Zombie's hunter

di Rika Rini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***




Pat e io camminavamo sulla strada che ci avrebbe condotto a casa dalla scuola elementare,appena dietro di noi camminavano altri due bambini della stessa scuola,frequentavano la quinta,perciò avevano tre anni più di noi. Pat mi chiese- Kat,oggi torna papà,vero?- Io annuii felice,nostro padre non tornava spesso a casa a causa del suo lavoro,perciò qualche giorno fa quando trovammo una sua lettera,in cui diceva che sarebbe tornato a casa per una vacanza di qualche giorno,ci sentimmo immensamente felici. A quel punto uno dei bambini dietro di noi disse,a voce troppo alta-La sai la leggenda metropolitana di cui tutti parlano?-Pat e io non potevamo fare a meno di ascoltare,un po’ per la curiosità,un po’ perché era inevitabile,mia sorella gemella strinse ancora più forte la mia mano,come sempre aveva paura di quegli argomenti. –No,però sono curioso,raccontamela -rispose il secondo bambino,e così il primo incominciò a narrare-Si dice che se un morto ritorna in vita sia uno zombie,un essere che mangia gli altri essere umani,che a loro volta poi si trasformeranno in zombie- A quel punto intervenni io dicendo-Queste cose in fondo sono conosciute,non avete mai visto questo tipo di film?- I due mi guardarono,stupiti che una bambina di otto anni dicesse quelle cose,sorrisero,inaspettatamente,si avvicinarono e iniziando a camminare accanto a noi dissero- Continuate ad ascoltare- E così l’altro riprese il racconto-Si dice che se un membro della tua famiglia o un tuo amico si trasforma in zombie e ti morde,iniziando a dare vita all’inferno devi scrivere un  numero di telefono su una superficie di vetro, ma lo devi scrivere con il tuo sangue, e se sbagli anche solo un numero sarai spacciato-                                                                                        -E  anche se scrivo questo numero come posso salvarmi la vita? Do la lastra di vetro in testa allo zombie?-chiesi io scettica,i due risero,mentre Pat al contrario iniziò a tremare come una foglia. È stato sempre così. Fin dalla nascita io sono stata quella forte,mentre Pat era dolce e fragile,la figlia desiderata da tutti. Nonostante siamo lo specchio l’una dell’altra,gli stessi capelli lunghi e corvini,gli stessi occhi verdi,la stessa carnagione chiara,non possiamo essere più diversa l’una dall’altra. –No,no!-esclamò uno dei bambini-Si dice che in quel momento arriveranno delle persone che uccideranno lo zombie!- Io risi di lui,come poteva veramente credere a quelle cose? Scettica gli dissi-Certo,certo,ricordati bene il numero-guardai Pat,era letteralmente terrorizzata-Andiamo Pat,non perdiamo tempo con questi due- iniziammo a camminare nuovamente da sole,quando da lontano uno dei bambini mi urlò il numero,non capii perché lo fece,in fondo perché affannarsi tanto per dire un numero a qualcuno che nemmeno ci credeva?
Pat mi chiese- Kat,tu credi che quello che hanno raccontato quei bambini sia vero?- io sorrisi per rassicurarla e le risposi- Ma no,certo che no,come potrebbe mai succedere qualcosa del genere nella vita reale?- Era vero,non ci credevo,eppure,in verità,anch’io avevo avuto un po’ di paura,nonostante tutto sono ancora una bambina. Arrivammo a casa poco dopo,appena entrate sentimmo il classico odore di tabacco che nostro padre portava con sé, togliemmo il giaccone e la cartella letteralmente scaraventandoli a terra e gli corremmo incontro. In un lampo eravamo in cucina ,lui era lì davanti,insieme a nostra madre a la fratellone. Dall’ultima volta che lo avevamo visto i capelli gli si sono striati di bianco,ma non fa niente,è pur sempre papà. Chiamandolo a gran voce lo andammo ad abbracciare,lui sorridendo ci prese tra le braccia e ci chiese-Ehi,diavoletti,come state?- Noi due sorridenti dicemmo-Tutto bene,papà!Tu come stai?Quanti giorni  resterai?-ogni volta che tornava a casa era il solito interrogatorio,mio padre rispose alle domande con calma,sorridente,ormai abituatasi al nostro comportamento. Nostra madre ci esortò- La cena è pronta,venite- la guardai risentita,ogni volta era così,anche papà le avrebbe dovuto dire qualcosa,invece sorrise e ci depose a terra. Una cosa ho notato,dopo aver abbracciato il papà,il suo corpo era stranamente freddo.
I giorni successivi trascorsero tra divertimenti di ogni genere,tutti in famiglia. Al settimo giorno,però il papà cominciò a comportarsi in modo strano,si chiudeva nella sua stanza e non ne usciva se non per i pasti,più tempo passava e più appariva pallido. Ero preoccupata,estremamente preoccupata,avevo paura che mio padre potesse essere malato,un giorno chiesi a mia madre- Mamma,il papà è malato?- lei tentò un sorriso e accarezzandomi la testa rispose-Stai tranquilla,Kat,tuo padre sta benissimo,ora vai a scuola- io obbedii,perché non potevo fare altro.
Pat mi diede la mano e uscimmo di casa,la scuola fu come al solito,niente di speciale. Quel pomeriggio poi ci sarebbe stata la festa di compleanno di un nostro amico,così andammo direttamente a casa sua,senza ritornare a casa. Trascorremmo il pomeriggio giocando e mangiando dolci,e quando fu sera ritornammo a casa. Pat ridendo mi chiese-Racconteremo a papà tutto quello che abbiamo fatto!Vedrai riderà almeno un po’!- Io sorrisi,l’allegria di Pat mi metteva sempre di buon umore,al suo contrario io non ero per niente allegra,presi la chiave di casa che tenevo in tasca ed aprii la porta,tutte le luci erano spente. Strano,pensai,a quest’ora dovrebbero essere tutti in casa.
-Pat,sapevi se oggi i nostri genitori dovevano lavorare di sera?-chiesi,nella speranza che la risposta fosse si,mia sorella rispose-Non mi sembra,Kat- Deglutii,non era normale,a meno che non avessero deciso di farci uno scherzo,provai ad accendere la luce,non funzionava …
Pat stringeva forte la mia mano,avanzavamo lentamente nel buio più completo,quando vedemmo della luce filtrare da sotto una porta,lasciai la mano d Pat e le ordinai-Tu resta qui- lei annuì.
Mi avvicinai alla porta e l’aprii,la prima cosa che pensai è che la vista mi  stesse facendo un brutto scherzo,subito dopo rimangiai le mie parole. Nella stanza c’erano i corpi di mia madre e mio fratello straziati,e al centro ricoperto dal loro sangue c’era mio padre.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Impallidii,mia madre giaceva riversa per terra,la gola completamente squarciata,mentre il suo sangue sgorgava,creando una pozza rossa,mio fratello giaceva poco lontano,il suo braccio destro non era più attaccato al corpo,dalla sua bocca uscivano gemiti di dolore,era ancora vivo,ruotò gli occhi verso di me,e con le labbra disse-Scappa- Sapevo di dover scappare,però le mie gambe non si muovevano,il mio corpo tremava. Guardai mio padre,teneva qualcosa in mano,quando capii di cosa si trattava urlai. Mio padre stava mangiando il braccio di mio fratello. Lui si girò verso di me,il volto completamente sporco di sangue,quando m vide sorrise,e lasciando cadere il braccio a terra si alzò e venendo verso di me sorridendo disse-Piccola Kat,vieni ad abbracciare il tuo papà-mentre allargava le braccia. –Mostro!Sei un mostro!-gli urlai-Hai ucciso la mamma e il fratellone!- Il sorriso gli scomparve dalle labbra-Tu non capisci,piccola Kat,non capisci cosa provo- in quel momento giunse Pat,attirata dall’urlo,quando vide la scena urlò a sua volta,mentre le lacrime le sgorgavano sul viso. –Ci sei anche tu,piccola Pat-disse l’essere che una volta era nostro padre. Continuò a camminare verso di noi,improvvisamente ricordai cosa mi avevano detto quei due bambini sulla strada di casa,la leggenda era vera. –Tu sei uno zombie!-urlai verso l’essere,questo sorrise e rispose-Corretto,piccola Kat. Sono morto il giorno prima di arrivare a casa,un incidente ferroviario. Una trave mi aveva distrutto il busto,ma io non volevo morire,volevo tornare qui da voi,così un angelo è sceso vicino a me e mi ha ridato la vita. Sono potuto tornare qui,ma il mio corpo non sentiva più il calore,non potevo più dormire,era come se … non fossi veramente con voi. Allora ho capito cosa fare,vi avrei dovuto portare dalla mia parte,oltre il Velo,così saremmo potuti stare tutti insieme,per sempre- Presi la mano di Pat e le sussurrai-Ora scappiamo,stai tranquilla- Purtroppo l’essere mi sentì e disse-Non credo proprio …-e con uno scatto sovrumano ci fu addosso, sentii i suoi denti affondare nel braccio sinistro,urlai dal dolore,Pat guardava la scena impietrita. Iniziai a dare calci e pugni all’essere che finalmente lasciò andare il mio braccio. Mentre prendevo Pat per mano per condurla via vidi che nostra madre e nostro fratello si rialzavano,gli occhi vitrei,i film non mentivano,e questo voleva dire che anch’io ormai ero spacciata. Però dovevo salvare almeno mia sorella. Iniziammo a correre,arrivammo in cucina,quando Pat cadde a terra,l’essere l’aveva afferrata. Dalla bocca le uscì un urlo di puro terrore che poi si trasformò in un urlo di dolore quando l’essere la morso sul ventre. Lasciai la mano di Pat,lei mi guardò stupefatta,pensava che la stessi lasciando indietro,non avrei mai potuto farlo. Mi avvicinai al piano cottura,sicuramente quella sera per cena ci sarebbe stato il pollo,era ancora lì sopra,mezzo tagliato dalla mannaia,senza esitazione l’afferrai e corsi verso l’essere. Quando fui a pochi centimetri tentai di colpirlo in testa,ma questo si spostò appena in tempo,ma gli tranciai ugualmente un orecchio. Mi guardò furioso- Piccola Kat,sei stata cattiva,non devi fare questo al tuo papà- ignorai le parole uscite dalla bocca di quel cadavere,gli sputai in faccia e con un altro colpo della mannaia gli aprii uno squarcio sulle gambe,largo e slabbrato,quello lo avrebbe trattenuto almeno per un po’. Cadde a terra immobile,mi avvicinai a Pat,la sua ferita era molto più grave della mia,presi la tovaglia di stoffa dal tavolo e facendone delle strisce tentai alla belle e meglio di bendarla. Quando ebbi finito mi occupai della mia ferita,mentre le chiedevo-Ce la fai a correre?- Pat annuì,così mano nella mano scappammo,quando fummo a circa una decina di metri dalla casa mi accorsi che i due zombie che una volta erano mia madre e mio fratello uscivano a loro volta di casa,per dirigersi verso una fonte di rumore lì vicino,anche se quando erano usciti ci avevano guardato ci avevano ignorato,forse non riuscivano a vedere,questo spiegherebbe gli occhi vitrei. Feci fermare Pat,era ovvio che aveva detto di riuscire a correre solo perché dovevamo scappare,ci fermammo nel parco vicino casa,proprio mentre le prime urla incominciavano a riempire l’aria,ci sedemmo su una panchina,col fiatone -Come stai,Kat?-la guardai incredula,mi chiedeva come stavo ed era lei quella che stava messa peggio. –Sto bene-risposi,non era affatto vero,in tutti i sensi,mi doleva da morire il braccio,avevo paura,e sapevo che saremmo morte in ogni caso. La mano che teneva la mannaia tremava -Pat,ora dovrò togliere la fasciatura,perché la devo stringere,ti consiglio di non guardare la ferita- le dissi,mia sorella sempre paurosa sembrava tranquilla,addirittura a suo agio. La feci stendere sulla panchina e iniziai a staccare le bende,erano attaccate alla ferita, completamente macchiate di sangue,cercai di rifare una fasciatura decente con le bende che mi restavano,ma anche così il risultato era deludente,Pat mi disse-Kat,sei brava in queste cose,anche prima sembrava che sapessi cosa fare con la mannaia,è perché sei un’esperta di film sugli zombie- -Non molto in realtà,ne ho visti un paio insieme a dei miei amici …-risposi io,in quel momento dall’entrata del parco iniziò a sentire un brontolare,si stava avvicinando uno zombie,ma non era l’essere che ci aveva aggrediti,feci segno a Pat di stare in silenzio e cauta la condussi in mezzo ai cespugli,per nasconderci alla vista di chiunque,lo zombie ci passò davanti ignorandoci,quando lo vedemmo restammo scioccate,era il nostro vicino di casa. Subito dopo nel parco entrò una donna,inseguita da almeno cinque zombie,urlando,quello in agguato nel parco la sentì e le piombò addosso,mordendola. Gli altri cinque zombie la raggiunsero e iniziarono a banchettare con il suo corpo,guardammo la scena in silenzio,quando gli zombie ebbero finito si allontanarono alla ricerca di una nuova vittima ci alzammo e ci avvicinammo alla donna,ormai era completamente morta,però fra poco si sarebbe risvegliata se non avessimo fatto qualcosa. Pat prese un lembo della mia maglietta e mi disse-Kat,cosa possiamo fare?- io in silenzio alzai la mannaia,e le dissi-Non guardare- Pat si voltò,mentre io colpivo con tutta la mia forza la testa della donna. Subito dopo correvamo,senza meta,probabilmente saremmo morte di lì a poco,quando mi ricordai il numero della leggenda,mi fermai di colpo,facendo sbattere Pat dietro la mia schiena-Cosa c’è?- -Ricordi quello che ci hanno raccontato quei bambini?-chiesi io,lei scosse la testa-Se scriviamo quel numero sul vetro potremmo salvarci-riflettei tra me e me. Mi guardi intorno non c’erano vetri,dovevamo uscire dal parco-Pat,dobbiamo uscire di qui- mia sorella annuì,anche se poco convinta,e così iniziammo a correre,appena fuori dal parco c’era una casa,mi avvicinai alla finestra del pian terreno. Tolsi la benda sul braccio sinistro e bagnandomi la mano destra di sangue iniziai a scrivere il numero. Con un filo di voce scandii cifra per cifra,quando ebbi finito sembro non succedere niente,forse dopotutto era solo una storia inventata. Le ginocchia mi cedettero a questa consapevolezza,quando venni avvolta da una luce calda,il numero stava brillando per poi scomparire. Quando mi sentii afferrare per il collo da dietro,era l’essere che sorridente mi diceva-Piccola Kat,i Cacciatori sono persone cattive,non li dovevi chiamare ora che finalmente stiamo per tornare tutti insieme-

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Guardai negli occhi vuoti di quella creatura,per un attimo pensai che quello fosse veramente mio padre,il padre a cui avevo voluto tanto bene,quando dentro di me si fece strada la consapevolezza che quella creatura che teneva la mano stretta intorno al mio collo non poteva essere lui,era solo un cadavere. I miei polmoni reclamavano aria,sentivo di stare per morire,con le poche forze che mi rimanevano cercai di afferrare il suo braccio,forse sarei riuscita a fare qualcosa. Se fossi morta allora sarebbe morta anche Pat,e io non lo volevo. All’improvviso mia sorella fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata,afferrò la mannaia e urlando colpì il braccio della creatura,creandogli un grande squarcio,nonostante fosse un cadavere che camminava probabilmente sentiva ancora dolore, perché urlò,lasciandomi andare. Quando fui a terra respirai a pieni polmoni,mi ci volle solo un attimo per capire che la creatura avrebbe attaccato,sbalzò Pat da una parte,facendola andare a sbattere contro una bicicletta sporca di sangue,Pat urlò di dolore. Mi alzai per correre verso di lei, quando le fui vicino notai che non si era fatta molto male,ma era comunque provata,le lacrime facevano capolino ai lati degli occhi. –Bambine,perché non volete tornare con papà?-chiese la creatura-Io vi voglio bene … diventeremo una cosa sola,come quello che siamo io,vostra madre e vostro fratello- Mi si rivoltava lo stomaco al pensiero di aver vissuto più di una settimana in compagnia di quell’essere,continuava ad avanzare pericolosamente,ma non ce la facevo più a muovermi,un po’ per la paura,un po’ per la forte perdita di sangue. La mannaia era proprio davanti a noi,la creatura si abbassò e la raccolse,l’alzò pronto a colpirci. Lo guardai negli occhi,non avrei distolto lo sguardo,volevo fargli capire l’immenso disgusto che provavo per lui,un disgusto che non sarebbe scomparso con la mia morte. L’arma iniziò la sua parabola verso di noi,quando fu a pochi centimetri dal mio viso venne sbalzata via,confusa mi voltai in ogni direzione,alla mia destra c’era una persona,che si avvicinò correndo,la pistole in pugno,la creatura vedendola scappò via,urlando-Maledizione,sono già qui!Finirò dopo il mio lavoro!- Vedendo che la creatura era scappata la persona si fermò accanto a noi,si inginocchiò e osservandoci chiese -Come state bambine?- Pat e io restammo in silenzio,osservai il nostro salvatore con attenzione,i capelli quasi completamente bianchi,con qualche ciocca rossa,gli occhi erano di un bel color grigio,però uno dei due sembrava spento,dal mio punto di vista era alto,robusto e con le spalle larghe,portava una camicia bianca,dei pantaloni lunghi neri cui erano legate quattro fasce nere,alla cui fine era disegnata una croce capovolta bianca. Anche lui d’altronde ci osservava per bene,dopo qualche minuto mi afferrò il braccio sinistro,provocando immediatamente un mio urlo di dolore- Scusami -disse dolce- Sei stata morsa da quello zombie che parlava oppure da uno di quelli ciechi ?-mentre si alzava e sparava tre colpi,verso degli zombie che si stavano avvicinando a noi pericolosamente. Io non risposi,ci pensò Pat al posto mio- È stato il nostro papà …- come poteva considerare quella creatura ancora come suo padre? L’uomo sembrò soddisfatto della risposa,ci sorrise e rispose-Bene- fischiò,poco dopo arrivarono sul luogo altri ragazzi con una valigia. –Sono state morse dallo zombie originale e non da uno dei derivati,per cui il vaccino va bene,io vado- disse l’uomo e corse nella direzione da cui si sentivano provenire diversi spari. Quei ragazzi ci guardavano seri, due di loro si occuparono di me,mentre altri due si occuparono di Pat. Mi fecero stendere a terra e con fare medico tolsero la benda,facendo attenzione a non farmi troppo male,purtroppo i loro sforzi per quanto buoni facevano comunque troppo male,le urla mie e di Pat riempirono l’aria. –Scusami,so che fa male,ma cerca di resistere- sussurrò uno dei due ragazzi che si occupavano di me,quando tolsero la benda tirai un sospiro di sollievo,per il momento il dolore era finito,vidi che anche i due ragazzi sembravano sollevati,Pat però urlava ancora,quando finalmente le tolsero la benda a uno dei due sfuggì un -Oh no …- questo fece si che il mio colorito divenne ancora più terreo. –Andrea,puoi venire qui? Ci serve aiuto,Stefan può occuparsi dell’altra bambina- uno dei due ragazzi annuì e andò a occuparsi di Pat. Quindi il ragazzo rimasto da me si chiamava Stefan … osservava la ferita con occhio clinico,prese un balsamo e mi disse-Questo sicuramente farà male,ma serve per disinfettare la ferita,poi dovrò mettere i punti e infine somministrarti il vaccino- mentre iniziava a spalmare il balsamo mi resi conto che faceva veramente molto male,ma no urlai,volevo sentire i tre ragazzi che parlavano di Pat,che da un bel po’ non emetteva un solo rumore,sentii dire -Il sedativo ha fatto effetto,possiamo iniziare- le iniziavano a richiudere la ferita,mi chiesi perché le avessero somministrato un sedativo e a me no,ma immediatamente mi diedi una risposta. Lei sta molto peggio di me,pensai. Stefan prese ago e filo e mi disse-Questo farà ancora più male di prima,quindi se vuoi mentre ricucio la ferita possiamo parlare,almeno potrai distrarti un poco- annuii. In quel momento lui si alzò all’improvviso,impugnò la pistola e esplodendo almeno cinque colpi uccise altrettanti zombie. Si sedette di nuovo accanto a me iniziando a cucire chiese- Come ti chiami? Come avrai capito io mi chiamo Stefan,ho tredici anni,anche se sono così giovani sono molto competente,non preoccuparti- Per me era già un’impresa trattenermi dall’urlare,rispondere alle sue domande era praticamente impossibile,e lui sembrava saperlo,perché continuava a parlare ininterrottamente. Aveva la pelle chiara,molto più chiara del normale,come tutti gli altri,ora che ci rifletto anche dell’uomo che ci aveva salvate. I capelli lisci tagliati corti di un bel colore verde,una piccolissima ciocca bianca gli spiccava sulla fronte,gli occhi viola scuro erano vispi e attenti,era vestito in modo simile a tutti gli altri. Quando si staccò e disse di aver finito ricominciai a respirare normalmente,era come se fossi stata un’eternità in apnea. –Mi chiamo Kat –risposi,mentre lui riempiva una siringa di un liquido grigiastro. Mi sorrise-Piacere,Kat- si avvicinò e mi fece la puntura sul braccio destro, subito inizia a sentirmi meglio,Stefan parve notarlo,sempre sorridente mi chiese- Va meglio,vero? Non alzarti ancora per qualche minuto-si alzò di nuovo e ricaricando la pistola sparò altri quattro colpi,abbassandosi vicino a me disse-Questo vaccino è stato creato per … -venne interrotto da uno degli altri ragazzi che gli disse -Stefan,quello lo spiegheranno dopo,quando i sopravvissuti saranno tutti insieme,sarebbe inutile spiegarlo uno volta per uno,e comunque quando avremo finito con questa bambina le porteremo dal capo,per fare la “Stima”- Stefan annuì e mi chiese- Kat,quella è tua sorella,vero? Come si chiama?- lo fece solo per intrattenermi,per quale altro motivo avrebbe dovuto parlare con me? –Si chiama Pat-risposi,sorpresa di avere una voce così fievole,preoccupata portai una mano alla gola,ma venni bloccata da Stefan che disse- La tua voce non esce molto bene per via di quel che ti ha fatto lo zombie originale,il vaccino però sta facendo effetto e ha incrementato le conseguenze,però fra qualche ora potrai parlare di nuovo normalmente- mi lasciò la mano,ma io ero comunque decisa a toccarmi la gola,mi bloccò d nuovo-No,meglio che non lo fai,c’è un grosso livido,quel mostro ti ha preso molto forte- Io annuii rinunciando alla mia idea. I tre che si occupavano di Pat continuavano a lavorare,quando si alzarono e dissero-Ce l’abbiamo fatta, Stefan passami la barella- il ragazzo annuì e si avvicinò alla valigia,ne tirò fuori un oggetto snodabile, che divenne ben presto una barella,la passò al suo amico. Vi adagiarono dolcemente Pat,ch cominciava ad aprire gli occhi. Stefan mi porse la mano dicendomi-Devi alzarti,qui non siete al sicuro-io l’afferrai e con il suo aiuto incominciai a camminare. Le strade era quasi deserte,di tanto in tanto si incontrava uno zombie,che uno dei quattro ragazzi si premurava di eliminare immediatamente,stavamo per arrivare alla piazza cittadina quando da un vicolo sbucò un gruppo di quattro persone terrorizzate,Stefan e uno dei suoi amici alzarono subito le pistole,ma quando si resero conto che erano persone normali le abbassarono. Riconobbi Lara,la madre di una nostra compagna di classe,era da sola senza la sua famiglia,un segno di morso sul braccio destro, e sangue dappertutto,fra le mani teneva stretta una sbarra di metallo,anch’essa viscida di sangue. Lara chiese-Dove state andando?- chiaramente rivolta a me,io non risposi,sia per il dolore alla gola sia per la consapevolezza di non sapere dove ci stessero portando. Stefan vedendomi in difficoltà rispose-In un posto sicuro,se volete seguiteci- e ricominciammo a camminare. Quando sbucammo nella piazza cittadina trovammo di fronte a noi l’inferno,ma non potevamo trovare un’altra strada,era l’unico modo di uscire dal paese. C’erano cadaveri a terra,persone abbandonate in fin di vita,e tanti zombie. I quattro imprecarono fra i denti,uno di loro esclamò-Ma cosa pretendono?! Noi siamo solo un Team medico! Anche se siamo stati addestrati ad usare le armi non possono mica pretendere che siamo al livello dei Team d’assalto vero?- gli altri annuirono,quello che doveva essere il più anziano rispose-Non possiamo essere al loro livello,i livelli superiori lo sanno bene,però che scelta abbiamo? Questa notte ci sono state due “Resurrezioni” quindi ci sono meno Team d’assalto,è per questo che non ci hanno lasciato nessuno come scorta- In quel momento un gruppo di circa venti zombie iniziò a camminare verso di loro,due di loro passarono la barella alle persone che si erano aggiunte al gruppo e iniziarono a sparare,stavano per finire le munizioni,quando arrivò quello che doveva essere un Team d’assalto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Solo due persone,era solo due persone,in men che non si dica avevano eliminato tutti gli zombie nella piazza,si voltarono verso di noi e fecero un segno al Team medico,e correndo se ne andarono di nuovo. Tutti restammo sbalorditi,ma non i quattro che dovevano essere abituati al tutto. Il gruppo ricominciò a camminare,le gambe iniziavano ad essere stanche,forse lo diedi a vedere,perché Stefan si voltò verso di me mi prese la mano. Quando fummo circa a metà della piazza si sentì un gran fracasso provenire dalla nostra sinistra,mi voltai,una nuvola di fumo si alzava a una via di distanza,i quattro membri del Team medico si fecero ancora più terrei ed esclamarono- Forza! Accelerate il passo! Non possiamo restare qui-mentre iniziavano a camminare spediti,quando fummo all’imbocco della piazza la strada ci venne sbarrata da un crollo di un palazzo,che riempì la strada di macerie,ci bloccammo. Preoccupata mi guardai intorno avevo paura,tanta paura,scorsi qualcosa nella polvere creata dal crollo,una figura umana che avanzava verso di noi,nessuno sembrava accorgersene,improvvisamente capii,forse per istinto che quello era la creatura che ci aveva sottratto la nostra famiglia,urlai-Scappate!-la mia voce seppur fioco risuonò intorno a noi. Con una velocità che solo un essere non umano poteva avere la creatura ci sbalzò via,afferrò Lara e la morse alla gola,profondamente,creando una cascata di sangue vermiglio,che andava a creare sul terreno,sporco di terriccio,le figure di fiori rossi,la creatura strappò il pezzo di carne e subito la morse ancora,ancora e ancora. Quando la lasciò,quello che rimaneva della donna cadde a terra. La creatura non sembrava essersi accorta che c’eravamo anche noi,si guardò intorno confusa e asciugandosi il sangue dalla bocca disse-Che seccatura,non ha ancora rinunciato- mi voltai nella direzione in cui guardava,c’era l’uomo che ci aveva salvate. Iniziò ad avvicinarsi,conficcata in un braccio aveva una sbarra di metallo,ma sembrava che non provasse dolore,la pistola puntata contro la creatura. Mi vide,era l’unica persona del gruppo in una posizione scoperta,preoccupato chiese -Cosa ci fai tu-sottolineò la parola “tu” con molto enfasi-ancora qui?- Nello stesso momento parò un colpo della creatura con la sua pistola,mi alzai,non riuscivo a vedere nessuno,possibile che fossero tutti morti? L’uomo sparò due colpi verso la creatura,che li evitò agilmente e tentò di morderlo,lui schivò e sparò ancora,colpì la creatura alle gambe,questo fece sì che si immobilizzasse per qualche attimo,il tempo di ricaricare la pistola. La creatura attaccò di nuovo,ma l’uomo veloce sperò sulla ferita che aveva provocato Pat,staccandogli un braccio. La creatura si bloccò,e si mise ad osservare il moncherino,era a una decina di metri da me,ma mi dava le spalle,questo mi salvò forse. L’uomo però mi guardava e con le labbra mi disse- Scappa- proprio come il mio fratellone,ma come quella volta non riuscii a farlo,le gambe tremavano,non riuscivo a reggermi in piedi,sentivo di dover piangere,ma le lacrime non uscivano,strinsi le braccia attorno al corpo e a poco a poco smisi di tremare,mentre il combattimento tra la creatura e il mio salvatore continuava. Riuscii ad alzarmi, avevo la bocca secca che reclamava una dose d’acqua,la lingua impastata di polvere,tossii … l’udito della creatura era più fine di quello degli esseri umani nonostante gli avessi mozzato un orecchio, mi vide quando si rese conto di chi ero sorrise maligno e mi venne incontro,quando fu a pochi metri mi disse-Piccola Kat,finalmente ti ho ritrovata-e stese le braccia verso di me,mettendo il mostra il moncherino,mi venne da vomitare,per la puzza di cadavere e le interiora di quell’essere. -Aspetta il tuo papà ha quasi finito,quando sarà staremo per sempre insieme-e si voltò per cercare l’uomo,quando non lo vide iniziò a correre,mentre si guardava intorno,il mio salvatore era forse scappato? Anch’io cominciai a guardarmi intorno,feci un passo indietro quando calpestai qualcosa di liquido,guardai a terra,sangue,proveniva da sotto un masso,da cui spuntava un braccio,nella mano teneva ancora stretta la pistola,doveva essere uno dei quattro ragazzi del Team medico,sperai con tutto il cuore che non fosse Stefan. Quando mi voltai di nuovo dall’altra parte trovai di fronte a me quell’uomo, mi fece segno di stare zitta e sussurrò -Il tuo gruppo è aldilà di questo gruppo di macerie-e le indicò con la testa-non ci sono state perdite,oltre quel povero ragazzo che è stato schiacciato dalla pietra,se passi per quel sentiero li raggiungerai,fai in fretta-e mi spinse verso la strada. Quando lo zombie lo attaccò di sorpresa. Quando urlò- Ragazzina,scappa!- io restai immobile,lo zombie lo immobilizzava a terra,mentre cercava di morderlo e di graffiarlo,con la mano che gli restava riuscì ad aggrapparsi alla sua mano,l’uomo bloccava la bocca dello zombie con la pistola,per trattenerlo doveva impiegare tutta la sua forza,per questo non poteva bloccare la mano che cominciava a graffirgli la pelle,facendolo sanguinare. –Cosa aspetti?! Sbrigati a scappare!- mi urlò di nuovo l’uomo,ma io non potevo andarmene lasciandolo lì dopo che ci aveva salvate. Strinsi i denti e senza esitazioni afferrai la pistola che la mano di quel poveretto teneva stretta,troppo stretta,dovetti impiegare tutte le mie forze per aprire le dita. Quando riuscii ad afferrarla mi resi conto che era più pesante di quanto mi aspettassi,la dovevo tenere con entrambe le mani,la mia presa non era molto salda,ma poteva bastare,in fondo il mio bersaglio era a pochi metri e forse sarei riuscita ad avvicinarmi ancora,se solo non si fosse girato a guardarmi. Mi fissava con i suoi occhi vuoti,stupito,sorridendo maligno mi chiese- Cos’hai intenzione di fare,piccola Kat?- mentre teneva ancora a terra l’uomo,che mi urlò- Non fare sciocchezze!Quello non è un giocattolo!- Io però non lascia l’arma,lo zombie improvvisamente si staccò dall’uomo e venne contro di me,la mia presa si fece immediatamente più salda e sparai. Forse perché non se l’aspettava,forse perché credeva che non fossi capace di colpirlo perché era mio padre,ma non lo schivò,quando si rese conto che ormai avevo sparato non poteva riuscire a schivarlo. Il proiettile gli perforò l’occhio destro e fuoriuscì dall’altra parte della testa. Immediatamente lo zombie cadde faccia a terra,privo di quella falsa vita. L’uomo,sbalordito, si alzò da terra tenendosi la mano sul graffio sanguinante,si avvicinò alla carcassa dello zombie e lo mise con il viso rivolto verso il cielo,dalla tasca prese una boccetta,che conteneva un liquido nero e lo verso nella bocca della carcassa. Io mi avvicinai,ancora con la pistola stretta fra le mani,e gli chiesi- È morto?- -Tecnicamente era morto anche prima,sai ragazzina?-scherzò lui,io accennai un sorriso e chiesi- Ma adesso è morto veramente? Non è che adesso si rialza?- l’uomo scosse la testa,sorridente e mi disse-Comunque hai una buona mira,dentro di te ci deve essere del talento-mentre si alzava. -Non direi,ho sparato ad occhi chiusi- confessai,diventando tutta rossa,l’uomo iniziò a ridere a crepapelle,facendomi arrossire ancora di più,quando finalmente si calmò disse-Hai comunque del talento per averlo preso con gli occhi chiusi. Dai andiamo-e si incamminò,lo seguii,come se fosse la mia ultima speranza,superammo le macerie che ci dividevano dal gruppo. Quando arrivammo i tre ragazzi rimasti alzarono lo sguardo verso l’uomo,sorrisero raggianti,gli corsero intorno,Stefan era con loro,tirai un sospiro di sollievo. -Say,sei riuscito ad ucciderlo?-chiesero,così il nome dell’uomo era Say,che nome strano … non che io avessi un nome normale. Say sorrise ed esclamò- Mi dispiace! Ma non sono stato io! Chi l’ha fatto fuori non è altro che questa ragazzina!-e mi prese per le spalle,mettendomi davanti ai tre che mi guardavano stupiti. Stefan mi guardava ancora più confuso degli altri- Davvero sei stata tu a farlo,Kat?- io annuii,il ragazzo sospirò e disse-Beh … se è così … -e andò da Pat,per vedere come stava. –Quindi ti chiami Kat- mi disse Say,mentre ci dirigevamo tutti insieme verso quello che chiamavano “il Campo”. Io annuii,non che avessi provato a nascondere la mia identità. –Hai talento,spero che ti unirai all’Organizzazione,ma è una tua scelta, credo dipenda tutto dalla Stima. Buona fortuna-mi augurò,anche se non ne capivo il motivo. Arrivammo al Campo poco dopo,non era altro che un gruppo di circa dieci tende,e una stanza in ferro con delle docce,con una parete in vetro,chissà perché. Portarono me e Pat in una tenda,mentre gli altri li portarono verso le docce. Quando entrammo un giovane ci fece sedere su una lettiga,Stefan si stava occupando di una ragazza,stesa su una lettiga poco lontana da noi,i suoi lamenti mettevano i brividi,la gamba sinistra non c’era più e il moncherino era stato cauterizzato con il fuoco. Stefan chiese al giovane-Siamo sicuri che questa ragazza sia stata morsa dallo Zombie originale?- il giovane voltandosi rispose-Almeno così ha detto- Say poco distante disse-Non credo sia stata morsa dallo Zombie originale,ho salvato le due bambine quando erano state attaccate, e mentre lo inseguivo ha morso almeno altre dieci persone,ma nessuna di loro mi ricorda,neanche vagamente,questa ragazza- Il giovane sbuffò- Queste cose le dovresti dire prima! In questo modo abbiamo solo sprecato farmaci!-con un gesto spazientito della mano- Stefan se non ti dispiace …- Il ragazzo annuì,impugnò la sua pistola e senza un attimo di esitazione esplose un colpo in mezzo alla fronte della ragazza,Pat e io raggelammo,il giovane ci si avvicinò e intuendo cosa pensavamo sorrise e ci disse- È la procedura standard-fece alzare Pat,le disse di alzare le braccia,con quell’unitile vestitino che ci avevano dato stavamo morendo dal freddo,esaminò la ferita del morso di mia sorella e si appuntò qualcosa sul quaderno che teneva in mano-Dieci anni-disse infine. -Cosa?-chiese Pat allarmata,Say dalla sua lettiga rispose-Gli anni che ti restano da vivere,ragazzina- Pat sconvolta non proferì parola,io invece indignata urlai-Cosa?! Con un morso di uno zombie non c’è speranza,ti trasformerai a tua volta,ma avevo capito che quei ragazzi ci avessero somministrato il vaccino!- Stefan sussultò,sentendosi coinvolto si avvicinò,dicendo-Non ho mai detto niente del genere- in quel momento intervenne Say- Il vaccino non fa altro che rallentare l’avanzata del virus,e la Stima ti dice quanto ancora puoi vivere,ai qualcosa da ridire? Nessuno fin’ora è riuscito a trovare una cura definitiva- Ammutolii,adesso sapevo con certezza che non sarei mai arrivata alla vecchiaia,con fare meccanico mi feci esaminare dal giovane,non aveva più di venticinque anni,ma Stefan lo chiamava “capo”. Anche questa volta prese un appunto sul quaderno,e annunciò quanto ancora sarei vissuta. Mi aspettavo un numero misero,cinque,otto anni massimo,quando le mie orecchio sentirono venti … Venti! Avevo ancora venti anni di vita! Non risi,perché nonostante tutto non era una notizia felice,in fondo mi diceva che sarei morta a ventotto anni,ma ero piacevolmente stupita. Guardai i volti di chi avevo intorno,Pat mi accennò un sorriso,che forse dietro celava una forte invidia. Stefan e Say mi guardavano stupiti, li guardai confusa,chiedendomi perché avessero avuto quella reazione,ma mi trattenni,perché subito dopo entrò un ragazzo che trasportava una lettiga con sopra una ragazza,su buona parte del viso aveva una benda insanguinata,il giovane chiese-Questa volta siamo sicuri ce si stata morsa dallo Zombie originale?- il ragazzo che la spingeva annuì e rispose-Si,è risultata positiva al “test”- il giovane sorrise leggermente e disse-Ben,perché non mi va di sprecare medicinali- Stefan ci si avvicinò e ci porse dei vestiti,invitandoci a metterli,senza nemmeno togliere il vestito che ci avevano dato li mettemmo direttamente,così saremmo state più al caldo,appena finito il giovane ci guardò e arrabbiato esclamò- Cosa?! Siete ancora qui? Non occupate spazio più tempo del dovuto! Forza andatevene!- e con questo ci spinse a forze all’ingresso della tenda. Guardai Pat,anche lei era confusa,dove voleva che andassimo? Guardai all’interno della tenda,Say ci stava guardando,accennò un sorriso e muovendo le labbra mi disse-Fate un giro,dopo vi spiegheranno- io annuì,pensando di aver capito bene,presi per mano Pat e incominciai a camminare. Nel Campo non c’erano donne che si occupavano dei feriti,mi fece notare Pat,c’erano solo ragazzi e qualche giovane uomo,nessuno d’età avanzata,forse perché nessuno riusciva ad arrivare ad avere una veneranda età. Le uniche donne che si vedevano in giro erano le persone ferite. Stavamo per arrivare al centro del Campo,quando ci urlarono- Ragazzine,toglietevi di mezzo!- immediatamente ci scostammo dal centro della strada,un gruppo di ragazzi armati di lancia-fiamme correvano verso la città,il loro capo li divise in gruppi,che andarono verso la città. Sorrisi, volevano bruciare la città benissimo,che lo facessero pure,quello non era più il mio luogo, mi voltai verso Pat,era in lacrime,quello era un aspetto del carattere di Pat che non avevo mai capito,perché piangeva per cose insignificanti,come quando le si era rotto il giocattolo … potevamo sempre ricomprarlo,le dissi,lei i guardò severa e mi disse-Tu,Kat,sei proprio senza cuore,vero?- Ammetto che sentirle dire questo mi fece sentire triste,non mi pare di non avere un cuore,lo ho eccome,altrimenti sarei morta,ovviamente … arrivammo al centro del Campo,vicino a quelle specie di docce,a turno i sopravvissuti vi entravano in gruppi da dieci,però ne uscivano al massimo uno o due alla volta,quando i due furono usciti dei ragazzi alzavano i fucili e uccidevano gli altri senza pietà. Diventai terrea,Pat iniziò a correre verso i ragazzi,trascinandomi dietro di lei,continuava a piangere,tentai di fermarla,perché se quelle persone venivano uccise così voleva dire che per loro non c’era speranza. Quando mi lasciò andare si aggrappò con tutta la sua forza alla maglia d uno dei ragazzi e urlò- Fermatevi!Vi prego,fermatevi!-li implorò,gli altri la guardavano pietosi,mi avvicinai e afferrandola la portai via. Ci fermammo vicino ad una tenda,in un punto in cui non si potevano vedere le esecuzioni,ma il rumore degli spari giungeva ugualmente fino a noi,si coprì le orecchie,io le sedetti accanto,incapace di fare di più. Quando finalmente il rumore degli sparì cessò di riempire l’aria tutti i sopravvissuti si radunarono al centro del Campo,su un piedistallo rialzato,c’era sicuramente l’uomo più anziano del Campo,dimostrava circa quarant’anni,una barba ispida gli circondava il volto. La città alle nostre spalle continuava a bruciare,creando un chiarore di un innaturale colore rosso,a quell’ora della notte,l’uomo tra le mani teneva un microfono prese fiato e incominciò- Voi siete i fortunati sopravvissuti del tragico evento accaduto questa notte, non sono qui per rassicuravi che la vostra vita sarà quella di prima. Già dopo aver saputo i risultati della Stima sapete di non poter essere più come prima,oggi la vostra vita è cambiata per sempre,sapete cosa si può celare nell’ombra,e non lo potrete dimenticarlo-si interruppe- Non solo le vostre vite sono cambiate,lo sono anche le vostre morti. Quando sarete al capolinea arriverà un membro dell’Organizzazione e vi sparerà un colpo dritto in testa,non vi addolcirò la pillola,perché la realtà è questa- qualcuno tra la folla scoppiò a piangere- Ora la domanda è: Volete andare avanti o fermavi dove siete?-chiese dopo una pausa,sono sicura che quell’uomo è l’incaricato per questo tipo di discorsi,la sua parlantina in fondo è sciolta,altrimenti deve aver ripetuto lo stesso discorso milioni di volte,fino ad impararlo a memoria. – Chi vuole è libero di unirsi all’Organizzazione,ch vuole può decidere di restare libero fino alla fine dei suoi giorni. A chi farà questa scelta verrà consegnata una lettera,quando il capolinea sarà vicino la spedirete all’indirizzo che vi è già scritto,scrivendovi solo il vostro nome,e verrà inviato un agente. Qual è la vostra scelta?-chiese in modo teatrale. Ci disse di creare due file,una a destra e una a sinistra, chi voleva unirsi all’Organizzazione doveva dirigersi a sinistra. Pat e io restammo un attimo immobili,le persone intorno a noi sceglievano decise una direzione,Pat strinse la mia mano e quando le file erano quasi del tutto formate mi chiese-Noi non ci uniremo all’Organizzazione,vero,Kat?- era quasi supplichevole,doveva aver capito,lasciai la sua mano e guardandola negli occhi,seria mi scusai-Mi dispiace,Pat-e la spinsi verso destra,mentre io andavo sicura alla fila sinistra. A sinistra c’erano al massimo dieci persone,tutti ragazzi,forse le ragazze avevano ricevuto tutte una Stima troppo bassa,o forse avevano paura,non che fosse affar mio. I dieci ragazzi mi guardavano tutti,non ce n’era alcuno che trovasse la mia presenza nella fila normale,uno di loro disse con cattiveria-Ragazzina,la destra è dall’altra parte- lo fissai furiosa,nel gruppo tutti erano più vecchi,alti e grossi di me,ma non avevo paura di loro. I nostri occhi non si lasciavano,gli avrei fatto abbassare lo sguardo,con un unico movimento del piede,senza neanche pensarci,feci alzare un bastone dal terreno e afferrandolo glielo puntai alla gola,tutto avvenne senza che nessuno se ne accorgesse,ero stata troppo veloce. Ironica gli dissi-Ah,già la destra è dall’altra parte, ma forse non sono io ad aver sbagliato,giusto?- lui deglutì e mi mostrò il dito medio,voltandomi le spalle si diresse verso la fila di destra. Lasciai andare il bastone,dopo la mia sceneggiata i ragazzi si erano ridotti a quattro,ma almeno questi non sembravano voler attaccar briga,sbuffai,quando mi resi conto che tutta la scena era avvenuta sotto gli occhi degli incaricati dell’Organizzazione che dovevano prendere i nostri nomi,fra di loro c’erano Stefan e Say,che se ne stava in disparte,al contrario di Stefan che mi esprimeva tutto il suo rimprovero Say mi guardava sorridente,quasi divertito. Era il mio turno,mi avvicinai al banco con la testa alta,i due agenti lì seduti mi sorrisero e,forse con l’intento di dissuadermi,mi chiesero-Quanto ti ha dato la Stima?- Io fiera risposi il mio venti,anche loro mi guardarono stupiti-Sei veramente sicura di ciò che fai?-chiesero ancora. -Non farei venuta qui se non fossi stata sicura di quello che facevo,non avrei ammazzato quello zombie se non ne fossi stata sicura-risposi io,a voce alta e ferma. I due si guardarono confusi,non sapevano che ero stata io a uccidere quello che chiamavano Zombie originale,in quel momento Say avvicinatosi senza che me ne accorgessi,mi appoggiò le mani sulle spalle e dichiarò- Questa notte non sono stato io ad uccidere lo Zombie originale,ma è stata questa piccolina. Ha talento,sarebbe un grande acquisto per l’Organizzazione. Sapete ha colpito lo Zombie proprio nell’occhio- abbassò la testa verso di me e sussurrò,in modo che gli altri non lo sentissero -Però teniamo nascosto il fatto che lo hai preso ad occhi chiusi- sorrise,non potei non restituirgli il sorriso,anche se avevamo passato al massimo qualche ora insieme e di lui non sapevo niente,mi fidavo. I due confabulavano fra loro,quando dissero-Va bene,dicci il tuo nome ragazzina,entrerai a far parte dell’Organizzazione- mi voltai a guardare Say,sorridendo,lui mi fece un cenno del capo e cominciò a incamminarsi. –Mi chiamo Kat- risposi ai due,che segnarono il mio nome su un foglio. –Entrerai come recluta,innanzitutto verrai allenata da un maestro,e solo quando questo ti riterrà pronta potrai partecipare alle missioni vere e proprie- annuii,nella mia mente avevo già in mente il candidato perfetto per essere il mio maestro,mi voltai e corsi verso di lui,gli afferrai il bordo della maglietta, Say si bloccò e mi guardò stupito. –Voglio che tu sia il mio maestro!-esclamai,facendolo sussultare,sicuramente anche a questa distanza gli agenti mi avevano sentito,Say restò un attimo sbigottito,poi mi accarezzò la testa e mi sorrise,quando sul suo viso si fece largo un’altra emozione,la tristezza … chissà per quale motivo … i due agenti si avvicinarono e con sguardo severo dissero- Say,tu conosci bene le regole,anche se questa bambina ha un talento straordinario,e tu sei il più in gamba dell’Organizzazione non puoi prenderla come allieva- Io non avevo intenzione di mollare,volevo Say come mio maestro,qualunque cosa dicessero,eppure sembrava che lui avesse già rinunciato,la sua mano scivolò via dalla mia testa e si chiuse in un silenzio carico di tristezza. A quel punto urlai- Non se ne parla proprio! Io sono l’allieva di Say! Ormai ho deciso che sarà lui il mio maestro,anche se voi dite così nulla servirà a farmi cambiare idea!- restarono in silenzio,stupiti dalla mia reazione-Poi avete detto che ho talento,giusto? Se è così non sarebbe meglio affidarmi al migliore? Rispondetemi!- i due risposero senza pensarci un attimo-Non si può,ormai a Say non è più concesso il diritto di allenare allievi- Vidi Say stingere i pugni per la rabbia,senza preavviso urlò- Maledizione! Questa ragazzina diventerà la mia allieva! Non mi importa di quelle stupide regole!- Restai a guardarlo a bocca aperta,mi afferrò la mano e mi portò via,poco lontano dal Campo,ci fermammo in un prato,mentre in lontananza le tende del Campo venivano smontate,Say si sedette e mi invitò a fare lo stesso. Quando fui seduta serio mi chiese-Sei proprio sicura di volere me-sottolineò molto la parola “me”-come maestro?- Io annuii sicura,lui sospirò e scompigliandosi i capelli si buttò a terra,distendendosi. Io attirai le ginocchia al corpo e gli chiesi-Maestro,perché non posso essere la tua allieva?- Say rise di gusto e chiese- Già mi chiami “maestro”,non è un po’ prematuro? Non si sa ancora se ti faranno diventare mia allieva- -Io sarò la sua allieva! Non si discute su questo!-risi anch’io e mi stesi accanto a lui,guardavamo il cielo,ormai mancava poco all’alba e le stelle andavano scomparendo,restammo in silenzio per un po’,la città ormai era completamente bruciata,mi voltai un attimo per guardarla,non provavo assolutamente niente,però Say fraintese e mi chiese-Ti senti triste,per aver perso tutto?- Io scossi la testa,forse non avevo veramente dei sentimenti,risposi-No,perché tanto la mia famiglia non c’è più,che senso avrebbe sentire la mancanza della città come oggetto materiale? Però mi rimangono sia Pat che i ricordi,quindi non penso di essere troppo triste- Il maestro si mise a sedere e prendendomi il volto tra le mani affermò-Non sei molto espressiva per essere una ragazzina di circa nove anni?- Io sbuffai e risposi-No,non sono mai stata molto brava a dimostrare le mie emozioni,Pat dice che io sono senza cuore,forse è vero-abbozzai un sorriso-E comunque ho otto anni-gli feci notare,lui rise e si scusò con me,scherzando tornammo al campo. Il maestro e io ci separammo,insieme a Pat venni caricata su un’auto che ci avrebbe trasportato verso la cittadina dove aveva sede l’Organizzazione,sulla nostra auto c’era anche Stefan,che mi guardava con rammarico,circa a metà viaggio mi chiese-Sei sicura della tua scelta? Anche se hai ricevuto il livello massimo di anni di vita nella Stima per le donne,non credo che tu debba essere l’allieva di Say- Stupita per aver saputo di aver avuto il massimo nella Stima mi limitai a restare in silenzio,lui continuò a chiamare il mio nome,così fui costretta a dirgli- Perché non dovrei essere sua allieva? Mi sembra di aver capito che lui sia il migliore,quindi non capisco perché vi opponiate tanto …- Stefan sussultò,poi con voce fioca rispose-Vedi,Kat … È perché … lasciamo stare- e questa sarebbe una risposta? No,non direi,che persone noiose che ho intorno. Il viaggio durò per altre cinque ore,senza pause. Finalmente le auto si fermarono e lentamente ci fecero scendere,ci trovavamo davanti a un maestoso edificio gotico,fatto completamente di pietra nera,con decorazioni bianche. I due agenti che avevano preso il mio nominativo iniziarono a chiamare le persone che non si erano unite all’Organizzazione,per assegnargli una casa,quando arrivò il turno di Pat lei si avvicinò dubbiosa,le avevano assegnato una casa senza altri abitanti,come potevano mandare una bambina di soli otto anni ad abitare da sola?,pensai. Il maestro diede voce al mio pensiero esclamando-Caspita! Mandate una bambina a vivere da sola! Certo che siete proprio dei grandi uomini!- i due tentarono di scusarsi -Ma è il posto che le hanno assegnato dalla Sede,non possiamo fare niente- il maestro sbuffò e disse-Io ho un’idea! Ho trovato con chi potrebbe stare!- Circa mezz’ora dopo eravamo nella casa della terza strada della “città vicino alle ombre”,il trenta per cento della popolazione era costituito dai membri dell’Organizzazione e dalle persone contagiate,in attesa dell’esecuzione. Il restante settanta per cento era costituito da persone che non sapevano neanche cosa fosse quel grande edificio nero in centro città. Eravamo in un salotto piccolo e accogliente,una giovane donna,molto appariscente,ci stava servendo della cioccolata calda,mentre per lei e Say aveva preparato del caffè. Chissà se anche lei è contagiata,pensai,mentre ingurgitavo la cioccolata,mi ero resa conto solo in quel momento di quanta fame avessi. Il maestro le disse-Queste due ragazzine sono sopravvissute all’attacco dello Zombie originale,quella che si sta “sbafando” tutti i biscotti che hai messo sul tavolo verrà all’Organizzazione- mi bloccai,capendo di sembrare una maleducata,ma la donna mi guardava sorridendo divertita,forse con un lampo di rammarico negli occhi dopo aver sentito che mi sarei unita all’Organizzazione- Volevo chiederti se potevi ospitare l’altra bambina- concluse Say. Iniziai a fissare la donna,in attesa di una risposta,lei ridendo esclamò- Certo che la ospiterò!- il maestro sorrise divertito e sussurrò- Sei sempre la stessa,Sayre- I loro nomi si somigliano,pensai, chissà che tipo di rapporto ha con il mio maestro … curiosa mi misi ad osservarla,cercando di non farmi notare . Era alta quasi quanto il maestro,la pelle chiara e il seno prosperoso,gli occhi di un grigio profondo,i capelli di un bel ramato,lunghi fino alla vita,con qualche ciocca colorata di un rosso più scuro. Sayre si accorse che l’osservavo,si voltò verso di me e rise,il canino destro era più sviluppato di quello sinistro. Quando mi resi conti che il maestro e quella donna si somigliavano, mentre parlavano mi davano una sensazione familiare … Ma certo! Sono fratello e sorella!,pensai. In quel momento il maestro si alzò e dirigendosi verso la porta chiese-Kat,vuoi per caso restare qui anche tu?- e sorrise,veloce scossi la testa e finendo di bere il cioccolato lo raggiunsi. Sayre ci raggiunse vicino alla porta e sempre sorridente disse-Qualche volta vieni a trovarmi,prima che … succeda … naturalmente anche la “signorina ingorda” può venire a trovare sua sorella quando vuole. Siate prudenti- ci augurò,mentre uscivamo dalla casa diretti alla Sede. Quando fummo dentro l’atrio mi resi conto di quanto era veramente immenso l’edificio,il maestro mi accompagnò fino ad una sala completamente bianca,lì c’era Stefan,ci fece entrare in attesa di un suo superiore. Sul muro c’era un cartello con scritto Sezione medica,quindi qui lavorano i dottori, riflettei,poco dopo giunse un giovane di circa vent’anni,che dopo aver indicato al maestro un’altra stanza mi disse di accomodarmi sul lettino al centro della sala. Indifferente feci quello che mi aveva detto,il giovane mi scoprì il braccio,quello dove ero stata morsa,e guardò attentamente la ferita. Era quasi rimarginata,sorrise compiaciuto e disse- È meglio che sia così la ferita-avvicinò al tavolo una serie di strumenti spaventosi e aggiunse- Per prima cosa userò l’anestetico,adesso non ci sono problemi ad usarlo,non vorrei farti soffrire più di quanto dovuto- forse aveva notato il mio terrore vedendo quegli strumenti. Deglutii e facendomi coraggio gli chiesi- Ma a cosa i devi fare?- Lui sorrise e mi rispose -Sulla ferita devo applicare un tatuaggio,che rappresenta lo stemma dell’Organizzazione- dicendo questo mi fece l’anestesia,per poi procedere all’operazione. Nonostante non sentissi dolore mi faceva ugualmente impressine,quindi mi voltai dall’altra parte, seduto su una sedia,guardandomi c’era il maestro,che sorridente mi incoraggiava,non potei che sorridere. Finalmente dopo quattro ore potei alzarmi,vidi il simbolo sulla mia spalla,ormai non potevo più tornare indietro. Il maestro mi disse-Benvenuta nell’Organizzazione- mentre camminavamo verso quella che sarebbe diventata la mia stanza,aprì la porta della camera 303,entrai dubbiosa,con il maestro al seguito. La stanza era infinitamente spoglia,c’era un letto con un cuscino e coperte grigie,un baule in cui mettere i miei vestiti,se ne avevo,ma che adesso conteneva solo l’uniforme e dei vestiti obbligatori dell’Organizzazione,una scrivania in legno con una libreria e una misera finestra,larga la metà delle normali finestre. Il maestro vide lo sconcerto sul mio volto e mi disse- Con il tempo riuscirai a renderla più bella,anche se quello che svolgiamo può chiamarsi “servizio per la comunità” uno stipendio al mese,anche se piuttosto piccolo,lo forniscono,e dato che non devi pagare né vitto né alloggio puoi usarlo per fare quello che vuoi- Mi voltai verso di lui e gli disse-Però per i primi tempi questa stanza sarà sicuramente spoglia,e poi non ho nulla che mi piace … non saprei come arredarla- -Certo che sei proprio una ragazzina senza espressioni,tu-mi disse ridendo,mi si avvicinò e mi accarezzò la testa-Vedrai che riuscirai a farla diventare la Tua stanza-si abbassò alla mia altezza,sempre sorridente- Sei anche fortunata,questa è solo la tua stanza,mentre le altre sono doppie,i “grandi capi”-scherzò- hanno deciso che per una ragazza come te ci fosse bisogno di una stanza singola- All’improvviso ci fece serio e disse- Kat,in futuro non dovrai essere attenta solo durante le missioni,ma anche quando sarai qui alla Sede,capito? Sei l’unica donna in tutta l’Organizzazione e io non ci sarò per sempre a proteggerti-annuii,e lui mi sorrise,andandosene. Nei mesi successivi il maestro tentò di convincere i suoi superiori ad affidarmi a lui come allieva,nel frattempo io venivo allenata insieme ad altri bambini. Quando era libero passava sempre a trovarmi,nonostante le continue missioni ritagliava sempre del tempo da passare con me,piano piano iniziai a considerarlo come mio padre. Un’idea sciocca lo so,ma era così che lo consideravo. Il giorno del mio nono compleanno portò la bella notizia che avevano dato il permesso per farmi diventare sua allieva,e così da quel giorno d’estate iniziammo ufficialmente ad allenarci. E così un anno passò,due mesi dopo aver compiuto dieci anni il mio allenamento stava per giungere al termine,il maestro però non sembrava star troppo bene,e ogni giorno si faceva più malinconico. Un giorno gli dissi che mi piacevano i suoi capelli,lui si arrabbiò moltissimo,e mi urlò che quei capelli non mi dovevano piacere,più tardi capii il perché … un giorno mi svegliai e sulla frangia si faceva largo una ciocca bianca,i capelli sbiadivano con l’andare del tempo,fino a diventare completamente bianchi,quello era il capolinea. Ero nella stanza con il maestro quando improvvisamente entrarono dei membri dell’Organizzazione che non avevo mai visto, immobilizzarono il maestro a terra,io venni spinta in un angolo. Lui urlò- Vi prego,aspettate!Non davanti a lei vi scongiuro!- quegli uomini avevano il volto neutro,senza sentimenti,due di loro mi afferrarono per le spalle e mi portarono davanti al maestro,era la loro vendetta speciale,perché lui aveva “disobbedito” alle regole prendendomi come allieva. I superiori lo odiavano,e forse di conseguenza odiavano anche me. –No!Portate via Kat!-l’urlo del mio maestro,l’urlo dell’uomo che amavo come un padre si spense quando la pallottola gli attraversò il cranio. In quel momento il mio cuore si chiuse del tutto. L’urlo di dolore che uscì dai miei polmoni con tutta la sua forza fu l’ultima emozione che mostrai .

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La sveglia suonava gagliarda,dando l’inizio ad una nuova giornata,avessi avuto modo di spegnerla, no,non potevo. Era la sveglia che ogni giorno alla stessa ora svegliava tutti i membri dell’Organizzazione. Mi dissi di dovermi alzare in ogni caso,la colazione sarebbe stata servita a breve. Mi alzai dal letto,fuori dalla finestra si vedevano cadere fiocchi di neve,ecco perché faceva così freddo. Avevo indosso il pigiama più pesante che avessi e nonostante questo sentivo ancora freddo,mi avvicinai allo specchio e guardai la mia immagine riflessa,prevedibile,se non di più,due occhiaie pronunciate mi erano comparse sul viso. Tutta colpa dei soliti incubi,pensai. Lentamente iniziai a togliermi il pigiama,quando rimasi solo in biancheria mi avvicinai al baule,ancora lo stesso fin dal giorno in cui avevo visto la mia stanza,la numero 303. Scalciai via il pigiama rimasto a terra e afferrai l’uniforme,non sapevo ancora se ci sarebbe stata una Resurrezione,quindi optai per dei vestiti normali. Non che da quel giorno di dieci anni fa i miei vestiti fossero tanto cambiati,ne avevo comprato alcuni,ma nessuno esprimeva granché il carattere della persona che lo indossava, nero, viola, grigio, tutti completi uguali,per l’inverno una maglia a collo alto,pantaloni lunghi e pesanti,e un unico giaccone nero lungo fino a metà polpaccio. Gli abiti per le altre stagioni erano conservati in una busta sul fondo del baule. Quando ebbi finito mi guardai intorno,dalla morte del maestro,otto anni prima non ero riuscita a personalizzare la mia stanza per farla diventare veramente la Mia stanza,ma non m’importava,ormai non m’importava più di nulla. Andai di nuovo davanti allo specchio e raccolsi i capelli alla belle e meglio in una coda alta,mi soffermai di nuovo a guardarmi, i lunghi capelli neri scendevano fino ai fianchi,quando erano sciolti,striati da almeno una decina di ciocche bianche,il mio occhio sinistro aveva perso la vista quasi sei mesi prima e ora sembrava offuscato,sospirai dirigendomi verso la porta. Che scocciatura,pensai seccata,ogni giorno allo specchio osservavo i capelli per vedere l’avanzare delle ciocche bianche,non che sbiadissero così in fretta certo,ma ormai era diventata un’abitudine. Aprii la porta,quando ricordai,mi voltai verso la scrivania,tre foto l’adornavano,nella prima Pat e io ci tenevamo per mano sorridenti,sullo sfondo c’era la nostra famiglia,ancora salva,non so come il maestro era riuscito a prenderla prima del grande incendio,e io per pura rabbia avevo cancellato il volto di mio padre con un pennarello indelebile,per poi piangerci sopra per giorni. La seconda raffigurava me,il maestro,Pat e Sayre, quando i due fratelli ci avevano portato al parco dei divertimenti per una giornata,e l’ultima che raffigurava Pat e me qualche mese prima,Pat sorrideva radiosa,ma io non avevo neppure l’ombra del sorriso sulle labbra. Era il mio angolo preferito della stanza. Rimasi a fissarlo per un attimo e uscii. I corridoi erano affollati come al solito a quell’ora,per arrivare nella grande sala dove ci venivano serviti i pasti dovevi superare una ressa di uomini violenta come una squadra di rugby,in fondo erano veramente tutti ancora bambini. Quando finalmente arrivai la sala ammutolì all’istante,come accadeva ogni mattina,pochi secondi dopo il chiacchiericcio ricominciò immutato. Imperturbabile mi diressi verso la fila di chi ancora doveva prendere la propria colazione,davanti a me c’era uno degli uomini più grossi di tutta l’Organizzazione,lo conoscevo di vista,ma non ci avevo mai parlato direttamente,forse la cosa più giusta da chiedersi era con quante persone realmente parlavo. Non molte,a dirla tutta. In verità nessuna. La fila procedeva rapida,mi avvicinavo sempre di più alla cucina,c’era un buon odore,quando fu il mio turno l’addetto alla cucina sussultò e sorridente mi chiese-Vuoi il solito,Kat?- Io annuii,immediatamente prese un vassoio e vi mise sopra una tazza di cioccolato caldo fumante,una di caffè,ampiamente zuccherato,e un croissant. La mia colazione di tutti i giorni,l’afferrai e feci qualche passò quando venni inondata dalla colazione della persona dietro di me. Mi voltai infuriata,ma come al solito non riuscivo a esprimere le miei emozioni,il mio volto restò la solita maschera neutrale. Il tipo che mi aveva fatto la doccia con il suo latte macchiato era un ragazzo di circa venti anni,era alto e magrissimo,i capelli e gli occhi scialbi,difficili da ricordare. Doveva far parte della Sezione D’eliminazione,quella che si occupava di eliminare le persone contagiate e che cancellava tutte le prove. Li odiavo. Il ragazzo mi venne incontro e con sguardo lascivo mi chiese scusa,come se fosse veramente dispiaciuto, offrendosi di accompagnarmi in camera mi afferrò la spalla. Fulminea gli afferrai il polso e glielo torsi,mentre lui si afferrava il polso urlando di dolore,lo presi per la spalla e mi misi alle sue spalle. Gli dieci un calcio sulla schiena facendolo crollare a terra. Impaurito si voltò verso di me,e sussurrò- Scusami!-e corse via a gambe levate, gli altri membri dell’organizzazione avevano assistito a tutta la scena,durata si e no sei secondi,alcuni sospirarono seccati,mentre altri ridacchiarono divertiti. Afferrai la mia colazione,che avevo appoggiato su un tavolo e la finii in pochi minuti per poi andarmi a cambiare in camera. Ero davanti all’Ufficio amministrativo in cui ci venivano assegnate le missioni,per dire che quel giorno sarei andata a trovare mia sorella. Entrai a passo sicuro per andare a sbattere contro la schiena di un ragazzo,gli diedi una botta molto forte. Che male,pensai massaggiandomi la fronte. Il ragazzo stupito si voltò verso di me,in mano teneva quello che doveva essere stato il rapporto di una missione,ormai tutto stropicciato. Lo guardai preoccupata,forse a causa della mia capocciata gliel’avevo fatto rovinare. Alzai lo sguardo sul suo volto,non era molto più alto di me,al massimo una quindicina di centimetri. Ah,è lui,mi dissi,quando mi resi conto di avere le labbra socchiuse. Il ragazzo mi osservava stupito,sorrise e mi chiese-Sei qui per consegnare un rapporto,Kat?- Io non risposi,ero concentrata ad osservarlo,senza motivo. Aveva la pelle chiara,i capelli non troppo lunghi ribelli,solcati da qualche ciocca bianca,di un marrone che è troppo difficile da ricordare, in fondo i capelli marroni sono molto diffusi,mi spiegò il mio cervello. Ma quello che veramente ti colpiva del suo viso erano i suoi occhi,di un bel colore azzurro,così raro da queste parti. Quando mi riscossi dai miei pensieri, sorridente mi chiese-Allora?- mentre mi dirigevo verso il segretario gli risposi- Sono qui solo per avvertire che vado a trovare mia sorella- pronunciai veramente molte parole,strano,però penso fosse naturale,lui è colui che ho salvato. Afferrai il modulo e mi apprestai ad uscire,sulla soglia mi voltai, il ragazzo mi stava ancora guardando,il volto completamente rosso. Per un attimo sgranai gli occhi per poi mostrare di nuovo la mia maschera neutra, leggermente confusa uscii dalla Sede,appena svoltato l’angolo mi misi a correre verso la casa di mia sorella. Arrivai in meno di cinque minuti,neanche un po’ affaticata suonai il campanello,poco dopo Pat giunse per aprirmi, aveva l’aria assonnata,in fondo erano solo le otto di mattina,quando si rese conto di chi fossi mi sorrise radiosa ed esclamò- Kat,sei tu! Benvenuta,entra pure!- e mi fece spazio per passare,entrai e mi diressi spedita verso il salotto buttandomi sul divano di peso. Pat mi raggiunse poco dopo,portava ancora la camicia da notte,un indumento che mai io avrei indossato, al mio contrario aveva l’aria fresca e riposata,nonostante i capelli in disordine le dessero l’aria da leone selvaggio. –Kat,vado a mettermi qualcosa di rispettabile,aspetta qui,ok?- mi chiese,io annuii. Praticamente affondata nel morbido divano mi misi a riflettere. Questo è il decimo anno, sussurrò la mia mente,malvagia,subito scacciai quel pensiero,non dovevo … anzi non volevo pensarci … L’occhio destro di Pat era cieco ormai da cinque anni e i capelli erano quasi completamente bianchi, quel candore sembrava quasi donarle,la rendeva come evanescente,sembrava quasi un angelo. Dalla sua camera giungevano rumori confusi. Sicuramente sta rovistando nell’armadio per trovare qualcosa da mettere,pensai divertita,mi guardai intorno la stanza era in ordine perfetto,non c’era nulla fuoriposto,situazione completamente diversa dalla mia stanza. La cosa che si notava di più era il vestito vittoriano rosso che Pat teneva su un manichino. Curiosa mi avvicinai,era un vestito veramente ben fatto. La stoffa rossa era morbida e lucente. Il collo alto era di colore rosso più scuro, il corpetto dello stesso colore era ricamato con pizzi complicati,le maniche lunghe fino a terra si chiudevano sul gomito,per poi continuare ancora più vaporose,tre lacci color porpora scendevano su ogni manica,unendosi dietro il vestito. Però la gonna ancora non era finita … all’improvviso capii che quel vestito era stato cucito interamente da mia sorella,in fondo era sempre stata brava in queste cose. Il telefono incominciò a squillare interrompendo il mio flusso di pensieri, non sapevo che fare,mi avvicinai alla cornetta,incerta se rispondere o no,quando dall’altra stanza Pat mi urlò -Kat,vuoi deciderti o no a rispondere?! Sbrigati,altrimenti chiuderanno la chiamata!- Sobbalzai,in fondo era difficile far arrabbiare Pat,così alzai la cornetta-Pronto?-chiesi, una voce femminile mi rispose all’istante -Pat,sono Sayre,volevo svegliarti,ricordi che questa sera devi venire a cena da noi?- Tirai un sospiro di sollievo era Sayre … -Pat.ci sei?-chiese confusa. -Sayre,sono Kat. Pat sta cercando di vestirsi nella sua stanza-risposi,dall’altro capo della cornetta sentii la donna ridere di gusto-Scusa,scusa!Non avevo capito che fossi tu,Kat!- Calma le dissi di calmarsi che non c’era nessun problema,almeno così avrebbe continuato il discorso. Le chiesi- Come sta il piccolo Say?-Say era il figlio di Sayre,il piccolo aveva il nome di suo zio,che purtroppo non era stato in grado di conoscere,aveva quattro anni circa,ed era un bambino effervescente,non stava un attimo fermo. -Tutto bene-rispose lei-Adesso sta dormendo come un ghiro,altrimenti lo sentiresti di sicuro urlare. Invece tu come stai? - sospirai,era entrata in modalità curiosità,impossibile fermarla. –Io sto bene- -Ti è successo qualcosa di interessante,vero? La tua voce mi sembra divertita!-esclamò,confusa mi chiesi cosa aveva di strano la mia voce,avevo parlato con il solito tono. Scossi la testa,senza nessun motivo,non poteva vedermi,allora dandomi della stupida risposi-No,come al solito non è successo niente- Sentii Sayre sospirare stanca,questo fece si che mi sentissi in colpa,sapevo estremamente bene che lei si rammaricava per me,sapendo che ero a mia volta nell’Organizzazione che le aveva portato via un fratello,sapevo che si preoccupava per me da quel giorno … forse se io Pat le avessimo chiesto di adottarci l’avrebbe fatto,in fondo molte volte l’aveva dimostrato,facendoci sentire di meno il bisogno di una madre. –Kat,promettimi che non resterai così per sempre. Esprimi i tuoi sentimenti,divertiti. Finché il tempo è dalla tua parte vivi la tua vita … ti prego non restare nell’Organizzazione …- Noia. La prima parola che mi venne alla mente. Quel discorso ormai l’avevamo affrontato milioni di volte. –No,Sayre lo sai che non lo farò mai. Te l’ho già detto. Ciao-e abbassai la cornetta, ignorando le proteste della donna. In quel momento dalla camera da letto fece capolino Pat,che sorridente mi chiese-Chi era al telefono?- -Sayre,ha detto di ricordarti che questa sera devi andare a cena a casa sua -risposi,dirigendomi decisa verso il divano,nuovamente sprofondai tra i suoi cuscini. Pat completamente vestita uscì dalla stanza e sorridente mi chiese-Kat,hai già mangiato? Altrimenti ti preparo qualcosa-mentre si dirigeva verso la piccola e accogliente cucina. Scossi la testa e le risposi -Purtroppo ho già mangiato,ma tu fai con calma- Pat mi sorrise e cominciò a prepararsi la colazione,ormai viveva in quella casa da tre anni. Preparò un caffè e prese un fagottino al cioccolato da un ripiano sopra i fornelli. Mangiò con calma,come le avevo detto,e quando ebbe finito mi si avvicinò e mi chiese-Allora,quale buon vento ti porta?- -Non mi ha portato qui il vento. Di certo deve aver qualcosa di meglio da fare che portarmi qui come se fossi una principessa- scherzai io,Pat scoppiò a ridere,quindi esclamò -Kat,oh Kat,se solo esprimessi le tue emozioni avresti frotte di ammiratori- -Non mi interessano queste cose,lo sai bene. E poi …-dissi,interiormente ero veramente triste- Non riesco proprio a mostrare le mie emozioni,non ricordo come si fa …- Pat però parve cogliere il mio stato d’animo,mostrando degli occhi tristi si avvicinò,mi si sedette accanto e afferrandomi le mani mi disse-Kat … scusami …- Aveva gli occhi lucidi- Hai avuto di nuovo gli incubi?- mi voltai dall’altra parte,odiavo quando faceva quella faccia,odiavo quando le persone provavano pietà per me. Però annuii. La stretta di Pat si fece ancora più solida,pronunciò il mio nome,facendomi voltare verso di sé. Mi guardava dritta negli occhi- Cos’hai sognato questa volta? Parlarne dovrebbe aiutarti a calmarti- Restai per un attimo in silenzio-Ho sognato sempre la stessa cosa,non so cosa significa- sussurrai. -Di nuovo?-sussurrò Pat,incredula. Annuii. Si,sempre lo stesso sogno ogni notte. La figura nera di una ragazza che non conosco,accanto a una cadavere. Non riesco a vedere completamente il suo viso,l’unica cosa chiara sono i suoi occhi da gatto che risplendono nell’oscurità. Pat divenne terrea,non le avevo mai parlato dei miei incubi,mi ero sempre rifiutata,temevo di spaventarla. Anche questa volta mi sarei dovuta rifiutare,invece non ce l’ho fatta e le ho raccontato i miei incubi. Sgranai gli occhi per la mia idiozia,che nervi,non dovevo farlo … mi morsi il labbro e le dissi-Pat,è solo un sogno,quindi non preoccuparti- Lei prese fiato,solo allora mi resi conto che era restata in apnea per qualche secondo,la sua presa sulle mie mani venne meno e con un filo di voce mi chiese -Kat,non pensi che questi incubi siano causati dalla tua permanenza in quel luogo?- Perché tutti pensano questo?,mi chiesi. Subito dopo scossi la testa,e le risposi-Certo che no. L’Organizzazione è un luogo abbastanza piacevole- Se si ignorano i tipi che ti fanno la doccia con la colazione,aggiunsi nella mia testa. Pat mi guardò stupita,poi curiosamente interessata mi chiese- Kat,ti è forse successo qualcosa? Mi sembri allegra,non è da te parlare così tanto- mi feci indietro,la stessa domanda di Sayre … non credo di essere “Veramente” felice, magari un po’ curiosa … lo sguardo di Pat mi disse che aspettava una risposta,abbassai lo sguardo e dissi- Ho incontrato quel ragazzo …- sapevo che avrebbe capito,in fondo avevo raccontato solo a lei cos’era successo quel giorno. -Ragazzo?-fece stupita Pat-Eric?- annuii e le risposi-Si,mi pare che sia quello il suo nome. Anche se non ne sono sicura- Pat rise ed esclamò-Kat,sei proprio senza cuore!- si stese sul divano supina,e guardandomi chiese-Allora questo ragazzo ti interessa? Sarebbe il momento giusto,in fondo non ti è mai piaciuto nessuno- incrociò le ditta e alzando le gambe si sgranchì le ossa. Riflettei su quello che aveva detto per un poco,un poco dal mio punto di vista sono cinque minuti pieni,tanto che Pat dovette riscuotermi dai miei pensieri,allarmata. –No,non mi piace. Mi incuriosisce,penso … sarà perché è il mio completo opposto …- risposi io alzandomi,Pat mi osservava con gli occhi sgranati. Avvicinandomi alla porta la salutai,per poi uscire dalla casa e tornare alla Sede.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Lentamente incominciai a salire le scali della Sede,già troppo stanca,nonostante la giornata fosse appena iniziata … Insomma! Non erano nemmeno le dieci e mi sentivo come se fossero passate ore e ore dalla sveglia!! Sospirai seccata,ed entrai nell’atrio,come al solito era quasi vuoto,solo qualcuno bighellonava qua e là. Decisa mi diressi verso il corridoio che portava alla mia stanza,quando vidi una zazzera di capelli verdi solcati da ciocche bianche che mi passò accanto. Mi voltai,era raro vederlo da quelle parti. Gli corsi dietro,senza pensarci due volte,le mie emozioni a volta facevano capolino dal profondo del mo cuore di pietra,direi. Afferrai la sua maglietta,facendolo voltare verso di me. Stefan. Finalmente era tornato. L’unica persona con cui mi sentivo legata,colui che consideravo il mio migliore amico. Peccato,però che lui non la pensasse nello stesso modo. Quando mi vide scacciò subito la mia mano,e guardandomi freddo mi chiese-Cosa vuoi? Hai qualcosa da dirmi?- La mia espressione restò neutrale,anche se la mia anima Soffriva,io non volevo che si arrabbiasse,da quando avevano eliminato il Maestro lui è sempre stato così. Eppure io credevo fossimo amici,se n’è andato quando avevo più bisogno di lui,però nonostante tutto gli volevo ancora bene,abbassai lo sguardo e sussurrai-Volevo solo salutarti … scusami se ti ho disturbato- Alzai per un attimo lo sguardo,per osservare bene il mio amico,era cresciuto tantissimo,almeno una ventina di centimetri,i capelli verdi ero brillanti e le ciocche bianche,non più così rade come quando l’avevo conosciuto,facevano sembrare la sua testa un prato innevato. Gli occhi,di cui il sinistro cieco,mi guardavano con astio. –Se non hai nulla da dirmi,allora non chiamarmi direttamente, ricordati che noi non siamo amici- Sussultai. Il colpo finale. Mi misi a fissare ostinata il terreno,dentro di me c’erano due sentimenti contrapposti,tristezza e rabbia. In quel momento qualcuno mi afferrò spingendomi dietro la sua schiena,con fare protettivo e urlò a Stefan-Ti pare forse il modo di trattarla!?- urlò il ragazzo. Stefan sbuffò e rispose -Perché come dovrei trattarla è forse un tuo affare,ragazzino?-afferrò per il colletto della camicia il ragazzo,non volevo guardare niente e nessuno in quel momento,così restai a guardarmi i piedi. Il ragazzo ribatté,con il fiato corto-Non credo che sia tuo diritto trattarla in questo modo! Inoltre non mi importa che sei più vecchio di me,se fai queste cose sei un immaturo!- In quel momento Stefan lo lasciò andare,facendolo cadere a terra,il ragazzo gemette di dolore. –Hai solo diciassette anni ragazzino,non montarti la testa- e se ne andò svelto. -Ahi … ahi … - si lamentò il ragazzo,massaggiandosi ola testa-Ho fatto una magra figura- si alzò e venne verso di me,toccandomi delicatamente il braccio mi chiese con gentilezza-Stai bene?- Alzai lo sguardo,trattenni il fiato per lo stupore,era Eric … Mi guardava preoccupato,mi osservò bene e tirando un sospiro di sollievo mi sorrise,dicendo-Per fortuna non ti ha fatto nulla di grave, pensavo ti avesse picchiato. Che bello non ti è successo niente- restai in silenzio fissandolo,lui d’altronde non si aspettava una risposta,continuava a parlare,sempre sorridente. Sotto l’occhio gli si andava formando un livido,sicuramente mentre non stavo guardando Stefan gli aveva dato un pugno. Impertinente avvicinai la mano al suo viso e toccai il punto in cui si andava formando il livido. Lui sussultò stupito. Guardai in basso e sussurrai-Scusami- un’unica parola,che valeva come cento. Eric sgranò gli occhi,ma mi sorrise ed esclamò-Tranquilla- abbassò un attimo lo sguardo e rabbuiandosi un attimo mi chiese-Senti ma quel tipo,Stefan,chi è?- -Stefan è Stefan -risposi io semplicemente,Eric scosse l testa e disse-Non intendevo questo!-Mi afferrò la mano e la strinse tra le sue,continuava a guardarmi negli occhi senza distogliere lo sguardo,le guance con una lieve sfumatura rossa-Io …- sussurrò,ma venne interrotto dalla sirena d’allarme. Continuava a suonare,segno che c’era stata una Resurrezione ,e noi della Sezione d’assalto e della Sezione medica venivamo chiamati a raccolta. Mi alzai velocemente. Eric mi seguì a ruota,imprecò fra i denti. Ma lo ignorai,dirigendomi decisa verso la mia stanza per mettere l’uniforme,Eric a poche camere di distanza mi disse-Buona fortuna- -Buona fortuna anche a te-sussurrai entrando nella stanza,il mio augurio era quasi inutile, lui non correva troppi pericoli,ero io quella in prima linea,lui non doveva fare altro che accompagnare uno dei Team medici come scorta. Sicuramente questo non doveva renderlo troppo orgoglioso, avevo sentito dire che nonostante avesse talento non era stato accettato per via dei troppi membri. Ultimamente però i membri sono diminuiti,pensai mentre la camicia passava la testa, verrà trasferito presto,non possono perdere un elemento come lui … Con gesti meccanici finii di indossare l’uniforme,presi la cintura,che avrebbe contenuto le mie due pistole e i proiettili di scorta,la misi immediatamente e uscii di corsa. Nell’atrio adesso c’era molta più gente,quel giorno era un caso speciale,era solo mattina,eppure c’era già stata una Resurrezione, di solito ce n’erano di notte. Mi avvicinai all’armeria e superando tutti gli altri presi le mie due pistole,una nera e una argento,feci il carico di proiettili e decisa andai sull’auto che mi avrebbe condotto alla città infestata. Non era il caso di esitare,in fondo come lo era stato il mio Maestro anni prima io ero la migliore dell’organizzazione. Una dei cinque Team della Sezione d’assalto speciale,che si occupavano degli zombie originali,io ero il membro assegnata a questa zona,gli altri quattro erano in diverse Sedi all’estero,tutti gli altri lavoravano in coppia,io ero l’unica che aveva rifiutato un compagno,non che m’importasse. Lavoravo meglio da sola.

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