I can't love you

di Be Only One
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una grossa tentazione ***
Capitolo 2: *** A prima vista ***
Capitolo 3: *** La foresta ***
Capitolo 4: *** Forse Mezzosangue? ***
Capitolo 5: *** Di dissennatori e gesti ***
Capitolo 6: *** Il compito di Piton ***
Capitolo 7: *** Soltanto momenti di debolezza ***
Capitolo 8: *** La vendetta di Hermione ***
Capitolo 9: *** Incontro Inaspettato ***
Capitolo 10: *** Una ragazza orgogliosa e testarda ***
Capitolo 11: *** Un saluto non detto ***



Capitolo 1
*** Una grossa tentazione ***


 

1.

UNA GROSSA TENTAZIONE

 

 

 

 

 

<< Mamma >> urlò Rose dalla sua stanza.

Silenzio.

Era seduta sul letto ed osservava trova il suo gufo.

Aveva incominciato a stridere impaziente, ma lei non sapeva come calmarlo.

Si tormentò i capelli rossi, frustrata.

Perché la madre non rispondeva?

Sbuffò di esasperazione e si alzò dal letto.

Ovviamente suo padre era fuori.

Il negozio di scherzi di zio George andava fin troppo bene e papà era sempre lieto di aiutarlo.

Ma sua madre doveva essere a casa, aveva detto che sarebbe stata a casa.

Aprì la porta con un calcio, frustrata di non poter usare la bacchetta.

Scese le scale lentamente, trascinando i piedi per i gradini.

Poi, finalmente, si ritrovò nell'atrio, fiocamente illuminato.

<< Mamma >> disse a voce alta.

Ma, ancora una volta, sua madre non rispose.

Si diresse verso il suo ufficio.

Quando si trovò davanti alla porta, esitò.

<< Mamma? >> chiese ancora con voce fioca.

Nessuna risposta.

Alla fine alzò le spalle e spinse la porta che si aprì con un cigolio.

Lo studio di sua madre era in ordine, un ordine quasi maniacale. Sorrise immaginando l'espressione esterrefatta di suo padre se solo l'avesse visto.

Era pieno di libri, posti ordinatamente in varie librerie e di fogli divisi in archivi.

Al centro una grossa scrivania torreggiava sul resto.

Era di legno e molto bella.

Era piena di penne e di appunti e Rose notò solo in seguito, qualcosa di assolutamente insolito posato sopra la scrivania.

Era un sottile bacile di pietra, sembrava quasi un'apertura di un pozzo, ma piatta, senza fondo.

Aveva incise sopra delle rune ed emanava un bagliore argentato. Rose fissò all'interno del bacile.

C'era una sostanza né liquida, né gassosa, che vorticava in senso circolare.

Lei sapeva esattamente cosa fosse.

Ne aveva sentito parlare a scuola. Quello era un Pensatoio.

Ne era certa.

Tuttavia non capiva. Cosa ci faceva un Pensatoio dentro l'ufficio di sua madre?

Quali pensieri stava rivivendo?

Quali pensieri erano così importanti da essere celati in un Pensatoio?

Quest'ultimo con il suo bagliore argentato sembrava invitarla.

Il desiderio di infrangere la superficie e scoprire i ricordi di sua madre crebbe sempre di più.

Ma lei non poteva, non doveva.

Lanciò una fugace occhiata alla stanza.

Sua madre era uscita. Ne era certa.

Poteva dare una sbirciatina, nessuno si sarebbe accorto di nulla no?

Era ancora dubbiosa sul da farsi.

Si avvicinò, titubante. Con un dito sfiorò quella sostanza.

La faccia pallida di un bambino emerse dal Pensatoio e per la sorpresa, Rose, quasi urlò.

Aveva un viso vagamente famigliare, tuttavia, non riusciva a capire chi fosse.

Aveva i capelli di un biondo quasi bianco. Il viso affilato e appuntito. Freddi occhi grigi ed era molto pallido.

Non poteva avere più di undici anni.

Era incuriosita da quella figura.

Tolse la mano e quel bambino sparì.

Prese un gran respiro, per farsi coraggio.

La coscienza le diceva che non doveva farlo, ma la curiosità ebbe la meglio.

Non riuscì a trattenersi ed immerse la testa nel bacile.

Per un attimo le parve di precipitare senza sosta. Poi, atterrò. 









Angolo Autrice:
Sarei felicissima se qualcuno di voi scrivesse una recensione, perché è la mia prima ff su questa coppia. Capisco che dal primo capitolo si intuisce poco della storia, ma vorrei comunque sapere la vostra opinione.
Grazie e ciao :)

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Capitolo 2
*** A prima vista ***


 

2.

A PRIMA VISTA

 

 

Atterrò su quello che, a prima vista, sembrava un treno.

Ora che ci pensava meglio, era sicuramente un treno.

Era impossibile confondere i paesaggi che si stagliavano fuori dai finestrini. Quei prati selvaggi che conducevano in un unico posto: Hogwarts.

Successivamente, riconobbe gli stessi scompartimenti spaziosi e ariosi dell'Espresso di Hogwarts.

Il pavimento marrone e le pareti scarlatte. Tutto coincideva. Ormai non aveva dubbi.

Ragazzini eccitati correvano per il corridoio, sicuramente saranno stati del primo anno.

Rose ricordava benissimo la sua prima volta su quel treno.

Mentre si perdeva nel ricordo notò con sorpresa la bambina di fianco a lei.

Aveva una veste di Hogwarts nuova fiammante. I capelli molto cespugliosi e i denti davanti piuttosto grossi. Guardava pensierosa fuori dal finestrino, incurante che sua figlia era seduta lì. Proprio di fianco a lei. Sua madre era molto piccola. Ne dedusse che doveva essere al primo anno ad Hogwarts.

Di fronte a lei c'era un altro bambino. Con sorpresa, Rose lo riconobbe.

Impossibile confondere quelle guance gonfie e quell'aria sorpresa. Aveva il mantello storto e un'aria spaventata sul suo volto paffuto.

Era il professor Paciock.

L'insegnante di Erbologia di Rose.

Stava ancora sorridendo per le nuove scoperte, quando la porta dello scompartimento si aprì con uno schianto.

Un bambino pallido entrò con aria altezzosa.

Era lo stesso bambino biondo e col viso appuntito che aveva visto uscire dal Pensatoio.

Rivolse al professor Paciock un'occhiata sprezzante e poi il suo sguardo si fermò su sua madre.

Lei parve accorgersene, perché distolse lo sguardo dal finestrino e lo fece vagare prima sul ragazzino e successivamente su due bambini dietro di lui.

Rose non si era nemmeno accorta di loro, strano visto la loro stazza, era troppo concentrata su quel bambino dall'aria famigliare.

<< Questo scompartimento è occupato? >> chiese il bambino con voce strascicata continuando a tenere lo sguardo fisso su Hermione.

<< Ehm, no, ma non credo che ci stiamo tutti e cinque >> disse con voce acuta, indicando se stessa e Neville.

Il ragazzino non degnò di uno sguardo il professor Paciock.

Sembrava che squadrasse la madre di Rose. Quest'ultima lo trovava irritante, ma Hermione, invece, improvvisamente, arrossì.

Le sue guance si tinsero di rosso ed abbassò lo sguardo.

Il ragazzino non parve sorpreso e dopo quella che parve un'eternità, tese la mano pallida.

<< Piacere Malfoy, Draco Malfoy >> disse con voce strascicata.

Subito, Rose capì.

Ad un tratto, tutto le fu chiaro.

Ecco perché quel bambino aveva l'aria così famigliare! Era Draco Malfoy. Incredibilmente simile a Scorpius, in effetti.

Suo padre le aveva detto qualcosa al riguardo.

A lui, non era mai piaciuto Draco Malfoy.

Vederlo lì, insieme a sua madre, entrambi appena undicenni, la sorprendeva.

Non capiva il senso. Perché sua madre stava guardando quei ricordi?

Avevano a che vedere con il lavoro?

Scosse la testa, ma continuò a seguire, cercando di non perdersi nemmeno una parola.

Sua madre strinse la mano.

<< Hermione Granger >> disse in tono solenne.

Lui la scrutò trovo e poi sciolse la presa.

<< Granger? >> sussurrò più a sé stesso che a Hermione.

Lei non rispose.

Lo sguardo di Malfoy cadde sul professor Paciock.

Scivolò sulle guance paffute e sul mantello storto.

Poi con un ultimo sguardo a Hermione, chiuse la porta dello scompartimento, svanendo nel corridoio.

Rose vide sua madre arrossire mentre continuava a fissare ostinatamente il finestrino.

Neville che sembrava non aver notato nulla, si guardava intorno terrorizzato.

<< Hermione? >> chiese con gli occhi fuori dalle orbite. Stava per piangere.

<< Mm >> mormorò lei con lo sguardo ancora perso.

<< Ho perso il mio rospo! Oscar...ti prego aiutami >>.

Rose osservò sua madre annuire e poi uscire dallo scompartimento con il professore di Erbologia.

Poi la scena cambiò....

 

 

 

 

 

 

 


 

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Capitolo 3
*** La foresta ***


 

 

 

 

 

 

 

3.

LA FORESTA



 

 

Atterrò a carponi su un terreno irregolare e frastagliato da radici.

Era buio. Rose si alzò lentamente e si tolse i lunghi capelli rossi dal volto.

Era talmente buio che vedeva poco. Solo due lampade accese poco distanti da lei, le permisero di guardarsi intorno.

Alti alberi si alzavano verso il cielo che si intravvedeva a fatica attraverso tutti quei rami.

Il vento le frustrava la faccia e lei si maledisse per non essersi messa un cappotto.

Avanzò verso quella luce, che era l'unica speranza in quel posto desolato.

Un piagnucolio la fece voltare.

Un cane nero, molto alto, aveva la coda tra le gambe e le orecchie abbassate.

Era un danese.

Era Thor.

Rose lo riconobbe subito. Ma se quello era Thor, lì vicino doveva esserci anche Hagrid.

Accelerò il passo, fino a che non si trovò sotto la luce.

Ora che la osservava meglio, capì di trovarsi nella Foresta Proibita.

Anche se sapeva di non correre nessun rischio, essendo in un ricordo, un tremolio le attraversò la schiena.

Sul sentiero serpeggiante notò una sostanza bianca- argentea.

Era sangue di unicorno.

Lo riconobbe immediatamente.

Si avvicinò ancora di più alle figure.

Sua madre era ancora piccola, non poteva avere più di undici anni. Vicino a lei c'era di nuovo il professor Paciock e a chiudere il corteo, c'era Hagrid.

Alto quasi tre metri, arrancava tra le foglie secche, stringendosi nel suo panciotto.

<<... è una cosa terribile, terribile >> stava borbottando fra sé.

<< Cosa Hagrid? >> chiese Hermione.

<< Tu non sai a cosa serve bere del sangue di unicorno, Hermione? >> chiese burbero.

Rose notò un bagliore di comprensione tra gli occhi di sua madre che stava per rispondere quando un grido riecheggiò nella foresta.

Draco Malfoy stava correndo verso di loro.

Il viso più pallido del solito e i capelli scompigliati.

<< Cosa è successo? >> urlò Hagrid.

Malfoy tremò per qualche secondo.

<< L'unicorno, una figura incappucciata e.. >> ma non finì mai la frase perché fu scosso da altri tremiti.

Hagrid distolse lo sguardo da lui e si addentrò ancora di più nella foresta.

Rose vide Malfoy avvicinarsi al punto in cui sua madre camminava.

Lo vide saltare di paura ad un urlo di Hagrid e prese la mano di Hermione.

Rose vide la vergogna sul suo volto, era stato un gesto involontario e lo si notava, ma Hermione era arrossita.

Quando Malfoy si rese contò di cosa aveva appena fatto tolse la mano.

Si girò.

<< Scusa... >> borbottò burbero.

Hermione parve sorpresa.

Ma Hagrid li interruppe.

<< Dov'è Harry, ragazzo? >> chiese a Malfoy.

<< Non lo so >> farfugliò il ragazzino << non si muoveva >>.

<< E tu sei scappato! >> urlò.

Malfoy trasalì, ma Hermione non parve accorgersene.

Corse in avanti, urlando a gran voce.

<< Harry! Harry, dove sei? >>.

Malfoy parve sorpreso.

Poi la scena cambiò.... 

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Capitolo 4
*** Forse Mezzosangue? ***


 

N.B: Tutti i pezzi scritti in corsivo (cioè con questo carattere) sono citazioni dei libri di J.K Rowling, indispensabili per legare la storia con quella originale.

 

 

 

 

 

 

 

4.

FORSE MEZZOSANGUE?

 

 

 

Rose si ritrovò nel campo da Quiddich.

Riconosceva gli alti anelli ai lati del campo, l'erba pettinata, gli spalti spaziosi.

Era esattamente uguale a quello di Hogwarts.

Era quello di Hogwarts.

Vide un gruppo di persone divise e con parecchi manici di scopa in mano parlare fra loro.

Si avvicinò indecisa.

Più si avvicinava, più riconosceva le forme indistinte dei loro volti.

Riconobbe sua madre. I soliti denti sproporzionati e i capelli ispidi legati in una treccia.

Era più alta dall'ultimo ricordo e il suo viso aveva un'aria più matura.

Con un sussulto di gioia, Rose vide suo padre.

Era avvolto in un mantello nero. Era molto alto per la sua età e più magro di come Rose l'avesse mai visto.

Guardava ostile verso l'altro gruppo di ragazzi.

Ma Rose scoprì che vicino a lui si trovavano altre facce note.

Zio Harry teneva la scopa molto vicina e osservava con curiosità l'altro gruppo di giocatori.

I capelli erano molto spettinati e gli occhiali erano gli stessi di sempre. Era incredibilmente smilzo, come se una folata di vento l'avesse potuto portare via.

Zio George era la caricatura di lui da adulto. Era appoggiato ad un altro ragazzo, anche esso con i capelli rossi fuoco. Gli stessi di George, gli stessi di Ron, gli stessi di Rose.

Quel ragazzo era assolutamente identico a zio George. Erano come gemelli.

In un lampo, Rose capì. Era zio Fred, quel ragazzo.

Suo padre e George gliene avevano così spesso parlato.

<< Zio Fred è stato un grande mago >> diceva Ron.

<< Un grandissimo mago. Lui è morto durante la Battaglia di Hogwarts >> aggiungeva zio George.

Ovviamente la Battaglia di Hogwarts era famosissima anche per lei.

Sapeva solo di altre due persone morte in quella battaglia: Tonks, così la chiamavano sempre i suoi genitori, e Remus.

Entrambi erano morti non prima di dare alla luce Ted Lupin.

Guardo altre due ragazze che non avevano l'aria famigliare, poi il suo sguardo si spostò sulla terza ragazza. Zia Angelina.

Voleva andare ad abbracciarla.

Lei e Rose andavano molto d'accordo, ma qualcosa la fece girare.

Draco Malfoy ed altri ragazzi dalle vesti verde smeraldo era appena scoppiati in una risata fragorosa.

<< Per lo meno, nessuno della squadra del Grifondoro si è dovuto comprare l'ammissione >> commentò Hermione aspra.

<< Loro sono stati scelti per il loro talento>>.

L'aria soddisfatta di Malfoy vacillò.

<< Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue >> buttò lì.

Anche se Rose sapeva di non poter far nulla, tirò fuori la bacchetta. Indignata profondamente per quello che Malfoy aveva appena detto a sua madre.

Non notò neppure il trambusto generale. Fissava il volto di sua madre, impassibile.

La rabbia le faceva pulsare le vene, voleva lanciargli un incantesimo, ma suo padre fu più veloce.

Disse una formula che Rose non sentì, ma l'incantesimo gli si rivolse contro. Vide suo padre cadere a terra e dopo qualche secondo dalla sua bocca uscì un'orrenda e viscida lumaca.

La squadra di, quelli che dovevano essere, Serpeverde eruppe in una risata fragorosa.

Rose vide sua madre lanciare un'occhiata disgustata a Malfoy, carponi sul terreno e scosso dalle risate, e cercare insieme a zio Harry di portare via Ron di lì.

 

Poi la scena cambiò e Rose si ritrovò nella Sala Grande.

Era uguale alla Sala Grande come l'aveva conosciuta lei, solo che al posto del professor Lumacorno, sedeva un uomo dai capelli unticci e dal viso giallastro. Vide molte facce sconosciute tra i professori, ma riconobbe la professoressa McGranitt e il professor Vitiuos. Al posto del professor Paciock sedeva un'anziana signora. Aveva i capelli e il cappello tutti sporchi di terriccio.

E al centro, sedeva Albus Silente.

Rose ne aveva sentito parlare, eccome.

Dallo zio Harry, poi. Aveva perfino chiamato il suo secondogenito così.

Albus Severus Potter. In effetti, Harry assomigliava molto ad Al, da bambino.

Era seduta al tavolo di Grifondoro, vicino a sua madre, suo padre e zio Harry.

Questi ultimi due parlavano, concitatamente, del Quiddich.

Sua madre, invece, mangiava in silenzio e lanciava, ogni tanto, un'occhiatina al tavolo davanti a loro.

Rose seguì il suo sguardo e vide Draco Malfoy e gli stessi ragazzi che lo accompagnavano sull'Espresso di Hogwarts parlare tra loro.

Si alzò dal tavolo di Grifondoro e si diresse a quello di Serpeverde.

Quando fu abbastanza vicina incominciò a capire cosa dicevano.

<<...e poi io non ho detto quello >> sussurrò Malfoy irritato.

<< Come no? >> chiese quello più basso.

<< Figurati Goyle >> sbuffò quello più alto.

<< Grazie, Tiger >> disse Malfoy rincuorato.

Il ragazzo che doveva chiamarsi Goyle, fissò Malfoy.

<< Quindi? >> chiese.

<< Quindi cosa? >> ribatté Malfoy.

Goyle abbassò la voce e Rose fu costretta ad avvicinarsi per sentire.

<< Ti dispiace di aver chiamato la Granger sudicia mezzosangue? >>.

<< No, certo che no >> sbottò Malfoy.

Tuttavia Rose, notò che le sue guance si erano tinte di un vago rosa e che aveva incominciato a mangiare con più energia la sua zuppa inglese.

<< Solo che... >> riprese dopo averne mangiata più di metà.

<< Solo che? >> lo incalzò Tiger.

<< Forse, ho detto forse, ho esagerato un tantino >> disse.

Goyle alzò le sopracciglia.

<< Ti interessa cosa pensa lei? O hai paura che lei lo dica ai professori? >>.

<< Certo che ho paura che lo dica ai professori >> disse Malfoy con falso tono superbo << figurati se per me conta l'opinione di una Nata Babbana >>.

Ma si tradì quando rivolse un'occhiata ad Hermione e i loro sguardi si incontrarono. Distolsero, entrambi, velocemente lo sguardo.

Ma gli amici di Malfoy non parvero accorgersi di nulla. Erano troppo concentrati sui bignè.

Poi la scena cambiò...

 

 


 

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Capitolo 5
*** Di dissennatori e gesti ***


 

 

 

5.

 

DI DISSENNATORI E GESTI

 

Rose si ritrovò in una grande prato illuminato dalla luce fioca della luna.

Delle grandi carrozze erano trainate da quelli che sembravano cavalli invisibili, ma lei sapeva benissimo che erano dei Thestral.

Vide sua madre scendere agilmente dalla carrozza, con grazia, seguita da Ron e Harry. Quest'ultimo era un po' pallido.

Poi sentì una voce strascicata ed euforica.

<>.

Malfoy diede una gomitata ad Hermione per bloccare la strada a Harry sui gradini che portavano al castello.

Ma, Rose guardò meglio e notò che quella, in effetti, non era proprio una gomitata.

Nel buio totale, nessuno se ne accorse, tranne lei e sua madre.

Malfoy con un braccio cingeva da davanti la vita di sua madre e con un dito le sfiorò leggermente il seno nascosto nella divisa.

Lei si aspettava che sua madre protestasse, gli lanciasse una fattura o gli urlasse contro, cosa che avrebbe fatto lei.

Ma Hermione si limitò ad arrossire, come sempre, cosa che, alla luce fioca della luna si notò appena.

Malfoy fece un sorrisetto soddisfatto, ma nessuno parve notarlo.

Aveva una smorfia soddisfatta e gli occhi gli brillavano di malizia.

Suo padre e zio Harry dovevano aver sicuramente pensato che quell'espressione fosse rivolta a loro, ma Rose pensava che si sbagliassero. Il gesto di Malfoy non era casuale, ne era certa e questo la fece ribollire di rabbia.

Non capiva perché sua madre non reagisse.

<< Togliti di torno, Malfoy >> borbottò Ron con la mascella contratta.

<< Sei svenuto anche tu, Weasley? >> esclamò Malfoy ad alta voce << Quel brutto, spaventoso Dissennatore ha fatto paura anche a te, Weasley? >>.

Vide il braccio di Malfoy lasciare la vita di sua madre.

E poi la scena cambiò...

 

 

 

Angolo Autrice:

Mi rendo conto che questo capitolo è molto breve, ma il ricordo in sé, non era lungo e quindi mi sembrava inutile dilungarmi con parole vuote.

Aspetto, ansiosamente, le vostre recensioni, ciao :)


 

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Capitolo 6
*** Il compito di Piton ***


 

6.

 

IL COMPITO DI PITON

 

 

 

Si ritrovò in un vecchio sotterraneo.

Era freddo e le pareti erano insolitamente spoglie.

Il professore che aveva già notato in Sala Grande si aggirava tra i calderoni con quel lungo mantello nero, quei capelli unticci e quella pelle giallognola, sembra un pipistrello.

Osservò tutti i calderoni con il disgusto stampato sulla faccia antipatica.

Quando ebbe finito si sedette alla cattedra.

Nell'aula, notò Rose, non c'era il solito odore, che aleggiava per tutte le lezioni di Lumacorno, non c'era il solito brusio di sottofondo.

Era tutto molto più triste e freddo.

<< Scadente. Assolutamente scadente >> mormorò il professore, ma tutti lo sentirono perfettamente visto il silenzio assoluto.

Guardò tutti gli studenti uno per uno, il suo sguardo si soffermò su zio Harry.

<< Visto che alcuni di voi, sembrano non riuscire a farsi entrare niente in quella zucca vuota >> distolse lo sguardo da Harry << sarò costretto a darvi più compiti >>.

Rose vide le facce deluse dei ragazzi, ma nessuno osò protestare.

Individuò sua madre, era china sul suo calderone. Sembrava che cercasse di capire dove aveva sbagliato.

Aveva pesanti occhiaie sotto gli occhi marroni stanchi e i capelli, più disordinati del solito, ricadevano cespugliosi sulle spalle.

<< Perciò, ho deciso che vi dividerò in coppie. Insieme, dovete cercare di farmi una Soluzione Restringente accettabile >> disse.

Si alzò in piedi, scrutò di nuovo i suoi allievi e poi prese un rotolo di carta.

<< Il professor Silente vuole essere informato in caso un professore voglia creare un lavoro di gruppo o di coppia, in questo modo, decide se approvarlo o meno, visto che è fuori dal normale svolgimento dei compiti.

Tuttavia, quando ha saputo questa mia intenzione, lui ha espresso il desiderio che io vi mischiassi >> e qui il suo sguardo divenne una smorfia << tra Serpeverde e Grifondoro >>.

Un mormorio depresso riecheggiò per il sotterraneo.

Rose gli capiva: stava andando di male in peggio.

Il professore si schiarì la voce con un profondo colpo di tosse, poi si ricompose ed iniziò a leggere la pergamena.

<< Seamus Finnigan con Millicent Bulstrode...>>.

Il ragazzo che, probabilmente, si chiamava Seamus, emise un verso di disperazione. La ragazza che sarà stata tre volte lui, come stazza, gli lanciò un'occhiata gelida.

<< Dean Thomas e Daphne Greengrass, Ron Weasley e Theodore Nott... >>.

Vide suo padre lanciare uno sguardo di supplica verso Harry che scosse la testa.

<<... Lavanda Brown e Vincent Tiger >>. Lavanda mise la faccia tra le mani.

<<...Harry Potter e Pansy Parkinson... >>.

Tutta la classe si girò verso Harry che aveva le sopracciglia aggrottate e la faccia desolata.

Pansy sembrava, solamente, disgustata.

L'elenco andava avanti, distribuendo sempre più scontenti, l'unico che sembrava tranquillo era Draco Malfoy.

<<.. Catì Patil e Gregory Goyle... >>.

Lei fece una risatina isterica e poi, come Lavanda, si coprì il volto.

<<... Neville Paciock e Blaise Zabini... >>.

Neville per l'agitazione, fece cadere tutte le piume che aveva in mano, Zabini alzò gli occhi al cielo.

Restavano solo due nomi e la consapevolezza di quello che stava per succedere strisciava tra di loro.

<< ed infine Hermione Granger e Draco Malfoy >>.

Sua madre che fino ad un secondo prima stava ancora fissando il suo calderone, alzò lo sguardo di scattò, confusa.

<< Cosa? >> chiese disorientata.

Parecchi Serpeverde risero.

<< Tu e il signor Malfoy lavorerete insieme per distillare una Soluzione Restringente accettabile, signorina Granger >> spiegò impaziente il professore.

Lei fissò Malfoy e poi il professore.

Le sue guance si tinsero di nuovo di rosso.

Rose provò il violente impulso di andare lì e schiaffeggiarla.

Perché diavolo doveva sempre arrossire?

<< Mi dispiace, Hermione >> sussurrò suo padre.

Ma Rose sapeva che sua madre non era dispiaciuta.

Annuì rigida e poi osservò Malfoy che stava parlottando con Tiger e Goyle, ignorandola.

<< Voglio questa pozione pronta per la prossima settimana. Potete usare questo sotterraneo. Dividetevi i turni >>.

Quando il professore finì di parlare, la campanella suonò.

E la scena cambiò...

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Dopo molto tempo, mi scuso, sono tornata.

Ora vorrei sentire i vostri pareri, aspetto.

Ciao.

Giada.

 

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Capitolo 7
*** Soltanto momenti di debolezza ***


 

 

 

7.

 

SOLTANTO MOMENTI DI DEBOLEZZA

 

 

 

 

Erano di nuovo in quel sotterraneo spoglio.

Solo che, in quel momento, c'erano solo due persone intente a girare intorno ad un calderone fumante.

Sua madre era stanca, stanchissima, ma cercava di stare attenta comunque. Continuava a ricontrollare il libro, impaziente.

Malfoy, d'altro canto, sembrava assolutamente rilassato, ogni tanto, lanciava un'occhiata di sbieco a Hermione.

La porta era chiusa e questo rendeva l'angusta stanza ancora più opprimente.

<< Potresti anche fare qualcosa, Malfoy >> sibilò Hermione.

<< A che serve se tu fai il lavoro per entrambi? >>.

Lei gli lanciò uno sguardo gelido.

<< A che serve questa pozione, comunque? >> chiese Malfoy, con menefreghismo totale.

Hermione l'osservò per qualche secondo, poi parve non riuscire a trattenersi.

<< Questa pozione può essere somministrata a persone o animali, in entrambi i casi, gli organismi si .. >>.

Malfoy iniziò a ridere e questo, più di tutto parve turbare sua madre che si fermò subito.

<< Sei una pesante so-tutto-io, Granger >> disse.

Sua madre parve aver perso le parole. Rose sperò con tutto il cuore che gli rispondesse a tono.

<< E tu sei un pesante stronzetto, eh Malfoy >> sibilò in risposta.

Rose eruppe in una risatina, finalmente sua madre aveva risposto a quel ragazzo arrogante.

Ne era felicissima.

Malfoy pareva pensarla allo stesso modo.

Sul suo viso pallido apparve un sorriso.

<< Io sarei uno stronzetto, Granger? >> chiese avvicinandosi.

Rose non poté biasimare sua madre quando arretrò di qualche passo.

<< Esattamente, Malfoy >> però gli rispose lei, decisa a tenergli testa.

Lui ridacchiò, avvicinandosi sempre di più.

Ormai la pozione era stata dimenticata.

A Rose, il cuore batteva fortissimo in petto.

<< Granger, dovresti fare più attenzione a quello che dici, potresti...pentirtene >> sussurrò lui lentamente, come pesando le parole.

<< L'unica cosa di cui potrei pentirmi è di non averti spaccato il naso, Malfoy >> ribatté lei.

Lui non abbandonava ancora quel sorrisetto irritante.

Prima che sua madre potesse far altro che arretrare, fu spalle al muro.

Davanti a lei Malfoy la sovrastava, era molto più alto di lei.

<< Sai, Granger, una sudicia Mezzosangue come te, dovrebbe avere più rispetto >> sussurrò Malfoy, il volto ad un centimetro da quello di Hermione.

Lei fece un sospiro rumoroso e poi sputò dritto in faccia a Malfoy come risposta.

Lui chiuse gli occhi per un secondo, come se cercasse di calmarsi.

Con una mano si pulì lo spunto.

Poi successe tutto in un attimo.

Malfoy prese il volto della madre di Rose tra le mani.

Lei fece un lieve strillo che lui subito zittì con le sue labbra.

<< No! >> urlò Rose in preda alla rabbia.

Ma Malfoy teneva stretta la nuca di Hermione, così stretta da farle quasi male.

La baciava con foga, con rabbia.

Le mangiava, letteralmente, la bocca.

Rose notò con un morso allo stomaco, che sua madre stava ricambiando il bacio.

Era giovane, si ritrovò a pensare, lui l'avrebbe picchiata se lei non avesse acconsentito.

Tuttavia le tornarono in mente molte scene.

Sua madre che arrossiva alla vista di Malfoy, sua madre che si lasciava cingere la vita, sua madre che rimaneva impassibile se lui la chiamava Mezzosangue....

Vide le mani di Malfoy scoprire il corpo di sua madre.

Si insinuarono sotto la divisa, lentamente verso l'alto.

Rose non voleva vedere, ma non riusciva a girarsi.

La mano di Malfoy si posò sul seno di Hermione e strinse. Quest'ultima emise un gemito, le labbra ancora incollate a quelle di Draco.

Poi Malfoy la lasciò andare.

Di colpo, così, senza una spiegazione.

Uscì in fretta dal sotterraneo, sbattendo la porta.

Rose notò una traccia di rimorso sul suo viso, prima che scomparisse oltre la porta.

Hermione era rimasta immobile, dove lui l'aveva lasciata. Lo sguardo perso.

Poi molto lentamente, si ricompose.

Risistemò la divisa, i capelli e scosse la testa.

Raccolse il libro da terra ed iniziò a fare la pozione da sola.

Ogni tanto arrossiva, ma poi scuoteva la testa e ritornava al lavoro.

Poi la scena cambiò...  

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Capitolo 8
*** La vendetta di Hermione ***


 

 

 

 

 

 

8.

LA VENDETTA DI HERMIONE

 

Rose atterrò sull'erba fresca.

Si alzò e si sorprese di trovarsi all'aperto.

Era una bella giornata di maggio. Il sole pigro, illuminava la scena, ma alcune nuvole non rendevano il cielo tetro.

Rose adorava quelle giornate con il vento fresco, ma non riuscì a godersela a pieno, perché vide tre figure davanti a lei risalire verso il castello.

Si affrettò a seguirle.

Più avanti altri tre ragazzi si attardavano al gruppo, questi continuavano a voltarsi e a ridere sprezzanti.

<< Non va bene Ron >> disse una voce profonda.

Rose si avvicinò e riconobbe Hagrid, più che altro dalla stazza e successivamente sua madre, suo padre e zio Harry.

Camminavano arrancando nel terreno irregolare.

<< Lucius Malfoy il Comitato ce l'ha in pugno. Posso solo fare una cosa, che quello che resta a Becco da vivere sia più felice che mai. Glielo devo...>>.

Rose notò che la sua voce nascondeva una tristezza profonda.

Zio Harry gli lanciò uno sguardo di conforto, Ron scosse la testa, Hermione, invece, aveva uno sguardo arrabbiato e fissava qualcosa davanti a sé.

Hagrid si voltò e tornò di corsa alla capanna, il viso sepolto nel fazzoletto.

<< Guarda come frigna! >>.

Malfoy,Tiger e Goyle si erano fermati appena dentro il cancello ad ascoltare.

<< Avete mai visto una cosa così patetica? >> disse Malfoy. << E dovrebbe essere il nostro insegnante >>.

Furibondi, Harry e Ron scattarono verso Malfoy, ma Hermione fu più rapida.

Rose notò lo sguardo famelico nel suo viso e si avvicinò a quella scena. Malfoy indietreggiava con Hermione che continuava a schiaffeggiarlo.

Non riuscì a reprimere un sorrisetto.

Schiaffeggiò Malfoy con tutte le sue forze. Malfoy barcollò. Harry, Ron, Tiger e Goyle rimasero impietriti mentre Hermione rialzava la mano.

<< Non osare mai più dire che Hagrid è patetico, tu, mostro...tu, razza di brutto... >>.

Tutti erano impietriti. Hermione e Malfoy ormai, erano diversi metri distanti da loro.

<< E non osare mai più mettere le tue sudicie mani se di me >> aggiunse.

Questo lo disse così piano che nessuno a parte Rose, che si era dovuta avvicinare parecchio, lei e Malfoy sentirono. Suo padre corse verso di loro.

<< Hermione >> disse Ron debolmente, cercando di trattenerle la mano.

Hermione estrasse la bacchetta magica. Malfoy fece un passo indietro. Tiger e Goyle lo guardarono in attesa di ordini, assolutamente sconvolti.

<< Andiamo >> borbottò Malfoy, e un attimo dopo i tre scomparvero nel corridoio che portava nei sotterranei.

<< Hermione! >> disse di nuovo Ron, turbato ed ammirato insieme.

Rose notò che sua madre era triste, ma Ron e Harry troppo presi da quello che era appena successo, non parvero notarlo e insieme si avviarono verso Incantesimi.

Era vero, Rose era contenta che sua madre avesse reagito contro quell'arrogante vigliacco, però vedere la sua faccia sconsolata la faceva stare piuttosto male.

Poi la scena cambiò...

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Spero che anche questo capitolo vi piaccia.

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito fino ad adesso e spero che continuerete a farlo.

Un bacio e a presto.

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Capitolo 9
*** Incontro Inaspettato ***


 

9.

INCONTRO INASPETTATO

 

 

 

 

Era in un corridoio gemito di persone. Tutte con la divisa nera di Hogwarts.

Alcune canticchiavano nell'attesa, altre parlavano tra loro, altre proprio non facevano niente tranne guardare il vuoto.

Ma l'attenzione di Rose fu catturata da qualcos'altro, o meglio da qualcun altro.

Sua madre era davanti a lei.

Era più alta dell'ultimo ricordo, quindi, sicuramente, doveva essere passato minimo un annetto.

La divisa gli stava più stretta, mostrando più le sue forme.

I capelli si erano allungati e aveva un'aria più serena, più riposata.

Al suo fianco, Harry era completamente l'opposto.

Sembrava assolutamente stressato e nervoso come se non dormisse da settimane.

Non vide suo padre. Strano.

Ma in quel momento tutta la sua attenzione fu rivolta ai denti di sua madre.

Stavano crescendo a vista d'occhio, sempre di più.

I denti davanti, presto superarono il mento.

Il suo sguardo guizzava da Harry a Malfoy a...

Rose lo vide all'improvviso.

Ron era in disparte con un ragazzino dai capelli color sabbia che non aveva mai visto.

Aveva una faccia disinteressata e sarcastica ed ignorava totalmente la scena davanti ai suoi occhi.

Hermione eruppe in un singhiozzo, terrorizzata.

I denti avevano presto superato il mento e minacciavano di scendere ancora di più.

Rose vide arrivare in lontananza il professore che, a quanto pareva, si chiamava Piton.

Ondeggiò nel suo modo inquietante e si avvicinò al gruppo di ragazzi ridacchianti che comprendeva Malfoy.

Rose ebbe una fuga vista del professore che puntava il dito contro Malfoy.

Poi il ricordo cambiò..

 

Ora Rose si ritrovava nell'infermeria.

La luce entrava dalle finestre e lei si sentiva sonnolenta.

Era, esattamente come la ricordava. Quest'ultimo anno passato ad Hogwarts, dopo i G.U.F.O, era venuta a trovare Albus che, a causa di un brutto sortilegio di qualche Serpeverde, si era ritrovato con un enorme bernoccolo verde sulla fronte.

Si guardo intorno, persa in quel ricordo.

Lo sguardo vagò tra i lettini bianchi, quando notò quello in cui giaceva sua madre.

Si sentì sorpresa. Aveva il viso arrabbiato, ma i denti erano tornati normali, almeno credeva, visto che Hermione aveva le labbra strette fra loro.

Guardava il soffitto, evidentemente non riusciva a dormire.

Rose provò una fitta di compassione, conosceva troppo bene le notti insonni per non capirla.

Sperava solo che non provasse dolore, ma dall'espressione di sua madre era evidente che il dolore, lo portava dentro di sé.

Poi Rose sentì dei passi frettolosi venire dall'interno. Voltò velocemente lo sguardo e lo stesso fece sua madre.

Davanti a loro, un ragazzino pallido camminava di soppiatto.

Aveva occhi solo per Hermione, che lo fissava aggrottando le sopracciglia.

Era in pigiama, i capelli biondi, quasi trasparenti alla luce della luna, era più scompigliati del solito e non c'era traccia del solito sorriso derisorio sul suo volto.

Quando lui fu vicino, lei guardò di nuovo il soffitto.

<< Ah, sei tu >> disse, ma Rose nel tono disinteressato sentì una traccia di gioia.

<< Già sono io, Granger. Chi ti aspettavi, i tuoi amichetti Potter e Weasley? >>.

Hermione ignorò la domanda.

Si prese una ciocca ed iniziò a rigirarla fra le dita, nervosamente.

<< Perché sei venuto Malfoy? >> chiese con voce acuta.

Lui alzò gli occhi al cielo.

<< Senti, Granger, mi dispiace, non volevo farti crescere i dentoni.. >> iniziò lui.

<< Si, certo >> sbottò lei, interrompendolo.

<< Guarda che quello era destinato a Potter, non a te >> aggiunse Malfoy.

<< Non dovevi fare quell'incantesimo a nessuno, Malfoy, tanto meno ad Harry >> sussurrò rabbiosamente sua madre.

<< Pff, non fare la maestrina, Granger, mi sono già scusato, in ogni modo >>.

<< Questo non... >> iniziò sua madre, ma la voce le morì improvvisamente in gola.

Malfoy aveva preso la ciocca che sua madre stava torturando da tempo, fra le dita pallide e ora la stava osservando con curiosità.

Passarono diversi minuti, Malfoy guardava la ciocca, Hermione guardava Malfoy, Rose guardava Hermione e Rose era invisibile per chiunque altro, in quella stanza.

Poi Malfoy lascio andare la ciocca che ricadde insieme all'altro groviglio di capelli.

C'era così silenzio che a Rose, parve di sentire il rumore di quell'ultimo gesto.

<< Allora perché tu, l'anno scorso, mi hai schiaffeggiato? >> chiese lui nervoso.

<< Lo sai benissimo, il perché >> sussurrò lei.

<< No, Granger, non lo so >> ribatté lui deciso.

Ti prego mamma non arrossire, non arrossire; si ritrovò a sperare in silenzio Rose.

<< Ma smettila Malfoy, tu.. >> e si fermò.

<< Io cosa? >> chiese lui beffardo.

<< Tu hai... >> la voce le si spense un'altra volta.

<< Cosa avrei fatto, Granger? >>.

E con orrore di Rose, le guance di Hermione si tinsero di un rosso bruciante.

<< Tu mi hai toccato Malfoy. Hai provato a baciarmi con la forza e mi hai toccato il seno! >>.

<< Ti ho toccato il seno? >> le fece il verso Malfoy con voce stridula << ma sentiti Granger, non hai neanche il coraggio di chiamarle tette >>.

Hermione aprì la bocca per ribattere e poi la richiuse, incapace di rispondere.

<< E comunque, non so se ti ricordi, ma non mi hai proprio, rifiutato. Ti ricordi il tuo piccolo gemito da Mezzosangue? >> chiese ridendo.

Hermione non riuscì a trattenersi e gli diede un sonoro schiaffo.

Il sorriso non svanì dal volto di Malfoy.

<< Ok, ok, ora la smetto, ma siamo agguerrite eh, Granger? >> sogghignò Malfoy.

Hermione parve non sentirlo, teneva lo sguardo ostinatamente sul soffitto.

Malfoy sembrava nervoso, come se volesse fare una cosa, ma non osasse.

Rose, dal canto suo, era furibonda, avrebbe picchiato Malfoy, se non fosse stata poco più che fantasma.

<< Granger? >> la chiamò.

Lei non rispose.

<< Eddai, Granger? >> ripeté lui.

Nessuna risposta.

<< Hermione? >>.

Subito gli sforzi di sua madre di non guardarlo, furono vani.

Per la prima volta l'aveva chiamata per nome e questo, più di tutto, l'aveva sorpresa.

Entrambe sapevano che l'aveva fatto solo per farla voltare, ma comunque l'aveva fatto.

Rose fissava inorridita il volto di sua madre aprirsi in un gran sorriso che cercò di reprimere velocemente.

<< Si? >> chiese con voce altezzosa.

<< Mi dispiace davvero e volevo darti questa >>.

Tirò fuori dal mantello una Cioccorana e la porse a Hermione.

Quest'ultima osservò il regalo nel palmo della mano e Malfoy per un po' non parlò.

<< So che non è molto, ma volevo portarti qualcosa >>.

<< Grazie >> disse sua madre.

Malfoy aveva uno sguardo ardente.

Sembrava fremere di impazienza.

Rose si avvicinò a sua madre, non voleva che lui la toccasse, in nessun modo.

<< Allora, ciao. Buonanotte, Granger >> aggiunse.

<< Buonanotte >> sussurrò sua madre osservandolo uscire lentamente dall'infermeria.

L'ultima cosa che Rose vide fu sua madre mettere la Cioccorana sotto il cuscino e cercare di addormentarsi con il sorriso stampato in faccia.

Poi la scena cambiò...

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:
 

 

Diciamo che è tardissimo e devo andare assolutamente a dormire visto che domani mi sveglio presto.

Mi scuso per eventuali errori, ma sono sfinita, però avevo promesso di aggiornare e ho cercato con tutte le mie forze di allungarlo, quanto meno di renderlo meno breve degli ultimi.

Spero che vi piaccia.

Vi prego, adoro quando recensite, quindi fatelo anche adesso.

Un grazie di cuore.

Un abbraccio,

Giada :)

 

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Capitolo 10
*** Una ragazza orgogliosa e testarda ***


10. UNA RAGAZZA ORGOGLIOSA E TESTARDA

 

 

 

 

Rose si ritrovò nel prato di Hogwarts. Era notte e nell'aria aleggiava qualcosa di strano, di particolare, di insolito.

Le luci danzanti delle fatine, nel giardino delle rose, illuminavano la sera.

Rose era circondata da cespugli, tortuosi sentieri ornamentali e grandi statue di pietra.

C'era anche una grande fontana al centro.

Qua e là, diverse panchine intagliate ospitavano ragazzi e ragazze.

Tutto aveva un'atmosfera romantica.

Doveva essere un ballo, ne dedusse Rose.

Le ragazze avevano lunghi abiti e i capelli sciolti, i ragazzi erano eleganti come non mai.

Vide da lontano diverse sagome scure e scorse i contorni di quelli che dovevano essere suo padre e zio Harry, ma ancora prima di poter avvicinarsi sentì qualcosa.

<< No, Malfoy >> disse la voce sicura di sua madre.

Si girò in quella direzione e gli vide.

Erano nascosti in un cespuglio molto più appartato di quelli vicino al portone.

Si avvicinò a loro e si sedette nell'erba, a pochi metri da loro.

Sua madre era davvero bella.

I capelli le ricadevano sulle spalle lisci e lucenti. Indossava un abito blu pervinca e aveva un portamento in qualche modo diverso.

Malfoy era elegante nel suo abito nero e Rose non poté ammettere, con una stretta al cuore, che era molto carino.

<< Dai, Granger, non metterti a fare la preziosa con me >> sbuffò Malfoy.

Hermione alzò gli occhi al cielo.

<< Io non faccio la preziosa, semplicemente non voglio. Ora, se tu mi facessi il favore di andartene, prima che ci vedano insieme >> aggiunse piuttosto nervosamente.

Rose vide che lanciava occhiate a quelle sagome scure a diversi metri di distanza.

<< Non ci troveranno >> disse Malfoy con noncuranza.

<< Questo lo dici tu! >> ribatté Hermione.

<< Comunque non capisco cosa vuoi >> aggiunse poi << mi sembra di averti già spiegato cosa penso >>.

Malfoy fece una risatina sarcastica.

<< Tu non lo pensi invece, Granger >> disse sicuro di sé << lo so che mi desideri >> aggiunse.

Hermione fece un verso che sembro vagamente uno sbuffo.

<< Io non sarei così sicuro di me >> sussurrò Hermione << se hai notato, sono venuta al ballo con Viktor e.. >>.

<< Del quale, non ti importa assolutamente nulla >> la interruppe Malfoy.

Vedendo la faccia confusa di sua madre, sorrise.

<< Eddai, Granger, hai accettato solo perché non avevi ricevuto proposte migliori e perché lui è un campione e famoso giocatore di Quiddich >>.

<< Io... >> sussurrò Hermione.

Ma Rose era convinta che Malfoy avesse colto il nervo scoperto.

Hermione arrossì ed abbassò lo sguardo.

Le sagome si stavano avvicinando sempre di più, ma loro sembravano essersene dimenticati.

Malfoy prese tra le dita il mento di sua madre e lo alzò.

Lei aveva un'espressione orgogliosa, nonostante tutto.

<< Ti sbagli! >> mormorò.

Malfoy sorrise, le mani ancora sul mento di Hermione.

<< Non credo, no. E sono anche convinto che tu, Granger, non vedi l'ora di baciarmi, ma come sempre, sei assolutamente orgogliosa e, se mi permetti, testarda >>.

<< Sei un viscido verme, Malfoy! Come ti permetti di... >>.

Di colpo si zittì.

Malfoy le sfiorò le labbra con un dito.

Era pallido alla luce della luna e sulle rosee labbra di Hermione, risaltava ancora di più.

Il primo sguardo di sua madre, fu di sorpresa, poi imbarazzo e poi... lei molto lentamente lo baciò.

La lingua toccò appena con la punta, il polpastrello di Malfoy.

Lui tolse il dito e lo fissò.

Rose tratteneva il fiato, sperando che non lo facesse, ma i suoi peggiori incubi divennero realtà.

Malfoy mise il dito in bocca e succhiò.

Hermione deglutì rumorosamente.

Erano vicini, troppo pericolosamente vicini.

Poi furono interrottì.

<< Il momento si avvicina e per noi è fondamentale... >>.

Quella voce era del tutto sconosciuta a Rose, ma sentì il sussurro terrorizzato di Hermione.

<< Karkaroff >> disse.

Malfoy annuì e molto lentamente le fece cenno di scappare.

Insieme, corsero di lato, evitando le due figure che facevano saltare cespugli di rose, trovando coppie.

Rose riconobbe uno dei due: era il professore di Pozioni, quello con i capelli unticci e la pelle olivastra.

<< Piton, devi ascoltarmi.. >> quasi urlò l'altra uomo.

<< Shh >> rispose con veemenza l'insegnante, che a quanto pareva, si chiamava Piton.

Malfoy non salutò Hermione e quando furono abbastanza al buio, scomparve.

Rose rimase a vedere sua madre risistemarsi l'abito ed uscire disinvoltamente dai cespugli, per tornare al portone.

Si passò la lingua sulle labbra.

Poi la scena cambiò...

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

So che questo capitolo non è molto lungo, ma ultimamente ho avuto molto da fare..

Ci sentiamo presto, spero.

E vi prego lasciate qualche recensione.

A presto.

Ciao.

 

 

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Capitolo 11
*** Un saluto non detto ***


11.

UN SALUTO NON DETTO

 

 

 

Angolo autrice:

 

Atterrò in una piccola stanza, arredata con gusto.

Le pareti erano viola e la scrivania intagliata con la porta socchiusa, dava l'idea di trovarsi in una piccola caverna personale.

Ormai Rose, sapeva che la stanza doveva essere perfettamente in ordine e difatti, non trovo un libro fuori posto o una quadro leggermente storto.

Tutto era lindo, tutto era perfetto.

Notò solo più tardi sua madre.

Era seduta sull'orlo del letto e rileggeva una lettera molto spiegazzata, cosa che fece capire a Rose che non doveva essere la prima volta che la leggeva.

Si avvicinò a sua madre e notò un sorrisino triste sul suo volto.

Incuriosita, salì sul letto fino a che si trovò alle sue spalle e poté leggere la lettera.

 

 

Ehi, Granger (non me la sento di chiamarti “cara”),

In questo momento dovrei chiederti come vanno le vacanze, ma sinceramente non mi interessa.

Non riempirò la mia lettera di parole vuote scritte solo per educazione o compassione, quindi arrivo subito al punto.

Non intendo più toccarti con un dito.

Non ti spiegherò il perché, ma questo non importa.

Mi dispiace, capisco il tuo desiderio di attenzioni da parte mia, ma questa storia non può continuare, non ora comunque.

Dimenticati tutto.

Noi non ci siamo mai parlati fuori dalla scuola o dalle classi e se qualcuno dovesse venire a saperlo, tu menti.

Io ti tratterò come sempre e, del resto, anche tu.

Non penso che nessuno dei due sentirà la mancanza dell'altro, visto che noi due ci siamo visti o parlati o baciati, poche volte.

A presto.

Brucia questa lettera.

 

Draco Malfoy.

 

 

 

Rose emise un verso sprezzante. Così, quell'essere aveva scaricato sua madre.

<< Non ora comunque... >> rilesse sua madre sovrappensiero.

<< Certo, non ora che Tu-Sai-Chi è tornato >> sbottò << non vuole che nessuno sappia che lui ha baciato una sudicia mezzosangue >> aggiunse con amarezza.

Rose era sconsolata, una piccola parte di sé, gioiva a quella novità, un'altra era dispiaciuta per sua madre.

Notò a malapena che a sua madre uscì un piccolo singhiozzo, subito sottomesso.

Con rabbia prese la lettera e la strappo fra le mani, buttandone i pezzi lacerati sul pavimento.

Passarono diversi secondi, in cui entrambe rimasero, inerti. Lo sguardo, perso nei pezzetti di carta.

Poi Hermione si alzò, raccogliendo i pezzetti.

Rose si sorprese ancora di più quando, poco dopo, sua madre cercò di riunire la lettera con il MagicScotch.

Non farlo mamma.

Urlava dentro di sé.

Come ti sei ridotta così?

Chiese ancora più forte.

Non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa dire o cosa fare.

Voleva solo scappare, non voleva più vedere, non voleva più sapere, voleva uscire da quel ricordo, ma non aveva idea del come.

Non fece neanche in tempo a chiedersi come avrebbe fatto che la scena cambiò...

La strada di Diagon Alley aveva il suo solito calore, misto a sole e popcorn.

Rose, almeno, la ricordava così.

Le case colorate, i negozi sempre aperti, la strada di ciottoli.

Tutto era al suo posto.

Tutto era perfetto.

Hermione vagava sola, lo sguardo perso in lontananza.

Era davvero bella così.

Rose notò che era in pantaloncini che le fasciavano le gambe snelle e in una canottiera che mostrava le sue forme molto di più della divisa di Hogwarts e che ora le stava molto stretta sul petto.

Rose contemplò il cielo, di un azzurro pallido e terso, con sole che illuminava timido gli occhi di sua madre.

Col sole, erano diventati di una strana sfumatura dorata.

Stava camminando al suo fianco, come alcuni mesi fa, come la prima volta che era venuta a Diagon Alley, sempre con lei, ma stretta al suo fianco e con la paura e la curiosità per quegli strani maghi.

Poi, Hermione si irrigidì.

Rose la osservò per qualche secondo, prima di seguire il suo sguardo duro.

Lo osservo da lontano, proprio come sua madre.

Camminava con eleganza. Era cresciuto dall'ultimo ricordo, molto. Aveva i capelli leggermente più ribelli del solito, era più alto e maturo.

Una leggere barba ispida gli credeva sul mento, leggermente visibile alla luce del sole, che rendeva quei peli bianchi.

Rose vide sua madre stringere i pugni e ficcarsi le unghie nel palmo della mano.

Osservando la luce illuminare il ciuffo dei capelli biondi di Malfoy, Rose poteva, quasi, riuscire a vedere i flussi di ricordi di sua madre. In quel momento, entrambe, stavano pensando la stessa cosa, ne era certa.

Pensavano a quel bacio, a quel dannatissimo bacio.

Lui si avvicinava sempre di più, mentre sua madre continuava a stare impalata sul posto.

Rigida.

Gli occhi di Malfoy, planarono indifferenti su sua madre e si fermò anche lui.

Sorpreso.

Negli occhi grigi, Rose vide passare un qualcosa, delle parole, un significato.

Ancora ci penso a te. Si.

Non riesco a salutarti, non chiedermelo. Non ci riesco.

Ecco cosa dicevano.

Come potevano due tunnel grigi trasmettere quelle parole in una muta richiesta di aiuto.

Hermione continuava a fissarlo, l'unica cosa che fece fu toccarsi le labbra impercettibilmente con la lingua.

Rose notò che Malfoy fatico a deglutire.

Poi distolse lo sguardo e continuò a camminare, come se non fosse successo nulla, come se fosse tutto normale, come se Hermione non esistesse, come se tra di loro non ci fosse stato nulla, come se quel bacio fosse solo stato un incubo o un sogno.

Stringila a te, solo più questa volta. Abbracciala, guardala, ancora una volta.

Contemplala. Con paura e coraggio.

I pensieri di Rose erano confusi, lo odiava, ma detestava vedere quell'immagine sul volto di sua madre.

Quell'espressione delusa e ferita, quell'espressione sola.

<< Io..>> disse Rose al vento, perché nessuno poteva sentirla, nessuno poteva ascoltarla.

Non sapeva, era confusa.

Io cosa? Cosa avrebbe potuto dire a sua madre, a Malfoy, a se stessa?

Scosse la testa anche se nessuno era lì a fissarla.

Si ritrovò a non capire più nulla, mentre Hermione si girò un'ultima volta a fissare Malfoy.

Poi la scena cambiò...

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

 

Vi scongiuro di lasciarci qualche recensione, non posso continuare senza sapere almeno una vostra opinione.

 

Vedo molte visualizzazioni, ma vi prego, qualunque commento è apprezzato. Qualunque. Aspetto una vostra recensione

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