Nanny Diaries [traduzione di Kit_05]

di Em North
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undicesimo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Nanny Diaries è senza dubbio una delle migliori storie, Dramione o altro, che abbia letto negli ultimi mesi, nonché una delle più divertenti: personalmente era dai tempi di Customer Service che non ridevo così tanto leggendo una fic.

Em North ha iniziato a scrivere questa fic nell'autunno 2006 per RahNee (a cui la storia è dedicata), all'interno del 3keys exchange. Ad autunno 2007 ha ripreso in mano i capitoli fino ad allora pubblicati (i primi cinque) rendendoli quasi totalmente Deathly Hallows compatibili - epilogo escluso. La timeline per i processi e per la data di nascita di Teddy è forse un filino irrealistica, ma Em North, ed io con lei, vi chiede di essere tollerante. Garantisco io che ne sarete ampiamente ripagati.

La versione originale di Nanny Diaries è pubblicata sull'archivio personale di Em North, What a Lovely Way to Burn, su cui potete trovare e leggere tutti i suoi lavori.


Come tutte le traduzioni che ho intrapreso e concluso in questi ultimi mesi, e come tutte le altre a cui mai metterò mano nei prossimi, anche questa è dedicata a due persone, la moglia Emily Doe e Merryluna. Mi dispiace, ragazze, onori, oneri e matrimoni scioccanti sono tutti vostri^^


Buona lettura,
Kit05


Nanny Diaries



Ultima Notizia: Il processo numero 39857, Popolazione Civile vs Draco Malfoy, si è concluso questo pomeriggio, 12 maggio 1998. Il Signor Malfoy è stato trovato colpevole di diciassette atti criminali eseguiti sotto coercizione e, sotto lo Statuto del Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte, è stato condannato a cinque anni di libertà vigilata. È stato rilasciato sotto il controllo di sua cugina, Ninfadora Lupin e del di lei marito, Remus Lupin. Il processo successivo, contro l’imputata Pansy Parkinson, è iniziato immediatamente dopo la conclusione di quello a carico del Signor Malfoy.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 12 maggio 1998

Lupin sembra credere che mi possa aiutare avere un posto dove poter “considerare la mia situazione in privato e analizzare le decisioni che ho preso.”

Io credo che lui sia completamente fuori (non che non l’avessi mai sospettato prima, quale uomo sano di mente sposerebbe altrimenti Ninfadora?) e che tutti quegli anni passati a trasformarsi una volta al mese in bestia debbano aver fatto marcire quei pochi e grifondorici neuroni abbia mai posseduto. In ogni caso, visto che sembra che sia lui che sua moglie siano inclini a lasciarmi finalmente da solo mentre sono qui seduto a scrivere, non mi lascerò sfuggire questa possibilità.

Merlino sa come fossi abituato alla pace e alla quiete. Non che mi sarei mai aspettato delle maniere decenti da parte di un lupo mannaro, ma Ninfadora dovrebbe, in teoria, avere almeno metà di sé abbastanza civilizzata da sapere che non è rispettabile fare conversazione mentre si sta mangiando. Per amor del cielo, lei e il lupo si vedono tutti i giorni, non è umanamente possibile che abbiano così tanto da dirsi l’un l’altro. Mia madre e mio padre non l’hanno mai avuto. E di certo loro due non indulgevano mai in tali rozze dimostrazioni d’affetto, a tavola o da qualunque altra parte. Non ho bisogno di vedere mia cugina sedersi in grembo al lupo e imboccarlo con il dessert. Mi fa venir su il pudding, il che è un gran peccato considerando che è stato il primo pasto decente che abbia avuto da un po’ di tempo in qua.

Ringraziamo il cielo, poi, per le piccole grazie – sembrano felici di passare il loro dopocena a giocare per ore col loro figlio, lasciandomi per lo più da solo (solo quanto uno possa essere quando loro sono dall’altra parte della stanza a fare un’incredibile quantità di rumore) ad “esaminare i miei pensieri” in questo diario. Se mi tiene alla larga dalla possibilità di dovermi unire a loro, iniziamo pure quest’esame!

Pensiero numero 1: A coloro che sono mancanti di un pedigree e di un’educazione adeguata non dovrebbe essere permessa la procreazione. La progenie che mia cugina e il suo lupo hanno creato, un maschio di cinque mesi e mezzo di nome Teddy, è un perfetto esempio di ciò. Tutto quello che quel bambino fa è gorgogliare, barbugliare, tubare e, di tanto in tanto, cambiare colore. I metamorfamaghi sono così comuni di questi tempi… o almeno lo sono in questa casa. Questo esemplare di multicolor non ha ancora imparato a maneggiare le sue capacità – secondo Ninfadora tutto quello che al momento fa è cambiare colore dei capelli per accordarli al suo umore – ma la minima variazione di gradazione porta lodi sfrenate da parte dei suoi genitori, come se riccioli arancio accecante non fossero solo qualcosa da ammirare, ma anche da incoraggiare e quasi venerare. In realtà, sembra che quel marmocchio stia risucchiando l’intelligenza dei suoi a velocità sempre più crescente con l’aumentare del tempo che i due passano con lui. Sono determinatissimo ad evitarlo a tutti i costi.

Pensiero numero 2: La vita fuori dalla prigione è… nelle vicinanze della tollerabilità. Se fosse possibile sentire qualcosa che si avvicini vagamente al piacere nel vivere a stretto contatto con persone tanto irritanti quanto Ninfadora e l’animale domestico che ha per marito, credo che potrei essere giusto un minimo… grato che mi abbiano preso con loro. Non pensavo davvero che qualcuno avesse potuto garantire per me. Se la situazione fosse stata capovolta, sono abbastanza sicuro che io non l’avrei fatto per loro. Non riesco a capire ancora perché l’abbiano fatto, se non considerando il tutto come un altro esempio di quanto irreversibilmente stupidi possano essere i Grifondoro.

Pensiero numero 3: Shacklebolt deve essere stato un Serpeverde ai suoi tempi, ché è molto più insidioso di quanto non si siano mai avvicinati ad esserlo Caramell o Scrimgeour. (O’Tusoe non conta; quell’uomo non aveva nemmeno bisogno di un Imperius per diventare una marionetta. Era tanto ottuso quanto il suo nome faceva intuire, e ha passato la maggior parte della sua vita a pregare di venire manipolato. Tutto quello che il Signore Oscuro ha fatto è stato accontentarlo.) Il Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte è stato un colpo da maestro. Certo, se i politici del Ministero fossero stati onesti – per lo shock della proposta se non altro – avrebbero dovuto chiamarlo il Decreto per Pararci il Culo e Non Venir Incriminati per Crimini di Guerra, ma qualunque nome gli si dia, rimane una delle mosse salvafaccia più brillanti degli ultimi anni.

Tutti sanno che gli Auror hanno arrestato gente a destra, a manca, e pure al centro, mentre Scrimgeour se ne stava nel suo ufficio, con la parola d’ordine di far sembrare che il Ministero stesse effettivamente facendo qualcosa per affrontare il ritorno del Signore Oscuro. Guardare male il cane di qualcuno era motivo sufficiente per venir sbattuti in una cella indecentemente sovraffollata e per venir incriminati come Mangiamorte, simpatizzante Mangiamorte, Ex Compagno di Classe di un Mangiamorte che Non Ha Mai Fatto Nulla Di Illegale Ma Si E’ Ritrovato Al Posto Sbagliato Al Momento Sbagliato Durante Il Periodo Più Paranoico Che La Storia Ricordi… Scrimgeour voleva apparire potente e con la situazione sotto controllo, e se incarcerare un terzo della popolazione britannica era quello che serviva allo scopo, allora era qualcosa che avrebbe fatto senza remore (cosa che è sotto gli occhi di tutti).

Oh, ci sono stati dei processi, e alcune delle persone arrestate senza alcun fondamento sono state rilasciate, ma anche nei giorni migliori un’udienza a Wizengamot completo richiede un po’ di tempo, e le tattiche di Scrimgeour erano tali da assicurare che il numero dei prigionieri in entrata facesse impallidire quello di quelli “ripuliti da ogni accusa” in uscita. Cattiva sorte per i primi che i Mangiamorte abbiano preso il sopravvento. (Cattiva sorte anche per Scrimgeour, certo, ma lui avrebbe dovuto intuire l’arrivo della tempesta, no?) Il primo atto dei Mangiamorte era stato quindi di liberare le celle da coloro che forse erano colpevoli di qualche attività a loro collegata, mentre tutti gli idioti innocenti finiti lì dentro, lì rimasero.

E poi, dopo l’ultima battaglia, tutti i Mangiamorte sopravvissuti erano stati radunati e sbattuti nelle celle già strapiene. Il sistema carcerario era diventato un modello animato della teoria del caos. Con i Dissennatori non utilizzabili, guardie inadeguate a sostituirli (certo, erano Auror, ma non abbastanza Auror; con il loro Dipartimento stiracchiato come pasta a sfoglia per coprire tutti i buchi, restaurare l’ordine, ed occuparsi della microcriminalità di qualche mago opportunista che aveva pensato che sarebbero stati troppo occupati per avere anche il tempo di fermare nuove attività sottobanco, non potevano permettersi di destinare alle prigioni abbastanza uomini per renderle sicure), e i nuovi arrivi di maghi davvero pericolosi, sarebbe stato solo questione di tempo prima che tutto il sistema scoppiasse come fuochi di artificio.

La soluzione? Processare tutti, e alla svelta. Dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza, Shacklebolt ha autorizzato l’abbandono temporaneo delle procedure processuali abituali a favore di metodologie molto più veloci e abbreviate che dipendono da Pensatoi, Veritaserum, e ricerca di Incantesimi Oscuri tramite Prior Incantatio. Con queste metodologie in moto (e con le rapide confessioni e le preghiere di grazia che erano certi di ottenere dai maghi che si erano fottute tutte le possibilità di comprarsi la scarcerazione visto come, per una buona volta, tutte le prove erano evidenti e incontrovertibili), il Wizengamot poteva concludere un numero di casi senza precedenti al giorno. In questo modo avrebbero potuto processare in maniera formale tutti i prigionieri accusati, condannarli (quando necessario), e soprattutto dividerli a seconda dei crimini perpetrati, nel minor tempo possibile.

Buon piano, giusto? Dopotutto, costruire con la magia richiede non più tempo di un battito di ciglia, quindi tirar su una nuova prigione di massima sicurezza non sarebbe stato un gran problema.

Il problema era chi metterci dentro. Senza i Dissennatori a coprire il loro ruolo di produttori di miseria, la struttura e la sistemazione della prigione stessa avrebbero dovuto essere tali da controllare e mandare in una depressione senza ritorno i prigionieri al suo interno e, al contempo, terrorizzare a tal punto tutti i suoi potenziali occupanti ancora liberi che il solo pensiero di finire lì dentro sarebbe stato sufficiente per farsela sotto. Le stesse ragioni dietro ad Azkaban, se ci si pensa bene. Arcigno inizia a mala pena a descrivere quell’inferno – ecco il punto.

Ma, di nuovo, chi ci sarebbe dovuto andare lì dentro? Gli idioti miserabili rinchiusi da Scrimgeour probabilmente non erano Mangiamorte (altrimenti sarebbero stati rilasciati nel momento in cui il Signore Oscuro aveva preso il controllo del Ministero), ma non significava automaticamente che fossero innocenti. Avere il Marchio Nero non è condizione necessaria per uccidere, o per stuprare, o per praticare le Arti Oscure. E solo perché qualcuno era un Mangiamorte, doveva significare come conseguenza la colpevolezza in un qualche crimine?

No, in effetti. Perché è questa la cosa curiosa: non è illegale essere un Mangiamorte.

Non c’è nessuna legge contro la formazione di club di gente che la pensa alla stessa maniera. Non c’è legge contro il fatto che i membri di detto club si facciano un tatuaggio. Non c’è nemmeno una legge che impedisce ai membri del club di riunirsi e di parlare su quanto detestino chiunque abbia sangue babbano nelle vene. Diventa illegale solo nel momento in cui i membri del club si riuniscono per minacciare o attaccare qualcuno, e anche in questo caso, solo coloro che portano avanti minacce e attacchi sono gli unici colpevoli di qualcosa. Tutti quegli stupidi che si sono uniti ai Mangiamorte causa orgoglio idiota o arroganza e poi trascorrevano tutto il tempo di un raid a tirare su l’anima in un vicolo non appena scorgevano ombra di tortura e sangue? Nessuno ha mai dichiarato illegale il vomitare.

Oh, potete controbattere con la cospirazione, qui, e dire che i Mangiamorte che aiutavano ad organizzare i raid svolgevano azioni criminali nel rimanere zitti, se non altro, ma anche questa è una bufala. Il Signore Oscuro confidava i propri piani solo ai capi di ogni operazione. Chiunque fosse stato al comando avrebbe saputo l’obiettivo, tutti gli altri avrebbero solo avuto le coordinate e, una volta arrivati a destinazione, il loro scopo era solo fare quanto più casino possibile.

Ora, nessuno di noi con il Marchio Nero al braccio è un piccolo agnellino innocente, certo, ma non tutti noi ci meritiamo una sentenza a vita in una prigione di massima sicurezza. Quindi, come separare il buono dal cattivo? Come determinare chi fossero quelli veramente pericolosi da quelli mal consigliati (o arrestati senza ragione – non dobbiamo dimenticarlo)? E (ah, i politici!) come propinare tutto alla stampa? Anche se gli arresti senza fondamento erano avvenuti nella legislazione precedente, c’erano pletore di politici già attivi nel Wizengamot che avevano sostenuto l’idiota militanza di Scrimgeour. Dichiarare senza peli sulla lingua che centinaia di persone erano state arrestate e falsamente accusate avrebbe causato gran imbarazzo ad un’intera categoria di individui che sa reagire piuttosto male all’essere messa in imbarazzo.

Ma ecco qui la soluzione: il Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte. (Un modello di efficienza, quel Shacklebolt: ha combattuto nell’ultima battaglia il primo maggio – Mayday; non vi può sfuggire l’ironia – è stato eletto Ministro della Magia il giorno successivo, un sabato, in una speciale sessione d’emergenza del Wizengamot, e si è presentato al Ministero il lunedì mattina con il prospetto del Decreto in mano… menzionandolo poi durante la conferenza stampa e lasciando così al Wizengamot l’unica possibilità di approvarlo il prima possibile.) Basandosi sull’assunzione che chiunque fosse stato imprigionato per attività connessa ai Mangiamorte si fosse in qualche modo meritato l’accusa (la caramella ai politici), il Ministro ha dichiarato che negli interessi di blah, blah, blah e per il bene di blah, blah, blah, ogni Mangiamorte o sospetto simpatizzante Mangiamorte che blah, blah, blah, e che aveva almeno un parente con la fedina penale pulita che blah, blah, blah, poteva essere rilasciato in custodia cautelare blah, blah, blah. In breve, se non potevano provare che tu avessi effettivamente commesso in prima persona un assassinio o una tortura, e se tu fossi stato disposto a dichiararti colpevole, a fare nomi, a puntare dita, e a batterti il petto in una grande e drammatica dimostrazione di pentimento, allora saresti stato rilasciato se avessi avuto un membro della tua famiglia “pulito” e disposto a prenderti con sé.

In questo modo non avrebbero mai avuto bisogno di dire realmente se un individuo “sospettato di attività connesse ai Mangiamorte” fosse veramente un Mangiamorte o meno. Bastava fare un veloce test per vedere cosa l’imputato in questione avesse fatto, fargli firmare una confessione leggermente forzata con l’ammissione di aver ostacolato la giustizia o su qualche altra infrazione minore e senza senso, giudicarlo colpevole di detta accusa e far agire la corte con “clemenza” condannandolo per il periodo già trascorso in cella. Così da far mandare immediatamente a casa il reo con un membro pulito della sua famiglia disposto a fare da garante, e farlo tornare alla vita normale. Cinque anni sotto custodia – i primi due con una bacchetta ad azione limitata, con cui poter lanciare solo i più insulsi degli incantesimi d’offesa – e se li avesse passati senza ulteriori accuse, la fedina penale sarebbe stata ripulita. Caso chiuso.

Un bonus aggiuntivo a questa trovata è stato che con tutti questi processi conclusi così dannatamente vicino alla grande vittoria, l’intero Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte ha avuto una copertura stampa minima. Tutti i giornalisti stavano seguendo come cagnolini Potter, e i giornali non avevano semplicemente nessuno da mandare a rompere a Shacklebot con domande del tipo se i Mangiamorte che stavano per venir riabilitati avessero fatto qualcosa in primo luogo per aver bisogno di detta riabilitazione. Gli innocenti sarebbero stati liberati; i colpevoli del loro imprigionamento sarebbero rimasti con le loro reputazioni immacolate, e la grande maggioranza del pubblico sarebbe rimasto nella più totale e beata ignoranza, mentre era alla ricerca delle preferenze mattutine di Potter, salsiccia o pancetta?

Brillante, davvero. Brillante esempio di Relazioni Pubbliche, brillante esempio di come fare a distogliere l’attenzione (seguendo la regola base: il modo migliore per manipolare un argomento è far sì che nessuno se ne interessi in primo luogo), e soprattutto, un modo brillante per separare a prova di idiota i colpevoli dagli innocenti. La maggior parte dei poveri scemi che erano stati trattenuti sulla base di accuse di pastafrolla avrebbero avuto senza dubbio qualche familiare con fedina penale cristallina disposto a fare da garante per loro. Coloro che non avevano davvero fatto nulla di male, sarebbe stati sollevati dalle incriminazioni e tornati all’aria aperta in pochissimo tempo

Tutti quelli, tra noi, che erano stati così stupidi da consegnare le nostre vite in mano ad un serpente megalomane e maniaco erano in una situazione un po’ più impantanata. I bastardi davvero violenti e sadici (come mio zio, il fratello di mio zio, e tutto il club di scacchi di papà) sarebbero stati spediti in una prigione di massima sicurezza, mentre i restanti (incluso il qui presente) sembravano essere destinati a proseguire il nostro soggiorno in una prigione normale per molto, molto tempo.

L’intero punto focale della filosofia dei Mangiamorte era costruita sulla nostra credenza di essere migliori del resto del mondo magico. La gran parte dei membri delle nostre famiglie erano sulla stessa nostra barca e, perciò, si trovavano nella cella affianco, o tre metri sotto terra, o in fuga con nulla a meno della glaciazione dell’Inferno a poter loro fornire un motivo valido per presentarsi al Ministero.

Le poche e rare “pecore nere” delle famiglie di Mangiamorte che avevano combattuto o si erano opposte al Signore Oscuro non erano, di norma, nei migliori rapporti con il resto del parentado. Dimentichi di poter garantire per noi davanti al Wizengamot, se ci avessero visti ardere vivi per le strade avrebbero semplicemente tirato dritto, o aizzato il fuoco.

Per farla breve, eravamo senza via d’uscita e, probabilmente, per molto, moltissimo tempo.

Schaklebolt, che non vedeva l’ora di liberarsi degli errori di Scrimgeour il più velocemente possibile, ha deciso di processare la gente a seconda della data di arresto. I primi processi sono volati via ché, onestamente, quei cosiddetti “criminali” avevano ben poco da dire. La Prior Incantatio alla ricerca di Incantesimi Oscuri sulle loro bacchette portò via un tempo quasi nullo. L’unico effetto del Veritaserum fu avere conferma che avevano firmato volentieri la loro “confessione” e che non avevano altri crimini da confessare. Una volta appurato ciò, servivano meno di cinque minuti per dichiarare un membro della loro famiglia abbastanza “pulito” e per verbalizzare il tutto: caso chiuso, nuova bacchetta limitata all’incarcerato rimesso in libertà e tanti saluti.

La velocità di questi procedimenti era tale da essere possibile andare in bagno e tornare per scoprire che già altre tre persone avevano avuto la loro sentenza mentre eri via.

Superfluo dire, quindi, che non c’è voluto molto prima di arrivare agli arrestati nell’ultima battaglia. E, una volta stilati gli elenchi di questi imputati, la mia famiglia è stata piazzata in testa al branco. Quando mio padre mi disse che i Malfoy vengono sempre per primi, non credo che si riferisse davvero a questo.

Sì, Lucius Malfoy s’è presentato alla corte, per il primo dei processi ai Mangiamorte, giusto ieri: 11 Maggio.

Ha occupato gran parte del giorno, il suo procedimento. Sicuro, mio padre aveva parecchie informazioni da riferire e, con l’uso indiscriminato del Veritaserum e di un Pensatoio per conferma, le riportò tutte alla corte. È stato dichiarato colpevole, naturalmente. Colpevole di… oh, chi può sapere di quante cose. Tante, okay? Tante e tante. Si godrà la sistemazione in una delle nuovo prigioni di massima sicurezza per tutto il suo futuro.

Mia madre è stata processata questa mattina. Dopo quasi due ore di dibattiti e discorsi, è stata dichiarata colpevole anche lei, anche se – per fortuna – è stata condannata a soli quindici anni. Nonostante le sue illustri connessioni (nessun dubbio che il Wizengamot avrebbe voluto gettarla in cella solo per aver sposato papà ed aver avuto la iella di essere nata come la sorella di ziuccia Bella), le prove hanno mostrato che non era colpevole di nulla se non per aver taciuto su violenze e atrocità.

Il ruolo più attivo che avesse mai avuto nella morte di qualcuno era avvenuto due anni prima, quando aveva detto a Voldemort che Potter poteva venir allettato nel Ministero tramite delle minacce contro Sirius Black. La trappola aveva funzionato, e Black era morto. Shacklebolt, per ragioni tutte sue, sembrava determinato che la partecipazione di mamma nell’evento fosse messa a verbale. In quel momento ho pensato che si trattasse di una fissa bizzarra, da parte del Ministro. Dopotutto, se era vero che il coinvolgimento, senza pressioni esterne, di mamma nella morte di suo cugino impediva che fosse inserita tra coloro che potevano trarre vantaggio dal Decreto per la Riabilitazione dei Mangiamorte, a chi poteva importare? Non era che avessimo qualche membro senza macchia della famiglia pronto a fare da garante per noi, no?

Ma poi c’è stato il mio processo. Non è durato molto. Basandosi sulle prove fornite dai miei genitori, era ovvio che non avessi ucciso nessuno, né torturato nessun altro, e che il mio unico tentativo di uccidere era stato portato avanti sotto una coercizione piuttosto ovvio. Non si poteva tuttavia negare che fossi stato io a tenere Madama Rosmerta sotto Imperius, a tentare di uccidere Silente, e a stare fermo e fare un fottuto nulla mentre una valanga di persone – tra cui un professore della mia scuola e qualche compagno – veniva brutalmente torturata davanti ai miei occhi.

Personalmente, avevo già iniziato a programmare come passare il resto della mia vita nel sistema carcerario nazionale. Una volta che le pecorelle innocenti fossero state liberate e che i lupi psicotici fossero stati spostati nelle carceri a massima sicurezza, un nuovo ordine sarebbe nato, e io ero determinato a piazzarmi in testa al branco. Avevo già iniziato a complottare su come affrontare la scalata, lenta ma costante, verso il potere, tramite una combinazione di minaccia fisica – rappresentata dalla mia autorità su Goyle e altri bestioni simili, un giudizioso impiego di favori sessuali quando assolutamente necessario (inutile essere puritani sul sesso con un viso bello quanto il mio; è uno strumento troppo utile per ignorarlo) e in meno di una decade avrei avuto il blocco della mia prigione sotto il mio controllo, con tutti gli altri a scorazzare attorno, a cercare di accattivarsi il mio appoggio e di diventare i miei scugnizzi, come direbbe qualcuno…

E poi, Ninfadora e il suo lupo si sono alzati per me. Gli ammirati e celebrati Lupin: eroi di guerra, Auror (beh, per lo meno lei, in ogni caso), nonché mentori e amici del Più-Grande-Idiota-Che-Sia-Mai-Vissuto. Martiri, in pratica, visto come tutti avevano creduto che fossero morti dopo l’ultima battaglia. (Tutto un trucco messo su dal Signore Oscuro, come s’è poi capito. Pare che abbia voluto giocare i suoi jolly evocando falsi cadaveri dei membri dell’Ordine della Fenice come altro modo per scoraggiare e deprimere Potter. La farsa è stata scoperta solo quando la Granger, da quel che si dice, s’è ritrovata davanti il suo stesso cadavere e ha capito quello che stava succedendo.)

E per quanto riguarda l’essere senza macchia, praticamente risplendono con i loro precedenti immacolati. E si sono fatti garanti per me. Me! Ed eccomi qui, a vivere in una casa così ridicolamente ‘pucciosa’ che ogni volta che mi siedo, sono mezzo terrorizzato che l’arredamento mi possa dare un abbraccio. Non è il tipo di posto dove mi sarei aspettato di poter stare. Se devo dire la verità, nulla di quello che mi sarei aspettato è successo. Ho sempre creduto che, una volta che la guerra fosse finita, o sarei stato vivo e vegeto a continuare la vita in pompa magna e di facciata a cui sono stato educato… o sarei stato morto. Non c’è mai stato un piano di contingenza che prevedeva questo per la mia vita. E parlando di piani a lungo termine per la mia vita…

Pensiero numero 4: Pansy è bella che andata. Dovrò aspettare fino a domani mattina per vedere la sua sentenza, certo – non siamo rimasti a vedere il suo processo, ma ci sarà una piccola colonnina domani sul giornale (a pagina cinque, dopo la notizia a tutta pagina su Potter che si compra un paio di scarpe nuove, nessun dubbio). Ma non ci vogliono poteri psichici per leggere le foglie da tè, in questo caso.

Non è un’assassina. (Pansy non è mai stata tipa da sporcarsi le mani, ha sempre tenuto troppo alla sua manicure per farlo.) Però s’è sempre divertita con le torture infide e, senza dubbio, s’è fatta ben notare a scuola quando i Mangiamorte avevano il comando. La mia previsione migliore è che passerà la prossima decade in cella. E anche se qualcuno della sua famiglia volesse parlare in sua difesa, dubito che potrebbe ricavarne qualcosa di buono.

Dovevamo sposarci, Pans ed io. I nostri genitori avevano firmato tutti i documenti quando noi avevamo più o meno tre anni. Mi ricordo che ero in giardino a giocare a “Punzona l’Elfo” con Pansy mentre siglavano gli accordi dentro casa. Il contratto dovrebbe essere ancora nei nostri caveau alla Gringott, sempre che il Ministro non ne abbia fatto razzia. Draco Octavius Malfoy sposerà Pansy Gardenia Parkinson in occasione del diciottesimo compleanno di lei, la dote assegnata sarà… parecchio, nessun dubbio, anche se non mi ricordo i termini precisi. I suoi genitori avrebbero provveduto a palate di denaro, mentre i miei ci avrebbero donato qualche proprietà, dove saremmo vissuti per il resto della vita. Io avrei amministrato la tenuta, Pansy avrebbe diretto le nostre vite sociali e avremmo avuto almeno un figlio assieme per continuare la discendenza; per il resto, solo una comoda routine che ci avrebbe permesso di vivere le nostre vite separate in una stessa, enorme, casa.

Mi sarebbe piaciuta quella vita, suppongo. Pans non era così male. Non troppo sveglia, ma comunque maliziosa in quell’adorabile modo di fare che è marchio delle ragazze Serpeverde. Abbastanza carina. Sopportabile a letto e non completamente insopportabile al di fuori, anche se di tanto in tanto cede a piagnucolii vari. Saremmo stati una coppia attraente, e saremmo sempre andati d’accordo. Sì, credo che avremmo avuto una vita perfettamente soddisfacente, insieme. Ed ora non l’avremo mai.

L’ufficiale del Ministero che mi ha donato la mia nuova e limitata bacchetta mi ha anche informato che una volta che Pansy sarebbe stata condannata (sì, ha detto queste esatte parole, pare che neanche lui avessi dubbi sull’esito del processo), sarei stato ‘libero’ dalle obbligazioni del mio contratto di fidanzamento.

Sembra che sia libero da un casino di cose, di questi tempi. Libero da Azkaban, che è senza dubbio un plus, naturalmente. Libero dal Signore Oscuro, cosa che sono disposto ad ammettere non sia male. Libero da tutti i fondi nei miei conti alla Gringott fino a ché non avrò finito di scontare la mia sentenza. (Libero e leggero, davvero. Non c’è nulla di leggero negli introiti del mio caveau alla Gringott. Gli interessi sui soli galeoni generano un profitto pari a quello di un piccolo Paese, e non credete che il Ministro non stia sfruttando quel denaro fino all’ultima goccia e che non continuerà a farlo finché non sarò nella posizione di reclamare nuovamente mio ciò che mi appartiene.)

Libero dai miei genitori. Libero dalla mia casa. Libero dalle responsabilità e dalle obbligazioni e dalle regole e dalle imposizioni che il mio nome e il mio status sociale portano con sé e che mi sono state inculcate sin da tempi immemori. Libero dalla magia (La bacchetta ‘limitata’ che posso usare non può lanciare nulla di più forte che un incantesimo per il solletico.) Libero da tutto quello che mi ha sempre definito come me stesso.

Così, questa è la libertà. Non ho ancora deciso se mi piaccia o meno.



To Be Continued





Un grazie a chiunque abbia speso parte del suo tempo a leggere questo primo capitolo, e un secondo grazie a chiunque abbia voglia di spendere due minuti ancora per farmi sapere cosa ne pensi al riguardo^^
Al prossimo capitolo^^

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Grazie a falalula (sì, sarà assolutamente una Dramione^^; in realtà la Rowling non ha mai dichiarato ufficialmente quale sia, se presente, il middle name di Draco: Draco Lucius Malfoy è semplicemente la versione più diffusa nel fandom^^), whitewolf88 e joker666 per il loro commento e le loro parole :)

Lasciato alle spalle il primo capitolo-prologo per inquadrare i fatti, inizia la vera avventura^^



Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998

Ci sono solo due possibili spiegazioni per quanto è successo oggi. O mia cugina è davvero una creatura fatta di pura malvagità che è riuscita in qualche modo ad ingannare l’intero mondo magico con la sua apparente benevolenza, o – purtroppo – è completamente impazzita. Ho sempre saputo che fosse un tantino squilibrata (capelli rosa non sono considerati segno di sanità mentale in nessuna cultura di mia conoscenza), ma non avevo idea che la sua demenza si fosse spinta così avanti. La novità che mi ha detto oggi durante il pranzo, calma (!), sorridente (!!), senza mostrare il minimo segno di comprensione allo shock che ne sarebbe derivato per il mio delicato sistema nervoso (!!!), mi ha fatto ricordare quasi con nostalgia i vecchi tempi in cui Zia Bella voleva farmi sviluppare i muscoli addominali a forza di Crucio, quand’era in quel periodo del mese. Sua nipote ha portato il sadismo psicotico a tutto un nuovo livello.

Ninfadora ha… Merlino, riesco a mala pena costringermi a scriverlo… non riesco ancora, non posso assolutamente credere che sia vero. Vi prego, vi prego, per tutti gli dei del cielo, fate che sia solo uno scherzo! È troppo orribile perché sia vero; non può aver davvero deciso di costringermi, grazie alla sua posizione di mio garante per tutta la durata della sentenza, a lavorare come… come…

Bambinaia!

Se mi volete scusare, devo andare a sbattere la testa contro il muro finché non riuscirò a perdere conoscenza. Magari, se sono fortunato, finisco in coma e passerò il resto dei miei giorni a sbavare su un cuscino nell’ala Janus O’touse del San Mungo. A paragone di questo, che vita felice che sarebbe!

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, pomeriggio.

Sbattere la testa contro il muro non mi ha portato null’altro che un mal di testa, dannazione.

Almeno, credo che il mal di testa venga dal mio tentativo di spaccarmela in due. Potrebbe anche essere il mio cervello che sta per implodere all’idea che io debba prendermi cura del dannato figlio di Ninfadora per il prossimo futuro. Io dovrò nutrirlo, vestirlo, pulirlo (sporco e puzzolente marmocchio che non è altro). Il mio compito sarà essere completamente responsabile per la sua salute e il suo benessere ogni singolo giorno da qui fino a solo Merlino sa quando! Mi sento male alla sola idea. Ninfadora mi vuole trasformare in un elfo bambinaia! Mi rifiuto di sottomettermi a tutto ciò!

La mia unica, flebile speranza è che Lupin si dimostri d’accordo con me sull’idiozia di quest’idea, chiaro parto di una mente instabile. Davvero, con la combinazione di stress da fine della guerra, un marito che sparge peli sulle lenzuola e si diverte a rincorrere la propria coda quando è quel periodo del mese, e la costante vicinanza con un demonio puzzolente che ha passato cinque mesi a sbausciarla* con la sua (tossica, nessun dubbio) saliva, mi sorprende quasi che Ninfadora sia resistita così a lungo prima di crollare. Quando Lupin tornerà a casa, lo informerò che mia cugina richiede un trattamento medico immediato, preferibilmente del tipo che la tenga rinchiusa in una magnifica stanza per il resto della sua vita.

Fino ad allora, sono deciso a rimanermene rinchiuso nella mia camera, dove sarò al sicuro.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, sera.

A quanto pare anche Lupin è impazzito, e mi ha comunicato (quando con molto ardire sono uscito da camera mia per parlargli, al suo ritorno a casa) che la decisione di farmi diventare la loro bambinaia è stata una scelta che hanno preso insieme. Sono da solo in una casa con due persone pazze e il loro bambino dai capelli color arcobaleno, portatore di indubbie malattie.

Inoltre, ho fame. Essere in preda al terrore per la propria vita, rinchiusi nella casa di una pazza, a quanto pare fa venire appetito, senza contare che sono stato costretto a saltare il pranzo quando ho preso il proposito di rimanere ancorato in camera mia.

Nonostante tutti i motivi profondamente razionali che ho elencato sulle ragioni per cui sarebbe più sicuro per tutti se io rimanessi nella mia stanza, mi hanno detto che non posso richiedere che la cena mi sia portata in camera. Se voglio mangiare, devo smettere di tenere il broncio e andare a tavola.

Io non sto tenendo il broncio. Sto semplicemente tentando di proteggere la mia sanità mentale dalla pazzia andante che divampa in questa casa.

Forse, nell’interesse di mostrare quanto generoso e aperto di mente io sia, suppongo che potrei voler scendere per almeno una parte della cena. È meglio che il cibo sia molto buono.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 13 maggio 1998, tarda sera.

La cena non è stata un successo, per nulla.

Il cibo era passabile, suppongo, ma la conversazione è nata male ed è velocemente peggiorata, e di molto. Non solo ci sono due Lunatici Lupin determinati a farmi diventare la bambinaia di loro figlio, ma sembrano anche convinti che non ci sia nessun’altra opzione.

Okay, okay, questo non è del tutto vero. C’è un’altra opzione: posso tornarmene in galera. Anzi, non solo potrei, è venuto fuori che ritornerei in prigione – e pure di filata – se non posso dimostrare, per la soddisfazione del Ministro, che mi sono guadagnato e mantenuto un qualche tipo di lavoro retribuito entro il primo mese della mia libertà vigilata. Anche questo era scritto nel Decreto, da applicarsi specificatamente a quelli con il Marchio Nero. Shacklebolt è perfino più astuto di quanto non pensassi.

Ninfadora e l’animale domestico che chiama marito potrebbero essere comunque completamente impazziti, ma sono disposto a concedere che possano avere ragione a dire che nessun altro nel mondo magico sarebbe disposto ad assumermi senza la persuasione fornita da un Imperius. E trovare un lavoro nel mondo Babbano è, d’altra parte, impensabile. Anche se volessi provare (cosa che non è vera visto che il solo pensiero è persino più ributtante che servire da sorta di balia), non sarei mai in grado di muovermi abbastanza bene di là per poterci lavorare.

Ninfadora ed il lupo avevano programmato di parcheggiare il marmocchio nell’asilo a disposizione dei dipendenti del Ministero. Ora che sono qui io, però, Ninfadora ha deciso di rimanere ferma ancora un paio di settimane per “mostrarmi il da farsi”, dopodiché affidarmi il lavoro di bambinaia sarà, parole del lupo, “la più pulita di tutte le soluzioni.” Io non riesco a vederci nulla di pulito.

Non riesco neanche a vedere un modo per evitarlo.

Ninfadora inizierà ad addestrarmi domani su come provvedere al benessere e alla nutrizione del piccolo demonio. Mi ha consigliato di riposarmi parecchio, visto che – a quanto pare – avrò bisogno “di tantissima energia” per finire la giornata intero, domani. Ho suggerito che quello di cui avessi bisogno sarebbe stata una grossa bottiglia di Ogden. Mi ha ignorato (ho questa strana sensazione che questo sarà il destino della maggior parte dei miei suggerimenti, in futuro), e mi ha ricordato di andare a letto presto. Nonostante i miei tentativi di concentrarmi su pensieri felici (come l’agognata possibilità di avere un infarto e di morire in pace durante la notte), non posso fare a meno di chiedermi cosa possa essere capace di fare un bambino di cinque mesi e mezzo per richiedere che due adulti ricarichino completamente le loro forze prima di affrontarlo.

Merlino ci aiuti tutti.

~*~*~*~


Dal Diario di Draco Malfoy, 19 maggio 1998, sera eccezionalmente tarda.

Il (cosiddetto) bambino (che io sono sempre più convinto sia progenie demoniaca) conosciuto come Teddy mi è stato parzialmente affidato per quasi una settimana, ormai, e oggi è il primo giorno che ho abbastanza energia rimasta da fare altro che non sia crollare immediatamente a letto non appena salgo, dopo cena. Adesso so di cosa è capace un marmocchio di cinque mesi e mezzo. Oh, dolce Circe, se lo so.

Se mi fosse chiesto di divulgare perle di saggezza maturata da questa mia esperienza a genitori in attesa di nuovi pargoletti, consiglierei caldamente loro di interessarsi in programmi per l’educazione all’estero che inizino molto, molto presto. Preferibilmente immediatamente a seguire la nascita.

Per tutti i demoni oscuri, chiunque scelga liberamente di generare dovrebbe farsi fare un esame al cervello. Ho raggiunto un livello totalmente nuovo di comprensione per i miei genitori e ho, finalmente, compreso perché, nonostante le mie ripetute richieste, non mi abbiano mai regalato un fratellino per Natale. Anzi, mi sto scoprendo sorpreso e piuttosto grato che si siano sentiti abbastanza legati alle obbligazioni che porta con sé il nome Malfoy per decidere di avere me. Pochi dubbi sul perché sia stato allevato per lo più dagli elfi domestici. Se ci fosse qui un elfo a cui scaricare Teddy, l’avrei fatto sprecando il minor tempo possibile.

Il ‘baby monitor’, che Ninfadora mi ha dato da mettere in camera, mi sveglia puntualmente ogni giorno all’alba con le note spaccatimpani degli strilli del mostriciattolo. Sfortunatamente, il baby monitor fornisce solo una connessione unidirezionale, se così non fosse risponderei alla cacofonia insegnando al marmocchio un linguaggio che avrebbe altrimenti imparato solo dopo la prima gita alla Testa di Porco, dopo una partita persa a Quidditch dalla squadra locale.

Ninfadora, naturalmente, si catapulta immediatamente nella sua stanza ed inizia l’allattamento mattutino, e insiste che io sia lì con loro due. Non riesco a capire perché debba essere lì. Ogni pasto che devo dargli viene fornito tramite biberon, non un seno, quindi guardarla sbatacchiare le sue tette non mi insegna nulla, se non quanto schifosamente poco attrattivi possono essere i seni nelle circostanze sbagliate. Sono certo che mi ha rovinato per sempre, e che questa sovraesposizione alle ghiandole mammarie di mia cugina farà sì che non potrò mai più trovare attraente il petto di una donna, men che meno eccitante. (Che sia stato questo il suo piano, fin dal principio? Sono ancora indeciso tra le teorie “Ninfadora è pazza” e “Ninfadora è malvagia e usa la maschera della pazzia per raggiungere le sue infide mete”. Solo il tempo dirà quale sia quella giusta.)

Non appena i capelli della peste cambiano dall’arancio ‘sono affamato’ al ‘cambiami il pannolino’ color pulce, inizia il mio turno. E il meno si dice su questo cambio, meglio è.

Per vestire il bambino, fortunatamente, non ci vuole molto, ma il fiume senza fine di cicalecci che Ninfadora pare si senta in dovere di balbettare sono sufficienti per far sembrare infinito questo breve compito. Senza contare che Ninfadora ha preso l’abitudine di divertire il marmocchio cambiando il colore dei propri capelli e ricoprendolo di lodi ogni volta che anche lui cambia colore per sincronizzarlo al suo. Il piccolo demonio ha passato le prime mattine che ero con lui a tentare di convincermi a ‘giocare’, tirandomi e strattonandomi i capelli ad ogni occasione, dimostrando senza ombra di dubbio di possedere una forza inumana, tra l’altro. Grazie a Merlino, con il tempo pare essersi convinto che non ci sia strattone che possa trasformarmi in un abominio cambia colore come lui e sua madre, e ora lascia in pace la mia povera e maltrattata capigliatura.

Dopodiché, si scende per fare colazione con ‘papino’, tempo che Ninfadora e il lupo amano spendere chiocciando sul bambino e l’un sull’altro, ed io, per grazia divina, sono lasciato abbastanza in pace.

A seguire la colazione, Lupin esce per andare al lavoro. Mi sono ritrovato nell’orribile situazione di invidiarlo. Un Malfoy che invidia un lupo mannaro! Ma il lupo può uscire ogni mattina, andare nel mondo degli adulti e passare tutta la sua giornata lavorativa nella nuova ala, allargata e potenziata, degli uffici per i Servizi a Supporto dei Lupi Mannari al Ministero, sostenere conversazioni che non includono nemmeno una battuta di gorgoglii infantili e nemmeno un solo coro che intoni “ Brilla, Brilla, Piccola Stella.” Uomo Fortunato. Sfigato io.

Il mio giorno si snoda, quindi, tra biberon, pannolini, irritantissime canzoncine e poesiucole (Ninfadora è stonata come nessun altro al mondo; se non fosse che le canta con sotto la loro traccia registrata, non avrei mai pensato fossero canzonette), libri coperti di pelo dove animali da strapazzo blaterano su quanto non amino la loro progenie, e un elenco senza fine di giocattoli: giochi che squittiscono, giochi che scampanellano, giochi che si muovono da soli, e giochi che io devo far muovere agitandoli per aria, con l’accompagnamento di suoni sempre più ridicoli. Tutti i giochi, tra l’altro, possono pure iniziare il giorno perfettamente lindi e puliti, ma lo finiscono immancabilmente ricoperti di saliva, visto che sembra che quel piccolo demonio sia convinto che non si possa apprezzare adeguatamente un giocattolo se non lo si mette prima in bocca.

Quando mettiamo a letto il demonietto per un sonnellino, diventa mia responsabilità ripulire tutti quei giocattoli e metterli via, cosa che, per la cronaca, è assolutamente inutile visto come la prima cosa che facciamo, non appena il marmocchio si sveglia, sia ritirarli fuori. Sarei propenso a lasciarli dove sono se vivessi con qualunque altro che non fosse Ninfadora. La sua tendenza ad inciampare su oggetti inesistenti mi suggerisce di essere poco incline a tentare il fato lasciandoli sparpagliati per terra, specialmente se si considera che c’è un’intera selezione di giochi muniti di ruote, la maggior parte dei quali sono incantati per muoversi di propria volontà, perfetti per toglierti la terra sotto i piedi, insomma. L’ho sperimentato a mie spese, quando sono volato a terra per aver calpestato il (per sempre sia dannato!) giocattolino raffigurante il Nottetempo cinque giorni fa e mi sono fatto un livido che deve ancora riassorbirsi.

Gli unici momenti in cui mettiamo piede fuori casa è quando usciamo per una ‘piacevole e veloce camminata al parco’. Lo ammetto, la prima volta che Ninfadora ha lanciato un incantesimo di Disillusione per il fissaggio del colore sul piccolo mostriciattolo e mi ha informato che saremmo usciti per una passeggiata, ero estasiato. A parte il mio disperato bisogno di respirare aria che non puzzasse di latte inacidito e rigurgito di infante, non vedevo l’ora di avere la possibilità di aggiornarmi un po’ sul bird watching, del tipo che non prevede piume, per intenderci. Com’è prevedibile, aver vissuto nella Centrale dei Mangiamorte – con il solo contributo di estrogeni fornito da mia madre e da mia zia – ha ridotto a zero la mia vita sessuale; non sono più stato con una donna da quella che sembra un’eternità.

Certo, sapevo che sarebbe stato improbabile trovare una qualche donna al parco disposta a venire con me dietro ad un cespuglio per una sveltina. Anche non dovendomi preoccupare per le mie passate connessioni ai Mangiamorte (i Lupin vivono in un quartiere Babbano; a quanto pare, eroi di guerra o no, sono pochi i rioni magici disposti ad avere come vicino un lupo mannaro), dubitavo che le donne Babbane fossero così idiote da rischiare l’arresto per atti osceni in luogo pubblico nel bel mezzo del giorno con un uomo sconosciuto (anche se irresistibilmente affascinante).

Ma allo stesso tempo, speravo comunque di avere almeno la possibilità di guardare una donna che non fosse mia cugina. E se poi avessi scelto di fantasticare su quello che avrei fatto a queste donne, da solo e nella privacy della mia stanza, che male avrei fatto? Anche loro avrebbero ottenuto qualcosa, dopotutto. Oso dire che raramente avrebbero avuto l’opportunità di incrociare una prelibatezza come il sottoscritto nelle loro umili vite Babbane.

Il parco, come mi sarei dovuto aspettare, è stato invece una delusione galattica. Oh, c’erano delle donne certo, pletore di donne, ma quando si riduce il tutto al materiale eccitante, sarebbe stato lo stesso se mi fossi accontentato del ricordo di quando Millicent pensava di avermi fatto ubriacare abbastanza da accettare le sue molestie senza protestare. Il parco è una Mecca per donne con bambini in cerca di un posto dove fare una ‘piacevole e veloce camminata’ e respirare aria fresca; il risultato: stormi di donne ben poco attraenti ad ogni ora del giorno che, a scelta, possono essere o madri vestite male e che non dormono un’ora di fila da tempi immemori, o bambinaie scelte apposta dalle madri per non fornire una qualsivoglia tentazione ai mariti. Invece che trovare io materiale piacevole su cui fantasticare, sono stato catapultato in un luogo dove loro guardavano me come un gatto può guardare un topolino. È troppo chiedere che solo le donne attraenti mi possano vedere come un oggetto sessuale? Mi sento così violato.

Ed ogni volta che riesco finalmente a sfuggire dal parco con la mia virtù (a stento) intatta, si ritorna a casa, alle canzoncine idiote, e ai pannolini, e ai giocattoli puzzolenti e ricoperti di bava. Per l’ora che il lupo torna a casa e prepara la cena (a quanto pare è un suicidio dichiarato lasciare Ninfadora vicino ai fornelli), il massimo di energie che mi sono rimaste sono volte ad evitare di cadere addormentato sulla mia tazza di zuppa.

È con estrema gioia che lascio che ad occuparsi del bagnetto siano i genitori, i quali si sono autoconvinti che sia ‘adorabile’ finire sempre quell’incombenza completamente bagnati fradici, dalla testa alle punte dei piedi, e con il pavimento tanto allagato che l’acqua sprizza persino nel corridoio. Incantevole. Davvero. E che peccato che il bagno e i rituali successive della messa a letto non richiedano la mia assistenza, lasciandomi con il passatempo molto meno corroborante di tentare di radunare abbastanza forza per cambiarmi i vestiti prima di crollare sul letto per mero esaurimento.

Ninfadora mi ha informato che ritornerà a lavorare il prossimo Lunedì, visto che le cose stando andando ‘così bene’ tra me e Teddy. In altre parole, ho ancora cinque giorni di relativa libertà e, poi, stare dietro a quel bambino demoniaco per tutto il giorno sarà mia unica responsabilità. Forse sono stato sconsiderato nello scegliere questa vita alla galera.

To Be Continued


NdT: * termine dialettale milanese, sbavare.



As always, comments are ♥

A fine settimana con il terzo capitolo^^

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


Grazie mille alla moglia (a cui cedo Teddy e Nottetempo molto volentieri), a Senboo_ (grazie^^ Povero Draco, nessuno che abbia pietà di lui XD), a Caillean (grazie, Cail! Trovo splendido anch'io il tono che Em North è riuscita a dare a Draco^^), joker666 (Don't worry, Sara^^ Come avrai visto, il settimo l'ho digerito ben poco anch'io XD), a Merryluna (Come dire... intuisco il perché quella frase e il Nottetempo ti possano piacere particolarmente XD) e a falalula (Povero Draco, il suo incubo è appena iniziato XD Grazie ancora^^)

Buona lettura a tutti^^



Dal Diario di Draco Malfoy, 25 maggio 1998, sera.

Perfetto, ho preso la mia decisione. Voglio tornare ad Azkaban. Adesso. Passare il prossimo futuro intrappolato in una struttura che mi obbliga a vestire abiti sformati e dai colori orribili ogni singolo giorno sarebbe comunque preferibile a rimanere qui e a prendermi cura, per i prossimi anni, di questo piccolo mostro multitinta. Per lo meno, la vita in prigione ti lascia la reputazione relativamente intatta. E tra tutte le persone doveva accadere proprio di fronte a Hermione Granger… Ma no, non dovrei saltare direttamente al clou. Lasciatemi incominciare dall’inizio.

Oggi è stato il primo giorno del ritorno di Ninfadora al lavoro. In principio, la mattinata è iniziata solo come un mezzo disastro. Ninfadora era un po’ nervosa per il dover rimettere piede in Dipartimento, il che l’ha resa ancora più goffa del solito; ma Lupin, che nonostante i suoi (tanti) difetti non manca di buon senso, è da tempo che ha reso la casa quanto più possibile a prova di bimbo e di moglie, quindi nulla di fragile era a portata di mano.

Quella loro vile progenie, per merito di qualche sorta di intuizione demoniaca, sembrava aver capito che c’era qualcosa di strano, e durante la colazione ha fatto un po’ più manfrine rispetto al solito, ma nulla che i suoi genitori non potessero tenere sotto controllo. Certo, è diventato un po’ blu (letteralmente) non appena Ninfadora s’è diretta alla porta per uscire – ed ha immediatamente iniziato a piangere – ma nessuno di noi è stato colto di sorpresa dalle sue lacrime. Anzi, le stavamo aspettando; Ninfadora mi aveva assicurato che era solo un po’ di ansia da separazione e che, una volta che lei sarebbe stata fuori vista e che Teddy si fosse abituato alla novità, sarebbe andato tutto bene.

Si sbagliava.

Ho tentato di fare qualunque cosa mi venisse in mente per farlo smettere di piangere. Non ha funzionato nulla. L’ho tenuto in braccio, l’ho fatto ballonzolare, l’ho persino cullato. Ho provato a stare seduto, in piedi, camminare avanti e indietro per la stanza. Ho tirato fuori i suoi giocattoli preferiti e sono arrivato anche al punto di inciampare deliberatamente su uno di essi, così che potesse vedermi cadere sul pavimento. (Quel demonio ha riso come una dannata iena, la prima volta che sono scivolato sul maledetto modellino del Nottetempo.) Tutto quello che ho ottenuto in cambio del mio dolore e della mia sofferenza è stato un livido sull’osso sacro, e ancor più pianti.

I capelli blu sono cambiati di colore diventando rossi, e persino io so che rosso significa guai. Ero così disperato che ho persino tirato fuori quel marchingegno Babbano per ascoltare la musica che Ninfadora mi ha mostrato come usare, e ho fatto partire quel coso a disco con Canta Insieme a Barney (chiunque diavolo sia questo Barney), regalo di una prozia di Ninfadora (da parte di padre, naturalmente). Ero così disperato nel cercare di far cessare quel pianto spaccatimpani, che mi sono messo davvero a cantare con Barney. Io, Draco Malfoy, erede di una famiglia che vanta una storia sin dai tempi di Merlino e sostenitrice del più cruento Signore Oscuro che la Gran Bretagna abbia mai conosciuto, a cantare di abbracci e baci e di stare tutti insieme in una grande, enorme famiglia. (Sono certo di aver sentito il rumore di tutti i miei avi che si stavano rivoltando nelle loro tombe.) E quel che è peggio, la mia performance non ha ottenuto nessun risultato.

Al che mi sono iniziato a preoccupare davvero (e non solo per i miei delicati padiglioni auricolari). Di sicuro un bambino di quelle dimensioni non può avere così tanta acqua da piangere senza soluzione di continuità per tutto quel tempo e non disidratarsi (a meno che non sia veramente un demone; non ho ancora abbandonato questa teoria). L’ultima cosa di cui avevo bisogno era che il marmocchio stesse male il mio primo vero giorno di lavoro. Quei bastardi al Ministero adorerebbero avere una qualsiasi scusa per dimostrare che non posso sostenere la mia ‘occupazione di prova’ in maniera soddisfacente.

Spronato da queste dubbie preoccupazioni per la salute del demonietto, l’ho trascinato in cucina e ho raccattato uno dei biberon con il latte che Ninfadora mi aveva lasciato. Sono diventato abbastanza bravo, nel corso delle ultime settimane, a nutrirlo – Ninfadora aveva sempre insistito che mi occupassi io di biberon e affini, quando non poppava al seno, in modo da imparare la tecnica sotto la sua supervisione – e sono riuscito persino a fargli ingoiare qualcosa. Teddy non poteva urlare con la bocca piena, e stavo iniziando a sentirmi piuttosto orgoglioso quando mi è parso si stesse calmando. Stupido che sono, ero arrivato a credere che il peggio della crisi fosse stato superato. Mi era persino parso di cogliere un cambiamento nelle sfumature dei suoi capelli: da rosso fuoco a più rilassate tinte ramate – sebbene, a ripensarci, questo deve essere stato solo un miraggio dovuto alla speranza.

Naturalmente, non appena mi stavo per rilassare nella nascente quiete, Teddy ha deciso che non mi aveva veramente fatto passare dei momenti abbastanza miserabili e, d’un colpo, ha spinto via il biberon, ha iniziato a piangere di nuovo e ha rigurgitato – tutto addosso a me – ogni singola goccia di latte che aveva ingoiato. E poiché il destino non è mai sazio di prendermi a calci, il campanello è suonato proprio in quel momento, e quando ho aperto la porta, pregustandomi la possibilità di scaricare la mia rabbia su qualcuno che avrebbe potuto apprezzare il mio ampio e variegato vocabolario meglio che non un poppante di sei mesi, mi sono ritrovato faccia a faccia con Hermione Granger.

Era stupenda, dannazione a lei, nel più perfetto completo da ufficio che avessi visto negli ultimi tempi. Non era appariscente – non sarebbe stato nello stile della Granger – ma fasciava il suo corpo in modo tale che i vestiti sformati delle madri e delle bambinaie al parco potevano solo sognarsi, e rivelava una figura che quelle orride arpie potevano raggiungere solo nei loro sogni, sia prima che dopo la gravidanza.

Non mi vergogno ad ammettere che ho da sempre avuto un perfettamente naturale apprezzamento per un petto ben fornito, né di come abbia notato il bocconcino dei seni della Granger sin dal quinto anno. Sono stato felice di constatare come nulla sia cambiato a tal proposito, e ancora più felice nel notare che i disgustosi ballonzolamenti del seno di Ninfadora, mentre allatta il suo mostriciattolo, non sono riusciti a farmi perdere il gusto per i seni altrui. Finalmente, sono riuscito a scovare un’immagine recente in cui affondare la mia mente mentre mi prendo cura dell’alza bandiera mattutino, invece che ricadere sempre in un vecchio ricordo della Granger al sesto anno.

È stata solo una circostanza sfortunata il fatto che il mio corpo non abbia voluto aspettare che fossi in una situazione più appropriata prima di mostrare il suo apprezzamento per il nuovo materiale in memoria. Sfiga pura il fatto che fossi lì, in piedi, sudato ed arruffato, con ogni singola ciocca di capelli spiaccicata in direzioni diverse e rigurgito infantile a ricoprirmi dalla vita in su. Aggiungere un’erezione al quadro era l’ultima cosa di cui avevo bisogno, specialmente con la Granger ferma davanti a me e così nauseantemente perfetta. Ci deve essere qualcosa di marcio al mondo se Hermione Granger può apparire così immacolata, senza nemmeno un capello fuori posto, mentre Draco Malfoy è accaldato, scompigliato, ricoperto da vomito di infante, sfinito da un demonio urlante e, allo stesso tempo, eccitato.

Mi ero mezzo aspettato che scoppiasse a ridere vedendomi in quello stato (dopotutto, se la situazione fosse stata ribaltata, questo è quello che sicuramente io avrei fatto), ma invece mi ha rivolto quello sguardo patentato da Tu Vali Meno Che l’Immondizia che era solita rivolgermi a scuola, e s’è volta a prendere Teddy… che non stava aspettando altro che essere preso da lei.

Non c’è da stupirsi che mi stesse guardando con tanto disprezzo che si sarebbe detto mi avesse colto con le mani nel sacco a banchettare sulle viscere di bambini Babbani: quel piccolo, astuto bastardo, che mi aveva appena ricoperto con il suo vomito, ha cambiato programmi non appena l’ha vista. Sparito il demonio che aveva reso un inferno la mia mattinata e che aveva strillato tutto il tempo a pieni polmoni. Al suo posto c’era ora un agnellino dai capelli blu e lo sguardo miserabile (con tanto di occhioni dilatati oltremisura) che piagnucolava sommessamente come se avesse appena assistito all’uccisione rituale del suo cagnolino preferito, e che si dimenava verso Hermione come se lei fosse una qualche sorta di maledetto salvatore che era venuto a proteggerlo dall’Uomo Tanto Cattivo.

Dopo averlo preso tra le braccia, la Granger ha tirato fuori un fazzoletto per ripulirgli il volto dalle tracce di lacrime e vomito, e poi s’è messa a cullarlo, sussurrandogli qualcosa, a bassa voce e in modo rassicurante, e a carezzargli la schiena mentre lui (bastardo fortunato) ha affondato il muso nel suo collo. Ha persino permesso ai suoi capelli di ritornare ad un color castano un filo più naturale (più o meno la sfumatura della Granger, per essere precisi) e finalmente, finalmente, ha smesso di strillare.

Ripensandoci, suppongo sia possibile che io possa essere apparso un tantino scemo, lì fermo in piedi con la bocca aperta mentre guardavo la scena; ma, davvero, non c’era nessuno motivo per cui lei mi ringhiasse contro come se fossi una sorta di troglodita incompetente quando ho semplicemente chiesto un’innocua domanda su che incantesimo avesse usato per riuscire finalmente a calmarlo.

“Non c’era bisogno di nessun incantesimo,” è scattata. “Tutto quello di cui aveva bisogno era di un po’ di conforto, cosa che è apparentemente troppo da chiedere a te.”

Non ho potuto fare a meno di pensare che quello fosse palesemente ingiusto. Non era come se non avessi provato. Ma, al solito, lei non m’ha dato la possibilità di difendermi.

“Mi lasci entrare?” mi ha chiesto, troncando le parole che stavo per dire a mia discolpa. “O vuoi rimanere qui fermo a gocciolare sulla soglia?”

Maledizione a mia madre e a mio padre per avermi dato questa carnagione dannatamente chiara. Sì, può essere indubbiamente vero che questa pelle pallida e traslucida sia segno di nobile aristocrazia, ma ti rende anche dannatamente impossibile nascondere al mondo un qualsiasi rossore. Sono indietreggiato dentro casa il più velocemente possibile; era più scuro dentro, e magari lei non avrebbe notato le mie guance in fiamme. Lei ha preso il mio movimento come un invito ad entrare e mi ha oltrepassato senza esitare, diretta in salotto.

“Perché non vai a pulirti?” mi ha quindi detto, senza nemmeno sprecare un’occhiata nella mia direzione. “Mi occuperò io di Teddy.”

Volevo protestare… ma cosa avrei potuto dire? ‘No, lascia immediatamente andare il marmocchio, così può iniziare di nuovo a gridare come ha fatto tutta mattina prima che tu arrivassi?’ Non credo che un ordine di questo tipo sarebbe stato preso molto bene. Inoltre, l’unica ragione per cui volevo se ne andasse era che non potevo sopportare l’idea che lei, tra tutte le persone, mi vedesse così in basso. Ma ormai mi aveva visto messo tanto male quanto sarei mai potuto essere, ed era difficile scendere ancora più in basso rispetto a dov’ero. Sarebbe stato stupido non prendere al volo quella possibilità di darsi almeno una ripulita, e i Malfoy arraffano sempre qualsiasi opportunità che possa esser loro utile.

Il desiderio di liquefarmi nella doccia è stato forte, ma sono riuscito a vincerlo (mi sono lasciato andare al desiderio di… rilassarmi un po’, ma sono stato molto circospetto al riguardo). In meno di un quarto d’ora, ero pulito, cambiato (e rilassato, naturalmente) e sono tornato in salotto per scoprire che anche la Granger aveva fatto buon uso del suo tempo. La cucina e il salotto – che sembravano essere appena passati sotto le grinfie di un uragano quando li avevo lasciati io – erano immacolatamente puliti e in ordine. Persino Teddy era a posto, tranquillo e soddisfatto, accoccolato contro la Granger mentre lei gli cantava sottovoce una ninnananna. (Non avevo mai sospettato che la Granger sapesse cantare, ma non posso dire sia stato sorpreso di scoprire che ha una voce da angelo. Maledetta so-tutto-io, deve per forza essere perfetta in tutto, eh?)

Sono rimasto paralizzato per un minuto, a guardarla e basta, ed è stato come avere di nuovo sedici anni. Ero solito nascondermi dietro agli angoli e osservarla anche allora. Oh, dicevo a me stesso che lo facevo per poter origliare – ed è stata una cosa utile, ho ricavato un paio di idee dai suoi discorsi – ma questa spiegazione non si adattava benissimo a chiarire il perché avessi passato tutte quelle ore a guardarla quando era da sola, le labbra cucite a non pronunciare nemmeno una sillaba che potesse essermi d’aiuto, mentre io, stupido che ero, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.

I primi anni, la guardavo e la odiavo. La odiavo genericamente per quello che era, la odiavo per associazione per gli amici che aveva, e la odiavo personalmente per… oh, per tutto, a dir la verità. In pratica, mi aggrappavo ad ogni opportunità disponibile per disprezzarla, soprattutto perché sapevo che, stupidi atti d’eroismo a parte, Potter non sarebbe stato nemmeno una frazione dell’eroe che era se non l’avesse avuta accanto e a mettergli le risposte in bocca, cosa che significava che ogni trionfo dello sfregiato nei miei confronti non era altro che colpa sua.

Poi, la guardavo e cercavo di venire a capo del puzzle che era. Non ci sono mai riuscito, tra parentesi. Non importava quanto cercassi ostinatamente di trovare trabocchetti o illusioni, tutto quello che riuscivo a vedere era che lei era davvero tutte quelle cose che non avrebbe dovuto essere. E che, al contempo, mi faceva pensare a tutte quelle cose che sapevo non avrei dovuto pensare.

Negli ultimi mesi del sesto anno, sapendo che tutto sarebbe cambiato, in un modo o nell’altro, entro la fine dell’anno, mi limitavo a guardarla (per lo più) senza nessun motivo. La guardavo, e riponevo nei cassetti della memoria ogni sua immagine, sapendo con assoluta certezza che quelle sarebbero state le ultime volte che l’avrei mai vista. Tra tutte le cose che ho iniziato a mettere in dubbio e a questionare quell’anno, non avrei mai pensato di potermi sbagliare su quello.

E di certo non avrei mai voluto che accadesse in quel modo: la Granger, Potter e Weasley catturati e portati a casa mia dai Mangiamorte e – la cosa peggiore – la mia stessa zia a tenere la Granger sotto Cruciatus, mentre io rimanevo fermo a guardare, orrificato e completamente impotente. Sapevo l’abilità di Zia Bella con quella maledizione. L’avevo vista far impazzire uomini fatti con quella. Ero certo, così totalmente certo, che quando la maledizione fosse finita, l’Hermione Granger che io più-o-meno conoscevo sarebbe scomparsa: estinta come una candela. Un guscio vuoto, con la brillantezza accecante della sua mente distrutta oltre ogni possibilità di recupero.

Quell’irritante e imprevedibile strega mi ha dimostrato quanto mi sbagliassi una volta ancora, naturalmente.

Dopo tutto questo, eccoci di nuovo qui, nel più assurdo scenario che possa venire in mente. Entrambi liberi – più o meno. Entrambi sopravvissuti, contro tutte le probabilità. Noi due da soli e nella stessa stanza – cosa che mai era accaduta prima – ed io di nuovo nel mio vecchio ruolo di osservatore, a chiedermi, come sempre, se lei si sarebbe resa conto della mia presenza.

Non se n’è resa conto. Nulla di nuovo a riguardo; non se n’è mai resa conto. Due fette di salame sugli occhi, quella ragazza; almeno quando entro in gioco io. Non mi ha mai notato come io invece notavo lei. Non allora, non adesso. Se Teddy non avesse borbottato qualcosa nel vedermi, credo che lei non avrebbe mai alzato lo sguardo.

L’espressione tenera sul suo viso è svanita nell’esatto istante in cui mi ha visto, ed è scattata immediatamente in piedi per depositare Teddy tra le mie braccia. Il mostro non è sembrato molto contento del cambiamento – i suoi capelli hanno iniziato immediatamente a volgere verso sfumature ramate, e non in maniera che mi facesse guardare positivamente il futuro – ma lei ha continuato a blandirlo con gentilezza, mormorandogli frasi senza senso finché non si è calmato.

“Posso desumere che puoi cavartela da solo, da qui in poi?” ha detto, scostandosi da noi e dirigendosi verso la porta.

Non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ ferito. Sì, era stata d’aiuto, non si poteva negarlo. Era un sollievo non dover sentir più le urla di Teddy, ed io ero sicuramente grato di non dover pulire cucina e salotto da solo. Ma, comunque, non era come se io le avessi chiesto di venire e mettere il suo irritante nasino nei miei affari.

“Ce la stavamo cavando egregiamente, sai?” ho ritorto. “Nessuno ti ha chiesto di interferire.”

Remus me l’ha chiesto,” ha replicato lei. “Era preoccupato che potessi avere qualche problema, visto che era il tuo primo giorno senza Tonks a casa, e credeva saresti stato grato se qualcuno fosse venuto a darti una mano.” Mi ha quindi rivolto un sorriso di scherno, un’espressione che non si addice per nulla al suo solitamente dolce volto. “Avrei dovuto informarlo che la gratitudine non è un’emozione che sarai mai in grado di provare,” ha sputato poi fuori.

È stata davvero una formidabile frase d’uscita, specialmente perché seguita dall’apertura della porta e dal fragore contro lo stipite nel suo richiudersi. E giusto come bonus aggiuntivo, a seguito di quel fracasso, Teddy s’è rimesso istantaneamente a piangere.

Cazzo. Odio la mia vita.

Come sovrappiù, sembra che la Granger si sia tenuta per sé il piccolo incidente in cui sono incorso, invece che correre a spifferarlo a Lupin, che era quello che mi sarei aspettato. Anzi, quando Lupin ha portato a galla l’argomento, durante la cena, ha detto che lei gli aveva riferito che, sì, Teddy era un po’ irrequieto – cosa da aspettarsi, essendo quello il primo giorno lontano dalla madre – ma sembravo avere la situazione ben in mano. Non appena ha pronunciato le parole ‘in mano’, mi stavo per strozzare, mentre pensavo a cosa, esattamente, avevo preso in mano mentre mi ero fatto la doccia, con la Granger seduta in salotto, per nulla lontano dalla porta del bagno. Mi aveva sentito quando… mi aveva ascoltato mentre… Ho chiesto a Lupin se quelle fossero le parole esatte che aveva usato lei. Dannazione, erano quelle del lupo. Quel bastardo aveva alimentato la fiammella della mia speranza.

Non dovrei essere così stupido da pensare che lei potrà mai vedermi in quel modo. Potrei essere un eunuco, per quanto la riguarda. È come se non esistessi del tutto, nella sua mente. È molto più che semplicemente sconcertante che nonostante io risponda, abbia risposto e (come le prove di oggi pomeriggio hanno reso splendidamente chiaro) continuerò a rispondere alla Granger come donna, come maledettamente faccio ogni volta sin dal quarto anno, lei continuerà a rimanere completamente e totalmente ignara del fatto che io sia un uomo. Non è giusto. Non… non è semplicemente giusto.

To Be Continued


Povero Draco, oserei dire^^
Come sempre, un grazie a chiunque vorrà lasciare un commento :P
Al prossimo capitolo!



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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Ecco qua il quarto capitolo, alla scoperta delle (dis)avventure del nostro Draco Malfoy^^
Grazie mille a falalula (mai dire mai! Teddy riserva sorprese XD Tra Draco ed Hermione non saranno tutte rose, ma la scintilla è importante che ci sia :P Grazie ancora^^), alla Moglia Emily Doe (così va meglio che c'è anche il nick? XD E scritto giusto? XD Draco è un sano giovanotto - tutto miomiomiomiomiomio - lascia da parte Giv u.u E ribadisco che Anthony non era compreso nel lascito u.u XD ♥ ), a joker666 (grazie, Sara^^ Sono contenta che questa fic piaccia anche in rilettura :P), a whitewolf88 (Grazie di tutto :P Gli aggiornamenti spero siano regolari, la traduzione è conclusa, c'è solo da rivederla un attimo e inserire l'html :P Sono felice questo Draco ti abbia conquistata ^^) a Senboo_ (Vero? XD Si acquisisce tutt'altra considerazione per loro XD - Ma il nostro Draco se la caverà alla grande. Forse XD ^^) e a Sana chang (Sono felice che sia Customer Service che Fraction ti siano piaciute tanto^^ e grazie mille a te per tutti i complimenti :blush:) per i loro commenti^^
Buona lettura :P


Dal diario di Draco Malfoy, 3 giugno 1998.

C’è voluta una settimana e mezzo, ma finalmente il mostriciattolo pare aver capito che io sono tutta la compagnia che ha durante il giorno, e che piangerci sopra (per ore e senza mai fermarsi) è dannatamente inutile.

Abbiamo iniziato a fare dei progressi verso la fine della scorsa settimana, ma poi è arrivato il week-end e l’avere i suoi genitori a fargli moine su moine per due giorni interi ha riabituato quel demonio viziato ad essere continuamente ammirato e adorato. Non è stato molto felice quando è arrivato lunedì e s’è ritrovato da solo con me, così ha fatto modo che neanche io fossi troppo felice dell’evento, mostrandomi una volta ancora (nel caso l’avessi dimenticato) quanto forte potesse urlare. Fortunatamente ha superato questa fase abbastanza alla svelta e stamattina (grazie a Merlino) sembra che siamo arrivati al punto in cui non si scomoda più a piangere per la partenza di Ninfadora. Sì, continua a strepitare come un dannato banshee ogni volta che gli gira la luna di traverso, ma almeno non iniziamo più ogni singola mattina con grida da scuotere i cieli, quindi sono ottimista sui nostri progressi.

Sto pensando di portare fuori il marmocchio per una passeggiata al parco, come ricompensa. Temevo che qualcuno avrebbe chiamato la protezione per l'infanzia, se l’avessi portato fuori in uno di quei giorni dove non fa altro che urlare; ma un bambino di luna buona mi può fornire più difficilmente un biglietto espresso per il Wizengamot. Inoltre, credo di aver bisogno di un po’ di aria fresca, così come, credo, anche quell’irritante cosino. La mia bacchetta non può fare molto, ma credo sia all’altezza di un incantesimo per il fissaggio del colore dei capelli e, una volta che questo è a posto, che cosa può andare storto?

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 3 giugno 1998, tardo pomeriggio.

Okay, okay, sono abbastanza uomo da saper ammettere quando ho fatto un errore, quindi mi farò avanti e lo dirò. Andare al parco oggi pomeriggio è stato un grande errore. Grande. Enorme. Colossale errore.

Sicuro, avevo notato (e ne ero rimasto più che un tantino terrorizzato) il modo in cui le donne al parco mi guardavano quando ero lì con Ninfadora, ma non avevo idea di quanto audaci potessero diventare nel momento in cui hanno visto che non avevo nessuna donna vicino ad indicare un ‘giù le mani’ e a proteggermi. Lo so che sono stupendo e infinitamente desiderabile, ma vi prego! Non hanno proprio nessun pudore?

Uno sciame di locuste è nulla in confronto allo sciame di donne Babbane che mi si è scaraventato addosso nello stesso istante in cui ho messo piede nel parco. È stato orribile! Un incubo! Mi hanno circondato da tutti i lati, e hanno continuato a tubare, a strofinarmisi addosso, e alcune di loro mi hanno persino afferrato il didietro! Se fossero riuscite a trattenermi più a lungo, ed avessero continuato ad avere un illimitato accesso alla mia povera persona indifesa, non ho dubbi che mi avrebbero dilaniato, bolgia impazzita che non erano altro.

In quella palude degli orrori, comunque, c’è stato un unico momento di estatica salvezza. Teddy (che potrebbe, forse, non rivelarsi un demone, dopotutto) ha iniziato ad urlare come un pazzo quando le donne hanno cominciato a toccarlo. L’evidenza che il bambino era “sicuramente indisposto e aveva necessità di essere riportato a casa e messo a riposare” mi ha fornito un’eccellente scusa per effettuare un’immediata dipartita da quel girone infernale di arpie. (E qui io che pensavo che non avrei mai avuto motivo di essere grato agli stridii spaccatimpani dello scimmiotto. Suppongo sia servito a dimostrare che ogni cosa ha il proprio uso e che un Malfoy può trovare modo di usare tutto.)

Non appena sono… (scappato? No, non è accurato. Così sembra che sia corso verso la salvezza. Cosa che non ho fatto. Davvero. Chiunque dice che l’abbia fatto sta mentendo.) Comunque, non appena sono riuscito a districare me e Teddy da quella situazione (che ho affrontato con la forza e la determinazione che ci si possono aspettare dal discendente di una così nobile famiglia che possiede, oltre alla forza e alla determinazione, anche il buon senso di comprendere quando la discrezione è la componente migliore del valore), Teddy ha immediatamente smesso di piangere. Anzi, se non fosse che sarebbe stato totalmente incompatibile con il carattere del marmocchio che non ha mai mostrato mezzo segno di apprezzamento nei miei confronti fino a questo punto, giurerei che mi abbia sorriso. Strano. Magari aveva dei problemi di stomaco.

Quindi è deciso: non più gite al parco senza avere con me o una donna abbastanza intimidante da tenerle tutte alla larga, o una bacchetta abbastanza potente da poter schiantare tutta la mandria in un colpo solo. L’aria fresca, di cui io e Teddy potremmo aver bisogno d’ora in avanti, sarà presa da delle camminate avanti e indietro lungo la strada qui da basso. Non ho dubbi che sia una decisione molto più salutare per entrambi.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 5 giugno 1998.

Lupin e Ninfadora hanno bisogno di migliorare gli incantesimi per l’aerazione; la casa puzza ancora di fumo.

Suppongo che dovrei essere semplicemente grato che, grazie alla rapida reazione di Lupin e alle sue sorprendenti capacità con gli incantesimi per riparare, la puzza di fumo sia il maggiore problema che abbiamo. Se le cose fossero andate diversamente l’intera casa sarebbe potuta andare a fuoco, e mentre i Lupin hanno alcune orride decorazioni pacchiane, nelle varie stanze, che ci guadagnerebbero soltanto ad essere ridotte in cenere, tremo al pensiero di dove saremmo potuti finire noi quattro se Ninfadora fosse riuscita a bruciare fin nella fondamenta l’intera abitazione. Ero stato informato, non appena arrivato, che Ninfadora poteva essere un disastro esplosivo in cucina, ma non avevo ancora davvero apprezzato quanto letteralmente esplosivo potesse essere il disastro.

Stamattina, circa mezz’ora prima dell’usuale sveglia fornita da Teddy, sono stato strappato dal sonno (insieme al resto della casa) da un sonoro BOOM proveniente dalla cucina. Visto che mi stavo piuttosto godendo il mio sogno, sono stato più che tentato di girarmi dall’altra parte ed ignorarlo, ma il botto ha svegliato anche Teddy e ho iniziato a sentire le sue grida dal monitor. Sapendo che tornare a dormire (e alla strega bruna del mio sogno) era fuori questione, sono uscito dal letto con la luna spaventosamente storta, già pronto a sfogare il mio risentimento contro qualunque cosa avesse scelto di esplodere in cucina rovinando la mia ultima mezz’ora di sonno.

Sentivo le voci di Lupin e Ninfadora provenire dalla cucina, cosa che significava che si stavano occupando di qualsiasi cosa fosse successa lì, quindi sono andato di filato nella stanza di Teddy. Per una volta, il piccolo marmocchio sembrava felice di vedermi. Il boato deve averlo davvero scosso, ché i suoi capelli erano di un distinto color verde fluorescente. Ha allungato le braccia verso di me con una certa frenesia e non appena l’ho preso in braccio, s’è affossato contro di me, il suo pianto che scemava a dei sussulti mentre ci dirigevamo verso il luogo del disastro per scoprire cos’era accaduto.

Credevo che uno di quegli scherzi che Lupin sta testando per gli Sfigati Segaioli Weasley (si è fatto assumere come loro consulente) fosse partito, o che il camino stesse impazzendo o anche che qualcuno si fosse infiltrato per attaccarci durante il sonno. Non mi aspettavo di trovare la cucina immersa nel fumo, Ninfadora ricoperta di farina e il forno (guarnito da pezzetti di roba annerita) disperso a pezzi sul pavimento. Non ho capito bene, neanche adesso, cosa sia successo, se non che pare che il processo di cottura stesse impiegando più tempo di quello che Ninfadora si era aspettata e così ha tentato qualche incantesimo per accelerarlo e poi… beh… BOOM.

Quindi sì, ora posso davvero dire di aver completamente compreso il perché a Ninfadora non è permesso cucinare. Mai.

Ma, basandomi sulla sua natura prona agli incidenti, non avevo mai avuto molte difficoltà ad immaginarmi perché combinare insieme mia cugina e il cucinare sarebbe stata una cattiva idea. Questa parte è difficilmente sorprendente. No, la vera sorpresa è stato il perché era in cucina – a tentare di cucinare, in sprezzo ad ogni logica – in primo luogo. Questa mattina si è svegliata due ore prima, in modo da avere il tempo di sgattaiolare in cucina alle nostre spalle e sorprenderci tutti a colazione… con una torta appena uscita dal forno. Una torta di compleanno. Per me.

E se la parte del piano ‘appena uscita dal forno’ non s’è conclusa molto bene, credo di poter dire che è riuscita a sorprenderci tutti; specialmente me. Sì, sorpresa è senza dubbio qualcosa che sto provando persino adesso, ore dopo. Non riesco ancora a credere davvero che Ninfadora abbia seriamente cucinato (o almeno tentato di cucinare) una torta di compleanno per me.

È la prima torta di compleanno che abbia mai ricevuto.

So (certo che lo so, non ho dimenticato) che secondo la tradizione dei Malfoy celebrare compleanni e simili assurdità è accettabile solo dai plebei. So anche che, per quanto riguarda le torte, questa difficilmente vincerà mai un premio bontà. Però, mi sono ritrovato, tutto il giorno, a vagare per la cucina, di tanto in tanto, solo per poterle dare un’occhiata. E per qualche ragione, anche se è tutta nera, storpia e rovinata, non riesco a fare meno di pensare che ha un qualcosa che la rende… quasi… stupenda.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 18 giugno 1998.

Oggi è senza dubbio un giorno da marcare sul mio diario (non riesco a crederci che lo stia tenendo ancora; per quanto odi ammetterlo, Lupin potrebbe aver avuto ragione quando ha detto che avevo bisogno di un posto dove mettere ordine ai miei pensieri! Vale quasi la pena lasciar perdere di scrivere per dimostrargli di aver avuto torto. Quasi). Questo è davvero un evento da commemorare. Dopo otto anni di tentativi, sono finalmente riuscito a colpire Hermione Granger. Qualcosa per cui celebrare, non credete?

Quindi… perché non mi sento felice? Perché non lo sto scrivendo con inchiostro rosso fuoco per rendere, in futuro, più semplice ritrovare queste parole e vantarmici sopra? Vorrei saperlo. Forse è perché ancora non ho capito come ci sia riuscito. L’ho ferita, ho scavato sotto la sua pelle e ho detto qualcosa che ha fatto spillare sangue, ma non so come, o perché parole che mi sembravano così innocue abbiano avuto un tale effetto su di lei. E, per quanto strano possa sembrare, non mi piace come mi sento adesso, sapendo che qualcosa che ho detto con la più completa naturalezza e senza pensare le abbia causato così tanto dolore.

Non che ci sia una qualche ragione per sentirmi male… solo perché le cose stavano per una volta davvero andando bene, prima che mandassi tutto a farsi fottere. E allora, anche se stavamo avendo la prima conversazione civile da che la conosco? Non è come se l’avessi fatto apposta. E anche se fosse stato così? Lei è Hermione Granger! Mi interessa davvero se ho ferito i suoi sentimenti? Certo che no! Dovrei esserne soddisfatto. Sono soddisfatto! Ovvio che lo sono! (Davvero. Lo sono.)

Inoltre, per Merlino, quello che avrebbe dovuto sentirsi in imbarazzo e a disagio tra di noi, dopo il nostro incontro, sarei dovuto essere io! Quella strega deve avere una qualche sorta di sesto senso che le permette di sapere magicamente il momento esatto in cui farsi viva e trovarmi nelle situazioni più ridicole ed imbarazzanti. Ed oggi ne è stata l’ulteriore prova. Quindi lei dovrebbe essere quella che si sente male per continuare a metter me in imbarazzo! Non che io mi senta male. No. Davvero. Nemmeno un briciolo e nemmeno quando se ne è andata con quell’espressione triste negli occhi una o due ore fa. Non mi sto sentendo… dispiaciuto, o a disagio. Per nulla. E se lo fossi, è solo perché oggi è stato uno di quei giorni, maledetto Merlino, in cui succede di tutto.

Tanto per iniziare, Teddy ha avuto una delle sue mattine no. Non che sia stata una sorpresa, sicuro. Ha passato anche una brutta notte, e chi può biasimarlo? Il temporale, ieri notte, è stato piuttosto violento e i rumori l’hanno svegliato almeno una mezza dozzina di volte. Di solito sono Ninfadora e Lupin che si occupano di qualunque magagna abbia di notte, ma riuscivo comunque a sentirlo piangere. In ogni caso, il solo fatto che Teddy abbia avuto una notte difficile, significava che noi tutti abbiamo avuto una notte difficile – svegliandoci ogni volta che si svegliava lui – e nessuno di noi era esattamente nella propria forma migliore questa mattina, quando ci siamo seduti a tavola per la colazione.

Ninfadora and Lupin hanno capito che non si possono aspettare una conversazione decente da parte mia prima che abbia bevuto una tazza di caffé, ma di solito c’è un gran fiume di parole tra di loro, e un poco anche da parte di Teddy, che non ha ancora pronunciato una qualche parola riconoscibile, ma farfuglia in continuazione quando è di luna buona. Non così stamattina. Teddy – con capelli verde acido per segnalare il suo stress – continuava a sussultare ogni volta che sentiva un tuono all’esterno, e a parte dei mormorii per calmarlo, i suoi genitori sono rimasti piuttosto zitti. Sembravano entrambi stanchi e abbastanza distratti, per nulla entusiasti nel dover affrontare una giornata con premesse così poco promettenti.

Visto quanto erano giù quei due quando sono usciti di casa, sono stato ben poco sorpreso di ricevere una chiamata via camino da Lupin, un’ora più tardi, per dirmi che si era dimenticato qualche documento a casa. Non aveva abbastanza tempo libero nella sua agenda per venire di persona a prenderlo – e con il tempaccio che stava ancora infuriando, spedire un gufo sarebbe stato equiparabile ad una tortura sugli animali – ma mi ha detto che avrebbe mandato qualcuno dall’ufficio. Ha aggiunto che chiunque fosse venuto avrebbe avuto le chiavi di casa, così non avrebbe disturbato né me né Teddy, nel caso fossimo stati occupati, ma di tenere un orecchio aperto, giusto in caso. Gli ho risposto che l’avrei fatto e me ne sono immediatamente dimenticato, mentre cercavo di far calmare Teddy.

Non stava urlando (grazie a Merlino), ma il pianto era una sorta di disco rotto. Si interrompeva, di tanto in tanto, ma non appena si sentiva un tuono un po’ più forte, le lacrime iniziavano a colare di nuovo. Il temporale lo stava spaventando abbastanza, ma credo che in parte fosse solo stanco per non essere riuscito a dormire tutta notte. Ma non voleva comunque essere messo giù per un pisolino mentre fuori i tuoni continuavano a cadere, così ho tentato di tenerlo il più calmo possibile, pregando gli alti cieli che il tempo migliorasse alla svelta.

Camminare per la stanza con lui in braccio sembrava essere d’aiuto, così ho continuato a fare avanti e indietro, guardando lui – invece che vedere dove stavo andando – per cogliere ogni cambio di sfumatura ad indicare che si era calmato abbastanza da permettermi di smettere quella marcia forzata. Naturalmente, naturalmente quel dannato Nottetempo s’è fatto trovare ancora una volta sotto il mio piede (giuro, qualcuno ha incantato quel coso per farlo inerpicare sul muro e poi via dallo scatolotto dei giochi). So di averlo messo via, eppure eccolo lì, in tutto il suo violetto splendore, a ghignarmi contro mentre volavo per la stanza.

Ho avuto la prontezza di spirito di buttare Teddy sul divano nel battito d’ali che ha preceduto la mia caduta con un poderoso thud sulla sottile moquette del pavimento. Quando ho alzato lo sguardo, ho visto che Teddy mi stava guardano dal divano, con i capelli rosa ad annunciare il suo divertimento, mentre ridacchiava come una iena…e dietro di lui, incorniciata dallo stipite della porta del salotto, c’era Hermione Granger.

Ovvio che era lì. Avrei dovuto aspettarmelo! Perché Merlino proibisca che io abbia un momento mortificatamente imbarazzante in un qualsiasi istante della mia vita – dagli undici anni in avanti – senza che Hermione maledetta Granger non sia presente ad assistervi. Sono quasi sorpreso che Ninfadora non l’abbia invitata a vedere l’espressione del mio volto quando sono stato informato del mio nuovo lavoro come bambinaia di Teddy. Sarebbe stato un momento perfetto per la sua presenza.

Questo pomeriggio, lei (naturalmente) è rimasta assolutamente posata e calma (mentre io ero sul disteso sul pavimento ad un angolo assurdo, senza un filo d’aria rimasto nei polmoni), e mi ha dedicato a mala pena un’occhiata, prima di navigare dritta al divano e prendere Teddy tra le braccia per evitare che cadesse dal divano. “Vado a recuperare quei documenti in libreria, okay?” ha annunciato, uscendo poi dalla stanza senza aspettare una mia risposta. “Forse per quando li avrò trovati, sarai riuscito… a rimetterti in piedi,” l’ho sentita mormorare mentre i suoi passi echeggiavano lungo il corridoio.

Mi ci sono voluti un paio di minuti prima di raccogliere abbastanza forze per tirarmi su dal pavimento. La caduta mi aveva davvero tolto ogni traccia d’ossigeno dai polmoni, oltre che darmi un’abrasione che bruciava lungo tutto il corpo, e c’è voluto un po’ prima che mi sentissi abbastanza stabile da inoltrarmi nel corridoio per controllare la Granger e Teddy. Il mio umore già nero non è di certo migliorato quando ho sentito, avvicinandomi, che la Granger era riuscita a fare qualcosa per far ridacchiare Teddy con gioia dopo soli pochi minuti di tentativi; un obiettivo per cui io avevo dovuto fare di tutto per raggiungere, compresa la quasi rottura del collo.

“Hai trovato i documenti?” ho chiesto, non desiderando altro che interrompere l’interludio che quei due avevano creato e poter così mandare fuori di casa la Granger.

Lei li ha sollevati per dimostrare che li aveva presi. “Erano esattamente dove Remus aveva detto di averli lasciati.”

Attraversando la stanza (con la maggior autorevolezza possibile, mi faceva ancora maledettamente male dove ero caduto), non ho potuto fare a meno di sogghignare quando Teddy ha allungato le braccia verso di me perché lo prendessi nuovamente in braccio. Prendi questo, Signorina Pifferaio Magico Granger.

“Voi due… sembrate star andando molto più d’accordo,” ha detto, la sua voce tirata per l’ovvio sforzo di mostrarsi cordiale. Non avrei certo potuto dimostrare di avere meno maniere della Granger tra tutte le persone, così ho deciso che se lei sapeva essere civile, lo stesso potevo fare io.

“Anche tu sei abbastanza brava con lui,” ho ammesso. E decidendo di prendere l’opportunità al volo di andare in vantaggio in quel contest, ho aggiunto, “Sembra volerti molto bene.”

Il suo sguardo si spostò su Teddy e allungò un braccio per carezzargli la schiena, sorridendo un pochino. (Non l’avevo mai vista sorridere così da vicino prima di allora. Un sorriso più bello di quanto non mi fossi reso conto da lontano; più caldo, anche.) “Gli voglio piuttosto bene anch’io,” ha risposto, “il che è una fortuna, visto che sono la sua madrina.”

Non lo sapevo, ma aveva senso. Lei era esattamente quel tipo di persona che vuoi avere come madrina di tuo figlio: devota, affezionata, impeccabilmente responsabile.

“E hai letto tutti i libri del Ghirigoro sulle fasi dello sviluppo dei neonati per sapere tutto sul tuo ruolo?” l’ho stuzzicata, incominciando a rilassarmi un pochino nella conversazione, specie quando ho visto la sua risposta. È arrossita. Non potevo crederci. Io l’ho fatta arrossire!

“Non solo del Ghirigoro,” ha confessato. “Sono andata anche in una libreria Babbana, per confrontare il metodo magico con quello scientifico, così da essere preparata.”

Non sono riuscito a trattenere le risate, e lei ha riso con me. (Con me; non semplicemente vicino a me, ma con me.) “Ed eri preparata?” ho chiesto.

“Sì,” ha risposto. “Ma ammetto che il leggere c’entra poco. Ho iniziato ad occuparmi di bambini nei weekend e durante l’estate per i vicini di casa mia quando avevo otto anni. Sono abituata ai bimbi piccoli, credo di aver pensato che i bambini magici fossero differenti, ma a parte i capelli arcobaleno, Teddy non m’ha posto troppe sorprese per strada. Anche se,” ha aggiunto, “non credo che la ricerca sia stata completamente inutile. Se Teddy prendesse una qualunque malattia comune durante l’infanzia, dall’asma all’infezione zoriaca, e fossi nei paraggi, saprei esattamente cosa fare.”

“Credo che Lupin e Ninfadora abbiano davvero standard piuttosto bizzarri per quanto riguarda la cura del bambino, se ci guardi bene,” ho scherzato. “Uno penserebbe che avrebbero preferito scegliere qualcuno con una maggior conoscenza di prima mano sui neonati, come il tuo Weasley. Lui saprà sicuramente tutto quello che c’è da conoscere al riguardo, non credi?” Le ho sorriso, invitandole a condividere una risata con me.

Giuro che non volevo offendere nessuno. Ho veramente solo pensato che tra tutti i componenti della loro piccola banda, Weasley doveva sicuramente essere quello che aveva passato più tempo circondato da bambini. Sul serio, quella famiglia si riproduce come conigli selvaggi; anche se lui era il penultimo, deve per forza aver avuto qualche cuginetto più piccolo, o persino dei nipotini a gattonare in quella tana in cui vive la sua famiglia. (Okay, okay; forse volevo lanciare un piccolo e velatissimo insulto; ma stavo insultando Weasley, non lei, giusto?)

S’è ritratta come se l’avessi schiaffeggiata, e tutte le tracce del sorriso che stavo ammirando (sì, lo stavo ammirando) sono svanite dal suo volto.

“Infatti,” è stato tutto quello che ha detto, ma quell’unica parola ha chiuso a doppia mandata la nostra conversazione. Ha raccolto i documenti per Lupin e s’è diretta di filato verso la porta, mentre io rimanevo lì in piedi, confuso, a chiedermi cosa diavolo avessi detto di sbagliato.

Quando è arrivata alla porta, s’è voltata e io mi sono preparato per le parole che mi avrebbe potuto rivolgere. L’avevo chiaramente ferita, anche se non ne avevo l’intenzione, ed ero sicuro che lei stava per contrattaccare con tutta la forza che possedeva. (È quello che avrei fatto io.) Ha sollevato la bacchetta e ho creduto davvero che stesse decidendo di contrattaccare letteralmente, con tutta la sua forza…

Ma l’unico effetto dell’incantesimo che ha mormorato sotto voce è stato far sparire le ammaccature della mia caduta precedente. Mi ha curato, dopo che io l’avevo ferita. E prima che avessi la possibilità di ringraziarla, se n’è andata, senza proferire un’altra parola. Non ha nemmeno detto un arrivederci.

La tempesta s’è poi, finalmente, calmata e Teddy ha assunto un color sabbia ad indicare la sua stanchezza, mostrando chiaramente che era stato sveglio troppo a lungo. Così, mezz’ora fa, l’ho messo giù per un riposino. E da allora sto cercando di capire che diavolo è andato storto, e perché l’uscita di Hermione Granger, anche se lei non ha detto nulla, m’è sembrata quella di un addio definitivo. E perché il pensare ad un addio definitivo… faccia male.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 18 giugno 1998, sera

Maledetta, fottuta maledizione. Ho carpito la storia completa da Ninfadora stasera, e ora possa finalmente capire quanto abbia completamente passato il segno con la Granger, stamattina.

È venuto fuori che Weasley si sta per sposare, con una donna con cui ha già messo su famiglia, ed io non ne avevo idea.

A quanto pare, appena dopo l’Ultima Battaglia, la Donnola e qualche altra nullità Grifondoro è andata fuori per celebrare la vittoria e compiangere il fratello morto. Sembra che il miglior tributo che fossero riusciti ad ingegnare per commemorare i due eventi fosse stato sbronzarsi alla grande. Cosa che hanno fatto puntigliosamente.

C’era una ragazza, blah, blah, emozioni fresche, blah, blah, troppo alcool, blah, blah, e Aberforth gli aveva dato la chiave di una stanza prima dell’inizio della serata, sapendo che prima o poi avrebbe avuto bisogno di dormire. La natura ha fatto il suo corso, ed è tutto quello che intendo dire sull’argomento. (Non c’è bisogno di immaginarsi i dettagli; ho uno stomaco piuttosto delicato.) Scommetto che lui nemmeno si ricordava di lei al mattino… ma chiaramente lei si ricordava di lui. E quando è andata a bussare alla sua porta, due settimane e mezza più tardi, non ha avuto scrupoli a ricordargli che erano stati intimi – seppur brevemente – conoscenti. Non ha fatto nemmeno caso alla Granger che era presente durante le sue rivelazioni alla Donnola. Sembra che la ragazza abbia pensato che la Granger avesse il diritto di sapere che il suo ragazzo aveva messo incinta qualcun’altra.

Le gravidanze magiche possono essere scoperte a partire dalla seconda settimana e il test di paternità, quando propriamente eseguito (Ninfadora ha detto che l’ha eseguito la stessa Granger) è infallibile. La ragazza stava dicendo la verità. Grifondoro idiota che è, la Donnola ha deciso che non aveva altra scelta se non fare la cosa onorevole. Il matrimonio è programmato per il prossimo mese e il neonato – una femmina – è previsto per appena prima di San Valentino.

In mezzo a tutto questo, la Granger ha apparentemente supportato Weasley per tutto il percorso. Come ho detto, lei è devota, affezionata e impeccabilmente responsabile. Probabilmente lo ha incoraggiato lei a fare la cosa ‘giusta’, anche se avesse significato avere il suo stesso cuore a pezzi; cosa che è esattamente quello che è successo, a sentire Ninfadora.

E io ho portato a galla l’argomento. L’ho colpita, proprio quando si stava aprendo per la prima vera e quasi amichevole conversazione che avessimo mai avuto. Stava ridendo con me, senza scudi alzati, e poi io ho menzionato Weasley e ho visto le saracinesche chiudersi. Le stavo sorridendo quando ho detto quella battuta sull’idiota; ovvio che lei abbia pensato l’avessi fatto apposta. Non c’è da chiedersi perché non abbia detto un arrivederci.

Alla fine del sesto anno ero certo che non avrei mai più rivisto la Granger. Sapevo, semplicemente sapevo che la guerra non sarebbe potuta finire con entrambi noi vivi. Mi sono sbagliato su quello, ma ora sono certo di aver ragione su questo: vedrò di nuovo la Granger; è inevitabile. Ma quest’ultimo e migliore ricordo che ho di lei – il ricordo di lei che sorride così apertamente mentre parla con me – dovrà bastarmi per molto, molto tempo.

Nulla meno di Teddy sul punto di morte la porterà a parlarmi – o ancor meno a sorridermi – di nuovo.

To Be Continued


Come sempre un grazie anticipato a chiunque vorrà lasciare un commento^^
Al prossimo capitolo :P
Kit^^

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


Ed ecco qua il quinto capitolo^^
Come sempre il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno commentato finora, in particolare a:
Sana chang, già, già^^ Sotto tutti quegli strati di bava si nasconde un Teddy d'oro :P Adesso bisogna vedere quanto la sua tata si sia affezionata a lui - Draco in minigonna? XDD Potremmo chiedergli di sfilare per il nostro diletto, non mi pare di pretendere troppo, no? XD Grazie!
Moglia Emily Doe, *mi sto preoccupando, continuo a scrivere il tuo nick giusto XD* E Draco dovrebbe apprezzare le mie avanches u.u XD E quella torta - che dovresti rifare per farmi avere prova fotografica u.u* non era bruciacchiata, io lo so ♥ James/Lily? Che è? Si mangia? XD
Caillean, grazie mille, Caill! Sono felice che questo mix di humor e pensieri un po' più seri ti stia piacendo :P^^
puccalove90, grazie mille! Sono felicissima che questa traduzione ti piaccia tanto :blush: Draco ringrazia - anche se afferma che con nobili natali come i suoi è naturale che riesca bene in tutto *annuisce convinto lui [e solo lui XD]*. Per scoprire che ne sarà della salute del povero Teddy non posso che lasciarti al proseguio della fic^^ Sperando che ti piaccia quanto t'è piaciuta finora :) Sul Nottetempo... è un oggeto molto conteso *jaja* ma prima di aprire le aste, posso promettere che le sue apparizioni non sono certo finite XD
Merryluna, Manu! :wubbuw: Sempre detto che Floo aveva capito tutto *annuisce convinta* Se solo capisse anche lei che è così e che Water&Dirt is so much more love che GreyTuesdays saremmo a posto *annuisce di nuovo* Dici che siamo OT? XD *Barney a me continua a far paura XD*
Rainsoul :blush: Grazie mille^^ So quanto sia difficile uscire dalle proprie "zone abitudinali" e leggere su coppie che non siano nelle proprie corde, sapere che questa storia ti ha conquistata nonostante queste premesse non può che farmi doppiamente piacere! Grazie mille anche per i complimenti sulla traduzione :)
Senboo_ non si può dire che il paragone conigli-Weasley non sia azzeccato XD *almeno a giudicare da quanti siano quelli che invadono il mio giardino. Se poi ci si aggiunge anche la loro stupidità siamo a cavallo, ma forse qui sono un filino di parte XDD In bocca al lupo per la dura prova che ti attende ^^ Ricordo ancora con un certo orrore i mesi in cui - ingenua io XD - avevo accettato di baby-sitterare tre fratelli tra i 6 e gli 11 anni: niente bava -almeno quella XD- ma un incubo comunque ^^'' Grazie, come sempre :)
Dawn, grazie mille! Mi dispiace per la febbre (che spero sia passata^^), ma sono contenta che tu abbia potuto leggere questa fic e che ti sia piaciuto tanto :) Il piccolo Teddy si farà amare sempre più, credo^^ E Draco ringrazia sentitamente *anche se afferma che, d'altronde, lui non può che essere sempre che al meglio [basta credergli -.- XD]*
falalula, oh, Draco nonostante tutti i suoi pensieri di superiorità è messo molto peggio che un adolescente alla prima cotta XD Non vuole ammetterlo, ma la verità ormai è sempre più evidente ^^ Ron ha avuto almeno il buon gusto di togliersi dai piedi da solo *non che io non preferisca l'opzione che lo veda in formato fantasmino, ma ci si accontenta XD* ^^ Grazie, come sempre :P

Buona lettura a tutti^^


Dal diario di Draco Malfoy, 21 luglio 1998.

Okay, se c’è qualche potere superiore che sta leggendo da sopra le mie spalle, vorrei dichiarare a lettere cubitali che il mio commento completamente casuale del mese scorso su Teddy ad un passo dalla morte per far tornare la Granger a parlarmi non era in nessun senso inteso come un suggerimento.

Perché davvero, voglio che sia messo chiaro negli annali che nulla di quello che è accaduto a Teddy questa mattina è in un qualunque modo colpa mia. Non sono io che ho deciso di andare fuori a cena ieri sera per celebrare un’importante missione, iniziata oggi, affidata a Ninfadora in Finlandia. Non sono io che ho deciso quello sciatto ristorante con menù a base di pesce. E sicuramente non sono io che ho deciso che Teddy avrebbe potuto bere un poco di zuppa di pesce invece che l’omogeneizzato che Ninfadora aveva portato, visto che dopotutto era un’occasione di festa. Non sono stato io.

Io sono solo quello che s’è preso un infarto, questa mattina, quando Teddy non smettava di vomitare.

Sembrava star bene quando si è alzato, anche se un po’ giù di morale e insonnolito e con capelli stile alga intorno alla fronte, ma tutti noi abbiamo pensato che fosse solo perché era rimasto sveglio più a lungo del solito ieri sera. È stato solo quando Ninfadora aveva già preso la Passaporta internazionale per la Finlandia e Lupin era uscito per andarsene al lavoro che ha iniziato a mostrare i segni del suo stare veramente male.

Ha cominciato a vomitare circa un’ora dopo e non ha più smesso, anzi è stato anche assalito poco dopo dal peggior attacco di diarrea che avessi mai visto in vita mia. I capelli color verde bile mostravano piuttosto chiaramente quanto miserabilmente si sentisse, così ho deciso che non si poteva attendere oltre prima di ricorrere ad un aiuto medico. Ho fatto la doccia più veloce della storia dell’umanità, giusto per rendermi presentabile – alla vista e all’olfatto – in pubblico, poi l’ho portato immediatamente al San Mungo via camino.

Lasciatemi iniziare confessando che questa è stata la mia prima visita in quel posto. Nonostante tutti i soldi che i Malfoy hanno donato a quella struttura nel corso degli anni, non siamo mai andati effettivamente lì quando non stavamo bene. Avevamo il nostro Guaritore personale per quello. Mamma s’è sempre fermamente opposta all’idea di dover tollerare l’inferiorità altrui quando già si stava sentendo poco bene.

Adesso che sono stato al San Mungo, so esattamente quello che voleva dire.

Sono convinto che la strega alla ricezione dell’ala pediatrica non sia capace di conversare nella mia lingua. È altresì mia ferma convinzione che l’amministrazione abbia scovato quella ragazza in qualche tribù nascosta nel mezzo delle foreste equatoriali, dove venerano i babbuini, e che le abbiano deliberatamente insegnato nella nostra lingua una e una sola frase.

Mi sono avvicinato al bancone e non appena ha scorto il mio arrivo, ha iniziato.

“Compilate i moduli.” Mi ha dato un fascicolo di pergamene e una piuma ad inchiostro incorporato, e mi ha quindi diretto verso una fila di sedie diroccate allineate lungo il muro.

“Ci sarà molto da aspettare?” Ho cercato di chiedere, tentando di destreggiarmi tra un Teddy in lacrime, una borsa piena di oggetti indispensabili per un neonato, e i moduli e la piuma.

“Compilate i moduli,” ha ripetuto.

“Perché credo davvero che il Guaritore dovrebbe vederlo subito,” ho aggiunto.

“Compliate i moduli.”

“E’ da oltre un’ora che continua a vomitare!” ho esclamato. Per sottolineare il punto, Teddy ha scelto esattamente quel momento per dare una dimostrazione pratica sul bancone della strega, e colpendola con giusto un filo più che qualche goccia di rigurgito. Lei ha guardato prima al vomito. Poi a Teddy. Poi a me. Quindi alla mia mano, che teneva ancora stretti in pugno i moduli e la piuma.

“Compilate i moduli,” ha detto, prima di alzarsi e camminare via, presumibilmente a ripulirsi.

“Compilerò i moduli, allora!” le ho urlato dietro. Non c’è stata risposta.

Riempire quei fogli cercando di calmare un bambino piangente e in preda a conati di vomito (e tentando disperatamente di evitare di avvicinarsi troppo alla madre, seduta proprio accanto a me, con il proprio bambino, piangente e in preda a conati di vomito) dovrebbe, secondo me, essere preso in seria considerazione come evento da ammettere alle prossimi Olimpiadi Magiche. Dieci minuti dopo ero sudato, esausto, e i moduli erano lontani anni luce dall’essere completati.

A dire la verità, avevo a mala pena iniziato. Continuavo ad imbattermi in domande per cui non avevo assolutamente nessuna risposta. Teddy aveva delle allergie ai medicinali? C’erano stati casi di scrofungulus nella sua famiglia? Aveva un secondo nome?

Avevo spedito un gufo a Ninfadora non appena mi ero reso conto che Teddy stava male sul serio, e avevo anche tentato di contattare via camino Lupin una mezza dozzina di volte, sia da casa che poi dal San Mungo, ma nessuno dei due pareva essere raggiungibile. C’era solo un’unica cosa che mi rimaneva da fare: l’estrema ancora di salvataggio che non avevo ancora tentato di usare.

Se Teddy prendesse una qualunque malattia comune durante l’infanzia, dall’asma all’infezione zoriaca, e fossi nei paraggi, saprei esattamente cosa fare.

Valeva la pena fare un tentativo, in ogni caso. Il peggio che avrebbe potuto fare sarebbe stato dire di no, non mi avrebbe aiutato e non mi sarei ritrovato in una situazione peggiore di quella in cui ero già. (Okay, avrebbe potuto anche lanciarmi delle fatture via camino, ma dubitavo si sarebbe degnata a tanto. È notoriamente difficile recapitare una buona maledizione via camino. Troppo il rischio che il destinatario si scosti o chiuda la connessione all’ultimo momento, lasciandoti con null’altro che un bel danno al tuo stesso camino, e che potrebbe pure essere abbastanza costoso da rimettere a posto).

La Granger non è sembrata molto compiaciuta di vedere la mia testa svolazzare tra le sue fiamme, ma almeno s’è dimostrata disponibile ad ascoltarmi. Non appena ho pronunciato le parole “Teddy,” “San Mungo,” e “moduli maledettamente confusi,” ho fatto appena in tempo a districare il mio capo dal camino che lei era già apparsa al mio fianco. La sua bacchetta passava sopra il corpicino di Teddy con incredibile velocità, facendo colorare diverse parti del suo corpo in vari colori che, a quanto pareva, erano latori di grandi informazioni per lei, mentre ai miei occhi non significavano un emerito tubo.

“Torno subito,” mi ha detto prima di scomparire, e lo intendeva sul serio, che meno di cinque minuti dopo era già di ritorno al San Mungo con un borsone – che dedussi proveniente dalla più vicina farmacia – con sé.

“Sai cosa ha che non va?” le chiesi, con un lieve filo di disperazione. Stare seduto e incapace di fare qualunque cosa, mentre Teddy stava così chiaramente male, mi stava facendo impazzire. Continuava a sussultare e a guardarmi con quei suoi grandi occhi feriti, come se volesse sapere perché io lo stessi lasciando lì a soffrire. Mi faceva sentire alto meno di due centimetri. Ho tentato di spiegargli che stavo facendo tutto quello che potevo, ma non pareva recepire il messaggio.

Inoltre, aveva vomitato di nuovo mentre la Granger se n’era andata, e se aveva evitato di colpire me, era comunque riuscito a fare un bel macello che qualcun altro aveva dovuto pulire (lanciandomi delle occhiatacce. Non è colpa mia se quella cazzuta bacchetta ad uso ‘ristretto’ che mi ha dato il Ministero non è abbastanza forte nemmeno per un decente incantesimo pulitore).

Non s’è degnata di rispondermi, ha semplicemente tirato fuori un flacone dal borsone della farmacia e ha misurato una dose di non so quale pozione violetta con bollicine verdi. Teddy non sembrava troppo felice all’idea di doverla prendere, ma Hermione Granger è una strega che sa come ottenere quello che vuole. La pozione è stata ingurgitata e i suoi effetti su Teddy sono stati quasi immediati, visto come si sia addormentato subito. Volteggiando la bacchetta verso una delle sedie vuote, la Granger l’ha poi trasfigurata in una culla per bambini e ha steso lì dentro Teddy, prima di togliermi di mano i moduli e la piuma e di iniziare a compilare tutti i buchi che avevo lasciato.

Ho odiato dover rompere il quasi amichevole silenzio che aleggiava tra noi, ma sentivo fosse mio dovere chiederlo. “E’… è okay che si sia addormentato così?”

“Sì,” mi ha risposto, senza nemmeno alzare gli occhi dalle pergamene.

“Quindi, sai cos’abbia che non va?”

“Una piccola gastroenterite.”

“Questa sarebbe una piccola gastroenterite?” Per Salazar! Se quello che avevo dovuto affrontare per tutta mattina era stato un caso piccolo, allora se Teddy fosse stato colpito con una forma grave sarebbe potuta essere letale per me.

“Forma minore che non durerà a lungo,” ha replicato, senza distogliere ancora gli occhi dai moduli. “Si sta facendo strada per il suo corpicino piuttosto alla svelta. La pozione lo terrà immerso nel sonno per le fasi peggiori ed eviterà che si disidrati ancora. Ho comprato un’altra pozione per reidratarlo quando si sveglierà.”

“Bene. È… è ottimo.”

“Hmm,” ha concordato.

“Quindi… grazie,” le ho detto, dopo un altro momento o due di silenzio. Questo ha ottenuto una risposta. Ha alzato gli occhi e ha incrociato il mio sguardo per la prima volta sin da giugno, fissandomi negli occhi come se potesse trovare una qualche risposta riguardo le mie intenzioni.

“Di nulla,” ha risposto dopo un poco, prima di tornare ai moduli. Ma io ho notato che non si stava più concentrando sulla loro compilazione con la glaciale concentrazione che l’aveva ammantata solo pochi minuti prima. La piuma si muoveva molto più lentamente, e il suo sguardo vagava nella mia direzione un poco più spesso.

Dal momento che un solo ‘grazie’ aveva ottenuto un effetto così forte, ho deciso che avrei tentato di vedere che cosa avrei ottenuto pronunciandone un altro.

“E grazie anche per l’altra volta. Per l’incantesimo di guarigione,” ho chiarito quando ha alzato di nuovo lo sguardo. “Immagino che avrei ancora i lividi, altrimenti. Quel piccolo Nottetempo mi aveva preso completamente alla sprovvista ed ero caduto come un sacco di patate.”

“Quando metti via quel giocattolo nella scatola, devi metterlo a testa in giù,” ha risposto, “con le ruote all’aria. Altrimenti inizia a vagare a caso e prima o poi riesce ad uscire fuori dalla scatola e correre di nuovo sul pavimento.”

Sono rimasto immobile per un minuto, in silenzio, crogiolandomi su quanto stupido fossi stato per non aver pensato a quella soluzione da solo, prima di ricordarmi che era il mio turno di parlare ancora.

“Credo allora che dovrei ritenermi fortunato che tu faccia sempre ricerche; sui giocattoli e sulle malattie infantili.”

“Non posso sostenere di aver fatto un grande studio sul modellino del Nottetempo,” ha replicato, gli occhi una volta ancora incollati ai moduli di registrazione. “Vivian ha fatto combaciare la sua festa di fidanzamento con quella dell’annuncio ufficiale dell’arrivo di Victoria, e qualcuno l’aveva portato come regalo. Ron s’è rotto il naso cadendoci sopra.”

“Victoria... è il nome che hanno scelto per la loro bambina?”

“Sì,” ha risposto, piuttosto bruscamente.

“Cosa buffa,” ho proseguito io, scegliendo le mie parole con estrema cura, “l’ultima volta che ti ho parlato, nemmeno sapevo che lui avesse una figlia in arrivo.”

Non ha alzato gli occhi dalle pergamene, ma la sua mano s’è fermata. “Tu… non lo sapevi?”

“Non ne avevo idea.”

“Ma hai detto…”

“Ho detto che pensavo che Weasley avrebbe dovuto saperne più di noi due sulla cura dei bambini. Siamo entrambi figli unici, no? Non si può dire lo stesso di lui. E suo padre non è l’unico Weasley a cui piace avere una casa piena; pure i suoi zii hanno stormi di marmocchi. Probabilmente dovranno appenderli alle travi del tetto per aver abbastanza spazio in casa per tutti, ogni volta che fanno una riunione di famiglia.”

“Questa non è una cosa molto carina da dire,” ha risposto, difendendo come sempre quell’indegna Donnola. La ragazza è troppo leale per il suo stesso bene.

“Non mi è mai interessato molto essere carino verso di lui.”

Ho scrollato le spalle e lasciato cadere la conversazione. Se avesse voluto riprendere dal fatto che fossi un po’ più interessato ad essere carino verso di lei, e che non l’avrei ferita deliberatamente come credeva avessi fatto quel pomeriggio in libreria… beh, era una strega abbastanza intelligente per arrivare alla conclusione da sola. Avevo già detto grazie, e due volte oltretutto; non sarei andato avanti fino al punto di scusarmi. Avrei potuto essere dispiaciuto per averla ferita, ma ero pur sempre Draco Malfoy. Troppa umiltà fa male alla mia carnagione, ed è un mio obiettivo primario quello di non fare mai nulla che possa danneggiare il mio incarnato.

Non sembrava che avesse nulla da dire sull’argomento, ed io non avevo nulla da aggiungere, così siamo rimasti in silenzio per un po’. Non mi importava. Era un silenzio confortevole, e mi è piaciuto condividerlo con lei. Finalmente, poi, i moduli sono stati completati e la Granger li ha riconsegnati alla Strega di Poche Parole seduta al bancone, prima di ritornare a sedersi accanto a me. Non c’era nessuno motivo per cui restasse; i moduli erano a posto, Teddy stava dormendo profondamente, e non c’era altro che nessuno di noi due poteva fare se non aspettare il nostro turno per vedere il Guaritore. Ovviamente, non ho sentito nessuna necessità di farle presente questi punti. Se voleva passare qualche ora seduta accanto a me, io di certo non mi sarei lamentato.

Ed è stato così che Lupin ci ha trovati, mezz’ora più tardi quando finalmente s’è fatto vivo, mezzo impazzito per la preoccupazione dopo aver ricevuto tutti i messaggi che avevo lasciato per lui. S’è fermato solo la frazione di un secondo per fissarci, quando ha visto me e la Granger seduti così amichevolmente l’uno di fianco all’altro, ma non ha proferito parola sulla scena, ha semplicemente chiesto cosa fosse successo e poi s’è messo a fare una piacevole e innocua conversazione con noi due nell’attesa del nostro turno.

Un’altra ragione per concordare con le affermazioni di mia madre sul San Mungo: vedere il Guaritore è stato assolutamente inutile. Gli sono serviti un cinque minuti di visita a Teddy per determinare che la diagnosi e il trattamento fornito dalla Granger erano stati (che sorpresa!) perfettamente corretti, e poi siamo potuti tornare alla reception per effettuare il pagamento per l’assolutamente inesistente aiuto che ci avevano dato.

Ma anche se può apparire strano, non mi sono sentito oltraggiato dall’ingiustizia quando abbiamo finalmente lasciato il San Mungo. Né mi son sentito disgustato dalle condizioni ben poco igieniche a cui ero stato costretto ad espormi per ore e ore (sebbene mi terrò minuziosamente sotto controllo nei prossimi giorni nel caso fosse in arrivo qualche sintomo di qualsiasi sorta di malattia. Per Merlino! Probabilmente si può contrarre la peste se si rimane in quel posto abbastanza a lungo). Se devo dire la verità, mi sono ritrovato quasi… felice e, sempre più strano, questo sentimento di felicità si intensifica sempre più ogni volta che ripenso a come la Granger mi ha sorriso prima di tornare a casa.

Come ho detto, non ho mai inteso che il mio commento assolutamente casuale su Teddy ad essere a un passo dalla morte fosse preso come suggerimento.

Ma, devo confessare… non sono propriamente triste che abbia funzionato a meraviglia.

To Be Continued


Povero Teddy, eh?^^ Ma tutto è bene quel che finisce bene, specialmente se serve per un fine maggiore XD^^
Grazie come sempre a tutti coloro che hanno letto e vorranno lasciare un loro commento :P
Alla prossima settimana con il sesto capitolo^^
Kit

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


E con questo sesto capitolo si supera metà fic^^

Grazie come sempre a chi ha commentato lo scorso capitolo :)

puccalove90, :blush: Non so se sia più difficile, in realtà^^ E' più complicato, vero, riuscire a rendere tutti i vari giochi di parole e doppi sensi, ma è molto più semplice sul piano del ritmo e sul mantenere lo stesso tono dell'originale, rispetto ad una fic angst o romance e basta^^ Il Nottetempo non ha ancora finito di dire la sua, non bisogna sottovalutare quel malefico (???) giocattolo XD E Draco... prima o poi supererà questa fase d'illusione in cui cerca di far credere a tutti che non gli importi nulla di nessuno XD Grazie mille! :)
Moglia! *giù le mani da Imri! Ti conosco! :saddas:* Sai che una delle tre torte :wubbuw: è rimasta? :wubbuw: La nasconde tutta per sé :wubbuw: Volevo dirti qualcosa, ma oggi sto per impazzire e non ricordo più nulla :saddas: *cosuccio impazzito e che si deve riprèndere da tutte quelle e :saddas:* XD ♥
Sana chang, Draco ha delle priorità e il suo incarnato è sempre al primo posto XDD Draco ringrazia, e anch'io :P
merryluna, Draco si dissocia da queste diffamazioni nei suoi confronti u.u Lui non porta jella *povero cucciolo pure lui XD* OT? Che è OT? :angel XDDD :wubbuw:
Senboo_, :lol: Sì, in effetti fa passare la voglia per certi lavori XD Ma Teddy non è così male... sa dimostrarsi utile, a volte XD Grazie^^
falalula, non so... un fantasma e un decreto ministeriale per impedirgli i spostarsi da un luogo predefinito (come per Mirtilla) e siamo a posto XD Teddy migliora crescendo, vedrai XD Grazie^^
Dawn, povero Teddy, ma come dicevo... tutto è lecito per un fine maggiore XD L'importante è che Draco non cada nuovamente in equivoci, ma sarà possibile? XD Grazie^^

Buona lettura :)



Dal diario di Draco Malfoy, 22 luglio 1998

La Granger è passata da casa, oggi.

Ha detto che era venuta per controllare Teddy, e sono sicuro che era la verità... ma quando l’abbiamo messo nella culla per la nanna, lei è rimasta. Non solo è rimasta, ma si è seduta di fianco a me e abbiamo sostenuto una strana-ma-sorprendentemente-educata conversazione per quasi mezz’ora, fino a quando Ninfadora è entrata dentro casa con la forza di un tornado. (Pare che nel suo incarico speciale le comunicazioni fossero limitate e lei potesse ricevere i messaggi solo una volta al giorno. Ha saputo di Teddy solo questa mattina e da quel momento ha passato tutto il tempo a cercare una Passaporta che la riportasse in Inghilterra.)

Come prevedibile, Ninfadora non ha degnato di una seconda occhiata né me né la Granger quando s’è scaraventata lungo il corridoio. Era così ansiosa di vedere Teddy che è immediatamente corsa verso la sua stanza. Solo dopo aver verificato con i propri occhi che lui stava bene per davvero, è tornata in salotto e s’è unita a noi.

È sembrata felice di vedere la Granger, e sicuramente lo è stata ancor più quando le ho spiegato quanto aiuto avesse dato il giorno prima, ma stranamente non è parsa terribilmente interessata a parlare con lei a lungo. Ha chiacchierato con noi per circa cinque minuti, continuando a rivolgerci buffe occhiate nel frattempo, e sembrava avere un qualche tic all’occhio ogni volta che si girava nella mia direzione. Poi s’è esibita in un palesemente falso sbadiglio e ha detto che le Passaporte internazionali la lasciavano sempre senza forze, e per quello se ne sarebbe andata a riposare per un po’.

La Granger se n’è andata poco dopo, ma Ninfadora è sembrata piuttosto interessata a parlare di lei durante la cena, e ha continuato a buttare là come fosse rimasta a chiacchierare con il sottoscritto. E m’è parso che ogni volta che Ninfadora abbia guardato verso di me, ecco che quello strano tic tornava fuori.

Strano. Molto strano.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 28 luglio 1998

È passata di nuovo, oggi, stavolta per un’altra commissione per Lupin. Le aveva detto (e l’ha poi confermato a me, quando l’ho chiamato via camino dopo il suo arrivo) che aveva assolutamente bisogno che passasse da casa per prendere la sua copia di Muso peloso, Cuore umano, che gli serviva urgentemente per il saggio che sta scrivendo.

Ma ditemi, è davvero una scusa che regge? La biblioteca del Ministero è enorme e contiene quasi l’intero scibile magico. Trovo molto difficile credere che non abbia trovato una copia del libro. E anche se avesse scritto delle note ai margini delle pagine del suo volume – note che avrebbero potuto essergli d’aiuto – avrei pur sempre potuto spedirglielo io via gufo. Quindi qual era la vera ragione per mandarla qui?

Avrei voluto chiedere a lei cosa ne pensasse al riguardo, per vedere se condivideva i miei sospetti, ma mi sono trattenuto. Non riuscivo a pensare ad un modo educato e gentile di dire ‘Che cosa stai facendo davvero qui, in ogni caso?’ senza sembrare che fossi scontento che fosse passata. Se avesse pensato che non la volessi lì, allora se ne sarebbe andata ed io… io non volevo che ciò accadesse.

Per amor di Teddy, naturalmente. Gli piace quando viene a trovarlo. I suoi capelli non soltanto diventano castani, quando lei è vicina, ma assumono anche un aspetto cespuglioso. Cambia colore ogni due secondi, ma le uniche volte che cambia anche capigliatura è per lei.

Quindi, per amor di Teddy, mi sono morso la lingua e ho praticato quello che sospetto fortemente sia tatto per la prima volta nella mia vita. Mio padre ha sempre detto che il tatto è uno strumento usato solamente dai maghi a cui mancano i soldi o il potere per forzare gli altri a fare come vogliono loro, ma d’altra parte, mio padre ha anche sostenuto che i lupi mannari generassero cuccioli ricoperti da folto pelo per i primi cinque anni della loro vita. (Oh, e anche che Voldemort avrebbe trionfato. Era abbastanza certo su questo punto.) E visto che s’è dimostrato nel torto su ognuno di questi punti, ho iniziato a sospettare che potrebbe aver avuto torto anche su qualche altra questione: questioni come il sangue, e l’onore, e il significato di orgoglio familiare… e su riccioluti Nati Babbani con molta più intelligenza (e molto più cuore) di quella che una qualsiasi strega avrebbe dovuto possedere, stando alla visione del mondo di mio padre. Sono parecchie le questioni su cui credo si sia sbagliato. Parecchie questioni, infatti.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 3 agosto 1998

Lupin l’ha mandata di nuovo, oggi. Questa volta con la scusa di portarci ad un qualche Festival Medioevale nel Sussex. Non avevo mai sentito nominare quel festival, prima di allora, ma visto che Lupin sembrava così determinato a farci andare tutti assieme, ho dedotto che fosse una di quelle manifestazioni per le classi inferiori del mondo magico che mio padre aveva sempre sostenuto essere al di sotto della dignità di un Malfoy. Ecco questo era un motivo sufficiente per farmi venire voglia di andare. Così mi sono preparato e ho vestito Teddy per essere pronti per partire in pochissimo tempo. È stato a quel punto, mentre eravamo fermi fuori di casa, che abbiamo centrato il problema.

La Granger ha tirato fuori la sua bacchetta e ha lanciato un incantesimo per il fissaggio dei capelli di Teddy, e con la velocità di un fulmine, ho capito: il festival a cui ci stava trascinando non era per nulla magico; era Babbano.

Puntando i tacchi, mi sono sonoramente rifiutato di partecipare. Ogni volta che c’è troppo formaggio a cena, ho ancora gli occasionali incubi sulla mia ultima escursione nel mondo Babbano, quando sono stato attaccato e molestato nel Parco della Dannazione (anche conosciuto come Parco delle Donne Ignobili e Disgustose, ma preferisco il nome Parco della Dannazione. Riesce meglio a trasmettere quel senso sinistro che è esattamente ciò che sento quando penso a quel posto pestilenziale.) Nei miei sogni, sono intrappolato lì, impossibilitato a scappare, mentre innumerevoli donne-arpie Babbane mi palpeggiano a loro volontà, ignorando le mie suppliche di lasciarmi in pace… o per lo meno di trovare delle amiche un tantino più attrattive da cui farmi palpeggiare. Quindi no, non ho assolutamente nessuna intenzione di inoltrarmi nel mondo Babbano, per il festival o per qualunque altra cosa, per il resto della mia vita, e ho immediatamente informato la Granger della mia volontà.

Il problema è nato quando mi ha chiesto il perché non volessi uscire nel mondo Babbano. Un profondo istinto interiore, che – in qualcun altro – potrebbe essere chiamato buon senso, mi ha avvertito che rifugiarmi nella vecchia solfa sull’inferiorità Babbana non sarebbe stata una scelta vincente. Ma ero comunque riluttante a traumatizzarla con la vera storia della mia orripilante esperienza. Dopotutto, quella ragazza non ne aveva già passate abbastanza? Di sicuro non aveva bisogno di altro materiale per i suoi incubi.

Ahimè, s’è rifiutata di credere a tutte le mie plausibilissime scuse alternative per evitare quel decrepito luogo, persino quella per cui andando al festival (che a quanto pare si tiene in campagna, sui terreni di un castello del XV secolo) avremmo messo a rischio la salute, e forse anche la vita, del suo figlioccio, che aveva recentemente sviluppato una forte e potenzialmente letale allergia agli alberi. (Non riesco ancora a capire perché sia scoppiata a ridere. Sì, lo ammetto, non è vero, ma sarebbe potuto esserlo, no? La gente è allergica a tutti i tipi di piante, e gli alberi sono delle piante. Molto incosciente da parte sua rischiare di compromettere la sicurezza di Teddy in questo modo.)

Alla fine, non ho potuto fare altro che confessare.

“L’ultima volta che sono andato nel mondo Babbano, sono stato molestato da orride donne Babbane sessualmente frustrate.”

Speravo nella compassione, nel supporto, nella comprensione della mia shockante esperienza, con magari qualche frase di apprezzamento sul mio coraggio di aprirmi e condividere quel trauma. Ero persino pronto ad accettare una consolazione più fisica, avesse avuto l’irrefrenabile desiderio di abbracciarmi per mostrarmi la sua empatia e solidarietà per la mia dura esperienza.

E invece, è scoppiata a ridere. Scoppiata a ridere! Inconcepibile! Quella donna non ha un cuore? Ha trovato veramente divertente il pensiero del mio essere attaccato? Ma no, è venuto fuori che il motivo delle sue risa era persino peggiore di quello che avevo sospettato.

“Andiamo, Malfoy,” ha replicato. “Ho detto basta scuse. Qual è la vera ragione per cui non vuoi andare?”

Non mi ha creduto! Le avevo detto l’intera e completa verità (qualcosa che evito sempre di fare, come regola generale), e lei ha avuto l’audacia di pensare che mi stessi inventando tutto, come avevo intentato le altre scuse! (E, già che ci siamo, perché sembra così poco plausibile l’idea che le donne mi trovino irresistibile? Certo, avrei preferito che le donne in questione si fossero tenute le loro mani per loro, ma non posso certo biasimarle per l’apprezzamento. Io ed i miei specchi abbiamo sempre concordato sul fatto che fossi eccezionalmente attraente.)

“Questo è il vero motivo,” ho bofonchiato, in tono piuttosto ombroso. “Sono rimasto emotivamente ferito dall’esperienza e sono assolutamente determinato ad evitare il mondo Babbano d’ora in poi. Quelle donne Babbane sono bestie, che vedono ogni singolo uomo come una preda. Sono stato fortunato ad uscirne con la vita intatta… per non parlare dei miei vestiti.”

Ha alzato lo sguardo al cielo con un ampio sorriso sul volto, gli occhi ancora luminosi per le risa di pochi istanti prima, e con estrema costernazione ho sentito il mio risentimento iniziare a sciogliersi. In un paio di minuti, se n’era andato. Andato! I Malfoy non perdono mai il loro risentimento! Teniamo accese faide per secoli! Le ostilità con i Weasley durando da oltre trecento anni solo perché Ferbinar Weasley ha accidentalmente lanciato il gatto di Maleficent Malfoy dall’altra parte del muro mentre stava degnomizzando i suoi terreni (senza l’aiuto dei suoi occhiali) nel 1647. (Il gatto sopravvisse senza un graffio, ma era il principio quello che importava.) La rabbia dei Malfoy non si scioglie: se ne sta lì, dura e fredda e silenziosa, e si tramanda di generazione in generazione.

Ho lanciato un’occhiataccia alla Granger per (una volta ancora) sfidare tutte le mie regole, e lei mi ha sorriso in risposta, impenitente. A dispetto di me stesso, non ho potuto fare a meno di notare come fosse… piuttosto adorabile – tutta felice e radiosa – e per un momento ho anche avuto il blasfemo pensiero che potesse valer la pena venir preso in giro da lei, per poi guadagnarmi quel suo sorriso.

Un’assurdità, ovviamente. Completa assurdità. Nulla che implichi la trasformazione di un Malfoy in una qualche sorta di clown può essere di alcuna considerazione.

“Assaliscono tutti gli uomini, single, hai detto?” ha chiesto, il suo tono che implicava chiaramente che non stava prendendo la situazione con la serietà che sarebbe stata necessaria. “Bene allora, e se prometto di proteggerti?” ha proposto. “Ti lasceranno in pace se vedono una donna con te, no?”

“Solo se ti vedranno veramente accanto a me,” ho controbattuto, determinato a non concedere campo (o meglio, abbastanza determinato; non avrebbe mai potuto convincermi se mi fossi realmente imposto a non avventurarmi fuori). “L’hai detto anche tu che sarà affollato. E se ci separeremo?”

Ha riso di nuovo e mi ha preso sottobraccio. “Ecco, così ti soddisfa?” ha chiesto. “Ron e Harry mi hanno sempre detto che ho la presa di un grindylow; nulla meno di un tornado ti allontanerà da me, adesso. Ma dobbiamo veramente andare ora, se vogliamo avere il tempo di vedere tutto.”

Pansy era solita aggrapparsi al mio braccio nello stesso modo, un tempo. Si divertiva abbastanza a mostrarsi sempre al mio fianco mentre camminavo, parlando senza fine dell’anello di fidanzamento che non vedeva l’ora di poter mostrare a tutti i suoi amici. E mentre non mi importava, teoricamente, che lei volesse esibirmi davanti ai suoi amici, quell’esperienza lasciava comunque abbastanza a desiderare. Pansy non era massiccia quanto Millicent, ma non era nemmeno un fuscellino, e si appoggiava troppo sul mio braccio. Senza dimenticare la nuvola nociva di profumo, o quelle risatine acutissime – dolorose ad una distanza così ravvicinata – o le mani sudaticce… Già. ‘Poco piacevole’ è l’espressione più carina che mi venga in mente per descrivere quelle situazioni.

Sarebbe dovuto essere spiacevole anche con la Granger. Dopo tutto, l’estate era stata insolitamente afosa, con abbondanti piogge a rendere tutto umido, appiccicoso, bagnaticcio. Il calore di un altro corpo vicino al mio avrebbe dovuto avere la stessa attrattiva di un salto nel lago, completamente vestito. Sarebbe dovuto essere molto spiacevole, infatti. E invece… non lo è stato. Maledizione, potrei anche ammetterlo. Dopo tutto nessun altro a parte me vedrà mai quello che c’è scritto qui. (Fottuta maledizione è meglio che nessuno lo veda. Ninfadora, questo è rivolto a te.)

Avere Hermione Granger che mi tocca così casualmente, così volentieri, in maniera tale che la porta così vicina a me, e con l’evidente intenzione di rimanere al mio fianco per un certo tempo… credo si possa considerare come la cosa più piacevole che abbia mai vissuto in vita mia.

Siamo andati al festival poi, naturalmente. Quando siamo tornati a casa, la Granger è rimasta a cena, e ha disquisito rapita sulla bellezza dei giardini interni, sulle spettacolari e magnificenti parate, e sugli affascinanti banchetti ricostruiti su modelli storici. Ho annuito concorde a tutte le sue parole, ma onestamente, se ci sia stato qualcos’altro di stupendo, spettacolare e affascinante oltre alla donna che mi è stata al fianco per tutto il pomeriggio, non posso affermare di essermene reso veramente conto. Oltre alla sensazione di avere sottobraccio Hermione Granger, non posso dire di ricordarmi d’altro.

To Be Continued


Come sempre, un grazie anticipato a chiunque vorrà commentare :)
Causa partenza per una mini-vacanza, non potrò aggiornare Nanny Diaries fino a settimana prossima.
Al prossimo capitolo^^

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


Come promesso, ecco qui il settimo capitolo di Nanny Diaries^^
Grazie come sempre a tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo :)

Moglia! Torna! Denuncia la telecom per danno morale e alla psiche altrui! :saddas: Imri! ♥ *non quella cosa là, quello vero :wubbuw:* Tra poco più di un mese esce Kushiel's Mercy! *danza pazzamente e si chiede cosa c'entri questo con ND, poi fa spallucce u.u* Vorrei farti notare come, in ogni caso, sia sempre tutta colpa dei Weasley. Sempre loro a fare casini u.u Anch'io me la sarei legata al dito! Povero gatto! u.u XD :hug:nongino
puccalove90, la verità su tutti questi incontri (tutt'altro che) clandestini? XD Non si possono svelare prima gli altarini, ma... XDDD Draco sotto sotto è un tenerone, solo che non vuole farlo vedere :P Grazie mille^^
falalula, il gatto è una pietra miliare nella storia della comunità magica u.u XD Sono felice che questa lenta ma costante evoluzione di Draco (che mi spiace ma è già impegnato u.u XD) sia convincente :) Grazie mille :P
mary0094, wow, grazie mille :) Sono contenta che questa storia ti soddisfi su entrambi i fronti "shippeschi"^^ Spero che continui a piacerti fino alla fine :)
francescahermione, Grazie mille per i complimenti e per aver lasciato il tuo commento! :)
Dawn, Draco vuol fare il duro, ma ha un equilibrio psichico estremamente delicato XD Chissà quanto riuscirà a reggere ancora prima di crollare XD Grazie mille, come sempre :)
Manu, *non dirò che é grave, visto che è lo stesso che c'era sul lj, ma... :hug: XD* Hermione è insensibile, ecco u.u Ha davanti a sé un uomo distrutto e non lo comprende >.< :hug:ga Draco u.u Da Giunti sono almeno arrivati i Guardiani? Di questo passo arriverà loro prima una copia diMuso peloso, Cuore umano della G&G che il quarto dell'amico Sergej u.u :wub:



Dal diario di Draco Malfoy, 11 agosto 1998

Passerà anche oggi; Lupin mi ha appena mandato un gufo per farmelo sapere. Non si è degnato di dirmi perché stia venendo, il che credo significhi solo che non ha ancora trovato una scusa decente. Perché sarebbe stata una scusa. Scommetto fino all’ultimo galeone nel mio forziere alla Gringotts (che quei bastardi al Ministero non mi lasciano ancora toccare) che Remus Lupin ha qualcosa nella manica, e che questo qualcosa abbia a che fare con me e la Granger. Così tante visite imposte in così poco tempo non possono essere causali.

Ad un certo livello, la mia immediata reazione era stata quella di essere attonito all’essere imparentato, sia pur per semplice matrimonio, a qualcuno così pateticamente trasparente nelle proprie macchinazioni. (Un Serpeverde al primo anno potrebbe insegnargli una cosa o due sulla sottigliezza, e sulla delicata arte del manipolare le persone senza essere così dannatamente ovvi.) Ad un livello più profondo, però, sono rimasto molto più scosso dal fatto che, nonostante tutta l’ovvietà della sua macchinazione, non riesco a capire lo scopo per cui lo stia facendo. Che cosa crede che succederà se continua a complottare per far rimanere me e la Granger in sola compagnia dell’altro? Che fine spera di raggiungere? In breve, perché tutto questo darsi da fare?

Opzione 1: Lui non c’entra nulla. Lupin è – segretamente – sotto il controllo di quella sua moglie diabolica che sta manipolando noi tutti nella sua fitta rete di intrighi, poiché lei è veramente il male mascherato da bene.

Ora, non fraintendetemi; mi piace questa teoria. Dopotutto, dimostrerebbe che ho sempre avuto ragione sulle nefarie intenzioni di mia cugina; ed io adoro aver ragione. Ma siamo completamente onesti. (Dolce Merlino, sto per essere completamente onesto; che cosa mi hanno fatto questi Lupin?) Ho visto la malvagità in tantissime forme: malvagi avidi (Tiger e Goyle camminavano letteralmente sopra i primini incoscienti – che loro avevano reso incoscienti – per prendere un dolcetto sul tavolo), malvagi sinistramente attraenti (io, naturalmente), malvagi gretti (Pansy che diffondeva pettegolezzi a profusione sul fatto che Daphne fosse un'ermafrodita), malvagi sinistramente poco attraenti (Piton), e molti, molti altri (incluso quel molesto Signore Oscuro – psicotico con traccia di malvagità serpentina, naturalmente), ma i comportamenti di mia cugina non sembrano adattarsi a nessuna categoria. Chi ha mai sentito di malvagi impacciati? Malvagi distratti? Malvagi che raggiungono i loro reprensibili piani attraverso la generosità, bruciacchiate torte di compleanno, e troppi sorrisi?

No, non andava. Ninfadora avrebbe gettato la vergogna sulla nobile e gloriosa malvagità che le generazioni precedenti mi avevano lasciato da proteggere. Quindi, ahimè, per quanto odi ammetterlo, è arrivato il momento di lasciar perdere questa teoria. Avanti con la prossima opzione.

Opzione 2: Lupin sta agendo di propria volontà, e lo sta facendo con la deliberata intenzione di punirmi.

Devo ammetterlo, questa opzione ha giustificazioni abbastanza consistenti a suo favore. Lupin ha passato un po’ di tempo tra i branchi di lupi mannari: deve aver imparato una cosa o due sulle vendette e su come perforare veramente le corazze altrui. Non che io sospetti che Remus abbia anche solo una pallida idea su cosa io provi per la Granger (visto che io, al contrario di lui, sono ben addestrato all’agire di soppiatto), ma anche con tutti i difetti che Lupin possiede – è troppo naif, ridicolamente aggrappato alla sua morale e senso del giusto, indecentemente attaccato a sua moglie e a suo figlio, e possiede la stessa attitudine ai sotterfugi di un carro armato – devo ammettere che non è comunque privo di una certa dose di intelligenza. E nessun uomo con anche solo mezzo cervello funzionante non può accorgersi che la Granger è la donna più bella e desiderabile che sia mai vissuta. Se Remus volesse sventolarmi qualcosa di irraggiungibile ed intoccabile davanti agli occhi con l’intenzione di ferirmi, lei sarebbe una scelta logica. Allo stesso livello di legare un bambino davanti a un negozio di dolci e dirgli che può guardare, ma non può prendere, assaggiare e nemmeno toccare nulla. Mai.

E avrebbe qualche motivo per desiderare di ferirmi? In una parola sola, . Ho fatto la mia buona dose di cazzate in vita mia, alcune delle quali hanno colpito Lupin direttamente, e altre che hanno ferito persone a lui care. E anche se sono certo che potrei dibattere a lungo e con chiarezza perché io non possa essere ritenuto responsabile per nessuna delle mie azioni non troppo immacolate (Per amor del cielo! Avevo appena tredici anni quando è successo tutto quel casino alla fine del terzo anno! Avevo sentito qualche pettegolezzo gustoso sul nostro professore di Difesa e ho divulgato la storia. È quello che i tredicenni fanno! E per il sesto anno, Voldemort aveva praticamente una bacchetta puntata alla testa di mia madre, non vedo proprio come possa essere condannato per quello che è accaduto; men che meno l’anno seguente, quando l’intero mondo è semplicemente impazzito), comprendo lo stesso le conseguenze delle mie azioni siano state… piuttosto disastrose. Quell’uomo dovrebbe essere un santo per non avercela almeno un pochino con me.

Ma questo è il punto: non credo che ce l’abbia. Non è un santo, di questo sono abbastanza sicuro – non credo che qualcuno sulla lista paga dei Tiri Vispi Weasley per valutazioni di prova e occasionale lavoro di creazione di scherzi spettacolari possa venir mai preso in considerazione per la santità – ma comunque è… non so nemmeno come definirlo. ‘Carino’, suppongo si possa dire. È così carino con tutti – persino con me – da essere nulla meno che nauseante. E ‘piacevole’; così rivoltantemente piacevole che ero solito fantasticare sul colpirlo a morte con un libro di galateo, agli inizi della mia vita qui. Ed è anche gentile, e considerato, e pieno di tatto, e comprensivo, e un modello a tutto tondo di tutte quelle sdolcinate qualità che a noi Serpeverde hanno insegnato a deridere e ridicolarizzare.

L’idea di Lupin che mi usi come sorta di esperimento per vedere quanto stress emozionale una persona può sopportare prima di scoppiare? È semplicemente… inconcepibile. Lasciando da parte tutta la questione sulla salvaguardia e la protezione dei minori (sarebbe un po’ idiota cercare di far mentalmente esplodere la persona che cura e si occupa del tuo unico figlio, no?), lui non è il tipo di uomo da prendere a calci un mago quando lo vede a terra. È più il tipo che gli allunga la mano e lo aiuta a rialzarsi. (Ho provato con tutte le mie forze a sminuirlo per questo, ma al momento sto avendo pochissimo successo. È frustrante.)

S’è alzato per me al processo. Non sono un suo parente di sangue; non sono stato altro che una costante spina nel suo fianco negli anni passati, e nonostante questo lui s’è alzato per me, quando nessun altro avrebbe potuto farlo (nessun altro avrebbe voluto, anche se avesse potuto). Lui e Ninfadora mi hanno dato una casa, un lavoro, e la loro assoluta fiducia con ogni cosa abbiano, incluso il figlio che adorano alla pazzia e che non metterebbero in pericolo per nulla al mondo. Per quanto sia alieno rispetto a quanto abbia sempre saputo e creduto, credo davvero di potermi… fidarmi di loro. Dora fa parte della mia famiglia, ma è diversa da qualunque tipo di altro famigliare abbia mai conosciuto. (Sto iniziando a pensare che sia così che dovrebbero davvero andare le cose in una famiglia). E per quanto riguarda Remus…

È questo che significa essere un brav’uomo? Essere il tipo di persona che quando dice che tutto è dimenticato e perdonato, lo crede davvero? Io sono un esperto della malvagità, ma ho molta meno pratica con la bontà. Tutto quello che so è che sono qui da mesi, e non una volta ha alzato la voce contro di me. Sono in una posizione dove sarebbe estremamente facile prendermi a calci mentre sono a terra, e lui non l’ha mai fatto. Nonostante il suo piccolo problema peloso una volta al mese, sto arrivando alla orripilante conclusione che Remus possa essere la persona più umana che abbia mai conosciuto.

Bizzarro.

In ogni caso, avanti con l’opzione successiva.

Opzione 3: la Granger è quella che sta tirando i fili, e lo sta facendo per punirmi.

Di nuovo, come per Lupin, non avrei grandi problemi a pensare una valangata e una valangata ancora di motivi per cui lei possa voler punirmi. Lasciando perdere le cose che io ho fatto a lei in prima persona (visto che sono piuttosto certo che non siano quelle ad irritarla di più, stupida dal cuore nobile che non è altro), ha sempre preso terribilmente a cuore gli insulti e le ferite ai suoi amici. E quando si parla di insultare e ferire i suoi amici, io vinco il primo premio. (Sì, Voldemort ha fatto il suo grande show quando era vivo, ma ora è morto e sepolto e io sono in vita, quindi vinco io. Facile.)

Ma questa possibilità è persino meno probabile delle altre. Per prima cosa, c’è quel tratto tremendo di decenza ‘Grifondordiana’ che le impedisce di attacare una persona quando questa è al punto più basso della sua vita.

E a parte questo, c’è il tratto ‘Granger’, unicamente suo, che mai ho visto in nessuna altra donna prima d’ora. Strambo e assurdo quanto potete credere, non penso che la Granger abbia alcuna idea di quanto irresistibile sia. Come sia possibile che qualcuno brillante come lei possa guardarsi allo specchio tutti i giorni e non capire ad un certo punto quanto stupenda sia, mi sfugge completamente. Sì, comprendo che gli specchi Babbani siano misteriosamente muti, ma quella ragazza ha una buona vista e un’incontestabile intelligenza. Uno penserebbe che prima o poi ci fosse arrivata.

E come può non capire che la passione che riserva a tutto – persino a quelle piccole cose, persino a quelle cose stupide per cui nessuno s’è mai appassionato in tutta la storia dell’umanità – mostra perfettamente quanto passionale possa essere tra le braccia del mago giusto, mentre si dedica ad imparare tutto su di lui con quell’intesità inappagabile e determinata che le è propria?

Come può essere sfuggito alla sua attenzione il fatto che sia tutto quello che un mago intelligente, passionato, innegabilmente attraente, ricco – sebbene momentaneamente privato dei suoi averi – irresistibile, ancora-leggermente-malvagio-ma-in-modo-totalmente-sexy possa… oh, al diavolo. Come può non essersi resa conto di essere tutto quello che io abbia mai voluto? Tutto quello che io abbia voluto sin da quel maledetto quarto anno, quando mi sono finalmente svegliato abbastanza da capire che -

Cazzo, il campanello! È arrivata.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 11 agosto 1998

Sì, la scusa di Remus oggi per far passare la Granger da casa è stata indubbiamente la più assurda che abbia trovato finora. Non eravamo a corto di latte, e anche se lo fossimo stati, avrei potuto facilmente ordinarlo tramite il contatto via camino che abbiamo con la drogheria; non c’era assolutamente nessuna ragione plausibile per cui la Granger dovesse presentarsi nel mezzo del pomeriggio con un cartone di latte fresco in mano.

Naturalmente, il fatto che non ci fosse motivo della sua presenza, non mi ha fermato dall’invitarla ad entrare e a chiacchierare un po’. Pretesti campati in aria o meno, io ho ancora le mie buone maniere.

Ma devo ammeterlo, con tutti i pensieri ancora scossi da quello che stavo analizzando e scrivendo fino al momento prima che arrivasse, la mia testa non era nelle migliori condizioni per fare ‘quattro chiacchiere amichevoli’. E okay, forse è stato giusto un pochino troppo diretto come inizio di una discussione, ma credo sia completamente comprensibile che la prima cosa che m’è venuta in mente di dire alla Granger, una volta seduti entrambi sul pavimento con Teddy, sia stata:

“Davvero, Granger, la prossima settimana Lupin ti manderà a ritirare la nostra posta Babbana dalla casella sotto casa?”

Speravo in una risata o in un sorriso, o magari persino in un po’ di rossore sulle sue guance, invece ho visto la sua espressione gelarsi e ho capito al volo di aver detto, una volta ancora, qualcosa di maledettamente sbagliato.

In un lampo, ho visto il ripetersi davanti ai miei occhi dell’Incidente Weasley dello scorso giugno. Una volta ancora, avevo (senza saperlo) detto qualcosa che l’aveva ferita e, una volta ancora, lei si sarebbe irrigidita e se ne sarebbe andata, e nulla a meno di un altro ricovero di Teddy in ospedale (cosa che volevo davvero evitare a tutti i costi, questa) l’avrebbe riavvicinata abbastanza a me per permettermi di bofonchiare una qualche scusa e riprendere il nostro rapporto.

No, dannazione, non potevo permettere che succedesse ancora. Al diavolo la spiegazione che solo questa mattina stavo cercando con tale disperazione: al momento, mi sono reso conto, non mi importava perché continuasse a venire da noi. Se fosse stato davvero parte di un qualche piano sinistro e oscuro, bene; me ne sarei occupato più tardi. Il problema vero, ora, era far sì che lei non uscisse da quella porta, perché se l’avesse fatto, sarebbe potuta non tornare indietro, e io non potevo più sopportare l’idea di passare anche una sola settimana senza vederla.

Fortunatamente, ho imparato qualcosa sin dall’ultima volta in cui mi sono ritrovato in questa situazione, due mesi fa. Questa volta, non sarei rimasto lì a guardare scioccato la sua uscita senza fare nulla per fermarla. E se fossi apparso un idiota totale nell’ammettere che non avevo idea di cosa avessi detto per ferirla, pace. Mi aveva visto ricoperto di vomito, sdratiato sulla schiena dopo un volo spettacolare, e in condizioni pietose e ornato di rigurgito nella Sala Emergenza del San Mungo. ‘Vanità personale’ stava rapidamente diventando un concetto inesistente quando c’era lei attorno.

“Okay, chiaramente quella era la cosa sbagliata da dire,” sono saltato su, non appena ho visto i suoi occhi diventare ghiaccio. “Ma questo è il punto: non so davvero il perché. Davvero, non volevo dire nulla con quella frase.” E che cavolo; già che c’ero, potevo anche andare avanti e stracciare anche il poco orgoglio che mi era rimasto. “E mi scuso. Ero un po’ a disagio, perché non so mai come iniziare una conversazione con te, così ho aperto la bocca ed è venuta fuori la cosa sbagliata. Come sempre. Ma se mi dici solo che linea ho oltrepassato questa volta, prometterò di non farlo di nuovo in futuro.”

I mini iceberg sono spariti dai suoi occhi, e lei ha sorriso, debolmente ma con sincerità. “Dispiace anche a me,” ha ammesso con mia grande sorpresa. “Ho passato tutto il giorno all’Ufficio per i Servizi di Supporto ai Lupi Mannari, sostenendo che tutti abbiano diritto ad una possibilità, e io odio quando gli altri non mi credono… ma quando mi sento a disagio, ricado nelle mie vecchie, cattive abitudini, e presumere il peggio di te è una di queste.”

“Non dispiacerti,” ho insistito. “T’ho dato parecchie ragioni, negli anni, per pensare il peggio di me. Ma…” non sono riuscito a trattenere la domanda – e nemmeno a far smettere il mio cuore di battermi in gola per l’attesa della sua risposta, “Perché ti stavi sentendo a disagio?”

Le mie speranze si stavano alzando. Era possibile… era anche solo concepibile che il suo disagio fosse in qualche maniera collegato al mio? Poteva sentirsi nervosa attorno a me, come io mi sentivo nervoso attorno a lei, perché era attratta da me come io lo ero da lei?

“Perché hai ragione,” ha risposto. “Le scuse di Remus per farmi uscire dall’ufficio stanno diventando sempre più idiote ogni giorno che passa.”

Il mio cuore è affondato da qualche parte giù nello stomaco, a queste parole. Questa era una possibilità che non mi era venuta in mente. A quanto pareva, le piccole commissioni della Granger non avevano nulla a che fare con il mandarla da me, e tutto con il mandarla fuori dall’ufficio. Io era solo… una destinazione conveniente, probabilmente perché Remus sapeva che sarei rimasto a casa tutto il giorno e perché probabilmente aveva pensato che potessi aver bisogno di un aiuto extra con Teddy.

“Perché vuole così tanto farti uscire dall’ufficio?” sono riuscito a balbettare, cercando di non farle vedere la mia delusione.

“Perché il mio lavoro è una cretinata,” ha risposto immediatamente, catturando nuovamente tutta la mia attenzione. “Ieri, ho passato un’ora intera a rifare la punta alle piume, solo perché non c’era nient’altro da fare.”

Il mio primo pensiero è stato che non potesse star dicendo la verità… ma quella ragazza mente malissimo. La Granger ha i suoi punti di forza, e ne ha in abbondanza (per entrare nello specifico, guardate il suo curriculum di Hogwarts, fatta eccezione per Divinazione e Volo), ma mentire non è uno di questi. Troppo tempo attorno ai libri, forse, perché la si legge con la stessa chiarezza di una pagina stampata. A grandi lettere. Con illustrazioni annesse.

“Ma…” ho bofonchiato, completamente scioccato da questa nuova rivelazione, “Pensavo avessi qualche lavoro importante.”

“No,” ha replicato, con incredibilmente poca amarezza nella voce. “Ho un grande, inutile lavoro copertina, per cui mi pagano troppo.” E con un sospiro s’è appoggiata contro il divano, mettendosi più comoda mentre continuava la sua spiegazione.

“Quando è finita l’ultima battaglia, non stavo pensando per nulla di trovarmi un lavoro,” ha iniziato. “Onestamente, volevo tornare a scuola. Suona una pazzia?”

“Sinceramente? No,” ho risposto, dopo essermi preso un minuto per pensarci. “Suppongo che dopo l’anno che hai passato, avresti voluto abbracciare di nuovo una routine familiare, e questa volta senza avere il peso del mondo sulle tue spalle.”

“Esattamente!” I suoi occhi si sono illuminati e mi ha sorriso. (Okay, forse era più un sorriso nostalgico e perso-nei-ricordi, piuttosto che diretto a me, ma ha comunque sorriso nella mia direzione. È già qualcosa, no?) “Stavo veramente aspettando con ansia il momento in cui riprendere le lezioni, studiare per i miei MAGO – essere solo uno studente, di nuovo.”

“Quindi, perché non l’hai fatto?”

“Kingsley,” ha sospirato. “Mi ha contattato – non troppo dopo il tuo processo, per l’esattezza – per chiedermi che lavoro volessi fare. Aveva presunto che volessi andare direttamente a lavorare, e voleva farmi sapere che diversi dipartimenti s’erano mostrati interessati ad assumermi.” Una smorfia. “Sinceramente, nessuno di quelli mi stuzzicava particolarmente. So che gli impiegati del Ministero avevano poca libertà di scelta quando erano sotto il controllo di Voldemort, ma da quello che ho sentito, ce n’erano fin troppi ad essere entusiasti per il decreto sulla Registrazione dei Nati Babbani.”

Era un buon punto. Un ottimo punto. Nessuno avrebbe mai più supportato verbalmente Voldemort, ma non significava che nessuno si ritrovava ancora segretamente d’accordo con lui – specialmente al Ministero. Vecchie abitudini datate rendono praticamente impossibile licenziare un mago purosangue dal Ministero o costringerlo al ritiro, e con la vita media di un mago che si aggira sui centotrenta anni, significa che un incredibile numero di posti sono occupati da maghi vecchi e all’antica.

Praticamente sono tutti boriosi, bigotti e pieni di pregiudizi, continuamente borbottanti di meravigliosi tempi passati (che non erano mai esistiti veramente al di fuori della loro immaginazione) dove i Nati Babbani sapevano stare al loro posto, e dove a tutti i maghi purosangue era garantito il dovuto rispetto. Probabilmente avevano organizzato dei party quando il decreto sulla Registrazione era passato.

“Ho detto a Kingsley che stavo pensando di tornare a scuola e lui… mi ha chiesto di ripensarci. Mi ha tenuto una lezione su nulla migliorerà se nessuno si alzerà e cambierà le cose, e su come questo fosse il momento di agire. Il Ministero aveva bisogno di noi – Harry, Ron ed io – per riprendersi la propria legittimità e, finché avessimo accordato il nostro supporto, avremmo potuto scegliere quello che volevamo. Qualsiasi lavoro sarebbe stato nostro, e avremmo potuto farci quello che volevamo. Ma doveva essere adesso; mentre eravamo ancora sulla cresta dell’onda, tanto eroi da poter fare quello che desideravamo senza che nessuno osasse contraddirci senza sollevare proteste popolari.”

“E tu hai scelto i Servizi a Supporto dei Lupi Mannari,” ho proseguito io, conoscendola abbastanza bene da vedere dove sarebbe arrivata, “perché sapevi che lì potevi fare la differenza; estirpare qualche vecchio pregiudizio, e costruire un dipartimento che si concentrava più sull’aiutare i lupi mannari, piuttosto che sul trovare nuovi e più efficaci metodi per rinchiuderli e tenerli lontani dal resto della comunità.”

Lei è arrossita. “Hanno creato il ruolo di Capo Osservatore, solo per me. Come potevo dire di no? Potevo finalmente vedere che il Ministero avrebbe fatto qualcosa per il modo abominevoli in cui venivano trattati i lupi mannari qui, in Gran Bretagna… e potevo mandar via quel bigotto cretino che era a capo dell’ufficio e sostituirlo con Remus.”

“E ha funzionato, giusto?” Ho chiesto. “Remus è a capo dell’ufficio, ora, e l’Ufficio sta ricevendo molti più fondi e molto più supporto che non in passato, no?”

“Sì,” ha concordato, con una smorfia. “Ed è questo il problema. L’ufficio sta andando splendidamente – ma il mio lavoro è completamente inutile. Remus è quello che fa tutto; non c’è nulla per me da fare se non mostrarmi e farmi fare foto dalla stampa, e ricevere uno stipendio che non mi sono davvero guadagnata. Sto da schifo, ma non oso lasciare, perché se me ne andassi, potrebbero tagliare nuovamente i fondi.”

“Quindi Remus ti dà delle commissioni da fare per non farti stare ferma e seduta tutto il giorno, annoiata a morte e a temperar matite?”

“Sì, esattamente,” ha confessato con sorriso tirato.

“Cosa ti piacerebbe fare?”

“Scusa?”

“Se potessi andartene dal Ministero senza far perdere i fondi ai lupi mannari; se potessi andartene e scegliere il lavoro che preferisci, cosa ti piacerebbe fare per vivere?”

S’è mordicchiata il labbro – un’abitudine nervosa che non mancava mai di distrarmi – e c’è mancato poco che non riuscissi a concentrarmi sulla sua risposta. “Non riderai?”

Ho scrollato le spalle, volevo essere onesto. “Potrei. Ma non per malizia. Non te lo sto chiedendo per prenderti in giro; te lo sto chiedendo perché voglio saperlo veramente.”

“Un compromesso accettabile,” ha concesso. “Va bene, mi manca la ricerca.”

Non sono riuscito a trattenermi; ho riso. E lei ha riso con me.

“Ridicolo, vero? Credo che Harry e Ron sarebbero più che felici nel non dover far mai più ricerche per tutta la loro vita, ma se ci sono alcuni temi che mi sono veramente venuti a nausea, mi manca esplorare le cose, capire come funzionano, mettere insieme i pezzi per trovare una soluzione. Mi è sempre piaciuta la ricerca sugli Incantesimi, capire cosa li faccia funzionare, e come diversi pezzi di incantesimi conosciuti si combinano per crearne di nuovi.”

“Una creatrice di incantesimi?” ho chiesto. “E’ questo quello che vorresti essere?”

“Sì.” Ha sorriso timidamente. “Mi è sempre piaciuta l’idea. Credi sia sciocco?”

“Per nulla,” le ho risposto, completamente onesto. “Personalmente, credo ti si addica.”

Mi ha sorriso raggiante, così radiosa che non ho potuto sopprimere il rossore. Mi sono voltato verso Teddy per nasconderlo, avvicinandogli qualche altro mattoncino con cui giocare.

“Quindi perché non lo fai?” le ho chiesto. “Per Merlino, se hai così tanto tempo libero tra le mani, potresti facilmente trovare spazio per la ricerca, nelle tue giornate. Al Ministero probabilmente non importa come occupi il tuo tempo, almeno finché ti fai vedere ogni mattina per le foto di rito.”

Lei ha scosso la testa, triste. “Non ho le credenziali. Non ho nemmeno frequentato il settimo anno, figurarsi l’aver sostenuto i MAGO con voi altri. I buoni istituti richiedono un Eccezionale ad Incantesimi e almeno un Eccezionale in una delle materie pratiche ed uno in una di quelle teoriche. Anche se pensassi di poter passare gli esami senza aver seguito i corsi – cosa che non credo – i MAGO sono tenuti solo una volta all’anno, in primavera. Dovrei aspettare fino al prossimo maggio per avere la possibilità di vedere se riesco ancora a ricordarmi tutto quello che ho studiato due anni prima, e se sono riuscita a colmare il resto di mio. Quali sono le possibilità che riesca a fare abbastanza bene e soddisfare gli standard richiesti? A me pare molto improbabile, nel migliore dei casi.”

Mi ha rivolto una vaga imitazione di sorriso. “Magari, tra cinque anni o giù di lì, le cose saranno abbastanza stabili in ufficio da permettermi di prendere un anno di pausa per tornare a scuola. Potrebbe essere un po’… strano… essere così tanti anni più grande rispetto ai miei compagni, ma ne varrebbe la pena, alla fine dei conti. Varrebbe persino l’attesa.”

Se l’Onorabile Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt avesse varcato la porta in quel momento, gli avrei lanciato contro uno dei giocattoli di Teddy. Ancora meglio se fosse stato seguito da Senza-Cervello Sfregiato e dalla Licenziosa Donnola, entrambi più che degni dall’essere tempestati da giocattoli ricoperti di saliva infantile. Quale era il problema con questi uomini? Perché si erano dati come missione personale quella di impedire ad Hermione Granger di fare anche solo una sola volta qualcosa che la rendesse davvero felice? (Perché lei permettesso loro di calpestare i suoi desideri quando lei è chiaramente superiore a loro e alle loro meschine tirannie sarebbe un’altra domanda valida – ma naturalmente, preferisco scaricare la colpa sugli altri.)

“Nel frattempo,” ho replicato, fingendo un sorriso (molto meglio di quanto non ci fosse riuscita lei, naturalmente), “che cosa sei riuscita a ‘colmare’ di tuo?

“Beh…,” i suoi occhi si sono illuminati e lei si chinata verso di me. “E’ tutto puramente teorico a questo punto, perché non ho i mezzi per poterlo testare, ma ho alcune idee su come adattare il Continuum di Gunning per poter…”

E, facile come bere un bicchier d’acqua, lei è partita a tutta, a parlare delle sue ultime ricerche e teorie con un entusiasmo contagioso. Era semplicemente adorabile con le gote arrossate e lo sguardo vivace, mentre parlava con foga e gesticolava con le mani per mostrare le sue conclusioni – così affascinante, infatti, che per un attimo ho avuto paura di starmi distraendo troppo per riuscire ad ascoltare davvero quello che stava dicendo. Non mi sarei dovuto preoccupare. Le sue teorie era interessanti come lei, e ci siamo ritrovati subito a dibattere in lungo e in largo le sue idee.

Ho fatto alcune splendide considerazioni sul Teorema di Klasky e su come potesse entrare in gioco nelle sue idee e lei mi ha sorriso così radiosamente che ho dovuto distogliere lo sguardo per poter riprendere fiato. È stato così che mi sono ritrovato a guardare nella direzione del trespolo usato dal gufo dei Lupin.

E mi è venuta immediatamente un’Idea.

“Sai,” ho detto, con la maggiore nonchalance che sono riuscito a raccogliere, “se ti trovassi mai impossibilmente annoiata in ufficio, potresti sempre mettere su pergamene alcune delle tue idee e spedirlmele via gufo. Potrebbe non essere sempre un momento buono con Teddy per parlarne di persona-“ (ad essere precisi, Teddy aveva richiesto praticamente nulla della nostra attenzione, fino a quel momento. Ha continuato a mangiucchiare e a sistemare i suoi blocchi giocattolo durante l’intera conversazione, con i suoi capelli di un solare e felice biondo, senza nemmeno una sfumatura ad indicare che fosse affamato, o bagnato, o annoiato. Avevo abbastanza esperienza da aspettarmi che questo atteggiamento cambiasse da un momento all’altro, anzi mi ero ormai convinto che fosse la calma prima di una terrificante e disastrosa tempesta,) “- ma potremmo discuterne via gufo.”

Lei ha concordato subito, chiaramente felice della mia proposta. (L’idea di affinare le sue teorie via gufo era un’ottima idea, ma non era, naturalmente, la idea. Non era ancora pronta per conoscere già la mia Idea, ma ero fiducioso di poter orchestrare i giochi perché lei potesse trarne comunque profitto. Quello era il punto focale.)

Perso nel suo sorriso e nella mia irrivaleggabile furbizia, sono stato ridestato dai miei pensieri dalla sensazione di una mano piccola, calda ed appiccicosa che aveva avvinghiato la mia. Ho alzato lo sguardo per vedere che Teddy s’era probabilmente stancato di sistemare i suoi blocchi, e aveva decido di perseguire un altro progetto. Tirando la mia mano, l’ha trascinata fino… a lasciarla cadere sopra quella della Granger.

Ridicolamente soddisfatto del suo risultato, s’è lasciato cadere sul suo diedietro e ha gorgheggiato con gioia, applaudendo felice alla vista della mano della Granger coperta dalla mia.

Dora, naturalmente, ha scelto esattamente quel momento per entrare in casa. Ha iniziato a pronunciare un saluto, ma quando ha visto quello che stava succedendo, s’è fermata di colpo. Al rumore di una Materializzazione, avevo istintivamente allontanato la mia mano da quella della Granger, ma Teddy l’aveva avvinghiata di nuovo, e l’aveva rimessa al suo posto con decisione.

Teddy s’è girato al suono della voce di sua madre, e credo… posso quasi giurare di aver visto Dora fargli l’occhiolino.

E con quello, tutte le tessere del puzzle sono andate a posto. Improvvisamente, avevo una spiegazione per tutto che avesse senso. Avevo avuto ragione: non era un caso che la Granger continuasse a venire, e non importava cosa pensasse lei stessa, non veniva spedita qui solo per tenerla occupata. I Lupin avevano un piano in testa, esattamente come avevo sospettato. Ma ero così fissato sull’idea che fosse un piano per punirmi che non avevo mai pensato che questo fosse quello che avevano in mente.

Devo aver fatto un qualche rumore, perché sia Teddy che Dora si sono voltati a guardarmi. Lasciando perdere la differenza data dalla mancanza di denti nel caso di Teddy, mi hanno rivolto due ghigni assolutamente identici. La conferma.

Il piano che avevano in mente… stavano cercando di sistemarci assieme, e tutta la famiglia era coinvolta!

To Be Continued



Ritornata dalle mini vacanze, il prossimo aggiornamento avverrà tra un paio di giorni^^
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e, come sempre, un grazie anticipato a chiunque vorrà lasciare un commento :)

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


Et voilà l'ottavo capitolo, la fine si avvicina sempre più^^

Un grazie enorme a:
Emily Doe (aka, Moglia!), visto che non hanno cancellato? XD L'ermafroditismo è così plagiato di questi tempi, io fossi in Daphne protesterei u.u Aveva il diritto alla primogenitura, lei (o lui, o quel che l'è) u.u XD ♥
mary0094, Tonks, come dice giustamente dice Draco, deve essere almeno per metà una persona decente, ecco XD E il ragazzo nostro sta imparando, riuscirà a vincere la ragazza? XD Grazie^^
ashara, Draco sa essere fantasioso nelle sue teorie XD grazie mille! :)
Sana chang, Eccomi qui XD Ora si riprende con la solita cadenza fino alla fine^^ Una settimana e poco più ed è finita^^ Grazie ancora :)
Senboo_ Grazie mille :P Mi dispiace per Tonks^^ Spero si riprenda un po' dopo questo capitolo :P
falalula, grazie per il bentornata :P Ma il punto è... i discorsi di Draco faranno sciogliere Hermione? XD
merryluna, Manu :wub: E' vietato tutto, don't worry XD Chissà come reagirebbe Blaise a scoprire certe cose :unsure: XD *no comment sulla Giunti u.u* :wub:


Dal diario di Draco Malfoy, 11 agosto 1998 – seconda parte

Far mettere assieme. Far, mettere, assieme. Prendere una coppia e farla mettere… assieme. Far mettere assieme me e Hermione Granger. La mia mente trasale al solo pensiero.

Sì, e c’è qualcosa di male se fosse un trasalimento piacevole? Il mio intero mondo è stato capovolto! Ancora! E tutti questi ribaltamenti mi stanno lasciando maledettamente confuso. Merlino, quando i Lupin hanno garantito per me al processo, mica avevano pensato di informarmi che la mia vita con loro sarebbe stata una corsa su un ottovolante. (O l’hanno fatto? Hanno detto qualcosa al giudice sul riformare… ma io ho sempre avuto l’impressione, da Papà Caro, che il ‘riformare’ avesse a che fare con donazioni a enti di carità, non ad alcun tipo di effettivo cambiamento di me stesso, della mia vita, o del mio modo di pensare.)

Tutto quello che ho sempre saputo o creduto o compreso su Come il Mondo Va è stato gettato alle ortiche in questi ultimi pochi mesi, ma non avrei mai pensato… c’è una cosa da dire, è possibile, è anche solo concepibile che dopo avermi portato via tutto quello a cui abbia mai dato valore e avermi imposto tutto ciò che mai avrei pensato potesse piacermi, la prossima sorpresa che il fato ha in serbo sia darmi qualcosa che ho a mala pena ammesso con me stesso che volessi?

Una coppia. Io. E Hermione Granger. Non essere solo. Non essere mai più solo. Essere felice, e contento, e amare ed essere amato, e avere tutto questo con Hermione Granger. È anche solo possibile? Senza provocare il congelamento dell’inferno e la caduta del cielo?

Mi sono detto che non avrei mai potuto averla. Cazzo, per i primi anni ad Hogwarts, avevo talmente tanto chiuso la mente che non avrei nemmeno creduto che potessi volerla. C’è voluto il Ballo del Ceppo perché iniziassi a capirci qualcosa. Prima di allora, lei era quasi un concetto astratto. Apparteneva a Potty e alla Donnola, no? Non avrebbe potuto essere più intoccabile. Prendete l’esempio del bambino davanti al negozio di dolci ed estremizzatelo: la porta del negozio non è semplicemente chiusa, è sbarrata, e quei due sono gli unici che possono entrarci. E così è come era e come sarebbe sempre stato.

Ma poi s’è presentata al ballo con Viktor Krum. Era la sua ragazza. Fenomenale e catastrofico, tutto in uno. Significava che qualcun altro, oltre a Potter e Weasley, avrebbe potuto avere una possibilità con lei, e come prima scelta per quel momento speciale, lei si era scelta quella faccia-da-scarafaggio, piedi-da-anatra di bastardo straniero che non sapeva nemmeno pronunciare correttamente il suo nome, e la cui unica dote che poteva redimerlo era la sua incredibile abilità in un gioco per cui lei non avrebbe dato uno zellino.

Okay, va bene, lo ammetto; era un piccolissimo fan di Krum prima di quell’episodio, e va bene, quando è arrivato a Hogwarts, può essere che fossi felice di poterlo incontrare. Andiamo, sono un mago. Gli unici maghi a cui non piace il Quidditch sono o checche o Nati Babbani, e persino alcuni di quest’ultimi hanno il buon senso di dare all’unico vero sport quel che gli è dovuto. Quindi, sicuro: ammiravo Krum. Ammiravo le sue capacità, ecco. Il suo talento. Non il suo inesistente appeal o cervello. Quel ragazzo non aveva grazia, né maniere, non sapeva conversare, tolte quel paio di frasi farfugliate che si sforzava di spiccicare quando era assolutamente necessario. Se non fosse stato il miglior Cercatore che l’Europa avesse visto in un secolo o quasi, nessuno gli avrebbe dato mezzo zellino.

Eppure s’è presentato al ballo (quasi irriconoscibile, senza quel suo perenne cipiglio) con al braccio Hermione Granger. E lei aveva un sorriso sulle labbra che mai avevo visto prima, e sì che l’avevo osservata parecchio. Sapevo che non le interessava che fosse famoso. Non era impressionata dalle sue doti di giocatore di Quidditch o dal suo ruolo come campione del TreMaghi. E apparentemente non le importava neppure che avesse lo stesso carisma di un calzino sporco, e capelli e ciglia che sembravano pronte a cadere da un momento all’altro dalla sua testa. Quindi, visto che non l’aveva chiaramente imbambolata per via del suo celebre status, o con il fascino che non aveva, sembrerebbe che tutto quello di cui abbia avuto bisogno per mettersi al braccio Hermione Granger al ballo sia stato chiedere.

E questo significa che se le cose fossero state differenti, allora, magari, io avrei potuto…

Fottutamente inutile pensare a cose simili, Merlino. Un mondo intero di cose sarebbero dovute essere diverse, e la maggior parte di queste (i suoi genitori, i miei genitori, le nostre case, gli amici, la storia pregressa, ecc) non si sarebbero potute cambiare. Ma inutile o meno, ho passato i due anni successivi torturandomi con quei pensieri ogni volta che la vedevo catturare l’occhio di qualcun altro. Quei maghi (e credetemi, ce n’erano più di una manciata; i bastardi) avrebbero potuto – se avessero voluto avventurarsi contro Potter e Weasley – corteggiarla, flirtare con lei, cazzo, persino farla innamorare (se fossero stati fottutamente fortunati), mentre io non potevo.

È stato un sollievo quando sono fuggito da Hogwarts con Piton, alla fine del sesto anno. Quella dannata scuola non ha fatto altro che darmi infelicità, umiliazioni, e confusione, e nel contempo ha estirpato via tutto quello in cui volevo credere. Era di un certo conforto sapere che una volta che mi sarei unito a Voldemort, non avrei mai più dovuto fronteggiare quella ambiguità. Avrei scelto la mia parte, le linee sarebbero state tirate, e – morte o gloria – il mio destino sarebbe stato sancito.

Ovviamente, non è andata come avevo programmato. E ora ecco qui Hermione, di nuovo; Hermione, come sempre, ad impicciarsi nella mia vita completamente ignara di che tormento si lasci alle spalle, mentre io tento di capire che cavolo mi faccia.

E quindi cosa dovrei fare io ora? Accondiscendere alle macchinazioni della famiglia Lupin? Cedere ogni tipo di controllo e lasciar che programmino la mia vita come meglio aggrada loro? Sarei capace di lasciarmi completamente andare? Come posso sapere che alla fine ne valga la pena? Io sono quello che ha esperienza nel campo macchinazioni, in questa famiglia, e non avrei mai sognato… Non mi sarei mai permesso di sperare di poter… E se nemmeno io riesco vedere una strada per rendere questo realtà, come possono vederla loro? Cosa hanno davvero in programma per me? Dovrei esserne felice? Arrabbiato? Un po’ e un po’ contemporaneamente? (E’ possibile essere un po’ felici e un po’ arrabbiati contemporaneamente? Magari è questo quello che sento: questa strana sorta di miscuglio tra confusione e irritazione e speranza e… )

Parlando del diavolo… ecco mia cugina che bussa alla porta. Una fortuna, davvero. È un momento buono come ogni altro per mettere le cose in chiaro, prima che tutte queste domande mi facciano impazzire. Ho bisogno di risposte e se questo implica che debba sottopormi a un ridicolo confronto e ad essere imbarazzantemente Griffondorico per ottenerle, allora che sia così. Userò l’intimidazione, e senza dubbio mi confesserà tutto nel giro di secondi.

E per risparmiarmi il tempo di riscrivere tutto dopo, Registra.

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Draco? È ora di cena. Non hai sentito che ti chiamavo?”

Il Mio Splendido Io: “Cosa state tentando di fare?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Um… mangiare? Non è quello che facciamo di solito a quest’ora della giornata?”

Il Mio Splendido Io: “Hai fatto l’occhiolino a Teddy. Prima. Ti ho visto.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “E se mi avessi visto un minuto fa, mi avresti visto fare strane facce e trasformare il colore del mio naso in verde per farlo ridere.”

Il Mio Splendido Io: “Stai complottando qualcosa; non cercare di nasconderlo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Trasformare il colore del mio naso in verde significa che sto complottando qualcosa?”

Il Mio Splendido Io: “L’occhiolino! Spiega l’occhiolino.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Fare l’occhiolino significa che sto complottando qualcosa?”

Il Mio Splendido Io: “Sì! Non tentare di negarlo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Negare l’occhiolino?”

Il Mio Splendido Io: “Negare il complotto.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Stavo complottando di fare l’occhiolino?”

Il Mio Splendido Io: forte ed inarticolato gemito – probabilmente indice di frustrazione “Smettila di parlare in circolo! Dannazione, non dovresti essere capace di farlo!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Fare esattamente cosa?”

Il Mio Splendido Io: “Eludere le mie domande per capire cosa stia succedendo!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “E come sta andando?”

Il Mio Splendido Io: “Malissimo. Ed è tutta colpa tua!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Giusto. E cosa sarebbe esattamente tutta colpa mia?”

Il Mio Splendido Io: “Il tuo complottare! Il tuo fare l’occhiolino!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Draco, calmati. Stai diventando isterico.”

Il Mio Splendido Io: “Io non sto diventando isterico!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Vuoi vedere il mio naso trasformarsi in una proboscide di elefante?”

Lungo momento di silenzio

Il Mio Splendido Io: “Cosa?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Ho chiesto se volessi –“

Il Mio Splendido Io: “Perché diavolo dovrei voler vederti trasformare il naso in una proboscide di elefante?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Il linguaggio; Teddy potrebbe sentirti.”

Il Mio Splendido Io: “Giusto, devo lavorare sull’ampliargli il vocabolario. Perché fottuto, maledetto, cazzuto diavolo dovrei voler vederti trasformare il naso in una proboscide di elefante?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Beh, non c’è bisogno di essere volgare.”

Il Mio Splendido Io: un quieto suono inarticolato – probabile indice di esasperazione che non può essere espressa a parole. “Hai intenzione di rispondere alla mia domanda?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Credevo potessi pensare fosse divertente vedere il mio naso trasformarsi in una proboscide di elefante. Fa sempre ridere Remus. Serve per rompere la tensione. Sembravi nervoso.”

Il Mio Splendido Io: “Non quella domanda!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Allora quale domanda?”

Il Mio Splendido Io: “L’occhiolino, dannazione. Spiega l’occhiolino!”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Draco, ascoltami. Non. Ho. Idea. Di. Cosa. Tu. Stia. Parlando. Davvero, non la ho. Che occhiolino?”

Il Mio Splendido Io: “Ma io pensavo… Ero così sicuro che…”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Merlino, sei davvero giù, eh? Che c’è, Draco? Che cosa pensavi?”

Il Mio Splendido Io: “Pensavo… Pensavo che tu e Teddy – e Remus, anche, per essere precisi – stesse complottando per far mettere insieme me e He- la Granger.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Oh. Quello.”

Il Mio Splendido Io: “No, non toccarlo, finirai con il –“ rumore di oggetto che va in frantumi “-romperlo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Oh, fa nulla. Non ho rotto gli ingranaggi dell’orologio. Ticchetta ancora. È solo la cornice che è un po’ ammaccata – e si sistema subito con un Reparo. Ecco fatto, visto? Ma Remus si starà probabilmente chiedendo che fine abbia fatto, quindi io comincio ad andare e tu ti unisci a noi quando -”

Il Mio Splendido Io: “Smettila, Dora.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “S-smettere cosa?”

Il Mio Splendido Io: “Smettila con le tattiche di ritirata. Cinque minuti fa, eri seduta qui di fianco a me a voler sapere cosa mi stesse angosciando, ma l’istante in cui te l’ho detto, sei scattata dall’altra parte della stanza, hai iniziato ad evitare di incrociare il mio sguardo, e a rompere le mie cose.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Non l’ho rotto di prop-”

Il Mio Splendido Io: “Lo so che non l’hai fatto. Ma ti sei allontanata da me di proposito… perché non volevi che potessi vedere la tua espressione. Il che significa che ho ragione, no? Voi tre: voi state tentando di farmi mettere con Herm- la Granger.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Beh, non direi che Teddy abbia organizzato qualche grande piano…”

Il Mio Splendido Io: “Non farlo; non girare attorno alla questione. Devi dirmelo. Ti prego, devo saperlo. State tentando di far mettere assieme me ed Hermione.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Io… noi…” profondo respiro “Sì.”

Il Mio Splendido Io: “Oh.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Draco? Um… sembri un po’ pallido. Stai… stai iperventilando? Draco? Draco! Piano, respira, piano. Andiamo, Draco, segui il mio respiro. Dentro… e fuori. Dentro… e fuori.”

Il Mio Splendido Io: “Sto… sto bene.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Sicuro che stai bene. Il tuo viso sembra sempre formaggio vecchio di una settimana.”

Il Mio Splendido Io: “Ho un incarnato perfetto, io.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Di solito? Sì. Ora? Sei un po’ verdognolo, ecco. E giusto per la cronaca, è un po’ sconcertante che tu riesca a dire frasi come ‘incarnato perfetto’ quando fino a un minuto fa riuscivi a mala pena a respirare.”

Il Mio Splendido Io: “Non esiste Malfoy troppo debole per difendersi dalla diffamazione.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Quindi consideri… diffamatorio dire che tu ed Hermione potreste essere felici insieme?”

Il Mio Splendido Io: “No, considero diffamatorio paragonare il mio viso a formaggio vecchio di una settimana. Dire che io ed Hermione potremmo essere felice assieme… non è degradante; semplicemente non è vero.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Non credi che lei possa renderti felice?”

Il Mio Splendido Io: “Non ho detto questo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “E ora chi è che sta distogliendo lo sguardo? Draco, non c’è bisogno che controlli l’orologio; dovresti aver imparato che i miei Reparo sono perfetti. Se continui a controllarlo così, va a finire che lo farai cad-“ rumore di oggetto in pezzi “- cadere. Hah! Visto? Non sono l’unica. Reparo.”

Il Mio Splendido Io: “Grazie.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Nessun problema. Davvero. So fare un Reparo anche mentre dormo. L’ho fatto davvero; chiedi a Remus.”

Il Mio Splendido Io: “Remus, che si starà probabilmente chiedendo cosa ci stia trattenendo così a lungo. Dovremmo scendere ed unirci a lui.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Scordatelo; se io non posso usare il mio stesso marito come scusa per uscire da una conversazione, allora non puoi certo farlo tu. Che c’è, Draco? Perché dovresti dire una cosa del genere?”

Il Mio Splendido Io: “Una cosa, cosa?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Non ti serve a nulla eludere la domanda; sappiamo entrambi che tu sai esattamente a cosa mi riferisco.”

Il Mio Splendido Io: “E la risposta dovrebbe essere dannatamente ovvia, no? Pensaci, Dora. Tutta la mia vita; quando mai ho reso qualcuno felice?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Oh, Draco, è questo quello che pensi?”

Il Mio Splendido Io: “E’ quello che so.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Non è vero; davvero non lo è –“

Il Mio Splendido Io: “Non lo è? Guarda bene la mia vita. Quando sono nato – non è andato bene nemmeno quello. Mia madre voleva una bambina. E chi può darle contro? Il Signore Oscuro era al suo apice; ogni figlio di un Mangiamorte avrebbe dovuto onorarlo, ma ogni figlio maschio avrebbe dovuto servirlo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Tuo padre -”

Il Mio Splendido Io: “Il mio caro padre mi ha considerato un fallimento fin dall’inizio. Ho setacciato quei ricordi, tempo fa, e sai cosa ho trovato? Le prime parole di mio padre, quando mi ha visto: “Un marmocchietto pelle e ossa, eh? Che delusione.” E quello è stato il tema della mia infanzia. Non era mai arrabbiato con me, era sempre deluso. Deluso che non abbia mostrato alcun segno di magia fino ai cinque anni. Deluso che fossi tanto debole da piangere quando caddi dalle scale e mi ruppi una gamba. Deluso che Potter mi mettesse in ombra, e che Hermione prendesse voti migliori dei miei, e che Moody – il falso Moody – mi prendesse in giro e mi trasformasse in un furetto davanti a mezza scuola. ‘Una tale delusione, Draco, che tu abbia permesso di svergognare il nome dei Malfoy in un simil modo. Una tale delusione – che tu sia di tale stoffa.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Draco, no—”

Il Mio Splendido Io: “E mia madre… oh, lei non l’ha mai detto; non avrebbe mai detto nulla che potesse ferirmi, ma so di aver deluso anche lei. Ogni volta che ho tentato di fare il duro, e il freddo, e il forte; ogni volta che ho tentato di far sì che mio padre fosse orgoglioso di me – lei si è sempre scostata da me un poco ancora. Ho deluso mio padre, ma probabilmente ho infranto il cuore di mia madre. Infranto anche il cuore di Pansy, se si crede alle assurdità che ha blaterato alla stampa.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “E io non ci credo. Come hai detto tu, è pura idiozia. Pansy sta piangendo la sua possibilità perduta di essere la signora del maniero. È il suo orgoglio ad essere stato ferito, non il suo cuore; e la sua vanità difficilmente si può considerare colpa tua.”

Il Mio Splendido Io: “Ne sei sicura? Io no. Oh, non hai torto quando dici che si tratta di orgoglio per lei, ma chi può biasimarla? Io sono quello che le aveva detto che quello era quanto avevo da darle. Il giorno in cui sono diventato maggiorenne, le ho fatto scivolare l’anello di fidanzamento al dito, e non le ho detto che l’avrei amata per sempre. Non le ho detto che l’avrei resa felice. Le ho semplicemente detto che l’avrei fatta… come hai detto? La signora del maniero? Ecco. Questo è quello che lei ha accettato, perché era tutto quello che avevo da offrire. Questo è tutto che ho sempre avuto da offrire, e ora non ho più nemmeno quello.

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Hai te stesso da offrire; ed è più che sufficiente per chiunque ti a-”

Il Mio Splendido Io: “Chiunque mi ami? Chi vorrebbe amarmi? Chi potrebbe amarmi? Ogni amico che abbia avuto – sono morti ora, o in galera, e sono stato io ad aprire la strada, no? Sempre così determinato ad essere il leader: ho condotto i miei amici sull’orlo del precipizio. Ferire le persone è la mia migliore abilità, non lo sai? Famiglia, amici, nemici; è lo stesso per me. Le cose che ho fatto all’irreprensibile Trio al primo, al secondo… ad ogni anno, sinceramente, fin da quando avevo undici anni – ho diciotto anni ora, che significa che ho avuto sette anni buoni per ferirli. Per ferire Hermione. Per ferire ogni persona che abbia incontrato.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Fai felice Teddy. Lo fai felice ogni singola mattina solo entrando nella sua stanza.”

Il Mio Splendido Io: “Gli do da mangiare, lo cambio, gli passo i giochi da mordicchiare e sparpagliare, e gli lascio sentire orribili canzoni cantate da un dinosauro viola. Questo è tutto quello che devo fare per renderlo felice. Ha otto mesi e mezzo. Non ci vuole molto.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Tu odi Barney.”

Il Mio Splendido Io: “Sì, perché è idiota e irritante. Ma insegnerò il buon gusto a Teddy quando sarà più grande.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “No, Draco, non stai guardando nella giusta prospettiva. Tu odi Barney, ma lo ascolti tutti i giorni perché fa felice Teddy. Questo è quello che hai da offrire.”

Il Mio Splendido Io: “Cosa, la mia miseria? Hermione Granger, la strega più brillante della nostra era, una dei salvatori del mondo magico, la Ragazza d’Oro della nostra società, e la più bella, desiderabile… Dicevo, Hermione Granger, a cui basta un gesto per avere qualsiasi mago di tutta Londra ai suoi piedi in un battito, vorrebbe me per la mia miseria?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Ti vorrà per te, amare significa che sei disposto a fare qualunque cosa per rendere chi ami felice. Anche se rende te miserabile. Ti vorrà perché hai molto più da offrire di quanto non avessi un anno fa – non meno – perché un anno fa, non sapevi amare così, e ora lo sai. E tutti quegli altri ragazzi che vogliono stare con lei perché è famosa, o perché lei può rendere loro famosi, o perché è una ‘sfida’ da vincere, non possono reggere contro di te, perché tu non vuoi stare con lei, a meno che tu non possa renderla felice.”

Il Mio Splendido Io: “Io… io…”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Tu sei finalmente cresciuto, Draco, e non posso nemmeno dirti quando orgogliosa io sia. Davvero. Questo è il motivo per cui io e Remus abbiamo deciso di prenderti con noi: perché questa è la persona che pensavamo tu avessi il potenziale di diventare. Congratulazioni, cugino. Oggi sei una penna stilografica.”

Il Mio Splendido Io: “Sono cosa?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Scusa. Battuta Babbana. Battuta ebraica, per essere precisi. Non sono sicura di dove l’abbia scovato. Forse da Goldstein, che è stato trasferito dal Dipartimento di New York. Huh. In ogni caso, significa che ora sei un adulto.”

Il Mio Splendido Io: “Lo sono? Ne sei sicura? Non mi sono sentito più così confuso da quando ero un bambino. Un bambino molto piccolo.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Sicurissima che significhi che tu sia un adulto innamorato. Ma non devi preoccuparti; ce ne occuperemo io e Remus.”

Il Mio Splendido Io: “Quindi voi due state complottando.”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Oh, diavolo, sicuro. E andremo a tutta velocità quando riferirò questa conversazione a Remus. È un romanticone, sotto sotto. Troverà il doppio di stupide scuse per mandare qui Hermione in un baleno.

Il Mio Splendido Io: “Non ho molta voce in capitolo, eh?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Nessuna. Rilassati e divertiti. Faremo te e Hermione felici prima che possiate aprire bocca.”

Il Mio Splendido Io: “Non sono ancora convinto che lei-”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Lo sarà. Fidati. Vedrà quello che tu hai da offrirle. La forza è potente in te, figlio mio.”

Il Mio Splendido Io: “Battuta Babbana?”

La Mia Infinitamente Irritante Cugina: “Battuta Babbana.”

To Be Continued



Per delucidazioni su “Sei una penna stilografica”, basta chiedere :P

Tra un paio di giorni il terz'ultimo capitolo :)

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Capitolo 9
*** Capitolo Nono ***


Ed ecco qui anche il terz'ultimo capitolo^^
Grazie mille a Emily Doe (Moglia! *cosuccio con Incanto anti-evanesco incorporato*), a mary0094, a Caillean, a Senboo_ e a falalula per i commenti e i complimenti :)
Sul "Sei una penna stilografica" dello scorso capitolo, ammetto che prima di questa fic non sapevo nemmeno io a cosa si riferisse, ma poi mi sono informata XD In pratica, nella tradizione ebraica c'è una festa, chiamata "bar mitzvah" per i ragazzi e "bat mitzvah" per le ragazze, che segna il passaggio all'età adulta. In questa festa tradizionalmente il festeggiato tiene lunghi discorsi su come sia cresciuto e maturato e gli vengono donati cibo e regali. Non si sa bene perché ma, specialmente tra gli ebrei americani, è nata l'abitudine di regalare sempre in questa occasione una penna stilografica (segno che d'ora in avanti il festeggiato potrà firmare da solo i propri documenti, ecc) e per questo è nata la battuta "Today I'm a fountain pen" ("Oggi sono una penna stilografica") per dire "Today I'm an adult" ("Oggi sono un adulto").
La cosa importante da non dire a Draco è che solitamente questa festa si tiene quando il ragazzo/a compie tredici anni XDDDD

Grazie ancora e buona lettura^^



Dal diario di Draco Malfoy, 1 Settembre 1998

Sono andato a far visita a mia madre, per il suo compleanno. Compleanno (solo il suo compleanno; non ho il permesso di vederla per il mio) e Natale: queste sono le uniche occasioni in cui posso andare a trovarla. Due visite all’anno e un gufo al mese: questo tutto il contatto che avremo per tutta la durata della sua sentenza. La corte mi ha informato che dovrei essere grato che mi sia stato permesso tanto. (Posso mandare e ricevere solo tre gufi all’anno da mio padre, e nessuna visita di persona finché non avrò finito di servire la mia, di sentenza. A quanto pare, la corte crede che il semplice passare del tempo in presenza di mio padre sarebbe sufficiente ad interferire con la mia riabilitazione. Per mio disappunto, devo ammettere che probabilmente abbiano ragione.)

L’ultima volta che l’avevo vista è stato in tribunale, quando è stata condannata a quindici anni di prigione. Non le avevano permesso di rimanere per assistere al mio processo o alla mia sentenza, che è un gran peccato; avrei dato qualunque cosa per vedere la sua reazione al proporsi come garanti per me di Dora e Remus. L’imperturbabilità di mia madre è quasi da professionismo, ed ho imparato presto, nella mia vita, che nulla di meno che una catastrofe avrebbe distrutto la sua calma granitica. Uno dei miei giochi preferiti da bambino era cercare di provocare una reazione genuina. In tutta la mia vita ci sono riuscito per un grandioso totale di una volta – quando sono tornato a casa dopo il mio primo incontro con il Signore Oscuro e l’ho informata che mi era stato ordinato di uccidere Silente. In quell’unico momento, la sua guardia abbassata, sono riuscito finalmente a vedere con la cristallina chiarezza di un giorno di sole che mia madre mi amava – e che era terrorizzata, perché assolutamente certa che avrei fallito.

Al tempo, stavo passando attraverso una fase particolarmente arrogante e idiota, volando alto sull’onore di un’udienza con il Signore Oscuro e sull’automatica importanza che veniva con l’essere il signore del Maniero, grazie all’imprigionamento di mio padre. Dato lo stato del mio cervello, non dovrebbe essere una gran sorpresa scoprire che non fui per nulla contento della reazione di mia madre. A mala pena notai l’amore; tutto quello che vidi fu il dubbio, l’incredulità che potessi essere capace di fare quello che andava fatto. Dopo aver atteso sedici anni per ottenere una sua genuina reazione, ero terribilmente deluso di aver infine visto il suo credere che fossi troppo incapace per tirar le fila di quanto assegnatomi. La rabbia si sommò all’arroganza, e per quando fui pronto a tornare a scuola, ero completamente sicuro che l’avrei smentita e che quando fosse giunto il momento, avrebbe imparato che non avrebbe mai avuto mai motivo di aver paura che mi mostrassi un uomo meno brutale, fiero e implacabile di mio padre.

Non mi sovvenne fino a molto tempo dopo che anche quello era uno dei motivi per cui era terrorizzata.

Il ricordo del suo amore mi è tornato in mente solo più avanti, quando stavo, tra tutte le cose che potessi fare, svuotando il mio cuore a Mirtilla Malcontenta. La fase dell’arroganza era da tempo passata, e mi stavo rapidamente avvicinando a quella della disperazione totale. Non ero più arrabbiato con mia madre per non aver creduto che fossi capace di completare il mio compito, ero semplicemente triste e impotentemente certo che avesse sempre avuto ragione. Stavo per fallire, e tutte le conseguenze del fallimento, che non avevo mai considerato prima, mi stavano accerchiando da tutti i lati. Quello è stato il momento in cui ho finalmente ricordato l’amore negli occhi di mia madre in quel giorno, e riconobbi la verità per quello che era: mia madre non voleva che fossi quel tipo di uomo che uccide qualcun altro con nessun altra ragione che quella di seguire la volontà di qualcun altro ancora. Non voleva che fossi come mio padre. Voleva che fossi il ragazzo che amava: un ragazzo che non era capace di fare una cosa del genere, e che mai lo sarebbe stato. Quando fui davanti a Silente, in cima a quella torre, potei vedere il mio futuro diramarsi davanti a me in due sentieri distinti, rendendo piuttosto evidente come fosse ormai giunto il momento di fare una scelta. E mentre la prendevo, pensai a mia madre, che mi guardava con assoluto e sincero amore.

Avrei davvero voluto parlare in seguito, ma non ne ebbi l’opportunità. Per quando tornai a casa, Voldemort aveva completamente in saldo la sua posizione di nostro padrone, pronto a farci danzare al suo ritmo come marionette attaccate a un filo. Non sarebbe mai stata possibile una conversazione privata senza avere una mezza dozzina di famelici origliatori, cosa che ha portato mia madre a raggiungere nuove vette di circospezione. E in ogni caso, non c’era concesso molto tempo “in famiglia” – il Signore Oscuro disdegnava apertamente l’idea che potessimo voler passare del tempo assieme; che avessimo una lealtà al nostro sangue che andava oltre la nostra alleanza con lui. Gran cosa che questo gli sia ritorto contro: non gli è mai passato per l’anticamera del cervello che mia madre potesse mentirgli su Potter solo per aver la possibilità di mettermi in salvo.

Naturalmente, non ho scoperto nulla di tutto questo fino al suo processo. Siamo stati arrestati sul campo dell’Ultima Battaglia e spediti in ali differenti della prigione, quindi ho sentito la storia solo quando Potter stesso l’ha raccontata al suo processo. Non ho avuto in quel momento molto tempo per analizzarla; stavo ancora rimuginando i fatti nella mia testa, quando l’udienza si è conclusa, e mia madre è stata condannata a quindici anni. Gli Auror stavano aspettando di portarla via, e la corte stava aspettando di iniziare il mio processo, quindi abbiamo avuto solo un minuto o due per un saluto semiprivato.

La conoscevo abbastanza bene da non aspettarmi un addio strappalacrime. Non si poteva sapere a cosa sarei stato condannato io o quel che mi sarebbe successo fino a che non ci fossimo visti di nuovo, ma nonostante questo, mia madre non avrebbe mai fatto un qualche tipo di scenata strappalacrime quando c’erano altre persone a guardare. Quindi, non mi sono sorpreso di molto, quando mi ha dato un quieto buffetto sulla guancia e mi ha detto di prendermi cura di me e di stare lontano dai guai, come se mi stesse vedendo in partenza con l’Hogwarts Express. Ma quando s’è alzata – con la schiena agli Auror, a guardare solo me – ho visto di nuovo quell’espressione nei suoi occhi. Non c’era paura questa volta; solo amore.

E quella è stata l’ultima volta che l’ho vista, fino ad oggi.

L’ho sentita, naturalmente. Un gufo da parte sua è arrivato puntualmente al quindici di ogni mese, dandomi qualunque minima novità che avesse e rispondendo a qualunque cosa le avessi scritto io nella lettera del mese precedente. Come al processo, anche la nostra corrispondenza era rimarchevolmente simile a quella che avevamo quando ero a scuola. La differenza più eclatante era quanto soddisfatta sembrasse della vita in prigione. A dire la verità, dopo essere stata allevata come una Black, era stata sposata come una Malfoy, essere stata miserabile come serva di Voldemort, credo trovasse la prigione piuttosto rilassante. La vita di galera, a parte la dubbia qualità del cibo e il suo sconforto per quanto riguarda il vestiario, sembra esserle piuttosto congeniale.

Naturalmente, non ho potuto fare a meno di chiedermi se l’apparente tranquillità fosse semplicemente il sintomo di un problema ben maggiore. Mi stavo quasi aspettando, quando sono finalmente andato a vederla, di trovarla a parlare con un amico immaginario, o con le scarpe in testa a mo’ di cappello. (Sanità mentale non è mai stata un punto di forza del clan Black.) Sono stato felice – ma ancora un po’ guardingo – nel trovarla, per tutte le apparenze, calma e coerente quando sono arrivato, questa mattina.

“Draco, caro,” mi ha accolto, senza alzarsi, inclinando una gota per essere baciata, quando sono entrato nella stanza per le visite, “desideravo tanto vederti. Mi sembri stare bene.”

I miei occhi si sono inaspettatamente inumiditi alla sua vista (senza dubbio a causa di una qualche particella di polvere impazzita nell’aria). Ascoltando la sua voce, potevo quasi credere di essere ancora nel salotto per il the del pomeriggio al maniero, ad incontrarla per far merenda insieme. Poi ho sbattuto le palpebre, e una volta ancora mi ritrovai nella sala per le visite della prigione (dipinta in un deprimente color grigio) mentre mia madre era seduta in una sedia dallo schienale alto in metallo, con indosso sformati abiti da galera… ma con la grazia di una regina, e seduta con la perfetta postura di chi è seduto sul proprio sgangherato trono. Ha sempre avuto classe.

“Salve, madre,” ho risposto, baciandole con rispetto una guancia. “Buon compleanno. T’ho portato i tuoi dolcetti preferiti.” Ho deposto una scatola di cioccolatini sul tavolo, presi nella cioccolateria di Parigi che ha sempre amato. (Remus li ha comprati per me.) Volevo portarle qualcosa che potesse godersi sul momento; non sapevo se le fosse permesso riportare qualsiasi regalo nella propria cella.

“Che pensiero gentile; grazie, caro,” ha replicato, mentre con lenta pacatezza apriva la scatola per scegliere un cioccolatino con grande cura. “Ne prendi uno anche tu?”

Declinare del buon cioccolato è contro i miei principi, per cui ho allungato subito una mano verso la scatola. Scegliendo un dolcetto a caso, non sono riuscito a trattenere un respiro quando mi sono reso conto di averne tirato su uno al caramello; i miei preferiti. Pura dolcezza, ma con un certo retrogusto forte, che ti costringe a prenderti il tuo tempo per potertelo godere al meglio. Cosa che mi ricordava…

“Madre, qual era il nome di quel mago che conosceva mio padre-” non sono riuscito a trattenere una smorfia. Era uno degli eufemismi preferiti da mio padre. Si riferiva sempre al ‘mago che conosco’ di quel consiglio d’amministrazione o alla ‘strega che conosco’ di quest’altro ufficio governativo. Suppongo che considerasse volgare riferirsi a queste persone come ai ‘maghi che compro e pago per raggiungere quel che voglio nei termini che preferisco’, “- che lavora all’Istituto Einsohn? Sai a chi mi riferisco? Quello con la barba brizzolata e un’infinita collezione di cravatte gialle?”

“Geoffrey Corrigan?”

“Ah! Sì, quello. Continuavo a pensare a ‘Corqualcosa’, ma non mi veniva in mente. Sapevo di esserci vicino, però.”

S’è accigliata un poco. “Hai qualche sorta di… problema, Draco?”

Sapevo, naturalmente, a cosa si riferiva. L’Istituto Einsohn esiste per un'unica ragione: risolvere problemi. Raduna i migliori maghi cervelloni viventi nella Gran Bretagna, e alcuni dei migliori al mondo. Accetta ‘problemi’ dai singoli e dalle istituzioni, lavorando per trovare, adattare o inventare delle soluzioni appropriate. Naturalmente, data la loro reputazione, sono sommersi da problemi di tutti i tipi,cosa che significa la necessità di avere un aggancio interno se si vuol vedere il proprio problema risolto in un qualche punto della propria esistenza terrena. Mio padre ha sempre trovato che ampie somme di denaro fossero efficaci per ritrovare i suoi problemi in prima linea. “No, madre; non un problema. Anzi, ho una soluzione che credo possa essere vantaggiosa per tutti. Ma considerando la situazione,” il mio sguardo a soffermarsi brevemente sulle pareti della prigione, “pensavo che qualcuno che avesse conosciuto mio padre potesse essere più disposto a concedermi un’udienza imparziale.” Sì, io ero stato comunque condannato, e il nome dei Malfoy era più che un poco impolverato, ma chiunque fosse stato comprato da mio padre nei tempi andati doveva avere abbastanza pragmatismo per essere disposto, almeno, a starmi ad ascoltare. I soldi dei Malfoy c’erano ancora, dopotutto, e in un paio d’anni sarei stato in grado di accedere ai forzieri di famiglia e comprarmi le mie marionette.

“Beh, sono sicura che sarà felice di poter essere d’aiuto, caro. E di sicuro, se la tua soluzione è vantaggiosa per tutti, allora sarà beneficiale anche per lui starti ad ascoltare.”

“Come penso anch’io,” ho risposto, cercando di essere il più vago possibile.

“E la soluzione è… ad un problema che sta affrontando in questo momento, senza dubbio.”

“Hmm,” è stata la mia sola replica. È sempre divertente vedere mia madre cercare di estorcere i miei segreti senza mai chiedere davvero.

“Naturalmente, con l’attuale situazione politica e sociale, oserei dire che l’Istituto stia messo di fronte a un buon numero di problemi in attesa di soluzione.”

“Naturalmente.”

“E quindi devono aver senza dubbio bisogno di trovare assistenza competente.”

“Senza dubbio,” mi sono mostrato d’accordo.

“Beh, in questo caso, sono piuttosto certa che Mr Corrigan sarà più che lieto di poter acquisire i servigi della Signorina Granger.”

Ho fatto una smorfia ed evitato con cura il suo sguardo, sapendo bene che non appena avessi guardato mia madre negli occhi, sarei riuscito a vedere il divertimento che sentivo già nella sua voce. Se fosse stata chiunque altro, sarebbe probabilmente scoppiata fragorosamente a ridere a quel punto. (Lei non era chiunque altro, naturalmente. Ha sempre considerato volgare una qualsiasi manifestazione di emozioni in pubblico. O in privato. O in qualunque altra occasione, in qualunque momento. Quell’accenno di risa nella sua voce e quel mezzo sorriso erano il massimo a cui si sarebbe spinta.)

Con nonchalance, ha preso un altro cioccolatino, gustandolo lentamente ed ingoiandolo, mentre aspettava educatamente la mia risposta. Alla fine, non sono riuscito a trattenermi più.

“Come lo sai?”

“Andromeda è piuttosto percettiva, oltre che essere una corrispondente molto diligente.”

Ero imbarazzantemente consapevole di come mi fosse appena caduta la mascella, e nonostante i comandi ancora funzionanti di quella parte del mio cervello che era ancora attiva mi stessero ricordando che probabilmente assomigliavo ad un pesce (sebbene, senza dubbio, un pesce molto attraente), sono stati necessari diversi momenti prima che riuscissi a riguadagnare abbastanza controllo da rimettermi a posto. Onestamente, uno penserebbe che mia madre avesse maggior preoccupazione per la mia salute, rispetto a quella che stava mostrando. Non può assolutamente essere salutare avere così tanti shock in un sol giorno. (Per consolarmi, ho preso un altro cioccolatino. E poi un altro ancora, dopo quello.)

Dopo un altro paio di istanti, mi sono sentito rimesso abbastanza in sesto da poter parlare. “Da quando stai corrispondendo con Andromeda?”

“Qualche mese, ormai,” mi ha risposto con calma, come se fosse la cosa più naturale del mondo fare l’amica di penna con una sorella di cui aveva ignorato l’esistenza per oltre due decadi e mezzo.

Durante la mia infanzia, mia madre non ha mai parlato di nessuna delle sue sorelle. Per la prima dozzina d’anni della mia vita, mi convinsi che fosse figlia unica. Ho scoperto di Zia Bella solo quando lei è scappata da Azkaban per atterrare sul nostro zerbino. Non ho mai saputo nulla di Andromeda fino al nostro arresto. Dora – scintillante con la sua capigliatura rosa – s’era presentata come mia cugina. Io avevo fatto parecchi passi indietro per evitare ogni contagio, e le avevo immediatamente consigliato di iniziare un trattamento per superare la sua illusione di parentele con le alte sfere, visto che chiaramente non era certo una parente mia. Solamente quando mia madre s’è fatta avanti per confermare che sì, aveva una sorella chiamata Andromeda, ho capito la verità.

“E come è… accaduto?” Ho chiesto in barba a me stesso, incapace di pensare ad un modo più eloquente di porre la domanda.

“Andromeda ha inoltrato una petizione per il diritto alla posta via gufo durante la mia permanenza, qui.” Non sono riuscito a trattenere un sorriso alla sua scelta di parole. La sua “permanenza, qui”, ovvio. Solo lei poteva descrivere la sua incarcerazione in prigione allo stesso modo di un periodo in villeggiatura. “La sua documentazione è stata approvata piuttosto velocemente e ho ricevuto la sua prima lettera non più di una settimana dopo il mio arrivo.”

Quello non avevo nessuna difficoltà a crederlo. Avendo incontrato Andromeda, ero più che certo che non aveva incontrato nessuna difficoltà ad ottenere i privilegi sulla posta via gufo. (A dir la verità, non riesco ad immaginare nessuno che possa mai dire ‘no’ ad Andromeda. Ha quel modo di fare da professoressa di scuola da far iniziare a sussultare anche il mago più distinto e a fargli balbettare ‘sì, ma’am’ e ‘no, ma’am’, e ‘me ne occuperò immediatamente io, ma’am’.) Non ha quasi mai avuto nessun problema ad ottenere quello che aveva in mente.

“E cosa aveva da dirti?” Che cosa avrebbe potuto dire qualcuno nella situazione di Andromeda dopo venticinque anni di silenzio da parte di mia madre?

Quando ho iniziato il mio soggiorno dai Lupin, ho (discretamente e sottilmente) portato su in alcune conversazioni il nome di Andromeda, solo per cercare di immaginare cosa dovermi aspettare. Stavo vivendo nella casa della sua unica figlia e del suo primo nipote, dopotutto. Sapevo che sarebbe stato inevitabile incontrarla, prima o poi, e volevo sapere esattamente quanto terrorizzato avrei dovuto essere. Ed era ovvio che sarei dovuto essere terrorizzato. C’era una lista di ragioni per cui le probabilità che gli piacessi erano minime, solo per nominare le principali: ero un Mangiamorte, mio padre era Lucius Malfoy; e, sicuramente la più pericolosa di tutte, mia madre era Narcissa Black Malfoy.

Doveva odiare i miei genitori, come avrebbe non potuto? Non solo avevano servito il Signore Oscuro che, indirettamente, aveva condotto alla morte di suo marito, ma l’avevano anche disonorata pubblicamente e permanentemente dai tempi del suo matrimonio, escludendola dagli annali familiari in maniera così indelebile che io non ero stato nemmeno a conoscenza della sua esistenza. Sapevo che aveva anche lei la sua reazione di orgoglio – non esiste un Black umile – e non potevo credere ad una buona reazione dopo essere stata mortificata dalla sua famiglia per un quarto di secolo.

Sono rimasto attonito dal suo diretto, focoso e affezionato saluto quando ci siamo incontrati la prima volta. Mi ha abbracciato come fossi un membro della famiglia ritrovato dopo lungo tempo (cosa che ero, naturalmente, ma non era comunque quello che mi sarei aspettato) e mi ha detto che i miei capelli erano esattamente come quelli di mia madre, e che lei glieli aveva sempre invidiati. Ha fatto scorrere gentilmente le sue dita tra la mia capigliatura con un piccolo sorriso sul volto, e per la prima volta m’è venuto in mente come mia madre non fosse solo la parente dal cuore gelido che non s’era mai guardata alle spalle sulla decisione di disonorare Andromeda, ma era anche la sorella di questa donna – a quanto pareva una sorella molto amata – che sentiva semplicemente la mancanza della sorellina, per non aver avuto la possibilità di parlarle per anni.

Da bambine, Narcissa e Andromeda erano state, apparentemente, piuttosto vicine. (Una volta che mi sono sentito a mio agio intorno a lei, cosa per cui ci sono voluti circa venti secondi, ho immediatamente iniziato a tempestare Andromeda – in maniera totalmente affascinante, ovviamente – per storie sulla loro infanzia. E lei s’è mostrata più che felice di condividerle.) I suoi racconti dipingevano il quadro di mia madre come mai l’avevo vista. Potevo vedere Andromeda nelle sue storie. Potevo senza difficoltà immaginarla a trattare mia madre con la stessa gentile e paziente esasperazione e con lo stesso infinito amore che mostrava verso sua figlia. Solo, non riuscivo a immaginare mia madre nel suo ruolo di preziosa bambina leggermente-viziata-ma-tanto-amata che seguiva in giro la sua sorella maggiore come un cagnolino. Non ho mai visto mia madre amare nessuno così apertamente come mia zia descriveva; nemmeno me.

È una cosa stranamente shockante scoprire l’evidenza che mia madre aveva avuto una vita, delle emozioni e degli affetti che predatavano la mia esistenza. Da bambino, ho sempre assunto che la sua esistenza negli anni precedenti la mia nascita fosse stata spesa per lo più nell’attesa del glorioso momento in cui io sarei arrivato. Ahimè, i racconti di Andromeda mi hanno mostrato come fosse sbagliata quella teoria.

Quindi come era possibile che mia madre si fosse trasformata dalla sorellina adorante e affezionata che andava in incandescenze al solo pensiero di Andromeda che la lasciava a casa da sola per andare ad Hogwarts in una statua, glaciale e composta, che si era rifiutata persino di nominare il nome di sua sorella per così tanti anni? E dopo tutti quegli anni di silenzio e separazione, come era possibile che fossero tornate ad avere un rapporto di sorellanza?

“E… cosa aveva da dirti?” Ho chiesto quindi a mia madre, mordendomi la lingua per evitare di pretendere di vedere con i miei occhi la lettera. (Probabilmente non l’aveva con sé, in ogni caso. Nessun dubbio che fosse rimasta nella sua cella.) Come si inizia una lettera per qualcuno che ha passato la maggior parte della sua vita a non parlarti? (Mia madre aveva solo diciotto anni quando Andromeda s’è sposata. Venticinque anni di silenzio sorpassano i legami di diciotto anni di sorellanza?)

“Diceva che mi perdonava,” ha risposto mia madre con calma.

“Semplicemente così?”

“Semplicemente così.”

“E cosa hai detto tu in risposta?”

“Che non lo meritavo,” ha replicato, scioccandomi ancora. (Davvero, è stato un bene che fossi seduto. Forse, guardando in retrospettiva, avrei dovuto semplicemente sdraiarmi sul pavimento. In quel modo, quando tutti quegli shock avessero raggiunto la loro inevitabile conclusione, gli Auror che sarebbero dovuti intervenire per innervarmi, mi avrebbero trovato propriamente posizionato per il trattamento.)

“Non lo meritavi?” Ho ripetuto praticamente senza voce, cercando di lottare contro l’incredibile fatto di mia madre che, apertamente e senza costrizione, mostrava per la prima volta dell’umiltà.

“Sì,” ha ripetuto. “Non lo meritavo. Per venticinque anni ho tenuto sotto così stretto controllo le mie emozioni da non permettermi nemmeno più di pensare a lei. E poi, il primo momento in cui ha potuto avvicinarsi di nuovo a me, lei mi ha perdonato, istantaneamente, senza nemmeno che io dovessi chiedere il suo perdono, solo perché mi vuole bene. Mi vuole abbastanza bene da perdonarmi, che io lo meriti o meno.”

Quella scoperta mi ha lasciato attonito, e siamo rimasti seduti in silenzio per qualche minuto mentre interiorizzavo quelle parole. Quello, quindi, era il collegamento mancante tra la bambina aperta e affezionata che mia madre era stata e la fredda e contenuta donna che era diventata. In uno strano modo, aveva senso. Andromeda aveva lasciato la casa dei loro genitori, ma Narcissa era rimasta lì, per spostarsi solo nel momento in cui andare nella casa di suo marito. Né i Black, né i Malfoy avrebbero apprezzato un qualsiasi tipo di residuo affetto da parte sua per una sorella che aveva ‘disonorato il nome della famiglia’. E così aveva smesso di permettersi di mostrare emozioni – era divenuta fredda e controllata in modo da non tradire la sua famiglia con emozioni che non avrebbe dovuto provare.

Mia madre non aveva smesso di amare, s’era impedita di mostrarlo, e dopo venticinque anni, era divenuta una tale abitudine che non sapeva davvero più come evitarlo. Ma Andromeda la conosceva, e s’era comportata di conseguenza. Sembrava quasi una fiaba, dove la regina di ghiaccio, o la principessa addormentata si risveglia alla vita per un semplice atto d’amore.

Non avrei mai pensato che un Malfoy potesse ottenere un finale da fiaba.

“Andromeda ha una grande opinione della tua Signorina Granger,” ha annunciato mia madre un minuto dopo.

“Non è la mia Signorina Granger,” ho protestato debolmente.

“Forse non ancora, ma lo sarà, caro. Non preoccuparti. Andromeda è determinata nel fare la propria parte in questo schema, e come sono certa che tu abbia imparato, Andromeda ottiene sempre quel che vuole.”

Ho emesso un gemito, involontariamente. Quando ero giunto alla conclusione che questo voler mettere assieme me e la Granger fosse un complotto di famiglia, non avrei mai pensato che si diramasse così ampiamente.

“Sta perdendo il suo tempo. Come tutti voi. Hermione non mi vedrà mai a quel modo.”

“Oh, non sarei troppo certa al riguardo. Non mi sei stato a sentire, oggi? Se io ed Andromeda siamo riuscite a mettere da parte le nostre differenze, dopo venticinque anni, non vedo come possano esserci troppi problemi a sistemare le cose con Hermione, soprattutto visto come la vostra amicizia sia fiorita negli ultimi tempi. Senza contare i tuoi progetti su Geoffrey Corrigan. Salutalo da parte mia.”

“Madre!” ho ansimato, completamente attonito. “Vuoi dire che anche tu fai parte di questa squadra di complottatori?”

“Ma naturale, caro. Non vedo l’ora di diventare nonna anch’io. Andromeda mi scrive su Teddy come un fiume in piena.”

La sua scelta di tempo è stata, come sempre, impeccabile. Un mero momento dopo, la campanella è suonata e gli Auror di guardia si sono fatti avanti per scortare mia madre nella sua cella. Lei s’è alzata con perfetto aplomb, raccogliendo le scatoline di cioccolatini da portare con sé.

“Arrivederci, Draco, caro, e grazie ancora per i cioccolatini.” Mi sono goffamente rimesso in piedi per darle un bacio sulla guancia prima che se ne andasse, e sono rimasto shockato (sì, di nuovo!) quando s’è chinata quel che bastava per sussurrare nel mio orecchio.

“Ti voglio bene, Draco. E sono così orgogliosa di te.”

Ha allungato una mano per darmi un buffetto sulla guancia mentre mi dedicava uno sguardo pieno di pace, amore, e (sì, c’era) orgoglio in me e nell’uomo che ero diventato, uno sguardo che mai avevo visto prima.

Mi ha colpito come un bolide nelle viscere, e tutto quello che sono riuscito a fare è stato rimanere lì fermo, a riassaporare il calore di quell’espressione, mentre gli Auror portavano mia madre via.

To Be Continued



Al prossimo e penultimo capitolo^^
Un grazie anticipato a tutti coloro che vorranno lasciare un commento :)

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Capitolo 10
*** Capitolo Decimo ***


Ecco qua il penultimo capitolo delle (dis)avventure della nostra novella bambinaia^^
Grazie mille a giuliabaron, mary0094, alla moglia Emily Doe (tanto per cambiare forma XD), ad ashara e a falalula per i loro commenti ♥

Buona lettura a tutti^^



Dal diario di Draco Malfoy, 19 Settembre 1998

Dovrebbe succedere oggi. Hermione dovrebbe ricevere una lettera per lei da Corrigan, oggi, con l’offerta del lavoro dei suoi sogni.

Sono stato in contatto con lui sin da quando sono tornato dalla visita a mia madre e la settimana scorsa, gli ho spedito una pila delle pergamene che Hermione mi aveva mandato con i dettagli della sua ricerca. (O meglio, gli ho spedito le copie delle pergamene che mi ha mandato. Perché avrebbe dovuto avere gli originali? Quelli sono miei, mandati a me perché voleva la mia opinione. Le copie sarebbero dovute bastare a Corrigan.) Ne è rimasto entusiasta, ovviamente, e avrebbe voluto mandarle un gufo immediatamente, offrendogli un lavoro a qualunque condizione avesse voluto.

Ho insistito che aspettasse fino a oggi. Oh, ho proclamato che fosse per evitare pettegolezzi . (Non importa chi ci sia al comando, il Ministero è, era, e sempre sarà il più grande covo di vipere dell’intero mondo magico. Un gufo dall’Instituto Einsohn diretto verso Hermione Granger sarebbe bastato per convincere l’intero stabile in meno di un’ora che lei stava per abbandonare l’Ufficio per i Lupi Mannari e per intraprendere una nuova carriera lavorativa. Sapevo che quella era l’ultima cosa che Hermione avrebbe voluto che la gente pensasse.) E’ una giustificazione buona, solida e plausibile, basata su preoccupazioni veritiere… ma lo ammetterò, non era il mio vero motivo. Volevo che la notizia le arrivasse oggi perché Dora mi ha detto che oggi è il suo compleanno, e questo è il regalo che volevo darle.

Non che lei saprà che sia da parte mia, naturalmente. Sono stato cristallino al riguardo nella mia corrispondenza con Corrigan. In nessun momento il mio nome dovrà mai essere menzionato in alcuna connessione con l’offerta di lavoro, o quando si parlerà di chi conosce le sue ricerche. La mia Hermione è la tipa di rifiutare il lavoro dei propri sogni se pensasse di averlo ricevuto per favoritismi, o per qualsiasi tipo di influenza non richiesta.

Avrebbe torto se pensasse questo, ovviamente. La mia influenza come Malfoy non ha fatto nulla più che far leggere a Corrigan una lettera. Non appena ha afferrato le possibilità che la ricerca di Hermione avrebbe aperto – ricerca che avevo dettagliato con cura ma restando deliberatamente vago, e senza menzionare chi fosse stato a svilupparla – era sulla via del camino in una questione di istanti, a richiedere a gran voce il nome del ricercatore in modo da poterlo assumere senza ulteriori indugi. Se Hermione non fosse così inconcepibilmente modesta e avesse preso da sola l’iniziativa di promuovere se stessa e la propria ricerca, invece che assumere semplicemente di non essere qualificata per il lavoro, sarebbe entrata nell’Istituto eoni fa. Non avrebbe assolutamente avuto bisogno di me. Naturalmente io preferisco che le cose siano andate così. Mi piace pensare che il mio contributo non sia stato quello di ricattare o corrompere qualcuno per darle un’attenzione immeritata, ma semplicemente quello di aver portato la sua brillante intelligenza all’attenzione che merita.

Quindi no, non saprà mai cosa ho fatto per lei. Non saprà mai che le ho dato la possibilità di fare il lavoro che ha sempre voluto. Ma io lo saprò. (E mia madre, e anche Corrigan, suppongo, ma non riesco ad immaginare nessuno dei due a lasciarsi sfuggire una cosa del genere. Non l’ho nemmeno detto a Remus e Dora, così non potranno involontariamente tradirmi.) Saprò di averla resa felice e questo – per quanto sia scioccante – è tutto quello di cui ho bisogno. Non ho idea di quando sia diventato così altruista, ma sono certo che – bene o male che sia – è qualcosa che mi ha dato lei.

Certo, altruista che sia o meno, vorrei poter vedere la sua reazione alla novità. Ahimè, dovrò aspettare di sentire il racconto di seconda mano, da Remus, lunedì. Dora, indefessa complottatrice che è, aveva invitato Hermione per una cena di compleanno, ma lei ha rifiutato, adducendo qualche programma già fissato con i suoi genitori. Oh, beh. Non ho dubbi che Remus descriverà la sua reazione in gran dettaglio. Potrebbe persino insistere che venga a casa nostra per una cena di festeg-

Chi diavolo può essere alla porta?

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 19 Settembre 1998

Okay, tutto quello che ho scritto prima, su come Hermione non avrebbe mai scoperto che il suo nuovo lavoro era frutto del mio operato? Pare che mi sia sbagliato. Sbagliato, sbagliato e ancora sbagliato.

Lei era la persona alla porta, ed è entrata con la forza di un tornado. Letteralmente incandescente per la furia, i suoi capelli erano davvero impazziti – stile Medusa – con delle scintille che scoccavano dalle punte. Chiaramente era infuriata – pericolosamente infuriata – con almeno uno di noi. I precedenti indicavano che io fossi con molta probabilità il prescelto, quindi ho preso immediatamente delle misure preventive. Qualcosa di consistente, ovviamente. Nel momento in cui mi ha scorto e s’è voltata verso di me con la bacchetta in mano e i lampi negli occhi, avevo già eretto uno scudo invalicabile.

“Blrngdss!” ha squittito Teddy dalla sua posizione – al sicuro tra le mie braccia – battendo le mani e modificando immediatamente i suoi capelli in stile medusa, la fronte aggrottata per la concentrazione e lo sforzo di far scoccare scintille anche dalla sua capigliatura.

“Ti nascondi dietro a un bambino?” s’è presa gioco di me.

“Assolutamente,” ho risposto. “Noi Black siamo gente pragmatica. Ogni porto è buono durante la tempesta.”

“Credi che nascondendoti dietro al mio figlioccio eviterai di venir attaccato?”

“Fino a quando terrò in braccio Teddy, sì, è esattamente quel che credo.”

Ha fatto una smorfia, torva, ma non s’è degnata di controbattere mentre abbassava la bacchetta. (Heh. Sapevo che il trucco con Teddy avrebbe funzionato. Questa è la mia Hermione: sempre vittima del proprio cuore tenero.)

“Quindi,” ha ringhiato, “se dobbiamo discutere senza bacchette, iniziamo a parlare. Puoi partire tu. Che diavolo pensavi di fare, comprandomi un lavoro?”

Quindi sapeva – o almeno, pensava di sapere – che c’ero io dietro l’offerta di lavoro. E se ero compiaciuto di avere una spiegazione sul cosa avessi fatto per farla arrabbiare, non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ perplesso. Come aveva saputo del mio coinvolgimento? Fare lo gnorri mi sembrava la linea d’azione migliore.

“Lavoro? Che lavoro?”

“Sta’ molto, molto attento a quanto mi spingi, Draco Malfoy. Non potrai nasconderti dietro a Teddy per sempre.”

Dora, sia benedetto quel suo cuore allevia-tensione, s’è fatta avanti per calmare le acque. “Che lavoro, Hermione? Cos’è successo?”

“Stai per lasciare l’Ufficio?” s’è intromesso Remus, avanzando accanto a sua moglie. (Ah, i Grifondoro. Sempre così pronti a farsi avanti in sprezzo del pericolo. Non io; io sono rimasto felicemente dietro a Teddy, che aveva smesso di tentare di far scoccar scintille ai suoi capelli, accontentandosi di allungarli e metterseli in bocca.)

“No,” ha digrignato Hermione, sempre lanciandomi occhiate torve. “No, non avrò bisogno di lasciare l’Ufficio. Draco ha sistemato tutto perché possa lavorare per l’Istituto Einsohn dal Ministero senza un periodo di prova o di addestramento, senza nemmeno dover prendere i miei MAGO. Posso iniziare da subito, scegliere il campo che preferisco, lavorare fuori sede per quante ore abbia voglia, e percepire un salario fantastico.”

“Ma è splendido!” Ha esclamato Remus. Hermione s’è voltata truce verso di lui. “No?” ha aggiunto, più esitante.

“Sì,” ha strascicato. “Splendido. Se voglio mandare a quel paese la mia integrità e ogni singola particella di rispetto che per me stessa, accettando un lavoro che mi è stato comprato e regalato.” L’occhiataccia s’è posizionata di nuovo su di me, ovviamente.

“Non posso nemmeno comprarmi delle sigarette,” ho protestato. “Come potrei comprarti un lavoro?”

Questo, per la cronaca, non è altro che la verità. In accordo al Decreto per la Riabilitazione, il familiare che mi ha preso presso di sé è anche responsabile del mio sostentamento finanziario per il periodo della riabilitazione. E visto che Dora è anche la mia datrice di lavoro, significa che cose come uno stipendio mensile siano illusioni.

Non è spilorcia, affatto. È solo… particolare. Mi compra qualunque cosa creda io abbia bisogno – mi ha anche comprato un intero lotto di cose che pensava mi potessero piacermi – ma non mi dà mai soldi da spendere per conto mio, come io abbia voglia. E visto che a lei non piacciono le sigarette, e io non ho soldi da spendere da solo, questo significa che devo farne a meno.

“Non far l’innocente con me; scommetto che hai postdatato le tue corruzioni. Sappiamo entrambi che tra non molto avrai nuovamente accesso ai tuoi forzieri, e sono certa che non hai fatto mistero di ciò a chiunque tu voglia comprare. In modo da avere persone ai tuoi ordini fin da subito, invece che aspettare il momento in cui avrai di nuovo i tuoi soldi.”

Okay, magari aveva un punto. Sono abbastanza certo che sia stato il pensiero delle future “donazioni generose” della famiglia Malfoy ad aver fatto aprire così velocemente la lettera a Corrigan, ma non è come se la storia fosse finita lì. Una volta che ha letto la mia lettera, s’è interessato alle sue ricerche per i meriti che avevano, non perché io fossi chi ero, o per chi fosse lei. S’era guadagnata quel lavoro tutta da sola. Tutto quello che avevo fatto io era stato far partire una lettera.

“Come hai potuto?” ha continuato. “Come hai potuto mettermi in questa posizione?”

“E che posizione sarebbe?” ho replicato, un po’ irritato dal suo atteggiamento. Reagiscono così tutte le persone ad ottenere il lavoro dei propri sogni? “La posizione di poter fare un lavoro che ti piaccia davvero, che puoi fare senza danneggiare nulla al Ministero? La posizione che otterrai con una grande compagnia alle tue spalle, che possa supportare le tue ricerche e darti l’accesso al materiale di cui avrai bisogno?”

“La posizione di ottenere qualcosa che non mi sono guadagnata,” ha sibilato, fremente per l’indignazione. “Hai idea di cosa hanno dicevano i pettegolezzi quando ho accettato il lavoro all’Ufficio? ‘Non ha i MAGO, quindi deve essersi fatta il MAGO per aver avuto un lavoro su misura per lei.’ Quando ho ottenuto l’Ordine di Merlino per aver aiutato Harry? Tutti sapevano che sono stata per mesi e mesi in giro con la sola compagnia di due ragazzi adolescenti. ‘Deve aver dato al Salvatore del Mondo Magico tutto il suo aiuto e il suo supporto… in ginocchio.’ La nuova legge contro la discriminazione che ho sostenuto lo scorso luglio? ‘Che lingua viva, che ha; tutti i maghi del Wizengamot devono averla conosciuta bene prima di trasformare la proposta in legge.’ Posso aver anche lasciato Divinazione al terzo anno, ma non ho bisogno di una palla di cristallo per sapere cosa diranno una volta che la notizia di questo lavoro si spargerà. ‘Chi s’è portata a letto questa volta?’”

Ho messo giù Teddy. Era un ammirevole scudo umano, ma con l’ultima tirata di Hermione, ero meno preoccupato di venir ferito io, quando di fare accidentalmente del male a Teddy. Con la voglia che le mie mani avevano di stringersi a pugno (e di abbattersi sull’intera indegna marmaglia degli impiegati ministeriali), non era probabilmente sicuro che lo tenessi in braccio.

“La mia unica difesa – l’unico motivo per cui posso tenere la testa alta quando cammino lungo i corridoi del Ministero, sapendo quello che tutti mormorano su di me – è sapere che si sbagliano al cento per cento. Mi sono guadagnata il mio Ordine di Merlino, e Harry mi deve la sua vita, almeno tante volte quante io devo la mia a lui. Posso non aver preso i miei MAGO prima di iniziare il mio lavoro all’Ufficio, ma il mio prestigio offriva qualcosa al Dipartimento che nessun altro avrebbe potuto dare. E quella legge è l’unico vero lavoro che abbia fatto nella mia carriera, a cui ho dato tutta me stessa e per cui sono orgogliosa del risultato ottenuto. Ma questo?”

La sua furia è scemata, ed è stata rimpiazzata da una sorta di disperata tristezza che era molto più difficile per me da sostenere, rispetto all’ira.

“Questo è quello che volevo più di tutto… e non posso prenderlo. Devo scrivere a Mr. Corrigan e rifiutare il lavoro dei miei sogni perché non riuscirei a guardarmi allo specchio se lo accettassi, sapendo di non averlo meritato. Come hai potuto, Draco? Come hai potuto rovinare così i miei sogni?”

Remus e Dora mi hanno lanciato delle occhiate assassine, non così Hermione. Al contrario, lei sembrava prossima alle lacrime, cosa che rendeva i lampi dei Lupin assolutamente superflui. Sicuramente dovevano sapere entrambi che nulla poteva farmi più male di sapere di aver ferito così tanto Hermione. Se avessi avuto accesso ad una bacchetta decente, mi sarei maledetto da solo, pur di togliere quell’espressione dal volto.

Teddy, anima d’oro che è, s’è fatto avanti per prendere la situazione tra le sue mani. Mentre la mia attenzione era altrimenti occupata, aveva faticosamente gattonato fino da Hermione – un’abilità che ha iniziato a padroneggiare solo da poco – e ha scelto questo momento per tiracchiare la stoffa dei suoi pantaloni fino a quando lei non ha abbassato lo sguardo su di lui, poi ha sollevato le mani per essere preso in braccio. Non appena lei l’ha tirato su, le ha messo entrambe le braccia intorno al collo e s’è accoccolato contro di lei, mentre i suoi capelli assumevano brillanti tonalità rosa per segnalare la sua piena soddisfazione.

Lei ha sorriso, e Dora, Remus ed io abbiamo esalato all’unisono.

“Ti voglio bene, Teddy,” ha sussurrato, ponendogli un lieve bacio sul capo. Lui ha gorgheggiato qualcosa di inintellegibile in risposta. (Sempre a blaterare, non ha ancora pronunciato nulla che assomigli vagamente ad una vera parola. Ci stia lavorando assieme. Adorerei vedere la faccia di Remus se riuscissi davvero a fargli dire come prima cosa “Serpeverde”.)

“The!” ha esclamato Dora un momento più tardi, più o meno nello stesso tono che avrebbe potuto usare per dire “Eureka!”

Ci siamo voltati tutti verso di lei.

“Beh, ne abbiamo bisogno, no?” ha chiesto, un po’ sulla difensiva. Domanda stupida, ovviamente. Siamo inglesi. Abbiamo appena affrontato un’esperienza psicologicamente traumatica. Ovvio che abbiamo bisogno del the. Di molto the.

“Bene; vado a mettere su la teiera, allora,” ha proseguito, girandosi verso la cucina.

Io metterò su la teiera,” s’è intromesso – saggiamente – Remus, fermando sua moglie prima che potesse entrare in cucina. “E magari potrei prendere anche dei biscotti al cioccolato. Ti piacciono, vero, Hermione?”

“Sì, Remus,” ha risposto, sorridendo coraggiosamente. “Dei biscotti al cioccolato sarebbero perfetti.”

“Ritorno subito,” ha promesso, deviando verso di lei nella suo dirigersi in cucina per posare un bacio sulla sua fronte e uno su quella di Teddy.

“Sediamoci,” ha suggerito Dora, “e vediamo se possiamo arrivare in fondo a questa faccende. Draco, hai una qualche… spiegazione per quello che hai fatto?”

Lasciandomi sedere a peso morto, mi sono preso un istante per mettere in ordine i miei pensieri. Non avevo programmato di dire nulla al riguardo ad Hermione, quindi non avevo mai pensato a come spiegare la situazione, e ora era veramente molto, molto importante dire le cose giuste.

“Tu sei il tuo peggior nemico, sai,” ho iniziato.

“Io sono cosa?”

Okay, forse non è stato il modo migliore per iniziare.

“Beh, non tu, esattamente, ma la tua modestia. Tu sembri pensare che le regole che si applicano a tutti gli altri debbano anche applicarsi a te, ma non è così.”

“Perché ho delle conoscenze?” ha digrignato tra i denti stretti, mettendo una velenosa enfasi sulla parola ‘conoscenze’ e ricominciando a lanciarmi occhiate truci con rinnovato vigore.

“No, perché sei brillante.” Tirando fuori la mia bacchetta, ho evocato le lettere che mi aveva mandato; quelle che avevo copiato e inoltrato a Corrigan. “Ti rendi conto di quanto incredibili queste siano, di quanto incredibile tu sia per aver pensato una cosa del genere?” le ho chiesto sventolandole le pergamene sotto il naso. “Tu hai una mente splendida, e io non credo che tu capisca davvero che rarità unica questa sia.”

Mi ha sottratto alcune pergamene, (a mala pena consapevole di Dora che s’era inchinata per prendersi cura di Teddy, in modo da lasciarle spazio) e le ha guardate corrugando la fronte. “Ma pensavo che le avessi spedite a Corrigan,” ha detto, confusa. “Mi ha scritto nella sua lettera che -”

“Gli ho spedito delle copie,” l’ho interrotta. “Volevo tenere gli originali.” Perché sono mieimieimiei e non li darò mai a nessuno, ho pensato, ma non l’ho detto. “Cosa pensavi? Che gli avessi spedito una lettera e gli avessi detto di assumerti solo perché lo dicevo io? O forse qualcosa di più sottile; dirgli invece che una del Trio d’Oro voleva lavorare con loro e che sarebbe stata una buona pubblicità per lui se t’avesse offerto il posto?”

Non ha risposto, ma la sua espressione diceva tutto. Quello era esattamente ciò che aveva pensato.

“Guarda,” ho proseguito, estraendo un foglio di pergamena dalla pila che avevo ancora in mano. “Ho tenuto anche una copia della lettera che ho mandato a lui.” Non do lo stesso valore alle mie lettere rispetto a quello che do alle sue, ma comunque avevo lavorato sodo su quello scritto, e non ero riuscito a resistere alla tentazione di tenerne una copia per me.

“Ma…” s’è accigliata, leggendo la lettera. “Non menziona mai il mio nome.”

“Ovvio che non lo fa. Perché hai ragione: se gli avessi detto che Hermione Granger voleva lavorare presso di loro, t’avrebbe fatto una proposta senza esitare, su nessun’altra base oltre che la tua notorietà. Ma nemmeno io volevo che accadesse una cosa del genere. Volevo che capisse e apprezzasse quello che avevi davvero da offrire all’Istituto, e solo allora gli avrei detto il tuo nome.”

“Cosa hai fatto esattamente, Draco?”

Sono quasi sobbalzato al suono della voce di Dora. Mi ero concentrato così intensamente su Hermione che avevo francamente dimenticato che ci fossero altre persone presenti.

“Mi sono messo in contatto con Geoffrey Corrigan, uno degli associati di mio padre all’Istituo Einsohn,” ho risposto. Sia Dora che Hermione hanno storto il naso alla parola ‘associato’ (Teddy è sembrato credere che fosse una cosa divertente e ha provato a imitarle nei minuti successivi.)

“Okay, va bene,” ho ammesso, “è uno che mio padre era solito pagare all’Istituto Einsohn. Ma non è che lo corrompesse per falsificare i dati o fare assunzioni non ortodosse. Lo pagava semplicemente per far sì che un problema dei Malfoy ottenesse la priorità. A Corrigan arrivano centinaia di ‘richieste di soluzioni’ al giorno. Se elargirgli una lieve somma significava che le lettere con il sigillo dei Malfoy saltavano la fila e venivano davvero lette prime di essere sepolte da pile di polvere, allora era una cosa conveniente per mio padre, e conveniente da portare avanti da parte mia. Questa è l’unica ragione per cui ho spedito la lettera a lui e non ad un altro impiegato dell’Einsohn.”

Mi sono fermato, per vedere se avesse delle domande da farmi. Non ne aveva, così ho ripreso. “Anche se avessi voluto, non avrei potuto usare l’influenza dei Malfoy per fargli assumere qualcuno di non qualificato. La reputazione dell’intero Istituto si basa sulla qualità dei loro ricercatori, quindi tutte le nuove assunzioni devono essere autorizzate dal consiglio d’amministrazione. Una volta vista la tua ricerca, tutti i membri del consiglio hanno firmato la proposta di offrirti un lavoro a qualunque condizione avessi voluto. Lo so bene; ho passato l’intera seduta con la mia testa nel camino per vedere cosa stavano decidendo.”

“Ma hanno visto il mio nome sui documenti,” ha protestato Hermione. “Sapevano chi fossi, e questo potrebbe -”

Non sapevano chi fossi, in quanto non gliel’ho detto. Quando ho copiato le tue lettere, ho eliminato la tua firma alla fine. Mi hanno chiesto il tuo nome, naturalmente, ma mi sono rifiutato di rivelarlo fino a quando non hanno analizzato le tue lettere e hanno discusso la tua ricerca basandosi unicamente sui suoi stessi meriti. Avevano delle ipotesi sulla tua identità, ma nessuno di loro s’è neanche lontanamente avvicinato. Sono abbastanza certo che avere me come tuo rappresentante li abbia messi fuori strada. Francamente, credo che abbiano creduto che mi avessi scelto come portabandiera perché eri una compagna Mangiamorte, impossibilitata a lavorare da qualunque altra parte. E anche pensando quello, hanno comunque concordato sull’offrirti un lavoro.”

“Così tu… tutto questo, solo per… Perché? Perché ti sei dato così da fare?” Era la prima volta che la sentivo essere meno che completamente coerente, cosa che mi ha reso stranamente soddisfatto. Non avrei mai pensato di poter fare qualcosa che rendesse Hermione Granger incoerente.

“Doveva essere il tuo regalo di compleanno. Non ti darei mai un posto di lavoro immeritato più di quanto ti darei un diamante di vetro. Persino se tu non ti rendessi conto che è falso, fintanto che io lo so, saprei di averti dato meno di quanto non meriti.”

Dora ha fatto un rumore che sembrava come un incitamento soffocato, ma sia io che Hermione l’abbiamo ignorato.

“No, volevo dire contattare Mr. Corrigan in primo luogo, far accadere tutto questo. Perché l’hai fatto?”

“Perché potevo. Perché te lo meriti. Perché pensavo ti rendesse felice. Ma soprattutto, perché sapevo che tu potevi avere quello che volevi – quello che ti meritavi – solamente chiedendolo, ma che non l’avresti mai fatto. La tua stessa modestia ti avrebbe impedito di contattare l’Istituto se non avessi prima raggiunto tutti i requisiti che non ti erano comunque richiesti in partenza. Ma io so che ruoli ti spettano, anche se tu non lo sai, e volevo essere certo che questa volta li raggiungessi.”

Ho sentito il suono di un lieve singhiozzo e ho alzato lo sguardo, aspettandomi di vedere qualcosa che avesse fatto piangere Teddy. Ma no, era sua madre che stava guardandomi con occhi lucidi, un paio di lacrime sulle guance a dispetto del solare sorriso in volto. Remus era in piedi proprio di fianco a lei, con il suo sorriso sornione diretto a me, il servizio da the tenuto a mezz’aria da un incantesimo levitante da una parte e un fazzoletto per sua moglie dall’altra.

Non ero certo di quello che avevo fatto, ma era chiaro che entrambi approvavano.

“The?” ha offerto Remus, avanzando e mettendo giù il servizio. Senza aspettare una risposta, mi sono messo subito all’opera, versando una tazza di the per tutti e facendo circolare i biscotti al cioccolato.

Hermione li ha accettati entrambi con un dolce sorriso, e s’è messa poi a parlare con Remus e Dora. Non ha detto molto direttamente a me, ma di tanto in tanto ha alzato lo sguardo nella mia direzione… arrossendo ogni volta. Cosa che mi è piaciuta ancor più che non la sua incoerenza di poco prima.

Non le ho più parlato fino a quando non è stata pronta ad andarsene. Remus s’era alzato per sistemare le tazze da the in cucina, mentre Dora stava mettendo a nanna Teddy, ed entrambi avevano insistito perché accompagnassi io Hermione alla porta.

“Io… volevo dirti grazie,” ha mormorato, distogliendo lo sguardo. “Per tutto quello che hai fatto. Non posto nemmeno iniziare a dirti quanto sia grata -”

“Non,” l’ho interrotta, sentendomi parecchio a disagio. “Per piacere, non farlo. Non ho fatto nulla, davvero. Non volevo nemmeno che tu sapessi che ero coinvolto. Avevo detto specificatamente a Corrigan di non menzionarmi.”

“Oh, non l’ha fatto.”

“Non… l’ha fatto? Ma allora come hai fatto a capirlo?”

“Ha citato la mia ricerca sul Continuum. È stato un indizio inchiodante.”

“Ma di certo ci saranno altre persone con cui hai discusso la tua ricerca.”

È arrossita di nuovo. “No. Solo tu.”

Non avevo assolutamente risposta per quella rivelazione, ma è stato senza dubbio meglio così. Se avessi parlato, avrei potuto rompere quel momento, e non avrei mai potuto vivere quello che accaduto poi.

Alzandosi sulle punte, Hermione Granger mi ha messo una mano sulla spalla e ha chinato il capo per dare a me - a me – un bacio sulla guancia.

“Grazie, Draco,” ha mormorato, il suo respiro che mi stuzzicava l’orecchio. “Grazie per avermi regalato un tale compleanno.”

S’è allontanata, e ho avuto giusto il tempo per vederla sorridere pazzamente, prima che mi oltrepassasse ed uscisse dalla porta, diretta per la sua strada.

To Be Continued



Come sempre grazie a chiunque vorrà lasciare un commento a questo decimo capitolo.
Tra un paio di giorni sarà online anche l'undicesima ed ultima puntata di questa storia^^

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Capitolo 11
*** Capitolo Undicesimo ***


Prima di lasciarvi alla lettura di quest'ultimo capitolo, un grazie alla Moglia (Luna la uso come voglio u.u), a falalula (mi dispiace, Teddy è incluso nel pacchetto, impossibile toglierlo :lol:), a mary0094 (addirittura qualcosa più di un bacio sulla guancia? Con i ritmi di 'sti due, siamo fresche XD^^), a Etain (*blush* grazie mille^^ E sì, Teddy è un degno erede del padre :lol:) e a ashara (credo ci sia andata molto vicino a farlo arrosto^^ Povero Draco, per una volta che fa una buona azione, subito che gli si ritorce contro XD) per i loro commenti allo scorso capitolo.


Dal diario di Draco Malfoy, 4 Ottobre 1998

Oggi Dora s’è improvvisamente accorta che il 31 ottobre cade di sabato, quest’anno. Ha preso questo fatto come indicazione che la divina provvidenza esigeva che organizzasse un party per Halloween. Io le ho detto che era impazzita, ma s’è dimostrata inconsciamente disinteressata alla mia opinione.

È già un vulcano di idee sulle decorazioni da apporre, e sui dolci da preparare. Per amor di tutti noi, spero che volesse dire che sarà Remus a prepararli. Altrimenti, son certo che sarebbero molto meno dolci, e molto più bruciacchiati.

In ogni caso, temo sia abbastanza seria quando parla di nascondere un molliccio Confuso nel guardaroba, e di far organizzare a Remus e al resto dello staff dell’Ufficio per i Servizi ai Lupi Mannari qualche sorpresa da sparpagliare negli angoli più reconditi della casa.

Che Merlino ci aiuti tutti.

~*~*~*~


Dal diario di Draco Malfoy, 4 Ottobre 1998

Merlino aiuti me – solo me, visto che sono io ad essere chiaramente in estremo bisogno di aiuto. Ho appena visto l’elenco degli invitati di Dora, e dovrò passare la festa circondato da Grifondoro. Grandi Grifondoro, piccoli Grifondoro, una grande marmaglia di rossi Grifondoro (dannazione a quei Weasley), e naturalmente, un certo Sfregiato Grifondoro che avrei preferito evitare per… beh… sempre. (Sebbene sia degno di nota menzionare a questo punto che il fato è stato finora grandemente a mio favore nel tenermi lontano Potter il più possibile. Hurrah al calendario del campionato di Quidditch e ai continui viaggi richiesti. Padrino o no, Potter non ha semplicemente abbastanza tempo per venire a fare molte visite.) Sfortunatamente, la mia fortuna è finita con questo party. L’ho sentito parlare al camino con Remus, promettendo di esserci, e non posso nascondermi nella mia stanza per evitarlo come faccio di solito quando fa un salto da queste parti.

Nemmeno l’aver visto il nome di Hermione sulla lista, con un segno accanto ad indicare che aveva già accettato l’invito (probabilmente ha rispedito indietro il gufo non appena ha ricevuto la nota, conoscendola), è stato abbastanza per rallegrare il mio spirito. Dopotutto, con tutti quei Grifondoro, quanto è probabile che mi rivolga anche solo un sorriso?

Mi appellerei al Ministro per maltrattamento, sulla base di una punizione crudele e insostenibile per una povera anima che non sta cercando altro che rimanere in pace durante il periodo della sua condanna… ma temo che le mie richieste cadrebbero su orecchie sorde.

In fin dei conti anche il Ministro è su quella lista.

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Dal diario di Draco Malfoy, 17 Ottobre 1998

Dora ed io abbiamo appena passato un’ora abbondante discutendo la scelta dei costumi. La scelta del mio costume per Hallowen, ad essere precisi; sebbene il termine ‘scelta’ sia singolarmente inadatto. Se avessi una qualche scelta, sceglierei di non indossare affatto un costume. Purtroppo, pare che questa non sia un’opzione. Inoltre Dora sembra essersi fatta venire un tarlo in testa: far vestire me e Teddy con costumi coordinati.

La sua prima proposta? Teddy come ape ed io come coltivatore di api. Una volta che mi sono state fornite adeguate fotografie per dimostrare che una tale professione esiste davvero nel mondo Babbano e non era solo un filamento dell’immaginazione degradata di Dora, ho sonoramente rifiutato. Lasciando anche da parte la disonorevole, obbrobriosa e inutile natura del costume nel suo complesso, nessun Malfoy con un minimo di amor proprio avrebbe acconsentito ad indossare guanti e velo. (Beh, tranne Zio Ethelfride, ma cerchiamo di non parlare mai di lui.)

Suggerimento successivo: io come pompiere e Teddy come cagnolino Dalmata. Di nuovo, sono state necessarie delle foto per capire di cosa stesse parlando. I Babbani sono una strana razza, davvero. Chi ha mai sentito che ci fosse bisogno di un team di persone per spegnere un fuoco? E a cosa possa servir loro un cane, a parte che forse per pisciare sulle fiamme, non posso proprio immaginarmelo. Non serve dirlo, ho declinato anche questa proposta.

Ho capito subito la sua successiva trovata babbanoide: l’ho capita abbastanza bene da sapere di volerla evitare a tutti i costi. Non mi sarei vestito come l’uomo con quel cappello giallo di ‘George il Curioso’ che Teddy guarda sempre, non importa quello che dice lei. Il giallo non è certo il mio colore migliore, e inoltre odio ‘George il Curioso’. Che messaggio passano quei libri ai bambini impressionabili, in ogni caso? L’unica cosa che quel perfido primate fa è fare disastri, e disastri ancora, e ancora, e ancora, e solo perché in qualche modo riesce a tirar fuori il miracolo, è okay infrangere esplicitamente le regole e le direttive. Quella malvagia bestia mi ricorda Potter, dannazione.

In preda allo shock e al terrore per i suoi suggerimenti apocalittici, Dora è riuscita a costringermi ad acconsentire alla sua trovata successiva. Io e Teddy parteciperemo al party vestiti da pirata… con il suo pappagallo. Mi hanno anche dato istruzione di passare i prossimi giorni a mostrare a Teddy delle fotografie di pappagalli, per incoraggiarlo a trasformare i suoi capelli stile piume arcobaleno.

Francamente, credo dovrei incoraggiarlo a scappare via. Sua madre sembra avere un’insana fissa a volerlo trasformare in una qualche sorta di animale.

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Dal diario di Draco Malfoy, 27 Ottobre 1998

Remus è tornato a casa con Hermione per cena, stasera. Sono entrati e hanno sorpreso me e Dora (e anche Teddy, naturalmente) mentre Dora mi stava sistemando, su una piattaforma di fortuna, i pantaloni da pirata.

Dora, sorprendentemente, è una sarta davvero competente. Suppongo che non dovrei esserne così scioccato: come metamorfomagus il suo lavoro è soprattutto sotto copertura, e deve inventarsi nuovi vestiti da coordinare al proprio aspetto. La sua sbadataggine era sempre presente – credo si sia punta da sola con l’ago almeno una dozzina di volte in un’ora – ma ha fatto un lavoro più che decente con i pantaloni.

Naturalmente, non appena Hermione è entrata dalla porta, mi sono trovato molto meno interessato ad ammirare la linea dei miei pantaloni e molto più intento ad interpretare l’espressione sul viso di Hermione nel momento in cui mi ha visto in null’altro che una maglietta e pantaloni molto attillati.

S’è interrotta nel bel mezzo di una frase e non ha parlato per un trenta secondi. Un buon segno; un segno molto buono, in effetti. Magari non sarà così difficile catturare via la sua attenzione dagli altri Grifondoro, dopotutto.

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Dal diario di Draco Malfoy, 31 Ottobre 1998

Le mie mani stanno ancora tremando. Riesco a mala pena a scrivere, ma devo metterlo giù ora, per avere le prove di non essermi sognato tutto, quando mi sveglierò domani mattina.

L’ho baciata. Io ho baciato Hermione Jean Granger – non sulla guancia – e lei mi ha ricambiato.

Non riesco quasi a crederci. Sembra davvero qualcosa fuoriuscito da un sogno – come un momento dei tanti sogni che ho avuto nei mesi scorsi (okay; negli anni scorsi, ma soprattutto negli ultimi mesi). L’unica cosa che mi rassicura sul fatto che non stia sognando adesso è che l’Hermione dei miei sogni non mi avrebbe fatto aspettare tanto per un bacio.

E sicuramente non mi avrebbe fatto passare quell’inferno, prima.

Sì, la festa è stata orribile tanto quanto mi aspettavo, se non addirittura peggiore. Amo Hermione, e ho imparato gradualmente (e con riluttanza) ad accettare mia cugina, suo marito, e il suo marmocchio, ma per quanto mi riguarda, se il resto dei membri di quella Casa – disgrazia per Hogwarts – decidesse di adottare le abitudini dei lemmings e marciare compatti verso il dirupo più vicino, allora il mondo potrebbe solo guadagnarne. Ora, questa sì che sarebbe l’occasione per un party. Un vero party – al contrario dell’esibizione di volgare rozzeria di questa sera.

Dolce Circe, il rumore! Le mie orecchie stanno ancora rimbombando. Parte del problema deriva dalla musica che Dora ha messo a tutto volume, ma almeno comprendo il perché l’abbia fatto: chiaramente, voleva bloccare tutto lo stridio delle voci dei Grifonrozzi. Ahimè, il suo nobile intento è fallito e quella marmaglia ha deciso semplicemente di parlare con un tono più alto di quello della musica. Sembrerebbe che una clausola nel codice del Grifondoro proibisca loro di parlare ad un volume inferiore a quello di un abitué della Testa di Porco dopo il suo secondo drink.

Una seconda clausola sembra essere il bandire il masticare a bocca chiusa. Tutti loro hanno mostrato una decisamente volgare predilezione a parlare, ridere e spesso cantare insieme al ritmo della musica spacca timpani con le bocche piene di cibo. Il bestiame a tavola ha maniere migliori.

Ma lo ammetto, se noie come il rumore e la sgradita visuale del cibo mezzo masticato dei presenti erano fattori importanti della mia irritazione, quelle che mi stavano davvero facendo impazzire erano… le loro maniere casuali.

Le streghe sciamavano intorno a me, con un’espressione predatoria nei loro occhi. Mi sono sentito come una gazzella ferita su cui volteggiano gli avvoltoi… e non ho dubbio che avrebbero voluto divorarmi ancora vivo, se avessero potuto.

Sapevo già bene che effetto ferormonale potesse avere uno splendido e seducente uomo con in braccio un bambino sulle donne babbane (grazie alle mie esperienze al Parco della Perdizione), ma avevo sperato che delle streghe avessero un po’ più classe. È troppo chiedere un briciolo di sottigliezza? O devo credere che i maghi desiderino davvero essere visti – e maneggiati – come un (irresistibilmente delizioso) pezzo di carne?

Neanche cinque minuti dal mio arrivo alla festa (adeguatamente in ritardo, naturalmente. Solo perché vivo dove il party è stato organizzato non significa che debba fare qualcosa di così rozzo come arrivare in orario), ed ero già circondato. Oh, dicevano di essere lì per poter coccolare Teddy (che era riuscito, alla fine, a trasformare i suoi capelli in stile penne arcobaleno, per la gioia e delizia di tutti) ma io sapevo a cosa stavano mirando. Parlavano di Teddy, ma i loro occhi – ed in più di un’occasione le loro mani – erano appiccicati ai miei pantaloni attillati. Dannazione a loro! Hermione era l’unica che avrei voluto mi ammirasse (o esplorasse le mie dotazioni) e grazie a quello sciame di donne, era tanto se riuscivo ad intravederla dall’altra parte della stanza. E quello che riuscivo vedere, non mi piaceva affatto.

Era splendida.

Okay, questa è una bugia: non era affatto splendida. A dir la verità sembrava più una ridicola versione di Bridget Wenlock, la prima strega a stabilire le proprietà magiche del numero sette. Il costume era molto… accurato, sia per la donna in questione che per il periodo in cui visse, ma non era del tipo da ispirare sonetti, od odi, o anche solo lazzi ammiccanti.

Onestamente, però, siamo maghi, ed Hermione – in particolare – è una delle persone più competenti che abbia mai incontrato. Se avesse voluto, avrebbe potuto agitare la sua bacchetta ed ottenere quella avvilente e magistrale perfezione che ostentavano le altre streghe. Ma la trovata di Hermione, invece, ha dimostrato che è molto più che semplicemente stupenda: è affascinante e attraente, e brillante, ed unica. Era l’unica strega nella stanza degna di una seconda occhiata, non importa che orribile capigliatura e che obbrobriosi occhiali avesse.

Non mi sono fermato alla seconda occhiata, naturalmente. L’ho tenuta sott’occhio il più possibile, considerando che era di gran lunga troppo lontana da me e troppo vicina alla fiumana di maghi Grifondoro.

Mentre l’unico obiettivo delle streghe Grifondoro sembrava essere l’avvicinarsi il più possibile a me, i maghi Grifondoro sembravano aver deciso di lasciarmi campo libero. Normalmente sarei stato completamente deliziato da questa decisione, ma per qualche strano motivo, sembravano aver concluso che il modo migliore per starmi alla larga era quello di star il più vicino possibile ad Hermione. Mentre le loro accompagnatrici scendevano su di me come un’orda famelica (e davvero, cosa serve essere così idiotamente coraggiosi come i Grifondoro se poi non s’è disposti a farsi avanti per proteggere le proprie accompagnatrici dal mio sinistro fascino?), loro s’erano tutti allineati per offrire i loro servigi all’unica donna di cui avrei voluto avere l’assoluta attenzione.

A guardarla, uno avrebbe pensato che avesse scoperto che ogni uomo in quella stanza era un fratello a lungo perduto. (Perché lei vede tutti loro come fratelli, e nulla più. Fratelli. Davvero. Il suo affetto è di tipo unicamente fraterno.) Rivolgeva ampi sorrisi ad ognuno di loro, nel momento in cui si avvicinavano, li abbracciava, e a volte dava loro persino un bacio sulla guancia. E dopo passava un’eternità o poco più (o forse cinque minuti – stessa cosa) a parlare con loro, a ridere con loro, e a continuare a sorridere, prima di abbracciarli di nuovo e riprendendo la solfa con il nuovo arrivato.

Un paio di volte ha guardato verso di me, e ha sorriso ogni volta che ho incrociato il suo sguardo… ma il suo sorriso sembrava un po’ forzato, e mai s’è fatta largo per avvicinarsi a me. Teddy si stava adombrando, io mi stavo sentendo accaldato e claustrofobico per via di tutte le donne che mi si erano appiccicate intorno, quando Ronald Weasley è arrivato con quella che doveva per forza essere sua moglie. Uno sguardo e mi è stato cristallino il fatto che Weasley doveva essere davvero ubriaco quando è finito a letto con quella. I cavalli hanno tratti più sexy.

Per un istante, ho sentito un briciolo di soddisfazione. Dopotutto, se la Donnola era tanto stupido da lasciarsi sfuggire Hermione, allora si meritava di svegliarsi accanto ad una faccia come quella ogni mattina, senza possibilità di appello. Ma la momentanea felicità se n’è andata non appena ho visto che espressione aveva Hermione sul volto.

S’è ritratta, anche se in maniera quasi impercettibile, al vederlo con sua moglie al braccio. Non sembrava con il cuore in pezzi – non sono nemmeno sicuro che lui abbia mai avuto il suo cuore, e nel caso l’abbia avuto, sono certo che lei s’è lasciata tutto alle spalle – ma sembrava comunque un po’ ferita e triste. La strega di Weasel era quasi al terzo trimestre, e la pancia indicava chiaramente la gravidanza. (Senza dubbio aveva scelto un costume che la mettesse in evidenza, la stronza. Voleva chiaramente esibire la propria carta d’accesso: non era né una Grifondoro né un eroe, ma un eroe Grifondoro l’aveva messa incinta, e da lì i suoi privilegi.) Posso solo immaginare come Hermione debba essersi sentita, con la prova dell’infedeltà del suo ex ragazzo sventolatale così arrogantemente sotto al naso.

Tanto avrei voluto raggiungerla che mi sarei persino potuto ridurre a sbattere l’una contro l’altra le teste delle streghe che mi circondavano, ancora un momento e… ma poi l’espressione sul volto di Hermione è cambiata ancora, gelandomi sul posto. Il sorriso falso e forzato che aveva rivolto ai Weasley è stato rimpiazzato da un’espressione luminosa di pura gioia: ha squittito “Harry!”, e s’è buttata tra le braccia di Potter il Parassita, che era entrato immediatamente dopo i Weasley.

Sono stato colpito da una nuova e sgraditissima consapevolezza, e per la prima volta ho davvero considerato la possibilità che Hermione e Potter potessero essere una coppia.

Lo so, sembra idiota dire che non ci avevo mai pensato prima, ma la verità è che non c’erano mai state delle ragioni per considerarne la possibilità. Rita Skeeter e i pettegolezzi di Hogwarts avevano sempre speculato su un intrallazzo Potter/Granger, ma questo solo perché loro amavano le notizie scandalistiche, e il Rompiscatole che è Sopravvissuto è sempre stato oggetto di interesse. Sarebbe stato assai meno eccitante fantasticare e spettegolare sui i suoi migliori amici innamorarsi l’un dell’altro, invece che uno dei due innamorarsi di lui.

Io, però, vedevo perfettamente come stavano le cose. Ho sempre osservato Hermione, praticamente sin dal momento in cui l’ho conosciuta, e non serviva certo l’occhio interiore per vedere quello che così pochi si davano la pena di dedurre – praticamente dalla festa del primo anno ad Halloween in poi, Hermione ha sempre avuto occhi solo per Weasley. Non è mai stata nemmeno lontanamente sul punto di innamorarsi di Potter, Weasley era l’unico che riuscisse a vedere.

Ma adesso Weasley era decisamente fuori portata. Se Potter avesse avuto qualche scrupolo nel porgere la sua attenzione su Hermione per paura di pestare i piedi del suo migliore amico, ora non avrebbe avuto remore. Lei era più che libera – e molto più che splendida – e lui era libero, e con più fortuna di quanto gli altri avrebbero mai potuto sognarsi. Mentre Hermione si lanciava tra le sue braccia e lui la faceva volteggiare in circolo, ho sentito il mio stomaco stringersi dolorosamente.

Mi sono detto che ero stato uno stupido a pensare che lei avesse mai potuto volere me; a credere che le nostre lettere e le conversazioni e i sorrisi condivisi avessero significato qualcosa di più che amicizia. Avrebbe potuto avere Potter con uno schiocco di dita – probabilmente avrebbe potuto averlo fin dall’inizio dei tempi se si fosse degnata di notare lui invece che la Donnola – e quale ragazza con la testa a posto avrebbe mai scelto me al posto di lui? A parte che il denaro e la fama, cose che sapevo non le interessavano per nulla, Potter le era stato un servizievole e devoto amico per anni, mentre io mi ero dannato per ottenere la sua attenzione facendola piangere.

La tristezza di Hermione per la sposa della Donnola mi aveva fatto desiderare di andarle vicino e confortarla… ma la sua gioia tra le braccia di Potter, mi aveva fatto venir voglia di allontanarmi il più possibile. Fortunatamente Teddy è sembrato percepire il mio cambio d’umore, e ha iniziato a frignare, dandomi una scusa per districarmi da quello sciame di donne e farmi faticosamente strada attraverso la folla verso l’ultimo punto in cui era stata vista Dora. Se avessi lasciato Teddy con lei, magari sarei potuto salire nella mia stanza per un poco e calmarmi un attimo, prima di rischiare di fare qualcosa di completamente stupido e umiliante… come piangere in pubblico.

Non stavo guardando dove stavo andando, e di sicuro non stavo prestando nessuna attenzione agli ostacoli lungo il percorso, follia di cui mi sono reso conto pochi secondi dopo – troppo tardi per fermare il mio movimento – mentre pestavo quello che il mio piede ha immediatamente riconosciuto essere quel maledetto Nottetempo giocattolo. Un istante, e stavo volando in aria, collidendo contro un altro corpo e trascinando entrambi – e con Teddy – nel catino pieno d’acqua che Dora aveva sistemato per il classico gioco di ‘pesca la mela’.

Ho chiuso gli occhi per un momento, aspettando che il mio corpo avesse il buon gusto di spirare per eccesso di umiliazione… ma nonostante i miei migliori sforzi, sono saldamente rimasto nella terra dei vivi. L’umiliazione ha fallito di uccidermi persino quando ho aperto gli occhi e mi sono reso conto che il corpo che avevo trascinato nel catino con me non era altro che Hermione Granger.

Lei mi ha guardato. Io l’ho guardata. Ci siamo guardi l’un l’altro. E poi, d’improvviso, l’incredibile ridicolaggine della situazione ci ha colpito contemporaneamente, e siamo scoppiati a ridere. La gente che ci circondava aveva iniziato a mormorare quando avevamo colpito l’acqua (non che fossero dei veri mormorii; la musica era ancora a tutto volume, come le voci della folla dall’altra parte della stanza – che non poteva vedere, e forse nemmeno accorgersi, di quello che era successo), ma alle nostre risate, sono tutti arrivati alla conclusione che nessuno s’era fatto del male, e sono tornati velocemente alle loro conversazioni. “Che disastro,” ha ridacchiato Hermione qualche istante dopo, quando si era calmata abbastanza per parlare. “Il costume di Teddy è completamente rovinato.”

Era così, infatti, sebbene a Teddy non sembrasse importare molto. Aveva afferrato il bordo del catino quando ci eravamo caduti all’interno, e si stava agitando su e giù, in imitazione delle mele oscillanti nell’acqua, ridacchiando felicemente.

“Neanche il tuo è messo molto meglio, temo,” ho replicato, cercando di non incespicare sulle mie parole, mentre guardavo come il tessuto bagnato stava aderendo al suo corpo.

“E nemmeno il tuo,” ha risposto, la sua voce che sembrava un po’ affannosa, mentre i suoi occhi erano incollati al mio petto, avendo trovato chiaramente qualcosa di affascinante nella camicia intrisa d’acqua della mia divisa da pirata. Lei è rabbrividita un poco, e mi sono improvvisamente reso conto di quanto scomoda dovesse essere – di quanto scomodo fossi io, una volta andato oltre al fatto di avere una inzuppata Hermione Granger seduta di fianco a me – seduta in mezzo all’acqua.

“Qui, lascia che ti aiuti,” mi sono offerto, alzandomi e allungando una mano. “Sebbene,” ho aggiunto, sorridendo a denti stretti, “sono sorpreso che Potter non sia venuto lancia in resta a fare l’eroe e a tirarti fuori da questo disastro.”

“Vero,” ha riso, prendendo la mia mano e lasciandosi tirare su. “Dovrò fargli una ramanzina per essere andato a flirtare con le altre ragazze invece che venire a salvare la sua migliore amica da ignobili catini d’acqua.”

“Flirtare con…” ho annaspato, voltandomi di botto per cercare dove fosse Potter in mezzo a quella folla. Era un po’ distante da noi – cosa che spiegava perché non fosse venuto ad aiutare Hermione – ma riuscivo comunque a vederlo chiaramente, mentre arrossiva parlando con una bionda che non riconoscevo. Ma a chi importava chi fosse? Non era Hermione, e questo era tutto quello che contava.

A suon di tromba, una chiara e cristallina epifania mi ha colpito, e mi sono crogiolato nel riconoscere la verità che portava.

Potter è un idiota.

Era un semplice fatto che avevo saputo per anni, ma che non avevo mai apprezzato completamente prima d’ora. Sì, con Hermione ferita dopo la diserzione di Weasley, Potter avrebbe potuto vincere il suo cuore se ci avesse provato… ma non l’aveva fatto, semplicemente perché non era abbastanza sveglio da capire che avrebbe dovuto. Magari un giorno, tra dieci o vent’anni, si sveglierà nel cuore della notte con un’improvvisa e lancinante comprensione sul fatto di essere accontentato di molto meno della perfezione che avrebbe potuto avere; ma se ora sceglie di essere troppo tonto per capire cosa potrebbe avere, allora tanto meglio per me.

La speranza è scaturita in me, quasi dolorosa per la sua intensità, e ho vacillato nel sostenere il suo impatto, oscillando letteralmente sui miei piedi. Hermione mi ha afferrato per ridarmi l’equilibrio, e io ho cinto le mie braccia intorno a lei, incapace di resistere alla tentazione di ancorarmi a lei.

Teddy, che io avevo quasi dimenticato, ha scelto quell’esatto momento per far sentire la sua voce con la sua prima, fondamentale parola.

“Bacio!” ha gridato con tutta la sua forza (e quel piccolo demone è sempre stato un maestro nel campo). “Bacio! Bacio! Bacio!”

Io ed Hermione ci siamo voltati all’unisono per fissare Teddy, ma mentre il significato di quello che aveva detto affondava nel nostro cervello, ci siamo lentamente girati l’un verso l’altro.

Ha incrociato il mio sguardo per un solo momento, prima di distoglierlo. “Ch-che cosa stupida da dire,” ha balbettato (anche se io ho notato come non abbia fatto cenno di districarsi dalle mie braccia.) “Come se noi… se noi…”

Non l’ho lasciata finire. Nell’istante successivo, le mie labbra erano sulle sue, e l’unico suono che ha emesso è stato un lieve gemito mentre si scioglieva nel mio bacio.

(Oh, sì: s’è sciolta. Sono ancora un asso. Heh.)

È stato solo quando ci siamo lievemente discostati per il bisogno di respirare che mi sono accorto della folla che ci stava osservando, con Dora e Remus (e un grondante acqua Teddy in braccio al padre) davanti a tutti a esultare allegramente.

C’è una vaga, lievissima possibilità che io possa essere arrossito (e Dora dice che ha la prova fotografica che stavo sorridendo come un idiota, ma questo non può assolutamente essere vero.)

Hermione, sia benedetta, ha preso il comando, attaccandosi alla mia mano e ha annunciato che noi due dovevamo andare a sistemarci. C’è stata una valanga di sussurri e mormorii mentre mi trascinava dietro di lei in bagno e chiudeva la porta alle nostre spalle, ma visto che la cosa non sembrava infastidirla, non mi sarei lasciato toccare io. Se lei non aveva problemi con tutti quei Grifondioti che ci avevano visto mano nella mano (e poco dopo averci visto labbra su labbra), allora andava tutto più che a meraviglia anche per me. (E con un po’ di fortuna, adesso che tutte quelle donne dalle mani lunghe mi avevano visto occupato, magari mi avrebbero lasciato da solo e avrebbero lasciato che fosse Hermione a prendere su di sé il compito di molestare il mio corpo.)

Non appena la porta s’è chiusa alle nostre spalle, l’ho presa di nuova tra le mie braccia. “Merlino, volevo farlo da secoli,” ho annaspato quando mi sono ricordato di come si faceva a parlare.

“Erano secoli che io volevo che lo facessi,” ha ritorto, accoccolandosi contro di me.

“Davvero?”

“Mmm,” ha replicato, alzandosi sulle punte per catturare di nuovo le mie labbra.

Aveva ragione; le parole non erano realmente necessarie a quel punto. Dopotutto, non è stato che dopo ripetuti battiti alla porta, a ricordarci che stavamo occupando l’unico bagno disponibile al piano terra, che ci siamo separati con riluttanza e abbiamo iniziato a sistemarci. Hermione ci ha reso asciutti e ragionevolmente in ordine con solo un paio di svolazzamenti di bacchetta, ma sono stato felice di notare come non abbia fatto nulla per sistemare le sue labbra gonfie per i nostri baci, rendendo fin troppo ovvio il motivo dei nostri tempi lunghi. (Non che potessero esserci dubbi, naturalmente. Però, mi piaceva lasciare il mio marchio su di lei – e non solo sulle labbra. Non ha tentato di rimuovere nemmeno quelli.)

È sembrata un poco incerta a quel punto, mentre non cercava più di impossessarsi del mio corpo, ma ha sorriso radiosamente e ha immediatamente accettato il mio invito ad uscire con me domani sera. (Non so ancora come farò per i soldi, ma sono sicuro che Dora contribuirà volentieri alla causa.)

Nulla poteva uccidere la mia euforia – nemmeno la vista di Weasley e di Potter stazionati fuori dal bagno, ad aspettarci con gravi espressioni in volto. Hanno strattonato immediatamente via Hermione per quella che, senza dubbio, doveva essere una severa ramanzina sulla follia di cedere alle mie irresistibili attrattive. Lei si è lasciata trascinare via, ma non senza alzare gli occhi al cielo e stringermi la mano.

Mi sono sorpreso nello scoprirmi sorprendentemente poco preoccupato. Conoscevo la mia ragazza: non sarebbero riusciti a convincerla a rinunciare a me, se io ero quello che lei voleva, e dal modo in cui mi aveva baciato, ero certo di esserlo.

Dora e Remus sono venuti a congratularsi con me, aprendo la fila. Ho passato il resto del party a rispondere alle congratulazioni di una fiumana di persone (per la maggior parte di facciata, specialmente se comparate alla genuina esuberanza di Dora), mescolate ai crudi avvertimenti di quello che mi avrebbero fatto se avessi spezzato il cuore di Hermione. Forse tutti quei maghi Grifondoro la vedevano davvero come una sorella, dopotutto: certamente hanno esternato le loro minacce in maniera molto fraterna.

Non importa. Non ho nessuna intenzione di farle del male – i miei piani sono molto più sulla linea di renderla la strega più felice al mondo. E certamente sembrava felice quando alla fine della festa mi si è avvicinata per darmi un bacio. Gli occhi erano luminosi come stelle e il suo sorriso era radioso, mentre si scostava da me, dicendomi che sarebbe passata per le sette l’indomani.

Credo ci siano stati altri a salutarmi mentre uscivano, ma non riesco a ricordare. Mi sembrava che tutto si confondesse, mentre rispondevo ai saluti e salivo in camera per poter scrivere tutto a memoria futura.

Quindi è così che la storia finisce – o, se preferite, inizia – con il Draco Malfoy-che-era ormai cresciuto e la mia vita tanto diversa da quella che mi aspettavo quanto umanamente possibile. Per così tanti anni ho pensato che il mio destino fosse scolpito nella pietra, immutabile per sempre. Ma poi ho perso i miei soldi, trovato mia cugina, perso la dignità in un lavoro adatto solo ad un Elfo Domestico, scoperto un modo per rendere orgogliosa mia madre, perso il mio cuore, e guadagnato in cambio l’amore di Hermione Granger.

Quindi è questa la libertà.

Credo che possa piacermi, dopotutto.



Fine



And that's all.
Ho deciso di pubblicare questa storia, che altrimenti sarebbe rimasta ad ammuffire tra i miei lavori inediti, come gift a Rowena e ad Alexiel Mihawk all'interno dell'hp_ficexchange; spero sia piaciuta tanto a loro quanto a tutti voi.

Ed ora, prima di tornarmene nell'angolino - a me molto più congeniale^^ -, un grazie particolare alla Moglia ♥ e a merryluna, loro sanno perché^^.
Ed un altro grazie a chiunque abbia lasciato un commento a questa traduzione, facendomi compagnia in queste settimane di postaggio.

Un saluto,
Kit

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