Un amore destinato a non trionfare di foreveryounger (/viewuser.php?uid=547879)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prigione ***
Capitolo 2: *** Chi sei? ***
Capitolo 1 *** Prigione ***
Capito 1
Una luce.
Una luce illuminava la stanza in cui mi trovavo.
Una luce,che infondeva calore.
Una luce,che infondeva speranza.
Una luce che diceva che un altro giorno era passato.
Essa proveniva da una piccola finestra con delle sbarre.
Si avete capito bene,mi trovo in prigione.
Ero una criminale...una delle peggiori specie.
Ero una delinquente.
Ero una pazza.Mi chiamavano la ragazza del crimine..nome molto insolito.
Ero pericolosa per tutti gli esseri viventi.
Ero e lo sono tutt'ora..
Forse voi vi starete chiedendo perchè?Non mi va di ricordare un passato in cui....in cui feci delle scelte sbagliate;in cui mi avviai verso la via sbagliata.In una direzione pericolosa,che mi avrebbe cambiato la vita..
Ed è stato cosi come potete vedere.
Una cosa che ho incontrato dopo essere nata..La vita
La vita ci pone in continuazione delle scelte... solitamente queste vengono rappresentate da un bivio sulla strada della nostra vita... dove andare? Ma soprattutto... perché? Ed è in quel momento che dobbiamo fare la nostra scelta... tuttavia la maggior parte delle nostre scelte sono un senso unico... cioè, una volta presa quella via, non si può più tornare indietro... ed è proprio per questo che le scelte ci fanno paura... Però a volte la vita ti fa crollare davanti un ostacolo enorme... proprio in mezzo alla tua strada... e tu devi aggirarlo... ed ecco di nuovo la scelta... da che parte andare?
Un altro bivio... eppure ci sono delle volte in cui c'è la segnaletica stradale... attaccato sul tuo enorme ostacolo vedi chiaramante la freccia che ti indica da che parte andare... ti indica la via giusta... quella più corretta... e tu lo sai che non è una presa in giro... la via che ti indica la freccia però è piena di spine... e tu sei completamente scalzo... l'altra strada invece è totalmente sgombra... liscia... pulita... ma sai già che quella è la strada sbagliata... sai già che dovrai seguire la freccia... e così inizi a camminare... e non appena arriva la prima spina nel piede... inizi a soffrire... e magari anche a chiederti se forse non sarebbe stato meglio seguire l'altra via... ma ormai è tardi... non puoi più tornare indietro... e in ogni caso... la risposta era "no"!
Non era meglio l'altra via... fidati...
Tutto ciò ci porta ad una incontrastabile morale: nella vita ci sono delle scelte giuste... e delle scelte sbagliate... tuttavia vi sono delle volte in cui non esiste né scelta giusta, né scelta sbagliata... o che siano tutte e due giuste... o tutte e due sbagliate... che dir si voglia... il senso non cambia... e allora che si fa?
Si sceglie... e basta... la scelta che noi faremo diventerà automaticamente quella giusta... ma non giusta nel vero senso della parola... ma giusta in quanto scelta propria... ponderata, giudicata e decisa!
E anche se per gli altri può sembrare sbagliata... ricordati che per te, non lo sarà mai... anche se soffri... anche se fai soffrire... lo so, è brutto... ma le scelte sono fatte così... sai cosa ti lasci dietro... ma non sai quello che ti troverai davanti...
Ci sono delle volte nella vita in cui non esistono scelte giuste o sbagliate... esistono solo delle scelte...
E' pericoloso attaccarsi ai ricordi,bisognerebbe accarezzarli con gioia e non sofferenza,magari con un velo di malinconia.In fondo bisogna acettare che la vita è un continuo incrociarsi d stade,di persone che si passano accanto,che si incontramo,che si scontrano,che si amano,si ritrovano e si perdonano.Tutto ciò,che lungo il nostro cammino abbiamo attraversato o solo sfiorato,è speciale. Nella vita si sbaglia,si certo,nessuno è perfetto;non è una materia,nessuno te la insegna ad affrontarla però per capirlo devi fare un sacco di errori, ci devi sbattere proprio forte.
Si,di errori se ne fanno tanti ma sbagliando si impara...
Solo ora capisco di quanti errori ho fatto nella vita e quanti...ma quanti danni ho provocato alle persone.
Tanti.
Ma penso che ormai sia troppo tardi,troppo tardi per uscire da questo mondo.
Da questo mondo di malfamati.
Di delinquenti.
Di ladri.
Ormai questo era il mio destino.Mentre io mi riprendevo dai miei pensieri,vidi che i carabinieri con la forza,stavano trascinando un ragazzo nella mia cella...Lo buttarono a terra,che modi,siamo pur sempre persone umane.Mentre loro chiudevano la cella;il ragazzo si alzò e mi iniziò a fissare.
Hey ragazze,che dite...
Chi sarà questo ragazzo misterioso? Cosa succederà?
Alla prossima,baci :) |
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Capitolo 2 *** Chi sei? ***
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Capitolo 2
Quel ragazzo mi stava iniziando a guardare con uno sguardo sexy,era
davvero bello.Occhi verdi come lo smeraldo,capelli ricci e un fisico da
sballo.
A me non dava l'impressione di un ragazzo cattivo,anzi tutto l'incontrario...ma si sa l'apparenza inganna.
Noi due intenti a guardarci.
I nostri occhi rivolti a guardarci.
Eravamo attratti l'uno dall'altro, A guardare ogni minimo particolare e
a dir la verità mi dava fastidio essere guardata cosi.
Non lo sopportavo.
Nei suoi occhi vedevo rabbia,stavano cambiando colore.Mettevano un po' paura.
Il ragazzo aveva l'aria di uno che aveva passato l'infanzia colma di
sorprese....a quanto pare non belle.Non so,ma c'era qualcosa che non
andava.
Ritornai sulla Terra,ero in soprapensiero.
Nella stanza buia regnava un silenzio;nessuno si decideva a parlare.Avrei fatto io la prima mossa.
Io:Ciao!
Nessuna risposta,il ragazzo era impegnato a guardare tutt'altro.Era indifferente,era sulle nuvole.
Chissà a cosa starà pensando.
Io:Ciao!Alzai la voce,forse avevo esagerato.Ma almeno feci girare il ragazzo.
X:Ciao..
Io:Chi sei?
* Flash Back *
Il sole viene schiacciato dall’avanzare del buio.
La fresca brezza della notte striscia sulla mia pelle. La mia pelle. Bianca e fredda come neve immonda.
La trasparenza a rivestire il nulla.
Le mie vene svuotate, il mio cuore spento.
L’aria che si tinge di nero, il nero che inonda, come inchiostro colato dall’alto, tutto il mondo.
La mia bocca è secca, la mia lingua è un pezzo di carne asciutto e inerte.
Ho
le mani appiccicose, mi sposto i capelli dalla fronte e le dita mi
rimangono impigliate tra le ciocche dure. SANGUE. Sangue ovunque su di
me e ora anche sui miei capelli sottili come liane sfibrate. Sangue
rappreso.
Il mio ultimo pasto. Mi lecco la pelle per sentirne il sapore. Avariato, le ore trascorse ne hanno rovinato il gusto.
Lo stomaco è un antro che rimbomba di movimenti sonori. La mente barcolla dentro pensieri sfilacciati. Ho fame.
Mi alzo lentamente, le mie ossa scricchiolanti, i piedi nudi sul pavimento.
L’attico
in cui dormo è il più accogliente degli ultimi duecento
anni. Non ho mai sopportato cantine, seminterrati, cunicoli o
quant’altro. Gli altri come me li usano perché è
più difficile essere scoperti in quei luoghi non frequentati ma
io odio svegliarmi sotto il livello della terra.
La
finestra è alta e le tende sono di lino blu pesante. Il cielo
è striato di colori chiari, tracce morenti del giorno passato.
Forse è per questo che dormo sempre negli attici, per
avvicinarmi al cielo, per stare più vicino a Dio. Io, essere
dannato in eterno che sguazza nella perdizione, ho bisogno di osservare
quello che mai conoscerò, ho bisogno di osservare Dio.
Le persone in strada rincasano frettolose, in cerca di calore e cibo.
Cibo.
Odore di morte sulle mie mani.
I
miei denti che affondano nella carne morbida, perforano i tubi delle
vene e il flusso, l’incantevole, dolce flusso del sangue che
confluisce in me. Divino piacere è sentire la vita scorrere
dentro la mia morte infinita.
Le
mie vittime… Prima c’è l’ipnosi poi il
tremito del morso che si propaga come elettricità nel loro
corpo, e infine l’immobilità, la pelle che scolorisce, il
loro zampillo vitale che si affievolisce lentamente, verso
l’oblio.
Quando
vado a caccia, sento l’odore acre e pungente del dolore. Lo
portano dentro alcuni umani, lo emanano dalla pelle, si affaccia dai
loro occhi.
Sono
loro le mie vittime preferite. Le anime perse, affogate nella
sofferenza. Affondo le mie zanne nel loro collo e gli succhio via tutto
quello che gli rimane con una avidità feroce di belva.
Prima
di sprofondare nel sonno che mi ripara dai raggi del sole, mi piace
attardarmi a pensare a quelli che ho ucciso. Così mi sfilano
davanti tutte le mie prede, azzannate a morte, gli occhi sbarrati dalla
paura, il sangue, rosso vivido o scuro, il sangue che zampilla fuori
dalle loro vene per nutrire la mia gola arida.
Le mie vittime che muoiono per farmi esistere nei secoli, per farmi continuare ad uccidere.
La brezza notturna si alza leggera e la notte bussa alle mie finestre.
E’
leggera come me, i miei passi felpati, la mia presenza-assenza, tolgo
il panno scoprendo lo specchio. Nulla, nessun volto riflesso, non
esisto.
Ho fame.
Perché ho fame?
Sciacquo via i residui di sangue dalle mani, dai capelli e dalle labbra.
Questa maledetta fame.
Maledetta fame di vita.
I
canini mi tirano nella bocca, le lame appuntite pronte a ferire, le mie
prede lì fuori nel mondo che mi aspettano per morire. Quando
vedo i loro corpi a terra, svuotati involucri di carne in putrefazione,
mi piace pensare di averli salvati.
Io sono come Dio. Io sono il loro Dio. Mi prendo le loro vite senza chiedere il permesso a nessuno.
Dio dove sei? Perché non mi fermi? Perché non recidi la mia vita dannata?
La
fame mi fa vorticare i pensieri, la stanza si sforma sotto i miei occhi
vitrei, e la notte, la notte, la notte continua a chiamarmi in canti
silenziosi, strisciati di pena. Sento che mi sto trasformando, che sto
diventando il suo re immortale.
La mia fame cresce, fa tremare le mie cellule morte, mi urla nel cervello, lo trapana di bisogno, urgente, urgente, urgente.
Se riuscissi a smettere, se potessi smettere, solo smettere.
Vorrei
sedermi qui all’ombra ed essere travolto da un sonno senza
risveglio che interrompa il mio tormento. Bloccato in un mondo senza
uscita, io, vampiro, senza salvezza, condannato all’eterno
appetito. Perenne desiderio di cibo mai appagato, ogni notte la fame
che riaffiora insieme al piacere di sentirmi vivo mentre succhio la
vita degli altri. La schiavitù del sublime piacere del sangue,
che deperisce durante giorno e si risveglia di notte.
Sono morto ma continuo a vivere.
Una risata mi sgorga dalle viscere e sommerge la stanza di dolore.
Non so piangere, non ho calore.
Se solo riuscissi ad estinguere questa fame maledetta, potrei finalmente morire.
E così spegnere questa solitudine che mi allaga.
Dalla strada si propagano le voci. Mi affaccio. Gruppi di persone che parlano e si salutano e si tengono per mano.
Io
dall’alto della mia stanza, li osservo come da una torre
invalicabile che svetta nelle tenebre. Freddo nella mia solitudine, li
fisso in silenzio. Per sempre sarò inaccessibile a tutti.
Davanti
a me si allungano notti interminabili, uguali a se stesse, cerchi che
si aprono e si chiudono. In eterno, solo notti da trascorrere, da solo.
L’angoscia sale dalle viscere alla mia bocca.
Vorrei gridare.
Se solo qualcuno potesse liberarmi.
Uno spasmo.
Desiderio.
Feroce.
Di sangue.
Tento di resistere.
Fame.
Non riesco.
Non posso.
RESISTERE.
Sapevo
di non essere conosciuto ma nonostante ciò avevo paura di essere
scoperto anche perché era la mia prima volta.
Ed avevo ancora sete.
Sete di sangue, puro sangue.
Gli animali erano la mia preda affinché me ne resi conto
finalmente della vera potenza che dava il sangue umano. Non sapevo cosa
fossì e nemmeno mia madre ne sapeva fino alla sua morte. Lui
l'aveva uccisa con tanto sangue freddo e crudeltà che non potevo
credere che io ero riuscito a scampargli. Lui era alto, robusto e con
un viso senza età ed era mio padre, almeno da quello che mia
madre mi raccontò quando avevo 5 anni. Anche io come Lui ero
alto e senza età, ma una creatura in forma umana che si nutriva
di sangue.
Dopo
aver morso quella povera ragazzina ed aver condannato a morte mia madre
dovettì nascondermi in una chiesa al margine della città.
Ormai non avevo più paura,paura delle croci anche perché
ogni sera stavo nel cimitero ad ascoltare il mio Protettore.
Lui sapeva che ero un figlio del Diavolo mandato a diffondere il Male
nel mondo;ma io non ne ero ancora a conoscenza finché in una
sera se ne uscì con questa discussione.
''Tu sei figlio del Male ma ormai non importa anche perché Dio ha perso la battaglia contro di esso tanto tempo fa.
Da quanto vedo sei sorpreso ma è così. Non tutti i
parroci vogliono ammetterlo perché pensano che ci sia ancora una
speranza ed anche perché verranno bruciati sul rogo, e per un
parroco di ''fama'' è umiliante. Tu, come tuo padre sei molto
forte e neanche te ne rendi conto, ma non devi ancora nutrirti del
sangue umano. Saprai quando sarai pronto.
Il sangue umano è pieno di energia vitale e peccati ed
è proprio per questo che il Male prospera in questo mondo che da
tempo non ha più fiducia in se stesso figuriamoci in Dio.''
Io taci per tutta la notte ed ascoltai le sagge parole del mio Protettore
****
Ciao ragazze,scusate se non ho aggiornato prima ma sono stata impegnata....scusate.
Spero che vi piaccia e se ci saranno degli errori,scusatemi,ma non ho il tempo di ricontrollarlo.
Ciao :)
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