New life

di yukiko_no_niji
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo + Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. (Finale) ***



Capitolo 1
*** Prologo + Capitolo 1. ***


Salve! Dopo un anno e qualche mese che non scrivevo torno su EFP (in parte grazie a RubyChubb ^^ ) con una storia diversa da quelle che solitamente scrivevo, su una band inglese: i McFly.

 

Chi sono i McFly?

 

I McFly sono una pop rock band Inglese fondata da Tom Fletcher (17 luglio 1985, chitarra/canto/tastiera) e formata anche da Danny Jones (12 marzo 1986, chitarra/canto/armonica), Dougie Poynter (30 novembre 1987, basso/canto e occasionalmente chitarra) e Harry Judd (23 dicembre 1985, batteria). Fino ad ottobre 2007, i McFly hanno inciso due studio album da numero uno "Room On The 3rd Floor", seguito da "Wonderland" e hanno pubblicato anche un album, dal titolo "Just My Luck", poiché sono apparsi nel film omonimo (in Italia è conosciuto con il nome di "Baciati Dalla Sfortuna") nei panni di loro stessi. Il loro terzo studio album è "Motion In The Ocean". Il 5 novembre 2007 i McFly hanno pubblicato l'album "All The Greatest Hits", la raccolta dei singoli di più grande successo dagli esordi nel 2004 all'ultimo singolo "The Heart Never Lies". A luglio del 2008 è prevista l'uscita del loro quarto studio album, dal titolo ancora sconosciuto.

 

La storia è già finita ed è stata pubblicata da me su un forum dove per nick ho *Giuly B.* (lo specifico per vari casi di plagio), e quindi non preoccupatevi, la storia ha già un suo finale.

 

Detto questo spero solamente che la storia vi piaccia e vi divertiate a leggerla ^^

 

IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Personaggi Principali.

Giovanna (la vera ragazza di Tom)

Tom

Dougie<3

Danny

Harry

Cottage di Giuly e sua mamma

 

 

Personaggi secondari.

James

 

 (Era uno dei cantanti di un altro gruppo inglese, i “Busted” che poi si sono sciolti. Ha fatto parte anche dei “Son of Dork” altra band, ma anche loro si sono sciolti).   

Candy

 

 

Buona lettura!

<3

 

 

 

•°¤*(¯`° New life °´¯)*¤°•

 

Prologo.


Senza nemmeno rendermene conto, ero già arrivata a Londra. Già… a Londra.
Quante volte già da piccola, avevo sperato che un giorno i miei genitori mi avrebbero portata a visitare quella città che tanto adoravo?!?
Tante,forse troppe volte.
Era il mio pensiero fisso. Desideravo andarci più di ogni altra cosa.
Avevo pregato i miei più volte, di mandarmi a fare una vacanza con le mie amiche, o con il mio ragazzo, ma niente. Mi avevano sempre proibito di fare quel viaggio, dicevano che ero troppo piccola per viaggiare da sola, o anche in compagnia. Ed io continuavo a sognare quella città, quei monumenti, quelle strade e la speranza non mi abbandonava mai.

Ma un giorno smisi di chiedere se potevo andare…

Poi, un pomeriggio, mia madre venne in camera mia, e con un sorriso sulle labbra mi informò che la sua Azienda Pubblicitaria aveva aperto una filiale a Londra e che lei, poiché erano anni che lavorava in quel posto, ed era praticamente diventata la vice del Capo, era stata nominata per andare a fare da intermediario tra le due Aziende, in quella londinese. Avrebbe informato il suo Capo di ogni cosa che sarebbe accaduta e avrebbe aiutato gli altri dipendenti a mandare avanti il lavoro.
Finalmente, dopo tanto tempo, la vedevo nuovamente con il sorriso sulle labbra e io non credevo alle sue parole. Finalmente il mio sogno si sarebbe avverato.
Avrei potuto finalmente visitare quel magnifico paese…

E adesso che ero lì, nella città dei miei sogni, sentivo solamente la nostalgia di casa mia.
L’Italia.

 

 

Capitolo 1.

Quando mia madre mi informò che saremmo partite di lì a poco, non mi rendevo conto che avrei dovuto lasciare moltissime persone: i miei amici, il mio ragazzo, e poi le mie abitudini, la mia scuola, la mia sicurezza di stare in un posto che ormai conoscevo molto bene.
Potevo portare con me solamente i ricordi.

La prima persona che informai della mia partenza fu Iris, la mia migliore amica. Io e lei avevamo frequentato tutte le scuole assieme: le elementari, le scuole medie ed stavamo assieme anche alle scuole superiori. Condividevo tutto con lei, ed era come una sorella per me. Quando le raccontai che sarei partita di lì a poco, sulle prime si rabbuiò, perché non voleva che mi portassero via da lei, ma poi mi disse che era felice perché sapeva quanto io ci tenessi a visitare quella città. Certo, non era la stessa cosa. Io avrei dovuto viverci.
Comunque sia, lei mi disse di prenderla nel migliore dei modi, di godermela e di farle sapere qualunque cosa mi fosse successo.

Lei mi fece notare il lato positivo di quella situazione. Anche se mi stavo allontanando da loro avrei potuto conoscere nuovi ragazzi, farmi nuove amicizie e poi, mi disse che lei sarebbe sempre rimasta lì per me e che se avessi mai avuto bisogno sarebbe arrivata in qualsiasi momento in mio aiuto. Inoltre mi informò che avrebbe fatto di tutto per venirmi a trovare durante le vacanze natalizie, e visto che era inizio Settembre quando io me ne dovevo andare, mi disse che quattro mesi sarebbero passati molto velocemente.

La seconda persona a cui ne parlai fu Daniele, il mio ragazzo. Inutile dire quanto fu difficile per me dirgli che me ne sarei dovuta andare. Lui era la mia metà e io non avrei mai voluto andarmene e lasciarlo là da solo. Infatti, anche se la distanza era molta e non ci saremmo potuti vedere per molto tempo, ci amavamo troppo e in quel momento decidemmo che era meglio non lasciarsi. Io e lui stavamo assieme da ormai tre anni. Uscivamo con Iris, il suo ragazzo Matteo e un’altra coppia, Vanessa e Walter. Eravamo sei pazzi scatenati, sempre in giro a fare baldoria, sei amici che potevano sempre fidarsi l’uno dell’altra.

Erano stati molti i momenti tristi in quegli anni, come la morte di mio padre, o la grave malattia di Matte, che poi superò alla meglio, e noi non ci eravamo mai allontanati, ma eravamo sempre rimasti uniti per superare le difficoltà.
E poi erano tantissimi i ricordi belli che avevo con loro: le cene in pizzeria, le feste al Bowling, il cinema, le serate passate sulla spiaggia con un piccolo fuoco e la voglia di stare insieme, a contare le stelle o a farci i dispetti.
A scuola eravamo in classi diverse, noi ragazze eravamo in una sezione, mentre i ragazzi erano in un’altra, ma non perdevamo occasione per ritrovarci ad ogni cambio d’ora.

Arrivò poi il giorno prima della partenza, e senza che io avessi saputo niente, quei matti avevano preparato una festa a sorpresa per me. C’erano tutti i miei compagni di scuola, che avevano saputo dai miei amici che non sarei tornata a scuola con loro quell’anno, c’erano gli amici del mare e tante persone che conoscevo. E un grande striscione troneggiava nella stanza:
“Buon viaggio Giulia, non ti dimenticare di noi!”.
Guardai malissimo Dani che con una vocina intimidita mi disse:
«E che sorpresa era sennò?!?» Gli diedi uno scappellotto in testa e tutti scoppiammo a ridere.
Mi divertii un mondo.

Iris e Vanessa avevano chiamato un ragazzo per intrattenere la festa cantando, ma ovviamente dopo una mezz’oretta che la festa era cominciata, io e loro due avevamo preso possesso delle basi e del microfono e cantammo tutta la sera come delle pazze. Poi, come ogni volta che c’era una situazione più o meno triste, versai un fiume di lacrime e la voglia di andarmene mi aveva completamente abbandonata. Così salutai una volta per tutte i miei amici e il mio ragazzo e partì per una nuova vita.

Durante il viaggio in aereo, il primo sia per me che per mia madre, io e lei parlammo un po’ di come ci saremmo sistemate là. L’Azienda le aveva dato una casetta a due piani in cui abitare e cercavamo di immaginarci come potesse essere stata. Anche se mi mancavano già i miei amici, ero felice di vedere nuovamente mia mamma con il sorriso. Erano due anni ormai, che era morto mio padre e in quei due anni avevo visto raramente mia madre sorridere. Eravamo rimaste solamente io e lei, poiché non avevo né fratelli e né sorelle, e i miei nonni non li avevo neanche conosciuti. Noi avevamo sempre avuto un bel rapporto, ma dopo quella tremenda perdita, io e lei ci avvicinammo ancora di più. Eravamo più due amiche, piuttosto che mamma e figlia. La mia felicità era la sua, quindi se andare via avrebbe giovato un po’ alla sua felicità, avrei fatto uno sforzo per pensare positivo e vivere al meglio tutto quello che mi sarebbe successo.

Arrivate a destinazione, chiamammo un “Black Cabs”, tipico taxi londinese, che ci portò fino all’indirizzo della casa.
Io e mia madre, dopo aver pagato il taxi, posammo le valige sul marciapiede e restammo con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati verso il nostro nuovo alloggio: un cottage, veramente molto grande per due sole persone. Era costruito su due piani e aveva anche un rustico, tutti per noi.
In Italia abitavamo in un semplicissimo condominio, quindi quella nuova casa ci sembrava veramente enorme per le nostre esigenze. Iniziammo a portare dentro le nostre valige e notammo che gli scatoloni che avevamo spedito un po’ di tempo prima erano già arrivati.

E adesso ero lì, nella mia nuova stanza al secondo piano, che cercavo di sistemare al meglio le mie vecchie cose.
E che pensavo alla mia Italia, ai miei amici, al mio amore.
Cercai di scacciare la malinconia e iniziai a disfare tutti gli scatoloni.
Prima di tutto misi i vestiti dentro gli armadi e poi rifeci il letto.
Volevo dare un aspetto familiare a quel posto così vuoto.
Sul comodino alla destra del mio letto misi tre cornicine: una ritraeva me assieme mia madre e mio padre, un’altra ritraeva me e Daniele e nell’ultima c’ero io assieme agli altri cinque pazzi.
Appesi un po’ di cornici piene di foto ai muri, il mio immancabile orologio con i micini, rigorosamente un’ora indietro rispetto all’Italia, e un po’ di poster di gruppi e di paesaggi.

Dopo due ore passate a sistemare, finalmente quella camera aveva assunto un aspetto confortante.
Chiamai Dani sul cellulare, per dirgli un po’ del viaggio e del cottage, di come ero felice che mia madre sembrasse riprender vita, ma fu inevitabile che dopo cinque minuti di conversazione fossi già con le lacrime agli occhi. Lui mi parlò dolcemente, dicendomi che in fondo ci saremmo sempre sentiti e che non ci saremmo mai abbandonati. Mi raccontò di quello che aveva fatto con gli altri ragazzi e poi lo salutai.
Mi asciugai le lacrime, sorridendo, e poi mi affacciai nel corridoio per capire se mia madre era nella sua stanza ( che era in fondo al corridoio al lato opposto alla mia), ma non sentendo nessun rumore, scesi in cucina per vedere se era lì, ma non la trovai. Allora guardai in sala, nel bagno e nello stanzino del primo piano: ma niente.
Scesi ancora le scale verso il rustico e la trovai li, che contemplava la stanza seduta su una poltrona davanti al caminetto, con un’aria sognante stampata sul viso.

Sorrisi e le dissi:
«Ti piace proprio questa casa è !!»
«Si, è molto molto bella. Peccato che sia così grande! Ci avanza una stanza al piano superiore e il ripostiglio al primo piano è veramente troppo grande per essere un ripostiglio…»
«Vedrai che in qualche modo faremo. Anche se dovrò abituarmi a questo fatto dei tre piani. Per trovarti adesso ho dovuto cercare un bel po’, senza contare tutte quelle scale!» Borbottai tra me e me.
«Suvvia Giulia, sei sempre a lamentarti! Un po’ di scale non possono farti altro che bene…» disse lei guardandomi divertita.
Di rimando la guardai con la mia solita faccia permalosa che facevo quando mi diceva qualcosa di poco carino e lei si mise a ridere.
Dopo di ché andammo in cucina e cenammo.
Era la nostra prima cena a Londra; mamma mi disse che il giorno seguente sarebbe venuto un tecnico per mettere la linea telefonica, in modo da portesi collegare con internet, visto che era di vitale importanza sia per lei che per me. E mi incoraggiò, dicendomi che ce la saremmo cavata pure in questa nuova situazione.
Io sentivo la mancanza di casa, ma allo stesso tempo sentivo dentro di me un’adrenalina del tutto nuova. Anche se non lo volevo ammettere ero curiosissima di sapere come sarebbe stato vivere lì.

Dopo aver mangiato aiutai mia madre a mettere a posto e poi andai a in camera, distrutta di tutta la giornata, dal viaggio e dal trasloco.
Mandai un messaggio a Daniele, per auguragli la buona notte e poi mi misi sotto le coperte.

Sospirai.
La mattina seguente, mi avrebbe atteso il primo giorno di scuola, nel nuovo Liceo, con nuovi ragazzi, nuovi professori, e soprattutto un’altra lingua da parlare.
Guardai le foto dei ragazzi e poi pensai a quello che mi aveva detto Iris.


Sarebbe stata una nuova avventura e io l’avrei vissuta nel migliore dei modi.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

 

Capitolo 2.

La mattina dopo alle 6 ero già in piedi. Durante la notte non avevo dormito molto, ed ero un po’ emozionata all’idea di dover andare per la prima volta in una scuola inglese con persone che non conoscevo e parlare una lingua che sì sapevo, ma che comunque non era la mia.
Così mi tirai giù dal letto e andai in bagno a farmi una bella e soprattutto lunga doccia rinfrescante. Finita la doccia tornai in camera e mi vestii. Optai per un paio di jeans ed una maglietta a maniche corte a righe bianche e fucsia. Dopo di ché mi precipitai in cucina per fare colazione con la mia solita tazza di latte con i cereali, e poi a pancia piena, mi dedicai al trucco e mi lisciai i capelli con la piastra.

Mi guardai allo specchio.
I miei capelli erano castani e i miei occhi marroni.
Uff.
Ero così banale.
Preparai lo zaino e dentro ci misi anche il lettore mp3. Non ero sicura che sarei riuscita a fare conoscenza con qualcuno proprio il primo giorno.

Quella mattina mi accompagnò madre a scuola, così mi fece vedere la strada che avrei dovuto fare a piedi dalla mattina seguente e quando arrivammo davanti al cancello la salutai.

Mi voltai e osservai la scuola.
Non c’era anima viva e tutto sembrava tacere.
Meglio così, pensai
Probabilmente stavo evitando tanti sguardi, curiosi di conoscere una nuova arrivata. O forse, non avrei destato il minimo interesse verso di loro…

Entrai nella scuola e non mi fu difficile trovare l’ufficio per chiedere le informazioni necessarie per l’orario e per l’armadietto.
La signora che trovai dietro alla cattedra dell’ufficio, fu molto cordiale con me e mi dette un foglio in cui erano appuntati tutti i miei orari scolastici della settimana, vari coupon per la attività extra-scolastiche (sempre che avessi deciso se fare qualcosa o meno) e la fondamentale piantina della scuola, che già quella mi sembrava abbastanza incasinata da capire.

Presi tutte le mie cose e mi avviai verso la mia aula, al terzo piano. Appena uscì dall’ufficio, mi accorsi che la scuola piano piano si stata popolando e che un po’ di studenti erano già arrivati. Parlavano inglese e sentivo una strana musicalità nelle orecchie. Sorrisi.

Io ero all’ultimo anno e anche se non c’avevo ancora pensato avrei dovuto sostenere gli esami là, mentre i miei amici se la sarebbero spassata alla grande a fare la Maturità tutti assieme.
Tsk. Cercai di scacciare via quel pensiero.

 
Trovai la mia classe e con piacevole sorpresa notai che era mezza vuota.
Ok, avrei potuto farcela ad arrivare a quel banco proprio in fondo all’aula, sulla sinistra, vicino alla finestra. Solitamente i nuovi arrivati, andavano sempre in fondo, o almeno così avevo visto in tanti film.

Poco dopo la classe si era riempita e vidi alcuni dei ragazzi bisbigliare e guardarmi, o almeno era quello che era parso a me. Ma pensai che tutto sommato fosse una cosa normale.

Una ragazza castana con i capelli mossi e gli occhi marroni, si sedette nel banco vicino al mio; quando mi guardò con una faccia tra il sorpreso e l’interrogativo della serie “Ma te chi sei?” io le rivolsi un sorriso timido, ma prima che potessimo scambiare due parole arrivò il professore, e come avevo previsto che succedesse, mi chiamò alla cattedra e mi chiese di fare una piccola presentazione. Completamente rossa, mi alzai e mi presentai alla classe:
«Salve a tutti voi!! Mi chiamo Giulia e vengo dalla Toscana, in Italia.. Perdonatemi se la mia pronuncia non è il massimo, ma sono arrivata ieri sera..» Pessima battuta.. Osservai i miei nuovi compagni che mi guardavano curiosi e continuai «Che dire? Spero di trovarmi bene qui e spero di fare nuove amicizie.» Dopo di ché guardai il professore con un’aria implorante e lui mi sorrise compiaciuto e mi disse che potevo tornare al mio posto. Così, fece l’appello.

«Adams Ann»
«Presente»

«Bourne James»
«Presente»

«Cooman Mark»
«Presente»

Mentre il professore faceva l’appello, io osservavo i ragazzi che rispondevano. La prima ragazza, Ann, era una ragazza rossa, i capelli riccioli, con degli occhi azzurro cielo, il naso all’insù e tante lentiggini sul viso. Aveva un’aria simpatica. Mentre il ragazzo, James, mi pareva, era molto interessante. Cioè, in Italia di tipi come lui sinceramente non ne avevo mai visti. O almeno dove abitavo io non ce n’erano…
Aveva i capelli sulla parte superiore decolorati e sotto neri. Un taglio particolare, ma che a lui donava moltissimo. Una maglietta con la scritta “New Found Glory” che probabilmente era il nome di un gruppo o roba simile, dei jeans abbastanza larghi e delle scarpe a quadretti, che riconobbi come le Vans. Era veramente un ragazzo affascinante ed intrigante. Ero molto curiosa di sapere che tipo di persona era.

Non so il perché, ma quel ragazzo mi ispirava tanta simpatia.

E dovevo ammetterlo, era anche molto bello.

«De Rossi Giulia»
La voce del professore mi riportò sul pianeta Terra.
«Presente» dissi.

Tornai ad osservare i miei nuovi compagni, mentre il professore continuava a chiamare gli studenti. Era una classe molto moderata. C’erano tanti ragazzi, per quante erano le ragazze.
Tornai ad osservare James un secondo. Quel ragazzo mi attirava moltissimo. Ma proprio nel momento in cui lo stavo guardando, lui si voltò verso la mia parte e mi sorrise.
Sorrise a me.
Dovevo essere rossissima in volto, ma riuscì a fare un piccolo sorriso.
Non l’ avevo notato prima, ma aveva degli splendidi occhi azzurri.

«Doleman Candy»
«Presente»

Una mano pronta, con un vistoso smalto rosso alle unghie, si alzò, svolazzando qua e là. Apparteneva ad una ragazza dai capelli biondo platino, così biondo, che sembravano finti, e perfettamente piastrati. Neanche un capello era fuori posto. L’abbigliamento mi lasciò un po’ sbalordita. Aveva una magliettina a righe abbastanza scollata, abbinata ad una mini-mini-minigonna di jeans, per finire con dei vertiginosi tacchi rossi, che riprendevano il colore dello smalto e delle righe della maglietta. Dove stavo io prima un abbigliamento del genere sarebbe andato bene per andare a ballare in discoteca, ma per andare a scuola proprio no… Comunque feci caso che lei era la ragazza più appariscente e forse gli altri erano abituati al suo abbigliamento, perché nessuno sembrava farci caso più di tanto.
Poi vidi James voltarsi verso di lei.
Lei agitò nuovamente la mano e gli sorrise.
Lui contraccambiò.
Illusa.
Forse stavano assieme.
E lui voleva essere solamente cortese con me.
E io avevo già un ragazzo che mi voleva bene.

«Falcone Giovanna»
Giovanna?! Quel nome italiano, mi distolse dal pensiero di James.
Con mia sorpresa la ragazza castana che stava seduta accanto a me, alzò la mano.
«Presente»

Rimasi a fissarla per qualche secondo.
Era italiana anche lei?!?
Dovevo saperlo.

Mente il professore continuava a fare l’appello, presi un piccolo pezzetto di carta e ci scrissi sopra:
“ Scusami, ma la curiosità è troppo forte… Sei italiana pure tu?”
Le passai il biglietto, stando attenta che il professore non mi vedesse, mentre eseguivo la mia azione, e vidi che lei sorrise mentre lo leggeva. Poi prese una penna e appuntò qualcosa sopra il mio biglietto.
Me lo ripassò.

“Non scusarti! Diciamo che ho origini italiane, mio padre è italiano. Se vuoi dopo, possiamo pranzare insieme, così parliamo!”

La guardai e le sorrisi, per farle capire che mi andava bene.
Lei mi sorrise di rimando.

Quella ragazza doveva essere molto gentile. Io nuova arrivata, dopo i primi dieci minuti di lezione, le avevo mandato un bigliettino. Era già tanto se non mi aveva mandata a quel paese per la sfacciataggine. Purtroppo quello dei bigliettini per me era sempre stato un vizio. Ma lei era stata così carina da rispondermi, e anzi, ad invitarmi pure a pranzo con lei.

Il professore, ci spiegò gli argomenti che avremmo affrontato quell’anno; insegnava Inglese, il mio vecchio Italiano, ma fui felice di scoprire che molti argomenti erano molto interessanti. Era la letteratura tra l’800 e il ‘900.
Poi dopo le sue due ore, ci furono due ore di matematica, probabilmente la materia che avrei dovuto studiare di più, e poi un’ora di fisica.

Arrivò comunque abbastanza in fretta l’ora di pranzare e mi avviai al mio armadietto per posare i miei libri.
Quando finì di metterli a posto, notai Giovanna che stava venendo nella mia direzione.
Le sorrisi e le tesi la mano.

«Piacere Giulia, scusami la sfacciataggine di prima di mandarti il biglietto, ma ero veramente curiosa di sapere se anche tu eri italiana come me.»
«Piacere Giovanna» disse stringendomi la mano.
«Non preoccuparti, non sei stata affatto sfacciata. Credo debba essere dura per te cambiare scuola all’ultimo anno, in un posto poi in cui non parli la tua lingua madre. Sentendo il mio nome probabilmente hai pensato che ero italiana pure io»
«Esattamente»
Sorrise.
«Come ti ho scritto prima, io ho origini italiane, poiché mio padre viveva in Italia. Poi venne qua e conobbe mia madre, così è rimasto, ed io poi sono nata qua. Sono stata in Italia solo una volta da piccola e mio padre mi ha insegnato a parlare un po’ in italiano, ma non sono molto brava ancora. Ma in casa abbiamo un po’ di abitudini italiane, come ad esempio la cucina. Mi piace tantissimo fare la pizza, e soprattutto la pasta. Ogni giorno provo una nuova ricetta, che faccio assaggiare sempre al mio ragazzo… Poverino»
Risi alle sue parole, ma prima che potessi dire qualcosa, una voce maschile parlò dietro di me.

«Perché sarei poverino? Dimmi Gi!»
Mi voltai e vidi un ragazzo abbastanza alto, con dei capelli molto biondi, dei dolcissimi occhi marroni, e notai che quando sorrideva, si formavano sulle sue guance due simpatiche fossette.
«Ehi Tom!»
Il sorriso di Giovanna si illuminò ancora di più alla vista del ragazzo. Poi ci presentò.
«Stavo giusto parlando con Giulia delle mie origini italiane. Sai lei si è appena trasferita qua e non conosce nessuno. Così le stavo raccontando un po’ di me e delle mie abitudini italiane… e delle ricette che ti faccio sempre provare!»
«Ah, adesso capisco! Si, si è veramente brava i cucina, credimi»
Disse rivolto verso di me.
«Comunque Giulia, io sono Tom! Piacere!»
Arrossii alla gentilezza di quel ragazzo.
«Il piacere è tutto mio» Dissi. Poi lui si rivolse a Giovanna.
«Senti io adesso vado a mangiare con gli altri tre sciagurati. Dobbiamo discutere di un paio di canzoni. Ci vediamo dopo ok? È stato un piacere conoscerti Giulia, spero che ci rivedremo presto!»
Dopodichè diede un leggero bacio sulle labbra a Giovanna e si avviò lungo il corridoio.

“Che bella coppia che sono!” pensai.
Improvvisamente sentì una tremenda mancanza di casa, soprattutto di Daniele. Avrei voluto averlo lì con me.

 

 

 

 

 

 

Eccoci di nuovo qua!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Prima di passare ai commenti delle recensioni, vorrei invitare chi legge a lasciare un piccolo commento… Non è per il numero delle recensioni nella storia, ma per il semplice fatto che più opinioni possono aiutarmi nella scrittura del testo!

Quindi fatevi avanti!! *.* che sono curiosa di sapere che ne pensate!

 

 

Ringraziamenti del precedente…

X_blossom_x : *Sospira* *vocina alla Baz* eeeeeeeeeeh mancano i quote qui xDDDDD Noi altri siamo abituati ai quote… Ma quello che hai detto mi ha fatto tantissimo piacere ugualemente!!! *.* Awww sono felice di sapere quello che pensi… è vero quando ero a questo punto io e te non ci conoscevamo *ripensing a un anno fa* Beh spero che questo incontro con Gi ti sia piaciuto xDD Love ya

 

RubyChubb : Ma che piacere averti qui! La mia prima nuova lettrice!! *.* mi fa veramente piacere che tu l’abbia letta! Ti rispondo al commento dicendoti che odio le virgole xDD Però sto cercando di metterle solamente nei punti giusti! C’è stato il periodo di eccesso di puntini e il periodo di eccesso di virgole! (Ne ho cancellate una marea da come era prima, ma alcune mi sono sfuggite!) Beh spero che la storia inizi a prenderti un po’ di più.. Purtroppo ci vuole un po’ prima di vederli tutti, ma poi arrivano! Grazie mille ancora!!!

 

Poynter : Questo nick mi fa ridere solo a scriverlo xDDD Sembra che Dougie mi ha recensito la storia xDD Ok la smetto. Grazie mille per le tue parole, lo sai che le apprezzo moltissimo!!! Io non so che dire!! Ti adoro ecco! E se qualche volta vorrai passare a commentare qualche capitolo, per me non potrai farmi altro che piacere!!! Un bacione grande!!

 

 

E adesso a voi! ^^

Commenti?

 

Alla prossima

Giuly.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

 

Capitolo Terzo.


La voce di Giovanna mi riscosse dai miei pensieri.
«Che facciamo? Andiamo anche noi a mangiare?»
«Si molto volentieri..›› Sorrisi ‹‹Sono felice di aver trovato te! Sei molto gentile. Se ero da sola a quest’ora, mi sarei sicuramente persa.»
«Ma figurati!! E di cosa mi ringrazi poi? Al limite sono io che devo ringraziare te!!» disse sorridendo. «Mi hai appena salvata da un ennesimo pasto assieme agli altri “Tre sciagurati” come li ha chiamati Tom!» La guardai con aria interrogativa e lei riprese «Sono i tre migliori amici di Tom, si conoscono da quando sono piccoli!! Sono dei matti e hanno deciso di formare un gruppo da due mesetti a questa parte. Stanno scrivendo le canzoni e la sera provano nel garage di Tom. E come ha detto Tom prima, adesso si trovano a pranzo e discuteranno di qualche nuova canzone. Io ci sto bene con loro, perché sono proprio divertenti, ma preferisco sentire il prodotto finito, piuttosto che avere anticipazioni!»
«Wow!» dissi io. «Saranno la prossima band a sfondare allora!!»
«Seeeee» disse lei divertita «Non hanno ancora nemmeno trovato un nome per la band!! Ne hanno di strada da fare!»

Ci avviammo verso la mensa e notai con sorpresa che era molto grande. Tantissimi ragazzi erano già seduti ai tavoli, ma alcuni erano ancora vuoti. Io e Giovanna prendemmo due vassoi e prendemmo due panini e una Coca a testa. Poi andammo a cercare posto.
Forse non sarebbe andata male come credevo. Giovanna era veramente una persona gentile e speravo di instaurare una bella amicizia con lei. Avrei dovuto pensare un po’ più positivamente e tutto sarebbe andato sicuramente meglio.

Quando trovammo posto, ci sedemmo e parlammo un po’ delle nostre abitudini. Mi chiese dell’Italia e di come era fare la scuola la, se avevo trovato delle differenze tra le due scuole, per quello che avevo e se quella scuola mi era piaciuta.
Le dissi che ero ancora un po’ elettrizzata visto che era la prima volta che mi capitava di cambiare scuola.
Mi guardai attorno, per vedere se trovavo qualche faccia familiare all’interno della mensa e riconobbi alcuni dei miei compagni di classe, e in particolare in un tavolo, vidi James assieme a Candy e altri ragazzi che parlavano e ridevano. Candy stava sbaciucchiando James sulla guancia e sul collo, il che mi portò a pensare che forse stavano seriamente assieme e che lui voleva solamente essere cortese con me, la mattina in classe.
In un tavolo molto lontano dal nostro, vicino ad una finestra, c’era Tom con altri tre ragazzi. Stavano animatamente parlando e ridendo tra di loro. Due erano si spalle, quindi non potevo vederli bene, ma vidi che uno aveva i capelli biondi, un po’ scuri, con alcuni riflessi più chiari, mentre l’altro aveva i capelli castano-rossicci. Il ragazzo che sedeva vicino a Tom, invece, aveva i capelli scuri con delle punte bionde qua e là, e notai che agitava tra le mani due bacchette. Probabilmente era il batterista della band. Chissà che genere di musica facevano!
Ad un certo punto, mentre chiacchieravano, vidi Tom sporgersi verso il ragazzo che aveva i capelli castano-rossicci e dargli uno scappellotto in testa.
Ahi!
Doveva avergli fatto un po’ male, perché riuscivo a vedere il ragazzo che si massaggiava la testa.
Probabilmente c’era abituato, perché gli altri due se la ridevano come dei matti.
Tornai a guardare Tom.
Sorrisi.

«Se posso vorrei farti una domanda.» Dissi a Giovanna.
«Certo! Chiedimi pure tutto quello che vuoi.»
«Ok. Ho notato che tu e Tom siete una coppia affiatata!! State molto bene assieme. Da quanto tempo siete fidanzati?»
«Si, sono molto legata a lui. Sono tre anni che stiamo assieme, e spero di passarci più tempo possibile. È una persona d’oro!»
«Si, ho notato!»
Anche io era da tre anni che stavo con Daniele.
Daniele.

La mia mente tornava sempre a lui e così mi rabbuiai un po’.
Chissà che stava facendo in quel momento.
«Ehi Giuly! Che succede?» Mi chiese dolcemente Giovanna.

Le sorrisi debolmente.
«Niente, tranquilla.. è che pensavo al mio ragazzo.»
«Ah!» disse lei con un sorriso triste «Hai il ragazzo in Italia? Allora deve essere dura per te!!»
«Tantissimo. Si chiama Daniele e proprio come te e Tom sono tre anni che stiamo assieme. Non sono nemmeno 48 ore che sono partita e già sto malissimo e sento molto la sua mancanza. Eravamo sempre insieme, quando ero là. E poi mi mancano anche i miei amici. Adesso loro saranno a scuola tutti assieme a divertirsi…» Sospirai «Ma adesso sono qua!» Sorrisi a Giovanna «sono fortunata ad aver trovato una persona gentile come te! Non tutti si sarebbero presi la briga di accollarsi la nuova arrivata!»
«Per me è solo un piacere. E poi sono felice di fare nuove amicizie! Anzi… Quando poi ti sarai sistemata e vorrai uscire un po’, non ci sono problemi!! Potremmo andare un po’ in giro per il centro, a vedere i posti che non hai ancora visitato e a fare shopping, oppure potresti venire alle prove dei ragazzi nel garage di Tom. Sono sicura che sarebbero felicissimi di conoscerti!»
«Grazie Gio! Sei veramente gentile!»
Ero sicura che lei sarebbe stata un perfetto Cicerone…
Finimmo di pranzare e parlammo un po’ di quello che ci attendeva nella lezione pomeridiana. Ci sarebbe stata Educazione Fisica.

Quel pomeriggio mi divertii molto, anche perché dopo un po’ di corsa e alcuni esercizi di riscaldamento, giocammo a Pallavolo, uno dei giochi sportivi che mi piacevano di più.

Finite le lezioni pomeridiane, salutai Giovanna e mi incamminai verso casa.
Da quel che sapevo io, Londra era una città molto piovosa e umida, ma stranamente, quel giorno era molto bello, così fu piacevole tornare nella nuova casa a piedi.
Erano veramente dei bei posti. Mi era sempre piaciuto fare passeggiate in posti che non conoscevo e quella camminata mi fece venire il sorriso sulle labbra. Tornai a casa più serena di quanto potessi sperare.

Trovai mamma indaffarata a preparare la pizza per la cena.
Mi chiese come era andata la giornata e io le raccontai tutto quello che mi era successo: da quando ero arrivata a scuola ed ero stata nella segreteria, a Giovanna e alle sue origini italiane e alla conoscenza di Tom, a come era affascinante James e quanto fosse stravagante Candy.
Lei ascoltò tutto con molta attenzione e curiosità e poi mi dette la notizia più bella che avrebbe potuto darmi.
«In camera ho sistemato per bene il pc… Oggi è venuto il tecnico per la linea telefonica e adesso è tutto a posto. Mi sono già collegata, per vedere se funzionava e va alla perfezione. Se vuoi, puoi andare a sentire come stanno i tuoi amici!»

I miei occhi brillavano dalla felicità. Abbracciai mamma e corsi su nella mia nuova camera e mi collegai in un secondo. Aprii Messenger e fui felice di scoprire che erano tutti lì: Dani, Iris, Vane, Matte e Walter. Appena entrai aprirono una conversazione a 6 e parlammo tantissimo. Mi chiesero come era andata la giornata, chi avevo conosciuto e come era la scuola londinese.
Io raccontai a loro tutto quello che avevo raccontato a mamma.
Poi andai a mangiare, promettendo loro di tornare dopo cena.
Infatti, dopo aver mangiato la squisita pizza di mamma, tornai sul pc e chattai con Dani fino a notte fonda.

Mi raccontò che la scuola era sempre la stessa, e che tutti i prof avevano fatto loro la paternale, perché quell’ anno ci sarebbero stati gli esami di Maturità e quindi avrebbero dovuto impegnarsi da subito. Mi disse che aveva sentito molto la sua mancanza e che senza di me, il gruppo non era più lo stesso. Mancava un piccola parte che componeva il puzzle della nostra amicizia, ma io gli dissi che ci saremmo sempre sentiti sia con il cellulare, ma soprattutto su Msn, visto che conveniva di più ad entrambi. Poi, dopo esserci salutati, staccai il pc.

Quella sera andai a letto stanchissima. La sera prima avevo dormito si e no tre ore. Con il viaggio e il primo giorno di scuola, Morfeo mi portò con sé in un secondo.

 

 

Ringraziamenti:

 

RubyChubb : Ciao! Non preoccuparti delle critiche, non possono che fare bene!!! Che carini i quotes che sono xDD Si anche questo capitolo è un po’ di transizione.. poi dal prossimo si inizia a entrare nel vivo della storia, ecco. Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto l’altro capitolo! Ma spero di fare sempre meglio *.* Graziee

 

X_Blossom_x : xDDD che fai le spedizioni punitive??? Tanto non legge nessuno uguale xDD Grazie per il tuo commento, lo sai che mi fa piacere che rileggi… anche se ti devi rompere un bel po’ xDDD Awwww love a te <3

 

 

Commenti?

Alla prossima

Giuly.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Quarto.

I giorni scorrevano veloci ed era passato già più di un mesetto da quando ero arrivata a Londra.
Praticamente Ottobre era finito.
La vita procedeva tranquillamente, anzi molto meglio di quello che avrei potuto sperare.
Il giorno ero sempre a scuola, poi quando tornavo a casa studiavo e chattavo con i miei amici ed il mio ragazzo.
Mi mancavano tantissimo, ma il fatto che li sentivo tutti i giorni mi faceva stare meglio.
Inoltre a scuola ormai mi ero ambientata molto bene e i miei compagni di classe erano tutti molto simpatici con me.
Le materie erano interessanti, anche se ogni tanto c’era qualche lacuna qua e là, ma per il resto andava una meraviglia.
E poi avevo legato con Giovanna che si era rivelata una ragazza meravigliosa, dolce e simpatica.
Nei miei momenti di mancanza dell’Italia mi dava sempre un motivo valido per sorridere e non essere triste e mi faceva stare bene.
Non avevamo avuto molte occasioni di trovarci fuori di scuola, perché lei aveva Tom e io stavo quasi sempre con mamma quando ero a casa.
Ma la cosa che più mi pareva strana era che io non avevo più incontrato a scuola la famosa Band di Tom…

Un pomeriggio, il primo Sabato di Novembre, mamma era impegnata e Tom aveva da fare con la sua nascente band, così io e Giovanna decidemmo di andare a fare il famoso giro della città, che mi aveva promesso il primo giorno di scuola.

Fu assolutamente fantastico.
Io e mamma in casa eravamo molto indaffarate, quindi non avevamo mai avuto abbastanza tempo per andare a fare un bel giro della città ed io non avevo ancora visitato i posti tipici di Londra. Lei mi aveva portata a visitare l’Azienda e poi la Domenica ogni tanto invitava i vicini, quindi dovevo aiutarla a cucinare e poi a pulire la casa.
E i fine settimana volavano via e noi non uscivamo quasi mai.
Ma quel pomeriggio fu meraviglioso per me.

Passeggiare tra le strade di Londra era assolutamente fantastico…
Prendemmo la metro e arrivammo alla stazione di Westminster. Quando salimmo le scale per uscire dalla metro, mi ritrovai davanti al Big Ben, ed accanto ad esso la casa del Parlamento.
Non credevo di essere veramente lì!
Un conto era vederlo in foto, ma vedermelo lì, davanti ai miei occhi, mi riempi il cuore di gioia.

Così Gi mi portò a visitare Westminster Abbey e poi procedemmo lungo il Tower Bridge e ammirai la ruota panoramica, anche se decidemmo che ci saremmo tornate un altro giorno.
Prendemmo nuovamente la metro e visitammo Picadilly Circus ed entrammo nel negozio della Virgin che si trovava proprio li, ed io rimasi meravigliata da quanti cd c’erano dentro. Scherzai con lei che forse un giorno avrebbe potuto trovare li dentro un cd della band di Tom.
Poi decise che era arrivato il momento di farmi vedere Harrods, così prendemmo nuovamente la metro ed arrivammo dritte dritte all’immenso palazzo.

Ero a dir poco stupefatta.
Cinque interi piani di negozi di alta moda e grandi marche.
Entrammo dentro e iniziammo a osservare tutte le borse, vestiti e accessori che c’erano.
Alla fine io comprai una borsa con su il disegno della bandiera dell’Inghilterra e lei un paio di orecchini.

Dopo un po’ iniziammo ad essere stanche e così decidemmo di tornare a casa.
Sapevo che Londra era una città immensa e che non sarebbe mai bastato un pomeriggio per visitarla, ma avevo una grande svariata quantità di fine settimana da passare ancora là, quindi non mi persi d’animo.

Un pomeriggio di pochi giorni dopo, io e Gi eravamo a scuola e mentre stavamo per tornare a casa mi ricordai di aver scordato il diario nella classe di Biologia, così le chiesi di accompagnarmi a riprenderlo.
Arrivate nell’aula fui abbagliata dalla luce accecante del tramonto.
I raggi del sole filtravano nelle finestre e irradiavano tutta la stanza.
Solo dopo pochi istanti che ero nell’aula, mi accorsi che non era vuota.
Un ragazzo era indaffarato a finire di fare lo zaino e imprecava con i suoi libri in disordine sul banco.
Sbuffava.
Poi, quando ebbe finito, si mise lo zaino in spalla, alzò lo sguardo e inevitabilmente incontrai  i suoi occhi, che erano di un colore celestiale. Erano azzurri come il cielo in una giornata serenissima, limpidi e semplicemente stupendi. Aveva i capelli biondi e con i raggi del sole che filtravano nella stanza, parevano essere dorati. Indossava una semplicissima maglietta celeste con una scritta nera della Billabong, che risaltava ancora di più il colore dei suoi occhi e dei larghi pantaloni di jeans, corti, che gli arrivavano poco sotto il ginocchio.

Prima che io fossi capace di razionalizzare qualunque pensiero, lui mi sorrise.
Aveva un sorriso meraviglioso.
Ero rimasta incantata da tanta bellezza.
Mentre io ero nel mondo di Giuly, sognante, il ragazzo si diresse nella mia direzione come se avesse dovuto dirmi qualcosa.
Mi pareva una scena a rallentatore, come nei film.
Lui camminava verso di me, con quel bellissimo sorriso sulle labbra e quando arrivò proprio di fronte e me, lo vidi in procinto di parlare…
«Ciao Gi!» disse.

Aveva salutato Giovanna.

Mi sentii improvvisamente idiota e la mia faccia da ebete sparì, lasciando il posto a un’espressione indefinibile, in un misto tra dispiacere e rassegnazione.
Mi voltai verso di lei e la sentii dire:
«Ciao Doug!»
Ma quando voltai la testa in direzione del ragazzo, lui era già uscito dall’aula.
Guardai esterrefatta Giovanna:
«Scusami, chi era quel ragazzo?»
«È Douglas, come lo chiama Danny. Uno degli amici di Tom. Mi dispiace non avertelo presentato, ma non me ne ha dato tempo…» Sembrò pensarci su e con un’affermazione chiese «Ma tu ancora non li hai conosciuti gli amici di Tom!?!»
La guardai e scossi il capo.
«No, perché quando siamo a scuola loro non hanno il nostro orario e nei fine settimana poi non ci siamo mai viste…»
«Vorrà dire che te li presenterò alla prima occasione. Li devi conoscere, sono troppo simpatici.»
Le sorrisi, ma tra me e me sperai che questa occasione non capitasse presto.
Avevo appena fatto una delle peggio figure della mia vita, con uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto fino a quel momento…
I suoi occhi mi erano rimasti impressi, forse molto più di quello che avrebbero dovuto.
Mi venne da pensare a Daniele.
Non era affatto carino da parte mia pensare che un ragazzo fosse bello, quando io ne avevo già uno.
Mi sentii veramente in colpa.

Quando tornai a casa accesi subito Msn, ma con mia sorpresa all’appello mancava Matte.
Eravamo soliti sentirci tutte le sere almeno una mezz’oretta e da quando ero partita non era mai mancato nessuno.
Ma gli altri mi dissero che non era niente di grave e che aveva avuto un impegno improvviso con il suo gruppo di teatro e che il giorno dopo ci sarebbe sicuramente stato.
Io non ci diedi tanto peso, anche perché il giorno dopo era di nuovo lì, come sempre, a scherzare e ridere con noi altri.
I ragazzi mi raccontavano tutto quello che succedeva a scuola e tutto quello che facevano assieme durante le giornate e io raccontavo quello che succedeva loro a me.

Ma con il passare dei giorni, iniziai a sentirli sempre più distanti, soprattutto Daniele e Iris.
Due settimane dopo di Matte avevo perso le tracce, non si era più connesso su Internet e sembrava che mi avesse bloccata. Dani e Iris invece mi scansavano e anche se loro mi dicevano di no, io sapevo perfettamente che era così.
A scuola chiesi consiglio a Giovanna, ma lei mi disse di stare tranquilla, che probabilmente non era niente di grave e che forse con l’avvicinarsi delle vacanze natalizie, e quindi del primo pagellino, i ragazzi si erano ritrovati con tanti compiti e interrogazioni da affrontare e quindi che avevo da studiare ed avevano poco tempo per connettersi.
Io decisi che il suo suggerimento forse poteva essere buono e quindi non diedi molto peso al loro strano comportamento.
E feci male…

 

Eccoci qua!

 

Kiki91: Non credo ai miei occhi *.* ho una nuova lettrice!! Ma che bello, non puoi sapere quanto mi hai resa felice *.* Grazie mille, le tue parole mi hanno fatto un immenso piacere. Non sai quanto sia felice che la mia storia piaccia a qualcuno. Lo so che sono ripetitiva, ma mi hai fatto piacere sul serio *.* Grazie ancora

 

RubyChubb: Non preoccuparti per i quotes.. xD tanto qui non sono abituata a riceverli xDD anzi non li so nemmeno fare. Grazie mille per il commento.. beh credo che hai capito da sola di chi si tratta!! xD ma chi lo sa… Giuly ha un ragazzo *ih ih* Beh spero che il capitolo ti sia piaciuto!!! E grazie mille ancora!

 

 

Per tutti gli altri, se vi va di lasciare un commento mi fareste felicissima ^O^

 

Ciauuu

Giuly

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Quinto.

I giorni continuavano a scorrere, forse troppo velocemente e ormai eravamo arrivati alla fine di Novembre.
Mi sembrava incredibile che fossero passati già due mesi da quando ero là.
Era tutto surreale. Ancora non mi ero abituata all’idea che abitavo a Londra, la città che avevo sempre sognato…
I miei voti a scuola erano ero nella media e grazie a Gi andava da meraviglia.
Lei era un’ottima amica e parlavamo spesso delle nostre cose.
In quel periodo mi aveva raccontato molte cose di lei e Tom e qualche volta ci trovavamo per studiare insieme, ma più che altro, in vista dei compiti, studiavamo tattiche utili per passarci bigliettini…

Fino a quel momento mi era andata bene, perché tra i corridoi della scuola non avevo più incrociato Douglas.

Dentro di me però, sapevo che quella cosa mi dispiaceva, perché anche se non sarebbe dovuto accadere, quel ragazzo era diventato un pallino fisso per me e non riuscivo più a togliermelo dalla testa.
Lo cercavo ovunque con lo sguardo.
Quando Tom era nei paraggi assieme a Gi, osservavo sempre bene intorno a loro, ma non lo vidi più dopo quel pomeriggio e dopo un po’ di giorni ci persi la speranza.

La mattina dell’ultimo Venerdì di Ottobre, Giovanna arrivò in classe con un grandissimo sorriso sulle labbra dicendomi:
«Giuly!! Ho una bella notizia!! Uno dei compagni di classe di Tom domani sera fa una festa per il suo compleanno e mi ha detto di estendere l’invito a chi volevo. Quindi se non hai da fare, che ne pensi di venire?»
Io ci pensai ed effettivamente non avevo proprio niente in programma e credevo che mamma mi avrebbe lasciata andare tranquillamente.

Ma pensandoci, c’era una cosa che non mi tornava.
«Io sarei anche libera, ma scusami… tu non vuoi stare con Tom alla festa?»

Lei mi sorrise come se avessi appena detto una sciocchezza.
«No, non preoccuparti. Tom sarà impegnato con tutti i suoi amici. E poi ci saranno anche molti nostri compagni di classe e ci sarà da divertirsi, da ballare… Prova a chiedere a tua madre se va bene, e poi fammi sapere!»
«Lo farò!»

Quella sera, appena arrivai a casa chiesi a mia madre il permesso e come avevo previsto, fu ben felice di sapere che i miei nuovi amici mi avevano invitata ad una festa.
Il giorno dopo diedi la risposta affermativa a Giovanna e Tom e lui mi sorrise:
«Vedrai che ti divertirai» disse, prima di allontanarsi per tornare nella sua classe.

Inutile ammettere che ero elettrizzata all’idea di andare ad una festa in Inghilterra. Avevo il pensiero che le feste là fossero completamente diverse da quelle italiane. 
Non sapevo neanche chi era il festeggiato, ma poco mi interessava.
Ormai era tanto che non partecipavo ad una serata un po’ diversa, con degli amici nuovi.
Informai Daniele della notizia e lui non mi disse niente. Non era né arrabbiato o geloso, né felice per me, che facevo qualcosa di diverso dopo tanto tempo. Semplicemente disse: “Va bene.”
Che c’era qualcosa che non andava era sempre più chiaro ai miei occhi, ma mi ripromisi che non ci avrei pensato per quella sera.
In barba a tutti, mi volevo divertire.

Quella sera, dopo cena, fuori dalla porta di casa mia, c’era Tom che mi aspettava con Gio, nella bellissima Mini celeste di lui.
Lei stava benissimo. Aveva un magliettina bianca e una gonnellina grigia. Molto semplice, ma molto carina.
Io avevo optato per una maglietta verde scura un po’ scollata e i miei adorati jeans.

Quando arrivammo davanti alla casa del festeggiato, parcheggiammo la macchina ed entrammo.
C’erano già molti ragazzi e mi pareva di essere in un film.
La sala, i corridoi, le scale, erano per lo più gremite di ragazzi e ragazze che parlavano, ridevano, scherzavano, ballavano e che si divertivano.

Arrivati nella sala, Tom vide due ragazzi e si fermò a salutarli.
«Danny!Harry!»
I due ragazzi si voltarono e lo salutarono.
«Ehi Tom!» disse il ragazzo dai capelli castano-rossicci. «Ti stavamo aspettando»
«Ragazzi vi presento Giulia, la ragazza di cui Giovanna vi aveva parlato.»
Proprio mentre Tom mi stava presentando ai due ragazzi, mi resi conto che erano i suoi amici del tavolo della mensa, quello con i capelli rossicci non avevo mai avuto modo di vederlo in viso, mentre l’altro era il ragazzo che giocava con le bacchette, probabilmente il batterista della band di Tom.
«Wa! Che bello conoscerti finalmente!! Gi ci ha parlato così tanto di te, che volevamo proprio conoscerti!!! Io sono Danny!» disse completamente esaltato il ragazzo rossiccio.
«Ed io sono Harry! Piacere di fare la tua conoscenza» disse l’altro, seguendolo a ruota.
Io sorrisi loro e dissi:
«Il piacere è tutto mio, ragazzi! Giovanna mi ha detto che siete una band… Se non erro eravate quattro a mensa, quel giorno» dissi.
«Oh si! Ma “il quarto” chissà dov’è adesso! Sarà in giro a bere o a godersi la sua festa…»
«Ah! È la sua festa!!»
«Si!» disse Danny. «Comunque Giuly… posso chiamarti così vero?»
Senza accorgermene arrossii di botto.
Perché poi?
«Certo» sussurrai.
«Ok Giuly. Dicevo… Devi venire alle nostre prove una volta!! O anche più di una!! Vorrei sapere che ne pensi della nostra musica, delle nostre canzoni!» disse con il sorriso sulle labbra.
«Certo! Anche io sono molto curiosa di sapere che genere fate!»
«Bene! Allora appena facciamo le prossime prove, verrai assieme a Giovanna!»
«Ok»
Sorrisi.
Danny era veramente simpatico.
Era un ragazzo abbastanza alto, con dei capelli liscissimi e moltissime lentiggini sul viso che andavano a pennello con quel bel sorriso che aveva sempre sulle labbra.

Harry si allontanò da noi e poco dopo anche Giovanna e Tom se ne andarono mentre parlavamo.
Così restai con Danny.
«Allora.. ho saputo che sei italiana e che ti sei trasferita da poco. Come ti sei trovata per adesso?»
«Bene grazie. Grazie a Gi è stato tutto più facile… Ma anche fuori dalla scuola mi sono trovata molto bene. Sono stata da poco a fare un bel giro della città, ed è stato semplicemente splendido. E poi Londra mi ha sempre attirata molto, fin da quando ero piccola!»
«Si, è una bella città! Ma sai… anche io vorrei andare in Italia una volta. Mi piacciono tantissimo la pizza e la pasta! Qualche volta Gi fa le cene all’italiana.»
Io sorrisi. Il suo accento nel dire le parole italiane era veramente buffo.
«Beh! Quando mai tornerò in Italia potrete venire tutti assieme a farvi una bella vacanza là! Al mare casomai!!»
«Sarebbe veramente fantastico!»

Parlare con Danny era molto rilassante. Era simpatico e molto gioviale. Mi aveva messa a mio agio. Bevemmo un bicchiere e parlammo ancora, fino a che una sua amica lo chiamò per la torta o qualcosa di simile, ed io rimasi da sola.

Decisi di andare a prendere una boccata d’aria nel cortile.

Uscì fuori e nel cortiletto della casa trovai una sedia a dondolo. Mi sedetti e respirai l’aria fresca.
C’era un chè di dolciastro nell’aria londinese che mi faceva stare bene…
Mentre ero assorta nei miei pensieri, una voce di ragazzo mi destò e disse:
«Ehi! Vieni dentro, tra poco c’è la torta!»
Era una voce che non conoscevo, una voce bella, soave.
Mi voltai e rimasi pietrificata.
Gli occhi azzurri di Douglas mi si presentarono davanti.
Lui aveva un’aria sorpresa, probabilmente credeva che fossi qualcuno che conosceva.
«Ops, scusami. Noi non ci conosciamo giusto?»
«No, non ci siamo mai presentati, ma ti ho visto un giorno a scuola…»
Sembrò pensarci su e poi il suo volto parve illuminarsi.
«Certo, mi ricordo! Sei la ragazza italiana! Eri con Giovanna quel giorno in classe, ma dovevo scappare con le prove della Band e non mi sono fermato, scusa…»
Aridaje…
La ragazza italiana Ma Gi aveva detto a tutti di me?
«No, non scusarti!»
I suoi occhi erano a dir poco fantastici.
«Io sono Giulia, piacere! E se non erro, tu sei Douglas! O almeno così ha detto Gi»
«Piacere mio! In realtà mi chiamo Dougie, è Danny che mi ha affibbiato quel nome, ma chiamami Doug! Lo preferisco…»
«Ok..»
Mi guardò e sorrise.
«Così suoni in una band?»
«Si» disse lui, mentre si sedette accanto a me sul dondolo «Suono il basso assieme a Tom, il ragazzo di Giovanna e assieme a Harry e Danny, non so li hai conosciuti…»
In quel momento tutto si ricollegò.
Lui era il ragazzo biondo che sedeva accanto a Danny, quel giorno alla mensa.

Mentre stavo per rispondere, proprio Danny si affacciò dalla porta nel cortile e disse:
«Doug, c’è la torta che ti attende, che diamine stai…» poi mi vide «Ah! Parlavi con Giuly
«Giuly?» sussurrò Doug tra le labbra.
Lo sentì a mala pena, ma ero sicura che lui avesse detto il mio nome.

O forse era solamente la mia mente che mi giocava brutti scherzi?
«Si arriviamo Danny»
Era stata una mia impressione, o il suo tono di voce era diventato più freddo?
E poi cosa aveva detto Danny? La torta lo stava attendendo?
Oddio.
Se Dougie era il quarto componente della band e Danny mi aveva detto che era la sua festa, allora… Il compleanno era di Doug.
Mi voltai verso di lui.
«Doug.. è il tuo compleanno, vero?»
Lui annuì.
«Sono una scema. Avrei dovuto capirlo quando mi hai detto che facevi parte della band di Tom… Invece non l’ho presa al volo.. Scusami, che scema che sono.. Auguri.»
Ero rossissima in viso, ne ero sicura.
Certo, presentarsi alla festa di compleanno di un ragazzo che nemmeno conoscevo e per di più senza nemmeno fargli gli auguri, era stata proprio una splendida idea.
E inoltre il cuore mi stava giocando brutti scherzi in quel momento.
Perché?
«Non dire così. È probabile che Tom ti abbia invitata da parte di Giovanna, non specificandoti di chi fosse la festa… Tranquilla, non è un problema.»
«Si, ma.. Ho fatto ugualmente la figura da scema… Nuova arrivata eppure scema.»

Lui stava per ribattere alle mie parole con il sorriso sulle labbra, quando Danny sbucò nuovamente dalla porta e venne davanti a noi.
«Insomma Doug! Muoviti! Ti stanno aspettando tutti!»
Lo prese per il lembo della maglietta e lo trascinò dentro.
Poco prima di entrare ero sicura di aver incrociato per un attimo il suo sguardo verso di me.
Ero paralizzata da quello che mi stava succedendo.
Ero attratta in modo incontrollabile da lui.
Io avevo un ragazzo in Italia, e allora perché lui mi faceva questo effetto?
Oltre che essere un bel ragazzo, mi sembrava anche molto gentile e simpatico.
Avevo fatto una figura del cavolo e lui invece di infamarmi, mi aveva fatto capire che andava tutto bene.
Non ci capivo più niente.

Sospirai e decisi di entrare in casa, per il taglio della torta.

Trovai tutti i ragazzi raggruppati nella sala, ma ovviamente essendo arrivata dopo non c’era molto spazio. Così mi accoccolai su uno scalino della rampa delle scala che conduceva al piano di sopra, ma che mi permetteva di vedere che cosa succedeva nella stanza accanto.
Dougie sorrise alla vista della sua torta dei 18 anni.
Disegnato, sulla torta, c’era lui sullo skate e vicino su un marciapiede, una lucertola gli faceva la linguaccia.
Probabilmente lo skate e le lucertole erano le sue passioni.

Mentre tutti gli dicevano:
«Esprimi un desiderio!!» lui si fermò a riflettere e soffiò le candeline.
Poi mentre tutti applaudivano, lui iniziò a guardarsi attorno, come a voler cercare qualcuno, ma mi pareva che si stesse solamente alterando, perché evidentemente non stava trovando chi voleva. Ad un tratto incrociai il suo sguardo e con mia sorpresa mi sorrise, con aria serena e soddisfatta.

Che stesse cercando me con lo sguardo?
No, impossibile…


Adesso pure che scema ero diventata anche egocentrica.
Gli sorrisi di rimando e poi mi alzai.
Trovai Giovanna che si scusò di non essere stata neanche un secondo con me, ma io gli dissi che Danny mi aveva intrattenuta per quasi tutta la serata e che poi avevo fatto conoscenza con il festeggiato e che tutto sommato ero stata veramente bene.

Mangiammo assieme la torta e poi, mentre stavamo per andarcene Danny venne verso di me e mi disse:
«Giulyyy! Allora ci conto di vederti la prossima volta alle prove…Casomai resti con noi e ci facciamo una bella pizza dopo!» Guardò Giovanna «Magari la potete preparare assieme!!»
Rise.
«Certo che vengo! Sempre che vada bene anche a Tom!»
«Sicuro» mi disse Tom «Tanto Gi la vedi tutti i giorni, quindi ti avvertirà lei!»
Stavamo per salire sulla macchina di Tom, quando mi voltai verso Gi e le chiesi:
«Ma Doug?»
Tom mi guardò e mi disse:
«Non l’hai salutato prima, quando è venuto da noi?»
«No, sinceramente non l’ho visto… è probabile che ero in bagno…»
«Già è vero» disse lei «È venuto a salutarci quando non c’eri… Effettivamente aveva anche chiesto di te»
«Ah… Capisco…» dissi delusa «E adesso dove è?»
«È andato nella sua camera a chiamare la madre, ad informarla che è andato tutto bene..» Rise Danny «Dougie è un mammone!!»
Tom rise e poi gli disse:
«Dovresti star zitto tu!»
«Cattivo!» disse Danny con tono finto-arrabbiato.
Poi Tom mi guardò:
«Beh, allora che si fa?»
Io lo guardai e anche se effettivamente mi dispiaceva andare via, dissi:
«Andiamo… mi dispiace disturbarlo! Danny puoi salutarmelo tu e dirgli che mi sono divertita stasera?»
«Certo» annuì lui.
Così ci salutammo e andammo verso casa.
Arrivati, ringraziai Tom e Giovanna per la bella serata.

Salì nella mia camera e quando ebbi finito di cambiarmi, vidi che la mia posta elettronica conteneva una nuova mail.

Era di Daniele.

L’aprì e quello che lessi non fu niente di buono.

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi di nuovo qua!

xD

Ho fatto un po’ più tardi forse, nella speranza di trovare qualche nuova recensione, ma niente..

Ma non mi arrendo comunque!!

 

RubyChubb: Ed eccoli apparire finalmente xDD I Mc al completo! Anche se Harry non sarà molto presente, lo devo ammettere xDDD Ma vabbeh, non si può volere sempre tutto dalla vita xD Beh spero che il capitolo ti sia piaciuto *.* Tanto love

 

Kiki91: Che bello, un’altra fedele lettrice! Quanto mi fa piacere non lo puoi immaginare! Ah abbiamo una Jonesiana qui xDD Che bello! Beh spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere!!!

Tanto love *.*

 

 

 

Alla prossima

Giuly

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Sesto.

I miei occhi scorrevano le parole sullo schermo del pc e inevitabilmente, man mano che leggevo la mail, si riempirono di lacrime.

Non potevo crederci.
Daniele mi aveva lasciata.
Era tutto dettagliatamente spiegato nella sua mail.

Giulia.
Sinceramente non so da che parte cominciare con questo messaggio, ma in qualche modo devo dirtelo.
Ultimamente sono successe delle cose che non sai, ed è arrivato il momento di raccontartele.
Dopo un mesetto che te ne sei andata, Matte ha conosciuto una ragazza che abita qui vicino e ad insaputa di Iris ha iniziato a vederla. La cosa è andata avanti per due settimane buone e Matte ha affermato di essersi innamorato di questa ragazza e ha lasciato Iris. Sai quanto lei tenesse a lui, quindi puoi immaginarti come lei sia rimasta male.
Le è caduto il mondo addosso e ha iniziato a chiudersi in se stessa. Ha preferito non dirti niente perché sapeva che avresti potuto fare qualche pazzia, come ad esempio tornare qua per vedere come stava o cose simili, quindi si è tenuta la cosa per sé.
Abbiamo parlato molto assieme e io vedevo che stava veramente male.
Sai, da quando te ne sei andata, il gruppo si era già un po’ sfaldato, perché non eravamo più in 6, ma in 5 ed io ero sempre solo. Vane e Walter sono felicissim, e per non farmi sentire troppo la mancanza della mia metà hanno cominciato ad uscire sempre meno con noi, così siamo rimasti io, Iris e Matte.
Io ho preferito sempre non dirti niente, perché comunque anche se ti sei fatta degli amici, deve essere dura per te stare la da sola, quindi era inutile dirti altre cose brutte che forse ti avrebbero fatta stare peggio.
Ma adesso, mi rendo conto che forse abbiamo aspettato un po’ troppo a dirti tutte queste cose.
Ultimamente, come ho già scritto, Matte ha iniziato a vedersi con questa ragazza inventandosi delle scuse, quindi io e Iris ci siamo trovati spesso assieme.
Lei qualcosa aveva iniziato a sospettare, ma io le ripetevo sempre che Matte era una persona meravigliosa e che non le avrebbe mai fatto una cosa del genere. Poi è successo quello che ti ho già scritto e da allora Matte non è più uscito con noi. Nemmeno a scuola ci parla.
Non che noi siamo prontissimi a perdonarlo, ma lui ha capito che non si è comportato bene, quindi ha iniziato a non parlarci più e adesso il nostro rapporto sembra non essere mai esistito.
Iris era distrutta  e facevamo di tutto per non fartelo sapere, così io, che comunque mi sono sempre sentito solo da quando tu non c’eri più, ho iniziato a starle particolarmente vicino, cercando di tirare su entrambi con questa vicinanza.
Il fatto è che ci siamo accorti troppo tardi che ci siamo avvicinati troppo.
Mi sono accorto che nonostante la distanza che ci separava, non mi interessava molto sapere quello che ti succedeva o quello che facevi. Forse te ne sei accorta anche tu.
Tutto questo perché mi sono reso conto di essermi innamorato di Iris e lo stesso lei di me.
Forse è stata più una sostituzione, forse sono seriamente innamorato, non lo so.
Quello che so con certezza è che non ti amo più.
E mi sembra inutile continuare a mentirti quando tu stai lontana da me.
So che adesso ti avrò spezzato il cuore, che sono stato contraddittorio in questa mia mail, che forse non mi capira, e che per te sarò uno stronzo, ma lasciarti mi sembrava l0unica cosa da fare.
Capisco da solo di essere stato un codardo a non chiamarti e dirtelo a voce, ma non me la sentivo. Ma in qualche modo dovevo dirtelo e adesso l’ho fatto.
Scusami, se mai ci riuscirai. Anche Iris ti chiede scusa. Spera che un giorno tutto tornerà come prima, ma purtroppo quello che è successo è stato inevitabile.
Non so se vedrò arrivare una tua risposta, ma sappi che mi dispiace seriamente, perché con te ho passato forse, il periodo più bello della mia vita, ma adesso non me la sento più di andare avanti quando ho un’altra persona nel mio cuore.
Mi dispiace.
Dani.



I miei occhi continuavano a leggere e rileggere quelle parole sullo schermo.
Non ti amo più…
Mi sembra inutile continuare a mentire…
L’unica cosa da fare è quella di lasciarti…
Lasciarti…


Non riuscivo a credere a quello che avevo letto.
Io e Daniele avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, ci eravamo sempre sostenuti a vicenda nei momenti difficili, ma questa volta non ci sarebbe stato.
Ero sola, completamente sola.
E avrei dovuto iniziare a farmene una ragione da subito perché altrimenti sarei stata persa.
Ma non era facile.
Piansi tutte le lacrime che avevo dentro e poi sfinita mi addormentai.

La mattina dopo mi svegliai con un terribile mal di testa e con gli occhi gonfissimi e rossi.
Cercai di ricordare perché stavo in quello stato e ripensai alla sera prima: la festa, Danny che mi aveva intrattenuta, Doug che mi aveva fatto battere il cuore, Tom e Gi che mi avevano riportata a casa e..la mail.

Daniele mi aveva lasciata.
Al solo pensiero le lacrime uscirono nuovamente dai miei occhi.
Proprio un bel modo per iniziare la giornata.

Andai in cucina e mia madre vedendomi in quello stato, capii subito che qualcosa era andato storto.
Mi chiese cosa era successo e io le raccontai della mail che mi aveva mandato Daniele e di quello che era successo nell’ultimo periodo in cui io ero andata via.
Lei ci rimase molto male e mi confessò che si sentiva un po’ in colpa per quello che era successo. Io le chiesi il perché e lei mi disse che mi aveva portata via da loro.
Io sorridendole le dissi che quel lavoro era la cosa più bella che le sarebbe potuta capitare, perché da quando eravamo là aveva cominciato di nuovo a vivere, a sorridere e per me quella era una cosa importantissima. Aggiunsi anche che probabilmente, se così doveva andare, forse quei due avrebbero trovato un altro modo per tradirmi.
Lei mi consolò e mi disse di provare a passarci sopra il prima possibile e che per qualunque cosa, lei sarebbe sempre stata lì per me.

E così come lei mi aveva consigliato, cercai di passarci sopra.
Per prima cosa tornai in camera ed accesi il computer.
Volevo rispondere alla mail di Daniele.
Rilessi per l’ultima volta le parole che mi aveva scritto e poi scrissi:

È molto difficile per me, in questo momento, provare a capire quello che è successo tra di voi. Forse è ancora troppo presto per poter razionalizzare la cosa, ma quello che posso dirti è che spero siate felici, almeno così qualcuno lo è. Probabilmente riuscirò a scusarv quando mi sarà passata, ma non adesso. Mi spiace. Per adesso ciao.

Di più non riuscii a scrivere.
Dentro stavo male da morire, ma era inutile farlo sapere anche a loro, dopo tutto quello che mi avevano fatto.

Passai la domenica più brutta della mia vita, tra le lacrime e le lenzuola del letto, cercando di dormire un po’.

La mattina dopo mi alzai per andare a scuola e il tempo era del mio stesso umore. Pioveva.

Persi il mio ombrello e mi diressi a scuola.
Quando arrivai in classe mi buttai sulla sedia e apri il libro della lezione sulla pagina giusta, poi voltai lo sguardo fuori dalla finestra.
Giovanna si accorse immediatamente che qualcosa non andava, ma non volevo invadere il mio spazio non mi chiese niente.
Sapeva che a tempo debito le avrei detto tutto.
Infatti a pranzo le raccontai tutta la storia e furono inevitabili altre lacrime. Lei rimase male di vedermi in quello stato, anche perché era la prima volta che avevo un vero motivo per essere triste da quando ero là.
Prima che mi arrivasse quella mail ero felicissima e quella notizia mi aveva messa ko.
Gi mi disse che mi capiva. Lei non riusciva a pensare ad una vita senza Tom, ormai era parte di lei.
Mi disse che comunque avrei trovato una soluzione per andare avanti e che forse avrei trovato qualcun altro a cui dare il mio amore, che mi avrebbe contraccambiata.

 

Eccomi qua.

Mi scuso perché il capitolo è noioso, lo so. Ma era importante per la storia xD Non vorrei essere cattiva ma Daniele s’è levato di torno finalmente xDD *Lo odio pure io* (Anche perché c’è qualcosa di autobiografico sotto xDD )

Ok, spero comunque che anche dopo questo schifo di capitolo continuerete a leggere ^_^

 

Kiki91: eccoci qua. Senti.. facciamo così xD quando vai a Londra a rapire Danny, me lo dici che vengo anche io e rapisco Dougie?? Ih ih potremmo riuscirci insieme!!! Beh detto questo sono felice di dirti che hai qualche speranza per quello che mi avevi chiesto xD ma tutto a suo tempo *purtroppo* Grazie mille e mi scuso per il capitolo di schifo -_- <3

 

RubyChubb: Eccoci qua. Lo devo ammettere. Con il tuo commento mi hai fatta spanciare dalle risate!!! Ehhhhhh *sospira* anche io preferisco il Curly Danny, ma ogni cosa a suo tempo *sisi* ih ih ok la smetto. Ci avevi azzeccato con quello che avevi scritto. Daniele ha capito xDDD Quindi dopo questo orribile capitolo abbiamo la strada libera. Si fa per dire xD Grazie del commento!!!! Alla prossimaa <3

 

X_blossom_x: Non ti ci facevo a te qui!! Che piacevole sorpresa! *.* e bada che mi torni proprio nel momento in cui c’è il comply di Doug. Ih ih beh tu sai come va la storia… Uff ecco. Grazie mille del commento, mi ha fatto tanto tanto piacere *__* awwww lovely girl *.*

 

 

Bene, ringraziate le persone che hanno commentato, non mi resta che dire alla prossima *__*

 

Se volete lasciare un commentino non mi fate arrabbiare eh, anzi… xDD

 

Giuly

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Capitolo Settimo.

Una settimana dopo, la situazione non era affatto migliorata.
Altro che “riuscirai a dimenticarlo presto”! Ogni oggetto nella mia stanza mi ricordava lui.

Ogni mio vestito, ogni canzone, ogni cosa… Perfino vedere me stessa riflessa allo specchio mi ricordava lui.
I miei pensieri erano sempre gli stessi.

Che starà facendo? Magari sarà con Iris? Come ha fatto dimenticarsi di me così facilmente?

Io non riuscivo affatto a dimenticarlo, anche se una parte di me lo avrebbe voluto.

Stavo seriamente male e mi stavo rendendo conto che stavo diventando patetica.

Capivo anche da sola che così non andava bene.

Quella mattina avevo avuto un’ennesima crisi di pianto nel bagno della scuola, durante la pausa pranzo.
Giovanna mi aveva chiesto di pranzare con lei, ma le dissi di andare con gli altri perché non stavo molto bene e probabilmente sarei tornata a casa, saltando le lezioni del pomeriggio.
Ero già con il pensiero di essere a casa, ma quando in bagno vidi la mia faccia allo specchio, non riuscii a trattenere le lacrime. Non credevo che sarei potuta stare così male.
Il risultato furono solamente due occhi rossissimi.
Quando mi calmai un po’ feci dietro front e mentre stavo prendendo alcuni libri dall’armadietto per portarli a casa,  una voce catturò la mia attenzione.

«Giuly
Io mi voltai e vidi con mia sorpresa vidi i meravigliosi occhi celesti di Doug.
Da quanto non li vedevo?
«Oh! Dougie
Da quella sera…
Le lacrime no, le lacrime no.
Provai a mantenere la calma, cercando di ricacciare quelle lacrime che ormai odiavo.

«Ehi! È dalla sera della festa che non ti si vede. Mi chiedevo che fine avessi fatto!»
Si chiedeva che fine avevo fatto?
Scossi la testa.

«Non ti ho nemmeno salutata quella sera. Scusami sono stato un festeggiato scortese»
«Macchè scortese. Ricordati che sono io quella che è venuta al tuo compleanno senza sapere che il festeggiato eri tu. Comunque avevo detto a Danny di salutarti da parte mia. Tom mi aveva detto che eri andato a chiamare tua madre e non volevo disturbarti…»
«Mmm Danny non mi ha detto niente» si rabbuiò un attimo nei suoi pensieri, ma poi si riscosse.
Chissà a cosa stava pensando. «Comunque… Scusami se sono invadente, ma che ti succede? Non hai una bella cera..»
Bingo.
E adesso?
Mi ero dimenticata di avere gli occhi rossi come due pomodori.
«Ehm, effettivamente non sto molto bene… sai… il mio… gattino, si, il gattino che avevo da quando ero piccola, se n’è andato ieri, e sono un po’ giù… Infatti adesso vado a casa a vedere se mi passa un po’…»
«Ah, capisco» disse tristemente.
«Ma se torni a casa non penserai ancora di più a lui?» chiese.
«Non sai quanto…» risposi senza pensarci «Ma se resto qui, continuerò a piangere comunque e poi non ho molta voglia di seguire le lezioni del pomeriggio»
Lui mi sorrise.
«Allora ascoltami. Se ti va, invece di andare a casa, perché non andiamo a prenderci un bel gelato da qualche parte? Ho sentito che il gelato tira su il morale quando si è tristi. E poi non voglio lasciarti da sola a piangere in questo stato. Inoltre sei molto più carina quando sorridi»
Carina?
Arrossii di botto.
Da quando io ero carina per lui?
E poi, perché era così gentile con me?
Era troppo dolce a volermi portare a prendere un gelato.
Dentro avevo il cuore che mi martellava a mille e non ci capivo più niente.
«Io… io…»
Oddio, balbettavo anche.
«Si, con molto piacere. In realtà non ho molta voglia di stare da sola»
Forse la storia del gattino se l’era bevuta sul serio.
In fondo funzionava quasi sempre.
Sorrisi.
«Oh! Finalmente un sorriso! Bene, sono felice! Sei proprio più carina quando sorridi!»
Ok.
Adesso avevo seriamente il cervello in tilt.
Stavo male per Dani, ma le emozioni che mi faceva provare Doug erano… nuove?.

In quel momento mi veniva da piangere per la tristezza che provavo, ma allo stesso momento ero sicura di avere stampato sulla faccia un sorriso da ebete.
Ero proprio senza speranze.
«Grazie» gracchiai abbassando lo sguardo.
Si, proprio senza speranze.

Ci avviammo fuori dalla scuola, facendo attenzione a non essere visti da nessuno.
Era la prima volta che marinavo le lezioni.

Non lo avevo mai fatto neanche in Italia.
Sembravamo due segugi alla stile 007, di quelli che stanno attenti ad ogni angolo che controllano che non ci sia nessuno nei paraggi.

Mi portò in una piccola gelateria vicino alla scuola, in una strada secondaria. Non passavano molte macchine e dentro alla gelateria ci sedemmo nel posto più appartato.
In fondo stavamo marinando la scuola.
Ordinai una coppa stracciatella e nocciola, i miei gusti preferiti e lui invece prese il classico crema e cioccolato.

Quando arrivò il gelato iniziammo a parlare di noi.
«Allora Giuly… È da quando ho sentito parlare di te, che sono curioso di conoscerti.. Quel giorno quando ti vidi con Giovanna stavo andando veramente di fretta, altrimenti mi sarebbe piaciuto fare due chiacchiere. Dimmi un po’.. Come è l’Italia?»
Curioso di conoscermi.
Mmm. Probabilmente non arrivava una straniera nella scuola da tanto tempo, o forse non ce c’era mai andata una e così potevo sembrare interessante, ma comunque non capivo tutto il suo interesse verso di me.
«A mio parere l’Italia è molto bella, molto particolare.. e poi, si mangia molto bene!»
Sorrise.
«Si! Ogni tanto Giovanna fa la Pasta alla Bolognese, la preferita di Harry!»
«E poi beh, io abitavo in una città sul mare. D’estate il tempo era sempre meraviglioso, quindi ho passato 18 estati della mia vita al mare a godermi il sole.»
«Che bello deve essere!»
«Già..»
Non sapevo che cosa era giusto dirgli e mi sentivo alquanto in imbarazzo.
Non potevo toccare l’argomento Dani e compagnia bella altrimenti sarei nuovamente scoppiata a piangere, così cercai di sviare il discorso su di lui.
«Invece di te che mi dici? Sono curiosa di sapere un po’ di più del bassista dei?»
«Ehm… Ancora non abbiamo trovato un nome. È da un po’ che cerchiamo, ma tutti quelli che proponiamo non ci piacciono come dovrebbero, così per il momento non ci chiamiamo e basta! Comunque vediamo, che posso dirti? Che adoro suonare il mio basso è scontato, quindi lascio stare l’argomento..» Sembrò pensarci su, ma io lo precedetti e gli chiesi:
«Ho visto che sulla torta del tuo compleanno c’eri tu, o almeno penso.. sullo skate,no? E c’era una lucertolina accanto a te, che ti faceva una linguaccia! Probabilmente ti piace lo skate, fino a qui ci arrivo da sola, ma la lucertolina
«Oh!! Si adoro lo skate!! E adoro anche le lucertole. Può sembrare strano, ma è una delle mie passioni. Ho un rettilario nella mia camerina, ed ho un’iguana e una lucertola: Zukie e Jerry. Sono affezionatissimo a loro!›› Sorrisi, anche se pensare che aveva un rettilario in casa mi faceva venire i brividi. ‹‹ E poi vediamo, cosa posso dirti? Ho una sorella più piccola e la adoro!»
«Che fortuna che hai! Io invece sono figlia unica!»
«Già, le voglio molto bene! E poi anche se gli altri mi prendono in giro per questo, tengo moltissimo a mia madre. Lo so che posso passare da mammone e non piace darlo a vedere, infatti tendo a nasconderlo, ma voglio essere sempre sicuro che lei stia bene. È la persona più importante per me e non voglio mai che lei si senta sola.»
Mi guardò dritta negli occhi e nel suo sguardo c’era un riflesso di tristezza, che mi provocò una fitta dentro.
«Sai mio padre ha lasciato mia madre quando mia sorella era molto piccola. Da allora ho ammirato ancora di più mia madre per averci cresciuti e esserci stata vicino. Non ci ha mai fatto mancare niente»
«Mi dispiace. Sai anche mio padre se n’è andato… ma non ha lasciato mia madre. Ha avuto un incidente stradale. Da allora anche io sono sempre più vicina a mia madre e grazie a questo trasferimento ha ricominciato a vivere e ne sono felice.»
Mi sorrise.
«Parliamo d’altro, altrimenti qui ci serve un altro mega gelato.. ed il nostro stomaco dopo ne risentirebbe.»
Risi.
«Hai pienamente ragione»

Poi lui si illuminò, come se avesse appena ricordato che doveva dirmi qualcosa.
«Mi ero dimenticato di dirti una cosa..»
Appunto.
«Tom stamani stava parlando con Giovanna di domani sera. Hanno intenzione di fare la pizza a casa di Tom e poi di vedere un film dopo le prove e avevo sentito Tom dire a Gi di dirlo pure a te. Così sono venuto a cercarti per dirtelo prima di lei.»
Sorrideva fiero del discorso che aveva appena fatto e non potei fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
«Ma sei sicuro che sono io la persona in questione? Non è che domani sera vengo a casa di Tom e poi non ero stata invitata?»
«Ma che domande fai!! Certo che sei tu! È da quando sei arrivata, quando Giovanna ci ha parlato di te, che ti vogliamo a una nostra cena»
«Ma perché ci tenete tanto ad avermi con voi?» chiesi.
Mi guardò stranito.
«Come perché? Gi ti ha descritta come una ragazza simpaticissima e piena di brio!! E noi siamo un po’ pazzi, quindi volevamo farti integrare nel nostro gruppo!! Perché tu non vuoi?»
«No no, non fraintendere! È che mi faceva strano che solo perché l’aveva detto lei mi volevate conoscere. E poi piena di brio? Mmm…. Ultimamente sono tutto tranne che briosa»
«Ma noi ci fidiamo di quello che dice Gi! E poi l’ho appurato da solo nei momenti in cui siamo stati insieme che sei simpatica! Quindi non hai scusanti! Domani sera ti voglio a casa di Tom. E anche se adesso non sei tanto briosa come dice lei, sono sicuro che con noi lo tornerai presto!»

Sorrisi e guardai così intensamente i suoi occhi che ci vidi riflessi i miei dentro.
La sua voce era a dir poco angelica e mi metteva tranquillità.
Non sapendolo lui mi stava portando fuori da quel baratro che si era creato dentro di me la sera del suo compleanno
.

 

 

 

Ok.. allora che posso dire? Rileggendola piano piano con voi, mi sto accorgendo che questa storia non è che abbia moltissimi sviluppi… Ma diciamo che con questa non potevo fare di più.. Spero solamente che abbiate la pazienza di seguirla xDDD

Comunque adesso che Daniele si è definitivamente (speriamo) levato dalle scatole, la situazione tra Giuly e Doug si riscalda.. xD

Speriamo in bene per loro.

 

Passando ai ringraziamenti:

 

Le mie due lettrici!! Ma che gentili che siete! Meno male che ci siete voi, altrimenti mi ero già buttata da un ponte!

 

RubyChubb: cara Silvia! Sono felice che la storia ti stia piacendo. Accetto la tua “critica” e ti dico cosa ne penso. Hai ragione tu.. probabilmente in questa storia non mi perdo moltissimo in riflessioni (anche se in questo, come hai visto e nei prossimi capitoli ce ne saranno di più), ma probabilmente è perché in questa storia i miei personaggi li vedo un po’ acerbi. Non voglio dire immaturi, perché non mi sembrerebbe giusto nei loro confronti (parlo come se fossero veri xD ), ma li vedo dei ragazzetti ecco. Quindi forse non perdono tempo a pensare molto.. agiscono e finiscono per fare solamente casini xD

Spero che tu abbia capito un po’ che cosa ti volevo dire. Ma mi fa veramente piacere che tu stia continuando a leggerla! Mi dai un grande sostegno morale! Grazie <3

 

Kiki91: xDDD Con la prima frase “che il capitolo fa schifo lo dici solo te,a me è piaciuto un casino U.Umi hai fatta morire dalle risate xDD Ok per il contatto msn! Spero che il capitolo ti sia piaciuto (questo qui intendo xDD ) Grazie mille anche a te di leggere ogni santo capitolo. <3333

 

 

Ok ho finito qui.

Se posso togliermi uno sfizio, vedo che c’è una serie di persone che leggono costantemente la fiction. E posso dire che mi fa piacere. Se poi volete lasciare un commentino, mi fate ancora più piacere, come sempre.

Ma solo se vi va ^O^

Alla prossima

 

Giuly

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Ottavo.

La mattina dopo a scuola chiesi a Giovanna se Tom le aveva seriamente detto della cena e lei mi assicurò che lui le aveva detto di invitarmi.
«Sai..» mi disse poi «sono felice che ieri tu e Doug siate stati un po’ assieme. Credo che abbia fatto bene ad entrambi.»
La guardai dubbiosa.

«Che vuoi dire?»
«Vedi..›› iniziò lei ‹‹..anche Dougie ha avuto una storia simile alla tua. Aveva una ragazza poco tempo fa, ma lei l’ha tradito con un altro e poi l’ha lasciato. Per questo motivo credo che stare un po’ insieme abbia fatto bene a tutti e due. Lui non lo da a vedere perché non vuole farci preoccupare, ma sono convinta che sta ancora un po’ male per quello che è successo..»
Non mi sarei mai immaginata una cosa del genere e inconsciamente mi resi conto che le parole di Giovanna mi avevano toccato nel fondo e sentii una piccola fitta di dolore, al cuore. Non mi piaceva l’idea di sapere che Dougie stesse soffrendo in silenzio.

Non era giusto che una persona come lui, così gentile e sensibile dovesse stare male per una persona che lo aveva tradito.

Restai un minuto in silenzio tra i miei tristi pensieri, non riuscendo a trovare le parole giuste da dire.
«Non lo sapevo Gi e devo ammettere che mi dispiace. Non è giusto. Sai che cosa ti dico?›› cercai di sorridere ‹‹Che spero che stasera faccia bene a tutti! Forse in compagni non penseremo ai nostri cattivi pensieri»

Lei mi sorrise di rimando.
«Ma si! Vedrai che ci divertiremo! Anzi… Che ne dici oggi pomeriggio di andare a prendere l’occorrente per la pizza di stasera? I ragazzi vogliono che la cuciniamo noi! Dicono che fatta da “due italiane” sarà sicuramente più buona di quella ad asporto!»

Sorrisi.

Effettivamente la pizza che vendevano ad asporto non si poteva proprio chiamare “pizza”.
«Perfetto! Gli prepareremo la pizza più buona del pianeta!!››

Me, Giovanna, i ragazzi e la pizza.

Sicuramente quella sera ci saremmo divertiti.

Quel pomeriggio Gi mi portò in un supermarket vicino casa di Tom e dopo ci avviammo verso casa sua.  

Riconobbi la casa quando vidi in un vialetto la sua bellissima Mini celeste.

Mentre percorrevamo il vialetto mi sorse un dubbio:
«Ma i suoi non sono in casa vero?» domandai a Gi.
«No, tranquilla» disse lei sorridendo «solitamente quando fanno le prove e poi facciamo le cene i suoi non sono mai in casa. Infatti alla fine di ogni serata devo rimettere sempre tutto in ordine›› Scosse la testa ‹‹Se Debby, sai la mamma di Tom,  sapesse in che condizioni è la casa appena finita una cena, si metterebbe sicuramente le mani nei capelli. Ma forse da stasera c’è chi mi darà una mano… O almeno spero›› Disse guardandomi fiduciosa.

Io non potei fare a meno di ridere.
«Ma certo, ci puoi scommettere! Mi ricordo che quando ero in Italia e facevo cene con i miei amici alla fine era sempre un macello rimettere a posto.. E logicamente i ragazzi non savano mai una mano a noi povere ragazze.. Ma tu sei addirittura da sola.. Quindi non preoccuparti!»

Quando suonammo alla porta,  nessuno venne ad aprirci.

Guardai Gi.

Che si fossero dimenticati?

Ma lei come se avesse letto nella mia mente, mi disse.
«Sicuramente sono in garage a fare le prove.. Vieni, entriamo dal retro»
La seguii silenziosamente verso il retro della casa,  mentre mi osservavo attorno, e come aveva detto lei un attimo prima, sentimmo provenire da li della musica.

Una bella voce stava cantando delle frasi

I'm torn up inside
There's a hole in my mind
When you’re not next to me
So I hope you choke and die
On every single lie
Look what you've done to me

Quando entrammo nel garage mi accorsi che era Dougie che stava cantando.
Credevo che suonasse solamente il basso.
Appena entrammo loro ci videro e si fermarono.

Tom ci salutò:
«Bene arrivate! Vi stavamo aspettando! Spero non abbiate sentito troppo di quello che stavamo suonando perché è proprio l’ultima idea su cui stiamo lavorando. Questa volta viene dalla penna di Mister Douglas..»
Io mi voltai verso di lui e dissi:
«No, non abbiamo sentito molto, ma se posso permettermi quello che ho sentito mi è piaciuto»
Anche se le frasi che ho sentito erano un po’ tristi.

Mi voltai verso Doug e lui abbassò lo sguardo verso terra, dopo avermi rivolto un timido sorriso.
Era troppo dolce.
Non me ne ero accorta, ma intanto il mio cuore aveva ripreso a martellare come ogni volta che lui era nei paraggi.
Ma quelle parole.
Quelle parole, le parole che lui aveva appena cantato, mi fecero pensare tanto.
Chi diavolo lo aveva fatto stare tanto male?

Ma non potei continuare con i miei pensieri che Danny venne verso di me e mi salutò con due baci sulle guance, mentre vidi Harry salutarmi con la mano.
Prima che avessi avuto il tempo per ricambiare i saluti, Gi mi condusse in cucina, dove posammo le cibarie che avevamo preso al supermarket e poi ci mettemmo al lavoro.
La cucina era davanti alla sala e ai ragazzi venne l’idea di montare in sala i loro strumenti, con amplificatori vari e dopo aver finito Tom si rivolse a me:
«Carissima Giuly! È un onore per noi stasera averti qui con noi! Gi ormai le nostre canzoni le sa a memoria, ma tu no. Quindi ecco a te la canzone con la quale debutteremo e sfonderemo! Si chiama: “5 colour in her hair!”»

Io sorrisi.

Tom era pieno di sé e credeva veramente in quello che stava facendo.

Si vedeva proprio che teneva tantissimo a quel gruppo.
Si misero tutti in posizione, tutti orgogliosi di quello che stavano per fare, e poi Harry diede il tempo battendo le sue bacchette e parti la canzone.

One, Two..
One, Two, Three, Four

Do do do do do doo
Do do do do do doo
Do do do do do doo

She's got a lip ring and 5 colours in her hair,
Not into fashion but I love the clothes she wears,
Her tattoo's always hidden by her underwear.
She don't care.

Everybody wants to know her name,
I threw a house party and she came
Everyone asked me
Who the hell is she?
That weirdo with 5 colours in her hair.

She's just a loner with a sexy attitude,
I'd like to phone her coz she puts me in the mood.
The rumours spreading round that she cooks in the nude.
But she don't care, she don't care.

Everybody wants to know her name,
How does she cope with her new found fame?
Everyone asks me,
Who the hell is she?
That weirdo with 5 colours in her hair.

She was all I thought about,
The girl I couldn't live without.
But then she went insane,
She couldn't take the fame
She said I was to blame
She'd had enough
And shaved five colours off
And now she's just a weirdo with no name.

Everybody wants to know her name.
How does she cope with her new found fame?
Everyone asks me,
Who the hell is she,
That weirdo with 5 colours in her hair.

Do do do do do doo
Do do do do do doo
Do do do do do doo

Ascoltavo la canzone e non riuscivo a capacitarmi di quanto fossero bravi.
Avevano un ritmo eccezionale e mi ritrovai a ballettare su me stessa mentre impastavo la pizza. Giovanna vicino a me cantava la canzone e sorrideva quando toccava a Tom.
In quel momento mi resi conto di provare invidia nei suoi confronti.
Chissà quante volte aveva sentito suonare quella canzone e quante volte aveva passato sere con quei ragazzi così speciali. Erano veramente eccezionali e non mi sarei aspettata una carica così forte.
Cantavano Danny e Tom, mentre Dougie aiutava con i cori.
Quando finirono io ero ancora stupefatta e Tom mi chiese:
«Allora? Che ne pensi?»

Lo guardai sorridente.
«Penso che siete magnifici, sul serio! Non.. non credevo che foste così bravi, devo ammetterlo! La canzone è molto orecchiabile e il ritornello ce l’ho già impresso nella mente! Io non ho parole per spiegarvi..Veramente bravissimi, una carica fortissima»

Sicuramente i ragazzi sapevano che stavo dicendo la verità, perché i miei occhi brillavano come poche volte mi era successo la in Inghilterra.
Non mi era mai capitato che una canzone sconosciuta, di un gruppo ancora più sconosciuto, che non aveva neanche ancora un nome, mi piacesse così tanto al primo colpo.

Qualsiasi nome avrebbero scelto per il gruppo, io sarei stata la fan numero 1, forse solo dopo Giovanna che sapeva già tutto il repertorio.
Ma non era giusto… lei partiva avvantaggiata.

«Bene! Sono felice che ti piaccia e che secondo te è orecchiabile! È la prima che abbiamo scritto!» disse Tom fiero di se.
«Se vuoi ve ne suoniamo un’altra mentre finite di preparare» disse sorridente.
«Si si!» dissi io entusiasta.
«Perché non fate “Room on the third floor”?» chiese Giovanna.
«Certo Madame»
Tom guardò Harry, il quale diede di nuovo il tempo con le bacchette, e poi come prima, la musica partì.

Room on the third floor
Not what we asked for
I’m not tired enough to sleep
One bed is broken,
Next room is smoking,
Air conditioning’s stuck on heat.
Outside it's raining,
Hear the guest upstairs complaining
but the room that’s got the TV too loud,
'Cos its times like these remind me
That I gotta keep my feet on the ground

Wake up early
Round 7:30
Housekeeping knocking on my door
Do not disturb sign
The back of her mind
I must’ve left it on the floor
(Yeah)

My eyes are hurting
cheap nylon curtains
Let the sunlight creep in through from the clouds

Cos at times like these remind me
That I gotta keep my feet on the ground

Na na na na
Na na na naaaa
Na na na na
Na na na naaa

'Cos its times like these remind me
'Cos its times like these remind me
'Cos its times like these remind me
That I gotta keep my feet on the ground

Na na na na
Na na na naaa
Na na na na
Na na na naaa

'Cos its times like these remind me
(Times like these remind me)
'Cos its times like these remind me
(Times like these remind me)
Cos its times like these remind me
That I gotta keep my feet on the round

Questa volta la canzone era più lenta, ma catturava allo stesso modo l’attenzione. Oltre a Tom e Danny, anche Dougie aveva cantato una strofa, in accompagnamento a Danny.
Doug aveva veramente una voce angelica.
Inutile dire che la canzone mi era piaciuta tantissimo e che loro erano stati di nuovo bravissimi.
Le loro voci erano nate per essere incatenate assieme.

Mi avevano completamente stregata.

Dopo che ebbero finito anche la seconda canzone decisero di riporre i loro strumenti e di prepararsi per la cena.

E quando la pizza lievitò, aiutarono me e Gi a farcirla.

Sorrisi mentre li osservavo tutti e quattro impegnati a tagliare pomodori o a preparare gli ingredienti necessari.
Si, avevo ragione io.

Si prospettava proprio una bella serata.

 

 

 

Ed eccoci di nuovo qua.

xD

Questa volta ho fatto un po’ di ritardo, ma l’Università non mi fa fare altro.

Quindi passo ai ringraziamenti.

 

Kiki91: Allora eccoci qua.. Mmm speriamo che Dougie faccia buon uso dei 4 neuroni che ha, anche se non se sarei tanto sicura xDD 4 sono troppi da utilizzare a dovere per lui. Non ce la fa a stare dietro a tutti xDD spero che il capitolo ti sia piaciuto *-* aw

 

RubyChubb: Allourrr.. per quanto riguarda i Mcfly si, è la prima storia. Per quanto riguarda altre fiction avevo scritto su Harry Potter e sono qui nella mia pagina. Però quando rileggo questa, ogni tanto mi accorgo che manca qualcosa, e qual cosina aggiungo, ma poi non mi viene da cambiarla più di tanto, perché questo era il progetto iniziale e da un certo punto di vista mi piace che sia così ecco.. xD Nei suoi sbagli xD Spero che il capitolo ti sia piaciuto *-*

 

 

 

Per tutti gli altri, come sempre, se volete lasciare un commentino sarebbe fantastico *-*

Byez

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Nono.

Dopo aver farcito la pizza con il pomodoro fresco, la mettemmo in forno e quando fu abbastanza cotta, la farcimmo di nuovo con mozzarella e rucola per farla cuocere meglio.
Era una pizza semplice, ma molto buona a mio parere.


Me ne stavo accovacciata davanti al forno per capire quando sarebbe stato il momento giusto per togliere la pizza, quando sentii una strana presenza accanto a me.
Mi voltai lentamente e trovai Doug che mi sorrise.
E il cuore ricominciava con i suoi capricci.
«Ehi!» gli dissi «siete stati veramente bravi prima! Avete una grinta e una carica fuori dal normale!»
Lui sorrise nuovamente.
Dio se era bello!!
«Grazie, mi fa piacere che tu la pensi così!» Poi guardò il forno «Quanto manca secondo te?»
«Credo che due minuti dovrebbero bastare e poi potremo mangiare!»
«Bene. Primo perché voglio assaggiare la pizza che hai fatto pure tu e due perché ho una fame da leone!»
Gli sorrisi e lui andò a sedersi alla tavola come un bimbo che aspettava di mangiare e non vedeva l’ora.
Appena fu al punto giusto io e Gi tirammo fuori la pizza e la servimmo ai ragazzi.
Inutile dire che quando mi sedetti l’unico posto rimasto, accanto a Giovanna, era quello davanti a Dougie.
Lo guardai nuovamente.
Quella sera era più bello che mai. Il suo sorriso spontaneo e i suoi occhi azzurri mi ammaliavano ogni secondo di più.

Appena finimmo di servire la pizza io e Gi ci sedemmo e i ragazzi iniziarono a mangiare la pizza con un’avidità ed una foga tale, che mi lasciarono completamente sbigottita.

Sembrava che fossero stati denutriti per giorni e giorni.
Guardai Gi e lei al contrario di me era tranquillissima.
Sicuramente era abituata a tutto quel famelico appetito dei ragazzi, infatti in risposta al mio sguardo allucinato e shockato mi sorrise, alzando gli occhi al cielo.
Durante la cena Harry e Danny facevano battute su battute.

Era bellissimo stare lì e scherzare con loro. Mi stavo rendendo conto che erano veramente dei ragazzi speciali.

Di tanto in tanto mentre mangiavamo, io alzavo lo sguardo e osservavo Doug in tutta la sua bellezza, ma stavo attenta a non farmi vedere…
I ragazzi si complimentarono con noi per la pizza, che secondo loro era venuta veramente molto buona.
Effettivamente era vero, dovevo ammetterlo a me stessa.
Probabilmente era tutto merito delle canzoni che i ragazzi avevano cantato per noi durante la preparazione!

Dopo la pizza mangiammo il dolce al cioccolato che avevamo comprato al supermercato e i ragazzi si divorarono pure quella tra una risata e l’altra.
Alzai nuovamente lo sguardo verso Doug..

Era più forte di me, come se ormai quel ragazzo fosse diventato una calamità.
Era strano quello che provavo per lui, perché dentro ero sempre dilaniata per quello che mi era successo con Daniele, ma allo stesso tempo i suoi occhi mi intrigavano e il suo modo di fare così un po’ timido e un po’ aperto, mi aveva semplicemente colpita.
Lo guardai, ma questa volta non fui molto attenta, infatti poco dopo che lo stavo osservando i suoi occhi incontrarono i miei.

Grande Giuly.

Ci mancava solo quella bella figuraccia.
Sentii il mio viso avvampare in meno di un nanosecondo, ma lui invece di sembrare infastidito dal mio sguardo, mi sorrise impacciato.
Adesso oltre che essere arrossita ero pure shockata.
Doug che faceva un sorriso impacciato a me?
Non riuscivo a spiegarmelo.

Distolsi lo sguardo e mi concentrai sul mio piatto, precisamente sulle briciole di torta che erano lì. Non le avevo mai trovati tanto interessanti come in quel momento…

Fortunatamente per me, poco dopo i ragazzi decisero di alzarsi dalla tavola e di andare in sala per vedere un film.
Arrivato davanti allo scaffale dei dvd, Tom scrutò un po’ le mensole e poi prese una custodia e si apprestò ad inserire il dvd nel lettore.

«Che film è Tom?»
Chiesi innocentemente.
Danny mi guardò con fare ovvio, sorridendomi.
«Tu non puoi saperlo, ma Tom ha la fissa per un film in particolare. Oddio dire per un film non è completamente esatto, visto che è di una trilogia che si tratta. “Ritorno al Futuro”, hai presente? Pensa che sono mesi che ci rompe perché lo vuole vedere con noi!!»
«Ah capisco! È quello della macchina del tempo?»
Tom annuì fiero della sua ottima scelta.
«Non l’ho mai visto»
Borbottai tra me e me.
«Non l’hai mai visto??»
Sentii gli occhi di Tom sopra di me.
Giovanna alzò gli occhi al cielo.
«Lasciala fare Tom! Non sono tutti patiti come te, che sai quel film a memoria..» disse ridendo.
Tom le lanciò un’occhiataccia e lei gli fece una linguaccia di rimando.
«Non posso lasciare fare! Meno male che sei venuta qua stasera Giuly! Questo è uno dei migliori film della storia del cinema!!»
«Bene» sorrisi «Allora se dici che è tanto bello, non vedo l’ora di vederlo!»

Ci sedemmo nei divani della sala che erano tre. Tom e Giovanna andarono assieme, mentre io mi ero seduta in quello vicino al loro. Prima che qualcuno avesse avuto tempo di sedersi accanto a me, Danny si era già seduto. Così gli altri due rimanenti si sedettero nel divano accanto a noi.
Iniziammo a vedere il film e come aveva detto Tom, non era affatto male.
Trattava di un ragazzetto Marty McFly, che era amico di un certo Doc, il quale aveva costruito una macchina del tempo. Una serie di equivoci portava Marty 30 anni indietro, ai tempi di quando i suoi erano giovani, e doveva cercare di farli innamorare altrimenti il flusso della storia avrebbe potuto subire dei cambiamenti.
Ad un certo punto del film c’era Marty che doveva seminare i “cattivi” e fa finire con la macchina contro un camion pieno di letame.
Mi accorsi subito di una cosa.
La scritta che c’era sul quel camion non era una scritta qualunque.
Solo un secondo dopo che avevo pensato a questa cosa, senti Dougie dire:
«D.Jones trasporto letame!!! Ah ah ah!! Ehi Danny perché non ci avevi detto che avevi una ditta di trasporto? Ti vergognavi?»
Danny guardò prima Dougie in cagnesco, poi si girò verso Tom con un’espressione da finto arrabbiato:
«Ehi Tom! L’hai fatto apposta di farci vedere questo film tutti assieme, così potevano prendermi in giro?»
Tom si voltò verso Dan con una faccia da angioletto:
«Certo che no!»
Dopo di che gli arrivò in faccia una cuscinata da parte di Dan.
Io mi voltai verso Doug con il sorriso sulle labbra e gli dissi:
«Lascia fare Jones poverino!! Non è mica colpa sua se c’era quella scritta sul camion!»
«Oh! Meno male che ci sei tu Giuly
Disse Danny abbracciandomi.
Sorrisi.

Dan per me era una persona veramente bella. Era divertente e regalava sempre tanto affetto.

Tornai alla visuale del film, tranquilla e il film e mi prese talmente tanto, che solo quando Marty tornò nel presente e Doc gli disse che dovevano tornare nel futuro, perché la sua futura famiglia era nei guai, mi accorsi che era già arrivata la fine del film.

Riaccese le luci i ragazzi si rilassarono sui divani, mentre Tom se ne stava pensieroso vicino a Giovanna. Non avevo mai visto Tom pensieroso in quel modo.
Sembrava che si stesse proprio concentrando molto.
Poi, ad un certo punto, il suo sguardo si illuminò e sussurrò:
«McFly…»
Noi lo guardammo tutti con un punto interrigativo sul volto e lui ci guardò e poi si rivolse ai ragazzi:
«McFly!» disse convinto.
«Tom, l’abbiamo capito che Marty si chiama McFly… ci siamo visti tutto il film» disse Harry.
«No!!! Non McFly Marty! McFly! McFly come nome per la band!!!»
I ragazzi guardarono Tom shockati.
Nessuno disse niente, poi sembrarono pensarci su.
Dopo pochi secondi Danny se ne uscì urlando:
«E stasera qui per voi, la nuova band in esordio: i McFlyyy!!!»

Subito dopo aggiunse:
«Mmm Tom, sai che non è affatto male?»
Anche Dougie annuì alle parole di Danny assieme ad Harry.
«Certo che lo so che non è male… è.. è perfetto!» disse Tom
«Allora finalmente abbiamo un nome?» chiese Danny «Waa! D’ora in poi noi saremo i McFly! Che bello! Che bello!» disse saltando per la sala.
Sorrisi, felice che i ragazzi avessero trovato finalmente un nome per la loro band.

Ma non mi ero accorta che Doug se n’era rimasto zitto da una parte.

Dopo un po’ i ragazzi andarono in sala a bere qualcosa e io decisi di uscire fuori nella veranda a prendere un po’ di aria fresca.
Solo che non sapevo che fuori c’era già una persona.
Ormai la sua figura la sapevo riconoscere di lato, da davanti, da dietro…
«Dougie»
Una sola parola, sussurrata nell’aria, bastò a farlo voltare.
«Ehi»

 
Freddo?
Avevo appena sentito il tono della sua voce come mutato.
Era stato così freddo che mi paralizzai dove mi trovavo.
Che gli era successo così dal nulla?
Un passo, poi un altro.
Lo raggiunsi alla ringhiera del cortile e mi affacciai un po’ per vederlo in viso.
Forse mi avrebbe spiegato che cosa gli stava succedendo.
Gli sorrisi.
I suoi occhi illuminati dalla luce della luna erano ancora più belli.
Ma lui non rispose al suo sorriso. Si voltò dall’altra parte.
Ok, avevo capito che ce l’aveva con me per qualche motivo che io però non conoscevo.
Sentii salire in me un moto di disturbo.

Odiavo quando le persone avevano dei problemi con me e odiavo quando c’erano delle incomprensioni.
Non mi piaceva essere in rancore con le persone, così provai a guardarlo nuovamente e a chiedergli con gli occhi che cosa mai fosse successo.

Ma lui come risposta fece per andarsene.

Odiavo le incomprensioni, ma in quell’ultimo periodo avevo già tanti problemi per la testa e non me ne sarebbe servito di certo un altro.

‹‹Ehi››

Lui si voltò e io lo guardai dritto negli occhi.
«Va bene, fa come ti pare. Se hai deciso di non parlarmi per non so quale motivo fai pure. Io non credo di averti niente di male. Quando ti sarà passata fammi sapere»
Detto questo me ne andai.


Fui più pungente di quello che avrei voluto essere, anzi avrei proprio voluto chiedergli cosa avevo fatto di male, avrei voluto dirgli che odiavo quando le persone si comportavano così con me, e avrei voluto chiedergli se era per la storia della sua ex-ragazza, ma non so per quale motivo gli risposi in quel modo.
Lo lasciai nel cortile e per una serie di coincidenze non lo vidi per il resto della serata, perché lui se ne andò quando io salii in camera di Tom a prendere il cellulare per farmi venire a prendere da mia madre e quindi quando tornai giù lui se n’era già andato.

«Giuly»
Gi mi chiamò quando scesi.

«Che è successo con Doug? Era fuori con te no?»
«Sinceramente non lo so» dissi con tutta sincerità «Lui ha messo un muso lungo dal nulla e ha iniziato a lanciarmi occhiatacce, continuando a evitarmi, così gli ho detto che lo avrei lasciato fare finché non gli sarebbe passata. Non credevo che se ne sarebbe andato.»
«Tranquilla, non è di certo colpa tua.. Chissà che gli è preso..»
Già chissà che gli è preso…
Era quello che mi chiedevo anche io.

 

 

Ed eccoci di nuovo qua.

Mi astengo dal fare commenti xD non mancano molti capitoli alla fine, quindi adesso capiterà tutto quello che deve capitare.

 

Kiki91: Io credo che Dougie alla fine non abbia neanche un neurone. Questo è il mio commento xDD Grazie per commentare!!! *-*

 

Rubychubb: Allora sarà un capitolo amaro per te questo! Seeeeeee il bacio xDDD questi due dormono e quando non ci sono problemi se li creano, quindi campa cavallo xDDD però spero tu abbia apprezzato il capitolo <3 grazie.

 

Alla prossima

Giuly

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Decimo.

Quando tornai a casa dopo la serata trascorsa con Tom e gli altri, mi stesi sul letto e come se ormai fosse diventata un’abitudine per me, mi misi a riflettere su tutti i casini mentali che avevo.
Non riuscivo a dimenticare del tutto Daniele, anche se ormai era un po’ di tempo che mi aveva lasciata e io avrei già dovuto aver accantonato la faccenda e  non riuscivo a capire che cosa provavo o che cosa mi faceva provare Dougie.

Lui era diventato un’ossessione per me. Mi attirava tantissimo nei suoi modi di fare e per come si comportava, e ai miei occhi sembrava perfetto (o forse lo era realmente), ma allo stesso tempo c’era qualcosa che mi bloccava a non andare oltre.
Odiavo tutto ciò che mi stava capitando.
E oltre tutto io avrei voluto conoscerlo meglio, parlare con lui, ridere, scherzare, farmi conoscere.. ma non avrei potuto farlo,  visto e considerato che aveva smesso di rivolgermi la parola.
Proprio una bella situazione.
Mi addormentai sperando che il giorno dopo sarebbe andato meglio.

Ma non fu così.
E nemmeno quello dopo o quello dopo ancora.
Io continuavo a uscire con Giovanna e il gruppo di Tom e ovviamente c’era anche Dougie, ma lui non mi rivolgeva più la parola.
Quando proprio era la sua giornata positiva, poteva salutarmi con un leggero cenno con il capo, ma niente di più.
Io non comprendevo il perché del suo atteggiamento.
In quei giorni avevo provato a sorridergli un paio di volte, forse tre o anche quattro, anche di più forse, ma lui non mi aveva mai ricambiata.
Eppure prima era diverso. Lui mi sorrideva, ed era felice di stare in mia compagnia… O io mi ero immaginata tutto?
E non riuscendo a comprendere che cosa gli stesse accadendo, alla fine mi arresi a cercare di capire.
Forse quella sera a casa di Tom, invece di dargli contro avrei dovuto restare lì e combattere per sapere che cosa gli era preso. Ma non l’avevo fatto, e piangere sul latte versato in quel momento, non era proprio una cosa che potevo fare.
Dovevo andare avanti.

E per fortuna che in quel gruppo c’era Dan.
Dan aveva capito che c’era qualcosa che non andava, anzi, lui mi sa che aveva capito molto più di me.

Ma non mi disse mai niente di quello che pensava sul conto di Dougie. Al contrario faceva di tutto per non parlare di lui e mi faceva divertire, mi faceva svagare e  mi faceva stare bene.
Alcune volte però c’erano dei momenti di tensione all’interno del gruppo, dei momenti di silenzio, che accadevano per colpa mia e del mio rapporto che avevo con Doug e mi dispiaceva, perché non volevo essere la causa di rottura dell’armonia di un gruppo.
Anche perché essendo l’ultima arrivata, avevo paura di rovinare l’amicizia che avevo anche con gli altri.
Ma ogni volta che la tensione si faceva sentire, Dan faceva una delle sue battute e tutti si aggrappavano a quella per far sparire la tensione.

Arrivammo così al 20 Dicembre, al compleanno di Harry.
Io e Gi decidemmo di fargli una festa sulla spiaggia a sorpresa a Southend, che distava 65 km da Londra.
Avevamo organizzato tutto. Una festicciola intima, riservata, solo per noi sei.
Al di là di quello che succedeva tra me e Dougie eravamo veramente affiatati, così decidemmo di fare una cosa tra noi.
Ci sarebbero state altre occasioni per organizzare feste con tutti gli altri compagni di scuola.
Io e Gi arrivammo per prime sulla spiaggia e ci prendemmo un pezzetto di spiaggia tutta per noi, dopo di che cominciammo a mettere a posto tutte le cose.
Portammo delle torce abbastanza grandi e le piantammo nella sabbia, poiché non era possibile fare dei falò sul mare e poi avevamo portato un tavolincino, dove mettemmo sopra una tovaglia con scritto “Buon compleanno” in tante lingue diverse e poi ci mettemmo sopra le varie cibarie e delle candeline profumate. Avevamo gonfiato anche dei palloncini e un po’ li legammo al tavolino altri li lasciammo li attorno in terra.
Fortunatamente il tempo era dalla nostra e non c’era vento.
Veramente una botta di fortuna in un periodo come quello.

Quando arrivarono i ragazzi era già tutto pronto.
Fu bello vedere la faccia sorpresa di Harry. Era la prima volta che lo vedevo veramente esaltato per qualcosa.
Poi ci mettemmo a mangiare e a parlare.
Tom e Dan avevano portato le loro chitarre e fu inevitabile cantare tutti assieme.
Stavamo benissimo, era veramente un pomeriggio stupendo.
Ad un certo punto Gi stava per prendere dell’acqua, ma involontariamente la rovesciò addosso a Tom, bagnandolo completamente.
I miei occhi caddero sulla sua camicia bagnata, e visto e considerato che la camicia traspariva completamente, mi accorsi che aveva un tatuaggio a forma di stella sul petto.
Tom guardò maliziosamente Gi, mentre lei cercava invano di scusarsi e dopo aver preso la bottiglia e aver bagnato tutti noi altri limitatamente, la prese per la vita e la trascinò nell’acqua.
Inutile dire che gli altri tre ragazzi seguirono l’intelligente esempio di Tom, iniziando a gavettonarsi con le bibite analcoliche, quali Coca, Thè e Redbull (che poi io non capivo che significato avesse vuotare quella sostanza addosso agli altri), quindi mi ritrovai inondata di tutte queste schifezze appiccicose. In più, in un momento indefinito della battaglia, Harry e Dan mi presero uno per le braccia e l’altro per le gambe e mi trascinarono nell’acqua.
Non ci capii molto in quel momento, ma vidi Harry tornare indietro a prendere Doug e a buttarci pure lui.
Avevo fatto il mio primo bagno d’inverno, assieme a loro, ed era fantastico!
E che freddo, si gelava veramente, ma era bello vedere che eravamo tutti felici.
Ero sicura che per un nanosecondo, quando mi ero voltata verso Doug e gli avevo sorriso, completamente fradicio pure lui, mi avesse ricambiata.
Ma poi si era girato subito.
Probabilmente non era sua intenzione, ma in me si riaccese una lucina di speranza.
Forse avevo qualche possibilità di riacquistare la sua amicizia.

Quando uscimmo dall’acqua ci avvolgemmo nelle coperte che avevamo portato per stenderci sulla spiaggia.
Ridevamo tutti come degli scemi, eravamo veramente stati stupidi.
Fortuna volle che Gi avesse in macchina la lavatrice dei panni che Tom aveva lasciato a casa di lei, che erano veramente tanti, così ci cambiammo di abiti e ridemmo sul fatto che sembravamo tutti tanti Tom che andavano in giro per la spiaggia.
Io e Gi però eravamo messe peggio dei ragazzi, perché i nostri capelli zuppi non accennavano ad asciugarsi e la brezza dicembrina era veramente fredda.

Era veramente una bellissima serata, Harry aveva scartato i suoi regali e noi gli avevamo cantato tanti auguri (io avevo cantato la mia versione in italiano).
Stava andando tutto per il verso giusto, fino a quando Dan fece una battuta e io fui la prima a ridere, involontariamente.
Sentii uno sbuffo e sapevo perfettamente da chi proveniva:
«Che?» mi voltai verso chi aveva sbuffato «Adesso non posso più nemmeno ridere ad una battuta?»
Dissi con un mezzo sorriso.
«No» rispose Doug, sfacciatamente.
«Oh per la grazia divina! E sentiamo… perché non dovrei ridere?»
Stavo per scoppiare, lo sentivo.
«Perché mi dai fastidio»
Colpita.
Colpita nel profondo.
E affondata.
Non la sopportavo più quella situazione.
È vero, l’avevo creata io, ma…
No, non andava bene, affatto.
«Mi dispiace se ti do così tanto fastidio» dissi con un tono neutro. Non avevo più voglia di litigare con lui. Mi facevo solo del male. E forse, facevo male anche a lui.
Anzi forse a lui gli davo proprio fastidio solo con la mia presenza.
«Se solo tu te ne fossi rimasta al tuo posto e non fossi venuta a irrompere nel nostro gruppo la sera del mio compleanno, che tra l’altro non ti avevo nemmeno invitata, sarebbe stato meglio»
Ecco, se non piangevo da un po’ di tempo, quella, era l’occasione perfetta per piangere di nuovo.
Ne sentivo proprio il bisogno, ma  non davanti a tutti loro.
Vedevo gli sguardi allibiti degli altri per le parole di Dougie.
Giovanna era shockata.
Quell’atmosfera di divertimento e felicità si era volatilizzata nel nulla.
Guardai Doug dritto negli occhi e i suoi erano pieni di rabbia.
«Ok, scusami. Non ti darò più fastidio»
Ero veramente stufa di tutto quello.
Poi mi voltai e mi incamminai verso una scogliera che non distava molto da lì.
Sentii le lacrime iniziare a scorrere sulle mie guance e allora cominciai a correre lontano.
Lontano da loro, lontano dai problemi, lontano da lui.

Ormai era più di mezz’ora che piangevo su quel dannato scoglio, tanto che non ne poteva più nemmeno lui, ma io ancora non avevo finito le mie lacrime.
Mi rendevo conto da sola di essere patetica, che da quando ero arrivata a Londra per un motivo o per un altro erano stati più i giorni cupi che quelli sereni, ma che potevo farci?
Stavo pensando a cosa cavolo avevo potuto combinare a quel ragazzo dagli occhi d’angelo, per farli diventare così gelidi nei miei riguardi, quando sentii una voce chiamarmi alle spalle:
«Giuly»
Una voce.
La sua voce.
Non mi voltai perchè non volevo che mi vedesse in quello stato, dissi solo:
«Mmm
Un mugolio, solo quello riuscii a fare.
«Scusami»
Questa volta la voce era vicina.
Talmente vicina che voltai il capo verso destra e mi ritrovai faccia a faccia con i suoi occhi.
Che non erano gelidi. Erano tristi.
Respirai e poi con le lacrime che non si fermavano gli chiesi:
«Che diavolo è successo Doug? Me lo spieghi? Prima…» respira Giulia, respira… «Prima di quella sera io e te siamo stati bene. Prima di quel film, io avevo incontrato varie volte i tuoi occhi e tu mi avevi sempre sorriso, a meno che non mi fossi inventata tutto. E poi dopo che abbiamo visto quel film, tu hai iniziato a non parlarmi più e da li… beh, la storia la sai.»
Una lacrima mi scivolò sul viso, ma lui la fermò, asciugandomi la guancia con il pollice.
«Sono uno stupido. Un vero stupido. Ogni volta è così. O mi faccio fregare, o finisco per far star male le persone, o riesco a fare tutte e due le cose assieme. Come se poi tu ne avessi bisogno, di star male…»
Io, star male?
Lui sapeva di me e Daniele?
«Come tu..?»
«Si.. Io so che avevi un ragazzo in Italia e che ti ha lasciato. Me lo ha detto Giovanna…»
Sospirai.
Giovanna…
«Ma non te la rifare con lei» Si affrettò a dire lui «Sono stato io a insistere per sapere che cosa ti era successo. La sera della mia festa eri stata così carina con me, ed eri allegra, con il tuo bel sorriso. Poi dal giorno dopo, ti ho sempre vista con gli occhi rossi e gonfi e mi sono chiesto che cosa potesse esserti accaduto… e così dopo mille volte che glielo avevo chiesto, Gi ha sputato fuori tutto»
Ero perplessa.
«E questo che cosa centra con quello che è successo tra noi in questo periodo?»
«Beh, centra che tu non avresti dovuto avere altri problemi…»
«Ma non sei stato il solo a creare problemi. Evidentemente anche io ne ho creati, non so perché, dove non c’era bisogno di crearli…»
Questa volta quello shockato era lui.
«Anche tu sai…
«Si»
Abbassai lo sguardo.
Forse era una cosa troppo privata, che io non dovevo sapere…
«Giovanna» dicemmo assieme.
Sorrisi e lui fece altrettanto.
«Ma per favore, spiegami cosa è successo…»
«Sono uno stupito» disse lui abbassando il capo e scuotendo la testa.
«Please, spiegami che cosa ho fatto di male…»
«Va bene! Mi hai fatto ingelosire»
No.
Fermi tutti.
Che aveva detto?
Che lo avevo fatto ingelosire?
Avevo sicuramente capito male.
«In che senso, scusami… Io ti ho fatto ingelosire?»
«Ok, ormai ci sono e devo spiegarti tutto con calma.»
«Sono qui tutta orecchie» e sinceramente non vedevo l’ora di sentire che cosa aveva da dirmi.

 

 

Eccoci di nuovo qua ^-^

Questi due sono irrecuperabili.

 

Kiki91: La mia unica recensitrice xDD grazie carah! Sono felice che la storia ti piaccia e che tu la segua sempre! Spero che ti sia piaciuto anche questo!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Undicesimo.

E sinceramente non vedevo l’ora di sentire che cosa avesse da dirmi.
«Vedi…» incominciò incerto «Io sono stato mollato dopo essere stato tradito e non ho passato affatto un bel periodo»
Wow. La situazione era proprio identica alla mia.
«E la prima persona che mi ha fatto incuriosire, che mi ha fatto stare bene anche se per poco tempo, sei stata tu, la sera della festa del mio compleanno. Poi i giorni seguenti ti ho vista triste e mi sono chiesto che cosa ti fosse accaduto. Dopo che Giovanna mi ha detto tutto, ho deciso di farti distrarre un po’. Infatti quel giorno che ti trovai nei corridoi, ti portai a prendere il gelato. Ovviamente sapevo che la storia del gattino che se n’era andato era una balla…»
Io abbassai il capo sconsolata.
Tsk.
C’avevo fatto pure la figura dell’idiota.
«E quel giorno con te» continuò lui «sono stato bene. Veramente bene. Abbiamo parlato molto e ci siamo divertiti. Io mi sentivo attratto da te e stavo bene per questa nuova sensazione, ma poi ho notato come si comporta Danny con te, sempre bacini, scherzetti, battutine e la sera della cena tu l’hai difeso quando io ho fatto quella battutina su di lui. E questa cosa ha fatto traboccare il vaso»
Lo guardai, sinceramente colpita.

Doug era geloso perché avevo difeso Danny?
Non avevo mai pensato che Danny avrebbe potuto provare interesse nei miei confronti.
«Ma io…» provai a parlare, ma lui mi bloccò.
«Aspetta. Lo so benissimo che probabilmente tu l’avevi fatto per difenderlo scherzosamente»
Appunto.
Era proprio quello che gli volevo dire.
«Ma Dan no. Ho visto come si comporta con te e come reagisci tu al suo comportamento. Dan ti fa ridere, con lui ci scherzi e sei spensierata, con lui ti dimentichi dei problemi, anche se lui alcune volte è veramente troppo affettuoso con te. Ed io è questo che non sopporto. Io non ti faccio ridere come ti fa ridere lui, io non sono affettuoso come è affettuoso lui. Io non potrò mai competere con lui. Ovviamente tu centravi poco, però me la sono rifatta con te. Perdonami.»
«Doug…»
Ero veramente scossa.
I miei pensieri vagavano qua e la sconnessi, non trovando un filo logico a tutto quello che mi stava succedendo.
Il cuore che batteva e io guardavo i suoi occhi celesti tristi, con una morsa allo stomaco che mi attanagliava completamente.

«Non è una gara questa» cominciai facendomi coraggio «Tu non devi competere con nessuno. E io non sono un bambolotto da vincere. Io… Tu non hai la più pallida idea di quello che mi fai provare con un solo sguardo. I tuoi occhi mi portano dritta in un altro mondo quando si incontrano con i miei. E sei un ragazzo gentile, apprensivo, bello. Danny per quanto simpatico e dolce possa essere, non mi farà mai provare determinate cose»
Era così difficile dover mettere a nudo i miei sentimenti per lui.
Mi sentivo tremendamente idiota e in imbarazzo.
Notai che Dougie si stava sorprendendo delle mie parole. Ma dovevo dirgli tutto.
«Quando ti ho visto per la prima volta in quell’aula, tu mi sei rimasto subito impresso e nei giorni seguenti non facevo altro che cercare con lo sguardo se tu eri nei paraggi, anche se non avrei dovuto, perché è vero, avevo un ragazzo in Italia. Ma comunque non ti rividi fino alla festa del tuo compleanno, di cui io non sapevo nemmeno che tu fossi il festeggiato e come hai detto tu, a cui nemmeno mi avevi invitata…»
«Scusami sul serio. Ho detto delle cose che non volevo dire prima»
Dai suoi occhi si vedeva che era seriamente pentito e amareggiato per quello che aveva detto, così mi limitai ad annuire e proseguii con il mio discorso.

«Dopo che tornammo in casa per la torta tu mi hai cercata con lo sguardo, cercasti proprio me, ne sono abbastanza convinta e le emozioni che mi hai fatto provare sono state bellissime. Ma nel momento in cui io ho provato certe emozioni, mi sono sentita tremendamente in colpa per il ragazzo con cui stavo. Io lo amavo, anzi lo amo sempre, quindi per me è stato un colpo basso. Mi sono sentita un po’ uno schifo verso i suoi confronti. E poi quando sono tornata a casa ho letto la sua mail, dove c’era scritto che mi mollava…»
«Ti ha lasciata per mail?» Io annuii.
«Che stronzo.» Si lasciò sfuggire.
Ed io sospirai.
«Già.. Si è messo con quella che credevo fosse la mia migliore amica, pensa un po’ te. Comunque. I giorni successivi alla tua festa sono stati un incubo per me, perché non facevo altro che pensare a lui. Sicuramente, purtroppo lo sai anche tu come ci si sente.» Lui mi fece un mezzo sorriso, per farmi capire che lo sapeva. Io proseguii.
«Poi quel giorno tu mi invitasti a prendere un gelato e non ti dico quanto fui contenta. Tu sei speciale, mi fai stare bene. La sera dopo poi, abbiamo fatto la cena e avete cantato ed io ero felice e dopo il film hai iniziato a darmi contro. E solo adesso capisco…»
«Te l’ho detto» ripeté lui «Sono stato un’idiota e prima ti ho detto delle cose tremende. Mi dispiace. Tu sei stata la persona a farmi riaprire gli occhi da quando Candy mi ha lasciato…»
No.
«Candy? La Candy che è in classe con me era la tua ragazza?»
«Non si direbbe vero? Lei non era così quando stava con me. È cambiata da quando sta con Bourne…» Vidi che stringeva i pugni e mi fece male.
«Mi dispiace» dissi sincera.
Vederlo triste e arrabbiato per quella situazione non mi faceva stare per niente bene.
Probabilmente a lui non era ancora passata del tutto, di quello che era stato con lei.
Giovanna doveva avere ragione.
«No, non sei tu che devi dispiacerti» disse lui «Sono io che ti chiedo scusa. Mi sono comportato da idiota. Se ti avessi detto da subito come la pensavo probabilmente tutto questo non sarebbe successo. E tu non saresti stata così male»
«Non preoccuparti per me» gli dissi con un sorriso.
«Invece mi preoccupo eccome. Sei colei che mi ha fatto tornare la voglia di vivere certe situazioni e che forse mi ha fatto dimenticare quella che mi ha trattato male»
Lo guardai.

Ero veramente colpita da tutto quello che mi aveva detto.
In pratica mi aveva detto che forse gli piacevo.
I suoi occhi adesso erano tornati quelli di sempre, come prima che io avessi difeso Dan, quella sera.
Erano brillanti e solari e di un azzurro intenso, così intenso che potevo rifletterci dentro i miei occhi.
Senza che me ne potessi rendere conto lo vidi avvicinarsi verso di me e delicatamente posò le sue labbra sulle mie.
Il mio cuore si fermò per un attimo.
Le sue labbra erano così morbide e così soffici che mi fecero salire al settimo cielo.
Quando poi lui tentò di approfondire il bacio, qualcosa dentro di me mi fece scattare e mi staccai da lui.
«No, non… Non posso scusami»
Vidi i suoi occhi rattristirsi e mi voltai dall’altra parte.

Non volevo vederlo di nuovo triste.
Ma questa volta avrei dovuto affrontare la situazione, così mi voltai verso di lui.
Gli presi la mano e cercai i suoi occhi con lo sguardo.
«Ti prego» Cominciai incerta «Non prenderla nel verso sbagliato. Tu, tu mi attrai moltissimo e vorrei tanto conoscerti meglio, sapere di più di te, passare più tempo con te, ma questo adesso non posso farlo. Mi sento ancora troppo legata a Daniele…»
«Il tuo ex?»
Più un sussurro che una domanda.
«Si, il mio ex. E non mi sembra giusto baciare te, quando da una parte penso ancora a lui. Non mi sembra giusto nei tuoi confronti»

Lo guardai negli occhi e proprio quando non me lo aspettavo, mi sorrise.
«Meno male…» disse tra sé e sé.
Lo guardai interrogativa.
«Meno male?»
«Si meno male. Credevo tu ti fossi presa una cotta per Jones e che non volessi saperne niente di me!»
Gli diedi un colpetto sulla spalla.
«Scemo!»
«Invece pensi di essere ancora innamorata del tuo ex e non vuoi farmi soffrire ulteriormente»
Questo implicava che anche lui stava sempre male per Candy?
«Che carina» disse lui, più se stesso che a me.

Eravamo proprio una coppia senza speranza…

Io che ero attratta da lui, ma che pensavo ancora al mio ex, o almeno così credevo.
Lui che invece era attratto da me, ma forse era ancora preso dalla sua ex.
Come sarebbe andata a finire?
Ero curiosa pure io di saperlo.

 

 

Eccomi di nuovo qua! Questa volta ho aggiornato presto perché mi sento molto motivata. Ho bel 2 lettrici nuove. Non potete sapere quanta felicità mi avete portato. Avevo completamente perso le speranze con questa storia.

Quindi grazie, grazie, grazie.

E passo ai ringraziamenti personali.

 

Kiki91: Hai pienamente ragione tu… =D Ci saranno ancora degli uragani.. Ma gli ultimi, aggiungerei. Tra poco questa storia finisce.. Però chi lo sa come va? xD si si Palletico si utilizza pure qua!!! XDDD Grazie mollissime cara! Sei sempre molto molto gentile!!!!

 

RubyChubb: Essì questo Dougie un po’ enigmatico mi è sempre piaciuto, fin dall’inizio della storia. Un ragazzo che prima di dire una cosa sbagliata o di ammettere quello che pensa, preferisce non parlare più e voltare le spalle. Ma non per cattiveria. Spero si sia capito. Credo che Giuly non sia proprio innamorata, anzi.. non sa proprio quello che pensare, ma forse con il tempo capirà.. xD E Giovanna.. No dai! xDD Non mi dire che doveva farsi i fattarelli suoi. Lei lo ha fatto per aiutarli. Lei aveva capito tutto prima di loro due messi assieme xDDD Non preoccuparti per il ritardo!!! Però mi fa piacere che hai letto di nuovo! Credevo tu avessi abbandonato xDDD Grazie mille Silvia!!!!! <3

 

Anna94_17: Wow una nuova lettrice!!! Piacere di fare la tua conoscenza. Innanzi tutto lascia che ti dica grazie, perché sono felicissima che tu abbia deciso di seguire questa storia e di lasciarmi un commentino. Sei stata veramente carinissima!! E poi grazie mille per quello che hai scritto. Non puoi capire quanto sia felice di sapere che la storia ti piace. Spero che continuerai a seguirla. Grazie mille <3

 

Keloryn: *-* Io non ho le parole adatte per ringraziarti a sufficienza. Prima quando parlavo con Elsa ci siamo scritte assieme che tu mi avevi lasciato una recensione xDD Non sei stata carinissima, ma si più. Davvero. Ti sono molto molto grata per le parole che mi hai scritto e mi fa veramente piacere che tu la pensi così *saltelling per la stanza* Davvero le tue parole sono state dolcissime *-* Aww. Quindi ho deciso di mettere un altro capitolo. Grazie mille, davvero! Spero che continuerai a seguire la storia!! Grazie, grazie, grazie!  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Dodicesimo.

Da quando quel pomeriggio io e Doug tornammo dagli altri sulla spiaggia, per finire di festeggiare il compleanno di Harry, le cose nel gruppo migliorarono notevolmente.
Si era creata una giusta armonia, non c’erano più litigi e le volte in cui Danny mi stava troppo vicino (anche se io continuavo a credere che lui non fosse seriamente interessato a me) io gli sorridevo, ma senza farglielo notare mi allottavano un po’ da lui. Automaticamente poi, mi voltavo sempre verso Dougie, che puntualmente mi sorrideva compiaciuto o mi faceva un occhiolino.
Sentivo di trovarmi in una situazione molto strana. Danny era un mio amico, ma da dopo che Doug mi aveva detto quelle cose ci andavo sempre molto cauta con lui, perché non volevo che Doug rimasse male per qualche cosa. In un certo qual modo gli facevo capire che tenevo a lui e che degli altri non mi importava, ma allo stesso tempo non ero ancora del tutto pronta per starci assieme.

Inoltre non avevo ancora capito se lui fosse realmente interessato a me, oppure se io fossi per lui solamente uno scacciapensieri, visto e considerato che ancora non aveva dimenticato Candy. (?)
Ma nonostante i miei soliti e immancabili pensieri, io e gli altri ci vedevamo quasi i giorni e trascorrevamo sempre il nostro tempo libero assieme.
Stare con loro era un vero spasso.

Durante i giorni appena dopo  il compleanno di Harry erano cominciate le vacanze natalizie e Londra in quei giorni era veramente magnifica.
Il pomeriggio andavamo in giro per il centro e la sera io e Gi andavamo a casa di Tom a sentire i ragazzi provare.
I McFly stavano cominciando ad ingranare alla grande e io e Gi, ci ritrovavamo sempre a cantare le canzoni assieme a loro, mentre provavano.
Ne avevano scritte così tante che avrebbero potuto incidere subito un album.
Ce n’erano 3 in particolare molto movimentate, Surfer Babe, Down by the lake e That girl e loro si divertivano a farle una dopo l’altra, dando loro il nome di Surf Medley.

Quei minuti di musica diventavano per me e Gi, una sorta di discoteca privata. Per non farci vedere dai ragazzi ci posizionavamo in un angolino della stanza e poi ci scatenavamo come delle pazze.

Alcune volte a me e lei era capitato di ritrovarci in serate karaoke e mentre loro suonavano le loro basi, noi cantavamo le canzoni al microfono.
Non mi ero mai divertita tanto come in quelle sere.

Era bello aver trovato finalmente la serenità. Dopo tutta quella burrasca che c’era stata, quel periodo mi serviva proprio.

La sera della vigilia di Natale, poiché mia mamma era a cena da dei colleghi, decidemmo di fare una bella cena a casa mia.
Io e mamma in quel periodo non avevano avuto né testa né il tempo per addobbare la nostra villetta, così quel pomeriggio con Gi e gli altri ragazzi, addobbammo l’albero di Natale tutti assieme e decorammo la casa appositamente per quella sera.
I ragazzi rimasero stupiti della grandezza della mia casa e mi dissero che il rustico sarebbe stato perfetto per le prove della band.
Io mi ritrovai a sorridere al solo pensiero di vederli sempre in giro per la casa.

Sarebbe stato veramente divertente.
A fine addobbo la casa aveva assunto una gradevolissima aria natalizia.
Mancava solamente di verificare una cosa.
Harry spense le luci del rustico e accese quelle dell’albero.
E fu in quel momento che rimasi incantata.

Dall’albero si accesero mille lucine, che iniziarono a creare dei giochi di luci ed ombre sulle pareti e sui nostri visi.
Adoravo il Natale per l’atmosfera che mi regalava sempre. Era tutto più magico durante quei giorni.
Mi voltai e vidi Doug voltato verso di me, che mi sorrideva.
Gli sorrisi di rimando.

Stavo veramente bene.

Avendo passato tutto il pomeriggio a sistemare la casa, non avevamo avuto il tempo per pensare di preparare una cena con i fiocchi e in grande stile, così decidemmo di uscire per comprare l’occorrente per fare la pizza.
Per la seconda volta mi ritrovai con Gi a preparare l’impasto, ma questa volta, a differenza della prima, anche i ragazzi ci dettero una mano.
Mentre noi la impastavamo, loro si divertivano a modellare la pasta nelle forme più strane, come i bambini piccoli quando giocano con il pongo, e poi facevano a gara lanciandosi delle palline.

Harry e Dougie contro Danny e Tom.

Dopo 5 minuti di battaglia, la prima squadra si arrese.
Io e Giovanna ci guardammo più volte sconsolate.
Cercare di fare una cosa normale con loro non era possibile, ma era proprio questo che a me piaceva la loro presenza…

Quando decisero che avevano giocato abbastanza e i due ai arresero, preparammo tante pizze di varia grandezza e con tante forme diverse.
Tom ne preparò una a Giovanna a forma di stella e poi quando la mise nel forno le disse:
«Quella è per te, perché sei la mia Star Girl…»
Al che Gi lo guardò prima imbarazzata, voltandosi per vedere la reazione di noi altri alle parole di Tom, poi si voltò verso di lui e gli salto al collo tutta felice, dandogli un bacio dolcissimo.

Io sentivo di avere gli occhi a cuoricino per il romanticismo di Tom, mentre dall’altra parte della stanza, partirono dei fischi di approvazione da parte degli altri tre.
La pizza era riuscita veramente bene e la cena fu meravigliosa. Inutile dire che ci divertimmo tantissimo.
Purtroppo ad un certo punto mentre Danny stava facendo uno dei suoi interessanti discorsi, smanettando come al suo solito, involontariamente mi rovesciò addosso un bicchiere pieno di Coca e la mia maglietta si inzuppò completamente.
Prima che potessero scattare delle battutine della serie “Miss maglietta bagnata” mi dileguai e salii in camera per cambiarmi.

I ragazzi erano giù nel rustico e anche se la mia camera era due piani più in su, riuscivo a sentire le loro voci felici e le loro risate contagiose.
Sorrisi al pensiero che la serata stesse andando per il meglio.
Mi soffermai vicino al comodino e il mio occhio cadde sulle foto che stavano in delle piccole cornici li sopra.
C’erano sempre le 3 che avevo messo quando ero arrivata. Non avevo ancora avuto il coraggio di togliere quella mia con Dani, però accanto a quella ne avevo messa una nuova, di una foto che avevamo scattato la sera del compleanno di Harry, dopo che io e Doug avevamo “fatto pace”.
Eravamo tutti e sei sulla spiaggia: Gi e Tom erano abbracciati stretti stretti, guancia a guancia e accanto a loro c’eravamo io e Dougie. Lui mi teneva un braccio intorno alle spalle, un po’ impacciato, mentre io avevo gli occhi un po’ arrossati per il pianto, con il sorriso sulle labbra. Davanti a noi, nel mezzo,con le ginocchia piegate c’erano Dan e Harry che si spingevano.

Era molto strano che la foto non fosse venuta mossa.. quei due non stavano un attimo fermi.
Sorrisi ripensando a tutto quello che era successo solo quattro giorni prima e mi meravigliai che le cose potessero essere cambiate tanto in fretta.

Stavo per alzarmi dal letto dove mi ero seduta, quando la porta di camera mia si aprì piano piano e scorsi il bel viso di Dougie apparire da dietro di essa.
«Scusami, posso?» mi chiese incerto.
«Certo entra!» gli sorrisi.
«Sono salito, perché non ti vedevo più tornare» disse entrando nella stanza.
«Mi ero fermata a pensare»
Lui si guardò attorno e poi mi disse:
«Così questa è la tua stanza..»
«Già, questa è la mia stanza…»
Osservò i poster alle pareti: c’erano un paesaggio di montagna e un poster di una veduta parigina e poi il suo sguardo si illuminò quando arrivò all’ultimo poster.
«Non ci credo! Ti piacciono i Blink
Sorrisi.
«Certo! Sono famosi anche in Italia, sai?»
«Sicuro che sono famosi anche lì, sono bravissimi!»
Tsk. Avevamo anche i gusti simili in campo musicale…
«E queste?»
Domandò curioso vedendo le foto sul comodino.
«Vediamo, vediamo…»
«Sono le foto che mi sono portata dall’Italia e poi ne ho aggiunta una nuova» dissi sorridendo.
Lui guardò tutte le foto e notai che quella mia e con Daniele la guardò solo di sfuggita, mentre quando vide quella di me assieme ai miei amici italiani si soffermò e mi chiese:
«Questi sono i tuoi amici?»
«Si, sono i miei amici» dissi mimando con le mani due virgolette.
Lui mi guardò come se volesse sapere chi era chi, così io proseguii.
«Allora a me credo che mi riconosci. Poi vicino a me c’è Daniele, il mio ex e vicino al mio ex c’è Iris, la mia “migliore amica” che adesso sta con il mio ex. Accanto a Iris c’è il suo adesso ex, Matteo e poi gli altri due sono Vanessa e Walter, che sono tuttora felicemente fidanzati»
«Che confusione…»
Sorrisi. Effettivamente era un bel casino, ma pensare a Daniele in quel momento non mi sembrava il caso.
Era una bella serata, non ne valeva la pena di deprimersi nuovamente.
Lui però mi chiese una cosa che non mi sarei mai aspettata:
«Ti mancano tanto?»
Rimasi un po’ perplessa dalla sua domanda, ma comunque risposi.
«Si sinceramente mi mancano tanto. In soli quattro mesi il nostro rapporto di una vita è andato in frantumi. Non li sento tutti da secoli, mentre prima almeno li sentivo tutti i giorni. Sarei curiosa di sapere come stanno Vanessa e Walter, o come se la passa Matteo, ma ho paura che poi mi chiedano come l’ho presa per gli altri due e allora preferisco far passare un altro po’ di tempo, prima di parlare di nuovo con loro.»
La mia voce suonava molto malinconica.
Lui disse solo:
«Mi dispiace»
Io lo guardai e sorrisi:
«Non preoccuparti. Adesso ho questi pazzi qua che mi sopportano dalla mattina alla sera» dissi indicando la foto che avevamo scattato al compleanno di Harry, pochi giorni prima.
«Si hai ragione, adesso hai noi. Ma non è per niente vero che ti dobbiamo sopportare. Casomai sei tu che devi sopportare noi!»
«Io sono felicissima di aver trovato degli amici come voi!»
Lo guardai negli occhi.
Dio! Quella tonalità di celeste era ormai diventata da un po’ di tempo la mia preferita.
Lui era qualcosa di sensazionale.
Con due parole riusciva a farmi vedere il bello delle cose.
Quando qualcosa andava storto lui era sempre lì ad aggiustare tutto.
Era una persona fantastica.
Impulsivamente, mentre mi ero persa in quel celeste così magnetico, mi avvicinai e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, innocente, ma carico di tanto significato.
Mi sentivo veramente legata a lui.
«Grazie per tutto quanto»
Gli sussurrai solo questo all’orecchio.
Lui in risposta, mi regalò il sorriso più bello che io avessi mai visto.

Tornammo poi di sotto e Harry quando entrammo nel rustico ci chiese con una faccia di uno che sa tutto:
«Che stavate facendo lassù, è sporcaccioni!?»
Prima che potessi dire qualcosa Dougie mi precedette:
«Sano Sesso Sfrenato… qualcosa in contrario?»
Io lo guardai completamente shockata e quando mi voltai, vidi che anche gli altri avevano la mia stessa espressione.
Soprattutto Danny aveva una faccia a dir poco sbalordita.
Diedi uno scapelloto a Dougie, mentre lui se la rideva.
«Non dargli retta» dissi quando mi fui un po’ ripresa «Abbiamo solo scoperto di avere gli stessi gusti musicali…»

Aspettammo la mezzanotte e poi con un po’ di sorpresa generale, scoprimmo che ci eravamo fatti tutti dei regalini.
Nessuno quella sera era arrivato a mani vuote.
Erano pensierini molto piccoli, ma allo stesso tempo carichi di affetto.

C’era chi aveva preso delle calamite per il frigo, chi delle cartoline con dietro scritto dei messaggini natalizi, o dei portachiavi personalizzati.

Furono tutti dei bei regalini e io li misi con cura sotto il mio albero di Natale.
Poi sfiniti, vero le due di notte i ragazzi tornarono ognuno nella propria casa e io aspettai un pochino mamma in piedi e mi preparai una bella cioccolata calda con i pezzettini di marshmallow, tanto per restare in forma.

Quando rincasò mi raccontò un po’ di cose, dicendomi di essersi divertita e che i suoi nuovi colleghi l’avevano anche invitata per una cena dell’ultimo dell’anno.
Ero veramente felice per lei, perché benché sapessi che mio padre le sarebbe sempre rimasto nel cuore, forse, finalmente, si stava rifacendo una vita pure lei.

 

 

Eccomi qua di nuovo. ^-^

Che piacere vedere che la storia vi interessa *-*

Davvero, grazie a tutte <3

 

Keloryn : Essì sul forum c’è tutta.. In realtà lì c’è anche qualcosa in più. Ma è meglio seguirla in piccole pillole no? Tipo un telefilm xD *parte a sparare cavolate* Candy Candy Candy.. Avrei tanto da dire su questo personaggio, ma è meglio se non dico niente.  E Daniele.. beh ora è fuori dalle scatole. Si spera.. gli sviluppi adesso arriveranno tutti assieme. Mancano pochi capitoli alla fine… (mi pare 4) spero che il capitolo ti sia piaciuto *-*

 

Anna94_17 : Awww grazie mille del tuo commento!! Sono felice che la storia ti piaccia *-* E spero che ti sia piaciuto anche questo!!! <3

 

Kiki91: eccola lei che c’è sempre!! iu: (faccina msn) Si Dougie lo puoi picchiare, anche perché è più duro delle pine verdi e non perderà mai il vizio di fare certe cose. Essì.. finirà tra tipo 4 capitoli, ma poi dovrò chiedervi una cosa *faccina che ghigna* Spero ti sia piaciuto anche questo *-*

 

Saracanfly : Ma quale piacere avere una nuova lettrice! *-* All’inizio erano solo due, adesso vi siete raddoppiate.. per me è un bel traguardo!! *__* Si.. ovviamente i boys non sono andati in classe insieme e non hanno manco la stessa età.. ma per motivi di copione mi tornava meglio così xDD Per quanto riguarda la storia non preoccuparti: è già finita, anzi… xD Quindi posterò al massimo ogni settimana, ma come puoi notare adesso ho postato dopo pochi giorni!! Sempre che a voi piaccia la storia e io sia invogliata a mettere qui un nuovo capitolo! Grazie mille del commento, le tue parole mi hanno fatto molto ma molto piacere!!! *-*  

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Tredicesimo.

Trascorsi il giorno di Natale in compagnia di mia madre e insieme ci divertimmo un mondo. Durante il piccolo pranzo ci raccontammo degli ultimi avvenimenti che ci erano capitati e  io le raccontai di tutto quello che era successo nel mio ultimo periodo a scuola e non e di ciò che credevo di provare per Dougie. (Che quando ero in sua compagnia il mio cuore mi giocava brutti scherzi, ma che da una parte mi sentivo ancora legata a Daniele quindi non avevo ancora combinato niente).
Lei mi consigliò di lasciarmi andare con lui, di provare ad aprirmi un po’ di più e di stare a vedere che cosa sarebbe successo. E solo dopo decidere che cosa fare.
Poi mi disse che anche lei, forse, aveva trovato qualcuno con cui stare, un uomo che lavorava nelle sua stessa azienda.
Rimasi felicemente sorpresa di questa notizia, perché vedevo mia mamma finalmente con il sorriso sulle labbra.
Sapevo che non avrebbe mai amato quell’uomo come mio padre (e che non lo avrebbe mai dimenticato), ma forse sì sarebbe potuta innamorare di nuovo e tantissimo, quindi era giusto che anche lei si rifacesse una nuova vita e fosse serena. Così le dissi che ero contenta per lei e che mi avrebbe fatto molto piacere conoscere questa persona.

Nel pomeriggio andammo a fare un giro in centro.
Inutile dire che il centro di Londra era qualcosa di speciale in quel periodo. Le vetrine erano completamente addobbate in stile natalizio e c’erano fiocchi rossi e d’orati ovunque e le lucine nelle strade di certo non mancavano.
Adoravo quell’aria fredda e pungente dell’inverno che mi faceva arrossare le guance, l’avevo sempre adorata.
Ad un certo punto, mentre camminavo per le vie con mia mamma, vidi tre teste bionde non molto lontano da me: una signora, un ragazzo e una ragazza. Non impiegai neanche un secondo per capire che il ragazzo fosse Dougie.
Guardai un po’ meglio per accertarmi che la mia mente non lo vedesse da tutte le parti e a tutte le ore del giorno, ma dopo aver dato la controllatina di riserva, mi accorsi che era proprio lui.
Sorrisi al pensiero delle parole che mi aveva detto a proposito della sua famiglia e al pensiero di quanto doveva voler bene a loro due.
Chiamai mia madre e le indicai Dougie per vedere che cosa ne pensava, e stranamente lei mi disse che gli sembrava molto più carino di Daniele e che doveva anche essere un bravo ragazzo perché da come si mostrava in quel momento, pareva molto legato alla sua famiglia.
E lo era veramente…
Era bello vederlo sorridere assieme a loro, felice di essere lì in quel momento. Glielo si leggeva dagli occhi.
Era veramente un ragazzo fantastico.
I suoi capelli erano un po’ più scuri rispetto a quelli della mamma e della sorella, ma si somigliavano veramente molto.
Sembravano così felici che il mio cuore scoppiava di gioia per loro.

Poche ore dopo io, lui e gli altri avevamo un appuntamento per stare assieme e probabilmente lui ne aveva approfittato per stare prima con loro. Proprio come avevo fatto io.

Quella sera io e gli altri ci ritrovammo assieme e dopo aver mangiato vicino al centro in un pub, decidemmo di salire sulla London Eye.
Fu qualcosa di assolutamente fantastico.
Solitamente facevano salire in 20 persone per capsula, ma visto che non c’era molta gente, ci permisero di occupare una solamente per noi. Il che rese il tutto ancora più magico.
La città era completamente illuminata dalle piccole lucine natalizie e da lassù sembravano tante lucciole posate sui ponti e sospese tra le strade.

Scattammo delle foto con le nostre digitali e verso la fine del giro una voce dall’auto parlante ci disse di voltarci per la foto della capsula. In tre secondi eravamo tutti quanti ammucchiati nel punto esatto per la foto, uno sopra all’altro e sorridenti come non mai.
Fu veramente una splendida serata, una ragione in più per adorare ulteriormente le vacanze natalizie.

Nei giorni seguenti uscivamo assieme o ci ritrovavamo a casa di qualcuno di noi per “studiare”, ma alla fine finivamo sempre per fare confusione e non combinavamo niente.
Altri pomeriggi restavamo a casa di Tom e come ormai di abitudine loro provavano nel garage.
E quelle canzoni mi stavano sempre di più a cuore.

In quei giorni scoprii da Dougie che la canzone che avevo sentito cantare da lui, un po’ di tempo prima, si chiamava Silence is a scary sound” e che l’aveva scritta in un momento non molto felice della sua vita.

Forse c’entrava qualcosa Candy.
Giovanna mi aveva detto che lei l’aveva lasciato poco prima di incontrare me e a quel punto io feci due calcoli.
Probabilmente, quando io ero arrivata, Dougie si era lasciato da pochissimo e Candy si era definitivamente messa con James.
E io che credevo che il primo giorno di scuola James, volesse fare il carino con me.
Tsk…
Nati per stare insieme quei due.

Per la sera dell’ultimo dell’anno decidemmo di fare una festa a casa di Tom anche con gli altri ragazzi della scuola e amici degli altri componenti della band.
Una cosa carina insomma.
Solitamente quando ero in Italia pure io andavo a festeggiare l’ultimo dell’anno in casa di qualcuno con gli altri, o quando non l’avevamo a disposizione, affittavamo un appartamento per un mese e a quel punto era la fine e addio studio.
Le tradizioni erano simili da tutte le parti.

Chiamammo svariate persone e ci organizzammo con la spesa.
Il 30 pomeriggio andammo tutti assieme a fare le compere necessarie in un centro commerciale.
Il problema era che andare a fare la spesa nei centri commerciali era sempre stata una mia grande passione e loro ancora non lo sapevano.  Diventavo esaltatissima saltellando in ogni dove.
Non c’era un motivo preciso del perché mi piacessero così tanto i centri commerciali, ma sarei la rimasta dentro anche per più di tre o quattro ore a girovagare tra i vari scompartimenti e comprare le schifezze più assurde.

 
Trasportavo il carrello qua e là, mentre gli altri diligentemente mettevano una x accanto a quello che trovavano, ed ogni tanto, non facendolo di proposito, mancavo di poco i carrelli delle persone che mi passavano accanto.

In quei momenti ero un pericolo pubblico.
Stavamo comprando di tutto: dai piattini, posate, bicchieri (tutto rigorosamente di plastica), tovaglie usa e getta, festoni e ad un certo punto, ci imbattemmo nel reparto giocattoli.
Mentre gli altri proseguirono tranquilli, senza nemmeno minimamente considerare quella parte del negozio, io e Tom rimanemmo impalati con la bocca aperta a guardare avanti a noi.
Un’altra cosa che mi prendeva, era quel reparto in particolare.

Ad un certo punto sentii Giovanna ridere:
«Ma guardate quei due» disse agli altri.
Dovevamo essere un vero spettacolo perché si misero tutti a ridere.
Harry si lasciò sfuggire:
«Certo che siete proprio due bambini!»
Io mi voltai verso di lui e lo guardai con faccia da finta offesa.
«Non è colpa mia se mi piacciono gli scaffali pieni di giochi… Sono così colorati e ci sono tante belle cose!!»
«Giusto!» mi assecondò Tom tutto convinto.
Meno male che c’era qualcuno che mi dava ragione una volta tanto.
Avevo finalmente trovato un alleato.

Dopo un secondo lo sentii urlare:
«Nooooooo, non ci credoooooooooo!!!»
Ci voltammo tutti verso Tom e lui si diresse velocemente verso un punto ben preciso dello scaffale, poi prese in mano una scatolina e tornò da me.
«Guarda guarda» disse tutto contento con gli occhi luccicosi come quelli di un bimbo.
Io guardai la scatolina che mi aveva messo tra le mani e mi ritrovai a sorridere.
Era veramente impossibile…
«Che ha trovato?» chiese Giovanna tutta curiosa.
Io mi voltai e le feci vedere il contenuto della scatolina.
«Oh Tom! Hai trovato la macchinina di Doc di “Ritorno al futuro”, la cercavi da un bel po’ ormai!»
Sembrava che Gi stesse parlando più a suo figlio che al suo ragazzo.
«Si, finalmente, erano secoli che la cercavo!»
«Come… la prendi?» mi ritrovai ingenuamente a chiedere.
«Mi sembra il minimo» rispose lui con fare ovvio.
Giovanna mi sorrise.
«Lui è così! L’altro giorno ha comprato i robottini di Star Wars! Ormai sono abituata a questo genere di cose.»
Io guardai tristemente lo scaffale dei giocattoli.
«Uffa» sbuffai.
Gli altri mi guardarono con aria interrogativa.
«Non è giusto che lui ha trovato un gioco e io no»
Ci furono due secondi di silenzio e poi scoppiarono tutti a ridere.
«Ma te alla fine sei più piccina di lui!» Mi disse Dougie.
Mi ritrovai a fargli la linguaccia.
Ehm..

Mi stavo veramente comportando come una bambina, aveva ragione lui.
«Dai su non abbatterti, forse so io dove si può trovare qualcosa per te» mi disse lui.
Mi prese per la mano e mi portò via dal reparto giocattoli.
Ok che stavo facendo la parte della bambina, ma se questo implicava farsi prendere per la mano da Doug ed avere la possibilità di stare per un po’ accanto a lui, allora lo avrei sicuramente fatto più spesso.
Il cuore mi batteva a mille.
Inutile far finta di niente.

Dovevo per forza provare qualcosa per lui, altrimenti il mio cuore non mi avrebbe giocato degli scherzi in quel modo.

Mentre Tom teneva sempre in mano la sua macchinina, Doug mi trascinò davanti al reparto dei piattini di carta e mi prese un set completo (tra piattini, bicchieri e tovaglioli) di Winnie the Pooh. Io lo guardai divertita.

Come faceva a sapere che Winnie the Pooh era il mio preferito?
«Sul serio li prendiamo?»
Non riuscivo a capire se stava facendo seriamente oppure no.
Lui si voltò verso gli altri, alzò il sopracciglio e poi si voltò verso di me con un sorriso dicendo:
«Certo! Questi non te li tocca nessuno, sono tutti tuoi!»
«Grazie papà Doug»
Sorrisi amorevolmente e gli altri scoppiarono a ridere.
«Ti ha chiamato papà!» rise Harry.
Una signora che era lì vicino mi guardò e mi sorrise.
Effettivamente dovevamo sembrare poco normali alle persone che ci stavano intorno.

Continuammo a fare la spesa e riempimmo il carrello di cibo, schifezze varie e bibite, analcoliche e soprattutto alcoliche.
Fortunatamente i ragazzi conoscevano il ragazzo della cassa, che tra l’altro era uno degli invitati alla festa, quindi chiuse un occhio per l’alcool.
Avevamo preso anche i soldi degli altri per la spesa, quindi ci bastarono per tutto quanto.
Quando arrivammo a casa di Tom mettemmo tutto a posto e io e Gi restammo per sentire i ragazzi provare.
La sera dell’ultimo dell’anno avrebbero suonato per la prima volta davanti ad un pubblico più sostanzioso e non vedevano l’ora.
Anche io ero molto eccitata e non vedevo l’ora di passare la festa di fine anno con quel gruppo di pazzi a cui mi ero tanto affezionata
.

 

 

 

Eccomi di nuovo qua! ^-^

Lo so, sto postando abbastanza di frequente, ma è solo perché ho già i capitoli pronti (sono solo da ricorreggere) e non voglio annoiarvi più di tanto, perché è quasi finita e arrivata qui sembra una lagna e basta. E invece il bello arriva dopo, per chi vorrà seguirmi.  Essì c’è un sequel.. svelato il mistero!

(Anche se prima, ovvero quando è finita questa, ho intenzione di postare una shot un po’ diversa)

^-^

Ma passiamo ai ringraziamenti *-*

 

Kiki91 : ma noooo il 24 Dicembre è il tuo compleanno?? Aw io sono nata il 17 Dicembre *-* xDDD sarebbe veramente simpatico se dalla testa di Doug uscissero i pinoli!!! Mi piacciono così tanto!! La richiesta era se gradiresti vedere postato qui anche il sequel xDDD beh spero che questo ti sia piaciuto! È un po’ autobiografico, ma non lo dire in giro :nin ciau ciau <3

 

RubyChubb : Non mi è venuto in mente nessun pensieraccio leggendo quella frase _occh Dici il prossimo ostacolo da affrontare??? Credo tenere al segreto dagli altri l’alcool della festa xD No dai qualcosa c’è, anche fin troppo banale -.-, ma vedrai xDD <3

 

Anna94_17 : Ma come mi invidi? O.o ho letto la tua poesia ed è veramente molto molto bella *-* Sei bravissima pure tu!! *-* Awww e grazie mille per le tue parole *__* <3

 

Saracanfly : O_______O ma che sei un oracolo? Doh hai distrutto la fiction xDD Devo ammettere che qualcosa c’hai proprio azzeccato xDDD Però non va proprio come hai predetto tu xDDD *Mi ha smontata* xD Ehm… per quanto riguarda la storia strappalacrime.. Ehm si ho detto del sequel… Io spero che lo seguirai, ma ecco.. Diciamo che li c’è qualcosa che potrebbe essere un po’ triste.. Però boh.. xD Intanto spero che ti piaceranno questi ultimi capitolozzi!!!! Graziee <3

 

Keloryn : Giuly però fa dei passini piccini piccini.. Una bella mossa no è? -.- A volte mi stupisco dei miei personaggi xDD  Danny.. Dougie.. Beh chi lo sa xD *Ora mi picchia* Per quanto riguarda l’aggiornamento è perché è già finita.. So chi è che mi recensisce e il numero di letture a capitolo, quindi quando vedo che c’è calma piatta (tipo ieri ed oggi) posto un capitolo nuovo! ^-^ Grazie per il tuo precedente commento! Aw <3

 

  

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

Capitolo Quattordicesimo.

La mattina dell’ultimo dell’anno mi diressi verso casa di Tom, perché ci eravamo dati appuntamento anche con tutti gli altri per preparare la sala per quella sera.
Ci mettemmo subito al  lavoro, spostando tutti i mobili a rischio di “Ragazzi-uragano” che la sera stessa avrebbero popolato la casa e lasciammo nella stanza solamente il mobile della Tv, con la Tv sopra e un lungo tavolo accostato lungo il muro.
I ragazzi avrebbero suonato dalla parte opposta a dove stava la Tv e nel grande spazio che restava nel mezzo, avrebbero ballato gli invitati. Ed ero sicura che nessuno sarebbe stato fermo, perché era impossibile non scatenarsi con la loro musica.
Avevamo raggiunto una quota di una cinquantina di persone e ci ritenemmo abbastanza soddisfatti per aver organizzato tutto in così pochi giorni.

Dopo aver sistemato tutto restammo a mangiare lì da Tom, tanto i suoi erano andati via per una settimana.

Nel primissimo pomeriggio ci dedicammo al resto della casa, addobbandola con un po’ di striscioni, palloncini e decorazioni varie.
In quel momento non feci molta attenzione a cosa aveva portato Giovanna, e questo si dimostrò un bel guaio.  

Avevo appena finito di chiamare mia madre per dirle che stava andando tutto bene, quando mi scontrai con Danny mentre stava venendo dalla parte opposta alla mia.
Io stavo andando in cucina e lui stava uscendo dalla cucina.
Ci scontrammo proprio sotto la porta.
Lui era tutto sorridente e io mi ritrovai a pensare perché cavolo avesse da ridere con quella faccia inebetita, ma non ebbi il tempo di chiedergli niente che lui mi disse:
«Guarda dove siamo!»
È? … Dove eravamo?
«Dan non capisco.. Dove siamo?»
Lui mi guardò con fare ovvio e poi alzò l’indice verso l’alto. (In quel momento mi ricordò Max di Rosweel, quando dice a Liz di provenire da un altro pianeta)
Alzai lo sguardo e quando vidi il vischio attaccato alla porta, prima capii perché lui se la rideva inebetito in quel modo e poi pensai ad un modo per uccidere Giovanna.
«Ah» mi uscii solo questo di bocca.
«Lo sai quale è la tradizione vero?»
«Si che lo so, anche in Italia c’è la tradizione del vischio, e credo che sia uguale a quella di queste parti…»
«Ci dobbiamo baciare!» disse Dan tutto soddisfatto.

Mi osservai attorno e notai nei paraggi non c’era nessuno.
Se avessimo fatto una cosa veloce, un bacettino così, nessuno avrebbe mai saputo niente.
Così annuii e chiusi gli occhi.
Sentii le labbra di Dan posarsi sulle mie e due secondi dopo, mentre io mi stavo staccando, lui mi attirò a sé fra le sue braccia e senza che mi avesse dato il tempo di razionalizzare qualsiasi pensiero, approfondì il bacio.
Dopo successe tutto molto in fretta: io che sentii il rumore della porta principale aprirsi, quando aprii gli occhi e dietro a Danny vidi Dougie che mi stava guardando con una faccia  sconvolta, triste e amareggiata. Poi Dougie che abbassava la testa e se ne andava da dove era entrato.
Mi sentivo uno schifo dentro e una stretta attanagliava il mio stomaco.  
Chissà che cosa aveva pensato di me e Dan.
Io consideravo Danny solamente un amico, non lo avevo mai visto in un altro modo.
E in quel periodo ero felice solo se era felice un’altra persona… e l’altra persona era Dougie.
Ed ero amareggiata con me stessa, perché solo in un momento come quello avevo capito che io ero veramente innamorata di Dougie.

«Dougie» Urlai.
Andai verso la porta e vidi che lui stava correndo via. Lo avrei voluto raggiungere, ma Dan mi bloccò il polso con una mano e mi disse:
«Per favore non andare. Ho bisogno di parlarti.»
Cazzo.
Questa non ci voleva… allora era come aveva sempre sostenuto Doug…

Mi rassegnai allo sguardo implorante di Dan.
Dovevo ascoltare quello che aveva da dirmi.
Doug avrebbe aspettato dieci minuti in più.
«Va bene Danny, dimmi»
Ci sedemmo sugli scalini dell’ingresso della casa di Tom e lui iniziò il suo discorso:
«Sai…io non mi trovavo li per caso prima. Non stavo proprio uscendo dalla cucina, ecco.. Io ti stavo aspettando»
Appunto.
Lo lasciai continuare, annuendo.
«Ti stavo aspettando, perché volevo baciarti, e quello era un alibi perfetto, perché è da molto, troppo tempo ormai che volevo farlo… Perché ecco si, mi piaci»

Che casino.
Non solo stavo male per Dougie, perché molto probabilmente in quel momento pensava che non me ne importasse nulla di lui, ma stavo pure male per Dan, perché non provavo quello che lui provava per me.
«Danny..» cominciai.
Cavolo, mi dispiaceva seriamente.
«Io.. anche se qualcuno me lo aveva detto, non avrei mai pensato di piacerti seriamente. Io ti considero un ottimo amico, sei una delle prime persone che da quando sono arrivata qui mi ha fatto stare veramente bene, ma…»
«Sei innamorata di Doug»
«È?» Dovevo essere rossissima in volta e allo stesso tempo shockata.
Se n’era accorto lui che provavo tali sentimenti per Dougie e non me n’ero resa conto io?
«Mi sono accorto di come lo guardi, come ti perdi nel suo sguardo o come pendi dalle sue labbra quando ti parla…»
Questo discorso me lo aveva fatto simile Dougie, dieci giorni prima, però riferendosi a Danny.
L’unica differenza era che questa volta Dan aveva pienamente ragione.. Io ero veramente innamorata di Dougie.
«Beh… Effettivamente si, hai ragione. Ma a questo punto non so come comportarmi. Mi dispiace se tu stai male per me e… e non vorrei che adesso tra te e Doug potesse capitare qualcosa»
Lui però con mia sorpresa si mise a ridere e mi disse:
«Tranquilla, tra me e lui non succederà mai niente, non preoccuparti»
La tranquillità con cui mi parlava mi stava disarmando.
«E comunque io con te ci ho provato per il solo gusto di provare.. Oddio, detto così sembra brutto, non fraintendermi. Nel senso, non voglio avere rimpianti nella mia vita, quindi ci ho provato e anche se non è andata non importa, spero che resterai una buona amica per me.»
Io sorrisi alle sue parole e dissi:
«Contaci che resteremo buoni amici. E sul fatto di provarci hai fatto bene, almeno adesso abbiamo chiarito tutto. Anche se adesso mi chiedo dove mai…»
Non feci in tempo a finire la frase che lui mi precedette:
«Molto probabilmente è andato a casa sua a sfogarsi con il basso. Mi sa che ha inteso male la faccenda.»
Sembrò pensarci su:
«Cioè no, ha pensato bene, ma non è finita come crede lui, o come speravo io»
Gli sorrisi, grata per come si stava comportando me e perché in un momento come quello mi stava aiutando.
Gli chiesi dove era casa di Doug e lui mi diede le coordinate per raggiungerla, poi lo ringraziai e mi avviai verso casa di Doug.
Ero sicura che dopo avergli spiegato come erano andate realmente le cose, mi avrebbe capita e tutto sarebbe cambiato.

Arrivata davanti casa di Doug aprii il cancelletto ed entrai nel giardino, che era molto ben curato e che aveva dei bellissimi fiori.
Appena entrai sentii la voce di una donna che probabilmente stava parlando con i suoi animali.
Alzai la testa e vidi la madre di Doug che stava parlando con due cani e un gattino.

Sorrisi a quella scena.


Poco dopo lei si accorse di me e allora le sorrisi.
Mi feci coraggio.
«Salve signora. Sono un’amica di Dougie. È in casa per caso?»
«Certo cara. È tornato da poco e l’ho sentito suonare nella sua camera poco fa. Lo puoi trovare al primo piano, la seconda porta sulla sinistra. Entra pure»
«Grazie mille!»
Quella donna era troppo gentile.


Entrai in casa e salii le scale fino ad arrivare al primo piano.
Mi faceva strano essere di nuovo lì, dopo un mese.
Avevo il batticuore.
No, dire batticuore è troppo poco. Il mio cuore stava uscendo e rientrando dal petto e a mala pena riuscivo a sentire i rumori che mi ronzavano attorno.
Finite le scale appesa al corridoio c’era una cornice con una foto che raffigurava un biondissimo Dougie, che avrà avuto sugli otto anni, o forse anche meno, con sua sorella e sua madre. Era troppo tenero.
La Signora Poynter era stata molto gentile con me, ma sicuramente non sapeva dove mi aveva mandata.
Arrivai davanti alla seconda porta sulla sinistra dove c’era attaccato un grande poster dei Blink, lo stesso che avevo in camera io.
Sorrisi.
Bussai alla porta e poiché non sentii nessuna voce che mi negava l’ingresso nella stanza, aprii piano la porta e quando feci un passo per entrare nella camera, mi gelai sul posto.
Sarebbe stato carino soffermarsi ad osservare il rettilario e i 3954 poster che aveva, ma mi distrasse molto quello che vidi.

Sopra al letto un po’ sfatto, c’erano due corpi che da quanto erano uniti parevano d’essere uno soltanto.
Candy era completamente stesa sopra Dougie, totalmente avvinghiata a lui e i due si stavano baciando passionalmente.
Mentre stavo facendo marcia indietro per uscire dalla camera, il pavimento scricchiolò e i due si voltarono, vedendomi.
La faccia di Dougie assunse una espressione a dir poco shockata, mentre Candy era soltanto infastidita che l’avessi disturbata mentre stava pastrugnando con il ragazzo che io amavo.
«Giuly..»
Sussurrò lui.
Prima che potesse dire qualunque altra cosa lo precedetti.
Con il sorriso sulle labbra dissi acidamente:
«No Doug, non dire niente. Non c’è bisogno di alcuna spiegazione. Ho già capito tutto da sola.»
Detto questo uscii da quella camera maledetta e me ne andai.

 

 

 

Eccoci qua.

Più che la rileggo e più che la trovo un’idea banale. Ma ormai ha un anno, è nata per essere così e mi dispiace cambiarla.

 

Kiki91: xDDD Ma io non ho mica detto che Doug avrà dei figli.. *faccina da angelo* Al massimo può fare dei pinolini xDDDD OK basta la smetto. Grazie mille per l’incoraggiamento *-*

 

Saracanfly : qui c’è stata un po’ più d’azione? No in realtà la storia è già finita da un anno. Mancano tre capitoli adesso alla fine e mi sa che non va come l’avevi pensata tu xD Però se vuoi l’azione nel sequel ce n’è anche troppa xDD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto un po’ di più, perché non mi sei sembrata molto convinta dell’altro xD *-*

 

Anna94_17: xDDD si tutti con i piattini di Winnie the Pooh!!! xD *-*

 

Keloryn: Awww si andiamo tutte a Londra *-* Aw sono felice che ti sia piaciuto *-* hai visto quanto dura la loro stabilità? xDD *-*

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Ok, vorrei dedicare il capitolo a Keloryn, perché oggi è il suo compleanno!!!

Quindi Tantissimi Augurottoli!!! <3

 

Capitolo Quindicesimo.

Camminai per un bel po’ in preda dall’incazzatura che avevo dentro.
Non mi andava di tornare subito a casa di Tom. Sapevo che lì c’erano i miei amici, ma sapevo che se Dan mi avesse vista in quello stato, mi avrebbe sicuramente chiesto che cosa mi era successo e per il momento non mi andava di raccontare niente.
Mi ritrovai a pensare che quella sera anche Candy sarebbe stata alla festa e mi ricordai solo in quel momento che era stato Doug a dire di invitarla.
Bastardo.
Prima faceva finta di essere stato colpito alle spalle perché mi aveva vista con Dan e poi se la faceva già di nuovo con la sua ex.
Stronzo.
E poco tempo prima aveva anche avuto il coraggio di baciarmi.
Sfrontato.

Stavo pensando ai migliori epiteti con cui elogiare Dougie, quando mi accorsi di essere arrivata davanti casa mia.
Forse doccia fredda mi avrebbe fatto bene.
Così feci, e anche se non sbollii del tutto l’incazzatura, quello scroscio di acqua fredda mi servii a razionalizzare meglio tutto quello che era successo.
Dan mi aveva baciata e io l’avevo rifiutato, ma lui invece di essere arrabbiato mi aveva capita. E proprio quando avevo razionalizzato di amare Dougie, l’avevo trovato con Candy.
Perfetto, che bella situazione.

L’unica cosa che un po’ mi consolava era il fatto che invece di perdere due amici, ne avevo perso solamente uno.
Come aveva fatto Danny ad essere così comprensibile con me?

Mentre mi stavo asciugando i capelli con l’asciugamano, mi cadde l’occhio sulla foto che avevo fatto con i miei amici in Italia e mi assalì una forte malinconia.
In fondo loro erano stati miei amici per tutto il corso della mia vita e non li sentivo da tantissimo tempo. Capii che mi ero stufata di quella situazione. Ormai non ero più in collera con Dani e Iris per tutto quello che era successo. Mentre io ero lontana, loro si erano avvicinati e non potei fare a meno di sorridere a quel pensiero. Sicuramente era stata una sorpresa anche per loro, ma almeno adesso stavano bene.
Buon per loro, sinceramente parlando.

Accesi il pc e andai su messenger. Quando mi resi visibile, senza aver ancora toccato un tasto, loro mi acciuffarono in una conversazione a 6, in una di quelle conversazioni che facevamo come quando eravamo agli inizi, quando mi ero trasferita da poco.
Mi chiesero come andava e io dopo aver detto a loro e in particolare a Iris e Dani, che mi dispiaceva che non mi ero fatta sentire per così tanto, raccontai loro di quello che mi era successo quel pomeriggio e in quel periodo.
In fondo anche se non li sentivo da un po’ di tempo, restavano sempre miei amici.
Anche se ero triste in quel momento ero felice perché stavo di nuovo parlando con loro dopo tanto tempo.
Mi dissero che dovevo stare su e che li le cose si erano sistemate. La nuova ragazza di Matte usciva con loro e quella sera avrebbero festeggiato tutti assieme.
Io feci loro gli auguri in anticipo e poi li salutai, perché mi dovevo preparare per andare alla festa.

Mi feci coraggio e mi asciugai i capelli, poi li feci boccoli con la piastra (uno dei regali di mamma per il Natale), decisi di indossare un vestitino nero e mi truccai.
Arrivai a casa di Tom quando era già un po’ popolata.
Meglio così, almeno mi sarei confusa meglio tra la folla.
Il solo pensiero che avrei dovuto vedere tutta la sera Poynter e Candy assieme mi faceva venire i brividi.

Cercando di passare inosservata tra i ragazzi della scuola, arrivai davanti al tavolo della sala dove c’erano le bevande e gli stuzzichini.
Non avevo certo fame, ma forse qualcosa da bere non avrebbe guastato niente.
Feci per prendere un bicchiere di plastica, quando l’occhio mi cadde li vicino e vidi un bicchiere di Winnie the Pooh tutto solo soletto.
Questi non te li tocca nessuno, sono tutti tuoi!
Aveva detto Doug…
Tsk.
Però ne presi ugualmente uno e ci versai dentro la vodka alla pesca, tanta vodka alla pesca e poi aggiunsi un po’ di lemonsoda.
Qualcosa di buono per iniziare la serata.
Mi osservai attorno e qua e là sotto le porte c’erano ragazzi che si baciavano.
Giovanna probabilmente era riuscita nel suo intento di formare nuove coppie quella sera.

Peccato che con me il vischio non funzionava.

Anzi, pareva che con me non funzionasse niente.
Meglio non pensarci.
Feci un giro per la casa e dopo un po’ mi imbattei in Danny, proprio sotto una di quelle dannate porte.
«Ehi» lo salutai.
«Ehi» rispose lui divertito «Non ti si vede da un pezzo, dove ti eri cacciata?»
«Ehm.. ho fatto una passeggiata, poi sono arrivata a casa e mi sono cambiata per la festa.»
«Ah capito… Ti sei persa il meglio degli stuzzichini.»
«Tanto non ho moltissima fame…»
Mi guardò stranito per la risposta, ma non disse niente.
Guardò verso l’alto e poi disse:
«Hai visto dove siamo?»
«Si… Mica vorrai ripetere?»
«No no tranquilla, mi è bastato quello che è successo oggi!»
Già, anche a me.
Ci avviammo fuori nella terrazza.
«A proposito di oggi… Hai parlato poi con Doug?»
Io guardai altrove e piano piano scossi la testa in segno negativo.
«Ah» fece lui neutro «Perché prima ti stava cercando»
Lo guardai interrogativo.
«Stava cercando me? Sei sicuro? Mmm probabilmente ti sei sbagliato si si…»
«Tu quante Giulie conosci qui da noi?»
«Effettivamente di Giulie Giulie ne conosco poche, tipo solo me stessa, comunque sai se ha detto Giuly, tu avresti potuto confonderti. In fondo Giuly e Candy si somigliano. Finiscono tutte e due con la y..»
Come no.
«Che centra Candy adesso?» chiese lui.
«Oh niente!» dissi come se avevo appena detto una sciocchezza «A parte il fatto che li ho trovati assieme in camera di Doug, avvinghiati che pomiciavano appassionatamente come due quindicenni!»
Danny mi guardò sconcertato.
Non avrei dovuto dirglielo.

«Che hai detto?»
«L’ho visto con i miei occhi Dan. E avrei preferito non farlo.»
«È un bastardo.»
Sospirai.
«Che ci vuoi fare? Avrà avuto le sue buone ragioni per farlo. Forse è veramente innamorato di lei e quello che credevo provasse per me, era solamente frutto della mia immaginazione. Non sarebbe la prima volta che succede una cosa simile. E poi dopo che ci ha visti assieme, chissà che ha pensato. Anche se a questo punto non penso che gli importasse veramente qualcosa di me. Magari quando era arrivato in casa oggi pomeriggio voleva darmi questa bella notizia…»
«Io non penserei queste cose se fossi in te» disse Dan «Secondo me a lui gli piaci molto… Lo vedo che quando siamo assieme vi sorridete e vi guardate e lo vedo felice ultimamente.»
«Bah… Ripeto, probabilmente aveva avuto la bella notizia da Candy che lei voleva tornare con lui.»
«Doug non sarebbe mai tanto meschino da farti questo»
«Però io li ho visti sul serio assieme.»
«Senti» Dan mi guardò negli occhi, con fare convincente «è vero, li hai visti. Però Doug ti cercava e probabilmente ti sta sempre cercando per parlarti e ti vuole spiegare cosa è successo. Gli hai dato modo di spiegarsi oggi?»
«Sinceramente vederli stesi su quel letto mi è bastato abbastanza per capire che stavano facendo. Non credo che ci fosse molto da spiegare…»
«Ma almeno senti quello che ti vuole dire lui!»
«Ma se mi vuole dire che si è rimesso con lei?»
«Se non provi a parlarci non lo saprai. Restare nel dubbio non è affatto la migliore soluzione»
Anche se non volevo ammetterlo, aveva ragione, lo sapevo anche io, ma la paura di un rifiuto da parte di Doug era grande.
«Hai ragione» sussurrai rassegnata.
Proprio in quel momento si affacciò sulla terrazza Doug.
Parli del diavolo e spuntano le corna…
Effettivamente aveva la faccia di chi non si dava pace da un sacco di tempo.
Io bevvi un altro bel sorso della mia vodka.
Ne avevo proprio bisogno in un quel momento.
Danny si alzò.
Io gli lanciai un’occhiataccia, poi si diresse verso Doug e gli sussurrò all’orecchio:
«È tutta tua amico»

Io restai basita.
Più tardi avrei sicuramente ucciso Dan.
Doug si avvicinò a me e si appoggiò alle sbarre di ferro del terrazzo.
«Ciao»
«Ciao» mugugnai.
«Carini i boccoli!» Provò lui con un mezzo sorriso.
Io lo guardai sconcertata.
Carini i boccoli?
Ma io ti uccido!

Però arrossii ugualmente.
Dannati occhi celesti.
Avrei dovuto accecarlo, forse avrei pensato più razionalmente.
«Grazie»
No, sarebbe stato inutile.

Restammo zitti per un minuto buono, poi mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi.
«Senti… se hai qualcosa da dirmi, dimmelo. Non vorrei essere sempre qui l’anno nuovo, per aspettare di sentire che hai da dire.»
Lui abbassò lo sguardo triste.
Forse ero stata troppo acida?
Sbuffai.
Se l’era cercata lui.
«Va bene Doug, te lo chiederò io. Per favore… puoi spiegarmi che cavolo è successo oggi?»
«Dovresti dirmelo tu questo! Sono io che quando sono entrato in casa ti ho vista che ti baciavi con Danny. E adesso se non ho visto male, ci stavi pure parlando.»
«E io sono quella che è entrata in camera tua proprio mentre Candy stava… arg. Preferisco eliminare quella scena dalla mia mente»
«Ti piace Danny? Sii sincera per favore.»
«No!» risposi un po’ offesa da quella domanda, senza nulla togliere a Danny ovviamente, ma non era il mio tipo.
«Perché hai baciato Candy?»
Lui non disse una parola.  
Improvvisamente sentii che qualcosa non andava.

Io dovevo spiegargli, dovevo fargli sapere che tra me e Dan non c’era stato niente.

E io non volevo sapere che cosa ci fosse realmente tra lui e Candy. Avevo troppa paura.
O meglio…
Prima di sapere il perché l’aveva baciata, perché prima o poi avrei dovuto saperlo, sentivo il bisogno di spiegargli che cosa era veramente successo con Danny.
Lui doveva sapere quello che io provavo per lui, e se volevo provare a rimediare qualcosa, era giunto il momento di giocarsi il tutto per tutto.

 

 

Non mi ero resa conto, ma.. il prossimo è l’ultimo capitolo xDD

Stiamo freschi che non mi ricordo le cose XDD

(Faccio qui un saluto a Ruby xD Spero che ce la farai a riprendere prima della fine, che vorrei sapere che ne pensi xDD  e Kiki91: ci sei sempre vero?? xD )

 

Keloryn: Rinnovo nuovamente gli auguri carah!!! *-* Spero che tu oggi sia stata bene! Ih ih si Dougie è un cretino.. Con Candy poi. Ma povera Candy.. In fondo la capisco. Come si fa a resistere a Dougie? xD Auguriii

 

Saracanfly: xDD ti ho sconvolta xDDD Finalmente un colpo di scena!! Per risponderti alla domanda.. no la ragazza che ho utilizzato per Candy non la conosco e non mi sta neanche antipatica.. ma non sarei mai capace di fare una cosa simile con una ragazza che conosco XDD E per quanto riguarda la foto di Doug. Beh lo so che ci sono tante foto belle di lui.. Ma quella mi ha ispirato la storia, quindi è stato giusto metterla XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto

 

Anna94_17: No non avercela con Dougie.. xD Lui ha solo preso la palla al balzo.. Mmm in effetti non è stato molto gentile… Ma vedremo.. Ormai siamo alla fine xD Grazie mille

 

GodFather: Finalmente qualche critica xD Guarda le accetto non volentieri, ma di più. Prima di tutto vorrei ringraziarti perché ti sei letta la mia storia a quell'ora di notte/mattina, quindi ti stimo per non esserti addormentata mentre la leggevi xD Mi permetto di spiegarti due cosine per risponderti al tuo commento. La storia ha più di un anno ormai e quando l'ho scritta avevo pensato alla tipica esperienza della ragazzina che va nel paese estero, che si lascia alle spalle la vecchia vita e se ne costruisce una nuova (con tanto di intrighi amorosi). Una storia adolescenziale che per questo motivo mi implicava alle volte (come potrai ben notare nei prossimi capitoli) delle frasi (troppo) melense.. xD Guarda ammetto io per prima che questa storia delle volte è troppo sdolcinata in alcuni punti, ma così era nata, così l'ho scritta e arrivata a postarla qua ad un anno di distanza, non ho avuto il coraggio di cambiare molto. Per quanto riguarda gli errori grammaticali. Arg. Sai che li correggo più volte questi capitoli, ma alla fine resta sempre qualche virgola fuori posto, qualche verbo sbagliato -.- Quindi Mea Culpa xD E per quanto riguarda la simmetria forzata... beh dovevo far succedere qualcosa a Giuly. Non poteva essere già felice a quel punto della storia, così ho pensato: "Perchè non far ritornare Candy?" e così è stato. Però ammetto io per prima che questa storia manca alle volte di originalità e che forse è un po' troppo banale. Ma se può interessarti c'è un sequel a questa storia (che è attualmente arrivato a metà dei capitoli da scrivere), che è molto molto diverso. (Sempre se vorrai seguirmi). Scusami lo sproloquio, ma era per spiegarti ^-^ Ci tengo a mettere sempre le cose in chiaro con tutti. E allo stesso tempo ti ringrazio, perché ogni tanto qualche critica fa bene. Per il resto non posso fare altro che ringraziarti nuovamente per le parole che mi hai scritto (anche riguardo alle descrizioni di Doug.. essendo io una incallita Poynteriana, non posso fare altro che cercare di descrivere Doug nel migliore dei modi xD ) E sono veramente felice che la storia ti piaccia. Ti ringrazio per aver perso tempo a scrivermi una recensione così lunga con tutte le tue opinioni, non sai quanto piacere mi ha fatto. Grazie veramente. Spero che questi ultimi capitoli ti piaceranno, anche se ahimè, l'ultimo capitolo forse per te sarà un po' troppo melenso XDDD Grazie mille Giuly (Non smetterò mai di conoscere ragazze che hanno questo nome xD ) Grazie. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. (Finale) ***


IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Capitolo Sedicesimo.

Guardai Dougie negli occhi, facendomi coraggio e iniziai:

«Non so cosa hai pensato vedendomi con Dan questo pomeriggio, ma lascia che prima ti spieghi. Stavo rientrando in cucina dopo che mamma mi aveva chiamata e proprio in quel momento Danny stava uscendo di lì. Io non lo avevo visto e così ci siamo scontrati sotto la porta e non per caso. Se hai notato Gi ha tempestato tutte le porte con del vischio e Danny ha pensato bene di “approfittare” della situazione.»
Doug ascoltava silenziosamente il mio discorso.
«Adesso, come credo sappia pure tu, il vischio ha una sua tradizione che va rispettata, quindi io e lui ci siamo baciati.»
«Si, ma quello che ho visto io non era un semplice bacio» disse lui sbuffando.
«Ma se mi dai il tempo di spiegare io ti dico tutto» dissi a mia volta.
«Va avanti allora» disse impaziente lui.
Tsk. Prima si intrometteva nel mio discorso e poi voleva che continuassi.
Porta pazienza Giuly.
«Dicevo. Stavamo seguendo la tradizione, baciandoci, quando Danny non mi ha dato il tempo di razionalizzare ed ha approfondito il bacio e da lì è successo tutto troppo velocemente. Ho visto che eri entrato dalla porta principale, che ci avevi visti e sinceramente non ci ho capito più molto. Quando sei uscito di corsa dalla porta principale volevo seguirti per spiegarti che quello che avevi visto non era come poteva sembrare, ma Danny mi ha trattenuto perché aveva una cosa da dirmi»
Mi guardò un po’ spaesato.
«Ma allora tu avresti voluto baciarlo o no?» chiese.
«No!» esclamai io con forse troppa enfasi.
«E cosa aveva da dirti?»
Abbassai il capo e mi appoggiai al balcone, continuando:
«Mi ha detto che gli piaccio»
Doug sembrò colpito da queste parole, anche se in fondo lui l’aveva sempre pensato e poi quasi timoroso mi chiese:
«E tu?»
«Beh. Io gli ho spiegato che per me lui è un ottimo amico, che è una delle persone con cui mi sono trovata bene da subito, ma che…»
«Ma che?» chiese lui al limite della pazienza.
Mmm.
L’immagine di lui e Candy continuava a farsi viva nei miei ricordi.
Dovevo fargliela pagare in minima parte.
«Lui l’ha capito da solo, quindi se lo vuoi veramente sapere, ci puoi arrivare da solo pure tu.»
«Uff» sembrò fulminarmi con gli occhi.
Stette tre secondi zitto e poi disse:
«Dai dimmelo»
«E va bene!»
Non riuscivo ad essere cattiva con lui.
Che rabbia.
«Gli ho detto che sono innamorata di un altro e che quindi non c’era spazio nel mio cuore per lui. E si da il caso, che quel ragazzo di cui io mi sono innamorata sei proprio tu. E mentre stavo per venire a spiegarti che quello che avevi visto non era affatto come poteva sembrare, ti ho trovato in un tutt’uno con Candy, che stavate appolpati peggio dei contorsionisti del circo. Quindi, visto che non mi servivano altre prove, poiché l’evidenza non si poteva negare, ho capito che vi siete rimessi insieme, che di me non te ne importa niente e che io mi sono innamorata per l’ennesima volta di una persona che non mi contraccambia. Ecco. Ho detto tutto quello che avevo da dire.»
Mi voltai verso di lui.
Con sorpresa notai che la sua faccia era alquanto shockata.
Ma che aveva da shockarsi tanto?
Lui si era rimesso con Candy.
Siccome non accennava a parlare, io continuai.
«Beh io ti ho detto quello che ti dovevo dire, quindi adesso continuo a bere per un po’ e me ne vado a divertirmi di là con gli altri. Sempre che sia capace di divertirmi con le immagini di te e quella nella testa. A te invece›› dissi indicandolo ‹‹converrebbe cercare la tua ragazza. Sarà qui intorno da qualche parte a chiedersi che fine hai fatto e non vorrei dubitasse di te, proprio il giorno della vostra riconciliazione.»

Stavo per lasciare la terrazza quando lui mi afferrò per la mano e mi attirò verso di sé.
Non mi aspettavo minimamente quel contatto, tanto che il bicchiere che avevo in mano mi cadde e io mi ritrovai con entrambe le mani sopra il suo petto, mentre lui mi cingeva tra le sue braccia.
Lo avevo visto più di una volta di sera, alla luce della luna, ma in quel momento quell’incontro ravvicinato non previsto, mi aveva lasciata senza parole.

Era bellissimo.
Credo che sarei potuta stare anni ad osservare i suoi meravigliosi occhi celesti, senza avere bisogno di altro per vivere.
Erano la mia linfa vitale.
Lui era la mia linfa vitale… e in quel momento eravamo davvero lì, in quella terrazza.

Lui che guardava me e io che guardavo lui.
Dovevo essermi persa qualche passaggio mentre guardavo i suoi occhi.
Lui non si era rimesso con Candy?

La sua voce mi riportò alla realtà.
«Dove credevi di andare?»
(Proprio da nessuna parte se vuoi che rimanga qui)
Mi aveva detto quella frase in un sussurro, vicino all’orecchio, facendomi salire i brividi ovunque.
Quel contatto che mi pareva durasse da un’eternità, durava solamente da pochi secondi.
Lui mi teneva in pugno e io non potevo far altro che rimanere tra le sue grinfie.
«Adesso sono io che devo darti delle spiegazioni.»
«Su cosa?»
«Su me e Candy…»
Me e Candy.
Ma allora si erano rimessi assieme o no?
 
Distolsi gli occhi dal suo sguardo e lui dolcemente mi disse:
«Guardami per favore.»
Io mi voltai confusa per tutta quella situazione e iniziai un fiume di parole che non finiva più:
«E che hai da dirmi oltre al fatto che vi siete rimessi insieme, che hai scoperto che l’hai sempre continuata ad amare e che oggi è il giorno più bello della tua vita, perché finalmente sei tornato con la persona che veramente ami e hai sempre amato e che non dimenticherai mai questo pomeriggio? O forse oltre a questo mi vuoi dire che di me in realtà non te ne è mai importato niente e anzi, che sono stata un’esca per far si che lei si ingelosisse e tornasse di nuovo da te e che io invece so-»
Non feci in tempo a finire il mio discorso, perché Doug aveva posato le sue labbra sulle mie, tappandomi la bocca.
E c’era riuscito.
Il silenzio regnava intorno a noi.
Si sentiva solamente la musica provenire dalla casa.
Sentivo le sue labbra, soffici e delicate sulle mie, ma pochi secondo dopo, desiderai di più da quel meraviglioso contatto. Nello stesso momento in cui lo pensai, le nostre labbra si schiusero contemporaneamente e approfondimmo quel bacio fantastico.
Non era un bacio timido e insicuro come quello che ci eravamo scambiati al mare, ma era molto più sicuro e travolgente.
Sentivo, dentro di me, che in quel bacio c’era passione, trasporto, ed io da parte mia, ci sentivo tanto amore.
Il suo profumo aveva invaso le mie narici ed io mi stavo nutrendo completamente della sua essenza.
Le sue mani scorrevano decise sulla mia schiena, accarezzandola, provocandomi dei magnifici brividi ovunque.

Razionalmente però, non capivo che cosa potesse significare quel bacio.

Quando ci staccammo svogliati, perché privi di aria, mi diede altri due piccoli baci sulle labbra e poi mi folgorò con il suo sguardo dicendomi:
«Adesso lascia che ti spieghi, per favore.»
In tre anni che ero stata con Daniele, non era mai stato capace di ammaliarmi così tanto con un solo sguardo.
Aveva fatto proprio bene a lasciarmi.
Annuii silenziosamente, tra le sue braccia, incredula che quella cosa fosse successa veramente.
«Ok» disse lui «Hai ragione tu. Io avevo frainteso quello che era successo tra te e Dan. Ma a quanto pare, pure tu hai frainteso quello che hai visto. Io non mi sono rimesso con Candy» mi disse con il sorriso sulle labbra.
«E allora quello che ho visto io è stato solo frutto della mia immaginazione?»
Mi era scappato, ok…
«Shh» mi disse lui.
Appunto.
«Fammi finire»
Ok, non avrei più fiatato fino alla fine del suo discorso.
«Quando sono tornato a casa, dopo averti vista con Danny, mi sono messo a suonare il basso, come sono solito fare quando ho bisogno di sfogarmi..»
Allora Dan aveva ragione.
«..e dopo cinque minuti ho sentito bussare alla porta. Ho aperto e ho trovato Candy che era entrata di nascosto in casa mia. Sai mia madre la odia perché mi ha fatto soffrire e questo Candy lo sa bene. Ma conosce anche il modo per entrare in casa, perché ogni tanto quando stavamo insieme entravamo furtivamente per non farci vedere da lei» Risparmiati questi dettagli grazie «E quindi è entrata senza farsi vedere.»
Ecco perché sua madre mi aveva mandata da lui tranquilla.
«Probabilmente lei non l’avrebbe fatta entrare.»
E sarebbe stato meglio!
Io e la mamma di Doug avevamo una cosa in comune molto importante: l’odio per Candy.
«Comunque» proseguì lui «È entrata in camera mia e ha iniziato a farmi un lungo discorso, dicendomi che James l’aveva tradita con una ragazza più grande di lei..»
Grande James.
«..e che lei aveva capito che lui non le voleva bene sul serio, che l’aveva solamente usata e presa in giro per il periodo di tempo che le era stata necessaria. Poi, ha aggiunto che aveva finalmente capito che io ero la persona giusta per lei e che sono sempre stato gentile e comprensivo. E mi ha confessato di essere sempre stata innamorata di me, anche in questo periodo che è stata con James e che non mi aveva mai dimenticato. Infine mi ha detto che le sarebbe piaciuto riprovare a costruire un rapporto tra con me, cercando questa volta di non sbagliare e cercando si essere più rispettosa nei miei confronti.»

Io ascoltavo zitta zitta il suo discorso tra le sue braccia che mi cingevano ancora fortemente, come se non mi volesse lasciare andare per nessun motivo.
«E prima che io avessi avuto il tempo per riflettere cosa risponderle, lei mi era letteralmente montata addosso e ha iniziato a baciarmi. E poi sei entrata tu e… il resto lo sai.»
Poi aggiunse «Adesso che ci penso però, mi viene da pensare che Candy e Danny formerebbero una bella coppia assieme. Hanno architettato la medesima cosa!»

Dougie con il suo monologo assurdo credeva forse di avere chiarito come stavano le cose, ma nella mia visione personale le cose erano andate così: lei l’aveva baciato e lui c’era stato.
E non mi aveva detto che l’aveva respinta.

Dovevo avere assunto una delle mie facce assurde, una di quelle che assumevo quando mi mettevo a pensare, perché Doug mi disse:
«Vedo che ancora non ti è del tutto chiara una cosa…»
Io feci segno di no con la testa.
«Io le ho detto che sinceramente tutto il suo discorso mi aveva fatto piacere, ma che di lei non me ne importa più niente, perché ho capito che tipo di persona è. È vero che si dovrebbe dare a tutti una seconda opportunità, ma in questo periodo ho conosciuto te, che sei una persona splendida, adorabile, dolce, simpatica. Tu sei stata male in questo periodo, anche per colpa mia, ed è una cosa che non voglio che accada mai più. D’ora in poi voglio starti vicino. Voglio vederti sorridere, perché sei bellissima quando lo fai…»
Sentii il mio viso diventare bordeaux.
«E vederti arrossire è una delle cose che mi fa più impazzire» rise.
«Sono innamorato di te»






Quelle ultime parole mi avevano lasciato senza parole.
Mi guardò stranito.
«Che? Ti hanno tagliato la lingua?»

«E Candy?» furono le uniche parole che uscirono dalla mia dannata bocca.
Avrei dovuto imparare a pensare dieci volte a quello che volevo dire, prima di parlare.
Doug mi guardò shockato:
«Dopo tutto quello che ti ha fatto tu ti preoccupi per lei?» disse ridendo.

«Comunque sarà qua in giro alla ricerca di un’altra preda da cacciare. Non è che abbia preso molto bene la mia risposta, da come se ne andata impettita da casa mia, ma sinceramente poco mi importa» disse facendomi l’occhiolino.
«Adesso ho te» aggiunse.
Mi strinse ulteriormente tra le sue braccia, cingendomi ancora più forte. La sua presa era così rassicurante e la sua essenza così buona, che io ero proprio su un altro mondo.
Ormai eravamo diventati un noi.
Ci amavamo.
Speravo vivamente che tutto quello non fosse solamente un sogno, ma che fosse realtà.

«Quando te ne sei accorta?»
Mi chiese poi in un sussurro.
Sorrisi.
«Quando tu mia hai visto con Danny e ho capito che avevi frainteso, l’ho percepito con certezza. Ma penso che questa cosa sia ormai dentro di me da tanto tempo. Come ti ho già detto un’altra volta, dalla prima volta che ti ho visto, anche se ero già impegnata, eri diventato un pallino fisso nella mia testa, e ti cercavo ovunque… Sono sempre stata affascinata da te»
Lui sorrise compiaciuto.
Prese uno dei miei boccoli e ci giocò un po’.
«Anche io credo che tu mi sia rimasta impressa da quel giorno.»
«Ma se nemmeno mi hai degnata di uno sguardo!»
«Questo è quello che pensi tu…» disse lui furbamente.
«Ma allora era veramente me che guardavi? E poi hai salutato Gi?»
Annuì.
«E io che pensavo di essermi sognata tutto»
Al ricordo della prima volta che lo vidi, mi venne da sorridere.
Era stata una visione celestiale.
Sembrava un dio sceso in terra. O meglio un angelo.
Il mio angelo.
«Sai io sapevo già di te, anche prima di vederti quella volta. Il pomeriggio dopo il primo giorno di scuola io andai con i ragazzi alle prove da Tom e c’era anche Gi. Lei ci parlò di te. Era tutta felice di aver finalmente conosciuto una ragazza che veniva dal paese di cui anche lei aveva delle origini. Ti dipinse come una bravissima ragazza, pronta a nuove amicizie, ed io mi incuriosì molto. E il pomeriggio che ci vedemmo in quell’aula, avrei voluto parlarti, ma dovevo scappare alle prove della band. E Dio solo sa come diventa Tom se facciamo tardi alle prove..»
Sorrisi.
I McFly per Tom erano una delle cose più importanti della sua vita.
Mi soffermai un attimo a capire quello che aveva detto Doug, quando mi venne in mente una cosa.
«Aspetta. Se tu hai detto che mi conoscevi già, allora la sera della festa tu sapevi chi ero.»
Dissi shockata.
Lui mi guardò con aria colpevole.
«In realtà dissi io a Giovanna di invitarti, ma di non dirti di chi era il compleanno.»
Io ero sempre più shockata.
«E quel giorno al mare hai avuto il coraggio di dirmi che ero venuta senza nemmeno essere stata invitata?»
Gli diedi un pizzicotto sulla spalla.
«Ahi» disse lui ridendo.
«Ma ti ricordi proprio ogni singolo momento?»
«Come non potrei?»
«Comunque, ero geloso di Danny, cerca di capire. Avevo già afferrato le sue intenzioni … A quanto pare molto prima di te.»
«Che ragazzo perspicace che sei»
«Modestamente» disse lui ridendo.

Lo guardai negli occhi, dopo di che sorridendo lo abbracciai e lui non esitò a fare altrettanto.
Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, mi faceva stare bene.
Sentivo che lui era la persona che avevo sempre desiderato.
Sicuramente in passato avevo amato Daniele. Avevamo passato assieme dei bei momenti che avrei sempre portato con me, ma con Doug era tutto completamente diverso.
In quel momento sentivo che il mio cuore era stracolmo di felicità e di amore per lui.
Ero felice, veramente.
E lo amavo tantissimo.
Non avevo affatto voglia di sciogliere quell’abbraccio.
La sua mano destra mi accarezzava la testa, mentre era appoggiata al suo petto.
Il mio angelo mi aveva portata dritta in paradiso.
Non avrei mai voluto abbandonare quel contatto, quando ad un tratto il finestrone della terrazza si aprì e io mi voltai, vedendo una Giovanna imbarazzata che disse:
«Ops… Scusatemi, non volevo interrompere»
Le sorrisi.
Lei era una delle persone più belle, insieme a Doug e agli altri tre, che avrei potuto conoscere in quel periodo.
Era una vera amica.
«Figurati Gi non interrompi nulla! Dicci tutto.»
Lei mi guardo sorridente e felice.
Sicuramente aveva capito che io e lui ci eravamo finalmente chiariti e che adesso eravamo una coppia.
«Ti cercavo per dirti di venire di là con noi perché tra poco scatta la mezzanotte.. Non sapevo fossi con lui!» disse abbassando la testa.
Io sorrisi a Doug guardandolo negli occhi e lui con occhiata complice mi lasciò da quel meraviglioso abbraccio.
Anche se la sensazione bellissima che provavo pochi secondi prima mi abbandonò, andai verso Giovanna, le sorrisi e poi l’abbracciai:
«Tranquilla! È veramente tutto a posto! Non potrebbe andare meglio di così. Grazie per tutto quello che hai fatto per me in questo periodo. Tu ci sei sempre stata e mi hai consolata nel momento del bisogno! Sei una vera amica»
Lei rimase felicemente sorpresa delle mie parole, tanto che ricambiò l’abbraccio e disse solamente:
«Le amiche servono a questo, no?»
Ci avviammo nella sala dagli altri ragazzi.

Gi raggiunse subito Tom, mentre io mi guardai in giro.
Erano tutti felici.
Presi un bicchiere pulito, rigorosamente di Winnie the Pooh e ne detti uno anche a Doug, poi mano nella mano ci avviammo fuori dalla porta principale e aspettammo lo scoccare della mezzanotte.
Alla fine del conto alla rovescia, un coro di urla si alzò e tutti iniziammo a brindare al nuovo anno, mentre tanti coloratissimi e meraviglioso fuochi d’artificio scoppiavano sopra le nostre feste.
Qualcuno lì vicino aveva pensato di fare le cose in grande, regalandoci un meraviglioso spettacolo.
Io e Doug facemmo il cin-cin con i nostri bicchieri e bevemmo, poi lui mi guardò dritto dritto negli occhi e mi disse:
«Ti amo Giuly
Sorrisi a quella affermazione.
«Ti amo anche io Doug, non immagini quanto.»
Mi baciò, mentre i fuochi coloravano il cielo di mille colori sopra le nostre teste.
Poco dopo mia madre mi mandò un messaggio di auguri.
Anche lei era al settimo cielo.
Ricambiai gli auguri e poi tornai a quel meraviglioso spettacolo.

Dopo che quella meraviglia terminò, tornammo in casa.
Era il momento per i ragazzi di fare la loro performance.
Io mi appoggiai al muro con accanto Gi.
Tutte e due eravamo agitatissime per loro.
Sapevamo quanto tenevano a fare bella figura con i loro amici, ma sapevo che non avrebbero deluso nessuno.
Infatti, quando iniziarono a suonare, inizialmente gli altri ragazzi rimasero shockati dalla loro bravura, poi piano piano si buttarono in mezzo alla stanza e iniziarono a ballare come matti.
Quando fu la volta del Surf Medley io e Gi ci buttammo “in pista” per scatenarci.
Fu meraviglioso e i ragazzi furono bravissimi.
Sicuramente avrebbero avuto una bella carriera concertistica davanti a loro.

La festa procedeva nel modo migliore: risate, musica, amicizia.
Non mancava nulla.
Mi guardai intorno e vidi Gi e Tom abbracciati, che si coccolavano come sempre. Mi facevano tantissima tenerezza. Si vedeva che erano nati per stare assieme.
Sorrisi e mentre mi voltai vidi Harry che stava parlando con una mia compagna di classe, Mary.
Non lo avevo mai visto in atteggiamenti amorosi, e non avrei mai pensato che lei avrebbe potuto avere una cotta per lui, ma era una bravissima ragazza, molto gentile, quindi non potei altro che esserne felice.
Poi vidi una cosa che mi shockò per un secondo.
Danny e Candy stavano animatamente parlando su un divano.
Sembravano divertirsi e avere molte cose in comune.
Chissà, forse quei due si sarebbero realmente messi insieme e sarebbero stati una coppia perfetta.
Doug alla fine ci azzeccava sempre.

Un momento dopo, proprio Doug mi arrivò da dietro, cingendomi in vita e facendomi voltare verso di lui.
Mi diede un piccolo bacio sulle labbra e poi mi porse un piattino con dei pasticcini.
Come sapeva che non avevo mangiato e che avevo una fame da lupi?
I misteri di Doug.
Adoravo troppo quel ragazzo.
Era perfetto e non lo avrei lasciato per niente al mondo.

Quella che all’inizio si era prospettata una delle feste più brutte della mia vita, si era tramutata in una delle sere più belle che avevo mai passato.
Da quando ero arrivata in quella città, tutto era diventato magico.
Avevo conosciuto un gruppo di amici fantastico, mia mamma si era tirata su dopo anni che soffriva, io avevo una nuova amica veramente speciale e soprattutto avevo trovato il ragazzo che mi faceva battere il cuore come nessun altro aveva fatto prima.
Non avrei potuto chiedere di meglio.
“Anno nuovo vita nuova” si diceva sempre in Italia.
Ma non era mai successo.
Invece qui era proprio vero.

Nell’ultimo periodo c’erano state moltissime novità, ma di una cosa ero certa. Quello era l’inizio di una
Nuova Vita.



- The End. –

 

Eccomi qua. Mi scuso tanto per il ritardo rispetto alle altre volte, ma sono stata a Pisa in questi giorni, quindi non potevo proprio postare.

Passo ai ringraziamenti.

 

RubyChubb: Spero che la fine ti sia piaciuta. Forse un po’ scontata, forse no. Però spero che almeno un po’ ti abbia fatta sorridere. E a breve metterò la shot ^-^ Grazie che mi hai seguita dall’inizio nella storia! Veramente! Ne sono stata felicissima!!!

 

Saracanfly: Devo ammettere che posto a quest’ora il capitolo perché tornata da Pisa ho trovato il tuo nuovo commento… e non posso fare altro che dire che sono stata veramente contenta! Mi fa piacere che la storia ti piaccia così tanto! C’è un continuo (che ha già 15 capitoli scritti), ma prima ho intenzione di mettere una piccola storia di un capitolo soltanto. Spero che mi seguirai ancora *-* Grazie tantissime davvero. Perché mi hai lasciato i tuoi commenti per farmi sapere che cosa ne pensavi. E spero di non averti delusa. Grazie.

 

Kiki91: Allora.. Dougie si è riscattato un po’? spero tanto di si e di non averti deluso! Se vorrai prossimamente posterò un piccola storia di un capitolo e poi dopo inizierò con il continuo di questa storia qui xDDD Grazie mille per ogni tuo commento!!!! *-*

 

Anna94_17: Adesso è tutto risolto xDD Spero che la fine ti sia piaciuta. Metterò un’altra storia di un capitolo e poi il continuo di questa. Spero mi seguirai *-* Grazie di tutto *-*

 

Keloryn: Hanno chiarito *-* Forse anche troppo in fretta xDDD Ma vabbeh. Spero che ti sia piaciuto e che mi seguirai, sempre se vorrai. Ci sono già alcuni capitoli del continuo pronti, ma prima vorrei fare un piccolo break con una shot molto dolce a mio avviso. (Forse anche troppo xDD ) Grazie mille per i tuoi commenti, sono sempre stati molto carini *_* Spero di non averti delusa!!! Ancora grazie.

 

 

Detto questo ringrazio tutti coloro che hanno anche solamente letto la mia storia, o che l’hanno messa tra i preferiti!! Mi fa molto molto piacere.

Spero che continuerete a seguirmi.

 

Giuly  

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