When I Look At You

di MistStrega6723
(/viewuser.php?uid=552153)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La verità ***
Capitolo 3: *** Hogwarts ***
Capitolo 4: *** Sirius Black ***
Capitolo 5: *** E' innocente! ***
Capitolo 6: *** Imprevisti ***
Capitolo 7: *** Peter Minus ***
Capitolo 8: *** Novità! ***
Capitolo 9: *** Torneo TreMaghi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Rachel Wilson è una ragazzina di 11 anni.
Ha dei bellissimi capelli ondulati dorati e gli occhi color ghiaccio.
E' una ragazzina strana che parla poco, è molto chiusa con gli altri, si rifugia leggendo i suoi amatissimi libri infatti passa giorni interi a leggere!
Abita in un piccolo appartamento nel centro di Londra insieme ai suoi genitori Robert e Amy.
In una calda giornata di Luglio la sua vita cambierà, arriverà una lettera che le sconvolgerà la vita!
Che cosa succederà?.

Continua...


Nota dell'autrice
salve a tutti! Questa è la mia prima FF che scrivo! Questo capitolo è il prologo, la storia inizierà nel prossimo capitolo! Scusatemi tanto per gli errori! So che è molto corto questo capitolo ma l'ho scritto in fretta!
I prossimi capitoli saranno più lunghi ve lo prometto!
Le recensioni sono molto apprezzate, sia positive che negative ;D
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La verità ***


Era una calda giornata di Luglio.
Il sole era ormai alto e illuminava tutta Londra.
In un piccolo appartamento nel centro di Londra, in camera sua, Rachel stava leggendo per la millesima volta il suo libro preferito.
La sua vita dipendeva solo dai libri e dallo studio. Rachel ha una bellissima media a scuola:non c'è un voto che sia sotto il 9!
Tutti i suoi 'compagni' la chiamano 'secchiona' e la evitano, isolandola e parlando male di lei.
Rachel non ha amici, aveva solo una migliore amica che si è trasferita in Spagna.
Amy, la mamma di Rachel, la chiama dicendogli che il pranzo era pronto
Rachel mise il libro tra uno dei tanti scaffali in camera sua e si avviò verso la cucina.
Appena si mise seduta notò che il padre aveva in mano una lettera... Aveva una faccia mista tra felicità, misteriosità e serietà.
Mi porse la lettera e, incuriosita, la aprì e iniziai a leggere:

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS
Preside: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe,
Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,
Confed.Internaz. dei Maghi)

Cara signora Wilson,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi,

Minerva McGranitt Vicedirettrice


Guardai incredula mio padre e mia madre.....

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS?
Rilessi di nuovo la lettera, era impossilbile...
Io una
STREGA?
E dovevo andare in questa scuola?
Riguardai i miei genitori chiedendogli cosa significasse..
'Sei una strega Rachel'
'Una s-strega? Ma no! È i-impossibile'
'non ti capita mai di far succedere qualcosa, qualcosa che ti spaventa o ti fa arrabbiare?


*FLASHBACK*

Ero appena entrata nel cortile della scuola.
Ero alla ricerca della mia migliore amica e la vidi vicino alle scale della scuola e sventolava le braccia per farmi segno di andare verso di lei.
Mi misi a correre verso di lei ma qualcosa mi fermò, o meglio qualcuno...
'Che fai Wilson? Vai dalla tua patetica amichetta?'
Lo riconobbi dalla voce, ''quella voce'' così odiosa che mi perseguita da giorni, disturbandomi sempre.
'Buongiorno anche a te Thomas'
Thomas Hicks è considerato il ragazzo più 'figo' della scuola, ma per me è solo un viziato bambino, cocco di papà e bullo.
'Come siamo spiritori sta mattina... Eh...' mi rispose Thomas.
'Non faccio la spiritosa! Faccio solo la brava ragazza educata!' ribattei.
'faccio solo la brava ragazza educata' mi imitò Henry, il braccio destro di Thomas, ma anche il ragazzo più stupido che conosco.
'Se permetti ho da fare..'
'vai di fretta, Wilson?'
'si e se ti levi mi faresti una cortesia' risposi in modo sarcastico.
'ma mi piace così tanto darti fastidio.. Secchiona!'
'bhè allora vai a dare fastidio a qualcun altro!' risposi infuriata.
'Oh la piccola Rachel si sta scaldando' piagnucolò Henry
'Attenti! Potrei sputare lingue di fuoco!'
'quanto sei divertente Wilson!' rispose nervosamente Henry
'lo so lo so!'
'adesso si vanta anche!' rispose con quella voce odiosa Thomas.
'problemi, Hicks?' risposi con decisione.
'si Wilson! Stai invadendo i miei spazi'
'io? Ma se sei stato te a bloccarmi!'
'oh.. Bhè.. Rimediamo subito!'
Vidi le sue mani spingere il mio corpo e poi.... Il fango.
Lui rideva, Henry rideva, tutta la scuola rideva.. Ero sotto shock, non sapevo cosa fare.
Intanto Maggie, la mia amica, venne verso di me e mi aiutò ad alzarmi.
'Non fai più la saputella, eh Wilson?'
'È proprio strana' disse Henry ridendo come una iena.
'Peggio di quei strambi e zoticoni dei suoi genitori!'
Mi girai di scatto e corsi verso di lui.
Come si permetteva di dire queste cose orribili sui miei genitori?
Lo spintonai verso l'albero, perse l'equilibrio e cascò a terra.
Stava per rialzarsi ma ad un tratto i rami dell'albero si mossero...e presero Thomas.
'AIUTO! AIUTO!QUALCUNO MI AIUTI! HENRY! VIENI QUA SCIOCCO! AIUTAMI!'
Henry, da bravo vigliacco, scappò via piangendo. 'RACHEL FAI SMETTERE QUESTO COSO!' Ero rimasta lì immobile e sotto shock...

*FINE FLASHBACK*


'RACHEL CI SEI?' mi chiese mia mamma sventolandomi una mano davanti alla mia faccia.
'Si... ehm..più o meno...'
'Rachel, anche io e tuo padre siamo stati in questa scuola. Ci siamo conosciuti là! So che per te questa cosa è strana ma ti assicuro che con il tempo ti ci abituerai! Devi vedere come è Hogwarts... è un posto MERAVIGLIOSO! Vedrai che ti divertirai! Farai nuove conoscenze..'
'Non vedo l'ora!' corsi ad abbracciarli entusiasta.
'Sono molto contento che tu sia felice... prima di andare a scuola però bisogna prendere l'occorrente!'
'E si prende al supermercato?' chiesi incuriosita.
'No... A Diagon Alley!' esclamarono i miei genitori entusiasti.
Continua...

*nota dell'autrice*
buon pomeriggio a tutti :D
scusate l'enorme ritardo! Ringrazio chi ha aggiunto la mia FF tra le seguite e preferite e ringrazio chi ha lasciato una recensione :D
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Hogwarts ***


Arrivò molto lentamente il primo Settembre.
Rachel si svegliò molto presto quella mattina, preparò il suo baule, si lavò, si vestì e scese a fare colazione.
Non era mai stata così felice in vita sua; si aggirava sorridendo e saltellando per tutta casa.
Quando scattarono le dieci, il signore e la signora Wilson, la accompagnarono a King's Cross.
Un vivace gruppo di genitori e ragazzini provenienti da tutta l'Inghilterra se ne stavano davanti alla colonna che divideva il binario dieci dal binario nove, in attesa di qualcosa.
Gli adulti indossava lunghe vesti dai colori vivaci, i ragazzi tenevano strette le enormi gabbie e i carrelli di ferro, a cui i passanti lanciavano occhiate sospette.
Quando scattarono le undici, Rachel passò la barriera del binario, insieme ai suoi genitori, ritrovandosi davanti a un grandissimo treno rosso fiamma.
La bambina caricò i bagagli poi entrò nel treno, cercando uno scompartimento dove sistemarsi.
Sfortunatamente però, erano già tutti pieni, così passò tutto il viaggio in piedi, in mezzo al corridoio.
Qualche ora più tardi, il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade, dove un uomo enorme, simile a un gigante, li accolse.
Arrivarono al castello con delle piccole barchette, in gruppetti di quattro.
Quando entrarono al castello, la professoressa McGranitt li accolse in un grande salone, dove iniziò a parlare delle regole della scuola.
'Benvenuti nella scuola di Hogwarts! Dunque fra qualche minuto varcherete questa soglia e vi riunirete insieme ai vostri compagni ma prima che prendiate posto verrete smistati nelle vostre case: sono grifondoro, tassorosso, corvonero e serpeverde. Per il tempo che starete qui la vostra casa sarà la vostra famiglia. I trionfi che otterrete faranno guadagnare i punti e ogni violazione delle regole farà perdere punti. Alla fine dell'anno alla casa con più punti verrà assegnata la coppa delle case.'
La porta della Sala Grande si spalancò e i ragazzini del primo anno vennero accolti da ragazzi più grandi.
I quattro tavoli erano posti in verticale, lasciando il passaggio, come un lungo corridoio, ai bambini che dovevano essere smistati.
'Il soffitto non è vero.'Disse all'improvviso una bambina dai capelli gonfi.
'Sembra un cielo stellato ma è una magia. E' scritto sul libro Storia di Hogwarts, io l'ho letto.'
'Quando?' Domandò Rachel sorridendo.
'Questa estate.' Rispose la bambina con la solita aria da saputella.
Rachel non potette fare a meno di scoppiare a ridere.
'No, intendevo, quando te l'ho chiesto?'
Hermione Granger assunse un'aria accigliata, camminò più in fretta, allontanandosi di qualche metro da Rachel.
La cerimonia di smistamento si aprì proprio con la Granger, che si sedette sullo sgabbello borbottando qualche parola sottovoce.
Il Cappello non ci mise molto a urlare 'Grifondoro' e lei camminò verso il tavolo rosso-oro sorridendo.
Qualche nome più tardi, la professoressa di Trasfigurazione chiamò a gran voce il nome di Rachel.
'Rachel Wilson'
La Sala Grande cominciò a bisbigliare.
Rachel non capiva, perchè tutti la fissavano in quel modo?
La ragazzina si sedette sullo sgabello e quando il cappello si poggiò sulla sua testa, sentì una voce fonda e allegra: 'GRIFONDORO'
Le lezioni iniziarono proprio il giorno seguente.
Dopo due ore di Trasfigurazione, i ragazzini del primo anno andarono nei sotterranei per la loro prima lezione di Pozioni.
Il professor Severus Piton era un uomo sulla trentina, dai capelli neri e unticci, un enorme naso adunco e gli occhi neri e vuoti come un lungo e interminabile tunnel. Rachel non aveva mai visto un vampiro, ma era proprio così che se li immaginava.
Le lezioni di Pozioni si tenevano in una delle celle sotterranee dove solitamente faceva piuttosto freddo.
L’aula era vasta e tra i banchi di legno, sui quali erano poggiate bilance d’ottone e barattoli con gli ingredienti, c'erano venti calderoni fumanti.
Lungo le pareti c'erano dei contenitori di vetro nei quali galleggiavano strani animali.
Quella mattina Rachel si ritrovò al paiolo accanto a Neville Paciock, la persona più imbranata del mondo.
Quando il professor Piton entrò in classe, calò il silenzio.
'Non ci saranno sventolii di bacchette o stupidi incantesimi su questo corso.' Disse subito dopo essere entrato, con tono passo e regolare.
'Per tanto: non pretendo che tutti apprezzino l'esatta arte del preparare Pozioni. Ma per quei pochi, scelti dal fato, io posso insegnare come stregare la mente, irretire i sensi, approntare la gloria, imbottigliare la fama, e finanche mettere un fermo alla morte.' Piton si fermò per un secondo, posò lo sguardo su Harry Potter e poi su Rachel, che era qualche paiolo più in là.
'Bene, bene, bene... Potter e Wilson di nuovo nella stessa classe. Mai nella mia vita ho sperato di rivedere uno spettacolo tremendo come questo. Mi dica, Potter: che differenza c'è tra aconito e luparia?'
Harry rimase immobile, mentre Hermione, accanto a lui, sventolava la mano a destra e sinistra.
'A quanto pare la fama non è tutto.' Disse Piton, atono.
'Wilson.' Rachel sobbalzò.
'Dove andrebbe a vedere se le dico di cercare un Bezoar?'
Di nuovo la Granger alzò la mano, mentre Rachel ghignava divertita. Quel professore avrebbe smesso di fare l'arrogante con lei, e se lui pretendeva rispetto, lei lo rivoleva indietro.
'Nella pancia di una capra, signore.' Disse con tono innocente.
Piton sembrò quasi irritato dalla risposta data dalla ragazzina. Tutta fortuna... Pensò irritato.
'Prendete i vostri ingredienti e girate a pagina 42.'
Rachel sbuffò, prese il libro di Pozioni nella borsa e lo aprì a pagina 42, mentre davanti a lei, tre ragazzi dalla divisa verde e argento ridacchiavano. Erano Malfoy, Tiger e Goyle, le tre persone più stupide che Rachel avesse mai conosciuto. Il primo, un ragazzino biondo, dal viso appuntito e molto magro; dall'aria altezzosa e sicuramente un piccolo figlio di papà viziato.
Gli altri due sembravano le sue guardie del corpo, camminavano sempre un passo indietro a lui e sembravano i suoi due migliori amici.
Intorno a lei sembrano già che si fossero formati dei gruppi: Harry Potter, un ragazzino con gli occhiali e i capelli neri spettinati, stava sempre al fianco di un certo Ron Weasley, un Grifondoro dai capelli rossicci e una vecchia e scolorita toga di seconda mano.
Nel suo dormitorio invece, era circondata da emerite idiote. Lavanda Brown, una ragazzina bionda, l'aria pettegola; Hermione Granger, una so tutto io che non faceva altro che correggerla e Calì Patil, una ragazza indiana, anche lei poco normale.
Così gli anni passarono...


*angolo dell'autrice*
buon pomeriggio a tutti!
Perdonatemi per l'enorme ritardo ma questa scuola babbana mi sta letteralmente uccidendo..
anyway... eccomi con un nuovo capitolo!
spero vi piaccia :D
le recensioni sono ben accettate!
Anche le critiche ovviamente!
Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate!
Alla prossima! <3
e..... BUON NATALE!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sirius Black ***


Erano passati già tre anni da quando aveva ricevuto la lettera da Hogwarts.
Aveva stretto amicizia con Harry, Ron ed Hermione.
Aveva parlato una o due volte con Draco Malfoy, che quando non era in compagnia dei suoi amici non era male, ma ogni volta che Tiger o Goyle si avvicinavano a lui, Malfoy diventava uno stupido ragazzino viziato.
Quel terzo anno sembrava essere iniziato nel peggiore dei modi, con l'evasione di un certo Sirius Black.
Il rientro a scuola fu disastroso. Un Dissennatore, un'orribile creatura incappucciata che succhiava via tutta la felicità e la speranza alle persone, era entrata sull'Hogwarts Express e Rachel era caduta a terra, svenuta.
Non solo lei però, anche Harry Potter sembrò aver fatto la sua stessa fine.
Silente si raccomandò con i ragazzi di non avvicinarsi troppo ai dissennatori e poi presentò alla Sala Grande il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, l'uomo che aveva fatto mangiare della cioccolata a lei e a Harry.
Era pittosto giovane, i capelli erano chiari, rigati di grigio e i vestiti rattoppati in più punti. Sembrava stanco e malato, piuttosto sottopeso per uno della sua età.
Ma Rachel non lo sapeva che Remus J. Lupin, in pochissimo tempo, avrebbe fatto diventare la Difesa la sua materia preferita.
Qual pomeriggio Rachel avrebbe avuto la prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
Era proprio curiosa di sapere cosa avrebbero fatto con questo nuovo professore. Nei due anni precedenti questa materia non era riuscita a conquistarla molto.
Raptor faceva delle noiosissime lezioni balbettando, mentre Allock faceva studiare alla sua classe le sue biografie. Così, in due anni di istruzione magica, aveva capito che il colore preferito di Gilderoy Allok era il lilla.
Quell'anno però, l'aula di Difesa era completamente diversa. Non c'erano più i quadri del vecchio professore e questo fece fare un sospiro di sollievo a Rachel.
La ragazza si sedette accanto a Hermione.
Rachel tirò fuori i libri, le penne e le pergamene; tutti chiacchieravano quando finalmente il professor Lupin entrò nell'aula. L'insegnante sorrise in modo vago e posò la sua vecchia e logora valigia sulla cattedra.
'Buon pomeriggio.' Disse.
'Vi prego di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi occorrono solo le bacchette magiche.'
I ragazzi riposero i libri scambiandosi occhiate curiose. Non avevano mai seguito una lezione pratica di Difesa contro le Arti Oscure, a meno di non prendere in considerazione la lezione memorabile dell'anno prima, quando l'insegnante aveva portato in classe una gabbia di folletti e li aveva liberati.
'Bene.' Disse il professor Lupin quando tutti furono pronti. 'Se ora volete seguirmi...'
Camminarono in silenzio e in fila in un lungo corridoio, fermandosi subito dopo davanti alla porta della sala professori.
Lui li guidò lungo un secondo corridoio e si fermò davanti alla porta della sala professori. Entrarono, sempre più curiosi osservando l'ambiente. Era una stanza lunga, rivestita di legno, piena di vecchie sedie scompagnate, era vuota, tranne che per un insegnante.
Davanti alla classe super incuriosita, un armadio di muoveva a scatti, facendo indietreggiare i ragazzi spaventati.
'Allora.' Disse il professor Lupin.
'Niente paura. C'è un Molliccio lì dentro. Chi di voi sa dirmi che cos'è un Molliccio?'
Le mani di Hermione e Rachel si alzarono con uno scatto. Remus le guardò, poi fece un vago cenno verso Hermione.
'Un Molliccio è un mutaforma. Prende la forma di ciò che terrorizza di più un mago.'
'E dove si nascondono, Rachel?'
'Amano i luoghi chiusi e oscuri.' Spiegò Rachel con tono piatto.
'Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini...'
Lupin sorrise.
'Questo significa che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?'
'Ehm... Siccome siamo in tanti, lui non sa che forma prendere?'
'Esatto.' Esclamò il professor Lupin.
'E' sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. L'incantesimo per respingere un Molliccio è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!'
'Riddikulus!'Ripeterono tutti in coro.
'Bene.' Disse il professor Lupin.
'Molto bene. Questo però era il meno, temo. Dovete costringere il Molliccio a prendere una forma che considerate veramente divertente.'
Così, uno a uno, tutta la classe si mise in fila davanti all'armadio e cominciò ad esercitarsi con il Molliccio.
Quando Rachel si ritrovò davanti alla strana creatura, il Molliccio cominciò trasformarsi in diverse cose, senza prendere una vera e propria forma. Lei non era una che si spaventava facilmente. Finalmente il molliccio prese forma.
Era proprio lui, con una massa di sudici capelli aggrovigliati gli scendeva fino alle spalle. I denti gialli erano scoperti in un ghigno. Era Sirius Black. Rachel cercò disperatamente di restare calma. E' solo un Molliccio, solo un Molliccio... Continuava a ripetersi.
Abbassò la bacchetta, molto lentamente, mentre Sirius - Molliccio si avvicinava a lei, Rachel percorse l'aula quasi correndo e uscì.
Rimase chiusa nel bagno delle ragazze per tutto il giorno, a piangere. Non sapeva esattamente perchè, lei non era quel tipo di ragazza che crollava per tutto, era sempre stata una tipa tosta.
Prima di cena però, qualcuno venne a bussare alla sua porta.
'Rachel? Sei qui?'
'Lasciami stare, Hermione! - Sbottò Rachel dall'altro lato della porta.
'Non ho bisogno del tuo aiuto, cosa vuoi?'
Hermione sbuffò sonoramente.
'Siamo tutti preoccupati.' Disse, poggiandosi alla porta.
'Harry è super nervoso! Fa così tanto avanti indietro nella Sala Comune che il pavimento si consuma! E devi vedere in che condizioni sta Ronald! Ha addirittura smesso di mangiare.. e tu sai quanto Ron ama mangiare...' sorrisi.
'Anche il professor Lupin è molto preoccupato per te, ti abbiamo cercata per tutto il castello. Vuoi rimanere chiusa li dentro come Mirtilla Malcontenta?'
Rachel sospirò, spostò distrattamente una ciocca di capelli dorati dal viso e aprì la porta.
Si ritrovò davanti a Hermione Granger, che la guardava con uno sguardo orrendamente comprensivo.
Rachel la guardò con uno sguardo penetrante, fece qualche passo verso di lei e dopo alcuni secondi corse ad abbracciarla.
'Cosa farei senza di voi.. Grazie Herm.'


*angolo dell'autrice*
BUONA SERA SERA A TUTTI!!!!!
BUON ANNO!!!
Questa volta ho aggiornato prima :D EVVAI!
Scusatemi se questo capitolo è corto.. È un capitolo di passaggio!
Il prossimo sará piú lungo
Alla prossima ❤️

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** E' innocente! ***


Rachel non toccò cibo per tutta la cena, Hermione le premeva così tanto che portò qualcosa in camera.
Passò così tutta la notte sveglia, incapace di addormentarsi e con un solo chiodo fisso in testa: dov'era Sirius Black in quel momento?
Sospirando, si mise a sedere sul letto. Le paure vanno affrontate, troppe volte aveva sentito uscire questa frase dalla bocca dei loro genitori, soprattutto durante i temporali che da piccola terrorizzavano Rachel.
Così, quella fresca notte di metà Settembre, Rachel decise di affrontare le sua paure e di cercare Sirius Black.
Ben attenta a non svegliare le sue compagne di stanza, prese la sua toga e la indossò prima di uscire dal castello.
Con enorme fortuna riuscì a uscire in cortile senza essere beccata da nessuno, ma una volta lì si trovò completamente spaesata.
Pensò subito alla stamberga strillante; ma come poteva arrivarci?
Doveva uscire dal castello ma poi non sarebbe riuscita a rientrare con tutti gli incantesimi che lo proteggevano.
Così, camminò a zonzo per un pò. Sapeva che Fred e George ci erano entrati una volta, passando da un passaggio sotto al Platano Picchiatore.
Ma come poteva tenerlo fermo? Rachel fece un respiro profondo, corse verso l'albero, ma subito la spinse via con una bastonata sul petto.
La ragazza si alzò e ritentò, una, due, tre volte... Alla quarta, agganciò al ramo e con un grande urlo come sottofondo, venne scaraventata in un piccolo e buio tunnel.
Rimase per un attimo sdraiata a terra, poi cominciò a tastarsi la faccia, come per capire se era ancora viva. Dopo aver costatato che non aveva nulla di rotto, si mise in marcia, vero la Stamberga e la sua più grande paura.
Dopo poco, infatti, si ritrovò in una vecchia e malridotta casa.
Estrasse la bacchetta e mormorò: 'Lumos.'
Fu questione di attimi, quando due mani la presero e la pressarono contro un muro.
Lei non riuscì nemmeno ad urlare, troppo era lo spavento.
L'uomo che l'aveva strattonata le strappò di mano la bacchetta, l'avvicinò a suo viso per illuminarla.
Rachel e Sirius si studiarono per un pò; Sirius la guardava sorpreso, quasi ammirato. Si accese qualcosa nei suoi occhi, come una scintilla di vita, la stessa che non c'era pochi attimi prima.
'E tu chi sei?' Domandò con voce roca di uno che non parlava da un pò.
'M-mi chiamo Rachel...' Rispose lei, sull'orlo delle lacrime. 'Rachel Amelia Siria Wilson, non uccidermi ti prego!'
Sirius balzò indietro, come se avesse paura di toccarla.
'Rachel? Tu... Che ci fai qui? Dovresti stare a Hogwarts...!' Farfugliò, la bacchetta ancora puntata su di lei.
'Perchè sei venuta, eh!? Non devi uscire dal castello, non devi farlo!'
'Tu non puoi darmi ordini!' Le urlò contro Rachel.
'Sei un assassino, un pazzo psicopatico!! Uccidimi pure, tanto un omicidio in più o uno in meno cosa cambia?! Morirai ad Azkaban come ti meriti!'
'Io non sono un assassino. L'ho scritto sulle lettere che invio a tua madre ma lei non mi risponde. Ti ha mai parlato di me? Ho provato a scriverti milioni di volte, anche ad Azkaban. Il gufo mi riportava la lettera...'
'Mia madre!?' Urlò Rachel con rabbia.
'Cosa centra mia madre?! ... Lasciami! Non mi toccare...!'
Rachel spinse via Sirius, mentre le lacrime scendevano violente. Si lasciò cadere a terra, certa ormai che l'avrebbe uccisa. Sirius invece mollò la presa sulla bacchetta, che cadde a terra insieme a sua nipote.
'Sono tuo zio, Rachel!... il fratello di tua madre..' disse.
Rachel senza parole lo guardò disgustata.
'E' impossibile! Perché me l'avrebbe nascosto?'
'Per proteggerti..'
'Tu mi odi' Disse.
'Bhe, se proprio lo vuoi sapere, anche io mi odio. Tanto. Uccidimi, sfogati e tutto questo finirà una volta per tutte.'
Rachel prese la bacchetta e con uno scatto di nervi urlò: 'Stupeficium!'
L'incantesimo non sfiorò nemmeno l'evaso, che continuava a stare in piedi davanti a lei.
'Ti racconterò come è andata veramente.'
E Sirius raccontò tutto dall'inizio.
Raccontò del rapporto fratello-sorella con sua madre; raccontò il giorno della sua nascita; raccontò di come James e Lily avevano scelto lui come custode segreto e di come lui aveva rifiutato per mettere in atto quel piano apparentemente geniale.
Rachel rimase a terra tutto il tempo, ascoltava interessata il racconto di suo zio, che si era seduto accanto a lei, si addormentò nella Stamberga Strillante, mentre Sirius la osservò tutta la notte.
Si rese conto che era bella come la sua mamma, di come i suoi occhi invece erano simili ai suoi.
Un ora dopo, Sirius la svegliò.
'Devi tornare a scuola.' Disse solamente. 'Non lo dirai a nessuno, vero?' Rachel sorrise. 'A nessuno. Domani tornerò, ti porterò qualcosa da mangiare. Dormi bene, mi raccomando. A domani!'
Quando Rachel tornò nel suo letto caldo, si addormentò rilassata e felice come mai.
Suo zio era innocente e quando tutta quella storia sarebbe finita sarebbero tornati a essere una famiglia.


*angolo dell'autrice* Buona epifania!!!!
Eh si... Le vacanze sono finite purtroppo!
Buon rientro nella scuola babbana
Ecco il capitolo! Alla fine l'ho fatto corto!
Alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Imprevisti ***


Da quella sera in poi Rachel tornò alla Stamberga Strillante tante e tante volte.
La mattina di Halloween, Rachel si svegliò con tutti gli altri e scese a fare colazione, più depressa del solito.
Tutta la scuola, dal terzo anno in poi, si preparava per andare a Hogsmeade, tranne lei e Harry.
Passò tutta la mattinata in giro per la scuola tutta sola, cosa che non la disturbava affatto.
Passò una volta davanti all'ufficio del professor Lupin e si accorse che dentro c'era già un altro studente.
Quando tornò indietro, l'ufficio era vuoto, ma decise di non disturbare il professore.
Ma fu lui a disturbare lei.
'Rachel?'
La ragazza tornò indietro e si affacciò dalla porta.
'Si?' Domandò timidamente.
'Niente Hogsmeade per te?' Il professore sorrise amichevolmente.
'No, con Sirius Black in giro per l'Inghilterra non mi fanno uscire.'Rispose Rachel, rimanendo ancora appoggiata sullo stipite della porta.
Passarono pochi secondi di silenzio.
'Puoi entrare, se vuoi!' Esclamò poi Lupin, continuando a sorridere.
Rachel annuì, mentre faceva qualche passo verso la cattedra e si sedeva.
All'angolo c'era un grande acquario, con dentro una piccola creatura di un verde malsano, con piccole corna sulla fronte . Schiacciava il muso contro il vetro e faceva strane smorfie, piegando le lunghe dita magre.
'Come va la scuola? Ti piacciono i corsi?' Domandò Lupin, mentre tirava fuori da un cassetto una ciotola piena di dolci di Mielandia.
'Cioccorane?'
Rachel scosse la testa.
'Si mi piacciono molto i corsi' Spiegò la Grifondoro.
'Posso farle una domanda?'
'Certo.'
'Conosceva Sirius Black professore? Ha mai pensato che fosse... Innocente? Che avesse scontato la pena di un altro? Ci pensi Signore, pensi a un piccolo dettaglio che può esserle sfuggito.' Disse lei duramente.
'Mi dispiace, non volevo turbarla.' Si affrettò a dire quando Lupin cambiò radialmente espressione.
'E' mio z-zio...credo sia naturale che ne voglio sapere di più...'
Il professor Lupin rimase qualche secondo con gli occhi fissi sulle sue mani, intrecciate davanti a lui e poggiate sulla cattedra. Poi alzò lentamente lo sguardo su Rachel.
'Come fai a sapere che è tuo zio?!' Mi chiese stupito.
'Ehm..' 'Non lo so, Rachel.' Rispose rassegnato.
'Mi dispiace.... Conoscevo Black, di vista, mentre i genitori di Harry... James e Lily... E' li che ho conosciuto tua madre, già la conoscevo....'
Rachel rimase in silenzio, in attesa che Lupin tornasse a parlare, e così fece.
'Era la migliore amica di Lily, la mamma di Harry. Sirius Black fece da... testimone, a James e Lily e credo che proprio lì ci siamo conosciuti.'
'E che tipo era Black? Si comportava normalmente o...?'
Lupin degrludì. Quella ragazzina e la sua capacità di tirare fuori dalla gente le informazioni...
'Sembrava un ragazzo apparentemente normale.' Disse solamente.
Solo in quel momento Rachel decise che poteva bastare. Annuì, accennando un sorriso e abbassò lo sguardo.
Passò un altro quarto d'ora li, parlò con il professor Lupin di tutto quello che poteva turbarla, un pò come si faceva come un amico.
Subito dopo la deliziosa cena, Rachel seguì il resto dei Grifondoro lungo il consueto percorso fino alla torre, ma quando raggiunsero il ritratto della Signora Grassa vi trovarono decine di studenti. 'Perché non entriamo?' Domandò un ragazzino del primo anno.
Rachel cercò di guardare oltre la folla, il ritratto sembrava vuoto. 'Permesso, fatemi passare, per favore.' Disse Percy, il Caposcuola, facendosi largo con aria di importanza.
'Che succede? Non è possibile che abbiate dimenticato la parola d'ordine tutti quanti! Scusate, sono Caposcuola!'
E poi il silenzio cadde sulla folla.
Percy guardava il ritratto rotto e vuoto della Signora Grassa, si girò di nuovo verso gli studenti.
'Qualcuno vada a chiamare il professor Silente. Subito!'
Rachel si fece spazio tra la gente, arrivò abbastanza vicino da vedere meglio cosa era successo. La signora grassa era sparita dal ritratto, la tela era stata lacerata.
Quando finalmente arrivarono i professori, Silente diete ordine di trovare la Signora Grassa.
'Non c'è bisogno di cercarla!' Esclamò Pix, che stava proprio sopra agli studenti e galleggiava a metà aria.
'Si è arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare. Che caratteraccio quel Sirius Black!'
Silente rispedì tutti i Grifondoro nella Sala Grande, che furono raggiunti anche dai Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, estremamente confusi.
I quattro tavoli erano spariti e avevano fatto posto a dei sacchi a pelo viola.
Rachel era arrabbiata, era furiosa con Sirius. Come poteva metter in pericolo così? E se l'avessero visto?
Quella notte non riuscì ad addormentarsi, e quando fu convita che tutti, perfino i professori, che erano tornati nei loro uffici, fossero tra le braccia di Morfeo, impugnò la bacchetta e uscì.
Quella sera Rachel era la ragazza più arrabbiata del mondo.
Era arrabbiata con Sirius, perchè aveva corso un rischio troppo grosso; era arrabbiata con Remus, perchè continuava a mentire sulla sua amicizia con Sirius Black; era arrabbiata con la McGranitt, perché non la interroga mai a Trasfigurazione; era arrabbiata con i suoi amici perché non l'avevano considerata.
Si ritrovò senza accorgersene all'interno della Stamberga Stillante, silenziosa e sporca come al solito.
'Sirius? Sei qui?' Domandò lei, cercando di non urlare tutta la sua rabbia contro di lui.
'Si.' Una voce fioca proveniva dalla stanza in cui l'aveva incontrato la prima volta.
Rachel entrò e lo vide, con una ferita sulla testa e lo sguardo più vuoto che mai. Si avvicinò a lui.
'Perchè sei entrato a Hogwarts?' Urlò lei duramente.
'Ti avrebbero scoperto! Saresti già in viaggio verso Azkaban a quest'ora! Vuoi lasciarmi da sola un'altra volta!? ' Sirius sospirò.
'Sono stanco.' Disse solamente.
'Vorrei che tutto questo finisse presto. Voglio prendere Minus!' 'Sei un incosciente, ora capisco da chi ho ripreso!' Esclamò lei sedendosi accanto a suo zio.
'Se solo mi permettessi di aiutarti... Potrei parlare con Lupin, tu e lui eravate amici...'
'No. Non devi mischiarti in questa faccenda.' La bloccò Sirius.
'Già è troppo che ti dò il permesso di venire qui!'
'Facciamo così. Io non parlo con Lupin se tu non ti comporti più da incosciente.' Propose lei ghignando.
'Allora, accetti o no?'
Sirius sospirò, mentre alzava gli occhi al cielo.
'E d'accordo allora!'
Quella ragazzina... Tutta sua madre...
Così i mesi passarono lenti. Tutte le mattine Rachel si alzava, andava a fare colazione nella Sala Grande e si precipitava a lezione. Dopo pranzo nascondeva un pò di cibo nella borsa e, senza farsi vedere da nessuno, sgattaiolava fuori dal castello per andare alla Stamberga Strillante.
Quella fredda notte del 28 Gennaio, Rachel saltellava verso il castello di Hogwarts, infreddolita e felice. Aveva tredici anni già da trenta minuti e ancora non se ne era accorta.
Sirius le aveva comprato un regalo.
Non sapeva cosa esattamente poteva piacere a sua nipote, così pensò a cosa poteva piacere a lui.
Con l'aiuto di un gatto molto intelligente dal pelo arancione comprò a sua figlia un utile libro sugli gli schemi da applicare durante una partita di Quidditch. E lei ama il Quidditch!
Continuò a saltellare finché da dall'angolo più vicino spuntò una luce bianca.
Rachel si immobilizzò e la luce continuava a camminare verso di lei, all'improvviso si ritrovò Piton ad un palmo da lei.
'Cosa ci fai a zonzo per i corridoi Wilson e soprattutto, cosa ci fai a zonzo per i corridoi e con un assassino in libertà?'
'Sono sonnambula.' Rispose lei sorridendo.
Gli occhi vuoti di Piton si ridussero a due fessure.
'E' incredibile quanto somigli a tuo padre, anche lui era estremamente arrogante.'
'Mio padre non era arrogante, e nemmeno io. Ora cortesemente, vorrei che abbassasse la bacchetta.'
Piton la fissò con espressione vuota, abbassò la bacchetta, ma continuò a fissarla.
'Le tasche. Svuota le tasche.'
Rachel sbuffò, mentre tirava fuori dalla tasca il libro di Quidditch che Sirius le aveva regalato, Piton lo prese e lo sfogliò perplesso.
'E perchè tieni un libro sul Quidditch nelle tasche e soprattutto, perchè tieni un libro di Quidditch in tasca, in piena notte?' Domandò Piton con tono di sfida.
'E' un regalo, di un mio amico....'
Piton la fissò con i suoi occhi vuoti. Sembrava quasi dispiaciuto del fatto di non aver trovato nulla che non andava nelle tasche della ragazzina.
'Meno sessanta punti a Grifondoro.' Sentenziò.
'Fatti vedere di nuovo in giro per i corridoi di notte, Wilson e una bella punizione non te la toglie nessuno.'
Intanto, dietro la spalla di Piton, una luce bianca avanzava verso di loro.
'Professor Piton.'
'Lupin. Fuori per una passegiata al chiaro di luna?' Domandò Piton scoprendo i suoi denti inregolari in un ghigno.
Rachel sapeva a cosa si riferiva, prendere in giro una persona con una tale maledizione... Solo Piton poteva essere tanto cattivo.
'Ci sono problemi?' Domandò il professor Lupin con voce gentile come al solito.
'Come mai in giro per il corridoio a quest'ora, Rachel?' 'Io... Avevo sentito un rumore...' Mentì la ragazza.
Rachel moriva dalla voglia di gridare al mondo che suo zio, desiderava dirlo a Lupin più di ogni altra cosa, dirgli che il suo migliore amico era innocente!
'Ci penso io Severus, puoi andare.' Disse Lupin, fece cenno a Rachel di seguirlo, così la ragazza sorrise divertita a Piton e si incamminò per il corridoio buio.
Camminarono fino all'ufficio del professore in perfetto silenzio e Rachel cominciò a pensare a quale punizione avrebbe ricevuto. Era il suo compleanno ed era già iniziato malissimo. Entrarono nell'ufficio e Lupin chiuse la porta alle sue spalle subito dopo essere entrato in compagnia di Rachel.
'Siediti.' Disse. Lei obbedì immediatamente.
'Ti rendi conto del pericolo che hai corso!? Sirius Black era nel castello e tu te ne vai in giro da sola in piena notte?'
'Ho sentito un rumore.'Rispose lei con naturalezza.
'Mi dispiace, professore. Sono stata incoscente. Non si ripeterà più.'
Lupin la scrutò per un attimo, poi ne suo sguardo si accese qualcosa.
Rachel continuò a tenere la testa bassa, lo sguardo puntato sul pavimento.
'Non avrai pensato di andare a cercare Black, vero?'Domandò Lupin.
Lei non rispose e Lupin sbuffò.
'Ti accompagno in Sala Comune.'
'Non c'è bisogno!' Esclamò Rachel alzandosi.
'So badare a me stessa e sono sicura che le protezioni intorno al castello terranno lontano Sirius... voglio dire... Black, dal castello. Buona notte, professore.'
Rachel percorse l'aula di Difesa contro le Arti Oscure con passo sicuro, mise la mano sulla maniglia e spalancò la porta.
'Approposito.' Disse all'improvviso Lupin.
'Buon compleanno.'
Lei sorrise.
'Grazie.'

*angolo dell'autrice*
Salve a tutti!
Scusate per l'enorme ritardo ma la scuola babbana mi uccide .-.
Anyway.... Spero che il capitolo sia di vostro gradimento :D
Ringrazio tutti quelli che recensiscono e seguono la mia FF!
Vi voglio bene alla prossima!
Bacioni :*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Peter Minus ***


La mattina dopo, Rachel entrò in Sala Grande sorridendo timidamente a tutti.
Il cielo era limpido sopra Hogwarts, la neve si stava sciogliendo pian piano anche se faceva ancora parecchio freddo.
Rachel attraversò la Sala e arrivò al tavolo dei Grifondoro senza mai fermarsi e quando arrivò al suo posto si accorse che qualcuno le aveva fatto un regalo.
Era un piccolo pacchetto rivestito di carta verde, accanto c'era appoggiato un bigliettino d'auguri.
Prese il bigliettino e lo lesse.
Riconobbe subito la scrittura fitta e pungente di Draco Malfoy che le mandava regali e bigliettini di quel genere tutti gli anni.
Quel ragazzo era davvero un idiota.
Quando stava con i suoi amichetti purosangue non la degnava di uno sguardo, poi però, quando si ritrovava solo si confidava con lei come un'amica.
Rachel lanciò uno sguardo irritato verso il tavolo dei Serpeverde, notando che già da prima il giovane Serpeverde la stava fissando.
Alzò gli occhi al cielo e poi strappò la carta verde che impacchettava il piccolo pacchetto.
Rachel prese la piccola scatolina e la scosse, sentendo che c'era qualcosa dentro.
La aprì e scoprì una graziosa collanina d'argento con un ciondolo a forma di gufo.
Era molto graziosa.
La rimise nella scatola giusto per deludere un pò il Serpeverde, certo che no, non l'avrebbe mai indossata davanti a lui.
Rachel si verso del succo di zucca nel bicchiere, mentre punsecchiava dai pancakes.
Quella mattina aveva Difesa contro le Arti Oscure e l'idea le piaceva alquanto.
Era diventata la sua materia preferita, quella.
'Buon compleanno, Rachel!' Urlò una voce squillante, che la distrasse dai suoi pensieri.
Rachel sobbalzò, portandosi una mano al cuore e si girò verso Harry Potter, il bambino sopravvissuto. 'Harry! Mi hai spaventata!' Esclamò lei sospirando.
'Comunque grazie.' Rachel fece un sorrisino tirato.
'Ho un regalo per te.' Disse il Grifondoro mettendo una mano nella tasca della sua toga e tirando fuori un pacchetto ben incartato.
'Non sapevo davvero cosa regalarti...'
Rachel scosse sorridendo il pacchetto, mentre Harry la guardava sorridente.
'Apri, che aspetti?'
Rachel strappò con delicatezza la carta, dentro c'era un piccolo e morbido peluche a forma di gufo, anzi, sembrava la versione morbida e coccolosa del suo gufo Siria.
'Ero in giro i miei zii in un negozio Babbano durante le vacanze. Ho pensato che il pupazzo somigliasse a Siria.' Ridacchiò il Grifondoro.
'Beh, gli somiglia davvero!' Esclamò Rachel sorridendo.
'Grazie!' Disse Rachel scoccando un bacio sulla guancia del ragazzo Harry arrossì vistosamente.
'Oh... Figurati. Devo andare. Ci... Ci vediamo in classe, ciao.'
E camminò goffamente verso l'uscita della Sala Grande, lasciando Rachel al tavolo dei Grifondoro, che continuava a fissare il piccolo gufo di peluche.
In quello stesso momento entravano Hermione e Ronald con un sorriso a 32 denti.
'Tanti auguri Rachel!' Disse la mora stritolando la bionda.
'La nostra piccola Rachel sta crescendo!' Disse Ron scompigliando i capelli di Rachel e poi unendosi all'abbraccio.
'R-ragazzi.... N-non r-respiro...' Disse Rachel con un filo di voce.
'Oh scusami...' Rispose Hermione tutta rossa in viso.
'Beh abbiamo qualcosa per te!' Esclamò il rosso entusiasto.
Le consegnarono un pacchetto abbastanza grande.
Iniziò a strappare la carta rossa e trovò dentro un libro... Ma non un libro comunque... Il libro che tanto desiderava: Shakespeare!
'Oh ragazzi... Ma io vi amo!' Disse Rachel saltandogli in collo.
'Rachel ora rischi che tu non ci fai respirare...' Disse ironicamente il rosso.
'Sei sempre il solito, Ronald!' Sbuffò Hermione.
'Beh credo che ora sia il momento di andare! Sennò chi lo sente Piton!' Esclamò Hermione tutto ad un fiato.
'Casomai non resisteresti a mancare alla lezione!'
'Smettila di fare lo scemo, Ronald!' Urlò tutto ad un fiato Hermione allontanandosi dalla tavola dei Grifondoro.
'Chi le capisce le femmine!' Rispose il rosso amaramente con un punto di ironia.
'E chi capisce voi maschi!' Rispose Rachel risentita, prendendo per un braccetto Ron dirigendosi verso l'uscita della Sala Grande.

Quando Rachel entrò nella classe di Difesa contro le Arti Oscure quella fredda mattinata di Gennaio, non c'era il professor Lupin seduto sulla cattedra ma Severus Piton, che la fissava con i suoi occhi neri e bui.
Rachel rimase qualche secondo sulla soglia della classe.
'Dov’è il professor Lupin?' Chiese.
'Questo non è affar tuo, vero Wilson?' Disse Piton alzandosi e camminando avanti e indietro per la classe.
'Diciamo solo che... Il professor Lupin non è nelle facoltà di insegnare al momento.'
Rachel capì subito. La luna piena l'aveva messo al tappeto quel mese.
La ragazzina sospirò, camminò per i banchi e si sedette accanto a Draco Malfoy, l'unico posto libero.
'Buon compleanno, Mezzosangue.' Sussurrò il Serpeverde ghignando.
'Preoccupata per Lupin? Per me ti sei presa una cotta per lui.' Rachel tirò fuori il libro di Difesa dalla borsa.
'Aaah, sta' zitto, Malfoy!' Esclamò sussurrando.
'Oh giusto, a te piace quello sfregiato di Potter!'
Rachel schiacciò con forza il piede sinitro di Malfoy, che dovette resistere per trattenere un gemito di dolore.
Il ragazzo lanciò un occhiataccia all'amica, poi tornò a guardare Piton che faceva avanti e indietro per la classe:
'... Lupin non vi sta certo caricando di lavoro... Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini è roba da primo anno.' Borbottava Piton continuando a camminare.
'Oggi parleremo di Lupi Mannari.'
'Ma signore.' Saltò su Hermione senza riuscire a trattenersi.
'Non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora, dobbiamo cominciare i Marciotti...'
'Signorina Granger. Ero convinto di dover essere io a tenere questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394.'Disse Piton guardandosi intorno.
'Tutti. Adesso!'
Rachel sospirò, mentre apriva il libro a pagina 394, dove l'illustrazione di un lupo mannaro feroce e cattivo dava la bella vista di se. Non era nemmeno simile a Lupin, che razza di lupo mannaro è uno che porta la cravatta, beve il tè e mangia cioccolata?
'Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro da un lupo vero?' Chiese Piton.
Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui mano, come accadeva spesso, scattò in aria.
'Nessuno?' Chiese Piton, ignorando Hermione, col sorriso storto di prima.
'Che stronzo...' Borbottò Rachel. 'Volete dire che il professor Lupin non vi ha insegnato nemmeno la differenza fondamentale tra...'
'Gliel’abbiamo detto.' Esclamò Rachel cercando di essere più educata possibile.
'Non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari, siamo ai...'
'Silenzio!' Sibilò Piton.
'Bene bene bene, non avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non sapesse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di comunicare al professor Silente quanto siete indietro...'
'Certo che lei è proprio un... Un...'
Rachel scattò in piedi, accorgendosi solo dopo di avere gli occhi di tutta la classe puntati contro.
Piton aggrottò la fronte.
'Continui signorina Wilson, avanti.' La incitò con calma.
'Prima di tutto lei ha appena ignorato Hermione che teneva la mano alzata, secondo poi io spero di avere in cambio un pò di rispetto da lei professore. Il vostro compito non è forse quello di dare l'esempio?' Lo canzonò Rachel.
'Lei fa una domanda, la signorina Granger sa la risposta. Perché non vuole ascoltarla?'
Hermione diventò rossissima, alzò lo guardò verso Rachel, che se ne stava in piedi accanto a Malfoy, che la fissava con non troppa importanza.
La classe seppe all’istante che Rachel si era spinta troppo in là.
Piton avanzò lentamente verso Rachel e tutti trattennero il respiro. 'Punizione Wilson.' Disse Piton, avvicinando al volto di Rachel.
'E se ti sento ancora criticare il mio modo di insegnare, te ne farò pentire.'
Rachel dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non urlare una fattura contro il professore, così nessuno fece un solo rumore durante il resto della lezione.
Rimasero seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando dal libro, mentre Piton andava su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che avevano fatto con il professor Lupin.
Quando finalmente suonò la campana, Rachel uscì dalla classe come una furia, mentre Hermione le correva dietro chiamandola.
'Grazie per prima... Io... Mi dispiace per la punizione. Davvero non c'era bisogno.'
Rachel la zittì con un gesto della mano.
'Herm non ti preoccupare... l'ho fatto perchè meriti il rispetto di Piton come lo meritano tutti. Ci vediamo dopo!'
Rachel se ne andò con passo svelto mentre Hermione veniva raggiunta da Harry e Ron. Certo che qualche volta si comporta in modo strano... Ma nonostante tutto gli vogliono un bene dell'anima...

Molto lentamente, l'anno scolastico andò a morire.
Rachel si ritrovò con l'acqua alla gola l'ultima settimana, troppi compiti e troppe verifiche!
Quella fresca sera di Giugno, Rachel andava da Sirius saltellando allegramente.
L'estate si avvicinava prepotente e lei doveva trovare una soluzione; suo zio non sarebbe rimasto nella Stamberga Strillante per sempre e lei non aveva nessuna voglia di lasciarlo da solo!
Rachel si calò nel passaggio sotto il Platano Picchiatore e dopo meno di un minuto si ritrovò di nuovo nella vecchia casa, accorgendosi però di non essere sola.
C'erano delle voci.
Qualcuno era entrato.
Il panico l'assalì, percorse le scale, mentre cercava di non scoppiare a piangere.
Sentì Sirius parlare:
'Harry... è come se li avessi uccisi.' Mormorò, rauco.
'Io ho convinto Lily e James a scegliere Peter al mio posto all’ultimo momento, li ho convinti a scegliere lui come Custode Segreto invece di me… È colpa mia, lo so... La notte in cui morirono, avevo deciso di andare da Peter, per assicurarmi che stesse bene, ma quando sono arrivato al suo nascondiglio, non c’era più. Eppure non c’erano segni di lotta. Qualcosa non andava. Mi sono spaventato. Ho deciso di andare subito dai tuoi genitori. E quando ho visto la loro casa distrutta e i loro corpi… ho capito quello che doveva aver fatto Peter. Quello che io avevo fatto.' La voce gli si spezzò.
'Basta così.' Intervenne Lupin, con una nota di durezza nella voce che Harry non aveva mai sentito prima.
'C’è un modo sicuro per provare quello che è veramente successo. Ron, dammi quel topo.'
'Che cosa gli farà se glielo dò?'Chiese Ron, tesissimo.
'Lo costringerò a mostrarsi.'Disse Lupin.
'Se è davvero un topo, non gli succederà niente, garantito.'
Ron esitò, ma alla fine tese Crosta e Lupin lo prese.
Crosta cominciò a squittire ininterrottamente, agitandosi e contorcendosi, gli occhietti neri sporgenti.
Intanto Rachel rimase nascosta dietro la porta, incapace di muoversi.
Forse tutto sarebbe finito, forse avrebbe ritrovato la sua famiglia!
'Sei pronto, Sirius?'Chiese Lupin.
Sirius aveva già preso la bacchetta di Piton dal letto.
Si avvicinò a Lupin e all’agitatissimo topo, e i suoi occhi umidi all’improvviso parvero bruciare.
'Direi di si.' Rispose Sirius.
Un lampo di luce bianca sprizzò da tutte e due le bacchette; per un attimo, Crosta rimase paralizzato a mezz’aria, una piccola sagoma nera che si contorceva follemente.
Ron urlò.
Il topo cadde per terra; ci fu un altro lampo di luce accecante e poi... Dal suolo si levò una testa; un attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta comparve un uomo che cercava di farsi piccolo piccolo e si torceva le mani.
Era un ometto molto basso, poco più alto di Harry e Hermione.
I suoi sottili capelli incolori erano in disordine e in mezzo alla testa aveva una larga chiazza calva.
Aveva l’aspetto raggrinzito di un uomo grasso che avesse perso molto peso in poco tempo.
La sua pelle sembrava sporca e malaticcia, come il pelo di Crosta.
Era ancora rimasto qualcosa di un topo sul suo viso.
'Tu!!' Urlò Rachel spuntando dal nulla, con il dito puntato su Minus.
'Brutto...!! Non posso credere di aver qui davanti il motivo per cui i genitori di Harry sono morti!!! '
Si avventò su di lui, quasi cercando di acchiapparlo, mentre Minus correva per la stanza.
Remus, Sirius, Harry, Hermione e Ron rimasero a guardare la scena allibiti.
'E tu...!? Cosa ci fai qui?!' Domandò Harry stupito.
'Rachel!! Piccola, dolce ragazzina!! Mi ricordo di te che eri così piccola...!'
'Non provare a parlare a mia nipote!' Esclamò Sirius, mettendosi tra Minus e Rachel, quasi avesse paura che lo sguardo dell'uomo potesse sporcarla.
La mano di Black, quella armata di bacchetta, si alzò, ma Lupin lo trattenne per il polso, gli scoccò uno sguardo di avvertimento e si rivolse di nuovo a Minus in tono leggero e disinvolto.
'Remus.'Ansimò Minus.
'Non credergli, ti prego... Ha cercato di uccidermi, Remus...'
'Cosa!?' Urlò Rachel, cercando di guardare Minus oltre suo padre.
'Che codardo!! Ammettilo quello che hai fatto!! Come diamine ha fatto il Cappello Parlante a smistarti Grifondoro!?'
'È venuto a cercare di uccidermi un’altra volta!' Esclamò Minus all’improvviso, indicando Sirius.
'Ha ucciso Lily e James... E ha cercato di rovinare tua madre.... La bellissima Amy!! Ha sposato Robert... Quello stupido!!!! Ingrato, arrogante...'
'Non dica un'altra parola contro mio padre!' Gli urlò contro Rachel.
'Lei si meritava di meglio...' Lo sguardo di Sirius diventò ancora più scuro. 'Di certo non uno come te!' Sussurrò appena.
'Non avrei mai potuto distruggerla; non avrei mai tradito Lily e James. Sarei morto piuttosto che tradire i miei amici.'
Sentire parlare Sirius di sua madre, fece accendere nel petto di Rachel una piccola fiamma. 'Dammi quella bacchetta, Remus. Voglio cmmettere il reato per qui sono stato condannato.' Disse Sirius con estrema calma.
Minus si trascinò ai piedi di Harry
'Harry... assomigli tanto a tuo padre... Sei come lui... Harry, James non mi avrebbe voluto morto... James avrebbe capito, Harry... avrebbe avuto pietà di me...'
Black e Lupin fecero un passo avanti, afferrarono Minus per le spalle e lo ributtarono a terra.
Rimase lì seduto.
Minus scoppiò a piangere.
'No!' Urlò Harry. Corse davanti a Minus, di fronte alle bacchette.
'No, lo daremo ai Dissennatori.'


*angolo dell'autrice*
Scusate per l'enorme ritardo!
Ma la scuola babbana mi sta torturando!
Anyway... Ecco il capitolo!
Spero vi piaccia!
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Novità! ***


La mattina del primo Settembre, Rachel si svegliò presto, preparò il suo baule e uscì con talmente tanta fretta che non fece nemmeno colazione.
Quell'anno aveva talmente tanta voglia di uscire da quell'edificio che quando si trovò fuori dal cancello cominciò a sorridere radiosa.
Quell'anno aveva ricevuto tantissime lettere e non solo da Sirius.
Le lettere da suo zio provenivano tutte da paesi molto caldi visto che gli uccelli che le recapitavano avevano colori tropicali.
Anche Lupin le aveva scritto poche righe, in cui diceva che l'avrebbe andata a trovare presto.
Anche Harry e Ron le avevano mandato qualche riga per invitarla alla Coppa del Mondo di Quidditch.
Raggiunse la stazione di King's Cross con i mezzi publici, dove le persone fissavano lei e il suo gufo Siria.
Il viaggio che doveva fare ogni anno era terribilmente stancante, sopratutto perchè doveva trascinarsi dietro il pesantissimo baule.
Lei non era mai stata una ragazzina forte fisicamente, anzi, riusciva a cadere anche per una folata di vento troppo forte.
Quando arrivò alla stazione di King's Cross, sistemò i suoi bagagli sul carrello e si posizionò davanti alla colonna che divideva il binario nove dal binario dieci. Prese la rincorsa e poco dopo, si ritrovò davanti l'enorme treno rosso.
Camminò sorridendo e caricò i bagagli sul treno.
L'atmosfera che si respirava tutto intorno era sempre la stessa: i più piccoli, eccitatissimi, si guardavano intorno sognanti; i più grandi stringevano manici di scopa e alcuni avevano già indossato la divisa.
Anche Rachel infatti non vedeva l'ora di togliersi quei bruttissimi vestiti Babbani.
Salì sul treno e dopo essersi cambiata cercò una cabina libera.
Attraverò il corridoio sorridendo e quando vide Harry Potter seduto in silenzio in uno sompartimento, entrò senza pensarci due volte.
Era cresciuto in quei mesi.
I capelli erano diventati un pò più lunghi, il corpo asciutto e tonico ed era anche più alto. E forse si, Rachel doveva ammetterlo, era molto più carino.
La ragazza aprì la porta dello scompartimento e Harry la guardò sorridendo. 'Ciao!' Esclamò il ragazzo alzandosi e sorridendo.
'Ehilà!' Rachel lo abbracciò, lasciando un piccolo bacio sulla sua guancia.
'Sei cresciuto un sacco! E sei anche più alto! Come hai passato quest'estate?'
Harry tornò seduto, accompagnato dall'amica accanto a sé. 'Una meraviglia.' Rispose ironicamente.
'Tu come stai? Cosa hai fatto questa estate?'
'Lupin mi è venuto a trovare e finalmente ho confessato ai miei che sapevo la verità su Sirius!' Esclamò Rachel al settimo cielo.
'Sono contento per te!' Rispose entusiasta l'occhialuto.
'Mi dispiace se non sono potuta venire alla Coppa del Mondo di Quidditch. Ci tenevo così tanto ma i miei genitori non hanno voluto...' Rispose con tristezza la ragazza mettendo sù il broncio.
Harry la guardò con un'espressione divertita.
'Perché sorridi?' Chiese curiosa Rachel.
'Perché sei così carina quando fai il broncio!' Rispose Harry ridendo sotto i baffi.
'Scemo!' Rispose Rachel facendogli la linguaccia.
'Bene bene bene! Lo sfregiato insieme alla mezzosangue!'
La porta dello scompartimento si aprì e Draco Malfoy entrò e si sedette accanto a Rachel, che lo fissava con uno sguardo torvo.
'Ho forse interrotto qualcosa?' Rispose ghignando.
'Si Malfoy!' Rispose in tono di sfida l'occhialuto.
'Uhhh lo sfregiato é cotto della Wilson!' Rispose Draco ridendo.
'Quando la smetterai di fare lo stronzo? Lo sai benissimo che con me non attacca.'
'Sai che con me non attacca.' Le fece il verso Draco.
'Oggi ti gira, ho capito. Ci vediamo a scuola, Rachel'
E dopo aver scompigliato i capelli biondi della ragazza uscì dallo scompartimento.
Harry si lasciò affondare ancora di più nel sedile, fissò fuori dalla finestra.
'Come fate a essere amici voi due? Litigate in continuazione.'
'Non è una cattiva persona, in fondo. 'Rispose Rachel.
'E' solo un pò... Diciamo che è uno dei pochi capace di tenermi testa. E comunque non siamo amici.'
Harry fece un verso sprezzante.
'A lui piaci.'
'Ma a me no. Non parliamone più.' Il cattivo umore di Harry durò per tutto il viaggio.
Dopo un po' arrivarono Ron ed Hermione e iniziarono a parlare del più e del meno.
Era ancora incupito quando l'Espresso di Hogwarts finalmente rallentò e si fermò nel buio impenetrabile della stazione di Hogsmeade.
Mentre le portiere si aprivano, in alto echeggiò un rombo di tuono.
La pioggia ora scendeva così fitta e rapida che era come se sulle loro teste venissero continuamente rovesciati secchi d'acqua ghiacciata.
Rachel si coprì la testa con il cappuccio della divisa, salì sulla carrozza in compagnia di Harry, Hermione, Ron e Neville.
Rachel raggiunse saltellando il giovane Grifondoro, che aveva smesso di rivolgerle la parola da quando Draco aveva fatto irruzione nel loro scompartimento.
'Ce l'hai con me?' Domandò.
'No.' Rispose semplicemente.
La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d'inizio anno.
Piatti e calici d'oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz'aria sopra i tavoli.
Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto tavolo, di fronte ai loro allievi.
Lì dentro faceva molto più caldo.
Rachel attraverò la Sala e si sedette tra i Grifondoro.
Stava morendo di fame, per questo sperava che la cerimonia di smistamento finisse presto.
'Secondo voi chi sarà il nuovo insegnante di difesa quest'anno?'Domandò Hermione guardando verso il tavolo dei professori.
'Alastor Moody, credo.' Rispose Rachel.
'Me l'ha detto Rem... Volevo dire, il professor Lupin. E' venuto a trovarmi..
Dopo lo smistamento, finalmente il cibo apparì sulla tavola.
Dopo il banchetto, Silente fece il suo solito discorso e le raccomandazioni.
Spiegò le regole della scuola a quelli del primo anno e diede il bentornato a i ragazzi più grandi.
'Come sempre, vorrei ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno. Inoltre vi informo che la Coppa del Quidditch quest'anno non avrà luogo.'
Si sentì uno strano brusio di ragazzi sorpresi dall'esclamazione del preside.
Silente riprese:
'Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in Ottobre e continuerà per tutto l'anno scolastico. Ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno a Hogwarts...'
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della Sala Grande si spalancarono.
Sulla soglia c'era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio.
L'uomo abbassò il cappuccio, scosse una folta chioma di lunghi capelli brizzolati, poi prese ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti.
Lo sconosciuto raggiunse l'estremità del tavolo, voltò a destra e zoppicò vistosamente verso Silente.
Un altro lampo attraversò il soffitto.
Era come se fosse stato scolpito nel legno stagionato da qualcuno che avesse solo una vaga idea di come dovevano essere le facce umane, e non fosse molto abile con lo scalpello.
Ogni centimetro di pelle sembrava coperto di cicatrici.
La bocca pareva un taglio diagonale, e mancava un grosso pezzo di naso.
Ma furono gli occhi dell'uomo a spaventare gli studenti.
Uno era piccolo, scuro e lucente.
L'altro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico.
L'occhio blu si muoveva incessantemente, senza che mai calasse la palpebra, e roteava in su, in giù e da una parte all'altra, in totale autonomia rispetto all'occhio normale e poi roteò indietro, verso l'interno della testa, così che ne rimase visibile solo il bianco.
Alastor Moody sedette, scosse via la chioma grigio scuro, trasse a sé un piatto di salsicce, lo portò a ciò che restava del naso e lo annusò.
'Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.' Disse allegro Silente, rompendo il silenzio.
'Il professor Moody. Come stavo dicendo.'Continuò subito dopo il preside, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody.
'Nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts.'
Silente spiegò velocemente le regole del Torneo, poi un funzionario del Ministerò entrò in Sala Grande dicendo che nessuno con l'età inferiore ai diciassette anni poteva partecipare.
Molti studenti indignati urlarono contro di lui, sopratutto Fred e George Weasley, che volevano partecipare a tutti i costi. Rachel invece non aveva nessuna voglia di mettersi in pericolo di nuovo.
Era sopravvissuta all'attacco di un mangiamorte, l'anno scorso il suo padrino, nonche il suo insegnante di Difesa, si era trasformato in un lupo mannaro davanti a lei e inoltre aveva superato anche l'attacco di un dissennatore. No, non era il caso di mettersi in pericolo di nuovo...


*angolo dell'autrice*
Scusate per l'enorme ritardo D:
Ma i miei professori babbani mi stanno uccidendo con le loro stupide verifiche!
Tornando a noi u.u
Ringrazio tutti quelli che seguono e recensiscono la mia FF!
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Torneo TreMaghi ***


Qualche giorno dopo, Rachel si ritrovava nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, in attesa di Alastor Moody.
Presto udirono il tonfo dei passi disuguali di Malocchio che percorreva il corridoio, ed egli entrò in classe, terrorizzante come sempre.
Rachel era terrorizzata da quell'uomo, infatti era l'unico pressore a cui non avrebbe mai risposto male.
Moody percorse il corridoio e sedette oltre la cattedra, l'occhio nero fisso sula classe silenziosa e l'occhio blu elettrico che si muoveva senza sosta.
'Potete metterli via.' Borbottò.
'Quei libri. Non vi serviranno.'
Moody estrasse il registro, allontanò la lunga chioma di capelli brizzolati dal viso contorto e sfigurato e prese a fare l'appello, con l'occhio normale che scorreva sicuro la lista mentre l'occhio magico roteava, indugiando su ogni studente quando rispondeva alla chiamata.
'Allora.' Disse, quando l'ultimo si fu dichiarato presente.
'Ho ricevuto una lettera dal professor Lupin a proposito di questa classe. Mi pare che abbiate una preparazione piuttosto solida nell'affrontare le Creature Oscure: avete fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Marciotti, gli Avvincini, i Kappa e i Lupi Mannari, è esatto? Ma siete molto indietro con le maledizioni. Allora, cominciamo subito. Le maledizioni. Assumono forze e forme diverse. Ora, secondo il Ministero della Magia dovrei insegnarvi le contromaledizioni e fermarmi lì. Si ritiene che non siate grandi abbastanza da affrontarli fino ad allora. Ma il professor Silente ha un'opinione più alta dei vostri nervi, pensa che possiate farcela, e prima sapete che cosa dovrete fronteggiare meglio è, dico io. Un mago che sta per scagliarvi contro un anatema illegale non vi dirà cosa ha intenzione di fare. Non ha intenzione di comportarsi lealmente. Dovete essere preparati. Dovete essere vigili e attenti.' Si fermò un attimo.
'Qualcuno di voi sa dirmi quali sono le tre maledizioni senza perdono?'
Nessuno si mosse, nemmeno Hermione.
'Weasley.' Esclamò poi Moody.
Ron sobbalzò.
'Avanti ragazzo, avanti.'
'Papà me ne ha spiegata una...' Disse Ron.
'La maledizione Imperius.'
'Ah, sì.' Disse Moody.
'Tuo padre dovrebbe conoscerla. Ha procurato al Ministero un sacco di guai.'
Moody si alzò sui piedi scompagnati, aprì il cassetto della scrivania ed estrasse un barattolo di vetro.
Dentro zampettavano tre grossi ragni neri.
Moody pescò nel barattolo, prese uno dei ragni e lo tenne nel palmo della mano in modo che tutti lo vedessero.
Poi puntò la bacchetta contro di lui e borbottò:
'Imperio!'
Il ragno tese le zampe rigidamente, poi fece un salto all'indietro, spezzando il filo e atterrando sulla scrivania, dove cominciò a fare la ruota in cerchio.
Moody agitò la bacchetta, e il ragno si alzò su due delle zampe posteriori e si esibì in quello che era un inconfondibile passo di tip tap.
'Controllo totale.' Disse Moody piano, mentre il ragno si appallottolava e cominciava a rotolare.
'Anni fa, c'erano un sacco di maghi e streghe controllati dalla maledizione Imperius.' Disse Moody.
'Un bel lavoretto per il Ministero, cercare di stabilire chi era costretto a fare certe cose e chi le faceva di sua spontanea volontà.'
'Qualcun altro ne sa una? Un'altra maledizione illegale?'
La mano di Neville si alzò timidamete in aria, con grande sorpresa della classe, che lo veceva offrirsi volonatario solo nelle lezioni di Erbologia.
'Tu sei Paciock, vero?'
Neville annuì nervosamente.
'C'è la maledizione Cruciatus.'Sussurrò.
'Oh si... Tremendemente orrenda.' Puntò la bacchetta sul ragno.
'Engorgio!' Il ragno diventò improvvisamente più grande.
'Crucio!'
D'un tratto, il ragno cominciò a contorcersi e a emanare strani suoni striduli. Si rovesciò e riprese a contorcersi orribilmente.
'Basta!' Esclamò Hermione.
'Lo vede che lo fa star male! La smetta!'
Moody camminò verso di lei, posò il ragno sul banco.
'Forse lei vuole dirci l'ultima maledizione senza perdono, signorina Granger.'
Hermione scosse la testa, mentre Rachel alzò la mano.
'Wilson.'
'L'anatema che uccide.' Disse solamente, lo sguardo impassibile e il solito arreggiamento freddo e distaccato che la caratterizzata.
'Avada Kedavra!' Ruggì Moody.
Ci furono un lampo di luce verde accecante e il ragno rotolò, morto.
'Non c'è modo di fermarlo. Solo una persona, che si sappia, è mai sopravvissuta, e questa persona è seduta qui, in questa stanza.'
Rachel fissò il ragno morto. Era così che era morto suo fratello? Era morto e basta o prima qualcuno l'aveva torturato? Si sentì gelare, mentre ripensava a quei sogni terribili che faceva da bambina.
*
Quella lezione la turbò profondamente e Harry se ne accorse appena la vide uscire dalla classe di Difesa contro le Arti Oscure.
'Allora, com'è Moody?' Chiese il ragazzo mentre si dirigevano sulla riva del lago per prendere gli ultimi raggi d'estate.
'Spaventoso... Geniale... Spaventosamente geniale.' Rispose lei fissando il vuoto.
'E' completamente pazzo!! Ci sarà un motivo perchè quelle maledizioni sono illegali! Eseguirle davanti a una classe... Ci ha fatto vedere cosa succede se una persona viene cruciata o... Uccisa con l'Avada Kedavra...' Rabbrividì.
'Mio fratello è morto in quel modo...'
Harry si lasciò cadere sull'eba fresca e Rachel accanto a lui.
'Ehy.' Sussurrò lui, mentre gli occhi di lei si facevano lucidi.
'No ti prego... Non piangere.'
'Non piango mica, io!' Esclamò lei tirando su con il naso.
'Allergie, al polline.'
Harry sorrise, mentre spostava una ciocca di capelli dagli occhi di lei.
Rachel era più che abbituata al suo contatto, ma quel gesto la fece rabbrividire di nuovo. Non erano brividi di freddo o di paura, erano brividi... Quel tipo di brividi che aveva letto nei romanzi d'amore.
'Ti saresti segnata al Torneo Tremaghi?' Domandò poi lui, fissando un punto indefinito del lago.
'No. Cioè, non quest'anno.' Rispose lei.
'In quasi quattro anni a Hogwarts ho rischiato la vita quattro o cinque volte. Il primo anno sono caduta dalla scopa e mi sono rotta un braccio, durante il secondo un Basilisco mi ha pietrificata, l'anno scorso ho incontrato mio zio, ho visto Lupin trasformarsi in un lupo mannaro e un dissennatore mi ha baciata; credimi se ti dico che non è stato nulla di romantico.'
Harry scoppiò a ridere.
'Perchè tu ti saresti segnato?' 'Certo che no!! Sei tu quella che ama il rischio!'
'Ha parlato il bambino sopravvissuto!'
*
Quel giorno nell'aria c'era un piacevole senso di attesa. Nessuno fu molto attento in classe, tutti erano molto più interessati all'arrivo delle scuole di Beauxbatons e Durmstrang.
Dopo un ora di lezione, Rachel corse nella torre di Grifondoro, depositò borse e libri, s'infilò i mantelli e tornò giù di corsa nella Sala d'Ingresso.
I Direttori delle Case stavano disponendo in fila i loro studenti.
'Seguitemi, prego.' Disse la professoressa McGranitt.
Scesero in fila i gradini e si schierarono davanti al castello.
Era una serata fredda e serena; il sole stava tramontando e una pallida luna trasparente brillava già sulla Foresta Proibita.
Harry, in piedi tra Ron e Hermione, Rachel subito dopo di loro.
'Sono quasi le sei.' Disse Ron, consultando l'orologio e poi guardando giù per il viale che portava ai cancelli principali.
'Come pensate che arriveranno? In treno?' 'Ne dubito.' Rispose Rachel. 'E come, allora? Coi manici di scopa?' Suggerì Harry, alzando gli occhi al cielo stellato.
'Non credo... Non da cosi distante...' Rispose Hermione.
'Una Passaporta?' Suggerì poi Phoebe. Oppure potrebbero Materializzarsi... Forse a casa loro possono farlo anche se hanno meno di diciassette anni...
'Non è possibile Materializzarsi dentro i confini di Hogwarts, quante volte devo dirtelo?' Sbuffò Hermione.
Phoebe alzò gli occhi al cielo, mentre si guardava intorno.
E poi Silente gridò dall'ultima fila, dove si trovava assieme agli altri insegnanti:
'Aha! O mi sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!'
'Dove?' Esclamarono parecchi studenti con impazienza, guardando tutti da una parte diversa.
'Laggiù!' Urlò uno del sesto anno, puntando l'indice verso la Foresta.
Qualcosa di grosso, molto più grosso di un manico di scopa o meglio, di cento manici di scopa, si precipitava nel cielo azzurro cupo in direzione del castello, e diventava sempre più grande.
'E' una casa volante...!?' Esclamò Ron.
Ron aveva quasi indovinato.
Mentre la gigantesca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, illuminata dalle luci del castello, videro un'enorme carrozza blu, delle dimensioni di una vasta dimora, che fluttuava verso di loro, trainata nell'aria da una dozzina di cavalli alati, grandi come elefanti.
Una donna altissima, quasi quanto Hagrid scese dalla carrozza e si incamminò verso Silente.
'Mia cara Madame Maxime.' Disse Silente.
'Benvenuta a Hogwarts.'
'Mon cher Silonte!' Esclamò lei con voce profonda.
'I miei studonti.' Disse Madame Maxime, agitando noncurante una delle sue enormi mani e indicando alle sue spalle.
Una dozzina circa di ragazzi e ragazze tutti, a occhio e croce, tra i diciassette e i diciott'anni, erano spuntati dalla carrozza e ora erano in piedi dietro Madame Maxime.
Tremavano, cosa tutt'altro che sorprendente dato che i loro abiti sembravano di seta leggera, e nessuno portava il mantello. Alcuni si erano avvolti sciarpe e scialli attorno alla testa.
'Però mica male qusti Francesini.' Sussurrò Rachel a Hermione.
'E perchè le ragazze no?' Ridacchiò Ron, beccandosi una strana occhiata da Hermione.
'Il lago!' Urlò Dean Thomas, indicandolo.
'Guardate il lago!'
Lenta e maestosa, la nave sorse dalle acque, splendente nella luce lunare.
Aveva un'aria stranamente scheletrica, come se fosse la vittima risuscitata di un naufragio, e le fioche luci nebulose che scintillavano dai boccaporti sembravano occhi spettrali.
Alla fine, con un gran sciabordio, la nave emerse del tutto, galleggiando sull'acqua agitata, e prese a scivolare verso la riva.
I passeggeri sbarcarono; i ragazzi videro le sagome passare davanti alle luci dei boccaporti.
'Ma quello è... Viktor Krum!'


*angolo dell'autrice*
Buonsalve gente!
Non uccidetemi! Da quanto non pubblico...
Oggi per me è l'ultimo giorno di scuola! Festeggiamo!!!
Tornando alla storia... Si è presentato un nuovo personaggio: il fratello di Rachel, morto in un modo che scoprirete fra un po' di capitoli
Si lo so sono malvagia!
Ora vado a scrivere il prossimo capitolo visto che non ho niente da fare!
Per favore lasciatemi una recensione! Alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2229216