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“Barman!
Un altro giro!” urlo al ragazzo del bancone, seguito dal grido
di approvazione dei miei amici. Finalmente oggi io, Derek Palmer, ho
ottenuto la promozione che aspettavo da cinque anni! Essere nominato
amministratore delegato di una gran società non è male
a quasi trentatré anni! Certo, ho dovuto leccare parecchi culi
con il sorriso in faccia, ma ne è valsa la pena.
“Congratulazioni
Derek!”
“Sapevamo
che ce l’avresti fatta!”
“Ragazzi…”
dico, abbracciando due a caso, ormai non riconosco più nessuna
delle persone che ho vicino “…stasera voglio ubriacarmi
come mai in vita mia!” e ricomincio a bere qualunque cosa mi
offrano.
Domani
mattina sarò a pezzi, ma non m’importa nulla! In questo
momento voglio solo divertirmi. Dopo tutto il lavoro che ho fatto
merito un po’ di svago!
Sento
della musica provenire dalla pista e delle mani che mi portano in
mezzo ala folla. Ballo come un matto, sono scatenato. Dopo poco mi
passa di fronte una delle più belle donne che abbia mia visto:
capelli biondi, abbronzata e fisico mozza-fiato. Mi avvicino ed
inizio a ballarle intorno. Lei, per tutta risposta, mi getta le
braccia al collo ad avvicina il suo corpo al mio. È
fatta! Penso in quel momento. Anzi, non penso
proprio a nulla e inizio a baciarla, lei mi risponde con foga.
Ci
allontaniamo dalla pista in cerca di un luogo un po’ più
appartato. Entriamo in uno stanzino e lì diamo sfogo ai nostri
istinti più primordiali… ci diamo dentro per mezz’ora.
Ne avevo proprio bisogno! Dopo lei se ne va ed io torno dagli altri.
“Derek!”
inizia uno di questo, credo sia Mark “Ma dove sei stato? Ti
stiamo cercando da un pezzo!”
Non c’è
nemmeno bisogno che risponda, capisce tutto solo guardando in che
stato si trova la mia camicia bianca: stropicciata e con evidenti
macchie di rossetto.
“Ah…
capito!” e mi fa, credo, l’occhiolino.
Continuiamo
a bere e ballare fino alle quattro di notte. Ormai non mi reggo più
in piedi e non capisco più nulla.
Riprendo a
ballare come un forsennato. Ho sempre il bicchiere in mano. Ormai è
più quello che verso a terra che quello che bevo, il pavimento
è tutto bagnato e con cubetti di ghiaccio. Ballo senza sosta e
senza guardare dove metto i piedi. Siamo vicino a dei tavoli. Metto
un piede avanti per fare un passo. Sfortunatamente lo metto sopra un
pezzo di ghiaccio e scivolo. Non sarebbe nulla di male se non fosse
che cado all’indietro e colpisco con il collo lo spigolo di un
tavolino. Inizio vedere tutto bianco… che sta succedendo?
A fatica
riapro gli occhi. Sono disteso su qualcosa di soffice e bianco, non
sembra i locale dove sono svenuto. Mi guardo intorno ed è
proprio tutto bianco! Senza dubbio non sono più nel locale. Mi
alzo di scatto. Dove mi trovo?
“Ben
svegliato Derek.” Sento una voce alle mie spalle. Non la
riconosco. Mi volto per vedere chi mi sta parlando. È un
ragazzo, sempre avere all’incirca la mia età-
“Benvenuto
nell’anti-Paradiso!” dice.
Sgrano gli
occhi. Che ha detto: anti-Paradiso!? Devo essere svenuto ed ora sto
sognando!
“Chi
sei tu??” Chiedo, spaventato più che mai.
“Mi
chiamo Nick, il responsabile di questo settore.” Mi risponde.
“Che
cosa sta succedendo?”
“Nulla
di che….” Inizia Nick, guardando poi una lista “…
Derek Palmer, giusto?”
Annuisco.
“Nato
a New York il 27 agosto 1979?”
Annuisco
nuovamente. Come fa ad avere tutte queste informazioni?
“Mi
dici cosa diavolo sta succedendo qui?” inizio a stufarmi.
“Non
pronunciare quelle parole in questo luogo ragazzo!” mi urla
contro il giovane.
“Non
ti preoccupare Nick. Il ragazzo è appena arrivato qua, si deve
ancora ambientare.” Disse un’altra voce. Mi volto e vedo
un altro uomo, con una lunga barba bianca.
“Frank
che ci fai qui? Non dovresti essere allo smistamento?”
Il vecchio
lo guarda, ma poi parla a me “Figliolo, sei semplicemente
passato a miglior vita.”
Non posso
aver sentito bene… “S-sono morto?” chiedo, con un
filo di voce.
I due
annuiscono. “Esattamente…” riprende Nick,
guardando di nuovo quella lista “… l' 8 aprile 2012 alle
ore 4, 39 minuti e…. 12 secondi. Sei scivolato su del ghiaccio
e hai sbattuto la testa contro lo spigolo di un tavolo..”
Scuote leggermente la testa verso di me “Dovevi aver bevuto
parecchio ragazzo mio. Male, molto male.”
Rimango a
bocca aperta… sono morto… finalmente ero riuscito ad
ottenere la tanto agognata promozione e muoio miseramente…
tutto per colpa di una serata tra amici.
Mi
accascio a terra… o meglio sulle nuvole! Tutto è
finito: ho sprecato gli ultimi sette anni che mi rimanevano
gettandomi a capofitto nel lavoro per nulla…
“Tirati
su ragazzo!” mi ordina Frank “Pier ti deve parlare di una
cosa impostante!”
E che ci
può essere i più importante del fatto che sono appena
morto!?
“Non
essere così egocentrico! Ci sono questioni più
importanti di quella.” Dice Nick. Balzo in piedi… mi ha
letto nel pensiero! Resto per alcuni secondi, che sembrano
interminabili, a bocca aperta.
“Ragazzo…”
ricomincia Nick “… è vero che abbiamo l’eternità,
ma non sprechiamo altro tempo.” E, accompagnato da Frank, si
dirige verso una strana porta dorata e mi fa cenno di seguirli. Sono
un po’ titubante… tutto ciò che vedo è
reale o è solo frutto della sbronza che ho preso?
Provo a
darmi un pizzicotto… trattengo un urlo! Solo ora mi accorgo di
non avere più i miei abiti. Che fine hanno patto i miei
pantaloni firmati e le scarpe!? Sono vestito tutto di bianco!
“Derek
vieni con noi per favore.” Ripete Nick. Ho l’impressione
di non andargli proprio a genio… e questi sarebbero gli angeli
del Paradiso? Comunque li seguo, ormai non ho altra scelta.
“Perché
sono vestito tutto di bianco?” chiedo durante il breve
tragitto.
Nick si
volta seccato verso di me. “Diciamo che i tuoi abito non erano
adatti ad un luogo come questo. Poi si erano un po’ sporcati di
sangue e…”
“S-sangue!?”
esclamo. Se non fosse che sono già morto sverrei al solo
sentir nominare quella parola.
“Fortunatamente
sei morto sul colpo, non hai sentito nulla. Se fossi scivolato appena
più in avanti non ti saresti fatto nulla.”
“Non
è che mi dia molta consolazione…”
Il resto
del cammino lo passiamo in silenzio.
Dopo poco
entriamo in una stanza… bianca. All’interno c’è
un uomo anziano seduto ad una scrivania. Sulla targhetta, che sembra
in oro, c'è inciso il nome Pier.
“Ben
arrivato Derek. Ti stavo aspettando. Prego, accomodati pure.”
Dal nulla appare un latra sedia e mi fa cenno di sedermi.
“Dunque…”
inizia Pier “…caro ragazzo, solitamente le anime come la
tua vengono mandate direttamente all’Inferno…”
deglutisco rumorosamente. Inferno! Sapevo di non essere mai stato un
santo, ma addirittura meritare l’Inferno…”Ma con
te abbiamo deciso di fare un’eccezione.” continua. Lo
guardo incuriosito, ed un po’ onorato e, devo ammetterlo,
sollevato.
“Abbiamo
deciso di sottoporti ad una prova. Se la supererai potrai accedere al
Paradiso, ma se fallirai…” non completa la frase, ma il
senso lo capisco benissimo.
“Se
vuole il mio parere Pier è inutile fargliela affrontare, non
sarà mai in grado di affrontarla.” Dice Nick,
incrociando le braccia. Lo guardo di sbieco. Solo ora noto che Frank
è sparito… chissà dov’è andato.
“Di
cosa si tratta?” chiedo all’istante. In questo momento
sono doppiamente motivato ad ascoltare: non voglio assolutamente
andare all’Inferno e voglio invece far tacere quel pennuto
riccioluto!
Pier
sorride. “Bene. Tu hai sempre messo il successo di fronte ad
ogni cosa.”
Appare uno
schermo con delle fotografie che mi ritraggono nei momenti raccontati
da Pier.
“A
dieci anni hai distrutto il progetto di scienze di un tuo compagno di
classe perché era migliore del tuo… al liceo hai spinto
giù per le scale il capitano della squadra di football
avversaria per poter avere una vittoria facile…”
Mi copro
gli occhi dalla vergogna… davvero ho fatto tutte queste cose?
“… hai
lasciato Elisabeth, la tua fidanzata con cui volevi sposarti perché
ti avrebbe rallentato l’avanzamento di carriera…
screditato un collega che stava per ottenere la promozione al tuo
posto… sedotto la tua responsabile.” Alzò gli
occhi dall’elenco. “Dovrebbe essere tutto. O sbaglio?”
“La
prego, dica che è così…” lo supplicai.
Probabilmente sono rosso come un pomodoro, sempre ammesso che le
anime possono arrossire.
“Visto,
che le dicevo. Non merita altro che l’Inferno!”
ricomincia Nick. In quel momento avrebbe potuto aggiungere tentato
omicidio di un angelo chiacchierone.
“Lo
devo aggiungere sul serio ragazzo?” mi chiese Pier.
Accidenti!
Mi ero dimenticato che potevano leggermi nella mente. Dovrò
stare più attento in futuro…
“In
ogni modo…” riprese il più anziano. “…dovrai
riuscire a dimostrarmi che gli esseri umano sono ancora in grado di
credere all’amore, e sono disposti a rinunciare alla carriera e
al successo pur di averlo.”
Sento la
testa che gira… meno male che sono seduto, altrimenti sarei
caduto. “In pratica dovrei, nel XXI° secolo, trovare ancora
delle persone che preferiscono essere povere, ma con l’amore,
piuttosto che con una bella carriera e felici anche se sole?!”
“Assolutamente
no!” ride Pier “Sarebbe da pazzi.”
Tiro un
sospiro di sollievo. “Devi semplicemente far tornare a credere
nell’amore una persona che ti assegneremo.”
Sospiro di
sollievo ritirato all’istante. Di male in peggio… forse
qualche idealista romantico ancora lo potevo trovare, ma far cambiare
le priorità ad una persona che non posso scegliere io…
questo è davvero da pazzi! Ci rifletto bene per qualche
istante. Probabilmente è la scelta più difficile che
dovrò affrontare.
Nick mi
guarda e poi si rivolge a Pier “Signore mandiamolo da Lucifero.
Non sarà mai in grado di affrontare un impegno simile.”
Vorrei
poterlo uccidere, giuro! Com’è possibile che un tipo con
un tale caratteraccio sia un angelo, per lo più responsabile
dell’anti-Paradiso o come lo chiamano loro.
“Accetto!”
dico senza esitazioni. Pier mi guarda compiaciuto, mentre l’altro
incrocia le braccia e si volta. Forse sono riuscito a farlo tacere.
“Molto
bene ragazzo.” Esulta Pier. “Sarai affidato ad un ragazzo
che sta per commettere il tuo stesso errore…”
“Bere
come un matto, far cadere del ghiaccio e scivolarvi sopra cadendo ed
uccidendosi??” dico, ridendo. Entrambi i presenti mi fulminano
con lo sguardo. “Come non detto…”
“La
persona di cui ti dovrai occupare è…” sullo
schermo appare l’immagine di un ragazzo al cellulare e vestito
da ufficio. “… William Harrison. Nato a Boston il 25
giugno
1984. Ora risiede a New York. Lavora come impiegato presso la
Mitchelson Industry & Co.” Resto basito… quella è
una delle più importanti ditte della città! Come ha
fatto un pivellino ad essere assunto lì? Io stesso ci avevo
provato per degli anni! “Ed è fidanzato da circa un anno
con Nathalie Mitchelson.” Ah, ecco il perché. Facile
così: ti metti con la figlia del capo e…
Appare
l’immagine della ragazza sullo schermo. Rimango inorridito…
sapevo che la figlia del direttore della società non era una
bellezza… ma così brutta non me l’aspettavo
proprio! Era palese che fosse rifatta da capo a piedi. La natura non
poteva essere così crudele!
Una cosa
non mi quadra: lui è già fidanzato, quindi l’amore
l’ha trovato. Il mio intervento sarebbe del tutto inutile!
Pier mi
sta guardando. In effetti, è una fortuna che mi legga nella
mente: sa già quello che gli vorrei chiedere. “Lui non è
innamorato di lei.”
“Nemmeno
lei di lui se è per questo!” aggiunge il sapientone.
“William
la vuole sposare perché così un giorno erediterà
l’intera società, mentre lei perché il ragazzo si
comporta come un cagnolino nei suoi confronti.” Pier scuote la
testa “Che fine hanno fatto i sentimenti che il Padre ha dato
agli uomini!”
“Perciò…”
azzardo io “… devo scagliare delle frecce per farli
innamorare o cosa?”
I due mi
guardano come se avessi appena bestemmiato. Cosa avrò mai
detto di così blasfemo?
“Ora
vuoi sostituirti ad un angelo di livello superiore?” mi chiede,
secco, Nick.
“Scusate,
credevo che Cupido esistesse solo nella mitologia…”
“E
invece i Cherubini sono degli angeli superiori, lavorano a stretto
contatto con il Padre!” continua il saccente. In vita ho avuto
a che fare con gente odiosa… ma così e troppo!
“Allora
cosa devo fare?” chiedo nuovamente. Sto iniziando a seccarmi.
“Devi
impedirgli di commettere gli stessi errori che hai fatto tu:
imbrogliare, distruggere, ferire e perdere l’anima gemella.”
“Credevo
che la storia dell’anima gemella fosse una cosa inventata da
quei ciarlatani alla tv per fregare i soldi ai creduloni che chiamano
una chiromante.”
“Niente
affatto” indovinate un po’ chi è che mi ha
risposto? Se avete detto Nick avete indovinato! “Il Padre ha
assegnato ad ogni persona sulla Terra un’altra in cui trovare
il proprio corrispettivo. Colui, o colei, senza il quale la vita è
inutile.”
Che parole
profonde… dette da un pennuto saccente! Lui mi guarda male in
questo momento… di sicuro mi ha sentito. Cerco di trattenere
una risata sotto i baffi, di sicuro sentirebbe.
“Derek,
per favore non deconcentrarti! Ti ricordo che dall’esito di
quest’incarico dipende la tua prossima e definitiva dimora.”
Le parole
di Pier mi fanno tornare serio. Ha ragione: è una questione
della massima importanza. Non voglio passare il resto dell’eternità
all’Inferno!
“Scusi.”
Bisbiglio, imbarazzato. Mi stavo comportando come un bambino, ma in
fondo è lui che mi stuzzica.
“Dicevo…”
riprende Pier “…tu lo guiderai alla ricerca dell’anima
gemella. Tornerai sulla Terra, ma solo ed esclusivamente William
potrà vederti.”
“Perfetto.
Quando comincio?”
“Direi…”
guarda una clessidra apparsa dal nulla nella stanza “...Ora!”
Sento le
nuvole mancarmi sotto i piedi. Sta precipitando al suolo.
“Aaaaahhhhh!!!!”
“Quasi
dimenticavo. Il tuo incarico terminerà il 20 maggio alle 4, 39
minuti e 12 secondi!”
“Ci
pensi tesorino mio, tra cinque settimane ci sposiamo!” mi dice
Nathalie, seduta sulle mie ginocchia. Accidenti quanto pesa! Sembra
magra, ma tra bustini contenitivi iper-resistenti e silicone in quasi
tutto il corpo ha un peso considerevole.
Questo
matrimonio non mi entusiasma molto, ma se voglio fare carriera dovrò
sopportare questo mostro per il resto della vita. Perché il
padre, non che mio capo, mi ha già avvertito che se mi azzardo
a divorziare mi toglierà fino all’ultimo centesimo che
ho. E, diciamolo, non navigo nell’oro, semmai nei debiti!
Poi non
posso gettare tutto a monte solo perché la mia fidanzata, più
grande di me di tre anni, sembra una barbie versione gigante! Ho
faticato troppo per arrivare fino a questo punto. Io voglio sposarla.
Intendiamoci, non siamo innamorati l’uno dell’altra: io
voglio lei perché così, finalmente, potrò avere
una posizione all’interno del mondo degli affari; le vuole me
perché sono il suo piccolo schiavetto e chiudo sempre un
occhio su tutte le corna che mi ha fatto. Anche se probabilmente
gliene ho fatte di più io.
“Si
amore mio, non vedo l’ora!” commento, cerco di sembrare
il più entusiasta possibile. Lei mi guarda con disappunto.
“Se
lo dici con quel tono da funerale mio padre non ti crederà mai
tesoruccio!” mi dice.
Questa è
una scena che proviamo ogni giorno: non volgiamo che il signor
Mitchelson si accorga che tra noi non c’è per nulla
amore, per ciò ci esercitiamo con le frasi romantiche e le
sdolcinatezze.
“Scusa,
ma questo non mi sembra un dialogo molto sensato! Quale coppia di
innamorati parla così?”
Lei sbuffa
e alza gli occhi al cielo e, grazie a questo, si alza in piedi, stavo
per gridare pietà.
“Adesso
devo scappare! Pedro mi aspetta!” squittisce.
“Si,
va bene. Ci vediamo dopo. Ricordati alle sette dobbiamo essere a cena
con tuo padre!”
“Sì
tranquillo! Mamma mia come sei noioso! Ciao!” saluta ed esce
dal mio appartamento.
Pedro è
uno dei suoi tanti “amichetti”
con cui si diverte. Forse è anche quello più
simpatico. È capitato, infatti, molte volte che uno di loro si
dovesse fermare da me per un po’ di tempo, così che lei
lo potesse vedere. Senza alcun dubbio gli altri erano tutti dei gran
rompiscatole.
Guardo
distrattamente l’ora: le tre e venti. Detesto il periodo di
ferie! Ho fin troppo tempo libero, che potrei benissimo sfruttare per
lavorare.
Mi metto
seduto davanti al mio tavolo da lavoro. Forse riesco a portarmi un
po’ avanti con il progetto per il nuovo prodotto che ci hanno
assegnato.
Prendo un
figlio bianco, una matita e un righello ed inizio, sicuro, a
tracciare delle linee. Amo il mio lavoro più di qualunque cosa
al mondo. Il capo mi ha sempre detto che sono il miglior ingegnere
che abbia mai lavorato per lui.
Fin dai
tempi delle elementari gli insegnanti mi hanno sempre lodato per il
mio talento. Anche all’università, mi sono laureato con
il massimo dei voti.
Il mio
scopo è quello di affermarmi saldamente nel crudele mondo
degli affari. Esco ogni tanto con gli amici, questo sì, ma non
voglio altre distrazioni. Come l’amore per esempio: ho sempre
lasciato tutte le ragazze che ho avuto perché mi impedivano di
spiccare il volo verso la vetta di questa montagna chiamata lavoro.
Mia madre è disperata, perché ormai a ventotto anni non
sono ancora sposato. Sono l’ultimo dei suoi tre figli. Mia
sorella e mio fratello sono già sposati da tempo ed hanno dei
figli, mentre io non ci penso a diventare padre. Per carità:
altre distrazioni! È anche per far felice lei che sposo
Nathalie. Ovviamente mia madre non è a conoscenza del vero
motivo per cui ho deciso di sposarla, ed è meglio così:
lei è felice ed anch’io lo sarò presto.
Il
progetto sta iniziando a prendere forma, se continuo così avrò
finito prima delle sei ed avrò tutto il tempo per prepararmi
alla cena di stasera.
Non mi
piace ingannare in questo modo le persone che ho intorno, ma è
l’unico per poter arrivare alla meta che mi sono fissato.
Niente rimorsi perciò, quelli sono per chi si arrende!
Mio padre
mi ha sempre ripetuto che i miei fratelli hanno preso da mamma:
troppo sentimentali per avere successo nella vita; mentre io ero un
vero Harrison! Con la testa più dura dell’acciaio. Se
avevo in mente qualcosa, niente e nessuno poteva impedirmi di
realizzarla. Purtroppo papà è morto di cancro quando
avevo appena iniziato l’università. In pochi mesi la
malattia ce lo ha portato via. Se mi vedesse ora sarebbe fiero di me
e del lavoro che sto facendo.
Tutto
quello che ho realizzato, e che realizzerò, sarà per
lui, per renderlo orgoglioso di suo figlio.
Basta! Non
devo distrarmi in questo momento. Mio padre mi insulterebbe se mi
vedesse perdere tempo invece di concentrarmi su di un progetto che
potrebbe determinare un’ulteriore svolta alla mia carriera.
Ancora
pochi ritocchi e sarà finito. Non era molto complicato: si
trattava solamente di creare un nuovo modello di radiosveglia. Anche
un bambino ci sarebbe riuscito.
L’impresa
in cui lavoro si occupa di molti settori, tutti molto diversi tra
loro. Alcune volte mi capitano progetto davvero impegnativi e,
secondo il mio parere, molto più intriganti. Altre volte,
invece come in questo caso, riceviamo delle proposte ridicole; il
lavoro, però, è comunque lavoro e deve essere svolto
nel miglior modo e con poco dispendio economico ed energetico. Un
buon rapporto efficacia/efficienza insomma.
Il lavoro
è finito… accendo la tv, forse c’è
qualcosa di interessante… macché! Il solito
telegiornale. Forse dicono come sta andando la borsa…
Domenica
8 aprile alle ore quattro e trenta circa di mattina un altro giovane
lascia prematuramente questo mondo.
Come al
solito… ragazzi che escono, fanno baldoria ubriacandosi e
uccidono qualcuno per strada. Che fine farà il mondo se i
ragazzetti pensano solo ed esclusivamente a divertirsi, anziché
al loro futuro?
Una
settimana fa moriva, in un locale della città, il neo
amministratore delegato della Charles Michael Ldt a causa di una
rovinosa caduta.
Derek
Palmer, affermano le autorità mediche, sarebbe morto sul
colpo. Il giovane non aveva ancora compiuto trentatré anni.
Ed ora
passiamo alla politica…
Decido di
spegnere.
Avevo
sentito dire che nella Charles Michael
ci sarebbe stata presto la nomina di un nuovo
amministratore delegato. E avevo anche già sentito nominare
Palmer. Pare sia sempre stato uno stacanovista. Aveva lavorato in
molte ditte diverse, sempre facendo raggiungere il massimo del
profitto. Il suo nome era molto noto nel settore affaristico. Non
avrei mai pensato che potesse fare una fine tanto… poco
dignitosa! So bene che non si dovrebbe parlare male dei morti,
specialmente se non si conoscono, ma morire in quel modo…
doveva essere proprio ubriaco!
Dopo tutta
la fatica che si fa per ottenere una posizione di tale rilievo…
non si può rovinare tutto per una serata di baldoria con gli
amici! È inaudito.
Guardo
l’orologio. Sono le diciotto e quarantacinque… meglio
che inizi a prepararmi per la grande recita di stasera.
N.d.A.:
Ciao a tutti!^.^ Sono sempre io, MangaMania, dopo un po' di tempo ho
cambiato il nick... ho voluto dare una svolta alle cose^.*
Questa
storia l'avevo in mente da un po', so che è scritta in modo
davvero ridicolo, ma se riuscirà a strapparvi anche sono un
piccolo sorriso avrà svolto la sua missione ^.^ Spero che vi
piaccia e che la seguirete. Scusate sempre i soliti errori
immancabili nelle mie storie -.-' e la scrittura infantile...
Grazie
a chi ha letto il primo capitolo!!^.^ Un bacione SoGi92!!
Solo e senza alcuna
indicazione su come trovare il mio protetto! E come ciliegina sulla
torta mi è stato detto che ho solo tempo fino al 20 maggio
alle 4, 39 minuti e 12 secondi per compiere la missione. Direi che è
fantastico!
Chissà se l’Inferno
è davvero terribile come lo dipingono… forse è
un posticino niente male, un po’ come un’isola tropicale.
Solo che al posto della popolazione locale ci sono le anime dei
dannati e il loro capo tribù è Lucifero… mi ci
potrei anche abituare. Se mi sono abituato a lavorare alla Charles
Michael per sette anni, con tutta quella gente perfida intorno,
sarà una passeggiata!
Sento qualcosa tremare da
una delle tasche dei miei candidi pantaloni, ho sempre detestato il
colore bianco!
Ci infilo la mano dentro
per scoprire di cosa si tratta e, con mia immensa gioia, trovo un
telefono cellulare! Anche se è un po’ strano… che
ci faccio con un cellulare se sono morto?
Sul display appare la
scritta Nick… ma anche se sono di nuovo sulla Terra quello mi
deve disturbare?!
Rispondo.
“Pronto?”
“Derek, mi
riconosci?”
Sì che ti
riconosco sei il pennuto saccente! Mi pento all’istante di
aver pensato una cosa simile: loro leggono la mente!
“Allora? Non ti
viene in mente proprio nessuno?” mi dice, quasi dispiaciuto…
Trattengo un urlo di
gioia! Tramite telefono non possono usare i loro poteri, che fortuna!
“Nick, so che sei
tu! Mi è apparso il nome sul display!”
“Ah, giusto. Ti ho
chiamato solo per spiegarti le funzioni di questo arnese che tu
chiami telefonino…”
E che ci sarà mai
di così complicato? Chiami e ricevi chiamate e lo stesso con i
messaggi. Non mi pare ci voglia una laurea! Anche se io mi sono
laureato con 110 e lode! Scommetto che il caro sapientone non ha
nemmeno fatto le elementari!
Decido, però, di
ascoltarlo comunque. In fondo dipende anche da lui il mio ingresso o
meno in Paradiso…
“Ti ascolto.”
“Bene. questo è
un cellulare celeste. Viene usato anche dai Cherubini, pensa un po’
che onore!”
Wow non sto più
nella pelle dalla gioia! Sono morto e rischio l’Inferno, ma in
compenso posso usare lo stesso cellulare che hanno dei bambini
cicciotelli che vanno in giro con il pannolino a tirare frecce
addosso agli altri!
“E a cosa mi
servirebbe?” domando, senza troppi preamboli. Non so se se lo
ricorda, ma io ho una scadenza da rispettare!
“Con questo potrai
rintracciare il tuo protetto e potrai tenera sotto controllo i suoi
movimenti…”
E non poteva dirmelo prima
di scaraventarmi al suolo!?
“Inoltre si
illuminerà di rosso quando incontrerai la sua anima gemella!”
“Ma questa è
una notizia fantastica! Quindi appena diventa rosso la mia missione
sarà finita!”
“Oh no sciocco!”
si mette a ridere “Sarà appena all’inizio! Tu
dovrai fare in modo che lui si dichiari a questa. Solo quando l’amore
che il ragazzo prova per l’altra persona diverrà più
importante della sua sete di successo, solo allora la tua missione
potrà dirsi compiuta.”
Rimango basito. “Stai
scherzando vero? Ti rendi conto che è impossibile ciò
che mi chiedi?! Quale persona sana di mente ne preferirebbe una
povera, ma essere felice, piuttosto che con una ricca e vivere nel
lusso anche se non la ama!?”
“Io mi occupo delle
anime. Loro sono tutte uguali, non c’è distinzione tra
ricchi e poveri.”
“Invece sulla Terra
c’è! E ti assicuro che non è affatto vero che il
denaro non dà la felicità!”
“Senti Derek. Scegli
tu: o porti a termine la missione o ti aspetta la dannazione eterna.”
“E va bene! Ci
proverò. Se ho bisogno posso…” ma mi butta giù
prima che possa completare la frase. Sicuramente è una
risposta negativa, non potrò contare sul loro aiuto per la
missione.
Meglio se mi rimbocco le
maniche ed inizio la ricerca di questo William Harrison… ma da
dove inizio?! La città è grande e di sicuro ci saranno
decine di persone con quel nome! Mi sento la testa scoppiare…
è possibile per un angelo aveva l’emicrania? A quanto
pare sì!
Inoltre devo dire che Nick
mi è stato di grande aiuto: poteva almeno farmi cadere nel
luogo dove abita questo tizio no? Credo l’abbia fatto apposta,
non mi vuole in Paradiso quello… sono stato così
sfortunato da trovare l’unico angelo antipatico del Cielo.
Bene, gli dimostrerò
che sono in grado di trovarlo anche senza il suo aiuto.
Mi incammino e vado verso
la zona in cui si trovano tutte le società d’affari più
importanti, tra cui anche la Mitchelson. Qualcosa non mi torna…
perché ci sono tutti questi ragazzi in giro? Secondo il mio
orologio sono le tre del pomeriggio… dovrebbero essere a
scuola! casualmente passo di fronte ad un’edicola e vedo la
data sul quotidiano: Domenica 15 aprile 2012! Fantastico! Domenica.
Gli uffici sono chiusi oggi. Aspetta un momento: 15 aprile! Mi porto
le mani nei capelli, è già passata una settimana da che
sono morto!? Dunque i giorno da 42 sono diventati 35!! Ma quanto
tempo sono stato lassù?!
Sento nuovamente cellulare
vibrare. Questa volta sembra un messaggio. Guardo. Da parte di…
indovinate un po’? Nick, esatto!
Leggo cosa c’è
scritto:
Scusa
mi sono dimenticato
di
dirti che è già passata
una
settimana dalla
tua
dipartita.
Ti
chiedo perdono!!
Grazie mille! E me lo
potevi dire prima no?! Accipicchia, una settimana di meno e non so
nemmeno da dove attaccare per trovare questo William Harrison…
inizio sul serio a chiedermi come sarebbe stare all’Inferno…
ma che cosa vado a pensare! In vita mia non mi sono mai arreso di
fronte a nessuna difficoltà ed ho sempre fatto il possibile, e
l’impossibile, per raggiungere l’obiettivo prefissato! Ci
sarebbe da riflettere sul fatto che è proprio a causa di
questo comportamento che ora mi trovo in questa situazione, ma non è
questo il punto! Anche ora che non sono più in vita devo
continuare ad essere fiducioso nelle mie possibilità! Insomma,
quanto può essere difficile trovare questo tizio?
N.d.A.: Ciao!!^.^ Se
siete arrivati a leggere fino a qui vuol dire che avete avuto la
pazienza di leggere il capitolo. Voglio ringraziare tutti i lettori^^
E correi ringraziareellisomerhalder
per aver lasciato un commento alla storia^^
Spero
di riuscire a strapparvi un sorriso con questa pazzia che sto
scrivendo^^
Sono ore
che cammino senza sosta. Almeno credo siano ore. Potrebbero anche
essere giorni o minuti: non capisco più come scorre il tempo.
Non credevo fosse così difficile trovare una persona, quando
non hai la minima idea di dove cercarla. Inizio a capire cosa prova
la polizia…
All’improvviso
vengo fulminato da un lampo di genio: l’elenco telefonico!
Perché non ci ho pensato prima. Di certo, se davvero è
uno stacanovista come mi hanno detto, avrà il fisso. Mi dirigo
verso la prima cabina telefonica che vedo. Mi fermo di fronte ad essa
e tento, invano, di aprire la porta… la mia mano l’attraversa.
Rimango un po’ stupito: devo ancora farci l’abitudine.
Prendo il
coraggio ed attraverso la sottile porta di vetro: è
un’orribile sensazione! Vedo tutto ciò che c’è
all’interno di quel vetro! Particelle, germi, tutto. Spero di
non attraversare mai una persona! Ora ho un altro problema…
come faccio sfogliare l’elenco se non posso prenderlo in mano?
Certo che prima di mandarmi in missione potevano almeno spiegarmi due
o tre cosette, non vi pare? Tiro fuori il mio telefono e provo
chiamare il pennuto… forse lui mi può dare una mano,
anche se lo faccio a malincuore…
-Derek,
che c’è hai deciso di arrenditi?- mi chiese il grande
amico… ogni volta che lo sento è sempre più
simpatico! Per lo meno ha risposto.
-No,
volevo chiederti una cosa… come faccio ad entrare in contatto
con gli oggetti? Esiste un modo?-
Lui si
mette a ridere –Certo che esiste. Come fanno gli esseri umani a
toccare gli oggetti? Semplice: hanno un corpo.-
-E io,
povera anima tapina, come faccio?-
-Come sei
egocentrico ragazzo mio. Se ci tieni a saperlo, devi procurarti un
corpo.-
-Ah…
e come faccio?- chiedo. Perché parlano tutti per enigmi?
-Come sei
lento a capire… devi entrare nel corpo di qualcuno e prenderne
possesso per il tempo che ti serve. Non è così
difficile da capire!-
-Che
cosa!? D…devo fare una cosa del genere!?- Sgrano gli occhi. Mi
sembra un po’ drastico… e poi non sopporterei la vista
degli organi interni. Al solo pensiero… mi sento venir meno…
-Non è
così difficile come credi. Basta concentrarsi un po’ ed
è fatta. Ora ti lascio. Buona fortuna. –e riattacca.
A mio
grande dispiacere, ripasso il vetro ed esco da quella cabina. Devo
trovare qualcuno da “infestare”. Mi guardo intorno…
c’è l’imbarazzo della scelta: manca solo un circo
che sfila per la strada e c’è qualunque cosa. Oggi tutti
hanno deciso di uscire, buono. Purtroppo, se William è come
me, ha deciso di passare la giornata a casa a lavorare… però…
sta iniziando a fare piuttosto buio… chissà se sul quel
telefono che mi hanno dato c’è l’ora terrestre…
guardo e fortunatamente c’è. Sono già le sette di
sera! Bene… sto sprecando un altro giorno. Se continuo così
entro il 20 maggio lo troverò a questo ragazzo.
Continuo a
guardare la gente che passa… forse ho trovato la mia vittima:
un uomo sulla cinquantina che passeggia solo per la strada. È
la mia occasione: lo seguo e gli passo attraverso. Ho solo una cosa
da dire: orrore! Vedo tutti gli organi… dovrebbe bere e fumare
di meno… i polmoni ed il fegato sono davvero in pessimo stato.
Non è il momento per fare i salutisti questo… devo
concentrarmi. Non ho davvero tempo da perdere adesso. Sento che
lentamente inizio ad avere il controllo sugli arti… dovrei
quasi esserci… riesco a muovere completamente il corpo. È
fatta!
Con il mio
nuovo e temporaneo, per fortuna, corpo mi avvicino alla cabina e…
ci vado a sbattere contro! Che stupido… non posso
attraversarla ora, non sono più un anima. Con la mano mi tocco
il naso dolente. Apro la porta e vi entro. Prendo l’elenco e
vado alla lettera “H”. Ho avuto davvero un idea geniale a
pensare di guardare qui. Anche se il metodo per poterlo fare non è
che mi vada proprio a genio… eccoci qui, la lettera in
questione… il mio sorriso si capovolge: quanti William
Harrison ci sono in questa città!? Li conto… almeno una
decina. Esco ed abbandono l’uomo, lasciandolo un po’
frastornato.
Non è
possibile… non lo troverò mai di questo passo. Sto
iniziando a deprimermi… Forse Nick aveva ragione: avrei dovuto
rinunciare. Si vede che sono bravo solo negli affari, ma come
detective faccio proprio schifo…
Scuoto
violentemente la testa. queste parole non sono mie! Non ho mai
parlato così in vita mia, e non ho intenzione di farlo in
morte! Troverò quel ragazzo; lo farò innamorare; andrò
in Paradiso e farò tacere quel pollastro saccente! Queste sono
le parole di un Palmer!
A
proposito, chissà come hanno reagito mia madre e mio padre
quando hanno scoperto della mia morte… un po’ mi
dispiace: non sono nemmeno riuscito a salutarli per l’ultima
volta.
Ora basta…
devo rimboccarmi le maniche della mia candida camicia da angelo e
trovare il mio William Harrison!
Mmhh..
dunque… vediamo un po’… estraggo il cellulare
dalla tasca. Se non mi sbaglio Nick ha detto che lo posso usare per
rintracciare quell’uomo… perfetto! Resta solo una cosa
da scoprire: come?! Ma perché prima le cose non me le faccio
spiegare per filo e per segno? È sempre stato un mio difetto
quello di credere di sapere tutto.
E ora che
faccio? Chiamare di nuovo il pollastro è fuori discussione!
Non sopporterei la sua vocina stridula. Potrei andare fuori di testa.
Però che altre opzioni ho? Non credo mi basti pensare “Vorrei
trovare William Harrison” e questo mi indica la strada!
Sento
qualcosa emettere un suono… simile ad un debole squillo.
Guardo la mano in cui c’è il telefono e scopro che è
proprio quello! Emette una strana luce bianca. Lo avvicino al viso e…
è una mappa con una strada illuminata! Non ci posso credere…
era così facile da usare? Quei bambini cicciotelli sono
davvero dei geni in fatto di tecnologia! Li dovrò rivalutare!
Guardo più
attentamente la strada da percorrere: sono un po’ lontano dal
luogo in cui si trova William, ma dovrei, visto che in teoria sono un
angelo, saper volare ed arrivarci in un batter d’occhio!
Mi
concentro e… niente! Com’è possibile? Tutti gli
angeli che ho incontrato lassù avevano le ali e mi pare
sapessero volate! Perché non ci riesco?
Mi tocco
dietro le spalle. Non c’è nulla… ecco il motivo:
non ho le ali. Se potessi vorrei piangere come una fontana! Uno: sono
a chilometri di distanza dal soggetto; due: non posso volare; tre:
non ho la minima idea di come fare per presentarmi a lui. Non posso
certi andare là e dirgli “Ciao, sono il tuo angelo
custode! Come va’ la vita sulla Terra?” gli verrebbe un
infarto. Così rischierei non solo di andare a finire
all’Inferno per quello che ho commesso in vita, ma anche in
morte! Ma perché non hanno fatto un manuale su come ci si deve
comportare in queste situazioni?
Meglio che
inizi a camminare… sembra pure che si stia muovendo, non
vorrei perderlo proprio ora che l’ho trovato!
Eccomi qua… sono di
fronte alla casa di Edward Mitchelson. Devo solo aspettare che
Nathalie si degni di arrivare.. va bene che quando è con Pedro
non capisce più nulla, ma almeno questi impegni se li dovrebbe
ricordare! Ne va anche della sua eredità dopo tutto.
La aspetto appoggiato alla
mia auto. Guardo l’orologio… sono già le sette!
Ecco, lo sapevo! Arriveremo in ritardo, come al solito. Ho sempre
odiato i ritardatari. Molto di quelli che ci conoscono credono che io
e Nathalie ci siamo innamorati proprio perché gli opposti si
attraggono: lei ritardataria di prima categoria, io sempre puntuale
se non in anticipo; lei disordinata come pochi, io ordinatissimo
anche con il cibo in frigorifero. Siamo agli antipodi, ecco perché
e stato facile far credere tutti del nostro amore, anche se di amore
non ce n’è. È inutile nella vita: l’unico
scopo degli uomini è quello di riprodursi. Non importa la
persona con cui accade, i figli si amano comunque. Casomai l’amore
è una conseguenza del rapporto.
Mio padre e mio fratello
sono stati fortunati: la donna giusta l’hanno trovata al liceo.
Io invece le ragazze che frequentavo in quel periodo non le ho
nemmeno mai portate a far conoscere a casa. Sapevo che sarebbe stato
inutile e che le storie non sarebbero durate.
Almeno ora con queste
nozze tranquillizzerò mia madre, e sarò più
tranquillo anch’io. Non potrà più stressarmi con
la storia del diventare nonna anche di me. La prima cosa a cui
dovremmo lavorare sarà un erede. So che non farà
piacere a Nathalie, ma per un po dovrà staccarsi dai suoi
amichetti, voglio essere certo al cento per cento che il figlio che
avremo sia il mio. Almeno il primo. Poi starà il buon senso di
essere attenta.
Finalmente ecco arrivare
l’auto di Nathalie. E solo con quindici minuti di ritardo.
-Ti sei resa conti di che
ore sono?- le chiedo, non appena scende dall’auto. Lei sbuffa.
-Uffa! Sei peggio di mio
padre! Ero a divertirmi un po’, perché la fai tanto
lunga. Non dirmi che sei geloso adesso?-
Questa sua affermazione
non mi sfiora minimamente. –Certo, sono gelosissimo.- dico
sarcastico. –Sai che non amo i ritardi!-
Nathalie continua a
sbuffare, ma sa che ho ragione. Mi avvicino e la prendo sotto braccio
per entrare a casa di suo padre. Non è la prima volta che vado
a cena da Edward Mitchelson, ma sono comunque agitato. Se sapesse
quello che combiniamo io e sua figlia... credo che mi ucciderebbe!
-Sei sicura al cento per
cento che non sospetta nulla vero?- le chiedo. Quella è la mia
domanda perenne.
-Per la centesima volta
sì, non sospetta nulla. Perché devi sempre essere così
stressante?- mi chiese, mentre alza gli occhi al cielo -Se mai
sospetterà qualcosa sarà per colpa tua!-
So che, anche lei, ha
ragione, ma non posso farci niente: sento che la faccenda mi sta
scivolando dalle mani. Non è una buona cosa, specialmente se
l'altra a tenere le redini è Nathalie. La disfatta sarebbe
certa in quel caso.
Entriamo nell'immensa
villa. Sono teso come una corda di violino. Nathalie se ne deve
essere accorta, perchè mi ha strattonato il braccio.
-Sta tranquillo!- mi dice
a denti stretti -Se fai così so accorgerà di qualcosa.-
Cerco di rilassarmi.
Il maggiordomo ci fa
accomodare nella sala da pranzo, dove Edward ci attende.
Si alza e viene verso di
noi, per poter abbracciare la figlia suppongo.
-Piccola mia!-
-Paparino!- si
abbracciano. Non ricordo di aver mai visto mio padre abbracciare in
quel modo né me né i miei fratelli... si volta verso di
me.
-William. È un
piacere vederti.- mi stringe la mano.
-Il piacere è tutto
mio signor Mitchelson. Ha ricevuto il mio progetto?-
-Certo. Ottimo lavoro come
sempre, è raro avere un dipendente così dedito al suo
lavoro.-
-La ringrazio...-
-E presto farai parte
anche tu della nostra famiglia.-
Nathalie fa roteare gli
occhi.
-Sì papà,
una cosa davvero bella, ma ora possiamo accomodarci a tavola? Avrei
un po' di fame.-
Il vecchio scoppia in una
fragorosa risata.
-Certo piccola mia. Forza
a tavola.-
Iniziamo con gli antipasti
fino ad arrivare al dessert. Con il signor Mitchelson continuiamo a
parlare dell'ufficio, mentre Nathalie, annoiata dalla nostra
conversazione, continua ad armeggiare con il cellulare per tutta la
sera... mentalmente mi do una mano sulla fronte. Si tratterà
sicuramente di un amichetto, proprio davanti a suo padre! Proprio
un'incosciente... per fortuna Edward non le presta molta attenzione e
ricomincio a rilassarmi.
La cena, fortunatamente,
non è durata molto. Non mi sono mai piaciute questo genere di
cose, erano più da mia madre o mia sorella, io preferivo una
bella serata a casa. Magari con un libro o il portatile.
-Senti...- inizia
Nathalie, seduta accanto a me in auto. Stranamente questa sera ha
insistito perchè la riaccompagnassi io a casa, invece del
solito autista.
-Dimmi.-
-Dovresti portarmi in un
altro posto, non a casa. Ti dispiace?-
Faccio roteare gli occhi.
-Non potevi farti portare dall'autista di tuo padre?-
-Certo, come no!- sbuffa
-Così in meno di due secondi gli va a dire che non sono
tornata a casa mia. Delle volte sei davvero ottuso sai?-
Faccio finta di niente,
ormai sono abituato al suo modo a dir poco melodrammatico di
affrontare le cose.
-Dove ti devo portare
allora?-
-A casa di Erik.-
-E dove sarebbe, di
grazia?- non potevo ricordarmi a memoria gli indirizzi di tutti i
suoi amichetti, vi pare?
-Uff... svolta a destra e
prosegui dritto. Non è molto distante da qui.-
In cinque minuti siamo
arrivati. Nathalie scende e un ragazzo alto e biondo l'abbraccia.
Sembrerà strano, ma non ho provato assolutamente nulla nel
vedere la mia fidanzata avvinghiata ad un altro.
Faccio inversione e mi
dirigo verso casa. Guardo l'ora sul cruscotto dell'auto: sono quasi
le undici e mezza e sono sfinito. L'indomani mi sarei dovuto alzare
presto, anche se in teoria sarei in ferie, ma non mi piace stare con
le mani in mano mentre il vorticoso mondo degli affari non si ferma
mai.
Posteggio l'auto e salgo
le scale. Il mio appartamento è al terzo piano e, nel mio
palazzo, non c'è l'ascensore. Non si può definire
esattamente una delle zone più chic di New York, ma ce ne sono
anche di peggiori.
Apro la porta, mi sfilo le
scarpe e mi getto a capofitto sul divano. Non ho la forza di arrivare
alla camera da letto, per questa notte dormire qui andrà bene.
Sto per prendere sonno
quando qualcosa mi disturba...
-Siamo un po' stanchi
amico?-
Mi tiro su di soprassalto
e spalanco gli occhi. Chi ha parlato? Sono solo in casa, ne sono più
che sicuro.
-C...chi è la?-
chiedo, scioccamente. Figuriamoci se uno scassinatore risponderebbe
mai ad una domanda del genere...
-Salve.- Mi giro di scatto
e vedo un uomo seduto su una poltrona... ma chi diavolo è?
Scendo fulmineo dal divano e indietreggio cauto.
-E tu chi sei?- anche se
dal viso mi sembra alquanto famigliare...
Lui sorride e si alza
avvicinandosi. -Sono Derek Palmer. E tu se non sbaglio dovresti
essere William Harrison, giusto?-
Strabuzzo gli occhi. Che
cos'è uno stalker? Come fa a sapere il mio nome?
-Tu chi sei? E come hai
fatto ad entrare in casa mia?- chiedo, alterato.
Lui sbuffa. -Chi sono te
l'ho appena finito di dire. Per quanto riguarda la seconda domanda...
ho semplicemente attraversato la porta.- sembra rabbrividire
-Dovresti farla pulire più spesso amico! Dico sul serio, è
piena zeppa di germi!-
Attraversato? Questo deve
essere uno psicopatico. Meglio chiamare la polizia. Mi avvicino
lentamente al telefono.
-È inutile che tu
chiami la polizia. Solo tu puoi vedermi. Sono morto.-
Morto? Questo è
proprio pazzo da legare!
Rotea gli occhi. -Senti,
se non mi credi perchè non dai un'occhiata al giornale nella
sezione necrologi? Vedrai il mio nome.- mi dice, sicuro di sé.
Prendo il giornale e lo
apro nella sezione indicatami. Non ci posso credere! È proprio
lui... ma non è possibile! I fantasmi non esistono!
-E infatti non sono un
fantasma, sono una specie di tuo angelo custode, anche se non al
cento per cento... -
-Okay... questa è
solo un allucinazione data dalla stanchezza. Tu non puoi essere qui.
Ti ho riconosciuto! Ho sentito proprio stamattina della tua morte!
Sei morto una settimana fa!-
Apre la bocca sbalordito.
-Davvero sono finito anche in televisione? Che figata!- esulta -Non
credevo di essere così importante per i media locali e
invece... ma guarda un po'!-
Rimango basito... uno
perchè non è possibile che una persona dia felice di
essere morta e due... perchè continuo ad ascoltare
un'allucinazione!
Alla fine rinucio. Mi
basterà dormire un po' e domattina tutti sarà
sistemato...
-Buonanotte caro! Ci
vediamo al tuo risveglio- mi augura l'allucinazione.
N.d.A.: Volevo ringraziare i tutti i
lettori della storia e un ringraziamento a fly90, Jo McKinley,
pozzanghera e ellisomerhalder per aver recensito la storia^^
Quando riapro
gli occhi sono quasi le nove. Maledizione! Non ho sentito la sveglia
ed ho perso un’ora… mi sistemo prono sul letto e mi
stropiccio un po’ gli occhi per abituarli alla luce. Se la sera
prima ho avuto quell’allucinazione dovevo essere proprio
stanco…
-Giorno! Dormito bene?- chiede una
voce non del tutto sconosciuta. Mi volto e vedo l’uomo della
sera prima coricato accanto a me. Dallo spavento cado dal letto.
-E tu che ci
fai ancora qui?- chiedo urlando. Devo essere impazzito…
parlare con un allucinazione! Dovrei chiamare lo psicologo dove è
stata in cura Nathalie…
Quello si mette seduto… o
almeno mi sembra, dato che è leggermente sollevato dalla
superficie.
-Visto! Ora riesco a levitare un
pochino! E dire che prima potevo solo camminare! Comunque te lo hanno
mai detto che russi come un trombone? Fossi in te mi farei visitare
da uno specialista!-
Come si permette! Addirittura il
frutto della mia immaginazione mi prende in giro?! Okay. Sto
impazzendo. Forse se lo ignoro prima o poi scomparirà. Se no
mi resta sempre il Dr Scupert…
Vado in bagno e mi faccio una
doccia fredda. Forse con questa mi calmerò. Torno in camera e
lo vedo ancora lì sul letto, diciamo… e mi fissa
costantemente. Lo ignoro e inizio a rivestirmi. La fame si fa sentire
e decido di andare al bar sotto casa mia “The Place”. Lo
frequento ormai da tre anni quasi tutte le mattine e devo dire che
non è niente male…
Esco in fretta e scendo le scale.
In un attimo sono davanti al bar. È un po’ mal ridotto
all’esterno, ma l’apparenza inganna.
-Perché vai sempre in questa
topaia?- mi volto di scatto e vedo l’allucinazione accanto a
me. Sospiro amareggiato… riuscirò a sbarazzarmene prima
o poi?
Entro e mi siedo al mio solito
posto e lui mi segue!
-Per una volta potresti rivolgerti
a me chiamandomi per nome ti pare? Derek. Non è così
difficile… si chiama così anche il principe de
“L’incantesimo del Lago”!-
Vorrei ribattere, ma mi trattengo.
Uno siamo in un luogo pubblico, e due è solo il frutto di
troppo stress!
-Senti, ora vorrei spiegarti il
motivo per cui sono venuto sulla Terra…-
(Derek)
Che ragazzo
testardo! Nemmeno si degna di ascoltarmi! Ha preso in mano il menù
e finge che io non esista. Che in fin dei conti è vero... per
le altre persone, perché non riescono a vedermi, ma lui mi
vede e sente eccome!
-Sono qui da te perché stai
per commettere un gigantesco errore.- assolutamente nulla. Come se
non ci fossi. In effetti non posso dargli torto…nemmeno io
crederei all’esistenza degli angeli, se non fossi quasi uno di
loro.
-Ascolta bene ragazzo. Credimi
preferirei non essere qui, ma nel mio ufficio a lavoro e,
soprattutto, vivo, ma purtroppo il destino ha voluto così e
ora voglio impedirti di fare il mio stesso errore! Ho così
tanti rimpianti... così tanti sogni nel cassetto
irrealizzati!- assumo una posa drammatica.
Okay, forse sto facendo un po’
troppo la parte e, devo ammettere che questo non è
precisamente il motivo per cui sono qui, ma ne fa parte.
Arriva una cameriera a prendere
l’ordinazione di William.
-Hai scelto cosa vuoi ordinare
tesoro?-
Assomiglia alla porzia Melinda…
capelli rossicci acconciati in uno chinion malfatto, sigaretta in
bocca… proprio zia Melinda!
-Sì. Delle uova e una
spremuta grazie.-
La donna annuisce e se ne va’.
Questa è vera e propria discriminazione verso la gente
invisibile! Si meriterebbe una denuncia per non avermi chiesto cosa
volessi! Ma non è questo il momento di perdersi in
fantasticherie alla Parry Mason. Devo trovare il modo di attrarre
l’attenzione del ragazzo qui.
-Mi ascolti? Mi ascolti? Mi
ascolti? Mi ascolti? Ti avverto, ho intenzione di ripeterlo
all’infinito. Ho tre fratelli più grandi è so
essere molto asfissiante quando voglio. Mi ascolti? Mi ascolti?-
Vedo una piccola vena pulsargli
sulla fronte. Manca davvero poco perché esploda!
-Okay che
vuoi!- urla e attira su di se tutta l’attenzione del locale.
-Ehm… onde evitare la tua
reclusione in un ospedale psichiatrico ti suggerisco di comunicare
con me attraverso il pensiero.-
Mamma mia, sembravo proprio un
cervellone!
“Che vuoi da me? Perché
non mi lasci in pace?”
-Non posso amico. Stai per
commettere un errore, e non posso lasciartelo fare.-
“Non dire baggianate! Eri
anche tu un uomo d’affari in vita e di sicuro lo sei ancora
adesso. Quelli come noi non fanno nulla per nulla. Dimmi il vero
motivo per cui sei qui!”
Astuto il ragazzo, ma dovevo
saperlo. In fondo se mi è stato assegnato lui è perché
siamo fatti della stessa pasta.
-Hai ragione. Devo impedirti di
commettere un errore di cui potresti pentirti per il resto della
vita, ma tu mi servi anche per entrare in Paradiso.-
Lui mi guarda stranito. “Vuoi
dire che esiste davvero? E tu non hai ottenuto l’accesso? Che
hai combinato di così tremendo?”
-Ehm… non né
importante questo!- dico, un po’ imbarazzato –L’importante
è quello che non devi assolutamente fare tu! Non ti devi...-
La cameriera porta l’ordinazione
al tavolo. Mi fermo un momento a guardarla, non è la zia
Melinda! Questa è una ragazza molto, ma molto più
giovane e carina di lei. Ha i capelli bruni, legati in una coda alta.
Ad occhio e croce non ha più di venticinque, ventisei anni.
-Ordini sempre il solito Will. Non
ti stufi mai?-
-No, sono abbastanza abitudinario.-
Noto un cambiamento nel tono di
voce. Sembra essersi addolcito.
All’improvviso vedo una luce
rossa provenire dalla tasca dove ho messo il cellulare. È una
gioia vedermi addosso un colore diverso dal bianco. Bianco…
puh che orrore! Lo tiro fuori e vedo che sullo schermo è
apparso un cuore e una scritta “Bersaglio individuato!”.
Sgrano gli occhi. Allora è lei, è la cameriera la mia,
cioè la preda di William. Sorrido. Non è stato così
difficile trovarla. Il difficile sarà far capire a lui che la
sua felicitò è con quella ragazza… ma perché
la vita deve essere così complicata!
Non appena finisco ciò che
ho nel piatto decido di andare a fare una piccola passeggiata. Tanto
ormai la mattina è andata a farsi benedire… lavorerò
un po’ di più nel pomeriggio.
Derek continua a seguirmi e a farmi
domande su domante.
-Senti, come si chiama la ragazza
di poco fa?-
“Intendi la cameriera? Maya,
perché?” decido di continuare a parlargli tramite il
pensiero, non vorrei che le gente per strada mi scambiasse per un
matto, anche se forse lo sono davvero…
-Te l’ho già detto! Tu
non sei matto! E comunque era solo per curiosità… è
molto carina non trovi?-
“Credo di sì…
non ci ho mai fatto molto caso.” In realtà ci avevo
fatto caso eccome. Forse lei era uno dei motivi principale per cui
continuavo ad andare a far colazione, e delle volte pranzo, in quel
locale…
-Ah-ha! Lo sapevo. Un po’ ti
piace vero?-
Di sicuro la mia faccia è
diventata più rossa di un pomodoro. Non ci avevo mai pensato,
anzi non ne avevo mai avuto il tempo.
“Assolutamente no! Ti ricordo
che sono già fidanzato felicemente.”
-Sì certo, come no…-
tira fuori, da non so dove, una foto di Nathalie… con dei suoi
amichetti.-…Sul fatto che sei fidanzato non ci piove, ma
felicemente… ho i miei dubbi. Questi con la tua donna chi
sono? I tuoi adepti?-
Fingo di non sentire la domanda e
continuo a camminare.
-Allora, cosa pensi di Maya? E non
dire che non ci hai mai fatto caso! Ho sentito come le parlavi e
visto come la guardavi. Sono morto, mica cieco e sordo!-
“Uff… è molto
carina, ma non è il mio tipo!”
-Ah giusto. A te piacciono sono
quelle fatte di silicone e plastica!- mi mostra un’altra foto
di Nathalie, questa volta dopo un intervento chirurgico. Mi ricordo
quella volta, ha avuto il viso come un pallone per settimane…era
davvero inguardabile. –Mamma mia… spero che tu lo faccia
per i soldi… perché se lo fai per amore hai bisogno di
un intervento anche tu: un trapianto di cornee!-
“In parte, una piccola
parte…” mi volto verso Derek e mi guarda contrariato.
“Okay, lo faccio esclusivamente per i soldi e per poter essere
un giorno a capo della Mitchelson. Sono una persona orribile, lo so!”
Tanto valeva essere sinceri, se non
per lui per me stesso. Era la prima volta che ammettevo di essere
davvero abominevole.
-Sì, lo sei. Abominevole ti
rispecchia perfettamente come aggettivo. Ma vedremo di cambiarti in
meglio. Anche perché in peggio è davvero impossibile!-
Sbuffo innervosito. Perché
accetto le prediche di un fantasma?
Sento il telefonino squillare.
Guardò e vedo che Nathalie mi sta chiamando.
-Parli del diavolo…- dice
Derek. Lo ignoro e rispondo.
-Pronto…-
-Ciao Willy, oggi pomeriggio
devi assolutamente venire a casa di mio padre per il tè! Ci
saranno anche lo zio Reginald e nonna Eloise! Muoiono dalla voglia di
conoscerti. Non puoi assolutamente mancare!- e riattacca.
A quanto pare non
ho molta scelta… dovrò andare.
-Giusto… non volgiamo che
Zio Reginald e nonna Eloise restino delusi. Non è vero Willy?-
Mi giro verso di lui. Devo averlo
fatto in modo davvero brusco, perché alcune persone si sono
voltate a guardarmi. Poi torno a camminare. Nemmeno nel pomeriggio
potrò lavorare… di sicuro stanotte la passerò in
bianco.
(Derek)
Ormai è da un’ora che
camminiamo. Certo che ne ha di resistenza Willy! Ora, però,
devo cercare di carpire altre informazioni sulla sua storia con
quella “ragazza”…
-Senti posso chiederti come vi
siete conosciuti tu e la tua “bella”?- chiedo, indugiando
sull’ultima parola. Lui mi fissa con gli occhi ridotti a due
fessure.
“Perché ti interessa?”
-Sono il tuo angelo custode! È
mio dovere essere super informato su di te!-
“Allora dovresti già
saperlo, no?”
Colpito e affondato! –Be’…
vedi sono stato mandato da te così in fretta che non ho letto
il tuo fascicolo…- mento spudoratamente.
Lui sospira. Lo fa davvero molto
spesso.
“L’ho conosciuta
durante il periodo di prova alla Mitchelson. Le ho fatto due o tre
moine. Dopo sono stato mandato in un’altra azienda e non l’ho
più sentita. Tre anni fa mi hanno ripreso alla Mitchelson. Il
signor Edward stravedeva per me e così abbiamo deciso di
mettere in piedi questa farsa l’anno scorso.”
Prendo appunti come un alunno in
classe, non devo farmi sfuggire alcun
particolare.
-La madre che fine ha fatto?-
Sembra pensarci un po'. “Mi
pare sia fuggita con il suo amante quando Nathalie era piccola. A
quanto pare la vita da donna di casa non faceva per lei.”
Davvero interessante... allora il
circondarsi di altri uomini è un vizio di famiglia...
-E in ambito sesso come andiamo?-
William si volta e mi fulmina. –Ho
detto qualcosa di male?-
“Ma ti sembrano domande da
fare?”
Sbatto ripetutamente le palpebre.
Non capisco il perché della sua reazione. –Siamo un po’
scarsini in materia? Ho toccato un nervo scoperto?-
“No, solo che i nostri
incontri sono molto rari.”
-Ahh… in effetti la
compagnia non le manca di sicuro!- riprendo in mano la foto di lei
con degli altri uomini. Mi chiedo come si possa reggere una
situazione del genere. Quanto stavo con Elisabeth il semplice fatto
che il postino la guardasse mi faceva imbestialire… ma forse
dipendeva dal fatto che io ero innamorato della mia donna.
“Se è per questo non
sono da meno. In fatto di compagnia intendo.”
-Vuoi dire che l’hai tradita
pure tu!?- rimango a bocca aperta. Che era abominevole lo sapevo, ma
non fino a questo punto!
“Dovevo stare seduto in casa
tranquillo mentre la mia fidanzata mi cornificava?”
Non ha tutti i torti in effetti…
-Siete almeno felici insieme?-
almeno questo spero di sì! Suvvia, va bene che nemmeno io ero
uno stinco di santo, ma con la mia ragazza ero al settimo cielo…
finché non l'ho mollata… ma questa è un'altra
storia!
“Dipende da quello che
intendi per felice.”
La risposta mi ha spiazzato…
ci manca poco che finisco a gambe all’aria.
-Cosa potrò mai intendere!
Vi divertite, fate qualcosa insieme. Che so… shopping, le
parole crociate… l’uncinetto! Qualcosa insomma!-
“Be’… quando
siamo insieme… di solito siamo a letto oppure proviamo la
scenetta degli innamorati felici da fare di fronte a suo padre.”
-Solo questo?-
“Solo questo”
Non credo alle mie orecchie…
-Ve la spassate alla grande eh?-
“Già…” si
guarda il polso “Meglio tornare a casa… devo ancor
preparare qualcosa da mettere sotto i denti e cambiarmi.”
Lo seguo. –Senti, ma perché
vuoi andare avanti con questa farsa? Non daresti molto più
felice con un'altra donna? La figlia della mummia ad esempio? In
fatto di bende sarebbero pari!-
“Credi di essere divertente?”
-In vita avevo il dono di far
ridere in effetti. Comunque seriamente. Ti rendo conto passare la
vita con una Barbie?-
“Una Barbie con milioni in
banca e una ditta in eredità.”
Allettante, devo ammetterlo.
-Ma dai, i soldi non sono tutto
nella vita… c’è anche l’amore!- non posso
credere che queste parole sono uscite dalla mia bocca… certo,
perché con l’amore…
“Certo, perché con
l’amore puoi fare la spesa e pagare l’affitto!”
Esattamente quello che stavo per pensare io…
-Credi davvero che il gioco valga
la candela?-
“Assolutamente!”
-Ma scusa… se sposassi una
tipo Maya non saresti…-
“Che c’entra Maya in
questa storia?!” Noto che il suo tono si è alterato più
del solito, ma è anche un po’ arrossito. Gli è
bastato sentire il nome della ragazza…
-Be’… era
per fare un esempio. Lei è l’opposto di Nathalie, ma
sono certo che chiunque la sposerà sarà più
felice che con Barbie! Perché nella vita bisogna dare ascolto
a ciò che il cuore ci dice, e io sono certo che il tuo ti stia
portando su una strada diversa da quella che stai percorrendo…
- come sono ispirato. Mi sento un po’ il presidente durante un
discorso. Mi volto e… William è sparito! Lo vedo poco
più avanti, intento a camminare.
“Perché
mi hai seguito?” mi chiede William, prima di scendere
dall’auto. Siamo di fronte all’immensa villa di Edward
Mitchelson. Ci sono perfino le iniziali sul cancello… che
narcisismo ragazzi!
-Avevo
volgi di un tè, problemi?-
“Sì,
uno solo. Tu!”
-Oh ma
come sei scortese! Se non fosse per me stamattina saresti stato in
casa a lavorare come un matto. Invece abbiamo fatto una gradevole
passeggiata tra lo smog e l’inquinamenti della città!-
Sospira ,
sembra esasperato. “Quando mi verrà il cancro ai polmoni
saprò chi ringraziare!”
-Meglio il
cancro ai polmoni per una passeggiata, che radiazioni dal computer!-
Scende
bruscamente dall’auto. Non vedo l’ora di vedere l’allegra
famigliola, e soprattutto la recita che si sono preparati.
Appena
William scende uno strano essere biondo platino e con le labbra a
canotto gli si fionda addosso e gli butta le braccia al collo.
-Ciao
amoruccio mio!- e gli da un lungo bacio. Mi sta venendo la nausea…
e dall’espressione che ha nemmeno a lui sembra piacere
particolarmente.
“Perché
tutte le volte fa così…” e me lo domando anch’io…
volete dire che tutte le volte che si vedranno faranno questa scena?
Datemi un catino, presto!
-Oh…
William. Ragazzo mio benvenuto!-
Mi giro
per vedere da chi provenga. Si tratta di Edward Mitchelson in
persona! Era il mio mito fino a pochi giorni fa!
-Buon
pomeriggio signore…- si stringono la mano. Che scena tenera…
per un ghiacciolo!
Dal
cancello spuntano altri due. L’uomo sembra una palla da
biliardo! Da quanto è lucida la testa riflette la luce. Mentre
la… siamo sicuri sia una donna? A me sembra più la
mummia di Ramses IV!
-Questi
sono zio Reginald e nonna Eloise!- dice, o meglio squittisce, la
ragazza.
-Buon
pomeriggio…- William sa dire solo questo a quanto pare.
Vedendo con chi dovremo passare il pomeriggio mi stanno vedendo in
mente un po’ di moti per metterlo in cattiva luce. Sorrido
maligno. Lui si gira e mi guarda preoccupato.
(William)
Sono so
perché, ma ho una brutta sensazione. Il sorriso che ho visto
poco fa sul volto di Derek non mi tranquillizza per niente.
Preferirei di gran lunga essere a casa con il mio portatile e
lavorare, invece di perdere tempo con questa farsa.
Nathalie
mi trascina per un braccio e mi fa sedere su una sedia di vimini
accanto a lei.
.Mi
raccomando. Siamo innamoratissimi.- mi dici sotto voce, prima che gli
altri ci raggiungano.
-Cari
ragazzi, non occorre che scappiate per stare un po' soli. Avrete
tutto il tempo dopo le nozze.- ci ammonisce nonna Eloise.
-Suvvia
mamma!- sopraggiunge Reginald, il fratello di Edward -Lasciali stare.
Sono giovani e innamorati, è ovvio che vogliano un po' di
privacy-
Si siedono
entrambi di fronte a noi. Jenny, la cameriera di casa Mitchelson, ci
porta il tè. Mi porge la tazza, la prendo e sorrido.
-Era
meglio zia Melinda... - dice Derek, appostato dietro a Reginald.
Fortuna che nessuno può sentirlo...
-Dunque
William...- inizia proprio Reginald -Sei davvero innamorato della
nostra bella Natty, non è vero?-
Mi volto e
la guardo. -Certo signore. La amo più di ogni cosa al mondo-
mi sforzo di dire.
Guardo
nuovamente l'uomo in faccia. Rimango a bocca aperta non appena vedo
che Derek sta passando le mani sulla sua testa come fosse una sfera
per vedere il futuro.
-Vedo,
prevedo e stravedo nella mia sfera di cristallo una balla gran de
quando l'universo...-
“Smettila
immediatamente!”
-Perchè?
ah... giusto, qui c'è una macchia...- fa come per lucidare uno
palla da bowling. -Ora si vede decisamente meglio.-
“Vattene
immediatamente!”
-Amore...
la nonna ti sta parlando...- mi richiama Nathalie. Devo essere
rimasto imbambolato come un idiota a fissare Derek.
-Si, mi
scusi Eloise... mi ero distratto a pensare a quanto sia fortunato ad
avere una fidanzata bella come sua nipote- rido nervosamente.
-Certo,
una fidanzata con dei bei milioni in banca...- mi corregge Derek.
Almeno per
il pomeriggio devo cercare di ignorarlo... nessuno più
vederlo.
-Stava
dicendo?- torno a parlare con l'anziana signora.
-Anziana?
Ma se sembra una mummia!- dice Derek, mettendosi davanti ad Eloise
-Secondo te firma nella nostra lingua o in geroglifici? -
-Ti stavo
chiedendo che progetti avevate dopo le nozze. Dove andrete in luna di
miele?-
-In un
centro di chirurgia estetica, visto che alla nipotina iniziano a
cedere un po' le labbra e il lifting...-
“Smettila
idiota!” urlo a Derek.
-Guarda
che tanto non mi sentirebbe comunque. Hai notato che abbiamo davanti
un resto archeologico? Dovremmo avvertire il museo.
-Io vi
consiglierei le Hawaii, sono così belle..._
-Basta!
Basta Smettila!- urlo invece di pensare. Mi tappo immediatamente la
bocca. Eloise e gli altri mi guardano scioccati. La donna anziana mi
inizia a guardare storto.
-Giovanotto!
Ti sembra il caso di urlare?! Volevo solo darvi dei consigli!-
Boccheggio,
non sapendo come scusarmi. Per mia fortuna Edward e Nathalie
avvengono in mio soccorso.
-Mamma
cerca di capirlo povero ragazzo... è così impegnato tra
il lavoro e i preparativi. Un po' di stress è del tutto
normale.-
-Sì
nonna, papà ha ragione. Su vieni. Andiamo a fare una
passeggiata.- Nathalie si alza e prende sua nonna a braccetto.
Guardo
malissimo Derek, che sghignazza per la figuraccia che ho appena
fatto.
-William...
ora è meglio che tu vada... - mi intima Edward. Non posso
dargli torto.
Mi alzo e,
dopo aver fatto un saluto a Nathalie, mi congedo.
-Finalmente
questa rottura è finita!- dice Derek, una volta in auto.
Sono al telefono con Nathalie
da almeno due ore. Mi ha chiamato per conoscere il motivo del
mio comportamento avuto nel pomeriggio… non sapevo cosa dirle. Non potevo essere sincero, mi avrebbe preso per un pazzo.
-Sì hai ragione. Non sono per
nulla scusabile per come mi sono comportato con tua nonna, ma…-
-Non provarci nemmeno a difenderti! Ti rendi conto che mia nonna ha più
di novant’anni!? Se si fosse
alterata troppo sarebbe potuta rimanerci!-
Derek era “seduto” sul divano
e ascoltava la nostra conversazione.
-Suvvia… è sopravvissuta alle
piaghe d’Egitto, sopravvivrà anche a questo!- disse,
ridendo. Lo fulmino con lo sguardo, quello non era
proprio il momento adatto per fare una battuta.
-Nathalie, senti sono un po’
strano in questo periodo, ma ti giuro che d’ora in poi tornerò alla normalità.-
-Fortuna che sei un ragazzo belloccio e piaci a mio padre, se no ti
avrei mandato a fare un giro dopo quello che hai
combinato oggi. E che non si ripeta più, sono stata
chiara?-
-Cristallina…- mi faceva
sempre una paura terribile quando usava quel tono…
sembrava posseduta dal diavolo.
-Posseduta è stata posseduta,
ma non di certo dal diavolo!- fulmino nuovamente Derek con lo sguardo.
Nathalie riattacca e,
finalmente, ho l’orecchio libero.
-Ti rendi conto di quello che
stavi per faro con i tuoi scherzi? Potevo rovinare
tutto!- sbraito contro quello che dovrebbe essere il
mio angelo custode.
-Io?- dice, indicandosi –Se
sei tu che ti sei messo ad urlare.-
Mi porto le
mani ala testa, cercando di calmarmi. Faccio due respiri profondi.
Questo non può accadere davvero!
Mi lasciò cadere sul divano
stremato. Sono le nove e non ho nemmeno iniziato a dare un
occhiata al progetto. Prendo il portatile e lo accendo. Forse riesco a
fare qualcosa prima che crolli dal sonno.
-Che fai di bello?- mi disturba, nuovamente Derek.
-Non sono affari che ti
riguardano!- urlo –Per colpa tua dovrò stare in piedi tutta
la notte!-
Inizio a battere sulla
tastiera. Forse, se mi sbrigo, per le due dovrei finire…
(Derek)
Guardo William lavorare
incessantemente al computer. Devo dire che anch’io
facevo la stessa cosa: intere notti passate a lavorare invece che dormire. Per
poi finire morto sul pavimento di un locale… che schifo di vita!
Un latro giorno sta passando…
devo dire, però, che oggi ho fatto un bel po’ di progressi: sono riuscito a
convincere quasi del tutti William della mia esistenza
e ho trovato la sua anima gemella. Sono uno stacanovista anche da morto.
Devo trovare il modo di farlo
stare un po’ solo con Maya. Che le piace è assodato,
ma deve capire che è lei la donna con cui deve condividere la vita, non la Barbie milionaria con una
pala da biliardo come zio e Ramses IV come nonna!
Guardo fuori
dalla piccola finestra… due giorni sono andati… ne restano trentatrè per
farlo innamorare… che qualcuno mi aiuti!
Okay..
siamo al 30 aprile e non ho concluso un bel niente! Per più di due settimane ho
cercato di farlo avvicinare a Maya, ma William ha
sempre opposto resistenza!
Come tutte
le mattina, prima di andare a lavoro, William si ferma a fare colazione
al “The Place”, dove c’è la cameriera che, a sua
detta, non è il suo tipo. Mai balla fu più colossale! Si vede lontano trenta
chilometri che le piace! La guarda come mio nonno guarda gli omogeneizzati!
-Invece di consumarla con gli
occhi perché non le chiedi di uscire? Sembri un maniaco!- gli
dico, distogliendolo dal suo incanto.
“Di cosa stai farneticando?
Chi sarebbe il maniaco scusa?” mi chiede, diventando
paonazzo. Sto iniziando a stufarmi di questa storia.
Si alza e paga il conto. “Devo
andare. Sono in ritardo.”
-Sì, in ritardo
sull’anticipo! Sono le otto. L’ufficio non apre prima delle nove e mezza mi sembra!- ma lui se ne è già andato e non mi sente.
È inutile seguirlo sul
lavoro, concentrato com’è mi ascolterebbe ancora meno di quando
non faccia già. Mi fermi ancora un po’ nel locale. Voglio osservare meglio Maya
e cercare di capire qualcosa in più su di lei.
Sta pulendo il bancone,
quando zia Melinda le si avvicina.
-Il tuo bello se ne è andato piccola.- aguzzo le orecchie. Chi sarebbe il suo
bello?
Vedo Maya
arrossisce violentemente. –Ma che dici Fran… è solo un cliente. Lo tratto esattamente
come gli altri.-
Devo capire di chi stanno
parlando. Perché mi hanno dato il potere di leggere solo
nella mente di William. Sarebbe tutto molto più semplice se potessi
farlo con tutti!
Mi avvicino di più per poter
sentire meglio.
-Certo tesoro. E io sono la regina d’Inghilterra.- dice la più anziana. –Lo
abbiamo visto tutti il modo in cui lo guardi.- e se ne
va in cucina.
Spero con
tutto me stesso che si tratti di William. Sarebbe davvero un colpo di fortuna.
Guardo Maya. Scuote la testa
e sorride. –Assurta... come può credere che mi possa
piacere un uomo così freddo.- dice sottovoce.
Okay, ora sono sicuro al cento per cento si tratti di lui!
Potrei mettermi a saltellare dalla gioia. Anzi credo che lo farò, tanto nessuno
può vedermi!
Evviva! Questo è il giorno più bello della mia… be’ morte!
Con tutta la calma del mondo
torno nell’appartamento di William. Non vedo l’ora di dirgli quello che ho
scoperto stamattina!
Purtroppo per farlo devo
prendere l’ascensore… e per farlo devo avere un corpo per poter premere i
tasti.
Odio entrare nelle persone, ma credo ci dovrò fare l’abitudine… vedo una
signora entrare nel palazzo. Deve essere la donna che lava le scale. In un
secondo mi impossesso del suo corpo. Devo dire che si mantiene in forma!
Premo il tasto del quarto
piano e salgo. Mi dispiace distoglierla così dal suo lavoro, ma avevo bisogno di lei.
Una volta
giunto al piano la lascio. Di
sicuro si chiederà il perché è lì… attraverso la porta. Solita sensazione
orribile! Dovrebbero perfezionare un modo per evitare simili viste a noi poveri
angeli.
Mi accorgo che William ha
lasciato la televisione accesa. Strano solitamente è così preciso. Vedo un
piccolo biglietto sul tavolino da cafè.
Ti lascio la TV accesa.
Evita di fare danni!
La sua fiducia in me mi commuove devo dire. Alzo gli occhi sullo schermo.
-Ma che
roba è questa!- urlo. Una
telenovela spagnola?! Riconosco il canale… lo guardava sempre la mia colf: tutto il giorno trasmette una
roba così sdolcinata da far venire il diabete! Mi rifiuto nella maniera più
assoluta di guardarla!
È già la decima puntata che
vedo. Avrei bisogno di una scatola di fazzoletti. Povera Carmela: il suo unico
amore Raul è stato sedotto dalla perfida Dolores. E
lui non sa che aspetta un figlio da lei! Non capisco un acca
di quello che dicono, ma è una storia così.. così… in quel momento la porta si
apre e William entra.
-Sera.-
-BuenasNoche Senior!- gli dico,
senza staccare gli occhi dallo schermo.
Lo sento avvicinarsi. –Ti dai
alle telenovela ora?-
-Shhh, zitto. Ho come l’impressione che Raul stia dicendo a Dolores che ama Carmela.-
-Ah be’ allora non dico più niente.- si accascia sul divano.
In quel momento mi torna in
mente che non sono in vacanza. Ho una missione da compiere.
-Com’è andata in ufficio
oggi?-
-Bene. Prima di tornare a
casa sono andato a prenotare la luna di miele.- Strano… mi ha
risposto subito senza fare storia… forse è stanco morto.
-A sì? E dove andate di bello
tu e la tua Barbie?-
-Vuole andare a Ibiza…-
-Luogo ideale per una coppia
appena sposata mi hanno detto…- rispondo sarcastico. Chi mai farebbe la propria
luna di miele ad Ibiza? Ah è vero, loro non si amano!
Sbadiglia molto
rumorosamente. –Hai ragione… sono stanchissimo. Forse farei bene ad andare a dormire…- fa per alzarsi.
-Di già? È
presto dai guarda una puntata di “Te quieromucho” con me!-
Stranamente non oppone
resistenza e si risiede. È il momento giusto.
-Stamattina sono rimasto un
po’ di tempo al locale qua sotto… ho sentito Maya che parlava con un'altra
cameriera. A quanto pare le piace un cliente…-
Lui apre gli occhi e mi
guarda incuriosito. –Davvero?-
-Sì, ma lui è un pezzo di
ghiaccio. Non credo si sia mai accorto di lei…-
Si sistema meglio sul divano
e incrocia le braccia davanti al petto.
-Allora è un idiota. Se non
si è accorto di una ragazza così bella deve avere
qualche problema serio.- gira la testa di lato.
Sì caro, sei proprio un idiota!
-Eh già poverina… tu che
faresti se fossi il fortunato?-
-Probabilmente la porterei a
cena fuori…- dice, più addormentato che sveglio. –Oppure al cinema…-
-Interessante-
davvero molti, molto interessante…
questo mi fa venire in mente un piano. Mi volto verso William, ma ormai lui è
nel mondo dei sogni.
La mattina dopo scendiamo,
come sempre, al “The Place”. William ordina la sua
solita spremuta con le uova. Ma non gli fa venire acidità di
stomaco mangiare e bere sempre e solo quella roba? Lo fisso, aspettando il
momento giusto per mettere in atto il mio piano perfetto.
“Perché
mi guardi in quel modo?” mi chiede. Dalla tono del
pensiero sembra un po’ preoccupato. E fa bene ad
esserlo…
-Nulla, mi chiedevo solo
perché non porvi qualcosa di diverso. Sai ormai ci sono tante varianti per la
colazione.-
Apre il giornale ed inizia a
leggerlo. “Non mi piace cambiare le mie abitudini.”
Vedo Maya che si sta
avvicinando con la sua ordinazione. È il momento.
-Scusa Will.-
dico e vedo il suo sguardo confuso. Mi tuffo e prendo possesso del suo corpo.
Devo dire
che è molto meglio di quello che credevo: ha una buona salute tutto sommato.
-Buongiorno Will. Ancora uova e spremuta vedo.- mi dice, cioè gli dice… non so come spiegarmi.
-Hai ragione. da domani se le ordino ancora ti do l’autorizzazione a darli
il blocchetto in testa.-
Maya si mette a ridere. Il
cuore di William inizia a battere un po’ più forte. E
meno male che non era il suo tipo.
-Senti…-
inizio –Hai programmi per
stasera?-
Lei mi guarda sorpresa.
–Nulla di particolare… perché?-
Faccio spallucce. –Perché se ti andava potevamo stare un po’ insieme.-
-Certo… mi farebbe
molto piacere.- è la felicità fatta a persona. William cosa gli fai alle
donne?
-Per le otto qui davanti?-
-Sicuro..-
dice, indietreggiando e urtando tavolo. –Ops… mi
scusi…- poi so volta di nuovo verso di me/William e
sorride.
Torno al mio posto e lascio
che Don Giovanni riprenda possesso del suo corpo. Sembra molto confuso.
“Che
mi hai fatto?” mi accusa subito.
-E chi ti dice
che sono stato io?-
Mi guarda truce. –Okay, sono stato io. Ho solo fatto un giretto nel tuo corpo.
Complimenti, lo tieni in perfetta salute!-
Sgrana gli
occhio dalla collera. Sembra che gli stiano per uscire dalle orbite. “Tu
che cosa?!”
-Tranquillo..
comunque, giusto per la cronaca, stasera ti vedi con Maya alle otto. Perciò non fare tardi dal lavoro!-
Non riesco ancora a crederci:
come ha potuto Derek infestare il mio corpo e organizzarmi un appuntamento! E
soprattutto… perché io mi sto preparando per andarci?!
-Sai che questa me la
pagherai molto cara, vero?- gli dico, mentre cerco di
annodarmi la cravatta. Eppure, per me, dovrebbe essere
un gesto automatico, ma stasera proprio non ci riesco.
-Uffa! È la decima volta che
lo ripeti!- risponde, alzando finalmente gli occhi da
quella dannata televisione-Se non
volevi uscire con lei potevi disdire. L’ultima parola spettava a te. E ora scusami ma c’è la mia telenovela!- torna a fissare lo
schermo.
Non ci posso credere… e
questo sarebbe il mio angelo custode? Devo aver
combinato qualcosa di molto grave per meritarne uno così…
Prendo la cravatta e la getto
sul divano. Inutile, proprio non riesco a fare il nodo! Per stasera ne farò a meno, non è la fine del mondo.
Derek si volta di scatto
verso di me con gli occhi sgranati. –Vuoi dire che
oseresti mostrarti in pubblico senza la tua preziosa cravatta!? Chiamate il
911!-
Lo guardo perplesso.
-Non ti sembra
di esagerare un pochino?- dico, facendo anche il gesto con l’indice e il
pollice. Lui scuote la testa.
-Secondo me
non stai bene… in queste due settimane non ti ho visto una singola volta senza.
Anzi, mi sono stupido che non la portassi anche a
letto.-
-Uh…- sospiro –Non sono nato
con giacca e cravatta…-
-Su questo ho
i miei dubbi!- si volta nuovamente verso la televisione. –Oh mamma! Raul
non può stare con Maria. È la sua sorellastra! E poi
non pensa alla povera Carmela!- da non so dove tira fuori un lenzuolo e o usa
come fazzoletto.
-Sembri mia madre quando guarda “Beautiful”…- prendo la giacca e mi
avvio verso la porta. Vedo Derek che si sta alzando.
-No!- gli
urlo –Tu rimani qui! Hai già fatto abbastanza
danni per oggi.-
-Come? Non mi vuoi accanto in
un momento così importante della tua vita? Faresti questo a me?!- ha guardato decisamente troppe puntate di quella sciocca
telenovela… inizia a comportarsi come i protagonisti.
-Esatto. Non sono una ragazzino al primo appuntamento. Sono una persona
normale… che è…- esito un po’ nel terminare la frase -…stata incastrata da un
angelo.-
-Ah. E
tu la reputi una cosa da persone normali?-
-In questo periodo non so più
cos’è normale e cosa no... ma so che tu stasera rimani
a casa!- dico, sbattendomi la porta alle spalle. Anche se so che è inutile… se
ha deciso di seguirmi può farlo comunque. E infatti pochi secondi dopo me lo ritrovo al mio fianco.
Sospiro rassegnato.
Salgo sull’ascensore e
aspetto che mi raggiunga.
-Mi spieghi perché non
attraversi i piani fluttuando, o volando o come si dice, e prendi sempre
l’ascensore?-
-Ehm… perché…-
-Non ne sei capace, vero?-
Lui si mette a ridere.
–Figurati! E che non vedo il motivo per cui dovrei
sprecare in questo modo i miei poteri.-
Non mi ha convinto per nulla,
ma non voglio stare tutta la sera a rimuginarci sopra. Un’altra domanda, però,
mi continua a gironzolare per la testa…
“C’è una ragione in
particolare per cui ti sei fissato con questa storia
di Maya, oppure è un modo per farmi prendere per pazzo?” penso. Non voglio
essere scambiato sul serio per uno fuori di testa!
-In effetti la tua seconda ipotesi mi solletica non poco… ma, per
tua fortuna, il movente non è quello.-
“E
sarebbe?” chiedo, sinceramente incuriosito. Vorrei conoscere il motivo di questo appuntamento, sto forse chiedendo troppo?
-Sì Willy, chiedi decisamente troppo. Goditelo e basta.-
“Puff...
Mica facile goderselo con uno sempre alle calcagna!”
-Perché cosa credevi di fare
con quella povera ragazza innocente?!- mi chiede. Ha
assunto lo stesso tono di mia nonna quando mi ha… be’
beccato con una mia ex del liceo… non fu una bellissima esperienza.
“Ti credevo un uomo di mondo,
almeno stando a quello che avevo sentito dire su di te…”
-Ero un uomo di mondo, a ora sono leggermente morto e dovrei tenerti lontano da
certe tentazioni… almeno la prima volta!-
“Ah… quindi tu adesso stai
facendo le veci della mia coscienza?”
-Esatto, visto che non sembra tu l’abbia mai conosciuta la tua.-
Non posso dargli tutti i
torti… da come mi comporto sembra davvero che non abbia un cuore. Chissà, forse
sono davvero così.
Non mi rendo
nemmeno conto di essermi fermato di fronte al bar. Mi guardo un po’
intorno, ma di Maya nemmeno l’ombra.
“Vuoi vedere che mi ha dato
buca?” penso, rivolto a Derek.
-Impossibile! Era al settimo cielo quando glielo hai chiesto! –
“Davvero?” chiedo, voltandomi
verso di lui.
-Ehi ciao…- dice una voce
dietro di me. mi giro per vedere da chi provenga. Non
posso credere ai miei occhi: è Maya. Per un attimo resto senza parlare. È così
diversa da come la vedo tutti i giorni: la coda è sparita, così come la divisa.
Al loro posto ci sono dei lunghi capelli che ricadono sulle spalle e un
vestitino… Blu sembra? Niente male davvero. Non credo di aver mai guardato
Nathalie come sto facendo con lei.
Mi si avvicina preoccupata e
mi passa una mano davanti agli occhi. –Ci sei?-
Mi riprendo. –Sì.. scusa. Ciao… -
Mi guarda e sorride. Mamma
quanto è bella quando lo fa!
-Okay… se cadi in tentazione sei scusato, per questa
volta…- dice Derek in quel momento. O almeno mi sembra
lo abbia fatto. Non sto prestando molta attenzione.
-Allora dove andiamo?- mi
chiede Maya. Accidenti! Non ci ho minimamente pensato a questo…
Inizio a
muovere la testa a destra e a sinistra cercando un qualcosa da fare.
-Psshh…- mi fa Derek –Portala al cinema e poi a cena.-
“Che
originalità!”
Lui si porta le mani sui
fianchi ed inizia a battere freneticamente il piede a terra.
-Non mi sembra che tu sia un
pozzo di idee!-
Giusta osservazione.
-Ehm..
che ne dici di vedere un film e di andare a cena?-
-Certo!- risponde, felice.
Per mia fortuna ha dei gusti abbastanza semplici. Inizio a
camminare verso il cinema, quando sento qualcosa attaccarsi al mio braccio.
Mi volto: si tratta di Maya! Credo di essere arrossito a quel contatto. È stato
inatteso, ma anche... naturale? Piacevole? Non so quale aggettivo esprima meglio ciò che sto provando.
Devo aver fatto una faccia
stranita, visto che lei si stacca quasi subito. E ne
sento già la mancanza…
-Scusa..
ti ha dato fastidio? Forse non dovevo farlo…-mi dice, dispiaciuta.
-No. No… è che non sono abituato. Tutto qui.- le dico,
riportando il suo braccio attorno al mio. –Che film preferisci
vedere?-
-Che ne dici di un Horror? È il mio genere preferito!-
-Davvero?- chiedo sorpreso. –Anche il mio. Sai…-
Continuiamo a parlare per
tutto il tragitto. Poi mi volto e vedo che Derek non è più con noi… deve essere
tornato a casa…
Altre due settimane andate…
il tempo passa così velocemente che, senza nemmeno rendermene conto, siamo già
al 13 maggio. Tra una settimana il tempo sarà finito, ma io non mi preoccupo. In questi quattordici giorni William e Maya si sono
visti praticamente ogni sera. Forse in questo momento
sono a cenare al lume di candela!
L’ho visto così felice. Anche se non lo ha ancora ammesso, sono super sicuro si sia
innamorato di lei!
Sono il quasi angelo più
felice del… be’ dell’aldilà!
William mi ha raccontato
delle mille cose in comune che hanno: adorano i film Horror; le lunghe
passeggiate in campagna, il cibo messicano… praticamente
sono perfetti insieme!
La cosa che mi ha sconvolto
di più, però, è stata la confessione di Will. Mi ha detto
che, malgrado alcune volte cui fosse andato davvero vicino, non era riuscito a
baciarla, e la cosa lo stava iniziando a preoccuparlo un po’.
Forse ora posso
tirare un sospiro di sollievo… tutto andrà per il verso giusto!
In quel momento il mio cellulare
inizia a squillare. Stavo iniziando a chiedermi il perché Nick non mi avesse
ancora contattato, dopo tutto quel tempo!
-Salve Nick!- rispondo,
allegro.
-Oh siamo di buon umore oggi?- mi chiede. Sembra un po’ troppo sarcastico.. e la cosa non mi pace, ma faccio finta di niente.
-Certo! La missione va a
gonfie vele! Dammi due giorni e ti darò la prova
vivente che al giorno d’oggi l’amore può ancora trionfare su tutto!-
-Oh ma davvero? Perché, dal mio database, risulta
che il tuo protetto è ancora fidanzato con… possiamo dire il “Malloppo da
milioni di dollari” invece che con la piccola rilevata. Come me lo spieghi?-
Vengo catapultato alla realtà. Era vero,
non avevo mai sentito William parlare di rottura del fidanzamento,
oppure dio nozze annullate. Forse era stata una svista da parte sua. Poteva
essere che si fosse dimenticato di avvertire Nathalie che il suo cuore
apparteneva ad un'altra donna… era possibile giusto?
-Be’… in effetti… è possibile che se ne sia dimenticato…-
-Dimenticato? Mi spieghi com’è possibile dimenticarsi di annullare un
matrimonio?-
-Guarda, non è facile da
ottenere, ma con un po’ di impegno chiunque sarebbe
capace di farlo…- mi rendo conto da solo che questa frase non ha senso.
-Non ha alcun senso quello che hai detto Derek…
sicuro che stia andando tutto liscio come l’olio?-
-Sicuro al 100%. William e
Maya sono usciti spesso ultimamente e…-
-Ah, quindi lei sta diventando la sua amante?-
Rimango un momento in
silenzio. Non avevo mai pensato a questa eventualità…
non c’è bisogno che William lasciasse Nathalie per poter stare con Maya…
Sto forse iniziando a
dimenticare il modo di pensare degli uomini? Ho paura di sì…
-Non è affatto la sua amante!
È la sua innamorata e…-
-E si da il caso che non conti nulla per la tua
posizione. Harrison deve scegliere di stare con una sola delle due ragazze: se
sceglie la sua attuale ragazza avrai fallito; mentre se sceglie l’altra be’… lo
sai.-
-Sceglierà per il meglio,
vedrai se non ho ragione.- dico, più deciso che mai a
fargliela vedere a quel pennuto saccente che non è altro!
-Lo spero per te caro. Una buona Domenica sera a te.- e riattacca.
Le parole di Nick non erano
insensate: se, come ero super sicuro, William amava
Maya perché continuava ad organizzare il suo matrimonio? Mille dubbi affollavano la mia testa, uno più preoccupante dell’altro.
Decisi di dar retta alla mia
sola certezza: quei due erano innamorati e io mi fidavo di William!
Per la prima volta in vita
mia sono felice come non mai. Con Maya mi trovo bene, posso
essere me stesso con lei. Nessuna recita, o parte imparata a memoria come a
scuola. Tutto mi viene naturale: ridere, scherzare, abbracci... tutto senza
schemi studiati.
So, però, che anche questo
deve finire... tra meno di una settimana c'è il matrimonio e non posso
rischiare di mandare tutto a monte per un capriccio.
Stasera la porterò al cinema
e poi, una volta a casa, le dirò tutto. Le racconterò di Nathalie e del
matrimonio. In fondo al cuore spero che voglia continuare a vedermi, ma so che
sarebbe pretendere troppo.
Maya è una ragazza onesta,
troppo onesta per volere uno come me. Mi sono già
stupito quando ha accettato di continuare a vedermi nonostante le avessi detto
di frequentare anche un altra ragazza... forse anche per lei sono solo un
gioco, un passa tempo. Anche se mi rendo conto da solo che
tra il frequentarsi e lo sposarsi c'è un abisso...
Sono appena arrivato davanti
al cinema e la vedo già lì ad aspettarmi, bella come non mai. Anche se si vede
lontano un miglio che quel vestito che indossa non è di alta
sartoria, ma è stato comprato in un grande magazzino, il modo in cui lo indossa
lo fa sembrare degno dei più famosi nomi della moda.
Si volta e, vedendomi, mi
sorride.
-Sei in ritardo.- si avvicina
e mi prende a braccetto. Ormai sono abituato.
-Scusa, c’era un po’ di
ressa…- e poi dovevo scegliere le parole giuste per dirti
che sabato mi sposo… forse questa parte è meglio se la lascio per dopo.
Entriamo. Questa sera il film
lo ha scelto lei, mi sembra si intitoli “Gli
infedeli”. Non so bene di cosa tratti, ma a giudicare
dal titolo sarà la solita commedia romantica: uno tradisce l’altro, si
separano, vivono per un po’ la loro vita e alla fine di nuovo insieme. La
solita pappa trita e ritrita insomma…
Dopo più di due ore usciamo
dal cinema. Tutto mi aspettavo tranne che vedere un
film sull’infedeltà degli uomini! E proprio stasera
per giunta.
-Io non capisco… che gusto ci
trovano gli uomini nel tradire la propria moglie, o la propria
fidanzata.- dice Maya, mentre camminiamo verso casa sua. Sono più teso che una corda di violino!
-Be’… forse è la routine che
stanca… oppure cambiano i sentimenti-
Mi fulmina con lo sguardo.
-Allora non sarebbe molto più
semplice, e molto meno doloroso,lasciarsi. Invece di trovare la
propria metà a letto con un altro?-
A questo, sinceramente, non avevo fatto molto caso… trovavo Nathalie con altri uomini in
continuazione. Ormai ero abituato, anzi mi stupisco se
la trovo ad aspettarmi sola.
-Delle volte, però, non è
così semplice… ci possono essere dei motivi per cui
non si può fare e basta.- dico, pensando ancora alla notizia che dovrò
lanciarle addosso.
-Tu ad esempio non sembri il
tipo. Non ti ci vedrei a fare certe cose.-
Mi volto di scatto per
guardarla in faccia. Mi lascio sfuggire una risatina
nervosa.
-E cosa te lo fa credere scusa?- il nervosismo sta
toccando livelli critici.
Alza le spalle.
-Mi dai quest’impressione e
basta.-
“Spiacente piccola,
ma questa volta non sai quanto ti sbagli…”
Il resto del cammino lo passiamo a chiacchierare del più e del meno. Anche se sono
un po’ assente: continuo a pensare a come darle la
notizia.
Siamo sulla
sogli di casa sua. Ora o mai più… devio raccogliere il coraggio a
quattro mani e vuotare il sacco.
Lei si volta e mi sorride.
-Grazie per la bella serata.-
Sto per risponderle quando,
senza che me ne accorgessi, mi porta le mani al collo
e avvicina il suo volto al mio.
Da subito rimango un po’
interdetto. Poi chiudo gli occhi e rispondo al bacio. Da innocente diventa
sempre più profondo.
Dopo poco lei si stacca e, prendendomi per mano mi conduce in camera. Vorrei… anzi, dovrei cercare di resisterle, ma ho il
cervello in tilt. Si sdraia e mi trascina insieme a
lei…
Riapro, molto faticosamente,
gli occhi. Ho la vista un po’ offuscata, ma mi rendo immediatamente conto di
non essere in casa mia. In un primo momento mi sento confuso,
poi i ricordi della notte trascorsa ritornano. Guardo l’ora: sono le
quattro e mezza di mattina! Devo correre a casa e prepararmi per l’ufficio, ma
vendo distratto.
Abbracciata alla mia sinistra
Maya è ancora addormentata.
Mi perdo a guardarla… non
appena le sue labbra sono entrate in contatto con le mie ho provato una strana
emozione. Un emozione nuova. Con nessun
altra l’avevo mai provata.
Di donne ne
avevo avute, anche molto più avvenenti di lei. Con loro, però, era stato
solo sesso, solo piacere fisico. Mentre con Maya ho avvertito un brivido in più.. forse era quello che, una persona normale, avrebbe potuto
definire amore, o per lo meno qualcosa di simile…
“Cavolo!” Penso. Ci mancava
solo questa… proprio ora che tutto stava andando bene, che tutti i miei sogni
si stavano per realizzare… proprio in questo momento dovevo iniziare a
frequentarla?!
Mi lascio cadere sul
materasso.
Il tonfo la fa svegliare.
Apre lentamente gli occhi. Non posso faremeno di sorridere, ma anche di
sentirmi un vero bastardo per quello che sto per dirle.
Questa storia non ha futuro,
l’ho sempre saputo, ma non sono stato capace di fermarmi prima del limite.
-Buongiorno..-
biascica, cercando di trattenere uno sbadiglio.
-Giorno…- cerca di tornare
serio. Lei si siede e, dandomi un piccolo bacio, si alza e si dirige verso quello credo sia il bagno.
Inizio a cercare i miei
vestiti e a indossarli. L’unica cosa che non trovo è
la mia giacca… non importa, ne ho a centinaia di quelle.
-Per colazione vuoi
qualcosa?-mi
chiede, appoggiandosi allo stipite della porta.
-No grazie… - mi interrompo un momento per raccogliere i pensieri –Senti…
devo parlarti.- le faccio segno di sedersi sul letto.
-È successo qualcosa?- mi
chiede. Sembra un po’ allarmata.
-Maya…- le prendo una mano
tra le mie –Forse dopo quello che ti dirò non vorrai
più vedermi… ma sappi che per me questa notte è stata importante…-
-Ma che
dici William…- sorrise e mi prende il viso tra le mani. –Perché non dovrei più volerti
vedere?-
La fisso intensamente negli occhi.
-Sono
fidanzato… e sabato mi sposo…-
continuo a guardarla.
Si lascia sfuggire una leggera risata.
-Stai scherzando, vero?-
Senza distogliere lo sguardo
faccio cenno di no con la testa. l sorriso sparisce
immediatamente dal suo volto. Lascia cadere le mani e si alza di scatto.
Rimane in silenzio per un po’.
Mi alzo e le sfioro la
spalla, ma lei si ritrae e si volta verso di me.
-Stai per sposarti e sei
venuto a letto con me!- urla, con le lacrime agli occhi. –Volevi solo
divertirti un po’ prima di essere legato ad un'altra, non è vero?!-
-No..
– cerco di replicare, ma lei non me lo permette.
-Sta zitto! Per te sono stata solo un gioco. Dovevo capirlo
quando mi hai chiesto di uscire che non eri sinceramente interessato.
Sono stata proprio una sciocca a credere di poterti piacere…-
-Ma tu mi piaci Maya… io.. io…io ti amo!- ecco, l’ho detto. Ho detto “ti amo”
sinceramente per la prima volta in vita mia.
Lei mi guarda con gli occhi
colmi di rabbia.
-Tu mi ami?- sibila –Tu non
sai nemmeno cosa voglia dire la parola amore! Perché se mi
amassi sul serio non mi avresti mai fatto un affronto del genere!-
-Maya… io…-
-Vattene!-
Sospiro. Mi dirigo verso la
porta d’uscita. La sento singhiozzare fino a quando
non la richiudo.
Il pensiero di essere io la causa di tutto quel dolore mi fa venir
voglia di vomitare… ma cosa pretendevo? Credevo sul serio che lei avrebbe
accettato di buon gusto quella notizia?
Mi avvio verso
casa abbattuto. Mi sembra di essere appena
stato investito da un tir. E se penso che tra meno di
due ore devo essere in ufficio… mi sento ancora peggio.
Entro in
casa che sono le cinque passate. Vedo Derek sempre intento a guardare
quella cavolata messicana. Sospiro e vado in bagno per farmi una
doccia… ne ho proprio bisogno.
Mi getto
sotto l’acqua gelata. Devo disattivare per un po’ il
cervello. Vorrei addormentarmi e non svegliarmi fino a sabato
pomeriggio. Di sicuro Derek ci rimarrà molto male quando saprà
com’è andata a finire con Maya, ma dovrà farselo
andare bene. e poi non ho mai capito il perché ci tenesse
tanto a farmi uscire con lei.
Dopo
essere rimasto nel box per più di venti minuti mi dirigo in
camera per cambiarmi. Solo aprendo l’armadio mi ricordo di aver
lasciato la giacca a casa di Maya, ma se devo essere sincero non mi
importa.
Prendo il
primo completo che mi capita e lo indosso. Non ho proprio voglia
stamattina di pensare anche a quello.
-Ehi
ciao..- sento una voce alle mie spalle. Deve essere Derek.
-Giorno.-
dico, atono.
-Come mai
a casa così… ehm… mattiniero?-
Sospiro.
Delle volte non sono del tutto convinto che sia davvero un angelo
custode.
-Sono
rimasto a dormire da Maya.-
Lui mi
guarda con gli occhi sgranati. Non riesco a capire se la sua sia una
reazione positiva o meno… comunque non ho tempo da perdere.
Vado in
cucina e preparo la caffettiera. È una vita che non faccio
colazione a casa, ma non posso proprio andare al bar dove lei lavora,
non dopo quello che le ho fatto.
Derek ami
raggiunge e mi guarda incuriosito.
-Stamattina
niente colazione al bar? Hai deciso di risparmiare? Inizi a sentire
questa crisi anche tu?-
Sbuffo
cercando di ignorarlo. L'ultima cosa di cui avrei bisogno è un
angelo logorroico in questo momento.
Mi
appoggio, con le braccia incrociate sul petto, al bancone aspettando
che il caffè salga.
-Uffa...-
ricomincia Derek -Mi vuoi dire perchè sei così
scorbutico? Cioè... perchè lo sei più del
solito...-
-Ci sono
andato a letto...- dico, quasi come un sussurro. Come se non volessi
farmi sentire. Per tutto il tempo ho cercato di evitare di pensarci
così da non farglielo sapere, ma non posso controllare i miei
pensieri all'infinito.
-Ci sei
cosa?!- mi volto verso Derek: ha la bocca e gli occhi spalancati e le
braccia a penzoloni.
-Ci sono
andato a letto. Ci ho fatto l'amore. Ci ho fatto sesso. Scegli tu! Ci
sono un'infinità di modi per dirlo!- lo fisso ancora una volta
-E le ho detto che la amo...-
Non mi da
il tempo di finire quello che sto dicendo che Derek inizia a saltare
dappertutto come un matto. Fortuna che può passare attraverso
gli oggetti... se no avrebbe combinato un disastro!
-E lo
sapevo!.. e lo sapevo!... e lo sapevo!- si mette a cantare al ritmo
della conga, con annesso balletto. Poi, da non so dove, tira fuori
una valigia ed inizia a riempirla delle cose più assurde...
-Ragazzi,
aspettatemi, sto arrivando!- esulta, alzando il viso al cielo. O
meglio al soffitto...
-...ma le
ho detto che sabato mi sposo e tra noi è finita!- dico, tutto
d'un fiato.
Derek
interrompe i preparativi e, così come è apparsa, la
valigia sparisce. Mi fissa.
-Come
scusa?-
(Derek)
No,
scusate, ho capito bene? Quest'idiota ha fatto davvero quello che
dice di aver fatto?
-Ripeti,
per favore...- gli chiedo, sperando di avere ancora delle nuvole
nelle orecchie e di non aver sentito bene.
-Le
ho detto del mio matrimonio ed è finita.-
Lo
guardo stranito.
-Quindi
tu hai ancora intenzione di sposare Barbie? Anche se, a quello che
hai detto, ami Maya?-.
Annuisce.
-Esatto.-
Mi
sembra già di poter sentire la voce di Nick: “ Lo sapevo
che avresti fallito. Avremmo risparmiato tanta fatica se ti avessimo
subito mandato all'inferno...”
Vedo
tutti gli sforzi fatti in quel mese andare in fumo... Tutto quel
tempo passato a cercare William nella speranza di trovarlo. Il grande
sforzo che ho fatto per impossessarmi del suo corpo, malgrado il
disgusto che provassi... Tutto dissolto nell'aria, come polvere.
Poi,
per la prima volta, penso al futuro di William... questo fallimento
condanna sia me che lui. Che vita potrà mai avere con accanto
quell'orrore di donna?
Lo
guardo ancora.
-Ma
perchè? Perchè passare una vita infelice con una donna
che non ami?- gli chiedo, questa volta preoccupato sul serio per il
suo avvenire.
Sbuffa.
-Come
se tu non lo capissi...-
-Infatti
non lo capisco! E non dire che questa cosa a lungo andare ti porterà
felicità, perchè sapiamo tutti e due che non sarà
così! Sarete entrambi infelici!-
-Hai
ragione. Con Nathalie non potrò mai essere felice al cento per
cento, ma riuscirò ad ottenere quello per cui lavoro da una
vita. Arriverò dove mio padre non è mai arrivato.- fa
una piccola pausa -Non posso deluderlo proprio ora che sono così
vicino alla meta...-
Sospiro
e abbasso lo sguardo.
-Dunque
è questa la tua decisione definitiva?-
-Sì-
guarda l'ora. - Adesso scusa ma devo andare in ufficio. Ci vediamo
dopo.-
Esce
dalla porta e mi lascia solo.
Perfetto
direi: la mia condanna è certa. E come se non bastasse tra
poco arriveranno i vigili del fuoco! Quell'idiota ha lasciato la
caffettiera sopra il gas acceso!
Il
19 maggio è arrivato. Sono le dieci del mattino e William è
di là. Si sta preparando per fare il più grande, e
sbagliato se volete l'opinione di tutti, passo della sua vita.
Durante
la settimana avrei voluto fargli cambiare idea, ma ogni tentativo è
stato vano. Inoltre più di una volta mi ha accusato di farlo
solo per assicurarmi l'ingresso in Paradiso, che per vera
preoccupazione per lui.
Devo
ammettere che all'inizio della missione non mi importava un granché
del suo avvenire, ma con il passare del tempo mi sono affezionato sul
serio a quel ragazzo e vorrei per lui il meglio.
Anche
se lo capisco, anch'io avrei fatto esattamente quello che sta
facendo: me ne sarei infischiato se con il mio comportamento avrei
potuto ferire qualcuno. L'importante era giungere alla meta
stabilita, con qualunque mezzo.
William
entra nella stanza e si mette di fronte allo specchio per annodarsi
il papillon. Lo guardo con un mezzo sorriso, da lui ricambiato.
-Allora
oggi è il grande giorno, vero?- chiedo, nel modo più
normale possibile.
-Eh
già... - risponde, armeggiando con quel fiocco. È così
impegnato da non accorgersi che sto lasciando la stanza. Lo guardo un
ultima volta con un po' di malinconia.
Vado
nel salottino ed estraggo il telefonino dalla tasca.
-Qui
Derek. Sono pronto.-dico solamente e riattacco.
Forse
è sempre stato questo il mio destino. In fondo come potevo
sperare di cavarmela, dopo tutto quello che ho combinato? È
vero, manca ancora un giorno prima del termine della mia missione, ma
servirebbe solo a rimandare l'inevitabile.
Inizio
ad intravedere una luce bianca brillare dal soffitto... esattamente
come quando sono morto. Mi volto ancora una volta verso la porta
della camera di William e gli lascio un ultimo messaggio.
-Buona
fortuna...- poi mi sento dissolvere.
(William)
Questo
dannatissimo coso non ne vuole sapere di allacciarsi! Perchè
non posso mettere semplicemente la cravatta? Sarebbe molto più
facile!
All'improvviso
sento una voce lontana dire “Buona fortuna”, mi volto di
scatto e vedo che Derek non è più al suo posto.
-Derek?-
lo chiamo. Vado nel salotto, ma niente. Nemmeno in cucina o nel
bagno. Non è proprio da nessuna parte... Possibile che se ne
sia andato? Così presto?
Mi
lascio cadere sul divano e, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, mi
metto le mani dietro alla testa. Inizia a pulsarmi.. è quasi
insopportabile.
L'incontro
con Derek; le uscite, i bei momenti, la notte trascorsa con Maya...
Mi
sonio accadute così tante cose in questo mese... il più
bello da un sacco di anni...
Rimango
per un momento immobile. Cos'è questa sensazione di bagnato
sulle guance? Accosto una mano e mi accorgo che... sto piangendo!
Non
posso crederci... da che mi ricordo è da quando era bambino
che non mi accadeva. Nemmeno quando ho avuto la notizia della morte
di mio padre ho pianto.
Come
un'idiota, tra le lacrima, inizio a ridere. Incredibile: mi è
bastato pensare ad una piccola ed insignificante ragazza per
scoppiare a piangere!
In
quel momento mi torna alla mente una frase che mia madre ripeteva
sempre a me e ai miei fratelli:
“L'amore, figlioli, è un sentimento
meraviglioso, ma può anche portare molto dolore. Un momento ci
si sente al settimo cielo, quello dopo si ha voglia di piangere.
Ricordatevi, però, di non farlo mai mancare nelle vostre
vite.”
Adesso
ho capito quello che avrei dovuto fare da un po'.
Scatto
in piedi e corro fuori di casa e mi dirigo al “The Place”.
Forse
non è ancora troppo tardi per salvare Derek... e me stesso!
Arrivo
al locale in tempo record. Mi fiondo al bancone del bar per chiedere
al barista dove fosse Maya. Non l'ho vista girare per i tavoli.
-Mi
scusi... cercavo una cameriera.. Maya... Sa per caso se oggi è
in turno?-
Lui
alza gli occhi dal bicchiere che stava pulendo.
-No,
la signorina non lavora più qui, mi dispiace.- dice, ermetico.
-La
ringrazio.-
Appena
finisco la frase schizzo fuori e chiamo un taxi. Forse posso trovarla
a casa...
-Numero
5 East Village. Faccia più in fretta che può!- dico al
tassista, lasciandolo un po' basito, ma fa quel che gli ho chiesto.
Fortunatamente
alle undici di sabato mattina non c'è molto traffico.
All'improvviso
sento qualcosa vibrare nella tasca dei pantaloni. È il mio
cellulare, nemmeno ricordavo di averlo preso prima di uscire.
È
Nathalie. Premo il tasto verde.
-Pronto?-
-William!
Ma dove diavolo sei finito?! Dovevi essere davanti alla chiesa alle
dieci e mezza! Sono già tutti qui e stanno aspettando solo te!
Quando sonio arrivata e, guardando dal finestrino, non ti ho visto mi
sono vergognata così tanto che non ho avuto il coraggio di
scendere!-
Io
mi sarei vergognato immaginando il tipo di abito che, immagino abbia
scelto, ma è solo una mia opinione...
-Papà
è molto contrariato! Hai intenzione di venire o dobbiamo
portarti all'altare di peso!?-
Quasi
non la ascolto. La casa di Maya è sempre più vicina e
sento il cuore andare a mille.
-Scusa,
ma ho una cosa urgente da fare...-
-Come
sarebbe a dire!? Ti ricordo che oggi ti devi SPO-SA-RE! Con me! Cosa
c'è di più urgente di questo, me lo spieghi? Pronto?
Pronto?-
Stacco
il telefono dall'orecchio e premo il tasto. Credo di essere appena
stato licenziato...
incredibilmente
quel pensiero non mi turba. Sorriso come un ebete, nuovamente. Mi ci
sono voluto ventotto anni, ma alla fine ho capito quello che mia
madre ha sempre cercato di spiegarmi...
Spero
solo che Maya voglia ascoltarmi...
Arrivato
davanti al suo palazzo scendo, do delle banconote al tassista e corro
verso la sua porta. Sento l'uomo dietro di me che mi richiama, devo
avergli dato troppo... oppure troppo poco. Non ho fatto nemmeno caso
a quanto soldi ho tirato fuori.
Inizio a bussare e a chiamarla.
-Maya! Maya per favore aprimi! Devo parlarti, per
favore!-
Dopo più di dieci minuti la vicina esce, forse
infastidita da quel rumore. Una donna sulla settantina.
-Senti giovanotto... hai intenzione di andare avanti per
molto? È ovvio che, se non ti apre, o non è in casa o
non vuole vederti!- dice, un po' aspramente, ma con una punta di
tristezza negli occhi.
Certo deve essere rimasta un po' stranita dal mio
abbigliamento... ho ancora addosso il vestito da sposo. Comunque non
posso fare a meno di pensare che la donna abbia ragione, e purtroppo
i precedenti volgevano più per la seconda ipotesi che per la
prima...
-Mi scusi...- dico piano e, con lo sguardo basso e le
mani in tasca, scendo la scaletta con l'intenzione di incamminarmi
verso casa.
Faccio pochi passi sul marciapiede. Alzo gli occhi un
momento e... eccola lì, di fronte a me con delle buste per la
spesa in mano. Sento il cuore aumentare i battiti e il respiro farsi
affannoso.
La guardo negli occhi. I suoi bellissimo occhi scuri...
sono un po' arrossati e con le palpebre leggermente gonfie. Deve aver
pianto parecchio. Mi maledico, so di essere in parte, se non
totalmente, responsabile di quelle lacrime.
Restiamo in silenzio alcuni minuti. È lei a
parlare per prima.
-Cosa ci fai qui?- chiese, voltando leggermente il viso
per non guardarmi -Non dovevi sposare la tua bella fidanzata oggi?-
Azzardo un passo verso di lei, che non si ritrae.
-Sì... ma prima dovevo fare una cosa...- mi
avvicino ancora di qualche passo, sempre con molta cautela.
Mi guarda sospettosa.
-E sarebbe? Se posso chiederlo ovvio...-
Azzero la distanza fra noi e le prendo il volto fra le
mani.
-Questo...- dopo quella che mi è sembrata
un'eternità le nostre labbra si uniscono di nuovo.
Sento il rumore delle buste lasciate cadere a terra e,
poggiando le mani sul mio petto, mi scosta da lei.
-William, no.- fa un passo indietro -Per favore... va
dalla tua fidanzata, sposati e siate felici, ma non illudermi ancora
una volta...-
La guardo, fingendo di non capire.
-Di quale fidanzata stai parlando scusa?-
Mi guarda accigliata.
-Di quella che devi sposare oggi! O ti sei dimenticato
di dirlo anche a lei?-
-Ah... quella... credo che se mi presentassi a lei in
questo momento, invece di un matrimonio, si farebbe un
funerale...dopo quello che le ho detto...-
Maya mi rivolge uno sguardo confuso, e io le sorrido.
-Non ci sarà nessun matrimonio per me... o almeno
non oggi...-
Vedo i suoi occhi velarsi di lacrime.
-N..non ti sposi?-
Faccio cenno di no con la testa e mi avvicino.
-Non è lei la donna che amo e con cui voglio
passare il resto della vita.- le prendo nuovamente il volto fra le
mani e cerco di baciarle, ma lei si scansa lasciandomi interdetto.
Ma da le spalle.
-E tu credi di potertela cavare così dopo quello
che mi hai fatto passare?- mi chiede. Dal tono sembra furiosa.
Lo dovevo immaginare... il totale fa la somma, è
vero, ma in questo caso il risultato è zero...
Sospiro abbattuto. Poi la vedo voltarsi sorridendo.
-Se credi che bastino due belle parole per
riconquistarmi ti sbagli di grosso caro. Dovrei fare molto di più.-
Si china e raccoglie ciò che si è salvato
della spesa caduta a terra e si dirige verso casa.
La seguo con lo sguardo. Confuso piego leggermente la
testa e mi porto le mani sui fianchi.
Inutile... le donne non le capirò mai...
All'improvviso quelle povere buste finiscono una
seconda, e credo definitiva dato il liquido azzurro che esce da una,
per terra, e Maya corre verso di me, allacciandomi le braccia al
collo.
La stringo e la bacio.
-Ti amo.- le sussurro sulle labbra.
-Ti amo.-
N.d.A.:
Scusate il finale capitolo da cinema. È mooooltoooo scontato,
lo so ç.ç, ma non mi è venuto altro in mente a
parte questo... scusate se i capitoli precedenti sono stati un po'
tristi, ma il fantasma della malinconia mi ha posseduta ;-)
Grazie
a chi legge, segue e recensisce questa storia^^
Manca
poco alla fine, senza il vostro sostegno non sarei riuscita a
scrivere nulla!!^^
E
rieccomi qui... nell'immenso studio bianco da cui sono partito.
Vi
risparmio l'infinito discorso
fattomi da Nick riguardo al fatto che sapeva fin dall'inizio che
avrei fallito una missione che, a sua detta, era tra le più
semplici che avessero in archivio, sul fatto che se fossi stato più
buono prima di morire mi sarei evitato tutto quel trambusto...
insomma si è messo a fare il pennuto saccente!
Adesso
sono seduto su una sedia fatta di nuvola, in attesa che Pier mi
condanni. Nick è al mio fianco, sfortunatamente....
-Ah...
Derek, mi ridaresti il telefonino? Sai, quello lo possono usare solo
gli angeli.-
-Ah,
sì. Ecco.- glielo porgo. Sto cercando di mantenere la
conversazione al minimo, non ho per nulla voglia di sentire ancora la
sua voce irritante.
In
quel momento entra Pier. Mi guarda un po' contrariato.
-Ragazzo
mio... hai ancora un giorno di tempo. Sei sicuro di volere il tuo
giudizio ora?-
Sospiro.
-Si, sono sicuro.- dico, con la testa bassa. Sento benissimo il
sogghigno di Nick, ma decido di non darci peso, ha ragione lui...
sono un fallito.
-Bene,
allora io ti condanno a...- in quel momento un suono stridulo
proviene da un aggeggio che Pier ha al polso. Lo guarda e,
scusandosi, esce nuovamente dalla stanza.
Bene...
ho ancora qualche minuto prima della condanna.
-Senti,
sul pullman che ti porterà ai piani inferiori... preferisci un
posto in corridoio o al finestrino?- mi chiede Nick.
-Wow,
posso anche scegliere dove sedermi? Ma è meglio che viaggiare
sui pullman di linea umani!- dico atono.
-Suvvia,
non essere così abbattuto. So che deve essere un vero colpo
nell'orgoglio aver fallito in una missione che anche un microrganismo
avrebbe potuto portare a termine, ma...- si blocca un attimo -Non
ricordo più dove volevo arrivare... comunque cosa dici:
corridoio o finestrino?-
Sono
esasperato e incredulo. Com'è possibile che io sia condannato
alla dannazione eterna, e che uno come lui sia un angeli in tutto e
per tutto?! Secondo me c'è stato un errore di smistamento!
In
quel momento rientra Pier. Sono agitatissimo, mentre Nick sembra
eccitato... una cosa positiva c'è, non avrei più
rivisto quel pennuto saccente!
-Per
te Derek è giunto il momento di recarti nel luogo che ti
spetta...-
Stringo
gli occhi in attesa che finisca la frase. Come quando da piccolo
aspettavo che mia madre mi strappasse via i cerotti.
-...
il Paradiso!-
-Beh
è stato un piacere....- sbarro gli occhi -Cosa!?-
-Cosa?!-
esclama anche Nick.
Pier
fa apparire uno schermo, in cui si vedono William e Maya stretti
l'uno all'altra e sorridenti.
-A
quanto pare hai portato a termine la missione ragazzo mio.-
Saldo
in piedi ed inizio ad esultare.
-Sìì!
Salvato in zona Cesarini! È sempre lui, sì lo è!-
nella foga abbraccio Nick e gli faccio fare un paio di giravolte.
Poi, ricordandomi di essere al cospetto di Pier, mi ricompongo e rido
nervosamente.
-Mi
scusi Pier... mi sono fatto un po' trasportare dall'entusiasmo... -
mi porto una mano dietro la testa e continuo a ridere.
Non
ci credo. Sono quasi commosso... alla fine William ha scelto Maya.
Sono davvero riuscito a far vincere l'amore sui soldi.
Mi
sento davvero realizzato adesso!!
-Ma
signore..- uffa, ma cosa vuole ancora Nick?! -Ci deve essere un
errore... Palmer non può andare in Paradiso! Quello deve
essere stato solo un colpo di fortuna!-
-Ma
che fortuna! Sono stato semplicemente fantastico! Se non fosse stato
per me a quest'ora Willy sarebbe sposato con una Barbie a grandezza
naturale! Invece adesso è abbracciato con una bella, e
naturale, ragazza. Per merito mio mi sembra!-
-Al
classica fortuna del principiante!-
-Senti
un po' tu...-
Veniamo
bloccati da Pier.
-Smettetela
tutti e due! Vi sembra il modo di comportarsi questo!- ci guarda
male. Io abbasso lo sguardo.
-Ha
ragione Pier...- poi guardo Nick -Due angeli non si comportano così.-
dico, con sguardo arcigno.
-Non
osare paragonarti a me!-
-Adesso
basta!- urlò l'uomo, se così lo si può definire.
Guarda Nick e gli fa cenno di andarsene, poi posa lo sguardo su di
me.
-Forse
è meglio se rimani ancora un po' con noi, prima di andare dal
Padre...-
N.d.A.:
Salve
a tutti/e!!:-) Ecco il penultimo capitolo della storia. Grazie a chi
legge, segue e commenta la storia^^
P.S.:
Di sicuro sapete, ma per non lasciare nulla al caso volevo precisare
che la “Zona Cesarini” nel calcio, ma ormai in quasi
tutti gli ambiti, indica un recupero in Extremis. Scusate il mio
momento da prof^^
Mi
sembra di essere nell'anti-Paradiso da una vita, se non fosse che
sono morto... per questo motivo ho deciso che, per evitare la pazzia,
avrei controllato quotidianamente lo scorrere del tempo sulla Terra,
così mi sarei potuto regolare. Ormai è passato un anno
e mezzo da che ho concluso la missione.
Davanti
a me compare un enorme schermo, simile a quello usato da Pier. Devono
essere circa le sette di mattina.
Nell'inquadratura
si vede una piccola casetta di periferia. Un po' semplice, ma
graziosa nel complesso.
In
quel momento un uomo, con lo sguardo stanco, rientra a casa.
Eh
sì... il povero William, dopo la bravata giocata a Nathalie, è
stato licenziato in tronco. Il signor Mitchelson non poteva
continuare a tenere l'ex fidanzato della figlia nella sua ditta,
anche se era uno dei migliori.
Se
volete la mia opinione lo ha licenziato perchè non si è
portato via la figlia. Vi immaginate avere una così in casa?!
C'è da avere gli incubi!
Di
positivo c'è che Willy ha trovato in fretta un nuovo lavoro...
come guardia notturna in una galleria d'arte... torna sempre a casa
stanco morto, ma almeno è felice.
William
entra in casa. Subito assuma uno sguardo stupito. Capisco
immediatamente il perchè: non si aspettava di trovare sua
moglie, già in piedi, a preparargli il caffè.
La
donna si volta e gli sorride.
Eh
sì, se una ragazza è bella, è bella anche appena
sveglia e senza trucco; e Maya lo è!
Ho
fatto proprio un bel lavoro!
-E
tu che ci fai già sveglia? Non dovresti fare sforzi, lo sai!
Non fa bene a nessuno dei due!-
Maya
si porta una mano sul pancione di sette mesi e sorride.
-Oh...
che papà protettivo che avrei piccolo...- dice al suo pupo.
William
si avvicina, mette una mano sopra alla sua e la bacia.
Sono
commosso. In appena un anno e mezzo si sono fidanzati, sposati, hanno
traslocato ed ora aspettano un bel bambino! E tutto grazie a me!
Direi
che il Paradiso me lo sono guadagnato no? Se solo si decidessero a
dirmi quando potrò andarci... direi che la mia condotta è
stata impeccabile in questo periodo. Ho perfino aiutato Nick con
alcune faccenduole!
Quanto
ancora devono farmi aspettare?
In
quel momento arriva Pier.
-Sempre
ad auto acclamarti vedo Derek...- dice, prendendomi un po' di
sorpresa e un po' imbarazzato per essere stato colto sul fatto.
-Ehm...
volevo assicurarmi che quei due stessero bene...-
-Certo...
certo... ho una notizia per te!-
Sgrano
gli occhi per la felicità. Che sia la tanto agognata chiamata?
-No
caro ragazzo, per quella avrei tempi in seguito.-
Tutta
la mia felicità si dissolve in una nuvoletta. Non faccio nulla
per mascherare la mia delusione.
-Di
cosa si tratta allora?- chiedo, non molto interessato.
-Beh...
ci sarebbe un'altra piccola questione sulla Terra che richiederebbe
il tuo intervento... ti interessa?-
Lo
ascolto, ritrovando l'interesse.
-Una
specie di contratto a progetto?-
-Diciamo
di si...-
Inizia
a spiegarmi di cosa si tratta. Il mio obiettivo rimane sempre il
Paradiso, è vero, ma il lavoro è lavoro.
In
fondo sono pur sempre uno stacanovista!
Fine.
N.d.A.:
Eccoci giunti al finale della storia!^^ scusate tutti gli errori che
avete trovato in questo capitolo e nei precedenti -.-'
Grazie per
avermi seguito in questa storia che mi balenava da un po' per la
testa^^
Grazie a
tutti coloro che hanno letto, grazie a chi ha inserito la storia tra
le preferite e grazie a chi ha commentato^^
Senza tutti
voi scrivere non avrebbe senso^^
Spero che il
capitolo, in particolare, e la storia, in generale, vi siano piaciuti
e che siano riusciti a strapparvi un piccolo sorriso ^^
Un bacio a
tutti!!
SoGi92!!
P.S.:Un
grazie a Fly90, che mi ha aiutato con la trama e sostenuto^^ Ti
voglio Bene!!
P.P.S.: Un
altro grazie immenso a dolcemary; fallinginlove99; Jo McKilney;
LillianneRose, pozzanghera, ChrisAndreini e virgi_chan_12 per aver
inserito la storia tra le seguite e a alina02 per averla inserita tra
le storie da ricordare!!^^