il nome e il viso di Kai. Celeste si accomodò sul divano di casa Lee. Era stanca, la schiena le faceva male e la pancia cresceva. Del resto al quinto mese non poteva essere altrimenti. Chiuse gli occhi e respirò a fondo per calmarsi, per riposare. Anche solo fare un passo iniziava a pesarle. Non sentiva i suoi da giorni. Le mancava la sua casa, le sue amiche, il suo Paese, le mancava Marzia, le mancava sentirsi libera di vivere i suoi 25 anni senza doversi preoccupare di nulla. Ripercorse mentalmente tutto quello che era accaduto dal giugno precedente. E fu come ritrovarsi in quella piazza, a Trastevere: lei, Marzia e le altre 3 svitate che insieme si divertivano e ridevano. Erano lì, felici, era estate, era la loro vita piena e spensierata. Poi era arrivato Jinki. Si erano innamorati ed erano stati avventati. Non aveva mai raccontato a nessuno come erano andate le cose quella notte, nemmeno a Marzia. Era successo tutto in un lampo… Un momento prima erano a parlare e a guardarsi negli occhi e qualche istante dopo erano caduti nel vortice della passione. E non era vero che non avevano usato le precauzioni. Jinki il profilattico lo aveva eccome, ma per un caso sventurato si era rotto. SI vergognava di dire alle ragazze che aveva tentato di beffare la sorte, pregando che non succedesse nulla, invece di rivolgersi al ginecologo. Non lo aveva mai detto a nessuno che da adolescente era stata sottoposta ad un intervento delicato proprio in quella zona e da lì il terrore per i medici l’aveva fatta bloccare. Forse se avesse vinto quella fobia e si fosse rivolta al medico, allora forse se lo sarebbe evitato quel travaglio. O forse era meglio quella situazione? Del resto non aveva voluto impedire ad una creatura di nascere, non le avrebbe distrutto la vita. Spesso pensava di aver distrutto la sua di vita, risparmiando quella di sua figlia… ma… poi sorrideva e pensava che aveva l’età giusta per affrontare quella situazione, e che da quella creatura sarebbero potute arrivare solo cose belle. Ed ora eccola lì, in una casa straniera, in un paese straniero, lontana da tutto. La casa da quando Taemin era partito per la leva era stranamente silenziosa. Non si era ancora abituata a non vederlo vagare di stanza in stanza, quel ragazzo metteva allegria anche se negli ultimi tempi lo aveva visto parecchio depresso. Si chiese, allora, se quella promessa che lei e Jinki avevano fatto a Tae di non rivelare nulla a Marzia fosse stata una buona idea. La prima cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata avvisare l’amica di tutto quel parapiglia. Sapeva che Taemin aveva bisogno di lei, ma sapeva anche che Marzia si sarebbe preoccupata a dismisura non potendo raggiungerlo. Del resto è difficile incastrare tutti gli eventi in una logica, coordinarli con le promesse, scendere a patti con la vita. Questo Celeste lo sapeva bene. Il materasso del dormitorio era duro e freddo. Taemin si rigirava tirandosi sulla testa quella coperta grigia, che serviva a poco, in quell’inverno gelido. Sapeva che a provocargli freddo non era solo il tempo… gli mancava lei, e pensare che non l’avrebbe mai più rivista gli gelava gli occhi, la mente e il cuore. Minho lo sentì agitarsi. “Tutto bene?” gli chiese sottovoce “NO!” rispose Taemin “Cos’hai?” “Sto pensando a Marzia!” “Perché non provi a riposarti?” “Non ci riesco!” “Tae è mezzanotte… domani abbiamo sveglia alle 5 del mattino se non dormi non riuscirai a fare nemmeno un passo!” “Voglio andare via di qui!” “Non puoi… dobbiamo rimanerci per due anni è bene che te lo metti in testa!” “Vorrei tanto sapere chi mi ha messo in questo pasticcio!” “Non lo so, ma finchè non lo scopriamo è bene che ti abitui all’idea!” “Minho “SI!” “Mi sento soffocare…” “Taemin!” “SI!” “Respira, morto non mi sei di nessuna utilità...” Marzia rientrò a casa verso le quattro di pomeriggio. “Oh finalmente!” le disse Claudia “Ciao!” fece lei “Si può sapere dove sei stata?” “A casa di Kai!” rispose lei senza mezzi giri di parole “Dove?” chiese Claudia sgranando gli occhi “Hai capito benissimo e non fare quella faccia!” “E com’è? Dico… lo fa così bene come si diceva a Seoul?” “Claudia, possibile che hai solo questo in testa, non ci sono andata a letto!” “MA come no? Una leggenda del sesso come Kai e tu che ti ci trovi in casa non ci fai niente, sei una sfigata!” “Claudia, mi sono lasciata pochi mesi fa, non mi pare il caso!” “E che palle, Marzia… ma insomma… cosa diavolo avete fatto?” “CI siamo baciati, poi mi ha infilato una mano nelle mutande e gliel’ho spostata!” “Tu sei scema… ma proprio che essere felice ti fa schifo eh?” “Non penso che fare sesso con uno dopo un giorno sia la mia idea esatta di felicità…” “Ma goditi un po’ la vita, stai sempre come se ti avessero infilato dei rami di rovi su per il didietro, ma che diamine!” “Claudia non ho proprio voglia di sentire i tuoi sproloqui ora…” “Bene e io non ho voglia di sentire te che mi racconti queste cose, perché è vero che il Creatore da il pane a chi non ha i denti certe volte!” Marzia si chiuse in camera sbattendo la porta. Non la sopportava quando faceva in quel modo. SI sedette alla sua scrivania e si prese la testa fra le mani. Avrebbe voluto avere la testa di Claudia, la sua mentalità, le cose sarebbero state di gran lunga più facili. Le mancava Celeste, lei di sicuro avrebbe avuto un buon consiglio, ma era troppo vicina a Taemin e dirle quello che stava accadendo avrebbe significato correre un rischio troppo grande. Il suo cellulare vibrò. “Hai lasciato il bracciale a casa mia… Kai” “Dannazione!” Pensò Quel bracciale glielo avevano regalato i suoi per la laurea, era troppo importante per lasciarlo in giro. Doveva tornare a riprenderselo. Mentre si rimetteva la giacca sbuffando, adocchiò in mezzo alle scartoffie sulla scrivania la conchiglia e la stella marina che le aveva regalato Taemin. Si fermò e le prese tra le mani. Le accarezzò, quasi come se fossero i suoi figli, ricordando per un attimo quei momenti con lui. Poi accadde qualcosa; si rese conto che, forse, anzi di sicuro quei momenti non sarebbero più tornati. Aprì il cassetto della sua scrivania e ne estrasse un sacchetto morbido di camoscio, dove di solito metteva le cose più preziose che aveva. Con un po’ di esitazione ci mise dentro quei due piccoli ricordi. Infilò il sacchetto sul fondo del cassetto e ci mise sopra quante più cose possibili. Era decisamente ora di andare avanti. Tre colpi raggiunsero la porta di Kai. “Sei già qui!” disse a Marzia lasciandola entrare “L’autobus è arrivato subito!” disse lei entrando a passo spedito, decisa a riprendersi il bracciale e ad andarsene. Kai l’afferò per un braccio, la appoggiò con le spalle alla porta, le prese il viso tra le mani e iniziò a baciarla. Marzia lo abbracciò, gli accarezzò i capelli neri e morbidi e chiuse gli occhi abbandonandosi a quel bacio. “La pianti?” disse lei staccandosi “No!” “Dammi il bracciale!” “Paga pegno!” “E cioè?” “Esci con me stasera!” “Non ci penso nemmeno!” “Allora niente bracciale!” “Smettila è un regalo…” “Non mi interessa… o esci con me o niente.” Marzia ci pensò… quel modo di fare di Kai inziava a tentarla e non c’era niente di male a uscire con lui, in fondo. “Ok, va bene. Ora posso avere il mio bracciale.” “Prima mi dici dove andiamo e dopo te lo restituisco!” “Ti piace il tiramisù?” “Il tira cosa?” “E’ un dolce!” “mmm boh non so di che parli!” “OK, allora andiamo in un posto così lo assaggi!” “Tutto qui?” “Fattelo bastare!” “Ok!” ““Il mio bracciale!” disse Marzia allungando la mano. Kai andò nella sua stanza e ricomparve poco dopo reggendo in mano il bracciale di Marzia “Ecco qua!” Marzia fece per prendere il bracciale, Kai approfittò della sua distrazione la prese in braccio ed iniziò a farla girare. “Kai smettila!” fece lei, anche se, pensò tra sé, non le dispiaceva “Kai!” Andò avanti per qualche minuto, poi la mise giù. “ahahha!” ridacchiò “Sei buffissima!” “te lo do io, il buffissima.” Fece marzia e si mise a rincorrerlo. Andarono in lungo e in largo per quello che l’ampiezza di quella stanza concedeva, fino a quando crollarono esausti sul letto di Kai. Marzia aveva le braccia lungo i fianchi e respirava a fatica fissando Kai. Lui le prese la mano, lei gliela strinse. Poi Kai si avvicinò e ricominciò a baciarla. Piano piano guadagnò spazio, e finì su di lei. Marzia aprì appena le gambe per fargli posto. Iniziò a sentire le sue mani accarezzarle le gambe. Poi la pancia. Poi salirono più su e il primo bottone della camicia cedette, sotto le mani di Kai. Quando arrivò all’ultimo la scoprì e quelle labbra perfette iniziarono a baciarle il petto. Kai abbassò una spallina del reggiseno di Marzia, poi l’altra… Poi la tirò su piano. Marzia lo abbracciò, mentre lui sganciava senza troppa difficoltà la chiusura diabolica sulla schiena. Marzia non si mosse, continuò a rimanere abbracciata a lui, con la testa poggiata sulla sua spalla. Kai le sollevò la testa piano e la guardò. Le sorrise. Lei ricambiò il sorriso, felice che Kai avesse capito. Rimasero abbracciati stretti per molto tempo, fino a quando lei non si addormentò sulla sua spalla. Kai aveva capito che l’amava così tanto da essere disposto ad aspettare tutto il tempo del mondo. Le baciò la testa accarezzandole i capelli morbidi. Sentiva che tra loro si era creato quell’incastro perfetto, avevano solo bisogno di tempo. “Tu cara Marzia mi hai completamente fatto impazzire!” le sussurrò Lei, pur essendo in dormiveglia sentì quelle parole. “Forse anche tu Kai, mi stai rendendo pazza di te!” pensò, ma non glielo disse.

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Capitolo 50
*** ECLISSI ***


Dormivano abbracciata, Marzia gli voltava le spalle e Kai la stringeva da dietro, quando iniziarono a sentire un suono fastidioso provenire dall’ingresso. Marzia aprì gli occhi a fatica, cercando di capire cosa fosse quel suono. “Kai!” lo chiamò Il ragazzo si mosse, poi si stropicciò gli occhi… “Cavolo, il telefono!” disse balzando in piedi. Lay. “Ciao!” disse rispondendo “Ciao, una volta avevo un amico, mi spieghi che fine hai fatto?” chiese Lay risentito, non si sentivano da quando Kai era arrivato a Roma “Hai ragione, scusami, è che sono stato preso da mille cose!” “L’hai trovata almeno?” “si” “Fantastico, e com’è andata?” “E’ qui con me adesso!” “te la sei fatta?” “Lay, smettila…” “Eddai… non farmi stare sulle spine…” “No Lay…” “Non ci posso credere, stai scherzando vero?” “No!” “No, aspetta, Kai. Cioè tu ancora non l’hai nemmeno toccata?” “Si, Lay!” “Non me la ricordavo così brutta da non suscitare niente là sotto!” “Sei un deficiente. Il problema non è quello!” “E allora qual è?” “In realtà non è un problema!” “E cosa c’è, allora?” “Lay io la amo e lei ancora non se la sente e finchè non starà bene, non si fiderà completamente di me, beh allora aspetterò!” “tu ti sei bevuto il cervello. Non solo sei volato via da Seoul, rischiando di rimanere bloccato li in caso di allarme guerra, ma ora la hai a portata di mano e giochi a fare il principe azzurro tutto baci e niente mani. Dove diavolo è finito il vero Kai, a quest’ora l’avrebbe già sbattuta al muro e fatto vedere chi comandava!” “Lay sei fastidioso!” “E tu sei un coglione!” “Ciao Lay!” “Ciao sconosciuto… caro il mio Kai, mi sa che la stella che eri si è proprio eclissata!” Kai mise giù. Il discorso di Lay non faceva una piega. Il vecchio lui, il vecchio lui si che avrebbe saputo cosa fare. Tornò in camera, Marzia era ancora distesa lì sul letto, coperta con la sua camicia. La guardò. La trovò bellissima. I capelli sciolti e disordinati che le cadevano sulle spalle, le gambe scoperte, quell’espressione un po’ assente. SI avvicinò e si distese vicino a lei. La ragazza si voltò. Lo guardò fisso negli occhi. Kai si chiese se per caso non avesse sentito quella conversazione. “Cosa c’è?” le chiese “Perché hai tanta pazienza con me?” gli chiese “Pazienza?” “Si Kai, tu hai pazienza!” “Pazienza per cosa?” “Mi hai inseguita quando io non ti volevo, mi hai cercata, sei venuto fino in Italia, mi hai trovata e ora sei qui vicino a me senza chiedermi niente… perché Kai?” Kai la guardò, poi le voltò le spalle risentito. Non ci voleva molto a comprendere il perché del suo comportamento, eppure lei sembrava non voler capire. Marzia scese dal letto, girò dalla parte di Kai e si accovacciò per terra fissandolo. “allora?” insistè “Non ho voglia di parlare!” disse Kai Marzia rimase lì a guardarlo per un po’, poi vedendo che lui aveva la testa da un’altra parte si tirò su e si rivestì alla svelta. “Che stai facendo?” le chise Kai “Me ne vado!” rispose lei Lui non si mosse. Marzia stava per rimettersi il maglione quando lui saltò giù dal letto e la abbracciò, così senza una spiegazione. La strinse forte. Marzia sentì l’odore di quella pelle nuda, e maledisse quello strato enorme di vestiti che la separava dal contatto diretto con quel torace perfetto. Rimasero lì abbracciati per un po’, senza dirsi nulla. Poi le loro bocche iniziarono a cercarsi, e quando si trovarono ormai non c’era più il tempo di utilizzarle per parlare. “Uno due, uno due!” la voce del comandante stava stordendo Taemin. Era un’ora che correvano in tondo, e la milza e la testa iniziavano a fargli seriamente male. Uno due, uno due. Minho lo distanziava di un paio di persone, lui sembrava più allenato. Non era passata nemmeno una settimana da quando era arrivato lì che già voleva scappare. “Riposo!” urlò il comandante. Tutti si arrestarono. “Soldato Lee..” disse avvicinandosi a Taemin “Se non la smette di fare le cose controvoglia sarò costretto a fargli fare le esercitazione con le maniere cattive…” “Mi scusi, signore!” disse Taemin “Ha forza da vendere, avanti tiri fuori la grinta, o non sopravviverà un giorno di più qui dentro!” “Si signore!” Ma Taemin ne era davvero poco convinto Erano riusciti a staccarsi un attimo. Dovevano mettere il becco fuori di casa o rischiavano di soffocare. Il tempo non era dei migliori, ma era pur sempre novembre. Camminavano separati, non erano ancora così uniti da tenersi per mano, nessuno dei due aveva osato scavalcare quel baratro che li divideva. Erano così Kai e Marzia, uniti e divisi, il sole e la luna, la luna che eclissava il sole. Kai stava cambiando, era cambiato, Marzia lo percepiva, e forse anche lei stava cambiando, ma come fare a vincere quella paura. Era la paura di lasciare andare Taemin, di far posto ad un altro nella sua vita, paura che le cose potessero andar male, paura di quello che li aspettava. E così prima si avvicinavano dopo si allontanavano in quello strano gioco che li stava unendo. Arrivati davanti alla cassa del bar Marzia ordinò due tiramisù. Poi si accomodarono in attesa che i loro dolci arrivassero. “C’è molta gente qui!” disse Kai “Già, i tiramisù sono buonissimi!” “Giuro che se questo tirami qualcosa non mi piace mi arrabbio!” “E smettila di fare quella faccia…” “Non mi piacciono i dolci!” “C’è qualcosa che ti piace, Kai?” “Si tu!” “Ma io non sono da mangiare!” “Questo lo dici tu!” Marzia arrossì. Eccolo là, stava facendo di nuovo lo sfacciato. Quattro occhi si posarono su di loro. Quattro gambe alla velocità della luce li raggiunsero. “Non ci posso credere, siete quI!” urlò Elettra Marzia e Kai si voltarono e si trovarono lei e Letizia davanti “Eih è un sacco che non vi si vede!” disse Marzia un po’ imbarazzata dato che le due sorelle fissavano un po’ lei un po’ Kai con insistenza per avere spiegazioni. “Beh non vediamo da tre giorni nemmeno te, e ora abbiamo capito il perché!” disse letizia ridacchiando Marzia la guardò malissimo “Ciao non ci siamo presentate, noi siamo le amiche di Marzia, eravamo con lei a Seoul, io sono Elettra!” disse quella rivolta a Kai “Kai!” fece lui “Letizia!” “Piacere!” “Beh, che fate?” domandò Elettra “Stiamo aspettando un dolce, non vedo cosa si possa fare qui!” disse Marzia “Noi lo abbiamo appena preso e ora stiamo tornando a casa, abbiamo la chiamata skype con Jjong e Key” Quei due nomi per una logica connessione le riportarono alla mente Taemin. Di quella vacanza a Seoul, Elettra e Letizia avevano conservato il loro rapporto con gli amici di Tae. Lei invece di Taemin non sapeva più nulla da mesi. Più volte Elettra e Letizia si erano offerte di chiedere informazioni di Taemin ai loro ragazzi, ma Marzia non aveva voluto sapere nulla, le faceva troppo male. Quando il cameriere arrivò con i dolci si rese conto che vicino aveva un ragazzo che le stava dedicando il suo tempo e se stesso e pensò che non era giusto pensare a Taemin. “Va bene, ragazze, allora buona giornata!” disse loro sorridendo Le due la salutarono e fissando Kai tentarono di uscire dal locale senza far danni. “Pensi a lui?” le chiese Kai Marzia lo fissò. Avrebbe dovuto rispondergli di si, ma non lo fece. Non era giusto. Prese il cucchiaino e lo affondò nel dolce. Poi si sporse verso Kai “Apri la bocca per mangiare e non per dire cose insensate!” gli disse Kai sorrise, anche se non troppo convinto. Poi agguantò il cucchiaino con le sue labbra perfette. Sgranò gli occhi come un bambino. Marzia glielo vide fare per la prima volta. Con tutte quelle arie da duro super sexy, era impensabile vederlo come un bambino. “Ti piace?” gli chiese divertita “E’ davvero buono il tiramiqui!” rispose lui “Kai si chiama tiramisu!” “Ah, quello che è, mi piace!” Quando uscirono dal bar mezz’ora dopo, fuori pioveva. Kai accompagnò Marzia alla fermata dell’autobus. “oddio mio tempo di attesa 30 minuti, diventerò zuppa! Temo che dovrai ospitarmi finchè non smette!” disse a Kai, mentre dentro di sé malediceva i mezzi pubblici. “Andiamo!” le disse lui sorridendo “Marzia!” “Eh!” “Mi accorgo solo ora che sei piena di cioccolata dappertuttO!” “Cavolo, mi sbrodolo sempre!” “Sei buffa aahhaha. Sul naso, sulla bocca, perfino sul collO!” “Oddio!” “ahahahha” “Piantala!” Con quel curioso battibecco arrivarono a casa. Marzia si piantò davanti allo specchio e constatò che Kai aveva ragione “Sono un disastro!” “No, sei bellissima!” disse lui mettendosi dietro di lei, sempre davanti allo specchio, e abbracciandola. “Hai dei tovaglioli?” gli chiese “E a che ti servono?” “Per ripulirmi!” “CI sono altri sistemi!” “E cioè?” Kai le scostò i capelli di lato, si avvicinò con il viso al suo, e iniziò a leccarle la punta del naso con la lingua. “Vedi, qui sul naso non c’è più nulla!” le disse Poi fece lo stesso sulle guance. Marzia strizzò gli occhi teneramente, era imbarazzata da quel gioco. Kai fece scivolare la lingua dalle guance al collo. Poi iniziò a morderlo piano. Marzia ebbe i brividi. Kai continuò, erano morsi leggeri, su tutto il collo. Marzia si voltò piano, lui si fermò, pensando di aver esagerato, non voleva spaventarla. Si guardarono a lungo. Le mani di Marzia scivolarono sotto la maglia di lui… il tocco con quell’addome perfetto le fece girare la testa. Gli sfilò piano la maglietta. Kai le accarezzò il viso e iniziò a baciarla, piano, prima le labbra, poi le guance, poi il collo. Il vestito di Marzia non ci mise molto a finire per terra. Le mani di Kai si muovevano su di lei a tratti sicure, a tratti incerte. Non sapeva quale fosse il nuovo limite che lei aveva imposto tra loro. Erano lì, lei con la schiena sulla parete fredda, lui di fronte. La chiusura del reggiseno di Marzia scattò, e il reggiseno finì per terra insieme al vestito. Kai la prese in braccio, la portò sul letto, pronto a fermarsi al minimo cenno di lei… stava impazzendo ma non voleva rovinare quel rapporto che erano riusciti a costuire. Marzia non si oppose. Continuò a baciarlo, facendo fatica a respirare, per l’emozione. Kai si staccò dalla sua bocca, scese sul collo, poi sul petto, alla fine con il cuore che gli batteva impazzito, arrivò fino al seno. Iniziò a baciarla anche lì. La testa di Marzia iniziò a girare, il respirò era stroncato a tratti, a volte l’aria sembrava mancarle. Kai era arrivato fino a sotto la pancia… quando lei si tirò su di botto. Kai si fermò. “Ho fatto qualcosa che non va?” chiese anche lui con il respiro strozzato Marzia notò con stupore che i jeans di Kai che prima gli calzavano perfetti, iniziavano a stargli stretti sul davanti. Arrossì. “no è che…” era imbarazzata, un po’ per quello che doveva dirgli, un po’ per l’evidente stato di emozione che emergeva dalle zone basse di Kai. “Cosa stai cercando di dirmi?” le chiese Kai “Kai… ehm… ho…” “Si…” “Ecco… ho il ciclo.” Kai si buttò giù dal letto imprecando tra sé. Tra i tanti ostacoli quotidiani, ci mancava solo quello. “Io… io mi devo fare una doccia gelata!” disse “Ho davvero davvero troppo caldo”

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Capitolo 51
*** M'AMA NON M'AMA ***


Quando Kai era uscito dalla doccia non l’aveva più trovata. Marzia se ne era andata mentre lui stava cercando di calmare i suoi bollori. Ci rimase male, ma decise di non chiedere spiegazioni, e non per orgoglio, ormai con Marzia l’orgoglio lo stava mettendo sotto i piedi. No, Kai aveva solo paura di sentirsi dare una risposta che potesse ferirlo. Diede un’occhiata all’orologio… Erano appena scoccate le 22. Marzia andò in bagno e si infilò sotto la doccia. I suoi slip erano perfettamente bianchi, non c’era traccia di nulla. Il ciclo le era passato da una settimana. Non sapeva perché avesse tirato fuori quella bugia assurda, all’ultimo minuto. Le era preso il panico. Era ancora troppo combattuta e troppi erano i sensi di colpa. SI chiese se non avesse qualche rotella fuori posto. Prima andava da lui, lo baciava, gli faceva capire quanto lo voleva e poi? Poi o si bloccava o lo respingeva con scuse assurde. Si, probabilmente era pazza, o almeno questo pensava lei. Lee Jin Ki a distanza di due settimane da quando suo fratello aveva ricevuto la lettera di convocazione alla leva, non si era rassegnato all’idea che quell’evento fosse stato del tutto casuale. Qualcosa doveva essere per forza successo. Taemin non era pazzo. Tae si era appena laureato, aveva mille progetti e un futuro brillante davanti, non poteva essersi proposto volontario per la leva. Erano giorni che si spremeva le meningi ma non riusciva a venirne a capo. Aveva provato a dare 1001 soluzioni diverse al problema, ma nessuna spiegava come ci fosse finita la firma di suo fratello su quella richiesta. Ogni notte e ogni giorno pensava a suo fratello e a quello che probabilmente lo stava turbando. Il pensiero che con lui ci fosse MInho era solo una magra consolazione. Un sospetto lo aveva, ma le prove erano pressoché nulle e non servivano a dimostrare un bel niente. E anche quando avesse dimostrato qualcosa, ormai Taemin aveva iniziato la leva e qualunque fosse stato l’esito delle sue elaborazioni mentali, prima che fossero passati due anni nessuno lo avrebbe tirato fuori di lì. Le notti non passavano mai per Taemin. Tra il freddo e il russare di due dei suoi compagni di stanza, dormire era diventata un’impresa. E poi c’erano i pensieri, quelli si che erano pesanti. “Secondo te mi ama ancora?” chiese una mattina a Minho mentre si vestivano “Marzia?” chiese Minho “Si, lei!” “Perché mi fai questa domanda?” “Perché non faccio che pensare a lei… e mi chiedo se lei sta provando ancora quello che provo io!” “Tae io non lo so se lei ti ama ancora, so solo che se l’amore è vero non va via dall’oggi al domani!” Passarono tre giorni senza che si vedessero né si sentissero. Kai non l’aveva più cercata. Dopo quell’ennesimo tentativo andato male non aveva avuto più la forza mentale per farsi avanti di nuovo con lei. Marzia dal canto suo aveva voluto prendersi del tempo per cercare di capire cosa stesse succedendo intorno a lei e soprattutto a lei. Kai aveva buttato il cellulare in un angolo remoto della stanza per non farsi prendere dalla tentazione di chiamarla. Marzia, dal canto suo, non aveva mai staccato gli occhi dal telefono in attesa di un suo segno. Quando dopo tre giorni Kai non si era fatto vivo, aveva pensato che finalmente si fosse arreso. Ma non ne era stata del tutto felice. Qualcosa la turbava… aveva uno strano desiderio di vederlo, di stargli vicino, di sentirsi sua. Quando quel sabato mattina si svegliò sudata e stordita dopo averlo sognato capì che era arrivato il momento di capire che fine avesse fatto Kai. Il cellulare di kai squillò mentre era sotto la doccia. Uno squillo, due, tre… al 4 Marzia riattaccò pensando che lui non avesse voglia di sentirla. “Ecco” pensò “Non gliela dai e scappa!” Kai uscì dalla doccia. Aveva sentito il telefono suonare ma non si era affrettato a rispondere, pensando che fosse Lay con una delle sue geniali trovate. Quando lesse il nome sul display si maledisse. Ricompose subito ilnumero ed attese. “Pronto!” fece Marzia dopo un paio di squilli a vuoto “Mi avevi chiamato?” fece Kai cercando di mantenere la calma “Beh si…” rispose lei incerta “E’ successo qualcosa?” “no…” “E allora perché mi chiami…” “Perché… volevo sapere che fine hai fatto, non ti sento da tre giorni!” “Beh… nemmeno tu ti sei fatta sentire…” “Ecco…” “Si?” “Io… niente, lascia perdere.” “Cosa fai oggi?” “Vado in una villa con le altre, c’è il sole…” “Ah…” “Ti va di raggiungermi?” “Va bene, dammi l’indirizzo.” Taemin salì sulla bilancia. “53 chili!” disse Minho stupito “Taemin in una settimana hai perso tre chili, così rischi di ammazzartI!” “Non è colpa mia!” provò a difendersi Taemin “SI che lo è… non mangi!” “Ma non è vero!” “Tae da quando siamo qui hai addentato due spaghetti sbollentati due giorni fa e basta! Non ti reggi in piedi. Ti ammazzi così!” “Ora piantala di esagerare!” “Tae stai dimagrendo a vista d’occhio. Farti del male non servirà a farla tornare!” “Ma porco miseria Minho lo vuoi capire come sto?” esplose Minho non si meravigliò… sapeva che sarebbe crollato prima o poi “Io l’ho lasciata, non le ho creduto…” “Taemin qualunque cosa tu abbia fatto è passata… è ora di guardare avanti!” “Non ce la faccio!” “Senti non starò lì a guradare mentre ti fai del male, io farò di tutto per farti sopravvivere qui dentro con o senza la tua volontà.” A Taemin quelle parole parvero più che altro una minaccia. Avrebbe solo voluto sprofondare al centro della Terra lì dove nessuno lo avrebbe mai trovato. Il sole debole di novembre riscaldava il viso di Marzia distesa su di una panca nel bel mezzo della villa. Qualcosa di delicato le solleticò il viso. Aprì gli occhi. Il viso di Kai si materializzò davanti a lei, aveva una specie di margherita in mano, con cui le aveva accarezzato il viso. Gli sorrise. Era felice di vederlo. E anche lui lo era. Si diedero un bacio esitanti. Poi Marzia si mise seduta di fronte a lui. “Ciao!” “Ciao!” “Ti piacciono i fiori, Marzia?” “SI, li adoro!” Parlarsi dopo non essersi considerati per 3 giorni era dura. “Sai camminando ho visto che i ragazzi raccolgono questi fiori e ci fanno uno strano giochino, levano i petali uno per uno ma non capisco che dicono!” Marzia si girò e si poggiò con le spalle al suo petto. Lui la abbracciò e le bacio i capelli morbidi, affondandoci il viso. Marzia gli prese le dita e le guidò sul fiore. “E’ una filastrocca!” “E’ difficile da imparare?” “No… vedi si strappano i petali e si ripete m’ama, non m’ama…” “M’ama non m’ama?” “SI!” “E come finisce il gioco!” “L’ultimo petalo ti da la risposta.” “Vuoi provare?” “Va bene….” Marzia strappò uno per uno i 5 petali della margherita ripetendo m’ama, non m’ama… L’ultimo petalo le disse “m’ama” Già ma chi? A chi stava pensando mentre faceva quel gioco. A Kai o a Taemin? “Cosa dice?” le chiese Kai “Beh… m’ama!” “allora non ha torto!” “Ah no?” “NO!” “E chi è che mi ama?” chiese Marzia “Chi lo sa?” rispose lui stringendola. Quel contatto sempre più stretto iniziava a dare alla testa a entrambi. Era incredibile… non potevano stare attaccati un secondo che subito dentro di loro si scatenava l’inferno. Si alzarono tentando di far passare quello stato di perenne eccitazione in cui finivano. Il sole stava calando. La villa si stava svuotando. Sgattaiolarono in un angolo poco accessibile e poco percebile alla vista degli altri e lì iniziarono a baciarsi. “Io… Marzia, ascolta, io ti voglio non ce la posso più fare preferisco che non ci vediamo piuttosto che…” Marzia gli mise la mano davanti alla bocca per farlo stare zitto. Poi gli prese la mano, con l’altra si abbassò la zip dei Jeans, e guidò quella di Kai fin dentro i suoi pantaloni. Kai lo guardò un po’ stupito. Il contatto con la pelle di lei però lo mandò subito nel mondo dei pazzi. La accarezzò, poi infilò la mano dentro gli slip ed iniziò a muoverla piano. Nel frattempo ripresero a baciarsi. Quando la mano di Kai trovò l’ingresso per quel mondo che per lui era ancora proibito, ebbe timore per un attimo che lei fosse sul punto di fermarlo di nuovo. Ma così non fu. Kai si mosse indisturbato con la sua mano dentro di lei… avrebbe voluto fare molto di più… ma cercava di farsi bastare quello, non voleva forzarla, non voleva esagerare. Nel frattempo anche lei aveva trovato l’ingresso dei jeans di lui. E anche a lei venne voglia di conoscere un po’ meglio lui. Il sudore iniziò a bagnare la fronte di entrambi. Ormai non respiravano più, si sentiva ogni tanto qualche gemito soffocato, segno che erano ancora vivi. Poi a entrambi girò la testa e venne voglia di urlare. Incollarono la bocca l’uno a quella dell’altra per tapparsele. Non potevano farsi scoprire. E così in quel pomeriggio di novembre ebbero modo di conoscersi almeno in parte. Tornarono verso casa con le gambe che tremavano e la testa che girava… solo allora realizzarono che un’intesa fisica come quella che c’era tra loro era una cosa più unica che rara.

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Capitolo 52
*** IO, TU, NOI? ***


Stavano quasi per salutarsi ancora in preda a quello stato di trance raro, quando si imbatterono in Claudia, Elettra e Letizia. “Ecco dov’eri!” disse Claudia Poi iniziò a fissarle insistentemente i jeans. “Noi… noi abbiamo fatto un giro e… Claudia che c’è?” chiese Marzia notando che l’amica continuava a fissarle i pantaloni “Nulla. Ascolta noi stasera andiamo prima a cena e poi o al pub o in discoteca a bere qualcosa e a fare quattro salti, voi due venite?” “nnn…noi?” chiese Marzia stupita “Si voi!” disse Letizia Li stavano invitando come coppia, non ci poteva credere. “Kai tu vuoi venire?” chiese ancora Claudia “Io…” Kai era imbarazzato non sapeva cosa dire Marzia lo capì. “Dai veniamo, si!” rispose lei alla fine “Io ecco… dovrei fare una doccia, almeno!” disse Kai, considerato l’ultimo quarto d’ora trascorso una doccia era il minimo. “Tranquillo io ho la casa da queste parti, vado con Marzia e le altre a sistemarci e poi passiamo a prenderti, ok?” “Va bene!” “A dopo lo salutarono Claudia e le altre due.” “Vieni con me, tu?” Chiese Kai a Marzia “Se vengo da te finisce che poi non usciamo più e mi sa che oggi abbiamo un po’ esagerato!” “pensavo fosse solo un’anticipazione, quella di prima!” disse Kai ridacchiando “Kai a dopo!” disse Marzia fulminandolo con lo sguardo Lui le s avvicinò e le diede un bacio sulle labbra, poi salutò le ragazze e si avviò verso casa. “Ora possiamo anche chiudere la cerniera dei pantaloni!” disse Claudia tirando su la zip di Marzia “CazzO!” fece lei arrossendo “Come mai hai la zip abbassata?” chiese Letizia “Ehm… boh si sarà allentata, o forse sono andata in bagno!” “Oh forse mister Kai ci ha infilato le mani dentro!” intervenne Claudia “Ma che dici!” “Con quella faccia che hai non ti crede nessuno!” “Oddio, ma che avete fatto?” chiese Elettra “Ma niente…” “Come niente? Sei rossa come un peperone!” “Ma ragazze, insomma…” “Ehm non te lo vorrei dire ma… sei tutta sudata e quindi, cara ci devi delle spiegazioni!” “Devo fare una doccia, Claudia andiamo?” “Sperando che non ci sia mio fratello a rompere, si!” “Solo che non ho vestiti!” “Ti presto qualcosa iO!” “Oddio!” “E smettila…” Claudia e Marzia avevano due stili completamente diversi. La prima era abbastanza vistosa, la seconda particolare ma molto meno appariscente della prima. “Noi andiamo a prenotare il ristorante, nel frattempo” disse Elettra “Ok a dopo!” “Allora dimmi che avete fatto?” chiese Claudia una volta che le ragazze si furono allontanate “Oh mamma Claudia sei pesante!” “Smettila di fare la bacchettona e dimmi!” “Nulla di che!” “Non avete…” “No!” “E la cerniera aperta?” “Diciamo che abbiamo fatto altro…” “Del tipo!” “Del tipo che sai!” “Cioè?” “Claudia…” “Marzia parli del sesso come se fossero bestemmie, ossia non ne parli… ma insomma sei adulta!” “Claudia sai che mi imbarazzo!” “Ti ha toccata?” “ecco… si!” “Oh e che ci vuole a dirlo?” “Non lo so…” “E tu?” “Ho fatto lo stesso!” “eeee….?” “E. cosa?” “E’ andata bene?” “Abbastanza…” “Oh favoloso. Vedi non ci voleva molto! Quando andrete oltre? Dico non vorrete continuare a fare giochi di mano in eterno?” “Claudia” Arrivarono a casa di Claudia e Marzia dopo essersi fatta la doccia ebbe una gran difficoltà a scegliere un vestito adatto a lei. Claudia aveva degli abiti stupendi ma non erano proprio per Marzia. Alla fine optò per unvestito corto nero, con una scollatura sulla schiena, abbastanza profonda. Era la cosa più coprente che avesse Claudia. Poi l’amica le sistemò trucco e capelli, perché Marzia era un po’ impedita. Uscirono e raggiunsero Kai. Elettra e Letizia erano al locale che le aspettavano con il resto della comitiva. “Ma non dirmi che ci sono anche Luca ed Ettore!” chiese Marzia “Temo di si, Elettra ha invitato Giorgio e lui ha esteso l’invito a loro…” “Ora inizieranno a…” “stai tranquilla, ammesso che lo facciano li farò stare zitti io.” Quando li videro arrivare, Luca puntò gli occhi dentro quelli di Kai, scrutandolo. Ricordava che Marzia stesse con un occhio a mandorla, ma non doveva essere lo stesso che ora era vicino a lei. “Lui è nuovo?” chiese a Marzia indicandolo “Io non sono nuovo, sono Kai!” disse il ragazzo presentandosi Tutti gli sorrisero, anche perché aveva dato una bella risposta a quello scemo di Luca A Marzia si strinse lo stomaco, quando si ricordò il giorno in cui aveva presentato Taemin al resto della comitiva all’università. Anche lì Luca aveva fatto lo stronzo. “Vogliamo entrare?” fece Claudia Presero posto in un’enorme tavolata. Marzia si mise tra Kai e Claudia. Lui di tanto in tanto le prendeva la mano… lei un po’ gliela stringeva, un po’ gliela scostava. Non sapeva ancora se erano una coppia o meno. Non sapeva se erano un tu ed io separati o un noi. Alazarono un po’ il gomito quella sera con l’alcool. Dopo un po’ anche il gelo che gli altri avevano messo intorno a Kai si sciolse. Il ragazzo iniziò a prendere confidenza e gli altri, a parte Luca ed Ettore, a farlo sentire parte dle gruppo. Quando decisero di andare in discoteca erano abbastanza brilli. Lì qualche bicchiere di troppo volò tra un pezzo dance e un altro. Quando Marzia si tolse la giacca che aveva tenuto fino a quel momento Kai rimase a bocca aperta. “Sei stupenda!” le disse “EH si, come no… questo vestito è…” “Ti sta benissimo!” Iniziarono a ballare attaccati, in una danza non proprio innocente. Kai la teneva per la vita e ogni tanto scendeva con le mani più giù, fino al suo fondoschiena. Poi la baciava e la stringeva appassionatamente. Dopo la terza volta che si erano allontanati per prendere qualcosa da bere, Marzia prese Kai per mano e se lo portò fuori sul retro del locale. Lì forse un po’ per l’alcool, forse perché lo voleva tremendamente, iniziò a baciarlo. Gli sbottonò la camicia, gli accarezzò i capelli. Kai la tirò su e la poggiò su un muretto, le sollevò il vestito e le sfilò via gli slip. Poi le sganciò il reggiseno e iniziò a baciarla su quel seno che lo faceva impazzire. Lei gli abbassò la cerniera dei jeans e i boxer. Kai la tirò a sé, la voleva più di ogni altra cosa al mondo… era lì lì per entrare, non c’era stato bisogno di grandi manovre, perché già solo vederla gli causava quello che era giusto gli causasse la vista di quella ragazza… Marzia aprì le gambe per fargli posto. Un rumore li fece sussultare. Si voltarono. “Oddio!” fece Letizia tappandosi gli occhi, alla vista di quei due mezzi nudi che stavano per accoppiarsi. “m…mi dispiace io… non…” Era impanicata e imbarazzata “Ok stai calma, non è successo niente!” disse Marzia cercando di rivestirsi, mentre Kai imprecava tra sé, in lingue sconosciute. “io…” Letizia rossa in viso, si corì gli occhi e scappò. Il momento perfetto era perduto. Quell’atmosfera che li aveva portati fin lì si era spezzata. Si rivestirono in silenzio e raggiunsero gli altri, nervosi e iper tesi. Si chiesero quando sarebbe capitato di nuovo un momento che li avrebbe uniti così tanto da far nascere lo stesso desiderio che si era impossessato di loro qualche istante prima, quando avevano deciso di provare a essere un noi.

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Capitolo 53
*** IL VALORE DELL'AMICIZIA ***


Gli alberi iniziavano a perdere le foglie. Minho se ne accorse quella mattina quando mise piede fuori dalla sua camera, per l’ennesima esercitazione. Erano passate due settimane, due settimane su due anni. Il tempo avanzava lento, pensava di essere lì da una vita, eppure erano solo 14 giorni. Taemin dimagriva a vista d’occhio, a nulla valevano i rimproveri suoi e dei superiori, non mangiava. E deperiva. Riusciva a stento a reggersi in piedi, e Minho stesso si chiedeva come mai ancora non fosse svenuto. Evidentemente qualche strano meccanismo innescatosi nella sua testa lo stava tenendo ancora in vita. E Minho sapeva anche cos’era. Quella mattina fecero la consueta esercitazione. Mentre correvano Taemin scivolò sull’asfalto e cadde col viso nel fango. Minho che era più avanti di lui, non vedendolo, tornò indietro. Lo trovò lì disteso. Aveva iniziato a grandinare. I chicchi di grandine facevano male. “Taemin alzati!” gli disse “Non ce la faccio!” disse lui stremato “Taemin, se ti trovano a terra finisce che ti fanno rapporto!” “Minho va avanti e lascia perdere!” “Ma che diamine, Tae, alzati!” La grandine cadeva fitta ora. Minho si chinò e lo tirò su, quasi caricandoselo addosso. “Andiamo, cammina!” gli disse E raggiunsero gli altri. Dieci minuti dopo vennero richiamati entrambi a rapporto. Taemin si presa una lavata di testa per non essersi rialzato e Minho per averlo aiutato. Quando Taemin uscì dalla stanza, il comandante trattenne Minho. “Soldato, il suo compagno non imparerà mai nulla se Lei continua a proteggerlo!” gli disse “Ma… era caduto, aveva bisogno d’aiuto!” si giustificò Minho “Tutti abbiamo bisogno di aiuto, ma bisogna che impariamo a cavarcela da soli. In guerra come nella vita un minuto prima hai qualcuno accanto, un minuto dopo quel qualcuno, per qualsiasi motivo può non esserci più; e allora cosa facciamo? Ci spariamo? Il soldato Lee deve imparare a contare su se stesso; e lei, farebbe meglio a lasciarlo lì dov’è, invece di aiutarlo. E’ una dimostrazione di affetto e stima molto maggiore. E ora se ne vada.” Minho salutò il comandante e poi uscì dalla stanza. Si sentiva in colpa per mille e uno motivi, ed era confuso. Doveva sopravvivere, dove aiutare Taemin a sopravvivere… Ma a lui, Minho, chi ci pensava? Sentì il bisogno esasperante di confidarsi con qualcuno. Aveva un gettone telefonico a disposizione. Controllò l’ora. L’avrebbe svegliata, ma pazienza. “Ma dannazione!” imprecò Kai tirando un calcio ad una pila di cartoni sul retro. Erano le tre del mattino e ancora non si erano decisi a raggiungere gli altri. L’imbarazzo era troppo, e pure la rabbia di Kai. “Ti calmi?” fece Marzia “Si, si sono calmo!” disse lui passandosi la mano tra i capelli e poi riabbottonandosi la camicia. “Non mi pare tu sia calmo!” “Eeeh Marzia si, ok.” “Guarda che ci sono rimasta male pure io! Però ora non è il caso di farne un cataclisma, penso si stia già sentendo male di suo, Letizia. Non lo ha fatto apposta!” “Ok, va bene, mettiamo una pietra sopra a questa cosa e basta!” La guardò, le lesse in viso un po’ di dispiacere. Capì di avere esagerato. “Dai, rientriamo!” disse aiutandola a scendere dal piano di marmo, prendendola in braccio. Si fissarono per qualche istante, poi decisero che era meglio rientrare prima che la situazione degenerasse di nuovo. Il locale si stava lentamente sfollando. A rapporto c’erano tutti, tutti tranne Claudia. Letizia quando li vide arrivare, li fissò con aria colpevole e imbarazzata al contempo. Aveva ancora davanti agli occhi quella scena. Pensò che l’immagine di quei due in quello stato l’avrebbe tormentata per tutta la vita. Marzia evitò di parlarle, non sapeva cosa dire, era più imbarazzata di lei. Kai si ordinò da bere, tentando in qualche modo di allargarsi i pantaloni che continuavano a stringergli. Risultava a tratti comico, pareva l’avesse morso una tarantola. “Dov’è Claudia?” chiese Marzia a Elettra “Ah boh, non lo so. Era qui fino a due minuti fa…” rispose quella “oddio… non è che si è imboscata?” “Ma non credo, è stata con noi tutta la sera!” “Io vado a casa, aspettatela voi, ok?” “Va bene… a domani!” Marzia si avviò verso l’uscita. Kai la intravide. Posò il cocktail e la rincorse. “Dove te ne vai?” le chiese dopo averla raggiunta “A casa!” rispose lei “Da sola?” “SI!” “Posso accompagnarti? Non mi va che gira da sola!” “Vuoi venire a casa mia?” “Ti accompagno e torno indietro, promesso!” Marzia ci pensò… poi decise anche lei che non era il caso di tornare da sola. L’aria di quella sera era fredda. Claudia stava battendo i denti per il freddo. Il suo telefono aveva emesso un beep, un misero squillo. Il numero non lo conosceva. Neanche il tempo di rispondere ed era caduta la linea. Ora era lì fuori ad aspettare che il telefono risuonasse. Due minuti dopo, di nuovo il beep. “Pronto!” disse “Claudia!” Quella voce gli suonò familiare “Minho?” chiese incerta “Si, sono io!” Claudia iniziò a sudare freddo. Perché la stava chiamando “Beh… come stai?” chiese “Io… beh… non troppo bene. Ecco…” “Minho?” Minho tacque. Ma cosa stava facendo? Prima l’aveva ignorata e ora voleva scaricarle addosso i suoi problemi. Poi per dirle cosa? Della leva? Lo avrebbe detto subito a Marzia, e non era il caso. “Minho?” chiese di nuovo lei. “Io volevo solo salutarti!” si decise lui alla fine “Grazie… mi ha fatto piacere sentirti!” “Claudia…” “Minho…” “Mi manchi!” Claudia sgranò gli occhi. Probabilmente se lo stava sognando. “Come?” chiese “io… ecco… si, mi manchi, e scusami se ci ho messi tanto a dirtelo!” “Minho io…” Un click secco le annunciò che la chiamata si era interrotta. Minho controllò… aveva esaurito il gettone. Tirò un pugno alla cabina e imprecò. Claudia cercò di rintracciare il numero per richiamarlo, ma le fu impossibile. Rimase lì immobile a farsi percuotere dal freddo e a chiedersi se fosse vero quello che stava succedendo. “Siamo arrivati!” disse Marzia a Kai “Ok…” Erano davanti al cancello di casa sua “Io vado a casa!” continuò Kai guardandola Marzia rimase lì a fissarlo. Non voleva che se ne andasse ma aveva paura di quello che poteva succedere se fosse rimasto. Kai fece per andarsene. “Aspetta!” disse lei prendendolo per la mano Kai si voltò “Rimani qui!” gli disse. Kai non rispose, si limitò a seguirla senza lasciarle la mano fin sopra a casa. Una volta dentro si fissarono per qualche istante. Poi Marzia si avvicinò e lo baciò. Un bacio dopo l’altro, il seguito di quella situazione sembrava scontato. Scontato fino a quando Marzia non si ricordò che in quella stessa stanza lei e Taemin aveva fatto l’amore tutto il tempo in cui lui era rimasto in Italia. La sirena avvertì i soldati della seconda esercitazione. Grandinava ancora. Minho scrollò Taemin e insieme si avviarono. Dopo venti minuti Taemin scivolò di nuovo. Minho se ne accorse. Si voltò. “Taemin alzati!” gli disse Lui era stremato. Sembrava seriamente in difficoltà, o forse la difficoltà era tutta nella sua testa. Minho fece per aiutarlo. Poi si ricordò delle parole del comandante. E pensò che se Taemin non avesse imparato a cavarsela da solo, ma avesse continuato a rimanere attaccato alle sue gonne, non sarebbe mai andato avanti. Lo guardò. “rialzati!” gli disse “Non ce la faccio!” rispose lui “Invece ce la fai!” “Non da solo!” “Tae… non ci sarò per sempre!” “Minho non ce la faccio!” “Allora rimarrai li a terra!” rispose Minho voltandosi. Riprese la corsa da solo. Taemin rimase stupito. Minho non gli aveva mai voltato le spalle. La rabbia gli salì in corpo, quella stessa rabbia che aveva per trovarsi in quella situazione assurda. Poi, finalmente, capì. Minho gli aveva appena dimostrato quanto valore stesse dando a lui e a quella amicizia, perché gli aveva appena fatto capire che doveva crescere. Sputò il fango, e grazie a tutta quella rabbia, e alla disperazione che doveva sfogare, si tirò su facendo forza con braccia e gambe e si rimise in piedi, da solo. Riprese a correre, con forza, raggiunse Minho e lo superò. Lui lo vide, sorrise. Taemin si voltò e gli strizzò l’occhio. Minho gli lesse in labiale “grazie, ti voglio bene!”

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Capitolo 54
*** TRACCE CHE NON SI CANCELLANO ***


Kai notò subito che qualcosa non andava. Mentre la spogliava l’aveva sentita irrigidirsi. Pensò di aver sbagliato qualcosa e si fermò. “Va tutto bene?” le chiese “SI!” mentì Marzia In realtà non andava bene niente. Aveva iniziato a vedere Taemin da tutte le parti. In piedi sulla porta, a gambe incrociate seduto per terra, disteso sul letto… Il viso di Taemin aleggiava tutto intorno. Iniziò a mancarle il respiro. Si sforzò di non pensare. SI sforzò di scacciare quelle immagini. Nulla, Taemin era lì, con loro. “Dove vai?” chiese Celeste a Jinki vedendo che stava indossando la giacca. “Esco un attimo!” rispose lui “per andare dove?” “Oddio Celeste, sei peggio di una suocera certe volte!” “Eih avrò pure diritto di sapere dove vai!” “Celeste il fatto che stiamo insieme non vuol dire che devi sapere ogni mio minimo spostamento, impara a essere più tranquilla!” “Questa poi, ma come parli?” “Parlo come uno che si è stancato di subire interrogatori ogni istante della sua vita, ho bisogno di respirare!” “Questo vuol dire che io ti soffoco?” “Si, Celeste… A volte si. E per favore non mettere in mezzo la storia della gravidanza che oggi non ti reggo!” Eccoli lì. Due persone di 25 anni alle prese con problemi più grandi di loro. Erano giorni che litigavano. La partenza prima di Marzia aveva fatto sentire Celeste terribilmente sola, in seguito quella di Taemin, aveva gettato Jinki nello sconforto e nell’agitazione. Era così preso dal fatto di scoprire chi avesse messo suo fratello in quel pasticcio, che quasi non si curava più di Celeste. E così litigavano, litigavano. E quel giorno erano esplosi. “Sai che ti dico, Onew? Io me ne vado, mi hai stancata. Non ti sopporto più!” “Beh vattene, allora!” tuonò lui spazientito “Non dobbiamo stare insieme per forza.!” E detto ciò uscì sbattendo la porta. Non lo pensava davvero, non voleva che Celeste se ne andasse. Era solo scosso e nervoso per suo fratello, e la pressione di Celeste, non lo aiutava. Ma lei non scherzava. Non sopportava più quello stato di solitudine e di ansia. Sapeva però che nelle sue condizioni non poteva viaggiare. Si sentì un cappio alla gola… Ma doveva farcela. Mise le sue cose in una valigia e lasciò in quell’istante stesso la casa di Jinki. Una volta in strada si sentì ancora più persa. Era una giovane ragazza, incinta di 5 mesi e sola. Però, almeno, una cosa buona c’era. Aveva il portafogli pieno di soldi. I suoi erano spariti, come al solito, ma i soldi glieli mandavano. Odiava dover dipendere da loro, avrebbe preferito un po’ d’affetto. Ma in mancanza di tutto i soldi le facevano comodo. Prese un autobus e si avvicinò al centro. Trovò per miracolo un’agenzia immobiliare ed entrò. Pregando che spiccicassero due parole in Inglese si avvicinò all’unico libero. Aveva la testa china su un malloppo di carte. “Salve!” salutò in Inglese Il tizio alzò la testa. Due enormi occhi marroni le si piantarono davanti “Salve!” disse quello, un giovane sulla trentina, con folti capelli castani “Come posso aiutarla!” Celeste rimase lì impalata, come se avesse visto un fantasma. “Signorina?” “Oh si!” disse tornando alla realtà “Io ho bisogno di affittare un appartamento…” “Un appartamento dove?” “Beh, dove costa di meno!” “mmmm… interessante richiesta.” Disse il ragazzo grattandosi la testa “ha una zona di preferenza?” “Non conosco Seoul!” “Quindi potrei anche mandarla in una zonaccia che lei non se ne renderebbe conto!” “Mi affido alla sua onestà…” disse Celeste seria fissandolo negli occhi Il ragazzo la guardò “Stavo scherzando!” disse poi “Guardi, ho poco tempo, se è così gentile da sbrigarsi gliene sarei grata!” “uuuh… la signorina va di corsa, come mai?” “Va bene, cambierò agenzia!” disse Celeste, facendo per andarsene “Ok, si fermi.” Disse il ragazzo alzandosi Celeste si voltò. Solo allora il giovane capì perché lei andasse così di fretta. Aveva una pancia bella grossa. “Mi dica!” “ho… h..” le fissava con insistenza il pancione un po’ sconvolto “Ha?” “Ho un appartamento proprio qui sopra che non costa nemmeno molto!” “Va bene, vediamolo!” Il ragazzo prese un mazzo di chiavi e la raggiunse davanti alla porta. “Andiamo!” disse aprendola, per farla passare. “E’ al terzo piano, un po’ piccolino, ma è carino!” “Va bene, mi faccia vedere!” “Dammi del tu, se vuoi! Mi chiamo Heechul!” “Heechul?” chiese Celeste stranita “Già…!” “Va bene, Heechul, io sono Celeste!” disse stringendogli la mano Jinki salì velocemente le scale. Aveva trovato il portone del palazzo aperto. Suonò al campanello. La porta si aprì pochi istanti dopo. “Lee Jinki?” fece Tren Park sgranando gli occhi “Qual buon vento!” “Fammi entrare!” disse Onew minaccioso “prego, accomodati!” disse lei facendosi da parte. “In cosa posso esserti utile?” Jinki la afferrò per il collo con tutte e due le mani. Lei, presa di sorpresa, non fece in tempo a difendersi “Ora mi dici come hai fatto a spedire mio fratello a fare il militare a 20 anni, quando sai che non riuscirebbe a sopravvivere un giorno se dovesse succedere qualcosa di grave… altrimenti ti strozzo!” disse in preda alla collera “Mi stai soffoc…” provò a dire Park Stava davvero per morire soffocata, quando Onew mollò la presa spingendola indietro. Park cadde per terra. “t… tu sei pazzo!” disse strisciando all’indietro “Dimmi cosa hai fatto a Taemin” urlò Jinki “Io non so di cosa tu stia parlando!” “Ti avverto Park, il giorno in cui troverò le prove che sei stata tu insieme a quel pazzo di GD, tuo degno compare, a spedire mio fratello a fare la leva con la situazione che c’è in Corea, giuro che la pagherai, e finchè avrò l’ultimo respiro che mi tiene in piedi, questo sarà il mio unico obiettivo.” E la lasciò lì per terra. Poi se ne andò, non voleva sporcarsi le mani. “Marzia va tutto bene?” le chiese di nuovo Kai La sentiva sempre più tesa. Erano distesi sul letto, e Kai non sapeva cosa fare. Marzia, dal canto suo, cercava di sforzarsi con tutta se stessa di scacciare quel volto. “SI, tranquillo, sono solo un pochino tesa… ma è perché sta succedendo tutto di corsa!” disse “Vuoi che mi fermo?” “No!” disse riprendendo a baciarlo. Non voleva che quel fantasma si mettesse tra loro, o almeno ci stava provando a far andare le cose per il verso giusto. Kai andò sopra di lei. Era arrivato quel momento, eppure non la sentiva per nulla vicina. Dopo alcuni istanti di indecisione che parvero eterni, le allargò piano le gambe, avvicinò il viso al suo e la guardò negli occhi. Entrò dentro di lei, mentre il cuore gli saliva in gola e il respiro diventava irregolare. Fu un istante. Il viso di Kai scomparve e al suo posto comparve quello di Taemin. In quello stesso istante Marzia provò un dolore così forte da non riuscire a non gridare “Aih!” Kai si fermò. “Ti ho fatto male?” chiese spaventato “No… scusami…” “Non siamo obbligati…” “Vai avanti!” gli disse. Doveva farcela, non poteva darla vinta a quel fantasma. Kai provò ad andare avanti, ma era agitato. Il dolore di Marzia diventò sempre più forte, mentre la faccia di Taemin rimaneva lì davanti a lei. Non ce la fece più. Mise le mani sul petto di Kai e lo spinse via con forza. “Vattene!” urlò iniziando a piangere “Vattene, Taemin, vattene!” Kai rimase sconvolto, mentre lei si tirava su piangendo. Non riuscì a consolarla. Il pensiero che in quell’istante avesse in mente un altro, e poi non un altro qualunque, ma Taemin, lo bloccò, lo fece sentire inutile. “Non me lo dire, Marzia, non me lo dire che stai pensando a lui!” le chiese trattenendo a stento lacrime di rabbia “Kai lui è qui… non se ne andrà mai…” rispose lei “Allora è arrivato il momento che vada via io…” “Kai…” Kai alzò le mani per dirle che non l’avrebbe ascoltata. Si rivestì, mentre lei si metteva le ginocchia al petto, come per proteggersi da chissà cosa. Così quella notte Kai se ne andò, lasciandola con il suo fantasma. Perché ci sono tracce, che a volte, non si cancellano. Jinki rientrò a casa e subito percepì che qualcosa era cambiato. “Celeste!” chiamò Nessuno rispose. Corse nella stanza di lei e la trovò vuota. Se ne era andata. Gli prese il panico. “Celeste!” chiamò di nuovo, assalito dai sensi di colpa. Ma lei non c’era.

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Capitolo 55
*** FALSE SPERANZE ***


56 FALSE SPERANZE? “Celeste!” gridò ancora Jinki Ancora nessuna risposta. Iniziò a fare avanti e indietro, perquisendo tutte le stanze della casa. Poi buttò a soqquadro ogni angolo, perfino quello più remoto alla ricerca di qualche indizio che gli facesse capire dove si era cacciata la sua ragazza. Il nulla. Prese il cellulare e compose il suo numero. Uno squillo, due, tre, al quarto partì la segreteria telefonica. Una paura che non aveva mai avuto iniziò ad attanagliarlo e si sentì terribilmente solo. Celeste aveva sentito il cellulare vibrare ma non ci aveva volutamente prestato attenzione. Era impegnata a firmare il contratto di affitto che l’avrebbe legata a quell’appartamento per 6 mesi. Giusto il tempo di mettere al mondo il bambino e se ne sarebbe tornata in Italia con sua figlia. Heechul, l’agente che le aveva mostrato il grazioso appartamento, dove sarebbe andata a vivere, era stato gentile ed educato. Le aveva spiegato i pro e i contro di quella sistemazione con tutta onestà e si era messo a completa disposizione qualora Celeste avesse avuto qualsiasi tipo di necessità. Lei, anche se come al solito era diffidente, era rimasta profondamente colpita dalla cortesia di quel ragazzo; anche perché non era proprio nelle condizioni di rifiutare un aiuto. La casa era piccola, ma per una persona c’era fin troppo spazio. E poi la vista era bellissima, in pieno centro e luminosa. Per quello che stava pagando poi, si reputava pure troppo fortunata. Sospirò, poi si accasciò sul divano massaggiandosi la testa. Era esausta. Non aveva ancora parlato con Jinki, ma la situazione era chiara. Avevano bisogno di staccarsi, dovevano capire se quel sentimento tra loro era sincero, o se stessero insieme solo perché la cicogna aveva scaricato il suo carico troppo presto. “Mi hai addirittura superato!” disse Minho felice a Taemin “Eh già, stai attento tra un po’ ti batterò in tutte le prove!” disse Taemin tirando una pacca sulla spalla al suo amico “ora non esageriamo, dove ti avvii con quelle gambette?” disse Minho scherzoso riferendosi alle gambe sottili di Taemin, divenute ancora più sottili dopo che aveva smesso di mangiare “Eih non sottovalutarmi!” “Eh, si… comunque sono felice che tu abbia deciso di reagire!” “Minho qui dentro o reagisci o muori, non c’è molta alternativa. E io non voglio morire, voglio vivere anche solo un giorno di più fuori da questo posto per rivederla e dirle che la amo ancora!” “Taemin… ascolta…io sono felice che il pensiero di Marzia ti abbia fatto rimettere in piedi ma…” “Ma?” “Ecco… credo che dovresti dimenticarla!” “Che stai dicendo?” “Taemin lei non tornerà più, non vi rivedrete mai più… è finita. Quando usciremo di qui, saremo uomini formati, dovremo farci una vita, essere persone concrete. Inizia da ora a non fare affidamento sui sogni, sulle false speranze… Devi abbandonare il mondo delle meraviglie Tae e fare i conti con la realtà. L’hai lasciata, giusta o sbagliata che sia stata la tua decisione lo hai fatto. Ora va avanti… lei non tornerà…” “Tu credi davvero che le mie siano false speranze, Minho?” “Io credo solo che tu debba andare avanti, Taemin.” L’aria fredda gli stava facendo male al viso e alle mani. Kai camminava a passo spedito verso una qualsiasi direzione che lo riportasse nella zona in cui abitava. Il freddo gli stava gelando anche quelle due lacrime di rabbia che timidamente avevano fatto capolino dai suoi occhi. Era arrabbiato Kai. Era umiliato. Ripercorreva mentalmente, le tappe di quella notte disastrosa, di quella storia maledetta che non voleva saperne di volersi avviare. Era stato lui a fare tutto, era stata colpa sua in fondo. Lui si era messo in mezzo a quel gioco di Park, lui poi si era fatto prendere la mano e aveva smesso di giocare per fare sul serio, lui si era rifiutato di andare avanti motivando Park a spargere le sue foto in giro, e ancora lui era stato male, lui aveva comprato quel biglietto, lui l’aveva cercata, lui l’aveva trovata, lui l’aveva inseguita. Aveva fatto tutto lui. Pensò che, in fondo, l’amara verità era che lei non lo amava, amava un altro e che si era nutrito solo di false speranze. Una volta a casa gli si materializzarono davanti gli ultimi istanti di quella notte. Erano lì, lui aveva il cuore a mille mentre tentava di sentirla sua, e lei aveva la mente altrove, a Taemin. Tirò un pugno alla vetrata della finestra e la fracassò, devastandosi la mano. Soffocò un urlò di dolore. Poi si accasciò per terra sentendosi inutile. Marzia si rivestì e andò in cucina. Pensava di essere sola, e invece ci trovò Claudia. “E tu che ci fai qui?” le chiese “La domanda esatta è: tu che ci fai ancora sveglia… e post scriptum… mi auguro che tu non sia sola perché se sei sola sei veramente una sfigata!” “Sono sola!” “Sei una sfigata!” “Falla finita!” “Sei una sfigata, anzi no, una zitella acida e sfigata!” “Claudia…” “Non te lo sei fatto, vero?” “NO!” “Sei una zitella, acida, stupida sfigata!” “Per carità, piantala!” “Sfigata!” “Per quanto ancora farai il pappagallo?” “Sfigata, sfigata, sfigata, sfigataaaaaaaaa!” disse Claudia spalancando la bocca e girandole intorno come un’invasata Marzia si massaggiò la fronte chiedendosi come facessero ad essere amiche “Ok, spara, cosa è successo?” chiese alla fine Claudia sedendosi a tavola di fronte a lei “Non ce l’ho fatta… lui era lì che…” “Che?” “Si che…” “Marzia cosa?” “Si quello…” “Quello cosa?” Eccole lì, le loro solite conversazioni del detto e non detto “eddaiiii!” “Insomma Claudia avevamo appena iniziato!” “ooooh, quindi lo aveva messo dentro!” “Claudia ti prego, moderati….” “Madonna mia, hai 25 anni non parlare di queste cose come se fossero tabù… sempre a usare sinonimi… come la dobbiamo chiamare? La cosa che non deve essere nominata? Oh no,no, fa troppo Harry Potter!” “Non credo che l’autrice di Harry Potter pensasse al sesso quando parlava di Colui che non deve essere nominato!” “Chi lo sa!” “Mi stai distruggendo un mito dell’infanzia!” “Eh già… comunque, spiegami cosa è successo!” “Nulla eravamo nel mentre, cioè appena iniziato che… ecco… mi è apparsa la faccia di Taemin!” “Eh?” Claudia strizzò gli occhi e assunse una strana espressione da pazza psicopatica “Eh…” “Stai bene?” “SI, e tu?” “No… ho un’amica pazza, chiamo la neuro… anzi no, è troppo tardi, la chiamerò domani!” “Claudia calmati!” “Marzia ti rendi conto delle stronzate che stai dicendo? La faccia di Taemin? Questa è un ossessione. Ti stai facendo un figo delle miseriaccia e ti immagini la faccia di Tae mentre lui sta usando tutto quel ben di Dio per farti felice la sotto?” “Claudiaaaa!” “E Claudia sto cavolo!” urlò l’amica buttando le braccia all’aria e scuotendole “Claudia abbassa la voce e piantala di muoverti come se stessi facendo la danza della pioggia!” “Io farei la danza del desiderio sessuale… sei una maledetta cozza, svegliati!” “Oddio taci!” “Ma che ti prende?” “Non lo so nemmeno io che mi prende!” “Ma devi andare avanti, buon Dio. Ma poi dimmi, questo ragazzo ti piace?” “SI e anche tanto!” “E allora perché non concludi?” “Io lo voglio, ci provo, ma… mi blocco, mi appare la faccia di Taemin!” “Ubriacati allora, sbronzati, così lo fai inconsciamente e ti godi la vita!” “Che razza di consigli sono?” “Quelli di un’amica che è preoccupata per te! Ti stai perdendo delle cose meravigliose. DI sicuro ti stai perdendo un fico della miseria! Se è vero quello che si diceva a Seoul su di lui, poi…” “Claudia, ascolta…” “Dimmi!” “Ma tu come fai a lasciarti andare? Cioè, dico, come fai a….” “A stare con un ragazzo o con un altro?” “Si!” “Non penso più di tanto… o meglio ci penso il giusto. Marzia tutte aspettiamo il principe azzurro. Ma non sappiamo né quando né sé arriverà… E nel frattempo che aspetti che fai? Ti perdi le cose migliori della vita? “Beh non c’è solo quello!” “Lo so, ma c’è anche quello. E poi chi te lo dice che non possa essere uno sviluppo diverso da quello che ti aspetti?” “Cioè?” “Tu credi che questa sia solo una storia di attrazione fisica, ma magari lui ti ama… ti sei mai chiesta se tu lo ami, Marzia? E se stai comprimendo un sentimento importante per inseguire il nulla? Taemin non c’è, Kai si… E’ qui per te…” “Se ne è andato!” “Lo credo bene… io non avrei resistito nemmeno un secondo con quei presupposti…” “Lo rivedrò?” “Non lo so… spero solo che da questa lezione imparerai qualcosa… Ora vado a letto, rifletti su quello che ti ho detto… non si vive di false speranze.” Marzia andò a letto con quelle parole che le ronzavano in testa. Si addormentò. Fece sogni strani. Sognò Taemin.... non era proprio un sogno, era un rivivere ciò che avevano perso. Poi sognò Kai. Era bellissimo, era lì per lei… La baciava, la accarezzava, e… e poi scompariva Kai e appariva Taemin. E Taemin la voleva per sé, ma poi spuntava Kai e anche lui la voleva per sé. Taemin, Kai, Kaeìi, Taemin, in una giostra incomprensibile di immagini sfuocate, di ricordi, di desideri, di dubbi, di ansie. Si svegliò di soprassalto. Lei chi voleva, davvero? Taemin o Kai? Chi credeva potesse renderla felice? Era una scelta difficile tra il passato e il futuro… anche perché il presente, in quel momento, le appariva alquanto confuso.

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Capitolo 56
*** QUESTIONE DI SCELTE ***


“Pronto!” fece Celeste rispondendo alla ventesima chiamata “Ma insomma dove diavolo se finita, è una giornata intera che ti chiamo!” tuonò Onew in preda al panico e alla rabbia “Calmati, sto bene!” “Ma me lo auguro, mi vuoi far morire, per caso? Dove sei, perché non ci sono le tue cose a casa?” “Perché me ne sono andata!” A Jinki si fermò il cuore per qualche istante “A…andata?” balbettò “Andata dove?” “Sono qui a Seoul…” “Dove?” “Non ha importanza!” “Celeste ma sei impazzita? Cosa diavolo stai combinando? Hai deciso di farmi diventare scemo?” “Jinki abbiamo bisogno di una pausa!” “Una pausa? E per quale motivo?” “Perché siamo mentalmente devastati. Litighiamo e basta e… non sono più tanto sicura se la decisione di sposarci sia buona!” “Ma che dici?” “Jinki è da quando è andato via Taemin che litighiamo… litighiamo e basta, per qualsiasi cosa… non va bene così.” “Ma sono cose che si possono superare…” “Questo non lo escludo. Ma credo che sia il caso di allontanarci un po’ per capire se ci amiamo davvero o se è solo questa gravidanza che ci ha uniti per forza!” “Io non ho dubbi, Celeste!” “Invece si, Onew. O se non hai dubbi, necessiti dei tuoi spazi. Quindi finchè non ci riprendiamo credo sia la scelta più giusta!” “Dove sei?” “A tempo debito te lo dirò!” “Ma non puoi trattarmi così!” “Jinki… mi dispiace. Per ora è l’unica cosa che mi sento di fare!” “E’ per come ti ho trattata oggi, vero?” “No Jinki, non è solo oggi. Dobbiamo capire cosa fare e ci serve tempo e i nostri spazi.” “Ma non posso lasciarti sola nelle tue condizioni!” “Ecco… lo hai detto Onew .” “Detto cosa?” “Non posso lasciarti sola nelle tue condizioni. Hai paura perché sono incinta. In una situazione normale non ti saresti posto nemmeno il problema!” “Ma cosa dici?” “devo andare!” E mise giù. Poi lacrime, dubbi e lacrime. Letizia aveva la testa poggiata sul banco ed era lì lì per addormentarsi. La sedia accanto al suo banco si scostò e qualcuno prese posto vicino a lei. “Letizia!” La voce del professore la fece svegliare “Si prof!” scattò subito “Saluta il tuo nuovo compagno di banco!” “EH?” Si voltò. “Ciao, sono DO!” disse quello sorridendo “Ma sei Italiano?” chiese Letizia notando il taglio degli occhi “Italianissimo, perché?” “Beh… i tuoi…” “Occhi?” “Già…” “Mia madre… è di Hong Kong! Ma viviamo qui da anni!” “Ok… io sono Letizia!” “Bene… lui e D.O…” disse il prof. “SI è trasferito qui da Milano, comportatevi bene e non siate intransigenti e chiusi mentalmente come al solito” Letizia sorrise e lo trovò davvero simpatico. “Lo hai chiamato?” chiese Claudia a Marzia “SI!” “Come è andata?” “Male, non ha risposto!” “Dannazione!” “Non star lì a pensarci. Hai scelto il vestito per domani sera?” “Si, e tu?” “SI… metterò quello nero corto!” “A lutto proprio!” “Ma no, dai!” “Io metterei quello nero con quello scollo favoloso davanti che ti sta da paura!” “Non sarà un po’ troppo?” “Ma niente è mai troppo!” “D’accordo!” “Tu invece?” “Io red passion!” “Moderata e discreta come al solito!” “E’ il mio compleanno!” “Questo non ti autorizza a vestirti come una fragola provocante!” “Le fragole sono buone con la panna, spero che qualcuno mi mangi!” “Claudia!” “Marziaaaaa!” La giornata successiva volò via velocemente. Kai la passò interrogandosi se fosse il caso o meno di andare a quella festa. Era bloccato in Italia, da solo, senza niente da fare. Sapeva che se avesse telefonato a suo padre, con l’influenza che aveva, lo avrebbe fatto rimpatriare, ma chissà per quale motivo non si decideva a chiamare. Erano le 6 di pomeriggio. La festa iniziava alle 11. Aveva ancora 5 ore di tempo per decidere. Decise di fare due passi. La giornata era fredda. Era novembre, il fiume era in piena. Si soffiò nelle mani per scaldarsi. Un tizio gli si avvicinò per vendergli delle caldarroste. Rifiutò con garbo, Non aveva fame. Erano 5 giorni che non la vedeva e stava male. Marzia faceva avanti e indietro per la casa. SI grattava la testa, si sedeva, si rialzava. Era in quello stato da 5 giorni, esattamente da quando non sentiva Kai. Non aveva voluto ammetterlo a se stessa, forse per paura… ma in quel momento le sembrava ridicolo negarlo: Kai le mancava. Quell’ansia, quell’inquietudine erano segno che a lui, ormai, per qualsiasi motivo, si era legata. “Sembri un animale in gabbia!” disse Elettra entrando in casa Avevano deciso di prepararsi tutte insieme “Già, cos’hai?” domandò Letizia “Ve lo dico io, cos’ha! Le manca Kai.” Disse Claudia “Cosa?” “SI le manca Kai!” “E’ vero Marzia?” chiese Elettra Marzia le guardò tutte e tre. “Si è vero!” ammise alla fine “Cioè… ti manca lui e non Taemin?” domandò Letizia “Non ho detto questo, ho detto solo che mi manca KAi…” “Questo però vuol dire che negli ultimi tempi lo hai pensato?” “SI…” “Tanto o poco?” “Tanto… anzi un po’ più di tanto!” “Alleluia… si è incottata!” gridò Claudia “Che bel regalo di compleanno!” Marzia arrossì. “Ma è meraviglioso, ti stai riprendendo!” disse Letizia “Si, ma lui è sparito!” fece Marzia “Tornerà, vedrai… sii fiduciosa.” “E ora tutte a vestirci!” fece Claudia Kai camminava a passo spedito. Urtò involontariamente una coppia che passeggiava tranquillamente. Si voltò per chiedere scusa, ma quelli non gli prestarono ascolto. Camminavano abbracciati, chiacchieravano, si baciavano, erano così felici che non si erano nemmeno accorti di lui. Li osservò per un po’. Sospirò. Scalciò un sasso che era davanti ai suoi piedi. “Che palle essere innamorati!” disse sbuffando Ore 11:00 LA festa era un delirio. Il locale era pieno di gente. Claudia si aggirava scintillante tra gli ospiti, buttando giù spumante in quantità industriali. Elettra chiacchierava con delle colleghe dell’università, mentre Letizia era tutta presa in un discorso con DO, che aveva incontrato per caso nel locale. “Chi è quello?” chiese Elettra a sua sorella, prendendola da parte. “E’ un mio compagno di scuola!” “E ci stai incollata così?” “Ma ci sto solo parlando!” “Ti ricordo che sei fidanzata con Jonghyun!” “Non c’è bisogno che me lo ricordi, lo so! E comunque non lo sento da due giorni!” “Non è un buon motivo per civettare con un altro!” “Non sto civettando!” “Piantala!” “E tu pensa a Key non a me!” Marzia se la passava peggio, se possibile. Attorniata da colleghi universitari e da truzzi che se la mangiavano con gli occhi. Tra i tanti Ettore, che si era incollato a lei peggio del solito. SI annoiava, si sentiva mancare l’aria. Una mano le si conficcò nella gamba con forza. “Ettore mi fai male! Sposta quella mano!” disse seria “Dai, su… non ci sono musi gialli, vieni con me, su!” disse Ettore completamente ubriaco La folla di ragazzi ridacchiava e lo incitava “Lasciami in pace!” Qualcuno si fece largo tra la folla, cercando di raggiungere il centro del locale, proprio mentre lei si dimenava per levarsi di torno Ettore. “Lasciami!” urlò “Ma dai, su…” fece Ettore “Mi pare che la ragazza sia stata chiara!” disse una voce in un italiano un po’ stentato Tutti si voltarono A Marzia per poco non venne un colpo. “KAI!” disse sorpresa Era più bello del solito, nella sua camicia semi sbottonata e i Jeans strappati. O forse era così tanto il desiderio di vederlo che glielo faceva sembrare bellissimo. “Che vuoi tu?” chiese Ettore. “Lasciala stare!” disse KaI “Non ci penso nemmeno!” “Mollala, ho detto!” disse Kai inarcando il sopracciglio “Che vuoi fare picchiarmi?” “Lui no, ma io si!” disse Marzia mollandogli un calcio nelle zone intime “Porca misera!” urlò Ettore afferrandola per i capelli Kai si scagliò contro di lui e lo spinse a terra. “Gira alla larga da lei!” gli disse E quello, con la coda tra le gambe obbedì. La folla si spostò velocemente da Marzia. Lei e Kai rimasero soli. Lui la guardò. Poi senza dire niente le voltò le spalle e si avviò al bancone del bar.

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Capitolo 57
*** IMPREVEDIBILI IMPREVISTI ***


La mattina dopo Kai si svegliò nell’esatto punto in cui si era addormentato la notte precedente, con la mano che gli faceva male e la testa che gli pulsava. Era seduto sul pavimento, proprio sotto la finestra che aveva rotto. Il collo gli si era quasi paralizzato. Si alzò a fatica. Pensò fosse il caso di farsi vedere da un medico. Si lavò, si mise dei vestiti puliti ed uscì. Grazie a qualche indicazione rintracciò un medico nei paraggi e si fece visitare. Aveva perso molto sangue, ma era così resistente che quello si limitò a dargli qualche integratore. Poi gli fasciò la mano. Quando gli chiese cosa fosse successo, rispose che si era tagliato e poi se ne andò. Una volta fuori dallo studio medico, ancora intontito si guardò intorno. Era pieno di gente, di negozi, di vita. E lui era lì che sembrava uno zombie. Vide la sua immagine riflesse nella vetrina di un negozio. Era dimagrito, stanco, quasi brutto. E tutto per cosa? Perché lei non lo amava. Quasi si fece schifo da solo per come si era ridotto. D’un tratto iniziò a camminare a passo spedito, verso il lato opposto della strada. Una volta arrivato a destinazione, spinse con forza la porta dell’edificio su cui svettava la scritta “agenzia di viaggi” Il risveglio per Marzia fu duro. Era più stordita del solito. Claudia dormiva ancora. Era sabato, non dovevano lavorare. Mise il caffè sul fuoco poi si accasciò stanca su una sedia e si prese la testa tra le mani. Guardò il cellulare che aveva mollato sul tavolo la sera prima. Zero chiamate, zero messaggi. Kai era sparito. Le si strinse lo stomaco. Aveva temuto quella reazione, ma aveva sperato fino all’ultimo che Kai non si dileguasse. “Il caffè si starà bruciando!” disse Claudia comparendo all’improvviso “Merda!” urlò Marzia lanciandosi verso la caffettiera lì lì per esplodere “Ma dove hai la testa?” “Buongiorno a te Claudia, eh!” disse Marzia tentando di non scottarsi “Cos’hai? Sei isterica a prima mattina!” “In realtà sono le 10!” “Ok, sei isterica a seconda mattina. Cos’hai?” “Ma cos’è la seconda mattina?” “Marzia che palle! Si può sapere che hai?” “Niente sono ancora scossa per ieri!” “Non c’è nulla da essere scosse. Se prima non ti levi dalla testa Taemin potrà materializzarsi anche Narciso che tu continuerai ad avere problemi!” “Forse hai ragione… Sai che non si è fatto proprio vivo?” “Ma va? E cosa ti aspettavi? Chiamate, messaggi? Che continuasse a fare il tuo zerbino? Marzia levati le fettine di cetriolo dagli occhi e aprili! Lo stai perdendo, per non dire che lo hai già perso, forse!” “Tu credi davvero che lui non voglia più saperne niente di me?” “Se così fosse non avrebbe torto! Dio quanto lo hai umiliato!” “Ma da che parte stai?” “Dalla tua, è ovvio. Ma non posso dirti brava quando sbagli!” “Sembra quasi che tu lo difenda!” “Bella addormentata, non è questione di difendere. Se mentre lo stai facendo pensi ad un altro, e quello con cui stai lo capisce, beh non è il massimo!” “Oddio sono un mostro!” “Un mostro no, ma un mostriciattolo si!” “Che faccio?” “Non lo so!” “Come non lo sai?” “Oddio Marzia, non sono il Genio della lampada, e non siamo nella fiaba di Aladdin!” “Claudia la smetti di nominarmi tutte le fiabe che conosci?” “E tu la smetti di fare Alice nel Paese delle Meraviglie?” “Ma allora lo fai apposta?” “No!” “Dimmi cosa devo fare?” “Quello che vuoi. Secondo me le opzioni sono due: o continui a pensare a Taemin diventi zitella e ti riverginizzi, cosa che non farei personalmente, oppure prendi quel cavolo di telefono e chiami Kai, gli dici che ti dispiace, vi vedete e te lo fai come se no ci fosse un domani!” “Claudia!” “Oh santa pazienza… io farei questo!” “Ok…ok…” “Ok cosa? Ti dai alla riverginizzazione con zitellaggio perenne?” “No… lo chiamo!” “Oh sia lodato il Cielo!” disse alzando gli occhi al soffitto come per ringraziare qualche entità superiore. “Buongiorno Signore!” disse la signora dell’agenzia “Salve.!” Fece Kai “Come posso esserle utile?” “Io ho un biglietto per tornare a Seoul di qui ad una decina di giorni, volevo chiederle se fosse possibile anticipare, per esempio a domani!” “Ha detto Seoul?” “SI!” “Mi dispiace ma non si può!” “Va bene, vorrà dire che ne farò un altro… c’è posto vero?” “No signore, non ha capito!” “cosa?” “Non posso fare biglietti per Seoul. Né per qualsiasi altro posto in Sud Corea.” “Come ha detto scusa?” “Ci è stato fatto divieto di prenotare voli verso il Sud Corea, a causa delle tensioni di cui penso abbia sentito parlare!” “Ma… per quanto tempo durerà?” “Non lo so, ma non butti via il suo biglietto, magari di qui a dieci giorni la situazione potrebbe sbloccarsi, ma non prima!” “Ah… d’accordo!” disse Kai sconsolato “Mi dispiace!” “Anche a me!” Ed uscì maledicendo la sua incoscienza nel partire per l’Italia. Taemin fissava il telefono con insistenza. Non ce la faceva più. Voleva chiamarla. Aveva bisogno di sapere se l’amava ancora. Grazie a Celeste aveva ottenuto il nuovo numero di Marzia. Voleva sentire la sua voce almeno per qualche secondo. Il cellulare non poteva usarlo. Lo doveva tenere spento. Infilò il gettone nel telefono compose il suo numero con esitazione. Marzia prese il cellulare. Scorse velocemente la rubrica alla ricerca del numero che le serviva. Arrivata alla K esitò… scorse ancora la rubrica, arrivò alla T. “TAEMIN!” Sentì il bisogno irrefrenabile di sentire la sua voce. “Il cliente da lei chiamato risulta irraggiungibile o occupato!” Taemin mise giù la cornetta. Riprovò. Stesso messaggio “Eih sbrigati!” gli disse uno dei ragazzi in fila “Il cliente da lei chiamato non è raggiungibile” Alla fine Marzia aveva chiamato Taemin. Aveva avuto così paura che lui non rispondesse che aveva chiamato con il numero privato. Ma lui non era raggiungibile. Aveva provato e riprovato ma nulla. Marzia mise giù. Era un segno del destino. Doveva lasciar perdere. Taemin mise giù. Non poteva far aspettare tutte quelle persone. Marzia fissò il cellulare. Poi tornò alla lettera K e chiamò Kai. Qualcosa vibrò nella tasca di KAi, mentre imprecava contro se stesso. Era bloccato in Italia, non poteva tornare a casa. Tirò fuori il cellulare. “Marzia!” lesse Il cuore gli salì in gola. Si impanicò. Non sapeva cosa fare. Alla fine decise di lasciarlo suonare. Gli costò fatica, ma davvero non aveva nulla da dirle, o meglio, di cose ne avrebbe avute tante, ma dopo quella notte aveva perso ogni ispirazione. “Ti suona il telefono!” disse una voce Si voltò “Claudia!” disse riconoscendola “Già!” disse Claudia “Che ci fai qui?” “Sono venuta a cercarti!” “Perché?” “Perché è ora che voi due vi sbrighiate a fare qualcosa!” “Ma…” “Ma cosa?” “Lei non mi vuole!” “Lei ti vuole e lo sai, è solo bloccata!” “Io ci ho provato ma lei non ne vuole sapere!” “Forse non ci hai provato abbastanza!” “Lei ha i suoi fantasmi non è compito mio farglieli passare e in ogni caso non sono fatti tuoi!” “Su questo hai ragione… voglio solo farti una domanda!” “Sarebbe?” “La ami?” KAi fissò Claudia “Anzi no, non rispondermi. Tra due giorni c’è una festa… è il mio compleanno. Se la vuoi vedere, se pensi ci sia ancora la possibilità di recuperare qualcosa, se la ami, vieni in questo posto!” disse porgendogli un biglietto Kai prese quel pezzetto di cartone e poi la salutò. Decise di tornare a casa. Sulla strada incrociò un secchio della spazzatura e fece per buttarci il biglietto. Una folata improvvisa di vento gli fece volare via il biglietto dalle mani, lontano dal cestino. Kai fissò il biglietto per terra, pensando che qualcosa lo stava spingendo a tornare da lei. Un bambino lo raccolse e glielo porse. Kai lo prese, lo guardò e se lo rinfilò in tasca. Poi tornò a casa.

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Capitolo 58
*** SQUILIBRI ***


“Permesso?” una voce risvegliò Celeste dai suoi pensieri “Chi è?” chiese “Sono Heechul!” Celeste balzò in piedi. Cosa ci faceva quel tizio dietro la sua porta? Cercò di darsi una sistemata. La casa era un autentico caos e lei non era da meno. Aveva i capelli per aria, la faccia rigata di pianto e le occhiaie. Erano passati due giorni e Jinki non le aveva dato pace. Alla fine era stata costretta a dirgli dove si trovava e lui non l’aveva presa bene. L’aveva pregata di tornare a casa ma lei nulla. Era stata irremovibile. Il campanello trillò di nuovo. SI infilò le scarpe e corse ad aprire. “Ciao!” disse lui sorridendo “Cosa… cosa ci fa lei qui?” chiese lei imbarazzata “Non eravamo passati a darci del tu?” “Ah… si… insomma c’è qualche problema?” “No, ero solo passato a vedere come te la stavi cavando. Hai bisogno di niente?” Rimase sorpresa da tutta quella gentilezza “Io sto bene e… no non ho bisogno di nulla, grazie.” “Ancora c’è abbastanza caos in giro, vuoi una mano?” Chiese notando ancora della roba sparsa “AH? No no, va bene così… appena avrò tempo sistemerò…” “E hai da mangiare? Hai preso qualcosa da mangiare?” Celeste inarcò un sopracciglio. Poi ridusse gli occhi azzurri in due piccole fessure. Ma la stava prendendo per scema? Era capace di badare a se stessa. “Non ancora... e comunque so cavarmela da sola e…” “Vuol dire che non mangi da due giorni?” chiese quello sconvolto “Ma no, sono scesa quaggiù a prendere qualcosa…” “Ma non devi mangiare a caso nelle tue condizioni!” Ora stava esagerando, cosa gli importava delle sue condizioni “Senti, io ti ringrazio per la gentilezza ma esageri!” “Ah, io esagero? Ma devi riguardarti!” “Ma non mi conosci perché ti sei fissato così e…” La conversazione fu interrotta dal suono del campanello “Chi sarà ora?” disse Celeste “Apro io, dai!” fece Heechul andando alla porta Un viso di un ragazzo gli si parò davanti. Onew aggrottò la fronte “Credo di aver sbagliato casa!” disse “Eih, chi è?” fece Celeste raggiungendo Heechul “Celeste?” fece Jinki stupito “Onew!” disse lei capendo subito di essersi infilata in un bell’equivoco “Santa pazienza che freddo!” disse Taemin infilandosi la terza canottiera sotto la divisa “Tae se ti imbottisci un altro po’ non riuscirai a muoverti!” gli disse Minho “Ma ho freddissimo!” “Tra poco iniziamo le prove e avrai caldo! Levati una di quelle duemila maglie per carità divina!” “Minho…” “SI…” “Ho un problema!” “Di che si tratta!” “Ecco… è veramente imbarazzante!” “Beh con me puoi parlarne!” “Diciamo che ho qualche ecco problema… di…” “DI?” “Di ormoni!” “Ormoni, Taemin?” “Si!” “In che senso?” “Nel senso che ecco… sento necessità di…” “Di?” “Di fare sesso, ecco!” Minho sgranò gli occhi “Taemin?” “E’ passato più di un mese dall’ultima volta e sto davvero impazzendo!” “Taemin dobbiamo rimanere qui per due anni ed è bene che impari a fare i conti con questa situazione!” “Ma… tu come diavolo fai?” “Io?” “Si!” “Ma che domande sono Tae?” “Siamo amici, dai!” “Tae smettila!” “Da quanto tempo non…” “Tae!” “Eddai!” “Quasi un anno!” sussurrò Minho imbarazzato tenendo la testa bassa “Cosa?” urlò Taemin “ssshhhh!” “Un anno?” “Non ho detto un anno, ho detto quasi un anno!” “Ma Minho sei pazzo o cosa? Come diavolo fai?” “Non ho l’ormone impazzito come te!” “Ma io non ho l’ormone impazzito ho 21 anni è normale e tu ne hai 23 dovrebbe essere più normale!” “Oddio Taemin. Non ho detto che non ho stimoli ma non me ne vado con la prima che trovo!” “Beh nemmeno io…” Minho lo guardò malissimo “Vogliamo parlare di Mia?” gli disse “Ok, ho sbagliato ma… a volte non mi contengo, specie se bevo!” “Taemin non so che dirti.” “Ma tu come resisti?” “Oddio Tae che assillo, ma cos’hai oggi?” “Minho perché sei diventato rosso?” “Ma saranno fatti miei su come gestisco questo genere di cose!” “Ma ti sto chiedendo di darmi una mano!” “Dattela da solo una mano!” “Eh?” “In senso letterale Taemin… quando non ce la fai più datti una mano!” “Minho?” “Taemin…” “Non ho capito!” “Taemin… insomma per favore… cerca di capire. Se non hai una donna beh… immaginatela!” “E ho capito, ma se me la immagino e basta come faccio a…” “Tae mentre te la immagini tu… capito, no?” Ora Minho era paonazzo Taemin piegò la testa da un lato e lo fissò con aria interrogativa. Sembrava un bambino. “Taemin, insomma, se proprio non ce la fai usa le mani!” gli urlò Minho esasperato Poi corse in bagno e infilò la testa sotto l’acqua fredda perché aveva caldo. E lo aveva avuto anche quella notte pensando a Claudia. Taemin si grattò la testa. Era arrossito pure lui. Del resto non c’era bisogno di Minho per capire che si sarebbe dovuto arrangiare da solo. La sala era stracolma di gente. La musica veniva pompata ad altissimo volume. Marzia fissava Kai. Lui era seduto e le dava le spalle. Non si era voltato nemmeno una volta. Si era ordinato da bere e ora stava buttando giù un cocktail guardandosi intorno con aria annoiata, ma mai guardando lei. Eppure lo sapeva che era lì, proprio dietro di lui. “Cosa ci fai lì immobile?” le chiese Claudia raggiungendola “E’ qui!” rispose Marzia “Dove?” “Lì al bancone!” “Bene, che ti ha detto?” “Nulla. Non mi ha nemmeno guardata!” “Ma ti ha vista?” “SI!” “Beh, va da lui allora!” “Perché dovrei andare lì da lui, se mi ha ignorata?” “Perché non lo so. Lo vuoi vattelo a prendere. Anzi, aspetta…” Disse Claudia “Che c’è?” Marzia si voltò. Una tizia con uno striminzito vestito si era parata davanti a Kai con chiare intenzioni. “Chi è quella?” chiese Marzia “E io che ne so!” rispose Claudia “Non è della tua festa!” “Ma no!” “CI sta provando!” “Lo vedo.” La tizia si era avvicinata a lui e gli si era buttata addosso ammiccando. Kai la guardava e sorrideva appena. Lei gli buttò le braccia al collo e gli diede un bacio sul naso. “Ma tu guarda!” disse Marzia rossa di rabbia “Fa qualcosa!” le disse Claudia “E cosa?” “Vattelo a riprendere!” “Non ci penso nemmeno! Se vuole quella, che se la tenga.” La ragazza, nel frattempo, aveva preso Kai per mano e lo aveva portato al centro della pista. Ora ballavano avvinghiati Marzia stava per esplodere. Era gelosa. Si avvicinò a passo spedito verso il centro della pista in direzione di Kai “d…dove vai?” le chiese Claudia allarmata Marzia arrivò da lui, lo afferrò per la giacca e lo girò Kai se la ritrovò davanti “Sei veramente un grande stronzo!” gli urlò “E tu chi sei?” le chiese la ragazza infastidita “Io sono quella con cui si dovrebbe strusciare adesso, sai? Piuttosto chi sei tu?” gli chiese Marzia. Aveva bevuto un po’ troppo, e non era in sé. “Eih, andiamo!” gli disse quella prendendolo per mano “Questa pazza sta rompendo!” disse parlando di Marzia Kai la guardò. Marzia lo guardò imbestialita, poi mollò violentemente la presa spingendolo all’indietro. Dopo di che si girò e si avviò verso l’uscita. Kai non ci pensò due volte mollò la tizia e si mise a rincorrere Marzia, facendosi largo tra la folla. “Eih ma dove vai”? gli gridò la tizia Ma lui non la sentì. Era impegnato a pensare a quello che doveva fare. Marzia uscì fuori. Pioveva. Come al solito, pioggia. Le tre del mattino. “Marzia!” urlò Kai “Sparisci!” gli urlò lei “Aspetta, ma dove vai”? “Tornatene da quella.” “Marzia, aspetta.” A causa dei tacchi, un piede le andò storto e Marzia cadde a terra. “CavolO!” urlò Kai la raggiunse e la tirò su “Lasciami!” urlò lei dimenandosi “E smettila!” disse lui tenendola per le braccia “Vattene!” “NO, ma che ti prende?” “Vai da quella!” “Oh, insomma ma che vuoi? Prima mi eviti, mi umili e dopo fai la gelosa? Ma che pensi che sono il tuo zerbino? Sono venuto fino a qui per farmi respingere e umiliare da te e ora ti incavoli pure se una ci prova? Mi dici cosa vuoi da me, Marzia?” disse afferrandola per le spalle e avvicinando il viso al suo “Lasciami!” disse lei spingendolo “Torna qui!” le urlò Kai iniziando a inseguirla La raggiunse e la afferrò per una mano fermandola “Lasciami!” “NO!” “Cosa vuoi da me, Marzia, dimmelo, perché sto impazzendo, non sto capendo più Niente. Mi vuoi, non mi vuoi, vai, vieni!” “Torna da quella!” disse lei “Non voglio tornare da quella!” fece lui avvicinandosi a lei “Perché hai fatto finta che non esistessi stasera?” “Perché ero arrabbiato e lo sono ancora. Ma ti chiedi come mi sento?” “SI, me lo sono chiesta per 5 giorni…” Kai si voltò. Aveva sentito bene o lo aveva pensato? “Tu stai dicendo che hai pensato a me in questi giorni?” “SI Kai… ho pensato a te, notte e giorno… e si mi dispiace, sono stata una scema… mi dispiace. Ma tu stasera mi hai davvero fatta sentire un’imbecille!” KAi era scioccato. “Mi dispiace… ma non pensavo ti importasse di me e…” “Kai di te mi importa… Kai tu mi piaci, ma è evidente che io a te non interesso più se basta la prima idiota a farti scordare di me!” Kai rimase ancora più sconvolto “Ma… quella era una a caso e… e io… e io pensavo a te e non pensavo che tu pensassi a me e… oddio ma che sto dicendo!” Marzia scosse la testa e si incamminò di nuovo a passo spedito. Kai la raggiunse di nuovo. Le si parò davanti. LA pioggia li stava devastando. “Dimmelo Marzia!” le disse fissandola “Dirti cosa?” chiese lei “Che ci sono solo io per te!” Marzia lo guardò. Pensò a tutti quei giorni che era stata senza vederlo e senza sentirlo. Era stata male, aveva desiderato solo di trovarselo vicino. “Si Kai, ci sei solo tu per me!” rispose Lui rimase paralizzato. Era sincera, glielo si leggeva negli occhi. Si fissarono immobili. Poi lui le prese il viso tra le mani e la baciò intensamente, mentre la pioggia li bagnava senza pietà. Alle 4 del mattino erano ancora lì. “Andiamo!” fece Kai “Prima che anneghiamo!” Marzia annuì. Corsero via di lì. Raggiunsero il ponte, quel ponte dove si erano incontrati. Le 5 del mattino. La pioggia cadeva leggera. C’era una leggera foschia. Il fiume era in piena. Kai la abbracciò. Lei poggiò la testa sulla sua spalla. Lui la strinse forte come per proteggerla. Lei si sentì al sicuro. Era un’immagine da cartolina. I palazzi, il cielo grigio, il fiume, la strada vuota e loro, solo loro, finalmente loro. Marzia Iniziò a tremare “Hai freddo?” le chiese Kai “Da morire!” rispose lei “Ti va se andiamo da me così ti asciughi?” “SI!” rispose Marzia Una volta a casa si fissarono per qualche istante. Erano di nuovo soli. DI nuovo in quella situazione. “Ti prendo delle asciugamani pulite!” disse Kai nervoso, non voleva che lei pensasse male. Fece per andarsene. Marzia lo bloccò prendendolo per un braccio. “Aspetta!” gli disse Kai la guardò “Dimmi!” le disse “Io… io… Kai io…” “tu?” “Io ti voglio!”

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Capitolo 59
*** UN INVERNO MOLTO CALDO ***


Quella mattina era giornate di visite. Taemin e Minho si stavano sistemando dopo l’esercitazione. “Chi viene per te, oggi, Minho?” chiese Tae “Al solito, mamma, papà e fratelli!” “A me oggi solo SIwon… i miei lavorano, ma tanto sabato abbiamo libera uscita, quindi andrò a trovarli!” “Già…” “Che ne dici se andiamo?” “Ok vai!” Uscirono fuori ripuliti e sistemati. Fuori una fila ordinata di persone attendeva con pazienza l’arrivo dei proprio cari. “Cavolo ho dimenticato il berretto!” disse Taemin “Torna a prenderlo o ti ammoniscono!” lo avvertì Minho “Ok, tu vai, ti raggiungo tra poco!” Taemin si voltò sbuffando; quel suo vizio di perdere le cose stava diventando una cosa imbarazzante. Mentre camminava qualcuno cadde a terra ai suoi piedi. “AIh!” “Hey, ma che fai?” chiese Tae “Scusami, ma qui è pieno di fango e sono scivolata!” disse una ragazza. “Aspetta, ti aiuto!” fece Taemin porgendole la mano “Grazie mille!” rispose lei sorridendo “Cioè quando vengo qui cado sempre!” “Beh si scivola!” La fissò. Era bassina, con lunghi capelli castani e un sorriso ampio. “Comunque grazie, io sono Nayla!” disse la ragazza porgendogli la mano “Taemin!” disse lui stringendola “Sei un militare?” “SI!” “Beh sei molto giovane!” “Già…” “Scelta coraggiosa!” “Più o meno!” “Sai sono qui per mio fratello… tra qualche mese finisce ma, mi manca e quindi vengo spesso!” “Capisco. Beh è stato un piacere Nayla, mi raccomando, stai attenta!” disse Taemin e fece per andarsene La ragazza lo guardò. “Hey Taemin!” chiamò “SI?” fece lui voltandosi “Senti magari la prossima volta che vengo qui per mio fratello potrei passare a salutarti!” Tae si stupì di tanta audacia. CI pensò un attimo. “Beh se vuoi, va bene!” le rispose, poi tornò a riprendersi il berretto. “E lui è…?” chise Onew a Celeste, osservando prima Heechul e poi lei “Lui è…” Celeste non sapeva che dire “Heechul!” disse il ragazzo porgendogli la mano “Il suo agente immobiliare!” “Il suo agente immobiliare?” chiese Onew confuso “Ascolta Jinki, lui mi ha trovato la casa!” rispose Celeste “Ah, capisco!” “Lei invece chi è?” domandò Heechul a Jinki “Sono il suo fidanzato, nonché il padre del bambino che aspetta!” rispose lui guardandolo malissimo “AH!” fece Heechul “Ora se non ti dispiace potresti lasciarci, in modo che io e la mia ragazza parliamo un po’?” “Ma certamente! Ciao Celeste, riguardati!” fece Heechul salutandola con la mano. Poi imboccò l’uscita e chiuse la porta “Mi… mi spieghi che sta succedendo?” chiese Jinki Celeste lo guardò e si chiese da dove fosse più opportuno cominciare. “Io… io vado a prenderti qualcosa di asciutto!”disse Kai Marzia lo fermò per un braccio “Hai sentito cosa ho detto?” gli chiese “SI!” “E non dici niente?” “Cosa dovrei dirti?” “Beh… non lo so! Pensavo che la cosa…” “Marzia, ascolta… qualche giorno fa io e te ci abbiamo provato ed è andata malissimo. Allora ho capito che non voglio affrettare le cose. Non mi va che ti metti fretta per me…” “Ma io non mi sto mettendo fretta!” “Beh lo hai detto anche l’altra volta e abbiamo visto com’è finita!” “Ma puoi cancellare quella maledetta notte dalla tua testa per un attimo?” “Marzia… quando sarà il momento succederà!” “Il problema è che tu non ti fidi di me, o meglio non sei sicuro di quello che provo io per te!” “Marzia per certe cose ci vuole tempo!” “Quanto tempo ti serve, KAi?” “Io a te ne ho lasciato tanto… ora lasciane a me…” Marzia lo guardò. Le sembrava sincero, ma lei ci era rimasta male. “E’ meglio che vada!” disse “Aspetta almeno che spiova!” propose Kai “Non spioverà… ci sentiamo.” “Aspetta ti accompagno!” “Non occorre!” “Marzia!” Ma lei era giù uscita di casa. Una volta fuori la pioggia iniziò a bagnarla. C’era il diluvio. Quel vestito era troppo leggero, e nemmeno la giacca riusciva a ripararla. Le scarpe erano piene di acqua fino all’orlo e a stento riusciva a camminare. Per quanto fossero al 10 di novembre l’inverno sembrava essere arrivato prima quell’anno. Guardò uno dei tabelloni per strada… segnava 7 gradi. Kai si sedette sul letto e si prese la testa tra le mani. Ma che stava facendo? Non si capiva più manco lui. La voleva o non la voleva? Aveva fatto miracoli per avvicinarsi a lei e ora che c’era riuscito l’aveva lasciata andare. La paura si era impossessata di lui, la paura di deluderla, di non essere all’altezza di Taemin, di quello che per lei era stato un grande amore. Poi pensò che non poteva passare tutta la vita ad aver paura. Diluviava e non passavano taxi. Marzia stava iniziando a disperarsi. Erano le 5 e mezza del mattino e lei era sola in mezzo a piazza del Popolo. Pensò che l’unica soluzione fosse tornare a piedi, ci avrebbe messo una vita, ma magari nel frattempo avrebbe beccato un taxi o un bus, o qualsiasi altra cosa. Ma tutto era meglio che stare lì ferma a infradiciarsi. Iniziò a incamminarsi. Sentì dei passi, andavano veloci. SI spaventò, la città a quell’ora non era troppo sicura. I passi diventavano sempre più vicini. Qualcuno le cinse la vita con le mani e si appoggiò alla sua schiena. SI bloccò terrorizzata. Sentì un respiro caldo sul collo. Poi un odore familiare. Lo riconobbe. “Kai!” disse senza voltarsi “Mi dispiace!” disse lui stringendola Marzia mise le mani sulle sue e le strinse forte. Poi si guardarono. Senza dire nulla Marzia si levò le scarpe e le buttò nell’enorme borsa che si portava sempre dietro. Poi si presero per mano e iniziarono a correre sotto la pioggia. Case, palazzi, ville, alberi, prati, volò tutto via, mentre correvano ridendo. Poi si fermavano, parlavano, di tutto e di niente. Arrivarono davanti al cancello della casa di Marzia. Kai si fermò esitante. Poi le diede un bacio di quelli che non si dimenticano. Indietreggiando, incespicando nei loro stessi passi finirono dentro casa. SI staccarono un attimo per prendere fiato. Kai accarezzò le spalle di Marzia, le levò la giacca, poi il vestito. Marzia gli tolse la camicia bagnata e i Jeans. Continuarono a baciarsi fino a che non furono completamente nudi. Seminarono vestiti per tutta la casa. Finirono in camera di Marzia, e caddero su quel letto dove giorni prima era successo il disastro. Kai era agitato e anche Marzia lo era. Temeva che il viso di Taemin si materializzasse da un momento all’altro. Strinse forte Kai, mentre lui finiva sopra di lei. Allargò le gambe per fargli posto. SI fissarono per qualche istante negli occhi. Erano lì nello stesso modo in cui si erano trovati qualche sera prima. Poi qualcosa accadde. Marzia vide solo Kai. C’era solo lui davanti a lei e nessun altro. Sorrise e riprese a baciarlo. “Se tu lo vuoi io vorrei solo essere tua!” gli sussurrò Il cuore di Kai iniziò a battere forte, mentre le accarezzava il viso. Iniziò a baciarle il viso, poi il collo. Si fermò su quel collo che lo faceva impazzire. Forse si fermò troppo perché con le labbra le lasciò un segno evidente. Poi scese giù su quel seno che aveva sognato milioni volte. Lo baciò, non gli sembrava vero. Poi più sempre più giù. Poco dopo risalì e la guardò di nuovo. Aveva ancora negli occhi quell’espressione sincera. Fu allora che lo capì. Lei voleva solo lui e lui voleva solo lei. Tornò a baciarla sulle labbra, poi senza smettere di baciarla e di accarezzarla, entrò dentro di lei piano ma non decisione. Non ci fu dolore, non ci fu difficoltà. Kai iniziò a muoversi ancora con qualche esitazione. Marzia lo abbracciò, poi iniziò ad assecondare il suo movimento. E poco dopo la testa iniziò a girare, il cuore a battere, le gambe a tremare. Sentirono di volersi sempre di più. A Kai passarono tutte le incertezze e le esitazioni. Iniziò a muoversi in maniera più sicura, più decisa, più forte. Marzia lo stringeva, gli accarezzava la schiena perfetta, tentava di respirare ma uscivano solo gemiti strozzati. Erano entrati in una sintonia perfetta e ogni movimento era una conseguenza naturale dell’altro. Senza mai staccarsi, Marzia andò sopra di lui. Kai le fece scivolare le mani prima sulla schiena, poi più giù. Sentì quella pelle morbida ed ebbe i brividi, mentre anche i suoi respiri diventano gemiti strozzati. Affondò le mani su quelle pelle liscia. Poi nei suoi capelli, poi sul suo seno, sul suo viso, mentre continuavano a muoversi. Nessuno dei due voleva smettere. Nessuno dei due voleva smettere di vivere quel momento. Ora andava tutto veloce. L’incertezza era sparita, c’era solo una voglia incontrollabile di appartenere l’uno all’altra, con la testa e con il corpo. Kai tornò sopra, iniziò a spingere con più insistenza. La testa di Marzia girava. Ormai non controllava manco più il tono di voce. Anche Kai iniziava a lasciarsi andare. Quei due corpi come colpiti da una scarica elettrica non si fermavano. Il sudore ormai li bagnava entrambi, e non c’era una singolo centimetro di pelle, un singolo battito di cuore, un singolo neurone del cervello, che li invitassero a smettere. Poi la vista di entrambi si offuscò. La testa che già girava, iniziò a sbandare. Un caldo eccessivo per quell’inverno così freddo li travolse. Ormai non controllavano quasi più i movimenti. Erano due bombe pronte ad esplodere. E la prima fu Marzia. Non si controllò, urlò. Kai fece appena in tempo a uscire da dentro di lei, prima di combinare un gran guaio e anche lui non si controllò, non controllò la sua voce. Distesi l’uno accanto all’altra fissavano il soffitto stupiti, con gli occhi sgranati, le bocche semi aperte, ansimando. Non ci credevano. Era successo. Ed era stato bellissimo. Kai mise la mano al centro del letto. Marzia la raggiunse con la sua e la strinse. Poi si voltarono a guardarsi ancora increduli. Marzia pensò che aveva vinto la sua paura, il suo fantasma proprio nel luogo in cui era nata. Quella stanza ora avrebbe parlato di lei e di Kai. Kai pensò che le aveva detto una volta ti amo, ma solo ora si rendeva conto che era follemente innamorato di lei. Ma non glielo disse. Aveva paura della sua risposta. Le accarezzò il viso. Poi la baciò con dolcezza sulle labbra. Lei sorrise. Si addormentarono abbracciati, stanchi, ma con la consapevolezza che da un io e un tu, era nato un noi.

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Capitolo 60
*** NUOVE PROSPETTIVE ***


“Celeste!” la faccia di Jinki era abbastanza arrabbiata “Mi ha trovato l’appartamento, Onew!” rispose Celeste “E quelli che trovano gli appartamenti si fanno accomodare in casa come se niente fosse Celeste?” “Era passato a trovarmi per vedere se avevo bisogno di qualcosa!” “Scusa da quanto tempo lo conosci?” “Da ieri che me ne sono andata!” “E tutti gli estranei li tratti così?” “No!” “Beh me lo voglio augurare. Mi spieghi cosa ti è preso, che storia è questa? Perché diavolo te ne sei andata di casa?” “Jinki ci stavamo soffocando, levando l’aria a vicenda, sei stato tu il primo a dirlo!” “Celeste ero solo arrabbiato e agitato per TaEMIN… non dicevo sul serio!” “e invece si Jinki… ho visto la tua faccia!” “Ma che dici… per favore prendi le tue cose e torniamo a casa!” “No, non voglio e anche se volessi non potrei… ho firmato un contratto fino a Marzo, mese in cui dopo che sarà nato il bambino deciderò che fare!” “Io sono sconvolto. Parli al singolare come se tutta la questione fosse solo un tuo problema!” “E non lo è?” “No che non lo è. Saremo genitori entrambi!” “A te importa solo di questo. Ma di me, Jinki, dimmi, di me che ti importa?” “Tu stai vaneggiando, Celeste! E’ ovvio che mi importa di te. Ma cosa credi che abbia fatto tutti questi mesi? Perso tempo? Ti sono stato vicino come solo chi ama può fare… e tu dopo la mia prima mancanza che fai? Butti tutto all’aria e te ne vai? Mi hai deluso.” “Jinki abbiamo bisogno di crescere…” “No Celeste, tu hai bisogno di crescere!” Mentre i parenti sfollavano Minho notò qualcosa di strano. “Taemin c’è una ragazza laggiù che ti sta fissando con una certa insistenza!” “Si lo so… l’ho incontrata prima!” “Beh?” “Beh… molto carina…” “Vi siete presentati?” “SI è la sorella di uno dei cadetti, si chiama Nayla e vorrebbe passare a trovarmi quando capita!” “E tu cosa le hai detto?” “Beh, che se vuol può!” “Uau, sono stupito, non hai fatto l’apatico come al solito!” Taemin sospirò. Poi guardò il suo amico. “Sai Minho, Marzia mi manca da morire, ma siccome non voglio sprecare più un attimo della mia vita e voglio dimenticare questa storia quanto prima, ho deciso di andare avanti o meglio di provarci…” “E questa Nayla potrebbe essere la soluzione?” “Non mi capitava da giugno, cioè da quando ho incontrato Marzia, di rimanere così colpito da una ragazza. Forse si, Minho, forse lei è quella risposta che cerco da mesi!” Le immagini di quella notte infuocata le erano tornate in mente mentre dormiva e si era svegliata più volte. Si era ritrovata a fissarlo e a stupirsi di quanto fosse terribilmente bello. Non c’era un lineamento di quel viso che non fosse in armonia con tutto il resto. Le labbra perfette erano tentatrici anche quando riposava. I capelli corvini emanavano un odore provocante, quegli stessi capelli a cui si era aggrappata qualche ora prima, mentre stava perdendo la testa. Kai aprì gli occhi. Vide che Marzia lo stava guardando. Sorrise. Lo trovò stranamente tenero. In fondo Kai nonostante quell’aria da conquistatore incallito, doveva essere molto dolce, quasi timido quando si trattava di esternare i sentimenti. Del resto aveva solo 20 anni. Continuarono a fissarsi stupiti per quello che era successo. Occhi negli occhi capirono che non sarebbero riusciti a fissarsi e basta molto a lungo. Si avvicinarono e le loro labbra iniziarono quel tira e molla ormai scontato. Marzia iniziò mordere quella bocca perfetta, mentre la lingua di Kai iniziava ad accarezzare le sue di labbra. La mano di Kai scivolò dentro gli slip di Marzia ed iniziò ad accarezzarla. Marzia chiuse gli occhi e sorrise. Sorrise anche lui. “Questa volta comando io!” gli sussurrò Marzia andando su di lui. Kai rise, buttando le braccia all’indietro. Poi non appena Marzia trovò l’incastro giusto, e lui sentì di essere dentro di lei iniziò ad accarezzarle prima la schiena, poi più giù, per poi risalire fino al collo, ai capelli, al viso. La chiave girò piano nella toppa. Claudia si sfilò i tacchi ed entrò dentro casa. Era stata costretta a tornare da sola. Marzia si era persa ed Elettra e Letizia avevano finito per litigare perché la più piccola a detta della sorella, aveva amoreggiato un po’ troppo con il nuovo arrivato, D.O. Entrò in casa e per poco non cadde a terra, incespicando in qualcosa. “ma che ca***” Accese la luce e si guardò intorno. Per terra c’era una scia di indumenti sparsi. Riconobbe il vestito e le scarpe di Marzia. Poi qua e là anche indumenti da uomo… “Ma che diavolo…” Iniziò a sentire strani rumori provenienti dalla stanza di Marzia. Si avvicinò cautamente e accostò l’occhio alla fessura della serratura. Lo spettacolo che le si parò davanti per poco non la scioccò. Quella che sicuramente era Marzia, stava sopra un, a lei scosciuto, tizio e si dava da fare come mai pensava che Marzia avrebbe potuto fare. Il tizio, che lei non vedeva, perché era coperto dalla sua amica, dal canto suo non era da meno. Claudia vide chiaramente le mani di lui sul seno di lei, e si chiese come diavolo facesse lei a non farsi male, considerato quanto glielo stavano stringendo. Quando i rumori iniziarono a diventare insistenti, mezza scioccata si chiuse in camera sua, chiedendosi con chi mai fosse andata a letto la sua amica. Doveva essere per forza ubriaca. Marzia non era una santa. Ma l’immagine che aveva di lei non era quella di ragazza con impulsi sessuali di quei livelli. Quella semmai era lei… Mezza scioccata si buttò sul letto provando a dormire nonostante rumori e gemiti frequenti. Quattro ore dopo la sveglia di Claudia suonò. La testa le faceva male, non aveva chiuso granchè occhio a causa dei rumori e del temporale che si era scatenato. Si buttò addosso il pigiama e fece per andare in cucina. Nel corridoio si imbattè in un ragazzo in boxer e per poco non le venne un colpo. “Aaaaaaaaaah!” urlò indetreggiando con un salto “Oddioooo!” urlò Kai cercando di coprirsi “Kai!” disse Claudia ancora spaventata “Ciao Claudia!” disse lui tentando di coprirsi alla bell’e meglio Claudia lo fissò rimbambita, soffermandosi sugli addominali e sull’ipotetico contenuto dei boxer “Che diavolo succede!” disse Marzia comparendo sulla soglia della porta della sua stanza ancora mezza assonnata “Io io mi sono spaventata, non sapevo che fossi in compagnia!” disse Claudia imbarazzata Marzia arrossì. “Ehm… io stavo andando via!” disse Kai “Devo… devo solo ritrovare i miei vestiti “Credo siano sparsi in salotto!” disse Claudia “Ehm, grazie…” Poi rivolgendosi a Marzia “Ti chiamo dopo, ok!” “Ok!” sorrise Poi lui le stampò un bel bacio sulla bocca davanti ad una Claudia scioccata, e dopo essersi rivestito alla velocità della luce se ne andò. “Tu Marzia Marea mi devi dare delle spiegazioni!” disse Claudia “Caffè?” “Decisamente…” Cinque minuti dopo davanti ad una tazza di caffè fumante era arrivato il momento delle spiegazioni “Allora?” chiese Claudia “Ehm… da dove inizio?” “Non lo so… un minuto prima mi dici che vi ignorate e un minuto dopo torno a casa, trovo abiti sparsi per il salotto, e sento gemiti dalla tua stanza. Non è normale, no?” “Hai sentito?” chiese Marzia imbarazzata “Eccome!” “Oddio che vergogna!” “Non sapevo ti lasciassi così andare…” “In che senso?” “Hai una vasta gamma di frasi… del tipo…” “No non lo voglio sapere?” “Ma come? Ad un certo punto stavate quasi per urlare… voglio dire sono felice per te… quanti ne hai avuti?” “EH?” “Quanti ne ho avuti cosa?” “Marzia per favore… quante volte sei venuta…” “Ah… ma che domande sono?” “Ma dai voglio sapere se quello che si dice sul suo conto è vero!” “Oddio Claudia che tormento!” “Parla!” “Ok… lo abbiamo fatto tre volte di fila più o meno!” “Quante?” “Si… tre volte senza contare tutto il resto… quindi… direi sulle quattro volte” “Oh mamma, ma siete due indemoniati!” “Ha parlato!” “Del resto da quello che ho visto…” “Visto? Cosa hai visto?” “beh sentivo rumori e… ero preoccupata e ho spiato e… oddio ma che hai sul collo? È un succhiotto enorme!” Marzia si coprì il collo con i capelli, imbarazzata “Claudia mi hai spiata!” disse “Ma no, ero solo preoccupata per te!” “Ma sei matta… ma…ma…” “Dai che siamo tra noi!” “Ma cosa vuol dire, non mi puoi spiare!” “Ma non sapevo che stessi scop…!” “Oddio ma come parli?” “E smettila, che ci davi dentro come una pazza!” Marzia arrossì. “Cosa altro hai visto?” le chiese Le sue mani incollate al tuo bel davanzale… mi chiedo come tu abbia ancora il seno attaccato al suo posto… “Claudia…” “Dai non l’ho fatto apposta!” “Che non si ripeta mai più è imbarazzante!” “Scusami, ma ero preoccupata, non sapevo con chi fossi!” “E’ successo tutto velocemente, nemmeno io ho capito esattamente le dinamiche!” “Sei stata bene?” Quella domanda la colse alla sprovvista “In che senso… fisicamente, mentalmente!” “Marzia che tu fisicamente ci sia stata bene non c’è dubbio… 4 volte di… voglio dire… io stavo cercando di capire sei stata bene, in sintonia con luI! Sei stata serena?” “SI…” “E Taemin?” “Non ho pensato a Taemin, Claudia. Lui e Kai sono persone diverse e… Taemin mi ha lasciata e io non posso andare avanti a pensare a cosa sarebbe successo a cosa sarebbe stato se lui avesse agito diversamente. Continuo a pensare che siano stati i momenti più belli della mia vita, e che il nostro sia stato un amore meraviglioso ma… è finita… e forse con Kai davvero posso essere felice…” “Vedrai che lo sarai Marzia, vedrai che lo sarai.”

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Capitolo 61
*** ESIGENZE VITALI ***


Erano passati tre giorni dall’ultima visita ammessa in caserma. Taemin e Minho si stavano preparando alla libera uscita. Era la prima e si sentivano elettrizzati al pensiero di passare qualche giorno fuori da quella specie di incubo in cui si erano cacciati. Stavano per varcare il cancello d’uscita quando si arrestarono all’improvviso. “Ciao!” fece Taemin riconoscendo la ragazza che aveva davanti “Ciao Taemin!” disse Nayla “Come mai da queste parti?” “Beh ti avevo detto che ti sarei venuta a trovare, ma a quanto vedo stai uscendo!” disse lei un po’ delusa “Io beh… si ho la libera uscita!” “Oh… ti avevo portato questo!” disse porgendogli un pacchetto “E’ per me?” chiese Taemin stupito “Ehm si!” “Cos’è?” “E’ un dolce, pensavo ti avrebbe fatto piacere, l’ho fatto io!” “E’ gentile di parte tua, disse Taemin sorridendo! A comunque, lui è Minho, il mio migliore amico!” I due si strinsero la mano “Beh… allora Tae dato che sei in libera uscita ti va se prendiamo qualcosa in questi giorni?” chiese lei Taemin rimase spiazzato da quella domanda Minho gli tirò una gomitata notando che esitava “Ehm… ok dai, magari poi ne riparliamo!” “Ti lascio il mio numero così se ti va mi chiami!” “Il tuo numero si… il tuo numero…” “Ok Nayla lascia il tuo numero a Taemin, così ti richiama!” intervenne Minho La ragazza sorrise imbarazzata, poi scarabocchiò il suo numero su un pezzo di carta e lo porse a Taemin. “Ok allora… ti chiamo!” fece lui salutandola con la mano Lei si avvicinò, si protese verso di lui e gli stampò un bacio sulla guancia. Tae si imbarazzò. Minho rise. Poi presero la via di casa. “Signora Marea, salve sono Claudia!” disse rispondendo al telefono “Marzia? Ah si… Marzia…” “Marzia è tre giorni chiusa in camera a fare sesso come una dannata Signora Marea e non esce manco per andare in bagno tra un po’!” avrebbe voluto risponderle, ma non poteva “Ehm… Signora Marea, Marzia in questo momento è fuori casa! Si lo so che sono le 9 di sera ma appena torna la farò richiamare, va bene? Arrivederci!” Mise giù il telefono e si avvicinò a passo lento verso camera di Marzia. Uno strano silenzio.iDue ore prima aveva sentito qualche rumore, ma forse lei e Kai sapendo che lei era in casa stavano cercando di darsi una regolata. Del resto Claudia era stupita. Erano passati tre giorni e quei due erano praticamente barricati in camera di Marzia e di sicuro non si stavano solo guardando negli occhi! Ogni tanto li sentiva ridere, parlare e anche altro; e ogni volta li invidiava ma al contempo era felice per Marzia che sembrava finalmente aver trovato pace. Poi si ricordò che anche lei aveva un amore segreto e subito avvertì il desiderio di sentire la sua voce. Era passato un po’ di tempo dall’ultima telefonata di Minho. Aveva cercato di non pensarci ma alla fine aveva constatato che non ci riusciva. Andò fuori al balcone. L’aria era gelida. Prese il cellulare e compose il numero di Minho. L’aria nella stanza di Marzia era caldissima. Stesi sul letto, erano abbracciati stretti senza vestiti addosso. Kai le accarezzava i capelli e la baciava di tanto in tanto. Poi le faceva il solletico e lei rideva. E poi finivano col farlo due tre volte di fila. Sembravano instancabili. “Ancora non mi sembra vero!” le disse Kai accarezzandole la testa che lei aveva poggiato sul suo petto “Cosa?” gli chiese Marzia “Che siamo qui insieme!” “Perché?” “Beh tu ci avresti mai pensato, per come era iniziata tra me e te, che ci saremmo ritrovati qui in questo modo?” “Non lo so.!” “Io mi ero quasi arreso ma… non lo so ora se ci penso, ho capito di aver fatto bene a resistere…” “Lo penso anche io!” disse Marzia e lo baciò “Se non ci fossimo mai incontrati io e te sono sicuro che la vita non sarebbe stata così bella!” “Kai cosa dici, la tua sarebbe sempre e comunque stata una vita meravigliosa!” “La mia vita è meravigliosa da quando ci sei tu! Ero diventata una persona cattiva e fredda, senza sentimenti! Grazie a te ho riscoperto una parte di me che credevo di aver perso!” “Mi fai commuovere ora. Ma dimmi Kai perché sei cambiato così tanto?” “N... non lo so… forse perché arriva per tutti nella vita il momento di cambiare!” mentì. Lui lo sapeva perché era cambiato, ma non osava dirglielo. Sapeva di amarla ma non sapeva se per lei era lo stesso. “Se penso che stavo interrompendo sul nascere questa storia mi do della scema!” disse Marzia “Storia?” fece Kai stupito “SI storia… perché?” “V… vuol dire che io e te stiamo insieme?” Marzia lo guardò. Poi capì… era completamente stupito e sbalordito. Sorrise. “SI Kai, credo proprio che io e te stiamo insieme!” “Cioè… insieme come una coppia?” “Insieme come una coppia!” A Kai prese a battere forte il cuore. Stava succedendo. Aveva trovato il suo primo grande amore ed era la ragazza che più di ogni altra gli aveva fatto battere il cuore. La strinse forte. Marzia fece lo stesso. E si sentì al sicuro come non le succedeva da tempo. “Pronto!” fece Minho rispondendo al telefono “Minho, sono Claudia!” “Claudia!” a Minho morirono le parole in gola. Era emozionatissimo “C… come stai, Claudia?” “Io bene… ma tu? Mi avevi chiamata poi sei sparito. Minho ci pensò. Non poteva dirgli della leva, altrimenti avrebbe dovuto dirle di Taemin e lei lo avrebbe detto a Marzia “Io beh non lo so ho avuto problemi con il telefono! Come stai?” “Beh, benino… tu?” “Io, ecco… mi sto dando dello scemo da giorni!” “Perché?” “Perché ti avevo vicina e non ho fatto niente. Mi manchi e me ne sono accorto solo ora che non ci sei!” Claudia era emozionata per quella confessione. Ma arrivava troppo tardi. “Sai Min, mi sarebbe piaciuto sentirmi dire queste cose quando eravamo vicini!” “Lo so, sono stato un idiota… Ma te lo giuro non faccio che pensare a te e…” “Minho anche io ti penso… ti penso anche un po’ troppo spesso. Ma non so come possiamo fare… siamo lontani e forse non ci vedremo mai più!” “Claudia ti prego non dire così!” “E’ la verità!” “Dimmi che verrai!” “Dimmelo tu che verrai Minho!” “Non posso!” “Perché…” “Non posso spiegarti!” “Allora temo che non ci sia niente da fare!” “Credimi Claudia mi manchi!” “Minho devo andare…” “Claudia!” Ma lei già aveva messo giù. Il peso di quelle parole la stava devastando. Sentiva di essere presa da lui ma non sapeva come risolvere quella situazione. Si erano letteralmente messi in gabbia e la via d’uscita era molto più che lontana. Quella sera Taemin si frugò nelle tasche della divisa e ne estrasse casualmente il numero di quella ragazza. Si chiese se fosse il caso o meno di chiamarla. Poi pensò che il suo cuore doveva tornare a battere e il suo corpo a sentirsi vivo. Erano esigenze vitali. Cercò di non pensare che l’unica ragazza che per lui contava era Marzia. Prese il cellulare e compose il numero di Nayla. Marzia e Kai persero il conto quella notte, di quante volte in quei tre giorni lo avessero fatto. Era come se tra loro fosse scoppiata una scintilla che avesse fatto divampare un incendio indomabile. Erano insaziabili, incontenibili, desiderosi l’uno dell’altro. Marzia lo stringeva fino quasi a fargli male, Kai la accarezzava la baciava come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Iniziavano dolcemente, lentamente, poi finivano sempre con l’essere impetuosi, irruenti. Quella passione che li aveva travolti non stava lasciando loro scampo. Avevano avuto bisogno di sentirsi vivi, Kai aveva avuto bisogno di sentirla sua. E ora che lei lo era, gli sembrava così un sogno che spesso sentiva la necessità di provarlo a se stesso e a lei. Se l’era presa così tante volte in quei tre giorni, senza limiti di tempo né di spazio. Sul letto, per terra, sotto la doccia, per ore che sembravano infinite. Non avevano un limite e se anche un limite ci fosse stato, di sicuro lo avrebbero superato. Quasi tutta l’inibizione che li aveva frenati stava passando. E si ritrovavano spesso a fare i conti con parti di loro che non conoscevano. Marzia aveva tirato fuori una sensualità che aveva stupito anche lei. E Kai si era riscoperto dolce e premuroso. Alla fine di ogni rapporto la stringeva, le parlava, le sorrideva. Si, erano in sintonia… sempre più vicini a soddisfare quel bisogno che sempre di più si avvicinava ad una cosa ben definita: voglia di amare.

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Capitolo 62
*** IL PONTE DEI DESIDERI ***


Quel freddo sabato mattina Marzia si svegliò e non trovò Kai vicino a lei. La sera prima, come succedeva da, ormai, quasi una settimana si erano attardati un po’ troppo e alla fine Marzia lo aveva convinto a non avventurarsi per le strade di Roma da solo a notte inoltrata. Si alzò e si guardò intorno. Niente. Quando stava per allarmarsi si voltò e sul cuscino di Kai trovò un biglietto. Lo prese e lo aprì. Sopra c’era disegnato un cuore e una freccia che indicava la porta della stanza. Ancora stordita dal sonno e da quello strano giochetto scese dal letto. Si avvicinò alla porta e afferrò l’altro bigliettino. Un altro cuore. Però c’era una scritta in Inglese. “Seguili!” “Marziaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!” L’urlo isterico di Claudia quasi le perforò un timpano “C’è il corridoio pieno di cuoriiiii ma che cavolo!” “Non li toccare Claudia no li toccare!” urlò Marzia precipitandosi in salotto Per terra era pieno di foglietti allineati e tutti conducevano alla porta di ingresso della casa. “Stai ferma non toccare niente!” “Che storia è mai questa?” “Non ho ancora capito bene!” “Perché ci sono cuori ovunque?” blaterò Claudia agitando le braccia in aria come una pazza esaltata “Claudia non ne ho idea, ti vuoi calmare?” “no che non mi calmo! C’è la casa disseminata di fogli volanti!” “Oh che palle. Ne hai spostato qualcuno?” “No, no!” “Bene, levati e fammi dare un’occhiata!” disse spingendola da un lato “Che delicatezza!” “Fai silenzio!” le intimò piegandosi per raccogliere uno dei biglietti Un altro cuore con un’altra freccia. Iniziò a rigirarsi quel pezzetto di carta tra le mani, aggrottando la fronte confusa. “Mi spieghi cos’è? Una caccia al tesoro, forse?” chiese Claudia avvicinandosi Marzia si voltò di scatto verso di lei. “Tu, Claudia Martini, sei un genio!” Le diede un bacio sulla fronte, poi corse in camera si buttò addosso la prima cosa che trovò e uscì fuori seguendo la scia dei biglietti. Claudia rimase impalata esattamente dov’era. “Ha bisogno di uno, ma di uno bravo in casi di psicopatici disperati!” disse Al solito fuori l’aria era ghiacciata. Per terra Marzia non trovò più biglietti. Sotto casa sua, il fioraio la fermò. “Signorina Marea?” chiese “Si sono io, perché?” rispose Marzia “C’è un bigliettino per lei!” “Chi lo ha lasciato!” “Una persona!” disse porgendole un foglio “La ringrazio!” fece Marzia Aprì il bigliettino altro cuore e il nome di una via. Marzia corse. Arrivò nella via descritta sul foglio. Lì il barista la fermò. “Marzia Marea?” “Oddio si, perché?” “Un biglietto per te!” Marzia prese il biglietto e lo aprì. Altro cuore altra via. Quando arrivò a destinazione iniziò a collegare mentalmente i tasselli di quello strano gioco. In tutti quei posti ci era stata di recente. Ogni posto doveva avere un significato ben preciso. Ma quale? Continuò in quello strano inseguimento. A Piazza del popolo, quando il proprietario dell’edicola le diede l’ennesimo biglietto, insieme ad un ombrello, iniziò a capire. Il biglietto diceva: “se hai capito, io ti aspetto dove tu sai!” Sorrise. Aveva perfettamente capito. Si avviò a passo spedito verso via del Corso. La imboccò, poi girò verso l’Ara Pacis. Attraversò la strada e arrivò. Il ponte. Era mattina presto. Il traffico era calmo, il fiume un po’ meno. Era in piena. Lì di spalle sul lato destro della strada, avvolta nella foschia mattutina una figura alta, snella, calma fissava la strada davanti a sé. Lo riconobbe subito. SI avvicinò a lui. “Ti piace giocare?” gli chiese Kai si voltò. Stava sorridendo. “Mi hai trovato!” disse “Beh mi hai riempito la casa di cuori!” “Ho fatto male?” Marzia sorrise per quell’espressione buffa “No, anzi!” disse abbracciandolo “Però mi spieghi cosa stai combinando?” chiese notando che aveva le mani dietro la schiena. “Nulla di che… volevo solo che sapessi che è passata una settimana da quando ci siamo beh…” “Messi insieme?” “SI…” “Me lo ricordavo!” “Beh io volevo ricordarlo in modo speciale!” “E dopo un mese che farai i fuochi?” “Può essere!” “Sei pazzo!” “SI di te!” disse porgendole una rosa che teneva dietro la schiena Per un momento Marzia ebbe un flash. Taemin, anche lui una sera le aveva regalato la rosa… una delle prime sere in cui si erano conosciuti. Scacciò quel pensiero dalla testa e prese la rosa di Kai ringraziandolo. “Ti piace?” “E’ bellissima!” “Come hai fatto a trovarmi? Nell’ultimo biglietto non avevo scritto nulla!” “Intuito…” “Cioè?” “Ho pensato che qui, su questo ponte ci siamo incontrati per caso, per la prima volta qui in Italia…” Kai sorrise, era imbarazzato. Marzia si avviò verso uno dei muretti che davano sul fiume e si poggio con le braccia, guardando il panorama. C’era un vento leggero e freddo. I suoi capelli sembravano danzare indisciplinati. Kai le si avvicinò e la abbracciò da dietro, cingendole la vita con le braccia. Poggio il suo viso sul suo collo e ne respirò il profumo dolce. Poi fissò anche lui il paesaggio. “Sono felice che tu abbia capito il senso di tutto!” le disse “Era un po’ come una caccia al tesoro!” “e il tesoro chi è?” Marzia respirò a fondo. Le sembrava strano pensarlo, ma in fondo era quello che voleva dirgli “Il tesoro sei tu Kai!” Kai poggiò la sua fronte sulla nuca di lei, felice come un bambino. “sai, io in realtà ricordo la prima volta in assoluto in cui ti ho incontrata!” le disse Marzia si rabbuiò per un attimo. A quel tempo, a Seoul, stava ancora con Taemin. Per quanto Kai potesse essere felice di ricordare quel giorno, a lei quel pensiero faceva solo venire in mente il momento in cui la sua storia con Taemin era entrata in crisi. Entrò in un silenzio imbarazzante. Kai capì e non la disturbò. In cuore suo soffriva, perché capiva a cosa era dovuto quel silenzio. Ma la rispettava. Del resto si era accorto che lei era cambiata con lui. Ora la voglia di stare insieme era davvero reciproca. Però a volte a Marzia capitava di piombare nel silenzio o nella malinconia. E Kai, lo sapeva, sapeva che lei pensava a Taemin, ogni tanto. Ma lo accettava, come si accetta di fare un sacrificio quando si ama qualcuno, perché lui, Marzia, l’amava. “Esprimi un desiderio!” disse Marzia ad un tratto senza smettere di fissare il fiume “Cosa?” chiese Kai “Si esprimi un desiderio!” “E perché?” “Secondo me questo ponte lo fa avverare!” “Tu dici?” “Beh ci ha fatti incontrare e non è facile in una grande città!” “Quindi questo è il ponte dei desideri?” “Diciamo di si!” Kai chiuse gli occhi per qualche secondo. Poi li riaprì. Marzia era ancora lì. “Fatto?” gli chiese “SI! E tu?” “Io cosa?” “Tu cosa desideri?” Marzia inclinò la testa di lato con aria interrogativa. Già, lei cosa desiderava. Ci pensò un attimo su e poi alla fine si decise. Desiderò con tutta se stessa che quella storia iniziasse a funzionare, perché lui lo meritava e lo meritava anche lei. Senza parlare si presero per mano e iniziarono a camminare. La città sembrava ancora essere immersa nel sonno. Era un pò come un paesaggio incantato. La pioggia leggera, la foschia, i rumori soffocati da chissà cosa… Arrivati in prossimità della Fontana di Trevi, Kai si fermò. “Cosa c’è?” gli chiese Marzia “Beh… io dovrei darti una cosa!” “Cioè?” Kai si frugò in tasca e ne estrasse un pacchettino. “E’ per me?” chiese Marzia “SI!” “Oddio… non dovevi!” “Aprilo!” Marzia scartò l’involucro, poi aprì il cofanetto e ne estrasse fuori un braccialetto. Da lì pendevano due iniziali, una M e una K, e un fiore di ciliegio. Lo guardò stupita. Erano i loro nomi. “Ti piace?” le chiese Kai “E’ molto bello!” “Indossalo solo se ti va, cioè se ci tieni davvero… Sai quel fiore è un segno di rinascita… rappresenta il nuovo! Se tu vuoi che io e te siamo il nuovo, rinasciamo insieme, se ce la fai a considerare questa nostra storia come una storia importante indossalo, altrimenti no.” Marzia guardò il bracciale. Aveva un significato davvero profondo. Non pensava che Kaeifosse così in grado di esprimere i suoi sentimenti… o forse con lei stava facendo un’eccezione. Prese il bracciale e se lo mise sul polso. Poi guardò Kai. “Chiudilo!” gli disse “Sei sicura?” le chiese lui “Si Kai…” “Beh sai… io ti faccio tutte queste domande per una ragione… io… io credo di amarti, anzi no non credo, Io ti amo, Marzia!” Marzia avvampò. Lo guardò dritto in quegli occhi sinceri. Kai pensò che ora sarebbe arrivata la doccia fredda e il suo NO. Invece Marzia gli prese il viso tra le mani e lo baciò sulle labbra. “Sei la persona più testarda che abbia mai conosciuto, la più folle… e… credo di essermi innamorata di te, Kai!” gli disse Il cuore di Kai fece una specie di capriola e a lui sembrò per un momento di passare all’altro mondo. Non poteva credere alle sue orecchie. Lei era innamorata. “Dici davvero?” le chiese “Si, Kai!” “Ripetilo! Anzi no, o si!” “Kai!” Kai la abbracciò “Dobbiamo ecco dobbiamo ricordare questo giorno disse prendendola in braccio “Kai dove andiamo?” urlò Marzia “A fare un bagno!” “Ma non si può!” “Si che si può!” Uno splash annunciò che erano finiti dritti dritti nella fontana di Trevi “Sei folle!” disse Marzia ridendo e levandosi i capelli dal viso. Erano circondati da acqua e monetine. Un fischio acuto segnalò loro l’arrivo del vigile. “Bene bene!” disse quello “Spero abbiate una valida motivazione per essere finiti là dentro!” “In realtà…” comimciò Marzia imbarazzata “Fareste bene a essere convincenti o vi sbatto in gattabuia!” Marzia deglutì terrorizzata “Lei è innamorata di me, signore, dopo mesi e mesi, si è innamorata e io ero troppo felice e… sa boh l’amore!” disse Kai sorridendo Il vigile lo guardò aggrottando la fronte “Dunque lei è innamorata di te?” chiese il vigile “SI lo sono!” rispose Marzia “Oh beata gioventù!” sospirò quello “Venite fuori di lì!” disse poi I due uscirono dalla fontana “Andatevene forza, prima che ci ripensi.” I due si guardarono. Poi sorrisero al vigile e lo abbracciarono “Grazie signore!” disse Kai Quello sorrise sotto i baffi, p oi li vide allontanarsi fradici e felici e li invidiò. Più tardi, dopo essersi asciugati, fecero l’amore nel letto di Kai. Era la prima volta che lo facevano con tutta quella dolcezza. Kai era perso con gli occhi dentro quelli di Marzia e per lei era lo stesso. Mentre si muovevano e si stringevano, in quel mare morbido di coperte e lenzuola, Marzia lo guardò. Prima di perdere il controllo, le sembrò normale dirglielo. .“Cosa c’è?” le chiese Kai con quel po’ di voce che aveva “Io ti amo!” gli disse Marzia

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Capitolo 63
*** QUESTO AMORE ***


Kai guardò Marzia stupito. Tutto si aspettava tranne quelle parole. Rimase a fissarla come un bambino che vede una grande sorpresa per la prima volta. Marzia sorrise. “Io non credo di aver capito bene!” disse Kai fermandosi per un attimo “Invece hai capito benissimo!” “Davvero mi ami? Cioè, davvero lo hai detto?” “SI, l’ho detto!” “Ma… ma… Taemin e…” “Senza ma e senza se, Kai, questo è il nostro amore, non c’entra nessuno… siamo solo io e te!” E Kai credé a quello che Marzia gli aveva detto, perché lei era sincera. Si rivestirono alla svelta e tornarono a casa di Marzia perché da Kai faceva davvero troppo freddo per quell’inverno, e Marzia iniziò a pensare che non poteva rimanere lì a lungo a diventare un merluzzo congelato. Una volta a casa di Marzia, si addormentarono stretti, quella notte, come solo due persone che si amano davvero possono fare. La mattina dopo il trillo del campanello li fece sobbalzare. “Chi diavolo è alle 9 di domenica mattina!” tuonò Claudia irritata, andando a rispondere al citofono. “Apri Claudia sono Elettra!” tuonò la voce della sua amica al citofono “Ma che diavolo ci fai sotto casa mia alle 9 del mattino?” “Aprimi che fa freddo!” “Ma..:” DUe minuti dopo Elettra e Letizia erano davanti a lei “Buongiorno!” dissero “Ma che ci fate a quest’ora qui?” “Abbiamo bisogno della connessione WiFi sono giorni che da noi non va bene, probabilmente il tizio da cui la abbiamo a scrocco ci ha scoperte!” “E per cosa vi serve la connessione?” “Dobbiamo chiamare Key e Jonghyun, soprattutto Jjong, dato che la signorina qui da i numeri!” disse Elettra “I numeri in che senso?” chiese Claudia “Flirta alla grande con un suo compagno di classe!” “Ma non è vero!” protestò Letizia “Smettila!” “Vi prego non urlate ho mal di testa!” “Ma che è sto casino!” chiese Marzia comparendo in cucina “Ah buongiorno, gli serve la ADSL!” disse Claudia “E venite alle 9 a casa?” “è un’emergenza!” “Voi due state male!” “Marzia, ascolta ma per caso sai dove sono i miei pantal..” disse Kai comparendo in cucina in boxer, senza finire la frase, perché trovandosi quattro donne davanti di cui tre che lo fissavano con la bocca spalancata si imbarazzò “Alla faccia!” disse Letizia sgranando gli occhi Kai guardò Marzia, che si tirò uno schiaffo in fronte “T… ti aspetto di là!” disse Kai imbarazzato E sparì dietro la porta “La aspetta di là per la prima delle 2000 s**** della giornata!” disse Claudia “La vuoi piantare?” fece Marzia seccata massaggiandosi la testa con le mani “E’ bono da fare paura!” disse Letizia “Piantala, ma che hai gli ormoni in subbuglio?” le disse Elettra “Che palle!” “Chi è questo tizio che viene a scuola con te?” chiese Claudia “aah preferisco non parlarne!” fece Letizia “Ed è meglio per te, cara sorella. E ora fatemi fare sta chiamata skype!” Il computer di Elettra prese vita e fece partire la chiamata verso Key. La faccia di Kibum si materializzò davanti a loro. “Ciaooo!” salutò con la mano Le ragazze risposero. “Come state girls?” “Bene, tu?” disse Claudia “Alla grande se solo Elettra non mi facesse scenate di gelosia ogni minuto!” “Stronzo!” disse Elettra “Ricambio tesoro!” “DOv’è Jjong?” chiese Letizia “E’ ancora a lavoro, ha detto che ti chiama tra poco!” “Che palle!” “E smettila!” disse Elettra “Noto un certo nervosismo!” Notando che Marzia non arrivava, Kai, che nel frattempo aveva ritrovato i suoi pantaloni, si fece coraggio e riandò in cucina. Malaugurata sorte volle che si affacciasse al computer proprio mentre era in corso la videochiamata con Key. Il suo sguardo incrociò quello di Kibum nel computer. “Kim Jong In?” fece Key stupito. Claudia con la mano chiuse il pc “Ma che faI”? le chiese Elettra “lo ha visto!” disse Claudia “E dunque? Lasciami terminare la chiamata!” Elettra riaprì il pc, Claudia lo richiuse. “Ma insomma” “Claudia, lasciala fare!” disse Marzia Claudia la guardò. “Prima o poi lo avrebbero dovuto sapere di me e Kai!” Kai la guardò e si sentì sollevato dal fatto che lei non volesse nascondere la loro relazione ad uno dei migliori amici di Taemin. “Elettra che è successo”? chiese Key “E’ caduta la linea!” mentì “Ma è Kai quello lì con voi?” “SI, sono io!” fece Kai “Oddio che cavolo ci fai lì” “Ehm…” “Ciao Key!” si intromise Marzia “ciao!” disse lui. Non si vedevano da quando se ne era andata da Seoul “Come stai, Marzia?” “Bene, tu?” “Anche io!” Gli balenò un attimo per la testa l’idea di dirle di Taemin e del fatto che era stato arruolato, ma poi si ricordò della promessa fatta al suo amico e tacque. A Marzia mancò per un attimo il respiro. Rivedere Key le aveva fatto tornare in mente Taemin. Cercò di sforzarsi di non pensare, anche se era difficile. Si sentì un vuoto dentro. “Beh, Kai, che ci fai lì?” “E’ qui per me!” disse Marzia Key sgranò gli occhi “Cosa?” “Hai sentito bene, sono qui per lei!” disse Kai “Ma… ma in che senso?” “Nel senso che stiamo insieme!” disse Marzia Questa volta il fiato mancò a Key. Era sbalordito. “Ma come è possibile… e Taemin?” “Insomma Key vuoi parlare con me o no?” disse Elettra isterica. Marzia ne approfittò per recuperare Kai e tornarsene in camera. Quando mezz’ora dopo Key chiuse la conversazione, qualcuno suonò alla porta di casa sua. Andò ad aprire e Taemin e Minho gli si pararono davanti. “Libera uscita!” disse Minho felice “Bentornati!” “SI anche se per poco!” aggiunse Taemin Key lo guardava con un certo imbarazzo “EIh che è quella faccia?” gli chiese Tae “Nulla!” mentì “Dai, ma che hai?” chiese Minho “Dai ragazzi non insistete!” “O ce lo dici o ti tormenteremo per il resto dei tuoi giorni!” Key sospirò e li guardò “Allora?” “Ho chiamato Elettra su skype prima!” disse “CI sono problemi”? domandò Minho “Non esattamente!” “E allora cosa?” “Erano a casa di Marzia!” A Taemin salì il cuore in gola Marzia. Una ferita che si riapriva “L’hai vista!” chiese con ansia a Key “SI!” rispose lui “E sta bene, dimmi, cioè com’era?” Key guardò il suo amico con aria da cane bastonato. Era palese che Taemin era ancora innamorato di lei e non sapeva se dargli o meno quella notizia fosse giusto “Si sta bene!” “E… e dimmi è sempre uguale …” “Taemin Marzia non era da sola” sparò a zero Key Taemin lo guardò, Minho aggrottò la fronte “In che senso?” “Non era sola, nel senso che sta con una persona. C’era qualcuno lì con lei a casa!” A Taemin gelò il sangue nelle vene “sei sicuro?” chiese atterrito “SI!” “E lui chi è?” Minho fece la domanda che avrebbe voluto fare Taemin ma non aveva avuto il coraggio di fare “Kai!” rispose Key Taemin trasalì e Minho dovette sorreggerlo perché non cascasse “Chi?” fece “Kai!” Taemin guardò prima Key e poi Minho. Era completamente scioccato “Sei sicuro di quello che dici, Key?” gli chiese “SI, purtroppo!” “Ma cosa diavolo ci fa in Italia?” chiese Minho “E’ andato da lei, ovvio!” disse Taemin amareggiato “E stanno insieme per davvero?” chiese Minho “Si, lo ha detto lei stessa!” Di nuovo a Taemin girò la testa “Io non sono riuscito a partire e lui è lì con lei, loro due stanno insieme, quindi lei anche se non mi ha tradito comunque provava qualcosa per lui se ora stanno insieme!” disse Taemin sconvolto Gli altri due non sapevano cosa dire. La verità li aveva colpiti come una scarica di colpi di mitra. Taemin uscì fuori di casa. Minho non lo seguì. Capiva che aveva bisogno di stare da solo. “Claudia!” “SI Marzia!” “Posso farti una domanda?” “Che genere di domanda?” “Esistenziale!” “Per quelle esiste Celeste!” “Ma lei ora non c’è!” “E la predestinata sono io?” “SI!” Elettra e Letizia erano andate via. Kai era sotto la doccia a tentare di far sparire i segni evidenti di quelle notti infuocate, ma con scarsi risultati. Marzia ne stava approfittando per parlare con Claudia. Seduta a gambe incrociate su una sedia la fissava con aria assorta “DImmI!” fece Claudia “Secondo te si possono amare due persone contemporaneamente?” “Amare nel senso di andarci a letto?” “No Claudia, amare nel senso di amare, quello vero!” “ah… beh non lo so, perché no?” “Io credo di amare due persone, anche se in modo diverso!” “Cioè?” “Mi sento ancora innamorata di Taemin nonostante tutto… è stata una storia così forte che ancora me ne porto dietro gli strascichi e sento di essere ancora sua in parte. Dall’altra però, credo di essermi innamorata di Kai. Sto bene con lui e se penso di non rivederlo mi viene l’angoscia. Abbiamo una sintonia perfetta…” “Per non parlare che lo fate come due assatanati!” “Claudia…” “Eddai…” “C’è anche quel tipo di intesa ma… con lui sto bene a prescindere! Stanotte gli ho detto che lo amo!” “Ma è meraviglioso!” SI, lo è, anche perché lo sento davvero, però sento di amare anche Taemin. Sarò mica pazza?” “No Marzia, sei solo molto confusa. Sei innamorata di Kai, ma hai paura di lasciare andare Taemin. Lui però non è qui e non lo vedrai mai più. E’ passato, concentrati sul presente, su questo amore meraviglioso. Lui ti ama ed è qui per te, il resto non conta!” Taemin camminava per strada nervoso. Era triste, arrabbiato, sconsolato. Non ci poteva credere Kai e Marzia insieme. Era assurdo. Come era potuto accadere? Come aveva fatto lei a dimenticarsi di lui così facilmente. Si frugò in tasca nervoso e trovò un biglietto. “Nayla!” lesse e sotto un numero. Strinse quel biglietto in mano e pensò che era arrivato il momento di voltare pagina. Compose il numero ed attese “Pronto!” fece la voce della ragazza “Pronto Nayla, sono Taemin… ti andrebbe di uscire stasera?”

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Capitolo 64
*** IL LATO NATURALE DELLE COSE ***


“Celeste come stai?” La voce di Jinki era abbastanza distaccata. Dopo quel giorno in cui l’aveva trovata a casa in compagnia di Heechul non si erano più rivisti. “Crampi a parte, bene!” disse lei stringendo la cornetta. Era a disagio. “Bene, se hai bisogno sai dove chiamare…” “Jinki…” “Dimmi!” Silenzio. Cosa voleva dirgli? Che gli mancava forse? Che erano stati affrettati? Che aveva paura? Che voleva tornarsene a casa? No non poteva dirgli nulla. Qualcuno suonò alla porta. “Niente …” disse “Stammi bene!” disse Onew e mise giù. Celeste sospirò. In che situazione eranO? Stavano insieme? Erano in pausa? Troppe domande, troppo stanca per rispondere. Si avviò lentamente verso la porta. La sua pancia non le permetteva più di muoversi agilmente. “”Ciao!” la faccia allegra e il sorriso a trentadue denti di Heechul invasero il suo campo visivo “Che ci fai qui?” chiese Celeste, abbastanza sollevata di vedere qualcuno “Ti ho portato da mangiare!” “Ma come?” “Fai silenzio, mi sembra tu ti stia trascurando! Non ti ho vista scendere di sotto come al solito per prendere qualcosa né tanto meno fare la spesa, quindi ci ho pensato io!” Entrò portandosi dietro due buste piene di roba da mangiare. “Ma…ma… tutta questa roba? Io… quanto ti devo?” “Stai scherzando? Nulla!” “No, per favore, mi sento a disagio…” “Ma smettila. Piuttosto dimmi dove la posso sistemare!” “Faccio iO!” “Non credo tu sia in grado di arrampicarti su per quegli scaffali! L’unico difetto di questa casa è che le mensole sono troppo alte!” “Heechul, per favore, fermati un attimo e dimmi perché fai tutto questo!” disse Celeste “Perché hai bisogno di una mano, ecco perché! Non ci vuole molto a capirlo! A proposito, che vuoi mangiare?” “Beh, se permetti cucino io e tu ti fermi a pranzo!” “Sai cucinare coreano?” “No, ma posso provare, quindi siediti da una parte e stai buono per qualche minuto!” “mmm, niente da fare, ti aiuto dai!” “Sei testardo!” “E’ una delle mie qualità!” E fu così che iniziarono a preparare da mangiare insieme. Quel semplice gesto, pur essendo due sconosciuti, veniva loro naturale. Ridevano e scherzavano delle stramberie di Celeste che non riusciva neppure a usare le bacchette. Tutto come se si conoscessero da sempre. E Celeste si sentì sollevata dopo tanto tempo. Erano seduti a gambe incrociate sul letto di Marzia come due bambini e si fissavano ridacchiando. Claudia era partita per andare a trovare una sua vecchia amica, due giorni prima, ed erano rimasti soli. Inutile dire che avevano trovato come impiegare il tempo, ma quella mattina per uno strano motivo stavano lì a fissarsi, curiosi. “Stavo pensando una cosa!” disse Kai ad un certo punto. “Cioè?” chiese Marzia “Sei rigida!” “Eh?” “SI, dico, stai sempre come sei avessi una massa di spine sotto il sedere!” “Dico ma ti sei impazzito?” “No, no!” rispose lui ridendo “La cosa ti fa ridere?” “Si… perché non riesci mai a lasciarti andare completamente!” “Ma non mi sembra!” “E invece è così…” “Come mai ti sei messo in testa questa cosa?” “Lo vedo… ci provi pure a essere naturale ma poi ti irrigidisci…” “Ma ti riferisci a quando…” “Si anche a quando lo facciamo. E’ bellissimo e non ero stato mai così bene con una ragazza; ma sembra quasi che ti vergogni di mostrarmi realmente come sei. Cioè… a volte, forse non te ne rendi conto, ma addirittura ti copri.” “Io…” Marzia era imbarazzata. Kai aveva colto nel segno. Era vero, non era ancora riuscita a far cadere tutte le inibizioni. “Perché ti copri Marzia? Stiamo insieme, sono il tuo ragazzo, che male c’è a farti vedere? E poi… non lo so sei sempre contenuta, non hai mai slanci. A me va bene, perché lo so che ci tieni anche se lo dimostri a modo tuo, ma mi chiedo se essere così poco aperta alle emozioni e alle sensazioni ti faccia bene!” Marzia lo guardò. Poi ci pensò. Aveva ragione. Era troppo bloccata. Aveva fatto dei passi avanti. Ma le delusioni che aveva avuto e da ultima la batosta con Taemin l’avevano messa KO. “Puoi guarirmi?” gli chiese Kai la guardò. “Non hai nulla da cui guarire. E’ solo una sfida con te stessa.” “Aiutami!” Era sincera. Kai ci pensò su. “Tu ballavi vero?” le chiese “SI, perché?” chiese Marzia senza capire “Beh… spogliati!” “Come?” “SI spogliati!” “ma…” “Vuoi guarire o no?” Marzia lo guardò stranita. Dove voleva arrivare. “Daiii!” la incoraggiò Kai, iniziando anche lui a levarsi i vestiti “Che fai?” “Mi spoglio anche io, non si vede!” “Perché?” “Perché dobbiamo ballare!” “Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh?” Marzia urlò quasi sgranando gli occhi “Forza!” “Non so nemmeno io perché lo sto facendo!” disse Marzia levandosi i vestiti. Poi d’istinto provò a coprirsi con le mani. “Non lo fare!” disse Kai “Ma…” “Giù quelle mani. Andiamo!” “Dove?” “In salotto!” “Perché?” “Te l’ho detto, balliamo!” “Oddio!” “Falla finita!” Kai rovistò tra i CD, poi ne mise uno e lo fece partire. “Posso tenermi le mutande?” chiese Marzia “Ok, va bene! Io mi tengo i Jeans così non ti senti a disagio, ok?” “Va bene.” Kai si mise di spalle a lei. “Puoi iniziare!” “A fare cosa?” “A ballare!” “Ma sono nuda e tu sei di spalle!” “Per questo! Fai come se non ci fossi. Fai come se io non esistessi. Anzi sai che faccio? Me ne vado di là. Tu segui la musica e balla!” “Kai mi sembra un gioco da bambini ritardatI!” “Provaci!” disse sparendo dietro la porta Marzia rimase immobile a guardarsi intorno per qualche minuto. Poi fece un bel respiro e provò a fidarsi di quella stramba trovata. Iniziò a seguire la musica con movimenti lenti e impacciati. Chiuse gli occhi e cercò di non pensare. Era una sfida contro se stessa, doveva provare a vincere quello strano blocco e quello strano senso del pudore esagerato. Iniziò a sciogliersi e a ballare come se fosse la cosa più naturale del mondo. Kai la fissava da lontano sorridendo. Senza far rumore si avvicinò e si mise seduto ad osservarla. La trovò bellissima. Dopo qualche istante Marzia si sentì abbracciare. Aprì gli occhi. La prese l’ansia. Kai era lì davanti a lei. “Non avere timore, balla con me!” Balla con me. Le venne in mente subito Taemin e quella volta in cui avevano ballato insieme per preparare il suo pezzo per la laurea. Le prese un po’ di tristezza. Poi guardò Kai Era lì, davanti a lei. Le stava dando il suo aiuto e lei voleva essere aiutata da lui, in quel momento voleva lui. Prese la mano che Kai le stava offrendo. Iniziarono a ballare insieme. Lui era davvero bravo e il contatto con la sua pelle era meraviglioso. Iniziò a dimenticare l’imbarazzo e la paura. Si ritrovò stretta a lui in quella danza improvvisata, a fissarlo negli occhi, a sorridergli, a sfiorarlo come se fosse la cosa più naturale del mondo, perché, infatti, era la cosa più naturale del mondo. “Sei bravissima!” disse Kai Marzia sorrise appena appena imbarazzata, abbassando la testa. Kai la sollevò, delicatamente per il mento. “Guardami quando ti faccio un complimento. Per me sei speciale e non devi vergognarti di mostrarti, non devi comprimere i tuoi impulsi, le tue sensazioni con me…” “E’ che… a volte ho paura!” “Paura di cosa?” “DI non essere all’altezza!” “All’altezza?” “Ne hai avute così tante che…” “Marzia tu sei molto al di sopra della mia altezza… tu sei speciale e nessun’altra è mai stata o sarà mai come te!” “Non puoi prevedere il futuro!” “Posso prevedere quello che proverò… e non amerò mai come sto amando te in questo momento. Perciò non vergognarti… quello che dovrebbe imbarazzarsi sono io, in confronto a te mi sento…” Marzia lo zittì con un bacio. Continuarono a ballare abbracciati. Marzia era scossa ed elettrizzata dal contatto della pelle di Kai con la sua. Il tocco di quel ragazzo, il suo odore, il suo sguardo, avevano un effetto particolare su di lei. Quella danza divenne qualcosa di insinuante, sensuale. Entrambi si stavano cercando. Entrambi si stavano scoprendo; stavano scoprendo un’ intimità che andava oltre il fisico. SI stavano esplorando il corpo, la testa e il cuore. Si annusavano, si sfioravano, si toccavano, si cercavano. Quando dopo quel ballo finirono a farlo sul pavimento del soggiorno, Kai capì che Marzia si era lasciata alle spalle qualsiasi tipo di inibizione o imbarazzo. Non si coprì mai mentre lo facevano, lo guardò sempre negli occhi e fu addirittura capace di guidare quel gioco senza arrossire né iniziare a nascondere il viso nell’incavo tra il collo e la spalla di lui, come faceva di solito. Arrivarono alla fine quasi urlando per liberarsi da tutto quel contenimento che li aveva frenati. Rimasero abbracciati a guardarsi. “E’ la cosa più naturale del mondo!” disse Kai “Cosa?” domandò Marzia “Non avere paura di mostrarsi e di amare!”

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Capitolo 65
*** LIBERA USCITA ***


“”Dove vai così elegante?” chiese Onew a Taemin quella sera “ESCO!” rispose lui tenendosi sul vago “Con MINho?” “No, con una ragazza!” Onew sgranò gli occhi “Cosa?” “SI hai capito bene!” “E chi è?” “Una che ha il fratello che fa la leva. L’ho conosciuta durante le visite, si chiama Nayla!” “Credevo fossi ancora preso per Marzia.” Taemin la smise di pettinarsi i capelli e posò il pettine. Poi guardò suo fratello. “Mi pare di averti già detto che Marzia sta con Kai. Lui è in Italia con lei, adesso e lei con me è letteralmente sparita, non mi pare ci sia molto da pensare!” rispose freddo “Ti ricordo che l’hai lasciata tu senza alcuna possibilità di replica. Gli ultimi giorni che lei è stata qui non sei rimasto a dormire neppure a casa!” “Era una situazione difficile!” “Tu non ti sei fidato di lei, Taemin!” “Come avrei potuto!” “Voi due vi amavate, doveva essere la cosa più naturale del mondo, andare oltre l’ovvio!” “Non lo so Jinki, probabilmente non eravamo fatti per stare insieme!” “Ma questo lo dici tu! Io credevo in voi!” “E hai fatto male. Con Marzia è finita e io devo andare avanti!” “Devi o vuoi?” “Che differenza fa?” “Tantissima!” “Non giocare con le parole!” “E tu non giocare con i sentimenti tuoi e degli altri!non illudere una ragazza che non amerai mai.” “Questo lo dici tu!” “Questa è la verità! Se lei, se Marzia fosse qui, ora se ti fosse data l’opportunità di ricominciare, di riaverla, cosa faresti?” Taemin fissò suo fratello per alcuni minuti che parvero anni. “Lei non è qui e non lo sarà mai!” disse poi infilandosi la giacca “Sei un idiota Taemin!” “Sono stato un idiota ad innamorarmi di lei.” Detto ciò uscì. Minho si rigirava il cellulare tra le mani. Era indeciso se chiamarla o no. Chissà dov’era e con chi. Poi pensò che alla fine una chiamata anche in amicizia, non era nulla di male. Compose il numero ed attese. Quando squillò il suo cellulare, Claudia era intenta a farsi un tizio conosciuto un anno prima, a casa della sua amica. Si era dimenticata di staccare la suoneria. Così mentre quello si dava da fare, lei venne distratta dal cellulare. Buttò un occhio al comodino. Quando lesse il suo nome, non fu più capace di andare avanti. Spinse via un tizio sempre più contrariato, lo buttò fuori casa e corse a rispondere. “Cosa vuoi?” chiese cercando di farsi tornare un po’ di fiato, considerato che era stata in movimento fino a qualche istante prima. “Mi hai staccato il telefono in faccia l’ultima volta!” disse Minho “E ora ho smesso di fare sesso con un tizio per risponderti, direi che mi sono fatta perdonare!” “Tu cosa?” fece Minho “Che c’è sei geloso?” “SI!” “Non stiamo insieme!” “Sono geloso lo stesso!” “Non mi interessa!” “Smettila!” “Cosa vuoi!” “Voglio te!” “Beh allora vienimi a prendere!” “Non posso!” “Non vuoi!” “Non posso!” “Perché?” “Non te lo posso dire!” “Balle!” “Credimi!” “Cosa ti tiene attaccato con i piedi in Corea!” “Tutto e niente!” “Perché non puoi venire qui!” “Non posso dirtelo non è una cosa che riguarda solo me!” “Stai con qualcuna?” “No, ma che dici?” “E allora?” “Claudia non posso parlare!” “Beh allora chiamami quando potrai parlare!” disse stizzita e mise giù. “Balli bene tutta nuda sai?” disse Kai ridacchiando a Marzia “Pensavo non mi stessi guardando!” “Spiavo!” “Stronzo!” “Ma secondo te con tutta quella bellezza esposta potevo mai stare a non gaurdare?” “Sei uno scemo! Dillo che lo hai fatto apposta!” “Ma no, era solo una piccola prova!” “Kai!” Kai le agguantò una guancia con i denti e gliela morse piano “Eddai mi fai male!” disse Marzia lanciandogli in testa un cuscino!” “Uau! Sei violenta!” Iniziarono a farsi la guerra a furia di cuscinate, prima di crollare stanchi sul letto. “Kai…” “Si!” “Quanto tempo rimarrai qui!” chiese Marzia all’improvviso “Per ora, diciamo che sono doppiamente bloccato!” “Cioè?” “Uno non posso muovermi perché i voli sono bloccati e due, anche se potessi non lo farei perché voglio stare qui con te!” “Voli bloccati?” chiese Marzia “SI, c’è una stramba situazione in Corea, nulla di che, solo un po’ di tensioni con quelli del Nord, ma per sicurezza stanno bloccando i voli.” Marzia pensò subito a Taemin. Le salì l’ansia pensandolo in pericolo, e pregò in cuor suo che stesse bene. Poi le venne in mente che Kai le aveva detto che sarebbe rimasto comunque per lei. “Kai non puoi buttare all’aria l’accademia per me!” “Non lo farò. Ho vinto una borsa di studio e posso scegliere dove fare l’ultimo anno. Se per te va bene, vorrei chiedere di trovarmi una scuola qui!” “Dici davvero?” chiese lei stupita “SI.. tipo studente all’estero!” “E lo faresti per me!” “Si, Marzia, solo per te, perché ti amo e non voglio separarmi da te!” “Ma i tuoi?” “Capiranno!” Lo guardò felice e commossa, e poi gli buttò le braccia al collo. “Io non ho parole e sono felicissima e…” Kai le diede un bacio. Per quelle cose non c’era bisogno poi di tante parole. Taemin arrivò sotto casa di Nayla. Si salutarono un po’ impacciati. “Pensavo non mi avresti più richiamata!” disse lei emozionata “E invece è andata diversamente!” rispose Taemin. Era agitato. Cenarono insieme parlando del più e del meno. Lei parlava molto, Taemin era più taciturno, non riusciva a lasciarsi andare completamente. Quando uscirono dal locale, decisero di fare due passi. Camminavano distanti. Lei percepiva che in lui qualcosa non andava. Ma non si voleva arrendere. Le piaceva troppo. Quando Taemin la riaccompagnò a casa, sulla porta lei gli sorrise. “Ti chiederei di salire ma… ci sono i miei!” disse Nayla “Non c’è fretta!” rispose Taemin mettendosi le mani in tasca “Beh… allora ciao!” disse lei giocando con i capelli. “Ciao!” disse Taemin e fece per andarsene. Lei lo raggiunse, lo prese per mano. Tae si voltò. Lei lo guardò. Poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò sulle labbra. Taemin non si mosse. Rimase lì, incerto su cosa fare. Poi le accarezzò i capelli e ricambiò quel bacio. In quel preciso momento, dall’altra parte del mondo, Marzia ebbe una fitta al petto. Si piegò in due. Kai preoccupato la soccorse, evitando che cadesse. “Tutto bene?” le chiese allarmato “SI, ho solo dolore al petto!” “Chiamo un dottore?” “No, è già passato tranquillo!”

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Capitolo 66
*** ASPETTATIVE ***


“Marzia stai bene?” chiese Kai aiutandola a sedersi. Era bianca in viso “Si Kai, tranquillo.” Rispose lei, tentando di respirare “Chiamo un medico!” “No Kai, aspetta, è una sciocchezza, sto già meglio!” “Ti capita spesso?” “A dire il vero no, ma sarà una stupidaggine!” “Non se ne parla andiamo dal medico!” “Kai…” Non ci furono ragioni che tennero. Kai portò Marzia in ambulatorio e lì un bravo dottore di turno si prese cura di visitarla. “I suoi valori sono perfetti signorina, e anche il battito cardiaco. Non capisco proprio a cosa possa essere stato dovuto quel piccolo malore!” disse alla fine il dottore “E io lo avevo detto a lui di star calmo ma…” “Signorina il suo ragazzo ha fatto bene, non si sa mai in questi casi! Comunque è sana come un pesce… si riposi!” “Va bene, arrivederci!” Kai fece un inchino e seguì Marzia fuori dall’ambulatorio. “Hai visto? Va tutto bene!” disse Marzia “SI ma mi hai fatto prendere un colpo!” “Dai, stai sereno! Comunque fa davvero freddo!” “Dai sveltiamo il passo e torniamo a casa!” “Ti va di fare due passi?” “Se non corri il rischio di diventare un merluzzo surgelato si!” “Abbracciami allora!” E Kai non se lo fece ripetere due volte. Le mise un braccio intorno alle spalle e la tirò a sé. Chiunque passando per quella strada lì vide, loro due abbracciati e con quel sorriso a metà strada tra la gioia più grande e un velo di tristezza, pensò che fossero la cosa più romantica che ci fosse in quella città in quel momento. Un pittore, di quelli di strada, lì fermò. Kai si tirò giù il berretto di lana per coprirsi dal freddo, Marzia si soffiò nelle mani, mentre quell’uomo chiedeva loro se poteva ritrarli. “Perché proprio noi?” chiese Marzia “Perché ispirate qualcosa di bello. Non so precisamente cosa… siete la felicità e la tristezza allo stesso tempo!” “Tristezza?” fece Marzia stranita “SI… siete felici e tristi insieme… è una cosa strana e affascinante… permettetemi di fare un ritratto!” “Ma fa freddo!” disse Marzia “Ci metterò poco!” Alla fine acconsentirono. “Che dobbiamo fare?” chiese Marzia. “Fai levare a lui il berretto e poi fate la cosa più naturale che vi viene!” Marzia disse a Kai si levarsi il cappello. Lui protestò un po’, ma alla fine le diede ascolto. Era imbarazzatissimo, come al solito quando nessuno gli spiegava come muoversi. I capelli corvini iniziarono a volare di qua e di là non appena si levò il cappello, e Marzia d’istinto si tirò sulle punte per cercare di sistemarglieli. La giacca di Marzia si sollevò leggermente scoprendole la schiena. Kai la abbracciò per ripararla dal freddo e le sorrise. Si guardarono negli occhi dimenticandosi che c’era qualcuno che li stesse ritraendo. Quando venti minuti dopo il pittore di strada finì rimasero senza parole. Erano loro, esattamente loro su quel pezzo di carta. Un’espressione strana ma bellissima. Tristi e felici. Cos’erano? Non lo sapevano, ma si amavano e quell’amore strano li faceva andare avanti senza che ci fossero risposte a tutti i loro interrogativi. “E’ stupendo!” disse Marzia Kai fissava il ritratto emozionato. “Mi permettete di tenerlo?” chiese l’uomo I due si guardarono, poi annuirono. Kai fece una foto con il cellulare e la salvò. Poi ringraziarono il pittore. Lui li guardò andare via abbracciati. Sorrise. Poi guardò il ritratto e sospirò pensando a chissà cosa. Due giorni dopo essersi visto con Nayla Taemin rientrò in caserma insieme a Minho. “Quindi come è andata?” gli chiese l’amico “Più che bene, direi!” rispose Taemin calmo “Cioè?” “Lei è carina, sono stato bene!” “Ma è meraviglioso!” “Già…” “Non ti vedo particolarmente entusiasta!” Taemin sospirò “Minho… ascolta. Non dico che non sono felice ma… voglio andarci coi piedi di piombo. L’ultima volta per essere stao avventato è finita malissimo!” “Non dirmi che stai ancora pensando a lei!” “E’ una ferita che non guarirà mai!” “Sei libero di farla guarire quando vuoi!” “Forse non voglio!” “Allora perché prendi in giro questa ragazza?” “Non la prendo in giro, ci sto provando davvero, ho bisogno di andare avanti!” “Ti prego Taemin, non la illudere…” “Non lo farò Minho. Credo che sia la persona che aspettavo quella che potrebbe dare un senso alle cose e …” “Potrebbe renderti felice?” “Forse si, Minho!” “Il forse non è un si!” “Non esistono certezze!” “Kai!” “SI!” “Tra 2 settimane è Natale, quando torni in Corea!” “Non ci torno in Corea!” “Come non ci torni?” “Il 5 dicembre inizio i corsi qui in Italia per l’accademia e poi i voli non sono stati ancora sbloccati!” “Ma… con chi passerai il Natale se io non ci sarò perché vado a casa dai miei!” “Da solo!” disse alzando le spalle “Ma è terribile!” disse Marzia allarmata “Perché? Quando tornerai staremo insieme!” “Ma no.!” “Come no?” “Intendevo che non posso lasciarti da solo!” “Ma smettila, vai dai tuoi starò bene.” “Non se ne parla… troveremo un’altra soluzione, che non contempli che tu rimanga solo o che io non veda i miei!” “E quale sarebbe?” chiese Kai curioso Marzia ci pensò su… “Bene… verrai a passare il Natale con me e la mia famiglia!” rispose alla fine KAi sgranò gli occhi “Cosa?” chiese scioccato “SI non vedo altra soluzione!” “Ma..ma… Marzia io… oddio no, mi vergogno!” “Piantala!” “Ma… ma… ma come la prenderanno!” Kai era nel panico “Gli dirò che sei un mio amico e basta… se dico che sei il mio ragazzo pianteranno un casino perché sono all’antica, un amico la prenderanno meno tragicamente!” “Ma non posso, loro hanno conosciuto Taemin io che c’entro.” “Cosa c’entra Taemin, ora?” chiese Marzia seria Non le piaceva quando le parlavano di Taemin. Era troppo doloroso. “Non lo so io…” “Kai tu sei tu e basta… che c’entra lui?? Verrai con me o ti ci porterò di forza!” Kai la guardò sconsolato. “Va bene, capo, come vuoi!” disse alla fine poco convinto “Bene, appena torniamo a casa lo dico ai miei!” “Oddio!” “Kai smettila.” Il telefono suonò in casa Marea quel lunedì pomeriggio. “Micheleeeeeeee!” urlò Eleonora che stava sistemando la stanza del figlio Il disordine era una stramba abitudine di famiglia “Che c’è?” gridò suo marito facendo capolino dal salotto dove stava leggendo il giornale. “Il telefonO!” “Manda Aurora!” “E’ su skype con quel Siwon!” disse “Oddio mio, perché le mie figlie si invaghiscono di Coreani che stanno dall’altra parte del mondo!” “Micheleeeeeeeeee!” “Si Eleonora, siiiiii” “E se e Marzia, per favore non nominarle Taemin… potrebbe starci male!” “SI Eleonora, lo so, quello che non so è come hanno fatto a mollarsi 1 settimana dopo che ce ne siamo andati!” “Ma che no so io, fatto sta che ci è rimasta malissimo, Dio solo sa come non è impazzita!” “Micheeeeeeeeee!” “Mammaaaaaaaa che vuoi non ti ci mettere anche tu!” “Il telefono!” urlò la vecchietta sbucando dalla cucina “Ho capito, mi sto alzando.!” Michele Marea mollò il giornale e si diresse al telefono. “Pronto!” disse “Papà, sono io!” “Marzia!” Michele ebbe un flash. L’ultima volta che Marzia lo aveva chiamato fuori dagli orari consueti, le aveva detto che stava con un Coreano. SI irrigidì. “Tesoro non ti sarai mica messa con paraguayano?” “Cosa papà?” “Nulla, cara, nulla. Dimmi come mai chiami?” “Ehm…ti devo dire una cosa!” “Aiha!” “Michele CHI è?” disse sua moglie raggiungendolo “Marzia!” “Oddio che è successo?” “Nulla Eleonora, nulla!” “Dimmi tesoro!” “Papà senti… tra un po’ è Natale, giusto?” “SI cara!” “Ecco… mi stavo chiedendo se…” “Eleonora non ti buttare addosso e tu mamma smettila di dire litanie a bassa voce!” disse Michele scollandosi di dosso moglie e madre “Papà?” “SI, Marzia, dimmi!” Ecco… mi stavo chiedendo se potesse venire qui da noi per Natale un mio amico!” disse Marzia tutto d’un fiato “Un tuo amico?” “SI!” “E chi è questo amico?” “E’… KAI!” “KAI?” “SI!” “E… KAi parla Italiano?” Michele iniziava a sudar freddo, mentre Eleonora e Leandra, sua madre, erano diventate bianche in volto. “Un pochino!” “E che lingua parla?” “Inglese e…” “Coreano?” “Esatto!” Michele si voltò verso la moglie e le madre “CI risiamo!” disse sconsolato “Cioè?” chiese Eleonora “Preparatevi, un altro occhio a mandorla sta per materializzarsi qui tra noi!”

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Capitolo 67
*** A MALI ESTREMI ***


“Papà!” disse Marzia dall’altro capo del telefono “Papà?” “Eh si Marzia, si!” “Sei vivo?” “Non per molto temo, se continui a darmi di queste notizie shock!” “Ma che notizia shock, non essere esagerato!” “Marzia è il secondo fidanzato coreano che ci presenti!” “Ma lui non è il mio fidanzato è un mio amico!” “E dove alloggerà questo tuo amico, di grazia?” Marzia ci pensò. Ovviamente da lei non poteva stare, dato che i suoi erano all’antica. Si fece un veloce resoconto mentale, poi l’illuminazione. Il padre di Claudia aveva un appartamento che aveva lasciato sfitto qualora uno dei due figli avesse deciso di tornare a casa. “”Ehm starà da Claudia, nell’appartamento del padre!” “Nell’appartamento di Gianluca?” “Si papà! Noi lo ospiteremo solo il giorno di Natale!” “Ma… Marzia sei sicura che non ci sia sotto dell’altro?” Marzia deglutì. Sudò freddo. “Ehm, no, papà!” “D’accordo! Quand’è così…” “Ok ora devo andare ciao!” e mise giù prima che suo padre potesse inventarsi qualche altra cosa da chiederle. “Michele che ha detto?” chiese Eleonora “Ma… è un suo amico, dormirà nell’appartamento di Gianluca!” “Del padre di Claudia?” “SI!” “Ma cosa ci fa in Italia sotto vacanze un Coreano con nostra figlia?” “Non lo so, lei dice che è un suo amico ma non me la bevo!” “Indaga, allora, Michele!” “Eh si, come no! Sempre io! Poi ci scopre e il muso lo tiene a me!” “Non era un invito Michele, indaga!” La nonna guardò entrambi. Poi buttò lo straccio che aveva in mano a terra. “Questa nipote è maledetta, occhi a mandorla!” ricominciò a urlare “Dio mi salvi!” disse Michele scoraggiato “Che hanno detto i tuoi?” chiese Kai “Che va bene!” rispose Marzia “Davvero?” “SI!” “Non hanno fatto storie!” “NO!” “Quindi dormiremo insieme?” “Ehm… non credo!” “Cioè?” “Starai in un appartamento. E’ di Claudia, io verrò a trovarti! E la vigilia di Natale ceni con noi!” “Con con la tua famiglia?” “Si!” “Non ce la posso fare!” “Dai Kai…” “Ma gli hai detto di noi!” “Non ancora. Lo farò con calma… devono ancora riprendersi dalla fine della storia con Taemin!” “Tu… tu credi che ce la faranno ad accettarmi?” “Kai non ti manca nulla!” disse accarezzandogli il viso “Per loro l’importante è che io sia felice ed io con te sono felice!” Quel lunedì era di visite. Taemin aspettava le sue in piedi, con la divisa pulita e i capelli appena rasati. “Tae!” disse Nayla correndo e buttandogli le braccia al collo. Lui sorrise. Poi la abbracciò un po’ incerto. “Ti ho portato queste!” disse lei porgendogli un pacchetto “Cosa sono?” “Biscotti, li ho fatti per te!” “Oh, grazie mille, non dovevi!” “Invece si! Assaggiali e poi dimmi se sono buoni!” “Lo farò!” “Senti!” disse poi abbassando lo sguardo “Come sei stato l’altra sera?” gli chiese “Intendi dire quando siamo usciti?” “SI!” “Beh… bene!” rispose “ti ho visto un po’ rigido…” “Mi dispiace Nayla. Non sono stato del tutto sincero con te. Ho una storia finita male da poco alle spalle e ancora non mi sono del tutto ripreso.” “Oh!” Nayla lo fissò un po’ dispiaciuta “Lei chi è?” chiese “E’ una ragazza europea che conobbi in Italia. Poi quando è venuta qui a Seoul la storia, paradossalmente è finita!” “Perché?” Taemin guardò Nayla con aria contrariata e lei subito si pentì di quella domanda. “Perché sono stato stupido e avventato!” rispose Taemin freddamente “Capisco…” Le lesse in viso che era rimasta male. “Ma ora è passato!” si affrettò a rispondere “Lei non è qui e io… beh io voglio andare avanti!” Nayla lo guardò “DOv’è lei?” gli chiese “In Italia!” “E’ sola?” Anche quella domanda era fuori luogo, ma Taemin cercò di non perdere la pazienza. Respirò. Poteva farcela, doveva. “Sta con un altro!” “Oh…” “Sta con Kai!” “Kai, quel Kai?” “Lo conosci?” “SI! Ha spezzato il cuore ad una decine di mie amiche!” “Bene, ora non sta più spezzando il cuore a nessuno. Vive in Italia con lei, stanno insieme.” “Deve essere una tipa molto speciale se è riuscita a metterlo a posto!” Taemin ci pensò. Marzia era molto più che speciale. Era straordinaria. “SI, decisamente!” rispose “E la pensi ancora?” “A volte!” “Quindi io?” “Tu cosa?” “Io cosa sono il passatempo di qualche giorno?” “Nayla siamo usciti solo una volta!” “Se vuoi possiamo smetterla se non ce la fai a non pensarla!” Taemin ci pensò. Poteva scegliere se continuare a logorarsi l’animo e pensare a Marzia o andare avanti,a costo di dire qualche bugia. E a mali estremi scelse il rimedio più estremo. “Io voglio iniziare questa storia con te Nayla, e sono sicuro che provandoci andrà bene!” Nayla allargò le labbra in un enorme sorriso, poi lo baciò sulle labbra per tanto tempo. Taemin si sentì uno stronzo. Le aveva detto una bugia, ma aveva bisogno di qualcosa che lo tenesse a galla evitando che affondasse in quel mare di ricordi e di nostalgia. “Marzia!” “Si Kai!” Lo guardò mentre stava seduto su un muretto vicino alla fontana. Aveva un’aria bella, felice. Lo trovò stupendo. “Io credo che dovremmo iniziare a fare qualche progetto!” Marzia lo guardò. “Che tipo di progetto?” “Progetti per il futuro!” “Hai solo 20 anni!” “Sono un’età più che matura per fare progetti!” “Non credi sia presto?” “No! Se poi non ti senti pronta tu è un altro discorso!” Si chiese se si sentisse pronta o no. CI pensò. “Un progetto che vorresti fare qual è?” “Non lo so, non c’è fretta. Mi stavo solo chiedendo se per te ci fosse la vaga possibilità di pensarti in un futuro con me!” Marzia piegò la testa di lato e lo osservò curiosa. Aveva il viso serio. Stava facendo sul serio, il serial killer dei sentimenti di Seoul, il bello e dannato le stava chiedendo di costruirsi un futuro insieme. Pensò per un attimo a Taemin, ai loro progetti che non si erano mai realizzati. Poi pensò che non era colpa sua e che doveva guardare avanti e davanti a lei c’era un ragazzo meraviglioso che l’amava e si stava mettendo in gioco senza paura. “SI Kai, credo di si!” rispose sorridendo “Bene… allora posso dire che sei la mia ecco come dite? Fidanzata?” “Decisamente si e sai che ti dico? Lo diremo anche ai miei appena avrò il coraggio di farlo!” “Oh…” Kai rimase stupito “Dici sul serio?” “SI!” “Oddio, sono emozionato!” “Se vuoi puoi anche non dirlo ai tuoi, Kai!” “I miei già lo sanno!” “Glielo hai detto?” “Gli ho detto che sono innamorato di te!” “E quando?” “Tanti mesi fa quando per te ero solo un ragazzo ribelle, sfacciato, e rovina coppie!” “Già da allora tu…” “Già da allora, Marzia, tu per me eri tutto, e nemmeno te ne eri resa conto!”

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Capitolo 68
*** ALLA RICERCA DI ***


Jinki non si era mai rassegnato all’idea che suo fratello fosse stato spedito a fare la leva pur non avendone ancora l’età. Nonostante i problemi che stava avendo con Celeste, la sua attenzione era equamente divisa tra il bambino che la sua ragazza si portava in grembo e il tentativo di scoprire chi avesse combinato quel guaio a Taemin. Ma da solo non ce la faceva più. Ai suoi non poteva chiedere aiuto erano fin troppo preoccupati per Tae, scossi dalle due storie finite di Siwon e Taemin e preoccupati per il fatto che Celeste se ne fosse andata di casa. Decise così di chiedere aiuto a chi meno si sarebbe aspettato. L’agenzia investigativa Kim sorgeva poco distante dal centro di Seoul. Il Signor Kim Sung In la gestiva insieme al maggiore dei suoi tre figli maschi, prima che un tragico incidente se lo portasse via. Il più piccolo aveva appena pochi anni e non poteva aiutarlo mentre il secondo aveva scelto di intraprendere la carriera dell’artista. Il signor Kim avrebbe tanto voluto che suo figlio Kai prendesse in considerazione di intraprendere la stessa sua carriera, ma quello non ne aveva voluto sapere. Ed ora si trovava addirittura all’altro capo del mondo. Sospirò proprio nell’istante in cui la porta della sua agenzia si aprì. Un ragazzo sui 25 anni gli si materializzò davanti. Aveva un’aria familiare. “Signor Kim?” fece Jinki “In persona!” rispose lui “E lei è…” “Lee Jin Ki!” “Il fratello di Lee Tae Min?” “Esattamente!” “Cosa ti porta qui?” Jinki era rigido, a tutti avrebbe voluto chiedere aiuto, tranne al padre del ragazzo che aveva rovinato la vita a Taemin. Ma Kim era il migliore nel suo lavoro e nessuno meglio di lui poteva farlo venire a capo di quel mistero. “Mio fratello ha ricevuto una cartolina precetto e…” “So tutto!” “Sa tutto?” “SI!” “E come fa?” “Sono un investigatore e poi le notizie girano!” “A…” “In cosa posso esserti utile?” “Sarò chiaro… voglio che lei scopra chi c’è dietro a questa storia e sono disposto anche a pagarla bene!” “Jinki…” “SI!” “Come sta tuo fratello?” “Cosa c’entra questo?” “Sono un padre anch’io e conosco Taemin perché lui e mio figlio Kai erano amici!” “Ha detto bene, erano! Suo figlio non ha la fama di chi si comporta bene!” “Ha i suoi difetti ma non è un cattivo ragazzo!” “Dipende dai punti di vista!” “Lo detesti vero?” “Se le dico di si rifiuta il caso?” “Lo detesti?” “Si lo detesto” “E’ umano anche lui… e gli umani si fanno trasportare dai sentimenti, dalle passioni. Ha mollato tutto ed è andato a cercarla… ora inizierà a studiare danza in Italia, non torna nemmeno per le vacanze di Natale.” “Cosa?” chiese Jinki incredulo “Kai si è innamorato e mi dispiace che lei fosse la fidanzata di tuo fratello…” “Non riuscirà a farmi stare simpatico suo figlio accampando giustificazioni!” “Non voglio fartelo stare simpatico, voglio solo farti capire che il suo è un sentimento sincero!” “Era un sentimento sincero anche quello che legava Taemin e Marzia!” “forse non era abbastanza forte.” Jinki respirò per non rispondere male. Poi tornò a concentrarsi. “Non sono venuto qui per dialogare. Mi dica solo se accetta il caso o no!” “Lo accetto Jinki, lo accetto!” “Bene e allora si metta a lavoro, di quello che fa suo figlio a me non importa assolutamente nulla!” Il campanello di casa suonò. Celeste avanzò a fatica e aprì la porta. “Heechul!” disse. Ormai lo sapeva che era lui. Andava a farle visita spesso. Erano passate due settimane e lui era diventata una presenza fissa. Era premuroso. La riempiva di attenzioni e si preoccupava per lei. “Buon pomeriggio! Come andiamo?” chiese “Beh, mi gonfio sempre di più…” “Quanto manca?” “Beh siamo a novembre, quindi 4 mesi!” “Dai… sei a metà percorso!” “Già! Vuoi entrare?” “In realtà volevo portarti fuori!” “Fuori dove?” “Non lo so… a fare due passi!” Era la prima volta che glielo chiedeva. “Oddio mi farebbe piacere ma mi sento davvero molto stanca!” “mmm come non detto!” “Però domani mattina se non hai da lavorare potremmo andare un po’ in giro. Sai la mattina ho più forze!” “Guarda caso domani ho il giorno di riposo!” “Beh allora domani è perfetto!” “Bene ora vado e….” “Non entri?” Celeste si stupì lei stessa di avergli fatto quella domanda. “Beh… non so magari stavi riposando… hai detto di essere stanca!” “Ma… se ti fermi un minuto non succede niente!” Heechul alzò le spalle ed entrò. Celeste chiuse la porta e respirò. Qualcosa non stava andando nella direzione giusta: le sue emozioni. Era tarda sera. Erano stati ad una festa ed erano appena tornati. Elettra si era persa Letizia per strada durante la serata. L’avevano ritrovata in un angolo appartato del locale a baciarsi D.O, il suo compagno di scuola. A tutti era stato chiaro che se non avesse rivisto Jjong prima o poi, quella storia sarebbe crollata. Si erano messi insieme da troppo poco per poter pensare di reggere, così solo sulla base di due tre telefonate al giorno, che per giunta stentavano anche ad arrivare da parte di lui. Era evidente che qualcosa non andava. Ed era evidente che a Letizia avere qualcuno vicino che la facesse sentire bene, facesse piacere. Elettra, dal canto suo, dopo aver in un primo momento ostacolato quella storia si era arresa. Capiva che Letizia aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino e così la lasciava fare. Tornò a casa quella sera, lasciando per la prima volta sua sorella da sola con un ragazzo e pregò che non le accadesse nulla. Claudia rientrò a casa insieme a Marzia e Kai. Si sentiva un po’ il paralume della situazione. Quei due sotto l’ombrello stavano dando vita ad una specie di rito pre-tanto ora finiamo a letto e ci diamo dentro; come amava definirlo Claudia. Un bacio, un altro bacio, un’occhiata infuocata, una risata, mano nella mano. E lei sbuffava senza farsi vedere, sola sotto il suo ombrello firmato. Quando arrivarono a casa non aspettò nemmeno che quei due chiudessero l’ombrello, schizzò dentro e si chiuse in camera. Marzia e Kai ovviamente conclusero la serata in modo diverso. “E’ bello farlo mentre fuori piove!” disse Marzia, mentre Kai si muoveva lentamente, perché quella sera era capitato che fossero dolci e meno irruenti del solito. “E perché!” disse lui con il respiro leggermente affannato “Perché mi sento al sicuro, la pioggia, i tuoni mi spaventano!” “A me piace la pioggia!” “Allora esci fuori!” scherzò Marzia “Mi piaci più tu!” “Allora rimani dentro!” “Tutta la notte?” “Ma cosa hai capito!” “Quello che hai detto!” ridacchiò Kai “Stupido!” “Non mi lasci mai rimanere dentro, sei davvero crudele!” “Ti ricordo che se succede qualcosa, dopo nove mesi di stenti toccano a me!” “Ma se uso la protezione!” “E metti che si rompe!” “Ci sto attento e comunque va bene, capo, vedrò di fare come mi dici!” “Ti pesa così tanto?” “In realtà non mi pesa per nulla, era giusto una curiosità, che mi toglierò il giorno che decideremo di avere un bambino!” Marzia si fermò e lo fissò. “Che hai detto?” chiese “Scoprirò l’effetto di rimanere dentro il giorno in cui decideremo di avere un bambino!” “Tu vuoi un bambino da me?” “Mica ora, in futuro!” “Cioè tu davvero vuoi una vita con me, o stai scherzando?” “Credevo che fosse ovvio!” “Io… io non…” “Ti ho spaventata?” Ora anche Kai si era fermato. Fare l’amore e parlare di cose serie contemporaneamente non era proprio la cosa più facile del mondo. “Ma no Kai, anzi. E’ solo che non pensavo tu guardassi così avantI!” “Ho attraversato mezzo mondo per te, e questo non solo per venire a letto con te qualche volta. Penso di averti fatto capire in mille modi che ti amo e che voglio una vita con te!” “Ma questo è il pensiero che hai ora a vent’anni di qui a qualche tempo potresti cambiare idea!” “Io non credo proprio!” “come fai ad essere così sicuro?” “Perché ti amo! Ero alla ricerca di qualcosa che cambiasse la mia vita, che la migliorasse e ho trovato te… e ora non ho bisogno di nient’altro. Hai colmato enormi vuoti, mi hai stravolto in meglio e davvero credimi se ti dico che non voglio altro che te!” “Quindi…” “Quindi se un domani, o anche domani dovessimo svegliarci con il pensiero di sposarci, di avere un bambino, di avere una famiglia, fidati Marzia che io sarei pronto… perché io per te sono pronto a tutto!”

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Capitolo 69
*** STRANI MOMENTI ***


“Marzia sono in ritardo, non ce la faccio a passare da casa mia a riprendermi i vestiti per andare a lezione!” disse Kai quel lunedì mattina “Accidenti ma non hai lasciato nulla qui?” gli chiese Marzia “Temo di no!” “Kai, cavolo, sei iper distratto! Potresti portarti i vestiti per andare a lezione se ti fermi qui!” “E lo so… ma mi sono dimenticato, fare avanti e indietro da casa mia è tragico!” “Ascoltate!” disse Claudia comparendo “Cosa c’è?” domandò Marzia “Voi due è più di un mese, quasi, che state insieme, anzi no appiccicati, anzi no inchiodati a letto a fare…” “Si va avanti!” disse Marzia seccata “Dico… insomma. Kai potresti venire a vivere qui!” “Che cosa?” dissero in coro Kai e Marzia “Ormai vivete insieme se ci pensate bene. Se non è Kai qui sei tu da lui, Marzia. E in più mi dicevate che il riscaldamento nel B&B di Kai non va benissimo! E comunque prendere una stanza qui gli costerebbe molto meno!” “Di grazia dove si dovrebbe sistemare?” chiese Marzia “Sei tonta? Abbiamo un armadio enorme nel corridoio e per dormire dormirebbe con te, già lo fate ora! E poi sarebbe anche comodo per le spese, da dividere in 3!” Marzia e Kai si guardarono a lungo in silenzio. Il discorso di Claudia non faceva una piega, ma era una scelta impegnativa, e Kai aveva solo 20 anni. Forse una convivenza era troppo. Sorprendentemente Kai rispose tutt’altra cosa. “Per ma va bene!” Marzia lo guardò incredula “Kai?” chiese “Per ma va bene, Marzia, già conviviamo ora se ci pensi bene. L’unica cosa che mi chiedo è se per te vada bene. So che sei abituata ad avere i tuoi spazi e magari avermi sempre intorno non ti fa bene!” “ASCOLTATE!” intervenne di nuovo Claudia “In effetti non mi va di vedervi ridotti come due pensionati vissuti, te che fai a maglia e lui che guarda i porno perché tu non gliela dai più a causa della routine…” “Claudia!” disse Marzia “E’ la verità… quindi io so che un nostro collega sta lasciando una stanza in una casa qua vicino! Il coinquilino non c’è quasi mai, quindi alla fine, Kai avresti una casa tutta per te!” “Chi sarebbe questo nostro collega?” chiese Marzia “Manfredi Dattilo!” “Come mai lascia casa?” “Lo hanno preso a Milano a lavorare, ma questo non è rilevante. Sta in casa con un tizio fidanzato che sta spesso dalla ragazza, e di giorno lavora fuori Roma!” “Kai che ne pensi?” gli chiese Marzia “Dov’è questa casa?” domandò il ragazzo “Qui… sulla via parallela!” “potrebbe essere una buona soluzione!” disse Kai Quel pomeriggio stesso Kai portò le sue cose nel nuovo appartamento. Salutò quella stanza dove era rimasto per più di un mese e giurò a se stesso che se la sarebbe portata sempre nel cuore, soprattutto per quello che aveva vissuto con Marzia. Era la sua seconda libera uscita. Taemin trovò Nayla ad aspettarlo al cancello. “Eccoti!” disse lei buttandogli le braccia al collo. Lui sorrise e le diede un bacio. “Ho la casa assolutamente libera, i miei non ci sono!” disse lei Taemin le sorrise. Aveva fretta lei, lui un po’ meno. Aveva il terrore di quel momento. Dopo che aveva amato così tanto Marzia, temeva che non sarebbe riuscito a stare bene con nessun’altra. Ma non poteva portarsi dietro quella paura per sempre e del resto anche il fisico iniziava a risentirne. Salutò Minho, poi seguì Nayla. Mentre camminavano lei lo prese per mano. A Taemin quel gesto diede un po’ fastidio. Stava andando tutto troppo in fretta. Troppo veloce per il suo cuore che portava ancora le ferite di una storia, che portava ancora un solo nome: Marzia. Arrivarono a casa di Nayla e lei non gli diede nemmeno il tempo di potersi rifiutare. Lo baciò sulle labbra in un modo così appassionato che a Taemin per un momento si confusero i pensieri e le sensazioni. Poi le mani di Nayla iniziarono a muoversi sul suo corpo con sicurezza e lì Taemin capì che non avrebbe potuto opporre resistenza a lungo. Le levò i vestiti anche con una certa fretta. Lei fece lo stesso. Poi finirono su un grande letto, e Taemin, in un momento di lucidità si chiese se quel letto fosse di Nayla o dei suoi. Nell’istante stesso in cui entrò dentro di lei, per un attimo gli parve di vedere Marzia davanti a lui. Rimase immobile e sconvolto per qualche secondo. Poi lei lo abbracciò e riprese a muoversi anche per lui. Più tardi quando si ritrovarono distesi e coi sensi appagati lei tornò a parlare. “Mi sei sembrato piuttosto assente!” gli disse “Io?” chiese Taemin, che fissava il soffitto, con le braccia incrociate dietro la testa e l’aria assente “Si… siamo io e te qui!” “No è solo che…. Beh non c’ero più abituato!” “Da quanto?” “Da un po’!” “C’entra qualcuna altra?” “Non è il momento di parlarne!” Taemin stava tornando a infastidirsi “Non usarmi Taemin!” disse ad un tratto Nayla Taemin si girò a guardarla “Non lo sto facendo!” mentì “Se pensi che io debba coprire il vuoto di un’altra vattene da qui!” Taemin la guardò. Fu sul punto di alzarsi e andarsene. Poi ci ripensò. Aveva bisogno di lei, aveva bisogno di lei per salvarsi da quell’abisso in cui era sprofondato. Con molta fatica la abbracciò. Era una ragazza, bella, solare, e lo voleva. Ma non era Marzia. Non aveva il suo sorriso, il suo profumo, i suoi occhi, il suo carattere. Ma nessuna sarebbe mai stata Marzia e Marzia non sarebbe mai tornata da lui. Si addormentò stretto a quel corpo di sconosciuta ed ebbe gli incubi… o forse era un sogno così impossibile da sembrare un incubo… Era lei, lì su quella spiaggia dove l’aveva portata. Con i suoi capelli al vento e i suoi occhi. Poi spariva non appena lui si avvicinava. Tae si svegliò e per poco non lo assalì il pianto. Del resto, pensò, era solo colpa sua se l’aveva persa. 18 dicembre “Marzia!” “Avvocato!” disse Marzia balzando in piedi. Il suo capo andava a farle visita di rado, e ogni volta era per sgridarla. “Stai seduta, non c’è bisogno che salti!” Marzia si mise seduta. Temeva il suo capo in maniera oltremodo comica. “Ascolta mi hanno detto dalla cancelleria della Corte di Cassazione che un paio di mesi fa circa un ragazzo asiatico ha consegnato dei documenti per il nostro studio, ne sai nulla’” Marzia trasalì. Solo allora le venne in mente che quel giorno aveva spedito Kai al suo posto a depositare gli atti. “NO!” disse cercando di apparire convicente. Il suo capo era una persona buona ma era meglio evitare di dirgli certe cose. “mmm ok, devono aver preso un abbaglio! Senti vattene a casa, è il 18 di dicembre e se non sbaglio tra qualche ora hai anche il treno per tornare dalla tua famiglia!” “SI… ma… l’avvocato Valdesi potrebbe aver bisogno e…” “No… mi ha autorizzato a lasciarti andare, i tuoi capi a Natale sono più buoni, come tutti del resto! Vai e divertiti. Ci vediamo a gennaio!” Marzia prese le sue cose salutò ed uscì felice per quella liberazione anticipata. Una volta fuori afferrò il telefono e chiamò Kai. Mezz’ora dopo lo trovò ad aspettarla con le valigie pronte davanti a casa. “Pronto?” gli chiese “Non troppo!” “Dai andrà bene!” “Ho il panico!” “Forza!” “Glielo dirai che stiamo insieme!” “Certo, mi pare ovvio, ma magari non subito… non voglio che gli prenda un colpo!” “La prenderanno così male?” “Ma no, al massimo a mio padre verrà un’altra paresi facciale, mia madre l’esaurimento nervoso e mia nonna la pazzia contagiosa, nulla che non abbiano già passato!” “reggerò il confronto?” “Il confronto con chi?” “Con Taemin!” “Kai… non esistono confronti esistiamo io e te, l’unica realtà che conta!” Seoul… Celeste si svegliò. Si ritrovò poggiata con la testa sul petto di quel ragazzo fino a qualche giorno prima sconosciuto. Guardò Heechul che dormiva sereno seduto sul divano. Si erano addormentati dopo l’ennesimo pomeriggio passato insieme. Non sapeva più cosa provava. Ma ogni volta che lo vedeva il suo cuore faceva le capriole e anche il suo stomaco. Cercò di alzarsi senza svegliarlo. Ma il movimento risultò più brusco di quanto lei volesse e lui aprì gli occhi. “Scusami!” disse levando subito il braccio dalle sue spalle “Non volevo io… non voglio che pensi male di me!” disse per giustificarsi “Tranquillo, non sto pensando male!” disse Celeste sorridendo “E cosa pensi?” disse lui fissandola negli occhi “Non lo so. Tu cosa pensi?” “Al momento sostituirei il pensiero con un gesto!” “Quale?” “Non so se sia giusto e…” “Quale gesto?” Heechul si avvicinò, un po’ incerto. Le scostò i capelli dal viso e la baciò dolcemente sulle labbra. Poi si staccò e tornò a guardarla. Celeste rimase lì a fissarlo a sua volta. Non capiva più nulla. Non capiva cosa voleva. Non capiva chi voleva. In fondo, forse non aveva mai capito nulla.

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Capitolo 70
*** PRESENTAZIONI ***


“Celeste non volevo scioccarti!” disse Heechul, notando che lei non diceva niente “Non mi hai scioccata, sono io che sono confusa” rispose lei “Confusa per cosa?” “Io aspetto un bambino da Jinki, e ora io e lui non siamo insieme e sono qui con te e quando mi hai baciata ecco…” “SI…” “Ho desiderato che tu lo facessi ancora!” Heechul la guardò e le sorrise “E questo è un male?” le chiese “Heechul aspetto un bambino da un altro ragazzo e…” “Per me non è la fine del mondo. Mi piaci un sacco e quando ti ho conosciuta ho messo in conto il fatto che fossi incinta di un altro!” “E tu saresti disposto ad accettarlo?” “Ho 31 anni Celeste, sono un uomo ormai, e so prendermi le mie responsabilità!” “Ma sono una persona che porta dietro un mare di problemi che nemmeno ti immagini!” “Io ti solo chiedendo di provarci… un passo alla volta. Quando sei entrata quel giorno in agenzia non lo so ma… mi hai folgorato e… passa tutto in secondo piano perché mi piaci e sento che potrebbe essere una pazzia non provarci!” “E se la pazzia fosse provarci?” “Beh allora sbaglieremo insieme!” Celeste lo guardò. Era uno di quei classici momenti in cui non sapeva che pesci prendere. “Era una vita che non viaggiavo in treno!” disse Kai “Non ti piace?” gli domandò Marzia “Si che mi piace, ma è tutto molto più lento!” “Eh… pazienta… manca solo un’oretta.” “E poi subirai l’inquisizione della famiglia di Marzia!” intervenne Claudia “Ma stai un po’ zitta!” ribattè la sua amica Esattamente un’ora dopo il treno arrivò a destinazione. “Calabria!” disse Kai “Oh l’hai pronunciato bene!” “già…” Camminarono trascinandosi le valigie per un po’. L’aria era fresca, e c’era un vento leggero. Dieci minuti dopo arrivarono tutti e tre davanti a casa di Marzia. La ragazza suonò il campanello. “Oddio mio Marzia!” urlò sua sorella aprendo la porta. “Aurora!” disse buttandole le braccia al collo. “Cos’è sto trambusto!” disse Eleonora raggiungendo la figlia all’ingresso “Ciao mamma!” disse Marzia “Ossignore Marzia, ma sei in anticipo!” disse Eleonora stupita “Ma no mamma, solo di un’oretta!” “Micheleeeeeeeeee tua figlia è qui!” urlò “Oh Marzia sei tornata!” disse suo padre correndole incontro Dopo dieci minuti abbondanti si resero conto della presenza di altre due persone. “Ciao Claudia!” disse Eleonora Poi guardò Kai. Lo guardò bene. Kai guardò lei, sostenendone lo sguardo, nonostante fosse molto timido. Eleonora notò il viso perfetto, i lineamenti armoniosi, i capelli corvini e lo sguardo sveglio. “E lui è…” “Kai!” disse il ragazzo inchinandosi “Kai eh…” fece Eleonora fissando Marzia con aria sospettosa Michele ancora non parlava. “Piacere Kai, io sono Eleonora la mamma di Marzia!” “Piacere mio signora.” “Chi sei esattamente, Kai?” chiese Michele fissandolo Kai arrossì. Si stava sentendo leggermente in imbarazzo In suo aiuto intervenne Claudia “Perché non entriamo? Fa un freddo qui!” “Oddio, che maleducati che siamo!” la assecondò Aurora. “Prego entrate. Nonna, Mauro, c’è Marzia.” “Sorella!” disse Mauro andandole incontro e subito arrestandosi alla vista di Kai “Oh… abbiamo ospiti!” fece stranito “Lui è…” “Kai! Un amico di Marzia!” rispose Kai prontamente “Un amico… un amico…” disse Mauro grattandosi il mento “mmm… bene… immagino tu sia coreano!” “Esattamente, di Seoul!” “E quando vi siete conosciuti tu e Marzia?” “Mauro, ma cos’è? La santa inquisizione?” disse Aurora “no facevo solo delle domande per…” “Risparmiati le domande per dopo e va a fare il caffè!” “Non darmi ordini!” “Vai, ora!” disse Aurora “Stronza” borbottò Mauro e filò in cucina Di lì a poco comparve la nonna “Che è sto baccano?” chiese strascicando i piedi “Oddio mio, oddio mio, occhio a mandorla di nuovo!”urlò non appena vide Kai Quello ebbe un sussulto per la paura Marzia guardò Claudia sconsolata. “Nonna lui è Kai, un mio amico!” disse poi “Ka cosa?” “Kai, nonna, Kai!” “Ma non si chiamava Tae?” Attimi di imbarazzo. “Mamma, quello era il vecchio ragazzo di Marzia!” disse Michele “E questo qui mo chi è?” chiese la nonna stranita “E’ un suo amico!” “Amico? Mo si chiamano così?” “Mamma sii discreta!” le sussurrò Michele in un orecchio mentre Kai diventava sempre più paonazzo. “Vedi di non sfornare qualche figlio mandorlo!” disse la nonna, giusto per essere discreta, e sparì imprecando dietro la porta. Marzia si mise le mani nei capelli disperata. “Bene, Kai, quanto ti fermi?” chiese Eleonora “Il tempo che si fermano Marzia e Claudia, poi torneremo insieme!” “Alloggerà nella casa di mio padre!” aggiunse Caludia “Oh bene, quella casa è molto confortevole!” disse Eleonora. “Beh, allora è il caso che lo accompagniamo lì!” intervenne Marzia “SI… ma tornate tutti e tre per cena, la nonna ha preparato una gran quantità di cose da mangiare!” “Kai va bene?” gli chiese Marzia Kai la guardò… ci pensò su. Alla fine fece di sì con la testa. I tre ragazzi uscirono e in poco tempo arrivarono a casa del padre di Claudia. “Come mai tuo padre ha questo appartamento?” chiese Kai “In realtà sarebbe mio e di mio fratello, ma dato che non ci vogliamo stare lo tiene così vuoto o lo affitta. Ora sei fortunato, perché non c’è nessuno.” Claudia infilò la chiave nella toppa e aprì la porta. Uno spettacolo magnifico si parò loro davanti. Un grande e confortevole appartamento, luminoso e raffinato. “Bene. Qui c’è la cucina, qui il salotto, lì il bagno e… di là la camera da letto che credo sarà la stanza che userete di più!” disse Claudia andando di qua e di là. Marzia scosse la testa sconsolata. “IO ti lascio le chiavi Kai, i miei non ci sono, sono via e torneranno poco prima del 25, ma anche per allora stai tranquillo perché non verranno a romperti le scatole. Buon divertimento, usate la vasca idromassaggio e non fate troppi figli in mia assenza, ci vediamo stasera!” E detto ciò sparì fuori di casa. “E’ pazza!” fece Marzia, mentre Kai si guardava intorno “Questo posto è bellissimo!” disse Kai “Già, avere i soldi fa comodo!” confermò Marzia “I tuoi non mi sono sembrati entusiasti!” disse poi Kai “Tranquillo, fanno sempre così, vedrai che andrà bene!” “Lo spero!” “Ne sono certa!” Poi Kai si avvicinò e la abbracciò. “Avrò difficoltà a starti troppo lontano!” le disse “A chi lo dici, ma almeno fino a Natale voglio che stiano calmi, non mi va di affrontare l’inquisizione spagnola subito!” “Concordo!” Le sue mani iniziarono a scivolare sul petto di Marzia, mentre con le labbra morbide cominciò a baciarle il collo. “Che fai?” gli chiese Marzia ridendo “Niente!” rispose Kai sorridendo a sua volta “Kai non cominciamo però, sennò così non ne usciamo più!” “Ma dai non c’è nessuno e chissà quando potremmo stare un po’ soli in questi giorni!” “Come devo fare con te?” “Baciami e basta!” Marzia si voltò e iniziò a baciarlo su quelle labbra perfette. Con molta velocità le mani di Kai le fecero volare via i vestiti di dosso e altrettanto velocemente fece lei con quelli di lui. Finirono sul letto stretti e desiderosi di andare fino in fondo, come erano soliti fare quando gli prendevano di quei momenti. “Kai..” “Eh…” “Prendilo!” “Cosa?” “Il profilattico!” “Cavolo…” “Che c’è?” “Non ne ho, credo di non essermeli proprio portati dietro!” “Ma come…” “Me li sono dimenticati!” “Mi sa che allora ci dobbiamo rinunciare!” “Ma…” “Kai io non posso rischiare… vedi che è successo a Celeste!” “Ma ci sto attento!” “Kai non si sa mai… e potremmo non starci tanto attenti considerato come ci comportiamo in quei momenti. Non abbiamo la testa sulle spalle!” “Hai ragione… forse è meglio non rischiare… anche perché non so fino a che punto riuscirei a contenermi!” Kai fece per alzarsi. “Dove vai?” gli chiese Marzia “Mi rivesto!” non era né arrabbiato né deluso. Appena appena un pochino col magone per quell’eccitazione che non era potuta esplodere fino alla fine Marzia lo afferrò per un polso “Che fai?” “Il fatto che non possiamo farlo non vuol dire che non possiamo fare altro!” disse lei fissandolo con aria maliziosa Kai sorrise. Marzia lo tirò a sé e riprese a baciarlo. Poi si chinò su di lui e quello che successe dopo, anche se non era proprio quello che si erano immaginati, fece comunque perdere loro la testa. “Michele!” fece Eleonora “SI!” “Credi che quello sia il nuovo ragazzo di Marzia?” “Ha detto che è un amico!” “Non so, si guardavano in modo strano, qualcosa non mi convince!” “Amico o altro ancora non sappiamo nulla. Studiamo la situazione e poi traiamone le conclusioni. “Credi che a Marzia sia partito il cervello?” “Eleonora hai una figlia che ha passato gran parte delle sue giornate sui libri, si è laureata in anticipo e ha pure trovato un mezzo lavoro, lascia che si conceda qualche svago, non è un robot!” “Non ci ha mai detto perché è finita con Tae.” “Sarà un tasto dolente!” “Ma credi sia giusto che si lanci subito con un altro ragazzo?” “Eleonora ha detto che è un amico e comunque anche se fosse il ragazzo non possiamo dirle nulla finchè non ci dice che intenzioni ha e le cose come stanno!” “Che peccato con Taemin… si amavano così tanto!” “Evidentemente non abbastanza… è la sua vita… lasciamogliela vivere, almeno finchè non si fa del male…”

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Capitolo 71
*** ARIA DI FESTA ***


Il telefono di Celeste squillò nell’istante in cui avrebbe dovuto rispondere qualcosa a Heechul “Jinki!” lesse sullo schermo “Scusami!” disse a Heechul, alzandosi per andare a parlare con Onew; non le sembrava il caso di affrontare un conversazione davanti a lui. “Pronto!” disse “Celeste, sono io!” disse Onew “Lo so che sei tu!” “Bene, sono felice che tu abbia ancora il mio numero!” “Non dire idiozie!” “Senti smettiamola con questi convenevoli!” il tono di Jinki era aspro “Domani hai la visita da medico e io non posso accompagnarti!” “Come non puoi?” Celeste si sentì un tuffo allo stomaco. Erano sempre andati insieme ovunque “Non posso ho da fare!” “E io come faccio?” “Ti fai accompagnare dal tuo nuovo amico!” questa volta la voce di Jinki era tesa e arrabbiata “Onew, per favore, non dire idiozie io…” “Celeste ho da fare, sto cercando di tirare fuori mio fratello dai guai, prima che ci lasci la pelle…” “Io aspetto un bambino da te!” “E stai certa che questo bambino avrà tutte le mie cure e il mio affetto…” Celeste si soffermò sulle parole di Jinki. Aveva parlato solo del bambino e non di lei. “Onew…” “Devo andare. Fammi sapere cosa ti dice il medico!” Nemmeno il tempo di poter ribattere che mise giù. Fu allora che Celeste si sentì abbandonata davvero da quello che era il suo ragazzo. Quel Natale si prospettava più strano del solito un po’ per tutti. Marzia e Kai lo avrebbero passato insieme con la famiglia di lei, e di conseguenza la famiglia Kim, avrebbe avuto un membro in meno a tavola quel 24 dicembre. Taemin avrebbe festeggiato il Natale in famiglia, compresi Onew e Siwon e poi avrebbe trascorso il resto della serata con i suoi amici. Nayla si era lamentata per il fatto che non si sarebbero visti, così Taemin aveva deciso di portarsela dietro. Sarebbe stata la prima volta che avrebbe portato una ragazza con lui e i suoi amici dopo Marzia. Letizia e Jjong si erano lasciati qualche settimana prima. Non se lo erano detti apertamente, ma ormai le cose avevano preso una piega tale per cui non c’era bisogno di dirsi nulla. Lui sarebbe stato di nuovo libero su piazza, e lei dopo la cena si sarebbe vista con D.O. Anche Elettra e key stavano vivendo un periodo turbolento, ma era dovuto più alla distanza che ad altro. I voli da e verso Seul venivano bloccati e sbloccati in continuazione e non si riusciva a capire quando e come prenotare. Claudia dal canto suo sperava ogni giorno che qualcosa cambiasse e Minho si facesse vivo. Non era a conoscenza di quello che lui e Taemin stavano passando. Minho del resto, la pensava giorno e notte, ma aveva rinunciato a chiamarla. Anche quando Taemin aveva raccolto i suoi gettoni e glieli aveva ceduti per spronarlo a chiamarla si era rifiutato. Non sapeva cosa dirle. Quella mattina del 24 dicembre un aereo fortunato atterrò da Seoul. Tre ragazzi scesero e si sgranchirono le gambe sul suolo romano. “Mi pare un miracolo essere arrivati qua sani e salvi!” disse Luhan “A chi lo dici, non pensavo ce l’avremmo fatta!” ribattè Lay “Che poi, cavolo, spiegaci perché siamo arrivati fino a qui!” “Ragazzi ve l’ho spiegato, Kai ha bisogno di noi e poi io devo salutare una persona!” ribattè il terzo ragazzo “Diciamo che siamo venuti qui fondamentalmente per il secondo motivo, considerato che Kai non è a Roma!” disse Luhan “Nemmeno lei è a Roma!” ribattè il terzo ragazzo “Ehm… e dov’è?” “A casa sua!” “E come la troviamo?” “Semplice ci andiamo!” “Ma quanto dista da qui?” “Sono 4 ore di treno!” “Ma sei pazzo?” “Niente affatto!” “Giuro solennemente che ti ammazzo prima o poi!” “Sta buono Lay. Vedere il tuo amico Kai farà bene anche a te!” “Mi chiedo perché ti sia portato dietro me e non Chanyeol!” “Perché tu sei mio fratello LuHan perché Chanyeol non poteva pagarsi il viaggio!” “Forse ti sarebbe stato più d’aiuto!” “Smettila di chiacchierare e sbrigati! Abbiamo il treno tra mezz’ora!” “Sei sicuro di voler venire con me?” chiese Celeste a Heechul “Certo che sono sicuro, non ti manderei da sola per nessuna ragione al mondo!” “Ma non devi sentirti in dovere!” “Per me è solo un gran piacere Celeste!” !Quando Heechul aveva saputo che Celeste sarebbe andata da sola a fare quella visita si era impuntato per accompagnarla. Avevano finito così per andare insieme dal medico proprio quella vigilia di Natale, ripromettendosi poi di passare la serata insieme, perché a Heechul non andava di lasciare Celeste da sola e visto che Jinki non si era fatto vivo, con molta probabilità non aveva piacere di averla quella sera a casa sua come ospite. Chissà cosa pensavano i suoi genitori. Celeste cercò di scacciare via i brutti pensieri dalla testa, soprattutto quando l’infermiera li invitò a entrare. Il medico li squadrò mentre si accomodavano. Celeste tirò un sospiro di sollievo, notando che era diverso dal solito dottore che aveva ricevuto spesso lei e Onew. Il dottore spiegò che il titolare era partito e che lo avrebbe sostituito lui. Visitò Celeste. Durante la visita Heechul le teneva la mano e seguiva attentamente ogni mossa e ogni parola “del medico. “Questa femminuccia cresce bene. Lei è debole, signorina, ma se si riguarda questa gravidanza la porterà a termine senza problemi. E ora una domanda!” “Mi dica!” “I suoi ormoni come stanno?” Celeste arrossì per quella domanda a bruciapelo. “in… in che senso?” chiese “Le sue attività sessuali sono regolari, nonostante la gravidanza?” fece il dottore guardando prima lei e poi Heechul. Avvamparono entrambi. Celeste si sentiva scoppiare di vergogna; tutto si aspettava tranne quella domanda. Poi pensò che era da un po’ che non lo faceva. “Signora?” “SI!” “Allora?” “Come mai questa domanda?” “Beh è importante anche che lei sappia che da qui a qualche tempo dovrà smetterla con l’attività sessuale per il bene del bambino,q uindi le consiglio di approfittarne ora con le dovute cautele!” “AH….” “Questo vale anche per suo marito!” disse indicando Heechul “Lui… lui… non è mio marito!” “Va bene, per il suo compagno. E’ bene che non corriate rischi dopo un po’. Quindi se avete necessità fatelo ora, già alla prossima visita potrebbe non esserci più il tempo né il modo!” Si alzarono da quella sedia con le gambe che tremavano. Una volta fuori dallo studio del ginecologo furono incapaci di dirsi anche solo una parola. “Kai cosa c’è? Perché ti stai agitando?” chiese Marzia mentre lo aiutava a sistemarsi la camicia “Marzia mi vergogno, cioè cosa gli dico ai tuoi, alla tua famiglia!” rispose lui impanicato “Ma ti vuoi rilassare? C’è anche Claudia. Andrà tutto bene!” “Ma…ma… ma se poi …. Boh non gli piaccio?” “Oh Cielo Kai, smettila! Finisci di prepararti io vado prima che mi vengano a cercare!” “Ok…” “Ricordi la strada per arrivare fino a casa mia?” “SI!” “CI vediamo alle 9 e non far tardi va bene?” disse poi stampandogli un bacio sulle labbra Kai ne approfittò per far proseguire quel bacio un po’ più a lungo. “Kai non li hai ancora presi vero?” chiese Marzia con le labbra incollate alle sue “Ehm…no, non so proprio dove andare a prenderli!” rispose lui “Cioè questo vuol dire che ci devo pensare io?” “Non ho detto questo… però se mi dici dove andarli a prendere ci vado subito!” “Meglio di no, vestiti. Mi farò aiutare da Claudia che ne sa sempre una più del diavolo!” “Ti voglio!” Kai sparò quella richiesta all’improvviso fissandola con insistenza “Kai… è tardi!” Marzia non sapeva se ridere o arrabbiarsi. “E’ tre giorn uffa…” “Kai sono tre giorni non 3 anni!” “Si ma tu sei troppo bella… e più ti guardo e più…” “Kai vestiti a dopo!” disse Marzia ridendo e scompigliandogli i capelli. “Stronza!” ridacchiò Ka mostrandole la lingua “muoviti!” gli disse Marzia scomparendo dietro la porta Il telefono di Claudia squillò. Quando lesse il nome sul display per poco non le venne un colpo. “Baekhyun!” rispose incerta “Hai ancora il mio numero!” disse il ragazzo allegro Claudia ebbe un flash di quella loro breve storia a Seoul. Erano stati pochi giorni ma intensi. SI chiese come mai la stesse chiamando “Certo che ho il tuo numero!” disse “Benissimo! Non ci speravo! Ascolta io sono in Italia!” “Che cosa sei tu?” chiese Claudia stravolta “SI sono in Italia con degli amici!” “EH?” “Ho letto dal tuo facebook che sei in Calabria e noi tra un’oretta dovremmo essere lì!” “Che cosa?” “La pianti di urlarmi nelle orecchie? Siamo venuti a trovare Kai. Non te lo avevo mai detto ma siamo molto amici quindi per non fargli passare il Natale da solo siamo venuti fin qui!” “Ma quindi hanno sbloccato i voli?” “Un semplice colpo di fortuna. Staremo meno di una settimana, dopo si torna a casa prima di rimanere bloccati! Ti va se ci vediamo?” “Certo che mi va!” “Molto bene! Allora ti chiamo appena arriviamo!” Situazione inverosimile ma vera. Claudia si passò una mano tra i capelli agitata. Poi prese il telefono e compose il numero di Marzia. “Che c’è?” rispose quella “Di ai tuoi di aggiungere tre posti a tavola!” “Perché?” “E’ appena arrivato Baekhyun con due suoi amici!” “Che cosa?” “SI! A quanto pare sono amici di Kai!” “Ma Kai lo sa?” “No gli stanno facendo una sorpresa!” “Questo vuol dire che avremo 4 coreani in casa!” Marzia iniziava a sudare freddo “Temo di si!” “Mi ammazzeranno!” “Fatti forza!” “Fammi l’in bocca al lupo!” “Ti sono vicina!”

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Capitolo 72
*** BUON NATALE ***


“Mamma!” “SI Marzia!” “potresti aggiungere tre posti a tavola?” Eleonora si voltò e guardò sua figlia “Come dici, scusa?” “Si dico, potresti aggiungere tre posti?” “Per quale motivo?” “Claudia sta portando degli amici!” Marzia l’aveva presa alla larga per cercare di non far prendere un colpo a sua madre “Cioè non solo Claudia sta venendo a passare la vigilia qui, invece che con la sua famiglia, ma si porta pure gli amici?” intervenne Michele sbucando dalla cucina “Papà lo sai che si scanna con i suoi…” “Ormai è stata adottata da questa famiglia!” intervenne Mauro, il fratello di Marzia “Si ma chi sono queste persone che sta portando in casa nostra?” chiese Eleonora “Ehm… amici!” rispose Marzia “Uomini?” chiese Michele “Si tre ragazzi!” “E come si chiamano, li conosciamo?” “No, non li conoscete!” “Sono persone normali o disagiati?” “Papà…” “Sulle vostre ultime compagnie avrei di che dire e…” “Papà non la Vigilia di Natale!” “Senti ma quel Kai è un tuo amico o è un tuo fidanzato!” “E’ un mio amico!” “Secondo me è un friend with benefit!” intervenne Mauro Marzia trasalì. “Un friend che?” chiese Michele “Un amico per il sesso!” “Mauro!” urlò Marzia “Santa madre, è vero?” chiese Eleonora allarmata “Ma mamma, lo stai pure a sentire?” “Non lo so…” Il suono del campanello interruppe la loro discussione. Michele andò ad aprire. “Buonasera!” disse Kai in un Italiano stentato inchinandosi A Michele per poco non venne un colpo. “Ciao!” disse “Entra” Kai ringraziò di nuovo ed entrò in casa. Marzia non appena lo vide gli sorrise. Lui, tutto impacciato salutò prima Eleonora e poi Mauro. Marzia gli fece l’occhiolino. Lui allargo le labbra in un largo sorriso, quantomeno per farsi coraggio. La stazione era poco affollata quel giorno. Claudia attendeva con pazienza che il treno da Roma arrivasse. Quando dal megafono diedero l’annuncio, si sentì un po’ emozionata. Cinque minuti dopo vide in lontananza la sagoma del treno. Poi l’immagine sfuocata divenne nitida e alla fine il treno si fermo davanti a lei. I passeggeri iniziarono a scendere e lei a curiosare tra i passanti per trovarlo. Fu lui a trovarla. Le posò una mano sulla spalla. Lei si voltò. “Baekhyun!” disse Lui sorrise e la abbracciò. La strinse forte, in fondo, nonostante tutto non aveva mai smesso di avere un debole per lei. “Come stai?” le chiese “Bene e tu?” “Non c’è male. Lascia che ti presenti i miei amici. Loro sono Luhan, mio fratello, e Lay!” Claudia allungò la mano al primo, folti capelli biondicci e occhi fin troppo grande per essere orientale. Poi salutò il secondo, un ragazzo magro, con un cespuglio di capelli marroni. “Vogliamo avviarci?” “Con molto piacere!” Taemin fissava a turno Minho, Key, Onew e Jjong. Poi il resto della compagnia. Stranamente si annoiava. Nayla gli si era attaccata e non lo mollava per nessun motivo. Non avrebbe resistito a lungo. La sua pazienza tra Key ubriaco, Jjong alla ricerca di donne, Minho in preda alla depressione, il fratello tormentato dalle pene d’amore e quella ragazza che gli si era incollata stava per volgere al termine. FU allora che la pensò. Si ricordò che una delle prime cose a cui aveva pensato quando aveva conosciuto Marzia, era come sarebbe stato passare il Natale con lei. Gli venne quasi da piangere. Ma si trattenne. Non era il caso. Il campanello suonò proprio nel momento in cui Michele stava per lanciare l’ennesima imprecazione contro i ritardatari. Questa volta ad andare ad aprire fu la nonna di Marzia. “Buona sera!” disse Claudia, al cui fianco c’erano da un lato Baekhyun e dall’altro LuHan. Dietro spuntava la testa di Lay. La nonna sgranò gli occhi terrorizzata e chiuse loro la porta in faccia senza dire una parola. “Mamma chi era?” chiese Michele Leandra per tutta risposta corse in cucina. “Hanno suonato al campanello o no?” domandò Eleonora “SI ma la nonna ha chiuso la porta!” disse Marzia Il campanello suonò di nuovo. “Vado io!” fece Michele “Sera signor Marea!” disse Claudia Michele sgranò a suo volta gli occhi “Sera Claudia… chi… chi…” Michele balbettava “Loro sono Baekhyun, LuHan e Lay!” disse Claudia I tre salutarono con un ciao sgangherato e un mezzo inchino. Kai riconobbe voci a lui familiari. Scattò in piedi d’istinto e raggiunse la porta. Quando se li trovò davanti per poco non gli venne un colpo. “Cosa cavolo ci fate qui?” chiese loro in Coreano, felice e stupito allo stesso tempo “CI mancavi, abbiamo preso il primo volo sbloccato!” disse LuHan Si abbracciarono e iniziarono a salutarsi felici e a parlare in Coreano sotto gli occhi di un attonito Michele. Il resto della famiglia accorse in sala da pranzo. Trovandosi davanti una troupe di Coreani per poco non prese un colpo a tutti. “Occhi a mandorla!” ulrò la nonna senza preavviso iniziando a correre per la casa. Marzia roteò gli occhi. Dopo aver calmato la nonna, e fatto le presentazioni si sedettero tutti a tavola. Senza volerlo LuhHan iniziò a fissare Marzia con insistenza. Un po’ per curiosità un po’ perché voleva capire in che genere di rapporto ci fosse con Kai. Kai se ne accorse, ma non capendo il motivo per cui il suo amico fissava la ragazza iniziò a infastidirsi. Oltre a questo problema vi era quello della comunicazione. I ragazzi non spiccicavano una sola parola di Italiano e il resto dei commensali eccezione fatta per Marzia e Claudia, conosceva poco l’Inglese. Il dramma arrivo quando Lay iniziò ad avere difficoltà con coltella e forchetta, facendo volare il cibo di qua e di là nel tentativo di tagliarlo. Alcuni risero, gli altri si guardarono con aria perplessa. Poi la collana di Baekhyun si impigliò nel centro tavola, lui non se ne accorse e quando fece per alzarsi si portò appresso mezzo servizio di piatti rovesciandolo per terra. Kai provava ogni poco ad allungare le mani verso Marzia da sotto il tavolo, ma puntualmente l’occhio di Michele cadeva su di lui, e quello per paura la smetteva. Marzia pregò che quell’incubo finisse presto. Aveva voglia di stare sola con Kai senza tutto quel caos intorno. Taemin si alzò. Uscì fuori dal locale. “Dove vai?” gli chiese Nayla “A prendere un po’ d’aria!” rispose lui con il tono di quello che non voleva essere raggiunto Una volta fuori respirò a pieni polmoni. Avrebbe voluto che lei fosse con lui. Allora sarebbe stato tutto diverso. La immaginò felice tra le braccia di Kai e una fitta gli attraversò lo stomaco. “Scriva un pensiero!” la voce di un bambino lo riportò alla realtà Si voltò. Un ragazzino di 12 anni con in mano una scatola gli stava porgendo un biglietto. “Come hai detto”? chiese Taemin “Signore scriva un pensiero e lo metta qui dentro!” ripetè quello “E perché mai?” “E’ la notte dei desideri” “E da quando?” “Da oggi!” “E cosa devo scrivere?” “Quello che desideri!” Taemin un po’ incerto prese il foglietto e la matita. SI poggiò ad un muro e scrisse la prima cosa che gli venne in mente “Mi manchi… cancellerei tutto il male che ti ho fatto e tornerei a quel giorno in cui per caso ho incrociato il tuo sguardo e tu mi hai sorriso... perché se tu fossi qui oggi, si, sarebbe un giorno di festa… Buon Natale amore, ovunque tu sia… ti auguro di essere felice e spero di poterti riabbracciare un giorno… Taemin”

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Capitolo 73
*** CAPODANNO DI FUOCO ***


LuHan, Lay e Baekhyun non parlavano una sola sillaba di Italiano. LuHan e Lay avevano una conoscenza molto stentata dell’Inglese. La conversazione quel 25 sera non stava andando molto bene. Lay ignorava l’uso della forchetta e la guardava come se fosse il demonio. Aveva chiesto a Kai di dire loro se potevano dargli delle bacchette, ma Kai si era rifiutato di riferire quel messaggio, dicendogli semplicemente che non avevano bacchette lì e accompagnando il tutto con uno sguardo assassino. LuHan continuava inspiegabilmente a fissare Marzia come se fosse un extra terrestra e Kai si stava imbizzarrendo. Baekhyun dal canto suo fissava Claudia immobile come un baccalà e il cibo nel piatto gli si stava freddando. I genitori di Marzia guardavano attoniti quello strano spettacolo interrogandosi sulla sanità mentale della figlia e delle sue amiche, che si circondavano di gente strampalata. Mauro e Aurora ridacchiavano sotto i baffi, mentre la nonna faceva avanti e indietro dalla cucina borbottando occhi a mandorla in gran quantità e battendosi colpi in testa. Due ore dopo la tortura ebbe fine. Marzia stava per uscire per accompagnare Kai quando sua madre la bloccò. “Dove credi di andare?” le chiese “Accompagno loro insieme a Claudia e torno!” “ti do dieci minuti, il tempo che ci vuole ad arrivare a casa di Claudia se non sei tornata tra dieci minuti ti vengo a cercare!” “Ma mamma non ho 5 anni!” “Marzia dieci minuti!” Marzia realizzò in quel momento che sua madre non si era bevuta la storia dell’amico Kai, ma sospettava che il ragazzo fosse qualcosa di più; ma siccome era rigida all’ennesima potenza e aveva mal digerito la fine della storia con Taemin, dopo tutto l’ambaradan del viaggio a Seoul, ora stava cercando di arginare quel cuore pazzo della figlia. “Rimani con me stasera?” le chiese Kai “Non posso, mi madre mi ha dato dieci minuti di tempo per tornare a casa!” “Cavolo!” “Già!” “Questo vuol dire che ci vedremo domani…” “Si, tanto hai compagnia no?” “Baekhyun temo lo perderemo, gli altri due si, rimangono con me!” “Ok…” “Ma io volevo te!” disse abbracciandola “Non posso Kai, davvero, troveremo un modo!” “Va bene… Non resta che augurarti la buona notte, allora!” Marzia sorrise. Kai fece lo stesso e le stampò un bacio sulle labbra. Dato che si stavano attardando troppo su quel bacio, LuHan li interruppe. “Ha solo dieci minuti, Kai!” gli disse Kai si voltò e lo fulminò con lo sguardo “Vado!” disse Marzia; e salutati gli altri tornò a casa. “Mi spieghi che problemi hai?” chiese Kai ad LuHan una volta che se ne fu andata. “Che genere di problemi?” chiese l’amico “E’ tutta la sera che la guardi!” “Guardare chi!” “Lei!” “Kai mi auguro tu stia scherzando!” “No, sono serio. Ho notato che la guardi!” “Kai se la guardavo era perché mi incuriosiva ma non perché mi piaccia, perché è una realtà nuova, stavo cercando di capire cosa ti piacesse di lei, le sue particolarità… sai che sono un tipo curioso!” “Non mi sembra una valida ragione per puntarle gli occhi addosso!” “Kai, smettila. Non è che perché tu andavi in giro a rubare le donne alla gente, tutti quanti fanno lo stesso!” LuHan disse quelle parole senza stizza. Kai pensò che avesse ragione. Era la persona più schietta e in buona fede del mondo e lui si stava facendo prendere dalle paranoie. “Che succede qui?” chiese Lay intervenendo nella discussione “Kai ha la luna storta, vaneggia! Crede che gli voglia fregare la ragazza!” Lay si girò verso Kai “Ti sei impazzito? Noi tre siamo amici da una vita, come diavolo ti viene in mente!” Kai fissò a turno i suoi amici. “Non lo so…” rispose “Kai che problema c’è, insomma, non ti ho mai visto così…” “Non lo so Lay… ho paura di perderla!” “Ma perché?” “Questa storia è bella ma mi sembra instabile, come se mancasse qualcosa, come se non tutto fosse al suo posto e questo fosse solo un equilibrio apparente destinato a sfasciarsi presto!” “Ma che discorsi fai? Cioè siete qui, siete insieme, lei ti ama e tu ami lei, il problema dov’è?” “Il problema sono i miei sensi di colpa per averla strappata ad un altro!” Kai, finalmente confessò la sua ossessione più grande “Kai per quanto tu sia stato stronzo in passato e questa, sai, non è una novità, per quello che è successo tra Marzia e Taemin tu non hai colpa!” disse LuHan “Lui l’ha mollata senza nemmeno porsi il problema che forse le cose non erano andate come sembrava! Lei ha scelto te e basta… è stata lei a volerti, poteva dirti no e non lo ha fatto.” “Non lo so, ho sbagliato troppo in passato e l’ho sempre superata. Ma ora, ora che sono innamorato, i sensi di colpa mi divorano!” “Kai è la tua storia con Marzia, Taemin non c’è… non è più tra voi… smetti di pensarci e goditi questa cosa…” “Scusate l’interruzione!” disse Lay I due si voltarono “Che c’è”? chiese LuHan “Baekhyun e Claudia sono spariti!” 31 gennaio… “Mi raccomando Marzia, non combinate casini tu e quella mandria di squilibrati!” disse Michele a sua figlia quella sera… “Papà stai sereno… andrà tutto bene!” Si erano organizzati tutti insieme lei, Claudia, Kai, Baekhyun, Lay e LuHan per andare a trascorrere Capodanno. Avrebbero cenato a casa di Claudia, dove in quel momento alloggiavano Kai e gli altri e poi sarebbero andati a ballare. Michele ed Eleonora avevano acconsentito contro voglia… però alla fine avevano ceduto, considerato che volevano evitarsi un’altra serata imbarazzante. Cucinarono tutti insieme, o meglio, ci provarono, considerato che Kai, LuHan e LaY non sapevano sbattere manco un uovo. Baekhyun, invece, se la cavava benone. Claudia lo aiutava. Dalla sera di Natale non si erano scollati un secondo. Marzia aveva appreso che avevano finito col farlo a casa di Claudia, dato che i suoi erano rincasati tardi e che Baekhyun la mattina seguente era sgattaiolato via, tipo ladro, perdendo nella fuga pure un profilattico che Claudia, per miracolo, aveva ritrovato prima che i suoi potessero vederlo. “A proposito di profilattici!” le disse Marzia quella sera “Dimmi!” fece Claudia drizzando le orecchie “Ne hai?” “Si che ne ho!” “Me ne presti qualcuno?” “Uau… più di uno? Grande sorella!” “Dai!” “Ok, va bene… ma come mai me li chiedi solo ora?” “Non siamo riusciti a comprarli!” “Cioè lo avete fatto tutti questi giorni senza niente?” “No!” “E allora come avete fatto?” “Claudia, no, nel senso che non lo abbiamo fatto?” “Cioè siete da 8 giorni attaccati e non state facendo niente?” “Niente!” “Niente di niente?” “Niente di niente!” “Oddio, ma perché?” “I miei mi stanno addosso!” “Cavolo… ascolta li ho di là… me ne sono avanzati un paio, poi Baekhyun dovrebbe avere i suoi!” “Ma senti, com’è che te la fai con lui? Non dirmi che ha rispolverato la vecchia fiamma?” “No, continuo a pensare a Minho, ma le mie ovaie hanno bisogno di sfogarsi!” “Sei sempre la solita. Lui ti adora, non è giusto fare così, e lo sai!” “Abbiamo messo le cose in chiaro… Lui voleva salutarmi e avevano bisogno di controllare che Kai non impazzisse qui da solo, per questo sono venuti!” “Sono dei tipi simpatici!” “Già…” La cena volò via in un lampo e subito fu il momento di andare a ballare. Si misero tutti in tiro e uscirono di casa. Raggiunsero il locale poco dopo. Claudia e Baekhyun si persero quasi subito. “Ti pareva!” commentò Marzia seccata “Sei stupenda!” le disse Kai abbracciandola. Marzia sorrise “Se stasera non lo facciamo giuro che impazzisco!” le sussurrò lui all’orecchio Marzia rise “Non che così non mi stia bene, ma… averti vicino e non poterti sfiorare mi sta facendo perdere la testa!” “Kai!” Il ragazzo si interruppe e si voltò “LuHan!” “Ascolta Lay ha difficoltà a ordinare da bere, non so per quale motivo, puoi venire a darci una mano? Credo non lo capiscano al bancone!” “E’ inutile andare in due, rimani con lei io vado a vedere che succede!” “Va bene!” Kai si allontanò e lasciò Marzia in compagnia di LuHan Una volta arrivato al bancone una tizia lo abbordò e gli si incollò con fare esplicito. Marzia stava tentando di dialogare in qualche modo con LuHan quando si accorse di quello che stava succedendo. Kai rideva e basta, ma il fatto che non stesse evitando del tutto la tizia la urtò profondamente. Si indispettì e, causa anche qualche cocktail di troppo afferrò LuHan per un polso e lo trascinò al centro della pista. “Che fai?” le chiese LuHan in un Inglese stentato “Balliamo!” disse Marzia “Magari non così attaccati!” le disse quello sorridendo “E perché?” “Beh non è bene… sei la ragazza di Kai!” “Tranquillo, non succede niente!” disse avvicinando un po’ troppo la faccia a quella del ragazzo LuHan fiutò il pericolo e provò ad allontanarsi, con scarsi risultati Kai si voltò e davanti a quella scena smise improvvisamente di ridere e mollò la tizia e LaY lì dov’erano. Si avviò a grandi passi al centro della pista, raggiungendo Marzia e il suo amico. “Beh che succede?” chiese nervoso “Niente!” disse LuHan alzando le mani “Come niente?” disse Marzia afferrandogli le mani e piazzandole quasi sul suo fondo schiena “Cosa diavolo fai?” le chiese Kai “Io? Cosa diavolo fai tu che sei da mezz’ora a fare il gallo con quella tizia!” disse Marzia acida “Ma quale gallo? E’ la barista e stavamo ridendo dell’Inglese pessimo di Lay” “Beh continua a fare quello che stavi facendo allora!” “Marzia smettila!” “No!” “Marzia!” Un boato percorse la sala mentre sull’orologio scattava la mezzanotte. Iniziarono a fioccare gli auguri di buon anno. In quel mentre Marzia guardò LuHan e all’improvviso gli stampò un bacio sulle labbra. “Buon anno LuHan!” gli disse poi staccandosi LuHan rimase paralizzato, semi sconvolto. Kai sgranò gli occhi e divenne rosso in viso. La afferrò per un polso con decisione e se la trascinò dietro fuori dal locale. “Lasciami!” disse Marzia “Non ci penso nemmeno!” disse lui Arrivarono sul retro del locale. Entrambi avevano bevuto troppo e non ragionavano molto “Mollami!” disse marzia “Ti sei bevuta il cervello?” urlò Kai “SI esattamente come te lo sei bevuto tu!” rispose lei tentando di liberarsi Lottarono per un po’, poi Kai la afferrò per le spalle e la sbattè al muro Si fermarono ansimanti fissandosi come due belve inferocite. Gli occhi neri di Kai non mollavano quelli verdi di Marzia nemmeno per un secondo… Poi inspiegabilmente iniziarono a baciarsi come mai avevano fatto prima. Kai infilò la mano sotto il vestito di Marzia, mentre con l’altra la teneva ferma al muro. Baci arroventati… che tranciavano il respiro. Arrivarono a stento a casa di Claudia. Non c’era nessuno. Kai le strappò i vestiti di dosso e lei fece lo stesso. Iniziò a baciarle le labbra, il collo, ad accarezzarle i capelli. Le sfilò il reggiseno e iniziò prima a baciarle e poi a morderle il seno. Respiravano a stento, faceva caldo anche se era inverno. Kai fece scivolare la mano fin dentro gli slip della ragazza… Marzia si trattenne dal non urlare per quelle sensazioni che iniziano ad impossessarsi di lei. Finirono sul pavimento freddo… “Li hai?” chiese Kai a Marzia Marzia si ricordò che Claudia aveva detto di avere i profilattici nel cruscotto della macchina… N on li aveva presi… non pensava che la serata sarebbe finita così presto “Non li ho presi!” rispose Kai si sentì letteralmente scoppiare, non ce la faceva proprio a pensare di doversi fermare di nuovo. Provò ad alzarsi ma Marzia lo trattenne “Che succede?” le chiese lui “Vai avanti!” disse Marzia fissandolo “Ma non abbiamo….” “Prova a controllarti!” “Non posso… cioè non so se sono in grado io… io con te impazzisco quindi no preferisco fermarmi e…” KAi non finì la frase perché Marzia riprese a baciarlo e lo tirò a sé. Lo voleva troppo e non le andava di fermarsi. Allargò le gambe per fargli posto e quando lo sentì entrare le girò la testa. Stare così vicini per tutti quei giorni senza mai potersi sfiorare era stato per loro più potente di un afrodisiaco. Ancora lei dovette appellarsi a tutta la forza che aveva per non urlare… Le loro labbra, i loro sguardi, si cercavano e quando si trovavano era come scoprire un mondo nuovo di emozioni. Andarono avanti per molto poi, miracolosamente Kai riuscì ad uscire da lei appena in tempo. Riuscirono a trascinarsi a stento sul letto, ansimando come dopo una lotta all’ultimo respiro. Nessuno ebbe la forza per un po’ di tempo di andare verso l’altro. Kai allungò una mano verso Marzia, e lei gliela strinse con la sua. Si addormentarono così per una mezz’ora. Poi Kai si svegliò e si alzò. Qualche minuto dopo si svegliò anche Marzia, convinta che stesse piovendo. Non vedendo Kai si mise a cercarlo per la casa. Vide una luce tenue provenire dal bagno. Aprì la porta e fu immersa dall’odore dolce di candele profumate che lui aveva sparso in giro. Il rumore d’acqua che sentiva non era pioggia, ma quello della vasca a idromassaggio di Claudia, che lui aveva riempito. “Sorpresa!” le disse sorridendo Marzia lo abbracciò. Lui le accarezzò la testa. “Mi spiace!” gli sussurrò Marzia “Non ho ancora capito perché hai dato un bacio al mio amico!” “Perché mi è venuto un attacco di gelosia!” “Immotivato!” “Lo so!” “Perché sei gelosa?” “Perché ci tengo a te… a noi!” “Non è un buon motivo per fare quella scenata!” “Kai io ti amo, e ho paura di rimanere senza di te!” Kai non seppe cosa rispondere, perché paradossalmente lui aveva le sue stesse paure. La capì… e la perdonò… “Non accadrà Marzia!” disse dolcemente Poi si infilarono insieme in quel mare di bolle di sapone e iniziarono a farsi la guerra con gli schizzi come due bambini, ridendo e scherzando. Ripresero a farlo poco tempo dopo cullati da quell’acqua calda e profumata. Si staccarono, appena il tempo di sciacquarsi via il sapone. Ancora bagnati caddero sul letto e continuarono ad amarsi quasi come a recuperare tutto il tempo che avevano perso. Le teste di entrambi giravano, le labbra di Kai viaggiavano tranquille su tutto il corpo di lei, senza trascurarne nemmeno un centimetro. Si fermano sul suo seno giocandoci, mentre lei ad ogni suo movimento perdeva il respiro. Kai le accarezzava il viso con le mani, le mordeva le labbra. Poi fu lei a finire su di lui, e tante altre volte si ritrovarono in modi diversi, senza perdere mai la voglia, senza stancarsi. Poi Kai tornò padrone della situazione. Le allargò le gambe con delicatezza e i movimenti che all’inizio erano lenti, iniziarono a essere più decisi. I cuori di entrambi sembravano voler uscire dai loro petti. Era un momento così intenso che mantenere il controllo di se stessi non era la cosa più facile. Ma Kai si stava sforzando per lei, non avrebbe mai voluto metterla in una situazione spiacevole. Stava quasi per fermarsi come già aveva fatto altre volte quella sera quando lei lo strinse forte a sé. “Marzia… ti prego lasciami… O qua succede un guaio!” disse lui con l’ultimo fiato che aveva in gola “Per favore, rimani!” gli sussurrò lei all’orecchio Tutte le volte era stato bello quella sera, ma ogni volta lei si era sempre interrotta a metà non appena lui era stato costretto a ritirarsi da lei. “Non posso…” disse Kai “Puoi!” “Ne sei sicura?” Marzia non era molto in grado di ragionare e del resto era la prima volta che si trovava di fronte a quella situazione; ma lo desiderava troppo, desiderava quel ragazzo come si desiderano poche cose nella vita e tentando un rapido calcolo mentale aveva escluso che quello potesse essere un giorno “a rischio”. Mettendo da parte incoscientemente tutte le sue ansie lo fissò… “SI, ne sono sicura!” gli rispose poi Kai, che nemmeno ragionava molto in quel momento, riprese a baciarla con foga e muoversi con più intensità. Fu un attimo: arrivarono a provare quella sensazione di delirio e di piacere così forte nello stesso momento, insieme. Urlarono entrambi nello stesso tempo, incapaci di contenersi. Kai le strinse forte le mani e lei fece lo stesso. Passato quell’attimo leva respiro si guardarono negli occhi, ansimando. Kai si avvicinò alle sue labbra la baciò; era ancora dentro di lei In quell’istante stesso, realizzarono ciò che era accaduto.

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Capitolo 74
*** FATTI E MISFATTI ***


ì Taemin guardò Nayla. Avevano passato la notte di Natale insieme e anche quella di Capodanno. Insomma, ormai erano una coppia a tutti gli effetti. Lo aveva anche detto ai suoi… l’avevano presa abbastanza bene, più che altro perché tra una disgrazia e un’altra almeno qualcosa di buono era venuto fuori. Così Nayla aveva fatto l’ingresso quella mattina del primo gennaio nella famiglia LEE. Era stata accolta abbastanza bene, anche se poi il signor Lee avrebbe detto a Taemin qualche ora dopo che preferiva di gran lunga Marzia, andando a riaprire una ferita che si stava faticosamente richiudendo. L’ultima volta che Taemin aveva pensato intensamente a Marzia era stato la notte di Natale quando aveva scritto quel biglietto. Dopo, quasi come a volere chiudere definitivamente col passato, si era sforzato di non pensarla più e di concentrarsi sulla ragazza che aveva accanto. E aveva deciso che la soluzione migliore per andare avanti era presentarla alla sua famiglia. Quello più perplesso di tutti era Jinki, che in mezzo a tutti i suoi guai pensava che il fratello stesse commettendo un grave errore. Proprio quel primo gennaio Jinki uscì di casa dopo pranzo e incontrò il padre di Kai. “Eccoti qua Jinki!” lo salutò “Salve signor Kim!” “Cosa mi racconti?” “In realtà è lei che mi dovrebbe raccontare qualcosa!” “Mi piaci ragazzo, vai subito al sodo, un po’ come mio figlio che non si perde in chiacchiere!” “Lo so bene!” “Non avercela con lui, è stronzo, ma è un gran bravo ragazzo!” “Se lo dice lei… a proposito, come si trova in Italia?” si era trattenuto fino all’ultimo con quella domanda, ma poi la curiosità aveva avuto la meglio. “SI trova bene. Ha iniziato l’ultimo anno di accademia lì. Poi credo abbia una fidanzata da quelle parti…” “SI, la ragazza che ha fregato a mio fratello!” “Ah…” “Quindi suo figlio rimarrà in Italia?” “Non lo so questo, Jinki… ma è probabile di si…” “Si sposeranno?” di nuovo si pentì di quella domanda “Non lo so… Kai è molto giovane e noi ancora non abbiamo conosciuto questa ragazza!” “Capisco…” “Non ci pensare!” “Già… mi dica ha scoperto qualcosa?” “Si.. ho indagato a lungo e non è stato facile!” “Sputi il rospo!” “Hai idea di chi sia tale Tren Park?” Gli occhi di Jinki si sgranarono “Si è la ex fidanzata di mio fratello!” rispose “Ho fatto analizzare la firma apposta su quella richiesta di arruolamento… è risultato che era stata apposta da una donna…” “Come siete risaliti a lei?” “Non è stato troppo difficile… aveva uno zio nell’esercito, deve aver usato chissà quale conoscenza. Sapevo che Park era stata prossima alle nozze con tuo fratello Siwon. Quando ho letto tra gli elenchi dei vecchi militari il cognome Tren tutto mi è stato più chiaro. Abbiamo fatto analizzare la sua di firma, le abbiamo confrontate e i dettagli combaciavano! Tuo fratello è stato incastrato da Tren Park. Queste secondo me le dinamiche: ha preso una cartolina da quelle di suo zio, ha scribacchiato due righe e ha ricalcato la firma di Taemin, poi mediante conoscenze nell’esercito l’ha spedita e fatta avere a chi di dovere. E’ questione di tempo perché la verità venga definitivamente a galla. La stanno interrogando giusto ora!” “Io sono totalmente scioccato!” Onew aveva ascoltato il resoconto del Signor Kim in totale silenzio e quando quello aveva finito di parlare non era riuscito a dire nient’altro che quello. “Non appena tutto ciò diventerà ufficiale tuo fratello potrà tornare a casa! So che è passato del tempo ma meglio tardi che mai…” “La ringrazio Signor Kim… quanto le devo?” “Nulla Jinki…” “Come nulla?” “Sei un bravo ragazzo e hai vinto l’orgoglio venendo qui da me… fidandoti! Per me questa è la ricompensa più grande!” “Ma…” “Vai Jinki e buona fortuna!” SI erano addormentati stretti in un abbraccio e sfiniti dopo quella notte. Non avevano sentito rientrare né Lay né LuHan. Quando però alle 7 del mattino un’altra chiave girò nella toppa Marzia si destò. Riconobbe la voce di Claudia e quella di Baekhyun. Chissà dove erano stati tutta la notte. Si liberò con delicatezza dall’abbraccio di Kai, si buttò addosso dei vestiti e andò in cucina. Quando Claudia la vide uscire tutta devastata e barcollante per poco non le venne un colpo. “Che diavolo hai fatto?” le chiese “E’ lunga da spiegare!” rispose lei “Dammi un attimo e sono da te!” “OK!” Claudia entrò in camera di Baekhyun e gli spiegò velocemente la situazione. Poi fece per uscire. Stava per chiudere la porta quando un particolare attirò la sua attenzione: la confezione dei profilattici era intatta. E considerato che Baekhyun aveva i suoi in tasca con molta probabilità Marzia non doveva averli presi. Cercando di scacciare via dalla sua testa quel pensiero martellante che le si stava formando chiuse la porta e raggiunse l’amica. “Allora?” le chiese “Non ho chiuso occhio!” le disse Marzia che si era buttata devastata sul divano “Perché”? “Secondo te perché?” “Avete recuperato il tempo perso?” “Più che recuperato!” “Bene… allora dove avete trovato i condom alla fine?” “Non li abbiamo trovati…” “E… dato che la mia scatola era intatta sul comodino della stanza di Baekhyun, mi spieghi cosa avete usato?” “Nulla!” “Come nulla?” “Nulla, hai capito bene!” “Ehm… dici sempre che quel metodo non è sicuro, che c’è rischio che lui non si controlli e bla bla bla e dopo lo fai?” “Già…” “Bene… suppongo tu non fossi in te!” “Decisamente…” “E quindi? Insomma è andato tutto bene?” “Non esattamente!” “Ossia?” “Come dire… lui… si insomma avendolo fatto per 4 volte di fila alla 4 diciamo che non ce l’ha fatta!” “Non ce l’ha fatta a farlo?” “No non ce l’ha fatta a contenersi, o meglio, gli ho detto io di non uscire quando stava per venire e…” “No Marzia, ti prego, ti supplico, ti prego non dirmelo!” “Ok non te lo dico, ci arrivi da sola penso?” “Marzia cioè… lui è…” “Si dentro…” “Tu sei pazza… ma hai visto a Celeste che è successo? CI è rimasta secca…” “Lo so!” “E perché cavolo non lo hai fatto uscire!” “Non ne ho idea… mi andava così!” “Dobbiamo andare subito ad un consultorio fare qualcosa…” “Dimentichi che io sono allergica a molti principi di quella medicina!” “Cavolo… è vero! E ora?” “E ora niente… aspettiamo!” “Ma come diavolo fai a essere così tranquilla? E come diavolo hai fatto a essere così avventata?” “Claudia diamine!” urlò Marzia perdendo la pazienza “Non sono tranquilla ma ormai il danno è fatto, se ti agiti così di certo non mi aiuti!” “Ok… ok… manteniamo la calma… che cosa dobbiamo fare?” “Tra una settimana mi dovrebbe arrivare il ciclo… aspettiamo…” “Ok aspettiamo…” Una settimana dopo il ciclo di Marzia non arrivò.

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Capitolo 75
*** LA PAURA DELL'IGNOTO ***


Celeste si alzò presto quella mattina. I pensieri non la stavano facendo dormire la notte. Aveva passato quel Natale con Heechul, e anche le feste successive. Da Jinki aveva appena ricevuto gli auguri, nulla di più. Si sentiva strana. Era vero, aveva scelto lei di andarsene ma aspettava comunque un figlio da lui. Invece Onew si era limitato ad un misera telefonata. La notte di Capodanno, poi, la situazione era precipitata. Celeste non ce l’aveva fatta e aveva finito col fare l’amore con Heechul. Non si ricordava bene neppure le dinamiche. Un minuto prima erano lì a guardarsi, un minuto dopo lei, inspiegabilmente aveva iniziato a piangere e lui l’aveva abbracciata. E poi era successo. Con difficoltà ma era successo. Lei si sentiva impacciata un po’ per la condizione fisica, un po’ perché aveva davanti a sé un ragazzo che non era Onew, un po’ perché aspettava un figlio proprio da Onew. Ma era successo. Ed era stato bello. Heechul non aveva mai smesso di baciarla, di dirle quanto tenesse a lei e quanto avrebbe voluto condividere ogni momento insieme. Così avevano iniziato quella specie di stramba storia all’oscuro di tutto e di tutti. Ma qualcosa turbava Celeste… forse i sensi di colpa. “Il ciclo è in ritardo di una settimana!” disse Marzia a Claudia “Che cosa?” chiese quella smettendo di pettinarsi i capelli “si è in ritardo!” “Stai scherzando?” “No!” “Ok calma!” “Si…” “Dopo quanto scatta l’allarme?” “Due settimane?” “Non erano tre?” “No due!” “Insomma due tre, ok… una settimana è irrilevante…. Devi stare calma!” “Dio Claudia, potrei aspettare un figlio non posso stare calma!” disse Marzia iniziando a spazientirsi! “Ma dico io perché diavolo avete fatto quell’idiozia tu e Kai?” “Non lo so, non me lo chiedere…” “Marzia tu hai proprio perso la testa, lasciatelo dire… non hai mai fatto una cosa del genere! Ma a lui lo hai detto?” “Assolutamente no!” “perché?” “Non voglio spaventarlo!” “Spaventare chi?” chiese Kai entrando a sorpresa “E tu che ci fai qui?” chiese Marzia scioccata “Ti ricordo che mi hai fatto una copia delle chiavi e che tra 5 minuti dobbiamo uscire!” “Ah…” “Diglielo!” disse Claudia “Smettila!” ribattè Marzia seccata “Dirmi cosa?” chiese Kai confuso “Diglielo o glielo dico io!” disse Claudia “Smettila!” “Insomma la volete piantare?” tuonò Kai spazientito Le due lo fissarono furibonde “Insomma Marzia, mi vuoi dire che sta succedendo?” “Kai ho un ritardo!” si decise alla fine Marzia “Un ritardo di cosa?” chiese Kai “Del ciclo!” Kai sgranò gli occhi “cosa?” “Dio mio non fare quella faccia Kai!” “Di quanto?” “DI quasi 10 giorni!” “Non era una settimana?” si intromise Claudia “No, ho fatto meglio i calcoli sono dieci giorni!” “C…claudia ti prego potresti lasciarci?” chiese Kai “Ok!” disse lei e sparì nella sua stanza “Hai fatto un test qualcosa?” le chiese Kai una volta che Claudia se ne fu andata “Non ancora…” “Quindi ancora non sappiamo se…” “Se aspetto un bambino? No, non lo sappiamo!” “E se lo aspettassimo?” “Kai il bambino lo aspetterei io, non tu!” “Si ma io sarei il padre?” “E quindi?” “E quindi ci terrei a sapere se aspettiamo un figlio o no!” “Kai anche nell’ipotesi in cui io aspettassi un bambino!” “In cui noi aspettassimo un bambino, Marzia!” Marzia lo guardò… “Kai che dici?” “Marzia se qualcosa c’è dentro di te è frutto del nostro amore… non si è materializzato nella tua pancia così!” Quella sincerità cruda la stupì. “io… Kai hai solo 20 anni e ancora studi io non lavoro anche se aspettassi un bambino non so se sarebbe il caso di tenerlo!” “Marzia io ho 20 anni ma non li avrò per sempre! Aspetto di crescere e questa sarà per me l’occasione giusta!” “Non puoi pensare a un bambino come un esperimento!” “No, ma posso pensare a me e te come una famiglia…” Marzia rimase senza parole. “Cosa ti turba?” le chiese Kai fissandola “Il fatto di non sapere se sarò in grado di affrontare tutto quello che una gravidanza comporta!” “Nessuno sa cosa lo aspetta in futuro… è normale avere paura dell’ignoto!” “Non mi sento pronta!” “Nemmeno io!” “Nessuno ti obbliga a rimanere con me!” “Tu sei davvero stronza Marzia!” disse Kai arrabbiandosi “Cosa ho detto che non va?” “Ma lo vuoi capire o no che ti amo? Sarei così pazzo da lasciarti da sola? Io voglio stare con te e se tu aspetti un bambino io sarò felice ancora di più, perché vuol dire che insieme abbiamo combinato qualcosa di buono!” A quelle parole Marzia si sciolse ed iniziò a piangere. Non lo faceva mai, ma non era riuscita a trattenersi. Kai la abbracciò di istinto. “Andrà tutto bene… per favore abbi solo fiducia, non ti lascerò mai da sola!” “Fiducia in cosa?” “In noi!” Non era un io, era un “noi” E le bastava “Signor Lee!” La voce metallica del capitano fece ridestare Taemin “A rapporto, signore!” rispose scattando in piedi “Se vuole può raccogliere le sue cose è andarsene!” “Come?” “Ha sentito bene. E’ stato arruolato per errore… le spiegheranno tutto i suoi faniliari!” Taemin guardò il suo capo stupito. Fu sul punto di saltare per la gioia… poi si ricordò che qualcuno si era sacrificato per lui.

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Capitolo 76
*** LIMITI INVALICABILI ***


Erano passate due settimane e il ciclo di Marzia non era arrivato. Le vacanze erano finite e lei, Claudia, Kai e gli altri erano tornati a Roma per riprendere la loro vita e la loro routine. Baekhyun, Lay e Luhan erano ripartiti per Seoul facendosi promettere dagli altri tre che sarebbero andati a trovarli. Claudia aveva ripreso il suo stage in un’azienda, Kai l’accademia di danza. Anche Marzia aveva ripreso a lavorare, ma il peso che si portava addosso non era di scarsa importanza. Ci pensava continuamente, e continuamente si dava della stupida per come si era comportata. C’erano dei limiti invalicabili che si era imposta da sempre e con Kai li stava travalicando tutti. Alzò di istinto la cornetta del telefono quella mattina di gennaio ed attese. Il telefono di Celeste squillò. Si liberò a fatica dall’abbraccio di Heechul che dormiva accanto a lei e si avviò lentamente verso la cucina dove teneva il cellulare. “Pronto!” disse “Credo di essere incinta!” “Marzia sei tu?” “Si!” “Che stai dicendo?” “Ho un ritardo di due settimane!” “Due settimana possono voler dire tutto e niente! Mi spieghi cosa sta succedendo?” “lo abbiamo fatto senza protezione!” “Potrebbe non essere successo nulla… lui si è ritirato in tempo, vero?” “In verità no…” Silenzio. “Sei una scellerata!” disse Celeste “lo so… ma sono già agitata, quindi non farmi la ramanzina!” Celeste ripercorse mentalmente gli istanti in cui lei aveva vissuto la stessa situazione di Marzia ed era stata malissimo, in preda all’ansia e alla paura di essere giudicata. Si sforzò, così di non essere un fattore ansiogeno per la sua amica. “Hai fatto il test?” le chiese “Non ancora!” “Bene, vai in farmacia comprane almeno tre di tre marche diverse e falli subito!” “Ho paura!” “Non puoi rimanere con il dubbio a vita!” “E se fossi incinta davvero?” “In quel caso affronteremo la cosa!” “Ossignore!” “Kai lo sa?” “SI!” “Cosa ha detto?” “Si è offerto di starmi vicino!” “beh è già qualcosa!” Taemin incontrò suo fratello Jinki quella mattina. Si abbracciarono a lungo. Poi Jinki gli spiegò quello che era accaduto. Park sotto interrogatorio, alla fine, aveva confessato la sua malefatta ed era stata condannata a ben due anni di carcere. “Sono finito qui dentro per un capriccio di Park!” disse Taemin stupito “Già… aveva paura che tu te ne andassi da Seoul per raggiungere Marzia in Italia… quando ha visto che nemmeno il finto tradimento che aveva inscenato tramite Kai ha funzionato ha optato per questa soluzione estrema. Ha scritto la lettera, rimediando da qualche parte la tua firma; considerato che stando sempre a mollo a casa nostra da qualche parte deve averla trovata. Poi ha spedito la lettera di arruolamento volontario.” Gli spiegò Jinki “Sono totalmente scioccato…” Taemin non riusciva a crederci… tutto quel tempo vittima dell’inganno di una pazza. Tutto quel tempo lontano da Marzia. “Allora sei contento? Finalmente l’incubo è finito, fai le valigie, torniamo a casa.” “Aspetta Jinki…” “Che c’è?” “Minho…” “Minho cosa?” “Lui non può uscire vero?” “Lui no, Tae… si è arruolato volontario… la sua decisione è pienamente valida… non si può fare nulla!” Taemin ci pensò bene. Valutò ogni aspetto della sua decisione. Poi, finalmente parlò a suo fratello “Jinki mi dispiace ma io non torno a casa!” “Come scusa?” chiese Jinki stravolto “Hai capito bene, non torno a casa!” “Per quale motivo?” “Minho si è arruolato per starmi vicino sarebbe una cosa atroce se io lo lasciassi qui da solO!” “Ma Minho è maturo, se la caverà…” “No Jinki… ha bisogno di me…” “Taemin sai cosa vuol dire questo? Che dovrai passare due anni della tua vita qui!” “Lo farò…” “Ne sei convinto?” “SI!” Onew sospirò poi alzò le spalle in segno di resa. “Beh, in questo caso va a dirlo al capitano…” gli disse alla fine Poi lo abbracciò in parte triste, in parte orgoglioso. Suo fratello era finalmente diventato un uomo, travalicando quel limite che non gli permetteva di esprimere appieno quanto la sua anima potesse dare e quanto la sua maturità potesse esprimere. Marzia e Claudia avanzavano guardinghe tra gli scaffali della farmacia. Ne avevano scelta una in periferia, in modo da scongiurare il pericolo di incontrare qualche loro conoscenza. “Li hai trovati”? chiese Claudia “No!” rispose Marzia “Diamine… ma dov’è Kai quando serve?” “Cosa c’entra Kai ora?” “Beh se veniva con noi era meno imbarazzante!” “Ma che dici? E comunque è in Accademia non sa manco che sto qui!” “Ottimo! Ancora vi dovete sposare e già avete dei segreti!” “Oddio Claudia che predicozzo ogni volta!” “Guarda… li tengono li in cassa!” disse ad un tratto Claudia indicandoli “Bella figura…” “Sbrigati!” Marzia si avvicinò tentennante alla donna che stava dietro al bancone e chiese tre test di gravidanza diversi. Quella la guardò con aria scettica da dietro i suoi occhialetti a mezza luna. Poi afferrò tre test di gravidanza e glieli incartò. “Fanno 50 euro… ti ho dato i migliori!” “Cazzo… pure cari sono!” disse Marzia a denti stretti, sfilandosi dal porta monete una banconota da 50 euro, mentre il suo viso diventava porpora. Una volta tornate a casa, si chiuse in bagno. Claudia si sedette sul pavimento dietro la porta del bagno ad aspettare. Marzia fatti i test attendeva il risultato come si attende una condanna a morte. Un’ora dopo la risposta: teste negativo. Marzia non era incinta.

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Capitolo 77
*** DANNI COLLATERALI ***


“Non sono incinta!” disse Marzia uscendo dalla porta del bagno, ad una Claudia in apnea “Oh meno male!” disse Claudia “Questo è quello che dice il test, ma siccome il ciclo non mi arriva devo andare dal medico a farmi controllare!” “Vuoi che ti accompagni?” “No ho chiamato Kai, verrà lui con me nel pomeriggio!” “Sei tesa?” “Ora un po’ meno, in genere i test non sbagliano mai!” “Eppure vi avrei visti bene!” “A far cosa?” “I genitori!” “Ancora non ci posso credere!” disse Minho stupito “A cosa?” domandò Taemin “Sia a tutto ciò che ha combinato quella pazza di Park sia al fatto che tu sia rimasto qui pur avendo la possibilità di svignartela!” “Minho non l’avrei mai fatto, tu sei qui per colpa mia!” “Ma è stata una mia scelta!” “Anche quella di rimanere è stata una mia scelta!” “Te ne sarò grato a vita ma cerca di pensarci bene… ti perderai un sacco di cose… potresti andare a cercarla…” “Cercare chi?” “Lei!” “CI ho pensato Minho… la leva prima o poi dovrei farla comunque. Preferisco farla ora e poi lei… lei sta con Kai!” “La pensi ancora?” “A volte… ma ora c’è un’altra nella mia vita e devo dedicarmi a lei non fosse altro perché lei mi ama!” “E tu?” “Io cosa?” “Tu la ami?” “Penso si ami davvero una volta sola nella vita e io quella volta l’ho già vissuta!” Celeste camminava lentamente per le strade di Gangnam. Aveva convinto Heechul a lasciarla uscire da sola; aveva bisogno di sentirsi autonoma. DI lì a due mesi il bambino sarebbe nato ma non si sentiva ancora pronta per allettarsi del tutto Si fermò davanti ad un negozio di vestiti per bambini.. Iniziò ad osservare la vetrina con aria assorta. Non fece caso al tipo che le si affiancava. “Qual buon vento… chi si rivede!” Celeste si voltò “Onew!” disse quasi senza fiato “ti ricordi ancora come mi chiamo?” chiese lui ironico Era quasi un mese che non si vedevano, più o meno da quando Celeste se ne era andata via di casa dopo quel litigio furibondo. “Certo che me lo ricordo!” disse lei risentita “Allora come va la vita?” chiese lui sempre con un tono di stizza “Potrebbe andare meglio se solo il padre di mia figlia fosse più presente!” rispose lei alterata “Non mi pare tu abbia bisogno di me…mi dicono che te la passi bene…” “Non fare lo spiritoso!” “Beh non sono certo io quello che se la fa con un’altra!” “Non parlarmi con quel tono!” “Ti parlo con il tono di una persona delusa!” “Sei stato tu a mettermi in questa situazione con la tua scarsa presenza e..:” “Io? Ma ti sei vista? Hai anche il coraggio di parlare?” “Io parlo eccome e…” Celeste non finì la frase perché a causa del nervosismo le girò la testa e svenne. Kai e Marzia stavano in piedi davanti alla porta del ginecologo. Quando la dottoressa li chiamò entrarono tesi come due archi di violini. “Buonasera. I signori…” “Kim!” disse Kai per tutti e due Marzia si stupì… di solito si presentano con il cognome del marito le mogli… “Bene… qual è il problema!” chiese la dottoressa dolcemente Marzia dopo qualche istante di incertezza prese a spiegarle la situazione senza tralasciare alcun dettaglio. Quando ebbe finito la dottoressa sospirò. La visitò, poi le segnò delle analisi da fare. Quasi sicuramente lei, signorina, non è incinta. Sarà stato di sicuro un grosso sbalzo ormonale. Se non le arriva il ciclo tempo una settimana, però, faccia queste analisi. “Va bene, la ringrazio!” “Di nulla e… state attenti…” I due annuirono e poi uscirono di casa. Quello stesso pomeriggio a Marzia arrivarono le mestruazioni e per la prima volta ne fu felice. Celeste si svegliò e la prima immagine che mise a fuoco fu quella di Onew che la fissava con aria preoccupata. “D…dove sono”? chiese “In ospedale!” rispose lui dolcemente. Si sentiva in colpa per averla fatta alterare “Cosa è successo?” “Non ti agitare… va tutto bene. Ti sei solo scaldata un po’ troppo!” “oh… non volevo litigare!” “E’ stata colpa mia, perdonami, sono stato un deficiente e…” Il loro discorso fu interrotto da Heechul che piombò trafelato nella stanza “celeste tutto bene?” chiese preoccupatissimo Non appena Onew lo vide si irrigidì. I loro sguardi si incrociarono Silenzio. Celeste era tesissima. “Forse è meglio che vada!” disse Jinki Celeste avrebbe voluto dirgli di rimanere, ma sapeva che non era la cosa giusta da fare. Onew le accarezzò i capelli e le sorrise. “Stammi bene!” le disse Poi se ne andò e a Celeste parve di morire. “Sei felice?” chiese Kai a Marzia “Di cosa?” “Del fatto che non sei incinta!” “Sono sollevata!” Kai tacque. Marzia gli lesse in viso che qualcosa non andava “Cosa c’è?” domandò “Nulla!” rispose lui vago “Kai…” “Lascia stare!” “Mi dici che succede?” “Marzia… se la stessa situazione ti fosse capitata con Taemin avresti reagito allo stesso modo?” “Cosa?” “si, rispondi!” “Non ho capito cosa c’entra ora questa domanda idiota!” “Non è idiota Marzia. Se non vuoi rispondere tu lo farò io: se tu avessi avuto il solo sospetto di aspettare un figlio da Taemin saresti stata al settimo cielo!” “Ma che diavolo dici!” “La verità. Tu un figlio da me non lo vuoi perché non mi ami!” “Ma Kai, sei impazzito”? “no sto solo dicendo le cose come stanno!” “Sei completamente fuori strada!” “No sei tu che mi stai prendendo in giro e io ancora non capisco che diavolo ci sto a fare insieme a una che anche solo al pensiero di avere un figlio con me va nel panico!” “Kai ti vuoi calmare? Io ero nel panico non perché il figlio era tuo ma perché non mi sento pronta!” “Portavi un anello di fidanzamento al dito quando ti ho conosciuta per lui ti sentivi pronta!” “Era un anello non un figlio!” “beh non c’entra… con lui tutto con me nulla. Cosa credi che non ci abbia fatto caso al fatto che quando Claudia mi ha chiesto di venire a vivere qui tu eri terrorizzata?” “Ma…” “Ma cosa Marzia? Mi sono stancato di essere l’eterno secondo, perché diavolo non riesci ad amarmi quanto io amo te?” La rabbia stava prendendo il sopravvento su Kai. “io…” “Tu cosa? Mi chiedo cosa stiamo insieme a fare io e te!” “Kai smettila, stai esagerando!” “vattene al diavolo!” le disse e uscì sbattendo la porta. Una volta fuori respirò l’aria fresca di quella sera di gennaio. Si sentì meglio… anche se il problema rimaneva. Erano i danni collaterali a tutto quel periodo o forse una punizione per tutto il male che aveva fatto in passato? Tre ore dopo Marzia, non vedendolo tornare decise di uscire a cercarlo. Era preoccupata e soprattutto lui le mancava. Era da un po’ che lo aveva notato… senza di lui si sentiva strana. Era pur vero che alla notizia della gravidanza si era impanicata cosa che invece, ne era quasi sicura, con Taemin non le sarebbe successa… Non lo trovò quella sera. Tornò a casa e bussò in camera di Claudia disperata. Quella le aprì “Che è successo?” le chiese notando che era devasta Marzia le raccontò l’accaduto. Claudia non si perse nemmeno una sillaba. “E’ vero quello che dice Kai?” le chiese “Non lo so… è vero che appena ho saputo della gravidanza qualcosa mi ha scossa… il pensiero di non essere pronta o di non essere pronta con lui… perché forse non è quello giusto…” “Capisco… pensi ancora a Taemin?” “Non è per Tae… il punto non è se penso ancora a Taemin… il punto è: Kai è quello giusto per me?”

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Capitolo 78
*** ESSERI MORTALI ***


Marzia si rigirò nel letto. Erano le due di notte e Kai non era ancora tornato. Aveva provato a chiamarlo sul cellulare svariate volte ma lui non le aveva risposto. Si alzò. Era troppo agitata per dormire. Andò in cucina e si sedette. Dopo qualche minuto che sembrò eterno sentì la chiave girare nella toppa. Kai si materializzò sull’ingresso. Sembrava stanco. Lei lo fissò distrutta. “Dove sei stato?” gli chiese “In giro!” disse lui senza muoversi da dove era “in giro dove?” “non ti riguarda!” “bene se non mi riguarda, e non ti dispiace me ne vado a lettO!” disse Marzia alzandosi di scatto stizzita Kai si mosse la raggiunse e la afferrò per un polso. “Che vuoi?” gli chiese lei voltandosi Già che voleva, non lo sapeva nemmeno lui cosa stava combinando. Le lasciò lentamente il polso e si voltò. “Io vado a casa!” le disse Marzia lo guardò allontanarsi. Quando stava per aprire la porta corse verso di lui e lo abbracciò di spalle, stringendolo forte. Kai rimase immobile. Sentiva il tocco di quelle mani, la stretta… sentiva che lei non voleva lasciarlo andare. “Lasciami” le disse “No!” Kai mise le mani sulle sue inizialmente per liberarsi dalla sua presa. Lei poggiò la testa sulla sua schiena. Fu allora che Kai capì che non voleva andarsene. Le strinse le mani poi si voltò. “Non te ne andare!” gli disse Marzia Le prese la testa dolcemente e gliela poggiò sul suo petto. Continuò ad accarezzarle i capelli. Marzia alzò la testa. Si guardarono a lungo. Poi lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò con trasporto. Kai dopo un attimo di incertezza la sollevò e la portò sul tavolo della cucina. Qualcosa cadde a terra ma non ci fecero caso. Claudia si svegliò di soprassalto. Aprì con cautela la porta e si affacciò appena per vedere che Marzia e Kai erano insieme lì in cucina. Sentendosi solleva tornò a dormire, cercando di non pensare al fatto che sul tavolo dove l’indomani avrebbe fatto colazione, la sua amica si stava dando da fare con quel dannato di Kai. Per entrambi fu bello scoprire che quell’incidente di percorso non li aveva bloccati. Dopo qualche istante di incertezza Kai si era lasciato andare ed era tornato il ragazzo passionale che Marzia aveva conosciuto. Fare l’amore in quel modo insolito oltre che a farli andare su di giri, servì a riunirli di nuovo. Sentire il tocco di quelle mani addosso, quelle labbra perfette, quell’odore buono, fu per Marzia la migliore delle cure a tutti i dubbi. Per Kai, vedere che lei c’era, che lo voleva ancora, che non aveva intenzione di lasciarlo andare fu un lenitivo per la ferita che si portava dietro da quando si erano conosciuti. Una volta che crollarono distrutti, riuscirono a trascinarsi fino nella stanza di Marzia. Lì si buttarono sul letto e si abbracciarono. “Perché non ti fidi di quello che provo per te?” gli chiese Marzia “ho paura di perderti… ho paura che un domani lui tornerà e tu mi girerai le spalle e te ne andrai…” “Kao ma perché? Siamo io e te…cosa c’entra lui!” “Non lo so ma questa paura mi logora giorno per giorno!” Marzia gli accarezzò i capelli e poi il viso. Fissò quegli occhi neri meravigliosi… “Ho perso così tante cose Marzia… non voglio perdere anche te!” “Non capisco!” Fu allora che Kai decise di aprirsi con lei come non aveva fatto con nessuno… Gli raccontò del fratello che aveva perso, dell’infanzia e dell’adolescenza difficile, di come era cambiata la sua vita, di come era cambiato lui, del male che aveva fatto e ricevuto, di come Park lo avesse tirato in ballo… di come si fosse innamorato… Quando un’ora dopo finì si sentì come sollevato “Mi dispiace per quello che hai dovuto passare… per tuo fratello, per la tua adolescenza… e ti odio perché hai dato ascolto a Park… ma se tu non fossi entrato nella mia vita con quel proposito io non ti avrei mai conosciuto… così su due piedi quando ho capito cosa era successo avrei voluto ammazzarti… poi però… non lo so… Kai siamo tu ed io e nessun altro… e non pensare più a Taemin; è la nostra storia e non ti farò mai del male!” “Lo spero tanto Marzia… siamo esseri mortali è dentro di noi, come una legge fisica, sbagliare… sbagliamo tutti… e i mortali sono instabili e ho paura che io e te non saremo un’eccezione!” “Noi saremo l’eccezione Kai, te lo prometto!”

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Capitolo 79
*** CAMALEONTI ***


Elettra accese il computer. Si sedette con una certa agitazione alla scrivania ed attese. 5 minuti dopo la chiamata che attendeva. “Key!” salutò “Elettra” disse lui Si potevano vedere, anche se a lui l’immagine di lei nell’ultimo periodo non aveva fatto molto piacere “Insomma, andiamo al sodo senza troppi giri di parole! Hai detto che avevi urgenza di parlarmi! Cosa è successo?” chiese Elettra Ultimamente il loro rapporto non stava andando molto bene. “Ecco… io… ho bisogno di parlarti!” “Sono qui per questo!” “Io… non so come dirtelo!” “Che sta succedendo?” Elettra era piuttosto perplessa “Io… ho ricevuto un’offerta di lavoro a Los Angeles!” “Ma è magnifico, e avevi paura a dirmi questo? Sono felicissima e…” “Aspetta Elettra… io dovrò trasferirmi lì e se accetto questo lavoro sarà un lavoro a tempo pieno che mi porterà via tutto… dovrò solo lavorare non avrò un attimo che non sia da dedicare al lavoro!” “Non capisco…” “Io devo avere la mente sgombra da qualsiasi pensiero! Lo stilista è un pezzo grosso ha bisogno di una persona concentrata… il nostro rapporto tutto mi sta portando tranne la serenità e la tranquillità che mi servono!” “E quindi?” “E quindi è finita Elettra… mi dispiace… credevo di riuscire a vincere la lontananza ma mi sbagliavo! Non ce la faccio e tu sei troppo irrequieta!” A Elettra gelò il sangue! Sapeva che la loro storia stava prendendo una strana piega! Ma non pensava che fossero arrivati già alla rottura. “Da quanto lo sai?” “Del lavoro?” “No da quanto tempo sai che non vuoi stare più con me!” “E’ importante…” “Mi hai già risposto…” e mise giù. Taemin guardò Nayla. Quel pomeriggio era assorta nei suoi pensieri. “Tutto bene?” le chiese mentre la fissava sdraiato sul letto della sua stanza “SI, sono solo un po’ stanca!” “Vuoi che ti prepari qualcosa di rilassante, tipo una tisana?” “Mmm, ok va bene…” Taemin si alzò e andò in cucina. Nayla balzò in piedi. Quando era entrata in camera di Tae quella mattina aveva notato un particolare di cui non si era mai resa conto. Dietro lo schermo del computer, Taemin teneva una foto in un porta ritratti. Era lui insieme ad una ragazza bionda con grandi occhi, di sicuro europea. Si era incuriosita ma era anche diventata di malumore. Era convinta che fosse quello il motivo del distacco emotivo di Taemin. Così aveva deciso di vederci più chiaro. Tae le aveva offerto una buona scusa. Con lui fuori dalle scatole poteva dare un’occhiata in giro. Fu fortunata Nayla. Non appena aprì il cassetto della scrivania ne estrasse una piccola scatola. La aprì e per poco non le venne un colpo. Dentro c’erano foto di Taemin e di quella ragazza. Un’infinità di foto. Loro due abbracciati, loro due sorridenti, loro due che giocavano, che si baciavano. Lui aveva un’aria così serena, innamorata. Nulla a che vedere con quella che riservava a lei. E chissà chi era quella ragazza. Dov’era? Perché non era con lui? Assorta com’era nei suoi pensieri non si accorse dei passi che si avvicinavano. “Cosa stai facendo?” le chiese Taemin Nayla sobbalzò. Le foto le caddero di mano. “Io… io…” “Tu cosa?” Taemin era visibilmente arrabbiato “Io…” “Cosa ci fai con quelle foto in mano? Chi ti ha dato il permesso di frugare nella mia roba?” ora Taemin era decisamente arrabbiato “Volevo solo…” “Non dovevi volere nulla. Questa è la mia vita non puoi intrometterti come ti pare!” “E’ per lei che non riesci ad amare me vero?” “Lei, lei tu non la devi nemmeno nominare!” “Chi diavolo è lei?” “Non sono affari tuoi!” “Si che lo sono, dal momento che sto con te o forse dovrei considerarmi solo la tua avventura per non pensarla?” “Considerati come vuoi!” “Sei uno stronzo!” “E tu sei un’impicciona.” “Me ne vado!” Uscì sbattendo la porta. Taemin si avvicinò a quella scatola. Non la apriva da mesi. Sfogliò velocemente le foto e la ferita tornò ad aprirsi. Ammucchiò quegli scatti e li lanciò per aria urlando. Non aveva ancora smesso di pensare a lei. “Che fai?” chiese Kai a Marzia “Nulla di che… scrivo!” rispose lei “DI cosa?” “Ma di nulla in particolare, pensieri!” “Oh…” “Non fare quella faccia sembri un bambino spaurito!” “Forse lo sono!” “Ascolta prendi le chiavi e usciamo… ci aspetta Claudia in centro raggiungiamo Elettra che ha avuto un problema!” “Ah… grave?” “Abbastanza!” “Va bene prendo la giacca e usciamo!” Quando scesero dall’autobus attraversarono via del Corso ad una certa velocità, fino a quando nella Galleria un tizio seduto per terra li fermò. “Voi due!” disse “Dice a noi?” chiese Kai “SI a voi!” “Come possiamo esserle utile?” “Sedetevi vi narro una storia!” “CI scusi non abbiamo tempo!” disse Marzia “Fidatevi… lui ha sempre la storia pronta per ogni situazione!” disse un altro tizio seduto vicino al cantastorie. I ragazzi lo fissarono poi si sedettero accanto a lui. “Beh?” chiese Marzia L’uomo sospirò poi prese a parlare… “Una parola sola: camaleonte.” “Camaleonte?” chiese Marzia “Colui che più di tutti si adatta, camuffa il suo aspetto per sopravvivere… ogni giorno diverso, ogni giorno più adattabile… siamo un po’ tutti camaleonti!” “Questo è pazzo!” disse Marzia alzandosi e trascinandosi dietro Kai. “Si ricordi… anche i camaleonti prima o poi si fermano perché trovano il loro ambiente ideale e anche lì niente è mai come sembra. Camaleonti, ah si camaleonti!” L’uomo finì di parlare e si mise a ridere. “Quello è pazzo!” disse Marzia “E invece credo che abbia ragione!” disse Kai “Cioè…” “Siamo un po’ tutti camaleonti. CI adattiamo a quello che la vita ci offre… cambiamo in relazione alle circostante e alle persone… ci adattiamo per sopravvivere.” “Un pensiero piuttosto profondo! Ma credo che io non sia più un camaleonte!” “E? perché?” chiese Kai curioso “Perché ho trovato il mio habitat ideale che non mi spinge a cambiare!” “E sarebbe?” “TU!”

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Capitolo 80
*** IL MOMENTO DI SOFFRIRE ***


Trovarono Elettra che piangeva sconsolata su una scalinata vicino al Colosseo. “Ci spieghi cosa sta succedendo e soprattutto perché hai voluto incontrarci tutti qui?” le chiese Claudia Elettra tirò su col naso mentre tutti la fissavano “Mi ha lasciata!” disse alla fine “Che cosa?” chiese Marzia sbalordita “Key mi ha lasciata!” “E per quale motivo?” domandò Claudia sconvolta “Gli hanno offerto un posto di lavoro a Los Angeles, dice che ha bisogno di concentrazione e non può dedicarsi a me!” “Ma questa è una scusa bella e buona!” “E’ quello che penso anche io… per questo mi sto disperando!” “Hai provato a farlo ragionare?” “Le ha provate tutte!” si intromise Letizia “Non c’è stato nulla da fare, lui era fermo sulla sua posizione!” “Che razza di stronzo!” “Già voi uomini siete tutti stronzi!” tuonò Elettra balzando in piedi e fissando Kai inviperita “Perché guardi me?” le chiese lui imbarazzato “Perché anche tu sei un uomo e tu attenta Marzia, perché in un modo o nell’altro prima o poi ti farà soffrire, loro sono dei mostri sono tutti uguali!” urlò. Poi afferrò sua sorella per un braccio e se ne andò via con le lacrime agli occhi. Rimasero Marzia, Kai e Claudia a fissarsi stravolti. Non avevano mai visto la loro amica in quello stato e se ne dispiacevano. “Mi dispiace vederla così!” disse Claudia “Lascia perdere, tanto arriva per tutti!” disse Marzia “Cosa?” domandò Claudia “Il momento di soffrire!” disse fissando il pavimento. E Kai non potè fare a meno di chiedersi se anche per loro sarebbe arrivato prima o poi il momento di soffrire. Heechul aiutò Celeste a salire le scale. L’avevano dimessa ma con la raccomandazione di non fare sforzi eccessivi, soprattutto perché di lì a pochi mesi la bambina sarebbe nata e bisognava che stesse molto attenta. Celeste non ne poteva più. Era piombata in uno strano stato di trance e apatia. Era silenziosa, schiva, triste. Aveva 25 anni eppure se ne sentiva addosso almeno il doppio. “Tutto ok?” le chiese Heechul una volta che furono entrati in casa “Sono un po’ stanca!” rispose lei “Lo vedo! Vuoi che me ne vada?” Celeste lo guardò. Aveva quell’aria così innocente. E poi non smetteva un secondo di starle vicino… perché mai avrebbe dovuto mandarlo via? Forse perché aveva nel cuore ancora quell’unica persona che avrebbe voluto vicino in quel momento? Forse perché era da quando lo aveva incontrato che aveva capito che in vita sua non avrebbe potuto amare altro che lui? Ma lui dov’era? Lui non era, lì e c’era Heechul. Allora semplicemente scosse la testa e scacciò via dalla sua mente l’immagine di Jinki ed iniziò a pensare che non sarebbe mai più tornato da lei e che la vita prende le strade che vuole e non quelle che noi scegliamo. Il telefono di Taemin squillò. “Nayla” lesse Premette il pulsante rosso e rifiutò la chiamata; non aveva voglia di sentirla. Uscì in strada a prendere un po’ d’aria. L’indomani sarebbe dovuto tornare in caserma, voleva approfittarne per respirare finchè poteva, aria buona. Si imbattè in Suho e LuHan, amici storici di Kai. Loro lo salutarono e lui ricambiò. Erano amici di Kai, ma non gli avevano fatto nulla di male. “Ciao Taemin!” lo salutò LuHan “Ciao!” disse lui “Come va la vita?” domandò Suho “Potrebbe andare megliO!” “Abbiamo saputo della leva e del fatto che hai preferito restare piuttosto che andare via questo ti fa molto onore!” disse LuHan “L’ho fatto solo per Minho!” “E’ molto bello il rapporto che vi lega!” disse Suho “Già…” “Un po’ come quello che legava te e Kai?” disse LuHan A quella domanda Taemin si irrigidì. Dove voleva andare a parare? Certo lui e Kai erano stati molto amici ma ora nemmeno si rivolgevano la parola! “Cosa c’entra Kai?” gli chiese Taemin “C’entra nella misura in cui tu ce l’hai con lui senza motivo!” “Avermi soffiato la ragazza mi sembra un ottimo motivo!” “Sarà anche partita con queste intenzioni la cosa, ma dopo lui si è innamorato. La ama Taemin, la ama come si amano poche cose. Ragiona, non potete interrompere un’amicizia…” “Doveva pensarci prima!” “Taemin, lo so che Kai è una gran testa del cavolo ma in questo caso lui ci sta sotto davvero!” “Ma ti rendi conto che mi stai chiedendo di perdonare chi mi ha rubato la ragazza?” “No, ti sto chiedendo di perdonare un tuo amico!” “Kai non è mio amico!” E detto ciò girò i tacchi e se andò. I giorni passarono inesorabili e gennaio lasciò il posto ad un freddissimo febbraio. “Si gela!” disse Kai battendo i denti “Già!” gli fece eco Marzia appiattendosi al termosifone!” Il cellulare di Marzia prese a squillare. “Pronto!” fece “Marzia sono Celeste!” “Ciao tesoro!” “Ascolta… tra un 2 settimane mi ricoverano e… i primi di marzo nascerà la bambina!” “Ma è meraviglioso!” “Si…” “ascolta chiamavo per chiederti una cosa!” Dimmi pure!” “Io da sola ho paura e i miei non verranno… con Jinki va male e non voglio dover partorire da sola…” “E quindi?” “E quindi torneresti a Seoul, per me?”

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Capitolo 81
*** IL TEMPO DI TORNARE ***


“Seoul” quel nome le iniziò a rimbombare in testa Rimase per qualche minuto attaccata con l’orecchio al telefono senza proferire parola. “Marzia!” la chiamò Celeste “Marzia ci sei?” “Eh? Ah si scusa, dicevi?” chiese come svegliatasi da uno strano sogno “Dicevo torneresti a Seoul per me?” “Celeste io…” “capisco come ti senti Marzia e capisco che per te potrebbe essere uno shock. Ma io ho bisogno del tuoi aiuto, non so come fare!” “Ma cosa è successo con Onew?” “Ci siamo lasciati!” “Per via di Heechul?” “Anche… cioè a me Onew manca ma… lui è strano sembra quasi che non mi ami più e Heechul mi sta sempre vicino, abbiamo una buona intesa, siamo riusciti per fino a farlo nelle mie condizioni!” “Io capisco Celeste, ma se tu ami Onew, come credo che sia, devi trovare la forza per farlo tornare da te! nOn puoi gettare la spugna! Del resto è il padre di tuo figlio! Chi meglio di lui può aiutarti?” “Tu Marzia, ti prego ho bisogno di te, tu sei quasi come una sorella, sei la mia famiglia! Ti prego torna a Seoul per me!” “Lasciami pensarci un po’ su va bene?” “Ok… non deludermi!” Marzia mise giù il telefono. Kai la guardò. “Tutto bene?” le chiese “SI, cioè… si dai!” “E’ successo qualcosa?” “Era Celeste!” “Sta bene?” “Tra qualche settimana avrà la bambina!” Gli occhi di Kai si illuminarono di gioia. Aveva avuto poco a che fare con Celeste, ma quella era, comunque, una splendida notizia. “Sono stra felice!” disse “tu lo sembri un po’ meno però!” disse notando la faccia di Marzia “E’ che…” “si…” “Mi ha chiesto di tornare a Seoul per darle una mano.” Kai rimase muto. Non sapeva che dire. Il primo collegamento che fece fu Seoul-Taemin. Ma non glielo disse. “E quindi?” chiese “Non so che fare…” “Perché?” Kai le leggeva in viso che aveva paura di qualcosa, probabilmente di rivedere Taemin “Credo che dovresti andarci!” le disse… e si stupì lui stesso di quelle parole. Temeva che tornando a Seoul e rivedendo Taemin, cosa scontata, dato che la figlia di Celeste era sua nipote, sarebbe ritornata la scintilla e lui, Kai, sarebbe finito nel dimenticatoio. Ma evidentemente l’amore che nutriva per lei era così forte che nemmeno la paura di perderla riusci a frenarlo dal consigliarle la cosa migliore da fare. “Tu credi?” gli chiese Marzia altrettanto stupita “SI!” “Ci andiamo insieme vero?” Aveva il viso della bambina impaurita. “Certo che ci andiamo insieme!” disse Kai sorridendo e felice che lo volesse insieme a lei in quell’esperienza. Il sonno in caserma era una di quelle cose che mancava a Taemin. Continuava a rigirarsi sulla sua brandina in preda ai pensieri. Dopo pochi mesi la storia con Nayla era finita e lui si era ritrovato di nuovo nel baratro con quell’unico pensiero in testa: Marzia. Pensava che il fatto di saperla con un altro e che quell’altro fosse proprio Kai lo avrebbe aiutato a dimenticarla. Ma si sbagliava. Sospirò. Era stanco. Del resto, pensò, l’unico responsabile di tutta quella faccenda era stato lui. Non si era accorto delle manovre subdole di Park, neppure quando Minho e Marzia stessa e anche Kai, avevano provato a metterlo in guardia. Ma soprattutto non aveva creduto a Marzia, quando lei con le lacrime agli occhi lo aveva supplicato di crederle, di lasciarle spiegare. Si, Taemin pensava che la colpa di tutto quel pasticcio fosse sua. Poi ad un tratto qualcosa lo turbò ancora di più. Scattò a sedere sul letto… occhi sbarrati, respiro affannoso… Minho lo sentì agitarsi. “Cosa c’è Tae?” gli chiese con voce impastata di sonno “Minho!” “SI!” “Sta per tornare!” disse Taemin “Chi sta per tornare?” chiese Minho senza capire “Minho, Marzia sta per tornare a SeouL!” “Va a comprare dell’acqua Kai!” gli disse Marzia quel sabato sera “Ma se ne abbiamo due casse!” disse lui “Vai e basta… quella è naturale la voglio frizzante!” “Ma tu non bevi l’acqua frizzante… e poi il supermercato è lontano!” “Dai Kai non fare il pelandrone… vai!” “Va bene, va bene” borbottò Kai. Non appena uscì di casa, Marzia iniziò subito a correre di qua e di là. Era il loro terzo mese insieme. E aveva organizzato una sorpresa per Kai. Quella dell’acqua era solo una scusa per farlo uscire ed essere libera di sistemare la casa come le pareva. Aveva chiesto il favore a Claudia di rimanere da un’amica almeno per quella sera. E lei non aveva fatto resistenza, soprattutto perché, prevedendo l’ennesima notte infuocata voleva preservarsi fegato e timpani. Quando mezz’ora dopo Kai rientrò carico di bottiglie erano già le 8 e il sole era bello che tramontato. Aprì la porta e trovò la casa nella penombra illuminata da sole candele. Un odore di vaniglia gli solleticò il naso. Entrò e si guardò intorno stranito. Posò la cassa d’acqua e iniziò a camminare nel corridoio. Ad un tratto due mani delicatamente gli coprirono gli occhi. C’era qualcuno alle sue spalle. Kai accarezzò piano quelle mani. Sorrise. Era un gioco strano ma bello. “Non ti girare!” gli sussurrò Marzia in un orecchio, alzandosi sulle punte dei piedi perché lui era decisamente più alto di lei. Gli bendò gli occhi con una sciarpa. Kai rideva. Lo prese per mano. Lui si lasciò guidare. Incespicava ogni tanto, alto com’era, era buffo vederlo impacciato. Marzia lo guidò e lo fece sedere su qualcosa di morbido. “Cuscini!” pensò Kai Poi si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra. Kai sorrise ancora. Poi si sfilò la benda. La guardò negli occhi sorridendo. Le accarezzo dolcemente il viso e la baciò. “Che succede?” le chiese poi guardandosi intorno stupito. La casa era un sogno. Candele sparse, uno strano silenzio… tanto ordine. E lì dov’era seduto su comodi cuscini, lì c’era un tavolino con delle cose invitanti da mangiare. “Le hai fatte tu?” chiese “Già!” “Ma perché?” “Beh… oggi sono 3 mesi che stiamo insieme e i primi due per un motivo o per un altro non li abbiamo festeggiati…” “Hai fatto tutto questo per…” “Perché ci tengo a te e a noi!” Kaeinon ci poteva credere. Era la prima volta che una ragazza faceva qualcosa di tanto speciale per lui ed era la prima volta che lui amava sentirsi così legato ad una persona. “Sembra buono!” disse indicando i piatti senza smettere di guardarla negli occhi con amore. Marzia con l’aiuto di una forchetta prese un po’ di quello che era nei piatti e lo portò alla bocca di Kai. Lui mangiò quello che Marzia gli stava imboccando quasi come se fosse un bambino. Gli piacque così tanto che non potè fare a meno di darle un altro bacio per ringraziarla. La cena probabilmente si freddò. Da quel bacio non si staccarono più e finirono a fare l’amore sul pavimento e Marzia fu ben felice di scoprire che nonostante fossero passati tre mesi e lo avessero fatto quasi tutti, i giorni Kai era una continua sorpresa. Sapeva essere dolce in certi momenti, in certi altri appassionato, in certi altri ancora quasi irruento e un po’ selvaggio. Ancora si portavano dietro qualche segno di precedenti notte infuocate. Quella sera fu tutto dolce e appassionato. Tutte e tre le volte che fecero l’amore. E Marzia si dimenticò per quella notte di ciò che Celeste le aveva chiesto. In quel momento esistevano solo lei e Kai. Mentre facevano il bagno insieme immersi in litri di acqua e di schiuma, con lui che la stringeva da dietro e lei poggiata al suo petto, Marzia pensò che quelli dovevano essere i momenti più belli della sua vita, e che quel ragazzo in qualche modo le stava regalando delle gioie difficilmente quantificabili e senza chiederle nulla in cambio, se non la sincerità. La sincerità di dire con certezza che lui e solo lui occupava il suo cuore. Si addormentarono abbracciati e sereni. Quando la mattina dopo suonò la sveglia e si attivò la radio Marzia si svegliò. Kai dormiva ancora. “Sbloccati i voli per il Sud Corea. Da domani riprenderanno a circolare regolarmente” gracchiò la voce della giornalista dalla radio. E Marzia capì che era arrivato il tempo di tornare in quel posto dove tutto era finito e tutto era iniziato.

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Capitolo 82
*** IL RITORNO ***


“Mamma!” “Ciao Marzia!” “Devo parlarti!” “Quando dici così non è mai un buon segno!” “Celeste sta per avere la bambina!” “Bene, sono felice per lei… I suoi sono già a Seoul?” “No!” “Come no? Vuoi dire che non sono ancora partiti?” “Vuol dire che non ci andranno!” “Ma come è possibile?” “Mamma non lo so, conosci i genitori di Celeste… la stanno punendo!” “Povera figlia… mi dispiace davvero tanto!” “Mamma!” “Si, Marzia!” “Ti devo dire una cosa!” “E’ grave?” “Non so come la prendi!” “Non sarai incinta anche tu?” “No, mamma!” “Meno male!” “Mamma!” “Marzia!” “Devo tornare a Seul!” “Che cosa devi fare tu?” “Devo tornare a Seul!” “Taemin cosa diavolo stai dicendo?” chiese Minho ancora mezzo addormentato “Lei sta per tornare!” rispose Taemin “Lei chi, Taemin!” “Marzia!” “Ma cosa vai farneticando, rimettiti a dormire!” “Sento che tornerà!” “Cos’è sei diventato anche sensitivo ora?” “No… lo sento e basta!” “Tae mi chiedo perché tu abbia lasciato Nayla… iniziava a farti stare meglio! Ora mi sembri seriamente peggiorato!” “Heechul…” “Celeste, dimmi!” “Ho bisogno di prendere una boccata d’aria, rischio di soffocare, altrimenti!” “vuoi che ti accompagni?” “No, tranquillo ho bisogno di stare un po’ sola…” “Va bene!” “Tornerò al massimo tra un ‘ora ok?” “D’accordo!” Celeste uscì di casa a fatica. Heechul non la aiutò. Capiva che aveva bisogno di stare da sola. Ormai in quei tre mesi che avevano iniziato quasi a convivere stava imparando a conoscerla e a capire che aveva bisogno dei suoi spazi. Capiva anche che c’era qualcosa che non andava. Capiva che non sarebbero destinati a rimanere insieme a lungo. Ma era innamorato di lei e si era ripromesso che almeno fino a quando il padre di quella creatura che portava dentro di lei non si fosse rifatto avanti lui le sarebbe rimasto vicino. Celeste respirò l’aria fredda di quella mattina di febbraio. La sua pancia, ormai, aveva raggiunto dimensioni spropositate e faceva fatica a muoversi. Ma quella boccata d’aria le serviva proprio. Si accomodò su una panchina poco distante da casa e chiuse gli occhi. “Cos’è ora dormi su una panca?” Quella voce la fece destare “Jinki!” “Ciao!” “che ci fai qui?” “Stavo per passare a trovarti!” “Stavi venendo da…” “Stavo venendo a chiederti se hai bisogno di qualcosa!” “Si, di te!” avrebbe voluto rispondergli, ma si limitò a dire “In che senso?” “Nel senso che ti ho detto, Celeste!” “Ok…” “Allora?” “Allora cosa?” “Insomma Celeste hai bisogno di soldi o di…” Celeste non ce la fece più… L’ennesima persona che si offriva di aiutarla economicamente quando quello di cui aveva bisogno era tutt’altro. “No, Jinki, non ho bisogno dei tuoi stupidi soldi!” sbottò “Non ti agitare, che ti fa male, che diavolo ti prende?” “mi prende che sono stufa di sentirmi offrire soldi come se fossi una povera derelitta… ho bisogno di altro non di soldi!” “Celeste, calmati!” “No, non mi calmo. Mi hai abbandonata a me stessa, mi hai lasciata da sola e ora arrivi come un non so cosa e mi tratti da pezzente, come se non avessi sentimenti, vattene al diavolo Onew!” “Celeste stai impazzendo per caso? Te ne sei andata tu di casa, ed hai iniziato tu una relazione con un altro! Perché cavolo stai sbraitando contro di me?” “Perché vicino a te mi sono sentita sola!” “Ma… ma insomma lo vuoi capire o no che avevo mio fratello in quelle condizioni e dovevo pensare anche a lui?” “E io, giustamente, sono diventata il tuo ultimo pensiero!” “Ma non è così! Sei tu che ti ostini a volerla pensare così!” “ non facevi altro che sottolinearmi quanto fossi pesante, noiosa, paranoica e…” “Celeste in una coppia capitano dei momenti no. Ma se tu per ogni momento no fai i bagli e te ne vai non si risolve nulla!” “Il nostro era un momento no che durava da troppo!” “Nulla che non si potesse superare!” “Che ne è di noi, Jinki? Non ne abbiamo mai parlato!” “Cosa vuoi che ne sia, Celeste? Hai un altro… a te mi lega il fatto che aspetti mia figlia!” Per la prima volta Jinki aveva detto “mia figlia” e non “nostra figlia” “E’ anche figlia mia!” disse Celeste ferita “La cresceremo separatamente e non le mancherà l’appoggio di nessuno dei due!” “Non mi ami più, vero?” Onew la guardò costernato. “Questo non rileva!” “Dimmelo che non mi ami più!” Celeste aveva le lacrime agli occhi “Sei tu che stai con un altro, non io.” “Non era questa la mia domanda!” “Datti da sola una risposta, allora!” Si girò e se ne andò, lasciandola lì da sola in mezzo a mille dubbi. “Marzia sei seria?” le chiese sua madre “Serissima!” “Cosa devi andare a fare laggiù? Cos’è questa frenesia? Ti rendi conto che non è come andare dietro l’angolo?” “SI!” “E allora ragiona. Sei stata a Seul qualche mese fa, non puoi tornarci. E’ un dispendio di energie, denaro e tempo!” “Il biglietto me lo pago da sola.” “I soldi per il biglietto sono l’ultimo problema. Cosa ci devi andare a fare a Seul!” “Celeste è da sola. Ha paura. Tra poco avrà la bambina, vuole il mio aiuto!” “Io lo capisco, Marzia ma… non puoi andare fin laggiù…” “Mamma è completamente da sola.” “Ma la famiglia di lui?” “Lei e Onew si sono lasciati, è in balìa di se stessa.” “Oh Cielo, povera anima!” “Non oso nemmeno immaginare ciò che sta passando!” “Come pensi di fare con il lavoro?” “Sono rientrata prima dalle vacanze di Natale, utilizzerò come feri quello scarto di giorni!” “Allora lascia che ne parli a tuo padre, sperando non gli prenda un colpo.” “Mamma!” “Si Marzia.” “Grazie!” La sera stessa sua madre le comunicò che Michele, suo padre, aveva dato il suo permesso, seppur dopo una grande opera di convincimento. Si erano fatti però promettere che si sarebbe portata dietro almeno una delle sue amiche. La scelta era stata scontata. La mattina dopo lei, Claudia e Kai andarono in agenzia. A Kai riattivarono il biglietto che aveva disdetto e le altre due riuscirono per pura fortuna a beccare un’offerta vantaggiosa. Subito dopo aver fatto il biglietto Claudia tornò a casa in preda alla tensione sulle mille cose da preparare e al pensiero di rivedere Minho. Non aveva fatto nessuna resistenza. Appena Marzia le aveva parlato, seppur in preda a mille preoccupazioni, aveva accettato. Le aveva fatto una sola domanda. “Che ne sarà di voi?” “ DI chi?” le aveva chiesto Marzia “DI te e di Kai, una volta beh… una volta che rivedrai Taemin, perché è sicuro che lo rivedrai.” Marzia l’aveva guardata. Claudia le aveva letto la paura negli occhi. E Claudia non aveva insistito per conoscere la risposta. La partenza era fissata per la settimana successiva. Quel pomeriggio mentre sistemavano i bagagli Marzia notò che Kai era strano. “Va tutto bene?” gli chiese Lui la guardò. “Si… cioè no!” rispose “Cosa succede?” “Nulla di che…” “Kai…” “Non mi va di parlarne!” “E invece dovresti!” “Meglio di no!” Marzia lo prese per mano e andarono a sedersi in cucina. “Dai…” “Davvero sono sciocchezze!” “Se fossero sciocchezze non avresti quella faccia!” “Marzia, cosa vuoi che ti dica. Sono terrorizzato all’idea di tornare a Seul!” “E per quale ragione?” “Perché vi rivedrete. Tu e Taemin vi rivedrete e ho paura che diventerò meno di niente ai tuoi occhi!” “Kai ma cosa stai dicendo?” gli chiese Marzia dispiaciuta “Marzia per quanto tu ti sforzi di sembrare tranquilla, te lo leggo in faccia che sei in ansia e so che lo sei per lui. Del resto chiunque lo sarebbe, considerato come sono andate le cose tra voi!” “Kai è un capitolo chiuso!” “Si ma è il come si è chiuso che mi preoccupa. Voi non vi siete mai chiariti e…” “Kai stiamo insieme io e te, perché hai di queste paure!” “Non lo so, Marzia. La mia paura più grande è quella di perderti!” Quella settimana volò via tra il freddo e le tensioni che aumentavano. Quel grigio lunedì mattina si imbarcarono tutti e tre sul volo diretto per Seul. Chiusero gli occhi e si addormentarono prede di incubi turbolenti. Quando 12 ore dopo li riaprirono l’aereo stava planando sul suolo coreano. Marzia fu assalita dall’ansia. Kai rivide le luci della sua città dopo mesi. A Claudia venne in mente il volto di Minho. Davanti a tutti e tre si materializzarono i momenti salienti di quello che era accaduto in quella città prima che la lasciassero. Il cuore di tutti e tre prese a far capriole. Erano tornati nella città delle luci abbaglianti, erano tornati prede di uno beffardo destino che ancora una volta stava mischiando e distribuendo le carte per giocare la partita della loro vita.

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Capitolo 83
*** RITROVARSI ***


Scesero dall’aereo. Il sole era tramontato da qualche ora. La città era immersa nelle luci abbaglianti, come sempre. Arrivarono al centro in poco tempo. “Io dormo dai miei stanotte, hanno voglia di vedermi è da ottobre che non ci vediamo!” disse Kai “Va bene!” disse Marzia sorridendo, anche se un po’ le dispiaceva. Sarebbe stata la prima notte dopo lungo tempo che non dormiva con lui. Ma Kai aveva bisogno di rivedere la sua famiglia, e lei di raccogliere i suoi pensieri. Kai le diede un bacio poi prese il primo autobus disponibile. Lei e Claudia attraversarono la strada e si ritrovarono davanti al palazzo dove viveva Celeste. Suonarono alla porta ed attesero. La chiave girò nella toppa, piano… Il loro cuore batteva all’unisono. Erano mesi che non la vedevano ed erano emozionate. Un’ombra si stagliò sul pavimento del pianerottolo. Trattennero il fiato. Una massa di capelli marroni e un viso dolcissimo si materializzarono davanti a loro. “Si!” fece Heechul scrutandole con curiosità Marzia e Claudia si guardarono “Forse abbiamo sbagliato porta!” disse Marzia “Chi cercavate?” chiese Heechul “Una nostra amica, si chiama Celeste e…” “Celeste?” “Si!” “Non avete sbagliato, lei abita qui!” “Oh…” fece Claudia stupita, dato che non sapeva nulla di Heechul “Entrate, è sotto la doccia!” disse lui spostandosi per farle passare. Le ragazze entrarono esitanti. “Io sono Heechul!” disse lui presentandosi “Marzia!” “Claudia!” “Molto piacere Celeste mi ha parlato tanto di voi!” “Si ma noi di te nO!” pensò Claudia nella sua testa Marzia dal canto suo poco sapeva su di lui, a parte che era un tizio che aveva fittato una casa a Celeste. “Vado a chiamarla!” disse lui come per levarsi da quella situazione imbarazzante. Cinque minuti dopo comparve Celeste, fasciata in una salopette pre maman. Per poco non venne un colpo a tutte e tre. Non erano mai state separate per così tanto tempo. Rimasero lì a fissarsi per qualche minuto. Marzia e Claudia osservarono il pancione di Celeste, e Celeste osservava le sue amiche, belle come il sole, stanche ma felici, Marzia, forse un po’ agitata. Poi corsero ad abbracciarsi. “Oddio mio credevo non sareste più venute!” disse Celeste piangendo “Non ti avremmo mai lasciata sola!” disse Marzia “Io vado di là a… sistemare!” disse Heechul. Era il loro momento e non voleva disturbarle. Celeste gli fece un segno di assenso con la testa e gli sorrise. Si accomodarono tutte e tre sul divanetto. “Insomma questa casa è carinissima!” disse Claudia “L’ha arredata lui, Heechul!” disse celeste “Insomma lui chi è?” domandò Claudia “EH lunga storia.” “Abbiamo tutto il tempO!” disse Marzia “SI, ma prima ditemi come state, come vanno le cose in Italia, come va la vita!” “La mia, al solito una noia mortale!” cominciò Claudia “L’unica cosa emozionante è stata la visita di Baekhyun a Natale. CI siamo accoppiati peggio dei ricci ecco…” “Claudia!” disse Celeste, constatando che era sempre la stessa “Eddai, dillo che ti sono mancati questi racconti scabrosi!” In effetti si, le erano mancati! Le era mancato tutto. Riaverle lì le sembrava un sogno. “E tu Marzia?” “Vuoi dire sempre in tema ci accoppiamo come i ricci?” chiese Claudia “In che senso?” domandò Celeste Marzia arrossì. “Nel senso che lei e Kai non escono per giorni interi dalla camera da letto!” “Stai scherzando?” “Ehm…” “Marzia dai!” “Eh ha ragione. Diciamo che noi… ci facciamo prendere molto la mano!” rispose Marzia “Più che un po’!” si intromise Claudia “Pensa che l’altro giorno in bagno ho trovato 4 confezioni di profilattici da…” “Claudia!” urlò Marzia “Quattro confezioni?” chiese Celeste stupita “Ma che vi è preso?” “E… non lo so Celeste. Non lo so che mi prende quando sono con lui. So che lo voglio e basta e più lo ho e più lo voglio!” “Sta diventando sesso dipendente!” “Claudia smettila!” “E per il resto?” “Per il resto cosa?” “Come va tra te e Kai?” “io… ecco… credo di amarlo!” “Credi?” “Ecco… non ho ancora dimenticato Taemin e il pensiero di rivederlo mi crea non pochi problemi però Kai… lui è speciale! Del resto Taemin è sparito non ho avuto più sue notizie non so nemmeno che fine abbia fatto” Celeste guardò Marzia. Poi capì che era arrivato il momento di dirle la verità. “Marzia!” le disse “Devi sapere una cosa!” “Che cosa?” “Tae…” Il suono del telefono le interruppe. I genitori di Celeste scelsero il momento meno adatto per mettersi in contatto con la figlia. Kai riabbracciò sua madre, suo padre, suo fratello e sua sorella. Fu splendido per lui sentirsi di nuovo a casa. Cenarono tutti insieme e Kai raccontò loro della sua esperienza italiana, delle sue giornate, di quella ragazza così speciale. I suoi genitori gli lessero negli occhi tanta felicità, ma anche dell’inquietudine . Preferirono non fare troppe domande e lasciarlo respirare. Più tardi solo nel suo letto prese il cellulare e chiamò Marzia. “Eih sono felice di sentirti mi stavo chiedendo che fine avessi fatto!” disse lei “Ero con i miei e non mi andava di disturbare te…” rispose lui “Perché sei triste?” “Non sono triste!” “Dai!” “Nulla, mi manchi!” “Anche tu!” “E’ buffo, non ci vediamo da sole 3 ore!” “Mi sembra un’infinità di tempo!” “Vuoi che venga un po’ lì da te!” “Magari!” “Si ma non salgo da Celeste, mi vergogno, non la conosco bene!” “Magari facciamo due passi?” “D’accordo!” Kai prese le chiavi della macchina di suo padre, si mise alla guida e in poco tempo raggiunse Marzia. “hai preso la macchina?” gli chiese lei quando lo vide “Si è tardi non passano autobus. Ora la lascio qui, facciamo due passi a piedi.” La prese per mano e si avviarono per la loro prima sera insieme a Seul. Camminavano tra la gente e Marzia tornò a respirare quell’aria così particolare e per un attimo la assalirono i ricordi. Poi lo guardò. Era lì vicino a lei e sentì che forse doveva davvero lasciare andare il passato. Non fecero caso al ragazzo dall’altro lato della strada, del resto Jjong buttò a quella coppia familiare solo uno sguardo distratto. Era lontano. Cercò di mettere a fuoco bene quelle due figure. Era difficile, non aveva gli occhiali, ma quei due gli sembravano due visi familiari. Tentando di non perderli di vista si avvicinò a passo spedito, senza farsi vedere. Fu lì che li riconobbe. jonghyun fu il primo a sapere che Marzia era tornata a Seul. La serata volò via velocemente. “Ti riaccompagno!” disse Kai “Non ho voglia di ritornare!” fece Marzia “Perché?” “Voglio stare con te!” Non sapeva cosa le stesse prendendo ma non aveva voglia di staccarsi da lui “Vuoi venire a casa mia, per caso?” le chiese Kai ridacchiando “Stronzo!” borbottò Marzia mettendo il broncio Lui le solleticò le labbra con le mani, poi le si avvicinò e la baciò intensamente. Si guardarono a lungo. Kai le accarezzò il viso e Marzia lo abbracciò di istinto. Lui le passò una mano tra i capelli e la strinse forte, chiedendosi fino a quando sarebbe stata sua. “Fai l’amore con me, Marzia.” Le disse poi Lei lo guardò “Fai l’amore con me qui a Seul, per la prima volta!” Marzia lo prese per mano e corsero insieme fino alla macchina di Kai. Iniziarono a baciarsi e a levarsi i vestiti pregando che nessuno li scoprisse. Farlo per la prima volta in quella città, dove per tutta la precedente permanenza di Marzia avevano passato il tempo a rincorrersi e a respingersi, fu una delle esperienze più travolgenti per entrambi. Si mescolarono sentimenti contrastanti: passione, tristezza, desiderio, rimpianti, nostalgie, paure, amore. Mentre la stringeva dopo che si erano calmati Kai sperò con tutto se stesso che quella non fosse l’ultima volta. Poi fece una cosa che non faceva da tempo: pregò. Pregò perché nessuno gliela portasse via, perché non la perdesse, perché non lo lasciasse.

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Capitolo 84
*** COSE DA SAPERE ***


Quando le luci dell’alba illuminarono Seul sia Kai che Marzia constatarono che le loro ossa erano a pezzi. Non solo aveva dormito in macchina, ma per la voglia di stare abbracciati avevano finito col dormire completamente storti. “Bisogna che ci organizziamo meglio se vogliamo dormire insieme!” disse Kai massaggiandosi il collo “Già, hai ragione!” concordò Marzia “Dio che male!” “A chi lo dici!” “I miei si staranno chiedendo se sono vivo o se sono morto!” “Va da loro!” “Ah… non prima di averti offerto la colazione!” “Ma non importa!” “Shhh andiamo!” Aprì la portiera e subito l’aria fresca gli sferzò il viso. Poi aiutò Marzia a scendere. Presero posto al tavolino di un simpatico caffè in centro e fecero una colazione più che abbondante. Del resto dopo quella notte avevano bisogno di rimettersi in forze “Kai sei sporco di zucchero!” disse Marzia ridendo “Uffa, lasciami mangiare e…” “Sei davvero tu?” Marzia riconobbe subito quella voce e si voltò di scatto. “Jonghyun!” disse In piedi davanti a lei c’era proprio uno dei migliori amici di Taemin, nonché ex della sua amica Letizia. “Marzia ma allora sei qui. Io… io ti ho intravista ieri ma pensavo che…” Poi si accorse della presenza di Kai “Oh… scusa Kai io…” “Lascia perdere!” disse Kai agitato, aspettandosi di veder spuntare Taemin da un momento all’altro “Che ci fai qui?” le chiese Jjong “E’ per Celeste, sta per avere la bambina, siamo venute qui solo io e Claudia!” “Oh… e lei dov’è?” “A casa di Celeste… io… non…” A Jjong squillò il cellulare. “Scusami, devo andare ad aprire il negozio, è stato bello rivederti!” disse abbracciandola Poi se ne andò un po’ triste, un po’ felice di essersi levato da quella situazione imbarazzante. “Chissà se Taemin è al corrente del fatto che lei è qui?” si chiese Poi decise che glielo avrebbe detto. Era stufo di mantenere segreti. All’ora di pranzo, Marzia e Kai si unirono a Celeste, Heechul e Claudia. Pranzarono in un locale in centro, non distante, perché Celeste non era molto in grado di muoversi. Claudia guardava entrambe le coppie. Sapeva con certezza quasi matematica che appena Jinki fosse tornato Celeste avrebbe mollato quel ragazzo così bello e perfetto quale era Heechul. Più che una coppia di fidanzati sembravano una coppia di amici molto affiatati. Poi si ritrovò a fissare Marzia e Kai. Erano così agitati. Glielo si leggeva in faccia e nei movimenti tesi, però sorridevano, si guardavano negli occhi, si sfioravano. Pur nell’agitazione emanavano qualcosa di speciale. Si chiese cosa ne sarebbe stato di loro due di lì a qualche tempo. Anche Celeste si ritrovò a fissare la sua migliore amica. Ricordava di come fosse radiosa quando stava con Taemin; ma non l’aveva mai vista così bella come in quel momento. QUell’ansia mista a felicità le donava qualcosa di assolutamente speciale. E che dire di lui? Era completamente rapito e innamorato di lei. Aveva nutrito seri dubbi su quella coppia, su Kai. Tutti glielo avevano descritto come un mostro. E invece eccolo lì, un ragazzo timido, a t ratti impacciato. Pensò che l’apparenza ingannava e si chiese se non fosse il caso di tacere a Marzia della vicenda di Taemin Quando Heechul e Kai si alzarono per andare a pagare il conto, però, capì che non sarebbe stato giusto non dire alla sua amica quello che era successo. “Marzia!” “Dimmi!” “Io… ecco… non so da dove iniziare!” “Che stai cercando di dirmi?” chiese lei sospettosa, mentre Claudia fiutava aria di guai. “Sono successe molte cose in questi mesi!” “Me ne sono accorta!” disse lei alludendo a Heechul e al fatto che aveva mollato Jinki e se ne era andata di casa. “Marzia non parlo di me!” “E di chi, allora’” “DI Taemin!” disse Celeste facendo appello al suo coraggio “Taemin? Che c’entra Taemin?” chiese Marzia “Quando te ne sei andata, Park ha falsificato la sua firma, ha segnato una cartolina precetto e lo ha spedito dritto dritto a fare la leva!” “Che cosa stai dicendo?” chiese Marzia sconvolta “Marzia Tae sta facendo il militare e Minho è andato con lui per non lasciarlo solo!” “Da.. da quanto tempo è che…” non riusciva a parlare “Da ottobre…” “Perché non me lo hai detto subito?” “Ci ha fatto promettere di non dirti nulla non voleva turbarti!” “Celeste avresti dovuto dirmelo, sei mia amica!” “Lo so, marzia e sono stata tante volte sul punto di dirtelo ma che senso avrebbe avuto?” “Come hai fatto a tenermi nascosta una cosa del genere?” “Mi dispiace!” “Come sta?” chiese cercando di contenere la rabbia “Ora bene… ma i primi mesi è stata dura!” “io non ci posso credere…” “Appena nascerà la bambina prenderà dei permessi per stare con Jinki, è matematico che vi rivedrete…” Marzia non rispose. Era troppo impegnata con la mente a quello che Celeste le aveva appena raccontato. Taemin, la leva, la ditanza, le sembravano cose inverosimili. Quando Kai uscendo la trovò in quello stato, capì subito che qualcosa non andava e il sorriso gli sparì dalle labbra. “Pronto Tae!” “Jjong cosa diavolo chiami, se mi beccano prendo un’ammonizione!” “Tae è urgente!” “E’ successo qualcosa?” “No, cioè si!” “ Parla, mi stai facendo venire l’ansia…” “Tae… non so come dirtelo… ma… Marzia è qui, è tornata a Seul.”

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Capitolo 85
*** A CARTE SCOPERTE ***


“Jjong cosa diavolo stai dicendo?” chiese Taemin aggrappandosi al tavolo per non cadere “Ho visto Marzia, è tornata a Seoul per Celeste.” Rispose lui “Oh mio Dio… ma ne sei sicuro?” “SI ci ho parlato!” Oddio… come sta? Quanto tempo si ferma…” “Tae non lo so! Ma è la tua occasione! Quando hai la prossima libera uscita?” “Tra una settimana, maledizione!” “Diamine!” “Comunque Jinki ha detto che Celeste dovrebbe avere la bambina tra 20 giorni, quindi dovrebbe trattenersi fino ad allora, potrei farcela a vederla e chiarire tutto!” “Devi farcela!” Silenzio Poi Taemin si decise a fare la domanda che più lo terrorizzava “Con chi era?” gli chiese Jonghyun tacque per qualche minuto, poi parlò “Con Claudia, Celeste e…” “Kai…” “Esatto!” Una fitta colpì Taemin in pieno petto “Stanno ancora insieme!” “già…” “Come ti sono sembrati?” “Vuoi la verità?” “SI!” “Molto uniti. Lui la adora e lei… beh… lei… “Lei?” “Non lo so Taemin lei non ho capito!” “Ma come non lo hai capito?” “Tae ma non devi farle a me le domande! Quando la vedrai ne parlerete!” “Tu credi che la vedrò?” “Certo che la vedrai, Taemin, è matematico!” “Marzia per favore non essere in collera con me!” disse Celeste “Doveva essere la prima cosa che avresti dovuto dirmi!” disse Marzia risentita “ragazze, calmatevi stanno arrivando Kai e Heechul.” Marzia fissò Kai che la guardava stranito. All’improvviso si alzò di scatto da tavolo e uscì fuori dal locale. Istintivamente Kai la seguì. Celeste e Claudia si guardarono preoccupate. “Marzia che succede?” chiese Kai raggiungendola “Torna dentro!” disse Marzia con voce tremante “Ma… piangi!” disse lui avvicinandosi “Lascia perdere, Kai!” disse Marzia asciugandosi gli occhi “Marzia!” Singhiozzava. Tutto quel tempo senza vederlo, senza sentirlo, senza avere sue notizie e la verità era lì a portata di mano, se solo qualcuno gliela avesse detta. I ricordi si impadronirono prepotentemente di lei. L’immagine di Taemin che, a fatica, aveva messo da parte tornò a materializzarsi davanti a lei. Kai le si avvicinò senza capire e la abbracciò “Perché piangi?” Il momento le sembrò penoso! Lui era lì che la guardava con gli occhi pieni d’amore e lei stava con la testa altrove! Si sentì un mostro. “Kai non sto bene, torno a casa, ci vediamo più tardi!” E lo lasciò lì. Più tardi quando tornò a casa Kai, non trovando nessuno si mise a rovistare tra i quotidiani del padre, per informarsi sulle ultime notizie che si era perso sulla Corea del Sud. In prima pagina troneggiavano le tensioni con il Nord. Sul numero di Dicembre un trafiletto lo incuriosì. L’agenzia investigativa Kim scopre un pericoloso inghippo che vede protagonista un giovane diplomato all’Accademia di danza di Seoul. “L’agenzia dell’astuto Kim, da anni sulla cresta dell’onda, sgomina una pericolosa alleanza tra due potenziali criminali: Tren Park e Fai Gong. Entrambi avrebbero falsificato una cartolina precetto e mandato alla leva un giovane allievo dell’Accademia di Seoul, Lee Tae Min, che attualmente si trova ancora in servizio presso l’esercito. Non sono stati resi pubblici i motivi di tale gesto…” Kai rimase di sasso. Taemin spedito a fare la leva così giovane, grazie a un inganno di Park. Corse in salotto da suo padre. “Papà!” lo chiamò “Kai!” disse quello levandosi gli occhiali e osservando il figlio “Cos’è questa storia della leva di Taemin?” “Del figlio di Lee, vuoi dire?” “SI!” “una pazza lo ha spedito con un inganno a far la leva!” “Ma quando è successo?” “E’ passato diverso tempo!” “E lui dov’ è ora?” “Ancora al militare! Un suo amico si era arruolato per lui e non ha voluto lasciarlo solo!” “Ho capito…” “Povero Tae… mi ha detto un suo commilitone che la notte non faceva altro che urlare il nome di una ragazza… aveva fretta di raggiungerla ma a causa della leva non poteva.” “Una ragazza?” “Si, un’Italiana… devo dire che entrambi non vi accontentate delle donne che ci sono qui, ve ne andate a scegliere di straniere!” Vedendo che il figlio non rispondeva il Signor Kim si voltò Kai non c’era più. Kai camminava per strada con le mani in tasca e la testa china. Arrivò sotto casa di Celeste e suonò alla porta. Gli aprì Heechul. “Ciao, posso parlare con Marzia?” chiese “Certo, entra!” disse lui “Ehm, preferisco che esca!” “Ok!” Qualche istante dopo Marzia era fuori davanti a lui “Kai, che è successo?” gli chiese “Lo sai di Taemin e della leva, vero?” le chiese a bruciapelo Lei lo guardò. “SI!” rispose “L’ho saputo oggi!” “Ed è per questo che piangevi?” “SI!” “Ho capito… “ si voltò e fece per andarsene Marzia lo afferrò per la felpa e lo trattenne “Dove vai?” gli chiese “A casa!” rispose lui brusco “Che ti prende?” “Nulla, Marzia.” “Kai, per favore” “Pensavo avessi passato la fase del “provo ancora qualcosa per Taemin”” “Ma…” “Ma cosa? E’ bastato tornare qui perché te ne andassi in paranoia!” “Kai, per favore mettiti nei miei panni per me è difficile!” “Marzia io nei tuoi panni mi ci sono messo da mesi… ne ho sopportate e ne ho superate un sacco! Ora nei miei panni mettiti tu: sono innamorato di te, sogno una vita, una famiglia con te, ho mollato mia madre, mio padre, la mia famiglia, la mia vita qui per te e tu che fai? Ti sconvolgi per lui, sempre e solo per lui? Marzia cazzo io ti amo! Ed è straziante per me dover essere sempre l’eterno secondo come devo fartelo capire? Preferisco perderti piuttosto che doverti condividere!” “Ma io sono qui con te…” “No, non lo sei… la tua mente è altrove! E io non sono felice se tu non lo sei… e tu non sei felice Marzia.” “Dove vai ora?” “Me ne vado… schiarisciti le idee, e poi per favore dimmi che ne deve essere di noi!” Poi se ne andò, con il cuore quasi in frantumi.

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Capitolo 86
*** ORDINE NEL DISORDINE ***


Erano passati due giorni e Marzia non aveva avuto notizie di Kai. Aveva provato a chiamarlo ma lui non le aveva risposto. Poi Marzia aveva smesso. Aveva capito che Kai aveva ragione. Doveva far chiarezza dentro se stessa, ma non poteva arrivare a conclusioni se prima non vedeva Taemin. Kai dal canto suo non ci aveva dormito la notte. Si era girato e rigirato nel suo letto senza riuscire a prender pace. Aveva avuto quel timore, aveva provato a nasconderlo, ma appena lo spettro di Taemin era ricomparso non c’era stato più niente da fare. “ben ti sta!” pensò “Così impari a fregare le ragazze agli altri!” Si preparava a passare la terza notte insonne, quando qualcuno bussò alla sua porta. “Kai!” “Mamma!” “Cos’è non riesci a dormire nemmeno stanotte?” “Come fai a sapere che non ho dormito?” “Ti sei alzato così tante volte che ho capito che non avessi molto sonno!” “già…” “Cosa c’è…” “Mamma io… non so se è il caso di parlarne” “Se ne parli forse troviamo una soluzione!” Kai si tirò su a sedere e fissò sua madre. A lei parve infinitamente piccolo, un bambino indifeso. Gli occhi sgranati, gonfi di pianto, un pianto che non voleva uscire. “Io… vedi io sono innamorato!” “Lo avevo capito! E questo è un male?” “Lei non mi ama!” “Come fai a saperlo?” “Ama un altro, ha sempre amato un altro e quando credevo amasse anche me, in realtà stava solo occupando la mente per non pensare a lui!” “Ne sei totalmente sicuro?” “Io…” “Kai, ascolta! Non tutto è come sembra!” “Mamma lei mi odia in fondo al suo cuore. Sono stato un idiota, ho assecondato il gioco di una pazza per farla lasciare col suo ragazzo, poi quando mi sono innamorato ero così preso da lei che non mi sono più controllato e… poi sono successe così tante cose ma non è stata colpa mia!” La signora Kim fissò suo figlio. Poi sospirò. “TI va di raccontarmi tutto dall’inizio?” E Kai finalmente si liberò del peso che portava nel cuore, dicendo a sua madre tutto quello che era accaduto, dall’inizio alla fine senza nasconderle alcuna emozione. Alla fine del racconto lei lo fissò. “Questa ragazza sa queste cose che mi hai detto?” gli chiese “Si le ho confessato tutto quasi subito!” “E lei nonostante tutto è diventata la tua ragazza!” “SI ma solo…” “Non era una domanda Kai… era un’affermazione. Lei ha superato questa cosa… Vuol dire che forse a te ci tiene!” “O che era disperata!” “Dimmi Kai da quando hai smesso di vedere il lato positivo delle cose!” “Non lo so mamma, da troppo tempo. Appena ci provo mi si ritorce tutto contro, forse me lo merito, sono stato una cattiva persona!” “Kai la vita non è un’eterna punizione. Hai fatto i tuoi errori, è vero, ma ne hai fatte di cose buone, come aver impedito che questa famiglia si sgretolasse quando è morto tuo fratello. Se non fosse stato per la tua presenza di spirito, i tuoi successi, la tua grinta, la tua forza non saremmo qui a parlare. E poi cosa hai fatto per lei? Tanto Kai. Sei andato fin lì a cercarla e prima ancora hai cercato di proteggerla, di salvare la sua relazione mettendo lui e lei stessa in guardia. E ora sei qui la stai lasciando fare, la stai aspettando, ti stai mettendo da parte. Se non è amore questo Kai, cosa lo è?” “Mamma io…” “Stammi a sentire Kai nella vita tutto gira e ciò che oggi va bene domani andrà male, non esistono punizioni divine!” “Ho paura di perderla!” “Non posso dirti con certezza come andrà a finire ma sei vi amate andrà tutto per il verso giusto!” “Mamma ho paura!” Sua madre lo guardò. Per la prima volta dopo anni le sembrò indifeso. Lei e suoi figlio parlavano pochissimo, avevano avuto tanti contrasti; quel momento di confidenze le sembrò un miracolo. Avrebbe voluto fare di più per lui, ma non sapeva come aiutarlo. Lo abbracciò. Poi quando lo sentì singhiozzare e le sue lacrime, le lacrime di suo figlio bello come il sole, alto, feroce e spietato, iniziarono a bagnarle il collo capì che Kai non era il mostro che gli altri credevano, era la sua creatura, bella, dolce, sensibile… e per quanto si sforzasse di sembrare duro, forte, in realtà era sempre il suo bambino. Si addormentarono abbracciati, la madre che stringeva il figlio,che gli accarezzava i capelli, proprio come quando da piccolo quando qualcuno gli faceva i dispetti e correva a rifugiarsi da lei. E fu come se per un momento fosse tornata indietro, a quando aveva tutti i figli e Kai era un marmocchietto indifeso. Claudia sapeva dov’era Minho. Si armò di santa pazienza quel pomeriggio e andò alla caserma. Le fecero le domande più svariate all’ingresso. Mentì, disse che era una parente di Minho e che necessitava di vederlo, anche se non era il giorno di visita. La sua fu una recita convincente. Mentre aspettava che Minho arrivasse il cuore le salì in gola. Non respirava, aveva le mani sudate. Quando lo vide arrivare da lontano, bellissimo, anche se rasato, nella sua divisa le venne un colpo. Minho non capiva cosa fosse successo. Camminava a passo sostenuto pensando al peggio, tutta quell’urgenza non se la spiegava. Quando da lontano vide una figura di donna, si chiese chi lo stesse aspettando. Appena mise a fuoco il viso di Claudia si arrestò lì dov’era. Non aveva fiato, le gambe gli tremavano. Non si mosse. Pensò di andarsene. Poi si disse che aveva tutto da perdere andandosene. Si fece coraggio, si avvicinò a lei. I loro sguardi si incrociarono. Per un attimo sembrò che i loro cuori si fossero fermati. Si guardarono. Era arrivato il momento per loro di mettere ordine nel disordine, loro potevano farlo!

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Capitolo 87
*** LA LUCE DEL GIORNO ***


“Claudia!” disse Minho Lei lo fissò con aria severa. “Cosa ci fai qui?” “Sono venuta a cercarti!” rispose lei cercando di non scomporsi “Ma…ma… da quanto sei a Seoul e… come sei entrata qui, non è giorno di visite!” “Sono a Seoul da una settimana e per entrare qui è bastato fare un po’ il piagnisteo e hanno visto quanto sono bella e via!” “Oh!” “Vedi certa gente al contrario di altra sa apprezzare la bellezza!” disse Claudia inarcando un sopracciglio “A chi ti riferisci?” chiese Minho “A te!” “Come stai?” “Come una che si sente telefonare un giorno a caso e dire: guarda mi piaci solo che me ne sono accorto in ritardo!” Minho la guardò mortificato “Hai ragione, sono stato un idiota, ma credimi io non me ne ero reso conto e poi… e poi è successo tutto così veloce che…” Claudia non lo fece finire di parlare, si lanciò verso di lui, gli buttò le braccia al collo e lo baciò sulle labbra. Avevano parlato pure troppo per i suoi gusti Minho rimase spiazzato. Non si aspettava un gesto di quel genere. All’inizio non seppe se ricambiare o meno. Poi quando sentì che le gambe iniziavano a cedergli sotto il peso dell’emozione, la abbracciò e si abbandonò anche lui a quel bacio meraviglioso. “Santo Cielo, mi fa male!” disse Celeste tenendosi la schiena “Cosa ti fa male?” le chiese Heechul “La pancia, mi sento come se stessi per esplodere… ho dolori fortissimi!” “Oddio… ma… non può essere che nasca adesso mancano ancora due settimane e…” “Aih!” urlò Celeste Poi una pozza d’acqua a terra. “Mi si sono rotte le acque, chiama Marzia, presto!” A Heechul prese il panico. Durò solò qualche istante però. Giusto il tempo che Celeste urlasse “Heechul non stare lì impalato fa qualcosa.” Heechul prese il cellulare di Celeste e chiamò Marzia. Per fortuna quella era nei paraggi. Corse subito da loro. “Ok calma, dobbiamo andare in ospedale, chiamiamo un’ambulanza!” “Noooo ci mettono troppo ad arrivare, andiamo in macchina!” urlò Celeste “E chi guida?” chiese Marzia “Io non posso guidare qui e Heechul è evidente che non è nella condizione, sta mezzo scioccato” “Chiama qualcuno!” Celeste era isterica Marzia istintivamente prese il cellulare e chiamò Kai. Lui non rispose. Allora decise di mandargli un sms. Il telefono di Kai emise un beep. Non aveva deliberatamente risposto alla chiamata di Marzia. Ma quando lesse il messaggio per poco non gli venne un colpo. “Vieni ho bisogno di te, Celeste sta per avere il bambino!”. Mollò tutto e si precipitò a casa di Celeste. Quando Marzia aprì la porta e se lo trovò davanti rimasero a fissarsi per qualche istante non sapendo come salutarsi. “Marzia cosa diavolo stai facendo incollata alla porta, cazzo fai qualcosaaaaa!” urlò Celeste in preda ai dolori “Lasciami passare!” disse Kai Marzia si spostò. Il ragazzo andò da Celeste. “Andrà tutto bene!” le disse accarezzandole la testa “Ok?” Lei annuì poco convinta. “Aiutami Heechul, dobbiamo portarla in macchina!” disse “Heechul, guardami, dobbiamo portarla in macchina!” Heechul si ridestò dallo shock e insieme riuscirono a trasportala in macchina con Marzia che tentava di rassicurarla. Poi Kai si mise alla guida della macchina, e di corsa in ospedale. Anche il telefono di Claudia emise un beep. “Ovunque tu sia vieni all’ospedale di cui ti manderò l’indirizzo, Celeste sta per partorire… Marzia!” “Dio buono, Celeste sta per avere la bambina!” disse Claudia a Minho “Oddio ma… ma… devo avvertire Tadmin, sta per nascere sua nipote!” “Io… io… devo scappare!” “Quando ti rivedrò?” “Alla tua prima libera uscita!” “Ok… tu però aspettami!” “E tu non farmi aspettare troppo!” “Oddio perché deve fare tanto male!” urlò Celeste mentre la mettevano sul lettino dell’ospedale I medici le si affollavano intorno ma lei non capiva nulla “Qualcuno traduca quello che stanno dicendo!” “E’ troppo agitata!” disse Marzia “Che dicono i medici?” domandò a Heechul “Che se si agita un altro po’ rischia di collassare lei e far del male al bambino!” “Non si può far niente per farla calmare?” domandò Kai preoccupato “Io credo di si!” disse Heechul Poi uscì di corsa “E ora dove va?” chiese Marzia sconsolata “Non lo so!” rispose Kai scuotendo la testa Poi si guardarono Non sapevano cosa dirsi Heechul uscì fuori si infilò in macchina e guidò a gran velocità verso il posto dove sapeva di trovare l’unica persona in grado di calmare Celeste. Fece appello a tutta la sua calma. Dieci minuti dopo arrestò l’auto e scese. Si attaccò al campanello della porta e attese. “Tu?” chiese Jinki aprendo la porta “SI, io!” rispose Heechul quasi senza fiato “Cosa ci fai qui?” chiese Jinki nero “Celeste sta per avere la bambina!” “Cosa?” chiese Jinki sgranando gli occhi “Celeste sta per avere la bambina!” disse Heechul quasi urlando “Oh mio Dio!” fece Jinki mettendosi le mani nei capelli “DOv’è ora?” “in ospedale, ci sono Marzia e Kai con lei… è… è agitata e sta rischiando il collasso io… io credo che dovresti venire con me… ha bisogno del tuo aiuto!” “Andiamo!” disse Jinki senza esitazioni. Si infilarono in macchina e Heechul partì sgommando. Eccoli lì… due uomini che amavano la stessa persona… ma uno solo era destinato a rimanere nella sua vita. “Tae…” disse Minho piombando in stanza “Cosa c’è?” chiese Taemin allarmato vedendolo tutto trafelato “Celeste sta per partorire!” “Cosa?” “Hai capito bene… fatti firmare il permesso e corri in ospedale!” “Oh Cielo… sto per diventare zio!” “SI!” disse Minho sorridendo Heechul e Jinki arrivarono in ospedale. Lì trovarono anche Claudia che era appena arrivata. “JiNki!” disse Celeste vedendolo e scoppiando a piangere “Non fare così, ti prego!” le disse lui andandole vicino e accarezzandole la testa “Fa un male cane!” disse lei con le lacrime agli occhi “Ci sono io, qui, amore… vedrai che andrà bene!” Celeste lo strinse forte e all’improvviso si sentì più serena. “Presto, presto!” disse il medico entrando nella stanza. “La dobbiamo portare in sala parto!” “Posso venire?” chiese Jinki “No, meglio di no, è già troppo agitata e lei signore non mi sembra da meno!” “Andrà tutto bene!” disse Jinki guardandola. Celeste sparì insieme ai medici dentro la sala parto. Per due ore nessuno seppe nulla. Heechul e Onew uscirono fuori a prendere aria. Stavano impazzendo. Claudia andò fuori e iniziò a fumare una sigaretta dopo l’altra. Rimasero solo Kai e Marzia. Lei era agitata un po’ per Celeste un po’ per la presenza di lui. Si fissarono a lungo. Kai la vide fragile. “Vedrai che andrà bene!” le disse come per tranquillizzarla. “Io ho paura e…” Kai fece per avvicinarsi… aveva voglia di abbracciarla… la parte di quello arrabbiato con lei proprio non gli riusciva. Erano lì per riunirsi quando sentirono dei passi avvicinarsi. Si arrestarono convinti che fosse il medico che portava loro notizie. Il mondo si fermò nell’istante stesso in cui Taemin mise piede in quella stanza e incrociò lo sguardo di Marzia. In un’altra sala, in quello stesso ospedale, vedeva la luce per la prima volta la figlia di Celeste e Onew.

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Capitolo 88
*** SCACCO MATTO ***


Non appena videro uscire il medico dalla sala parto Jinki ed Heechul ebbero come un sussulto. “Chi è il padre?” chiese loro guardandoli a turno Entrambi aprirono la bocca per parlare… ma poi Heechul si rese conto di non aver alcun titolo per parlare. “Sono io!” disse Jinki “Celeste sta bene, e anche la bambina, è in piena forma, se vuole può vederle.” Jinki annuì, poi guardò Heechul. Sorrideva, ma il suo era un sorriso triste, un sorriso di quello che sa che per lui è arrivato il momento di uscire di scena. Jinki gli si avvicinò “Forse meriti più tu di vedere questa bambina di me!” gli disse “Ti sbagli, sei tu suo padre!” rispose Heechul “Ma io ho abbandonato Celeste quando aveva bisogno e se non fosse stato per te non come sarebbe andata a finire!” Era sincero. “tu c’eri prima di me e la ami. I momenti no in una coppia possono capitare. Promettimi solo che ti prenderai cura di loro due.” “Perché non vuoi vederle!” “Perché appartengono a te. Basterebbe un solo sguardo per legarmi a quella bambina come del resto, è successo con Celeste. Non voglio dover soffrire due volte…” “Tu ami Celeste?” “Così come la ami tu! E questa è una situazione davvero inverosimile, lascia che me ne vada, non c’entro nulla qui! Va a vedere tua figlia e la tua compagna. Vi auguro tanta fortuna” Jinki avrebbe voluto dirgli qualcosa. Gli leggeva il dolore dentro, ma non sapeva come dargli conforto. “Signore?” la voce del medico lo destò dai suoi pensieri “SI?” fece Jinki “Andiamo, venga a vedere sua figlia!” Jinki diede un’ultima occhiata a Heechul , finchè quello non girò l’angolo e sparì. Poi seguì il medico, pensando in cuor suo che quel ragazzo gli aveva dato una grande lezione di vita. Celeste era lì… distesa… aveva l’aria stanca. In braccio reggeva una creatura minuscola, che respirava regolarmente e dormiva beata. A Jinki si aprì il cuore. Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia. “Non vieni a vedere tua figlia?” gli chiese Celeste sorridendo. Jinki si avvicinò con passo incerto. Sporse appena la testa per vedere quella bellissima creatura. “Ha i tuoi occhi, Jinki!” “Li…li… ha chiusi non riesco a vederli…” In quell’istante stesso la bambina sbadigliò e poi spalancò gli occhi, due mandorline perfette. A Jinki si fermò il cuore per un istante. “E’… è bellissima…” “Prendila!” gli disse Celeste “No… ho paura di… farla cadere o…” “ci saranno tante volte in cui dovrai prenderla.” Jinki prese cautamente la bambina in braccio. Le mani gli tremavano. Ma non appena sentì il tocco della sua pelle morbida si rasserenò. Era la prima volta che il suo istinto di padre veniva fuori. “Taemin!” fece Marzia sgranando gli occhi A Taemin cadde di mano il borsone. Kai si sforzava di non assistere a quella scena. Si sentiva a disagio. “Marzia!” disse Taemin Sguardi. Marzia Taemin, Marzia Kai, Kai, Taemin. Imbarazzo. Silenzio. Marzia notò la sua divisa e i capelli rasati, le sembrò più uomo e meno ragazzino. Poi notò l’agitazione crescente di Kai. Si sentì in trappola. La situazione che meno voleva si verificasse era lì palese davanti ai suoi occhi, reale. Pregò che qualcuno andasse a cacciarla da quell’impiccio fermando il suo cuore impazzito. Evidentemente le sue preghiere vennero ascoltate. Scortata dai medici e da Jinki, rientrò in stanza Celeste insieme alla bambina. Tutti per un attimo si scordarono di quello che stava succedendo e si concentrarono sul fagotto che Celeste reggeva in braccio Si avvicinarono tutti e tre a lei, mentre Jinki correva a chiamare Claudia. Istintivamente la bambina toccò la mano di Kai e gli strinse il dito. Kai rimase sorpreso. “Prendila!” gli disse Celeste sorridendo “IO?” chiese Kai stranito “SI!” “Ma…” “Forza…” Kai prese la bambina con delicatezza dalle braccia della mamma e se la mise i braccio. “E’ davvero piccolina!” disse guardandola con stupore Marzia si avvicinò. “Ha gli occhi di Onew!” A Celeste piacque vederli uniti vicino a sua figlia. A Taemin quella scena, invece, diede fastidio. “Posso vedere mia nipote?” chiese a Kai. “Si, scusami!” disse lui voltandosi. Taemin prese la bambina in braccio. Marzia lo guardò. Quante volte avevano fatto progetti, quante volte avevano detto che avrebbero avuto anche loro un bambino prima o poi. E poi era andato tutto in malora. Ed ora eccoli lì straniti, senza sapere cosa fare o come comportarsi. “Tu non vuoi prenderla in braccio?” chiese Taemin a Marzia “Io… ho paura di farla cadere!” “Ma no, è facile!” disse avvicinandosi e porgendole la bambina. Le loro mani si sfiorarono dopo tanto tempo, e fu una bella sensazione per entrambi. Kai distolse lo sguardo. Non voleva intromettersi, ma non riusciva nemmeno a guardare quella scena, gli faceva troppo male. Marzia prese la bambina in braccio. Taemin le rimase vicino. “E’ bella vero?” le chiese guardandola negli occhi Marzia distolse lo sguardo e si concentrò sulla bambina. “Come si chiama?” chiese a Celeste “Anemone!” “Anemone?” “SI… bella e delicata, ma che sa difendersi… lo sai che gli anemoni quando il vento e il sole li fa seccare diventano appena appena irritanti se qualcuno prova ad estirparlo? Ecco questa bambina mi auguro per lei che sia bella e delicata come anemone e capace nello stesso tempo di difendersi da sola, non come me che ho costante bisogno di avere gente intorno per sentirmi al sicuro.” “Ma smettila… Piuttosto, tienila, inizia ad agitarsi!” Celeste si riprese sua figlia, nell’istante stesso in cui arrivarono Jin e Claudia. Mentre la ragazza faceva le feste alla bambina, scioccandola già dai primi approcci, i tre tornarono a guardarsi. “Forse è il caso che vada!” disse Kai “Perché?” gli chiese Marzia “Non c’entro niente qui!” “Kai ti prego…” “Tu hai bisogno di parlare con lui. Vi dovete chiarire, non vi siete detti tutto e io non voglio dovermi rimproverare un domani di averti impedito di capire da sola chi ami!” “Kai…” “Marzia è tardi. Devo tornare a casa… ci… ci sentiamo presto!” E se ne andò. Marzia rimase lì con Taemin vicino, era un po’ come se fossero soli dato che tutti intorno si agitavano per la bambina. “Come stai?” le chiese Tae “Io… abbastanza bene… tu piuttosto come stai!” Erano piuttosto impacciati “Beh come mi vedi. Rasato e con una divisa addosso!” “Non ne sapevo nulla!” “Ho fatto giurare agli altri che non ti avrebbero detto niente!” “Perché?” “Non volevo ti preoccupassi!” “avevo il diritto di saperlo!” “Pensavo …” “Non dovevi pensare…” “Mi dispiace!” “Dio Taemin, tutto questo tempo non sapere dove fossi né cosa facessi!” “Mi dispiace…” “Anche a me!” “Sei felice, dico… con lui?” Marzia non rispose. Non erano affari di Taemin la sua storia con Kai. “Non è né la sede né il momento di parlare di noi!” “Vediamoci stasera, allora!” Marzia ci pensò. Non sapeva se era il caso. “Dove?” chiese alla fine dopo un po’ di incertezza. “In centro, ci sono delle bancarelle lì in mezzo, vediamoci lì.” “Va bene!” Kai arrivò a casa trafelato. Aveva corso. Aveva cercato di non pensare a loro due insieme. Era stato pazzo, forse, a lasciarla sola con lui. Ma se prima non chiariva quella situazione, in un senso o in un altro, lui non sarebbe potuto andare avanti. E poi l’amava troppo per costringerla a rimanere con lui… lei doveva scegliere chi amava davvero. Se quella fosse stata una partita di scacchi, di sicuro Taemin gli avrebbe fatto scacco matto, colpito e messo KO all’improvviso… e pensò che erano finiti i tempi in cui lo scacco matto lo dava lui… ora era lui sotto scacco. Pregò con tutto se stesso che le cose si sistemassero per il verso giusto.

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Capitolo 89
*** OGNUNO PER LA SUA STRADA ***


La sera calò velocemente su Seoul. Celeste era stremata, faceva fatica perfino a tenere gli occhi aperti. La bambina dormiva vicino a lei. Jinki era seduto li accanto. “Non mi hai ancora fatto una domanda!” le disse “Che tipo di domanda?” fece Celeste “Non mi hai chiesto dov’è lui!” “Se per lui intendi Heechul, lo so dov’è… se ne è andato…” “Come fai a saperlo?” “Sono cose che si intuiscono Jinki.” “Ma… non ti interessa sapere dov’è…” “Si che mi interessa…” A Jinki si strinse lo stomaco “E… perché non lo cerchi allora?” “Perché non credo sia la persona della mia vita. E’ un ragazzo infinitamente buono e gentile ma… io ho una figlia con te…” “E’ solo per questo che non lo cerchi?” “No Jinki… io e te ci siamo amati tanto…” “Perché parli al passato?” “Lasciami finire… Quello che c’è stato tra noi è stato amore e ne è una dimostrazione questa bambina… ma tu sei stato scostante con me. Nonostante questo, nonostante Heechul, non ho mai smesso di pensarti. E questo è un dettaglio non trascurabile.” “Mi ami ancora?” “Io non ho mai smesso di amarti … ma devo capire se questa nostra storia può stare in piedi!” “In che senso?” “Siamo troppo giovani e non so la vita dove ci porterà… ho bisogno di sapere se siamo, se sei pronto.” “Cosa intendi fare?” “Ho bisogno di stare sola per qualche tempo.” “Per quanto tempo?” “Qualche giorno o qualche mese…” “Andrai via da Seoul?” “Non lo so…” “Ma… come vi vedrò…” Aveva parlato al plurale per la prima volta. “Jinki non ho deciso nulla!” “Qualunque sarà la tua scelta la accetterò…ma per favore pensaci bene… io ti amo e davvero voglio una famiglia e una vita con te!” Celeste guardò prima lui poi sua figlia. “Ora sono stanca!” “Tornerò domani!” “Va bene.” Le diede un bacio sulla fronte e poi uscì. Celeste prese il cellulare. “Grazie di tutto e perdonami. Spero un domani capirai cosa mi ha fermato dal poterti amare!” scrisse Quando a Heechul suonò il cellulare e lesse il messaggio di Celeste, lo assalì la malinconia. Poi dopo averlo riletto un paio di volte, premette il tasto “Cancella” e decise che era ora di eliminare quei momenti. Era ora di andare avanti Marzia camminò spedita, si perse tra le bancarelle di quel centro. Iniziò a cercarlo con lo sguardo ma non lo vide. Per tentare di ingannare il tempo cominciò a rovistare in una bancarella di libri, fino a quando non urtò una mano. La scena le sembrò familiare. Come un flash tornò indietro a quel mese di giugno in cui lo aveva conosciuto, rovistando in un bancarella di libri nel quartiere Trastevere di Roma. Sollevò lo sguardo, proprio come allora. “Ciao!” le disse Taemin sorridendo “Temevo che non saresti più venuta.” “Non so nemmeno come hai fatto a pensarlo.” Teneva la testa bassa. Taemin le accarezzò il viso. “Non ci posso credere che tu sia qui! E non ci posso credere che nonostante tutto questo tempo mi scoppia il cuore quando ti vedo, sei così bella.” “Tae…” “Stai con lui, vero?” “Io…” la domanda la spiazzò “Si…” rispose “Da quasi 4 mesi…” “E lo ami?” “Ma che domande mi fai…” “Hai già dimenticato quello che c’è stato tra me e te?” “Tae ma cosa diavolo dici. Mi hai lasciata tu senza possibilità di spiegare…” “E’ stato un errore imperdonabile, ma ero furioso e poi quelle foto… Dimmi che non mi hai dimenticato.” “Taemin io… è passato del tempo, sono stata malissimo. Mi sembrava di impazzire senza di te… non riuscivo a vivere normalmente…” “Credimi se ti dico che per me è stato lo stesso…” “Ma la leva, tutte questa cose che sono accadute… come è potuto succedere…” “Colpa di Park… adesso è in carcere…” “Che essere spregevole!” “Marzia non me lo perdonerò mai di averti lasciata andare!” disse Taemin all’improvviso “Io…” “Ti prego dammi un’altra possibilità!” “Tae…!” “Io non vivo senza di te e so che per te è lo stesso altrimenti non saresti qui a parlarne!” “tae ascolta…” Improvvisamente lui le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra. Marzia rimase immobile. Erano sempre le stesse labbra, ma il sapore era diverso, anche l’approccio era diverso. Non era più quello del ragazzino spensierato che aveva conosciuto, era quello di un uomo che sapeva ciò che voleva. Si abbandonò piano piano a quel bacio. Si ritrovarono dopo mesi. Le loro labbra si cercarono, i loro sguardi si incrociarono, si strinsero. “Non sai quanto ho desiderato questo momento! Ogni giorno pensavo a questo, pensavo a te!” le disse Taemin “Taemin io… non so che dire…” “E’ per Kai… vero?” “Non so come spiegartelo!” “Non devi giustificare nulla è stata colpa mia… ricominciamo e lasciamoci alle spalle tutto!” Marzia lo guardò. Gli accarezzò quella testa ruvida dove i primi capelli iniziavano a spuntare. “Devo andare!” gli disse accennando un sorriso “Vieni da me, rimaniamo insieme stanotte.” “Io… devo prima chiarire con lui e…” “Va bene. Però sappi che ti desidero come si desiderano poche cose nella vita!” disse tirandola a sé e riprendendo a baciarla. Quando dieci minuti dopo si staccarono Marzia non capiva più nulla. Si sentiva confusa. Si trascinò fino a casa di Kai e suonò alla sua porta. “Marzia che ci fai qui?” le chiese lui Marzia notò subito che aveva gli occhi gonfi. Si sentì una carogna, lo stava distruggendo, stava lasciando che si distruggesse. “Kai io…” Kai la guardò. Le leggeva in viso che qualcosa, più che qualcosa, non andava. La guardò con aria scoraggiata, di chi sa che sta arrivando la fine. “Lo hai visto, vero… ora!” “Si..” disse lei abbassando la testa Si Sentiva una codarda “E dimmi Marzia…” nel tono di Kai si sentivano singhiozzi strozzati, ricacciati indietro. “Cosa ne è di noi…” Marzia non sapeva cosa rispondere, ma non perché in testa sua avesse preso una decisione, semplicemente perché non sapeva cosa voleva. Quel silenzio, però, valse a Kai più di mille parole. “Marzia va da lui…” le disse “Cosa?” chiese lei interdetta “Ho detto, va da luI!” ripetè Kai con le lacrime agli occhi “Ma…” “Marzia non hai mai smesso di pensare a lui. Tu eri felice con lui e probabilmente lo sarete anche ora… e io non potrò mai darti quello che ti da lui… la gioia, la serenità, e sarebbe ingiusto tenerti legata a me e ti amo troppo per renderti infelice. Quindi va da lui.” “Kai…” Lui le si avvicinò. La guardò negli occhi con uno sguardo colmo d’amore. Una lacrima gli scivolò sul viso perfetto. “Marzia prima di incontrare te non sapevo cosa volesse dire amare. Ero una brutta persona. Mi hai reso felice, mi hai fatto capire cos’è l’amore e per questo per me rimarrai la persona più importante, speciale ma… Io non voglio costringerti a stare con me. Se c’è Taemin nel tuo destino, è giusto che tu vada da lui.” “Kai non piangere!” disse Marzia asciugandogli quella lacrima. Lui le prese la mano e gliela baciò. Poi tornò a guardarla. Si avvicinò col viso al suo orecchio. “Ti amo Marzia.” Le disse Poi le baciò la fronte con dolcezza. “Ti prego non dimenticarmi, conserva il mio ricordo anche in un piccolo spazio dentro di te!” Le diede un ultimo sguardo e si avviò verso la porta “Kai aspetta!” le disse lei Il ragazzo sparì dietro la porta senza voltarsi. Una volta dentro casa diede sfogo a tutto il su pianto. Pianto per quello che aveva perso, pianto per quell’amore che gli stava distruggendo anima, cuore, mente, corpo. Pianse tanto Kai, come un disperato. Marzia rimase lì ferma davanti a quella porta. Poi si avviò verso casa. Lungo la strada la assalì il pianto. Non se lo spiegava, ma stava piangendo per lui. Le lacrime scendevano senza controllarsi. Arrivò sotto casa quasi trascinandosi. Poi trovò lui lì ad aspettarla. Taemin la stava aspettando. Si asciugò le lacrime. Gli andò incontro. Lui la baciò Lei lo lasciò fare un po’ perché voleva un po’ perché non aveva la forza di opporsi. Quando qualche minuto dopo si spogliarono in camera da letto, a casa d Celeste, erano quasi imbarazzati. Dopo tanto tempo era come rifarlo per la prima volta. Marzia era quasi timida. Non sapeva se era pronta o no. Taemin invece sapeva di essere pronto, ne era certo. “Non ci credo, che siamo qui, tu ed io, Marzia…” “Credici, perché sta accadendo” gli disse lei

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Capitolo 90
*** CORTOCIRCUITI ***


Erano lì in quella stanza. TaEMIN non aveva perso tempo, la desiderava più di qualsiasi altra cosa. "Non ho fatto che pensare a te tutto questo tempo non puoi capire quanto mi sei mancata!" le disse "Davvero mi hai pensata?" gli chiese Marzia "Ogni singolo giorno!" Fu strano fare l'amore con lui dopo tanto tempo, dopo tutto quello che era success, dopo KaI. A Marzia sembrò quasi di farlo con uno sconosciuto. NUlla le parlava di Taemin. Quei muscoli, quell'irruenza, quelle labbra... erano ben lontani da quello che aveva conosciuto mesi prima. Istintivamente le venne da pensare a Kai, a come era stata con lui. All'intesa che avevano avuto fin dall'inizio, alla grande forza di volontà di lui nel non mollare nei momenti di difficoltà. Scacciò quel pensiero, in fondo la sua scelta l'aveva fatta, o meglio, Kai l'aveva fatta per lei. L'aveva lasciata andare. Taemin non si accorse che nel mentre la mente di Marzia vagava, era così preso dal momento che non ci fece caso. Quando tempo dopo calmarono i sensi, Tae la abbracciò e iniziò ad acacrezzarle i capelli. Marzia fissava il soffitto. "Ancora non ci credo..." disse Taemin quasi senza fiato Marzia non rispose "Tutto bene?" le chiese lui "Si, scusami, è che ancora non ho realizzato..." rispose Marzia "E' normale, siamo stati lontani per così tanto tempo..." "Già..." "Sai ho sofferto molto quando ho saputo che stavi con lui... non riuscivo a capacitarmene e..." "Tae... per favore non parliamo più di lui..." Il tono di Marzia era fermo "Ma..." "Tu hai avuto altre ragazze Taemin?" gli chiese a bruciapelo "Si..." ammise Taemin "Bene... allora siamo par per me è una storia chiusa..." "Lo hai amato?" "Non ha più importanza!" Kai era steso al buio sul letto della sua stanza. Aveva pianto tutte le sue lacrime. Era stanco. Per fortuna i suoi erano fuori, non potevano vederlo in quello stato. ERa stata dura lasciarla andare... ma l'amava così tanto che non se l'era sentita di tenerla legata a sè contro la sua volontà. Del resto era una paura che aveva sempre avuto. Mentre si lambiccava il cervello immaginandola con lui qualcuno bussò alla porta. Fece finta di non sentire. Qualcuno si attaccò al campanello. Quel suono penetrò nella testa di Kai tormentandolo. Alla fine fu costretto ad alzarsi. Aprì la porta e si trovò davanti Luhan, Suho, Chanyeol e Lay. "Che bella cera!" disse Luhan "Che volete?" chiese Kai stanco "E' tre ore che proviamo a chiamarti ma non rispondi, ci siamo preoccupati!" disse Lay "Sto bene..." "Non si direbbe!" disse Suho "Già hai degli occhi gonfi!" diede dentro ChanYeol "Ragazzi vi dispiace se ci vediamo domani, ora proprio non è il momento!" "CHe succede Kai?" chiese Luhan "Io.. io e marzia ci siamo lasciati!" rispose. I ragazzi lo fissarono attoniti. Poi senza dire nulla lo trascinarono fuori casa di forza. Arrivati in un locale si fecero raccontare tutto. Di tanto in tanto Kai buttava giù qualcosa di alcolico per non pensare. "E tu l'hai lasciata andare così?" gli chiese Lay stupito "Cosa avrei dovuto fare costringerla a rimanere con me?" "No ma almeno aspettare che fosse lei a decidere!" "Lei aveva già deciso... dovevi vedere la sua faccia... cavolo sono sempre stato solo un ripiego!" "Di quello che vuoi Kai, ma a me sembrava che lei a te tenesse davvero!" disse Han "Se, infatti si vede come è finita, le donne sono delle stronze!" disse ChanYeol "Qualunque cosa sia stata, non pensarci più, cerca di guardare avanti!" disse Su "Non ce la faccio. Continuo a pensare a lei, ai nostri momenti insieme e pensarla con lui, tra le sue braccia mi fa impazzire!" disse Kai "Smettila di tormentarti Kai!" "Ragazzi andiamo a casa, vi prego, non ce la faccio più." Taemin si rivestì senza smettere di guardare Marzia. "Se vuoi puoi rimanere!" gli disse lei "Rimarrei volentieri ma domani devo tornare in caserma..." "Quando ci rivediamo?" "Ogni mia libera uscita, vedrai il tempo passerà velocemente e quando questo incubo sarà finito potremo sposarci come avevamo previsto mesi fa!" "Già..." Marzia ripensò a come era stata dura andare avanti senza Tae,, abituarsi alla sua assenza. Poi era arrivato Kai e ogni cosa aveva preso un ritmo e un colore diverso, il suo mondo grigio aveva preso colore. "Ti chiamo domani, va bene'" le disse lui stampandole un bacio sulle labbra "Va bene!" disse lei abbozzando un sorriso Quella sera erano usciti con la macchina di Kai. All'andata aveva guidato LuHan perchè lui era abbastanza sconvolto. Ma al ritorno Kai aveva insistito per metetrsi alla guida. I ragazzi si erano opposti, ma alla fine non c'era stato nulla da fare. Si mise così alla guida, con LuHan di fianco. Dietro gli altri due. La testa gli girava, forse per l'alcool, per la stanchezza. Nella mente e davanti agli occhi i ricordi di quella storia. La strada quella sera era buia. "Rallenta!" gli disse LuHan, notando che stava premendo troppo sull'acceleratore "KAi rallenta la strada è devastata!" Marzia, loro due, Marzia che balla, Marzia che ride, Marzia che piange, lui e Marzia insieme sotto la pioggia, in giro per le città, a fare l'amore, a giocare, a ridere, marzia felice, Marzia imbronciata. Tutte quelle immagini affollavano la sua testa. Un tir spuntò all'improvviso dal lato opposto abbagliandoli con i fari... A Kai si annebiò la vista. Fu un attimo... perse il controllo. La mano pronta di LuHan afferrò lo sterzo e con un movimento deciso spostò la macchina a destra evitando che impattasse con il tir. Un urto violentò scosse la notte, erano finiti su un guard rail.

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Capitolo 91
*** QUELLO CHE NON VA ***


Marzia aveva passato la giornata con Claudia in giro per Seoul. Era stanca, troppo stanca perfino per riuscire a dormire. Si era appena addormentata, quando si svegliò di scatto. Urlò senza un motivo preciso il suo nome. Claudia e Celeste accorsero insieme per vedere cosa fosse successo. Anemone iniziò a piangere nella sua culla. “Marzia!” disse Claudia allarmata correndo da lei. Era sudata e tremava. “Marzia che c’è?” le chiese Claudia scuotendola “N… non lo so…” balbettò Marzia confusa “Marzia perché hai urlato quel nome?” “Quale nome?” domandò Marzia “Il nome di Kai!” disse Celeste spuntando con la bambina in braccio “Kai?” chiese Marzia confusa “SI… hai urlato il suo nome!” “io… io non lo so perché… so… solo che… ho paura che gli sia successo qualcosa!” “Marzia cosa stai dicendo?” “Celeste, te lo giuro…” “Marzia te lo dico io cosa sono questi, sensi di colpa!” disse Claudia severa “Sensi di colpa?” “Si Marzia, hai lasciato quel fiore di ragazzo ancora non ho capito per quel motivo…” “Ma Tae…” “Tae cosa? Tai ti ha mollata… è sparito…” “Ma ha avuto il guaio con la leva…” “Non è solo la leva Marzia… non ti ha dato alcuna possibilità di spiegare…” “Claudia nei suoi panni avrei fatto lo stesso… forse…” “Marzia, Kai, quando mentre lo stavate facendo hai nominato Taemin, ti ha perdonata e si è messo con te…” “Non è la stessa cosa…” “Si che lo è… solo che nel primo caso tu a Taemin non avevi fatto nulla di male…” “Io…” “Marzia sei stata un’emerita imbecille. Kai ti amava e appena quell’altro ha schioccato le dita lo hai piantato.” “In realtà non è andata così…” disse Marzia abbassando gli occhi “Che vuoi dire?” chiese Celeste “Che io quando Kai mi ha chiesto se pensassi ancora a Taemin, io non ho risposto e lui se ne è andato dicendomi che non voleva forzarmi a stare con lui se amavo un altro.” “Beh… ti ha fatto una gran dimostrazione d’amore e non te la saresti nemmeno meritata…” disse Celeste “Siete severe con me!” “No, siamo obiettive… per me hai sbagliato!” disse Claudia “Celeste?” “Sono fatti tuoi Marzia. Taemin, Kai… non lo so… devi far chiarezza dentro di te.” “Io la mia scelta l’ho già fatta!” “Perché diavolo gridi il nome di un altro allora?” Un rivolo di sangue sbucò dalla testa di Luhan. Aveva battuto la testa al vetro. Chanyeol e Lay si mossero piano sul sedile posteriore massaggiandosi la schiena e il collo. Kai era riverso con la testa sullo sterzo… l’airbag aperto. Il fumo usciva dall’auto schiantatasi contro il guard rail. Luhan si mosse lentamente, tastandosi la testa. Un conato di vomito lo assalì quando vide il sangue sulla sua mano. Si voltò a fatica. “State tutti bene?” chiese ai ragazzi “Noi si!” disse Lay “è ok!” rispose Chanyeol “Kai…” disse poi voltandosi verso l’amico “Kai…” disse scuotendolo. “Kai maledizione, rispondi!” Luhan stava andando nel panico, Kai non dava segni di vita “Sta calmo e non muoverlo a quel modo!” disse Lay “Ma non da segni di vita…” “Potrebbe essere solo svenuto… prova a sentire se respira.” Luhan si sganciò la cintura di sicurezza. Poi ancora dolorante si allungò verso Kai, impaurito. Con sommo sollievo constatò che respirava. “Allora?” chiese Chanyeol scosso “E’ vivo.” “Sei felice Taemin?” chiese Minho quella sera “Tu non sai quanto, mi pare un sogno!” rispose Tae “Ho mille progetti e… oddio non ci posso credere!” “Già… e Kai come l’ha presa?” “Non lo so… non so come si sono chiariti tra loro.” “Non le hai chiesto niente?” “No Minho…” “Per quale motivo?” “Perché non mi interessa… ho già sbagliato una volta a fare il sospettoso. Ora voglio solo stare con lei.” “D’accordo. Ho anche io una novità…” “Cioè…” “Io e Claudia beh… vogliamo provarci!” “Beh, ma è magnifico!” “Già… cioè siamo solo all’inizio, non so più nemmeno io cosa siamo ma… credo che siamo sulla buona strada!” “Ecco… finalmente le cose iniziano a girare per il verso giusto!” La luce gli diede fastidio agli occhi quando piano piano riuscì a riaprirli. “Kai…” una voce lontana lo chiamò “Mamma!” disse lui muovendo appena le labbra, e con un filo di voce “Kai…” sua mamma era lì insieme ad altre persone. Kai mise a fuoco per bene tutte quelle persone. Suo padre, sua sorella, i suoi amici. Erano tutti lì “Stai bene?” gli chiese suo padre “Ci hai fatto prendere un colpo!” disse sua madre, ricordandosi di come aveva perso il primo dei suoi figli maschi. “mamma sto bene… stai tranquilla…” Più tardi quando il medico riuscì a mandar via i suoi per farli riposare, rimase solo Luhan a fargli compagnia. “Mi dispiace, Han… se non fosse stato per te a quest’ora saremmo morti…” disse Kai dolorante “Non ci pensare… sono momenti di debolezza che nella vita possono capire a tutti.” Disse lui “Non quando si ha la responsabilità di tre persone.” “Kai… sarebbe potuto succedere anche a me.” “No, Luhan, tu non perdi mai il controllo.” “Fidati… lo avrei perso anch’io…” “Cosa devo fare? Non riesco più a vivere, disse Kai trattenendo le lacrime.” “Kai è troppo presto… col tempo ne uscirai… è solo un periodo… ne uscirai!” “Lo spero.” Marzia non dormì quella notte. Guardò fuori dalla finestra tutto il tempo. Ancora nella sua testa la domanda di Claudia, come una interferenza determinante nella sua vita…. “Perché pensi ancora a lui?”

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