Harry Potter e le due anime di TheLastPhoenix (/viewuser.php?uid=42545)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli ***
Capitolo 2: *** L'inizio di una fine... ***
Capitolo 3: *** Ventiquattro anni dopo ***
Capitolo 4: *** Incotro col passato ***
Capitolo 5: *** Filler-L'uomo con la saetta ***
Capitolo 6: *** Filler-L'uomo con la saetta-2 ***
Capitolo 1 *** Capitoli ***
Harry
Potter e le due anime
1)L'inizio di una fine...
2)Ventiquattro anni dopo
3)Incontro col passato
4)Il ladro del Ministero
5)Niente più problemi
6)La solitudine
7)Il ladro colpisce ancora
8)Caos al Ministero
9)Il giorno dopo....
10)-Chi sono?-Harry
11)..il giorno prima
12)La cruda verità
13)-Chi sono?-James
14)La strada del passato
15)Ritorno a scuola
16)Amici e Nemici
17)I suoi "non" ricordi
18)--------------(segreto-rivela troppo)
19)Il segreto di Harry
20)Intrecci amorosi
21)Incontro col -------(stesso motivo di prima)
22)Gita a Hogsmeade
23)Vittoria o amore
24)La punizione
25)L'ultima partita
26)L'amore rivelato
27)Essere se stesso
28)Vita tra passato, presente e futuro
29)La fine della scuola si avvicina
30)Tempo da fermare
31)Inizio di uno scontro
32)I veri amici e nemici
33)Colui che ha sempre saputo la verità
34)La seconda morte
35)Rivivere l'emozioni del passato
36)Rivelazioni
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Capitolo 2 *** L'inizio di una fine... ***
Harry
Potter e le due anime
...l'inizio di una fine...
Il cielo
di Londra era sommerso da nuvole grigie. Il vento che soffiava sulla
capitale Britannica era un vento gelido, quasi insolito ma spiegabile.
Molti sostenevano che proveniva dal Polo Nord, anche se
l’estate era alle porte. Le persone ogni giorno si
svegliavano indecise tra mettersi il maglione di lana o la maglietta a
maniche corte. I meteorologi affermavano che quel tempo avrebbe
lasciato il paese entro le prime settimane di Luglio. A nessuno
importava più di tanto il tempo, anche se la vera
spiegazione di quel caos climatico era ben diversa da come se
l’erano immaginati i Babbani.
In una
piccola casetta della periferia di Londra viveva un anziano signore.
Questo non aveva parenti. La moglie era morta prematuramente e il
signor Jeremy, così si chiamava, decise di non sposarsi
più. Come ogni giorno il vecchio signor Jeremy si
alzò alle otto in punto. Si sedette e guardò la
finestra di fronte a lui. Quel giorno il cielo era ricoperto, come al
solito in quel periodo, dalle nuvole. Jeremy scese dal letto. Questo
gemette quando sentì una fitta di dolore alla schiena. Anche
quella notte aveva dormito male. Imprecando aprì il cassetto
del comodino che si trovava a fianco del letto e ne tirò
fuori un tubicino colorato. L’aprì e fece cadere
sul palmo della mano due piccole pastiglie. Subito Jeremy li
inghiottì. Sul volto del vecchio comparve una smorfia. Non
gli era mai piaciuto quella medicina. Chiuse il tubicino e lo
riposò nel cassetto, ma questo cedette cadendo per terra. In
quel preciso momento l’anziano sentì uno frullo
d’ali. Si guardò nella stanza, ma non
c’era nessuno. Si alzò e andò alla
finestra. Fuori non c’era nessun uccello così
ritornò ad occuparsi del cassetto. Dopo un ora il vecchio
signor Jeremy uscì da casa diretta verso il supermercato.
Era distante da casa sua una decina d’isolati, ma al
vecchietto piaceva camminare, quando il corpo glielo permetteva.
Come tutti i giorni la città era piena di macchine. Quando
arrivò all’ultimo incrocio prima del supermercato
si fermò. Il semaforo era diventato rosso. Il vecchio mentre
aspettava di passare fu attirato da alcune persone che si trovavano
dall’altra parte della strada. Queste avevano degli abiti
stravaganti con colori accesi. Era molto strano.. non aveva mai visto
nessuno vestirsi in quel modo. Il semaforo divenne verde. Il vecchio
signore riprese a camminare diretto sempre al supermercato. Percorse
una decina di metri e si voltò. Era curioso,
perché quegli uomini erano vestiti in quel modo? Ma questi
erano scomparsi. Si convinse che era solo turisti venuti da molto
lontano. Dopo qualche minuto arrivò al supermercato. Alla
sinistra dell'entrata si trovava una panchina. Questa era occupata due
persone di maggiore età. Jeremy si avvicinò e
salutò gli amici.
"Ciao"
“Ciao Jeremy”rispose un dei due.
”Siediti stavamo parlando dei gufi io e Gary”
Jeremy quando si sedette rispose”Cosa? Gufi?Dove siete andati
sta notte?”disse Jeremy stupito.
”Noi non siamo andati da nessuna parte…e che da
stamattina Londra ne è piena” rispose Gary.
“Strano, molto strano”concluse Jeremy poi
cambiò discorso. I tre vecchi amici passarono tutto il
giorno seduti a discutere. Quando il sole fu all’orizzonte
Jeremy si alzò
”E’ tempo di andare”
Questo salutò gli amici e si diresse verso casa. Dopo
qualche minuto Jeremy era già a casa. Le strade di sera
erano meno affollate del mattino.
Quando il sole calò completamente queste si svuotarono del
tutto. Jeremy era molto stanco anche se non aveva fatto
granché, però la sua schiena lo tormentava.
Così decise di andare a letto subito dopo aver mangiato.
Alle otto e mezza Jeremy si trovò già nel suo
letto a dormire beato senza problemi che tormentassero.
Il tempo passò veloce e arrivò subito mezzanotte.
Fuori la casa del vecchio solo il vento risuonava nella strada deserta,
finché non fu interrotto da un pof. In un primo momento non
successe niente, poi le luci di Grimmauld Place scomparvero e
comparvero in mezzo alla strada alcuni individui. Questi camminarono
dritti verso una delle case dall'altra parte della strada. Si fermarono
davanti al numero dodici. Alcuni salirono le scale e si avvicinarono
alla porta che poco dopo si aprì facendoli entrare. Dopo un
po' le luci ricomparvero magicamente. Ai piedi della scala c'era un
ragazzo. Questo alzò lo sguardo al cielo. Nei suoi occhi
verdi si riflesse la luna. Sul suo volto comparve un sorriso.
Finalmente poteva vivere la sua vita. Abbasso lo sguardo ed
entrò in quella casa amata e odiata alla ricerca dei suoi
migliori amici.
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Capitolo 3 *** Ventiquattro anni dopo ***
Ventiquattro anni
Era
una notte molto ventosa quella. Londra era sommersa in un silenzio di
tomba. Nelle strade non c'era nessuno. Sembrava che tutta la
città stesse dormendo beata, ma in una piccola casa, un uomo
di circa quaranta anni era ancora sveglio in mezzo alle coperto del suo
letto. Egli non riusciva a prendere sonno. Da un mese ogni notte i
sogni lo tormentavano. I ricordi del suo passato, quelli giovane Harry
Potter da tutti considerato un eroe. Scacciò quel pensiero,
gli veniva la nausea solo a pensarci. Spostò le coperte e
scese dal letto. Si mise le ciabatte e incominciò a
gironzolare nella stanza. Questa ultimamente era sempre in disordine.
Si girò verso il letto e vide il suo amore. Ginny stava
dormendo senza problemi, senza sogni che la tormentavano. Harry si
avviò verso il letto e si sedette . Restò qualche
minuto lì a pensare poi sentì un rumore che
proveniva dal piano di sopra. Restò in ascolto poi
capì che rumore fosse e gli spuntò un sorriso sul
suo volto. Ron, anche se erano passati anni, non era mai cambiato.
Harry credeva che dopo aver sposato Hermione sarebbe cambiato qualcosa
in lui, ma non c'era niente da fare per il rosso. Harry
sospirò. Chiuse gli occhi. Quel silenzio lo cullava. Stufo
di restare lì sveglio decise di scendere in cucina. Si
alzò e andò verso la porta. Cercò di
fare meno rumore possibile. Si chiuse la porta dietro di se.
Incominciò a scendere le scale che si trovavano a destra
della stanza. Dovette ricorrere a tutte le sue abilità per
non far cigolare le vecchie scale. Quando arrivò all'entrata
si sciolse. Si girò verso la cucina e incominciò
a camminare verso essa. All'improvviso la vista si annebbiò
per pochi secondi. Chiuse gli occhi. Davanti a lui c'era Sirius con le
braccia aperte che lo stava aspettando. Poi li riaprì e
davanti a lui non c'era nessuno solo la porta della cucina. Harry non
si spiegò quello che aveva visto, ma sicuramente c'entrava
con i suoi sogni. Questi riguardavano sempre il suo passato e poi non
erano confusi, ma ben delineati....come se stesse rivivendo la sua
vita. L'unica cosa che la moglie riuscì a dire quando le
raccontò era che aveva lavorato troppo ed era stressato. In
parte era vero, nelle scorse settimane arrivava a casa dopo la
mezzanotte per via del trambusto che c'era al Ministero a causa delle
varie intrusioni. Aprì la porta. La cucina era rimasta come
la sera prima dopo la cena. I piatti ancora sporchi nel lavandino e la
tovaglia sul tavolo. Si sedette in una sedia. Prese la bacchetta e
recitò.
"Accio
Burrobirra"
Da
una delle ante della cucina uscì una burrobirra che durante
il volo verso Harry si stappò. Questa era fredda al tatto.
Bevve un sorso. Staccò le labbra dalla bottiglia e la
posò sul tavolo. Si strofinò gli occhi. Si stava
addormentando. Si guardò intorno in cerca di qualcosa da
fare. Poi vide dalla parte opposta del tavolo un giornale.
Alzò la bacchetta e lo richiamò a se. Questo era
un vecchio numero della Gazzetta del Profeta. In prima pagina a
caratteri cubitali il titolo recitava:
Tentata rapina al Ministero
L'articolo iniziava:
Ieri sera alle ore del tramonto, quindi
nell’ora di punta, c'è stata un intrusione in uno
degli Uffici Misteri. Nella numero 704, numero della stanza , non
è stato svaligiato niente...continua pg 3, scritto da Rita
Skeeter
Harry
leggendo quel nome gli si rivoltò lo stomaco. Odiava quella
donna, anche se erano passati parecchi anni non aveva mai cambiato modo
di scrivere.
Getto il giornale su una sedia di fianco a lui. Riprese a bere, questa
volta tutto di un fiato e poi si alzò. Si sentì
stordito. Era strano la burrobirra era analcolica. Scosse la testa per
restare lucido. La bibita lo aveva stordito in qualche modo. Si
incamminò verso la porta. Stava per aprire la porta quando
gli occhi si chiusero improvvisamente. Davanti a lui c'era una porta.
D’ istinto allungò la mano destra, voleva entrare.
La appoggiò al pomello, abbassò lo sguardo e vide
la sua mano. Era bianca come morta. Harry si spaventò.
Riaprì di colpo gli occhi. Si guardò le mani.
Erano normali con il loro colorito roseo. Confuso su quello che aveva
visto o sognato si diresse nella camera da letto.
Arrivato si distese nel letto e subito si sentì meglio.
Adesso era rilassato. Si ricoprì con le coperte e chiuse gli
occhi. Dopo alcuni secondi si addormentò. Si
trovò ancora davanti a quella porta. Sapeva che doveva fare
presto. Era un posto pericoloso quello, ma nessuno sapeva di lui.
Allungò la mano. Strinse il pomello e lo girò in
senso orario. Quando la porta si spalancò sul viso gli
spuntò un sorriso. Ne aveva trovato un'altra ed era stata
sempre lì al Ministero, ora bastava solo distruggerlo.
Harry si svegliò di colpo. Era ansimante scosso ancora dal
sogno. Levò le coperte e si alzò. Si
voltò verso la parte sinistra del letto. Era vuota,
significava che Ginny si era già alzata. Si alzò
e andò all'armadio, prese gli abiti da lavoro e
uscì dalla stanza. Il corridoio era deserto. Di solito a
quella ora c'era un via vai di persone.
S’incamminò verso il bagno che si trovava in fondo
al corridoio. Entrò, si chiuse la porta dietro di
sé e girò la chiave. Si spogliò ed
entrò dentro la doccia. Fece scorrere su di sé
l’acqua. Era gelata, ma aveva sopportato di peggio. A poco a
poco Harry fu ricoperto da un caldo velo. Mentre si puliva ripensava al
sogno. Dopo mezzora uscì dal bagno vestito per andare a
lavorare, ma prima doveva accompagnare i propri figli alla stazione di
King's Cross per prendere l'espresso che portava a Hogwarts. Scese le
scale, attraversò l’entrata e spalancò
la porta della cucina. All’interno c’era tutta la
sua famiglia. Ginny era ai fornelli, stava finendo di preparare le
ultime tazze di latte e i figli James, Albus e Lily erano seduti uno
vicino all’altro al tavolo.
James il più grande, già maggiorenne, era
all’ultimo anno a Hogwarts. Aveva una corporatura molto
robusta ed era alto all'incirca come lui. I capelli castani erano un
po' mossi e la barba stentava a crescere. Faceva parte dei Grifondoro.
Diversamente dal padre era diventato prefetto e quest’anno
aveva ricevuto la lettera che lo nominava Caposcuola, la nonna Molly
era contentissima quando lo venne a sapere, ed era cercatore della
squadra di Quidditcch. Al quinto anno aveva preso otto G.U.F.O. .Un
Accettabile in Erbologia. Tre Oltre ogni previsione in Difese Contro le
Arti Oscure, Pozioni e Incantesimi ed Eccellente in Trasfigurazione,
Astrologia, Cura delle creature Magiche e Antiche rune.
Albus era quello che gli assomigliava di più. Avevano gli
stessi capelli spettinati e il corpo era uguale al suo, quando aveva
sedici anni. A differenza di James il Cappello parlante lo aveva
smistato nei Serpeverde. Il giorno dopo lo smistamento Harry e Ginny
ricevettero una lettera di Al in cui gli raccontava la sera prima...
Albus
Severus era teso. Aveva paura che non sarebbe andato nella casa giusta.
Suo fratello gli aveva detto che papà e mamma non lo
vorranno più bene se fosse stato assegnato ad
un’altra casa che non sia stata Grifondoro, poi si
ricordò le parole del padre prima che il treno partisse.
S’infuse coraggio. Mancava poco al suo nome. La donna che li
aveva accompagnati fin lì era arrivata alla lettera N.
Cercò di stare calmo. Poi arrivò il suo turno
"Albus Severus Potter". Al respirò profondamente e
andò verso lo sgabello. Si sedette e la donna gli
calò il cappello sulla testa. L'ultima cosa che vide fu suo
fratello che lo fissava e non era il solo. Dopo qualche secondo il
cappello parlo"O...Un altro potter. Mm... difficile. Molto difficile.
Vedo che hai tutte le caratteristiche di un Serpeverde, ma...sento
anche che il coraggio non ti manca. " Al cercò di parlare"
Non serpeverde, non Serpeverde" "Non Serpeverde, perché?"Al
fu scosso da quella domanda"Perché...Non voglio essere
cattivo" "Essere un Serpeverde non significa essere malvagio. Io vedo
in te qualcosa che non ho mai visto negli altri. Fatta eccezione di uno
solo..." "Ma..." "Ragazzo se sei smistato nei Serpeverde, non significa
che tu non possiedi altre doti. Come ho già sostenuto, sei
un ragazzo speciale...”.Al non replicò. Quando il
cappello gridò Serpeverde la sala, che prima era piena di
voci, tacque. Si tolse il cappello e si guardò attorno.
Tutti lo fissavano stupiti. S’incamminò al tavolo
dei Serpeverde. Dopo qualche secondo questi lo applaudirono. Fu
sollevato da come fu accolto. Arrivato, si sedette vicino al figlio di
Draco Malfoy, Scorpius. Guardò verso il tavolo dei
Grifondoro e vide suo fratello che parlava con altri, sicuramente di
lui.......
Pur
essendo un Serpeverde aveva la stessa abilità del padre sia
nel Quidditch, divenne cercatore, e anche per la non curanza per le
regole, però l'anno precedente fu nominato Capitano della
squadra di Quidditch. I G.U.F.O. gli erano arrivati con la lista dei
libri di quest’anno. In Difesa contro le arti oscure,
trasfigurazione, incantesimi ed Erbologia aveva preso Eccellente.
Invece in Pozioni Oltre ogni previsione e in Cura delle creature
magiche e Divinazione Accettabile. La più piccola era
identica alla madre. Era una Grifondoro e questo era il quarto anno a
Hogwarts. Era battitrice nella squadra di Quidditch ed era
maledettamente abile in pozioni come la nonna Lily.
Poi vide Ron Hermione seduti dall’altro lato del tavolo. Ron,
con i suoi capelli rossi, stava mangiando la colazione. Hermione, con i
lineamenti non più da ragazzina, ma di una donna matura,
stava leggendo la Gazzetta del Profeta. Ron lavora con Harry
nell'ufficio da lui controllato. Infatti, Harry fu nominato capo
quindici anni prima. Ron divenne Auror insieme a Harry, ma prima
lavorò con George ai Tiri Vispi Wesley. Hermione invece
all'inizio era impiegata nel dipartimento della Regolazione e Controllo
delle Creature Magiche, ma in seguito si spostò nel
Dipartimento della regolazione della Legge Magica. Di fronte a loro
c'erano i figli. Hugo e Rose
Questa ultima aveva la stessa età d’Al ed era una
Grifondoro. I capelli, rossicci, le arrivavano fino a metà
schiena ed era in pieno sviluppo. Era brava come Hermione, ma era
affascinata dal Quidditch. Non giocava, però era fidanzata
con il secondo battitore della squadra della sua stessa età.
Hugo aveva gli stessi anni di Lily e come il resto della famiglia era
un grifondoro. A differenza di sua sorella non gli piaceva il
Quidditch, ma era dotato come portiere, più di Ron. Era di
statura media e come tutti i Wesley aveva i capelli rossi.
"Buon
giorno"
Tutti
si voltarono verso di lui e lo salutarono. L'elfo domestico Kreacher
che puliva la cucina con la scopa vedendolo,
s’inchinò fino quasi a toccare con il naso per
terra dicendo:
"Buongiorno
padrone"
Poi
si alzò e continuò a pulire. Andò da
Ginny e la baciò. Quando le labbra si staccarono l'una dalle
altre, gli occhi di lei perforarono i suoi. Parlando sottovoce disse:
"Come
ti sentì?"
Harry
gli rispose incerto:
"Bene..."
Poi
la lasciò e andò a sedersi vicino Ron. Dopo
qualche minuto Ginny gli porse la sua tazza di caffelatte. Bevve un
sorso e si rivolse a Ron
"Dormito
bene"
Quella
notte Ron, Hermione, Hugo e Rose si erano fermati lì a
dormire.
“Oh
fi"
Era
impegnato a divorare la colazione.
"Ho
tofnato pegby che nalbava con vei folleyi"
Harry
scoppiò a ridere. Ron deglutì.
"Non
avresti riso anche tu se lo avessi visto, era una scena agghiacciante"
Poi
si rivolse a suo figlio.
”Hugo
come ti ho detto prima dovresti provare. Ti ho visto giocare e sei
bravissimo come portiere. Potresti chiedere a James di farti avere un
provino dal capitano”
"Papà
te l'ho già detto, non mi interessa giocare a Quidditch"
Ginny
intervenne
"Ron
lascialo stare. Non puoi costringerlo se non vuole"
"Tu
hai giocato come professionista, quindi sai se uno ha talento. Lo hai
visto giocare?"
"Si,
ma..."
"Ed è bravo?"
"Si, ma..."
"Visto Hugo, lo dice anche tua zia che sei bravo"
Nel
frattempo Hermione non aveva tolto gli occhi di dosso dalla Gazzetta.
Hugo, da parte sua, era diventato talmente rosso per l'imbarazzo che
non si distinguevano più i capelli dal viso. Harry vedendolo
cercò di cambiare discorso rivolgendosi a James.
"Quest’anno
è l'ultimo"
James,
che era perso nei suoi pensieri, scosse la testa e poi rispose.
"Si"
"Che
cosa hai deciso di fare uscito da scuola?"
James se l'era aspettata quella domanda, così rispose.
"Vorrei
lavorar come....Auror"
Quest'ultima
parola la disse così piano che Harry dovette allungarsi
verso di lui per sentirla.
"Non
me l'aspettavo....in questo periodo le persone che lo vogliono
diventare sono sempre di meno"
Sorrise
al figlio. James ricambiò. Dopo aver fatto colazione ci fu
una gran confusione. I tre potter correvano per casa cercando le ultime
cose da mettere nel baule. Hugo e Rose avevano preparato il baule la
sera prima e aspettavano all'ingresso. Dopo qualche minuto tutti erano
pronti. Harry precedette gli altri e aprì la porta.
Kreacher, che era vicino alle scale, s’inchinava salutando
chi usciva infine si rivolse a Harry e scomparve. Uscito per ultimo
chiuse la porta. Di fronte al numero dodici di Grimmauld Place erano
parcheggiate due auto molto piccole. Una di queste era la Ford Anglia,
usata da Fred, George e Ron Wesley per liberarlo dai Dusley
all'età di 12 anni. Fu regalata a Ron dal padre. In
realtà Arthur fu costretto a darla a Ron a causa delle
proteste della moglie. L’altra era una Ford Fiesta. Harry
dovette comprarla quando iniziò a lavorare al ministero.
Siccome i bauli dei ragazzi erano troppo grandi i due fecero
l'incantesimo Engorgio alle macchine aumentando così le
dimensioni interne. Harry aprì il bagagliaglio della Fiesta
e posò all'interno i baule dei figli con sopra le gabbie
degli animali. Lily aveva un gatto persiano. Tin. James un gufo barbuto
e Al possedeva una Civetta bianca. Questa, come descrittagli dal padre,
assomigliava così tanto ad Edvige che quest'ultimo decise di
chiamarla Ed. Chiuse il bagagliaglio e andò a sedersi
davanti. Si sistemò e aspettò che Ron finisse di
caricare poi partirono verso King's Cross.
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Capitolo 4 *** Incotro col passato ***
Incontro col passato
Durante il viaggio verso la stazione nessuno aprì
bocca. Ginny, che era seduta a fianco di Harry, stava scrivendo qualche
appunto su un blocnotes per la Gazzetta del Profeta, il giornale per la
quale lavora. I figli erano seduti comodamente sui sedili posteriori.
James aveva la fronte appoggiata al finestrino ed era, come sempre,
immerso nei suoi pensieri. Al, che si trovava tra il fratello e la sorella,
stava giocando con il suo portafortuna. Questo ultimo era un boccino
d'oro con un’ala piegata regalatogli dal padre per il suo
quindicesimo compleanno. Al si divertiva ad acchiapparlo, mentre gli
girava attorno. Harry, vedendolo dallo specchietto retrovisore, gli
venne subito in mente il padre che si destreggiava nello stesso modo.
Lily, invece, stava leggendo il nuovo libro di Pozioni.
Passarono venti minuti prima di arrivare a destinazione. Harry
ebbe la fortuna di trovare un posto per parcheggiare la macchina
davanti all'ingresso della stazione. Invece Ron dovette cercarlo
infondo alla strada. Finito di parcheggiare, si rivolse alla famiglia
dicendo:
"Aspettatemi qui. Vado a prendere i carrelli"
Cosi uscì dalla macchina. Chiuse la portiera e,
mentre si diresse verso ingresso, vide in lontananza Ron che gli stava
venendo incontro. Harry lo aspettò. Nel frattempo
guardò la stazione. Essa si presentava all'esterno come un
edificio rettangolare, con due arcate di vetro che si congiungevano al
centro. All'interno queste si estendevano fino alla fine della
stazione. Sopra all'ingresso si ergeva una torretta. In cima a questa
c'era un orologio che segnava le dieci e trenta. Mancava ancora mezzora
alla partenza del treno. Dopo essere stato raggiunto da Ron, i due
entrarono insieme. La stazione quel giorno sembrava piccolissima. Una
miriade di persone girava per la stazione. Si misero a cercare dei
carrelli liberi, ma con tutta quella confusione fu molto difficile.
Passarono dieci minuti senza trovare niente. Ron, che incominciava ad
agitarsi, continuava a brontolare.
"Questi babbani...perché tanta confusione"
"Saranno di ritorno dalle vacanze"
Ipotizzò Harry che stava guardando attentamente in
giro.
Poi li vide. Affiancavano il muro, sotto l'insegna del binario numero
due. Strattonò Ron che subito capì e corsero per
non farseli sfuggire. Arrivarono in tempo. Dopo aver preso i carrelli
il problema era uscire da lì. Harry guardò il suo
orologio. Mancavano meno di quindici minuti. Quando lo disse all'amico,
Ron si mise a correre tra la gente. Dopo aver varcato l'uscita, ognuno
si precipitò dalle proprie famiglie. Harry fu felice di aver
parcheggiato così vicino. Andò dalla sua che
aspettava vicino alla macchina. James, vedendolo, aprì il
bagagliaio. Quando arrivò alla macchina diede un carrello a
ogni figlio.
"Ci avete messo quasi venti minuti per trovare cinque carrelli"
Disse Ginny rivolgendosi al marito, mentre aiutava Lily.
"La dentro è pieno di babbani, ma credo che non
siano i soli"
Si giustificò Harry guardando l'orologio. Mancavano
solo dieci minuti.
"Mancano solo dieci minuti"
Disse alla famiglia. Sentendolo ognuno prese il proprio carrello e
incominciarono a correre verso la stazione. Harry vide Lily che a
stento riusciva a stare dietro i fratelli, così le prese il
carrello e lo spinse lui per lei. Prima di entrare, con la coda
dell'occhio, vide Ron che stava spingendo il carrello di Rose, seguito
da Hugo. Hermione e la figlia riuscivano a malapena a tenergli il
passo. All'interno corsero verso i binari nove e tre quarti. Quando
arrivarono tra i binari nove e dieci attraversarono subito il muro tra
le due indicazioni non pensando se qualche babbano li potesse vedere
scomparire. Attraversato il muro furono investiti da una moltitudine di
rumori. Grida di ragazzi che salutavano i familiari, le voci dei
compagni ritrovati e il fischiettio del treno. Anche quella parte della
stazione era piena di gente, quindi non erano i soli ad essere in
ritardo. James e Al si erano subito dileguati tra la folla seguiti
dalla madre. Harry diede il carrello a Lily e si guardò
attorno. Cercò Ron e Hermione dietro di se, ma non
lì trovò. Poi vidi, verso la coda del treno, la
moglie con i ragazzi. Lo disse a Lily che si precipitò da
loro. Harry cercò di seguirla, ma fu trascinato da un gruppo
di persone nella direzione opposta, così lì
perse. Si alzò in punta di piedi, ma anche così
non ritrovò. Si convinse di non poter più
salutare i figli prima della partenza del treno, così si
diresse verso l'entrata del binario. Stava per varcare il muro, quando
sentì in mezzo a quel caos un pianto di un bambino. Si
guardò in giro per capire da dove provenisse, ma il pianto
cessò. Poi lo vide. Il bimbo si trovava a una ventina di
mentre più avanti. Doveva avere all'incirca dieci anni e
nella mano destra reggeva un filo con attaccato
all'estremità un palloncino. Harry pensò che
questo gli fosse scappato e che qualcuno lo avesse ripreso. Infatti il
piccoletto stava ringraziando un individuo. Questo era inginocchiato
affianco a lui. Era ricoperto da un mantello nero e la testa era
sommerso da un cappuccio. Poi il bambino si girò sentendo la
voce della madre che lo stava chiamando. Ringraziò di nuovo
l'uomo e scappò via tra la gente. L'uomo incappucciato si
alzò. Mentre lo fece Harry gli vide il volto.
Improvvisamente i rumori che lo circondavano scomparvero.
Sentì solo il suo cuore che batteva sempre più
veloce. Quando l'uomo fu completamente alzato incrociò il
suo sguardo. Questo aveva gli occhi iniettati di sangue. Una paura
travolse Harry. Voleva scappare. Voleva fuggire da
lì.Cercò di gridare, ma dalla sua bocca non
uscì nessuna parola. Allora cercò di prendere la
sua bacchetta, ma le sue braccia non si mossero come pietrificate.
Nella mente di Harry molti pensieri lo travolsero. Non poteva essere
non lui non lì..... Si fece coraggio, cercò di
andare verso l'uomo, però non ci riuscì.
Abbassò lo sguardo. Le gambe erano anch'esse pietrificate.
Rialzò la testa. Davanti a lui, a una distanza di un metro,
l'uomo lo fissava. Dalla faccia disumana comparve un ghigno. Poi un
gruppo di persone passò in mezzo a loro due. Quando queste
si tolsero dalla visuale di Harry l'uomo era scomparso. Come un getto
d’acqua fredda, i rumori e le voci delle persone
riaffiorarono. Impugnò la bacchetta e si guardò
attentamente attorno. Non c'era traccia di quell'uomo. Stravolto decise
di sedersi su una panchina. Il cuore gli batteva ancora forte. Chiuse
gli occhi. Ripensò ad un attimo prima, quando Lord Voldemort
gli sorrise.
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Capitolo 5 *** Filler-L'uomo con la saetta ***
Filler
L'uomo
con la saetta
Quella
notte David non riuscì a chiudere occhio. Era troppo
eccitato per dormire. Il giorno seguente sarebbe andato a Hogwarts.
Mentre si girava e rigirava nelle coperte pensava in quale casa sarebbe
stato smistato. Nei serpeverdi come suo padre o sua madre oppure
Grifondoro come suo fratello. Pensando a lui David si
rattristò. Non l'aveva mai conosciuto, ma aveva visto le sue
foto. Anche sue fratello aveva gli occhi verdi come i suoi. Solo in
quello erano simile per il resto suo fratello assomiglia al padre,
anche se era stato un Grifondoro, ma anche se alla fine.....
All'improvviso la porta si aprì di colpo. David si
scivolò dal letto. Sull'entrata c'era suo fratello
più piccolo, Rich. A David scappò una risata.
"Hai
avuto ancora degli incubi"
Il fratellino fece cenno di si con la testa
"Vieni
qui sotto le coperte allora"disse David facendo finta di essere
seccato. In realtà gli piaceva aiutare suo fratello anche
perché non voleva che gli succedesse quello che successe a
lui cioè non avere nessun fratello su cui contare. Rich si
avvicinò a lui, lo ringraziò e salì
sul letto. David fece lo stesso. Si coprirono poi David si
avvicinò al fratello e lo abbracciò. Rich ne fu
felice. I due si addormentarono insieme in quella notte ventosa.
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Capitolo 6 *** Filler-L'uomo con la saetta-2 ***
David
aprì improvvisamente gli occhi. Si alzò e si
guardò attorno. Tutta la stanza era ricoperta
dall'oscurità. Un rumore assordante lo aveva svegliato. Si
girò verso il fratello minore, ma la parte sinistra del
letto era vuota.
"Rich"
chiamò David
Nessuno rispose. Scese dal letto e andò verso la porta di
fronte al letto. Ogni suo passo il pavimento di legno di
quell'antichissima casa cigolava. Arrivato alla porta l'aprì
piano e davanti a lui spuntò una persona. Questa aveva il
volto coperto da una maschera, ma i suoi capelli assomigliavano tanto a
quelli di "Jam!?", ma si fermò di colpo. Quell'individuo si
era tolto la maschera. Due occhi iniettati di sangue fissavano David.
Questo non ebbe tempo di reagire che suo fratello maggiore scomparve e
David rimase da solo nel buio di quella notte ventosa.
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