Freiheit

di Hysterisch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** On our own. ***
Capitolo 3: *** Liebe Und Strafe ***
Capitolo 4: *** Broken Wings ***
Capitolo 5: *** Devilish ***
Capitolo 6: *** Tra passione e lacrime ***
Capitolo 7: *** Whatever doesn't kill me, makes me stronger ***
Capitolo 8: *** Vita di un angelo. ***
Capitolo 9: *** Locked out of heaven ***
Capitolo 10: *** Il giorno perfetto ***
Capitolo 11: *** Nuove Responsabilità ***
Capitolo 12: *** La scelta. ***
Capitolo 13: *** Vecchie storie. ***
Capitolo 14: *** Uscita allo scoperto ***
Capitolo 15: *** In memoria di te. ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


 
Would you die for love?



 

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Capitolo 2
*** On our own. ***


Ciao, Io sono Tomja ma non mi prolungherò in stupide presentazioni, mi conoscerete man mano che la storia va avanti.
 
Sono nata il 1 Settembre del 1989 a Lipsia assieme al mio gemello Bill, ma volete sapere la cosa più divertente? Mia madre credeva di aver partorito solo un figlio ed invece sono spuntata anche io, chissà perchè. Nel bene e nel male comunque, io e Bill crescemmo insieme ma non fu lo stesso per mia madre e per mio padre, divorziarono quando avevamo appena sei anni, mia madre trovò un nuovo compagno subito dopo, si chiamava Gordon Trumper ed era un musicista, assieme a lui Bill ed Io prendemmo delle lezioni di musica, io suonavo la Chitarra e il pianoforte, invece Bill amava cantare e suonare il piano, aveva una voce stupenda, per lui era suonare era una valvola di sfogo, a scuola era vittima del bullismo, venne picchiato un paio di volte ma dopo mi assicurai che non accadesse più, come? Semplice, combattevo io al posto suo, ero quella più forte tra i due e poi per lui avrei dato la mia vita, sempre e comunque. Resta il fatto che pur volendo, quei tre avevano sempre la meglio su di me.
 
"AHAHAHAHAH, FAI TANTO LA DURA E POI NON VALI NIENTE AHAHAHAH"
 
Era l'intervallo, Bill era fuori in cortile a prendere una boccata d'aria, io invece ero nei bagni con il solito gruppetto.
 
"Io v-vi ammazzo...." 
 
Ero sdraiata sul pavimento gelido, il sangue mi scorreva sul viso assieme alle lacrime ed al sudore, vedevo sfocatamente, ormai ero k.o
 
"Tranquilla, ti aiutiamo noi! AHHAHAH"
 
Stavo cercando di rialzarmi ma prima che io lo potessi fare venni buttata di nuovo per terra, affondarono allo stesso tempo i loro piedi nel mio stomaco, pensavo davvero di morire.
 
"Andiamo via, dai AHAHAHAHAH a domani rapper sfigata!"
 
Uscirono dal bagno lasciandomi da sola nel mio dolore, mi chiamavano Rapper sfigata perchè mi vestivo appunto da Rapper, mi piaceva tanto quello stile. A fatica mi rialzai dal pavimento, barcollavo, tremavo come una foglia, mi avvicinai al lavandino, rabbrividì al contatto con l'acqua fredda ma almeno mi fece svegliare, raccolsi il mio New Era che avevo perso per terra durante la lotta, lo spolverai un po' con le mani e lo rimisi in testa. L'intervallo finii, l'incubo era finito, uscii dai bagni sperando di non incontrare Bill, non poteva vedermi in quelle condizioni.
 
"Kaulitz! La prossima volta scatta la nota!" Il mio professore di matematica era uno stronzo, non mancava mai un giorno, non era mai in ritardo ed odiava i ritardatari ma odiava sopratutto me per il semplice motivo di trovarmi sempre in mezzo alle liti, sapeva per quale motivo lo facevo almeno? "Mi scusi" Senza fare storie mi sedetti al mio banco in fondo alla classe, non ero accanto a nessuno, preferivo stare sola. Appena il prof iniziò a spiegare io mi addormentai sul banco, speravo di svegliarmi l'ora seguente ed invece mi svegliai direttamente all'ultim'ora, presi di svelta la mia tracolla e scappai verso l'atrio, Bill non sarebbe mai andato via senza di me ed io ero in ritardo di dieci minuti. << Ora mi romperà immensamente il cazzo >> In effetti lo fece.
 
"Hey scusami bro, mi ero addormentata in classe" Arrivai al suo fianco correndo, sembrava essere nervoso. "Si ma cazzo, dieci minuto di ritardo, D-I-E-C-I!" Anche Bill odiava i ritardatari ma lui era il primo ad esserlo. "Scusami, davvero, come posso farmi perdonare?" Odiavo vedere Bill incazzato nei miei confronti, lui era l'unica ragione per cui vivevo, non poteva farmi il muso, mai. "Dai, ti perdono ma..." Solo questa volta, oh quante volte diceva quella frase, 'quella volta' doveva essere infinita. Ci incamminammo verso casa, andavamo a piedi, non importa se pioveva,nevicava, grandinava, ci toccava comunque andare a piedi, la nostra famiglia non poteva pagare due abbonamenti per il pullman. 
 
"Hai freddo?" Era una giornata freddissima, Bill indossava la sua solita giacchetta nera dell'Adidas, era troppo leggera, stava sicuramente morendo di freddo. "Un po' " Senza esitazioni mi levai la mia giacca e gliela misi addosso, era l'unica giacca che avevo ed era equivalente ad un cappotto, anche quella era larga ovviamente, era divertente vedere Bill con una giacca così larga. "Ti prego riprendila! Morirai di freddo" Avevo la solita t-shirt larga, stavo congelando ma feci finta di sentire caldo. "Ma no, tienila tu, io ho caldo!" Finsi un sorriso così da rendere Bill tranquillo.
 
Arrivammo a casa dopo una ventina di minuti, il cancello, come al solito, per essere aperto doveva essere calciato, credo risalisse alla prima o seconda guerra mondiale o forse no.....boh, era comunque vecchio. "Mamma! Siamo a casa!" Dopo essere entrata in casa poggiai la mia tracolla per terra vicino la porta, Bill si fiondò nella nostra cameretta per cambiarsi, io invece andai in cucina, avevo fame ma scommettevo che qualcuno doveva fare digiuno, come al solito. "Digiuno anche oggi, Mamma?" Lei non rispose. "Lo prendo come un si quindi" Non ero arrabbiata ne offesa, fare digiuno era una cosa normale nella nostra casa, salii le scale che conducevano alla cameretta, bussai alla porta visto che la porta era chiusa ma quel dolce celebroleso non rispose quindi entrai lo stesso.
 
"DIAMINE! Potevi dirlo che ti stavi rivestendo" Razza di idiota, era completamente nudo nel momento in cui aprii la porta, voltai il mio viso verso destra così da non vederlo. "Ma sei mia sorella! Che vergogna c'è?" Lui non era per niente imbarazzato dalla mia presenza, non so come facesse onestamente. "Comunque puoi voltarti, mi sono rivestito" Mi voltai lentamente, appena mi assicurai che Bill fosse rivestito mi tuffai nel nostro lettone, non era comodissimo però mi accontentavo lo stesso. "Vieni a mangiare?" Mi chiese lui mentre era sull'orlo della porta "No....non ho fame, resto su in camera a suonare un po la chitarra, magari mi viene in mente qualcosa" Feci un debole sorriso e Bill scese giù in cucina, non so cosa stava succedendo ma improvvisamente tutto ciò che era attorno a me iniziò a girare, non so cosa successe dopo perchè mi addormentai o svenni, non lo so, la mia vita era troppo pesante per una semplice tredicenne ma non tutti i mali vengono per nuocere, giusto?
 
"Tomi! Tomi, sveglia!" Riaprii lentamente i miei occhi, attorno a me c'erano mia madre, Gordon e Bill. "CHI è STATO A FARTI TUTTO QUESTO?! CHI TI HA RIDOTTA IN QUESTE CONDIZIONI TOMI?!" Bill continuava a strattonarmi mentre urlava nel mio orecchio, ero svenuta e lui non avendo sentito nessun suono provenire dalla mia camera salì sopra e notò che ero svenuta sul letto, avevano notato anche le mie ferite ed i miei lividi a quanto pare. "RISPONDI! R-rispondi ti prego...." Stava quasi per piangere ed io ODIAVO vederlo piangere, non doveva più succedere. " Sono stati i tre figli della famiglia Brouni, non è così?! " Si, avevi ragione Gordon ma non lo avrei mai detto di fronte a mio fratello. "No...no, hanno smesso di perseguitare me e Bill da tempo, è stata solo....una lite" Credo che Gordon e Bill se la bevetterò ma non fu così per mia madre "Ah si? Ed uno può farti queste ferite se è solo una lite?!" Bill stava cominciando ad agitarsi ed io stavo iniziando ad innervosirmi. "Andate fuori per favore, TUTTI!....no Bill, tu no" Lo presi per mano e lo riportai accanto al letto. "...Ti ascolto" si sedette sul fianco del letto, cominciò ad accarezzarmi la guancia destra, non mi aveva mai accarezzata, era una sensazione strana ma bellissima. "Ecco....ehm....sai per quella audizione a Berlino per il programma tv...." Non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase che la sua negatività  rese la situazione ancor più depressa "Non abbiamo soldi Tomi, non possiamo andarci" "Ma cazzo fammi finire prima!" Controllai con lo sguardo se Mamma e Gordon erano andati via per davvero poi ripresi a parlare. "Noi andremo a Magdeburdo a fare quel casting, ho due amici li che ci possono ospitare" "Ma come-" "Non fare domande, si parte domattina all'alba, fuggiremo da questa casa, io ti porterò al sicuro, ti farò vivere la vita che meriti, però ti devi fidare di me, okey?" Lo fissai negli occhi, sapevo di essere un punto di riferimento per lui, sapevo che era una mossa azzardata scappare di casa ma se volevamo inseguire il nostro sogno dovevamo farlo. "....Okey.." Alzò timidamente lo sguardo, era impaurito, lo potevo leggere nei suoi occhi. "Fidati di me." Lo strinsi fortemente a me, poggiai la sua testa sul mio petto "Ci sono io per te, ci sarò sempre, non avere paura" Bill ricambiò l'abbraccio "Ti voglio bene" è l'unica cosa che riuscì a dire prima di scoppiare a piangere "Shhhh...è tutto okey, va tutto bene" Era un momento strano ma bello, sentivo quanto mi volesse bene, lo sentivo dal suo abbraccio.
 
La notte arrivò, mamma e Gordon andarono finalmente a dormire. "Hey Bill, prepara i borsoni e prepara anche il mio se ci riesci, io vado a procurarmi i fondi" Lui annuì ma prima che io mi lanciassi dalla finestra mi fermò "Non fare niente di male ti prego, lo sai che ho bisogno di te" << Anche io ho bisogno di te. >> Gli sorrisi e scesi dalla finestra, scavalcai il cancello e corsi a tutta velocità verso casa di Andreas, lui era il mio migliore amico e speravo con tutto il cuore che quella sera non facesse lo stronzo. Arrivai sotto casa di Andreas, stavo per suonare il campanello ma poi mi ricordai che era notte fonda "Ah cazzo,è vero" Iniziai a lanciare dei sassolini verso la finestra di Andreas sperando che sentisse. "Andreas! Cazzo, svegliati!" Dopo svariati tentativi la finestra si aprì e vidi la sua testa sbucare al di fuori. "Tomi? Cosa cerchi a quest'ora?" "Devi accompagnarmi al capannone abbandonato dei Brouni, tu sei l'unico a saperne la via" Lo sapevo, era una cosa azzardata andare rubare dei soldi ai Brouni, quelli già desideravano vedere me e mio fratello morti, mi picchiavano e figuriamoci cosa avrebbero fatto se rubavo loro dei soldi. "Hai per caso bevuto il tuo cervello?" Forse. "Davvero Andreas, quei soldi mi servono, giuro che mi prendo qualsiasi responsabilità nel caso qualcosa vada storto" Lo sapevo che comunque in futuro mi avrebbero comunque scoperta, ma non importava. "E per quale motivo ti servono quei soldi?" "Devo portare Bill a delle audizioni a Magdeburgo poi magari restiamo li....ma non a lungo, credo." Lui esitò alcuni minuti, diedi un'occhiata furtiva al mio orologio analogico, erano le due, per le cinque dovevamo essere già in viaggio. "Ti prego Andrè" "Okey, d'accordo, però non prendere troppi soldi" Andreas uscì di nascosto, mi diede un casco ma prima di metterci in cammino verso il capannone lui portò a piedi con se il suo scooter. "Non credo che da qui possano sentire il rumore del motore, sei pronta?" Cazzo se lo ero. "Sempre" Montammo sullo scooter e sfrecciammo via alla massima velocità , dovevamo fare in fretta. 
 
Dopo dieci minuti Andreas fermò lo scooter in una foresta. "Siamo arrivati?" Andreas annuì, All'inizio non vedevo nessun capannone poi riuscii a notarlo, era veramente ben nascosto tra gli alberi. "Tu prendi quello che ti serve, io faccio da palo, fai in fretta Tomi!" Corsi verso il capannone guardandomi sempre attorno, non c'erano delle trappole e tutto sembrava troppo strano, arrivai di fronte al capannone, spostai a fatica la grandissima porta fatta di ferro inossidabile, entrai nel capannone e dentro c'erano dei borsoni stracolmi di banconote, era un paradiso, ma non dovevo perdere tempo in cose inutili, presi quattro o cinque blocchetti di banconote, non so quanti soldi erano ma so che erano parecchi, uscii dal capannone correndo a tutta forza verso lo scooter di Andreas. "Dai dai dai dai, VAI VAI!" Scappammo via da quel brutto posto, io odiavo le foreste di notte. "Volete che vi accompagno anche alla stazione dopo?" Non sapevo come faceva a saperlo ma comunque accettai l'offerta volentieri. "Ci faresti un gran favore" "Sempre a disposizione".
 
Si erano fatte le quattro, arrivammo sotto casa mia, decisi di chiamare Bill senza rientrare dentro casa. "Bill! Lancia i borsoni, muoviti!" Senza esitare Bill buttò di sotto due borsoni che Andreas poggiò tra le sue gambe sopra lo scooter. "Ora scendi Bill, sbrigati" Mio fratello non aveva mai fatto cose del genere, ci mise un po' di tempo per scendere dalla finestra e saltare il cancello resta il fatto che lo fece, prima di mettermi di nuovo in sella lasciai dei soldi nella casella postale per Gordon e mia Madre, non ero tanto bastarda alla fine. "Ci vediamo" Sussurrai guardando casa, salì in sella dietro Bill ed Andreas partì facendo attenzione a non perdere i borsoni per strada ed a non farci cadere. Arrivammo alla stazione, Andreas era l'unico maggiorenne tra di noi quindi fu costretto a fare i biglietti al posto nostro. "Grazie Andrè, tieni" gli misi in tasca delle banconote come ringraziamento. "Prendilo come risarcimento per la benzina, okay?" Lui mi sorrise e mi abbracciò "Ci rivediamo" mi sussurrò dopo di che abbracciò anche Bill. Ci rivediamo ragazzi, buona fortuna Bill" A nessuno piacevano gli addii quindi ci salutammo con il gesto della mano, ero sicura che ci saremmo rivisti un giorno.
 
Il treno arrivò dopo un'oretta quasi, Bill era indeciso se salirci o no ed alla fine fui costretta a tirarlo su in carrozza con me. "Questa è la tua occasione Bill, devi crederci, non devi preoccuparti di lasciare casa, se le cose vanno male possiamo sempre ritornarci, no?" Lo abbracciai ed entrammo nella cabina che ci fu assegnata, non c'era nessuno, meglio così. Bill si addormentò dopo una ventina di minuti, io invece ero ancora sveglia ma ero stanca morta, guardavo al di fuori del finestrino, sapete com'è, non ero mai stata al di fuori di Lipsia, per me e per Bill era una nuova esperienza ma non avevo molta paura di lasciare casa perchè sapevo che potevo contare su Bill, e lui sapeva di avere me, non c'era niente di cui avere paura.

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Capitolo 3
*** Liebe Und Strafe ***


"Biglietti!" Sobbalzai dal sedile sentendo la voce del controllore che chiedeva i biglietti a tutti i passeggeri ma la prima cosa che feci non fu preparare i biglietti ma era controllare se Bill stesse dormendo, era stanchissimo e prima ho dovuto svegliarlo visto che non c'erano diretti per Magdeburgo a quell'ora e ci è toccato scendere ad Halle per montare sul treno decisivo. Voltai la testa verso sinistra, stava ancora dormendo, era bellissimo ma allo stesso tempo sembrava così indifeso, ma io esistevo per questo, giusto? Tirai fuori dal borsone due delle mie felpe, le raggomitolai e le poggiai lentamente sotto la sua testa, almeno non si svegliava col torcicollo. << Ma che ore sono? >> Diedi un'occhiata al mio orologio ed erano le quasi le Sette, mi addormentai solo per un'ora quindi? Quegli incubi sembravano essere durati una eternità. Vidi l'ombra del controllore avvicinarsi alla cabina quindi presi in mano i biglietti ed aprii la porta della cabina prima che lo facesse lui, non volevo che svegliasse Bill, timbrò i due biglietti ed andò via augurandomi buon viaggio "Ah! Ehm...mi scusi, quanto manca all'arrivo?" Il controllore alzò la manica della divisa, i suoi occhi cadderò immediatamente sul suo orologio di oro massiccio "Manca meno di un'ora, diciamo una quarantina di minuti" Lo ringraziai e lui si rimise in cammino ma prima di rientrare in cabina una specie di venditore ambulante mi spinse verso la mia destra.
"Oh pardon mademoiselle ! Posso chiedere se serve qualcosa?" Uh? Mademoiselle ad una camionista come me?. Con la mano mi invitò a guardare tutte le bontà che aveva sul carrello, c'erano croissant appena sfornati, crostate, biscotti al cioccolato, ma erano di quelli genuini, quelli fatti a casa, sapete? Nella sezione inferiore del carrello c'erano svariati succhi di frutta, cappuccini e caffè latte, l'odore era buonissimo ed invitante e come al solito il mio stomaco iniziò a reclamare, alla fine decisi di comprare una bella colazione per entrambi.  "Uhm...allora, prendo due croissant alla marmellata..." Si, Bill amava la frutta, preferiva la marmellata alla crema pasticciera ma comunque mangiava pure quella, non preoccupatevi. "...Poi prendo due bottigliette di succo, all'arancia se è possibile, poi...uhm... Due cappuccini e dei biscotti!" L'uomo mise il tutto su un vassoio di plastica "Quanto viene?" No, non potevo immaginare quanto il tutto potesse venire a costare, non ho mai visto roba del genere a casa mia. "In tutto viene ventitrè euro" Accipicchia! Davvero era tutto così caro? Calai la mano nelle mie tasche e presi una banconota da venti euro ed un'altra da cinque, l'uomo mi diede il resto in un batter d'occhio assieme al vassoio di plastica bianca "Au revoir!" "Auf wiedersehen" Scossi la testa con uno strano sorriso sulle labbra, cosa ci faceva un Francese in Germania? Mah. Ritornai in cabina facendo attenzione a non buttare niente per terra, quel ghiro di mio fratello stava ancora ronfando. "Non cambierai mai eh?" Aprii la tendina del finestrino lasciando che il sole svegliasse Bill nel migliore dei modi. "Buongiorno fratellone" poggiai sulle sue gambe il vassoio con le nostri colazioni. "Hai fame?" Lui mi mostrò il suo bellissimo sorriso, il bianco dei suoi denti risplendeva con la luce del sole ed anche i suoi occhi brillavano. "Tu sei pazza, ma proprio tanto, nessuno mi ha mi fatto una colazione così bella" Si era già dimenticato della mia promessa quindi, ahh memoria portami via. "Te lo meriti"  Ricambiai il sorriso, presi uno dei due Croissant, erano da sogno "Oh mio dio! Un croissant alla marmellata, da quanto tempo non ne mangiavo uno!" Bill aveva ragione, saranno passati due o tre anni dalla nostra ultima colazione. "Beh scusami, le audizioni prendono tante energie quindi, mangiati il tuo croissant assieme al succo e poi ti bevi un buon cappuccino con i biscotti alla cioccolata" Presi una bottiglietta di succo d'arancia dal vassoio e mettendoci non molta forza riuscii ad aprirla "Vuoi che ti apro la tua bottiglia?" "L'ho già aperta, grazie!" Iniziai a bere come un cammello, avevo davvero tanta sete. "Quanto manca all'arrivo?" Con la mano gli feci segno di aspettare, stavo bevendo, dopo aver finito ripresi il filo del discorso "Il controllore ha detto che manca meno di un'ora ma non per questo devi mangiare tutto di fretta e di furia" Scossi le mie mani facendo così cadere le briciole del croissant che avevo appena finito, presi in mano il bicchiere contenente il cappuccino, rimossi la carta stagnola e presi in mano un paio di biscotti "Alla faccia di chi ci vuole male!" Inzuppai i biscotti nel cappuccino, non l'avevo mai fatto in vita mia ma volevo provare. "Ma dai! I biscotti nel cappuccino no!" Eccolo li che voleva darmi lezioni di Galateo. "Disse quello che parla a bocca piena, si ingoia prima di parlare, sai?" Ingoiò subito tutto ciò che aveva in bocca per rispondermi. "Ora ho ingoiato e comunque no, neanche le lezioni di Galateo salverebbero una camionista come te quindi per quale motivo dovrei dartele?" Aaahhh che nervi, odioso. ".....Sbrigati va' " Era meglio se non seguivo i miei istinti omicidi nei suoi confronti, me ne sarei pentita amaramente dopo. Bevette velocemente il suo cappuccino e per poco non si affogava. "Fatto!" Mi graziò con un'altro dei suoi bellissimi sorrisi ma questa volta scoppiai a ridere. "Cosa c'è?" Mi avvicinai a lui continuando a ridere" Ma che bei baffi che abbiamo, Mister Kaulitz " Gli poggiai la mano sinistra sulla sua guancia e col mio pollice gli rimossi tutti i resti del cappuccino che aveva sotto il naso. "Sai che sei molto più carina quando non hai niente in testa?" Arrossii così tanto che se mi fossi messa il mio New Era rosso mi sarei mimetizzata. "Dai....smettila" Gli diedi un bacio in fronte sperando che lui cambiasse discorso. "Preparati piuttosto che tra pochi minuti arriviamo" La mia teoria fu confermata dalla voce del controllore allo speaker che annunciò la prossima fermata, ovviamente Magdeburgo. "Io sono già pronto" Bill rimise la coperta in uno dei due borsoni io invece mi misi addosso una delle mie felpe, cazzo che freddo che faceva. 
 
Dopo una decina di minuti il treno si fermò alla stazione centrale di Magdeburgo, ma perchè la chiamavano stazione centrale se c'è n'era solo una? Mi misi un borsone dietro la schiena, non era molto pesante, una volta scesa dal treno mi sentivo un po persa onestamente. "WOAH-" Schivai per un pelo un ragazzo che scappava via dalla polizia "Per un po non mi metteva sotto, dai andiamo Bill" Entrammo nella Hall della stazione, come sottofondo c'era un ragazzo che suonava la sua chitarra acustica avrà avuto più o meno la nostra stessa età, sui dodici, tredici anni e sul suo cartello diceva di essere un senza tetto, che tristezza. "Tomi..." Sentii mio fratello chiamarmi e mi voltai subito verso di lui. "Dimmi" Lui abbassò lo sguardo come se fosse intimorito da qualcuno o da qualcosa e dopo alcuni secondi ebbe il coraggio di parlare "Noi non faremo la fine di quel ragazzo ora che siamo scappati da casa....vero?" Per essere un ragazzo Bill era tanto anzi, troppo fragile, amavo questa cosa di lui. "Dio santo Bill, smettila di essere così negativo! Nel caso le cose vadano storte ce ne ritorniamo a casa ma le cose non andranno male, fidati" Poggiai entrambi le mie mani sulle sue spalle "Non diventerai mai un senza tetto, non ci sperderemo per le vie di Magdeburgo e sopratutto non moriremo di fame, okey? Uh?" Cominciai a strofinare la sua schiena per incoraggiarlo. "Io credo in te, Bill." Lui mi sorrise timidamente, a dir la verità nessuno nella nostra famiglia lo faceva sentire importante, nemmeno nostra Madre, solo io, nel mio piccolo, cercavo di farlo sentire fondamentale. "Tomi?" Sentii una voce familiare e mi voltai di scatto. "Georg?!" Annuì sorridendo. "In carne e d'ossa! Ho portato anche Gustav con me" Ero sorpresa, come facevano a sapere del nostro arrivo? "Come facevate a sapere del nostro arrivo?" "Andreas ci ha avvisati! Oh, quel ragazzino dev'essere Bill" Georg si avvicinò a mio fratello per presentarsi. "Quindi tu sei il fatidico Bill eh?! Beh, io sono Georg e lui è Gustav" Gustav si fece avanti ma era tanto timido. "Ciao." Non riuscì a dire nient'altro, ve l'avevo detto che era timido! "Ma come vi siete conosciuti?" Chiese Bill. "Ci siamo conosciuti in un negozio di instrumenti a Lipsia, io ero li a comprare un nuovo basso e Gustav era assieme a me, lui stava acquistando pezzi per la sua batteria" Gustav si introdusse nel discorso, sempre timidamente. "C'era tua sorella che stava provando una chitarra, quando abbiamo sentito il modo in cui suonava siamo rimasti impressi..." "Così ci siamo avvicinati a lei e gli abbiamo fatto dei complimenti, poi va beh, da cosa nasce cosa e alla fine siamo diventati amici" Aggiunse Georg, anzi, Georch per me. "Ci siamo tenuti in contatto tramite Andreas, l'unico amico in comune che abbiamo" Bill sorrise compiaciuto nel sentire la storia, amava le amicizie a distanza perchè per lui quelle erano le più vere. "Cooomunque! Venite a dormire a casa mia o di Gustav?" "Sappiate che io vivo con i miei Genitori e mia sorella, c'è posto anche per voi comunque" Georg riprese a parlare "Io sono figlio unico ed ho una casa grande, ho già parlato di tutto questo ai miei genitori e per loro è tutto okay, fate la vostra scelta" Tra me e Bill alla fine non c'era un vero e proprio leader, anche lui doveva fare la sua scelta. "Dove vuoi andare?" Bill ci pensò su per qualche minuto "Credo che andare da Georg sia la cosa migliore, Gustav non volermene ma è solo per non dare altri pesi alla tua famiglia, veniamo da una famiglia povera e sappiamo quanto difficile sia sopravvivere quando c'è più di un figlio da sfamare" Gustav gli sorrise alzando un pollice "Non preoccuparti" Georg scosse la testa. "Non preoccupatevi! Mio padre è un dottore, non navighiamo nell'oro ma certamente non moriamo di fame" Io, sinceramente, ci tenevo ad aggiungere che con tutti quei soldi che avevo preso potevamo benissimo mantenerci da soli,non volevo sentirmi un peso. "Abbiamo dei soldi, ci bastano e avanzano, nessuno deve mantenerci" "Oh okey, allora ci mettiamo in cammino?" Uscimmo dalla stazione seguendo Georg, non avevo la più pallida idea di dove vivesse. "Abito in centro, dovete camminare un po', mi dispiace"
 
Arrivammo a casa Listing dopo una ventina di minuti, l'arredamento non era di quello che piaceva a me, sembrava di essere in una casa del 700', ma non era casa mia, mica sceglievo io. "Fate come se foste a casa vostra!" Ci fece accomodare in quella che era la nostra camera temporanea. "Mio padre ha messo un letto matrimoniale, non credo vi dia fastidio dormire insieme, no?" "Anche a casa nostra dormivamo in un letto matrimoniale" Annuii alle parole di Bill. "Si, non ci sono problemi" Un'uomo ed una donna spuntarono dietro di noi "Oh Georg, sono quelli i tuoi amici?" "Si mamma, lei è Tomja..." Strinsi la mano di entrambi "...invece lui è Bill, il fratello" Anche Bill strinse la mano ad entrambi, almeno a questo ci arrivava. "Quindi andrai a fare questo casting eh?" Chiese la Madre di Georg "Uh-uh, però non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di Tomi, è indispensabile per me" Ah, avevo dimenticato di dire che una delle abilità di Bill era quella di farmi arrossire in pubblico, accidenti. "Ho...solamente dato una mano ecco...." La donna si avvicinò a me, mi stava squadrando con un gran sorriso dipinto in faccia, inarcai le ciglia perchè non sapevo cosa volesse da me. "Che bello avere delle sorelle così, che ti aiutano in tutto, che ti proteggono e che..." Suo marito la interruppe, per fortuna. "Dai tesoro, lasciali riposare in pace, parleremo con loro più tardi no?" "Grazie mille signor Listing" Chiusi la porta, finalmente potevo dormire. "Chi si tuffa per primo?" Gli chiesi, lui voltò il suo sguardo verso di me. "IO!" "ARRRGH, NO! IO!" Gli saltai addosso ed atterrammo entrambi sul morbido materasso. "Non hai scampo fratellone" Lasciai partire una risata malefica, ci riuscivo bene a fingermi malvagia. "NO! LASCIAMI!" Mi voltò, ero io ora ad essere sotto, cominciò a farmi il solletico, lo ammetto, soffrivo il solletico ma amavo giocare con lui ma purtroppo ci addormentammo subito.
 
"OH MIO DIO GORDON! DOVE SONO FINITI!?" Ovviamente se n'erano accorti della nostra assenza, scusateci se volevamo dare una svolta alle nostre vite. "Non lo so Simone, non lo so!" Gordon era nervoso nostra madre invece si disperava. "Soprattutto chi gli ha dato tutti questi soldi!" Gordon trovò i soldi che lasciai nella cassetta. "150 Euro! Ora si spiegano i lividi e tutto, forse fa parte di una Gang!" Camminava avanti e indietro per il salone cercando di dare una ragione logica alla nostra fuga. "No....no, forse...ha rubato.." "LA COSA NON è MEGLIO! DOBBIAMO SUBITO RITROVARLI" "E cosa farai dopo averli trovati? Eh?!" Gordon esitò un momento prima di rispondere. "Bill resterà con noi ma Tomja..." Mia madre si alzò in piedi. "Continua!" "...Dovrà andare via, un collegio è la cosa migliore per lei, sta indirizzando suo fratello verso una brutta strada, capisci? Lo sta influenzando!" "No non-" "SONO IO L'UOMO DI CASA, SIMONE! SONO IO CHE COMANDO, E SE DICO CHE ANDRÀ VIA QUESTO ACCADRÀ!" "SE LO FAI SPINGERAI BILL A FARE DI PEGGIO! NON POSSONO VIVERE SEPARATI!" Cadde il silenzio, Gordon si sedette su una sedia, mia madre entrò nella camera da letto, non c'era altro da dire. << Dove possono essere andati? >> Si chiese.
 
" Oh....uhm" Mi stropicciai gli occhi e mi guardai attorno, si era fatta sicuramente sera, se non notte. "Svegliati Bill" Lo scossi leggermente. "Che succede...?" Si voltò lentamente verso di me. "Ci siamo addormentati..." Sorrisi senza aver una ragione vera e propria, forse ero solamente felice per aver passato una bella giornata. Dal niente sentii le mani di Bill passare sotto la mia maglietta, iniziò a massaggiarmi la schiena. "Hai tutti i muscoli tesi, sei nervosa" Certo che ero nervosa, ma più le sue mani continuavano a fare quel dolce movimento più mi rilassavo, affondai la faccia sul cuscino. "Uhmm....chi ti ha imparato a fare i massaggi Bill?" Che bella sensazione, ero completamente rilassata, non riuscivo a pensare a nient'altro. "A scuola, nella nostra classe, ci hanno portati in un centro benessere storico a Berlino, ci hanno insegnato come fare i massaggi più basilari, è stata una bella esperienza" Si fermò un attimo per rimuovermi la felpa, ero imbarazzata ma non si sarebbe visto niente dato che ero di testa in già. "Peccato che non ho qualche olio o crema, cercherò di fare a meno" Appena le sue mani cominciarono a massaggiarmi nuovamente il mio cuore iniziò a battere velocemente, il mio respiro diventò affannoso e degli strani pensieri mi passavano per la mente,non so cosa mi stava succedendo, non era mai accaduto prima. "Bill....ti prego, fermati" Bloccai le sue mani "Perchè?" Ripresi la mia felpa che era poggiata sulle sue gambe e la rimisi addosso. "Perchè.....perchè non sto bene..." Qualcuno bussò alla porta, menomale. "Avanti" dissi, Era Georg. "Heilà, vi siete addormentati eh?" Sono le otto, scendete giù a mangiare con noi?" "Certamente!" Mio fratello, essendo il più goloso, fu il primo ad arrivare in tavola mentre io e Georg arivammo qualche secondo più tardi. "Wow!" Non avevo mai visto una tavola così ben apparecchiata e così tanto bandita in vita mia, come primo c'era una Bistecca alla Fiorentina, per secondo c'era Pollo con contorno di insalata e per dessert c'era una torta ai frutti tropicali. "Buon appetito!" Il capofamiglia alzò il bicchiere per aria e facemmo tutti quanti un bel brindisi, dopo di che iniziammo a mangiare tutte quelle squisitezze. 
 
" Ufff...tra poco scoppio! " Grazie al cavolo Bill, magiasti quasi tutto!."Seguimi Bill! Ti do un digestivo" "Oh grazie" Si alzò dalla sedia e seguì la donna. Ero rimasta sola con il signor Listing visto che Georg era in bagno. "P-Posso chiederle una cosa?" Gli chiesi timidamente, arrossii in un istante, quei pensieri stavano ritornando, diamine, dovevo smetterla. Lui mi sorrise facendomi segno di parlare. "Ti ascolto, dimmi" Mi feci coraggio, sbuffai ma non per noia, per timidezza. "Prima, mentre eravamo in camera Bill ha iniziato a farmi dei massaggi dietro la schiena e...." Dio che vergogna, stavo morendo, la temperatura in casa era sotto lo zero ma in quel momento giuro che sentivo caldo. "....Insomma, ho cominciato a fare fantasie strane, tipo..." Mi schiarii la voce, iniziai anche a sudare dalla vergogna, mi guardai attorno sperando che non ci fosse nessun'altro ad ascoltare. "Desideravo che...non so, cominciasse tipo a baciarmi dietro il collo o....o cose varie" Allungai il braccio per prendere il mio bicchiere, sgolai tutta l'acqua che era all'interno in un istante, avevo paura. Il padre di Georg iniziò a ridere. "Sai, è una cosa umana, tutti facciamo dei pensieri sessuali avvolte, specialmente nella vostra età "Si ma...lui è mio fratello" Si alzò dalla sedia e mi poggiò una mano sulla spalla destra. "Magari a te piacciono i massaggi sulla schiena e ti stimolano molto o forse sei presa da lui, ma stai tranquilla, una volta finita l'adolescenza i tuoi ormoni ritorneranno alla normalità " Mi stropicciò i capelli ed uscì dalla sala pranzo, ero rimasta sola, avevo paura del silenzio perchè il silenzio parlava nella mia mente, in quel momento le parole del dottore risuonavano nelle mie orecchie.. << E se mi sono innamorata di Bill? Oh mio dio, questo non deve accadere, non può accadere >> Cercavo di convincere me stessa di non essere innamorata di lui ma allo stesso tempo mi faceva male immaginarlo con un altra donna. "Cosa stai facendo qui da sola!?" Saltai dalla sedia per lo spavento, la stanza era così grande che ogni rumore, anche il più minimo suono risuonava. "Oh Bill...stavo riflettendo" Si sedette sul pavimento e iniziò a guardarmi fissa negli occhi. "Perchè ti siedi per terra?" "Per guardarti negli occhi quando mi parli" Bevette un sorso di digestivo dal suo bicchiere. "Domani c'è il casting! Non vedo l'ora di andarci!" Gli sorrisi, ero ovviamente felice per lui ma ero preoccupata da quello che mi stava succedendo, solamente io sapevo quello che mi sarebbe successo se il mio amore per Bill andasse oltre l'amore fraterno, no, non erano i miei parenti a farmi paura, erano altre 'persone' se così posso chiamarle. "Non so che canzone potrei cantare..uhm...." "Qualcosa di pop?" Feci spallucce, non ascoltavo il suo tipo di musica e Bill non ascoltava il mio tipo di musica quindi i miei consigli sarebbero stati inutili. "No...credo che canterò Angels di Robbie Williams!" "Come mai?" "Perchè è grazie a te se sono qui, mi hai sempre aiutato e difeso...." Non sapeva quanto sangue rivoltai a terra per lui ma andava bene così, io non lo facevo per essere premiata o cose simili. "....sei il mio angelo custode" Mi prese un accidente, ovviamente lui non lo disse perchè lo sapeva, aveva solamente fatto un paragone. "Grazie"
 
Guardammo un po di tv assieme a Georg ed i suoi genitori, onestamente non ci capii niente dei due film che vedemmo, mi ero quasi addormentata sul sofà . "Andiamo a letto, Bill? Domani dobbiamo svegliarci molto presto, le persone non ci lasceranno di certo il posto" Si alzò dal sofà assieme a me. "Buonanotte a tutti!" Ritornammo in camera, una volta sotto le coperte abbracciai mio fratello da dietro, era un'abitudine ormai, lui poggiò la sua mano sulla mia ed iniziò a canticchiare Angels, la sua voce mi cullò dolcemente fino a quando mi addormentai, lasciandomi dietro tutti i nostri problemi.

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Capitolo 4
*** Broken Wings ***


"Ugh!!...uff..." Oh menomale, era solo un incubo, un incubo che però sembrava dannatamente reale.
 
Mi passai una mano sul viso e poi mi alzai dal letto cercando di fare meno rumore possibile, Bill stava ancora dormendo, volevo svegliarlo ma dovevo farmi una doccia quindi decisi di farlo dormire ancora.
Mi avvicinai al borsone, presi dei vestiti puliti, ovviamente erano le mie solite felpe giganti e Jeans enormi.
Aprii la porta che scricchiolò un po' essendo di legno vecchio, scesi le scale con un passo un po' più veloce, non indossavo le scarpe quindi non avrei fatto rumore. 
 
"Dove diamine è il bagno?!" 
 
Me ne dimenticai ma per fortuna lo trovai subito, accesi la luce che all'inizio mi accecò.
 
"Fanculo!" 
 
Arrivai vicino la doccia, mi spogliai di tutti i miei vestiti, l'unica cosa di cui ero vestita in quel momento erano i miei lividi e le mie cicatrici. 
Entrai nella doccia e chiusi il box, dentro c'erano cosmetici di tutti i tipi, c'erano anche tanti bagnoschiuma e tanti shampoo ma presi i primi che mi balzarono agli occhi, non me ne intendevo di queste cose. 
Aprii l'acqua incurante della temperatura, all'inizio era gelida ma dopo alcuni secondi diventò tiepida, lasciai che l'acqua scorresse lungo tutto il mio corpo, portandosi via con se il sudore di quel incubo.
 
<< Non devi trasgredire la legge, non puoi farlo, devi solamente eseguire il tuo compito Tomja altrimenti sai qual'è l'unica e terribile punizione >> 
 
Loro sapevano tutto, sapevano anche dei miei pensieri, sapevano di quello che mi stava accadendo e avevano pensato bene di darmi un'avvertimento, non gli dissi che avrei rispettato le regole ma promisi di provarci.
Scossi la testa sotto l'acqua, presi la spugna che trovai accanto ad i miei piedi e ci misi del bagnoschiuma sopra, sapeva di miele ed io adoravo il miele. 
Con la spugna cominciai a passare il bagnoschiuma in ogni parte del mio corpo, presi lo shampoo e con le mani  lo spalmai lungo tutto la testa. 
 
"Ah diamine, non vedo un cazzo" 
 
Riuscii comunque ad aprire l'acqua, mi entrò dello shampoo negli occhi, come al solito. 
 
"Se il Buon giorno si vede dal mattino allora questo sarà di merda" 
 
Rimossi tutta la schiuma che avevo sia in testa che sul mio corpo ed uscii dalla doccia, non potevo sfruttarla a lungo visto che non era casa mia, mi rivestii con i vestiti puliti, misi quelli sporchi in lavatrice, tanto avrei avvertito la Signora Listing. 
 
Uscii dal bagno e ritornai su in camera. 
 
"SVEGLIA DORMIGLIONEEEE! C'È IL CASTING OGGI!" 
 
Gli saltai addosso, lui si portò il cuscino in faccia per evitare che lo colpissi.
 
 "Ma lo sai che non ti farò del male!" 
 
Rimosse il cuscino dal viso e si sedette sul letto.
 
"Sai, non ho dormito tutta la notte!! Non vedo l'ora di essere li' "
 
Gli accarezzai il viso, fingevo di essere felice ma avevo un brutto presentimento, non sapevo esattamente su cosa, ma speravo di sbagliarmi.
 
"Non vai a lavarti, Bill?"
 
"Ora!" 
 
Scese dal letto, mi ero quasi scordata di dirgli che avevo preparato io i vestiti per lui. 
 
"Ti ho messo io i vestiti fuori ieri sera, almeno ti vesti decentemente" 
 
Mi fece una linguaccia, non mi piaceva molto il suo modo di vestirsi.
 
"Grazie"
 
"Non fare rumore e sopratutto non stare troppo tempo nella doccia!" 
 
Annuì ai miei 'ordini' e scese le scale, io rimasi in camera, mi sdraiai sul letto ripensando a quel incubo, sentivo ancora le loro voci.
 
<< Perché dovrei essere punita? solo perché amo mio Fratello? >>
 
"Osi opporti a noi?!" 
 
Voltai lo sguardo verso la porta ma non c'era nessuno, non mi era mai capitato prima d'ora di sentirli nella mia testa. 
 
<< No, non mi sto opponendo, sto solo->> 
 
"Non facciamo strappi alle regole, a nessuno." 
 
"AAAAUCHHH!" 
 
Caddi sul pavimento, un terribile suono attaccò il mio udito, avete presente quando qualcuno graffia il muro? Ecco, solo che in quel caso il suono era moltiplicato per tre. 
 
"Hey hey! Che succede?! Stai bene?" 
 
Bill si avvicinò a me,ma non era andato in bagno?! Con dolcezza mi rialzò dal pavimento. 
 
"Che cos'hai?!"
 
"N-niente..." 
 
Mi sciolsi dal suo abbraccio e mi allontanai da lui. 
 
"Ma perché non mi spieghi?!" 
 
"Hai fatto la doccia?" 
 
Decisi di cambiare discorso, era meglio così.
 
"Non importa, ho lavato i capelli ieri, sono ancora puliti"
 
"Allora metti il cappotto e andiamo" 
 
Scendemmo le scale, andavamo più lenti di due lumache per non far rumore. 
 
"Aspetta!"
 
Bill si bloccò sul ciglio della porta, mi misi a cercare un pezzo di carta ed una penna, li trovai in un cassetto vicino al salone, poggiai il foglietto sul tavolo ed iniziai a scrivere un messaggio per loro.
 
"Non preparate il pranzo per noi oggi, non credo che rientreremo in tempo.
Ps: Ho utilizzato la doccia ed ho messo i vestiti sporchi nella lavatrice, sarà l'ultima volta che accade, giuro.
 
Tomja. "
 
"Okey, andiamo" Lasciai il bigliettino sul tavolo con la speranza che lo leggessero.
 
Uscimmo da casa dell'Hobbit, il sole stava appena sorgendo, era una vista bellissima. 
 
"Ma ora come facciamo ad andare al Casting? Sai dov'è?" 
 
In realtà non avevo pensato a come andarci, sapevo la via ma non sapevo dove fosse, sicuramente era un posto lontano.
 
"Beh....chiederemo un passaggio a qualcuno" 
 
Ci fermammo sul marciapiede, era una strada abbastanza movimentata, qualcuno doveva per forza notarci. 
 
"Dai su, mettiti qui e alza il pollice" 
 
Alzammo i nostri pollici verso l'alto, speravo con tutta me stessa che qualcuno ci aiutasse.
 
"Dove stai andando, Gordon?!" 
 
Nostra madre corse dietro di lui, Gordon aprì lo sportello dell'auto. 
 
"A Magdeburgo, loro sono lì ed ora vado a prenderli, sono mandati al casting!" 
 
Entrò nell'auto ed accese il motore. 
 
"Promettimi che non gli farai del male! PROMETTIMELO!" 
 
Lui non rispose, partì a tutta velocità diretto verso Magdeburgo. 
 
<< Tomja, hai esagerato questa volta. >> Forse aveva ragione, o forse no.
 
"Woah woah! HEEEEY HEEEEEY!" 
 
Niente da fare, neanche questo tizio si fermò ad aiutarci. 
 
"Bah...andiamo va' , nessuno intende fermarsi"
 
Ci mettemmo in cammino, avevo paura di perdermi, era meglio se pensavo in positivo. 
Un clacson interruppe i miei pensieri. 
 
"Serve una mano ragazzi? Ho visto che prima chiedevate aiuto"
 
"Ci servirebbe un passaggio, dobbiamo arrivare agli studi RTL" 
 
L'uomo ci fece segno di salire in macchina. 
 
"Grazie" 
 
Lo ringraziai non appena entrammo in auto, che fortuna.
 
"Scommetto che state andando ai casting di Star Search, non è così?" 
 
"Uh-uh, mio fratello ha una bella voce, secondo me può farcela ad essere preso per lo Show" 
 
Il tizio aggiustò lo specchietto retrovisore in modo tale da vederci.
 
"Io lavoro agli studi RTL, sono un cameraman, oggi lavorerò sui casting di Star Search"
 
"Wow, che fortuna!"
 
 Esclamai, Mio fratello si imbucò nella discussione, sembrava preoccupato. 
 
"Quindi vuol dire che i provini saranno registrati?!"
 
L'uomo annuì. 
 
"Se per esempio passi allo Show finale, il provino verrà mostrato come presentazione, e poi verrai intervistato a casa tua" 
 
Mi misi a guardare fuori dal finestrino, non mi interessava molto della procedura di quello show. 
 
Non ci furono altri discorsi durante il tragitto, io non avevo niente da dire, avevo ben altro a cui pensare.
 
Arrivammo agli studi RTL verso le Cinque, c'erano già delle persone ad aspettare.
 
"Come mai siete senza genitori? Guardate che se non avete diciotto anni avete bisogno della firma di un genitore, un parente o un amico che sia maggiorenne" 
 
Qualcosa doveva andare storto, Bill iniziò a disperarsi al posto di riflettere e cercare un idea.
 
"Hey, hey, come ti chiami?" Chiese a mio fratello.
 
"Bill" Ribadì lui. 
 
"Okey, ascolta Bill, questo non dovrei farlo e non so neanche se posso ma cercherò di farti passare prima di tutti pur non avendo un genitore, mi dai l'impressione di un ragazzo pieno di talento"
 
Dannazione, non avevo una fotocamera o cose simili, il suo sorriso in quel momento era più bello del solito, forse perché era davvero felice ed automaticamente lo diventavo anche io, il mio umore dipendeva dal suo in pratica.
 
"Non deludermi, Bill" L'uomo mosse lo sguardo verso il retrovisore dopo di che scese dall'auto ed aprì gli sportelli ad entrambi. 
 
"Seguitemi ragazzi" 
 
Seguimmo l'uomo dentro gli studi, c'erano tantissimi uffici e robe varie, gente che andava di fretta e gente che non faceva niente, telefoni che squillavano ogni tre secondi, era sicuro che in un posto come quello non ci avrei mai voluto lavorare.
 
"Aspettate qui" 
 
Bussò ed entrò in una delle tante porte bianche, perse un po' di tempo ovviamente, io e Bill ci sedemmo sulle uniche due sedie che c'erano, erano fatte in pelle ed erano rigorosamente bianche. 
 
"Dici che ci faranno passare?"
 
Come al solito voleva che io gli dessi sicurezza, come se io sapessi qualcosa, ero un angelo non una medium.
 
"Non lo so, non credo gli costi qualcosa visto che passare per primi non significa passare al grande Show, tra poco lo sapremo comunque"
 
Dopo all'incirca dieci minuti l'uomo uscì dalla camera portando assieme a se il direttore, o almeno credevo che fosse un direttore.
 
"Questo è Bill, ed è il ragazzo che si esibirà"
 
Si strinsero la mano.
 
"Lui invece è...."
 
Okey, mi vestivo da uomo, ma davvero non riusciva neanche a sentire che io fossi una ragazza?!
 
"Sono una ragazza, e comunque sono Tomja, sono la sorella di Bill, piacere di conoscerla"
 
Strinsi la mano anche io, il direttore sembrava essere fatto di ghiaccio comunque.
 
"Arjen mi ha spiegato la vostra situazione....."
 
Finalmente il tizio sconosciuto che faceva il cameraman aveva un nome.
 
"....Sapete che è contro ogni regola e che è una forma di mancanza di rispetto verso gli altri, chiuderò un'occhio e vi farò passare in anticipo, ma è la prima ed ultima volta eh!"
 
Ci sorrise e rientrò in ufficio, Arjen ci accompagnò verso l'aula dove si stavano svolgendo le audizioni.
 
"Sei pronto Bro?"
 
Era teso, riuscivo a leggerlo dai suoi occhi e notavo anche il modo in cui respirava, era molto ansioso.
 
"Spero solamente di non fallire, non voglio deludere nessuno"
 
Arjen aprì la porta dell'aula ma io feci segno di aspettare solo cinque secondi.
 
"Hey, tu non fallirai, tu....mi rendi fiera ogni giorno, io sono fiera di essere tua sorella ed ora io lo so che tu non fallirai, tu sei fatto apposta per far sognare le persone, il palcoscenico appartiene a te, capito? Ora vai!" 
 
Lo lasciai entrare nell'aula, io mi misi ad aspettare fuori tra la gente, non avevo idea di quanto sarebbe durato quel tipo di colloquio.
 
"Mi scusi, ha visto uno di questi due ragazzi?"
 
Gordon era arrivato ed era fuori dagli studi a mostrare alla gente una foto mia e di Bill, voleva trovarci, peccato per lui che eravamo passati da dietro.
 
"Vi prego, aiutatemi! Cercate uno di questi due ragazzi, per favore!"
 
Le persone in fila passarono la voce tra di loro,era il massimo che potevano fare, nessuno intendeva perdere il proprio posto solo per mettersi a cercare due ragazzi.
 
La porta dell'aula si aprì, mi avvicinai a lui.
 
"Come è andata? Ti hanno preso?"
 
Gli poggiai una mano sulla spalla.
 
"Non lo so, hanno detto che mi faranno sapere tramite lettera, ho dovuto dargli il nostro indirizzo di casa"
 
"Immaginavo"
 
La voce della ricerca dei 'ragazzi scomparsi' arrivò anche verso l'inizio della fila ed ovviamente ci avevano visti.
 
"Hey! Voi! VENITE QUI' ! "
 
Gordon scavalcò la fila, ci vide e cominciò a correrci dietro. 
 
"COS- GORDON?! CORRI BILL, CORRI!!"
 
Lo feci correre per primo, preferivo che acciuffasse me e non lui, sapevo che cercava me più che altro.
 
"TORNATE QUÌ!"
 
Uscimmo dal retro ma Gordon era sempre dietro di noi, non sapevo dove andare, non ricordavo la strada per tornare a casa di Georg.
 
"Vai Bill, non preoccuparti, pensa solo a correre!"
 
Continuammo a correre lungo la strada, seppur non sapessimo dove eravamo diretto, la fortuna però non fu al nostro fianco, non mi accorsi di un rialzo, inciampai e Gordon mi afferrò per i capelli.
 
"DOVE VAI BILL!? AHAHAH, GUARDA CHI HO PRESO!"
 
Bill si fermò, non sarebbe mai andato via senza di me.
 
"NON FERMARTI BILL, VA-" 
 
Prima che potessi finire la frase Gordon mi colpì dietro il collo con un oggetto.
 
"NO!!"
 
L'urlo di Bill fu l'ultima cosa che riuscii a sentire, dopo di che ci fu il buio totale.
 
"SVEGLIATI!" 
 
Non ebbi nemmeno il tempo di aprire gli occhi che ricevetti un pugno in faccia.
 
"AAAARGH!"
 
Caddi dal letto in cui ero sdraiata, era la mia cameretta, la nostra piccola gita era finita, ma almeno Bill aveva fatto quel provino.
 
Venni afferrata per i capelli, rasta meglio dire, mi alzò dal pavimento lentamente e cominciò a parlarmi nell'orecchio. 
 
"Non so quali siano i tuoi piani signorina ma resta il fatto che finiranno presto!"
 
Mi colpì con la sua cintura in pelle sulla faccia, dio che male.
 
"Fa male, non è così? È solo l'inizio cara Tomja!" 
 
"No Gordon!"
 
"NO!"
 
Le urla di mia madre e Bill non fermarono Gordon, iniziò a prendermi a pugni sul viso, dopo di che venni sbattuta verso il muro con un calcio allo stomaco, si avvicinò a me e continuò a calciarmi nello stomaco fino a quando non tossii, mi afferrò per maglietta, cominciò a correre, mi lanciò al piano di sotto ed atterrai sul tavolo in noce, ormai non ci capivo più niente, vedevo tutto sfocato anche le voci mi sembravano sfocate, lontane, venni afferrata nuovamente da Gordon, stavolta mi afferrò per la gola, non riuscivo a respirare e non avevo forza per oppormi.
 
"Nah...non ti ucciderò, non voglio averti sulla coscienza, voglio essere un uomo pulito" 
 
Mi fece cadere sul pavimento, iniziò a frustarmi con la cintura, ormai non sentivo più dolore.
 
"Ed ora il dessert!"
 
"Non fargli questo Gordon, ti prego!"
 
Gordon afferrò la mia chitarra, era l'unica che avevo tra l'altro.
 
"Comando io qui, Bill! Ringrazia di non essere tu al suo posto!"
 
Si avvicinò a me, e come ciliegina sulla torta, mi spaccò la mia Chitarra sulla schiena, persi i sensi, un'altra volta.
 
Mi risvegliai sul mio letto, mia madre e Bill erano accanto a me, stavano aspettando il mio risveglio.
 
"Si sta svegliando!"
 
I miei occhi si chiusero di nuovo, ma riuscii ad aprirli alla fine.
 
"Come ti senti?"
 
Mi chiese prontamente Bill
 
"Uhm...un po' intontita"
 
Mi alzai a metà busto.
 
"Che ore sono, Bill?"
 
"Sono le undici di sera, hai preso delle brutte botte, è normale che tu abbia dormito così tanto"
 
Mia madre subentrò nel nostro discorso, sapevo già cosa voleva.
 
"Ascolta tesoro, lo so che Gordon è stato troppo violento ma....."
 
"Ma?"
 
Risposi con tono duro.
 
"Dobbiamo sapere dove hai preso quei soldi che ci hai lasciato"
 
 "Non credo vi riguardi"
 
E non credevo neanche che capissero, avrei solamente perso il mio fiato. Mia madre uscì dalla camera senza dire niente, eravamo rimasti solo io e Bill.
 
"Hai pianto?"
 
Conoscevo gli occhi di mio fratello, aveva pianto e non poteva negarlo.
 
"Non ha importanza...."
 
Per me aveva importanza, il mio obiettivo era di farti felice ma tu non potevi saperlo.
 
"Vieni a dormire? Domani abbiamo Scuola, purtroppo"
 
"Si! Metto il pigiama e arrivo"
 
Bill andò a cambiarsi in bagno, tornò dopo pochi minuti.
 
"Eccomi....uff, si muore di freddo"
 
Si infilò velocemente sotto le coperte e mi abbracciò, era una sua abitudine.
 
"Buonanotte Bill"
 
"Grazie"
 
Da quando si rispondeva 'Grazie' alla Buonanotte?
 
"Uh?"
 
"Si, grazie di tutto ciò che hai fatto per portarmi fino a lì"
 
E quello non era niente, amore mio.
 
"Dormi, è tardi"
 
Smise di parlare, io chiusi gli occhi ma non riuscivo ad addormentarmi, forse avevo dormito troppo.
 
"Tomiii! Psssst!"
 
Dei sassolini colpirono la finestra di camera mia, all'inizio sbalzai dalla paura, mi alzai lentamente dal letto cercando di non svegliare Bill. Aprii la finestra e guardai di sotto, era Andreas.
 
"Quale buon vento ti porta qui?"
 
"Poco fa hanno detto che siete ritornati quindi ho deciso di fare un salto, com'è andato il Casting?"
 
"Bene, o almeno credo, non sono entrata assieme a Bill, nel caso venga preso ci spediranno una lettera"
 
"Sono felice per voi, comunque devo dirti una cosa..."
 
"Sarebbe?"
 
Immaginavo già di quale argomento stesse parlando.
 
"I Brouni ovviamente hanno scoperto del furto, non sanno che sei stata tu ma ti stanno dando la caccia lo stesso, fai attenzione domani a scuola"
 
"Andreas, sai che non mi importa molto se gonfiano me, l'importante è che non tocchino Bill perché se lo fanno allora faccio un omicidio"
 
Non scherzavo.
 
"Lo so, lo so....beh, allora io vado..."
 
"No, aspetta!" 
 
Si rivoltò verso la finestra.
 
"Potresti dire a Georg e alla sua famiglia che li ringraziamo per l'ospitalità offerta e che non abbiamo avuto modo per salutarli e ci scusiamo per questo?"
 
Andreas annuì.
 
"Domani lo chiamo, notte Tomja"
 
"Notte anche a te"
 
Lui ritornò sul suo scooter, io ritornai nel letto e finalmente mi addormentai.
 
"SVEGLIATEVI, NULLAFACENTI!"
 
Che bel risveglio, nostra madre ci svegliava sempre così era un'abitudine.
 
"Muovetevi che siete in ritardo!" 
 
Ci lanciò in faccia i vestiti puliti e uscì dalla camera.
 
"Chi va per primo in bagno?"
 
Mi voltai verso Bill.
 
"Puoi andarci tu, sai che con trucco e parrucco prendo parecchio tempo"
 
Non credevo alle mio orecchie! Bill mi aveva appena ceduto il posto, era diventato altruista o aveva preso qualcosa in testa? Boh. 
Andai in bagno, mi lavai e mi vestii velocemente visto che Bill, appunto, prendeva parecchio tempo.
Entrai in cucina, normalmente non facevo colazione ma non avevo mangiato da un giorno intero, presi un pezzo di pane ed iniziai a mangiarlo.
 
"Tomja hai preparato la tracolla?!?"
 
No.
 
"Si, Mamma!"
 
Che senso aveva preparare il materiale se non ci capivo un tubo nelle materie?
 
Salii su in camera a prendere la mia tracolla, dentro c'erano due libri massimo, non sapevo neanche di che materie fossero.
 
"Bill, hai fatto?!"
 
"Mi sto asciugando i capelli!"
 
"Sbrigati che è tardi!"
 
Non dovevo avere fretta quel giorno, per niente.
 
Dopo una decina di minuti Bill uscì dal bagno, corse su in camera a prendere il suo zaino, scese in cucina a salutare la Mamma e uscì da casa con me.
 
"Non abbiamo nemmeno portato la giustificazione"
 
Bill non aveva la mia stessa reputazione a scuola, lui era più calmo, rispettava le regole ed i professori.
 
"Mah...non importa" 
 
Cercai di nascondere i lividi di ieri nel miglior modo possibile, ma comunque al sole si notavano, quella giornata era piena di sole e le giornate piene di sole non mi portavano fortuna.
 
Arrivammo a Scuola dopo un po' , la campanella era appena suonata, eravamo arrivati in tempo, all'uscita notai i figli della famiglia Brouni, oh che novità.
 
"Beh, ci vediamo all'uscita, buona scuola Bro." Gli diedi una pacca sulla testa, lui entrò nella sua sezione ed io nella mia, che era praticamente sull'altro lato della scuola.
 
Quel giorno comunque non mi sembrava essere uno dei migliori, sentivo che stesse per succedere qualcosa, ma non sapevo esattamente cosa.
 
Passarono tre lunghe ore, io ero sul banco a risparmiare energia per la solita lotta nei bagni, solo che stavolta gli stronzi fecero la mossa sbagliata.
 
"TOMI, TOMI!!" 
 
Mi sentii chiamare da una voce maschile e mi svegliai subito, era Markus, un mio amico che andava in classe di Bill.
 
"Che succede?!"
 
"Bill, hanno preso Bill!"
 
"CHI?!"
 
"I Brouni! Lo hanno portato nei bagni, non so cosa stia succedendo"
 
Mi alzai di scatto, in quel momento correvo più veloce di un fulmine, infatti arrivai nei bagni in cinque secondi.
 
"CHE CAZZO SUCCEDE QUI?!?! EH?!"
 
Mio fratello era vicino al termosifone, privo di sensi, non c'era sangue per terra, fortunatamente.
 
"Credi che non sappiamo che sei stata tu a prendere i soldi dalla nostra famiglia?"
 
"Non vedo nessun problema, visto che li guadagnate vendendo droga"
 
Quella frase fece schizzare Thomas, c'era solo lui quel giorno, ma fidatevi, valeva per tre.
 
Cercò di colpirmi con un gancio, ma lo schivai, la lotta andò avanti così fino a quando la mia schiena fece contatto col muro.
 
"Sai cos'ho in tasca?"
 
Droga?
 
"No"
 
Lui mi sorrise e mi mostrò due coltelli svizzeri.
 
"Uno è per Bill ed uno è per te!"
 
Non feci in tempo a schivarlo, mi accoltellò sul mio fianco destro, sul fegato, caddi a terra dal dolore, era insopportabile, più respiravo e più mi faceva male, non potevo neanche muovermi più di tanto, era andato molto in profondità, infatti mi lasciò il coltello dentro la ferita. Ma il vero problema non era il mio, ma Bill, era senza sensi, Thomas lo avrebbe accoltellato senza problemi se non mi inventassi qualcosa al momento.
 
<< Cazzo, cazzo, CAZZO!! >>
 
Esatto, squarciandomi di più il mio fianco dentro riuscii ad estrarre il coltello, se fallivo in quel momento non ci sarebbe stata più una seconda occasione.
 
"Ahahahah, tutti e due in paradiso" 
 
Si avvicinò a mio fratello, lo prese per capelli e gli puntò il coltello sulla gola, ma io ero dietro di lui, ero riuscita ad alzarmi, non dovevo fallire.
 
"T-Thomas?"
 
Lui si voltò di scatto, non si aspettava di trovarmi dietro di lui, non gli diedi tempo di pensare, lo accoltellai sul petto, o meglio dire sul Cuore, lui cadde a terra, ovviamente era morto, anche io caddi a terra, ero ancora sveglia ma onestamente ero più la che qua' .
 
"WOAH! PROOOF, BIDELLO, QUALCUNO VENGA QUI, PRESTOOO!"
 
La voce di Markus fu l'ultima cosa che sentii.
 
Cosa fu della mia anima in quel momento? Uccisi una persona, non ero più innocente, le mie bianche ali si macchiarono di Sangue.
 
Cosa fu di ME?

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Capitolo 5
*** Devilish ***


"Fate spazio, fate spazio!"
 
Esclamarono i dottori che erano lappena scesi dall'autoambulanza. Tutta la Scuola era in totale shock, tutti i professori, il preside, erano tutti li a guardare, in silenzio, in sgomento.
 
"Portate la ragazza per prima, è ancora viva, il ragazzo è...morto"
 
Stesero un velo bianco sul corpo di Thomas, io venni messa su una barella e successivamente sull'autoambulanza, Bill invece fu trasportato in infermeria. 
 
Arrivai subito in Ospedale, venni operata per fermare l'emorragia ma la ferita rimase aperta per troppo tempo, un'infezione batteriologica mi fece entrare in coma e la situazione peggiorava ogni giorno di più.
 
Passarono quattro mesi da quel giorno, Bill, mia madre, Gordon, Andreas, Georg e Gustav erano costantemente all'ospedale a controllare l'andare della mia condizione, che era stabile. Bill veniva sempre a parlarmi, ogni giorno, volevo tanto rispondergli ma non potevo, ero sveglia in un corpo che stava dormendo, mi sentivo rinchiusa in me stessa.
 
"Ciao Tomi..."
 
Era Bill, avvicinò la sedia di ferro accanto al mio letto, mi afferrò la mano e la strinse con entrambe le sue mani.
 
"Cosa stai facendo di bello?..."
 
Ti stavo ascoltando.
 
"Oggi dovrebbe essere stato il giorno più felice delle nostre vite, sai?"
 
La sua voce cominciò a tremare, così come le sue mani, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
 
"Ho....ho ricevuto la lettera da parte di Star Search, beh a dir la verità era arrivata quattro giorni fa ma la nostra casella postale è sempre piena di lettere per te...."
 
Prese una pausa di qualche secondo prima di riprendere il discorso.
 
"...Mi hanno preso, stasera vado ad esibirmi nello studio a Magdeburgo...."
 
Alzò lo sguardo per un attimo, una lacrima attraversò tutto il suo viso, cadde sulla mia guancia, non potete immaginare com'è brutto non poter reagire.
 
"Ma...non sarebbe mai successo senza di te, senza.....senza il tuo aiuto, senza la tua presenza, io ti devo tutto, capisci?"
 
Non riuscì più a trattenere le sue lacrime, scoppiò a piangere in silenzio per non far rumore.
 
"Mi manchi....mi manchi tanto Tomi! Mi manca abbracciarti, mi manca la tua voce, mi manca il tuo affetto..."
 
Rimase a piangere accanto a me per qualche minuto, perché non potevo reagire?! PERCHÈ?!
 
"Sai....a Scuola, nei bagni, hanno fatto un disegno per noi, ci hanno scritto sopra 'Gli Angeli non vanno mai via ', hanno ragione, sei davvero un angelo"
 
Asciugò le lacrime, ci mise un po di tempo perché non riusciva a smettere di piangere.
 
"Avevo deciso di cantare It's Raining Man ma tu non ci sarai, tu non sarai li a deridermi nello studio mentre ballo e canto, per questo canterò Angels...."
 
Bussarono alla porta, era il Medico, il tempo di Bill era finito, doveva andare via.
 
"Mi tocca andare via ma domani torno, te lo prometto!"
 
Baciò la mia mano e mi accarezzò il viso, si alzò dalla sedia, dalla tasca uscì una lettera, l'appese al muro, che era già pieno di disegni, lettere, cartoline, per non parlare di tutti i Peluches e altri oggetti vari che la gente veniva a regalarmi ogni giorno. Gustav mi aveva regalato un New Era di color Bianco, Georg invece mi aveva regalato una nuova chitarra, pensavo che nessuno si preoccupasse di me ed invece era il contrario.
 
Arrivò la sera, Bill era nei Backstages di Star Search, era teso ed io non ero li a mettergli sicurezza, non ero li a fargli capire che non mi importava se vincesse, per me lui era sempre il mio vincitore.
 
"Kaulitz! È il tuo turno!"
 
Esclamò una donna, mio fratello prese in mano il microfono ed uscì sul palco, non era vivace come al solito, si soffermò sul centro del palcoscenico, portò il microfono vicino la sua bocca ed iniziò a parlare.
 
"Prima di esibirmi, vorrei dire qualcosa...."
 
Si schiarì la voce e riprese a parlare.
 
"La canzone che sto per cantare è dedicata a mia sorella, che oggi non è qui con me, ma è in un posto lontano, sconosciuto, a combattere contro la Morte che vuole trascinarla via con se, nell'oscurità....."
 
Le luci si offuscarono, c'era un silenzio tombale nello studio, il pianista cominciò a suonare, Bill iniziò a cantare, mostrò a tutti quanti quanto bella fosse la sua voce, anche io riuscivo a sentirlo dentro di me.
 
Qualcosa andò storto col mio organismo, il mio cuore smise di battere, così dal niente, i dottori arrivarono immediatamente nella mia camera, provarono diverse volte col defibrillatore ma sembravo destinata a morire.
 
"Andiamo, andiamo! Non puoi morirmi così!!"
 
Rilasciò un'altra scarica di corrente, il mio corpo sbalzò dal letto ma il mio cuore non riprese a battere.
 
"NO! TU NON PUOI MORIRE, CAPISCI?!"
 
Impostò il defibrillatore ad una scarica altissima, voleva per forza riportarmi in vita.
 
"Lo so che non ti importa delle mie parole ma pensa alle persone a cui tieni, PENSA A TUO FRATELLO"
 
Rilasciò la scarica, il mio cuore riprese a battere, Bill invece aveva appena finito di esibirsi.
 
"And through it all she offers me protection 
A lot of love and affection 
Whether I'm right or wrong 
And down the waterfall 
Wherever it may take me 
I know that life won't break me 
When I come to call she won't forsake me.
 
I'm loving angels instead"
 
Il pubblico si alzò in piedi per applaudire la sua esibizione, era stato fantastico.
 
"G-grazie" 
 
Pronunciò con voce bassa ed affannata, fece un inchino ed uscì dal palcoscenico accompagnato dagli applausi della gente.
 
"Hey, sei stato bravissimo bro"
 
'Bro' Si voltò immediatamente nel sentire quella parola, io lo chiamavo sempre così, era un abbreviativo di 'Brother', a dirlo era stato un ragazzo, con dei rasta,un New Era in testa, maglietta e Jeans larghi, a prima vista vide il mio viso ma non ero io.
 
"Grazie..."
 
Andò via dal backstage ed entro nel suo camerino, voleva stare solo, ma tu non eri mai solo Bill, io ero la tua ombra.
 
"Bill?"
 
Nostra madre sbucò nel camerino di Bill.
 
"Voglio stare solo mamma....chiamami solo quando annunciano il vincitore"
 
Da quel momento passarono una cinquantina di minuti, Bill era sempre nel suo camerino a ripensare a quei, pochi, ma bei momenti che passammo a Magdeburgo da soli, ogni mio sorriso equivaleva ad una fitta al cuore per lui, stava male, troppo male.
 
"Ugh...ti voglio ben-"
 
Cadde sul pavimento ed iniziò a vomitare.
Era stata colpa mia, colpa dei nostri ricordi
 
"Ugh...."
 
Si rialzò dal pavimento lentamente, ed entrò nel mini bagno che aveva nel camerino, si sciacquò la faccia con acqua gelida, doveva riprendersi.
 
* "BILL!! HAI VINTO!"
 
Gordon entrò nel camerino, si accorse del vomito sul pavimento e successivamente vide Bill uscire dal bagno.
 
"Cosa stavi facendo?!" 
 
Bill non rispose, asciugò il suo viso con un'asciugamano e ritornò sul palco per la premiazione, gli diedero una specie di trofeo, nelle foto non riusciva a sorridere, non riusciva ad essere completo senza di me.
 
"Grazie ancora"
 
Si chinò nuovamente di fronte al pubblicò che lo applaudiva senza sosta, ero così fiera di lui.
 
Bill, Mamma e Gordon arrivarono a Lipsia verso l'alba, avevano fatto tardi sull'autostrada, c'era molto traffico. Bill andò a dormire non appena misero piede dentro casa. Strinse a se il mio cuscino.
 
"Buonanotte Tomi"
 
Sussurrò, poi si addormentò.
 
La sveglia suonò alle otto, non per la scuola, ma per la visita all'ospedale, Bill aveva smesso di frequentare la scuola per un periodo, quando si trovava in classe non riusciva a parlare, aveva come tipo un blocco, non era muto a casa ma a Scuola si.
 
"Mamma! Vieni anche tu?!"
 
"Certo!"
 
Si infilò il cappotto ed uscì da casa insieme alla Mamma, in mano portava il Trofeo perché pensava che la vittoria fosse mia e non sua.
 
Arrivarono all'ospedale dopo svariati minuti, Bill si catapultò dentro la mia stanza, avvicinò al sedia al letto e si sedette.
 
"Hey...guarda cosa ti ho portato..."
 
Poggiò il Trofeo sul tavolino accanto al mio letto.
 
"È il trofeo di Star Search....ho vinto..."
 
"Lo so"
 
Si, ero io ad aver risposto, riuscii a rispondergli contro la volontà degli innominabili ma non riuscii a risvegliarmi.
 
"Cos-!? MAMMA!! CHIAMA I DOTTORI!!"
 
I dottori arrivarono immediatamente in camera ma dopo alcuni controlli notarono che ero ancora in Coma.
 
"La ragazza è ancora in uno stato di Coma, è impossibile che abbia parlato"
 
"GLIELO GIURO! L'HO SENTITA CON LE MIE ORECCHIE E-"
 
"Lo so che ci tieni a lei..."
 
Il primario si avvicinò a Bill
 
"Lo so che aspetti con ansia il suo risveglio, ma lei è ancora in coma, sei solamente stanco, tutto qui"
 
Gli diede una pacca sulla schiena ed uscì assieme agli altri medici, Bill rimase in camera sbalordito.
 
"IO TI HO SENTITA, DILLO CHE HAI PARLATO, DIMMELO!"
 
Non potevo risponderti Bill, non sempre.
 
"Bill, andiamo a casa, riposati"
 
Mia madre trascinò fuori mio fratello che continuava a strillarmi contro, anche io volevo svegliarmi Bill, lo desideravo con tutta me stessa ma dopo quello che avevo fatto non potevo passarla liscia, dovevo fare dei conti con qualcuno lassù.
 
"MA ANDIAMO! Perchè?!"
 
Strillai verso quei tizi, non li conoscevo, il loro viso era coperto da una luce bianca, non riuscivo a vedere chi fossero.
 
"Perchè devi scontare una punizione per ciò che hai fatto!"
 
Rispose il tizio centrale che era proprio di fronte a me.
 
"Allora fatemi scontare le pene sulla terra! Non ci voglio stare qui, non voglio stare a guardare e sopratutto..."
 
Abbassai lo sguardo, con le dita afferrai quella specie di vestito che avevo addosso, rigorosamente bianco, avevano una certa fissazione col bianco a quanto sembrava.
 
"...Non voglio restare dentro questa 'roba' per altre ore! "
 
Iniziarono a bisbigliarsi nelle orecchie, non sentivo un accidente, forse la proposta che avevo fatto era interessante.
 
"Abbiamo deciso"
 
La sua voce era così profonda che mi oltrepassò nelle ossa, che vocione.
 
"Ti risveglierai, ma tieni conto che sconterai la tua punizione durante la tua vita"
 
Il tizio alla mia destra prese parola.
 
"Non è detto che sconterai la tua pena subito dopo il tuo risveglio, decideremo noi quando"
 
Stronzi.
 
"D'accordo...posso andare?"
 
"Certo"
 
Non so cosa successe, venni tipo spinta ma non ne ero certa.
 
"WOAH!" 
 
"Ugh!"
 
Sbalzai sul letto, ero atterrata? 
 
"Penso di si...."
 
Risposi al mio commento, non c'era nessuno in camera, fuori la finestra era buio, era notte.
 
"Uff..."
 
Mi alzai a metà busto, mi voltai sulla mia destra e vidi tutti i disegni, tutte le lettere e tutti i regali che Bill e Mamma portavano regolarmente ogni giorno.
 
"Che bello!"
 
Sorrisi nel vedere il numero di lettere che erano appese sul muro, apprezzavo i piccoli gesti, ma la cosa che mi fece molto più felice era quel trofeo, ma cosa ci faceva in ospedale? Non l'avevo vinto io.
 
Tentai di alzarmi dal letto ma le flebo e le altre cavolate varie me lo impedirono.
 
"Auch!"
 
Mi faceva male la ferita, mi alzai la maglietta di quella specie di pigiama che avevo addosso e notai quel grande squarcio, era stato ricucito ma avevo tantissimi punti, era disgustoso.
 
"Non intendo restarmene qui a lungo"
 
Suonai quella specie di allarme che si suona in caso di emergenze con i pazienti, mi sdraiai tranquilla sul letto, aspettavo i dottori che arrivarono dopo poco.
 
"Cosa succede!?"
 
Il dottore entrò in camera, mi squadrò dalla testa ai piedi, voleva un'autografo forse?
 
"Sei stata tu a..."
 
Annuii
 
"Si, sono stata io a suonare il campanello"
 
Il medico si avvicinò per iniziare i vari controlli ma io andavo di fretta.
 
"Si, posso muovere le braccia e le gambe, si, riesco a seguire una luce con i miei occhi, si, riesco a parlare e no, non intendo restarmene qui per altri due giorni"
 
"È per il tuo bene, Tomja"
 
Lasciai che mi visitasse, avevo già un piano in mente.
 
"Segui questa luce, per favore"
 
Destra e sinistra, destra e sinistra, mi sono sempre chiesta se lo facessero apposta per farci sembrare ridicoli.
 
"D'accordo, è...è molto strano che un caso come te non abbia bisogno di riabilitazione.."
 
Hey, ma per chi mi avevi presa? Guarda che ero una messaggera dell'alto dei Cieli, aspettate, da quando io parlo con questi termini?
 
"...Dopo un coma lungo quattro mesi sopratutto, beh, che dire? Ci rivediamo tra quarantott'ore e se tutto rimane così com'è potrai ritornartene a casa"
 
Feci un enorme sorriso, non per le sue parole, ma per la sua convinzione, credeva davvero che mi avrebbe rivista tra quarantott'ore?
 
"Certo Dottore! A domani!"
 
Un corno.
 
"A domani!"
 
Uscì dalla camera, feci passare una decina di minuti poi entrai in azione.
 
"Okey Tomja, ce la puoi fare senza strillare in Aramaico"
 
Dovevo rimuovermi quei fottuti aghi, ma il vero problema erano quei cerotti, aaahhh che dolore.
 
"Ugh!..uff...okey, non strillare, è passato, hai fatto..."
 
Tirai il tutto a strappo, non potevo mica stare a perdere tempo.
 
Mi alzai dal letto, finalmente, mi rimossi quel pigiama e rimisi i miei vecchi vestiti, quelli che avevo addosso quando venni accoltellata, non so cosa ci facevano li e sopratutto odiavo quella puzza di sangue, ma certamente non potevo andarmene per strada con un pigiama.
 
"Non preoccupatevi, vi porto a casa con me"
 
Notai che nel letto accanto al mio c'era un borsone vuoto, probabilmente era stato dimenticato, lo presi e ci misi tutte le cose che erano appese al muro ed i peluches, la chitarra che Georg mi aveva regalato aveva già un hard case, perfetto!
 
Guardai al di fuori della finestra, non sapevo in che piano mi trovavo ma era sicuramente ALTO, MOLTO ALTO.
 
"Oddio, le vertigini...prenderò l'ascensore va' "
 
Era notte fonda, non credo che ci fosse stato qualcuno a controllare di sotto. 
 
Presi l'ascensore, era uno di quelli grandi, premetti il tasto zero, l'attesa era lunga visto che mi trovavo al nono piano ma era meglio per pianificare il mio piano per la fuga.
 
L'ascensore arrivò a destinazione, mi nascosi dietro una delle porte, non c'era anima viva, uscii dall'ascensore scappando, ero finalmente fuori dall'ospedale.
 
"Wooooooo-oooooh!"
 
Finalmente l'aria fresca ritornò a circolare nei miei polmoni, non mi importava di nulla in quel momento, se non di Bill.
 
"Sto arrivando Bro!"
 
Ero probabilmente l'unica persona che correva da sola a quell'ora, sembravo un Gollum o qualcosa del genere.
 
Mi fermai ad un bus stop, guardai gli orari dei bus e non ne passava neanche uno di notte.
 
"Ma siete seri?!"
 
Ripresi a correre, non avevo bisogno di mezzi per arrivare a casa, però dovevo fare attenzione ai punti.
 
"Uff...perché non fanno un ospedale vicino casa?"
 
Diminuii la velocità con cui correvo perché iniziai a stancarmi, so che in quel momento non erano loro, ma vorrei ricordare che avevo quei tizi a portarmi sfiga con la loro 'pena inaspettata'
 
Casa non era molto distante, ma ero stanchissima e la ferita cominciava a farmi male, non potevo continuare a camminare, il punto era che non potevo ritornare all'ospedale e non potevo andare a casa.
 
<< Devo trovare un rifugio, o un posto riparato per passare la notte...>>
 
Lo trovai, era una specie di casetta di legno, l'interno non era terribile, si poteva passare una notte senza uscirne disgustati, e poi c'era anche un materasso, okey era messo maluccio ma non feci storie.
 
"Meglio di niente direi...."
 
Lasciai i miei bagagli accanto a me e mi sdraiai su quel materasso aspettando che il sonno venisse a prendermi.
 
"Hey tu!"
 
"Uh?!"
 
Una voce mi fece svegliare di scatto, mi voltai attorno e notai una sagoma di un uomo tra gli alberi di quella foresta.
 
"Cosa ci fai qui?! Questo è il mio riparo"
 
L'uomo entrò nella casetta, era un senza tetto, sembrava abbastanza incazzato.
 
"Chi sei tu!? Vai via di qui!"
 
"No, la prego! Devo solamente trovare riparo per questa notte, dopo di che andrò via, lo giuro!"
 
Quella specie di nonnetto si avvicinò ancor di più a me.
 
"..non hai una famiglia? Sei una ragazzina!"
 
"Si, ho una famiglia ma sono fuggita dall'ospedale perché devo ritornare da loro e non mi andava di aspettare"
 
"Ospedale? Cosa hai combinato?"
 
Si sedette accanto al materasso, non sembrava cattivo.
 
"Ho preso una coltellata..."
 
Alzai la maglietta e gli mostrai la cicatrice.
 
"Accipicchia!"
 
"Lo so, è un bello squarcio..."
 
Il tizio annuì
 
"Direi di si, guarda lì!"
 
"Ma l'ho fatto per una buona causa, non mi dispiace avere questa cicatrice"
 
L'uomo prese dal suo zaino una bottiglia di liquore.
 
"Vuoi?"
 
"Eh? Ah...nono, grazie!"
 
Bevette un sorso dalla bottiglia poi riprese a parlare.
 
"Hai difeso qualcuno?"
 
"Si....ho difeso mio fratello"
 
"Ah...anche io..."
 
Riprese a bere, questa volta ci mise più tempo.
 
"Sono diventato un povero barbone senza tetto per mia sorella..."
 
La storia sembrava interessante, gli feci cenno di continuare.
 
"Aveva una azienda, era ricca, benestante....ma sai, la vita può cambiare in una frazione di secondo...la sua azienda fallì, andò in crisi e lei diventò povera..."
 
Si passò una mano sulle labbra per togliere il resto del liquore che aveva bevuto.
 
"Anche io ero ricco, avevo una grandissima casa che valeva tanto....decisi di venderla ed i soldi che presi li diedi tutti a lei..."
 
"Davvero?! Wow! E...vi siete mai più visti, o risentiti?"
 
Penso proprio di no.
 
"No..."
 
Avevo ragione!
 
"...lei non si è mai più fatta viva, non mi ha mai cercato, sono come morto per lei..."
 
Abbassai lo sguardo e sospirai.
 
"Immagino sia stato terribile per te..."
 
"Naah....io l'amavo e la amo tutt'ora, non mi pento di aver fatto quello che ho fatto..."
 
"Oh...capisco" 
 
Era nella mia stessa situazione, più o meno.
 
"Comunque io sono Jack..."
 
"Io mi chiamo Tomja, però avvolte mi chiamano Tom o Tomi, dipende"
 
"Suoni a quanto pare..."
 
Con il suo indice puntò la mia chitarra.
 
"Ah si! Amo la musica, come mio fratello d'altronde"
 
"Anche io suonavo un tempo...mah..."
 
Si sdraiò e poggiò la testa sul suo zaino.
 
"Io mi faccio un pisolino, tu?"
 
"Oh, ma se vuole posso dormire io sul pavimento!"
 
"No, hai bisogno di dormire comoda...buonanotte"
 
Si voltò e chiuse gli occhi, io ero rimasta seduta sul materasso ma dopo poco mi sdraiai anche io, mi addormentai immaginandomi come sarebbe stato il mio ritorno a casa, sopratutto mi immaginavo le loro espressioni, era divertente.
 
"Hey, ragazzina!"
 
Mi sentii una mano sulla mia spalla destra.
 
"Uh?! Ah già!"
 
Scattai come una molla, mi alzai in piedi e presi i miei bagagli, ero già pronta per andare.
 
"Grazie Jack, sono sicura che ci rivedremo un giorno"
 
"Ovviamente"
 
Mi fece segno di andar via, mi salutò con la mano ed io ricambiai il saluto, quella specie di foresta non era molto lontana da casa, era tipo a...cinque minuti? Si, credo di si.
 
Arrivai dopo poco, ero ferma di fronte al cancello che tanto odiavo ma onestamente, mi era mancato.
 
"Chi non muore si rivede, vecchio arrugginito"
 
Si, parlavo al cancello, ero molto felice di essere di nuovo a casa.
 
Calai la mano dentro la casella postale, che era stracolma, e per una volta non erano debiti!
 
"Ma che..?"
 
Aprii un po' di lettere, erano dedicate a me, alcune contenevano dei disegni per me e Bill, erano bellissimi.
 
"Wow, sono bravissimi!"
 
Misi tutte le lettere dentro una delle mie borse, volevo rispondere a tutte quelle persone che dedicavano un po del loro tempo e del loro pensiero per me.
 
"Direi che è arrivato il gran momento!"
 
Sfondai, come al solito, il cancelletto, altrimenti non si apriva. 
Arrivai di fronte la porta, suonai il campanello, ero sicura che mia madre avrebbe aperto la porta.
 
"Biiill! Vai tu ad aprire la porta?! Io sto cucinando!"
 
"Si, mamma!" 
 
Scese le scale di corsa.
 
"Chi è?!"
 
Bill?! Che ci faceva a casa?!
 
"Ehm...sono il corriere!"
 
Mi andava di fargli uno scherzo, tanto per vederlo più sorpreso.
 
"Il corriere?....mah"
 
Aprì la porta, si portò una mano sulla bocca.
 
"Eh si! Sono venuta a consegnare un pacco di nome 'Tomja' "
 
Mi saltò addosso, tremava dall'emozione.
 
"Oddio!! Sei qui!"
 
Lo stringevo forte a me e lui faceva lo stesso.
 
"Shhh....va tutto bene, ora ci sono io qui...."
 
"Che succed- TOMJA!?"
 
Anche nostra madre si aggiunse al nostro abbraccio, a nessuno importava sapere come avevo fatto ad uscire dall'ospedale?!
 
"Si, okey, va bene!"
 
Mi staccai a forza dalle loro braccia, non mi lasciavano andare.
 
"Come hai fatto ad uscire?!"
 
Mio fratello aveva fatto una domanda intelligente per la prima volta nella sua vita! 
 
"Magari fammi entrare prima, no?"
 
Entrai dentro casa, mia madre portò immediatamente in camera il borsone e l'hard case.
 
"Mi sono svegliata ieri notte, ho subito avvertito i medici ma come ben sapete, a me non piace attendere"
 
"Non hai bisogno di riabilitazione quindi?"
 
Voltai lo sguardo verso mia madre, la squadrai male.
 
"Ma ti sembro una che ha bisogno di riabilitazione!?"
 
"Oddio! È proprio un miracolo!"
 
Certo, con tanto di patto dietro.
 
"La ferita...come sta?"
 
Chiese Bill timidamente.
 
"Oh, è chiusa da tempo oramai"
 
Alzai la maglietta lo stesso, le loro faccie erano molto disgustate.
 
"Lo so, non è bello da vedere...."
 
Mi sedetti sulla sedia accanto a Bill, dov'era finito Gordon?
 
"E Gordon? Dov'è?"
 
"Oh..."
 
Nostra madre ritornò ai fornelli, non rispose subito alla mia domanda.
 
"Tra me e Gordon è finita da tempo...."
 
"Davvero?!"
 
Che bella notizia.
 
"Si, da quando ti conciò in quelle condizioni non potevo continuare a vivere con lui, era diventato violento"
 
Bill si aggiunse alla conversazione.
 
"Però veniva spesso a trovarti all'ospedale e mi ha anche accompagnato a Star Search!" 
 
"Meglio così"
 
Ribadii senza pentirmene, non è che lo amavo veramente tanto alla fine.
 
Bill si lanciò improvvisamente tra le mie braccia, passai la mia mano nei suoi capelli neri pieni di gel e lacca, mi mancava il mio porcospino.
 
"Woah! Hey, hey..."
 
"Non andrai più via...vero?"
 
Sorrisi nel vederlo così fragile e dolce.
 
"Giuro"
 
"Promesso?!"
 
"Okey, è una promessa"
 
"Mi dispiace interrompere il vostro momento d'affetto ragazzi...."
 
La mamma poggiò i piatti sul tavolo, era da tempo che non mangiavo ed onestamente avevo alcune difficoltà che comunque scomparirono dopo poco.
 
"Tra poche ore Gustav e Georg saranno qui!"
 
"Gustav e Georg? Perchè?"
 
Bill ingoiò prima di rispondermi, aveva imparato le buone maniere?
 
"Perchè mentre tu eri in Coma, loro venivano spesso a trovarti, siamo diventati amici e abbiamo fondato un gruppo, i Devilish ma ci manca un chitarrista, ma non ne abbiamo mai cercato uno a dir la verità...."
 
Sbuffai.
 
"Che senso ha creare una band senza cercare un chitarrista?!"
 
"Quel posto apparteneva a te, nessuno doveva prenderlo"
 
"Quindi la chitarrista del gruppo sarei io?"
 
"Si! Per questo Georg ti ha comprato una nuova chitarra!"
 
La mamma interruppe il discorso un'altra volta.
 
"Mangiate, altrimenti si fa freddo"
 
Ripresi a mangiare e Bill fece lo stesso.
 
Dopo mangiato nostra madre andò a dormire, anche noi andammo su in camera ma non eravamo stanchi.
 
"Uff..."
 
Mi lanciai sul letto, che bella sensazione essere di nuovo a casa.
 
"Non mi hai ancora dato una risposta per prima, Tomi"
 
"Per il fatto di essere la vostra Chitarrista? Si, ci sto!"
 
Bill iniziò a frugare dentro il borsone.
 
"Ti piacciono i peluches, eh?"
 
"Si! Sopratutto questo!"
 
Prese in mano un peluche di Simba, conoscete Il Re Leone vero?
 
"Oh...ti si addice"
 
Si sdraiò accanto a me col peluche tra le mani.
 
"Vorrei essere forte come Simba!"
 
"Lo sei"
 
Sorrisi e mi girai verso di lui.
 
"Sei forte come lui, non badare alla gente a scuola, se ti è stata data questa vita vuol dire che sei in grado di sopportarla"
 
Lo abbracciai nuovamente ma questa volta fu il telefono di casa a interromperci.
 
"Vai a rispondere tu, Bill?"
 
"Vado!"
 
Scese di corsa giù in salone, afferrò la cornetta appena in tempo.
 
"Pronto?"
 
Una voce femminile rispose dall'altro lato.
 
"Casa Kaulitz?"
 
"Si"
 
"Buon pomeriggio, sono la dottoressa Julia Abeln dell'ospedale Park Krankenhaus"
 
"Ahm..."
 
Mi lanciò un occhiata sorridendo, io stavo guardando lo "spettacolo" dal piano di sopra.
 
"Si, mi dica"
 
"Prima di tutto vorrei sapere se lei è un parente della nostra paziente Tomja Kaulitz"
 
"Si, sono il fratello"
 
"Vorrei informarle che sua sorella è scappata dall'ospedale ieri notte e non abbiamo tracce di lei..."
 
"Oh! Che sta dicendo?!"
 
Strillai sottovoce a Bill, che stava morendo dalle risate in silenzio.
 
"Shhh!"
 
Mi fece segno di zittirmi.
 
"Se sua sorella è li a casa, la prego di riportarla in ospedale, ha ancora bisogno di cure"
 
Ma stava parlando di me 'sta dottoressa?
 
"No, non l'abbiamo vista, ma la conosco, si farà viva, non si preoccupi!"
 
"Si ma-"
 
"A non rivederci!"
 
Mise giù la cornetta, chiudendo così la chiamata.
 
"Mi ha detto che mia sorella è scappata via dall'ospedale e lei ha ancora bisogno di cure, oh che tragedia!"
 
"Io? Cure? AHAHAHAHAH"
 
Qualcuno suonò il campanello, erano sicuramente Georg e Gustav.
 
"Chi è?!"
 
"Gustav e lo Hobbit!"
 
Bill aprì la porta ed i due entrarono.
 
"Guten tag jung!"
 
Esclamò Georg, Gusti si era già accorto della mia presenza.
 
"Aspetta, ma quella non è Tomja?"
 
"No, sono la segretaria, che dici?"
 
Lo abbracciai e feci lo stesso con Georg, ora erano i miei compagni di band, dovevamo volerci bene.
 
"Bill ti ha già detto dei Devilish vero?"
 
"Georg, mio fratello è una radio parlante ventiquattro ore su ventiquattro, tu credi che non me l'abbia detto?"
 
Partirono le solite risatine di gruppo, io mi limitai solo a sorridere.
 
"E comunque, grazie per la chitarra!"
 
"Ti servirà!"
 
Mi diede una pacca sulla spalla.
 
"L'hai già vista?"
 
"No, onestamente no, che chitarra è?"
 
Georg e Gustav sedettero fuori in giardino, sull'erba.
 
"Venite fuori, è una bella giornata!"
 
Socchiusi la porta, in modo da non disturbare la mamma che dormiva.
 
"Comunque...è una Gibson SG Carved Top di color verde scuro"
 
"Wow! Una Gibson?! Avrai speso un accidente!"
 
"Potevo permettermelo"
 
Io e Bill ci sedemmo accanto agli altri due.
 
"Facciamo delle prove oggi?"
 
"Per me va bene" 
 
Disse Gustav.
 
"Yup, ci sto!
 
Rispose mio fratello.
 
"Non sarò l'unica a dire di no quindi...."
 
Ci alzammo tutti in piedi, io ritornai dentro casa solo per prendere la chitarra e la mia testata valvolare, come al solito Bill non mi dava una mano.
 
"Uff...non fatemi fare troppi sforzi ragazzi"
 
Georg mi diede una mano a mettere tutto dentro il furgoncino del padre di Gustav.
 
"Buongiorno ragazzi! Siamo pronti?"
 
"Si"
 
Risposero gli altri tre in coro, io mi infilai per ultima.
 
Il furgoncino partì per Magdeburgo, Georg e Gustav avevano trovato uno studio li e Bill lo frequentava spesso assieme agli altri due.
 
"Ma quando ti sei risvegliata?"
 
Mi chiese Gustav, io stavo guardando fuori dal finestrino, odiavo l'attesa.
 
"Ieri...ieri notte, sono fuggita dall'ospedale perché mi sentivo bene e non avevo bisogno delle loro stupide cure"
 
"Sei sicura di stare bene?"
 
"Si Georg, ovviamente ho avuto dei problemi all'inizio, inciampavo spesso quando correvo e mi sentivo strana mentre parlavo ma ora sto bene!"
 
Ripresi a guardare fuori dal finestrino, Georg ritornò a dare fastidio a Bill e Gustav, come al solito, stava in silenzio.
 
"Siamo arrivati!"
 
Esclamò l'uomo dopo quasi un'ora di viaggio, mi svegliai di colpo, diamine che spavento.
 
"Così questo è lo studio?"
 
"Una casa-studio!"
 
Disse Bill
 
"Una casa che?"
 
Inarcai le ciglia mentre mi guardavo attorno.
 
"Certo! Non preoccuparti per mamma, la chiameremo, noi vivremo per un po qui, è una casa con uno studio dentro"
 
"Ah! Quindi io dovrei vivere con Georch?"
 
"Gne gne gne"
 
Ribadì lui.
 
Entrammo dentro quella specie di casa, era abbastanza grande ed era meglio della nostra casa, il problema erano i letti.
 
"Oh, non preoccupatevi per me, io dormirò solo"
 
"Oooh, Gusti...ci tocca dormire con lo Hobbit"
 
Esclamai con "dolore"
 
"Oooh nooo!"
 
"Smettetela bimbi, io sono il più grande e dovete portarmi rispetto"
 
"Certo"
 
Gli diedi un cuscino in faccia
 
"Dov'è lo studio? Non intendo intrattenermi in altre conversazioni con un Hobbit"
 
"Ahahahah"
 
"Gustav, perchè ridi alle stupide battute?"
 
"Perchè ha ragione!"
 
Bill sbucò dalla sua camera.
 
"Lo studio è di qua! Seguimi"
 
Lo seguii al piano inferiore della casa, era un piccolo studio, ma era abbastanza per una band da garage.
 
"Uhm...è okey, meglio di niente"
 
Mi sedetti sulla sedia girevole di pelle nera.
 
"Avete già composto delle canzoni?"
 
"Uh-uh"
 
Mi mostrò i testi ed alcuni spartiti, da quando mio fratello cantava in inglese?
 
"Canti in inglese? TU?"
 
Scoppiai a ridere, lo so, non era gentile ma immaginavo il suo accento, capitemi su!
 
"Dai su, non offenderti..."
 
"Allora oggi possiamo registrare"
 
Gustav si sedette vicino la sua Batteria, Georg afferrò il suo basso ed io presi la mia nuova chitarra.
 
"Certo! Partiamo da It's So Hard To Live?"
 
Chiesi, annuirono tutti e tre.
 
"Bene, entriamo allora"
 
Entrammo nella camera isolata, inizialmente registrammo una base tutti e tre assieme, come riscaldamento, dopo di che iniziarono le registrazioni singole, prima la batteria, poi la chitarra, poi il basso e poi la voce, semplice no?
 
Finimmo dopo quasi quattro ore, ed erano solamente tre canzoni, non osavo immaginare un album!
 
"Come sono venute?!"
 
"Non lo so, Bill, le sto mixando ora!"
 
Mi avevano spiegato come funzionava un pc, non era difficile, lo sapevo già usare un po.
 
"Va beh, casomai le sentiamo domani, ora andiamo a cenare e poi non so, guardiamo la tv, che dite?"
 
"Sto con Georg!"
 
"Bill+Cibo fur immer"
 
Esclamai, un modo per attirare quella specie di panda era il cibo.
 
"Lo conosciamo, tranquilla"
 
"Lascia perdere Gustav, lascia perdere"
 
Uscimmo dallo studio, ritornammo dentro casa, in salone.
 
"Si okey, ma chi cucina?"
 
Chiesi.
 
"Gustav?"
 
Disse Georg
 
"Eh? Io?!"
 
"Okey, ordiniamo una pizza, dai Bill, muovi il culo, su"
 
"Ma perchè io?!"
 
In quel momento mi sembrava un bambino di cinque anni.
 
"Perchè si! Muoviti!"
 
Amavo dargli degli ordini, tanto lui li rispettava, anche se li faceva contro voglia.
 
Chiamò la pizzeria, i nostri ordini arrivarono un'ora dopo quasi, non mi era mai capitato di mangiare alle nove.
 
"Buon appetito, razza di decelebrati"
 
Georg mi lanciò addosso una patatina fritta.
 
"Non prenderò la mia vendetta ora, tanto dormirai con me quindi...."
 
"Oh cazzo"
 
Ripresi a mangiare, ma alla fine il cibo andò sprecato visto che una guerra mondiale di patatine fritte iniziò. 
 
"Chi prepara i popcorn?!?!"
 
Eravamo tutti sdraiati sul grande sofà di fronte la tv, stavamo guardando il Titanic, il mio personaggio preferito un tempo era l'iceberg, ma direi che quando una persona è innamorata parecchie cose cambiano.
 
"Shhhh! Sta iniziando"
 
"Andiamo Bill, smettila di fangirlare" 
 
"Vieni qui!"
 
Mi prese tra le sue braccia, devo dire che non me lo aspettavo, e devo anche dire che alla fine del film stavo quasi piangendo, oddio, dov'era finita la Tomja menefreghista dell'amore?
 
"Questa volta non hai fatto commenti negativi...."
 
Il film era finito, Georg e Gustav stavano preparando il letto, invece io e Bill eravamo ancora sul sofà, ed io ero ancora tra le sue braccia, amavo quando Bill mi accarezzava.
 
"Solo perché ho sonno..."
 
Ero così rilassata nelle sue braccia, lui era il mio rifugio, mi sentivo al riparo da tutto quando ero con lui, la sua mano continua a muoversi dolcemente sul mio viso.
 
"Dal tuo sguardo non direi..."
 
Volevo baciarlo, ed anche lui sembrava interessato nel farlo, le nostre facce continuavano ad avvicinarsi, lentamente, eravamo a pochi centimetri, le mie labbra sfioravano di poco le sue.
 
"Hey, il letto è fatto!"
 
Georg rovinò il momento, io e Bill ci allontanammo subito, mi schiarii la voce.
 
"Arrivo!"
 
Georg ritornò in camera.
 
"Beh...vai a dormire?"
 
"Sono stanco morto quindi...."
 
Bill si avvicinò nuovamente al mio viso, esitò un momento ma poi decise di baciarmi sulla guancia.
 
"Ti voglio bene, lo sai che sei tutto per me, vero?
 
Mi sussurrò all'orecchio, io arrossii nel sentire la sua voce così vicina a me, così come il suo corpo.
 
"Anche tu lo sei"
 
Ricambiai il bacio sulla guancia e mi sciolsi dal suo abbraccio.
 
"Buonanotte bro' "
 
Mi alzai dal sofà, Bill mi afferrò per il polso.
 
"Non andrai a dormire con Georg spero!"
 
"Ho altra scelta?"
 
"Certo, con me"
 
Oh mio dio, stavo per svenire quasi, non per il fatto di dormire con lui, ma per il fatto che quella sera mi desiderava così tanto, non era mai successo prima
 
Mi trascinò dentro la seconda ed ultima camera da letto della casa, il letto era quasi matrimoniale, bastava per me e lui. Mi spinse dolcemente sul letto.
 
"Ora dormi, devi risparmiare le energie"
 
Mi coprì e dopo mi abbracciò.
 
"Buonanotte cucciola"
 
Mi baciò nuovamente sulla guancia ma questa volta era più vicino alle mie labbra.
 
Allungò le braccia verso il comodino e spense la luce.
 
Un lungo giorno era appena finito per noi, tante cose erano cambiate in quattro mesi ma i miei sentimenti per lui erano sempre gli stessi.
 
 



*In realtà, Bill arrivò terzo a Star Search ma il risultato dell'evento è stato modificato per la storia.

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Capitolo 6
*** Tra passione e lacrime ***


SVEGLIA!!"
 
Strillò lo Hobbit nella nostra camera, in quel momento volevo ucciderlo.
 
Portai il cuscino sulle orecchie
 
"Lasciatemi dormire in pace...."
 
"Certo che siete due dormiglioni eh!"
 
Almeno io mi ero svegliata però, Bill non aveva sentito un tubo!
 
"Va beh...farò alla mia maniera"
 
Andò via dalla camera, io non intendevo alzarmi, infatti rimasi di pancia in giù col cuscino in testa.
 
"Sorpresa!"
 
Un secchio pieno di acqua gelata cadde addosso a me e a Bill.
 
 
"AAAHHH PORCO PICASSO DIPINTO"
 
Non chiedetemi per quale motivo misi in mezzo Picasso, fu la prima cosa che mi saltò in mente.
 
"WAAAHHHH"
 
Anche Bill ovviamente gridò.
 
"Ma che cazzo fate?! Dio santo...."
 
Scossi le braccia per mandare via l'acqua che avevo addosso.
 
"LA PROSSIMA VOLTA AVVERTITE!"
 
Disse Bill sfondandomi l'udito dell'orecchio sinistro.
 
"Bill! Mi hai sfondato un'orecchio!"
 
Sbuffai, mi alzai dal per cambiarmi ma poi mi sono ricordata che non avevamo preso dei vestiti con noi.
 
"Ah merda, ci tocca rimanere fradici"
 
"Fradici?"
 
Fece uno strano sorrisetto.
 
"Guarda nell'armadio accanto a te"
 
Mi avvicinai all'armadio, aprii un'anta e vidi che dentro era stracolmo di vestiti, tutti del mio genere eh.
 
"Chi diamine ha fatto shopping?!"
 
Anche Bill si alzò dal letto, si avvicinò a me nuovamente.
 
"Uhm...non so, forse un babbo natale tredicenne?"
 
"Woow...un babbo natale tredicenne dici?"
 
Lui aprì l'altro armadio, e prese i suoi vestiti.
 
"Si, credo che abbia vinto un contest o una cosa del genere e così ha deciso di comprare un po di vestiti! OH OH OOH"
 
Mi levai di dosso la maglietta inzuppata e la lanciai addosso a Bill.
 
"Smettila, cretino"
 
Mentre sceglievo quale vestiti prendere, lui si accorse della mia cicatrice, faceva abbastanza schifo.
 
"Oh mio dio, Tomi..."
 
Portò la sua mano sul mio fianco, sulla cicatrice, io arrossii al contatto.
 
"....perchè? Io non valgo così tanto, se fossi morto sarebbe stato meglio per tutti..."
 
I suoi occhi si riempirono di lacrime, era straziante vederlo così.
 
"Smettila"
 
Afferrai la sua testa e lo portai vicino al mio viso.
 
"Tu...tu vali molto più di chiunque altro, se tu saresti morto allora io ti avrei raggiunto dopo poco"
 
Bill iniziò a piangere ed era una cosa che detestavo.
 
"Shhhh....non piangere"
 
Asciugai le sue lacrime.
 
"Ci sono io con te, ti prometto che non riaccadrà più però ora smettila di piangere dai!"
 
Gli baciai la fronte e dopo la punta del naso.
 
"Nasone"
 
Sorridemmo entrambi.
 
"Se sono nasone io guarda che lo sei pure tu!"
 
"No! Per esempio, io sono bella e tu sei brutto"
 
"Fanculo!"
 
Mi buttò in faccia la mia maglietta.
 
"Scherzo, lo sai che ti ritengo carino"
 
Mi allontanai da lui, anche se ormai i vestiti si erano asciugati, presi quelli nuovi e asciutti, erano molto belli.
 
"Dai vestiti prima che Georch venga a romperci le scatole di nuovo"
 
Ci vestimmo velocemente, andammo in cucina, era inutile fare colazione visto che erano le dodici.
 
"Chef Schäfer sta cucinando!"
 
Esclamò Georg
 
"Oddio"
 
Chinai la mia testa a sinistra per vedere Gustav di fronte ai fornelli, sembrava tranquillo ma onestamente non ci tenevo a mangiare ciò che stava sperimentando.
 
"Secondo me è meglio se ordiniamo qualcosa"
 
Mi voltai verso Bill.
 
"Hai qualche numero?"
 
"Si!"
 
Gustav partecipò nella conversazione.
 
"Ma perchè non andiamo al Burger King? È a qualche angolo da qui! Prendiamo un po d'aria almeno"
 
"Oh okey, l'importante è che si mangi"
 
Mio fratello era sicuramente della mia stessa opinione, Georg era già vicino la porta.
 
"MUOVETEVI CHE HO FAME!"
 
"Parli tu che hai fatto colazione!"
 
"Non è colpa mia se vi svegliate alle dodici!"
 
Ci infilammo i cappotti ed uscimmo, Gustav ci faceva da guida.
 
"Fortunatamente 'abitiamo' vicino al centro, abbiamo tutti i tipi di negozi qui!"
 
Arrivammo al Burger King dopo aver svoltato un paio d'angoli, non era vuoto ma neanche pieno.
 
"Chi fa la fila?"
 
"Tu sei un Hobbit, tu fai la fila"
 
"E tu sei una donna, le donne fanno i sandwich sai?"
 
"Ah-ah spiritoso!"
 
Lo spinsi indietro.
 
"Sedetevi al tavolino, vado io a fare la fila, scansafatiche"
 
Gustav era abbastanza brontolone e rompiscatole ma almeno era buono.
 
"Sediamoci qui!"
 
Bill aveva già scelto il posto, era l'unico pulito tra l'altro, Gustav ci chiese cosa volevamo ordinare.
 
"Io prendo un Cheeseburger, e voi?"
 
Entrambi concordarono con la mia scelta.
 
"Guuus! Prendi tre Cheeseburgers, due bottigliette in vetro di Coca-cola, tre porzioni di patatine fritte, e due Milkshakes"
 
"Volete che prenda le bustine di Ketchup e Maionese?"
 
"Era sottinteso!"
 
Morimmo di fame per altri dieci minuti, dopo di che Gustav fu finalmente servito e si sedette al tavolo con noi ed il nostro cibo.
 
"Diventerò un obeso"
 
Affermò Georg mentre mangiava il suo Cheeseburger
 
"Non me ne fotte, si vive una volta sola ed io ho fame"
 
Staccai via un altro pezzo dal mio panino.
 
"Hmm...ma quando abbiamo finito di Mixare le canzoni cosa si fa?"
 
Domandò Gustav, aveva ragione, neanche io avevo idea di cosa sarebbe successo dopo.
 
"Boh...compriamo dei dischi vuoti, ci mettiamo le nostre canzoni su, chiamiamo un fotografo, facciamo un paio di foto, le mettiamo dentro il cd e BAM! Album pronto!"
 
"E chi lo pubblica il disco?"
 
"Lo 'pubblichiamo' noi, lo venderemo in giro per strada"
 
Ripresi a mangiare, poi un moretto imbecille mi lanciò del Ketchup in faccia.
 
"Vuoi che ti investa con una macchina o con un tir?"
 
"Nessuno dei due!"
 
Sorrideva pure la faccia tosta.
 
"Mangia prima che ti strozzi"
 
Presi alcuni tovaglioli di carta e mi pulii il viso, avevo un fratello abbastanza cretino.
 
"Comunque..."
 
Bevette un sorso di coca-cola.
 
"Dobbiamo ritornare presto a Lipsia, devo vedere Ann"
 
Per poco non mi strafocavo.
 
"Chi è Ann?"
 
Chiesi con un tono normale, ma dentro di me stavo già morendo di gelosia e di nervi.
 
"Ti spiego a casa"
 
"Okey...."
 
Mi passò la fame, se mio fratello era davvero innamorato di quella li, lo sarebbe rimasto per sempre, poggiai il panino sul piatto e lo lasciai li assieme alle patatine.
 
"Perchè non mangi?"
 
Mi chiese Georg.
 
"Non ho più fame, sono piena! Però, ovviamente, voi avete tempo per finire eh"
 
Aspettai che tutti finissero, non aspettai molto.
 
"Hai pagato Gus?"
 
"Si"
 
"Ah okey"
 
Uscimmo dal Burger King, Georg e Bill stavano giocando assieme, come sempre, ma quella volta non mi sentivo di prendere parte.
 
"Hey Bill!"
 
Eravamo arrivati alla nostra 'casa', una ragazzina stava aspettando il nostro ritorno a quanto pare, appena ci vide arrivare chiamò subito Bill.
 
"Ann!!"
 
Lui corse ad abbracciarla.
 
"Come stai piccolo?"
 
Piccolo?!
 
"Bene! Mi sei mancata, sai?"
 
"Anche tu!"
 
Si scambiarono un bacio, sulle labbra.
 
"Ti amo, Ann"
 
Sapete cosa? Desideravo non essermi mai svegliata da quel coma, desideravo che quella infezione mi avesse uccisa, desideravo tutto tranne che vedere questo di fronte ai miei occhi.
 
Mi allontanai da loro, entrai dentro casa e mi tuffai dentro il letto, ero distrutta, forse era per questo se l'altra sera era indeciso se baciarmi o meno, forse era solamente confuso con tra l'amore fraterno e il vero amore, io no, io non ero confusa, ma alla fine dei conti dovevo farci l'abitudine, Bill non si sarebbe MAI fidanzato con me ed io non intendevo 'rovinargli' la vita, ma nel frattempo, faceva male.
 
"Tomi..."
 
Aprì la porta.
 
"Che succede?!"
 
Si sedette sul letto accanto a me.
 
"Ho sonno...sono stanca"
 
Ero nascosta sotto due cuscini, stavo quasi per piangere.
 
"Oh...torno dopo, okey? Ora esco con Ann ma Georg e Gustav rimangono qui!"
 
Annuii, stavo piangendo in silenzio, era il mio primo pianto da adolescente.
 
Bill uscì dalla camera, lo sentii perchè chiuse la porta, rimossi i cuscini dalla testa, ora potevo piangere liberamente, quelle lacrime erano amare, bruciavano proprio come il mio cuore in quel momento, come potevo passare una vita con lui in questo modo?
 
<< Lui si fidanzerà, si sposerà, avrà dei figli, devi farti forza >>
 
Cercavo di farmi male con le mie stesse parole, cercavo di abituarmi all'idea ma forse era peggio.
 
"Basta..."
 
Cercai di svagarmi, accesi la tv sperando di trovare qualcosa di decente, qualcosa che mi aiutasse, mentre scorrevo i canali, ripensai a quel momento in cui il coltello mi tagliò, era una strana sensazione, mi sentivo viva perché faceva male, molto male.
 
"Tomi, ti va di stare sola?"
 
Georg spuntò in camera.
 
"Io e Gustav vogliamo andare allo skate park ad incontrare i nostri amici, se vuoi puoi venire anche tu!"
 
"No grazie...andate pure"
 
"A dopo!"
 
Anche loro uscirono, onestamente in quel momento preferivo stare sola.
 
Uscii dalla camera, provai a suonare qualcosa ma tutto era fuori tono, quella giornata ERA fuori tono.
 
"Uff..."
 
Iniziai a giocherellare con un taglierino che era poggiato sul tavolo in vetro, per sbaglio mi scappò di mano e mi tagliai sull'avambraccio, all'inizio faceva male come ogni taglio ma il sangue che scivolava via, che scorreva su tutto il mio braccio mi piaceva, anche quel dolore mi piaceva, riafferrai il taglierino che avevo precedentemente lanciato via e feci un altro taglio sullo stesso Avambraccio, più faceva male più mi piaceva, allora continuai a farlo, tagli lenti e profondi, era un passatempo divertente per una che aveva appena avuto una delusione d'amore.
 
Smisi dopo essermi fatta almeno sei o sette tagli, lasciai che il sangue scorresse assieme alle mie lacrime e le mie urla.
 
Sciacquai il braccio e dopo misi dei lunghi polsini per nascondere i tagli, mi sentivo un po meglio, ritornai in camera e mi addormentai.
 
"C'è qualcuuuunooooo?!"
 
Bill era ritornato dopo qualche ora, poggiò le chiavi sul tavolino nell'ingresso, entrò immediatamente in camera per assicurarsi che io fossi li.
 
"Dormigliona..."
 
Si tuffò sul letto, ed atterrò dritto dritto sul mio avambraccio sinistro, quello che era ferito.
 
"CAZZO!"
 
Mi svegliai di colpo e spinsi Bill fuori dal letto, mi faceva male!
 
"Ops, scusami..."
 
Mi risistemai il polsino.
 
"Vado a Mixare le canzoni giù in studio"
 
Non intendevo stare a lungo dentro con lui, sicuramente avrebbe iniziato a parlare di Ann ed io non avevo bisogno di questo.
 
Arrivai giù in studio ed accesi il pc dove erano salvati i vari pezzi, Bill mi raggiunse subito.
 
"Ma che succede? Ti vedo strana"
 
"Sono solamente un po stanca, tutto qui"
 
Iniziai a montare i pezzi delle canzoni in modo tale che venisse fuori un file, lasciai che il pc elaborasse il tutto.
 
"Più che altro, dobbiamo sbrigarci con le registrazioni"
 
"Lo so...ma perché stai usando il mio polsino?"
 
"Perché, non posso?"
 
"Certo! Era solo per chiedere"
 
"Boh...perché mi andava così, mi conosci"
 
Cercai di cambiare discorso.
 
"Hai qualche novità di Gustav e Georg? Sono usciti qualche ora fa, è strano che non stiano tornando"
 
"Ah...magari sono andati ad Halle, non preoccuparti, tornano presto, comunque prima, quando sono uscito, ho preso delle Pizze, almeno non dobbiamo chiamare nessuno!"
 
"Diventerò una balena qui"
 
Un rumore acustico proveniente dal computer mi avvertì che aveva finito di montare le tracce.
 
"Ti va di ascoltare?"
 
Premetti play, okey okey, i nostri strumenti non suonavano molto bene ma avevamo appena inziato.
 
"Di cosa ti sei fatto quando cantavi?"
 
"Eh?"
 
"Cantavi come un alcolista!"
 
"Eravate voi a stonare!"
 
"Noi!?"
 
Mah, mio fratello non si sarebbe MAI buttato la colpa, se commetteva un errore era sempre per colpa degli altri.
 
"Possiamo anche andare ora, anche se vogliamo registrare, Gus e Georch sono fuori quindi...."
 
Ritornammo in casa, erano quasi le Sette ma non avevo fame, Bill preferiva aspettare gli altri, eravamo sdraiati accanto sul sofà ma eravamo distanti, lo sentivo.
 
Presi in mano un block notes, inziai a scrivere qualche frase casuale su come mi sentissi, poteva venirne fuori un testo per una canzone se mi mettevo con impegno.
 
"Che scrivi?"
 
Si avvicinò a sbirciare ma allontanai il blocchetto dai suoi occhi.
 
"Cazzi miei"
 
"Daaai!"
 
"No!"
 
Mi allontanai e ripresi a scrivere, ero tanto nervosa, non solo con lui ma con tutto, quello era il tipico momento in cui vorresti distruggere il Mondo, scrivere mi aiutava a sfogare la rabbia ma se qualcuno leggeva o tentava di leggere diventavo più incazzata di prima.
 
"...Rette mich..."
 
Sussurrai sottovoce mentre scrivevo sulla pagina, quello era il nome che volevo dare a quel testo, era un miscuglio tra i miei sentimenti e qualche incubo, paura.
 
"Cosa? Mi hai chiamato?"
 
"Nono! Stavo scrivendo"
 
Sentii lo scatto della serratura, Georg e Gustav erano ritornati.
 
"Dove cazzo eravate andati?!"
 
Chiesi.
 
"I nostri amici ci hanno forzati a seguirli fino a Berlino, è stato divertente però"
 
"Abbiamo visitato il muro, ho anche preso una pietrolina!"
 
Aggiunse Gustav mostrando il pezzettino di muro che aveva in tasca.
 
"Okey...andate a mangiare?"
 
"Si"
 
Tolsero i loro cappotti ed arrivarono in cucina.
 
"Ma tu non mangi?"
 
Mi chiesero.
 
"No, mi sono stufata delle pizze e robe varie"
 
Rimasi in salone a scrivere, mentre gli altri mangiavano.
 
 
"Sembra proprio che passerò la notte così...."
 
E così fu, gli altri tre tornarono in salone a guardare la tv ma io ero sempre li a scrivere, avevo bisogno di sfogarmi, stavo male e sapevo che quel dolore sarebbe stato un dolore cronico, non sarebbe mai passato, non sarei mai stata capace di amare un'altro ragazzo nella mia vita, ma forse era il momento di iniziare a cercare altrove.
 
"Vieni a dormire?"
 
Erano arrivate le undici, non avevo sonno.
 
"Ti raggiungo dopo"
 
"Okey..."
 
Bill mi sembrava triste, forse lo era nel vedermi in quelle condizioni.
 
Scesi in studio, passai ore a trovare una melodia per quei testi che avevo scritto, ovviamente suonavo senza amplificatore, non volevo svegliare nessuno.
 
"Uff..."
 
Ero stanca morta, diedi un'occhiata all'orologio appeso sopra la porta, erano le tre.
 
"Continuo domani"
 
Come una sbadata lasciai i testi sul tavolino, quando mi infilai nel letto era già caldo e fu difficile riuscire ad entrare con Bill che aveva già preso il 90% del letto.
 
"Notte, mondo crudele"
 
Chiusi gli occhi cercando di dimenticare quella scena, diamine, stavo per impazzire ma riuscii ad addormentarmi dopo una mezz'ora di  pianti muti, sembrava proprio che la mia vita sarebbe stata divisa tra lacrime e passione.
 
 

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Capitolo 7
*** Whatever doesn't kill me, makes me stronger ***


<< Ti amo anche io >>
 
Mi addormentai e mi risvegliai con quelle parole, ovviamente non fu un buon risveglio.
 
"Desidero che tutto fosse un incubo...."
 
Mi alzai dal letto, Bill non era al mio fianco, si era già svegliato, strano per uno come lui. 
 
Andai in cucina ma anche lì non c’era ombra di nessuno
 
"Guuuss??.....Hooobbiiiit?? Bibiiiii?"
 
Nessuno.
 
Mi accorsi di un post-it sul tavolino.
 
’Sciao cara, quando ti sveglierai noi due non saremo a casa, sognami!
 
Ps: Tuo fratello è giù in studio, si è rifugiato li e non vuole più uscire.
 
-Georg'
 
"...rifugiato in studio?"
 
Scesi le scale, bussai alla porta.
 
"Non voglio nessuno!"
 
"Bill! Sono io!"
 
Ma cosa aveva?
 
Non ci fu risposta da lui.
 
"Ti prego! Apri la porta! Spiegami cosa succede?!"
 
Dopo alcuni secondi la porta si aprì, mio fratello si buttò in faccia mostrandomi dei fogli.
 
"Tu! Tu hai scritto questi, vero?!"
 
Ah diamine, erano i miei testi.
 
"Si, sono stata io"
 
"Perchè non mi parli dei tuoi problemi? Perchè?!"
 
Lo so che stava cercando di aiutarmi e di starmi vicino ma era, appunto, la sua vicinanza che mi faceva stare male.
 
"Perchè tu invece non mi hai mai detto niente di quella li?!"
 
"Ann?.."
 
Abbassò i toni, finalmente.
 
"Si"
 
"Perchè non sono sicuro di quello che provo per lei..."
 
La nostra conversazione fu interrotta dal campanello della porta.
 
"Vado io"
 
Affermai.
 
Corsi velocemente per le scale, aprii la porta.
 
"Oh! Sei sveglia!"
 
Era lo Hobbit.
 
"...e quindi?"
 
"Vestiti cara! Ti portiamo a fare un giro!"
 
Inarcai le ciglia.
 
"Georg, non mi sarai mica passato all'altra sfonda, vero?"
 
"Ma che cosa dici!"
 
Mi spinse.
 
"Sbrigati! Ti portiamo a Berlino!"
 
Diedi un occhiata dietro di me, verso Bill.
 
"Vai con loro"
 
Annuì sorridendo, non stavo chiedendo un permesso, o forse si.
 
Andai a lavarmi ed a cambiarmi, arrivai dopo una ventina di minuti.
 
"Dai, andiamo!"
 
Arrivai sul ciglio della porta, mi fermai un secondo.
 
"Bill....quando ritorno finiamo il nostro discorso, okey?"
 
"Okey, a dopo!"
 
Uscii da casa.
 
"Hey! Lei è Tomja"
 
Georg mi presentò ad un ragazzo, probabilmente un suo amico.
 
"Hey! Io sono Tim"
 
Era vestito come me, e nella sua macchina si sentiva solo musica Rap, lo salutai con un brofist ovviamente.
 
"Entrate in macchina, ci sballiamo!"
 
Entrai nella sua auto, una Wolksvagen mezza scassata.
 
"È l'auto di mio padre, lo so che fa schifo"
 
Abbastanza.
 
Accanto a me c'era Gustav.
 
"Da quando vai in giro con dei fattoni tu?"
 
"Mi diverto, ma non uso droghe o alcolici"
 
Tim alzò il volume al massimo, non mi ero neanche resa conto che stavamo già camminando!
 
"Almeno è musica buona"
 
Già, amavo Eminem, sopratutto Without Me! La mia preferita.
 
 
"Cosa pianificate di fare?"
 
Georg rispose per tutti.
 
"Il vero divertimento è di notte, lo sai!"
 
"Andate a fare un tour turistico, quindi?"
 
"Si ma a modo nostro, eheheh!"
 
Divertimento di notte? Tour turistico? Ma che oh, io volevo già ritornare a casa!
 
Resta il fatto che non dissi niente, Georg sembrava essere parte di qualche gang di fattoni, la cosa mi preoccupava.
 
"Tomi! Perchè sei giù?!"
 
Perchè siete due psicopatici fattoni egocentrici.
 
"Non sono giù..."
 
Georg continuava a parlarmi guardandomi tramite lo specchietto retrovisore.
 
"Non sarai mica triste per aver lasciato Bill solo! HA UNA RAGAZZA!"
 
"Ugh..."
 
"Non ha bisogno di te ora!"
 
Aggiunse Tim.
 
"Devi mostrargli che anche tu non hai bisogno di lui!"
 
Che nervi.
 
"Basta"
 
Affermai.
 
"Io non sono giù di morale e non sto pensando a Bill, okey?"
 
Non rispose più nessuno, cosa ci guadagnavano a dire cattiverie?
 
I due coglioni continuavano a strillare come due drogati durante il viaggio, io non facevo parte della comitiva e non ci tenevo, ma mentre guardavo fuori dal finestrino quelle parole continuavano a ritornarmi in mente.
 
<< Ha una fidanzata! Non ha bisogno di te ora! >>
 
Avevo paura che fosse vero, ero ferita ma allo stesso tempo incazzata, lo so che mentre ero in coma lui aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse, ma non poteva rimpiazzarmi così!
 
"Non sono un rimpiazzo....."
 
Strinsi il pugno e i denti.
 
Tim si fermò ad un benzinaio sull'autostrada, dopo di che il viaggio fu diretto senza pause, arrivammo dopo poco, credo venti minuti.
 
"Benvenuti a Berlino!"
 
Si fermò di fronte ad un palazzo.
 
"Questa è casa mia, oggi siete tutti miei ospiti a pranzo!"
 
"Ma perchè, che ore sono?"
 
Chiesi.
 
"Uhm...l'una e mezzo"
 
Tim uscì dall'auto, feci lo stesso, così come Georg e Gustav.
 
"Non preoccupatevi, mia madre cucina bene!"
 
Entrammo nel palazzo, Tim chiamò l'ascensore.
 
"Ahhh...l'amore...fa male"
 
Odiavo Georg e le sue frasi del cazzo, perchè mi fissava poi?!
 
Entrammo nell'ascensore, Tim abitava al decimo piano, mi toccava sopportare Georg per altri nove piani, oddio.
 
"Guarda che ho capito che sei innamorata eh..."
 
"Smettila, idiota"
 
"Ho solamente fatto dei ’calcoli’"
 
Settimo piano, dai Ascensore, puoi farcela.
 
"Devi dimenticarlo però"
 
"M-a-i"
 
Arrivammo al decimo piano, alleluia.
 
Fui la prima ad uscire, Tim aprì la porta di casa sua.
 
"Mamma! Sono a casa!"
 
C'era un buon profumino in giro, mi faceva venire fame.
 
"Ho portato degli amici con me!"
 
Arrivammo in cucina, di fronte alla signora.
 
"Mamma, lui è Georg..."
 
"Salve!"
 
"..Gustav"
 
"Buongiorno"
 
"..e Tomja!"
 
"Ciao"
 
"Lei invece è mia madre, Ann"
 
ODDIO, QUEL NOME.
 
"Quindi vi fermate a mangiare eh? Vi leccherete i baffi!"
 
Ma io non ho baffi!
 
"Ewh..."
 
Mi sedetti a tavola assieme agli altri, rimossi il cappello per educazione, rimasi solo con il mio berretto.
 
"Hai i rasta!?"
 
Mi chiese Tim.
 
"Si"
 
"Che figo! voglio farli anche io!"
 
Come se me ne fregasse qualcosa.
 
La signora arrivò vicino a noi, poggiò i piatti sul tavolo, amavo la pasta!
 
"Buon appetito a tutti!"
 
"Buon appetito"
 
Risposi.
 
Iniziai a mangiare, in confronto agli altri sembravo una che era appena uscita dal palazzo reale.
 
"Sei molto timida, Tomja"
 
"Uhm..non molto, signora"
 
"A me sembra di si invece!"
 
Odiavo quando la gente insisteva, non risposi, la donna capì che non era il caso di continuare.
 
"Chi vuole la carne?"
 
Sostituì i piatti vuoti con dei piatti pieni di carne, come se io amassi la carne poi.
 
"Non ti piace la carne, Tomja?"
 
Ma aveva occhi solo per me questa?!
 
"Mi fa un po di ribrezzo mangiarla, quando penso che in bocca ho dei pezzi del corpo di un animale, mi disgusto un po' "
 
Disgustai anche gli altri a quanto pare.
 
"Passiamo al dessert?"
 
"Si, meglio"
 
La donna portò in tavola due bicchieri di plastica, uno conteneva la macedonia e l'altro conteneva del gelato.
 
"Oh, amo la macedonia!"
 
Yup, amavo la frutta.
 
-BILL's POV-
 
"Baaah! Come diamine si accende questo coso?!"
 
Non riuscivo ad accendere un microonde, l'aveva sempre fatto Tomi, ecco perchè.
 
"Bon, va beh, sto a digiuno"
 
Niente pizza.
 
Mi sdraiai sul sofà, cominciai a ripensare di nuovo, a riflettere sui miei sentimenti, perchè avevo scelto Ann, se in realtà amavo Tomja? Sapevo che non sarebbe mai accaduto un fidanzamento con mia sorella, le avevo causato già troppi problemi, stavo provando il metodo del 'chiodo scaccia chiodo' ma alla fine mi sono colpito da solo, mi sentivo in colpa per aver fatto 'innamorare' una ragazza ma io avevo solamente bisogno di conforto quando Tomi non c'era, mi sentivo in colpa per aver quasi 'ucciso' mia sorella, lo so che non ero stato io ad accoltellarla, ma avevo dei sensi di colpa lo stesso, ed ora non mi sentivo tranquillo, sentivo che sarebbe successo qualcosa di male, li a Berlino, speravo di sbagliarmi.
 
"Uff...."
 
Suonarono il campanello, speravo con tutto me stesso che fosse Tomja.
 
"Si, arrivo!"
 
Aprii la porta, era Ann"
 
"Ciao Ann..."
 
Mi saltò addosso, quasi, ma la respinsi.
 
"Cosa ti succede, Bill?"
 
"Dobbiamo parlare..."
 
La invitai ad accomodarsi dentro casa, lei aveva un espressione preoccupata, mi dispiaceva tanto.
 
"Siediti qui.."
 
Le feci segno di sedersi di fronte a me, lo fece.
 
"Ascoltami Ann...io-io non so davvero dove iniziare..."
 
Presi qualche secondo di pausa.
 
"Sei stata davvero fantastica, mi sei sempre stata accanto ma...ma dentro di me ho scoperto di amare qualcun'altra, una persona che è sempre stata con me, sin dall'inizio..."
 
"No..."
 
Cominciò a scuotere la testa.
 
"Mi dispiace Ann, ma tra noi è finita"
 
Mi meritavo tutti gli accidenti del mondo, è vero.
 
"Scusami..."
 
Si alzò ed uscì di casa senza dire niente, la capivo, ma ora mi sentivo meglio.
 
"Io amo solo lei..."
 
Presi in mano uno dei suoi tanti New Era gettati sul pavimento, lo strinsi forte a me.
 
-TOMJA'S POV-
 
"Era tutto molto squisito, davvero"
 
Poggiai il bicchiere sul tavolo, la signora portò subito via tutti i piatti e robe varie.
 
 
"Venite a farvi una partitina alla Playstation con me? Dai, dai!!"
 
Mi toccò seguire l'egocentrico, entrammo dentro la sua cameretta, disfatta e piena di poster di donne nude, che schifo.
 
"Volete perdere a Fifa? Oppure a qualche altro gioco?"
 
"Gran turismo, se lo hai ovviamente"
 
Non avevo una console, ma ciò non toglieva che io non conoscessi i giochi, il coglione poteva dire addio a quel sorrisetto del cazzo.
 
"Eccolo qui!"
 
Lo inserì nel lettore dvd della sua Playstation 2.
 
"Anche tu hai una console?"
 
"No"
 
"Allora ti batterò facilmente"
 
AH! Credici!, a fine gara lo massacrai, finii la gara traguardo tre giri prima di lui, ovviamente la ripetemmo varie volte visto che non accettava di perdere, si erano fatte le sei di pomeriggio ed era ancora li a piagnucolare.
 
"Basta, hai perso, arrenditi"
 
Lasciai il controller e mi alzai dalla sedia.
 
"Posso sempre batterti a Guitar Hero!"
 
In quel momento anche Gustav e Georg iniziarono a ridere.
 
"Credici!"
 
Risposi io.
 
"Forse è meglio se andiamo allo Skate Park, no?"
 
Interruppe la lite Gustav.
 
"Concordo!"
 
Anche lui si alzò, afferrò le chiavi dell'auto.
 
"Mamma, esco! Torno stanotte!"
 
"D'accordo!"
 
Mia madre mi avrebbe stroncata, ma va beh.
 
Ritornammo in ascensore e poi in macchina.
 
"Sai andare sullo Skate, Tomja?"
 
"No"
 
Accese il motore dell'auto, e partì.
 
"Allora oggi imparerai"
 
Che emozione! No.
 
Ritornò a rompere l'udito con la sua musica a palla, fortunatamente quei dieci minuti di viaggio passarono in fretta.
 
Uscimmo dall'auto, Georg si fermò a salutare un paio di amici che si trovavano li, io entrai assieme a Gustav e a Tim.
 
"Wow"
 
Era un posto stupendo, amavo il rumore delle rotelline che toccavano il ferro delle rampe, erano bravissimi.
 
Tim prese in mano il suo skate che aveva in auto.
 
"Vuoi venire ad imparare?"
 
"No, resto a guardare"
 
Scese con lo skate sotto i suoi piedi, devo dire che ci sapeva fare.
 
"Tomi, posso parlarti?"
 
"Certo, Gustav"
 
"È vero che hai una cotta per Bill?"
 
Arrossii ma negai ovviamente.
 
"Certo che no, lo amo si, ma come un fratello"
 
Auto convinzione andata male, neanche Gustav se la bevette.
 
"Dì la verità, lo sai che non lo dico in giro"
 
Sbuffai.
 
"Okey, lo ammetto, per me lui è qualcosa in più di un fratello ma lui ha un altra ed io non ho intenzione di soffrire a lungo"
 
La nostra conversazione finì lì.
 
-Bill's POV-
 
"Sono le dieci di sera e questi non ritornano! Oddio"
 
Che ansia che avevo, sono molto paranoico, non sopportavo l'idea di stare solo tutta la notte senza Tomja.
 
"Potevano avvertirmi però!"
 
Mi avvicinai al telefono, composi il numero di cellulare di Andreas.
 
"Andrè? Sono Bill"
 
"Ciao Bill, dimmi"
 
"Mi faresti un favore? Riguarda Tomja"
 
"Che succede?"
 
"È andata a Berlino con Georg e Gustav ma non si è ancora ritirata, non ho paura, voglio solo sapere se sta bene ecco..."
 
"Okey, chiamo tutti i miei amici che vivono a Berlino e li avverto, stai tranquillo, va bene?"
 
"Grazie Andreas, ciao"
 
Speravo che la ritrovassero subito.
 
-TOMJA's POV-
 
Eravamo usciti dallo Skate Park da un bel pezzo, ora eravamo in un locale, il migliore di Berlino, era pieno zeppo di ragazzi innamorati e c'erano anche delle stanze fatte apposta per chi voleva andare oltre il bacio, io ero seduta vicino al bancone, bevevo la mia bevanda preferita, la Red Bull.
 
"Ciao"
 
Arrivò un ragazzo alle mie spalle, era alto, molto magro, aveva dei capelli neri lunghi fino al collo e portava del trucco sugli occhi.
 
"Sogno o son desta?"
 
"Come scusa?"
 
"Ahm ehm, nono, niente!"
 
QUELLO ERA MIO FRATELLO, DOVEVA ESSERE LUI, POTEVO TAGLIARMI LA TESTA, QUELLO ERA LUI, SOLO IN VERSIONE PIÙ GRANDE, ERANO IDENTICI!....Ed io me ne ero già cotta.
 
"Come ti chiami?"
 
Mi chiese sorridente, se mio fratello sarebbe stato così tra qualche anno, potevo già uccidermi.
 
"Tomja...tu?"
 
Bill?
 
"Jorg"
 
Avevo il cuore che batteva ad ottantamila, o forse più.
 
"Io ho sedici anni, tu?"
 
"Tredici...tra un mese quattordici"
 
Sorrise un altra volta.
 
"Sei di Lipsia scommetto"
 
Aiuto.
 
"Come fai a saperlo?"
 
"Perchè anche io lo sono..."
 
Caro, siamo nati assieme, o forse no.
 
"...abbiamo una specie di accento mentre parliamo"
 
C'era qualcos'altro che potevo fare, oltre che guardarlo come una cretina?
 
"Cosa ci fai tutta sola? Non hai degli amici con te?"
 
"S-si, ma sono impegnati ad altre cose..."
 
"Capisco..."
 
Rimosse il mio New Era e il mio berretto.
 
"Sei più carina senza"
 
Boom. Morta.
 
"Grazie..."
 
"Non hai un fidanzato?"
 
"No, purtroppo"
 
Oddio, smettila di sorridere, mi stai cuocendo.
 
"Ma questo è 'quasi' un club per coppiettine"
 
"Lo so..."
 
"Magari posso rimediare..."
 
Mi baciò sulle labbra ed io lo lasciai fare, mi sentivo strana, molto strana.
 
Dolcemente, mi porto con lui sui salottini.
 
"È il tuo primo bacio?"
 
"Si..."
 
"Lascia fare a me..."
 
Riprese a baciarmi, era graduale, inserì la lingua dopo un po', erano dieci minuti che continuavamo a baciarci ed onestamente, mi piaceva, mi faceva impazzire la sua mano che mi accarezzava la guancia.
 
"Sei tesa..."
 
Passò una mano sotto la maglietta.
 
"...shh, rilassati"
 
Quei sussurri alle mie orecchie erano qualcosa di orgasmico, ormai ero fusa.
 
Mi alzó dal salottino e mi portò in una delle camere, mi sdraio dolcemente sul letto, lui si posò sopra di me, mentre mi rimuoveva i vestiti, anche il polsino scivolò via, notò i tagli.
 
"...sei autolesionista?"
 
"N-no, ero solo triste..."
 
Riprese a baciarmi, mi accarezzava le cicatrici come se a lui dispiacesse di questo.
 
Eravamo nudi, ci coprimmo con le coperte, perché sentivo la presenza di Bill in quel ragazzo? Perché?
Non lo so, lasciai che quella notte passasse in quel modo, tra le braccia di uno sconosciuto, forse era una vendetta o forse no, era una nuova esperienza per me, ero un po amareggiata dal fatto che non era la persona che amavo ma vedevo lui, non mi sentivo molto in colpa alla fine.
 
Mi risvegliai la mattina seguente, ero ancora in quel letto, mi guardai attorno ma quel ragazzo non era quello che io avevo visto la notte precedente, era totalmente diverso!
 
"Ma che..?!"
 
Mi allontanai di scatto da lui, stava ancora dormendo, mi rivestii velocemente, uscii dal locale sperando che gli altri fossero ancora li, infatti mi stavano aspettando fuori.
 
"Heeey! Ehehe! Ti sei data da fare!"
 
Georg provò ad abbracciarmi ma lo respinsi, mi infilai subito in macchina senza parlare, ero incazzata nera.
 
"Oddio..."
 
Passai una mano sul viso, cosa avevo fatto? Avevo avuto delle visioni o cosa?
 
"Come è andata?! Dai, racconta!"
 
"Cazzi miei, d'accordo?!"
 
Non volevo davvero parlare a nessuno, lo capirono infatti, Gustav si limitò ad accarezzarmi la schiena in segno di conforto, era l'unico maturo in quella gabbia di egocentrici.
 
"Ci becchiamo!"
 
Arrivammo a Magdeburgo dopo quasi un'ora di silenzio, era straziante, ma ero un po tranquilla sapendo di essere a casa.
 
"Chi non muore si rivede"
 
Entrai in casa, Bill era seduto sul sofà, era abbastanza incazzato.
 
"Scusami...."
 
"Vuoi sempre essere la prima in tutto, eh?!"
 
"Eh?"
 
Mi portò giù in studio con lui, era solo per allontanarci da Georg e Gustav.
 
"Credi che io non lo sappia?!"
 
Mi sentivo incastrata.
 
"C-cosa?"
 
"DI QUELLO CHE HAI FATTO! LO SAI CHE ANDREAS HA AMICI DAPPERTUTTO! TI HANNO VISTA!"
 
Si fermò un attimo.
 
"Ti...TI HANNO VISTA CON QUEL TIZIO SUL SALOTTINI E-"
 
Scusami, ma dovevo difendermi anche io.
 
"INVECE IO TI HO VISTO CON ANN, DI FRONTE AI MIEI OCCHI!"
 
"Cosa c'entra?.."
 
"C'ENTRA!"
 
Mi lasciai cadere sulla sedia.
 
"L'ho lasciata...io l'ho lasciata...per te"
 
Per me? Quello fu il tipico momento in cui ti sentivi fottuta in tutti i sensi, la mia 'vendetta' era stata inutile quindi.
 
"Ma tanto non capirai..."
 
Stava uscendo dallo studio, ma lo fermai.
 
"SAI ALMENO PER QUALE MOTIVO L'HO FATTO!"
 
Si fermò sul ciglio della porta.
 
"Per te! Sono stata male per te, tu...tu sembravi tanto innamorato di quella li...dovevo dimenticarti"
 
Nascosi il mio viso nelle mie mani.
 
"Ho fatto una cosa sbagliata...lo so...però.."
 
"Però?"
 
Si inginocchiò di fronte a me. 
 
"Però vedevo te al posto suo...non stavo amando lui, stavo amando te, lo so, non cambia molto l'azione..."
 
In poche parole mi ero sputtanata da sola, mi sentivo una merda.
 
Lui non parlò, quel silenzio mi stava uccidendo, mi tirò a se e mi baciò, quei due giorni furono così pieni, strani, che neanche io ci stavo capendo qualcosa, ma la cosa più importante era che pur dicendogli dei miei sentimenti, lui non mi aveva allontanata, anzi, mi sembrava tutto un sogno, quello fu il momento più felice della mia vita, quel bacio non durò parecchio perché avevamo paura che qualcuno spuntasse immediatamente, ci abbracciammo.
 
Io avevo perdonato lui e lui aveva perdonato me, eravamo nuovamente uniti, più forti di prima.

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Capitolo 8
*** Vita di un angelo. ***


Passarono tre settimane da quel momento, da quel bacio.
Avevamo finito di registrare il nostro 'album' , se così posso chiamarlo, ed avevamo iniziato a prendere appuntamenti in vari locali per suonare li.
 
"A che ore dobbiamo andare al locale?"
 
Chiesi mentre aggiustavo i miei pedali nella pedaliera.
 
"Alle sette e mezzo"
 
Rispose Bill mentre era voltato verso lo specchio ad aggiustarsi i capelli con la lacca. Lo guardavo come se volessi dirgli qualcosa, sapete, da quel bacio nello studio, non è successo più niente, anzi ci eravamo 'raffreddati' , in verità speravo che lui facesse un passo, un passo verso il 'recupero'.
 
<< Forse era troppo presto >>  
 
Pensai, sicuramente era così, era stato troppo presto, troppo prematuro.
 
"Come siete silenziosi"
 
Georg entrò in camera, anche lui stava preparando il suo amplificatore.
 
"Cosa è successo?"
 
"Niente"
 
Bill rispose in modo secco, non mi diede modo di aggiungere qualche commento, perché era diventato così?
 
"Si può sapere cos'hai Bill? Non sei più lo stesso"
 
Poggiò la lacca sul mobile, si voltò verso di me dopo essersi aggiustato i capelli con le mani.
 
"Sono come sempre"
 
Uscì dalla camera, se credeva che io gli sarei corsa dietro si sbagliava di grosso!
 
"Che testa di cazzo, odioso"
 
Mi alzai, il mio sguardo cadde sui miei tagli, ormai cicatrizzati, avevano un qualcosa che mi attirava, non so esattamente cosa, forse il fatto che erano come dei tatuaggi, avevano dei significati per me.
 
"Sai com'è fatto Bill, vuole sempre attenzioni"
 
"Lo so, ma non è questo il punto ora"
 
Gli diedi una pacca sulla schiena ed uscii dalla camera.
 
"Ora siamo soli, ora devi spiegarmi cosa ti succede"
 
"Mi brucia ancora il fatto che tu sia andata a letto con un'altro"
 
"Ma perchè, volevi portarmi tu a letto?" 
 
Scoppiai a ridere ma era vero, secondo me non sapeva neanche cosa fare.
 
"Ecco! Sei la solita idiota!"
 
Si avvicinò a me con uno sguardo arrabbiato ma allo stesso tempo freddo.
 
"Sai cosa vuol dire fare l'amore con qualcuno? Sai per quale motivo si fa? No, non per il piacere!"
 
"Forse perché è un istinto naturale?"
 
"Oh dio mio..."
 
Si portò una mano sulla faccia, ritornai seria, era davvero incazzato.
 
"NO! NON PER QUESTO! Si fa perché è l'unica VERA dimostrazione d'amore!"
 
"Ma perché, tu che ti sbaciucchiavi con quella li? Credi sia meglio?"
 
Mi sedetti sulla sedia, io ero calma, non ero sclerata come lui.
 
"Cosa c'entra Ann ora?"
 
"Tu metti in mezzo Jorg, io metto in mezzo Ann, scusa eh"
 
"Almeno lei era abbastanza seria per avere una relazione!"
 
"Almeno lui sapeva scopare bene!"
 
Cadde il silenzio per qualche secondo dopo quell'affermazione, anche Georg si affacciò dopo aver sentito quella frase.
 
"Hai capito Tomi eh..."
 
"Zitto imbecille, pensa a cambiare i fusibili del mio amplificatore piuttosto"
 
Bill passò una mano tra i capelli.
 
"Basta così..."
 
Afferrò il suo cappotto di Pelle.
 
"No, aspetta! Io non intendevo dire quella frase!
 
Con una mano chiusi la porta ,lui si voltò a guardarmi.
 
"Cosa c'è da spiegare ormai?"
 
Rimasi in silenzio mentre lui aspettava una risposta.
 
"Non sei matura per portare avanti una relazione, tu...tu pensi alle avventure, io penso ad una vera e unica storia"
 
Aprì nuovamente la porta e puntualmente la richiusi.
 
"Non giudicarmi in questo modo Bill..."
 
Avevo gli occhi pieni di lacrime, quelle parole mi avevano distrutta.
 
"Non capiterà più, lo giuro"
 
Sospirò.
 
"Tomi, io ti voglio bene, ti adoro, sono sempre tuo fratello alla fine, solo che mi sono sbagliato nel credere che tu sia la ragazza giusta, ma sicuramente lo sei per qualcun'altro"
 
"Ma io...non voglio nessun'altro"
 
"Io non credo di volere una relazione con te"
 
Aprì la porta ma questa volta lo lasciai andar via, entrai in camera da letto, mi tuffai sul materasso, iniziai a piangere nuovamente, il ragazzo che amavo 'credeva di non volere una relazione con me' cos'altro poteva andare storto?
 
-Bill's POV-
 
Mi è dispiaciuto d'essere stato così diretto con le parole ma dovevo farlo, se lei andava così facilmente a letto con altri ragazzi, figuriamoci se non mi avrebbe fatto soffrire, resta comunque il fatto che, ovviamente, le volevo bene più di qualsiasi altra cosa sul pianeta.
 
"Spero sia in casa..."
 
Suonai il campanello, mi trovavo fuori casa di Ann, ero andato a chiederle scusa.
 
Fu lei ad aprire la porta.
 
"Ciao Ann..."
 
"Cosa ci fai qui?"
 
Il suo tono di voce era secco , freddo.
 
"Lo so di averti fatto del male...voglio chiederti scusa"
 
Esitò nel rispondermi.
 
"Ti va di...di uscire?"
 
"Okay.."
 
Si mise addosso il suo piumino ed uscì assieme a me.
 
"Perchè sei qui, Bill?"
 
Ci sedemmo su una panchina.
 
"Perchè mi sono accorto che la persona che credevo fosse giusta per me , alla fine non era quella giusta e...vorrei chiederti se ci fosse qualche possibilità di un nostro 'ritorno' ecco..."
 
Non mi rispose subito, sembrava confusa.
 
"So che è difficile per te, lo so"
 
"Se ritorniamo assieme...non ci lasciamo più, vero?"
 
Sorrisi
 
"Certo che no"
 
Mi baciò, finalmente ero ritornato assieme alla persona che mi amava davvero, ero felice.
 
"A casa ci sono i tuoi?"
 
"No, perché?"
 
"Andiamo!"
 
Feci un altro sorriso, presi Ann per mano e la portai con me verso casa sua.
 
"Cos'hai intenzione di fare?"
 
La lasciai aprire la porta di casa, poi la baciai immediatamente.
 
"Ho intenzione di amarti"
 
La trascinai dolcemente sul divano davanti al caminetto, era abbastanza chiaro ormai cosa volessi fare, la baciavo con passione senza mai allontanarmi, calavo le mie mani dentro la sua maglietta per sentirla meglio e per farla sentire più a suo agio, avevamo tutta la giornata davanti, non avevo fretta, volevo godermi quel momento.
 
-TOMJA'S POV-
 
"GAAAHHHHH"
 
Strillavo e sbattevo la mia testa contro il muro, proprio come una psicopatica.
 
"SMETTETEL-AAHHH GHHHH"
 
Non avevo idea di quello che mi stesse succedendo, avevo sentito tutta la conversazione di Bill con Ann  ed ovviamente continuavo a sentirli, più sentivo i loro gemiti, più sbattevo la testa contro il muro, maledetti supremi.
 
"VI ODIO, VI OD-AAAHHHH"
 
Non mi riferivo a Bill, mi riferivo a quei tizi lassù, ma ogni volta che li insultavo, 'aumentavano' il volume nelle mie orecchie, stavo uscendo pazza.
 
"Tomja! Cosa fai?! Cosa succede?!"
 
Georg si avvicinò a me, ma non riuscivo a sentire ciò che mi diceva perché sentivo solo loro, e questo faceva male più di qualsiasi altra cosa per me.
 
"Tomja, smettila di sbatterti contro al muro!"
 
"LASCIAMI!"
 
Lo allontanai con aggressività, sbattevo la testa contro il muro perchè il mio obiettivo era quello di ferirmi, oppure sbattere una parte più fragile in modo tale da svenire e fuggire da quella tortura, alla fine ci riuscii ma fu molto peggio.
 
Se prima li sentivo solamente , ora che ero addormentata riuscivo anche a vederli, il punto è che da li non potevo fuggire.
 
Si erano addormentati, finalmente.
 
"Auch!"
 
Una luce bianca abbagliò i miei occhi.
 
"Questo era solo un'assaggio Tomja, se cercherai di andare avanti con questa relazione, soffrirai solo di più, ne vale la pena?"
 
Mi avvicinai al direttore, con tanto di sorriso.
 
"Forse soffrirò, ma sapete cosa? Io mi sono rotta, mi sono rotta di seguire le vostre regole, mi sono innamorata e niente mi farà cambiare idea!"
 
"La tua condotta nell'ultimo periodo è stata orribile..."
 
Scosse la testa, inarcai un ciglio.
 
"Uh? Per quel bacio!?"
 
"Non solo per quello, ma anche per Jorg e-"
 
"OH ANDIAMO! NON DITEMI CHE ANCHE FARE SESSO È CONTRO LE REGOLE"
 
"Per i nostri comandamenti, si"
 
"COS- Oh mio dio! Siete seri? "
 
Mi guardò con un aria perplessa.
 
"Quindi, ricapitolando, io scendo qui sulla terra nei panni di un comune mortale, devo fare la vita di un comune mortale però non mi è concesso avere rapporti sessuali come un comune mortale!"
 
"Lo sai che non dipende da me"
 
Strappò un foglio dal registro che portava in mano.
 
"No, un rapporto?!"
 
"Per questo sono qui, ora mi tocca andare, stammi bene Tomja"
 
Volò via con le sue folte ali bianche, anche io le avevo, di notte.
 
Aprii il foglio che il direttore degli angeli mi aveva appena passato.
 
"COSA?!"
 
Eh già, cose da angeli.
 
Per chi volesse saperlo, un rapporto è ovviamente una punizione per una condotta scorretta solo che venivano assegnati anche dei compiti da svolgere per 'pulire la coscienza' , vi sembra giusto che io debba prendere l'anima di questi tre poveri bambini stanotte?
 
"Hanno gli angeli addetti per questi ma chiamano me per farlo, vaf- okey, meglio di no"
 
Lanciai via il rapporto, uscii dal sogno e mi risvegliai sul sofà, Georg e Gustav erano accanto a me.
 
"Come stai?"
 
Mi chiese Gustav, allontanai entrambi dal mio viso.
 
"Sto bene"
 
Mi alzai, mi scoppiava la testa e non mi andava di parlare, con nessuno.
 
"Vuoi che annulliamo l'appuntamento al-"
 
"No, sto bene, ho solo bisogno di stare da sola"
 
Alla fine ci tenevo al bene della band, dovevamo usufruire di ogni occasione se volevamo correre verso il nostro sogno.
 
-Bill's POV-
 
Mi svegliai accanto ad Ann, l'unica cosa di cui eravamo vestiti era una misera coperta di Pile.
 
Mi voltai per guardarla ma non ci riuscivo, mi sentivo sporco, è come se sentissi qualcosa dentro di me, come un sesto senso che mi avvertiva che qualcuno stava male, non sapevo chi.
 
"Uff....ho sbagliato, di nuovo"
 
Mi rivestii e mi alzai, entrai in cucina ed aprii il frigorifero alla ricerca di una bottiglia d'acqua, che trovai dopo qualche minuto di ricerca.
 
"Eccola"
 
Aprii la bottiglia e versai l'acqua dentro un bicchiere di plastica.
 
<< Chissà come sta... >>
 
Stavo pensando a Tomja, ripensavo alla nostra ultima conversazione, ho sbagliato ad essere così diretto ed ho sbagliato ad illudere Ann un'altra volta, una volta bevuto poggiai il bicchiere sul tavolo, guardai il mio riflesso nella poca acqua rimasta, forse il problema non era Tomja, forse ero io.
 
"Bill..?"
 
Sentii la voce di Ann, ritornai velocemente accanto a lei.
 
"Eri già sveglio?"
 
"Si..."
 
Tentò di baciarmi, mi allontanai.
 
"Scusa ma devo andare"
 
"Resta almeno per pranzo, no?"
 
"No, non posso"
 
La baciai sulla fronte, afferrai il cappotto ed uscii da casa sua, mi sentivo stranamente osservato ma apparte due uomini che parlavano tra di loro, non c'era nessun'altro per strada, mah, soffro di paranoie avvolte.
 
"Bill!"
 
Una voce sconosciuta mi chiamò, due tizi che non conoscevo si avvicinarono a me.
 
"Cosa c'è? Non ci conosci forse?"
 
"No"
 
"No?"
 
I due si guardarono in faccia.
 
"Beh, ti ricorderai presto di chi siamo, vieni con noi a pranzo, dai! AHAHAHAH"
 
Una botta dietro il collo e poi il buio.
 
-Tomja's POV-
 
"Si può sapere dove cazzo è finito Bill? Sono le dodici!"
 
Georg e Gustav ovviamente ne sapevano quanto me.
 
"Hai idea di dove possa essere?"
 
Purtroppo si.
 
"Si Gustav, ma detesto doverlo dire..."
 
Mi toccava dirlo ovviamente.
 
"So che- ehm cioè, credo si trovi a casa di Ann"
 
"Allora chiamiamola"
 
"CHIAMATELA, casomai"
 
Georg compose il numero di Ann al telefono fisso, lui la conosceva.
 
"Ma quanto ci mette a rispondere?"
 
"Ovvio che ci mette tanto..."
 
Aggiunsi sottovoce, nessuno dei due mi sentì.
 
"Pronto, Ann? Sono Georg"
 
Riuscii a sentire la sua odiosa voce dal telefono, Che punizione mi beccavo per omicidio volontario?
 
<< Vieni mandata da Lucifero >>
 
Siete peggio dell'FBI voi lassù.
 
"Dimmi tutto, Georg"
 
"Bill per caso era da te?"
 
"Si ma è andato via da un pezzo, non è venuto da voi?"
 
Sbiancai nel sentire che era andato via da un pezzo da casa sua.
 
"Stai calma Tomi, magari è andato a fare una passeggiata"
 
Gustav se ne accorse, cercò di calmarmi prima che sclerassi.
 
"No, non è da lui"
 
Georg continuava a parlare al telefono con Ann.
 
"No, non è qui per questo ti abbiamo chiamata"
 
"Se sapete qualcosa su di lui, chiamatemi"
 
"STO CAZZO!"
 
Aggiunsi ad alta voce, anche lei mi sentì ma non me ne importava niente. Sorry not sorry.
 
"Chi ha parlato?"
 
"Ehm, nessuno, ti richiamo appena ho notizie"
 
Georg chiuse la chiamata.
 
"Abbiamo perso Bill"
 
"ZITTO!"
 
Lo afferrai per maglietta e lo sbattetti al muro.
 
"NON OSARE DIRE QUESTO DI NUOVO"
 
"Lascialo Tomja, stava scherzando!"
 
Gustav mi allontanò da Georg, lasciai la presa perché mi resi conto dell'errore.
 
"Scusami..."
 
"Fa niente, sono stato io idiota a scherzare su una cosa simile"
 
Eravamo in silenzio, eravamo preoccupati, io avevo un brutto presentimento.
 
Dalle dodici arrivammo alle cinque di pomeriggio, eravamo senza informazioni su di lui, la polizia non intendeva far partire una ricerca non prima di ventiquattro ore.
 
"Stai calma"
 
Georg e Gustav cercavano di calmarmi ma non ci riuscivo, sapete quando vi manca un qualcosa che voi ritenete fondamentale? Tipo la sigaretta, quando non le hai stai male, mi sentivo così senza Bill.
 
Il telefono squillò, corsi per prima.
 
"Pronto?"
 
Una voce maschile rispose dall'altro lato.
 
"Ciao Tomja"
 
"Chi sei?"
 
"Qualcuno che conosci"
 
Rimasi in silenzio, non credevo di conoscerlo.
 
"Mi hai privato di una persona a me cara qualche tempo fa..."
 
"BROUNI!"
 
Tirai un pugno sul muro per i nervi.
 
"Esatto"
 
"DOV'È MIO FRATELLO?!"
 
"Vieni alla zona industriale di Magdeburgo"
 
Chiusero la chiamata.
 
"Dobbiamo andare alla zona industriale, muoviamoci!"
 
Neanche cinque secondi ed eravamo già fuori, la zona industriale era abbastanza lontana dal centro ma non mi importava, per Bill attraverserei oceani a nuoto.
 
Affannati e sudati arrivammo di fronte la zona industriale, un uomo vestito completamente di nero ci fece segno di seguirlo.
 
L'uomo aprì il capannone, dentro c'erano gli i due fratelli Brouni ma non vedevo l'ombra di Bill.
 
"Ah, avevo dimenticato di dire che noi non vogliamo quegli altri due"
 
Altri due uomini bloccarono Georg e Gustav.
 
"HEY, HEY, LASCIATEMI!"
 
Furono spinti fuori dal capannone, ritornai a guardare i due fratelli.
 
"Cosa volete?"
 
"Vendetta, giustizia"
 
Risi di gusto.
 
"Perchè, se vostro fratello avesse ucciso Bill allora sarebbe stato meglio? Ah giá, voi siete una famiglia di drogati"
 
"Business, cara"
 
"Senza troppi giri, cosa volete?"
 
Uno dei fratelli afferrò un revolver, mi volevano fare fuori?
 
"Vai al muro, VAI!"
 
Diceva mentre mi puntava la pistola addosso, arrivai al muro.
 
"Guardati alla sinistra"
 
In lontananza vidi una sedia con un ragazzo sopra, quello era sicuramente Bill.
 
"DOVE CREDI DI ANDARE?!"
 
Cercai di correre da lui ma fui fermata.
 
"Quello che vogliamo è semplicemente la vita di uno di voi due, o Bill resta senza sorella o tu resti senza fratello, decidi cosa fare"
 
Mi sembrava ovvio cosa volevo fare, Bill cominciò a scuotersi sulla sedia ma non poteva muoversi perché era legato.
 
"HAI DIECI SECONDI PER FARE LA TUA SCELTA, TOMJA"
 
Dieci secondi per agire.
 
"Dieci!"
 
Chiusi gli occhi, pensando a tutti i nostri momenti più belli, strinsi il pugno.
 
"Nove!"
 
Cominciai ad innervosirmi ma era questo quello che volevo.
 
"Otto!"
 
Feci cadere lo sguardo verso mio fratello, aveva gli occhi bendati e la bocca tappata, non riuscivo a vedere più di tanto ma se solo avesse avuto un graffio....
 
"Sette"
 
"Che ne dici di passare direttamente ad uno?"
 
"Uh?"
 
"ZERO!"
 
Corsi verso di lui, cercai di togliergli la pistola di mano, iniziò a premere il grilletto casualmente.
 
"Cattiva idea!"
 
Riuscii a fatica a spostare la mano dell'uomo, sparando casualmente colpì suo fratello.
 
"NO!"
 
"Non è ancora finita!"
 
Riuscii a far sparare tutti i colpi, lo lasciai libero, cercò di spararmi ma la pistola era vuota ovviamente.
 
"Credo che ti tocchi combattere a mani vuote"
 
Feci un sorrisetto.
 
"Se mi hai ucciso anche lui, giuro che.."
 
"Io? Non ho ucciso nessuno, le impronte sulla pistola sono le tue!"
 
"AAAARGHHH"
 
Corse verso di me, probabilmente voleva caricarmi, mi spostai quando era a due centimetri da me, si schiantò sul muro di ferro.
 
"Andiamo! , seriamente credi di riuscirmi a prendere?"
 
Si alzò da terra, iniziò a corrermi dietro ma non riuscì a tenermi passo perché io riuscivo a saltare sopra i containers.
 
"SCENDI GIÙ SE HAI IL CORAGGIO!"
 
"Mica devo dimostrarlo a te!"
 
Con un piede spinsi uno scaffale di ferro, che finì sopra di lui, credo che ora fosse svenuto.
 
"Tempo di andare a slegare la diva"
 
Scesi dai containers, in un'attimo mi avvicinai a Bill.
 
"È tutto okey, è tutto finito!"
 
Tagliai la corda con cui erano legate le sue mani e piedi, dopo gli tolsi la benda e lo scotch.
 
"Certo che l'idea dello scotch non è male eh, potrei riusarla a casa"
 
Mi abbracciò, lo lasciai dopo pochi secondi.
 
"Dobbiamo andare via da qui"
 
Lo trascinavo insieme a me fuori dal capannone, quel piccolo incubo era finito.
 
"Torneranno?"
 
"Si, torneranno"
 
Eravamo fuori dal capannone, Georg e Gustav erano li.
 
"Che è successo? Abbiamo sentito degli spari!"
 
"Vi spiego tutto a casa"
 
"HEY, VOI!"
 
Non era svenuto, era solamente rimasto incastrato.
 
"VIA!"
 
Aveva preso una nuova arma, iniziò a spararci dietro, cercando di colpire uno di noi, fui colpita di striscio sul braccio.
 
"ARRGH! STRONZO!"
 
Si voltarono per guardarmi.
 
"CONTINUATE A CORRERE!"
 
Ormai eravamo troppo distanti per essere colpiti, eravamo 'salvi'
 
"Unf..."
 
Mi sedetti vicino ad un albero.
 
"Ti hanno colpita?"
 
"No...no, sto bene"
 
<< Bugiarda >> 
 
Se Bill vedeva sangue andava in panico.
 
"Allora perché ti sei fermata?"
 
"PERCHÉ SONO STANCA FORSE?!"
 
Mi alzai in piedi, cercarono di aiutarmi ma rifiutai il loro aiuto.
 
"Andiamo, abbiamo uno show da fare"
 
Ci rimettemmo in cammino.
 
"Mi sono sentito i proiettili accanto!"
 
"Dimentica l'episodio Georg, dimenticalo"
 
Quei dieci minuti di passeggiata con un braccio sanguinante e dolorante furono un inferno.
 
"Wouh! Di nuovo a casa!"
 
Erano tutti felici di essere ritornati sani e salvi, anche io lo ero, per loro.
 
"Vado a dormire, non mi sento molto bene..."
 
Li lasciai da soli in salone, mi infilai nel letto, cominciavo a sentire freddo eppure era una bellissima giornata.
 
"Ah diamine, mi sono dimenticata di coprire la ferita...."
 
Gli occhi si chiusero da soli, mi addormentai prima che lo potessi fare.
 
"MA SI PUÒ SAPERE CHE CAZZO HAI FATTO?!"
 
Non so quanto tempo passò, non molto, credo.
 
"Woah, calmo Bill, m-mi sono appena svegliata"
 
"CERTO, CON UNA FERITA DA STRISCIO AL BRACCIO!"
 
"Merda"
 
Guardai la ferita, la stavano curando ma era abbastanza profonda.
 
"CI HAI PENSATO SE TI FA INFEZIONE? EH?"
 
"MI PRENDO UN PROIETTILE PER TE E TUTTO CIÒ CHE SAI FARE È STRILLARMI CONTRO!"
 
Tirai indietro il braccio, mi ero stufata delle loro cure.
 
"Scusa..."
 
"Tzè"
 
"Hai la febbre Tomja"
 
"Georg mi conosci, questo non mi fermerà dall'esibirmi"
 
Fecero delle strane espressioni dopo quella frase.
 
"Cosa succede?"
 
"Abbiamo annullato il tutto..."
 
Mi incazzai, giustamente.
 
"L'UNICO FOTTUTO LOCALE DI BERLINO CHE CI VUOLE FAR ESIBIRE, L'UNICO STRACOLMO DI AGENTI E VOI COSA FATE?! ANNULLATE TUTTO!"
 
"Ti avrebbe fatto male il braccio, comunque"
 
"Non capite un cazzo, seriamente"
 
La conversazione fu interrotta dallo squillo del telefono, Bill arrivò per primo.
 
"Si? Ah, ciao Mamma"
 
"SIAMO VIVI E VEGETI, NO, NON SONO INCINTA, NON HO UNA MALATTIA TERMINALE ED HO MANGIATO"
 
Almeno misi le cose in chiaro con mia Nonna, mia madre non era molto possessiva.
 
"Cosa?! Un agente? E cosa voleva?"
 
Sbarrò gli occhi.
 
"Certo! Dammi il numero"
 
Prese carta e penna e scrisse il numero sul foglietto.
 
"Grazie, lo chiamiamo subito!"
 
Chiuse il telefono.
 
"Bene, cosa succede?"
 
"UN'AGENTE HA CHIAMATO LA MAMMA!"
 
"Musicale?"
 
"SIIIII! Si chiama Devid o David, non ho sentito bene, ora dobbiamo chiamarlo perché vuole parlare con noi"
 
Sorrisi.
 
"Chiamalo!"
 
Annuì, ritorno al telefono per chiamare questo sconosciuto, io rimasi vicino al muro, senza sapere che la nostra vita sarebbe cambiata con una sola telefonata.
 
"Pronto?"
 
Bill esitò nel rispondere, infatti rispose con una voce timida.
 
"Pronto? David Jost?"
 
"Si, sono io, lei chi è?"
 
"Ahm..."
 
Schiarì la voce.
 
"Mia madre aveva detto che voleva parlarmi e-"
 
"Ah! Sei Bill?"
 
"Esatto"
 
"Ti stavo aspettando! Allora ascoltami, ti avevo già visto al programma Star Search ma non ti ho offerto un contratto subito perchè volevo vedere di cosa sei capace, un mio amico mi ha informato che avete rilasciato una forma di Album "
 
"Devilish?"
 
"Si, gli ho dato un ascolto e devo dire che avete del potenziale, ora,quello che voglio fare è spedirvi un cd con delle tracce sopra, ascoltatele e poi registratele voi, dopo di che mi mandate il cd"
 
"E?..."
 
"Se mi piacete, il contratto è vostro! Potresti darmi il tuo indirizzo? Devo spedirvi il cd"
 
"C-c-Certo! Ehm...allora, Albrechtstraße 48, il pacco può intestarlo anche a me, ci sono tutti i nostri cognomi fuori"
 
"Oookey! Allora...avvertitemi quando avete finito di registrare le traccie, okey?"
 
"Certo!"
 
"Ci sentiamo!"
 
"Arrivederci!"
 
Ragganciò il telefono, corse ad abbracciarmi ed onestamente non me lo aspettavo, anche se non lo mostravo ero triste, molto triste.
 
"Ora ci manda un cd con delle tracce, quando arriva, le ascoltiamo e poi le registriamo"
 
"Poi dopo le ascolta e ci dice si o no, giusto?"
 
"Esatto! Allora, festeggiamo?!"
 
Lasciai la scelta agli altri, che ovviamente dissero di si.
 
Andammo a mangiare in una pizzeria e dopo, per divertirci, finimmo in un Bowling, ed anche li ho fatto danno, come sempre. Forse era solo perché non ero felice quanto loro, ero con la testa altrove.
 
Ritornammo a casa all'una di notte, ero in ritardo col mio turno! Aspettai che tutti si addormentassero, una volta che anche Bill si era addormentato, mi alzai dal letto ed salii sul tetto.
 
"Oh...la luna è bellissima stanotte"
 
Persi del tempo perché mi bloccai nel guardarla, era così bella.
 
"Bah...meglio non perdere tempo"
 
Con uno schiocco delle dita aprii le mie ali, rigorosamente folte e bianche.
 
"Uff...mi tocca venirvi a prendere"
 
Dovevo portare tre anime in paradiso, tre poveri bambini, che tristezza.
 
Arrivai a casa del primo, ovviamente ero invisibile, lui era messo in brutte condizioni, stava soffrendo molto, in lontananza riuscivo a sentire la madre piangere.
 
"Hey..."
 
Mi avvicinai al letto.
 
"Come stai?"
 
Solo lui poteva vedermi, ci mise del tempo per rispondermi, stava davvero male.
 
"Non mi sento tanto bene..."
 
Sospirai, mi dispiaceva doverlo fare.
 
"Posso farti guarire, sai?"
 
"Davvero?"
 
"Si"
 
Finsi un sorriso, poggiai la mia mano sulla sua fronte.
 
"Chiudi gli occhi, pensa a tutte le cose belle che hai fatto, i tuoi parenti, i tuoi amici...sarà la tua ultima occasione di vederli..."
 
Chiuse gli occhi, pian piano il suo battito cardiaco decelerava, fino a quando si fermò, la sua anima era accanto a me ora.
 
"Cosa mi è successo?"
 
"Sei un angelo adesso"
 
"Un angelo?"
 
Non si era ancora reso conto di essere morto.
 
"Si, questo è il tuo corpo, sei morto...ma non fa niente, seguimi, andiamo a prendere altri due bambini"
 
Lo presi per mano ed insieme volammo per la città.
 
"Woow! Non ho mai volato!"
 
"Odierai farlo un giorno"
 
In pochissimo tempo eravamo già arrivati a destinazione, ora era il turno di una bambina.
 
"Resta qui"
 
Lasciai il bambino sul tetto, entrai in camera.
 
"Ah, dannate ali"
 
Perdevo penne dappertutto, non ci tenevo ad avere delle ali non folte, la bambina iniziò a deridermi.
 
"Mi hai già vista?"
 
"Si!"
 
Non so per quale motivo dovesse morire, sembrava messa bene.
 
"Tu sei Lucy ed hai sette anni, giusto?"
 
"Come fai a saperlo?!"
 
Sorrisi ma non gli risposi.
 
"Vuoi venire a giocare con un bambino della tua stessa età?"
 
"Si!"
 
"Chiudi gli occhi, okey?"
 
Chiuse gli occhi, feci la stessa cosa che feci con Wolfgang.
 
"Benvenuta nel mondo degli angeli! Vieni, ti porto da Wolfgang, come promesso"
 
La portai su in tetto, stavano già facendo amicizia.
 
"Scusate per l'interruzione, ma dobbiamo andare a prendere un'altro bambino"
 
Li portai con me, Lucy soffriva di vertigini, mi toccò tenerla dentro le mie braccia.
 
"Perché siamo all'ospedale?"
 
"Perché l'altro bambino si trova qui!, restate qui fuori  ma non svolazzate via!"
 
Li lasciai da soli, sperando che non andassero via, entrai nella sala rianimazione, lessi il suo fascicolo, era finito in ospedale per aver preso una coltellata al fianco destro, a scuola.
 
"Non tutti possono farcela..."
 
Lasciai il fascicolo sul tavolino, entrai nella stanza del bambino, si chiamava Lucas.
 
"Ciao lucas"
 
Era cosciente, ma capiva poco o niente, mi salutò con un cenno.
 
"Ma cosa hai combinato a scuola?"
 
"Ho...ho cercato di difendere la mia ragazza"
 
Non ho mai creduto alle storie d'amore a dieci anni ma forse esistono.
 
"Ci sono passata anche io, ma tu...ti va di uscire dall'ospedale?"
 
"Posso?"
 
"Con me si! Chiudi gli occhi"
 
Stessa storia, solo che questa volta c'era il macchinario a ricordarmi che fosse morto.
 
"Benvenuto nel club, adesso ti porto alla tua nuova casa"
 
"Wolfgang, Lucy, lui è Lucas"
 
Si salutarono, non so se avrebbero fatto amicizia con qualcuno più grande.
 
"È ora di andare a casa!"
 
Come al solito, Lucy era tra le mie braccia, questa volta il viaggio fu un po più lungo, feci atterrare i bambini dentro quella stanza bianca e luminosa, piena di bambini e ragazzi.
 
"Ora mi tocca lasciarvi, divertitevi"
 
Mi allontanai ma Lucy mi afferrò una delle mie ali.
 
"Ti prego, resta con noi!"
 
"Ehm...non posso! Ma ci sono altri bambini come te, vai a giocarci, io torno a visitarvi un giorno!"
 
"Promesso?"
 
"Promesso!"
 
Ripresi a camminare, mi avvicinai a quella specie di reception.
 
"Ho portato i tre bambini, ora posso andare?"
 
"Si, ma attenta a ciò che combini laggiù"
 
"Ahhh, l'amour!"
 
Riaprii le ali, stavolta ritornai a casa.
 
"Casa dolce casa!"
 
Scesi giù per il camino, come Babbo Natale.
 
"Bleah, sono tutta sporca!"
 
Feci attenzione a non fare rumore mentre camminavo, aprii la porta ed entrai nel letto proprio come un Ninja.
 
"Oh, la ferita è passata!"
 
Quando facevo una buona azione mi premiavano, mi avevano premiato col farmi guarire le ferite che avevo.
 
Mi avvicinai a Bill per baciargli la guancia e dargli la buonanotte sottovoce, lo facevo sempre, ma questa volta esitai un po.
 
"Mi farai soffrire, ma ti amo lo stesso, stronzo"
 
Gli baciai la guancia, erano così morbide che volevo morderle.
 
"Buonanotte"
 
Lo abbracciai, ma non riuscivo a prendere sonno, pensavo alle future sofferenze, valeva davvero la pena rivoltarmi contro il mio 'mondo' per mio fratello?

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Capitolo 9
*** Locked out of heaven ***


"Auguri anche a te Tomi! Hai sopportato Bill per sedici anni, complimenti!"
 
"Grazie Dunja, hai ragione!"
 
Era il mio, anzi, il nostro sedicesimo compleanno, e lo stavamo festeggiando nei backstages degli Echo Awards.
 
Ah, avevo dimenticato di dirvi che eravamo delle rockstars ora! Cioè, David ci offrì quel contratto, registrammo il nostro primo album ufficiale, "Schrei", andò alla grande, "Durch Den Monsun" era prima nelle classifiche tedesche nel 2005, tutto quel successo aveva reso felice la casa discografica così partimmo per un tour nazionale, si chiamava 'leb die sekunde' ed anche se durò pochissimi mesi, fu fantastico lo stesso. Amavo le lettere dei fan e tutto l'affetto che ci mostravano, era fantastico, li adoravo.
Per quanto riguardava me e Bill, non successe niente, si lasciò con Ann ma non per me. Con l'età lui era diventato un qualcosa di...favoloso, era bellissimo, ogni volta che lo guardavo era come una coltellata profonda al cuore.
Era perfetto.
 
"Vieni a soffiare le candeline?"
 
A parlar del diavolo, sputano le corna.
 
"Okey, ma niente canzoncina stupida"
 
"Promesso!"
 
Quanto cretino poteva sembrare con quel cappellino di carta in testa? Lo amavo ma lo odiavo allo stesso tempo, che casino.
 
Arrivai vicino la torta, perché trentadue candeline? Sedici non bastavano?
Soffiammo assieme, mi abbracciò ma non ricambiai l'abbraccio, infatti lo notarono in tanti, ma non dissero niente.
Presi una fetta di torta e mi sedetti sul poggiabraccio della poltrona, lontana da tutti. 
 
"Perchè sei così giù di morale?"
 
Georg era tanto cambiato, aveva frequentato un corso di psicologia all'università ma lo abbandonò all'inizio dello Schrei Tour.
Si sedette accanto a me.
 
 
"Non riesci a capirlo? È così chiaro"
 
"Ho capito che si tratta d'amore, non riesco a capire per quale motivo ti fai tante complicanze, fatti avanti, diglielo!"
 
Lo guardai dritto in faccia per qualche istante.
 
"Hai capito di CHI sono innamorata almeno?"
 
"Non ho la sfera magica"
 
Sbuffai in una risata.
 
"Allora informati prima"
 
Cercai di allontanarmi ma Georg mi catturò per maglietta.
 
"Ascoltami Tomja, non puoi restare così, sei depressa!"
 
"Non sono depressa"
 
"Ah no? Odi stare tra la gente, ti incolpi di tutto, ti senti inutile, ami stare da sola in camere oscure ed hai perso tantissimi Kili! e mi dici che non sei depressa? E poi devi spiegarmi perché avvolte da super triste passi ad egocentrica"
 
Aveva centrato il punto, e mi dava molto fastidio, feci finta di non sentire la sua ultima frase.
 
"Se glielo dico rovino tutto!...io non voglio perderlo anche come...come..."
 
"Fratello"
 
"Merda"
 
Mi aveva beccata.
 
"Georg, se vai a dirgli qualcosa...."
 
"Non sarò io a dirglielo, tranquilla"
 
Il nostro manager interruppe il discorso.
 
"Tocca a voi!"
 
Il microfonista venne a microfonarci immediatamente, ero tesa ma non perché avevo paura di sbagliare, ma perché odiavo stare tra la gente, odiavo stare sotto i riflettori, odiavo tutto della mia vita.
 
Afferrai la mia chitarra.
 
"Ah merda, la fascia è un po danneggiata....va beh, fa niente"
 
Aspettammo che il conduttore ci introdusse al pubblico, le urla delle fan mi mettevano più ansia.
 
Salimmo sul palco, aspettai che Gustav mi desse il via. Iniziai a suonare, avevamo portato Rette Mich, il nostro nuovo singolo, l'avevo scelta io, si vedeva?
 
'Komm und rette mich, 
Ich verbrenne innerlich. 
Komm und rette mich 
Ich schaff's nicht ohne dich. 
Komm und rette mich 
Rette mich 
Rette mich '
 
STRONZO, STRONZO, STRONZO, STRONZO, STRONZO E STRONZO!
Per un pelo non sbagliavo accordo, il punto è che stavo cominciando a tremare, sudavo fredda, la mia vista si stava appannando, il bisogno stava ritornando.
 
Una volta finita l'esibizione, scappai nei backstages senza aspettare la premiazione o il discorso di Bill ai fan, avevo bisogno del mio sfogo, del mio aiuto.
Entrai nei bagni femminili, anche se la guardia all'inizio mi fermò perché mi scambiò per un uomo. 
Da uno dei miei grandi tasconi estrassi una siringa ed una piccola boccetta che conteneva l'eroina. Mi drogavo da un anno, era l'unica cosa che mi faceva stare bene.
 
"Il laccio emostatico, cazzo!"
 
Lo avevo dimenticato non so dove, ma l'iniezione non poteva aspettare,dovevo trovare subito un rimedio. Tirai via un laccio dalla mia scarpa, con fretta e furia lo strinsi attorno al braccio e dopo di che mi feci l'iniezione, mi sentivo molto più calma, molto più rilassata, non esistevano più problemi.
 
Gettai il tutto dentro una toilette, tirai lo sciacquone per non dare sospetti.
 
Ritornai dentro il nostro camerino con uno strano sorriso.
 
"Che cazzo ti prende? Perché sei uscita prima di tutti?"
 
Non risposi a nessuna domanda, non riuscivo a vedere correttamente, ma chi se ne fregava? Non capivo niente, era questo ciò che volevo.
 
David venne vicino a me per congratularsi.
 
"Grazie David..."
 
Non me ne fregava di aver vinto, non mi importava di vivere oramai.
 
Sapete chi ha scritto Rette Mich? Io. 
Sapete per quale motivo ho deciso, assieme agli altri, di portarla come singolo? Perché quello era il mio ultimo appello, la mia ultima spiaggia.
Mi drogavo ma alla fine dei conti, non volevo farlo, volevo che qualcuno mi aiutasse ad uscire da quel tunnel in cui ero caduta ma allo stesso tempo volevo tenere tutto nascosto.
 
In lontananza, notai che Bill stava scuotendo la testa, credo stesse parlando di me.
 
"Tomi andiamo, dobbiamo ritornare nel bus"
 
Mi trascinarono per maglietta dentro il nostro Tour Bus.
 
"Ma dai! Mi stavo divertendo!"
 
"Guardami e stai ferma"
 
Feci come Georg mi disse, dopo pochi secondi passò una mano sul suo viso e scosse la sua testa.
 
"Spero di sbagliarmi, davvero"
 
Traballando un po riuscii ad arrivare vicino al mio letto, ero troppo fusa per cambiarmi, rimossi solo il mio cappello e le mie scarpe.
 
"Oh letto! L'unica cosa che non mi ha mai tradito!"
 
Mi addormentai in un giro di pochi minuti.
 
Georg aspettò che io cadessi nel sonno più profondo prima di agire, fece passare un'oretta.
 
"Gustav! Gustav, sveglia!"
 
Disse sottovoce per non svegliare me e Bill.
 
"Vieni a darmi una mano!"
 
Brontolando si alzò dal piccolo letto e si avvicinarono a me.
 
"Allora, le braccia per prima cosa"
 
Mi alzavano lentamente le maniche della maglietta.
 
"Purtroppo non mi sbagliavo..."
 
Vide le mie braccia, erano piene di piccolissimi buchi che si notavano appena, ma lui stava guardando il tutto con una torcia.
 
"Com'è messo l'altro braccio, Gustav?"
 
"Alla stessa maniera"
 
"Uhm...CHE CAZZO FATE?!?!"
 
Ritrassi le mie braccia dalle loro mani.
 
"Shhhh! Non strillare!"
 
Abbassai i toni e lo sguardo. Mi avevano scoperta, non avevo più niente da nascondere.
 
"Vi prego...non dite niente a Bill"
 
"Dovrai dirglielo prima o poi"
 
"Lo farò io, quando e SE necessario"
 
Ritornarono nei loro lettini.
 
"Non me lo aspettavo da te....sei sempre stata forte di carattere..."
 
Scosse la testa e chiuse gli occhi, non credo che Georg riuscì a dormire.
 
Il sole si alzò su Zurigo, Gustav era in piedi da un pezzo.
 
"Sveglia ragazzi!"
 
Puntuale come un orologio svizzero, ci venne a svegliare.
 
"Perché sono ancora qui?"
 
Mi chiesi. Non aveva senso vivere, avevo fallito in tutto.
 
"Cos'hai? Sei pallida come un cadavere!"
 
"Oh...non preoccuparti bro,
ho solo passato una brutta notte con lo stomaco, forse la torta mi ha fatto male non so..."
 
Sorrisi leggermente per non destare sospetti.
Come sempre, Bill era felice, radioso, ma io non riuscivo a guardarlo in faccia, se sapeva che mi drogava lo avrei sicuramente deluso, perché so che lui crede in me.
 
"Vieni a fare colazione con noi?"
 
Mi accarezzo i capelli, allontanai la sua mano.
 
"Si, a-arrivo"
 
Una volta arrivata nella sala pranzo, se così poteva chiamarsi, versai il caffè nella mia tazzina e lo bevetti in un sorso, ogni volta che bevevo il caffè subito dopo sentivo il bisogno della solita iniezione, ed io tentavo inutilmente di resistere.
 
"Sei cambiata tanto comunque..."
 
Feci finta di non sentire, ignorandolo.
 
 
"Hai perso troppi kili, sei uno scheletro!...cosa ti succede, Tomja?"
 
"Niente"
 
L'allontanamento era una buona tecnica per dimenticarlo? Non lo so.
 
Presi in mano il controller dell'unica Playstation 2 che avevamo nel bus, Georg si aggiunse a me, il punto era che il bisogno mi rendeva irascibile, speravo tanto di non scoppiare.
 
"AHAHAH! HO VINTO!"
 
Come non detto, la voglia di tirargli un pugno in faccia era tanta.
 
"Hai vinto in un gioco, ma fallisci nella vita reale"
 
Dovrei pensare prima di parlare.
 
"Forse, ma tu hai fallito maggiormente, sai?"
 
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Mi lanciai contro Georg, lo afferrai per maglia e gli tirai un pugno in faccia, cadde a terra ma mentre li stavo per calciare Gustav mi allontanò.
 
"SMETTETELA!"
 
Disse Gustav mentre tentava di allontanarmi da Georg.
 
"NO! IO NON HO FALLITO, IO NON POSSO AVER FALLITO"
 
Mi sentivo inutile, non mi sentivo mai abbastanza, quel 'hai fallito' di Georg mi fece male ma allo stesso tempi mi fece incazzare.
 
"Le droghe, a casa mia,sono un fallimento!"
 
Rise, pulendosi il sangue che fuoriusciva dal labbro rotto.
 
"Droghe?! Di cosa stai parlando?!"
 
"Perché non glielo chiedi tu a tua sorella?"
 
Ritornò a ridere, io mi liberai dalla presa di Gustav e mi lanciai nuovamente verso Georg per finire l'opera, stavolta nessuno riuscì a 
fermarmi.
 
"BASTA, SMETTILA, LO UCCIDI COSÌ!"
 
Mi fermai solamente quando mi resi conto di averlo massacrato per bene, scappai via, salii sopra, nella stanza Relax, o meglio dire, Stanza delle lacrime, quello era il posto in cui mi sfogavo.
 
"HA RAGIONE!"
 
Calciai via una chitarra acustica che mi trovai davanti.
 
"HO FALLITO, HO FALLITO IN TUTTO!"
 
"Non dire così"
 
Bill mi era venuto dietro ed io non me ne ero nemmeno accorta.
 
"Tu non hai fallito"
 
Mi strinse tra le sue braccia.
 
"Anche se in quest'ultimo periodo sembri molto più fredda con me, io ti voglio bene lo stesso, sai che sei il mio punto di riferimento, per me non hai fallito"
 
Ero sull'orlo di una crisi di pianto.
 
"Ti sbagli..."
 
"Naah! Solo per le 'droghe' di cui parlava Georg? Ma dai! Chi è che non si è mai fatto una canna?"
 
Magari fosse stata solo 'una canna'.
Trattenni a malapena le lacrime, lui era così ingenuo, ed era quella parte di lui che amavo, la più fragile e dolce.
 
"Bill, io...devo dirti una cosa"
 
Era meglio se mi confidavo, io volevo smetterla di drogarmi, avevo bisogno di aiuto, del suo aiuto.
 
"Dimmi"
 
Sospirai.
 
"Io....ecco..."
 
<< Non essere codarda Tomja, non essere codarda >>
 
Allo stesso tempo però, immaginavo la sua reazione alla mia rivelazione.
 
"Io...ho bisogno di te"
 
MERDA! Non era questo che dovevo dirgli! Dovevo rimediare, alla svelta.
 
"Cioè...sei l'unica cosa di cui ho bisogno"
 
Mi arresi, non era giornata.
 
<< A sto punto potevo dirgli 'Ti amo' direttamente, FANCULO' >>
 
Lui arrossì a quelle parole ma non quanto me.
 
"Anche io ho bisogno di te, alla fine siamo come la stessa persona, divisa in due parti, ma è normale che abbiamo bisogno di essere uniti"
 
Ogni volta che mi parlava, mi accarezzava sempre i capelli, sapeva quanto io amassi le sue coccole, avvolte passava ore intere a coccolarmi.
 
"Non posso starti lontano per più di cinque minuti"
 
Eravamo di nuovo, pericolosamente, vicini.
 
<< Non illuderti, stai calma, tranquilla, vuole solo baciarti sulla fronte >>
 
David interruppe tutto, che nervi.
 
"Abbiamo fatto un cambio, dobbiamo portare Georg all'ospedale per le medicazioni, niente intervista su MTV"
 
Chiuse la porta ma la riaprì subito.
 
"Ah! Bill devi scendere giù, vogliono farti una intervista telefonica"
 
"Arrivo"
 
Ritorno verso di me.
 
"Si divertono ad interromperci a quanto pare, torno dopo"
 
Mi baciò sulla fronte ed andò via.
 
David comunque nell'ultimo periodo stava sempre addosso a me e Bill, specialmente quando eravamo insieme da soli, sicuramente aveva qualche sospetto.
 
"Niente da fare..."
 
Sbattei la testa sul sedile di pelle, non riuscivo a combattere il bisogno da sola, ma quando Bill era con me non sentivo il bisogno di niente. Perché? Perché era lui la mia vera addizione, era lui la vera droga, avevo bisogno di lui come un umano ha bisogno dell'ossigeno, quando lui era con me non sentivo il bisogno dell'eroina, per niente, ma quando quell'abbraccio finì, la mia inquietudine tornò.
 
Aprii il sedile dove ero seduta, nessuno sapeva che si potesse aprire ed è per questo lo usavo come nascondiglio per l'eroina.
 
"Ecco dove avevo lasciato il laccio!"
 
Lo afferrai di fretta, lo strinsi fortemente, fino a sentire male.
 
"Okey...la vena è qui"
 
Dopo un po di ricerca trovai la vena, inserii l'eroina nella siringa e poi l'iniettai velocemente.
 
"Vaffanculo!"
 
Ogni volta che facevo uso dell'eroina l'odio per me stessa cresceva.
 
Sentii il bus frenare, da li capii che eravamo arrivati all'ospedale, nascosi il tutto sotto il sedile e scesi giù.
 
"Ma che ti prende? Sei così irascibile!"
 
Disse David incredulo.
 
"Dovete scusarmi, ho un periodo di merda addosso...scusami Georg"
 
Mi perdonò.
 
"Ho esagerato anche io"
 
Lo accompagnammo dentro l'ospedale.
 
"Però sai menare eh!"
 
"Se ha buttato a terra uno come te!"
 
"Non che io sia fiera di questo, Gustav"
 
Entrammo nel pronto soccorso, Bill si fermò davanti la porta.
 
"Entrate voi, sapete che io sono fobico degli ospedali"
 
Si allontanò dalla porta, si appoggiò su un muro, al riparo dalla pioggia.
 
"Questa è nuova"
 
Affermai, Georg mi rispose subito.
 
"Da quando sei stata tu in coma, lui odia gli ospedali, gli ricordano di quando tu non eri assieme a lui"
 
"Oh..."
 
Ero senza parole, davvero soffriva ancora per quei momenti?
 
"Listing, mi segua"
 
Accompagnammo Georg nella sala medicazioni.
 
"Accipicchia! chi ti ha ridotto così?!"
 
Esclamò il dottore sorpreso.
 
"Quella ragazza li"
 
Mi puntò, il dottore mi guardò sorpreso.
 
"Certo che non ti ricordavo così forte, Tomja!"
 
Come faceva a conoscermi?
 
"Come fa-"
 
"Mi ricordo di te, sono il dottore che ti ha salvata per un pelo quando hai ricevuto la coltellata, solo che poi dopo esserti svegliata sei scappata via!"
 
"Ma io ero stata portata all'ospedale di Lipsia, non di Zurigo!"
 
"Mi hanno trasferito qui qualche anno fa"
 
Iniziò a passare il disinfettante sulle varie ferite di Georg.
 
"Ma ti capisco, alla fine stavi bene, non c'era ragione di rimanere! E tuo fratello? Non è voluto entrare vero?"
 
"N-no"
 
"Immaginavo"
 
Tutti e tre iniziarono a ridere, apparte me.
 
"Li odia solo perché gli ritorna in mente quel brutto periodo, ti vuole bene"
 
Ritornò a medicare Georg.
 
"Ho visto che avete fatto carriera, mia figlia è pazza di voi!"
 
"Di noi o di Bill?"
 
"Bill"
 
Pronunciò sottovoce Georg.
 
Noi tutti sapevamo che Bill aveva più fan di tutti, ma fino a quando nessuno me lo toccava, andava tutto bene.
 
"Ah questo non lo so! Ha la stanza piena di poster questo lo so!"
 
"Allora gli dica che è stato lei a salvare la chitarrista,
La stimerà dopo di questo"
 
Applicò gli ultimi cerotti sulle sopracciglia di Georg.
 
"Non sono il tipo che prende meriti, alla fine sei stata davvero aiutata dal Signore"
 
Sapessi perché.
 
"Come mai quel sorrisetto?"
 
"Uh? Ah, niente!"
 
Non mi ero accorta di sorridere, maledetta eroina.
 
"Comunque io ho fatto! Ora andrebbe fatta la denuncia ma..."
 
"Nah, non la denuncio, piuttosto prendo la mia vendetta"
 
"Ah-ah"
 
Afferrai un pennarello indelebile dal portapenne del medico.
 
"Come si chiama sua figlia?"
 
"Sarah"
 
Presi la scaletta del nostro ultimo concerto, ad Halle, ci feci un autografo su con una dedica.
 
"Venite a firmare anche voi, su!"
 
Anche Georg e Gustav aggiunsero i loro autografi, mancava quello di mio fratello, ma aggiunsi una nota e gli spiegai per quale motivo mancasse.
 
'Lo so che manca l'autografo di Bill, ma tu sai com'è, è sensibile e dopo ciò che mi è accaduto odia gli ospedali, ma stai tranquilla, ama tutti i suoi fan! 
 
Ps: Stima tuo padre, è stato lui a salvarmi.
 
Mi raccomando Sarah, fai la brava piccina e non fare uso di droghe, MAI.
 
Tomja, Gustav e Georg.'
 
Calai il foglio al dottore.
 
"Le dia questo"
 
"Grazie mille, sarà felicissima!"
 
Uscimmo dalla sala con un 'non-arrivederci"
 
"Avete finito?"
 
Bill ci stava aspettando fuori, era appoggiato al muro mentre fumava.
 
"Ma che cazz-! Metti giù sta roba, se ti vedo fumare di nuovo ti uccido! "
 
Gli tirai di mano la sigaretta e la schiacciai col piede.
 
"È un modo per sfogare la rabbia"
 
"È un modo per rovinarsi, specialmente per un cantante!"
 
Ritornammo nel bus, David era come al solito vicino al suo pc, mi stava sul cazzo ultimamente.
 
"Mi hanno detto che odi gli ospedali"
 
Mi sedetti sul primo sedile che trovai, stavo aspettando la sua risposta.
 
"Perché, non lo sapevi? L'ospedale per me ha solo brutti ricordi"
 
"Anche per me"
 
Sentii delle urla in lontananza, le fan avevano avvistato il nostro bus.
 
"Ohoh! Arrivano!"
 
Mi affacciai leggermente, erano in tante e stavano correndo dietro il nostro bus.
 
"Sciao bele!"
 
Modestia a parte, le urla delle fan aumentarono dopo il mio saluto.
 
"Le fan mi rispecchiano tantissimo..."
 
"In che senso?"
 
Georg, essendo una specie di 'psicologo' era sempre in cerca di chiarimenti.
 
"Loro sono innamorate di qualcuno che non possono avere, così come me..."
 
"Ma almeno lui ti appartiene, è tuo fratello"
 
"È questa la parte dolorosa"
 
Bill si avvicinò a noi due ma solo per guardare fuori dal finestrino.
 
"Di cosa stavate parlando?"
 
"Delle nostre fan"
 
Poche volte dicevo a Bill la verità, mi faceva male nascondergli tutto.
 
"Sono fantastiche, vero?! Io capisco quanto dura sia seguire un artista, le stimo per questo!"
 
Io odiavo essere in mezzo ai riflettori ma Bill meritava tutto questo successo, tutto questo affetto, non ha mai avuto amici, ora invece è felice, questo è quello che conta.
 
"Preparatevi ragazzi, arriviamo agli studi di Viva TV in dieci minuti"
 
Si erano già fatte le quattro?! Mah...odiavo le interviste, domande stupide e  inutili, la più gettonata era "Bill, sei Gay?" Ahahah! Vi piacerebbe fosse così!
 
Sentivo già le fan strillare, ciò significava che eravamo vicini agli studi.
 
"Prepariamoci"
 
Mi alzai per prendere la mia giacca.
 
"Le domande stupide stanno per arrivare!"
 
"Odio quando mi chiedono se sono Gay, non è colpa mia se non trovo la ragazza giusta!"
 
<< Una ragazza che ti ama alla morte e che farebbe tutto per te ce l'hai di fronte a te >>
 
"Magari è più vicina di quanto credi"
 
Mi voltai verso Georg con un brutto sguardo.
 
"Se solo gli dici qualcosa..."
 
Dissi a denti stretti.
 
"Stavo solo dicendo così per dire!"
 
Il bus si fermò.
 
"Buona intervista ragazzi!"
 
Esclamò il nostro autista.
 
"Grazie Mark"
 
Aprì le porte del bus, entrammo dal retro perché l'entrata principale era bloccata dalle nostre fan, ma alcune passarono lo stesso nel retro. 
 
"Perché strillate il mio nome? Faccio schifo"
 
Scotty mi spinse dentro lo studio, o meglio dire, un backstage di tre metri quadri senza nemmeno una finestra.
 
"Carcerati"
 
"Non a lungo Gustav"
 
David ridacchiò.
 
"Dai, seguitemi, sta a voi"
 
Dopo una lunga presentazione entrammo nello studio, le fan che urlavano, le telecamere che ci inquadravano, i riflettori che ci puntavano, oh dio.
 
"Benvenuti al nostro show ragazzi!"
 
Non ebbi nemmeno il tempo di fare un gesto che le nostre fan ritornarono a strillare.
 
"Come state?"
 
Male.
 
"Bene"
 
Rispondemmo in coro.
 
"Ci fa molto piacere avervi qui con noi, siete molto richiesti, le vostre canzoni sono sempre in prima posizioni nelle classifiche tedesche, siete felici di questo?"
 
"Certamente! È una bella sensazione entrare in un auto, accendere la radio e sentire la tua canzone"
 
Bill, come sempre, era al controllo della situazione, noi tre potevamo rilassarci.
 
"Avete già vinto molti premi in un solo anno di carriera, è tutto merito dei fan secondo voi?"
 
"Ovvio, se non fosse stato per loro non saremmo qui"
 
La conduttrice girò pagina, ci fece un altra domanda.
 
"Voi due avete degli stili molto egocentrici, avete mai avuto problemi per questo?"
 
"Oh, a scuola si, tantissimi, ero vittima del Bullismo ma fortunatamente c'era mia sorella con me"
 
E tu Tomja? Hai mai avuto problemi per questo.
 
Mi sedetti in modo decente.
 
"Onestamente no, in classe tutti mi rispettavano perché sapevano di che pasta ero fatta, mi chiamavano 'la spaccaossa' se qualcuno osava toccare mio fratello, sapeva a cosa andava incontro"
 
"Parliamo del giorno in cui avevi quasi rischiato la vita, perché lo hai fatto? Cosa stava succedendo?"
 
"Era una giornata come le altre, solo che avevo dei conti in sospeso con una famiglia di malavitosi, per vendetta all'intervallo presero mio fratello e lo menarono nei bagni"
 
"Come hai fatto a sapere che stava accadendo?"
 
"Un mio amico venne in classe ad avvertirmi, mi fiondai subito nei bagni, Bill era a terra senza sensi quindi il ragazzo si volto verso di me, dalla tasca tirò fuori due coltelli, uno era per accoltellare me e l'altro era per decapitare Bill"
 
"DECAPITARMI?!"
 
Il pubblico, così come me Georg e Gustav, rise alla sua reazione.
 
"Si, lo salvai appena in tempo, mi squarciai di più il fianco ma riuscii a tirare fuori il coltello in tempo"
 
"E come hai fermato il bullista?"
 
"Lo accoltellai nel cuore, era l'unica cosa che potessi fare al momento"
 
I fan ripresero ad urlare, era come se mi amassero per quello, io non mi amavo invece.
 
"Poi sei stata in coma per tre mesi, come sono stati quei mesi per voi?"
 
"Orribili, io non riesco a stargli lontano per troppo tempo, tre mesi erano come un infinità, mi ritirai da scuola in quel periodo"
 
Bill fu il primo a rispondere ma ero molto curiosa a sentire le risposte degli altri.
 
"Noi due non andavamo spesso a trovarla, abitavamo ad Magdeburgo ed era difficile andare a Lispia ogni giorno ma andavamo quando potevamo ovviamente, è come una sorella per noi"
 
Sorrisi alle loro risposte, anche io volevo bene a loro.
 
"Tomja, sai che a scuola ti hanno dedicato una parete?"
 
"Avevo sentito di questo ma non ho mai visto"
 
"Guardate questo video allora"
 
Dal grande schermo dietro di noi, partì un servizio registrato nella nostra scuola.
 
"Wow"
 
Fu l'unica cosa che riuscii ad esclamare quando inquadrarono quel bellissimo disegno sul muro del bagno dove tutto era accaduto. Era fatto con colori a pennelli, il mio viso era davvero fatto bene, non so come descrivervi bene il disegno ma c'ero io che stringevo Bill a me, sotto una pioggia battente, non riuscivo a leggere le dediche che avevano scritto accanto purtroppo.
 
"È bellissimo"
 
Il video finì, le fan ritornarono a stramazzare.
 
"Vi è piaciuto?"
 
"Molto, non sarei mai stata capace di fare un disegno simile"
 
La conduttrice si alzò dalla sua poltroncina, ci portò quattro guantoni, da un lato erano rosa e da un lato erano blu.
 
"È arrivato il momento del gioco della verità! Dovete rispondere a delle domande che vi farò con i guantoni che vi ho appena dato, se volete dire 'Si' dovete voltare verso di me il lato rosa, se volete dire di 'No' dovete voltare il lato blu, siete pronti?!"
 
"Uff..."
 
Odiavo i test della verità, tanto avrei dovuto mentire.
 
Ci fecero alzare in piedi, io venni messa schiena a schiena con Bill, la stessa cosa fu con Georg e Gustav, non potevamo sbirciare le nostre risposte.
 
"La prima domanda è, siete mai stati innamorati?"
 
Voltai il guantone dal lato rosa, credo che anche gli altri tre lo fecero.
 
"Siete mai stati fidanzati?"
 
<< Che cazzo devo rispondere?" >>
 
Voltai il guantone dal lato blu, Bill si girò per sbirciare la mia domanda, sembrava esserci rimasto male.
 
"Te lo meriti..."
 
Dissi a denti stretti.
 
"Avete mai scritto una lettera d'amore?"
 
Voltai il guantone dal lato rosa.
 
"Davvero Tomja?"
 
"Si"
 
Anche le fan non mi credevano, ma sorridevo perché nessuno sapeva che canzoni come "Rette Mich" e "Schwarz" le avevo scritte io e gli altri tre erano convinti che fosse stato David a scriverle perché non le firmai, erano 'anonime'
 
"Siete molto romantici, passionali quando siete in una relazione?
 
"Yup"
 
Lato rosa all the way, anche questa volta mi guardarono perplessi, anche Bill.
 
<< Solo perché non mi hai dato occasione di mostrartelo....>>
 
"Sapete cucinare?"
 
Non molto, solo le uova ma voltai lo stesso il guantone dal lato rosa.
 
"Tomi, sai solamente cucinare le uova!"
 
"Ma che diamine ti sbirci tu?!"
 
Il pubblicò scoppiò a ridere un altra volta.
 
"Ultima domanda, sapete suonare altri strumenti apparte i vostri usuali?"
 
Anche questa volta risposi di si.
 
"Che cosa sapete suonare?"
 
"So solamente suonare il pianoforte e la tastiera, ma nel futuro imparerò a suonare altro!"
 
"Ti insegno a suonare io, fratellino"
 
Perché lo dissi con quel tono e quel sorrisetto pervertito? Accidenti.
 
"Ehm...io so suonare il pianoforte, basso ed anche un po di batteria"
 
Georg e Gustav risposero di no quindi non dissero niente.
 
"Grazie per essere stati con noi ragazzi, buona fortuna per il vostro concerto di stasera qui a Zurigo, nello Hallestadion, giusto?"
 
"Si! Il concerto di stasera verrà registrato per il nostro Live DVD perché è il nostro primo concerto Sold Out, speriamo vada tutto bene"
 
"Questi erano i Tokio Hotel! Vi lasciamo con il loro videoclip, nuovo di zecca 'Rette Mich' ! "
 
Salutammo la conduttrice, io e Bill fummo i primi a scappare dentro il nostro camerino.
 
"Che palle"
 
Mormorai.
 
"Si, era abbastanza noiosa come intervista"
 
Georg e Gustav arrivarono nel camerino.
 
"Davvero sai essere romantica e passionale?"
 
Ridacchiò.
 
"Zitto Hobbit, è solo perché non ho mai avuto l'opportunità di mostrarlo!"
 
"Dai dai! Che siamo in ritardo per il soundcheck!"
 
Che ansia che mi dava David.
 
Ritornati nel tour bus, me ne scappai dentro la sala Relax, al piano di sopra, finalmente il silenzio e la quiete.
 
"Posso?"
 
Bill aprì la porta mezza socchiusa.
 
"Basta che non strilli, le mie orecchie chiedono pietà"
 
Si sedette accanto a me, proprio sul sedile dove nascondevo la droga e tutti gli affari.
 
<< Oddio, fai che non se ne accorga! >>
 
"Perché nell'intervista hai detto che non sei mai stata fidanzata?"
 
"Tze, cosa volevi che rispondessi? Di si? No, non lo sono mai stata"
 
"Si invece, con me!"
 
"Per quanto? Un giorno?"
 
Chinò lo sguardo, io risi di gusto.
 
"Non ti capisco Bill, davvero"
 
"Non mi ritenevi importante, ecco perché hai detto questo!"
 
"Ma tu stai più fuori di un citofono! Sei stato TU a non ritenermi importante, mi hai presa e lasciata come un giocattolo, hai agito come un puttaniere!"
 
I toni iniziarono ad alzarsi.
 
"COS- UN PUTTANIERE?! IO?! LO SAI CHE NON LO FAREI MAI!"
 
"LO HAI FATTO INVECE! PER QUALE MOTIVO MI AVEVI ILLUSA?  EH?! MI AVEVI..."
 
Abbassai i toni per assicurarmi che nessuno sentisse.
 
"Mi avevi baciata per quale motivo?! Io ti avevo mostrato tutte le mie vulnerabilità, ti avevo mostrato la VERA Tomja, quella che non indossa questa cazzo di armatura perché ti credevo, perché mi  fidavo!
 
Non rispose a nessuna domanda, la cosa mi fece stare ancora più male
 
"Fatti delle domande, Bill"
 
Abbattuta, andai via da li, lasciandolo solo a riflettere.
 
"Che stava succedendo?"
 
Mi chiese Gustav.
 
"Niente, mi aveva fatto girare le palle"
 
Guardai fuori dal finestrino, il tempo era diventato nuvoloso e freddo, ah! quanto adoro la Germania.
 
"Ti va di fare una partita alla Playstation?"
 
"Va bene"
 
Gustav se la cavava ai videogiochi ma nessuno poteva battermi, come nessuno poteva battere Bill a ping pong.
 
"Ssssiamo arrivati!"
 
Credo che il nostro autista si facesse più di me.
 
Spensi la console e salii le scale, per avvertire Bill.
 
"Guarda che siamo arrivati!"
 
"Arrivo"
 
Non entrai dentro la sala, mi  scocciava fare avanti e indietro.
 
"Ma Bill non viene?"
 
"Boh, io l'ho chiamato poi fa come vuole"
 
Entrammo nello Hallestadion.
 
"Oh dio mio"
 
Era immenso, e pensare che quel posto sarebbe stato pieno fino al colmo mi faceva stare peggio.
 
Bill ci raggiunse dopo qualche minuto, non si fermò a parlare con nessuno.
 
"Ma che ha?"
 
"Georg, per capire mio fratello ci vuole una laurea, comunque basta non dargli troppa importanza e gli passa, spesso e volentieri lo fa solo per ricevere attenzioni"
 
I tecnici ci portarono i nostri strumenti.
 
"Gustav, sei apposto?"
 
"Si"
 
"Va boon, LET'S CHECK THE SOUND"
 
Forse quel Solo, tirato fuori da non so dove, potevo tenermelo per me.
 
"No dai seriamente"
 
Mi avvicinai al microfono per annunciare la prima canzone.
 
"Leb Die Sekunde 161"
 
Per chi non lo sa, il 161 sono i Battiti per minuto.
 
Non finimmo nemmeno la canzone che Bill trovò già un problema.
 
"Il suono fa schifo"
 
"Ma che cosa dici?!"
 
"FA SCHIFO E STASERA FAREMO SCHIFO!"
 
Andò via dal palco, che bel soundcheck.
 
"Ma in pratica che abbiamo controllato?"
 
"Niente"
 
Lo lasciai andare via, rimasi con gli altri a controllare il nostro suono, andai da lui solo una volta finito il soundcheck.
 
"Perché sei incazzato?"
 
"Perché sono esausto, di tutto"
 
"Bill mancano due ore alle otto, sai? Faresti meglio a fare sto benedetto soundcheck"
 
"Tanto canto da fare schifo lo stesso"
 
Lo guardai perplessa.
 
"In questa oretta che ho passato da solo ho riflettuto su molte cose"
 
Mi sedetti di fronte a lui.
 
"Credo che io debba allontanarmi da questa atmosfera, sto male e nessuno riesce a farmi sentire meglio"
 
Mi avvicinai a lui ma si scansò.
 
"Vai via"
 
"Tu vuoi solamente attenzioni"
 
"E tu invece vuoi fare sempre la santarella quando quella che combina sempre guai sei tu! Sei sempre quella che ci fa fare figuracce, quella che non ringrazia i fan, quella che è immatura, sei praticamente tutto tranne che utile!"
 
C'era qualcos'altro da dire? Quelle parole furono probabilmente le più dolorose, mi aveva davvero messa k.o ma allo stesso tempo mi aveva fatto capire che per lui ero ancora un fallimento, dopo le dolci parole di questa mattina alle acida verità. Lasciai la stanza senza dire niente, mi sentivo piena di colpe.
 
"Wow! Sei pallida quanto un muro, che hai?"
 
Passai oltre Georg senza rispondergli, uscii dallo stabilimento per recarmi nel nostro bus.
 
"Markus, apri questa fottuta porta"
 
Bussai con forza alla porta, lui aprì.
 
"Che succede?"
 
"Niente, voglio stare un po da sola"
 
Salii le scale, mi chiusi a chiave nella stanza.
 
"Oddio..."
 
Passai le mani sul mio viso, mi sentivo un fallimento, mi sentivo incompleta, volevo sparire ma avevo un compito da portare avanti.
 
"È troppo doloroso...."
 
Avrei preferito una coltellata che quelle parole onestamente, erano crude e dolorose.
 
"Basta"
 
Dovevo smetterla di piangere, dovevo riprendermi perché volevo fare quel concerto, volevo fare felici almeno le fan, ma almeno una iniezione dovevo farla. Mi feci l'iniezione, ma il dolore continuava ad assillarmi e così ne feci un altra, e poi un altra ancora e come se non mi bastasse, ne feci anche una quarta ma non riuscii a finirla perché svenni dopo pochi secondi. Non sapevo se quel buio fosse un arrivederci o un addio.
 
-BILL'S POV-
 
"Ma che cazzo combino..."
 
Tirai un cazzotto al tavolino per i nervi, me la prendevo sempre con le persone sbagliate, e questa volta avevo fatto lo stesso.
 
"Si può sapere che cazzo succede?"
 
Georg entrò nel nostro camerino, era abbastanza confuso.
 
"Sono una testa di cazzo, questo è il problema"
 
Sbuffai portandomi le mani sugli occhi.
 
"Sai dov'è andata?"
 
"L'ho vista uscire, quindi credo sia andata nel bus"
 
"Grazie"
 
Lasciai Georg e Gustav da soli per andare a cercare Tomja, dovevo scusarmi con lei.
 
"Markus! Mi apri?"
 
Aprii la porta automatica del bus.
 
"Tomja è qui?"
 
"Si, è al piano di sopra!"
 
Mi catapultai al piano superiore ma la porta era chiusa a chiave.
 
"Tomi, aprimi! Lo so che ti ho fatto del male ma voglio scusarmi, io....devo parlarti"
 
Forse non era il momento giusto per parlare di cose sentimentali.
 
"Non fare l'offesa dai!"
 
Continuava a non rispondere e la cosa cominciava ad insospettirmi.
 
"Tomi? Ci sei?!"
 
Nessuna risposta, origliai per controllare ma dalla stanza non proveniva nemmeno un minimo suono.
 
"Markus, esiste qualche modo per aprire le porte di questo bus anche se sono chiuse a chiave?"
 
"Purtroppo no, ma perché vuoi saperlo?"
 
"Perché Tomja si è chiusa qui dentro e non mi risponde, ho paura sia successo qualcosa di brutto"
 
"Allora sfondiamo"
 
Mandai un sms agli altri due, non potevo perdere tempo.
 
"Pronto?"
 
Annuii.
 
"Via!"
 
Ci lanciammo con tutta forza verso la porta, che non voleva saperne di cadere giù.
 
"Posso dare una mano?"
 
Gustav arrivò per primo.
 
"Volentieri"
 
Eravamo in tre, doveva cadere giù, per forza.
 
"Di nuovo!"
 
Stavolta ci misi tutta la forza che avevo in corpo, mi feci anche molto male alla spalla sinistra, ma la porta cadde a terra almeno.
 
"Tom- Oh cazzo!"
 
La vidi li, sdraiata di faccia su quei sedili con tante siringhe attorno a lei. Mi avvicinai in un batter d'occhio.
 
"Che cazzo hai fatto stavolta?!"
 
La sdraiai di faccia, notai i buchi sulle braccia, ormai era chiaro cosa avesse fatto.
 
"Dio..."
 
Gustav mi allontanò, controllò il suo battito cardiaco dal collo.
 
"Il suo battito è molto debole, va portata subito in ospedale!"
 
Markus era già andato a chiamare i medici del nostro staff, che si recarono sul luogo in un battibaleno. Io ero in lacrime sulle mie ginocchia a guardare, incredulo, tutta la scena. Non ero nemmeno in grado di parlare.
 
"Che cosa ha?"
 
Chiese uno dei tre medici.
 
"Credo sia finita in Overdose"
 
"Di quale droga?"
 
"Non so.."
 
Gustav prese in mano una siringa.
 
"Sicuramente eroina"
 
I medici tirarono fuori delle strane fialette, le fecero un iniezione sul collo.
 
"Ora dovrebbe riprendere a respirare, ma va trasportata subito in ospedale, l'effetto del Narcan non dura più di quindici minuti!"
 
Markus fece partire il bus, ed io ero ancora li, immobile. 
Questa volta era colpa mia, è sempre stata colpa mia, stavo rischiando di perderla un altra volta per me, per i miei momenti lunatici.
Stavo rischiando di perdere l'unica persona che amavo davvero.
 
"Bill, alzati"
 
Scossi la testa. Era così angelica mentre riposava, la vedevo splendere di una luce bianca, era tanto simile a me ma allo stesso tempo eravamo tanto diversi, forse ero io quello immaturo, forse ero io la persona inutile, In quel momento mi sentivo come un numero in più sulla terra, volevo sparire, annegare nel mio dolore. Drogarsi è segno di depressione, l'ho lasciata sanguinare dietro ogni suo falso sorriso, l'ho lasciata cadere quando mi ha chiesto aiuto.
 
"Siamo arrivati all'ospedale!"
 
La presero in braccio, lei era ancora incosciente.
 
Mi alzai, ma ero ancora attonito da quanto era successo. Seguii i medici, correvano, io invece camminavo lentamente, quando passai le porte dell'ospedale mi vennero in mente tutti quei pianti che mi ero fatto su di lei, mi vennero i brividi di freddo.
 
"È in overdose da eroina iniettata, le è stato iniettato subito del Necran ma il suo battito continua ad essere debole, va portata in sala rianimazione!"
 
Venne trasportata al piano di sotto su una barella ed i medici le erano tutti attorno, il mio incubo era ritornato.
 
Venne messa in un coma farmacologico fino a quando il suo organismo non si disintossicasse completamente.
 
"La durata del coma non dovrebbe prendere più di un mese, tutto dipende da quanto tempo facesse uso di queste sostanze"
 
"Credo un anno"
 
Disse Gustav.
 
"Un anno!?"
 
Mi voltai a guardarlo con occhi sbarrati.
 
"Visto che i nostri medicinali sono molto forti il suo coma non dovrebbe durare più di due-tre settimane, comunque potete entrare nella sua camera se volete, ma solo uno alla volta eh"
 
Il medico si allontanò, Gustav mi fece segno di entrare.
 
Afferrai la sedia di ferro e la trascinai accanto al lettino dove lei era sdraiata. All'inizio mi limitai a guardarla, era bellissima, non riuscivo a capire perché nascondesse quel bellissimo viso che aveva con quei cappellini, forse aveva paura di mostrarsi fragile come tutte le altre ragazze?
 
Aprii la bocca ma non riuscii a dire niente. Era successo tutto troppo in fretta.
 
"Siamo di nuovo qui...solamente che stavolta ci sei voluta finire tu qui, vero?"
 
Ero bravo a fare monologhi ma non lo ero a chiedere scusa.
 
 
"Q-quello che ti ho detto stamattina....io lo penso davvero, ma sai che sono lunatico, non devi dipendere dal mio giudizio perché la verità è che neanche io mi conosco perfettamente"
 
Cercai di trovare altre parole, anche se non sapevo se mi ascoltasse.
 
"Ma questo non vuol dire che devi allontanarmi dalla tua vita...potevi parlarmene, sai che sono comprensivo.."
 
Sentii bussare dietro la vetrata, era David e sembrava piuttosto incazzato.
 
"Mi tocca andare, tanto sai che ritorno"
 
La baciai velocemente sulla fronte e poi, per una frazione di secondo, sulle labbra.
 
"Bill, sbrigati!"
 
Che rompicoglioni.
 
"Si, arrivo!"
 
Lasciai la stanza, David mi si lanciò addosso.
 
"Ma ci pensate a quello che è successo?! I media?! I fan?! IL CONCERTO?!"
 
Continuavo a camminare per il corridoio disinteressato delle sue stronzate.
 
"Si ho pensato a quello che è successo, no, dei Media non me ne frega niente, i veri fan capiranno ed il concerto si rifarà"
 
"No! Va fatto assolutamente stasera! È sold out!"
 
Mi fermai di fronte la macchinetta del caffè.
 
"Manco va sta cosa"
 
Tirai un calcio e riprese a funzionare.
 
"E menomale"
 
Ripresi a parlare con David.
 
"E come vorresti 'risolvere il problema', genio?
 
Mi sorrise.
 
"Semplice, usiamo un altro chitarrista"
 
Gli sorrisi sorpreso, lui pensava che ero d'accordo con la sua idea, non aveva capito che stavo sorridendo per ben altro.
 
"Possiamo mettere Joan, Matheo, Simo-"
 
"David, ascoltami"
 
Lo fermai dal suo monologo.
 
"Forse non ti è chiaro il concetto che....nessuno mai potrà prendere il posto alla mia destra su un palco, mi dispiace"
 
Presi il mio bicchierino dalla macchinetta ed andai via da li, uscii dall'ospedale, fui sorpreso nel vedere tutto quell'ammasso di fan fuori, sotto la pioggia, a pregare per lei in silenzio.
 
"Come sta!?"
 
Sentii alcune fan chiedermelo.
 
"È in coma farmacologico, dicono che si sveglierà tra due-tre settimane massimo..."
 
Abbassai la testa ed andai via da li, entrai nel bus.
 
"Saputo niente?"
 
Domandò Georg.
 
"Si"
 
"L'hanno messa in coma farmacologico per la disintossicazione, vero?"
 
Annuii, ma non era di questo che volevo parlare con lui.
 
"Tu lo sapevi già, vero?"
 
"Di cosa?"
 
"Della droga"
 
Prese del tempo prima di rispondermi.
 
"Si, ma solo da ieri notte!"
 
Queste erano le cose che mi facevano salire il crimine.
 
"E tu non mi hai detto niente, bene"
 
"Lei mi aveva chiesto di non dirtelo"
 
"E TU NON DOVEVI DARLE ASCOLTO!"
 
Scattai in piedi.
 
"La verità è che non sei incazzato con me, ma con te stesso, perché sai che la colpa è tua e non nostra"
 
"Stronzate"
 
"Non mentirmi, lo leggo dai tuoi occhi, il senso di colpa ti sta mangiando vivo e per liberartene cerchi di incolpare altra gente, mentre la persona che è colpevole qui è solo una e sei tu. Le dovevi stare vicino ma non lo hai fatto, forse dovresti aprire gli occhi e vedere ciò che realmente vuole!"
 
Mi lasciò solo, con il mio senso di colpa.
 
<< Ciò che realmente vuole >>
 
Cosa voleva dire?

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Capitolo 10
*** Il giorno perfetto ***


"Volete aprire questa dannata cella?!"
 
So di essere una specie rara di panda ma non per questo dovevano rinchiudermi.
 
"Quando imparerai a non mordere le guardie supreme, ti libereremo"
 
Cercai di giustificarmi ma il guardiano di turno accanto alla mia cella non voleva sentire storie.
 
"Uff..."
 
Avevo passato tre settimane li dentro, non sapevo niente di ciò che stesse accadendo sulla terra, nessuno era venuto a parlarmi.
 
"Aprite la cella"
 
Il capo dei guardiani ordinò loro di liberarmi, aprirono la cella immediatamente, senza batter ciglio.
 
"Sei libera di nuovo!"
 
Mi accompagnò davanti l'uscita.
 
"Ora puoi tornare giù"
 
Quella era la parte che odiavo, odiavo essere buttata giù.
 
Feci un bel volo, mi risvegliai sul letto dell'ospedale.
 
"Buongiorno"
 
Aprii lentamente gli occhi. Un medico stava rimuovendo tutte le flebo e gli aghi che mi ritrovavo addosso.
 
"Come ti senti?"
 
"Uhm...confusa"
 
"Questo è ovvio"
 
Tirò quella penna con la luce fuori dal suo taschino. Poveri i miei occhi.
 
"Segui la luce"
 
Destra, sinistra, sinistra, destra. Amen.
 
"Va bene, ora apri la bocca e tira fuori la lingua"
 
Ma anche no, quello stecchino mi faceva vomitare.
 
Inserì lo stecchino nella mia gola, si faceva luce con la stessa penna di prima.
 
"Tutto okey, vado ad informare i tuoi parenti"
 
"Mi scusi!"
 
Si fermò non appena lo chiamai.
 
"Mi darete dell'eroina, vero?"
 
"Ti verranno somministrate pillole che sono simili all'eroina ma non pericolose quanto quella"
 
"Metadone?"
 
"Esatto. Prenderai due pasticche al giorno per tre settimane, ovviamente continuerai questo percorso in una comunità"
 
"Comunità?!"
 
"Tuo fratello ci ha detto di inserirti in una comunità, visto che sei in una band non vivrai li, ma avrai incontri di gruppo giornalieri con degli psicologi, tutto chiaro ora?"
 
"S-si, grazie"
 
Uscii dalla stanza.
 
Anche stavolta avevo la camera piena di lettere e cavolate varie, afferrai la prima lettera che mi trovai davanti.
 
"Hallo Tomja!
 
Mi chiamo Abigail ed ho sedici anni.
 
Sai, anche io ho un fratello che si drogava, lo abbiamo scoperto agli inizi per fortuna, quando ha rivelato le sue motivazioni ha detto che aveva avuto una delusione d'amore, e lo so che anche tu la stai vivendo.
Non so cosa guardi su internet ma sappi che nel nostro fandom esistono anche le Twincester. Non sai chi siano, vero? Semplice, sono delle fan che credono nell'amore, oltre a quello fraterno, tra te e Bill. Io faccio parte di quel gruppo e sono sicura al cento percento che tu sia innamorata di lui, e lui di te, ovviamente non hai potuto vedere i videomessaggi recenti ma dai suoi occhi si poteva leggere tutto. Non è innamorato di te, è FUSO di te, fidati.
 
Non voglio rubarti dell'altro tempo, sappi solamente che noi fan abbiamo capito il tuo problema e che ti staremo sempre accanto, non importa cosa accade.
 
Ultima cosa: Ti prego, smettila di fare uso di droghe, i problemi non vanno via solo con una iniezione, ricordalo.
 
Grazie, per tutto."
 
"Grazie a te, Abigail"
 
Rimasi a guardare la lettera per qualche altro secondo.
 
"Pfff...nessuno è innamorato della vera me, purtroppo"
 
Diedi un occhiata anche alle altre lettere, alcune erano lunghissime, altre meno, come potevano amarmi ancora? Ho mentito loro, ho detto che non avevo mai fatto uso di droghe, alcune volte mi ero esibita sotto gli effetti della droga, come fanno a volermi ancora bene?
 
Qualcuno bussò alla porta.
 
"Avanti"
 
Il medico di prima si affacciò alla porta.
 
"Puoi vestirti, stanno venendo a prenderti"
 
Ritrasse la testa e chiuse la porta.
 
"Oh che emozione rivedere quella faccia di culo di David"
 
Accanto al mio letto c'era un piccolo borsone, probabilmente lo avevano portato loro.
 
"Questo va molto meglio!"
 
Mi spogliai della vestaglia ospedaliera e tirai fuori i miei larghissimi vestiti dal borsone. Non mancava, come al solito, il New Era. Ah, ed ovviamente le scarpe da Skate.
 
Dopo un paio di minuti ero già pronta, così mi sedetti sul letto e finii di leggere tutte le lettere, tanto per ammazzare il tempo.
 
Trenta minuti dopo bussarono alla porta.
 
"Vieni avanti cretino!"
 
Sapevo già di chi si trattasse, conoscevo il modo in cui bussava.
 
"Non sono cretino!"
 
Bill spuntò dalla porta con un sorriso abbagliante.
 
"Ben ritornata"
 
Quei grandi occhiali neri che indossava non facevano altro che rendere il suo sorriso ancor più splendente. Mi resi conto solo dopo alcuni minuti di essermi bloccata a guardarlo.
 
"Ahm! Grazie..."
 
"Vuoi portarti anche le cose dei fan?"
 
"Certo"
 
Lo aiutai nel mettere tutto dentro il borsone che prima conteneva i miei capi. 
 
"Mi hai iscritto ad una comunità, vero?"
 
"Lo sai che l'ho fatto per il tuo bene"
 
"Ma io non sto dicendo niente, stavo solamente chiedendo..."
 
Chiusi il borsone con lo zip, lo presi in mano ma Bill me lo tolse.
 
"Aspetta un attimo, da quando TU mi aiuti a portare le valigie o cose del genere?"
 
Era ironico, ma Bill solitamente non aiutava nessuno, e ripeto, NESSUNO a portare strumenti o flight cases, ma noi dovevamo aiutare lui quando faceva shopping, sfruttatore. 
 
"Per oggi faccio uno strappo alla regola"
 
Ritornò a sorridere.
 
"Dai, seguimi"
 
Aprì la porta, mi fece passare per prima.
 
"Sei portato a fare il cameriere, sai?"
 
"Se fosse stato Georg o Gustav, non lo avrei mai fatto, ritieniti fortunata"
 
"TZE! Addirittura!"
 
Si chiuse la porta dietro di lui, passò davanti a me per mostrarmi la strada fino alla hall, c'era nostra madre ad aspettarci.
 
"Mamma?"
 
Corse ad abbracciarmi, anzi, stritolarmi.
 
"È tutto okey, ora lasciami respirare però!"
 
Il dottore e Bill ridacchiarono in sottofondo.
Mia madre mollò finalmente la presa.
 
"Ma perché è qui?"
 
"Lo so che mi vuoi come un fratellone protettivo, che faccia tutto per te e che si prenda le tue responsabilità ma-"
 
"Si certo, credici, passa al punto"
 
"Deve firmare la carta di dimissione e deve farlo per forza una persona maggiorenne"
 
Mi misi a leggere i miei referti che erano sul bancone, Bill affiancò la sua testa alla mia per leggere.
 
"Ma cosa leggi? Vai via, plebeo"
 
Gli portai una mano in viso, allontandolo, amavo dargli noia.
 
"Io plebeo?!"
 
Mi morse un dito.
 
"DEFI-"
 
Mi guardai da entrambi i lati, non c'era nessuno a guardarci fortunatamente.
 
"Non farmi strillare, c'è gente che sta male"
 
Aggiunsi sottovoce.
 
Il medico passò un foglio a Bill.
 
"Questo è un calendario con tutte le date delle sedute che deve fare dallo psicologo, quest'altro invece..."
 
Prese l'altro foglio appena uscito dalla stampante ed anche questo venne dato a Bill.
 
"Sono tutti gli orari in cui vanno somministrate le pasticche ed ho anche scritto cosa fare in caso qualcosa andasse storto, va bene?"
 
Annuì mentre leggeva i due fogli.
 
"Li do a te perché tanto passa più tempo assieme a te che con vostra madre, mi raccomando però!"
 
Il dottore si avvicinò a me.
 
"Prendi questa"
 
Mi calò una piccola compressa con un bicchiere d'acqua. La mandai giù senza esitazioni.
 
"Ah! Quasi dimenticavo..."
 
Da un cassetto tirò fuori una ricetta. La passò in mano a mia madre.
 
"Questa è la prescrizione per le pasticche che deve prendere, dovete scendere al piano di sotto e recarvi nella nostra farmacia per prenderle"
 
"Mi scusi, ma quindi dobbiamo venire sempre qui a Zurigo per prenderle?!"
 
Domandò Bill.
 
"Nono! Va bene qualsiasi ospedale, ma solo un ospedale può darvi queste pasticche, non le hanno in farmacia"
 
"Okey...grazie"
 
Stringemmo la mano al medico e ci dirigemmo verso l'ascensore.
 
"Mamma, posso farti una domanda?"
 
Domandò Bill, io ero
impegnata a premere con furia il bottone per chiamare l'ascensore, sperando di farlo scendere più velocemente.
 
"Si"
 
L'ascensore arrivò, ci recammo all'interno ed una volta che le porte si chiusero riprese a parlare.
 
"Cosa ne pensi...degli incesti?"
 
Sbarrai gli occhi.
 
"Sono giorni che mi fai delle strane domande Bill, perché?"
 
"Sai che mi piace scambiare le mie opinioni con altra gente"
 
Non aggiunse altro, o almeno, non rispose al perché di nostra madre, ed anche al mio onestamente.
 
"Comunque penso che non sia una cosa giusta, ma nessuno è abbastanza importante per fermare l'amore, è inutile imporsi"
 
Bill sorrise, io ero nel mio angolino a farmi mille seghe mentali per una sola domanda che aveva fatto, che stupida.
 
Le porte si aprirono emettendo un suono stordente. Ci toccò chiedere in giro le indicazioni per arrivare alla farmacia.
 
"Ah, eccolo!"
 
Entrammo in un enorme magazzino, dove tenevano tutti i medicinali ed i macchinari rotti o vecchi.
 
"Cosa desiderate?"
 
Una donna si avvicinò a noi.
 
"Siamo qui per prendere delle pasticche che hanno prescritto i medici"
 
La donna prese la
ricetta e dopo aver letto il nome del farmaco ci guidò davanti ad un gran cassetto, lo aprì e prese una confezione bianca. Poi si voltò e ci portò davanti a un bancone.
 
"Ah dannazione, io non ho portato soldi!"
 
"Non preoccuparti!"
 
Bill si avvicinò al bancone.
 
"Accettate le carte di credito qui?"
 
"No, siamo molto arretrati su questo, ma proprio accanto a questo magazzino c'è un bancomat"
 
"Bene, allora vado a prelevare i soldi"
 
Stava uscendo dal magazzino ma poi ritornò indietro.
 
"Quant'è in tutto?"
 
La donna ricercò velocemente sul computer.
 
"40 euro e 53 centesimi"
 
"D'accordo, arrivo subito!"
 
Scappò fuori dal magazzino, io rimasi con mia madre.
 
"Ma è da molto che è così...strano?"
 
Chiesi a mia Madre.
 
"No, diciamo che è partito tutto un paio di giorni fa"
 
Lo vidi ritornare, non ebbi l'occasione di chiederle cosa le aveva domandato nei giorni precedenti.
 
"Eccomi!"
 
Poggiò la banconota sul bancone.
 
"Tenga il resto"
 
Prese la scatola in mano, ed uscimmo tutti insieme dal magazzino.
 
"Che facciamo oggi?"
 
Domandai.
 
"Facciamo un bel pranzo a casa, poi andiamo al luna park!"
 
"A Lipsia?! Al Wahren?!"
 
Quello era il mio luna park preferito, ma non ci ero mai andata con Bill o con il resto della band.
 
"Si"
 
Tirò fuori due pass dal suo giubbino nero.
 
"E ci staremo un bel po di tempo, da soli!"
 
Ero felice quanto una bambina, ma poi ripensai alla band e tutti gli impegni.
 
"Ma la band? Voglio dire-"
 
"Giorno libero"
 
Aprì la porta d'uscita d'emergenza, non andava usata ma oh, chi se ne frega.
 
"Tanto non ci vede nessuno"
 
Finalmente sentivo aria fresca scorrere sul viso, era una delle migliori sensazioni.
 
"Scommetto che David abbia fatto storie"
 
"Secondo te?"
 
Aprì lo sportello dell'auto di nostra madre.
 
"Dopo di te"
 
"Pf, vuole fare il gentiluomo"
 
Entrai per prima, Bill si sedette accanto a me e chiuse lo sportello.
 
"Adesso sentiremo le urla delle fan"
 
"Perché, ci sono le fan?
 
"Ci sono SEMPRE state!"
 
Infatti iniziarono ad urlare non appena mi videro attraverso il finestrino, alcune si lanciavano contro l'auto strillando cose che non riuscivo a capire, mi limitavo a salutarle.
 
"Mi sa che qualche fan finisce sotto"
 
Fortunatamente riuscimmo ad uscire senza fare danni a nessuno, c'era di nuovo il silenzio, solo il rumore delle ruote e del motore accompagnavano i miei pensieri.
 
"L'appuntamento con lo psicologo è per domani"
 
Disse Bill, tanto per rompere il ghiaccio.
 
"Lo strizzacervelli"
 
Feci uno strano verso con la voce.
 
"Mi bastava Georg come strizzacervelli"
 
Bill sorrise, notai che il suo canino destro era storto.
 
"Che hai fatto al dente?"
 
"Oh, una lotta con Gustav"
 
Spalancai gli occhi.
 
"TU? UNA LOTTA?! PER COSA?"
 
"Perché Gustav e Georg sapevano che tu ti drogavi ma nessuno me lo aveva detto"
 
"Lo scoprirono solo la notte prima"
 
"Non importa, se lo avessero detto, niente sarebbe successo!"
 
"Non è stata colpa loro..."
 
Non dissi nient'altro, così come Bill.
 
L'auto di fermò di fronte il cancello di casa dopo quasi due ore di viaggio.
 
"Casa dolce casa"
 
Sorrisi nel vedere quella catapecchia, mi mancava, ma per motivi di sicurezza io e Bill ci trasferimmo a Magdeburgo, con il nostro dolce Scotty chiaramente.
 
"È pericoloso per voi vivere qui, tutti sanno l'indirizzo di questa casa, presto mi trasferirò anche io"
 
Sbloccò la serratura ed entrammo in casa, lei si fiondò in cucina ma il cibo era già tutto pronto.
 
"Hai ordinato da un ristorante?"
 
Chiesi.
 
"Adesso siete abituati a mangiare molto meglio di prima, quindi non volevo farvi mancare niente"
 
Sorrise, iniziò a poggiare tutti i piatti sul tavolo mentre io e Bill appoggiavamo i nostri cappotti.
 
"Scommetto che hai fretta per il Luna Park, vero?"
 
"Diciamo"
 
Camminammo lungo tutto il corridoio per poi arrivare in cucina. Mi sedetti a quello che un tempo era il mio posto.
 
"Buon appetito!"
 
Aveva comprato solo cose tipiche tedesche, e la cucina tedesca è MOLTO pesante ed anche molto strana parlando di abbinamenti, per questo preferivo mangiare schifezze da Fast Food.
 
Era passata un'ora ed eravamo ancora seduti a tavola, non a pranzare ma a parlare di tutte le cose più divertenti fatte o viste mentre eravamo in tour.
 
"Si, lo ricordo! E ricordi quando quella fan ti lanciò l'assorbente addosso?"
 
"Credo che sarebbe stato più utile a Georg che a me"
 
Scoppiammo a ridere entrambi, c'eravamo davvero uccisi di risate con tutte le stronzate dette.
 
"Basta, mi stai ammazzando"
 
Ripresi a ridere ma il mio stomaco chiedeva pietà.
 
"Smettila di ridere! Non riesco a smettere se ti vedo ridere"
 
"Ma io non voglio che tu smet-"
 
Quando mi lascio andare tendo ad aprirmi un po troppo, ecco perché quella frase scivolò via facilmente dalla mia bocca.
 
"Perché ti sei bloccata?"
 
Arrossii in un istante, non sapevo cosa rispondere.
 
"Ehm..."
 
Sorrise nel vedermi in difficoltà.
 
"Non c'è bisogno d'arrossire, sai?"
 
"Mi piace il tuo sorriso"
 
Basta, mi bloccai, lo dissi proprio per farlo contento, altrimenti non lo avrei mai detto.
 
"Anche a me piace il tuo, il tuo risplende di più perché non sei mai stata felice nel passato"
 
Questo era vero, ma alla fine non è la tristezza che va via, ma sei tu che fai posto per la tristezza.
 
Più parlava con queste parole, più non riuscivo a guardarlo in faccia.
 
"Ti va di andare?"
 
"A-al luna park?"
 
"Si"
 
Si alzò dalla sedia, mi alzai anche io.
 
"Ma non è troppo presto?"
 
Chiesi.
 
"Nah, e poi che importa, possiamo starci quanto vogliamo!"
 
"D'accordo ma non possiamo andare vestiti così, ci riconosceranno"
 
"Hai ragione, vado a procurarmi qualche schifezza"
 
Stava iniziando a salire le scale ma lo bloccai mettendomi davanti.
 
"Nononono, non puoi assolutamente entrare nella cameretta?"
 
"Ma perché?"
 
"È una sorpresa!"
 
Ripresi a correre per il resto delle scale, entrai dentro la nostra ex-cameretta.
 
"Nessuno mi riconoscerà!"
 
Mi misi a frugare nella valigia di Bill, avevo intenzione di indossare dei vestiti stretti per una volta nella mia vita. Tirai fuori una camicia bianca, era un po scollata ma andava bene lo stesso.
 
"Uhm...questo Jeans andrà bene"
 
Era l'unico Jeans che non vestiva aderente, come poteva passarci giornate dentro sti cosi?!
 
Ci misi un eternità per abbottonare per bene la camicia e stessa storia fu per il Jeans ma alla fine ne uscii viva. Mi specchiai.
 
"Oh mio dio, faccio abbastanza schifo"
 
Non ero abituata a vedermi così alta e curvosa, era...strano.
 
Mi sciolsi la coda, lasciando cadere i rasta, misi solo un berrettino di cotone, lasciando solo un dread sul mio occhio destro.
 
"Dove sono finite le scarpe? Ah eccole!"
 
Non presi le sue scarpe, non mi piacevano, le mie andavano bene su quell'abbinamento.
 
"HAI FINITO?"
 
Strillò Bill dal piano di sotto.
 
"Si!"
 
Feci l'ultimo nodo e mi rialzai. Uscii lentamente dalla porta, Bill era voltato di spalle, non mi aveva ancora vista.
 
"Sono pronta"
 
Si girò di scatto, spalancò la bocca.
 
"Devo prenderlo per un segno negativo o positivo?"
 
Era ancora sotto shock, ma lo capisco, era la prima volta che indossavo vestiti stretti.
 
Salì velocemente le scale e si avvicinò a me.
 
"Lo so che sono i tuoi-"
 
"Ti stanno benissimo"
 
Afferrò entrambe le mie mani.
 
"Il bianco ti fa sembrare un angelo"
 
Angeli? Paradiso? Guardie supreme? Capi del quale non puoi vedere neanche il viso? l'innominabile? Non so neanche cosa siano queste cose!....scherzo.
 
"Sei...sei bellissima"
 
Le sue guance arrossirono un po, anche lui era timido come me.
 
"Grazie"
 
Stava scendendo le scale al contrario, e non mollava le mie mani.
 
"Guarda che cadi così!"
 
"Preferisco cadere che non guardarti, devo memorizzarti"
 
Mise i piedi sul pavimento, era salvo. Lasciò un attimo le mie mani per prendere i due pass ma non prese le chiavi di casa.
 
"Perché non prendi le chiavi?"
 
"Perché staremo fuori tuuuutta la giornata e la notte!"
 
Intrecciò la sua mano destra con la mia mano sinistra, aprì la porta.
 
"Mamma, stiamo uscendo!"
 
"Quando ritornate?"
 
"Domattina!"
 
Mi trascinò fuori assieme a lui, tirai un calcio al cancello per aprirlo, era sempre il solito arrugginito.
 
"Andiamo a piedi, tanto non è lontano da qui"
 
Era una cosa strana passeggiare per le strade di Lipsia mano nella mano con Bill, i vicini infatti ci squadravano, ma erano talmente vecchi che probabilmente presto mi toccava andare a prenderli.
 
"Ti è mai capitato di amare una persona pur sapendo che è una cosa sbagliata? Voglio dire, è contro tutte le leggi ma tu continui ad amare questa persona"
 
Eravamo soli in quella strada lunga e silenziosa, illuminata dal sole pomeridiano e ricoperta dalle foglie gialle.
 
"Si..."
 
Avevo paura in quel momento, forse avevo paura di ricevere un altra batosta.
 
"Qual'é il tuo tipo di proposta ideale?"
 
"Proposta? In che senso?"
 
Ma che cavolo di domande stava facendo? Aiuto.
 
"Una proposta di fidanzamento tipo...come vorresti che ti fosse fatta?"
 
Su due piedi non sapevo davvero cosa rispondere.
 
"Non lo so....non ho idea"
 
Sorrise ma non mi disse niente, era il suo solito sorrisetto 'malvagio'
 
"Ma non credi sia....non so, un pericolo se ci vedono così, mano nella mano?"
 
"Anche se fosse, non credo che ti riconoscerebbero!"
 
Sghignazzò.
 
"Stupido"
 
Si potevano già sentire le urla delle persone che erano sulle montagne russe, riuscivo a sentire anche la musica del Circo ma io e Bill odiavamo il Circo, era un posto orribile per gli animali.
 
"Dobbiamo fare tutta questa fila?!"
 
"No!"
 
Mi portò in un'altra entrata del Luna Park, c'erano due uomini a bloccare l'accesso.
 
"Non si può entrare da qui"
 
"Abbiamo i pass"
 
Tirò fuori i lasciapassare dal taschino posteriore del Jeans, l'uomo li prese in mano e li guardò.
 
"Siete voi Kaulitz Bill e Kaulitz Tomja?"
 
"Ma va?"
 
Okey, potevo tenerlo per me.
 
I due ci fecero passare. Wow, era tanto cambiato dall'ultima volta che ci avevo messo piede.
 
"Abbiamo accesso a tutte le giostre, gratuitamente!"
 
"Ma si può sapere come hai fatto a prendere quei pass?"
 
"Far parte della band del momento non è male dopo tutto"
 
Mi portò davanti lo stand dell'autoscontro.
 
"Perderai miserabilmente, Bill"
 
"Vedremo"
 
Prendemmo posto in quelle specie di auto, ma perché erano rosa? Che schifo!
 
La giostra partì.
 
"Dove scappi, tu, comune mortale?!"
 
Ero a due centimetri da lui, ma un cretino mi spinse verso il bordo.
 
"MONSIUR!....Che razza di imbecille"
 
"AH-ah-ah! Non mi acchiappi, gna gna gna"
 
Rimisi la macchina in pista, evitando quel cretino di prima, riuscii a rimettermi dietro Bill.
 
"Dicevi?!"
 
"Oh merda"
 
"BWAHAHAHAHAH"
 
Lo feci schiantare verso il bordo.
 
"PREEESOOOO"
 
Ripresi a correre perché tanto sapevo che era assetato di vendetta.
 
"Tomiii, dove scappiiiii?"
 
"Smettila di fare quella voce da psicopatico assassino, mi fai paura"
 
Continuavo a girare in cerchio, non poteva catturarmi così, ma quel cretino di prima mi spinse di nuovo, e Bill ovviamente riuscì a schiantarmi.
 
"Merda, è finito il giro"
 
"Vuoi farne un altro?"
 
"Uhm...no, andiamo ad un altra giostra"
 
Mi alzai dalla macchina tirando fuori un piede alla volta, il monsieur coglione si avvicinò a noi.
 
"Ho l'impressione di avervi già visto...?"
 
"Chi? Noi?"
 
Io e Bill ci guardammo in faccia per un attimo poi ci voltammo di nuovo verso il ragazzo.
 
"Naaaah!"
 
Ci allontanammo prima che al ragazzo venisse in mente chi fossimo.
 
"Prima hai deciso tu, ora decido io a che giostra andare!"
 
Lo trascinai vicino le montagne russe.
 
"Oddio, no!"
 
"Ma si!"
 
Mostrò, contro voglia, i pass al tizio di guardia, ci fece prendere posto sul trenino.
 
"Mettete questi, c'è dell'acqua avanti"
 
Ci passò due impermeabili.
 
"Ciao papera Kaulitz"
 
"Zitta"
 
"Ma il giallo ti dona!"
 
Sghignazzai malvagiamente.
 
"Perché ho mostrato i pass?! Soffro di vertigini!"
 
"Eddai! Come può, un uomo grande e muscoloso come te, aver paura delle montagne russe?"
 
"La smetti di prendermi per il culo?"
 
"Ah-ah"
 
L'imbracatura di sicurezza si chiuse.
 
"Uuuuhh, presto parte!"
 
"Ma perché io???"
 
Il trenino partì a velocità folle.
 
"Wiiiiiiii!"
 
Dopo un paio di minuti il trenino arrivò al giro della morte e subito dopo in un rettilineo, fatto di alti e bassi, pieno d'acqua.
 
"È potabile quest'acqua? WOAH!!"
 
Il trenino riprese a correre a tutta velocità, una discesa e poi un'altro giro della morte, e poi l'arrivo, anche quello pieno zeppo d'acqua.
 
"Fiu! Come va la dietro?"
 
"Ho tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo!"
 
L'imbracature di sicurezza si aprirono, lasciandoci liberi, tolsi l'impermeabile.
 
"Perché lo hai tolto? Sembravi così carino!"
 
"Fottiti, e comunque ora sta a me scegliere la giostra e fidati, non sarà carina"
 
"Uhuh"
 
Proprio di fronte le montagne russe, c'era lo stand de 'La casa della paura' Questa era una giostra nuova per me, certo, sapevo dell'esistenza ma non ci ero mai andata.
 
"Eh!? La casa della paura?! Dimmi che non ci sono vermi penzolanti!"
 
Dal suo sorriso intuii di si.
 
"Noooo!"
 
Cercai di inchiodarmi ma alla fine riuscì a trascinarmi dentro la giostra.
 
"Va bene, sarò gentile con te, ti farò sedere accanto a me"
 
"Figurati...."
 
Prendemmo posto su un'altro trenino, in versione più horror. D'improvviso la sala si scurì e la giostra partì, di sottofondo c'era una canzone abbastanza comune per me e Bill. Rette Mich.
 
"Uhm....ti sembra di conoscerla questa canzone?"
 
"Ma se noti hanno messo solo l'instrumental perché il cantante di quella band fa schifo, non sa cantare"
 
"Io invece credo che la sua voce avrebbe infuso più terrore"
 
"Credici Bill, credici"
 
Per il momento, non vedi niente penzolare, apparte una mano che sfiorava i capelli di tutte le persone.
 
"Che cazzo è!? Ah okey, una mano finta"
 
Improvvisamente un ragno finto mi atterrò dritto in faccia.
 
"AAAAAAHHHHHH!"
 
Mi nascosi sotto la maglietta di Bill.
 
"Bsnndjsshenshdshjsbdhe UN RAGNO!!"
 
"Ahahahahah!"
 
Bill lo acciuffò con la mano, aspettò che io uscissi dalla sua maglietta.
 
"È andato via"
 
"Ouf..."
 
Mi ricomposi, mi sentii una cosa a zampe multiple sfiorarmi il collo e la spalla sinistra allo stesso tempo.
 
"Ewh..."
 
Mi voltai lentamente alla mia sinistra.
 
"MA VAFFANCULO!"
 
Lo presi in mano e lo lanciai via.
 
"Ahahahhaha! Paurosa!"
 
"Zitto! Ho perso due delle mie nove vite!"
 
Le altre cose non mi spaventarono più di tanto, forse erano le urla di mio fratello a farmi saltare.
 
"E poi dici che io sono la cagasotto?"
 
"Sembrano veri!"
 
"Lo so bene, stronzo"
 
Il giro finì.
 
"Uff...sei contento ora?"
 
"Si"
 
"Togli quel sorrisetto"
 
Uscii molto velocemente dalla giostra.
 
"Oooh! Scappi perché hai avuto paura?"
 
"La mia è una fobia seria!"
 
"Ma lo so, scemina"
 
Mi tirò a se, mi baciò sui capelli.
 
"Andiamo nelle giochi per bambini?"
 
"Per bambini?!"
 
"Daidaidaidaidaidaiiii, ti prego!"
 
Ero quasi disposta a mettermi in ginocchio.
 
"Ahhh, cosa ne sarà della mia reputazione!"
 
Quello era un si, iniziai a saltellare come una bambina di tre anni.
 
"Dove vuoi andare?"
 
"Nella vasche con le palline colorate!"
 
"Oh mio dio"
 
Alla fine mi portò li dentro.
 
"WOOOOAAAHHH"
 
Mi tuffai dentro le palline, tutti gli altri bambini mi guardarono storta.
 
"Potete continuare a giocare eh"
 
Tirai una pallina in faccia a Bill.
 
"Dai, tuffati anche tu!"
 
"Uff...va bene, ma solo stavolta eh"
 
Si tuffò anche lui nella vasca, ritornò 'a galla' accanto a me.
 
"Vuoi fare una guerra di palline eh?"
 
Mi lanciò tre o quattro palline in faccia, poi mi bloccò al muro di plastica.
Eravamo faccia a faccia.
 
"Non hai risposto alla mia domanda"
 
Lo guardavo interrottamente negli occhi, gli mordicchiai leggermente il labbro inferiore, lui sorrise ed io portai una pallina sulla sua bocca.
 
"Mangia questa!"
 
Scappai dalla sua presa, mi rincorse.
 
"Torna qui!"
 
"No!"
 
Tirai un gruppo di palline gialle addosso a lui.
 
"Ricorda che il giallo ti dona! Eheheheh.... AUCH!"
 
Mi colpì con una pallina dritta nell'occhio.
 
"Vendetta!"
 
Continuammo a tirarci palline per quasi un ora, poveri bimbi. Non so perché ci tenesse tanto a catturarmi e buttarmi sul muro, so solamente che ogni volta avevo un forte istinto di baciarlo.
 
"Basta...mi arrendo...hmpf"
 
Mi lasciai cadere, ero sfinita.
 
"LE GIOSTRE STANNO CHIUDENDO"
 
Strillò un uomo.
 
"Sono già le otto?!"
 
"Eh già....hai fatto il coglione troppo a lungo"
 
"Certo, certo"
 
Mi aiutò a rialzarmi e ad uscire da quella vasca.
 
"Ora andiamo a cenare, poi ho ancora una sorpresa per te"
 
"Davvero?"
 
"Si! Ma dovrai essere paziente"
 
Volevo tanto scodinzolare dalla felicità ma purtroppo non avevo una coda. Auuuuuuhhhhh.
 
"Odio aspettare"
 
"L'attesa rende tutto più bello, anche io ho dovuto attendere che tu ti risvegliassi per fare questo mio 'piano' "
 
"Smettila di fare lo sdolcinato"
 
Mi faceva arrossire quando diceva cose del genere.
 
"Sono serio!"
 
Il mio sidekick vibrò nella tasca.
 
"Qualcuno mi chiama, aspetta"
 
Tirai fuori il telefono e risposi.
 
"Dimmi mamma"
 
"Ricordati che tra un'ora devi prendere la compressa!"
 
"Grazie per averlo ricordato!"
 
"Divertitevi"
 
"Grazie!"
 
Chiuse la chiamata.
 
"Era la Mamma?"
 
"Si, mi ha ricordato che tra un ora mi tocca prendere la pasticca"
 
Eravamo arrivati al centro di Lipsia.
 
"Ci tocca prendere il tram per arrivare a quel ristorante, è appena fuori Lipsia!"
 
Il tram stava passando proprio in quel momento.
 
"Vieni! Attacchiamoci!"
 
Saltò dietro al tram, feci lo stesso.
 
"Non potevamo semplicemente pagare un biglietto?!"
 
"Per una volta anche io voglio andare contro le leggi!"
 
"Uuuhhh, Bill é un ribelle! Che punk!"
 
"Se ci beccano i vigili ci rompono il culo"
 
"Lo so ahahah!"
 
Fortunatamente in quel tragitto di venti minuti non trovammo nessun vigile.
 
"Okey, scendi!"
 
Ci lasciammo cadere sull'asfalto. Era abbastanza isolato come posto.
 
"Che razza di ristorante è?!"
 
"Cinese!"
 
"Quello dove si mangia con le bacchette?"
 
"Si"
 
"Gustav, dove sei quando mi servi?"
 
Corremmo verso la porta per l’entrata del ristorante. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, ma per Bill era sicuramente normale frequentare questo genere di locali.
 
Entrammo dentro, il locale era molto fresco, grazie ai climatizzatori.
 
"Buonasera ragazzi." 
 
Salutò una cameriera, Bill prese la parola.
 
"Un posto per due, per favore. Ah! Appartato, se è possibile" 
 
Mi voltai di scatto verso Bill, perché appartato?
 
Seguimmo la cameriera asiatica in una stanza illuminata solo da una candela, era tutto molto comodo e carino.
 
"Cosa ordinate?"
 
Ci mostrò il menù.
 
"Cosa vuoi prendere?"
 
Mi domandò Bill.
 
"Fai tu"
 
"Okey, allora prendiamo due menù speciali tre"
 
La cameriera ritirò il menù ed uscì dalla stanza, non c'era una porta ma una tenda, tipo quelle che ci sono nei cinema. 
 
Bill mi passò la pillola, la inghiottii con l'acqua.
 
"Allora, ti piace questo posto?"
 
"È molto...molto bello, molto 'privato' "
 
"È il mio preferito per questo"
 
"Ci sei già venuto con qualcuna?"
 
"No, ci sono sempre venuto da solo"
 
Menomale, da un lato era meglio così.
 
"Sai come usare le bacchette?"
 
Risi timidamente.
 
"Mi piacerebbe!"
 
"È molto semplice!"
 
Si alzò dai suoi cuscini, si sedette dietro di me, mi abbracciò da dietro per mostrarmi come fare.
 
"È molto semplice, guarda!"
 
Afferrò le mie mani e con dolcezza, mi spiegò tutti i movimenti da fare, ero comunque una frana.
 
"Sta arrivando la cameriera comunque"
 
Non ci tenevo che la cameriera ci vedesse così. Bill ritornò velocemente alla sua postazione.
 
"Ecco il vostro menù!"
 
Posò i due piatti contenenti insalata, una bistecca di maiale alla griglia, una zuppa tipica giapponese, e sushi misto, composto da filetti di pesce appoggiati su una pallina di riso cotto al vapore.
 
"Buon appetito"
 
Si chinò.
 
"Ahm...grazie"
 
Andò via, tirò giù la tenda.
 
"Perché hai scelto la stanza appartata?"
 
Partii dall'insalata, mi portai alla bocca una fetta.
 
"Perché non mi andava di stare tra la gente, sai come sono fatto"
 
"Perché...hai fatto tutto questo?"
 
"Non è finita qui"
 
"Non hai risposto alla mia domanda"
 
Allontanò lo sguardo dal mio alla ricerca di una risposta.
 
"Perché è da tempo che non ci divertiamo come prima, e anche perché devi perdonarmi per tutto il male che ti ho fatto"
 
Abbassai lo sguardo sul piatto.
 
"Lo so, lo so che non è abbastanza, lo so, ma è solo un mattoncino, ricostruirò tutto pezzo per pezzo"
 
Prese la mia mano.
 
"Perdonami"
 
Ricambiai la presa.
 
"Non devi farlo"
 
Sorrise, col pollice accarezzava la mia mano.
 
"Dovresti vestirti in questo modo più spesso, sai?"
 
"No, lo faccio solo quando usciamo io e te da soli, basta"
 
"Mi basta anche questo"
 
Lasciò la mia mano per ritornare a mangiare.
 
"Questo Zuppa è abbastanza piccante!"
 
Bevette l'acqua dal suo bicchiere in legno.
 
"Ora assaggio il sushi"
 
Presi, dopo molti tentativi, un rotolo.
 
"Non deridermi! Sai che sono incapace a 'ste cose"
 
"Vuoi che ti aiuti?"
 
"No, faccio da sola"
 
All'inizio aveva un sapore sgradevole ma aveva un buon retrogusto, mangiai tutti e sei i rotoli alla fine.
 
"Basta così"
 
"Non mangi il resto?"
 
"No, sono piena"
 
Bevetti un sorso d'acqua e mi alzai dai cuscini.
 
"Mi sento il culo piatto"
 
Seguii Bill all'uscita, c'era una bella coda alla cassa.
 
"Dove andiamo dopo?"
 
"Questa è una sorpresa!"
 
Arrivò il suo turno, attesi che finisse di pagare.
 
"Paghi con un autografo?"
 
"Magari!"
 
Poggiò la penna sul bancone e salutò la cassiera. Prese la mia mano e camminammo fuori, verso l'uscita.
 
"Ora ti porto in un posto speciale, sarai sola però"
 
"Sola?!"
 
Arrivò Andreas con la sua auto, nuova di zecca.
 
"Ti accompagnerà lui"
 
"Ma che..?"
 
Aprì lo sportello, mi sedetti accanto ad Andreas.
 
"Non preoccuparti, è tutto sotto controllo"
 
Riaccese il motore dell'auto, fece manovra per uscire dal parcheggio, addrizzò il volante e lasciammo la zona del ristorante.
 
"Mi spiegate che succede?"
 
"Non posso"
 
Sorrise.
 
"Sei vestita benissimo comunque"
 
"Grazie"
 
Vagammo nel vuoto per dieci minuti massimo, ci fermammo di fronte una galleria che un tempo era abbandonata, ma ora era tutta restaurata, piena di luci e colori.
 
"Vai, è li dentro che devi andare"
 
"Oddio, g-grazie"
 
Uscii dall'auto, chiusi lo sportello, Andreas andò via.
 
"Okey..."
 
Mi incamminai dentro la galleria, le mura erano in stile 8-bit, io amavo i videogiochi.
 
"Cos'è sta roba?"
 
Trovai un foglio bianco per terra, lo raccolsi.
 
"Ti trovi di fronte ad un incrocio, gira alla tua destra"
 
Feci come detto, mi ritrovai davanti un tavolino con un pacco regalo sopra, trovai un altro foglio.
 
"Apri il pacco, prendi quello che trovi dentro"
 
"Spero non sia un ragno"
 
Aprii il pacchettino, dentro c'era una cartuccia per lo SNES, comunemente chiamato Super Nintendo, quella fu la mia prima console, la ricevetti quando avevo sette anni.
 
"Una cartuccia? Okey..."
 
Ripresi a camminare per il rettilineo, mi trovai di fronte un cartellone con una freccia che mi mostrava di girare alla sinistra.
 
"Cosa c'è ora?"
 
Un'altro tavolino, stavolta c'era una tv ed un Super Nintendo.
 
"So che te ne intendi di videogiochi, batti il prossimo livello per avere le indicazioni!"
 
"Oddio, non ci sono più abituata"
 
Accesi la tv, poi accesi il Super Nintendo. Inserii la cartuccia, non era un gioco, era solamente un livello da battere, molto semplice tra l'altro.
 
"Battuto!"
 
Dalla tv apparirono le altre indicazioni.
 
"Ben fatto! Ora ti trovi all'ultimo incrocio di questa galleria, gira di nuovo alla tua sinistra!"
 
Svoltai alla mia sinistra come detto, mi trovai pochi scalini davanti, ogni volta che ci mettevo un piede sopra emettevano un suono ad 8-bit, era divertente.
 
"Ancora non ho capito il senso di sta roba"
 
Stavolta ero arrivata in una camera, senza altre uscite, era la fine. Sul tavolino c'era un piccolissimo pacco, stile Mistery Box di Super Mario, avete presente?
 
"Apro? Boh, io apro"
 
Aprii il pacchettino, all'interno c'era una fede d'argento, sopra c'era scritta una frase.
 
'Vuoi diventare il Player 2? Premi start'
 
Mi misi a ridere per non piangere.
 
"Cos'è sta roba?!"
 
Mi sentii abbracciare da dietro.
 
"Allora? Premi Start o no?"
 
Quella probabilmente fu la cosa più strana che mi fosse mai successa, ma era la più bella.
 
"Si"
 
Prese la fedina dalla confezione e la portò sul mio anulare sinistro. Mi baciò come mai aveva fatto.
 
"Ho capito quanto importante sei per me solamente dopo l'accaduto, ma ora è tutto chiaro e non ti lascerò mai più andare"
 
Lo abbracciai fortemente, stavo quasi per piangere dall'emozione.
 
"Ti amo"
 
Mi sussurrò all'orecchio.
 
"Anche io"
 
Mi ero quasi...persa in quell'abbraccio, sentivo DAVVERO il suo affetto, il suo amore.
 
"Hai...hai fatto tu tutto questo?"
 
"No, è stato Babbo Natale"
 
"Tu sei matto! Avrai speso un capitale per fare restaurare tutta sta roba!"
 
"Cosa importa? I soldi non sono la cosa che mi mancano, una persona d'amare era la cosa che mi mancava"
 
"L'hai sempre avuta"
 
"Ho solamente reso le cose ufficiali"
 
Afferrò le mie mani e mi baciò a stampo sulle labbra.
 
"La nostra notte non è finita qui..."
 
Mi portò fuori dalla galleria, nelle vicinanze c'era solo un capannone.
 
"Dobbiamo andare dentro quel coso?"
 
"Si, ma non farti illudere dall'aspetto esterno!"
 
Mi sorrise. Con una mano accarezzavo l'erba alta, c'era un po di vento che rendeva quella serata molto più bella.
 
"Vuoi una mano per aprire?"
 
"Non ce bisogno di una mano, ma di questa chiave"
 
"Chiave?"
 
Inserì la chiave in un posto ben nascosto del capannone, aprì la grande porta, all'interno era una....casa?
 
"UNA CASA?!"
 
"Quasi, al piano di sotto abbiamo le cose più essenziali come vedi, al piano di sopra invece abbiamo il letto"
 
Rimasi bloccata sul ciglio della porta, Bill si incamminò all'interno, gli corsi dietro e lo afferrai, baciandolo.
 
"Non ho voglia di aspettare a lungo..."
 
Gli sussurrai. Lo trascinai con me al piano di sopra, riprese a baciarmi, quasi con violenza.
 
"Sono curioso di vedere di cosa sei capace"
 
"Stai entrando in un gioco pericoloso..."
 
"Io amo il pericolo"
 
Lo spinsi sul letto.
 
"Ti farò piangere"
 
Gli gattonai sopra, ora potevo davvero far fuoriuscire le mie fantasie più pazze, più perverse.
 
"Forse sarà il contrario"
 
"Preparati"
 
Ed è così che passammo la notte, forse il fatto che la nostra relazione era una cosa proibita rendeva tutto molto più interessante, il senso di rompere le leggi alimentava la nostra passione.

E bruciammo assieme. Lo amai come fratello e come amante. 

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Capitolo 11
*** Nuove Responsabilità ***


Erano le Otto di mattina, io ero ancora a letto, Bill invece era già sveglio ma si stava divertendo nel coccolarmi.
 
"Buongiorno..."
 
Mi sussurrò non appena mi svegliai.
 
"Buongiorno"
 
Risposi con voce assonnata. Mi avvicinai a lui per baciare le sue dolci labbra.
 
"Hai l'appuntamento con lo psicologo oggi, ricordi?"
 
Feci un verso di disapprovazione e mi appiccicai sul suo petto.
 
"Non ho bisogno di uno psicologo..."
 
"Si invece"
 
Prese la mia testa tra le sue mani.
 
"Il mondo non può rischiare di perdere un angelo come te"
 
Stavolta fu lui a baciarmi ma il dannato telefonino interruppe tutto.
 
"Uff...io rispondo, tu nel frattempo prendi la pillola"
 
"Dov'è?"
 
"Sul comodino accanto a te"
 
Si allontanò dal piano superiore per rispondere al cellulare. Calai la mano sul comodino non appena notai la compressa bianca con accanto un bicchierino d'acqua. La inghiottii senza fare storie.
 
"Tieni, questi sono i tuoi vestiti, tra qualche minuto viene a prenderci Georg"
 
"Georg? Con cosa? la bicicletta?!"
 
"Con la sua auto! Ha preso la patente qualche settimana fa"
 
"Se ce l'ha fatta lui, posso farcela anche io allora"
 
Bill sghignazzò lanciandomi i vestiti in faccia.
 
"Sbrigati, sai com'è lo Hobbit"
 
Si allontanò di nuovo. Scivolai fuori dalle coperte. Mi toccò mettermi i vestiti del giorno prima purtroppo, e il colmo era che in quella specie di casa non c'era neanche una doccia o qualcosa di simile.
 
"Sono pronta!"
 
Esclamai dopo qualche minuto. Scesi per le scale, afferrai il mio telefono ed uscii al di fuori del capannone, nel campo di erba alta. Respirai a polmoni pieni l'aria fresca di campagna.
 
"Amo l'odore dell'erba"
 
Mi sedetti nell'erba, anche Bill lo fece dopo che chiuse il capannone.
 
"Anche io"
 
Ribadì lui.
 
Non ci fu molto dialogo visto che Georg arrivò dopo poco. Suonò il clacson alla nostra vista.
 
"Salite dentro!"
 
Con un neo-patentato preferivo mettermi nei sedili posteriori.
 
"Come stai?"
 
Mi chiese, abbassò lo specchietto retrovisore per guardarmi ogni volta che mi faceva una domanda.
 
"Bene"
 
"È bello riaverti con noi"
 
Detto questo, accese il motore dell'auto ed inserì la prima marcia.
 
"Volete un po di musica?"
 
"Ovvio"
 
Accese la radio, nessuna stazione trasmetteva musica che ci piacesse.
 
"Ma si può sapere che musica trasmettono?!"
 
Georg prese in mano il suo telefonino.
 
"Ho un idea!"
 
Compose il numero della stazione radio che stavamo ascoltando, attese qualche minuto in linea.
 
"Non vorrai mica chiedere una canzone?"
 
Chiese Bill.
 
"Quello è il mio piano"
 
Affermò Georg. 
 
"Ora è il momento di passare la VOSTRA musica, chiamateci e richiedeteci una canzone della vostra band preferita!"
 
Uno stupido Jingle partì dopo il discorso del DJ, io ero molto più impegnata a guardare le strade fuori dal finestrino. Perché provavo tenerezza nel vedere i bambini? Per quale motivo sentivo il desiderio di averne uno tutto mio? Non mi era mai successo prima.
 
"MI HANNO MESSO IN LINEA!"
 
"Che emozione"
 
Risposi apatica.
 
"Pronto, chi c'è in linea?!"
 
Chiese lo Speaker, Georg rispose.
 
"Ciao, mi chiamo Georgia"
 
"Georgia?!"
 
Trattenni le risate a stento, tanto per non farmi sgamare al telefono.
 
"Ciao Georgia! Come stai?"
 
Anche Bill stava crepando dalle risate.
 
"Bene, grazie!"
 
"Di dove sei?"
 
"Sono originaria di Halle, vivo a Magdeburgo ma ora mi trovo a Lipsia"
 
"La voce camuffata vince su tutto!"
 
"Shhhh Bill! Fammi sentire"
 
"Viaggi molto allora! Non perdiamo tempo in altre chiacchiere, qual'è la tua band preferita e quale canzone vuoi ascoltare?"
 
"La mia band preferita sono i Tokio Hotel e vorrei tanto ascoltare Durch Den Monsun"
 
"Eh, i Tokio Hotel, la band che fa impazzire la Germania! Hai sentito di ciò che è successo alla chitarrista? Cosa ne pensi?"
 
"Che i media dovrebbero prima capire le vere motivazioni e poi, magari, sparlarci su"
 
"Va bene, grazie Georgia, esaudiamo la tua richiesta!"
 
Chiusero la chiamata, il DJ fece partire Durch Den Monsun, come promesso.
 
"Quanto manca all'arrivo?"
 
Chiesi.
 
"Non più di cinque minuti"
 
Georg si fermò dietro la lunga coda che si trovava davanti. 
 
Iniziò a piovere a dirotto. La città diventò grigia tanto quanto il cielo in quel momento, io ero sempre presa a guardare al di fuori del finestrino, tutta quella gente così indaffarata, così altezzosa....e non sapevano che tutti loro avevano un timer sulle loro teste, nei miei occhi, potevo vedere quanti anni, giorni o ore di vita avevano ancora. Faceva impressione.
 
L'auto riprese a muoversi dopo svariati minuti d'attesa.
 
"...Dann wird alles gut"
 
Canticchiai sottovoce l'ultima frase di Durch Den Monsun.
 
"È questo il posto?"
 
Domandò Georg a Bill.
 
"E io cosa ne so?!"
 
"Chiedete a qualcuno, imbecilli"
 
Apatia portami via. Georg abbassò il finestrino e si affacciò per parlare con un uomo.
 
"Mi scusi? È per caso questo il centro comunità?"
 
"Si ma non puoi parcheggiare qui, devi andare più avanti"
 
"Grazie!"
 
Rientrò la testa dentro l'auto.
 
"Non c'è bisogno che parcheggi, scendiamo direttamente qui"
 
Bill aprì lo sportello, scese dall'auto e venne ad aprire il mio sportello.
 
"Buon appuntamento allora!"
 
"Grazie, buona fortuna a sopportare David!"
 
"Oh, cristo."
 
Ci salutò con la mano ed andò via. Ora eravamo solamente io
e Bill, davanti l'entrata del centro.
 
"Pronta?"
 
"Andiamo"
 
Gli dissi. Mi prese per mano, ma ci affiancammo in modo tale da nascondere le nostre mani.
 
Dopo un paio di scalini, ci trovammo nella hall, ci avvicinammo di fronte alla reception, in attesa di direttive.
 
"Desiderate?"
 
Ci chiese un giovane ragazzo che stava lavorando sul suo pc.
 
"Siamo qui per vedere lo Psicologo Amsel, abbiamo un appuntamento"
 
"Cognome?"
 
"Kaulitz"
 
Il segretario sfogliò una grande agenda che aveva accanto al suo computer.
 
"Si, venite, vi accompagno"
 
Si alzò dalla sua sedia e ci fece strada all'interno del complesso. Eravamo arrivati di fronte una grande porta di legno, tipo quella dei tribunali.
 
"Avverto il Dottore"
 
Bussò alla porta ed entrò all'interno della stanza socchiudendosi la porta alle spalle.
 
"Venite"
 
Aprì la porta e con la mano ci fece segno di entrare. Il segretario andò via non appena entrammo.
 
"Buongiorno"
 
Dicemmo quasi in coro come dei Bambini al primo giorno di Scuola. Mi sentivo tanto sotto pressione.
 
"Buongiorno ragazzi!"
 
"Oh! Mi ero quasi dimenticato, esco subito"
 
Bill uscì dalla camera e il Dottore non lo fermò dal farlo. Iniziai a guardarmi un po attorno, la camera era enorme ed era arredata in stile antico, sembrava di stare dentro una camera dell'ottocento!
 
"Allora...tu sei Tomja Kaulitz, nata il 1º settembre 1989 qui, a Lipsia"
 
"Si"
 
"Io so solamente questo di te, ora, parlami tu della tua vita, della tua famiglia.
 
"La nostra famiglia è sempre stata povera, diciamo. Mia madre si separò con mio Padre quando io e Bill avevamo sei anni, subito dopo ha trovato un altro tipo. Lui si chiama Gordon Trumper, è un musicista proprietario di una scuola musicale, è stato lui ad indurre la passione per la musica a me e Bill"
 
"Andavi d'accordo con lui?"
 
Dopo avermi posto la domanda, prese in mano un gran fascicolo con dei documenti all'interno, dietro c'era scritto il mio nome.
 
"All'inizio si, ma poi è diventato manesco"
 
"Non si diventa maneschi dal niente...cosa hai combinato?"
 
Abbassai lo sguardo.
 
"C'era una audizione per un talent show a Magdeburgo, non ci volevano accompagnare per mancanza di soldi ma quella era l'unica occasione che avevamo, quindi decisi di rubare dei soldi da una famiglia di spacciatori e fuggimmo di notte"
 
"Cosa è successo poi?"
 
"Quando siamo arrivati a Magdeburgo trovammo ospitalità a casa di un nostro amico, ora bassista del nostro gruppo. Per farla corta, Gordon ci acciuffò proprio il giorno del provino, ma fortunatamente Bill fece in tempo a finire tutto"
 
Il dottor Amsel poggiò il fascicolo che stava leggendo sulla scrivania.
 
"Poi è stato preso per lo show, ma il giorno in cui si è esibito, tu non eri li"
 
"Si..."
 
"Ti senti in colpa per essere stata assente in quel momento?"
 
Alzai lo sguardo, si poteva chiaramente leggere dai miei occhi che non avevo capito il senso di quella domanda.
 
"S-si...diciamo di si, ma non era colpa mia, ero all'ospedale quel giorno"
 
"Mi parli della situazione a scuola?"
 
"Oh, la scuola! Facevo schifo e non mi piaceva, non avevo problemi con la gente nella mia classe ma mio fratello si"
 
"Se, come hai detto tu, facevi schifo e non ti piaceva, perché non ti sei semplicemente ritirata?"
 
"...Non avrei fatto niente tutto il giorno, mi sarei sentita inutile poi"
 
Mi puntò un indice.
 
"Hai mentito. Tu continuavi ad andare a scuola solo per difendere tuo fratello. Il giorno in cui sei stata accoltellata non era proprio 'il tuo giorno' ma quello di tuo fratello"
 
Lo fermai.
 
"Aveva due coltelli, voleva uccidere sia me che Bill!"
 
"Okey, ma nessuno si sarebbe rialzato dal pavimento con quel dolore che si prova nel momento in cui si ha un coltello nella pancia. Ti sei fatta uno squarcio per salvare tuo fratello"
 
"...si"
 
"Ora manca solo un tassello per il mio puzzle. Bill ti ha mai 'ferita' sentimentalmente? Non so, delusa o cose simili"
 
Non c'era bisogno di riflettere su quella domanda.
 
"Si, ma è acqua passata"
 
"Ma è 'quell'acqua' che ti ha rovinata"
 
Tentai di mandarlo fuori pista.
 
"No, non mi sono drogata perché lui mi ha fatto del male ma-"
 
"Ma perché sapevi anche che era un incesto, amavi tuo fratello ed odiavi te stessa"
 
"...esatto"
 
Fece un gran sorriso.
 
"C'è solo una cosa però..."
 
"Cosa?"
 
Mostrai la fedina allo psicologo.
 
"Questa fedina di fidanzamento è-"
 
"Immagino sia di tuo fratello"
 
Lo guardai con occhi sbarrati.
 
"Questo appuntamento era solo per conoscerci, per capire il tuo problema"
 
Si alzò dalla sedia.
 
"Non sei del tutto 'guarita' , ma visto che ora hai ciò che tanto desideravi, sono curioso di vedere come ti comporterai"
 
Mi guardò dritta negli occhi.
 
"Però voglio lasciarti con una frase che ferirà il tuo orgoglio e ti farà svegliare. La droga è solo per codardi che vogliono fuggire dalla realtà, sei stata codarda per un periodo abbastanza lungo"
 
Che nervi! non sono MAI stata codarda e quella frase mi aveva davvero ferita. Non vedevo l'ora di mettere piede fuori da quel posto.
 
"Richiamerò io"
 
Disse. Mi sorrise ed aprì la porta.
 
"Buona fortuna per la tua carriera"
 
"Anche a lei"
 
Uscii senza dire nient'altro. 
 
"Finito già?"
 
Bill si alzò dalla sedia nella sala d'attesa.
 
"Ti avevo detto che non avevo bisogno di uno strizzacervelli!"
 
"E di cosa hai bisogno allora?"
 
"Di te"
 
Non curante della gente presente in quel momento, mi afferrò per maglietta a se e mi baciò.
 
"Anche io.."
 
Passarono quattro settimane da quel giorno. Eravamo nuovamente in tour e c'erano un casino di problemi, non di coppia ma come band, solo alcune volte però.
 
Eravamo nell'hotel Hessischer Hof, a Wörlitz.
 
Un suono assordante proveniente dalla sveglia mi fece ritornare cosciente.
 
"Ugh! Oh dio, sveglia del cazzo"
 
La spensi allungando il braccio.
 
"Sono solamente le otto del mattino, perché?!"
 
Perché mi toccava. Riuscii a scatenarmi dalle lenzuola che avevo attorcigliato attorno le mie gambe la notte precedente e mi alzai dal letto.
 
"Speriamo che l'acqua non sia gelida anche in questo Hotel"
 
Entrai in bagno, optai direttamente per la doccia.
 
"Manco un bagnoschiuma c'hanno, tirchi"
 
Aspettai che l'acqua si facesse calda, dopo di che rimossi il pigiama ed entrai nella doccia. Uno stupido babbano bussò alla porta.
 
"SONO SOTTO LA DOCCIAAA!"
 
Uscii dopo una decina di minuti.
 
"Brrrr...congelo"
 
Ritornai nella camera cercando di tirare fuori dalle mie valigie un paio di vestiti decenti, in fretta. 
 
"Perché non trovo mai niente quando ne ho bisogno?!"
 
Alla fine riuscii a trovare una combinazione carina, finalmente.
 
"Stavo iniziando a congelarmi!"
 
Bussarono nuovamente alla porta.
 
"SI, CHE CAZZO! MI STO VESTENDO!"
 
Mi inserii velocemente il mio enorme Jeans e la larghissima t-shirt. Aprii la porta.
 
"Cosa c'è, David?"
 
"Volevo avvertirti che tra dieci minuti non servono più le colazioni, quindi.."
 
"Si, sono pronta in due minuti. Devo solamente aggiustarmi i rasta e arrivo"
 
Chiusi la porta.
 
"Dov'è la molla?! Ah eccola!"
 
La solita molla nera per capelli che usavo per attaccare i rasta, era stravecchia ma era come un portafortuna per me, non so per quale motivo.
 
Feci due giri con la molla, per fare in modo che stessero fermi in qualsiasi condizione, portai su un berrettino e sopra ci misi uno dei miei tanti cappellini, a colore con il resto dei vestiti ovviamente.
 
"Swaaag! Okey, no."
 
Misi in tasca il mio cellulare ed uscii dalla camera. Notai che anche Bill stava uscendo dalla sua camera in quel momento.
 
"Buongiorno signorino!"
 
"Buongiorno..."
 
Chiuse la porta della sua camera ed arrivò al mio fianco.
 
"Come è andata stanotte? Hai avuto ancora quella nausea?"
 
Era da più di una settimana che avevo della nausea accompagnata da altri sintomi come giramenti di testa, svenimenti e cose varie. 
 
"Purtroppo si, ma sicuramente è qualcosa legato al metadone oppure solamente stress..."
 
Un cameriere si avvicinò a noi, chiedendoci se volevamo essere guidati da lui.
 
"No grazie, sappiamo già la strada"
 
Gli sorrisi. Ritornai a parlare con Bill.
 
"Comunque...solo a me David è sembrato strano?"
 
"Tipo incazzato?"
 
"Si, proprio così. Era venuto a svegliarmi qualche minuto fa ma era come se volesse dirmi qualcos'altro"
 
"Mah...sai che è un po pazzo"
 
Ci toccò scendere per le scale visto che gli ascensori erano bloccati, e menomale che le nostre stanze erano al secondo piano.
 
"Perché ci fissano così?"
 
Chiesi a Bill. Appena mettemmo piede nella sala pranzo, tutti si voltarono a guardarci, in silenzio.
 
"Non saprei"
 
Ci sedemmo al tavolo con Gustav e Georg, ma anche loro ci stavano squadrando.
 
"Ma si può sapere che succede?!"
 
"Magari ce lo spiegate voi due"
 
David indicò me e Bill.
 
"In che senso?"
 
"Sapete che siete la band del momento? Sapete che i paparazzi sono ASSETATI?
 
Sbiancai.
 
"Vedo che hai già capito di cosa sto parlando, Tomja"
 
"Magari mi sbaglio"
 
Lanciò sul tavolo una busta da lettera bianca. 
 
"Cos'è?"
 
Con un cenno ci fece segno di guardare all'interno. Bill la tirò di mano prima che io potessi aprirla.
 
All'interno di quella busta c'erano foto di me e Bill assieme per strada oppure in compagnia di alcuni miei amici, un paio erano più recenti e si vedeva chiaramente che non quelli non erano baci fraterni. Come avevo fatto a non vederli?!
 
"E come se non bastasse, queste foto sono già finite su tutti i giornali!"
 
Lanciò tre o quattro riviste sul tavolo.
 
"Ora...ditemi che io mi stia sbagliando"
 
Affermò con tono minaccioso.
 
"Si, ti sbagli"
 
Rispose Bill. Mi voltai a guardarlo.
 
"Ma cosa stai dicendo?"
 
Scosse la testa, lanciò via le foto.
 
"Sto dicendo che David si sbaglia"
 
"Davvero? Allora chi é quella ragazza? Tomja?"
 
Nello sguardo del nostro manager si poteva intravedere felicità dopo aver sentito quella frase, ma non durò molto.
 
"No, non è mia sorella. Quella ragazza ha sedici anni, è nata a Lipsia, ama la musica ed è una musicista"
 
Iniziò a ridere istericamente.
 
"Ah, dimenticavo! Si chiama Tomja"
 
David lo afferrò per maglietta ma lui continuava a ridere.
 
"FARESTI MEGLIO A NON FARE IL CRETINO!"
 
"Altrimenti?"
 
Chiese con tono di sfida.
 
"Bill, smettila, ritorna in te!"
 
Non mi ascoltava, preferiva sorridere in faccia a David.
 
"Altrimenti ti faccio male"
 
Lo sbatté contro un muro.
 
"LASCIALO, DAVID!"
 
Mi alzai dalla sedia ma le persone che mi erano vicine mi trattennero
 
"Non metterti in mezzo!"
 
"Lasciami, Andrew!"
 
Bill era faccia a faccia con David, con le spalle al muro. Smise di ridere, guardò prima verso l'alto, poi poggiò lo sguardo su David.
 
"Credi davvero che tu, con le  tue stupide minacce, possa fermare una cosa forte come l'amore? Ti sbagli di grosso. La verità è che io la amo e preferisco finire nel dimenticatoio della musica che farla soffrire un'altra volta"
 
Georg e Gustav allontanarono David da Bill. David non disse niente, uscì dalla sala pranzo.
 
"Dove è andata?"
 
Domandò Bill agli altri due.
 
"Credo sia scappata nei bagni"
 
Si incamminò verso i bagni, fortunatamente non c'erano guardie quindi poté accedere nei bagni femminili senza problemi.
 
"Hey, stai bene?"
 
Ero inginocchiata al pavimento, abbracciata alla tazza del bagno.
 
"Ancora la nausea?"
 
Si inginocchiò accanto a me.
 
"Coff coff...si"
 
Mi aiutò a rialzarmi, mi accompagnò vicino al lavandino per lavarmi la bocca.
 
"Vuoi la carta per asciugarti?"
 
"Si, per favore"
 
Mi passò dei grandi pezzi di carta igienica. Una volta finito, la gettai in un piccolo cestino della spazzatura.
 
"Non fare più cose del genere comunque...sai che mi preoccupo per te"
 
Mi levò di testa il mio cappellino, e poggiò la sua fronte sulla mia.
 
"Ora tocca a me difenderti"
 
"Smettila"
 
"Dico davvero, ti sei sempre sacrificata per me, ora è il mio turno"
 
"Bill, sme-"
 
Mi baciò prima che potessi finire la frase.
 
"Anzi...ora usciamo e andiamo a fare le analisi del sangue all'ospedale, okey?"
 
"Ma all'ospedale ci impiegheremo secoli!"
 
"Se vai in un laboratorio devi aspettare qualche giorno per sapere i risultati, all'ospedale te li comunicano in giornata"
 
Mi strattonò per mano.
 
"Hey, hey! Ridammi il New Era almeno!"
 
"Ehehe, no! Lo tengo per me"
 
"Eddai!"
 
"No"
 
Tentai di afferrarlo ma Bill alzò il braccio, quei pochi centimetri di altezza in più in quel momento sembravano essere metri.
 
"Sei nana, non ci arrivi!"
 
Lasciai perdere.
 
"Okey, va bene, tanto ho sempre il mio berrettino in testa"
 
Mi passò il cappellino.
 
"Piuttosto, non hai fatto colazione, vero?"
 
"No"
 
"Menomale"
 
Georg e Gustav ci raggiunsero nella Hall.
 
"Dove state andando?
 
"All'ospedale, lei ha bisogno di fare delle analisi del sangue"
 
"Ma-"
 
"Lo so del soundcheck e delle interviste, lo so, ma è più importante la salute no?"
 
"Va beh, ma al massimo mi tirano il sangue e lasciamo il numero di telefono, così quando sanno i risultati mi chiamano"
 
Annuirono.
 
"È meglio così, si"
 
"Ci vediamo presto"
 
Siccome era mattina ed alzarmi alle otto per me era come svegliarsi dal letargo con qualche mese d'anticipo, mi schiantai di fronte la porta di vetro.
 
"AUCH!"
 
"Ma che cazzo fai!"
 
"Non l'avevo vista"
 
Avevo mezzo viso spiaccicato al vetro. Tutti, inclusi i dipendenti dell'hotel, mi derisero.
 
"Fottetevi, tutti quanti"
 
Questa volta riuscii a tirare la porta senza schiantarmi su.
 
"Oltre a delle analisi, hai anche bisogno di un paio di occhiali"
 
Alzai il dito medio di fronte a lui.
 
"Te lo dedico con tutto il cuore"
 
"Si lo so, anche io ti amo"
 
"Fottiti"
 
Gli tirai un cazzotto sul braccio ma poi glielo accarezzai subito dopo.
 
"Non riesco a farti del male, stronzo"
 
Mi sorrise. Quel sorriso comunque dovrebbe essere illegale, non posso morire ogni volta che lo vedo ridere!
 
"Oh, un taxi!"
 
Fischiò per attirare l'attenzione del tassista.
 
"Heey! Taxi!
 
L'auto di color bianco e giallo si fermò di fronte a noi. Prendemmo posto nel retro della macchina.
 
"Dove andiamo?"
 
"All'ospedale più vicino"
 
"D'aaaccordo!"
 
Impostò il tassametro e partì.
 
"Volete ascoltare un po di musica?"
 
"No, grazie"
 
Mi affacciai al finestrino, stava piovendo, non molto, ma stava comunque piovendo.
 
"Non siete di qui, vero?"
 
"No, siamo qui solo per motivi di.."
 
Gli pestai un piede per fargli capire di cambiare argomento, non ci tenevo ad essere riconosciuta.
 
"AUCH! Ahm ehm....di Scuola"
 
"Scuola? Che classe fate?"
 
"Ehm...terza superiore"
 
Mi facevano salire il mal di testa. Perché non potevano semplicemente guardare le gocce che scivolavano via sul finestrino? Adoravo vedere i bambini saltare nelle pozzanghere, lo facevo anche io.
 
"Sono belli i bambini, eh?"
 
Mi chiese l'autista.
 
"Bellissimi"
 
Entrambi guardammo al di fuori del finestrino, c'erano dei bambini per strada a divertirsi con le pozzanghere.
 
"Vorrei tanto avere dei bambini un giorno"
 
Affermò Bill. Quella frase mi 'colpì' perché anche io desideravo tanto averne uno. 
 
"Li avrai"
 
Strinsi la sua mano.
 
"Avrai tanti piccoli mocciosetti identici a te che ti correranno dietro strillando 'Papà, papà!"
 
Sorrise in modo dolce con lo sguardo altrove, forse stava già pensando a come sarebbe essere padre.
 
Dopo una decina di minuti l'auto si fermò davanti il grosso edificio ospedaliero. Pagammo il conto ed uscimmo dall'auto.
 
"Wow, è l'ospedale più grande che io abbia mai visto"
 
"Bah, io odio gli ospedali!"
 
Mi incamminai verso l'entrata, Bill mi camminava dietro come la mia ombra.
 
"Dici che dobbiamo chiedere alle infermiere qui?"
 
"Secondo te?"
 
Mi schiarii la voce e attirai l'attenzione delle due infermiere.
 
"Scusate, potrei sapere dov'è il laboratorio delle analisi?"
 
"Vuoi fare delle analisi o sei qui per ritirarle?"
 
"Vorrei farle"
 
Una infermiera si sedette sullo sgabello in pelle di fronte al pc.
 
"Come ti chiami?"
 
"Tomja"
 
"Con la j o con la i?"
 
"J"
 
Presi in mano la mia carta d'identità perché sapevo che prima o poi voleva vederla.
 
"Cognome?"
 
"Kaulitz"
 
Batté le lettere sulla tastiera e poi col mouse selezionò l'altra casella.
 
"Data e luogo di nascita"
 
"A Lipsia, il primo settembre dell'ottantanove"
 
"Hai un documento?"
 
Gli passai la carta d'identità, gli diede un occhiata poi me la restituì.
 
"Mi dici per quale motivo vuoi fare delle analisi? Cosa ti senti?"
 
"È da qualche settimana che ho una nausea persistente, giramenti di testa, svenimenti"
 
"Okey"
 
Stampò il referto e lo tirò fuori dalla stampante.
 
"Potete seguirmi"
 
Seguimmo la giovane ragazza, camminava così veloce che ogni tanto mi toccava correre per recuperare la distanza.
 
Bussò ad una porta, entrò per prima lei, poi uscì e spalancò la porta.
 
"Entrate"
 
Entrammo nella camera.
 
"Buongiorno"
 
"Buongiorno!"
 
"Devi fare le analisi del sangue?"
 
Il dottore per sbaglio pose la domanda a Bill.
 
"No, cioè si, ma sono per me!"
 
"Scusatemi, sono un po sbadato! Allora..."
 
Prese in mano il referto che aveva lasciato l'infermiera.
 
"Hai nausea, giramenti di testa e svenimenti da qualche settimana quindi?"
 
"Si"
 
"Non è che hai fatto qualcosa di sconcio nell'ultimo periodo?"
 
No, non era per niente divertente.
 
"Uh?"
 
"Naaahh, scherzo!"
 
Aprì un cassetto, tirò fuori una siringa e un laccio emostatico. I vecchi attrezzi del mestiere.
 
"Hai mangiato qualcosa?"
 
"No"
 
Mi strinse il laccetto attorno al braccio, non riusciva a trovare la vena.
 
"Cerchi un po alla destra...li ci sono molte vene"
 
In effetti le trovò subito.
 
"Come fai a saperlo?"
 
Mi guardò stupito.
 
"Vecchia storia"
 
Inserì l'ago sotto la mia pelle e pian piano tirò via il sangue.
 
"Oh mio dio, che schifo il sangue"
 
Bill si portò le mani di fronte agli occhi.
 
"Nessuno ti ha obbligato ad entrare"
 
Il medico rimosse l'ago e il laccetto, poggiò un pezzo di ovatta sulla parte appena bucata.
 
"Tra quanto saranno pronti i risultati?"
 
"Tra qualche ora"
 
"Noi purtroppo non possiamo restare qui ad aspettare, va bene se le lascio un recapito telefonico?"
 
"Si, va bene!"
 
Scrissi il mio numero su un pezzo di carta.
 
"Questo è il mio numero"
 
Calai il pezzetto di carta nelle mani del dottore.
 
"Ti richiamo appena ho notizie"
 
Stringemmo le mani col medico ed andammo via dallo studio.
 
"Ora devi mangiare qualcosa"
 
"Lo so, infatti ho una fame tremenda"
 
Il bar non era molto distante da noi, i vari profumi provenenti da li mi facevano affamare ancora di più.
 
"Cosa prendi?"
 
Mi domandò quando entrammo nel bar, colmo di gente tra l'altro.
 
"La mia solita colazione ma duplicata per due"
 
"Ehm...quindi, due cappuccini, due croissant alla crema e due succhi di frutta?"
 
Mi guardò incredulo.
 
"Esattamente, ora vai, ho fame"
 
"O-okey.."
 
Presi posto ad un tavolino mentre Bill faceva la fila alla cassa. Anche al bar c'era il giornale con la grande foto di me e Bill che ci baciavamo.
 
"Leggiamo sta stronzata vai"
 
Presi in mano il giornale. La copertina diceva;
 
'Bill e Tomja dei Tokio Hotel: Molto più di due fratelli'
 
"Ma va?"
 
Aprii il giornale per vedere l'articolo, che era già nella seconda pagina.
 
'Qualche giorno fa eravamo in giro per Lipsia e non abbiamo creduto ai nostri occhi quando abbiamo visto i Kaulitz passeggiare proprio di fronte a noi, ma siamo rimasti a bocca aperta quando abbiamo visto i due baciarsi appassionatamente. Esatto, un bacio sulle labbra! Guardate un po queste foto'
 
Sotto erano riportate altre foto del 'sacro' momento.
 
'La domanda ora è, da quanto tempo va avanti la loro storia? Sicuramente da molto prima del coma di overdose di Tomja, e questo spiegherebbe anche per quale motivo lei facesse uso di droghe, problemi di coppia?
 
Staremo a vedere!'
 
Poggiai il giornale sul tavolino.
 
"Un mucchio di stronzate senza fine, complimenti!"
 
Mi accorsi che sotto c'era un altro giornale, sempre con noi due in copertina.
 
"Ma guarda un po! Siamo talmente fotogenici mentre ci baciamo che ci mettono in copertina!"
 
Il titolo, scritto a caratteri cubitali, di quel giornale era:
 
'Scandalo dopo scandalo per i Tokio Hotel: Ora è il turno di entrambi i Kaulitz'
 
"Scandalo? Addirittura? Vi credevo mentalmente aperti!"
 
Sfogliai il giornale fino alla decima pagina, dove c'era il nostro articolo.
 
'Non è passato molto tempo dallo scandalo di Tomja Kaulitz e la droga, infatti ha deciso bene di ritornare sotto i riflettori con uno scandalo ancora più grande.
 
Una settimana fa i due gemellini sono stati avvistati a Lipsia in atteggiamenti piuttosto inusuali per due consanguinei. Date un occhiata a queste foto.'
 
Sotto erano riportate le stesse foto del giornale di prima, alcune erano 'nuove' alcune erano identiche.
 
'Chissà cosa ne penserà il loro Manager David Jost e sopratutto, chissà cosa ne pensano i fan.
 
Mi dispiace ragazze, il ragazzino dei vostri sogni è già fidanzato, con la persona più inaspettata.'
 
"Pfff..."
 
Vidi Bill avvicinarsi al tavolino col vassoio.
 
"Non ho mai comprato tre colazioni"
 
"C'è sempre una prima volta"
 
Presi dal vassoio le mie due tazzine, i miei due croissant e i miei due succhi di frutta.
 
"S-siamo noi quelli sulla copertina?"
 
Puntò il giornale.
 
"Si! Abbiamo preso tutte le prime pagine, mi sento famosa!"
 
Portai il giornale sotto i suoi occhi.
 
"Vediamo la cosa dal lato positivo. Ora siamo più liberi, possiamo baciarci in pubblico senza nasconderci"
 
"Ricordati che fa sempre un certo effetto vedere due gemelli baciarsi eh"
 
"Va beh..." 
 
Poggiò la tazzina sul tavolino per continuare a leggere il giornale.
 
"Comunque loro rendono la cosa più grossa di quanto lo sia"
 
"Non sai che i media fanno sempre la cosa più grande?"
 
Finii di bere il mio secondo cappuccino.
 
"Ma hai talmente tanta fame?!"
 
"Si! E onestamente non mi basta neanche"
 
"Ahm...okey, comunque dobbiamo muoverci perché sono le nove, e tra venti minuti dobbiamo essere in Hotel per le tre interviste"
 
Inghiottii i  due croissant con fretta, e feci lo stesso per i due succhi alla frutta.
 
"Finito?"
 
"Yep"
 
Mi alzai dallo sgabello in ferro.
 
"Mi scoccia prendere il taxi"
 
"Anche a me"
 
Il telefono vibrò nella mia tasca.
 
"Manager Stalker chiama!"
 
Come non detto, era David. Non risposi alla chiamata, sapevo che era per darci fretta.
 
"Seguimi"
 
Mi portò assieme a lui accanto ad un taxi. L'autista era meno sociale questa volta, meglio così.
 
"All'hotel Hessischer Hof"
 
Partì senza dire niente.
 
"Sento che queste saranno le tre interviste più noiose della mia vita"
 
"Oh si! Preferivo rispondere alle interviste nel momento in cui eri in coma da overdose"
 
"Si, le ho viste su internet. Rompevano molto"
 
"Ora tutto è finito, per fortuna"
 
L'autista inserì uno dei suoi cd nel lettore dell'auto. La prima canzone che partì fu 'Vertigo' degli U2. Amavo quella canzone.
 
"Mi sta vibrando il telefono"
 
Feci spallucce. Bill spense il cellulare.
 
"Lo sai com'è David"
 
"Rompicoglioni"
 
"Bravo"
 
Passammo di fronte un edicola. La nostra foto era davvero dappertutto.
 
"I tuoi capelli sono davvero molto fotogenici, Bill"
 
"Lo so, lo so"
 
"Come sei modesto!"
 
Il telefonino vibrò di nuovo, ma questa volta la vibrazione era quella dei messaggi.
 
"Uff..."
 
Tirai fuori il cellulare, sbuffando. Era un messaggio da parte di Dunja.
 
"Dunja?"
 
'Ciao! Ho visto la foto che gira per tutte le copertine dei giornali, siete davvero voi?! Wow, mi siete sempre sembrati tanto uniti ma non mi aspettavo questo...non c'é  niente di male comunque!
 
Ci vediamo in Hotel!'
 
Decisi di rispondergli.
 
'Grazie del messaggio. Si, siamo davvero io e Bill, non va avanti da molto la relazione, un mese quasi, ovviamente i sentimenti erano dentro di me da molto più tempo però. 
 
Di a David di darsi una calmata perché siamo in Taxi diretto all'hotel.'
 
"Cosa ha detto?"
 
"Secondo te?"
 
"Anche lei?"
 
"Si ma non ha detto niente di che"
 
"Siamo arrivati"
 
Disse l'autista. Fermò l'auto di fronte l'hotel, avevo già intravisto il camioncino dei giornalisti.
 
"Tenga il resto"
 
Passai la banconota all'autista ed uscii dall'auto.
 
"Ora ci ammazzano"
 
"Ma si! Ormai..."
 
Aprii la porta, stavolta  senza schiantarmi.
 
"Dove eravate finiti?!"
 
David corse verso di noi.
 
"Avevo bisogno di fare delle analisi"
 
Con fretta ci portò nella stanza delle conferenze. I giornalisti avevano già preso posto sul sofà.
 
"Buongiorno"
 
Ci sedemmo sul sofà di fronte a loro, Gustav e Georg erano accanto a noi.
 
"Scusate il ritardo"
 
"Non preoccupatevi"
 
La donna prese dalla sua borsa un bloc notes.
 
"Possiamo iniziare?"
 
"Certo"
 
"Io sono Joan, giornalista di 'Bravo'. Ci terrei a farvi sapere che abbiamo, più o meno, tre domande a testa. Il vostro Manager ha deciso così!" 
 
Ci strinse la mano poi ritornò a sedere.
 
"Come ben sapete, siete sulle copertine di tutti i giornali. Qual'è la vostra reazione?"
 
Prese in mano una penna, ed attendeva una risposta per iniziare a scrivere.
 
"Sapevamo che prima o poi sarebbe successo"
 
Risposi.
 
"Era nelle vostre intenzioni farlo sapere ai fan?"
 
"Non così presto, ma si, era nelle nostre intenzioni"
 
Questa volta fu Bill a rispondere.
 
"Da quanto tempo va avanti la vostra relazione? Si vocifera che sia partita prima ancora della vostra carriera"
 
"Prima dei 'Tokio Hotel' ci fu solo un bacio tra di noi, diciamo che abbiamo ufficializzato la cosa quasi un mese fa"
 
"Possiamo relazionare l'accaduto con l'eroina con questa storia?"
 
"Assolutamente no. Ho iniziato a fare uso di droghe un anno fa, grande errore, ma ora ne sono fuori, grazie a questa 'storia' "
 
"Pensate che questo influenzerà la vostra carriera?"
 
"Credo che i veri fan continueranno a seguirci, ma non ho paura di questo"
 
Anche Bill rispose alla domanda.
 
"Per me l'amore è una cosa fondamentale nella vita, certo, anche la musica lo è, ma sarei pronto a mandare tutto in aria per la nostra relazione"
 
Joan finì di scrivere sul bloc notes e si alzò dal sofà.
 
"Questa era l'ultima domanda. Grazie per le vostre risposte ragazzi. Vi contatteremo quando la copertina è pronta"
 
Ci strinse la mani nuovamente ed andò via dalla sala.
 
"Chi è il prossimo?"
 
Domandò David ai giornalisti. Un uomo si avvicinò a noi.
 
"Buongiorno ragazzi, io sono Markus per 'Starportrait' "
 
"Buongiorno"
 
"Posso partire con le domande?"
 
"Si"
 
"I vostri parenti ed amici erano a conoscenza della vostra relazione?"
 
"No, nessuno"
 
Georg intervenne.
 
"Non lo abbiamo mai sentito dalle loro bocche ma io e Gustav lo avevamo, più o meno, capito"
 
"Da cosa lo avevate capito?"
 
"Ho studiato psicologia per un periodo, ho semplicemente capito tutto dalle loro azioni"
 
Il giornalista ritornò a noi.
 
"Pensate che questa notizia possa avere danneggiato i rapporti con i vostri fan?
 
"Non credo. Se ami un artista, ami la sua musica ed è quello l'essenziale"
 
"Alla fine io e lei siamo felici così, se i fan ci vogliono davvero bene, dovrebbero essere felici di questo"
 
"Avete già dei piani per il futuro? Parlando come coppia"
 
"Prendiamo una cosa alla volta, ora abbiamo il tour e quindi ci concentriamo solo sul tour"
 
"Non ci dispiacerebbe avere una famiglia in un lontano futuro"
 
Aggiunse Bill.
 
"Famiglia? Non credete che fare dei figli sia un pericolo per una coppia incestuosa?"
 
"Certo, ma non intendiamo mettere su famiglia per ora. Io e lei vogliamo solo dare il massimo in tour ora"
 
"Qualche notizia sul nuovo album?"
 
"Non abbiamo ancora registrato niente, ma noi quattro abbiamo già un mucchio di idee"
 
"Abbiamo SEMPRE idee nuove"
 
David fece cenno al giornalista che il suo tempo era finito.
 
"Time's up. Mi ha fatto molto piacere avere questa conversazione con voi, alla prossima"
 
"Arrivederci!"
 
Uscì dalla camera ed una ragazzina entrò al suo posto.
 
"Salve, mi chiamo Julia e sono qui per conto del giornale 'One' "
 
La salutai con un cenno. Sembrava essere molto timida.
 
Schiarì la voce e partì con le domande.
 
"Come ben sapete, ora siete idolatrati da parecchi ragazzini. Quando i genitori hanno scoperto di questa vostra relazione hanno reagito molto male, dicendo che 'non siete per niente maturi' perché 'mostrate una vita sbagliata'. Cosa rispondete a questi commenti?"
 
"Solo perché ho fatto uso di droghe, io NON forzo assolutamente nessuno a farne uso, tutto il contrario! Diciamo che da un lato hanno ragione, le droghe sono una brutta cosa, ma per l'amore, io non mi sento di essere un cattivo esempio"
 
"Ci sono celebrità che hanno avuto condotte peggiori e sono tutt'oggi adorate e amate. Secondo me tutte le persone che dicono cose del genere 'Oddio che schifo, un incesto!" Lo dicono solo perché pensano che tra me e lei ci sia solo un rapporto di sesso. Si sbagliano, tra me e lei c'é una bellissima storia d'amore"
 
"Tutto ciò che hai fatto nel passato per difendere tuo fratello, lo hai fatto solo perché lo amavi?"
 
"No! Rifarei tutto ciò che ho fatto anche se lui mi avesse mandata a quel paese. Prima di tutto é mio fratello, non il mio ragazzo."
 
"Come vi siete accorti che il vostro amore andava oltre quello fraterno?"
 
"Ah! Bella domanda..."
 
Ero davvero persa, non sapevo cosa rispondere.
 
"Diciamo che i miei sentimenti per lui sono sempre stati...automatici? Non nel senso freddi o senza ragione, ho sempre avuto questa forte attrazione per lui sin da quando ero capace d'intendere e di volere."
 
"Me ne sono accorto dopo un paio di grandi errori. Ho avuto qualche fidanzatina prima di mettere su questa band ma solo dopo molti anni ho capito che la persona che ho cercato per tanto tempo senza sosta, era proprio di fronte ai miei occhi."
 
"Come pensate che reagirà la vostra famiglia?"
 
"In qualsiasi modo reagiscano devono accettarlo"
 
"Non bene, questo é certo, ma nessuno può fermare i sentimenti di una persona. Non saranno loro, come nessun'altro, a farmi cambiare idea"
 
"La fine del tour sta per arrivare, quali sono i vostri piani per il dopo-tour?"
 
"Vacanze nel luogo più sperduto della terra"
 
"Credo che andrò dalla mia famiglia"
 
Disse Gustav.
 
"Visterò la mia famiglia e poi boh, magari vacanze in luoghi caraibici?"
 
"Non nella stessa isola che io e Bill abbiamo scelto, per favore. Non sei desiderato nella nostra vita"
 
Mi toccò un fianco facendomi saltare dal sofà, così per vendetta feci cadere Georg dal poggiabraccio.
 
"Scusate, sono stato spinto!"
 
Bill gli diede una mano per rialzarsi, io ero rilassata sul divano a ridacchiarmi la scena.
 
"Cosa sono le cose più essenziali per voi quando siete lontani da casa, in una vacanza?"
 
"Oh...la mia chitarra e mio fratello"
 
"Ma ha detto una cosa! Quindi Bill per te é una cosa?"
 
"È l'UNICA cosa! Ma già, tu non capisci un tubo, sei un hobbit"
 
Bill mi passò un braccio dietro il collo, mi avvicinò a lui.
 
"Per avere una vacanza perfetta a me basta avere lei al mio fianco. Tutto é più bello con lei. Ovviamente anche il mio iPod viene con me"
 
"Quindi anche Nena? E quindi mi tradisci? Siamo solo ad un mese di relazione!"
 
"Ma cosa dici!"
 
"Per me la macchina fotografica è una cosa essenziale, così come il mio iPod. I Metallica mi danno la spinta per fare tutto"
 
"Il mio basso basta e avanza"
 
David, che era più nero di uno spazzacamino, fece segno alla ragazza che il suo tempo era finito. La ragazza ci salutò ed uscì.
 
"Amen! Finalmente finite"
 
Mi stirai le braccia e sbadigliai.
 
"Sempre le solite domande, che palle"
 
David prese in mano la sua agenda.
 
"Ora avete due ore di soundcheck."
 
"Dopo?"
 
"Dopo ovviamente è mezzogiorno ed avete pranzo"
 
"E dopo ci tocca andare a fare altre interviste"
 
"Esatto, Bill"
 
"Cheeeeee pppaaallleeeeee
 
Esclamai. David ci guardò storti.
 
"Che cazzo ha da guardare?"
 
"Chi?"
 
"David!"
 
Bill si guardò indietro, credo che lo fece per guardare David e quasi come un dispetto, mi baciò improvvisamente mentre ci guardava.
 
"Oddio"
 
Il nostro manager uscì dalla camera, sbattendo la porta.
 
"Si può sapere cosa ci trovi di divertente in fare incazzare David?"
 
"Voglio solo che si abitui all'idea"
 
"Farai lo stesso con la Mamma quindi?"
 
Rifletté.
 
"Lei ca-"
 
"Lei non capirà, non accetterà tutto questo!"
 
David bussò violentemente alla porta.
 
"FARETE TARDI AL SOUNDCHECK, PICCIONCINI!"
 
Lasciammo tutti e quattro l'hotel per andare nel nostro tour bus. Gustav, ovviamente, si rifugiò al piano di sopra con il suo iPod e le sue bacchette.
 
"E smettila!"
 
Diedi uno spintone a Bill, che non smetteva di guardare David con un aria di sfida.
 
"Ascoltami, se dopo voi due finite a picchiarvi, io non starò li a raccogliere le tue lacrime, intesi?"
 
"Non c'é bisogno che tu lo faccia"
 
"Bill, lui può farti scomparire in una frazione di secondo!"
 
"Non ho detto di voler lottare con lui!"
 
Sbuffai ed alzai le mani.
 
"Come vuoi..."
 
Ritornai a sedere sul sedile, in attesa che qualcuno iniziasse a parlare. David si allontanò da noi.
 
"Testa di cazzo"
 
Commentai sottovoce una volta che si allontanò.
 
"Noi siamo quattro deficienti, ma David ci supera!"
 
"TRE, Georg, tre."
 
Bill mi guardò dritta in faccia.
 
"Se solo tu sapessi quello che ha detto in una intervista qualche tempo fa, lo massacreresti"
 
"Uh? Cosa ha detto?"
 
Si alzò dal sedile e andò via senza rispondere alla mia domanda.
 
"Ma cazzo!"
 
Calciai il tavolino.
 
"Calma, sai com'è fatto Bill, non farà del male a David"
 
"Ed è meglio sia così! David è ricco sfondato, è meglio non fargli un torto"
 
"Cos-NAAAH! David non è il tipo-"
 
"Lo è, fidati, lo è"
 
Markus fermò il bus di fronte l'arena dopo una ventina di minuti.
 
"Come strillano però!"
 
Sicuramente le fan mi avevano arrecato qualche danno all'udito, erano molto...'pazze'
 
"Già! Sono le migliori!"
 
Georg salutò le fan da lontano, per un poco non saltavano dai cancelli.
 
"Vedi che sono tutti pazze per me?"
 
"L'importante è crederci"
 
I tecnici, con molta velocità, ci passarono i nostri strumenti che avevano appena finito di pulire.
 
"Avete trattato bene la mia piccolina?"
 
"Certo! Abbiamo montato le nuove corde e l'abbiamo ripulita!"
 
Era lucida quanto uno specchio, era bellissima. Montai la fascia, e dopo la indossai.
 
"Geoorch, sei pronto?"
 
"Si"
 
Aspettai che anche Bill e Gustav fossero pronti, dopo di che salimmo sul nostro palco, in quella grandissima arena.
 
"Porca troia"
 
Furono le uniche parole che mi uscirono di bocca nel vedere quanto grande era quel posto.
 
"Noi abbiamo fatto sold out qui?! Oddio!"
 
Bill si portò le mani sulla bocca, incredulo di tutto ciò che ci stava accadendo.
 
"Più grandi sono le arene, più ho paura di fallire"
 
"Smettila di essere negativo, Georg"
 
Ci pensò Gustav a smontare la negatività del nostro Hobbit personale.
 
"Che cosa fate li impalati?! Suonate, presto!"
 
David, come al solito, distrusse il nostro momento di 'felicità'
 
"Ma vaf-"
 
Bill mi tappò la bocca ma rimossi la sua mano. Scesi dal palco e mi avvicinai a David, che era voltato di spalle.
 
"Mi sono stufata"
 
David si voltò verso di me.
 
"E di cosa? Sentiamo"
 
"Di te e dei tuoi modi. Giostri la nostra vita, ci tratti come dei burattini!"
 
La sua unica risposta fu una risata.
 
"Ma cosa credete di essere? SIETE dei burattini, e venite trattati come tale"
 
Gli altri vennero al mio fianco, la situazione si stava mettendo male.
 
"Cos- Ti sbagli caro Jost, noi siamo dei musicisti! Noi ci siamo fidati di te, ora siamo dove volevamo ma non nel modo in cui volevamo"
 
"Potete sempre cambiare manager se volete, ammesso che qualcuno vi accetti dopo tutti questi scandali"
 
Si allontanò da noi.
 
"Vergognatevi"
 
Lo disse sottovoce ma lo sentii.
 
"VERGOGNATI TU, COGLIONE!"
 
Non si voltò, il messaggio lo ricevette però.
 
"Ora pensiamo al concerto dai, lascialo perdere"
 
Con le buone mi riportarono sul palco. Finalmente il soundcheck partì, finimmo in ritardo purtroppo, dato il litigio e altri problemini vari.
 
"Ho una fame da lupi"
 
Poggiò il microfono sull'asta e rimosse i suoi earphones.
 
"A chi lo dici!"
 
Passai la chitarra in mano ai tecnici e mi fiondai dritta nei backstages, alla mensa.
 
"HO FAME!"
 
Strillai. La cuoca rispose.
 
"Abbiamo fatto tante cose buone, non preoccuparti!"
 
"Hai fatto due colazioni ed hai ancora fame?!"
 
Mi sedetti sulla lunga panchina bianca, di fronte al tavolo. Gli altri mi raggiunsero dopo poco.
 
"Si, e non so neanche perché"
 
I camerieri portarono i piatti davanti a noi. Il primo era la pasta al forno, amo la cucina Italiana.
 
"Posso averne di più?"
 
Chiesi. Il cameriere prese il piatto e lo riportò con se in cucina.
 
"Oh dio, due porzioni di pasta al forno, esploderei!"
 
Esclamò Gustav
 
"Tu, io invece sto morendo di fame"
 
L'uomo ritornò col piatto, ovviamente più pieno.
 
"Grazie"
 
Presi in mano la forchetta, che era in mezzo a tante altre posate di cui non avevo mai capito l'utilità, iniziai a mangiare.
 
"Chi mi versa la Coca-Cola?"
 
Credo di aver viziato Bill un tantino troppo.
 
"Te la versi tu, viziato"
 
"Scusami se sono stato viziato"
 
Si avvicinò alla mia guancia sinistra.
 
"Non da me"
 
Alla fine della frase scoppiai a ridere perché non ero riuscita ad auto convincermi.
 
Sentii la vibrazione del mio cellulare sul tavolo.
 
"Scusate, mi allontano per rispondere"
 
Mi pulii la bocca con un tovagliolo e mi allontanai dalla mensa.
 
"Pronto?"
 
"Buongiorno, siamo dell'ospedale Sachsenhausen, volevamo parlare con la signorina Kaulitz"
 
"Sono io"
 
"La chiamiamo in merito dei risultati delle analisi del sangue di questa mattina"
 
"Si, ditemi"
 
Portai il bicchiere sulla bocca e bevettii un po di Coca-Cola.
 
"I valori inizialmente erano molto sballati, ma visto la descrizione dei suoi sintomi abbiamo fatto delle ulteriori ricerche nel campione di sangue"
 
"Del tipo?"
 
"Abbiamo ricercato l'ormone beta, ed è risultato positivo"
 
"Cosa vuol dire, scusi?"
 
"L'ormone beta si forma solo in gravidanza, quindi questo vuol dire che lei è incinta, congratulazioni"
 
"COS-!"
 
Sputai la Coca-Cola di bocca e saltai dalla sedia dove mi ero appena seduta. Chiusi la chiamata.
 
"È troppo presto!"
 
Mi portai una mano in fronte, sudavo fredda.
 
"Oddio mio..."
 
Presi un bel boccone d'aria e facendomi coraggio, rientrai nella mensa. Ritornai a sedere al mio posto, accanto a Bill.
 
"Chi era?"
 
Mi chiese proprio lui.
 
"L'ospedale"
 
"Perché hai quella faccia?! Cosa hanno detto?!"
 
Si alzò in piedi dalla preoccupazione.
 
"Georg, Gustav, mettetevi dietro di lui per favore"
 
"Perché?"
 
"FATELO E BASTA!"
 
David si avvicinò al tavolo per ascoltare, c'era un silenzio tombale, tutti mi stavano guardando. Mi schiarii la voce ma era lo stesso tremolante.
 
"M-mi hanno detto che..."
 
Inghiottii, la pressione si faceva sempre più alta.
 
"Che?"
 
Chiesero tutti in coro.
 
"Che sono...incinta"
 
Bill, come immaginavo, svenne.
 
"Oddio!"
 
Georg e Gustav lo afferrarono in tempo.
 
"Ecco perché vi ho detto di stargli dietro"
 
"DI CHI?!"
 
Mi domandò David mezzo incazzato e mezzo terrorizzato.
 
"Secondo te?!"
 
"Oh dio santo..."
 
Svenne anche lui.
 
"Ho fatto strike?"
 
Georg e Gustav erano già impegnati con Bill, quindi toccò ai tecnici aiutare David.
 
"Sveglia papino!"
 
Georg mollò un ceffone sul lato destro del viso di Bill.
 
"Ugh!..."
 
Aprì gli occhi, Georg si avvicinò a lui.
 
"Ti ricordi di noi?"
 
"Purtroppo si"
 
Bill si alzò lentamente dal pavimento, aiutato da noi altri.
 
"Quindi divento...padre?"
 
Si avvicinò a me, si massaggiava la guancia dove Georg aveva scaricato lo schiaffo.
 
"Uh-uh"
 
Mi sorrise, feci lo stesso.
 
"BIIIIILLL"
 
Era la voce di David, molto infuriata. Nessuno di noi ebbe il tempo di voltarsi a guardare, David caricò Bill con una testata, spazzandolo dall'altra parte della camera.
 
"ARGH! DAVID!"
 
Lo stavo per acciuffare per i capelli ma venni presa dagli altri uomini.
 
"Lo massacrerà! Lasciatemi andare!"
 
"No!"
 
Era terribile non poter fare niente per difenderlo. Il dolore che lui provava per ogni pugno che David gli sferrava, lo sentivo anche io, ma nel mio petto, nel cuore.
 
"SMETTILAAA!"
 
Era inutile che io provassi a ribellarmi, non mi lasciavano andare, e David non mi dava ascolto. I miei occhi si riempirono di lacrime.
 
"FERMATELI CAZZO, FERMATELIII!"
 
Forse gridare ad un muro era più produttivo. 
 
David afferrò Bill, che era ormai K.O, per la gola.
 
"Facevi tanto lo spavaldo e ora guardati, stai soffocando nella mia mano!"
 
Bill tentava di rispondere ma tutto ciò che riusciva ad emettere era uno stridulo.
 
"Ma non morirai così, non preoccuparti!"
 
Lo lanciò sul tavolo dove stavamo precedentemente mangiando. Tossì quando atterrò sul tavolo.
 
"Bill!"
 
Voltò lo sguardo verso di me, era davvero sfinito.
 
"Vai via di qui..."
 
Lo sentii a malapena, tutto ciò che era rimasto della sua forte vocalità era solo un filo di voce.
 
David si avvicinò a Bill, aveva un coltello in mano.
 
"Ho un patto!"
 
Puntò il dito verso tutti i presenti, ma il patto era tra me, Bill e lui.
 
"Se dite ai media che quelle foto e tutte quelle parole che avete detto erano false, e tu abortirai, allora non farò niente di male"
 
"M-mai.."
 
Disse Bill. Gustav mollò il mio braccio.
 
"Non lo farai!"
 
Gustav tentò di lanciarsi verso David, ma il nostro manager tirò fuori una pistola dai suoi pantaloni. Mirò il nostro batterista, che subito si fermò.
 
"Non ti conviene farlo"
 
"SE TI AZZARDI DI NUOVO A TOCCARE BILL, IO GIURO CHE..."
 
Strinsi i denti ed il pugno. David mi guardò.
 
"Non mi fai paura"
 
"Neanche la tua pistola mi fa paura!"
 
Mi scatenai dalla presa degli altri. Mi avvicinai passo dopo passo a David, fino a quando la canna della sua arma non toccò la mia fronte.
 
"Perché non lo fai? Uh?!"
 
La mano di David tremava tantissimo, anche io in realtà avevo paura, ma conoscete la mia prima ed unica regola. Morire pur di difenderlo.
 
"Levati di mezzo"
 
Mi disse. Scossi la testa.
 
"Perché dovrei? Sono io quella che ha il bambino dentro di se, sono io il problema. Bill è sempre stato il tuo "oggetto" di Marketing, perché ucciderlo? Uccidi me invece"
 
Aveva paura di premere il grilletto, ma lentamente lo stava facendo.
 
"Non dirmi che hai paura"
 
Gli dissi. Bill si rialzò dal tavolo, era senza forze e camminava lentamente, sembrava uno zombie. David non si era accorto di lui.
 
"Vuoi che faccia il conto all'indietro?"
 
Tremava e sudava sempre di più. Bill si armò di un estintore che trovò in cucina, era dietro di lui, pronto ad attaccarlo.
 
"Fai sogni d'oro!"
 
"Eh?"
 
Bill tirò l'estintore ma probabilmente vedeva doppio visto che gli colpì la spalla destra al posto della testa.
 
"Merda!"
 
L'uomo emettè un urlo di dolore e cadde a terra.
 
"ANDIAMO BILL! DOBBIAMO CORRERE!"
 
Lo acchiappai per maglietta, lui zoppicava, io correvo. 
 
"Dove s-cough! Dove sono Gustav e Georg?"
 
"Non lo so, ma credo che se la siano data a gambe anche loro!"
 
Due guardie erano di fronte l'uscita. Ricevettero una comunicazione nelle proprie radio.
 
"Se vedete i due Gemelli correre, aprite il fuoco!"
 
"Non siamo autorizzati ad usare le nostre ar-"
 
"FATELO E BASTA!"
 
La radio emettè una scossa come segnò la fine della trasmissione.
 
"Sono li!"
 
Esclamò una delle guardie. Ci puntarono entrambi le armi.
 
"FERMI O SPARIAMO!"
 
Continuammo a correre, non curanti dei loro avvisi. Loro aprirono il fuoco, come ordinato da David.
 
"Oh cazzo!"
 
I proiettili ci schivavano, uno mi sfiorò la maglietta. Trovammo riparo sotto le fondamenta del nostro palco. Le guardie ci stavano cercando.
 
"Stai bene?"
 
Che domanda stupida che gli feci.
 
"Credo -cough- di essere stato colpito.."
 
Mi mostrò la gamba, era solo una minima ferita di striscio.
 
"Non ti ha bucato, per fortuna"
 
Perdeva sangue dal naso, dalle labbra e dalla testa, in più aveva già dei lividi sulla faccia.
 
"Shhh, fai silenzio..."
 
Le due guardie erano proprio sopra di noi, sentivo i loro passi. Portai una mano sulla bocca di Bill, che si lamentava per il dolore della gamba.
 
"Signor Jost, gli abbiamo persi"
 
"RAZZA DI INCAPACI! IO VI LICENZIO IN TRONCO! VENITE SUBITO A PARLARMI NELLA MENSA, MUOVETEVI!"
 
Scattarono verso la mensa, lasciandoci soli.
 
"Forse..è meglio se mi lasci andare da David"
 
"Ma cosa stai dicendo?!"
 
Presi il suo viso nelle mie mani, lui portò le sue sulla mia pancia.
 
"Promettimi che...qualsiasi cosa mi succeda, tu...porterai avanti la gravidanza"
 
I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime.
 
"E non piangere...non sto andando in guerra, ci rivedremo.."
 
Poggiò il suo viso sul mio.
 
"Io distrarrò le guardie, tu scappa, vai a casa di Andreas..."
 
"Ma ora vive a Berlino!"
 
"Non importa, David conosce i nostri indirizzi!"
 
Bagnai la sua guancia con una delle mie lacrime.
 
"Hey...te l'ho detto che ritorno.."
 
Mi baciò in fronte.
 
"Ora vai"
 
"No"
 
"Vai ho detto"
 
"NO"
 
"VA-"
 
Lo baciai, ma quel baciò durò più a lungo degli altri, non sapevo se quel bacio fosse l'ultimo e ci tenevo a farlo durare il più lungo possibile.
 
"...vai, devi andare!"
 
Si alzò in piedi barcollando.
 
"Non sei in grado di-"
 
"Se vuoi davvero bene al bambino, allora adesso saresti già fuori di qui!"
 
"Io voglio che il bambino abbia un padre!"
 
Mi abbracciò.
 
"Ti prometto che ritornerò"
 
Baciò velocemente la mia guancia sinistra, si sciolse dall'abbraccio.
 
"Non interrompermi ora"
 
Contro la mia volontà, lo lasciai andare. Dovetti aspettare che le guardie lo catturassero per fuggire.
 
"Oh mio dio..."
 
Mi tappai la bocca, non appena lo vidi chiamare l'attenzione delle guardie, scoppiai a piangere come mai avevo fatto.
 
"HEEEYY! SONO QUI!"
 
Le guardie non ci pensarono due volte a catturarlo, non appena lo portarono via, io scappai verso l'uscita dell'arena, piangendo a dirotto.
 
"Hey tomi!"
 
Georg frenò l'auto proprio di fronte a me.
 
"Sali su!"
 
Salii nell'auto. Anche Gustav era li.
 
"Dove vuoi andare?"
 
"A Berlino, a casa di Andreas"
 
Impostò il suo TomTom. 
 
"È la prima volta che ti vedo piangere"
 
"Fate silenzio!"
 
Nessuno sentiva il mio dolore in quel momento, nessuno aveva il diritto di parlare o di giudicare.
 
-BILL'S POV-
 
"Preso!"
 
Quattro uomini mi catturarono, con la forza mi ammanettarono e mi portarono di fronte un'auto che non conoscevo.
 
"È il momento di fare due chiacchiere, in privato però!"
 
David ordinò alle guardie di inserirmi dentro la sua auto, mi 'gettarono' all'interno. Anche David entrò dopo poco.
 
"Risparmia il fiato per ora, ti servirà molto dopo!"
 
Accese il motore dell'auto e si mise in cammino, non so per dove.
 
"Dove mi stai portando?"
 
Non mi rispose. Calciai il suo sedile.
 
"Ti conviene risparmiare anche la forza, Bill..."
 
Lo lasciai perdere. Guardando fuori dal finestrino mi accorsi che avevamo lasciato la zona dell'arena, eravamo in un stradina di campagna.
 
"Attento, ti si sporca l'auto!"
 
Mi rispose con altrettanta acidità.
 
"Preferisco il fango che il sangue di un coglione incestuoso"
 
Fermò l'auto di fronte una cosa simile ad un garage.
 
"Muovi quelle gambe, cretino!"
 
Dopo essere uscito dall'auto, aprì il mio sportello e mi tirò fuori, facendomi cadere con la faccia sul fango.
 
"Mi scusi Principessa!"
 
Mi afferrò per capelli e mi trascinò dentro il garage. Mi fece sedere su una sedia.
 
"Se solo provi a muoverti, ti faccio secco"
 
Prese dei lunghi cavi e una chiave inglese dal suo cassetto degli attrezzi. Attorcigliò i cavi attorno a me ed alla sedia.
 
"Bene, bene, bene..."
 
Camminava avanti e indietro battendo la chiave inglese sull'altra mano.
 
"Sei già conciato male, non ti conviene mentirmi"
 
Si fermò di fronte a me.
 
"Non voglio farti del male, hai del talento, non sprecarlo..."
 
Passò la fredda chiave inglese sulla mia guancia.
 
"Io voglio solo che nessuno parli male di voi nel vostro momento di gloria, un incesto è vergognoso, sai?"
 
"Fottiti"
 
Pensai che mi colpisse, invece non lo fece.
 
"Rimangiate tutte le vostre parole, fai abortire Tomja e niente accadrà"
 
"Mai"
 
Guardai verso il basso. David si innervosì.
 
"Non devi farmi questo..."
 
Mi sferrò la chiave inglese in faccia.
 
"Dopo tutto ciò che IO ho fatto per VOI!"
 
Mi colpì un altra volta.
 
"VI HO RESI FAMOSI, ERAVATE SOLO QUATTRO MOCCIOSI CON DEGLI STRUMENTI SCHIFOSI E UN MISERABILE CD!"
 
Lasciò partire un altro colpo. Questa volta schizzò via del sangue.
 
"Non mi merito tutto questo, e tu lo sai Bill...sei l'unico ragazzo intelligente nella band.."
 
Si allontanò da me.
 
"Hai solo sedici anni, perché rovinarti con un bambino? E poi...perché proprio tua sorella? Posso farti avere le migliori donne della terra, e non solo una"
 
Strinsi i denti dalla rabbia.
 
"Tienile per te"
 
"Oh...perché non vuoi capire, eh?"
 
Notò la ferita sulla mia gamba.
 
"Mi tocca usare le brutte maniere allora..."
 
Portò la chiave inglese sulla ferita, urlai dal dolore.
 
"Dimmi dov'è Tomja"
 
"Neanche mort-AAAHHH"
 
Fece più pressione sulla ferita.
 
"Dimmelo!"
 
Non risposi. David lasciò cadere la chiave inglese dalle sue mani, prese delle grandi pinze.
 
"Non parli?"
 
Strinse la parte ferita della gamba dentro la pinza, e strinse.
 
"Posso farti soffrire di più, ti conviene dirmelo!"
 
Più faceva pressione, più forti si facevano le mie urla, ma niente di tutto questo mi fece parlare.
 
"Va bene, come vuoi!"
 
Con un altro attrezzo bloccò la pinza, così che rimanesse a fare pressione sulla mia gamba senza che David la mantenesse. Si rimboccò le maniche e mi picchiò a sangue con la chiave inglese e avvolte anche con pugni e uppercuts. 
 
Un'ora dopo David era ancora a picchiarmi, tentando di cavare fuori la risposta, tutto ciò che ottenne erano schizzi di sangue in faccia.
 
"Fanculo Bill, fanculo!"
 
Finì di picchiarmi finalmente, ero ricoperto di sangue, non capivo più niente oramai. Il mio telefonino squillò ma era David a tenerlo in mano.
 
"Vediamo chi ti chiama!"
 
Guardò lo schermo.
 
"Andreas...aspetta...LEI È LI, É ANDATA LI!"
 
Lasciò cadere il telefonino a terra, corse verso la sua auto, era diretto a Berlino.
 
Caddi a terra, privo di sensi.
 
-TOMJA'S POV-
 
"Ti risponde?!"
 
Io, Georg e Gustav eravamo appena arrivati a casa di Andreas. Cercammo di contattare Bill ma non rispondeva.
 
"No"
 
Ebbi un maledetto giramento di testa.
 
"Woah! Attenta"
 
Gustav mi afferrò in tempo, e mi poggiò sul divano.
 
"E se gli è successo qualcosa?! Oddio, non me lo perdonerei mai, MAI!"
 
"Stai tranqui-"
 
"STAI TRANQUILLA UN CAZZO! COME FACCIO A STARE TRANQUILLA SAPENDO CHE BILL È NELLE MANI DI QUELLO PSICOPATICO?!"
 
Mi sdraiai sul salotto, mi sentivo quasi svenire.
 
"Non ho idee ragazzi...."
 
"Neanche noi"
 
"Wörlitz comunque è a pochi minuti da qui"
 
"Si, ci abbiamo messo quasi un'ora perché c'era un incidente, si era bloccato tutto"
 
"SI MA NON CREDO SIANO RIMASTI ALL'ARENA!"
 
"Tomja, cercheresti di non strillare?"
 
"Scusami se mio fratello, fidanzato, futuro padre del mio bambino, sta rischiando la vita!"
 
Gustav ebbe un intuizione.
 
"E se...David avesse preso il cellulare di Bill e dopo aver visto la chiamata, stesse venendo qui?"
 
"Oh!"
 
Mi portai una mano sugli occhi.
 
"Non preoccupatevi, ho un fucile a canne mozze!"
 
Andreas aprì un cassetto, mostrando l'arma.
 
"Se si presenta, gli facciamo una bella sorpresina!"
 
Qualcuno suonò al campanello.
 
"Chi va ad aprire?"
 
Chiesi.
 
"Vado io, Andreas, dammi il fucile"
 
Georg prese il fucile in mano, si avvicinò alla porta.
 
"Chi è?"
 
Nessuno rispose.
 
"Nascondetevi!"
 
Disse sottovoce. Dopo alcuni secondi aprì la porta.
 
"Oh David, che bella sorpresa!"
 
David puntò la pistola su Georg ma Moritz ricambiò alzando il fucile.
 
"Fine dei giochi, boss"
 
Spazzò via per aria la calibro .45 di David.
 
"Dov'è Bill?"
 
"Non so se c'è ancora"
 
"In che senso?"
 
"Gli ho fatto tanto, tanto male, non so se sia ancora vivo"
 
Georg sbatté David sul muro e gli puntò sul fucile sotto il mento. L'uomo alzò le mani, iniziò a tremare.
 
"DIMMI DOV'È BILL"
 
"V-v-vi accompagno io"
 
Georg spinse David fuori dalla casa, Gustav lo seguì, Andreas mi bloccò.
 
"Che cazzo fai?!"
 
"Resta qui, è pericoloso per te"
 
"LASCIAMI"
 
"QUEL PAZZO VUOLE CHE TU ABORTISCA, NON CI VUOLE NIENTE PER FARE UN INCIDENTE!"
 
Spinsi Andreas all'indietro.
 
"Amen, di figli se ne possono fare in quantità, di ragazzi come Bill ,invece, se ne trovano pochi"
Entrai nell'auto di David con gli altri. Georg sparò dietro al sedile di David e all'interno del foro ci fece passare il fucile.
 
"Così non fai stronzate"
 
David si mise alla guida della sua auto. Vidi la quantità di sangue sui sedili posteriori, dove ero seduta.
 
"COSA GLI HAI FATTO, STRONZO!"
 
Scalciai il suo sedile a tutta forza, venni fermata da Gustav.
 
"Ci sta portando da lui, stai calma!"
 
"Arriviamo tra pochissimo"
 
In effetti dopo dieci minuti arrivammo di fronte un Garage. David scese dall'auto, Georg era dietro di lui, sempre con il fucile puntato.
 
"Alza la saracinesca"
 
David fece come detto. Quando notai Bill per terra dentro una pozza di sangue, non vidi più niente.
 
"DAAAAVEEEE"
 
Lo afferrai dalle spalle, lo feci cadere per terra, tirai di mano a Georg il suo fucile, e con il calcio dell'arma lo colpii ripetutamente in faccia, con molta forza.
 
"MUORI, MUORIIIIII"
 
Gli avevo rotto il naso, le labbra, la testa, ma non mi bastava. Continuai a massacrarlo fino a quando non vidi anche lui dentro una pozza di sangue.
 
"HNNG!"
 
Georg mi fermò.
 
"Basta! È abbastanza ora! Vai a vedere le condizioni di Bill piuttosto"
 
Riprese il fucile in mano. Io corsi per avvicinarmi a Bill, mi inginocchiai accanto a lui, controllai il battito cardiaco, era ancora forte, era semplicemente svenuto.
 
"Cosa ti ha fatto..."
 
Il suo viso era ricoperto di sangue, non lo riconoscevo.
 
"Sveglia Bill!"
 
Lo schiaffeggiai leggermente fino a quando non riprese conoscenza.
 
"Hey cucciolo.."
 
Gli passai una mano sulla sua guancia.
 
"Atten-cough-David.."
 
"È tutto okey, tranquillo"
 
"-cough- vuole farti del..male"
 
"Shhh, non sforzarti"
 
Georg chiamò la polizia, Gustav invece stese nuovamente per terra David, che stava tentando di attaccarci di nuovo.
 
"Abbiamo chiamato la polizia ora, non devi più preoccuparti di lui"
 
Lo slegai ma lo feci restare sul pavimento fino a quando due auto della polizia arrivarono sul posto.
 
David fu ammanettato e portato di corsa al commissariato. Noi quattro entrammo nell'altra volante.
 
"Andiamo all'ospedale?"
 
"-cough- NO! Mai!"
 
"Ne hai bisogno Bill"
 
"NO"
 
"Okey, come vuoi"
 
I poliziotti, nel frattempo, non ci capirono niente.
 
"Quindi, dove vi portiamo?"
 
Mi voltai verso il resto della band.
 
"Beh, io direi di ritornare a Wörlitz, i nostri fan ci aspettano"
 
"Io ci sto!"
 
Esclamò Georg.
 
"Ovvio!"
 
Aggiunse Gustav.
 
"Anche io -cough- "
 
I poliziotti fecero come richiesto. Ci accompagnarono a Wörlitz.
 
Ci lasciarono di fronte l'hotel.
 
"Mi raccomando ragazzino, vai all'ospedale!"
 
La pattuglia andò via.
 
"Ugh, manco morto"
 
Lo trascinai con me nella mia camera, non avevo la chiave della sua stanza. Lo portai prima di tutto in bagno, per lavargli la faccia che era piena di sangue, dopo lo stesi sul mio letto.
 
"Stai qui, ti medico io"
 
Entrai in bagno per prendere la cassetta del pronto soccorso, tutti i clienti dell'hotel ne avevano una.
 
"Sai che brucerà, non fare il bambino"
 
Versai il disinfettante su un pezzettino di ovatta. Passai l'ovatta ai bordi delle varie ferite.
 
"Faccio male?"
 
"È sopportabile"
 
"Dopo tutti quei tatuaggi e piercings, una medicazione non dovrebbe farti male"
 
Risi. Imbottii un nuovo pezzetto di ovatta con il disinfettante.
 
"Sai perché non sono voluto andare all'ospedale?"
 
"Perché?"
 
Alla fine non ero molto concentrata sulle cose che diceva, ero più impegnata a medicarlo.
 
"Perché volevo essere medicato da te"
 
"Oh, morirai sicuro allora"
 
Lo baciai a stampo.
 
"Ora stai fermo, ti metto i cerotti"
 
"Coccolamiiii!"
 
"No!"
 
Applicai uno o due cerotti prima che mi sbattesse sul letto accanto a lui.
 
"Sono sicuro che sarai una brava madre" 
 
Sospirai dopo quella affermazione.
 
"Sei sicuro di.."
 
"Di?"
 
"Voler questo bambino?"
 
"Che domanda è mai questa?!"
 
"Ho paura che un giorno amerai un altra, e io non voglio farlo soffrire!"
 
Mi guardò stupito con un sorriso dipinto in faccia.
 
"Si, hai ragione, amerò un'altra! Avrà dieci anni e ti chiamerà 'Mamma' "
 
Ripresi a sorridere.
 
"Smettila di fare lo sdolcinato"
 
"Ma è vero!"
 
"Dai che devo finire di medicarti!"
 
"Sto bene!"
 
Mi catturò nuovamente, mi sbatté sul letto toccandomi i fianchi e solleticandomi lo stomaco.
 
"SMETTILA!"
 
"Quando sarò incapace di intendere e di volere"
 
Da una semplice medicazione passammo ad una guerra di solletico e medicinali usati nel modo sbagliato.
 
Sorridevo, ero felice, ma il mio dubbio era sempre lo stesso; Eravamo in grado di crescere un bambino?
 

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Capitolo 12
*** La scelta. ***


"Grazie mille!"
 
Bill si chinò di fronte ai 50.000 fans presenti nell'arena quella notte.
 
Bevette un sorso d'acqua prima di riprendere a parlare.
 
"Prima di suonare l'ultima canzone della nostra scaletta, vorrei parlare a tutti voi"
 
Si sedette sul bordo del palco e mi fece segno di sedermi accanto a lui. I riflettori vennero puntati su noi due. Il pubblico si silenziò.
 
"Come ben sapete, è stato un periodo molto difficile per noi quattro, ma voi siete sempre rimasti al nostro fianco, siete incredibili!"
 
Lasciò urlare i fan per qualche lungo secondo.
 
"Molte celebrità pagherebbero oro per avere un rapporto con i fans come il nostro, davvero!"
 
Si fermò un attimo per pensare.
 
"Per questo noi vogliamo sempre essere sinceri con voi. Credo che abbiate già saputo dell'accaduto di ieri, vero?"
 
Puntò il microfono verso i fan. L'intera arena rispose di si.
 
"Sicuramente David ha deciso di nascondervi le VERE ragioni. David mi ha ridotto così.."
 
Si puntò i segni che aveva in faccia.
 
"Solo perché ieri, la ragazza che amo, mi ha comunicato una delle più belle notizie della vita."
 
Bill sorrise. Io arrossii per via delle sue dolci parole.
 
"Io e Tomi...aspettiamo un bambino"
 
Tappai le orecchie perché quelle urla avevano sicuramente rotto la barriera del suono. Non so se erano urla di gioia o di disperazione comunque.
 
"Grazie, grazie di tutto!"
 
I suoi occhi divennero lucidi, e credo che quelle gocce che stavano scendendo lentamente su tutto il suo viso, non fossero gocce di sudore. 
 
Nessuno era capace di sentire niente, nemmeno la propria voce. Gli accarezzai la mano.
 
"Ti amo!"
 
Urlò nel microfono. 
 
"Oh dio..."
 
Arrossii nuovamente. Distolsi lo sguardo dal suo per guardare in terra, ero così tanto imbarazzata.
 
"Sei la miglior cosa che mi sia capitata nella vita"
 
Mi alzò la testa con entrambe le sue mani, e mi baciò. 
Si, mi baciò di fronte 50.000 persone dopo aver urlato una dichiarazione d'amore, che risuonò in tutta l'arena. 
 
"Sapete perché ho deciso di mettere 'Unendlichkeit' in ultima posizione nella scaletta di stasera?"
 
Lasciò rispondere ai fan, ma nessuno ci azzeccò.
 
"Ci siete andati vicini, ma non tanto. Ho scelto di eseguire 'Unendlichkeit' proprio dopo questo discorso perché questa canzone l'ho scritta tre anni fa, in una calda notte estiva"
 
Puntò prima me e poi lui.
 
"L'ho scritta pensando a quelle notti in cui nessuno di noi due dormiva. Ci affacciavamo alla finestra solo per guardare la Luna, magari esprimendo un desiderio" 
 
Si alzò in piedi assieme a me.
 
"L'ho scritta perché, qualsiasi cosa accada, noi saremo sempre uniti. Proprio come alla nascita"
 
Le luci si offuscarono.
 
"L'ho scritta perché noi, siamo l'infinità"
 
Georg suonò le prime strofe della canzone, poi Gustav, e poi io.
Quei 2:27 minuti furono i più lunghi della mia vita. Non so perché.
 
"Grazie!"
 
Cercai di farmi sentire dalle fan, ma urlavano troppo. Era inutile.
 
Noi quattro ci 'incatenammo' in un forte abbraccio, e ci chinammo di fronte al nostro pubblico. Quello era il nostro ultimo concerto della prima parte dello Schrei Tour
 
"Ci rivediamo tra due mesi!"
 
Urlammo tutti quanti in coro dentro il microfono di Bill.
 
Scendemmo giù dal palco con dei grandi sorrisi dipinti sulle nostre facce.
 
Sapete perché eravamo felici e meno tesi? Perché David non c'era nei backstages. 
Non era li a metterci ansia col programma per il giorno successivo. 
Non era li a sottolineare i piccoli errori che avevamo fatto in concerto.
Non era li a giudicarci.
Non era li per fermarci.
 
"Woooah! È stato grandioso! Bravi!"
 
Il nostro nuovo manager, Benjmin Ebel, era molto diverso da David. Era molto più scherzoso, e sopratutto, a lui non importava della nostra vita privata.
 
Ci passò degli asciugamani e delle bottigliette di Powerade.
 
"Così domani partite, eh?!
 
Si riferì a me e Bill.
 
"Finalmente una pausa"
 
"Hawaii!"
 
"Che due culosi"
 
Georg si riferì a noi.
 
"Lo so che ti mancherò, tesoro!"
 
Benjamin passò il braccio dietro il collo di Bill.
 
"Dobbiamo parlare noi due. Non preoccuparti Tomja, te lo riporto indietro!"
 
"Ti conviene! Ahahah"
 
Si allontanarono insieme.
 
Gustav si poggiò su una mia spalla, quindi mi ricordai di massaggiargli il piede che usava per il pedale.
 
-BILL'S POV-
 
Benjamin mi portò lontano dal resto del gruppo e dei tecnici. Il motivo però, mi era sconosciuto.
 
"Quel discorso è stato veramente bello"
 
Passai l'asciugamano, che avevo attorno al collo, sul mio viso per asciugare il sudore che stava ancora scendendo giù a goccie.
 
"Grazie"
 
Benjamin si sedette accanto a me.
 
"Solitamente gli uomini, per fare discorsi del genere, se li studiano giorni prima!...ma dentro i tuoi occhi ho notato che era tutto vero, niente era preparato."
 
Sorridetti compiaciuto dai complimenti che Benjamin mi stava facendo.
 
"Ho intravisto una...una strana luce nei tuoi occhi, e  no, non era quella dei riflettori. Era quella luce che si ha negli occhi solo quando si ama realmente, e da li ho capito quanto la ami"
 
"Da impazzire"
 
Mi sentivo...strano. Era come fare una discussione tra padre e figlio. Cosa che non era mai successa con David.
 
"Lo so!"
 
Mi diede delle pacche dietro la schiena.
 
"Ora stai per diventare Padre. Sei pronto per questo?"
 
Fui traballante.
 
"Si e no. Ho...paura, ma allo stesso tempo sento di amare quel bambino già da adesso. Sono sicuro di volerlo"
 
Benjamin si avvicinò a me, guardandomi dritto negli occhi.
 
"Sei un ragazzo in gamba. Hai solo sedici anni ma sei già maturo, ed è appunto per questo che da te mi aspetto il meglio. Credo che non lo farai, ma se fai soffrire Tomja, io ti spezzo le ossa una ad una. Intesi?"
 
Che sollievo. Pensavo che se ne stesse uscendo con qualche strano discorso.
 
"No, non accadrà mai. Sono sicuro che se ci sarà qualcuno che soffrirà nella nostra relazione, quello sono io"
 
"Perché?"
 
"Perché rischia sempre tanto per me e per gli altri. Ho paura che la morte la porti via con sé prima del dovuto"
 
Ci pensavo sempre. Pensavo sempre alla mia reazione di fronte ad una cosa del genere.
 
"Per ora sta bene però!"
 
"Lei è come una spugna. Assorbe tutto senza che nessun'altro se ne accorga. In questo momento la vedi sorridere, ma non sai se quel sorriso, è un vero sorriso"
 
Benjamin abbassò lo sguardo. Lo avevo attristato.
 
"Scusa se ti ho attristato"
 
Mi fece segno che era tutto okey.
 
"Ti sei mai chiesto per quale motivo io sia single?"
 
Perché dovrei?
 
"N-non hai trovato la donna giusta?"
 
Scosse la testa.
 
"Desidero tanto fosse così"
 
Alzò lo sguardo.
 
"Mi sposai dieci anni fa. Quel giorno fu il migliore della mia vita. Mi ero sposato con la donna perfetta, o almeno, per me."
 
"Davvero?! E cosa è successo?"
 
"Eravamo una coppia felice, molto felice. Lei aveva lo stesso carattere di tua sorella. Era disposta a dare la sua vita per me"
 
Prese fiato.
 
"Un giorno eravamo vicino ad un lago, non ricordo il nome, ma ricordo che era a Nürburg. Il lago era ghiacciato, ma lei amava i rischi. Voleva pattinarci sopra. Ovviamente io rifiutai, ma lei insisteva e litigammo a causa di questo. Lei rimase vicino al lago, io andai a fare un giro con l'auto per calmarmi"
 
"Litigare per un lago? Teste dure, vedo!"
 
"Si, hai ragione"
 
Sorridette. Riprese il discorso.
 
"Mi calmai dopo un paio di ore, quindi ritornai al lago. Ma fu troppo tardi"
 
"Troppo tardi? Per cosa?"
 
"Era andata sul ghiaccio. Era instabile e si ruppe sotto i suoi piedi, ed il lago era abbastanza profondo. Morì assiderata prima del mio arrivo"
 
Mi bloccai nel sentire le ultime frasi.
 
"...."
 
"Ed è per questo che ti capisco, capisco la tua paura. Quando lei ti urlerà di andare via, tu non farlo. Non farlo mai."
 
Si alzò dalla sedia ed andò via dopo avermi scombinato i capelli con la sua mano.
 
E se tutta quella storia accadesse a me un giorno? 
 
-TOMJA'S POV-
 
"Nghhhh!"
 
Girai il piede di Gustav con tutta la mia forza, cercando di non spezzargli la Caviglia.
 
"Non vedo l'ora di ritornare in Hotel per farmi la doccia"
 
Affermai. Bill ritornò nel nostro camerino.
 
"Uff..."
 
Gustav mi fece segno lasciar andare il piede.
 
"Grazie Tomi"
 
"Figurati!"
 
Mi avvicinai a Bill. Era piuttosto strano. Era troppo silenzioso.
 
"Di cosa avete parlato?
 
"Cose da uomini"
 
Trattenni la risata, ma Bill mi notò.
 
"Cosa c'è da ridere?"
 
"Scusa, ma fa sempre un certo effetto sentire 'cose da uomini' detto da te"
 
"Perché? Io sono un uomo!"
 
"....mezzo..."
 
Sussurrai.
 
"Eh?"
 
"Nono, niente!"
 
Benjamin spalancò la porta della stanza.
 
"Dovete lasciare l'arena"
 
"È già arrivato il Bus?"
 
"Ovvio che si! Non vi lascerei mai in preda a delle fan scatenate!"
 
Abbandonammo a fatica l'arena. Le uscite erano ostruite da tutti quei blocchetti di fans che ci aspettavano. Alcune ci strattonavano per maglietta, pelle o addirittura capelli.
 
"Si ragazze...Si, anche io vi amo, si.....E LASCIATEMI PASSARE, CAZZO!!"
 
Mi toccò aprirmi la strada con la forza. Va bene che lo facevano per affetto, ma così era troppo!
 
"Vedi perché è meglio vestire stretto?"
 
"Fottiti"
 
Montai direttamente sul bus, senza rimanere fuori a prendere una boccata d'aria con gli altri.
 
Dopo una decina di minuti, gettarono via i mozziconi e salirono sul bus. Benjamin era dietro di loro.
 
"Qualcuno ha delle novità su David?"
 
Domandò Benjamin, una volta preso posto sul bus.
 
"Non mi interessa niente di lui"
 
"Va beh, era giusto per curiosità"
 
Portai nuovamente le cuffie sulle orecchie e chiusi gli occhi, addormentandomi sulle note di 'I Don't Wanna Miss A Thing" degli Aerosmith, che avevo messo su Repeat.
 
Comunque, credo che Benjamin ricevette la risposta alla sua domanda quando arrivammo all'hotel.
 
-BILL'S POV-
 
"Sono peggio di un novantenne"
 
Mi alzai dal sedile una volta che il bus si fermò di fronte al nuovo Hotel.
 
"Tomi- Oh..."
 
Si era addormentata. Volevo svegliarla, ma era troppo dolce mentre dormiva. Sembrava così tanto fragile.
 
"Va beh, ho capito"
 
La presi tra le mie braccia. Non pesava molto, anche se sembrava il contrario per via dei suoi vestiti.
 
Una volta sceso dal bus, sentii una donna chiamarmi.
 
"HEY! TU!"
 
"Uh?"
 
Mi voltai alle mie spalle. La donna, assieme ad una ragazzina, si avvicinò minacciosamente a me.
 
"...voi siete?"
 
"CHI SIAMO?! IO SONO LA MOGLIE DI DAVID E LEI È NOSTRA FIGLIA!"
 
"E...quindi?"
 
La donna mi toccò in petto col suo indice.
 
"VOI DUE AVETE MANDATO DAVID IN GALERA PER SEI MESI!"
 
"Quando suo marito impara a non picchiare la gente con degli attrezzi meccanici, non credo andrà al fresco"
 
Mi voltai in avanti, tentai di salire le scale dell'hotel ma la signora mi bloccò di nuovo.
 
"HAI PAURA CHE IO DICA LA VERITÀ?!"
 
"La verità è che io ho sonno e vorrei andare a dormire"
 
"LA VERITÀ È CHE AVETE INVENTATO TUTTA QUESTA STORIA! QUEI SEGNI SONO FALSI!"
 
"COS-"
 
"BUGIARDI!"
 
Ci urlò la ragazzina.
 
Mi schiarii la voce. Portai Tomja all'interno dell'hotel e la poggiai sul piccolo sofà nella hall. Ritornai di fronte alla signora.
 
"Ascoltate, duo di schizofreniche. Il vostro caro David ha tentato di ucciderci, poi ha cercato di fare abortire mia sorella, e dopo, come se non bastasse, mi ha sequestrato e mi ha portato in un posto di cui nemmeno sapevo l'esistenza!"
 
La mia voce riecheggiò in tutta la Hall.
 
"Ci terrei a farvi sapere che non sono un ragazzo violento, e riesco sempre a sistemare i problemi rimanendo con le mani in tasca. Non mi arrabbio facilmente, capita solo un paio di volte nell'arco dell'anno, e quando accade, faccio dei danni piuttosto seri. Andate via prima che io perda il controllo"
 
Chiamai con un gesto le nostre guardie del corpo. Le due vennero portate fuori a forza.
 
"NON FINISCE QUI!"
 
Urlò in lontananza.
 
"A non rivederci!"
 
Mi sorpresi nel vedere che, nonostante gli urli, Tomja non si fosse svegliata.
 
"Dormigliona"
 
Non importava. La presi nuovamente in braccio con piacere.
 
Entrai in ascensore. Mentre le porte stavano per chiudersi, Benjamin le bloccò.
 
"Woah! scusa, ho fatto tardi!"
 
Gli feci spazio. Benjamin premette il terzo bottone della tastiera.
 
"Hai avuto una bella discussione lì giù"
 
Esclamò Benjamin.
 
"Hai assistito alla scena?"
 
"Si. Come possono dire che è tutto inventato?!"
 
"Sono semplicemente pazze"
 
Una volta arrivati al piano, Benjamin mi consegnò le chiavi della camera.
 
"Camera matrimoniale?"
 
Chiesi.
 
"Si! Ormai la vostra relazione è pubblica, perché dividervi?! Buonanotte Bill!"
 
Benjamin stava per entrare nella sua camera ma lo chiamai prima che lo facesse.
 
"Uhm ehm...Benjamin, potresti aprirmi la porta? Sai, con una persona in braccio non è semplice"
 
"Ah diamine, scusami! Hai ragione"
 
Prese la chiave dalle mie mani ed aprì la porta della camera.
 
"Lascia le chiavi sul comodino!"
 
La camera era una suite. 
 
"Wow! una suite!"
 
Lasciai Tomja sul letto prima di esplorare la camera.
 
"Tieni, ti ho lasciato le chiavi qui!"
 
Benjamin uscì dalla camera e chiuse la porta.
 
Quel letto era cinque volte più grande di quello che ci ritrovavamo a casa. C'era una enorme tv a schermo piatto appesa al muro con sotto una console, e per fortuna c'erano due bagni.
 
"Alla fine Benjamin non ha avuto una brutta idea!"
 
Curioso come sono, sbirciai anche in entrambi i bagni.
 
"Uuuh, c'è la vasca ad idromassaggio! Ah già...i vestiti"
 
Siccome stava dormendo, e conoscendola, non si sarebbe svegliata presto. Toccò a me rimuoverle i suoi vestiti sudati.
 
Mi sedetti sul bordo del letto, di fianco a lei.
 
La prima cosa che gli rimossi furono le cuffie ovviamente. 
Stava ascoltando 'I Don't Wanna Miss A Thing' degli Aerosmith. Che strano, lei ODIAVA le canzoni romantiche.
 
"Fammi vedere un po.."
 
Le tolsi dalle mani il suo iPod nuovo di zecca. Aveva messo in riproduzione una Playlist di canzoni 'sdolcinate' e la playlist portava il mio nome.
 
"Oh..."
 
Mi emozionavo ogni volta che lei mi dedicava qualcosa, anche una minima cosa. Le canzoni nella playlist erano stupende, e lei le aveva dedicate tutte a me. 
 
Lo spensi, e posai l'iPod sul comodino. 
 
"Ritorniamo a noi!"
 
Le rimossi il New Era ed il berrettino che portava sotto per mantenere fermi i dreads. Dopo di che passai alla maglietta. I jeans glieli lasciai addosso, l'avrei svegliata nel rimuoverli.
 
"Finito!"
 
Lanciai le sue scarpe, che avevo appena rimosso, altrove.
 
"Ora posso andare a lavarmi!"
 
Mi alzai dal letto. Rimuovevo i vestiti passo per passo, lanciandoli per aria.
 
Aprii il rubinetto della vasca. Mi sedetti sul bordo mentre aspettavo che si riempisse.
 
<< Chissà se è davvero felice con me >>
 
La vasca si riempii dopo un paio di minuti. Mi tuffai all'interno, portando con me i miei pensieri.
 
Dieci minuti dopo sentii un urlo provenire dalla camera.
 
"Uh?!"
 
Uscii immediatamente dalla vasca. Mi misi addosso l'accappatoio che era appeso accanto alla vasca. Mi andava corto, ma va beh.
 
Mi sedetti accanto a lei. Continuava a urlare e piangere nel suo incubo, purtroppo le sue parole erano incomprensibili.
 
"Hey, sveglia piccola"
 
Le accarezzai la guancia, che era stata bagnata dalle sue lacrime. Pian piano riaprii gli occhi. Si risvegliò.
 
"Bill!"
 
Mi strinse a se con tutta la forza che aveva in corpo.
 
"Hai solamente fatto un incubo, stai calma"
 
La baciai per tranquillizzarla, ma continuava a tremare come una foglia.
 
"Che cosa hai sognato?"
 
Domandai. Non mi rispose, probabilmente non voleva parlarne, quindi non insistetti.
 
"Non importa. Ora dormi assieme a me, okey? Altrimenti non ci godiamo il viaggio domani!"
 
La abbracciai, e mi sdraiai.
 
"Dovrei mettermi dei vestiti addosso, ma fa niente. Dormirò in accappatoio"
 
Cercai di strapparle un sorriso.
 
"Potresti anche togliertelo l'accappatoio"
 
"Dormi, Piccola pervertita"
 
La baciai sulla fronte e spensi la luce della lampada sul comodino.
 
-TOMJA'S POV-
 
Venni svegliata dalla brezza mattutina, che proveniva dalla finestra vicino al letto.  
 
Credevo che Bill fosse ancora accanto a me, ma quello che avevo tra le braccia era solamente un cuscino.
 
"Oddio, che mal di testa"
 
Mi alzai a fatica dal letto. Al posto di essermi riposata sembrava che mi fossi auto-trucidata.
 
"Uhm? Mi ero addormentata mezza nuda ieri?"
 
L'unica cosa che avevo addosso erano i miei Jeans, ma ricordavo benissimo di essermi addormentata in bus, quindi ero vestita.
 
<< Sicuramente è stato Bill >>
 
Il fatto che i miei ed i suoi vestiti fossero gettati per aria, mi diede la certezza che fu una sua opera.
 
"Hey!"
 
Bill si aprì la porta spingendola con le sue braccia, visto che in mano portava i soliti bicchieri d'asporto.
 
"Non pensavo di trovarti già sveglia!"
 
Mi baciò a stampo sulle labbra.
 
"Ero andato a prenderti la colazione, purtroppo mi sono svegliato in ritardo ed il bar dell'hotel era già chiuso. Mi è toccato andare in giro per trovare un bar"
 
"Grazie"
 
Mi lasciò il bicchiere in mano.
 
"Le valigie sono già tutte sul Bus. Ti ho lasciato fuori alcuni vestiti"
 
"A che ora è il volo?"
 
"Alle Dieci. Tra un paio d'ore"
 
Bevette l'ultimo sorso di caffè e poi gettò il bicchiere nel cestino.
 
"Comunque. Siamo stati chiamati in commissariato, per la storia di David. Sii veloce nel prepararti!"
 
Rimossi il coperchio di plastica dal bicchiere. Bevevo a piccoli sorsi perché il caffè in quel periodo non lo amavo più di tanto.
 
"Bill. Sono le Otto, e sai che svegliarmi alle Otto, per me, è una tragedia"
 
Risi alla mia stessa battuta. Anche Bill lo fece.
 
"Io scendo giù nella Hall a sistemare un paio di cose per il Tour"
 
Mi baciò sulla fronte e mi lasciò sola in camera. 
 
"Uff...che casino"
 
Gettai via il bicchiere. C'era ancora del caffè dentro, ma qualsiasi cosa contenente caffeina stava cominciando a darmi fastidio. Anche le Red Bull mi facevano schifo in quel momento.
 
Mi feci velocemente una doccia e mi vestii con gli indumenti che Bill aveva lasciato fuori. Non aveva messo né un New Era né un berretto.
 
"...quanto non lo sopporto"
 
Scesi nella Hall, ma Bill e gli altri non c'erano. Decisi di sedermi su una delle poltroncine nell'attesa.
 
"Salve cara"
 
Un qualcuno apparve davanti ai miei occhi, così, dal niente.
 
"Waahhh!"
 
Saltai dallo spavento, e feci spaventare tutte le altre persone che erano presenti nella Hall in quel momento.
 
"Non ti ricordi di me?"
 
Mi chiese.
 
"Ah!, sei tu!....tu"
 
Era la persona che nessun angelo guardiano voleva trovarsi di fronte agli occhi. Non era assolutamente un buon segno quello.
 
"Non mi stavi aspettando? Strano, ti avevo avvertita ieri in sogno!"
 
"In s-sogno? Non lo ricordo"
 
Mi fulminò con lo sguardo.
 
"C-cioè si, lo ricordo alla p-perfezione"
 
Mi venne ancor più vicino.
 
"Sai benissimo perché sono qui"
 
"Lo immagino. È da tempo che non avevo contatto con i 'superiori' "
 
"Sono venuto qui per darti un'altra occasione"
 
Inghiottii dalla paura.
 
"Hai rotto tutte le leggi dei nostri comandamenti, e ora devi decidere"
 
"O-okey"
 
"Puoi scegliere tra tre opzioni"
 
Si sedette sul poggiabraccio della poltrona.
 
"La prima è: Scegliere di abbandonare questa vita, quindi ritornartene al posto dove davvero appartieni. Non Lipsia, non la Germania, non la Terra"
 
"Mai"
 
"La seconda è: Continuare a vivere questa vita, quindi continuerai ad essere una rockstar, ma sarai costretta ad abortire e dovrai trovare un'altro uomo.
 
"COSA?!"
 
"La terza, ed ultima è: Lasciare la vita da angelo per convertirti in un semplice mortale. Ma stai attenta. Ricorda che sei l'angelo custode di tuo fratello, se scegli questa opzione, tuo fratello non avrà nessuno che lo proteggerà. Nemmeno tu potrai"
 
"NON POTETE FARE QUESTO!"
 
"Au revoir Tomja!"
 
Scomparve nello stesso modo in cui era apparso. Cercai di acciuffarlo, ma solo dell'aria rimase tra le mie mani.
 
"Argh!"
 
"Tomi?"
 
Vi avevo detto che avevo un'abbonamento gratuito alle figure di merda in pubblico?
 
"Ahm, si?"
 
"Con chi stavi parlando?"
 
"C-con nessuno"
 
"Ti ho vista e sentita parlare però"
 
"Hai sbagliato Bill. Capita avvolte"
 
Come no.
 
"Uhm..okey. Comunque, Benjamin ha detto che ci accompagnerà al commissariato"
 
"Bene"
 
Come se me ne fregasse qualcosa. L'incubo che avevo fatto ieri era diventato realtà.
 
"Siete pronti?"
 
Domandò il Manager. Mi alzai dalla poltroncina, aspettando che Benjamin ci mostrasse la strada verso la sua auto.
 
"Ahm...volete un pennarello indelebile?"
 
"Direi proprio di si!"
 
Passare attraverso quel grume di fan senza fare autografi, sarebbe stato da stronzi.
 
"No, non strillate care! Lo so che mi amate, non c'è bisogno di strapparsi i capelli"
 
"Che modesta"
 
Bill andò verso le fan alla destra, allora io andai da quelle alla sinistra.
 
"Avete fatto già la prima ecografia?!"
 
Chiesero in molte.
 
"Oddio, che fretta! Ahahah! No, non ancora. Dobbiamo aspettare almeno il prossimo mese"
 
"Ci terrete informate, vero?"
 
"Perché non dovremmo?"
 
Autografai tutti i poster che potevo. Benjamin mi disse che il tempo era scaduto.
 
"Dobbiamo andare ragazzi. Non possiamo fare tardi!"
 
Firmai l'ultimo poster e ci allontanammo dalle transenne.
 
"Sembrano contente per questo bambino!"
 
Affermai a Bill mentre seguivamo Benjamin.
 
"Davvero?"
 
"Si. Vogliono rimanere aggiornate"
 
"Lo faremo. Il punto è che neanche noi sappiamo qualcosa!"
 
Benjamin aprì gli sportelli della sua auto.
 
"Accomodatevi!"
 
Una volta entrata, un fortissimo odore di pino inondò il mio naso.
 
"Bleah, che cazzo è sta roba?!"
 
"Mai sentito dell'alberello magico?"
 
"Magico un corno!"
 
Qualcuno mi chiamò al telefono. Era un vecchio amico, o meglio dire, trombamico.
 
"Ahm...Klaus! Non mi aspettavo la tua telefonata!"
 
Mi toccava fingere di essere felice di sentirlo. Non lo ero affatto.
 
"Si, le cose vanno abbastanza bene, e...."
 
Approfittai del momento in cui Bill si voltò a guardare fuori dal finestrino. Mi rannicchiai sotto il sedile e parlai sottovoce a denti stretti.
 
"Ascoltami bene Klaus. Se solamente vai ad aprire bocca sul nostro passato, io ti strangolo, capito? Sto costruendo una famiglia, non so se ti è chiaro il concetto"
 
Risalii sul sedile.
 
"Ciao Klaus!"
 
Gli chiusi la chiamata in faccia.
 
"Da quando hai un amico che si chiama Klaus?"
 
"È un vecchio amico. Non ci sentiamo spesso, ma è un bene. Non lo sopporto"
 
Dalla sua espressione si poteva benissimo capire che era diventato geloso.
 
"Non sarai mica geloso?!"
 
"No"
 
"Certo, come no!"
 
Nell'attesa di arrivare al commissariato, sfogliai un po ' il mio album fotografico sul cellulare.
 
"Te la ricordi questa foto?"
 
Inclinai lo schermo in modo da fargli vedere la foto.
 
"Oddio, ai Comet dell'anno scorso?"
 
"Si. C'era anche David"
 
"Stronzo"
 
Passai alla foto successiva.
 
"Ahm..."
 
"Te l'avevo fatta io questa!"
 
"Non me la ricordo"
 
"E ci credo. Eri più bevuta di una spugna!"
 
Benjamin prese parte alla conversazione.
 
"Non era mica agli After party dei Comet di quest'anno?"
 
"Si!"
 
"Me lo ricordo anche io! Ti sei addormentata addosso a Bill e dopo non volevi scendere da lui!"
 
"Smettetela di ridere. Babbani"
 
"La piccina era innamorata!"
 
"BENJAMIN!"
 
"Anzi, lo è!"
 
"Avvolte sei peggio di mio fratello, sai?"
 
"È un complimento?"
 
"PER NIENTE"
 
"Ma perché non prendiamo un secondo per ammirare Tomja senza un cappellino in testa?"
 
"È vero!"
 
"Sono circondata da cretini."
 
Benjamin posteggiò l'auto di fronte la caserma dopo più di venti minuti. 
 
"Siamo arrivati!"
 
"Che posto odioso"
 
Mi avevano detto che Bill odiava gli ospedali, ma le caserme?
 
"Perché?"
 
"Sai quante volte sono venuto qui a ripetere sempre la stessa storia?"
 
"Quando?"
 
"Quando sei stata accoltellata. I poliziotti sono odiosi. Uno più dell'altro"
 
Scese dall'auto. 
 
"Uff.."
 
Scesi dall'auto per ultima.
 
Benjamin passò in avanti a mostrare i nostri documenti per farci passare prima degli altri. 
 
Un poliziotto, abbastanza antipatico, ci guidò dentro la caserma, verso l'ufficio del commissario.
 
"Ecco"
 
Si fermò di fianco la porta. Immagino che toccasse a noi bussare ed aprire.
 
"Avanti!"
 
Esclamò il Commissario. Entrammo nell'ufficio. Anche David era li.
 
"Buongiorno"
 
"Giorno"
 
Mi sedetti proprio accanto a David. Non riusciva a guardarci negli occhi.
 
"È lui il ragazzo?"
 
Chiese il Commissario a David, puntando Bill.
 
"Si"
 
"Bene!"
 
Si alzò dalla sedia per prendere dei fascicoli. Ne estrasse due. C'era scritto il nostro cognome su entrambi ma non il nome. C'era solo un numero per distinguerli.
 
"Il ragazzo si chiama Bill, vero?"
 
"Si"
 
Aprii il fascicolo numero due.
 
"Non ha commesso niente in passato. Ha una buona condotta"
 
Si sedette di nuovo sulla sedia di pelle.
 
"E poi, quei segni che ha in viso non mi sembrano finti"
 
David si innervosì.
 
"Anche io ho una condotta pulita! E quei segni sono finti!"
 
"CERTO!"
 
Bill mi trattenne per braccio.
 
"Lascialo perdere"
 
Il commissario sbatté la mano sul tavolo, in segno di fare silenzio.
 
"Mi spieghi come sono andate le cose?"
 
Domandò a Bill.
 
"Diciamo che non c'è stato mai un buon rapporto tra noi, come band, e David. Ci ha sempre sfruttati..."
 
"NON È VERO! IO VI HO RESI CIÒ CHE SIETE ADESSO"
 
"TAPPA QUELLA FOGNA"
 
Intervenni io.
 
"E questa sua ossessione del 
sembrare perfetti agli occhi dei media, lo ha portato alla pazzia!"
 
"Vai avanti"
 
"Per non perdere molto tempo. Io e lei, mia sorella, ci siamo 'fidanzati' qualche mese fa e..."
 
"DIMENTICHI CHE STATE PER AVERE UN BAMBINO"
 
"Grazie Genio, lo stavo appunto per dire"
 
Il commissario riprese la parola.
 
"Ricapitolando. Lui era il vostro Manager, ed era ossessionato con i media. Quando ha scoperto che c'era una relazione tra di voi, e che state per avere un bambino, ha sfuriato"
 
"Esatto. Abbiamo fatto a botte nel momento in cui mi è stata comunicata la notizia, ma non credo gli fosse bastato"
 
"IO TI AVEVO DATO DELLE OPPORTUNITÀ"
 
"Certo. L'unica opzione che avevamo era far abortire mia sorella, e negare tutto ciò che era stato detto ai media"
 
"E voi avete rifiutato"
 
"Si. Abbiamo rifiutato, e siamo fuggiti, sempre all'interno dell'arena. Aveva anche dato l'ordine alle guardie di aprire il fuoco."
 
"È stato anche ferito alla gamba"
 
Mi riferii a Bill.
 
"Poi ho scelto di arrendermi pur di farla andare via"
 
"Lei è scappata e tu, ti sei fatto prendere dalle guardie apposta?"
 
"Si. Poi David mi ha messo nella sua auto e portato in un posto, non lontanissimo, ma abbastanza sperduto"
 
"Era il mio Garage!"
 
"E chi se ne frega. Io non lo conoscevo lo stesso"
 
Bill ritornò a parlare col commissario.
 
"Nel garage poi mi ha legato ad una sedia e picchiato."
 
"Poi, non so come, ha scoperto dove ero rifugiata!"
 
"Dalla chiamata di Andreas, stupida"
 
"Stupido ci sarai tu, coglione"
 
"Fai silenzio Jost!...cosa è successo dopo?"
 
Mi domandò.
 
"Più o meno l'avevamo capito che stava per venire li. Quando è arrivato, un nostro amico lo costrinse a portarci nel posto dove Bill si trovava"
 
"Vi ha portati li, e poi avete chiamato la polizia"
 
"Dopo averlo massacrato col calcio del fucile, si"
 
Il commissario sorrise.
 
"Hai fatto bene"
 
David ci rimase di stucco.
 
"NON CREDERE A LORO!"
 
"Dammi una ragione per non farlo"
 
Premette un tasto sulla sua scrivania.
 
"Potete portare via Jost"
 
Comunicò al microfono.
 
Subito dopo due poliziotti entrarono nell'ufficio. Ammanettarono David e lo portarono via con loro.
 
"VE NE PENTIRETE!"
 
Urlò David.
 
"Lasciatelo perdere. Grazie per il vostro aiuto"
 
"Di niente!"
 
Aprii la porta.
 
"Arrivederci!"
 
Benjamin era seduto sulle panchine, nel corridoio, a godersi la scena.
 
"Ora si parte!"
 
"Non vedo l'ora"
 
Mi avvicinai alla macchinetta degli snacks per prenderne uno. Bill e Benjamin erano distanti da me.
 
"Tomja!"
 
Saltai nuovamente.
 
"Cosa c'è stavolta?!"
 
Non mi voltai. Sapevo che era di nuovo lui.
 
"Hai preso la tua decisione?"
 
"Vai via"
 
Continuava a parlarmi ma rifiutavo di sentirlo. Presi lo snack ed andai via. Notai che lo spirito sparì non appena mi avvicinai a Bill e Benjamin.
 
"Uh?...meglio così"
 
Qualcuno chiamò il nostro nuovo Manager al telefono.
 
"Scusatemi"
 
Si allontanò da noi. Anche noi uscimmo dalla caserma.
 
"È una bella giornata"
 
Affermò Bill. Era una giornata solare, calda, ed il vento era leggerissimo. Sembrava Primavera.
 
"Uh-uh"
 
Ci sedemmo di fronte alla fontana che si trovava di fronte la caserma.
 
"Tu credi alle cose che non puoi vedere?"
 
"Dipende cosa"
 
"Tipo, non so...Dio, gli angeli, e cose simili"
 
Se vuoi te lo presento!
 
"Si, ci credo"
 
Si voltò a guardarmi.
 
"Come fai ad esserne così sicura?"
 
Non gli risposi. Lanciai una pietrolina nella fontana.
 
"Gli angeli custodi, però, sono sicuro che esistano. Alle volte vieni davvero salvato da loro!"
 
"Specialmente tu"
 
Aggiunsi sottovoce.
 
"Non so chi sia il mio angelo custode, ma sono sicuro che, probabilmente, non riuscirei a sopravvivere senza un qualcuno che mi 'salvi' dalle piccole cose di ogni giorno"
 
Quelle parole non mi aiutarono per niente. L'indecisione aveva preso il controllo di me.
 
"Vorrei tanto conoscere il mio angelo custode..."
 
Lo conosci, Amore mio. Lo conosci.
 
"Già"
 
Vidi che Benjamin rientrò nella caserma, probabilmente per cercarci.
 
"Hey Benjamin! Siamo qui!"
 
Uscì dalla Caserma. Corse verso di noi.
 
"Potevate dirmelo prima che eravate qui!"
 
"Che ore sono?"
 
"Sono le 10:15. Sapete quanto lungo sia il check-in, quindi, muoviamoci."
 
"Sono stancaaaa!"
 
Venni trascinata a forza da Bill.
 
"Smettila di lamentarti"
 
"Uffa"
 
Salii nell'auto.
 
Benjamin ci accompagnò all'Aeroporto. Ci toccò aspettare TRE, e ripeto, TRE ore, prima di imbarcarci. Dannati ritardi.
 
Dieci ore dopo atterrammo a Kailua. Che paradiso di città!...peccato che io mi sia persa il giro turistico, dormendo.
 
Non avevo idea di che giorno fosse, o che ore fossero. L'unica cosa che sapevo per certo era, che mi trovavo in una casetta di legno, tipica Hawaiana, sulla spiaggia.
 
"Bill?"
 
Non era in casa. Mi alzai dal letto e mi affacciai alla finestra, che dava sul mare. 
 
Nessuna auto.
Nessuna persona.
Nessun rumore, a parte il fruscio dell'acqua.
 
Era una bella sensazione, dopo mesi e mesi di tour, e di stress.
 
"E il cellulare?"
 
Non lo avevo con me. Cercai in valigia, non lo trovai, ma notai che anche i miei cappellini non erano li, e neanche i miei vestiti larghi.
 
"COSA?!"
 
Non ci tenevo a vestirmi stretta, certo, ringrazio Bill per la sua 'genialata' dell'anno, ma non mi andava di mostrare la mia femminilità.
 
"Scommetto che manchino anche le mie bermuda per il mare"
 
"Esatto!"
 
Mi rispose Bill.
 
"Rimuovi. Quella. Collana. Di. Fiori"
 
Mi scappò una risata.
 
"E poi, tu, con le bermuda"
 
Ripresi a ridere. Bill mi stava squadrando dalla testa ai piedi.
 
"Ehm...ci terrei a farti sapere che, ho distrutto i nostri telefonini"
 
"EH?!"
 
"E che ho dato fuoco ai tuoi vestiti da rapper, cappellini inclusi"
 
"SCHERZI?!"
 
"Si! Cioè, non gli ho dato fuoco, ma di sicuro non sono qui con te"
 
Sbuffai. Quando tentai di passare dalla porta, Bill mi bloccò dolcemente al muro.
 
"Nononono! Da qui non si passa"
 
"Ma voglio vedere il mare!"
 
"Certo che lo vedrai"
 
Sorrise leggermente. Si avvicinò per baciarmi ma lo interruppi.
 
"E...le mie bermuda, che fine hanno fatto?"
 
"Una brutta fine"
 
"E adesso cosa mi metto?!"
 
"Questo"
 
Tirò fuori dalle sue tasche un bikini. Si, un bikini.
 
"Non se ne parla proprio!"
 
"Ma come?"
 
Si avvicinò al mio orecchio, spingendo di più il suo corpo verso il mio.
 
"Ho sempre desiderato vederti così"
 
"Sappi che non accadrà mai"
 
"Mai, mai, mai?"
 
E chi resisteva a quegli occhi da cucciolo?! 
 
"Ti prego"
 
Si morse il labbro inferiore, e continuava a guardarmi fissa negli occhi. Dovevo evitare di sciogliermi.
 
"Ho detto che va bene. Ora dammi sto coso e sparisci"
 
Mi lasciò andare dalla sua 'presa'. Gli tirai di mano il bikini.
 
"Qualcuno deve spiegarmi l'utilità di questi...costumi? Non coprono un cazzo!"
 
Bill si sdraiò sul letto, appoggiato sui suoi gomiti.
 
"Non avrai mica intenzione di guardarmi mentre mi spoglio, vero?"
 
"Perché no?"
 
Mi sorrise col suo solito sorrisetto pervertito. Quanto mi piaceva.
 
"Non posso crederci. MI STO METTENDO ADDOSSO UNA COSA FEMMINILE"
 
Chiaramente, doveva essere una cosa lenta e 'dolorosa' per lui.
 
Mi tolsi i vestiti che avevo addosso, del giorno prima? O del giorno prima ancora? Boh, non so quanto ho dormito.
 
Stuzzicai un po' le sue fantasie prima di rimuovermi il reggiseno.
 
"Ti piace torturarmi"
 
"Non è ancora niente"
 
Prima di indossare il pezzo superiore del bikini, gattonai addosso a Bill. Tentò di toccare uno dei miei seni, ma gli schiaffeggiai la mano prima che lo facesse.
 
"Hey, conosci la regola. Vedere ma non toccare"
 
Portò le sue labbra sulle mie. Questa volta ci mise la lingua. Mi bastavano solo i suoi baci alla francese per raggiungere un orgasmo mentale, che caso perso che sono.
 
"Che ne dici di rimuovere anche questi, uh?"
 
Fece scivolare entrambe le sue mani sulla mia schiena. Con delicatezza, portò giù i miei slip.
 
"Scommetto che ora non desideri più vedermi in bikini. Desideri vedermi così, nuda"
 
"Sarà molto divertente rimuoverti il tutto, dopo"
 
"Non cederò facilmente"
 
Cercai di auto convincermi. Tutto il mio corpo lo stava desiderando più di qualsiasi altra cosa.
 
"I tuoi occhi dicono ben altro"
 
Gli portai un indice sulle labbra.
 
"Che ne dici di aiutarmi a mettere il pezzo superiore?"
 
mi aiutò a fare un nodo dietro il reggiseno del costume. 
 
"Graaazie"
 
Lo baciai a stampo. Scesi dal letto. Mi portai addosso l'ultimo pezzo del Bikini. Che cosa orribile.
 
"Mi sento così...imbarazzata!"
 
Quel costume era SCOMODO!
 
"Perché nascondi tutte quelle belle curve, con quei vestiti di cinque taglie più larghe?"
 
Si alzò dal letto anche lui. Mi abbracciò da dietro, portò le sue mani sui miei fianchi, e cominciò a baciarmi il collo.
 
"....andiamo al mare, che è meglio"
 
Sentivo che qualcuno, laggiù, si stava svegliando. No, ve l'ho detto che doveva "soffrire"
 
"Facciamo così"
 
Sfuggii dalle sue braccia. 
 
"Se riesci ad acciuffarmi prima dell'arrivo, puoi fare ciò che vuoi di me. Ma se non ci riesci, soffrirai lentamente con la regola del guardare ma non toccare"
 
"Dov'è l'arrivo?"
 
"Ahm..."
 
Aprii la porta. Il mio sguardo cadde immediatamente su una zona non molto distante, ricoperta solo di palme, nient'altro.
 
"Lì. Dove ci sono le palme"
 
Puntai la zona con il dito. Bill si affacciò per vedere.
 
"Va bene"
 
"LIBERTÈÈÈÈÈ!"
 
Scappai senza avvisare Bill della partenza, ma lui non perse tempo.
 
"TANTO TI PRENDO!"
 
"SE CI RIESCI!"
 
Accidenti. Ad ogni passo che faceva, me lo ritrovavo sempre più vicino.
 
"MANCANO ANCORA MOLTI METRI, ED IO TI SONO PROPRIO DIETRO"
 
"ILLUSO!"
 
La zona, ormai, non era molto distante. Stavo per vincere.
 
"WE ARE THE CHAAAMPIO-WAAAH!"
 
STAVO, appunto. Mi schiantai dritta su una palma.
 
"AHAHAHAH! HO VINTO IOOO!"
 
Mentre ero ancora 'abbracciata' al tronco, per ricompensa, mi cadde in testa una noce di cocco.
 
"AUCH!"
 
"Grazie palma!"
 
"Ma vaffanculo, piuttosto"
 
Mi tirò a se.
 
"Ho vinto. Ora sta a me fare le regole"
 
"Perché non te ne vai dolcemente a fare in culo?"
 
Potevo fare la dura a più non posso, ma alla fine, non riuscivo a resistergli più di dieci minuti.
 
Improvvisamente mi prese in braccio.
 
"CHE INTENZIONI HAI?"
 
"DI FARTI FARE UNA DOCCIA SALATA!"
 
Mi lanciò dentro l'acqua del Mare, che era Gelida a primo colpo.
 
"Perché non entri anche tu? Hai paura?!"
 
"Nah, arrivo!"
 
Corse dentro l'acqua. Si immerse per qualche secondo, solo per bagnarsi i capelli.
 
"Ora sei altamente nella merda"
 
Con la mano, gli schizzai dell'acqua negli occhi.
 
"Ah, fottiti! C'è il sale, cretina!"
 
"Muahahah!"
 
Vidi due jet-ski in lontananza. Non so di chi fossero, ma erano incustoditi.
 
"Oh, cosa vedono i miei occhi!"
 
"Uh? Cosa?"
 
"DUE JET-SKI!"
 
Mi misi subito a nuotare senza pensarci due volte. 
 
"Ma perché non mi aspetti mai?!"
 
Ero distante da lui. Lo sentii blaterare, ma non riuscii a capire.
 
Mi avvicinai alla moto d'acqua. Erano di quei modelli senza chiave, perfetto.
 
"Unf...non intenderai mica salirci su?"
 
Bill arrivò dopo poco.
 
"É solo un prestito, non ho bisogno di rubare!"
 
Salii sulla moto, ma aspettai che anche Bill lo facesse.
 
"Dai sbrigati, andiamo all'avventura!"
 
"Si, certo"
 
Salì, svogliato, sullo Jet-ski.
 
"Non starmi troppo distante, Nonno"
 
Premetti il tasto 'START ENGINE' sulla moto. Credo partì troppo velocemente.
 
"WAAH! COME CAZZO SI GUIDA STO COSO?"
 
Ci presi la mano dopo poco. Bill era dietro, ma se la cavava piuttosto bene. 
 
Non avevamo una meta precisa. Era come una passeggiata, solo che volevamo scoprire cosa ci fosse più a fondo.
 
"Voglio trasferirmi qui"
 
Più giù andavamo, più le cose erano bellissime. Le spiagge erano più popolate, la nostra era deserta. Non che la cosa mi dispiaccia.
 
Seppur fosse pomeriggio tardo, il Sole batteva ancora fortemente sull'acqua cristallina del mare.
 
Dopo aver fatto alcuni Kilometri, ci fermammo di fronte ad un'altra spiaggia. Non sapevamo quanta benzina fosse rimasta negli Jet-skii.
 
"Dai non ci credo! Un bar pineta dentro una foresta fatta completamente di palme! Sembra un film"
 
"Hai dimenticato di menzionare quelle due persone li che stanno suonando l'ukulele"
 
"Che ne dici di mandare all'aria la nostra carriera per trasferirci qui?"
 
"Si dai! Io faccio il barista e tu suoni l'ukulele di fronte al bancone per attirare gente"
 
"Buona strategia!"
 
Non ci avvicinammo al bancone, non avevamo bisogno di sgolarci degli alcolici, per ora.
 
"Vieni qui. Non c'è nessuno"
 
Mi guidò per mano all'interno di quella specie di 'foresta'
 
"Non mi andava di stare tra la gente"
 
"Neanche a me"
 
Ci sedemmo entrambi sulla sabbia, a guardare il mare in lontananza.
 
"Era da tempo che non eravamo così rilassati, vero?"
 
"La parola 'relax' non esiste più nel mio vocabolario!"
 
Rise.
 
"Sai per quanto tempo rimaniamo qui, almeno?"
 
"...no"
 
"Tre mesi!"
 
Si sdraiò, mettendosi le braccia sotto la testa.
 
"Tre mesi di sole, mare, divertimento, e relax!"
 
"Non è...troppo?"
 
"Per niente! Ricordati che dobbiamo anche pensare a noi due, qualche volta"
 
Mi tirò per mano sopra di lui.
 
"Se solo Georg e Gustav ti vedessero!"
 
"Ehm...è una cosa positiva o negativa?"
 
"Positivo per te, negativo per me!"
 
"Perché mai?"
 
"Perché sono sempre stato geloso di Georg"
 
Mi accasciai a terra dalle risate.
 
"OH MIO DIO!"
 
"Sono sempre stato geloso nel vedervi così 'vicini' sul palco. Sul serio!"
 
"STAI TRANQUILLO CHE A GEORG NON GLIELA DAREI NEANCHE MORTA"
 
"Se invece Georg fosse stato più 'bello' gliel'avresti data, allora"
 
Mi fece rotolare sotto di lui.
 
"Ma cosa vai a capire! Era solo per spiegare. Sai che io amo te"
 
Mi solleticò la pancia per dispetto.
 
"ODDIO, SMETTILA!"
 
Tentavo di alzarmi, ma la malefica sabbia mi faceva scivolare.
 
"BASTA, ALTRIMENTI ME NE VADO E TI LASCIO!"
 
Urlai disperatamente. Credo che la finta minaccia funzionò.
 
"Hey, non dirlo neanche per scherzo. Morirei senza di te"
 
Mi diede un bacio.
 
"Come sei sdolcinato"
 
"Se vuoi continuo"
 
Lo spinsi, facendolo cadere alla mia destra.
 
"Smettila"
 
Mi accarezzò i capelli, e ritornò sopra di me.
 
"Perché mi spingi? Non l'hai capito?"
 
"Cosa?"
 
Gli chiesi. Si avvicinò al mio orecchio.
 
"Che stasera sei mia"
 
Non mi diede occasione di rispondergli. Mi baciò con forza, mi teneva stretta a lui. 
 
"Tu sei matto. Su una spiaggia!"
 
"Tu non eri quella che amava il rischio, le cose strane?"
 
"Si ma-"
 
"Non posso rimanere attaccato ad un ricordo. Quella notte non l'ho ancora dimenticata, e non la dimenticherò mai. Quel ricordo è ancora vivo nella mia mente, ma adesso ho bisogno di sentirti mia di nuovo. Ho bisogno di unirmi a te. Ho bisogno di sentirmi dentro di te, perché è in quel momento che mi sento amato, sicuro, protetto da tutto."
 
Quel discorso mi spiazzò. Rispondergli con un "anche io" sarebbe stata una cosa da cretina, ma io non ero così sentimentale. Ero una frana nelle cose romantiche.
 
"Non so davvero come risponderti"
 
Ammisi.
 
"Non c'è bisogno che tu mi risponda"
 
Devo dire che ero spericolata, ed amavo fare cose fuori dal comune. Ma mi sentivo un po' fuori luogo a farlo su una spiaggia. Menomale che nessuno se ne accorse!
 
Mi risvegliai, non so quante ore dopo, grazie alla pioggia che mi stava cadendo in faccia.
 
"Oh, la schiena!"
 
Eh già. Bill ci sapeva fare e la mia schiena ne risentiva, ma hey, ne è valsa la pena!
 
"Buona...sera?"
 
Era accanto a me, ed era già sveglio.
 
"Andiamo via da qui, altrimenti ci facciamo una doccia!"
 
"Devo rivestirmi!"
 
"Dai, ti rivesti dentro la grotta. Qui sta venendo giù una tempesta!"
 
"La maledizione del monsone?"
 
"Speriamo proprio di no"
 
"VVVIIIAAA!"
 
Devo attraversare il mons...ah già. 
Comunque corsi per davvero eh, non attraverso il monsone, ma sotto una bella tempesta. Ci terrei a sottolineare che ero NUDA.
 
"Dai, ci siamo quasi!"
 
Mi incoraggiò Bill. Dopo qualche metro di corsa, ci trovammo all'interno di quella piccola grotta.
 
"Ormai è sera"
 
"Dormiremo sulle roccie. AHAHAHAHA no. Non è affatto divertente"
 
Finalmente mi misi qualcosa addosso. Mi sentivo meglio, anche se un bikini non ti copre chissà quanto.
 
"Perché?"
 
"PERCHÉ?! Ah già, voi uomini non capirete mai"
 
"Ma cosa?"
 
"Scusami tanto se il tuo amichetto tanto piccolo non é. E sopratutto, mi hai massacrato la schiena. Ho praticamente Interno coscia, gambe e Schiena distrutte"
 
"Lo prendo come un complimento"
 
Si sedette su una roccia, sempre col suo bellissimo sorriso stampato in faccia.
 
"Non abbiamo neanche delle coperte!"
 
"Hai freddo?"
 
"Molto"
 
Mi catturò e mi rinchiuse tra le sue braccia.
 
"E tu...non hai freddo?"
 
Gli domandai timidamente.
 
"Mi basti tu"
 
"Ma io non ti sto abbracciando"
 
"Mi basta la tua voce per riscaldarmi, piccola"
 
Mi fece sedere sulle sue gambe. Mi piaceva tanto sedermi sulle sue gambe, perché quando parlavo, lui, oltre a darmi ascolto, mi accarezzava, e mi guardava come se fosse la prima volta.
 
"Perché arrossisci?"
 
"Non lo so..."
 
Iniziai a gesticolare ed a balbettare.
 
"Perché...mi guardi"
 
"E allora?"
 
Mi baciò sul collo, e poi scese sulla spalla sinistra.
 
"Cosa facciamo adesso?"
 
"Aspettiamo che la tempesta vada via, e poi ritorniamo nella nostra casetta"
 
Con una mano asciugai le gocce d'acqua che mi aveva lasciato Bill con i suoi capelli.
 
"Sei fradicio!"
 
"Lo so. Non ho un asciugamano con me, purtroppo"
 
"Attento a non farti venire la febbre, piuttosto"
 
"Tanto ci sei tu a curarmi!"
 
"Non credo di avere una laurea in Medicina"
 
Con lo sguardo, girovagai per la grotta. C'erano dei pezzi di legno in buone condizioni per accendere un fuoco.
 
"Hey, guarda li! Ci sono dei pezzi di legno, possiamo accendere un fuoco!"
 
Mi alzai per andare ad acciuffare il più velocemente possibile gli oggetti che avevo appena visto.
 
"Tu sai accendere un fuoco?"
 
"Onestamente, no. Ma posso provarci"
 
"Dai, fai fare a-"
 
"HO DETTO DI NO. Ci provo io"
 
Alzò le mani.
 
"Vaaaa bene. Mi godrò lo spettacolo"
 
Lasciai cadere i pezzi di legno sul terreno. Mi sedetti a terra cercando di capire come funzionasse.
 
"Normalmente bisogna strofinare questo bacchetto di legno su questa base qui..."
 
Ci provai, ma a parte un orribile suono, non riuscivo a fare nient'altro.
 
"Dammi qui"
 
Bill mi rubò di mano il bacchetto di legno e prese il mio posto.
 
"Devi strofinare il bacchetto fino a quando non vedi del fumo"
 
Mi toccò sopportare quell'odioso suono per un paio di minuti. LE MIE ORECCHIE SANGUINANO.
 
"Guarda, ora c'è del fumo qui. Basta prendere la base di legno in mano e soffiarci sopra"
 
Prese in mano il grosso pezzo di legno e ci soffiò sopra. Subito dopo apparì una gran fiamma.
 
"Eccolo! Ora basta alimentarlo con della legna!"
 
Ci lanciai dentro gli altri tre o quattro pezzettini che non avevamo utilizzato. La fiamma si fece grande abbastanza per riscaldarci.
 
"Ora mancano i Marshmallow"
 
"Perché pensi sempre alle stronzate gommose?!"
 
"Non è vero! Non ci penso sempre...quasi"
 
"Ecco"
 
Passammo delle ore li dentro a parlare di fronte al fuoco.  La tempesta diminuiva sempre di più, fino a quando andò via definitivamente.
 
"Ha smesso di piovere, possiamo ritornare a casa!"
 
Saltò quasi dalla gioia.
 
"Vai tu per primo. Io spegno io fuoco e ti raggiungo"
 
Sparì dalla mia vista dopo pochi secondi. Quando mi voltai per spegnere la fiamma, qualcuno tornò a farmi visita.
 
"Se credi di avermi spaventata, sappi che non ci sei riuscito"
 
"Ha-"
 
"NO, NON L'HO PRESA STA BENEDETTA DECISIONE. SPARISCI"
 
"Ti rendi conto di quello che stai facendo?!"
 
"SPARISCI, HO DETTO"
 
"Stai sprecando le tue ultime occasioni. Sappilo"
 
Spensi il fuoco. Uscii dalla grotta, e lo spirito era ancora a svolazzarmi dietro.
 
"Ti prego, ragiona! Ogni essere umano ha bisogno di un angelo custode!"
 
"Perché non vai a parlare con qualche Ateo? Loro ti crederanno di sicuro!"
 
"Devi comunicarmi la scelta per domani"
 
"DOMANI?!"
 
Mi voltai indietro, ma era sparito.
 
"Merda"
 
Ero arrivata al punto iniziale della spiaggia, dove avevamo parcheggiato i Jet-ski.
 
"Perché ci hai messo così tanto?!"
 
"Non voleva spegnersi"
 
Annuì. Salì sulla moto d'acqua.
 
"No, non prendere l'altra. Andiamo direttamente con una e basta. Tanto poi li ritroveranno 'sti Jet-ski. Nessuno intende tenerli per se' "
 
"Okay"
 
Mi sedetti dietro di lui.
 
"Mi raccomando, non facciamo incidenti. Sai che non mi fido di te come pilota"
 
"Tu sei mooolto peggio!"
 
Accese il motore della moto. Mi schizzò dell'acqua in faccia.
 
"Vacci piano con sto coso!"
 
"Ahahah!"
 
Menomale che non soffrivo il mare. Bill amava far saltare il jet-ski sulle onde. Quando vidi che eravamo arrivati, ero la persona più felice al mondo.
Non date mai la patente a Bill. MAI.
 
"Arrivati!"
 
"Che fortuna"
 
Scesi dallo Jet-Ski senza aspettare che Bill scendesse.
 
"Casa dolce casa!"
 
Aprii la porta di quella che era la nostra dimora attuale, numerata 483.
 
Mi fiondai nel letto. Finalmente potevo piangere senza che nessuno mi vedesse 
 
"Dove sei finita?!"
 
Mi domandò Bill, non appena entrò in casa.
 
"Voglio dormire. Sono stanca morta"
 
Cercai di coprire la mia voce. Ormai era un mestiere per me.
 
"D'accordo. Io mi faccio una doccia e arrivo"
 
Sprofondai, di nuovo, la mia testa nei cuscini. Dovevo prendere una decisione e non avevo molto tempo a mia disposizione. So che piangere non serviva a niente, ma non potevo scegliere. Non potevo assolutamente abbandonare Bill, così come Gustav, Georg, i fan...semplicemente, non potevo. 
 
Mi hanno sempre detto che la notte porta consiglio. Spero sia davvero così.

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Capitolo 13
*** Vecchie storie. ***


Il sole cominciò a sorgere, ed io ero ancora sveglia. Avevo finito le lacrime da un bel pezzo, ma singhiozzavo ancora. La notte non aveva portato consiglio, ma confusione. Una immensa confusione.
 
<< Non posso abbandonarli...>>
 
Volevo rimanere, ma non avrei mai messo a rischio la vita di Bill. Dovevo parlare con i tizi lassù.
 
"Ciao, eterna indecisa"
 
Era arrivato. Era arrivata l'ora.
 
"PERCHÉ SEI GIÀ QUI?!"
 
Urlai sottovoce per evitare di svegliare Bill. Mi allontanai dalla camera da letto, portando lo spirito con me.
 
"Hai fatto la tua scelta?"
 
"NO! Devi accompagnarmi. Ci parlo io con quei quattro!"
 
"Ma non p-"
 
"FALLO E BASTA"
 
"D'accordo"
 
Mi fece addormentare sul tavolo della cucina. 'Io' mi trovavo nel mio mondo, più incasinato di quello dove mi trovavo ospite.
 
"Scusate, non sono dell'umore giusto"
 
Avevo tanti amici li'. Si avvicinarono non appena mi videro arrivare, ma li respinsi tutti. 
 
Mi presentai di fronte l'enorme porta, che conduceva alla camera di quei quattro vecchi rimbecilliti. Si aprì da sola. Mi aspettavano?
 
"Mi stavate aspettando?"
 
Chiesi loro. Non riuscivo neanche a vederli in viso, dannata luce bianca.
 
"Si"
 
Rispose l'uomo che era al centro del cerchio formato dai quattro.
 
"Vorrei farvi sapere che-"
 
"Abbiamo un problema molto più grosso di cui discutere ora, Tomja."
 
"Devi ascoltarci"
 
Cosa stava succedendo?
 
"Vi ascolto"
 
L'uomo a destra prese la parola.
 
"Se abbiamo dato Bill un angelo custode visibile, è perché lui è un'essere speciale, troppo speciale"
 
"Anni fa, salvammo il mondo da una minaccia oscura. Pensavamo di averla sconfitta ma...è ritornata"
 
La mia faccia era diventata un completo punto interrogativo.
 
"Cosa state dicendo?"
 
"Il male si risveglierà se la famiglia Lestat arriva al suo sangue. Ora è il momento di difenderlo davvero, Tomja"
 
"Al sangue di chi?! Di Bill?!"
 
"Stanno per arrivare, vai via!!"
 
Venni buttata fuori dalla stanza da non so cosa. Ero furiosa
 
"ME LA PAGHERETE!"
 
Tirai un calcio alla grandissima porta.
 
"Tomja! Tomja!"
 
Qualcuno esclamò il mio nome, ma chi?
 
"Si?"
 
Mi voltai alle spalle. Una donna anziana si stava avvicinando a me, ma l'avevo già riconosciuta.
 
"NONNA!"
 
Corsi per abbracciarla. Lei era l'unico membro della nostra famiglia che mi capiva, che andava d'accordo con me.
 
"Come sei cresciuta!"
 
Mi accarezzò i capelli. Dal suo sorriso capivo che era molto felice di rivedermi.
 
"Sono passati sei anni, nonna"
 
"Lo so, ma per me sarai sempre la mia piccolina!"
 
Mi faceva tanta tenerezza. Mi ricordo che al suo funerale piansi come una fontana, le volevo davvero bene.
 
"Ho visto che stai combinando guai laggiù!"
 
"No, non proprio..."
 
"L'ho sempre saputo io"
 
"Cosa?"
 
"Ho sempre saputo che provavi qualcosa di più per quel monello di tuo fratello. Gli occhi non mentono mai"
 
"Già..."
 
Si fermò un attimo.
 
"Sembri tesa. Cos'hai?
 
Mi guardò per bene, poi fece un grandissimo sorriso.
 
"Non lo so. So solo che devo proteggere Bill da una 'potenza oscura' "
 
"Oh mio dio, i Lestat!"
 
"Ah, li conosci?
 
"Certo che li conosco!"
 
Si portò una mano sulla bocca.
 
"Devi difenderlo fino alla morte, devi farlo o..."
 
"Il mondo è spacciato?"
 
"Quasi"
 
Non ci credevo. Non credevo a tutto ciò che stava accadendo.
 
"Tutto è sulle mie spalle ora..."
 
"Purtroppo, si. Ma tu sei forte, ce la farai"
 
"Spero"
 
Tirò fuori qualcosa dalla tasca della sua lunga tunica bianca.
 
"Consegneresti questa a Bill per favore?"
 
Mi lasciò, sul palmo della mano, una collana con due pendenti.
 
"È una collana che mi fu consegnata dal mio bisnonno. Chiunque la indossi, è protetto dai nostri vecchi antenati"
 
"Erano degli angeli?"
 
"Certo! Altrimenti tu non avresti messo piede in questa famiglia!"
 
"Wow.."
 
"Questa, in realtà, apparteneva ai Lestat, ma fu consegnata ai Kaulitz come dono"
 
"Aspetta, eravamo uniti con loro?"
 
"Non so tutti i dettagli, ma so che le famiglie erano unite da un contratto"
 
"Okey"
 
Inserii la collana nelle mie tasche. L'abbracciai e mi avviai verso l'uscita.
 
"Buona fortuna!"
 
"Grazie!"
 
La salutai in lontananza, poi aprii le porte e saltai di sotto, per ritornare da dove ero venuta.
 
"Ugh...la testa!"
 
Mi risvegliai dove mi ero addormentata. Mi alzai dalla sedia, cercando di non strisciarla per terra. Entrai in camera da letto. Bill stava ancora dormendo, ne approfittai per attaccare la collana al suo collo.
 
"Ecco fatto.."
 
Dopo aver fatto tutto ciò che dovevo fare, mi sdraiai accanto a lui. 
 
Dopo qualche ora fui svegliata dai rumori provenienti dalla cucina.
 
"Sono loro?!"
 
Non ero armata, non ne avevo bisogno, dopotutto. Il rumore proveniva dal soggiorno, mi fiondai immediatamente li.
 
"Ah, quindi sei tu il suo angelo custode!"
 
L'uomo tentò di saltarmi addosso, ma lo feci decollare fuori dalla finestra con un pugno. Sapevo che non era morto.
 
"Non preoccuparti, hai tempo per ritornare, Lestat"
 
Sbuffai dalla noia.
 
"Forse io ho il tempo di ritornare, ma mio padre non può più aspettare!"
 
"Eh?"
 
Mah, tutte 'ste frasi eroiche.
Il tipo non perse tempo a rientrare dentro casa..
 
"Vorrei finire questo combattimento il più presto possibile. Devo andare al mare!"
 
Il sole stava salendo, e pian piano riuscivo a vedere il suo viso. Era pallido, con occhi rossi e canini lunghi.
 
"S-sei un vampiro!?"
 
"Sei messa abbastanza male, ma non ti farò niente se mi lasci prendere il sangue di tuo fratello"
 
"DEVI PASSARE SUL MIO CADAVERE"
 
"Ah, novellina!"
 
Il vampiro oscurò la stanza con uno schiocco delle dita. Ero persa, non vedevo niente. Il vampiro si approfittò di questo per afferrarmi.
 
"Dicevi?!"
 
Mi afferrò per il collo. Mi portò in alto con la mano mentre mi strangolava.
 
"IO BERRÒ IL SUO SANGUE, E DAL SUO SANGUE RINASCERÀ LA NOSTRA DIVINITÀ!!"
 
Il vampiro mi portò ad altezza della sua bocca, ed affondò i suoi canini sul mio collo. Riuscii a spingerlo con un calcio nello stomaco dopo poco, ma ero stata comunque morsa.
 
"Argh..."
 
Il sole era ormai sorto, il Vampiro sparì dal niente. Meglio così, non ero in grado di combattere.
 
Mi rialzai da terra con fatica. Ci vedevo doppio, mi girava la testa, e sopratutto, la ferita mi bruciava, mi bruciava dall'interno.
 
"Cosa sarà di me ora?!"
 
Esclamai tra le lacrime. Mi portai una mano sul collo. Perdevo sangue a volontà, ed oltre a quello, cominciavo ad avere dolori ovunque.
 
"Tomja? Che sta succedendo?!"
 
le mie parole svegliarono Bill. Corse da me in soggiorno.
 
"Stai bene?!"
 
Mi afferrò la mano.
 
"...-cough- attento a Lestat -cough-"
 
"Lestat?! Chi è?"
 
Persi i sensi.
 
///
 
Non so esattamente che posto fosse quello, ma sono sicura che non apparteneva alla mia natura.
 
"Benvenuta nel nostro club!"
 
Una voce esclamò.
 
"Facile parlare mentre si è nascosti, eh?!"
 
Mi giravo attorno ma lui non era li.
 
"Mi presento. Sono Luis Lestat"
 
"Non me ne frega di chi sei, dimmi cosa mi succederà!"
 
"Ohohoh! Peperina la ragazza!  Va bene, risponderò alla tua domanda. Essendo un angelo, il tuo organismo cercherà di respingere l'attacco del
Veleno che io ti ho lasciato in corpo..."
 
"BASTARDO"
 
"Ehm ehm"
 
Tossì per interrompermi.
 
"Fammi finire. Anche se il tuo organismo riuscirà a mandare fuori il veleno, la sostanza si unirà lo stesso ai tuoi geni"
 
"In parole povere?"
 
"Potresti diventare un vampiro senza voglia di sangue, oppure rimanere come sei adesso ma con la voglia di uccidere, insomma, sarà una specie di incrocio"
 
"IO TI AMMAZZO!"
 
"Ah, lo so! La genetica è un po' strana, non è così?"
 
Strinsi il pugno.
 
"Spiegami tutta la storia. Dimmi perché proprio Bill"
 
"Tutto questo partì dai nostri antenati. La vostra famiglia apparteneva ai Lestat. Il conte Lestat, mio padre, morì ucciso dagli Angeli, i tuoi colleghi. Per farlo resuscitare avevamo bisogno del sangue del prescelto. Il prescelto doveva essere datato 89, e doveva essere il primogenito maschile"
 
"Bill"
 
"Solo che poi, assieme a lui, sei nata anche tu. Per noi sei una seccatura, la tua presenza ha sempre intimorito tutti i vampiri, ma io ho il coraggio di affrontarti e di ucciderti" 
 
"Peccato che io non sia nel menù"
 
Rise.
 
"Se noi Lestat mordiamo tuo fratello, mio padre resusciterà in lui"
 
"Prova a farlo, allora"
 
Gli ringhiai.
 
"Niente potrà fermarci!"
 
La sala oscura si ammutolì. Scommetto che Luis o come diamine si chiamava, fuggì di nuovo. 
 
"MALEDIZIONE!"
 
Calciai nel vuoto, anzi, nell'oscurità. Non credo ci fosse qualcosa da visitare in quel posto, e anche se fosse, non ne ero interessata.
 
"Quindi è questa la ragione per cui esisto....non è così? NON È COSI!?"
 
Chi poteva rispondermi in quel luogo? Nessuno, a parte il mio eco. 
Quel silenzio mi stava facendo impazzire, riuscivo a sentire i movimenti dei miei muscoli, il mio battito cardiaco, il mio flusso sanguineo. Tutto.
 
"PORTATEMI VIA DA QUESTO POSTO!"
 
Mi inginocchiai stringendo la testa tra le mani, sperando che qualcuno, chiunque, mi portasse via da li'.
 
-2 GIORNI DOPO-
 
"Casa dolce casa!"
 
Che fosse un ospedale lo avevo capito, ma gli ospedali Hawaiani erano molto differenti da quelli europei. Ormai avevo fatto una certa abitudine col risvegliarmi in ospedale.
 
"No, non alzarti!"
 
Bill mi bloccò a meta busto.
 
"è da molto tempo che sei qui?"
 
Gli domandai. 
 
"Da quando ti ho portata..."
 
Mi passò una mano sulla guancia. I suoi occhi erano più scuri del solito, era come se fosse triste dall'interno, mi stava nascondendo qualcosa.
 
"Chi ti ha fatto tutto questo?"
 
Mi domandò.
 
"...non lo so, o meglio dire, lo so, ma non posso parlarti"
 
"Perché?"
 
"Un giorno capirai"
 
Aprì la bocca come se volesse ribadire ma finì col non dire nulla.
 
"Perché sei triste?"
 
"Io non sono triste"
 
Finse un sorriso, ma io lo conoscevo meglio di me stessa.
 
"Il muro ci crede, io no"
 
Girò la testa verso destra per qualche secondo, poi riprese a guardarmi.
 
"Chiunque sia stato a farti tutto questo, oltre ad averti portato via molto sangue, ha portato via anche il nostro bambino"
 
"...me lo aspettavo.."
 
Non piansi, non urlai. Ero tranquilla, ma dentro di me una fiamma vendicativa si accese.
 
"Non preoccuparti Bill. Prenderò quel tizio"
 
"No, lo acciufferò io, e lo ammazzerò senza farmi scrupoli!"
 
Tirò un cazzotto sul muro.
 
"Stai calmo! Ci penso io a lui"
 
Improvvisamente ebbi dei dolori atroci su tutto il corpo, ma non dissi niente.
 
<< È la metamorfosi! Il veleno si sta unendo con i tuoi geni! >>
 
"Maledetto!"
 
Strinsi i denti per il dolore. Era Lestat che mi stava parlando, sentivo la sua voce dentro la mia testa.
 
"Stai male?!"
 
"No, no! È tutto okey..."
 
Annuì e si alzò dalla sedia.
 
"Vado a dire ai medici che ti sei risvegliata, torno subito"
 
Non appena uscì dalla camera, mi contorsi sul letto dai dolori.
 
"Nghhh! Lestat! LESTAAAT!"
 
<< Quella è solo una parte di tutto il dolore che proverai! >>
 
"Ti prenderò!"
 
Il mio corpo stava cambiando. Riuscivo a sentire i miei muscoli aumentare, così come il mio udito. Riuscivo a sentire la voce di Bill e dei dottori, ed erano molto lontani.
 
"Si è risvegliata quindi?"
 
"Si. Non so come abbia preso la notizia dell'aborto comunque...non ha reagito"
 
"Meglio così!"
 
"Comunque, ho visto che era molto pallida in viso, i suoi occhi erano pieni di sangue e  si stava lamentando dai dolori!"
 
"Davvero? Vengo a dargli un occhiata!"
 
Arrivarono dopo poco. Il medico quasi si avventò su di me.
 
"Ahm,  devi parlargli in inglese, sai, sono hawaiani..."
 
Oh per favore. Con quei dolori non stavo di certo pensando a che lingua parlare.
 
"Come ti senti?"
 
Mi domandò il medico.
 
"Bene..."
 
"Bill mi ha detto che hai-"
 
"Sto bene, ho detto"
 
Anche la mia voce era mutata in un paio di secondi. Anche io fui sorpresa quando la sentii.
 
"O-okey, vuoi che ti control-"
 
"Lasciatemi andare! Devo andare via da questo posto"
 
"Tomja, non puoi!"
 
Spinsi Bill lontano da me.
 
"Non puoi dirmi ciò che posso fare e ciò che non posso"
 
"Tomja? Che cosa hai?!"
 
Si avvicinò nuovamente a me, ed io lo respinsi un'altra volta.
 
"STAMMI LONTANO"
 
"D'accordo!"
 
Anche il medico si spaventò, ed anche io, a dire la verità.
 
"Vado a prendere le carte per le dimissioni allora"
 
L'anziano medici uscì velocemente dalla camera.
 
"Cosa mi sta succedendo?!"
 
Scoppiai a piangere. Non potevo perdere il controllo di me stessa così facilmente. Ero un pericolo per lui adesso.
 
"Stai tranquilla"
 
Mi abbracciò.
 
"Non me la sono presa, davvero!"
 
Il medicò rientrò in camera con i fogli in mano. Una volta firmato il tutto, mi rivestii.
 
"V-vuoi ritornare in Germania?"
 
Mi domandò Bill.
 
"No"
 
"Sicura?"
 
"Solo perché abbiamo dei brutti ricordi legati a questo posto non vuol dire che dobbiamo bruciare le nostre vacanze"
 
Abbandonammo l'ospedale dopo pochi minuti. 
 
Mente eravamo in taxi, guardavo il panorama aldilà del finestrino, ma niente sembrava più lo stesso. I colori erano spenti, i sorrisi non avevano più gioia, ma la luce del sole non mi dava nessun problema.
 
"C'è un bel tempo oggi!"
 
Esclamò. 
 
"È vero..."
 
Peccato che anche il sole mi sembrava spento. Tutto era quasi grigio per me.
 
"Devi abbronzarti comunque! Guarda come sei pallida!"
 
"Resterò così per parecchio tempo..."
 
"Ma perché mi rispondi così stranamente?"
 
"Lascia perdere"
 
Portai le cuffiette del mio iPod alle mie orecchie. Ovviamente anche la musica suonava stranamente per me. Anche il volume più basso per me era troppo alto.
 
<< Me la pagherai Lestat! >>
 
Non so dove eravamo, ma il taxi si fermò lì. Bill mi rimosse una cuffietta.
 
"Guarda che siamo arrivati!"
 
"Siamo stati sfrattati da quell'altra casa?"
 
"Smettila di dire cavolate!"
 
Pagò il tipo, che andò subito via.
 
"Ho deciso di cambiare perché quella casa non mi convinceva più di tanto"
 
"Sono entrambe numerate quattrocentottantatre"
 
Glielo feci notare.
 
"È da un bel po' che quel numero mi sta ossessionando"
 
"Almeno hai una idea per il nuovo album"
 
Sbloccò la serratura della porta. La casa era molto simile a quella precedente, a parte il fatto che questa si trovava appena fuori città.
 
"È molto simile a quella di prima"
 
"Lo so! Le case qui sono tutte simili, più o meno"
 
Non appena trovai la camera da letto, mi ci intrufolai. 
 
"Non ti va di mangiare?"
 
Mi domandò Bill.
 
"No, non ho fame"
 
Mi tuffai sul letto. Mi addormentai subito.
 
Quei tre mesi passarono in fretta. Doveva essere una vacanza, invece fu un inferno. Lestat continuava a vivere nella mia testa, mentre io combattevo ogni giorno contro me stessa, contro le mie due personalità, e combattevo contro il desiderio di uccidere le persone.
 
Ritornammo in Germania, era il venticinque Agosto. Gustav e Georg ci stavano aspettando in aeroporto.
 
"Dove sono?!"
 
Bill si voltava attorno cercando di trovare Georg e Gustav. Grazie alla mia vista avanzata, li vidi entrare.
 
"Sono laggiù. Sono appena entrati"
 
"Dove?"
 
Trascinai Bill per mano, assieme ai nostri bagagli, o meglio dire AI MIEI bagagli. Non ci tenevo a portare con me anche i suoi.
 
"Eccoli!"
 
Li puntò con la mano. I due si avvicinarono a noi per salutarci ed aiutarci.
 
"Heeey! Da quanto tempo!"
 
Georg mi abbracciò per prima, ma notò che ero cambiata. Non era da me avere una espressione triste e vuota.
 
"Uh...sei spenta, cos'hai?"
 
"Sono...sono solo stanca, ecco"
 
Anche Gustav mi abbracciò dopo aver salutato Bill.
 
"Ma quella pancia non cresce?!"
 
Georg ci stava scherzando su, e per fortuna riuscii a trattenermi.
 
"Non credo crescerà più, Georg"
 
"In che senso?!"
 
Bill si attaccò al discorso.
 
"Ha abortito mentre eravamo alle Hawaii. Non so cosa sia successo quella notte, ma fu aggredita da qualcuno che entrò in casa"
 
"...mi dispiace! Io non volevo, stavo solo scherzando.."
 
"Risparmiati il fiato"
 
Uscii dall'aeroporto prima degli altri. Li sentivo parlare di me, dietro le spalle.
 
"Cosa ha?! È così acida!"
 
"E fredda"
 
Aggiunse Gustav.
 
"Non lo so. Forse è per l'aborto, è così da quando si risvegliò all'ospedale"
 
"Dev'essere molto stanca però, è pallida come un muro"
 
"No. Da quella sera il suo colorito sbiadì tantissimo, è sempre pallida"
 
"Anche nei suoi occhi ho notato qualcosa di strano"
 
"Si, l'ho notato anche io . Ho notato che quando si innervosisce, il contorno degli occhi è rosso, mentre è calma, no"
 
<< Sono davvero cambiata così tanto? >>
 
Mi domandai. L'altra parte di me mi rispose.
 
<< Certo che si, stupida! Sei mezza vampira ora! >>
 
<< Fa silenzio! Io non ho bisogno del sangue per vivere, e la luce del sole non mi crea problemi! >>
 
<< Ma non sarai mai più felice! Non vedrai le cose come prima! Sarai APATICA >>
 
"BASTA!"
 
Mi rimproverai. Purtroppo gli altri non potevano capire.
 
"Che cosa hai?"
 
Mi domandarono.
 
"Niente"
 
Georg mi tirò di mano i bagagli per metterli nel suo bagagliaio. Entrai in auto, volevo stare sola ma a Gustav toccò sedersi accanto a me.
 
"Ho un mucchio di idee per il nuovo album!"
 
Esclamò Bill.
 
"Bene! Benjamin sarà felice di sentirlo"
 
Erano solo loro tre a dare voce dentro l'auto. Io me ne stavo per i fatti miei, in silenzio.
 
"Che allegria!"
 
Sapevo che Georg si stava riferendo a me. 
 
"Non ho motivi per essere felice"
 
"Perché dici questo? Solo perché hai-"
 
"NON È PER IL BAMBINO!...con quello che mi sta succedendo, è meglio che io l'abbia perso. Sarebbe stata una perdita di tempo per me"
 
Credo che quelle parole scandalizzarono tutti i presenti. Il punto è che non fu la mia parte buona a dirlo.
 
<< COSA STAI DICENDO? BUGIARDA! >>
 
<< Dico semplicemente la verità. Non lo desideravi, altrimenti Lestat sarebbe già morto >>
 
<< TI MOSTRERÒ IL CONTRARIO >>
 
"Non potete capire, quindi non provate a farlo, per favore"
 
Stavo per piangere di nuovo. Odiavo dover escludere loro, i miei migliori amici, fuori dalla mia vita.
 
"Se hai bisogno, noi siamo qui"
 
"Non ho bisogno di vo-"
 
Mi portai una mano sulla bocca, ma lo avevano già sentito.
 
<< TI ODIO! >>
 
<< Anche io ti odio. Pensi davvero che l'amicizia e l'amore ti possano aiutare? Povera illusa! Sai qual'è il mio obiettivo?!  >>
 
<< Morire? >>
 
<< Questo è quello che desideri tu, ma il mio obiettivo è differente! Il mio obiettivo è di farti perdere tutte le amicizie, e farti allontanare dalle persone che ami! >>
 
<< MAI >>
 
"Ngh!"
 
Tirai un calcio al sedile di fronte a me, cioè quello di Georg.
 
"Cosa ho fatto?!"
 
Mi domandò.
 
"No...non hai fatto niente. Era solo uno scatto nervoso..."
 
Georg parcheggiò di fronte casa nostra dopo quasi un'ora di viaggio. Non appena uscii, Bill mi portò lontano dagli altri per parlarmi.
 
"No, ti prego. Non andiamo lontano..."
 
Avevo paura di perdere il controllo e di fargli del male. Dentro di me avevo sempre una parte dei Lestat.
 
"Cosa hai? Cosa ti sta accadendo!? Perché ci tratti così!?"
 
"Non è colpa mia, lo giuro!"
 
"Ma sei tu a parlare, non qualcun'altro!"
 
"Lo so ma...sono divisa in due, capisci?!"
 
"Io...io non ti sento più come prima. Non sei più socievole, non sei più...calma, tranquilla. Sei nervosa, fredda, acida..."
 
"Mi passerà Bill, è solo un periodo, credimi!"
 
<< Non ti passerà mai! >>
 
"Anche per me è stata una batosta perdere il bambino, ma non ho reagito così!"
 
"Nessuno ti sta dicendo di rimanere al mio fianc- DANNAZIONE, STA ZITTA!"
 
Mi nascosi tra le mie mani.
 
"Oddio, scusami Bill! Scusami! Non sono stata io a dirlo, te lo giuro"
 
Mi strofinò la schiena con la mano.
 
"Tranquilla...posso immaginare"
 
"No..non puoi!"
 
Esclamai tra le lacrime.
 
"Non puoi capire com'è combattere con se stessi! Non puoi capire!"
 
Poggiò la mia testa sul suo petto.
 
"Ti passerà, lo so che sei forte"
 
<< Non stavolta...>>
 
Piansi per molti minuti abbracciata a lui. Era uno sfogo, ma mi sentivo tanto in colpa per le cose che avevo detto e che stavo dicendo.
 
"Entriamo a casa?"
 
Mi domandò.
 
"Okey.."
 
Entrammo dentro la nostra vera casa. I cani vennero a farci le feste, ma non ero dell'umore per giocare con loro.
 
"Vi ha trattati bene lo zio Andreas?!"
 
Ci pensò Bill a calmarli. Neanche loro si avvicinavano a me.
 
<< Chiaro! Nessuno vuole avvicinarsi a te! >>
 
<< Zitta! Lasciami in pace! >>
 
Mi sedetti sul sofà dentro il nostro mini studio. Ero sola, e volevo esserlo. Una vecchia foto di gruppo si presentò davanti ai miei occhi. 
 
<< Guardala, eri così felice! Tienila ben impressa perché niente sarà più così! >>
 
La mia parte malevola modificò a suo piacere la foto. Bill prese l'aspetto di Lestat, ed anche io ero una vampira.
 
"BASTA!"
 
Lanciai per terra la foto, distruggendo la cornice di vetro.
 
"Lo so che niente sarà più come prima, ma lasciami stare!"
 
-BILL'S POV-
 
"Sono preoccupato per lei..."
 
Confidai agli altri la mia paura, la mia preoccupazione.
 
"Perdere un figlio per le donne è più difficile da accettare"
 
"Non è questo il punto, Georg! È cambiata così tanto che non la riconosco più..."
 
"Neanche io. Ma è solo una fase"
 
"Ha doppia personalità!"
 
Georg inarcò le ciglia.
 
"Cosa te lo fa pensare?"
 
"Lo ha detto lei stessa!..."
 
"Cosa ha detto esattamente?"
 
"Ha detto che è stanca di combattere con se stessa, e cose del genere..."
 
Georg era molto comprensivo, era esperto nel campo della psicologia. Alla fine volevo solo sapere se ci fosse un metodo di recuperare la Tomja che conoscevo un tempo.
 
"Potrebbe andare da uno psichiatra, ma non cambierebbe niente...solo lei può 'aiutarsi'"
 
Mi poggiò una mano sulla schiena.
 
"Sono sicuro che Tomja ritornerà ad essere come prima, fidati"
 
"...e se non sarà così?"
 
"Tu la ami?"
 
Non potevo dubitare di questo, ma devo dire che in quel periodo stavo ripensando su tutto.
 
"....non...non lo so"
 
"Bill...le devi stare accanto"
 
"Io la amo, certo che si! Ma in questo periodo è differente! Forse un periodo di pausa può aiutare.."
 
"No, assolutamente"
 
"Ma se poi litighiamo sarà peggio! Lei dirà cose che non pensa ed anche io farò lo stesso! Ci faremo del male per niente"
 
Il discorso fu interrotto dal cellulare di Georg che squillò.
 
"Scusami"
 
Prese il telefonino in mano e si allontanò da me.
 
-TOMJA'S POV-
 
Avevo sentito tutto il discorso tra Bill e Georg. Tutto. 
 
"VAFFANCULO!"
 
Afferrai una delle mie tante Les Paul e la sferrai violentemente sul muro, e poi sul pianoforte.
 
"LESTAT, IO TI AMMAZZOOO!"
 
Ruppi anche qualche tasto del pianoforte. La chitarra era spezzata in due, la lasciai cadere per terra.
 
"Non posso perdere anche lui..."
 
Mi lasciai cadere sulle ginocchia. 
 
"Non posso..."
 
<< Lo hai difeso, e lo stai difendendo tutt'ora. Stai facendo il tuo dovere! >>
 
Era...mia nonna?
 
"Nonna?"
 
<< Si! Cerca di tenere duro, una volta ucciso Lestat, la tua parte malvagia scomparirà! >>
 
"LO UCCIDERÒ!"
 
Mi rialzai da terra. Stavo per uscire dallo studio quando un giramento di testa mi fece cadere sul sofà.
 
"Ugh..."
 
<< Hai bisogno di sangue, cara vittima! >>
 
"S-sangue?.."
 
<< Devi andare a caccia! È strano andare a caccia alle sette di sera, lo so >>
 
"No..non posso farlo.."
 
<< Devi farlo, altrimenti morirai >>
 
"Vi distruggerò.."
 
Trovai delle forze per alzarmi dal sofà e scappare dalla finestra.
 
<< Buona caccia! >>
 
"Fottiti!"
 
Ero più pallida e più debole del solito.
 
<< Usa questa tua 'capacità' come strumento di vendetta contro le persone che odi >>
 
"Persone che odio?...."
 
Ne avevo tante, ed era difficile ricordare dove abitassero.
 
"Non ho tempo per loro.."
 
Mi sentivo collassare, avevo bisogno di bere del sangue. 
 
Ero in centro città di Magdeburgo, era molto difficile trovare una persona appartata, lontana dagli occhi di tutti.
 
"Eccone una!"
 
Aspettai che voltasse l'angolo. Entrò in una stradina sterrata, non c'era nessuno.
 
<< Prendila, prendila! >>
 
Con agilità, gli corsi dietro e quando ero a pochi metri da lei, gli saltai addosso.
 
<< Perdonatemi! >>
 
Affondai i canini sul collo della ragazza. Il pensiero che io stessi bevendo del sangue mi stava facendo quasi vomitare, ma allo stesso tempo mi sentivo così bene mentre lo bevevo. Bevetti fino all'ultima goccia.
 
"...Cosa ho fatto?"
 
Mi domandai.
 
<< La cosa giusta! >>
 
"No, non è giusto uccidere delle persone!"
 
<< Tu lo hai già fatto in passato! >> 
 
"Era necessario! Non avrei mai fatto uccidere mio fratello"
 
Fuggii da quella stradina. La mia maglia aveva delle gocce di sangue addosso, ma casa era ad un paio di angoli dal centro.
 
Saltai il cancello, e rientrai dalla finestra dello studio. Bill e gli altri mi stavano aspettando li dentro.
 
"Dove eri andata?!"
 
"A...a fare due passi"
 
"E perché sei scappata dalla finestra?!"
 
"Non mi andava di passare tra di voi"
 
"Ah si? Spiegami quelle macchie di sangue allora!"
 
"Ahm....Mi sono ferita con la chitarra prima, mentre la stavo rompendo"
 
Gli feci notare lo strumento rotto.
 
"Posso stare sola adesso?"
 
"Sono stufo di tutte queste tue scuse !"
 
Fuggì fuori lo studio, ed io gli corsi dietro.
 
"Dove vai?!"
 
"Non lo so, ho bisogno di riflettere"
 
"No!"
 
Lo bloccai di fronte alla porta.
 
"Lasciami passare"
 
"No, non posso farlo! Saresti in pericolo"
 
Mi spinse, ma senza metterci forza. Uscì di casa senza portare con se le chiavi.
 
"TORNA QUI!"
 
Urlai ma non si voltò.
 
"Stai calma. Tornerà!"
 
"TORNERÀ UN CAZZO! NON HA PORTATO LE CHIAVI, GEORG!"
 
Ero di nuovo in preda ad un attacco di follia e di pianto. Distrussi tutto, e dico TUTTO, ciò che c'era in soggiorno. Non mi importava cosa.
 
"Fermati!"
 
"NON POSSO PERDERE ANCHE LUI!"
 
"Facendo così non risolverai niente!"
 
Lanciai una sedia verso Georg che stava parlando. Fortunatamente non venne colpito.
 
"Smettila! Se fai così, lui non ritornerà mai!"
 
Mi fermai d'istante. 
 
"Tranquilla, okey? Hai perso il bambino, ma Bill non potrai mai perderlo. Sai com'è fatto, non gli piace essere mentito"
 
"Io..."
 
Scossi la testa. Era inutile dire il falso.
 
"Tu cosa?"
 
"Niente"
 
Gustav portò un bicchiere d'acqua e lo lasciò nelle mani di Georg.
 
"Tieni, bevi questo"
 
Lo bevetti come una cretina. Credo che contenesse qualche calmante o sonnifero perché mi addormentai dopo pochissimi minuti.
 
-BILL'S POV-
 
"Avvolte desidero avere una macchina, dannazione!"
 
Non ero lontanissimo da casa. Ero riuscito a sentire le urla di Tomja e fidatevi, stavo male quanto lei. Ma cosa potevo farci? Non la capivo più. Mi mentiva, ma perché lo faceva? 
 
La città era mezza vuota a quell'ora. Era tutto tranquillo, silenzioso.
 
"Uh? Era un corpo quello?!"
 
Ritornai indietro. Vidi un corpo accasciato in una stradina sterrata. Mi avvicinai alla ragazza, ma era morta.
 
"Anche lei ha quei due fori sul collo..."
 
Non la toccai, non volevo lasciare impronte.
 
"Ma come è possibile che questo tipo ora abbia attaccato anche in Germania?!"
 
Mi allontanai dal corpo il più velocemente possibile. Mi scontrai contro una persona non appena sbucai dalla stradina.
 
"Oh, mi scusi!"
 
Raccattai i fogli che erano caduti di mano alla donna. Quando mi rialzai per darglieli mi accorsi di chi fosse.
 
"Oh...ciao Heilke"
 
Era la mia ex. Risaliva al 2005, nessuno sapeva di lei.
 
"Ciao"
 
Rispose lei timidamente.
 
"Scusami, non ti avevo vista!"
 
Gli consegnai tutti i fogli che le erano caduti.
 
"No, non preoccuparti!"
 
"È..da tempo che non ci vediamo"
 
"Già. Come stai?"
 
"Insomma...la mia relazione non va a gonfie vele in questo ultimo periodo. Sono un po' giù"
 
"Mi dispiace! Tu stai con.."
 
"Tomja, si"
 
"Oh...pensavo fosse una cosa falsa"
 
"No, non lo è. Stavamo anche per avere un bambino, ma ha abortito qualche settimana fa"
 
"Oddio, mi dispiace tantissimo!"
 
Mi diede una pacca dietro la schiena.
 
"Dove stavi andando?"
 
"Stavo cercando di...sbollirmi. Ho avuto una discussione"
 
"Se vuoi puoi venire a casa mia!"
 
"No, non voglio disturbarti"
 
"Non mi disturbi, davvero!"
 
Mi afferrò la mano e mi guidò verso la sua auto.
 
"La mia auto è a pochi metri da qui!"
 
La seguii, anche se avevo promesso a me stesso di cancellarla dalla mia mente.
 
Aprì lo sportello dell'auto.
 
"Entra!"
 
Entrai nell'auto. Era molto piccola ed a malapena ci entravo.
 
"Lo so, è abbastanza stretto per te, ma arriviamo presto!"
 
Era stata 'sincera', arrivammo in pochi minuti a casa sua.
 
Aprì la porta ed entro per prima, io entrai per ultimo.
 
"Non ho molto in frigo, a parte i surgelati!"
 
"Ma io non rimango a mangiare, tranquilla!"
 
"No dai, è da tempo che non ci vediamo!"
 
"Lo so, ma..."
 
"Ti prego!"
 
Ci riflettei per qualche minuto.
 
"Okey, d'accordo. Ma non perdere la testa, mi va bene anche solo un sandwich!"
 
Entrai in cucina, dove si trovava lei.
 
"Sto mettendo le pizze surgelate nel forno a microonde!"
 
"Molto meglio"
 
"Accomodati sulle sedie vicino al tavolo, non stare in piedi!"
 
Feci come mi disse. Lei restò in cucina, accanto al microonde.
 
"Perché eri nervoso prima?"
 
"Ho avuto un litigio con Tomja"
 
"Perché?"
 
"Perché...mi mente. Forse lo fa per una buona ragione, non lo so..."
 
Diedi una occhiata all'orologio appeso sul muro di fronte a me. Erano quasi le otto, e Tomja stava sicuramente morendo d'ansia.
 
"Tu cosa credi?"
 
"Eh? Ah, non lo so...sta passando un brutto periodo e la comprendo!"
 
Portò i due piatti in tavola. Dopo si alzò per prendere due bicchieri di plastica e una bottiglia di coca-cola.
 
Con lei mi sentivo molto in imbarazzo, infatti non fui io a rompere il ghiaccio durante la cena.
 
"Sembri stanco!"
 
"Si. Siamo arrivati qualche ora fa. Un viaggio di dieci ore è molto stancante!"
 
"Dieci ore? Dove sei stato?"
 
"Hawaii, in cerca di pace e relax, ma non è stato per niente così"
 
"Mi dispiace.."
 
"Acqua passata"
 
Bevetti un sorso di coca-cola. Lasciai le posate nel piatto, e passai un fazzoletto di carta sulle labbra per rimuovere il sugo.
 
"Grazie della cena. Ora devo andare, non voglio che stia in ansia per me"
 
"Aspetta, rimani almeno per un caffè!"
 
"...va bene, ma fai velocemente!"
 
"Certo!"
 
Scappò in cucina a preparare il caffè.
 
"È subito pronto!"
 
Inserì due cialde dentro la sua macchinetta. Dopo poco mi portò la tazzina, contenente il caffè bollente.
 
"Ascoltami Bill..."
 
"Dimmi"
 
"Sai...non ti ho mai dimenticato, anche se ci siamo lasciati, io....ti amo ancora"
 
Ero tentato, lo ammetto. Ma io amavo Tomja più di qualsiasi altra ragazza, e lo sentivo specialmente nei momenti come quelli.
 
"Io ti voglio bene, ma come una amica. Seppur le cose stiano andando non molto bene tra me e Tomja, io la amo lo stesso. In questo periodo, difficile per lei, le devo stare accanto, e non tradirla a destra e a manca. Mi dispiace"
 
Poggiai la tazzina sul tavolino ed andai via da casa di Heilke il più velocemente possibile.
 
-TOMJA'S POV-
 
"Vuoi scendere a mangiare?"
 
Mi domandò Georg dietro la porta.
 
"NO, LASCIATEMI SOLA!"
 
Mi sotterrai nuovamente sotto i cuscini. 
 
<< Non tornerà più, accettalo! >>
 
"No! Lui...lui tornerà, lo so!"
 
<< Chi di speranza vive, di speranza muore >>
 
Qualcuno suonò il campanello. Lo sentii anche se ero immersa sotto tre cuscini. Grazie per avermi resa più forte, Lestat!
 
"È lui?!"
 
Feci silenzio. Col mio udito avanzato non ci voleva molta fatica per sentire ciò che stavano dicendo.
 
"Oh, sei tornato finalmente!"
 
"Cosa è successo qui dentro?! È passato un Tornado?!"
 
"No, è stata Tomja a distruggere tutto, durante una crisi. L'abbiamo dovuta calmare con dei sonniferi!"
 
"Dov'è adesso?"
 
"Sù in camera. Ora è sveglia"
 
Lo sentii salire le scale, così sbloccai la serratura. Bussò alla porta, e l'aprii.
 
"Bill!"
 
Mi lanciai tra le sue braccia in cerca di assoluzione.
 
"Ti prego, perdonami! Perdonami per tutte le brutte cose che ti ho detto, e per tutte le stupide azioni che ho compiuto. Io non voglio perdere anche te.."
 
"Smettila di piangere. Non hai bisogno di scusarti, sono stato io il cretino a non capirti"
 
Mi rimosse tutti i dread che mi coprivano la faccia.
 
"Ora però scendi giù a cenare, okey?"
 
"E tu? Non ceni?"
 
"No, ho mangiato fuori, ma mi siedo a tavola con te!"
 
"Va bene"
 
Scesi le scale mantenendomi alla sua mano.
 
"Finalmente sei scesa!"
 
Esclamò Gustav.
 
"Ti abbiamo lasciato la cena nel forno, è ancora calda"
 
Bill si calò a prendermi la cena.
 
"Potevo farlo io!"
 
"Invece l'ho fatto io. Dai, va a sederti"
 
Mi sedetti su una delle nostre sedie in ferro. Bill mi posò la cena di fronte.
 
"Buon appetito"
 
"Grazie, però non ho molta fame"
 
"Mangia quello che ti va!"
 
Gustav accese la tv. Stavano passando le ultime notizie del telegiornale.
 
<< Parleranno di quella ragazza, ne sono sicura! >>
 
Infatti la giornalista annunciò quella notizia dopo poco.
 
"Io ho visto il corpo di quella ragazza! Ci sono anche andato accanto, ma era già morta..."
 
"È morta dissanguata?! È dove finito tutto il sangue?!"
 
"È sopratutto, come ha fatto a perdere tutto quel sangue da due semplici fori sul collo?"
 
Georg e Gustav stavano discutendo sulla notizia che avevano appena sentito. Io facevo l'indifferente, o almeno, ci provavo.
 
"Scusatemi, ma non ho fame"
 
Mi alzai dalla sedia.
 
"Ma hai mangiato pochissimo!"
 
"Bill, te lo avevo detto che non ho fame!"
 
Uscii fuori in giardino a prendere una boccata d'aria.
 
"È tutto così spento...senza senso"
 
Già. Non mi sentivo neanche più legata alla musica. La mia volontà si era rintanata e rifiutava di uscire.
 
"Come va'?"
 
"Oh, Johann! Cosa ci fai tu qui?!"
 
Lui era il mio angelo mentore. Mi ha sempre guidato verso le strade giuste. Era
il mio tutor, diciamo.
 
"Ho visto cosa ti ho accaduto"
 
"Dimmi cosa mi succederà, ti prego! Sono persa, ho bisogno di-"
 
"Calma, calma! Sei ancora un umana!"
 
"NO! Ho bisogno di prendere sangue dalla gente per-"
 
"Lo so! Ma il tuo cuore batte ancora. Non sei una vampira, sei solamente un umana avanzata!"
 
"E quindi?"
 
"Questo vuol dire che sei ancora parte dei nostri, e sei più forte. Lestat ti ha fatto un regalo mordendoti!"
 
"Mi avete tolto un gran peso di dosso"
 
"Ero venuto qui per questo!"
 
Qualcuno uscì di casa, e Johann sparì.
 
"Stiamo andando via"
 
Mi avvertì Gustav.
 
"Non rimanete a dormire qui?"
 
"No. Casomai un'altro giorno!"
 
Entrambi mi salutarono col brofist.
 
"Ci vediamo in Studio!"
 
"A domani!"
 
Li guardai andare via. Ora riuscivo a vedere anche a Kilometri di distanza, figo.
 
"Puoi ritornare"
 
Johann riapparì.
 
"Sono un po' timido!"
 
"Non l'avrei mai detto"
 
"Bene. Ora vado anche io"
 
"Ciao anche a te"
 
Sparì definitivamente.
 
<< Sei sola, di nuovo. >>
 
"Non ricominciare"
 
<< Perché non dovrei?! Ti fa male la verità? >>
 
"Devi vedere quanto dolore proverai il giorno in cui Lestat morirà"
 
<< MAI >>
 
"Allora resta a guardare"
 
Ritornai dentro casa per non dare ascolto alle mie stesse stronzate mentali.
 
"Vieni a guardare il film?"
 
Strillò Bill dall'altra camera.
 
"Il mio no vale per tutti i film romantici, sopratutto il Titanic"
 
"No! È un film su...vampiri, credo"
 
"Vampiri?!"
 
<< Posso imparare come ucciderli! >>
 
<< AHAHAHAH, CREDI CHE I FILM DICANO LA VERITÀ? >>
 
<< Tentare non costa nulla >>
 
"Si, arrivo!"
 
Chiusi la porta a chiave. Entrai in soggiorno. La luce era spenta, ma io ci vedevo lo stesso, avevo una visuale notturna.
 
"Che cosa orribile.."
 
Mi sedetti sulla poltrona, accanto a Bill.
 
"Sei arrivata giusto in tempo, sta per iniziare!"
 
"Bene..."
 
Il film era il solito, Dracula. Era molto vecchio, credo fosse la prima versione, non lo so.
 
"Quando muore?!"
 
Esclamai dopo parecchi minuti di visione.
 
"Non ti piace il film?"
 
"No, voglio solamente vedere come si uccide un vampiro!
 
"Perché?"
 
"Ahm...sono curiosa"
 
Il film arrivò alla fine. Il vampiro venne ucciso infilzato da una croce in legno nel cuore.
 
<< Non si farà mica infilzare facilmente >>
 
<< Sarà lui ad infilzare te! >>
 
<< Fa silenzio! >>
 
"Mitico, adesso sappiamo come uccidere un vampiro! Il punto è, che non ci servirà"
 
"Questo lo dici tu"
 
"Dai! Credi davvero a queste storie?"
 
"....abbastanza"
 
Lasciammo il salone per dirigerci in camera da letto. Mi infilai il pigiama ed entrai nel letto, anche se ero consapevole che non avrei dormito.
 
Come non detto. Erano le quattro di notte, e non avevo ancora chiuso occhio.
 
"Dio, sta zitta! Voce di merda!"
 
<< Voce di merda?! Io sono una parte di te! >>
 
"Che esaurimento..."
 
Mi portai le mani sulle orecchie. Mi voltai dall'altro lato del letto. Lestat era li.
 
"Shhh, non urlare! Ero solo venuto a prendermi ciò che mi apparteneva!"
 
Strappò la collana di mia Nonna dal collo di Bill.
 
"Questa era dei Lestat, non deve stare addosso ai Kaulitz!"
 
"DA DOVE SEI ENTRATO?"
 
"Furbacchiona, hai lasciato la finestra dello studio aperta!"
 
Aprì la finestra della camera e si lanciò di sotto. Si vanificò in pochissimo tempo.
 
"Maledizione.."
 
Entrai nuovamente nel letto. Sotto il cuscino nascosi una croce di legno, nell'occasione Lestat si ripresentasse di nuovo.
 
"Non mi sfuggirai, Lestat"
 
Poggiai la testa sul cuscino, fingendo di dormire. In realtà ero sveglia, pronta per difendere ed attaccare.

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Capitolo 14
*** Uscita allo scoperto ***


Era una giornata solare, molto calda, ma anche molto ventilata. Ero appena scesa da un semplice Pullman, che si fermò proprio di fronte a casa mia. Ah, e indossavo una tracolla contente dei libri scolastici.

"Che strano. Non ci sono fermate di fronte a casa!"

Non ci persi la testa, comunque. Aprii il cancello e subito dopo la porta di casa.

"Sono a casa!"

Lanciai le chiavi sul tavolino.

"Hey? Georg? Gustav? Bill?"

Nessuno mi rispose. Ero sicura si trovassero in studio, quindi mi diressi li.

"Ragazzi, siete sord- Ma che diamine?"

No. Non c'era nessuno studio, quella porta conduceva ad una cantina.

"E...e le mie chitarre?! LO STUDIO?!"

"Chitarre? Da quando sai suonare, Tomja?"

Una donna di mezza età, vestita da cameriera, si avvicinò a me.

"Come scusi? Io SONO una musicista!"

Mi poggiò entrambe le mani sulle spalle.

"È stata una giornata stanchevole a Scuola, lo immagino"

"SCUOLA?! No, lei non ha capito-"

"Perché mi dai del Lei?"

"Perché io non la conosco!"

Allontanai le sue mani da me.

"Ma cosa stai dicendo Tomja?! È da tredici anni che io lavoro qui, per la tua famiglia!"

Non ci stavo capendo più niente. Mi portai una mano sulla fronte, tentando di darmi una spiegazione.

"Mi ascolti. Io sono Tomja, ho diciassette anni..."

Lanciai la tracolla il più lontano possibile.

"A Scuola non ci vado, perché sono la chitarrista di un gruppo abbastanza famoso. I Tokio Hotel, conosce?"

"Oh, smettila!"

Cominciò a deridermi.

"Lo so che ami davvero tanto quel gruppo, ma ora esageri!"

"Eh?!"

Salì per le scale, io la seguii per non perdermi.

"Ti ho messo i vestiti puliti sul letto"

Aprì la porta di quella che era la mia...cameretta?

"Il pranzo è pronto tra poco"

"Grazie, ma non mangio"

"Come desideri"

Mi lasciò sola. Entrai in camera, ed ero circondata di poster.

"Ah! Che belle facce di cazzo!"

Mi ricordavo di aver fatto quei photoshoot, ovviamente, ma qualcosa non quadrava. Io non ero io.

"Hey, hey, hey. Chi cazzo è Tom?!"

Stavo avendo dei seri dubbi sulla mia sessualità in quel momento. Ero un uomo e non lo sapevo?

"Ma quelli sono i MIEI vestiti! E quella è la MIA chitarra!....E quello è MIO fratello!"

Sapevo che dietro tutta quella roba ci fosse lo zampino di qualcuno, ma il nome non mi tornava in mente.

"Le....lest...cazzo, non lo ricordo!"

Mi sedetti sul letto, e nello stesso momento ricevetti una telefonata. Risposi, pur non sapendo chi fosse.

"Si?"

"Hey, guarda che ci sono i tuoi amici su MTV!"

"I...i miei..amici?"

"Non fare la finta tonta. Dai che stanotte ci accampiamo di fronte l'arena, così siamo sicure di essere prime! Okey?"

"..."

Prime, ma dove?

"Ma stai bene?! Domani è il nostro giorno tanto atteso, domani avremo di fronte i nostri quattro angeli!"

"I Tokio Hotel?"

"...Ovvio che sono loro!"

"...oh cristo"

"Cosa?"

"Nono, niente..."

"Oddio, eccoli! Sono appena usciti"

Riuscivo a udire le urla delle fans dalla sua televisione.

"Okey, lo guardo"

Chiusi la chiamata. Mi alzai dal letto per accendere la tv, e mi sintonizzai su MTV.

"Ma...ma in quella intervista  c'ero io!"

Ma invece c'era questo 'Tom'

'...Sono io quello ad avere più fan. Sono la ragione per cui siamo famosi ora!"

Ed era anche un grandissimo cafone e cretino.

"Ti tirerei un pugno tra i denti se non lo tirassi a me stessa"

Sapevo già tutte le domande, e sapevo già tutte le risposte. A parte quelle di Tom, quelle non erano di bocca mia.

"Si può sapere che cazzo succede?!"

Spensi la tv nervosamente. Stavo impazzendo tra quelle quattro mura, totalmente ricoperte di poster. Perché io non c'ero? Perché?

"IO SONO PARTE DI VOI!"

Tirai un pugno ad un poster appeso sul muro.

"E...sono parte di te.."

Puntai Bill con l'indice. Anche nella vita da fan ne ero innamorata. Le mura erano ricoperte di poster dei Tokio Hotel, si, ma il cinquanta percento era composto da poster di Bill.

"Un po' ossessionata!"

Mi trovai di fronte il biglietto per il concerto.

'Finalmente domani ci incontreremo. Diventeremo tutt'uno, e finalmente potrò vederti mentre splendi nell'oscurità della Notte"

Lo avevo scritto io quel messaggio?

"Ma per favore!"

Decisi di mettermi sul letto per un po', chissà, magari aiutava.

///

"E ora dove mi trovo?!"

Gente che urlava, un palco enorme di fronte a me. Era chiaro dove mi trovassi.

'Wir Wollen Tokio Hotel, Wir Wollen Tokio Hotel, Wir Wollen Tokio Hotel! '

E chi se lo dimenticava quel coro? Ogni volta che ero sul palco, riuscivo a sentire quel coro risuonare nelle vene, nelle ossa. Riusciva a trapassarti.

La band, o almeno, tre di loro, presero finalmente posto sul palco. Sapevo già che Bill preferiva aspettare, anzi, se era possibile, preferiva cantare direttamente dal backstage.

"STRONZO! COME CAZZO TI PERMETTI DI METTERE MANI SULLA MIA ROBA?!"

Tom incrociò lo sguardo col mio. Ero in prima fila, e loro erano davanti a me.

"QUELLI SONO I MIEI VESTITI, I MIEI AMPLIFICATORI, I MIEI PEDALI, E LA MIA CHITARRA!"

Mi stava sentendo, e pure bene. Non vedevo l'ora che il concerto finisse, tanto per dirgnene quattro.

Bill uscì allo scoperto durante il ritornello della canzone.

"E QUELLO È MIO FRATELLO!"

Sapevo che non avrei avuto risposta, ma preferivo marcare il territorio dall'inizio.


Dopo dieci canzoni per loro, e dieci vite perse per me, Bill decise di far salire una fan sul palco.

"Se sceglie me, Tom farebbe meglio a correre"

No, non scelse me, fortunatamente.

"Tanto al backstage non mi sfuggite"

Promisi.

"Oddio, una balena arenata?!"

No, ma il suono, che quella fan emetteva mentre cantava, era piuttosto simile.

"Spero che finisca presto"

---

Ecco la fine. Era tutto finito finalmente. Georg lanciò il suo plettro tra le fan, anche Tom lo fece, ma lo lanciò direttamente tra le mie mani.

"Magari prima impari a suonare, e poi metti mani su roba come questa, uh?"

Mi disse puntandomi. Strinsi quel Plettro al Tortex così fortemente, che lo spaccai in due.

"Ti faccio vedere io"

Lasciai l'area molto facilmente. Tutte stavano affollando le uscite secondarie per andare ad aspettare la band vicino al tour bus, io invece presi la scorciatoia per i camerini.

"Già, le guardie!"

Erano voltate di spalle. Afferrai un estintore, e furtivamente, mi avvicinai a loro. Li colpii, e persero i sensi.

"Vengo a prenderti"

Allungai la gamba per non camminare sopra il corpo della guardia addormentata. Tom era li', davanti a me.

"Hey, stronzo!"

Mi avvicinai alle sue spalle. Quando si voltò per guardarmi, gli lanciai il plettro in faccia.

"Tu non hai neanche idea di chi sia io"

"Una fan con qualche rotella fuori posto?"

"TOGLI QUEL CAZZO DI SORRISETTO DALLA BOCCA"

Lo afferrai per maglietta e lo sbattei al muro.

"No, non dimenarti! Le guardie sono a dormire"

"Le hai uccise?!"

"No, non sono un'assassina, ma potrei iniziare da te!"

"CHI SEI?!"

Stava cominciando ad avere paura. Bravo piccino.

"Quello che tu non sarai mai"

"Cioè?"

"Una ragazza, Un angelo mischiata ad un vampiro, Una sorella, una fidanzata, ed una MUSICISTA! E tu...non sei niente di tutto questo!"

"Non riesco a seguirti!"

Lo pressai nuovamente sul muro.

"TU NON ESISTI! VUOI CAPIRLO?!

Qualcuno uscì dal camerino, cercai di vedere chi fosse con la punta dell'occhio.

"Cosa sta succedendo qui?! Chi sei tu?!"

Lasciai la presa dalla maglietta del ragazzo, e mi avvicinai a colui che amavo in entrambe le vite.

"Bill? Sono io, Tomja!"

Passo dopo passo mi avvicinavo a lui, ma lui indietreggiava.

"Chi? No, non ti conosco!"

"Cos- non fare lo stupido, dai!"

Scosse la testa.

"Sono serio"

Risi, ma istericamente.

"Io sono la tua ragazza! Anzi, tua sorella, originariamente"

"Io ho già una ragazza, e quella non sei tu!....e poi, io non ho una sorella!"

Presi dei secondi per digerire quella frase.

"Stai scherzando spero! TU NON HAI NESSUN'ALTRA!"

"Dove sono le guardie?!"

Domandò Bill.

"Ha detto che 'le ha messe a dormire' "

Gli rispose Tom. Bill fuggì dentro il camerino, probabilmente per chiamare qualcuno.

"Adesso Georg e Gustav ti spaccheranno il culo! Ahahaha"

"Io invece ti spaccherò la faccia!"

No, non mi ero dimenticata di lui. Lo afferrai nuovamente, e lo scazzottai fino a quando non vidi il sangue.

"TI BASTA ORA?! EH?!"

"Georg, Gustav, AIUTATEMI!"

I due uscirono immediatamente fuori dal camerino.

"Fine dei giochi, ragazzina!"

Gustav mi prese per le gambe, Georg per le braccia.

"GEORG, GUSTAV, NEANCHE VOI VI RICORDATE?!"

Ovvio che no. Per loro ero solo una fan che soffriva di problemi mentali.

"A non rivederci!"

Mi lanciarono fuori dall'uscita di sicurezza. Atterrai violentemente sull'asfalto.

///

Il calendario di fronte al mio letto segnava il 10 Ottobre, il biglietto del concerto segnava l'8. Erano passati tre giorni quindi.

"Oh, che mal di testa!"

Quella botta con l'asfalto mi aveva anche lasciato un bel livido.

"Quei due stronzi..."

Qualcuno mi chiamò al telefono, di nuovo.

"Chi rompe?"

"Oddio, entra su Twitter, ti prego!"

La voce era della stessa ragazza con cui ero andata al concerto, ma stava piangendo.

"Da quando ho Twi...boh, va beh"

Dopo tanti tentativi di ricerca su Google riuscii a trovarlo.

"Scusate se sono una ignorante ad inglese"

Una volta cliccato sul link della ricerca, venni reindirizzata al mio profilo.

"@unendlichkejt? Che razza di Nickname è questo?!"

Ero una fan della mia band. Dovevo capirmi.

"Sono davvero poco ossessionata con Bill, davvero!"

Avevo le sue foto dappertutto, e il computer non era da meno. Ritornai seria.

"Menzioni? Forse qui trovo i messaggi degli altri!"

Ma decisi di cliccare su Home per prima cosa. Molti messaggi, o meglio dire Tweets, contenevano l'hashtag '#RIPGustavBillUndGeorg"

"Cosa sta succedendo?!

Entrai in panico. Dopo varie ricerche, trovai l'articolo.

"Oh mio dio"

Mi portai una mano sulla bocca, e le lacrime scesero da sole.

'Incidente mortale sull'autostrada A9. Sei sono i morti, tra la quale tre membri della celebre Band Tokio Hotel, Gustav Schäfer, Georg Listing, e Bill Kaulitz"

"CAZZO!"

Non so davvero come spiegare quella sensazione, perché non provi niente, stenti a crederci.

"BASTA, BASTA!"

Volevo svegliarmi, perché sapevo di essere in incubo.

///

"NGH!"

Mi alzai di scatto
dal letto. Ero diventata un pezzo d'acqua, ma ero felice di essere ritornata nella mia realtà.

<< Ti è piaciuto il mio scherzetto? AHAHAHHA >>

<< Tua madre doveva essere una gran troia >>

Mi portai le mani nei dreads. Anche Bill si alzò a metà busto.

"Hai fatto di nuovo un incubo?"

Non diedi ascolto alle sue parole perché ero felicissima di rivederlo al mio fianco.

"Ho...ho avuto paura"

Poggiai la testa sul suo petto, poi avvolsi le mie braccia attorno al suo busto.

"Tranquilla, ora sei qui"

Era stato solamente un incubo, ma sembrava così...reale.

"Ho...avuto paura"

E non era molto cosa di ogni giorno per me ammettere di avere paura, o solamente ammettere di essere fragile.

"Ti va di parlarmene?"

Mi portò i dread dietro il mio orecchio.

"Tutto è iniziato da un sogno banale. In poche parole, sognavo di essere me medesima, ma non ero la chitarrista della nostra band, ero semplicemente una fan"

"E chi era il tuo preferito?"

Dal suo sorrisetto potevo intuire che era sicuro di sapere la risposta.

"....Georg"


Il sorriso sparì dalla sua faccia, ma riapparve sul mio.

"Sei seria?"

"Credulone! Eri tu il mio preferito....purtroppo"

"Yuppie!"

"Va beh, stavo dicendo. Dopo qualche minuto mi chiamò una mia 'amica' che mi avvertì che stavano passando la nostra intervista su MTV. Quando mi sintonizzai sul canale, vedi te, Georg e Gustav, ma io ero un uomo e mi chiamavo Tom!"

"Ho un fratello!"

"Dio, stavo rosicando! Si vestiva allo stesso modo, parlava allo stesso modo, insomma, era me!"

"Poi?"

"Poi la sera del giorno seguente, credo, siamo andati al nostro concerto"

"Ero carino?"

"Ci vai a farti fottere?"

Si alzò la t-shirt.

"Fottimi allora!"

".....Possiamo ritornare al discorso?"

"Si"

"Bene. Alla fine del concerto, Tom mi lanciò il plettro in faccia perché io, durante il concerto, gli strillavo contro"

"Sei sempre la solita"

"Fa silenzio!...va beh, passai con facilità nei backstages, prima faci svenire le guardie, poi acchiappai Tom. Dopo qualche minuto, tu uscisti fuori dal camerino"

"Uhuh"

"Mi calmai subito alla tua vista. Ti chiesi se ti ricordavi di me, ma tu mi risposi che non mi conoscevi, e che avevi già una ragazza, e che quella non ero io"

Non sapevo cosa aveva da sorridere. Quelle parole mi avevano ferita, anche se era solo un incubo.

"Poi sono usciti Gustav e Georg e mi hanno lanciata fuori dalla porta di emergenza"

Scoppiò in una risata.

"Cazzo ridi?"

"Immagino il volo! Ahahahah"

"Non è ancora finito, comunque"

"Wow, hai sognato un film?"

"Quasi. Il giorno seguente, sempre la stessa ragazza, mi disse di connettermi su un social network e li scopro che tu? Gustav, e Georg eravate morti in un incidente stradale"

"N-non sono sogni premonitori, vero?"

Mi strinsi a lui.

"È li che ho avuto paura. Non saprei davvero comportarmi se accadesse qualcosa a qualcuno di voi"

"Tutti noi moriremo un giorno, ma quel giorno non è oggi, quindi non pensarci ora"

Mentre lo abbracciavo, il mio sguardo ricadde sul suo collo. Quello, purtroppo, non  era un incubo.

<< Argh...non posso morderlo >>

<< FALLO! >>

<< NO! >>

"Ti sta squillando il telefono!"

Esclamò Bill. Mi ero talmente persa nei miei pensieri che non lo avevo neanche sentito. Sciolsi l'abbraccio e corsi a prendere il telefonino che era perso da qualche parte.

"Eccolo!"

Lo trovai sotto un cuscino del sofà. Ci eravamo svegliati tardissimo, erano le tredici e mezza.

"Dimmi Gustav"

"Niente, volevo solo ricordarti che alle quattro dobbiamo trovarci tutti nello studio"

"Si, lo sapevo già"

"Da quanto sei sveglia?"

"Boh, dieci minuti? Non so con esattezza"

"Chiudo. Vado a svegliare lo hobbit"

"Sta dormendo anche lui?!

"Credo proprio di si! A dopo"

"Ciao!"

Chiuse la chiamata, quindi lasciai nuovamente il telefono sul sofà.

"Era Gustav?"

Domandò Bill.

"E chi sennò?! Lo sai che lui  è pignolo"

<< Proprio come me! >>

<< Vattene a fare in culo, tu >>

"Vuoi fare colazione?"

<< A base di sangue, per favore! >>

<< Ah-ah-ah. Simpaticone >>

"No...vado a prendere qualcosa al bar, se è aperto"

"Vuoi che ti accompagni?"

"No, faccio da sola. Tu vuoi qualcosa?"

Aprii il grosso armadio. Tirai fuori i primi vestiti che mi capitarono in mano.

"Non saprei...magari un succo di frutta!"

"All'arancia"

"Brava"

"Modestamente.."

Mi infilai i vestiti ed entrai nel bagno. Mi sciacquai velocemente per non perdere tempo.

<< Cosa sono diventata...>>

Mi specchiai, notai i cambiamenti. Non riuscivo a riconoscermi.

<< Sei diventata migliore! >>

<< Certo! >>

Girai la manopola del lavandino, lasciando così scorrere l'acqua. Ne presi un po' in mano, e dopo me la lanciai in faccia.

<< Ci dev'essere una soluzione...>>

Dopo l'ennesimo getto d'acqua, ecco che ebbi l'idea.

"EUREKA!"

Urlai. Chiusi il rubinetto, uscii di corsa dal bagno.

"Dove ho messo gli occhiali?! Ah, eccoli!"

Come c'erano finiti nel comodino? Mah, poco importava. Avevo avuto la migliore idea della mia vita.

"Esco!"

Infilai le chiavi in tasca e mi chiusi la porta di casa alle mie spalle.

"Non ho bisogno di uccidere persone!"

Al contrario dell'incubo, fuori era una bella giornata molto fresca e tranquilla.

<< Cosa stai dicendo?! >>

<< Sei spacciato! >>

Vedere tutte quelle persone, da sole, per strada, mi tentava, ma avevo trovato una soluzione. La migliore.
Svoltai alla destra, c'era solo campagna, ed è lì dove si rifugiavano tantissimi Gatti.

"Hey, Gattini!"

Ne afferrai uno adulto, i cuccioli mi facevano troppa tenerezza. Si, tentava di graffiarmi.

"Ma sei un cane o cosa?! Da quando i Gatti ringhiano?!"

Amavo i felini. Mi ricordavano tanto del mio carattere.

"Metterò fine alle tue sofferenze da gatto randagio"

Non sapevo se quella teoria fosse giusta ma ci tentai. Morsi il collo del Gatto, si, stavo bevendo il suo sangue.

<< COSA STAI FACENDO?! >>

<< Cerco di sopravvivere senza uccidere umani >>

Chiaramente quel sangue non era buono quanto quello di un umano, ma era ottimo per sopravvivere.

"Basterà..."

Lanciai via il cadavere del Gatto.

"Sei fottuto, Lestat"

<< COME OSI?! >>

<< Uuhhh, sento una puzza di bruciato! Non starai mica rosicando, vero? >>

"Cosa dovevo fare? Ah si, il succo!"

Solo dopo alcuni minuti mi ricordai di pulire il resto del sangue dalla bocca.

"Oddio, spero che i passanti non se ne siano accorti!"

Entrai nel primo bar che trovai. Amavo l'odore di caffè e Croissant.

"Dove sono i fazzolettini?!"

Li trovai sul bancone. Ne presi un paio per togliere il sangue definitivamente.

"Desidera?"

Mi domandò la signorina.

"Eh? Ah, ehm, vorrei un succo di frutta all'arancia, da asporto però"

"Lo vuoi fresco oppure a temperatura
ambientale?"

"Fresco"

Si diresse verso il frigorifero che conteneva tutte le bevande da tenere al fresco.

"Eccolo qua'"

"Potrei avere anche una Red Bull, per favore?"

Mi annuì e ritornò dove era andata prima. Mi posò di fronte la lattina.

"Tieni il resto"

Lasciai una banconota da dieci euro sul bancone. Sapevo che dovevo avere del resto, ma cosa importava? Ero felice!

"Non sei cambiata affatto, vero?"

Mi voltai. C'erano solo tre uomini dietro di me. Due stavano parlando tra di loro, il sospetto quindi ricadde sul terzo.

"Non fare il codardo, David"

Mi avvicinai al suo tavolo. Gli tolsi il giornale di mano, e il cappello di testa.

"So che hai perso il bambino. Non sai quanto ho festeggiato per questo!"

Lo afferrai per maglietta e lo portai fuori dal bar, in mia compagnia.

"Ti diverti vedendo gli altri soffrire?"

"Si, molto! Ahahah"

"Fa attenzione..."

Feci uscire le zanne. Si spaventò non appena le vide.

"Non vorrei bere il sangue di un verme, non è succulento"

"Cosa cazzo sono quei...cosi?!"

"Canini affilati, o meglio dire, zanne"

"Sono finti!"

Portò un dito su uno di essi. Si tagliò non appena poggiò il dito sulla punta.

"Cosa cazzo...?!"

"I vampiri non vivono solo di notte"

"Vai via! Allontanati!"

Era in totale panico. Mi piaceva vederlo così, ma non aveva ancora ricevuto la vera punizione.

"Non credere che io mi sia dimenticata di cosa hai fatto a Bill!"

Cominciai a picchiarlo con tutta la forza che avevo in corpo, avevo le lacrime agli occhi per il nervoso.

"Ti piace il dolore?! TI PIACE?!"

Gli sferrai quattro o cinque pugni di seguito nello stomaco. Cadde, sfinito, per terra.

"-Cough-...basta, per favore!"

"Soffrirai per il resto della tua vita!"

Lo trascinai in un posto oscuro, non molto lontano da dove eravamo in precedenza.

"Vuoi uccidermi?!"

"Uhm...non proprio"

Lo morsi sul collo, ma mollai subito la presa.

"Cosa hai fatto?!"

Urlava mentre cercava di chiudersi la ferita con la mano.

"Semplice. Diventerai un vampiro anche tu"

Non gli diedi altri chiarimenti. Mi allontanai dal posto.

"VIENI QUI!"

Gridava lui.

"So che ci rivedremo!"

Pian piano le sue urla scomparirono. Ritornai a casa.

"Rieccomi!"

"Dove sei stata?! Pensavo ti fosse successo qualcosa!"

"Tieni!"

Entrai nel salone. Lui era seduto sul tavolo, gli lanciai la bottiglietta contenente il succo.

"Ti sei ricordata allora"

"Mica mi chiamo Bill"

"Gne gne gne"

"Fa silenzio, Diva!"

Nel frattempo, io aprii la mia lattina di Red Bull e mi sedetti sul sofà.

"Sai, prima ho incontrato David per strada"

"David?!"

"Non preoccuparti, l'ho messo apposto"

"Cosa ha detto?"

"Prova ad immaginarlo"

"Hm...si, credo di aver capito"

<< Me la pagherai! >>

<< E per cosa? >>

<< Per tutto ciò che stai facendo! >>

<< Fa pure, Lestat >>

Povero pazzo. Non vedevo l'ora di trovarmelo davanti, tanto per farlo a pezzi.

"Georg ha detto che passa a prenderci lui"

"Allora vado a comprarmi un casco!"

"Smettila. Guida bene per essere un novellino"

"Aspetta i miei diciotto anni prima di parlare"

"Oddio, quante vittime ci saranno!"

"Certo, certo"

Poggiai la lattina sul tavolino in vetro, accesi la tv e successivamente la Playstation.

"Ti va di venire a perdere?"

"A cosa?"

"Gran turismo"

"Sarai tu quella a perdere!"

"Contaci!"

Attaccai il secondo controller alla Console, poi glielo lasciai in mano.

"Ma perché mi dai sempre quello scassato?!"

"L'importante è che funzioni"

Premetti Start ed entrai nei menù del gioco. Selezionai la modalità, e poi il circuito.

"Che auto prendi?"

Gli domandai.

"Sarei indeciso tra l'Audi e la BMW..."

Sapendo che lui amava le Audi, la selezionai per prima io.

"Ma vaffanculo! Non copiarmi!"

Gli feci la linguaccia.

"Scorretta che sei"

Alla fine anche lui selezionò l'Audi e il gioco fece partire un caricamento.

"Dai nonna sprint, sei pronta?"

"Peccato che non sia una donna"

"Mah, insomma..."

"Hai qualcosa da ridire, per caso?"

"Oh, moooltissime cose!"

Mollò il controller per venire a farmi il solletico.

"NON CI PROVARE!"

Il caricamento finì, la gara stava per partire.

"Muoviti!"

"Si, ci sono, tranquilla!"

Prese di nuovo il controller in mano. Un countdown apparì sullo schermo.

"Tre, due, uno...DAI CAZZO!"

Tra spintoni e robe varie, Bill riuscì ad ottenere la prima posizione.

"Ah-ah!"

"Vedi che stronzo oh"

Avevo una certa reputazione come Gamer e di certo non mi andava di perdere contro un pivello come lui.

"Tanto ti acchiappo..."

Ero abbastanza vicina a lui, ma riusciva sempre a sfuggirmi.

"Se solo avessi messo un giro in più!"

"Te lo avevo detto che eri destinata a perdere!"

"...."

Terzo ed ultimo giro. Il circuito era uno di quelli ovali, era chiaro che era una gara cortissima.

"Devo fare qualcosa!"

Mancavano pochi metri all'arrivo.

"Ho viiintooo!"

"Non direi"

Calai la mia mano sul suo controller, facendolo sbandare sul muro. Lo sorpassai e finii la gara in prima posizione.

"AHAHAHAH HO VINTO!"

"VAFFANCULOOO, HAI VINTO BARANDO!"

"E chi se ne frega, l'importante è vincere!"

"No, voglio la rivincita!"

E rivincita fu. Si, tre ore di rivincita, visto che finimmo di giocare quando Georg arrivò dietro la porta.

"Sicuramente è Georg. Vado a prendere le chitarre!"

Spensi tutto. Bill andò ad aprire la porta, io entrai nello studio per prendere le varie chitarre che mi servivano per le registrazioni.

"Dov'è nascosta la mia cretina preferita?!"

Domandò Georg.

"Sono qui, ritardato!...dove ho messo la Gibson acustica?!"

Non riuscivo a trovarla, ma tra tutte quelle chitarre era normale non riuscire a trovare niente.

"Ah, eccola"

Presi il case in mano, assieme alle altre due elettriche. Uscii dalla camera.

"Preso tutto?"

Mi chiese Bill.

"Si, ho preso tutto. Andiamo"

Georg uscì per primo insieme a Bill. Io mi accertai di aver chiuso tutte le finestre. Sapete com'è Lestat.

"Metti gli strumenti qui"

Georg aprì il portellone posteriore della sua auto. C'erano i suoi bassi, ed io aggiunsi le mie chitarre.

"Come mai ti sei messo dietro?"

Domando Georg a Bill quando prese posto nell'auto.

"Tomja dice che guidi male, quindi voglio vedere se cambia idea stando accanto a te"

Entrai nell'auto ed allacciai la cintura di sicurezza.

"Non si sa mai"

"Non ti fidi di me?!"

"Muoviti, non perdere tempo"

La prima manovra di Georg andò piuttosto male. Graffiò l'auto del nostro vicino.

"Ops"

"Ti conviene correre"

"Si, corri Georg!"

Confermò Bill. Quel tipo era abbastanza fuori di testa. Ricordo che una volta stavo suonando con l'amplificatore di notte, e lui si presentò dietro la porta con un forcone!

"D'accordo, d'accordo!"

Continuò a fare manovra per uscire dalla zona dove aveva parcheggiato. Ingranò la prima marcia e ci mettemmo in viaggio verso lo studio.

"Chissà cosa dirà non appena vedrà i graffi!"

"Non oso immaginare"

"Da quello che dite, non mi andrebbe mai di vivere accanto a quell'uomo"

"È un pazzo sclerato"

"Si, ma lo è per una ragione. Ha perso la sua famiglia in un incendio, tempo fa"

Era la prima volta che Bill prendeva le difese del nostro vicino.

"Come fai a saperlo?"

"Mi è stato detto. Mi è anche stato detto che era un Geometra molto famoso a Berlino"

"Va beh, questo non cambia la mia opinione nei suoi confronti"

Georg si fermò al semaforo.

"Quando inizia la seconda parte del Tour?"

Chiese.

"Il mese prossimo. Questo mese ci tocca passarlo in studio, per il prossimo album"

"Va beh, sono solo altre quattro date, niente di che"

Nell'attesa, Georg inserì un CD nel lettore della sua auto.

"Vi piacciono i Red Jumpsuit Apparatus?"

"I chi?!"

Chiedemmo in coro io e Bill.

"i Red Jumpsuit Apparatus! Sono una band nuova, li ho conosciuti grazie a Youtube. Amo questa canzone"

Il display del lettore mostrò il titolo della canzone, che era "Your Guardian Angel"

"Canzone sdolcinata in arrivo"

"Zitta tu. Ti scioglierai non appena sentirai le parole"

Incassai senza ribadire. Aveva ragione.

' I will never let you fall
I'll stand up with you forever
I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven '


In pratica quelle parole mi descrivevano. Arrossii in viso, ma nessuno lo notò fortunatamente per me.

"Amo questo testo!"

Bill, di certo, non mi aiutò con quelle parole.

"Ehm..perché mi guardate?"

"Perché sudi?"

Mi domandò Georg, con un gran sorriso.

"Perché fa caldo"

"Fa caldo? 20 gradi e fa caldo?"

Mi rimosse il cappellino per far vedere che ero arrossita.

"STRONZO! RIDAMMELO SUBITO!"

Lo lanciò nelle retrovie, nelle mani di Bill, che a sua volta lo lanciò nel cofano.

"VI ODIO"

"Perché sei arrossita?"

Bill si avvicinò al mio sedile. Poggiò la sua faccia sulla mia spalla.

"Niente! Lasciatemi in pace"

Mi voltai di spalle, verso il finestrino dell'auto.

"Timidona!"

"Fottiti"

La canzone era finita e non me ne ero neanche accorta. Era sicuro che l'avrei comprata su iTunes non appena avrei avuto accesso al mio Mac.

"Tornando seri. Avete sentito che David è uscito?"

"L'ho incontrato"

"E cosa gli hai detto?"

"Sai che io parlo con le mani, Georg"

"Cosa gli hai combinato?"

"....E Sai anche che sono vendicativa! e questa cosa avrà un grande impatto sulla sua vita

"Cosa?"

Mi domandarono in due.

"Capirete, un giorno"

"Ah, le donne!"

"Non tutte le donne hanno i miei stessi problemi"

Ma perché quando dicevo cose serie le prendevano come stronzate, e quando dicevo stronzate le prendevano seriamente?!

"Hagen, tu sei una donna!"

"Senti chi parla! Mister senzatruccoeparruccononsopravvivo"

Cercai di tuffarmi nella conversazione. Cambiando discorso non si sarebbero ricordati di quello precedente.

"Almeno si trucca meglio del 99% delle donne"

"E tu non ne fai parte"

"Perché, ho bisogno di stuccarmi la faccia per caso?!"

"No, no! Non intendevo questo. Volevo semplicemente dire che sei maschiaccia"

"Camionista, please"

Georg inchiodò l'auto, facendo sbalzare tutti in avanti, sopratutto Bill, che non indossava la cintura.

"Che cazzo fai?!"

Gli esclamai contro.

"QUEL CRETINO CHE MI HA SORPASSATO!"

"Ti sei fatto male tu?"

Domandai a Bill, che era in mezzo a noi.

"Ho solamente battuto la testa"

"Fa' vedere"

"No, non c'è biso-"

"FA' VEDERE, HO DETTO!"

Gli alzai i capelli per controllare se ci fosse del sangue. Si, si era rotto la testa.

<< Dannazione! >>

Avevo il suo sangue sulle dita, e la tentazione era alta, altissima.

"Ti...ti sei spaccato, leggermente, la testa"

"Oddio, dove?!"

"Calmo. Ti medicherò una volta arrivati allo studio"

"Io odio il Sangue!"

"....lo so"

Georg riprese a guidare, Bill ritornò sul suo sedile.

<< Perché non provi a mettere il suo sangue in bocca?! >>

<< Non ne ho bisogno >>

<< Bugiarda! >>

Combattere contro te stessa è la lotta più difficile. Dove la trovavo tutta quella forza? Non so dire.

"Ehm...qualcuno ha una bottiglietta d'acqua?"

Georg mi fece segno di no col dito, mi voltai a guardare Bill nelle retrovie.

"Cos'hai sulle mani?!"

"Sangue! Ne sta uscendo tantissimo, e non so come fare!"

<< Non guardare, non guardare! >>

Ripetevo a me stessa.

"Siamo arrivati, non preoccuparti!"

Georg parcheggiò l'auto dopo poco. Tirò il freno a mano, rimosse le chiavi dal cruscotto ed uscì dall'auto.

"Vieni!"

Fuggii dall'auto, tutto quel sangue mi stava facendo perdere il controllo.

"Hey, qualcuno intende aspettarmi?!"

Esclamò Bill in lontananza, era rimasto molto indietro.

"Georg, andresti ad aiutare Bill? Io...io non posso, non sto bene"

"Certo! Tieni, queste sono le chiavi della porta dello studio"

"Grazie..."

Georg ritornò indietro, io aprii la porta non appena ci arrivai di fronte.

"Chi è allergico alla polvere non deve assolutamente mettere piede qui!"

Erano mesi che non entravamo li' dentro, chissà se avevamo ancora i kit medici.

<< Non provare a resistere, non ci riuscirai! >>

<< Sono un osso duro, e lo sai bene >>

<< Sarà, ma non ci riuscirai a lungo >>

<< Vedrai >>

Discorsi mentali....che cosa da pazzi. Anzi, forse ERO pazza.

Entrai nella sala Relax, o meglio dire, Garage. Era un Garage ma lo avevamo riempito di stronzate e giochi vari.

"Kit medico, kit medico..."

Cercai in tutti i cassetti e Box. Alla fine ne trovai uno, ma era messo male.

"Cercherò di farlo bastare"

"TOMJA! SIAMO ARRIVATI!"

"Si, arrivo!"

Misi tutto in tasca, e lasciai il Garage.

"Hai preso il Kit?"

Domandò Georg non appena mi vide arrivare.

"Si, però..tieni, fallo tu"

Tirai fuori il Kit, e lasciai tutto nelle sue mani.

"Perché?"

"Ti ho già detto che non sto bene, per favore"

"D'accordo.."

"Basta che non mi fai male!"

"Metti il ghiaccio in testa, tu"

Gli riportai la sacca di ghiaccio in testa.

"Ma fa male!"

"Non fare il bambino!"

Georg bagnò l'ovatta con del disinfettante e lo passò sulla testa di Bill.

"CAZZO, BRUCIA!"

"Shhhh...fa' il bravo"

Gli accarezzai la spalla per fargli coraggio, mentre Georg disinfettava la zona rotta. Ah, bambinone.

"Ha bisogno di punti?"

Domandai.

"No...non credo"

Georg gettò l'ovatta usata nel cestino.

"Finito!"

"Finalmente..."

Non ne' potevo più di vedere tutto quel sangue, e sopratutto di sentirne l'odore. Ah già, voi comuni mortali non lo sentite.

"Gustav è morto?"

Nel momento in cui Bill lo domandò, Gustav suonò il campanello.

"È resuscitato"

Andai ad aprire la porta. Dal vetro, riuscivo a riconoscere i lineamenti di Gustav.

"Sono in ritardo?"

"Nah, siamo arrivati cinque minuti fa' "

Presi il cappotto di Gustav per appenderlo, lui entrò in camera con gli altri.

"Che hai fatto, Bill?"

"Il cretino ha frenato di colpo e ho battuto fortemente la testa sul freno"

"La prossima volta impara a mettere la cintura!"

Ritornai da loro. Mi sedetti sul tavolo.

"Georg ha ragione, per una volta"

"Mettendo da parte tutto questo discorso, cosa facciamo ora?"

Domandò Gustav.

"Dovremmo comporre"

Gli risposi.

"Ah, qui ci sono i testi!"

Bill tirò fuori dalla tasca del Jeans tre o quattro fogli, ovviamente tutti accartocciati. Notai che ne aveva un altro, ma non lo aveva poggiato sul tavolo.

"E quell'altro?"

"Ahm...non è finito, e poi non mi convince"

Se lo infilò in tasca un'altra volta. Io presi i testi in mano.

"Übers Ende Der Welt? Che razza di titolo è?"

"Leggi il testo almeno!"

Lo lessi, solo che non riuscivo a farmi un idea, forse nel futuro.

"Boh, non riesco a farmi una-"

Noi tutti sentimmo un rumore molto forte provenire dall'ingresso dello studio. Avevano sfondato la porta.

"Cosa è stato?!"

Mi portai davanti a tutti quanti.

<< MUAHAHAHHA MUAHAHHAHAH SEI FINITA!! >>

"Vieni fuori, Lestat!"

<< No, non sono io, ma un mio nuovo collega. Anzi, tu lo hai portato a me! >>

Di fronte a me apparì David. Vampiro, anche lui.

"Merda..."

"Interrompo qualcosa?"

Chiese lui, con un sorriso malvagio dipinto in faccia.

"Più di qualcosa"

"David? Sei tu?!"

Domandarono.

"No. Io sono il NUOVO David. Ma forse Tomja può spiegarvi meglio!"

"Ti ha salvato Lestat, non è così?"

"Esatto!"

Si portò davanti agli altri, che indietreggiavano ad ogni suo passo.

"Allontanati da lui!"

"Da chi? Da Bill? Oh, non preoccuparti, non attaccheremo adesso. Non di mattina?"

Nessuno dei tre riusciva a capire qualcosa, chiaramente.

"Vi...vi spiegherò tutto dopo"

David mi prese per maglietta.

"VUOI ANCORA FUGGIRE DALLA VERITÀ?! DEVI DIRGLIELO! DEVI MOSTRARE LORO COSA SEI DAVVERO!"

Portai le mie mani sul suo petto per allontanarlo.

"LO FARÒ QUANDO È NECESSARIO!"

Si fermò. Cominciò a ridere come non mai.

"Quando è necessario, dici? Beh, potrebbe esserlo anche ora! Potrei mordere Bill da un secondo all'altro, e tu non ne sai niente"

"Lo so che non lo farai. Non potete fare il rituale della resuscitazione mentre splende il sole, e il sangue deve essere fresco per poterlo fare. Se lo uccidi adesso, perderai per sempre ' l'occasione' "

Riuscii a sorprenderlo, ma questo non fermò il suo piano.

"...A me di Lestat non importa niente, mi ha salvato, ma non sono obbligato a servirlo. Voglio uccidere Bill solo per divertimento"

Fece uscire le Zanne, ed anche io feci lo stesso.

"Che cosa diamine?!?!"

"STATE INDIETRO!"

Urlai agli altri, terrorizzati ed impauriti, specialmente Bill.

"Vedi che siamo la stessa cosa? Occhi rossi, Canini lunghi, e sopratutto, cacciatori di sangue!"

"...."

"Ci vediamo stanotte, Sorella!"

"Non sono tua sorella!"

"Beh, quasi!"

Fuggì via dalla finestra. Eravamo di nuovo in quattro.

"Cosa...cosa-"

Feci loro segno di smetterla.

"Scusatemi..."

La mia voce era rauca e più profonda del solito, e non lo era diventata per via della trasformazione, ma per la delusione. Abbassai la testa.

"Avrei voluto spiegarvi tutto, un giorno..."

Mi sedetti su una sedia, anzi, mi lasciai cadere sulla sedia.

"Non ero ancora pronta...voi...voi non crederete mai alle mie storie.."

"Ti crediamo"

Si avvicinarono a me, tutti quanti.

"Spiegami tutto, ti prego"

"Non...non entrare in panico dopo, okey? Ti prego"

Conoscendo Bill, sarebbe entrato in panico subito.

"Promesso"

"Bene, allora..."

Mi schiarii la voce, ed ero pronta a parlare di tutto, o almeno, solo il 50%.

"Quando sono stata morsa, Alle Hawaii, ero stata morsa da un vampiro. Io non sono del tutto un vampiro, ho solamente alcuni tratti"

"Quindi...potresti...morderci?!"

Capivo la loro paura, sentivo la loro paura. La sentivo dentro di me, era nell'atmosfera.

"No, non lo farei mai! Bevo sangue dagli animali, ora"

"Cosa vogliono da me?"

"Stavo appunto per arrivarci. Per farla corta, il tuo sangue può far resuscitare il loro 'signore' diciamo. Il punto è che se resuscita, siamo tutti nella merda"

"Perché?"

"Perché poi accadrebbe una epidemia, una Apocalisse. Come un virus, diciamo"

Bill si portò le mani nei capelli.

"Però non accadrà. Non fino a quando ci sono io"

Lo abbracciai per dargli conforto.

"Non darti la colpa. Non è colpa tua, non è colpa di nessuno."

"Tutto dipende da me!"

"No, non finirai mai nelle loro mani, stai tranquillo"

<< Beh, potrei sempre iniziare dagli amici più cari! >>
 
<< Non ti azzardare >>

"Georg, Gustav..."

I due mi diedero ascolto.

"Portate SEMPRE con voi un Crocifisso fatto in legno, mi raccomando, in legno!"

"Perché?"

"Perché se qualche vampiro tenta di mordervi, voi potete difendervi. Ficcategli il Crocifisso nel cuore, e da nessun'altra parte. Funziona solo li'"

"Se si presenta, gli faccio un bel regalo!"

Gustav strinse il pugno, ma gli poggiai la mano sopra.

"Calmo. Non lo farà, non vuole voi"

"Solo che...questo non deve andare in bocca a nessuno, altrimenti siamo finiti"

"Lo so, Georg. Infatti non pianificavo di farlo 'pubblico'...non così presto"

"Possiamo andare a casa adesso?"

"No, devi trovare un nuovo posto in cui stare. Lestat e David, ormai, sanno benissimo dove ti trovi"

"...ma tu vieni con me, vero?"

"No. Devo prima mettere a posto la situazione, stasera"

"Che cosa accadrà?"

"Tenteranno di attaccarti. La luna sarà piena stanotte, ed è proprio quando c'è la Luna piena che il rituale di resuscitazione va' fatto"

"E cosa...intendi fare?"

Mi portai la mano sulla bocca, mentre camminavo avanti ed indietro per la stanza.

"Non lo so...ci penserò per strada"

Mi infilai il giaccone, pronta per uscire dallo studio.

"Ma hai detto che non possiamo tornare a casa!"

"Ora ci torniamo! Stasera ci 'trasferiamo'. Andiamo!"

Dopo tanto, si decisero a seguirmi fuori dallo studio.

"E la por-"

"Chi se ne frega della porta! Chi vuoi che lo trovi in questa frazione perduta?"

Georg sbloccò le portelle dell'auto dalla distanza.

"Entrate dentro!"

Esclamò.

"No, io vado con la mia auto. Dove ci vediamo?"

"Vai a casa ora, Gustav. Ti chiamerò io"

Gli risposi io, anche se la domanda era per Georg.

"A dopo"

"A dopo!"

Gustav lasciò il posto, ed arrivò a casa molto prima di noi, tutto per colpa di un inceppo al motore durante il viaggio.

Georg ci lasciò di fronte casa nostra, e poi andò via. Gli ripetei come comportarsi di fronte ad un vampiro, per sicurezza

"Come facciamo a portarci via tutto?"

Si guardò attorno, puntando tutti gli oggetti a cui teneva maggiormente.

"Non porterai via tutto, infatti. Ritorneremo qui, un giorno"

Bill attristí, ma non potevo farci molto. Lo facevo per lui, non per me.

"Non essere triste. Se sto facendo tutto questo, è perché voglio tenerti al sicuro"

"E perché vuoi tenermi al sicuro mentre quella ad essere in pericolo sei tu?"

Scossi la testa.

"Lo faccio perché ti amo. Io non sono in pericolo, tu si"

Lasciai scappare un bacio, sperando che non fosse impaurito da quello che aveva visto in precedenza.

"Pensavo...che tu fossi impaurito"

Mi poggiò una mano sulla guancia.

"No, non posso aver paura di chi amo"

Stavolta fu lui a baciarmi.

"Vai a preparare le valigie, non perdere tempo"

Lo riportai alla realtà, ai discorsi seri che lui voleva tanto evitare.

"Ma-"

"Ti prometto che ti porterò tutto ciò che è rimasto!"

"...va bene"

Salì le scale per entrare in camera a fare le valigie.

<< Non riuscirai a fermarmi stasera! >>

<< Vedremo >>

<< Illusa! >>

Aprii il frigorifero. Seppur fosse pieno, non c'era niente che mi andava di mangiare, e di bere.

"Ah, solite schifezze...."

Chiusi il frigo, mezza delusa.

"Non ho neanche idea di che ore siano....va beh, non ho fretta"

Presi in mano il mio Macbook. Lo aprii e lo poggiai sulle mie gambe.

"Ma questo non è il mio!"

Solo dopo averlo acceso, mi accorsi che era quello di Bill.

"....tanto non mi vede"

Lo ammetto, ero gelosa. Ma chi non lo sarebbe con un ragazzo come lui? Certo, era fedele, però...metodi di sicurezza.

"Vediamo le Mail"

Pulito. A parte le mail di Benjamin & Co non ne aveva altre, neanche tra le cestinate.

"Uhm...cronologia di internet"

Niente, neanche qui. Le sue ricerche erano il 99% concentrate sui vestiti, trucchi e bla bla bla. Peggio di una donna.

"Che cos'ha nelle foto?"

Cliccai sulla cartella delle foto. Non c'e ne erano molte, ma quelle poche che aveva, erano le nostre personali, che su internet non si trovavano.

"Heh...quante stronzate di gruppo..."

Tantissime, ma non c'erano solamente quelle. C'erano anche varie foto del Tour, delle Città che abbiamo visitato, e delle Arene in cui ci siamo esibiti.

"Ma quei sorrisi non erano veri..."

Certo che no. Nessuna cosa è mai vera mentre si è sotto effetto di stupefacenti, si, ne ero uscita, ma ogni vecchia foto, non faceva altro che ricordarmi di quel brutto periodo.

"Ho finito!"

Esclamò Bill mentre scendeva dalle scale, portando giù le valigie.

"Oh merda!"

Non spensi il Computer, lo chiusi solamente e lo rimisi al suo posto.

"Hai mangiato?"

Mi domandò.

"No...non ho fame"

Prese posto accanto a me sul nostro grande, anzi, enorme sofà.

"Sei tesa quanto una corda di Chitarra"

"Speriamo che non salti, allora"

Non avevo molto da dire, come lui, ma cercava sempre di iniziare una conversazione.

"...era il mio Mac quello?"

"Ahm...si, ma l'ho usato solo perché ho sbagliato. Non volevo spiare niente"

"No, non preoccuparti! Non ho niente da nascondere, altrimenti avrei messo una password!"

"Ho visto che conservi tutte le foto"

"Si, sono dei ricordi, non li cancellerei mai!"

"Anche se sono...negativi?"

Capii a cosa mi stavo riferendo. Si avvicinò di più a me, poggiandomi una mano sulla spalla.

"Quel brutto periodo è passato, ora-"

"Ora è peggio!"

"....non dire questo. Anche io, tutt'ora, stento a crederci, ma ti conosco e so che non faresti mai male alle persone a cui tieni"

"Ho...ho solo paura di perdere il controllo, tutto qui"

"So che riuscirai a resistere"

Mi alzai in piedi.

"Vado un attimo in Garage"

"Va bene"

Aprii la porta alla destra di quella che conduceva allo Studio. Accesi la luce, per prima cosa, quelle scale di legno erano abbastanza pericolose, per questo mi lamentavo ogni giorno con Bill.
Venni sommersa dall'odore di Benzina, pneumatici, e altre robe meccaniche, anche se non avevamo delle auto all'interno.
Mi recai di fronte a quel grande flight case che avevo messo li dentro non appena ci trasferimmo in quella casa, e tirai fuori una vecchissima chitarra. Una Fender Telecaster nera del 51'. Era di mio Nonno, anche lui era un chitarrista.
Ogni volta che la suonavo mi dava un senso di tranquillità, non so spiegare, per questo ero andata a cercarla.

"Ben ritrovata. Ti ho trascurata un po' nell'ultimo tempo, lo so"

Mi voltai indietro a guardare le mie Gibson appese al muro, che non intendevo usare.

"Non essere gelosa delle altre. Ti amo allo stesso modo!"

Chiusi il Flight case e mi ci sedetti sopra. Non avevo una tracolla libera, quindi mi toccava usare la Stratocaster da seduta.

"Ah....non ho idea di cosa suonare"

Suonai qualche pezzo delle nuove canzoni, ma non suonavano bene in acustico, su una Fender sopratutto.
Mi lasciai prendere dalla poca ispirazione che avevo per suonare qualcosa di molto calmo, ma bello allo stesso tempo.


Non so quanto tempo passò esattamente, anche perché mentre suono non penso a nient'altro. Sentii la porta aprirsi.

"Hey, ci sei morta qui dentro?"

"No, stavo solamente suonando"

Si sedette sulla ringhiera delle scale.

"È la chitarra del Nonno quella?"

"Te la ricordi?"

"Si, ma non sapevo che l'avesse data a te"

"L'ha data a me prima di morire. Non la uso spessissimo, anche perché non mi piacciono molto le Fender"

Mi alzai, e misi nuovamente la chitarra nel flight case.

"Ho il pantalone pieno di polvere adesso! Fanculo"

"Comunque...ha chiamato Georg, ha detto che viene a prenderci non appena lo chiamiamo"

"Ma che ore sono, scusa?"

"Le..."

Prese il suo Sidekick in mano.

"..otto. Sei stata qui per quattro ore!"

"Oddio! Va beh, chiama Georg e digli di venire. Si parte"

"..sicura?"

"Se non lo fai tu, lo faccio io"

"D'accordo, d'accordo!"

Ritornò su in casa insieme a me.

"...arrivo!"

Sentii dire dal telefonino.

"Ha detto che-"

"Non sono sorda. Ho sentito"

"Sei nervosa?"

Si, lo ero. La colpa non era la sua, ma la mia. Ero troppo tesa.

"Sono tesa...scusami"

<< Ti darò ciò che meriti >>

<< Voglio solamente tuo fratello, perché vuoi metterti in mezzo?! >>

<< Risparmia il fiato per dopo. Ti servirà >>

Georg arrivò alle Nove in punto. Fu difficile "abbandonare" la casa per Bill, ma si fece coraggio. Tutto era pronto, così partimmo verso l'autostrada, ma ci fermammo prima, di fronte ad una oscura foresta.

"Fermati qui, Georg"

Georg frenò.

"Perché? Non siamo mica arrivati"

"Ascoltate, questo fa parte di un piano. Come ben sapete a Mezzanotte in punto qualcuno verrà ad attaccarci, potrebbe essere Lestat, ma è troppo codardo, credo che manderà David a fare il lavoro sporco"

"Vai al sodo"

Non credevo di aver fatto tanti giri di parole, ma credo che Bill avesse capito il mio piano, e si stava preoccupando.

"Quando verranno ad attaccarci, io scenderò dall'auto. Tu, Georg, metti il gas non appena scendo. Me la vedo io con quel Vampiro da quattro denari"

"SEI FUORI QUANTO UN CITOFONO! NON TI LASCEREI MAI   COMBATTERE CONTRO QUELLA TESTA DI CAZZO!"

"QUELLA TESTA DI CAZZO VUOLE IL TUO SANGUE, CAPISCI? IO VOGLIO PROTEGGERTI PERCHÉ TI AMO, E COME SE NON BASTASSE, SE ARRIVANO AL TUO SANGUE, L'INTERO PIANETA È NELLA MERDA! SE NON LO FACCIO IO NESSUN'ALTRO POTRÀ MAI FARLO"

Mi portai una mano sul viso.

"Non...non posso perderti, capisci?"

Georg tossì per avere la nostra attenzione.

"Non per distruggere il vostro momento romantico, ma manca solo un minuto alla mezzanotte"

<< Sto venendo a prendervi!>>

<< Ti aspetto! >>

"Non guardare indietro, okey?"

Passai in mezzo ai due sedili per passare a quelli posteriori, dove si trovava Bill.

"Pensa solamente a fuggire. Ti prometto che domani sono da te"

"E se non...oddio"

Mi abbracciò. Affondò la sua testa sul mio petto per nascondersi mentre piangeva.

"Non posso lasciarti qui!"

"Devi farlo, è un ordine!"

Nel frattempo la Mezzanotte era appena scattata, e da lontano sentivo una voce pronunciare il mio nome.

"Non c'è più tempo, Bill"

Gli alzai il viso. Vederlo piangere mi stava distruggendo.

"Anche io vorrei restare, ma non posso..."

Lo baciai il più a lungo possibile, come se fosse l'ultimo.

"SONO QUI, È INUTILE NASCONDERSI!"

Si era avvicinato molto, ed io non volevo che si avvicinasse ancor di più.

"Vai, Georg, vai via!"

Saltai fuori dall'auto. Georg partì a tutta velocità verso l'autostrada.

<< Almeno sei salvo adesso...>>

"Guarda, guarda chi si vede!"

Uscii fuori dall'ombra un uomo, ma non era David.

"Lestat?! Non era Dav-"

"Eravamo in due, piccola ingenua"

"Dov'è andato?!"

"Ad inseguire ciò che vogliamo!"

"NO!"

Tentai di correre ma Lestat mi acciuffò per il cappuccio della felpa.

"Perché non segui mai i consigli di tuo fratello? Ti aveva detto di non vestirti in modo largo, e non lo hai fatto. Ti ha detto di rimanere con lui, e non lo hai fatto. Lo odi proprio!"

"SMETTILA!"

Lo calciai in viso, facendolo atterrare bruscamente sul terreno.

"Sei arrabbiata per cosa? Eh? Perché hai fallito nel proteggerlo? Ahahahah!"

"TAPPA QUELLA FOGNA!"

Gli sferrai un pugno in pieno viso. Lestat si rialzò da terra, con una mano si pulì il sangue dal labbro.

"Vuoi la lotta? Va bene, lotta sia!"

Fui atterrata io stavolta, con un pugno nello stomaco che non riuscii ad evitare.

"I pugni...NON MI FANNO NIENTE!"

Gli tirai una gomitata trai denti, poi un calcio nella bocca dello stomaco, e poi un  Uppercut per farlo ritornare giù per terra.

"Argh...-cough-"

"Ho ancora una sorpresa per te!"

Presi dalla mia tasca, una boccetta contenente del sangue umano di una persona morta. Questo è veleno per un Vampiro.

"Forse un po' di Sangue ti farà bene"

Glielo versai in bocca. All'inizio non se ne accorse, e lo ingoiò con avidità. Gli atroci effetti iniziarono dopo poco.

"-cough- Era il sangue di...una persona -cough- MORTA!"

"Infatti mi stavo chiedendo come è possibile che non si sia coagulato, ma non importa. Ho ancora un altro regalino!"

Presi in mano un coltello fatto in argento. Mi avvicinai a lui e gli tagliai la Gola. I vampiri sono immortali, quindi Lestat non morì, ma stava perdendo litri di sangue. Faceva addirittura schifo.

"Stai perdendo tutta la tua bellezza!"

Si stava prosciugando. La pelle si era fatta quasi nera, ed era tutta arricciata. Sembrava un morto.

"Metterò fine alle tue pene, sta' tranquillo"

L'erba era molto alta, il fuoco si sarebbe diffuso in pochissimi minuti.
Accesi un fiammifero e lo lasciai cadere sul terreno.

"Addio!"

Ritornai sulla strada, mentre la foresta stava prendendo fuoco, assieme a Lestat.

<< Come diamine faccio ad arrivare sull'autostrada ora?! MERDA! >>

Mi sedetti sull'asfalto, tentando di trovare una soluzione.

-BILL'S POV-

"Non preoccuparti, Bill. Lo sai che é forte, se la caverà"

"Lo so, ma-"

Sentii dei passi sul tettuccio dell'Auto.

"Cosa è stato?!"

Georg tirò il freno a mano non appena accostò.

"Non lo so!"

Una persona entrò nell'auto, accanto a Georg, spaccando il finestrino con entrambe le gambe.

"Dove si va di bello?! Voglio venire anche io con voi!"

"David!"

Cercò subito di attaccare me, ma Georg lo afferrò per capelli prima che potesse farlo.

"Devi vedertela con me prima!"

David tentava di morderlo, ma non ci riusciva.

"Ugh...BILL, CERCA NELLA TASCA DEL SEDILE DI FRONTE A TE!"

"O-okey!"

Non sapevo cosa dovevo cercare esattamente. Tra le tante stupidaggini, trovai un crocifisso fatto in Legno.

"BILL, MUOVITI!"

<< Ficcategli il Crocifisso nel cuore, e da nessun'altra parte. Funziona solo li' >>

Mi ricordai di cosa disse. Presi un respiro profondo prima di farlo.

"D'accordo..."

David stava quasi per mordere  Georg, era a pochi centimetri dal suo collo, ma lo interruppi. Gli infilzai il crocifisso nella spalla, e lo feci sprofondare fino a quando non uscì dal petto.

"AAAAHHHHH!"

David urlava, urlava come un dannato. Tentava inutilmente di togliersi il Crocifisso dalla schiena, poi smise di fare baccano, e perse i sensi, o morì.

"Dici...dici che è morto?"

Domandai.

"Non lo so, ma opterei per lanciarlo fuori dalla mia macchina!"

Georg scese dall'auto. Prese Il corpo di David, e lo trascinò con se. Eravamo su una cavalcavia, quindi Georg lo lanciò di sotto, sperando che non atterrasse sopra l'auto di nessuno.

"Uff....è tutto finito.."

Rientrò in auto, e partì senza dire niente.

"Dove andiamo?"

"Berlino. Ho una casa vuota li', puoi restare li' quanto vuoi"

"Grazie..."

Ma ora che tutto era finito, il mio pensiero era ritornato a lei.

<< Come stai?! Dimmi che stai bene, ti prego! >>

Mi vibrò il telefonino. Lo presi in mano. Mi era arrivato un messaggio, ma il Sidekick non mi faceva mai leggere il nome di chi lo avesse inviato, dannato telefono.

'È tutto finito con Lestat, ed ho sentito che anche David non ha fatto una bella fine.
Sei stato bravo e coraggioso, non credevo che riuscissi a farlo, ma lo hai fatto e sono davvero orgogliosa di te.
Ci vediamo domattina a Berlino.

Buonanotte amore, Ti amo.
'

Sorrisi, non per le sue parole, ma per il fatto che stava bene, e che tutto era finito.

"STA BENE! Mi ha appena inviato un messaggio!"

"Te lo avevo detto!"

Solo che...mi sembrava troppo strano che tutto fosse finito così facilmente, velocemente. Era davvero tutto finito?

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Capitolo 15
*** In memoria di te. ***


-Bill's Pov-

La sveglia suonò, e con svogliatezza, mi alzai e mi affacciai alla finestra.
Era la solita giornata fredda di Novembre, ma non stava nevicando, fortunatamente.

La prima cosa che mi tornava in mente appena mi svegliavo, eri sempre tu. Non potevo dimenticarti, e neanche l'evento che ti ha strappato alla vita. Ma cercavo di andare avanti, facendoti vivere nei miei ricordi.

Mi ero ricordato di una delle tante promesse che ti avevo fatto. Ti avevo promesso che ci saremmo sposati dentro casa, Georg avrebbe fatto il prete, e avremmo invitato solo i nostri pochi amici e famigliari. Sei andata via prima che potessi organizzare il tutto.

Nella nostra famiglia erano successe tante cose sovrannaturali nel passato. Purtroppo hanno coinvolto anche te, ed entrambi, anzi, tutti noi abbiamo visto cose a cui non avrei mai creduto. Avvolte, stento a crederci io stesso.

Scossi la testa, e decisi di aprire l'armadio per prendere i vestiti. Dentro c'erano ancora i suoi vestiti, sai? Presi uno dei tuoi tanti maglioni, e lo portai al mio viso. Il tuo profumo mi mancava da impazzire.

Quando abbassai lo sguardo verso la maglia, mi ritornò in mente quel maledetto giorno del 2008.

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Bill's Pov - 2008

"Corri Bill, va' via da qui'"

Urlò Tomja, mentre cercava di combattere un demone che era spuntato in casa nostra dal nulla.

Afferrai nostro figlio, appena nato, e scappai di sopra.

"Shhhh, non piangere Dave, non piangere"

Era un bambino molto sensibile, e riusciva a sentire con molta facilità, i cambiamenti d'umore nella casa.

"Fai il bravo, okey?"

Lo portai con me dentro l'armadio. Mi sedetti dentro, in qualche maniera, e lo strinsi tra le braccia. Volevo essere li' fuori, a difenderla, ma lei non me lo avrebbe mai permesso.

"Shhhh...tra poco tutto sarà okey"

Sussurrai a Dave.

-Tomja's Pov-

Venni sbattuta contro al muro, di nuovo.

"Ugh...."

Ci vedevo doppio, ero stanca, ed il mio corpo era un totale pezzo di dolore.

"Non sei più forte ora, eh?!"

Mi afferrò per il collo.

"Noi vogliamo solo tuo figlio e tuo fratello, sei stata tu a fare le cose complicate!...ma non ti ucciderò così'

Mi lasciò cadere sul pavimento, e finalmente riuscii a respirare.

"Userò il modo più doloroso!"

Il demone scappò al piano di sopra, proprio dove si trovava Bill.

"NO!"

Non riuscivo a trovare la forza per alzarmi proprio nel momento sbagliato. In lontananza, sentivo il demone parlare.

"Che bella camera....scommetto che qualcuno si stia nascondendo qui!

Continuava a girare per la camera, fino a quando si fermò proprio davanti l'armadio.

"Dannazione!"

Finalmente mi alzai in piedi. Corsi per le scale, e arrivai dietro il demone.

"...vuoi vedere la loro morte in diretta?"

Si voltò lentamente a guardarmi.

"Mostrerò loro la TUA morte"

Quella frase lo fece infuriare. Mi attaccò, e io cercai di respingere tutti i suoi attacchi.

"Hai dei buoni riflessi, ma questo non ti servirà a niente!"

Mi colpì in testa con una lampada. Caddi nuovamente, ma senza aver perso i sensi.

"Te l'ho detto che non voglio uccidere te per prima, Tomja"

"-cough-"

Ritornò vicino l'armadio, l'unica cosa che potessi fare, era sperare che Bill e Dave non fossero li'. 
Il demone aprì un'anta, e loro due erano la' dentro.

"Non stiamo giocando a nascondino, Bill"

Il bambino strillava, mentre la mia vista veniva a mancare.

"Non mi toccare!"

"Non voglio farvi del male..."

Nel frattempo, dietro di se, aveva tirato fuori gli artigli. Lentamente, muoveva la mano verso l'armadio.

"-cough- non...ci provare!"

Balzai dietro di lui, lo allontanai, e lo sbattei contro la finestra.

"Tomja, Tomja...sei proprio dura, eh?"

Con gli artigli, mi colpì sul collo, tagliandomi profondamente.

"Scusami, lo hai voluto tu!"

Mi colpi anche sul ventre, e poi sul petto. Caddi a terra, senza sensi.

Qualche minuto, o ora dopo, mi risvegliai. C'era tanto sangue per terra, ma il demone non c'era, e Bill era accanto a me.

"...il medico ha detto di premere sulla ferita!"

Georg? Che ci faceva qui? Nel frattempo, Bill portò una mano sul mio collo, e premeva molto.

"È sveglia!....sei cosciente, per fortuna"

Sorrise tra le lacrime. Georg e Gustav si avvicinarono a me.

"Riesci ad alzarti?"

Mi chiesero, ma io scossi la testa.

"Rimani sveglia fino all'arrivo dei soccorsi, okey?!"

Voltai lo sguardo verso Bill di nuovo.

"Bill..."

Dissi con voce rauca.

"Dimmi.."

Presi dei secondi, perché lentamente, stavo morendo. Tutto attorno a me stava perdendo colore.
Bill mi alzò la testa, cercando di facilitarmi le cose.

"Ugh...-cough- devi perdonarmi..."

"Per cosa?"

La sua voce tremava, e lo sentivo benissimo.

"-cough- perché..n-non ti ho detto di...-cough- tutto"

"Mi hai salvato la vita svariate volte. Ti sei sempre sacrificata per me, io non...non ti ho mai accusata di niente, okey?"

Con il pollice mi accarezzava i rasta, vicino alla nuca. Stava piangendo.

"Non...piangere.."

Alzai la mano per accarezzargli la guancia, ma non ci arrivavo. Lui l'afferrò e la portò sul suo viso.

"-cough- devo parlarti..."

Sentivo che la mia ora stava arrivando, ero più stanca di prima, il fiato era più corto. Dovevo dirgli la verità, subito.

"È...una storia lunga -cough- e non so se...se ce la farò a -cough- dirtela..in tempo"

"Certo che ce la farai! Sei...sei forte"

"Sappi che..q-qualsiasi cosa..a-accada -cough- io sarò...sempre al tuo f-ianco"

Il fiato diventava sempre più corto.

"No, non ti succederà niente! Sei forte, e riuscirai a salvarti..."

Lo diceva per auto-convincersi, ma tremava e piangeva.

"Bill...s-sono troppo...-cough- debole per...combattere questa..volta"

Mi strinse forte contro di se'.

"Non è vero...non è vero"

"-cough-...il mio compito è..quello di -cough- difenderti, perché io -cough- sono...il tuo..angelo c-custode"

"E devi rimanere con me appunto per questo, giusto?!"

Gli altri due erano sempre al mio fianco, anche loro stavano versando alcune lacrime, ma erano in silenzio.
In lontananza, sentivo le sirene. 

"Stanno arrivando, Tomja! Devi resistere"

Mi scosse, ma la notizia non mi faceva effetto, perché il mio tempo era quasi finito.

"Voglio...ringraziare -cough- t-tutti voi...per i -cough- fantastici...momenti..sarò anche a-al vostro fianco"

Georg mi portò una mano tra i rasta.

"Grazie a te..."

Bill, invece, rifiutava di accettare la verità.

"No! Noi finiremo il nostro nuovo album, e faremo un nuovo tour-"

Scossi la testa.

"S-smettila di piangere...tanto ci incontreremo -cough- dall'altra parte..."

Cercai di sorridere, ma non so neanche se ci riuscii.

Le ambulanze erano arrivate, vedevo le luci delle sirene riflesse sui muri, e sentivo le voci dei medici.

"Sono qui! Resisti Tomja!"

Scossi la testa di nuovo. Purtroppo, la mia ora era giunta.

"...vi voglio bene"

Dissi guardando Georg e Gustav, poi mi voltai verso Bill.

"...continuerò -cough- sempre..ad amarti"

Lo guardai per bene perché era l'ultima volta che potevo perdermi nei suoi occhi. Dopo, guardai Dave, che era finalmente calmo.
Sorrisi, e poi, chiusi gli occhi. Per sempre.

-----------------------------

Come ben sai, non ero bravo a mantenere le promesse. Stavo piangendo, ma io avevo promesso di non farlo.

"Papà, sei pronto?!"

Dave mi interruppe. Era cresciuto tantissimo, sai? Ci tenevo che imparasse a suonare la chitarra a sei anni, proprio come te. Infatti stava frequentando un corso, e chissà, magari un giorno formerà una band!

"Tra cinque, tesoro"

Presi i vestiti che avevo scelto, e scesi giù in bagno per prepararmi.

Dopo essermi preparato, io e Dave uscimmo di casa. Accanto alla mia auto, in garage, c'era sempre la tua. Era polverosa, ma non intendevo toccarla.

"Vieni Dave!"

Lo aiutai a salire nell'auto,  poi salii io.

Non accesi la radio, ma inserii un cd. Erano le basi che avevi registrato per 'Humanoid'. Sai che io odiavo il tuo alto volume, ma adesso quel suono mi manca tanto, anzi, è il modo in cui suonavi tu che mi manca.

"Sai chi è che suona, Dave?"

"La mamma?"

"Esatto!"

Ti conosceva perché gli parlavo sempre di te. Gli mostravo le tue foto, e gli facevo sentire le tue registrazioni, e avvolte, gli facevo vedere le nostre vecchie interviste.

Arrivammo al cimitero dopo un viaggio di venti minuti, o forse più. Era colmo di gente, ma si sa che il 2 Novembre è così.

Stringendo la mano di Dave, imboccai la prima stradina a destra, verso la tua lapide. In lontananza vedevo altri due uomini, e mi sembrava di riconoscerli. Erano Georg e Gustav.

"Georg? Gustav?"

Si voltarono.

"Ciao Bill!"

Ci abbracciammo. Non ci vedevamo da cinque anni esatti.

"Wow, sei cambiato un sacco!"

Totalmente.

"Sapete che mi piace cambiare"

Mi inginocchiai davanti alla lapide, e Dave inserì i fiori nel vaso. Eri sorridente in quella foto, ed eri bellissima.
Accarezzai la tua foto, sperando che quel tocco arrivasse a te, in qualche modo.

Georg e Gustav si allontanarono.

"Ti aspettiamo fuori, okey?"

Un paio di pacche sulla schiena e poi andarono via.

"Siamo soli"

Ti dissi sorridente.

"Cosa fai di bello lassù? Beh, io sono qui! Più tardi accompagnerò Dave al corso di chitarra. Si, sta imparando a suonare! Voglio che tutte le tue chitarre, e accessori, vadano a lui"

Dalla lunga giacca di panno nero, estrassi uno scatolo molto piccolo.

"Sai cosa c'è qui dentro? Ovviamente no, ma lo scopriamo insieme, okey?"

Aprii lo scatolo, e dentro c'era un anello.

"Questo doveva essere tuo. Doveva essere sul tuo dito, e invece, finirà sul mio collo"

Trattenni le lacrime.

"Stavo organizzando il nostro 'matrimonio' ma sei andata via prima che potessi farlo"

Mi bruciavano gli occhi, non potevo più trattenermi.

"Eri tutto ciò che avevo. Fortunatamente, abbiamo avuto un bambino. Pensavo che dopo l'aborto non ne volessi più!"

Guardai Dave.

"Mi ricorda tanto di te. Guarda, guarda come è vestito!"

Nostra madre lo vestii proprio come lei. Jeans larghi, maglia lunga, e New Era storto.

"Io...ho deciso di cambiare. Ogni volta che mettevo il trucco agli occhi, e il gel ai capelli, mi ricordavo della tua opinione"

Risi.

"Sembro più 'uomo' adesso!"

Cercai di trovare altre parole, più serie, da dirti ma qualcuno mi toccò la spalla destra.

"Uh?"

Mi voltai. Era una ragazza, ma non riuscivo a riconoscerla.

"Sono proprio d'accordo sul fatto che sembri più uomo, sai?! Era ora!"

Si, era lei. Sbarrai gli occhi, sperando che non fosse una delle mie tante allucinazioni.

"Sei tu?!"

"Certo che sono io, stupido!"

Mi abbracciò, anzi, mi abbracciasti.

"Mi manchi tanto anche tu. Non posso rimanere qui a lungo, ma voglio farti sapere che sono sempre dietro di voi. Non potete vedermi, ma io so sempre tutto"

Ti avvicinasti a Dave, anche lui ti vedeva.

"Ciao piccolo!"

"M-mamma?!"

"Si, sono io"

Si lanciò tra le tue braccia.

"Perché non vieni a casa con noi?! Manchi tanto a Papà!"

Mi venne da arrossire in quel momento. Mi guardasti negli occhi, e sorridesti. 

"Lo so, ma io non posso venire con voi. Mi piacerebbe tanto, ma..capirai un giorno"

Dave si era rattristato, ma era giusto che sapesse la verità.

"...su col morale! Verrò a farvi visita, quando posso!"

Sorridesti un'altra volta, e involontariamente, mi feristi nuovamente. Vederti era bello, ma allo stesso tempo, mi facevi soffrire.
Ti volevo al mio fianco.

"...non usi più i vestiti larghi"

Cercai di farti sorridere di nuovo, e ci riuscii.

"Hai ragione!"

Avevi messo anche la maglia a righe bianche e nere, come le usavo io, tempo fa'.

"...io, devo andare"

Abbassasti lo sguardo, e anche io. Afferrasti Dave tra le tue braccia e gli sussurrasti qualcosa nell'orecchio, dopo ti avvicinasti a me.

"Non devi essere triste. Io sto bene lassù! Sai che io appartengo li..."

Ti baciai senza esitazioni. Forse ero uscito di mente, o forse no. Sentivo di nuovo le tue labbra sopra le mie, potevo assaporare di nuovo il tuo sapore speciale che mancava da anni.

"Sai cosa?"

"Cosa?

"Sono passati cinque anni, ma fai sempre schifo a baciare!"

Mi facevi sempre ridere, ci riuscivi sempre. Solo tu. 

"Ora vado, davvero"

Mi baciasti velocemente sulle labbra, e poi ti allontanasti. Entrasti in una luce bianca, e dopo, sparì assieme a te.

"...andiamo a casa, Dave"

Uscimmo dal cimitero. Non so quanto tempo avevamo speso, ma non mi interessava.

"Finita la confessione?"

Domandò Georg. Sorrisi.

"Si!"

Volevo dirgli di quello che avevo appena visto, ma sono sicuro che mi avrebbero preso per pazzo. Alla fine, con quello che era successo, era plausibile.

"Volete venire a casa mia?"

"Certo"

Esclamarono sorridenti. Anche loro erano cambiati tantissimo, ma hai detto che sapevi tutto, quindi non è una novità per te.

Salirono in auto, tenendo Dave in mezzo a loro.

"È cresciuto tantissimo!"

"Già..."

Accesi il motore, ed andammo via da quel posto.
Dallo smartphone, feci partire una canzone che mi ricordava tanto di te.

<< Spero che tu riesca a sentirla >>
 

These foolish games
Always end up in confusion
I'll take you back
Just to leave you once again


I've failed you again
'Cause I let you stay
I used to pretend
That I felt ok

Just one big lie
Such a perfect illusion
I made you mine
Just to hurt you once again

I died in my dreams
What's that supposed to mean?
Got lost in the fire
I died in my dreams
Reaching out for your hand
My fatal desire


 

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