Eleven

di Francilla
(/viewuser.php?uid=370434)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 488 ***
Capitolo 2: *** Sotto zero ***
Capitolo 3: *** Senza riposo. ***
Capitolo 4: *** Una tonnellata di troppo. ***
Capitolo 5: *** Il sapore del ferro ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** Oltre la distanza e il tempo ***
Capitolo 8: *** A ferro e fuoco ***
Capitolo 9: *** Casa dolce casa / Un ultimo saluto ***



Capitolo 1
*** 488 ***


“ 488 ”


Quattro pareti bianche spoglie e insonorizzate,pavimento grigio come il soffitto basso .

Quattro sedie per quattro membri di una commissione volta a selezionare le più brillanti e innovative idee esposte da numerosi uomini di scienza , che come ogni tre anni presentano i loro progetti . Tutti, nessuno escluso spera ardentemente che la propria invenzione venga scelta per essere realizzata,dopo di che il gioco è fatto:

finanziamenti , una decina di colleghi alle proprie dipendenze , e un assegno mensile che certo non guasta.

 

-Capite?-

è l'ultima parola di un lungo discorso , che per quanto preciso , per quanto l'interlocutore l'abbia provato e riprovato d'avanti allo specchio del bagno di casa sua ,non pare stia trovando consensi .

Le labbra si serrano appena, in quello che vuol essere un timido sorriso .

In cerca degli sguardi dei suoi colleghi gli occhi di quest'uomo vagano per la stanza. Una camicia azzurra ,le mani sudate nascoste nelle tasche del bianco camice , la fronte lucida .

Un paio di pantaloni marroni, delle scarpe in pelle nera ,è ciò che un uomo di scienza come tanti oggi indossa per questo speciale giorno.

Qualche istante passa nel silenzio, il che non promette nulla di buono, dato che non gli giunge risposta ,ne un incito applauso. Lo sguardo di lui si fa più serio , la fronte si corruga mentre i denti piano si stringono . Proprio come per prepararsi ad un duro colpo imminente . Colpo che non tarda ancora a giungere .

-Impossibile...siamo spiacenti.-

dice la voce di una donna , membro della commissione.

L'uomo da parte sua sospira soltanto, senza controbattere ulteriormente lascia la stanza ,sbattendo la porta una volta uscito, lasciandosi alle spalle quella manica di quattro scienziatucoli da quattro soldi.

I suoi passi ora rapidi e pesanti lo portano verso l'unica uscita ,sita poco dopo un lungo corridoio costeggiato da porte, ma non finestre , il tutto accompagnato da un irreale silenzio . Le porte di vetro scorrono sui binari automaticamente, permettendo il passaggio dell'uomo che viene investito dai raggi del sole pomeridiano. Gli occhi azzurri vengono socchiusi per resistere a quella luce irruente, che ogni estate minaccia di ustionare la carnagione chiara del pover'uomo ormai sessantenne. La chioma brizzolata e il camice bianco vengono smossi piano da una brezza frizzantina ma un po' aspra , quasi pungente . Tale folata di vento , per quanto sommessa e per alcuni sgradevole , serve invece a liberare dalle nebbie dell'ira la mente offuscata del noto uomo di scienza Jeff Lucas Lamparos :

uomo brillante e dalla fervida immaginazione ,soprattutto nel progettare automi di ultima generazione.

Campo sul quale a parer suo si può fare molto , molto di più, di semplici robot domestici che spazzano a terra seguendo un programma predefinito e statico.

Si leva il camice e lo stringe nella destra con rabbia , muove una decina di lesti passi verso la sua vettura: una mini-car blu avio con qualche ammaccatura, ma ancora fedele e ruggente . Certo, per quanto possa ruggire su strada una macchina a due posti che ha da poco compiuto sette anni.

Apre lo sportello e vi si fionda all'interno, subito getta il camice alle sue spalle, nel piccolo portabagagli . Stancamente mena le mani sul volante, sospira , ripensando all'appena conquistato nuovo insuccesso.

-Quattrocentottantotto- dice a voce chiara scandendo ogni lettera , con la sua voce bassa e un po' roca.

La mano destra, va a al quadro delle chiavi che girate azionano l'auto. Da un po' di gas e il motore parte pronto a correre come un arzillo vecchietto durante una maratona . Il dottore volta il capo , guarda indietro , fa manovra e parte alla volta di casa.

Via ,lontano abbastanza dal suo posto di lavoro , lontano dai problemi e dai colleghi che proprio non sembrano capire.

 

Pochi minuti di viaggio per le stradine deserte di quella città di scienza in cui vive , lo riportano alla sua modesta dimora.

Svolta piano entrando in uno stretto vialetto in mattoni rossicci che precedono una villetta come tante , o almeno come tutte quelle del vicinato.

-Sono tornato.-

dice non appena varcata la porta d'ingresso.

Le scarpe vengono levate in fretta, nel mentre una donna sulla quarantina con una maglia a fiori rossi , mora ,bassina e sorridente ,fa capolino nell'ingresso.

-Com'è andata?-

chiede speranzosa per poi tornarsene a sedere sullo scolorito divano in pelle del salottino .

Con ai piedi delle comode pantofole ,identiche a quelle della moglie il signor Lamparos la raggiunge sul divano .

Gli occhi marroni della donna si posa su di lui in attesa di una risposta , cosa che giunge poco dopo.

-Male.-

afferma soltanto , e così, tali parole risuonano come la raffica di un M12 , rendendo quel silenzio doloroso e aspro come l'aria di quella stessa cittadina di montagna.

-Molto male Anita, molto... molto ,male.-

sottolinea mentre le poggia una mano sul ginocchio lasciato scoperto dalla gonna verde che le cade a tubino.

Sospira anch'ella , perché proprio come il suo amato aveva sperato con tutto il suo cuore che fosse la volta buona .

E invece .

Con ancora l'amaro in bocca la signora Lamparos si fa forza, come sempre da ormai una ventina di anni a questa parte .

-C'è sempre il quattrocentottantanovesimo tentativo .-

afferma quindi sorridendo .

Con esitazione anche lui sorride e prende ad accarezzarle il ginocchio, un po' per fare forza ad entrambi e allentare la tensione generata.

Una dozzina di minuti vengono dominati dal solo suono del orologio a pendolo presente del salotto,non una mosca volare , non un cane abbaiare , tutto pare essersi fermato .

 

Tutto rimarrebbe in quel turbato silenzio, se non fosse che la porta di quella dimora silente si riapre . Una rumorosa teenager fa il suo ingresso . Capelli lisci lunghi e corvini , occhi azzurri e pelle chiara . Entra nel salotto appena avvista i genitori , vi si piazza avanti con indosso la divisa grigia della scuola : gonna a pieghe lunga fino alle ginocchia , camicia bianca e giacchetta grigia con soli tre bottoni di colore nero come nere sono anche le scarpe. Molto semplice e troppo triste , ma questo è ciò che passa in convento, almeno qui in un distretto di trecento anime o poco più.

Prima che la nuova entrata in scena possa aprire bocca ,il padre di famiglia si alza in piedi e senza dire una parola esce prima dal salotto poi dall'abitazione stessa.


Rimaste sole, e non troppo sorprese dal comportamento del capofamiglia le due si ritrovano a guardarsi e a fare spallucce.

-Pare che anche quest'anno il progetto di tuo padre non è stato scelto.-

dice la donna chiarendo ogni dubbio della figlia rimasta in piedi e senza parole da dire.

-La prossima andrà meglio-

e detto questo anche la casalinga quarantenne si alza e lascia il salotto , lasciando da sola la povera e confusa Eleanor Lamparos .

 

 

 

La notte è calata da un pezzo ormai , solo da due ore è iniziato il nuovo giorno . Un giovedì come tanti , una notte calma accompagnata dall'abbaiare dei cani irrequieti e dallo stormire lento e irregolare delle fronde degli alberi vicini e lontani.

Già da un po' sia Anita che Eleanor sono andate a letto , e ora dormono tranquille come ogni notte .

Ma solo ora il sessantenne scienziato deluso dai mille insuccessi accumulati nella sua carriera, fa ritorno a casa . Le scarpe nere dalla suol liscia producono un rumore sommesso e ritmico quando passano sui mattoni rossicci del viale di casa Lamparos , tutto pare tranquillo e familiare com'è da ormai vent'anni.

L'uomo un po' barcollante per l'alto tasso alcolemico , si trascina esausto verso la porta. La vista un po' annebbiata e la mente decisamente offuscata , il morale sotto le scarpe e una gran voglia di avere una chance nella vita dopo trent'anni di lavoro . Il conto in rosso , una moglie troppo bella che non sente di meritare, e una figlia diligente e dall'animo umile.

-Mi prenderò cura di voi-

dice con le lacrime agli occhi e la voce più bassa e roca che mai, ma per quanto la sua forza di volontà possa vacillare le aspettative di una vita migliore per le sue due donne lo tiene in vita , ed è anzi diventata un'ossessione .

Arrivato a metà del vialetto nota una lettera infilata solo per metà sotto l'uscio di casa sua.

Incuriosito aumenta il passo, arrivato a destinazione si china e la raccoglie . Torna eretto e con irrefrenabile curiosità apre quel pezzo di carta che ad un'attenta osservazione non pare presentare ne francobollo ne altro , nessuna firma o mittente o recapito . Insomma nulla , una busta bianca .

All'interno però qualcosa c'è.

L'uomo si siede dando le spalle alla porta e poggiandosi proprio ad essa per star comodo , poi con l'ausilio della poca luce fioca dei lampioni che costeggiano la strada antistante prende a leggere a voce bassa.

-Caro signor Jeff L.Lamparos ,sono io forse uno dei suoi più grandi ammiratori nonché collega. Da anni infatti seguo i suoi studi privati con occhio attento e si discreto .Ciò che oggi è accaduto è l'esempio secondo me di quanto sia stolta la gente, i suoi progetti sono fonte di grande interesse per me e per altri che come me la vedono come un genio incompreso . Ma non tutti i mali vengono per nuocere signore , se il governo , gli enti pubblici e gli altri privati non desiderano sfruttare il vostro genio , lo farò io . Con me lei potrà finalmente realizzare il suo sogno , raggiunga la metà designata sulla mappa che troverà nel portaoggetti della sua auto e porti con se ciò di cui ha bisogno . Noi saremo lì ad aspettarla.-

 

L'alba sorge con una snervante lentezza mentre il cielo si tinge dei colori più diversi man mano che il sole si leva.

-Svegliati tesoro andiamo al mare.-

Queste parole assurde invadono la mente di Eleanor che viene sballottata dalle braccia ancora forti del padre elettrizzato e pimpante più che mai.

-Ma ci vogliono dieci ore di macchina... e poi che ore sono?-

borbotta ancora mezza addormentata la ragazza dalla chioma disordinata .

Ma il padre è più insistente che mai.

-Forza alzati , andiamo compiamo lì quello che ci serve non portare nulla .-

Confusa spettinata e stanca Eleanor decide di non fare più storie , infondo sa che il padre quando dice una cosa è categorico e irremovibile .

 

Appena vestita con: jeans , un top azzurro e un paio di improponibili infradito ai piedi ; la giovane sale in macchina.

Dietro di lei nel portabagagli un telone verde scuro occupa tutto lo spazio disponibile .

Si guarda in giro stranita , prova a chiedersi che ore possano essere dato che il sole ancora non si vede , ma il suo organo cognitivo non pare aver preso ancora servizio .

Il padre la raggiunge con in mano una valigetta in acciaio chiusa con un piccolo lucchetto e nient'altro.

-Ma la mamma?-

chiede lei per poi sbadigliare assonnata .

-Rimane qui così non dobbiamo chiedere in prestito un altra auto.-

e detto ciò mette in moto , fa retromarcia e parte schiacciando quanto più possibile il pedale dell'acceleratore.

 

Eleanor fissa la strada mentre tiene sulle gambe la valigetta del padre, la sua testa pare scoppiare e i movimenti della vettura non l'aiutano un granché , anzi al contrario .

Non ci mette molto infatti a riaddormentarsi, sprofondando in un sonno profondo e irrequieto .

 

Il sole tinge tutto di una luce chiara e limpida mentre l'auto gira su se stessa nel frattempo che l'auto cade giù sempre più giù sino a raggiungere la fine di un burrone per poi scoppiare in fiamme. La luce calda delle fiamme ricordano un tramonto estivo , l'odore acre è come la brezza del distretto in cui Eleanor è nata e tutto anche se sta svanendo in fretta pare familiare e accogliente.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sotto zero ***


"Sotto zero"

 

Nella stanza il buio inghiotte tutto, o quasi . Una sola luce bianchissima rischiara le tenebre.

Un lettino metallico è ora giaciglio di un corpo senza vita, pallido e freddo . Solo un braccio appare visibile : dita fine e polsi stretti , le braccio esile .

Una ragazza giace immobile su quel lettino , le braccia lungo i fianchi e un lenzuolo bianco che le copre tutto, dalla testa fino ai piedi.

Ma anche osservando attentamente quel velo bianco che la copre , non si nota neanche un cenno di movimento, non un respiro , non un gemito viene emesso dalla ragazza inerte.

 

 

 

Delle altre luci si accendono d'improvviso illuminando la stanza nella quale si trovano i poveri resti , l'unica porta d'accesso alla stanza si apre e con passo calmo una decina di persone in camice , con mascherine e cuffie entrano .

Medici forse , dato l'abbigliamento.

Proprio in testa al gruppo Jeff L. Lamparos , con una calma per lui insolita inizia a dare ordini .

-Preparate i ferri.-

Si avvicina quindi al corpo , scostando poi il lenzuolo, scoprendo l'esile corpo della figlia.

Carezza piano il volto quasi interamente ustionato della giovane riportandole uno dei pochi ciuffi di capelli rimasti dietro l'orecchio, con calma , inespressività e risoluta sicurezza.

-Iniziamo.-

Esclama poi a voce alta , in modo che tutti possano udirlo e prestargli attenzione.

Un collega quindi gli si avvicina in fretta mentre tra le mani stringe una sega chirurgica circolare spenta , ma pronta all'uso e ben sterilizzata.

-Ecco a lei signore.-

Borbotta il collega porgendogli lo strumento con fare molto professionale .

Quello la prende con garbo , l'aziona , l'impugna saldamente e con mano ferma la cala sul corpo della figlioletta.

 

Gli occhi azzurri dell'uomo sembrano assenti, come assente pare la sua mente e il suo ormai praticamente perduto buon senso.

 

 

-Papà?-

Eleanor riapre gli occhi piano e con difficoltà , la luce le ferisce le pupille che si ritraggono mentre le palpebre si socchiudono.

La sua voce ,tremula come una foglia scossa dal vento ,torna a risuonare in quella che pare essere una stanza d'ospedale , clinica o qualcosa del genere.

Indosso ha un pigiama bianco leggero e fresco ,forse di lino, un pigiama a maniche corte e pantaloni larghi , con una fascia per capelli bianca a pois neri che tiene tirati dietro i lunghi capelli corvini di lei.

-Papà?-

Ripete muovendo a fatica il collo per guardarsi intorno mentre sta sdraiata su quel rigido letto dalle lenzuola pulite, ma che sembrano fatte di carta per quanto ruvide.

Nessuna risposta pare giungerle , e il mal di testa unito alla luce troppo forte iniziano a farla star male.

Un fischio assordante le fa strizzare gli occhi per il dolore, per poi cessare completamente dopo non molto.

“Dove mi trovo? Cos'è successo ?”

Sono solo alcuni dei pensieri che le frullano per la testa dolorante.

Prova ad alzare un braccio , ma quello non pare rispondere alle sollecitazioni.

-Cosa mi è successo? Papà. . . dove sei ?-

Continua a dire mentre il panico l'assale, il cuore dovrebbe iniziare a battere più rapidamente , il respiro diventare man mano più rapido , e invece nulla .

Anche se lei è agitatissima , spaventata e preoccupata ,non solo per se stessa ma anche per suo padre ,nessuna reazione solita pare manifestarsi.

Non sente il suo cuore accelerare , non sente dolore vero , ora che ci fa caso percepisce solo un insistente fastidio alla testa .

Ancora una volta quindi prova a muoversi e finalmente il suo braccio si muove, lentamente la mano sinistra si serra in una morsa delicata e lei lo sente , sente le lenzuola intrappolate fra le dita .

Riapre la mano , apre gli occhi del tutto , muove anche l'altra mano che risponde alla perfezione.

Si guarda più attentamente intorno , la sua testolina ora un po' più calma cerca informazioni utili .

Le sbarre al letto , le pareti bianche ,il lampadario che scende giù dal soffitto, e una sedia accanto al letto sopra la quale vi è poggiato un libro .

Notato il volumetto la giovane si fa forza , si aggrappa alle sbarre che ci sono ai lati del letto e si tira su piano.

Si mette a sedere ma per qualche ragione strana il suo collo proprio non ne vuole sapere di star dritto e quindi la sua testa ondeggia un po' a destra e un po' a sinistra , un po' tende a cadere in avanti e un po' all'indietro , come se avesse bevuto uno o magari anche tre bicchierini di troppo.

-Che sono queste ?-

Esclama sorpresa nel notare delle manette legate alle sbarre del letto.

D'istinto si guarda quindi i polsi , non trovandovi però alcun segno o ferita , torna a prestare attenzione alla sedia e al libro sopra riposto.

Ancora intorpidita forse dai troppi giorni di immobilità , la giovane decide comunque di alzarsi e separarsi da quel letto troppo duro per dormirci comodamente, poggia entrambe le mani sulla sbarra del letto , che in tutto questo tempo probabilmente le ha impedito di cadere a terra .

-Come si abbassano queste?-

Dice , e con un po' di forza le spinge provando a farle abbassare.

-Come diavolo si ...-

Non ha però il tempo di terminare la sua frase che dopo un ulteriore tentativo , le sbarre vengono letteralmente staccate dal lato del letto , anche se perfettamente saldate e decisamente in grado di sopportare sollecitazioni che vanno dai duecento ai duecentocinquanta chili.

L'inaspettato cedimento delle sbarre non era quindi affatto previsto , tant'è che Eleanor cade dal letto con ancora le sbarre strette fra le mani .

Mugugna e brontola nel mentre che si rimette in piedi , anche se ancora esitante , apparendo non solo buffa ma anche completamente imbranata .

Prende il libro in mano e ne legge il titolo ad alta voce

-Il mio migliore amico. Lo leggevo da piccola se non sbaglio.-

afferma quasi incredula di ricordare tale ininfluente dettaglio.

Poggia nuovamente l'oggetto sulla sedia continuando a guardarlo stranita. La mora si fionda barcollando verso l'uscio , poggia la mano sul pomello .

Le sue dita si avvolgono intorno al tondo pomello in plastica bianca che vien fatto girare , forse con un po' troppa rapidità dato che anche questo si stacca dalla porta.

-Non l'ho rotto io.-
Afferma sbigottita e lanciando la prova incriminante sotto il letto.

In ogni caso la porta si schiude e lei getta un occhiata furtiva fuori .

Nessuno in vista, non un'anima via , solo un lungo corridoio senza porte e nessuna finestra , corridoio nel quale pare regnare il silenzio più assoluto , se non fosse per il suono costante di quelli che sembrano più motori di arerei che volano lontano.

Eleanor si volta nuovamente indietro dando una rapida occhiata alla stanza dalla quale si appresta ad uscire.

Torna a voltarsi e qualcosa è già cambiato , in quello scenario asettico e un po' cupo , sterile di suoni e vita è appena comparso un ragazzo.

Gli occhi azzurri di lei lo scrutano in un secondo , squadrandolo da testa a piedi .

Capelli di un castano noce come anche gli occhi .

Alto , non troppo magro bensì ben piazzato e con un paio di mani grandi e dalle dita affusolate e relativamente sottili .

-Ciao-

Dice lui ingaggiando un sorriso che lascia trapelare il suo animo ingenuo e cordiale .

Una tuta da lavoro grigia e logora , un odore acre e varie macchie di grasso sul viso.

Le mani dalle unghie rovinate e probabilmente mangiucchiate , il tutto fa pensare che esso svolga un mestiere umile e faticoso .

-Sono il meccanico addetto alla manutenzione, mi chiamo Hyde . Il mio colore preferito è il nero pece e la cosa che amo di più sono i tuoi capelli...-

Ridacchia divertito osservando l'espressione sbigottita di lei , di quella ragazzina in pigiama , scalza e dagli occhi grandi e impauriti.

Eleanor si guarda un po' intorno cercando con lo sguardo il padre , ora unica figura che la potrebbe far sentire sicuro in questo ambiente estraneo.

Nella sua mente ardentemente sente di avere il bisogno di un abbraccio lungo , poter magari sentire il profumo del solito dopobarba del padre mentre , magari si lascia carezzare i capelli come faceva sempre quando era piccola .

-Dov'è mio padre ? Dove mi trovo? Cos'è successo?-

Le domande di lei sono tante ma la priorità è una sola trovare il padre , e magari poi mettere un po' d'ordine nei ricordi confusi ,e nella mente annebbiata che la mora si ritrova.

Le risposte non tardano ad arrivare e Hyde si dimostra molto sereno e accomodante , infatti con ancora il sorriso stampato sul volto risponde .

-Se intendi il dottore ora sta controllando qualcosa tipo la rapidità di risposta del sistema cognitivo di fronte ad un ostacolo, o qualcosa del genere . Non ci capisco molto di quello che dice... -

Fa una pausa mentre osserva la ragazza che tira un sospiro di sollievo e smette di guardarsi intorno.

-In questo momento ci troviamo su un'astronave di ultimissima generazione che ha ideato il tuo papà e stiamo raggiungendo Europa.-

Date queste risposte con passo pesante e camminando con la testa fra le nuvole rosa dei suoi pensieri , il caro Hyde sia avvia nel lungo corridoio seguito da una curiosissima Eleanor .

-L'Europa vorrai ben dire . . .vero?!-

Ma altro il giovane non alludeva a nessun posto che si trovi sul pianeta terra bensì ad un piccolo satellite vicino , che proprio gli esseri umani hanno recentemente colonizzato. Scuote quindi la testa dalla chioma castana e arruffata facendo intuire così per esclusione , la reale destinazione.

-Si ma perché mi sento strana , l'ultima cosa che ricordo è . . .-

Le sue parole si spezzano e le muoiono in gola , il suo volto diviene turbato e cupo ,mentre finalmente qualche ricordo le torna e inizia a far un po' d'ordine .

-la macchina stava cadendo . . . e poi ho sentito caldo , tanto caldo . Non ricordo altro.-

Nel sentire le parole della fanciulla il passo pesante del ragazzo si arresta , per poi procedere con un rapido dietrofront . Si avvicina a lei e le poggia le mani sulle spalle . La guarda serio senza più in volto quel sorriso allegro e il silenzio cala , un silenzio chiassoso e assordante per Eleanor che cerca di trovare risposte .

I volti dei due sono pericolosamente vicini , anche se lei troppo intenta a pensare ad altro neanche ci fa caso lasciandosi in malia del meccanico .

Che con dolcezza paragonabile a quella di un orso , prende a scuoterla con forza sballottandola con sempre maggior forza .

-Su , su , viva la vita. Siamo diretti su un pianeta da favola e tu inizia a pensare a cose tristi , il morale dell'equipaggio deve essere alle stelle esattamente dove ci troviamo adesso , quindi mia dolce principessa, sorridi .-

Si ferma di colpo quando capisce che tutto quello essere scossa provoca alla giovinetta un certo disagio , non solo perché viene stretta da uno sconosciuto che già le da del tu , ma anche e soprattutto perché è reduce da un incidente stradale e una conseguente lunga convalescenza.

-Ops!-

Esclama sorridendo mentre libera le spalle di lei da quella stretta tanto calorosa e confidenziale , ma non l'avesse mai fatto dato che ,con le poche forze e la poca stabilità che Eleanor si ritrova, quella casca a terra come un sacco di patate . Ora seduta a terra la teenager si sente in dovere di dedicare un'occhiataccia assassina al molestatore che , non solo l'ha fatta cadere dopo averla ben mixata ma le ha anche sporcato il pigiama bianco di grasso per motori , inutile dire che quelle macchie non andranno più via .

Ma nulla può rattristare il giovane ventenne Hyde che intanto se la ride di gusto , senza sembrare voler la ragazza a rialzarsi.

-Dammi una mano.-

Gli viene intimato da lei , e lui con aria un po' saccente dice a braccia conserte :

-Sei pazza mi stritoleresti la mano , queste mi servono per lavorare. Sono sicura che il tuo papà ti ha fatta perfettamente in grado di rialzarti da sola , oppure ha sprecato decine di bei soldoni per metterti a nuovo senza alcun motivo. -

Non capendo di cosa il meccanico ,divenuto improvvisamente arrogante, stia parlando lei rimane lì a pensare per un po' , con calma successivamente si rialza e proprio mentre lo fa alle spalle del suo nuovo amico, una figura familiare appare .

-Papà!-

Esclama a voce altra e con tono alquanto felice .

Compie un passo rapido ma incerto rischiando quasi di cadere di nuovo , ma poco le importa ora sa per certo che anche suo padre sta bene e che lì non è fra estranei .

-Papà ma cosa è successo?-

Chiede mentre nota il meccanico stringersi nelle spalle e farsi piccolo piccolo appena notata la presenza del dottor Lamparos , che con addosso il solito camice bianco cammina verso la figlia ostentando un po'.

-Fermati El... -

Queste parole risuonano chiare in quel corridoio non troppo ampio , parole dette senza arroganza o rabbia , ma con indifferenza e serietà quasi come l'ordine di un superiore ad un sottoposto .

A quel dire in ogni caso la mora si ferma volente o nolente , e non solo lei stessa ma anche il suo corpo automaticamente si rifiuta di procedere obbedendo anzi ciecamente a quell'ordine categorico .

-Dobbiamo parlare piccola mia . . . in privato. Quindi vieni con me.-

La camminata del dottore lo porta d'avanti alla porta dalla maniglia rotta , la stessa nella quale la sua piccola ha riposato in convalescenza .

Apre la porta e aspetta che sia Eleanor ad entrare per prima.

Lancia quindi un'occhiata non molto amichevole al ventenne ammutolito

-tornatene a lavorare.-

gli dice .

Entra anche esso in quella stanza ,dove intanto la figlia si è già seduta sul ciglio del letto , e poi la porta viene chiusa alle sue spalle .

-Come ti senti?-

Chiede innanzitutto con quel solito timbro di voce basso e roco.

-Bene , un po' mi pizzica tutto come se fossi tutta . . . tutta intorpidita. Ma sto bene .-

Il padre apparentemente soddisfatto le si avvicina sedendosi proprio accanto a lei , accennando un sorriso compiaciuto.

-Sapevo che sarebbe andata così , sei forte . . . la più forte non ne ho mai dubitato . -

Anche Eleanor sorride un po' intimidita dai complimenti del padre che certo non le dispiacciano.

-Ora siamo diretti su Europa , so che questo viaggio non era previsto ma vedrai che ti piacerà . -

Afferma l'uomo mentre esitando un po' poggia la mano sul ginocchio della figlia accarezzandola piano.

-Si ma . . .cosa è successo? Abbiamo avuto un incidente , vero ?! Poi cosa ci è successo, come ci siamo arrivati qui ?-

Domanda con voce lacrimosa la pargola in cerca di chiarimenti .

-E la mamma?-

Appena terminata quest'ultima domanda , senza neanche un attimo per respirare o far altro , il padre le risponde con voce ancor più roca di prima .

-Le ruote della macchina hanno perso aderenza siamo usciti fuori strada , tu ancora dormivi mentre cadevamo giù. E' stata tutta colpa mia , ti ho allacciato la cintura mentre dormivi ed è stato un attimo . Ho aperto la portiera e mi sono lanciato giù dall'auto prima che precipitasse... ti ho vista lì . . .fra le fiamme e ho temuto il peggio. Ma ora sei qui , con me e questo è l'importante.-

Un sorriso ostentato e tirato si dipinge orridamente sul suo volto che pare martoriato dalla tristezza e dal risentimento , da colpe che forse non lo lasciano riposare in pace durante le notti .

-E allora. . .-

Inizia dicendo la mora con in volto un espressione interrogativa e impaurita .

-Come ? Come mi sono salvata ?-

Questa lecita domanda pare turbare il padre non poco che arresta la sua mano che intanto , pian piano salita è sino a giungere un punto un po' più in alto della gamba di lei .

-Quando ti ho tirata fuori da lì tu . . . tu eri già . . . mi avevi lasciato . Eri quasi irriconoscibile , ustionata e . . . io ho chiesto aiuto ad un amico , tutto qui.-

-Ero morta ?!-

Lancia un urlo straziato Eleanor, la verità appena assimilata l'è rimasta bloccata in gola e questo groppo fastidioso sembra che la stia soffocando , la voce non vuole più uscire , gli occhi vorrebbero lacrimare ma per qualche strano motivo neanche una lacrima le riga le guance pallide del suo bel viso .

-Si-

Gli conferma il padre che ora la guarda con in volto un espressione di ritrovato compiacimento , come se fosse deciso e fiero di se e degli ottimi risultati ottenuti.

Le porta una mano al viso sfiorandoglielo delicatamente , finché la sua mano non scende sino al petto andando a premere contro di esso .

-Ma ora sei viva , sei la mia piccola e stai bene. Senti il tuo cuore che batte , ricordi i tuoi compleanni o la prima volta che ti ho fatto sedere sulle mie ginocchia per guidare la macchina . Cosa vuoi di più ? Sei viva e più forte di prima , niente e nessuno ti farà mai del male , neanche il tempo può più lederti . Ho ricostruito il tuo volto e tutto il resto esattamente come era prima , sei sempre tu... la mia piccola ...ragazza speciale.-

La mora si scosta alzandosi di scatto , le mani le vanno al viso che viene nascosto mentre la sua anima ,o almeno quello di lei che è rimasto e la rende ancora un po' umana , piange , si dispera ed eleva urla straziante .

Ma vista da fuori sotto la luce bianca e artificiale di quella lampadina che illumina la stanza, la giovane Eleanor non è altro che un fantoccio animato con le mani al viso.

-Vedrai che imparerai ad accettarti così come sei adesso, ti renderai presto conto di quanto sei bella piccola mia .-

L'egregio dottor Jeff Lucas Lamparos si rialza quindi e con calma inaudita esce dalla stanza chiudendo la porta , si schiarisce la voce e sospira .

- Anita tesoro tieni i tuoi occhi puntati su di lei , voglio sempre sapere dove e come sta . Per ora chiudi la porta a chiave non voglio che nessuno le venga a farle visita stanotte. -

Dice mentre si incammina verso la sua stanza , parlando pare con l'astronave stessa.
Le telecamere ben nascoste non solo nella stanza di Eleanor ma in tutta la navicella si azionano pronte a carpire ogni movimento , ogni gesto , parola o sibilo che sia .

 

Una voce sintetica e femminea risuona dagli altoparlanti dopo ore e ore di assoluto silenzio .

-Apertura dei portelloni , prestare attenzione . Atterraggio avvenuto con successo. Portelloni aperti .-

Tale voce risveglia quella che è l'unica donna dell'equipaggio , e forse anche l'unica a poter affermare di aver appena trascorso la peggior nottata della sua vita , o per meglio dire nuova vita .

Scende dal letto e subito nota che riesce finalmente a stare perfettamente in equilibrio senza oscillare o tremare , tutto il suo corpo pare essersi ristabilito alla perfezione .

Si guarda in giro ancora incredula e stranita e quasi subito nota che sulla sedia accanto al suo letto vi sono degli abiti , forse finalmente potrà indossare qualcosa di diverso da un pigiama .

Si leva il pigiama ancora sporco di grasso a causa delle ditate del meccanico incontrato la sera prima , o almeno pensa che fosse sera .

Finalmente vestita decentemente apre la porta ed esce nel corridoio , questa volta con indosso: una maglia nera a maniche lunghe , pantaloni aderenti dello stesso colore del capo precedente,e ai piedi un paio di anfibi blu come blu è anche l'elastico per i capelli con il quale si è fatta un ordinata coda di cavallo .

Stranita non solo sul abbiente circostante di cui non conosce assolutamente nulla , e un po', anzi molto anche dal nuovo tipo di abbigliamento decisamente insolito per lei (essendo abituata ad abiti molto più casti e meno aderenti soliti dei distretti terrestri) la giovane si avvia per il lungo corridoio costeggiato da alcune porte numerate. Sino a che non giunge ad un ampio spazio utilizzato come deposito veicoli .

Qui fra i vari velivoli e macchine , regno incontrastato del grasso e dell'olio per motori , un odore acre familiare si percepisce intenso e quasi fastidioso.

Non pare però esserci nessuno quindi la giovane prosegue .

Si avvia verso una porta che in fretta raggiunge e spalanca .

Entra così in una stanza ariosa e ben illuminata dalle pareti grigio chiaro e i lampadari dalla luce calda , alcuni tavoli lunghi sono incorniciati da una schiera di sedie , il tutto saldato al pavimento . Ma anche qui non c'è anima viva , quindi proprio come prima prosegue senza fermarsi ulteriormente. Finalmente dietro l'appena aperta porta delle voci e una luce ben più naturale invade l'ambiente, un grosso portellone aperto affaccia sopra una pista d'atterraggio in cemento nero , altre navette intanto atterrano o ripartono e la gente si muove frenetica da una parte all'altra.

-Dormito bene?-

Chiede Hyde che se ne sta seduto a terra in un angolino.

-No non molto-

Gli risponde Eleanor che intanto nota un nuovo soggetto sconosciuto , ma questo non è umano .

Un alieno molto somigliante ad una mantide obesa :basso e dal carapace rossastro e i grandi occhi violacei , dalla folta peluria che gli ricopre quelli che definiremo avambracci per convenzione , e una bocca minuscola non in grado di pronunciare parole in lingua comune. Ma anche non essendo in grado di parlare un linguaggio comprensibile in qualche modo pare comprendere il suo interlocutore e forse anche a rispondergli. Interlocutore forbito e attento che è il dottor Jeff L.Lamparos .

-Buongiorno papà.-

Lo saluta subito la figlia che in ogni caso non vuole prestare attenzione a quel essere immondo che si trova avanti.

Si volta in fretta andando a sedersi accanto al giovane meccanico che sorride nel vederla avvicinarsi , sorriso languido , radioso e contagioso , dato che viene ricambiato timidamente dalla fanciulla che gli si siede accanto .

-Voi restate qui , io torno domani tenetevi sempre pronti a partire .-

Esclama il dottore per poi scendere dalla navicella seguito dall'alieno insettoide .

-Dove sta andando?-

Domanda quindi la ragazza ad Hyde .

-Abbiamo bisogno di pezzi.-

Le risponde soltanto per poi rialzarsi.

-Devo terminare un lavoretto , ci si vede dopo.-

E detto questo anche lui lascia l'astronave , lasciando sola una confusa e triste Eleanor .

 

 

Il tempo non sembra passare mai e nessuno è ancora tornato indietro , né il dottore né il meccanico, e ormai da un po' la giovane mora sola e annoiata , se ne va in giro per l'astronave senza trovare nulla da fare . Il silenzio non le piace , sapere di essere tutta sola la fa sentire indifesa.

-Chissà come sta la mamma.-

Si chiede mentre fruga nel frigorifero della cucina , che più che un frigorifero domestico è una vera è propria cella frigorifera grande quanto la sua camera da letto .

Ma proprio mentre lei è intenta a camminare raggiungendo quasi la fine della cella frigorifera , qualcuno la chiude dentro.

Il rumore della porta che si chiude ermeticamente , e poi il buio più totale.

La navicella riparte spedita e rapida volta verso destinazione ignota.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Senza riposo. ***


“Senza riposo”

 

Intanto che alcuni mercenari professionisti di razza aliena , specializzati in furti e rapimenti ma anche contrabbando , si impossessano della navicella sulla quale Eleanor viaggia come ostaggio.

Non troppo lontano dalla zona d'atterraggio Hyde cammina furtivo seguendo il dottor Lamparos intento interagire con un alieno insettoide tramite segnali morse e gesti. In questo mondo sotterraneo pare che alcuni umani e non ,abbiano edificato i loro piccoli paradisi fuorilegge , protetti dalla più totale anarchia .

Europa , un pianeta grigio e artificioso . Ben nascosti sotto la superficie di questo piccolo satellite , alcuni umani all'inizio del secolo trovarono grandi cave e tunnel spaziosi. Ben presto un'intera colonia umana invase il posto e dopo soli cinque anni di incessante lavoro costruirono il V.I.T.A (complesso macchinario dalle fattezze di una piramide) tale aggeggio era in grado di fornire parte del pianeta di un atmosfera in tutto e per tutto simile a quella della Terra, con : forza di gravità , ossigeno , azoto , idrogeno , insomma tutto quello che garantisce la formazione e la sopravvivenza della vita sul posto. Ma il V.I.T. A ha bisogno di una gran quantità di energia per questo la superficie di Europa ora appare come una sfera rivestita interamente da pannelli solari.
La popolazione quindi si è insediata nelle profondità , al caldo , protetti dall'esterno, come talpe nella loro bella città grigia e dalla luce soffusa proveniente dai lampioni sparsi un po' ovunque.

 

Finalmente giunti d'avanti ad un grande edificio in cemento armato con sbarre alle finestre e unica porta d'ingresso ben blindata, l'insettoide e il dottore si fermano davanti l'uscio , bussano e dopo poco entrano richiudendosi la porta alle spalle.

-Li ho persi , sono entrati in un edificio . . . attendo ordini.-

Sussurra a voce bassa Hyde che se ne sta nascosto accucciato dietro un cassonetto della spazzatura distante dall'edificio più o meno una quarantina di metri, il tono serio come la sua espressione quasi cupa .

-Qui base Omega . . . agente sospenda la missione attuale . . . la navicella si sta muovendo.-

Un piccolissimo auricolare impiantatogli nell'orecchio sinistro fa risuonare tali parole nella testa del bruno ,senza che altri possano udire in nessun modo .

-In che senso ? -

Esclama sgomento a voce un po' più alta.

-Dove si dirige , chi la muove?-

Chiede quindi visibilmente agitato.

-Le stiamo mandando le coordinate -

Serra gli occhi e stinge i denti il giovane che si prepara a qualcosa di decisamente fastidioso, allunga il suo braccio sinistro e apre gli occhi. Subito una fitta lancinante gli pervade il braccio , serra il pugno scopre l'avambraccio ,coperto dalla manica lunga della sua divisa da lavoro, e nota come alcuni piccoli puntini neri , simili ad un tatuaggio , vanno a formarsi e a comporre quella che sembra una piccolissima mappa dei tunnel di Europa , ma la mappa non pare terminata . Anche l'altro braccio inizia prima a formicolare poi a bruciare . Scopre quindi anche l'altro braccio e lo distende in davanti, avvicina gli avambracci e osserva la mappa per intero della parte settentrionale della città sotterranea , i suoi occhi si soffermano e seguono un puntino preciso che indica appunto la navicella in movimento.

-Sapevo che attaccarle una cimice addosso sarebbe servito -

Sogghigna vantandosi del suo genio .

-Raggiungo madre e figlia?-

Domanda quindi continuando a seguire i mutamenti di quel tatuaggio che varia man mano che l'astronave procede.

-Affermativo ha il permesso di procedere, inutile dirle che non riceverà aiuti dagli agenti locali.-

-Si lo so , lo so.-

Interrompe quella voce distorta che sta dall'altra parte, si alza in piedi , lancia un'occhiata alle finestre a quell'edificio nel quale è entrato il dottore , poi si volta osserva ancora la direzione del puntino sul suo braccio .

-Arrivo piccola-

Mormora scattando in una corsa rapida e mozzafiato .

 

-E' sicuro che non le farà male?-

Chiede l'insetto troppo cresciuto al dottore , usando lo schioccare della sua bocca zeppa di saliva per comunicare.

Annuisce serio rispondendo con assoluta certezza e una calma inaudita l'uomo dalla chioma brizzolata che se ne sta seduto di fronte ad uno specchio scheggiato , in una stanza con le pareti ammuffite e un acre odore di urina .

Sospira il dottore intento a fissare la sua immagine riflessa, il suoi occhi sono catturati dal suo stesso sguardo gelido e asettico , in un paio di occhi azzurri come lo erano le acque degli oceani terrestri ora completamente verdi o marroni .

-Sarà istruttivo.-

Si dice sorridendosi allo specchio , annuendo nuovamente all'alieno che gli si avvicina e gli si para avanti.

-Farò in fretta-

Mima l'essere mostruoso mentre afferra saldamente la testa dell'uomo con l'ausilio delle sue zampe fine ma robuste. Il dottore spalanca bene gli occhi mentre l'alieno avvicina la sua bocca all'occhio destro dell'altro. Uno scatto rapido porta le fauci salivose e sdentate dell'insettone a contatto con il bulbo umano che. . .

 

 

-Aprite!-

Dice con voce rotta e singhiozzante la mora teenager impaurita che batte forte i pugni sulla porta della cella frigorifera, senza però ricevere risposta alcuna. Si siede quindi a terra porta le ginocchia al petto e si stringe fra le braccia cercando calore.

-Papà , ho paura . . . mamma . . . voglio tornare a casa.-

Dice visibilmente triste senza poter però piangere.

Il tempo passa ma nessuno corre in suo aiuto , o per meglio dire nessuno è ancora arrivato ad aiutarla .

Alza lo sguardo e nota che in un angolo vicino al fondo del grande frigorifero c'è un termometro digitale che attualmente indica una temperatura sotto lo zero . E la giovane paralizzata dal freddo inizia a rendesi conto di non potersi rialzare , le sue gambe come anche le sue braccia si sono bloccate in quella posizione fetale , solo il suo collo che invece solo l'altro giorno faceva i capricci , ora pare rispondere ancora. Ma poco conta , nel buio quasi assoluto di quel posto lei si sente persa , sola , indifesa .

-Papà , aiutami ti prego-

Sussurra poggiando la fronte sulle ginocchia gelide . E nel silenzio ininterrotto oramai da ore e ore finalmente qualcosa si sente.

- Umano aveva ragione , navicella è bella. Vero capo !?-

Una voce strana a tratti gracchiante e profonda , risuona all'esterno del freezer raggiungendo anche l'orecchio fine della giovane intrappolata.

-Ohhh! Dispensa , capo... io mangiare prima di mettere a lavoro . Capo? Dove sta, capo?-

Il rumore ritmico di un tocco e il lieve suono di un frusciare pesante , come se qualcuno stesse trascinando qualcosa dietro di se , inquieta Eleanor che già teme il peggio, ma paralizzata com'è non pensa di avere scampo.

Qualcuno apre la porta illuminando nuovamente quel posto infernale, gli occhi del mercenario si postano sui vari scaffali colmi di cibi in scatola , bottiglie d'acqua e quant'altro , poi sul pavimento spoglio .

-Ohhh! Penso buono quello , mangio.-

Gorgoglia in un modo di parlare strano e buffo ma con voce profonda che fa pensare appartenga ad un omone alto e forzuto , ma in realtà ad entrare nella apparentemente vuota cella frigorifera è un piccolo alieno dalle squame verde pastello , delle piccole escrescenze cartilaginee sotto gli occhi e ai lati della testa . Grandi occhioni neri e una codina sottilissima, simile ad uno spaghetto che, ondeggia a destra e manca sinuosamente con movimenti lenti . In posizione retta questo alieno dall'aspetto un po' paffuto e goffo cammina facendo tanti piccoli passetti , zoppicando . Apparentemente ferito ad una delle zampe posteriori trascina il piede destro senza poggiarlo mai a terra.

-Nessuno?-

Domanda non vedendo nessuno all'interno della cella fredda mentre avanza ancora provando a raggiungere una bustina trasparente contenente un dolcetto invitante.

La zampina anteriore molto corta rispetto al resto del corpo si allunga piano ed esitante verso la dolce preda, e proprio mentre i piccoli artiglietti si chiudono voraci sulla confezione , la porta si richiude ermeticamente.

-Noooo! Buio male, apre me. Apre detto, chi scherzo ? Uccido!-

Eleanor nascondendosi dietro la porta del freezer ha saputo aspettare il momento giusto .

-Mi dispiace.-

Dice a voce bassa , indietreggiando senza guardarsi dietro .

Un tonfo fortissimo si sente e la porta della cella frigorifera quasi cede ammaccandosi vistosamente , sotto quelli che sembrano i colpi ripetuti di un pugile professionista contro una lamiera sottile.

Vedendo cotanta potenza inspiegabilmente provenire da un esserino che può essere alto un metro e un fagiolo ,la giovane tenta invano di scappare. Probabilmente il freddo deve aver provocato qualche mal funzionamento , ma no , c'è dell'altro . Il freddo non ha colpa , la paura è la nemica numero uno e qualcosa pare rifiutare ogni azione di pura codardia impedendone l'atto. Un ennesimo colpo viene scagliato con eguale potenza del precedente e la porta non pare riuscirà a resistere ancora per molto.

-Rifletti-

Si incita la ragazza che pare prendere il coraggio a due mani.

Osserva la sala da pranzo più attentamente, ma non vede altro che sedie attorno ad un lungo tavolo il tutto saldato al pavimento, niente armi , non un rifugio .

La porta cede e cade in terra con un frastuono indicibile, dalla cella il piccolo alieno esce imbracciando una piccola pistola dalla canna corta e l'estremità incandescente ancora fumante.

-Dove sta? -

Chiede l'esserino che si guarda in torno assottigliando gli occhioni neri , batte le palpebre rapidissimamente per essere certo di non perdesi alcun movimento. Affina l'udito e si mette in ascolto attentamente.

Tutto tace solo per pochi istanti , poi qualcuno irrompe aprendo la porta della stanza violentemente.

Un essere a quattro zampe e con sei braccia robuste e muscolose fa il suo ingresso , la pelle coriacea e violetta lucida e dalle sfumature rosse , tre paia di occhi piccoli che gli incorniciano la testa ovale congiunta alle possenti spalle tramite un collo tozzo e incapace di ruotare anche solo di pochi gradi. A coprire alcune parti di quel corpo spaventosamente muscoloso ci sono delle piastre in metallo che sembrano essergli state avvitate alle ossa a stretto contatto con la pelle viscida.

-Cosa succede qui?-

Grugnisce mentre solleva e abbassa più e più volte le narici ,annusando l'aria in cerca di pericoli.

-Qualcuno qui mi chiuso in dispensa.-

Risponde mentre attento scruta la stanza in cerca proprio di quel qualcuno,il piccolo essere armato pare, di un'arma dalla quale è meglio non essere feriti .

 

Eleanor trattiene il respiro , anzi ora che ci pensa è da quando si è risvegliata che non respira più , inoltre la cosa più strana è il potentissimo effetto magnetico che il suo corpo pare aver acquisito , effetto che le permette di rimanere attaccata al soffitto come una calamita. Guarda terrorizzata gli alieni sottostanti che senza risultato la cercano sotto il tavolo e se potesse tirerebbe un bel sospiro di sollievo.

-Fugge , cerco , uccido!-

Esclama decisamente incavolato l'esserino che si trascina fuori dalla sala da pranzo , seguito subito dopo dal tutto muscoli che per fortuna non è nato con un paio di occhi sopra la calotta cranica , per quanto madre natura l'abbia rifornito di bulbi oculari ben funzionanti quell'essere pare non aver notato la giovane aspirante calamita.

Eleanor gira la testa di lato guardandosi dietro non capendo ancora come faccia a rimanere su in quel modo, prova a fare resistenza alla forza d'attrazione magnetica e piano piano prima una gamba, poi l'altra e infine le braccia e la schiena si separano silenziosamente dal soffitto metallico , ma qualcosa va storto. La testolina mora rimane appiccicata saldamente e non pare voler mollare .

-Accidenti . . . ti prego staccati.-

Borbotta stancamente la giovane .

Porta nuovamente i palmi al soffitto e appena fa un po' di forza anche la testa si stacca e lei cade a terra con un atterraggio non troppo silenzioso ,gli anfibi dalla suola doppia e solida attutiscono almeno in parte l'urto causato dalla caduta , infine ad impattare successivamente con il pavimento sono le natiche .

Si rimette in piedi in fretta e raggiunge la porta , vi fa quindi capolino e guarda fuori , fortunatamente nessuno pare sia nelle vicinanze.

Con passo felpato e tenendosi accostata alla parete esce e raggiunge il portellone d'ingresso , fa capolino anche da questo e proprio lì poco più avanti , fuori , in quella che pare una discarica di vecchie navicelle ormai ridotte a rottami arrugginiti , vi sono i due alieni di prima. La mora si nasconde e espira profondamente come per darsi la carica, il piano è semplice , allontanarsi senza farsi notare . Girati di spalle i due furfanti non notano un piccola giovinetta che sgattaiola piano fuori dalla navicella, per poi corre rapidamente dalla parte opposta alla loro .

Pregusta il sapore dolce della salvezza mentre si guarda alle spalle continuando a correre rapidamente, si volta solo per un attimo e nota che non potrà correre ancora per molto dato che ad una cinquantina di metri il tutto termina in un vicolo cieco . Guarda nuovamente alle sue spalle e nota solo ora che proprio sopra la navicella, che ha appena scoperto essere molto simile ad un aereo militare di vecchia generazione , vi è un altro alieno uguale identico al piccoletto di prima.

-Allarme!Allarme!-

Inizia a ripetere a mo' di cantilena appena avvista Eleanor.

Ma lei non si ferma, più che altro non riesce proprio a bloccare le sue gambe, e alla fine mentre quegli altri iniziano a correre verso di lei , ella va a sbattere contro l'enorme pila di vecchi pezzi di metallo arrugginiti e logori che danno un acre odore di carburante e grasso per motori, un odore che inizia a diventarle alquanto familiare. Ma intanto tutta quella ferraglia le cade addosso sommergendola completamente , sotto quasi più di seicento chili .

-Botta... ahhhhh!-

Esclama divertito lo zoppo microbo alieno dal grilletto facile, mentre l'altro che pare essere un suo clone inizia a cercare sotto il cumulo di roba i resti della giovane.

 

-Quanto pesa tutta questa roba?-

Si chiede Eleanor che invano tenta di riemergere disperatamente . Completamente schiacciata contro il terreno solido e pietroso prova a muoversi almeno un po', ma con scarsi risultati, finalmente dopo minuti interminabili riesce a sollevare una gamba di qualche centimetro .

Intanto che i mercenari ormai la credono morta , lei si fa forza e facendo leva con il piede prova a scivolar via .

 

 

-Ottimo lavoro-

Afferma tramite il tamburellare delle sue dita sul bracciolo in legno della sedia sul quale è seduto il dottore , i codici morse giungono chiari ai recettori uditivi del insettoide che immobile osserva l'uomo rimirarsi davanti allo specchio.

I scomposti capelli brizzolati , la fronte impregnata di sudore che scorre sulle bende che gli coprono gli occhi , le mani tremolanti e il camice bianco abbottonato e sporco di sangue.

-Sapevo che avrebbero funzionato!-

Esclama a voce altra alzandosi di scatto dalla sedia , spaventando l'alieno .

Sotto le bende una luce azzurra poco intensa ma visibile appare , prima intermittente poi via via sempre più presente e costante .

-Ci vedo perfettamente-

Afferma all'alieno che sconvolto lo osserva incuriosito , mai prima di ora questo mantidiano essere ha potuto costatare quanto insani siano in realtà, le persone provenienti dal pianeta morto , il pianeta Terra.

Le mani robuste di Jeff Lucas Lamparos si avviluppano intorno alle bene sporche che con forza vengono lacerate e così levate e gettate in terra, rivelando i nuovi occhi di un azzurro luminoso del dottore.

-Perfetto-

Ammette con grande soddisfazione mentre si avvicina allo specchio , volta la testa prima ad un lato poi all'altro osservando scrupolosamente il suo operato , un altro intervento andato bene insomma , solo un altro lavoro portato a termine , nulla di più per lui , nulla di meglio almeno.

-Mi raccomando , prenditi cura delle mie piccole mentre io sarò via. -

Gli intima inoltre con sguardo serio mentre a fatica batte le palpebre facendo lacrimare qualche gocciolina di sangue che gli riga le guance e raggiunge l'ispida e corta barba .

Si allontana finalmente dallo specchio e si avvia piano verso un'altra stanza comunicante , apre una porta e la sua figura alta e fiera viene invasa da una chiara luce verde che manda toni di sfumature diverse sotto forma di increspature acquee . Vi entra con passo solito , pesante, rigido , accostandosi piano ad una delle due vasche vitree .

-Shhh! Continua a dormire , papà è qui con te.-

Mormora accostando la bocca a pelo d'acqua , un acqua dall'intenso colore verde illuminato da luci poste sul fondo della vasca .

All'interno della quale una giovane il cui viso pallido e dai lineamenti dolci è occultato in parte dai lunghi capelli neri che fluttuano nel liquido , solo una cosa è ben visibile un paio di bei occhi azzurri che fissano il dottore teneramente.

Tornato serio l'uomo si accosta anche all'altra vasca accarezzandone il bordo con delicatezza e ostentata timidezza , lancia un occhiata anche all'altra donna che vi giace dormiente dentro e poi si scosta uscendo a passo svelto.

Chiude la porta e preme un interruttore posto accanto alla soglia, che pare azionare un qualcosa che si trova proprio in quella stanza dalla luce verde.

Un cenno di saluto riverenziale appena accennato è così che si congeda dal presente alieno ,che lo guarda apprestarsi a lasciare l'edificio, senza muoversi.

 

La porta blindata molto pesante sbatte rumorosamente alle sue spalle ,dopodiché il suono di varie serrature si ode , poi il silenzio. Si leva il camice rapidamente infila una mano nella tasca interna di questo e vi estrae un paio di occhiali da vista con i vetri oscurati, quasi a sembrare occhiali da sole , occhiali che subito indossa andando a coprire gli occhi evidentemente innaturali data la luce che emettono. Cammina in fretta raggiunge il cassonetto vicino e vi butta il camice dentro , compie ancora qualche passo rapido finché , non si arresta . Porta in alto lo sguardo osservando la lieve luminescenza che il campo d'azione del V.I.T.A. genera , lo osserva per un po' prima di tornare a passeggiare con calma a capo chino e le mani nascoste nelle tasche del pantalone.

 

 

E' calata la notte e il V.I.T.A. diminuisce automaticamente il livello di luminosità dei lampioni , alcuni fiori si richiudono, altri sbocciano or ora, timidamente rivelando le loro scure sfumature e il loro profumo lieve e a tratti insignificante. Ma c'è qualcun altro che ha un profumo alquanto significante , e questa persona è Hyde. Sudato , affannatissimo , stanco morto e con le braccia doloranti per via del tatuaggio che gli fa da navigatore . I capelli solitamente tirati indietro e arruffati leggermente ora sono solo arruffati e basta, e gli cadono sulla fronte gronda di sudore , la tuta da lavoro visibilmente ancora più sporca di prima ora è anche bagnata di sudore che ne scurisce il colore . Giunto solo adesso alle porte della discarica si piega in due e poggia le mani sulle ginocchia riprendendo fiato , boccheggiando , mentre con una mano riporta indietro i capelli disordinatissimi .

-Al distretto non ti preparano a questo. . . trasferisciti e vedrai che vita ricca di emozioni farai . . .-

Dice con voce nasale imitando la bella bionda trentenne che l'ha convinto, appena compiuti i diciotto anni, a trasferirsi dal distretto “Agricoltura e allevamento” al distretto “Difesa e ordine pubblico” non l'avesse mai fatto.

Si rimette diritto anche se contro voglia , desiderando con tutto il cuore di riabbracciare il suo cuscino e fiondarsi su quel letto comodo che lo aspetta sull'astronave .

Scavalca i cancelli della discarica fregandosene del filo spinato che afferra con le mani per poi passarvi sotto ,mentre dei rivoli di sangue gli escono dai tagli provocati dalle spine di metallo, scende rapidamente atterrando in fretta si intrufola in quello che pare essere un labirinto di rottami.

Passi ampi , spalle coperte da qualunque cosa che solitamente è un muro ma che ora sono le pile altre di catorci e immondizia varia , silenzio assoluto e sguardo attento come attenti devono essere i riflessi . Non un rumore in questa notte artificiale come apparente è la quiete che alberga in questo posto , non un rumore almeno fino a che un barattolo o forse un vecchio tubo non cade da una pila abbastanza alta. L'attenzione del giovane, che si accuccia immediatamente a terra , viene a catalizzarsi su quella pila instabile e tremolante , e proprio osservando con sguardo attento che ecco scorgere qualcosa di familiare.

Con uno scatto si rialza il giovane dalla chioma bruno chiara ,che si fionda verso una mano esile sbucata da sotto quel ciarpame.

Hyde si guarda l'avambraccio sinistro e con gioia nota che si trova proprio accanto a quel puntino indicante la giovane moretta che stava cercando, quindi senza esitare ulteriormente scosta alcune di quelle cianfrusaglie provando a liberare l'arto di lei e appena ne vede il polso e l'avambraccio pallido l'afferra con forza senza la benché minima paura di ferirla , pianta i piedi a terra e tira con uno strattone usando tutta la sua forza. Tira , tira , strattona e ritira ed ecco che Eleanor sbuca fuori per metà e poi per intera da quella trappola arrugginita .

-Tutto bene -

Lui le domanda sorridendo .

Ma per chi vive in modo spericolato non c'è tempo neanche per tirare un respiro di sollievo , non un attimo per lasciarsi andare alle debolezze , alla felicità .

Ed ecco infatti giungere sul posto i tre mercenari, che allarmati dal fracasso generato dai due sono accorsi, armati di fucili e senza esitare prendono la mira con cura pronti a sparare.

-Tuo padre me la farà pagare cara.-

Dice il brunetto con in volto un espressione malandrina , con un gesto rapido afferra il polso della ragazza, strattonandola , nascondendosi subito dietro di lei .

-Fermati El. . .-

Esclama rapidamente imitando alla perfezione la voce del padre della ragazza, che ora immobile viene investita da una raffica di proiettili . Dietro di lei invece Hyde è ben nascosto al riparo dai proiettili .

Eleanor resta ferma , paralizzata dal comando del meccanico , molti proiettili le colpiscono il volto altri il busto riducendo i suoi abiti ad un colabrodo , senza però ferirla apparentemente.

La scarica di colpi termina e tutti e tre i mercenari pare abbiano terminato i colpi, o quasi.

-No! Io uccido voi!-

Grida a squarciagola il piccoletto zoppicante che estrae la piccola pistola già usata nella cella frigorifera .

-Che mi hai fatto?-

Mugugna in un gemito spezzato la mora , ma prima che essa possa ricevere risposta o altro il colpo devastante di quell'arma tanto piccola quanto assurdamente potente, la pervade come una folata impetuosa che fa volar via sia lei che il giovane nascosto dietro di lei.

Entrambi, prima l'uno e poi l'altra vengono spazzati via , il meccanico per primo batte violentemente contro l'ammasso di ferraglia alle sue spalle , poi anche la mora che trova una superficie d'atterraggio assai più soffice costituita dal corpo del ragazzo che ,poverino si sente mancare il fiato per alcuni istanti a causa del colpo.

-Tutto bene?-

Chiede subito alla fanciulla che prende a cingere fra le braccia stringendosela a se .

-Non mi fa male nulla.-

Risponde lei con voce atona mentre fissa il piccoletto prepararsi a colpirli ancora, gli altri due invece sogghignano felici rimanendo a fissare il loro compagno prepararsi ad infierire ancora sui due.

Fa qualche passo avanti e aggiusta la mira con attenzione millimetrica e con cattiveria immensa piano piano preme il grilletto ,Hyde serra le palpebre preparandosi al peggio , ma il colpo non parte.

-Calda ,calda. . .-

Dice basito l'esserino che si porta la canna davanti alla faccia , guarda quindi all'interno della canna ,e proprio mentre lo fa un colpo parte e un polverone inaudito si alza offuscando la vista a tutti i presenti, tutti tranne Eleanor che invece ci vede perfettamente .

Diradata la nube di polvere i due piano si rimettono in piedi barcollanti reggendosi l'uno all'altro , per quanto riguarda i due mercenari si guardano lanciandosi occhiate di assoluto terrore . Il silenzio incornicia l'attimo , ma ben presto il sommesso rumore dei motori di una navicella vicina e in funzione, si sentono .
Ma non una navicella qualunque bensì proprio quella del nostro sfortunato duo, l'ombra inquietante e scura della navetta riveste come un velo nero i due mercenari e i due giovani malandati , e si un po' anche i piccoli resti sparsi dell'altro omino verde . Tremati i due mercenari iniziano a fuggire , la navetta però ha tutto il tempo di localizzare entrambi i fuggitivi , caricare il colpo e sparare con precisione .

-Minaccia eliminata. . . si prega l'equipaggio di tornare a bordo per maggior precauzione .-

La voce sintetica e metallica dell'astronave risuona come un coro angelico portatore di salvezza alle orecchie di Hyde e Eleanor, che si scambiano uno sguardo di intesa.

 

 

Risaliti a bordo la navicella riparte tornando alla zona d'atterraggio , e nulla pare essere mai successo.

-Mi hai usata come scudo.-

Sbraita con rabbia incontenibile la giovane.

-Ma stai bene-

-Ti sembra che stia bene?-

Domanda infine indicando la sua spalla sinistra praticamente fuori sede penzolante e incapace di muoversi .

-Se vuoi posso ripararti io, altrimenti ci penserà tuo padre appena torna .Che problema c'è?-

Incompresa e turbata la mora gira i tacchi e scappa in quella che ormai è camera sua.

Hyde rimasto solo si prende la testa fra le mani e chiude gli occhi , sospira e si rilassa.

-Cosa hai fatto?-

Una voce lo sorprende facendolo sobbalzare vistosamente.

-Dottore è lei, mi ha spaventato . . . gran bel paio di occhiali.-

Dice sorridendo , ma quel sorriso non serva a molto .

-Ero andato ad acquistare dei pezzi per il trasmettitore e quando sono tornato la navicella non c'era. L'avevano rubata e...-

Non ha il tempo di terminare che viene letteralmente afferrato per il collo della tuta da lavoro .

-Hai permesso che qualcuno rapisse la mia piccola ?-

Lo sguardo indagatore del meccanico scruta e nota il cambiamento negli occhi del dottore , ma quello subito distoglie lo sguardo spintonando con violenza il giovane.

-Eleanor sta bene non c'è bisogno di scaldarsi .-

Lo sguardo serio e disgustato del sessantenne uomo di scienza sembra voler aggredire il povero ventenne dal mantenuto sangue freddo.

-Tornatene a lavorare.-

Gli dice , mentre con passo rapido si allontana .

-Che giornata.-

Dice con aria atterrita il giovane meccanico ,intento a tornarsene in camera sua a passo lento , mentre con svogliatezza prende a levarsi la tuta sporca ,e dal penetrante odore di sudore e ferro.

 

-Apri.-

Dice soltanto il dottore , e al suo comando la porta della sala comandi scorre automaticamente scomparendo al disotto del pavimento . Entra allora in quella che diversamente dalle aspettative non contiene alcun panello dei comandi ne altro , bensì al centro di questa piccola area mal illuminata c'è una sedia e nient'altro. Anche le pareti sono spoglie e nessun rumore proveniente dall'esterno vi giunge, essendo il tutto ben insonorizzato .

-Anita , tesoro . . . come stai ?-

Mormora dolcemente l'uomo che si siede piano sulla sedia e si rilassa, toglie anche gli occhiali tenendoli in mano .

-Bene . . . ho spento il sistema di refrigerazione della cella frigorifera . . . tempo di conservazione dei prodotti contenuti . . . quarantotto ore . Urge riparazione .-

Ad occhi chiusi e con un sorriso in volto l'uomo pare stia sprofondato in un sonno profondo.

-Tutto sta andando per il meglio .-

Sostiene , dopodiché si addormenta . Anche la fioca luce ,che illuminava appena la stanza , si spegne per conciliare il sonno del uomo appena assopitosi .

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una tonnellata di troppo. ***


 "Una tonnellata di troppo"

 

Cammina a passo svelto da una parte all'altra della discarica, cercando e visionando il suo progetto ben disegnato su di un foglio che srotola e riarrotola .Si passa le dita fra la barba ispida il dottore che ascolta le lamentele della figlia intenta , da un paio di ore ormai ,ad urlargli nelle orecchie senza sosta.

-Perchè non torniamo a casa? Qui è pericoloso , e mi manca la mamma.-

Continua a ripetere ancora e ancora fino alla nausea.

-El , ti rendi conto quanto mi è costato farti tornare indietro ? Ho del lavoro da fare qui . . .ora tu puoi o aiutarmi o stare buona finché non avrò terminato.-

Le viene risposto,anche con un pizzico di arroganza dal padre seccato dalle continue lamentele, che ostacolano il suo operato .

-Da brava torna dentro e trovati qualcosa da fare, ripartiremo appena possibile.-

Termina il sessante, troncando il discorso con in volto un' espressione e gli occhi azzurri nascosti dietro quel paio di lenti scure.

Gira i tacchi in fretta e furia la mora, che come le è stato detto se ne torna sulla navicella , lancia un'ultima occhiata fuori per poi avviarsi verso l' habitat naturale di Hyde , ovvero , l'officina .

Varca la porta e quell'odore acre di benzina viene percepito intensamente , quasi con fastidio crescente .

-Hyde ?-

Pronuncia a voce alta la giovane non vedendo l'altro , fruga con lo sguardo sotto ogni veicolo smontato , angolo e anche soffitto e pavimento , ma nessuna traccia di ventenni dai capelli color noce .

-Hyde . . .-

Continua a chiamare quel nome nella speranza di vederlo sbucare da qualche parte, ma nulla ,tutto pare tranquillo.

-Che cosa pos. . . -

Si interrompe improvvisamente lasciando le sue parole sospese e incomplete , incomplete come incompleto è il veicolo decisamente affascinante che scorge da sotto un telone verde. Si avvicina a quel telone verde che presenta alcune macchie di una sostanza rossastra, incrostata ormai pare da molto tempo, lo scosta lasciandolo cadere a terra senza riguardo . Viene svelata così quella che pare essere una moto da strada di grossa cilindrata , l'opaco colore nero e il lucente blu avio della carrozzeria , la sella in pelle lucida . Passa piano una mano sulla sella e un brivido le sale lungo la schiena , i suoi occhi sembrano quasi illuminarsi languidi .

-Bella vero ?! L'ho fatta io .-

Una voce risuona dall'altra parte della stanza , la voce di un da poco svegliato Hyde , che a braccia incrociate sorride compiaciuto.

-Si è bella.-

Confessa Eleanor che non stacca un attimo lo sguardo da quella vettura a due ruote , che pare essere non solo bella da vedere ma anche potente .

-Tuo padre sta lavorando ?-

Chiede avvicinandosi il meccanico.

-Si , quando è concentrato non mi ascolta mai . . . ascolta solo la mamma , o meglio la mamma sa farsi ascoltare.-

Gli risponde con aria imbronciata se non triste .

-Le donne sanno sempre come farsi ascoltare.-

Controbatte sorridendo lui ,che se si trova in una situazione scomoda lo deve proprio alle donne . Scosta la mora, allontanandola dalla moto per poi salirci su sorridendo con in volto lo sguardo di qualcuno che sta per fare una delle sue , infatti non ci mette molto a schiarirsi la voce . Proprio mentre Eleanor lo guarda con espressione interrogativa , l'imitazione perfetta della voce del padre le pervade le orecchie con un comando ben preciso.

-El , sali a bordo andiamo a fare un giro.-

Prima si irrigidisce la mora che un po' per paura non pare voler salire come ordinatole, un suono acuto e stridulo come di un pezzo di metallo che strofina insistentemente su di un altro oggetto metallico , si ode mentre lei è intenta a tener fermo il suo corpo .

-No!-

Gli dice a voce altra mentre il volto candido si fa sfondo di un espressione afflitta , ma per quanta resistenza ella possa opporre a quegli ingranaggi che la compongono la muovono come un burattino inerme . Rapido il corpo esile di Eleanor si muove raggiungendo il meccanico su quel bolide che appena azionato ruggisce pronto a passare all'azione, costruito pare per divorare miglia e miglia in ben poco tempo . Il rombo potente richiama l'attenzione del professor Lamparos che si volta in direzione del portellone dell'astronave , portellone dal quale , come una saetta , fuoriesce il mostro a due ruote lucido e gorgogliante .

-Tieniti forte.-

Esclama sorridendo Hyde che da gas facendo partire la moto in uno scatto ferino .

-Se lo dici tu .-

Risponde la mora che prende a cingergli i fianchi con forza , forse anche un po' troppa dato che il poverino per un attimo si sente mancare il fiato .

I due sfrecciano accanto al professore che ha solo il tempo di dedicar loro un'occhiataccia e nient'altro , dato che subito il veicolo scompare dalla sua vista.

 

Il respiro aggressivo del bolide a due ruote si fa sentire al suo passaggio mentre sfila rapido e elegante sotto gli occhi di residenti incantati da quella fugace e maestosa bellezza, una regina della strada , o per meglio dire regina dei tunnel contorti di Europa .

Eleanor , dapprima testa e rigida pian piano si rilassa e addolcisce poi la presa delle sue braccia attorno ai fianchi di Hyde, concentrato a guidare con evidente scioltezza .

-Dato che siamo qui su Europa tanto vale visitare il monumento principale prima di partire , non trovi?-

Dice quasi urlando il bruno per farsi sentire dalla passeggera a se avvinghiata che vede annuire con la cosa dell'occhio.

 

Bastano soltanto pochi minuti e poi all'orizzonte si vede spuntare uno snella piramide nera dalla superficie lucida che di tanto in tanto si illumina in un onda rapida di piccoli pixel dai variopinti colori iridescenti , ma non sono pixel e basta bensì impulsi di energia , la stessa che permette al V.I.T.A stesso di funzionare. La moto decelera , terminando la sua corsa proprio ai piedi della struttura piramidale .

-Signori e signore , ecco a voi la vita.-

Afferma Hyde mentre il suo sguardo segue da cima a fondo la struttura antistante .

-Tutto qui ?-

Queste le prime parole dell'insoddisfatta signorina Lamparos .

-Stai scherzando ? Questo è uno dei sistemi più complessi mai creato dall'uomo sino ad oggi... insomma con questo si preparano i pianeti prima della colonizzazione e tu dici “tutto qui?” -

Controbatte sbigottito.

-Ma è così artificiale.-

Sostiene dunque la mora che continua ad osservare quel poco gradito aggeggio monumentale che intanto si illumina sporadicamente di tanti puntini luminosi , senza far altro .

-Parli proprio tu ? Tu e questo “coso” siete bene o male fatti allo stesso modo , un po' di acciaio rinforzato qui e lì , qualche vite e il gioco è fatto. Ma almeno questo alimenta un intero pianeta mentre tu. . . tu . . .cosa fai tu ?-

Tali parole andrebbero a spezzare in due il povero cuoricino della ragazza bionica che però non prova più nulla se non un grande senso di vuoto e rabbia, nessuna fitta al petto che ci si aspetta quando qualcuno ci dice qualcosa di veramente cattivo , non una lacrima calda e salata . Solo il reale disagio che la mora sente crescere .

Un silenzio ininterrotto e fitto , privo di rumori e suoni , sterile di scuse o grida , solo il silenzio e nulla di diverso .

E in quel silenzio la moto riparte lentamente imboccando la via del ritorno .

Eleanor si scosta da Hyde, e lancia un'ultima occhiata alle sue spalle rimirando la struttura alle sue spalle , mentre un tarlo fastidioso le si insinua nelle orecchie .

Cosa è diventata ? Un oggetto ? E' così che gli altri la vedono ,o è sempre la solita adolescente docile e pacata che è sempre stata ?

Lentamente torna a guardare la strada che sfila sotto le ruote del veicolo , ma qualcosa le provoca una sensazione stana di fastidio .

-Frena!-

Esclama spezzando il silenzio improvvisamente .

Il meccanico inchioda facendo stridere leggermente le ruote sull'asfalto liscio .

-Che c'è?-

Domanda quindi voltandosi a guardarla.

Eleanor lo fissa solo per un attimo negli occhi castani per poi scendere dalla moto , istintivamente si volta a rimirare ancora quella piramide nera , poi il suo sguardo corre verso l'alto , verso quello sconfinato tetto che riveste la parte abitata del pianeta.

Tetro , irregolare e solcato da intermittenti onde di luce colorata simile all'aurora boreale , il tetto di Europa sembra essere quello di sempre , almeno sembra , per ora .

-Lo so ho sbagliato , non volevo offenderti . Ora però torniamo indietro o tuo padre inizierà a meditare sul come uccidermi . . . scommetto che è un tipo geloso. . . anzi ne sono certo e basta , quindi magari -

-Sta zitto!-

Viene interrotto il povero giovane intento a colmare quel silenzio imbarazzante che si è creato, così sbigottito e spaesato , dallo strano comportamento di lei.

Non passa più di un minuto , forse anche meno , che uno dei “cancelli” dei Europa si riapre . Una luce intensa , catalizzata in uno stretto cono accompagna la discesa lenta di una navicella dai colori verdi e blu .

-E' una delle nostre.-

Mormora con tono appena udibile il bruno che nota la giovane guardare l'astronave appena giunta con insistenza .

-O per meglio dire un'astronave terrestre . . . ora possiamo andare?-

Continua borbottando a voce sempre bassa come per non disturbare l'attenzione che Eleanor presta a quell'oggetto volante.

Ma nulla , da lei nessuna risposta , gli occhi fissi ad osservare e le labbra rosee serrate .

Hyde torna a guardare avanti lungo la strada , verso l'orizzonte incorniciato solo da edifici grigi e lampioni , incrocia le braccia al petto mentre le dita della sua mano destra prendono a tamburellare ritmicamente al suono di una canzone che gli frulla per la testa , e resta lì attendendo che quella cyborg dai capelli corvini decida di risalire in sella.

-Vedo . . . e sento , tanti codici .-

Dice d'un tratto la mora con voce atona pronunciando parole apparentemente sconnesse, il che attira non poco l'attenzione del suo baldo accompagnatore che si volta a fissarla ancor più stranito .

-Cosa? Ma dove ? -

Le chiede iniziando a guardarsi rapidamente intorno .

-Ovunque.-

Ovunque ?-

Ripete quindi lui facendole il verso .

-Penso che tuo padre debba darti una controllatina .-

Ridacchia infine .

Ma l'ilarità e la calma termina in un battito di ciglia quando l'auricolare nascosto di Hyde rintraccia un messaggio disperato. Delle voci in sottofondo gracchiano distorte con tono disperato , agitazione palpabile che si ode evidente dalle parole di un uomo che risuonano soltanto nella testa del meccanico.

-Qui è la Nomad , abbiamo perso il comando . . . aiutateci! Qualcuno . . .-

Il volto gioviale del bruno impallidisce , i suoi occhi castani corrono rapidi a scrutare quell'astronave . Il suo cuore pare fermarsi come colto da un infarto , ma impercettibilmente , mentre il suo respiro si spezza , il sangue raggela nelle vene .

E così anche se sul pianeta non esistono i venti , una folata d'aria gelida pare congelare tutto fermando il tempo . Un film in bianco e nero che viene stoppato solo per un attimo , solo per sottolineare il patos che è sovrano in quegli istanti .

Un rombo assordante echeggia penetrando con irruenza anche nel profondo della terra che trema , mentre incapace e inerme questo piccolo uomo dalla chioma scompigliata resta fermo , paralizzato .

-Terrorismo . . . qualcuno ci sta dirottando . . . -

Continuano a risuonare nella mente del giovane che inizia a scuotere piano la testa temendo il peggio . La navicella in volo riprende quota con uno scatto verticale innaturale , poi i motori incandescenti acquistano potenza , poi in un solo istante il velivolo scatta di lato in una manovra pericolosa .

-Non possiamo fare nulla.-
Esclama con voce rotta e singhiozzante l'uomo a bordo , e questo è l'ultimo messaggio che giunge all'impianto inserito nel timpano del bruno .

Un battito di chiglia , gli occhi del duo si chiudono solo per un istante , istante nel quale la navetta si fionda rapida in una direzione rapida , il rumore si intensifica quando quella navicella fuori controllo passa molti metri al disopra delle teste di Hyde e Eleanor che la seguono con lo sguardo .

Si voltano contemporaneamente , giusto in tempo per vedere l'impatto . Prima una nube di fumo sempre più scura e vorticosa , poi una luce sempre più rossa , infine il suono dirompente che rimbomba nelle orecchie dei due osservatori distanti . Dopo il rumore , dopo solo una frazione di secondo un onda d'urto dalla potenza impressionate che fa ribaltare la motocicletta e con essa il meccanico che cade a terra di schiena . Dolorante però si rimette rapidamente in piedi . Un polverone si innalza e raggiunge i due assieme a piccoli detriti incandescenti della navicella.

-Hyde , cosa sta succedendo ?-

Chiede Eleanor con in volto un espressione impaurita e incredula .

Ma l'altro rimane silente , la guarda senza riuscire ad elaborare un pensiero logico .

-Qualcuno ha attaccato il Vita . . . -

Al termine di queste poche parole nuovamente il piccolo impianto inizia a gracchiare , prima solo interferenze e parole distorte e nelle lingue più disparate , poi parole sempre meglio comprensibili .

-Aiuto , il nostro veicolo si muove da solo . . . non . . . ai comandi . -

Il giovane rapidamente rimette in piedi la moto e vi sale.

-El sali dobbiamo andare via di qui.-

Dice alla mora che anche se non costretta obbedisce , mentre il motore della motocicletta torna a ruggire . Ripartono in men che non si dica , il più velocemente possibile si dirigono verso la loro navicella , gettando però sempre un occhiata alle loro spalle.

Eleanor non riesce a distogliere lo sguardo mentre i suoi occhi catturano quelle immagini , quelle fiamme , quel fumo e quella strana sensazione che il suo sistema cognitivo avverte come semplice pericolo.

-El guarda !-

Esclama poi Hyde che solo per un attimo lascia la presa sul volante della moto per indicare un punto preciso nel cielo grigio , cielo che si sta colorando di insani colori rossastri . Ora quella splendida aurora boreale pare essersi trasformata in una marea di sangue diluito , mentre sempre più navicelle iniziano a solcare la zona dirigendosi come quella precedente spediti verso la morte .

-E se !? -

Esclama impaurita la mora che inizia a cercare con lo sguardo la navicella nera del padre , che però non pare essere fra la flotta suicida .

-Andrà tutto bene . . . ma se il Vita si rompe . . .-

Il giovane non sa più che fare , lancia occhiate rapide indietro mentre sempre di più sprona la moto ad accelerare . Intanto scoppio dopo scoppio , un esplosione dopo l'altra e tutte sempre più rapidamente si sentono . Ogni navicella sfila per l'ultima volta nel cielo angusto di Europa che si tinge di rosso mentre la terra trema sempre di più , mentre gli echi delle esplosioni risuonano continui in una raccapricciante e tetra sinfonia.

Eleanor tremerebbe impaurita se potesse , piangerebbe e si stringerebbe il più forte possibile al suo compagno di disavventure , ma non trema , non piange e per non ferire l'amico non si stringe a lui come vorrebbe .

-No!-

Un solo gemito disperato fuoriesce dalla gola di lei che si protende verso la sua destra , allunga un braccio e indica all'altro quella navicella più simile ad un caccia militare terrestre che una navicella discoidale o altro . Si quella che è la navicella del padre , quella con la quale pensava di tornare a casa sua , per riabbracciare la madre , per rivedere i pochi amici che si era fatta , per tornare a vivere una vita noiosa e fatta di silenzi e noia .

Silenzio ,come silenzioso è divenuto il bruno che frena piano e cambia direzione , dirigendosi ora verso la navicella nera .

Un'altra esplosione ancor più forte della prima e anche di tutte le altre fa tremare la superficie grigia e rocciosa del piccolo pianeta , mentre in lontananza il V.I.T.A si inchina piano sottomettendosi alle esplosioni ripetute e poi cede e cade smettendo di funzionare .

La navicella nera si ferma ,mentre le altre continuano a procedere verso il loro ultimo volo, il portellone si apre , la navicella piano perde quota sino a che il bordo del portellone non sfiora la terra arida sottostante .

Hyde pare sicuro di se e decelera piano , la moto si arrampica senza sforzo sulla rampa e i due si ritrovano nuovamente a bordo .

Il portellone si richiude e il dottor Jeff Lucas Lamparos sorridente apre le braccia .

-Stati bene per fortuna.-

Dice a voce alta, mente di fretta la figlia lo raggiunge di corsa andando a fiondarsi fra le braccia del padre che si richiudono in un abbraccio avvolgente .

-Su , su . . . va tutto bene qui.-

Dice mentre fissa insistentemente il meccanico intento a scendere dalla sella con calma .

Ben presto gli occhi azzurri nascosti dietro a quel paio di lenti scure incontrano le iridi brune del giovane , le sue labbra serrate il suo sguardo serio , poi lungo sospiro .

Gli occhi di Hyde vanno al saldo e stabile acciaio sotto i suoi piedi , mentre ripensa alle voci che solo fino a pochi istanti prima sentiva chiedere aiuto , alla paura che quelle persone hanno provato , alle vite si sono spente mentre il V.I.T.A arde consumando ogni resto di questi istanti , ogni prova , ogni ricordo .

 

 

La navicella riparte lasciandosi Europa alle spalle , da quel pianeta dal quale nessuno a fatto ritorno tranne loro .

Nella sala da pranzo Hyde spinge con forza la porta della cella frigorifera con la spalla , tenendo la fiamma ossidrica con la mano libera ,tentando di saldare il tutto alla bene in meglio .

Appena terminato il lavoro si scosta e fa un passo indietro per guardare meglio il suo operato , niente ammaccature giusto qualche graffio , un lavoro veramente ben riuscito .

Soddisfatto il ragazzo si volta pronto per tornare nella sua piccola cabina , e al suo letto non troppo comodo nonché al suo cuscino un tantino troppo sottile . Ma ad ostruirgli il passaggio trova il dottor Lamparos che applaude silenziosamente con in volto un sorriso ambiguo.

-Molto ben fatto , grazie.-

Esordisce il sessantenne che si aggiusta meglio gli occhiali dalle lenti scure .

-Si figuri . . . infondo è il mio lavoro .-

-Vero.-

Gli viene risposto immediatamente con tono freddo, ma al meccanico non importa molto il tono con il quale le cose gli vengono dette, lui ha molto lavoro da fare ed è quello che fa .

-Ma dimmi , Hyde come vanno le tue orecchie , e i tuoi improvvisi mal di testa? Se vuoi posso dare un'occhiata.-

Gli chiede sorridendo e ingaggiando un tono ironico , che lascia come sempre trasparire tutta la fiducia che il dottore ripone in se stesso.

-No dottore , me la cavo . Sono sicuro che appena finito qui starò molto meglio.-

Detto questo il bruno aggira il brizzolato scienziato ed esce con calma dalla sala , con passo incerto si dirige verso la sua stanza, ma poi qualcosa gli fa cambiare idea e devia raggiungendo la camera di Eleanor .

Giunto alla soglia bussa alla porta attendendo poi in silenzio .

In men che non si dica la porta si apre , dall'altra parte compare la mora con indosso il suo pigiama guarda con espressione interrogativa il ragazzo alla sua porta.

-Cosa c'è?-

Gli domanda con tono pacato lei .

-Tutto ok?-

Le domanda mentre si insinua nella sua stanza senza neanche chiedere il permesso , ma nessuno pare cacciarlo con la forza .

-Si penso di si .-

Risponde evidentemente poco sicura di tale affermazione .

Il giovane si passa una mano fra i capelli mentre ,sempre senza permesso , si siede sul letto soffice della giovane , che lo raggiunge subito .

-Ancora non riesco a pensarci che Europa è persa.-

Continua dicendo la mora che si stringe nelle spalle . Il meccanico la fissa intensamente cercando il suo sguardo , ma non trovando contatto alcuno alla fine sospira e le risponde con calma .

-Già è strano non trovi ? Insomma noi arriviamo su Europa con in mano una sottospecie di trasmittente di onde radio e che so io , e tempo neanche una giornata e mezza il Vita viene attaccato e distrutto . . . e guarda caso proprio da navicelle che hanno perso il controllo. E se. . .-

Le sue parole vengono interrotte dal repentino rialzarsi della giovane che fissa Hyde .

-Cosa?!-

Gli chiede senza riuscire a credere a quello che l'altro sembra stia insinuando .

-Pensaci , arriviamo noi . Non abbiamo pezzi e guarda caso chi è che fa la fine del pop corn ? I tre cari proprietari di una rimessa per pezzi di astronavi e quant'altro . . . insomma tuo padre termina la trasmittente o qualunque cosa sia e “Boom!” -

Esclama infine facendo sobbalzare la giovane che continua a fissarlo .

-Le navicelle , tutte le navicelle vanno a schiantarsi contro la cosa più preziosa e indispensabile per il pianeta . Ma guarda caso “questa” navicella , non ha perso il controllo e non si è schiantata come le altre . Strano devi ammetterlo . E ora che fine ha fatto quell'aggeggio ? L'ho chiesto a tuo padre e lui ha fatto finta di non sentirmi , da un orecchio gli entrano le mie parole e dall'altro gli escono . El , ammettilo tuo padre è probabilmente il responsabile di questa strage . -

Dice tutto d'un fiato Hyde per poi rialzarsi anche lui , si avvicina ad Eleanor e le poggia una mano sulla spalla scuotendola piano .

-Mio padre . . . no , lui non farebbe mai una cosa del genere. Non ne ha motivo .-

Risponde convinta la giovane.

-El, ma tu lo sai perchè tuo padre e soprattutto tu siete in viaggio su questa navetta ?-

Gli chiede con in volto un espressione più seria che mai, ma non riceve risposta , lei si limita a fissare il pavimento restando in silenzio . Allora lui la scuote ancora poggiando anche l'altra mano che va a sfiorarle il volto .

-El . . . tuo padre -

Inizia a dire, ma la navicella cambia bruscamente assetto posizionandosi di lato , e così quella che era la parete vicina diventa pavimento mentre di due si sentono mancare un attimo l'appoggio da sotto i piedi e impattano contro l'attuale pavimento. I due si lanciano un'occhiata rapida così l'uno controlla l'altro per constatare che stia bene , poi ormai abituati a colpi e botte improvvise , si rimettono in piedi senza troppa fatica .

-Cosa sta succedendo ?-

Chiede la mora mentre prende ad osservare il suo letto che sta ben saldato alla ora parete della stanza .

-Era una manovra che. . . una manovra che si usa solo per entrare in un posto .-

Dice prendendosi la testa fra le mani terrorizzato pare .

-Dove?-

Chiede la giovane che inizia a chiedersi come uscire dalla stanza ora che la porta non è più facilmente raggiungibile , per poi ricordarsi che con un po' di impegno può sempre usare il suo strano magnetismo per arrampicarsi sulla parete in caso di emergenza.

Ma tutto ciò non serve a granché , infatti ora con un movimento più fluido e lento , la navicella si rimette dritta .

 

I due escono dalla porta della stanza da letto e frettolosamente raggiungono il portellone .

-El . . .benvenuta su micro11 il piccolo pianeta dei giganti . -

Afferma Hyde che lancia un occhiata fuori attraverso l'apertura ampia del portellone , e piano la navicella atterra , i motori si spengono e il portellone si apre del tutto . Fuori , poco più avanti una piccola folla passeggia avanti e indietro frettolosamente .

-Tornate nelle vostre stanze è tardi . -

Una voce riprende i due nottambuli intenti a sbirciare fuori .

Un alieno alto più o meno un metro e ottanta , dalla pelle rosea e il naso apparentemente inesistente prende a salire sulla navetta .

-Chi è?-

Sussurra Eleanor in un orecchio di Hyde .

-Non lo so esattamente ma è amico di tuo padre.-

Le risponde per poi fare dietrofront e riavviarsi verso la sua stanza , seguito però dalla mora che pare aver perso il sonno.

-Hyde cosa volevi dirmi prima ?-

Gli chiede.

-Ah , giusto . . . guarda lascia stare . . . vedrai che andrà tutto bene . -

Mormora senza voltarsi sgusciando rapidamente nella sua piccola stanzetta, più simile ad uno sgabuzzino scuro e scarno di ossigeno , ma pur sempre vivibile .

In fretta e furia si leva gli scarponi pesanti , poi la divisa che getta sul letto seguendola , tuffandosi letteralmente sul letto rigido e disordinato . Affonda il viso nel cuscino pronto per addormentarsi , e riposare .

Dall'altra parte anche Eleanor se ne sta sdraiata sul suo letto ben più comodo , senza però riuscire a chiudere occhio .

-Cosa voleva dirmi ?-

Mormora sentendo un sensazione inquietante prendere il sopravvento ,rimane poi lì ferma senza battere le palpebre a fissare le pareti .

 

La notte passa rapidamente e non appena sorge il sole , solo dopo poche ore , dagli altoparlanti della navicella un suono acuto, funge da sveglia al giovane duo ancora intento a riposare beato . In ben poco tempo entrambi si rivestono ,e appena pronti, raggiungono ancora insonnoliti la sala da pranzo.

-Buongiorno-

Si dicono all'unisono i due . Eleanor si siede al tavolo mentre Hyde si infila nel freezer uscendone con in mano una decina di merendine confezionate in una pellicola trasparente, le poggia sul tavolo e con calma si siede difronte alla mora . Gli occhi nocciola dallo sguardo penetrante sembrano fissare intensamente quelli azzurri di lei che se potesse arrossirebbe , ma si limita guardarlo timidamente .

-El , quanto fa cinquantaseimilanovecento diviso cinque?-

Le domanda con sguardo vacuo ma fisso su di lei.

-undici e trentotto -

Risponde meravigliandosi di aver calcolato tanto rapidamente , cosa che in tutta la sua vita scolastica non è mai successo , anzi si poteva perfettamente dire che ella non fosse esattamente un genio in matematica .

-Bene quindi se i miei calcoli sono corretti . . . ogni chilo qui , lì fuori equivale a dodici chili .-

Afferma sorridendo il giovane.

-Ora ti spiego , questo pianeta è un tantino diverso dalla Terra , qui il la pressione che l'atmosfera esercita sui corpi è maggiore , per questo una massa che possiamo dire pesi per noi un chilo sulla Terra , peserà una dozzina di chili qui. . . fortunatamente però tuo padre ha pensato bene di regolare il simulatore di gravità qui nella navicella , per questo ci pare non sia cambiato nulla . Forte vero?!-

Blatera e blatera spiegando in breve la situazione alla mora.

-Quindi io che peso cinquantasei chili se esco devo sopportare seicentosettantadue chili ?-

Domanda sconvolta ricevendo come risposta un sorriso e un “si” accennato con il capo dal bruno, che intanto apre una merendina e la mangia in pochi bocconi, che vengono masticati veramente poco prima di essere ingeriti.

-Solo che non pesi cinquantasei chili.-

Dice poi, dopo aver ingoiato anche una seconda merendina alla marmellata di mirtilli e uvetta passa.

-Allora se ho pesato bene tutti i tuoi pezzi prima dell'operazione , e se ricordo bene . . . ora pesi più o meno centoventi chili .-

Gli occhioni azzurrissimi di lei vengono sgranati mentre lei si protende di un po' verso Hyde intento a mangiare ancora.

-una tonnellata quattrocentoquaranta . . . -

Dice scandendo ogni lettera la mora scandalizzata .

-Io ne peso più o meno settecento , sono un figurino !-

Borbotta contento e a bocca piena il meccanico che si gusta una merendina con crema di burro e pezzetti d'ananas, masticandola piano e con gusto.

-Forse non dovrei uscire di qui.-

Si rattrista il piccola che sperava di poter visitare quel mondo scorto solo in parte ore prima , quel mondo un po' frenetico e dai variopinti colori .

-Stai scherzando ? Il tuo scheletro può sostenere una pressione pari o superiore alle tre tonnellate , lì puoi saltellare e correre come più ti pare. Sono io che dovrò rimanere solo a lavorare tutto il tempo.-

-Resto con te allora, mi annoierei ad andare in giro da sola , forse mi perderei anche . . .quindi meglio restare qui .-

Lo consola sorridendo.

-Ohhh. . . ma che carina che sei , grazie.-

Esclama lui che la guarda sorridere , il suo respiro si ferma per un attimo , la sua espressione si fa seria tutto d'un tratto . Si guarda rapidamente dietro le spalle preoccupato della solita comparsa inaspettata del padre dell'amica , poi con slancio e nonchalance la bacia ritraendosi il più rapidamente possibile .

-Grazie era dolcissimo.-

Afferma ridacchiando sotto i baffi mentre afferra le merendine rimaste scappando a gambe levate dalla stanza, lasciando Eleanor completamente confusa e immobile .

 

.........................................................................

SALVE A TUTTI!

Mi prendo un po' di spazio giusto per dire "grazie" a voi che mi seguite , e che in particolare state leggendo questa mia prima storia .

Sicuramente ci sono errori indicibili , orrori assoluti che magari vi fanno venire gli incubi la notte , ma spero che infondo vi stia piacendo .

Quindi rinnovo il "grazie" e vi esorto a scrivermi e\o recensirmi , sia per una semplice nota o chiacchiera , sia e soprattutto per farmi rendere conto di quanto sono poco attenta e sgrammaticata .

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il sapore del ferro ***


"Il sapore del ferro"

 

 

Il pianeta Terra . Piccolo , malato e abbandonato dalla sua razza dominante . Troppo l'inquinamento , troppo il caldo , niente più ghiaccio ai poli . Le specie animali si sono via via estinte : prima gli orsi e gli squali , poi gli uccelli e i pesci ; in poco tempo anche animali domestici e quelli che che si trovavano facilmente nelle fattorie , sono scomparsi. Tutti temevano che una volta morte le api sarebbe finito tutto , anche la razza umana.

Invece, a differenza di ogni pronostico , gli umani se la sono cavata fin troppo bene . Gruppi di persone sempre più numerosi hanno iniziato a trasferirsi , piano , inesorabilmente, la popolazione si è dimezzata .

Chi è rimasto ha dovuto affrontare tante difficoltà , ma alla fine il governo mondiale si è stabilizzato riorganizzandosi in pochi decenni .

Niente più città , niente più periferie o solo piccoli paesi . Bensì distretti , area sorte sulle ceneri delle antiche metropoli .

Ogni distretto è diverso dagli altri , ciò che li caratterizza sono le mansioni che svolgono , ogni distretto non lavora per se stesso , ma per la comunità intera del pianeta.

E così quella che un tempo era la polizia , o l' FBI ,o la CIA ,o la DEA , o qualunque altra associazione che garantiva la protezione ai cittadini , si è trasformata in una sola grande società devota alla dea giustizia.

Ordine , legalità , protezione , questo è quello che garantiscono tutti i giovani del distretto “Difesa e ordine pubblico” .

 

Gli altoparlanti vibrano di colpo , e una voce maschile si propaga con grinta .

-Silenzio!-

Urla a perdifiato il Comandante dagli occhi rossi e gialli, dagli scurissimi capelli neri corti, che passeggia avanti e indietro su di un palco illuminato dai riflettori . La mimetica che indossa gli copre il corpo muscoloso e imponente con i suoi due metri d'altezza , per non parlare degli ottantasette chili di muscoli , la dentatura costituita da soli canini e le mani veramente grandi e forti.

Sotto il palco , ben allineati e sull'attenti , un orda di militari si staglia per metri e metri occupando interamente il grande capannone in lamiera , nel quale si contano quasi cinquecento teste . Come cinquecento sono il numero di agenti : semplici , scelti o reclute che siano.

-Come sappiano dal rapporto del signor Hyde . . . lo scienziato Jeff Lucas Lamparos , esattamente vent'anni fa con l'aiuto del nostro ex Generale ha messo a punto due armi che dovevano servire per proteggere la Terra , ma per motivi che tutt'ora ci sfuggono . . .il Generale è morto e il dottore ha preso indisturbato il volo e si è diretto verso alcuni pianeti compiendo una strage dopo l'altra. Inutile dirvi che quando il governo di Micro11 scoprirà che il guasto che ha portato alla morte della famiglia reale è stata opera di un umano , pretenderanno la testa dei colpevoli su un piatto d'argento .-

Si ferma piantando i pesanti anfibi neri a terra, sul legno solido e chiaro del palco , producendo un rumore forte volto a richiamare l'attenzione di tutti .

-Per questo , io! Il vostro caro Comandante Rage , con una squadra da me formata. Andremo ad arrestare quello scienziato , poi distruggeremo definitivamente il suo operato . . . sperando solo che questo basti a calmare i Microniani . -

Si schiarisce la voce e dalla tasca interna della giacca estrae un piccolo palmare.

-Chi sente pronunciare il proprio nome o numero di matricola porterà qui sopra le chiappe , poi se ne andrà a fare i bagagli . . . perchè fra esattamente tre ore , noi andiamo a prendere quel figlio di buona donna , la sua mogliettina e quel dannatissimo androide che si ritrova come figlia.-

Un urlo generale si diffonde dalle prime file sino a contagiare tutti , tutti tranne due persone che rimangono zitte l'una accanto all'altra.

-Il primo è . . . -

Sorride a denti stretti indicando Hyde che se ne sta zitto fra la folla esultante.

-Agente scelto Hyde . . . -

Appena il suo nome viene pronunciato tutti gli altri militari che gli stanno intorno prendono a dargli pacche sulle spalle e a spingerlo verso il palco.

Si fa spazio e con un balzo sale sul ristretto palcoscenico . La sua figura ben piazzata avvolta dalla divisa militare di colore nera , simbolo degli agenti con capacità particolari , gli cade rigida sul corpo . Si mette sull'attenti , rigido come un chiodo e con un espressione seria che pare indelebilmente tatuata sul suo volto dalla mascella pronunciata ,ma dalle linea tutto sommato morbide , accompagnate dai soliti capelli disordinati color noce .

-Fratello , tu sarai il mio secondo in comando in questa missione . . . -

Dice il Comandante muscoloso che gli afferra una mano stringendola forte e portandosela al petto. In risposta Hyde si avvicina a lui , faccia a faccia andando poggiare la sua fronte contro quella dell'altro .

-Com'è che hai definito Eleanor prima ? Dannatissimo androide , mi pare. . .-

Dice sorridendo anche lui a denti stretti mascherando un po' di disapprovazione .

I due si allontanano dopo essersi salutati a quel modo , poi il bruno scende dal palco e torna al suo posto accanto al piccolo Adam.

-Il secondo . . . -

Dice indicando il giovane dalla chioma rossa e gli occhioni gialli , che subito si catapulta sul palco .

-Agente scelto Adam , il primo androide per uso militare .-

Con il suo metro e sessanta il giovane si accosta al Comandante , sembrando così ancor' più basso , ma si sa' l'altezza non conta. Alta una mano a pugno chiuso salutando tutti , e tutti ricambiano con lo stesso gesto e un accorato grido . Poi anche lui ritorna al suo posto , continuando a scambiandosi costantemente occhiate con Hyde che gli sorride teneramente.

-Il . . . cioè la terza, dottoressa Saskia. -

Tutti tacciono per un attimo guardandosi intorno , cercando frettolosamente con lo sguardo la figura della donna .

-Andiamo avanti che è meglio , il quarto ed ultimo . . . agente semplice, Dorian.-

La folla pare essersi nettamente calmata , anche se alcuni sembrano non approvare affatto quest'ultima scelta . Intanto un giovane un po' grassoccio si fa avanti sino a raggiungere il palco , vi sale con estenuante lentezza e arrivatovi si mette sull'attenti.

Fissa dall'alto in basso tutti i presenti senza dire una parola , non un fiato , poi proprio com'è salito così torna giù.

-Potete andare. La festa è finita.-

Esclama infine il Comandante.

 

 

-Penso che mi annoierò-

Brontola Adam che si trascina annoiato dietro Hyde , che a differenza sua cammina spedito .

-E' lavoro.-

Risponde il bruno con voce atona, che si mette in spalla la sua borsa ,lascia come al solito incustodita fuori dal campanone per le riunioni, e che pare molto pesante .

-Vuoi che te la porti io ?-

-No ,ce la faccio... grazie.-

Dichiara sorridendo mentre si incammina verso la navicella grigiastra dal colore opaco e scolorito in alcuni punti .

-Il comandante mi ha detto che devo tenermi pronto ad ogni evenienza, anche a quella di dover attaccare Eleven .-

Hyde si blocca di colpo , trattiene il fiato per qualche secondo prima di espirare profondamente, si volta quindi piano verso il piccoletto al suo fianco e lo fissa dritto negli occhi.

-Ascolta Adam . . . prima cosa si chiama Eleanor e non Eleven , seconda cosa . . . se le fai qualcosa , prometto che ti smantello pezzo per pezzo. Ci siamo capiti , vero?!-

-Okey , Hyde . . . ma non sei tu a comandare qui .-

Ribatte con un sorriso malizioso l'androide che torna a camminare raggiungendo la navicella ed entrandovi, lasciando l'amico da solo.

-Non ci fare caso Hyde è solo un piccolo pallone gonfiato fatto di metallo.-

Esordisce con voce seducente una bionda alta e formosa ,con indosso un camice bianco che sulle spalle presenta delle stelline e delle strisce dorate . Le mani nelle tasche , i corti capelli biondi che le sfiorano appena le spalle , e gli occhi verdi come le foglie degli alberi in primavera : un verde chiaro , quasi pastello che a tratti pare confondersi con il marroncino chiarissimo che si irradia alle estremità delle pupille nere. Le labbra sottili e curve in un sorriso ammaliante valorizzato dal rossetto di una tenue tinta rosea , come rosa e la sua pelle lisca e morbida . Pelle che Hyde conosce come le sue tasche , come conosce la donna alla quale appartiene , la stessa donna che l'ha convinto ad entrare nel distretto militare.

-Saskia?-

Dice incredulo il bruno sorpreso dalla sua presenza .

-Pensavi che avrei detto di no , vero?! E invece eccomi qua , pronta a partire . Possiamo tenerci compagnia durante il viaggio in astronave , se ti va. Che ne pensi ?-

Domanda infine facendo l'occhiolino al giovane ,proseguendo con una camminata ondeggiante e quasi ipnotica , tant'è che Hyde rimane imbambolato .

La donna lo precede sull'astronave , e piano anche lui la segue .

L'equipaggio è al completo , tutti presenti .

La navicella parte , pilotata dall'agente Dorian , che appena sente i motori pronti fa schizzare in verticale la navetta .

 

 

 

-El, tesoro . . . svegliati.-

Le impone il padre ,e senza possibilità di controbattere o fare diversamente , la giovane riapre gli occhi. Sulla membrana vitrea degli occhi di lei appaiono diverse stringhe di codici che rapidi si alternano , susseguono , svanendo dopo il primo battito delle sue palpebre. Ora i suoi occhi sono diversi l'azzurro bello e ricco di sfumature di prima , ha lasciato il posto ad un colore denso e innaturale : un blu avio ; che pare essere illuminato da impulsi elettrici costanti.

-Va meglio adesso?-

Domanda l'uomo che si allontana dal letto della figlia , che piano si rimette in piedi .

-Si papà.-

Mormora con voce atona e lo sguardo perso nel vuoto .

-Bene. Stiamo per raggiungere Marte . . . questa volta dovrai darmi una mano . Conto su di te.-

E detto questo esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.

Eleanor resta ferma in piedi a fissare la porta , senza accennare alcun movimento , fino a che con la coda dell'occhio non nota dei vestiti puliti e ben piegati sulla sedia accanto a lei.

In fretta si leva il pigiama bianco e prende ad indossare quei vestiti: una maglia nera a maniche corte, un paio di pantaloncini cortissimi di jeans e infine gli immancabili anfibi, e un paio di occhiali dalle lenti scure e ovali molto grandi ; che appena messi coprono per interi quegli occhi di un innaturale azzurro .

-Sei pronta?-

Si sente la voce dolce e femminea della madre risuonare nella stanza.

-Si mamma , sono pronta.-

-Ti dirò io cosa fare, rimarremo sempre in contatto , mi sentirai sempre vicina . . . sarò lì con te.-

-Va bene , mamma. -

Ripete con voce atona la mora mentre lega ordinatamente i suoi lunghi capelli in una treccia strettissima , che non lascia neanche un ciuffetto libero.

 

La navicella nera atterra sul pianeta rosso , e il portellone si apre .

-Vai!-

Le ordina il padre tramite gli altoparlanti della navicella .

Immediatamente , con un rombo potente la moto da strada guidata da Eleanor scende rapida dalla rampa sino ad entrare a contatto con la terra rossastra, che si alza in un piccolo polverone al passare delle ruote del veicolo.

-Mi ricorda il viale di casa .-

Dice la giovane .

-E' vero.-

Sente la madre che le risponde , la sente nella sua testa , intorno a se , in ogni punto vicino .

Accelera portando la moto al limite di velocità , mentre gli ammortizzatori attutiscono gli urti di quella terra irregolare e rocciosa, arida come lo era Europa.

-Tesoro , mi raccomando . . . devono morire in tanti.-

-Come vuoi tu , papà.-

Risponde a voce bassa la moretta che rallenta sino a frenare . Davanti a lei un'altissima barriera trasparente , forse in vetro rinforzato , si erge prepotentemente . Una campana vertiginosamente alta , sotto la quale è custodita la tranquilla cittadella colonia degli umani.

Attraverso il vetro limpido , anche se in parte impolverato dalla sabbia rossa del posto, si scorge una città , un quartiere a dirla tutta . Un quartiere costituito da un lungo susseguirsi di villette a schiera tutte uguali , che seguono una direzione circolare stringendo nel loro centro un enorme edificio. L'edificio più alto del sistema solare : “La Cittadella” . La forma ricorda quasi una spirale che in vetta si restringe terminando con un immensa piatta forma dritta , sembra quasi che l'edificio sia stato tagliato , spezzato per far atterrare le astronavi autorizzate . Le tante piccole finestre dai vetri scuri riflettono la luce del sole , e forse lì dentro si sta molto più freschi dell'esterno. Si anche se la notte sta calando , il caldo è quasi insopportabile anche per la giovane androide.

-Per quanti anni ho lavorato . . . per quanti anni ho pensato e ripensato , calcolando ogni variabile ?-

La voce roca e bassa del padre risuona nella mente della giovane che fissa la campana .

-Ora tutti pagheranno per la loro stupidità . . . Eleanor , tesoro mio . . . distruggi quella barriera ed entra . -

-Subito.-

Risponde rimanendo impassibile la giovane. Scende quindi dalla moto , si avvicina alla barriera vitrea , chiude gli occhi per un po' . Quando lì riapre il suo corpo si muove con velocità straordinaria , e con forza incalcolabile scaglia un pugno alla barriera . Ma quella non si incrina neanche , non trema , anche se il suono del colpo riecheggia all'interno allertando le autorità.

-Riprovo?-

Chiede lei mentre poggia le mani sulla spessissima lastra che non è riuscita neanche a scalfire, la guarda incuriosita cercando un punto debole , che però non c'è.

-No, ci penso io. -

Con voce calda la navicella risponde alzandosi in volo e raggiungendo la campana , avvicinandosi piano e mantenendo bassa la quota.

-Anita , fai fuoco!-

Ordina l'uomo che urla furente.

Il portellone della navicella si chiude , e dalla punta di essa una luce prima fioca poi sempre più vivida di colore bianco si palesa sotto forma di una piccola sferetta, sfera che in poco raddoppia la propria grandezza .

-Adesso!-

Esclama l'uomo seduto comodamente nella sala comandi.

Intanto un raggio parte dalla navicella andando a colpire l'estremità di quella campana di vetro , il colpo è potente abbastanza perchè un piccolo foro del diametro di uno pneumatico per auto , si crei .Per il contraccolpo la punta della navicella si abbassa involontariamente , impattando contro il suolo , senza però riportare danni evidenti.

-Brava mamma!-

Esclama Eleanor contenta del successo del colpo .

 

 

-Comandante! La cittadella di Marte è stata attaccata , dicono che è un'astronave sola , stanno provvedendo all'eliminazione .-

Brontola cantilenando il piccolo Adam , che fino a pochi istanti prima stava seduto fermo sulla sua poltroncina. Il Comandante però non è del suo stesso stato d'animo, e lo afferra bruscamente per un braccio trascinandolo verso uno schermo che scende giù dal soffitto della navetta.

-Fammi sentire che dicono!-

Ordina indicando il monitor spento , subito il piccoletto viene accerchiato anche dal resto dell'equipaggio , tranne il soldato semplice Dorian che continua a pilotare senza distrarsi. Appena l'androide poggia le mani sullo schermo , delle voci distorte iniziano a percepirsi dalle casse audio incorporate.

-Si , confermiamo è una sola . . . e . . . santo cielo . . . una ragazza sta in piedi sopra la navicella . Non pare però si vogliano arrendere . . . abbiamo lanciato un colpo d'avvertimento , ma non ci rispondono . Si , stiamo . . . stiamo provvedendo all'eliminazione , c'è una delle nostre navi fuori . . . non hanno scampo . Possiamo far rientrare l'allarme. -

Hyde pare turbato mentre tutti gli altri sembrano sollevati e tranquilli , tutti tranne Adam che pare triste e annoiato.

-Lo sapevo che si sarebbero fatti ammazzare prima del nostro arrivo , i terroristi sono tutti così.-

Afferma evidentemente arrabbiato nonché dispiaciuto .

Ma ancora la voce riecheggia dagli altoparlanti del monitor, questa volta il tono è decisamente allarmato .

-Non sappiamo come . . . come abbia fatto , ma . . . la ragazza si è buttata . E' riuscita ad entrare attraverso quel buco microscopico che avevano aperto , è precipitata . . . la navicella invece , ha . . .ha evitato il colpo. Era velocissima , quasi sembrava non si fosse mossa . . . ma l'ha evitato e ora si allontana . E' . . .ora è fuori dall'orbita , non è più di nostra competenza . . .si allontana . Se ci sono navi armate all'ascolto , la navicella terrorista è nera e sembra un modello terrestre . Se potete distruggetela , il governo marziano è pronto a offrire dei crediti in cambio di questo piccolo favore. . . ripeto se potete ,abbattetela . -

Le casse smettono di vibrare e la voce non si sente più.

-Sono ancora vivi. Ma quanto è alta la campana della cittadella?-

Domanda speranzoso il più giovane del gruppo.

-Centocinquantasei mila metri d'altezza , e il doppio in larghezza .-

Risponde subito la bionda alle sue spalle che lancia un' occhiata rapida ad Hyde , che pare decisamente preoccupato.

-Penso che la nostra missione sia già terminata , seguiamo il dottore gli spariamo contro e recuperiamo prima o poi i rottami dell'androide .-

Bisbiglia in direzione del bruno che la guarda con sguardo truce per zittirla .

-Non penso.-

Interviene poi il Comandante Rage che a braccia conserte osserva il vuoto .

-Quell'androide . . . ops! Volevo dire Eleanor è stata progettata per resistere allo scoppio di una bomba atomica , per non parlare della sua capacità di attaccarsi come un calamita a qualunque superficie , o quasi . -

Al sentire queste parole ognuno reagisce in maniera ben diversa: Hyde sospira rincuorato , Adam saltella per la gioia , mentre la bionda Saskia pare dispiaciuta ,e come sempre il pilota Dorian tace .

 

 

Intanto , proprio come il buon Comandante Rage si aspettava , Eleanor scivola lentamente giù dal monumentale edificio della cittadella . I suoi piedi toccano terra e i suoi occhi frugano in giro curiosi .

-Non mi hanno vista -

Dice comunicando con la madre e il padre , ma prima ancora che possa giungere una risposta , alcuni esseri simili a cani troppo cresciuti sbucano da dietro l'angolo .

-Rettifico , sono stata appena avvistata .-

La pelle dei canidi pare cosparsa di bolle rosse mentre quelle poche chiazze sane sono punteggiate da ciuffetti di pelo color mogano o magenta a seconda del cane. Le zampe alte a sottili lasciano trasparire i tendini testi e pronti a balzare all'attacco, le fauci spalancate e prive di denti lasciano gocciolare la loro bava un po' ovunque . Gli occhi completamente neri , le orecchie appuntite e dritte e il naso somigliante a quello di una talpa o un suino.

L'orribile trio canino inizia ad emettere un ululato assordante , che raggiunge i dispositivi uditivi della mora che si tappa le orecchie premendo forte i palmi contro di esse.

-Da quella parte , presto!-

Si sente urlare in lontananza.

La mora non ha molto tempo per agire e rapida si fionda sul branco , in poche falcate è lì a torreggiare con volto serio.

-Silenzio!-

Gli ordina ,allungando un palmo verso di loro che iniziano a ringhiare, parendo pronti per l'assalto. I passi rapidi e pesanti degli agenti di sicurezza del posto , si fanno sempre più vicini. Il palmo aperto in una frazione di secondo pare illuminarsi di un'intesa luminescenza azzurrina , dopo di che , il silenzio dei canidi che crollano al suolo , ancora vivi ma come paralizzati.

-Eccola!-

Strepitano le guardie vestite tutte in arancione . Un paio di piccoli esserini fanno il loro ingresso al fianco degli agenti di razza umana, e si , quei piccoli esserini Eleanor li conosce già . O per meglio dire ha già avuto il piacere di aver a che fare con un paio di loro , di cui uno con il grilletto facile e zoppo ad una zampa.

-Prendiamo donna cattiva! Uccidiamooooo. . .-

Grugniscono furenti alla vista della mora.

-Ca. . .-

Inveisce contro quelli , fermandosi giusto in tempo dal completare la parola.

-Tesoro , ti ho detto mille volte che non si dicono le parolacce. -

-Si , mamma.-

Dice a voce alta nel tanto che già si è girata e ha iniziato a correre inseguita dai cani che piano si stanno riprendendo , dalla coppia di agenti , e dai due piccoli esserini sanguinari per natura .

-Papà. . . -

-Cosa c'è ?-

-Non riesco ad orientarmi.-

E in un baleno , dopo l'ennesimo battito di ciglia , i suoi occhi prendono a vedere tutto in bianco e nero , un altro battito e una sola casa in lontananza si colora di rosso , segno che quello è l'obbiettivo .

-Okey , ora la vedo . . .grazie.-

Dice educatamente .

Continua a correre senza avere mai il bisogno di guardarsi alle spalle , perchè qualcosa , un radar termico forse , la tiene costantemente aggiornata sul numero sempre crescente di inseguitori.

Corre ancora senza rallentare mai , mentre alcuni dei poliziotti sono ormai stesi a terra o piegati in due a riprendere fiato. Mentre lei , non potrebbe sentirsi più viva di così , non sente il suo cuore battere ma percepisce il motore che la fa procedere riscaldarsi e mettere in moto progressivamente e alternativamente , tutti i suoi arti . Non respira , ma ugualmente percepisce il flebilissimo suono metallico che avvolte i suoi componenti producono , un suono simile al rantolo di stanchezza degli esseri viventi . Si sente bene , si sente diversa , si sente più forte , più bella di qualunque altro essere .

-Papà . . . avevi ragione .-

Afferma sorridendo felice , entusiasta .

-Non abbassare la guardia.-

Risponde il premuroso padre dall'altra parte, che come sempre prevede catastrofi imminenti , quasi fosse dotato di una parabola intercetta guai.

Alcune volanti della polizia locale si sono disposte l'una accanto all'altra bloccando tutta la strada davanti alla giovane.

-Che faccio?-

Si domanda . Si ferma di scatto e poi si volta , e proprio come già sapeva , a inseguirla ci sono ora decine e decine di mostriciattoli , poliziotti , e cani rabbiosi .

Torna a guardarsi avanti mentre gli agenti ora abbastanza vicini iniziano ad aprire il fuoco , i proiettili piovono letteralmente addosso alla giovane ,che però non si smuove minimamente . Non sente il dolore , non percepisce la stanchezza . I suoi vestiti vengono rovinati dalle pallottole che la raggiungono , ma lei non pare essere preoccupata.

-El , tesoro . . . pensi veramente che un posto di blocco come questo possa fermarti ? Sei il mio capolavoro , la mia miglior opera . . . non porti limiti. -

Le dice il padre incitandola . La voce bassa e calma del genitore invoglia la mora a proseguire , e anche se dall'altra parte della barricata , vede preparare bazooka e armi da cecchino pronte a sparare, lei riparte in corsa sottraendosi dall'ennesima scarica di proiettili.

Torna a correre rapidamente , e proprio mentre lo fa alcuni colpi di bazooka partono lasciandosi dietro solo per un attimo una scia di fumo. I due grossi proiettili viaggiano veloci, puntando dritti dritti verso di lei.

Scoppiano con un rumore fragoroso , travolgente , che per un attimo fa fischiare le orecchie a tutti i presenti . Una fiammata divampa solo per un secondo trasformandosi in fumo grigio , denso , che piano si espande e infine dissolve.

E da quella cortina Eleanor sbuca praticamente indenne . Il capo chino, le braccia strette al petto, e le gambe leggermente divaricate per rimare in equilibrio. Scuote la testa e riapre e come se nulla fosse torna a correre, giunta alla barricata , come se nulla fosse salta , con un balzo ferino supera le vetture . Atterra con grazia riprendendo subito la sua corsa , una corsa che non viene più ostacolata.

 

 

-Qui agenti dell'ordine della Cittadella . . . la ragazza è . . . non so come dirlo . Ha superato i nostri agenti , e . . . non c'è stato modo di fermarla . Abbiamo diramato l'ordine ai cittadini , di rimanere chiusi in casa . . . non sappiamo cosa questo essere voglia , ma non abbiamo modo di fermarla . Per favore se qualcuno può . . . ci aiuti . -

La voce esitante e tremula dell'uomo che lancia la richiesta d'aiuto , giunge chiara alla navicella sulla quale i militari stanno viaggiando .

-Qui Comandante Rage , richiedo il permesso di entrare nella Cittadella. -

Il permesso viene accordato in fretta e la navicella oltrepassa la protezione vitrea che pare liquefarsi per far passare il velivolo .

-Dorian muoviti , dobbiamo raggiungere quel dannatissimo androide . -

Sbraita il Comandante che si siede al suo posto e si mette la cintura di sicurezza e si stringe ad essa le mani , premendo poi forte la schiena allo schienale.

-Agli ordini Comandante.-

Esclama a voce bassa e sibilante l'agente semplice , che tira a se la cloche dell'astronave .

-Reggetevi forte.-

Ordina con un imperativo reso evidentemente categorico dal tono serio della sua voce . Ma inutile dirlo , tutti conoscono molte bene la fama che si porta dietro il giovane e paffuto Dorian : un ragazzo calmo e silenzioso all'apparenza , ma che sa pilotare qualunque ; e quando lo fa meglio non essere suoi passeggeri .

Dal basso e dall'alto della Cittadella in allerta , tutti riescono a vedere una navicella simile ad un aereo militare , solo più grande , di colore grigio che solca la zona sfiorando quasi i tetti degli edifici . Ma la cosa particolare è che questo velivolo viaggia a testa in giù per alcuni metri diminuendo la velocità improvvisamente per poi mettersi di lato , e fendere rapido l'aria generando un turbinio pazzesco al suo passaggio , facendo svolazzare le foglie cadute dagli alberi dei viali e facendo spaventare i cani degli agenti .

-Qui Comandante Rage del pianeta Terra , arrenditi Eleanor Lamparos . . . e non ti sarà fatto del male.-

Gli altoparlanti posti all'esterno della navetta mandano alla giovane un avvertimento chiaro , una promessa , una possibilità , un alternativa.

-Papà, che faccio?-

-El , uccidi il bersaglio.-

La incita il padre urlando a più non posso quell'ordine assurdo , ma che lei non può fare a meno di eseguire.

Punta l'indice della mano sinistra verso la piccola casetta dal tetto color cobalto , e si concentra. E' ferma immobile , quando nuovamente sulla sua testa passa la navicella militare .

-El, fermati!-

La voce di Hyde la coglie alla sprovvista , ma il suo indice rimane puntato sul suo bersaglio . Una luce anomala inizia a fluire lungo tutto il suo corpo , le vene diventano più evidenti e quello che non è sangue , si colora di una luminescenza percepibile di colore rossastro via via più intenso.

-El , tesoro elimina il bersaglio.-

Ripete nuovamente il padre.

Intanto la navicella ripassa rapida lasciando dietro di se tre figure muniti di tuta alare raggiungono il posto in men che non si dica , aprendo solo poco prima dell'impatto col suolo i loro paracadute .

Hyde si districa per primo dal groviglio e rapidamente inizia a correre verso Eleanor .

La mora intanto si trattiene indecisa sul cosa fare.

-Eleanor , ti ho detto di sparare.-

-Ma papà . . .-

Balbetta scuotendo ripetutamente il capo , i suoi occhi azzurri sono puntati verso una delle finestre di quella casa tanto simile alla sua , e proprio lì dietro una piccola famigliola si tiene stretta guardando la minaccia incombente . Un uomo non più troppo giovane , sua moglie probabilmente coetanea , due giovani adolescenti e nel mezzo una bambina dai capelli di un biondo chiarissimo .

-Ma , loro . . .cosa . . . -

La mano della giovane si abbassa lentamente , e quella famiglia inizia a sperare . Mentre alle spalle della giovane giunge Hyde che poggia le sue mani sulle spalle esili dell'androide , stringendole forte .

-El, mettiti in ginocchio , andrà tutto bene . . . -

Le dice con voce rotta e affannata , ma lei non risponde , si limita a fissare la bambina dall'altra parte del sottile vetro di quella finestra.

-Stai indietro Hyde è comunque pericolosa.-

Giunge subito seria la voce del Comandante , ma anche a lui non viene dato retta , quello che per tanto tempo si è finto essere un meccanico , resta lì fermo con le mani strette alle spalle della giovane .

-El . . . andiamo , inginocchiati . . . ti prego . -

Ma la mora ancora non si muove. Sopraggiunge quindi anche il piccolo Adam che ha avuto non pochi problemi con le varie cordicelle del paracadute , ma ora è pronto e sul chi va là .

-Agente , allontanati immediatamente dall'androide Eleven !-

Grida il Comandante che sfodera la sua arma da fuoco e la punta verso Hyde , che subito obbedisce indietreggiando di qualche passo.

-Mi sa che è andata in tilt . . . qualche volta capita. -

Dice sorridendo il piccoletto dalla chioma rossa , come sempre poco serio . Ben più serio è invece il Comandante Rage che si avvicina un po' a Eleanor e con voce tuonante le ripete.

-In ginocchio , adesso! E metti le mani a terra . . .-

Ma gli occhi di Eleanor restano fissi e vacui , lei rimane ferma , come paralizzata è la famiglia all'interno della casa.

-Adam mettila ko per un po'.-

Ordina Rage che viene subito colto da un occhiata preoccupata di Hyde .

-Si , capo!-

Dice contento il giovane androide che si avvicina all'altra saltellando e canticchiando , giunto in prossimità di quella allunga rapidamente una mano fino a indicare con l'indice un punto intermedio della colonna vertebrale della mora , che ancora non accenna a muoversi.

-Tesoro mio , Eleanor . . . papà vuole che tu porti a termine quello che hai iniziato . Tesoro , quante volte di devo dire che odio quanto ti fermi a metà dell'opera ? Su , fallo per la tua mamma , elimina il bersaglio. . . e poi torna qui da noi . E presto , se farai la brava torneremo a casa tutti e tre insieme , scommetto che non vedi l'ora di rivedere i tuoi amici di scuola. -

La voce della madre le risuona dolcemente nelle orecchie, come poco prima e per ore suonava quella dolce musica alla festa .

L'indice di Adam preme forte sulla sua schiena , ma lei non ci fa affatto caso . Rialza il braccio con la stessa velocità con la quale ha sferrato precedentemente il pugno alla barriera , ma questa volta il suo indice teso lascia partire proprio in direzione di quella piccola bambina e la sua famiglia , un raggio piccolissimo , sottile , insignificante , che però in un istante fa esplodere l'intera casa . Le lingue di fuoco serpeggiano imponenti avvolgendo in una spire di fumo e fiamme l'abitazione ormai già ridotta a brandelli carbonizzati.

Un “no” generale si ode , Hyde sbarra gli occhi , mentre Adam manda solo un istante dopo un potente impulso elettrico a quello che dovrebbe essere il sistema nervoso dell'androide dai capelli corvini , che però si volta rapida nel sentire il fastidio provocato da quel tocco indelicato del ragazzo .

-Non mi toccare.-

Dice con rabbia afferrando il cranio del ragazzo con una mano sola e stringendo forte , sempre più forte , e più stringe più riesce a sentire il suono di quello che si rompe.

-Lascia. . . am . . . aiuto. -

Riesce solo a dire , poi come se fosse un vecchio giocattolo , viene alzato di qualche centimetro da terra e lanciato in aria , lontano , atterrando sul tetto di una casa non troppo lontana.

-El , ma cosa stai facendo?-

Pronuncia con difficoltà solo queste poche parole il giovane Hyde che la fissa con occhi increduli e impauriti .

Eleanor , non pare lei , non pare importarsene di ciò che ha fatto , e con in volto un espressione serena si avvicina al ragazzo.

-Perchè mi hai lasciata sola ? -

Gli chiede, ma dopo averlo fatto un proiettile grande quanto una pallina da golf, le colpisce le tempie conficcandosi parzialmente nella sua scatola cranica .

-Hyde , muoviti scappa !-

Gli ordina il Comandante che segue il suo stesso consiglio iniziando a correre . Eleanor intanto pare come in tilt , bloccata nel ripete convulsamente lo stesso movimento con il capo , come un disco rotto che continua a ripetere all'infinito lo stesso suono distorto.

-Non ti lascio più da sola.-

Le dice il ragazzo che si avvicina andando ad abbracciarla .

-El , spegniti . . . dormi fino a domani .-

Le sussurra in un orecchio imitando la voce del dottore .

-Fallo!-

Un altra voce percepibile solo dalla mora , e poi , per lei il buio e il silenzio ancora una volta.

 

La navicella militare passa a bassa quota sul punto d'atterraggio dei tre , poi lentamente evitando di far danni atterra .

Il piccolo portellone quadrato si riapre scorrendo verso l'alto , aprendo le porte a coloro che non vedono l'ora di tornare a casa.

Il primo è il Comandante stesso che trascina dietro di se i resti malconci di Adam .

-Dolore , dolore , fa . . . male . . . male . . .male . . . male.-

-Si ho capito, ora taci !-

Urla incavolato nero Rage, che osserva le scintille passare da una parte all'altra del cranio smembrato del androide.

-Saskia questo è tutto tuo.-

Dice poi gettando la carcassa che si muove convulsamente ai piedi della dottoressa .

-Povero Adam . . . a quanto pare l'androide Eleven è molto meglio di te , e chi se lo aspettava.-

Ridacchia la bionda che pare essere felice di ciò che è accaduto all' altro sempre troppo felice androide , che prende a punzecchiare con la punta delle scarpe. Almeno finché quello non le afferra la caviglia e la guarda fisso .

-Smettila strega .-

Le dice con voce più gracchiante e metallica del solito.

I secondi a salire sono lo sfortunato duo : Hyde , Eleanor. L'uno tiene a stento sulle spalle l'altra , che varie volte le è caduta . Il giovane irremovibile trascina i piedi sino alla navicella , poi fino alla sua poltrona ove vi getta stanco l'androide addormentato . Prende aria , respira affannosamente , la fronte pregna di sudore che gli scorre giù per il collo e lungo il viso .

Rage già comodamente seduto gli lancia un'occhiata che pare celare grandi significati nascosti ma importanti , le solite occhiate che fra amici di lunga data vengono decodificate alla perfezione e senza sforzo. Non servono parole per far capire al bruno che è nei guai , ma che tutto sommato è ancora una volta l'eroe della situazione.

-Ripartiamo!-

Ordina il Comandante a Dorian che subito risponde con un pollice in su .

Il portellone si richiude e come prima la navetta riparte in verticale , si volta puntando dritta verso la strada da fare a ritroso sino al pianeta Terra.

 

 

-Non le faranno nulla . . . vero?!-

Domanda preoccupata la madre di Eleanor al marito seduto comodamente sulla sua sedia , con braccia conserte e sguardo sereno.

-Anita , non temere . . . sta andando tutto come avevo pianificato. Non fallirò .-

Rimasta nascosta fra le scure notti eterne dello spazio , al di fuori dell'orbita di Marte , la navicella nera prende a seguire anche se mantenendo le distanze, la navetta militare dallo scolorito colore grigio. Lasciando dietro di se solo tanti , tantissimi resti di navicelle militari e non , ridotte a semplici detriti metallici e organici anneriti dal calore delle esplosioni.

Una scia di morte , tinta del colore rosso delle fiamme e del sangue degli innocenti, che ha lo stesso sapore acre del ferro .

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ricordi ***


Ricordi”

 

Una sala gigantesca gremita di gente circondata da sfarzo , luce , musica e ciance pregevoli . Alieni e umani che ballano stretti in coppie bizzarre : chi alto e magro , chi basso e pienotto , chi ancora dall'esoscheletro discoidale ; ma tutti , proprio tutti divertiti e felici . Una musica d'orchestra allegra che accompagna i passi di danza di tutti quegli esseri, che sembrano amalgamarsi perfettamente , alcuni sbagliano i passi , altri preferiscono ballare a modo loro , ma tutti ballano almeno un po'.

Tutti tranne Eleanor . I lunghi capelli lisci e corvini sono legati in una larga treccia che le scivola dolcemente lungo la schiena, sino a lambirne il fondo , solo alcuni ciuffetti sono lasciati liberi e le incorniciano con grazia il volto dalla chiara carnagione . Un lieve tocco di ombretto dal colore blu notte e lucente le valorizza il cristallino colore degli occhi azzurri , mentre le sue labbra fine presentano un bel colore rosso acceso che la da un aria molto matura . Lo stretto corpetto con scollatura a cuore le mette in mostra il bel fisico snello ingentilito dalle onde morbide degli orli finemente ricamati , il tutto di un immancabile colore blu , lo stesso blu intenso che un tempo avevano gli oceani terrestri.

Le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi , sospira lei ,ancora e ancora sperando che quello strazio di ricevimento termini il prima possibile .

Accanto a lei invece il padre ,vestito anch'esso di tutto punto , si intrattiene con creature delle razze più disparate , e tutte sembrano rimare affascinate dal genio che si trovano avanti .

Ma tutto questo a Eleanor non importa poi tanto , e dopo due ore e dieci inviti a ballare rifiutati a prescindere , la giovane inizia a desiderare ardentemente che ci sia un modo per fuggire .

-Vuole ballare signorina ?-

Le chiede l'ennesimo alieno dalla pelle violetta e le fattezze similmente umanoidi , che come tutti gli altri riceve una risposta molto rapida .

-Assolutamente , no!-

Esattamente come le dieci o più precedenti proposte.

Gira i tacchi (nel vero senso della parola) la mora che si allontana dal pretendente rimasto deluso e inerte , e con calma va a sedersi ad un tavolo.

Le luci cambiano intensità per un attimo andando ad enfatizzare la musica decrescente , che suona come una dolce ninna nanna alle orecchie della fanciulla senza cavaliere.

Annoiata a morte ormai inizia a premeditare il suicidio , ma qualcosa, un eco sommesso di stupore generale le fa voltare il capo verso l'unica uscita alla sala , una porta ciclopica in legno massello scuro e laccatissimo .

E proprio da quella porta sbuca un giovanotto trasandato che rapido si avvicina alla mora , che intanto cerca di non infilzarsi con il lume d'argento posto al centro del tavolo al quale è seduta.

Hyde con indosso la solita tuta grigia da lavoro , sporco di grasso per motori e con i capelli in disordine entra facendosi facilmente largo fra la folla inorridita.

-Dottore-

Lo saluta con un cenno del capo mentre gli passa accanto .

-El , devi venire a vedere una cosa. Ah , dimenticavo . . . sei bellissima. -

Esordisce appena giunto a destinazione , ma il poverino non ha tempo di continuare che alle sue spalle appaiono due figuri alti , robusti e dagli occhi rossi come lava .

-Salve . . . devo uscire , vero?!-

Dice con in volto un sorriso buffa mentre viene letteralmente preso per la collottola e portato via , da quei due buttafuori alti ciascuno almeno tre metri , il che spiega le porte gigantesche .

Eleanor felicissima di avere un pretesto per fuggire si alza dal tavolo , ma a fermare il suo entusiasmo trova il dito indice del padre che punta verso di lei e poi le impone di risedersi, cosa che fa all'istante .

 

La musica continua sempre uguale e altri si fanno avanti per ballare con lei , alcuni volti già visti e rivisti , altri invece veramente raccapriccianti e molto simili ad insetti o rane .

-Qualcuno mi salvi.-

Dice ormai disperata la mora che fa di tutto per non prendere a testate il tavolo , lottando fra la veglia e il sonno profondo .

Le porte si riaprono ma lei non ci fa assolutamente caso , sono ore che le porte di questa sala si aprono e richiudono , e sono ore ormai che il borbottio generale le invade le orecchie .

-Lo so che sono bello , ma non chiedermi di ballare . . . lo so che mi pesteresti i piedi e non voglio ritrovarmi zoppo a vita.-

Una voce la sorprende mentre si intratteneva fissando le pieghe del suo abito . Rialza lo sguardo e davanti a lei c'è nuovamente Hyde , questa volta vestito completamente diverso .

I capelli color noce sono puliti e ben tirati indietro , il volto dalla mascella pronunciata e il naso dritto appare fresco e da un buon profumo . I suoi occhi il cui colore ricorda a tratti la sabbia sottile dei deserti , sono fissi in quelli azzurri di lei. E così elegantemente vestito ,in uno smoking di un blu scurissimo quasi nero , porge la mano alla dama senza cavaliere .

-Pensavo che ti saresti annoiata senza di me.-

Sorride come solito il bruno , e quel sorriso scuote la mora nel profondo sino a farle abbassare lo sguardo imbarazzata.

-Su muoviti!-

La incita infine lui che le afferra la mano destra tirandola a se , senza però riuscire a smuoverla di mezzo millimetro.

-Ci vuole una gru o cosa , per farti muovere? -

Si lamenta continuando a strattonarla piano , come un bambino farebbe con la madre per convincerla ad andare dove lui vuole. E alla fine dopo un sospiro scocciato della dama , ella stessa di sua spontanea volontà si alza concedendosi a lui .

Lui si avvicina a lei , ascolta la musica delicata prodotta dagli strumenti e poi le mette una mano su di un fianco tirandola ancora più a se.

-Non mi pesare i piedi , ti prego .-

-Stai certo che ti ci vorrà una sedia a rotelle per tornare sulla navicella.-

Le risponde con poco garbo la fanciulla.

 

In men che non si dica , sotto lo sguardo torbido e iracondo del dottor Lamparos , i due iniziano a ballare piano sulle note morbide di quella sinfonia ininterrotta .

-Perchè mi hai baciato?-

Chiede spezzando il solitario flusso di note la giovane che vuole chiarire , e che dallo sguardo serio non pare accetterà mezze verità .

-Mi annoiavo, e ho pensato che sarebbe stato divertente sentire che sapore ha un robot . . .pardon un cyborg , o preferisci la parola bambolona di latta. -

Al sentire le ultime due parole istintivamente , colta da una rabbia incontenibile lei stringe la mano sulla spalla di lui facendogli non poco male , subito dopo anche la sua altra mano che stringeva prima dolcemente quella di Hyde , si serra con tenacia .

Un espressione di dolore si palesa sul visino lindo e pinto del meccanico, i cui occhi sembrano pronti a far scendere una lacrima dovuta al dolore acuto e inaspettato .

-Scherzavo , scherzavo . . . mi piaci un po' okey?!-

-Stupido.-

Afferma lei che forse senza volere gli calpesta un piede con forza , ella allontana le sue mani e se stessa dall'altro che rimane fermo per un attimo a contemplare il saliente dolore al piede , diretta ancora una volta a quel tavolo che è stato suo compagno per tutta la sera .

Si siede poggia le spalle allo schienale della sedia e incrocia le braccia sotto i seni , distoglie lo sguardo andando a fissare un punto non preciso del soffitto , che solo ora nota essere munito per intero di specchi .

Il bruno però non demorde e le torna vicino parandosi davanti a lei .

-El . . .-

La chiama soltanto , ma quando vorrebbe continuare un ronzio sommesso lo blocca , un ronzio che solo lui può percepire .

-Scusa.-

Dice congedandosi in fretta . Rapido si fa strada tra la folla e oltrepassa ancora quelle porte scure , ritrovandosi nuovamente in quel gigantesco parcheggio al coperto , dove tutte le astronavi degli invitati sono parcheggiate in ordine impeccabile e illuminate da luci chiare .

-Agente . . . ci riceve?-

Il dispositivo auricolare interno del giovane torna a gracchiare.

-Si vi sento.-

-Abbiamo i risultati dei test.-

Una breve pausa durante la quale il giovane raggiunge a passo svelto la navicella , e poi nuovamente quella voce femminile e seria si fa sentire .

-Risulta che la sostanza organica trovata da lei sia sangue , e proprio come pensava appartiene alla signora Anita Lamparos . Scomparsa sei anni fa esattamente due settimane dal suo ingaggio .-

Si sfila presto la cravatta e giacca , raggiunta la sala da pranzo getta il tutto sul tavolo per poi procedere a passo spedito .

-Agente . . . da un suo collega sul posto abbiamo appena saputo che c'è del movimento.-

Continua a risuonare la voce squillante dell'operatrice dall'altra parte , che riceve finalmente risposta.

-Che tipo di movimento?-

Domanda preoccupato .

-Il dottore . . . pare non lo si trovi più da nessuna parte. -

-Ah. . . davvero ?!-

Si volta rapidamente il bruno aspettandosi di avere la solita presenza indesiderata alle spalle , ma nulla , dietro di lui solo la sua ombra e attorno a lui il silenzio .

Deglutisce tornando a camminare rapidamente sino a raggiungere la sala comandi , dove ovviamente la porta d'accesso è chiusa ermeticamente e non presenta serrature da poter scassinare , sarebbe tutto troppo semplice.

Poggia i palmi delle mani alla porta e vi accosta un orecchio , chiude gli occhi e prova a concentrarsi per un attimo .

-Agente . . . il dottore è stato appena visto nei pressi del regolatore di atmosfere , è scortato dalla sicurezza interna . . . il nostro agente non può agire , intervenga!-

In silenzio il giovane non da peso alle parole della donna .

-Non può fare nulla . . . non metterebbe mai a repentaglio la sua vita. -

Mormora sicuro di ciò che dice.

Preme con più forza i palmi sulla superficie della porta e si concentra ancora , e ancora e ancora , finché sul suo volto non appare un espressione sofferente . Un rivolo di sangue prende a colargli dal naso .

-Forza, apriti !-

Urla senza più controllo , ma il suo comando pare esser stato udito dalla navetta stessa , e in particolare da quella porta ostinata che scivola piano permettendo l'accesso all'agente . Con il dorso della mano si pulisce dal sangue ed entra in quella stanza vuota , contenente solo una sedia sulla quale egli si siede .

-Agente scelto Hyde a base Omega . . .mi ricevete ancora ?-

Chiede nel tanto che si massaggia le tempie con movimenti ampi , lenti e circolari degli indici .

-Forte e chiaro -

Risuona subito la risposta affermativa.

-Su questa navicella non ci sono pannelli di controllo , nessun timone o volante . . .nulla . Come può essere possibile governare una navicella senza. . .-

Sbarra gli occhi e getta le mani sui braccioli della sedia , si schiarisce la voce con dei colpetti di tosse , deglutisce e infine sospira .

-Anita. . . -

Dice imitando ancora una volta la voce del dottore.

-Anita , tesoro .-

Ripete , e appena detto la luce soffusa della stanza diviene più intensa , sulle pareti appaiono varie mappe di navigazione per raggiungere vari pianeti vicini e lontani , ma nessuna è tracciata per il ritorno sulla Terra .

-Bentornato , caro . . . è andata bene oggi ?-

Il sangue nelle vene del giovane raggela mentre il suo cuore singhiozza , i suoi occhi increduli seguono quella che pare essere una marionetta che si cala a capo chino dal soffitto , discendendo davanti a lui .

Una gonna verde a tubino , e una maglia a fiori rossi . Una marionetta a grandezza d'uomo agganciata a fili metallici quasi invisibili . Alza il capo chino producendo qualche stridio metallico , per poi aprire gli occhi , occhi umani che ormai hanno perso il colore naturale acquistandone uno ben più insano simile al giallo.

-Tutto bene tesoro ? Qualcosa è andato storto , forse ? Ma non temere . . . c'è sempre la prossima volta. -

Continua a produrre quella che pare proprio la voce dolce di una donna , di una moglie amorevole nonché di una madre modello.

Trattiene un conato di vomito e distoglie subito lo sguardo , il giovane agente che pensava di essere pronto a tutto . Si alza dalla sedia quasi inciampando , ma mantiene l'equilibrio ed esce da quella stanza . Non prova neanche a guardarvi nuovamente all'interno , si allontana voltandosi di tanto in tanto con il terrore costante di ritrovarsi quella bambola cadaverica alle spalle da un momento all'altro .

Continua a camminare ,mentre ormai non riesce più a comprendere il gracidante suono della voce della collega che spaventata dal suo silenzio insiste a chiamare il suo nome , sente il suo cuore che pare scoppiargli nel petto . Si volta nuovamente solo per un attimo , poi senza sapere come impatta contro qualcosa di solido , molto solido e cade a terra con un tonfo sonoro.

-Non è colpa mia, dovresti vedere dove metti i piedi.-

Lo rimprovera Eleanor che prende a fissarlo incuriosita .

-Qualcosa non va , sembra che tu abbia visto un fantasma.-

Continua dicendo , ma non appena terminate queste parole Hyde gli si butta addosso stringendola forte fra le braccia, o per meglio dire è lui che si stringe forte a lei per smettere di tremare.

-Non mi respingere , aspetta solo un attimo . . .-

Le dice con l'affanno e voce tremula . Lei lo guarda stringersi senza fiatare .

-Agente . . . il capo distretto le ordina di tornare alla base . . . il prima possibile.-

Sibila ancora la voce dell'operatrice per poi tacere in un completo silenzio radio.

Finalmente rincuorato Hyde lascia libera la giovane che lo guarda fisso negli occhi.

-Che ti è preso?-

Chiede la mora al giovane che fa spallucce e scuote piano la testa , per poi passarle accanto e dirigersi verso la sua stanza.

 

La festa è ormai finita da ore , le luci di quella residenza che ha ospitato alieni grandi e piccoli finalmente è silente e pare riposare proprio come fa Eleanor nel suo letto. Le coperte tirate su e gli occhi chiusi , le labbra serrate e il corpo senza respiro , rimarrebbe così fino alla solita sveglia mattutina . Ma qualcosa mette in allerta la giovane , la mano grande e calda del meccanico le si poggia su una spalla . Sobbalza riaprendo gli occhi in fretta .

-Che succede ?-

Chiede subito .

-Nulla di che.-

-E allora perchè mi hai svegliata?-

-Per salutarsi.-

-Salutarmi ?-

Domanda a voce alta la ragazza .

-Si , me ne vado per un po' . . . -

-Cosa? E dove vai ?-

-Torno sulla Terra. . . vieni con me?-

Le chiede con in volto un espressione triste .

-Torneremo appena finito qui . . . non puoi aspettare?-

-No . . . non posso , è passato troppo tempo.-

-Ma che dici ? Sia in viaggio da poco , vedrai che presto , appena mio padre avrà finito-

-El , io e tuo padre siamo in viaggio da due anni . -

Nel sentire le parole di Hyde la mora rimane come pietrificata .

-Due anni ?-

-El . . . vieni con me.-

Le ripete , ma lei scuote la testa .

-Ma quanto tempo è passato da quando sono via di casa ? Perchè papà non mi ha detto che siamo in viaggio da due anni ?-

Inizia a chiedere , ma Hyde anche senza bagaglio pare già pronto ad andarsene, e inizia a retrocedere avvicinandosi alla porta.

-Da quello che mi è dato sapere , dopo il tuo “incidente” sono passati vent'anni più o meno. Tuo padre non riusciva a rimediare ai suoi errori di calcolo , ogni volta eri o troppo silenziosa o troppo aggressiva . Anzi loro erano così . . . Eleanor , tu sei il risultato di anni di studio e tentativi andati male . Non sei mai stata Eleanor in realtà , tu sei semplicemente l'undicesimo tentativo . . . -

-No . . . io . . . papà mi ha salvato la vita , mi ha fatto tornare indietro .-

-Puoi sembrare una donna , parlare e muoverti come tale , pensare e puoi anche fingere di provare sentimenti ma in realtà . . . sei e rimarrai sempre un androide di proprietà del governo terrestre . E io sono solo il terzo meccanico addetto alla tua manutenzione . -

La porta viene aperta e il bruno vi esce lanciando solo un' ultima occhiata alla ragazza prima di chiuderla . Intanto rimasta ferma e in uno stato confusionale , Eleanor prende a guardarsi le mani .

-Io sono . . . ma . . . -

 

Allo stesso tempo , nella sala comandi della navicella il dottor Lamparos osserva tutto e ascolta . Il suo viso truce , le labbra serrate in una linea rigida , gli occhi che improntano ogni immagine nella sua memoria : sua figlia confusa e triste , e Hyde fuggiasco che viene accerchiato da militari terrestri e scortato su una navetta molto piccola dai colori mimetici .

-Anita , tesoro . . . fai partire il conto alla rovescia e ripartiamo . -

Ordina l'uomo che prende ad accarezzare piano la chioma bruna della marionetta che gli si siede in braccio .

-Si , caro.-

Risponde quella.

 

La navicella riparte spedita e silenziosa lasciando l'atmosfera del pianeta.

-El , calmati.-

Ordina il dottore alla figlia che si blocca immediatamente. Si avvicina a lei poggiandole le mani sulle spalle per tirarla a se , fra le sue braccia che la stringono con molta forza , una forza inumana .

-Io , te e la mamma staremo sempre insieme . . . ora papà sistema la tua testolina difettosa .-

Le sussurra in un orecchio , le sue mani intanto le vanno al collo stringendolo sempre più forte .

-Papà ?-
Chiama il suo nome la mora che nota nello sguardo del genitore qualcosa di diverso dal solito , mentre una possente mano le va dietro la nuca a stringerle i capelli corvini .

Un rumore forte , acuto , come di qualcosa che si spezza o si rompe , e poi il corpo della giovane cade a terra immobile e rigido .

-Papà , perchè ?-

Le labbra di un rosa candido della giovane si muovono nel mentre pronuncia quelle poche ultime parole , prima di tacere a lungo .

 

 

-Signore , abbiamo appena perso i contatti con Micro11. . .-

Esclama sull'attenti un soldato in uniforme .

Dall'altra parte della piccola stanza ,un uomo dai capelli neri e corti guarda la recluta con occhi severi dalle luminose iridi rosse e gialle . Si schiarisce la voce e si mette in piedi , scomodandosi dalla poltrona comoda sulla quale era seduto poc'anzi .

-Torniamo indietro e facciamo un giro l'ungo l'orbita , accendete gli scanner voglio sapere cosa sta succedendo e se quel figlio di buona donna ha fatto qualcosa . -

Urla con voce roca per poi abbassare lo sguardo su Hyde che resta seduto su di una sedia difronte a lui . Il bruno si stringe nelle spalle e evita il contatto visivo , sospira ripetutamente e digrigna i denti .

-Soprattutto , recuperate il nostro agente .-

Continua a dire senza mai smettere di urlare .

Finalmente si risiede , accavalla le gambe e si protende verso il bruno .

-Innamorarsi di un androide è come lasciarsi schiacciare volutamente da un carrarmato , e credimi fa molto male . Sul mio pianeta le donne non esistono più per un motivo solo . . . sanno come farsi odiare dagli uomini o come farsi amare fino alla follia .-

Si ritrae incrociando le braccia e iniziando a tamburellare con le dita sui bicipiti muscolosi nascosti sotto la giacca pesante della divisa mimetica , producendo un rumore basso ma percepibile .

-In ogni caso ho portato a termine la mia missione , sappiamo che intenzioni ha , sappiamo come agisce.-

-Già e sappiamo che ha un androide da milioni di crediti dalla sua parte.-

Controbatte il Comandante sorridendo a denti stretti , mentre il giovane Hyde scuote il capo e sospira.

Nuovamente si sente il forte colpo della suola degli anfibi della recluta che si rimette sull'attenti prima di pronunciarsi.

-Signore , pare che qualcuno abbia manomesso il sistema di controllo gravitazionale della corte di Micro11 . Si contano una cinquantina di morti . Abbiamo appena recuperato l'agente , sta bene.-

-Certo che sta bene , per quello che c'è costato .-

Esclama il comandate interrompendo la recluta, che dopo il saluto si congeda .

-Hyde , ti parlo come amico . . . fatti assegnare alla missione , solo tu puoi darci una mano con “lui” . Sappiamo come agisce e per chi sta lavorando , ma non sappiamo ancora come fermare ne' la sua navicella ne' la ragazza . -

-Come vuoi . . . “amico” .-

Gli risponde il meccanico che si rialza dalla sedia e se ne va , senza saluto o altre usanze puramente militari.

Raggiunta la sua cabina letto si siede comodamente poggiando i gomiti sulle ginocchia e piegando la testa in avanti , i capelli gli sfiorano la fronte mentre i suoi occhi si chiudono .

Come essere schiacciati da un carrarmato . . .”

Pensa e ripensa , finché la porta di quella ristretta cabina non si riapre .

-Hyde!-

Pronuncia con voce squillante e allegra un ragazzetto alto più o meno un metro e sessanta : capelli rossi , occhi di un giallo dorato e la pelle olivastra ; non ha un fisico scolpito , non è grasso ne magro. Non si può certo dire che sia bello , ma certo non è brutto , solitamente tutti lo chiamano “Angioletto” per via del suo aspetto innocuo .

-Adam. . . è da un po' che non ci si vede.-

Gli risponde l'altro che accenna un sorriso cordiale .

 

 

Le scintille saltellano qua e la mentre il rumore della piccola sega circolare lavora sul cranio metallico della piccola Eleanor .

Il progetto è difettoso.

Riecheggiano le voci di persone ignote che la mora distingue solo come ombre dai contorni indefiniti , sfocati .

Questa è l'undicesima volta che ci proviamo , il sistema nervoso funziona ma. . . il carattere . . . non è quello , non ci siamo ancora.”

Immagini via via sempre più limpide si susseguono rapide sotto la forma di ricordi lontani , ricordi dolorosi e occultati da quello che sembra un firewall .

-Nessuno lo conosce il mio ingrediente segreto . . . vero tesoro ?! Loro pensavano che non era possibile unire il tuo cervello a questo corpo , dicevano che era danneggiato , non avrebbe funzionato . Ma senza non saresti stata mai la mia piccola Eleanor . . .-

Bisbiglia il dottore alle prese con questo delicato intervento .

Altre immagini intanto sfilano rapide nella mente della giovane, le sue palpebre iniziano a battere rapidamente come se stesse sognando.

 

Socchiude gli occhi e guarda davanti a se , l'autostrada corre piano sotto le ruote della piccola mini-car color blu avio . L'uomo di scienza Jeff Lucas Lamparos sorride felice alla figlia che lo guarda con aria assonnata , gli sorride anche lei sbadigliando .

-Ma siamo in montagna?-

Chiede stranita .

-Non dovevamo andare al mare?-

-Ho cambiato idea.-

Risponde con voce bassa mentre piano rallenta, per poi accostare in un'aria di sosta . Non una macchina tranne la loro , l'aria è fresca e il vento non soffia . La luce del sole illumina tutto di una luce chiara , limpida e quasi accecante .

-Come mai ci fermiamo ?-

-Devo fare una cosa-

Risponde in fretta il padre. Resta quindi in macchina la giovane che si sgranchisce , anche se infastidita dalla cintura di sicurezza molto stretta che non ricorda neanche si aver allacciato .

Il padre mette la macchina in folle , il freno a mano non pare essere inserito , e lui scende dalla vettura chiudendo lo sportello . Cammina piano sino ad andare al portabagagli , lo apre e si scosta lasciando cadere il contenuto del grande telo verde : un corpo , un cadavere , quello di Anita; la dolce moglie del dottore.

Il corpo di lei ha ormai gli arti lividi come le labbra carnose , i capelli scompigliati e gli occhi sbarrati . E nelle iridi ormai sbiadite pare essere impressa l'essenza pura del terrore .

-Papà, non riesco a togliere la cintura . . . penso si sia incastrata un'altra volta.-

Esclama la mora che prova a liberarsi senza successo.

Il padre intanto richiude il portabagagli e con tutte le sue forze inizia a spingere l'auto verso il guard rail che è interrotto in una sezione , evidentemente non troppi giorni prima vi era stato un incidente , e ora sta per divenire nuovamente scenario di una tragedia.

-Papà?!-

Grida a squarcia gola la mora che si volta , sbarra gli occhi , il suo cuore inizia a battere forte , il respiro si spezza .

-Papà cosa stai facendo ? Fermati! Papà . . . -

Un ultimo disperato urlo di Eleanor , prima del rumore ridondante della vettura che volteggia giù battendo contro la parete scoscesa di quella strada di montagna. Poi il tonfo finale che riecheggia fra le valli , poi solo le fiamme .

Dall'alto l'uomo dagli occhi azzurri e i brizzolati capelli mossi dal vento che ora soffia impetuoso , osserva il rogo che manda folate di aria calda .

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ed eccoci arrivati a questo nuovo capitolo , insomma . . .cosa posso dire ?

Solo grazie a voi che state seguendo la mia storia .

Spero vivamente che ora le cose inizino a diventare un po' più chiare , tutti gli interrogativi iniziano a ricevere una risposta .

Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate , se avevate intuito qualcosa nel primo capitolo che ora ha avuto conferme , insomma contattatemi senza paura “non mordo e mi piace discutere di argomenti inerenti alla storia” .

 

Baci.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Oltre la distanza e il tempo ***


 "Oltre la distanza e il tempo"

 

-Mi raccomando , con molta calma .-

Esorta il Comandante che guarda il pilota , agente semplice Dorian , atterrare con più delicatezza del solito . E in men che non si dica la navetta, diminuendo progressivamente la potenza del motore , si adagia sul suolo erboso della base del distretto “difesa e ordine pubblico” .

Il portellone si apre e il primo ad uscire è proprio il pilota , a capo chino si getta nell'avvolgente luce rossastra del pomeriggio , i suoi occhi fanno quasi fatica a rimanere aperti . La pelle chiara per la ridotta esposizione ai raggi solari , le occhiaie di un intenso colore violaceo che gli cerchiano gli occhi bruni ,rendono perfettamente le ore passate insonne a pilotare .

-Comandante, io resto ancora un po' qui sulla navetta .-

Dice voltandosi indietro, volgendo il suo sguardo stanco a Rage che si limita ad annuire col capo . Visibilmente molto , molto stanco , il giovanotto grassoccio si siede a terra , poggiando le spalle alla navetta che emana un calore piacevole ,alleviando il dolore articolare che il pilota si porta dietro come un'indelebile cicatrice .

Intanto con delicatezza Hyde prende in spalla l'ancora addormentata Eleanor. I lunghi capelli intrecciati di lei le scivolano lungo la schiena come una corda corvina , e il corpo snello ma pesante piomba con i suoi cento chili sul fisico intorpidito dell'agente , che lancia uno sbuffo , mentre qualche osso del suo corpo scricchiola con un rumore acuto.

-Hyde, la vuoi una mano?-

Chiede divertito Rage, vedendo il suo compagno in difficoltà, mentre arranca stancamente i primi passi verso l'uscita.

-No , pervertito tieni le manacce a posto.-

Risponde già provato dal peso eccessivo dell'androide il bruno , che dimostrando la sua solita caparbietà , iniziando ad avanzare con passi incerti.

Alla fine tutto l'equipaggio torna a mettere piede sul suo amato pianeta, Saskia e il mal ridotto Adam ,portato in spalla da Rage, con il suo solito portamento fiero valorizzato dal fisico muscoloso .

 

Rage seduto alla scrivania del suo piccolo ufficio smonta e rimonta con grande rapidità la sua arma : la canna doppia di un opaco colore rosso , l'impugnatura , il grilletto , l'otturatore, la tacca di mira , il mirino a forma di un minuscolo uccello dal becco spalancato ; opera di un artigiano impeccabile , che pare aver curato quest' opera d'arte bellica in ogni piccolo particolare.

E così con gesti rapidi il Comandante la rimonta per l'ultima volta prima di caricarla e metterla nella fodera.

Sono passate ormai alcune ore dal rientro , il tempo di una doccia e un sonnellino troppo breve.

Poggia i piedi sulla scrivania iniziando a dondolarsi sulla poltrona rivestita in pelle rossa, lo sguardo fisso verso la parete che ha difronte : una parete praticamente vuota ; se non fosse per la piccola foto dai bordi rovinati e ingiallita dal tempo . Un'istantanea a colori che ritrae il comandante in dolce compagnia . Ma prima che i ricordi possano trascinarlo via dal mondo reale , la porta di quella stanza dalle pareti di un chiarissimo arancione , si apre .

-Hyde richiede la tua presenza , immediatamente .-

Esordisce Saskia ,facendo capolino con la sua chioma bionda legata in una chignon , e il vago accento straniero che si fa sentire di tanto in tanto.

-Arrivo , arrivo. . .-

Dice stufo Rage ,che getta i piedi a terra e si rialza , si stiracchia per poi dirigersi verso l'uscio , dal quale la bionda dottoressa si è già dileguata .

-Aspettami!-

Le grida dietro il comandante seguendola fuori da casa sua , dove le prime ombre della notte terrestre si allungano verso il campo residenziale del distretto.

 

Una grande stanza dalle pareti di cemento armato rinforzate da griglie di metallo , poche luci bianche a illuminare una figura sospesa a quasi due metri da terra , imbragata saldamente da una moltitudine di corde in acciaio che sostengono il corpo tenendolo per i polsi e le caviglie .

I lunghi capelli neri sciolti dalla treccia , ora celano come drappi neri il volto pallido di Eleanor, gli occhi chiusi , le labbra leggermente schiuse . Il corpo coperto da una tuta nera aderente rimane fermo quasi praticamente immobile , se non fosse per qualche involontario e impercettibile movimento delle dita e delle labbra.

-El . . .-

La chiama Hyde rimasto solo in quella stanza con lei , anche se dietro uno spessissimo vetro alcuni agenti tengono sotto controllo l'androide, che dopo esattamente ventiquattro ore si sveglia . Gli occhi si aprono rapidamente , alza la testa la giovane che spaesata inizia a guardarsi intorno , non vedendo altro che cemento e metallo , si divincola con tenacia .

-El , fermati . . . ti farai solo del male. Ti prego.-

Le dice il preoccupatissimo Hyde , che attira l'attenzione su di se .

-Liberami.-

-Non posso.-

Le risponde immediatamente il bruno , mentre lei pare calmarsi.

-Perchè hai ucciso quella famiglia? .

Ma nessuna risposta giunge , almeno fino a che le pesantissime porte scorrevoli in acciaio non cigolano riaprendosi lentamente , scomparendo all'interno della pareti spesse. Da esse fanno il loro ingresso l'uno accanto all'altra : Range e Saskia .

-Te lo dico io perchè. . .-

Dice con in volto un' espressione convinta la bionda ,che si avvicina con la sua sinuosa camminata al bruno .

-Su Europa fra le tante persone è morto un mio caro collega , un genio . . . il custode e ideatore del Vita. Lui viveva all'interno della sua stessa invenzione , la teneva funzionante , l'amava come se fosse un figlio . Su Micro11 è morta una vera autorità nel campo delle scienze , un microniano . . .uno dei primi alieni a lavorare fianco a fianco con scienziati terrestri per creare quello che era sempre stato il suo sogno : il regolatore di atmosfera. Il primo prototipo era già perfetto e lui lo portò con se , sul suo pianeta , lo istallo in casa sua . . . “la Corte” del pianeta . Fu da subito un successo, finalmente anche noi umani potevamo raggiungere e vivere sul bel pianeta dei giganti . Un posto da favola , pacifico . Ma passiamo al fatto più recente , ovvero , Marte . . . non potevo credere che le precedenti stragi erano volte ad uccidere una sola persona ben specifica , ma su Marte è stato ovvio. Infatti lì a morire è stata una sola famiglia , quella dello scienziato che ha progettato la campana che protegge la Cittadella .-

Fa una pausa la bionda ,che guarda Rage alle sue spalle, con sguardo complice . Sguardo che lo fa avanzare di qualche passo e prende a parlare a sua volta.

-E così il tuo adorabile papà ha fatto fuori tre dei quattro esponenti maggiori della commissione . . . che per così tanti anni , che per così tante volte hanno bocciato le sue idee . -

Il silenzio piomba pesantemente nella stanza , dove il buio , rischiarato dalle poche luci al neon sembra voler prendere il sopravvento, quando le lampade iniziano a tentennare con un rumore acuto e ripetitivo .

-Pensavamo che fosse un terrorista , ma dietro in realtà c'era la gelosia . . . e solo perchè non è mai riuscito ad affermarsi ,il dottor Lamparos ha deciso di uccidere le persone che gli hanno giustamente impedito di mettere in atto le sue idee da squilibrato che è . -

Ma anche queste crude parole dette dal comandante , non sortiscono sulla mora alcun effetto , rimane infatti immobile a fissare il trio ai suoi piedi con indifferenza.

-El , tu non ne hai colpe.-

Mormora a voce bassa Hyde che la fissa dolcemente , guardando i lunghi capelli che le incorniciano il volto dai lineamenti delicati.

-El . . . ti faremo dimenticare tutto , svolgerai il compito al quale eri stata designata sin dall'inizio . . . lavorerai con noi per mantenere la pace sul nostro pianeta . Staremo insieme .-

Continua a dire vestendosi di un sorriso incerto, il bruno , mentre nei suoi occhi si accende un barlume di speranza.

-Saskia Ivanov . . . sei rimasta solo tu.-

Queste le prime parole della mora che concentra le sue attenzioni sulla bionda.

-Papà vuole dirti una cosa. . .-

Afferma la mora che con la sua voce via via più profonda ,roca e metallica , zittisce tutti facendogli salire vari brividi lungo la schiena , a tutti tranne la diretta interessata che ficca le mani nel suo camice bianco e osserva l'androide.

-Dimmi pure -

-Papà dice . . . che tu gli hai rubato anni di lavoro , di vita . . . sei una ladra , una bugiarda . Ti vanti di aver costruito da sola il primo androide , ma non è vero , lui ha fatto tutto il lavoro e tu alla fine te ne sei presa il merito . Per questo anche tu , come gli altri . . . morirai . Tu più degli altri sei colpevole .-

Gracchia l'androide zittendosi subito dopo . La bionda anche non accenna a parlare , il suo sguardo vacuo vaga distratto lungo le pareti irregolari della stanza.

-Quanto odio i silenzi imbarazzanti. . . signori, iniziate con la formattazione , rimettiamo in carreggiata quest'androide . . . ragazza. . . volevo dire ragazza. -

Blatera a voce alta il corvino militare che sorride ampiamente all'amico che lo guarda storto, alleviando così un po' la tensione .

-Eleanor Lamparos , o per meglio dire progetto undici , rinominata Eleven . . . prima che tu dimentichi tutto voglio dirti una cosa. . . tuo padre è il vero bugiardo . Non ti ha detto nulla della relazione che aveva con me , vero ?! -

Eleanor rimane in silenzio sperando in cuor suo che quello che la bionda le ha appena detto non sia la verità , ma qualcosa le dice che quella non è una bugia . Tutto di quella donna alta , bionda e dalle mani piccole con le unghie ben smaltate , le dice che non mente . Il padre buono , generoso e affidabile al quale la mora ha sempre confessato ogni timore, paura , angoscia . La stessa persona che in cuor suo sente di amare più di ogni altro , alla pari solo dell'amore che sente per la madre , quella persona l'ha uccisa , ha ucciso sua madre.

I ricordi tornano a galla sotto forma di vere e proprie onde anomale , le stesse onde che quel giorno si aspettava di vedere seduta comoda sulla sabbia accanto a suo padre . Quello stesso giorno in cui è morta .

-Tesoro , calmati . . .non crederle , sta cercando di dividerci . Ma noi rimarremo sempre insieme , io , te e la mamma . Viaggeremo insieme , scoprendo mondi nuovi. Sarà divertente. -

La voce calma del padre si fa riudire e copre tutti gli altri suoni.

-Fratellino , vieni . . . ti offro qualcosa mentre aspettiamo.-

Dice Rage che da energicamente una pacca sulla spalla di Hyde , ma quello non accenna a seguirlo.

-Resto qui . . . ho promesso di non lasciarla sola mai più.-

Risponde con aria assente e sguardo fisso sulla giovane .

-Okey -

Dice quindi il comandante girandosi, facendo poi segno agli agenti dall'altra parte del vetro , di aprire le porte .

Ma appena lo fa , un rumore , un boato lungo e rabbioso si eleva. Si volta di scatto gettando lo sguardo verso Eleanor , che inizia ad agitarsi, mentre un casco viene calato dal soffitto, simile a quello dei piloti di aerei sonici portano solitamente , dalle grandi lenti scure di colore blu notte. Non ci vuole molto a notare che le corde d'acciaio saldate ai grandi pilastri della stanza , iniziano a cedere , o per meglio dire sono proprio i pilastri che iniziano a curvarsi , piegandosi verso la giovane che continua a tirare .

-El, calmati.-

Le intima Hyde che inizia ad indietreggiare temendo che la struttura crolli.

-Maledizione ! Hyde spegnila , falla riaddormentare .-

Urla con tutto il fiato che ha in corpo il comandante .

-El , ti prego fermati!-

Ma ancora una volta le sue parole non sortiscono alcun effetto , il rumore dei pilastri che iniziano a cedere , poi anche le pareti iniziano a creparsi . Dopo di che tutto si calma. Il caschetto va ad aderire saldamente alla testa dell'androide , che come ipnotizzato si calma .

-Giusto in tempo . . . bravi ragazzi.-

Dice a voce alta il comandante che sorride a denti stretti sospirando , calmandosi e rilassando i nervi tesi come corde di violino.

-Saskia , la prossima volta magari le tue relazioni segrete . . . tienile per te e portatele nella tomba ,altrimenti saranno loro a trascinarti all'inferno . -

Le dice sorridendo , poi con aria rassegna si volata nuovamente e oltrepassa le porte di metallo . A seguirlo pochi minuti dopo è la bionda dottoressa , lasciando nuovamente solo il bruno agente speciale .

Hyde , solo e stanco , si siede a terra , incrocia le gambe e resta fermo a fissare la sua amata .

 

Una strada di montagna immersa nel verde , l'aria fresca ma pesante da respirare , il colore degli alberi scossi dalle lievi folate di vento , e poi un pulmino scolastico . Dall'intensa colorazione arancio , i finestrini tutti aperti e i posti a sedere occupati da una scolaresca di sedici adolescenti di entrambi i sessi. Dal cofano del pullman , ormai da dieci minuti fuoriesce un intenso fumo grigio chiaro , nonché un insopportabile odore che lascia l'amaro in gola . I ragazzi tossiscono mentre guidati dalla loro insegnante scendono dalla vettura e si accostano al guardrail , alcuni si siedono in terra, altri preferiscono sbirciare l'autista intento a capire quale sia il problema. Poi , fra tutti c'è Eleanor Lamparos , come al solito sola , isolata dai coetanei un po' per sua scelta e un po' perché proprio non riesce ad andare d'accordo con quelli della sua età , per lei troppo immaturi .

Cala piano la notte , il sole del pomeriggio scompare dietro le montagne basse del paesaggio nel quale la scolaresca è immersa . Ormai stanchi , provano da ore a rintracciare il loro distretto , ossia “scienze e sviluppo delle tecnologie” ; ma con ben pochi risultati.

-Professoressa , qui non c'è campo . . .-

Ripete ormai incessantemente da quattro ore ,uno degli alunni.

-Si lo so , ho capito . . . ma . . . ma voi rimanete calmi stiamo provvedendo a. . . state calmi.-

Risponde ancora una volta la malcapitata insegnante .

-Ragazzi?-

Dice poi attirando l'attenzione di tutti gli scolari in divisa grigia , che da bravi ed educati figli di buona famiglia, si voltano prestandole attenzione.

-Ma . . . la signorina Lamparos , che fine ha fatto?-

In fretta tutti si voltano a cercarla , gli sguardi vagano in lungo e in largo , ma oltre le tenebre feroci e selvagge della foresta circostante , non si intravede nulla .

-Io ho paura di andare a cercarla , e se ci perdiamo ?-

Risponde infine un giovane alto , grosso e grasso che pare un diretto discendente di un orso per quanto la sua stazza è imponente .

-Risalite sul pullman . . . appena riusciremo a rintracciare il distretto ,allerteremo il distretto dei ranger . . . ci penseranno loro a trovarla. Su , presto salite.

Inizia a squittire con voce sgraziata la professoressa dai capelli di un rosso mogano .

E mentre tutti salgono e accomodano le loro stanche membra ,sulle soffici imbottiture dei sedili del bus , a quasi dieci chilometri di distanza , nel bel mezzo di un bivio la mora dalla lunga chioma corvina scruta attentamente in lontananza . I suoi occhi dalle iridi di un azzurro limpido attendono ormai da ore l'arrivo di qualche vettura , un auto , o una moto , qualunque cosa . Cosa che per lei e il resto dei suoi compagni significherebbe tornare a casa , al caldo , fra l'amore e le comodità della propria famiglia.

La luna è sorta già da un po' , le stelle l'accompagnano illuminando quella distesa scura che è il cielo .

-Ti prego , ti scongiuro . . . se esisti . . . dammi una mano , voglio tornare a casa .-

Mormora stringendosi le mani al petto .

La temperatura continua a scendere e le labbra rosee della ragazza iniziano a divenire di un pallido viola tenue , mentre anche le mani divengono via via più fredde e quasi insensibili.

-Prometto che costringerò il distretto a pregare , almeno una volta al giorno . . . almeno io lo farò sicuramente . . . ti prego , ti prego , ti prego.-

Continua a ripetere mentre alza gli occhi al cielo sperando che là su , oltre le nubi e i corpi celesti , ci sia qualcuno che la sta ascoltando .

Poco importa poi il perchè , poco importa il chi e il come , fatto sta , che alla fine qualcuno finalmente si trova a passare per quelle vie isolate nascoste in mezzo al verde .

Il rumore sommesso del motore di un autobus , le due luci di poco distanziate l'una dall'altra , e alla fine il decrescente suono di quello stesso rumore che si spegne .

Un autobus a due piani frena piano a pochi metri dalla mora , che felicissima si avvicina allo sportello automatico che si apre .

La mora fa capolino all'interno e si guarda intorno , ad accoglierla per prima cosa è l'aria calda che il condizionatore manda , e poi gli sguardi assonnati di moltissimi giovani .

-Che ci fa una ragazzina in mezza al nulla a quest'ora ? -

Domanda l'autista che prende a sorseggiare il suo caffè ormai non più molto caldo .

-Il pulmino scolastico del mio distretto si è bloccato , penso sia un guasto al motore o roba simile , siamo rimasti bloccati.-

-Da quanto?-

Domanda visibilmente preoccupato l'autista, che sventolando un paio di volte la mano destra le fa segno di salire a bordo , invito che la giovane non si fa ripetere .

-Più o meno da dieci ore . . . non ne sono sicura .-

-Okey dove stanno gli altri ?-

Chiede pronto a soccorrere la scolaresca sfortunata .

-Da quella parte , sempre dritto.-

Dice la mora indicando la strada .

-Va a sederti , saremo lì in men che non si dica .-

Il pedale dell'acceleratore viene premuto a fondo e l'autobus schizza via rapido percorrendo lesto la via.

Le labbra della giovane intanto riprendono colore , le sue guance si tingono di un rosa paonazzo , le mani riacquistano sensibilità e smettono di tremare , e con passi svelti Eleanor va ad occupare il primo posto libero , proprio accanto ad un giovane che combatte per non addormentarsi . Le tace mentre si accorge degli sguardi intensi che i passeggeri le dedicano insistentemente , volta il capo a guardare fuori dal finestrino con aria assente .

-Come ti chiami?-

Domanda improvvisamente il ragazzo che le siede accanto mentre rialza la testa e pare rinsalire al torpore del sonno incombente . Gli occhi color noce di lui si fissano in quelli azzurri di lei , mentre gli tende una mano e le dedica un sorriso sornione.

-Io sono Hyde , nuova recluta del distretto militare . . . piacere.-

Prima ritrosa e incerta , alla fin fine , sarà il calore prodotto dall'aria condizionata , ma il ghiaccio si scioglie e la mora stringe con delicatezza la mano del ragazzo.

-Mi chiamo Eleanor , vengo dal distretto scientifico . . . piacere mio.-

I due si scambiano un sorriso di cortesia , poi lui si stiracchia tornando a sedere composto .

-Ho sempre pensato che nel distretto degli intelligentoni non ci fossero ragazze carine . . . ed è vero , ora da quello che so c'è ne almeno una . . . ed è bellissima. -

Il rossore sulle guance di lei aumenta sino a diventare un rosso intenso , mentre imbarazzata prende a mordersi il labbro inferiore .

-Eccoli!-

Esclama l'autista interrompendo quel momento imbarazzante .

 

 

Passano alcuni mesi , e quel brutto incidente è divenuto fonte di vergogna per un distretto tanto all'avanguardia come quello scientifico , ma come al solito si è messo tutto a tacere.

 

Gli occhi azzurri di Eleanor osservano lo schermo del suo computer , mentre se ne sta seduta comoda nella sua stanza , a casa sua . Dall'altra parte dello schermo un Hyde, appena maggiorenne ,le sorride divertito . I capelli molto corti , il volto puntinato di brufoli concentrati sulle sue guance .

-Insomma domani vado in missione per la prima volta . . . spero di poter tornare presto , e magari appena mi danno il permesso di uscire dal distretto potrei correre da te , per conoscerci dal vivo . . . che ne pensi ? Insomma è una buona idea , vero ?-

Balbetta timidamente il giovane che si passa più volte le mani sulla nuca quasi rasata , e arrossisce man mano che osserva la ragazza dall'altra parte dello schermo che sorride allegra annuendo.

-Fantastico! Scommetto che ne tuo distretto ci si annoia parecchio, ti poterò al mare . . . o in piscina .-

-Vuoi vedermi in costume in pratica , se lo dico a mio padre ti ammazza.-

-Ma no che hai capito ? Io . . . okey , lo ammetto colpito e affondato . -

Dice a capo chino il brunetto vergognandosi un po' .

-Comunque se ti va di andare al mare per me va bene , c'è un posto dove andavo spesso da piccola con mio padre . -

-Bene ! Allora aspetterò con impazienza . . . ora devo andare , se scoprono che sto comunicando con l'esterno mi costringono a pulire un'altra volta i bagni.-

Sospira affranto .

-Dovevo rimanere nel mio distretto , mi sono fatto fregare .-

Dice piagnucolando e strofinandosi il viso fra le mani .

-Hyde . . . vedila così , se ci siamo trovati è solo merito del tuo trasferimento . . . -

-Già , se solo ti avessi incontrata prima . . . adesso starei lì con te , ad accarezzare i tuoi capelli . . . -

-Se mio padre viene a sapere che “frequento” qualcuno mi ammazza. -

Hyde si volta alle sue spalle appena sente un rumore alle sue spalle , i passi di qualcuno che si avvicina .

-Ora devo andare . . . ti amo .-

Le dice frettolosamente ma dedicandole un sorriso radioso .

-Si , anche io ti amo Hyde . . . torna presto. -

-E' una promessa , io e te al mare . . . presto , molto presto. -

La video chiamata termina ed entrambi nascondono il proprio portatile in posti sicuri , nascondiglio ideali e introvabili.

 

Nel ampio cortile antistante una delle aree ristoro del campo militare , intanto.

-Recluta , rispondi sinceramente !-

Strepita un superiore con indosso una divisa mimetica con tanto di berretto militare in tinta. Batte forte i pugni ogni qual volta termina un frase, una domanda o un affermazione generale , come per intimorire il povero giovane . Hyde deglutisce impaurito dall'ira funesta del suo superiore , e resta fermo , rigido sull'attenti.

-No, signore!-

-E allora di chi era la voce che ho sentito , eh . . . soldato? Stavi imitando la voce di una femmina ? Sei una checca schifosa ? Forse dovresti tornartene a casa . . . qui noi siamo uomini , non ballerine di danza classica che imitano le voci.-

-No, signore . . . non stavo imitan -

-E allora parlavi con qualcuno?-

-Si , signore .-

-E dimmi un po'.-

Dice con viso truce il capitano che si avvicina all'orecchio del giovane stringendo i denti .

-Come facevi a parlare con qualcuno ? Lo sai che qui non c'è linea , non ci sono reti internet e i segnali satellitari sono tutti interdetti. -

-Io . . . -

Dice a voce bassa quasi balbettando , mentre l'orecchio assalito dalle urla del suo superiore inizia a fischiare .

-Non balbettare come una femminuccia , soldato . . . parla , gli uomini parlano , non balbettano come quattrocchi fissati con i giochi per computer e diavolerie simili. -

Prende fiato il bruno che vede radunarsi intorno a se , con sguardi altezzosi e visi divertiti , altre reclute e soldati vari.

-Signore! Io so comunicare con i computer , Signore! Ho chiesto a loro di lasciar passare il segnale e di mettermi in collegamento con la mia ragazza , Signore ! -

La voce alta e gli occhi serrati , i pugni stretti , e la certezza che nessuno gli crederà mai . Chi potrebbe mai credere che un ragazzo nato e cresciuto in mezzo al fieno , la paglia e gli animali d'allevamento , possa avere un dono simile ?

-Ragazzo , mi stai prendendo per gli stivali ? -

Chiede serio il capitano che ha finalmente ingaggiato un tono di voce più basso , quasi umano.

-No , Signore! Ho scoperto di saperlo fare appena messo piede qui al campo ,Signore! Qualche volta . . . riesco a convincere i terminali a fare tutto quello che voglio .-

-Potresti infiltrarti nella banca dati del computer generale del distretto?-

-Si!-

-Entrare in tutti i terminali raggiungibili tramite onde radio o altri segnali ?-

-Si ,Signore !-

-Se questo è vero , ragazzo . . . tu qui farai carriera . Ma se è tutta una grossa presa in giro . . . mi assicurerò che tu partecipi come protagonista, alla più spiacevole doccia pubblica della tua vita.-

Il giovane deglutisce ancora , mentre più e più brividi di terrore puro gli attraversano non solo la schiena ma anche le braccia e le gambe.

 

-Guarda un po' . . . qui!-

Esclama al settimo cielo Hyde che si alza in piedi e si allontana di qualche passo dalla webcam , mostrando così la sua nuova divisa.

-Ti si è annerita la divisa?-

-Si e sai perché ? Perché hai davanti agli occhi uno degli agenti speciali del distretto . . . primo per il trucchetto che so fare con le cose , sai tutto il casino di parlare con le macchine . . . e poi ho questa. -

Dice sorridendo soddisfatto mostrando una piccola stella appuntata sulla giacca della sua divisa .

-Ho salvato uno dei nostri infiltrati durante la missione . . . e ora quello mi chiama fratello e mi sta appiccicato come un mosca. La dottoressa dice che probabilmente è una sindrome di non so che . . . mi si è affezionato.-

-E cos'è un cane?-

-Si certo di due metri e con gli occhi rossi e gialli . . . sembra provenga da un pianetino nei pressi urano . . . o roba simile.-

-Si okey , ma adesso quando hai deciso di venirmi a trovare?-

Un sorriso tirato si dipinge incerto sul volto del ragazzo, che prende a grattarsi la testa in evidente disagio.

-I miei superiori mi vogliono qui . . . dicono che per fare carriera devo essere presente almeno per i primi anni . -

-Anni ?-

-Già . . . anni. Mi aspetterai ?-

Un minuto minuto intero viene scandito dal silenzio . E tutto rimarrebbe silente , se non fosse che la porta dell'alloggio del giovane si spalanca , e da essa un omone grande e grosso fa il suo ingresso. Senza pensarci due volte l'alieno superstite salvato dal giovane soldato , gli si fionda addosso , buttandogli le braccia al collo .

-Fratellino dove eri finito ? Ti ho cercato da tutte le parti , su vieni andiamo a farci la doccia insieme. -

Esordisce dicendo.

-No, grazie.-

Gli risponde l'altro che viene letteralmente soffocato dalla presa avvolgente . Si contorce infastidito e dopo un altro minuto riesce a liberarsi dalla presa , giusto in tempo per vedere che la video chiamata viene terminata dalla mora . L'ultima cosa che vede sono gli occhi tristi di lei , e quella che pare una lacrima rigarle la guancia .

-Secondo me . . . ti ha appena mollato.-

Afferma convinto l'alieno dallo strano accento titubante e i capelli neri come la pece , nel tanto che sorride giocondo mostrando i suoi denti aguzzi da essere prettamente carnivoro.

-Andiamo a farci una bistecca? -

Domanda poi , ma ciò che riceve da Hyde è solo un occhiataccia breve che scema sino a divenire un sorriso triste , uno sbuffo e nient'altro .

-Ma si facciamoci una bistecca .-

Conferma annuendo e procedendo a passo spedito verso la porta ancora spalancata .

 

 

 

…............................................................................................................................................................

 

Okey, eccoci arrivati a questo capitolo che porta il numero 7.

Ancora una volta ringrazio chi sta leggendo questa mia storia , che preannuncio sta giungendo agli sgoccioli . Quindi abbiate ancora un po' di pazienza , perchè presto sarà tutto finito.

In questo capitolo ho voluto portare a galla , sotto forma dei soliti ricordi riacquistati man mano dalla nostra “eroina” , ciò che sono i vari collegamenti fra i diversi personaggi : Rage e Hyde ,e lo stesso Hyde con la nostra Eleanor.

Adesso scommetto che qualcosina vi sarà un poco poco più chiara , o magari nella mente vostra si sono creati altri dubbi ?

Comunque sia , tante , ma tante grazie a chi mi sta seguendo , penso che dopo questa pubblicherò subito altre storie . . . perchè parliamoci chiaro ,chi come me è creativo proprio non sa tenersi tutto dentro.

Per ogni dubbio, dilemma , o altro non abbiate paura a contattarmi o a recensire (mi piacerebbe leggere cosa ne pensate).

Good Luck a tutti e Kiss kiss Kiss , dalla vostra Francilla .

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** A ferro e fuoco ***


“A ferro e fuoco”

 

-Rage, ho bisogno del tuo aiuto.-

Dice con in volto un espressione seria l'appena diciannovenne Hyde , che fra le mani stringe dei documenti.

-Di che si tratta ? -

Domanda quindi l'alieno incuriosito dal fare tanto serio dell'amico, che gli risponde immediatamente.

-Voglio essere ibernato.-

-Vuoi cosa ? -

Risponde sorridendo a denti stretti il moro che prende a guardare Hyde con fare giocoso .

-Rage . . . Eleanor è morta.-

-Si lo so fratello .-

-Vogliono inserire la sua coscienza in un androide.-

-So anche questo.-

-Ma ci vorrà molto tempo prima che il progetto sia pronto. Quindi voglio che mi metti in lista per l'ibernazione , poi quando Eleanor . . . quando . . . quando lei sarà pronta allora . . .-

-Allora io scongelo il pezzo di baccalà che sei , giusto ? E' questo il tuo piano?-

Hyde risponde annuendo e provando a sorridere un po' , ma ciò che ottiene è solo un sorriso tirato che rispecchia appieno il suo stato d'animo attuale . Triste, solo , e arrabbiato con se stesso , se solo avesse portato come promesso Eleanor al mare una volta tornato , tutto questo non sarebbe mai successo.

-Okey , se questo è quello che vuoi , fratello . . . io ti darò una mano. Ma lascia che ti dica una cosa. Innamorarsi di un'androide è come lasciarsi calpestare da un carrarmato.-

-Lei sarà sempre la donna che amo , non cambia nulla per me.-

-Hyde . . . quella “cosa” può sembrare una donna , può camminare come tale , profumare di buono e farti battere il cuore come se fosse vera . . . ma sarà sempre solo una bambola di latta . -

-Si , lo so .-

-Gli umani innamorati sono soggetti strani.-

Termina Rage sorridendo , ma anche il sorriso di lui pare lascia trapelare sentimenti infelici.

 

 

-Hyde . . . Hyde . . . vuoi svegliarti si , o no ?-

La voce del comandante Rage rimbomba fastidiosamente nei timpani del bruno addormentato . Hyde piano si risveglia : sbadiglia , si contorce e alla fine si rimette in piedi ;

-A che punto siamo ?-

Domanda volgendo lo sguardo in alto , lì dove la donna che ama è ancora sospesa e legata , il casco che le copre la testa , i lunghi capelli neri e il corpo fasciato in quella tuta aderente di colore nero .

-Abbiamo finito un'ora fa . . . ma sai , tu dormivi così bene .-

Se la ride sotto i baffi il comandante che poi annuisce vistosamente nella direzione degli agenti dall'altra parte del vetro .

I cavi prima tesi , che reggono la giovane , piano piano si allentano facendola discendere lentamente al suolo . Una volta a terra è Rage a toglierle il casco liberandole la testa . Gli occhi chiusi , le labbra serrate , il volto sereno e il corpo immobile .

Poi contemporaneamente le palpebre si sollevano , gli occhi di un azzurro innaturale e monocromo si illuminano fiocamente , e il progetto Eleven torna a funzionare . Si alza da sola rapidamente e si mette sull'attenti , impassibile e con in volto sempre la stessa espressione indifferente e statica .

-El. . . -

La chiama Hyde avvicinandosi e poggiandole una mano in viso , carezzandole la guancia teneramente e tenendo gli occhi fissi nei suoi.

Rage intanto arretra silenziosamente sino ad uscire dalle rumorose porte in metallo , dileguandosi rapidamente lasciando i due da soli .

-Dimmi che ti ricordi di me. . . ti prego.-

Lo sguardo vacuo dell'androide , prima fisso a mirare un punto indefinito davanti a se , ora va ad improntarsi in quello attento del giovane . Gli occhi dalle iridi chiare sono insolitamente lucidi, mentre le pupille divengono solo due piccoli puntini neri .

-Si -

Dice con voce decisa e netta senza cambiare espressione.

-Agente speciale Hyde . -

Dice infine concludendo il suo rapporto.

-E non ricordi altro ? -

-No , signore . -

Hyde annuisce e poi si volta dirigendosi a passo svelto verso le porte pesanti , che nuovamente si riaprono rumorosamente lasciandolo passare .

 

-Non posso farci nulla.-

Risponde Saskia comodamente seduta nella mensa del campo , intenta a sorseggiare un frullato di verdure.

-Noi non sappiamo come abbia fatto il dottor Lamparos ad innestare l'ampia gamma di sentimenti, o a inserire l'aspetto caratteriale ad Eleven . -

Davanti a lei , in piedi sotto una forte luce bianca che inonda tutta la mensa , c'è Hyde proteso verso di lei con i palmi della mani poggiati sulla superficie liscia del tavolo al quale la donna è seduta.

-Allora è vero che Adam non è farina del tuo sacco. . . -

Risponde arrogantemente l'agente , ma la bionda non accenna a rispondere , bensì continua a mandar giù quella brodaglia verde che ha nel bicchiere.

-Come pensavo. -

Termina il bruno che le volta le spalle dirigendosi verso l'uscita.

Appena uscito un aria gelida lo pervade dandogli un pizzicorio intenso alle guance , che impercettibilmente arrossiscono . Nonostante il freddo penetrante però decide comunque di rimanere lì fuori , chiude gli occhi e alza il capo volgendolo alla volta celeste, ormai di un colore scuro quasi nero .

-Sei rimasto sotto al carrarmato ?-

-Penso di si.-

La voce di Rage gli fa riaprire gli occhi e buffare via tutta l'aria che ha in corpo , producendo un nastro di condensa che poco dopo essersi separato dalle sue labbra sottili, si dissolve .

-Almeno posso tenerla sempre vicina a me , e non lasciarla andare via mai più . -

-Contento tu , ma ricordati che la nostra missione non è ancora terminata.-

-Si ,lo so .-

Afferma il bruno continuando ad osservare il cielo notturno .

Rage lo lascia nuovamente solo , sicuro in cuor suo che l'amico necessiti di stare per i fatti suoi.

 

Tutto sembra tranquillo come sempre, sono pochi i rumori che si sentono provenire dal distretto , perchè pochi sono quelli ancora svegli . Quanto meno la maggior parte ,dei cinquecento membri del campo stanno allegramente spaparanzati sulle loro brande o comunque nei loro alloggi a sonnecchiare . Ma Hyde questa notte non pare riuscire a prendere sonno , benché continui a sbadigliare da un ora a questa parte . Ma il ricordo: del volto inespressivo , lo sguardo vuoto e le parole atone di Eleanor; gli hanno lasciato l'amaro in bocca, nonché un peso sul cuore.

Solo poche luci rischiarano in questo momento il circondario, e l'agente speciale in questione è praticamente immerso nel buio , con gli occhi chiari fissi a mirare la luna crescente e le stelle che le fanno compagnia.

Riconoscere le stelle e usarle per orientarsi è una di quelle cose che si imparano subito qui al distretto militare , e per tenersi sveglio Hyde inizia a nominarle una ad una .

-I carri , la stella polare . . . lì un tempo probabilmente c'era venere , l'attacco terroristico del secolo . . . perchè poi distruggere un pianeta tanto bello ? Oh . . . quella è Sirio . . .forse . E quella ?-

Mormora mentre seduto a terra , con le spalle poggiate alle mura esterne della mensa , si sposta un po' e inclina il capo di pochi gradi . Assottigli gli occhi per mette meglio a fuoco e osservare attentamente una stella dalla luce debole .

-Quella non è . . . una stella . . . è un'astronave -

In fretta si rialza e continua a fissarla .

Corre a perdifiato raggiungendo in un baleno la piccola casetta ,dalle pareti grige e il tetto di un rosso scuro , appartenente Rage .

-Rage , apri !-

Dice a voce alta bussando violentemente con le nocche della mano , ma appena lo fa , la porta d'ingresso si apre .

Il suo cuore singhiozza saltando un battito o due , e senza pensarci su si fionda all'interno con passo felpato, entrando e immergendosi in quella dimora buia e silenziosa.

-Rage?-

Dice a voce bassa mentre cammina tenendo le spalle accostate alle pareti , e gettando un occhiata ad ogni stanza prima di entrarvi e proseguire.

-Rage?-

Ripete mentre si intrufola nello studio . Dopo pochi passi qualcosa impatta contro la punta del suo anfibio, calciata finisce sotto la scrivania . Rapidamente il giovane si chiana a guardare sotto la scrivania , mentre senza che egli possa notarla un' ombra sinistra passa accanto alla porta dello studio , silenziosa e rapida.

Hyde allunga una mano verso l'oggetto calciato precedentemente e appena lo sfiora ritrae la mano , qualcosa gli ha bruciato la punta del dito indice e del medio , ma nuovamente torna ad allungare la mano . Afferra la parte non incandescente di quell'oggetto e lo tira a se .

-La sua pistola?-

Dice osservando in penombra , grazie alla poca luce che entra dalla finestra della stanza , l'arma ancora cocente .

-Rage!-

Dice a voce più alta , il suo cuore accelera , il respiro diviene spezzato e affannoso , i muscoli e i nervi si tendono pronti , impugna allora con forza il calcio della pistola e posa l'indice sul grilletto .

Si gira e rigira l'arma nella mano ma poi qualcosa lo fa rabbrividire , qualcosa come un soffio leggero , che immediatamente lo fa voltare con l'arma puntata e pronta al fuoco.

Ma dietro di lui non c'è nulla , se non una finestra dai vetri rotti .

Il giovane si avvicina alle tende pesanti di colore rosso, che in assenza di luce sembrano quasi nere, e guarda a terra . Nessun coccio di vetro all'interno , il che vuol dire che i vetri sono stati colpiti dall'interno. Si avvicina ancora e subito , su un pezzo di vetro rotto , ma ancora attaccato agli infissi della finestra , nota una sostanza trasparente molto densa che già pare essersi incrostata . Il sangue di Rage , pensa immediatamente e senza far attenzione, sporge il capo dall'apertura e guarda fuori.

Il suo cuore si ferma per alcuni istanti , o almeno lui non lo sente battere , e poi un freddo gelido sembra bruciarlo dall'interno. Un grido straziato gli parte involontariamente , vedendo il suo amico disteso, a pancia all'aria e con il torace aperto, sul prato dietro la residenza.

-Rage!-

In un attimo di foga si lancia fuori dalla finestra , atterrando gravosamente con le ginocchia ma rialzandosi rapidamente per raggiunge il compagno .

I suoi occhi si riempiono di lacrime , mentre una ventata d'aria gelida scuote gli alberi circostanti e gli scompiglia i capelli .

-Rage?-

Sussurra con poco respiro in corpo mentre si china sull'amico . Ma subito è costretto a voltarsi in un altra direzione , non riuscendo a tenere a freno un conato di vomito che gli fa rigettare pure l'anima.

Rimane piegato in due, con le mani sulle ginocchia e la bocca spalancata in preda non solo ai contati, ma anche a varie emozioni fortissime e incontrollabili che lo portano ad uno stato catatonico .

 

-Hyde . . . -

Lo richiama per l'ennesima volta la dolce voce della bionda dottoressa ,che gli avvolge le spalle in una coperta spessa , per poi poggiargli le mani calde sulle guance congelate .

-Hyde. -

Prova ancora a comunicare con il bruno che però resta a fissare , seduto a terra sull'erba umida , il corpo del comandante che viene issato su una barella rigida e poi coperto fino alla testa con un panno verde scuro, per poi essere portato via , verso l'obitorio del campo.

La bionda si inginocchia affianco all'agente portando la testa di lui a contatto con il suo petto , lì dove lui riesce a percepire ogni battito regolare , ritmico e costante del cuore di lei.

-Hyde . . . sai chi è stato?-

Domanda con voce bassa , sussurrando quasi all'orecchio del giovane, che pare si stia lentamente riprendendo dato che scuote la testa e muove le labbra violacee .

-No-

-Hyde . . . non riusciamo a trovare l'androide Eleven . . . e a quanto pare proprio un ora fa i nostri dispositivi hanno registrato qualcosa . Una specie di segnale codificato. . . Hyde . . . riesci a capire quello che ti sto dicendo ?-

-Si-

Dice scostando la donna con le poche forze che gli sono rimaste in corpo , riesce poi a rimettersi in piedi e barcollando copie i primi passi incerti , intento a seguire la salma dell'amico.

-Hyde . . . non mi lasciare sola , se è stata lei . . . verrà sicuramente a cercarmi .-

Sussurra la bionda che si nasconde letteralmente dietro le spalle dell'agente , che pare impiegare la maggior parte delle sue forze a stringere la pistola di Rage nella mano destra .

 

-Qualcuno gli ha asportato il cuore. -

Afferma il medico legale del campo che si toglie i guanti in lattice e li getta in una busta dell'immondizia nera retta dal suo assistente , un giovane con tanto di camice , cuffietta , mascherina e occhiali paraschizzi , molto simili a quelli del uso superiore .

-Sono veramente dispiaciuto , è una grande perdita. -

Sostiene rimanendo però calmo quasi freddo difronte a tale lutto.

Dinanzi a lui Hyde e Saskia cercano di non guardare il cadavere dell'amico ,steso su di un letto metallico non troppo lontano , illuminato da una luce fortissima e bianca .

-La ringrazio dottore . . . vieni Hyde , andiamo via. -

Dice Saskia che prende per mano il bruno accanto a se per tirarlo via , riuscendo senza troppi sforzi a trascinarselo dietro.

Appena usciti l'immagine che avevano fino a poche ore fa , del loro distretto , è svanita . Tutti sono in agitazione , corrono di qua e di là armati sino ai denti . Le luci sono tutte accese e molte sondano il cielo notturno in cerca di navicelle non autorizzate o estranee, un allarme costante risuona in ogni punto del campo allertando e svegliando , reclute, agenti e altri ufficiali .

-Signora ci segua ,la prendiamo in custodia noi .-

Esordisce un agente che imbraccia un fucile stringendolo a se impaurito e incerto . La bionda annuisce lasciando la mano di Hyde seguendo i soldati che la circondano e si affrettano a scortarla sino ad un luogo sicuro.

 

In una stanza buia , rischiarata solamente dall'intermittente luce rossa solita degli allarmi silenziosi , Eleanor piano spinge le sue unghie nella morbida ma resistente pelle artificiale del suo petto , lacerando quel tessuto roseo che cela sotto di esso la complessa struttura di muscoli e ossa composte da metallo , acciaio e altri materiali che la mora non riconosce .

-Io non sono Eleven . . . io sono Eleanor . . . io . . . non voglio essere chiamata diversamente. Io sono umana , non sono un androide!-

Grida a voce alta mentre senza ritegno alcuno stacca alcune parti di quella che è la sua cassa toracica ,spezzando fili , metallo e quant'altro, che per quanto resistente pian piano cede lasciando cadere alcuni componenti .

-El , che stai facendo tesoro?-

Continua a ripeterle quella voce nella testa , una voce dal tono basso , roco e profondo . La voce del padre , della persona che l' ha uccisa e trasformata in un mostro , e soprattutto ha ucciso sua madre senza neanche versare una lacrima ,senza mai chiedere scusa.

-Ti odio , odio quello che mi hai fatto . . . sono un mostro!-

Ripete lei con rabbia che si ode chiaramente dalla sua voce , forte , che graffia ogni lettera pronunciata .

Si ferma per un attimo la mora che prende ad osservare ciò che ha poggiato in terra , qualcosa appartenuto al comandante che ora giace su un freddo letto d'obitorio.

Le mani sporche di sangue e lubrificante per macchinari iniziano a muoversi spasmodicamente , sfuggendo a volte al controllo stesso della giovane alle quali appartengono.

Le osserva stranita quasi non riconoscendole ,per poi stringerle l'una all'altra e insieme al petto , lì dove c'è un foro grande quanto un suo pugno . Serra gli occhi , li stringe forte come quando si cerca di non farvi entrare dentro l'acqua salata del mare . Poi li spalanca nuovamente.

-Mamma . . . ami ancora papà ? Dopo tutto quello che ci ha fatto . . . riesci a provare per lui amore? Ma noi . . . io e te , possiamo ancora provarne di sentimenti ? Cosa siamo diventate . . . mamma. . . ? -

Domanda mentre allunga incerta le mani verso quel oggetto , grande e forte , proprio come lo era l'uomo al quale apparteneva . Lo afferra e lo porta al petto , lo stringe piano per non danneggiarlo , poi decisa lo va ad incastrare dentro di se , nel suo petto.

-Devo chiudere il tutto , altrimenti lo perderò . . . non voglio perderlo ancora , io sono umana , non un pezzo di latta . . . vero?!-

Inizia a pronunciare in modo sconnesso , mentre frettolosamente si passa una mano fra i capelli come a pettinarli . Tende una piccola ciocca della sua chioma folta, arrotola fra loro i piccoli fili corvini e pizzicando con le unghie, la pelle intorno alla ferita la fora per poi farvi passare la ciocca , ricucendo con calma il tessuto morbido che va a ricoprire il torace esposto.

-El , tesoro . . . devi eliminare Saskia .-

Continua a ripeterle intanto il padre , ma lei non pare ascoltarlo più .

 

La navicella nera atterra indisturbata nella zona d'atterraggio del campo , ma subito su di essa viene aperta l'artiglieria pesante : cannoni , mitragliette , bazooka caricati con missili anticarro ; ma per quante munizioni quelli possano sprecare sulla navicella , quella non accenna a risollevarsi in volo, anche se inizia a danneggiarsi gravemente .

 

E così proprio mentre tutti sono concentrati ad abbattere la navicella , il dottore atterra pochi metri più in là con un piccolo paracadute dalla vela di un blu scuro , che in questa notte , pare quasi invisibile.

Si districa rapidamente dall'imbragatura e con passo fiero si dirige spedito verso il suo bersaglio. In men che non si dica, come se conoscesse già la posizione della dottoressa, l'uomo dalla chioma ordinata e brizzolata , si para avanti ad una porta come tante. Serra un pugno e bussa energicamente un paio di volte. Ad aprirgli è una giovane recluta che non fa in tempo neanche a fiatare , che stramazza a terra morta con il collo tagliato. Una pozza di sangue si crea subito , mentre ancora inconsci dell'accaduto gli altri soldati che fanno da scorta alla bionda , si vedono recapitare con un lancio lungo , una piccola lattina che tentenna nel cadere . L'uomo si para in fretta dietro il muro della stanza , immediatamente dopo , fra urla disperate e rumori vari , che durano soltanto pochi istanti , un rumore ben più fragoroso e acuto spezza le vite di tutti i presenti. Tranne ovviamente il dottore , che viene accerchiato dalla densa cortina di fumo generata dall'esplosione . Niente fiamme, ciò che resta sono solo i corpi dei soldati ormai inerti , e quello della dottoressa che proprio ora spira per l'ultima volta , sotto gli occhi dell'uomo che la osserva con disprezzo.

-Saskia!-

Si sente urlare poi dal corridoio , e nel mezzo del fumo , Hyde appare affannato . Tossisce ,non riuscendo a vedere nulla s'accosta alla parete e vi cammina vicino cercando di capirci qualcosa. Ma la sua mente , come la sua vista è annebbiata, ma non il suo udito . Il tentennare acuto di qualcosa che viene calciato forse involontariamente, attira subito la sua attenzione . Il bruno si volta e sull'uscio della porta alle sue spalle lo vede , o meglio li vede : due piccole lucine flebili di colore azzurro intenso; gli occhi del dottor Lamparos .

-Maledetto !-

Urla slanciandosi verso quell'unico punto di riferimento , ma quando vi giunge non c'è già più nessuno, come scomparso nel nulla.

 

I soldati cessano il fuoco , la navicella ormai è in fiamme e alcune parti di essa cadono a terra , o addirittura esplodono . Ma ancora una volta , come mossa da una volontà di ferro, non riconoscibile a nessun essere inumano bensì ad un essere senziente a tutti gli effetti , la navicella si rialza in volo. Vola basso , mentre un'altra raffica di colpi si abbatte su essa terminando quello che tutti vedono come un vano tentativo di fuga.

-Eleanor , tesoro mio.-

La voce di Anita Lamparos risuona distorta e debole nella mente della figlia stesa a terra, immobile come una bambola gettata via e ormai inutile .

-Tesoro , fa così male . . . ma ti voglio bene , io ti voglio tanto bene . . . e te ne vorrò per sempre . . . tu sei e rimarrai per sempre la mia bambina .-

La carcassa meccanica s'abbatte con un rumore sordo su una delle tante struttura del campo , che prende a sua volta fuoco .

 

-Mamma . . .? Mamma . . . ? Non ti sento più . . .-

Mormora a voce bassa l'androide Eleven , che allo stremo delle forze si spegne . Gli occhi si chiudono piano , le sue labbra si serrano nuovamente , e il silenzio sopraggiunge .

 

Il dottore con calma si leva il camice bianco , sporco di cenere, sangue e ruggine , e lo getta a terra non curante . Riprende a camminare lasciandosi alle spalle il distretto in fiamme e immerso nel panico e nell'agitazione , finalmente dopo alcuni chilometri giunge alla sua auto.

Una piccola auto a due posti che pare aver festeggiato già almeno cinque anni , ma tenuta bene e pronta a sfrecciare sulle strade al massimo della velocità consentita. Un auto di un bel colore blu avio , nella quale il dottore si getta e mena stancamente le mani sul volante. Fa aderire la schiena al sedile , porta indietro la testa a fissare il tettuccio interno , e poi mette in moto girando la chiave nel quadro dell'auto.

Il motore inizia a girare e con esso le ruote anteriori che si tirano dietro quelle posteriori , e così parte , sulla strada che lo riporterà a casa sua , lì dove ad attenderlo c'è la sua famiglia : una moglie perfetta , e una figlia adorabile .

 

 

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

No , non temete , non è ancora finita .

Non sono il tipo da lasciare tutti questi interrogativi , che spero vi stuzzicheranno e invoglieranno a leggere anche il prossimo (nonché ultimo capitolo ) .

Che fine farà il povero Hyde ?

Che fine farà Eleanor ?

Che fine farà il dottor Lamparos ?

Se ve lo state chiedendo posso solo dirvi , aspettate e vedrete .

Good Luck , kiss kiss , by Francilla.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Casa dolce casa / Un ultimo saluto ***



“Casa dolce casa

 

-Sono a casa.-

Esclama a voce alta l'uomo di scienza , che con indosso il suo camice bianco si appresta a liberarsi dalle scarpe troppo strette , abbandonandole all'ingresso di casa sua. La porta si richiude rumorosamente dietro di lui , e il rumore prodotto precede la venuta di una donna sulla quarantina . Una bella donna vestita con una gonna a tubino verde e una maglia a fiori rossi , una bella donna sorridente che prende a strofinare le mani in un panno già sporco di salsa.

-Jeff tesoro , quante volte devo dirti di passare a prendere El a scuola dopo il lavoro? -

Esordisce lei facendo capolino dalla cucina dalla quale si sente arrivare un buon odorino.

-Si lo so è colpa mia , la prossima volta me ne ricorderò .-

-Bene-

Risponde la donna che sfreccia verso di lui per salutarlo con un dolce bacio sulle labbra , per poi ritornarsene in cucina appena sente lo stridulo suono di un timer .

Si stiracchia e sbadiglia l'uomo che poi si passa una mano fra i capelli brizzolati e fra la barba ispida , cresciuta da appena una settimana . Si strofina gli occhi e con ai piedi delle ben più comode pantofole s'avvia e raggiunge il salotto , dove si accascia flaccidamente sul divano in pelle .

-Anita , che ne pensi se qualche volta viaggiamo un po' . . . potremmo vedere pianeti nuovi , conoscere gente nuova. -

Chiede a voce alta per farsi sentire dalla mogli impegnata a cucinare, intanto che afferra il telecomando e accende il televisore .

-Si . . . perchè no?! -

Gli viene risposto dalla coniuge indaffarata a sfornare un bel pollo arrosto , il cui profumo intenso riempie la casa infondendole un atmosfera accogliente.

Sorride compiaciuto e s'abbandona alle comodità della sua casa , quest'uomo che da tanto tempo non rincasava .

Ma la pace non dura mai per lunghi periodi , e difatti , la porta si riapre e una ragazzina in uniforme scolastica di un rosso scolorito entra in scena. Si dirige immediatamente in salone parandosi davanti alla tv , incrocia le braccia sotto i seni e ingaggia un espressione imbronciata.

-Dovevi venirmi a prendere a scuola.-

Borbotta piagnucolando la mora dai lunghi capelli neri e gli occhi di un bellissimo blu intenso , lo stesso blu di cui erano tinte le iridi del padre .

-Si tesoro , me ne sono dimenticato . . . ma ora El , fa la brava e siediti qui con papà.-

L'espressione della giovane diventa seria d'improvviso , porta le mani istantaneamente lungo i fianchi , come se stesse sull'attenti , e come ordinatole va a sedersi sul divano .

-Brava la mia bambina .-

Esclama sorridendo il padre che con una mano scosta la gonna della giovane per accarezzarle il ginocchio con movimenti lenti .

-Domani il tuo papà ti porta al mare, ne sei contenta?-

 

 

“Un ultimo saluto”

 

Il sole alto nel cielo emana un tepore piacevole tipico degli ultimi giorni d'estate , il vento fresco soffia piano . Seduto su una sedia a rotelle un anziano signore sta sonnecchiando beato nella veranda di casa sua , una veranda soleggiata e tranquilla , immersa in un giardino dal prato curato di un bel colore verde . A delimitare il perimetro della grande villa a due piani,dalle pareti bianche, una lunghe fila di cespugli di rose blu . Il profumo dei fiori è delicato e assieme al vento entra nella residenza riportando alla mente del vecchio tanti ricordi , ricordi che oggi più che mai gli ritornano vividi .

Riapre gli occhi piano rivelando le iridi color noce , occhi stanchi di chi ha visto tante cose in vita sua .

Le rughe marcate , la pelle cadente , le mani grandi ma magrissime , gli ormai bianchi capelli ; un uomo dallo sguardo malinconico che non vede ormai più in la del cespuglio di rose .

Poggia le mani sulle grandi ruote della sua sedia e con la forza che gli resta fa muovere quella carrozzella in avanti , piano , con affanno .

Si ferma poi giunto al limite della veranda le quali assi di legno scricchiolano un po' al suo passaggio , poi tacciono come tace il resto.

La casa è silenziosa , i dintorni sono animati solo da sporadici rumori flebili , che l'anziano ormai non percepisce più .

Le assi tornano a farsi sentire ancor ,più di prima , qualcosa di più pesante pare si stia muovendo svelto su di esse . Il rumore poi s'arresta , il vecchio volta il capo per guardarsi alle spalle , mentre una mano giovane, di donna gli si posa sulla spalle.

-Dimmi , quante rose vedi ?-

Domanda il vecchio nel tanto che il suo petto si alza e si abbassa vistosamente , la sua voce è bassa , esile e affannata , ma chiara e calda come il sole .

-Elaboro . . . sono sicuramente dieci .-

Afferma la voce femminile dietro di lui .

-Ti sbagli amore mio . -

-No, sono sicura che i miei calcoli siano corretti .-

Scuote piano la testa e sorride l'uomo che porta la sua mano a stringere quella della donna, due mani completamente diverse , divise evidentemente dall'età che intercorre fra i due .

-Non la vedi ? La rosa più bella è qui accanto a me . . . sono undici le rose che oggi vedo .-

-Sei sdolcinato come al solito.-

Afferma con voce seria e a tratti metallica la donna .

Il vecchio continua a sorridere ,poggia la testa sulla spalla dove la sua guancia va a sfiorare la mano di lei .

Lei che è una giovane donna alta e magra , vestita di nero e con ai piedi un paio di anfibi , una donna dai corti capelli neri e senza cuore.

-Resta ancora un po' con me . . . Hyde , voglio sentirti dire ancora che mi ami. -

Dice poi mentre poggia l'altra mano sulla testa dalla chioma bianca accarezzandola piano , sfiorando appena quei fili sottili che sembrano quasi brillare alla luce del sole .

Sorride gioiosamente il vecchio , sorride ancore e ancora , mentre i suoi occhi color noce si chiudono piano , il suo respiro rallenta , rallenta sempre più .

-Addio , mio amato Hyde.-

La mora scosta piano le mani non appena sente esalare il di lui ultimo respiro . S'accosta poi a lui guardandolo per qualche istante prima di portargli un braccio dietro la schiena e l'altro dietro le ginocchia prendendolo in braccio senza difficoltà , tenendolo stretto a se . La testa dell'uomo va a poggiarsi sul petto della donna che scende con calma i tre scalini della veranda , mentre sotto i suoi passi e il suo peso le assi scricchiolano nuovamente .

Giunge nel bel mezzo del giardino dove coperta da un telo verde v'è una buca profonda , stretta e lunga quasi due metri .

-Non ti lascerò mai più solo . -

Sussurra il prototipo Eleven all'orecchio dell'anziano già dipartito .

Con un piccolo salto atterra nel mezzo della buca e lì vi adagia con cura il corpo dell'amato , gli incrocia le mani sul petto e gli posa sulle labbra ormai violacee un bacio .

-Adam!-

Chiama a gran voce la donna. E non passa più di un baleno prima che appaia correndo un giovanotto ben piazzato dai fulvi capelli riccioluti , il viso pallido dall'aria innocente impreziosito da due occhi che sembrano topazi e delle labbra sottili e rosee .

-Si ,signora!-

Esclama mettendosi sull'attenti , e vestito della divisa militare porge il suo ultimo saluto ai due.

La mora si stende sorridendo accanto all'amato poggiando la testa sul petto di lui, lì dove per anni ha riposato, in modalità stendby, ascoltando costantemente il ritmico suono del cuore dell'uomo che amava quando ancora provava sentimenti veri .

Piano , piano e zoppicando un po', anche un altro figuro familiare si è avvicinato alla fossa , e ora sorride guardando i due distesi l'uno accanto all'altro . Anche questo come Adam porge il saluto militare ai due .

-Agente speciale Hyde, mi faccia sapere se anche dall'altra parte si possono pilotare le navicelle .-

Esclama ridacchiando il vecchio e arzillo ex pilota .

-Sei un fissato nonno Dorian.-

-Non chiamarmi nonno , rottame .-

Risponde a tono aizzando il suo bastone contro l'androide che scuote il capo e alza gli occhi al cielo.

-Buona notte , ci vediamo nell'inferno degli androidi prototipo undici.-

Afferma una volta ritrovata la serietà il rosso militare . Cammina piano verso il cespuglio , lì dove una vanga giace arrugginita . La sposta prendendola in mano , rivelando dietro di essa un piccolo bocciolo acerbo di rosa , che diversamente dagli altri dieci , non è ancora sbocciato.

La vanga sprofonda nella terra raccogliendone una grossa manciata che viene lanciata sui due amanti nella fossa , e la prima manciata viene seguita da una seconda, una terza , sino a che la fossa non è completamente ricoperta .

Il sole è tramontato , il colore delle nuvole è divenuto di un rosa intenso che sfuma sino a diventare viola, poi si perde nel blu scuro della notte che incombe.

Sospira l'androide che lancia l'attrezzo lontano verso il cespuglio dal quale l'ha preso , si pulisce le mani sulla divisa sporcandola di terra e fa dietrofront .

-Andiamo nonno!-

Esclama risvegliando l'anziano Dorian seduto a terra con le spalle a stretto contatto con la navicella , il cui motore produce quel bel tepore come sempre. Si alza in piedi il vecchio che risale sulla navetta andandosi a sedere al panello di guida .

-Muoviti!-

Urla con voce roca richiamando il giovane intento a guardarsi alle spalle con aria malinconica.

-Si , eccomi.-

Risale anche lui , il portellone si chiude ermeticamente , poi con un sommesso rumore di motori la navicella riparte rapida lasciando dietro di se una scia di fumo bianco che si dissolve rapidamente .

 

 

Fine...

 

 

Finito .Eccoci arrivati all'ultimo capitolo di questa mia prima storia . Spero che vi sia piaciuta , spero che continuerete a seguirmi (perchè ho intenzione di scrivere altre storie ) e spero di aver allietato magari il vostro tempo libero con una storia diversa dalle altre , una storia che anche se scritta dall'inesperta scrittrice che sono , riconosco non essere una cretinata campata per aria senza capo ne coda.

In ogni caso , grazie a chi ha letto la mia storia arrivando con me a questo ultimo capitolo che non è null'altro che un “Cosa è successo dopo?”.

Spero di poter postare presto il primo capitolo della mia nuova storia, che sarà una storia figlia di due autrici diverse (me e una mia timida amica di cui non faccio il nome).

Ancora una volta invito tutti voi , se ne avete voglia , a lasciarmi una recensione , negativa o positiva che sia .

Ancora una volta vi esorto a scrivermi tutto quello che vi passa per la testa :

domande;

curiosità;

interrogativi;

dubbi dubbiosi;

Insomma tutto quello che vi pare inerente a questi capitoli e a questa storia.

Comunque senza tergiversare , grazie, grazie , grazie ancora , e alla prossima storia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2185254