Il Professor Layton e la civiltà perduta di Samurai Riku (/viewuser.php?uid=164658)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
«Caro Professor Layton,
spero che questa lettera non le arrivi con eccessivo ritardo.
Le scrivo dal sito archeologico che mi tiene occupato da più di un anno ormai;
purtroppo non stiamo ottenendo molta fortuna, ma credo di essere arrivato finalmente vicino ad un’importante svolta.
Avrei bisogno del suo aiuto e di qualche consiglio, come esperto, si intende.
Spero di vederla presto,
cordialmente
Dr. Jerome Starling.»
Come sempre, tutto iniziò con una lettera…
-Yaawn…!!- Luke sbadigliò talmente forte che gli salirono le lacrime.
-Avrei dovuto preparare del caffè al posto del tè.-
-Sto bene, sto bene! Devo solo riprendermi, Professore.- alzò le braccia stiracchiandosi
-Spero solo che il treno non tardi.-
Quella mattina il Professor Layton aveva parcheggiato l’adorata automobile nei pressi della stazione centrale di Londra, e si era diretto con il piccolo assistente Luke Triton al binario sedici, ad attendere l’arrivo del l‘espresso delle 9.35.
In quella giornata d’estate le vie della capitalo britannica erano sature di colori e profumi, in netto contrasto con il solito e monotono clima nebbioso e umido che tanto caratterizza la città.
-Mi dica una cosa, Professore… che tipo è sua nipote?- domandò il bambino, volgendo lo sguardo al suo mentore.
-Tracey è una ragazza sveglia, perspicace, e… vivace! Ci scriviamo spesso, e sono anni ormai che ogni estate viene a stare da me per le vacanze; è una vera fortuna che io sia rientrato da poco dal mio viaggio in Egitto, o quest’anno non avrei potuto ospitarla. Un vero peccato che Emmy sia fuori città, sono certo che andrebbero molto d’accordo.-
Il treno entrò in stazione rallentando, stridendo sulle rotaie e sbuffando come un vecchio viaggiatore stanco e sollevato di aver finalmente fatto ritorno a casa.
C’era chi scendeva, chi saliva, amici e parenti che si incontravano, lavoratori troppo indaffarati per badare alla bellezza della giornata e a tutto ciò che la cada luce del sole portava con sé.
Un’allegra e giovane voce femminile si alzò sopra il generale brusio, arrivando dritta alle orecchie del Professore e dell’allievo -Zio Hershel!!-
Una ragazza di circa sedici anni si avvicinò ai due, agitando un braccio in segno di saluto e trascinando una grande valigia con l’altra mano. I profondi occhi neri si accesero in un sorriso appena avvistarono l’uomo, e accelerò il passo evitando ostacoli di bagagli ingombranti e persone.
-Ciao Tracey.- la salutò Layton, portando una mano alla tesa della tuba.
Lei lo abbracciò di getto, visibilmente felice come non mai.
-Hai fatto buon viaggio?- si premurò lo zio.
-Certamente! È andato tutto bene!!-
Luke rimase per un po’ in silenzio ad osservarla, giusto per farsi un’idea di che tipo era la nipote del Professore. In quei pochi secondi gli parve proprio che la breve descrizione fatta da Layton calzasse a pennello; il berretto simile al suo, ma nero, con un piccolo fiocchetto su un lato, assieme alla camicia bianca, la giacca color granata, i comodi pantaloni dello stesso colore e la borsa a tracolla marrone le davano un’aria arguta e pratica, come se fosse sempre pronta all’azione, in più il volto rotondo, i grandi occhi scuri e i capelli castani non troppo lunghi, raccolti in due codini la facevano apparire simpatica agli occhi del bambino, e be’… vivace era vivace!
La ragazza si volse verso Luke, rivolgendogli un grande sorriso -Tu sei Luke, vero? L’apprendista di zio Hershel!!-
-Ah, sì, sono io!!- imitò il gesto del Professore, tenendo la visiera del berretto azzurro, presentandosi -Luke Triton, piacere!-
-Tracey Layton!-
Hershel Layton sorrise. Sempre la stessa allegra Tracey, portata a Londra dall’estate, anche se sembrava che con il suo sorriso e inguaribile buon umore fosse l’estate ad essere portata in città da lei.
-Lascia che porti la tua valigia fino alla macchina, Tracey.-
-C’è ancora quel macinino?- commentò, ma appena avvertì lo sguardo di disapprovazione dello zio corse subito ai ripari -… cioè, quella splendida auto d’epoca!- sorrise nervosamente.
-Sì, c’è ancora.-
Luke rise divertito -Aspetti Professore, lasci fare a me!- si offrì da bravo piccolo gentleman prendendo il bagaglio della ragazza -Un vero gentiluomo deve sempre aiutare una fan.. ciul… la…!! Si sforzò con tutto se stesso, ma riuscì a mala pena a sollevare la valigia -Aaaah… ma ti sei portata dietro la casa?!-
-Ahahaha!-
Layton prese la valigia -Ti rifarai più tardi, Luke.- gli sorrise.
-Uff…-
-Non crucciarti, piccolo gentleman!- Tracey gli rivolse un sorriso, strizzando l’occhio
-Andiamo!-
-Sì!- ci voleva ben altro per abbattere Luke.
Il Professore sistemò la valigia nel bagagliaio dell’automobile, salì al posto di guida, seguito da Luke, che occupò il posto accanto, e Tracey, che si sistemò dietro. Mise in moto e partì diretto verso casa.
-Non avete proprio una bella cera.- disse Tracey.
-Abbiamo fatto le ore piccole!- rispose Luke -Siamo stati tutta notte in Università a sistemare l’ufficio del Professore!-
-Ah, e vi è bastata una sola notte?- scherzò la ragazza, conoscendo bene il disordine dello zio.
-Eheheh, serviva proprio una pulita! I suoi archivi erano tutti sottosopra, Professore!- disse l’apprendista, con un tono quasi di rimprovero nei confronti del suo mentore.
-Hai ragione, Luke.-
-Sì, l’ordine non è mai stato un punto forte dei Layton.- Tracey incrociò le braccia al petto, chiudendo gli occhi con aria soddisfatta -Allora una volta a casa vi preparo una buona tazza di tè!-
Layton la guardò attraverso lo specchietto retrovisore -Sei… sicura, Tracey?-
Luke non capiva l’apparente incertezza nel suo tono di voce.
-Non devi preoccuparti zio Hershel, sono migliorata!-
-… c’è qualche problema con il tè, Professore?-
-Oh, be’…- Layton non era certo il tipo che metteva in difficoltà una fanciulla, ma conosceva fin troppo bene la straordinaria incapacità della nipote di preparare un tè decente.
-Ho un rapporto complicato con la bevanda nazionale, Luke.- ammise Tracey, annuendo ripetutamente. Almeno ne era cosciente -Ma ora ho questa!!- dal taschino della giacca estrasse una piccola agendina, morandola tutta orgogliosa.
-Cos’è?-
L’aprì arrivando a due pagine scritte fitte, fitte -Le ricette per fare un ottimo tè! Con questo non posso sbagliare!-
Layton sospirò -Speriamo bene…-
Il Professore parcheggiò davanti casa, meravigliandosi di fronte ad un tale fermento di volanti della polizia a sirene spiegate.
Luke scese dall’auto, guardandosi attorno confuso -Ma cosa…?-
Tracey lo seguì -Cosa succede, zio?-
Layton spostò lo sguardo dalle volanti all’ingresso della propria abitazione -Non capisco…-
Appena varcarono la soglia vennero accolti dall’irruento ispettore Grosky -Finalmente è
tornato, Professor Layton!-
-Buongiorno ispettore. Potrei saper cosa sta succedendo in casa mia?- nonostante l’assurdità della situazione Hershel Layton non perse la calma e le buone maniere.
Tracey osservò con attenzione l’ispettore di polizia, rispondente al nome di Grosky; nel complesso appariva buffo, con quella capigliatura improponibile e la giacca tirata dal torace muscoloso, ma una particolare luce nei piccoli occhi le diceva che sapeva perfettamente come svolgere il proprio lavoro al meglio. Era il bagliore della verità.
-Glielo spiego subito.- rispose l’ispettore, facendo cenno a Layton di seguirlo, alzando poi un palmo in direzione di Luke e Tracey, come monito -Aspettate qui, ragazzi.-
I due si scambiarono uno sguardo confuso e preoccupato.
Grosky lo portò all’ingresso dello studio, indicando con un ampio movimento del braccio la stanza messa a soqquadro popolata di agenti in uniforme alla ricerca di prove e indizi -Succede questo, Professor Layton. Una cosa chiama omicidio.-
-… cosa?-
Ai piedi della scrivania, vicino alla sedia ribaltata, stava steso a terra il corpo di un uomo, immobile, inerte, gli occhi chiusi in un sonno perenne. Il gilet viola che indossava sopra la camicia era leggermene strappato, e un paio di bottoni erano saltati via, il pantaloni presentavano evidenti segni di colluttazione con i mobili, e gli occhialetti da vista le cui bacchette si perdevano tra i folti capelli ricci castano chiaro erano storti sul naso, rotti.
Luke e Tracey si erano avvicinanti di soppiatto, incuriositi dalla situazione, ma appena videro ciò che si celava in quella stanza indietreggiarono, e la ragazza strinse a sé il bambino, impedendogli di guardare.
Mentre degli agenti coprirono il corpo, assicurandolo su una barella, l’ispettore Grosky prese un taccuino, rivolgendosi al Professore -Si chiamava Starling, Dottor Jerome Starling. Le dice nulla, Professore?-
Layton si spostò verso la cucina, allontanando la nipote e l’allievo -Era… un archeologo, come me.-
-Lo conosceva?- Luke rivolse lo sguardo al mentore.
Annuì -Fu lui a contattarmi il mese scorso, mi chiese di raggiungerlo in un sito archeologico in Egitto.-
Il bambino parve rifletterci sopra -… da cui è tornate due settimane fa.-
-Esatto.-
Grosky appuntò qualche nota -Ieri dove si trovava?-
-In Università.-
-È un interrogatorio?!- inveì subito la ragazza.
Il Professore la calmò, posando una mano sulla sua spalla -Tracey, per favore. L’ispettore deve fare queste domande, è il suo mestiere.-
Il tono sereno dello zio non bastò a placare i bollenti spiriti della giovane, che non schiodava gli occhi dall’ispettore.
-Saranno quasi due giorni che non faccio ritorno a casa, ispettore.-
-Mh, mh.- continuò a scrivere.-
-Posso confermarlo!!- scattò Luke -Sono stato con il Professore tutto il tempo!!-
-Davvero?- domandò Grosky.
-Ah, io… mh…- Luke ci pensò su, e non parve proprio convinto -non proprio tutto il tempo…-
-Ieri Luke mi ha raggiunto in Università sul tardo pomeriggio.-
-Quindi non ha un alibi sicuro, Professor Layton.-
Tracey fronteggiò Grosky -Aspetti un momento!!- non c’era verso, neanche Hershel Layton riusciva a tenerla a bada.
Grosky spostò lo sguardo da lei al Professore -Chi è questa ragazza?-
-È mia nipote, ispettore. È arrivata a Londra questa mattina.-
-Sta per caso accusando mio zio?!-
-Ascolta un po’, ragazzina, è evidente che in questa abitazione è avvenuto un misfatto, ed è compito di Scotland Yard scoprire il prima possibile chi è il colpevole, senza escludere nessuna pista!!- rispose solerte Clamp Grosky.
-Ma…!!-
-Non può pensare che zio Hershel possa…!!-
Luke e Tracey non volevano sentir ragioni; Layton li avvicinò a sé, rivolgendo loro uno sguardo quieto, e sicuro -Non c’è bisogno di perdere la calma. L’ispettore fa solo il suo lavoro, e ha ragione, bisogna seguire ogni pista, e per quanto mi dolga ammetterlo, al momento le prove sono contro di me.-
-… ma zio Hershel!!-
-Se la ragione è dalla nostra parte non c’è nulla da temere, ricordatelo.-
Annuirono mesti.
Grosky ripose il taccuino -Professor Layton, deve seguirmi in centrale.-
-Certo, come vuole ispettore.-
Luke afferrò la manica della sua giacca, cercando di trattenere le lacrime che spuntarono agli angoli degli occhi -Non è giusto!-
-Tranquillo Luke, sono sicuro che andrà tutto bene.- posò una mano sulla testa del bambino, per rassicurarlo, sorridendogli, poi si rivolse alla nipote -Mi dispiace Tracey, le tue vacanze hanno avuto un inizio movimentato… oh!- rimase un attimo sorpreso quando lei lo abbracciò forte.
-Ti tireremo fuori da questa situazione. È una promessa zio Hershel.-
Ricambiò l’abbraccio -No ho dubbi.-
Il Professor Layton, e il corpo del Dr. Jerome Starling lasciarono l’abitazione, assieme all’ispettore Grosky e qualche agente, mentre il resto della squadra finiva di perlustrare ogni stanza.
Luke e Tracey rimasero sull’uscio ad osservare le volanti allontanarsi.
-Non è stato mio zio… è impossibile.- disse, serrando i pugni.
-Lo so…- il piccolo apprendista si sistemò per bene il berretto, ricacciando indietro le lacrime -Dobbiamo provarlo alla polizia.- detto questo uscì, tornando alla macchina, aprendo la portiera che dava sui sedili posteriori, tirando giù la valigia del Professore.
Tracey lo seguì -Cosa cerchi?-
-L’agenda del Professore. Sarà un tipo disordinato, ma si segna sempre con chi lavora.- frugò nel contenuto della valigia finchè non estrasse un libretto, iniziando a sfogliarlo
-Dunque, vediamo… Starling, Starling, eccolo qui! Dr. Jerome Starling, 325 Hellery Road.- se lo appuntò sul suo quaderno.
-Sarà la nostra prima tappa, Luke!- esclamò con grinta la ragazza. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Hellery Road non era un quartiere particolarmente facoltoso, ma si
viveva tranquillamente, con qualche agio. Le villette si susseguivano
su entrambi i lati della strada, separate da una bassa siepe o una
staccionata in legno ben tenuta, ognuna con il proprio giardino verde e
curato.
Il civico 325 era un’abitazione a due piani, con un piccolo
porticato all’ingresso al quale si accedeva attraverso un
sentiero di pietra che divideva esattamente a metà il
giardino. Due colonne sostenitrici di un vaso di Pothos ciascuna
accoglievano i visitatori; le piante rampicanti si dipanavano dai vasi,
scendendo lungo le colonne in pietra, avvolgendole nel loro verde
abbraccio, quasi fino a toccare terra.
-L’ordine non era nemmeno il suo forte…-
dichiarò Luke, osservando all’ammasso di attrezzi
da giardino, scatoloni e riviste varie che riempivano un lato del
porticato.
-Essere disordinati è una prerogativa di tutti gli studiosi?-
-Mio padre è molto ordinato! Ah, è chiusa,
c’era da aspettarselo.- disse, dopo aver provato
più volte a rigirare la maniglia ed aprire la porta di
ingresso.
-Non possiamo forzare la porta per questa volta, la polizia se ne
accorgerebbe.- commentò Tracey, assumendo
un’espressione pensierosa.
Luke si voltò un istante a guardarla preoccupato
-… per questa volta?-
-Mmmh…- la ragazza si guardò attorno, percorrendo
il porticato, scendendo poi i tre scalini spostandosi nel giardino.
Chiuse gli occhi, portandosi una mano sotto al mento.
Il piccolo allievo la seguì passo passo, restando ad
osservarla in silenzio, per no disturbare il flusso dei suoi pensieri.
-Ci sono!- esclamò riaprendo di scatto gli occhi e
schioccando le dita.
-Cosa hai capito?-
-Seguimi, piccolo apprendista!- gli fece cenno, mentre tornava sul
porticato, stando accanto alla colonna di sinistra.
-Miglior apprendista, prego!- puntualizzò Luke orgoglioso.
-Sì, fa lo stesso!- Tracey sollevò Luke di peso,
tenendolo in piedi sulle proprie spalle
-Dovrebbe esserci una chiave nel vaso, cerca bene Luke.-
-Aaah… attenta!!- il bambino barcollò un attimo,
aggrappandosi poi al bordo della colonna con una mano, e frugando nella
terra del vaso con l’altra -Mmh… ah!
L’ho trovata, Tracey!-
-Ottimo lavoro, Luke!- esclamò rimettendolo a terra.
Luke si pulì le mani sfregandosele -Scusa, ma come facevi a
sapere che era lì?-
La ragazza alzò l’’indice della mano
destra -Elementare, mio giovane amico! A quanto abbiamo modo di vedere
Starling non era una persona ordinata, e scommetto che gli
sarà capitato più volte di smarrire le chiavi di
casa, così ero certa tenesse una copia da qualche parte, ma
dove?- indicò la base della colonna -Qui
c’è della terra, la terra della pianta rampicante,
mentre alla base dell’altra colonna non
c’è nulla, in più si possono vedere gli
stessi residui davanti alla porta, tutto ciò lascia pensare
che il Dr. Starling trafficasse con questo vaso per qualche motivo, e
la scia di terriccio lascia poche variabile. Basta fare due
più due e il gioco è fatto!- sorrise.
-Wow… non ci avevo pensato.- ammise Luke con un
po’ di imbarazzo.
-Per questo sei ancora un allievo.- disse lei per stuzzicarlo.
Luke la riprese scherzosamente -Non darti tante arie, sei solo la
nipote del Professore.-
-Ahah, sì, hai ragione.-
Luke aprì la porta di ingresso -La polizia verrà
di sicuro a controllare, quindi non lasciamo tracce in giro.-
Tracey annuì.
Superato l’ingresso semplice ma elegante, diedero una rapida
occhiata al soggiorno e alla cucina, senza trovare nulla di rilevante
passarono ad ispezionare lo studio.
-Potrebbero volerci altre ore…- sbuffò Luke.
-Speriamo di essere fortunati, allora.- Tracey scorse la libreria, che
occupava un’intera parete della stanza, in contrasto con
l’opposta parete vuota che accoglieva una cartina geografica
e una modesta scrivania –Saggi, altri saggi, trattati
scientifici, volumi storici… c’è di
tutto.- spostandosi nella stanza, un’asse del pavimento emise
un sinistro cigolio
-… nh?-
-Cos’è stato?- Luke la raggiunse, inginocchiando a
terra, battendo un pugno sulle assi, fino ad individuare quella che
Tracey aveva calpestato -Questa suona vuota!-
-Fa un po’ vedere.- si inginocchiò anche lei
tastando l’asse di legno, alla ricerca delle fessure, poi
estrasse un temperino dalla tasca della giacca, facendo leva
nell’intercapedine per sollevare l’asse.
Luke esclamò sbigottito -Perché hai un coltellino
in tasca?!-
-Non si sa mai quello che può succedere, e infatti ci
è tornato utile! Avevi ragione tu, c’è
uno spazio vuoto!- spiegò lei con la più totale
naturalezza.
-Ma sei davvero la nipote del Professor Layton…-
commentò tra sé e sé, poi si impose di
concentrarsi sulla missione e infilò un braccio nello spazio
ricavato nel pavimento e con gran stupore ne estrasse un libro
-… e questo?- la copertina era rigida e viola, con qualche
decorazione dorata, tenuto chiuso da un laccetto e un bottone metallico.
-Sembrerebbe un diario…- disse la ragazza sfogliandolo
velocemente mentre l’amico copriva il vano segreto
-È datato giorno per giorno, e da quel che vedo riporta gli
scavi e le scoperto del Dr. Starling… ah!- si
soffermò su una pagina, e le si illuminò il volto
in un radioso sorriso -Luke, abbiamo fatto centro! Guarda qui!-
-Cos’hai trovato?- il bambino si sporse per vedere la
scoperta della nuova amica, e lo stesso sguardo determinato e fiducioso
illuminò il suo viso -Sì, lo credo anche io!-
-Dobbiamo andare da zio Hershel e mostrargli questo! Sarà
meglio che quell’ispettore ci faccia parlare con lui!-
-Non perdiamo tempo, andiamo!- incitò Luke.
-Ho detto di no!!- sbraitò l’ispettore Chelmey.
-Solo pochi minuti, ispettore!- lo supplicò Luke.
-Non è un parco giochi, ficcatevelo in testa!! Il Professor
Layton è sotto interrogatorio e le visite non sono
consentite!-
Tracey Layton lo guardò indispettita, chiedendosi chi
diamine si credeva di essere quel tipo baffuto per ostacolarli in quel
modo. Non bastava l’ispettore
‘Scotland-Yard-non-si-ferma-davanti-a-nulla’,
adesso c’era anche l’ispettore
‘non-rompete-le-scatole-mocciosi’; la polizia di
Londra non le stava affatto simpatica.
-Però… potrebbe chiudere un occhio.-
continuò Luke.
-… glielo chiudo io un occhio.- borbottò Tracey.
-Guarda che ti ho sentita! Non ho tempo da perdere, sparite!-
Clamp Grosky affiancò l’inflessibile ispettore
-C’è qualche problema, Chelmey?-
-Sono loro il mio problema!-
-Ah, siete voi ragazzi.-
-Ispettore Grosky, potremmo parlare un attimo con il Professore, per
favore!-
Grosky si passò una mano sul mento -Be’, il
Professore sta svolgendo un interrogatorio, dobbiamo raccogliere dati e
informazioni, scrivere il verbale… sapete è la
procedura. Anche se non credo ci sia qualcosa di male in una visita
veloce! Andiamo, vi porto da lui!-
Chelmey, che fino a quel momento aveva annuito con convinzione alle
parole del collega, sgranò gli occhi guardandolo allibito
-Cosa?! Va contro la procedura!-
-Andiamo, che vuoi che succeda per qualche minuto? Non saranno questi
due ragazzini a farlo evadere!- disse Clamp incamminandosi per il
corridoio seguito da Luke e Tracey.
Chelmey lanciò un’occhiataccia furtiva alla
ragazza, che di risposta gli fece la linguaccia. Per qualche strano
motivo il suo istinto gli diceva di non fidarsi troppo della nipote del
Professor Layton, e il suo istinto non si è mai sbagliato.
In quel momento Barton uscì da una stanzetta, canticchiando
spensierato, portando un vassoio con una teiera fumante e una tazzina.
-Barton!! Dove stai andando?!- sbraitò
l’ispettore.-
Al poveretto quasi venne un colpo -Aah-ah…!! Stavo, stavo
portando una tazza di tè al Professore…
l’ha chiesto così gentilmente.- spiegò.
-Una tazza di tè?! Questa è una centrale di
polizia, non un albergo a cinque stelle!! Riporta tutto indietro e
torna al lavoro, razza di perditempo!!-
-Su-subito!!-
Grosky aprì una porta, facendo entrare i due ragazzi;
Hershel Layton se ne stava seduto ad un lato del tavolo che ornava la
spartana sala degli interrogatori, a braccia conserte e gambe
accavallate, immerso nella più totale calma.
-Professore!-
-Zio Hershel!- gli corsero incontro.
-Oh ragazzi, state bene?-
-Certo, noi stiamo benissimo, zio!-
-Lei, Professore? Non le hanno fatto nulla, vero?-
-Luke, non possono certo torturarmi.- sorrise.
Tracey diede una piccola gomitata all’amico -Avanti,
mostraglielo.-
-Subito!- Luke posò la sua sacca sul tavolo, frugandovi
all’interno.
Layton volse loro uno sguardo incuriosito -Cosa dovete mostrarmi?-
-Questo.- il bambino gli porse il diario –Lo abbiamo trovato
a casa del Dr. Starling.-
-… a casa di Starling?- per un attimo si chiesero come
fossero entrati, poi guardò la nipote -Tracey.-
-Questa volta non ho scassinato nulla, giuro!-
Luke le gridò dietro -Perché, di solito lo fai?!-
La ragazza non vi badò e posò il diario del
ricercatore sul tavolo, aprendolo alle pagine che interessavano -Guarda
zio, hai detto che hai lavorato con lui per qualche mese in Egitto,
ebbene queste pagine raccontano proprio di quel periodo. Le abbiamo
lette mentre venivamo qui, e l‘unica cosa rilevante
è questa.-
-Mh, interessante…-
L’ispettore Grosky socchiuse la porta, rimanendo ad ascoltare
e osservare incuriosito dalla scoperta dei ragazzi. -Cos’hanno trovato?-
Layton osservò con attenzione il disegno riportato sulla
carta, con dovizia di particolari. Raffigurava una stele, dalle
dimensioni di un quaderno, spesso qualche centimetro, intagliata
magistralmente con simboli antichi.
-Trovammo questa lastra di pietra nel sito archeologico in Egitto il
mese scorso, poco dopo che mi contattò.-
-Io non sono un esperto della civiltà egizia, ma questi non
mi sembrano geroglifici.- commentò Luke.
-No, infatti. Ci ponemmo lo stesso problema.- il Professore stette
assorto nei suoi pensieri, assorbito dalla raffigurazione di quel
mistero -… è strano.-
-Cosa, zio Hershel?-
-Mi è tornato in mente un fatto. Jerome Starling mi chiese
di aiutarlo, perché il sito archeologico non stava dando i
risultati sperati, non rinveniva nulla da mesi, così decisi
di raggiungerlo, e in breve scoprimmo un antro nascosto, contenente tra
i vari manufatti anche questa lastra. Non sapevamo cosa fosse con
esattezza, ma sentivamo fosse una scoperta importante, ma da allora
Starling cambiò completamente atteggiamento, e volle tornare
in fretta a Londra… poi non ne seppi più nulla,
fino ad oggi.- spiegò.
Un terribile dubbio assalì il piccolo apprendista
-Forse… forse c’era una maledizione!!-
-Oh Luke, sono solo leggende.- lo rassicurò
l’archeologo.
Tracey rimase ad osservare il disegno -Chissà cosa
c’è scritto…-
-Come ha fatto notare Luke non sono geroglifici, è una
scrittura che non conosco, anche se… ho come
l’impressione di avere già visto questi caratteri.-
-Probabilmente il Dr. Starling li ha decifrati… e ha
scoperto qualcosa che doveva restare nascosto.- commentò la
ragazza.
-Dove sarà ora questa stele di pietra? Il Dr. Starling
l’ha portata a Londra?-
-Ah, certo, è esposta al museo, di questo ne sono sicuro.
Starling esponeva sempre le sue scoperte più importanti.-
-Magnifico! Allora andremo a dare un’occhiata!-
-Non cacciatevi nei guai.-
Tracey e Luke si scambiarono uno sguardo complice.
-Non possiamo prometterle nulla, Professore!-
Layton scosse la testa, abbozzando un sorriso -Luke, fammi un favore,
bada a mia nipote.-
-Certo, Professore!-
-E Tracey, non infrangere la legge.-
Di tutta risposta gli sorrise -Farò del mio meglio, zio
Hershel!-
Luke sospirò -Credo sarà più dura del
previsto badare a lei…-
-Andate adesso, e non preoccupatevi per me.-
Luke rimise il diario nella sua borsa a tracolla -Sento che siamo
sempre più vicini a risolvere questo mistero!-
-Ovvio, dobbiamo solo trovare il bandolo di questa intricatissima
matassa!- aggiunse Tracey con tono saccente.
-Tracey, non ti metterai a parlare come me?- commentò Layton
aprendo loro la porta.
-Sua nipote e somiglia troppo!-
La ragazza spintonò Luke -Cammina, grande allievo!-
-Fate attenzione.- il Professore rimase ad osservarli finchè
non si furono allontanati. Spostò lo sguardo, incrociando
quello dell’ispettore Grosky, che se ne stava poggiato alla
parete opposta, sorseggiando un caffè -Non si preoccupi
ispettore, me ne torno dentro. Arrivederci.- si chiuse la porta alle
spalle.
-Che persona nobile!!- commentò Clamp Grosky
sull’orlo della commozione -Mh, però devo scoprire
cos’hanno trovato quei ragazzini.-
Luke e Tracey si sedettero sulle scalinate appena fuori dalla centrale
di polizia.
-Facciamo il punto della situazione- iniziò Tracey -Abbiamo
un archeologo morto e il suo diario…-
-Il Professore ha collaborato con lui, e hanno rinvenuto quella strana
lastra di pietra.- Luke consultò i suoi fitti appunti
-Secondo te il Dr. Starling è morto per quella lastra?-
-È una teoria, ma dovremmo capire cosa sia e cosa contenga.
Di una cosa sono certa, qualcuno vuole incastrare zio Hershel.-
-Poco ma sicuro.-
Tracey si alzò sollecitando Luke -… andiamo!-
-Al museo, vero?-
-Sì, forse troveremo qualche informazione utile.-
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Le vaste sale del museo di storia antica erano gremite di visitatori
che si accalcavano in gruppi ad ammirare le opere esposte. Tracey e
Luke vagavano cercando la sala d’esposizione giusta.
Luke alzò la testa, per poter ammirare da capo a piedi un
fossile sorretto da grandi catene e tenuto in posizione da pesanti
ganci -Quello scheletro di dinosauro mi ricorda quello che
c’è appeso nello studio del Dr. Schrader.-
-… ha uno scheletro di dinosauro appeso al soffitto?-
Luke annuì.
-Non mi lamenterò più del disordine dei reperti
dello zio…- sospirò. Tracey si diresse in una
stanza sulla sinistra -Dovrebbe essere qui.-
Luke la seguì, guardandosi attorno, in cerca della targhetta
identificativa corretta, avvicinandosi poi ad una teca di vetro -Ehm,
Tracey... mi sa che siamo venuti nel giorno sbagliato.-
-Perché?-
Luke le fece notare un cartello posto davanti alla teca vuota
-È in restauro.-
-Aaah, dannazione!- gridò picchiando un piede a terra per la
frustrazione.
Una guida del museo si affiancò ai ragazzi -Sapete, questi
reperti sono molto fragili, hanno bisogno di continue cure.-
-Un vero peccato.- commentò Luke.
Tracey si rivolse alla gentile guida -L’avranno portata alla
sede centrale per il restauro, chissà quanto ci
vorrà per vederla di nuovo esposta.-
-Oh no, no! Questo non sarà un museo molto grande, ma
abbiamo anche noi le giuste apparecchiature e una sala apposita per
questi lavori!- spiegò.
-Davvero? Che fortuna!-
-Ovviamente non è aperta al pubblico, ma posso assicurarvi
che per inizio settimana prossima questa lastra di pietra
sarà di nuovo qui al suo posto, ragazzi!-
-Già, il museo chiude nel fine settimana… grazie
per l’informazione, torneremo lunedì!-
-Di nulla, buon proseguimento!-
Appena rimasero soli Luke si rivolse all’amica -Vuoi davvero
aspettare fino a lunedì? A quell’ora il Professore
potrebbe già essere stato condannato!-
-Esagerato! Tranquillo Luke, non ho la minima intenzione di aspettare.-
sogghignò
-Agiremo oggi stesso, anzi… agiremo stanotte!-
-Aaah…- sospirò inizialmente sollevato, ma poi
comprese tutto il messaggio –Stanotte?! Ma il museo chiude!-
-Appunto!-
Era impossibile farla desistere, e il bambino si rassegnò
-Il Professore ha detto di non infrangere la legge…-
-Non lo faremo. Quella tavola di pietra non lascerà il
museo, non temere piccolo gentleman!-
Luke si coprì il volto con le mani -Finiremo nei guai, me lo
sento.-
Quella stessa notte…
La porta dei bagni al piano terra si aprì con un cigolio
sinistro, e ne uscì Tracey, seguita da Luke -Via libera! Hai
fatto come ti ho detto?-
-Sì, ho lasciato socchiusa una finestra, così
possiamo scappare da lì quando la polizia ci
inseguirà.-
-Come sei tragico, ricorda che facciamo tutto per zio Hershel,
è una nobile causa!-
Luke annuì -Sì, sì, hai ragione.
Troviamo la sala dei restauri!-
-È al piano di sotto, seguimi.- fece strada fino ad una
porta sul lato opposto contrassegnata da una targhetta recante la
scritta «Solo personale»; Tracey
armeggiò con la serratura, aiutandosi con il suo temperino,
e dopo qualche minuto la pota si aprì con uno scatto -Et
voillà!-
-Hai appena scassinato una serratura, Tracey!!-
La ragazza allargò le braccia in un gesto di
ovvietà -Non è colpa mia se le fanno
così fragili! Zitto e cammina, apprendista!- spinse il
bambino all’interno.
-Piano, non si vede niente!- Luke tastò la parete fino a
trovare un interruttore, e accese la luce -Così va meglio.-
Tracey aprì un’altra porta, senza soffermarsi
troppo ad osservare il mobilio che ingombrava la piccola stanza -Ah-ah!
Scale!- esclamò.
Luke si avventurò per primo. Scesero due rampe di scale ad
un vasto seminterrato freddo, illuminato da sporadiche lampadine che
pendevano dal soffitto. Pochi metri più avanti
v’era una porta contrassegnata come «Restauri e
ricerche», ma un altro piccolo impedimento separava i ragazzi
dalla verità.
-Oh-oh…-
-Un pannello di accesso, e noi non conosciamo il codice.-
-Non è detto, Luke.- Tracey si era già messa a
studiare il nuovo enigma –Dunque, questa sala è
accessibile a tutto il personale, e il pannello ha solo una tastierina,
e non sembra leggere tessere di accesso personalizzate, quindi il
codice deve essere uguale per tutti, e facile da ricordare.-
Luke consultò il suo quaderno degli appunti -Mi sono scritto
qualcosa sul museo, vediamo…-
-Adoro la tua meticolosità, Luke!-
-Anche il Professore dice che è molto utile!- sorrise,
scorse rapido alcune righe
-Fondazione, membri di alto livello, ricercatori, la prima opera
esposta… la data di apertura!!-
-Proviamoci.-
-Dodici, nove, millenovecentottantaquattro.-
Tracey inserì ad uno ad uno i numeri dettategli da Luke, e
sopra la tastiera lampeggiò una lucina verde. La porta si
aprì silenziosamente scorrendo nella parete.
-Ce l’abbiamo fatta!-
-… ma, cosa?!-
L’interrogatorio andava avanti da ore e la già
scarsa pazienza dell’ispettore Chelmey andava via, via
affievolendosi sempre più, ma il suo ferreo senso del dovere
non gli permetteva di cedere.
Grosky supervisionava tutto, ma le redini di questa parte delle
indagini erano affidate a lui, giovane ispettore fresco di promozione,
e non poteva permettersi di lasciare andare il sospettato principale;
non si sarebbe fatto fregare da quel damerino di un Professore.
-Sto cominciando a stancarmi, Layton!- sbraitò, sbattendo le
mani sul tavolo.
-Non c’è bisogno di alzare la voce, ispettore.-
disse Hershel Layton, composto e calmo come sempre, e probabilmente era
proprio quest’atteggiamento a far perdere le staffe a Chelmey
-Continuare su questa strada vi farà solo perdere tempo, io
non ho nulla a che fare con la morte dl Dr. Starling.-
-Allora mi spieghi, avanti!! Perché era in casa sua?-
-Questo non lo so, francamente non avevo sue notizie da due settimane.-
-Non ha neanche un alibi, se è per questo!-
-Né un movente.- ribadì.
Chelmey serrò un pugno, ma si trattenne dal picchiarlo sul
tavolo, certe che tra poco sarebbe scoppiato.
-E quella stele?- si intromise Grosky.
Layton lo osservò in silenzio, Chelmey pareva sbalordito.
-Che stele?!-
-Un reperto archeologico che il Professore Layton ha rinvenuto con la
vittima in Egitto.-
-Subito dopo quella scoperta Starling ha voluto far ritorno in patria.-
-Perché?-
-Non lo so. Forse ha visto in quel reperto qualcosa che a me
è sfuggito.-
L’ispettore Grosky avanzò verso il tavolo -Pensa
che quella tavola di pietra sia la chiave di questo mistero?-
Layton chiuse gli occhi, portandosi una mano al mento -Non lo so
ancora…-
-Cos’è questa storia, Grosky?-
interloquì l’altro ispettore.
-I due ragazzi hanno trovato indizi relativi a quella stele. Credo
siano più vicini alla verità di noi.-
-Perché non ne sapevo nulla?! E dove li hanno trovati questi
indizi?! A casa della vittima, immagino! Quella ragazzina non mi
è piaciuta fin dal primo istante, sapevo nascondeva
qualcosa!!-
-Esagerato!-
Hershel Layton si era completamente estraniato dai discorsi dei due
funzionari pubblici; la sua mente era concentrata sul manufatto
archeologico e sugli insoliti simboli che riportava, così
apparentemente indecifrabili e arcani.
-Signori, vi prego, non è un punto importante.-
-Lei dice, Layton?-
Annuì -Vi posso assicurare che io sono innocente, e non
avendo avuto altri contatti con quel reperto se non in Egitto per pochi
giorni non ho avuto la possibilità di esaminarlo e
comprendere ciò che avevo davanti, ma ora ho compreso il
vero significato di quella scoperta e se vi fiderete di me dal vero
colpevole che ha macchinato tutto questo per incastrarmi.-
Chelmey e Grosky si scambiarono uno sguardo indagatore. Non potevano
certo lasciare andare il sospettato principale di un omicidio, ma quel
Professore sembrava avere valide argomentazioni.
Davanti a Luke e Tracey si aprì un modesto laboratorio,
illuminato da lampade al neon e arredato da banchi da lavoro colmi dei
più svariati strumenti e oggetti.
Il bancone più vicino all’entrata era accerchiato
da un manipolo di uomini vestiti con abiti scuri, e il volto celato da
una maschera bianca, e un paio di essi si stavano affrettando per
prendere la stele.
All’apertura della porta si fermarono tutti. Nessuno
osò muoversi.
-… e questi?-
-Non lo so… ma temo siamo in un mare di guai.-
Uno degli uomini misteriosi, basso e tozzo, puntò
l’indice contro i ragazzi -Prendeteli!!-
-Aaah, via!!- Luke si lanciò di lato, rotolando contro un
bancone.
Tracey evitò due nemici spintonandoli -Luke, la lastra!-
-S-sì!- si arrampicò sul bancone correndo verso
la stele, afferrandola al volo prima che l’altro riuscisse ad
infilarla in una sacca.
-Lascia!- inveì contro il bambino.
-No!!-
Gli altri accerchiarono Tracey, finita dalla parte opposta; appena due
scagnozzi si fecero avanti, lei spinse nella loro direzione due
sgabelli, travolgendoli e facendoli cadere addosso ai loro compagni.
La ragazza ne approfittò per sgusciare via dalle grinfie di
altri tre e raggiungere Luke
-Yaah!- colpì in scivolata l’uomo che si
contendeva la stele con l’amico facendolo cadere.
-Via, via!!- Luke saltò già dal ripiano, correndo
fuori dal piccolo laboratorio, seguito a ruota da Tracey.
-Da qua!- prese la stele dalle mani di Luke, riponendola nella propria
borsa a tracolla più capiente -Quanto pesa…!!-
-Aaah! Aiuto!!- appena imboccarono le scale Luke venne trattenuto da un
paio di uomini mascherati.
-Abbassa la testa!- Tracey si voltò di scatto agitando la
sacca, centrando in pieno gli avversari.
Luke si affrettò a salire le scale -Li hai stesi!-
-Altro che reperti fragili, questa stele è
un’arma!-
Il bambino tirò l‘amica per la giacca -Corri, ci
stanno raggiungendo!-
Riuscirono a raggiungere la stanza del personale con non poca fatica.
-Chiudila, chiudila!- incalzò Luke correndo sul posto,
troppo agitato per stare fermo.
-Non posso, l’ho scassinata prima!!- in preda
all’ansia Tracey si guardò attorno, e per fortuna
la sua mente era ancora abbastanza logica da suggerirle di piazzarci
davanti una scrivania e qualche scatolone ingombrante, almeno per
guadagnare tempo, poi corse fuori con Luke.
Attraversarono le sale per raggiungere la finestra lasciata aperta per
la fuga, ma altri sei uomini mascherati bloccarono loro il passaggio.
-Ma da dove saltano fuori?!- esclamò la ragazza incredula.
Luke spostò lo sguardo nell’ampio salone, in cerca
di una via di fuga alternativa -Il soppalco!-
Corsero via, raggiungendo la lunga rampa di scale che conduceva al
soppalco, il quale circondava l’ampia sala principale per
quasi tutta la sua grandezza, come abbracciando lo scheletro di
tirannosauro, fatta eccezione di una parete rivestita di ampie vetrate.
I mascherati erano sempre alle loro costole, compreso il gruppo del
laboratorio, che riuscito ad uscire dalla stanzetta, li stava
raggiungendo dall’altra scalinata.
Luke e Tracey si fermarono.
-… siamo in trappola.-
Tracey si sporse dalla balconata, osservando il vasto spazio
sottostante e il tirannosauro retto da pesanti catene assicurate alle
pareti e alla balconata stessa -Forse no.- cominciò a
picchiare la borsa contenente la lastra di pietra contro
l’anello di giunzione della catena alla balconata con tutta
la forza di cui era capace.
-Che vuoi fare?-
-… sta… a vedere!- alla fine prese il coltellino
facendo leva sul gancio già debole, afferrando poi la catena
salendo in piedi sul bordo.
-Tracey!!-
-Reggiti, Luke!- afferrò il bambino, tenendolo stretto a
sé. Assestò un calcio al gancio di giunzione e si
lanciò dal bordo del soppalco.
Luke si strinse forte -Aaaaahh!!-
Lo scheletro di dinosauro si accasciò al suolo, mettendo a
dura prova i restanti supporti, ma questo diede la spinta necessaria ai
ragazzi per sfondare una vetrata e cadere nel prato retrostante al
museo.
Rotolarono nell’erba, fino a finire tra i cespugli.
Luke si strinse il berretto sulla testa, come a proteggersi, Tracey
tirò un sospiro di sollievo, appurando che la sua idea aveva
funzionato, e che fossero ancora vivi -Tutto bene?-
-Sì… credo di sì.- Luke si
alzò, sistemandosi i vestiti.
-Filiamocela da qui, ci serve un posto sicuro.-
Annuì -So dove andare, seguimi!-
Silenziosamente si allontanarono dal museo, sperando di seminare quei
loschi figuri.
Il Dr. Andrew Schrader uscì dal suo studio, lasciando
continuare la melodia classica prodotta dal grammofono, ed
andò alla porta, affrettato dai ripetuti colpi.
-Un momento, un momento! Chi potrà mai essere a
quest’ora di notte?- aprì la porta
-… Luke?-
-Salve Dottore, scusi se la disturbiamo a quest’ora.- disse
il piccolo, stringendo tra le mani la cinghia della tracolla.
-Scusi…-
Schrader spostò lo sguardo sulla ragazza -Tu sei…
ah, la nipotina di Hershel! Come sei cresciuta!-
Lei annuì abbozzando un sorriso -È un piacere
rivederla, Dr. Schrader, anche se le circostanze non sono le migliori.-
conosceva il vecchio mentore dello zio, le era capitato di vederlo gli
scorsi anni durante le sue vacanze, e come Hershel Layton le parlava di
lui, immaginava che lo tenesse aggiornato sulla sua unica nipote.
-Entrate, entrate! Sembrate stravolti, cosa vi è successo?
Hershel non è con voi?- fece strada fino allo studio.
Tracey e Luke si scambiarono un’occhiata inquieta -Non
vorremmo coinvolgerla, Dr. Schrader, ma la situazione è un
po’ critica.- disse Luke.
-Nh?- il vecchio professore tolse il disco di vinile dal grammofono
osservando i ragazzi incuriosito.
Gli spiegarono le vicende che avevano coinvolto loro e il Professor
Layton da quella mattina, cercando di essere il più chiari
possibile, visto che l’aiuto di Schrader poteva rivelarsi
essenziale per aiutare Layton.
-Oh, cielo! È assurdo!- come si aspettavano, rimase
incredulo.
-È quello che diciamo anche noi!- si infervorò
Luke.
-Hershel non farebbe mai nulla di simile, lo conosco bene.-
Tracey annuì -Qualcuno vuole incastrarlo, ma non lo
permetteremo!- prese la stele di pietra incisa dalla sacca -Per questo
ci serve il suo aiuto, dottore.-
-E quella!?-
-L’abbiamo presa al museo questa notte, prima di venire qui.-
vedendo lo sguardo sempre più allibito di Schrader Luke
cercò di correre ai ripari -Cioè, non
è che l’abbiamo rubata, c’erano dei
brutti ceffi che volevano rubarla, ma noi li abbiamo fermati! Non
volevamo portarla via, siamo stati costretti! Poi ci hanno inseguiti,
siamo scappati sulla balconata e abbiamo sfondato una finestra
fuggendo!-
-… e probabilmente abbiamo fatto a pezzi un T-rex.- aggiunse
Tracey.
-……- Andrew Schrader era allibito, ma al momento
preferì lasciar correre, avevano problemi più
gravi da affrontare -Avvertirò io il museo chiarendo tutto,
adesso fatevi vedere quella tavola.- pulì gli occhialini da
vista con un fazzoletto ed accese una lampada da studio per esaminare
per bene il reperto.
Ruvida, grezza, ma finalmente intagliata, finalmente la chiave del
mistero era davanti ai loro occhi. Accuratamente rappresentata dal
defunto Dr. Starling sul suo diario, ogni particolare dei bassorilievi
risaltava come fossero vivi, riportati alla luce dopo un millenario
sonno in una cripta in mezzo al deserto.
Non era come scoprire per la prima volta un manufatto antico, ma Luke e
Tracey riuscirono a comprendere almeno in piccola parte
perché il Professor Layton amasse tanto il proprio lavoro.
-Che strano… avete detto che è stata scoperta in
Egitto, ma di geroglifici non ne vedo.- commentò Schrader.
-È questo il punto, non riusciamo a capire che scrittura
sia, o a cosa si riferiscono quei simboli.- disse Tracey.
-Nemmeno il Professor Layton se lo sa spiegare.-
-Mi ci vorrà tutta la notte ragazzi, vi preparo una coperta
e una tazza di tè.-
-Grazie infinite, e scusi ancora per il disturbo…-
-Oh, ma figurati Tracey! Tanto lavoro sempre fino a tardi, ormai
è diventata un’abitudine! Aspettate qui, torno
subito.- ed uscì dallo studio.
La ragazza abbozzò un sorriso -Ecco spiegato da chi ha preso
zio Hershel.- fece qualche passo per la stanza, guardandosi attorno,
alzando infine lo sguardo -Ehi, ha davvero un dinosauro appeso al
soffitto!- poi guardò Luke, in piedi accanto a lei, con lo
sguardo basso, non spiccicava parola -… tutto bene?-
-Sì…- annuì mesto -è che
questa è la prima volta che…-
-Che?-
-… che agisco senza il Professore.- ammise senza alzare lo
sguardo su di lei.
-Capisco, e sei un po’ impaurito.-
Luke annuì tenendo il capo chino.
Tracey gli si inginocchiò davanti, prendendolo dolcemente
per le spalle -Mio zio sarebbe fiero di te.- sorrise.
Le rivolse uno sguardo speranzoso e allo stesso tempo stupito
-… davvero?-
-Hai dimostrato grande coraggio, e insieme abbiamo risolto dei
rompicapi niente male, ti pare poco?-
-Affatto!-
-E per di più sei riuscito anche a sopportare i miei colpi
di testa, è una gran cosa se pensi che faccio sbiancare
anche lo zio, eheheh!-
Un po’ rincuorato batté un pugno sul torace -Ho
promesso al Professor Layton che avrei badato a te, e un vero
gentiluomo mantiene sempre le promesse!-
-Così si parla!- sorrise -Piccolo grande gentleman!-
Luke ricambiò il sorriso un po’ imbarazzato, ma
rinfrancato dalle parole dell’amica, capace di toccare le
corde più profonde dell’animo. Ha conosciuto
quell’insolita ragazza solo qualche ora prima, in circostanze
per nulla normali, ma forse è proprio grazie alle
spiacevoli, rischiose e assurde situazioni che li hanno coinvolti che
è riuscito a capire in così poco tempo quanto
fosse forte, coraggiosa, sveglia e pronta a tutto per aiutare
l’adorato zio. Era sicuro che sarebbero diventati grandi
amici.
-Adesso facciamo una bella dormita, ne abbiamo proprio bisogno, che ne
dici?-
-Sì, sono d’accordo! E domani continueremo le
nostre indagini!-
-Proprio così, mio giovane apprendista!-
-Non sono il tuo apprendista, Tracey!!-
Andrew Schrader perse la cognizione del tempo.
Succedeva ogni qual volta veniva assorbito da un antico mistero che lo
portava in un profondo viaggio nel tempo, nell’esatto momento
in cui quel mistero veniva creato.
E il mistero che aveva davanti agli occhi in quel momento aveva un
passato davvero incredibile e affascinante.
-… non è possibile…- la penna che
teneva in mano per appuntarsi ciò che man mano scopriva
cadde, rotolando sul pavimento. Corse alla libreria, alla frenetica
ricerca di un volume preciso -Dov’è finito? Era
qui, ne sono sicuro… ah, eccolo!- tornò al
tavolo, sfogliando il massiccio volume, fino ad arrivare ad una precisa
pagina –Questa potrebbe essere la scoperta archeologica
più grande del secolo…-
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Flebili rumori di sottofondo accompagnarono il sonno frammentato di
Luke, guidandolo fino al risveglio man mano che si facevano
più intensi. Si svegliò pian piano mettendosi
seduto sul divano, scostando la coperta -Che ore sono?-
sbadigliò stropicciandosi un occhio. Non vedendo
né Tracey dormire sul lato opposto del sofà,
né il Dr. Schrader decise di andare a vedere cosa succedeva
in cucina, da dove provenivano i rumori.
Trovò il Dr. Schrader che trafficava con pane, marmellata e
salse varie e Tracey ai fornelli, con un bollitore d’acqua e
varie erbe in infusione; sembravano mossi da una febbrile eccitazione,
il ricercatore soprattutto.
-Ah, vedo che ti sei svegliato, ragazzo!-
-Buongiorno Luke!-
-Buongiorno… lei non ha dormito, Dottore?-
-E come potevo! Non immaginerai mai cosa ho scoperto su quella lastra
di pietra, Luke!-
Tracey versò l’infuso in tre tazze -È
tutta mattina che cerco di convincerlo a dirmi qualcosa, ma
è stato tutto inutile.-
-Così mi incuriosite!- esclamò il bambino.
-Prima mangiate, forza!- incitò -Tracey è stata
così gentile da darmi una mano con la colazione.-
La ragazza porse una tazza di tè a Schrader e a Luke -Ecco!-
Luke si sedette al tavolo, guardando il liquido scuro ondeggiare nella
tazza -Il Professor Layton non sembrava molo fiducioso sul tuo
tè, Tracey…-
-Ammetto che in passato ho avuto difficoltà, ma sono certa
che questa volta sia andato tutto bene! Ricordi?- tamburellò
l’indice sull’agendina che teneva in mano.
-Ah sì, le ricette. Va bene, assaggiamo!- Luke
versò più di cinque cucchiaini di zucchero e
mescolò finchè non si fosse tutto sciolto.
Tracey lo guardò sconcertata -Vuoi un altro un po’
di tè con lo zucchero?-
-Mi piace dolce!- affermò come fosse un vanto.
Schrader rise all’allegra scenetta, poi portò il
bordo della tazza alle labbra, sorseggiando il
tè… sgranò gli occhi e ci
mancò poco che gli andò tutto di traverso -Santo
cielo!!-
La ragazza lo guardò non capendo -… cosa
c’è?-
Luke non riuscì a trattenersi e sputò il sorso
che bevve -È orribile, Tracey!!-
-Impossibile!- bevve convinta una bella sorsata dalla sua tazza, con il
risultato che sbiancò e rovesciò il resto nel
lavandino -Come ho potuto!!-
-Era meglio ascoltare i dubbi di Hershel…-
commentò tra sé e sé il ricercatore.
-Meno male che avevi le ricette, altrimenti saremmo morti!-
La ragazza cadde nello sconforto più totale -Appunto, non
potevo sbagliare seguendo le ricette!- sfogliò
l’agenda rileggendo con attenzione il procedimento -Ho fatto
esattamente come… ops.- si zittì.
-Avrai trascritto male qualcosa.-
-… credo di aver letto la riga sbagliata ad un certo punto.-
Luke si coprì il volto con una mano, allontanando la tazza
da sé -Il Professore sarà disordinato, ma tu sei
veramente sbadata!-
-Uffa…-
Schrader le diede una pacca sulla spalla -Su, su, andrà
meglio la prossima volta.-
-Non mi compatisca!-
-Meglio pensare alle scoperte del Dr. Schrader, ci spieghi.-
incalzò Luke addentando una fetta di pane con la marmellata.
-Sono stato sveglio tutta la notte, e…- prima che potesse
aggiungere altro il campanello d’ingresso suonò.
Tracey scosse il capo -Non sapremo mai quello che ha scoperto. Vado a
vedere chi è!-
-E se fosse la polizia?!- chiese Luke subito allarmato.
-Non sono di certo venuti ad arrestarci, il Dr. Schrader
avrà di sicuro chiarito tutto!- sminuì Tracey
andando all’ingresso.
-A dire il vero ero talmente preso dalla stele ch mi è
passato di mente.-
La ragazza si fermò sulla soglia, con la mano sollevata a
mezz’aria per prendere la maniglia -… ma no, non
sarà la polizia!- aprì la porta, sbiancando di
colpo quando si ritrovò di fronte l’ispettore
Grosky -È LA POLIZIA!!- e richiuse la porta di colpo.
Luke la raggiunse di corsa -Te l’avevo detto che ci avrebbero
arrestati! È colpa tua!-
-Cosa?! Hai pienamente collaborato!-
-Non è vero!!-
-Aaah… e adesso? Che dici, ce la daranno la condizionale?-
-Non so nemmeno cosa sia!!-
Grosky busso ripetutamente -Datevi una calmata là dentro,
non sono venuto per arrestare nessuno!-
Tracey si appoggiò alla porta osservando
l’immagine distorta dell’ispettore attraverso lo
spioncino -E chi me l’assicura?-
-Fammi entrare o sfondo la porta!!- rispose di tutto tono Grosky -La
polizia di Scotland Yard non si ferma davanti a niente!!-
-Non opporre resistenza, Tracey! Peggiori solo le cose!- Luke la
scansò, aprendo all’ispettore.
Grosky li guardò con i pugni piantati sui fianchi, con un
cipiglio di rimprovero -Vi siete calmati?-
Luke annuì, visibilmente teso e in ansia, mentre Tracey
scosse negativamente il capo, preda del più totale sconforto.
-So cos’è successo al museo, ma non voglio
arrestarvi. Mpf, dire che sono venuto fin qui per portarvi
una bella notizia!-
I due si guardarono perplessi.
Sul volto inizialmente serio dell’ispettore si
allargò un luminoso sorriso, poi si spostò di
lato, mostrando ai ragazzi la bella notizia.
Luke e Tracey si ravvivarono vedendo Layton lì davanti a
loro, come sempre sereno e per fortuna senza manette.
-Professore!-
-Zio Hershel!- lo abbracciarono felicissimi.
-Per fortuna state bene, mi fa piacere.-
-Che bello rivederti, zio!-
-Eravamo preoccupati!-
Il Professor Layton l rassicurò -Sono in perfetta forma,
basta preoccupazioni.-
-Mi commuovono sempre queste scene!!- il passionale ispettore Grosky si
asciugò le lacrime con la manica della giacca -Anche gli
ispettori di Scotland Yard hanno un cuore!!-
Il Dr. Schrader fece accomodare tutti -Ero certo che te la saresti
cavata, Hershel.-
-È bastato esaminare il problema con logica. Piuttosto, voi
due non mi avete dato molto retta.-
-L’idea è stata di sua nipote!- disse Luke.
-Mi è sfuggita di mano la situazione, il piano originale era
diverso, credimi zio!-
Hershel annuì -Cos’è successo di
preciso al museo?-
-Ci siamo scontrati con dei brutti ceffi che voleva prendere la lastra
di pietra, così li abbiamo fermati, vero Luke?-
-Sì!- si rivolse poi all’ispettore -Li avete
catturati?-
Grosky scosse il capo -Purtoppo al nostro arrivo non abbiamo trovato
nessuno.-
-Mmh…- Layton parve pensieroso.
-Professore, la sua tesi sul vero colpevole è ancora valida
con questi sviluppi?-
-È probabile di sì, ispettore.-
-Hai già capito chi è stato!?-
-Forse Tracey, ma ora non è importante. Credo che il Dr.
Schrader abbia qualcosa da comunicarci.
-Proprio così, ragazzo mio!- esclamò -Seguitemi
nello studio, ve lo mostro!-
Luke tenne Tracey per un braccio -Anche tu sei rosa dalla
curiosità?-
-Tantissimo…-
Il gruppo si riunì attorno ad una scrivania,
dov’era posata la stele di pietra e gli appunti del vecchio
ricercatore.
-Non ci tenga sulle spine, Dottore.- incalzò Grosky.
-Dopo il lavoro di una notte sono riuscito a tradurre i caratteri
incisi su questa tavola di pietra, anche se il significato mi
è ancora oscuro.-
Luke si mise a scrivere sul suo quaderno -Se non sono geroglifici cosa
sono?-
Con particolare orgoglio Andrew Schrader spiegò la sua
scoperta -Questi sono i simboli di una lingua ancora più
antica e arcaica, oserei dire. Signori, sto parlando della lingua di
Atlantide.-
-Cosa?-
-… Atlantide? Ne è sicuro?-
Layton annuì convinto, approvando a pieno la deduzione del
suo mentore.
Tracey lo guardò di sottecchi -Ho come
l’impressione che tu già lo sapevi.-
-Ci sono arrivato la notte scorsa, mentre l’ispettore mi
stava interrogando. Sono stati gli appunti di Starling ad aprirmi la
mente, e mi sono subito ricordato delle poche informazioni che raccolsi
nel corso dei miei studi universitari.-
-Sei irritante quando fai così, lo sai? Ma ti voglio troppo
bene per arrabbiarmi.-
Layton le sorrise.
-Aspettate u momento, parliamo proprio dell’impero perduto di
Atlantide?-
-Proprio quello, ispettore. Le informazioni su Atlantide sono molto
poche e confuse, e tutt’ora si dibatte sulla sua reale
esistenza, o se si tratti solo una leggenda.- disse Schrader.
-Da sempre la ricerca sull’isola perduta di Atlantide
affascina studiosi e scienziati, ma non si sa neanche con esattezza
dove sorgesse, si sa solo che è sprofondata in mezzo al
mare. C’è chi sostiene che si trovasse oltre lo
stretto di Gibilterra, dove sono poste le Colonne d’Ercole,
altri sostengono che si trovasse nel mezzo dell’Oceano
Atlantico, oppure più vicino al Vecchio Continente, o
all’Africa.-
Luke prendeva appunti -… ma allora cosa ci faceva un reperto
di Atlantide in Egitto?-
-Alcuni scritti riportano le conquiste territoriali del popolo di
Atlantide, dotato di una tecnologia nettamente più
sviluppata, e si dice appunto che la sua cultura sia arrivata in molte
terre e paesi. Questa potrebbe essere una valida spiegazione.
-Cosa dice quella scritta, Dr. Schrader?- domandò Tracey.
L’archeologo lesse i suoi appunti -Cercherete nel centesimo
ciclo dove i due sovrani regnano assieme ai sudditi.-
Clamp Grosky alzò un sopracciglio perplesso -…
prego?-
-Al quanto enigmatico.- commentò pensieroso Layton.
Luke lo segnò -Centesimo ciclo… aver tradotto
l’incisione non ci aiuta poi molto.-
-Ti pareva, un altro enigma…- borbottò Tracey.
-Ah, questo esula le mie competenze!-
-Non si preoccupi ispettore Grosky, torni pure alla centrale. Appena
scoprirò qualcosa glielo comunicherò subito.-
Assentì -Mi fido di lei, Professore. Ora è meglio
che vada, prima di venire qui i miei uomini mi hanno accennato di un
problema con il medico legale, sarà meglio che vada ad
accertarmi di che cosa si tratti! Arrivederci!- e colmo di
vitalità partì in corsa diretto verso Scotland
Yard.
-Ne ha di energie quel tipo!- commentò la ragazza.
-Andrew, grazie per esserti occupato di mia nipote e di Luke. Il tuo
contributo è stato fondamentale.-
-È stato un piacere, Hershel. Non deludetemi, risolvete
questo mistero!-
-Sarà fatto, Dottore!- esclamò Tracey, ammiccando.
-Adesso cosa facciamo, Professore?-
-Andiamo all’Università, Luke. Non
c’è posto migliore per svolgere una ricerca.-
Si congedarono dal Dr. Schrader, salirono sulla Layton-mobile e si
diressero alla Gressenheller University, portando con loro
l’antica stele di Atlantide.
-Mi meraviglio che l’ispettore
‘non-si-infrange-il-protcollo’ ti abbia lasciato in
libertà!-
-L’ispettore Chelmey è solo ligio al suo dovere,
Tracey. Comunque è stato Grosky a convincerlo.-
spiegò con calma Layton
-Per fortuna non è venuto lui, o ci avrebbe di sicuro
arrestati.-
-Lo credo anche io, Luke! Ahah, però sarebbe stato
divertente!-
-Affatto!-
-Dobbiamo fare una chiacchierata, nipote.- il tono di Layton era
severo, ma le rivolse uno sguardo complice attraverso lo specchietto
retrovisore.
-I crimini che commetto sono solo a fin di bene, zietto caro!-
Luke incrociò le braccia al petto -Pensa a quanti anni
potevano darti, così magari ti passa la voglia di commettere
crimini!- disse con fare saccente.
-Me la sarei cavata.-
-In che modo, sentiamo!-
-Sarei evasa!- esclamò sorridendo, facendogli
l’occhiolino.
-Tracey!!-
Il Professor Layton non badava più alle chiacchiere dei
ragazzi, soprapensiero ed estraneo a tutto -…
anni… ho capito!- pigiò il pedale
dell’acceleratore accelerando di colpo.
-Aaah!-
-Zio, ma che fai?!- Luke e Tracey dovettero reggersi ai sedili dopo
un’improvvisa e rapida curva.
-Cos’è che ha capito, Professore?-
-A cosa si riferisce la scritta sulla lastra. Ho bisogno di una
conferma, ma credo di essere sulla pista giusta.-
Tracey e Luke si scambiarono uno sguardo confuso.
Appena arrivati all’Università Hershel Layton si
diresse a passo spedito alle scale che conducevano al primo piano,
svoltò a sinistra procedendo deciso verso una classe ben
precisa. Nipote e apprendista gli stettero dietro, ancora incerti sulla
prossima mossa.
Entrarono in un’aula le cui pareti erano interamente coperte
da carte geografiche e stellari di ogni dimensione; le postazioni degli
studenti erano strutturate come una scalinata, in modo da consentire a
tutti la maggior visuale sul professore che faceva lezione di fronte ad
una lavagna di ardesia nera. Di fronte alla lavagna, sulla cattedra
destinata all’insegnante stava un modello non molto recente
di computer, installato da poco.
Layton si sedette alla cattedra, iniziando ad armeggiare al computer,
cercando qualcosa nella banca dati.
Luke e Tracey lo affiancarono.
-Ah, sai usare un computer, bene.-
-Tracey, anche se mi occupo di reperti antichi e dinosauri non
significa che lo sia anche io.- rispose risoluto alla battuta di
spirito.
-… Touchè.-
-Perché siamo nell’aula del corso di astronomia?-
chiese Luke -Centra con la stele di Atlantide?-
-Certamente. Rileggi l’enigma, Luke.-
Il bambino prese il quaderno degli appunti dalla sacca - Cercherete nel
centesimo ciclo dove i due sovrani regnano assieme ai sudditi.-
-La chiave di questo enigma sta nel capire dove guardare, poi il resto
diventa facile.-
-Bisogna cercare nel cielo, d’accordo, ma cosa?-
-I due sovrani che regnano assieme ai sudditi.- ribadì il
Professore, digitando nel motore di ricerca «cento
anni».
-Nel cielo ci sono il Sole e la Luna, ma non si vedono mai assieme.-
Tracey rifletteva, arrovellandosi su quel mistero.
-Allora i sudditi sono le stelle… ma si vedono con la Luna,
ma di giorno quando c’è il Sole.-
Layton li guardò -Sicuri?-
-… ah!- Tracey batté un pugno sulla mano
-L’eclissi!!-
Layton annuì.
-L’eclissi…? Sì, ha senso! È
l’unico momento in cui Sole e Luna appaiono assieme nel
cielo!-
Tracey venne colta da un dubbio -… ma come facciamo a sapere
a quale eclissi si riferisce?-
-Qui entra in gioco la moderna tecnologia. L’indizio che il
popolo di Atlantide ci ha lasciato è un evento che si ripete
ogni cento anni, dato che devono essere visibili sia il Sole, sia la
Luna, che le stelle si tratta per forza di un’eclissi solare,
la quale si verifica quando il nostro satellite si frappone fra il Sole
e la Terra, oscurando il giorno per pochi istanti.- spiegò
Layton -Per nostra fortuna il Professor Adkins della facoltà
di astronomia e astrofisica registra ogni evento celeste di rilevanza,,
quindi se quell’eclissi è avvenuta nel corso del
suo insegnamento avremo la risposta che cerchiamo.-
Sul monitor apparve una lista di immagini con didascalia e data di
ripresa con il personale telescopio dell’insegnante di
astronomia.
Layton scorse con il puntatore la lista, fino ad individuare qualcosa
che potesse rivelarsi interessante, e ci cliccò sopra -Diamo
un’occhiata…-
Partì un filmato, Luke e Tracey osservavano tutto da sopra
le spalle del Professore.
Lentamente e con precisione il disco lunare si sovrappose al luminoso
disco del Sole, allineandosi perfettamente, lasciando intravedere
appena una delicata aureola di luce, oscurando il giorno per pochi
brevi attimi.
-… non vedo niente.- Tracey scosse il capo.
Il Professore fece ripartire il video dall’inizio.
-… torni indietro!- esclamò Luke.
-Hai visto qualcosa?-
-Forse…- dopo che il Professore riavvolse di nuovo il video,
Luke indicò lo schermo
-Ecco, fermi! Lo vedete anche voi? Vicino all’eclissi!-
Hershel e Tracey aguzzarono la vista: un flebile puntino luminoso si
faceva strada in quel buio passeggero mostrandosi
all’universo.
-Bel colpo, Luke!-
-È una stella.- Layton si trascrisse su un foglio le
coordinate di posizione dell’astro
-Vediamo se la mia idea è corretta.- si alzò,
andando al planisfero appeso accanto alla lavagna.
-Coordinate…? Ehi zio, non crederai mica…-
Hershel Layton rincorse le linee geografiche con l’indice fin
dove si incrociavano indicando un preciso punto situato
nell’Oceano Atlantico, non troppo distante dalle coste
britanniche e dall’Europa.
Sorrise.
-Ragazzi miei…- si voltò verso di loro -Abbiamo
appena individuato il luogo in cui sorgeva l’isola di
Atlantide.-
Luke e Tracey si scambiarono un sorriso esaltato battendosi il cinque
-Evvai!!-
-Questa è la scoperta archeologica più grande del
secolo!!- esultò la ragazza.
I festeggiamenti durarono poco. Le ampie vetrate dell’aula
andarono in frantumi aprendo la discesa ad un intero squadrone di
uomini mascherati, calatisi all’interno con delle funi.
-… cosa?-
-Sono loro! Sono i tizi che abbiamo incontrato al museo, Professore!!-
Uno dei nemici sogghignò -Consegnateci la stele di pietra.-
-Ve lo potete scordare!!- Tracey si sfilò la borsa a
tracolla contenente il reperto e la lanciò con forza
-Prendila, zio!!-
-… oooh… ah! Presa!- per poco il Professore non
cascò a terra sbilanciato dal peso.
-Via, via!- incitò Tracey.
-Aaah, di nuovo?!-
Layton arrivò alla porta, facendo uscire Luke
dall’aula -Vieni, Tracey!-
-Arrivo!- saltò sulla cattedra per evitare di farsi
prendere, balzò a terra e corse dallo zio.
Nel tentativo di acciuffarla un brutto ceffo si buttò a
terra, inciampando nei cavi di connessione del computer facendolo
cadere rovinosamente.
-Ops! Questa volta io non c’entro!- si discolpò la
ragazza alzando le mani.
-Spero che il rettore ci creda, allora. Andiamocene!-
Il gruppo corse lungo il corridoio, inseguiti dagli uomini che non
volevano mollare.
Due di loro raggiunsero il Professor Layton; uno lo prese per i
fianchi, da dietro, mentre l’altro gli afferrò le
braccia nel tentativo di prendersi la sacca.
-Signori, i reperti vanno trattati con… rispetto!-
colpì con la sacca l’uomo davanti a sé,
facendo poi lo sgambetto all’altro e con una lieve spinta se
ne liberò.
-Mettimi giù!!- Luke si dimenava, tenuto da sotto le braccia
da uno scagnozzo; per fortuna nell’agitarsi colpì
qualcuno con un calcio.
-Luke, resisti!- Tracey spintonò con una spallata
l’uomo che teneva il bambino, facendogli perdere la presa.
-Ah, andiamocene!- appena mise i piedi a terra afferrò
Tracey per la manica della giacca correndo via.
-State bene?- si premuro Layton.
-Sì! Cosa facciamo, zio Hershel?-
-Raggiungiamo l’auto, presto.- diede un’occhiata
alle loro spalle -Ci sono alle costole…-
Raggiunsero la rampa di scale che portava al piano terra, di fronte
all’ingresso principale dell’Università,
ma subito i mascherati furono loro addosso. Afferrarono il Professore
voltandolo a forza.
-Ehi, lasciatelo!-
-Giù le mani da mio zio!-
Due uomini afferrarono la sacca, altri due spinsero indietro Layton,
nel tentativo di farlo cadere oltre le scale, ma il professore non
lasciò la presa e perdendo l’equilibrio
precipitò lungo i gradini con i due mascherati aggrappati
alla giacca e alla borsa.
-Professore!!-
Luke e Tracey lo raggiunsero di corsa, cercando di precedere il resto
della banda.
-… aaah… aspettate!- Hershel Layton
riuscì ad alzarsi a carponi, ma fu vano tentare di fermarli;
afferrarono finalmente la sacca contenente la stele di Atlantide e
fuggirono.
Tracey lo aiutò a mettersi in piedi -Stai bene?-
Annuì -Restate qui, non seguiteli…-
-Ma… Professore! Si sono presi la stele!-
-Tranquillo, Luke. Non è necessario, ed è troppo
pericoloso.-
Il rettore Stone si fece largo tra la folla di studenti ed insegnanti
che si era accalcata lì attorno -Permesso, permesso!
Cos’è successo qui, Hershel? State bene?-
-Certo, scusi per il disagio, rettore.- disse l’accademico,
con il solito tono pacato.
-Sì, scusi.- fecero eco i ragazzi.
-Le spiegherò tutto a tempo debito, non si preoccupi.-
-Adesso che si sono presi la stele cosa facciamo?- gli
domandò la nipote.
-L’unica cosa ovvia che possiamo fare.- disse Luke prendendo
i suoi appunti –Andremo nel punto indicato da quella
coordinata.-
-Giusto, Luke. È l’unica cosa da fare.-
affermò Layton -Anche se comincio a pensare che la
situazione sia più complessa di quanto sembri.-
Fu facile reperire un’imbarcazione che portò il
Professor Layton, Luke e Tracey fino al luogo indicato.
Hershel Layton contattò il capitano O’donnell,
conosciuto qualche tempo prima durante un’altra incredibile
avventura, in un altro grande mistero. Il vecchio O’donnell
era un buon lupo di mare, con una bell’esperienza sulle
spalle, e si mostrò ben felice di aiutare
l’archeologo in quest’occasione.
Tracey e Luke stavano in coperta, appoggiati al parapetto della nave,
una con lo sguardo fisso sui flutti che si infrangevano sulla china,
l’altro con lo sguardo perso sull’orizzonte.
Layton li raggiunse -Prima di partire ho contattato
l’ispettore Grosky, gli ho lasciato le coordinate, in caso di
bisogno scommetto che non tarderà ad arrivare.-
-Sarebbe capace di farsela a nuoto!- commentò Luke.
-L’energia non gli manca di certo.-
Tracey alzò lo sguardo dalle onde -Secondo te cosa
troveremo?-
Layton scosse il capo -Non lo so… possiamo aspettarci di
tutto.-
Luke accennò un sorrisetto -Comincio a credere che Tracey
sia una calamita per questi strani eventi!-
-Cosa dici, non è vero!!- ribatté lei.
-Le mie vacanze erano tranquille prima di conoscerti.-
-Le tue vacanze erano noiose, dovresti solo ringraziarmi!- concluse con
tono saccente.
-Tranquille, non noiose!!-
-Continua a crederci, piccolo gentleman.-
L’atmosfera si era un po’ rilassata, per fortuna.
Nelle ultime ore era capitato proprio di tutto, gli eventi si erano
susseguiti con una tale rapidità che non avevano lasciato
nemmeno il tempo di prendere fiato. Faceva piacere sorridere anche in
momenti così seri.
Il capitano O’donnell richiamò la loro attenzione
dalla cabina di comando -Professore, terra in vista!-
-Terra?-
-È la rotta giusta, capitano?-
-Certamente! Siamo diretti ad un’isola, approderemo tra circa
mezz’ora.-
-Bene, grazie.-
Luke si rivolse a Layton -Crede che quell’isola
sia…-
-… l’isola perduta di Atlantide?-
terminò Tracey, anche lei volgendo lo sguardo al Professore.
-Mmh… vedremo.-
Sbarcarono su una piccola spiaggia di chiara sabbia sottile. La sabbia
andava via, via, mischiandosi con la terra man mano che ci si
allontanava dal mare, e dopo pochi metri cominciava a spuntare erba
verde, cespugli, e alberi rigogliosi. Ai lati si potevano ammirare
delle scogliere a picco, dove il terreno si inclinava e la sabbia e
l’erba sparivano, lasciando spazio alla nuda roccia che si
tuffava tra i flutti spumeggianti. Circa al centro della piccola isola
si innalzava una montagna, o un vulcano spento, era difficile dirlo
così ad occhio; sembrava regnare incontrastata su quel
piccolo ecosistema.
Vista così quell’isola dava
l’impressione che facesse parte di un comune atollo
irlandese, niente di più speciale o misterioso.
Dopo aver lasciato l’imbarcazione poco distante dalla riva,
il Professor Layton, Luke e Tracey si addentrarono nella foresta.
-Sembra completamente disabitata.- commentò la ragazza,
facendosi largo tra gli arbusti.
-Cosa facciamo, Professore?-
-Cerchiamo qualche indizio, e di capire qualcosa su questo posto, Luke.
Siamo arrivati fin qui, qualcosa troveremo senz’altro.-
-Sicuro!!-
-Iniziamo con il dirigerci verso il versante della montagna, sembra un
buon punto di riferimento.-
-Ricevuto, andiamo!- Tracey si incamminò a passo spedito
affiancata da Luke.
Il Professor Layton si fermò, restando ad osservare qualcosa
che aveva attirato la sua attenzione.
-Pensa Tracey, questa potrebbe essere la scoperta più grande
della storia! E noi siamo qui!- esclamò Luke euforico.
-Davvero… ehi, finiremo sui giornali!! Sarai di nuovo in
prima pagina sul Times, zio Hershel!- disse, voltandosi, ma non lo vide
da nessuna parte -… zio? Zio Hershel…?-
-Professore?- anche Luke si guardò attorno -È
sparito un’altra volta.-
-… deve perderlo questo vizio!- commentò stizzita
la ragazza -Be’, che facciamo?-
-Facciamo come ha detto il Professore, ci incontreremo al versante
della montagna.-
-Giusto, andiamo.- si incamminarono.
-Davvero strano…- Hershel Layton aveva imboccato un sentiero
secondario, nascosto dalle fronde, ma dove c’erano evidenti
tracce di un passaggio di molte persone. Si alternavano orme di scarpe,
e di piccole rotelle. Seguì quelle tracce finchè
non raggiunse una parete di nuda roccia. Vi poggiò una mano
sopra, sollevando lo sguardo, ammirando il fianco del monte che
spiccava alto ad accarezzare le nuvole. Riabbassò lo
sguardo, tornando ad osservare quel susseguirsi di orme che finivano
proprio contro la roccia. Sorrise, tastando in vari punti la parete,
finchè un piccolo masso non rientrò in essa, e
dopo un leggero tremore e un rombo sorde, davanti al Professore si
aprì un varco che conduceva nel cuore della montagna.
-Un gioco da ragazzi.- si addentrò in quel lungo tunnel,
illuminato da sporadiche torce appese ai lati, deciso a scoprire dove
poteva mai condurre.
-Aaaaaahh!!-
-Ahiaa… sono caduto di testa!- Luke si massaggiò
la nuca, dopo essere precipitato in una profonda buca nel terreno
assieme a Tracey.
Si ritrovarono in quella che sembrava una grotta scavata nella roccia,
illuminata da alcune torce appese alle pareti circolari, e si poteva
intravedere un tunnel che curvando spariva nell’ombra.
-Non posso essere caduta in una trappola tanto banale! Senza lo zio
siamo davvero così persi!?-
-Ehm, Tracey…- Luke le tirò una manica della
giacca.
-Cosa? Oh…-
Vennero circondati dai soliti brutti ceffi mascherati dagli abiti scuri.
-Almeno siamo sicuri di essere sulla strada giusta.-
-Tu dici?- domandò ironico Luke.
-Bene, bene… i pesci piccoli sono caduti nella rete.- una
voce rimbombò nella grotta, e nell’udire queste
parole gli uomini aprirono un varco al nuovo venuto, giunto da tunnel
nascosto, per permettergli di posizionarsi davanti ai ragazzi.
Luke e Tracey rimasero a guardarlo a bocca aperta.
-… non è possibile!-
-Ma tu sei…-
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Layton giunse in una vasta sala, proprio all’interno della
montagna. Sula parete di fronte poteva scorgere altre due entrate,
mentre alla sua destra, su un piano rialzato sorgeva un altare di
pietra, consumato dallo scorrere del tempo, al quale erano collegati
grossi e complessi macchinari che occupavano quasi interamente la
parete.
L’altare di pietra presentava un vano scavato con precisione,
proprio al centro, e da esso si dipartivano bassorilievi di immagini e
simboli, in tutto simili a quelli riportati sull’antica stele
rinvenuta in Egitto.
Il professore salì i quattro scalini che portavano
all’altare, fermandosi ad osservare il ripiano di pietra
stesso e i macchinari collegati con una serie quasi infinita di spessi
tubi di gomma, che ondeggiavano ritmicamente, come se
l’aggiunta meccanica di quella sala respirasse.
-Alla fine sei arrivato, Layton.-
Si voltò, e ai piedi degli scalini lo vide -Immaginavo ci
fossi tu dietro a tutto questo, Descole.-
L‘uomo gli rivolse un ghigno compiaciuto -È un
vera sorpresa vederti qui, in questo splendido tempio.-
-Non ne dubito, considerando quanto ti sei impegnato per farmi
arrestare.-
-Ahahah,- rise di gusto -un vero colpo di genio, non trovi?- lo
raggiunse -Anche se non posso prendermi tutto il merito. Il mio intento
era semplicemente quello di sbarazzarmi di te, ma accusarti di
omicidio, be’… un vero colpo di genio!-
esclamò, allargando le braccia, con fare teatrale.
-Sì, so anche che nn hai agito da solo.-
-Non ti si può nascondere nulla, vero Professore? Ma
permettermi di mostrarti una sorpresa, prima che ti venga in mente di
ostacolare i miei piani.- indicò con un sorrisetto divertito
una delle altre entrate, dalla quale arrivarono due degli scagnozzi di
Jean Descole portando Luke e Tracey, tenendoli con le braccia bloccate
dietro la schiena. Dietro di loro c’era una terza persona.
-Professore!!-
-Ah, e quello chi accidenti è?!-
-Jean Descole,- disse Luke alla ragazza -una sorta di scienziato pazzo.-
-Ti correggo giovane Triton, sono uno scienziato dalle grandi
ambizioni, e so come ottenere ciò che voglio!-
Tracey lo osservò in silenzio, squadrandolo da capo a piedi
-Fammi indovinare, hai un debole per i costumi di carnevale?-
esclamò palesemente divertita.
Descole parve non apprezzare la battuta di spirito, ma mantenne la sua
spavalderia
-Layton, ti scegli sempre dei pessimi aiutanti.-
-Lascia che ti presenti mia nipote Tracey, ha un carattere molto
vivace.-
Tracey mimò un inchino.
-Ma che bella famiglia!- commentò ironico lo scienziato
–I tuoi ragazzi hanno già conosciuto il mio
collaboratore, lascia che io ti presenti il Dr. Jerome
Starling… anche se presumo vi conosciate già.-
Hershel Layton guardò l’uomo che se ne stava
tranquillo in piedi dietro agli scagnozzi di Descole, per nulla
sorpreso o colpito dal vederlo lì vivo e vegeto.
Tracey parlò a bassa voce all’amico -Ho come
l’impressione che lo zio avesse capito anche
questo…-
-Già…-
-Niente di personale Layton, sul serio.-
-Hai inscenato la tua morte facendo ricadere le accuse su di me solo
per evitare che mi intromettessi in questa faccenda?-
-È stato un po’ esagerato? Forse… ma
necessario.- superò il gruppo avvicinandosi
all’altare, rivolgendo al Professore un cipiglio di rabbia e
irritazione -Il tuo perbenismo e la tua morale avrebbero mandato tutto
a monte!!-
-Per questo decidesti di chiudere lo scavo in Egitto con tanta fretta,
dopo il ritrovamento di quel reperto.-
-Mi imbattei negli studi sulla Civiltà di Atlantide anni fa,
e appena rinvenimmo quella stele di pietra tutto mi fu subito
chiaro… era una scoperta troppo importante, e quella stessa
lastra era la chiave di tutto, ne ero e ne sono certo! non potevo
lasciarmi scappare una simile possibilità di guadagno,
Hershel. Ho investito tutto per aver i fondi necessari, e infine il
signor Descole si è fatto avanti in mio aiuto.- Starling
salì i gradini avvicinandosi all’archeologo e allo
scienziato -Il ritrovamento di quella stele e il messaggio che vi
è inciso aprirà una nuova era, e sarà
fantastica!!- si poteva sentire una vena di follia nella voce
febbricitante di Jerome Starling.
-E allora iniziamo!- con un gesto del braccio Descole scostò
il mantello, impugnando la lastra di Atlantide, e la
posizionò nell’incavo dell’altare,
collegato ai possenti macchinari.
Hershel Layton scosse amareggiato la testa, visibilmente dispiaciuto
per le sorti del collega -Ti sei lasciato divorare dalla smania di
potere e fama, Jerome…-
-Taci, Layton!!- inveì.
Tracey parlò con un sussurro -Luke, dobbiamo prendere quella
stele.-
-Come? Questi non ci lasceranno andare tanto facilmente!-
-Allora liberiamocene!- disse, guardandolo con complicità,
ammiccando.
-Oh… sì!-
Tracey spintonò Luke con una spallata -Ma non dire idiozie,
non è stata colpa mia!!-
Luke stette al gioco e di risposta le diede una spinta a sua volta
-Invece sì, guarda in che casino siamo finiti!-
-E sarebbe colpa mia?! È quel tipo in maschera che si
diverte a metterci nei casini!!-
Le due guardie, trattenendo i ragazzi per le braccia, cercarono di
allontanarli -Ehi, calmatevi voi due.-
-Che vi prende?-
-Non intromettetevi!- i ragazzi si diedero un forte slancio, scaricando
il peso di tutto il corpo sui due poveri malcapitati. Una volta che
questi incespicarono colti di sorpresa Luke fece uno sgambetto al
più smilzo, dandogli poi un altro spintone che gli fece
picchiare la testa contro una sporgenza di roccia; Tracey
assestò all’altro un efficace calcio in mezzo alle
gambe e una gomitata al volto che lo mandò al tappeto, sopra
al compagno.
-E ora andiamo!-
-Sì!!-
Corsero verso il fulcro dell’azione.
-Che succede? Descole, attiva la macchina!- incitò Starling,
accortosi dei ragazzi.
-Aspetta!- Layton cercò di frapporsi.
Con un sorrisetto compiaciuto in volto, Jean Descole girò
completamente una manopola e abbassò una leva, ma prima che
questa attivasse il meccanismo Tracey gli si fiondò addosso
gettandolo a terra -Cos…? Ah!!-
Nel frattempo Layton e Luke tolsero la stele dall’altare.
-Fermi! Fermatevi!!- Jerome Starling afferrò Layton per un
braccio, cercando di riappropriarsi del reperto.
-Aspetta…!! Non capisci, Starling…- il Professore
cercava di liberarsi della presa.
-… Professore!-
-Tu non capisci, non intrometterti!!-
Descole gettò a terra Tracey, rialzandosi di scatto -Dannata
ragazzina!!- la prese per la collottola della giacca.
-Lasciami!- si sfilò la giacca nel tentativo di scappare, ma
Descole sfoderò la spada, afferrandola rapidamente per un
braccio, trattenendola a sé e puntandole la lama della spada
alla gola -Cosa…?- Tracey si immobilizzò, colta
alla sprovvista.
Descole rise di gusto -Layton, rimetti quella lastra di pietra al
proprio posto!-
-Aah, Tracey!! Lasciala andare, Descole!!- gridò Luke.
Il Professore tenne lo sguardo fisso sull’uomo mascherato
-Lei non c’entra nulla, Descole.-
-Oh, dipende da te, caro Professore… mpf, fin’ora
non ero mai arrivato a minacciarti, ma comincio a pensare che sia un
buon metodo per farti stare al tuo posto.-
-Tsk, altro che gentiluomo.- commentò sprezzante Tracey.
-Avanti, vuoi bene a tua nipote, vero Hershel? Consegnami quella
stele!!-
Layton non si mosse -Jerome, non te ne sei ancora reso conto?-
-Reso conto di cosa?-
-Descole ti sta solo usando.- disse serio, guardando prima il collega,
poi lo scienziato che teneva in ostaggio sua nipote.
-Perché mai dovrebbe fare una cosa del genere?!-
-Sei così accecato dal desiderio di fama e potere che non
riesci nemmeno a vedere la realtà; Jean Descole vuole
esattamente ciò che vuoi tu.-
-Sì, riportare alla luce la civiltà di Atlantide!-
-Ma lui non è disposto a condividere questa scoperta,
né con te, né con nessun altro. Ti ha contattato
per le tue ricerche e ciò che avevamo scoperto, ha lasciato
che decifrassi l’enigma sulla stele e che ti occupassi di
sbarazzarti di me… e ha approfittato di un tuo momento di
disperazione.-
-Ah, sta zitto!!- rispose Jerome sprezzante.
Descole abbozzò un ghigno -Argomentazione interessante,
Layton.-
-Ti conosco Descole, so come ragioni, e so cosa hai in mente di fare.-
-Sai anche cosa accadrà alla tua nipotina se non fai come
dico?- enfatizzò la velata minaccia appoggiando la fredda
lama sotto al mento della ragazza.
-… la nipotina ha un nome…- commentò
Tracey, osservando il metallo affilato.
Luke serrò i pugni -Professore, cosa facciamo?-
-Mmh… Luke, un gentiluomo non lascia in pericolo una
fanciulla.- così dicendo andò davanti al piccolo
altare, tenendo la lastra di Atlantide ben stretta a sé.
-Professore…-
-Zio…!! No!!-
Layton guardò Descole, inflessibile -Lasciala.-
-Posa la stele.-
-Facciamo uno scambio equo.-
Accennò un sorrisetto -Va bene, ma sbrighiamoci.- lo
scienziato avanzò di qualche passo con Tracey, arrivando a
poco da Layton.
Il Professore tese le braccia verso l’altarino, tenendo la
stele con entrambe le mani.
-Che tensione…-
Luke osservava tutto più teso di una corda di violino, poi
spostò per un istante lo sguardo sul Dr. Starling, in piedi
accanto a lui. Nei suoi occhi vi leggeva solo un’intrepida
impazienza.
Descole spostò la spada, allontanando Tracey con una spinta
e nello stesso momento Layton sollevò le braccia e
scagliò con forza la stele di pietra contro lo spigolo
dell’altare mandandola in frantumi.
-Cosa?! Cosa hai fatto, Layton!!- gridò Descole.
-No, maledizione!!-
Appena Jean Descole si lanciò sul Professore a spada tratta
lui si mise davanti alla nipote, bloccando con un piede la lama contro
l’altare e coprendo Descole con il suo stesso mantello -State
indietro!- intimò ai ragazzi.
Starling si gettò a terra, cercando di raccogliere i
frammenti della lastra
-… è a pezzi, tutta a pezzi…- si
aggrappò allo scienziato -Descole, Descole, cosa facciamo
adesso…?!-
-Aah, levati di torno!!- diede un calcio a Starling facendolo cadere
lungo i gradini, e si scostò il mantello, gettandolo a terra
-Ora che quella stele è andata distrutta tu sei inutile!!-
Starling rimase a fissarlo basito -Cosa…?-
-Professore, Perché ha distrutto la stele?-
-Nessuno è pronto per ciò che quella stele
avrebbe potuto rivelare, e il comportamento di Starling e Descole ne
è un’evidente prova. Andiamo, dobbiamo contattare
l’Ispettore Grosky.
-Non andrete da nessuna parte!- inveì Descole -È
vero, il reperto è andato distrutto, ma non mi arrendo
così!!- andò ai macchinari, spostando leve,
manovrando manopole e schiacciando pulsanti. Un tremendo boato
squarciò l’aria, facendo tremare le pareti di
roccia.
-Adesso che succede?!- Tracey si aggrappò al braccio dello
zio per no perdere l’equilibrio.
-La magia non è mai stata il mio forte, me la cavo meglio
con la scienza e la moderna tecnologia!- Descole continuava a lavorare
come un ossesso sui suoi macchinari -Se la chiave per svelare la
civiltà perduta è inutilizzabile vorrà
dire che abbatterò la porta con la forza!-
Layton comprese -… l’entrata sul versante della
montagna…-
-Come, zio?-
-Descole ha trasformato questa montagna in una delle sue macchine
infernali.-
Davanti a Descole, su una macchina, si aprì una finestra che
mostrò uno schermo, sul quale si susseguivano varie immagini
dell’isola, riprese probabilmente da telecamere istallate
dallo stesso scienziato. Sul suo volto comparve un ghigno di
soddisfazione nel vedere l’esterno del monte trasformarsi.
L’altarino ricevette una scarica elettrica dai tubi
collegati, e le linee dei bassorilievi diventavano via via
più spesse e profonde, dall’altare stesso fino a
diffondersi per tutte le illustrazioni presenti nella sala; intanto,
all’esterno, i fianchi della montagna si sgretolarono poco a
poco, rivelando quattro enormi bracci meccanici, due muniti di una
bocca dentata per scavare, uno di un’enorme punta perforante
e l’ultimo di una grande lama; questi iniziarono a muoversi
ai comandi di Descole all’interno della roccia, colpendo a
ripetizione il suolo dell’isola, sradicando alberi e
abbattendosi come titani sulla terra e sulla sabbia.
Detriti e frammenti del soffitto cominciarono a precipitare nella sala,
incapace di reggere a lungo la violenza dell’uomo di scienza.
-È… spaventoso…- commentò
Tracey, osservando lo scienziato all’opera.
Luke indietreggiò, stando dietro al Professor Layton.
-Descole…!!- Starling risalì i gradini,
afferrandolo per le spalle -Non è in questo modo
che…-
-Sparisci!- si voltò verso il dottore vibrando un fendente,
ferendolo ad un braccio -Layton aveva ragione anche su questo, ti sei
scelto l’alleato sbagliato!-
-Aah!!- incespicò all’indietro, tenendosi
l’arto ferito.
-Ah, Jerome!- Hershel sorresse il collega.
-Professore, dobbiamo andarcene! Waah…!!- Luke
evitò per un soffio una maceria precipitata.
-Attento, Luke!- Tracey indietreggiò con il bambino.
-Portate via il Dr. Starling!- incalzò Layton, affidando il
collega a Tracey, e indicando loro la direzione da cui era arrivato.
-Andiamo, zio Hershel!-
-Andate, vi raggiungo subito.- disse.
-Ma… aah!! La ragazza si spostò di lato evitando
il crollo di altri detriti.
-Andate!!-
Rapidi corsero verso il corridoio, cercando di non rimanere schiacciati
da nulla.
Una volta assicuratosi che tutti avessero imboccato la via di fuga, il
Professor Layton si voltò verso il rivale, ancora intento ad
armeggiare con leve e pulsanti –Descole, poni fine a questa
follia.
Questi si voltò verso di lui, brandendo la spada,
raggiungendolo con un agile scatto -Non manderai a monte anche questo,
Layton!-
-Ah…!!
Tracey, Luke e il Dr. Starling raggiunsero l’uscita del
passaggio, evitando un crollo e uno dei bracci meccanici di Descole,
che imperversavano sena controllo su tutto il territorio straziato
dell’isola. Percorsero qualche altro metro, cercando riparo,
poi si lasciarono cadere a terra, vinti dalla stanchezza e
dall’agitazione della fuga.
-Maledizione!!- imprecò la ragazza.
-Descole ha perso il controllo!-
Tracey si rialzò, appoggiandosi ad un tronco semi distrutto,
guardandosi attorno. Lo splendido panorama dell’isola era
ormai solo un ricordo; il terreno scavato e percosso in più
punti mostrava la nuda roccia che sosteneva terra, sabbia e
vegetazione, delle quali ormai rimaneva solo un groviglio caotico
-… Luke, porta il Professor Starling alla nave e contattate
Scotland Yard.- disse risoluta.
-Cosa? Aspetta Tracey, cosa vuoi fare?!-
-Vado a recuperare zio Hershel, prima che crolli tutto!- senza
lasciargli il tempo di ribattere si mise a correre verso la montagna,
saltando gli ostacoli di rocce e tronchi caduti, ed evitando
l’attacco tempestivo dei bracci meccanici.
-Tracey!!- Luke scattò in piedi per seguirla, ma la trivella
meccanica colpì il versante della montagna causando una
frana che ostruì il passaggio -Aah…!!-
Jerome Starling lo trattenne -Fermo ragazzino!-
-Sono intrappolati là dentro!!-
-… mi dispiace… è solo colpa mia se
voi e Layton siete rimasti coinvolti in questa storia.-
Tracey Layton attraversò di corsa buona parte del passaggio,
evitando frammenti di roccia e detriti che si staccavano dal soffitto e
dalle pareti. Per nessun motivo al mondo avrebbe lasciato nei guai suo
zio, men che meno in un posto che poteva crollare da un momento
all’altro.
Inciampò in qualcosa e cascò a terra. Pronta di
riflessi rotolò su un fianco per evitare di venir sommersa
da un cumulo di roccia. Tossì al polverone che si
sollevò, mettendosi a carponi. Il rivestimento della parete
aveva in parte ceduto rivelando lo scheletro di metallo che reggeva il
passaggio -… questo condotto l’ha fatto costruire
Descole…-
Hershel indietreggiò, scendendo dagli scalini, evitando i
ripetuti fendenti e affondi di Descole. Schivò a destra,
spostandosi alle spalle dell’altro, ma questi, da abile
spadaccino qual’era, si voltò rapido muovendo un
fendente al torace.
Il Professore riuscì a schivare il colpo, ma
incespicò in una roccia, cadendoci sopra.
Descole non si lasciò scappare l’occasione, e
sollevò la spada pronto ad infilzarlo -Sei finito, Layton!-
riabbassò la lama, ma invece che attraversare il corpo del
rivale cozzò con una spranga di metallo -… cosa?!-
-Tracey?- Layton si rialzò.
La ragazza, frapposta tra il professore e lo scienziato, rsistette
abilmente alla forza che quest’ultimo concentrava sulla spada
per disarmarla. Gli permise di avvicinarsi e subito lo respinse con un
calcio.
-Che cosa fai ancora qui?- le chiese apprensivo Layton.
-Non potevo lasciarti in pericolo, zio Hershel, non preoccuparti, Luke
e Starling saranno con il Capitano a quest’ora.-
-Dovresti essere anche tu con loro.-
-Grr… non metterti in mezzo!!- Descole si fiondò
sui due.
-Via!- Layton prese l’arma impropria trovata da Tracey e
parò il colpo dell’avversario.
-L’entrata è crollata, dobbiamo trovare un altro
modo per uscire da qui.- gli spiegò, riparandosi dietro di
lui.
-Capisco.- bloccò l’ennesimo, dando una rapida
occhiata intorno, individuando l’ultima
possibilità per scappare. -Tanto vale tentare da quella
parte. Vieni.- scansò Descole e prese la nipote per mano.
-Fermo, Layton! Non scappare!-
-Converrebbe anche a te lasciare questo posto.- si voltò un
istante verso Descole -Oltre alle pareti che crollano temo che il tuo
macchinario abbia qualche problema.-
-… cosa?- salì sugli scalini, evitando le
macerie, andando davanti ai macchinari -No, no, no, i parametri sono
tutti sbagliati! È in sovraccarico!- esclamò
irritato.
-E questo significa che…?-
-Che probabilmente tra poco esploderà.- spiegò
Layton.
-Eeeh??-
-Dobbiamo andarcene immediatamente.- il Professore rivolse uno sguardo
a Descole, poi, sempre tenendo Tracey per mano, si affrettò
a raggiungere l’unica via accessibile, sperando che portasse
davvero fuori da quell’inferno.
-……-
-Corri!- incitò Hershel, facendo avanzare la nipote avanti a
sé, nel passaggio -Prima che crolli tutto!-
-Sì, sì!! … nh?- Tracey si
stupì vedendo Jean Descole correre al loro fianco.
Continuava a guardarlo con sospetto e diffidenza, ma dopotutto chi
erano loro per impedirgli di salvarsi la vita.
Quel corridoio era mediamente accessibile, i bracci meccanici non si
agitavano più con disperazione, e i detriti che crollavano
si erano ridotti. Un barlume di luce rischiarò
l’uscita.
-Ci siamo quasi…!!-
Una fragorosa esplosione rimbombò alle loro spalle,
insinuandosi nel passaggio e l’onda d’urto li
travolse tutti.
Hershel Layton abbracciò Tracey, gettandosi a terra,
proteggendola dall’esplosione.
Rotolarono in un piccolo spiazzo d’erba all’aperto,
a strapiombo sul mare. La deflagrazione si spense nel rumore delle onde
che si infrangevano con forza contro la scogliera.
Jean Descole si sollevò sulle ginocchia, dando
un’occhiata attorno a sé, con una leggera nota
sconsolata sul volto e nello sguardo, celato dalla maschera bianca.
-Stai bene, Tracey?- si premurò il Professore, tenendola per
e spalle.
Le annuì -Sì, zio Hershel…- si
voltò poi verso lo scienziato, senza dire nulla.
Layton si rialzò -Tra non molto la polizia sarà
qui. È finita, Descole.-
Un piccolo sorriso si dipinse sul volto dell’uomo, mentre si
rimise in piedi, spolverandosi i vestiti -Non ancora,
Layton… non ancora. Deve passare ancora del tempo prima che
si possa scrivere la parola fine.- si mise sul bordo della scogliera,
restando per qualche istante ad osservare il mare, poi si
voltò verso gli altri due -Ci rivedremo ancora, Layton.-
fece un elegante inchino, mascherandosi dietro ad un sorriso
misterioso, e con un abile balzo si lanciò oltre il dirupo.
-… Descole!-
Tracey corse a sporgersi -È sparito… quel tizio
è davvero strano.-
Hershel Layton stette un istante in silenzio, poi porse la mano alla
ragazza -Forza, andiamo. Luke sarà preoccupato.-
-Sì, hai ragione.-
Si incamminarono lungo un sentiero scosceso che fiancheggiava la
montagna, portando verso la baia.
-Professore!!-
Appena salirono sull’imbarcazione Luke corse verso
di loro abbracciando Layton.
-State bene, vero? E Descole?!-
-Stiamo entrambi bene Luke, non ti preoccupare.- lo
rassicurò il Professore.
-L’elegantone mascherato è fuggito.-
sospirò Tracey.
-Professore, ho cercato di fermare Tracey, ma non sono riuscito
a…-
Layton posò una mano sulla testa del bambino, sorridendogli
-Non preoccuparti, non è facile stare dietro a mia nipote.
Sei stato bravo, Luke, ti sei impegnato per mantenere la tua promessa,
come un vero gentiluomo.-
Il piccolo sorrise rincuorato -Grazie, Professore.-
Tracey lo abbracciò da dietro, sollevandolo da terra -Un
piccolo gentleman!!-
-Aaah, mettimi giù!! Non sono piccolo!!-
protestò, ma ridendo.
Layton raggiunse Starling, seduto su una panca, con lo sguardo
avvilito, curato dal vigile Capitano O’donnell.
-Professor Layton! Ci ha fatto prendere un bel colpo con
quell’esplosione!- disse il Capitano.
-Ce la siamo cavata.- disse, poi si sedette accanto al collega.
-… Hershel… sono così dispiaciuto per
tutto questo. Mi sono lasciato trascinare da una stupida smania di
potere a fama…-
Layton ascoltava in silenzio, ben sapendo quanto potesse essere
difficile ammettere tutto.
-L’Ispettore Grosky ci attende al porto di Londra,
Professore. Fino a quel momento il Dr. Starling resterà in
consegna sulla mia nave.-
-Sono certo che Starling non creerà problemi.-
Jerome annuì mesto.
-Allora partiamo!- O’donnell andò nella cabina di
comando, a mettere in moto la nave.
-Zio Hershel!-
-Possiamo chiederle una cosa?- i due ragazzini lo raggiunsero, con
sguardi colmi di curiosità.
-Ditemi.-
-Perché dopo tutto quello che il piccoletto ed io abbiamo
passato hai spaccato la stele?-
Luke guardò per un attimo male l’amica.
-Racchiudeva un potere troppo grande.-
Tracey lo guardò di sottecchi, abbozzando un sorriso Non
è solo questo, vero zietto? C’è sotto
qualcos’altro.-
-Possibile.- ammise lui, senza scomporsi.
-Ah, non fare l’enigmatico no men!!-
Layton sorrise -D’accordo, vi dirò cosa ho
scoperto. Questa non è l’isola su cui sorgeva la
civiltà perduta di Atlantide.-
I ragazzi si guardarono un attimo perplessi -… cosa?-
Jerome Starling rimase allibito -Come non è… non
è l’isola di Atlantide?! Cosa stai dicendo,
Hershel?-
-Permettetemi di spiegare. Come credo che tutti voi ormai sappiate,
l’impero di Atlantide vantava numero conquiste in tutto il
mondo conosciuto di allora, e con le sue scoperte tecnologiche il
popolo di Atlantide aveva influenzato moltissime delle culture
conosciute, nel corso dei secoli. La stele rinvenuta in Egitto, non
è altro che una tessera del puzzle.-
-Quale puzzle?-
-Il puzzle che mostra la strada per la vera collocazione di Atlantide,
che l’ira degli Dei ha fatto inabissare.
-Incredibile… ero convinto che quest’isola
fosse…-
-era una ricerca troppo facile, Jerome. È supponibile che da
qualche altra parte ci sia un indizio che conduce proprio alla nostra
scoperta in Egitto.
-… ma, Professore, se questa non è la conclusione
di tutto allora dovrebbe esserci un’altra tessera del puzzle.-
-Proprio così, Luke.- Hershel Layton mise una mano nella
tasca della giacca e ne estrasse un frammento di roccia sbiadita, dalle
sfumature verdi, sulla quale vi erano incisi simboli e scritte ormai
ben note; era abbastanza piccolo da stare nel palmo della mano.
Tracey sgranò gli occhi colmi di stupore -Vecchia volpe che
non sei altro!-
Layton ci rimase un attimo male -… vecchia?-
-L’ha trovato quando è sparito
all’improvviso, vero?-
Annuì -Un sentiero nascosto con delle tracce che conducevano
alla montagna aveva attirato la mia attenzione, e penso che nei
numerosi scavi che Descole ha fatto fare per costruire quel passaggio
qualcuno dei suoi uomini si sia fatto sfuggire questo.-
-Zio, sei il massimo!!-
-Chissà dove porterà questo nuovo indizio!-
-Ragazzi miei, c’è solo un modo per scoprirlo:
studiare questo reperto e…-
-Partecipare alla caccia al tesoro più grande del mondo!!-
concluse con entusiasmo Tracey -Adoro le mie vacanze a Londra!!-
Layton e Luke sorrisero –Sarebbero perfette se non fosse per
il tuo tè, ehehe!-
-Quella dal Dr. Schrader è stata una svista! Devo salo fare
più attenzione quando leggo… Noooo!!!!-
gridò all’improvviso mettendosi le mani in testa,
disperata.
Luke fece un passo di lato, spaventato dallo scatto di Tracey -Aaah!!-
-Cosa c’è, cara?-
Tracey era sull’orlo del pianto –La mia giacca
è rimasta sotto le macerie di quella montagna… e
l’agenda su cui avevo scritto tutte le ricette dei vari tipi
di tè è rimasta nella tasca interna…-
-Oh…- si limitò a commentare lo zio.
Luke scoppiò a ridere -Ahaha, che sfortuna Tracey!!-
-Non ridere, tu!! È tutta cola di quel… quel
carnevaiolo!!- esclamò preda della massima irritazione.
-… carnevaiolo? Ma… esiste?- il Professore rimase
parecchio perplesso.
-Zio Hershel, sveglia! Il sole è ormai alto!!-
cantilenò Tracey.
L’uomo si mise seduto, scostando la giacca usata come
coperta, stiracchiandosi
-Buongiorno.-
-Ti sei di nuovo addormentato sul divano, fin quando hai lavorato ieri
notte?-
-Non so… parecchio.-
Luke entrò nella stanza -Ho ritirato la posta, Professore!-
-Ah, sei già qui Luke, devo aver dormito davvero tanto.-
-Come al solito!- lo prese in giro la nipote -Zio, ti ho preparato il
tè!-
-Vuoi farlo dormire per sempre, Tracey?!- esclamò Luke.
Tracey lo guardò male.
-Non avevi perso il ricettario?-
-Sì, ma non mi arrendo per così poco!-
esclamò colma d’orgoglio.
-Oh, non lo penserei mai! Quindi…- prese la tazzina che la
ragazza gli porse -questa volta sei sicura…-
-Al cento per cento!-
-Professore, vuole davvero rischiare?-
-Luke, un vero gentiluomo sostiene sempre una fanciulla, soprattutto se
è la propria nipote.- detto ciò
sorseggiò il tè.
Tracey attendeva speranzosa -Allora?-
-………-
-… Professore?-
-Zio Hershel? Allora, com’è? Perché non
mi rispondi? Zio Hershel!!-
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