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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarà un Ringraziamento da incubo,me lo sento ***
Capitolo 2: *** Piacere di conoscerti ***
Capitolo 3: *** Benvenuto in famiglia ***
Capitolo 1 *** Sarà un Ringraziamento da incubo,me lo sento ***
1
Sarà un Ringraziamento da incubo, me lo sento
- Ma no! A me piace
questo film - pigolò Wendy acciambellata sul divano verde marcio
mezzo scassato in quel buco di appartamento che condivideva con i suoi
migliori amici.
- E
come no, ci avrei giurato ma stasera dolcezza niente patunie da
donnicciola smielosa, ma tanta sana azione e piogge di
proiettili! - replicò Kyle con sguardo esaltato mentre si
gettava a peso morto sul medesimo divano dopo averle strappato di mano
il telecomando.
Wendy mise su il broncio e i due continuarono a battibeccare sul
dominio del telecomando e di conseguenza la scelta del film da vedere
quella sera, mentre di là in cucina Frank era intento a
preparare i suoi "famosi" pop-corn al burro fuso e caramello.
Ogni volta era sempre la stessa storia, Wendy e Kyle non riuscivano
proprio a stare nella stessa stanza senza litigare ogni 5 minuti per
qualsiasi stronzata, erano come il giorno e la notte, l'acqua e il
fuoco, ma era proprio per questo che stare in loro compagnia era uno
spasso e Frank era affezionatissimo ad entrambi.
Si erano conosciuti due anni prima quando erano delle spaurite
matricole catapultate nel
frenetico mondo del college, Kyle era il suo compagno di stanza mentre
Wendy divideva con lui il corso di letteratura (ed era compagna di
stanza della ragazza di Kyle). Ci fu subito una grande intesa tra di
loro, tanto che formarono un sodalizio e
divennero inseparabili, poi dopo un anno trascorso nel dormitorio del
college decisero di trasferirsi tutti e tre in un appartamento
caratteristico e alquanto fatiscente a due passi da Hollywood Blvd.
- Hey casinari fate spazio al re Iero! - disse ridendo mentre si
accomodava nel centro del divano tra i due contendenti
rubando loro l'oggetto del contendere e nascondendolo subito
dopo aver cambiato canale, - Stasera in tuo onore cara Wendy sgozzamenti, sangue come se
piovesse, serial killer mascherati e urla strazianti........horror
night! - esultò ottenendo subito un cinque da Kyle.
In risposta Wendy
arricciò il naso, accoccolandosi contro il suo
"cucciolotto" (come aveva soprannominato Frank) e strapazzandolo di
coccole più del solito, questa infatti era l'ultima notte che
avrebbe trascorso in quell'appartamento, l'indomani sarebbe
partita per l'Europa col suo ragazzo e non sarebbe rientrata prima
della fine delle vacanze natalizie.
La serata trascorse tra battibecchi, abbuffate di schifezze
ipercaloriche, risate e commenti ai film finchè i tre crollarono
dal sonno davanti alla tv. La mattina dopo Frank fu malamente svegliato dallo squillare
insistente e alquanto irritante del cellulare, dopo una scarrettata di imprecazioni
riuscì a raccattarlo da sotto il divano (ma come diavolo ci era
finito lì?) e non potè trattenere uno sbuffo quando lesse
il nome di colei che aveva bruscamente interrotto la sua dormita,
ovvero sua madre.
- Ciao mà - biascicò al telefono mentre si era spostato in
cucina per trafficare con la macchinetta del caffè (eh
sì, un bel caffè nero molto forte ci voleva proprio per
riuscire a sostenere una conversazione decente con Dahlia Iero alias il caporale).
- Buongiorno Frankie
tesoro - rispose con voce allegra la donna, e questo bastò per
mettere in allarme il povero ragazzo, Dahlia Iero raramente era allegra
di prima mattina e soprattutto non prometteva niente di buono quando
lo chiamava Frankie con quel tono zuccheroso.
- Come vanno le cose in quel di Los Angeles? E come procedono le cose al
college? E' da così tanto che non ti fai sentire! Certo che
potresti pure degnarti di chiamarci ogni tanto, sai quanto ci tiene tuo
padre.-
- Mà è tutto okey, le lezioni vanno bene, Los Angeles
è come sempre e a casa è tutto tranquillo -
sospirò scocciato - ma non
vorrai mica darmi
a bere che mi butti giù dal letto alle 8 (!) di domenica mattina
solo per chiedermi come vanno le cose qui e chiacchierare del
più e del meno -
Dall'altro capo del telefono la signora Iero sospirò rassegnata
- Pffh adesso una madre non può neanche telefonare al proprio
figliolo, che tral'altro vive all'altro capo del paese, per accertarsi
di come sta senza per forza nascondere un secondo fine! - rispose piccata.
A Frank questi 2 minuti scarsi di conversazione già
stavano andando di traverso e quindi optò per essere diretto e
tagliarla corta (tanto già sapeva che la sua cara mammina lo
aveva scassato di prima mattina perchè sicuramente voleva qualcosa da lui,
altro che interesse per il suo pargolo!) così sarebbe potuto
tranquillamente ritornare a dormire fino al pomeriggio.
- Scusa mamma lo so che semplicemente ti preoccupi per me e per il mio
interesse, ma mi chiedevo solo se per caso c'era qualcosa di cui volevi
parlarmi... -
Per un attimo ci fu silenzio e il ragazzo quasi ci aveva sperato di
essersi sbagliato.
- A dire il vero tesoro mio mi chiedevo per caso se
per il
Ringraziamento saresti tornato a casa, sai io e tuo padre abbiamo
deciso di ripristinare il pranzo/cenone con tutta la famiglia, come
facevamo da nonna Rose quand'eri piccolo ricordi? - E come avrebbe
potuto dimenticare quegli estenuanti e traumatizzanti tour de force con
tutto il circo dei parenti?
- In più quest'anno ci sarà anche tua sorella in
compagnia del suo nuovo fidanzato, pare sia un artista o giù di
lì, comunque vuole farcelo conoscere, non è magnifico? -
chiese eccitata.
Frank rimase a dir poco pietrificato di fronte alla prospettiva di
passare tre interi giorni dai suoi, con sua
sorella, il suo nuovo misterioso ragazzo e tutta (ma proprio tutta) la
famiglia Iero/DeMarco al gran completo con tanto di nonno "ai miei tempi mica
avevamo tutte le comodità di voi giovinastri d'oggi" Chuck,
nonna Mary col suo continuo riempirti il piatto ("approfittane ora perchè
sia mai che poi tu muoia di fame, visto come vi nutrite indecentemente voi universitari"),
zia "sbaciucchia guanciotte" Louise per non parlare di tutti i vari
cuginetti pestiferi e i restanti parenti vari.
In un secondo passarono davanti ai
suoi occhi tutti i disastrosi giorni del Ringraziamento, Natale e
festività varie trascorsi con la sua numerosa, chiassosa,
logorroica, delirante, imbarazzante e strabordante famiglia e quasi gli
venne la nausea.
- Allora Frankie amore che dici? Non puoi assolutamente mancare,
Annabelle è così eccitata che non sta nella pelle, non
vede l'ora di riabbracciare il suo amato fratellino e di presentarti il
suo fidanzato, a quanto mi ha detto è un bel tipo sai? Lo ha
conosciuto ad una mostra d'arte a Parigi (che cosa romantica!) e da quel che ho capito era
uno degli artisti esposti in galleria, ma ti rendi conto? Un artista! - la signora Iero era gasatissima e non la smetteva
più di parlare a raffica di questo misterioso ragazzo e dei
preparativi perchè il soggiorno del suddetto fosse impeccabile e
che la famiglia gli avrebbe fatto una buona impressione.
Frank smise di prestare attenzione al fiume di ciarle della madre
iniziando ad analizzare i fondi di caffè depositati sul fondo
della macchinetta, diventati improvvisamente interessantissimi e
quasi cadde dalle nuvole quando la donna gli porse di nuovo la fatidica
domanda spazientita, - Ok mà, ci vediamo fra due settimane -
sospirò rassegnato, - Salutami pà, vi voglio bene anch'io,
ciao -
La chiamata si concluse e Frank si diresse in salotto da Wendy e Kyle
che nel frattempo si erano alzati, con una faccia da funerale.
- Hey Frankie tutto ok? - chiese Wendy preoccupata dall'espressione funerea dell'amico.
- Oh certo va tutto alla grande - rispose sarcastico
Fu il turno di Kyle d'intervenire - Amico non si direbbe proprio dalla tua faccia -
Frank fece una smorfia e sbuffando rispose - Avresti anche tu una faccia
del genere se fossi praticamente costretto a trascorrere tre fottuti
giorni a casa dei miei con tutta la famiglia Iero/De Marco al gran
completo, come se non bastasse con l'ennesimo fidanzato stralunato di quella
svitata di mia sorella.-
- Oh povero cucciolo, vieni qui - Wendy indicò il posto accanto
al suo battendo la mano sul divano e Frank ci si acciambellò
subito facendosi fare le coccole.
- So già che
sarà un Ringraziamento da incubo, me lo sento.- sbuffò scazzato prima di riappisolarsi.
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Capitolo 2 *** Piacere di conoscerti ***
2
Piacere di conoscerti
Le due settimane trascorsero
in fretta e arrivò il momento per Frank di fare rientro a Newark
per il tanto temuto giorno del Ringraziamento.
Per tutto il volo non aveva fatto altro che pensare ad una scusa
plausibile per abbandonare il Jersey e ritornare in California per l'ora di cena, al massimo all'alba del giorno dopo.
Non ci voleva proprio restare tre fottuttissimi giorni a sclerare con la
sua pittoresca famiglia, no grazie lui aveva altri progetti per il
weekend.
Sbuffò vistosamente (tanto da accaparrarsi un'occhiataccia dalla
nonnetta seduta accanto a lui) sistemandosi le cuffiette nelle orecchie
e sparandosi gli Avenged Sevenfold direttamente nel cervello, cercando di
rilassarsi e pensare positivo, tanto sarebbe riuscito a trovare un modo
per trascorrere questa temuta riunione di famiglia incolume. O almeno
lo sperava.
Nel frattempo, in una Land Rover diretta da Philadelphia verso Newark,
un agitato ragazzo non faceva che inveire contro il traffico fumando
convulsivamente e cambiando continuamente stazione radiofonica.
- Gee cazzo smettila! Così mi farai diventare scema! E che cazzo
è solo una semplicissima riunione di famiglia, guarda che i miei
sono persone per bene e non hanno mai mangiato nessuno, tantomeno un
mio fidanzato! - sbottò esausta la ragazza seduta accanto -
Accosta Cristo Santo che è meglio che guidi io -
Il ragazzo accostò e i due fecero cambio di posto.
- Scusami Anna, ma al solo pensiero di incontrare tutta la tua famiglia
mi ha preso un pò l'ansia, e se non gli piacessi? Se mi
trovassero inadeguato? Se ritenessero che non sono all'altezza della
loro bambina e che abbiamo affrettato troppo le cose? Ho il terrore che
tuo padre e tuo fratello possano magari sbattermi fuori a calci in culo
intimandomi di starti lontano o cose così. - disse tutto d'un
fiato gesticolando.
- Ma che stronzate t'inventi tesoro? - ridacchiò la ragazza - I
miei ti adoreranno di sicuro! Sei la persona migliore che conosco, mi
fai ridere e con te sto bene, mi rendi felice e i miei lo apprezzeranno
di sicuro. Non ti preoccupare Gerard, andrà tutto a meraviglia e
conquisterai tutta la famiglia come hai fatto con me -
Si sporse dal
sedile per lasciargli un tenero bacio a fior di labbra prima di
rimettere in moto, tranquillizzando così Gerard, a cui
spuntò un sorriso rilassato.
Lui ed Annabelle Iero si erano conosciuti lo scorso autunno a Parigi,
dove Gerard oramai viveva da quando aveva terminato il college 5 anni
prima, durante una mostra d'arte dove tra gli artisti esposti compariva
anche lui.
Subito si era creata una sorta di alchimia tra di loro, ma
ebbero giusto il tempo di prendere un caffè e di farsi una
passeggiata lungo la Senna prima che lei ripartisse per Philadelphia,
dove viveva e lavorava nel campo dell'editoria.
Trascorse l'inverno tra lunghe conversazioni telefoniche, e-mail
kilometriche, notti passate a chattare e qualche cartolina, quando in
primavera Annabelle ritornò in Francia per lavoro.
Non persero tempo per rincontrarsi e trascorsero una settimana intensa
ricca di passione e poesia, ma stavolta al momento di rientrare negli States il
fascinoso artista la seguì e dall'inizio dell'estate vivevano
insieme.
E proprio quell'autunno, in una stranamente calda serata di
inizio ottobre, giusto un anno dopo il loro incontro, lui le fece la fatidica proposta.
Ridacchiò ripensando a quella sera, al fallimentare tentativo di
imbastire una cenetta romantica con tanto di menù di raffinata
cucina francese, dolce afrodisiaco, champagne, fiori freschi e tante
candele profumate.
Purtroppo quella sera Anna si era trattenuta più del dovuto in
ufficio, e lui era talmente distrutto dalla giornata trascorsa ai
fornelli e a preparare ogni cosa con cura che era crollato come una
pera cotta sul divano.
Morale della favola al suo rientro la ragazza non solo aveva trovato la
cucina sottosopra, ma anche l'intera cena bruciata, il gatto che
banchettava allegramente col dolce e il suo ragazzo che dormiva beato
mentre le candele, pericolosamente accanto ai fiori, minacciavano un
principio di incendio.
E questa era la prova del nove per la coppia che avrebbe dovuto
annunciare ufficialmente il fidanzamento in famiglia.
Gerard si perse in questi pensieri e quasi nemmeno si accorse di essere arrivato a destinazione.
- Eccoci amore siamo arrivati nella "tana dei lupi"- entrambi scoppiarono a
ridere scambiandosi un bacio a stampo prima di scendere dall'auto.
Una volta entrati in casa vennero subito accolti a braccia aperte
da Dahlia e Roger, i genitori di Anna, gli fu offerto un buon
caffè forte (la passione del ragazzo) e furono letteralmente
"assaliti" da un'infinità di domande da alcuni parenti
già arrivati.
Dopo un
primo impatto shockante, Gerard cominciò subito a sentirsi a suo
agio in mezzo a quella strampalata famiglia, trovava estremamente
divertente l'attempato nonno Chuck coi suoi annedoti
sconclusionati, gli ricordava molto il vecchio nonno Simpson. Poi
c'erano zia Mary e i suoi deliziosi biscotti fatti in casa, i pestiferi
gemellini Aaron e Luke che non facevano che rincorrere per casa la
povera cuginetta Sandy facendole scherzi idioti, per non parlare
dell'inquietante cugino Sean che per tutto il tempo se n'era rimasto
seduto zitto a fissare un punto imprecisato del salotto perso in chissà quale
mondo.....
Questo piccolo spaccato di famiglia (non erano ancora al gran completo,
entro sera sarebbero arrivati tutti per la grande cena) piaceva a Gerard, certo per quanto aveva poturo
constatare dal suo arrivo un paio d'ore prima erano abbastanza
chiassosi e particolari, però molto cordiali e simpatici e un
pò invidiava questa famiglia pittoresca ma molto unita.
La sua famiglia non lo era mai stata, anzi. Non ricordava più
l'ultima festività trascorsa coi genitori, il fratello e i
parenti vari, forse quando era piccolo. I suoi genitori erano sempre in
giro da qualche parte per affari o per fare vita mondana e lui e suo
fratello erano abbandonati alle cure di tate e domestiche varie, incluse
le festività.
Per questo era cresciuto come uno spirito
solitario, senza radici, ma in questo momento assaporando questa calda
atmosfera famigliare invidiava molto la sua fidanzata.
- Gerard tesoro che ne dici di salire a rifrescarti un pò?-
esordì Dahlia con un sorriso distogliendolo dai suoi pensieri.
-
Avete un pò di tempo per rilassarvi e sistemarvi prima di cena,
Anna porta di sopra Gerard e fallo sistemare in camera di tuo fratello -
La coppietta salì le scale dirigendosi al piano di sopra,
percorsero il lungo corridoio e Annabelle si fermò davanti
all'ultima porta a destra su cui erano appesi vari adesivi di band
più o meno conosciute (tra cui riconobbe i Misfits e gli Iron
Maiden), il classico segnale di pericolo per chi entra (uguale a quello
che anche lui aveva sulla sua porta da ragazzino) e la scritta stile
graffiti "Frank's kingdom".
- Eccoci questo è "il regno" di quell'impiastro di mio fratello
- disse solennemente aprendo la porta per poi scoppiare in una risata,
trascinando dentro il povero ragazzo.
Dopo aver sistemato le proprie cose accanto ad uno dei due letti presenti,
Gerard venne di nuovo trascinato fuori da Annabelle e condotto nella
stanza di fronte, ovvero la sua. Anna richiuse (a chiave) la porta
dietro di lei e lo spinse sul letto a una piazza e mezzo con le lenzuola rosa shocking, salendoci sopra a cavalcioni con
un sorriso malizioso stampato sul volto.
- E adesso mio caro Mr Way che ne dice se ci "rilassassimo" un
pò prima della cena? Conosco un metodo davvero infallibile -
sorrise nuovamente sfilandosi il maglioncino e restando in reggiseno,
sporgendosi verso di lui e baciandolo con trasporto dopo essersi sensualmente umettata le labbra.
- Sei diabolica honey -
- E tu decisamente arrapante -
E per risposta afferrò i suoi fianchi
stringendola a sè col braccio sinistro mentre continuava a
baciarla, accarezzandole il seno con la mano destra e scendendo sempre
più giù mentre il desiderio e l'eccitazione salivano
sempre più.
- Ohi Frank figliolo finalmente sei arrivato! Giusto in tempo che fra
un paio d'ore si cena - esordì zio Lou aprendo la porta
d'ingresso e trovandosi davanti il nipote con l'aria di chi vorrebbe
stare in qualsiasi posto piuttosto che stare dov'è.
- Ciao anche a te zio Lou - sbuffò il ragazzo entrando in casa trascinando il suo piccolo trolley.
Fu subito tramortito da
genitori e parenti, tutti decisamente troppo
allegri e contenti vista la situazione, a suo parere tragica. La madre,
dopo averlo
abbracciato e sottoposto al terzo grado manco fosse un criminale sotto
interrogatorio, gli concesse di salire di sopra a riposarsi un
pò.
Una volta in camera sua si gettò a peso morto sul letto,
sbuffando esausto, cazzo era arrivato da meno di un'ora e già si
sentiva soffocare, e non erano nemmeno tutti presenti all'appello!
Si
rigirò sopra le lenzuola e senza nemmeno rendersene conto si
appisolò. Improvvisamente fu destato da uno strano rumore, d'istinto si
voltò verso la parete di sinistra, da dove proveniva il suddetto
rumore, e balzò a sedere seguito da un gridolino (decisamente poco virile) non appena
intravide nella semi-oscurità una sagoma nera china sul letto, intenta a frugare in
una valigia.
- E tu chi diavolo saresti? - urlicchiò
accendendo repentinamente la luce sul comodino e afferrando da sotto il letto la sua
vecchia mazza da baseball (usata sì e no 3 volte ai tempi della scuola media), sia mai
che un delinquente l'avesse fatto fuori senza che lui si difendesse!
- Oh scusami non intendevo spaventarti - rispose il "delinquente"
avvicinandosi al letto di Frank, noncurante dell'oggetto contundente in
mano a quest'ultimo (e che sarebbe potuto finire dritto sulla sua testa), rivelandosi alla luce della lampada.
Per un attimo il
più piccolo rimase frastornato di fronte alla
visione dello sconosciuto, che gli stava di fronte vestito
rigorosamente da capo a piedi di nero (proprio come quei ladri nei
cartoni animati) sorridendogli in maniera cordiale.
E che sorriso gente! Frank si perse osservandolo e fu riportato al pianeta Terra dalla sua voce.
- Sono Gerard, il fidanzato di Annabelle. Piacere di conoscerti. - disse porgendogli educatamente la mano.
- Frank, il fratello,
piacere mio. - gli strinse la mano guardandolo
negli occhi, e solo allora sembrò accorgersi di quanto fossero
belli, dei profondi e luminosi occhi verde scuro e quasi fu fulminato
sedutastante.
Dopo un'inizio non
proprio tra i migliori, i due cominciarono a
conversare e scoprirono (con grande stupore di Frank) di avere una
certa sintonia, cosa mai accaduta prima coi fidanzati della sorella con
cui non era mai riuscito a legare.
La serata trascorse
(sorprendentemente) per il meglio tra ottime pietanze, conversazioni
tra i commensali, scherzetti da parte dei terribili gemellini ed
estenuanti e alquanto chiassose partite ai più svariati
giochi di società (tra cui l'immancabile Monopoli, in cui il
povero Frankie, in comunella col cugino Sean, fu "dissanguato" dalla
cugina Sarah che si era accaparrata tutte le sue proprietà),
quando giunse il momento di coricarsi.
Una volta a letto,
infagottato sotto al piumone, Frank si voltò verso
il letto sulla parete opposta dove uno sfinito, ma sereno Gerard stava
già dormendo. Spontaneamente gli si dipinse sul volto un sorriso
sincero.
Dopotutto questi tre giorni non sarebbero stati poi
così male, formulò questo pensiero prima di farsi
anche lui cullare beatamente tra le braccia di Morfeo.
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Capitolo 3 *** Benvenuto in famiglia ***
3
Benvenuto in famiglia
Il
pranzo del Ringraziamento filò incredibilmente liscio come
l'olio. Buon cibo, atmosfera serena e conversazioni piacevoli fecero di
questa la festa meglio riuscita in casa Iero da anni a questa parte.
Finito di mangiare, Frank e Gerard approfittarono per uscire nella
veranda sul retro per fumarsi una sigaretta in santa pace (in quanto
era severamente vietato fumare all'interno), appena varcarono la soglia
furono investiti da un leggero vento autunnale che li fece stringere
nelle giacche in cerca di un pò di calore in più.
Frank si sedette sul dondolo accendendosi una sigaretta e fece cenno a
Gerard di accomodarsi accanto a lui.
Aveva notato che il più
grande era stato stranamente agitato rispetto alla sera precedente e per tutto il pranzo non aveva
fatto altro che confabulare in gran segreto con sua sorella, che a sua
volta sembrava raggiante ed eccitata per qualche motivo a lui
sconosciuto. Ed era risaputo che il piccolo Frank era estremamente
curioso, ragion per cui ora si trovava su quel dondolo insieme al
ragazzo con l'intento di estorcergli qualche informazione.
- Hey Gerard tieni - gli
porse l'accendino notando l'altro, con la sigaretta a penzoloni tra le
labbra e l'aria concentrata, mentre ravanava in tutte le tasche
nell'invana ricerca dell'agoniato oggetto.
- Oh grazie - sorrise prendendo l'accendino.
- Scusa so che non sono affari miei, ma prima durante il pranzo mi
sembravi un tantino strano. Non so, ieri sembravi perfettamente a tuo
agio mentre oggi sembra tu stia sulle spine, è successo
qualcosa? Per caso qualcuno di loro ti ha scassato le palle? Se vuoi puoi parlarmene -
Gerard sorrise, internamente grato di poter condividere la notizia con qualcuno.
- Ehm.....vedi Frank questa non è semplicemente una visita per
poter conoscere la tua famiglia, io e tua sorella...- prese un profondo
respiro - ...io e tua sorella abbiamo deciso di sposarci la prossima estate, per questo
siamo venuti qui, per comunicarlo alla famiglia oltre che per farmi
conoscere -
Frank rimase a bocca aperta, wow, sua sorella, quella svitata dallo
spirito indipendente che non ne voleva sapere di imbrigliarsi in
progetti duraturi (ne era testimonianza le sue innumerevoli relazioni
fallimentari) stava per compiere il passo più serio e duraturo
(si spera) per una relazione, nientepopodimeno che il matrimonio!
- Wow, non facevo mia sorella tipo da matrimonio - constatò sorpreso.
- Comunque è per questo motivo che sono un tantino agitato, oggi infatti lo comunicheremo ai tuoi genitori. -
Sul volto del più piccolo si dipinse un radioso sorriso che
subito rasserenò il futuro sposo, e col cuore più leggero
rientrarono in sala da pranzo dove si stava servendo il dolce e il
caffè.
- Oddio è meraviglioso! La mia bambina finalmente ha trovato
l'uomo giusto! - esclamò raggiante Dahlia andando ad abbracciare
la coppietta, - Avete già pensato alla data?-
- A dire il vero non ancora, ma pensavamo all'estate prossima - rispose Annabelle stringendo la mano del fidanzato.
- Mmm ottima scelta, ma vi sconsiglierei agosto, troppo caldo - esordì zia Martha.
- E giugno, troppo imprevedibile - aggiunse allora zia Louise.
- Allora non ci rimane che luglio! - s'intromise la cugina Sarah e da
lì partì un'animata discussione sul tipo di cerimonia, il
vestito da sposa, il menù, i fiori e Dio solo sa cos'altro che
coinvolse tutte le donne di casa Iero presenti, anche le piccole Sandy
e Leah che volevano dire la loro (secondo la loro opinione dall'alto
dei 6 e 8 anni sarebbe stato fantastico per Anna arrivare in chiesa con
una carrozza rosa trainata da degli unicorni con la criniera arcobaleno).
Il povero Gerard fu letteralmente travolto da tutto questo vortice di frenetiche chiacchiere
su cose a lui sconosciute come il giusto numero di damigelle per non risultare pacchiani,
l'importanza della location e altre cose di cui avrebbe preferito
rimanere ancora all'oscuro. Davvero una cerimonia nuziale era
così ricca di dettagli (e problemi) a cui pensare? Lui aveva
sempre creduto che bastasse scegliere una data, un luogo, indossare dei
vestiti carini ed eleganti, scambiarsi i voti davanti un ufficiante e
poi andare a banchettare e festeggiare con le persone a te più
care, tutto qui. Semplice no? Invece a quanto pare non era corretta la
sua idea di matrimonio e di semplice non c'era proprio nulla.
Per sua fortuna, proprio quando stava per essere squoiato vivo dalle
signore per aver inavvertitamente detto (secondo loro) una stronzata
colossale sul bouquet da sposa, fu tratto in salvo dal suo futuro
cognato che lo trascinò via dalla fossa delle leonesse.
- Senti Gerard che ne dici se andiamo a farci un giretto? Mi sto
scassando e quell'infame di Sean mi ha già battuto 3 volte di
fila a COD - sbuffò Frank.
- Per me è perfetto - annuì prima di salutare tutti ed incamminarsi con lui verso il centro della città.
Newark non era poi niente male come posto, per tutto il pomeriggio lui
e Frank avevano vagato qua e là e il più piccolo gli
aveva mostrato tutti i suoi luoghi preferiti in città (non che
fossero poi molti per la verità) e i posti che lo avevano visto
crescere insieme alla sorella.
Mangiarono un delizioso gelato alla
zucca in un'adorabile piccola gelateria, dove scoprì che Frank
aveva lavorato l'estate dei suoi 14 anni per potersi comprare la sua
amata chitarra, fecero tappa al famoso negozio di dischi di Ben dove, tra un ascolto e l'altro,
scoprirono di amare praticamente la stessa musica e le stesse band.
Gironzolarono per le stradine secondarie fino a raggiungere il parco
cittadino. Una volta arrivati si sedettero su una panchina di fronte al
laghetto ed iniziarono a chiacchierare come due amici di vecchia data,
mentre i cigni scivolavano leggiadri sull'acqua.
Ad un tratto Gerard si bloccò voltandosi di scatto - Non senti
anche tu una strana musica provenire da laggiù?- esclamò
indicando verso la radura al lato est del parco.
Frank annuì, - Ma certo! Perchè non ci ho pensato prima?-
si disse picchiettandosi la testa con fare teatrale, - Ogni anno,
durante la settimana del Ringraziamento, si svolge la tradizionale
fiera d'autunno e qui nel parco allestiscono una specie di mini luna
park -
Subito sul volto dell'artista comparve un sorriso genuino simile a
quello di un bambino e i suoi occhi si fecero di un verde vibrante.
- E' da una vita che non vado al luna park - sospirò perso nei ricordi.
- Allora è giunta l'ora di farci un salto!- esclamò
l'altro scattando in piedi e incamminandosi verso la zona giostre.
Trascorsero il resto della giornata a divertirsi e ridere come matti
salendo su tutte le giostre presenti (anche l'inmancabile trenino dei
bambini) e guadagnandosi le occhiatacce e i commenti sbigottiti degli
adulti presenti.
Si rimpinzarono di hot-dog, zucchero filato, frittelle ripiene e mele
caramellate dimenticando qualsiasi cosa e ritornando per un pomeriggio
a quando avevano 8 anni e il mondo sembrava un enorme parco giochi.
- Oh c'è anche la ruota panoramica!- esclamò tutto eccitato Gerard, - Che ne dici se ci saliamo?-.
- Okay perchè no?-
I due entrarono nella loro cabina e quando arrivarono in cima Gerard
rimase affascinato dalla visuale che gli si parava davanti, la
città era magnifica avvolta nelle tenebre smorzate dalle piccole
luci disseminate in ogni angolo di strada e dalla luce bianca riflessa
dalla luna.
- E' davvero spettacolare - disse piano per non spezzare l'atmosfera suggestiva.
- Già - sussurrò Frank, in quel momento si sentiva
strano, leggermente confuso e non sapeva nemmeno lui il perchè.
Voltò lo sguardo verso Gerard, ancora col naso all'insù
intento a contemplare la luna, e si ritrovò a pensare che era
davvero bello. Non solo esteriormente (quello lo aveva notato subito
appena incontrato) ma proprio come persona.
Sì Gerard Way era proprio una bella persona, sua sorella era
fortunata ad averlo incontrato e lui si augurava tutta la
felicità del mondo per la coppia.
- Forse sarà meglio che rincasiamo sennò ci daranno per
dispersi - disse ad un tratto portando l'attenzione del maggiore su di
sè annuendo.
- Allora zuccotto, è da un pò che io e te non ci facciamo
una bella chiacchierata come ai vecchi tempi - disse Anna porgendogli
una tazza stracolma di cioccolata calda con i marshmellows, il
fidanzato e gli altri membri della famiglia si erano spostati in massa
in giardino per assistere al tradizionale spettacolo pirotecnico messo
in piedi da suo padre e zio Joe, quindi loro due ne approfittarono per
starsene un pò da soli.
Frank la prese sorridendo, erano entrambi in pigiama accoccolati sul
letto di lei, in procinto di farsi una lunga cronaca per aggiornarsi
sulle novità di quei mesi chiacchierando fino a notte fonda e
sorseggiando cioccolata come erano soliti fare fin da piccoli. A Frank
un pò era mancata questa routine fatta di confidenze e risate,
nonostante lui e la sorella si accapigliassero spesso per futili motivi
erano tuttavia molto uniti, Annabelle infatti fu la prima persona a cui
confidò di provare interesse verso i ragazzi e fu sempre lei la
prima che presentò al suo primo fidanzatino quando aveva 16 anni.
Si erano sempre aiutati e coperti a vicenda ogni volta che uno di loro
combinava un casino, Frank sapeva che Annabelle ci sarebbe sempre stata
per lui e lo stesso valeva per lei.
- Qualche novità?-
- Tyler si è rifatto sentire, voleva vedermi. - rispose
abbassando lo sguardo sulla tazza che teneva in mano, - Abbiamo
parlato, mi ha chiesto di concederci un'altra possibilità e
riprovarci - sussurrò stanco, oramai era la milionesima volta
che ci rimuginava sopra da una settimana a questa parte.
- Oh Frankie, e tu cosa gli hai risposto?-
- Gli ho detto che ci avrei pensato, che avevo bisogno di tempo... -
alzò gli occhi verso la sorella - ma sinceramente Anna non credo
di voler ritornare sui miei passi - sospirò con un sorrisino
triste.
- Vieni qui zuccotto! - lo strinse a sè in un caloroso abbraccio strapazzandolo come un peluche.
- Sai sono proprio felice che tu abbia trovato Gerard, è una
persona fantastica, sarete felici insieme e tu te lo meriti - disse
ricambiando l'abbraccio della sorella.
- Sì lo credo anch'io - rispose sognante - e credo anche che
prima o poi troverai anche tu un ragazzo che ti renda felice come
meriti -.
Continuarono a chiacchierare e a punzecchiarsi ancora per un pò
finchè gli altri non rientrarono e ognuno andò a dormire
nel rispettivo letto.
La chiacchierata con sua sorella gli aveva fatto bene, era stato un
toccasana confidarsi con qualcuno, ma ora il pensiero di Tyler gli
stava minando il sonno. Infondo gli voleva ancora bene, ma non era
sicuro di sentirsi pronto a dare una seconda chance al loro rapporto.
Era immerso in questi dubbi quando sentì la voce flebile di
Gerard.
- Hey Frank stai dormendo? - sussurrò piano.
Il diretto interessato alzò la testa e si girò verso il
punto in cui proveniva la voce, - No, per caso hai bisogno di qualcosa?-
- Volevo solo ringraziarti per oggi, ho trascorso una giornata
splendida, era da tempo che non mi divertivo come un bambino. Grazie.-
detto questo si rigirò e si mise a dormire.
Franke rimase imbambolato a fissare l'altro letto con un sorriso ebete
stampato in volto e il cuore improvvisamente riscaldato da quelle
parole.
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