Tutta la vita davanti agli occhi

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorry, Boss... ***
Capitolo 2: *** Anima fragile ***
Capitolo 3: *** Rewind ***
Capitolo 4: *** Inutili regole ***
Capitolo 5: *** SWAK ***
Capitolo 6: *** Le sorprese non sono finite... ***
Capitolo 7: *** Shocking ***
Capitolo 8: *** Missing ***
Capitolo 9: *** Forti per lui ***
Capitolo 10: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 11: *** Giorno di dolore ***
Capitolo 12: *** Seconda chance ***
Capitolo 13: *** Una piacevole chiacchierata con Gibbs ***
Capitolo 14: *** Inevitabile ***



Capitolo 1
*** Sorry, Boss... ***


Una giornata come le altre: casi da risolvere, sparatorie, scapellotti... le solite cose.
Torna stanco a casa dopo aver chiuso un caso complicato durato quattro giorni.
Sta raggiungendo casa sua quando si accorge di essere seguito 
'Ecco, ci mancava solo questa...!!' pensa al limite della pazienza.
 Non è molto lucido, per seguire il caso non aveva dormito, nonostante le proteste di Tony che chiedevano almeno un'ora di riposo 'DiNozzo aveva ragione... avremmo dovuto riposare. Ora cosa faccio?' le sue stesse idee lo confondono.
Perso nei suoi pensieri, non si accorge subito che l'auto dietro di lui aumenta la velocità, smette di pensare quando dallo specchietto retrovisore vede avvicinarsi l'auto ad una velocità folle. Aumenta anche lui la velocità mentre un'idea geniale prende il sopravvento cacciando quello strano timore che cresce nel suo petto.
Prende il cellulare e digita velocemente un numero.
 
"DiNozzo"
"Sei ancora in ufficio?"
"Ehm... si. Sto finendo il mio rapporto, perchè?"
"Un auto mi sta seguendo da un quarto d'ora... rintraccia la mia auto poi scopri chi mi sta seguendo. È una Jaguar XK..."
"COSA??? Ma è l'auto di James Bond ne 'La morte può attendere' del 2002... se riesci, controlla se dalle prese d'aria anteriori escono i missili..."
"DINOZZO?!?! PIANTALA!!! FAI QUELLO CHE TI HO DETTO E SMETTILA DI BLATERARE... SAREBBE GRAVE SE QUELL'AUTO AVESSE A DISPOSIZIONE DEI MISSILI... POTREBBE USARLI SU DI ME!!!"
Tony rimane un attimo spaesato per quelle parole 'Ma... il Capo ha paura?? Sono parole di un uomo spaventato, non di un uomo arrabbiato...' pensa velocemente mentre comincia le sue ricerche.
"CI SONO CAPO!! È un auto rubata... è stata requisita ad un riccone russo che guidava ubriaco... poi la polizia ne ha denunciato la scomparsa circa un'ora fa... è assurdo!!"
"Ottimo, DiNozzo..." 
non finisce la frase, vede l'auto accostargli accanto, il finestrino oscurato si abbassa e ne esce una canna di fucile puntata su di lui. Rimane un attimo sospeso, vede le immagini a rallentatore, come in un film, uno di quei film dove i buoni perdono la vita e i cattivi festeggiano la vittoria... 
Tony dall'assenza della voce del Capo capisce che qualcosa non va...
"Capo? Cosa sta succedendo?"
Il silenzio continua ad ofuscare le loro menti, Tony, allarmato, prende di fretta le chiavi dell'auto e corre giù per le scale ascoltando cosa succede al cellulare
"Gibbs?! So arrivando da te, tieni duro, ti prego!!"
"..temo sia troppo tardi, Tony. Mi dispiace."
Le parole di Gibbs lo bloccano sulle scale, rimane a bocca aperta, sconvolto dal tono disperato e dispiaciuto del suo Capo.
Il terrore prende possesso della sua mente.
Panico totale.
Si lascia scivolare piano a terra, seduto su uno scalino, si sente tremare.
"Gibbs... ti prego, non mollare. Non lasciarmi..."
 
La canna del fucile spara un colpo.
 
Gibbs miracolosamente riesce a schivare il proiettile, ma sbanda sul guardrail del ponte sul fiume Anacostia.
Il guardrail si rompe e l'auto esce di strada, finendo nel fiume mentre l'auto che la seguiva fugge veloce.
 
"Gibbs? Gibbs??"
La voce di Tony si spezza. Improvvisamente perde il segnale del cellulare di Gibbs.
Rimane seduto, immobile, pietrificato dal pensiero che sicuramente è successo qualcosa di grave.
 Si riprende abbastanza per potersi rialzare, senza pensare corre giù per le scale senza quasi rendersene conto. Arriva al parcheggio in un attimo, sale sulla sua auto e parte sgommando.
Ripensa inevitabilmente alle ultime parole di Gibbs.
Sembrava un addio.
 
Corre veloce per le strade fregandosene dei numerosi semafori rossi, arriva all'11th Street Bridge sul fiume Anacostia e si ferma accanto al guardrail rotto. 
In un attimo arrivano i soccorsi, Tony però non li sente.
Nella sua mente regna il caos più totale.
I sensi di colpa si fanno sentire prepotentemente.
'Avrei potuto salvarlo... dovevo fare di più... mi dispiace, Capo...'
 
Tormentato dai suoi stessi pensieri si fa forza ed aiuta i soccorsi.
L'auto viene ripescata dal fiume, all'interno vedono un corpo.
Rimettono l'auto su strada e Tony si avvicina spaventato, apre lentamente la portiera di sinistra vedendo Gibbs, incoscente, seduto con ancora il cellulare tra le mani.
Inghiotte a vuoto, sente un nodo in gola ringrandirsi sempre di più, gli occhi pungono.
Voglia di piangere.
Sente solo questo.
Con molta prudenza prende lentamente in braccio Gibbs, vede il suo viso pallido e smorto, bagnato dall'acqua entrata dal foro sul vetro dello sportello.
Si sente morire appena appoggia due dita sul suo collo... nessun battito.
I medici glielo strappano dalle mani e lo caricano d'urgenza sull'ambulanza diretta all'ospedale.
Rimane immobile con lo sguardo perso nel vuoto mentre sente l'ambulanza sfrecciare. Fissa l'acqua sotto di lui...
"Non morire, ti prego... non morire..!"
Bisbiglia piano. Una preghiera.
Le lacrime iniziano a scendere copiose mentre la pioggia inizia a scendere lenta a bagnarlo, come se il cielo piangesse con lui.

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Capitolo 2
*** Anima fragile ***


Capitolo 2: Anima fragile
 
Attende da ore in ospedale, mentre aspetta rintraccia il resto dello staff per informarlo dell'accaduto.
Chiede loro di raggiungerlo mentre attende che Gibbs esca dalla sala operatoria.
 
Si sente smarrito, non riesce a controllare gli eventi, sente il suo cuore esplodere per tutto quel dolore.
Cammina avanti e indietro aspettando che qualcuno gli dica cosa succede.
Ricorda il momento in cui l'ha estratto dall'auto, ricorda il suo viso, pallido, 
raggrinzito dall'acqua che lo ha quasi soffocato.
I suoi occhi, aperti e spenti, assenti. Fissi in un punto impreciso del cielo infinito, occhi pieni di terrore, stanchi per le mancate ore di sonno...
Sente le lacrime pungergli gli occhi, lacrime piene di sentimenti contrastanti che lo confondono.
 
Tutti lo raggiungono poco dopo, trovandolo seduto in sala d'aspetto bagnato fradicio con le mani tra i capelli. 
Lo vedono esausto, particolarmente scosso dall'accaduto, siedono tutti accanto a lui per farsi raccontare ciò che è successo.
Racconta della telefonata in ufficio e della corsa per raggiungerlo prima che fosse troppo tardi, del suo ritrovamento nell'auto caduta nel fiume dopo essere stata colpita dal proiettile, di quello strano inseguimento e della voce di Gibbs, così stranamente intimorita.
 
"Aspetta... vuoi farmi credere che Gibbs avesse paura? Non è possibile, non è da lui..."
"Lo so bene, Ziva ma... è quello che ho sentito... ed è ciò che mi ha allarmato di più... in quel momento ho capito che era veramente nei guai..."
"Ma... cos'hai sentito Anthony? Prova a darmi maggiori informazioni, forse posso aiutarti in qualche modo..."
"Oh, Ducky... non ci capisco niente, è stato tutto così veloce... ma la mia prima impressione era che fosse spaventato... so che è insolito ma... sembrava non saper cosa fare!!"
Rimangono tutti in silenzio a pensare a quella strana reazione di Gibbs.
 
"Tony? Tu l'hai visto... in che... condizioni era..?"
"Io... ero piuttosto spaventato e non ricordo bene ma era eccessivamente pallido, Pivello.
Non stava... il cuore non batteva più... era..."
Sospira forte cercando di non dare a vedere che è ancora particolarmente impressionato e sconvolto, ora è lui il capo, deve essere forte per tutta la squadra e per dirigere queste indagini così difficili. 
Dovrà superare ogni difficoltà senza contare sull'aiuto di nessuno, dovrà farsi carico di tutti i problemi che avranno e risolverli come avrebbe fatto Gibbs.
Si sente solo, perso.
Abbandonato a se stesso.
 
Ziva nota subito la sua assenza, gli occhi persi nel vuoto, così cerca di dargli conforto
"Tony, ci siamo noi qui ad aiutarti. Ti saremo vicino per qualunque cosa. Gibbs non morirà, ne sono certa!"
"Ti ringrazio... ma al momento non mi sei di grande aiuto, mi dispiace.."
Sentendo quelle parole così cariche di dolore, gli si avvicina e lo stringe in un abbraccio, accarezzandogli dolcemente i capelli per farlo calmare.
 
In quel momento un dottore esce dalla sala operatoria per informare Tony della situazione.
"Sig. DiNozzo... l'intervento è perfettamente riuscito. L'impatto con l'acqua gli ha fatto sbattere violentemente la testa, abbiamo fermato d'urgenza un'emorragia celebrale piuttosto seria, è arrivato in arresto cardiaco quindi abbiamo svolto le procedure di prassi per la rianimazione. 
Ora è in coma cerebrale, non so dirle se si risveglierà... il trauma è stato forte e in più i polmoni erano pieni d'acqua... 
Mi dispiace molto..."
"La ringrazio molto, Dottore... posso vederlo?"
"Si, anche i suoi colleghi possono entrare a patto che manteniate la calma."
"Ok, grazie."
Tony si avvicina ai colleghi ripetendo ogni singola parola del dottore.
 
Si apre piano la porta come se rischiassero di svegliarlo, Tony entra per primo seguito da Abby, Ziva, Ducky e McGee, tutti visibilmente agitati.
"Tony? Gibbs si sveglierà, vero? Lui ha i superpoteri, lui non muore mai... dimmi qualcosa, ti prego..!!!"
Abby inizia a piangere, Tony le si avvicina piano e l'abbraccia, sussurrandole all'orecchio
"Abby... Gibbs non è Superman, non ha i superpoteri come tu credi, ma... credo che ci sia la possibilità di rivederlo sveglio, dobbiamo solo pregare e sperare che qualche angelo in Paradiso lo rimandi indietro a calci nel culo..."
 
Abby ride tra le lacrime che continuano a scorrere tra le braccia forti e rassicuranti di Tony
'Capo, fai in modo di riprenderti... non voglio passare per bugiardo!!'
chiude gli occhi cercando di tornare a respirare regolarmente, il cuore batte forte, ancora terrorizzato dal ricordo di quei momenti così duri... è disperato all'idea di non poterlo più rivedere attivo, pieno di vita... 
In quel preciso istante sente la mancanza dei suoi innumerevoli scapellotti, degli sguardi seri e penetranti , dei sorrisi che fa per certe sue battute divertenti... avrebbe voglia di dirne una per tirar su di morale i colleghi ma non gliene viene in mente nemmeno una... sente solo un'irrefrenabile voglia di piangere e sfogarsi dell'immenso dolore che porta nel cuore.
 
Ziva continua a guardarlo, vede ogni suo cambiamento sul suo volto, legge la sua mente e i suoi pensieri come se fosse un libro aperto.
Lo vede fragile e indifeso, come una rosa di vetro che sta per cadere e rompersi su un duro pavimento.
 
Nessuno si accorge di quanto stia male Tony, troppo presi da Gibbs da non vedere i suoi sensi di colpa.
Sente che è colpa sua, che avrebbe potuto evitare tutto questo e ora per colpa sua... Gibbs è li, intubato e privo di coscenza.
 
Senza accorgersene, si trova a guardare la sua mano intrecciata a quella di Ziva, che gli accarezza il viso
"Non è stata colpa tua, Tony... non potevi sapere e non potevi evitare che succedesse..."
si guardano fissi negli occhi mentre Tony cerca le parole giuste per poterle rispondere
"Non puoi saperlo, Ziva. Se potesse Gibbs m'incolperebbe di certo di non essere riuscito a salvarlo, non ho fatto nulla per salvarlo...
 ero terrorizzato, mi sono bloccato, non sapevo più cosa fare, io... io..."
Ziva vede Tony agitarsi sempre di più, così cerca di rincuorarlo
"No. Non darti colpe che non hai. Gibbs sa perfettamente che non è colpa tua e lo sai anche tu... non potevi fare nulla, nemmeno se fossi stato su quell'auto con lui. Forse sareste morti entrambi e ti avrei perso..."
"So perfettamente come la pensi ma lui non è qui per dirmelo, per dirmi che non è colpa mia..."
"Allora te lo dico io... fidati di me, non è colpa tua!"
Abbassa triste lo sguardo sotto gli occhi increduli di Ziva.
È possibile che si senta colpevole di qualcosa che non si poteva controllare?
È possibile che il legame tra loro sia tanto solido da distruggere un animo forte e resistente come quello di Tony?
 
Si riprende con la forza cacciando i suoi sentimenti dal cuore dove la sicurezza riprende il sopravvento.
"McGee... dobbiamo trovare quell'auto... le telecamere di sorveglianza stradale ti saranno certamente di grande aiuto. Ziva, tu fatti aiutare da Fornell e la sua squadra per le indagini sul posto, dirigi tu in mia assenza nonostante sia sotto la loro giurisdizione... se ci sono problemi fammi chiamare da Fornell, così ci chiariamo.
Fai mandare tutte le prove ad Abby... Abby, devi esaminare le prove e controllare a fondo l'auto di Gibbs. Quando McGee avrà finito potrà darti una mano... Ducky, mi serve il tuo aiuto medico qui e possibilmente una perizia psicologica sul bastardo che ha fatto tutto questo... devo sapere perchè lo stava inseguendo e perchè ha cercato di ucciderlo... io resterò qui questa notte... Chiamerò il Direttore per mandarmi degli uomini di sorveglianza... potrebbero provare ad entrare per finire il lavoro... tutto chiaro?"
"Si, Capo... ci mettiamo al lavoro..."
Escono tutti dalla stanza tranne Ziva.
"Tony..."
"Cos'altro c'è, Ziva... non voglio più ascoltare le tue rassicurazioni... non mi aiutano..."
"Se hai bisogno di sfogarti, di piangere o di qualunque altra cosa... io ci sono... vieni a cercarmi, ok?"
"..."
"Hei... non scherzo! Vieni da me se hai bisogno. Io ci sono..."
"... ok. Va bene..."
"Bene. Ci sentiamo più tardi per gli aggiornamenti..."
 
 

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Capitolo 3
*** Rewind ***


Capitolo 3: Rewind
 
"Hei... c'è nessuno? Qualcuno può spiegarmi dove diavolo sono finito??"
In piedi, avvolto solamente da una luce candida e calda, Gibbs si ritrova completamente solo, si guarda intorno cercando qualcuno che possa rispondere alle sue domande...
l'ultima cosa che ricorda è la telefonata a Tony, sentiva chiaramente il terrore nella sua voce mentre gli diceva che lo stava raggiungendo, stava correndo per salvarlo...
Ma ci era riuscito? L'aveva salvato?
In quel momento si sente come sospeso nel tempo, non prova dolore fisico, il silenzio attorno a lui lo innervosisce, solo in quell'istante si accorge di essere interamente vestito di bianco, gli sembra di essere in uno di quei film che Tony nomina spesso al lavoro.
Si sente perso, spaesato, senza difese... intimorito da quella strana luce bianca.
"DiNozzo! Se questo è uno dei tuoi scherzi ti giuro che ti prenderò a sberle fino alla morte!!!"
"...No, Jethro... non è uno scherzo, di nessuno dei tuoi colleghi. Tu sei qui perchè stai morendo..."
 
Riconoscerebbe quella voce tra mille.
Shannon.
La sua Shannon.
"Dove sei..."
"Sono dietro di te..." si volta e la vede. 
I suoi meravigliosi capelli rossi che scendono morbidi sul suo vestito di seta bianco, un sorriso sul viso dedicato solo a lui, il suo corpo stupendo, proprio come lo ricordava. La osserva sorridente mentre ripensa alle sue parole...
"... cosa significa che sto morendo, Shannon..."
"Esattamente quello che ho detto. Ricordi quello che ti è successo?"
"Beh... si. Ricordo il fiume, sono volato con l'auto nel fiume dopo che hanno cercato di spararmi... ma... Tony ha detto che stava arrivando! Non mi ha salvato?"
"Si, beh, perlomeno ci ha provato... sai, quel ragazzo ha un cuore d'oro. Si sente in colpa per ciò che è successo nonostante non potesse fare niente per evitarlo... si sta incolpando di tutto quello che ti è successo..."
"Voglio vederlo, puoi portarmi da lui?"
"Sei certo di volerlo vedere ora? Non è un buon momento per lui..."
"Voglio che sappia che non si deve dare delle colpe perchè non ne ha... ti prego, Shannon..."
lei sorride, spiazzandolo "Sai, c'è già qualcuno che sta provando a farlo ragionare... ti mostrerò ciò che sta succedendo..."
Gli prende una mano mentre gli accarezza dolcemente il viso, chiudono gli occhi e quando li riaprono si trovano nella stanza d'ospedale. Tony e Ziva stanno parlando.
Shannon fa cenno a Gibbs di avvicinarsi per ascoltarli...
 
"Non è stata colpa tua, Tony... non potevi sapere e non potevi evitare che succedesse..."
si guardano fissi negli occhi mentre Tony cerca le parole giuste per poterle rispondere
"Non puoi saperlo, Ziva. Se potesse Gibbs m'incolperebbe di certo di non essere riuscito a salvarlo, non ho fatto nulla per salvarlo...
ero terrorizzato, mi sono bloccato, non sapevo più cosa fare, io... io..."
Ziva vede Tony agitarsi sempre di più, così cerca di rincuorarlo
"No. Non darti colpe che non hai. Gibbs sa perfettamente che non è colpa tua e lo sai anche tu... non potevi fare nulla, nemmeno se fossi stato su quell'auto con lui. Forse sareste morti entrambi e ti avrei perso..."
"So perfettamente come la pensi ma lui non è qui per dirmelo, per dirmi che non è colpa mia..."
"Allora te lo dico io... fidati di me, non è colpa tua!"
Abbassa triste lo sguardo sotto gli occhi increduli di Ziva.
 
"Allora è così... crede che sia colpa sua!!"
"Si, Jethro. Lo crede veramente, come se fosse stato lui stesso a causare l'incidente..."
 
"McGee... dobbiamo trovare quell'auto... le telecamere di sorveglianza stradale ti saranno certamente di grande aiuto. Ziva, tu fatti aiutare da Fornell e la sua squadra per le indagini sul posto, dirigi tu in mia assenza nonostante sia sotto la loro giurisdizione... se ci sono problemi fammi chiamare da Fornell, così ci chiariamo.
Fai mandare tutte le prove ad Abby... Abby, devi esaminare le prove e controllare a fondo l'auto di Gibbs. Quando McGee avrà finito potrà darti una mano... Ducky, mi serve il tuo aiuto medico qui e possibilmente una perizia psicologica sul bastardo che ha fatto tutto questo... devo sapere perchè lo stava inseguendo e perchè ha cercato di ucciderlo... io resterò qui questa notte... Chiamerò il Direttore per mandarmi degli uomini di sorveglianza... potrebbero provare ad entrare per finire il lavoro... tutto chiaro?"
"Si, Capo... ci mettiamo al lavoro..."
 
"Il tuo ragazzo è veramente in gamba... sarebbe capace di sostituirti egregiamente... dovresti andarne fiero!"
"Lo sono... tantissimo. È cresciuto molto, non solo caratterialmente... è cambiato molto.
Anche se ancora non so cosa l'abbia fatto crescere.
Non è certo merito mio..."
"Lo capirai col tempo... quel ragazzo ti aprirà gli occhi, è per questo motivo che sei ancora qui..."
Si gratta la testa perplesso "... cosa vuoi dire..."
"Aspetta... col tempo capirai... ora ascolta..."
 
"Tony..."
"Cos'altro c'è, Ziva... non voglio più ascoltare le tue rassicurazioni... non mi aiutano..."
"Se hai bisogno di sfogarti, di piangere o di qualunque altra cosa... io ci sono... vieni a cercarmi, ok?"
"..."
"Hei... non scherzo! Vieni da me se hai bisogno. Io ci sono..."
"... ok. Va bene..."
"Bene. Ci sentiamo più tardi per gli aggiornamenti..."
 
Ziva esce dalla stanza lasciando solo Tony con quello che rimane di Gibbs...
Siede sulla poltrona accanto al letto, le mani aperte sul volto a coprire l'angoscia.
Sospira pesantemente appoggiandosi con i gomiti alle ginocchia.
"Cosa devo fare... cosa devo fare..."
le lacrime scorrono leggere sul suo volto, Gibbs lo guarda rimanendone scioccato.
"Sta male... non l'ho mai visto così..."
"...disperato? Non sarebbe la prima volta, Jethro e tu lo sai..."
 
In quel momento la stanza attorno a lui cambia...
si ritrova in un posto che ricorda molto bene, un porto abbandonato... o almeno sembra...
"Shannon... cosa vuol dire tutto questo?? Perchè siamo qui?"
"Hei!! Smettila di fare domande e guarda davanti a te..."
 
Vede l'auto di Tony fermarsi dietro al cancello che chiude lo stabilimento, lo vede scendere e aggrapparsi al cancello quando un auto esce dallo stabile in retromarcia seguito da uomini dalle pistole cariche. 
L'auto cade in acqua, Tony inizia a correre verso lo stabile, appena dentro sfodera la pistola e uccide a sangue freddo i cattivi, corre come un folle.
Appena vede l'uscita ci si fionda, getta l'arma a terra e corre verso l'acqua.
Si butta, raggiunge l'auto e cerca di aprirne gli sportelli, inutilmente.
Riesce a rompere il vetro anteriore dell'auto, facendo uscire una ragazza svenuta.
La porta in superficie, adagiandola sul pontile poi torna in acqua, arriva all'auto trovandosi davanti Gibbs incoscente ancora intrappolato dal volante.
Lo libera velocemente, portando anche lui sul pontile.
Lo fa coricare accanto alla ragazza, sfinito per lo sforzo cerca il battito del suo cuore senza successo.
Inizia il massaggio cardiaco che non porta alcun risultato.
"Andiamo Capo... non puoi farmi questo... non costringermi a baciarti, CAPO!!"
Prova con la respirazione bocca a bocca poi ricomincia con il massaggio cardiaco, inutilmente.
"Andiamo... ANDIAMO!!!"
 
'Se non aiuto quella ragazza ora sicuramente Gibbs in qualche modo me la farà pagare...' pensa velocemente mentre abbandona Gibbs per aiutare la ragazza.
Inizia il massaggio cardiaco senza prestarvi realmente attenzione... continua a voltarsi verso Gibbs alla ricerca di un segno di vita... poco dopo Gibbs e la ragazza si riprendono, Tony emette un forte sospiro di sollievo che Gibbs in quel momento non aveva percepito.
 
Un grosso nodo in gola inizia a farsi sentire, gli occhi bruciano vedendo quella scena in terza persona...
"Stava davvero male..."
"Si.. e c'è di più. Il Direttore Shepard, dopo il tuo ritorno in squadra, offrì a Tony l'opportunità di diventare capo squadra della Rota, in Spagna."
"Ne ho sentito parlare... ma Tony non andò mai in quella squadra... c'era EJ..."
"Esatto. C'era EJ... le fu dato l'incarico dopo che Tony rifiutò quel posto..."
Gibbs sembra alquanto confuso "... di cosa stai parlando?! Non conosco questa versione..."
"Certo, Tony non ti disse mai che rifiutò per stare ancora con te, anche se dovette rinunciare ad una carriera migliore e allo stipendio più alto... Tony è Tony, dovresti saperlo... l'hai addestrato tu... lui è il tuo Fedele San Bernardo, ricordi?"
rimane scioccato da quelle parole, in quei pochi secondi si sente come un traditore, ha tradito Tony e tutta la sua squadra... li ha abbandonati a loro stessi.
Abbassa lo sguardo, sembra più che mai un cucciolo impaurito.
Shannon lo guarda dispiaciuta.
"Jethro... guarda davanti a te... guarda!"
 
Alza gli occhi, è tornato in quella maledetta stanza d'ospedale.
Si vede disteso su quel letto, inerme e accanto a lui vede Tony... sta dormendo sul suo petto, perso nei battiti del suo cuore mentre gli stringe forte la mano.
"Avevi ragione, Jethro... è il tuo fedele San Bernardo..."
Gibbs sembra riflettere sulle sue parole "forse senza di me sarebbe stato meglio..."
Shannon inizia a ridere "Forse, chi lo sa... vorresti scoprirlo? Vorresti vedere la vita della tua squadra senza di te?" "Si."
"Se è quello che vuoi... posso accontentarti subito. Ora tu non esisti più..."

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Capitolo 4
*** Inutili regole ***


Capitolo 4: Inutili regole
 
La luce torna ad avvolgerlo. Chiude gli occhi accecati un istante e appena li riapre si ritrova al punto di partenza: all'NCIS.
 
"Shannon? Shannon? Che scherzo è questo? Perchè mi hai riportato qui?
Hei, dove sei?!"
"Non volevi vedere il futuro del tuo staff senza di te? Sei stato accontentato..."
"Ma... allora..." "Si, Jethro... ora non esisti. Nessuno sa che sei esistito, nessuno ti ha mai conosciuto. Vedrai come sarebbero andate le cose senza la tua presenza assillante e soprattutto senza regole..."
 
Gibbs sembra spaesato, confuso dagli eventi. Si guarda intorno in cerca di presenze famigliari, così vede McGee seduto alla scrivania che lavora al pc. 
Dall'ascensore esce Tony con due caffè tra le mani, arriva in ufficio con passo sicuro e con tono autoritario impartisce ordini.
"McGee? L'hai trovato?"
"Ehm... no, Capo. Ancora niente."
"Il Capitano Norton potrebbe lasciarci le penne, McGee. Dobbiamo trovarlo prima che sia troppo tardi! Datti da fare, ORA!!"
"Si, Capo. Farò l'impossibile!"
Tony si guarda intorno confuso, appoggia i caffè sulla scrivania e torna a parlare con McGee "Hai visto Ziva?" "No"
"... io so dov'è..."
Tony si volta, sorride e si china davanti ad un bambino di circa sette anni.
"Hei, campione! Dimmi, dov'è??"
"L'ho vista andare in bagno mezz'ora fa... non sta molto bene. Stava piangendo..."
Tony solleva lo sguardo al cielo, si rialza e scompiglia i biondi capelli del bambino.
"Piccolo... vai da Abby. Aspettami li, ok?" "Si." 
"McGee. Continua a cercare. Se trovi qualcosa, chiamami... va bene?" "Si, certo."
 
Cammina a passo spedito verso i bagni, si avvicina al bagno delle donne, sente singhiozzare, così entra piano nella stanza trovando Ziva seduta a terra con la schiena al muro e le ginocchia strette al petto, la testa nascosta tra le braccia incrociate.
Tony rimane sconvolto nel vederla così fragile, siede a terra accanto a lei e la guarda piangere.
"Ziva... hei..." l'abbraccia dolcemente, cercando così di darle conforto.
Pian piano le lacrime smettono di scorrere, così Tony prova a parlarle
"Alex mi ha detto che non stavi bene... cosa c'è che non va?"
"Devo farti vedere una cosa..." 
da una tasca dei jeans tira fuori una foto, precisamente un'ecografia.
"...e questa?"
"L'ho fatta stamattina. Sono incinta, Tony..."
Tony sorride e l'abbraccia più forte.
"Hei, occhioni belli! Cosa c'è di male? Perchè piangi tanto?"
"Perchè sono... gemelli..."
"... oh... ancora gemelli... wow..."
Ziva lo guarda negli occhi in cerca di aiuto
"Cosa facciamo ora...?"
"Beh... siamo sposati e abbiamo già due gemelli fantastici... la vera domanda è un'altra: tu li vuoi? Te la senti di crescere con me altri due bambini?"
Ziva abbassa lo sguardo triste mentre riflette sulle dolci e rassicuranti parole di Tony.
Lui vede il caos nel suo sguardo, così le solleva dolcemente il mento e le parla guardandola serio negli occhi " Hei... io ci sono. Sono qui con te e per te, ci sarò per tutta la vita e se vorrai avere queste due creature mi renderai veramente felice."
Ziva sorride, accoccolandosi contro il suo petto mentre asciuga le ultime lacrime che scorrono sul suo viso "Va bene. Avremo altri due gemelli. Ora dobbiamo dirlo agli altri e ad Alex e Michael... ne saranno entusiasti...!"
Si abbracciano stretti mentre Tony le accarezza il viso per tranquillizzarla.
 
"Ma... ma... ma..."
"Ma cosa, Jethro?!"
"Non è possibile... io non lo avrei mai permesso..."
"Appunto... ma tu non esisti e senza di te tra i piedi hanno scoperto di amarsi.
Si sono sposati due anni dopo che si sono conosciuti ed hanno avuto due splendidi gemelli, Alex e Michael, hanno sette anni. Sai, sono due bambini fantastici, assomigliano molto al padre ma hanno ereditato il carattere forte e combattivo dalla mamma. Sono molto perspicaci e intelligenti. Imparerai a conoscerli..."
"Shannon... credi che sia stato inevitabile? Li vedo al lavoro tutti i giorni e da qualche tempo ho notato un legame forte che prima non c'era."
"Beh... io credo che se avessi lasciato perdere quella stupida regola n°12 tempo fa, ora sarebbero molto più felici e, magari, tu non saresti qui ora..."

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Capitolo 5
*** SWAK ***


Capitolo 5: SWAK
 
MONDO REALE...
 
"DiNozzo... hei, DiNozzo... sveglia!"
Tony si sveglia di soprassalto scattando in piedi all'istante.
"Agente Fornell... cosa ci fa qui..?"
"Sono venuto a raccogliere pesche... secondo te?! Sono qui per Gibbs..."
"Avete trovato qualcosa?"
"Forse... i suoi agenti la informeranno prima possibile. Come sta?"
Tony abbassa gli occhi, si sente ancora dannatamente colpevole per non essere riuscito ad aiutare il suo Superiore. Fornell se ne accorge subito e capisce ciò che lo sta turbando "DiNozzo... sai bene che se Gibbs fosse sveglio e ti vedesse in questo stato ti riempierebbe di scapellotti, vero?"
"Non sono arrivato in tempo, Fornell... lui aveva bisogno di me, del mio aiuto e non sono stato in grado... ho esitato... quando ho sentito il terrore nella voce di Gibbs invece di correre più forte che potevo mi... sono bloccato. Non avevo la più pallida idea di cosa fare. Se fosse lei nei miei panni, cosa farebbe? Cosa penserebbe?"
"Forse... non avrei avuto il coraggio di andare li, forse non mi sarei nemmeno avvicinato a quell'auto. Sarebbe morto, questo è certo ma lì non c'ero io, c'eri tu... e l'hai salvato."
Si guardano negli occhi. Tony vede nei suoi occhi che non mente, vede la stessa paura che sente lui. Fornell gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla "Per qualunque cosa puoi rivolgerti a me, sono stato chiaro? So quanto ci tieni a Gibbs ed io gli voglio bene... stagli vicino. Collaborerò con la tua squadra per scovare quel bastardo ma promettimi che mi avviserai subito se la situazione cambia, nel bene o nel male."
"D'accordo."
Picchietta con la mano sul braccio di Tony e se ne va. Si volta a vedere Gibbs, un nodo alla gola lo tormenta.
"Torna da me, Capo. Ti prego..."
 
Il cellulare inizia a squillare insistentemente, capisce subito di chi si tratta.
Esce un attimo dalla stanza per rispondere "DiNozzo..."
"Tonyyyyyy!?!?!? Come sta Gibbs? Si è svegliato? E tu sei riuscito a dormire??"
"Abby, basta!! Come prima, no e si, mi sono appisolato un attimo prima che arrivasse Fornell... ti ho risposto?" "Si." "Bene. Perchè mi hai chiamato?"
"Fornell e Ziva mi hanno portato un sacco di elementi da analizzare. Per prima cosa ho un DNA... ho trovato delle impronte sul proiettile che ho estratto dall'auto di Gibbs... probabilmente il nostro uomo non si è preoccupato di cancellare le impronte..." 
"Probabilmente non ne aveva bisogno, forse voleva uccidere Gibbs per vendetta e non gli interessava certo di finire in prigione. Gli bastava ucciderlo..."
"Deduzione corretta... anche Ducky la pensa come te."
"Abbiamo un nome?"
"Non ancora, purtroppo. Il database non ha ancora dato riscontri..."
"Va bene. Brava, Abby... chiedi a McGee e Ziva di cercare nei vecchi casi seguiti da Gibbs qualcuno che può averlo minacciato o che a causa sua abbia perso una persona cara che voglia vendicare... so che non sarà facile e che non sarà una cosa veloce... ma dobbiamo trovare quell'uomo, costi quel che costi. Fornell vi aiuterà volentieri con le ricerche. Più tardi verrò ad aiutarvi..."
Senza aspettare risposta chiude la telefonata, ancora visibilmente sconvolto.
Rientra piano nella stanza, siede di nuovo accanto a Gibbs e gli stringe la mano.
"Io sono qui, Gibbs. Ci sarò sempre. Ho bisogno di te, ora... nessun'altro può aiutarmi."
Abbassa la testa, le lacrime ricominciano a scendere copiose mentre la stanchezza lo riporta ad addormentarsi, stringendo forte la sua mano.
 
Gibbs, tornato nel presente, ha assistito a tutta la scena.
"Devo fare qualcosa, devo farlo per lui... sta troppo male."
"Non puoi fare niente, Jethro. Puoi solo tornare da lui, vivo e vegeto ma è ancora troppo presto. Ci sono ancora molte cose che devi vedere..."
"Cosa dovrei vedere... Senza di me Tony sarebbe stato molto più felice, tutti lo sarebbero stati... avrebbe avuto una famiglia da amare e da proteggere..."
"Jethro, tu sei sicuro che la tua presenza non sia servita nelle loro vite? Non pensi mai che se non fosse stato per te Tony non sarebbe stato la persona che è ora?"
 
Chiude gli occhi di nuovo, una luce accecante lo avvolge e quando li riapre si ritrova nella sala d'aspetto di un ospedale.
"Cosa ci facciamo qui?"
"Tu credi di non avere mai fatto nulla per Tony? Ora vedrai..."
 
Vede se stesso molti anni prima entrare in una stanza. Una stanza piena di luci blu.
Vede Ducky abbracciare Kate che sta piangendo disperata.
"Sta morendo, Ducky!"
"... gli impedisco di morire..."
vede se stesso entrare furioso quanto preoccupato in quella stanza isolata, il Dottor Pitt cerca di fermarlo ma Gibbs lo convince ad avvicinarsi al paziente dicendogli che gli agenti patogeni sono morti ed il paziente non è più contagioso. Si avvicina a quel letto, su cui vede il corpo esile e stanco di Tony. Vede il pallore del suo viso e il blu delle sue labbra. Siede vicino a lui avvicinandosi piano al suo viso, sussurrando piano 
"Tony ascoltami... mi senti...?" 
"Sentito... ti ascolto... Capo..."
"Tu non morirai, mi hai sentito?"
non risponde. Attende un attimo una risposta positiva, invano.
Uno scapellotto si abbatte leggero sulla fronte di Tony, facendolo sussultare.
Riapre gli occhi, guarda Gibbs con timore...
"Ho detto che tu... non morirai..."
"Capito, Capo..."
"...bene..."
 
"Cosa stai cercando di dirmi, Shannon...?"
"Se non ci fossi stato tu, in quel preciso istante, Tony non si sarebbe ripreso.
Si sarebbe abbattuto, nulla avrebbe più avuto senso... nessuno lo avrebbe vendicato e nessuno sarebbe riuscito ad aiutarlo. Sarebbe morto senza di te, Jethro!"
Sente la verità nelle sue parole.
Senza di lui non sarebbe sopravvissuto.
"È anche questa la ragione per cui il vostro legame è tanto forte... vi supportate a vicenda. Lui è la tua famiglia. Ti fidi cecamente di lui senza remore. Sai che qualunque scelta faccia sarà certamente giusta. È l'unica persona di cui sai sempre di poter contare."
"Su questo hai ragione. Non mi fido di nessuno se non di Tony. Ascolto sempre la mia squadra ma l'opinione di Tony è quella che per me conta di più... Shannon, voglio tornare nel futuro. Voglio sapere..."
"D'accordo..."

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Capitolo 6
*** Le sorprese non sono finite... ***


Capitolo 6: Le sorprese non sono finite...
 
Si guarda intorno perplesso, poi capisce.
"Shannon, questo è il laboratorio di Abby... perchè siamo qui?"
Shannon sorride, facendogli cenno di osservare ciò che sarebbe accaduto di li a poco...
 
Tony e Ziva escono sorridendo abbracciati dall'ascensore, davanti a loro ad aspettarli, McGee, Abby e Ducky li osservano. Accanto a loro due bellissimi bambini biondi si avvicinano curiosi "Perchè siamo tutti qui? Abbiamo fatto qualcosa di male?"
"No, ragazzi. Va tutto bene, solo... che avrete presto del lavoro da fare, piccoli miei..."
Le parole di Tony confondono i due gemelli, alternano i loro sguardi prima su Tony poi su Ziva, vedendoli in difficoltà Ziva cerca di chiarirgli le idee
"Quello che vostro padre vuole dire è che dovrete lavorare sulla vostra cameretta..." 
"...perchè??"
"Beh, semplicemente per il fatto che non sappiamo dove mettere i vostri fratellini appena nasceranno...!"
Rimangono tutti a bocca aperta, sconvolti da ciò che Tony ha cercato di dire...
McGee è il primo a riprendersi "Come? Aspetta un attimo... Ziva, sei incinta? Ancora? Di due gemelli?" "Si a tutte e tre le domande..."
"OMMIODIO!!!! ZIVA! È UNA NOTIZIA STUPENDA!!! I MIEI PIÙ SINCERI AUGURI!!'
Abby, totalmente euforica, salta al collo di Ziva e l'abbraccia a modo suo "Sono davvero, davvero contenta per voi..."
"Grazie. All'inizio non ero sicura di tenerli... sono comunque gemelli... sarà dura, soprattutto per Tony, lui è la mia roccia..."
sentendo le parole di Ziva, Tony arrossisce, si gratta la testa nervoso e abbassa lo sguardo "Beh, veramente gran parte del lavoro lo fai tu... io non faccio altro che starti vicino..." "È per questo... basta che tu mi sia vicino per sapere che tutto andrà bene, è per questo che ti amo! Sei essenziale per me, sei un ottimo padre e marito... sei l'unico che sa sempre cosa fare, sai aiutarmi quando ne ho bisogno, mi sei sempre accanto. Se non fossi con me ne morirei..." tutti si ammutoliscono increduli alle dolci parole di Ziva. Tony stesso, che in genere ha sempre la battuta pronta per ogni evenienza non parla, scioccato.
Il silenzio regna nella stanza e a romperlo arrivano prontamente i gemelli.
"Mamma ha ragione. Tu sei importante per noi. Ti vogliamo bene."
Tony s'inginocchia davanti a loro e li abbraccia forte "Vi adoro, piccoli miei... vi amo tantissimo e non smetterò mai di dirvelo. Siete il mio orgoglio." 
Sorridono sentendo quelle parole. Sanno che sono parole che vengono dal suo cuore, sono vere e pure, senza veli.
"Anthony, Ziva... sono veramente contento per voi. Per qualunque cosa potete contare su di me..." "Grazie, Ducky!"
"Bene, la ricreazione è finita... tutti al lavoro. Dobbiamo trovare il Capitano Norton e chi lo ha rapito. Anche lui ha una famiglia che lo aspetta... muoversi!"
In quell'istante il cellulare di Tony inizia a squillare...
"DiNozzo..."
"Agente DiNozzo... il Direttore Vance l'attende per una video conferenza da Los Angeles. Sembra sia urgente..." "Grazie, arrivo subito."
 
"Allora Vance è il Direttore anche in questo futuro..."
"Si, Jethro. Ma le sorprese non sono finite... segui Tony..."
non se lo lascia dire due volte. Segue Tony in ascensore e sale con lui, sale le scale dietro di lui ed entra in sala video conferenze.
Tony si posiziona davanti allo schermo mentre Vance, seduto li accanto, gli parla del caso "Ho avuto notizia di un collegamento tra il suo caso di rapimento e un'altro caso simile con omicidio a Los Angeles. Se ne sono occupate due mie agenti, le migliori di Los Angeles che tra poco saranno in collegamento con noi..."
lo schermo si accende e appaiono due donne: una è mora, l'altra è rossa.
"Agente DiNozzo, io sono l'agente Todd mentre la mia collega è l'agente Shepard..."
 
Gibbs rimane sbigottito nel vedere le due donne, le donne a cui teneva di più.
"Tel'avevo detto Jethro che le sorprese non erano finite..."
 
"Posso sapere cosa vi collega al mio caso?"
"Innanzitutto le ovvietà... entrambi marine, sposati, con due figli piccoli a carico.
Entrambi con precedenti di droga occultati.
Ottimi elementi.
Le loro mogli si conoscevano, erano compagne di college a Buffalo, abbiamo fatto ricerche su di loro... non si frequentavano più da tre anni, si dovettero separare per seguire i mariti."
"Potete farmi avere i vostri fascicoli sul caso?"
" Certamente..."
"Una sola domanda... come è morta la vostra vittima?"
"È stato trovato in un vecchio cantiere abbandonato. È stato torturato fino alla morte.
Le faremo avere le foto della scena del crimine."
"La prego di non mostrarle ai suoi sottoposti se non sono forti di stomaco. Sono abbastanza traumatizzanti..."
"La ringrazio, Agente Shepard. Farò attenzione. Se avete novità aggiornatemi."
"Sarà fatto."
Il collegamento s'interrompe, oscurando lo schermo.
"DiNozzo... voglio quel bastardo..."
"Farò il possibile..."
Sta per uscire, quando Vance lo blocca sulle scale...
"DiNozzo? Mi è giunta voce che lei e l'Agente David sarete di nuovo genitori... gemelli..."
Tony sbarra gli occhi, incredulo "Ma... lei come l'ha saputo? Ha piazzato delle cimici sui nostri vestiti?" 
"No, non serve... Abby l'ha già comunicato all'intera agenzia. A proposito... il SECNAV vi fa i suoi migliori auguri, vi serviranno con quattro gemelli per casa..."
"Già... non me lo dica... adoro i miei figli, giuro, ma... a volte vorrei strangolarli... a scuola hanno cercato di buttare dalla finestra un compagno di classe che importunava una bambina più giovane di lui..."
Vance inizia a ridere di gusto, Tony scuote la testa sospirando
"Chissà da chi avranno mai preso... ho sempre sostenuto che di mio Alex e Michael non hanno niente, solo il cognome..."
Ridono divertiti mentre escono dalla stanza.
Di sotto, Ziva e McGee lo attendono per conoscere le ultime novità sul caso.
 
"Capo? Ci sono novità?"
"Si... avremo presto i fascicoli di un caso collegato al nostro da Los Angeles..."
"Ehm... Capo? Posso fare una domanda fuori dal contesto?"
"Spara..."
"Tra quanto nasceranno i gemelli?"
"Quattro mesi, perchè?"
"Ziva dovrà restare a casa in maternità... devi trovare qualcuno che la sostituisca..."
"Hai ragione, parlerò col Direttore per un sostituto. Ziva? Tu cosa vuoi fare... te la senti di continuare a venire al lavoro o preferisci riposare a casa?"
"Vorrei aiutarvi, ma vi sarei solo d'intralcio... vado in bagno almeno 15 volte al giorno e dove mi appoggio mi addormento... per non parlare degli attacchi di fame..."
"Va bene, va bene... non farmi l'elenco... ci sono già passato sette anni fa... mi ricordo..."
"Allora come facciamo con un uomo in meno, Capo..."
"Ho già in mente la soluzione, McGee. Non preoccuparti, ora parlo con Vance..."

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Capitolo 7
*** Shocking ***


Capitolo 7: Shocking
 
"Direttore? Posso parlarle?"
"Agente DiNozzo, non si bussa più alla porta?"
"Ehm... mi perdoni ma sono di fretta... come già sa mia moglie è incinta, così vorrei sapere se è possibile sostituirla..."
"Certamente... ha già in mente qualcuno?"
"Stiamo seguendo un caso collegato all'NCIS di Los Angeles, quindi un agente potrebbe servirci come collegamento per darci una mano... l'Agente Todd e l'Agente Shepard mi sembrano due ottimi elementi. Una di loro potrebbe sostituire Ziva almeno per questo caso..."
"Sono d'accordo. L'Agente Todd non sarà certo disponibile a spostarsi, ha due figli da gestire... mentre l'Agente Shepard... beh, credo che sarà disponibile. Lei è a capo della squadra di Los Angeles, sicuramente potrà aiutarvi..."
"La ringrazio, Direttore..."
 
Esce soddisfatto dall'ufficio di Vance, scende le scale pronto a raggiungere McGee per continuare le ricerche del Capitano scomparso.
"Allora? Novità?"
"Sono arrivati i fascicoli, Capo..." 
Tony lo guarda attentamente con preoccupazione.
"McGee... stai male? Sei bianco come un cadavere..."
"Scusa, Capo... ho... visto le foto della scena del crimine..."
"Oh, capisco... vai a prenderti qualcosa da mangiare prima di svenire... qualcun'altro ha visto le foto?" "No, solo io... devo mandarle a Abby..."
"No. Non le vedrà nessun altro. Ci penso io qui... ora vai, passa anche da Abby, stai da lei finchè non starai meglio..."
"Ok, Capo..."
Siede alla sua scrivania e apre il fascicolo appena arrivato.
Rimane inorridito nel vedere quelle foto. 
Sfoglia una ad una le immagini, sbianca sempre di più, arrivato alla fine del fascicolo lo chiude, lo appoggia sulla scrivania, appoggia la testa contro lo schienale e chiude forte gli occhi mettendosi le mani tra i capelli.
La cosa spaventa Gibbs, non l'ha mai visto così sconvolto in vita sua.
 
"Shannon... cosa succede??"
"Credo abbia visto le immagini più sconvolgenti della sua vita. Per questo non le vuole mandare a Abby. Ne rimarrebbe traumatizzata..."
 
Tony rimane immobile per ore alla ricerca di una soluzione al caso.
Il campanello dell'ascensore lo risveglia dai suoi pensieri, una bellissima donna gli si avvicina piano.
"Agente DiNozzo... dalla sua faccia deduco che ha già visto le foto..."
"Agente Shepard, benvenuta a Washington. Deduce bene... le ho appena viste...
è arrivata in fretta..."
"Voglio chiudere questo caso una volta per tutte, dobbiamo prendere quel bastardo..."
"Comprendo perfettamente, vorrei presentarla al mio team prima, se non le dispiace..."
"Non mi dispiace affatto. Spero di esservi d'aiuto."
"La ringrazio in anticipo per l'aiuto che ci fornirà. Venga con me, la nostra Scienziata forense ci aspetta ma prima devo chiederle un favore... non parli assolutamente di quelle foto. La prego."
"Non si preoccupi... comunque può darmi del tu... sono Jenny..."
"...Tony..."
 
"Wow... è strano rivederla... viva..."
"Già. Non essendo diventata lei il Direttore non ha avuto tutti i problemi che ha avuto nella realtà..."
"È... bellissima... certo, non come te, è chiaro, ma..."
"Jethro, non preoccuparti, lo so... tu l'ami ancora, puoi ammetterlo... non mi da fastidio."
"Si, l'amo ancora... e amo ancora anche te..."
"Lo so. Ora sarà meglio che ti concentri su ciò che sta succedendo..."
 
Escono dall'ascensore, davanti a loro si sono riuniti tutti...
Tony osserva McGee, ancora sconvolto.
"Tutto bene, McGee?" 
"Si, Capo... sto già meglio..."
"Le ha viste anche lui?" 
"Si. Abby, Ducky, McGee... lei è l'Agente Shepard... viene da Los Angeles. Sostituisce Ziva e ci aiuterà col caso in corso. Tutto chiaro?"
"Si, Capo."
"Bene, al lavoro."
Sta per tornare in ascensore quando Abby lo blocca "Tony? Non ho avuto le foto del caso collegato al nostro..."
"E non le avrai... a quelle penserò io" "Ma io..." "No, Abby. Non insistere. Si fa quello che dico io. McGee le ha viste e guardalo ora... non si regge in piedi. Ora lavora sui dati che ti ha fatto avere Vance, devo trovare quel bastardo prima che uccida ancora..."
"Si, Capo..."
Con un'occhiata mette tutti a tacere, accompagnato da McGee e Jenny torna in ufficio.
 
La giornata si conclude con un nulla di fatto. Un Tony furioso caccia i suoi uomini a casa a calci perchè possano riposare almeno un pò.
Qualche ora più tardi esce anche lui dalla base, scende ai parcheggi e appena arriva all'auto sente che qualcosa non va.
"Mi cercava, Agente DiNozzo?"
Sentendo quella voce dietro di lui sfodera la pistola ma non fa in tempo a girarsi che la presenza dietro di lui lo colpisce forte con un pugno alla tempia, facendolo svenire a terra.
 

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Capitolo 8
*** Missing ***


Chiedo scusa in anticipo.
So bene che non si chiede mai scusa, è un segno di debolezza... ma questa volta è necessario. Lo capirete leggendo. 
Questo capitolo è... angosciante... vi prego, non arrabbiatevi con me.
Fa tutto parte del piano.
Buona lettura a tutti!!
Baci, frencia92
 
Capitolo 8: Missing
 
Il telefono di McGee squilla insistente sul comodino.
Apre piano gli occhi, confuso e disorientato, ancora mezzo addormentato.
Controlla l'ora sulla sveglia: 2.40.
Prende il cellulare in mano imprecando per il brusco risveglio e risponde
"...McGee.. chi diavolo è a quest'ora...?"
la voce allarmata dall'altra parte lo fa balzare in piedi all'istante
"Tim... non trovo più Tony... devi aiutarmi! Ho aspettato il suo ritorno fino a mezzanotte, sentivo che qualcosa non andava, così... l'ho chiamato in ufficio e al cellulare e non ha mai risposto... il guardiano all'NCIS ha detto di averlo visto andare ai parcheggi ma l'auto è ancora dove l'ha lasciata stamattina... trovalo, per favore!!!"
"Ziva... ma ne sei sicura??"
"Ma sei scemo, Tim? Tel'ho appena detto... è sparito nel nulla..."
sente Ziva singhiozzare al telefono, così cerca di rincuorarla "Hei, stai tranquilla. Adesso vado in ufficio e controllo le telecamere di sicurezza... lo troverò, promesso!"
"I bambini non smettono di piangere... mi hanno detto che sentono che Tony è nei guai..."
"Ci penso io, Zee... ti chiamo appena so qualcosa, ok?"
"Ok. Aspetterò..."
La chiamata s'interrompe, McGee è gia in macchina, butta sul sedile accanto il cellulare e parte come un folle verso il Quartier Generale, con la speranza che quel dolore che sente nel petto non sia premonitore di guai.
 
Parcheggia accanto all'auto di Tony, sente il cofano freddo e capisce all'istante che Tony non è mai arrivato all'auto. 
Si guarda intorno confuso, cercando una qualsiasi traccia e la trova... a pochi passi da lui, sull'asfalto, scorge una macchia di sangue.
Un brivido gli percorre interamente la spina dorsale, quella sensazione nel petto diventa sempre più forte, il respiro si fa più pesante e il battito accelera vertiginosamente...
si abbassa sulla macchia e ne preleva un campione con un fazzoletto, poi corre in ascensore per raggiungere il laboratorio di Abby.
 
"Che diavolo sta succedendo, Shannon? Dov'è finito Tony?"
"Sta zitto, Jethro... non è il momento di fare domande inutili, tanto tra poco lo capirai da te..."
 
Entra in laboratorio e accende lo Spettrometro di massa, posiziona il campione di sangue nella macchina ed inizia ad esaminarlo, cercando di capire di chi possa essere.
Chiude stretti gli occhi al suono intermittente della macchina, clicca sul computer la pagina dell'esame e attende l'esito incrociando le dita... sullo schermo appare la foto di Tony.
 
Rimane a bocca aperta, scioccato dall'amara scoperta...
Digitando velocemente i tasti della tastiera di fronte a lui entra nel nucleo di sorveglianza, trovando i video delle telecamere dei parcheggi di quella stessa notte e comincia a visionarli.
Vede Tony uscire dall'ascensore, lo vede preoccupato mentre si guarda intorno, lo vede avvicinarsi all'auto, un uomo compare alle sue spalle, Tony prende la pistola ma quando si volta un pugno si abbatte con violenza sulla sua tempia, facendolo sanguinare. Appena cade a terra svenuto, l'uomo dietro di lui lo trascina in un furgone lì vicino, lo carica dietro dopo averlo legato e se ne va...
McGee rimane impietrito per diversi minuti davanti allo schermo, cerca di trovare qualche dettaglio che in quel momento dev'essergli sfuggito... e lo trova!
In un fotogramma appare parte del volto del rapitore.
All'istante inizia le ricerche ma dopo qualche minuto il sonno prende il soppravvento su di lui e si addormenta davanti al computer.
 
Si risveglia stordito, la testa gli scoppia.
Si guarda intorno nel buio cercando di capire dove si trova, inutilmente.
Sente catene d'acciaio stringergli i polsi, seduto su un tavolo freddo, i piedi anch'essi legati da catene arrugginite, sente scorrere il sangue dalla ferita alla fronte.
Gli occhi bruciano così come la sua gola, fatica a deglutire.
"Hei... c'è qualcuno?"
cerca di urlare con le poche forze rimaste, pian piano gli occhi si abituano al buio, scorgendo poco lontano da lui una figura immobile coricata a terra, lo riconosce poco dopo...
"Capitano Norton... Capitano, risponda...!!"
Nessuna risposta.
Guardandolo meglio si accorge di aver già visto quella scena... gli tornano in mente quelle foto raccapriccianti che hanno quasi steso McGee, rivede il sangue, le torture subite per giorni...
Stringe forte gli occhi per dimenticare quelle immagini, si sente svenire, sia per aver visto le condizioni della vittima che per la perdita di sangue dalla fronte.
Una porta davanti a lui si apre, un uomo fa la sua comparsa con tra le mani dei cavi per la corrente...
"È inutile chiamarlo, DiNozzo... è già morto..."
"Cosa gli hai fatto?"
"Ho fatto a lui ciò che farò a te..."
"Perchè lo fai... perchè uccidi gente innocente?"
"Nessuno è innocente, nemmeno tu... mio padre, lui mi ha insegnato."
"Cosa...?"
"A temprare le persone... io e mio fratello John abbiamo subito le peggiori torture di sempre... lui non cel'ha fatta, non era abbastanza forte, era debole come tutti quelli che mi sono passati tra le mani. Io ero più forte, ho resistito. Se dovessi farcela anche tu dovrai insegnare ai tuoi figli ad essere forti."
"Non provare ad avvicinarti a loro, sono stato chiaro??"
"Loro non mi servono, avranno tempo per imparare..."
Sorride malefico, attacca i fili ad una spina, poi li attacca alle catene che legano Tony.
Una potente scarica elettrica s'infligge sul suo corpo, immobilizzandolo.
Lo shock gli fa perdere conoscenza, l'uomo stacca i cavi, lasciandolo solo sdraiato su quel tavolo, incoscente.
"Presto arriverà il giorno del giudizio... tornerò al tuo risveglio!"
 

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Capitolo 9
*** Forti per lui ***


Capitolo 9: Forti per lui
 
Gibbs, scioccato dalla situazione, continua a guardare, sperando che Tony si faccia forza per continuare a vivere, spera di vederlo lottare fino alla fine...
"Shannon... lui vivrà, vero? Ha due gemelli in arrivo, per la miseria!!! Non posso fare nulla per lui??"
"Quello che vedrai sarà solo il tuo desiderio di vederlo lottare per la vita... ti mostrerò anche la realtà dei fatti, ciò che realmente accadrà... sarà doloroso questo nostro viaggio ma dovrai sopportare. Credi di farcela, Jethro?" "Certamente. Per Tony questo ed altro..." "Bene..."
 
Lo scenario cambia totalmente. Sono già passati tre giorni dalla sparizione di Tony...
È sera tardi. McGee arriva davanti alla casa di Tony e Ziva, bussa e aspetta che qualcuno apra.
La porta si apre e Michael, alla vista di McGee, gli salta addosso.
"Hai trovato il mio papà?" gli occhi imploranti e disperati del giovane lo fanno sentire in colpa.
"No, mi dispiace. Posso entrare?" 
"Si, certo."
Entra nell'ingresso guardandosi intorno "Mike... avete preso un domestico? È tutto così pulito..."
"No. Io e Alex ci siamo fatti carico della casa finchè papà... sarà via. La mamma sta molto male. Ti prego, riportalo a casa... ci manca tanto. Senza di lui io sto male..."
Inizia a singhiozzare, così McGee si abbassa davanti a lui e lo abbraccia forte "Papà tornerà presto, te lo prometto. Lui non vorrebbe che piangessi, sai? Devi essere forte, la mamma conta su di voi, dovete essere forti..."
"Noi siamo già forti, siamo forti per papà. Non vogliamo sembrare deboli, papà ci dice sempre che siamo forti se lo vogliamo e adesso lo vogliamo. Sarà fiero di noi, vero?"
Rimane senza parole. Vede in quel bambino parte di Tony, lo sente vicino. Lo prende per mano e si dirigono insieme in cucina. Trova Alex in piedi su uno sgabello mentre lava i piatti, come un adulto.
"Alex... cosa fai?"
"Aiuto la mamma con le faccende di casa. Lei non sta bene, così lavo i piatti mentre Mike pulisce il pavimento. Ogni dieci minuti andiamo a controllare la mamma se sta bene... come faceva papà..."
"Ragazzi... qui ci penso io dopo. Andate a dormire, è tardi."
"Puoi prima raccontarci qualcosa di papà? Lo sentiamo più vicino se si parla di lui..."
"Ma certo... andate sotto le coperte. Posso raccontarvi del più bel gesto di vostro padre nei miei confronti...
Avevo sparato ad un uomo, molti anni fa, era un poliziotto come me ed era morto. Credevo fosse colpa mia ma vostro padre mi incoraggiò a modo suo... mi disse che era tutto ok, che non era colpa mia e che dovevo vedere la cosa in modo differente, e così feci... scoprimmo che qualcuno gli aveva sparato al cuora prima di me, io lo colpii solo di striscio ma in quel momento non me ne accorsi, papà invece si. Lui mi ha salvato, stavo davvero male... mi è sempre stato vicino, mi ha sempre coperto le spalle, è... un ottimo amico. E lo troverò. Ora è lui ad aver bisogno di me ed io ci sarò... sempre!"
Li guarda dormire sereni, come se Tony fosse stato realmente li con loro e li abbia tranquillizzati.
Ne approfitta per andare in camera da letto per vedere Ziva.
Dalla porta socchiusa vede Ziva piangere coricata mentre tiene le foto del matrimonio sulla pancia arrotondata.
Entra e si siede accanto a lei.
"Ziva... Tony non vuole che piangi quando non c'è, lo sai bene..."
"Sta male, Tim... lo sento. Percepisco il suo dolore come fosse mio... sento delle scosse... devi trovarlo, Tim, dimmi che hai qualcosa, ti prego!!"
Pesanti lacrime scendono veloci sui loro visi "Devi essere forte per lui, Ziva. Lotta con lui, con tutte le tue forze. Sa che lo cerchiamo, è solo questione di tempo..."
"Tempo... non abbiamo tempo, Tim. I bambini soffrono molto, fanno i duri ma leggo il dolore nei loro occhi. Rivoglio a casa mio marito. Solo tu puoi farlo, solo tu lo puoi trovare..."
"Lo farò, Zee... lo troverò e lo porterò a casa..."
Ziva abbassa gli occhi, asciuga le lacrime e cerca di riprendersi "Scusa..." " ... per cosa?"
"Sono così distratta da Tony che non ti ho ancora fatto gli auguri... so che tu e Abby vi siete messi insieme." 
"Già... Tony ha sempre detto che secondo lui tra noi c'era più di una semplice amicizia... aveva ragione."
"Siete perfetti insieme.Sono sicura che starà male tanto quanto me per Tony..."
"Già... lei è disperata. È alla ricerca di qualunque segnale che possa portarci a Tony. Se cen'è la possibilità lei sicuramente lo troverà, stanne certa."
"Grazie, Tim..." " E di cosa... Tony è il mio migliore amico... per lui questo ed altro."

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Capitolo 10
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 10: Ritorno a casa
 
Si risveglia pieno di dolori dopo aver fatto un sogno stupendo in cui vedeva la sua famiglia felice.
Quell'uomo l'aveva torturato tutta la notte picchiandolo con i fili della corrente che all'inizio della tortura lo avevano quasi fulminato. 
Pensava a Ziva, ai suoi bambini, sperava con tutto il cuore che non stessero soffrendo...
Improvvisamente si ricordò di una piccola cimice che Abby anni prima gli aveva regalato come portafortuna per il suo compleanno. La tiene in un piccolo ciondolo al collo, mascherata dalle foto di Ziva e dei gemelli.
Senza fare il minimo rumore con le catene legate ai polsi, apre il ciondolo e attiva la cimice premendo un piccolo bottoncino al suo interno.
Sorrise, sapeva che certamente Abby ci sarebbe arrivata e l'avrebbe trovato in tempo.
L'uomo tornò nella stanza e lo vide sorridere "Vedo che la mia tecnica di tortura ti inizia a piacere..."
"Credo che non rimarrai soddisfatto dei risultati... i miei agenti mi troveranno e ti faranno fuori. Puoi starne certo..." 
"Ahah!!! Lo credi davvero? Credi sul serio che faranno in tempo a salvarti da me?" "Si. Ne sono certo."
L'uomo, prima divertito dalla situazione, diventa serio.
Legge nello sguardo di Tony la determinazione di un uomo che ha affidato la vita a persone di cui si fida ciecamente.
Digrigna i denti sotto lo sguardo compiaciuto di Tony e se ne va sbattendo la porta dietro di se.
"Ti prego, Abby... trovami!!"
 
DIN DIN DIN!!!
Il localizzatore di Abby inizia a suonare, corre a vederne il risultato digitando come una pazza sulla tastiera...
"Andiamo tesorini miei, coraggio... trovate Tony...!!"
McGee entra in quell'istante, attratto da lontano da quell'atteso suono.
"Abby...dimmi che hai trovato Tony... ti prego..."
"SIIIIIIII!!!!!!! L'HO TROVATOOOOO!!! Si è ricordato del localizzatore che gli ho regalato!!!"
"Grazie, piccola... l'indirizzo?"
"...eccolo..."
attacca un post-it alla giacca di McGee poi gli si avvicina e lo bacia.
"Questo perchè, Abbs?"
"Perchè riporterai il nostro Tony a casa... se vi sbrigate poi ti do il resto..."
Capisce al volo l'allusione di Abby ed esce di corsa per andare a recuperare Tony. 
"Jenny? Abby ha trovato Tony... mi servono rinforzi e una copertura."
"Certamente... vengo con te, ma sarebbe meglio non stare troppo... beh, vicini..."
" ... e perchè mai?" 
"Abby ha detto che se mi avvicino a te mi squarta in due con i trancioni di Ducky... a volte mi mette paura..."
"... anche a me... e non sai quanto... io ci lavoro..."
"Già... mi dispiace..."
i due scoppiano a ridere mentre partono per ritrovare il loro capo.
 
Arrivano in una vecchia fabbrica abbandonata a 10km dal Quartier Generale.
Posteggiano l'auto poco lontano attendendo l'arrivo dei rinforzi, che non tardano ad arrivare.
Avanzano attenti verso l'entrata dell'edificio e si dividono. Jenny con alcuni uomini sale al piano superiore mentre McGee perquisisce il piano terra. Non trovano anima viva, poi McGee trova una porta che porta verso le stanze sotterranee adibite per lo stoccaggio dei materiali.
Scendono nei sotterranei, si sentono sempre più vicini.
Arrivano davanti ad una porta socchiusa, da cui possono vedere Tony, legato ad un tavolo d'acciaio con catene d'acciaio ai polsi ed ai piedi. Davanti a lui un uomo lo sta prendendo a cinghiate, sentono le urla strozzate di Tony, sentono il suo dolore entrare prepotentemente dentro di loro.
Aprono piano la porta, facendosi notare solo da Tony, che cerca di prendere tempo per aiutarli.
"NCIS!! MANI IN ALTO!!! SEI CIRCONDATO!!"
L'uomo, sopraffatto dai due agenti cerca di ribellarsi, ma Jenny lo blocca a terra prontamente mentre McGee si avvicina a Tony, svenuto per il dolore "Ora ti portiamo a casa, Capo...!"
Lo slega velocemente e lo prende in spalla adagio per non fargli sentire ancora dolore.
Escono dall'edificio poi in macchina raggiungono l'ospedale più vicino.
 
Arriva in ospedale accompagnata da Abby, Michael e Alex, in preda al panico.
Entra nella stanza di Tony trovandolo sveglio, ride felice delle storie di Ducky, McGee e Jenny, sorride a sua volta attirando la sua attenzione "Hei..." 
Tony la guarda affascinato dalla bellezza di Ziva e dal pancione che ricordava più piccolo.
"Hei... vieni qui... non mordo mica!"
inizia a piangere nel momento in cui Tony la stringe a se come se non ci fosse un domani.
Lacrime di felicità e rinnovata speranza, lo bacia con tutta la forza che viene dal suo cuore.
Si staccano un secondo per guardarsi nuovamente negli occhi dopo tante sofferenze, Alex e Michael ne approfittano per saltare al collo del loro papà, per dirgli che hanno sentito la sua mancanza.
"Papà... torni a casa con noi ora, vero? Vero??"
"Si, piccoli miei... devo fare ancora qualche visita poi torno a casa con voi, la mamma e i vostri fratellini... o sorelline..."
"Sorelline, Tony... aspettiamo due bambine!!"
Sorride felice per la meravigliosa notizia, abbraccia più forte che può i suoi bambini e sua moglie "Sono felice... mi hai dato davvero una splendida notizia..."
 
QUATTRO MESI DOPO...
 
Sale le scale di casa veloce come il vento, portando con se un pò di cibo su un vassoio, sorride come mai prima, finalmente è felice...
Apre la porta della sua camera da letto trovando coricata Ziva, visibilmente provata dalla tensione degli ultimi giorni, tiene in braccio due splendidi fagottini, due meravigliose bambine, hanno gli occhi vispi color smeraldo del papà e il visino dolce della mamma.
Rimane in piedi a guardarli incantato senza nemmeno riuscire a muoversi, Ziva lo osserva rapito da quelle splendide creature e capisce che la decisione di avere anche le gemelline fosse stata la decisione migliore che abbia mai preso, sorride felice, attirando l'attenzione di Tony.
"Come mai sorridi?"
"Sono felice..."
"Davvero?"
"Si. Grazie a te ogni giorno è il più bello da vivere..."
Sorride per quelle parole così sincere di Ziva, improvvisamente sente la porta accostata aprirsi piano, due bambini curiosi si affacciano bisbigliando "Papà? Possiamo entrare?"
Tony sorride e annuisce, Alex e Michael non si fanno sfuggire l'occasione e corrono da Ziva e dalle loro sorelline.
Sorridono alle piccole bambine, accarezzando le minuscole e gracili manine.
"Mamma? Come si chiamano?"
"Si chiamano Olivia e Angela... vi piacciono i loro nomi?"
"SIIIII!! Sono bellissimi!!!"
I due genitori ridono di gusto per l'esternazione felice dei loro figli.
"Mamma? Papà? Possiamo dormire con voi nel vostro lettone?"
"Ahahahah...! Si, potete dormire con noi... ma solo per stanotte...!!!"
I bambini si sistemano sul lettone tra mamma e papà, addormentandosi tranquilli e felici.
 
"Alla fine è andato tutto bene, Shannon... cosa dovrei imparare da questo?"
"Questo è ciò che volevi vedere, un Tony combattivo, pieno di risorse con finale a lietofine..."
"Parli come DiNozzo ,ora?"
"Quello che sto cercando di dirti è che hai solo visto i fatti dalla tua prospettiva, non come accadono realmente... quelle immagini le hai create tu, in realtà non sono andate così le cose..."
"Quindi... Tony non è stato rapito?"
"No. È stato rapito... ma le cose dal momento della sua sparizione saranno diverse da come le hai viste tu..."

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Capitolo 11
*** Giorno di dolore ***


Capitolo 11: Giorno di dolore
 
Cambia di nuovo la situazione...
 
McGee e Jenny, alle loro scrivanie, cercano il modo di salvare Tony dalle grinfie di quello squilibrato.
Sono gia passate due settimane dal suo rapimento, nessuno ha mai smesso di credere e di cercare tracce di Tony. Ogni sera McGee passa a casa di Tony e Ziva, trovandola sempre più debole, soffre da matti e lui la capisce perfettamente. Vede Alex e Michael lottare ogni giorno per andare avanti senza un padre, continuando a sperare con tutte le loro forze che torni a casa da loro.
Abby cerca disperatamente qualcosa che possa portare a casa Tony, invia a tutte le agenzie federali l'identikit di quell'uomo sconosciuto ancora senza nome, piange spesso in laboratorio davanti alla foto che tiene sempre con se di tutti loro insieme e felici. 
Ducky cerca di non pensare troppo alla possibilità di non riuscire a trovarlo in tempo, anche se la possibilità che sia già morto non è da escludere.
 
McGee si alza rabbioso dalla sua scrivania, sbatte i pugni contro la superficie davanti a lui facendo sobbalzare Jenny. 
"Jen... vado di sotto da Abby. Se trovi qualcosa, chiamami immediatamente...!!"
"Certo..."
Va all'ascensore cercando di darsi un minimo di contegno per non spaventare Abby al suo arrivo, entra in ascensore e mentre scende in laboratorio chiude gli occhi sospirando, incrociando le mani dietro alla nuca "Dove diavolo sei, Tony... ho bisogno di te, cavolo!!"
Le porte dell'ascensore si aprono, si ferma sulla porta quando vede Abby al suo computer piangere con le mani a coprirle il volto.
"Hei, Abby... cosa c'è?" le arriva alla schiena, abbracciandola forte.
"Tim... io... non riesco a trovarlo! Non so più cosa fare!!!"
Si lascia andare nell'abbraccio di McGee, che la volta per guardarla negli occhi "Hei... andrà bene, deve andare così... non devi scoraggiarti, troverai qualcosa, è solo questione di tempo..."
"Tempo... e se fosse già morto?"
"Non lo è... io lo sentirei. Ci sono quattro bambini e una donna disperata che lo aspettano a casa... non possiamo mollare ora, ti prego, Abby... non farlo..."
Si guardano negli occhi, rimanendo un momento in silenzio. McGee le si avvicina piano, lasciandole un piccolo, dolce bacio sulle labbra, bacio che Abby approfondisce con sentimento. Un bacio pieno di tormento e paura che li scarica dall'angoscia di quei terribili giorni. Le prende il viso tra le mani per infonderle sicurezza, ad occhi chiusi assaporano quel breve, dolce momento insieme, si staccano da quel bacio per respirare, tenendosi comunque uniti con le fronti appoggiate e gli occhi ancora chiusi.
 
Un istante dopo, il computer accanto a loro inizia a suonare ad intermittenza...
"Abby... guarda lo schermo!!"
"C'è una segnalazione... è stato visto a 10km da qui, in una fabbrica abbandonata. Le immagini vengono dal satellite... McGee! Corri da lui...!!!"
McGee sorride, lasciandogli un bacio sulla guancia.
 
Torna di corsa in ufficio richiamando l'attenzione dell'Agente Shepard mentre dalla scrivania prende pistola e distintivo "Jenny... l'abbiamo trovato. Chiama i rinforzi, fabbrica abbandonata a 10 km da qui, andiamo, forza!!"
Jenny si alza sorridendo, prende le sue cose e chiama i rinforzi, raggiungendo McGee in ascensore.
 
Avanzano attenti verso l'entrata dell'edificio e si dividono. Jenny con alcuni uomini sale al piano superiore mentre McGee perquisisce il piano terra. Non trovano anima viva, poi McGee trova una porta che porta verso le stanze sotterranee adibite per lo stoccaggio dei materiali.
Scendono nei sotterranei, si sentono sempre più vicini.
Arrivano davanti ad una porta socchiusa, da cui possono vedere Tony, legato ad un tavolo d'acciaio con catene ai polsi ed ai piedi. Davanti a lui un uomo lo sta prendendo a cinghiate, sentono le urla strozzate e deboli di Tony, sentono il suo dolore entrare prepotentemente dentro di loro.
Aprono piano la porta, facendosi notare solo da Tony, che cerca di prendere tempo per aiutarli.
"NCIS!! MANI IN ALTO!!! SEI CIRCONDATO!!"
 
L'uomo, sopraffatto dai due agenti cerca di ribellarsi, Jenny lo tramortisce a terra con un pugno, ma lui si ribella.
Furioso, si abbatte su Jenny ricoprendola di calci e pugni, McGee gli va in aiuto colpendolo forte con un pugno alla tempia, facendolo svenire.
Aiuta la collega ad alzarsi, poi sente i rantoli sommessi di Tony. Capisce subito che la situazione è grave, gli corre accanto liberandolo dalle catene, cerca di farlo alzare ma a quel piccolo movimento cade a terra in ginocchio, prontamente soccorso da McGee.
 
Gli alza il viso così da guardarlo negli occhi, rimane terrorizzato nel vedere per la prima volta i suoi occhi spenti, lo sguardo perso nel vuoto a guardare il nulla, lo schiffeggia piano per farlo riprendere mentre le lacrime iniziano a cadere copiose su di lui "Tony... ti prego, devi riprenderti... TONY!!!"
Sembra risvegliarsi alle suppliche del suo secondo, fatica a rimanere sveglio.
McGee lo guarda attentamente, vedendolo visibilmente più magro e pallido, le ferite multiple sulle mani e le braccia, diverse e ampie bruciature su braccia, gambe e petto, i segni delle catene impresse sulla pelle, le ampie occhiaie sotto gli occhi stanchi...
Tony allunga tremante la mano verso McGee, appoggiandola sul suo petto "Tim... mi... dispiace..." la voce roca di Tony lo spaventa a morte "Sono qui, Tony..."
"Tim... devi prenderti cura della mia famiglia... ho bisogno... che mi prometti che gli sarai vicino..."
"... parli come se stessi per morire..."
accenna ad un sorriso ma Tony non molla...
"Sei un grande amico, Tim. Non lo dimenticare mai. Dovrai cavartela... senza di me questa volta..."
la mano di Tony inizia a scivolare, così McGee la prende saldamente con una mano, stringendola forte come se non ci fosse un domani.
"Prenditi cura dei miei bambini, stai vicino a Ziva più che puoi... dagli la forza che non ho saputo dargli..." le lacrime iniziano a scendere sul suo viso "Sposati, crea una famiglia tutta tua... io ci sarò sempre, ti veglierò dall'alto dei cieli... Promettimi che farai tutto questo, ti prego... ringrazia Abby e Ducky... e Vance da parte mia... dì loro che mi dispiace, dì a Ziva che la amo e che continuerò ad amarla per sempre... racconta ai miei gemelli del loro papà, di quanto li amo..."
i suoi occhi cominciano a farsi pesanti, McGee lo stringe a sè cullandolo tra le sue braccia...
"No, capo... ti prego, non puoi farmi questo... NON LO FARE, DANNAZIONE! Non mi lasciare solo..."
"Ti voglio bene..." chiude gli occhi mentre il cuore smette di battere.
McGee lo tiene ancora tra le sue braccia incredulo, lo culla cercando di svegliarlo dal sonno eterno, sperando che sia solo uno scherzo.
Jenny, accanto a lui, ha assistito in rigoroso silenzio a quella straziante e dolorosa scena, pur conoscendolo da poco sente il suo cuore andare a pezzi, immaginando il momento in cui dovranno comunicare la notizia a Ziva ed ai gemelli.
Piange disperato, capendo di essere rimasto solo. Lui non c'è piu.
 
Gibbs osserva tutta la scena fino alla fine, sente prurito agli zigomi e gli occhi che bruciano, accorgendosi di non riuscire a smettere di piangere...
"È morto... perchè... cosa succederà ora...?"
"Vuoi che ti mostro cosa succederà da ora o preferisci che ti racconto...?"
"Non... non voglio più vedere... ti prego..."
"McGee dovrà dare la notizia alla famiglia... appena Ziva lo saprà..."
"Continua, ti prego..."
"Lei... avrà dei gravi problemi... ne rimarrà scioccata e partorirà prematuramente, grave sofferenza fetale... morirà con le creature in sala parto a causa di complicazioni. 
McGee realizzerà un desiderio di Tony... sposerà Abby e adotterà Alex e Michael... per conosere il resto dovrai stare a guardare..."
 
 
 
 
 
 
 
Ehm... scusate. Stavo piangendo... :'(
Questo capitolo è davvero duro... il prossimo andrà di pari passo con questo.
Prometto che le cose si metteranno meglio...
Baci, frencia92

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Capitolo 12
*** Seconda chance ***


Capitolo 12: Seconda chance
 
Gibbs si guarda intorno, si trova a Washington, in un cimitero.
Piove a dirotto, più avanti una folla di persone assiste alla cerimonia funebre.
Tutti vestiti di nero, le lacrime si confondono nella pioggia che bagna i visi dei presenti, alcuni ombrelli aperti li riparano in parte.
In prima fila ci sono McGee, Abby, Jenny, Vance, Ducky e i gemelli.
Davanti a loro le bare di Tony e Ziva, sopra una foto che li ritrae nei loro momenti più felici
 
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Alex e Michael, accanto a McGee e Abby, rimangono in silenzio a fissare quella foto durante tutta la funzione.
Solo alla fine si avvicinano per dargli l'ultimo saluto.
Con le lacrime agli occhi accarezzano le bare dei loro genitori, pronunciando una frase in ebraico
"אתה אוהב אותך נתת לנו, אנחנו נותנים לעצמנו את הקול" 
in quel momento le lacrime scendono pesanti e dolorose come macigni dai loro visini, non badano alla gente che li fissano, sono soli nel mondo e solo in quel momento se ne rendono veramente conto.
Baciano la bara di mamma e papà, poi senza dire niente con nessuno, s'incamminano da soli verso casa.
McGee cerca di andargli dietro ma Abby lo blocca "Tim... hanno bisogno di tempo. Lasciali andare."
Annuisce con le lacrime agli occhi, capendo quanto per loro possa essere straziante e doloroso questo momento, lui stesso si sente in colpa per quelle vite spezzate, una famiglia distrutta in un soffio di vento.
Se fosse arrivato in tempo da Tony...
 
Le lacrime solcano il suo viso, Abby lo abbraccia cercando di incoraggiarlo in qualche modo ad andare avanti.
"Abby... quelle due creature... sono l'unica cosa bella che ci sia rimasta... i servizi sociali li separeranno sicuramente... voglio che restino con noi!"
"Allora adottiamoli!!! L'unica cosa difficile sarà fargli tenere il cognome di Tony... sono comunque figli loro e non voglio che le cose cambino..."
"Sono completamente d'accordo con te... dobbiamo farlo per Tony e Ziva... voglio che da lassù Tony sia fiero di me... mi manca da morire..."
Abby lo abbraccia forte, sentendolo piangere.
Conosce bene il legame che si era creato con Tony negli anni e sa bene che McGee non la supererà tanto facilmente...
"Tesoro, torniamo a casa e parliamo coi ragazzi... dobbiamo aiutarli."
"Si, hai ragione..."
Salutano per l'ultima volta i loro amici defunti per poi tornare a casa.
 
"Ragazzi? Michael, Alex? Dobbiamo parlarvi..."
i gemelli siedono davanti a loro in salotto per ascoltarli.
"So che state soffrendo molto per Tony, Ziva e le vostre sorelline... però dobbiamo parlare di una questione seria che vi riguarda..."
"..." i bambini non dicono nulla, annuiscono solamente.
"Io e Abby stavamo pensando di adottarvi... se andaste con i servizi sociali vi dividerebbero da noi e tra voi, perciò... volevo sapere cosa ne pensate... di questa... decisione..."
"..."
"Ragazzi, vi prego. Dovete dire qualcosa..."
"..."
"Ma... perchè non parlate...?"
"Tim, tesoro... io forse so perchè... è per quello che avete detto a mamma e papà al funerale, vero?"
annuiscono abbassando lo sguardo...
"Tim... Ziva mi ha insegnato un pò di ebraico... Alex e Michael hanno promesso di non parlare più, per l'esattezza hanno detto 'Voi ci avete donato l'amore, noi vi doniamo la voce'.
Non possiamo fare nulla su una cosa simile. Sono testardi tanto quanto Tony e Ziva, perciò credo seriamente che manterranno la loro promessa..."
McGee annuisce e si rivolge ai ragazzi "Ho bisogno solamente del vostro consenso. So che l'amore dei vostri genitori non sarà minimamente paragonabile a quello che possiamo darvi noi, ma almeno dateci la possibilità di tenervi con noi... Tony mi ha chiesto di prendermi cura della sua famiglia prima di morire e voi siete ancora la sua famiglia, lo sarete per sempre... perciò... potete dirmi per favore se vi piacerebbe rimanere con noi rendendoci felici?"
Alex e Michael si guardano un momento e, accennando un piccolo sorriso, annuiscono.
McGee a quel gesto li abbraccia forte ricominciando per l'ennesima volta a piangere.
 
"Vedi, Jethro... le cose non vanno sempre come vuoi che vadano. La morte di Tony ha portato l'inferno nella vita di tutti loro, questo non sarebbe di certo successo se avessero avuto la tua influenza positiva... con te hanno imparato a non darsi mai per vinti... Tony non avrebbe mai mollato se ci fossi stato tu... magari sarebbe stato rapito lo stesso ma di certo avrebbe lottato coi pugni e coi denti per sopravvivere. Tu hai reso forte la tua squadra, tutti loro contano su di te, questo è ciò che devi capire da questa esperienza..."
"Hai ragione, ma... anche nel mio presente Tony e gli altri soffrono come qui... è colpa mia?"
"Beh... per certe cose, si... hai visto Tony e Ziva lavorare professionalmente nonostante fossero sposati, nonostante si amassero e la stessa cosa vale per McGee e Abby, anche se loro non hanno ancora capito nel tuo presente cosa provano l'uno per l'altra...
Lo scopo di tutto questo è farti capire che tutti meritano una seconda occasione... mi dispiace di averti fatto soffrire facendoti vedere tutto questo ma ti conosco fin troppo bene... finchè non ci sbatti la faccia non capisci mai fino in fondo!"
Ride felice di questa ampia e acuta osservazione di Shannon "Hai ragione, come sempre. Potresti riportarmi a casa ora?"
"Si, ora puoi tornare... addio Jethro..." 

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Capitolo 13
*** Una piacevole chiacchierata con Gibbs ***


Capitolo 13: Una piacevole chiaccherata con Gibbs
 
MONDO REALE:
 
Tony dorme tranquillamente accanto a Gibbs, dal giorno dell'incidente sono passati 35 giorni, un vero inferno per chi doveva continuare a vivere...
McGee e Abby, lavorando senza sosta per giorni hanno trovato l'uomo che ha cercato di uccidere Gibbs e un Tony alquanto furioso l'ha interrogato, facendolo confessare. Chiuso il caso, Tony decise di non abbandonare la speranza e di restare con Gibbs, nonostante sapesse che la possibilità di non vederlo più sveglio era sempre più reale. Rimase con lui giorno e notte, dormendo poco e mangiando meno, trascurando le lamentele dei colleghi preoccupati, soprattutto quelle di Ziva.
Piove a dirotto su Washington, le gocce sbattono violentemente sui vetri delle finestre dell'ospedale.
Tony non se ne cura, continua a dormire con la testa appoggiata alle sue braccia vicino al corpo immobile di Gibbs.
Pian piano Gibbs riapre gli occhi, ricordando con dolore ogni istante vissuto con Shannon in quel mondo tanto diverso dal suo.
Vede accanto a se Tony dormire, lo vede esausto, smorto, sciupato.
Lo osserva bene, lo trova più magro e più vecchio di quando lo ha visto l'ultima volta... preoccupato, avvicina la mano alla testa di Tony, scompigliandogli i capelli. Non riesce a svegliarlo.
Allora, con decisione, alza la mano, dandogli uno scapellotto che lo risveglia all'istante, facendolo balzare in piedi
"SI, CAPO!!!" urla forte senza pensare.
Poco dopo si rende conto di aver esagerato, guarda con gli occhi sgranati il suo Capo, incredulo "Sei... sei... sei..."
"DiNozzo! Piantala!!" cerca di farlo riprendere ma con sua grande sorpresa vede scendere le lacrime dai suoi occhi paralizzati dal terrore. In vita sua non gli era mai capitato di vedere Tony spaventato e sentire il suo silenzio era ancora più assurdo, così si addolcisce, allungando la mano verso di lui, afferrandolo per il braccio e portandoselo vicino "Tony, hei... va tutto bene... sono qui..."
gli accarezza il viso asciugando le lacrime, sentendo la sua debolezza, sia fisica che mentale.
"Tony, guardami. Sto bene... sono vivo grazie a te! Non piangere, ti prego..."
"Mi dispiace..." vede lo sguardo di Tony abbassarsi per non incontrare i suoi occhi.
"Tony... hei... non è stata colpa tua, tu non centri... sono stato imprudente e sciocco..."
alza gli occhi basiti su di lui, cercando di cogliere il senso delle sue parole "Ma... Gibbs... tu non sai..."
"E invece so tutto. So che ti sei sentito in colpa, so che ti senti ancora responsabile di ciò che è successo ma Ziva ha ragione... tu non hai colpe, non meriti di soffrire per un MIO errore... davvero, sono io che dovrei chiederti scusa. Non avrei dovuto darti tante pene, la colpa è solo mia..."
"Ma Capo, tu non sai... hai detto scusa???"
"Si. So che è strano..."
"Devo chiamare subito il dottore, tu non stai bene!!!"
"DiNozzo! Se vuoi ho uno scapellotto pronto tutto per te!! Stavo dicendo... ti devo seriamente delle scuse. Tu ti sei dannato tanto per me finora, ti devo come minimo questo!
Tu, piuttosto... come stai?"
"Questa domanda dovrei fartela io, e poi... come mai ti interessa? Qualcuno ti ha fatto il lavaggio del cervello??"
Uno scapellotto raggiunge la sua testa, resettandolo.
"Sei dimagrito... e parecchio... ogni tanto ti capita di mangiare?"
abbassa lo sguardo, un pò intimorito e un pò imbarazzato... "beh, veramente..."
"Rispondi sinceramente. Da quanto non mangi...?"
"Mmmmh... boh... non ricordo quanto di preciso... forse due... o tre giorni... non ti so dire con esattezza..."
si preoccupa in modo esponenziale per Tony e lui lo nota "Qualcosa non va, Capo?"
"Pensavi di andare avanti così? Ehi... ti ordino di andare a prendere qualcosa da mangiare e voglio che mangi davanti ai miei occhi, sono stato chiaro??"
"Oh, non serve che vada tanto lontano... McPremuroso mi ha portato un panino circa... un ora fa, sperando che lo mangiassi..."
"Bene... allora, che aspetti?" ancora un pò titubante e perplesso prende in un sacchetto li vicino uno scartoccio con un panino "Mentre mangi... raccontami chi mi ha ridotto così... dall'inizio..."
"Beh... abbiamo fatto un sacco di ricerche... Fornell... ci ha dato una mano... con le prove e la scena del crimine... McCurioso e Abby... dal DNA trovato sul proiettile sono risaliti ad un vecchio caso del '93 che tu hai seguito in cui hai ucciso un uomo... che amava torturare e massacrare i bambini per poi... gettare nei cassonetti alcune parti dei loro corpi... il DNA corrispondeva al 98%..."
"È tornato magicamente in vita per vendicarsi?"
"Ahah... spiritoso...!! No... l'unico parente ancora in vita era suo fratello... a quanto pare... ha cercato di vendicarsi pensando di ucciderti... ma non sapeva che hai i superpoteri!!!"
sorride alla battuta "Adesso parli come Abby??"
"Beh... rischi del mestiere... ogni tanto passava di qui..."
"Quanto tempo è passato?"
"Trenta...cinque giorni... credo..."
"E sei rimasto qui da allora??"
"Ehm... no. Ho interrogato io il tuo assalitore... non ci è voluto niente a farlo confessare... mi è bastato dirgli che eri ancora vivo... e che se fossi morto l'avrei fatto andare a Guantanamo, rinchiuso con solo omosessuali... si è aperto come un libro... era... spaventato... non so se per il fatto che eri ancora vivo o se per la prigione... dopo la confessione mi ha pregato di non mandarlo a Guantanamo... credo avesse paura degli 'effetti collaterali', non so se mi spiego..."
Gibbs ride divertito e affascinato dalla tecnica d'interrogatorio adottata da Tony "Che problemi ha con gli omosessuali...?"
"A quanto ho saputo ne è terrorizzato da quando al college ha ricevuto delle avance... sembra sia rimasto traumatizzato, ho usato questa cosa a mio favore..."
"Sei stato bravo, Tony..."
"E tu? Non mi racconti niente?"
"Io... ho fatto un sogno... anche se non sembrava tale..."
Gli racconta di Shannon, dei flashback, dei momenti in cui lo vedeva in ospedale accanto a lui e di un futuro dove lui non esisteva, gli racconta della meravigliosa famiglia che si era creato, del suo rapimento, di Jenny e Kate e della sua morte, seguito da Ziva...
 
Lo guarda in maniera strana, qualcosa tra il preoccupato e lo scioccato.
"Ma... allora... da quello che mi racconti... sai parte di ciò che è successo qui..."
"Si. Ti ho sentito discutere con Ziva, ho sentito Fornell, le chiamate di Abby... dev'essere stato difficile starle dietro, mi dispiace...!"
"All'inizio si, poi l'ho minacciata... le ho detto che le avrei impedito di venirti a trovare... da allora si è calmata notevolmente..."
"Dimmi... tu e Ziva??"
"Cosa...?!"
"Voglio sapere come va tra di voi..."
"Come dovrebbe andare...?! Va come sempre... non è cambiato nulla da quando sei entrato in coma... solo tu sei... strano...!!"
Gibbs si mette a ridere mentre legge la perplessità nello sguardo di Tony.
"Ehm... sono divertente, Capo?!?"
"Si, abbastanza... non credi di aver aspettato fin troppo?"
"Ma... di cosa stai parlando!?! Secondo me stai male, stai delirando!!"
"Parlo di te... ti sei rimbecillito???"
"Davvero, sono... incasinato... non ti riesco a seguire, mi confondi!"
Gibbs vede veramente Tony confuso, quasi non ci crede...
"Va bene, va bene... andiamo per gradi... io so che provi... qualcosa... per Ziva. Non puoi nasconderlo, lo vedo dal tuo sguardo..."
"... ho i brividi, Gibbs... mi stai spaventando..." rimane paralizzato e sconvolto dalle parole di Gibbs.
"Hei... non devi mentirmi. Ho visto come la guardi. Sai, non credevo fosse possibile e mi rendo conto che per te possa essere strano, ma voglio che tu sia felice e se Ziva può darti la felicità che ti serve... sono pronto a chiudere un occhio sulla regola n^12. Ho visto in quel 'sogno' che tra voi c'era sintonia, eravate veramente felici e non posso impedirvi di esserlo ora..."
"Capo... io non mi metterò mai con Ziva, è una cosa impossibile, anche solo da pensare...!"
"E perchè?"
"Beh... per prima cosa non possiamo, non solo per la tua regola ma per questione di integrità! Non so se ricordi i miei precedenti 'rapporti duraturi', Wendy, Jeanne... ci siamo solo fatti del male, non voglio passare le stesse cose con Ziva... sarebbe masochismo!"
"Così però hai ammesso di provare qualcosa per lei...!"
Gibbs ride sotto i baffi vedendo Tony agitarsi "Ma... io... non ho detto questo... poi... si, forse ma non l'ho mai detto!!"
"Tony, guardami. Sono serio. Se la ami dovresti stare con lei... non devi pensare al peggio prima di iniziare, siete fatti l'uno per l'altra, fidati di me ogni tanto!"
"Io... non ne sono sicuro..."
"Io si. Dovreste parlare... lei ti ama, lo so. Vorrei che realizzassi questo mio desiderio. Dovete mettervi insieme e... se andrà male... almeno ci hai provato! Sono sicuro che andrà bene... e magari un giorno avrete anche una famiglia tutta vostra!"
"Ahahah! Pensiamo in grande... vuoi dei nipotini, Gibbs?"
"Beh, sarebbe ora! Non ho più Shannon e Kelly ma ho ancora te, sei come un figlio per me e ti voglio bene come tale. Per questo ti chiedo di fare il primo passo. In quel sogno, l'unica cosa che mi rendeva felice ed orgoglioso eri tu. Ti ho osservato essere un ottimo Capo, confidente, marito, padre e amico. Io voglio quel Tony, perchè quel Tony era felice..."
rimane letteralmente a bocca aperta a quelle parole, impressionato da quel suo discorso così serio e convincente.
"Perchè mi dici questo ora...? Se non ti fosse capitato tutto questo, saresti arrivato comunque a questa conclusione?"
"Forse ci avrei messo del tempo ma lo avrei capito... ora vai da lei!"
"Agli ordini, Capo!!"
 
 
 
 
 
Lo so... doveva essere l'ultimo capitolo ma Gibbs gli doveva delle spiegazioni!
Il prossimo e ultimo capitolo sarà TIVOSO perciò non perdetelo!
Un ringraziamento speciale a Guen_dalina per le sue meravigliose recensioni!!
Gibbs ha fatto capire a Tony che vuole che vada al sodo con Ziva... succederà? Riuscirà Tony ad ammettere i suoi sentimenti alla sua Piccola Ninja? Ci sarà un seguito a questa storia?? E chi lo sa, lo scopriremo presto...
Baci, frencia92

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Capitolo 14
*** Inevitabile ***


Capitolo 14: Inevitabile
 
Bussa alla porta dell'appartamento di Ziva, aspettando che apra.
La porta si apre e la vede, bellissima come sempre, vestita di una sottile vestaglia di seta nera che non lascia nulla all'immaginazione.
"Tony?! Cosa ci fai qui? Pensavo fossi con Gibbs..."
"Infatti, sono qui per lui."
un pò preoccupata lo lascia entrare, dal frigo prende due birre e gliene allunga una mentre si accomodano sul divano.
"Cos'è successo a Gibbs, Tony?!"
"Poco fa... si è svegliato..."
"Ma... è fantastico! Come sta, va tutto bene?"
"Mi ha spaventato a morte..."
"Oddio... cos'è successo...!!"
"Lui... si è svegliato e... si è scusato con me per avermi fatto preoccupare, e non solo!
Mi ha raccontato una storia assurda... ha detto di aver vissuto fuori dal suo corpo con Shannon, che lo ha portato... in un'altra dimensione. Ha visto la nostra vita senza di lui... è per questo che sono qui..."
si mette più comoda per ascoltarlo mentre lui, nervoso, tiene lo sguardo sulle sue mani intrecciate
"Cosa vuoi dire...?"
"Beh... dice che se lui non ci fosse stato io sarei il Caposquadra e... noi due saremmo... sposati, con due gemelli e altri due figli in arrivo..."
Ziva rimane allibita dalle sue parole, lo fissa come se fosse pazzo "Forse ha preso una brutta botta in testa, Tony..."
"No... ho controllato! Sta bene, il suo racconto sembrava quasi... reale... in quella dimensione, durante un caso, sarei stato rapito e sarei morto mentre McGee veniva a salvarmi... e sembra che in questo caso partecipasse anche una squadra di Los Angeles, i cui membri erano Jenny e Kate... Jenny era con McGee quando sono morto tra le sue braccia..." Ziva ride scuotendo la testa, ritenendo assurda la storia che Tony le sta raccontando ma si ferma subito quando lo vede serio e silenzioso.
"Tony... qualcosa non va? Sei... silenzioso..."
"Ziva... mi ha detto cose... che mi hanno fatto riflettere. Per te sembrerà strano ma, in questo momento, non so più cosa credere..."
"Parla. Cosa ti turba...?"
"Quando parlava di noi... di noi due... sembrava felice! 
Ti ripeto le sue esatte parole: '... sono pronto a chiudere un occhio sulla regola n^12. Ho visto in quel 'sogno' che tra voi c'era sintonia, eravate veramente felici e non posso impedirvi di esserlo ora'. 
Io... non mi so spiegare cosa gli sia successo per dire questo, non so cosa sia cambiato ma... ci ho pensato davvero! Mi ha fatto delle domande strane che mi hanno fatto riflettere..."
"Su cosa?"
"Sui miei sentimenti... su quello che provo per te..."
Ziva rimane a bocca aperta, ascolta attentamente le parole di Tony che, improvvisamente, sembrano oro colato "Cosa... cosa vuoi dire..."
"Gibbs mi ha detto che ha visto nel mio sguardo... che provo qualcosa per te... 
È difficile per me parlartene, ma devo farlo per non impazzire...
Io... non so come la pensi ma credo in Gibbs, è stato lui a dirmi...ad obbligarmi... a parlarne con te.
Pensavo che non ci potesse essere nulla tra noi, visti i nostri trascorsi, i miei in particolare, ma... ora è diverso! Ci credo davvero, credo che potrebbe funzionare! Ora però dovresti dire qualcosa anche tu..."
Ziva rimane immobile, spaventata dalla situazione che si è creata "Io... cosa ti dovrei dire...?"
"Beh... quello che vuoi... quello che pensi. Non voglio metterti fretta, perciò pensaci... così, quando sarai pronta... ne potremo parlare."
 
Si alza dal divano appoggiando sul tavolino davanti a se la bottiglia mezza vuota di birra, sta per andarsene, quando la voce di Ziva lo blocca "Voglio sapere cosa provi... voglio che tu sia chiaro."
Si volta verso di lei, guardandola dolcemente "È quello che vuoi? Vuoi sapere cosa provo per te?" "Si"
si mette davanti a lei, sorridendo "Io... credo di amarti. Forse da sempre. Ho sempre creduto che fosse sbagliato provare questi sentimenti per te, sei sempre una collega e una buona amica... non volevo che le cose cambiassero, temevo di fare passi falsi... ma mi rendo conto che se non fosse per te la mia vita sarebbe vuota, inutile... questo è quello che provo."
 
Lo guarda incantata dal suo sguardo sincero, sente il suo cuore battere forte, le sembra che stia per scoppiargli nel petto, al suo sorriso si sente quasi mancare, le manca il respiro.
Lui aspetta una risposta, si siede accanto a lei e la guarda, si specchia nei suoi occhi, sente il suo respiro irregolare "Dimmi qualcosa, ti prego...!"
Ziva si avvicina a lui, sorprendendolo, tiene forte le sue mani, sorridendo un pò imbarazzata
"Sento le stesse cose per te... credo di amarti, di averti sempre amato. Se mi sei vicino io sono felice, sei la mia sicurezza, so sempre di poter contare su di te, senza di te mi sento persa... temevo che se Gibbs non si fosse ripreso presto tu ti saresti lasciato andare e ti avrei perso per sempre. Sei la mia unica speranza di essere felice..."
Si avvicinano sempre di più, sfiorandosi. La loro emozione è palpabile, sentono i loro respiri bollenti sulla pelle, i loro sguardi incatenati, le mani di Tony accarezzano le sue braccia, salendo lentamente verso il suo viso, chiudono gli occhi mentre finalmente si avvicinano, accarezzandosi con le labbra, poi... si baciano.
 
Un bacio lento, dolce come il miele e delicato come i petali di una rosa appena sbocciata. Le mani di Ziva gli circondano il collo per tenerlo stretto a sè come potesse scappare, lacrime calde le solcano il viso, rendendo quel bacio del sapore del mare, Tony la stringe a se prendendola per i fianchi, facendole venire i brividi.
Si stacca un momento dalle sue labbra, aprendo gli occhi "Hai freddo?" 
"No" 
"Stai tremando..." 
"Non tremo per il freddo..."
sorride capendo l'allusione di Ziva, torna sulle sue labbra facendola coricare piano sui cuscini del divano, adagiandosi dolcemente su di lei.
Le sfila la vestaglia di seta scoprendo la sua pelle nuda, calda e morbida, l'accarezza facendola sorridere poi la sente rabbrividire di nuovo. Si lascia svestire della camicia, che cade a terra, e dei jeans, rimanendo in boxer.
"Grazie, Tony..."
"Di cosa...?"
"Di esserci sempre, di rendermi felice..."
Sorridono e si baciano di nuovo, un bacio intenso, pieno di amore, un bacio che ridona loro la pace e che gli toglie il respiro, si sentono veramente uniti, anche con l'anima.
Tony si sveste dei pochi indumenti che ha addosso, pronto per fare finalmente ciò che ha aspettato per anni con la donna della sua vita: l'amore, quello puro e reale.
 
Si sentono profondamente, l'uno nell'altra, lussuriosi e golosi, i loro baci diventano fuoco, i loro movimenti sembrano farli esplodere, una miccia accesa anni prima, durante il loro primo incontro, tenuta accesa negli anni da gelosie folli.
Si sentono amati, sotto ogni punto di vista, nonostante tutti gli errori commessi giorno dopo giorno, nonostante i loro difetti.
Si sentono protetti, sapendo perfettamente di poter affidare la propria vita all'altro fidandosi cecamente.
Si sentono felici, finalmente, dopo tanto tribolare, dopo alti e bassi, dopo aver superato le peggiori difficoltà sempre insieme, sempre.
Inseparabili, non esistono senza l'altro, non c'è più niente che sia in grado di separarli.
Lo pensano tra i gemiti e i sospiri che li accompagnano nel momento più bello della loro vita insieme, finalmente fanno l'amore, senza esclusioni, qualcosa che nessuno dei due si sarebbe mai immaginato... loro due, su quel divano, insieme dopo aver confessato tutte le loro paure e i loro sentimenti reciproci.
 
Durante quella notte speciale fanno l'amore più e più volte, sentendosi finalmente bene dopo tanto tempo.
Stremati da tutto quel movimento in una sola notte, si addormentano coperti da un lenzuolo ancora abbracciati, le mani strette in un intreccio da cui non vogliono separarsi.
 
Il cellulare di Tony squilla senza pietà a svegliarlo.
Allunga il braccio verso il tavolino scoprendo che sono solamente le sei del mattino. 
Imprecando, controlla sul display il nome di chi lo sta chiamando, pronto ad ucciderlo con poche parole.
È McGee.
Sospira guardando il soffitto per poi posare lo sguardo sulla magnifica creatura addormentata serena sul suo petto.
"Spero che tu mi stia chiamando perchè stai morendo, Pivello..." bisbiglia per non svegliare Ziva.
"Tony... mi serve il tuo aiuto, ORA!!"
Tony inizia a preoccuparsi per il tono terrorizzato usato dall'amico "Come posso aiutarti...?"
"Io...io... non so cosa mi sia preso..."
"Hai ammazzato qualcuno?"
"Io...NO...no, non ho... ommioddio, Tony..."
"Mi stai spaventando, McStivenKing... cosa diavolo sta succedendo...?"
"Ieri sera Abby mi ha invitato da lei per cena, e..."
"McCentralino?? Che fai, mi tieni in sospeso?? Parla!!!"
"Abbiamo bevuto, non capisco cosa possa essere successo..."
"McGee!!!!"
"Ho fatto sesso con Abby!!! Oddio... forse 'sesso' non è la parola corretta, forse..."
"Tim... basta seghe mentali! Sei innamorato di Abby?"
"Io... io... non lo so..."
"Allora richiamami quando saprai darmi una risposta, chiaro?"
"Si... grazie per avermi ascoltato..."
"Di niente, McIncoscente... possiamo riparlarne più tardi a mente riposata, che ne dici?"
"Ok. Va bene in sala relax, all'NCIS, per le 10?"
"Certo. A dopo."
Rimane meravigliato della situazione, entrambi avevano fatto ciò che Gibbs gli aveva raccontato. Si ritrova a sorridere da solo per il tempismo di tutta quella situazione... probabilmente era inevitabile.
Posa di nuovo lo sguardo su Ziva, si è svegliata ma è ancora leggermente assonnata, lo guarda con gli occhi semiaperti "Chi era, Tony?"
"Chi vuoi che fosse... McInsonnia, naturalmente... torna a dormire. È presto e sarà una lunga, lunghissima giornata..."
"...Tony?"
"Cosa c'è?"
"Ti amo."
Quelle parole gli danno il massimo della gioia, la bacia dolcemente sulle labbra e le risponde " Ti amo anch'io, follemente."
 
 
Si era preparato in fretta per andare all'NCIS. Non dovevano lavorare quel giorno, ma aveva degli argomenti seri da condividere con Tony. Chissà perchè poi aveva chiamaro proprio lui... con tutta la gente che poteva dargli consigli utili... ma in qualche modo sapeva di potersi fidare di Tony, sapeva che poteva aiutarlo.
 
"McLatinlover... sono tutto orecchi! Cosa diavolo hai combinato ieri sera??"
"Ciao Tony... io... non ti saprei spiegare bene, ricordo solo a tratti..."
"Sembri alquanto scosso, Pivello. Prova a parlarmene..." appoggia una mano sulla sua spalla per incoraggiarlo.
"Vedi, Abby, alla notizia del risveglio di Gibbs è come... impazzita! Non le hanno dato il permesso di andarlo a trovare, perciò mi ha 'sequestrato' per andare con lei a festeggiare. Abbiamo bevuto molto... beh, tu sai bene che vado fuori già al terzo bicchiere... lei me ne ha fatti ingoiare dieci!
Poi ricordo solo che eravamo da lei e la stavo baciando e... beh... una cosa tira l'altra... così siamo andati a letto insieme!"
"Beh? E di cosa ti spaventi... è successa la stessa cosa a me stanotte..."
"Sei andato a letto con Abby?!?"
"No, idiota... con Ziva..."
"COOOOOMEEEEE?? Quando Gibbs lo scoprirà..."
"Non scoprirà proprio un bel niente... è a causa sua che io e Ziva..."
"Cioè? Lui ti avrebbe detto di andarci a letto??"
"Non è stato così esplicito, mi ha detto di darmi una mossa... ma non parliamo di me, tu sei innamorato di Abby?"
"Boh, e chennesò... di ragazze ne ho avute ben poche nella vita... come faccio a saperlo...???"
"Oh, McTonto... è semplice! Ti senti bene quando sei con lei?" "Si"
"Quando la baci ti senti come in Paradiso?" "Si"
"Se fossi circondato da mille donne tra cui lei, riusciresti a sentire il suo profumo? La distingueresti dalle altre?" "..si"
"E faresti l'amore con lei ogni giorno per tutta la vita come se non ci fosse nessun ostacolo nel mondo?" "Si"
"Allora tu sei innamorato, Tim. Sono felice per voi, davvero."
"Beh... grazie, Tony! Sei un amico, davvero...!"
Si sorridono, fieri l'uno dell'altro, felici della felicità dell'altro.
Escono dalla sala relax, Tony lo circonda protettivo con un braccio, orgoglioso del suo Pivello, felice che anche il suo amico e collega abbia trovato la felicità nell'amore.
 
 
 
 
 
Allora?? Come vi è sembrato il finale??
Siete euforici???
Spero davvero di aver accontentato sia i TIVAfan che i MCABBYfan...
mi sono divertita a scrivere per voi, ringrazio chi legge e chi recensisce, in particolare zavarix, zivadavi, Guen_dalina, Japril lover, scrittrice in canna, Meggie90 e Fink1987 che mi hanno tenuto compagnia durante la scrittura di questi capitoli. GRAZIE A TUTTI, DI CUORE!!
Alla prossima storia!
Baci, frencia92

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