Let It Be Love

di Blueyes0907
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 ***
Capitolo 19: *** Chapter 19 ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 ***
Capitolo 21: *** Chapter 21 ***
Capitolo 22: *** Chapter 22 ***
Capitolo 23: *** Chapter 23 ***
Capitolo 24: *** Chapter 24 ***
Capitolo 25: *** Chapter 25 ***
Capitolo 26: *** Chapter 26 ***
Capitolo 27: *** Chapter 27 ***
Capitolo 28: *** Chapter 28 ***
Capitolo 29: *** Chapter 29 ***
Capitolo 30: *** Ciao Girls ***
Capitolo 31: *** Chapter 30 ***
Capitolo 32: *** Chapter 31 ***
Capitolo 33: *** Chapter 32 ***
Capitolo 34: *** Chapter 33 ***
Capitolo 35: *** Chapter 34 ***
Capitolo 36: *** Chapter 35 ***
Capitolo 37: *** Chapter 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Chapter 38 ***
Capitolo 40: *** Chapter 39 ***
Capitolo 41: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Mi chiamo Elizabeth. Ma tutti mi chiamano Liz. Anche se preferivo di gran lunga essere chiamata con il mio abbreviativo. Per quei pochi che mi chiamavano, perchè, comunque e in ogni caso, sono sempre stata trattata con educata indifferenza; venivo lasciata in pace, nessuno veniva a stressarmi, né per essermi amico, né per fare il bullo. Non ne ho mai dato motivo a nessuno. La cosa mi stava bene, voglio dire, non ero il tipo di ragazza popolare, amica di tutti, informata sull’ultimo pettegolezzo, che andava alle feste accompagnata dal più figo della scuola. Quello era un mondo a parte, e solo a immaginarmi in una delle situazioni descritte sopra mi veniva il voltastomaco. Quel tipo di vita non era nel mio DNA. Però non ero completamente sola. Avevo un’unica vera amica. Si chiamava Chris. Eravamo in classe insieme da sempre. Chris, a differenza di me, provava a far parte del mondo al quale io mi distaccavo con tutte le forze, forse per il suo bisogno di sentirsi accettata. Spesso, mi diceva che ero carina. Non fraintendete, me lo diceva da amica, cercando di iniettarmi un po’ di autostima, e magari anche la voglia di uscire e “andare a caccia di uomini” come diceva lei. Quando affermava con un’aria innocente che ero bella, scrollavo la testa, sviando il discorso. Lei spesso lasciava perdere, sapendo che quando facevo così ero irritata. Però tornava spesso sull’argomento, a volte finivamo per metterci a tu per tu, rischiando il litigio. Qualche volta le rispondevo male, ma mi pentivo dopo pochi minuti appena. Spesso commentava dicendo che una ragazza normale si sarebbe sentita lusingata da una tale affermazione. Sentire che qualcun altro riconosce la tua bellezza sarebbe il massimo per qualsiasi ragazza. Ma era complicato sentirselo dire da lei, in un certo verso doloroso: perchè lei, a parte i miei parenti, era l’unica persona che me lo avesse mai detto. E dire che sembra così strano persino a me, che una ragazza arrivi all’età di 19 anni senza aver mai avuto nemmeno un fidanzatino, o qualcuno che la facesse comunque sentire speciale...
 
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“Io proprio non ti capisco, Liz...” mi disse Chris. Sbuffai. “Solo perchè un ragazzo non ti ha mai detto che sei carina, non significa che tu non lo sia...”
 
La ignorai molto sfacciatamente, continuando a mettere mi piace a vari stati su facebook, senza nemmeno farci caso. Quando cominciava il discorso con ‘Io proprio non ti capisco...’ staccavo il mio cervello e le sue parole entravano da un orecchio e uscivano dall’altro.
 
“Qui c’è la foto di un cane che scappa inseguito da un gatto...” le dico distrattamente. Stavolta fu il suo turno di sbuffare, perchè sentii il suo respiro pesante uscire dalla sua bocca e lo avvertii proprio dietro l’orecchio, provocandomi un brivido su tutta la schiena. Con un grande sforzo mi voltai e la guardai negli occhi. I suoi occhi marroni entrarono in contatto con i miei occhi verde scuro. Quasi non sbatteva le palpebre.
 
“Elizabeth.” Disse con voce ferma. Capii che il discorso era serio, perchè pronunciò a chiare lettere il mio nome completo. “Non devi sminuirti!”
 
“Ma non mi sto sminuendo!” ribattei sbattendo con forza le palpebre, come a volerlo fare anche per lei.
 
“E invece sì che lo fai! Me ne accorgo, cosa pensi? Che sia una stupida? Una ragazza che finge di essere un cesso, solo per convivere col dispiacere di non aver mai avuto un ragazzo, è una che si sminuisce!”
 
Sentii il mio cellulare vibrare sulla scrivania e lo presi, sollevata per avere una scusa per interrompere la discussione. Guardai lo schermo del mio iPhone4 nero, per vedere di cosa si trattasse. Era un messaggio di Mike, il mio “adorabile” fratello di 20 anni. Era il tipico fratello figo (o almeno secondo l’opinione di qualche ex compagna di classe svampita e della cosiddetta “ragazza-della-porta-accanto”) ma fastidioso come le mutande incastrate in mezzo alle chiappe. Comunque aprii il messaggio.
 
Da: Mike
E dai, cazzo, scendi! Non ho tutto il pomeriggio!
 
“Chi è?” chiese Chris interessata.
 
Per fortuna si era già dimenticata del nostro discorso precedente. Le volevo un bene dell’anima, ma aveva una fastidiosa tendenza a immischiarsi nelle mie faccende. Non lo faceva perchè era pettegola o cose del genere. E che ci teneva tanto che la mia vita sociale funzionasse. È difficile trovare amiche così care.
 
“È Mike... è qui sotto.” le risposi. Sospirò, pensando che potesse essere qualcosa di più... potremmo dire,interessante. “A quanto pare è venuto a prendermi.”
 
Mi alzai dalla sedia e l’abbracciai. Lei contraccambiò.
 
“Ti ricordi che domani ci dobbiamo vedere, vero?” mi disse appena ci fummo sciolte dall’abbraccio. “Tu non hai ancora un vestito per la mia festa.”
 
Il mio sorriso si incrinò leggermente. Volevo farla felice per la questione del vestito, ci teneva tanto... e dopotutto era il suo diciottesimo compleanno e avrebbe festeggiato in una sala, di certo non avrei potuto indossare uno dei miei felponi, un jeans e le Converse. Ma comunque mi sarei accontentata di una giacca scamosciata beige, una camicia bianca e pantaloni in tono con la giacca. Delle scarpe con giusto un po’ di tacco, per darmi un’altezza decente per una ragazza della mia età. Di certo non mi aspettavo un vestito e un paio di tacchi vertiginosi come quelli che si aspettava Chris. Il problema era che quello che lei chiamava vestito per me era semplicemente un pezzo di stoffa trasparente cucito sopra e sotto; e quelle che lei chiama scarpe per me erano trampoli allucinati, grazie ai quali potevi romperti tutte e due le gambe. Sospirai a lungo. Volevo farla felice a ogni costo. Se lo meritava, dopotutto.
 
“Certo, Chris. Mi ricordo perfettamente. Alle cinque sotto casa mia, come stabilito.” le dissi, cercando di sembrare contenta. “Ma adesso fammi andare, altrimenti Mike mi scoccia per tutto il viaggio fino a casa.”
 
Presi i miei libri e li infilai nella sacca. Mi misi il giubbotto di jeans. Superfluo, ora che ci ripenso, visto che le giornate, in quegli ultimi giorni di maggio, erano bollenti. Scesi velocemente le scale e arrivai di corsa nel salone. Guardai Emmett. Emmett era il fratello maggiore di Chris che, come Mike aveva 20 anni. Solo che, a differenza di mio fratello, Emmett era alto e muscoloso. I suoi capelli castano chiaro con riflessi ramati non avevano niente a che vedere con i disordinati ciuffi neri di Mike. Anche il carattere era l’opposto di quello di mio fratello. Spesso avevo fatto notare a Chris la fortuna che aveva nel ritrovarsi Emmett come fratello maggiore, ma lei mi aveva rivelato, sorridendo amaramente, che il carattere di Emmett era tale e quale a quello di Mike. Solo che mentre mio fratello non si disturbava a nasconderlo, il suo davanti alla gente, fingeva di essere il fratello perfetto che ogni ragazza vorrebbe.
 
“Ciao Elizabeth.” mi disse Emmett.
 
Dio, con quella voce avrebbe potuto benissimo doppiare in un film un dio greco. A pensarci bene, col fisico scolpito che aveva avrebbe potuto benissimo anche interpretarlo. Sorrise, alzandosi dal divano dove stava evidenziando alcuni concetti su un grosso libro; lui, a differenza di Mike, andava all’Università. Chris non me la dava a bere: secondo me, Emmett era il fratello perfetto. Ma non voleva darlo a vedere, per non sembrare una che se la tirava.
 
“Ciao Emmett.” risposi aprendo la porta d’ingresso. La indicai. “Scusami, vado un po’ di fretta...”
 
“Mike, vero?” fece una risatina. Lui e Mike erano stati compagni di classe, quindi lo conosceva bene. Annuii. “Lo sospettavo. Sempre il solito, lui.”
 
Risi anch’io. Gli feci un cenno con la mano, chiudendomi la porta alle spalle. Cercai con lo sguardo Mike e lo trovai: la sua macchina era di fronte al negozio di videogames dall’altra parte della strada e dentro il negozio c’era lui, a provare un qualche gioco per la PSP. Decisamente era l’opposto di Emmett; era un bambino troppo cresciuto. Mi avvicinai alla sponda del marciapiede e attraversai la strada. In un secondo avvennero tante cose contemporaneamente. Prima sentii il suono di un clacson, poi una saetta rossa mi sfrecciò davanti agli occhi. Lo stridio di una frenata improvvisa mi riempì le orecchie. Avevo chiuso gli occhi, forse per la confusione che tutte quelle sensazioni mi mettevano addosso. Infine il silenzio assoluto; aprii gli occhi, per rendermi conto di quello che era successo: una macchina rossa era a due centimetri dalle mie scarpe. Feci due passi indietro, barcollando. Lo sportello si aprì e ne uscì un uomo sui trent’anni. Mi si avvicinò con aria preoccupata, ma anche di chi aveva fretta.
 
“Tutto ok? Ti sei fatta niente?” mi chiese fissandomi dalla testa ai piedi. Quasi sicuramente era uno che aveva fretta. Parlava così velocemente che pensai non prendesse fiato.
 
“S-sì... sto bene. Io... mi sono solo spaventata un po’...” balbettai, ancora un po’ confusa. Non sembrò convinto.
 
“Sicura? Non è che poi mi chiedi danni o cose simili?” mi chiese ancora. Feci l’espressione più offesa che conoscevo anche se non mi riuscì tanto bene, visto che normalmente, dopo uno shock simile, ovvero quello che ti prende quando stai per essere investita non pensi a fare facce indignate. O almeno non era tra le tue priorità.
 
“Certo che no!” esclamai sdegnata. Lui per la prima volta parve sollevato.
 
“Perfetto. Ora spostati dal centro della strada, altra gente deve passare!” mi spinse leggermente sul marciapiede verso il quale ero diretta e saltò in macchina. Per venire a controllare che stessi bene non aveva nemmeno spento il motore. Appena salii sul marciapiede partì a tutta velocità. Decisamente era uno che aveva fretta.
 
Feci segno a Mike da fuori il negozio. Lui mi guardò senza una minima espressione in viso, poi si girò verso il gioco che stava fissando poco prima. Nei suoi occhi c’era una tristezza infinita. Forse qualcun’altra si sarebbe commossa. Io semplicemente alzai gli occhi al cielo. Era un videogioco... vedete un po’ voi. Uscì dal negozio, continuando a lanciare occhiate piene di nostalgia verso il gioco poggiato sullo scaffale al centro.
 
“Dio castoro, Mike! È solo un gioco!” esclamai esasperata. Mi lanciò un’occhiata inviperita.
 
“Dovresti ringraziarmi perchè sono venuto a prenderti... a proposito, non potevi rimanere un altro po’ con la tua amichetta? Sul serio, tanto non ho niente da fare, io...” mi disse sarcasticamente entrando in macchina. Questa volta toccò a me scoccare l’occhiataccia.
 
“Ah davvero? Me li immagino proprio i tuoi impegni! Guardare la TV, giocare con i videogiochi, ingozzarti...” dissi elencando gli ‘impegni’ di mio fratello sulle dita della mano. Lui mi sorrise con aria di sufficienza.
 
“Magari io ho un lavoro! Oppure ce lo siamo dimenticate, eh signorina?” cheodiocheodiocheodio!
 
“Mike, il tuo lavoro è al cinema. Dietro la cinepresa.” gli ricordai. “Tu in pratica passi la giornata a guardare film!”
 
“Ehi, bella! Vedi che mi pagano per questo!” disse con aria trionfante. In effetti lo pagavano, e non poco. Semplicemente per stare là, premere il tasto per avviare il film e alla fine premerne un’altro quando è finito. Bah...
 
“Chiamalo lavoro...” sussurrai. Lui frenò davanti a un semaforo rosso.
 
“E poi mica vedo solo bei film!” continuò a cianciare lui. “Una volta mi sono dovuto vedere un pallosissimo film d’amore... è stata un’agonia!”
 
“Se fossero questi i veri problemi della vita...” commentai io girandomi verso il finestrino e guardando la schiera di palazzi che ci passavano davanti a velocità assurda.




I COMMENTINI DELLE AUTRICI :3

Ok, partendo dal presupposto che già sarà tanto che leggerete la storia, quindi so che nessuno si filerà i nostri commenti finali :(
Vabbè, tanto l'importante è che seguiate la storia! :D
Come avete notato parliamo al plurale perchè siamo in due a scrivere questa FF: Martina e Grazia. Non sappiamo in quanti scrivono fanfiction a quattro mani, ma ve lo consigliamo perchè è veramente divertente, e si risparmia molto tempo: se a una manca l'idea, ecco che viene all'altra! *nonvenefreganiente*
Quindi in questo capitolo abbiamo introdotto più o meno la protagonista, la sua migliore amica, suo fratello e il fratello della migliore amica che potrà anche sembrare inutile (anche se figo) ma... vedrete che bei casini combinerà in seguito!
Non anticipiamo nulla, comunque i primi capitoli saranno un po' una pizza perchè saranno di passaggio. Niall e Harry infatti non compariranno fino al terzo... vi tocca sopportarci :3

#Marti&Gra

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


*Il giorno seguente*
 
“Pronto?” risposi al telefono pettinandomi i capelli umidi, dopo la doccia. Era Chris.
 
“Liz? Ciao sono Chris...” mi disse lei con voce eccitata dall’altro capo. Sbuffai. E grazie al cavolo che era Chris! Sapevo il suo numero a memoria e poi il telefono mi diceva il nome, sopra il numero. E comunque e in ogni caso riconoscevo la sua voce.
 
“Sì. Lo so che sei Chris...” dissi con voce sommessa. “Comunque dove ti trovi?”
 
“Sono nel tuo giardino. Sei pronta?”
 
“Ancora qualche attimo, mi sto asciugando i capelli. Tu entra, tanto non c’è nessuno.”
 
Mi avvicinai alla porta di casa e la aprii. Uno spiffero entrò dentro la stanza e, anche se eravamo in pieno Maggio, un brivido mi percorse il braccio, ancora tiepido dopo la doccia calda. Come se una mano fredda me lo stesse sfiorando. Chris entrò sorridendo. Era eccitata, si vedeva lontano un miglio.
 
“Quanto hai?” mi chiese. Ovviamente parlava dei soldi che i miei mi avevano ‘generosamente’ donato per questo ‘speciale’ evento. La vidi stringere in mano la sua borsa, il che mi fece intuire che portava con sé una cifra non indifferente. Conoscendo la mia amica era riuscita a strappare ai sui genitori minimo 290£.
 
“I miei mi hanno dato 180 e io ne ho preso 90 dalla scatola dei risparmi. In tutto ne ho 270...”
 
“Mamma è stata generosa. Vuole che i miei 18 anni siano perfetti. Mi ha dato la bellezza di 300£!!”
 
Azz, ci avevi quasi azzeccato.
 
Ma che diavolo? Da quando in qua ho una vocina nella testa?
 
All’incirca da sempre. Ma... diciamo che non te ne sei mai accorta.
 
Certo, come no! Ho una vocina nella testa e nemmeno me ne accorgo? Vabbè, va. Seriamente, chi cazzo sei?
 
Sei molto fine, eh? Comunque sono la tua coscienza.
 
Ah, come quella di Pinocchio? Sei un Grillo Parlante?
 
Cominciai a tastarmi le spalle, quasi certa di trovarmi l’animaletto dei cartoni Walt Disney addosso.
 
Diciamo di sì. Ma non penso mi troverai sulle tue spalle. Io sono nella tua testa.
 
Sì, sì. Ok coscienza. Ti chiamerò Nick...
 
Veramente il mio nome è Carl...
 
“Chissene, io ti chiamo Nick!”
 
“Eh? Che hai detto, Liz?” mi chiese spaesata Chris. Merda, l’avevo detto invece di pensarlo! Intanto avevo preso l’asciugacapelli e l’avevo acceso e approfittando dell’assenza dei miei mi presi il lusso di usarlo in salotto, per non lasciare sola Chris. La quale aveva lasciato perdere la mia insensata frase e si era seduta sul divano e mi fissava.
 
“Ti avevo detto di farti trovare pronta...” sbuffò lei, abbastanza forte per superare il suono assordante del phon. Mi strinsi nelle spalle.
 
“Mi sono addormentata sul divano guardando un film...” mi giustificai alzando la voce, visto che per fare in fretta avevo aumentato l’intensità della potenza del phon.
 
“Allora. Ti sei fatta un’idea di dove vorresti andare? Intendo per cominciare a cercare vestito, scarpe e il resto...” mi disse quando spensi l’asciugacapelli e presi la piastra. Ma Dio pesce palla, cosa potevo saperne io?
 
Come sei educata...
 
Zitto, Nick!
 
Mi chiamo Carl!
 
Non rompere!
 
Dicevo. Cosa potevo saperne io? Non ero mai entrata in un negozio del genere in vita mia! Solo in negozi sportivi.
 
“A... Foot Locker?” risposi dandole le spalle per darmi un’occhiata allo specchio. Dopotutto, quello era il negozio di scarpe migliore che conoscevo...
 
“Sì Liz. Andremo sicuramente a Foot Locker. E sotto il vestito mettiamo le Supra!” mi disse sarcastica. Mi sa che le dava un tantino fastidio il fatto che non davo molta importanza alla cosa... ma a me piaceva tanto farla arrabbiare!
 
Che dolce che sei...
 
Tu prenderti una vacanza no, eh?
 
Decisi di battere il ferro finché era caldo, con la piccola Chris. Ero veramente stronza e... no, aspetta! Sono ancora stronza!
 
“Però le prendiamo in tono col vestito. Se le cose vanno fatte, vanno fatte bene!” dissi alla mia amica, che mi guardò inviperita. Prese un respiro profondo e lasciò sbollire la rabbia. Cazzo. Sarà per la prossima volta...
 
“Io pensavo di andare in quella che noi chiamiamo ‘La Via della Moda’...” cominciò fingendo di non aver sentito il mio discorsetto riguardante le Supra.
 
“Aspetta, aspetta! Voi chi?” la interruppi.
 
Interrompere la gente è maleducazione.
 
Seriamente, quand’è che te ne  vai in pensione?
 
“Noi amanti della moda, ovviamente! Dicevo, pensavo di andare là perchè i prezzi sono solitamente molto buoni e i vestiti sono sempre belli e di buona qualità!” mi spiegò.
 
“E vada per la ‘Via dei Modaioli’...” scherzai prendendo la giacca di jeans. Lei si alzò e mi diede una gomitata. Ridendo e scherzando uscimmo di casa.
Arrivammo davanti a un negozio, situato nella fantomatica ‘Via della Moda’. Solo il nome mi fece arricciare il naso. ‘Beacoup de Style’, scritto tutto in corsivo e pieno di svolazzi. In vetrina erano esposti alcuni vestitini corti. Belli. Erano veramente belli. Sfiziosi. Delle cose così su Chris stavano d’incanto. Ma su di me... rabbrividii al pensiero.
Mi girai verso la mia amica, che fissava in estasi quel ben di Dio. Il suo sguardo si fermò su un abitino violetto (più o meno come questo qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=140403042810624&set=a.140403032810625.1073741826.140400272810901&type=1&theater ). Ai piedi del manichino erano posate delle scarpe dello stesso colore del vestito, che nella mia testa fece scattare un campanello d’allarme: il tacco era circa di 8cm e la scarpa si legava al piede grazie a un nastrino di raso che richiamavano le sfumature viola dell’abito. In quanto stratega e esperta di situazioni del genere, dopo l’esperienza di interminabili sessioni di shopping con mia madre, pensai di adulare tatticamente la mia amica. Se la scelta fosse stata rapida, per lo meno, poi saremmo andate in un bar qualunque a ingozzarci di cornetti al cioccolato. Per quanto mi riguardava avrei scelto il primo vestito che mi sarebbe capitato sotto mano, sicuramente il più economico. Decisi quindi di attuare il mio piano. Mi stesi in faccia un sorrisetto adulatorio
 
“Ti starebbe benissimo” continuai indicando il vestito viola col mento, continuando a sorridere.
 
Sei diabolica...
 
Senti, Nick. Niente di personale, ma se vuoi che questa cosa vada avanti devi essere un tantino meno rompicoglioni. Ti sento da appena un’ora e già non ti sopporto più!!
 
Dai, Elizabeth! Scherzavo!
 
E non chiamarmi Elizabeth...
 
Vidi Chris guardarmi spaesata.
 
“Non lo guardavo mica per me! Quello è per te!” mi disse, entrando decisa nel negozio. Rimasi interdetta per un attimo. Io? Quel vestito? ANCHE NO!
 
Perchè no? Secondo me ti starebbe bene...
 
Zitto Nick! Questa è una cosa da ragazze!
 
Corsi dietro Chris e la presi per un braccio trascinandola verso la vetrina.
 
“Ehi, ehi! Ferma! Time out! Quel vestito...” indicai la vetrina, presa dal panico. “Dovrei indossarlo io? Te lo sogni!” esclamai.
 
“Ma...” cominciò lei.
 
“Nononono! Chris!! Segui il mio labbiale: io non metto quel vestito alla tua festa!
 
“Ma perchè? È semplicemente spaziale!”
 
“Appunto! Non mi renderò ridicola con un vestito così addosso. E hai visto quei tacchi? Mi romperò tutte e due le gambe come minimo!”
 
“Intanto però ti provi il vestito!” disse allegra dirigendosi verso una commessa con un gran sorriso sulle labbra. “Salve.”
“Ah salve. Prego, chiamatemi Jusy.” disse lei.
 
Nome da troia... cominciamo proprio bene...
 
Non avrei mai pensato di dirlo, Nick: ma sono d’accordo con te.
 
“In cosa posso esservi utile? Avete per caso visto qualche capo di vostro gradimento?” disse ‘Prego-chiametemi-Jusy’ con un sorriso adulatorio spiaccicato in faccia.
 
E io credevo di essere l’esperta in adulazione di amica/genitrici...
 
“La mia amica vuole provare il vestito viola in vetrina.”
 
Mi aspettai che Jusy scoppiasse a riderci in faccia. Con mia grande sorpresa prese molto sul serio le parole di Chris e cominciò a mettere mani tra alcune grucce, dove si vedevano appesi tanti vestitini viola, identici a quello in vetrina. Intanto la commessa aveva tirato fuori una gruccia e me l’aveva messa tra le mani.
“Questa è una 36 di taglia. Penso che per te vada bene. Lì ci sono i camerini, va’ pure a provarlo. Se pensi che ci voglia la taglia più grande non esitare a dirmelo, ok?” disse.
 
Lentamente, molto lentamente, mi avviai verso il camerino. Quando entrai una ragazza con i capelli castani, mossi cha arrivavano alle spalle mi fissava con due occhi verdi scuri. Sospirai fissando il mio riflesso nello specchio e chiusi la tendina di quel cubicolo. Mi tolsi, strato dopo strato, i vestiti di dosso, e presi l’abito che Chris aveva scelto per me. Non era brutto. Solo... non era adatto a me. Lo infilai di malavoglia e me lo stirai addosso con le mani.
 
Lo sai? Ti sta benissimo!
 
Oh Santa Madonna ingravidata da un pinguino, Nick!
 
Cosa c’è?
 
Non mi guardare! Dio castoro, sei maschio!
 
Diedi per scontato che Nick fosse una coscienza maschio (?)... aveva la voce da maschio, ora che ci penso molto simile a quella di Jhonny Depp...
 
Non penso di poterne fare a meno. Ricordi? Sono nella tua testa...
 
Almeno cerca di non fare apprezzamenti! È strana come cosa, del tipo: “Sai, la mia coscienza si chiama Nick e dice che ho un vestito che mi sta benissimo...”
 
 
“Liz! E allora? Quanto ci metti?” mi chiese Chris dall’altra parte della tendina del camerino. Tirai fuori la testa e la guardai. Accanto a lei ‘Prego-chiamatemi-Jusy’ mi guardava continuando a sorridere.
 
“Potrebbe, ecco... lasciarci sole?” chiesi alla commessa, sentendo le guance colorarsi di rosso. Lei si strinse nelle spalle e si allontanò.
 
Ma perchè fai tutte queste storie per un vestito?
 
Vai a farti fottere, Nick!
 
“Allora!” disse Chris. “Non sto più nella pelle! Fammi vedere come ti sta questo benedetto vestito”
 
Io presi un respiro profondo e aprii la tenda tutta di un colpo, facendo un timido passo avanti.



COMMENTINI DELLE AUTRICI :3

Saremo brevi perchè è la terza volta che riscriviamo la sezione dei nostri commenti. andando per ordine:
- Ringraziamo Dorlan per aver recensito il primo capitolo (un megabacio!!)
- Non ci è piaciuto molto descrivere Liz così timida e insicura, perchè l'idea principale era una ragazza molto decisa, combattiva e un tantino aggressiva (come dimostrerà di essere con Niall e Harry nei prossimi capitoli). Ma pazienza, sono esigenze di copione e vi assicuriamo che Liz ne avrà a bizzeffe di motivazioni per tirare fuori il suo lato cattivello ahahah!
- In questa storia niente è lasciato al caso. Particolari che adesso vi possono sembrare inutili e messi solo per contorno poi si potrebbero rivelare importanti e...
M: GRAZIA! STAVI PER SVELARE IL FINALE!
G: no, ma... 
M: NO! BASTA! ZITTA! MI SONO SFONDATA IL DERETANO PER CREARE QUEL FINALE, TU NON ME LO FOTTI COSI'!!!
*sfogotime*
#Marti&Gra

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


CHRIS’ POV
 
Non credevo ai miei occhi. Stava benissimo! E dire che quella scema si ostinava a nascondere quel fisico da fotomodella nelle gigantesche felpe di Mike... quel vestito le stava così bene... maledettamente bene. Mi trattenni dal sorridere, vedendola arrossire, tenendo gli occhi bassi. Come poteva pensare di stare male o addirittura di sembrare ridicola?
 
Ehi, Chris! Non è che mi diventi lesbica?
 
Sta’ zitto, Paul! Stupida coscienza impicciona...
 
“Liz...” dissi. Lei alzò lo sguardo, ancora rossa in viso. Sorrisi raggiante. “Abbiamo trovato il tuo vestito!”
 
Anche lei si sciolse in un timido sorriso.
 
LIZ’S POV
 
“Dio, Liz! Ti sta benissimo!” mi disse Chris. Arrossii di nuovo. Ma perchè arrossivo? Perchè mi vergognavo? Presi un respiro profondo e alzai lo sguardo, sostenendo il contatto con gli occhi color cioccolato della mia amica. Il suo sorriso andava da un orecchio all’altro. Sorrisi anch’io. Forse non stavo così male...
 
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Uscimmo dal negozio dopo aver pagato il vestito e (purtroppo) anche le scarpe; sfortunatamente mi ero fatta convincere da Chris a comprare quelle trappole che si mettono ai piedi. Mi aveva detto che se Mary Ann Stevens riusciva ad andare in giro con quei trampoli potevo farcela anche io.
 
Mary Ann Stevens era una nostra compagna di classe. Immaginatevi Perry l’Ornitorinco di ‘Phineas e Ferb’ travestito da putroccola (puttana + troia + zoccola). Ecco, Mary Ann era una cosa del genere, però pesantemente truccata. E con le ginocchia storte. Sarà per colpa dei tacchi 18? Bah...
Comunque, lei era la tipica ragazza che se apriva la bocca era o per dire una cazzata o per succhiarlo. O per mangiarsi un calippo sotto gli occhi lussuriosi di qualche maschio morto di sesso.
 
In pratica Chris mi ha detto che se un ornitorinco col cervello di una nocciolina è in grado di usare i tacchi ne sono capace pure io. E... diciamo che le ho dato retta.
 
“Zio porcospino, bello e tutto il resto, ma ‘sto vestito costa un botto!” commentai mentre la mia amica si dirigeva verso il prossimo negozio di abbigliamento. Presi un bel respiro mentre entrammo. Chris si riempì subito le braccia di abiti di vari colori e si diresse verso un camerino a una velocità sperimentata solo dalla NASA. Io la seguii con estrema lentezza, strisciando i piedi a terra.
 
Niente di più diverso dalla bella ragazza col vestito viola di prima...
 
Non infierire coscienza dei miei stivali...
 
Scegliere il vestito di Chris è stato qualcosa di... di allucinante. Avete mai visto ‘What womans want’, con Mel Gibson? Quando lui accompagna la figlia a comprare il vestito per il ballo scolastico. Ecco, con Chris è stata la stessa cosa, perchè ha provato montagne su montagne di vestiti. Ma alla fine quello giusto l’ha trovato. Direi che in quel momento ho acceso un cero al Signore. L’abito  era turchese tendente al verde con una sola spallina e arrivava al ginocchio (questo ma senza il fiocco: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=140404462810482&set=a.140403032810625.1073741826.140400272810901&type=1&theater ). Uscimmo soddisfatte dal negozio.
 
“Per lo meno abbiamo fatto in fretta...” dissi con una leggera nota di sarcasmo che Chris non notò. “E ora si va a Starbucks! Ci prendiamo un cappuccino e poi ci mettiamo a ingozzarci di cornetti al cioccolato e...” ok, lo ammetto. L’idea di farmi di cioccolato mi stava mandando in estasi.
 
“Ehi, rallenta! Sei pazza?” mi chiese con gli occhi sbarrati, guardandomi come se fossi una marziana. La fulminai con lo sguardo.
 
“E perchè?”
 
Usa la testa, cara la mia Liz! se ingrassi il vestito non ti va più...
 
Ma da quand’è che tu ti intendi di queste cose?
 
“Cara la mia cervellona, preferirei che il vestito mi entri ancora tra un mese, per la festa...”
 
“Oh andiamo... ti prego. Io ho tanta tanta fame...” tentai con la voce da cucciolo, che con Chris aveva sempre funzionato. Lei abbozzò un sorriso.
 
Sta cedendo, sì!
 
“Vada per un cappuccino e un solo cornetto a testa. Niente cioccolato, ma solo crema. E nei prossimi week-end si va a fare footing la mattina per un’ora!” esclamò lei tendendomi la mano.
 
“Eh? Per un cornetto e un cappuccino? Footing il week-end per un’ora? Per un mese?” mi accasciai su una panca. Chris si mise le mani sui fianchi con cipiglio severo.
 
“Prendere o lasciare, Liz...”
 
“È uno sporco ricatto, questo!” gridai senza muovermi di un millimetro dalla panca. Girai un poco il capo verso Starbucks. La tentazione era bestiale, ma che cavolo! Un’ora di corsa!
 
“Forza, Liz... non avevi detto che avevi fame?” la mia amica era una tentatrice peggio del diavolo. Mi girai nuovamente verso Starbucks. Manco a farlo apposta in quel momento uscì una ragazza che reggeva in mano un cornetto alla marmellata ancora fumante. Ci passò accanto e quel profumino mi fece dire quelle parole che non volevo far uscire...
 
“E va beh, andiamo...” sussurrai rassegnata. Con una come Chris saremmo comunque rimaste là per quarantatre secoli (circa) finché non la spuntava lei. Si sciolse in un enorme sorrisone a 32 denti e mi strinse la mano.
 
“Brava Liz! E ora andiamo!” esclamò trascinandomi verso il negozio. Non fraintendete, l’idea del cappuccino e il cornetto alla crema era allettante, ma pensare che mi sarebbe costato un mese di corsa... mi faceva passare la fame in tre millisecondi. Appena entrate a Starbucks Chris mi tese la busta con il suo vestito. Io la guardai inarcando il sopracciglio.
 
“Liz, me la reggi un secondo?” mi chiese in un soffio. “Devo andare al bagno...”
 
“Ok, però sbrigati.” le risposi prendendo in mano il sacchetto colorato. “Io comincio a fare lo scontrino, così risparmiamo tempo.”
 
Mi avvicinai alla cassa dove un ragazzo biondo giochicchiava con una penna. Era alto, indossava una felpa grigia e dei jeans blu scuri. Non parve avermi notata, quindi decisi di attirare la sua attenzione.
 
“Salve.” dissi cortesemente. Lui alzò lo sguardo dalla penna e mi squadrò. Sul suo viso si allargò un enorme sorriso,  scoprendo 32 denti perfetti.
 
Che ha il biondo da sorridere?
 
Ah, boh...
 
“Ciao...” disse con voce suadente e decisamente poco professionale. “Cosa prendi, baby?”
 
Ti ha chiamata baby?
 
Per una volta decisi di ignorare la fastidiosa vocina della mia coscienza e concentrai tutta la mia buona volontà per non dare una rispostaccia al biondino senza nome.
 
“Due cappuccini e due cornetti.” gli risposi prendendo un respiro profondo. Per fortuna la mia volontà non aveva deciso di piantarmi in asso e...
 
No, aspetta! Buona volontà dove cazzo stai anda...?
 
“E preferirei non essere chiamata baby...” continuai. Uff... per fortuna non se n’era andata tutta. Ma la maggior parte era andata a farsi fottere.
 
“Allora come ti devo chiamare?” mi chiese continuando a mangiarmi con gli occhi. Ma cosa minchia guaddi?
 
“Mi chiamo Liz.”
 
“Liz? È l’abbreviativo di Elizabeth, vero?” stupido biondo perspicace!
 
“Sì, ma io odio quel nome. Quindi lascialo perdere.” bene. Per lo meno ero tornata calma.
 
“Beh, è un vero piacere conoscerti, Lizzie!” mi disse.
 
Ma che ha? Le orecchie foderate di formaggio? Ho appena detto che mi chiamo Liz! Da dove esce fuori questo ‘Lizzie’?
 
Lizzie è carino...
 
No, fa cagare!
 
“Mi sembra di averti detto...” sussurrai con calma che ostentava fastidio. “Che mi chiamo Liz. Non Lizzie...”
 
“Ok, ok...” ridacchiò pigiando qualche tasto sulla cassa. “Quindi Liz.” calcò con forza l’ultima parola. “Io ho finito il mio turno. Magari io e te possiamo andare a farci un giretto...”
 
“No grazie.” risposi seccata alzando gli occhi al cielo. “Non esco con chi non conosco...”
 
O con chi mi sta sulle palle...
 
“Oh, sì... scusa. Io sono Niall. Niall Horan.” disse tendendomi la mano. La strinsi velocemente, per poi prendere il resto che aveva posato sul bancone. “E adesso ci esci con me?”
 
“No grazie, Niall. Sono con una mia amica... magari ci si vede in giro.” dissi. Mi pentii subito dopo. Ok, cercavo di essere cortese, peccato che il biondino mi prese sul serio. Mi porse la ricevuta ammiccando.
 
“Vedi che ci conto... a presto, Liz!” sussurrò mentre io allungavo la mano per prendere lo scontrino. La sua mano strinse affettuosamente la mia per qualche attimo, prima di lasciarmi andare verso il lato opposto del bar, per cercare una Chris che si era sperduta chissà dove.
 
Asfissiante il biondo, eh?
 
Da morire...
 
Ed ero sincera.
 
 
 
COMMENTINI DELLE AUTRICI :3
 
M: Bene, prima che vi venga un colpo, vi avvisiamo che abbiamo cambiato nickname.
G: infatti adesso è Lizzie_98, quindi non pensate che siamo sparite nel nulla (anche se vi piacerebbe...)
M: allora, dopo una supermegabella recensione di Dorlan (ti adoriamo!) dove ci diceva che le piaceva il personaggio di Nick, abbiamo deciso di creargli un collega. DIAMO IL BENVENUTO A PAUL! all'inizio non eravamo convinte che metterlo fosse una buona idea...
G: e sinceramente io ho ancora qualche dubbio... fateci sapere voi cosa pensate.
M: per favore recensite... :3
 
PS: scusate per non aver aggiornato prima, ma i nostri genitori/dittatori, non ci hanno fatto avvicinare al computer nemmeno per per due secondi, il tempo di aggiornare... uff!
 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Cercavo Chris con lo sguardo. Dove si era cacciata, porca carota? Continuavo a camminare avanti e indietro per il bar affollato, ma sentivo ancora lo sguardo di Niall addosso, ma non avevo il coraggio di voltarmi per controllare se effettivamente mi stesse fissando. A un certo punto vidi una mano che si sventolava insistentemente sopra le teste della gente che stava là intorno. E chi doveva essere se non Chris?
 
“Era ora, Chris! Ma che fine avevi fatto? Pensavo fossi affogata nel cesso!” le gridai mentre mi si avvicinava sgomitando in mezzo alla folla. Qualcuno si girò a guardarmi con una faccia scandalizzata. “Che c’è? Non è colpa mia se la mia migliore amica dice che deve andare in bagno, ma poi si sta per un secolo!” urlai ancora più forte. Vidi una signora sui cinquanta uscire indignata dal bar.
 
Ops...
 
“E tu piuttosto che fine hai fatto? Ti sei appartata col cassiere?” mi chiese retorica la mia amica.
 
La mora sa qualcosa...
 
Ma non dire cazzate!
 
“Perchè... mi chiedi una cosa così assurda?” chiesi con nonchalance. Lei mi guardò alzando il sopracciglio.
 
“Perchè ti ho telefonata, per capire dov’eri. E quello squillava ma tu non rispondevi!” sbuffò la mia amica.
 
“Che cavolo dici? Non mi hai chiamata... oppure non ti ho sentita.” infilai la mano nella borsa. “Fammi controllare.”
 
La mia mano andò a tentoni a lungo nella borsa. Dove diamine strava il cellulare? Afferrai spazientita la borsa e cominciai a frugarci dentro con foga. Cacchio, se ho perso il cellulare mi impicco. Oppure, peggio, mi ingozzo di cioccolato e poi mi metto il vestito. Così ci soffoco dentro. Mi vidi mentalmente posare il telefonino sul bancone della cassa, per cercare il portafogli. Mi diedi una manata in fronte, facendo sobbalzare Chris.
 
“Porca puzzola, l’ho scordato alla cassa! Dammi solo un attimo che vado a riprenderlo. Ecco, tieni lo scontrino e comincia a ordinare la nostra roba. Ci vediamo a quel tavolo là, ok?” le indicai un tavolino che dava le spalle alla cassa. Era stata una scelta strategica, lo ammetto.
 
“Quale? Quello?” mi chiese lei additando un altro tavolo. A volte mi chiedo seriamente se la mia amica non sia strabica. Le presi la faccia tra le mani e la indirizzai verso il tavolino che le avevo mostrato prima.
 
“No. Quello là. Proprio di fronte a noi!” le dissi. La sentii sussurrare un ‘Non ti eri spiegata bene...’, ma non le diedi retta. Mi allontanai in fretta da lei, correndo verso la cassa. Appena la raggiunsi trovai una fila bestiale, che saltai di netto, attirandomi gli accidenti di tutta la gente che stava là ad aspettare.
 
“E non fate tutto ‘sto casino! Ho scordato il cellulare quando sono venuta prima! Manco a volermi linciare, e che è!” esclamai allargando le braccia. Un tipo in giacca e cravatta che stava in fila arricciò il naso guardandomi. Me ne fregai altamente. Come se l’opinione di un avocato fighettino potesse fregarmi più di tanto. Mi girai e proseguii la mia corsa fino ad arrivare davanti al bancone, dove Niall si stava togliendo una specie di grembiule bianco con i lacci verdi, che fungeva da divisa del locale. Quando mi vide sorrise. Ovvio.
 
“Ah eccoti! Stavo per venirti a cercare! Hai scordato qua il cellulare, sai?” mi disse allegramente il biondo.
 
Ma questo è sempre felice? Santissimo Rocco protettore dei super dotati, sempre a sorridere sta!
 
You don’t say, Niall! Certo che sapevo che il mio telefono stava qua! Secondo te perchè sono tornata qui? Per stare con te? Magari volevi pure farti una bella pomiciata, eh?” gli chiesi sarcasticamente alzando gli occhi al cielo. Mi si ghiacciò il sangue nelle vene quando mi accorsi che l’ultima parte non l’avevo solo pensata. Cercai di essere naturale, ma sentivo le guance andarmi a fuoco. Un ragazzo riccio che non avevo mai visto prima osservava la scena divertito. Lo sentii ridacchiare divertito. Si allontanò dietro una porticina dietro il bancone e, passando accanto a Niall, lo vidi dare di gomito al biondo. I miei occhi si ridussero a due fessure.
 
Reprimi l’istinto di fare lo scalpo al riccio, Liz...
 
E perchè dovrei?
 
Boh, per fare bella figura con Niall...
 
Ma sai chi se ne frega di quello che pensa il biondino sorridente?
 
“Oh, ehm... scusalo...” disse Niall da dietro il bancone. Non sembrava affatto imbarazzato, come voleva far credere. “Harry è un tipo molto, ehm...”
 
“Lascia stare, non devi darmi spiegazioni per quello che fanno i tuoi strambi amici ricciolosi.” risposi prendendo il cellulare. Lui uscì ridacchiando da dietro il bancone e mi si avvicinò.
 
“E comunque, non è che mi dispiacerebbe una pomiciata...” sussurrò, tanto vicino da sentire il suo fiato sulle mie labbra. Ignorando il mio stomaco che stava ballando la conga con l’intestino tenue, quello crasso, il fegato e il pancreas, con la cistifellea che batteva il tempo con due maracas, misi una mano sul suo petto, allontanandolo quanto bastava per far placare il festino che avevano organizzato i miei organi interni.
 
“Tieni a freno le labbra, Horan, o rischi un calcio tanto forte negli attributi, che per grattarteli dovrai grattarti la gola.” gli bisbigliai gelida. Vidi che si coprì le parti basse con la mano. Soddisfatta dell’effetto sortito, mi allontanai, dirigendomi verso il tavolo dove avevo dato appuntamento a Chris.
 
Acidella, eh?
 
Non è colpa mia se quel biondino mi sta simpatico quanto a Mike sta simpatico un libro di matematica.
 
Non a caso mio fratello, il giorno dopo la fine degli esami era andato in spiaggia con degli amici e aveva strappato le pagine una a una al libro di algebra e aveva dato fuoco a tutte, una dopo l’altra. Quando nostra madre lo scoprì si infuriò come una belva e Mike si giustificò dicendo che si era fatta sera e faceva freddo. Quindi avevano deciso di accendere una falò.
 
Raggiunto il tavolo, scoprii con piacere che la mia ‘cara’ migliore amica stava già mangiando, pensando ai fatti suoi.
 
“No, ma ti prego Chris, comincia pure a mangiare! Aspettarmi? Ma scherzi?” esclamai sarcastica. Lei alzò gli occhi al cielo.
 
“Ma che hai fatto, ti ha punto una vespa? Sei più acida di uno yogurt scaduto.” disse lei.
 
No, Chris! Ha solo incontrato un figo stratosferico e lo ha minacciato di fargli finire i coglioni in direzione della gola, tutto bene...
 
“Un figo? Pss... Nick, detto sul serio, ma sei gay?”
 
Genio, l’hai detto ad alta voce...
 
“Liz, chi è Nick?” mi chiese Chris stralunata. Mi maledissi mentalmente. O meglio, maledissi la mia stupida boccaccia, e la mia stupida coscienza, che faceva commenti gay su ragazzi incontrati al bar e... “Liz? Ci sei?” la mia amica interruppe i miei pensieri. Le sorrisi, pensando che per lo meno questa volta non avevo espresso i miei pensieri ad alta voce.
 
“Scusami Chris… pensavo ad alta voce.” le dissi sorridendo. Lei sbuffò.
 
“Sì sì vabbè. Ma chi è Nick?” mi domandò nuovo lei. Ok… cosa acciminchia avrei dovuto dirle adesso?
 
“Vedi, Nick è…lui… come te lo spiego? È… ecco…” balbettai. Vidi con la coda dell’occhio il mio cellulare vibrare sul tavolo. Era un messaggio.
 
Chiunque tu sia, grazie! Ti amo! Grazie grazie grazie!
 
“Oh scusa devo proprio vedere chi è…” dissi nascondendo il viso dietro il piccolo schermo del mio cellulare. Notai che la mia amica mi fissava come se fossi un’idiota totale con uno scolapasta sulla testa. E che andava in giro in monociclo.
 
Da: (numero non salvato in rubrica)
Sono riuscito a inviarmi un messaggio usando il tuo cellulare, quindi adesso ho il tuo numero. Peccato che non ho fatto in tempo a memorizzarti il mio numero. Vabbè, fa niente. Niall xx.
 
Oddio. L’incubo biondo aveva il mio numero.
 
Ok, niente panico. Non è niente di preoccupante. Devo solo cambiare numero e per evitare che scopra anche quello nuovo andare a vivere in Messico, sotto nome di Juan Paquito. Mi servono una scorta di baffi finti, un poncho, un asinello per arrivare a destinazione, una ricetta per preparare i burritos e…
 
Ehi, che cosa vai farneticando?
 
Nick aveva ragione. Era assurdo! Andare in Messico per evitare Niall? Psss… al massimo mi sarei rivolta al programma protezione testimoni, dicendo che Niall aveva ucciso la sua fidanzata davanti ai miei occhi e voleva fare fuori anche me e poi…
 
“Liz? Lì c’è un ragazzo che ti sta guardando…” sussurrò Chris indicando un punto alle mie spalle. Aveva ragione: la testolina bionda di Niall si riconosceva a kilometri di distanza; lo vidi ammiccare, appena si accorse che ricambiavo lo sguardo e uscì ridacchiando dal bar.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Lo sguardo di Chris andava da me a dove era appena scomparso Niall. Poi si fermò su di me.
 
“Liz, e quello...” indicò la porta del locale con enfasi. “Chi era?”
 
Cercai di sviare il discorso. Non volevo che si facesse chissà quali film mentali. Dopotutto era solo un cassiere...
 
Alto, bello, biondo, con gli occhi azzurri, muscoloso, allegro...
 
Nick, sto seriamente mettendo in dubbio la tua eterosessualità...
 
“Quello chi?” chiesi inclinando la testa e spalancando gli occhi, fingendomi perplessa. Lei sbuffò tanto forte che lo zucchero a velo che ricopriva il suo cornetto volò via, finendomi in faccia. Mi spolverai il viso con una mano, mentre con l’altra diedi uno scappellotto a Chris.
 
“Sai benissimo di chi parlo! Del biondo che ti ha fatto l’occhiolino” esclamò lei massaggiandosi il punto dove l’avevo colpita. “Liz, mi nascondi qualcosa?”
 
“Ma fammi il favore, Chris! Quello è solo un coglione di cassiere che ci ha provato con me!” risposi spazientita. Lei sembrò capire qualcosa all’improvviso, poichè il suo volto si distese.
 
“Oh! Quindi quel numero era suo!” sussurrò più a sé stessa che a me. io inarcai il sopracciglio.
 
“Quale numero?” chiesi incuriosita. Lei tirò fuori dalla tasca dei jeans lo scontrino che le avevo dato poco prima e lo girò. Mi mostrò quello che doveva essere un numero di telefono scritto a penna. Presi il cellulare e guardai il messaggio che Niall mi aveva mandato poco prima. Il numero era lo stesso. Decisi di chiamare il biondo per dirgliene quattro.
 
 
 
NIALL’S POV
 
Il mio cellulare cominciò a squillare con insistenza, mentre camminavo lentamente verso casa. Mi fermai e lo presi. Guardando il nome che era comparso sullo schermo mi venne spontaneo sorridere.
 
“Lizzie... già ti manco?” sussurrai con voce più suadente che mi riuscii. Sentii un ringhio provenire dall’altro lato.
 
“Certo, come no? Mi manchi come a mio fratello manca la scuola!” disse lei. Sapevo che era sarcastica, ma volevo farla arrabbiare un po’.
 
“Tuo fratello è uno studioso?” chiesi fingendomi speranzoso.
 
“Horan, mio fratello appena finiti gli esami di Maturità è andato in spiaggia con gli amici e ha fatto un falò con tutti i libri di scuola...” fu la sua risposta. Prima o poi avrei voluto conoscere quel fratello...
 
“Quindi ti manco!” esclamai, ancora intenzionato a farla arrabbiare.
 
“Diciamo che preferirei avere perennemente il ciclo piuttosto che passare altro tempo con te, caro Niall...” disse lei. Prima che riuscissi a controbattere sentii un’altra voce bisbigliare qualcosa di incomprensibile. Liz borbottò un ‘aspetta un attimo’ poi la udii chiaramente bisbigliare “No, Chris! Non gli chiederò se ha un amico single!”
 
Ridacchiai tra me e me. Quando Liz riprese il cellulare parlai prima che lei potesse dire qualcosa.
 
“Ho sentito tutto.” dissi divertito. “Di’ alla tua amica che il mio amico Harry è libero... sai, il riccio.”
 
“Non le importa, grazie!” esclamò con voce strafottente. Quanto l’amavo! Sentii versi e ringhi tanto forti che fui costretto ad allontanare la cornetta dall’orecchio. Sembravano i versi di una tigre a cui sono stati tirati i baffi nel bel mezzo del sonnellino pomeridiano. All’improvviso la voce di prima si rivolse a me.
 
“Liz stava scherzando! Certo che mi importa! Il tuo amico riccio è carino?” mi chiese la ragazza che prima Liz aveva chiamato Chris. sembrava un’invasata. Ridacchiai. Era così diversa dalla sua amica...
 
“Non conosco i tuoi standard, ma le ragazze darebbero la vita per un appuntamento con lui. Se vuoi puoi contattarlo su facebook, ti dico il suo contatto...” cominciai, ma un ringhio familiare mi interruppe. “Oh ciao Liz! Lo dico a te il contatto di Harry, così lo dici alla tua amica...”
 
“No, grazie! Addio!” esclamò riattaccando di botto. Risi di gusto, infilandomi il cellulare in tasca.
 
 
 
LIZ’S POV
 
“Elizabeth Jane Shine, sei una stronza! Io lo volevo quel contatto! Ora come faccio a conoscere il riccio spaziale?” strillò Chris, facendo voltare la gente che stava lì intorno. Mi accorsi di avere ancora in mano lo scontrino con sopra il numero di telefono. Lo accartocciai e lo lasciai cadere con calma sul tavolino, dove stavamo ancora sedute a mangiare. Appena finimmo mi alzai stiracchiandomi.
 
“Forza, idiota, tirati su che ce ne andiamo.” dissi prendendo la busta col vestito e le scarpe. Lei mi guardò come se avessi detto ‘Forza, in nostro unicorno color arcobaleno ci aspetta per portarci nel nostro regno di pace, armonia e gioia!’
 
“Aspetta un po’... mi devo allacciare la scarpa...” borbottò chinandosi con estrema lentezza. Oh santa fuffa!
 
“Senti, io comincio a uscire, qui si muore di caldo!” sbuffai allontanandomi. Presi il cellulare, componendo un veloce messaggio da mandare a mia madre, dicendo che avevo finito e che sarei arrivata a casa entro una mezz’oretta al massimo.
 
“Ok... adesso arrivo.” mi rispose Chris, ancora  indaffarata con il laccio di quelle sue benedettissime Superga.
 
 
CHRIS’ POV
 
Controllai che Liz se ne fosse andata e non mi stesse guardando.
 
Ok... via libera!
 
Fammi capire. Tu fai tutto questo... per un ragazzo?
 
Per un ragazzo carino, Paul. Un ragazzo carino...
 
Donne...
 
Ignorando il commento sarcastico della mia fastidiosa coscienza mi alzai e presi il biglietto con sopra appuntato il numero di telefono del biondo che Liz aveva detto chiamarsi Niall. Dirigendomi verso l’uscita, dove la mia amica mi aspettava giocando con le chiavi della moto, digitai velocemente un messaggio.
 
Ciao Niall. Sono Chris, l’amica di Liz. A proposito del tuo amico Harry, contattami su facebook, così mi parli un po’ di lui. Mi chiamo Christine Killen. Tra tre quarti d’ora al massimo torno a casa, ci sentiamo, ok?
PS: non chiamarmi o inviarmi messaggi adesso, Liz mi tiene d’occhio! Chris xx
 
Inviai soddisfatta, raggiungendo la mia amica. Mi guardò sbuffando. La sentii bisbigliare un ‘Era ora...’.
 
“Andiamo?” dissi innocentemente, ignorando la fastidiosa vocina della mia coscienza, che mi accusava di aver tradito la mia migliore amica per un ragazzo.

 
 
 
COMMENTINI DELLE AUTRICI :3
 
M: Sappiamo che questo è più corto degli altri, ma eravamo molto impazienti di aggiornare.
G: Comunque aggiorniamo a quest'orario indecente (le 9. 10 della mattina) perchè quel genio di Martina mi ha attaccato la febbre...
M: E quindi le due tornano a lavorare in coppia!
G: Yeah!
M: Parlando del capitolo: avete visto che complicità Niall e Chris?
G: E la povera Liz che si ritrova in mezzo a quei due matti da legare!
M: Lo ammetto, io sono come Niall, adoro far infuriare Liz! Ahahah!
G: Vabbè... alla prossima!
#Marti&Gra

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


LIZ’S POV
 
Ero in camera mia. Guardavo il soffitto.
 
Moooolto interessante...
 
Non è colpa mia... mi annoio...
 
Debby, la mia ‘adorabile’ sorellina di 8 anni, nella stanza accanto, ascoltava a tutto volume ‘L’essenziale’ Marco Mengoni. Ormai l’avevo imparata a memoria, perchè la sente a ogni ora del giorno e della notte.
 
Qui, mi sento in obbligo di aprire una piccola parentesi: io, Mike e Debby siamo mezzi italiani, perchè nostro padre è di Venezia, città dove tutta la famiglia ha poi passato quattro anni di vita. In pratica io e i miei fratelli parliamo l’italiano come parliamo l’inglese. A volte a me e a Mike capita di bestemmiare in italiano, giusto per non farci capire dagli altri. E da nostra madre, che l’italiano non l’ha mai capito.
 
Il mio cellulare se ne stava posato sul comodino quando cominciò a fare il diavolo a quattro. Mi stavano telefonando e a quell’ora poteva essere solo Chris.
 
Liz... non ci crede nessuno...
 
Ok, poteva essere solo Chris anche in altri orari, perchè è l’unica persona che mi telefona... dicevo, presi il telefono, convinta che fosse Chris. Ma mi sbagliavo. Non era quella rinco della mia amica. Era Niall Horan, alias l’incubo biondo!
 
“Cosa vuoi?” ringhiai nella cornetta.
 
“Quindi preferiresti avere il ciclo perpetuo piuttosto che uscire con me, eh?” mi chiese il biondo con voce divertita.
 
“Decisamente...”
 
“E allora perchè prima mi hai chiamato? Non mi sembra che tu me lo abbia detto...”
 
“Perchè mi sarebbe piaciuto sapere chi cazzominchia ti ha dato il permesso di toccare il mio telefono!” esclamai infastidita. Ok, quel ‘cazzomichia’ mi era sfuggito. Ringraziai il cielo di averlo detto in italiano. A meno che il biondo non avesse fatto un corso accelerato per imparare le bestemmie italiane più assurde non mi avrebbe mai capito. Anzi, non avrebbe nemmeno capito che lingua era!
 
“Cazzominchia? Ma che lingua è?” mi chiese confuso. Sorrisi soddisfatta tra me e me. “No, aspetta, forse lo so! È italiano, giusto?”
 
E che cazzo, però!
 
“Se ti interessa sapere che lingua è vai su Google Traduttore e cercatelo, ma smetti. Di. Rompere. Le. Scatole. A. Me!” gridai scandendo le parole una a una. Evitai di usare termini in italiano, affinché il concetto gli arrivasse forte e chiaro e si ficcasse in quella piccola testolina ossigenata. Riattaccai a precipizio e spensi il cellulare.
 
Ehi, Liz... non per romperti, ma...
 
Rompermi? Tu? Ma quando mai! Anzi, sei sempre così disponibile e... no, scherzavo, sei un bel cacacazzo!
 
Fingerò di non aver sentito la tua ultima affermazione... comunque, perchè sei così stronza con lui?
 
Perchè è fastidioso. Asfissiante. Troppo sicuro di sé. Invadente. Appiccicoso. Flirta in modo orrendo. Sembra convinto che il mondo debba cadere ai suoi piedi. Non mi piace perchè è tinto. E i suoi occhi sono troppo...
 
Belli? Azzurri? Perfetti? Profondi?
 
Grandi. Stavo per dire grandi!
 
E da quando in qua questo costituisce un problema?
 
Sembra che mi mangia con gli occhi! È leggermente inquietante...
 
Certo, certo... come no...
 
Senti, sei la mia coscienza! Dovresti stare dalla mia parte!
 
Chiusi il discorso con quel rompiscatole di Nick, decidendo di fare un sonnellino. Ma anche in sogno il biondo-re-del-mondo mi perseguitava.
 
*Due giorni dopo*
 
Erano due giorni che Niall non si faceva né vedere né sentire. Da un lato mi sentivo libera e spensierata, come se mi avessero staccato dalla bocca un dente cariato. Dall’altra provavo un senso d’ansia e di vuoto interiore. Come se non mangi da secoli il tuo cibo preferito, poi te ne fanno mangiare un po’, ma poi non te ne danno più... ti senti leggermente frustrato.
 
La nostra piccola Liz è innamorata di Niall...
 
Eh? Non dire cazzate, Nick! Non può piacermi il biondo! No e no! Neanche tra mille anni!
 
Certo... certo...
 
Bussarono alla porta. O meglio bussò alla porta. Sapevo perfettamente che era Chris, con la quale mi ero accordata per incontrarci quel pomeriggio e fare i compiti insieme. Anche se qualcosa dentro di me sapeva perfettamente che non avremmo fatto i compiti...
 
Mi alzai dalla sedia della scrivania, dove avevo preparato tutto il necessario per quel pomeriggio di studio: patatine, salatini, Fanta e Coca. Con estrema lentezza raggiunsi il piano inferiore dove Debby aveva già aperto la porta alla mia migliore amica, che mi guardava, immobile in mezzo al salotto. Aveva l’aria di un bambino a cui hanno appena detto che Babbo Natale non esiste. Per intenderci, era più depressa di un emo.
 
“Chris, sprizzi felicità da tutti i pori...” commentai sarcastica. Lei mi guardò più affranta che mai. Cominciai a preoccuparmi. Cosa le era potuto succedere?
 
Nick, e se l’hanno violentata? E se è stata minacciata da un tipo armato? E se è successo qualcosa ai suoi genitori? E se è stata costretta da un mafioso messicano a rapinare una gioielleria e il gioielliere l’ha riconosciuta perchè sua madre è una cliente di fiducia e adesso...
 
E se le chiedi cosa le è successo senza farti tutti questi film?
 
Oh... sì. Giusto.
 
“Chris...” sussurrai con una punta di timore. “Cosa ti è successo?”
 
 
“Mi... mi hanno... tolto il computer... per tre settimane... tre... lunghissime... settimane...” bisbigliò lei. Sentii la voglia di prenderla a ceffoni salire e salire fino a che cominciarono a prudermi le mani. Presi un bel respiro. E un’altro. Un’altro ancora.
 
Ok, sono calma. Inspira. Espira. Inspira. Espi...
 
“Oh, ma fanculo l’espirazione e l’inspirazione! Pensavo che fossi stata costretta da un messicano a rapinare una gioielleria e che ti avessero sgamata, Chris! Mi hai fatto prendere un infarto!” gridai. Debby, che stava guardando il suo programma preferito alla televisione, seduta sul divano del salone, si girò a guardarmi come se avessi appena tirato fuori la bacchetta magica di Harry Potter e avessi cominciato a distruggere finestre e ad animare i mobili della casa a colpi di magia. [M: ‘Ok, questa come ti è venuta?’ G: ‘È colpa di tuo fratello!’ M: ‘Che centra mio fratello?’ G: ‘ Sta di là a vedere Harry Potter. Mi ha ispirato!’]
 
“Un messicano mi ha fatto cosa?” chiese Chris. Dio, era in astinenza.
 
Ma da quanto non tocca un computer per ridursi così?
 
Una mezz’oretta?
 
... Concordo!
 
“Forza, Chris. Tutto bene. Durante queste tre settimane potrai venire qui quando vorrai e...” cominciai cercando di calmare la piccola Chris. E anche me stessa. La mia amica mi sorrise, ma non fu un sorriso qualunque: si trattò di un sorriso bestiale, di quelli da Guinness dei Primati. Arretrai sconcertata di qualche passo.
 
“Davvero? Oddio, grazieLiztivogliounmondodibenetuseilamiapiùgrandeamicaalmondoioetestaremoinsiemeforever!” gridò Chris. Debby si girò nuovamente a guardarci e alzò gli occhi al cielo. Era grave, tra me e Chris stavamo sconcertando persino Debby , che viene dal-pianeta-degli-idioti...

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


CHRIS’ POV
 
Ci chiudemmo nella stanza di Liz; sapevamo che Mike ci avrebbe tenuto d’occhio, quel gran pezzo di merda pestata da un pene con le gambe... il fatto è che avrebbe goduto come un matto facendo la spia ai genitori di Liz, che in quel momento non erano in casa; tutti e due erano a lavoro. Il signor Shine era in centrale, a svolgere il suo lavoro da Capitano della Polizia Locale, mentre la signora si trovava nella sua casa di cura per animali abbandonati. Vabbè che erano sopratutto cani e gatti. Ma una volta aveva trovato un cucciolo di panda. È passato un anno  da quando lo trovò, ma ci capita ancora di chiederci come caspiolina abbia fatto a trovarsi accanto al Big Ban un cucciolo di panda...
 
La mia amica aveva già preparato sulla scrivania tutto quello che ci sarebbe servito per studiare adeguatamente: succhi di frutta, Fanta, Coca, patatine fritte, praline ripiene, e gommose assortite. Ah, e l’immancabile cioccolato. In un angolo, chiuso e sconsolato, se ne stava il libro di inglese.
 
Comunque, noi eravamo sole a casa a parte, per l’appunto, Mike e la piccola Debby, che guardava innocentemente la televisione. Mi lasciai cadere sulla poltroncina rossa accanto al letto. Presi il computer poggiato sul comodino della mia amica (una tipa ordinata, eh! Nessun dubbio... non dovete farvi ingannare dall’involucro delle patatine sulla scrivania o dei vestiti disseminati sul pavimento) e feci l’accesso a facebook. Subito aprii la chat con Niall, che avevo aggiunto agli amici qualche giorno prima, e cliccai sul link che mi aveva mandato il biondo. Subito si aprì una finestra di un profilo facebook, che recitava il nome Harry Styles. Ebbene sì, mi ero fatta dare da Niall il profilo del riccio stratosferico e appena l’ho visto ho capito perchè le ragazze darebbero la vita per uscire con lui. Niente di più profondo di quegli occhioni verdi giada. Niente di più perfetto del suo fisico scolpito. Niente di più bello di quei ricci castani...
 
Ehm... Chris? Chris? CHRISTINE!
 
Eh? Chi? Cosa? Quando? Perchè?
 
Calmati! Volevo solo dirti di asciugarti la bava...
 
 
 
LIZ’S POV
 
Chris si era incantata davanti al computer. Così, di colpo. Non si muoveva più. Mi preoccupai un po’.
 
“Ehi, Chris... che ti prende?” le chiesi incuriosita. Le sventolai la mano davanti agli occhi. Reagì con qualche attimo di ritardo.
 
“Eh? Che? No, niente, pensavo ai Pokémon...” farfugliò la mia amica. Inarcai il sopracciglio, confusa.
 
I Pokémon?
 
“I Pokémon?” domandai incrociando le braccia al petto, insospettita.
 
“Sì, i Pokémon! Cioè, come videogioco è molto assurdo, anche perchè il professore all’inizio ti chiede se sei un ragazzo o una ragazza, cioè, ma non ce li ha gli occhi per capirlo da solo? E poi ti sembra normale che il prof. Oak nemmeno si ricorda il nome di suo nipote? È logico che poi se uno è stronzo lo chiama Cazzo o qualche nome del genere. Poi ci sono i bimbetti schifosi che chiameranno sempre il loro personaggio Ash mentre il rivale Gary! E sceglieranno Charmander così potranno fare i fighi con un Charizard al 100, ma poi avranno in squadra gli altri Pokémon merdosi al 12... e poi quando tu scegli uno starter il rivale sceglierà sempre quello del tipo superefficace sul tuo Pokémon, così crederà di poterti fare il culo, ma tu sarai sempre più forte e sarai tu a fare il culo a lui! E poi perchè Gennaro Bullo continua a sperare che il suo Rattata sia più forte del mio? Cioè, ma vaffanculo tu e Rattata, che te lo faccio fuori pure con uno scoreggio di Magikarp. E a proposito di quella merda di Pokémon, qualcuno può essere così misericordioso da spiegarmi a cosa cazzo serve Splash?!”
 
Non pensi anche tu che Chris nasconda qualcosa?
 
Cosa te lo fa credere? Il fatto che le sudano le mani oppure il suo parlare a vanvera dei Pokémon?
 
Nick... lei parla sempre a vanvera...
 
“Chris... per prima cosa STATTI UN PO’ ZITTA! Eh Dio... secondo: sai, tra una frase e l’altra devi fare una cosa simpatica che si chiama respirare. Terzo: tu mi nascondi qualcosa...” dissi avvicinandomi a lei.
 
“N-no, non è vero!” mi rispose Chris guardandosi intorno.
 
“Chris, stai evitando il mio sguardo. Tu mi stai nascondendo qualcosa, e non dire che non è vero un’altra volta e ti do una sberla tanto forte da farti finire giù per strada!” esclamai. Sentii la televisione, nella stanza di Mike, ammutolirsi di botto. Mi aveva sentita. Dovevo rimediare, e in fretta. “Insomma, Chris! Devi dirmelo se ci sono altri esercizi di algebra! Non nascondermelo!” dissi abbastanza forte da farmi sentire dal mio fastidioso fratello nella stanza accanto. La voce di Homer dei Simpson mi arrivò chiaramente all’orecchio. Aveva riabilitato il volume della TV.
 
La mia amica non diceva niente. Mi guardava, rossa in viso, stringendo spasmodicamente il portatile, chiuso, tra le mani. Glielo presi e lo aprii: c’era la schermata di stanby e sbloccai il computer con facilità, essendo mio. Appena si sbloccò mi trovai davanti una finestra internet di facebook:  era il profilo di un ragazzo riccio, con gli occhi verdi. Sorrideva, mostrando una dentatura perfetta e due adorabili fossette. E... io conoscevo quel ragazzo. Il suo sorriso malizioso mi balenò nella mente; lui era l’amico di Niall.
 
Chris mi guardava colpevole. Non ci misi molto a fare due più due e sentii la rabbia montarmi su a mille all’ora.
 
“Liz...” bisbigliò lei guardandomi. Capii che le mie guance sicuramente si stavano arrossando velocemente perchè le sentivo bollenti. E questo non era di certo causato dal caldo.
 
“Chris...” chiesi cercando di mantenere la calma. “Dove hai trovato questo tipo?”
 
“Senti Liz, io capisco che a te Niall, non piace, lo so che non lo sopporti, ma mi sono trovata davanti questa possibilità di conoscere questo ragazzo e allora ho contattato Niall... scusami, ma quel riccio è... qualcosa di... è troppo bello per questa Terra...”
 
Sospirai. La mia amica non capiva veramente nulla. La guardai: aveva gli occhi bassi e lucidi. Le sue guance erano scarlatte. Mi venne spontaneo sorridere, ma fu un sorriso malinconico. Abbracciai la mia ingenua migliore amica.
 
“Chris... se non volevo che tu ti avvicinassi a quel ragazzo, l’amico di Niall, non lo facevo per farti dispetto o perchè non sopportassi Niall... sarei stata l’amica più egoista del mondo... l’hai visto anche tu com’è carino. ‘Un ragazzo così carino single?’ mi sono chiesta. Pensavo, e penso tuttora, che sia il tipico puttaniere e fidati se ti dico che non vorrei vederti soffrire per uno così... mai e poi mai, ok?” sussurrai. Chris annuì.
 
Mike entrò in quel momento nella stanza (senza bussare) e trovò me e la mia amica abbracciate. Sorrise beffardo, ma prima di riuscire a dire qualcosa lo bloccai.
 
“Sì, Mike! Hai indovinato, non stiamo studiando! E adesso fissatelo per bene nel tuo cervellino da scimmietta menomata che ti ritrovi, così potrai dirlo a mamma e papà. Ma non preoccuparti, io non dirò loro di tutti i tuoi bei filmetti porno... no di certo!” gridai. Il mio detestabile fratello maggiore sbiancò.
 
“Come sai dei porno?” mi chiese incerto.
 
“Lo so adesso...” risposi con un sorriso malvagio.
 
“Stronzetta...” bisbigliò Mike.
 
“Bene, e adesso fuori dalla mia camera, barbone!” esclamai scacciandolo con un segno della mano. Non so proprio da dove mi era uscito quel ‘barbone’... però bisognava ammettere che suonava bene...
 
COMMENTINI DELLE AUTRICI
 
Scusate l’abominevole ritardo e la fretta assurda, ma andiamo di fretta. Al prossimo capitolo <3
 
Ps: lo sfogo di Chris sui pokemon è stata un’idea di Martina. Grazia si è rifiutata fino all’ultimo di metterlo, ma alla fine è andata così...

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Mi stavo vestendo perchè quel pomeriggio io e Chris saremmo uscite. Pensavamo di andare in pizzeria, ma non eravamo sicure: probabilmente ci saremmo fatte anche una passeggiata in riva al Tamigi. Volevo essere preparata a ogni eventualità, così mi misi una canotta a righe bianche e nere, degli shorts di jeans le Converse bianche. Mi misi un filo di matita nera sulle palpebre. Sentii la porta di ingresso aprirsi e chiudersi. Sapevo che Debby aveva aperto la porta, perchè oltre a me, era l’unica in casa (mamma, papà e Mike erano a lavoro... già, anche Mike. Strano!). Sapevo anche che era sicuramente Chris alla porta, perchè più o meno era quello l’orario d’incontro. Mi aveva detto: “Fatti trovare pronta alle 6 che ti vengo a prendere io.”
 
Guardai l’orologio: erano le 6.01...
 
Che educazione, è pure in ritardo...
 
Mi voltai verso la specchiera, dando le spalle alla porta. Non valeva la pena scendere per salutare Chris. Sapevo che sarebbe salita su da sola entro...
 
3... 2... 1...
 
Bussarono alla porta.
 
Per l’appunto...
 
“Avanti!” gridai per farmi sentire dalla mia amica. La porta si aprii e si richiuse subito, con un silenzio e una calma innaturale, visto che si trattava della chiassosa e casinara Chris Killen. Le davo ancora le spalle, continuando tranquillamente a pettinarmi i capelli
 
“Piccola stronzetta, lo sai che sei in ritardo di tre minu...” mi bloccai di colpo, avendo notato solo in quel momento il riflesso della persona alle mie spalle. Non era Chris. A meno che Chris non fosse un ragazzo alto, muscoloso, biondo e con gli occhi azzurri. In poche parole, Chris non era Niall Horan.
 
Ero praticamente spiazzata, non riuscivo a spiccicare una parola. Come mai Niall Horan, il ragazzo che probabilmente più odiavo al mondo era in camera mia? Mistero.
 
Nick... Nick? Nick! Che faccio adesso con il biondo-re-del-mondo che mi sta mangiando con gli occhi, piantato sulla soglia della mia camera?
 
La mia coscienza non riuscì a rispondermi in tempo, oppure rispose e io nemmeno me ne accorsi, perchè il mio cervello partì per le Hawaii nel momento in cui Niall si avvicinò a me in un secondo, e mi cinse per i fianchi,  avvicinandomi al suo bacino. Poggiò con delicatezza la sua fronte alla mia, guardandomi negli occhi. Gli occhi azzurri oceano del biondo erano fissi con quelli verdone militare della sottoscritta. Mi sentii avvampare quando fece scendere le sue mani giù per le mie cosce e, con forza e delicatezza insieme, mi tirò su. Avvinghiai le gambe ai suoi fianchi, per non cadere. Continuando a guardarmi, si incamminò verso la porta, aprendola. Teneva le mani sulla mia schiena e le muoveva su e giù carezzandomi con dolcezza. Quelle carezze mi provocarono brividi in tutto il corpo. Anzi, più che brividi erano scosse elettriche. Eccitazione allo stato puro.
 
Notai che eravamo usciti dalla mia stanza e Niall vagava per il corridoio. Non avevo voce, quindi non potevo chiedergli dove mi volesse portare. A un certo punto, aprì una porta e entrò, sempre tenendomi agganciata come un koala alla sua schiena. Mi guardai intorno: le piastrelle delle pareti bianche, quelle del pavimento di un allegro color verde pisello: mi aveva portato nel piccolo bagno di casa mia. Cercai nei meandri della mia gola un briciolo di voce, quanta bastasse per completare una frase.
 
“Perchè siamo venuti qui?” chiesi in un sussurro roco. Sorrise, vedendo che brutto scherzo che mi stavano giocando quella marea di emozioni che mi faceva scaturire la sua semplice presenza. Ma perchè non lo mandavo a quel paese? Perchè non gli ordinavo sbraitando di mettermi giù? Perchè non lo buttavo fuori da casa mia a calci in culo? E, domanda più importante, dov’era la mia benedettissima coscienza il quel momento cruciale?
 
Nick...? Nick, sei vivo? Ehi, chi dice cosa è un coglione... Nick?
 
Se non rispondeva era grave... la mia stupida coscienza ci cascava sempre a questo scherzetto. Ma che fine aveva fatto? Era andato alle Hawaii con il mio cervello?
 
Perfetto... veramente una bella situazione di...
 
“Non voglio che qualcuno ci dia fastidio...” mi rispose, anche lui sussurrando. Mentre con la mano sinistra continuava ad accarezzarmi la schiena e le spalle, fermandosi appena sopra il sedere, con la mano destra chiuse a doppia mandata. “Ho notato che quella stanza è anche di tua sorella...” in effetti, mi toccava condividere la stanza con Debby la piattola; Niall aveva sicuramente notato il letto di mia sorella a due passi dal mio. Il biondo mi sorrise. Ricambia il sorriso; come si faceva a non provare piacere nel vedere tanta perfezione?
 
“Niall, io...” bisbigliai. O sarebbe meglio dire, provai a  bisbigliare, perchè il biondo in quel momento fece incontrare le nostre labbra, che si salutarono con un dolce bacio. Combaciavano alla perfezione. Le sue labbra indugiarono sulle mie in un’attesa straziante. Decisi di prendere iniziativa, e presi il suo labbro inferiore tra i denti. Ma voleva essere lui a dettare le regole in quel dolce gioco d’amore; sorrise, facendomi perdere la presa sulle sue labbra calde. Mi allontanai leggermente dal suo viso per riprendere fiato, ma le labbra di Niall cominciarono freneticamente a cercare le mie e ne rivendicarono il possesso. Mentre i miei organi interni ballavano un qualche ballo super scatenato assieme a delle farfalle iperattive, quel bacio così poco casto, divenne qualcosa di più. La lingua di Niall cominciò, infatti, a cercare la mia, intrufolandosi tra le mie labbra, che avevo schiuso dal piacere. Le mie mani, che fino a quel momento erano rimaste inutilizzate, poggiate alle spalle di Niall, salirono fino a raggiungere il suo collo; pettinavo lentamente con le dita, i morbidi ciuffi biondi della nuca del biondo. Dopo quella che ci sembrò un’eternità, ci separammo col fiato corto. A causa della mia tremenda timidezza, non riuscivo a reggere lo sguardo con il biondo mozzafiato che avevo appena finito di baciare, e il mio sguardo si posò sulle sue labbra, solitamente rosee, adesso tendenti allo scarlatto. Supposi che mie si trovassero nella stessa condizione.
 
“Lizzie...” mormorò Niall ansimando. Capii che voleva parlarmi e lo guardassi mentre lo faceva, ma non ce la feci.
 
Stupida timidezza...
 
“Mmh...” mugolai, facendogli capire che lo ascoltavo.
 
“Liz...” sussurrò ancora, con tono leggermente severo. Mi mise due dita sotto il mento e mi alzò il viso, facendo incrociare i nostri sguardi. Ci guardavamo senza parlare, mentre i nostri respiri cominciarono a regolarizzarsi. Dopo quelle che mi sembrarono ore, Niall parlò di nuovo. O meglio, strillò, e la sua voce era simile a quella di... Perrie delle Little Mix? Ah, no... era quella di Chris. La voce di Chris?! “Liz... forza, svegliati! Dai cazzo, dormigliona!”
 
Aprii gli occhi confusa. Non ero in bagno, ero in camera mia e di fronte a me non c’era Niall, ma c’era Chris. Mi guardai intorno confusa. Ero stesa nel mio letto, mia sorella ronfava poco lontano da me e Chris mi fissava con le mani piantate sui fianchi. Aveva addosso una tuta estiva azzurra e bianca. Una tua?!
 
Aspetta un attimo...
 
“Forza, muoviti! È sabato mattina, e oggi si va a fare footing!” gridò lei, tirandomi via la coperta dalla faccia. Io mi ricoprii il viso con la coperta.
 
“Oh, mio Dio, no...” mugolai, non tanto per il brusco risveglio, o per la lunga corsa che mi aspettava, ma perchè mi stavo rendendo lentamente conto di aver sognato di baciare Niall Horan. E mi era piaciuto...
 
COMMENTI DELLE AUTRICI
 
Vabbè che oggi c’è solo Grazia. Martina è andata a un convegno (non so se si dice così xD) di cosplay. Però ci tiene a dire che l’idea del sogno è stata sua. Non so, io una descrizione così l’avrei messa per il primo bacio... vabboin (?) ci affidiamo al vostro giudizio <3
 
#Marti&Gra

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Chris mi strappò via la coperta di dosso. Non reagii minimamente. Io... io avevo sognato Niall Horan. Quel Niall Horan! Quello biondo con gli occhi azzurri! Perchè? Mica mi piaceva. Giusto?
 
Se è questo che vuoi pensare, piccola Liz...
 
Ah, e tu mo’ ti fai vivo? Dove stavi quando ti ho chiamato nel sogno, santa Mary Poppins?
 
Diciamo che volevo vedere fin dove si spingeva il biondo... o meglio, fin dove si spingeva il lato più pervertito di te...
 
Tu... sei... un grandissimo... bastardo...
 
“Forza idiota, muoviti! Sono le 7.30 di mattina e tu sei ancora a letto!” gridò la mia “amica”. Era sabato. Rendiamoci conto che era sabato... ma in un certo senso era meglio che mi avesse svegliata; chissà che altro sarebbe capitato in quel sogno/incubo. Mi alzai, giusto per farla smettere di gridare. Com’era fastidiosa. Ma le volevo bene lo stesso. Anche se mi tirava giù dal letto alle sette e mezza di mattina di sabato.
 
“Sì, Chris. Dammi due minuti e sono pronta...” mugugnai soffocando uno sbadiglio. Mi diressi verso l’armadio e presi una tuta grigia, usata molto raramente e una canotta rosa chiara. A quel punto mi diressi verso il bagno. Appena entrai chiusi la porta a chiave, guardando quella stanza così familiare con un leggero... come dire? Disgusto? In un certo senso non potevo non odiare quella stanza visto che lì dentro... io e Niall...
 
Mi feci una rapida doccia per svegliarmi completamente. Mi lavai i denti con vigore e mi vestii. La tuta era un po’ larga, ma dopotutto a me piacevano quelle cose un po’ più grandi. Le trovavo più comode delle tutine attillate che usava Chris. Mi infilai i pantaloni, annodando i lacci che stavano in vita. Indossai la canotta e subito dopo la felpa, chiudendo la zip fin sotto il seno. Mi pettinai i capelli, che in quel momento sembravano un pagliaio e li legai in una coda dietro la nuca. Uscii dal bagno e raggiunsi la mia camera, dove trovai la mia migliore amica seduta sul mio letto a braccia conserte. Appena mi vide si tirò su.
 
“Andiamo?” mi chiese sorridendo. Sospirai incamminandomi verso la porta. Sentii mugugnare alle mie spalle e mi voltai.
 
“Vas happnin’ Liz?” mormorò Debby mezza addormentata. Alzai gli occhi al cielo. Da quando aveva visto quel ragazzo idiota gridarlo da dietro le spalle di una giornalista durante un servizio live non faceva altro che ripeterlo.
 
“Niente, pulce, torna a dormire!” dissi semplicemente. “Ho solo un’amica malvagia che mi ha tirato giù dal letto perchè l’altro giorno ho mangiato un cornetto alla crema e...” non finii la frase perchè il chiaro suono del ronfare di mia sorella riempì la stanza. Scossi la testa e varcai la porta della camera, con una zampettante Chris che mi veniva dietro... ehm... zampettando.
 
*mezz’ora dopo*
 
Nick... Nick, mi fanno male le ginocchia...
 
Ovvio che ti fanno male. Non fai nulla dalla mattina alla sera e appena ti sforzi un po’ di più il tuo fisichetto da sfaticata reagisce male.
 
Dovresti sostenermi e rendermi la cosa il più facile possibile!
 
In pratica dovrei fare la cheerleader?
 
Sinceramente non ci tenevo più di tanto a sentire Nick inneggiare cori da cheerleader per incitarmi a correre per chissà quanto tempo.
 
“Chris...” ansimai sfinita, arrancando dietro la mia amica che correva senza mai stancarsi. “È  già passata un’ora?”
 
“Liz, un ora non passerà più in fretta se mi chiedi ogni cinque minuti da quanto è passata...” mi rispose lei continuando ad avanzare a un’andatura costante. In quel momento stavamo passando in un parco e alla prima panchina che trovai mi ci accasciai sopra, espirando e inspirando a velocità decisamente irregolare. Chris non se ne accorse e continuò imperterrita a correre. Le guardai, senza nemmeno la forza di alzare un braccio.
 
“Chris...” dissi con voce più alta che potei. Lei si girò e mi guardò storto. Io invece la guardai supplichevole. “Cinque minuti, Chris. Sul serio, rischio l’arresto cardiaco...”
 
La mia amica sospirò e si sedette accanto a me. Aveva giusto un po’ di fiatone e la fronte rigata da un paio di goccioline di sudore, che si asciugò con la manica della felpa. Io invece grondavo da tutte le parti, ero un disastro. Al rientro a casa, una doccia non sarebbe bastata. Nemmeno tre, se è per questo...
 
“Cinque minuti, Liz.” disse severamente Chris. Prese il cellulare e premette qualche tanto, per poi rimetterselo in tasca. Poggiò la testa allo schienale della panca e chiuse gli occhi. Sapevo che il suo non era un gesto di stanchezza. Faceva così quando voleva raccogliere le idee e non voleva essere disturbata. Visto che la mia amica era andata nel suo mondo a riordinare il suo pazzo cervello da 18enne, decisi di distrarmi guardando la città che ricominciava a svegliarsi. Erano già le 8.10 della mattina e la maggior parte dei negozi aveva già aperto i battenti. Gli autobus già cominciavano a fare avanti e indietro per la città, così come le macchine e i motorini e qualche rara bicicletta. Bambini di tutte le età scortati da vigili genitori o da scocciati fratelli e sorelle maggiori. Le coppiette, mano nella mano, comparivano come funghi sull’erba umida della mattina, sorridenti e spensierati. Sospirai, provando un po’ di invidia nei loro confronti. In fondo loro avevano tutto. Non gli serviva altro per essere felici. La mano del loro amato o della loro amata, un prato verde e null’altro. Che bello vivere così. Solo gli occhi del tuo lui o della tua lei. Ecco, quella era la vita perfetta: sorridere, rimirando due perfetti occhi color dell’oceano e...
 
Oh-oh, sto pensando di nuovo a Niall!
 
Ma cos’aveva di tanto speciale quel biondo per comparire sempre nei miei pensieri, tanto da far capolino anche nei miei sogni? Per quanto mi riguardava non mi faceva né caldo né freddo. Oh, a parte che mi faceva infuriare semplicemente con la sua presenza...
 
“Ehi, ma le hai viste? Si vede che sono inglesi, sono vestite come delle zampognare...” una fastidiosa voce femminile, arrivava da una panchina di fronte alla nostra. Sorrisi tra me e me...
 
Se quella ragazzina sapesse che io conosco l’italiano...
 
Mi misi le cuffie dell’iPod, per dare a vedere che stavo facendo qualcosa, ma non misi nessuna canzone. Cominciai a muovere leggermente il piede su e giù, come per battere il tempo di una canzone molto movimentata.
 
“Infatti, guarda la mora.” disse un’altra voce, riferendosi a Chris. “Con quella felpa addosso sembra una balenottera. Ah, no scusa... lo è già!”
 
Ridacchiarono.
 
“E l’altra? L’hai vista come va conciata?” fu la risposta. Questa era a me. “Con le tette al vento in quel modo si vede lontano un miglio che è una troia fatta e finita.”
 
Ok, era troppo. Non avevo affatto le tette al vento! Fa caldo e ho messo una canotta. Ma qual era il problema di quelle bimbette?
 
No, ok. Calma. Ora le smerdi con stile, ok? Ora le smerdi. E lo fai con stile.
 
Stile... stile... Styles?
 
Ehm... Liz? Le bimbette...
 
Ah, sì.
 
Mi alzo e mi tolgo le cuffie dell’iPod. Chris apre un occhio e mi guarda confusa, ma non dice niente. Mi avvicino alle due ragazzine sorridendo e loro mi guardano strano.
 
“Ciao.” Esclamo in italiano. Loro sbiancano di colpo. “Anche voi italiane? Di che città siete?”
 
Aww, come sono educata, fine e gentile.
 
“Roma.” Mi fa una di loro, ancora sotto shock. Sorrido affabile.
 
“Io di Venezia. Tanto piacere.” Tendo loro la mano e la stringo prima con una poi con l’altra. “Ora però scusate, io e la mia amica dobbiamo proprio andare.” feci qualche passo verso Chris, ma poi mi fermai. “Ah, un’altra cosa. Chris non è una balenottera. Non quanto non lo siete voi questo è certo...” le squadrai da capo a piedi. Le loro pance lardose stavano per miracolo nelle loro magliettine firmate aderenti. “E per quanto riguarda me, non penso di essere una troia solo perchè indosso una canotta in pieno maggio. Al posto vostro mi vergognerei solamente perchè siete solamente delle bimbette viziate, che parlano alle spalle. Ciao.” mi girai di culo e cominciai a correre, con Chris che dopo un attimo di confusione si era alzata e mi era venuta dietro.
 
“Ma che è successo?” mi chiese. Cominciai a spiegarle l’accaduto ma fui interrotta da una voce familiare che ci chiamava.
 
“Liz, Chris! Ciao!” la persona che aveva parlato era dall’altro lato del parco. Mi girai e vidi una piccola chiazza bionda che si avvicinava in fretta a noi. Lo stomaco mi fece una capriola, facendo ballare pericolosamente la colazione di quella mattina. Niall Horan veniva verso di noi e, strano ma vero, io ero in qualche modo felice di vederlo...


COMMENTI DELLE AUTRICI :3
M: allora, questo capitolo è più lungo del precedente.
G: ma per una buona ragione. d'ora in poi, per avere il prossimo capitolo vogliamo vedere due recensioni.
M: siamo stronze? oh, sì, lo sappiamo e ne andiamo fiere.
G: e poi non abbiamo più tanto tempo per scrivere, tra compiti, interrogazioni e la nuova FF di martina...
M: sì, sto lavorando a una nuova storia, per ora non l'ho pubblicata, ma appena arriverà sarete le prime a saperlo :D
G: vaboin, comunque speriamo vi siate godute il capitolo e aspettiamo le due recensioni con ansia. l'arrivo di niall preannuncia non poce sorprese...
M&G: alla prossima!
#Marti&Gra

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Io e Chris ci fermammo, guardando Niall che si avvicinava a noi correndo. Che ci faceva così presto in un parco?
 
L’amore l’avrà condotto qui...
 
Certo... è venuto qui apposta  per prendermi e portarmi nel suo bel castello nel Regno della Felicità, in groppa al suo cavallo bianco! Tu sogni troppo...
 
Disse la ragazza che aveva sognato di pomiciare con Niall Horan...
 
Non feci in tempo a rispondere per le rime alla mia fastidiosa coscienza, che Niall ci aveva raggiunti.
 
“Ehilà, Niall.” disse Chris, sorridendogli sorpresa. “Che ci fai da queste parti?”
 
Lui si strinse nelle spalle, guardandosi intorno. I suoi occhi dardeggiarono verso di me. Sentii qualcosa agitarsi nel mio stomaco. In termini banali, sentii le farfalle vorticare nel mio stomaco.
 
“Passavo da queste parti...” rispose vagamente il biondo. Poi tornò a fissarmi, sorridendo. I suoi occhi luccicavano. Il mio cuore perse un battito. “Comunque appena vi ho viste mi sono ricordato di una cosa: stasera io e dei miei amici ci incontriamo a casa di uno di noi e stiamo un po’ insieme: mangiamo pizza, guardiamo la tv... cose così. Se volete potete venire anche voi.”
 
“E questo tuo amico può ospitare due persone in più?” chiesi io, pensando all’imbarazzo di trovarci davanti a uno sconosciuto che ci dice che non sapeva di dover ospitare anche me e la mia amica.
 
“Non preoccuparti, lui ha una casa molto grande. E poi gli avevo già parlato di voi due, e mi ha chiamato proprio ieri sera, proponendomi di invitare voi due.” spiegò Niall, continuando a guardarmi. “Ti avrei chiamato appena chiusa la chiamata con lui, ma era tardi e ho supposto che tu stessi già dormendo. E non ho nemmeno scritto su facebook a Chris, perchè lei mi aveva avvisato della sua punizione.”
 
Il ragionamento non fa una piega. Pensi di rifiutare?
 
... Non credo. Non sono così cattiva. Al massimo fingerò un malore un’oretta prima di uscire, così lascerò sulle spalle di Chris l’impegno di chiamare Niall e dire che non ci sarò...
 
Perchè non gli dai una possibilità? Dopotutto lui ti piace, e quello che provi quando ti guarda, quando sorride e anche solo quando lo pensi di certo non sono segni del fatto che lo odi...
 
Non voglio impegnarmi; non dopo quello che ho passato con... con Noi-Sappiamo-Chi. (N.d.E. nessun riferimento al Signore Oscuro della famosa saga di Harry Potter di J. K. Rowling)
 
È passato un anno, Liz... non pensi sia il momento di lasciarsi il passato alle spalle? Niall potrebbe essere il ragazzo perfetto, che ti potrebbe aiutare a superare questa cosa.
 
“Ehm... Niall.” disse Chris con naturalezza. Troppa naturalezza... tramava qualcosa. “Giusto per sapere: ci sarà anche Harry?”
 
Io e Niall alzammo lo sguardo contemporaneamente. Non potei non notare il sorrisetto del biondo che mi fece impazzire di gioia. Sorrisi anch’io.
 
“Certo che ci sarà... dopotutto è a casa sua che stiamo organizzando la serata. Allora che fate? Ci venite?” chiese. Chris assentì subito, eccitata. “E tu vieni, Liz?” mi domandò, facendo la faccia da cucciolo. Io risi di gusto, buttando la testa all’indietro, guardandolo fare quella smorfia assurda. Quando smisi di ridere, sorrisi sincera.
 
“Conta su di me.” esclamai. Niall e Chris sorrisero soddisfatti e allo stesso tempo sollevati. Sicuramente entrambi temevano in un mio rifiuto categorico. A ripensarci bene, forse era meglio andare a quella serata tra amici. Poteva essere divertente.
 
“Bene, allora ci vediamo stasera. La casa di Harry è nella Carterbury Street, numero 5. l’appuntamento è alle 7.30.” disse Niall. Annuii senza riuscire a smettere di sorridere. “Allora ciao.” Sussurrò il biondo che, colto da un momento di trasporto mi abbracciò. Ricambiai l’abbraccio un po’ imbarazzata, col cuore che batteva all’impazzata. Decisi di dire qualcosa prima che lui se ne accorgesse.
 
“Ehi, Horan! Chi ti ha dato tutta questa confidenza?” esclamai divertita. Lui si staccò preoccupato, indietreggiando di un paio di passi. Quando vide il mio sorriso la sua espressione ansiosa si distese.
 
“A stasera, ragazze!” ripeté Niall allontanandosi. Io e Chris ci sorridemmo.
 
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Erano le 6. 57 e, lontana dall’aura positiva che sprigionava Niall avevo deciso che era meglio non andare a quella serata. Il motivo? Rischiavo di innamorarmi del biondo. E questo non doveva succedere.
 
E perchè no?
 
Lo sai il perchè, Nick... e non voglio più discuterne. Sei la mia coscienza, non la mia fata madrina.
 
Stavo buttata sul mio letto, dopo aver annunciato alla mia famiglia, riunita in soggiorno davanti alla televisione a guardare X Factor, che non mi sentivo bene. Le reazioni sono state molteplici. Da Debby che non mi ha minimamente calcolata a Mike che ha detto “E chissene frega?”; da mio padre che ha dato la colpa a Chris che mi aveva buttata giù dal letto e mi aveva portata a sudare in mezzo al parco, a mia madre che mi ha spedito a letto, con una pezza bagnata in fronte e il termometro in bocca. Non so quanto è normale che a diciannove anni tua madre ti rimbocchi le coperte addosso, ti metta il termometro in bocca e poi ti schiocchi un bacio sulla fronte, socchiudendo la porta della tua stanza, lasciando la luce del corridoio accesa, cosicché la tua stanza si ritrova avvolta nella semi oscurità. Ovviamente, dopo averti proposto di leggerti uno dei tuoi libri di Harry Potter per farti addormentare.
 
E che ho, otto anni?
 
Mi tolsi le coperte di dosso e misi il termometro, che segnava una temperatura corporea di 36.7°, nel cassetto del mio comodino. Mi lasciai cadere sul letto disfatto. Ora dovevo solo aspettare Chris, dirle che non mi sentivo bene, così lei avrebbe potuto prendere il mio telefono e chiamare Niall, per dirgli che io stavo male e lei sarebbe venuta da sola.
 
Immersa in questi pensieri, quasi non mi accorsi del leggero bussare alla porta. Tre battiti... era Chris.
 
“Avanti...” dissi con voce sofferente. La porta si aprì, mostrando il viso preoccupato della mia migliore amica, già vestita, truccata e profumata, pronta le la serata.
 
“Ehi che hai? Tua madre dice che non ti senti bene.” mi disse; nella sua voce c’era un leggero tono di sospetto.
 
Allarme rosso, allarme rosso, la mora sospetta qualcosa, ripeto: la mora sospetta qualcosa!
 
Oh, ma sta’ zitto! Tanto lo so che vuoi che mi sgami.
 
Come mi conosci bene. E dire che dovrei essere io, che sono la tua coscienza, quello che dovrebbe sapere tutto di te...
 
“Sì, Chris... da una mezz’oretta sto con un mal di pancia bestiale...” risposi mettendomi il cuscino sul viso. Lei lo scostò.
 
“E ora che si fa?” mi chiese, questa volta più convinta. Cominciava a credermi. Mia madre, come al solito, entrò senza bussare, seguita a ruota da mio padre. Ma perchè lui era in divisa? E perchè lei era vestita di tutto punto?
 
Oh, no...
 
“Lizzie, hanno chiamato tuo padre, dicendogli che un tipo ubriaco ha investito un gatto, poco fa... noi andiamo a controllare, ok?” disse mia madre in un sussurro.
 
“Ma... ma io non mi sento bene...” risposi lagnandomi. Avevo un brutto presentimento...
 
“Lo so, cara, ma c’è Mike che...” mia madre si fermò, mordendosi il labbro. Non poteva averlo detto veramente!
 
“Ma stai delirando? Affidarmi a Mike? Mike Nicolas Shine, il mio stupido fratello maggiore?” gridai.
 
Cioè, potrei fare carriera a Hollywood...
 
“Signori Shine, se per voi non è un problema posso rimanere io qui, per badare a Liz...” disse timidamente la mia amica, lanciandomi un’occhiata complice. Il mio piano stava veramente a puttane.
 
COMMENTI DELLE AUTRICI :3
M: e come promesso dopo le due recensioni siamo tornate con il capitolo 10.
G: vabbè che è tardi, ma prima o poi lo verrete a leggere, no?
M: time to bed! Bye!
G: Kisses Girls!

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Mia madre sembrò a disagio. Non che non si fidasse di Chris, chiaro. La conosceva da tantissimo tempo e conosceva anche la sua famiglia.
 
“Ma no, Chris, non devi preoccuparti. Dopotutto tu stavi uscendo, non vorremmo rovinarti la serata... e poi non staremmo per più di una mezz’oretta al massimo.” disse mia madre sorridendo alla mora, che si strinse nelle spalle.
 
“Sarei comunque tornata a casa, stasera. Senza Liz non sarei mai uscita. Piuttosto, resto finché non tornate, meglio che non fare niente a casa mia...” rispose Chris. Mia madre soppesò la faccenda. Ovviamente le faceva molto comodo avere qualcuno che mi facesse da baby-sitter. Diciamocelo, nemmeno lei si fida di Mike! Mamma si morse il labbro. Quando lo faceva sembrava proprio una bambina... era adorabile!
 
“Ok, Chris... sicura che per te non è un problema?” le chiese mia madre per un’ultima volta. Oddio, perchè mi stava facendo questo?!
 
Perchè non vuoi che Chris ti faccia compagnia?
 
Ma sei scemo o cosa?!
 
Diciamo... cosa.
 
Che idiota... se lei è qua rischia di sgamarmi!
 
“Sì, non si preoccupi minimamente, signora. Ci sono qui io!” esclamò Chris sorridendo. Mia madre ricambiò con un sorriso riconoscente.
 
“Allora ciao ragazze. Noi torneremo il prima possibile.” esclamò la mia signora madre, avvicinandosi a me, schioccandomi un bacio salivoso sull’occhio destro, lasciandomi le palpebre tutte appiccicate. Fantastico, adesso vedevo il mondo con un occhio solo.
 
CHRIS’ POV
 
La madre di Liz uscì dalla stanza e io e lei rimanemmo sole. Sentimmo la porta di casa chiudersicon dolcezza. Ora erano andati via.
 
Me la spieghi questa sceneggiata? Tu con o senza Liz ci saresti andata eccome a passare una serata con Harry Sono-Un-Dannato-Figo-Da-Stuprare Styles!
 
La ragazza non me la racconta giusta. Sta bluffando alla grande. E ho intenzione di sgamarla.
 
E pensi di riuscirci?
 
Certo... in meno di 10 minuti. Scommettiamo?
 
Ci sto, moretta... ma Liz non è mica scema... pensi proprio che si farà sgamare in 10 miseri minuti?
 
Conosco il mio pollo...
 
Sfoderai un sorriso allegro e lo rivolsi alla mia amica. Lei mi sorrise sofferente. Che grande attrice che è!
 
“Che si fa adesso?” le chiesi. Lei parve pensarci un po’.
 
“Non so... guardiamo un film?” propose incerta. Sicuramente si sentiva almeno un po’ in colpa perchè mi stava facendo rimanere a casa, quando in programma c’era di provarci con Harry I’m-Sexy-And-I-Know-It Styles. Mi alzai e mi avvicinai alla piccola tv che Liz aveva in camera sua. Poggiato su un mobiletto lì vicino c’era il telecomando. Diedi vita all’apparecchio e tornai a sedermi accanto alla mia amica. Lei cominciò a seguire il film con interesse. Il mio piano andava avanti.
 
“Lizzie... non è che vuoi una pizza?” le chiesi con fare tentatore. Lei mi guardò incerta.
 
“Ma...” provò a dire, ma io la presi in contropiede. Afferrai il mio cellulare e composi un numero inesistente. Non mi andava di buttare soldi chiamando una vera pizzeria.
 
“Buonasera, è la pizzeria GM? Sì, salve io e la mia amica vorremmo due pizze. Sì, nella Blonding Road, 69. prendiamo una pizza ai funghi con poca mozzarella e...” allontanai il telefonino dal viso, rivolgendomi a Liz. “Tu come la prendi?”
 
La vidi fare un salto di trenta metri e atterrare sul pavimento della sua incasinatissima camera, con i pugni per aria e un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
 
“VOGLIO LA PIZZA AI PEPERONI!” gridò eccitata. Qualche secondo di silenzio.
 
“Annulliamo l’ordine...” dissi rivolta al mio finto interlocutore. “Sì, abbiamo cambiato idea. Io e la mia amica stiamo per uscire.” chiusi teatralmente la chiamata. Liz si portò le mani sulla pancia, con aria colpevole.
 
“Ehm... ahi...?” sussurrò incerta.
 
Ehi, Paul. Quanto è passato?
 
Otto minuti...
 
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LIZ’S POV
 
Chris mi preparò in meno di cinque minuti netti. Continuava a sbraitare, dicendo che era tardissimo e che se non fosse stato per la telenovela che avevo inscenato eravamo già a casa di Harry Lo-Stuprabile Styles.
 
“Sono pronta...” dissi rassegnata. Avevo un semplice una canotta nera, sotto una felpa larga lasciata aperta a righe bianche e nere, un jeans nero con degli strappi sulle ginocchia e le mie Supra nere. Insomma, se i vestiti rappresentavano il nostro stato d’animo, si capiva che io avevo l’allegria di una vedova che andava al funerale del marito (becchino). Chris prese le chiavi della mia moto e me le lanciò in mano. Per poco non le mancai e non per la mia mancanza di riflessi, ma per la scarsa coordinazione occhio-mano della mia amica. Infatti lanciò le chiavi a tre passi da dove mi trovavo io. Agguantò il suo giubbotto di (eco)pelle nera e sorrise raggiante. Aprì la porta di casa e mi fece segno di precederla. La superai e lei si chiuse la porta alle spalle. Io chiusi a doppia mandata e attivai l’antifurto.
 
“Sarà una serata fantastica!” trillò Chris scendendo dalle scale saltellando.
 
“Sarà una serata moooolto lunga...” pensai io, andandole dietro strisciando i piedi.

COMMENTI DELLE AUTRICI :3
M: pensavate che ce ne fossimo andate per sempre forever? *immagine di marti che va via al galoppo*
G: E INVECE NO! *compare il brutto muso di grazia all'improvviso*
M: ci stavamo solo allenando! *si vede marti che da un pugno a un punchingball (o come minchiazzo si scrive) che le rimbalza in faccia*
G: ok, basta con 'ste stronzate. 
M: probabilmente ci state odiando, perchè ci stiamo mettendo secoli per far arrivare le nostre due eroine (o cocaine? bah...) a casa di harry.
G: ma è così la vita! e poi vogliamo lasciare un bel momentino privè alle due ragazze prima della scena di Liz e...
M: STAI ZITTA STRONZETTA E NON FARE SPOILER!
G: vero, vero scusa! BOCCA CUCITA! 
M&G: ciao ciao!

ps: ma lo sapete che su un muro della nostra bella Bari abbiamo trovato scritto 'VOGLIO UNA COSCIENZA COME NICK!'? cioè, ma noi vi adoriamo!
#Marti&Gra

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


Sentivo il rombo del mio amato Liberty sotto il culo. Era piacevole, e mi ha sempre tolto la frustrazione e il nervosismo di dosso. Ma stavolta no. Nemmeno la potenza di 12353543965 miliardi di motorini sotto le chiappe mi avrebbero fatto tranquillizzare, in quel momento. Stavo andando a passare una serata a casa di Niall Horan. A casa del suo migliore amico. Nella tana del lupo.
 
“Qual era l’indirizzo?” gridai a Chris per farmi sentire, sopra il rumore spaccatimpani dei cavalli della mia motocicletta. Il paesaggio ci sfrecciava davanti a una velocità assurda. Non per vantarmi, ma da quando Emmett ci aveva messo le mani, prendeva i 150 km/h in un lampo.
 
“Carterbury Street, numero 5. E per tua norma e regola: siamo in ritardo.” rispose lei da dietro, con voce scocciata. Alzai gli occhi al cielo.
 
Oddio, è così...
 
Stressante?
 
...
 
...
 
Vabbè, va. Diciamo stressante...
 
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Parcheggiai il motorino in un parcheggio libero, all’inizio della Carterbury Road. Mi ravvivai i capelli, appiattiti dal casco e scesi dalla sella. Chris mi imitò. Mi chinai per mettere la catena alla ruota anteriore del mio angioletto. Ovvero il motorino. Mentre la mia cosiddetta migliore amica mi guardava impaziente, mentre compivo queste azioni, io sentivo una strana ansia all’altezza della bocca dello stomaco. La stessa che ti prende quando stai per fare un esame, oppure una gara molto importante. Mi sentivo il fiato corto e ogni respiro veniva fuori come un sospiro.
 
Ma perchè mi sto agitando così tanto? Sto solo andando a passare una serata insieme ad alcuni amici di Niall e Harry.
 
Forse è il fatto che c’è anche Niall a renderti nervosa...
 
Niall? Rendere nervosa me? Ma fammi il favore! Quel ragazzo non mi fa alcun effetto...
 
Oh, guarda è dall’altro lato della strada!
 
Dove?!?
 
Ah, scusa non è lui... che sbadato...
 
Ti ho mai mandato a fanculo?
 
Sì, un paio di volte...
 
“Liz... ehi! Ti sei incantata?” sussurrò Chris sventolandomi la mano davanti alla faccia. Scossi la testa e la guardai.
 
“Scusa, Chris... ero impegnata in un’accesa discussione con la mia coscienza...” dissi senza pensarci due volte. Mi sentii una perfetta idiota. Perfetto, la mia migliore amica mi avrebbe presa per pazza!
 
“Eri impegnata in cosa, scusa?” mi chiese sbarrando gli occhi. Era evidente che mi credeva pazza...
 
“No, niente.. sai com’è... è che... bisognerebbe sempre dare retta alla propria coscienza e... sennò poi...” balbettai come una mentecatta. “Chris, noi non siamo in ritardo?” chiesi per sviare il discorso. Lei buttò lo sguardo sul display del suo BlackBerry nero e sobbalzò.
 
“Dio, è vero! Dovremmo essere là già da dieci minuti!” gridò attirandosi un’occhiataccia da un tizio che stava parcheggiando la sua macchina (scassata) poco lontano da noi. La mia amica mi prese per la mano e cominciò a trascinarmi. “Muoviti, mentecatta, MUOVITI!!”
 
Ottimo salvataggio...
 
Sta’ zitto! È colpa tua se adesso la mia migliore amica mi crede pazza!
 
Certo, certo... però hai visto come ha reagito? Te la immagini Chris con un piccolo Nick nella testa?
 
Non lo augurerei al mio peggior nemico, figurati a lei...
 
CHRIS’ POV
 
Trascinavo a una velocità folle Liz per la Carterbury Road, cercando il numero cinque.
 
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!
 
Ehi... Christine? Hai sentito che ha detto Liz?
 
Che ha detto? Quella cazzata sulla coscienza?
 
Esatto. Te la immagini Liz con un mio collega coscienza nella testa?
 
Una come lei non può avere una coscienza... non come la intendiamo noi.
 
E perchè?
 
Col carattere che si ritrova quella povera coscienza si sarà già suicidata!
 
LIZ’S POV
 
Guardavamo i numeri civici scorrerci davanti. Il numero cinque si avvicinava inesorabilmente. Venivamo dal lato opposto all’inizio della via, quindi vedevamo i numeri in ordine decrescente.
 
23... 21... 19... 17... asdfghjkl Niiiiiick! Sto agitata!
 
Panico pa-panico, pa-panico, pauuura!
 
Ma. Cosa. Cazzo...?
 
E i numeri continuavano a scendere. E scendere. E scendere. E scen... no, ok basta. Sto diventando ripetitiva...
 
13... 11... 9... 7... eccolo. Simo arrivate. Il fatidico numero 5! Cazzoculomerdasciolta mo’ mi scoppia il cuore!
 
C’mon, Lizzie! Come va, va e tanti saluti!
 
Giusto!
 
“Eccoci, Liz! Forza, suona!” mi fa Chris, appostata accanto a me, di fronte alla porta bianca con sopra il numero 5 in ottone. La guardo storto.
 
“Perchè dovrei farlo io? Fallo tu!” le rispondo cercando di non far trasparire il panico misto a schizofrenia della mia voce.
 
“Non fare la bambina e suona a quel cazzolino di campanello!” mi sibila. Le pulsa una vena sulla tempia. E le è venuto un tic all’occhio destro.
 
Meglio non farla arrabbiare, non pensi?
 
Penso che sia troppo tardi...
 
Premo, ancora leggermente agitata il tasto dorato del campanello. Aspettiamo qualche secondo, quando vediamo la porta aprirsi, mostrando un ragazzo con un sorriso dannatamente sexy.
 
Harry Dio-Del-Sesso Styles, suppongo...
 
“Ciao. Voi siete le amiche di Niall, vero?” chiede con una voce stramegasuperiperasdfghjkl sexy.. “Molto piacere, io sono Harry.” Con la coda dell’occhio noto Chris boccheggiare, un passo dietro di me.
 
Perfetto, lei è andata. Qua me la devo sbrigare da sola.
 
“Sì, molto piacere. Io sono Liz.” dico sorridendo, stringendo la mano al figo adocchiato dalla mia migliore amica. L’ansia è sparita all’improvviso. Il riccio sarà anche un gran figone, ma ti fa sentire a tuo agio. Chris continua a non reagire. “Lei invece è la mia amica Christine.”
 
Chris esce dalla sua trance tutta d’un colpo, quando Harry le porge la mano, accompagnata da un sorriso disarmante.
 
“Chiamami Chris...” sussurrò, sorridendo debolmente.
 
Awwwww, ma che dolciosi!
 
“HAAAARRYYYYY? SONO LIZ E CHRIIIS?” si sentii Niall gridare. Harry distrasse lo sguardo dal volto della mia amica e si girò verso quella che doveva essere la stanza dove era riunito il gruppo di amici.
 
“Sì sono loro!” rispose Harry. In due microsecondi Niall era già sulla porta e ci stava salutando. Mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio da Winnie the Pooh (?)
 
“Grazie di essere qui...” mi sussurrò vicino all’orecchio. Disse questa frase con così tanta dolcezza che in quel momento ebbi la certezza di aver fatto la cosa giusta a venire.

COMMENTI DELLE AUTRICI :3
M: siamo cattive? oh sì!
G: in pratica, non è successo un beneamato cavolo in questo capitolo. ma ci serviva, un po' per la suspence e un po' per farvi capire che a lizzie effettivamente piace niall. ma lei non lo vuole ammettere.
M: e se capita che lei e niall rimanessero soli, nei prossimi capitoli?
G: chissà... potrebbe anche cedere alla tentazione...
M: non diciamo altro. sennò il divertimento dove sta? :P
G&M: notte <3
#Marty&Gra
ps: se ci volete contattate su Twittah, ci trovate come @Lizzie_efp vaboin? sciau bele principese!

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


CHRIS’ POV
 
Quindi lui era Harry. Le fotografie che aveva su facebook non gli facevano onore: era mille volte più figo di quello che credevo, guardandolo attraverso il piccolo schermo di un computer. Io e Liz facemmo un passo avanti, mentre Harry ne fece uno indietro, chiudendo la porta di casa.
 
“HAAAARRYYYYY? SONO LIZ E CHRIIIS?” si sentii Niall gridare. Harry si girò verso una porta alle sue spalle. Probabilmente Niall e gli altri erano già lì.
 
“Sì sono loro!” rispose Harry. In due microsecondi Niall era già sulla porta e ci stava salutando. Lo vidi sussurrare qualcosa all’orecchio di Liz con fare sexy e dolce allo stesso tempo, per poi avvicinarsi a lei e abbracciarla di slancio, come quella mattina.
 
Woah, Niall... qualcuno è di buonumore stasera, eh?
 
Finalmente il biondo si curò anche di me, sorridendomi. Gli luccicavano gli occhi. Aww, era come vedere un bambino scartare il suo regalo di Natale.
 
“Venite, dobbiamo presentarvi gli altri.” disse Niall eccitato. Prese Liz per mano e la trascinò in quello che supposi doveva essere un salone pieno di ragazzi e ragazze, amici di Niall Il-Quasi-Ragazzo-Della-Mia-Migliore-Amica Horan e Harry Sono-Figo-Più-Di-Quanto-Potessi-Immaginare Styles. Io e Harry ridemmo guardando il biondo che, felice e contento, si portava a traino la mia amica. Neanche il tempo di fare un passo, per seguire i due piccioncini che Harry mi si avvicinò, mettendomi con le spalle contro la porta d’ingresso. Sentii il mio viso prendere fuoco quando il riccio poso le mani ai lati della mia testa, chiudendomi in una specie di gabbia creata col suo corpo muscoloso.
 
Non perde tempo il ragazzo, vedo...
 
Paul, non sarai mica... geloso?!
 
Ovviamente no, sciocchina. Sto solo dicendo che Harry Faccia-Da-Stupro Styles è un ragazzo che passa molto, o dovrei dire troppo, velocemente ai fatti...
 
Aww, vorrei proprio vedere il tuo musino dolce da coscienza tutto imbronciato dalla gelosia...
 
Intanto Harry aveva avvicinato il suo viso al mio, facendo sì che i suoi ricci perfetti mi toccassero la fronte.
 
“Niall mi aveva parlato di te...” sussurrò, soffiando sulle mie labbra. Il suo respiro caldo e profumato e le sue labbra, rosee e perfette mi stavano facendo impazzire! Dio, che voglia di baciarle, possederle... ma allo stesso tempo sarei rimasta immobile per anni, secoli e anche millenni a osservarle, vederle muoversi in modo così sensuale, mentre mi parlavano con una voce roca e sexy. “Mi aveva detto... che eri una ragazza carina.” continuò sorridendo. Oh mio Dio, quelle fossette! Quel ragazzo voleva vedermi morta. Stecchita. Inghiottii a vuoto. Il suo sorriso si allargò; sicuramente il riccio capiva quello che mi stava facendo, senza tener conto che se continuava così si sarebbe trovato una ragazza morta di infarto sulla coscienza.
 
Calma gli ormoni, piccola!
 
Parlando appunto di coscienza...
 
“Ma secondo me si sbagliava...” seguitò. Si leccò il labbro inferiore, provocandomi un fremito. I suoi occhi dardeggiarono. “Non sei carina, tu...” mormorò scuotendo la testa. Vidi i suoi ricci ballargli sulla fronte e cadergli sugli occhi. “No... decisamente ‘carina’ è un aggettivo che non ti rispecchia, guardandoti. Tu sei semplicemente splendida...” bisbigliò. In quel momento tutto il sangue del mio cervello decise di andare in vacanza sulle guance; quindi mi sono ritrovata con la faccia molto, molto rossa e il cervello completamente vuoto.
 
Spettacolo molto attraente...
 
Prima di liberarmi da quella specie di tortura psicologica (la voglia di saltargli addosso non era certo poca...), si poggiò l’indice sulle labbra con fare sexy e poi lo spostò, posandolo sulle mie. Il mio cuore smise di battere e Harry si allontanò da me facendomi l’occhiolino.
 
“Vieni, ti faccio strada.” mi disse con un timbro di voce normale. Lo affiancai e cominciai a camminare assieme a lui, cercando di non sembrare più rossa di quanto non ero già. Solo quando avvertii i polmoni protestare, ingabbiati tra le scapole, mi ricordai che per un essere umano era essenziale respirare. Feci uscire silenziosamente l’aria dalle mie labbra, notando che Harry mi fissava con gli occhi che luccicavano. Abbassai lo sguardo imbarazzata, sentendo il vociare di un gruppo di ragazzi, provenire dalla stanza che poco prima Liz e Niall avevano varcato.
 
LIZ’S POV
 
Niall, con un’allegria inaudita, mi trascinò nell’enorme salone dell’enorme casa di Harry. Mi ritrovai davanti tre ragazzi, e tre ragazze, che si girarono contemporaneamente verso me e mi sorrisero. Subito mi sentii un po’ imbarazzata. C’era così tanta gente che non avevo mai visto in vita mia, era normale sentirsi un po’ nervosi, no?
 
“Ehm... salve.” dissi facendo un cenno con la mano. Loro risposero al mio saluto con uno più caloroso e sicuramente meno imbarazzato.
 
“Ragazzi, lei è Liz...” cominciò Niall, ma un ragazzo moro con un buffo ciuffo di capelli tinto di biondo con due occhi color cioccolato e la pelle olivastra e un sacco di tatuaggi sulle braccia lo interruppe.
 
“Tu sei la ragazza di Niall?” mi chiese. Troppo diretto, il ragazzo. Rimasi spiazzata dalla sua domanda.
 
“Eh? No, no! Assolutamente! Noi siamo amici... solo amici!” risposi imbarazzata come non mai, coprendomi la guancia destra, tutta arrossata. Una ragazza con i capelli biondi, lisci e corti e gli occhi marroni scurissimi gli diede uno schiaffetto sulla nuca, con aria imbronciata.
 
“Insomma, Zayn! L’hai messa in imbarazzo!” esclamò indignata. Subito dopo, ignorando i lamenti del ragazzo che aveva appena colpito, mi si avvicinò sorridendo, tendendomi la mano. “Molto piacere, io sono Hope. E quell’idiota che ho appena colpito è Zayn.”
 
“Piacere, Liz...” mugolò Zayn massaggiandosi il punto dolorante. Io strinsi la mano di Hope.
 
“Molto piacere, Hope e Zayn.” dissi continuando a sorridere a tutti. Strinsi la mano della ragazza. Hope mi presentò gli altri ragazzi presenti nella stanza: Louis era un ragazzo con gli occhi azzurro cielo, i capelli castani, alto e molto spiritoso. Infatti quando mi ha stretto la mano ha detto: “Ciao, io sono Louis e mi piacciono le ragazze che mangiano carote!”
 
Poi c’era la sua ragazza, Johanne, ma mi ha detto che potevo chiamarla Jo. Era un po’ più bassa del suo fidanzato e i capelli un po’ più scuri di quelli di Louis, ma aveva gli stessi occhi azzurri, tanto che in un primo momento li avevo scambiati per fratelli.
 
Liam era il più alto del gruppo, aveva capelli corti castano chiaro, con una sfumatura bionda, due occhioni color nocciola. Sul braccio aveva tatuate quattro frecce rivolte verso l’alto. Mi strinse la mano con un sorriso così caloroso che non potei non provare un’immediata simpatia per lui.
 
Era fidanzato con Faith, una ragazza di statura media, come me, i capelli castani chiari, lunghi fino alle spalle e ricci. Gli occhi erano verde giada, come Harry. Infatti erano fratelli.
 
“Allora, ricapitoliamo.” dissi sorridendo, indicando uno a uno i ragazzi che avevo di fronte. “Hope. Zayn. Louis, il ragazzo che ama le ragazze che mangiano carote.” tutti ridemmo. “Jo. Liam. e Faith!”
 
“Esatto!” mi disse Niall, affiancandomi. Io puntai il dito contro di lui, con un’espressione incerta. “E... tu sei... Niall, giusto?” chiesi strizzando gli occhi, come nel tentativo di ricordare qualcosa.
 
“Mmh, penso proprio di sì... e tu sei Elizabeth... esatto?” mi chiese fingendosi serio. Gli altri, intorno a noi ridevano di gusto. Arricciai un po’ il naso nel sentire il mio nome completo che mi dava tanto di riccona.
 
Riccona, eh? Ho un’idea!
 
 Misi su un’espressione da donna con la puzza sotto in naso mega-ricca, di quelle che vedi nei film americani al teatro con un vestito rosso tutto di pailettes, una pelliccia bianca sulle spalle e i capelli legati in chignon alti. Esatto, proprio quelle sedute nei palchetti d’onore accompagnate dai loro mariti, mega-ricchi come loro.
 
“Esattamente, Monsieur.” dissi alzando la testa e tirando la pancia in dentro. Alzai la mano, mettendola davanti al viso di Niall che la prese e la sfiorò con le labbra.
 
“È un onore Madmoiselle.” rispose ingrossando la voce. Non riuscii a resistere alla comicità del momento e scoppiai a ridere, buttando la testa indietro. Niall sogghignò, lasciando la mia mano. Dopotutto quella serata era molto piacevole. Avevo scoperto che potevo benissimo essere amica di Niall Horan senza trattarlo male o senza espormi troppo con lui.
 
“Ehi, qui si comincia il divertimento senza di noi?” chiese Harry entrando in quel momento. Chris, accanto a lui, sorrideva ma sulle guance, chi la conosceva bene come me, poteva notare una leggera sfumatura vermiglia, che mi diede da pensare sul motivo del ritardo della mia migliore amica e di Harry Conquisto-Tutte-Le-Donne-Compresa-La-Tua-Migliore-Amica Styles.

COMMENTI DELLE AUTRICI :3
G: e con la felicità delle ragazze che seguono la storia...
M: ecco finalmente qualcosa che non siano chiacchierate tra amiche, parolacce o conversazioni assurde con altrettanto assurde coscienze.
G: in poche parole abbiamo messo un po' d'amore :3
M: siamo state costrette, una ragazza a ha recensito dicendo che se non mettevamo una scena romantica ci staccava la testa a morsi...
G: e ci è toccato riscrivere il capitolo dall'inizio, ma vabbè...
M: comunque, il capitolo 14 è già in cantiere, speriamo di postarlo il prima possibile.
G: asdfghjkl il gioco delle sardine!! xD
M: sì, quel gioco piace anche a me!
M&G: alla prossima!
#Marty&Gra
ps: su twitter @Lizzie_efp ;D

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


CHRIS’ POV
 
Liz mi lanciò un’occhiata eloquente. Era incredibile come quella ragazza riuscisse a vedermi dentro e a capire ogni mia minima emozione, ogni mio minimo cambio d’umore. Sapendo che non avrei potuto evitare il suo interrogatorio, annuii leggermente, prima di essere trascinata da Niall in mezzo alla folla di ragazzi e cominciando a presentarmeli.
 
Però, che fighi che sono gli amichetti di Harry e Niall. A saperlo prima avrei deciso di passare una serata con loro chissà quanti secoli fa...
 
Ehi, baby... sono fidanzati, lo sai, sì?
 
Ovvio che lo so, ma... che diamine! Sono dei cazzi di figoni!
 
“Oh, Harold!” esclamò il ragazzo chiamato Louis mettendosi in una posa da gallina (ma non da gallina l’animale! La gallina ragazza, troia, smorfiosa, vedete un po’ voi) e avvicinandosi a Harry sculettando. “Che stavi facendo con Christine?” mi guardò fingendosi infastidito. Avvampai, per la paura che Harry sputtanasse ai suoi amici quello che era successo poco prima. “Eravate soli nell’ingresso, e in questo non l’accetto!”
 
“Lou, noi... non stavamo facendo niente e poi...” balbettò Harry fingendosi dispiaciuto. Tutti, compresa Liz, se la ridevano. Louis sbatté il piede per terra.
 
“Non mentirmi, Harold! So quello che stavi facendo e mi sono stancati di te! Mi tradisci sempre!” strillò il ragazzo dagli occhi azzurri. Harry si imbronciò.
 
“Questo non è vero!” esclamò strizzando gli occhi, per assumere un’aria minacciosa. In realtà era adorabile e gli sarei volentieri saltata addosso.
 
“Sì che è vero! Ti ho visto, l’altro giorno con Faith!” gridò Louis puntando il dito contro la diretta interessata, che ricominciò a ridere.
 
“Lou, Faith è mia sorella! Ho il diritto di passare tutto il tempo che voglio con lei!” ribatté Harry. Louis gli diede le spalle, tenendo le braccia conserte.
 
“Basta, Harold, mi hai stancato. Usi sempre troppe scuse, tra noi non può più funzionare! D’ora in poi il mio compagno di sbronze sarà Liz!” disse convinto il ragazzo, con la voce del tipo ‘discorso chiuso’. Poi prese Liz e la strinse con un braccio contro il suo corpo. Notai la mia amica che si divincolava dalla stretta di Louis.
 
“Lou... cazzo, non respiro!” esclamò con voce strozzata Lizzie. Niall intervenne prontamente, liberandola dalla stretta di Louis. La abbracciò con fare possessivo.
 
“Anche no, Tommo. Lizzie non sarà il tuo compagno di bevute neanche tra cent’anni! Lei è mia!” disse con una vocetta coccolosa.
 
LIZ’S POV
 
Appena Niall mi liberò dal suo morbido (?) abbraccio Faith fece un salto assurdo, atterrando in piedi sul divano. La guardai allibita e notai che Chris fece lo stesso.
 
“Ok, piccoli panda, basta cazzate!” gridò salendo sulle spalle di Harry e mettendosi a cavalluccio, attorcigliando le sue gambe ai fianchi di suo fratello.
 
E dire che mi sembrava una ragazza così silenziosa e tranquilla... una normale!
 
E invece è...
 
Un po’...
 
Pazza?
 
Esatto...
 
“Adesso si gioca alle sardine!” continuò, senza dare l’impressione di abbassare il volume della voce. Dio, strillava fortissimo!
 
Aspetta un attimo! Cosa vuol dire ‘si gioca alle sardine’?
 
“Che vorrebbe dire ‘si gioca alle sardi...?” cominciai a chiedere, prima di essere travolta da tutti quei ragazzi che uscivano correndo dal salone. Notai che Niall mi teneva per mano.
 
“Niall, dove andiamo?” chiesi, intontita dal casino che gli altri stavano facendo. Lui mi sorrise furbamente.
 
“Lo scoprirai...” mi rispose. Continuai a indagare.
 
“Ma cosa dobbiamo fare per ‘giocare alle sardine’?” chiesi ancora. Intanto avevamo salito le scale della casa e eravamo arrivati al piano superiore. Harry, che nel frattempo aveva fatto scendere Faith dalle sue spalle, aprii una porta, situata alla fine di un corridoio, e l’attraversò. Gli altri, continuando a ridere e a fare casino, lo seguirono.
 
“Semplice, Lizzie...” disse Niall, cercando di sovrastare le urla dei suoi amici. “Dovremo fare quello che fanno le sardine!”
 
Ok, cosa fanno le sardine?
 
Non so... nuotano, mangiano, respirano...
 
Respirano?
 
Sì, con le branchie... poi, si riproducono, muoiono... ma tu ci hai capito qualcosa?
 
No...
 
Intanto anche io e Niall eravamo entrati nella stanza, che supposi essere di Harry: sulle pareti troneggiavano poster e fotografie di Belen Rodriguez e ragazze in costume da bagno. Sulle sedie vidi poggiata una maglietta bianca e, accanto alla finestra, erano allineate in ordine, molte paia di Converse.
 
“Fare... quello che fanno le sardine? Niall, ma che ti sei bevuto?” esclamai con voce strozzata. Vidi Faith aprire l’armadio a muro, che avevo scambiato per una porta collegata ad un’altra stanza e entrò. Gli altri la imitarono.
 
Ma che...?
 
Niall mi spinse nell’armadio e mi ritrovai spiaccicata contro il corpo muscoloso di Liam. Subito dopo sentii un braccio avvolgersi attorno al mio fianco e vidi Niall in equilibrio precario, che stava aggrappato a me per evitare di cadere. Ci guardammo imbarazzati, o almeno ci provammo dato che eravamo al buio. Non so chi aveva chiuso l’anta dell’armadio e nell’oscurità cominciai a sentire l’inconfondibile rumore di persone che si baciano alla grande.
 
CHRIS’ POV
 
Harry mi aveva trascinato con sé nell’armadio, che non era né piccolissimo, né enorme dato che in dieci, ci stavamo strettissimi.
 
“Ah, mi sono dimenticato di chiederti se soffri di claustrofobia...” mi soffiò la voce di Harry vicino all’orecchio. Ebbi un fremito, immaginando il suo corpo perfetto, che aderiva perfettamente alla mia schiena, per evitare di occupare troppo spazio. Dopotutto stavamo tutti l’uno appiccicato all’altro.
 
“N-no...” risposi a bassa voce, voltando leggermente la testa, cercando i suoi occhi. E li trovai. Nel buio totale notai che mi sorrideva. In quel momento mi sentii tagliata fuori dal gruppo. Non eravamo più nell’armadio, stretti contro altri otto corpi dei nostri amici. Eravamo solo noi due.
 
“Meglio così...” sussurrò. Girò completamente il mio corpo verso il suo, facendo aderire i suoi pettorali perfetti al mio piccolo petto. Si chinò sul mio viso, permettendo ai nostri nasi di sfiorarsi. “Perchè se ti fossi sentita male...” continuò, passando un dito sulla mia schiena dal basso verso l’alto, facendomi rabbrividire. Il suo sorriso si allargò. Qualcosa mi diceva che le mie reazioni lo divertivano tantissimo e che, in fondo, faceva di tutto per provocarmele. “Non avrei potuto fare questo...” bisbigliò prima di far toccare le nostre labbra. Chiusi gli occhi, in estasi. Ora capivo perfettamente cosa provava Bella quando Edward la baciava. Lui mi strinse a sé, mentre io feci salire le mani dietro il suo collo, giocando con i piccoli ricci che aveva sulla nuca. Improvvisamente Harry prese il mio labbro inferiore con i denti, mordendolo con affetto e insistenza allo stesso tempo. Appena cercai di allontanarmi per prendere fiato, le sue labbra cominciarono a cercare freneticamente le mie, per riottenere un contatto. Sentii la lingua di Harry intrufolarsi tra le mie labbra e io lo lasciai fare.
 
Dopo un paio di minuti di paradiso, avvertii un fiotto di luce colpirmi il viso e capii che l’anta dell’armadio era stata riaperta. Allontanandomi a malavoglia da Harry, uscii dal guardaroba, lasciando che i miei occhi si riabituassero alla luce normale. Harry, dietro di me, mi accarezzava le spalle con un indice, facendomi venire la pelle d’oca. Accertandomi che Liz non ci stesse guardando, mi girai leggermente e lasciai scorrere la mia mano sul viso del riccio, che prontamente la baciò.
 
Tornammo nel salone e ci sedemmo in cerchio sul morbido tappeto persiano, situato al centro della stanza. Jo propose di giocare al gioco della bottiglia e Zayn si alzò prontamente e corse fuori dalla stanza ritornando, poco dopo, scolandosi una bottiglia di birra da 33 cl. Appena la finì, le rimise il tappo e la porse a Jo.
 
“Eccoti la bottiglia.” le disse semplicemente. Poi tornò a sedersi, senza neanche traballare un po’.

COMMENTI DELLE AUTRICI :3
M: sono passate appena 24 ore dal rilascio del capitolo 13 e già vi mettiamo il 14... AMATECI!
G: no, comunque abbiamo aggiornato così presto perche in una giornata ci avete fatto trovare la bellezza di tre recensioni :3
M: vi vogliamo tento bene!!!
G: quindi, vi piacciono gli Harris? bene, perchè non saranno molto presenti nei prossimi 2/3 capitoli.
M: ci concentreremo sui Nizzie :D
G&M: a presto!
#Marti&Gra

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


CHRIS’ POV
 
Jo posò la bottiglia sul pavimento e, prima di farla roteare, guardò me e Liz.
 
“Ragazze, noi abbiamo una regola: se a un turno scegli Verità, il turno dopo sei costretto a prendere Obbligo. Ok?”
 
Noi due annuimmo. Jo fece per dare la spinta alla bottiglia, ma Hope la bloccò.
 
“Jo, ti dispiace se il primo giro lo faccio io? Ho un piccolo conto in sospeso con il riccio...” disse la  bionda, lanciando un’occhiata a Harry. I suoi occhi dardeggiarono sulla mano del riccio, che giochicchiava con le mie dita. Jo si strinse nelle spalle e lasciò la bottiglia, che fu presa rapidamente da Hope. La ragazza diede una poderosa spinta alla bottiglietta di vetro scuro che andò a fermarsi su Louis. Hope fece un verso deluso.
 
“Mmmh... obbligo.” disse Louis sicuro di sé. Faith gattonò fino a raggiungere Hope, sussurrandole qualcosa all’orecchio. Le due sorrisero diabolicamente.
 
“Allora, caro il mio Tommo... devi andare in cucina e riempirti le mutande di frutta e verdura!” disse Hope allargando il sorriso. Harry e Louis protestarono.
 
“Ma sei pazza? Ma che schifo, insomma e se mi becco una malattia causata da qualche schifo di batterio che sta sulla verdura, oppure sta un lombrico in una mela e mi finisce nelle mutande?” chiese Lou scattando in piedi.
 
“Mio Dio, Hope! Che schifo! Noi quella roba ce la mangiamo!” esclamò Harry schifato. Ma le deboli proteste dei due ragazzi non servirono a niente. Dopo qualche minuto di discussione Louis si incamminò verso la cucina con aria sconfitta, per poi tornare dopo qualche minuto a opera compiuta. Oddio, era uno spettacolo esilarante! Per poco non morimmo tutti dalle risate. Tutti tranne Harry e Louis, che aveva quasi un chilo di patate, quattro carote e un cavolo navone infilato dentro le mutande.
 
“Ehi, Lou! Mi sa che c’è ancora un po’ di spazio!” esclamò Zayn soffocando una risata. Il ragazzo gli lanciò un’occhiataccia e tornò in cucina dicendo, tra una bestemmia e un’altra, che andava a togliersi quella roba dai boxer.
 
“Tommo, butta tutto quanto nella spazzatura e non fare strani scherzi, va bene?” gli gridò Harry, lanciandogli un’occhiata minacciosa.
 
Quando Louis (che ancora lanciava occhiatacce e Hope e Faith) tornò il gioco riprese. Fece girare la bottiglia che si soffermò su Zayn. Il moro parve preoccupato, ma per fare la figura del temerario scelse obbligo. Louis, ancora offeso per il commento dell’amico, cominciò a ragionare la sua vendetta.
 
Io al posto suo avrei scelto verità...
 
Secondo me Louis prima o poi si sarebbe vendicato... tanto valeva togliersi il pensiero.
 
La punizione di Tommo non tardò ad arrivare: costrinse Zayn a mangiare un uovo crudo. La faccia del moro è stato qualcosa di impagabile, ma mai quanto quella di Harry mentre si lamentava del fatto che gli stavamo svuotando il frigorifero.
 
Subito dopo Zayn fece girare la bottiglia che si fermò su Jo. La ragazza scelse ‘Verità’
 
“Carissima Jo... a parte il tuo adorato verduraio...” disse Zayn prima di ricevere una scarpata (?) in testa da Louis. “Ahi! Dicevo, a parte Louis, chi ti scoperesti in questa stanza?”
 
Jo parve tentennare, mentre tutti la fissavamo con aria maliziosa.
 
“Penso che... non lo so... credo... Faith.” rispose candidamente la ragazza castana, lanciando un’occhiata alla riccia che le saltò addosso.
 
“Awww, Johanne!” esclamò Faith fingendosi intenerita. Zayn boccheggiò.
 
“Ehi, non valgono le ragazze!” esclamò ancora mezzo stupito. Jo lo fulminò con lo sguardo, staccandosi Faith di dosso.
 
“Non hai detto che dovevo per forza scegliere un ragazzo. Ebbene sì, io tradirei volentieri Lou per avere una relazione lesbo con Faith! E non mi vergogno a dirlo!” gridò Jo ridendo. Louis parve interdetto per un attimo, prima di prendere la riccia di peso e di toglierla dalle braccia della sua ragazza. Cominciò a carezzare il braccio di Jo, con fare possessivo.
 
“Ehi, devo essere geloso?” chiese con fare divertito, dopo averle schioccato un bacio sulla guancia. Lei si girò e lo baciò appassionatamente sulle labbra.
 
Asdfghjkl che dolci!
 
Concordo.
 
“Ti basta come risposta?” ribatté lei, staccandosi leggermente. Louis annuì leggermente prima di tornare al suo posto nel cerchio.
 
“Ragazzi, io muoio di fame!!” esclamò Liam. [G: Liam? Ma non dovrebbe dirlo Niall? Sai, l’amante del cibo... M: No! Non può dirlo Niall! Lui ha da fare! G: Ma che cosa? M: Lui sta flirtando con Lizzie! Non si accorge della fame!]
 
“Se andiamo in cucina, io e mia madre abbiamo passato il pomeriggio a fare delle pizze solo per voi!” trillò Faith, prendendo Liam per mano e trascinandolo saltellando in cucina. Tutti noi ci alzammo e cominciammo a seguirla.
 
“Tu? Ma sei hai passato il pomeriggio a chiedermi quale maglia metterti stasera? Ha fatto tutto mamma!” esclamò Harry fingendosi indignato. Camminava affiancandomi, lasciando che le nostre dita si sfiorassero in continuazione. Quel contatto, anche se minimo, aveva un che di... non so era piacevole, ma allo stesso tempo straziante. Volevo di più, un contatto maggiore. Harry era come la droga: più ne avevi, più ne volevi.
 
La droga uccide...
 
Ma Harry no ù.ù
 
“Dettagli, fratellino. Dettagli...” sussurrò Faith facendogli l’occhiolino.
 
“Fratellino? Ehi, Faith, non è che poi tu sei tanto più grande di me...” disse Harry alzando gli occhi al cielo. La riccia ridacchiò.
 
“Venti minuti, al paese mio, sono un sacco di tempo...” rispose, entrando in quella che supposi essere la cucina.
 
In che senso venti minuti?
 
“In che senso venti minuti?” chiesi guardando confusa Harry e Faith.
 
“Io e Harry siamo gemelli. Ma in verità sono nata prima io e venti minuti dopo è nato lui. In pratica, io sono la sorella maggiore.” mi spiegò lei sorridendo.
 
“Awww, ma quindi tu sei il piccolino di casa!” esclamai intenerita, passandogli scherzosamente una mano tra i ricci. Lui mi sorrise mostrandomi le sue fossette, così belle da far sembrare il sorriso di Justin Bieber (il cantante più asdfghjkl della Terra) il sorriso di un vecchio sdentato. [M: Ma povero Jus... G: Dai, ci sta! M: E se ci becchiamo gli accidenti delle Bealibers? G: ALLORA DAREMO IL VIA ALLA GUERRAAAA!]
 
“Ma visto che lui è più grande e più grosso, fa spesso la parte del più grande...” continuò Faith, con cipiglio severo.
 
“Sì, ma io può!” esclamò Harry mettendosi in posa della serie “Bitch-I’m-Fabulous”
 
Avevamo raggiunto una cucina enorme che fungeva anche da sala da pranzo, infatti vidi un tavolo lungo, con sopra una semplice tovaglia azzurra con il bordo bianco. Faith, mentre parlava con noi, aveva poggiato sul tavolo dei piatti pieni di pizza fumante, già tagliata a fette.
 
“Sembra ottima!” commentò Zayn, sedendosi di fianco a Hope.

COMMENTI DELLE AUTRICI :3
G: sappiamo che volete un po' di Nizzie...
M: ma vi tocca aspettare, quindi godetevi gli Harris, perchè così va la vita.
G: forse l'abbiamo già detto mille volte ma per i Nizzie abbiamo in mente una bella scena tutta asdfghjkl!
M: come al solito non sveliamo niente. :P
G: perchè siamo stronze xD
M: ah, un'ultima cosa! un mio compagno di classe che compone canzoni ci "presterà" la sua ultima creazione, e probabilmente allegheremo il link del video di youtube al capitolo dei Nizzie, perchè crea proprio l'atmosfera. vi preghiamo di ascoltarla, è bellissima *_*
#Marti&Gra

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


CHRIS’ POV
 
Tutti avevano già preso posto intorno al tavolo. Harry mi indicò due sedie vicine, di fronte a Liz e Niall che parlavano del più e del meno. Era incredibile vedere come Lizzie adesso si trovasse più a suo agio con il biondo. Solo un’oretta e mezza prima stava fingendo di stare sul letto di morte per non incontrarlo...
 
Bah, valla a capire quella ragazza...
 
Io e Harry ci sedemmo e prendemmo una fetta di pizza a testa, cominciando a parlare con Niall e Liz. Notai che Harry, con frasi che parevano buttate lì casualmente, tesseva le lodi di Niall. Questo fatto mi insospettii. Presi il cellulare e composi un messaggio.
 
A: Harry
 
Fammi capire, ma tu vuoi che quei due si mettano assieme?
 
Inviai il messaggio e aspettai che Harry lo ricevesse e mi rispondesse. Pochi secondi dopo vidi Harry mettersi una mano in tasca e tirare fuori il cellulare. Digitò una risposta sul suo telefono e io ricevetti un messaggio dopo qualche secondo.
 
Da: Harry
 
Ovvio! Niall mi parla in continuazione di Liz... penso che la ami veramente, io lo conosco da una vita e credimi se ti dico che non l’ho mai visto così per una ragazza. Comunque, ho un piano. Mi reggi il gioco?
 
Annuii in direzione del riccio, che si rivolse a Liz, che aveva chiesto un parere su un cantante a Niall.
 
“A proposito di musica, Liz, tu lo sapevi che Niall suona la chitarra?” disse Harry con nonchalance. Io e Liz spalancammo gli occhi.
 
“Davvero?” chiesi con forse troppo stupore. “Oh, Niall un giorno dovrai farci sentire qualcosa!”
 
Il biondo arrossì.
 
“Veramente, io...” cominciò Niall.
 
“Veramente Niall è estremamente timido... devi sapere, Chris, lui suona solo per sé stesso o in occasioni speciali... molto speciali.” lo interruppe Harry con un voce di chi alludeva qualcosa. Colsi al volo l’allusione. Per occasioni speciali si intendeva... una dichiarazione!
 
“Capisco. Beh, allora...” dissi, prima di sobbalzare. Per fortuna Liz e Niall non se ne accorsero. Harry, da sotto il tavolo aveva cominciato ad accarezzarmi la coscia, partendo dall’esterno e raggiungendo lentamente l’interno. Mi arrivò un messaggio sul cellulare. Con mani tremanti lo afferrai e lo lessi.
 
Da: Harry
 
Vorrei farti mia...
 
“Non vedo l’ora...” continuai, lanciando un’occhiata al riccio. Ovviamente il messaggio era diretto a lui, che mi sorrise in modo malizioso. Continuai la frase, per dare l’impressione di parlare con Niall. “Che arrivi un’occasione così importante.”
 
Harry, provocandomi brividi inimmaginabili, continuava a carezzarmi gambe, avvicinandosi sempre più alle mie intimità. Il mio respiro si faceva irregolare. Lo sentii ridacchiare silenziosamente.
 
“Chris, ti senti bene?” mi chiese Faith, seduta alla sinistra di Liz (Niall si trovava alla sua destra). “Sei tutta rossa e sudata...”
 
“I-io... sì, tutto bene... ho solo bisogno di prendere un po’ d’aria, scusatemi...” risposi alzandomi e dirigendomi verso il salone. Appena fui fuori dalla cucina mi lasciai cadere sul pavimento. Era incredibile, inconcepibile! Com’era possibile che un ragazzo, per quanto fosse fottutamente bello, potesse avere una simile influenza su di me... era innaturale!
 
HARRY’S POV
 
Era già passato un po’ da quando Chris era uscita dalla cucina. Nonostante i miei precedenti, lei mi piaceva veramente e non volevo solo portarmela a letto. Se solo gli altri avessero scoperto la nostra tresca l’avrebbero allontanata da me... e questo non doveva assolutamente succedere. Mi piaceva vedere come reagiva ad ogni mio comportamento nei suoi confronti, come sussultava quando la toccavo, come le sue dita mi toccavano i capelli, come mi guardava, come si mostrava così... indifesa. L’avrei tenuta stretta tra le mie braccia per tutta la vita. Senza né mangiare né dormire. Tutto per lei.
 
“Io vado a vedere come sta Chris...” sussurrai alzandomi. Liz mi precedette con una velocità tale che quasi non la vidi muoversi.
 
“Non preoccuparti, Harry...” mi disse con un sorriso. “Vado io. Tu continua pure a mangiare...”
 
Mi risedetti, con aria sconfitta. Liz fece il giro del tavolo e uscì velocemente dalla cucina. Appena se ne fu andata Niall si sporse verso di me, curandosi che nessuno ci ascoltasse.
 
“Vacci piano con Chris... rischia di rimanerci secca.” mi disse il biondo con un mezzo sorriso amareggiato.
 
“Di che parli?” chiesi fingendo di non capire; sapevo di cosa parlava e volevo evitare il discorso. Perchè si era fatto un’idea sbagliata. Niall sbuffò.
 
“Sai benissimo di che parlo. Ascoltami bene: mi sto pentendo amaramente di aver deciso di presentartela. Tu vuoi solamente portartela a letto e questo non mi sta bene. Lei ora è mia amica e non voglio vederla soffrire. E comportandoti così tu la stai illudendo. E non poco, Harry.”
 
“Non voglio solo scoparmela. Certo, con alcune ragazze è stato così in passato, ma con lei ho intenzioni serie. Mi piace davvero. E mi intristisce molto il fatto che il mio migliore amico nemmeno se ne accorga...”
 
“Harry Styles... il mio amico Harry Styles... innamorato? Questa è veramente una cosa da scrivere nel mio diario personale!” mi prese in giro Niall. Lo fulminai con lo sguardo. “Oh, amico, ma dici sul serio?”
 
“Certo che dico sul serio! E sappi, caro Horan che se con altre ragazze prima è stato solo una botta e via... è stato perchè anche loro non volevano una cosa seria. Io le donne non le faccio soffrire mai. Capito? Mai.”
 
LIZ’S POV
 
Uscita dalla cucina trovai Chris seduta per terra, con gli occhi chiusi, intenta a massaggiarsi le tempie. Non la vedevo combinata così da un sacco di tempo. O almeno non per un ragazzo.
 
Che intendi fare con Harry?
 
È evidente che a Chris piace molto... ma deve azzardarsi a farle del male, anche solo per sbaglio... e io gli strappo i coglioni e li uso come portachiavi della chiave del mio Liberty. E non scherzo.
 
“Chris...” sussurrai, sedendomi per terra, accanto alla mia migliore amica. Lei aprì gli occhi e mi guardò. Ci abbracciammo a lungo.
 
“Forza, sfogati...” le sussurrai sciogliendo il nostro abbraccio.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
il ritorno di Martina, e delle sue cazzate, yeah! oggi sono strasuper contenta perchè mi è tornato internet e la prima cosa che ho fatto è stato aggiornare (immaginare il numero di notifiche di facebook mi fa inorridire...) e poi oggi sono usciti i quadri di scuola (faccio il 1° liceo linguistico) e non sono passata in tutte le materie! yeah bitches, l'estate mi appartiene! *nonvifreganiente* vabbè, sul capitolo non ho niente da dire, si commenta da solo. volevo chiarire i buoni propositi di harry, che nei prossimi capitoli verranno fuori. la mancanza di internet mi ha fatto andare avanti a scrivere in una maniera bestiale, sappiate che ho quasi finito il capitolo 23 e ho iniziato due nuove storie che pubblicherò il prima possibile. che dire, non mi stanco mai di inventare cazzate per voi <3

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


“Forza, sfogati...” sussurrai a Chris con dolcezza. Lei prese un bel respiro e mi raccontò tutto: quello che era successo nell’ingresso, nell’armadio e anche a tavola. Ebbi l’istinto di andare dal riccio e rasarlo a zero. “Ma lui a te piace, no? Quindi dov’è il problema se ti riserva questo tipo di attenzioni?”
 
“Il problema non sono le sue attenzioni... ma le mie reazioni, Liz. Non è normale che mi sento come se il cuore stesse per scoppiarmi ogni volta che mi sfiora la mano, capisci? Da un lato vorrei non averlo mai conosciuto; non voglio dipendere da una persona in questo modo. Ma d’altro canto sento che se non l’avessi mai incontrato, sarei per sempre rimasta triste e incompleta... io non voglio soffrire per amore, Liz, e tu lo sai benissimo, ma oramai sento che qualunque sarà la mia scelta, mi farò male... sia se mi allontano da lui, sia se resto.”
 
“Christine Killen. Ascoltami bene. Tu più di ogni altra persona in questo mondo hai il diritto di essere felice. E se la tua felicità è con Harry devi lottare per essere felice. E se il riccio osa solo provare a farti del male, anche solo per sbaglio o per gioco... io lo ammazzo.” le dissi puntandole l’indice contro. Chris sorrise, con gli occhi lucidi.
 
“Grazie, Liz.” mi sussurrò. Sorrisi in rimando.
 
La mia piccola Chris...
 
HARRY’S POV
 
Vidi Chris e Liz tornare, tutte e due sorridenti. Chris si sedette accanto a me, continuando a sorridere. Si rivolse a me a Niall molto naturalmente.
 
“Scusate ragazzi. Avevo solo bisogno di prendere una boccata d’aria, tutto qui.” disse. Il suo sguardo dardeggiò su di me. Liz, invece di tornare al suo posto, si avvicinò a me, lo sguardo più serio di prima.
 
“Harry. Devo parlarti. In privato.” mi sussurrò. Mi alzai sorridendole. Chissà se si addolciva un po’ così... appena ci fummo allontanati dalla cucina mi mise spalle al muro, guardandomi minacciosa.
 
“Non ci girerò intorno, Styles. Che intenzioni hai con Chris?” mi chiese a denti stretti. La guardai stupito. Chi avrebbe detto che Liz avesse un lato oscuro di questo tipo?
 
“I-io... lei mi piace sul serio, Liz...” risposi tentennante. Sorrise sarcastica.
 
“Senti riccio, sarò diretta: con la faccetta da angioletto che ti ritrovi sembri un puttaniere fatto e finito, sono stata chiara? Ora, stammi bene a sentire. Tu a Chris piaci e non poco. E non c’era bisogno di chissà quale chiacchierata per sapere come la stessi provocando, perchè non sono stupida. E nemmeno gli altri nell’altra stanza lo sono.” ringhiò indicando la cucina. Sorrisi.
 
“Carissima Liz, avrò anche la fama del puttaniere, ma sono solo voci che circolano. Se con una ragazza faccio solo una botta poi chi si è visto si è visto, è perchè lo vogliono anche loro, capito? Non sono il tipo che si fa portare nella stanza di una ragazza per poi farle trovare il letto vuoto il mattino dopo.” spiegai alla ragazza, allontanandola leggermente da me. Lei mi fissò, ancora leggermente sospettosa. “Provo veramente qualcosa per Chris. Sento che lei è diversa, è speciale. Sento che non è solo attrazione fisica, ne sono certo... io non avevo mai provato niente del genere per una ragazza...”
 
Mi ero aperto con una ragazza... una ragazza che conoscevo da appena un paio d’ore. Ma sentivo che mi aveva fatto un gran bene. Dopotutto lei era la migliore amica della ragazza che amo, sapevo (o almeno speravo) che potesse capirmi.
 
“Voglio crederti, Harry, ma ricordati una cosa: fai soffrire la mia Chris, anche solo un po’... azzardati a farle male in una qualsivoglia maniera e io ti stacco la testa e l’appendo alla parete come i cacciatori appendono le teste degli alci. Sono stata chiara?”
 
Inghiottii. Ok, quella ragazza era un tantinello inquietante.
 
“Cristallina...” risposi in un sussurro. Lei fece un passo indietro e si allontanò da me.
 
“Perfetto, Styles. E ora vai in cucina e sorridi, d’accordo? Gli altri dovranno credere che adesso io e te abbiamo avuto una vivace chiacchierata tra amici, ok? E se non fai quello che ti ho detto io spaca botilia e amaza familia.”
 
“Non è che sei imparentata con Zayn?” le chiesi divertito, per cambiare discorso. Mi guardò confusa.
 
“No, perchè?” chiese spiazzata.
 
“Perchè lui è il pakistano truzzo che se tu no da portafolio lui butta giù te da scolio!” esclamai. Cominciammo a ridere insieme, guardando gli altri che ci raggiungevano in soggiorno, per riprendere a giocare al gioco della bottiglia. La vidi sospirare.
 
“Mmh, non so perchè ma quando guardo Zayn ho l’impressione di averlo già visto da qualche parte...” sussurrò pensierosa.
 
“Magari l’hai visto in qualche servizio del telegiornale del tipo: ‘ATTENTATO TERRORISTICO, SOSPETTATO KEBABBARO PAKISTANO DI 20 ANNI. ’.” continuai a scherzare. Zayn ci passò accanto in quel momento, starnutendo. Liz ridacchiò.
 
“Quindi i giapponesi non avevano tutti i torti...” commentò. [N.d.A. secondo una credenza giapponese quando qualcuno parla male o parla bene di una persona questa starnutisce rispettivamente una o due volte. Se invece qualcuno dice di amare un’altra persona quest’ultima starnutirà tre volte.]
 
“Vas happnin’, Liz? Perchè ridi?” chiese il moro guardando la ragazza. Aveva il naso leggermente arrossato, a causa dello starnuto di poco prima.
 
“Ecco dove ti avevo già visto!” esclamò Liz, facendo sobbalzare sia me che Zayn. “Tu sei quell’idiota che ha gridato ‘Vas happnin’!!’ in quella diretta del telegiornale!”
 
“Mi hai visto veramente in quel servizio? Di’, la verità in TV sono più figo che dal vivo.” disse quel vanitosissimo pakistano schioppato* [* = Rincoglionito/ Rincretinito].
 
“No, sia dal vivo che in TV sembri un’imbecille...” gli rispose per le rime Liz.
 
“Ehi, voi tre! Venite a giocare o no?”ci chiese Jo sedendosi per terra. Noi annuimmo, raggiungendo il gruppo che ormai si era completamente raccolto intorno alla bottiglia ancora posata a terra. Stavolta fu Faith a cominciare e fece girare la bottiglia che si fermò su Hope, che scelse verità.
 
“Se ti chiedessi di andare a letto con mio fratello tu lo faresti?” chiese la mia adorata sorella con un sorriso maligno. L’ho sempre pensato che quella ragazza fosse dannatamente bella ma allo stesso tempo dannatamente stronza.
 
“Ma anche no! Io non tradisco il mio ragazzo per una faccia da scemo come Harry!” esclamò la bionda ridendo.
 
“Ah, grazie...” dissi sarcastico. Lei per tutta risposta prese la bottiglia e la fece girare. Si fermò su Chris che, senza timore, scelse obbligo.
 
“Bene, Chris... tu devi... baciare Harry!” esclamò la stronza. Io e Chris ci guardammo preoccupati. Cosa sapeva Hope di noi due?
 
Mentre tutti intorno a noi cantilenavano insistentemente le parole “Bacio! Bacio! Bacio!” io e Chris sospirammo, avvicinando i nostri volti. Non che non volessi baciarla, solo Dio sa quanto ne avevo voglia, ma ero leggermente preoccupato per il fatto che se avessi ricominciato a baciarla non mi sarei più staccato. Adoravo troppo il sapore delle sue labbra, quella ragazza era la mia droga, la amavo ogni secondo di più. Appena le nostre labbra si sfiorarono un coro di “Awww” riempì la stanza. Avvicinai il corpo di Chris al mio, tirandola per i fianchi. Misi delicatamente una mano sul suo collo, per impedirle di allontanarsi, mentre l’altra teneva i suoi fianchi incollati ai miei. Giuro su quanto mi è più caro al mondo che mai, mai e poi mai mi sarei staccato da quelle labbra così perfette e delicate se non fosse stato per Zayn.
 
“Ok, ragazzi... penso possa bastare...” disse con voce divertita. Chris si allontanò da me, tornando a sedersi. Aveva le guance bordeaux. Era veramente adorabile, vista così tutta rossa per l’imbarazzo. Le sarei saltato volentieri addosso e l’avrei riempita di baci, finché mi fosse rimasto fiato.
 
“Ehi, Chris. Devi girare la bottiglia.” le ricordò Louis, dandomi una leggera pacca sulla spalla. Lei diede una spinta alla bottiglia che andò a fermarsi su Liam, che scelse obbligo. Lei parve rifletterci un po’ su prima di sorridere malignamente.
 
“Liam, devi fare un succhiotto sul collo a Louis!” esclamò la ragazza incrociando le braccia al petto. Noi altri al solo pensiero scoppiammo a ridere. Vidi Faith prendere il cellulare e filmare Liam che, con una faccia disgustata succhiava nell’incavo del collo di Tommo. Appena il castano si fu allontanato dal collo del mio migliore amico mangia-carote, la mia “cara” sorellina riccia avvicinò la videocamera alla chiazza violacea sul collo di Louis.
 
“Non male... amore, ci sai davvero fare...” commentò Faith ridendo. “Questo va su youtube.” continuò salvando il video nella memoria del telefono. Liam cercò di ingraziarsela avvicinandosi alla sua guancia per schioccarle un tenero bacio. Faith si ritrasse fingendosi disgustata. “Tieni lontane quelle labbra da me! Se vuoi baciarmi ancora ti tocca lavarti la bocca col sapone almeno sei volte!”
 
Scoppiammo tutti a ridere, Liam compreso. Faith girò la bottiglia che si fermò su Niall, che lanciò un’occhiata speranzosa a Liz, che però non se ne accorse. Il biondo scelse obbligo.
 
“Niall, devi rimanere chiuso nello sgabuzzino... per un quarto d’ora... con Liz!” gridò mia sorella incrociando le braccia al petto. Niall e Liz si fissarono. Negli occhi di lei solo stupore e imbarazzo. Negli occhi di lui l’aria di chi ha appena vinto il primo premio a un campionato mondiale di non-so-cosa.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
finalmente siamo arrivate a scoprire la famosa scena tra Niall e Liz *urladigioia*. ma voi ci credete che io questa storia la volevo fare di appena 20 capitoli giusto per passare il tempo? e invece siamo al 17 e non siamo nemmeno a metà :O
sono troppo chiacchierona... seriamente, mio fratello (che altri non è che quello scassa-coglioni di Mike.) dice che ci ho messo troppo per descrivere una serata. mentre la mia adorata musa ispiratrice (Grazia <3) dice che se tutti questi capitoli sono per una serata tra amici non osa pensare quanto ci metterò per descrivere la prima volta tra Niall e Lizzie... sempre se ci sarà. :P
comunque un bacione <3

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Capitolo 18
*** Chapter 18 ***


LIZ’S POV
 
“Che cosa?” esclamai con voce strozzata, scattando in piedi. Tutti mi fissarono.
 
Reazione esagerata, piccola...
 
Sì, forse ma non posso rimanere chiusa in uno sgabuzzino con Niall! Per quindici lunghissimi minuti! Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere lì dentro?!
 
Oh, poveri noi...
 
Lo hai detto Nick... lo hai detto...
 
“Forza Lizzie... dov’è il problema se due amici rimangono un po’ da soli? Lo hai detto tu, quando sei arrivata, no? Solo amici. Cosa ti preoccupa tanto?” disse con voce canzonatoria Zayn.
 
Nick, prendi nota. Lista delle cose da fare prima di suicidarsi: Uccidere. Zayn. Malik.
 
Supponevo fosse questo il suo cognome, l’avevo visto taggato in una foto con Harry, quando Chris mi aveva mostrato il profilo del riccio, qualche giorno prima.
 
“N-niente, ma...” dissi guardando Niall, poi Chris, e poi di nuovo Niall e poi... Perrie delle Little Mix.
 
No aspetta, ma che cazz...?
 
“Faith, perchè mi stai sventolando davanti il tuo telefono? E perchè come sfondo hai una foto di Perrie delle Little Mix?” chiesi sconcertata guardando il telefono della riccia. Lei si strinse nelle spalle.
 
“No, niente. Pensavo che il completo che ha addosso in questa foto è bellissimo, tu che ne pensi, Liz?” mi rispose lei con tranquillità.
 
Già... la ragazza normale, tranquilla...
 
Ok, non è questo il punto, Nick! Devono ficcarselo in testa: io nello sgabuzzino da sola con Niall NON CI STO!!
 
*cinque minuti dopo*
 
“Ok, ragazzi! Un quarto d’ora a partire da quando chiudo la porta!” esclamò allegramente Faith, prima di chiudere la porta dello sgabuzzino. A doppia mandata. Sospirai silenziosamente per non farmi sentire da Niall. Quello più che uno sgabuzzino era un buco, in due ci stavamo strettissimi, e la presenza di una grossa scarpiera che occupava l’intera parete di certo non migliorava la situazione. Mi sedetti per terra di fronte a quel voluminoso mobile, tenendo le ginocchia aderenti al petto. C’era troppo poco spazio per stendere le gambe. Niall si sedette accanto a me, facendo aderire i piedi alla scarpiera, tenendo le gambe leggermente piegate.
 
“E quindi che si fa?” mi chiese. Mi strinsi nelle spalle. Alzai gli occhi al cielo, ma non perchè fossi stufa, ma perchè sentii un lieve fzz provenire dalla piccola lampadina attaccata al soffitto, che si spense dopo un paio di secondi. Rimanemmo al buio.
 
“Oh perfetto...” sussurrai tornando a guardare di fronte a me. Il corpo tiepido di Niall premeva leggermente contro il mio fianco, perchè lo spazio era poco e come ho detto prima, in due in quel buco si stava strettissimi.
 
“Liz... qual è il tuo nome? Il nome completo, intendo...” mi chiese Niall all’improvviso. Mi girai verso di lui, leggermente confusa.
 
“Elizabeth Jane Shine, perchè?” domandai. Dalla sua voce intuii che sorrideva.
 
“Per curiosità...” mi rispose.
 
“Io ti incuriosisco?” chiesi incredula.
 
“Abbastanza, sì...”
 
“E il tuo nome completo qual è?”
 
“Sono io quello che fa le domande stasera, signorina Shine.” mi riprese fingendosi severo. Ridacchiai.
 
“Sissignore.” esclamai, stando al gioco. E da qui partì il suo interminabile interrogatorio; mi chiese le cose più comuni, come la mia età, se avevo fratelli o sorelle (purtroppo sì...), la via dove abitavo, i libri e i film che mi piaceva leggere. Poi cominciò a chiedermi informazioni sulla mia famiglia e gli raccontai del mio essere mezza italiana, della caotica vita che avevo a Venezia e delle mie estati spensierate a Bari, nella casa di campagna di mia zia. Mi chiese di descrivergli cose impossibili da descrivere, come il verso delle cicale che cantano all’unisono nelle prime ore del pomeriggio, o l’odore della resina sugli alberi. Mi chiese i miei generi di musica preferiti e quali cantanti mi piacessero. Poi passammo a cose un po’ più personali.
 
“Mai avuto in ragazzo?” mi chiese.
 
Ahi... questo tasto non andava toccato...
 
E che gli dico adesso? Potrei raccontargli di... di quello che ho passato con quel mostro. Sean, quel bastardo... certamente Niall mi capirebbe, magari potrebbe anche consolarmi e... un attimo! Ma che sono, impazzita? Nessuno deve sapere di lui. Né ora, né mai. Tanto meno Niall. Rischierei di allontanarlo, si spaventerebbe e non vorrebbe più vedermi e... e io non voglio che accada. Oramai Niall è mio amico e  Sean  fa parte del mio passato. Un passato che Niall non dovrà mai approfondire.
 
“Però sto parlando solo io...” dissi fingendomi scocciata per sviare il discorso. Niall mi diede una giocosa ditata sul naso.
 
“Te l’ho detto, Lizzie! Tu mi incuriosisci e poi mi piace sentire la tua voce. È molto espressiva e dolce, solo sentendoti parlare ho capito quanto le tue estati nel sud Italia ti siano rimaste nel cuore, quanto amassi la vita nella bella Venezia e quanto non sopporti i tuoi fratelli...” disse. Ridemmo entrambi. “Quindi non evitare le mie domande e rispondi, forza!”
 
“Io, ehm... diciamo che non ho mai avuto niente di serio.” risposi vaga.
 
Uff... l’ho scampata...
 
“E sei vergine?” chiese a bruciapelo.
 
E che gli dico? Devo sviare il discorso, devo sviare il discorso, devo sviare il discorso!!
 
“Ehm... no. Sono cancro...” dissi cercando di apparire calma.
 
Altro che calma, qua mi scoppiano gli organi interni dall’ansia!
 
“Sai perfettamente cosa intendo...” mi sussurrò Niall fingendosi imbronciato.
 
“No, non lo so... che intendi?” chiesi avvicinandomi a lui con voce incuriosita.
 
Ok, ok, la parte dell’ingenua funziona!
 
“Insomma, hai mai... fatto... lo sai, no?” balbettò imbarazzato. Sospirai. Che senso aveva mentire?
 
“Sì lo so, Niall.” dissi abbassando gli occhi. Improvvisamente le mie Supra nere erano diventate estremamente interessanti.
 
Oh porca vacca ingroppata da un toro trans! Ho la punta della scarpa destra rovinata!
 
“E quindi?” continuò a indagare il biondo.
 
È tutta colpa di quel bastardo del cane di Chris (letteralmente: Flaaffy, il cane della mia amica, è un incrocio tra un volpino italiano e un husky)!
 
“No, non sono più vergine...”
 
“Ah, e con chi...? La prima volta?” chiese, leggermente triste (o deluso?). Oh Signore del terzo piano, possibile che una ragazza non possa gastemare [ovvero riempire di insulti] il cane della sua migliore amica senza che un biondo mega figo le faccia domande sulla sua verginità?
 
...quel botolo ringhiante si è sicuramente fatto i denti con le mie scarpe quella volta che ho dormito a casa di Chris e... aspetta, COSA MI HA CHIESTO? CON CHI HO SCOPATO PER LA MIA PRIMA VOLTA? MA UNA SPAGHETTATA DI CAZZI TUA NO, EH? Niente panico; evita la domanda. Simple but effective!
 
“Ehm... andiamo alla prossima domanda...” sussurrai. La vista mi si annebbiò leggermente. Non potevo piangere per Sean! Non DOVEVO piangere per uno stronzo come lui. Mi passai un braccio sugli occhi con un gesto fulmineo.
 
Mi sa che Niall nemmeno se n’è accorto...
 
“Ehi, ma tu stai piangendo...” mi sussurrò, avvicinandosi un po’ di più a me.
 
Ah, ma che cavolo!
 
“Nah, ma che dici? Mi è finito un qualche coso nell’occhio...” dissi, con voce tranquilla. Per quello che il poco spazio concedeva, Niall mi girò, mettendomi faccia a faccia con lui.
 
“Non mi dire bugie, Liz...” disse. Sotto il velo di gentilezza potevo notare un tono del tipo ‘Non sparare cazzate, ragazza, ti ho sgamata alla grande!’. “Non colgo le tue emozioni solo dalla tua voce, Lizzie. Anche i tuoi occhi mi parlano. E sai cosa ci vedo io adesso?”
 
“Cosa...?” bisbigliai, tirando silenziosamente su col naso.
 
“Io vedo tanto dolore...” disse, prima di cominciare ad avvicinare il suo volto al mio. Sarà stata la polvere che chissà da quanto stavo inalando, saranno stati i miei ormoni, ma in quel momento pensai:
 
Ah, ma chi cazzo se ne frega del mio passato di merda! Se Niall bacia bene anche solo la metà di come bacia nei miei sogni posso veramente considerarmi fortunata...
 
Chiusi, quindi, gli occhi, cedendo lentamente ai desideri più remoti del mio cuore.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
alè! visto cosa vi faccio succedere? OuO volevo questa scena da una vitaaaaaa! comunque amatemi perchè vi sto mettendo un capitolo al giorno *feellikeaboss* non posso dire lo stesso però per You're a Little Princess... mi sto impegnando il più possibile giuro! vabbè, vado a pensare qualcosa da scrivere nei prossimi capitoli <3
un bacione a tutte voi che seguite le mie storie e un in bocca a lupo a Corinne Tomlinson e a tutte voi che dovete affrontare gli esami!!

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Capitolo 19
*** Chapter 19 ***


Sentivo il fiato del biondo sul mio viso, sentivo che volevo assaporare le sue labbra rosee e perfette, eravamo vicinissimi...quando un fascio di luce mi investì il volto e una voce maschile mi arrivò alle orecchie.
 
“Ok, ragazzi, i quindici minuti sono passa... oh Dio Preservativo! [Ok, questa non so da dove mi sia uscita... sul serio!]” gridò Louis sulla porta dello sgabuzzino. In effetti,la scena che gli si parava davanti era impossibile da contestare: io ero praticamente seduta sulle gambe di Niall, lui mi teneva stretta a sé con tutte e due le mani per non parlare dei nostri nasi che si stavano sfiorando. Ma visto che io ero e sono tutt’ora una ragazza amante della verità dissi la prima cosa che mi venne in mente.
 
“Niall mi stava soffiando via un po’ di polvere dall’occhio!” esclamai con voce strozzata, scattando in piedi.
 
“Oh cazzarola...” bisbigliò Niall prima di coprirsi il cavallo con tutte e due le mani. Diventai completamente rossa, mentre Louis scoppiò a ridere.
 
“Certo, come no, Liz?! Dillo al piccolo James, magari ti crede...” disse Louis tra uno sghignazzo e l’altro accennando col capo all’amichetto di Niall. Il mio sguardo vagò sui volti dei due ragazzi, cercando con tutte le forze di non cadere sulla zona che Niall cercava di nascondere con le mani.
 
Che cosa mi è saltato per la testa...
 
Mi misi una mano tra i capelli, cercando di raccogliere le idee. Se non fosse stato per l’arrivo di Lou avrei baciato Niall. Cosa che non avrei mai e mai dovuto fare in vita mia. Rendendomi lentamente conto della situazione creatasi scappai più in fretta possibile da quel cubicolo, superando Louis e correndo nel salone, dove gli altri giocavano spensieratamente.
 
“Ragazzi, io... ho dei problemi a casa con mia sorella; è abbastanza urgente e... e devo andarmene. Scusate, è stato un piacere.” dissi in fretta, sperando che Niall e Tommo non ci raggiungessero in quel momento.
 
“Vengo con te...” esclamò Chris alzandosi in piedi, capendo al volo la situazione. Abbozzai un sorriso.
 
“No, Chris non ti preoccupare. Tu resta pure, non voglio rovinarti la serata.” le dissi in modo eloquente. Volevo rimanere sola. Poi mi rivolsi al resto del gruppo, che mi guardava dispiaciuto. “Ciao ragazzi, grazie di tutto. Alla prossima.” dissi prima di andare in fretta verso l’ingresso, dove presi la mia borsa. Uscii in fretta da quella casa, dirigendomi verso il parcheggio dove avevo lasciato il mio Liberty. Lo inforcai, mettendomi il casco. Infilai le chiavi nel quadro e cominciai la manovra per uscire dal parcheggio. In quel momento ero divisa a metà: una parte non voleva mai più rivedere Niall Horan. Ma l’altra avrebbe tanto voluto vederlo correre verso di me, in quel preciso istante, intento a fermarmi... mi avrebbe resa la ragazza più felice della terra.
 
NIALL’S POV
 
Non capivo perchè Liz fosse andata via così. Io e Louis ci guardammo basiti, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di dire niente. Nemmeno Lou, e lui parla sempre!
 
“Io... penso che dovremmo andare dagli altri...” dissi a bassa voce, alzandomi. Louis annuì e fece per seguirmi. A un certo punto mi bloccò.
 
“Ehm, Niall...” sussurrò visibilmente imbarazzato. “Penso che prima dovresti... come dire? Far calmare James...” il suo sguardo vagava dal mio viso ai quadri appesi sulle pareti, inequivocabile segno del fatto che non ci teneva a dare un’occhiata al mio amichetto.
 
“Oh Vergine Ippopotama...” dissi alzando gli occhi al cielo, mentre entravo nel piccolo bagno, situato a pochi passi dallo sgabuzzino.
 
*poco dopo*
 
Uscii dal bagno, come nuovo. O almeno esternamente. Non capivo cosa fosse successo a Liz, non capivo perchè fosse scappata, non capivo niente. Camminavo affiancato da Louis, che mi guardava, leggermente imbarazzato.
 
“Stai pensando a lei, vero?” mi chiese improvvisamente. Annuii. “Lo immaginavo. Niall, cerca di capirla...”
 
“Ci sto provando, Lou... credimi se ti dico che sto cercando in tutti modi di capire quella ragazza...” sospirai. “N-non capisco come mai prima quasi mi bacia, poi scappa... non so cosa pensare, Louis... evidentemente non le piaccio...”
 
“Secondo me, è solo molto confusa... tu dalle tempo e vedrai che lei farà la scelta giusta.” mi suggerì il castano. Sorrisi debolmente, raggiungendo il salone. Il mio sguardo vagò sul gruppo di ragazzi seduti per terra. Ma lei non c’era.
 
“Dov’è Liz?” chiesi, con tono afflitto. Harry mi guardò divertito.
 
“Scappava da te, ovvio.” scherzò lui. Alzai gli occhi al cielo, rivolgendomi alle ragazze, le uniche che prendevano la situazione seriamente.
 
“Ragazze...” sussurrai con voce supplichevole. Loro si fissarono. Vidi Jo mordersi il labbro inferiore, indecisa.
 
“Lei... ha detto di avere dei problemi a casa e... e che doveva andarsene.” disse Hope con una voce sottile, come se volesse chiedermi scusa. “Ha detto che era urgente...”
 
“Io... ok, va bene.” dissi sedendomi accanto a Faith. Dovevo trovare un modo, una scusa per andarmene, raggiungere Liz e... e parlarle. In quel momento mi arrivò un messaggio. Lo aprii col cuore in gola, sperando fosse Liz.
 
Da: Liam
 
Vai da lei, fratello.
 
E questo era ovvio, ma come?
 
A: Liam
 
Sì, ma... come?
 
La risposta non tardò ad arrivare.
 
Da: Liam
 
Di’ che tua madre ti ha detto di tornare a casa perchè è tardi, no?
 
Amavo il mio migliore amico. Non l’avevo mai detto? Beh, ora lo sapete: amo il mio amico Liam James Payne.
 
“Ragazzi mia madre rompe, dice che devo tornare a casa perchè è tardi...” buttai lì alzandomi. Harry mi guardò scettico.
 
“Niall, sono appena le 11.30... di solito tu rientri all’una o giù di lì...” mi fece notare il riccio, fermando la serie di carezze che stava lasciando sul braccio di Chris. Ma erano una coppia o no? Boh...
 
“Sì, ma domani dobbiamo andare da non so quale parente fuori città e dobbiamo alzarci presto.” inventai. Gli altri parvero convinti. “Ciao a tutti.” dissi sorridendo normalmente. Ammiccai in direzione di Liam, dirigendomi verso l’ingresso. Stavo per uscire, quando notai Chris che si avvicinava a me.
 
“Niall. Sappiamo entrambi che tu non stai andando a casa tua...” mi disse severamente. Alzai gli occhi al cielo.
 
“Sì che sto andando a casa mia, Chris. E ora scusami, altrimenti...”
 
“Altrimenti cosa, Niall? Liz si allontana troppo e non fai in tempo a raggiungerla? Non farmi ridere, biondo... ho visto come tu  e Liam si guardavate. E ora ascoltami bene, perchè io Liz la conosco da molto tempo più di te. Ora ha solo bisogno di rimanere sola. Se vai da lei, adesso, rischi solamente di perderla. Per sempre.” disse incrociando le braccia al petto. Rabbrividii al solo pensiero di Liz che mi urla contro che non mi vuole più vedere. “Ora, non so cosa è successo nello sgabuzzino e non lo voglio sapere. Sta a Liz decidere se dirmelo o no. Sappi, Niall, che Liz ha già sofferto molto per amore e credimi sulla parola se ti dico che se per colpa tua starà di nuovo male... io ti distruggo.”
 
Liz aveva già sofferto per amore...
 
“Che le è successo? Perchè ha...” cominciai.
 
“Non sta a me dirtelo, Niall... se un giorno Liz vorrà parlartene allora lo saprai. Io ti ho già detto troppo. Ora vai a casa tua e stai. Lontano. Da. Liz!” sillabò la mora con tono minaccioso. Si girò, dandomi le spalle e tornò nel salone.
 
“Buonanotte, Niall.” disse con voce normale, sparendo dietro la porta.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
ok, adesso mi odierete. so quanto speravate in questo famoso primo bacio, che alcune già davano per scontato. ma non è nel mio stile, quindi vi tocca aspettare ancora e ancora e ancora *risatamalefica*. no, a parte gli scherzi, avrei veramente voluto rendere questo il primo bacio tra i due, ma non mi sembrava il caso di sprecare un evento tanto importante in un buco di sgabuzzino... quindi il nostro Tommo li ha interrotti ;D che altro dire, so che mi odierete, ma spero non abbastanza da smettere di seguire la storia. le cose si stanno facendo intriganti per i Nizzie, mentre per gli Harris, nel prossimo capitolo, ci saranno scintille (mega-spoiler!) vi ho incuriosite?
e allora, restate con noi, e aspettate il famigerato capitolo 20!!

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Capitolo 20
*** Chapter 20 ***


*tre ore dopo*
 
CHRIS’ POV
 
“Allora, ti sei divertita?” mi chiese Faith, mentre tutti ci preparavamo per tornare a casa. Presi la mia giacca di pelle leggera e me la infilai.
 
“Tantissimo. Siete delle persone fantastiche, avrei voluto conoscervi molto tempo fa...” risposi, ripensando a tutte le risate che ci eravamo fatti. Il mio sguardo cadde su Harry, che aveva appena affiancato la sorella.
 
Paul, ho una strana sensazione...
 
Del tipo?
 
Del tipo che ho dimenticato qualcosa...
 
Faith mi baciò sulle guance con affetto.
 
“Alla prossima, Chris. Speriamo che sabato prossimo siate dei nostri. Sia tu che Liz.” mi disse la riccia. Le sorrisi. Quella ragazza alternava momenti di pazzia pura a momenti di pacatezza e cordialità. E quello era l’esempio. Anche Harry mi baciò sulle guance, stringendomi un po’ più del necessario.
 
“A presto, Chris...” mi soffiò nell’orecchio. Mi sentivo di sciogliere.
 
“Ah, e facci sapere se poi Liz ha bisogno di un qualsiasi tipo di aiuto per sua sorella, ok?” disse premurosamente Faith appena io e Harry ci dividemmo.
 
Aspetta un attimo...
 
Liz, sorella, bugia, motorino... LIZ MI HA LASCIATA A PIEDI, PORCA MERDA!
 
“Cacchio...” sussurrai. Faith e Harry se ne accorsero.
 
“Che succede?” mi chiese lui, inclinando il capo.
 
“Niente, mi aveva accompagnata Liz e adesso sono rimasta a piedi...” dissi semplicemente imprecando nel pensiero.
 
“Posso accompagnarti io... in macchina!” esclamò velocemente Harry.
 
Io? Da sola con Harry? In una macchina? Mmh, non sarebbe male per niente, la situazione potrebbe anche volgersi a mio favore e... NO, CHRIS! PENSIERI CASTI! PENSIERI... CASTI...
 
“No, non vorrei disturbare...” dissi educatamente. Harry scrollò la testa, sorridendo.
 
“Macchè disturbare! Devo solo prendere le chiavi.” rispose lui prendendo un piccolo mazzo di chiavi, appeso per un gancio alla parete. “Fatto!”
 
“Seriamente, Harry... vado a piedi.” replicai sorridendo. Il riccio corrugò le sopracciglia, nel sentire la mia affermazione.
 
“Ma sei impazzita? La Royal Crown Street è lontanissima da qui! Vuoi arrivare a casa domani mattina?” sbottò. “Niente scuse, signorina! Ora ti accompagno io.”
 
“E vabbè...” dissi rassegnata, alzando le mani in segno di resa. Harry mi prese delicatamente per il braccio e mi guidò verso il piccolo garage accanto alla casa. Appena entrammo notai una Coupè blu metallizzata.
 
“È dei tuoi genitori?” chiesi incuriosita. Lui l’aprì usando il comando a distanza.
 
“No, è mia. I miei sono partiti ieri pomeriggio per Holmes Chapel, per andare a trovare la sorella di mia madre che tra un po’ si deve sposare. Quindi tra un mese mi toccherà lasciare Londra e andare per una settimana nel Chelshire per assistere al  matrimonio di una persona che avrò visto sì e no tre volte in vita mia...” mi spiegò Harry. Mi aprì lo sportello del passeggero, invitandomi a sedermi con un galante gesto della mano. “Prego, madmoiselle...”
 
“Grazie mille, monsieur...” dissi sorridendo divertita. Entrai nel vano della macchina e lui fece lo stesso dal lato opposto, accomodandosi di fronte al volante. “Me la immagino la contentezza delle damigelle d’onore a vedere un ricciolino come te con una bella la camicia bianca, giacca nera e un bel fazzoletto di seta candida all’occhiello... uno spettacolo per gli occhi...” commentai sincera, senza rendermi conto di aver espresso quei pensieri ad alta voce. Appena realizzai di averlo fatto arrossii di colpo. Lui rise silenziosamente, mentre faceva manovra per uscire dal garage.
 
“Lo pensi sul serio?” mi chiese incuriosito. Annuii guardandomi le scarpe ammaccate.
 
Se Flaaffy prova a farsi i dentini sulle mie scarpe ancora una volta io lo spello vivo...
 
“Beh, io preferirei di gran lunga vedere te con un bel vestito elegante...” disse lui con una voce così satura di sincerità che arrossii ancora di più. Dato il mio innegabile imbarazzo, decisi di troncare il discorso. Rimanemmo in silenzio per cinque minuti, circa.
 
“A proposito, come facevi a sapere che vivo nella Royal Crown Street? Non credo di averlo accennato, stasera...” dissi improvvisamente alzando lo sguardo per poter rimirare il suo profilo perfetto.
 
“Lo hai scritto sul tuo profilo di facebook...” rispose semplicemente, senza distogliere lo sguardo dalla strada. Sorrideva.
 
“Hai visto il mio profilo di facebook?” chiesi incredula e lusingata allo stesso tempo. Lui si girò verso di me.
 
“Anche tu l’hai fatto, per quello che so io...” disse lui, costringendomi a distogliere lo sguardo per l’imbarazzo. “Niall mi ha anche detto che hai fatto apprezzamenti...” continuò sorridendo. In quel momento mi sarei volentieri sotterrata mille miglia sotto terra. Harry fermò la macchina e notai che eravamo di fronte al giardinetto ben curato di casa mia. Entrambi ci slegammo la cintura di sicurezza. Cercai di aprire lo sportello, ma era bloccato; si poteva aprire solo dall’esterno.
 
Rinchiusa in macchina con Harry Super-Ultra-Mega-Figo Styles... chissà perchè non mi dispiace affatto...
 
Già, chissà come mai...
 
Harry si girò verso di me, poggiandosi di fianco sul morbido sedile di pelle dov’era seduto.
 
“Cosa ti piace di me?” mi chiese sussurrando. Il mio viso diventò nuovamente rosso dall’imbarazzo.
 
“Beh... prima di tutto i tuoi occhi, perchè sono chiari e limpidi e ogni volta che li guardo mi sembra di sprofondarci dentro... poi i tuoi capelli, perchè sono castani e ricci, ma non come certa gente che ha i ricci crespi; i tuoi sono morbidi e perfetti.” dissi allungando una mano e passandogliela trai capelli. “Poi mi piace da morire il tuo sorriso, perchè è sincero e poi quando sorridi ti si vedono le fossette sulle guance.” continuai facendo scendere la mia mano dai suoi capelli e passandogliela su una guancia. Il suo sorriso comparve subito e insieme a lui anche le fossette. “E per finire le tue labbra. Sono rosee e piene. In pratica, perfette.” conclusi sfiorandogli il labbro inferiore con l’indice.
 
Il tempo si era fermato, tutto era perfetto, eravamo solo io e Harry. E c’era pure Paul, ma erano dettagli,  rimaneva comunque tutto perfetto.
 
“Anche a me piacciono i tuoi occhi. Sono neri come il carbone, ma allo stesso tempo luminosi. Riesco a leggere tutte le tue emozioni solo fissandoli. E trovo che i tuoi capelli siano perfetti, lisci, neri e morbidi. E la tua bocca piccola e perfetta, che mi piace tanto baciare, più di ogni altra cosa.  Mi piace da impazzire il tuo modo semplice di vestirti. Il tuo essere te stessa. Il tuo arrossire in continuazione quando ti parlo o se ti faccio un complimento, il tuo essere timida con me. Il tuo essere Christine... la ragazza che amo.” sussurrò Harry. Il mio cervello stava lentamente elaborando quello che mi aveva detto.
 
Oh santissima Vergine della Resurrezione di Cristo nostro Signore per tutti i secoli nei secoli Amen! Paul ti rendi conto di ciò che mi ha detto?!
 
Questa è una dichiarazione bella e buona, piccola.
 
Ma no? E io che pensavo che stesse decantando i miei pregi perchè gli sto sul cazzo!
 
E intanto il viso di Harry si avvicinava al mio sempre di più, le nostre labbra quasi si sfiorarono quando...

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
wohohoh! che numeri gli Harris! guardate, solo in questo capitolo ho usato quasi tutte le mie conoscenze in materia amorosa (?) perchè volevo farlo il più diabetico possibile <3 riusciranno i nostri piccioncini a darsi un (altro) dolce bacio, oppure io sarò così stronza da far mettere in mezzo qualcuno? lo scoprirete solamente continuando a leggere buahahahah!

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Capitolo 21
*** Chapter 21 ***


Le nostre labbra stavano per toccarsi, quando una canzone che conoscevo bene mi arrivò alle orecchie.
 
“I’m at the payphone trying to call home, all of my change I spent on you. Where are the times gone? Baby it’s all wrong, where are the plans we made for two?”
 
Fanculo... il mio... cellulare...
 
Mi allontanai da Harry, sfilando il telefono dalla tasca. Era Liz!
 
“Chi è?” mi chiese Harry, leggermente irritato.
 
“Shhhh! È Liz! Zitto, non dire una parola!” sibilai, prima di aprire la chiamata. “Lizzie... che succede?” chiesi con un tono amichevole. Harry fece per aprire la bocca, ma io gliela coprii con la mano libera.
 
“Chris... mi dispiace di averti lasciata a piedi, ma... non potevo proprio rimanere...” disse la mia amica. Non sembrava stare tanto male, in fondo.
 
“Scuse accettate, ti voglio bene,  ’notte Lizzie!” esclamai. Stavo per chiudere la chiamata, quando la voce della mia amica mi bloccò.
 
“Aspetta, Chris! Ora come fai a tornare a casa?” mi chiese, con un tono di scuse nella voce.
 
“Mi sono fatta accompagnare da Ha...” mi bloccai appena in tempo. Liz lo avrebbe castrato se avesse saputo di noi!
 
“Da chi?” mi chiese lei. Per fortuna non aveva intuito.
 
“Da Liam. Sì, ha detto che per arrivare a casa sua passava di qua, quindi...” spiegai. Molto convincente.
 
“Ah, quindi sei già arrivata a casa tua?” mi chiese ancora. Sbuffai nel pensiero.
 
“Sì, proprio adesso. Ora fammi chiudere, così saluto Liam come si deve. Ci sentiamo domani, ciao Liz!” dissi per poi chiudere a precipizio. Lasciai cadere la testa all’indietro sul sedile. “Uff... l’abbiamo scampata...”
 
“Ma qual è il problema, Chris?” mi chiese Harry carezzandomi una guancia.
 
“Forse è meglio se mi apri la porta. Si sta facendo veramente tardi e devo rientrare.” sussurrai. Harry aprì il suo sportello, fece il giro e aprì anche il mio. Uscii dall’abitacolo della macchina e ci incamminammo in silenzio verso la porta.  Arrivata sulla soglia, cominciai a cercare le chiavi nella borsa, mentre lui mi guardava.
 
“Non mi hai risposto... qual è il problema di Liz?” disse Harry continuando a fissarmi. Lo guardai seria.
 
“Il problema è che Liz ha sofferto molto per amore e... non vuole che a me capiti lo stesso. Non voglio nemmeno immaginare cosa ti farebbe se scoprisse che noi... insomma che...” tentennai. Eravamo una coppia o no? Boh, non ne avevo idea.
 
“Che noi siamo una coppia?” completò Harry per me. Lo guardai indecisa.
 
“Lo siamo?” chiesi, avida di risposte. Io volevo una storia seria, speravo che per lui fosse lo stesso. Non volevo essere un passatempo.
 
“Lo saremo...” disse Harry prendendo dolcemente il mio viso tra le sue mani. “Solo se tu lo vorrai.” continuò guardandomi negli occhi. Gli avrei detto sì su due piedi, se non fosse stato che non trovavo più voce, forse per l’emozione. “Sarò sincero con te, Chris. Mi piaci, mi piaci veramente tanto e non lo dico giusto per... sei speciale, me ne sono accorto appena hai varcato l’ingresso di casa mia. Qualsiasi sarà la tua scelta a me andrà bene. Sappi solo che ora tu non sei solo davanti a me, Chris... tu sei anche qui.” disse Harry prendendo la mia mano e posandola sul suo petto. Sentivo il suo cuore battere, forte e regolare. Le sue parole mi avevano colpito nel profondo, nessuno mi aveva mai parlato così prima. “Christine Killen. Vuoi essere la mia ragazza?”
 
Oh, angeli di tutti i cieli, accorrete! Spargete rose ai nostri piedi, danzate intorno a noi, applaudite, suonate... insomma, fate qualcosa! Il ragazzo che fisso con aria sognante da una settimana, ma che aspetto da una vita intera mi ha appena fatto una dichiarazione coi fiocchi e io me ne sto qua come una beota con gli occhi lucidi di lacrime e...
 
“I-io... sì Harry.” fu tutto quello che riuscii a dire. Vidi gli occhi di Harry illuminarsi e il suo viso avvicinarsi nuovamente al mio. Questa era la volta buona. Il nostro primo bacio da fidanzati. Il rumore del catenaccio della porta mi distrasse. Allontanai Harry il più in fretta possibile, tenendo tra di noi quel minimo di contatto che ci si aspetta tra due semplici amici.La porta si aprì, mostrando il viso paffuto di mia madre. In vestaglia.
 
Oh, poveri noi...
 
“Chris, stavo per chiamarti. Ti aspettavo per mezzanotte.” disse lei con tono calmo. Una cosa che adoravo della mia fantastica mamma era che non si arrabbiava mai con me, forse perchè ero la piccola di casa. Con una sorella di venticinque anni che viveva in Canada e un fratello che viveva tra la casa e l’Università, oramai ero l’unica a cui poteva, in un certo senso, badare.
 
“Sì, scusa mamma, abbiamo fatto più tardi del previsto...” mi giustificai. Harry era ancora in piedi accanto a me e il suo sguardo viaggiava da me a mia madre. “A proposito mamma, lui è Harry.”
 
“Molto piacere signora Killen.” disse il riccio stringendo la mano di mia madre. Lei sorrise accomodante.
 
“Il piacere è mio Harry... chiamami pure Emily.” rispose. “Sei un amico di Chris, vero?”
 
“Sì, è mio amico...” risposi io per lui. La presentazione ufficiale del mio ragazzo non andava di certo fatta in una situazione del genere...
 
Oh, come mi piace questa cosa! Harry Styles è il MIO RAGAZZO!
 
Harry dissimulò un colpo di tosse. Gli lanciai un’occhiata come per dire “Ti prego, reggimi il gioco!”
 
“Beh, si è fatto tardi. Io devo tornare a casa. Emily, è stato un piacere!” disse il riccio stringendo nuovamente la mano di mia madre. Poi si girò verso di me. “Buonanotte, Chris...” sussurrò per poi posare le sue mani sulle mie braccia e lasciarmi un bacetto affettuoso sulla fronte. Tornò alla sua macchina con una grazia tale da sembrare un dio. Entrò nell’abitacolo, sventolando la mano in mia direzione. Io e mia madre restammo ferme per un po’ a guardare la Coupè di Harry allontanarsi nella notte.
 
“Dai, mamma. Rientriamo...” sussurrai, spingendo leggermente mia madre all’interno dell’abitazione. Appena chiusi la porta e ci ritrovammo da sole lei si girò a guardarmi raggiante.
 
“Quindi, Harry...” disse mia madre sorridendo. Subito le mie guance si colorarono di rosso.
 
“N-no, mamma! Lui è solo un amico...” farfugliai, prima di salire a tutta velocità su per le scale e schizzare in camera mia, per evitare altre domande insidiose. Mi lasciai cadere sul letto, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi stanca. Dopotutto erano le due meno un quarto della mattina... mi infilai pigramente il mio pigiama, ovvero una canotta nera e un pantaloncino bianco. Poi presi il mio borsello, contenente tutto il necessario per struccarmi, e mi diressi verso il bagno, situato accanto alla stanza dei miei genitori. Sentii mio padre nominarmi, per cui mi fermai ad ascoltare.
 
“Chris è tornata?” chiese lui, probabilmente a mia madre, che infatti rispose poco dopo.
 
“Sì, ora è in camera sua. Pensa che l’ha accompagnata un ragazzo...”
 
“Un ragazzo? Chi era, lo conosco?” chiese mio padre, con voce leggermente severa.
 
Ahia...
 
“Lei dice che è un suo amico, però penso che siano qualcosa un po’ più intimo... lui la guardava in un modo così passionale...”
 
Harry mi guardava in modo passionale? Sul serio? Madre, ne sei certa?
 
“E che tipo è?” chiese ancora lui.
 
Padre, un po’ di cazzi tuoi no, eh?
 
“Si chiama Harry, mi è sembrato un ragazzo così dolce e educato... dico sul serio, Frank, avresti dovuto vedere con che occhi guardava la nostra piccola Chris!” continuò mia madre con tono sognante.
 
Donna, non aiuti in questo modo...
 
Ne avevo avuto abbastanza. Ormai già sapevo che mio padre il mattino dopo mi avrebbe fatto il terzo grado. Per lo meno potevo prepararmi psicologicamente...

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
volevo terminare questa scena degli Harris prima di passare nuovamente alla complessa vita di adolescente della nostra Liz quindi godetevela. in pratica Harry e Chris si sono quasi baciati, ma Liz li ha interrotti ahahahah! poi ci hanno riprovato... ma li ha interrotti la mamma di Chris, ma lol :')
comunque posso trovare 3 recensioni nel prossimo capitolo? per favoooooore!! altrimenti mi deprimo e smetto di scrivere, poi non avendo niente da fare comincerò a ingozzarmi di pane e nutella fino a diventare grassa e se sarò grassa harry non vorrà più sposarmi e rimarrò zitella per sempre fino a che non morirò di depressione sola e cicciona.
guardate un po' cosa possono fare le vostre recensioni: nelle vostre mani c'è la mia felicità con harry, la mia linea e la mia vita. ma sopratutto la felicità con harry!
vabbè, il succo del discorso è che vorrei trovare 3 recensioni, ok? ok!
bacioni <3

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Capitolo 22
*** Chapter 22 ***


LIZ’S POV
 
Aprii gli occhi perchè un raggio di sole mi aveva appena investito la faccia. Imprecai mentalmente, mentre con molta lentezza mi tiravo giù dal letto e mi mettevo di fronte alla specchiera situata dall’altro lato della stanza. Notai che avevo i contorni degli occhi tutti sbavati e che sembravo un panda; avevo scordato di struccarmi, ma è normale visto che io non mi trucco mai e quindi, quelle rare volte che lo faccio mi dimentico. Muovendomi per casa come uno zombie andai in bagno e mi lavai il viso con ingenti quantità di acqua e sapone. Decisi che quella mattina sarei rimasta a casa a guardare film fino all’ora di pranzo, poi avrei mangiato, e poi avrei ripreso a guardare film, quindi non mi presi la briga di vestirmi, rimanendo in pigiama ovvero un pantaloncino e una gigantesca maglietta di Mike. Andai in cucina, dove trovai Mike intento a mangiare pane e Nutella guardando la tv. Cartoni animati. Ovviamente. Mi avviai verso la credenza dove teniamo tutte le tazze per la colazione e ne presi una, che riempii di cereali. Senza degnare di uno sguardo mio fratello mi diressi verso il salone e mi lasciai cadere pesantemente sul divano. Accesi la tv e cominciai a fare zapping.
 
“Mamma, papà e Debby dove sono?” chiesi a voce alta, affinché quel dugongo in pensione (?) di Mike mi sentisse.
 
“Mamma è andata a fare la spesa e papà ha accompagnato Debby da un suo amichetto. Joey, se non mi sbaglio...” disse lui a bocca piena. Sembrava un coglione allevato dalle scimmie. Vabbè che era un coglione già di suo, ma fino a prova contraria i miei non erano scimmie...
 
In ogni caso conoscevo Joey e non era un “amichetto” di Debby... era il suo fidanzato! Era un bambino adorabile. Ho sempre saputo che la mia sorellina avesse buon gusto per quanto riguarda i ragazzi, e Joey ne era la prova... biondo, con gli occhi azzurri e con un bel sorriso...
 
Proprio come un certo Niall Horan...
 
A proposito di Niall. L’avevo quasi baciato. Oppure lui aveva quasi baciato me? Oppure ci eravamo quasi baciati? Non lo sapevo, sinceramente non volevo pensarci. Cercai di concentrarmi sul film che stavo guardando. Non sapevo nemmeno come si chiamasse. Però c’era una tipa tutta rifatta, dalla punta dei capelli (ovviamente tinti; nessuno poteva avere dei capelli rosso fiamma come quelli, naturali) alla punta dei piedi (dalle zeppe che indossava si vedevano dei piedi che a vederli sembravano così lisci che io non avrei raggiunto un risultato simile manco con la carta vetrata), passando ovviamente da labbra, guance, seno, fianchi, culo e chi più ne ha più ne metta. Le avrei dato minimo 115 chili. Non perchè fosse grassa, ma con tutto il silicone che aveva in corpo pesava sicuramente il doppio di me (57 chili abbondanti). Ah, e aveva anche le lenti a contatto. Aveva degli occhi grigi troppo perfetti. Ma basta pensare alle straricche attrici Hollywoodiane, piuttosto seguiamo questo coso che sta trasmettendo la tv, qualunque cosa sia...
 
‘Penso di aver trovato l’amore della mia vita, Thelma...’ diceva la rifattona a una sua degna rivale. Bionda da urlo, stratettona e con due labbra così piene e grosse che sembravano sul punto di implodere.
 
‘Davvero, Louise? Oh, Tesoro, sono così felice per te! Parlami di lui, che tipo è?’ disse Thelma con una vocetta talmente stridula e odiosa che l’avrei presa a sberle in viso se solo avesse osato rivolgersi a me in quel modo.
 
‘È... semplicemente perfetto! È alto, biondo e muscoloso. Ah, e ha due occhioni azzurri che ti sembra di guardare l’oceano. E esprimono così tanta dolcezza... oh, Thelma, lo sento: James è l’uomo perfetto!’ disse in estasi Louise.
 
“Ma che è ’sta merda?” esclamai inorridita da quell’assurda e scadente recitazione. Possibile che permettessero a certi incompetenti di lavorare per la tv? Premetti il tasto per leggere le info di quel programma orripilante.
 
Roba tipo ‘Beautifull’... bella merda...
 
Però... non solo avevo beccato il programma schifoso... avevo beccato pure quello che mi ricordava Niall. Sbuffai spegnendo la tv. Guardai l’ora sull’orologio appeso alla parete alle mie spalle. Le undici e mezza. Fanculo i buoni propositi di rimanere a casa tutta la giornata. Andai in camera mia, presi dei vestiti puliti e della biancheria e mi diressi verso il bagno. Feci una rapida doccia e asciugai i capelli in dieci minuti netti. Mi vestii in modo molto semplice, avevo una maglietta a maniche corte rossa con scritto in nero ‘I Just Wanna Love’, un jeans blu leggermente schiarito sulle ginocchia e le mie adorate Converse rosse. Presi una borsa a caso e ci ficcai dentro il portafoglio, il telefono e le chiavi di casa. Uscii dalla mia stanza, gridando a Mike che stavo uscendo.
 
Bene e mo’ dove vado?
 
Cominciai a camminare senza una meta precisa. Mi guardavo intorno scocciata. Ripensai alla finta rossa che avevo visto in quei pochi minuti di ‘Roba-tipo-Beautifull’; non ci voleva la laurea per capire che dopo un anno passato a sbavare dietro il biondo e a mettersi con altri ragazzi per farlo ingelosire si metterà con lui e tutto sembrerà finire col tipico “Per sempre felici e contenti”. Salvo poi vedere la bionda (Thelma, credo) che si scopava il biondo, mettendo le corna alla sua “migliore amica”. Io non ce la vedevo proprio Chris farsela con un mio probabile fidanzato. Sarebbe come se io mi scopassi Harry mentre loro due stanno assieme. O come se lei scopasse Ni...
 
CHE CAZZO VADO PENSANDO? IO E NIALL? MAI E POI MAI!!!
 
Però l’idea della piccola e casta Chris che copula con Niall ti dà fastidio, ammettilo.
 
Il problema non si pone perchè uno, a me non piace Niall. Due, perchè a Chris piace Harry. E poi, detto seriamente: Chris è casta quanto io sono femminile...
 
Però se lei si facesse Niall...
 
Non mi resi conto di essere andata a sbattere contro un corpo maschile finché non sentii una voce che conoscevo benissimo sopra la mia testa.
 
“Liz! Che ci fai qui?”
 
Oh per tutte le mutande della Regina Elisabetta l’Immortale, perchè proprio lui?
 
Alzai gli occhi per incontrare i suoi, azzurri e perfe... azzurri e basta.
 
“Ciao, Niall. Io niente, passeggiavo. Anzi, guarda come si è fatto tardi! Devo proprio scappare. Ci sentiamo, ok? Ti chiamo io. Ciao ciao, Niall!” dissi in fretta, feci per girarmi, ma il biondo mi bloccò.
 
“Aspetta, Liz. Noi dobbiamo parlare.” sussurrò il biondo.
 
“Non possiamo fare che ne parliamo un’altra volta?” chiesi con voce supplicante.
 
“Non possiamo fare che ne parliamo un’altra volta?”
 
“Ma che cazz...? Ora ripeti pure quello che dico?!” esclamai spalancando gli occhi.
 
“Ma che cazz...? Ora ripeti pure quello che dico?!” ripeté Niall sorridendo candidamente.
 
“Niall, mi stai facendo incavolare...” dissi guardandolo minacciosamente.
 
“Niall, mi stai facendo incavolare...” replicò Niall soffocando una risata.
 
“Horan, non sto scherzando! Smettila subito o ti riempio di sberle!” sbottai a voce un po’ troppo alta, facendo voltare un ragazzino che stava comprando un gelato poco lontano da noi.
 
“Horan, non sto scherzando! Smettila subito o ti riempio di sberle!” disse Niall con un tono di sfida. Sbuffai, spintonandolo via. Cominciai ad allontanarmi a grandi falcate. Il biondo capì finalmente di aver esagerato. “Dai, Liz! Scherzavo!”
 
“Vaffanculo, Niall!” gridai. Mi fermai, girandomi e mostrandogli il dito medio. Poi spiccai nuovamente la corsa, attraversando a razzo la strada col semaforo pedonale rosso. Si scatenò un coro di clacson assordante e di insulti di automobilisti inferociti così, incazzata nera, mostrai il dito medio pure a loro. Con la coda dell’occhio notai Niall, immobile vicino al semaforo con una faccia lunga fino ai piedi.
 
Ben gli sta a quel biondo tinto dei miei stivali!



COMMENTI DELL'AUTRICE :3
eccomi qua, mezza cotta dal sole (nah, scherzo, tutta cotta dal sole) perchè ho passato la mattinata al mare :D
signore signori e panda giganti (?) vorrei fare un ringraziamento speciale a una persona speciale che mi ha aiutata a scrivere questo capitolo e anche il prossimo. e questa persona è *rulloditamburi* MIO FRATELLO! che altri non è che *altrorulloditamburi* MIKE, IL FRATELLO DI LIZ! sì, mi sono ispirata a mio fratello per fare il fratello della mia protagonista :D non chiedetevi perchè viene così rompipalle xD
vabbè va lasciatemi stare, oggi sto proprio cotta... buona domenica a tutti/e!
<3

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Capitolo 23
*** Chapter 23 ***


Continuai a camminare rapidamente anche quando mi fui allontanata, nel caso che al biondo non saltasse in mente di seguirmi. A un certo punto mi fermai, rendendomi lentamente conto di non avere la minima idea di dove mi trovassi. L’idea di tornare indietro non mi sfiorava minimamente. Mi guardai intorno, smarrita: eravamo nella zona più periferica della città, infatti il Big Ben era alle mie spalle. Mi stupii di quanto avevo camminato. Mi arrivò un messaggio di Niall, dove mi chiedeva di tornare indietro, chiedendomi scusa. Sbuffai, ricacciandomi il cellulare in tasca. Ricominciai a camminare, e visto che mi guardavo regolarmente alle spalle, nel caso che un biondo rompiballe non mi stesse alle calcagna, inciampai in un sacco della spazzatura adagiato sul ciglio della strada. Franai a terra, sentendo un fastidioso pizzicore alla mano destra. Mi guardai il palmo e notai con stupore che era pieno di piccoli tagli. Una voce femminile mi fece distogliere lo sguardo dalla mia mano sanguinante. Era una donna con i capelli corti e biondi.
 
“Oh Dio, tutto bene? Scusa, avevo lasciato la spazzatura là perchè entro poco tempo sarebbe passato il camion a ritirarla.” si scusò lei, aiutandomi ad alzarmi. “Ti sei fatta niente?”
 
“Niente di grave, non si preoccupi.” risposi sorridendo, coprendo i taglietti sulla mano. Alla donna  questo non sfuggì.
 
“Che ti sei fatta alla mano?” mi chiese guardandola.
 
“Oh, solo qualche taglietto, non è niente di grave...” dissi, mostrando il palmo con noncuranza.
 
Altro che niente di grave, ’sti tagli bruciano da morire!
 
“Dai, vieni dentro, te li medico.” propose la donna indicandomi la porta di casa sua.
 
“N-no, io... non deve sentirsi costretta, davvero...” cercai di sviare. La donna sorrise.
 
“Insisto. Forza, entra dentro. Ci metteremo poco più di una decina di minuti.” insistette lei invitandomi con dolci gesti della mano verso la sua casa. Sospirai, sorridendo educatamente.
 
“E va bene... sicura che per lei non è un problema?” chiesi seguendola timidamente nell’accogliente ingresso della casa. “Dopotutto è colpa mia se sono inciampata in quella busta dell’immondizia. Sa, stavo sfuggendo da un cretino che mi importunava...”
 
La donna annuì con aria solidale, facendomi accomodare su un divanetto che si trovava nell’ingresso della modesta abitazione.
 
Beh, per lo meno grazie a questo incidente hai definitivamente seminato il biondo...
 
È vero... non ci avevo pensato.
 
Ovvio, perchè io sono un genio e tu no!
 
Risparmiai una rispostaccia alla mia stupida coscienza chiacchierona, perchè in quel momento la donna comparì sulla porta con una bottiglietta di disinfettante, un vaporoso batuffolo di cotone idrofilo e una scatolina di cerotti. Mi alzai meccanicamente, seguendola nell’ampia cucina, adiacente al soggiorno. Ci sedemmo su due sedie, vicine a un tavolo rettangolare.
 
“Comunque piacere, io sono Maura.” disse svitando il tappo al disinfettante.
 
“Io sono Liz...” cominciai. Mi interruppi, sentendo una voce maschile nel corridoio. Subito dopo, infatti, un ragazzo sui venticinque anni, con i capelli corti e castani, entrò in cucina. Rimase un attimo interdetto, appena notò la mia presenza. Sentii le guance colorarsi di rosa.
 
“Oh, ciao Greg. Questa ragazza è Liz, poco fa è inciampata e si è tagliata la mano, così le ho proposto di disinfettarle le ferite.” spiegò Maura a quello che doveva essere suo figlio.
 
“Molto piacere.” dissi cordialmente al ragazzo. Gli avrei porto anche la mano destra per stringergliela, ma in quel momento era sotto le premurose cure di Maura. Lui mi sorrise.
 
“Il piacere è mio...” mi rispose. Poi si rivolse alla madre. “Senti, domani faccio un po’ più tardi, mi hanno chiesto di fermarmi un paio d’ore in più, al lavoro.”
 
“Certo, Greg... nessun problema.” lo rassicurò lei, passandomi su un piccolo taglio un po’ di cotone imbevuto nel disinfettante. Il ragazzo uscì dalla cucina, lasciando me e Maura nuovamente sole.
 
“Quello era suo figlio?” chiesi, per rompere quel silenzio imbarazzante. Lei alzò lo sguardo dalla mia mano, sorridendo.
 
“Sì, lui è Greg, il maggiore.” mi spiegò continuando a armeggiare sui miei tagli.
 
“Ha altri figli, allora?” domandai, senza preoccuparmi di essere indelicata. La delicatezza non era il mio forte, purtroppo. Fortunatamente, Maura era una donna molto disponibile, anche se non ne capivo il motivo; forse era nel suo carattere, forse perchè si sentiva in colpa, visto che aveva lasciato la spazzatura in mezzo alla strada, facendomi inciampare. Io avevo la mia parte di colpa, ma vabbè...
 
“In verità ho solo due figli in tutto. Uno è Greg e lo conosci. Ha ventotto anni, è grande e grosso però vive ancora qua...” sospirò Maura divertita. “È proprio un mammone!”
 
Non riuscii a trattenere una piccola risata, immaginandomi Mike fare la stessa fine di Greg, tra sei o sette anni.
 
“Scusa...” dissi, per giustificare la mia risata apparentemente insensata. “È che ho pensato a mio fratello tra qualche anno e...”
 
“E lo hai visto fare la stessa fine di Greg, capisco.” concluse Maura per me. anche lei ridacchiò.
 
“Comunque cosa stavi dicendo? A proposito dell’altro tuo figlio.” dissi, incitandola a continuare. Ok, lo ammetto: fare conversazione con lei era molto piacevole, sempre meglio di soffrire in mezzo alla strada con una mano sanguinante.
 
“Oh, sì. Il minore, si chiama Niall e ha 20 anni. Lui invece è sempre in giro, viene qui solo per mangiare e per dormire.” raccontò Maura, appiccicandomi l’ultimo cerotto sulla mano. Sentii una specie d enorme voragine aprirsi nel mio stomaco, mentre mettevo insieme i pezzi di quel puzzle. Appena realizzai dove mi trovavo il mio primo pensiero fu di borbottare un veloce arrivederci e scappare da quella casa il prima possibile. Tintinnio di chiavi alla porta d’ingresso, che si aprì di botto. Sperai con tutto il cuore che non fosse il figlio minore di Maura. Suo marito. O la ragazza di Greg. O la donna delle pulizie. O Godzilla. O Perrie delle Little Mix. O anche Godzilla vestito come Perrie delle Little Mix. Ma non Niall.
 
Ti prego mia buona stella, dai io in fondo (molto in fondo) ti voglio bene e so che tu vuoi un po’ di bene anche a me. Quindi farai in modo che colui/colei che ha appena attraversato quella porta non sia Niall... ti prego!
 
“A quest’ora potrebbe essere solamente Niall...” commentò Maura, guardando l’orologio. Erano le tredici meno un quarto. Quasi l’ora di pranzo. Nella mia mente svolazzò beffarda la frase pronunciata dalla donna: ‘Lui invece è sempre in giro, viene qui solo per mangiare e per dormire...’
 
Ti prego stellina bella adorata, non farmi questo! Ti prego... tipregotipregotipregotipreeeeeego!!
 
“Mamma, sono io!” esclamò dall’altra stanza una voce che conoscevo dolorosamente bene.
 
Fanculo stella! Ma li mortacci tua!
 
“Per l’appunto. È lui.” concluse Maura, distruggendo tutte le mie ultime speranze. Subito dopo il viso spensierato di Niall fece capolino nella cucina.
 
“Mamma, è pronto il pranzo? Io sto morendo di fa...” cominciò Niall, bloccandosi appena mi notò. Le mie guance divennero bollenti, mentre lo sguardo del biondo vagava da me, a sua madre alla mia mano incerottata.
 
“Oh, ciao Niall... non ci crederai mai. Lei è Liz e ha avuto un piccolo incidente per colpa mia.” cominciò a spiegare Maura. “Avevo lasciato la spazzatura fuori dalla porta affinché il camion passando la prendesse. Poveretta, ci è inciampata sopra perchè uno cretino in mezzo alla strada la stava importunando.”
 
Io presi a fissarmi la mano incerottata, manco avessi perso delle falangi sul marciapiede. Niall sospirò, buttando le chiavi di casa sul tavolo e si schiantò a sedere accanto a me.
 
“Beh... adesso la signorina non ha più di che preoccuparsi...” disse Niall a sua madre sogghignando. “Scommetto che a quest’ora quello scemo è già tornato a casa sua.”

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
e con un totale di 39 recensioni in 22 capitoli *rulloditamburi* ecco a voi il sospiratissimo capitolo 23!!! contente? *cantodellecicale*
vabbè, avete visto in che situazione del... #evitiamodiesserevolgari si trova Liz? non immaginate quante risate io e mio fratello ci siamo fatti con questo capitolo. grazia, beh... lei ancora non crede che ho avuto il coraggio di mettere una scena del genere, in quanto secondo lei questa è "una fan fiction seria"...
certo certo, come no, grazia e io mi chiamo Ludmilla...

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Capitolo 24
*** Chapter 24 ***


Ero appena uscita dalla casa di Niall, dopo aver velocemente ringraziato e salutato Maura. Non volevo rimanere in quella situazione imbarazzante un secondo di più. Camminavo in fretta nel vialetto del piccolo giardino di casa Horan, finché non sentii una mano stringere dolcemente il mio polso. Mi girai lentamente, sapendo perfettamente chi mi avesse bloccata. E la cosa non è che mi facesse piacere. O forse sì? Il nodo che sentivo all’altezza dello stomaco era dovuto all’emozione o all’odio che provavo nei confronti di quel biondino tinto dagli occhi color del mare?
 
Liz, ammetti una buona volta che lui ti piace e finiamola qua.
 
Anche no, Nick! Lui non mi piace. Punto. A capo. Basta! Ecco... oh, uffa! Mi hai fatto perdere il filo del discorso!
 
Intanto mi ero completamente girata ed ero faccia a faccia con Niall, che aveva preso entrambe le mie mani e le teneva teneramente tra le sue. Intanto io tenevo gli occhi puntati su di esse, osservando con attenzione la sua pelle candida, liscia e le unghie chiare e curate. Al polso aveva uno di quei bracciali che si comprano alle bancarelle delle fiere, fatti di fili colorati intrecciati. Per intenderci quelli che appena te li metti esprimi un desiderio e quando si rompono quello si avvera. Guardavo quel piccolo oggetto, le sfumature del rosso che dolcemente passava al fucsia, poi al blu, poi al verde e al giallo, che sfumava ancora, tornando nuovamente rosso.
 
“Liz.” la voce di Niall mi distrasse dai miei pensieri, costringendomi ad alzare leggermente lo sguardo, che resse per appena cinque secondi il confronto con lo sguardo del biondo, tornando a osservare il piccolo bracciale. Sentii due dita poggiarsi sul mio mento e il mio viso venne dolcemente alzato, così da permettere ai miei occhi di incrociare gli occhi color dell’oceano di Niall. “Liz, c’è una cosa che desidero fare. Da tanto, tantissimo tempo. Ma le circostanze me l’hanno sempre impedito... sin da quando ti vidi per la prima volta, a Starbucks... provai una voglia matta, una voglia... morbosa, di baciarti. Volevo le tue labbra, volevo che combaciassero con le mie, volevo che mi appartenessero, anche solo per un secondo. Volevo che tu mi appartenessi. Lo volevo quel giorno e lo voglio oggi, ora più che mai. Ma in un modo o nell’altro mi sei sempre sfuggita, Liz. Ogni santissima volta, qualcuno o qualcosa ti allontanava da me e io ti desideravo sempre più.”
 
“Ma adesso siamo qui, no?” mi ritrovai a sussurrare. Che mi prendeva? Lui non mi piaceva! Certo, lui aveva appena detto che io piacevo a lui, ma il sentimento non era corrisposto. O sbaglio?
 
“Sì... ora siamo qui.” rispose Niall sorridendo. Quel sorriso era qualcosa di splendido, al confronto i fiori più belli del giardino dove ci trovavamo sembravano spenti e privi di colore. “Era da tanto che aspettavo questo momento, Liz...” bisbigliò Niall, posando delicatamente la sua mano sulla mia guancia avvicinandosi lentamente a me. Era arrivato il momento che più aspettavo e temevo allo stesso tempo. E dovevo prendere una decisione. Sean era stato il mio tormento da un anno a questa parte. Era stato il mio incubo, la ragion per cui ero diventata una ragazza sempre chiusa in sé stessa e che ha paura a relazionarsi con gli altri. E questo mi spingeva solamente a... voltare pagina. Chiusi gli occhi e le labbra di Niall sfiorarono gentilmente le mie, in un dolce bacio. Il biondo si allontanò da me, sorridendo. Io guardavo i suoi magnifici occhi azzurri, mordendomi il labbro inferiore con un leggero imbarazzo, ma ero felice anzi, felicissima, perchè ero riuscita a mettere ordine nella mia vita e nella mia testa; niente e nessuno mi avrebbe più impedito di essere felice. Niall poggiò la sua fronte contro la mia, continuando a sorridere da un orecchio all’altro.
 
“Come vorrei che questo non fosse un sogno...” sospirò lui, tenendomi per i fianchi.
 
No, aspetta! Che cosa?
 
“Sì, infatti... che cosa?” chiesi confusa corrugando le sopracciglia. Niall si allontanò leggermente da me, con le guance rosse e uno sguardo colpevole.
 
“Beh sì, Liz... ecco, tu ora sei a casa tua. E stai sognando...” spiegò il biondo, con una leggera punta di imbarazzo nella voce.
 
“Quindi... oh, che sollievo! Quindi non ho fatto quell’orrenda figura di merda con tua madre?” chiesi speranzosa, ma allo stesso tempo amareggiata, perchè per un attimo avevo pensato di aver veramente trovato il coraggio di cambiare pagina.
 
“No, quella l’hai fatta veramente...” rispose Niall abbozzando un sorriso. Le mie speranze si infransero.
 
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!” gridai, alzando le mani e lo sguardo al cielo.
 
“No, cazzo!” esclamai svegliandomi di botto e mettendomi a sedere sul mio letto. La stanza era buia, e sentivo il respiro pesante di mia sorella, nel letto accanto al mio. Questo voleva dire che era notte. “Però... che sogno strano... per fortuna è tutto finito. Vero, Nick?”
 
“Ci puoi scommettere, baby!” disse una voce accanto a me. mi girai di scatto, vedendo che c’era un ragazzo che avrà avuto la mia stessa età, ma tutto nel suo aspetto, dalla radice dei capelli rossicci alla punta delle scarpe da ginnastica sfondate, mi facevano capire che avevo davanti un Nerd, con la N maiuscola. Il tipo si stava sdraiato sul letto vicino a me. Aveva una maglia grigia con una scritta nera ‘COSCIENZA DELL’ANNO’. “Visto che roba, Lizzie? Sono stato eletto coscienza dell’anno, quindi mi è stato dato il privilegio di avere un corpo umano. Ora io e te potremo passare insieme un sacco di bei momenti, che ne dici?”
 
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!” gridai nuovamente, alzando le mani e lo sguardo al cielo. Oh mio Dio, questo era un incubo.
 
“No, Nick ti prego, ritorna nella mia testa!” esclamai con voce strozzata, svegliandomi, stavolta per davvero. Mi passai una mano sulla fronte, madida di sudore. Mi guardai intorno. Per fortuna, non c’era nessun nerd accanto a me, né tantomeno non c’era nessuno con una maglia con scritta ‘COSCIENZA DELL’ANNO’.
 
Nick... giusto per sapere. Una coscienza non può desiderare di diventare un umano vero?
 
No...
 
Non può diventarlo in nessun modo, vero?
 
No...
 
E non esiste il premio coscienza dell’anno?
 
Beh, quello sì, ma io non ho mai avuto “l’onore” di vincerlo. Tu sai come sono queste cose...
 
Invece non lo so... come sono?
 
Liz, là è tutto un magna magna...
 
 Dopo un po’ che cercavo di prendere sonno, decisi di andare in cucina a prepararmi un the, per potermi rilassare un po’. Scesi dal letto e, con passo felpato, andai al piano inferiore. Entrai in cucina e ci trovai dentro Mike, che stava bevendo anche lui una tazza di the.
 
“Ehi...” sussurrai. Non mi andava di svegliare quei tre poveri Cristi che a differenza di me e mio fratello stavano dormendo. “Che fai qui?”
 
“Non si vede?” sbuffò lui, mostrandomi la sua tazza fumante.
 
“Nemmeno tu riesci a dormire?” chiesi prendendo una tazza e una bustina di the.
 
“No... nemmeno tu?”
 
“Diciamo che faccio sogni un po’ turbolenti...” sospirai riempiendo la tazza d’acqua e mettendola silenziosamente nel microonde. Certo, il the era più buono col bollitore, ma se si metteva a fischiare faceva casino e svegliavamo tutti. Mentre aspettavo che l’acqua si scaldasse, continuavo a fissare mio fratello che, poggiato al piccolo lavello della cucina, continuava a bere il suo the caldo.
 
“Ehi, Mike...” sussurrai, abbassando improvvisamente lo sguardo. Lui fece un mugolio a voce bassa, simbolo che mi stava ascoltando. “Mi serve un consiglio... metti che piaci a una ragazza, ma lei non ti piace. Però di notte sogni di baciarla. Cosa vuol dire?” chiesi, dandogli le spalle con la scusa di prendere la tazza dal piccolo forno. Mi sembrò di sentirlo ridacchiare.
 
“Non ti sembra ovvio?” disse sarcastico. Immersi più volte la bustina del the nella tazza, guardando l’acqua cambiare lentamente colore. “Comunque, perchè me lo chiedi? Sta succedendo lo stesso a te?” mi chiese lui squadrandomi da capo a piedi, con un sorrisetto divertito.
 
“No... è per Chris.” dissi con nonchalance. Mike continuò a guardarmi scettico, posando la sua tazza, oramai vuota, nella lavastoviglie, carica di piatti e bicchieri sporchi.
 
 
COMMENTI DELL'AUTRICE :3
vi voglio dire solo una cosetta veloce veloce veloce veloce *basta* ho creato un gruppo di facebook dove potrete avere aggiornamenti super faighi riguardo tutte le mie fan fiction (ok, vabbè solo questa qua...)
mi è sembrata una cosa simpatica, perchè lo hanno fatto anche altre, quindi...

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Capitolo 25
*** Chapter 25 ***


*A scuola, dopo cinque allucinanti ore di lezione*
 
Mi incamminai lentamente per il corridoio con Chris che mi seguiva a ruota. Appena mi trovai davanti al mio armadietto, ci sbattei contro la fronte. La mia amica mi guardò interrogativa.
 
“Che c’è?” chiesi stizzita. “Sono solo stanca!” continuai alzando il capo dal piccolo sportellino e aprendolo. Sospirai, lanciando il libro di matematica nell’armadietto e chiudendolo con uno scatto.
 
“Ok, visto che ti vedo un po’ nervosa che ne dici se vieni a mangiare da me? Ripetiamo per la verifica di storia di domani e quando abbiamo finito andiamo a farci un giro per il centro, ok?” mi propose Chris. Dovevo ammettere che non era male come idea.
 
Penso che accetterò...
 
Ma tu oggi non devi andare a prendere tua sorella da scuola?
 
Ah, è vero...
 
“Mi piacerebbe, Chris... oggi però devo andare a prendere quello scricciolo di mia sorella da scuola.” spiegai dispiaciuta e anche un po’ scocciata. Ogni lunedì ero costretta ad andare a prendere Debby da scuola, a causa degli impegni lavorativi di mamma e papà. Mike? Figuriamoci se quello alza mai il culo dal divano di casa! Dopo la nostra chiacchierata di quella notte, avevamo ripreso a parlarci normalmente, ovvero con astio. In essenza, nessuno avrebbe mai scoperto che io e quel bucefalo di Mike c’eravamo comportati come... a pensare quella parola mi vennero i brividi: fratelli.
 
“Perchè?” mi chiese Chris, anche lei leggermente intristita.
 
“Svegliaaa! Ti sei scordata che oggi è lunedì?” sbuffai.
 
“Oh, è vero... allora ok.” disse Chris, chiudendo il suo armadietto. La imitai, dando un’occhiata al cellulare, per controllare se avessi ricevuto chiamate o messaggi. Ovviamente no.
 
“Sarà per un’altra volta, eh?” conclusi il discorso, avviandomi verso l’uscita di scuola, scansando tutta la gente che si stava accalcando sul portone d’ingresso. Chris mi venne dietro, fedele come un cagnolino.
 
“Oh, Liz... io devo parlarti di una cosa importante... posso chiamarti oggi pomeriggio?” mi chiese Chris abbassando la voce. La guardai incuriosita.
 
“Ok, ma... è successo qualcosa? Mi devo preoccupare?” le domandai inarcando un sopracciglio. Lei abbozzò un sorriso. Nel frattempo avevamo raggiunto il mio motorino.
 
“No, niente di allarmante, stai tranquilla...” rispose la mia migliore amica, facendo segno alla madre, posizionata dietro il volante di una macchina dall’altro lato della strada, di aspettare cinque minuti.
 
“Mi dici almeno di cosa si tratta?” chiesi, più curiosa che mai. Vidi le guance di Chris imporporarsi. Forse una mezza idea di cosa, o meglio di chi, la mia amica volesse parlarmi l’avevo...
 
“Ecco, è... riguarda Harry...” sussurrò Chris imbarazzata. Una voce stridula da oca strozzata, ci raggiunse, facendomi voltare. Appena vidi la ragazza che si stava avvicinando a noi, traballante sui suoi assurdi tacchi 20, alzai gli occhi al cielo. Eccola là, Mary Ann Stevens, la gallina più squallida di quella scuola, circondata dalle sue gallinelle di compagnia, ancor più squallide di lei. In altre parole, era la più “popolare”, capo delle cheerleader, accompagnata sempre dalle sue lecca-culo, con un cervello talmente bacato che non sapevano nemmeno contare fino venti, senza l’ausilio delle dita dei piedi.
 
“Stevens.” dissi, freddamente. Quando quelle come lei venivano a parlarti avevi tre opzioni: adularle, risponderle per le rime, picchiarle a sangue. Personalmente, ero più propensa alla terza opzione, ma farmi sospendere per una gallina come Mary Ann... nemmeno morta!
 
“Shine.” rispose lei, guardandomi dall’alto dei suoi trampoli. “Ti vedo in splendida forma per... per i tuoi standard, intendo.” Disse con un sorriso tirato, squadrandomi. Ovviamente per quelle come lei e la sua banda di super siliconate, quelle come me e Chris (niente trucco, felpa e converse) eravamo la cosa più squallida del pianeta. Non che la consapevolezza di ciò mi toccasse minimamente, sinceramente anche io la trovavo squallida. “Comunque non sono qui per te, Shine... salve Killen, non ho potuto fare a meno di sentirti nominare un certo Harry... di’ la verità, ti piace ma non corrisponde? Dopotutto una formica come te non può piacere a nessuno, no?”
 
“Disse la ragazza che aveva un fidanzato nuovo ogni due giorni...” commentai sarcastica. Mary Ann mi lanciò un’occhiataccia.
 
“Se ti riferisci a Tom, ti avviso che è stato un errore, tra noi non c’era feeling...” disse lei, puntandomi contro l’indice. “E comunque adesso ho trovato l’amore della mia vita!”
 
“Oh tesoro sono così contenta per te!” dissi con aria sognante, unendo le mani e inclinando la testa. “E dimmi: chi è questa settimana?”
 
“Tu mi sottovaluti, Shine, e questo non mi sta bene. Stai attenta a come ti muovi, ragazzina... e questo vale per entrambe. Forse dopo cinque anni non avete capito che questo formicaio...” disse indicando l’edificio scolastico. “Mi appartiene. E non ci metterei molto a schiacciare due formichine come voi...” continuò sbattendo un pugno chiuso sul palmo dell’altra mano. Dopo questo patetico spettacolino si girò di culo e si allontanò sculettando.
 
“Tsk. Patetica...” sussurrai a Chris, che ridacchiò. “Tornando al discorso di prima, chiamami verso le cinque, ok?”
 
“Ok. Ciao Liz!” rispose la mia amica avvicinandosi alla macchina di sua madre, la quale l’aspettava pazientemente col motore già acceso. Dopo essermi infilata il casco infilai le chiavi nel quadro e partii a tutta velocità verso la scuola di mia sorella.
 
*un quarto d’ora dopo*
 
Parcheggiai il motorino davanti alla scuola elementare dove andava Debby e appesi il casco al manubrio. Mi incamminai velocemente verso l’entrata; stavo semplicemente morendo di fame e volevo tornare a casa il prima possibile per poter mettere qualcosa sotto i denti. Feci un cenno alla donna sui quaranta, seduta dietro il bancone della segreteria didattica. Ovvero stava là e faceva firmare ai genitori le varie giustifiche di assenze/ritardi/uscite anticipate. Lei mi sorrise in risposta, guardandomi mentre entravo nella sala d’aspetto, dove i bambini che aspettavano di essere prelevati parlavano tra loro e facevano un po’ di casino. Vidi mia sorella parlare con il suo “fidanzato”, Joey.
 
“Debby...” la richiamai.
 
“Liz!” esclamò lei quando mi notò. Cominciò a camminare verso di me, salutando con la mano Joey.
 
“Joey.” disse una voce familiare alle mie spalle. Vidi il bambino scattare in piedi, guardando un punto indefinito alle mie spalle.
 
“Niall!” gridò il bambino con gli occhi che gli luccicavano. Mi girai di scatto, ritrovandomi il sorriso a 32 denti di niente poco di meno di Niall Horan. Quando il biondo mi notò parve sorpreso.
 
“Liz?!” chiese incredulo squadrandomi.
 
“Niall?!” esclamai guardandolo dal basso in alto. Effettivamente ero una tappa, quindi lui mi sovrastava in tutti i sensi.
 
“Che ci fai tu qui!?” esclamammo contemporaneamente.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
sono tornata con un nuovo capitolo yeeeeee *silenziotombale*
vabbè, lasciamo stare, comunque, che ci fa Niall alla scuola di Debby? scopritelo nella prossima puntata ahaha no.
qui sta sempre il link del gruppo su facebook: https://www.facebook.com/groups/154553178065391/
vi aspetto, vabien?
MEGASPOILER: forse, se non sarò troppo cattiva, come al solito, farò in modo che le labbra di Niall e Liz si tocchino accidentalmente, nel prossimo capitolo. curiose?

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Capitolo 26
*** Chapter 26 ***


“Che ci fai tu qui!?” esclamammo contemporaneamente.
 
“Io sono venuta a prendere mia sorella!” dissi ancora leggermente scossa, indicando Debby. “Tu, piuttosto?”
 
“Io sono venuto a prendere mio cugino!” rispose Niall, indicando Joey. Sbuffai sonoramente. Ma per quale strambo motivo dovevo sempre ritrovarmi in situazioni imbarazzanti e/o assurde con Niall?
 
A quanto pare la tua buona stella non ti assiste, in questo periodo...
 
Ti pare che la mia buona stella mi abbia mai assistito?
 
“Niall, come fai a conoscere, Liz?” chiese Joey al ragazzo, affiancandolo. Non potei fare a meno di notare la somiglianza tra di loro. I capelli, gli occhi, il sorriso...
 
“Potrei farti la stessa domanda, Joey...” rispose Niall, lanciando un’occhiataccia al cuginetto, ma per finta.
 
“Io vengo a prendere mia sorella da scuola tutti i lunedì e spesso io e lui ci incontriamo.” spiegai. “E poi Joey è venuto spesso a casa nostra per venire a trovare la mia sorellina. Sai, loro sono fidanzati...” continuai arruffando i capelli a Debby. “E comunque, a volte giochiamo anche insieme a nascondino o con le bambole e... se tu lo dici a qualcuno io ti castro.” conclusi puntando il dito contro il petto di Niall.
 
“Liz che vuol dire castra...?” cominciò Debby guardandomi.
 
“Te lo racconto tra qualche anno...” la interruppi. Lei mi fulminò con lo sguardo.
 
“Hai detto la stessa cosa quando ti ho chiesto cosa vuol dire spermatozoo...” disse la marmocchia. Niall cominciò a ridere a crepapelle.
 
“Che c’è, Horan? Una ragazza non può chiamare il proprio fratello maggiore ‘testa di spermatozoo’ senza che una sorellina minore le chieda spiegazioni?” esclamai allargando le braccia. Niall scosse la testa, continuando a ridere.
 
“Ora so come ricattarti, Liz...” disse facendo un passo aventi, verso di me. Sentii una goccia di sudore freddo scendermi sulla schiena.
 
“Perchè ho chiamato mio fratello testa di spermatozoo?” chiesi confusa.
 
“No, perchè giochi con le bambole...” rispose lui, facendo un altro passo verso di me. sorrisi scettica.
 
“Non hai prove.” dissi sorridendo vittoriosa. Niall posò la mano sulla testa di Joey, facendo gli occhi da cucciolo.
 
“Quale migliore prova se non la voce della verità?” sussurrò il biondo sorridendo malefico. Mi lasciai sfuggire un verso esasperato. Debby (non ringrazierò mai abbastanza quella bambina), percepita l’aria pesante, decise di cambiare discorso.
 
“Liz! Lizzie! Joey mi ha regalato un peluche! È un orsetto bellissimo! Lo vuoi vedere?” trillò tutta contenta la mia amata sorellina. Sospirai di sollievo.
 
“Certo, Debby. Vediamo un po’ che bel regalo ti ha fatto il tuo Romeo...” dissi sorridendole riconoscente. Lei aprì il suo zainetto e tirò fuori un tenerissimo orsetto di peluche. Me lo porse e io lo guardai un po’.
 
“Awww, che carino! Joey, sei un bambino adorabile!” esclamai, dando nuovamente il peluche a Debby. “Magari tutti gli uomini fossero come te...”
 
“Interessante...” commentò Niall, avvicinandosi a me talmente in fretta da ritrovarmelo nel giro di due secondi a un centimetro dal viso. “Fammi capire: se te lo regalo io un orsetto, tu con me ci esci?”
 
Mi sfuggì una risata.
 
“Horan, non sono una bambina di sette anni... non mi compri con un orsetto.” risposi beffarda, restituendo il peluche a Debby, che lo ripose con cura nello zaino. Mentre guardavo divertita Niall sospirare sentii il mio cellulare vibrare nella mia tasca. Era mia madre.
 
“Pronto, mamma?” dissi a bassa voce, allontanandomi di qualche passo da Niall e dai bambini.
 
“Ehi, dove siete tu e tua sorella? Mi ha chiamato Mike e mi ha detto che non siete ancora tornate a casa... Debby di solito non esce da scuola all’una e un quarto?” esclamò mia madre, agitata come al solito. Guardai l’orologio. Erano le due meno un quarto!
 
“Oddio, mamma, scusa! È che ho incontrato un mio amico che era venuto a prendere il suo cuginetto da scuola e mi sono fermata a parlare con lui per un po’... scusami ho perso il senso del tempo, il tempo di salutare che mi avvio verso casa.”
 
“Ok, ma sbrigati.” mi avvertii lei, riagganciando. La imitai, riavvicinandomi a Niall, schivando all’ultimo secondo la cartella di Debby, abbandonata sul pavimento.
 
“Niall, noi...” cominciai, ma Debby mi interruppe.
 
“Liz, io e Joey andiamo a vedere il ciliegio nel cortile, va bene?” mi chiese la mia sorellina. Sospirai. Facendo il punto della situazione, se lasciavo andare i bambini sarei rimasta sola con Niall. Volevo che accadesse? No. Se le impedivo di andare lui avrebbe cominciato a sospettare che avevo paura di lui. Era vero? Sì. volevo che lo scoprisse? NO!
 
“E va bene... ma non uscite dal recinto, d’accordo?” mi raccomandai.
 
“Va bene. Ah, Liz per favore lo porti tu il mio zaino? Io sono stanca.” disse con vocina sofferente Debby. Acconsentii e lei e Joey si allontanarono chiacchierando allegramente. Lo dovevo ammettere, erano adorabili, insieme.
 
“Quindi tua sorella e mio cugino sono fidanzati... che dire, Liz: è destino!” commentò Niall, avvicinandosi a me. Feci un passo indietro, per tenere tra noi la giusta distanza di sicurezza.
 
“Senti, Niall io e Debby... ora dobbiamo andarcene. C’è mio fratello solo a casa e questo mi preoccupa e non poco...” dissi, guardando ovunque tranne che i suoi occhioni azzurri.
 
“Tuo fratello? Non è quello che ha dato fuoco ai libri l’ultimo giorno di scuola?” chiese Niall, inclinando la testa. Annuii. “Scusami ma non capisco cosa ti preoccupa... deve avere minimo... venti anni...”
 
“Fidati, Niall... l’età non centra nulla.” gli sussurrai, battendogli un colpetto sulla spalla. “E comunque non sa nemmeno cucinare e se non arrivo io là a cucinare quello muore di fame...”
 
“E i tuoi genitori?”
 
“A causa del loro lavoro, il lunedì sono praticamente assenti, per noi...” spiegai con una punta di amarezza nella voce. “Tocca a me portare avanti la baracca, quando non ci sono loro.”
 
Ero così immersa nel mio discorso che nemmeno mi ero accorta di come Niall si fosse avvicinato a me, guardandomi dall’alto in basso. Era un po’ frustrante il fatto che quel ragazzo mi sovrastasse in quel modo.
 
“E comunque io e te abbiamo un discorso in sospeso... ti ricordi?” sussurrò lui sorridendo. Abbassai lo sguardo, notando solo in quel momento quanto fossero belle le Supra di Niall.
 
“Ah sì? Non mi sembra di ricordare niente a riguardo...” risposi facendo la finta tonta. Lui alzò il mio viso con due dita, facendo incontrare i nostri occhi. Il verde scuro e l’azzurro. Verde come le zone più ombrose, nelle foreste più impenetrabili. Azzurro come le zone più cristalline degli oceani più limpidi.
 
“Davvero? Non ricordi proprio? È stato a casa di Harry...” continuò lui, con un tono leggermente divertito. Sapeva benissimo che io sapevo. Ma sapeva che io sapevo che lui sapeva che sapevo?
 
E se lui non sapesse che io so che...
 
Liz, cazzo! È un momento serio, questo!
 
Dire serio era un eufemismo... troppo immersa nei miei giri mentali, quasi non mi ero accorta del viso del biondo che si avvicinava sempre più al mio.
 
Oh no... no, cazzo, NO!
 
Indietreggiai, tenendo lo sguardo basso, sentivo gli occhi inumidirsi e le guance prendere fuoco. Non potevo e non dovevo, Niall non poteva far parte della mia vita! Non in quel modo.
 
“Cazzo!” esclamai.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
ooooooooops :D so che vi avevo detto che in questo capitolo ci sarebbe stato un dolce bacio tra i nostri carissimi Nizzie, ma... ormai mi conoscete >:D no, ok vi giuro che è nel prossimo capitolo (che ho già cominciato a scrivere) e stavolta non è una bugia. mi perdonate? e secondo voi cosa è successo a Liz? perchè ha fatto quel fior di esclamazione? mi dite la vostra opinione a proposito con una piccola recensione? grazie in anticipo :3

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Capitolo 27
*** Chapter 27 ***


Indietreggiai, tenendo lo sguardo basso, sentivo gli occhi inumidirsi e le guance prendere fuoco. Non potevo e non dovevo, Niall non poteva far parte della mia vita! Non in quel modo.
 
“Cazzo!” esclamai perdendo l’equilibrio. Quel cazzo di zainetto che stava in mezzo ai piedi. Stavo già per franare a terra, finendo di culo sul pavimento, ma Niall, con grande prontezza di riflessi, mi prese per i polsi e mi impedì di cadere. “Però, che riflessi... grazie.” sussurrai, aspettando che allentasse la presa sui miei polsi. Mi resi conto che finché non mi fossi messa dritta lui non avrebbe potuto mollarmi, in quanto sarei caduta e stavolta per davvero. Feci per addrizzarmi però, ancora instabile sulle gambe, caddi in avanti, scontrando il mio petto contro quello di Niall. Sentii un turbine scatenarsi nel mio stomaco, quando mi resi conto che, oltre i nostri petti, anche le nostre labbra si erano incontrate. Per quel microsecondo le mie labbra avevano incontrato quelle sottili quanto morbide di Niall Horan
 
“Beh... non c’è di che...” rispose lui sorridendomi. Mi allontanai in fretta da lui, con le guance cha andavano in fiamme.
 
“Io... io devo andare... ciao, Niall...” bisbigliai prendendo in fretta lo zaino di Debby per poi andarmene in fretta.
 
“Liz!” sentii Niall esclamare, con una voce dispiaciuta, forse un po’ stanca. Ah, era lui quello stanco? E io? Che dovevo dire io? No, io dovevo starmene sempre zitta, io i miei problemi me li dovevo sempre risolvere da sola... e guai se provavo a sfogarmi con qualcuno, tanto alla fine venivo giudicata lo stesso...
 
Mi sembra giusto...
 
Passi alle mie spalle. Niall stava venendo verso di me. Affrettai il passo. Raggiunsi il cortile e cercai con lo sguardo i due bambini. Eccoli là, sotto il ciliegio a parlare del più e del meno.
 
“Debby. Forza andiamocene.” dissi. Lei percepì il nervosismo nella mia voce, infatti si alzò in fretta, salutando velocemente Joey. A proposito di lui...
 
“Joey, va’ dentro da tuo cugino. Dai.” mi raccomandai con un mezzo sorriso. Il bambino si alzò in piedi e corse dentro l’edificio. Sperai con tutta l’anima che potesse frenare il cugino per il tempo necessario di prendere la moto e schizzare via diecimila all’ora. Del tipo passo accanto a un autovelox e quello esplode dopo aver gridato (sì, l’autovelox deve gridare) “IT’S OVER NINE TOUSAUND!!”
 
 Sempre tenendo Debby per mano corsi verso il motorino, mi misi il casco e poi lo infilai a lei. Saltai in sella al mio due ruote e aspettai che mia sorella mi imitasse. Appena sentii le piccole braccia di Debby stringermi la vita, partii a tutta velocità.
 
“Liz, ma quel ragazzo... il cugino di Joey. Era il tuo fidanzato?” mi chiese Debby dopo un po’ di silenzio. Mi prese alla sprovvista, tanto che stavo per inchiodare nel bel mezzo dell’autostrada.
 
“Che?! No, Debby, certo che no!” esclamai con voce stridula.
 
“E allora perchè ti ha chiesto di uscire insieme?” continuò l’interrogatorio la mia sorellina.
 
“Allora, Debby. Proverò a spiegartelo nel modo più semplice possibile. Lui vorrebbe essere il mio ragazzo. Ma io non voglio. Tutto qui.”
 
“Ma perchè non vuoi?”
 
Già, Liz... perchè non vuoi?
 
Lo sai perfettamente, stupido impiccione!
 
“Perchè non mi piace...” risposi semplicemente, ignorando la fitta che mi stava trapassando il petto.
 
Certo, Liz... certo....
 
Senti, io e te sappiamo il vero motivo. Ma non posso andare a spiegarlo a una bambina. Capiscisti?
 
“Nah, Liz! Questa è una bugia!” esclamò Debby. Mi irrigidii di colpo. Cosa sapeva, lei? “Se un ragazzo ama una ragazza, lei ricambia sempre. Come nelle fiabe. Il principe sta con la principessa. Possono esserci mille ostacoli, uno più difficile dell’altro, ma alla fine lui riuscirà sempre a salvarla e allora potranno stare insieme.” disse con voce convinta Debby. Le sue parole mi colpirono.
 
Possono esserci mille ostacoli, uno più difficile dell’altro, ma alla fine potranno stare insieme...
 
Liz, l’unico ostacolo che vedo io e quella macchina che stai per tamponare!
 
“Oh porcammerda!” gridai sterzando all’improvviso. Debby lanciò un gridolino e sentii le sue unghie conficcarsi nei miei fianchi. Presi dei profondi respiri e accostai. Staccai le mani di mia sorella dal mio bacino e mi girai verso di lei, cercando di tranquillizzarla.
 
“NON DIRLO ALLA MAMMA!” esclamai terrorizzata all’idea di vedere il mio piccolino essere venduto a un signor Nessuno, deciso a rottamarlo per avere dei soldi in cambio.
 
“WOHOA! FACCIAMOLO ANCORA!” strillò mia sorella dopo un paio di secondo di silenzio. La guardai basita.
 
Oooook...
 
Ripartii molto lentamente, finché non raggiungemmo casa. Anche se ero ancora scossa dal nostro quasi incidente, le parole di mia sorella gironzolavano libere nella mia testa.
 
Il principe sta con la principessa. Possono esserci mille ostacoli, uno più difficile dell’altro, ma alla fine lui riuscirà sempre a salvarla e allora potranno stare insieme.
 
*quel pomeriggio*
 
Erano le cinque e dieci circa, minuto più minuto meno... sentii il telefono di casa cominciare a squillare. Non feci in tempo a scendere dal letto per andare a rispondere che sentii Debby cominciare a parlare. Mi aveva anticipata.
 
CHRIS’ POV
 
Chiamai Liz, verso le cinque, come mi aveva detto lei. Composi il numero di casa sua col telefono fisso e aspettai. Uno, due, tre squilli.
 
“Pronto?” una vocetta stridula dall’altra parte del capo mi fece intuire che era stata Debby a rispondere e non la mia amica.
 
“Ehi Debby, sono Chris. C’è Liz in casa?” chiesi con voce amichevole.
 
“Sì, sì c’è! Ora te la passo.” esclamò Debby. “Comunque, Chris, tu lo sai che oggi Liz ha incontrato il cugino del mio ragazzo alla mia scuola? È un ragazzo bello, biondo e con gli occhi azzurri!”
 
Mmh, la situazione si fa interessante...
 
“Davvero, Debby?” chiesi, con una vocetta malefica. “E, dimmi un po’, ti ricordi come si chiamava questo ragazzo?”
 
“Liz lo chiamava Horan...” rispose innocentemente la bambina.
 
Bingo!
 
“E cosa si sono detti?” continuai a indagare. Debby parve notare il fremito di eccitazione che c’era nella mia voce, quindi si affettò a rispondere.
 
“Le ha chiesto di uscire insieme, ma Liz ha detto di no, penso. E poi, quando io e Joey siamo andati in cortile li abbiamo spiati dalla finestra, anche se so che non è una cosa bella da fare...”
 
“No, no, Debby hai fatto benissimo! Cosa avete visto dalla finestra?” domandai, saltando dall’impazienza sul mio letto.
 
“Liz è inciampata e il ragazzo biondo l’ha presa al volo. Quando poi lei si è alzata si è sbilanciata in avanti e si sono baciati! Ti rendi conto, Chris?! Liz ha baciato il cugino del mio ragazzo!!”
 
Ok, la storia è veramente molto interessante...
 
Penso dovrei parlare con Debby un po’ più spesso...

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
sono tornata anche se un po' intristita, perchè nel capitolo scorso ho avuto solo 2 recensioni. vabbè che ci siete rimaste male perchè non si sono baciati, ma almeno con una recensione potevate lanciarmi qualche insulto, no? vabbè fa nulla, vi amo di bene lo stesso <3
comunque ecco questo famoso "bacio" anche se non è niente di che... il loro VERO primo bacio sarà la sera del compleanno di chris. ve lo ricordate? non manca molto, poco più di 7/8 capitoli (credo...)

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Capitolo 28
*** Chapter 28 ***


*il giorno seguente*
 
LIZ’S POV
 
“Liz, Mike, oggi potreste venire con me alla casa di cura per darmi una mano? Con l’arrivo della stagione calda la gente comincia già ad abbandonare i propri animali per strada e lì abbiamo molto lavoro da fare...” disse mia madre durante il pranzo.
 
“Io non posso, oggi ho il turno al cinema per tutto il pomeriggio.” rispose Mike alzando le mani. Lo guardai scettica, prima di rivolgersi a mia madre.
 
“Mamma, sai perfettamente che sono allergica al pelo dei gatti... vuoi per caso farmi morire a causa di uno shock anafilattico?” chiesi retorica lanciandogli un’occhiata da cane bastonato. Mia madre mi guardò sorridendo.
 
“Non abbiamo gatti da tipo sei mesi, Liz e tenendo conto che abbiamo inservienti che lavano tutta la struttura, gabbie comprese, ogni settimana, non c’è pericolo che tu faccia neanche un piccolo starnuto.” spiegò. Sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Odiavo doverle dare ragione. In pratica non potevo scappare da quella rogna, visto che non avevo nemmeno la scusa di dover aiutare Debby a fare i compiti, visto che era andata da Joey a pranzo. “E poi ho bisogno del tuo aiuto, tra un po’ è il compleanno di Debby e devo sceglierle un regalo.”
 
“Hai intenzione di regalarle un cane?!” chiesi scettica. Non l’avrebbe mai fatto, erano secoli che le chiedevamo un cucciolo ma tutto quello che ci eravamo ritrovati erano tre pesci rossi e un porcellino d’India.
 
“Certo che sì, ormai siete cresciuti, e potrete accudirlo al meglio!” disse mia madre sorridendo, per poi continuare a bassa voce. “Senza farlo morire di fame come quel povero porcellino d’India...”
 
Mi strinsi nelle spalle, analizzando mentalmente alcune razze di piccola taglia che sarebbero piaciute a mia sorella.
 
Yorkshire, Maltese, Barboncino, Volpino Italiano, Cocker Spaniel, Beagle... senza contare poi alcuni tipi di incroci, che non sono veramente niente male, anche perchè essendo cani presi dalla strada il pedigree non è che conta così tanto...
 
“Comunque che tipo di lavoro devo fare?” chiesi a mia madre, arrotolando sulla forchetta gli spaghetti.
 
“Devi solamente schedare i cani. Ti spiego, io ti do una lista dove troverai scritto nome, razza, età eccetera, eccetera dei cani. Il numero nella lista corrisponderà col numero della gabbia del cane. Con l’aiuto di questa lista tu compilerai dei fogli che io ti darò, li metterai ognuno in una cartellina e alla fine riporrai tutto nella mia scrivania.”
 
“Quanti cani ci sono, all’incirca?” chiesi, pensando che dopotutto mi sarebbe potuto capitare qualcosa di peggio. Tipo dover lavare tutti i cani.
 
“A occhio sono all’incirca una trentina. Ah, mi sono dimenticata di dirti che prima di iniziare devi anche lavarli.” concluse lei sorridendo innocentemente.
 
No, momento, momento, momento, momento, momento, momento, momento! COSA!
 
Ha detto che devi lavare i cani. E poi schedarli. Mi sembra abbastanza chiaro...
 
E tu ancora non sei morto?
 
Cosa?
 
Cioè, volevo dire: oh, carissima coscienza era da tanto che non ci si sentiva e per qualche gloriosa ora ho cominciato a sperare che tu fossi morto...
 
Simpatica... io non posso morire.
 
Nemmeno se ti rifilo del cianuro?
 
Come dovresti fare a rifilarmi del cianuro?
 
Me lo faccio iniettare nel cervello!
 
Ma ritornando alla mia conversazione con la mia adorata mamma che mi faceva lavorare come una schiava a cui però volevo molto bene. Ma mi faceva comunque lavorare come una schiava. Però le volevo bene lo stesso. Ma rimaneva il fatto che mi faceva lavorare come una schiava.
 
“Ma mamma, ci metterò un’eternità!” mi lamentai, poggiando il gomito sul tavolo e lasciando cadere il mio viso sopra il palmo della mano.
 
“Non preoccuparti, non lavorerai da sola. C’è un ragazzo che ha più o meno la tua età che viene ad aiutarmi. Che caro, non vuole nemmeno niente in cambio!” cominciò mia madre con aria sognante. “Pensa, è talmente simpatico... e anche carino!”
 
Non mi bastavano i miei problemi, ora c’era pure mia madre che mi voleva fidanzata col ragazzo che la aiutava a lavare i cani... bello, no?
 
*il pomeriggio dello stesso giorno, verso le quattro e mezza*
 
NIALL’S POV
 
La signora Brite mi aveva chiesto di presentarmi verso le prime ore del pomeriggio per aiutarla a sistemare alcuni cani. Mi piaceva aiutarla, dopotutto quei cuccioletti erano adorabili. Aveva detto che c’erano da lavare i nuovi arrivati, perchè venivano freschi freschi da in mezzo alla strada. Mi aveva anche rassicurato, dicendo che non avrei fatto tutto il lavoro da solo, perchè c’era sua figlia che mi avrebbe dato una mano. Forse un mese prima avrei accettato su due piedi, solo per poter abbordare la bella figlioletta della signora Brite, ma ora ero cambiato. Ora per me c’era solo Liz. Però con lei era sempre tutto così complicato. Ogni volta che ci incontravamo c’erano sempre fraintendimenti, litigi o momenti imbarazzanti... ripensai al momento in cui le nostre labbra si erano sfiorate. Per quel brevissimo secondo avevo posseduto le labbra di Elizabeth Shine, la ragazza che sempre faceva capolino nei miei sogni e nei miei pensieri. Ripensai alle parole che Chris mi aveva detto qualche sera prima.
 
Sappi che Liz ha già sofferto molto per amore e credimi sulla parola se ti dico che se per colpa tua starà di nuovo male... io ti distruggo.
 
Forse per questo che mi schivava, mi allontanava. Forse per questo era sempre così fredda e distaccata con me. Forse per questo, quando eravamo nello sgabuzzino di Harry ha pianto. Lei mi aveva aperto il suo cuore, mostrandomi una ferita ancora aperta, che la faceva soffrire. Come avrei voluto consolarla, farle capire che io mai e poi mai l’avrei fatta soffrire. Avrei voluto faro capire a lei, a Chris, a tutto il mondo.
 
Ma intanto ero arrivata alla casa di casa di cura della signora Brite. Appena entrai trovai Cassidy, che mi sorrise maliziosamente. Era la figlia della donna che andava a fare le pulizie che, quando la madre non poteva presentarsi, veniva a pulire. Lo ammetto, era una troia di prima classe e mi ricordo ancora di quella volta che venne a letto con me e con Harry. Contemporaneamente. Ammetto che era stato uno spasso, ma ormai per quelle come lei non provavo più alcun interesse. Certo, era una bella ragazza con lunghi e mossi capelli rossi [pure la rima], gli occhi verdi giada e un bel corpo, ma Liz era mille volte meglio. Decisamente molto meglio di Cassidy. Aveva quel non-so-che... non sapevo cosa fosse, ma mi stregava, mi rapiva... mi faceva impazzire ogni volta.
 
“Ciao Cassidy.” dissi con tono distaccato. Oramai non mi interessava più, era stata una bella nottata con lei (e con Harry), ma per me c’era solo Liz.
 
“Ciao biondo.” rispose lei, lanciandosi letteralmente addosso a me, quasi ficcandomi in bocca il suo più che abbondante seno. La allontanai da me, continuando a fare il menefreghista.
 
“Cassidy, dov’è la signora Brite? Mi ha detto che c’è molto lavoro da sbrigare.”
 
“È nel suo ufficio...” rispose la rossa un po’ delusa dal mio comportamento. Notai che mi stava mangiando con gli occhi.
 
“Vedi che se continui a fissarmi così mi sciupo, eh!” dissi freddo. Lei, sbatté le palpebre pesantemente truccate.
 
 
“No, sai... pensavo che magari io e te potremmo di nuovo vederci, una sera di queste. Magari anche col tuo amico riccio...” propose lei, riattaccandosi a me, tipo piovra. La allontanai nuovamente, con un sorrisetto bastardo in faccia.
 
“No grazie, Cassidy. Ora fammi passare per favore, che non ho tutto il giorno.” risposi, avviandomi in gran carriera verso la porta con su scritto “Karen Brite – Fondatrice della sede principale della Casa di Cure per Animali”. Cercando di non scoppiare a ridere, notando l’espressione risentita di Cassidy, bussai alla porta. Quando sentii la voce della signora Brite invitarmi a entrare, feci capolino nella stanza.
 
“Salve signora Brite. Volevo solo avvisarla che sono arrivato e che sta andando a cominciare il mio lavoro.”
 
“Certo, Niall. Grazie ancora per venire qui ad aiutarci, una mano in più è sempre gradita.”
 
“Mi fa piacere essere d’aiuto, signora.”
 
“Oh, ti prego, ti ho già detto mille volte di darmi del tu e di chiamarmi Karen.”
 
“Va bene, Karen.” conclusi richiudendo la porta. Notai che Cassidy era ancora là, che mi fissava immobile. “Con permesso, Cassidy...” sussurrai con fare strafottente, passandole accanto. Camminai per il lungo corridoio che portava alla stanza dove di solito si lavavano gli animali e appena fui quasi sulla soglia sentii provenire dall’interno il suono di uno starnuto e poi un cane uscì velocemente dalla stanza. Lo presi al volo, appena mi passò vicino alle gambe. Lo guardai da vicino, riconoscendolo. Quello era il piccolo Alex, un Beagle di cinque mesi.
 
“Cazzo...” la voce di una ragazza dall’interno della stanza. Sicuramente Alex le era scappato di mano, era un bel giocherellone, non stava mai fermo. La porta, aperta solo per un piccolo spiraglio, grande abbastanza da far passare il cucciolo, si aprì mostrandomi un viso che appena riconobbi mi fece ghiacciare il sangue.

Aloah (o come caspio si scrive)
penso sia ovvio che la misteriosa ragazza che sta lavando il cane sia Liz (ma no?) vabbè, questo capitolo si commenta da solo, per la prima volta scopriamo cosa pensa Niall di Liz e vi giuro che scrivendo quella scena mi è venuto il diabete. fa niente, per amore dell'arte... comunque volevo chiedervi un mini favore: passate a dare un'occhiata al blog di mio fratello (Mike)? è bravo a scrivere, vi giuro! questo è il link: http://thestartsofanewstory.blogspot.it/ grazie mille a chi lo fa, non so in questo periodo gli faccio tanti regali, manco io so perchè...

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Capitolo 29
*** Chapter 29 ***


LIZ’S POV
 
“Ok, basta così!” gridai esasperata, puntando contro Niall l’indice di una mano tutta insaponata. “Io non ce la faccio più, Niall questa situazione sta diventando ridicola, è impossibile, sembra quasi tu mi stia seguendo!”
 
“Non è vero che ti sto seguendo, Liz, non dire stronzate! Io nemmeno sapevo che tu fossi qui, io vengo qua a fare volontariato già da tre mesi e non ti ho mai vista prima!” mi difesi. Teneva ancora in braccio il cane, tutto umido. “Piuttosto lui come ti è scappato?” chiese indicando il fagotto bagnato, porgendomelo.
 
“Tutta colpa di quell’idiota di Cassidy. Ha lavato male il vano doccia per animali ed era pieno di peli di gatto e io sono allergica al pelo di gatto. Ho starnutito e lui mi è scappato.”
 
“Dai, ti aiuto a lavarlo, sono venuto qua apposta.” propose prendendo lo shampoo specifico per i cani. Sospirai. Il suo arrivo mi aveva lasciata parecchio scossa. Posai il cucciolo nel vano doccia e, con l’aiuto di Niall, cominciai a insaponare il cane. Stranamente io e il biondo stavamo riuscendo a instaurare una conversazione normale. Era da quando c’era stato quel piccolo “incidente” nello stanzino di Harry che non riuscivamo più a conversare civilmente e questo mi dispiaceva. Parlare con lui era molto semplice e riuscivo a essere spontanea con lui. Solo che all’improvviso cominciava a fare l’idiota e a provarci con me e noi due non potevamo assolutamente frequentarci. Assolutamente. Mi dispiaceva tantissimo che lui non lo capisse, potevamo essere grandi amici se solo se lo fosse ficcato in testa... mi piaceva, sì, ma come amico.
 
“Passami l’anti-pulci, Niall.” dissi sorridendo, mentre finivo di sciacquare uno degli ultimi cani. Era uno splendido husky di tre mesi, col pelo lungo e soffice che sfumava dal color sabbia al bianco. Aveva due grandi occhi azzurri che quando li guardavi ti sembrava di guardare l’oceano. Il biondo mi porse il flacone di shampoo anti-pulci, io ne versai una piccola dose sulla schiena del cucciolo e cominciai a strofinarlo dolcemente.
 
“Come mai non vieni mai qui a lavorare per tua madre?” chiese Niall, chiudendo il rubinetto dell’acqua.
 
“Un po’ per i compiti, un po’ per colpa della mia allergia, un po’ perchè devo badare ai miei fratelli. Sopratutto a Mike. Debby la metti davanti alla TV e non dà più fastidio, ma quel ragazzo ti sta sempre davanti al ca... volo.” spiegai. “Oggi però non potevo fare a meno.”
 
“E perchè?” indagò Niall incuriosito. Stava insaponando con delicatezza il collo e il petto del cane e dovevo ammettere che era veramente tenerissimo... il cane, non Niall.
 
“Beh, tra qualche giorno è il compleanno di Debby e mia madre ha deciso di regalarle un cucciolo. Lo chiede ogni anno. Ovviamente dovrò occuparmene io, ma lasciamo perdere. In essenza mia madre mi ha chiesto di venire per scegliere il cane per mia sorella.”
 
“Ah, capisco... e ti sei fatta un’idea di chi vorresti prendere?”
 
“In verità pensavo proprio a questo piccolino che stiamo lavando adesso. È molto tenero e poi mi piacciono i suoi occhi. Mi ricordano tanto i tuoi...” risposi sinceramente girandomi per indicare il biondo. Mi ripresi all’ultimo secondo. “Di Joey! Mi ricordano molto gli occhi di Joey!”
 
“Non mi convinci... di’ la verità, stavi per dire ‘i tuoi occhi.’, vero?” disse Niall quasi come un poliziotto che fa il terzo grado a qualche sospettato. Beh in effetti stavo per dirlo... ma non c’era niente di male, dopotutto gli occhi di Niall erano qualcosa di fantastico.
 
“Nah, ma che dici?” sussurrai abbassando lo sguardo, concentrandomi sul cucciolo, ancora ricoperto di shampoo anti-pulci. Niall mi tolse di mano la spugnetta con cui stavo togliendo la schiuma dal corpo del piccolo husky e fissò i suoi occhi nei miei.
 
“Lizzie... chi dice le bugie non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù, quando muore va laggiù.” recitò Niall sorridendo in modo furbo. Mi scappò una risata.
 
“E questa dove l’hai imparata? All’asilo nido?” chiesi, continuando a ridere. Ecco il modo perfetto per cambiare discorso.
 
“Forse sì, forse no... ma resta il fatto che tu dici le bugie.” rispose il biondo, incastrando il mio corpo tra il suo e il lavabo. “Io non capisco, Liz. Io non ti capisco. Mi allontani sempre, ogni volta, fingi di voler essere semplicemente una mia amica. Ma non ammetti che tu sei inevitabilmente attratta da me.”
 
“Niall, ti prego...” sussurrai spingendo leggermente il suo petto. Lui non accennò minimamente ad allontanarsi, anzi avvicinò pericolosamente il suo viso al mio. Sentivo il suo respiro, regolare e caldo sulle mie labbra. Socchiusi gli occhi, inspirando il suo profumo. No, dovevo rimanere concentrata! Via qualsivoglia pensiero su Niall. Io e lui non potevamo essere niente più che amici!
 
“Se non provi niente per me perchè non lo dici? Perchè scappi? Perchè non mi affronti di petto e non mi dici che non ti piaccio? Perchè adesso non mi stai fermando?”
 
“Io... Niall io non posso...” sussurrai, abbassando lo sguardo. Sentivo che aveva ragione, avrei potuto dirgli che non provavo niente per lui ma a quel punto avrei detto una bugia enorme. E il biondo era sempre più vicino.
 
“Hai detto che non puoi non che non vuoi.” Sussurrò il biondo, avvicinandosi ancora di più. i nostri nasi si toccarono, era così vicino che avrei potuto contare le sue ciglia.
 
“Niall... per favore, io...” riuscii a bisbigliare, prima di essere interrotta da due labbra morbide e perfette che si erano scontrate con le mie. Chiusi gli occhi assaporando il momento. Stavo baciando Niall Horan e ne ero stranamente felice. Ricambiai il bacio avvicinando maggiormente il mio corpo al suo. Stavo sbagliando, lo sapevo benissimo e non mi importava. Poteva uno sbaglio essere allo stesso tempo così giusto? Sentii la lingua di Niall carezzare dolcemente il mio labbro inferire, segno che stava chiedendo accesso alla mia bocca. Lo accontentai, schiudendo le labbra. Mentre le sue mani stringevano sempre più i miei fianchi, io portai le mie dietro il suo collo, per sentirlo più vicino.
 
*inizio flash-back*
 
“Io non voglio avere più niente a che fare con questa roba!” ringhiai.
 
“Questo non è un parco giochi, piccola. Qui non si esce ed entra quando si vuole. Tu ci sei dentro fino al collo, non posso certo farti andare via così...” rispose lui sorridendo. Quel sorriso bellissimo, mozzafiato, ma anche minaccioso.
 
“Che c’è? Hai paura che dica tutto agli sbirri?” sussurrai con tono di sfida. “Ti ricordo che c’è mio cugino nel tuo stupido. Non posso denunciarvi.”
 
“Voglio darti fiducia, Liz. Solo perchè mi fido di tuo cugino. Ma tu fatti sfuggire qualcosa con chiunque. E sappi che non ti farai male solo tu. Ma anche lui.” mi minacciò lui. Impallidii.
 
“Non oseresti!”
 
“Oh sì, invece. E adesso smamma, prima che cambi idea.” sussurrò lui minaccioso. Mi girai e feci per andarmene. “Ah, Lizzie?”
 
“Cosa?” chiesi girandomi nuovamente.
 
“Ricorda sempre che tu sei solo mia.”
 
*fine flash-back*
 
 
COMMENTI DELL'AUTRICE :3
allora, che ne pensate di questo fuori programma? io lo adoro *_*
scusate ma mi devo sbrigare perchè mio fratello vuole il pc, quindi alla prossima! baci :*

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Capitolo 30
*** Ciao Girls ***


Ciao ragazze. Vi volevo solo informare che a causa di alcuni gravi problemi personali mi fermerò per qualche giorno dalla creazione di capitoli. Mi dispiace fermarmi, ma è successa una cosa di cui preferisco non parlare e non sono nelle condizioni emotive di scrivere. Quindi non datemi per morta. Ciao a tutte e a presto. Vostra Marty

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Capitolo 31
*** Chapter 30 ***


LIZ’S POV
 
Mi allontanai bruscamente dalle labbra di Niall tanto che lui ne rimase spiazzato. Avevo sbagliato a baciarlo, era stato un errore, non avrei mai dovuto farlo. Se Sean l’avesse scoperto… sarebbe tornato, avrebbe fatto del male a Lucas, a me e probabilmente anche a Niall… non me lo sarei mai perdonato se fosse successo qualcosa a Niall o a Lucas. Oltre a Chris e alla mia famiglia erano le persone più importanti della mia vita. E Sean non doveva toccarle.
 
‘Ricordati che tu sei solo mia.’ quella frase. Una beffa,  un avvertimento che mi ha impedito di affezionarmi alla gente, in particolar modo ai ragazzi. Niall mi guardava confuso, tenendo ancora le sue mani sui miei fianchi.
 
“Niall, io…” bisbigliai imbarazzata, tenendo entrambe le mani sul petto del biondo per impedirgli di avvicinarsi nuovamente a me. Come si suol dire, la carne è debole.
 
“Vuoi ancora dire che non ti piaccio? Vuoi ancora negare che c’è un sentimento ci accomuna? Vuoi ancora negare che fremi…” sussurrò il biondo, avvicinando il suo viso al mio, permettendo ai nostri nasi di sfiorarsi. “Quando mi avvicino a te?” concluse a pochi millimetri dalle mie labbra. Mi accorsi che stavo trattenendo il respiro. Odiavo ammettere che aveva ragione, che la sua vicinanza mi uccideva. Odiavo ammettere che mi ero affezionata a lui. Gli volevo bene e proprio per questo dovevo tenerlo lontano. Per evitare che gli succedesse qualcosa di brutto. Sì, dovevo continuare a fingere. Per il bene di tutti e soprattutto per il suo bene. Per il bene di Niall.
 
“Mi dispiace, Niall.” dissi con un sorriso ammaro sulle labbra, allontanandolo nuovamente da me. “Ma io non provo sentimenti. Né per te, né per nessuno.” continuai togliendo le sue mani dai miei fianchi. “Scusa se ti ho baciato e… e…” tentennai. Quella era la cosa più brutta e difficile da dire. “Forse e meglio se io e te non ci vediamo più. Per… per evitare di soffrire. Entrambi.”
 
“Liz, io soffro se non ti sto accanto, capisci?!” esclamò disperato Niall prendendo le mie mani e stringendole tra le sue. Vedevo le sue lacrime, minacciavano di scendere, inumidendo i suoi occhi color dell’oceano. Erano più scuri che mai, quasi blu. Il mare in tempesta. “Tu sei il mio ossigeno, sei il mio tutto!” continuava il biondo, sembrava impazzito. Aveva lasciato le mie mani, ora stava reggendo il mio viso, carezzandomi le guance con i pollici. Non sapevo che pensare,  questa non era una semplice attrazione fisica, questo era molto di più! Ero terrorizzata, Niall in quel momento era un piccolo e ingenuo agnellino. Che stava trotterellando allegramente tra le braccia del suo carnefice.
 
“Niall, ti prego…” sussurrai scostando le sue mani. “Ti prego e ti scongiuro di non rendere questa cosa più difficile di quanto non sia già.” conclusi prendendo la mia giacca e la borsa per poi dirigermi verso la porta. “Oh, Niall. Un’ultima cosa.” dissi continuando a dargli le spalle, la voce leggermente incrinata. “Ti prego, sta attento a te.”
 
“Che intendi?” chiese il biondo in un soffio. La voce distrutta e rotta dai singhiozzi. Per nessun motivo mi sarei girata. Vederlo in quelle condizioni mi avrebbe distrutto.
 
“Tu… cerca solo di non morire.”
 
CHRIS’ POV
 
Ero sul divano di casa mia e stavo guardando un film. Con Harry. No, non avevo detto ai miei della nostra relazione ma per mia fortuna, i miei genitori erano tipi che si sentivano ancora giovani quindi uscivano spesso, andando a quei tipi di feste organizzate per i tipi di mezza età come loro. Solo Emmett sapeva di Harry e aveva promesso di non dire nulla a mamma e papà.
 
Comunque io e il mio stratosferico ragazzo stavamo guardando la TV, scambiandoci dolci baci. Diciamo che non sapevamo affatto di cosa parlasse il film. Comunque non che i miei non sapessero delle visite quasi giornaliere di Harry. Solo che credevano che gli davo ripetizioni di matematica. La cosa non li insospettiva minimamente, visto che non sapevano che in matematica avevo la media del quattro. In  essenza passavamo quasi pomeriggi soli a casa, ovviamente, senza fare niente di sconcio.
 
“Chris, ma tu non sai niente di Harry e Niall?” mi chiese Harry, senza staccare gli occhi dallo schermo del televisore. Sospirai.
 
“Niente di più di quello che sai tu…” risposi, abbassando il volume della TV. La vocetta della tipa che dice “Nel mio intimo c’è Chilli!” dava un po’ fastidio.
 
“Sicura? Insomma, Liz ti dice tutto, è la tua migliore amica!” commentò lui. Lo guardai scettica.
 
“Anche Niall è il tuo migliore amico!” esclamai. Harry alzò gli occhi al cielo.
 
“Tra maschi è diverso! Noi siamo più introversi di voi…” si giustificò Hazza. Beh, pensandoci, lui non mi aveva chiesto delle motivazioni di Liz. Mi aveva chiesto del suo rapporto con Niall… è diverso.
 
“No, Harry, non so niente…” conclusi, riattivando l’audio della televisione.
 
“Non è che forse Liz ha qualcosa contro Niall… oppure un qualche tipo di timore? Boh, non lo so… un ex possessivo?”
 
Aveva centrato il problema. Devo dire che il mio ragazzo era un portento! Molto perspicace…
 
“Harry… riguardo il passato di Liz… e riguardo un suo ex… c’è una cosa che Niall non sa… è abbastanza grave. Così tanto che nemmeno i genitori di Liz lo sanno. Solo io e lei.” sussurrai, come se avessi il timore che qualcuno potesse sentirmi, anche se eravamo soli in casa. “Harry, quello che sto per dirti è un segreto. Non lo sa nessuno e nessuno dovrà mai saperlo. Devi giurarmi che non lo dirai a nessuno, primo tra tutti a Niall!”
 
“Sì, sì dai dimmelo…”
 
“Harry, cazzo, giura che non lo dirai a NESSUNO!!!” sibilai gelida.
 
“Ok, Chris! Guarda ti giuro su Faith che non lo dirò a nessuno!” disse Harry posandosi la mano destra sul cuore. “Ma andiamo, Chris ne stai facendo un affare di stato! Sai, mi fai preoccupare così…”
 
“Dovresti preoccuparti, Harry… tu non puoi nemmeno lontanamente immaginarti cosa nasconde il sorriso spensierato di Liz…”

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
ecco il sospirato capitolo 30 *faunafesta* finalmente ce l'ho fatta *ritornaseria* ok, parlando delle cose serie ma tristi, questo capitolo (come il resto della storia) dico adesso che è dedicato a Giuseppe, un mio grande amico (anche se non ci sentivamo da un po') che è purtroppo venuto a mancare :'(
quando ho saputo la notizia non ero proprio dell'umore per scrivere, scusatemi... comunque ora va meglio e sono tutta per voi! sentite me le fate arrivare 5 recensioni oppure sono troppe?
baci, Marti xx

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Capitolo 32
*** Chapter 31 ***


CHRIS’ POV
 
“Dovresti preoccuparti, Harry… tu non puoi nemmeno lontanamente immaginarti cosa nasconde il sorriso spensierato di Liz…”
 
“Che intendi? Dai, basta con tutti questi misteri, avanti, sputa il rospo!” esclamò Harry, divorato dalla curiosità e dalla preoccupazione.
 
“Allora, devi sapere che Liz, all’incirca un anno e mezzo fa, aveva un ragazzo, chiamato Sean. Era un tipo affascinate, che Liz aveva conosciuto tramite Lucas, uno dei suoi cugini. Dopo un mese e mezzo di normalissima amicizia, Liz e Sean si fidanzarono. Andava tutto benissimo, anche se comunque quel ragazzo non mi ha mai convinta. Era bello e anche tanto, ma non mi convinceva neanche un po’. E Liz lo sapeva, solo che diceva: ‘Sean è un ragazzo in gamba, sei tu che sei prevenuta!’ oppure: ‘Me lo ha presentato Lucas, quindi non può che essere una buona persona!’… solo che dopo tre mesi Liz ha scoperto che sia Sean che Lucas erano in mezzo a uno strano giro.”
 
“Che intendi con ‘strano giro’?” chiese Harry imitando le virgolette con le dita. Stava cominciando a capire in che cazzo di casino si era cacciata Liz tempo prima e era sempre più curioso di sapere come andava avanti la storia.
 
“Borseggiatori. Rapine in case, autogrill o anche piccoli negozietti di periferia. Liz all’epoca, inebriata dai sentimenti che provava nei confronti di Sean, pensò che in fondo non era tanto grave e che comunque e in ogni caso nessuno gli avrebbe mai beccati. Si montò la testa, perché Sean era a capo di questa, chiamiamola organizzazione e Lucas era il braccio destro del suo ragazzo. Si credeva importante e cominciò a evitarmi, dicendo che non ero degna della sua amicizia e che il suo ragazzo le aveva presentato gente migliore di me e…” mi fermai, con la voce incrinata dal pianto. Una lacrima solitaria scese lungo la mia guancia e Harry la fermò prontamente con un bacio. Ricordare quei brutti momenti era difficile. Liz è sempre stata la mia migliore amica e quel periodo senza di lei era stato un inferno. “Quindi Liz mi allontanò e cominciò a frequentare tutti i ragazzi dell’organizzazione del fidanzato, ma si legò particolarmente a una di loro. Si chiamava Natalie. Liz era molto affezionata a Natalie. Ma poi…”
 
“Ma poi cosa?!” incalzò Harry.
 
“Ma poi Natalie venne beccata a fregare il portafogli a un tipo e venne arrestata. Povera Liz, andò nel panico. Capì che quando si trattava di rapine e quella roba lì nessuno ha il culo coperto. Poi si aggiunsero le pressioni dei suoi genitori, che continuavano a chiederle perché mi evitava e chi erano tutti i suoi nuovi amici, dove andavano a scuola e cose del genere. Tu devi sapere che il signor Shine, il padre di Liz, è un poliziotto. Lizzie non ci mise molto a capire che se i suoi nuovi amichetti avevano dei precedenti suo padre non ci avrebbe messo molto a fare due più due. Quindi un po’ spinta dalla paura, un po’ dalle pressioni dei genitori, un po’ dal rimorso e un po’ dalla crisi della sua relazione…”
 
“Crisi della sua relazione? Da quando la sua relazione era in crisi?”
 
“Da quando Natalie era stata arrestata. Liz voleva che Sean pagasse la cauzione per farla uscire, ma il suo cosiddetto ragazzo disse che non avevano abbastanza soldi per tirare la povera Nat fuori dalla prigione. Quindi, Liz prese di petto la situazione, andò da Sean e disse che lei si tirava fuori da quella storia e che non voleva avere più niente a che fare, né con lui né con nessun altro intromesso in quella faccenda. Sean all’inizio vide questa presa di iniziativa come una sorta di ribellione e non le diede molto peso. Ma quando vide che Liz non si faceva più vedere in giro, che non rispondeva alle sue chiamate e che lo evitava cominciò a preoccuparsi. Convinse Lucas a chiamare Liz e convincerla di parlare un’ultima volta con lui. E Lucas lo accontentò. Parlò con Liz e la convinse a fare quell’ultima chiacchierata con Sean. Quel serpente velenoso cercò nuovamente di convincere Liz a stare dalla loro parte, dicendole che avrebbero pagato la cauzione di Natalie e che l’avrebbero fatta uscire di prigione, ma Liz non si fece abbindolare e rimase ferma nelle sue posizioni. Lei se ne voleva andare.”
 
“Ma Sean non glielo permise, no?” sussurrò Harry, guardandosi le mani.
 
“Invece glielo permise. O almeno le fece credere di essere libera. Non so se Liz se n’è resa conto o meno, ma io so che finché Sean sarà lì fuori, da qualche parte, lei non sarà mai libera. Le ha imposto dei limiti, senza che lei se ne sia nemmeno accorta!” esclamai arrabbiata. Odiavo quel bastardo di Sean! Lo odiavo, lo odiavo lo odiavo!! Harry mi guardò confuso.
 
“Spiegati.” mi disse semplicemente.
 
“Sean, quando Liz è andata a parlargli, le ha detto alcune frasi che potevano sembrare cose dette tanto per dire. Ma io so che quelle frasi segnano i limiti che Sean ha imposto a Liz. Le ha fatto giurare di non dire mai niente a nessuno riguardo tutto ciò che sapeva riguardo quell’ “organizzazione”. Altrimenti avrebbe fatto del male a Lucas. Oppure le ha detto ‘Tu sei solo mia…’ perché non voleva che Liz si fidanzasse con qualcun altro. Anche se lui non l’ha mai amata. Ora capisci la situazione di quella poveretta…” conclusi, lasciando cadere la testa all’indietro, sulla spalla di Harry. Lui avvolse le mie spalle col suo braccio, stringendomi a sé! “Beh, ora sai tutto. Non lo dirai a Niall, vero?”
 
“No… però povera Liz… chi l’avrebbe mai detto che si teneva dentro un peso del genere…”
 
LIZ’S POV
 
Entrai in casa sbattendomi la porta alle spalle. Bene, ero pronta a chiudermi in camera mia con una scorta di gelato al cioccolato, pizza, fazzoletti di carta e film deprimenti.
 
“Liz.” disse Mike inchiodando davanti a me. Misi su un sorriso tirato, per rispondere a quello furbo di mio fratello.
 
“Mike. Senti, non sto per niente bene, vado in camera mia…” sussurrai, dirigendomi verso le scale.
 
“Dimmi, sorellina.” sussurrò maliziosamente Mike. Feci un verso, per fargli capire che lo stavo ascoltando. “Perché non ci hai mai parlato del tuo caro ammiratore?” chiese dondolandosi sui piedi. Mi girai strabuzzando gli occhi.
 
“Che?!” gridai con voce strozzata. Mike allargò il suo sorriso.
 
“Ma sì, il tipo di cui mi hai parlato l’altra notte. Quello che dicevi che ti veniva dietro, ma tu non ricambiavi… beh, sai non ho creduto nemmeno per un secondo che si trattasse di uno spasimante di Chris, anche perché lei su facebook, la sera prima, aveva cambiato il suo stato da ‘Single’ a ‘Impegnata’.”
 
Mi colpii la fronte con la mano. Cazzo, mi aveva sgamata!
 
“Comunque il tuo amichetto senza nome innamorato si è fatto sentire. Secondo me è evidente che vuole farsi notare…”
 
“Che intendi?” chiesi guardandolo nei suoi occhi neri.
 
“Va’ in camera tua che lo scopri. L’ho trovato oggi sullo zerbino di casa, una mezzoretta dopo che te ne sei andata. Sul bigliettino c’è scritto che è per te…” cominciò Mike, ma io non sentii il resto, in quanto corsi in camera mia. Appena aprii la porta mi accorsi della gigantesca presenza sul mio letto. Mi coprii la bocca con le mani per lo stupore. Non potevo crederci. Sorrisi, mentre due grosse lacrime scendevano velocemente dai miei occhi. Un  enorme orso di peluche, che mi arrivava all’ombelico, doppio il triplo di me, teneva tra le zampe anteriori un cuoricino rosso con scritto in bianco “FOR U, LIZ!”. Attaccato al maxi fiocchetto rosso che aveva in testa c’era attaccato un bigliettino bianco. Lo presi e dentro ci trovai scritta una semplice frase con una chiara ed elegante scrittura maschile.
 
 
Io l’orso di peluche te l’ho regalato, anche se è un po’ più grande di quello di tua sorella. Ora tocca a te fare la tua parte: vuoi uscire con me?
Niall xxx



COMMENTI DELL'AUTRICE :3
zan zan zaaaaaan! svelato il mistero. bene, ora sapete più o meno la storia di sean, anche se dal punto di vista di chris. comunque non scordatevi di Natalie, perchè prima o poi tornerà (io l'ho presa in simpatia sin da quando mi è venuta in mente :3) quindi ora vi costringo ad amarla!! ù.ù
comunque a parte gli scherzi, MA QUANTO E' DOLCIOSO NIALL?!?!?!? Dio, non sapete da quanto che voglio scrivere la scena dell'orso gigante *_*
questo capitolo è dedicato sia a Giuseppe (come avevo detto nel capitolo precedente) e a tutti i miei amici della mia comitiva!! WEEEE U PUPON!! ahahahah

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Capitolo 33
*** Chapter 32 ***


*due settimane dopo*
 
Chris era venuta da me, portandosi dietro il suo vestito per la festa. Ebbene sì, era arrivato il giorno della sua festa dei diciotto anni e avevamo deciso di incontrarci e prepararci insieme. La vidi tirare fuori da un portabiti trasparente il suo fantastico vestito turchese con un’unica spallina che arrivava a metà ginocchio. Poi dalla sua borsa tirò fuori tutto l’occorrente del trucco.
 
“Pronta a prepararti?” mi chiese sorridente. La guardai scettica.
 
“Chris… il tuo orologio è per caso rotto?” dissi. Lei scosse la testa. “No, perché sono le tre e mezza del pomeriggio. E… la tua festa è tra cinque ore e mezza.”
 
“Appunto! Siamo già in ritardo! Dai Liz! Dobbiamo essere pronte e perfette per stare sveglie Up All Night!” esclamò tutta contenta, facendo un buffo passo di danza.
 
“Eh?”
 
“Ma sì, dai, dobbiamo Live While We’re Young! Capisci che intendo?” chiese Chris facendomi una grossolana strizzatina d’occhio. La guardai sconcertata.
 
“No, non capisco che intendi…” sussurrai. “Vabbè va, lasciamo perdere. Piuttosto prepariamoci…” continuai. Ci dirigemmo verso il bagno e a turno ci facemmo una doccia veloce. Appena uscimmo Chris prese la sua piastra per capelli.
 
“Tu come ti vuoi fare i capelli?” mi chiese. Ci pensai un po’.
 
“Allora, io pensavo di fare i boccoli…” dissi sorridendo. Cominciavo a prenderci gusto…
 
Istinti femminili… tipico.
 
Attaccammo la piastra alla presa e ci aggiustammo i capelli a vicenda. Dopodiché Chris mi truccò, mettendomi un po’ di gloss rosato, ombretto celeste brillantinato, una linea di eyeliner e un po’ di fard. Poi, Chris si truccò, ma senza il mio aiuto perché io a truccare ero una frana.
 
Ridendo e scherzando, ma facendo attenzione a non rovinarci i capelli e il trucco, aprii l’armadio e cominciando a frugare tra le grucce appese per cercare il vestito viola che avevamo comprato. Per sbaglio una gruccia cadde; quando la raccolsi notai che ci era appeso un vestito azzurro che arrivava alle ginocchia o poco più su. Era senza maniche, con la scollatura a cuore e terminava con delle morbide onde che sfumavano dall’azzurro cielo al blu oltreoceano. Mi fermai per qualche attimo per cercare di ricordare quando e dove avessi preso quel vestito. A un certo punto ricordai che due mesi prima mia madre me lo aveva regalato, dicendo che lo aveva visto in un negozio e che le sarebbe piaciuto tanto vedermelo addosso. Quando ero andata a comprare il vestito con Chris non mi ero proprio ricordata di avere quel vestito, avrei risparmiato un bel po’ di soldi… mi strinsi nelle spalle, mettendo nell’armadio il vestito azzurro, ma Chris mi bloccò.
 
“FERMA! Fammi vedere quel vestito, dai!!” esclamò tendendo la mano verso di me. Io presi il vestito azzurro e lo porsi a Chris che lo guardò per qualche minuto con occhi assorti. Poi me lo tese “Provatelo. Adesso.” disse con tono che non accettava repliche. Mi strinsi nuovamente nelle spalle, chiusi la porta della mia stanza (Mike era in casa…) e cominciai a cambiarmi. Appena ebbi infilato il vestito chiesi a Chris di alzarmi la zip da dietro. “Dai fai un giro e fatti vedere bene.” suggerii la mia amica. Io obbedii e feci una piccola piroetta. Chris fece congiungere le mani e sorrise da un orecchio all’altro. “Oh my God you’re PER-FECT!” [Leeroy was here, lol!] strillòeccitata. “Hai i tacchi abbinati con questo?”
 
“Ehm, mi sa di sì, ma non ne sono certa, perché il vestito l’ha preso mia madre.” cominciai a frugare sul fondo dell’armadio e le trovai. Erano alte e argentate, richiamavano gli strass sul corpetto. “Mi sa che sono queste.”
 
Chris le guardò e annuì contenta, allora io mi infilai le scarpe e mi misi in piedi, traballando un po’.
 
“Oggi mi sfugge la figuraccia…” commentai reggendomi alla scrivania. Chris, che si stava mettendo la matita sugli occhi, rise.
 
“Ma no, Liz! Devi solo fare un po’ di esercizio. Camminare sui tacchi non è difficile.” mi incoraggiò la mia amica. Feci un paio di volte il giro della stanza, acquistando sempre più sicurezza. Chris mi guardò compiaciuta. “Visto? Nessuna nasce con i tacchi ai piedi, è tutta una questione di esercizio e di equilibrio!”
 
Guardai l’orologio e notai che si erano fatte le otto e un quarto. Chris, essendo la festeggiata, doveva essere alla sala dove si teneva la festa alle nove. Presi la mia pochette blu e ci misi dentro il cellulare e (non si sa mai) tutto il necessario per un trucco di emergenza.
 
Un attimo! Nella pochette non ci entra una truccatrice!
 
Cacchio… vabbè, mi arrangerò.
 
“Che?!” chiesi spaesata a Chris. Mi aveva detto qualcosa, ma io non l’avevo sentita perchè ero troppo impegnata a trovare un modo per mettermi una truccatrice nella pochette.
 
“Cosa farai con Niall? Perché, tu sai che verrà anche lui alla festa, no?” mi chiese Chris ovvia.
 
“Certo che lo so! È ovvio!” esclamai noncurante.
 
Tre… due… uno…
 
COSA?!?!?!?
 
“COSA?!?!?!?” gridai nel panico più totale. “Chris, ma sei impazzita? Che vuol dire che ci sarà anche Niall?!”
 
“Nel senso che ho invitato Harry, Faith, Louis e tutti gli altri. Non mi sembrava corretto non invitare anche Niall…”
 
“Chris, ma io e Niall non ci parliamo da tempo, vabbè solo due settimane, ma che dico ‘solo’, due settimane sono tantissimo tempo, Chris non posso, non ce la faccio, non posso incontrare Niall, io e lui abbiamo litigato, ok, tecnicamente non abbiamo litigato, sono io che ho detto che non voglio essere la sua ragazza, ma poi non ci siamo più visti né sentiti, quindi in un certo senso è come se abbiamo litigato e comunque secondo me lui è offeso perché l’ho rifiutato, chiunque sarebbe offeso, ma non è questo il punto, voglio dire, se lo incontro mi toccherà parlarci e io non ci voglio parlare, cioè, sono imbarazzatissima solo all’idea e poi…” cominciai a dire agitata. Esatto, quando ero nervosa parlavo a vanvera.
 
“Liz, diamine, datti una calmata!” esclamò Chris spazientita, mollandomi un sonoro schiaffo sulla guancia. Ammutolii all’istante. Cosa aveva osato fare?
 
“Cosa hai osato fare?” sibilai incazzata.
 
“Dopotutto è servito a farti riprendere il controllo…”
 
“Chris, tu cosa hai osato fare?” ripetei avvicinandomi minacciosamente.
 
“Liz, ti voglio tanto bene.”
 
“Chris comincia a correre…”
 
“Liz…”
 
“Ho detto COMINCIA A CORRERE!!!” strillai cominciando a inseguirla furibonda. Nessuno prende a schiaffi Elizabeth Jane Shine.
 
*mezzora dopo*
 
Avevo avuto la mia vendetta, avevo preso Chris a schiaffi (senza rovinarci trucco e capelli) e adesso mio padre ci stava accompagnando alla festa. I genitori di Chris non ci sarebbero stati, sotto richiesta della mia amica. La festa si sarebbe svolta in una sala non molto distante da casa mia (dieci minuti in macchina, all’incirca) ci sarebbero stati musica, alcolici, luci offuscate e un dj. Chris lo aveva detto chiaro e tondo: era la sua festa e si voleva scatenare. Arrivammo e io e la mia amica scendemmo dall’auto.
 
“Ok, ragazze. Mi raccomando, divertitevi, non fate cavolate e soprattutto non bevete troppo. Liz, tuo fratello sarà qui a mezzanotte per venirti a prendere. Ok?” disse mio padre, affacciato al finestrino della macchina. Io annuii, e lo guardai allontanarsi. Sorrisi a Chris, prima di girarmi verso l’entrata del locale, agitata come non mai, all’idea di incontrare un certo ragazzo biondo dagli occhi color dell’oceano.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
si avvicina un momento cruciale della storia. eccitate? spero di sì! ^.^ vi avviso che nel prossimo capitolo farà la sua entrata in scena un certo fratello maggiore, pronto a mettersi in mezzo ai nostri amati Nizzie... ma chi sarà mai?

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Capitolo 34
*** Chapter 33 ***


NB: il Chis Point Of View è COMPLETAMENTE bollino rosso. se non gradite, saltatelo :D

Io e Chris eravamo già arrivate da una mezzoretta alla sala dove si sarebbe svolta la festa e già i primi invitati cominciavano a presentarsi. Il dj metteva qualche canzone a caso, forse per tenere il meglio per quando la festa sarebbe entrata nel vivo. Io guardavo quell’enorme stanza con le luci offuscate seduta a una sedia, con un bicchiere di sangria (una bevanda a base di vino rosso e frutti vari). Vidi Faith e Harry entrare dalla porta principale e dirigersi verso Chris. Mentre lei salutò la mia amica con due calorosi baci sulle guance invece Harry, che aveva tra le mani il regalo per Chris, la tirò a sé, baciandola con passione. Sentii una fitta nel petto, come se avessi ricevuto una coltellata e istintivamente posai la mano all’altezza del cuore. Involontariamente pensai a Niall, che aveva invaso i miei pensieri, i miei sogni, la mia mente e, ebbene sì, il mio cuore. Immersa nei miei pensieri, quasi non mi accorsi di un’allegrissima Faith che era venuta a salutarmi. Le feci il sorriso migliore che mi riuscii. La trovavo una fantastica persona molto allegra e piena di vita, ma diventava improvvisamente seria se avevi bisogno di un consiglio. Per qualche istante mi passò per la testa l’idea di confidarmi con lei di tutto ciò che mi succedeva, ma cambiai idea. Eravamo una festa e non volevo rovinare l’umore a nessuno. E poi non escludevo che avrebbe potuto raccontare tutto a Niall.
 
*un’ora dopo*
 
Mi stavo leggermente scocciando a guardare la gente ballare a tempo di musica pop e simili, stando seduta sempre alla stessa sedia da un’ora. Cercai Chris con lo sguardo, ma non la trovai. Non vidi nemmeno Harry. Ok, mi dovevo preoccupare?
 
*
 
CHRIS’ POV
 
Io e Harry ci eravamo appartati in bagno, senza far dividere le nostre labbra nemmeno per un secondo. Era già passato un bel po’ da quando stavamo insieme e non eravamo mai andati oltre il bacio. Ma ormai eravamo entrambi arrivati al culmine, io lo desideravo e lui desiderava me. Chiusi la porta a chiave, senza staccarmi da Harry. Con una violenza che non mi sarei immaginata di avere, lo spinsi contro il muro e cominciai a sbottonargli la camicia. Quella sera era fantastico, aveva  una camicia bianca, un pantalone nero e delle converse bianche basse. Sentii la mano di Harry scorrere lungo la mia schiena, aprendomi la zip del vestito. Lo lasciai fare, togliendogli di dosso la camicia e appendendola alla maniglia della porta. Il vestito mi scivolò addosso, rimanendo abbandonato per terra. Rimasi in intimo, mentre Harry, col mio aiuto, si stava sfilando i pantaloni. Continuammo a baciarci, sentii l’erezione di Harry premere contro la mia intimità e cominciai a eccitarmi. Harry cominciò a sganciare il mio reggiseno, mentre lasciava una scia umida di baci lungo il mio collo e arrivare al mio seno. Il mio reggiseno volò via, chissà dove, mentre il riccio baciava appassionatamente tutto il mio corpo, lasciando una scia umida su tutta la mia pancia, fino ad arrivare al bordo dei miei slip. Iniziai a gemere, quando lui si liberò anche del pezzo inferiore del mio intimo e cominciò a lavorare di lingua. I miei gemiti aumentarono, Harry era esperto, sapeva come farmi godere. A un certo punto si fermò.
 
“Chris, ne sei certa?” mi chiese guardandomi negli occhi. Annuii col fiato corto. Lo amavo e sapevo che il sentimento era ricambiato. Volevo che la mia prima volta fosse con lui.
 
*
 
LIZ’S POV
 
*parecchio tempo dopo*
 
Ormai erano arrivati tutti gli invitati e stavano ballando tutti. Ehm... quasi tutti. Guardavo la pista da ballo, sospirando. Il dj aveva mandato un lento e io sentivo quella maledetta stretta al cuore ogni volta che una coppietta mi passava davanti. Stranamente Niall non si era ancora fatto vedere. Forse non era venuto. Forse non mi voleva vedere. La visuale sulla pista da ballo mi fu impedita da un corpo maschile. Una strana eccitazione mi pervase, dentro di me speravo che si trattasse di un certo biondo tinto dagli occhi azzurri. Alzai lo sguardo sorridendo, ma rimasi leggermente delusa, quando mi trovai davanti Emmett. Cercai di reggere il sorriso per non offenderlo e lo salutai con più naturalezza possibile.
 
“Ciao Emmett.”
 
“Ciao, Liz. Che fai, non balli?” mi chiese, guardandomi mentre mi alzavo, così da poter essere, più o meno, faccia a faccia con lui. Sospirai, lottando contro le lacrime che minacciavano di scendere.
 
“No... come vedi non ho un cavaliere...” sussurrai con un sorriso amareggiato. Sentii Emmett ridacchiare. Ma cosa c’era da ridere.
 
“Strano... perché io pensavo che tu ne avessi uno proprio di fronte a te.” Ribatté lui porgendomi la sua mano. Sbaglio o era un chiaro invito a ballare? Ma da quanto Emmett era così spudorato con me? O meglio, da quanto Emmett ci provava con me? Non mi aveva mai degnata di uno sguardo! Sorrisi accomodante, dopotutto per una ragazza è deprimente rimanere tutto il tempo in disparte mentre gli altri ballano. Porsi la mia mano al castano, che mi trascinò al centro della pista. Cominciammo a ballare, tenendo il nostri corpi vicini. Forse un po’ troppo vicini. Mi sentivo leggermente a disagio e le mie guance già stavano diventando rosse.
 
“Sei tutta rossa...” bisbigliò Emmett, a due centimetri dal mio orecchio.
 
NIALL’S POV
 
Ero in mezzo alla mischia di corpi sudaticci che ballavano a tempo alla festa di Chris. Non avevo ancora visto Liz, ma escludevo la probabilità che non fosse venuta. Dopotutto Chris era la sua migliore amica e non sarebbe mai mancata. Improvvisamente cominciò un lento e mi sentii di troppo. Tutte quelle coppiette felici che danzavano in sintonia. Avrei dato la vita pur di poter ballare un lento con Liz... avrei dato la vita pur di poter baciare nuovamente quelle labbra perfette, che tanto amavo. Avrei dato la vita pur di averla. Ma lei non mi amava, o almeno lei diceva di non amarmi... non sapevo se crederle. Con la coda dell’occhio vidi Harry e Chris uscire dal bagno. Insieme. Leggermente arruffati. Sospirai, pensando che almeno a qualcuno andava bene. A un certo punto vidi Faith avvicinarsi al tavolo delle bevande e le andai dietro.
 
“Ciao Faith. Senti, tu hai per caso visto Liz?” le chiesi, affiancandola. Lei mi sorrise.
 
“Non la vedo da inizio serata...” rispose la riccia, guardandosi in giro. Intanto anche io avevo preso un bicchiere contenente birra e cominciai a sorseggiarlo. Vidi Faith sorridere e poi girarsi verso di me. “Ah no, guarda! Eccola lì! Sta ballando con quel ragazzo!” esclamò lei, indicandomi un punto al centro della pista. Quasi sputai tutta la birra che avevo in bocca. La MIA Liz stava ballando con un altro ragazzo?! Sentivo una strana rabbia dentro di me, come se volessi spaccare tutto, in particolar modo la faccia di quel tizio che stava ballando con la mia donna. Supposi fosse gelosia. Beh, comunque non sopportavo di vedere un altro con Liz. ma cosa potevo fare per allontanarlo?
 
Pensa, Niall, pensa...
 
Ebbi un colpo di genio. Mi serviva solo un piccolo aiutino, ma a chi chiedere? Che domande, a Harry!

COMMENTI DELL'AUTRICE :3
c'è solo una cosa che posso dire di questo capitolo, poi vi lascio in pace: MA QUANTO PUO' ESSERE ASDFGHJKL NIALL GELOSO?! fantastico *_*
sentite, ho solo una piccola richiesta: potreste far arrivare tutti i capitoli che hanno 1 recensione a 2? *occhidacucciola* grazie a chi lo fa! <3

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Capitolo 35
*** Chapter 34 ***


HARRY’S POV
 
Stavo ballando un lento con Chris. Era bellissimo sentire il suo respiro regolare sulla mia pelle, le sue piccole mani intorno al mio collo, il suo cuore battere con ritmo regolare contro il mio petto. Non avevo mai provato una cosa del genere per una ragazza, di solito per me era una botta e via, era solo sesso. Mai amore. Nessun sentimento, solo piacere fisico. Invece Chris era speciale, era... unica.
 
“Chris...” le sussurrai all’orecchio. Lei alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi neri nei miei, facendomi capire che mi stava ascoltando.
 
“Sì?” mi chiese, continuando a muoversi a tempo sulla pista. Le lasciai un casto quanto rapido bacio sulle labbra, prima di tornare nuovamente vicino al suo orecchio.
 
“Io... penso di amarti.” bisbigliai pianissimo, come per non far sentire a nessuno quelle parole che per me erano così nuove e sincere. La vidi sorridere, con gli occhi che brillavano. Ci scambiammo un altro bacio, ma questa volta fu più lento, più passionale di quello di prima. Chiesi gentilmente accesso alle sue labbra e lei me lo concesse, permettendo alle nostre lingue di incontrarsi.
 
“Sai, Harry, anche io...” rispose lei, allontanando di poco le nostre labbra. Feci il sorriso più grande che avessi mai fatto, prima di stringerla a me, come a impedirle di scappare. Non le avrei mai permesso di allontanarsi da me.
 
*mezz’ora dopo*
 
Io e Chris ci sedemmo su uno dei divanetti della sala, stanchi entrambi di ballare. Tenevamo le nostre dita incrociate, era bellissimo vedere come si incastravano perfettamente, erano fatte per stare insieme. Io e la mia fantastica ragazza ci stavamo guardando teneramente, lei era tutta rossa, era bellissima. Stavo per dirglielo ma ovviamente doveva arrivare qualcuno a rompere. E quel qualcuno era Niall.
 
“Ciao, ragazzi, come va? Spero bene. Harry mi serve un favore, Chris te lo rubo un attimo, ciao ciao!” esclamò il biondo facendomi alzare e tirandomi via. Appena ci fummo allontanati scatenai la mia rabbia sul mio amico dagli occhi blu.
 
“Niall che cazzo fai?! Perché mi hai portato via così?” esclamai. Lui si fermò davanti al tavolo delle bevande, riempì un bicchiere di birra e me lo mise in mano. “Ehm, no grazie, non ho sete.”
 
“Non è per te, idiota! Guarda là.” mi disse Niall indicando un punto in mezzo alla pista da ballo. C’era un tizio che ballava con una ragazza, ehi, era proprio carina... oh, aspetta! Era Liz. perché Liz ballava con un ragazzo che non era Niall? “Allora, lì c’è Liz che balla con un tipo qualunque... e qui ci sei tu con un bicchiere pieno di birra... capisci cosa devi fare?” mi chiese Niall. Lo guardai confuso.
 
“Devo... offrire loro... da bere?” tentai. Niall si diede un piccolo schiaffo sulla fronte, sussurrando ‘Oh povero me...’.
 
“Forza, Harry! Concentrati! Tu ora vai lì e fai cadere “casualmente” la birra addosso a quel tipo. Così lui se ne va e io posso ballare con Liz. tutto chiaro?” mi spiegò il biondo. Annuii dirigendomi verso i due piccioncini. Finsi di muovermi a tempo e urtai il ragazzo facendogli cadere tutta la birra sulla manica della sua giacca.
 
Oh poveretto... quasi mi sento in colpa... ho detto “quasi”... buahahahah!!!
 
“Oddio, amico mi dispiace così tanto!! Non era assolutamente mia intenzione!” dissi con tono dispiaciuto.
 
Buahahahahahahah!!!!
 
“Harry, cosa hai combinato?” sibilò Liz, con gli occhi sbarrati.
 
“Ma che cazzo hai combinato?! Dio, guarda la mia giacca, è da buttare!” gridò il ragazzo, infuriato.
 
“Dai, se la porti in lavanderia, forse...” mi giustificai con un mezzo sorriso amichevole. Ma, giusto per mettere in chiaro, quel tipo mi stava altamente sulle palle.
 
“Lavanderia sto paio di palle, brutto idiota! Adesso vediamo se si potrà pulire la tua giacca se te la sporco di sangue!” continuò lui minaccioso, prendendomi per la cravatta. Sbiancai di colpo. Quello aveva intenzioni serie.
 
“Dai, amico, io sono contro la violenza... magari possiamo trovare un accordo...” farfugliai, leggermente spaventato. A quel punto Liz si mise in mezzo, poggiando la mano sul braccio del ragazzo.
 
“Ehi, dai Emmett, non esagerare... Harry ha ragione, in lavanderia la tua giacca tornerà come nuova. Non c’è bisogno di arrivare alle mani per una sciocchezza del genere, non pensi?” sussurrò lei. Il ragazzo che lei aveva chiamato Emmett, mi mollò immediatamente, con uno sguardo docile. Incredibile, con poche parole lei era riuscita a calmarlo.
 
“Ma sì, in fondo hai ragione. Ora scusami un attimo, vado a vedere se posso togliere il grosso con un po’ d’acqua. Torno tra poco.” disse lui, accarezzandole leggermente il braccio. Liz annuì, così io  lei rimanemmo soli. Notai da dietro le sue spalle, Niall che mi faceva segno di allontanarmi.
 
“Scusami, Liz, lì c’è Chris che mi sta chiamando e... sì, sì arrivo Chris!” esclamai, rivolgendomi a un punto indefinito alle spalle della mia amica. Poi mi rivolsi nuovamente a lei con un sorrisetto furbo. “Ciao ciao, Liz!” sussurrai, prima di allontanarmi velocemente. Mi diressi verso Niall, facendogli l’occhiolino.
 
LIZ’S POV
 
Harry si era allontanato per andare da Chris, anche se non mi parve di vederla, appena mi girai. Notai che tutte le coppiette di mia conoscenza erano insieme e si scambiavano effusioni a vicenda. Sorrisi, notando Faith e Liam seduti insieme mentre si scambiavano dolci quanto casti bacetti. Poco lontano c’erano Jo e Louis, entrambi ubriachi, che si scambiavano battutine squallide per poi scoppiare a ridere sguaiatamente. Spostai lo sguardo al centro della pista da ballo, dove Hope e Zayn ballavano un lento, uno tra le braccia dell’altra. Sospirai, decidendo di spostarmi dalla pista, per non disturbare coloro che stavano ballando. Vidi un divanetto di velluto rosso libero, quindi mi diressi nella sua direzione, con l’intenzione di sedermi là, in attesa del ritorno di Emmett. Riuscii a fare giusto due passi, prima sentire una mano stringersi leggermente intorno al mio polso.

COMMENTI DELL'AUTRICE :3

questo spazio autrice sarà corto perchè ho appena finito di scaricare la macchina e sono stanca morta dopo 5 ore e mezza di viaggio ma ne vale la pena. allora ecco il "diabolico" piano di niall per allontanare emmett e diciamo che c'è riuscito. forse alcune di voi hanno già capito che emmett mi sta antipatico >.< dopotutto sarà per colpa sua che liz e niall litigheranno per la prima volta... oooops! ho parlato troppo. ciao ciao!!

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Capitolo 36
*** Chapter 35 ***


LIZ’S POV
 
Mi girai, certa che fosse Emmett. E invece mi sbagliavo; era niente poco di meno di Niall. Inghiottii a vuoto. Ma perché io? Tra tante ragazze, anche più carine di me, perché Niall doveva puntare me? Che avevo di speciale?
 
“Niall...” cominciai, fissando i suoi occhi azzurri. Lui posò delicatamente l’indice della mano libera sulle mie labbra.
 
“Shhhh... amami. Anche solo per stasera. Sii mia, solo per oggi. Ti prego...” mi sussurrò, avvicinando lentamente il mio corpo al suo.
 
“Niall, io...” soffiai, a un centimetro dal suo viso, cercando di allontanarmi dal suo petto muscoloso. Lui in tutta risposta mi strinse maggiormente a sé.
 
“Ti prego...” bisbigliò guardandomi negli occhi. Una lacrima solitaria scivolò sulla sua guancia e il mio cuore ebbe un balzo. Piangeva... per me. Mi sentivo una merda... Niall era il ragazzo migliore del pianeta e io lo stavo facendo soffrire. Avvicinai lentamente la mia mano alla sua guancia, rigata da quella gocciolina salata, che asciugai, continuando a tenere i miei occhi fissi nei suoi. Avvicinai il mio viso al suo e permisi alle nostre labbra di toccarsi. Le mani del biondo scivolarono lungo il mio corpo, fino a fermarsi sui miei fianchi. Le mie invece si legarono dietro al collo. Niall allontanò leggermente le sue labbra dalle mie. “Balla con me.” sussurrò a un millimetro da me. Non me lo feci ripetere due volte, quindi ci spostammo sulla pista. Guarda caso in quel momento mandarono un lento, che noi due ballammo stando vicinissimi. Sentivo il suo petto alzarsi e abbassarsi, il suo cuore battere contro il mio, il suo fiato infrangersi sul mio volto.
 
Appena il lento finì, io e Niall ci dirigemmo verso uno dei divanetti di quel posto e ci sedemmo. Cominciammo a parlare del più e del meno, con molta calma e naturalezza, come se fossimo soli in quel posto. Solo io e lui. L’idea non mi dispiaceva.
 
“Ti ricordi di quella volta che ci chiusero nello stanzino di casa di Harry?” mi chiese il biondo sorridendomi, per poi lasciarmi un dolce bacio alla base del collo. Mi congelai sul posto. Certo che ricordavo quel giorno. Quel giorno capii di provare qualcosa per il biondo. Quel giorno capii che era in pericolo. Quel giorno decisi di soffocare i miei sentimenti per salvaguardare quel ragazzo che, ebbene sì, amavo. Ricordai quello che avevo passato in quell’ultimo mese, la fatica e il dolore che si impossessavano di me ogni qualvolta lo allontanavo. Mi alzai di scatto, lasciando Niall interdetto.
 
“Ho fatto una stronzata...” sussurrai. Il biondo cercò di dire qualcosa, ma lo bloccai. “No, non parlare! Non dire niente, non confondermi! Non peggiorare la mia sofferenza! Perché, Niall? Perché? Perché cazzo sei così fottutamente perfetto? Perché mi hai fatto innamorare? Perché ti ho incontrato quel giorno, in quel bar? Perché mi sono subito innamorata dei tuoi occhi color dell’oceano? Perché ho commesso questo madornale errore? Perché, cazzo, PERCHÈ?” gridai disperata. Niall mi guardò confuso. “Io non voglio soffrire! Io voglio essere felice, porca puttana! Perché ti ho incontrato? Perché stai incasinando la mia esistenza??” ero fuori controllo, era da troppo tempo che mi tenevo dentro tutte quelle cose. Mi accorsi che le lacrime scendevano copiosamente dai miei occhi, quindi mi affrettai ad asciugarle. Notai sulla mia mano tutto il trucco che a causa delle mie lacrime era tutto colato. Niall si alzò, prendendomi per le spalle. I nostri visi erano troppo vicini.
 
“Liz, tu puoi essere felice, nessuno lo merita più di te. Sii felice con me, ti prego. Io lo vedo che tu provi qualcosa per me, ma tu ti nascondi... Liz perché non vuoi amarmi?” mi sussurrò il biondo. Sospirai e lo spinsi via, scoprendo di avere più forza di volontà di quanto avrei mai immaginato.
 
“No... come ti ho già detto giorni fa, io non posso provare sentimenti. Io non posso amare nessuno e soprattutto non posso amare te.” dissi atona. Strano, mentire era diventato così naturale per me che quasi mi cedevo da sola. Già, quasi: non potevo certo dimenticarmi del dolore che provavo al petto allontanando Niall. Non potevo dimenticarmi i brividi che mi provocava. Non potevo dimenticarmi le notti insonni...
 
Me ne andai, asciugando nuovamente le mie lacrime. Niall nemmeno mi seguì, troppo scioccato dalle mie parole. Mi sentivo una vera merda, gli stavo lontana per non fargli del male, ma quasi non mi rendevo conto di quanto ne facevo a entrambi, separandolo da me. Presi il mio telefono dalla mia pochette, decisa a chiamare Mike, per farmi venire a prendere, ma trovai un messaggio inviato mezzora prima proprio da mio fratello.
 
Da: Mike
 
Un mio amico è caduto dalle scale, sbattendo la testa. Ora l’ho accompagnato al pronto soccorso e devo restare qui. Non posso proprio venire a prenderti, chiedi a Chris un passaggio.
 
Oh, perfetto... proprio quello che ci voleva. Non volevo chiedere un passaggio a Chris, significava restare fino alla fine della festa, con Niall in giro. Decisamente non fattibile. Tutti quelli che conoscevo non avevano ancora intenzione di andarsene, quindi mi toccò arrangiarmi. La sala era a circa dieci minuti a piedi da casa mia. Beh, un po’ di moto non mi avrebbe fatto male.
 
Camminavo da circa un paio di minuti, pensando a quanto i tacchi mi stessero sfondando i piedi. Sicuramente avevo già un bel po’ di vesciche. I miei pensieri furono bruscamente interrotti da un corpo muscoloso che mi sbatteva violentemente di spalle contro un muro. Avevo gli occhi serrati, terrorizzata da quello che avrei potuto vedere.

COMMENTI DELL'AUTRICE
scusate, non avrei dovuto interromperlo così... ma voglio che ci sia un po' di suspance e poi il prossimo capitolo sarà molto più lungo! è una promessa. comunque un po' mi dispiace per Niall, a liz piace tanto, ma a quanto pare il loro è un amore impossibile. ma, chissà, magari posso ribaltare la situazione nel prossimo capitolo... voi in cambio mi fate arrivare 6 recensioni pls? grazie in anticipo, anche perchè se non sono minimo sei io non aggiorno :P

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Capitolo 37
*** Chapter 36 ***


LIZ’S POV
 
Ero quasi certa che il corpo che mi teneva intrappolata contro quella gelida parete di mattoni era di Sean. Beh, tutte le prove puntavano su questa teoria. Mi aveva lasciato intendere, un anno prima, in occasione del nostro ultimo incontro, che mi avrebbe sempre tenuto gli occhi addosso. Non a caso, non volevo una storia con Niall, ma questo si era capito.
 
“Divertita alla festa, principessa?” sussurrò una voce roca accanto al mio orecchio. Una voce che io conoscevo bene. E che non era di Sean. Spalancai gli occhi, per confermare la mia teoria. E avevo ragione.
 
“Zack…” bisbigliai terrorizzata. Solo dal suo viso capivi che tipo era. Era quel genere di persona che un qualsiasi bambino avrebbe definito “cattiva”, solo per quei terrificanti occhi color ghiaccio, o per quei muscoli abnormi. Era uno dei “fedelissimi” di Sean; apparteneva alla cerchia a lui più vicina. Come Lucas, mio cugino. “C-cosa ci fai t-tu qui?” continuai, divincolandomi leggermente. Purtroppo fu tutto inutile. La presa di Zack intorno ai miei polsi era troppo stretta.
 
“Sei un vero schianto stasera, dolcezza… devo dire che sei cresciuta proprio bene.” disse lui posando lo sguardo sul mio seno. Soffocai a stento un verso di disgusto. Sin da quando Sean mi aveva presentato, tempo prima, i suoi “amici” lui non mi era mai piaciuto. Lo vedevo bene, come mi spogliava perennemente con gli occhi.
 
“T-ti… ti ha mandato Sean?” sussurrai, guardandolo con un lieve accenno di disprezzo. Volevo prendere tempo, speravo che prima o poi passasse qualcuno, che ci avrebbe notato e mi avrebbe tirata fuori da quell’orrenda situazione. Avrei accettato l’aiuto di chiunque. Persino di quella troia di Mary Ann. A quanto pare Zack capì i miei pensieri, perché mi trascinò con violenza in un piccolo (e puzzolente) vicolo.
 
“A dire il vero no, splendore… passavo di qui per caso. Tornavo alla base dopo aver svolto una piccola… commissione.” ridacchiò. Capii, dal tono che aveva usato, che qualche povero disgraziato era stato da poco derubato. “Ma non tergiversare, piccola. Sei davvero eccitante con questo vestitino… anche se preferirei che non lo avessi.” soffiò, prendendomi entrambi i pulsi con una mano, tenendoli attaccati alla parete sopra la mia testa. Con la mano libera, alzò leggermente la leggera stoffa azzurra del mio abito, per accarezzarmi l’interno coscia, grazie all’ausilio del suo ginocchio, che teneva aperte le mie gambe. Il terrore, sotto forma di adrenalina, attraversò velocemente tutto il mio corpo, causandomi brividi fortissimi, tanto che sulle mie gambe e braccia si formò la pelle d’oca. Questo non sfuggì a Zack, che sorrise maligno, nel vedermi così spaventata da lui.
 
“Che c’è, piccola? Hai freddo? Non preoccuparti, adesso scaldiamo un po’ l’aria, eh?” mi sussurrò. Giuro che se solo ne avessi avuto la forza lo avrei riempito di pugni. Era un essere ripugnante e l’idea che la sua mano stava percorrendo liberamente il mio corpo mi provocava una tale nausea che a stento trattenevo l’istinto del vomito. Improvvisamente Zack si fiondò sul mio collo, cominciando a mordere e a succhiare. Non riuscii più a trattenere le lacrime. “Sai, dolcezza… ho sempre pensato che tu fossi una bomba a letto… era da tanto che volevo testare le tue capacità. Ma, sai com’è… prima eri la ragazza del capo e guai a chi ti toccava. Poi sei scomparsa e non abbiamo più avuto tue notizie. Incrociarti, stasera è stata una piacevole coincidenza, no?” mi chiese, sollevando lievemente le labbra dalla pelle del mio collo, che sentivo pulsare. Zack spostò i suoi occhi di ghiaccio sui miei, sorridendo. Era un sorriso che trasudava eccitazione, desiderio. E tanta, tanta cattiveria.
 
“Sei… solo… un bastardo!” riuscii a sussurrare, abbastanza forte da farmi sentire da quel verme che avevo di fronte. Quello allontanò immediatamente la mano dalle mie gambe, che non aveva mai smesso di accarezzarmi e colpì con brutalità il mio viso. Sentii il sapore del sangue invadermi la bocca, quindi intuii che mi avesse spaccato il labbro. Con una violenza inaudita, tirò giù la zip del mio vestito, lasciandolo cadere a terra. Ora ero in intimo davanti a lui. Come mi sarebbe piaciuto morire in quel preciso momento. Come avrei voluto che la mia anima abbandonasse il mio corpo, lasciandolo inerme davanti a quella feccia umana.
 
“Azzardati a ripeterlo, troia che non sei altro, e ti faccio pentire di avermi conosciuto!” gridò infuriato.
 
“Umph… troppo tardi.” Risposi strafottente. Un altro schiaffo. Sentivo un dolore bruciante alla guancia percossa da entrambi i colpi che mi aveva inferto Zack. Sputai sangue.
 
“Forse non hai ancora capito che non sei più la puttanella di Sean… tu non sei un cazzo di nessuno! Niente mi impedisce di farti fuori, adesso! Niente e nessuno!!” disse alzando leggermente la voce. Istintivamente avevo chiuso gli occhi, pronta al peggio. Sentii la consistenza di la lama di un coltellino sfiorarmi la gola. Il panico si impossessò di me. “Capito, Lizzie…? Io potrei ucciderti adesso… e Sean non può impedirmelo. Sei stata solo il suo capriccio del momento, Liz. Ti ha fatta tenere d’occhio per appena un mese. Poi si è stancato di te, e ha lasciato perdere.” bisbigliò. Spalancai gli occhi, scioccata. Sean aveva smesso di perseguitarmi… undici mesi prima e io avevo trattato Niall così male… per niente? La tristezza e il rammarico si insediarono in me e non a causa di ciò che mi stava accadendo. Zack mi distrasse dai miei pensieri, scontrando violentemente il suo bacino contro il mio. Sentii la sua eccitazione premere contro il mio interno coscia, cosa che, se possibile mi disgustò più che mai. Mentre con una mano Zack continuava a reggere i miei polsi sopra la mia testa, con l’altra, che era rimasta inutilizzata fino a poco prima, si avvicinò alla mia intimità. Chiusi gli occhi, quando sentii la mano di quel porco giocare con il sottile elastico del mio slip. Mi preparai al peggio, quando sentii la pressione che corpo di Zack esercitava sul mio sparire improvvisamente. Caddi in ginocchio, stremata, con gli occhi ancora serrati. Sentivo urla, lamenti e bestemmie varie, che mi mandavano in confusione il cervello. Mi sembrava che mi stesse esplodendo la testa. Mi permisi di aprire leggermente gli occhi, per capire cosa stesse succedendo. Ci misi un po’ a mettere a fuoco la scena, anche perché i miei occhi erano pieni di lacrime. Sbattei le palpebre più volte e vidi una scena che mai avrei immaginato di vedere.
 
NIALL’S POV
 
Non ero dell’umore giusto per restare alla festa. Mi sentivo davvero uno schifo, pronto ad avere una crisi da un momento all’altro. Non ero proprio nelle condizioni di guidare, quindi decisi di fare due passi, per calmarmi. Beh, fosse stato facile. Avevo ufficialmente perso la ragazza che amavo. Ero stato rifiutato tante volte, ma quell’ultima mi era stata fatale. Lei non mi voleva. Basta, game over. Non sarei mai riuscito ad averla al mio fianco. Avevo davvero provato ogni cosa con lei. Le avevo provate tutte. Ma capivo quando era il momento di gettare la spugna. E quel momento era arrivato. I miei pensieri furono interrotti da una voce maschile che gridava.
 
“Azzardati a ripeterlo, troia che non sei altro, e ti faccio pentire di avermi conosciuto!”
 
Mi preoccupai e non poco. Decisi di seguire il suono di quella voce, per controllare che tutto fosse a posto. Il grido proveniva da un vicolo lì vicino. Mi affacciai leggermente, attento a non farmi notare. Non volevo fare la figura del ficcanaso. Ma quello che vidi non mi piacque per niente…


COMMENTI DELL'AUTRICE :3
sarò breve, perchè sto morendo di sonno. allora, nelle recensioni dello scorso capitolo ci sono state molte supposizioni su chi potesse aver aggredito liz. e ho letto di tutto e di più. molte pensavano che fosse sean; poi c'è chi a pensato a emmett e ci poteva anche stare. e poi ho letto la cazzata del secolo ;D ovvero che si trattava di nientepopodimeno che *rulloditamburié DI HARRY!! ah, cory, ma come ti è venuta? 
poi vi ringrazio per avermi lasciato la bellezza di SETTE recensioni. grazieeee! me lo fate il bis con questo capitolo please?
ah, ultima notizia e poi non rompo più. si avvicina la fine di Let it Be Love :'( certo, io e Grazia già lavoriamo a un seguito, ma ci dispiace tanto dover ricominciare tutto dall'inizio... nuovo nome, nuova storia e sopratutto NUOVE STORIE... curiose? comunque due, massimo tre capitoli e questa fan fiction è terminata. grazie a tutte quelle che ci hanno sopportato, hanno sopportato i nostri ritardi e tanto altro. grazie a chi ha recensito a chi ci segue su efp e a chi ci segue sul gruppo su facebook (https://www.facebook.com/groups/154553178065391/) grazie a tutte! ok, adesso piango...
MASSIVE LOVE!!!! LOVE U GUYS!!!

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


LIZ’S POV
 
Niall era là e stava picchiando Zack. Mi lasciai cadere, stremata, sul pavimento sporco del vicolo, accanto al mio vestito ancora abbandonato per terra. Con gli occhi ancora pieni di lacrime, vedevo che Niall era furioso, e continuava a colpire senza pietà il corpo di quel viscido verme bastardo a ritmo costante, senza fermarsi.
 
“Brutto… bastardo! Non… osare… mai… più… toccare… la mia… RAGAZZA!” gridava il biondo, scandendo ogni parola con un pugno. In quel momento quasi non faci caso al fatto che Niall mi aveva definita la sua ragazza, tanto ero sotto shock.
 
“N-Niall…” sussurrai intontita. Ma il biondo non mi sentì; continuava a colpire ogni centimetro del corpo di Zack.
 
“Sei solo… uno stronzo! Le donne non si toccano, bastardo! HAI CAPITO?! NON TI DEVI AZZARDARE A TORCERE UN CAPELLO A NESSUNA DONNA! Specie se quella è la mia ragazza, capito?” sbraitò Niall, fuori di sé dalla rabbia.
 
“Niall.” ripetei inutilmente. In quel momento lo volevo al mio fianco. Non là a riempire di mazzate quel rifiuto umano. “Niall!” esclamai, colpendo con un pugno il pavimento. Il biondo si fermò e mi guardò. Il solito colore azzurro dei suoi occhi era cambiato innaturalmente, diventando blu scuro. “Niall, t-ti prego… basta. Voglio solo andarmene. Voglio andarmene a casa. Per favore…” lo pregai. Lui guardò il corpo privo di sensi di Zack, prima di alzarsi e venire verso di me con gli occhi lucidi. Si accovacciò sulle ginocchia, per poter essere alla mia stessa altezza e dopo qualche secondo interminabile mi strinse tra le sue braccia. Un abbraccio dolce, protettivo, che alleviava quel senso di dolore lancinante che provavo al petto. Mi strinsi a lui, singhiozzando.
 
“Shhh, non piangere, piccola. Ci sono io con te… è tutto finito, adesso ci sono io.” sussurrò il biondo, accarezzandomi i capelli. Quando mi fui calmata, alzò il mio viso con un dito. Asciugò con dolcezza una lacrima che scendeva lungo la mia guancia e mi sorrise. “Ora ce ne andiamo da qui. Ok?” continuò. Annuii. Niall si alzò e mi porse la mano, cosicché mi potei alzare anche io. Sollevò il mio vestito da terra e me lo tirò su, chiudendo infine la zip sulla schiena. Mi diede un soffice bacio sulla fronte, prima di prenderci per mano, decisi ad allontanarci da quel posto il più velocemente possibile.
 
NIALL’S POV
 
La rabbia che provavo nei confronti di quel bastardo era tanta, troppa… per fortuna Liz era riuscita a fermarmi, altrimenti l’avrei sicuramente fatto fuori. Vederla rannicchiata lì per terra, affranta, senza il vestito mi aveva fatto stringere il cuore. In quel momento avevo capito che Liz, la mia Liz, aveva bisogno di me, del mio aiuto. Mi allontanai dal corpo di quello stronzo che aveva osato metterle le mani addosso e mi avvicinai a lei. In quel momento sembrava una piccola bambina che era stata appena sgridata dalla maestra. Sembrava così piccola e indifesa. L’abbracciai e sentii le sue lacrime calde bagnare la mia camicia bianca.
 
“Shhh, non piangere, piccola. Ci sono io con te… è tutto finito, adesso ci sono io.” la rassicurai, carezzandole con dolcezza i capelli. Quando non sentii più i suoi deboli singhiozzi scuoterle il petto, le sorrisi, aiutandola ad alzarsi e le rimisi il suo vestito azzurro. Ci prendemmo per mano, dirigendoci fuori da quel vicolo. Stavamo camminando da un po’ rimanendo in silenzio.
 
“Grazie…” sussurrò lei col capo chino. Sorrisi, stringendo affettuosamente la sua mano.
 
“Di niente…” risposi. Ma volevo allontanare dalla sua mente i pensieri di poco prima, quindi cambiai discorso. “Senti, a me non va di camminare! Nel parcheggio accanto alla sala dove sta la festa di Chris c’è la mia macchina. Ti riaccompagno a casa.” proposi fermandomi. Liz sorrise debolmente e accettò. Ripercorremmo la strada a ritroso, passando nuovamente davanti alla stradina di poco prima. Sentii Liz rabbrividire, quindi avvolsi protettivamente il braccio intorno alle sue spalle. “Sta tranquilla, piccola. È tutto finito, adesso…” le bisbigliai nell’orecchio, per tranquillizzarla, poiché tremava ancora; la vidi stringersi nella mia giacca, che le avevo prestato per coprirsi, dato che faceva freddo. Notai che il tizio che avevo pestato non c’era più. Doveva essere tornato a casa sua per leccarsi le ferite. Quando finalmente raggiungemmo la mia auto, abbozzai un mezzo sorriso soddisfatto. Era una bellissima mini cooper grigio metallizzata, di cui andavo molto fiero. La aprii con il comando a distanza e appena ci fummo avvicinati, aprii lo sportello del passeggero per far sedere Liz.
 
“Che cavaliere…” commentò lei sorridendomi leggermente. Risposi con una strizzata d’occhio. Quando lei si fu accomodata, chiusi lo sportello e raggiunsi il lato del guidatore. Appena acceso il motore, notai con la coda dell’occhio che Liz si stava stringendo nella mia giacca con un sorriso in volto. Sembrava molto più a suo agio, al sicuro nell’abitacolo dell’auto
 
“Ti piace tanto quella giacca, eh!” commentai contento. Vederla di buon umore, alleviava la mia tensione, anche se non del tutto.
 
“Ha un buon odore… profuma di Niall!” rispose lei inspirando a pieni polmoni. Le accarezzai velocemente la guancia, prima di partire. Il viaggio continuò in silenzio per cinque minuti buoni. A un certo punto fui costretto a fermarmi a causa di un semaforo rosso e notai che Liz mi fissava.
 
LIZ’S POV
 
Seguivo ogni suo movimento, analizzavo ogni sua singola espressione facciale. Lo stavo letteralmente studiando. Lui ripartì quando il semaforo divenne verde, lanciandomi qualche volta delle piccole occhiate di sbieco. Quei pochi secondi che i nostri occhi si incrociavano sul mio viso compariva automaticamente un sorriso.
 
“Mi stai fissando.” constatò Niall, dopo un po’. Distolsi subito lo sguardo.
 
“Ti dà fastidio?” chiesi, guardando le macchine che ci sfrecciavano accanto.
 
“Che una bella ragazza mi fissi?” disse lui con un sorriso. “Certo che no. Solo che mi distrai, facendomi pensare a cose che non centrano con la strada…” continuò malizioso.
 
“Del tipo?” chiesi, senza notare la malizia nascosta tra le sue parole. Lui mi sorrise, inarcando un sopracciglio.
 
“Sicura di non saperlo?” sussurrò. Arrossii, chinando il capo.
 
“Mi sono fatta una mezza idea.” borbottai imbarazzata. Lui ridacchiò.
 
“Siamo arrivati a casa tua. Sono venti sterline per il passaggio!” scherzò il biondo. Sorrisi divertita.
 
“Certo… te li do la prossima volta, non ho il portafogli con me adesso…” risposi. Poi un pensiero mi fulminò. “Tu come sai dove abito?” chiesi confusa.
 
“Sbaglio o due settimane fa ti ho inviato un pupazzo?” disse lui sarcastico. Roteai gli occhi al cielo.
 
“Non mi hai risposto…” constatai. Lui mi lanciò un’occhiata eloquente e non fu difficile scoprire l’arcano. “Chris… mi sembra giusto…” sussurrai, aprendo lo sportello della macchina. Appena fui uscita, notai che Niall mi aveva preceduta e che si trovava già al mio fianco. Mi accompagnò fino alla porta, senza smettere un attimo di sorridere. Aprii la borsa per prendere le chiavi, ma mi ricordai improvvisamente di una cosa essenziale.
 
Merda…


COMMENTI DELL' AUTRICE :3
eccomi qui con il capitolo 37 *faunafesta* nello scorso capitolo avevo chiesto 7 recensioni, ma non mi sono arrivate :( però ero così entusiasta di aggiornare che non mi fregava più delle recensioni. siamo quasi alla fine. manca poco...
allora, voglio ringraziare i miei amici Fuffoni (?) per avermi aiutato a superare un blocco (in particolare un grazie a Antonello, Paolo, Giovanni, Samulele e Francesco) anche se mi sono arrivati consigli inquietanti e prevalentemente da pazzi furiosi xD mi sono stati d'aiuto.
Per il prossimo capitolo (ultimo o penultimo, boh?) posso avere 6 recensioni *faccinatenera* GRAZIE A CHI LO FA!!!

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Capitolo 39
*** Chapter 38 ***


Merda merda merda merda merda M-E-R-D-A... ho già detto merda? Avevo scordato le chiavi di casa. In casa! E adesso?
 
“Cacchio!” sbattei una testata contro la porta, maledicendomi mentalmente. Niall mi guardò con un sopracciglio alzato. Lo guardai sconsolata. “Non mi sono portata dietro le chiavi di casa. Praticamente mi sono chiusa fuori!” dissi esasperata.
 
“Ma non ci sono i tuoi, o i tuoi fratelli?” mi chiese lui, trattenendosi a stento dallo scoppiarmi a ridere in faccia. Lo fulminai con lo sguardo e lui tornò serio.
 
“I miei sono andati per il fine settimana in Italia, portandosi dietro Debby, visto che non si fidavano a lasciarla con noi. Mike sta con un suo amico in ospedale. Fantastico... ora mi tocca aspettare.” borbottai sedendomi sullo scalino della porta.
 
“Cosa staresti facendo?” mi domandò il biondo inarcando il sopracciglio. Lo guardai sarcastica.
 
“Aspetto mio fratello, no?” risposi. Niall sbuffò pesantemente, mettendosi le mani sui fianchi.
 
“Non fare la sciocca! Dai alzati!” mi disse scocciato, prendendomi per il polso e tirandomi su. “Fa un freddo cane qui fuori e dopo quello che è successo di certo non ti lascio sola in mezzo alla strada.”
 
“E cosa proponi di fare?” chiesi scocciata. Lui si strinse nelle spalle.
 
“Verrai da me. Poi domani mattina ti riporto qua.” spiegò il biondo. Arrossii violentemente.
 
“Veramente io... non so, Niall. Potrei andare da Chris. Non vorrei disturbarti...” cercai di sviare. Non ne sapevo bene il motivo, ma l’idea di me e Niall nella stessa casa per tutta la notte mi turbava.
 
“Nessun disturbo. Tanto a casa sono solo. Greg vive con la sua ragazza ormai e i miei si sono concessi una settimana di vacanza per festeggiare le loro nozze d’argento.” rispose Niall tirandomi leggermente verso la macchina.
 
“Beh, veramente... e vabbeh, se ci tieni tanto...” mi arresi, seguendolo verso la macchina. Incredibile come quel biondino riusciva a far cedere tutte le mie difese con un semplice sguardo. Salimmo in macchina, scambiandoci un sorriso e Niall partì
 
Mi ricordavo perfettamente dov’era la casa di Niall e ricordavo altrettanto bene ciò che era accaduto all’interno. Avevo conosciuto Maura, avevo dato a suo figlio dell’idiota senza che lei nemmeno lo sapesse e, per di più, ero scappata come una codarda quando mi sono trovata davanti il biondo che mi aveva rubato il cuore. Che dire, proprio un avvenimento piacevole...
 
“Come lo conosci... il tipo di prima, intendo.” sussurrò Niall, dopo cinque minuti di completo silenzio. Mi paralizzai sul posto. Come faceva a sapere che io e lui ci conoscevamo. “Vi ho sentito discutere. Sembrava proprio che vi conoscevate da un po’...” continuò, tenendo stretti i pugni sul volante. Notai le sue nocche sbiancare. Sospirai.
 
“S-scusa. Non me la sento di parlarne, per ora.” bisbigliai, con lo sguardo chino. Una mano grande e morbida mi accarezzò dolcemente i capelli. Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto. Oh, Niall...
 
“Non preoccuparti, piccola. Fa niente...” rispose lui, parcheggiando nel suo garage. Eravamo arrivati a casa sua. Lo osservai attentamente, mentre tirava fuori le chiavi di casa dalla tasca dei pantaloni, mentre infilava la chiave nella toppa, mentre mi invitava a entrare nella sua piccola, ma calorosa e accogliente casa. Da bravo padrone di casa, il biondo mi mostrò le varie stanze, soffermandosi poi davanti alla porta della sua camera.
 
“Questa infine è la mia stanza.” disse aprendo la porta. Era una stanza molto semplice, ma stranamente... “affettuosa”. Non saprei descrivere meglio quella cameretta dalle pareti azzurre, il pavimento di parquet. I muri erano tappezzati di poster di una squadra di calcio irlandese. “Beh, non è un gran che...” continuò a mezza voce.
 
“È carina, invece...” ribattei sorridendo, continuando a guardarmi intorno.
 
“Davvero?” mi chiese Niall scettico, inarcando il sopracciglio. Annuii sorridendogli. Improvvisamente sembrò essere folgorato da un’idea. “Oh, certo! Aspetta un attimo.” mi disse girandosi verso il suo armadio. Lo vidi frugare un po’, prima di passarmi una maglietta e un pantaloncino. Forse notò la mia espressione confusa, perchè si affrettò a spiegarsi. “Non vorrai rimanere con quel vestito tutta la serata, no?”
 
“Ah... grazie.” Sussurrai, prendendo gli abiti che il biondo mi stava porgendo.
 
“Il bagno è la porta a fianco. Prenditi tutto il tempo che ti serve, io ti aspetto nel salone.” sussurrò. Uscii dalla stanza e mi diressi nel bagno. Mi guardai allo specchio e notai di avere un aspetto orrendo. La matita e il mascara mi erano colati tutti sulle guance, a causa del mio pianto di prima. Rabbrividii leggermente, al pensiero delle mani di Zack sul mio corpo. Non potevo che essere più che grata a Niall per essere intervenuto. Non riuscivo a immaginare cosa sarebbe successo se non ci fosse stato lui. Mi sfilai il vestito di dosso, non prima di essermi tolta quelle trappole chiamate scarpe. La maglietta era semplice, bianca con scritto in nero al centro ‘CRAZY MOFOS’. Me la infilai e poi presi i pantaloncini blu scuri e me li tirai sulle gambe, stringendo al massimo il laccetto in vita. Entrambi i capi che mi aveva dato il biondo erano irrimediabilmente grandi per me. appena fui vestita mi lavai il viso. Uscii dal bagno, portandomi il vestito e le scarpe, che posai su una sedia vicino alla piccola, quanto affollata scrivania di Niall. Mi diressi quindi verso il salone, dove il biondo aveva detto che mi stava aspettando. Appena arrivai, lo vidi appisolato sul divano, con la testa poggiata al braccio e la televisione accesa. Non potei fare a meno di notare quanto adorabile fosse in quel momento.


COMMENTI DELL'AUTRICE
non mi dilungherò come al solito, perchè ho poco tempo. manca sempre meno alla fine della storia, e a me sta salendo già la nostalgia. anche se sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di mettere un continuo, il dubbio resta. starà a voi con le vostre recensioni convincermi. quindi ne voglio minimo 10. ce la fate? non deludetemi, splendori!!

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Capitolo 40
*** Chapter 39 ***


Mi avvicinai lentamente al divano, ammirando la bellezza del biondo. La bocca era leggermente aperta e il respiro veniva fuori a sbuffi leggeri. I capelli biondi erano scompigliati, permettendo a diverse ciocche di essere sparate da tutte le parti. Aveva indossato un pantalone della tuta grigio e una maglia nera che aderiva perfettamente al suo fisico. Le palpebre erano chiuse in un’espressione serena. Mi avvicinai lentamente a lui, accarezzandogli delicatamente la guancia. Lo vidi aprire lentamente gli occhi e fissarmi leggermente confuso.
 
“Ehi…” sussurrò sorridendomi, drizzandosi a sedere. Risposi al suo sorriso.
 
“Scusa, non volevo svegliarti…” mi scusai.
 
“Non preoccuparti, non fa nulla. Ci guardiamo un film insieme?” propose il biondo alzandosi. Annuii contenta. L’idea del film mi piaceva. Niall aprii un mobiletto accanto al televisore, mostrando parecchi DVD. “Tu scegli il film, io preparo i popcorn. Ok?”
 
“Ok!” risposi, avvicinandomi al mobile e cominciando a osservare la lunga fila di dischi. Vidi con la coda dell’occhio il biondo dirigersi verso la cucina. Ispezionai con cura ogni DVD, valutandone i pro e i contro.
 
Romantico… romantico… horror… romantico…
 
Uuuh, Toy Story!!
 
Oddio, il ritorno della coscienza fracassapalle… che ci fai ancora qui?
 
Sono la tua coscienza. Io ci sono sempre!
 
Ti correggo, tu ci sei quando vuoi rompere le scatole. È diverso…
 
Dettagli!
 
“Ehi, hai scelto il film?” chiese Niall dall’altra stanza. Sentivo il leggero scoppiettare dei popcorn nel micronde.
 
“Ah! Ehm… s-sì… è Toy, uhm… Story.” balbettai a voce abbastanza alta da farmi sentire dal biondo che ancora armeggiava col popcorn.
 
“Il film preferito di Liam, eh? Ottima scelta, anche a me piace tanto!” commentò Niall entrando nel salone con una ciotola generosamente riempita di popcorn ancora caldi. Infilai il DVD nel lettore e mi sedetti accanto al biondo sul morbido divano. Presi il telecomando e alzai il volume. Il ragazzo al mio fianco ci stese addosso una coperta di plaid azzurra e mi mise il braccio intorno alla spalla. Arrossii leggermente, ma per fortuna Niall non se ne accorse perché era buio, visto che l’unica luce era emanata dal televisore. Tirai su le gambe, coprendomele e mi avvicinai più al petto caldo di Niall, rilassandomi. Volevo godermi il film, ma un pensiero fisso mi gironzolava nella mente: mi fidavo di Niall e anche tanto… forse avrei dovuto confessargli il mio enorme segreto, quell’enorme fardello che da quando l’avevo conosciuto, era diventato ancora più pesante…
 
NIALL’S POV
 
Il film era più o meno a metà, ma non lo stavo affatto seguendo. Pensavo solo al delicato quanto morbido corpo di Liz vicino al mio. Il suo dolce profumo mi inebriava in una maniera assurda e il desiderio di baciarla era grande. Ma volevo trattenermi, quella era stata una brutta serata per lei e non volevo tormentarla più di quanto già non lo fosse. La sentii sospirare leggermente, quindi mi girai a guardarla. Il suo viso dai tratti regolari aveva un particolare che mai più avrei voluto vedere: i suoi occhi lucidi. Stoppai il film e accesi la lampada che si trovava accanto al divano.
 
“Ehi, Lizzie? Tutto ok?” le sussurrai, girando il suo viso di fronte al mio. Lei sbatté le palpebre un paio di volte, per far asciugare le lacrime che le inumidivano gli occhi.
 
“Si chiama Zack…” sussurrò a bassa voce, tanto che feci fatica a sentirla. “Il ragazzo di prima. Lui… è un amico del mio ex.” continuò a occhi bassi.
 
“Che voleva da te?” chiesi, accarezzandole delicatamente la guancia, come se avessi timore di ferirla. In quel momento era come un cristallo. Fragile.
 
“Lui… sin da quando ero fidanzata mi teneva gli occhi addosso. Oggi mi ha vista per caso e…” esitò, strizzando le palpebre. Istintivamente strinsi il pugno che era posato sulle mie gambe tanto da far diventare le nocche bianche. Sentii la piccola mano di Liz fare pressione sul mio pugno, affinché lo rilassassi. “Ma ora è tutto finito… lui non tornerà. Adesso va tutto bene.” mi rassicurò. Incredibile! Dovevo essere io quello che la doveva rassicurare! Non il contrario.
 
“Come fai a essere così calma? Ti rendi conto di quello che ti stava per…” cominciai. Lei mi interruppe, passando la mano libera tra i miei capelli.
 
“Ma non è successo nulla, Niall. Rivangare il passato non serve.” sussurrò sorridendomi dolcemente. Strinsi leggermente la sua piccola mano tra le mie.
 
“Tu non capisci… ti rendi conto che se ti fosse successo qualcosa o non me lo sarei mai perdonato?! Io non voglio che ti accada niente, voglio che nessuno ti tocchi, che tu sia al sicuro, sempre! E questo io prima non lo capivo, perché pensavo di provare solo attrazione fisica per te. Ma quando ti ho vista piangere nello stanzino di Harry, ho capito che io senza di te non esisto, non sono niente! Cacchio, quanti giri di parole per dirti che sono innamorato perso di te!” esclamai tutto d’un fiato, guardandola dritta negli occhi. C’era silenzio tombale. Dopo il mio monologo nessuno di noi due osava aprire parola. Decisi quindi di avvicinare leggermente il mio viso al suo, con un leggero timore che lei scostasse. Ma non si muoveva, era ferma, mentre i nostri visi erano sempre più vicini. Feci sfiorare i nostri nasi, come per controllare che non si sarebbe tirata indietro. Non lo fece, anzi, si mosse leggermente verso di me, come se anche lei desiderasse quel contatto. Dopo quelli che mi sembravano secoli le nostre labbra si impossessarono le une delle altre. Era un bacio che volevamo entrambi, quello perfetto che da tanto aspettavamo. All’inizio era un bacio dolce e lento. Romantico. Ma la situazione cambiò presto. Le sue labbra perfette si spalancarono leggermente per il piacere e ne approfittai per far entrare in contatto le nostre lingue, che si incontrarono dolcemente, come se fosse la prima volta. Spinsi leggermente Liz per farla stendere di schiena sul divano. Le nostre labbra continuavano a muoversi in sintonia. Sentii le mani di Liz scorrere sui miei pettorali da sopra la maglietta, fino ad arrivare alla base. Stava appunto per sfilarmela quando sentimmo il suono delle chiavi di casa girare nella toppa. Ci allontanammo immediatamente, io mi alzai dal suo corpo, tornando al mio posto sul divano. Lei si rimise seduta e si lisciò i capelli con la mano, visto che erano leggermente scompigliati.
 
“Ehi, Niall! Sei a casa?” una voce maschile familiare. Era Greg. Con un movimento fulmineo misi il film in riproduzione e io e Liz cominciammo a fingere di seguire. Greg comparve accanto al divano, scrutandoci.
 
“Ciao Greg!” dissi fingendo nonchalanche. “Che… ci fai qui?”
 
“Io e Margie abbiamo litigato… mi ha cacciato di casa.” disse lui indignato dal comportamento della sua ragazza. A un certo punto il suo sguardo si posò su Liz che non aveva staccato gli occhi dal televisore. Il suo rossore era evidente. “Ho interrotto qualcosa?” chiese scrutandoci con sguardo malizioso. La castana si girò verso di noi, più rossa che mai, scuotendo la testa, incapace di parlare.
 
“N-no! Certo che no!” dissi io, fingendomi sincero. Mio fratello mi diede un buffetto sulla testa, continuando a sorridere malizioso.
 
“Certo, fratellino, certo… beh, io sono stanco, vado a letto. Non fate troppo rumore stanotte, ok?” disse, schivando un mio pugno giocoso. Appena fu scomparso su per le scale, Liz si coprì il volto arrossato con le mani.
 
“Oh, che figura!!” gemette. Sorrisi leggermente, vedendola così imbarazzata. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai dolcemente. Lei nascose il viso nell’incavo del mio collo, mentre io le posai un piccolo bacio sulla testa.
 
“No, non dire così… Greg è mio fratello e non penserebbe mai male di te o di noi. Lui deve essere l’ultimo di cui ti devi preoccupare, ok piccola?” le sussurrai rassicurante. Lei annuii.
 
“Hai un buon profumo…” mugolò, sorridendo contro la mia pelle. Mi lasciò un soffice bacio sul collo, prima di alzare il viso e far incontrare per un secondo le nostre labbra. “Sa di te. Per questo mi piace.”
 
Le baciai dolcemente le labbra assaporandole. Appena mi allontanai da lei le toccai la punta del naso con l’indice, facendole l’occhiolino.
 
“Tu invece hai un buon sapore!” sussurrai a fior di labbra. “Ma adesso finiamoci questo film.” Sussurrai sdraiandomi sul divano, invitandola a fare lo stesso. Appena si fu accomodata vicino al mio corpo, posai protettivamente un braccio intorno al suo bacino. Beh, non seguimmo molto del film. Passammo la metà del tempo a guardarci e sorrisi e qualche bacio. Ci addormentammo abbracciati. Ci amavamo e finalmente potevamo stare insieme. E solo la consapevolezza di questo mi fece passare la notte più bella della mia vita.


COMMENTI DELL'AUTRICE :'3
eccoci qua, a commentare l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. anche se ormai è ufficiale che farò un seguito, non so... mi fa comunque intristire un po' l'idea che questa storia è conclusa... ormai niall e liz possono essere felici, stesso dicasi per hazza e chris... ma voglio passare un altro po' di tempo con loro, in un'altra serie. non sono pronta ad abbandonarli. ormai sono come la mia terza famiglia (la seconda siete voi <3 )
beh, basta essere triste. lo scorso capitolo ha avuto 9 recensioni, a dispetto delle 10 che avevo chiesto, ma vabbè. ci riprovate a raggiungerne 10 con quest'ultimo? c'mon dai, SIAMO ALL'ULTIMO CAPITOLO!!! :')

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Capitolo 41
*** Epilogo ***


Erano passati ormai due mesi da quando io e Niall ci eravamo fidanzati; due mesi da quando il mio Inferno personale chiamato “Sean” si era dissolto, lasciando solo un brutto ricordo. E, sì, in questi due mesi erano successe tante cose.
 
Tra me e Niall andava alla grande. Semplicemente ci amavamo da impazzire ed eravamo troppo simili per poter litigare per qualsiasi cosa.
 
Io e Chris eravamo diventate parte integrante dell’allegra comitiva di Niall e Harry e, approfittando dell’estate appena iniziata, uscivamo tutte le sere in pizzeria, o al cinema, o semplicemente a casa di qualcuno di noi.
 
Mia madre sapeva di me e Niall ed era entusiasta della nostra relazione, anche perché lei, l’Irlandese,  lo conosceva bene e sapeva che era un bravo ragazzo. Ma la nostra storia era tenuta accuratamente nascosta a mio padre…
 
Persino a Debby giovava molto la mia storia con il biondo. Infatti ogni volta che uscivamo insieme mi toccava scarrozzarmela dietro, mentre Niall si portava Joey, suo cugino. Così, mentre i de bambini giocavano insieme al parco, io e il mio principe potevamo passare un po’ di tempo insieme e soprattutto indisturbati.
 
Anche la storia tra Harry e Chris andava a gonfie vele. Erano davvero adorabili, sembravano una coppia di sposini in viaggio di nozze.
 
Avevo particolarmente legato con Faith, la stramba sorella gemella di Harry. Certo, poteva sembrare parecchio pazza, ma lo faceva solamente per poter scherzare con i  suoi amici e per farli ridere. In verità era una ragazza davvero fantastica, che ti sapeva dare ottimi consigli quando servivano.
 
---
 
Era una tiepida mattina di fine giugno e io avevo appena aperto gli occhi perché un raggio di sole che filtrava dalla finestra mi era finito in faccia. Appena riuscii a mettere a fuoco la stanza, notai che il mio cellulare sul comodino lampeggiava, poiché era attivato un messaggio.
 
Da: Irlandese :3
Buongiorno, dolcezza! <3
 
Sorrisi inconsciamente, leggendo quelle due parole, accompagnate da un cuoricino. Niall era così, sapeva rendermi felice con un piccolo gesto, come augurarmi il buongiorno la mattina. Decisi di rispondergli subito.
 
A: Irlandese :3
Buongiorno anche a te, biondino! :D
 
Dopo di che, mi alzai dal mio letto, facendo il più piano possibile, per non svegliare mia sorella e mi diressi in cucina, dove trovai mia madre e mio fratello che facevano colazione. Mi sedetti al mio posto e cominciai a spalmare di Nutella una fetta di pane.
 
“ ’Giorno, Lizzie… dormito bene?” mi chiese mia madre, bevendo il suo caffé. Mugolai annuendo. Mia madre continuò a fissarmi sorridendo. E fu allora che capii che qualcosa non andava.
 
“Che c’è, mamma?” domandai alzando il sopracciglio. Lei sospirò contenta, posando la tazza vuota sul tavolo.
 
“Sai, cara… sono ormai due mesi che tu e Niall state insieme e…” esitò. “Io ne ho parlato con tuo padre, stamattina…” continuò guardandomi in  tralice. Mi andò il boccone di traverso, tanto fu forte lo shock.
 
“COSA?!” gridai con voce strozzata. “Lui che ti ha detto?!”
 
“Lui… vuole che Niall venga a cena qui, domani.” sussurrò mia madre con voce colpevole.
 
Oh, cazzo…
 
Merda…


COMMENTI DELL'AUTRICE :3
non posso credere di essere arrivata alla fine di questa storia... boh, mi sento strana. sono felice, ma anche un po' triste. felice, perchè è la prima fanfiction che concludo. è una sensazione di appagamento unica, mi sento molto soddisfatta. ho belle notizie, e buone notizie. le buone sono che continuerò a scrivere storie sui oned, ho già in mente una nuova storia, ispirata a una mia esperienza di vita, chiamata AMORE. sì, mi sono innamorata, e questa mia nuova storia ve lo spiegherà. la cattiva notizia è che non metterò subito un continuo di questa storia. mi piace l'idea di averla conclusa, e non voglio ricominciare subito a lavorarci con un continuo. perderebbe molto del suo significato, non credete?
quindi non siate tristi per la fine di questa storia, presto ne comincerò un'altra! sono una scrittrice e scusatemi se non posso non scrivere (e tormentarvi con le mie idee folli, aggiungo)... quindi, controllate il mio profilo, ragazze e ragazzi, perchè presto troverete il primissimo capitolo della mia nuova fanfiction: Just (boy)friends!

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