Sonic Holmes: Alla ricerca dello Smeraldo perduto!

di f9v5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Furto ad Angel Island. ***
Capitolo 2: *** Sospettato n°1 ***
Capitolo 3: *** Sospettato n°2: se non segui la morale sei destinato a finire male. ***
Capitolo 4: *** Sospettato n°3: raggiungi l'obbiettivo, ma attento alle scale, alle crisi e a ciò che pronunci. ***
Capitolo 5: *** Ultimo atto: la prossima volta ricordiamoci di pagare il copyright, di sospettare anche di chi non c'entra una mazza e... e poi c'è l'epilogo, che cacchio volete ancora? ***



Capitolo 1
*** Furto ad Angel Island. ***


Knuckles the Echidna adorava le mattine come quella: sole che splendeva in alto nel cielo limpido senza alcuna nuvola a minacciare di imbruttire quel meraviglioso paesaggio. 
Lì, nell’isola volante di Angel Island, il guardiano del Master Emerald svolgeva il suo compito con la classica serietà di tutti i giorni.
Sdraiato lì vicino all’altare, con un filo d’erba in bocca, osservava quel fantastico azzurro della volta con quelle luminose scie solari ad abbellirlo, lanciando ogni tanto qualche occhiata dietro di sé, per esser certo che qualche malintenzionato non cercasse di rubare l’enorme gemma approfittando di una sua distrazione.
Distrazione che tanto non sarebbe mai avvenuta, lui prestava sempre la massima attenzione e non si lasciava sfuggire niente.
Eppure si chiedeva che cosa ci fosse da penarsi in una giornata come quella, cominciata talmente bene che sembrava voler dire -Niente andrà storto!-
La pace di quel momento era davvero rilassante, si alzò anche un leggero venticello a rinfrescare l’aria e a rendere ancor più piacevole la situazione.
Knuckles non se ne rese conto, ma nell’atto di godersi quei brevi istanti di pace le sue palpebre si appesantirono fino a farlo assopire e sprofondare fra le braccia di Morfeo.
Per quella che forse era la prima volta, Knuckles the Echidna si addormentò sul posto di lavoro.
 
 
Era fantastico sentire quella sensazione, il vento fresco che ti scorre nei capelli mentre tu corri sempre più veloce, incurante del mondo che ti circonda e pensando solo a te stesso.
Di norma odiava il mare, c’era troppa acqua per uno come lui, era risaputo, in fondo, che lui odiasse l’acqua e, al contempo, fosse anche una frana nel nuoto; d’altro canto, sentire la brezza marina scorrergli dentro fino ai polmoni lo faceva sentire incredibilmente bene e in pace con se stesso; a parte che lui stava sempre in pace con se stesso.
Sonic the Hedgehog adorava la sua routine giornaliera: svegliarsi, correre, correre e, poi la parte migliore, correre ancora più veloce.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
Ma la monotona, eppur imprevedibile, routine del famoso riccio blu stava per essere interrotta.
Cominciò tutto con quel grido spaccatimpani, e anche un po’ effeminato, che lo fece distrarre ed inciampare su un sasso, sfracellandosi al suolo e rotolando per qualche metro, causa attrito, sulla sabbia rovente.
Rimase per qualche istante imbambolato con la faccia rivolta a fissare il cielo, cercando di capire cosa fosse effettivamente accaduto.
Dopo qualche istante, tirò le dovute conclusioni:
Numero uno: la sabbia nelle scarpe dava un gran fastidio.
Numero due: qualcuno aveva urlato nella maniera classica di chi era nei guai.
Numero tre, diretta conseguenza della numero due: se qualcuno era nei guai, era suo preciso dovere aiutarlo.
 
 
-In tutta onestà, Knuckles, dopo quello che mi hai raccontato devo proprio dirtelo…ma cercati un altro lavoro!-
Compreso che l’urlo proveniva da Angel Island, Sonic si rese conto di altre cose:
1) Ad Angel Island viveva solo Knuckles, quindi quell’urlo doveva essere opera sua.
2) Chi avrebbe mai immaginato che l’echidna urlasse in maniera tanto effeminata? Oh, lo avrebbe sfottuto a vita.
3) Per portare uno come Knuckles ad urlare in quel modo doveva essere successo qualcosa al Master Emerald.
Una volta trovato il corpo svenuto dell’amico, Sonic lo fece risvegliare con una secchiata d’acqua…non lo apprezzò molto.
Una volta che sentì la spiegazione di cosa fosse accaduto, la prima cosa che fece fu fare quel commento, per poi ridere sguainatamente.
Knuckles era rosso in volto, per la rabbia e per la vergogna. Essere presi in giro da Sonic non era esattamente una bella cosa, se il riccio blu ti prendeva di mira difficilmente la smetteva.
Avrebbe comunque potuto risolvere la cosa con un bel pugno sul muso e tutti a casa, salvo poi ricordarsi che lui era già a casa.
A quel punto tornò a concentrare l’attenzione sul fatto che il gioiello che custodiva non era più dove doveva stare.
-Senti idiota, se vuoi darmi una mano mi sta bene, per quanto mi dia fastidio, ma se intendi stare qui a ridere come un fesso allora alza i tacchi!-
-Bé, ammetto che stare qui a ridere delle tue disgrazie è uno spasso incredibile, vecchio mio.- ammise questi senza vergogna, salvo riprendere il discorso quando l’echidna si sgranchì le nocche.
-… Tuttavia non posso restare indifferente di fronte ad un amico in difficoltà.- e tirò fuori dal nulla un mantello e un cappello marroni e una pipa.
-Dove hai preso quei cosi?-
-Questi?! Li ho rubati ad un tizio incontrato lungo la strada e, per evitare che parlasse, l’ho ucciso.-
Knuckles spalancò la bocca.
-Ci sei cascato! Tranquillo, me li ha procurati un amico che lavora in nero.-
-Shadow?!-
-Ehy Knuckles, bella questa.-
-Bella cosa?- in quel momento Sonic comprese che l’echidna non scherzava.
-Lasciamo perdere, ora abbiamo un mistero da risolvere.-
Il mantello svolazzò al levarsi del vento, il riccio blu si incamminò facendo segno all’amico di seguirlo -Andiamo Watson, mi servirà anche il tuo intuito e la tua intelligenza per risolvere il caso.- dovette rimangiarsi poco dopo quelle parole ricordandosi che stava parlando con Knuckles e non con Tails.
-Watson?!-
-Forza, questa sarà il primo caso del grande Sonic Holmes: Alla ricerca dello Smeraldo perduto!-
E così, il prode detective e il suo fido (più che altro, consenziente per costrizione) aiutante si misero in moto per risolvere il caso.
-Ma almeno abbiamo qualche indizio?-
-Oh, merda!- 

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Capitolo 2
*** Sospettato n°1 ***


Una bella colazione e poi di corsa nel garage per creare una qualche invenzione dalle componenti di dubbia provenienza, la cui utilità sarebbe stata ignota perfino a lui, almeno finché non l’avrebbe testata sul campo, implorando Chaos e altre divinità inesistenti, affinché la macchina non fosse esplosa, impazzita o prendesse vita propria, facendo così in modo che qualcuno, purché non fosse lui, ci andasse di mezzo per la semplice colpa di passare di là per caso.
Quello era il programma che Miles Prower, da tutti conosciuto come Tails, aveva pensato per la sua mattinata.
Il primo intoppo avvenne quando bussarono alla sua porta e, non appena andò ad aprire, venne travolto da due scie, una blu ed una rossa, che si fiondarono nella sua cucina e cominciarono a svuotargli il frigo come due morti di fame.
Chi potevano essere se non i suoi cari amici Sonic e Knuckles?!.
-Salutare un amico, dopo che ti sei autoinvitato a casa sua senza alcun preavviso, deve essere diventato un optional, in questi ultimi tempi.- mormorò sarcasticamente, prima di raggiungere la cucina e trattenere un urlo nel vedere il suo frigorifero, stracolmo fino a poco prima, ora ridotto ad una landa desolata per causa di quei due uragani ambulanti.
-Ehilà, Scheggia, come te la passi? Il cibo era davvero buono, solo che mancavano i chili-dog, cerca di farmene trovare un po’ la prossima volta.-
-Già, devi avere maggior ritegno per i tuoi ospiti.- commentò severamente Knuckles.
La prima tentazione che ebbe il volpino fu di prenderli entrambi e buttarli fuori con un sonoro calcio nel didietro, salvo recuperare in fretta il suo solito buonumore.
-Buongiorno amici, cosa vi ha portati qui?-
Non immaginava minimamente a cosa aveva appena dato inizio, con quell’apparentemente innocente domanda.
Dinanzi ad uno scenario desolante e tetro, stava la figura di Knuckles the Echidna, in posa melodrammatica, che si reggeva sommessamente in piedi, come se l’avessero colpito a morte.
-Una cosa orribile, Tails, sono stato privato di ciò a cui tengo di più, la cosa più importante di tutta la mia vita.-
-Rouge?!-
Un attimo dopo Tails si ritrovò sbattuto al muro da un Knuckles che lo fissava con uno sguardo allucinato e da psicotico.
-NO! IO STO PARLANDO DEL MASTER EMERALD, STUPIDO. QUELLA DANNATA NON DEVI NEANCHE NOMINARMELA PERCHE’ ALTRIMENTI IO…- si immobilizzò a quel pensiero.
Fece rapidamente un calcolo, per quanto fosse poco abituato a farne, vista la sua preferenza dei fatti alle parole.
“Rouge è una ladra di gioielli, il Master Emerald è sparito, ma certo!”
E fu così che Sonic e Tails si ritrovarono da soli dopo che Knuckles scappò fuori gridando come un ossesso e dicendo cose del tipo -Quella brutta **bip**, ora io la **bip** a morte.-
-Bé, sembra che il mio fido Watson abbia una pista, ma è piuttosto ovvio che non può essere Rouge il ladro. Andiamo, sarebbe un clichè banale, voglio dire, non penso che l’autore di questa storia sia così pigro da fare una cosa tanto ovvia.-
-Ma di chi stai parlando?-
-Ah, in verità non lo so.-
Tails, comunque, non ci capiva ancora niente.
-Sonic, mi spieghi che vi sta succedendo e cosa è successo in generale. E perché sei vestito da idiota?-
-Prima di tutto esigo rispetto; per te, ragazzino, io sono il signor Holmes… Sonic Holmes, licenza di essere figo. Quello che è scappato urlando come un folle era invece il mio fido braccio destro Knuckles Watson, figo anche lui ma, diciamocelo, io sono io.- finì di presentarsi, in tono da narcisista.
-Ehm… d’accordo, comunque, se non vuoi spiegarmi il perché sei qui, devo chiederti d’andartene, per favore, ho delle faccende da sbrigare.-
Ottennè  solo l’effetto di insospettire il blu.
-Perché tanta fretta, hai qualcosa da nascondere?-
-Cosa, io… m-ma che ti viene in mente? Perché dovrei nascondere qualcosa a te, che sei il mio migliore amico?-
Mezzo minuto dopo si ritrovò in una stanza buia, legato ad una sedia e con la luce di una lampada puntata addosso.
-Molto bene, ladruncolo del cavolo, ora ti conviene confessare i tuoi misfatti, o le conseguenze saranno gravi.- un brivido scese lungo la schiena del ragazzino.
-Quanto gravi?-
-Abbastanza per dirti che, quando avrò finito, di te non resterà abbastanza per farcirci una pizza.-
Sonic doveva essere impazzito, che si era bevuto quella mattina, che avesse calcato troppo la mano col caffè?!
-Andiamo Sonic…-
-Detective Sonic Holmes per te… CHIARO PICCOLA MERDA?-
-Ehy, non devi essere così brutale, bisogna cercare di farlo ragionare con calma e pazienza.-
Tails osservava il riccio blu come si osservava uno squilibrato mentale: Sonic si stava spostando continuamente da destra a sinistra, parlando come se in lui ci fossero due persone.
-QUESTA MERDINA FARA’ BENE A CONFESSARE DI ESSERE IL LADRO O GIURO CHE LO DISTRUGGO.-
-Non dobbiamo essere violenti, sono sicuro che con un po’ di sana diplomazia risolveremo le cose.-
A quel punto dovette proprio chiederlo.
-Soni… Detective Sonic Holmes, che sta facendo?-
-Ah, questo dici? Bé, sai com’è… durante gli interrogatori ci sono sempre un poliziotto buono ed uno cattivo, ma visto che Watson e andato ad incu… interrogare un’altra sospettata, mi ritrovo a corto di personale.-
Se prima poteva avere dei dubbi, erano tutti svaniti dopo quell’ammissione.
-Sonic, hai aumentato la dose di caffè mattutina? No, perché ho il presentimento che tu sia impazzito.-
-Oh no, lo sanno tutti che troppo caffè rende nervosi… ho solo messo due chili di zucchero in più. Comunque, io non sono pazzo, pazzo è chi sente le voci, chi non ha ancora capito che Knuckles e Rouge sono destinati a mettersi insieme e fornicare come conigli… o chi fa il terrorista. IO SONO UN VISIONARIO!-
Si era bevuto il cervello, era ufficiale.
Sonic, a quel punto si sedette su una sedia proprio davanti al volpino legato.
-Ora lasciamo perdere i convenevoli. Avanti confessa, è inutile che cerchi di nasconderlo, tanto ho le prove.-
Il ragazzino sgranò gli occhi a quella rivelazione, come faceva a saperlo? L’avrebbe sbattuto in galera, ma era il suo migliore amico.
-Ma Sonic, non puoi farmi questo, che ne sarà della nostra amicizia?- chiese disperato con i lacrimosi agli occhi.
-Mi dispiace Tails, ma lo sto facendo perché ti voglio bene; forse all’inizio ti farà male, potrebbe farti sentire dolore, ma poi ti renderai conto che è la sofferenza è solo all’inizio, poi sentirai un grosso piacere entrare dentro di te e pervaderti e capirai che è stata la cosa migliore da fare. Allora, lo facciamo, qui e subito?-
Adesso, nel caso in cui siate amanti dello yaoi, ci tengo ad informarvi che le vostre aspettative resteranno deluse. Evitate di fraintendere e non cercate doppi sensi perché vi stareste solo illudendo.
-D’accordo, confesserò.-
Sonic, dentro di sé, stava esultando come un milanista la sera del 28 Maggio 2003.
Il suo primo caso da detective era stato un successone, senza neanche avere uno straccio di prova era riuscito a capire l’identità del colpevole e a portarlo a confessare che…
-Per apportare alcune modifiche alle mie invenzioni mi sono servito di materiale di contrabbando.-
Visto, alla fine l’aveva ammesso che… aspetta, materiale di contrabbando?!
-Tails, tu non hai rubato il Master Emerald?-
-Hanno rubato il Master Emerald, ah, e chi la sapeva questa?-
Poco dopo, i due si ritrovarono davanti alla porta di casa di Tails, col riccio blu che si apprestava ad andarsene.
-Dunque, nessuno saprà niente di questa del contrabbando?-
-Tranquillo amico mio. Contrabbando, pfui, tutti facciamo piccole azioni illegali, pensi forse che io paghi quando porto Amy al ristorante? Dico che dobbiamo andare in bagno e scappiamo dalla finestra.-
Il riccio si scambiò il cinque con l’amico e uscì di casa.
Una volta fuori, ritirò fuori dal nulla la sua pipa e cominciò un serio monologo, che non poteva essere ritenuto tale per l’irrealtà della situazione.
-Il sospettato numero uno si è rivelato innocente… meno male, non mi sarebbe piaciuto sbattere un amico in prigione… ora non resta che recuperare il fido Watson, sperando che non abbia passato il tempo ad inviare ingiurie alla sua pseudo-ragazza e passare al prossimo sospettato… ma prima farò un salto al ristorante.-

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Capitolo 3
*** Sospettato n°2: se non segui la morale sei destinato a finire male. ***


Il chili-dog stava fermo e immobile nel suo piatto, un misto di wurstel, salse piccanti e spezie, tutto infilato dentro un soffice panino, in attesa di soddisfare il palato di qualcuno.
Ad un tratto, come a presagire l’avvento di qualcosa di terribile, partì una musichetta.
Sotto il tavolo, il predatore si avvicinava famelico, aveva individuato la sua preda.
“Tsk, guardatelo, come sta lì, tranquillo e spensierato, con tutta la sua salsa, assolutamente deliziosa. Non hai idea di cosa ti aspetti.” Si avvicinò pian piano, una pinna blu uscì fuori, ormai aveva raggiunto l’ignaro obbiettivo.
E in un attimo… Sonic the hedgehog calò le sue fauci sul disgraziato chili-dog che aveva commesso il grave peccato di essere il cibo preferito del riccio.
Dal canto suo, Sonic si riteneva davvero soddisfatto, ora si che poteva riprendere le sue indagini.
Ma mentre si apprestava ad uscire un cameriere gli sbarrò la strada -Signor Sonic, mi scusi, a parte il bizzarro siparietto di poco fa, dovrebbe pagare il conto prima d’andarsene.-
Il riccio in mantello rivolse un’occhiata sbilenca al suo interlocutore, poi diede un rapida osservata al pezzo di carta che sanciva quanto avrebbe dovuto sborsare per la leccornia che aveva appena consumato.
-Molto bene, però, se non vi dispiace, prima vorrei andare in bagno.-
 
 
Mezz’ora dopo:
 
Cavoli, quanto ci metteva per andare in bagno?
Il cameriere venne affiancato da un collega che disse sarcasticamente -Non so come la pensi, ma io credo che non tornerà.-
Sospirò sconsolato, era già la terza volta quella settimana.
 
 
Appoggiato su un muro, Knuckles rifletteva su quanto ancora avrebbe dovuto esasperarsi prima di ritrovare il suo prezioso Master Emerald.
“L’interrogatorio” con Rouge non aveva dato gli effetti sperati… alla fine aveva pure ceduto di fronte a lei.
-Ehilà, Knuckster, come è andata con… sei ricoperto di rossetto sulla guancia.-
Il rosso si voltò allarmato, cominciando a sfregarsi violentemente il punto indicato -Maledizione, credevo di averlo tolto tutto.-
-AHAHAHAHAH, ci sei cascato, stavo scherzando. Posso brillantemente dedurre dalla tua reazione che tu e Rouge avete discusso di molte faccende… “interessanti”.- ghignò il blu.
L’echidna, per tutta risposta, sbuffò.
-Tsk, va al diavolo idiota. Allora, “grande detective” Sonic Holmes, chi è il prossimo indiziato? Perché, se siamo ancora qui, vuol dire che non abbiamo ancora ottenuto risultati.- precisò in seguito.
Sonic non notò (o fece finta) il tono sarcastico dell’amico/rivale, tornando a fumare la sua pipa fasulla (anziché fumo, uscivano bolle, assurdo che se ne fosse accorto solo in quel momento, pensò Knuckles) e aprì teatralmente il suo mantello per darsi un aria di mistero, ma che lo faceva solo sembrare idiota, almeno, Knuckles la pensava in quel modo.
-Elementare, Watson, si passa ad un nuovo sospettato… e ti dirò, ho già un nuovo sospetto ed un possibile movente.- sorrise facendo l’occhiolino.
Knuckles pregò solo di non finire male.
 
 
Era risaputo che Shadow the hedgehog fosse uno che amava stare sulle sue, che parlava solo se strettamente necessario e che non provasse molta simpatia per il suo… gemello non biologico.
Vedere quindi quest’ultimo sbucargli davanti, per di più vestito con mantello, cappello e una pipa in bocca e in compagnia di un Knuckles the echidna con una bombetta in testa e scuro in volto per l’esasperazione non fece altro che dargli il brutto presentimento che quella giornata sarebbe stata una rottura di parti basse.
Che cavolo, si trovava in palestra a fare un po’ di sollevamento pesi (100 chili… a bilanciere), come ogni giorno, e quel buffone veniva a rovinargli la routine.
-Siete davvero ridicoli.- disse senza mezzi termini, parlando del loro abbigliamento.
Sonic bisbigliò qualcosa nell’orecchio di Knuckles -Bé, ci ha accolti meglio del previsto, e tu che temevi che c’avrebbe sparato contro.-
-Non vi ho sparato solo perché, al momento, non ho armi con me. Sputa il rospo, faker, prima che ti lanci un bilanciere in testa.- accidenti, si era scordato che Shadow aveva l’orecchio fine.
-Hm, lei sa come arrivare al sodo, signore, d’accordo allora, verrò al dunque senza troppi preamboli.-
-Perché parli con accento inglese e con termini che non usa nessuno?- gli chiese Knuckles. Preamboli?! Ma dai.
-Elementare, Watson, devo calarmi meglio nella parte e poi… CAZZO.- i due dovettero abbassarsi in fretta per evitare il bilanciere che andò a sfondare un muro della palestra.
-Ho detto…vieni…al…sodo!- qui Shadow fu abbastanza chiaro.
Prima che Sonic o Knuckles potessero rispondere arrivò il direttore della palestra che fissò ad occhi sgranati il muro bucato.
Poi puntò il dito accusatore contro di loro.
-Chi è quel grandissimo infame bastardo che mi ha rotto il muro? Mi dovrà rimborsare fino all’ultimo soldo.-
Mezzo secondo dopo si ritrovò defenestrato dal buco del muro, morale: mai dare a Shadow the hedgehog dell’infame bastardo!
-Ringrazi che sono troppo occupato con voi due, o gli sarebbe andata molto peggio.- e si mise a braccia conserte davanti al riccio e l’echidna, intimandogli con lo sguardo di non perdere ulteriore tempo.
-D’accordo Shadow, per quanto mi farebbe piacere intrattenermi con te (ringhio da parte del riccio nero) verrò al dunque: il Master Emerald è stato rubato e sospettiamo che tu sia il ladro.-
L’espressione sul volto di quest’ultimo era indecifrabile.
Knuckles, agendo d’impulso, lo prese per la collottola, sbraitandogli contro -Allora sei stato tu, la teoria di Sonic era vera, stai di nuovo lavorando per Eggman e lo hai rubato per lui. Sto per fartela pagare, brutto infame bastardo.-
Sonic si sbattè una mano sulla faccia -Knuckles, per la miseria, ma non l’hai sentita la morale dell’autore prima?-
Se prima l’espressione di Shadow era indecifrabile, in quel momento sembrava più complessa dei geroglifici egizi.
Sonic e Knuckles cominciarono a sudare freddo.
-Shadow, perché ci guardi con quello sguardo di fuoco?-
Il direttore della palestra bestemmiò Chaos dopo aver visto cosa accadde in seguito, ma non ebbe il coraggio di presentare a Shadow il conto dei danni, voleva tenersi stretta la sua vita.
 
 
-Ho visto la morte in persona! Aveva una falce arrugginita, mani scheletriche, una tunica logora e una risata rauca. Cavoli, che schifo di persona.- borbottò Sonic, sostenendosi a vicenda con Knuckles.
-E’ colpa tua Knuckles, come hai potuto non seguire la morale? Se l’avessi fatto, Shadow si sarebbe limitato ad appenderci per le mutande a dei pali della luce. Comunque, direi che aveva delle buone tesi a favore della sua innocenza.-
-Ancora non capisco di che morale stai parlando… e poi non indossiamo vestiti di solito, non portiamo neanche le mutande.- protestò il rosso.
-Meglio, o avrei avuto il bisogno di cambiarle.- disse in seguito Sonic.
I due decisero di recarsi a casa del riccio blu, Amy li avrebbe potuti curare, poi si sarebbero rimessi all’opera.
-Knuckles, col prossimo sospettato lascia parlare solo me, tu ci faresti finire di nuovo nei guai, non segui la morale.- aggiunse fintamente dispiaciuto.
-MA DI CHE CAZZO DI MORALE STAI PARLANDO?-

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Capitolo 4
*** Sospettato n°3: raggiungi l'obbiettivo, ma attento alle scale, alle crisi e a ciò che pronunci. ***


Amy prese un batuffolo di cotone e lo bagnò con l’alcol denaturato, poi lo avvicinò alla guancia di Sonic.
-NO, NO BASTA, BASTA TI PREGO AMY, E’ TROPPO DOLOROSO, PONI FINE ALLE MIE AGONIE, UCCIDIMI E FACCIAMOLA FINITA!- urlò il riccio disperato.
-Sonic… non ti ho neanche sfiorato.- disse lei, fissandolo annoiata.
Quando la quindicenne aveva visto il proprio fidanzato tornare a casa in compagnia di Knuckles, entrambi ricoperti di lividi e ferite, era subito scattata come un razzo addosso al suo amato per dargli uno dei suoi abbracci amorosi con la speranza di farlo stare meglio. (chissà perché Sonic era diventato viola mentre lo stringeva forte forte?)
In seguito li aveva fatti entrare dentro, portando garza e cerotti, più una borsa col ghiaccio per il mal di testa di Knuckles.
Quest’ultimo stava appunto tenendo ferma la borsa sulla testa, inviando insulti sottovoce al ladro perché lo aveva derubato, a Sonic perchè l’aveva trascinato in un casino da cui ormai non poteva tirarsi fuori, a Shadow perchè l’aveva ridotto in quello stato e a Rouge perché sì.
-Dopo quello che è successo oggi, non entrerò mai più in una palestra, specie quelle frequentate dai ricci.- borbottò sommessamente, mordendosi il labbro inferiore quando ebbe una forte fitta alla testa.
-Te lo ribadisco, Watson: bisogna sempre seguire la morale, o si finisce così.- lo punzecchiò Sonic.
A quella rivelazione Amy fece un verso di sorpresa coprendosi la bocca con una mano.
-Knuckles, come hai potuto fare una cosa del genere? Dovrei meravigliarmi, ma visto che parliamo di te.- lo rimproverò la ragazza mettendo le mani sui fianchi per sembrare ancor più autoritaria.
Knuckles, dal canto suo, si trattenne dal non mandarli a quel paese in maniera volgare.
-Andate a quel paese!- ehy, ho detto che non l’ha fatto in maniera volgare, non che non l’ha fatto.
Una volta che i due si sentirono meglio cominciarono ad organizzare le mosse successive.
-Allora, abbiamo avuto modo di appurare un paio di cose in questa giornata: n 1) Tails nasconde del materiale di contrabbando in casa sua… tutto normale; n 2) io sono un gran figo! (applauso da parte di Amy, fischio di protesta da parte di Knuckles); n 3) Rouge è innocente… wow, per una volta, allora i miracoli esistono; n 4) io sono un gran figo! (Knuckles: BUUUUUU!); n 5) Shadow non lavora di nuovo per Eggman… forse in questo periodo è a posto con la testa; n 6) io sono un gran figo! (Knuckles lasciò perdere).- spiegò il riccio blu, di nuovo col suo mantello, il cappello in testa e la pipa finta in bocca.
-Notizie interessanti, specie la due, la quattro e la sei. E poi, Sonic, stai davvero bene vestito così, mi ecciti quasi come quando ti spio mentre fai la doccia.- dichiarò estasiata Amy, Sonic sudò freddo, appuntandosi un’altra scoperta giornaliera, seppur terrificante.
Da quel giorno avrebbe chiuso a chiave la porta del bagno prima di lavarsi. (ammesso che possa servire a qualcosa quando la tua ragazza è una maniaca di martelli giganti spaccacranio)
Knuckles provò pietà per entrambi: per Amy, perché secondo lui ritrovarsi invischiati in una relazione con Sonic era da masochisti, per Sonic… ma c’è anche bisogno di ulteriori spiegazioni?!
-Ma finiamola con le scemenze, per quanto la descrizione di Sonic che si “prende cura” di se stesso possa essere “interessante”, abbiamo altro su cui focalizzare (che vorrà dire poi focalizzare?) la nostra attenzione. Sonic, abbiamo altri sospettati?- l’echidna mise fine ai discorsi futili.
Questi sorrise con aria truffaldina.
-Non lo immagini?-
Dopo aver salutato Amy e averle promesso di portarla a cena in un ristorante dove si mangiava gratis (potete immaginare perché), Sonic afferrò Knuckles e se lo trascinò di corsa verso il prossimo obbiettivo.
 
 
-La Techno Base?! Persino io posso dedurre che il sospettato successivo della tua lista è Eggman.- annunciò l’echidna una volta che i due giunsero davanti all’enorme costruzione metallica in cui l’acerrimo nemico di Sonic soggiornava in pianta stabile.
-Esatto amico. E’ un clichè trito e ritrito “Il colpevole è la persona più ovvia!”, per questo nessuno lo segue mai; mai ormai non seguire quel clichè è diventato un clichè a sua volta, quindi sarò innovativo, non seguendo il clichè che dice di ignorare quell’altro clichè.- spiegò Sonic, dandosi arie da grande uomo.
-Eh?-
-Mi fa piacere vedere che hai capito amico, entriamo.- decretò infine il “prode” detective.
Ma l’entrata era chiusa, l’enorme portone metallico sembrava sigillato.
-Knuckles, vuoi “bussare” tu?- concesse il riccio educatamente.
Questi ghignò sgranchendosi le nocche; un bel pugno risolve sempre i problemi, in questo caso, abbatte sempre i portoni chiusi.
Una volta dentro partì un fortissimo allarme ed una voce metallica occupò il loro udito.
-Siete entrati nella base del geniale, magnifico, grandioso e bellissimo dottor Eggman senza permesso. Identificatevi, o nell’arco di cinque secondi questa stanza si riempirà di robot ansiosi di farvi la pelle.- fece la voce metallica.
Sonic mostrò la massima noncuranza.
-Tsk, anche modestissimo direi (da che pulpito viene la predica). Rispondiamogli, tanto per pietà: sono il grande, il geniale, il fighissimo detective Sonic Holmes. E quello accanto a me… è solo Knuckles Watson, puoi anche ignorarlo se vuoi, tanto il protagonista sono io.- concluse alzando le spalle con nonchalance.
La voce metallica riprese a parlare.
-Grazie per esservi identificati… ora la stanza si riempirà di robot ansiosi di farvi la pelle.- annunciò allegramente.
Il portone dietro i due si richiuse all’istante.
-Ma non l’avevo buttato giù?!- domandò Knuckles.
-I misteri della vita, Watson.- spiegò semplicemente l’altro.
In breve tempo la stanza venne inondata da robot armati fino ai denti: chi con mazze ferrate, chi con pistole a raggi laser, chi con asciugamani bagnati (che arma crudele O_O), chi con motoseghe, chi con fruste sadomaso (ma che ca***…?)ecc.
Sonic, incredibile a dirsi, era nervoso: avevano gli asciugamani bagnati!
Knuckles, dal canto suo, strinse i denti, si prospettava uno scontro difficile.
Quello che doveva essere il capo dei robot si fece avanti -Non riuscirete a superarci tutti... sperare di farcela è follia!-
Nel cervello di Knuckles scattò un segnale.
-Follia?!... QUESTA… E’… SPARTAAAAAAAAAAA!-
Nuova morale: non pronunciate mai -E’ una follia!- di fronte a Knuckles.
 
 
Qualche minuto dopo il prode detective e la sua costretta spalla stavano camminando per un corridoio buio, illuminato lievemente.
-Ehy, Watson, non immaginavo ti infuriassi tanto per una frasuccia. Certo, non sei mai stato un campione di pazienza, ma addirittura questo.- disse beffardamente il riccio blu.
Il compagno di avventura (o sventura, dipende dalla prospettiva) infatti, sentendo come un gong suonargli in testa, si era montato più incazzato di una iena in astinenza sessuale e aveva ridotto i robot ad ammassi di ferri vecchi, ma talmente vecchi, che persino in una discarica si sarebbero sentiti fuori posto.
-Taci, maledetto codardo, tu sei rimasto fermo a guardare senza fare nulla, ho dovuto sbrigarmela tutto da solo.- lo ribeccò acidamente.
Sonic si sentì fintamente offeso nell’orgoglio -Io non avrei fatto niente?! Ma scherzi, hai idea di quanto foto ho scattato di te mentre eri in berserk?! Aspetta che le posti sul mio profilo.- annunciò, ridendosela sotto i baffi.
-E, tanto per chiarire, non sono un codardo.-
Una delle luci esplose di colpo, fulminata.
-AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!- Sonic lanciò un urlo da femminuccia (Knuckles: Ora siamo pari!) e si appiattì contro il muro, raggomitolato su se stesso.
-Ehy, Sonic, tranquillo, è solo saltata una lampadina, forse era tarocca; dannati vucumprà.-
-No, Watson, lasciami perdere, ti sarei solo d’intralcio; prosegui senza di me, abbandonami al mio destino. Lasciami solo delle munizioni, un po’ d’acqua… qualche patatina se c’è.- biascicò un tremante riccio blu.
-Sonic, o detective Holmes, come cavolo preferisci, tu adesso ti alzerai in piedi e riprenderai quest’indagine, ammesso che questa farsa si possa chiamare così, e la condurrai a termine, costi quel che costi. Se c’è una cosa (l’unica) che ho imparato da te, è il non arrendersi di fronte agli ostacoli, per quanto insormontabili possano apparire.- uno dei discorsi più nobili mai usciti dalla bocca di Knuckles.
Sonic sembrò sinceramente colpito dalle sue parole.
-Knuckles, hai ragione, noi possiamo farcela! E’ vero, non possiamo arrenderci… grazie per avermi fatto ritrovare fiducia, mio esimio collega. Senza di te, che sei uno dei miei più cari amici, la mia vita non avrebbe senso; non riuscirei ad andare avanti senza il tuo sostegno.- disse il blu, finalmente aveva aperto gli occhi.
-Ma veramente?- chiese Knuckles, che quasi non riusciva a crederci, non immaginava di contare tanto per lui.
Sonic a quel punto -…Ma che cazzo dici? Ovvio che no, volevo solo vedere che reazioni avresti avuto dopo tutta quella mia tiritera.- concluse ridendo.
Knuckles ci rimase di sasso (per non dire altro).
-Avanti, Watson, questo caso non si risolverà da solo. Andiamo da Eggman, lo pestiamo, poi lo leghiamo, poi lo pestiamo di nuovo, poi lo interroghiamo, poi lo pestiamo ancora, poi ci riprendiamo il Master Emerald, poi pesteremo ancora Eggman, poi gli sputeremo in faccia, tanto per cambiare, poi c’è ne torneremo ognuno a casetta propria e poi io ritornerò qui giusto per mollargli un ultimo calcio e ridergli in faccia.- annunciò entusiasta, seguito a ruota da Knuckles, che sentiva già le mani prudergli.
Presero una strada di sicurezza salendo per le scale antincendio, arrivarono in cima dopo pochi minuti (ci aveva pensato Sonic).
Fu a quel punto che Knuckles lo chiamò.
-Ehy Sonic.-
-Sì, Knuckles?- e venne spinto di sotto.
-Questo è per prima, stronzo!- gridò alla palla blu che rotolava per sotto mollando imprecazioni.
Tanto era superveloce, sarebbe risalito in fretta.

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Capitolo 5
*** Ultimo atto: la prossima volta ricordiamoci di pagare il copyright, di sospettare anche di chi non c'entra una mazza e... e poi c'è l'epilogo, che cacchio volete ancora? ***


Angolo dell’autore:
Per quello che sarà il primo (e ultimo) “angolo dell’autore” di questa fanfiction, ci terrei a ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia storia (NintendoLoe00, shinichi e ran amore, Phantom13, SuperWiki, amy rose, Berry Depp, Elena_Knuckles e chanel98), quelli che l’hanno inserita tra le seguite (Berry Depp, SuperWiki e FallingStar) e chi tra le preferite (Sara_Shadow, Elena_Knuckles, Berry Depp, Adda95 e Phantom13).
Quest’ultimo capitolo, inoltre, vorrei dedicarlo proprio a Phantom13, oltre che per ringraziarla dei suggerimenti che mi ha dato varie volte, anche per augurarle buona gita (partirà lunedì) e di divertirsi molto. Ciao Phantom, quest’ultimo capitolo è per te, ma anche per tutti voi che anche solo leggete, perché sapere che le mie storie vi piacciono e vi divertono è per me motivo di gioia.
Grazie a tutti quanti, quest’ultimo capitolo è per tutti voi!
 
 
 
 
-Mannaggia a te, Watson, mi auguro ti venga l’impotenza.-
Knuckles mostrò il gesto delle corna con una mano e con l’altra andò a pararsi le parti importanti. Sonic non aveva perso tempo a mandargliela per vendicarsi dello “scherzetto” che il suo non più tanto fidato assistente gli aveva fatto qualche minuto prima.
Era risalito in fretta, ma continuava ancora a massaggiarsi il posteriore dolorante.
Mettendo da parte le reciproche maledizioni verso l’altro, i due mobiani proseguirono imperterriti per il corridoio dell’ultimo piano della Techno Base, alla fine del quale doveva esserci la sala comandi, in cui il dottor panzone (altro soprannome donato “gentilmente” dal riccio blu) doveva trovarsi; per quanto ne sapevano era lì che il baffuto obeso (insulto made in Sonic) passava le sue giornate quando non era occupato a cazzeggiare per il pianeta in uno dei suoi folli tentativi di conquista, che tanto Sonic avrebbe sventato.
Arrivati alla fine del corridoio, a sbarrargli la strada c’era una strana porta di colore rosa scuro.
-Da quando Eggman adora il rosa? Non ditemi che è passato all’altra sponda?- si chiese uno stupito Knuckles nell’osservare quel colore decisamente poco maschile.
Sonic, dal canto suo, alzò le spalle con finta noncuranza -E quando mai abbiamo avuto modo di verificare il suo orientamento? E tanto, dell’altra sponda o meno, quando avremo finito con lui se lo beccherà ugualmente in quel posto e non gli piacerà in nessun caso.-
E con un ghigno sicuro il riccio partì in azione rotante per abbattere l’ultimo ostacolo che li separava dal loro presunto colpevole.
Secondo i pensieri del blu sarebbe dovuta crollare come un set di birilli colpiti da una palla da bowling, invece la porta si allungò man mano che la palla di spine spingeva, per poi rispedirlo a tutta velocità dalla parte opposta del corridoio.
Sonic rimbalzò per qualche volta sul pavimento, per poi rimettersi in piedi con un lieve capogiro.
Si accorse troppo tardi che, muovendosi per ritrovare stabilità, stava di nuovo per cadere dalle scale.
-Porca troiAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-
Knuckles raggiunse la cime delle scale fissando basito il ripetersi della scena, ma non abbastanza basito da dimenticarsi di tirar fuori il cellulare (è inutile chiedervi dove l’ha preso, siamo in una storia demenziale, ricordate?) e filmare tutto, lo avrebbe messo su internet e avrebbe sputtanato quell’infame blu che per tutto il giorno se l’era trascinato in lungo e in largo senza ricavarci niente.
Nascose subito il cellulare quando vide Sonic risalire a super velocità.
-Per la miseria, ma di che è fatta quella porta, gomma?- si chiese il detective improvvisato, lisciandosi il mantello e gettando via la pipa spezzata in due per la caduta.
Raggiunsero nuovamente l’oggetto dell’umiliazione del riccio e tastarono.
-E’ fatta davvero di gomma, per di più sembra che sia gomma da masticare.- ebbe modo di constatare Knuckles.
Sonic puntualmente lo colpì con un pugno in testa per aver osato dedurre qualcosa senza il suo permesso; e che cavolo, il rosso era solo l’assistente, non poteva esprimere giudizi, ipotesi o constatazioni, altrimenti gli fregava il lavoro.
-Watson, limitati a svolgere il tuo ruolo di aiutante lecchino, che in realtà non fai nemmeno bene, non ti ho mai sentito adularmi…-
-E cosa c’è da adulare in uno come te?-
Sonic lo ignorò e proseguì -… ma riprenderemo dopo il discorso sulla tua inettitudine (da quando Sonic conosce certi vocaboli? Deve essersi proprio calato bene nella parte dell’uomo colto) e concentriamoci sul risolvere quest’appiccicosa situazione. E’ ovvio che non è gomma da masticare, mi ci sarei impigliato altrimenti… se non altro avrei risparmiato la figura di merda nel cadere giù dalle scale.- notò mentre Knuckles, non visto, se la rideva ancora.
-Dobbiamo abbattere questo portone gommoso, Watson, altrimenti non ci sarà alcun modo d’andare avanti.-
 
 
-CARICAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!- Knuckles “Watson” the Echidna caricò a testa bassa trasportando sulle spalle un gigantesco ariete da sfondamento.
L’esito però non fu diverso dai precedenti tentativi, potete immaginare quindi.
Sfiduciato, il rosso gettò via l’attrezzo, che andò a far compagnia alla motosega, al piccone, al martello, alla fiamma ossidrica, allo spazzolino da denti di Sonic, all’estintore, alla sedia, al revolver di Shadow (li avrebbe uccisi una volta scoperto del furto), al cannone e al carro armato, per non contare tutte le carcasse dei robot che aveva massacrato nel capitolo precedente e che aveva puntualmente rigettato di sotto, causa inutilità.
Il poveraccio si mise in ginocchio per cercare di riprendere fiato, dopo un’ora era stremato.
-Per la miseria… non riusciremo mai… a superare questo coso… di questo passo.- mormorò a fatica, facendo pause per riprendere fiato.
Poi sentì un applauso ironico, era Sonic.
-Wow, Watson, tu si che sei un esempio di fierezza e inarrestabilità, ti fai fermare da un portoncino e non riesci ad andare avanti.- lo prese in giro il blu, scatenando la sua reazione, verbale.
-Ma non ci rompere, idiota. Perché ti stai fermo lì, piuttosto, e non vieni a darmi un aiutino a buttare giù questo chewing-gum gigante. Dobbiamo scoprire se Eggman ha rubato il Master Emerald e gonfiarlo di botte!- annunciò esagitato, ma Sonic non si smosse di un centimetro.
-Eggman è innocente!- esclamò in seguito.
Knuckles si voltò verso di lui con un’espressione a metà fra il sorpreso e il prossimo ad incazzarsi.
-Ma come fai a dirlo se non abbiamo avuto modo di controllare.-
-Io ho controllato; leggi questa lettera che ho trovato nella sala comandi.- e gli sventolò davanti un biglietto che il rosso afferrò e lesse di fretta.
 
 
-Salve, banda di bestie.
E’ il geniale dottor Eggman, che poi sarei io, che vi parla. Nel caso in cui la mia brillante persona sia richiesta per un colloquio di qualche genere o semplicemente perché qualcuno vuole ammirare la mia magnificenza, allora devo deludervi. Infatti il superbo me ha deciso di prendersi una meritata settimana di vacanze in montagna (se fossi andato al mare i miei robot assistenti, che hanno rotto fino allo stremo per venirmi dietro, si sarebbero coperti di salsedine finendo incrostati; non che mi importi di loro, ma potrebbero sempre farmi causa per maltrattamento e sfruttamento di robot e non mi va di sfaldarmi i maroni in cause giudiziarie). Nel caso in cui mi stiate cercando dunque… attaccatevi a cosa sapete voi. CHIARO SONIC!
Cordiali saluti dal dottor Eggman e, nel caso in cui tu sia Sonic the Hedgehog, ti auguro di finire sotto un camion e di diventare sterile.-
 
Knuckles terminò di leggere la lettera, poi l’accartocciò e la gettò via in barba all’educazione civica, era la base di Eggman tanto.
Poi gli tornò in mente che Sonic aveva detto di averla trovata nella sala comandi.
-Aspetta, ma mi spieghi come sei entrato se c’è quel blocco rosa a fermarci.-
-Ho preso la porta secondaria.- e indicò a Knuckles una piccola porta messa in un angolino.
-E quand’è che l’hai notata?- gli chiese a quel punto.
Sonic alzò le spalle -Circa quarantacinque minuti fa.-
-E perché non mi hai avvisato, mi sarei risparmiato una gran fatica inutile.-
Il blu fece un sorrisetto divertito -Perché mi divertivo troppo a vederti urlare come un drogato in crisi d’astinenza nel tentare di buttare giù quella “porta”, quindi mi sono fermato per godermi lo spettacolo.-
Knuckles non disse nulla, però aveva cominciato a respirare pesantemente, addirittura delle nuvolette di fumo gli uscivano dal naso.
Sonic invece sudò freddo.
-Watson… stai per abbracciarmi vero?-
 
 
-Era necessario questo scatto d’ira, Watson?- protestò il detective improvvisato massaggiandosi il bernoccolo che svettava sulla sua testa.
I due, constatando di non aver più alcun sospettato che potesse aver compiuto il furto del Master Emerald, avevano deciso di tornare ad Angel Island per fare mente locale, dopo che Knuckles ebbe sfogato su Sonic la rabbia repressa.
-Sei un detective, prova a dedurlo, se ne sei capace.- anche se, ovviamente, non ci contava, visto come le cose erano andate fino a quel momento.
Sonic se ne fregò.
Ma, una volta arrivati davanti all’altare, ancora vuoto, vi trovarono tre figure ad attenderli.
-Il team Chaotix?!-
Ebbene si, il trio di detective più famoso (o meno anonimo) di Mobius era li, dinanzi a loro, con delle espressioni che sembravano tutto fuorché amichevoli.
-Eccovi finalmente voi due, brutti ceffi ladruncoli.- li additò Vector.
Accanto a lui, Charmy stava agitando il pungiglione verso di loro, probabilmente stava già prendendo la mira, ed Espio affilava i suoi kunai con espressione omicida.
Sonic però seppe mantenere la calma -Onorevoli signori, qual buon vento vi porta qui, se non sono troppo sgarbato nel chiedervelo?- parlò di nuovo con accento inglese, prontamente l’echidna gli pestò un piede intimandogli di non ricominciare.
-Vento di vendetta, è puoi star certo che non è affatto buono, anzi.- fu Charmy a rispondere.
-Voi due, dannati filibustieri, ci avete fregato il lavoro, non ve la faremo passare liscia.- minacciò il camaleonte affilando con maggior foga, poi si accorse di aver praticamente consumato le sue armi e di starsi affilando le unghie… bè, almeno sarebbero apparse ben curate.
Knuckles però non ci vedeva chiaro -Ma che termini usate? Dove sono i buoni vecchi insulti che volano in queste situazioni?-
Espio rispose -Charmy è un bambino, non possiamo mica dargli il cattivo esempio mollandole come scaricatori di porto.-
-L’altro giorno, dopo aver messo una puntina sulla poltrona di Vector, ne ho imparate un sacco.- aggiunse la piccola ape ridendo sotto i baffi che non aveva, tirando fuori un quaderno con su scritto “Compito per casa: le parole che hai imparato oggi.” -La maestra non fu molto soddisfatta.- ammise poi.
-Già, ma poi ci ho parlato io con quella megera. Glielo fatto vedere chi comanda!- asserì Vector.
-Oh, è come è andata?- chiese Sonic, fingendosi interessato.
-Denunciato per schiamazzi, tentato omicidio e occultamento di prove. Hanno assunto i migliori detective in circolazione per fare luce sulla questione… purtroppo per loro, eravamo noi, quindi potete immaginare come si sono risolte le cose: assolti e ci hanno pure risarcito per offese morali.- si pavoneggiò il coccodrillo.
-MA MI SPIEGATE CHE CA…- Espio cominciò a protestare, poi si ricordò che c’era Charmy col quaderno pronto ad accogliere nuove parole -…VOLINI DI BRUXELLES STATE DICENDO? NON E’ PER QUESTO CHE SIAMO QUI!-
-Giusto, siamo qui perché questi due bast… ian contrario hanno tentato di rubarci il lavoro. Siamo noi i detective qui e nessuno può permettersi di fo… lgorarci via e prenderci il lavoro.- riprese a protestare Vector.
-Bene manigoldi, stiamo per regolare i conti!- decretò Charmy.
Team Chaotix da un lato, Team Sonic (meno Tails) dall’altro: si prospettava uno scontro eclatante.
I due gruppi si lanciarono l’uno contro l’altro.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
-AAAAAAAAAAHHHHHHH!-
-AAAAAAAAAAHHHHHHH!-
-AAAAHHHH!-
-AAAAHHHH!-
-AAHH!-
-AAHH!-
Mentre i due team si correvano e urlavano incontro per iniziare la lotta (anche se Espio si chiese se, piuttosto, non stessero facendo una gara a chi era messo peggio con l’ emorroidi), una massiccia figura viola salì sull’altare del Master Emerald, trasportando sulle spalle un gigantesco sasso verde.
Poi, dopo averlo rimesso al suo posto, si voltò verso il groviglio di arti ai piedi dell’altare, fissandolo senza dire nulla, lasciando che ci pensasse il ranocchio verde appollaiato sulla sua testa.
-CRRRRRRRRRRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-
I cinque si fermarono di colpo: Vector stava strozzando Sonic con un braccio, mentre questi mordeva la coda di Espio che tirava Knuckles per gli aculei mentre questi cercava di stritolare Charmy, aggrappato all’altra mano di Vector, con una mano e colpire il ginocchio di Vector con l’altra.
-BIG?!- esclamarono tutti e cinque in coro.
-E Froggy.- aggiunse lui, indicando il suo ranocchio, che gracidò un verso di offesa per essere stato ignorato.
Knuckles scattò come una molla, andando ad abbracciare il Master Emerald e riempiendolo di bacini, come una madre che riabbraccia il figlio salvato da un sequestro.
-Siamo sicuri che non ci stia provando?- chiese Vector vedendo l’echidna cominciare a muoversi ambiguamente sulla superficie della gemma, facendo quelli che sembravano versi di piacere.
Lui ed Espio si voltarono verso Charmy: uno gli coprì gli occhi e l’altro gli tappò le orecchie, non si poteva mai sapere.
-Ehm… noi c’è ne andiamo, ma la prossima volta esigiamo un pagamento di copyright se intendete ancora fregarci il lavoro, chiaro?- e i tre Chaotix lasciarono Angel Island, con solo il piccolo Charmy a salutare mentre gli altri due cercavano di preservare la sua sanità mentale e morale.
Knuckles continuava a “dare il bentornato” al Master Emerald, Sonic osservava Big che stava lì con Froggy sulla testa osservandolo di rimando.
-Allora, Big, mi par di capire che il Master Emerald è stato in mano tua per tutta la durata di questa storia demenziale scritta da un diciottenne che non aveva niente di meglio da fare che sfracellarceli. Come mai c’è l’avevi tu?-
-E’ un’ottima esca per i pesci giganti che nuotano nei fiumi delle Mystic Ruins.- spiegò il gattone in tutta la sua semplicità.
Sonic sembrò accontentarsi di quella spiegazione.
-Ricordatevi che si tratta di una storia demenziale, può capitare di tutto.-
Sonic “Holmes” the Hedgehog si incamminò, avvolto nel suo mantello, verso il tramonto, il suo primo caso era stato “brillantemente” risolto.
-MISTERO… RISOLTO!-
 
 
 
EPILOGO
 
-E così, con grande sprezzo del pericolo, ho affrontato il terribile ladro e l’ho messo al tappeto, mentre il povero Watson stava in un angolino a piagnucolare e a implorarmi di salvarlo.-
Sonic aveva mantenuto la sua promessa: lui ed Amy erano potuti finalmente andare alla loro romantica cenetta al ristorante.
Il riccio non perse l’occasione per raccontare alla fidanzata gli eventi che videro protagonisti lui e il suo assistente dopo aver lasciato casa di lei, premurandosi di restare “fedele e coerente” con la verità dei fatti.
Ed è così che si conclude questa incredibile avventura!
Ricordate: se mai dovesse esserci un crimine, se qualche malfattore tenterà di passarla liscia, se la giustizia non dovesse venir rispettata, lui arriverà sempre, perché lui è… SONIC HOLMES.
Alla prossima avventura…
 
 
-Signor Sonic, ecco il suo conto.- il cameriere (si, di nuovo lui) presentò al riccio blu il conto di quella serata.
-SONIC!-
SBAM
La porta del ristorante crollo al suolo, la familiare figura di un riccio nero e rosso emerse davanti a quello blu.
-Tu, dannato, che fine hai fatto fare al mio revolver?-
Sonic si guardò intorno: da una parte il cameriere e dall’altra Shadow, fortuna che aveva già in mente il solito piano.
-Se non vi dispiace, prima dovrei andare in bagno.- e corse per quella direzione, rifugiandosi all’interno dei servizi igienici.
Shadow rivolse al cameriere un’occhiata scettica e sospettosa.
Questi, per tutta risposta, gli rivolse un sorrisetto complice -Ho sbarrato le finestre.- disse semplicemente, ma era ovvio che Shadow avesse capito.
Questi ghignò malignamente e tirò fuori dal nulla una pistola.
-Grazie.-
 
 
… forse.

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