Non sparirò

di Siria Lilian Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 01
[hanna's POV]



Non saprei dire come cominciò quella giornata assurda, probabilmente mi ero alzata all'alba e avevo perso la mattinata a guardare qualche film stupido, uno dei miei soliti assurdi film polizieschi. Anche se pensandoci bene, quei film non erano poi così assurdi se paragonati alla realtà che stavo vivendo.
Vi capita mai di svegliarvi di soprassalto e desiderare di trovare accanto a voi un'altra persona capace di farvi dimenticare l'incubo fatto? Ecco la mia vita andava avanti così da mesi. Non che ci fossero dei veri e propri risvegli, ma continuavo a chiedermi come fosse possibile che a vent'anni ancora non fossi riuscita ad andar oltre l'amicizia per paura di legarmi a qualcuno. Avevo paura di offrire agli altri uno spunto per ferirmi ed ero finita per essere sola, circondata da pochi amici, i quali di me sapevano il minimo indispensabile. Così passavo da uno stato di sonno catatonico nel quale tutto sembrava andare a meraviglia e dei momenti di veglia nei quali mi sarei voluta trovare tra le braccia di lui.
No, non è come pensate. Non sono innamorata e non sono nemmeno appena uscita da una storia importante. Parlo di un lui ideale, nato dalla fusione di mille caratteri e personaggi famosi, insomma, un uomo magico capace di far la cosa giusta al momento giusto nonostante i mille difetti legati al suo essere umano. L'uomo perfetto, in poche parole.
Era stato durante uno di quei risvegli che avevo deciso di uscire nonostante il maltempo. L'uragano ci aveva colti quasi alla sprovvista. Sapevamo che ci sarebbe stata una tormenta, ma nessuno avrebbe mai immaginato che dietro quella tormenta si stesse nascondendo un vero e proprio uragano.
Dopo aver sentito le sirene e gli autoparlanti annunciare la catastrofe, cercai asilo in uno dei rifugi sotterranei della città, il mio era lontano anni luce e non avevo la minima speranza di raggiungerlo inzuppata com'ero dalla testa ai piedi. Tremando come una foglia, entrai e vi trovai all'interno una ventina di persone circa. Non mi curai di osservare i loro volti, mi limitai a ringraziare la ragazza che mi porse una coperta all'ingresso. La avvolsi attorno alle spalle, raggiunsi l'angolo più remoto della stanza e mi sedetti a terra, cercando di scaldarmi.








Non c'è un particolare perché per il quale ho deciso di scrivere questa shot, c'è tuttavia un motivo per il quale ho deciso di trasformarla in long... È un esperimento, spero vorrete accompagnarmi fino alla fine di esso.
L'appuntamento è tra un'ora col prossimo capitolo.
Baci, Just.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 02
[Jem's POV]



Tom mi aveva sconsigliato di uscire, ma come al mio solito avevo preferito fare di testa mia. Dopo l'ennesima relazione finita a causa della poca visibilità, avevo iniziato a chiedermi se mai sarei riuscito a trovare qualcuno che volesse far parte della mia vita per il puro gusto di farlo, non per la fama o i soldi. A quarant'anni ormai stavo iniziando a perdere la speranza.
La tempesta mi colse impreparato, così, sotto un ombrello ormai divenuto inutile, trovai rifugio in uno dei bunker nascosti agli angoli della città. Ero lontano da casa, ma tornarvi non avrebbe contribuito a farmi diventare più furbo quel giorno, male che andava sarei stato sepolto, soppresso da una mandria di fans. Erano in pochi in quel rifugio, eppure, non appena vi misi piede, tutti gli sguardi vennero calamitati dal mio volto. Con essi iniziarono i mormorii. Trattenni un sospiro stanco a quell'ovvia reazione, nascondendolo dietro un sorriso cortese. Ringraziai i respobsabili del rifugio e mi guardai attorno, cercando un luogo nel quale attendere la fine della tormenta. Cercavo un posto tranquillo e quegli sguardi non potevano essere definiti tali. Contemplai l'idea di restare in piedi fino alla fine dell tormenta, fino a quando non notai una figura nascosta in fondo alla stanza. Era l'unica persona che non aveva alzato lo sguardo vedendomi entrare, l'unica a non sembrare minimamente interessata alla mia presenza. Sembrava essere una ragazza, tremava ed era completamente inzuppata. Non so quale delle due cose mi spinse a raggiungerla, se fosse l'idea che non avesse idea di che ero o il fatto che sembrasse così fragile e indifesa da aver bisogno di qualcuno al suo fianco. In ogni caso la raggiunsi e con un sorriso timido che contrastava apertamente con l'idea che il mondo aveva di me, le chiesi: " Ti dispiace se mi siedo accanto a te?"
Senza nemmeno alzare lo sguardo, alzò le spalle e mi rispose con un tono poco presente.
"Fai come credi."
Con un sospiro mi sedetti lì accanto, stupito dalla sua apparente assenza. Era lì seduta accanto a me eppure sembrava lontana anni luce. Quella sua apatia mi spiazzava e mi incuriosiva al tempo stesso.Si stringeva le ginocchia tra le braccia, tremando come una foglia, così lasciai scivolare dalle mie spalle la coperta che mi avevano consegnato all'ingresso e gliela porsi.
"Tieni, sembri averne più bisogno di me.."








Ahahahaha, non ci credo, arrivo in ritardo anche con la sveglia.
Vabbè, vi lascio alle voste elucubrazioni mentali e vi do appuntamento tra un'ora!
Baci, Just.

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 03
[Hanna's POV]



Non aveva la minima importanza conoscere il nome e il volto della persona che si era seduta accanto a me. Aveva un tono gentile ed era sicuramente un ragazzo, ma non aveva importanza nonostante la sua presenza mi tranquillizzasse. Non cercai il suo volto con lo sguardo, ma vedendo quella coperta di fronte ai miei occhi non potei far a meno di lanciare un'occhiata ai suoi pantaloni.
"Hai i pantaloni zuppi... Te l'hanno data per quello." Risposi.
Con un'esclamazione lievemente divertita, avvicinò ancora la coperta verso di me.
"Stai tremando come una foglia, starò bene, fidati." Continuò, cercando di convincermi.
Fu allora che mi resi conto del perchè quella voce mi sembrasse così familiare. Alzando lo sguardo sul suo volto restai quasi abbagliata dal suo sorriso e dai suoi occhi verdi, così chiari da sembrare azzurri. Se sullo schermo del cinema era sembrato meraviglioso, di persona, Jeremy Renner era l'uomo più bello che avessi mai visto.
Ringraziai infinitamente il freddo che stavo avvertendo, perché il mio volto non cambiò di una virgola, su di esso spuntò solamente un lieve sorriso.
"Ok, ma se ti prendi un raffreddore non mi sentirò responsabile..." Mi arresi, lasciando che mi aiutasse ad avvolgere la sottile coperta di lana attorno alle spalle.
"Non preoccuparti, non ti riterrò responsabile" Mi disse con ironia.
Abbassai lo sguardo rimanendo in silenzio per qualche attimo. Gli avevo risposto con un sorriso e adesso fissavo il pavimento con aria assente. Non tremavo più e non riuscivo a realizzare di trovarmi realmente seduta accanto a lui. Era assurdo. Quella città era immensa e ci trovavamo nella stessa stanza senza una ragione apparente. Mi stava osservando, avvertivo il suo sguardo e la cosa mi metteva un po' a disagio. Alla fine, grazie al calore della coperta, mi costrinsi a dire quella parola.
"Grazie..."









E il terzo capitolo è online, in orario 'sta volta.
Un abbraccio gli unici individui che la stanno leggendo...
Just.

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 04
[Jem's POV]



Mi era già capitato di sentirmi legato ad una persona prima di allora, ma mai mi era capitato di restare spiazzato di fronte all'orgoglio di una figura in apparenza così fragile. Avrei voluto dire di conoscerla per poterla abbracciarla e allontanare da lei brividi di freddo che la scuotevano. Era stupidità, la mia, forse, ma sembrava averne bisogno.
La coperta almeno sembrò servire a qualcosa e lei smise finalmente di tremare. Rimasi ad osservarla fissare il pavimento, cercando di comprendere cosa le stesse passando per la mente, fino a quando non sentii quel grazie pronunciato con poca sicurezza. Quella parola pronunciata con un tono così fragile mi scaldò il cuore. Non so dire il perché, ma sorrisi sincero, vedendola alzare ancora lo sguardo sul mio volto.
"Jeremy" Mi presentai, allungando la mano sinistra verso la sua.
La vidi rispondere con malcelato stupore.
"So chi sei..."
Mi strinse la mano, mostrando un'espressione colpevole, in risposta al mio sguardo confuso.
"Mi chiamo Annabelle." Aggiunse qualche istante dopo, lasciando la mia mano con imbarazzo.
Sapeva chi ero e sarebbe stato più che logico pensarlo. Non aveva fatto una piega vedendomi entrare, ma probabilmente occupat com'era ad asciugarsi, non mi aveva visto. La sua espressione non era cambiata nemmeno di una virgola riconoscendomi, anche se non era poi così illogico pensare che semplicemente non fosse interessata a conoscermi.
"È curioso trovarti qui." Continuò lei con imbarazzo, riportando lo sguardo sul pavimento. "Non abiti dall'altra parte della città?"
Il suo tono era stupito e a giudicare dal suo imbarazzo, la sua curiosità era innocente, non voleva conoscere il mio indirizzo (probabilmente già lo conosceva), semplicemente sapere perché mi trovavo così lontano da casa in una giornata come quella.
"Avevo voglia di fare una passeggiata." Risposi, per quanto la realtà potesse sembrare assurda. "Tu piuttosto, posso sapere dove hai lasciato l'ombrello?"
A quelle parole vidi il suo volto illuminarsi dal divertimento e le sue guance recuperare un pizzico di colore.
"Mi prenderai per una pazza..." Mi rispose scostandosi con imbarazzo i capelli umidi dalla fronte.
"E che sarà mai?"
"Io odio gli ombrelli."
Non aggiunse altro a quell'affermazione. Non potei farne a meno, scoppiai a ridere osservando il suo volto velarsi di imbarazzo.









Vorrei sapere chi sono i sette geni che hanno letto il terzo capitolo, ma non il secondo xD
VI do appuntamento al quinto capitolo che sarà online tra un'ora!
A prestissimo, Just.

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 05
[Hanna's  POV]



La sua risata mi svegliò dal torpore che mi aveva avvolta negli ultimi anni.
Era spontanea, cristallina e incredibilmente colma di dolcezza, ma la cosa che mi colpì di più fu leggere il divertimento anche nei suoi occhi. Non vi era un angolo del suo volto che non esprimesse felicità e un  pizzico di ironia e la sua risata era il suono più bello che avessi mai sentito. Mi colpì l'idea di averlo fatto ridere rivelandogli un particolare di me che mi aveva sempre messo in imbarazzo.
Non mi accorsi di aver sorriso con dolcezza e gratitudine, mentre osservavo anche i suoi occhi ridere di gusto, né della consapevolezza farsi strada in essi attimo dopo attimo fino a quando sul suo volto non rimase solamente un sorriso. Aveva appena smesso di ridere quando mi accorsi di averlo fissato stupidamente per tutto il tempo.
Voltai il capo per evitare il suo sguardo, più imbarazzata che mai.
"Scusami..." Mormorai.



[Jem's  POV]

Il suo sorriso mi aveva colpito. Ammirazione, incredulità, felicità e follia erano alcune delle emozioni che mi sarei aspettato di trovare nel suo sorriso, ma mai avrei immaginato di potervi scorgere della dolcezza. Nonostante i suoi occhi fossero rimasti nei miei per molto tempo, non mi aveva messo a disagio nemmeno per un momento e se avevo smesso di ridere era semplicemente perché volevo fissare nella memoria quel suo insolito sorriso. Sembra sciocco detto così, ma da quando avevo iniziato a recitare erano stati pochi i sorrisi sinceri che avevo incontrato.
Così sentendo le sue scuse nascosi un sorriso, cambiando discorso.
"Cosa ti hanno fatto di male gli ombrelli?"




[Hanna's  POV]

Ero un'idiota.
Quell'uomo era circondato da occhiate assatanate tutto il giorno e cosa mi veniva in mente di fare? Fissarlo. Fissarlo in una situazione come quella, dopo che mi aveva offerto la sua coperta. Mi diedi dell'idiota ancor prima di poter ideare un modo ottenere il suo perdono. Sentire quella domanda mi spiazzò. Il suo tono era leggero, sembrava non essersela presa affatto per il mio sguardo, perciò alzai le spalle prima di rispondergli.
"Niente... Solo mi da fastidio tenerli e poi mi piace sentire le gocce gelate scivolare sulla pelle. È poetico il fatto che se volessi potrei tranquillamente piangere sotto la pioggia, nessuno se ne accorgerebbe."
Non rispose, così alzai lo sguardo sul suo volto. Mi osservava colpito, perso nei suoi pensieri.
"Wow..." Mormorò qualche istante dopo. "Non sei pazza, questo è poco ma sicuro."
Sorrisi con riconoscenza, spiazzata da quell'affermazione.










Quinto capitolo...
Just.

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 06
[Jem's  POV]



Mi affascinava l'idea che aveva della pioggia, eppure mi rattristava. Il suo tono lasciava intendere che avrebbe voluto piangere se solo la pioggia si fosse curata di mantenere il suo segreto. Lessi quella consapevolezza nel suo sguardo e ignorai quella voce nel profondo del cuore che mi spingeva ad abbracciarla.
"Com'è essere famosi?" Mi chiese.
Si strinse ancora le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia. Fissava un punto imprecisato di fronte a sé. Piegai un ginocchio e vi poggiai il gomito sinistro, lasciando vagare lo sguardo lungo la stanza senza guardare niente in particolare.
"È strabiliante e terribile al tempo stesso. Vedi le tue foto ovunque e puoi fare tutto ciò che desideri se hai il talento per farle. Puoi realizzare i tuoi sogni, in poche parole, ma tutto questo ha un prezzo. La tua privacy è inesistente. E non sarebbe un problema se i giornalisti si limitassero a fare il loro lavoro e i fans non impazzissero. Certi dimenticano cosa sia il rispetto e ti ritrovi seguito ovunque... Vogliono sapere chi sono i tuoi migliori amici, dove vivi, cosa fai ogni secondo di ogni giorno della tua vita, ti ritengono il loro migliore amico e si sentono in diritto di ignorare le normali regole di convivenza civile. Sono convinti che l'amica alla quale offri un caffè sia la tua nuova fiamma, si sentono in diritto di chiederti nei modi più spicci dettagli della tua vita privata e osano offendersi se ti rifiuti di rispondere. Per loro sei una grana, una sfida se non sventoli la tua vita privata ai quattro venti. Ma la cosa più terribile è non sapere se le persone con le quali esci, quelle alle quali lasci il tuo numero di telefono, le ragazze che ti invitano ad uscire sono interessati a te e non solo al tuo portafoglio o alla fama. Mi ritrovo sempre a domandarmi quale dei miei amici tiene realmente a me..."
In quel momento avevo dimenticato di trovarmi qualche metro sotto terra, seduto accanto a una ragazzina che non conoscevo a parlare della mia vita. Mi sentivo ancora seduto sul divano del salotto a parlare con Tom dopo l'ennesima storia finita con un 'Di te non me ne frega niente'.
Tornai in quella stanza quando avvertii delle dita gelate stringermi la mano con delicatezza. Voltai il capo e trovai il suo sguardo dispiaciuto ad attendermi.
"Sembra terribile... mi dispiace." Mi disse in un sussurro.
"Alla fine ti ci abitui." Risposi alzando lievemente le spalle con un sorriso appena accennato sul volto.
"Può essere, ma non è giusto. Sarete anche famosi, ma siete esseri umani,  a nessuno piace essere seguiti ovunque, aver a che fare con gente irrispettosa o santirsi insultare senza motivo alcuno. Insomma desiderare una foto o un autografo è normale, ma non vi pagano per questo, non è un obbligo, soprattutto se per ottenerlo i cosiddetti fans vi strattonano o ve lo impongono. È disgustoso. Nessuno ha il diritto di trattarvi come oggetti!"
Sorrisi con affetto, ricambiando la stretta della sua mano.
"Non dovresti aver paura di innamorarti all'idea di poter vedere la tua vita privata sbattuta in prima pagina o di poter trovare un'approfittatrice."
"Sarebbe meraviglioso se la pensassero tutti come te... Ti ringrazio, Annabelle."
La vidi sorridere imabarazzata e abbassare anvora lo sguardo. I suoi vestiti si erano asciugati e non tremava più nonostante il suo volto fosse piuttosto pallido.
"Ho letto cose sul web che... un fan dovrebbe desiderare la felicità della persona che ammira, non insultare tutte le persone alle quali tiene..."
Vidi una lacrima scivolare lungo la sua guancia e non potei evitare di asciugarla con la punta delle dita. Sembrava essere realmente turbata dalla mancanza di tranquillità delle persone nella mia situazione. La cosa mi faceva piacere anche se in quel momento non riuscivo a comprenderne il motivo.









Sesto capitolo.
Just.


P.s. se stai leggendo questo messaggio sappi che ti adoro sconfinatamente.

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 07
[Hanna's  POV]



Rabbrividii per lo stupore sentendo le sue dita sulla mia pelle. Come poteva essere una persona così gentile essere detestato o importunato senza motivo? Mi irritava l'idea.
"Com'è essere una persona normale?" Mi domandò con leggerezza e dolcezza.
Sorrisi timidamente, alzando lo sguardo sul suo volto.
"Dannatamente ordinario. Amici qualunque, sia falsi, sia sinceri. Amori impossibili o interessati solamente alla parte fisica delle relazioni. Eterni problemi nel realizzare i propri sogni. Siamo individui eternamente combattuti tra il desiderio di essere qualcuno e la consapevolezza di esserlo già."
Rise ancora a quelle parole, scuotendo appena il capo. Probabilmente avrebbe barattato volentieri qualche giorno di vita ordinaria per un po' di privacy almeno quanto avrei voluto barattare i miei per qualche giorno sul set per vivere una parte del mio sogno.
"E sentiamo, qual è il sogno nel cassetto di una persona ordinaria?" Mi chiese osservandomi con un sogghigno.
"Ho sempre amato scrivere, immedesimarmi nei personaggi e analizzare il loro modo di essere. Mi piace ignorare il mondo e immaginare situazioni assurde per indagare a fondo il loro carattere. Mi dicono sempre che i caratteri che descrivo sono perfettamente coerenti, eppure quando mi domandano come faccio a descriverli così profondamente non riescono a credere che semplicemente chiudo gli occhi e divento loro. Mi sono sempre chiesta quanto questa mia caratteristica potrebbe avvicinarmi ad una carriera da attrice. Mi piacerebbe sapere se questa... cosa esiste solo nella mia mente o se sono realmente in grado di diventare il mio personaggio."
Mi accorsi solamente il quel momento di avere ancora la mano stretta nella sua, abbassai lo sguardo e mi resi conto del perché me n'ero ricordata solo in quel momento. Mi stava accarezzando il dorso della mano col pollice. Si accorse del mio sguardo e imbarazzato sciolse la stretta allontanando la sua mano dalla mia e scusandosi. La cosa mi aveva stupita, ma non mi era dispiaciuta. Insomma, avevo una cotta per lui dall'età della pietra... Ciò nonostante non dissi niente, se non un semplice: "Non preoccuparti." Accompagnato da uno sguardo tranquillo.
"Come mai eri in giro con un tempo come questo? Se posso chiederlo." Mi domandò dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.
"Cercavo qualcuno..." Mormorai in risposta. Curioso il fatto che lo ammettessi tranquillamente di fronte a lui ma che non avessi osato ammetterlo a mé stessa quel pomeriggio.
"Il fidanzato?" Domandò con un pizzico di malizia.
"No... Io con un fidanzato? Sarebbe lo scoop del secolo." Risposi con ironia e malcelata rassegnazione.
"Mi stai prendendo in giro?"
Il suo tono era sinceramente stupito, sembrava non crederci sul serio.
"Le persone come me finiscono per innamorarsi delle persone sbagliate, inseguono gli amori impossibili o finiscono per essere usate dal primo idiota che passa."
"Che idioti..." Lo sentii esclamare indignato.
"Che vorresti dire?" Domandai incuriosita dalla sua reazione.
" Che solo un idiota non vorrebbe uscire con una ragazza come te. E lo dico io che ti conosco da qualche ora soltanto!"
Nascondendo l'imbarazzo provocato dalle sue parole scossi il capo.
"Appunto... Chi mi conosce da una vita sa quello che evita."
"No, chi ti conosce da una vita non capisce niente. Non ti importa quale sia il nome della persona che hai di fronte, a te interessa solamente comprenderla e esserle d'aiuto. Credi negli altri anche se questi non hanno fiducia in te perché sai che al loro posto avresti bisogno di un po' di supporto. Sei dolce, gentile e un po' orgogliosa e la cosa è terribilmente attraente quando sei in imbarazzo e non vuoi ammetterlo, perché le tue guance si colorano di rosso e inizi a morderti il labbro. Preferisci ascoltare gli altri anziché parlare, la cosa ti mette a disagio. Offri una mano a tutti, ma ti vergogni a chiederla a tua volta. A te piace ascoltare, a me osservare gli altri e se le persone che ti conoscono da una vita non capiscono tutto questo, beh... non ti conoscono affatto."
Abbassai il capo con un sorriso sulle labbra e le gote in fiamme. Non cercai il suo sguardo per paura che potesse leggervi la felicità che avevo provato sentendolo pronunciare quelle parole. Era meraviglioso che fosse stato lui il primo a pronunciarle. Non sapevo cosa rispondere alle sue parole, come avrei potuto ringraziarlo per ciò che aveva detto, senza arrossire terribilmente ed evitare il suo sguardo?
"Perdonami, forse non avrei dovuto, dopotutto non ti conosco affatto..."
Il suo tono colpevole mi fece scuotere il capo e alzare lo sguardo sul suo volto.
"No, Jem... Sono le parole più dolci che abbia mai sentito pronunciare da anni e sei... dannatamente gentile e carino, mi hai solo spiazzata, ecco tutto." Risposi.
Sfortunatamente ero arrossita leggendo quelle parole nel suo sguardo. Non mi aveva mentito, quelle parole erano state pronunciate con sincerità e se non avessi avuto un minimo di dignità, dopo essere arrossita per bene, avrei saltellato per ore sulla punta del naso.
"Grazie..." Aggiunsi ringraziando il cielo di poter avere l'occasione di specchiarmi nei suoi occhi. Erano veri e profondi come l'oceano e avrei tanto voluto avere il permesso di perdermici.










Ma il secondo e il quarto capitolo vi fan schifo? xD
Just.

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 08
[Jem's  POV]



Grazie a me? Quella ragazza era a dir poco fuori di testa. O forse ero io ad esserlo. Vedere il suo sguardo emozionato e un sorriso illuminare il suo volto mi faceva sentire bene. Iniziavo a realizzare che stupidamente avrei rinunciato a tutto pur di essere la ragione di quel sorriso e la cosa mi terrorizzava. La conoscevo da poco meno di quattro ore e già iniziavo a pensare al futuro, insomma non avevo la benché minima idea di chi fosse. Poteva essere una giornalista o un'attrice pagata da chiunque. Oppure può semplicemente essere la ragazza che dice di essere, pensai ricambiando il suo sorriso e accarezzandole il viso.
"Per cosa? Ho detto solamente la verità."
Il mio sorriso si illuminò quando la vidi abbassare lo sguardo e arrossire ancora a quella carezza. Le donne di Hollywood non reggevano il paragone con lei, certe erano bellissime, sul serio, ma chiunque sarebbe parso angelico con una montangna di trucco e lei... Lei era perfetta così com'era.
Non aveva senso e ne ero consapevole, ma non potevo fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo se quel pomeriggio avessi dato retta a Tom. L'avrei incontrata prima o poi se non fossi uscito? Se quell'uragano avesse ignorato lo stato?
Fu la sua voce a riportarmi ancora una volta in quella stanza.
"A cosa stai pensando?"
Sorrisi rendendomi conto di aver stretto le sue mani tra le mie mentre ero perso nei miei pensieri.
"A quanto sia felice che tu non abbia incontrato chi stavi cercando."



[Hanna's  POV]

Il tono sfacciato col quale pronunciò quelle parole mi fece ridere.
"E chi ti dice che non l'abbia incontrato?" Ribattei con un tono simile ricambiando la stretta delle sue mani.
Mi bastava chiudere gli occhi per avvertire il suo tocco e convincermi di non essere scivolata nell'ennesimo sogno. Aveva realmente pronunciato quelle parole, mi aveva accarezzato il volto e i suoi occhi erano realmente colmi di felicità e in quel momento non aveva importanza il fatto che fosse famoso in tutto il mondo o che milioni di ragazze avrebbero fatto di tutto per trovarsi al mio posto. L'unica cosa che aveva importanza era che almeno in parte ero la ragione del suo sorriso.
Non mi ero posta il problema che mai uno come lui avrebbe mai potuto pensare a me, la situazione era così assurda che non sarebbe potuto essere altrimenti. Cercavo una persona accanto alla quale svegliarmi al mattino, una persona che avrebbe saputo capire il mio mondo, una persona interessata a me non all'idea di avermi, una persona gentile accanto alla quale addormentarmi la sera e l'avevo trovata. Era assuro, ma non era altro che la realtà dei fatti.
Le voci della radio ci costrinsero a dimenticare il nostro mondo per un momento.
Le autorità ci informano che per la sicurezza sarà necessario attendere l'alba di domattina prima di poter ritornare alle proprie abitazioni. Consigliamo caldamente a tutti di non lasciare i rifugi e attendere ulteriori comunicazioni ufficiali.
Il resto della trasmissione venne coperta dai mormorii della gente che occupava la stanza. Quel rifugio non era attrezzato per la notte, così a parte due divani e quattro poltrone restava il pavimento per dormire. La cosa non mi preoccupava affatto, ma sembrava toccare nel profondo molti dei nostri coinquilini. Per ignorare i loro mormorii tornai a rivolgermi a Jeremy, domandando:
"Hai veramente attraversato la città a piedi per fare una passeggiata?"
Lui scosse il capo, voltandosi verso di me.
"Cercavo qualcuno..." Rispose con un pizzico di ironia, citando le mie parole.
"E l'hai trovato?"
"Spero proprio di sì..."
Il semplice sorriso che giunse accompagnando quelle parole e l'espressione pensierosa che assunse osservandomi lasciavano intendere che ci fosse dell'altro nascosto in quell'affermazione.
Rabbrividii starnutendo improvvisamente. Mi ero asciugata, ma ero ancora un cubetto di ghiaccio ed evidentemente mi stavo prendendo un raffreddore.
"Vieni qui..."
Alzai lo sguardo convinta di aver capito male, ma le sue braccia mi avvolsero le spalle attirandomi verso di lui. Impiegai qualche attimo a realizzare di aver poggiato la guancia sul suo petto e di avere le sue braccia attorno al corpo. Con un lieve sorriso ricambiai il gesto, stringendomi a lui. Iniziò a frizionarmi per allontanare il freddo e a poco a poco sentii la realtà allontanarsi.






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Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 09
[Jem's  POV]



No, Annabelle era l'essere umano più idiota che avessi mai incontrato e lo affermavo con tutta la dolcezza del caso. I giornali annunciavano un tormenta e lei usciva senza ombrello e col maglione. Almeno io avevo avuto la brillante idea di mettere un giubotto in pelle. Era gelata e non volevo che si prendesse un malanno. Cercai di fare il possibile per riscaldarla e a poco a poco sentii il suo respiro farsi leggero e irregolare. Sorrisi perché la sua stretta si fece attimo dopo attimo più leggera... Si era addormentata.
Attorno a noi la gente iniziava a prepararsi per affrontare la notte. Ormai avevano digerito il fatto che fossi lì con loro e vedendo Annabelle addormentata tra le mie braccia cercarono di non disurbarci, limitandosi a sorridermi ogni tanto. La loro attenzione mi lusingava, ma in quei momenti non potevo fare a meno di pensare alla ragazza che si era addormentata sul mio petto. Era la stessa figura orgogliosa e fragile che avevo visto entrando in quel rifugio. Mi faceva tenerezza quella sua fragilità. Mi aveva accolto con uno sguardo distante ed era riuscita a guadagnarsi la mia fiducia con un sorriso soltanto.
Nonostante la posizione scomoda, rimasi ad osservarla accarezzandole il capo mentre gli altri iniziavano ad addormentarsi.




[Hanna's  POV]

Mi accorsi di essermi addormentata qualche ora più tardi. La gamba sinistra aveva iniziato a formicolare e in quello stato di dormiveglia a cavallo tra la coscienza e l'incoscienza mi ero resa conto di quanto fosse strano sentire il battito di un cuore con l'orecchio poggiato su un cuscino. Poi ricordai tutto, la pioggia, il freddo e lui. Aprii gli occhi dopo qualche minuto passato ad ascoltare quel lieve e tranquillo battito del cuore. Mi stava ancora accarezzando la schiena e doveva aver poggiato il mento sulla mia testa perché riuscivo ad avvertire il suo respiro tra i capelli.
Alzai il capo, allontanandomi appena dal suo corpo.
"Dormito bene?" Mi chiese regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
"Meravigliosamente..." Risposi arrossendo.
Non so chi dei due sciolse l'abbraccio ma con ancora le gote infuocate, mi allontanai un poco e mi guardai attorno. Si erano addormentati tutti, dovevo aver dormito per molto tempo.
"Che ore sono?" Chiesi con aria assonnata.
"Le due, minuto più minuto meno..." Rispose dando un'occhiata all'orologio digitale del telefono.
"Quindi oltre ad averti usato come cuscino non ti ho nemmeno fatto mangiare... Che idiota." Conclusi in un mormorio con aria colpevole.
Nel momento esatto nel quale iniziai a insultarmi mentalmente, lui indicò delle buste accartocciate accanto a lui. Erano confezioni di stuzzichini salati e dolciumi vari. Non poteva essere definita un cena per essere precisi, ma con me tra le braccia come avrebbe potuto mangiare qualcosa di sano?
"Tu piuttosto, sarai affamata"
Arrossii ancora per l'imbarazzo a quelle parole.
"No... Ehm... In realtà mi serve un bagno." Risposi con un tono misto di ironia e imbarazzo.
Mi indicò una porta con un sorriso divertito e io non registrai le parole che aveva pronunciato mentre mi allontanavo.
Al mio ritorno le cartacce erano sparite e lui era seduto a gambe incrociate con una decina di pacchi di dolci e patatine di fronte a sé.






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Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 10
[Jem's  POV]


Mi sentivo più stupido ogni attimo che passava. Insomma, come potevo sentirmi legato a lei in quel modo senza nemmeno poter dire di averla conosciuta. Sciogliere l'abbraccio era stato un passo obbligato e anche se non sapevo o non volevo ammettere il perché, la cosa mi era dispiaciuta. Al tempo stesso, però, ero stato felice di vederla arrossire ancora e di constatare per la milionesima volta quanto fosse buffo il suo modo di nascondere l'imbarazzo.
Preparare un pasto decente senza svegliare nessuno sarebbe stato impossibile, così approfittando della sua 'pausa bagno' recuperai da uno degli scaffali posti a lato della stanza, quante più confezioni di dolciumi e schifezze varie potei raccogliere e tornai a sedermi in fondo alla stanza.
Al suo ritorno, a meno di due centimetri dalla porta del bagno, mi osservò piegando il capo verso destra con un'espressione corrucciata.
"Ho capito, per vendicarti vuoi farmi diventare una balena." Commentò.
Mi raggiunse sedendosi nuovamente accanto a me, mentre rischiando due o tre costole, stavo cercando di trattenere le risate.
"Mangia, va'..." Risposi una volta recuperato il respiro.
Sgranocchiò qualche dolcetto in silenzio, lanciandomi qualche occhiata ogni tanto. Era ovvio che fosse persa in pensieri tutti suoi e preferii non disturbarla.
Qualche minuto più tardi, il suo sguardo mutò appena. Sembrava più presente, consapevole di ciò che le stava attorno. Fino a quel momento, nonostante avesse riso, parlato, scherzato, mi era sembrata distante anni luce, ma in quel momento era realmente in quella stanza seduta accanto a me.
"Perdonami..." Mi disse. "Solitamente non sono inzuppata dalla testa ai piedi e non uso persone che ho appena conosciuto come cuscini..."
Il fatto che stessimo sussurrando per non svegliare i presenti, contribuiva a renderla più vicina che mai.
"Normalmente non faccio il cuscino e non mangio dolcetti e patatine per cena, capita..." Risposi facendole l'occhiolino.
Quello che ne seguì fu il sorriso più sincero che avessi mai visto.
Cominciai a rendermi conto di essere attratto da lei in quel preciso istante. Se avessi dovuto descrivere l'aspetto della mia donna ideale, lei sarebbe stata l'esatto opposto, ma i suoi occhi e il suo sorriso mi stavano stregando e con loro il suo modo di essere. Mi conosceva, certo, ma non si era interessata alla mia vita pubblica, anzi i suoi occhi sembravano chiedermi il contrario. Probabilmente ero fuori strada e in ogni caso comprenderla dopo così poco tempo sarebbe stato impossibile. Ma il problema principale era, quanti anni potevano avere quegli occhi? Diciassette? Massimo.
La sola idea mi metteva a disagio.
"A cosa stai pensando?"
Il tono incuriosito con il quale mi aveva posto quella domanda mi ricordò che avevo passato i secondi precedenti a fissare i suoi occhi. Scossi il capo prendendo un pacchetto di cioccolatini qualunque.
"Niente di importante." Risposi con un tono leggero addentandone uno.
"I tuoi occhi non sono d'accordo." Mormorò lei, con un'espressione quasi offesa. "Ma non sono affari miei, in effetti." Aggiunse rubando uno dei cioccolatini con aria divertita.
"Oltre a rubarmi la coperta e usarmi come cuscino mi rubi anche il cibo?"
Alzo un sopracciglio così tanto che per qualche istante credetti davvero che volesse strozzarmi.
"Ringrazia il cielo che non ti ho strappato i vestiti di dosso per ottenere una foto e un autografo, eh!" La sentii rispondere con l'aria di chi si era sforzato per mantenere un comportamento civile.
"Ma sentila..."
Cercò nuovamente di appropriarsi di un cioccolatino e quando allontanai il pacchetto giuato in tempo per evitarlo, mi rivolse una finta occhiata ferita, con tanto di espressione da cucciolo, che mi fece sorridere.
"Dimmi che non stai cercando di convincermi a darti un altro cioccolatino con un'espressione da cucciolo, ti prego."
La risposta che ottenni fu un misto di tenerezza e idiozia.
"Shi!" Mormorò.
Al ché scoppiai a ridere cercando di fare meno rumore possibile. Le porsi il pacchetto di cioccolatini una volta smesso di ridere.
"Diciamo che te li sei meritati."
"Bravo bambino..." Ribatté lei, con aria vagamente sorrisfatta.
Non replicai, rimasi ad osservarla con divertimento e un velo di stupore. Ero contento di essere uscito quel pomeriggio.






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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo ***


Non sparirò

Capitolo 11
[Hanna's  POV]


Mangiavo quei cioccolatini e nel mentre pensavo a quanto assurda fosse quella situazione. Nonostante tutto, il freddo, il raffreddore che avrei dovuto sopportare nei giorni seguenti, il fatto che molto probabilmente il mattino dopo sarebbe sparito, non c'era altro posto nel quale avrei voluto trovarmi quella notte.
"Non mi hai ancora detto a cosa stavi pensando"
Anche in quel momento sembrava essere perso nei suoi pensieri, difatti dopo avegli visto alzare un sopracciglio con un'espressione interrogativa dovetti ripetere ogni parola.
"Niente di importante..." Mi rispose con aria un po' assente.
"Sai, è difficile mandare avanti una diacussione se una delle due parti è intrappolata nella sua mente..."
L'ironia lo scosse, ma il suo volto era cambiato anche se di poco. Non sbrava divertito, piuttosto preoccupato.
"Pensavo che tutta questa storia è assurda. L'uragano, Il bunker, tu e io... Insomma, sto mangiando dei cioccolatini con una perfetta sconosciuta e non mi preoccupa minimamente il fatto che tutto ciò che ti ho detto in queste ore possa finire stampato sulla prima pagina di un giornale di gossip."
"Non sono più una sconosciuta, non da quando ti ho detto il mio nome e ho dormito tra le tue braccia. E poi sai benissimo che non farei mai una cosa del genere."
"Lo so! Ed è questa la cosa più assurda. Ti conosco da quanto? Nove ore? Tre delle quali li hai passate dormendo... Potresti essere chiunque e non riesco a non fidarmi di te. Potrei anche lasciarti il pin della carta di credito ora come ora."
"Quello lo terrei per me se fossi in te..."
"Sai cosa intendo. E non capisco... Non riesco a capire il perché..."
A quelle parole sbuffai con aria stanca.
"Forse perché per me il tuo conto in banca conta meno di zero. Forse perché voglio sapere se la persona che dimostri di essere davanti alle telecamere sei tu o solo un personaggio costruito a regola d'arte. Forse perché l'unica cosa che voglio é conoscerti e basta. Forse perché ti ho fatto pena, inzuppata dalla testa ai piedi e perché nonostante abbia vent'anni ne dimostri a mala pena diciassette. Forse perché potrei anche iniziare a saltellare sulla punta del naso anche solo per averti seduto al mio fianco, ma non lo faccio semplicemente perche la dignità è una delle poche cose che mi restano e immagino quanto debba essere irritante essere circondato ventiquattrore al giorno da fans assatanati. O forse semplicemente perché questo pomeriggio abbiamo affrontato la pioggia per lo stesso motivo."
Non so dire dove trovai il coraggio di dire esattamente ciò che avevo nel cuore, né la ragione per la quale successe quello che successe pochi istanti dopo, ma credo valga la pena dire che per la prima volta nella vita avevo fatto la cosa giusta al momento giusto.
Tenevo ancora la confezione dei cioccolatini tra le dita quando sentii le sue labbra posarsi sulle mie per qualche istante. Bastò un battito di ciglia soltanto. Mi avevano raggiunta con delicatezza, quasi avesse il timore di fare la cosa sbagliata e rovinare un momento così strano e familiare al tempo stesso. Come se un suo bacio potesse mai essere sbagliato.







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Capitolo 12
*** Dodicesimo capitolo ***


Tipologia
Non sparirò

Capitolo 12
[Jem's  POV]


Avevo smesso di pensare dopo aver sentito le sue parole e l'avevo baciata. Il perché? Ancora non lo so.
Avevo cercato a lungo una persona che non fosse interessata al mio personaggio che, nonostante tutto, non avevo potuto fare a meno di tirare un sospiro di sollievo sapendo di averla trovata. Tom mi avrebbe dato dell'idiota per quel bacio e Robert semplicemente si sarebbe messo a ridere dandomi una pacca sulla spalla ed esclamando con il suo solito tono malandino 'Così si fa, amico!'.
Ma la cosa non aveva importanza. In quel momento l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era il timore di vederla alzarsi e darmi un ceffone.
Fu quasi un sollievo vederla sorridere con stupore e dolcezza. Arrossì un poco, sfiorandomi il volto con le dita. Fu in quel momento che capii il senso delle commedie romantiche, con quello stesso sorriso sul volto si avvicinò al mio e mi baciò.



[Hanna's  POV]

Lo stavo baciando. Non era un sogno, le sue labbra erano veramente sulle mie. Gli presi il volto tra le mani quando ancora stavo cercando di elaborare il fatto e in pochi istanti quel bacio oltrepassò il confine dell'innocenza. Ma fu solo quando le sue labbra si furono allontanate dalle mie che riuscii a capire fino in fondo cosa era successo. I suoi occhi avevano un'altra luce e il suo sorriso era uno dei più sinceri che avessi mai visto fino a quella sera. I nostri volti erano ancora così vicini che potevo avvertire il suo respiro sulla pelle.
Ancora non sapevo se ciò che si agitava nella mia mente potesse essere amore, ma sapevo di provare qualcosa di più per lui. L'avevo sempre saputo, ma fino a quel giorno avevo potuto affermare solamente di avere a cuore il suo personaggio, in quel momento, invece, dopo aver letto la sincerità nei suoi occhi, potevo dire di conoscere una piccola parte di lui. Ed era proprio quella piccola parte che avevo a cuore.



[Jem's  POV]

Cercavo nei suoi occhi la prova di essermi sbagliato, più per timore di essere ferito che per mancanza di fiducia nei suoi confronti. Volevo rischiare con lei e al tempo stesso sentivo la ragione strillare di non escludere la solita ipotesi. Cercavo in lei un qualcosa che non riuscii a trovare in quegli attimi.
I suoi occhi brillavano di una felicità pura, semplice e il suo sorriso emozionato ma ancora imbarazzato era l'apoteosi della dolcezza. Credevo nell'amore a prima vista, in via ipotetica, ma non avrei mai pensato di poterlo sperimentare, sempre che tutto quell'agitarsi di sentimenti e sensazioni potesse essere classificato come amore. Non la conoscevo abbastanza per poter affermare di essermi innamorato di lei.
Mi accarezzò il volto senza dire una parola e io la strinsi in un abbraccio, con un velo di incredulità. Se avessi dovuto definire quella giornata con una parola, assurda sarebbe stata quella giusta.








Ed eccomi qui con il dodicesimo capitolo e qualche ringraziamento.
Una statua sorgerà nel mezzo di Roma per Draculetta che ha recensito ogni singolo capitolo. Ti adoro e mi hai fatto spanciare dalle risate, quasi quasi la faccio sul serio una versione comica della long.
Un abbraccione a Fat e Giada per aver letto i capitoli e la storia.
E un bacio a te che sei arrivato fin qui, mancano solamente tre capitoli, tieni duro!
Just.

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Capitolo 13
*** Tredicesimo capitolo ***


Tipologia
Non sparirò

Capitolo 13
[Hanna's  POV]

Lasciai scivolare le braccia attorno al suo corpo e con incredula meraviglia ricambiai il suo abbraccio chiudendo involontariamente gli occhi. Potevo avvertire il suo petto muoversi a ritmo del respiro e avvertire il mio iniziare a seguire il suo. Non c'era un mondo fuori da quella stanza, le nostre vite, in quel momento, non avevano un peso. Erano leggere come l'aria che stavamo respirando, lontane, ma reali quanto la stretta che ci stava legando. Avrei definito il tutto poetico se solo avessi avuto la presenza di spirito di definire quel momento, ma in quegli attimi, stretta tra le sue braccia, non riuscivo a pensare ad altro se non al suo respiro, a quanto leggero e tranquillo fosse. Mi tranquillizzava e allontanava il passato più di quanto non avesse fatto la mia voglia di andare avanti.
Non so realmente per quanto saremmo rimasti così, persi in quel mondo fatto di istinto e assenza di pensieri, se lui non avesse sbadigliato.
Fu quasi automatico scoppiare a ridere, nonostante sapessi che era stato costretto a restare sveglio a causa mia.
"Oddio, perdonami..." Esclamò sbadigliando ancora, dopo esser stato costretto a sciogliere l'abbraccio.
"Qualcosa mi dice che hai bisogno di dormire almeno qualche ora..." Risposi con sarcasmo.
"Mi sarebbe piaciuto farlo se non avessi dovuto fare il cuscino..."
"Sì, certo... ok."
"Come sarebbe a dire: Sì, certo... ok?"
"Vuol dire che adesso ricambierò il favore... "
"Uh?"
"Di tenerti in braccio non se ne parla, sarebbe imbarazzante per te e controproducente per me, ma se fai il bravo bimbo le mie gambe ti faranno da cuscino." Spiegai, con aria pretica e un pizzico di innocente ironia.
"Ma che gentile! Comunque rifiuto l'offerta." Ribattè lui, strizzandomi una guancia.
Sarebbe parso credibile se non avesse sbadigliato tre volte di seguito due secondi dopo.





[Jem's  POV]



Impiegò un po', ma alla fine mi lasciai convincere. Non per il fatto che volessi vendicarmi in qualche modo, quando per la stanchezza che avevo accumulato in quella giornata. Ero stanco, dannatamente stanco. Mi straiai di fianco a terra, accompagnato dai suoi sghignazzamenti e con un ghigno degno di una faccia da schiaffi poggiai il capo sulle sue cosce.
"Comode... L'avevo detto che c'era qualche chilo di troppo."
"Guarda il lato positivo, non sto commentando quella... cos'è, trippa?" Domandò osservando la piega che aveva fatto la sua felpa a livello della vita.
Mentre borbottavo una risposta, la vidi recuperare una delle coperte che aveva usato, oramai asciutta, e mi coprmi con un sorriso sul volto.
"Cavolate a parte, dormi che ne hai bisogno."
"Come se ti interessasse la cosa." Mentii con ironia.
"Hai ragione, la cosa non mi interessa, ma mi serve silenzio. Ho bisogno di pensare, dormi." Decretò con altrettanta ironia, regalandomi una gentilissima patta sulla spalla.
La osservai in silenzio per qualche istante e lei mi accarezzò il volto sorridendo con dolcezza. Presi quella mano nella mia e prima di chiudere gli occhi mormorai: "Non sparire..."









Perdonatemi, ma devo scappare, gli ultimi due capitoli arriveranno questa sera...
Just

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Capitolo 14
*** Quattordicesimo capitolo ***


Tipologia
Non sparirò

Capitolo 14
[Hanna's  POV]

Come avrei potuto lasciarlo? Con che coraggio sarei potuta sparire dopo aver letto la fragilità di quello sguardo? Sussurrai la risposta nella mia mente, stringendo la sua mano tra le dita, mentre lo osservavo perdersi attimo dopo attimo nel mondo dei sogni. La sua stretta perse d'intensità in pochi minuti. Non aveva mentito quando, in intervista, aveva confessato di riuscire ad addormentarsi in ogni luogo, in ogni momento. Il suo volto perse ogni tensione e la sua espressione si rilassò in pochi istanti. Tra poche ore sarebbe stata l'alba e saremmo stati liberi di andarcene. Cosa sarebbe successo a quel punto? Avrebbe dimenticato quegli attimi, quegli sguardi, quell'unico bacio? Sarebbe sparito com'era logico pensare o sarebbe rimasto, come avevo letto nel suo sguardo?
Non avrei potuto dirlo in quel momento, potevo solamente osservarlo dormire e accarezzargli il volto con delicatezza per non svegliarlo.
Più cercavo di convincermi del fatto che fosse lì, addormentato con la guancia poggiata sulle mie gambe, più non riuscivo a togliermi dalla mente l'idea che si trattasse di uno dei miei soliti sogni, troppo assurdi per essere veri.
Lasciai vagare lo sguardo per la stanza, a quanto potevo constatare ero l'unico individuo sveglio nella stanza. Sospirai, chiudendo gli occhi. Speravo sul serio che quello non fosse l'ennesimo scherzo regalatomi dalla mia mente. Il tempo sembrò volare via. Non so dire se mi addormentai o se semplicemente persi il senso del tempo, occupata com'ero a cercare di convincermi di star vivendo una vera e propria realtà, in ogni caso l'alba giunse accompagnata da un annuncio della protezione civile.
La minaccia era cessata ed eravamo tutti liberi di tornare alle nostre abitazioni.
Disturbati dalle parole gracchianti della voce riprodotta dalla radio, vidi i presenti riaprire gli occhi e riabbracciare il giorno. Abbassai lo sguardo e vidi gli occhi assonnati di Jeremy aprirsi e cercare i miei.
"Buongiorno, peso piuma..." Mormorai celando la dolcezza nell'ironia.
Sorrise con divertimento, sfregandosi gli occhi con le dita prima di tirarsi su. Ripiegare le gambe, emozione a parte fu un vero sollievo.
"Non risponderò a questa provocazione, sappilo, dopotutto non sei per niente comoda."
"Difatti non hai chiuso occhio, vero?" Scherzai, vedendolo alzarsi e raggiungere il bagno.
"E' il mio turno 'sta volta" Disse sparendo dietro la porta chiusa del bagno.
Mi  alzai e ripiegai le coperte in sua assenza. Le resi a uno dei responsabili del rifugio e lo ringraziai ancora per la disponibilità.



[Jem's  POV]

Quando uscii dal bagno la vidi in piedi, occupata a scambiare due chiacchiere con uno dei ragazzi responsabili del rifugio. La osservai con un sorriso per qualche attim prima di raggiungerla. Non sapeva che l'avevo osservata per una manciata di minuti prima di addormentarmi. Non aveva idea di quanto poco volessi lasciare quel luogo, perché allontanarmi da esso avrebbe significato tornare in un mondo nel quale io non ero altro che un'attrazione, un semplice personaggio, non più un individuo agli occhi del mondo. Era piuttosto infantile il desiderio che mi aveva assalito pochi istanti prima di addormentarmi, ero tornato il ragazzino timido e impacciato di una volta, quello che aveva avuto il terrore di mettersi in mostra e che attimo dopo attimo si era trovato a suo agio in ogni ruolo, quello stesso uomo che aveva sussurrato delle parole così stupide prima di chiudere gli occhi e ritirarsi nel mondo dei sogni. Volevo davvero, con tutto me stesso che lei non sparisse.
"Beh, direi che possiamo andare a casa."
Il ragazzo venne chiamato da una coppia di anziani e noi rimanemmo più o meno in solitudine.
"Così pare..." Mi rispose, replicando il mio tono distante. "Non sparirai?" Aggiunse in una domanda appena udibile.
"Non ci penso nemmeno." Replicai con un tono leggero, dietro al quale celai la serietà e tutti i miei pensieri. La presi per mano con un sorriso e aggiunsi: "Ahimé verrai con me."
In risposta ottenni un sorriso divertito e colmo di dolcezza.










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Capitolo 15
*** Quindicesimo capitolo ***


Tipologia
Non sparirò

Capitolo 15
[Hanna's  POV]

Mano nella mano risalimmo le scale, ma raggiunto il piccolo corridoio che ci avrebbe portati all'uscita, mi fermai. Lui si voltò con un'epressione interrogativa.
"Che succede?" Mi chiese quando lasciai la sua mano.
"Probabilmente non hai mai incontrato una ragazza così idiota, ma non mi sembra il caso di regalare una prima pagina ai giornalisti dopo il discorso di ieri sera..."
"Cosa vorresti dire?"
"Che uscire da qui mano nella mano senza sapere cosa ci aspetta è da idioti e io non sono un'idiota."
Condii il tutto con ironia. Non volevo vedere la mia faccia in prima pagina, cioè, lo desideravo, ma non perché qualcuno aveva avuto la bella idea di piazzarmici come nuova fiamma di Jeremy.
Capì il senso delle mie parole a giudicare dal suo sorriso.
"Forse hai ragione, non sei così idiota." Replicò ironico, per poi aggiungere: "Quindi che facciamo?"
Allungai un mano verso di lui.
"Il tuo telefono."Chiesi, ricevendo uno sguardo interrogativo in risposta.
"Che ci devi fare?"
"Tu dammelo e basta" Replicai con aria divertita.
Una volta avuto il telefono, salvai in rubica il mio numero e con un'espressione divertita glielo mostrai.
"Senti, non so quanto quello che è successo là dentro abbia un senso per te. Per me ne ha un sacco, ma lascio a te la scelta... Non so cosa succederà oggi o cosa succederà domani, ma sono felice di averti conosciuto e... beh, almeno saprai come trovarmi, se vorrai." Spiegai con un sorriso.
Dette quelle parole, mi avvicinai a lui e gli diedi un lieve bacio sulle labbra.
"Non sparire..." Gli dissi in un sussurro prima di uscire dal rifugio.



[Jem's  POV]

Doveva essere pazza. Non c'era altra spiegazione, ma quella pazza aveva pienamente ragione. Non sapevamo quante persone ci sarebbero state per la strada quel giorno e l'idea di vedere i nostri volti su un giornale di gossip era l'ultima cosa che desideravo. La osservai andare via con un sorriso, fino a quando non a vidi sparire dietro l'angolo, solo allora tornai ad osservare il suo contatto. Non mi aveva chiesto di lasciarle il mio, aveva lasciato a me la scelta se continuare o meno quel qualcosa. 'Quel qualcosa' perché ancora non riuscivo a comprendere cosa fosse quel legame che ci univa.
Non eravamo amici, ma non eravamo nemmeno amanti, eravamo un qualcosa di strano, ma quel qualcosa era meraviglioso.
Uscendo dal rifugio le inviai due parole soltanto.
Non sparirò, diceva il messaggio.











E siamo arrivati alla fine. Che dire, non so se ci sarà un seguito, lo spero con tutto il cuore, ma dipende esclusivamente da Jeremy e Annabelle. Vi ringrazio per aver letto ogni capitolo.
Ringrazio Diavoletta e tutti coloro i quali recensiranno e inseriranno la storia in una qualunque delle liste, come ha fatto lei e... vi do appuntamento alla prossima fanfiction.
Baci, Just.

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