AGAIN

di Marialias
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Che serata quella…
In realtà non ricordo molto, solo un gran casino, tante luci e l’aria calda e densa di eccitazione.
Di solito non accettavo niente di quello che mi veniva offerto nelle discoteche, ma quella notte feci uno strappo alla regola e presi un drink descritto come un semplice ed innocente ‘succo’, ma che in realtà per poco non mi portò allo sballo.
Confusa e con la vista un po’appannata guardai il cellulare: mezzanotte e dieci, cavolo!
Mi feci largo tra la folla cercando di sovrastare la musica con la mia voce: “Gwen! Gwen!”
Fortunatamente la trovai quasi subito mentre si scolava l’ennesimo alcolico con una sigaretta consumatissima in mano che rideva da sola con aria ebete.
“Dai andiamo!” le dissi, e la presi per le spalle trascinandola via.                
“Leeeeeeex…” mugugnò lei con aria lamentosa “Voglio un altro succoooo…”
Non la ascoltai e insieme attraversammo l’uscita della disco. Buttai Gwen sul sedile posteriore della macchina dove lei si addormentò in pochi secondi, poi salii al posto del guidatore e accesi il motore.
Uscii in retromarcia dal parcheggio per poi andare dritta verso il nostro quartiere.
Parcheggiai poco dopo davanti a casa di Gwen e provai a tirarla su mentre lei grugniva una serie di confuse proteste. In quel momento vidi una luce accendersi dentro l’abitazione ed una signora in vestaglia con i bigodini in testa venne correndo verso di me.
“Alexia! Per l’amor del cielo, grazie! Ma dove eravate finite?!”
Poi rivolse lo sguardo nella macchina e strabuzzò gli occhi: “GWEEEEN!”
Lei aprì un occhio: “Che vuoi…”
“VIENI SUBITO DENTRO! SEI IN PUNIZIONE PER UNA SETTIMANA!! MA CHE DICO.. PER TUTTA LA VITA!!!!”
“Uff…” Gwen si alzò controvoglia e, strofinandosi  gli occhi, si avviò verso casa.
“Ciao Lex… a domani..”
La salutai con un segno della mano e risalii in macchina sospirando.
Guidai fino a casa mia con le palpebre che mi si chiudevano dalla stanchezza, cercando di tenermi sveglia con la musica.
Quando arrivai ci misi minimo due minuti per riuscire a ficcare la chiave nella serratura, e, una volta entrata, buttai borsa e giacchetto sul divano, mi sfilai i tacchi e salii al piano superiore, fino alla mia camera.

CONTINUA…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Salendo le scale mi massaggiai le tempie: avevo un mal di testa terribile. Finalmente arrivai al piano superiore ed aprii la porta della mia stanza. Per poco non mi si gelò il sangue nelle vene: davanti alla finestra aperta c’era una persona in controluce, scura, che proiettava a terra un’ altrettanto grande ombra che arrivava fino ai miei piedi. La figura mi dominava in tutto e per tutto: non potevo fare niente. Presa dal panico rimasi immobile, con gli occhi spalancati che guardavano nel vuoto, in attesa. Il cuore mi batteva all’impazzata, il respiro era frenetico: mi sentivo impotente e terrorizzata. Ad un certo punto un suono ruppe l’aria. “Lex” Sussultai. In quella parola, detta con una voce roca e profonda, riconobbi chi mi era davanti. Alzai lo sguardo. Harry. “Lex, sono io” Fece un passo in avanti, ma io indietreggiai. “Harry, cosa fai qui.” “Lex.. io...” “Esci.” Dissi fredda, tentando di assumere un tono di voce più forte di quello che ero in grado di usare. “No piccola, io..” “Ho detto esci.” Strinsi forte i pugni, mentre sentivo i miei occhi riempirsi di lacrime. “Aspetta solo un..” “VATTENE!” Urlai con quanto più fiato avevo in gola. Silenzio. Harry sospirò e si avviò verso la porta. Passandomi vicino si fermò e sfiorò con una mano il mio pugno chiuso. Mi scostai, asciugandomi una lacrima tentando di nasconderla, e lui continuò a camminare. Rimasi immobile ad ascoltare finché non udii lo sbattere della porta di casa e il rombare di un’automobile che se ne andava, poi mi buttai piangendo sul letto. CONTINUA…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La mattina dopo mi svegliai con il rombo di un tuono. “Che PALLE!” mugugnai: la pioggia mi dava sui nervi. Ancora insonnolita mi alzai e mi andai a sciacquare il viso in bagno. Quando alzai la faccia dal lavandino vidi che avevo un bel paio di occhiaie e che i miei capelli facevano davvero schifo. Allora mi tornò in mente la sera prima ed Harry. Perché continuava a tormentarmi? Non riusciva ad accettare il fatto che ci fossimo lasciati. Ma io non volevo più tornare sui miei passi. La nostra storia era un capitolo chiuso per me, era lui quello stupido, che non riusciva a dimenticare. Scacciai dalla mia testa quel pensiero fastidioso e mi ricordai delle condizioni pietose in cui si era ridotta Gwen la sera prima. Afferrai il cellulare e composi il suo numero. Non rispose. “Sarà ancora a letto a smaltire la sbronza” pensai, e mi ributtai sul letto. Ed eccolo ancora: il pensiero di Harry si fece spazio nella mia mente. Per un attimo mi sembrò di sentire il suo profumo, di vederlo ancora là, steso accanto a me nel letto, a schiena nuda, con quei ricci scompigliati… Mi venne un groppo in gola. Lo amavo? Forse. Ma era troppo tardi ormai… *DLING* Guardai il telefono. No. Era Harry. “Ehi Lex… Scusa per ieri, non avrei dovuto entrare senza chiedertelo. Ma ti prego, pensaci. Tu mi manchi.. non sai come mi sento in questi giorni. Ho anche ricominciato a fumare.. dammi un’oppurtunità” OPPORTUNITA’? Come se non gliene avessi già regalate a sufficienza! Non sapevo nemmeno cosa rispondere. Poi scrissi: “Smettila. Ti ho già detto ciò che penso. Ora finiscila, sei solo ossessivo. Ti odio. Basta! Vattene dalla mia vita!” Inviai, e improvvisamente mi sentii un vuoto dentro, come quando si lascia cadere a terra una cosa di valore e si ha paura di raccoglierla e vedere che è rotta. Passarono alcuni minuti di assoluto silenzio. Solo il rumore dei tuoni. *DLING* Raccolsi il telefono ed aprii il messaggio. Rimasi pietrificata. “Sai che ti dico Lex? Vaffanculo.” CONTINUA…

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