The Secret of the Fallen Angel

di _RedRose_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti e strani simboli ***
Capitolo 3: *** Il Redentore ***
Capitolo 4: *** La chiave della speranza ***
Capitolo 5: *** Nuove Scoperte ***
Capitolo 6: *** Nuovi sentimenti e scioccanti scoperte ***
Capitolo 7: *** Una nuova minaccia incombe ***
Capitolo 8: *** La vera natura ***
Capitolo 9: *** Segni angelici ***
Capitolo 10: *** Quando Albus Severus Potter si mette in testa qualcosa ***
Capitolo 11: *** Quando il cuore ricomincia a battere ***
Capitolo 12: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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The Secret of the Fallen Angel
 
Capitolo 1
Prologo

 
Il paesaggio scorreva veloce, come tante fotografie che lasciavano spazio ad altre, ancora più belle e sempre più maestose. Era il primo di settembre e l’Hogwarts Express era partito da poco. In uno scompartimento del famoso treno,una ragazzina stava parlando fittamente con suo cugino, mentre aspettava che il treno arrivasse a destinazione e li portasse lì dove tutto è iniziato, lì dove i muri avevano visto crescere i loro genitori, lì dove anche loro erano diretti.
Rose era una ragazzina dai lunghi capelli rosso fuoco e gli occhi azzurri come il cielo,una combinazione letale, mentre Albus era la fotocopia di suo padre, come spesso gli ricordava la maggior parte della gente.
Furono interrotti dall’aprirsi della porta del loro scompartimento e un ragazzino biondo spuntò da dietro la porta.
- Posso sedermi qui? Gli altri scompartimenti sono tutti occupati.- Ricevuto l’assenso si sedette vicino ad Albus.
-Ciao,io sono Albus e lei è mia cugina Rose.- si presentò porgendogli la mano.
-Ciao,io sono Scorpius Malfoy- Rose lo guardò ammirata, non doveva essere facile presentarsi così, con i pregiudizi che erano ancora ben presenti, soprattutto per quello che riguardava la famiglia Malfoy. Ma ormai i loro genitori avevano smesso di crederci da tempo.
-In che casa vuoi essere smistato?- chiese gentilmente la ragazzina.
-Slytherin,come i miei genitori. - rispose sicuro – E voi?-
-Per me una casa vale l’altra,anche se dubito finirò a Grifondoro-
E così, chiacchierando del più e del meno, arrivarono ad Hogwarts, dove il protagonista dei famosi racconti dei loro genitori, il Mezzogigante Hagrid, li aspettava per accompagnarli via lago nella Scuola di Magia.
Dopo le presentazioni, la preside McGranitt li condusse nella Sala Grande. Quattro grandi tavolate erano disposte verticalmente e tutti gli studenti delle diverse case erano seduti e li guardavano mentre raggiungevano il centro della Sala Grande. La preside si appostò dietro ad un leggio ed estrasse quella che sembrava una lunga pergamena su cui erano scritti i nomi di tutti i ragazzi del primo anno. Su una sedia stava appoggiato un cappello logoro e pieno di toppe, con delle fessure che formavano le cavità degli occhi e della bocca: il Cappello Parlante.
-Malfoy, Scorpius Hyperion- la sala si zittì immediatamente e un lieve vociare si diffuse per tutte le tavolate, finché il cappello non decretò la sua decisione
- Abbiamo molta intelligenza,anche del coraggio, molto ambizioso… non ho dubbi, SLYTHERIN!- un breve vociare si diffuse nuovamente,ma fu presto sostituto dagli applausi e, con il cuore in pace, Scorpius si diresse alla sua tavolata.
-Potter, Albus Severus- appena posato sulla sua testa, il cappello iniziò a pensare ad alta voce e dopo cinque minuti di riflessioni arrivò alla conclusione
- Questa volta sono sicuro, SYTHERIN!- rimanendo un po’ sbalordito si andò a sedere vicino a Scorpius e subito il sorriso gli ritornò sulle labbra.
-Weasley, Rose- come con tutti gli altri,il cappello le fu posato sulla testa e ciò che disse sbalordì non poco gli studenti
- Sai,mi chiedo se questa decisione ti si addice, ma si, sono proprio sicuro, sei proprio tu, SLYTHERIN!- la sala si zittì immediatamente. Tutti sapevano che il padre di Albus doveva già essere stato smistato in quella casa, ma che la figlia di due impavidi Griffyndor finisse nella casata rivale era una cosa abbastanza inquietante. Dopo un attimo di shock, gli applausi arrivarono anche per lei, e si incamminò verso la sua tavolata, sedendosi vicino a Scorpius e Albus.
Con il tempo, crescendo, divennero grandi amici, quasi inseparabili, soprattutto Rose e Scorpius. Spesso combinavano guai, per cui toccava ad Albus risolverli. Ormai la loro era un’abitudine. Così nacque il nuovo Trio dei Miracoli, tra lo sconvolgimento di molti, un po’ come la loro amicizia. Sconvolgente, ma duratura. Come un legame magico, che unisce tre persone per sempre.
 








Angolo Autrice
Eccomi con una nuova ff. La scorsa non andava molto bene,per questo l’ho cancellata e ne sto scrivendo un’altra, questa appunto. The Secret of the Fallen Angel,ovvero il segreto dell’angelo caduto, scoprirete in seguito perché. Spero che questa ff sia di vostro gradimento! Vi anticipo che dal prossimo capitolo siamo al quinto anno (credo) e ci saranno già i primi colpi di scena. Ditemi cosa ne pensate, per me è importante sapere l’opinione che avete voi lettori. Non vi preoccupate di darmi un giudizio negativo, basta che mi spiegate o mi date qualche consiglio per migliorare. Sono una scrittrice in erba,meglio dire in terra. Recensite e fatemi sapere!
Baci
_RedRose_

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Capitolo 2
*** Cambiamenti e strani simboli ***


Capitolo 2
Cambiamenti e strani simboli
 
Era una tarda mattinata invernale e il sole era ormai alto nel cielo. La neve ricopriva quasi interamente le piccole viuzze della cittadina. Era dicembre inoltrato ormai e le vacanze natalizie arano alle porte, tra poco più di una settimana sarebbero tornati tutti dalle loro famiglie. Era stato concesso agli alunni un’ultima giornata ad Hogsmeade, proprio in prossimità della partenza. Tra chi faceva i regali all’ultimo minuto e chi si godeva quella magnifica giornata,  due ragazzi poco più che quindicenni parlavano del più e del meno aspettando il loro amico.
Erano cresciuti e maturati in questi quattro anni, non erano più i ragazzini impauriti di una volta, non erano più coloro che si lasciavano sopraffare dai pregiudizi: erano cambiati. All’inizio non c’era persona che avrebbe scommesso un solo zellino sulla loro amicizia, anzi, c’era chi scommetteva sulla sua fine. A dispiacere di questi ultimi, la loro amicizia era tutt’altro sul punto di finire e spesso, da bravi Slytherin, non mancavano l’occasione per rinfacciarglielo. Era incredibile come le persone potessero cambiare in così poco tempo davanti agli occhi di tutto il Mondo Magico. Erano considerati lo Scoop di Hogwarts, ma ormai ci avevano fatto l’abitudine.
Era bello essere conosciuti come il nuovo trio dei miracoli. Erano passati anni dal loro primo incontro nell’Hogwarts Express e quella che sembrava essere una semplice conoscenza era diventata qualcosa di più, non era nemmeno amicizia;  era qualcosa di più grande, qualcosa di unico. Loro si consideravano unici, o almeno consideravano la loro amicizia tale.
Rose era cresciuta durante quegli anni, soprattutto fisicamente. Era una tipica Weasley, ma in lei c’era qualcosa di diverso. I suoi capelli non erano di quel rosso che contraddistingueva la maggior parte della sua famiglia, ma avevano delle sfumature che variavano dal biondo al marrone, come le fiamme che divampano all’Inferno. Un paragone forse eccessivo, ma le si addiceva perfettamente. Gli occhi invece non erano più di quell’azzurro cielo che aveva da bambina, adesso erano “mutati”: erano diventati blu come il mare, ma se la si guardava da vicino si potevano notare anche delle pagliuzze azzurre, dorate e anche verdi. Proprio di quest’ultimo colore non riusciva a spiegarsi l’esistenza. Nessuno nella sua famiglia aveva gli occhi verdi,tranne suo zio Harry, ma era per così dire un parente acquisito e in lei non scorreva il sangue dei Potter ma dei Weasley e dei Granger.
Era straordinario il modo in cui il carattere di una persona poteva mutare così radicalmente in un anno. Si, perché era successo tutto durante l’ultimo anno ed era una cosa abbastanza inquietante da alcuni punti di vista. Per queste sue strane, ma eccezionali caratteristiche era considerata una delle ragazze più apprezzate e popolari della scuola. A differenza di altre, lei non era tutto fumo e niente cervello, come diceva quel detto babbano. Non era una delle tante oche che circolavano starnazzando per il castello. Sapeva di essere bella, ma non se ne vantava più di tanto, anzi non faceva mai qualcosa di troppo eccessivo per attirare l’attenzione di qualcuno. Forse era per questo che la ritenevano migliore.
Una cosa che amava profondamente era il Quidditch, uno sport che per sua madre era senza né capo né coda,mentre suo padre era talmente fiero di lei, che quando entrò nella squadra le regalò la nuova Nimbus 3000. Per lei era un’esperienza unica, salire sulla scopa e provare la sensazione che tutti i problemi svaniscano, sentirsi leggera come una piuma, sentirsi libera: il Quidditch per lei era questo.
Era diventata molto amica di Scorpius, ma forse amico era un eufemismo. Loro erano qualcosa di più, quasi come fratelli, ma non come quei fratelli che litigano da mattina a sera: Scorpius era un amico con cui divertirsi, con cui studiare e con cui giocare a Quidditch; un amico con cui confidarsi e che ha sempre la risposta giusta. Anche lui era cresciuto durante quegli anni. Era diventato molto più alto e il suo fisico un tempo secco, era divenuto scolpito grazie agli allenamenti di Quidditch. I capelli non erano più come quelli del bambino che era,adesso erano di un colore grano e gli occhi erano una perfetta combinazione tra Black, Malfoy e Greengrass. Davano l’idea di essere stati dipinti su una tela in cui il verde, il blu e l’argento erano mischiati in maniera così perfetta da sembrare un cielo in tempesta che si incontra con l’erba alta della campagna.
Era molto ambito tra la fauna femminile di Hogwarts, ma non si interessava più di tanto, non finché avrebbe avuto la sua migliore amica con se. Non vedeva cosa farsene di una ragazza tutta trucchi e niente cervello, come le definiva Rose.
Stavano camminando per le vie innevate, guardando le vetrine dei negozi e chiacchierando, finché da dietro un angolo non spuntò il loro amico tanto atteso,  Albus.
Anche lui era cresciuto,era divenuto più alto e il Quidditch l’aveva proporzionato bene il suo corpo. Era la copia esatta di suo padre alla sua età, ma non aveva certamente la fama di Salvatore Magico,per fortuna -a detta sua-. Era uno Slytherin abbastanza anormale, perché era calmo e tranquillo: proprio uno Slytherin fuori dal comune.
Appena lo videro si avvicinarono a lui che non aveva una faccia molto allegra.
-Al, ma dove eri finito! Avevamo perso la speranza!- disse Rose incamminandosi,  seguita dai due ragazzi.
-Scusate ragazzi, ma davanti agli occhi mi si è parata una scena a dir poco disgustosa… James era con una ragazza, mi dispiace davvero per lei- e iniziò a ridere,seguito a ruota dagli altri.
-Cosa farete a Natale?- chiese Scorpius una volta ripresosi dalle risate.
-Solite cose, casa Weasley- rispose Albus, ma dopo uno scambio di sguardi con sua cugina continuò
- Però noi e i nostri genitori vorremmo invitare te e la tua famiglia a casa nostra, e devi venire, altrimenti giuro che ti metto nella stessa stanza con Grattastinchi!-
-Verrai vero? Insomma, ormai sei della famiglia. Tanto nonna Molly cucina sempre tanto, per gioia mia- rispose Rose, sussurrando l’ultima frase, ma a voce abbastanza forte da farsi sentire dai due ragazzi che scoppiarono immediatamente a ridere.
- Ehi! Che avete da ridere! –disse, ma si unì ben presto anche lei alle loro risate,  finché qualcosa non attirò la loro attenzione.
In mezzo alla neve era posato un ciondolo a forma ovale con incisi degli strani simboli che si attorcigliavano alle spire di un serpente. Era abbastanza inquietante a detta della combriccola.
-Rose, non sappiamo di chi è, secondo me lo dovresti lasciare qui- disse il più saggio,Albus.
-No, ho già visto da qualche parte questo simbolo, ma non ricordo dove. Voglio scoprire che significa. Non trovi tutti i giorni, in mezzo alla neve, delle cose così. - rispose prontamente la cugina.
-Ha ragione Rose. Anche io ho già visto questi simboli.- rispose Scorpius sovrappensiero.
-Tutta questa curiosità vi farà male… E va bene, però appena arrivati a casa cercheremo di scoprire che cosa significa. Non ho una bella sensazione - rispose Albus, che tra i tre era sempre il più fifone.
-D’accordo Al, però dovremmo andare a Malfoy Manor, lì forse troveremo qualcosa di utile- convenne il biondo.
- Allora deciso. Ma per natale tu e i tuoi genitori verrete da noi- intervenne Rose.
-Vado a scrivere ai miei genitori. -
-E noi ai nostri- dissero in coro Rose e Albus, per poi scambiarsi un sorriso.
Così si incamminarono verso il castello con le menti occupate di pensieri, in particolare riguardo ad un oggetto rimasto incustodito nella borsa di Rose. Che significato poteva avere? Perché sembravano averlo già visto? Mentre riflettevano arrivarono al cancello di Hogwarts e si recarono immediatamente in guferia. Presto sarebbero stati di nuovo a casa,e chissà se tutto sarebbe stato come prima.
 








Angolo Autrice
Ciao a tutti! Ecco il tanto decantato secondo capitolo. Dopo pianti e isterie sono riuscita a postarlo. Si, perché il mio cervellino non aveva fatto i conti con il computer che,a capitolo ormai finito,si è spento e ho dovuto riscrivere tutto da capo, ma ne è valsa la pena. Come vedete in questo racconto vengono descritti Rose,Albus e Scorpius,che con il tempo sono cresciuti e maturati,come la loro amicizia. E quel ciondolo? Cosa significa? Scoprirete tutto nel prossimo capitolo. Quanto sono enigmatica. Se volete, lasciatemi pure una recensione, sono sempre bene accette!
Baci
_RedRose_

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Capitolo 3
*** Il Redentore ***


Il Redentore
Cap.3

 
Era il ventiquattro dicembre in casa Weasley e tutti erano impegnati nei preparativi. Tra chi era occupato a decorare l’albero,chi a cucinare pietanze prelibate,chi a testare la nuova scopa e chi ad aspettare gli ospiti,si sentiva un grande spirito nalalizio in quella casa.

Furono ridestati tutti dal suono del campanello,ma non fecero in tempo a dire una sola parola,che Rose era già alla porta a dare il benvenuto agli ospiti.
-Buongiorno signori Malfoy,siamo felici che abbiate accettato il nostro invito- li salutò una Rose più che esaltata.
-Rose,quante volte ti abbiamo ripetuto di chiamarci per nome?- rispose fintamente offeso il signor Malfoy.
-Ok,allora Draco,Astoria… accomodatevi. Scorpius vieni…- li condusse in soggiorno Rose e una volta accomodati prese Scorpius in disparte,andando a chiamare Albus.
-Allora,scoperto niente?- chiese Scorpius.
-Aspetta,non qui- entrarono in una stanza e dopo averla insonorizzata proseguirono.
-Io non ho trovato niente. Nei libri che ha mamma non c’è nessun accenno a questi simboli,eppure sono sicura di averli già visti…- riprese il discorso Rose.
-Io ho dato un’occhiata nella biblioteca del Manor,ho trovato questo- e così dicendo gli porse un foglietto spiegazzato con gli stessi simboli del medaglione.
-Sono simboli risalenti a prima della Rivolta dei Folletti del 1497. Sono stati creati da una ninfa per poter comunicare grazie ad essi con la nipote,rapita da un uomo maligno. Sul libro era chiamato il Redentore.- rispose a una loro occhiata perplessa –La cosa strana è che proprio quel serpente era il simbolo del Redentore,ovvero colui che libera i morti- silenzio. Solo quello si sentiva in quella stanza. Un silenzio pieno di riflessioni.
-Ma se libera i morti,perché era considerato malvagio?- chiese prontamente Albus.
-I Redentori possono essere anche malvagi. Sono persone che liberano qualcosa o qualcuno,in questo caso i morti. Potrebbe essere malvagio perché… - Rose non fece in tempo a finire. Forse non ne aveva il coraggio.
-…Perché il suo compito era quello di redimere spiriti maligni- continuò Scorpius.
-Dobbiamo scoprire qualcosa di più su questo Redentore e poi,dobbiamo cercare di decifrare i simboli…- la colse un attimo di esitazione ma poi continuò – Scorpius,quando hai detto che veniamo da te?-
-Il ventisei,potremmo cercare qualcosa nella biblioteca del Manor- rispose sicuro Scorpius. Tutti e tre accettarono di buon grado la proposta e andarono a gustarsi la cena della Vigilia di Natale.
Quel giorno passò allegramente per tutti quanti,così anche come il giorno successivo.


Davanti ai loro occhi si estendeva un immenso maniero con un giardino a dir poco sublime. Un laghetto si estendeva nella piana non molto lontana dall’abitazione,stormi di uccelli volteggiavano nel cielo limpido e pavoni dalla varietà di colori erano intenti a volteggiare leggiadri come dei ballerini. Per Rose e Albus non era la prima volta che vedevano quel paesaggio,ma li lasciava sempre con il fiato sospeso. Era un ambiente magico,più di quanto lo si possa rendere con la magia stessa… un luogo in cui sembra che i sogni si avverano,un luogo incantato.
-Allora starete per molto ad ammirare il giardino o vi sbrigate ad entrare?- chiese una voce a loro ben nota.
-Che vuoi farci… non tutti possiedono un giardino come il tuo!- rispose Rose e seguita da Albus si incamminò all’entrata del grande Manor.
-Dove sono Draco e Astoria?- domandò Albus vedendo solo il suo amico in mezzo a tutto quello sfarzo.
-Sono usciti per delle commissioni alla Gringott,così almeno potremmo stare in biblioteca senza dare spiegazioni- rispose Scorpius e si incamminarono tutti e tre nell’immensa biblioteca del Manor. Questa era uno spettacolo,non come il giardino… questa era uno spettacolo per chi sapeva cogliere tutta quell’importanza,per chi sapeva riconoscere la bellezza di un libro.
-Bene,siete stati già parecchie volte qui,sapete le varie sezioni dei libri. Dovremmo cercare qualcosa riguardante questo Redentore,io non ho avuto il tempo per scoprire altro da quanto vi ho detto- disse Scorpius.
-Dovremmo trovare qualcosa anche su quei simboli…- aggiunse Albus.
-...E sulla ninfa,può esserci utile se è stata lei a creare i simboli- continuò Rose.

Passarono ore rinchiusi in quella biblioteca,ma niente sembrava essere ciò che cercavano. Proprio mentre stavano per arrendersi all’evidenza un urlo li destò dal loro stato di commiserazione.
-Ehi ragazzi,venite!- era Rose che aveva trovato un libro molto antico,con le pagine ingiallite probabilmente dal tempo,rilegato in pelle e con delle strane incisioni laterali,sembrava risalire al quattordicesimo secolo.
-Rose,hai trovato qualcosa?- chiesero quasi in contemporanea gli altri due.
-Ho trovato più di qualcosa- rispose Rose con un ghigno tipico degli Slytherin,come da chi la sapesse lunga.
-È una specie di leggenda risalente alla fine del quattordicesimo secolo- disse per poi iniziare a leggere – Si dice che non molti anni addietro,vivevano in un bosco incantato la ninfa Esteride e sua nipote Antheria. Esteride era la regina delle ninfe,ormai raggiunta una veneranda età,ma sapeva che il loro villaggio sarebbe stato al sicuro grazie alla nipote. Antheria era una ninfa molto graziosa,adatta al titolo di prossima regina. Però non tutto andò come doveva. Un giorno si presentò al villaggio un uomo,forse nemmeno quello,era davvero inquietante. Poche erano le creature risparmiate da quel folle,due fra queste erano la regina e sua figlia. Ma l’uomo prese Antheria e scomparì insieme a lei,non facendo più ritorno in quel posto. Passarono mesi e di lei nessuna notizia,il popolo era in putiferio,ma la regina decise di usare le ultime forze rimaste per compiere un incantesimo,creando dei simboli con cui contattare la nipote. Però quello che vide non la rassicurò affatto. Antheria era stata torturata per avere informazioni riguardanti un medaglione,ma lei non ne diede. Così,come sue ultime parole,sussurrò alla regina,di nascondere il medaglione,incidendo sopra un serpente. La regina,sconvolta,non se lo fece ripetere. Prese il medaglione e lo incantò,rivelando su di esso gli stessi simboli usati poco prima per comunicare con la nipote ormai defunta,scrivendoci così un messaggio e incastrando al centro un diamante,simbolo di Antheria,così che lei possa vivere ancora e non far cadere quell’oggetto in mani sbagliate. Dopo averlo incantato,la regina morì,lasciando il popolo in subbuglio. Da allora non si hanno più notizie di quel misterioso medaglione,si sa però che un giorno un’anima nera arriverà per riprendere ciò che è suo,finchè l’amore non trionferà.- finito di leggere un silenzio quasi tombale ricopriva la stanza.
-Non c’era esattamente il nome del Redentore- deglutì a fatica Albus,non potendo immaginare una persona tanto maligna.
-Si,però la descrizione del medaglione,i simboli… assomiglia terribilmente a questo medaglione-disse Rose estraendo dalla borsa il medaglione.
-Allora l’anima di Antheria risiede dentro questo medaglione,come…-inizò Scorpius,ma fu subito interrotto.
-Come un Horcrux- finì la frase Rose.

In quel momento uno strano bagliore proveniente dal medaglione si diffuse per tutta la sala,mostrando loro la verità. Immagini sfocate,immagini di lotte,di ninfe e di un uomo,forse neppure questo. Un uomo con un anello su cui era inciso un serpente.

Avevano finalmente capito che erano in grossi guai. Ma chi meglio del nuovo trio può sconfiggere il male, e che sarà mai il Redentore al confronto di Voldemort. Questo ancora non lo sapevano,ma solo loro potevano scoprire qualcosa in più riguardante quello strano personaggio. Forse nemmeno loro sapevano contro chi stavano andando. Forse nemmeno loro sapevano in che guai si stavano cacciando.





 







Angolo Autrice
Ecco postato il terzo capitolo. Come vedete un nuovo mistero. Chi è questo Redentore e cosa vuole da quel medaglione? Cosa ve ne pare di questo capitolo? Insomma spero davvero che vi piaccia. come avete visto il trio è a Malfoy Manor,ma qualcosa presto incomberà su di loro,soprattutto su Rose,che dovrà superare delle prove e fare delle scelte. Non vi anticipo niente. Grazie a tutti quelli che hanno recensito i capitoli precedenti e ai 14 seguiti. Recensite e ditemi cosa ve ne pare.
Baci
_RedRose_

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Capitolo 4
*** La chiave della speranza ***


La chiave della speranza
Cap.4

 
Era buio. Non sapeva da quanto era lì e nemmeno sapeva come ci era finita. Camminava. Camminava nel buio senza una meta. Camminava alla cieca. Gridava. Ma dalla sua bocca non usciva altro che un sibilo soffocato. Cercava la luce. Ma questa sembrava non esserci.
La bacchetta. Uno spiraglio di luce le comparve come salvezza,ma fu subito infranta. Non la trovava. Camminava. Continuava a percorrere quel sentiero buio senza sapere dove andare. Percorreva un sentiero desolato,buio. Buio. Come tutto lì intorno. Nero. L’unico colore che si distingueva nell’oscurità.
Chiuse gli occhi. Si abbandonò ai sensi. Non si sentiva nessun rumore. Solo il suono ovattato dei suoi passi. L’unica compagnia che sembrava esserci. Gridava. Chiamava aiuto,invano. Si mise a correre. Corse finché i piedi non la ressero più. Cadde. Ma non sentì il tonfo della caduta. Sentì qualcosa di soffice avvolgerla così tanto da toglierle il respiro. Aprì gli occhi. Buio. Era ancora tutto nero.
I suoi occhi caddero su qualcosa. Una figura rivestita di luce. Era immobile. Una figura dai cui contorni proveniva una luce quasi abbagliante. Un unico pensiero le attraversò la testa. Salvezza.
Si mise a correre a perdifiato verso quella figura,ma ad ogni passo che faceva essa si allontanava sempre più. Restava immobile.
-Chi sei?- gridò. Ma quello che uscì non era nemmeno paragonabile a ciò che desiderava. Era poco più che un sussurro,percepibile a malapena da lei stessa.
Fece un passo. La figura restava immobile. Ne fece un altro. Rimaneva sempre lì. Iniziò a correre. La figura diventava sempre più vicina,i contorni sempre più nitidi. Arrivò alle sue spalle.
-Chi sei?- domandò nuovamente. Questa volta la voce era ritornata percepibile. Non ottenne risposta. Cercò di vederlo in faccia,ma più gli girava attorno,più essa rimaneva immobile non ostante lei si muoveva. La figura portava un mantello. Nero. Ma che risplendeva di una luce quasi surreale in tutto quel buio che la circondava. Prese un lembo del cappuccio e glielo tirò giù. Niente. Quello che vide la lasciò esterefatta. Sotto quel mantello non c’era niente. Eppure sembrava così reale.
D’un tratto vide una luce. Una luce in lontananza. Forse sarebbe uscita da quel labirinto pensò mentre cominciava a correre verso quello spiraglio di libertà da cui proveniva la luce. Quando arrivò ciò che la sorprese era che non era più tutto buio. Era bianco.
Una figura le stava girata di spalle. La riconobbe. La stessa figura di prima. Gli arrivò alle spalle,ma questa volta non c’era solo quella figura. Davanti a essa c’era una ragazza. Lunghi capelli biondi ricadevano scomposti sul viso. Era spossata e stanca,si vedeva. Guardava dritto a sé. Guardava la figura incappucciata che stava alzando il braccio con in mano la bacchetta. Un particolare la colpì. Sul dito aveva un anello che si attorcigliava attorno ad esso,formando un serpente. Teneva la bacchetta puntata contro la ragazza,ma lei non si muoveva.
Ad un tratto si girò verso di lei. Sofferenza. Ecco cosa leggeva nei suoi occhi. Speranza. Forse di qualcosa che sapeva aver già perso in partenza. Continuava a guardarla,forse resasi conto solo in quel momento della sua esistenza.
-Aiutami- sussurrava. Ma lei non riusciva a muoversi. Non dalla paura. Era come sotto incantesimo. Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Assisteva a quella scena impotente. Assisteva alla sofferenza di quella ragazza. Poi una parola la fece muovere di scatto.
-Avada Kedavra!- la ragazza cadde inerme sul pavimento bianco. Cadde inerme al suolo per poi non rialzarsi più.
-Nooo!- Urlava lei con quanto fiato aveva in gola,ma la figura non si muoveva.
Tutto successe improvvisamente. La figura si voltò verso di lei e ciò che vide la lasciò senza fiato. Ci volle un secondo. La figura si avventò verso di lei. Veloce. Come un predatore fa con la sua preda. Fu più veloce di lei. L’ultima cosa che vide furono due occhi,due profonde pozze scure senza fine e un serpente.


Si svegliò ansante e perplessa. Non riusciva a respirare. Le sembrava impossibile. Perché aveva fatto quel sogno? Forse si stava facendo condizionare troppo dagli ultimi avvenimenti. Forse si stava solo preoccupando troppo. Era stato solo un sogno. Continuava a ripetersi. Ma dentro di lei sapeva che non era solo quello.
Alla fine decise di parlarne con Scorpius e Albus. Forse stavano dando troppa importanza a questa cosa. Sapeva bene che i sogni erano come uno specchio. Possono parlare del futuro e del passato,basta saperli interpretare. Ma che c’era da interpretare in quel sogno.

Così eccola lì ad aspettare che i suoi due amici si sveglino.
-Rose… che cosa ci dovevi dire di tanto urgente da svegliarci nel cuore della notte?- chiese un più che assonnato Albus.
-Al,sono le sette di mattina… e se non lo sai,è giorno- rispose con ovvietà la diretta interessata.
-E allora cosa c’è… non riesci a dormire? Incubi notturni?- sghignazzò Scorpius. A lui piaceva prenderla in giro,non ostante erano migliori amici,ma questa era una situazione importante. Almeno per quel che credeva lei.
Dopo una sua occhiata più che eloquente i due capirono e si sedettero per ascoltarla. Raccontò loro tutto,del buio,della figura,della ragazza accasciata a terra e di come l’abbia brutalmente uccisa. Loro la ascoltavano,senza proferire parola. Sempre più sconcertati.
-E poi si è avventata contro di me… aveva degli occhi da paura. E l’ultima cosa che ho visto è stato… un serpente- ad un loro sguardo confuso aggiunse -… quel serpente-
-E se la figura che hai sognato fosse il Redentore e la ragazza Antheria?- chiese Scorpius,subito affiancato da un gesto di assenso di Albus.
-Ma perché l’ho sognato io? Non capisco… sembrava così reale-
-Dovremmo cercare qualcos’altro riguardo loro due… aspetta,il medaglione!- e detto questo Albus estrasse dalla tasca l’oggetto incriminato.
-E cosa dovremmo fare con…- ma fu subito fermata da un gesto della mano di Albus.
-Cuginetta e mi raccomando che eri pure intelligente! È simile ad un Horcrux. Possiamo comunicare con lei.- rispose prontamente Albus.
Presero il medaglione e lo aprirono.
-Bene… Sei Antheria?- nessuna risposta.
-Perché non risponde?- chiese sbuffando Scorpius.
-Aspetta… una pergamena- e dopo aver preso ciò,appoggiò sopra esso il medaglione che sprigionò subito una luce argentea.
-Sei Antheria?- chiese nuovamente Rose,ma questa volta successe qualcosa. Sulla pergamena comparivano delle parole scritte con una calligrafia sicuramente femminile. Antheria.
- Si… Noi siamo Rose,Albus e Scorpius. Perché ci hai fatto trovare il medaglione?- le parole comparivano e scomparivano sul foglio,finchè non si fermò. Per aiutarvi.
-Aiutarci? Ma come…- chiese Scorpius e il foglio si cosparse di macchie nerastre. Lui è tornato,vuole vendetta. La luce si spense e il medaglione ritornò come prima. Come per non voler dare altre informazioni.
-E adesso che facciamo?- chiese il biondo.
-Dovremmo parlarne con qualcuno,sta diventando pericoloso- rispose Albus.
-No,per adesso cerchiamo di capirne qualcosa in più… poi… se la cosa dovesse farsi seria lo faremo sapere a qualcuno- rispose prontamente Rose.
-Va bene,ma adesso cosa facciamo? Insomma,non abbiamo trovato molto-
-Hogwarts- e dopo uno scambio di sguardi con Scorpius,Rose continuò – Reparto Proibito-
-Ma serve il permesso della McGranitt!- sbuffò esasperato Albus. Era uno Slytherin fuori dal comune,ligio alle regole.
-Non se lei non lo sa- e dopo un’ultimo scambio di sguardi consapevoli,continuarono non riparlando più della questione appena chiusa.

Ridevano e scherzavano,non preoccupandosi che là fuori una guerra si stava scatenando. Non preoccupandosi che presto avrebbero dovuto lottare. Non sapendo che un giorno dovranno scendere in campo di guerra.
Non sapendo che loro sono l’unica chiave. La chiave della speranza.












 
Angolo Autrice
Eccomi qua con il quarto capitolo della mia ff. Dopo un sogno Rose decide di parlarne con i suoi amici per scoprire la verità. Come vedete ancora la figura del Redentore non è ben nota,ma presto scoprirete chi è(ancora non so se è un nuovo personaggio o qualcuno già esistente nell’opera della Rowling,datemi dei consigli). Dal prossimo capitolo si parlerà brevemente di come sono trascorse le vacanze e del loro ritorno ad Hogwarts. Ditemi cosa ve ne pare. Recensite! Alla prossima.
Baci
_RedRose_

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Capitolo 5
*** Nuove Scoperte ***


Nuove scoperte
Cap.5

 
La stazione di King’s Cross era gremita di persone. Primini che non sapevano ancora dove andare,ragazzini che rincorrevano i loro animali scappati dalle gabbie,ragazzi che parlavano tra loro delle vacanze appena trascorse e poi c’erano loro tre che in mezzo a tutta quella gente riuscivano a farsi distinguere ugualmente. Chi non conosceva il nuovo Trio!
-Di nuovo Hogwarts- sospirò Rose. Non era abbattuta per il fatto di dover ritornare alle lezioni,ma per il fatto che non sarebbe stato più niente come prima.

Girandosi scorsero due figure dirigersi verso di loro,o meglio verso i loro genitori. Probabilmente erano padre e figlio,troppo simili per non esserlo. Il primo era un uomo alto e robusto,indossava dei pantaloni classici neri e una giacca del medesimo colore,dal quale si intravedeva la camicia verde.

Sarà un purosangue.

Il secondo era meno alto,ma altrettanto robusto. Erano praticamente identici,solo che il ragazzo indossava dei pantaloni più semplici e comodi,a parer loro.
Più si avvicinavano più si poteva notare la loro aria altezzosa.

Erano sicuramente purosangue.

-Draco … che piacere. Da quanto tempo!- disse l’uomo,non nascondendo la faccia disgustata.
Dopo un attimo di smarrimento da parte di tutti,il diretto interessato si affrettò a rispondere,anche se non con molta convinzione.
-Goyle … come mai qui?-
-È questo il modo di salutare gli amici? Chissà cosa direbbe tuo padre … Tralasciando questo piccolo particolare,vi vorrei presentare mio figlio Anthony,frequenterà il quinto anno ad Hogwarts- rispose con un ghigno tipico della casata in cui avevano sentito essere stato smistato anche lui.
Poi girandosi verso i tre ragazzi ancora ammutoliti,si rivolse a Rose.
-E tu sei… aspetta non me lo dire,la figlia del Pezzente!- disse con una faccia disgustata,a cui Rose non seppe trattenersi.
-Si esatto,sono la figlia di Ron Weasley … ci sono dei problemi per lei?- rispose Rose.
-Oh,che cara … - e dopo questa frase che sapeva tanto di presa in giro,si voltò e seguito da suo figlio si incamminò per la parte opposta della stazione.

In quel momento una comitiva dai capelli rossi comparve dal muro che separava la stazione magica e quella babbana. La famiglia Weasley era finalmente arrivata.
Appena arrivati,non ebbero nemmeno il tempo di salutare i loro figli,che notarono immediatamente il nervosismo di Draco e dopo una loro muta domanda,quest’ultimo li invitò a seguirli.
-Rose,Al,Scorp,noi veniamo subito. Non vi allontanate- e dopo questa specie di saluto si smaterializzarono lontani da facce indiscrete.

-Secondo te è colpa di quell’uomo che Draco era nervoso?- chiese Albus non appena fu sicuro che non ci fossero i genitori nei paraggi.
-Non lo so Al. Qualche volta mi raccontava dei tempi della scuola,ma era raro che faceva il nome anche di Goyle e se lo faceva non era molto sereno. All’inizio non ci ho fatto caso,ma adesso… -rispose pensieroso Scorpius.
-E il figlio … Anthony. Dove ha studiato fino ad adesso?- chiese Rose.
-Troppi misteri,mi sembra di essere in uno di quei telefilm babbani che si guarda mamma- rispose sorridente Albus.
-Tu non hai nemmeno un gene Grifone,amico. Sei un fifone!-  rispose Scorpius.

Mentre i tre continuavano a chiacchierare, due figure robuste poco distanti da loro discutevano amabilmente.
-Hai capito Anthony,te li devi fare amici… per quanto possa essere difficile. Cerca di scoprire se sanno qualcosa e tieni d’occhio la Weasley … ci servirà.-
-Certo padre- così scambiandosi un ghigno diedero inizio al loro piano.

***

-Malfoy,che problemi hai? Non abbiamo potuto nemmeno salutare i nostri figli!-
Si erano appena materializzati nella villa dei Malfoy,quando un Ron particolarmente irritato iniziò ad insultare il furetto.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio,diceva un detto babbano.

Proprio come Lenticchia e Furetto.
-Senti Lenticchia,non è il momento… è per i nostri figli che vi ho detto di seguirmi …-
-Spiegati!- disse o meglio,ordinò il Bambino Sopravvissuto.
-… Quando siamo arrivati alla stazione,abbiamo incontrato Goyle e suo figlio,non sapevo nemmeno che era sposato. Comunque,sono anni che non lo vedo e ora si presenta d’un tratto con suo figlio sedicenne,di cui io non sapevo nemmeno l’esistenza,per fargli frequentare il quinto anno. Insomma,è alquanto strano non vi pare?-
-Magari ha studiato in qualche altra scuola,insomma perché dobbiamo andare a conclusioni affrettate?- disse prontamente Hermione. Insomma,non avevano prove per dire che volevano fare qualcosa di losco.
-Sentite… Quest’estate qualcuno è entrato nella villa cercando qualcosa. Era qualcuno che si sapeva muovere bene in questa casa,o almeno qualcuno che ci era stato più di una volta. Non è nemmeno tanto semplice superare gli incantesimi di protezione,quindi… era sicuramente qualcuno vicino ai Malfoy,era sicuramente un mangia morte-
-Senti Malfoy,non ce ne frega niente se dei mangia morte sono venuti a vendicarsi,dimmi cosa centrano i nostri figli!- disse quasi urlando l’uomo dai capelli infuocati. E di infuocato in quel momento non aveva solo i capelli,la sua faccia stava letteralmente ribollendo dalla rabbia.
-Ron! Smettila per l’amor del cielo!- e dopo il rimprovero della moglie,il rosso si calmò all’istante.
-Se posso continuare …- aggiunse Malfoy e dopo un cenno di assenso da parte degli altri,si affrettò a continuare – Come ben sapete Goyle è un mangia morte,o almeno lo è stato e,coincidenza,trovo nello studio lo stemma della casata dei Goyle. Proprio nello studio cercavano qualcosa e io so perfettamente cosa. Qualcosa di molto valore,ma non so cosa se ne farebbe Goyle con una tiara. Se vuole giocare alle principesse ci doveva pensare prima… Comunque,tutto questo è alquanto strano. Siamo Auror,dobbiamo indagare e poi non mi va giù che suo figlio stia a contatto con Scorpius,Rose e Albus e credo che lo pensiate anche voi.-
-Si,hai ragione… e cosa potremmo fare allora?- chiese stupidamente il moro.
-Harry… - disse Hermione con voce esasperata –Iniziamo dalla tiara,ci sarà un motivo per cui la cercavano,dei mangia morte per giunta.-

Così presero dallo studio la tiara per poi esaminarla,non trovando però niente di particolare. Era un oggetto abbastanza comune nelle grandi casate,come i Malfoy. Rigirandosela nelle mani però,scoprirono un particolare che non avevano notato.
Una piccola incisione a lettere quasi microscopiche sul retro della coroncina.

Quae habet virides oculos tenebris regina.

-Colei la quale possiede verdi gli occhi,regina delle tenebre diverrà.-













 
Angolo Autrice
Scusate per il ritardo,ma non avevo idee. Eccomi tornata con un nuovo capitolo che spero non vi deluderà. Ancora troppi misteri da risolvere. Cosa ve ne pare della nuova “comparsa”? Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli(nemmeno io lo so icsdi). La frase in latino,sinceramente non so se è giusta,è da poco che studio latino,quindi mi sono servita del traduttore per la frase. Nel prossimo capitolo credo che parlerò molto di Rose e Scorp,li sto trascurando un bel po’. Sono troppo pucciosi *----* . Lasciatemi qualche recensioncina. Alla prossima!
Baci
_RedRose_

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Capitolo 6
*** Nuovi sentimenti e scioccanti scoperte ***


Nuovi sentimenti e scioccanti scoperte
Cap.6

 
Si svegliò ansante. Di nuovo quel sogno. Erano giorni che sognava la stessa cosa,o meglio,la stessa persona. Erano giorni che sognava quell’uomo incappucciato che torturava una fanciulla. Erano giorni che sognava Antheria che veniva torturata. Da chi? Dal Redentore sicuramente. Ma queste erano solo ipotesi. Forse non si trattava della ninfa,come non si trattava del Redentore. Era il suo subconscio a farle fare quei sogni,anche se non ne era affatto sicura. L’unica spiegazione logica era quella. Si,ma in situazioni del genere,non c’era niente di logico.

Stanca e spossata per la notte insonne si alzò dal comodo letto a baldacchino e si posizionò di fronte allo specchio. Due enormi borse violacee facevano bella mostra sotto gli occhi,i capelli tutti arruffati e gli occhi … verdi.
Non ci poteva credere,stava ancora dormendo,sicuramente. Insomma,fino a ieri aveva gli occhi azzurri e adesso si svegliava con gli occhi verdi.
No,non era impossibile.
Chiuse gli occhi e li riaprì,ma non succedeva niente,non si svegliava.
Così si diede un pizzicotto talmente forte che le vennero le lacrime agli occhi.
No,non era un sogno … era la pura verità.
Non si capacitava,però,di come sia successo. Non era stata a contatto con pozioni particolari e non aveva subito nemmeno incantesimi che le potevano provocare il cambiamento del colore degli occhi,tutto questo era alquanto strano.
Così,controllando che le sue compagne di stanza erano ancora nel mondo dei sogni,si lavò e si vestì per poi scendere in Sala Comune.
Come ben poteva immaginare a quell’ora di mattina non c’era nessuno,amavano stare a letto fino a tardi. Lei però aveva bisogno di parlare con i suoi due amici.
D’un tratto le venne in mente una loro conversazione finita con una frase di suo cugino.
Se le cose si dovessero mettere male,lo diremo ai nostri genitori
Non poteva rischiare tanto,le dispiaceva per suo cugino,ma sicuramente l’avrebbe capita,quindi andò a cercare Scorpius.
Nei dormitori stranamente non c’era,come anche in Sala Grande,così uscì nel cortile e vide vicino al Lago Nero il suo amico seduto sotto a un albero con la testa reclinata all’indietro.
Si avvicinò piano e sotto l’albero trovò uno Scorpius dormiente,così senza fare rumore, si sedette al suo fianco.

Era davvero bello Scorpius,pensò,aveva quel fascino tipico dei Malfoy. Bello e dannato come dicevano molte,ma per lei era solo Scorp,il suo migliore amico,colui con il quale si divertiva,colui che le faceva battere il cuore,colui che … Colui che le faceva battere il cuore? No,non poteva essere. Insomma,loro erano amici … migliori amici.
O cavolo,si era innamorata del suo migliore amico!
Quando era successo? Fino all’anno scorso lo riteneva solo il suo migliore amico,giusto? Giusto.
All’inizio dell’anno era solo un amico,giusto? Giusto.
Fino a qualche settimana fa era solo un amico,giusto? Sbagliato.
No,non era possibile,innamorata del suo migliore amico,era da non credere. Non ci poteva credere.

In quell’istante Scorpius si svegliò e ci mise un po’ per mettere a fuoco la figura che gli stava accanto.
Capelli rossi,alta,divisa Slytherin … doveva essere Rose.
No,non poteva essere Rose,lei non aveva mica gli occhi verdi.
-Tu chi sei?- chiese con la voce impastata dal sonno. Era uscito dal dormitorio presto perché non riusciva a dormire. Erano giorni che non ci riusciva. Così si era seduto sotto l’albero e da quello che poteva notare,si era addormentato.
-Scorp,come chi sono? Sono Rose.- e dopo aver messo bene a fuoco la figura si accorse che si,quella era davvero Rose,anche se aveva qualcosa di strano. Gli occhi.
-Che hai fatto agli occhi?- la vide sbuffare e appoggiarsi alla sua spalla,mentre lui ammirava la sua amica. Si,Rose era davvero bella.
Da quando pensava a lei in quel modo? Insomma aveva sempre saputo che fosse bella,ma non ci aveva mai fatto caso. Era pur sempre la sua Rose,quella da proteggere. Era come la sorella che non aveva mai avuto.
No,si stava prendendo in giro da solo.
Aveva sempre saputo che Rose era più di un’amica per lui,anche se non lo avrebbe mai ammesso.
-… e stamattina mi sono svegliata così,insomma non so che mi sta succedendo. Ehi,Scorp,ma mi stai ascoltando?- chiese Rose accorgendosi che il suo amico non stava seguendo affatto il discorso.
-Si,Rose,scusa. Mi sono distratto. Beh,andiamo in biblioteca,magari potremmo capire qualcosa in più … è molto strano direi … una Weasley dagli occhi verdi,questa è da raccontare!-
E dopo uno sbuffo esasperato della diretta interessata si misero entrambi a ridere.

Nel frattempo Rose si era alzata e porse una mano al suo amico per aiutarlo. Ma non aveva fatto bene i calcoli. Nell’aiutare Scorpius,finirono tutti e due per terra,con i visi di ciascuno a due centimetri dall’altro. Non sapevano per quanto erano rimasti in quella posizione,ma quando se ne accorsero diventarono dello stesso colore dei capelli di Rose e si staccarono,di malavoglia.
-Ehm … andiamo in biblioteca.- si riscosse Scorpius e si incamminarono diretti verso la meta da loro prestabilita.

Percorrevano quei corridoi che d’un tratto sembravano troppo stretti per loro due. Non avevano ancora spicciato parola,tutti e due immersi nei loro pensieri,tutti che dicevano la medesima cosa.
Ho rovinato un’amicizia.
Ma cosa mi è saltato in mente!
Devo rimettere a posto le cose …

-Senti Rose … prima siamo caduti. Insomma …- irruppe quel silenzio Scorpius.
-… si,siamo caduti.- e con un sorriso sulle labbra ricominciarono a scherzare,come se non sia successo niente. Ripetendosi la stessa cosa.
È solo un amico,niente di più.
È solo un’amica,niente di più
.
Ma infondo al loro cuore,sapevano che non era vero.

Appena arrivati in biblioteca cominciarono subito a cercare ciò che poteva essere utile al loro caso. Libri e libri riempivano ormai il tavolo più isolato della biblioteca,ma niente.
Dopo due ore di ricerche incessanti non trovarono niente che poteva fare al caso loro.
Erano ormai le otto di mattina e i primi studenti comparivano già per recarsi in Sala Grande o alle rispettive lezioni. Per fortuna loro avevano due ore buche.
Quando ormai si stavano arrendendo all’evidenza,un’idea balenò loro in testa. Il Reparto Proibito.
Forse le risposte erano proprio lì.
Così,di nascosto dalla bibliotecaria,si recarono in quella parte desolata della biblioteca. Scaffali bui e polverosi si estendevano in quel tratto di biblioteca che a loro era,come diceva il nome stesso,proibita.
Ma chi erano loro per disubbidire agli ordini imposti dai professori.
Erano soltanto gli Slytherin più curiosi che quella scuola avesse mai visto.
Girando per gli scaffali Rose notò un libro in pelle,rilegato sicuramente a mano,con delle strane rifiniture in oro.
Quando gli occhi cambiano: segreti e misteri svelati.
Aprirono quello strano libro e cercarono nell’indice ciò che faceva al caso loro.
Capitolo sette. Occhi verdi: significati e misteri.
Aprirono la pagina indicata e cominciarono a leggere ed assorbire quante più informazioni possibili.
Appena finito di leggere,una cosa era chiara.
Erano in pericolo,dovevano avvertire Albus e,in caso,anche i loro genitori.
Il più in fretta possibile.
Arrivati in Sala Comune trovarono un Albus stravaccato su un divanetto verde argento. Si avvicinarono e quando Albus li notò,per poco non saltò in aria dallo spavento.
-... cosa hai fatto agli occhi?- chiese un più che preoccupato Albus.
Così iniziarono a raccontarli ciò che era successo la mattina,tralasciando in parte l’incontro al lago.
-E così siamo andati nel Reparto Proibito e abbiamo trovato questo libro- e così dicendo Rose porse il libro al cugino -… leggi- così facendo Albus aprì il libro alla pagina da loro indicata e iniziò a leggere ad alta voce. Erano tutti a lezione,quindi lì c’erano solo loro tre.
-Gli occhi verdi sono di un colore che non passa inosservato. Spesso gli occhi di questa tonalità tendono anche ad avere i bordi di una sfumatura particolare, tendente quasi all’azzurro. Ma questa non è l’unica caratteristica degli occhi verdi: dietro questo colore si cela un significato che non tutti conoscono. E soprattutto un carattere ben preciso. L’acquisizione del colore verde è un avvenimento alquanto raro. L’ultimo risale a circa millecinquecento anni addietro da parte di Lexor Riddle,più comunemente conosciuto dai suoi seguaci come il Redentore. Questo fenomeno è come un preambolo del male incombente,anche se nel caso di Lexor,era proprio egli a diffondere il male. Al riguardo esiste anche una leggenda o meglio,una profezia,ritenuta veritiera da alcune comunità di veggenti. La leggenda risale a circa un secolo dopo la scomparsa di questo strano individuo,di cui sappiamo solo il nome e alcuni avvenimenti da lui iniziati.
Una dolce fanciulla dagli occhi verdi un giorno dovrà scoprire la verità,con cui il male sconfitto ne uscirà. Gli occhi della fanciulla diverranno verdi,così che la profezia si avveri. Una discendente di nobili di cuore,il più grande male potrà sconfiggere,con l’aiuto del suo cuore,la strada giusta sceglierà. Lotterà per ciò in cui crede e si batterà con forza e astuzia,così da poter sconfiggere il male ancora una volta,definitivamente. Sacrifici dovrà compiere e rinunce dovrà accettare,ma il suo animo buono verrà premiato. Quell’animo dentro al quale il male si cela,racchiuso da branchie invisibili. Fanciulla dagli occhi verdastri e fuoco i capelli,discendente di Abeus sarai. Discendente di un angelo del cielo. La vita delle persone a te più care è nelle tue mani,compi le scelte giuste,non ti abbandonar alla via più semplice. Segui il tuo cuore e và lì dove esso ti porterà.-

Appena finito,nei loro occhi si poteva leggere solo confusione. Non curanti delle lezioni ormai passate,si diressero in cerca della presidenza,lì dove il loro viaggio sarebbe incominciato.
Ma non tutto è così come vuol sembrare,qualcuno quelle parole le aveva ascoltate.
Qualcuno che presto si dimostrerà stare dalla parte sbagliata.
Quel qualcuno che porta il nome di Anthony Goyle.












 
Angolo Autrice
Scusate il ritardo,ma lo studio mi distrugge. Eccomi tornata con il sesto capitolo della mia ff. Vi anticipo che i capitoli saranno al massimo una ventina e che non andrò oltre quel numero,per fortuna di molti -.- . Comunque sia,come vedete in questo capitolo si scoprono un bel po’ di cose,in primis i sentimenti di quei due idioti di Rose e Scorp e anche la vera natura di Rose,nel prossimo capitolo altre scoperte vi attendono. Leggete e recensite,conto su di voi! Alla prossima.
Baci
_RedRose_

 

 

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Capitolo 7
*** Una nuova minaccia incombe ***


Lo sai perché si fanno le guerre?
Perché il mondo è cominciato senza l’uomo
e senza l’uomo finirà.
Dal film La tigre e la neve


 
Una nuova minaccia incombe
Cap.7

 
Appena arrivati davanti l’ufficio della preside,pronunciarono la parola d’ordine “Sorbetto al limone” e ricevuto l’invito entrarono. Lì trovarono una professoressa McGranitt intenta a sistemare con l’ausilio della magia un mucchio di scartoffie: cartelle,voti dei MAGO e dei GUFO,i punteggi delle partite di Quidditch,c’era di tutto. Ad assistere a ciò c’erano numerosi quadri,di cui due spiccavano fra tutti: Severus Piton e Albus Silente,due persone eccezionali.
Appena entrati la professoressa, nonché preside, smise di riporre a posto le numerose pergamene e si rivolse ai tre ospiti.
<< Ragazzi,cosa ci fate qui a quest’ora? Dovevate essere a lezione! >> sbottò con un tono di accusa. Ma loro non erano lì per quello,erano lì per una questione di vitale importanza,proprio come ben presto anche lei notò.
<< Rose,ma hai gli occhi verdi? >> chiese alquanto stupita. Era normale sentire pronunciare dalla professoressa i loro nomi,la conoscevano fin da bambini. Insomma,chi non li conosceva.
<< Siamo venuti proprio per questo ... >> e così dicendo iniziarono a raccontare le loro vicende. Del ritrovamento del medaglione,dei sogni,del Redentore e di Antheria,fino ad arrivare agli avvenimenti accaduti la mattina stessa.
<< … quindi professoressa se lei sa qualcosa che possa esserci utile,la preghiamo di dircelo >> la professoressa,ancora alquanto scioccata,si rivolse all’ormai ex preside della scuola di magia Albus Silente.
<< Albus,secondo te glielo dovremmo dire? >> sussurò la preside. I tre,però la sentirono.
<< Minerva cara,sono ormai abbastanza grandi per sapere la verità,soprattutto se questa c’entra con loro >> e così dicendo l’ex preside sparì dal dipinto,come spesso faceva,per recarsi dalla sorella.
<< Professoressa … >> iniziò Albus,ma fu subito interrotto dalle parole di quest’ultima.
<< Oh,ragazzi miei,non avrei mai immaginato che proprio di voi parlava la profezia … >> parlava più a se stessa che a loro,ma i ragazzi capirono subito che qualcosa non andava. Non era da lei perdere la calma,proprio quello che stava facendo in quel momento.
<< Ragazzi,sedetevi … vi devo raccontare un bel po’ di cose >>
Dopo che i ragazzi si furono accomodati,la preside,con una faccia alquanto preoccupata,iniziò a raccontare loro ciò che sperava non uscisse mai dalle sue labbra.
<< Secoli addietro,in un piccolo villaggio dell’Irlanda del Nord,nacque un bambino di nome Lexor Riddle. La madre morì durante il parto e il padre scappò di casa,dando la colpa al bambino per la morte della sua amata. Così Lexor visse con i nonni materni,scoprendo pian piano di essere un mago e,aiutato dai nonni,costruì i suoi studi,finchè una malattia portò via i due tutori. Lexor aveva dodici anni quando questo successe. Nessuno sapeva dov’era il padre e quindi lo dovettero affidare ad un orfanotrofio. Lì subiva maltrattamenti e cattiverie,questo fece solo accrescere la sua indole cattiva provocatogli dalla sparizione del padre. Così quando uscì dall’orfanotrofio,ormai maggiorenne e quindi anche in pieno potere della magia,la prima cosa che fece fu trovare il padre e ucciderlo. Quello fu il primo dei tanti omicidi commessi da quest’ultimo. In seguito toccò alle persone che lo avevano trattato male,deridendolo o maltrattandolo … non si faceva scrupoli con nessuno. Finì con il diventare talmente potente,che non si fermava davanti a niente e a nessuno,non aveva pietà. Girava il mondo,magico e non,in cerca del segreto dell’immortalità … per vivere eternamente,per seminare il terrore senza la preoccupazione di poter morire di vecchiaia. Parecchi anni dopo trovò la formula dell’immortalità,ma questa era custodita gelosamente in un villaggio di ninfe,tanto graziose quanto letali. Non si fece scrupoli. Uccise e ridusse in schiavitù,donne,anziani e bambini,tutti coloro che lo ostacolavano. Arrivò alla principessa,Antheria,ma credo che questo lo sapete già … promettendole denaro,potere,qualunque cosa in cambio della formula,ma niente,così fu costretto a torturarla e alla fine ad ucciderla. La regina,però,scoperta l’uccisione della nipote,scagliò una potente maledizione e distrusse la formula. Lexor fu costretto a vagare nelle tenebre per l’eternità,però lì costruì un esercito … non vi siete mai chiesti perché lo chiamavano Redentore? … liberava le anime che come lui vagavano nell’oscurità,cercando di creare un esercito potente,per avere la sua vendetta. Alla morte della regina,però,la magia si indebolì,facendo così avvicinare Lexor e il suo esercito sempre più al nostro mondo. Ci vogliono anni perchè Lexor torni,ma questo anno è proprio quello in cui le tenebre si scontreranno con la luce. Esattamente fra un mese,durante il plenilunio. >> finì la preside lasciando i tre ragazzi senza parole. La prima a riscuotersi dallo shock fu Rose.
<< Noi che centriamo con tutto questo … >> chiese ingenuamente.
La preside,con un’espressione tutto tranne che felice,si alzò dalla poltrona su cui era seduta e si girò verso la finestra iniziando a parlare.
<< La regina,prima di morire,lanciò una profezia,che per voi può essere una maledizione … dipende dal caso. L’anno in cui le tenebre si ricongiungeranno con la luce,una fanciulla dagli occhi cangianti scoprirà il suo potere,rivelandosi al mondo come la Guardiana delle forze e con i suoi alleati potrà sconfiggere per sempre l’oscurità … >>
<< … così che la luce trionferà … >> finì per lei Rose.
<< Ma gli occhi di Rose,perché … è lei la Guardiana? >> chiese preoccupato Scorpius.
Non poteva lasciarle correre quel pericolo. Se era vero che si parlava di lei,lui l’avrebbe accompagnata in capo al mondo,ma non l’avrebbe lasciata mai da sola.
<< Gli occhi di Lexor erano verdi,gli occhi di Rose sono diventati verdi … sono simbolo di potere >> << Tom Riddle è imparentato con Lexor vero? >> chiese Albus.
Sospirando,la preside rispose <>
<< Quindi che dobbiamo fare? >> domandò Rose.
<< Per quanto non voglio,dovrete partire,tutti e tre … noi raduneremo un esercito. Il vecchio ES,gli Auror,gli Strateghi del Ministero,chiunque possa esserci utile. Voi intanto raggiungete la frontiera del mondo magico,lì noi vi raggiungeremo. Allestite un campo,allenatevi,vi procureremo cibo,vestiti,medicinali,armi … tutto ciò di cui avrete bisogno,ma al momento è meglio che vi allontanate da qui … e non fatene parola con nessuno,provvederò io ad avvertire i vostri genitori,domani verranno qui per salutarvi,dopo di che partirete. >> finì la preside per poi continuare in un sussurro << … mi dispiace ragazzi … >>
Una volta usciti dalla presidenza i tre ragazzi si abbracciarono per darsi forza l’un l’altro,soprattutto per dare forza a Rose,la quale stava morendo dentro,piano piano. Non era mai stata coraggiosa,per questo non era una Grifona,non amava fare l’eroina,amava stare nell’ombra,ma adesso doveva dimostrare il suo lato nascosto. Doveva dimostrare che nel suo sangue scorreva anima di Grifone. Doveva dimostrare di essere degna figlia dei suoi genitori,e ciò la preoccupava.
<< Non ti preoccupare … >> le sussurrò Scorpius << Non ti lasceremo sola,ti proteggeremo … ti proteggerò >>
Era questa la parte più bella di Scorpius. Con gli altri era schivo,con lei invece si dimostrava per ciò che era veramente,un amico fantastico … e forse qualcosa di più.

***

Casa Weasley-Granger
<< Ehi Ron,abbiamo ricevuto una lettera da Hogwarts,spero solo che questa volta Hugo non abbia combinato niente >> una donna dai ricci indomabili chiamava il marito.
<< Apri … speriamo che non sia Hugo >> ridacchiò un uomo dai capelli rossicci.
Aperta e letta la lettera,sbiancarono. Dovevano recarsi immediatamente dalla figlia.
Una lacrima solcò il viso della donna per poi cadere su quel foglio di pergamena.

***

Casa Potter-Weasley
<< Amore,è arrivata una lettera da Hogwarts >> un uomo dai capelli neri come la pece e una saetta sulla fronte,si avvicinò alla moglie per porgerle la missiva.
<< Spero solo non sia James … combina troppi disastri ultimamente >> rispose la donna dai capelli rossicci.
Dopo aver letto la lettera,rimasero scioccati. Dovevano combattere un’altra guerra i cui protagonisti erano i loro figli.
Una lacrima scese dagli occhi della donna. Sapeva cosa significava entrare in guerra e adesso,ne dovevano vivere un’altra. Forse anche peggiore. I loro figli erano in pericolo.

***

Casa Malfoy-Greengrass
<< Astoria,ma non è un gufo della scuola? >> chiese un uomo dai capelli color platino,indaffarato a sistemare delle vecchie pergamene.
<< Non dirmi che Scorpius e Rose hanno di nuovo fatto saltare l’aula di pozioni >> rispose sbuffando la moglie.
Presero la lettera,preparandosi per un’ altra lettera sulla condotta del proprio figlio,ma quello che trovarono li lasciò a bocca aperta.
Proprio  come la reazione avuta da altre due famiglie,si prepararono a un’altra guerra. Si prepararono ad assistere i propri figli. Troppo giovani per una guerra. Troppo puri.

Quella notte tre famiglie non dormirono,pensando ai loro figli e al pericolo che stavano correndo.
Quella notte tre ragazzi non dormirono,pensando che forse quella era l’ultima notte che trascorrevano ad Hogwarts.







 

Angolo Autrice
Innanzitutto mi scuso per il grande ritardo,ma internet non mi funzionava e non ho potuto pubblicare. La storia è agli sgoccioli,mancano massimo cinque capitoli. Come avete potuto notare in questo capitolo,ormai la guerra è alle porte. Tutti i segreti sono stati svelati,o quasi, e presto si ritroveranno a combattere. Però voi penserete,che fine ha fatto Anthony … lo scoprirete presto(nel prossimo capitolo). Prometto che aggiornerò presto,massimo una settimana. Appena finita questa ff,ne comincerò probabilmente a scrivere un’altra,un seguito della one-shot Come un barattolo di Nutella può cambiarti la giornata.(Draco-Hermione) . Credo che in questi giorni scriverò anche alcune one shot natalizie e una raccolta di Drabble sui sette anni passati ad Hogwarts di … sono indecisa fra Rose-Scorp oppure Draco-Herm. Sto divagando … ho tanti progetti in testa. Vorrei ringraziare tutte le persone che seguono la storia e che l’anno messa tra le preferita. Un grazie speciale va alle persone che hanno recensito. Ho notato che lo scorso capitolo non è piaciuto tanto,spero che questo sia di vostro gradimento. Recensite in tanti.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci
_RedRose_
P.s. Buon Natale!  

 

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Capitolo 8
*** La vera natura ***


C’è una forza interiore nascosta,
che tutti possediamo  ma non ci accorgiamo di avere
finché non ci costringiamo a superare delle avversità.

Phil Stutz, Barry Michels.,Il Metodo The tools
 
La vera natura
Cap.8

 
Erano sul treno che li avrebbe portati alla frontiera. Niente ormai aveva più senso. Mille domande alleggiavano nelle loro menti,ma nessuna risposta varcava quello scompartimento. L’unico scompartimento occupato del treno. Un viaggio di sola andata per l’inferno.
Ancora nelle loro menti vagavano indisturbati i ricordi di quegl’ultimi saluti,gli ultimi abbracci. I ricordi di quell’addio che mai avevano voluto dare. Un arrivederci,per i genitori.

Tre donne che piangono per la sorte dei figli,sperando che tornino indietro,sperando che il destino non sia crudele con loro. Tre uomini che sorreggono le rispettive donne. Le sorreggono per alleviare il loro dolore. Per non cadere anche loro in quel pozzo senza fondo da cui è dura uscire.

Puoi essere la persona più forte al mondo,ma se si tratta dei tuoi figli,piangerai,ti dispererai,verserai lacrime su lacrime finché il tuo corpo finirà di produrle. Perché l’amore per un figlio è qualcosa di forte,di immenso. Quel giorno avevano visto i Salvatori del Mondo Magico soffrire per i propri figli,avevano visto le algidi serpi farsi forza l’un l’altro nella consapevolezza. Perché si cerca di mentire agli altri,ma non a se stessi. Soprattutto,non alle parole pronunciate dalla preside.

<< Ragazzi miei,datevi forza l’un l’altro. Quello che posso fare io adesso è ben poco,posso aiutarvi indirettamente. Posso chiamare tutti gli Auror del Mondo Magico,ma il vero lavoro è vostro. Non ho deciso io a chi affidare la profezia,non ho deciso io di affidarla a tre sedicenni. Ma il fato ha deciso così e io qui non posso intervenire. Non voglio darvi false speranze,quindi è la verità quella che adesso vi dirò. La pura consapevolezza dei fatti. Per quanto male può farvi,fatevi forza.
Non so quello che succederà una volta iniziata la guerra. Non so quello che succederà a voi. So solo che dovrete sconfiggere un mago temibile,più forte anche di Voldemort stesso. Questa non è una battaglia per la purezza del sangue. Questa è una guerra sulla supremazia,in cui solo il più forte vincerà. Vi voglio aiutare più che posso ragazzi miei,per questo,vi affiderò un mago. Un mago potente,più di tutti gli altri. Un mago che vi aiuterà ad affrontare tutto ciò. Vi aiuterà in tutto ciò che dovrete affrontare. Lo troverete ad aspettarvi alla frontiera. Adesso,ragazzi miei,è l’ora dei saluti. Ricordatevi: la forza sta in colui che lotta per l’amore,per la speranza e non in colui che lotta per un vizio. La forza sta nel cadere e poi rialzarsi,la vera forza è quella che parte dal profondo,dalle viscere e che ti fa rialzare quando il mondo sta andando a pezzi. La forza,la vera forza, è quella che si trova nel cuore,quella che si tira fuori solo quando se ne ha più bisogno. Ricordatevi le mie parole >>.

Quella era la dura realtà a cui andavano incontro. Non per loro scelta,non per loro concessione,soltanto per una profezia.
Scorpius farebbe di tutto per proteggere il fiore più bello di tutti,farebbe di tutto per proteggere Rose,darebbe la sua stessa vita per lei.
Rose farebbe di tutto per proteggere la sua famiglia e i suoi amici,anche andare incontro alla morte. Farebbe di tutto per il suo migliore amico,per l’unico che ha saputo renderla felice quando il mondo andava a pezzi.
Albus farebbe di tutto per proteggere le persone a lui più care,farebbe di tutto per i suoi due amici che,ancora non lo sanno, non riuscirebbero a vivere l’uno senza l’altro.

Il treno si ferma in una radura verdeggiante. La frontiera. Il posto più magico,affascinante e pericoloso dell’intero mondo.
Scesi dal treno,si ritrovarono davanti ad un uomo,all’incirca sui trent’anni. Era alto e portava i capelli,neri come la pece, legati in una coda,gli occhi che facevano da contrasto con quei capelli,erano di un azzurro come solo nei cieli più limpidi esiste,il viso serio. Nessuna emozione trapelava da quei due sprazzi di cielo. Stava ritto davanti a loro,in attesa di un segno di fastidio,segno che non arrivò.
Si avvicinò meglio ai tre ragazzi che gli stavano di fronte. Nell’avvicinarsi produceva un suono metallico,dovuto ai numerosi arnesi che erano legati alla sua cintura.
Arrivato di fronte ai tre,si inchinò leggermente,segno di rispetto. Poi i suoi occhi scrutarono piano tutti e tre,fino a che non si poggiarono sulla figura della ragazza. Era lei l’angelo che li avrebbe salvati. Era lei quella a cui doveva insegnare più cose.
<< Sono Alexander Dusth,il mago che si occuperà della vostra incolumità nei prossimi giorni. Vi insegnerò tutto ciò di cui dovete essere a conoscenza,soprattutto a te >> indicò Rose.
Lei,d’altro canto,ancora non capiva perché l’uomo teneva quel comportamento di assoluto rispetto nei loro confronti. Come se erano qualcosa al confronto di chi stava loro parlando.
<< Perché nutrite tutto questo rispetto nei nostri confronti,come se noi fossimo superiori.. a lei? >> chiese con audacia Rose.
<< Perché,mia cara,tu sei sicuramente superiore a me. I tuoi amici,invece,non lo so,ma lo capiremo presto >> così dicendo si incamminò verso un punto impreciso della radura dove,dopo un incantesimo pronunciato a mezza voce dal mago, comparve il loro accampamento.
Sembrava tanto uno di quegli accampamenti militari che facevano i babbani,ma al confronto, le loro tende erano state sottoposte a un incantesimo di estensione.
<< Qui è dove passerete il tempo da qui ai prossimi tre mesi. Imparerete nuovi incantesimi,nuove tecniche fra cui babbane,imparerete ad usare i poteri senza l’ausilio della bacchetta e scoprirete la vostra vera natura>>.
L’ultima frase la rivolse soprattutto a Rose che,incuriosita,chiese spiegazioni riguardanti la vera natura.
<< Scoprirete tutto a tempo debito e,adesso,preparatevi. Fra mezz’ora inizierà il vostro primo allenamento,le tute che dovrete indossare si trovano nelle vostre camere e,prima che me lo chiedete,le vostre camere sono al piano superiore,su ognuna delle tre camere è inciso sopra il vostro nome. Sarà facile trovarle >> così dicendo si incamminò verso l’uscita della tenda.
Il biondo Slytherin,però,non gli diede il tempo di imboccare l’uscio della porta che gli porse una domanda.
<< A che ci servono le tute? >> così dicendo attirò l’attenzione a se,non solo da parte del mago,ma anche da parte dei suoi due compagni di avventura che si chiedevano la stessa cosa.
<< Per non avvertire caldo o freddo. Con questo intendo dire che se uno dei vostri allenamenti sarà tra le fiamme,non sentirete il calore prodotto da esse,o almeno non vi brucerete. Se vi allenerete tra i ghiacciai dell’Alaska,non congelerete. >> così dicendo se ne andò,lasciando i ragazzi ancora più confusi.
Si guardarono con sguardi interrogativi e poi,senza proferir parola,imboccarono le scale che gli avrebbero portati al piano superiore.
Come aveva detto Alexander,sulla porta di ognuna delle tre camere,era appesa una targhetta che portava inciso il nome del futuro proprietario di essa.
Rose entrò senza fare domande in quella che le era stata assegnata come camera. Era una stanza circolare,poco più grande di quella ad Hogwarts. Le spesse pareti erano verniciate di verde acqua,un grande letto a baldacchino era addossato alla parete,una scrivania era situata all’estremità della stanza. Era una camera semplice,ma ugualmente bella.
Notò subito che sul letto era adagiato un completo. Sicuramente era quello che Alexander aveva detto loro di indossare. Era una semplice tuta aderente di color nero,con dei polsini bianchi e dei fori sulle spalle e sulla schiena.
La prese e la indossò. Le stava a pennello,era come una seconda pelle.
Insieme alla tuta,si accorse che c’erano anche un paio di stivaletti di cuoio neri. Indosso anche quelli e si legò i capelli in una coda alta,prese la bacchetta e, prima di andare, si fermò dinnanzi allo specchio.
Era pronta.
Una volta uscita dalla tenda, che da fuori dava proprio l’impressione di essere una semplice e comune tenda da campeggio, cercò di individuare i due ragazzi o Alexander.
Poco avanti c’erano i suoi due amici, con una tuta simile alla sua, intenti a parlare con Alexander.
Quando Rose arrivò d’avanti a loro, Scorpius per poco non si affogò con la sua stessa saliva.
Con quella tuta che le fungeva quasi da seconda pelle, era ancora più bella. Era incredibile come anche nelle situazioni pericolose riuscisse ad essere in quel modo. Era semplicemente magnifica.
Ad Alexander,però,non sfuggì lo sguardo di Scorpius e giratosi per mostrare loro la strada,ghignò.
Il lavoro era molto,ma la forza e l’audacia non mancavano. Ognuno di loro tre aveva un pretesto per dare il meglio di se.
<< Il primo allenamento non consisterà nell’utilizzo della bacchetta. Prima dobbiamo gestire la forza fisica e poi passare alla forza magica. In questa prima fase di allenamento faremo uso di arco e frecce, in seguito lotta libera e poi arrampicata. Possono sembrare cose stupide ai vostri occhi, ma credetemi se vi dico che sono di vitale importanza. I morti non si sconfiggono solo con qualche incantesimo >> così dicendo porse a ognuno di loro un arco, per poi prenderne uno anche lui, così da mostrare loro la giusta tecnica.
<< Noi non abbiamo mai usato un arco, come facciamo ? >> chiese Rose.
<< Se è vero che la profezia è legata a voi tre, ce l’avrete nel sangue. Eravate destinati a uccidere demoni, soprattutto tu signorina. Su, dai prova. >> così dicendo incoraggiò Rose a tirare una freccia e colpire il bersaglio.
Rose prese un bel respiro. Tirò fuori una freccia e tese l’arco. Il bersaglio era lontano una ventina di metri,lontananza più che audace per qualcuno che non aveva mai maneggiato uno strumento del genere. Una volta pronta, tirò la freccia che prese in pieno il bersaglio.
Scorpius e Albus la guardavano sbalorditi, mentre Alexander conservava quell’aria tranquilla che da quando erano arrivati lo contraddistingueva.

È una cosa più che normale, sennò non sarebbe colei che sarà destinata a sconfiggere il Redentore. Quante cose ancora non sa sui suoi poteri.

Una volta ripresi dall’attimo di sconvolgimento, fu il turno dei ragazzi di provare. Non fecero centro subito, come invece fece Rose, ma ottennero comunque buoni risultati.
<< Bene ragazzi, domani proveremo con i bersagli mobili, adesso tocca alla lotta libera. In questo credo che non ci saranno problemi >> disse allontanandosi di un passo e facendo comparire un grande tappeto poco più in là.
<< Per evenienza, non voglio che qualcuno di voi tre si faccia male >> questa fu la sua esauriente spiegazione.
<< Se non ha notato siamo due ragazzi e una ragazza,come facciamo? >> chiese Albus.
Alexander ghignò, non serviva rispondere, l’avrebbe fatto certamente la ragazza.
<< Perché hai paura forse che una ragazza riesca a batterti,caro cuginetto? >> chiese Rose da brava Slytherin qual’era.
Albus, preso in contropiede, non poté fare altro che accettare l’idea di lottare con la cugina, un po’ meno Scorpius che non aveva alcuna idea di battersi con Rose.
La fortuna, però, non era dalla sua parte.
<< Scorpius, iniziamo con te >> disse Rose.
Non vedeva l’ora di battersi con qualcuno. Da piccola faceva karate, uno sport babbano che amava particolarmente, ma poi l’inizio di Hogwarts e lo studio non le avevano permesso più di frequentare i corsi. Adesso però voleva mettere in pratica ciò che per anni le era stato insegnato.
Si posizionarono sul tappetino, ma Scorpius non era affatto pronto. Era uscito sempre vincitore da uno scontro corpo a corpo, anche contro qualcuno più grosso e massiccio di lui, ma non poteva combattere con Rose. E se le avrebbe fatto del male?
La sua distrazione, però, gli fu fatale. Rose con uno scatto degno di un ghepardo, lo fece cadere a terra.
<< Ti decidi a lottare oppure devo battermi con un manichino? >> gli sussurrò all’orecchio.
In quell’istante Scorpius diede poco conto alle parole dette dalla ragazza che gli stava seduta sopra, ma l’unica cosa che sentì fu un brivido percorrergli tutta la colonna vertebrale.
<< Ehm … sicura che non ti faccio male? >> chiese una volta ripresosi dalla trans in cui era caduto.
<< Sono cintura nera di karate >> così dicendo lo fece alzare e iniziarono una vera e propria lotta.
Passarono mezz’ora così.
Però si sa che in battaglia la furbizia è vincente, infatti, Scorpius conoscendo il punto debole di Rose, riuscì a bloccarla per poi iniziare a farle il solletico.
<< Non … vale … così >> diceva tra una risata e un’altra.
Quando Scorpius finì di farle il solletico, la aiutò ad alzarsi e insieme si diressero d’avanti ad Alexander che in tutto questo tempo non li aveva persi una volta di vista, nonostante intento a lottare con Albus.
<< Ve la cavate bene tutti e tre,soprattutto tu Rose, hai detto che sei cintura nera di karate,vero? >> e dopo un suo cenno affermativo continuò << Questo ti aiuterà in battaglia, adesso però vorrei che ti batti con me. Puoi usare tutto ciò che hai, tranne la bacchetta. Io potrò usare la mia. >> così dicendo si diresse verso il tappeto.
<< Ma è ingiusto >> proclamò Albus che fu subito zittito da un gesto stizzito da parte di Rose.
Come aveva detto la preside McGranitt, lei non era una maga qualunque. Lei era speciale. E come aveva detto anche Alexander, impareranno ad usare la magia senza l’ausilio della bacchetta. Forse quello era il primo passo per imparare.
Giunta di fronte ad Alexander,prese un bel respiro e gli disse che era pronta.
Iniziarono a lottare e non mancavano colpi di magia inferti a Rose,ma lei non          
demordeva,finché,ormai priva di forze, si concentrò sul suo respiro regolare.
Uno,due,tre battiti. Perché Alexander non la colpiva più? Non sentiva più nient’altro intorno a sé,sentiva soltanto il battito del suo cuore. Uno strano calore le inondava tutto il corpo,partendo dalle viscere e giungendo fino alle estremità del suo corpo. Sentiva il sangue scorrerle nelle vene e le arterie pulsare. Sentiva il battito sempre più frenetico del cuore. Aprì gli occhi e quello che vide la lasciò stupefatta: era circondata da luce bianca e i suoi piedi non toccavano terra.
Ce l’aveva fatta.
Riuscì soltanto a formulare quel pensiero,che l’oscurità la invase facendo diventare tutto buio.









 
Angolo Autrice
Mi scuso per l’immenso ritardo,ma non avevo idee su come continuare la storia. Sono stata impegnata un’intera settimana per scrivere un’altra Rose-Scorpius che è già postata sulla mia pagina,è composta da otto capitoli. Quindi prima di cruciarmi andate a leggerla,poi speriamo che cambiate idea. Vorrei fare alcune precisazioni circa il capito. La tuta che indossano ve la dovete immaginare come quella di Hunger Games(la ragazza di fuoco),non so perché,ma mentre scrivevo mi è venuta in mente proprio quella.
Qui sotto posto l’immagine della camera di Rose.


Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e ricordatevi di recensire,fatemi sapere cosa ve ne pare. Ho bisogno del vostro giudizio. Ho notato che lo scorso capitolo non è stato di vostro gradimento,per questo ho deciso di fare questo capitolo un po’ più lungo dei precedenti. I prossimi capitoli riguarderanno le prove a cui sono sottoposti e dei momenti fra Rose e Scorpius.
Alla prossima.
Baci
_RedRose_

Mi raccomando,prima di cruciarmi leggete l’altra Rose-Scorpius

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Capitolo 9
*** Segni angelici ***


Scopri chi sei e segui te stesso.
I passi dell’amore – A Walk to Remember

 
Segni angelici
Cap.9

Passò un mese fra allenamenti, lezioni e prove fisiche. Nessuno aveva mai accennato a quello strano fenomeno accaduto a Rose.
Febbraio era alle porte e il freddo si faceva sempre più incessante. Soffici fiocchi di neve scendevano dal cielo, ricoprendo la radura di uno spesso strato di morbida neve.
Ormai erano abituati ad allenarsi con quel tempo gelido, anche se era dura per tutti e tre.
Quel giorno dei primi di febbraio, una bufera di neve si abbatteva sopra di loro. La visuale era pessima e i movimenti erano frutto di grande fatica. Ma per Alexander quello era un giorno perfetto per allenarsi.
Così saprete cosa significa affrontare forze che non potete prevedere
Ed adesso eccoli lì a dover affrontare uno dei numerosi allenamenti, sicuramente uno dei più estenuanti.
Alexander non aveva accennato minimamente in cosa consisteva l’allenamento e così si trovavano a camminare in una bufera di neve, con solo una tuta a fare da protezione.
Come spesso faceva, Alexander si fermò in mezzo alla radura, difficilmente riconoscibile in quelle condizioni. Ancora nessuna spiegazione proferiva da quelle labbra che aveva la magia di ammaliare e confondere, come avevano scoperto.
Mai distrarsi
Uno degli insegnamenti di Alexander era proprio questo.
Una sola distrazione vi può costare la vita
E come non ricordare quella volta in cui per poco Albus non cadde giù da un dirupo.
Adesso si trovavano in una di quelle situazioni, dove distrarsi poteva essere fatale. Sicuramente era un’altra strategia di Alexander, ma loro erano pronti.
<< Vi starete chiedendo perché vi ho portato qui in mezzo a una bufera,immagino. La spiegazione è più semplice di quanto immaginate. Oggi scoprirete la vostra essenza >>
Avevano affrontato molte lezioni riguardanti l’essenza.
Ogni mago potente ne possiede una che può essere benefica o non. L’essenza consiste nell’anima di un mago,nei valori che segue. Se un mago è puro di cuore, allora la sua essenza sarà benigna. In caso contrario sarà maligna. Solo un mago molto potente può avere questa essenza, è il caso di Lexor Riddle. L’essenza consiste in un aumento di poteri e nell’acquisto di nuove tecniche diverse per mago. Più forte è, più poteri avrà.
Ma come aveva detto Alexander,la forza di un mago non consisteva nel corpo,ma nell’anima.
Badate bene,però,che la forza di un mago non è ciò che esterna,ma ciò che possiede nell’animo. Più l’animo è puro,più la sua forza aumenta.
<< Ciò che non vi ho detto è che l’essenza di un mago è collegata a qualcosa che si ama con tutto il cuore. Qualcosa per cui sareste disposti a rischiare il tutto per tutto. Un parente, un amico o anche un oggetto, ma deve essere davvero importante. >> così dicendo si posizionò di fronte ai tre.
<< Chiudete gli occhi. Concentratevi sull’udito. Ascoltate il vento. Percepite la neve. Usate i sensi. >> continuò per poi allontanarsi di un paio di passi.
Scorpius fece come gli era stato detto. Sapeva ciò a cui teneva di più. Sapeva a chi teneva di più, sapeva che per lei avrebbe rischiato la sua stessa vita. E forse lo stava già facendo.
Si concentrò sulla sua figura. I capelli rossi leggermente ondulati,gli occhi limpidi e verdi, come erano diventati. Le labbra rosee e sottili, il viso leggermente pallido e le guance arrossate.
Allungò le orecchie per percepire il suono del vento. Gli ululati del vento si facevano sempre più incessanti e la neve cadeva sempre più abbondante. Riusciva a percepire tutto ciò. Riusciva a vedere oltre le palpebre chiuse.
Un applauso lo riscosse dallo stato di trance in cui era caduto. Aprì le palpebre e si ritrovò coperto da una luce verdognola. Il colore degli occhi di Rose.
<< Scorpius,complimenti. Non è da tutti riuscirci al primo tentativo. Ciò a cui stavi pensando dev’essere qualcosa di veramente forte >> si complimentò Alexander.
Dal canto suo, Scorpius capì solo in quel momento che era riuscito a sprigionare un briciolo della sua essenza.
Dall’altra parte della radura, Rose guardava il suo amico ammirata, non accorgendosi di starsi allontanando sempre più. I piedi erano come se si muovevano da soli e il cervello non riusciva a connettersi come dovuto.
Era come sotto Imperio. E forse era davvero così, perché appena attraversata la linea di protezione del campo, si ritrovò di fronte ad un uomo incappucciato.
Ma ciò che la stupì, non fu la situazione di per sé, ma la divisa che indossava l’uomo sotto il mantello. Infatti esso non copriva interamente il corpo dell’incappucciato,ma lasciava uno stralcio aperto sul torace, abbastanza ampio da far intravedere lo stemma di una delle quattro casate di Hogwarts. Slytherin.
Capendo che sicuramente l’uomo non aveva voglia di scherzare cercò di prendere la bacchetta che aveva nascosto dentro lo stivale destro della tuta, ma a nulla furono utili i suoi tentativi. Era come se fosse scomparsa. Eppure ce l’aveva con sé.
<< Cerchi questa bellezza? >> e così dicendo l’uomo sventolò fra le mani la sua bacchetta.
Un ricordo riaffiorò nella mente di Rose.
Era una mattina come tante ad Hogwarts e Rose si stava recando in Sala Grande per la colazione. Albus e Scorpius non erano con lei perché avevano deciso di riposare ancora un po’. Era domenica infondo.
Persa nei suoi pensieri, non si accorse di una figura che le stava dietro, finché per puro caso si girò. E lì d’avanti a lei c’era l’ultima persona che voleva vedere.
<< Scordato qualcosa bellezza? >> e con il solito fastidioso ghigno, si girò e cambiò strada.
Risvegliatasi da quel ricordo, non aveva più dubbi su chi aveva d’avanti. Nessuno la chiamava bellezza tranne lui, nessuno poteva rendere una parola tanto fastidiosa.
<< Goyle, qual buon vento? >> chiese sarcastica. Sapeva che il sarcasmo le sarebbe stato fatale, ma non si voleva dimostrare debole. Tutti i duri allenamenti erano pur serviti a qualcosa. E di una cosa era certa, la bacchetta non era l’unica arma di un mago.
<< Complimenti, mi hai riconosciuto. Davvero intuitiva la ragazza >> rispose togliendosi il cappuccio del mantello, rivelando l’ austera figura di Anthony Goyle.
<< Sei venuto fin qua per riempirmi di complimenti, oppure c’è un altro motivo? >> chiese con indifferenza la rossa.
Da brava serpe qual’era sapeva rigirare i problemi a suo piacimento, in quel momento stava prendendo tempo. Prendendo tempo per contrattaccare.
<< Non posso venire a trovare una mia cara amica? >> rispose Goyle con il suo solito ghigno stampato sulla faccia.
Mai e poi mai avrebbe mai creduto di odiare tanto un suo compagno di casa, ma si doveva ricredere.
<< Io e te non siamo amici e non lo saremo mai >> rispose a tono Rose.
Goyle,dal canto suo, non si scompose più di tanto e prese ad avvicinarsi alla ragazza.
<< Potevi esserlo invece. Potevamo fare grandi cose noi due. Con i tuoi poteri poi, potevi stare dalla nostra parte e avere gloria sicura, anziché dalla loro e avere morte certa >> continuò Goyle con disinteresse.
Rose,però, non capì a pieno la frase del nemico e aggrottò leggermente le sopracciglia. Era confusa più che mai, ma non si scoraggiò.
<< Sai Goyle, preferisco stare dalla parte del bene e morire con valore che dalla parte del male e gioire con dei mostri >> rispose prontamente la rossa.
Non sapeva più che fare. Il ragazzo si avvicinava sempre più con la bacchetta in mano e adesso erano a non più di dieci metri di distanza. Sapeva che qualsiasi via di fuga sarebbe stata bloccata.
<< Sicura che non siete voi quelli dalla parte sbagliata? >> ghignò avvicinandosi sempre più. Ormai i metri a superarli l’uno dall’altra erano ben pochi.
<< Mai stata più sicura >> sussurrò.
Era intenta a concentrarsi. Se sarebbe riuscita a sprigionare la sua essenza, magari poteva anche uscirne viva.
Doveva pensare a qualcosa a cui era molto legata. I suoi genitori. Forse non era troppo intenso, prima era quello a cui aveva pensato, ma non aveva funzionato.
Un improvviso pensiero le attraversò la mente. Un viso pallido dagli occhi color tempesta, le labbra sottili e sicuramente morbide, i capelli biondi tipici della sua famiglia. Il suo migliore amico, la persona per cui avrebbe dato la sua stessa vita. La persona a cui era legata più di tutti.
<< Bene, allora peggio per te. Peccato. Avada Kedav … >> non riuscì a sentire nient’altro. Sentiva una nuova forza invaderle il corpo, una forza ancora maggiore del primo incantesimo senza bacchetta. Una forza che scorreva intensamente nelle vene. Un fluido dotato di vita propria che scorreva insieme al sangue nelle sue vene.
Poteva sentire l’ululato del vento, l’improvviso cessare del canticchio degli uccelli, la neve che ancora scendeva dal cielo e che si posava sopra le loro teste. Si sentiva in pace con il mondo.
<< Rose! >> sentì urlare. Era la voce di Scorpius, era preoccupata. Chissà cosa aveva potuto preoccupare tanto quella serpe.
Aprì gli occhi e lo spettacolo che si ritrovò davanti non era dei migliori. Alberi spezzati e tronchi deturpati giacevano al suolo. Sembrava che un grosso tornado era passato da lì, eppure lei era ancora in piedi. Che fosse stata lei?
Dalla parte opposta dello spiazzo distrutto, i suoi due amici la guardavano preoccupati. Quasi avendo paura di avvicinarsi. Alexander,invece, conservava quell’aria calma che lo contraddistingueva,lasciando trasparire solo un po’ di sorpresa.
Non capì da subito lo strano comportamento tenuto dai suoi amici, ma quando alzò una mano per far cenno loro di non preoccuparsi, ciò che vide la lasciò spaesata. La sua mano,già pallida di suo, risplendeva di una strana luce bianca, così come tutto il corpo. La tuta che indossava durante l’allenamento era stata rimpiazzata, al suo posto adesso c’era un abito lungo fino alle caviglie che sembrava essere stato cucito su misura. L’abito era bianco, ma non di un bianco normale, era un bianco che risplendeva di luce propria. Sembrava costituito da stoffa leggera, che quasi non si sentiva addosso. Le braccia erano lasciate scoperte, per poi formare una grosso spacco sulla schiena. In vita era legata una cintura spessa dalle rifiniture in oro e argento.
Con passo insicuro si recò nella direzione dei tre, che ancora la guardavano ad occhi aperti. Non capiva molto di quella situazione, anzi, non capiva niente.
Arrivata di fronte a loro, poté notare le facce scioccate dei suoi amici e quella compiaciuta del loro istruttore. Che lui sapesse qualcosa?
Scorpius, d’altro canto, non riusciva a spiccare parola. D’accordo che era sempre stata bella, ma adesso era qualcosa di divino. Sembrava quasi un angelo.
Alexander, invece, alla vista della rossa chinò il capo. Come quella volta di un mese fa ormai. Adesso erano più che sicuri che lui sapesse più di quanto aveva detto loro.
<< Cosa è successo? >> chiese Albus che non aveva capito molto di quella situazione.
<< Goyle ci ha trovati, non so come, ma l’ha fatto. Io ero senza bacchetta e ho pensato di sprigionare l’essenza. E adesso, non ci capisco più niente. >> rispose frustata.
<< Dov’è Goyle? >> continuò.
<< L’hai ferito, ma è riuscito a smaterializzarsi. Dobbiamo estendere le protezioni. >> rispose Alexander, per poi incamminarsi in direzione del campo.
<< Tu non vai da nessuna parte! >> sbottò Rose. Voleva spiegazioni, e lui era l’unico che gliele poteva fornire.
<< Adesso mi dici cosa succede qui e perché mi ritrovo così! >> urlò con quanto fiato aveva in gola.
Era arrabbiata e frustrata. Da tempo aspettava risposte che non le erano state date. Adesso si era stufata. Non ne poteva più di tutti quei segreti. La sua vita era già abbastanza incasinata di suo, se ci si metteva pure lui con le sue stranezze. Era troppo.
<< Avrete le vostre risposte. Credo che sia arrivato il momento di risolvere i vostri dubbi. Andiamo >> li incitò Alexander.


 
Erano seduti intorno al fuoco, mentre fuori batteva incessante la bufera.
Rose aveva smesso da tempo di brillare di luce propria e stranamente anche l’abito era scomparso per lasciar posto alla consueta tuta da allenamento. Era un fatto abbastanza strano e avrebbe chiesto spiegazioni, se solo non si trovassero già sul punto di riceverle.
Alexander stava scrutando uno a uno i tre ragazzi. Sapeva che era giunto il momento di dir loro la verità, ma non sapeva come l’avrebbero presa. Erano stati portati via dalle loro famiglie, da casa, per portarli sul campo di battaglia. Perché una profezia l’aveva predetta. Se solo sapessero che dietro ad essa c’era molto di più.
Prese un bel respiro e iniziò a raccontare loro la verità, bella o brutta che sia.
<< Sicuramente vi avranno parlato di una profezia di cui siete i protagonisti ed anche che questa profezia ha a che fare con Lexor Riddle … >> avuto un loro cennodi assenso,continuò << … Quella è solo una parte della profezia. O meglio è la profezia intera, si. Ma quello che voi non sapete è che le profezie sono due. Voi conoscete l’esistenza solo della prima. Vi chiederete perché non vi è stato detto dell’esistenza di quest’altra. Capirete appena la sentirete >>
I ragazzi pendevano letteralmente dalle sue labbra. Così Alexander continuò.
<< La seconda profezia è legata ad un angelo. Non un angelo qualsiasi. Un angelo Caduto. Gli angeli Caduti appartengono alla razza dei Nephilim, esseri metà uomini e metà angeli, nati dall’incontro tra angeli Caduti, scacciati dal Paradiso, e le donne umane. I Potenti, i demoni guerrieri, sono incaricati dal Redentore di sterminare i Caduti e i Nephilim, così da perseverare il suo potere. Questi angeli sono gli unici in grado di provocare danni al Redentore. Egli, essendo protetto dai demoni, risulta quasi immortale. Quasi, perché i demoni possono essere sconfitti solo dai loro simili o, in questo caso, dai loro opposti. La profezia, infatti, narra di un Nephilim, ma non un angelo normale. Questi è un discendente da una nobile stirpe ormai estinta. Gli Ashensid, con poteri angelici, ma anche demoniaci. Solo questo discendente di nobile stirpe riuscirà a sconfiggere il Redentore … con il suo esercito di angeli >> concluse.
La tensione si poteva percepire nell’aria. Rose ancora non capiva la parte della profezia che doveva c’entrare con lei. Ma poi, come un lampo, un’idea le balenò in testa e le fu tutto chiaro. Il racconto della prima profezia da parte della preside per non metterli ulteriormente in pericolo e per non dargli altre responsabilità, come se cambiava qualcosa se lo diceva prima. La prima magia senza bacchetta, argomento che avevano deciso di non affrontare. E adesso la sua trasformazione e il caos causato da questa. Era lei l’angelo di cui parlava.
<< Quindi io sono una Ashensid >> sussurrò quasi.
<< Esatto e da adesso in poi ci concentreremo esclusivamente sui tuoi poteri angelici e demoniaci. La guerra è vicina e devi ancora radunare un esercito >>
Un attimo di spaesamento andò incontro a Rose, ma riuscì a celarla agli occhi degli altri. Non si voleva dimostrare debole. I suoi genitori avevano affrontato Voldemort e lei adesso si trovava in quella situazione. Ma era pronta per tutto ciò? Questa era la domanda che si poneva sempre, ma che non giungeva mai a una conclusione. Da lei dipendevano le vite di un sacco di persone, dell’intero Mondo Magico, nonché babbano. Si sentiva sottopressione, ma doveva trovare la forza necessaria per affrontare tutto ciò. Lo doveva alla sua famiglia, ai suoi amici e a Scorpius. Lo doveva a tutti loro.
<< Come farò a radunare un esercito? Insomma, non so dove si trovano gli altri angeli Caduti e non so dove cercarli >>
<< Nel momento in cui hai scoperto la tua vera natura, ti è comparso un simbolo sulla pelle. Impresso a fuoco come un marchio. Il marchio angelico. Da quel momento tutti gli angeli sanno la tua posizione e tu sai la loro >>
Albus e Scorpius ancora non avevano proferito parola. Erano impegnati a seguire la discussione tra Alexander e Rose.
<< Quindi anche i demoni sapranno la mia posizione >> rifletté ad alta voce Rose.
<< È probabile, ma solo una piccola schiera. Non sono ancora pronti per una guerra e sicuramente aspetteranno il plenilunio. Esattamente fra due mesi. Durante esso i demoni saranno più forti, così come gli angeli. Sarà una guerra ad armi pari >> rispose Alexander.
<< Quando dovremmo partire per cercare gli altri angeli? >> chiese Rose.
<< Fra una settimana. Prima imparerai a stabilizzare i tuoi poteri, sennò i Potenti ti potrebbero individuare facilmente. Non è mai troppo tardi per sconfiggere un Ashensid alle prime armi >> così dicendo si alzò dalla poltrona su cui era seduto e dando loro la buonanotte, si incamminò in cima alle scale, dove lo aspettava una sana dormita.
I due ragazzi ancora non avevano proferito parola, mentre Rose si sedeva davanti a loro.
Era preoccupata più di tutto per i suoi amici. Non voleva che corressero un tale pericolo. Non voleva, però, neanche lasciarli soli. La decisione spettava solo a loro.
<< Se non mi vorrete seguire, siete liberi di farlo >> lo disse guardandoli negli occhi.
Albus la guardava dritto negli occhi per scorgere qualche segno di insicurezza. Segno che non trovò.
<< Sono con te >> rispose convinto. Per quanto certe volte odiasse la cugina, era pur sempre una ragazza meravigliosa. Carica di responsabilità. Era una ragazza forte, era una guerriera.
Scorpius, invece, non riusciva a guardare quelle due pozze vermiglie. Voleva bene a Rose, forse più di quello, per questo non l’avrebbe mai lasciata da sola. Aveva un tale carico sulle spalle, eppure era tanto fragile. Per quanto si voleva dimostrare forte. Aveva imparato a conoscerla e adesso riusciva a interpretare ogni  suo gesto. Si arricciava i capelli quando era annoiata e si mordeva il labbro quando era nervosa. Come in quel momento.
<< Saremo sempre con te, qualsiasi cosa succeda >> rispose per poi prendere la mano di Rose nella sua. La voleva incoraggiare, dare forza. La voleva aiutare.
<< Siamo una squadra >> concordò Albus per poi prendere anche lui l’altra mano di Rose nella sua.
<< Saremo sempre uniti >> aggiunse Rose.
Qualsiasi cosa sarebbe accaduta, loro sarebbero rimasti insieme. Qualsiasi fosse il loro destino. Qualsiasi fosse la loro strada. Gli amici non si abbandonano mai. I veri amici sono quelli che ti seguono in capo al mondo.

***

Arrivata in camera, si spogliò e adagiò la tuta sopra il letto. Si stava recando nella doccia, quando qualcosa nello specchio la fece fermare. Il suo riflesso era sempre lo stesso, una ragazza stanca e piena di responsabilità. Girandosi, però, vide l’oggetto della sua attenzione: un simbolo tatuato sulla spalla destra. Il marchio Angelico. Un semicerchio con uno strano simbolo a spirale, sopra incise tre parole a caratteri latini.
Nosce te ipsum
Eppure aveva paura di scoprire quello che si nascondeva dentro di sé.









*Angolo Autrice
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Avete scoperto, finalmente,il perché del nome di questa FF “The Secret of the Fallen Angel” , o almeno in parte. Il capitolo è un po’ più lungo dei precedenti e infatti ci ho messo anche più tempo, spero che vi piaccia. Cosa ve ne pare di questa idea degli angeli Caduti? Dovete sapere che, per chi non se ne sia accorto, l’idea è stata presa dal romanzo Fallen- angeli caduti, di cui c’è pure il film. Tranquilli però se avete paura che la magia sia messa da parte. Tranquilli, siamo ancora nel Mondo Magico!
La piccola frase posta alla fine del capitolo, Nosce te ipsum, significa Conosci te stesso.
Spero che avete capito il perché di quella frase. Rose ha paura di scoprire i suoi poteri, ha paura di non essere all’altezza della situazione e di poter scoprire che i suoi poteri sono più demoniaci che angelici. Se vi chiedete quali sono questi poteri, li scoprirete presto.
E che mi dite della comparsa di Anthony? Avevo detto che presto si sarebbe fatto vivo. Tranquilli, lo rivedrete presto.
Ecco qui di seguito l’immagine, per come me lo immagino io, del vestito da angelo di Rose. Ovviamente voi ve lo potete immaginare come volete.

http://it.tinypic.com/r/33bojtf/5
Mi raccomando. Lasciatemi una recensione.
Alla prossima
Baci
_RedRose_


 

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Capitolo 10
*** Quando Albus Severus Potter si mette in testa qualcosa ***


Quando Albus Severus Potter si mette in testa qualcosa
Cap.10
 
Se la mente è in grado di concepire un’idea,
allora questa idea può essere tramutata in realtà.

Napoleon Hill, Pensa e arricchisci te stesso


 
 
Rose
 
Era una settimana che gli allenamenti continuavano senza sosta. Era una settimana esatta che avevo scoperto di essere una Ashensid e, come se non bastasse, tra poco saremmo dovuti partire. 
In una settimana avevo imparato molto, non solo riguardo gli incantesimi, ma anche cose interessanti sui demoni. I loro punti deboli, anche se ben pochi, la loro storia, i diversi tipi di demoni, l’ascesa del Redentore. Sembrava di essere ad Hogwarts e di studiare Storia della Magia, Trasfigurazione e difesa Contro le Arti Oscure. Peccato che quella non era la cara vecchia scuola, quello era il campo di battaglia. O almeno ciò che fra pochi mesi diventerà.
Con l’aiuto di Alexander avevo scoperto i miei nuovi poteri e, devo dire, che poteri. Potevo dominare i quattro elementi, anche se ci avevo messo parecchio, soprattutto per dominare l’aria. Sono riuscita a stabilizzare i miei poteri, per cui, i Demoni non possono scoprire la nostra posizione.
È stata una settimana dura, sia per me che per Albus e Scorpius. Loro due, non so perché, continuavano ad allenarsi separatamente. Così aveva stabilito Alexander. Per questo ho avuto poco tempo per parlare con loro due: gli allenamenti erano lunghi ed estenuanti e, quando tornavamo nell’accampamento, crollavamo esausti.
Adesso, però, era venuto il momento di partire, di radunare il mio esercito. Faceva ancora strano chiamarlo mio, in quanto non ho mai posseduto qualcosa di definitivamente mio, tutto era condiviso con mio fratello o con le mie cugine, se si trattava di cose da femmine. Avevo sempre desiderato di possedere qualcosa da non dover condividere e, adesso che ce l’avevo, vorrei non averlo mai avuto.
<< Rose, dobbiamo andare >> mi dice Scorpius, risvegliandomi dai miei pensieri.
Così ci incamminiamo verso l’uscita dell’accampamento ed esso, come era venuto, così è scomparso. Adesso ci aspettava una nuova avventura in viaggio per il mondo. 


 
Scorpius

Salimmo sul treno che ci avrebbe portato nel continente americano. Il treno non era come quello con cui eravamo arrivati, questo era ben diverso, non solo all’esterno, ma anche nel motore. Infatti, essendo un treno magico ad alta velocità, saremmo arrivati in America fra non più di due giorni. Certi viaggi facevano comodo.
Forse avrei potuto approfittare del tempo che ci rimaneva per parlare un po’ con Rose, mi mancavano le nostre chiacchierate. Sentivo che qualcosa tra di noi era cambiato e non si trattava solo della battaglia o del cambiamento di Rose. Era successo qualcosa a noi. Qualcosa che non riuscivo a spiegarmi.
<< Ragazzi, vi lascio da soli. Immagino vi dovete dire molte cose >> disse Albus, incamminandosi verso l’uscita dello scompartimento in cui eravamo seduti noi tre. 
Con una pacca sulla spalla e un gesto della mano, ci saluta ed esce, per poi richiudersi la porta alle spalle. Certe volte credo che Albus eserciti la telepatia su di me ed io non me ne rendo neanche conto.
Appena mi accorsi che effettivamente io e Rose eravamo rimasti da soli nello scompartimento, le parole mi morirono in bocca. Mi chiedevo il perché. Era la mia migliore amica, perché in quel momento non trovavo le parole adatte con cui instaurare una conversazione.
Rose, d’altro canto, restava immobile a contemplare fuori dalla finestra. Era un’immagine divina.
Quel giorno portava i capelli sciolti in lunghi boccoli rossicci che le ricadevano sulle spalle e indossava un maglioncino di lana blu con dei pantaloni neri e ai piedi calzava delle sneakers azzurre. Un completo babbano, senza dubbio, ma su lei anche un sacco di patate faceva bella figura. 
Poi, d’un tratto, mi vennero in mente le parole di Alexander, risalenti a qualche giorno fa.
Come al solito mi stavo allenando nella radura insieme ad Albus. Ad un certo punto Alexander mi chiamò e io non capì sin da subito quel convocamento, di solito era Rose quella che spesso veniva chiamata.
<< C’eri anche tu quando Rose si è trasformata in un angelo, e c’eri anche tu quando ho raccontato le leggende sui demoni e sugli angeli. Ho tralasciato, però, un particolare. 
Gli angeli non combattono da soli, hanno bisogno di protezione, anche se possono sembrare agli occhi altrui invincibili. Ogni angelo ha il proprio custode, che è una persona molto importante per loro e che spesso conosce l’Angelo da tutta la vita. Il suo compito è quello di aiutare e di guidare il proprio angelo sulla giusta strada. Essi conservano i poteri acquisiti dall’Angelo e ne possono usare alcuni, in parte. Per questo ti ho fatto allenare separatamente in tutto questo tempo. >>
Appena finito di parlare io ero ancora scombussolato, adesso avevo un motivo in più per stare vicino a Rose.
<< Quindi io sono il custode di Rose >> sussurrai, quasi per ricevere certezza.
<< Si, ma lei non deve sapere niente. Ha già tante responsabilità addosso, per questo il tuo compito è quello di aiutarla a superare tutto ciò. >>
<< Anche Albus è un custode? >> chiesi per saziare i miei dubbi, o almeno in parte.
<< Si, ma non di Rose. Dovrà trovarlo lui il suo angelo e chissà se questo viaggio non sia utile per qualcosa >> così dicendo girò le spalle e ritornò al suo lavoro.
Non riuscivo a vedere Rose in quello stato. Sembrava persa, svuotata da tutti i pensieri felici, da quando eravamo arrivati al campo, il suo sorriso diventava sempre più raro, finché non scomparve definitivamente. Volevo rivedere quel sorriso tanto bello, volevo vedere quel sorriso che scaldava il mio cuore.
<< Rosie >> sussurrai e mi avvicinai a lei. 
La strinsi in uno dei miei tanti abbracci alla Se tu non mi abbracci ti abbraccio io, come li chiamava Rose. O semplicemente un abbraccio che sa di affetto.
<< Scorp, ti voglio bene >> mi sussurrò di rimando lei, per poi ricambiare il mio abbraccio.
Era in momenti come quelli che non desideravo altro che stare così per l’eternità. Peccato che non era possibile.
<< Anche io Rosie, anche io >> le dissi con tutto l’amore che potevo donarle.


 
Rose
 
Restammo stretti in quell’abbraccio per un tempo che parve infinito. Passarono ore, o forse solo qualche minuto. Il tempo sembrava fermarsi quando ero tra le sue braccia.
<< In questi giorni non ci siamo visti quasi per niente, che ne dici se parliamo un po’? Come ai vecchi tempi >> gli chiesi con un sorriso sulle labbra.
<< Finalmente ti vedo sorridere, mi mancava il tuo sorriso >> mi disse sorridendo anche lui.
E a me mancava il tuo, gli volevo dire, ma non lo feci. Forse per paura di espormi troppo, forse per paura di dire troppo.
<< Vuoi vedere una cosa? Me l’ha insegnato Alexander >> chiesi.
Così, dopo aver ricevuto un suo gesto di assenso, presi dalla borsa tre pietre e le lanciai in aria. Esse come attratte da qualcosa si unirono e formarono un candido pettirosso.
Scorpius si avvicinò per toccarlo, ma lo fermai dicendogli che era pericoloso. Sicuramente non capì ciò che intendevo, per questo con un mio gesto della mano, il pettirosso cominciò a trasformarsi in un enorme cane a tre teste, simile a quello trovato al primo anno da mamma, papà e lo zio.
<< Tranquillo, è un’illusione … quante cose che si possono fare con tre pietre >> gli dissi per rassicurarlo un po’, dato che era rimasto sconvolto alla vista del cane. Forse era rimasto più impaurito dalle lunghe zanne che si intravedevano nella bocca dell’animale.
Così, per non farlo preoccupare ulteriormente, scacciai via il cane, ritrasformandolo nelle tre pietre d’origine. Esse caddero con un leggero tonfo sul pavimento e io, dopo averle raccolte, le rimisi a loro posto nella borsa.
<< È fantastico >> mi rispose una volta uscito dallo stato di shock in cui era caduto.
Gli sorrisi e poi mi accoccolai nuovamente tra le sue braccia. Era una sensazione magnifica.
Poco alla volta sentì le palpebre appesantirsi e caddi nelle braccia di Morfeo, non prima di aver sentito qualcosa di morbido toccarmi la fronte.


 
Albus
 
Quando ritornai nello scompartimento, trovai Rose e Scorpius abbracciati, intenti a dormire. Ho sempre pensato che quei due non fossero soltanto amici e lo penso tutt’ora. Anche se non lo sanno, non provano solo amicizia l’uno nei confronti dell’altro. Si vede da come si guardano, da come si cercano. Ho notato in questa settimana come Scorpius era giù di morale, non avendo Rose affianco. Ho notato anche come Rose cercasse ovunque con lo sguardo Scorpius. Erano davvero ingenui quei due. Nonostante tutto sapevano che cosa provano ma avevano paura. Avevano paura dei propri sentimenti e della reazione che potrebbe suscitare nell’altro.
Sono nati per stare insieme, si completano a vicenda. Vorrei che un giorno capitasse anche a me qualcosa di simile con una ragazza, un legame forte e duraturo, come il loro. 
Sospirai.
Per adesso cercherò ci occuparmi di quei due testoni, finché la pace ce lo permetterà.
<< Buonanotte piccioncini >> dissi loro per poi chiudermi la porta dello scompartimento alle spalle.
Sarebbe stato un compito duro, ma ce l’avrei fatta. Non per questo mi chiamo Albus Severus Potter. Se non ce la faccio io, chi ce la farà? È arrivato il momento di far capire a quei due testoni che non sono niente senza l’altro. Sarà un duro lavoro, speriamo che ce la faccia.










*Angolo Autrice
Eccomi con il decimo capitolo. Tranquilli per la lunghezza del capitolo, è un capitolo di transizione. Abbiamo potuto notare che il rapporto tra Rose e Scorpius sta crescendo, anche se si considerano solo amici, per adesso. Ed ecco che entra in gioco Albus, per chi diceva che compariva poco. Come sempre è un po’ il cupido della situazione, anche con una guerra alle spalle. Ho anche cambiato lo svolgimento dei fatti, avete visto che a inizio capitolo ho scritto una specie di Pov Rose ecc., proprio perché nei prossimi capitoli sarà molto importane il pensiero dei diversi personaggi.  Adesso, per poter andare avanti con i prossimi capitoli vi vorrei fare un piccolo sondaggio, se così si può chiamare. Io personalmente adoro Albus, quindi perché non renderlo felice? Un nuovo personaggio, non vi dico altro, se non che è una ragazza. Quindi vi chiedo: suggeritemi un nome e il paese da cui proverrà, vi anticipo che sarà un Angelo, non come Rose, ma servirà al suo esercito. E sto dicendo troppo. Mi scuso per gli eventuali errori grammaticali, soprattutto nei verbi.
Nello scorso capitolo ho postato il vestito di Rose da angelo, ma non si vedeva, lo riposto qua sotto.
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E qui sotto c’è il disegno di come io immagino il vestito. Non siate fiscali, so che un’ala è più grande dell’altra, cercate di capirmi, l’ho fatto in due minuti. Image and video hosting by TinyPic
Mi raccomando, recensite in tanti.
Alla prossima
Baci
_RedRose_

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Capitolo 11
*** Quando il cuore ricomincia a battere ***


 Quando il cuore ricomincia a battere
Cap.11

 
Forse la scienza non è ancora in grado di provarlo,
ma gli abbracci allungano la vita.
Ne sono certo.

Alessandro D’Avenia


 
Alexander
 
Eravamo in America da tre giorni e ancora nessuna traccia del gruppo nomade degli Angeli. Sembravano spariti nel nulla, nemmeno la nostra abilità di maghi sembrava esserci utile. Avevamo controllato tutti i quartieri di Manhattan, Miami, New York e tutti i grandi centri vicini, ma nessuna di queste città si rivelò quella da noi cercata. Cercavamo nelle città maggiori, essendo luoghi più forniti per ospitare un gruppo di nomadi, nonché Angeli.
Poi d’un tratto mi venne in mente una conversazione avvenuta alcuni anni fa, come passava veloce il tempo.

<< El, perché te ne vai? Perché non puoi restare? >> chiesi con voce strozzata.
Non la volevo perdere, non un’altra volta.
<< Tu non capisci! >> sbottò d’un tratto, tanto da sconvolgermi. Non era da lei quel comportamento.
<< Non capisci che siamo troppo diversi per poter continuare questa cosa >> e sputò le ultime parole con rabbia, quasi fosse unicamente colpa mia.
<< Fammi capire tu… >> le sussurrai, avvicinandomi ancor più a lei, cercando di abbracciarla.
Ma lei si scansò da me, con una faccia schifata. Forse era davvero colpa mia, forse lei non provava niente per me.
<< Io me ne andrò, domani. E questo è quanto. Sei pregato di uscire dalla mia vita e di non farci più ritorno >> così dicendo prese la borsa appoggiata sul divano e con un tonfo richiuse la porta dietro di se.
Lo stesso tonfo che fece il mio cuore.
Poi notai una lettera appoggiata allo schienale del divano, le doveva essere caduta dalla borsa.
Senza pensarci due volte, la aprì e lessi avidamente il suo contenuto. Stava partendo per l’America, Greenville, Carolina del Sud. Perché così lontano?

Mi risvegliai da quel ricordo doloroso, che ancora faceva male come una ferita inferta da un pugnale. Faceva male pensare all’unica persona che mi aveva scaldato il cuore e che poi, ha fatto un po’ come tutti. Se n’è andata.
<< Andiamo a Greenville, Carolina del Sud >> dissi a quei tre ragazzi che mi stavano seguendo.
Non eravamo lontani, due giorni di cammino.
<< Non possiamo smaterializzarci? >> chiese Rose.
Certe volte quella ragazzina mi ricordava la mia Eleanore, l’aspetto ingenuo, ma una forza micidiale.
<< Io si, voi no. Siete minorenni e poi vi potrebbero localizzare >> spiegai stancamente.
<< E allora perché abbiamo abbandonato il treno? >> sbottò d’un tratto il moro, Albus fermandosi dietro di me.
<< Non era sicuro >> risposi semplicemente, per poi andare più avanti, lasciandoli dietro a parlare.


 
Rose
 
 
Arrivammo in quella che sembrava tanto una città fantasma. Automobili bruciate e senza pneumatici, schegge di vetri ovunque, palazzi senza porte e finestre, grigi come tutto lì attorno. Sembrava che nessun essere umano ci mettesse piede da tempo.
Per essere sicura presi la bacchetta, anche se mi serviva a ben poco dati i miei poteri, ma Alexander mi fece segno di rimetterla a posto. Riluttante obbedì.
Camminavamo per quelle stradine, guardandoci attorno. Alexander d’avanti, Scorpius e Albus dietro, quasi volessero proteggermi. Che cosa assurda.
D’un tratto sentì un rumore, uno scampanellino. Mi girai in tempo per vedere un gatto, con al collo un campanellino, sgusciare fuori da sotto una macchina e iniziare a correre. Senza pensarci due volte iniziai a rincorrerlo, sapevo che non era l’unico essere vivente lì, me lo sentivo. Ne ero certa.
Scattai talmente veloce, che non diedi il tempo nemmeno a Scorpius di raggiungermi, lui che era il più veloce di noi. Seguì il gatto, fino a che mi ritrovai in un vicolo cieco. D’avanti a me si ergeva un muro massiccio composto da mattonelle rossicce incastonate tra loro, eppure del gatto nessuna traccia. Ero sicura di averlo visto venire verso quel posto.
Stavo per rigirarmi e tornare indietro, quando un altro rumore mi fece sobbalzare. Non era quello scampanellino che avevo udito prima, era come il rumore di qualcosa che veniva trasportato, qualcosa di molto pesante, qualcosa di metallico che striscia sul suolo.
Sobbalzai quando sentì un’ascia conficcarsi nel muro alle mie spalle. Immediatamente mi girai e per poco non venni trafitta da un’altra ascia. Un uomo sulla quarantina mi stava davanti, ascia ben tenuta in mano e sguardo che avrebbe fatto paura anche a Lord Voldemort in persona.
Ero bloccata, la mia unica salvezza era alle spalle dell’uomo e non riuscivo a passare. Non avevo armi con me, la bacchetta sicuramente l’avevo fatta cadere mentre cercavo di raggiungere il gatto. Stupida, mi dissi mentalmente.
<< Cosa ci fa una bambina tanto deliziosa in un posto del genere, da sola? Ti sei persa forse? >> mi chiese ridendo bruscamente. Era un individuo inquietante, in tutto e per tutto.
Assottigliai lo sguardo, nessuno mi poteva trattare come una bambina. Sapevo difendermi meglio di mille uomini messi insieme e se quell’uomo non si sarebbe spostato entro due secondi dalla mia traiettoria, gliel’avrei fatta pagare cara.
<< Il gatto ti ha morso la lingua? >> continuò ancora, indicando con un dito il gatto di poco prima che stava rannicchiato in un angolino sopra un bidone della spazzatura.
Non ricevendo una mia risposta, scagliò un’altra ascia verso di me, ma questa volta riuscì a prenderla e a rilanciargliela. Lo presi di striscio su un braccio, ma abbastanza per fargli provare dolore.
<< Ah, allora vuoi giocare? >> non era una domanda, più che altro una constatazione.
Presi tre sassi da terra e li trasformai in un’aquila gigante. Non lo avrebbe trattenuto per molto, per questo cercai di trovare un modo per uscirne indenne.
Presi un po’ di terriccio ai miei piedi e lo gettai in aria, formando un tornado. Sembrava non bastare, come se niente fosse, l’uomo riuscì a scacciarlo e si avventò contro di me.
Era una battaglia ad armi pari, non ero l’unica quindi a possedere dei poteri. Combattemmo a colpi di calci e pugni finché, ormai esausta, creai un nucleo di energia attorno a me e lo scaraventai contro il muro.
Era immobile ma non era morto, respirava ancora.
In quel momento arrivò Scorpius, seguito a ruota da Alex e Albus. Sembravano davvero preoccupati, soprattutto il primo che si avvicinò a me, senza badare all’uomo steso una ventina di metri più avanti. Si chinò d’avanti a me e mi aiutò a rialzarmi. Quand’è che ero scivolata a terra?
<< Rose, che hai combinato? >> mi chiese con fare rassicurante, abbracciandomi. E in quel momento nulla aveva più senso, sentivo solo il mio cuore battere in contemporanea al suo, sentivo il suo respiro sul mio collo e il suo profumo sulla mia pelle. Una fitta lancinante alla spalla destra, mi fece però accasciare a terra. Il marchio angelico.
<< Sei un Angelo, sei l’ Ashensid >> sussurrò l’uomo rialzandosi a fatica e inchinandosi a me.
In quel momento giunse dinnanzi a noi un gruppo di persone, cappeggiati da una donna. Dimostrava all’incirca trent’anni, se non meno, aveva lunghi boccoli color cioccolato e degli occhi che facevano invidia al verde prato stesso. Non era particolarmente alta, ma la sua eleganza innata e il suo portamento le conferivano un’aria quasi regale.
Si fermò davanti a noi e ci scrutò tutti e quattro, soffermandosi più del dovuto su Alexander. Poi si rivolse a me e passò minuti ad osservarmi, sembrava starmi facendo una radiografia, o come la chiamano i Babbani.
Dopo un paio di minuti, finalmente prese parola. << Benvenuta, sapevamo del tuo arrivo imminente >> e così dicendo, lasciandomi più che sorpresa, ci fece cenno di seguirla e così facemmo, giungendo a un edificio che si mimetizzava perfettamente con il resto attorno, ma che dentro non poteva essere più diverso.
Il gruppo con cui era venuta rimase ad aiutare quell’uomo.
Ci fece accedere ad una stanza quadrangolare, in cui molte persone ci guardavano ammirati o solamente curiosi. Giunse davanti a una porta e la aprì, sembrava una specie di cucina dalle dimensioni ingigantite. Nemmeno la cucina di Hogwarts era talmente grande. Le pareti erano dipinte di rosa pesca, i numerosi ripiani ricoprivano quasi interamente le pareti della stanza, tranne qualche angolino in cui era appoggiata qualche sedia. Appostato dietro ad una parete c’era un tavolo di legno, grande come quello di Hogwarts, in cui alcune persone erano indaffarate a mangiare o a chiacchierare. Si accomodò lì e ci fece segno di seguirla.
<< Sono Eleanore Collin e, come avrete potuto capire, sono un Angelo, come tutti qui d’altronde. Sono la guida della tribù >> si presentò lei, per poi girarsi verso di me << Tu sei Rose, aspettavamo il tuo arrivo. Sappiamo che devi mettere su un esercito, noi siamo dalla tua parte >>
Io ero ancora con la bocca spalancata, come poteva sapere tutte quelle cose? Stavo per porle la domanda, ma un bambino all’incirca di quattro anni si avvicinò a noi e tese una mano verso Eleanore, che lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia. Le assomigliava molto, aveva i suoi stessi boccoli castani e il naso leggermente all’insù. Quello che mi colpì particolarmente però furono gli occhi, azzurri come il cielo limpido. Quegli occhi, li avevo già visti da qualche parte, ma non riuscivo a collegare bene i pensieri.
<< Mamma, chi sono loro? >> chiese con la voce bianca di un bimbo.
Vidi Alexander irrigidirsi a quelle parole, ma non indagai oltre, non lo avevo mai capito e sicuramente quello non era il momento giusto per capirci qualcosa.
Lei sembrava imbarazzata, quasi non volesse presentarci.
<< Sono come noi >> rispose semplicemente mettendo giù il bambino che andò a giocare.

 
 
Albus
 
Giravo per quei corridoi, sembrava tanto di essere in una specie di rifugio collettivo. Persone che correvano, donne che giocavano con i bambini, uomini intenti a scherzare con gli amici. Sembravano così normali nel loro via vai quotidiano.
Perso nei miei pensieri, non mi accorsi di una furia di capelli color grano che mi investì in pieno e così cademmo tutti e due per terra.
Stavo per mettermi ad inveire contro il malcapitato quando, alzata la testa, mi ritrovai d’avanti due occhi color caramello e un viso da porcellana.
<< Scusami, non l’ho fatto apposta. Certe volte sono proprio distratta >> disse sbattendosi una mano sulla fronte e colorando di rosso le sue guance.
Io ero ancora in silenzio, non mi aspettavo un’apparizione del genere. La ragazza fu la prima ad alzarsi e mi porse una mano per sollevarmi.
Una volta piantati i piedi saldamente a terra, potei notare interamente l’aspetto della ragazza. Dimostrava si e no sedici’anni, ma era molto alta. Certo, era pur sempre più bassa di me di una decina di centimetri, ma io ero alto un metro e ottantacinque. Era magra, ma non di quella magrezza che ti dà l’idea di una persona denutrita, lei sembrava tanto essere una di quelle modelle uscite dalle riviste di mamma. Aveva i capelli biondi che arrivavano fino alla vita, un viso dolce e un sorriso rassicurante sulle labbra. Tutto in quella ragazza mi provocava sensazioni che non sapevo nemmeno di provare.
<< Comunque piacere, sono Evelyn, ma tu puoi chiamarmi Ev o Lyn >> disse porgendomi la mano che io nuovamente strinsi.
Io, d’altro canto, cercai di risvegliarmi da quel mutismo in cui ero caduto e alla fine riuscii a sbiascicare il mio nome << Albus >> e lei sorrise, di quel sorriso che ti scalda il cuore.
Era strano come, seppur conoscendola da dieci minuti, provassi certi sentimenti nei sui confronti: protezione.
<< Ti dispiace se ti chiamo Al? Mi piace di più >> disse sempre con quel sorriso stampato sul volto e con le guance leggermente arrossate.
In quel momento mi accorsi che non mi ero presentato decentemente con lei, anzi, non mi ero presentato proprio.
<< Certo che puoi >> sorrisi << Anche tu sei un Angelo? >> chiesi.
Era strano pensare che quella ragazza potesse essere come Rose, talmente dolce.
<< Si e tu devi essere l’amico dell’Ashensid … com’è che si chiama? >> chiese facendo una faccia buffa. Era concentrata a ricordare il nome di mia cugina.
<< Rose, mia cugina >> risposi non distogliendo lo sguardo dal suo volto.
<< Ah, è vero. Senti io sto andando agli allenamenti, vuoi venire con me? >> mi chiese lei e io non me lo feci ripetere due volte, accettai immediatamente. Forse risposi un po’ troppo velocemente, tanto da far ridere Evelyn.
<< Allora … quanti anni hai? >> mi chiese titubante mentre percorrevamo quei lunghi corridoi.
<< Sedici, tu? >>
<< Non si chiede ad una donna la sua età, non te lo hanno insegnato? >> chiese con tono serio, tanto che per un attimo credei che si fosse offesa sul serio, ma poi notai che faceva una strana smorfia.
Si stava trattenendo dal ridere.
<< Scherzavo, comunque ne ho quindici >> disse, dopo essersi ripresa da quell’attacco di ridarella.
Eravamo all’inizio dell’ennesimo corridoio, ma alla fine di esso, questa volta, si vedeva uno spiraglio di luce. Era la porta che portava all’esterno.
Una volta usciti, trovammo ad aspettarci Alexander ed Eleanore seduti su dei tronchi, sembravano essere a disagio assieme.
Come se stava aspettando solo me, appena mi vide Alexander si alzò e, rivolgendosi a me, iniziò a parlare.
<< Tra qualche giorno ripartiremo portando con noi un piccolo gruppo di Angeli, gli altri ci raggiungeranno alla frontiera appena pronti >> disse e in quel momento arrivarono Rose e Scorpius con uno strano sorriso sulle labbra, poi avrei chiesto loro spiegazioni.
<< Il gruppo sarà formato da me e altri cinque Angeli che hanno finito l’addestramento da poco >> continuò Eleanore.
<< Vengo pure io >> aggiunse Evelyn spuntando da dietro la mia schiena. No, non l’avrei fatta partire con noi. Così cercai di esprimere il mio disaccordo, ma non ci fu verso di far cambiare idea a Lyn. Era cocciuta come il pennuto di Hagrid, Fierobecco.
<< D’accordo, sei allenata e hai superato tutti i test attitudinali, con tuo padre ci parlerò io >> sospirò Eleanore, sicuramente non le andava molto a genio quell’idea. Le altre cinque persone che aveva scelto erano uomini robusti e forzuti, mentre lei era una ragazzina quindicenne che non avrebbe mai potuto fare concorrenza a quegli uomini. O almeno così pensavo.
<< Grazie! >> disse per poi, in uno slancio di affetto, buttarmi le braccia al petto e abbracciarmi. Io ero ancora immobile in quella posizione e quando, dopo essersi scusata, stava per allontanarsi, io la stinsi per i fianchi e prolungai quell’abbraccio che sapeva di affetto. E pensare che la conoscevo da meno di un’ora e la consideravo al pari di Rose, anzi forse anche di più. Com’era strana la vita a volte.
<< Per dove partiamo? >> chiese a quel punto Rose, facendoci staccare da quell’abbraccio. Evelyn era diventata nuovamente rossa, dandomi l’idea di essere ancor più dolce e bella di quanto pensassi prima.
Ci conoscevamo da meno di un’ora e già non potevo non pensare a lei. Gli scherzi del destino.
<< Per l’Italia >> rispose Alexander, ridestandomi dai miei pensieri.
Saremmo partiti per una nuova meta e, questa volta, avrei avuto qualcuno di cui occuparmi. Rose era anche più forte di me, non aveva bisogno della mia protezione, mentre Evelyn mi sembrava talmente piccola e indifesa. Anche se riusciva tranquillamente a parlare con uomini il doppio di lei, senza sentirsi a disagio. Avevo un senso di protezione nei suoi confronti che non riuscivo nemmeno a spiegarmi, era come una nuova forza che mi dava una spinta in più per affrontare le giornate. Lei era colei che riusciva a farmi battere il cuore, come mai aveva battuto prima d’ora.










 
 
*Angolo Autrice
Scusate il ritardo, ma ero a corto di idee. Adesso prostratevi ai miei piedi, per questo capitolo che, non per lodarmi da sola, è stramagnifico. Come vedete c’è la comparsa di due nuovi personaggi, Eleanore ed Evelyn. Sembra che Alex ed Eleanore si conoscano già, ma non vogliono riallacciare i rapporti di un tempo. Chissà cosa succederà( lo so solo io, la cosa bella di essere autrice di una FF). E che dire di Evelyn e di Albus. Sinceramente l’aspetto di Evelyn è un po’ copiato da me, dico un po’, sono alta uno e settantaquattro io, quindi. Ehi, merito anche io il lieto fine in questa storia, non vi sembra? E chissà cosa sarà successo tra Rose e Scorpius, tutto nel prossimo capitolo. Recensite in tanti. (voglio tante recensioni per questo capitolo)
Alla prossima
Baci
_RedRose_

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Capitolo 12
*** Avviso ***


Avviso
Mi dispiace dirvi che questo non è un capitolo. Per problemi legati alla scuola e di conseguenza al tempo, sono costretta a sospendere momentaneamente la storia( si tratta di un arco di tempo che può andare da qualche settimana a uno o due mesi). Sto provvedendo all'aggiornamento dei capitoli revisionati da MarikaChi.
Ringrazio le persone che mi hanno seguito e sostenuto fino a qui, prometto che ritornerò presto con nuovi capitoli.
Alla prossima
Baci
_RedRose_

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