State of grace

di Postcard
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Camminiamo veloce tra i semafori
Strade affollate, vite indaffarate
Sappiamo tutti che è un “mordi e fuggi”
Siamo soli con le nostre idee che cambiano
Ci innamoriamo finché non ferisce, sanguina o sfuma col tempo
Impariamo a convivere col dolore
soprattutto coi nostri cuori spezzati
L’amore è un gioco spietato
tranne se lo giochi nel modo giusto.
 
1
La suoneria del mio cellulare mi sveglia improvvisamente. Arranco con le mani nel buio: “Ah?” Mugugno con la bocca secca.
“Hei, sto passando a prenderti! Fatti trovare con un costume addosso e possibilmente pronta. Sai quando odio aspettare” Gracchia la mia migliore amica dall’altra parte della cornetta.
“Chanel, ma tu ti sei bevuta il cervello. È domenica, non puoi svegliarmi a quest’ora perché ti è venuta un’improvvisa voglia di andare al mare” La rimprovero tra uno sbadiglio e l’altro.
“Oh, puoi stare tranquilla che tra un po’ l’improvvisa voglia di andare al mare l’avremo in due. Tu preparati, sarò lì da te tra dieci minuti e ti racconto tutto”
“Spero non sia una delle tue solite stronzate Nel” dico riagganciando.
La domenica non dovrebbe essere il giorno del riposo? E allora perché io non riesco a dormire fino a tardi? Dovrei chiederlo a Chanel.
Controvoglia mi trascino giù dal letto sino al bagno: ho un aspetto orribile. Faccio del mio meglio per coprire le occhiaie e sembrare un minimo presentabile.
“Dove hai intenzione di andare signorina?” Mi domanda mia madre con sguardo indagatore quando metto piede in cucina “Oggi vengono i nonni a pranzo ricordi?”
E come dimenticarlo? La mamma ce lo ricorda tutti i giorni ormai da un mese. Come biasimarla, in fondo per lei è un grande giorno.
I nonni vivono a Edimburgo, la città dove mia madre è cresciuta e dove ha incontrato mio padre. Tutto molto romantico se non fosse per il fatto che mio padre un giorno di punto in bianco ha deciso di uscire dalla nostra vita. Così, dopo questo duro colpo, la mamma ha deciso di trasferirsi: a Dover. Cittadina di appena ventotto mila abitanti nella costa sud-orientale dell’Inghilterra.
Ma oggi non è una delle solite visite dei nonni. Oggi avranno l’onore, per così dire, di conoscere Matt, il fidanzato della mamma. Niente di personale nei suoi confronti, ma.. non è esattamente l’uomo che vedrei al fianco di mia madre.
“Non farò tardi. Promesso” Dico attaccando lo squillo di Chanel, segno che mi aspettava nel vialetto.
“Australia, tua madre non ti ha detto che puoi uscire” Si intromette Matt. Ecco niente di personale, ma è proprio questo che intendevo. Lui è una sorta di piattola onnipresente.
“Buongiorno anche a te Matt” Dico chiudendomi la porta alle spalle.
“Che succede?” Domando alla mia amica mentre salgo su la sua Opel Corsa.
“Ho un appuntamento con Leon –dice sfoggiando un sorriso a trentadue denti e prima che io possa aprir bocca aggiunge di tutta fretta- e credo che Aaron sia da quelle parti”
“No. La domenica mattina va in palestra.” Sbraito incredula. Ero sveglia per un appuntamento con lo sfigato degli sfigati per eccellenza.
 “Evidentemente ha cambiato programma… Carol ha appena pubblicato questa su facebook..”  Dice mostrandomi una foto del mio ragazzo con quella troia di Carol appiccicata a lui come una cozza.
“Quella troietta non ha ancora capito che deve stare alla larga la lui.” Dico slaggiandomi la cintura per voltarmi verso Chanel.
Carol è quel tipo di ragazza, che come dire… ha una certa tendenza a farsi un ragazzo dopo l’altro. Si chiama sindrome di ragazza facile giusto?
“Forza andiamo a sto appuntamento con Leon e ad uccidere quella stronza.” Ringhio con il sangue al cervello per il nervosismo.
“Così mi piaci” Grida Chanel accelerando bruscamente.
Lei è una delle persone più minute che io conosca, capelli lisci, media lunghezza biondo platino, occhioni dolci e sorriso da mozzare il fiato. Ma la mia amica è la prova vivente che l’apparenza inganna, lei è una vera e propria furia.
In meno di mezz’ora arriviamo al molo. La guida spericolata di Chanel, spesso può tornare utile.
A quanto pare ero l’unica a non sapere di questa bella gita al mare dal momento che ci sono proprio tutti.
“Hei” saluto i miei amici sedendomi accanto a Edwyn, l’unica persona in questo momento che riuscirebbe a farmi ragionare.
“Hei… la troia ha scelto la sua nuova vittima e mi dispiace dirtelo, ma si tratta di Aaron”
“Ho visto, facebook dice” Mormoro dandomi un’occhiata in giro in cerca del mio ragazzo.
“Sono andati ha prendersi un gelato” Mormora alzando le sopraciglia.
Annuisco seria.
“Sai cosa penso di Aaron, e ammetto che lo vedrei bene con la troia” Dice spostandosi il ciuffo da destra a sinistra. Edwyn non hai mai visto di buon occhio la ma storia con Aaron.
“Ed, ma tu da che parte stai?” Mugugno cercando di fare una smorfia dolce.
“Sai che non lo so? –scherza lui dandomi una scrollata- Però ho voglia di fare un bagno” Annuisce lui come ad approvare la sua stessa idea.
“Il bagno? A settembre? Ma tu non stai bene. Fa freddo.”
“Si forse hai ragione -ammette deluso spegnendo la sigaretta nella sabbia- ma fa nulla, forse in due ci faremmo più caldo” E nell’arco di qualche secondo mi ritrovo su una sua spalla urlando a squarciagola “Andiamo Ed, non lo farai seriamente, non puoi veramente buttarmi in acqua” Cerco in tutti i modi di farlo ragionare, ma so che ho già perso in partenza. Lui è fatto così. Tutto quello che gli passa per la testa la deve fare.
“Sai, oggi vengono i nonni, non posso presentarmi a casa completamente bagnata”
“Beh.. perché no?”
Gli schizzo dell’acqua in faccia “Beh potrei anche fumarmi una canna davanti a loro non credi?”
Entrambi scoppiamo a ridere.
“Australia?! Ma che fai?” Una voce in lontananza mi arriva all’orecchio.
“Eccolo a rovinare la festa” Sbuffa Edwyn prima di immergersi del tutto.
Nuoto sino alla riva e con finta faccia stupita domando “Ma la domenica non vai in palestra?”
“Beh, ecco oggi proprio non ne avevo voglia, così ho deciso di farti una sorpresa”
Oh, mi voleva fare una sorpresa. Idiota.
So che non dovrei prendermela con lui. Conosciamo tutti Carol, eppure lui sembra non disdegnare le sue attenzioni.
“Aaron mi spalmeresti la crema solare?” La voce di quell’oca mi arriva all’orecchio come un fastidioso richiamo per cani. Come uno di quei fischi con gli ultrasuoni.
Osservo il cielo, le nuvole coprono tutto il cielo e neppure un raggio di sole riesce a penetrare la coltre scura all’orizzonte.
“Dovresti andare –annuisco comprensiva- se qualcuno non le spalma la crema rischierà di rovinarsi quella sua pelle, così, come dire…, vediamo ah si, candida”
Aaron mi osserva confuso “Forza vai” dico insistente, ma mi aspetto da lui l’esatto contrario.
Avete presente quelle cazzate riguardo al linguaggio delle donne? Il vaffanculo corrisponde al ti amo? Beh, non è il mio caso, sarò anche una donna ma quando dico vaffanculo intendo proprio vaffanculo. Beh non sta volta, se muove un passo perso quella cosa giuro che gli terrò il muso per almeno un mese.
Edwyn ci raggiunge alle spalle “Ciao Aaron, spiegami perché arrivi sempre nel momento meno opportuno, stavo per abbordare la tua ragazza se non ti fossi messo in mezzo” Dice alzando gli occhi al cielo.
Entrambi scoppiamo a ridere, solo Aaron sembra non aver apprezzato la battuta “Senti coso, con me non usare quella cosa”
“Intendi il sarcasmo? -Chiede Edwyn molto tranquillamente- Farò del mio meglio” Dice con tanto di occhiolino. Trattengo una risata. Prima di essere strascinata nuovamente dentro il vortice dell’acqua dalle braccia forti del mio amico.
“Ma quant’è coglione?” Mormora quando siamo troppo al largo per poterci sentire.
“Piantala -Lo ammonisco io- non ti ha mai fatto nulla. Evita di insultarlo”
“Come ti pare” Mugugna alzando le mani in segno di resa.
 “È tardi, forse è meglio se me ne torno a casa, ci manca solo che il buon e vecchio Matt mi faccia il culo”
Il mio amico scoppia a ridere e insieme ci dirigiamo alla riva in cerca di un asciugamano.
“L’ho trovato” urlo sventolando un pesante asciugamano in spugna, prima di avvolger mici dentro.
“Forza fammi spazio –mugugna Edwyn- non vedi che tremo?” E con la forza spalanca le mie braccia rifugiandosi dentro.
“Sai che puzzi?” Mi informa poggiando la sua testa sulla mia.
Scoppio a ridere “Non ho tempo per le tue stronzate Ed, devo correre a casa”
Noto in un angolo Aaron e la troia confabulare molto animatamente. Alzo un angolo del labbro superiore e senza riflettere ulteriormente mi avvicino “Mi dai un passaggio a casa? Sarei un tantino in ritardo”
“Perché non chiedi al tuo amico dalle battute pronte?” Evidentemente dimenticavo il fatto che Aaron sia l’essere più permaloso a questo mondo.
“Edwyn sarà ben felice di riaccompagnarmi a casa” Scandisco la frase sillaba per sillaba in modo che ricevi a pieno il messaggio.
“Non dovrei farti salire su Angie in queste condizioni lo sai vero? Sei bagnata e puzzi.”
“Hai chiamato la tua auto Angie?” Domando seriamente schioccata.
Ed non risponde volontariamente alla mia domanda e continua “Ma dal momento che il vecchio Matt potrebbe farti il sedere a righe, per sta volta facciamo un’eccezione” Dice accarezzando lo specchietto retrovisore dell’auto.
“Sai, dovresti trovarti una ragazza..” Mormoro fissandolo preoccupata.
Quando Edwyn accosta nel vialetto di casa, l’auto dei nonni è già in garage.
“Credo di aver molestato la tua Angie per niente, Matt mi ammazzerà..”
“Beh allora dato che ci siamo..”
Mi giro di scatto in volo uno sguardo indagatore “Che hai intenzione di fare?”
“Fidati di me” Dice facendomi cenno di scendere dall’auto. Senza protestare faccio come mi ha detto.
Mi appoggio di spalle al cruscotto dell’auto “E ora?”
“Ora aspettiamo che da dietro quella tenda spunti il volto paffuto del tuo patrigno e poi ti bacio”
“Oh, allora ti vuoi proprio liberare di me”
“Si, era questa la mia idea”
Accenno un sorriso divertito e apro la bocca per protestare. Ma senza alcun preavviso le sue mani mi sollevano mettendomi a sedere sul cofano dell’auto.
Ora il mio viso è alla sua altezza. Tiene lo sguardo fisso su di me con in volto un sorriso da idiota, quasi seducente. Se non si trattasse di Edwyn.
“È alla finestra –mi informa spostando la testa di lato- Questo è il nostro momento”
Arriccio il naso per non scoppiare a ridere e pian piano le nostre labbra si sfiorano fino ad affondarsi una sull’altra come se si stessero studiando. Mi fa sempre un certo effetto baciare Edwyn.
Quando ci stacchiamo entrambi tratteniamo le risate, sappiamo di essere osservati.
“Beh salutami il buono e vecchio Matt” mormora spostandomi dalla faccia i capelli ancora fradici.
“Sarà fatto” Dico scendendo dal cofano e correndo verso casa.

 
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Ed eccola qua la nostra Australia c:


Hei, ciao a tutti c:
Inizio col ringraziarvi per aver spreccato un po' del vostro tempo, che ve ne pare?
Vi prego fattemi sapere, aspetto tante tante recensioni c:
Bacioni, alla prossima :*

P.S: Per ogni eventualità io sono @xcanistay on twitter c:

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Capitolo 2
*** 2. ***


2
“Che fai ora? Te ne torni a casa o andiamo a mangiarci qualcosa?” Mi chiede Chanel avvolgendosi intorno al collo una lunga sciarpa di lana, un tantino eccessiva per il periodo, alla fine delle lezione.
“Lo sai che verrei, ma ho l’ora di punizione” Dico sbuffando solo all’idea di star rinchiusa in un’aula a far nulla.
“Forse la prossima volta imparerai a bere il caffè più velocemente. Stavolta Hal ha fatto bene a metterti il ritardo” Dichiara con aria solenne scuotendo i suoi capelli biondi da una parte all’altra.
“Da quando il Prof. McGee è diventato Hal? Non mi dire che ti sei portato a letto anche lui?” Chiedo mantenendomi gli occhi nelle orbite per non farli uscire dallo stupore.
“Ci sentiamo dopo” dice schioccandomi un bacio nella guancia prima di perdersi tra la massa di studenti.
Il fatto che sia già riuscita ad alzarmi dal letto è già stato un evento, non potevo arrivare anche in orario. E così dopo una strigliata del Prof. McGee mi sono beccata un’ora di punizione. L’ennesima.
In fondo non è certo colpa mia se McGee non stimola i suoi studenti a frequentare la sua ora.
Beh, fatta eccezione per Chanel.
Nonostante la nostra scuola sia abbastanza grande e spaziosa l’aula delle punizioni è situata nell’angolo più remoto di essa, ovvero il seminterrato come se si volesse sottolineare ulteriormente il senso di oppressione che già di per sé essa suscita.
Senza badare al Professore che è seduto in cattedra mi dirigo verso l’ultimo banco in ultima fila, mi infilo gli auricolari, ma non faccio neppure in tempo a mettere play che una mano gelida, senza ombra di dubbio quella di Ed mi si posa sul collo “Hei, Che hai combinato? Ho reclutato nuovo personale” Mormora con tanto di occhiolino indicandomi un ragazzo dalla folta chioma scura. Lineamenti dolci e regolari. Lo osservo portare svogliatamente degli occhiali da vista sul naso.
“Hei -Dico appena alzando la mano dal banco un po’ sconvolta dallo strano modo di parlare del mio amico- Ritardo..”
“Lui è Scar” Continua Edwyn prendendo posto accanto a me.
Sono l’ultima persona al mondo che può permettersi di commentare il nome di qualcuno visto quello che mi ritrovo. Ma sua madre che aveva in testa quando ha deciso di chiamare suo figlio ‘cicatrice’?
Annuisco sforzandomi di sorridere “Io sono Australia… il tuo vero nome è Scar?” Domando senza farmi troppi scrupoli.
Lui scuote leggermente il capo “No, ma non è importante il mio nome”
Annuisco divertita “Hai per caso un caffè con te? Mi accontento anche di un the” Dico rivolta a quel mostriciattolo dai capelli neri e i lineamenti delicati accanto a me.
Il mio amico scuote lentamente la testa “Lo sai che la caffeina ti mette in agitazione? Poi mi diventi una scimmia e non riesco più a gestirti”
Sbuffo. Dovrò resistere un’altra ora senza un minimo di caffeina in circolo. “Sta sera mi accompagni in palestra . Ti devi far perdonare.”
“Non ti ci può portare quel coso del tuo ragazzo? Non sono mica il tuo autista personale e poi Angie è gelosa se faccio salire troppe ragazze”
Sgrano gli occhi incredula e rivolta verso Scar lo informo “Angie è la sua auto”
Lui scoppia a ridere contorcendo così i lineamenti duri del suo volto.
“Sono serio, ho da fare sta sera, non può accompagnarti quel coglione del tuo ragazzo?”
“Ehm… abbiamo litigato nuovamente..” Ammetto passandomi una mano nei capelli.
“Sto scemo. Che c’è sta volta che non gli va bene?” Sembra seriamente scocciato.
“Lo sai com’è fatto Aaron, deve essere sempre al centro dell’attenzione. Tra un paio di giorni gli passerà tutto.”
“Comunque sia sono davvero impegnato sta sera, mi spiace” Mormora il mio amico con lo sguardo fisso nel vuoto.
“Ah si?”
“Si, esco con Scar, mi presenta un’amica di.. emh di chi hai detto che era l’amica?” Chiede rivolgendosi a Scar.
“Della mia ragazza” Afferma lui divertito.
Mi chiedo come possa essere la ragazza di Scar, lui sembra un tipo attento ai minimi particolari, ma pur sempre distaccato, come se quello che gli accadesse intorno non gli riguardasse minimamente.
“Sul serio?! Sono felicissima, da quant’è che non uscivi con qualcuna? –Apro la bocca in un sorriso a trentadue denti- Mi raccomando, però, non dire che hai una macchina di nome Angie, potrebbe metterla in soggezione o peggio ancora spaventarla”
Scar scoppia a ridere. La sua risata è sonora quasi melodiosa.
Edwyn è da un secolo che non esce con una ragazza, non è una brutta persona o tanto meno strana, è solo un ragazzo alternativo. Mai sentito parlare delle bellezze alternative? Ecco, lui è bello per essere bello. Lineamenti dolci, pelle chiara, occhi azzurri, sorriso da mozzare il fiato, con il suo ciuffo nero e la sua sigaretta perennemente che completano il look da bad boy. Ma è alternativo dentro, con il suo modo strano di parlare, il suo sarcasmo yankee, il suo braccio completamente tatuato e le sue smorfie da bambino capriccioso. E per esperienza a nessuno piace stare affianco a una persona alternativa, una che potrebbe oscurarti da un momento all’altro.
L’ora trascorre in fretta, strano a dirsi. Quando esco da scuola corro a comprarmi un caffè non posso resistere oltre. Mi siedo al bar con la testa fra le nuvole. Non voglio buttare tutto all’aria, con Aaron intendo. Ho urgenza di parlare con lui, così di tutta fretta digito un sms: “Possiamo vederci? Devo parlarti.”
In realtà non ho la minima idea di cosa dirgli, voglio solo smetterla di litigare.
Circa cinque minuti dopo mi arriva una sua risposta: “Passa da me”
Così senza finire il mio caffè mi trascino fuori dalla caffetteria verso casa di Aaron. Percorro la strada principale della mia città e dopo un paio di traverse eccomi arrivata. Lui abita in una deliziosa casetta in mattoni bianchi con in fiorellini ai davanzali, tutto molto country. Tutto molto Dover.
Agito la campana che dovrebbe fare da campanello in attesa di una risposta. Aaron non ci mette molto a venirmi ad aprire “Ciao”
“Hei..” Sorriso osservando le sue mani appoggiarsi allo stipite della porta.
“Vieni dentro?” Chiede facendomi cenno di entrare. Sicuramente è solo in casa, non mi avrebbe mai fatto entrare altrimenti.
Rimaniamo in silenzio per un poco. È lui ad iniziare “Non mi va di litigare”
“E io non voglio perderti” Mormoro sfiorandogli un braccio, come ad aggrapparmi a lui.
La sua mano si posa sul mio collo sino a salire alla nuca, dove inizia a giochicchiare con un ciuffo dei miei capelli leggermente più chiaro al resto della massa castana che mi ritrovo in testa.
Mi giro dalla sua parte e sto per aprir bocca quando lui mi ruba un bacio che non posso far altro che ricambiare. Non ricordavo quanto fossero morbide le sue labbra. Mi allontano posando prima gli occhi sulla sua bocca e poi dentro i suoi occhi azzurri. Sento le sue dita sfiorarmi la spalla destra, mentre con l’altra mano mi afferra il golfino e lentamente me lo sfila per poi tornare a baciarci. Un brivido di freddo mi percorre la schiena sino a salire al collo. Affondo la mia mano nella sua chioma color biondo cenere sentendolo così vicino da avvertire il suo profumo sulla mia pelle. Senza alcun preavviso inizia a sbottonarsi la camicia tesa sul suo petto che si solleva e si abbassa veloce a causa del respiro affannoso.
“Dovremmo spostarci in camera..” Mormora allontanandomi appena. La stanza è in penombra, dalle persiane socchiuse entra un po’ di quel vento autunnale che fa muovere le tende color avorio prettamente ricamate.
Scuoto leggermente la testa concentrandomi sui suoi pettorali ormai nudi. Sento le sue mani armeggiare nella mia schiena. Non è mai stato bravo con i gancetti del reggiseno, così lo aiuto per poi scendere sui suoi fianchi, le sue mani trafficano con la cintura dei pantaloni, così io a mia volta sfilo i miei rimanendo con addosso solo le mutandine. Interceto il suo sguardo mentre i nostri corpi si mescolano veloci, i cuscini sotto di noi perdono la loro freschezza infuocandosi sotto i nostri movimenti. Siamo solo io e lui. Il resto rimane sospeso, nulla mi turba tranne il suo corpo tagliato da lame di luce che entrano curiose dagli spazi delle tende che rendono la stanza come una zebra di luci e ombre. Rimangono lì i nostri corpi avvinghiati. Il suo mi lascia senza fiato, è lì accanto al mio, in tutta la sua perfezione che stordisce i miei sensi e chiude le porte alla realtà.
Sto lì in silenzio a ragionare su tutta quella bellezza, quando un improvviso rumore ci fa sobbalzare entrambi “Devono essere tornati i miei” Dichiara osservando l’orologio appeso al muro.
Annuisco impegnata a infilarmi il golfino.
“Esci dalla porta sul retro -Dice indicandomi la cucina- Ci vediamo domani” Mormora afferrandomi il volto e schioccandomi un bacio prima sulla fronte e poi sulle labbra, prima di lasciarmi andare.
“A domani” Lo saluto correndo verso la cucina.
Percorro il vialetto di corsa fermandomi solo quando so di essere abbastanza lontano da casa di Aaron, ma in una posizione privilegiata dove poterla osservare da lontano. Osservo l’opel adam parcheggiare sul retro, ma, con mio grande sconforto, non sono i genitori del mio ragazzo a scendere dall’auto, ma quella troia di Carol nella sua rigorosa minigonna rossa. Si dirige verso la porta dove ad attenderla c’è Aaron con in faccia uno dei suoi soliti sorrisi da coglione.
Non può rovinare tutto. Non ora.
Li osservo baciarsi, mentre le prime lacrime iniziamo a bruciarmi gli occhi e a bagnare le maniche del mio golfino.
Sono stata una stupida.

 
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Salutate Edwyn c':

 
Eccomi nuovamente a rompervi c:
Allora... che ve ne pare di questo secondo capitolo?
Ho cercato di seguire i vostri consigli, e spero davvero di esserci riuscita.
Ma questo me lo dovete dire voi, per cui, mi aspetto tante recensioni c:
Ah, picocla domandina a cui vi prego di rispondermi perchè sono un poco in crisi:
"Quale personaggio vorreste che vi presentasis nel prosismo capitolo?"
A voi la scelta c:
Grazie mille per il vostro tempo ♡
E per qualsiasi eventualità io sono @xcanIstay on twitter
Bacioni Rossella ♡

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Capitolo 3
*** 3. ***


Mi faccio largo tra la massa di studenti nel corridoio principale della mia scuola. Quello che voglio è che questa giornata trascorri il più in fretta possibile per andare a rifugiarmi sotto una coperta calda e una tazza di caffè, magari davanti a un programma demenziale che chiude le porte alla fantasia.
Sento una voce soffusa chiamarmi in lontananza non ho le forze per voltarmi così continuo per la mia strada, cercando di urtare meno persone possibili, fino a quando la voce si fa sempre più vicina sino a raggiungermi del tutto: “Hei”Aaron mi blocca afferrandomi per un polso. Lo osservo dall’alto in basso soffermandomi su ogni piccolo particolare. “Dove scappi?” Continua mollando la presa.
Mi sforzo di ridere, mentre con una mano mi tiro indietro una ciocca di capelli “Sai, trovo davvero carino che nonostante tutti i tuoi impegni riesci anche a trovare del tempo per le persone con orribili golfini trasparenti che velano appena il reggiseno”
“Australia che stai dicendo?” Mi domanda corrugando la fronte con la speranza di capire anche solo una delle mie parole.
“Non trovi spregevole e volgare il modo di vestire di Carol?” Domando volgendo lo sguardo verso la troietta con la permanente e la tinta appena fatte a pochi passi da noi.
Lui annuisce distaccato e senza dargli neppure il tempo di aprir bocca continuo “È per questo che ieri sera l’hai spogliata? Sai una cosa? Non mi interessa. Fai come ti pare, in fondo la vita è la tua” Ringhio allontanandomi da lui con le lacrime agli occhi, e senza badare a quello che accade intorno a me mi trascino nella mia classe.
Mi accascio nel primo banco libero che trovo e con gli occhi grondanti di lacrime mi accorgo di aver appena perso Aaron. In fondo non dovrei essere particolarmente stupita, il nostro non era più amore da un tempo, entrambi ci tenevamo stretti per non perdere anche l’ultima certezza che ci rimaneva. Con lui era una giostra continua, un minuto prima eri la persona più felice al mondo un minuto dopo cadevi nel barato più assurdo. Era quell’amore che ti consuma per poi ricrearti, ti butta a terra, ti prende a calci e poi ti tira su e ti abbraccia. Non importava quanti calci prendevo, perché sapevo che dopo sarebbe arrivato un suo abbraccio, e per un secondo tutto passava in secondo piano. C’eravamo solo io e lui.
Eppure ora che avevo ricevuto il colpo di grazia e non riuscivo più ad alzarmi da terra quei calci non mi sembravano poi così devastanti.
Ero sfiancata,esausta, come se avessi corso per giorni interi. Non avevo più la forza di lottare ma non accettavo comunque lo stato in cui mi trovavo.
 
Me ne sto in posizione fetale sul divano da circa un’ora a fissare la televisione spenta. Provando ad estraniarmi dagli schiamazzi di mia madre e i capricci di mio fratello minore, Jin, alle prese con i compiti. È un bambino particolarmente sveglio ed intelligente tanto quanto capriccioso e ostinato. La mamma dice che ci assomigliamo, ma penso si sbagli. Mio fratello è molto più brillante della sottoscritta.
Sto per addormentarmi quando sento bussare alla porta, faccio per alzarmi ad andare ad aprire ma la porta si spalanca da sola mostrando la figura di Edwyn in canotta e jeans.
“Hei” Mormoro sorpresa.
“Ciao –mi sorride- scusate l’intrusione” Dice rivolgendosi a mia madre e a Matt schioccati quanto me.
“Ragazzino in casa mia non si fuma” Ringhia Matt indicando la sigaretta che il mio amico ha posata dietro l’orecchio come suo solito.
“Oh, non si preoccupi. È spenta , rischierei di bruciarmi il ciuffo e sprecare un anno di lavoro” Dichiara stranamente serio.
“Un anno di lavoro?” Mia madre sembra seriamente incuriosita.
“Si Signora, lei non ha la minima idea di quanto ci abbia messo a far crescere il mio bimbo” Dice giochicchiando con un ciuffo ribelle.
Dopo quest’affermazione rimaniamo per un secondo in silenzio. Un lungo e interminabile secondo imbarazzante. Mi trattengo dal ridere, non ho mai visto Matt così turbato prima d’ora.
“Beh, è stato un piacere! –Esclama il mio amico- Ora però dovrei rubarvi vostra figlia”
La mamma sorride benevola, mentre Matt con il suo solito fare dispotico borbotta qualcosa sotto voce. In realtà non mi importa molto di Matt, insomma lui non fa altro che trovare il pelo nell’uovo in tutto quello che faccio.
“Mi dai un secondo? Vado a infilarmi dei pantaloni” Dico osservando le mie gambe nude coperte solo dai dei miseri short neri da ginnastica.
“Oh, ma muoviti” Mormora spingendomi verso la porta, senza darmi neppure il tempo di protestare.
“Dove vuoi che ti porti? Al mare? In una caffetteria? Oggi farò il tuo genio della lampada” Dichiara mentre ci avviamo verso la sua Angie.
“Il mio genio della lampada?” Domando confusa. Ma perché non potevo avere come amico una persona normale che non parla in enigmi. Perché?!
“E caffetteria sia!” Esclama entrando nell’abitacolo dell’auto.
Per tutto il tragitto rimaniamo in silenzio, così mi limito ad guardare fuori dal finestrino con un’isolita aria sognante, molto poco tipica della sottoscritta. Quanto vorrei fuggire via di qui?
“Che era coglione, già lo sapevamo. Poi ce l’ha pure dimostrato per cui mandiamolo a vaffanculo e torniamo a vivere” Dice Edwyn intento a parcheggiare nel retro di un caffè.
“Facile a dirsi. -Mormoro slacciando la cintura di sicurezza e voltandomi dalla sua parte- Il punto è che mi sento talmente presa in giro che non ho neppure la forza di reagire. Insomma mi ha usata prendendosi gioco di me, eppure io non riesco a immaginarmi senza di lui..”
Ed schiocca la lingua nel palato e esclama “Meno male che ci sono qui io!”
Mi sforzo di ridere mentre ci dirigiamo al bancone per prenotare qualcosa da mangiare “Ci penso io qua, tu vai a cercare un tavolo” Gli suggerisco appoggiandomi controvoglia al bordo di marmo del banco.
“Okay, voglio un doppio cheeseburger e una fetta di torta al cioccolato” Mi informa allontanandosi con il suo solito passo da strafottente. Lo osservo divertita affondare nelle sue vans completamente sporche.
“Hei” Una voce alla mie spalle mi riporta alla realtà. Mi volto un po’ spaesata, trovandomi davanti Scar “Ciao..”
“Che ti porto?” Mi domanda mordendosi distrattamente il labbro inferiore.
“Emh.. scusa?” Chiedo disorientata guardandomi intorno.
“Cosa vuoi ordinare?” Mi chiede mostrandomi il taccuino delle prenotazioni. Solo ora mi accorgo che indossa un grembiule nero. Evidentemente lavora qua. Che figura di merda.
“Ah, certo! –esclamo imbarazzatissima- Allora un doppio cheeseburger, una fetta di torta al cioccolato.. credo una pepsi e un milk-shake alla fragola.”
“Non mangi da una settimana?” Domanda aprendo la sua bocca in un sorriso mentre annotta la mia prenotazione.
Scuoto leggermente la testa “No, è Edwyn quello affamato” Dico indicandolo col mento.
Scar trattiene una risata incastrando la lingua tra i denti “Siete davvero strani voi due” Dichiara infine.
“Ah si?” Domando incredula, quasi spiazzata da questa sua affermazione.
“Cinque minuti e vi porto l’ordine” Mi informa entrando in cucina, lasciandomi così là, indecisa sul da farsi.
Raggiungo Edwyn al tavolo “Dannazione Ed! potevi anche dirmi che qua lavorava Scar, ho fatto una colossale figura di merda.”
Il mio amico scoppia a ridere “Oh andiamo, tu non sai che ho fatto io ieri.”
Già, quasi dimenticavo la sua uscita. Lo osservo curiosa e senza aprir bocca lo lascio continuare “Ho sputato del cibo in faccia alla ragazza che mi ha presentato ieri Scar” Mormora cercando di trattenere una risata.
Spalanco gli occhi seriamente allibita “Ed, dimmi che stai scherzando” Lo imploro. Non può aver fatto una cosa simile.
“Aspetta, questo non è il peggio.. –alzo gli occhi al cielo terrorizzata dall’imminente rivelazione- a lei è piaciuto, mi ha chiesto di rifarlo” Dice scoppiando a ridere come un cretino.
Lo osservo con un sguardo che lascia intende un “mi prendi in giro?”
Lui ride più forte “Ti giuro, lo trovava eccitante”
Sta volta scoppio a ridere con lui “Almeno era carina?”
“Non scherziamo! –Esclama portandosi il ciuffo da destra a sinistra- Sembra uno yeti con il seno”
Osservo Scar mentre lascia il bancone dirigendosi dalla nostra parte, così trattengo una risata.
“Eccoci –dice passandomi sotto il naso il cibo diretto al mio amico-  Ed, Aline chiede di te.. gli posso dare il tuo numero?” Domanda Scar passandomi il milk shake senza neppure badare a me.
Edwyn storce il naso e con la sua solita delicatezza paragonabile a quella di un elefante sibilla “Non azzardarti a farlo! Mi è bastata una serata con lei”
Deduco che Aline sia lo yeti con il seno così scoppio a ridere osservando l’espressione truce sul volto del mio amico.
“Oh cazzo! -Esclamo osservando l’ingresso dal quale sono appena entrati quel deficiente di Aaron e la sua nuova amichetta- Ed, ti prego andiamocene” Mormoro non perdendo il contatto visivo con i due.
“Oh andiamo, non vorrai dargliela vinta in questo modo –Dice voltandosi anche lui dalla loro parte- insomma, puoi sempre farlo ingelosire, sono a tua disposizione” Esclama illuminando il volto con uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi.
“Stavi con quell’Aaron?” Mi domanda Scar seriamente sconvolto.
Annuisco abbassando lo sguardo, odio essere giudicata da chi non mi conosce realmente.
“Sai che si è fatto l’intera squadra di pallavolo negli spogliatoi della palestra?” mi domanda cercando in qualche modo di non essere troppo duro.
“Oh fantastico, aggiungiamo alla lista la squadra di pallavolo!” Esclamo infastidita.
“Hei, non volevo farmi gli affari tuoi” Mormora sistemandosi il grembiule in vita.
“Non ti preoccupare, scusami tu, non è esattamente uno dei mie periodi migliori..” Mormoro tirando su col naso.
“Chiederei a Scar di sfruttare i suoi contatti per farti conoscere qualcuno, ma visti i trascorsi eviterei..” mormora Edwyn facendo scoppiare in questo modo una risata collettiva.



 
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Eccovi Scar c:

Alloooora, che ve ne pare?
Ho cercato di descrivere al meglio possibile lo stato d'animo di Australia, spero vivamente di esserci riuscita.
Ora lo chiedo a voi: 'Ci sono riuscita?'
HAHAHAHA okay, la smetto.
Vi ringrazio tantissimo per aver letto c:
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacioni, alla prosisma :*
P.S. Per qualsiasi cosa io sono @xcanIstay on twitter ♡

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Capitolo 4
*** 4. ***


Non so se ci avete mai badato, ma la maggior parte delle ragazze quando si descrivono iniziano con la frase: “Sono la tipica ragazza che…”
Non riesco a capire perché continuiamo definirci tipiche ragazze, insomma  io non mi sento affatto tipica. Proprio per niente.
Certo non ho niente di particolare: piccoli occhi verdi, di quel verde quasi smorto che risalta solo con l’aiuto dell’eye-liner. Piccolo naso a patata, con leggera incurvatura a destra. Bocca turgida. Mento squadrato. Capelli castani, leggermente mossi, lunghezza media. Assolutamente niente di speciale.
Eppure non mi rassegno, io non mi sento tipica.
Sentirsi tipica sarebbe come ammettere di non avere niente di particolare che ti distingua dalla massa. E come particolare non intendo certo dei bei occhi azzurri eccessivamente brillanti. No, secondo me ciò che ci distingue l’uno dall’altro sono le nostre vite. Incasinate, caotiche, monotone. Sono le nostre emozioni, le sensazioni e i modi in cui reggiamo.
Si, credo sia questo che ci faccia sentire diversi.
Eppure sembriamo dimenticarcelo.
In fondo sono la prima che camminando per il corridoio tra le ragazze della mia scuola non mi sento affatto diversa da loro. Posso giurare che ognuna ha un ragazzo per la testa e che almeno un tre quarti di loro da un giorno all’altro si sono ritrovate con il cuore spezzato a causa di quel ragazzo che credevano di amare. Ora non c’è niente che mi contraddistingua da loro.
“Se becco quel cretino che ha inventato l’ora di attività motoria giuro che lo prendo a calci” Ringhio allacciandomi le scarpe da ginnastica.
“Oh andiamo, guarda il lato positivo, siamo circondate da ragazzi a petto nudo completamente sudati” Mormora Chanel mangiandosi con gli occhi un ragazzo dagli addominali scolpiti.
“Sei disgustosa –Dico dandole una scrollata- Insomma, hai mai pensato di avere una storia seria?”
La mia amica scoppia a ridere giochicchiando con una ciocca dei suoi capelli “Si, una o due volte ci ho fatto un pensierino il fatto e che ci sono vari motivi che mi spingono a non farlo”
Corrugo la fronte stupita “Ah si? E quali sarebbero?”
“Beh, innanzi tutto abbiamo solo diciassette anni solo le ragazze masochiste accetterebbero di stare con un solo ragazzo, e poi.. non per mettere il dito nella piaga ma… non credo nella loro fedeltà. E poi scusa spiegami perché dovrei rinunciare ai piaceri della vita, come per esempio quello che sta tirando ora in porta” Mormora indicandomi un ragazzo in calzoncini sin troppo familiare. Lo osservo un attimo prima di accorgermi che si tratta di Scar. Mi soffermo sul suo addome particolarmente scolpito, particolare che sino ad ora non avevo minimamente notato.
 “È fidanzato” Dichiaro in tono solenne, come a sottolineare il fatto che lei non ci dovesse provare.
“Ma che ne sai?” Mi domanda votandosi dalla mia parte.
“È un amico di Edwyn” Mormoro trattenendo uno sbadiglio.
Chanel sta per aprire nuovamente bocca quando il fischietto del coach suona avvisandoci in questo modo che è giunta l’ora di iniziare il riscaldamento.
Rimaniamo per un po’ in silenzio correndo una affianco all’altra fino a quando la mia amica non apre bocca: “Sai cosa dovresti fare?! Fallo ingelosire!” Esclama come se si fosse improvvisamente illuminata.
“Nel, io non sono te. E sinceramente non mi interessa” Mormoro apprestandomi a superare Johnny la cozza.
Ma Chanel non demorde “Sul serio, è un’idea geniale”
alzo gli occhi al cielo “No Nel, non lo è. A lui non importa, è passato alla troia come se si fosse cambiato mutande!” Dico voltandomi dal sua parte.
E senza neppure accorgermene mi ritrovo a rotolare per terra “Oh merda!” Esclamo osservando il sangue fuoriuscire dal mio ginocchio.
“Australia insomma ma dove hai la testa?!” Chanel sembra seriamente irritata.
“Signorina Reed tutto bene?” La voce richiama la mia attenzione.
“No, non va bene! Credo debba andare in infermeria -Risponde Chanel al posto mio osservando attentamente il taglio- E credo anche che qualcuno debba accompagnarla!”
“Si, lo credo anche io- Accondiscende il coach avvicinandosi per verificare la gravità della cosa- Johnny, accompagna Australia in infermeria”
“Ehm, non c’è ne alcun bisogno, conosco la strada, posso arrivarci anche da sola!” Mi affretto a dire. Tutti ma non Johnny la cozza. È uno dei ragazzi più strani che io abbia mai conosciuto, se ne va in giro con strani animali nello zaino. Chanel lo chiama lo zoo portatile, e in fin dei conti non ha poi tutti i torti.
Cammino per i corridoi silenziosi della scuola, spero che l’infermeria sia particolarmente affollata, in fondo non mi dispiacerebbe perdere l’ora di attività motoria.
Afferro la maniglia e spingo la porta speranzosa, ma l’unica persona che trovo seduta nella sala d’aspetto è anche l’unica che non avrei mai voluto incontrare: Aaron.
Mi siedo nell’angolo più remoto della stanza cercando in tutti i modi di non badare a lui.
“Che fai mi ignori?” Mi domanda schioccando come suo solito la lingua nel palato.
Annuisco seria osservando le mie orribili scarpe da tennis bianche “Si, l’intento era quello”
“Sai, non capisco perché ce l’abbia tanto con me. In fondo ti ho fatto un piacere, ora puoi sbatterti quel coglione del tuo amico senza nasconderti. Troia” Mormora con tutta la cattiveria che ha in circolo.
Mi passano per la testa una miriade di frasi con cui potrei rispondergli a tono, ma la verità è che non ho la forza di replicare non mi va proprio di sprecare del tempo con lui “Come ho fatto ha stare con un coglione simile!” Rifletto a voce alta cercando di non far trasparire alcun emozione dal mio volto e soprattutto dal suono della mia voce.
Sento la porta alle mia spalle e subito dopo la voce autoritaria del coach “Signorina Reed sa anche dove si trova l’aula di punizione?”
Sbuffo esasperata “Come dimenticarlo!”
“Bene, e sai anche che alla fine delle lezioni ti ci dovrai recare?”
“Lo sospettavo..” Mormoro digrignando i denti a causa del nervoso.
 
Sbatto la porta dell’aula di punizione e con fare più scocciato che mai mi dirigo all’ultimo banco, ma con mia grande sorpresa ci trovo seduto svogliatamente Scar.
“Hei, stimo facendo abbonamento qua”
Lui alza appena lo sguardo e osservandomi con quei suoi due occhi nocciola mormora “Ciao..”
“Sai, non per fare la guasta feste ma.. beh questo è il mio banco, te lo cedo volentieri, ma un sorso del tuo caffè non mi dispiacerebbe” Dico indicando il suo bicchiere di caffè.
“Tieni, finiscilo pure” Mormora passandomelo con non curanza.
“Che succede?” Domando facendomi un po’ troppo gli affari suoi.
“Niente..” Lo osservo mordicchiarsi il piercing nella parte destra del labbro.
Annuisco comprensiva mettendomi a sedere accanto a lui.
“In realtà si tratta di Eleanor, la mia ragazza” Dice passandosi una mano trai capelli.
“Oh, problemi di cuore! Benvenuto nel club!” Esclamo alzando gli occhi la cielo.
“Si trasferirà a Londra entrò fine mese- Mormoro un ‘ooh’ di sorpresa e lo lascio continuare- E ha già messo in chiaro che non vuole una relazione a distanza”
“E tu? Cosa vuoi?” Gli domando sorseggiando il caffè ormai tiepido.
“Io sarei disposto ad avere una relazione a distanza pur di non perderla” Mormora sforzandosi di sorridere.
“E questo gliel’hai detto?” gli chiedo osservando le sue mani torturarsi avvicenda.
Lui annuisce appena. Rimaniamo in silenzio a contemplare Mrs. Goodwin scaccolarsi energicamente.
“Ragazzi che sono quelle facce?” Ci domanda Edwyn raggiungendoci con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia come se l’ora di punizione fosse il miglior avvenimento della giornata.
“Che ci fai qua?” Gli domando mentre mi passa accanto posandomi una sua mano nella spalla.
“Mi sono tolto ma migliore soddisfazione di sempre:ho preso a pugni il tuo ex ragazzo” Dichiara come un bimbo che porta un bel voto a casa.
Sgrano gli occhi incredula “Che hai fatto?”
“Credo che per un po’ se ne andrà in giro con gli occhiali da sole” Continua lui non badando a me.
Mi sdraio completamente sul banco: “Almeno dimmi perché?” Mormoro ormai rassegnata.
“Dovevi vederlo come si vantava di averti preso per culo all’ora di matematica!” Esclama irritato.
“E così giustamente hai pensato bene di prenderlo a pugni?” Sospiro ironicamente.
“Oh andiamo, per farmi perdonare sta sera mi accompagnerai dal parrucchiere! Il mio piccolo ha bisogno di una spuntatina” Afferma sistemandosi il ciuffo.
“Mi rifiuto di accompagnarti da quella sottospecie di barbiere. Lo sai che nel tempo libero coltiva la marijuana in camera da letto vero?”
“È proprio per questo che vado da lui!” Dice come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Alzo le mani in segno di resa. Quando ci si mette è adorabilmente insopportabile.

 
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Dal momento che tutte impazzite per Edwyn ho deciso di mettervi un'altra sua gif c;


Eccomi di nuovo, vorrei ringraziarvi una ad una per tutte le recensioni che mi avete lasciato♡
Che ve ne pare questo nuovo capitolo? Spero vi piaccia c:
Mi racocmando fatemi sapere!
Per ogni eventualità io sono @xcanIstay on twitter c;
Bacioni alla prossima :* ♡

 

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Capitolo 5
*** 5. ***


“Devi sapere che per colpa tua sono pure finita in punizione” Dichiaro sferrando un pugno nella spalla di Edwyn.
“E tutto qui quello che sai fare? –Mi domanda stirandosi la maglia dove una secondo prima erano appoggiate le mie nocche- In punizione? E io che centro?!” Dice alzando le mani in aria.
Annuisco pensierosa “In realtà niente, ma sei tu a portarmi nella cattiva strada. Prima di conoscerci io ero pura” Affermo senza neanche rendermi conto dell’immane stronzata  che sto  dicendo.
“Australia non formulare  troppi pensieri contemporaneamente, poi il unico neurone va in tilt, e non vogliamo questo, vero?” Mormora dandomi una scrollata.
Scoppio a dire e sto per aprir bocca quando il mio amico mi interrompe dandomi un colpo nella schiena “Oh merda!”
“Che ti prende? –gli domando sconvolta. È insopportabile quando fa così- Se si tratta nuovamente del tuo ciuffo giuro che sta volta ti spettino io per bene!”
“Cazzo, ma quelli non sono Scar e Chanel?” Mi domanda indicandomi due ragazzi intenti ad esplorarsi la trachea vicendevolmente.
Rimango un secondo in silenzio, dire che sono sconvolta è poco. Perché Chanel è così.. così, diciamo spudorata?
“Chiudi la bocca ti entrano le mosche- Mi avvisa Edwyn spingendomi il mento- Credi che dovremmo andare a disturbarli? Adoro rompere le palle”
Sono passati neanche tre giorni da quando Chanel ha adocchiato Scar nel campo da calcio, ed ora eccola, come una ragazzina, a baciarlo nel buio della sera.
Niente da dire, Scar sembra un tipo a posto, ma… credo che così facendo si farà una certa reputazione.
“Hei, la terra chiama Australia” La voce del mio amico mi perfora un timpano.
“Che vuoi?” Sbotto improvvisamente scocciata.
“Che sta succedendo? –mi domanda mentre nel suo volto spunta un sorrisetto malizioso- Non mi dire che sei gelosa della tua amica?” Cantilena facendomi il solletico sui fianchi.
“Piantala, lo sai che non sono gelosa… penso solo che dovrebbe essere più… cauta, ecco”
“Certo -Annuisce lui prendendosi gioco di me- Forza andiamo” Mormora prendendomi per una mano con fare premuroso.
“Ed, non ho fame, possiamo andare direttamente a casa?” Mugugno sbadigliando.
Lui senza neppure badare a me apre la porta del locale lasciandomi il posto per entrare così controvoglia mi dirigo al primo tavolo libero. La mia voglia di vivere ormai è al limite.
Sto per collassare nel tavolo quando Edwyn sgommando arriva al tavolo attirando l’attenzione di tutti i presenti “È mai possibile?!”
Lui mi osserva con quei suoi enormi occhi castani da cerbiatto.
“Scusami non è giornata..” Ammetto massaggiandomi le tempie.
Lui annuisce seriamente comprensivo “Secondo me la vista di Chanel che esplorava la trachea di Scar ti ha cambiato dentro”
Scoppio a ridere “Probabilmente..”
Rimaniamo per un po’ in silenzio assorti nei nostri pensieri sino a quando il mio amico poggia il suo hamburger e con ancora la testa tra le nuvole mormora “Non credi che quella ragazza sia davvero carina?”
Rimango un attimo perplessa: Edwyn non definisce una ragazza carina dalla quinta elementare, solitamente per lui sono sexy, provocanti ma mai carina.
Mi volto dalla parte indicata dal mio amico: inizialmente i miei occhi girano a vuoto per poi fermarsi una bruna dalla pelle ambrata di almeno 1.80. con indosso un enorme golfino blu. È intenta nella lettura di un libro dalla copertina rosastra e i suoi due enormi occhi castani guizzando velocemente da una riga all’altra.
Rivolgo nuovamente l’attenzione sul mio amico e annuendo dichiaro “Si, davvero carina”
“La conosci?” Mi domanda lui osservandola come se volesse studiarla.
Annuisco “No, non la conosco” aprendo la bocca in un sorriso.
“Lo sai che ti odio quando annuisci e poi dici di no, vero?” Mormora lui chiudendo le labbra in una smorfia.
Scoppio a ridere “Oh Ed, sai, potresti andare a presentarti, insomma non avrai paura?” Lo sfido divertita.
Edwyn non è certo il tipo di persona che riflette se raccogliere o no il guanto di sfida, lui lo raccoglie e basta, così lo osservo dirigersi dalla bruna con insolita calma.
Tendo le orecchie e mi preparo a ridere.
“Hei- fa lui sedendosi accanto a lei- ma noi non ci siamo già visti da qualche parte?”
Tipica tecnica di approccio ormai superata.
Lei alza appena lo sguardo dal suo libro per posarlo appena sul volto di Ed e con fare al quanto scocciato dichiara “No, mai” per poi tornare al suo libro.
“Beh, in tal caso, io sono Edwyn” Dice il mio amico sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, non ricevendo alcuna risposta continua “Sai, c’è una festa da queste parti, non so, se ti va di venirci…”
La ragazza alza nuovamente con sguardo più irritata che mai e voltandosi dalla mia parte la sento mormorare “Non credi che alla tua ragazza dia fastidio il fatto che tu stia al mio tavolo con la speranza di rimorchiare?”
Però, è tosta la ragazza eh! Scoppio a ridere con la speranza di non essere udita.
“Oh, non ti devi preoccupare di lei… è…” Balbetta il mio amico in cerca di una scusa plausibile.
“È?” Domanda impaziente lei, facendo notare quanto tempo già avesse perso.
“È sordomuta! –Esclama Edwyn come se avesse improvvisamente trovato l’illuminazione- Eh si, povera”
Mi picchio una mano in testa: ma perché ho un amico così idiota?!
“Ah, bello stronzo!- Esclama lei- Credi che dal momento che non ti sente hai il diritto di venire a provarci? Non vorrei essere  nei suoi panni.”
Credo di adorare questa ragazza.
Faccio segno al mio amico di tagliare la corda, ma credo che ormai l’abbia presa sul personale “Ehm.. non è questo che intendevo..” Cerca invano di spiegare lui.
Ma lei è già partita in quarta “Senti sinceramente sono venuta qua per stare in pace e tranquillità per cui se non ti reca troppo disturbo potresti toglierti dalle palle, sai vorrei continuare a leggere” Finisce accennando appena un sorriso quasi di cortesia.
Ed annuisce “Beh, allora ci vediamo.. come hai detto che ti chiami?”
“Non l'ho detto” Mormora lei alzando per l’ultima volta gli occhi dal suo libro.
Una volta tornato al tavolo il mio amico sembra più demoralizzato che mai, vorrei proprio potergli dire qualcosa, ma rischierei di ridergli in faccia così con un cenno lo trascino fuori dalla caffetteria.
Rimaniamo per gran parte del tragitto verso casa in silenzio fino a quando gli ritorno improvvisamente la voce “Australia, sembro sul serio uno di quei fighetti presuntuosi?”
Scoppio a ridere “Oh andiamo, vedo che brucia! Ti farò la rivelazione dell’anno, ma non a tutte le ragazze interessa un bel faccino” Annuisco mordendomi il labbro inferiore con gli incisivi.
“Quindi stai dicendo che ho un bel faccino, eh?!” Il suo volto sembra illuminarsi.
Gli afferro le guance con una mano e lo stritolo per bene “Non mi abbasserei mai a tanto” Dichiaro schioccandoli un bacio in fronte prima di entrare in casa.
“Si può sapere cosa ci provi a farci imbestialire dalla mattina alla sera?” Mi attacca Matt appena metto piede in casa.
“Ciao anche a voi -mormoro al quanto sorpresa da questa sua reazione- Ora che avrei combinato? Domando scettica.
“Sbaglio o eri in punizione?”
Questa dovrebbe essere una domanda trabocchetto?
Annuisco vigorosamente lasciandolo continuare “Hai visto che ore sono? -Mi domanda piazzandomi sotto gli occhi il quadrante del suo orologio- una persona in punizione non rientra a quest’ora!”
Annuisco nuovamente con vigore “Bene, lo annotterò sul mio quadernino ‘persona in punizione’
“Oh, non fare la presuntuosa con me!” Urla Matt puntandomi un dito ammonitore contro.
“Voi mi avete semplicemente informato sul fatto che ero in punizione. Ma non abbiamo stabilito alcun termine per cui.. credo di non aver infranto nessuna regola” Dichiaro aprendo la mia bocca in un sorriso soddisfatto. La mia tesi non fa una piega.
“Vuoi dei termini eh?” Improvvisamente la sua faccia diventa completamente rossa. Mi trattengo da non ridergli in faccia peggiorerebbe solo la mia situazione già abbastanza incasinata.
Sto per annuire quando la mamma si mette in mezzo e con fare stranamente dispotico congeda Matt e mi spedisce a letto.
Forse se non ci fosse Matt riuscirei anche ad avere un rapporto normale con a madre. Non quei rapporti madre figlia surreali che si vedono alla tv, no, mi basterebbe anche solo chiacchierare con lei del più e del meno qualche volta.
Mi sfilo gli indumenti che distrattamente lascio cadere in giro per la stanza, e sfinita mi infilo sotto le coperte con la speranza di sprofondare presto nel mondo dei sogni. Ma le mie preghiere non vengono ascoltate perché neppure dopo due minuti di tranquillità sento il mio cellulare squillare.
“Pronto?” Mormoro con voce rocca.
“Non sai cosa tutto di devo raccontare!” Esclama Chanel dall’altra parte della cornetta.
Per un secondo metto da parte la mia acidità e fingendomi entusiasta dico “Spara!”

 
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Eccomi nuovamente, allora che ve ne pare?
Fattemi sapere, mi raccomando c:
Per qualsiasi cosa io sono @xcanIstay on twitter
Grazie mille per essere passati ♡

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