Beautiful strangers.

di Raydor
(/viewuser.php?uid=116344)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1


Mi guardo allo specchio un'ultima volta, sistemando al meglio la giacca nera dalla quale ho appena rimosso l'etichetta del prezzo. Cristo, non posso credere di aver speso circa metà del mio stipendio per questo pezzo di stoffa. Non mi sarebbe mai passato per la mente di farlo in una normale situazione, ma questo momento non ha niente di normale.
Mi sistemo i capelli, i miei folti, morbidi capelli neri, cercando di dar loro una piega accettabile.
Forse dovrei fissarli con un po' di gel.
No, voglio essere me stesso, é importante per me esserlo. Li lascio liberi e mi sistemo un'ultima volta; ho indossato i migliori abiti che, secondo il mio gusto, sono riuscito a trovare nei negozi, spero di aver fatto la scelta giusta, voglio fare una buona impressione e magari riuscire ad ottenere la parte per cui faccio il colloquio.
Sono nervoso? Sì. Quella cantante, lì, Lady Gaga, non sa nemmeno chi sono, come mi chiamo. È convinta che un certo Zachary Daniels si presenti al colloquio al posto mio, ed effettivamente Zac sarebbe dovuto essere qui. Peccato che ha preferito lasciare l'opportunità a me, colto di sorpresa da un travolgente amore che l'ha trascinato in Costa Rica.
Fanculo Zac, almeno avresti potuto dirmelo prima per lasciarmi preparare il curriculum in tempo, non avvisarmi il giorno stesso.
Spero che questa Lady Gaga sia una persona piuttosto paziente, anche se non so nulla di lei. L'ho sentita nominare qualche volta in tv, ho canticchiato un paio di sue canzoni, ma niente di più.
Salgo in macchina, accendo la radio cercando in qualche modo di cacciare dalla mente i mille pensieri che mi rendono ancora più nervoso.
«...ed ecco il nuovo singolo di Lady Gaga, "You & I" di cui attendiamo il video musicale!» sta dicendo il cronista alla radio. Toh, guarda che coincidenza. Beh, almeno non arrivero' sul set non sapendo nemmeno di che canzone si tratta. Proprio mentre penso alla fortuna che mi ha sorriso, le parole di questa ragazza pazza d'amore mi attraversano la mente:

It's been a long time since I came around
Been a long time but I'm back in town
And this time I'm not leaving without you.


Wow, un amore ricostruito dopo un'enorme sofferenza. Roba forte, originale soprattutto.

You taste like whiskey when you kiss me, oh
I'd give anything again to be your babydoll,
This time i'm not leaving without you

You said "sit back down where you belong,
In the corner of my bar with your high heels on."
Sit back down on the couch where we made love the first time and you said to me
There's somethin', somethin' about this place...


Beh, se cio' che scrive è vero era davvero cotta di questo tipo. Chissà se alla fine se l'è ripreso, come promette di fare nella canzone. Forse dovrei chiederglielo. Così, per fare amicizia. Forse è una persona socievole, forse non è come la gente pensa che sia...
Mentre questi pensieri, accompagnati dalle ultime note della canzone, sfumano nell'aria, parcheggio davanti agli studi dove ho appuntamento. Finalmente realizzo quanto realmente tengo a questa oppurtunitá: possiamo giudicarla quanto ci pare quella donna, ma è famosa in tutto il mondo, ha milioni di persone che la seguono, milioni di persone che guarderanno questo video. Magari una di loro è pronta ad offrirmi una chance, forse è la volta buona per trovare un lavoro decente.
Lo stomaco mi brontola, ricordandomi la povera brioche che ho consumato a colazione. Non ho mangiato altro fino ad ora che sono le tre del pomeriggio. Ho una fame da lupi ma non sono sicuro che sia questo il motivo per cui il mio stomaco si contorce: sono nervoso. Nervoso come non mai. Ne ho fatti di provini, stavolta pero' è diverso. Che cosa cazzo mi sta succedendo? Solo perchè avrò davanti una femmina?
Strizzo gli occhi allontanando qualsiasi tipo di pensiero ed entro, prendendo un profondo respiro.
«da questa parte, prego.» dice una voce femminile molto gentile facendomi sobbalzare. Ha la pelle scura e i capelli ancor piu' scuri. I suoi occhi marroni accarezzano i miei mentre un sorriso si fa strada sulla sua faccia.
«io sono Laurieann, la regista.» dice a mo' di presentazione.
«Taylor Kinney.»
«cosa? Non c'è sulla lista!» corruga la fronte
«oh, si beh, sono qui da parte di un amico, Zac. Cioè... Zachary Daniels. Lui è fuori città ed ha lasciato l'opportunità a me.» sorrido «carpe diem, no?»
«no.» è brusca mentre spegne qualsiasi traccia di luce dal suo viso «chi mi assicura che la manda seriamente Mr Daniels? Non funzionano così le cose qui...»
«Laurieann cosa succede? Perchè ci siamo fermati?» una terza voce interrompe il fiume di stronzate che stanno uscendo dalle labbra scure di questa donna. È una voce anch'essa femminile, tremendamente dolce. Mi giro, per vedere da chi proviene ed eccola lì: la cantante che mi avevano descritto come una folle maniaca di protagonismo. Da ciò che ho davanti non si direbbe proprio: è così semplice nei suoi pantaloni lunghi scuri, il suo maglione di lana rosso e neppure una traccia di trucco sul viso. Stento a credere che sia davvero lei. Ma come cazzo è possibile trasformare tanto una persona con dei trucchi e dei vestiti strambi?
«questo ragazzo è...»
Gaga mi squadra dalla testa ai piedi in un microsecondo, non lasciando alla regista neppure il tempo di completare la frase «fallo entrare.» dice con un sorriso.
Una parte di me gioisce per essere riuscita a farla sotto il naso di quella stronza che voleva cacciarmi, l'altra è agitata ancor più di prima: forse é rimasta colpita!
La seguo nella stanza in cui è entrata qualche secondo prima di me e la trovo accomodata su una poltrona nera che si abbina perfettamente ai suoi pantaloni.
«si accomodi.» dice sorridendo. Un raggio di sole le accarezza il viso e i suoi occhi -dio, che begli occhi verdi- brillano per un secondo. Faccio come mi è stato chiesto e, per gli istanti silenziosi a venire, mi dedico ad osservarla meglio: i suoi capelli biondi arrivano fin sotto le spalle, sono leggermente, naturalmente, mossi. Le incorniciano il viso, le accarezzano il collo fino ad arrivare ai seni, osano toccare questi ultimi, infilandosi tra di essi. Dio, è una bellissima ragazza. Perchè vuole trasformarsi così tanto quando è sul palco? Non potrebbe rimanere così? Sono sicuro che i suoi fan impazzirebbero ancor di più.
«ha portato il suo curriculum?» mi chiede alzando lo sguardo dai fogli sul quale stava scrivendo qualcosa.
«ehm... Veramente non ho avuto tempo di prepararlo. Zac... Cioè... Mr Daniels mi ha avvisato all'ultimo momento.» arrossisco leggermente, come un bambino colto in fallo. Lei sorride con fare rassicurante:
«ok, me lo esponga pure a voce.»
«sono Taylor Kinney, amo recitare e mi dedico a farlo da circa dieci anni. Fin da ragazzo partecipavo a dei corsi di teatro che la mia scuola...» recito questa solfa che ormai so a memoria per tutte le volte che l'ho ripetuta. Lei sembra essere parecchio interessata, sorride, mordendosi il labbro inferiore come se si stesse godendo uno spettacolo eccitante.
Cristo, lo spettacolo sono io.
Quando finisco di parlare abbasso lo sguardo, iniziando a fissarmi le mani impacciato. Mi mette così in imbarazzo tutta questa situazione, se lei potesse evitare di guardarmi così starei molto meglio.
«lei è gay, Mr Kinney?»
Una domanda inaspettata accarezza le sue labbra e io strabuzzo gli occhi: ma come si permette?! È normale chiedere cose di questo genere mentre si fa un colloquio puramente professionale?! La fulmino con lo sguardo sfacciatamente e lei diventa piccola piccola sotto i miei occhi blu. La vedo arrossire, la sua sicurezza di poco fa svanisce e si morde il labbro ancora più forte.
Quasi mi sento in colpa.
«scusi, è... È mio dovere chiederlo.» balbetta.
La tigre bianca che poco prima era seduta di fronte a me è stata trasformata in un innocente gattino.
«no, Mrs Gaga. Sono etero.» sorrido, cercando di rassicurarla. Vedo un lampo di luce guizzare nei suoi occhi, cos'è? Direi quasi... Sollievo.
Arrossisce di nuovo e si guarda le mani nervosamente. Io sorrido vittorioso: è piacevole vedere che i ruoli si sono decisamente invertiti.
«posso farle io una domanda, Mrs Gaga? Mi sembra più che lecito.»
Annuisce senza guardarmi.
«il ragazzo di cui parla nel video... Se l'è ripreso, alla fine?»
«mi sta chiedendo se sono impegnata, per caso?» finalmente mi guarda di nuovo e sorride ampiamente
«veramente stavo solo...» arrossisco, come mai prima. Sento le guance in fiamme, mi sembra quasi di riuscire a vedermi: completamente rosso mentre cerco una risposta diversa da "volevo farmi un po' i cazzi tuoi".
«no, non lo sono.» ride teneramente, con un retrogusto amaro, spostando una ciocca di riccioli ribelli e biondi dal suo viso, portandosela dietro l'orecchio destro.
"Oh. Non lo è."
«e lei?»
Scuoto la testa, non smettendo mai di guardarla. Vorrei non farlo, ma la mia testa continua a chiedersi perchè le importa tanto dei miei gusti sessuali e perchè vuole sapere se sono single. "è interessata a te!" dice una vocina nella mia mente.
Ma figuriamoci! Mi ha appena visto. Certo, puo' anche trovarmi attraente ma niente di più. Spero non mi assuma per un motivo anche solo simile.
«vorrei tanto vederla in azione, mr Kinney.» sorride dolcemente.
"vuole vederti in azione, Kinney. Dalle quello che vuole."
Mentre cerco di ignorare i commenti -e i doppi sensi- della vocina che ormai ha preso posto fisso nella mia testa, le sorrido.
«certo.»
«gireremo prima i fashion films. Sono degli spezzoni per introdurre al pubblico i personaggi che intendo inserire nel video. Dovrà solo mettersi in posa, muoversi come le suggerisce Laurieann. Va bene per lei?»
«certo.» ripeto. "un gioco da ragazzi."
«allora inizierei subito, se è d'accordo.»
«ci mancherebbe.» sorrido cordialmente e mi alzo, imitandola. Gaga esce dalla stanza ed io la seguo come un cagnolino, godendomi la sensazione di camminare dietro la scia del suo buonissimo profumo. Incontra Lurieann:
«abbiamo trovato quello giusto, credo.» le dice sorridendo ampiamente. Il cuore comincia a battermi forte di nuovo: significa che la parte è mia?
"hai fatto colpo, Kinney!"
«mettiamolo alla prova, allora.» suggerisce Laurieann. "si, abbozza pure, stronzetta." gongolo deliberatamente.
Mi mostrano un set. O meglio, uno sfondo completamente bianco davanti al quale devo posare, muovermi, con addosso un paio di pantaloni bianchi e una camicia dello stesso colore, che poi dovrò togliere.
Si, posso farlo.
Nel giro di un paio di minuti mi sono già cambiato e sono pronto a girare.
«mettiti pure al centro.» dice la donna. Da quando ha preso a darmi del tu? Stronzetta.
«sì, signora.» la canzono. Lancio uno sguardo a Gaga che si lecca il labbro superiore, non smettendo mai di fissare il mio fisico. In modo particolare, ora, il petto, visto che la camicia e' sbottonata per metà. Dio mio, dovrebbe smettere di leccarsi e mordersi le labbra, mi fa venir voglia di...
«mettiti di profilo e prenditi la testa tra le mani, come se stessi pensando intensamente a qualcosa.» dice Laurieann "oh, lo sto facendo eccome." «perfetto. Ora sbottona completamente la camicia.»
Arrossisco leggermente mentre, con molta delicatezza, libero fino all'ultimo bottone, lasciando scoperta parte dei peli pubici che si intravedono da sopra la cintura dei pantaloni. Guardo Gaga, la sua reazione mi interessa in particolar modo: è chiaro che ormai il gioco della seduzione sia cominciato.
Chiude gli occhi ed espira lentamente, come se avesse corso per chilometri e stesse riprendendo fiato. Possibile che le faccio un simile effetto?!
Forse è solo il frutto della mia fantasia.
"ma che dici? Non vedi che ha una voglia incredibile di saltarti addosso?!"
«girati, come se fossi pensieroso, verso la telecamera.» dice Laurieann. Obbedisco, la telecamera è proprio in direzione di Gaga, così ne approfitto per osservarla meglio. I suoi occhi verdi perforano i miei, è un contatto grazie al quale sarebbe in grado di leggermi l'anima, lo so. Mi piacerebbe correre da lei, afferrarla per i capelli e baciarla come non è mai stata baciata.
Gaga abbassa lo sguardo sul mio petto, poi lo rialza di nuovo, mordendosi le labbra.
«toglitela, ti prego.» dice. Quasi lo geme.
«cosa?» diciamo assieme io e Laurieann. Sono divertito quando la vedo arrossire:
«cioè... Si tolga la camicia, per favore.» è paonazza. Una parte di me vorrebbe ridere, l'altra si tratterrebbe ed è a quest'ultima che dò retta. Mio dio, non posso crederci, sta impazzendo per causa mia.
Lentamente faccio scivolare l'indumento via dal mio corpo, liberando le mie braccia possenti e muscolose. Non si aspettava di trovarsi davanti un simile spettacolo, é piacevolmente sorpresa.
Interrompiamo il nosto contatto visivo e riprendo ad eseguire gli ordini di Laurieann, finchè quest'ultima non ne ha avuto abbastanza e mi invita a vestirmi di nuovo -con i miei abiti- nel camerino.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi poggio ad essa, espirando rumorosamente. Quella donna... Scatena in me degli istinti che non avrei mai creduto di avere. Mi sento un animale, sento come se potessi andare da lei da un momento all'altro, stringerla tra le braccia, assaporare le sue labbra e... E darle quello che vuole.
So che cosa vuole. Vuole me. E io voglio lei. È qualcosa di carnale, un istinto primordiale, animalesco. Il mio corpo reagisce all'immagine di lei nuda sotto di me che si sta costruendo la mia fantasia; sento i pantaloni diventare di una taglia piu' stretti a causa della mia erezione.
Devo farmela passare prima di tornare di là.
Proprio mentre formulo quest'ultimo pensiero sento un leggero bussare alla porta:
«Mr Kinney, posso?» è la sua voce. È tutta un tono docile e accondiscendente, un agnellino. Non capisco come sia possibile: fino a pochi minuti fa, quando stavamo parlando faccia a faccia, era lei a condurre i giochi, a fare battutine maliziose, a chiedermi sfacciatamente dei miei gusti sessuali. Ora invece è tutto un "sì, signore", "no, signore". Addio lingua biforcuta. Cristo, un po' mi dispiace.
Anzi, parecchio, direi. Ma non significa che tutto cio' non possa cambiare nel tempo.
«certo.» dico cordialmente spostandomi dalla porta, lasciando che lei l'aprisse. Arrossisce quando entra e mi trova a petto nudo a fissarla.
«volevo solo dirle che.. Beh, non è finito qui il provino. Il fashion film che abbiamo iniziato a girare include anche delle... Scene con me.» si morde le labbra guardandosi le mani, giocherellando con quest'ultime in preda all'imbarazzo.
«che tipo di scene?» faccio un passo verso di lei, annullando qualche centimetro di distanza fra i nostri corpi. Le sue guance si colorano di un rosso sempre più intenso, è impossibile non sorridere davanti a questo fatto. È così piccola, sembra così innocente... «sono scene...» mi avvicino sempre di piu' al suo viso, fino a sfiorarle il collo con il mio respiro caldo «...romantiche?» guardo nei suoi occhi verdi alla ricerca di qualche piccola traccia di emozione. Voglio sapere cosa prova, anche se dentro di me so che sta morendo dalla voglia di assaggiare le mie labbra.
«si.» soffoca un gemito e il mio corpo reagisce a questo suo gesto nell'esatta maniera in cui l'ha fatto prima. «cioè...» si schiarisce la voce, come se si fosse appena risvegliata da un periodo di trance «si. Sono piuttosto romantiche. Includono... Baci.» arrossisce di nuovo ed abbassa lo sguardo, ma stavolta la reazione dura poco «se non vuole farlo non è obbligato. Ho già avuto esperienze simili, può sempre andarsene.» "ho una voglia pazza di baciarti, non ne hai la più pallida idea, Lady Gaga."
Ma un momento, che cosa intende con "esperienze simili"?! Qualcuno l'ha rifiutata? È per questo che ora si lascia intimidire tanto dagli uomini? Mi piacerebbe tanto chiederglielo. Voglio scoprire quanto più possibile su questa donna.
«no, non ci sono problemi.» sorrido, cercando di nascondere il più possibile l'emozione dalla voce.
«perfetto. Allora vado a cambiarmi.» sorride e gira i tacchi, lasciandomi lì impalato come un imbecille, intento a fissare quel suo culo meraviglioso, che si muove a ritmo dei clop clop delle scarpe.
«a dopo.» sussurro al vuoto. Istintivamente mi precipito davanti allo specchio, mi sistemo i riccioli neri e ribelli, faccio in modo che tutto sia al suo posto. Sono così... Nervoso? Si, direi che è la parola giusta. Voglio baciare quella donna. Non mi importa se è solo per pochi secondi e per pura finzione, voglio assaggiare le sue labbra, voglio sfiorarle la lingua. Voglio leccare e mordere il suo labbro inferiore nell'esatto modo in cui fa sempre lei. Ho desiderato farlo dal primo momento che l'ho vista. Mi do' un ultima sistemata prima di uscire e precipitarmi immediatamente davanti allo sfondo bianco vicino al quale mi attende Laurieann.
«che rapidità.» commenta sprezzante. Dio, è così irritante...
«perché, di solito, quanto ci si mette a infilarsi un paio di pantaloni e una camicia?» sta per rispondere con qualcosa di tagliente -e stupido- ma viene interrotta dall'entrata di Gaga, con addosso un abito nuziale bianco decisamente troppo grande per lei. Ci sprofonda dentro, è così tenera... Sembra un angelo. Il velo le solletica il naso costringendola ad arricciarlo di tanto in tanto, gesto che le fa piegare le guance in modo da creare due deliziose fossette assolutamente baciabili.
«che ne pensi, Laurieann, è troppo?» chiede
"No!" vorrei urlare. Mi trattengo e mi limito a sperare nell'ultimo briciolo di buon gusto di quell'orribile donna.
«no, è perfetto.» sorride ampiamente. È tutta accomodante e cortese con Gaga, quasi avesse paura di lei e dell'enorme potere che porta con sé. Sollevato dalla sua affermazione sorrido. «allora possiamo cominciare. Sistematevi pure lì.» dice indicando il set.
Io e Gaga ci dirigiamo insieme verso l'enorme sfondo bianco e, prima che me ne potessi rendere conto, lei mi prende la mano e la osserva.
«fa parte del copione?» sorrido. Annuisce lentamente:
«ti mostro quello che devi fare.» dice timidamente. Si porta la mia mano alle labbra, sfiorandola con quest'ultime. Sento il calore emanato dal suo respiro, finché finalmente si toccano. Il cuore mi batte all'impazzata e sono sicuro che anche il suo fa lo stesso.
«si.» dico in un sospiro. «cioè... Si, ho capito.» sorrido arrossendo lievemente, sperando che Gaga non se ne accorga. Mi lascia la mano con un espressione che sembra dire "mi dispiace".
«poi dovrai sollevare il velo e...» arrossisce a sua volta, come non mai «e baciarmi.»
Sorrido ed annuisco di nuovo:
«capito.»
«sei pronto?» "oh si, fremo."
«certo.»
Laurieann batte il primo ciack e io, lentamente, con estrema delicatezza, prendo la mano di Gaga e l'avvicino alle mie labbra. Sono calde, bagnate, inebriate dal profumo meraviglioso che ha addosso questa donna. Il contatto tra queste e la sua pelle è qualcosa di troppo rapido, ma posso comunque affermare che è come mordere il proprio frutto preferito. Non sono mai riuscito a staccare i miei occhi dai suoi socchiusi e schietti piccoli smeraldi. Voglio vedere le emozioni danzare nelle sue pupille ed arrivare fino a me.
«adesso.» mima Gaga con le labbra, facendomi intuire che è arrivato il momento del tanto atteso bacio.
Lentamente come l'ho presa, lascio la sua mano e prendo tra le dita le estremità del suo velo. Lo sollevo, senza mai sciogliere il nostro abbraccio di sguardi. Prendo il suo viso tra le mani -il suo piccolo e innocente viso- e bacio le sue labbra, senza aspettare un secondo in piu'. È un sapore così buono, salato e allo stesso tempo dolce. Voglio approfondire il tutto usando la mia lingua ma ho tanta paura che lei non voglia, visto che non è previsto dal copione. Mi piacerebbe tanto sapere ciò che pensa, forse anche lei lo desidera.
«stop!» grida Laurieann.
Fanculo. Quella donna... «siete stati molto bravi!» dice poi rivolta più a Gaga che a me. Che leccaculo.
«già.» l'angelo biondo arrossisce lievemente.
«direi che la parte è già sua, se Gaga è d'accordo.»
I suoi occhi brillano per un istante che sembra interminabile. Non capisco che cosa voglia significare, se è un si o un no, anche se in cuor mio già so la risposta.
«le andrebbe di prendere un caffè con me?» balbetta timidamente, con un ampio sorriso alla fine che farebbe dire "si" a chiunque su qualsiasi cosa.
Esito un po', mi diverte vedere il suo viso contorcersi dalla voglia di sapere, maledicendosi internamente per aver osato chiedermi una cosa simile. Amo torturarla.
«perchè no?!» mi convinco poi a dire, sorridendo a mia volta. Gaga lancia un sospiro, sollevata, e annuisce prima di sparire nel suo camerino.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2

La fisso mentre assaporo il mio caffè amaro. Lei ha optato per un tè inglese, non deve essere amante del caffè, nonostante l'idea di venire qui sia stata sua. Verso qualche goccia di latte nella mia tazzina e lo vedo formare strane forme sul nero profondo, prima che la schiuma possa andare via, mi affretto a catturarla con le labbra, in modo da sporcarle. Quando sono certo di avere gli occhi di Gaga puntati addosso, me le lecco lentamente, pulendole. Vedo un lampo guizzare nelle sue pupille. È meraviglioso stuzzicarla, chissà a cosa sta pensando...
«allora, mrs Gaga...»
«la prego... Mi chiami Stef...» si interrompe mordendosi la lingua. Voglio farlo io, voglio assaggiarla. «voglio dire... Solo Gaga.»
"no, voglio chiamarti Stef. Mi piace, è dolce."
«Gaga.» sorrido ignorando la mia voglia di accarezzare il suo vero nome con la lingua. «sono finiti i provini?»
«si.» arrossisce ed abbassa lo sguardo, leggermente dispiaciuta. Si, lo sono anche io: ci siamo divertiti parecchio oggi. «si, lo sono Mr Kinney.»
«oh, la prego, mi chiami Taylor. E mi dia del tu.» sorrido. Voglio sentirla pronunciare il mio nome. Adesso.
«allora anche tu... Taylor.» ride teneramente e lo dice come per provare a sentire come suona detto dalla sua straordinaria voce.
Mio dio, è tutto un muoversi di lingua. Il modo in cui pronuncia la "T", mordendosene la punta con i suoi pronunciati denti anteriori... È così piccola ma allo stesso tempo così irresistibile... e la cosa piu' bella è che non se ne rende neppure conto.
«voleremo in Nebraska dopo domani.» dice con un sorriso timido.
«perché in Nebraska?» arriccio il naso in un'espressione a metà tra il confuso e il disgustato. Non nutro un particolare amore per la campagna, tutta quell'erba e quegl'insetti... Sono terribili, preferisco di gran lunga il mio mare.
«beh ecco...» avvampa all'improvviso «la canzone è... È dedicata a qualcuno di là.» è rossa come non mai mentre giocherella con le dita delle mani, torturandosi nervosamente le unghie.
"Oh."
«capisco.» sorrido e, spontaneamente, senza rifletterci un solo secondo di più, le prendo la mano e la accarezzo. Che cosa diamine sto facendo!?
Gaga alza lo sguardo e lo porta nei miei occhi azzurri. È così timida, non lo credevo affatto. Accenna un debole sorriso ed arrossisce di nuovo.
«non è un problema per lei.. Cioè... Per te, andare in Nebraska, vero?» "oh, con te, ora come ora, andrei anche in capo al mondo".
«no, affatto, adoro la campagna.» voglio provare a mentire, non voglio farla sentire in colpa, ma il mio viso non è d'accordo con la mia idea: le sopracciglia si inarcano e lasciano che la mia fronte vi formi una "v" nel mezzo.
Gaga fa una cosa inaspettata: scoppia a ridermi in faccia.
«sei un pessimo bugiardo!» dice tra le risa «e sei anche un attore! Secondo me hai bisogno di un po' di pratica.» continua a ridere, sembra una bambina. Parte di me vorrebbe ridere con lei, l'altra parte vorrebbe sbatterla su questo tavolo, facendole passare qualsiasi altra voglia se non quella di me.
"che cosa mi stai facendo, Stef?"
Sono spaventato da me stesso, da ciò che provo, dalle mie fantasie. Non ho mai provato una simile attrazione per una donna, voglio dire: è chiaro che mi piacciano, è chiaro che sia attratto. Ma lei... Dio mio, la conosco da così poco e voglio già sentirla mia.
Mentre il suono delle sue risate svanisce nell'aria, la guardo con un sorriso.
«già, forse è così. Sai, la verità è che la campagna non mi piace proprio.» arriccio il naso e lei sorride ancora. È un piacere immenso guardarla mentre lo fa.
«già, nemmeno a me.» torna ad abbassare lo sguardo, mesta. «preferisco altre cose: per esempio, il mare.»
«ti piace il mare?»
Annuisce.
«sai, ho una casa sulla spiaggia a San Diego. La condivido con due miei amici, loro coltivano la mia stessa passione.» dico riprendendo a sorseggiare il mio caffè sporco di latte.
«e qual'è la tua passione?» "tu. Sei tu, Lady Gaga."
Arrossisce, come se mi avesse letto nella mente, così mi schiarisco la gola:
«il surf.» sorrido.
«deve essere bello.» i suoi occhi brillano. Dio, che meraviglia.
«posso insegnarti a farlo se vuoi!» dico raggiante. Il pensiero di mettere le mani sul suo corpo e guidarla in un universo completamente nuovo mi fa impazzire. Riesco quasi a sentire la sua morbida pelle scorrermi sotto le dita, mentre le accarezzo i fianchi e li metto nella giusta posizione. Spontaneamente, mi accarezzo i polpastrelli con il pollice.
«veramente io... Io non credo che sarei adatta.» abbassa lo sguardo
«non dire sciocchezze, saresti perfetta. Ti ci vedo a cavalcare le onde, sai?» "si, e non solo quelle".
«davvero?» ride teneramente.
«oh sì.» lascio che nel mio tono scorra una leggera punta di malizia. Voglio vederla arrossire, esattamente come sta facendo, mi piace vederla intimidita da me, anche se parte del mio essere vorrebbe sentirla di nuovo usare la sua lingua biforcuta.
Avvicino il mio viso al suo. Solo pochi centimetri mi separano dal mio paradiso. Voglio assaggiarla ancora. Voglio che le mie labbra facciano l'amore con le sue.
«beh... È meglio che adesso io vada.» sorride timida e si alza, lentamente, senza scattare all'improvviso. È chiaro che ci ha riflettuto bene prima di farlo: anche lei ha voglia di baciarmi. Ma per qualche motivo... Non da' sfogo a questo suo desiderio. Forse ha paura, ma di che cosa?
«allora ci vediamo dopo domani in aeroporto.» mormora «non devi preoccuparti del volo, useremo il mio jet.» accenna un ultimo sorriso timido prima di girare i tacchi ed andarsene, senza darmi la possibilità di dire o fare altro.
Vederla andare via da me in questo modo, con gli occhi vuoti, senza sapere il perché mi distrugge. Voglio averla accanto, mi piace, voglio perdermi nei suoi occhi ed ascoltare il suo respiro come stavo facendo fino a pochi minuti fa. Voglio vederla mordersi le labbra ed arrossire dimostrandomi che su di lei ho un certo effetto, cosa che mi fa sorridere. Voglio stare ancora con lei, anche solo per una manciata di secondi.
Senza pensarci due volte mi alzo ed inizio a correre per il locale, attraverso i tavoli, tra la gente, solo per rivederla. È da pazzi, mi sento un adolescente. Cosa farò quando l'avrò di nuovo davanti agli occhi? Come giustificherò il fatto che ho il fiatone e che ho corso fino a qui in preda alla pazzia?
La vedo, è lì, fuori dal locale, in attesa che qualche macchina le lasci il via libera per attraversare.
"è così piccola..."
All'improvviso si butta nel traffico, incurante delle macchine che passano davanti a lei. Cerca di schivarle, si porta le mani al viso. Non capisco più niente. Che cazzo sta facendo?! Corro da lei, la paura che possa succederle qualcosa va oltre l'immaginabile, è impazzita? Perchè non guarda le macchine?
«Gaga!» grido in preda al panico cercando di farmi sentire. Niente.
«Stef!» riesco finalmente ad afferrarla per un braccio ma lei oppone resistenza. "non scappare da me, piccola". Le circondo la vita con le mie braccia e la attiro contro il mio corpo, sana e salva sul marciapiede.
«ma che cazzo ti salta in mente, sei impazzita?» urlo in preda alla rabbia, a pochi centimetri dal suo viso. Vedo un lampo di paura accarezzare gli smeraldi che ha al posto degli occhi, un luccichio che non preannuncia niente di buono.
«ehi...» sussurro piu' dolcemente mentre le accarezzo il viso. "non piangere, piccola". «che succede?»
«niente Taylor. Lasciami, ti prego.»
«perchè tu possa continuare a giocare a mosca cieca in autostrada?! Non ci penso minimamente.»
Le sue labbra si piegano in un morbido e delicato sorriso che si smorza appena un secondo dopo.
«ti prego, Taylor... Lasciami.» con le sue piccole manine prova a spingermi via ma la presa delle mie braccia non accenna a cedere. Mi piace sentire il suo corpo contro il mio, provoca in me sensazioni straordinarie, ho la pelle d'oca, il battito a mille -non so se sia per il suo quasi incidente, non lo escludo affatto- e le labbra che fremono dalla voglia di incontrare le sue.
«non scappare da me, Stef.» si, stavolta lo dico a voce alta. E' sorpresa, dilata le pupille e il suo battito accelera -lo sento contro il mio. Le nostre labbra sono a millimetri di distanza ormai. Quasi le sento. Dio mio, le desidero da morire... Anche lei lo vuole. Lo sento.
«Taylor, tu non capisci. Io non sono chi tu credi. Io non posso essere chi vuoi che io sia.» poggia nuovamente le mani sulle mie braccia e, con una forza -uscita da chissà dove- straordinaria per una piccina come lei, mi spinge via, scappando dalla mia presa.
«credimi, è meglio così.»
Sono confuso, non capisco piu' niente. Cosa è appena successo? Tutto ciò che ho in testa, in questo momento, sono le sue parole.
«ci vediamo dopo domani.» e se ne va, questa volta attraversando con successo e arrivando sana e salva autonomamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3

Mentre l'acqua mi scorre sul corpo, le parole tristi e crudeli di quella ragazza forte ma allo stesso tempo piccola e delicata mi trapassano il cervello. Non riesco ad essere lucido, non riesco a smettere di sentirle. Come se qualcuno avesse incorporato nella mia testa un registratore che continua a premere il tasto "replay".
«Io non sono chi tu credi.» ma cazzo significa?! Mi ha respinto perché non ci conosciamo del tutto, il che ha senso. Ma scappare via da ma in quel modo?!
«io non posso essere chi tu vuoi che io sia.» io non voglio cambiarla. Nemmeno di una virgola. Amo il suo essere, quello che è stata in grado di mostrarmi in queste ore. Ok, forse ho corso troppo e di questo mi dispiace. O no? La verità è che volevo fare tutto quello che ho fatto, non mi pento di niente se non del fatto di essere riuscito a farla allontanare.
«credimi. È meglio così.»
Stronzate! Se fosse vero ora sarei tranquillo a preparare le valige per il Nebraska pensando a niente di più che un'amicizia tra noi due, invece no. Sono qui a farmi seghe mentali su quale sia il motivo vero per il quale è scappata con quelle parole chiuse tra le labbra.
Mi appoggio al muro, azionando il getto d'acqua bollente. È così che mi piace, mi aiuta a pensare. Chiudo gli occhi e mi sembra di averla davanti a me, nuda, mentre l'acqua scorre sul suo corpo senza paura. Mi sembra quasi di riuscire a vedere i suoi timidi occhi che mi scrutano aspettando un mio movimento. Chiudo le braccia attorno al suo corpo, stringendola di nuovo, come stavo facendo prima in autostrada. La sento contro di me, il mio corpo reagisce eccitandosi.
"oh Stef..." mi bacia così delicatamente, sorridendo subito dopo. È così piccola, innocente... La spingo contro la parete con forza, bloccandola tra quest'ultima e il mio corpo, sentendo la sua risata invadermi l'anima. Presso le mie labbra sulle sue ancora una volta, lasciando che le nostre lingue si abbraccino. È una tale magia... L'angelo biondo chiude le gambe attorno alla mia vita, lasciandomi entrare nel mio paradiso. È così bello sentirla mia, è il solo posto dove voglio stare.
"stef..." mormoro mordendomi le labbra "stef... Mio dio!" urlo, stavolta le mordo con forza, spalancando gli occhi di colpo. Lei non c'è, sono solo sotto l'acqua, dietro il velo di fumo che produce quest'ultima. Cosa cazzo...?! Ho immaginato tutto. Ho immaginato di sbattermela qui mentre mi... Cristo, ho le mani sporche. Le lavo accuratamente.
"che cazzo fai, Kinney? Sei davvero caduto così in basso?" ignoro la vocina nella mia mente ed esco dalla doccia, avvolgendomi nel morbido e candido accappatoio.
Devo risolvere questa situazione, devo togliermi questa donna dalla testa, sto seriamente impazzendo. No, devo vederla, oggi. Devo chiarire prima di domani, voglio affrontare quel viaggio da amici. Questo potrebbe significare che c'è una speranza di conquistarla, di rompere quella fottuta barriera di ghiaccio attorno al suo cuore. In Nebraska. Si preannuncia un'ottima occasione per mettere in atto il piano... Che devo ancora escogitare.
Prima però devo vederla e sistemare le cose.
Pensa bene, Taylor. Dove andrebbe Lady Gaga di domenica mattina? Forse è rimasta in albergo, forse è uscita a far compere con quell'orribile donna con cui lavora, forse... Troppe incertezze. So dove alloggia quindi dovrei iniziare da lì.
Certo, però anche se la trovassi, cosa potrei dirle? Come giustificherei il fatto che sono lì? Dovrò improvvisare.
Con questa consapevolezza mi asciugo rapidamente e vado alla ricerca di vestiti adatti alla situazione. Forse dovrei mettermi una tuta, così, se dovesse chiedermi cosa ci faccio lì, posso sempre dire di stare facendo footing e di essermi fermato alla caffetteria dell'albergo.
Sì, dovrebbe reggere.
La raggiungerò a piedi, correndo. Così avrò anche tempo di sfogarmi e di cacciare via i mille pensieri che mi frullano nei cassetti della mente.

Ho corso per mezz'ora ad una velocità media, il sudore imperla la mia fronte e ha bagnato tutta la mia maglietta. La voglia di togliermela è tanta ma devo entrare in un posto di lusso quindi la tengo addosso. Entro nella porta girevole e mi dirigo alla reception.
«buongiorno.» saluto educatamente l'uomo apparentemente scazzato dietro il banco «avrei bisogno di un'informazione.» sorrido.
Lo vedo roteare gli occhi:
«è il ventesimo questa mattina, e sono solo le nove. scommetto che vuole il numero della stanza di Lady Gaga.»
"cazzo."
«non è come crede. Lei mi conosce, sono un suo amico!»
«oh, finora abbiamo avuto 17 "amici", due "collaboratori" e un "lontano cugino". Sia più originale, ritenti.» sorride forzatamente con un'ironia tagliente.
Non pensavo potesse essere così difficile, ma certo! Lei è una superstar famosissima, pensavo davvero di procurarmi il numero della sua stanza così facilmente?!
Sto per gettare la spugna, mi passo una mano sul viso, tra i capelli, e mi dirigo verso l'uscita.
Fanculo. Fanculo tutto, tutti. Sono uno stupido, ma che cosa credevo?!
«Taylor!» mi giro di scatto.
«Laurieann!» il suo viso da stronzetta mi si para davanti mentre le sue labbra carnose e scure si piegano in un minuscolo sorriso.
«che cosa ci fai qui?» chiede.
«ecco... stavo... Facendo una corsa e sono passato in caffetteria a fare una pausa.» mi stringo nelle spalle cercando di mantenere un'aria innocente.
«che coincidenza! Qui alloggia la Haus. E Gaga.»
"oh, ma davvero?"
«già. Che coincidenza.»
Sto per andarmene ma poi, ripensandoci, mi accorgo che lei potrebbe essere la mia ancora di salvezza. Si, sono davvero così disperato. Cosa posso chiederle? "ehi scusa, sai per caso dove alloggia la donna alla quale continui a leccare il culo da secoli?" e poi se me ne chiede il motivo?
«puoi... Puoi dirmi per caso il numero della sua stanza?» le parole mi escono dalla bocca senza lasciarmi il tempo di pensare ad altro.
«di Gaga?!» mi guarda incredula e respiro profondamente, aspettandomi la fatidica domanda: "perché?". Certo, potrei sempre dirle di pensare ai cazzi suoi, ma non è nel mio stile.
Con mia grande sorpresa sospira anche lei, poi sorride:
«411.»
Non posso crederci: per una volta, la primissima volta da quando l'ho vista, ho voglia di ringraziarla, di essere carino con lei.
«grazie.» "prometto di non chiamarti più stronzetta. Almeno fino a domani." le sorrido a mia volta e cammino verso l'ascensore, dopo averla salutata.
Le porte si chiudono davanti ai miei occhi e io mi appoggio alla parete pesantemente, premendo il tasto del quarto piano.
"e così ce l'hai fatta, Kinney. La fortuna ti ha sorriso. Di nuovo."
È vero, sono stato fortunato in questi due giorni. Forse qualcuno lassù approva i miei piani.
Mentre l'ascensore si apre e cammino verso la stanza 411, inizio a pensare a ciò che potrei dirle una volta che è davanti a me.
"ciao piccola, ho immaginato di scoparti sotto la doccia e quindi sono venuto da te per mettere in pratica il tutto."
Ecco, ci siamo, busso un paio di volte e dopo neppure trenta secondi mi accoglie il rumore della porta che si apre. Si para davanti a me la sua figura sudata, scalza, con addosso un paio di leggins neri che le fasciano le gambe -e il culo- in una maniera perfetta, ed una striminzita canottiera bianca, ormai fradicia. I suoi capelli sono raccolti in una coda di cavallo che le cade sul lato destro del collo.
«Taylor!» dice palesemente sorpresa.
"cristo, sei una visione."
«ciao.» sorrido «ehm... Mi dispiace interromperti mentre...»
«correvo un po'.» si stringe nelle spalle con un tenero sorriso sul viso. È così piccola... Senza tacchi è davvero bassa, non mi arriva neppure alla spalla. «anche tu vedo.» Dice indicando il mio completo sportivo ancora bagnato.
«già. Passavo di qui e... Ho pensato di venirti a chiedere scusa per ieri.» abbasso lo sguardo
«Taylor...» sospira «tu non hai nessuna colpa se non quella di non conoscermi. Ero sincera quando dicevo che è meglio così.» sorride mestamente «vedi... Io non sono una persona che riesce a gestire qualcosa di grande come una relazione.» abbassa lo sguardo, mesta «ho mandato all'aria tutte le storie che ho avuto, tutte le volte ho sofferto come un cane. Non sono pronta a rifarlo di nuovo. Non penso che lo sarò mai più effettivamente.» ha gli occhi lucidi. La voglia di stringerla forte a me, di consolarla, di dirle che io non riuscirei mai a farle una cosa simile mi assale.
«io penso che sia meglio lasciare le cose come stanno. Inoltre ci conosciamo da così poco...» continua «chissà cosa ci porterà il tempo passato insieme.» sorride.
«infatti ero venuto per chiederti scusa; ho affrettato le cose. Volevo che affrontassimo il viaggio in Nebraska da... Da amici.» dico stringendo i denti, in una finta gentilezza. Non penso di riuscire a vederla solo come un'amica, ho voglia di lei. La desidero come non ho mai desiderato niente o nessuno. È così strano, così insolito.
Sorride anche lei poi mi porge la mano:
«amici.»
«amici.» la stringo, ricambiando il sorriso. Rimaniamo fermi in quel modo per una manciata di secondi, durante i quali non riesco a staccare gli occhi dai suoi. Voglio tirarla a me, baciarla come non ho mai baciato nessuno, affondare la lingua nella sua bocca ed accarezzarla completamente.
Ma mi trattengo.
«ci vediamo domani.» mormoro.
Annuisce con un sorriso allegro e, finalmente, sincero:
«puntuale.» mi fa l'occhiolino prima di scomparire dietro il portone e chiuderselo alle spalle.
Mi appoggio ad essa con la schiena e scivolo verso il basso, finchè non tocco terra, quindi mi siedo. È fatta, obbiettivo raggiunto, ho ottenuto quello che volevo. Eppure, chissà per quale motivo, non mi sento soddisfatto.
"ehi Kinney, almeno non ce l'ha con te, almeno avete chiarito. Almeno... Ti ha sorriso."
Sì, quel sorriso che mi ha rivolto durante tutta la nostra conversazione è la cosa che mi dimostra che ne è valsa la pena.
Il cuore batte forte nel mio petto al pensiero che da domani vivrò accanto a lei per circa due settimane, mi sento un adolescente. Quella ragazza suscita in me emozioni che non provavo da troppo.
Ho voglia di stare con lei, non vedo l'ora che arrivi il momento di partire. Ho quasi intenzione di andare a letto ora, alle dieci di mattina, per far si che arrivi domani il piu' in fretta possibile.
"ma che cosa cazzo mi stai facendo, Stef?"
Oh, mi fai sentire così idiota... Adoro tutto questo. Lo adoro.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


4

In aeroporto i rumori non mancano; tra aerei che decollano, gente che urla, tizi che piangono salutandosi e chiacchiere varie ho un accenno di mal di testa.
Dove dovrò andare? Dove terrà il suo meraviglioso jet privato Lady Gaga?
«ehi, buongiorno.» una voce fin troppo familiare mi scalda il cuore per un istante. È lei, la mia piccola. Mi giro ed è dietro di me, mentre tiene una borsa nera decisamente troppo grande per lei.
«ciao.» le sorrido ampiamente «sai, credo di essermi perso.» la sua risata cristallina mi invade l'anima
«ah sì?»
«sì. Non avevo idea di dove Lady Gaga tenesse il suo jet.» rido anche io.
«è sul retro.» dice poi «andiamo, la Haus ci aspetta.» sorride un'ultima volta e inizia a camminare dinnanzi a me.
«aspetta, vuoi che ti aiuti con quello?» dico indicando il bagaglio
«no no, non preoccuparti.» lo solleva con fatica e lo tiene tra le sue piccole e esili braccia. Sembra una bambina; una bambina testarda.
«insisto.» lo afferro e cerco di toglierglielo di mano ma lei non lo molla
«Taylor, andiamo, ho detto che ce la faccio!» sbuffa quando si rende conto che deve cedere alla forza del mio braccio. «fanculo.» mi fa una pernacchia, poi mette il broncio.
Rido di gusto. "sei solo una bambina". Sollevo la borsa senza la minima fatica e la faccio oscillare davanti ai suoi occhi, per infastidirla ancora di più.
«c'è chi può e chi non può. Io sono grande e forte, quindi posso. Tu sei piccola e debole quindi...» lascio la frase in sospeso e termino con una linguaccia.
«stronzo!» mi dà una pacca sulla spalla fingendosi arrabbiata ma non riesce a trattenere le risate.
«nana.»
«come scusa?!» strabuzza gli occhi e spalanca la bocca
«nana.» ripeto, correndo via tra le sue risate. Prova a rincorrermi ma sono ovviamente troppo veloce per lei, anche con il peso delle valigie che mi rallenta. Raggiungiamo il retro dell'aeroporto correndo come bimbi piccoli che giocano, mi sento come se con lei potessi fare tutto.
«ho vinto.» le dico ridendo, mentre lei si piega sulle ginocchia per riprendere fiato. Da qui riesco a vedere perfettamente il suo favoloso fondoschiena. Cristo santo, deve sempre ricordarmi di quanto è sexy.
Indossa un paio di pantaloni grigi attillati e una maglietta con delle stampe. Sono così abituato a vederla in abiti normali che sono sicuro che mi spaventerò quando la vedrò sulle scene come Lady Gaga. Già, lei è Lady Gaga e io me lo dimentico sempre.
«beh.. È solo perché hai le gambe più lunghe delle mie, quindi corri più veloce.»
«certo, sì, troviamo pure tutte le scuse che ci pare, miss Gaga.» lei sorride ed alza gli occhi al cielo, riprendendosi definitivamente dalla fatica.
«è quello il jet?» ne indico uno davanti a noi, spalancando gli occhi completamente per la maestosità.
«sì.» sorride e, cogliendomi di sorpresa, afferra la sua valigia e riesce a togliermela, correndo via.
La voglia di rincorrerla è tanta e lo è anche quella di sculacciarla come un padre farebbe con sua figlia. Mmh... Le mie mani su quel culo...
«non vieni?» mi chiede dalla cima delle scalette.
"sì, vengo."
«arrivo.» caccio via quei pensieri perversi e la raggiungo. Ci sono decine di posti a sedere ma lei non me ne fa scegliere nessuno.
«lascia pure le valigie qui, ti porto in un posto meraviglioso.» ride, è così bella quando ride: le ridono anche gli occhi, le si sollevano le guance. Un angelo.
Buttiamo le nostre valigie su due dei sedili, dopodiché lei mi prende la mano e inizia a trascinarmi co sè. Arriviamo fin in fondo all'aereo e inizio a pensare che sia impazzita. Non vorrà davvero andare...?
«qui c'è la vista migliore.» dice prima di aprire una porticina e condurmi nella stessa stanza con il pilota.
«oh mio dio. Sei sicura che possiamo stare qui?» sono incredulo.
«possiamo fare qualsiasi cosa.» sorride in una maniera che sarebbe in grado di sciogliere il ghiaccio, un sorriso che non sono in grado di respingere anche sul mio viso.
Ci sediamo accanto al pilota, mentre quest'ultimo ci intima di allacciare le cinture.
«sei pronto?»
«pronto.»

Abbiamo volato insieme per tutte le quattro ore di rotta fino al Nebraska. Penso siano state le ore piu' belle, allegre e spensierate della mia vita. Ore in cui non ho sentito altro se non la sua magnifica, fragorosa risata. Era tutt'un sorriso, una gioia, sembrava che vedessimo il mondo per la primissima volta da lassù, tra le nuvole, stupendoci di qualsiasi cosa sotto di noi. Come bambini inesperti indicavamo le case lontane, gli alberi, i laghi... E ridevamo per le sciocchezze che dicevamo.
«eccoci qui.» dice interrompendo il riprodursi dei ricordi nella mia mente. Mi porge la mia valigia e mi guarda con occhi vispi e scintillanti.
«so che non ti piace la campagna e so anche che mi odi per averti trascinato fin qui» ride dolcemente «ma forse... Per farmi perdonare potrei... Prendere una di quelle lezioni di... Surf.» arrossisce un po'. Sarebbe davvero disposta a...?! Mio dio. Il mio cuore fa le capriole, non riesco a trattenere l'emozione nella voce:
«lo faresti davvero?»
«si. Se vuoi.»
"mio dio, certo che lo voglio! Possiamo farlo anche ora se vuoi." anche se so che non è possibile una parte di me è speranzosa.
«si! Certo! Mi farebbe piacere.» sorrido cercando di contenermi e lei ricambia.
«tesoro! Stef.» una voce maschile interrompe la nostra sintonia. Mi volto di scatto e un uomo di colore tende le braccia alla mia Gaga.
«Troy!» tende le braccia anche lei e lo abbraccia forte «Taylor, lui è il mio manager Troy Carter, Troy lui è l'attore che ho scelto per il video: Taylor Kinney.» sorride raggiante. Onestamente non sono sicuro di averla mai vista cosi' felice e mi chiedo se sia il tempo passato con me la ragione.
«si beh, mi sembra veramente un'ottima scelta considerato l'ideale che avevi per il video.» dice l'uomo contento. Gaga arrossisce a queste parole, poi annuisce.
«sono venuto ad informarvi che è arrivata la limousine che vi porterà all'albergo.»
«stai andando via?» un velo di tristezza si posa sugli occhi meravigliosi della mia piccola.
«si.» le si avvicina con un gran sorriso sulle labbra, dopodiché poggia le labbra sulla sua fronte: «sono fiero di te, piccola. Scommetto che farai un lavoro fantastico.» dice raggiante. L'angelo sorride e io con lei. Dopo aver salutato Troy, ci dirigiamo entrambi verso la limousine. Io sto portando le valigie di entrambi e lei stavolta non ha opposto resistenza. Forse perché non se ne è accorta...
Cazzo, fa un caldo pazzesco in questo posto. Il Nebraska é caratterizzato da queste estati calde, l'avevo anche letto da qualche parte... Guardo Gaga che è seduta sul sedile al mio fianco, si fissa le mani imbarazzata, come usava fare giorni fa, quando con timidezza parlavamo per le prime volte. Ma che cosa le succede? Si è dimenticata di ciò che abbiamo passato su quell'aereo? Credevo che tra noi si fosse creata una certa sintonia!
«sei mai stata qui prima?» le chiedo per rompere il ghiaccio
«si.» dice mestamente «ero venuta per conoscere i genitori di Lüc. Il mio ex.» nel pronunciare il suo nome, negli smeraldi enormi guizza un lampo di malinconia. Deve mancarle molto...
«e ti è piaciuto come posto?» sorrido ampiamente, cercando di cambiare il discorso e di portarlo su note un po' più allegre.
«beh a dirla tutta... No.» ride «voglio dire, troppa campagna. Troppa, troppa. Io sono abituata alle vie di New York, è chiaro che non fa per me.» si stringe nelle spalle, poi se le accarezza lentamente con le mani. «fa un po' freddino in questa macchina.»
La voglia di stringerla forte e di scaldarla con il mio corpo cresce dentro di me. La terrei contro il mio petto mentre con le braccia la tengo stretta, non la lascerei mai andare via.
«vuoi la mia giacca?» le chiedo invece, cercando di contenermi
«no.» mormora prima di fare una cosa del tutto inaspettata: poggia il viso sul mio petto e si stringe contro di me, mettendosi esattamente come volevo che facesse secondi fa. Strabuzzo gli occhi sorpreso, ma questa reazione dura un attimo perche' mi dedico subito a lei. Sembra una bambina, mi sento così bene con lei, non voglio più farla andare via.
«stai comoda?» rido teneramente, notando il suo corpo muoversi a ritmo della mia risata
«oh scusa...» si alza di scatto, arrossendo come mai prima «non volevo... Cioè... Non ti volevo dar fastidio... Io...» inizia a balbettare ma io sorrido e le metto il pollice sulle labbra per farla stare zitta.
"dio mio, rimetti quella testa dov'era, ti prego."
«è tutto ok. Vieni qui.» la spingo contro di me finchè non torna nella sua posizione iniziale. Il battito di entrambi accelera, posso sentirlo e non può che farmi piacere. «va meglio ora?» le sussurro. Non volendo nella mia voce scorre un pesante tono di malizia. Le viene la pelle d'oca e il suo respiro accelera come il battito cardiaco.
«si.» geme alzando lo sguardo nel mio. Le nostre labbra sono vicinissime, quasi le sento sfiorarsi. Le voglio, dio mio, voglio baciarla. Sembra così piccola e innocente mentre mi guarda in attesa di un mio qualsiasi gesto. In questo momento vorrei tanto saperle leggere la mente, capire che cosa vuole: se vuole me o no. Io la desidero, non intendo aspettare un solo secondo di più: presso le labbra sulle sue, con una delicatezza incredibile, come fossero fatte di nuvole. Stranamente lei non si tira affatto indietro, anzi, chiude gli occhi e ricambia, con teneri, piccoli baci a stampo.
«Taylor io...»
«ssh... Non ho pretese. Voglio solo queste labbra.» gliele sfioro con le dita e poi le succhio lentamente. Le piace, le piace da morire e in qualche modo lascia che io lo capisca. La bacio, la bacio intensamente, infilo la lingua nella sua bocca per la prima volta e sembra essere il posto più magico del mondo. Andiamo avanti in questo modo per minuti interi, tempo che ci serve per arrivare a destinazione. Ci stacchiamo a malincuore, guardandoci negli occhi intensamente. Gaga si morde il labbro incerta, poi abbassa lo sguardo.
«sarà meglio scendere, non credi?» sussurra. "no. Voglio stare qui, voglio scoparti in questa macchina Stef, ne ho bisogno."
«si.» e mentalmente mi preparo al bagno di fan che ci attende qua fuori.
È strano, non c'è nessuno; forse non sapevano sarebbe venuta qui per il video.
«nemmeno un fan?» chiedo, come se in quella macchina non fosse successo niente.
«nessuno sa che sarei venuta qui a girare.» conferma la mia teoria con un timido sorriso a fior di labbra, mentre si affonda i denti in quest'ultime, guardandomi con degli occhi di fuoco.
"cristo, che cambiamento, piccola."
Sorrido come un imbecille mentre lei mi prende la mano ed insieme entriamo nell'ascensore. Mi sbatte contro il muro, come se al posto di quel gattino fosse nuovamente comparsa una tigre bianca. È tornata, la ragazza che ho visto al provino per la prima volta.
«al diavolo.» dice prima di baciarmi con passione, quasi con violenza. Finalmente posso ricambiare, finalmente posso mordere quel labbro nella stessa maniera in cui fa sempre lei. Si, è mia... La sua mano si sposta, se prima era posata tra i miei capelli per tener fermo il mio viso, ora scivola in basso, mi tocca il petto insinuandosi sotto la stoffa della camicia, mi sfiora i peli pubici, arriva alla cintura dei pantaloni e... Si ferma.
"cristo."
«mi scoperesti qui, in questo ascensore?» "
"oh, dio, sì. Qui, ovunque. In tutti i modi."
«sì.» dico senza riflettere. Lei sorride, a metà tra il triste e il malinconico, mi accarezza le labbra. In lei non c'è niente di simile alla foga di prima.
Ma cosa cazzo le succede? È bipolare forse?
«Stef! Ti desidero. Ti desidero ora, qui, ti desidero dal primo momento in cui hai affondato i denti nel tuo labbro davanti a me. Non hai idea di quanta voglia avessi di te, del tuo corpo. Ti prego...» le prendo il viso tra le mani «ti voglio.»
«ti voglio anche io.» dice dopo una breve pausa. Mi accarezza le mani, poi cerca di prenderle tra le sue, minuscole. «solo non qui.» mentre lo dice, le porte dell'ascensore si dividono, come qualsiasi contatto tra di noi.
Camminiamo lungo il corridoio del quinto piano -non ne sono sicuro, ero concentrato su altro in ascensore per notare il pulsante che ha premuto- cercando la sua stanza. Io la seguo come un cagnolino, non so neanche dove sia la mia. Tira fuori una minuscola chiave dalla tasca, la infila nella serratura ed apre una porta, lasciando la mia vista spaziare sul lusso sfrenato di quella stanza.
"cazzo."
La prima cosa che guardo è il letto -non ho idea del perchè. O forse si, ce l'ho. È più grande del solito, coperto da candide lenzuola profumate e cuscini ovunque. Dio, mi piacerebbe vedere Stef sdraiata su di esso mentre si dimena per causa mia.
La vedo lì, ferma davanti alla porta che ha appena chiuso mentre mi guarda con gli occhi che brillano. Eccola, la mia bambina, il mio angelo.
«ehi...» le sussurro avvicinandomi. La stringo forte tra mie braccia aspettandomi che faccia qualcosa, preferibilmente qualcosa come ciò che ha fatto in ascensore. Invece mi sorprendo ancora una volta quando sento le sue lacrime sulla camicia e i suoi singhiozzi esplodere fragorosamente.
«Stef! Che hai?» mi sarei aspettato tutto ma non questo.
«oh Taylor... Taylor non ce la faccio.» dice tirando su col naso
«cosa?»
«io ci ho provato, ci ho provato maledettamente a vederti come solo un amico, un collega. Ma poi... Tu mi vuoi, io ti voglio, ci desideriamo... Tu vuoi del sesso da me. Ma io non ce la faccio più ad essere usata per ottenere un simile scopo. Basta. Ho sofferto troppo, Taylor. Ti voglio, ti desidero anche io... Solo che...» si ferma improvvisamente. Deve essersi resa conto che sta urlandomi contro senza un motivo apparentemente preciso. Prende un profondo respiro, poi mi getta le braccia attorno al collo:
«fa l'amore con me, ti prego

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5
Non capisco per quale motivo preciso, ma in qualche modo mi sento ferito. Da lei, da ciò che mi ha detto: come ha potuto anche solo pensare che io volessi usarla per il sesso? Pensa davvero che io sia una persona simile?
Scuoto la testa, confuso, ma succede il peggio e Gaga lo prende come un rifiuto:
«Scusa.» toglie le braccia dal mio collo e mi volta le spalle, piangendo silenziosamente. No, non ce la faccio a vederla così, la voglio mia, voglio asciugare le sue lacrime con i miei baci, non importa quanto sia ferito in questo istante.
«vieni qui.» le prendo le mani tra le mie facendola voltare, le accarezzo il viso. «certo che voglio fare l'amore con te. L'ho sempre voluto.» sussurro poggiando le labbra sulla sua pelle. Sento il sapore salato delle sue lacrime mentre, succhiando leggermente, le faccio sparire. La sento chiudere gli occhi, sento il suo cuore che batte forte. Mi afferra il colletto della camicia con le sue esili dita e mi trascina lentamente verso il grande letto.
«baciami, ti prego. Baciami per tutta la notte.» è un ordine che non posso che essere felice di eseguire. Le sorrido, la bacio come mi ha chiesto di fare, con dolcezza per poi sfociare nella foga dell'appartenersi. Infilo la lingua nella sua bocca, come se fosse la cosa che faccio da sempre, il più naturalmente possibile. Con una leggera spinta si ritrova sdraiata sul letto, sotto i miei occhi che brillano. È così timida... mentre mi immaginavo la nostra prima volta non pensavo affatto a lei in questo stato. Mi sarei aspettato di vederla molto più maliziosa, mentre mi urlava frasi indecenti. Invece... È lì, la mia piccolina, mi guarda in attesa che io faccia qualcosa. La spoglio lentamente, le sollevo la maglietta con estrema delicatezza e la trascino via dal suo corpo con il suo aiuto. Non ha il reggiseno -confesso di averlo notato anche prima, in viaggio, in macchina, mentre era stretta contro il mio petto. Arrossisce all'improvviso, completamente. Non penso di averla mai vista tanto in imbarazzo:
«ehi...» le accarezzo il viso
«Taylor... Mi sento brutta.» mormora coprendosi il seno. Si accarezza le smagliature sulla pelle, mentre le lacrime scorrono sulle sue guance. «ti ho deluso, vero?»
"cristo, no! No, piccola mia."
«assolutamente no, piccola.» le sorrido, faccio in modo che tolga le mani e le sostituisco con le mie. Li accarezzo con una dolcezza estrema, disegnando piccoli cerchi attorno ai suoi capezzoli perfetti. La sua pelle si scalda sotto il mio tocco, le dita scorrono verso il suo ombelico, sussulta in preda all'emozione.
«Taylor.» geme fermandomi la mano. "Non abbiamo nemmeno cominciato e già gemi, piccola." mi viene da sorridere. «mi fai il solletico.» sorride a sua volta, liberandomi. Finalmente raggiungo l'elastico dei suoi leggins grigi, lo faccio scivolare via, lentamente come al solito. Arrivo alle caviglie, quindi li tolgo definitivamente, poi le bacio la pelle, dalla punta dei piedi fino all'interno coscia, facendola ridere, come una bambina -finalmente si è sciolta. I suoi slip di pizzo nero mi sfiorano la punta del naso, sento il suo profumo, voglio assaggiarlo, so che anche lei lo desidera. Le bacio l'ombelico e finalmente tolgo anche quest'ultimo pezzo di stoffa che la separa da me.
«sei mia.» le sussurro prima di portare gli occhi nei suoi e baciarla -come da lei richiesto- per tutta la notte.

«perchè ti comporti così?» le sussurro accarezzandole i capelli dolcemente, come se una musica immaginaria guidasse la mia mano.
«così come?» sorride, ha la testa poggiata sul mio petto da dieci minuti buoni -da quando abbiamo raggiunto entrambi l'apice del piacere- e non ha smesso per un solo singolo istante di sorridere. È meraviglioso sapere che è tutto grazie a me.
«insomma, prima sei... Una tigre, una puttana di alto bordo che non fa che provocare...» ridiamo assieme «...e l'attimo dopo sei la timida ragazza della porta accanto. È come se fossi due persone che si alternano costantemente per farmi diventare matto.» sorrido ma non posso pensare ad altro se non "l'avrò ferita dicendo questo? Forse è bipolare sul serio, forse ha problemi di personalità... Forse..."
«mi è successo solo poche volte nella mia vita» dice, per iniziare «vedi io... Sono sempre stata abituata a provocare, ad ottenere ciò che voglio, gli uomini che voglio. Ma tu mi... Mi metti in soggezione, non sono più me stessa. Perchè con te non si tratta solo di... Sesso.» deglutisce, poi mi guarda negli occhi
«ah no?» le sussurro «e allora cos'è?» la bacio ovunque le mie labbra possono arrivare, senza mai muoverci da questa posizione.
«io... Non lo so. So solo che non riesco a sentirmi... Me stessa insieme a te.» cerca di deviare le mie intenzioni, riportando il suo viso dov'era.
«ed è una cosa bella o no? Come devo interpretarla?»
«non lo so. Considerando che la vera me stessa fa schifo... Sì, direi che è una bella cosa.»
«non dire stronzate, tu sei perfetta. È della vera te che mi sono...» "innamorato" «insomma, è per la vera te che adesso sono qui.»
«io pensavo che da me volessi solo sesso. E il lavoro. Un po' come... Come se fossi una puttana.» abbassa lo sguardo. Ma cosa cazzo dice?! Ancora con questa storia. Non sono ancora riuscito a digerirla. Per chi cazzo mi ha preso? Per uno che si prostituisce in cambio di favori, di pubblicità?
«pensavi questo di me?»
«si.» confessa, con tono mesto.
«questo mi ferisce tanto, Stef.» dico freddo
«ma Taylor, io non ti conoscevo, non potevo saperlo... L'esperienza mi porta a pensare queste cose della gente che mi sta attorno. Scusami ti prego.»
Il pensiero che possa essersi sentita una puttana mi fa stare malissimo, lei non lo merita affatto. È una ragazza tremendamente attraente e inconsapevolmente -la maggior parte delle volte- provocante, ma sono cose innate, è impossibile nasconderle quando le si ha.
«scusata.» sorrido e la bacio teneramente sul capo. Lei si stringe ancora di più contro il mio petto.
«sai, dovremmo dormire ora.» mi bacia la pelle con una tenerezza immensa.
«come faccio a dormire con te nuda nel mio stesso letto?» mi lascio sfuggire. Cazzo, non posso credere di averlo detto ad alta voce! Arrossisco leggermente ma, con piacere, noto che lei ride divertita:
«beh, domani dobbiamo alzarci all'alba per alcune scene, non penso ci convenga fare attività fisica tutta la notte.»
E infatti ci addormentiamo quasi subito, abbracciati stretti. Fare del sesso con questa donna -cioè... Fare l'amore con lei- è meraviglioso ma terribilmente stancante. Il nostro sonno profondo decide di ignorare la sveglia che suona alle cinque del mattino, lasciandoci la possibilità di essere cullati dalle braccia di Morfeo per altre quattro ore, finché la luce del sole ci da fastidio agli occhi. Sono io a svegliarmi per primo, spalancando gli occhi completamente.
«ehi piccola...» "cazzo" «svegliati piccola, mi sa che abbiamo fatto un gran casino.» le sussurro baciandole il viso, ridendo impercettibilmente. La situazione mi diverte; abbiamo mancato un appuntamento con il lavoro, entrambi lo stesso giorno, per colpa di una nottata folle. Non ci saranno scuse, immagineranno tutti come sono andate le cose. O forse no?
«che succede?» mormora assonnata, stiracchiandosi lentamente e poi abbracciando di nuovo il mio petto.
«ecco...» rido fra i suoi capelli «avrei voluto svegliarti come si deve, con una buona colazione e una tazza di tè fumante, come so che piace a te... Però... Sono le nove del mattino.»
«e allora? Possiamo fare colazione più tardi.» per l'ennesima volta mi rendo conto che è davvero, davvero una bimba.
«Stef, l'appuntamento era alle sei.»
Solo pochi secondi, il tempo di lasciarle realizzare il tutto nonostante la mente annebbiata dal sonno, poi scatta seduta.
«CHE COSA?!» esclama perforandomi i timpani. Questo non è esattamente il primo risveglio assieme che mi sarei sognato. «Taylor...» vorrebbe dire qualcosa, probabilmente urlarmi contro ma si trattiene e mi chiedo se sia perchè non sa cosa dire. «vaffanculo.» dice semplicemente prima di scomparire nel bagno per farsi una doccia.
Mi viene da ridere, è una voglia incontrollabile che non riesco a frenare: scoppio in una fragorosa risata che lei evidentemente sente perché sbuca dalla porta per mostrarmi il dito medio.
Quando ne esce la seconda volta e' completamente nuda, coperta solo da un piccolo asciugamano bianco che le nasconde a malapena le parti intime ma le lascia scoperto il fondoschiena.
"cristo santo."
Qualcosa nei miei pantaloni si alza e io con lui, dirigendomi verso Stef.
«rimaniamo qui, ti prego.» le sussurro accarezzandole il corpo
«non se ne parla nemmeno.» ride scappando via da me. Il mio sguardo cade nel bagno dove ci sono un'infinità di asciugamani di tutte le dimensioni, quindi capisco che la scelta di lasciare scoperta la parte del suo corpo che sa che amo di più è stata voluta. Vuole provocarmi per poi lasciarmi a bocca asciutta. Vuole punirmi per averle fatto far tardi, ma io faro' in modo che il suo piano le si ritorca contro:
«andiamo piccola... Ho alcune idee che mi piacerebbe mettere in pratica...» le mie mani sfiorano l'asciugamano, ne afferrano le estremità e lo lasciano cadere. Mi guarda, non smette nemmeno per un secondo di fissarmi con quegli occhi da bambina che vuole giocare; stranamente non oppone resistenza questa volta, forse ha già ceduto, so che effetto le faccio.
«che genere di idee?» mi sussurra in un modo che solo lei sa fare. È sporca, tremendamente sporca.
«beh... Riguardano me, te ed un tavolo.» guardo attentamente nei suoi occhi, per quanto l'eccitazione mi permetta di tenerli aperti, e noto che sono completamente presi da me, dai miei movimenti, dalle mie parole.
«mmh, sembra divertente.»
Un tavolo. La mia mente viaggia alla velocità della luce, immaginando la scena. Ho sempre desiderato farlo così, è il modo in cui più mi piace.
«vuoi sentire invece la mia di idea?» sussurra mordendosi le labbra
"oh si." invece di gemerlo mi limito ad annuire.
«tu ti metti addosso qualcosa di decente, vai sul set e dici di non avere la più pallida idea di dove sia io. Ti inventi che la sveglia ha suonato tardi -il che non è del tutto falso- e io... Arrivo tra un'ora. Per non dare nell'occhio.» conclude con un sorrisetto furbo, dandomi una pacca sul sedere e correndo via subito dopo.
Cristo, questa donna...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


6
Mentre chiudo l'ultimo bottone della camicia che ho appena tirato fuori dalla valigia penso alle cose da dire qualora mi venga chiesto il perché del ritardo. Racconterò di essermi buttato sul letto appena arrivato e di non essermi più alzato fino a pochi minuti fa. Il che non è del tutto falso considerato che mi sono appena alzato dal letto... di Stefani. Che nottata! È stato tutto fantastico, non vedo l'ora di rifarlo! Il solo pensiero mi eccita; corro fuori dalla stanza canticchiando felice finché nell'ascensore non incontro Laurieann.
«alla buon'ora!» dice acida «sai per quale motivo abbiamo rimandato le riprese, spendendo centinaia di dollari? Oh sì esatto, per colpa tua!»
«oh andiamo, sono centesimi per voi! E non inventatevi che è stata solo colpa mia quando è mancata anche la stessa Gaga!» finalmente uso con lei il tono che avrei voluto usare fin da quando l'ho conosciuta. Stronzetta.
«e tu come lo sai che mancava anche lei?»
"merda!" deglutisco a fatica "sei un coglione, Kinney, un coglione!"
«beh ecco, l'ho incontrata proprio in quest'istante e, mentre mi scusavo, lei mi ha detto di non preoccuparmi e mi ha spiegato che... Insomma.. Che era mancata a sua volta.» arrossisco tremendamente e per di più balbetto. Spero che non si noti più di tanto. "merda, merda, merda!". Guardo altrove, distogliendo lo sguardo da Laurieann. Gli occhi cadono sulla parete alla quale Gaga mi ha sbattuto il giorno prima, prima di fare l'amore con lei per la prima volta. I ricordi mi trascinano indietro nel tempo e mi fanno sorridere.
«e la tua scusa qual'è?» dice la donna interrompendo il tutto
«non viaggio bene in aereo.» mento «quindi mi sono buttato sul letto e non mi sono piu' alzato se non cinque minuti fa.» recito il mio piano iniziale e lei sembra crederci, infatti scrolla le spalle senza dire altro. Prima che le nostre strade si dividano come le porte dell'ascensore in cui eravamo, le chiedo dove sarebbero state le prossime riprese e quando.
«al campo alle due. E ti prego, questa volta, almeno tu, sii puntuale.» e se ne va.
Perfetto! Ho il resto della mattinata tutto per me, e questo include anche il pranzo. Voglio comprare qualcosa di speciale, qualcosa da condividere con Stef. Magari le compro qualcosa per colazione e poi la porto a pranzo da qualche parte. Penso di chiamarla ma poi, forse per la voglia di sorprenderla, ci ripenso. Mi dirigo in una pasticceria tanto famosa quanto cara e penso cosa potrebbe piacere ad una come lei. Ci sono dei pasticcini che mi ricordano il sapore della sua pelle: fragola, panna, dolce. Tanto, tanto dolce. Decido di prenderne almeno una decina. "tanto sono piccoli". Prendo poi dei bignè al cioccolato, e due croissant con la marmellata. Sì, dovrebbe essere tutto.
«sono centottanta dollari.» dice sorridendo la cassiera
"CHE COSA?!" qua dentro devono essere tutti completamente pazzi. Spero che almeno questi siano i dolci più buoni del mondo, quindi pago con un sorriso forzato sul viso.
Mentre ritorno in albergo con quest'enorme vassoio mi sento un cameriere: completo nero e vassoio in mano, perfetto direi.
Nel corridoio dove ci sono la stanza mia e di Stef non c'è nessuno, la sua porta è socchiusa, riesco ad intravedere la sua figura allo specchio... È con qualcuno, una donna. Una donna bionda.
«si Tara... È stata la notte più bella della mia vita. Mi ha fatto sentire... Bella. Mentre mi toccava, mi guardava... Mi adorava. Amava il mio corpo. È stato meraviglioso.» sta parlando di noi, di ieri notte! E non posso che far spuntare un meraviglioso sorriso sulle mie labbra. Ma chi sarà quella donna?! Sarà mica sua sorella?! Sarà il caso di entrare?!
«ne sei innamorata?» l'altra bionda sorride mentre le spennella sul viso qualcosa che non riesco a vedere bene. La sta truccando! Ma all'improvviso non mi importa più nulla di chi sia e perchè sia lì. Voglio la risposta di Stef a quella domanda.
«no, Tara.» sospira mestamente abbassando lo sguardo mentre il mondo mi crolla addosso «io non mi innamoro più di nessuno.»
Non mi ama.
Lei non mi ama.
Non prova niente, assolutamente niente.
Le servo solo... Per il sesso. Per... Sentirsi bella.
Le lacrime mi offuscano gli occhi per la tremenda delusione, per la cantonata... Perchè infondo... Lei non ha fatto niente per illudermi, ho fatto tutto io. Perchè sono un idiota, ecco perchè.
Me ne torno in camera, metto i dolci in frigo -fanculo, potrei anche buttarli. Ma qualcosa mi impedisce di farlo. Il fatto che li ho presi... Pensando a lei.- ma prima ne prendo uno alla fragola, quello che mi ricorda il suo sapore. Lo addento e i ricordi della notte scorsa mi tornano alla mente. Come la sentivo mia, mentre le sue gambe si stringevano attorno alla mia vita, come sentivo il suo odore misto al mio, come sentivo di possedere il suo corpo.
Le lacrime scendono liberamente sulle guance, scivolando fino al collo, poi scomparendo misteriosamente. Come il sorriso che prima avevo sulle labbra.
Il telefono vibra ed è l'unica cosa che mi distrae. Un sms.
Dove sei? Novità sulle riprese?
È da parte sua. Di "Stef", così ho salvato il suo numero in rubrica. Non so neppure se risponderle o no, l'unica cosa che ora mi servirebbe realmente sono due parole da parte sua.
In camera. Raggiungimi se vuoi.
La voglia di vederla combatte qualsiasi altra cosa che io stia provando in questo istante e così, dopo cinque minuti buoni, è già davanti alla porta, a bussare.
«Sei venuta.» dico, mentre cerco di apparire il più naturale possibile, nonostante la tristezza che mi assale.
«già.» sorride e mi butta le braccia attorno al collo. «ho saputo che abbiamo la mattinata libera. E anche la pausa pranzo.» ride felice sfiorando la punta del mio naso con la sua. Distoglie per un secondo lo sguardo dal mio e nota i dolci che ho ormai abbandonato sul tavolo.
«cosa sono?» dice contenta «non ho ancora fatto colazione, posso?» eccola, la mia bimba, la mia piccolina.
«certo che puoi. Li avevo presi... Per noi. Stavo per passare da te ma ho visto che... Eri occupata.» arrossisco involontariamente
«oh, si beh ero con Tara. È la mia makeup artist.» sorride raggiante. «questo a che gusto è?» indica lo stesso tipo di dolcetto che stavo mangiando io prima. Mi avvicino a lei e le metto le braccia attorno alla vita, stringendola da dietro.
«quello è un bignè con la panna e una fragolina in cima. L'ho preso perchè mi ricordava il sapore della tua pelle.» le sussurro baciandole il collo. Lei sospira inebriata da tutto ciò, poi lo addenta.
«in effetti ha lo stesso sapore che dovrebbe avere il mio bagnoschiuma.» ride.
«e questo qui invece è al cioccolato al latte. In qualche modo sapevo che ti sarebbe piaciuto tanto.» prendo un pasticcino diverso e lo porto davanti alle sue labbra, facendoglielo assaggiare. La sto imboccando, come se fosse una bambina piccola.
«è buonissimo.» sussurra con una leggera nota di malizia che non posso fare a meno di notare.
«sì, lo è.» voglio baciarla, voglio fare l'amore con lei. Abbiamo tutto il tempo per farlo... Possiamo. La bacio, la bacio con passione, finchè l'ossigeno non ci serve più perchè respiriamo l'una l'aria dell'altro.
"no tara, io non mi innamoro più." queste parole continuano a viaggiare nella mia mente facendomi impazzire. Se non mi ama... Che cos'è tutto questo? Che cosa stiamo facendo? Del sesso? Lei ha detto che voleva fare l'amore con me, non sesso.
Mentre i nostri corpi si uniscono a formare una sola cosa, capisco che non mi importa cosa voglia lei, so quello che voglio io ed è lei. Se per ottenere ciò che voglio, se per starle vicino dovrò accontentarmi di solo sesso lo farò, va bene. Prima o poi anche lei dovrà provare qualcosa, in caso contrario finirà tutto. E anche se so che ci starò malissimo, meglio che finisca poi che ora. Ora ho bisogno di lei, della mia Stef.
«oh piccola...» gemo mentre la tengo stretta a me, come lei tiene stretto me grazie alle sue gambe chiuse attorno alla mia vita. È seduta sul tavolo, mentre io sono in piedi; lo stiamo facendo esattamente come immaginavo stamattina: sul tavolo della mia suite.
«Taylor...» gli occhi chiusi, la testa abbandonata pesantemente all'indietro e la bocca spalancata. «mio dio.»
«ora sai perchè mi piace questa posizione.» le sussurro ridendo teneramente nel suo orecchio. Lei sorride impercettibilmente, da quel momento fino a che non raggiungiamo l'orgasmo nello stesso istante.
«sei mia.» le mordo il labbro inferiore e lei sorride
«tua.» ripete.

«e stop.» dice Laurieann trionfante, guardando prima Stef, poi il suo corpo di ballo. «sei stata fantastica, tesoro.» sorride ampiamente. "Leccaculo." Però devo dire che è vero ciò che dice: la mia piccola ci sa davvero fare col ballo.
"e non solo con quello." dice la vocina nella mia testa; quasi mi chiedo se non venga invece direttamente dai miei pantaloni.
«piaciuto il balletto?» ride Stef dandomi una pacca sul didietro, quando è certa che nessuno possa vederci
«molto.» sorrido e la attiro contro il mio corpo
«dovresti andare a vestirti, sai? Tra poco dobbiamo sposarci.» dice per evitare che le nostre labbra si incontrino.
«magari dopo.» la voglia di averla è incontrollabile
«Taylor non se ne parla nemmeno, mi hai già fatto fare abbastanza tardi oggi.» si distacca, usa un tono piuttosto convinto anche se giurerei che mi vuole anche lei. Entra nel suo camerino ed io, del tutto spontaneamente, la seguo. Come se fosse un gesto automatico.
«puoi aiutarmi a togliere il vestito?» mi chiede con uno sguardo innocente. La mia bambina.
«certo.» lentamente faccio scivolare la zip del suo... Top? Non ho idea di cosa sia questa roba, ma una cosa è certa: si tratta di Versace e costa quanto tre mesi del mio vecchio stipendio.
La sua schiena nuda è tutto ciò che i miei occhi vedono in questo momento, vorrei tanto accarezzargliela e scorrere fino ai fianchi ma so che, questa volta, non posso.
«indosserai sempre lo stesso vestito?» le chiedo per tentare di distrarmi.
«sì.» sorride orgogliosa «sai, era il vestito da sposa di mia madre. Prima di darmelo mi ha detto...» abbassa lo sguardo, come se sapesse di stare per dire qualcosa di proibito «Che mi avrebbe portato l'amore.» mi guarda per un istante e il mio cuore prende a battere all'impazzata. Forse sta considerando il fatto che io possa essere quell'amore!
"no, Tara. Io non mi innamoro più."
«ma sicuramente si sbaglia. È solamente una sua superstizione.» si stringe nelle spalle, come se fosse dispiaciuta.
«e se non lo fosse?» mi avvicino a lei e le prendo le mani «se avesse ragione?»
Mi guarda come se parlassi una lingua a lei sconosciuta, poi scuote la testa:
«oh Taylor...»
«voglio di più, Stef.» le prendo il viso tra le mani e le accarezzo le guance con i pollici «per me... Quello che facciamo non è soltanto sesso. Ho bisogno di sapere che anche per te è lo stesso. Ti prego.»
Mi guarda negli occhi come se stesse soppesando le parole mie e quelle da dire, fa un lungo respiro:
«Taylor io non provo niente.»
Si allontana da me, non regge piu' il mio sguardo mentre a me scompare la terra da sotto i piedi. "Non prova niente".
«allora cos'è tutto questo?» trovo il coraggio di chiedere
«non lo so. Mi sento bene quando sono con te, Taylor. Non voglio rovinare tutto costruendo una relazione.»
Rovinare tutto? Questa donna mi farà impazzire prima o poi dalla voglia di prenderla a parolacce.
«quindi siamo... Scopamici? Dimmelo tu, Stefani, perché io non lo so.»
«siamo...» sorride, mi accarezza la spalla «due persone che hanno deciso di divertirsi.» tenta di scherzare ma io non ne ho voglia e lei lo capisce:
«scusami.» dice quindi «Taylor io non posso innamorarmi. Non voglio più soffrire.» si allontana e io decido di fare lo stesso, uscendo dal suo camerino. Il mio cuore è in pezzi, ma la mia mente malata riesce comunque a formulare un pensiero, un'idea: non vuole avere una relazione? Bene, le farò vedere cosa significa.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


6
Sono passati quattro giorni e nessuno dei due ha accennato più a quella discussione. Abbiamo continuato a girare ed a comportarci come facevamo prima della lite. Abbiamo scopato più volte, sempre da lei. Il sesso con lei è fantastico ma ogni singola volta avevo voglia di chiederle di più, di chiederle di amarmi e di poterla amare come volevo. Finalmente oggi metterò in pratica il mio piano e, se tutto andrà come previsto, qualcosa cambierà.
«ok questa è l'ultima scena quindi, per favore, chiudiamo in bellezza ok?» dice Laurieann seccata. Devo dire che un po' la capisco questa stronzetta: non ha smesso di correre di qua e di là per un attimo in questi ultimi giorni, deve essere sfinita.
«ok.» diciamo io e Gaga all'unisono. Lei sorride e mi fa spazio nella vasca da bagno in cui e' immersa per metà. Ha una lunga coda da sirena e i capelli raccolti in una chignon. Aspetta che mi immerga anche io, come prevede la scena, quindi lo faccio. Si sta così stretti là dentro, il che è un ottima scusa per stringerla contro il mio petto, ma sarà lei a doverlo fare secondo il copione.
«stai comodo?» ride spingendo il mio viso contro i suoi seni, sul suo petto.
«sì, molto.» sorrido. In realtà non dobbiamo fare altro che questo in questa scena; solo stare stretti e sorriderci, e lei deve coccolarmi come se fossi il suo bambino. Piuttosto strano visto che di solito, in privato, succede il contrario. Infila le dita tra i miei capelli e li accarezza dolcemente, mentre struscia il viso contro il mio. La sento sorridere, è così piccola...
«e stop!» dice Laurieann interrompendo il tutto ancora una volta, l'ultima. «ottimo lavoro.» per la prima volta so che lo sta pensando davvero, quindi sorrido e le stringo la mano cordialmente, mentre Stef le da un abbraccio.
Quando si allontana, noi due rimaniamo soli e lei mi butta le braccia al collo:
«andiamo da me?» sorride contro il mio collo mentre fa scivolare la sua mano sott'acqua contro il mio petto, contro i boxer...
"si, andiamo, Cristo!" 
Sono già eccitato, è incredibile...
«veramente...» vengo interrotto da una voce stridula e assordante:
«Taylor! Oh Taylor, amore!» cazzo, è già qui! Tempismo perfetto. La sua chioma bionda ballonzola di qua e di là, secondo i suoi movimenti, come il suo seno -palesemente, esageratamente rifatto- che si alza e si abbassa ritmicamente, pesantemente a ritmo dei clop clop dei suoi tacchi.
«oh amore, sono venuta prima che ho potuto.» mentre dice queste parole Gaga si allontana, finché non ci unisce più nessun contatto. Le sue braccia piccole vengono sostituite da quelle lunghe e sottili della bionda che mi abbraccia, sbattendomi contro il suo seno più volte.
«ciao... Ehm... Come hai detto che ti chiami?» biascico distrattamente
«Samantha. Ma i clienti mi chiamano Sussurro.» dice cercando di apparire maliziosa. Ma si rende conto di quanto è ridicola?! Mi viene da ridere ma devo attenermi al mio piano.
«scusa Taylor» finalmente la voce che volevo sentire «chi è questa?» chiede Stef, ancora sotto shock.
«non hai sentito? È Samantha!» rido, dopodiché attiro la bionda cotonata contro di me «anzi... Sussurro.» dico maliziosamente guardando gli occhi marroni della tipa. Vedo Stef alzarsi dalla vasca, io faccio lo stesso.
«scusa, posso parlarti un momento?» dice evidentemente seccata
«certo. Aspetta qui, torno subito.» dico a Samantha. Tutto soddisfatto seguo Gaga nel suo camerino gongolando come non mai.
«chi è quella?» dice seria dopo essersi tolta completamente il costume da sirena e aver indossato una maglietta bianca semplice. Sotto ha solo un paio di mutande, nemmeno il reggiseno. Non urla, non impreca. È calma. Anche se visto il modo in cui si tortura le unghie non si direbbe proprio.
«la mia ragazza.»
«non ci credo neanche un pochino. è un... Un po' troietta.» 
«è una prostituta. Se non fosse troietta farebbe male il suo mestiere. E lasciami dire che lo fa davvero bene.» mento, lasciandomi sfuggire un gemito alla fine, per rendere il più credibile possibile il tutto.
«ci vai a letto?» ok, ora è incredula; sgrana gli occhi.
«oh sì.» sorrido maliziosamente avvicinandomi a lei «è piena di talenti sai?» ormai i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro.
«ah... Quindi... La frequentavi anche quando stavamo insieme.» abbassa lo sguardo
«insieme?! Non mi risulta che noi siamo mai stati insieme. Come hai voluto tu: niente relazioni, niente amore.» 
Sì, sta funzionando.
«Taylor... Lo sai che non posso.» dice mestamente
«lo so. È per questo che sto con Samantha. Lei mi da tutto l'amore di cui ho bisogno.» rido allontanandomi. Faccio per uscire dal camerino quando lei mi blocca:
«Taylor...» 
«si?» 
«non mi piace che tu stia con lei.» storce il naso in una smorfia. Per l'ennesima volta sembra così piccola... Una bimba.
«oh, davvero?» mi avvicino di nuovo, con estrema lentezza sfioro il suo corpo con il mio, facendomi desiderare. Si morde il labbro:
«sì, davvero.» 
Esito per un secondo poi la sbatto contro la parete con violenza, bloccandola contro il mio corpo:
«e questo ti piace?» mi guarda confusa, non capisce più niente, ha paura forse? Deglutisce, poi annuisce.
«e questo...» infilo le mani sotto la sua maglietta, accarezzandole la schiena in tutta la sua lunghezza fino ad arrivare al fondoschiena che poi palpo con forza «questo ti piace?»
Chiude gli occhi per il piacere evidente, cerca di annuire.
«dimmelo, voglio sentirtelo dire.» le tiro un leggero schiaffo lì, sul sedere. So che le piace, le piace da morire durante il sesso.
«sì, mi piace.» geme. Sorrido soddisfatto.
«e questo?» le prendo il viso tra le mani con una dolcezza estrema, le bacio le labbra delicatamente, poi la guardo negli occhi «questo ti piace.» non è una domanda questa volta.
«sì, mi piace.» conferma e sorride cercando le mie labbra di nuovo. Ci baciamo per svariati secondi.
«sai cosa non piace a me? Il fatto che non posso dimostrarti e dirti quanto tengo a te. Voglio amarti, Stefani. E sai cos'altro non mi piace?! Il fatto che dai per scontato che la nostra storia finisca male. Io non potrei mai, mai ferirti.» sorridiamo entrambi, ma lei più timidamente. Prendo un lungo respiro prima di pronunciare le due parole che avrei voluto dirle dal primo istante in cui le nostre labbra si sono incontrate. È tutto racchiuso lì, ciò che sento, ciò che è vero: 
«ti amo.» le sussurro quando le nostre labbra sono separate da insignificanti millimetri e i nostri occhi sono fusi in una sola cosa. «ti prego, dimmi che mi ami anche tu.» 
Sospira, sorride, esita:
«sì, Taylor.» mi accarezza le labbra poi me le bacia «ti amo.» 
La gioia che provo in quell'istante non è paragonabile a niente che abbia mai provato prima. È come se avessero fatto esplodere un fuoco d'artificio nel mio cuore, che ora si contorce, salta, balla la samba e si ribalta.
«ripetimelo.» sorrido, la prendo in braccio e la poggio sul tavolo. Ormai è la nostra posizione preferita.
«ti amo.» sorride, mentre alza le braccia per permettermi di sfilarle la maglietta. I seni nudi mi mostrano quanto è già eccitata.
«ancora.» la bacio ovunque, partendo dal lobo dell'orecchio, scendendo per il collo.
«ti amo.» ride per il solletico.
«ancora.» la spalla.
«ti amo.» il petto, i capezzoli.
Riporto il viso alla pari del suo, le sfilo lentamente quel pezzo di stoffa rosa pallido che ci divide e, prima di unirci in una sola cosa glielo richiedo:
«dimmelo ancora, ti prego.» 
«ti amo.» geme e sono già in lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

«vedrai, ti piacerà molto, ci ho portato tutte le mie precedenti ragazze e sono impazzite.» scherzo legandole con cura la benda attorno al capo, coprendole gli occhi completamente.
«tutte le tue precedenti ragazze?» ripete spalancando la bocca, fingendosi arrabbiata. Ride di gusto dandomi una leggera botta. Voleva darla sulla spalla ma per sbaglio, visto che non ci vede, colpisce il petto, quegli addominali che le piacciono tanto.
«eh già, erano davvero tante. Più di una dozzina...» rido anche io e le bacio il collo con dolcezza.
«cretino.»
Mentre le tengo la mano e la guido verso la terrazza sento che è emozionata. Ogni fibra del suo corpo me lo manifesta.
«sono curiosa T! Non puoi darmi nemmeno un indizio?» 
«no! Ma tranquilla, ci siamo.» 
Sorride a quelle parole. Lentamente le faccio scivolare via la benda dal viso, lasciando che ricada sul suo collo caldo. La luce del tramonto di San Diego le entra negli occhi, proprio come il sole che par che entri nel mare, dando vita ad uno spettacolo mozzafiato. É senza parole, non ha la più pallida idea di cosa dire e ho una paura tremenda che questo sia un effetto del possibile senso di delusione.
«tesoro... È meraviglioso, davvero!» tiro un grosso sospiro di sollievo mentre la luce del sole brilla nei suoi occhi verdi, riempiendo anche i miei di pura gioia «grazie» sorride.
Solo lei, con quella sua aria da bambina, può ringraziarmi per averle mostrato un semplice tramonto. Rimane ferma in quel modo, incantata dalla meraviglia, dal sole, dall'acqua, dal verso dei gabbiani che volano nel cielo ormai rosato.
«ehi...» le accarezzo le braccia, stringendola da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla «non ti piace?» le chiedo in un sussurro.
«ma come potrebbe non piacermi, amore... È stupendo.» si volta, portando gli occhi nei miei. Sono lucidi, come bagnati di lacrime «sai, a volte... Molto spesso direi, le persone hanno provato a stupirmi con il lusso. Mi hanno portato davanti a milioni di dollari spesi in gioielli... In cose assolutamente inutili. Ma tu... Tu sei così diverso» sorride accarezzandomi il viso con quelle sue piccole mani da bambina «mi hai mostrato qualcosa di assolutamente incredibile, dal valore inestimabile: la semplicità.» si stringe nelle spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo. In effetti lo è. «ti amo così tanto, Taylor.» si stringe contro il mio petto ed io non posso far altro che stringerla altrettanto forte fra le mie braccia. Non so cosa dire, ogni parola sembrerebbe stupida rispetto a ciò che ha detto lei. La mia piccola, la mia Stef. Ama la semplicità, e chi avrebbe mai detto che una come Lady Gaga potesse farlo? Sorrido e poggio il mento fra i suoi capelli profumati.
«ti va di vedere la casa?» rompo il silenzio dopo un po' di minuti spesi in quella posizione.
«sì.» sorride alzando gli occhi verso i miei. 
Le prendo la mano e la conduco all'ingresso posto sul retro, sul balcone dove ci troviamo noi. La prima stanza che si presenta entrando da qui è la camera da letto. Non è molto grande ma è molto illuminata ed ho avuto modo di sistemarla, mettendo al posto dei tre letti -che erano qui per me ed i miei amici del surf- un letto ampio, matrimoniale, per noi. 
È piuttosto semplice, umile, essenziale. Come me.
«ti piace?» chiedo sorridendo. Lei si avvicina al letto e con le dita accarezza le lenzuola candide e fresche. 
«la adoro» sorride anche lei, persa in quel candore, come se fosse bloccata lì mentre la sua mente vola in un altro luogo. Forse sta immaginando le notti che passeremo a fare l'amore su questo materasso, forse immagina la luna che si specchia sui nostri corpi nudi che si amano, si stringono, si uniscono tra quelle lenzuola.
«vuoi vedere il resto della casa o restare qui?» rido, cercando di interrompere sia il mio che il suo flusso di pensieri, prima che possano sfociare in qualcosa di più pratico.
Ride anche lei: «mi stai leggendo nella mente, Kinney?» 
«piuttosto facile visto che abbiamo gli stessi pensieri in questo momento.» le prendo la mano e la attiro contro il mio corpo, tutt'altro che delicatamente «anche io non vedo l'ora di fare l'amore con te, qui.» sorrido sfiorando le sue labbra. La sento trattenere il respiro all'improvviso, il suo battito accelera e le sue pupille si dilatano. Dio mio, amo sapere che ho sempre questo effetto su di lei.
«Taylor...» quasi geme. Sorrido.
«più tardi.» mi allontano verso il salotto con lei dietro, che ritrova la forza di respirare.

Devo ammettere che da quando abbiamo avuto quella conversazione in camera da letto non mi va più tanto di farle vedere la casa. Lei continua a sorridermi, sa che non riesco a resistere al suo sorriso, è furba, mi conosce dannatamente bene.
«mi piace molto, T, davvero.» sorride ancora, più ampiamente
«sei pronta a stare con me, solo con me, ed essere esclusivamente mia per tre interi mesi?» 
«sono pronta a fare qualsiasi cosa con te.» mi bacia con quella sua aria da bimba, avvolgendomi le braccia attorno al collo.
«niente studio di registrazione, niente costumi strambi, niente fans che spuntano da dietro ai cespugli... Solo io, te e la semplicità.» ribadisco con un bel sorriso per ricambiare il suo. 
«a patto che tu mi insegni a fare surf. so che posso farlo!» 
«e va bene! Ma se affoghi non voglio essere accusato!» 
«mi sottovaluti Kinney. Io posso fare molto più di quanto tu immagini» qualcosa nella sua voce è in grado di provocarmi un brivido lungo tutta la schiena. Si allontana da me e si dirige in quella che apparentemente e' la sua camera preferita: quella da letto.
«vado a disfare le valigie.» e ancheggia mentre usa lo stesso tono di prima.
"So cosa stai facendo, angelo. Non funzionerà." 
«ok, allora nel frattempo preparerò qualcosa da mangiare. Se hai bisogno sono in cucina.» mi volto e quasi riesco a vedere il velo di delusione sul suo viso.

Non ho idea di cosa cucinare ad una come lei. Da quando stiamo assieme l'ho sempre portata in ristoranti di lusso, dove abbiamo ordinato dei piatti ottimi che non so neppure come iniziare a cucinare. Probabilmente è da molto che non mangia cose "normali", preparate in casa o forse sono io che mi faccio troppi problemi.
In dispensa ho del pane, alcuni crackers e... Un barattolo di Nutella. Sorrido al ricordo del motivo per il quale l'ho comprato: lei. Mi aveva detto che il suo piatto preferito era il sandwich con Nutella e banana all'interno e, per quanto mi sembrasse strano, anche io avevo voglia di provare quel pasto ipercalorico, dolce quasi quanto lei.
«che si mangia?» esclama entrando in cucina. Indossa una semplice e morbida tuta rosa ed una canottiera bianca sotto. I capelli biondi sono raccolti in una coda di cavallo dalla quale sono riusciti a scappare dei ciuffi ribelli che le ricadono sul viso. È così bella da sembrare quell'angelo che è, emana dolcezza e tenerezza da ogni suo poro, è così semplice da non sembrare neppure lei.
«veramente non ho granché» chiudo la dispensa rimettendo a posto la Nutella «anche il frigo è abbastanza vuoto.» 
Lei lo apre per anticiparmi ed effettivamente ci sono solo le uova, il latte, tre birre e un po' di carne. 
«beh... Allora andiamo al supermercato!» fa spallucce come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
«tu al supermercato?!» inarco un sopracciglio incerto, soffocando una risata fragorosa.
«si e allora? Solo perchè sono Lady Gaga non significa che io non possa aver voglia di pollo arrosto!» 
«pollo arrosto?» ripeto, stavolta ridendo e avvicinandomi alle sue labbra.
«sì, con patate.» 

Alla fine ha insistito per andare al supermercato. Dio, è così testarda questa donna! A volte meriterebbe proprio di essere presa a sculacciate. Non mi dispiacerebbe affatto farlo. 
«come si sceglie il pollo?» storce il naso incerta davanti al banco della carne. È chiaramente in un mondo che non le appartiene affatto. Rido:
«come ti piace? ci penso io a scegliere.» 
«mmh... No, non ci voglio tutte queste verdure.» sembra una bambina mentre scarta il pollo speziato.
«questo allora.» ne prendo uno semplice e lo metto nel carrello sorridendole. Segue il banco dei surgelati dove la mia Stef si allunga per prendere un sacco di patate. Il modo in cui si piega mi fa impazzire, è impossibile non notarlo. Lentamente solleva una gamba, trasferendo tutto il peso del corpo all'altra. Il suo meraviglioso fondoschiena si tende completamente per poi tornare alla sua forma originale.
«che c'è?» chiede notando il mio sguardo perso in lei.
«nulla, stavo solo... Dando un'occhiata alla merce.» 
Lei sorride portandosi dietro alle orecchie una ciocca di capelli biondi. È così dolce e allo stesso tempo tremendamente sexy... Mi piace che non ne abbia la più vaga idea, mi fa impazzire.
«queste si cuociono in trenta minuti.» dice indicando il sacchetto che ha preso. Io annuisco e lo mette nel carrello. Quando arriviamo al banco dei vini insiste per sceglierne uno ma una volta lette le etichette storce il naso e sbuffa:
«devono essere proprio scadenti visto che non ho mai sentito nominare nessuno di questi!» 
Rido di gusto:
«vedi che devo farlo io?! sono vini che Lady Gaga non conoscerebbe mai, nemmeno in un'altra vita.»
«Lady Gaga è una persona normale, ed è stata anche povera. Fammi vedere un po'...» ne prende uno dal nome che evidentemente l'attira in modo particolare.
«che ne dici di questo?» 
«no, non va. Meglio questo.» prendo un Merlot che non è decisamente il massimo, ma tra quelli che hanno è il migliore. 
Lei sbuffa:
«no, voglio questo qui!» punta i piedi come una bambina piccola.
«Stef!»
«prendiamoli tutti e due, abbiamo i soldi tanto!»
«Stef.» ripeto serio «smettila di fare i capricci, quel vino è terribile, fidati, l'ho provato!»
«beh, ma io lo voglio comprare! Forse a me piace! Sono solo...» controlla il prezzo «ah insomma, sono centesimi per noi!» 
«smettila di comportarti come una bambina!» sorrido lievemente, impercettibilmente. 
«oh e dai Taylor!» lentamente mi avvicino al suo orecchio, le mordicchio il lobo quando sono certo di non avere gli occhi di qualcuno puntati addosso;
«lascia stare quel vino, non costringermi a sculacciarti.» le sussurro.
La sento tremare, le viene la pelle d'oca e soffoca un gemito. Tutto grazie ad un semplice sussurro.
"wow, Kinney, ci sai fare."
Posa il vino immediatamente e mi guarda come se si aspettasse un bacio, uno di quelli appassionati che le piacciono tanto, che sfocia in tutt'altro. Si tortura il labbro inferiore in quel modo capace di farmi impazzire dalla voglia di prenderlo tra i miei denti e morderlo con passione. Rimane delusa quando continuo a spingere il carrello verso la cassa. Delusa per la terza volta in quella giornata.

Mentre continua a condire il pollo come le ho mostrato pochi minuti prima io inforno le patate.
«è quasi pronto anche lui per il forno.» sorride felice. Ricambio e mi avvicino a quel suo corpo minuto che è in grado di farmi perdere totalmente il controllo.
«no, metti meno sale.» la aiuto, stringendola da dietro. Lei sorride:
«smettila di fare il maestrino. È da oggi che ti comporti così, mi fai sentire una bambina!»
Si volta, ora siamo faccia a faccia:
«tu sei una bambina.» sorrido
«ah si?! E allora perchè non fai che provocarmi da quando ho messo piede in questa casa?» ride poggiando il viso sulla mia spalla. Mi bacia il collo lentamente, come fa di solito durante le coccole post-sesso. 
«perchè questa bambina è stata molto cattiva.» è praticamente seduta sul piano da lavoro della cucina ora. Finalmente le nostre labbra si incontrano in quello che è tutt'altro che un bacio casto. Mi prende il labbro inferiore tra i denti e lo tira lentamente, facendomi impazzire. Le mie mani scorrono freneticamente sotto la sua canottiera bianca, cercando una maniera per toglierla senza staccare le labbra dalle sue. Apre la mia camica con violenza, facendo partire i bottoni in un unico sordo strappo. È come se stessimo dando sfogo a tutta la passione trattenuta nei momenti precedenti. Finalmente è mia, finalmente è sotto il mio controllo, posso farle qualsiasi cosa io desideri ma stranamente ho solo voglia di buttarla su quel letto e fare l'amore con lei nel più semplice dei modi.
«inforna il pollo.» gemo staccandomi.
Lei mi ride in faccia:
«inforna il pollo?» ripete incredula «stai cercando di eccitarmi con una frase simile?» non riesce a smettere di ridere
«non era una frase per farti eccitare, era un ordine.» 
«e se non lo eseguo?» gioca mettendo fine alla sua risata. È lei che lo vuole, lo so, sta cercando di farmi impazzire da quando è entrata in questa casa per la prima volta. Le arriva uno di quegli schiaffi sul fondoschiena che le piacciono tanto.
«lo sai.» la guardo negli occhi, brillano di pura eccitazione. Ora è completamente mia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2098450