Destiny: Il Diario Di Una Directioner

di Evelin_Hazza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1: Incontri Inaspettati ***
Capitolo 3: *** Cap. 2: Dichiarazioni ***
Capitolo 4: *** Cap. 3: Se l'ansia mi invade, l'intimita' non la esclude. ***
Capitolo 5: *** Cap. 4: Un sogno diventato realta' ***
Capitolo 6: *** Cap. 5: Una serata in compagnia, ma un continuo devastante. ***
Capitolo 7: *** Cap. 6: In certi momenti, e' meglio essere ciechi ***
Capitolo 8: *** Cap. 7: Ferite indelebili ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi ricordo perfettamente i miei 14 anni. Compiuti il 22.02.2010, non era una bella giornata. Per niente affatto, ansi forse sara' stata il giorno peggiore della mia vita. Abitavamo a Londra io e mia madre, ma quel giorno lei torno' a casa ubriaca insieme a uno sconosciuto. Ero chiusa in camera mia, quando all'improvviso sentii la porta spalancarsi e c'era lei che pretendeva che io salutassi e mi presentassi all'individuo. La mandai semplicemente a fanculo, ma lei comincio' a menarmi violentemente, poi una volta stufa ando' a letto con quell'uomo. Si, era la prima volta che lo fece, ma non fu l'ultima. Continuo' ogni giorno, cambiando sempre oggetto. Cosi' che giunto il 10 marzo, preparai la borsa in piena notte e scappai da casa. Andai a rifugiarmi da un'amica, mi sentivo di troppo ma lei fece di tutto per far sii che io mi sentissi parte della sua famiglia. Poi arrivo' il 23.07.2010, seguivo molto X-Factor e avevo gia' notato quei 5 ragazzi dalla voce angelica che quel giorno si unirono in una sola boy-band chiamata One Direction. Cosi' che diventarono i miei idoli e ancor oggi lo sono. Questo e' stato il mio passato e adesso mi presento. Mi chiamo Miley Stewart, abito ancora a Londra, ma per conto mio in un appartamento abbastanza abitabile da quando ho litigato con quella amica. Ora ho 17 anni e l'unica persona di cui mi fido pienamente e' il mio migliore amico dal nome Brian Smith. Lui mi accetta per quello che sono e non per quello che lui vorrebbe che io sia e posso solo dirvi che sono una ragazza solare, ma timida e certe volte una vera e propria stronza. Occhi e capelli azzurri, carnagione chiara e sono di piccola statura. Ho tutti i loro autografi, al loro concerto ci sono andata grazie ai pochi soldi che avevo messo da parte con il mio lavoro. Foto? No, ogni volta loro non avevano tempo. Beh, vi lascio al continuo del mio diario...

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Capitolo 2
*** Cap. 1: Incontri Inaspettati ***


Mi svegliai con il suono proveniente dal mio telefono che indicava il fatto che mi aspettava un'altra giornata di lavoro. Alzandomi da quel letto comodo, presi il telefono dando una piccola occhiata. C'era un breve messaggio con una piccola domanda: ''CHE NE DICI SE STASERA CI VEDIAMO IN PIAZZA? COMUNQUE, BUONGIORNO PICCOLA <3''. Era da parte di Brian e, naturalmente accettai. Di conseguenza, mi misi a cercare dei vestiti che mi piacessero' per poter sembrare bella, almeno un giorno. Finii col ritrovarmi tra le mani dei pantaloncini e un canottiera ricoperta fino al di sotto del seno da una camicietta. Mi misi le solite converse bianche, corsi in bagno, mi truccai leggermente e mi legai i capelli. Poi... VIA! Presi la borsa e uscii da casa. Ero in cammino per la strada che portava al negozio di musica dove, appunto, lavoravo, ma all'improvviso mi ando' in contro un ragazzo con il volto coperta da un cappuccio. Mi cadde la borsa da cui scappo' qualche oggetto, ma appena mi chinai lo fece anche lui, notai qualche ricciolo appoggiarsi sul suo viso e mi sussuro': - Scusami... -. Mi sembrava famigliare quella voce, molto. Ma riprendendo la borsa lo ringraziai e me ne andai via di corsa. Mentre camminavo avevo quella voce che mi rimbombava nella mente. Ma tralasciai quel pensiero appena entrata nel negozio. Mi misi subito al lavoro e entravamo varie persone, ragazzi e ragazze di diverse eta', ma poi finalmente entro' una ragazza, molto probabilmente mia coetanea, che mi chiese l'album dei One Direction intitolato ''TAKE ME HOME''. Me lo chiese molto gentilmente, ma io le dovetti dire che erano finiti. Lei lo accetto' e si stava dirigendo verso la porta molto tristemente, ma mi venne un istinto di fermarla e presentarmi cosi' da fare nuove amicizie. Ci scambiammo i numeri di cellulare, aveva un nome meraviglioso: Maya McCool. Arrivo' l'orario di pranzo, cominciai a riordinare i vari album per poi lasciare in ordine per la collega che ci sarebbe stata di seguito. Mentre ero al ''settore'' dei One Direction, mi ritorno' nella mente quella voce dello sconosciuto dai riccioli. Riccioli, voce famigliare, come avevo fatto a non accorgermene subito... Poteva semplicemente essere Harry Styles... Nono, impossibile. Lasciando qualsiasi probabilita' in disparte, appena finito di riordinare chiusi il negozio e andai da Nando's a fare pranzo. Passarono 10 minuti e arrivai subito, appena entrai mi misi al primo tavolo vuoto, ma aspettando la cameriera vidi un ragazzo, sembrava lo stesso dell'incontro precedente, che si alzo' e si dirise verso di me. L'agitazione prese il controllo delle mie braccia che strusciavano avanti e indietro sulle mie gambe, quando poi quello sconosciuto si sedette di fronte a me e si fece scivolare il cappuccio lungo il proprio capo...

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Capitolo 3
*** Cap. 2: Dichiarazioni ***


Si, era proprio lui. Il ragazzo alto, colmo di riccioli messi in disordine e quello sguardo caratterizzato dalle sue meravigliose iridi color verde smeraldo nelle quali chiunque ci si poteva perdere. - Questo credo che sia tuo, sai prima quando per sbaglio ti sono andato contro ti sono cascate molte cose e ti sei dimenticata proprio questo... - mi disse porgendomi il mio ciondolo. - Oh, che sbadato. Piacere, sono Harry Styles - poi aggiunse. - Come se non lo sapessi... - sussurai, ma poi venni interrota da delle fan scatenate le quali mi coprirono la visuale. Cosi' che decisi di scappare con la mia ansia che dominava freneticamente il mio corpo, ma proprio quando stavo per spalancare la porta qualcuno mi fermo' prendendomi il braccio sinistro. Era proprio quel ragazzo alto, un quinto dei miei idoli, che con solo uno sguardo mi fece capire che lo dovetti seguire e quello feci. Mano a mano che avanzavamo accellerammo il passo, quando finalmente ci fermammo davanti a una piccola casetta. Capii che era una sua abitazione quando vidi che caccio' un mazzetto di chiavi dalla sua tasca inferiore. Entrammo e mi fece subito accomodare su un piccolo divano. Ora capisco perche' Harry non vuole definirsi una persona famosa, perche' dopo tutto lui e' come noi tutti, una semplice persona, ma esitai comunque a chiedergli mentre stava facendo dei toast: - Ma questa e' la tua abitazione? -. Lui non aspetto' nemmeno un secondo per rispondermi: - Si, cioe' la mia vecchia abitazione che uso per questo genere di situazioni senno io abito con gli altri ragazzi nelle solite ville che descrivono in tv -. Poi, sedendosi di fronte a me, mi porse un toast che io accettai gia' dal fatto che mi aveva fatto saltare il pranzo. - Ora pero' parliamo un po' di te, su. Come ti chiami? - mi chiese e io balbettando: - M-mi chiamo M-Miley St-Stewart -. Continuo' a farmi varie domande e piu' passava il tempo piu' mi abituavo alla sua presenza. Passo' il tempo velocemente, cosi' che quando si fecero' le 18 lo salutai dandoci appuntamento il giorno dopo di fronte a quella sua dimora. Mi misi in cammino verso la mia abitazione e, una volta arrivata, mi misi in ricerca di qualche vestito da mettermi per l'uscita con Brian e nel frattempo avevo acceso la radio nella quale ad un certo punto ecclamarono: ''AVISTATO HARRY STYLES SCAPPARE DALLE FAN IN COMPAGNIA DI UNA RAGAZZA LEGGERMENTE PIU' GIOVANE CARATTERIZZATA DA DEI CAPELLI COLOR AZZURRO''. Mi resi subito conto che quella ragazza era la mia descrizione, ma lasciai perdere spegnendo la radio e frugando nel mio guardaroba trovando un combinamento semplice semplice: jeans, canottiera e ''giacca'' di jeans. Li appoggiai sul mio letto per poi dirigermi in bagno a farmi la doccia. Una volta fatta mi vestii e mi truccai con un po' di mascara e un filo di matita. Mi misi qalche bracciale e una collana caratterizzata da delle piccole perline con al suo centro una croce. Mi misi le scarpe, presi la mia borsa e uscii da casa. Ero in cammino quando all'improvviso il mio telefono vibro', segno dell'arrivo di un messaggio: ''Oggi in tua compagnia sono stato bene con te, molto. Sei una ragazza meravigliosa, ci vediamo domani. Un bacio, Harry.''. L'unico messaggio in tutta la mia vita che mi aveva reso felice, mi aveva stampato una U sul mio viso. Non risposi, non volevo fare brutte figure attraverso un semplice messaggio. Ma rimisi il telefono nella borsa e continuai a camminare in vista della piazza. Appena arrivata fui salutata da un grande abbraccio da parte di Brian, che poi mi fece segno di sedermi sul bordo della fontana cosi che si mise affianco a me. Poi roppe il silenzio: - Io ti ho voluto incontrare perche' mi sono reso conto che anch'io posso sentire dei sentimenti profondi nei confronti di un'altra persona - poi aggiunse: - Ehm, beh... Ti amo -.

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Capitolo 4
*** Cap. 3: Se l'ansia mi invade, l'intimita' non la esclude. ***


Rimasi sbalordita di fronte a quelle parole, cosi che come al solito mi feci prendere dall'ansia, prese il controllo della mia mente, del mio corpo, di me. Non seppi proprio cosa fare cosi' che presi la borsa e gli sussurai con voce tremolante che stavo male e lo salutai. Mi misi in cammino, quando poi sentii un clakson suonare dietro le mie spalle che poi il suono fastidioso giunse affianco a me. Si apri' il finestrino di un fuori strada nero, cosi' che vidi l'unico ragazzo di cui anche conoscendolo solo da un giorno mi poneva fiducia. Si, quel ragazzo dalle iridi color verde smeraldo, Harry. Mi disse di salire in macchina e poi mi chiese dove io volessi andare. - Beh, io avevo l'intenzione di dirigermi a casa... - ma fui interrotta: - Nono, stasera io ti faro' compagnia e visto che non voglio avere di nuovo qualche interruzione, andiamo in quella piccola abitazione.. -. Non mi sembrava realta' cio' che stavo vivendo, un sogno nel quale io ero la protagonista. Arrivammo a destinazione e, una volta entrati, mi fece segno di seguirlo su per le scale. Finimmo in una stanza dalle pareti scure la quale era molto probabilmente la camera da letto. Mi fece sedere sul suo letto, poi roppe il silenzio con una domanda la quale me la fece in un certo tono timido: - Che ne dici di rimanere qua stanotte? -. Rimasi sbalordita pure di fronte a quelle parole. Non sapevo come uscirne da quella situazione cosi' che cercai di trovare una scusa: - Ma non ho niente, nessun cambio, un qualcosa con cui dormire... -. - Puoi dormire con una mia maglietta, poi tanto domani mattina t'accompagno a casa e di conseguenza al lavoro -. - Tanto domani non lavoro... - sussurai. - Vedi? Abbiamo subito trovato una soluzione - mi rispose con un certo tono di felicita'. Accettai, dopottutto quando mai mi sarebbe capitata una situazione del genere in vita mia? Lui ando' a farsi una doccia e, mentre lo aspettavo, girovagavo su internet con il mio telefonino. Quando finalmente uscii da quella stanza che in quel momento sarebbe diventata una sauna, era solo in pantaloni e aveva in una gran visuale quel suo fisico da far sbavare qualunque ragazza gli stesse di fronte. Si avvicino' al guardaroba, lo aprii e ne caccio' due magliette. Una me la diede e, nel frattempo che mi cambiavo in bagno, l'altra se la mise. Uscita trovai Harry sul letto senza una coperta che lo coprisse, ma sembrava che mi stava mangiando con gli occhi. Quella sua maglietta mi arrivava fino alle ginocchia come se fosse un abito. Mi fece segno di mettermi affianco a lui e cio' feci. Appena sdraiata lui mi aiuto' a coprirmi e mise un braccio intorno al mio bacino dandomi a bassa voce dolcemente la buonanotte. Potevamo sembrare agli occhi degli altri dei semplici conoscenti, ma mi sembrava di conoscerlo da una vita. Il giorno dopo mi svegliai con il suo battito che mi rimbombava nell'orecchio. Si, durante la notte senza accorgermene mi addormentai sul suo petto. Ma appena sveglia mi alzai dirigendomi in cucina quando appena essermi ritrovata nella stanza...

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Capitolo 5
*** Cap. 4: Un sogno diventato realta' ***


Quando appena essermi ritrovata nella stanza sento dei passi provenienti dal corridoio. Ma prendo il telefono dalla borsa che la sera prima avevo appoggiato sul tavolo, mi metto di spalle contro il frigo e girovago un po' su internet, quando all'improvviso compare Harry senza che io me ne accorgessi. Cosi' che, mentre ero tanto concentrata sul mio cellulare, lui mi prende per i fianchi, io mi faccio cadere dalle mani quella piccola tecnologia facendomi stringere forte a se' da Harry quando poi mi prende per il bacino e mi fa sedere sul tavolo. Di conseguenza lui comincia a baciarmi, continuando gia' dal punto di vista che io acconsentivo, poi lui dopo dei piccoli lievi baci comincia a infilare la lingua tra le mie labbra cosi' che la mia comincia a ballare con la sua. Non mi rendevo conto di cio' che stava accadendo, ma in quel preciso momento pensavo a non farmi scappare occasioni del genere cosi da acconsentire cio' che voleva fare lui, non che io non volessi. Cominciai a giocherellare con i suoi riccioli, quando poi ripresi l'autocontrollo e mi staccai da lui. Mi spinsi all'indietro per poi scendere da lato sinistro del tavolo. Quella stanza non possedeva piu' nessun tipo di rumore, quando poi mentre io ero li' impalata senza saper cio' che io potessi fare lui roppe il silenzio: - Senti, io ti amo, so che la potresti definire una gran parola gia dal fatto che ci conosciamo solo da due giorni, ma non riesco a far sii che tu vada via dalla mia mente almeno un attimo... - stava per continuare ma io lo interroppi, grazie ai miei soliti istinti: - Non posso dichiarare il contrario, perche' senno sarei una bugiarda nata. Pero' tutto cio' non mi sembra reale gia' dal fatto che non sono mai stata impegnata in certi rapporti cosi stretti, cosi da non saper come proseguire la mia vita se io ce li avessi... -. - Beh, guarda che potresti proseguire cosi come lo stai facendo, la differenza e' solo che hai una persona che ti sta accanto in qualunque momento. Una persona che ami e che ricambia lo stesso tipo di interesse... - disse, ma lo interroppi correndogli addosso dandogli un bacio. Poi gli sussurai all'orecchio:- Ok, amore mio -. Non mi sembrava reale cio' che stava accadendo. Un sogno diventato realta', una realta' che aspettavo da tempo. Dopo questi momenti di profonda intimita', decisimo di andare a casa mia per farmi cambiare e andare a farmi conoscere gli altri. Appena entrati nella mia abitazione, lui la commento' mentre salivamo le scale: - Non male... Ma la tua famiglia? -. Non desideravo proprio ricevere una domanda del genere, ma appena seduti sul mio soffice letto cominciai a raccontargli, facendomi scappare qualche lacrima. - Non fare cosi', ognuno puo' avere problemi... - disse facendomi appoggiare sulla sua spalla. Dopo altre frasi per rassicurarmi, mi tranquilizzai e mi cambiai in bagno. Appena uscita da quella piccola stanza, scesimo e uscimmo immediatamente dirigendoci verso la loro villa dove in quel momento erano presenti tutti. Appena arrivati, fui accolta da tutti i ragazzi, i quali dopo qualche ora stando insieme mi fecero' una proposta...

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Capitolo 6
*** Cap. 5: Una serata in compagnia, ma un continuo devastante. ***


Una proposta la quale consisteva nella richiesta di abitare insieme a loro. Ci dovevo pensare, non so... Cambiare abitazione mi sarebbe stato comunque difficile... Ma venni convinta e accettai, cosi che subito dopo queste richieste io e Harry raggiungemmo quella che non sarebbe piu' stata la mia abitazione. Presi tutti quei vestiti e li misi in valigia, presi quei pochi accessori e li misi in una borsa, presi quei pochi trucchi e li misi in un piccolo marsupio ed infine presi il computer e ripartimmo. Quella sera la trascossimo a riordinare la mia roba, poi una volta stanchi Niall torno' a casa con del cibo da Nando's, mangiammo e ci misimo a vedere X-Factor, io, Harry, Louis e Zayn sui tre divano e Niall e Liam sul tappeto. Commentavamo un po' i vari cantanti, ma poi uscii un ragazzino di 14 anni, con una voce splendida e cantava Little Thing. Senza accorgermene mi misi a canticchiare, ma ripresi il controllo e i ragazzi ridacchiarono. Ed infine, ci addormentammo tutti. Io sulla spalla di Harry, ma poi mi sentii essere sollevata da qualcuno che molto probabilmente era Harry gia' dal fatto che appena mi porto' in camera si addormento' accanto a me. All'improvviso tutti si svegliarono, compresa me dal suono del campanello verso le 8. Harry scese ad aprire, ma non riuscivo a capire cio' che stava accadendo, sentivo solo la voce di Harry e una femminile, gia' segno negativo che mi fece accendere la gelosia. Scesi a meta' scala per ascoltare meglio, ma uscirono e Harry lascio' un biglietto con su scritto: ''SONO ANDATO DA NANDO'S A FARE COLAZIONE CON UN AMICO''. Sisi, amico, come no. La mia grande fortuna fu quella che la sera precedente mi ero addormentata direttamente con i vestiti, cosi' che non aspettai neanche un attimo per uscire e seguire la strada per raggiungere il locale. Appena arrivata mi misi il cappuccio e vidi che stavano in fondo cosi che mi misi di fronte a loro ma di spalle. Quella ragazza mi parve famigliare, ma certoo. Era Taylor. Ragazza antipatica e fastidiosa che, dalle sue parole, riuscii a capire che correva di nuovo dietro a Harry. Quelle informazioni mi bastarono, cosi' che tornai a casa. Aspettai il suo ritorno di fronte alla finestra, ma quando finalmente torno'...

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Capitolo 7
*** Cap. 6: In certi momenti, e' meglio essere ciechi ***


Vidi cio' che non volessi mai vedere... Lei gli ando' addosso e si diedero' un lungo bacio, mentre se lo diedero' spostai lo sguardo e andai al piano di sopra a rifugiarmi in camera tra le lacrime, chiudendo a chiave quella porta, l'unico modo per chiudermi nel mio mondo. Non dovevo fidarmi, ora volevo stare sola, solo accompagnata da una immensa tristezza. Ma poi sentii la porta d'ingresso chiudersi e, quel rumore, fu seguito da dei passi veloci passare sulle scale. Poi un piccolo urlo uscii dalla bocca di quel ragazzo: - Sono tornatoo -. Non avevo di certo ne la voglia ne il bisogno di affacciarmi. Ma poi qualcuno busso' la porta e si risentii la sua voce che diceva, riferendosi a me, se potesse entrare. Ma non risposi cosi che lui cerco' di entrare, senza riuscirci. Urlo', urlo' e urlo' frasi che ripetevano sempre le stesse cose, ma solo con delle piccole parolacce in aggiunta. Io feci finta di niente e continuai a piangere, anche se non serviva a niente. ''HARRY'S POV'' Capii che vide quel piccolo momento, ma sicuramente tralascio' il continuo nel quale io la staccai insultandola e rientrando subito a casa. Ma sapevo che se continuavo a urlare, sprecavo parole gia' dal fatto che lei oltre a non aprire quella dannata porta non mi voleva nemmeno rispondere. Stufo di stare li' a cercare in tutti i modi di entrare senza soluzioni, mi sedetti con le spalle contro quella maledetta porta che mi divideva da quella ragazza dalle iridi blu. Cosi' che avvicinando di piu' l'orecchio, sentii dei singhiozzi provenire da quella stanza. Si poteva naturalmente intuire che lei stava soffrendo, che lei non voleva piu' saperne niente di me. ''MILEY'S POV'' Sentii un movimento provenire dall'altra parte della porta che mi fece capire che si era seduto la', ostacolandomi ogni via di uscita. Ma ebbi pazienza e, circa dopo una mezzoretta, sentii che finalmente si alzo' e se ne ando' al piano di sotto dove si erano riuniti i ragazzi. Cosi' che ne colsi l'occasione di correre in bagno, asciugarmi quel mio viso e diventare forte cosi da poter andare avanti. Mi parve impossibile al solo pensiero di darmi forza, ma ce la feci cosi' che scesi al piano di sotto, salutai i ragazzi (tranne Harry) e uscii da casa. Ero decisa nel percorrere la strada che mi serviva per raggiungere una mezza specie di parco. Ma appena arrivai, ricevetti un messaggio da un numero a cui non ero a conoscienza...

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Capitolo 8
*** Cap. 7: Ferite indelebili ***


Un messaggio che mi fece aprire il cuore, trovare di nuovo dei sentimenti nei confronti di mia madre. Quel messaggio fu la dimostrazione del fatto che il mondo mi stesse crollando addosso. Quel messaggio conteneva una frase che mi sconvolse: '' Tua madre e' morta''. So che in passato non era stata una gran madre, ma provavo comunque dei sentimenti nei suoi confronti. Prima mio padre, poi mia madre... Non ce la facevo piu', cosi' che decisi di tornare a casa e farla finita. Mi diressi verso la mia abitazione, dove in quel momento ci sarebbe stata la presenza dei ragazzi, in gran velocita' tra le lacrime. Giunta di fronte alla porta d'ingresso, estrassi le chiavi dalla mia tasca e, dopo esser entrata, salii al piano di sopra chiudendomi nella mia camera. Presi lo strumento con il quale volevo che finisse li' la mia vita, le mie sofferenze. La lametta con la quale cominciai a tracciare linee su tutto il mio polso. Ripensai alla mia infanzia quando ancora mia madre non aveva problemi con l'alcol, pensai a tutte le volte che non volevo che mi lasciasse sola con altri bambini... Cosi' che cominciai a tagliare su una parte specifica del polso: quella nella quale passavano le vene. Tagliai sempre piu' velocemente e violentemente, cosi' che insieme alle mie lacrime cadevano goccie di sangue sul pavimento. Da quelle piccole fessure uscivano solo sangue, sangue e sangue. Sempre di piu', ma poi non vidi piu' niente, persi completamente i sensi facendo cadere sia lametta che il telefono che tenevo per procurarmi piu' tristezza e rabbia. ''HARRY'S POV'' Io e i ragazzi sentimmo un tonfo proveniente dal piano di sopra. Eravamo confusi, non riuscivamo a capire cio' che sarebbe successo, cosi' che ci venga solo in mente di controllare cosa potesse essere avvenuto. Andammo velocemente al piano di sopra, cercammo di entrare in camera di Miley, ma era chiusa a chiave. - Miley, aprimi! - urlo' Niall. Ma niente da fare. Stavamo cominciando a farci prendere dalla preoccupazione, cosi' che io mi ricordai del fatto che tutte le porte erano uguali, percio' tutte le chiavi sarebbero' state utili, poi inserendo una chiave sarebbe caduta quella posizionata dall'altra parte. Corsi in camera mia, presi quella maledetta chiave e riuscii ad aprire quella porta la quale ci lascio' a una visione drammatica. Era stesa per terra, con quel telefono accanto a lei il quale aveva aperto un messaggio che conteneva una frase che naturalmente era il motivo di cio' che avevamo di fronte ai nostri occhi. Louis fece subito una cosa utile, cercare di vedere se il cuore batteva ancora, se pompava ancora sangue, se lei fosse ancora viva. E grazie al cielo non era morta, ma non riuscimmo a risvegliarla, ma Zayn arrivo' una fascia con la quale impedimmo al sangue di fuoriuscire dalle ferite. La presi in braccio, mentre il mio viso veniva bagnato da quelle lacrime. La portammo immediatamente all'ospedale, nel quale i dottori la misero' immediatamente in una stanza. ''MILEY'S POV'' Aprii finalmente gli occhi, non capii dove mi trovavo. Ma a un certo punto vidi che le mie braccia erano collegate a dei piccoli tubicini, cosi' che capii che ero in ospedale. Mi sentivo bene, percio' staccai quei tubicini inutili, mi alzai dal letto e con un po' di fatica mi diressi verso la porta. Ma ancora prima che la spalancai, lo fece qualcun altro e quella persona era Harry.

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