Strawberry black - La profezia del libro stregato

di clif
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Il mio compleanno ***
Capitolo 3: *** Una festa da ricordare ***
Capitolo 4: *** Presentimenti ***
Capitolo 5: *** Discussione di famiglia ***
Capitolo 6: *** Verso l'oblio - 1° parte ***
Capitolo 7: *** Verso l'oblio - 2° parte ***
Capitolo 8: *** Verso l'oblio - 3° parte ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Mi svegliai per l’ennesima volta, l’ennesima volta con il pensiero di dover prima o poi dirgli addio, la mia vita non era eterna, ma la sua sì. Indossavo una semplice maglietta, presa a caso dall’armadio, assieme ad un paio di jeans. Scesi le scale e raggiunsi la mia postazione in cucina, intenta a scaldare una tazza di latte. Mi sistemavo una ciocca dietro l’orecchio, la mia nuova acconciatura, con i capelli cinque o sei centimetri più lunghi. Mio fratello scese le scale di corsa salutandomi in un modo strano, come si fa tra ragazzini di tredici anni. – Zak, io vado, sono anche in ritardo.- Non mi andava di fare brutta figura sin dal primo giorno. La sua scuola era senza ombra di dubbio molto più vicina rispetto alla mia, poteva prendersela comoda quanto voleva. Uscii in cortile, il venticello di fine estate faceva agitare le foglie del castagno davanti casa.  Il sentiero che costeggiava la strada per il centro era già coperto qua e là di foglioline, che davano un tocco di allegria al tutto. Salii in macchina, nel tepore della mia Smart rosso fiammeggiante. Misi in moto, mentre controllavo che andava tutto a posto: Erano due o tre settimane che non la usavo, da quando non andavo più a scuola la usavo di rado. Partii verso la scuola, non vedevo l’ora di rivedere Duncan e gli altri, lui non era molto che non lo vedevo, ma Trent, Courtney, Bridgette, Dawn, DJ, Zoey, e tutti gli altri, loro si che avevano fatto passare un mesetto pieno anche più prima di rivedermi. Eccomi qui, a cercare parcheggio, tra i motorini di quelli del primo e del secondo anno. Uno di questi mi sfrecciò di fianco, era blu con alcune parti di un viola chiaro. – Ciao!- Sentii proprio da quel motorino, la ragazza si levò il casco e mi accorsi che era proprio Courtney. Parcheggiò alla buona e mi venne ad aprire la portiera. Mi abbracciò con forza, mi stava stritolando. – Su, parcheggia e raggiungimi davanti al cancello. Le feci cenno di sì con la testa, poi richiusi. Courtney da dove avesse preso tutto questo affetto nei miei confronti era un mistero, lei apparentemente aveva una cotta per Duncan, ma credevo che ora fosse Trent il suo bersaglio, andavano molto d’accordo negli ultimi tempi. Scesi dalla macchina, lasciando chiudere la portiera alle mie spalle. Rieccoci qui scuola! Di nuovo la solita routine, ogni santa mattina, per trecentosessantacinque giorni l’anno. Mi avviai verso il cancello, riecco tutti quanti: DJ, Bridgette, Zoey, Dawn, Trent, ma soprattutto lui: Duncan! – Ciao Gwen!- Dissero tutti quanti in coro. Salutai uno ad uno, fino ad arrivare a lui, il mio lupo preferito. – Ciao Duncan!- Gli dissi guardandolo negli occhi. Trent, si staccò dal gruppo, allontanandosi di qualche passo. – Tranquilla! Nostro fratello è così, gli passerà presto.- Mi disse Bridgette sorridendo. – Ciao Gwen. – Mi disse lui. Il venticello mi faceva volare i capelli davanti agli occhi. – Vi lasciamo da soli!- Esclamò Noah prima di  portare via tutti. – Come stai?- Gli chiesi prendendogli la mano. – Non c’è male, tu?- Mi chiese guardandomi ancora fisso negli occhi, con il suo ghigno da vero e proprio lupo. – Adesso bene.- Gli feci un sorriso, a quel punto lui mi strinse forte e appoggiò le sue labbra sulle mie. – Ci voleva proprio!- Mi disse con tono scherzoso. Dovevo proprio ammettere che aveva ragione, un bacio così il primo giorno di prima mattina avrebbe preannunciato un buon anno. Suonò la fastidiosa campana, proprio nel momento sbagliato. – Ciao Duncan.- Gli disse prima di voltarmi ed entrare. Raggiunsi la mia classe, cominciavo con Inglese quel giorno, vicino a me di nuovo Tyler. – Ciao Gwen, come hai passato le vacanze?- Mi chiese, mentre era intento a ricopiare i compiti che non aveva sicuramente svolto durante l’estate. – Benino! Tu?- Gli chiesi, mentre lo osservavo nei minimi dettagli. – Alla grande! Tutto spasso!- Si lasciò andare in un grido. – Perfetto!- Gli dissi ironica, prima di fare una semi-smorfia di disapprovazione. – Stasera hai da fare?- Mi chiese. – Sì, qualcosa da fare ce l’avrò pure.- Provai ad evitare i suoi tentativi d’avance. Entrò il professore, giusto in tempo. La giornata trascorse veloce, tornai a casa. Ed una giornata passò, ma sfortunatamente  era la prima di una lunga sfilza.
 

Angolo autore
Eccoci qui con il secondo capitolo di questa serie! Che ve ne pare per ora? fatemi sapere!


Clif

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Capitolo 2
*** Il mio compleanno ***


 Mi svegliai già con il pensiero dei milioni di auguri che mi sarebbero arrivati. Tutti amavano i compleanni, sempre a pensare a questa inutile festa. Per me invece era solo un anno in più, rimaneva sempre un giorno qualunque, da vivere come sempre. Raggiunsi la cucina, mi preparai e scappai verso la smart, per evitare Zak. Misi in moto e partii. Una leggera pioggia bagnava il parabrezza. Il vento, sempre più forte, piegava i rami degli alberi. Quell’anno il freddo era destinato a venire prima. La temperatura oscillava tra i due e i tre gradi più in basso rispetto allo scorso anno. Di 24 Settembre sinceramente io non pensavo proprio a quando fosse arrivata la neve, ma dicevano che per gli inizi di Dicembre probabilmente avremmo avuto già qualche vialetto della città imbiancato. Parcheggiai al solito posto, vicino la Subaru blu di Duncan. Senza farmi vedere da nessuno raggiunsi il cancello, cercando di entrare senza dare troppo nell’occhio. “Gwen, auguri!” Sentii alle mie spalle, non feci in tempo a voltarmi che qualcuno che mi abbracciò, mi volsi, era Bridgette con Zoey e Noah alle sue spalle. – Grazie a tutti ragazzi.- Risposi sforzando un sorriso. Non riuscivo proprio ad esprimere felicità per quel mio diciassettesimo compleanno. I tre voltarono le spalle e si incamminarono verso il parcheggio lasciandomi da sola davanti al portone della scuola. Cercavo con la vista tra una macchina e un’altra la sua folta cresta verde. Sfregavo con forza le mie braccia con le mani, mentre chiudevo la lampo del mio giacchetto. Un soffio di vento sfrecciava tra i miei capelli. Improvvisamente come un tuono a ciel sereno apparve davanti a me Trent. – Ciao Gwen-. – Ciao Trent, mi dispiace se ora non vuoi vedermi più, ma …- Prese le mie mani tra le sue. – Tranquilla, me ne sono fatto una ragione e continuerò a farmene una, ma ti prego …- La sua voce soave rimbombava nei miei timpani. – Almeno, continuiamo ad essere amici, grandi amici.- Mi sorrise, le sue mani gelide mi davano un senso di alquanta tristezza. Abbozzai infine un sorriso. – Trent, certo! Noi saremo amici, grandi amici, ma niente di più.- Mi liberai dalla sua presa e gli voltai le spalle. -  Trent, tra di noi già sai come andrà avanti! Non devo spiegartelo.- Mi incamminai verso gli altri lasciandolo da solo. – Aspetta Gwen!- Mi disse il ragazzo afferrandomi il gomito. – Basta Trent! Non insistere.- Lasciò la presa, per poi abbassare lo sguardo. Io ammiravo i suoi capelli neri in risalto sulla candida pelle. Sospirai e gli poggiai una mano sulla spalla. – Trent, è ora di entrare, la campana è suonata.- Alzò minimamente la testa e mi fissò con i suoi occhi color caramello. – Hai ragione Gwen, meglio se andiamo.- Mi disse con tono di sfida. – Tranquillo, tu vai, ti raggiungerò tra un minuto.- Strabuzzò l’occhio e si recò all’interno del cancello. Passarono dieci o venti minuti, mi rifiutavo di entrare, volevo prima incontrare il suo sguardo da bullo, mentre mi prendeva in giro per un anno in più verso la vecchiaia. “Gwen, auguri!” Sentii in lontananza. Alzai lo sguardo, a pochi metri da me DJ si sbracciava per salutarmi. – Grazie mille- Gli dissi andandogli incontro. Dietro di lui tutto il resto del branco: Mike intento ad imitare uno dei professori, Geoff come sempre con la testa fra le nuvole e infine lui, la mia unica ragione di vita. Abbracciai DJ e poi gli corsi incontro. “Lasciamoli soli!” Disse Mike spingendo gli altri all’interno. – Ciao Duncan- gli dissi, mentre mi sistemavo una ciocca dietro l’orecchio. – Auguri vecchia!- Mi disse dandomi un pugno sul braccio. “Hey!” esclamai io. – Abbiamo la stessa età ora.- continuai. –Allora oggi? Vieni, vero?- Mi chiese lui, sinceramente non riuscivo a capire di cosa stesse parlando. –Cosa? Duncan dove dovrei andare?- Gli chiesi io incuriosita dal suo discorso. – Devon non te l’ha detto? Stasera devi venire a casa nostra per festeggiare.- Affermò con un tono leggermente disgustato. –Ma certo! Verrò! Grazie Duncan.- Gli saltai al collo stampando le mie labbra sulle sue. – Scommetto che l’idea è stata di DJ. – Dissi io con un sorriso. Lui fece un ghigno come per dire: “E di chi altro?”. – Mi raccomando! Niente regali!- Gli ordinai con tono severo. – Non possiamo proibirlo a Devon, devi capirlo; se fosse per me non te ne farei neanche uno.- Rispose allungando il passo. – Ah sì? Vieni qui!- Gridai cominciando a corrergli dietro. Ero già esausta e questo era appena l’inizio.

 

Angolo autore
Ciao a tutti!
Che ne pensate dell’inizio della storia? Vi sono piaciuti i primi due capitoli? Scusate tanto per il ritardo! Spero davvero che la seconda storia sia bella come la prima o anche di più! Ciao a tutti ragazzi e al terzo capitolo!

Mi raccomando da non perdere a breve il sesto capitolo di A tutto reality: efp! Il sesto capitolo: Il dopo show di Dalhia_Gwen

Clif

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Capitolo 3
*** Una festa da ricordare ***


Mi specchiavo per l’ennesima volta, il mio giacchetto color lilla era adagiato sulle mie spalle, quel rossetto scuro era dello stesso colore della gonnellina, senza contare quelle scarpe con i tacchi a spillo, sui quali avevo previsto delle cadute seriamente pericolose. Mi avvicinai alla finestra della mia camera, sistemai la tendina in modo da vedere al di fuori. Fissavo da interminabili minuti la strada davanti al mio giardino, aspettavo quella Subaru blu come una principessa aspetta il suo principe azzurro. Sarebbe stato senza ombra di dubbio una fantastica festa, ma un po’ mi dispiaceva per Trent, sicuramente Duncan e il suo orgoglio non l’avevano invitato. Raggiunsi il corridoio e bussai delicatamente alla porta di mio fratello. –Zak … posso entrare?- Un lieve “sì” si udì dall’interno. Aprii la maniglia e, una volta entrata, mi sedei su una sedia. Lui era sdraiato sul letto, mentre ascoltava una delle sue canzoni Rap con l’MP3.  –Zak, io esco con degli amici, se non mi vedi tornare vai al letto, è mi raccomando non guardare la TV tutta la sera. - Mi raccomandai io, proprio come una vera mamma. – Sorella … basta fare la noiosa divertiti e non venire a scocciarmi.- Scossi la testa come per dire: “Qui non c’è nulla da fare”. Il tredicesimo compleanno di mio fratello gli aveva dato un po’ alla testa. – Zak, ricordati che tra un paio di settimane arriverà mamma, mi raccomando falle compagnia, da quando papà non c’è più è molto sola.” Mi raccomandai fissandolo negli occhi. – Tranquilla! Ora però esci dalla mia stanza.- Alzai gli occhi al cielo ed uscii, chiudendo la porta. Intanto per aspettare Duncan raggiunsi il bagno e cominciai a riempirmi di profumo e dare un ultimo tocco al mascara.

Sentii bussare con forza alla porta. Corsi al piano di sotto e mi fiondai ad aprire. –Quanto tempo ci vuole per aprire?- Mi chiese Duncan, mentre giocherellava con le chiavi della macchina. –Sono pronta.- Presi la borsetta ed uscii. Salimmo in macchina e partimmo.
Il mio profumo aveva invaso la macchina. – Gwen, ho cercato di spiegargli il fatto dei regali, ma mettiti tu contro DJ e un regalo di compleanno.- Feci un sorriso divertito. – Va bene, ma nulla di costoso.- Lui mi guardò negli occhi per qualche secondo. – Non ci penso neanche un po’ a spendere tanti soldi per te. – Poi si mise a ridere fragorosamente. Io lo fulminai con lo sguardo. – Bravo, complimenti, tra noi è finita!- Gli dissi sorridendo. – Tuo fratello?- Mi chiese lui, appena tornato in se dopo la sua battuta di poco gusto. – Bene, l’adolescenza lo ha cambiato molto, ma sta pur sempre bene.- Dopo questa frase passarono dei secondi di silenzio. – A casa tua, come va?- Gli chiesi per rompere il ghiaccio. – Geoff e DJ sono in pena per il tuo compleanno da circa un mese, invece Mike cresce, essere il più giovane del branco non lo fa sentire a suo agio. – Sogghignava nei confronti del povero ragazzo. Scossi la testa in senso di disapprovazione. – Sei sempre il solito!- Lo sgridai.  – Gwen, sono stanco di andare come una lumaca.- Sussurrò lui, sapevo cosa aveva in mente. – Duncan non ti azzardare neanche.- Gli dissi io. – Dai, se ci sbrighiamo tra una quindicina di minuti saremo ad “House’s city”, reggiti forte Gwen.- Fece un ghigno malefico. –Ti odio!- Gridai prima di afferrarmi allo schienale del sedile su cui ero seduta. – Ti ano anch’io Gwen.- Il motore fece un rombo assordante e poi partimmo a tutta velocità.

Arrivammo in meno di un quarto d’ora ad “House’s city”. – Ora possiamo rallentare.- Disse lui. – Duncan, la prossima volta vengo con la smart, mai più, preferisco metterci un’infinità, ma veramente: “Mai più!”.- Il tragitto tra House’s city e New Ton era breve, ma ci voleva un po’ per percorrerlo per via delle montagne che circondavano New Ton.

“Eccoci a casa!” Esclamò Duncan, prima di scendere e correre ad aprirmi la portiera. Scesi, stando attenta con le scarpe ai sassolini sull’asfalto. Non feci in tempo ad uscire dall’auto che la porta di casa si aprì ed uscì DJ che cominciò a correre nella nostra direzione. – Gwen! Come stai?- Mi stritolò in un calorosissimo abbraccio, poi mi fece salire sulle sue spalle e mi portò dentro casa. – Ciao Gwen!- Mi salutò Geoff battendomi il cinque. –Ciao- disse freddo e distaccato Mike, mentre era seduto sul divano intento a leggere un libro. – Ragazzi ed io? Non esisto?- Chiese Duncan ironico, appena entrato. – Dai … non fare sempre il protagonista della situazione.- Disse Geoff abbracciandolo. – Ok, ora è veramente troppo- disse prima di scrollarsi il festaiolo di dosso. – Gwen, vai vicino a Mike, intanto finisco di preparare la cena. - Mi disse DJ. Io andai vicino al ragazzo, ma non mi concesse più di un sorriso. Duncan e Geoff intanto salirono le scale. Sentii la il campanello suonare. – Gwen, puoi andare tu?- Mi chiese cortesemente DJ. – Certo.- Le risposi prima di alzarmi e dirigermi verso la porta. Aprii e davanti a me vidi Trent, con tutta la sua famiglia dietro. Li guardai per qualche secondo, poi feci un sorriso e poi sussurrai “Grazie Duncan”.




Angolo autore

Scusate per l'enorme ritardo, ma non ho potuto aggiornare prima! fatemi sapere cosa ne pensate e se il finale vi è piaciuto. Al prossimo capitolo

Clif


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"Clif's story" vi augura: Buona lettura


You're my dream come true
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Capitolo 4
*** Presentimenti ***


Un soffio di vento mi scompigliò i capelli, posai sul tavolino il drink offerto dal caro DJ. -
Duncan, certo che qui la vista è favolosa.- Mi complimentai, scrutando all’orizzonte le colline di New Ton. –Io non amo questo posto, anzi se non fosse stato per te me ne sarei andato già da tempo!- Rispose, mentre ammirava il panorama, come se avesse un’ incontrollabile malinconia. –Duncan … se non amate questo posto perché ci siete venuti?- Gli alberi alla mia destra tremavano al vento e un lontano rumore di strada affollata risuonava nelle nostre orecchie. – Ci siamo spostati qui per la presenza del vampiro dell’anno scorso, quella ragazza, è venuta qui credendo fosse un posto sicuro, aveva ragione, ma era controllata da tempo.- Rispose ammirando la luna. – Hey, questa sera sei strano, cos’hai?- Appoggiai la mia mano sulla sua spalla, come segno d’affetto, ma lui la scansò. – Vampiri! Li ho sempre detestati … la storia non è finita.- Sembrava preoccupato, vedere Duncan preoccupato era impossibile. – Che intendi dire?- Lo seguii rientrando nella sua camera. –Quando ti hanno attaccato cercavano Strawberry Black e non si fermeranno, ti vogliono e la vampira non era sola, lo sai benissimo.- Il discorso non faceva una piega, la ragazza che mi aggredì avrebbe aspettato, ma perché proprio adesso? Proprio ora gli torna in mente tutto ciò? –Duncan, non ti capisco … - Lo abbracciai schiacciando il mio viso sul suo petto. – Hai ragione, il fatto è che li sento vicini, ma sarà un’impressione.- Sentivo il suo cuore battere molto forte, amavo Duncan, vederlo preoccupato mi faceva star male. – Gwen, ora dobbiamo correre giù che Devon non vuole ritardatari quando si parla di cena, su questo è pignolo.- Presi il giacchetto e raggiunsi la cucina.

-Te ami la natura, quindi vorresti dirmi che sei un vampiro che mangia verdura?- Chiese stupito Geoff a Bridgette. –Indovinato, non è facile, ma devo farlo, quando ero umana adoravo la natura e devo rispettarla.- Rispose la bionda facendo un sorriso. – Sai, anche io mi sono sempre dato da fare per la natura.- Cercò di mentire lui, mentre giocherellava con il suo cappello. –Ah … davvero?- Quasi usciva una risatina dalle labbra della bionda, ma questo approccio con Geoff la divertiva.

- Gwen, tutto bene?- Mi chiese Trent abbracciandomi, rimasi immobile, ogni contatto con Trent mi congelava, era proprio un vampiro! Ma la reazione di Duncan era la cosa che più mi congelava, lui non è un tizio geloso, ma quando mi vedeva con Trent il suo sguardo si spegneva tutto d’un tratto, ma allo stesso tempo sembrava infuriato. – Benissimo, grazie Trent.- Con voce distaccata lo evitai ed andai avanti. Trent era adorabile e carino, ma io amavo Duncan, ma questo Trent non lo voleva assolutamente capire. – DJ, ti serve una mano?- Gli chiesi entrando in cucina. – Oh Gwen, non preoccuparti me la cavo benissimo da solo, poi tu sei la festeggiata, abbiamo fatto venire Trent qui per te, vai a divertirti, io stasera sono cuoco.- Rispose, salutandomi con un occhiolino.

- Gwen, vieni qui a sederti, vicino a noi.- Zoey mi faceva cenno da uno dei tre lussuosi divani della casa. Mi avvicinai sorridendo. –Non ti mangiamo mica, siamo sazie.- Rispose Dawn. Zoey la riprese con uno sguardo fulminante. –Dawn, ma stai scherzando non è vero?- Gridò Trent. –Io … io volevo solo farla divertire.- Si scusò lei, premendo le mani sulle sue orecchie per la vergogna. – Trent non ha detto nulla, tranquillo!- Cercò di calmarlo Noah. Non comprendevo la reazione di Trent, aveva fatto solo una battuta di spirito, ma forse a lui non piaceva essere raffigurato così. – Dawn dopo facciamo i conti! Quante volte te l’ho detto, ecco perché tutti pensano che noi siamo dei succhiasangue …- Noah lo teneva per un braccio, si alzò in piedi anche Bridgette, Mike e Geoff guardavano titubanti la scena. – Trent, è colpa mia, vi sto distruggendo completamente, non prendertela con lei, ti prego, non c’entra è colpa mia, solo mia!- Intervenni, ma me ne pentii. Trent si liberò dalla presa di Noah e cominciò a correre verso Dawn, ma io ero lì davanti, senza sapere come muovermi. – Zoey gridò chiudendo gli occhi, come stesse vedendo un film dell’orrore. Vidi Trent venirmi contro, poi fui lanciata contro il muro, ma non era stato lui, qualcuno che mi era comparso davanti. Sanguinavo ed ero a terra, vidi un lupo combattere contro Trent, poi il buio.
 
-Stai meglio non è vero?- Mi chiese Bridgette, mentre medicava le mie ferite. –Cosa è successo?- Le chiesi vedendo dei vetri a terra. –Trent non è cattivo, ma odia essere visto come un vampiro cattivo e senza cuore, lui crede che tu abbia scelto Duncan per questo e a lui non va giù, litiga con tutti quando diciamo cose del genere, solo che non si era reso conto di averti davanti, scusalo.- Mi spiegò Bridgette, finendomi di fasciare il polso. -Con una carica a quella forza i Trent dovrei essere già morta, perché mi sono salvata.- Le chiesi, mentre vedevo Mike, Geoff e Zoey riordinare il salone. –Duncan ha bloccato Trent lanciandoti contro il muro per non ferirti, in teoria ti ha ferito, ma sarebbe stato grave se non ti avesse salvata.- Che eroe! Duncan era perfetto, ma ora dove sarà?

Vidi Trent entrare, aveva uno sguardo triste, malinconico. Dietro di lui Duncan, abbracciato a lui c’era Courtney, il vampiro, mia vicina di casa. Rimasi immobile, ma a quella scena cominciai ad infuriarmi, solo allora mi accorsi che aveva delle ferite profonde, come segni di morsi, ferite mortali per un umano. – Siamo in pericolo!- Esclamò Duncan guardandomi negli occhi, a quelle parole lei lo lasciò e zoppicando si avvicinò ad una sedia. Fissai Duncan, cercavo di rialzarmi, ma Bridgette mi teneva ferma. –Sono tornati!- Terminò lui. Lasciando un silenzio nell’aria.

 

Angolo autore

Vi è piaciuto il capitolo? Ho deciso di ricominciare a scrivere con un certo ritmo la storia, ho messo i primi tre capitoli come anteprima, ora comincio seriamente, spero la seguirete ^-^ e ringrazio tutti quelli che la stanno già seguendo, soprattutto Dalhia_Gwen, grazie Dalhia


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Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?
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La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?

 

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Capitolo 5
*** Discussione di famiglia ***


L’orologio segnava l’una in punto. – Oh mia cara Gwen, mi dispiace veramente per Courtney.- Ero rimasta con DJ in cucina, dicevano che sentire il discorso per me sarebbe stato sconvolgente, ma non potevo restare all’oscuro di tutto.

– Duncan, scusami se ti interrompo.- Entrai io in salone chiudendomi la porta alle spalle. – Credo sia giusto che io sia al corrente di quello che accade.- Vedere Duncan allarmato non mi dava certo tranquillità, ma preferivo conoscere il problema a cui andavamo incontro. – Courtney è stata attaccata, erano cinque vampiri.- Disse Trent con lo sguardo fisso sul pavimento. “Cinque” pensai fra me e me. – Non bisogna spiegarle tutto.- Lo ammonì Duncan minaccioso. – Il problema è un altro.- Si intromise Courtney seduta sulla sedia a dondolo. – Quale?- Chiesi titubante. – Vogliono te, e non si fermeranno con niente.- Mi si gelò il sangue nelle vene. – Non ci sono certezze Courtney! Da quello che crediamo non hanno un obiettivo in comune, alcuni vogliono Strawberry black, mentre altri puntano a qualcosa che non sappiamo.- Mi spiegò Duncan. – Non è possibile, cosa possiamo fare?- Sapevo che la mia presenza era inutile e d’intralcio, ma con quel termine “possiamo” intendevo tutti noi. – Li uccideremo prima che sia troppo tardi.- Ringhiò Courtney. – No, Duncan, potrebbero essere gli Hill e mettersi contro di loro è una pazzia.- Si alzò Geoff in piedi. – Io non mi tirerò indietro, Duncan puoi contare su di me. – Disse Mike lanciando un’occhiata a Zoey. –Geoff, Duncan e Courtney non hanno torto, comunque dobbiamo affrontare il pericolo e chiunque sia dobbiamo rimboccarci le maniche, se vogliono Gwen dobbiamo difenderla, in caso volessero altro bhe … sarebbe un altro discorso.- Bridgette si alzò in piedi e venne al mio fianco. – Non contate su di me, se attaccheranno New Ton mi darò da fare, ma non li vado a cercare, è rischioso, Geoff ha ragione.- Disse Noah mentre leggeva un libro.

-Concordo con lui, andare a cercarli è un vero rischio, se davvero si trattasse degli Hill andare lì a cercarli sarebbe una pazzia.- Ci raggiunse DJ con in mano una teglia di biscotti appena sfornati. – Duncan, il nostro gruppo è ora formato da solo quattro componenti, sarebbe un’immane sciocchezza per noi.- Continuò DJ offrendomi un biscotto al cioccolato. – Vero, poi molti di noi non hanno abbastanza forza per contrastarli.- Tremolava Dawn. – Dawn ha ragione, forse in casa, sulla difensiva abbiamo chance, ma se andassimo nel loro territorio probabilmente sarebbe la fine.- L’appoggiò subito Zoey. – Mi dispiace, io non posso aiutarvi: La maggioranza del mio gruppo si rifiuta di cercarli, rimarremo qui a difendere Gwen.- Ci informò Trent sedendosi sul divano. – A me non interessa … noi del branco andremo, non ci mettono paura i vampiri.- Si alzò di scatto Duncan. – Duncan, ma pensi alla gravità? Siamo solo in quattro, cosa potremmo mai fare? Morire? È troppo rischioso.- La teglia cadde dalle mani di DJ e le molliche si sparsero sul pavimento. – Perfetto capo, scelta giusta!- Esclamò Mike soddisfatto. – Non sono affatto d’accordo, ma ti seguo.- Si alzò in piedi Geoff. – Duncan, credo che DJ abbia ragione: Questa storia è troppo pericolosa, e questo non è un momento di splendore per il vostro branco, anzi …- Li interruppi io.

– Duncan non preoccuparti per il numero, io verrò con voi, ovviamente non posso tirarmi indietro.- Courtney era sicura di se e sicura del loro successo nella missione. Duncan le posò una mano sulla spalla in senso di affetto. -  Ne sei sicura?- Chiese lui. – Fidati … chiunque siano avrai il mio sostegno Duncan.- Che smorfiosetta! Poi Duncan mi supplicava anche di stringerci amicizia, o almeno di sopportarla, che faccia tosta. – Allora direi che noi lupi, accompagnati da Courtney potremmo partire alla caccia ai vampiri, voi rimarrete qui?- Duncan si avvicinò a me. – Perfetto, ci occuperemo noi di Gwen.- Mi sorrise Trent.

Duncan non poteva andarsene, ma soprattutto sarei rimasta sola con Trent e lui con Courtney, non c’è mai nulla che va per il verso giusto. – Duncan, mi lascerai davvero sola?- Gli chiesi stupita. –Sola? No, hai delle ottime guardie del corpo.- Fissava Trent con un accenno di disprezzo. – Non preoccuparti sei al sicuro.- Mi baciò la fronte. – Non è quello il problema.- Gli tirai la maglietta. – Mi mancherai tantissimo.- Sussurrai al suo orecchio. – Anche tu. – Rispose lui per poi posare le sue labbra sulle mie. – Che scena romantica, ma credo sia meglio andare Gwen, dai ti accompagno a casa. – Ci interrupe seccata Courtney. – Deve ancora aprire i regali.- Si intromise DJ abbracciandomi. – Devon, credo sia meglio evitare, non abbiamo più nulla da festeggiare.- Duncan sbatté la porta d’ingresso ed uscì. – Duncan …- Tentai di bloccarlo con un filo di voce. Geoff alzò le spalle. – Courtney, noi abbiamo la macchina, preferisci che la portiamo noi a casa?- Le chiese cortese Bridgette. – No, siete già in cinque, abitiamo nella stessa via, l’accompagnerò io, non preoccuparti.- Rispose con un altro sorriso. –

Courtney mi caricò sul suo motorino. – Reggiti forte.- Mi ordinò e mise in moto. – Mi dispiace per quello che è successo, sono sincera.- Le riferii. – Non preoccuparti, scusami te che ho interrotto la festa.- I capelli di Courtney, non avendo il casco, mi svolazzavano sul volto. – Ti da fastidio che passerò tutto quel tempo con il tuo fidanzato, vero?- Mi chiese lei senza distaccare lo sguardo dalla strada. – No, non preoccuparti, poi io e Duncan non siamo fidanzati, è come dire? Il mio ragazzo, abbiamo una storia, niente di ufficiale, le sorrisi, ma non ricambiò. -  Anche Trent ha una cotta per te, che ne pensi di lui? Ti piace?- Mi chiese rimanendo sempre abbastanza fredda e distaccata. – Sì, è un bellissimo ragazzo e poi è così dolce … però niente a che vedere con Duncan.- Le risposi decisa. – Secondo me anche DJ ha interesse per te, non lo hai notato?- Cosa? DJ? Sicuramente Courtney si stava sbagliando, ne ero certa. – Courtney, ma cosa dici? Credi davvero, non mi sembra il tipo …-. - Proprio per quello, non sospetteresti mai nulla, ma fidati che ha un debole per te. – Frenò di scatto facendomi sbattere contro la sua schiena dura come il granito. – Siamo arrivati.- Mi prese in braccio e mi fece scendere. – Grazie Courtney, ci vediamo presto, ma ci saluterete prima di andare via, vero?- Non mi interessava del saluto di Courtney, volevo solo rivedere Duncan prima di quell’orribile missione. – Certo, rivedrai il tuo Duncan.- Abbozzò un mezzo sorriso ed entrò in casa.

Ero stanca, distrutta, angosciata, ma non vedevo l’ora che il sole sorgesse, volevo rivedere Duncan. 



Angolo Autore

Scusate per l'immenso ritardo, ma sto cercando di sistemare tutte le mie storie :D Spero vi piaccia ...

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A tutto reality: efp (Clif & Dalhia_Gwen)

You're my dream come true (Dalhia_Gwen)

 

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Capitolo 6
*** Verso l'oblio - 1° parte ***


Non potevo pensare di essere in un pericolo così grande, ma soprattutto non potevo credere che Duncan avrebbe potuto perdere la vita per salvarmi. Eppure la periferia di New Ton era quello che sempre è stata: Calma e disabitata; sì, un bosco, a circa duecento metri da casa mia, la brezza del mattino mi scompigliava i capelli. – Gwen, trovato nient’ altro?- Gridò mio fratello chinato in avanti a scrutare la radura. – Sì, eccone uno lì, dovrebbe essere buono.- Presi un fungo ai piedi di un albero. C’era un solo motivo per cui fossi andata in un bosco a cercare funghi: mia madre! L’indomani avrebbe preso il volo per Edimburgo e poi era pronta a raggiungerci. – Gwen, dove dormirà mamma?- Mi tirò la manica mio fratello. – Bella domanda! In camera mia, io andrò sul divano.- Alzai le spalle come gesto di rassegnazione. – Guarda lì, ce n’è uno enorme.- Zack iniziò a correre verso un albero, il più grande di tutto il bosco. – Zack, non allontanarti!- Lo sgridai. – Guarda i rami di questo salice, creano un vero e proprio rifugio, una base segreta. Credo che verrò qui più spesso!- Affermò deciso. – Io credo proprio di no. – Lo presi per il braccio e lo portai lontano da lì. – Cos’hai? Hai paura che un albero possa aggredirmi?- Iniziò a ridere lui. – Emmmh .. No! La verità è che non mi fido di niente e nessuno, soprattutto adesso.- Mi strinsi le spalle tra le braccia. – Io non ti capisco certe volte.- Alzò le spalle e si incamminò verso casa. – Zack, aspetta … - Qualcuno apparve davanti a me, con la velocità della luce si materializzò davanti a me una figura. – Spaventata? Coraggio, dobbiamo andare a scuola.- Era Bridgette, mi prese per mano e mi fece accomodare sull’argentata macchina di Trent, ma non era lui alla guida. – Ciao Gwen.- Sul sedile del guidatore era accomodato Noah, non parlava spesso, o almeno mai con me, dovevo sentirmi onorata del saluto. – Te stai fermo lì. – Bridgette prese in braccio mio fratello e lo fece sedere vicino a me. – Ma che sta succedendo?- Era terrorizzato, d’altronde non era abituato a passare la giornata con dei vampiri. Bridgette si sedette al fianco di Noah. - Pronti?- Il vampiro mise in moto e partì.- Dov’è Trent? E le altre?- Chiesi a Bridgette. – Sono già davanti scuola, avevamo il compito di venirvi a prendere.- Sorrise. – Dammi quel cesto di funghi, non vorresti portarlo a scuola, vero?- Me lo strappò dalle mani. – Grazie Bridgette, ma sicura? Cioè potrei benissimo portarlo a scuola e poi …- Mi fece cenno di fare silenzio.

Noah frenò di scatto. – Siamo già arrivati, ma ci abbiamo messo un secondo …- Mio fratello era sbalordito. Presi la borsa e iniziai a scrutare l’orizzonte cercando Duncan. – Ciao Gwen.- Mi abbracciò DJ tirandomi su di una ventina di centimetri. – Ciao DJ, sai dov’è Duncan?- Gli chiesi. – Ciao Bridgette, sei più carina del solito, sei super!- Si complimentò Geoff. – Uh, grazie.- Prese anche lei la borsa e si avvicinò al cancello.

Vidi davanti a me Courtney e Duncan, parlavano faccia a faccia. – Devi dirglielo, non hai altre possibilità.- Lo invitò lei. Lui rimase in silenzio abbassando lo sguardo in segno di resa. –Duncan, tutto bene?- Lui mi guardò negli occhi, i suoi occhi azzurri in cui ogni volta mi ci perdevo. – No niente, meglio entrare.- Si allontanò a passo svelto. – DJ, sai cos’ha Duncan?- Gli chiesi restando con lo sguardo fisso verso il portone. – Sarà un po’ teso per la missione, non preoccuparti dai … - Mi prese per mano e mi fece entrare.
Rimasi le prime due ore a pensare: Sarei dovuta restare per molto tempo senza Duncan, troppo tempo; cosa stessero dicendo Duncan e Courtney, ma soprattutto cosa diavolo volesse lei da lui. Sbuffai annoiata tamburellando sul banco. – Tutto bene?- Mi girai di scatto. Era Tyler, un mio compagno del corso di scienze. - Ciao, no non va affatto bene.- Gli risposi secca e decisa. – Mi dispiace … cosa hai?- Mi sorrise. – Non sono affari che ti riguardano!- Gli voltai le spalle alzandomi. – Certo, non ho assolutamente il diritto di saperlo, comunque che ne diresti di venire alla mia partita di pallavolo? Domani sera …- Lo interruppi. – Non credo possa domani, grazie …- Tagliai il discorso ed uscii dall’aula.

Andai in bagno e lì davanti a me trovai Dawn e Zoey intente a truccarsi. – Come va con Mike, alla fine ti sei decisa?- Le chiese Dawn. – Oh no, cosa credi? Non ci sarà nulla tra noi, tranquilla Dawn, però mi dispiace, mi dispiace davvero al pensiero di non vederlo più e probabilmente non vedere mai più nessuno di loro.- Le due si abbracciarono. Non riuscivo a capire, perché rischiavano? Eppure sapevano cavarsela molto bene. – Ma … cosa state dicendo? Duncan … non può …- Cercai di trattenere le lacrime. – Oh Gwen, ma la mia è solo un pensiero pessimista, non preoccuparti, andrà tutto alla grande, fidati.- Mi consolò Zoey. – Zoey, se si tratta degli Hill sai meglio di me che le loro possibilità sono poco più che nulle.- La bionda storse la bocca e abbassò lo sguardo. – Così mi aiuti, davvero grazie Dawn. - La sgridò ironica la sorella. – Gwen, sai che i problemi ci sono, ma Duncan è il licantropo più forte che io abbia mai incontrato, non gli succederà niente, fidati di me. – Mi asciugò una lacrima sul volto. – Lo spero … - Abbracciai Zoey con forza. – Ma perché bisogna cercarli? Potremmo aspettare che vengano qui, poi in caso combattere, ma non … ti prego Zoey, Dawn … convincetelo a restare.- Le supplicai. – Gwen, noi non possiamo aiutarti, lui è convinto a farlo, non ha paura di chiunque si troverà davanti e combatterà anche se si tratterà degli Hill o di chiunque sia.- Mi rispose Dawn anch’essa triste. – Non può partire così, Duncan non può lasciarmi qui, andrò anche io allora.- Mi decisi e con passo sicuro uscii dal bagno.
Mi stavo dirigendo verso la mensa, quando al mio fianco apparve Zoey. – Gwen, non dire e ne tantomeno fare idiozie, chiaro? Te saresti solo di peso, starai meglio qui, ti difenderemo noi.- Mi fermò posando le sue mani sulle mie spalle. Zoey era gracilina, ma era comunque un vampiro e non avrei potuto competere con lei in forza fisica. – Inutile Gwen, Duncan è già uscito …- DJ camminava per il corridoio e si fermò vicino a Zoey. – Non potete partire DJ, non dovete.- Lui si voltò con il viso avvolto nella disperazione e se ne andò.

Bridgette mi aveva restituito il cesto con i funghi. Con un passo strascicato mi stavo dirigendo verso casa, camminando tra le foglie secche sul marciapiede. Presi le chiavi di casa, e le infilai nel chiavistello. – Gwen, devo parlarti.- Mi voltai e davanti a me trovai Duncan. 


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You're my dream come true (Dalhia_Gwen)

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Capitolo 7
*** Verso l'oblio - 2° parte ***


Bridgette mi aveva restituito il cesto con i funghi. Con un passo strascicato mi stavo dirigendo verso casa, camminando tra le foglie secche sul marciapiede. Presi le chiavi di casa, e le infilai nel chiavistello. – Gwen, devo parlarti.- Mi voltai e davanti a me trovai Duncan …
 
Seguivo a stento il suo passo tra le radici della foresta, ci stavamo dirigendo al di fuori delle villette di New Ton. – Duncan, tutto bene?- Non mi degnò di una risposta, si limitò a voltarsi guardandomi negli occhi pensieroso. Non riuscivo a capire dovesse volesse condurmi, per quale motivo e perché proprio in quel momento. – Duncan, devi farmi vedere qualcosa?- Allungai il passo per non restare indietro. – Almeno rispondimi.- Mi imposi io puntando i piedi. Lui continuò ad andare avanti, ci trovammo in una radura, una distesa d’erba. – Duncan, mi stai facendo preoccupare.- Mi guardai intorno spaesata, sentii tra i miei capelli un vento fresco venire dalle montagne. – Gwen …- Terminò lui quel silenzio angosciante. Io gli feci cenno di continuare. – Sai benissimo che siamo nel bel mezzo di una faccenda molto pericolosa, sia per me che soprattutto per te. – Rimasi in silenzio ad ascoltarlo. – Lo so, ma insieme si supera tutto.- Mi azzittì. – Questa volta no, insieme rischiamo solo di peggiorare tutto Gwen, sai che io devo partire e non si sa se mai tornerò.- Abbassò lui lo sguardo. – Cosa? … Duncan, te sei il licantropo più forte e combattivo che io abbia mai conosciuto, non dire idiozie … io senza te … - Stinse il mio volto tra i palmi delle sue calde mani. – Non che te ne abbia incontrati molti di licantropi.- Non potei far a meno di far uscire un sorriso. – Resta il fatto che la causa di tutto ciò non sei te, ma siamo noi. Tutti noi che ti stiamo mettendo nei guai … - Non poteva davvero pensarlo, lui era stata la mia ancora di salvezza, aveva portato un raggio di luce nel cielo buio della mia vita, ma lui questo probabilmente non lo aveva capito. – Duncan, non c’entri né te né nessun altro di voi, sono io che attiro disgrazie si è capito.- Gli sorrisi per sminuire. – Courtney sarà di grande aiuto per trovare gli Hill, sappiamo che in caso di combattimento alcuni di noi moriranno, è inevitabile.- Si allontanò lui. – No … non te, Duncan, noi siamo forti, voi siete forti e anche Courtney, lo ammetto.- Dissi seccata. – Se riuscissimo a sconfiggere gli Hill potrebbe essere l’inizio di una lunga sfilza di nemici, anzi neanche l’inizio, l’anno scorso ci battemmo già con un vampiro che voleva Strawberry black, anzi, erano due e solo uno siamo riusciti ad ucciderne.- Si innervosì. Io rimasi in silenzio sconvolta, ma ancora di più confusa. – Il problema non sei te, non sono io, siamo noi, io e te. – I miei occhi si gonfiarono di lacrime, sentii il mondo cadermi addosso. – Duncan, non puoi dire così, nessun vampiro o licantropo può distruggere il nostro amore, lo sai …- Lui mi prese per i polsi. – Gwen … quando Strawberry black apparirà loro ti uccideranno senza pensarci due volte, chiunque è disposto a farlo per il potere che esso può dare, non posso rischiare di vederti morta per un mio capriccio, non possiamo restare insieme.- Sentii come una lancia, una lancia che mi aveva perforato il cuore, quel cuore che lui era riuscito a riempire al meglio che qualunque uomo mai potesse. Una lacrima scese sulla mia guancia. – Duncan … - Lui lasciò la presa e sui allontanò di qualche passo. – Non ci sono altre possibilità, credimi. – Mi accasciai in avanti sulle ginocchia. – Non è possibile- Sussurrai più volte. – Ti riaccompagno a casa. – Mi tirò su lui. – Lasciami in pace. – Cercai di scansarlo, ma non ricordai in quel momento della sua terribile forza. Mi prese in braccio come fossi stata una piuma.
Non avevo neanche le forze per piangere, neanche la voglia per piangere, la mia vita sarebbe potuta finire lì … anzi sarebbe dovuta finire lì …

“Gwen svegliati forza” Sentii una voce lontana ed ovattata. – Gwen, dai mamma sta per arrivare.- Mio fratello mi scuoteva il braccio: Ero distesa sul divano. – Zack, è tanto che dormo?- Mi stropicciai. – Duncan ti ha portata qui in braccio, poi se n’è andato, non chiedermi niente.- Alzò le spalle. - Forse era tutto un sogno …- Mi illusi io. Presi il telefono e digitai il numero di casa di Duncan, sperando in una risposta di DJ

TUUUUUU … TUUUUUUU … TUUUUUUU …

-Rispondi!- Gridai io riattaccando con violenza la cornetta. – Tutto bene?- Chiese Zack da sopra. Mi diressi verso l’ingresso, resi le chiavi della smart uscii in giardino e montai in macchina. Non mi sarei arresa davanti a nulla. Misi in moto sotto lo sguardo incuriosito e malizioso di Courtney che mi teneva sottocchio dall’ uscio della porta di casa sua. Spinsi l’acceleratore e partii verso House’s city.

Tenevo una mano sul volante, mentre con l’altra mi asciugavo le lacrime, che ormai incontrollabili sgorgavano sul mio viso. Non poteva essere possibile, non avrei perso Duncan senza fare nulla, non gli avrei permesso di andare dagli Hill rischiando la vita per me, se tanto aveva deciso di troncare la nostra relazione.
Improvvisamente qualcuno mi tagliò la strada, non frenai in tempo e lo travolsi con l’auto. Sbattei la testa contro il volante, cercai di tamponarmi il sangue che mi usciva dal naso, quando vedi l’uomo che avevo investito rialzarsi e correre via. Aprii la portiera e barcollando uscii dalla smart e vidi la mia macchina ammaccata sul parabrezza, con il segno inciso di una mano, come se qualcuno l’avesse bloccata prima dell’urto. Mi sedetti sul ciglio della strada perplessa. – Un vampiro? Probabilmente stavo per investire uno di loro … ma perché non si è fermato? Se fosse stato Duncan?- Iniziai a pensare a tutte le possibilità, certo non avevo investito, anzi quasi investito un comune mortale. Tornai in macchina, cercai di accendere il motore, ma niente, non funzionava. Avevo già molti problemi per la testa, quello non era il momento per portare la macchina da un meccanico, poi con una mano incisa sopra. – Ho capito, faccio l’autostop- Mi spazientii. – Certo che ne fai di danni.- Alle mie spalle Courtney accostò con il motorino. – Cosa ci fai qui? Non mi serve il tuo aiuto.- Tentavo in vano di aggiustare la macchina girando e rigirando la chiave. – Quando ti ho vista sfrecciare diretta verso House’s city ho pensato: “Andiamo a dare un’occhiata”. Come vedo non mi sbagliavo affatto.- Mise le braccia conserte e cominciò a fissarmi con un’aria da maestrina fastidiosa. – Courtney, oggi non è giornata, quindi evitiamo battutine.- Mi misi le mani tra i capelli. – Posso sapere chi hai ucciso con la macchina?- Iniziò a ridacchiare lei. – Te scherzi, guarda qui.- Le mostrai il tutto, la sua espressione si fece indubbiamente più cupa. – Poi è fuggito.- Continuai io. Il suo sguardo si volse verso di me. – Meglio se ti porto a casa. - Mi prese per mano. – No, devo andare da Duncan.- Cercai di liberarmi inutilmente dalla presa. – Lasciami immediatamente.- Gridai io, Courtney rimase basita con li occhi sgranati. – Qualcosa non va?- Le chiesi io. All’ improvviso sentii un fruscio di foglie alle mie spalle ed una voce: “Più facile di quello che pensassi”. 


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A tutto reality: efp (Clif & Dalhia_Gwen)

Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave? Alcuni dei nostri concorrenti più altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali" e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano, costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi informati su tutto e sempre pronti alla risata! In questo fantastico reality voi e ripeto voi potrete scegliere infine il vincitore! 
Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?

"Clif's story" vi augura: Buona lettura

 
You're my dream come true (Dalhia_Gwen)

La vita è così complicata da capire: ci mette di fronte a tanti ostacoli, impegnandoci a superarli tutti e per il meglio. Ma cosa accade se si perde ogni speranza? Cosa succede se la vita, che ti ha regalato una cattiva stella, continua ad ostacolare la tua felicità? Sembra che ti stia facendo sprofondare nel buio più totale. E se ti facesse ritornare a sognare, magari proprio quando sembra che non ci siano vie d'uscita?
 

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Capitolo 8
*** Verso l'oblio - 3° parte ***


Tentavo in vano di aggiustare la macchina girando e rigirando la chiave. – Quando ti ho vista sfrecciare diretta verso House’s city ho pensato: “Andiamo a dare un’occhiata”. Come vedo non mi sbagliavo affatto.- Mise le braccia conserte e cominciò a fissarmi con un’aria da maestrina fastidiosa. – Courtney, oggi non è giornata, quindi evitiamo battutine.- Mi misi le mani tra i capelli. – Posso sapere chi hai ucciso con la macchina?- Iniziò a ridacchiare lei. – Te scherzi, guarda qui.- Le mostrai il tutto, la sua espressione si fece indubbiamente più cupa. – Poi è fuggito.- Continuai io. Il suo sguardo si volse verso di me. – Meglio se ti porto a casa. - Mi prese per mano. – No, devo andare da Duncan.- Cercai di liberarmi inutilmente dalla presa. – Lasciami immediatamente.- Gridai io, Courtney rimase basita con li occhi sgranati. – Qualcosa non va?- Le chiesi io. All’improvviso sentii un fruscio di foglie alle mie spalle ed una voce: “Più facile di quello che pensassi”.

Courtney rimase immobile per qualche secondo poi iniziò a parlare: - Cosa vuoi?- Dalla foresta uscì fuori una ragazza, aveva dei lunghi capelli biondi, era a dir poco incantevole. – Mi avrebbe fatto piacere rivederti, oppure dovrei dire riaffrontarti.- La ragazza estrasse una fila di denti aguzzi che mi gelarono il sangue. – Chiamo qualcuno …- Sussurrai entrando in macchina, ma qualcuno mi afferrò il braccio. – Penso che non ci sia bisogno di tanto … sarebbe solo inutile mettere in pericolo la vita del tuo fidanzatino.- Fece un ghigno ammaliante, ma Courtney rapida le si scagliò contro facendola cadere giù nella scarpata. – Courtney, ma che …- Mi interruppe prendendomi in braccio. – Non morirà per così poco ed io non ho il tempo di combattere.- Sfrecciò ad alta velocità come fosse un treno.

Il vento mi scompigliava i capelli, non era la stessa cosa per Courtney: i suoi erano impassibili e sempre così perfetti. – Stiamo andando da Duncan?- Tentai io avendo come risposta solo un’occhiataccia. – No … raggiungiamo i vampiri.- Parlò tanto veloce che quasi non riuscii a comprenderla. – Cosa centra ora Trent?- Scossi la testa. – Saranno loro ad avere cura di te per questi mesi. – Rimasi in silenzio, poi: - MESI?! Pensavo bastasse poco tempo.- Iniziai ad agitarmi, così mi fece scendere. – Ora che hai?- Sbottò seccata. – La verità è che Duncan mi ha mollata e perché pensa che io sia in pericolo.- Lei iniziò a ridacchiare facendomi innervosire a tal punto che le avrei voluto scagliare una pietra contro, ma sarebbe stato inutile. – Perdonami cara, ma voi non eravate la coppietta indiscutibile? – La fulminai con lo sguardo, ma continuò a deridermi finchè non si ammutolì d’improvviso. – Aspettami qui, torno subito.- Scomparve dietro l’orizzonte ancora prima che potessi iniziare a controbattere. La cosa, però, non mi scompose: Casa di Trent era a pochi metri, sarei riuscita a cavarmela da sola …

… E così fu, accolta da Zoey bevetti la tisana di Bridgette e potei riposare assorta nei miei pensieri: Non riuscivo a togliermi dalla testa Duncan, e la sua perfidia, il suo egoismo.

Zoey si avvicinò a me. – Tutto bene? Ti vedo stanca.- Scossi la testa. – Non è un buon momento, ma passerà.- Zoey era molto dolce, forse la migliore della famiglia, a seguire Bridgette; Dawn era parecchio inquietante, mentre con Noah non avevo alcun rapporto. Sentii bussare alla porta e neanche il tempo di alzarsi Bridgette era lì ad accogliere l’ospite. – Mi dispiace Gwen.- Counrtye si sedette sul divano. – Mi dispiace per cosa?- Le domandai. – La tua smart … era a far compagnia al mio motorino giù nella scarpata … con un messaggio: Farete la stessa fine.- Mi tremarono le mani. – Ma … - Zoey mi abbracciò senza controllare la sua brutale forza. – Non ti succederà nulla cara, fidati di me . – Continuò a baciarmi ripetutamente la fronte con le sue gelide labbra. – Per questo dovremmo andare il prima possibile.- Courtney si alzò in piedi. – Io vado …- Prese la giacca e in un batter d’occhio abbandonò la casa.

Anche io presi la giacca – Gwen, vuoi restare qui a mangiare?- Fermai Zoey. – Ti ringrazio per la disponibilità, ma preferirei cenare con mio fratello.- Bridgette mi riaccompagnò a casa e sull’uscio della porta mi resi conto che casa di Courtney era vuota, non avrebbe quindi passato la notte lì.

Entrata in casa sentii gridare. “Gwenny, amore della mamma.” Mi si gettò al collo. – Mamma, quando sei arrivata?- La abbracciai, mentre una lacrima mi scendeva sul volto. – In realtà sono arrivata … Perché piangi?- Mi accarezzò. – Non è stata una bella giornata.- Zack scese velocemente le scale. – Visto Gwen? È arrivata mamma.- Io lo sgridai: “Non devi correre per le scale, potresti farti male.” Rendendo mia madre molto soddisfatta del mio lavoro da “sorella maggiore”. – Ho cucinato qualcosa nel frattempo, forza mettiti a tavola.- Prese la mia giacca sistemandola sulla sedia e mise a tavola tre piatti di pasta.

Le raccontai di avere avuto un incidente e avevo bisogno di qualche soldo per la macchina. Dalla morte di Beth non avevo più un lavoro e vivevamo dei suoi finanziamenti mensili.

Dopo cena mi chiusi in camera tentando in vano di chiamare Duncan, ma come sempre nessuno rispose.

Courtney stava per attraversare il viaggio della morte con lui ed io invece sarei rimasta a New Ton ad aspettare di morire, con qualcuno che voleva uccidermi, ma da cui non mi sarei mai potuta difendere.

Raggiunsi mia madre in salone. – Dovrei parlarti …- Mi fece sedere accanto a sé. – I soldi per la macchina li avrai.- Le sorrisi. – Ma non adesso e neanche tra un po’.- La mia espressione si fece seria. – Mamma, che intendi dire?- Le posai una mano sulla spalla. – Il mio lavoro, non va alla grande e … non ho più i soldi per vivere in questo modo. – Si rattristì. – Mamma, non preoccuparti della macchina, assolutamente, ci sarà tempo …- Tentai di tirarle su il morale. – Non è questo il problema Gwen! Dovete venire a vivere a Londra, dobbiamo vendere questa casa. –

Sentii come un pugno allo stomaco, che mi fece soffrire al punto di sentirmi morire dentro.
 

Due settimane dopo

I lavori di trasloco erano iniziati e alcune famiglie erano venute a vedere la casa, fortunatamente, non ne furono soddisfatti.
Non vedevo Duncan da molto, non sapevo se fosse partito o meno. Sapevo, però, che avrei continuato ad amarlo incondizionatamente. 



Angolo Autore

Perdonate il ritardo ingiustificabile, ma tenterò di farmi perdonare questa volta con degli aggiornamenti più frequenti 
Ciaooo 

Clif 

 

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