Racconti da Toronto

di GaiaHerondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri utili ***
Capitolo 2: *** allenamenti ***
Capitolo 3: *** missioni difficili ***
Capitolo 4: *** Altri demoni ***



Capitolo 1
*** Incontri utili ***


"Touchè". Alex era in piedi, ansimante. Davanti a lei per terra c'era Jane, stanca quanto l'amica. Si erano allenate per cinque ora di fila senza interruzioni. Sarebbero andate avanti se la porta dell'armeria non fosse stata aperta da Alma. "La cena sarà servita tra mezz'ora. Avremo ospiti importanti: i signori Ligtwood. Preparatevi a dovere".
Alma era la governante dell'istituto. Quando i genitori di Alex non erano in casa era lei a occuparsi dei cinque ragazzi che stavano lì. Era una donna severa e autorevole. Se ne andò senza aggiungere altro. Alex porse la mano a Jane e l'aiutò ad alzarsi. Attraversarono l'istituto chiacchierando della giornata e degli allenamenti. Poi si divisero e ognuna entrò in camera sua per prepararsi. Appena Alex si chiuse la porta alle spalle fece un respiro profondo e si buttò sul letto. Rimase stesa per cinque minuti. Si sentiva esausta. Gli occhi le si chiudevano e le era difficile anche solo muovere un braccio. L'unico pensiero che le diede la forza di alzarsi fu la cena con i migliori cacciatori del momento, in visita al loro istituto di Toronto. Lentamente andò in bagno e si fece la doccia. Quando uscì arrotolò con un asciugamano i capelli e aprì l'armadio per decidere cosa indossare. Optò per dei jeans stretti, una camicetta verde e degli stivaletti col tacco neri. Si asciugò i capelli castani e li lasciò sciolti sulle spalle. Si sparse un velo di trucco sul viso e andò a bussare a Jane. Quando l'amica uscì notò che si era vestita molto più elegantemente di lei e anche truccata più pesantemente. Insieme scesero nella sala da pranzo. Erano in ritardo di dieci minuti ma non se ne preoccuparono. I ragazzi sarebbero stati di sicuro più in ritardo di loro. Appena furono dentro si accorsero che ogni presente in quella sala le stava fissando. Di sicuro lo sguardo più tagliante proveniva da Olive Lovelace, la madre di Alex che non smetteva di spostare lo sguardo da loro a suo marito Benjamin. Odiava quando erano in ritardo, soprattutto in situazioni come quella. Notarono infastidite che Marcus, Tom e Nick, gli altri ragazzi che abitavano lì con loro, erano già a tavola, ai loro posti. Le due ragazze si accomodarono ai loro posti con aria avvilita e alzarono gli occhi quando Olive le presentò alla famiglia Lightwood. "Clara, lei è mia figlia" disse la madre di Alex indicando la ragazza " Alexandra Lovelace e lei è Janette Branwell" concluse indicando Jane. Allora iniziò a parlare Clara Lightwood. "Molto piacere. Io sono Clara Lightwood e questo è mio marito Hector" disse chinando il capo verso l'uomo al suo fianco. " E loro sono i miei figli: Richard e Ronald" disse facendo un cenno verso il ragazzi seduti di fronte a Alex e Jane. "Alexandra, mi hanno detto che sei un'abile cacciatrice e Janette, conoscevo i tuoi genitori, erano ottime persone." "si infatti" rispose Jane. Alex spostò lo sguardo da Clara ai tre ragazzi. Tutti guardavamo lei e la sua amica divertiti. Marcus le mostrava un sorriso beffardo mentre Tom e Nick sghignazzavo tra loro senza emettere alcun rumore. Tolse di nuovo lo sguardo e lo puntò sul piatto vuoto.
"Direi che possiamo iniziare la cena, Alma". Interruppe il silenzio Olive. Alma avanzò con il carrello delle portate seguita da Sam, il tuttofare dell'istituto. Venne servita una zuppa marroncina dall'odore davvero invitante.
"Buon appetito" annunciò Clara. Tutti iniziarono a sorseggiare la zuppa. I quattro adulti parlavano mentre i due Lightwood guardavano incuriositi gli altri cinque ragazzi. La prima a ricominciare a parlare fu ancora Clara.
"Allora...come procedono gli allenamenti? Scommetto che qui non ci sono problemi con demoni o altro, giusto?".
Le rispose Benjamin Lovelace."Io e mia moglie facciamo il possibile per rendere Toronto un luogo sicuro. Direi che ci stiamo riuscendo alquanto bene".
"Immaginavo. Poi con dei ragazzi come questi...sono tutti in ottima forma e sembrano davvero abili".
"Peccato che in missione non ci siamo mai andati noi..." borbottò Alex sottovoce.
Ma Richard Lightwood la sentì. Le rivolse uno sguardo stupito."Come scusa? Non siete mai stati in missione?".
La sua voce tradiva disgusto e incredulità. Tutte le teste scattarono verso Alex che si fece piccola piccola e evitò il meglio possibile di guardare sua madre in faccia. Per la prima volta sentì parlare Hector Lightwood.
"Questa è una grave mancanza. Com'è possibile che dei ragazzi come loro non siano ancora stati in missione?". Volse lo sguardo a Olive.
"Hector, non farne una tragedia. Semplicemente io e mio marito non crediamo che i ragazzi siano pronti".
"Ma hanno tutti più di 16 anni!" ribatté lui.
"So cosa intendi ma finora non abbiamo avuto problemi. Non vedo come se ne dovessero creare ora."
Prese parola Clara."Olive e Benjamin, è chiaro che i vostri figli sono pronti già da tempo ad andare in missione. Avevate qualche battuta di caccia a demoni nei prossimi giorni?".
"Domani sera io e Benjamin avremmo avuto un lavoretto da svolgere...". Le rispose Olive a malavoglia.
"Perfetto. Allora domani Richard e Ronald accompagneranno i ragazzi in missione e vediamo come se la cavano".
Venne servito il dessert. Nessuno sembrava intenzionato ad assaggiarlo. Richard e Ronald guardavano i ragazzi incuriositi, con una punta di disprezzo. Alex fissava sbalordita Clara. Jane fissava sbalordita Ronald. Poi all'unisono tutti afferrarono il cucchiaino per mangiare il pezzo di torta servito. Olive non osava neanche guardare in faccia i Lightwood. Non osava guardare nessuno. Fissava la bottiglia di vino, ormai vuota.

 

La famiglia Lightwood fu condotta alle stanze a loro assegnate dai genitori di Alex mentre lei tornò in camera sua. Erano le undici e mezza. Prima che potesse chiudersi la porta alle spalle una mano le afferrò la spalla. Si girò e si ritrovò a guardare Nick e i suoi capelli fulvi. I suoi occhi grigi la fissavano.
"Alex, come stai?".
"Be' tutto sommato bene. Ma ci credi? È bastato un ordine di Clara Lightwood per farci andare in missione."
"Si infatti è fantastico però tua madre è ancora sconvolta...".
"Quella donna dovrebbe aver imparato la lezione. Secondo me abbiamo fatto bene così".
"Wow! È la prima volta che vedo Alexandra Lovelace ribellarsi in questo modo" le prese la mano e se la portò al petto "e ora trasmettimi un po' del tuo coraggio. Ne avrò bisogno". Le sorrise.
"Oh andiamo Nick, sei il migliore tra noi, lo sai".
Le mollò la mano ma il sorriso non scomparse. "Forse fino a stasera. Con l'arrivo di Richard e Ronald non lo sono più".
"Vedremo domani all'allenamento. E ti consiglio di andare a letto. Non penso che sarà facile tenere testa a quei due".
"Allora buonanotte Alex, la saggia". Scoppiarono a ridere entrambi poi ognuno si ritirò in camera propria. Appena Alex si sedette sul letto, scalciò via gli stivaletti e corse in bagno a prepararsi per la notte. Si infilò il pigiama composto dai dei pantaloncini corti e una canottiera. Passò parecchio tempo prima che cominciasse ad addormentarsi. Tanti pensieri le turbinavano nella mente. Era preoccupata di non essere all'altezza della missione a loro affidata. Che i Lightwood la giudicassero un'incompetente. Era arrabbiata con sua madre ma provava anche compassione per lei. In più la turbava il fatto che Jane guardasse con occhi sognanti Ronald. Cosa pensava di fare? 

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Capitolo 2
*** allenamenti ***


Nell'armeria c'erano tutti. I cinque ragazzi erano in riga davanti ai fratelli Lightwood.
"Buongiorno a tutti" cominciò Richard "oggi vogliamo solo vedere il vostro grado di combattimento così stasera sapremo come affrontare la missione. Quindi prego, chi vuole cominciare?".
Tom spinse avanti Alex. Lei gli scoccò un'occhiata pungente ma ormai era tardi. Richard le stava porgendo una spada. Lei la prese con le mani sudate e si mise in posizione. Lui fu il primo ad attaccare. Non l'avvisò. Non commentò la sua posizione iniziale, semplicemente iniziò a bombardarla di fendenti. Lei parava ogni colpo con facilità e agilità. Le sembrava abbastanza facile. Passarono diversi minuti e mano a mano che il tempo scorreva il fiato di entrambi i cacciatori si accorciava.
"Basta così" esordì Ronald.
Alex e Richard si fermarono ansimanti. Il ragazzo strinse la mano dell'avversaria."Complimenti. Hai un'ottima preparazione. Davvero."
Alex tornò al suo posto e guardò gli altri compagni gareggiare. Tom era il meno agile ma il più forzuto e resistente. Marcus era il più veloce. Jane non aveva nulla di speciale. Certo era abbastanza brava ma non eccelleva nella scherma. Nick invece era il migliore che Alex avesse mai visto. Aveva sentito parlare di un certo Jace Herondale. Si diceva fosse il migliore si tutti. Dubitava fosse meglio di Nick. Era agile e non sbagliava mai un colpo.
Il suo avversario era Ronald. Anche lui era davvero bravo. Parava ogni colpo con grazia e contraccambiava con fendenti potenti. Il loro fu lo scontro più lungo. Alla fine, quando entrambi i ragazzi non ce la fecero più, si fermarono e Richard volle scambiare qualche parola in privato con il fratello.
Mentre parlavano i loro sguardi saltavano da un ragazzo all'altro. Alex cercò di origliare qualcosa ma non ce la fece. Si arrese e andò a complimentarsi con Nick per l'ottima performance. Gli leggeva in faccia l'orgoglio che provava per aver fronteggiato alla pari Ronald. Era sudato, aveva il fiatone ma le spalle erano dritte, la testa alta.
"Io l'ho sempre detto che tu sei il migliore tra noi". Cominciò Alex.
"Anche tu sei andata molto bene, non puoi negarlo, giusto?".
"No, non posso ma tu hai visto la faccia di Ronald? Era sbalordito".
"Credimi, non lo era. Lo sapeva qual era il mio potenziale. Lo conoscevo quando ero bambino. A volte i nostri genitori si vedevano e noi due lottavamo".
Alex lo guardò sbalordita mentre gli altri ragazzi li raggiungevano. Intanto i Lightwood continuavano a parlare.

Si allenarono tutto il giorno poi arrivò l'ora di cena. Alex mangiò pochissimo mentre Marcus, Tom,Nick e Jane si ingozzarono. La ragazza aveva lo stomaco chiuso per la missione di quella sera. Dopo cena chiunque dovesse prendere parte alle missione andò a prepararsi e presto l'ingresso si ritrovò pieno di giovani cacciatori in nero pronti a partire. Alex aveva le mani sudate. Era in ansia. Non era neanche più sicura di essere abbastanza allenata per le missioni. Si sentiva fuori posto, a disagio. I suoi amici invece sembravano del tutto tranquilli.
Iniziò a parlare Richard. "Molto bene. Direi che possiamo partire. Allora...Janette, Thomas e Marcus con me mentre Nicholas e Alexandra andranno con Ronald".
"Fantastico" sussurrò Nick.
Jane si era rabbuiata da quando aveva sentito di essere in squadra con Richard invece che con il fratello. Questa non era una bella cosa. Possibile che facesse pensieri su Ronald solo dopo un giorno che si conoscevano?! Alex pensò che poteva chiedere di fare cambio squadra per permettere a Jane di stare con Ronald ma poi cambiò idea e rimase dov'era.

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Capitolo 3
*** missioni difficili ***


Era l'una. Toronto era abbastanza inquietante di notte. Anche se molte persone ancora passeggiavano, Alex aveva muscoli e nervi tesi. Lei e Nick stavano seguendo Ronald, ignari sul dove li stesse portando. In effetti avevano capito ben poco della missione che li aspettava. Sapevano solo che dei gruppi di demoni si erano riuniti al Club del Diablo, un famoso locale frequentato da gente poco raccomandabile. Ad Alex non sembrava strano che i demoni fossero andati lì. Ronald camminava velocemente e silenziosamente grazie alle rune che tutti i ragazzi si erano tracciati. Nick a volte si voltava verso di lei e le faceva un sorriso. Gliene era molto grata.
I fratelli Lightwood avevo pensato al modo di agire. Richard sarebbe entrato nel club con gli altri e avrebbe attirato i demoni in una saletta privata. A Ronald, Alex e Nick spettava il compito di aspettarli nella saletta pronti a combatterli. Era per questo che stavano iniziando ad addentrarsi in vicoli bui e deserti. Dovevano trovare la porta sul retro e entrare senza essere notati.
Man mano che si avvicinavano alla meta si sentiva sempre più puzzo di marcio e rumore di musica tenuto a volume troppo alto. Era proprio un quartiere degradato.
Ronald si fermò all'improvviso davanti ad una porta all'angolo tra due strade. Doveva essere quella. Aveva sopra il logo del Club del Diablo in caratteri grandi e colorati. Entrarono.
C'era un corridoio buio. C'era una puzza tremenda di marcio e spazzatura. Lo attraversano disgustati e scesero delle scale ritrovandosi in un altro corridoio identico tranne per il fatto che alle pareti c'erano tante porte. L'ultima erra quella più massiccia. Da lì probabilmente si accedeva al locale e quindi da lì sarebbero entrati i demoni. La saletta che avrebbero utilizzato era la prima a sinistra. Era chiusa a chiave ma forzando un po' la serratura, Ronald riuscì ad aprirla.
Anche se da fuori non sembrava, questa era una camera abbastanza grande. Per terra c'era un grande tappeto e alla parete destra un divano nero di pelle.
Alex fu l'ultima ad entrare e si richiuse la porta alle spalle.
“E ora?” chiese Nick con impazienza.
“Ora aspettiamo” gli rispose Ronald infastidito.
Nick sospirò e si buttò sul divano. Alex si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Non era possibile. Le sembrava di aver visto degli occhi e una strana ombra, con fattezze decisamente non umane. No, era solo un gioco di ombre, si disse. Raggiunse il divano e si sedette di fianco a Nick. Lui le sorrise ancora.
Poi il vetro della finestra si ruppe. E la sala si riempì di demoni dagli occhi gialli.

Jane stava camminando accanto a Tom. Marcus e Richard erano davanti a loro. Arrivarono davanti all'entrata del club. La fila era decisamente troppo lunga quindi Richard condusse tutti davanti al buttafuori che li fece entrare senza esitazioni.
“Come ha fatto?” sussurrò Jane a Tom.
Entrarono e furono travolti da odore di fumo, alcol e sudore e da una musica assordante. Erano invisibili alla maggior parte della gente grazie alle rune. Solo alcuni nascosti riuscirono a vederli. Probabilmente il buttafuori era uno di loro, si disse Jane.
Doveva ammetterlo. Era un po' invidiosa di Alex. Era stata messa nel gruppo di Ronald. Per Jane, Ronald era davvero affascinante. Era bello il suo viso con gli occhi nocciola e incorniciato da riccioli di capelli castani. Era bello il suo fisico di media altezza e asciutto. E poi sotto sotto le sembrava un tipo simpatico. Sì, le piaceva. Solo che sembrava che lui avesse notato appena la sua presenza. Al contrario sembrava interessato ad Alex. Sperava solo che lei non fosse interessata al ragazzo.
Attraversarono tutto il locale velocemente, attirando pochi sguardi infastiditi. Poi ad un tratto li videro. Erano sette demoni con fattezze umane tranne che per gli occhi gialli. Erano seduti ad un tavolo circolare e ridevano facendo guizzare lo sguardo s tutti i mondani scegliendo le prede.
Lei, Tom e Marcus rimasero a guardare mentre Richard puntava un coltello alla gola del demone più a destra e lo costringeva ad alzarsi. I compagni lo guardarono allarmati mentre Richard faceva segno ai tre cacciatori di seguirlo oltre una porta che conduceva alle salette private. Appena Jane, l'ultima della fila si chiuse la porta alle spalle e si voltò, vide come l'inferno si era scatenato nel corridoio. Poi i suoi occhi caddero su Alex, spada angelica in mano e un grosso taglio sul braccio sinistro.

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Capitolo 4
*** Altri demoni ***


Il combattimento si era spostato in corridoio. Alex era stata ferita ad un braccio. Le doleva terribilmente ma doveva continuare a combattere. La spada angelica risplendeva tra le sue mani, il sudore le imperlava la fronte e tutti i graffi che aveva ricevuto bruciavano. Ma doveva andare avanti.
Nick e Ronald era al suo fianco. Lei non vedeva altro che occhi gialli e sangue nero.
Poi vide uno scintillio. Si, non si sbagliava. Lo scintillio di un pugnale. E poi vide altri quattro cacciatori entrare nel corridoio e iniziare a uccidere demoni come loro.

 

Jane era molto spaventata ma non esitava a menare fendenti contro qualunque demone la attaccava. Ora il suo obbiettivo era quello raggiungere Alex e aiutarla.
Le sembrava quella messa peggio. I fratelli Lightwood ancora erano incolumi e combattevano come due furie. Tom e Marcus, come parabatai, erano perfettamente sincronizzati.
E poi c'era Nick. Lui era solo, l'ultimo arrivato all'istituto. L'unico rimasto senza parabatai. Era poco distante da Alex e cercava di proteggerla. Evidentemente si era accorto delle sue ferite. Mentre Jane osservava la scena, un demone più basso degli altri la colpì alla gambe facendola cadere in ginocchio. Contemporaneamente il demone aveva raccolto un pugnale da terra e stava cercando di colpirla. Jane rimase qualche secondo a schivare i colpi senza reagire ne attaccare. Poi il pugnale le ferì la guancia. Era un graffio leggero ma bastò a farla risvegliare. Fece cadere il piccolo demone a terra con uno sgambetto, si rialzò in piedi e diede un calcio al corpo dell'avversario. Poi raccolse una spada e lo trafisse. Si girò giusto in tempo per vedere un altra creatura dagli occhi gialli venirle incontro a spada sguainata. Ma qualcosa trafisse il corpo anche di questo demone. Era la spada di Ronald.
Jane era sbalordita. Proprio Ronald lo ucciso. Prorpio lui, per proteggerla.
Immersa in questo bel pensiero si fece largo tra le creature e raggiunse Nick e Alex, ormai sovrastati da una marea di demoni. 

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