Change of life

di Mina Incandescente
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Chapter ***
Capitolo 2: *** II Chapter ***
Capitolo 3: *** III Chapter ***



Capitolo 1
*** I Chapter ***


Salve lettori sono Federica, una ragazza di 16 anni che vive nel Sud d’Italia, precisamente a Napoli, la cui vita è tutt’ altro che facile. Ho i capelli biondi lunghi fino a metà schiena e gli occhi verdi , sono di statura media per la mia età e, l’ho ammetto a volte mi sento un po’ bassa in confronto ad alcuni miei compagni, motivo per cui indosso spesso e volentieri i tacchi. Sono al terzo anno di liceo e sono stata espulsa da tutte e scuole a cui andavo. Non ho amici e sono sempre derisa dai miei compagni a causa della mia dislessia ed imperatività . A scuola, da quanto avrete capito, la situazione è invivibile e la cosa non migliora a casa: non ho mai conosciuto né mia madre né mio padre entrambi non sono più in questo mondo,infatti sono stata cresciuta dalla madre di mia madre. Mia nonna è una persona molto esigente e severa ma so che sotto sotto, beh diciamolo: proprio in fondo un po’ di bene me ne vuole altrimenti non mi avrebbe permesso di realizzare il mio sogno; nonna Carola pretende da me che ogni cosa sia perfetta, che sia una brava ed elegante ragazza cioè il mio opposto visto che sono ribelle e testarda; che sia una studentessa modello ma per via della mia dislessia e alle mie ripetute espulsioni questo suo obiettivo è diventato un sogno irrealizzabile. L’unica mia fonte di sopravvivenza, con la quale riesco ad andare avanti; con la quale trovo la forza di alzarmi la mattina e di affrontare la scuola; la nonna e i ripetuti insulti, è la musica cantata da quattro ragazzi inglesi e un irlandese che formano la boy-band: One Direction.
E questa storia inizia proprio quando, con l’ appoggio di mia nonna,riesco ad andare al concerto che aspettavo da anni.

Angolo Autrice:
Ciao a tutti.Ci ho ripensato. Adoro scrivere per questo ho deciso di ripubblicare storia.Spero vi piaccia.
Baci

Persia

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Capitolo 2
*** II Chapter ***


E’ sabato e, come sempre, non c’è scuola. Non è un sabato qualunque: oggi sarebbero usciti i biglietti per il concerto dei Ragazzi a Milano del 28 giugno! Essendo dislessica ed imperativa se mi fossi messa io davanti al computer il mio sogno si sarebbe sicuro irrealizzato! Così il figlio di mia nonna, nonché mio zio mi ha fatto il piacere di mettersi lui davanti al computer per comprarlo. Sono 9.30 e i biglietti escono alle dieci così decido di andarmi a fare un bel bagno in camera.
La mia camera ha le pareti bianche, cioè era bianche dato che ora sono ricoperte di poster dei miei cantanti/attori preferiti. C’è un grande balcone che rende la stanza luminosa e un letto matrimoniale con di fronte una tv appesa al muro e una scrivania mai usata. Ho un bagno personale con la mia unica amica: la vasca da bagno! La riempio d’ acqua e sapone e mi ci tuffo dentro, adoro restare ammollo lì dentro, riesco a pensare e rilassarmi. Senza rendermi conto; persa nei miei pensieri e preoccupazioni riguardanti il concerto, si fanno le 10.10 cosi decido di uscire dalla vasca. Mi vesto e raccolgo i capelli in un’ asciugamano rossa. Scendo le scale della villa a due piani di mia nonna e raggiungo mio zio nel salotto; vedo che è impegnato ad entrare nel sito quando si ferma e mi dice:
-Fè, niente da fare!! Sold out!!
-Cosa?- dico con voce rotta.
-Mi dispiace!-
Corro in camera in lacrime, ignorando le parole di mio zio. L’unica cosa che ho desiderato e chiesto a mia nonna è stato solo questa. Ci avevo provato anche gli altri anni senza avere successo, pensavo che quest’anno dato che è in uno stadio avrei trovato i posti, e invece niente. La loro musica è la sola cosa che mi fa andare avanti, visto che non posso contare sulla famiglia e gli amici.
Mi sono calmata, quando sento mio zio urlare:
-Fede!! Corri!! Hanno aggiunto una nuova data!!-
A quelle parole apro la porta e corro in salotto, cercando di non cadere dalle scale. Arrivo in salotto e mi zio mi fa un sorriso a 32 denti:
-Hanno aggiunto una nuova tappa!! Milano, 29 Giugno!-
Comincio a saltare per la casa sono felicissima.
-Quando si comprano i biglietti?- chiedo presa dalla felicità e dalla speranza di poterli incontrare.
-Ora!-
-Davvero fai?-
-Si ora fammi concentrare-
Mi siedo sul grande divano di velluto rosso aspettando; quando dopo tempo che mi è parso lunghissimo, mio zio si alza dalla sedia e urla:
-Ce l’ ho fatta!! Si va al concerto.-
 


Angolo Autrice:
Mi scuso per la brevità del testo ma la scuola mi assale a causa dell'esame di terza media. Vorrei sapere cosa ne pensate.

al prossimo capitolo

Persia

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Capitolo 3
*** III Chapter ***


Ce l' avevo fatta!! Erano mesi che ci provavo ma non avevo mai perso le speranze come tutte le altre mie sorelle directoner. Era il giorno migliore della mia vita. Il mio sogno. L' unico. Realizzato! Molti pensano che sia una boy-band di "froci"che non sappiano  cantare,  ma per me sono anche più di bravissimi cantanti. La loro musica é tutto per me, é grazie a questa se non sono diventata autolesionista, tossica e sono rimasta me stessa. Quella musica che ti colpisce al cuore, quella musica che ti comprende e ti dice ciò che vuoi sentire, quella musica che non è altro che una passa-porta per un altro mondo.
Non potevo crederci era davvero riuscita a realizzare il mio sogno. Ero rimasta senza parole per via di quelle di Zio. Ero felicissima. Mi alzai dal divano e mi diressi verso camera mia completamente euforica. Desideravo qualcuno con cui parlarne, qualcuno con il quale esprimere la mia gioia ma... In questo mondo non avevo nessuno... Nessuno. Ne un' amica né un amico... Era sola a causa della mia diversità. Io ero quella sempre emarginata per il suo modo di vestire troppo ribelle, per il motivo che ero stata espulsa da tutte le scuole per via di incidenti assolutamente non causati da me e perché... Perché io ero diversa. Diversa. Già, iperattiva e dislessica e per alcuni anche lunatica. Andare a scuola era uno strazio. Perennemente persa in giro e umiliata in 365 modi differenti.
Ero stanca a causa dell’ emozione e erano anche le undici di sera, così decisi di andare a dormire. Il giorno dopo non avevo voglia di alzarmi, suonò la sveglia ma ero sveglia già da un po’, la causa: incubi. Mi perseguitavano. Sognavo mostri terrificanti che attaccavano e io logicamente scappavo e cercavo di restare viva.
Ma  sta notte fu diverso. Ero in una strada di Manahattan buia, isolata, un bellissimo posto insomma. Cominciai a passeggiare  per quel sentiero buio, c’erano palazzi alti con tutte le finestre chiuse, non un rumore, completa silenzio inquietante, spazzatura dappertutto e un lieve venticello sembrava tutto tranquillo; ma mi sbagliavo. Ci fu uno strano rumore, mi girai e mi trovai davanti un pipistrello gigante che aveva tutta l’ aria di voler afferrarmi, intrappolarmi e mangiasi un buon spuntino di mezzanotte. Non ero molto d’accordo ma che potevo fare? Non avevo un’ arma né c’ era qualcosa di utile lungo la strada.
Obiettivo: restare in vita. Soluzione: fuga.
Cominciai a correre più veloce che potevo, giravo a sinistra e destra per tentare di seminarla, ma era peggio di un segugio con le ali, lunghi artigli e un’ odore nauseabondo.  Girai a destra, poi a sinistra e dopo di nuovo a destra. Tentai di impormi di svegliarmi ma ero ancora in quel sogno. Girai ancora a destra mi ritrovai in un vicolo ceco. Lo sapevo ero così fortunata d’ altronde.  Ero in trappola mi aveva accerchiata davanti quella cosa e dietro il muro, non sapevo che fare. Quando, mi sentii la tasca destra del jeans pesante, come se dentro ci fosse qualcosa,  misi la mano all’ interno e estrassi un piccolo pugnale, molto elegante, lama lucente e manico con su scritto una frase che in quel momento non ebbi il tempo di decifrare. Feci la prima cosa che mi venne in mente, corsi verso l’ arpia con il pugnale sguainato e la trafissi, divenne polvere dorata.
Fu in quel momento che mi svegliai. Restai il resto della notte a pensare.
Alle 7 la sveglia suonò, mi alzai e così cominciò la mia solita monotona routine. Odiavo andare a scuola, costretta a stare a contatto con gente che mi odiava, ricevere sempre lo stesso voto nonostante i miei sforzi ero stanca. L’ unica consolazione: mancava una settimana al concerto.
 
 
Spazio Autrice:
salve a tutti. Ebbene si sono ancora viva!! Non aggiorno da un po’ ,diciamolo due mesi non sono poco. Comunque ho trovato il tempo di scrivere quindi cercherò di aggiornare ogni settimana. So che è molto piccolo ma doveva essere così per dare importanza al sogno. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci Persia Ω

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