Hardest 180 in my life

di Alex995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sono contento che tu sia qui. ***
Capitolo 3: *** E' stato un errore venire qui. ***
Capitolo 4: *** Tornare da te. ***
Capitolo 5: *** Non tentarmi, Dinozzo. ***
Capitolo 6: *** Inevitabile ***
Capitolo 7: *** Talk to me. ***
Capitolo 8: *** Ti ho sorpreso? ***
Capitolo 9: *** Non li ho mai visti cosi felici.. ***
Capitolo 10: *** Mi hai mentito.. ***
Capitolo 11: *** Mi dispiace. ***
Capitolo 12: *** Brum Brum :) ***
Capitolo 13: *** Alta quota ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quel posto non era cambiato per niente. Nonostante fossi stata  un anno lontano da Washington, il cimitero era l’unica cosa che non era cambiata. Ritornare a casa , ripercorrere  la stessa strada …. Per un secondo ho davvero pensato di non essermene mai andata. E’ invece è passato un anno da quando Tony mi ha lasciato li in Israele. E'  passato un anno  senza che potessi rivederlo. Un anno, da quando ci siamo baciati all’aereoporto.
Instintivamente mi toccai le labbra con i polpastrelli della mano. Sentivo le sue labbra sulle mie ogni notte. Ogni volta che chiudevo gli occhi , ripensavo a tutto quello che ci siamo detti in quei  quattro mesi.


“Tony, you are so….
“Handsome, Funny.. what?”
“Loved.”

E’ stato il mio modo per dirti Ti Amo. Perché io non sono mai stata brava in queste cose. Io non ho mai espresso i miei sentimenti per te nel mondo in cui lo fa Abby. Se fossi come lei, a quest’ora saremmo gia genitori.

“I will  have a boy and a girl.”
Vorrei che nostro figlio avesse i tuoi stessi occhi. Vorrei che avesse il tuo stesso sorriso, cosi almeno quando tu sarai a lavoro potrò fissarlo e pensare alla cosa  meravigliosa che abbiamo fatto insieme.
 

“Come back to DC with me.”
Quanto lo avrei voluto Tony. Quanto avrei voluto ritornare a casa e cominciare una vita con te. Perché è questo che tu mi stavi offrendo. Una nuova vita con te.
 
“I know you want change. I can change with you.”
Tu non dovevi cambiare. Eri perfetto già cosi. Eri perfetto nonostante nei momenti piu tristi sfoderassi il tuo bagaglio culturale in campo cinematografico. Eri perfetto , quando mi facevi ingelosire mentre eri a telefono con  una semplice segretaria … sei perfetto perché un uomo come te si è innamorato di una come me.
Smisi di pensare per qualche secondo quando mi accorsi di essere arrivata alla tomba che cercavo.
Posai i fiori sul marmo e osservai la fotografia che avevo davanti.
Mio dio quant’era bella. Avevo dimenticato quanto lo fosse. Avevo dimenticato cosa significasse ricordarla in ogni suo piccolo gesto. Avevo semplicemente dimenticato di averle salvato la vita in Iraq e 10 anni fa, Jennifer Sheperd  salvò me tenendomi con lei all’Ncis.
Recitai, nonostante fosse cristiana, una preghiera in ebraico quando una voce mi fece sussultare.
“Shalom , Ziva.”

 La riconobbi quasi subito. Tono serio ma non troppo. Mi voltai e lo vidi.
“E’ bello rivederti.” Aggiunse lui.
“E’ bello essere a casa.” Dissi io sorridendo.
“Come ha fatto a trovarmi?” aggiunsi.
“So sempre dove sono i miei agenti.”
L’uomo posò un mazzo di fiori sulla tomba di Jenny , poi ritornò a fissarmi.
“Sei ……”
“Cambiata?” chiesi concludendo la sua frase.  Lui annuii.
“Come stanno?” chiesi cambiando discorso.
“Ci vorrà del tempo.”
“Direttore, le ho chiesto come stanno.” Dissi io seria.
“Mcgee ha accettato la perizia psichiatrica del Dottor Mallard. Gibbs ha ripreso a lavorare come se niente fosse.”
“E Tony?” chiesi preoccupata.
Lui non mi rispose. Capii al volo.
“Perché erano in Iraq?”
“Stavano seguendo un terrorista”
Rimasi in silenzio, ricordando tutto quello che avevo passato un anno prima essendo il prossimo bersaglio di una minaccia terroristica.
“Mi ha chiesto dei giorni di ferie. “ aggiunse il direttore.
“Quando?”
“Questo pomeriggio.”
“Non le ha detto dove andava?”
“I’m fighting for someone….. E’ l’unica cosa che mi ha detto.”
Oh mio dio, pensai tra me e me.
“Direttore, chiami qualcuno e chieda se Tony ha comprato un biglietto aereo.”
Lui prese subito il telefono e compose un numero. Dopo aver dato le istruzioni, annuii con la testa poi chiuse la conversazione.
“Ha prenotato un biglietto aereo per Tel Aviv.”
“Partenza?”
“Domani alle 7 a.m.”
 
 
 
Polvere, fumo e buio totale. Urla innocenti, tonfi di bombe che cadevano dagli aerei ma soprattutto sangue. Sangue dappertutto. Mi lavai di nuovo la faccia e feci un respiro profondo.
Avevo le occhiaie e un grosso taglio sulla guancia ma nel complesso potevo dire di stare bene.
Oh ma chi voglio prendere in giro?! IO non sto affatto bene.  Non sto bene perché sono ormai due settimane che non dormo. Sono ormai due settimane che non sono piu lo stesso. Sono ormai….è ormai un anno che la mia vita è diversa. Un anno da quando lei è partita.
Ma Ziva non c’entra niente con tutto questo. Forse fingere di stare bene è un semplice pretesto per mollare tutto e raggiungerla dovunque lei sia.
Tim entrò come un pazzo nel bagno dei maschi riportandomi cosi alla realtà.
“Devi vedere una cosa.” Disse prima di attirare la mia attenzione.
 
“Tony.. ancora qui?”  chiese  Abby non appena arrivai alla tark force.
C’erano tutti. Gibbs, Mcgee, Abby, Ducky, Palmer e Bishop la nuova… la sostituta di Ziva.
“Le mie ferie cominciano domani. Cosa succede?”
Tutti si guardarono perplessi , poi Mcgee accese il monitor centrale .
Capii subito che si trattava di un cimitero dalle lapidi bianche. La mia attenzione si soffermò su due persone, un maschio e una femmina credo.
“E allora?” chiesi quasi seccato. “Sono solo due…..”
Non ebbi il tempo di finire la frase che la registrazione delle telecamere si attivò e vidi di sfuggita il viso di Ziva.
“Mcgee torna indietro.” Dissi subito.
“E’ lei, Anthony.” Disse Ducky. “Abbiamo controllato la registrazione già 3 volte.”
“Allora la controlleremo una quarta. Mcgee rimetti indietro il filmato.”
Quando si trattava di Ziva, riuscivo sempre a diventare un’altra persona. Forse perché saperla al sicuro, era davvero piu importante dell’opinione che le altre persone avevano  di me.
“Da quanto tempo è qui?” chiesi.
“E’ arrivata ieri…. E…”
“E cosa Tim?” chiese Abby preoccupata.
“E’ ripartita 2 ore fa. “ disse lui amareggiato.
“Sicuro che si sia imbarcata?” chiese Bishop.
Lui annuii.
“Perché non ci è venuta a salutare?” chiese Abby rivolta a Gibbs.
Lui rimase in silenzio poi disse:
“E’ il direttore , vero?” chiese conoscendo già la risposta. Mcgee annuii.  Io nel frattempo presi il cellulare e composi il suo numero. Dopo aver ascoltato la segreteria telefonica riattaccai.
“Come hai fatto a sapere che era qui?” chiese Gibbs a Mcgee.
Lui si ammutoli e si voltò verso di me.
“Gliel’ho chiesto io , capo. E’ da un anno che controllo i suoi spostamenti. Era solo ….”
Non ebbi il tempo di terminare la frase che qualcuno mi fece sussultare.
“Cosa succede qui?”
Una voce femminile, dolce , soave ma allo stesso tempo autoritaria.
“Ma quella è Ziva?” chiese la donna dai capelli biondi.
Ed ecco che Ej rigira il coltello nella piaga.
“Sisi quella è proprio Ziva.” Disse guardandomi.
Ej è ritornata all’Ncis da dopo l’attentato in Iraq. Quando l’ho rivista , per la prima volta non ho provato niente. Cioè mi ha fatto piacere rivederla, ma non quanto mi avrebbe fatto piacere rivedere Ziva.
Ziva ed Ej sono cosi diverse, eppure entrambe sono stati importanti per me.  Ziva in special modo, visto che ne sono ancora innamorato. Invece Ej è stata solo… un ripiego. All’epoca Ziva stava con Ray… lui le aveva chiesto di sposarlo e probabilmente se non fosse stato un assassino a quest’ora lei sarebbe la nuova signora Cruz.
E invece il destino, aveva qualcos’altro in mente per noi.
Senza dire una parola, presi la mia roba e mi diressi verso l’ascensore. Ej mi seguii come un cagnolino addomesticato.
Entrambi entrammo in ascensore, quando ricordai di essere a piedi. Ej lo capii subito dalla mia espressione.
“Tranquillo ti do un passaggio io.” Disse lei.
Io non le risposi. Semplicemente le sorrisi sperando che l’ascensore si muovesse piu in fretta possibile.
“E poi potrei rimanere da te” disse voltandosi verso di me e iniziando ad accarezzarmi il volto.
“Non cred….” Non ebbi il tempo di finire che le sue labbra di avventarono sulle mie. Mi spinse contro la parete dell’ascensore ed iniziò a toccarmi dappertutto.  Chiusi gli occhi , ma non appena le mie palpebre si abbassarono , rividii di nuovo quelle scene tremende. Ricordi impercettibili raffiorarono nella mia mente..
Velocemente le porte dell’ascensore si aprirono e la allontanai da me.
“No, Ej. Non posso.”
“Tony posso aiutarti a superare tutto questo.. “ disse lei riavvicinandosi a me. Ma io la respinsi di nuovo.
“C’è un’altra?”
A quella domanda rimasi in silenzio.
“La conosco?”
“No.” Mentii.
“Ho bisogno di camminare un po’.  “ dissi mentendo per non ritrovarmi in un luogo chiuso ancora con lei.
 
 
 Ritornai a casa circa mezz’ora piu tardi. Salii in ascensore e arrivato alla fine del corridoio, presi le chiavi della porta e le inserii nella fessura.
Quando aprii la porta, trovai  la luce nel corridoio accesa. Non presi neanche la pistola, tanto sapevo perfettamente chi c’era in casa mia. Posai lo zaino a terra, mi tolsi la giacca e superato il muro divisore tra l’ingresso e il salotto , vidii la sua immagine riflessa nella finestra.
Era dimagrita o semplicemente era il pantalone che le metteva in risalto ancora di piu le gambe. I capelli ancora piu corti , di quanto ricordassi , erano raccolti in una cosa leggera.
Mi notò dietro di lei grazie al mio riflesso nel vetro  e iniziò a sorridere. Si voltò verso di me e semplicemente mi disse:
“Ciao, Tony.” 




Angolo autrice: sono ritornata !!! Dopo aver visto la 11x02 ( delussissima perchè mi aspettavo tutt'altra cosa, soprattutto non UN solo bacio) ho pensato a questa nuova storia. Spero davvero che vi piacccia. Il capitolo è moooltoooo lungo, ma dovevo dare un'idea precisa per l'introduzione. 
Spero vi piaccia ;) 

 

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Capitolo 2
*** Sono contento che tu sia qui. ***


“Ti trovo bene” disse accennandomi un sorriso.
L’avevo dimenticato. Avevo dimenticato quanto potesse mandarmi in tilt il suo sguardo, i suoi occhi, la sua bocca….
Rimani in silenzio cosi lui continuò:
“Sapevo che non eri partita .. speravo che fossi qui.”
C’era imbarazzo. Forse fin troppo . Non pensanvo che sarebbe stato cosi difficile ritornare da lui…. eppure ora sono qui ed entrambi non riusciamo a dire una parola. Anzi , sono io che non riesco a dire niente.
Accennai un sorriso poi notai il taglio sul suo volto. Il mio sguardo cambiò di punto in bianco quando all’improvviso si avvicinò velocemente a me e mi prese il viso tra le mani.
“Sto bene .... sono contento che tu sia tornata .” disse sorridendomi.
Iniziò ad accarezzarmi il viso, ed il mio corpo si irriggidi con un suo semplice tocco. Desideravo Anthony Dinozzo da cosi tanto tempo,  che ormai non pensavo a nient’altro che averlo tutto per me.
“Cosa c’è? Hai perso la lingua?”
“No” dissi ridendo “E’ solo che…”
“Solo che?” chiese sperando che leggessi  i pensieri della sua mente.
Non risposi.
“Sai che ci vuole? Una birra. “
Accennai un sorriso poi si diresse in cucina come un fulmine. Prima che ritornasse, il telefono di casa sua squillò.
“Lascia che scatti la segreteria.” Mi disse dalla cucina.
Tony, sono io Ej.
A quelle parole il mio cuore ebbe un tonfo.
Senti mi dispiace per quello che è successo……
 
 
Ero in cucina quando mi accorsi della voce di Ej nella segreteria telefonica. Ritornai il salotto e trovai Ziva impegnata ad ascoltare la chiamata ormai persa ma registrata.
Non avrei dovuto baciarti in ascensore. So che stai passando un periodo complicato ma io non ti ho mai dimenticato. Mi sei mancato durante tutto questo tempo.
Ora come ora non me ne potrebbe fregar di meno se ti sono mancato Ej! Quella chiamata stava per distruggere una mia possibile relazione con la donna che amo!
 
 
Mi voltai verso Tony che era rimasto in piedi nel corridoio con due birre tra le mani. Ritornai a fissare il cordelss poi decisi di prendere il mio zaino e il cappotto per andarmene via.
"E' meglio che vada. Si è fatto tardi."
Tony posò velocemente le birre su un piano e mi bloccò l’accesso all’ingresso di casa.
“Non te ne andare. ..Posso spiegarti.”
“Non devi darmi spiegazioni, Tony. “
“Si che devo. Non è come credi.”
“Tony non sono affari miei.”
Lo superai velocemente. Tentai di aprire la porta , ma a causa della sua mano non ci riuscii.
“Ascoltami” disse a voce bassa mentre ero ancora voltata verso la porta.
“Non mi aspettavo di trovarti ancora single Tony! “
Per fortuna che non lo stavo guardando negli occhi altrimenti le lacrime avrebbero presto il sopravvento. La nuova Ziva era completamente diversa dal killer che il Mossad aveva creato. La vecchia Ziva sarebbe andata avanti, sarebbe andata a letto con tanti uomini per dimenticare l’uomo che amava e invece… dopo Tony non c’è stato piu nessuno.
“Ti conosco e tu non riesci a stare senza una donna per molto tempo. Quindi va bene,sono contenta che tu sia ritornato con Ej.”
Tentai di riaprire la porta ma lui me lo impedii di nuovo.
“L’ho respinta via.”
A quelle parole , mi voltai verso di lui e per la prima volta, dopo un anno, lo guardai negli occhi.
Iniziai ad accarezzargli il viso, passando per le tempie, alle labbra fino poi ad arrivare alla grossa cicatrice che aveva sulla guancia destra.
“Mi dispiace tanto” dissi dopo qualche minuto di silenzio.
“Per cosa?” chiese lui incredulo.
“Dovevo esserci. Dovevo proteggere la mia famiglia e invece ero lontana a fare un cammino spirituale.” Dissi alzando gli occhi al cielo.
Per la prima volta, in tutta la serata , Tony rise. Era la sua solita risata contaggiosa.
“Volevo esserci.” Dissi a voce bassa.
“Sei qui ora. Questo è piu importante di qualunque altra cosa .”
“Stavi venendo da me?” chiesi riferendomi al biglietto aereo.
Lui annuii.
“Vuoi raccontarmi cos’è successo?”
Nei suoi occhi lessi timore. La sua espressione cambiò all’improvviso infatti si allontanò di qualche passo da me.
“Hey no no no…” dissi bloccandolo per una mano e lo riattirai a me. “Non fa niente. Va tutto bene…”
Lui si avvicinò a me e mi prese di nuovo il viso tra le mani. Lentamente si avvicinò alle mie labbra ma non mi baciò. Rimanemmo cosi per qualche secondo quando poi capii........ Mi stava chiedendo il permesso.
Gli presi i capelli tra le mani e lo attirai a me affinche le nostre bocche si toccassero.  Come un anno prima, mi prese per i capelli e mi attirò a se , baciandomi con passione e voracità.
Le nostre lingue si assaporavano l’un l’altra e si muovevano esperte come se conoscessero a memoria il posto dove si trovavano.
Con le mani passò al collo, poi ai seni ed infine ai fianchi dove mi spinse ancora di piu contro il muro cosi da farmi sentire la sua erezione premere su di me .
 
 
Mi erano mancate quelle labbra. Mi era mancato quel corpo cosi perfetto. Ma c’era qualcosa che non andava. Improvvisamente , la mia mente mi riportò in Iraq. Le urla, il sangue, la polvere. Qualcosa di indescrivibile. Avevo vissuto la stessa scena quando Ej mi aveva baciato. Con la sola differenza che Ej non è Ziva
“Ziva , aspetta “ dissi allontanandomi da lei. Ma lei continuò a baciarmi e per un momento decisi di lasciar perdere i miei pensieri. Pensai solo alle sue labbra ed infatti la mia mente si liberò completamente. Ma dopo qualche minuto, quegli oscuri pensieri fecero di nuovo capolineo nella mia mente.
“Ziva” dissi allontanandola ancora da me. Questa volta lei si fermò.
“Cosa c’è?” mi chiese lei preoccupata.
 “Non vorrei farti del male.”
“Tony ma di cosa parli? Tu non potresti mai farmi del male.” Disse lei guardandomi fissa negli occhi.
“E invece si. Potrei eccome.”
Ritornai in salotto e mi sedetti sul divano.
 
 
Dopo qualche secondo lo raggiunsi. Lo trovai li, seduto sul divano nero con le mani impresse sugli occhi.
“Tony cosa c’è che non va?”
Lui non mi rispose.  Mi inginocchiai davanti a lui e gli presi le mani cosi da togliergliele dalla faccia.
L’unico modo che ho per comunicare con Tony è guardarlo negli occhi. Quando non riesce a parlare con me, l’unico modo per capire cosa gli passa per la testa è guardarlo nei suoi occhi blu oceano.
Nonostante non avesse le mani in faccia, continuò a tenere gli occhi chiusi. Quando li riaprii,  lentamente alzò lo sguardo verso di me.
“Non so cosa mi succeda…” disse amareggiato.
“Va tutto bene” dissi rassicurandolo…
“E’ cambiato tutto dopo l’Iraq. Non riesco piu a dormire, ne a mangiare. Sono stanchissimo ma tutte le volte che chiudo gli occhi rivedo quelle scene tremende davanti agli occhi.”
“Non devi avere paura. E’ tutto finito. Sei a casa…. Sei a casa con me.” Dissi accarezzandogli il viso,  ma lui  mi respinse subito. 
“N
on posso.”
“Hey, guardami!” dissi autoritaria. Lo constrinsi ad alzare lo sguardo verso di me cosicchè potesse guardarmi negli occhi.
“Tu non mi farai del male.”
“Come fai ad esserne sicura?”
“Vieni con me.” Dissi alzandomi e tirandolo per aiutarlo ad alzarsi.
“Vieni” dissi ancora per incoraggiarlo a seguirmi.
 
 
Ziva mi portò in camera da letto. Ho immaginato cosi tante volte questa scena che ho davvero creduto che fosse un sogno. Una volta arrivati al letto, però, mi tolse la giacca, la cravatta e la camicia. Cosi capii che non si trattava affatto della mia immaginazione. Rimasi a torso nudo, e notai dalla sua espressione che era davvero sconvolta. Nonostante fossero passate due settimane avevo ancora moltissime cicatrici. Ziva iniziò a toccarmele lentamente ma io le bloccai la mano e lei capii subito.
 
 
Era ancora ferito. Non voleva che lo toccassi e me l’ha fatto capire. Sono contenta che sia cosi, perché nonostante lo desiderassi con ogni cellula del mio corpo, volevo che lui stesse bene. Volevo che per lui fosse una cosa speciale.
Lo feci stendere nel letto, ed anch’io feci la stessa cosa solo mettendomi di lato cosi da guardarlo negli occhi. Chiuse gli occhi e cosi , sperando che si addormentasse , iniziai ad accarezzargli il viso.
Non l’avevo mai visto cosi. Non avevo mai pensato che un agente bravo come lui, potesse davvero  smettere di credere in sé stesso. Lui non poteva farsi questo. Non poteva davvero credere di potermi fare del male, visto che è stata l’unica persona al mondo ad aver creduto in me nei momenti piu assurdi. E’ stata l’unica persona che mi ha accettato dal primo momento e l’unica che non mi abbia mai fatto soffire. O forse semplicemente l’ha fatto, ma io ho sempre sorvolato visto che si trattava dell’uomo che amavo.





 

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Capitolo 3
*** E' stato un errore venire qui. ***


Non ho dormito per tutta la notte. Vederlo dormire era già di fatto,  un risposo per me. Poi alle 6, il mio telefono ha iniziato a vibrare e dal numero ho capito che , quella telefonata non avrebbe portato a niente di buono. Mi alzai lentamente dal letto e mi diressi in salotto cosi da parlare in tutta tranquillità. 
"E' bello risentirti." dissi non appena risposi al telefono.
"Dove sei?"
"Non torno a Tel Aviv , Orli."
"Ziva, dove sei ?"
"Lontano da Washington e ancora piu lontana da Israele." dissi attaccando cosi da impedire che rintracciasse la chiamata.


Mi svegliai di colpo, e quando mi voltai per vedere Ziva , lei non c'era. Aprii ancora di piu gli occhi e mi accorsi che il letto era vuoto e freddo.
Mi misi a sedere e mi guardai intorno, sperando che non fosse stato solo un sogno. Iniziai a ridere come uno stupido, quando mi accorsi che sul
mio comodino c'era il suo orologio. Lo presi e me lo portai al naso per ispirare l'odore di pelle del suo cinturino mischiato al suo profumo.
Solo dopo pochi minuti la sentii canticchiare dalla cucina  cosi presi una maglia , me la infilai ed aprii la porta per raggiungerla. Sentii un odore di bacon, omelette e pane tostato. Mi fermai di colpo quando mi resi conto che non sapevo affatto  cosa dirle. Insomma è passato un anno da quando ci siamo lasciati all'aereoporto, e ieri le cose non sono iniziate per il meglio. 


Tony si è svegliato ed è in corridoio. Pensa che non mi sia accorta della sua presenza ma so che lui è li. Cosi quando finii di versare  il caffè fumante in una tazza, la presi e gliela portai nel corridoio. Lo trovai li, appoggiato al muro che bisbigliava qualcosa di incomprensibile. Non appena mi vide, ritornò in sè e mi accennò un sorriso. Gli porsi il caffè e non appena lo prese , ritornai in cucina. 
Anche lui mi seguii e si sedette su uno degli sgabelli. 
"Dove sei stata?" chiese bevendo. 
"In giro." dissi io mettendogli davanti un piatto per la colazione.
"In giro dove ZIva?"
"Giappone, India, Messico, Colombia." 
Gli serviii del cibo nel piatto e gli porsi una forchetta. 
"Sei andata da Monique?" chiese lui . 
"Solo qualche giorno. Volevo assicurarmi che stesse bene."
"E come mai sei ritornata?"
Rimasi in silenzio qualche minuto,poi iniziai a dire cosa senza senso. Ero agitata. Troppo agitata.
Tony si alzò dallo sgabello e non appena fu dietro di me, mi mise le mani sulle spalle e mi fece voltare verso di lui.
"Ziva.."
"Non ne voglio parlare." dissi interrumpendolo.
"Ziva, perchè sei qui?"
"Lo sai perchè sono qui."
"No , non lo so. " disse lui quasi per provocarmi. 
Perchè non posso vivere senza di te, cretino! dissi tra me e me.
"Ero preoccupata."
"Per chi? Gibbs, Mcgee..."
"Anche." dissi sperando che mi leggesse nella mente.
"Mmm..... Questo è il motivo ufficiale?"
Sbuffai come una bambina di 7 anni, poi lo guardai negli occhi.
"Ne ho visti tanti di posti.. ma mai mi sono sentita a casa come quando sono con te." 
Inclinò la testa di lato e lentamente mi portò la mano sul viso. Iniziò ad accarezzarmi dolcemente quando gliela presi  e gliela strinsi piu forte. Ci sedemmo a fare colazione ed iniziai a mangiare quando mi resi conto che Tony non la smetteva di fissarmi. Mi voltai verso di lui e lo vidi sorridere.
"Cosa?"
"Sei diversa..... piu...."
"Piu?"
"Dolce, espansiva, romantica."
"Romantica?" chiesi ridendo.
"Si. " disse  avvicinandosi a me con lo sgabello. Diventai seria per un attimo e mi feci coraggio per affrontare quel discorso cosi serio. 
"Parliamone."
Una semplice parola  cambiò il suo stato d'animo. Il suo sorriso scomparve, si rimise a sedere e ricominciò a mangiare.
"Senti lo so.." dissi iniziando ma fui interrotta da una sua scenata.
"Sai cosa, Ziva?" chiese lui arrabbiato. " Sai come mi sono sentito? Sai cos'è successo quella notte? NO. Non lo sai perchè tu non eri li. Te ne  sei andata via per un' anno in cerca del tuo IO e ora pensi che stare qui,  da soli 2 giorni ti dia la possibilità di capire o di recuperare il tempo perso?"
"Scusami tanto se volevo proteggervi. So perfettamente che tutto sarebbe stato diverso ma io sono qui per aiutarti. Non sono una minaccia."
"Ah non sei una minaccia? Sai come ci siamo sentiti durante questi mesi senza di te? Abby ha indossato per mesi la sciarpa viola che indossavi la prima volta che sei venuta all'Ncis. Mcgee , faceva finta di non soffrire ma si vedeva benissimo che stava soffrendo come un cane, mentre Gibbs... Beh lo conosci! In un anno avrà finito circa 4 barche ".
Rimasi in silenzio sperando che terminasse quel discorso cosi straziante.
"Puoi minimamente immaginare come mi sono sentito? Conoscendomi saprai la faccia che avevo , ogni volta che aprivo il mio casetto e avevo sotto gli occhi la tua collanina di David. Ho sempre immaginato di tornare a  casa una sera e trovarti  in cucina a cucinare per me. Ho immaginato che mi abbracciavi e ci baciavamo proprio come avevamo fatto all'aereoporto. Ma notizia del giorno, Ziva , tu non sei mai tornata. E' passato un anno, ed io come un cretino ti ho aspettato."
"Non ti ho chiesto io ti farlo."
"Non avevo altra scelta." 
"Si invece. L'hai sempre avuta. E' stata una tua scelta venire a Tel Aviv, è stata una tua scelta baciarmi all'aereoporto, è stata una tua scelta aspettarmi. Gia mi sento abbastanza in colpa... non mi farai sentire una merda solo perchè non sei andato avanti con la tua vita." dissi alzandomi dallo sgabello  per andare in salotto a prendere la mia roba.
"Come avrei potuto ZIva? Hai detto di amarmi! Non avrei mai immaginato di ascoltare quelle parole da te e secondo te avrei potuto davvero dimenticarle da un giorno all'altro?"
Rimasi in silenzio, mentre mi misi il giubbotto per uscire e andare via da quella maledettissima casa.
Maledetta me che avevo deciso di non partire, maledetto quel bacio che ci siamo dati ma, soprattutto,  maledetto il giorno nel quale mi sono innamorata di Tony!
"Anzi, ora ho capito." aggiunse lui. " Tutta questa ricerca dell' IO era solo una bugia, una farsa."
"Ma di cosa parli?" chiesi arrabbiata.
"Tu hai paura di essere felice. .... quando ti ho detto di ritornare a Washington con me sapevi che ti stavo offrendo qualcosa di nuovo. Hai capito qual'erano le mie intenzioni e nonostante sapessi che io avrei potuto proteggerti , te ne sei strafregata."
A quelle parole, la mia dea interiore si scaraventò giu da un precipizio.
"Sai cosa ti dico io, invece? E' stato un errore venire qui."
Aprii la porta e me ne uscii. 

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Capitolo 4
*** Tornare da te. ***


Se n'è andata. Di nuovo.
Ha preso la sua roba ed è uscita da casa mia come se niente fosse. Mi ha voltato di nuovo le spalle ed io come un stupido, invece di andare avanti, 
penso solo che sia il caso raggiungerla dovunque lei sia. Le risulta cosi semplice andarsene dopo avermi detto di amarmi?
Forse non è amore. Forse lei confonde l'amore con qualcosa di simile, perchè io che sono sicuro di amarla piu della mia stessa vita, non riuscirei
a dirle addio di nuovo. 
Mi sedetti sul divano e imprecai contro me stesso.
Dannazione Tony. Sei proprio un cretino.
Mi alzai come un pazzo,presi il giubbotto dall'attaccapanni e mi diressi verso la porta. Quando la aprii, mi venne quasi un infarto.
Mi ritrovai faccia a faccia con Tim, che era in procinto di bussare alla porta. 
"Pivello... cosa ci fai tu qui?"
"Ho pensato che non volessi rimanere solo di sabato sera.Ho  portato da bere ." disse alzando il cartone delle birre. "Posso?" 
Gli feci cenno di entrare, ed si accomodò in casa.
"Stavi per uscire?" chiese.
"Stavo solo.... si. Cioè no. ...."
"Tony sicuro di stare bene?" chiese Tim preoccupato.
"Mai stato meglio. " dissi accennando un sorriso.



Sono proprio una stupida.
E' gia stato difficile lasciarlo andare una volta... ma anche una seconda no!
Mi fermai di colpo in mezzo alla strada e decisi di tornare indietro. Io volevo solo aiutarlo, impedire che si chiudesse in se stesso e invece ho avuto 
proprio l'effetto contrario.
Non appena fui sotto casa di Tony, mi accorsi della macchina di Mcgee. Non avevo intenzione di farmi vedere, ma fuori si congelava cosi decisi almeno
di  entrare nel landrone.
Salii le scale al piano di Tony e mi nascosii in un angolo quando sentii la sua voce e quella di Mcgee.


"Cosa farai ora?" mi chiedeva Mcgee.
"Un viaggio." risposi calmo. 
"Vai da lei?" continuò . "Vai da Ziva?"
Non risposi. 
"Sai dov'è?" mi chiese.
"No. " dissi io mentendo.
"Come diavolo ci riesci? Come..."
"Di cosa parli Tim?" 
"Tu e lei... tu e Ziva. Sapete se siete in pericolo, vi proteggete a vicenda... per lei hai mentito anche a Gibbs."
Iniziai a ridere come un cretino. Quella era la mia risata nervosa quando cercavo di prendere tempo e riflettere bene su cosa rispondere.
"Io non ho mentit...."
"Tu l'hai trovata li in Israele. Eravate insieme quando abbiamo parlato tramite webcam. Gibbs l'ha capito.. e con Gibbs anch'io."
"Mi aveva chiesto di non dirvi niente."
"Lei non voleva essere trovata, Tony."
"Non riuscivo ad immaginarla in pericolo, Tim. Sono stato li 5 mesi, ed ero felice. Nonostante vivessimo in una casa sperduta, lei era con me e questo
mi bastava. Saperla al sicuro, e sapere che quella sicurezza era data dalla mia presenza li, mi ha fatto credere che lei provasse qualcos'altro che una 
semplice amicizia. Io...... la amo. " dissi alzando le spalle in segno di resa. 
A quelle parole sganò gli occhi.
"E' cosi seria la cosa?"
"Ah... non chiederlo neanche. Sono anni ormai che mi chiedo come diavolo ho fatto ad innamorarmi di una donna cosi. " mi alzai dal divano e cominciai
a camminare per il salotto.
"Cocciuta, spericolata... bellissima,intelligente..." mi avvicinai alla libreria e presi la piu bella foto scattata a Parigi. Mi voltai verso Mcgee e lo trovai
li che ascoltava compiaciuto la mia confessione.
"L'ho negato cosi tanto tempo a me stesso.... perciò devo andare da lei, capisci? Devo dirle quello che provo, perchè so che se non lo faccio ora, potrei pentirmene per tutta la vita." 
Non appena terminai la frase, qualcuno bussò alla porta. Rimasi qualche secondo fermo, poi pensando che fosse lei, corsi come un pazzo ed andai
ad aprire. 


Lei è qui. Dannazione!


La donna che mi trovai davanti non assomigliava neanche un pò a Ziva. Alta, bionda, bel fisico..
"Ej... cosa ci fai qui?"
Entrò come un fulmine in casa dirigendosi in salotto.
"Non hai risposto alla mia chiamata, pensavo che foss...."
Chiusi la porta e la raggiunsi. Notai che si era zittita a causa della presenza di Mcgee.
"Agente Barrett."  disse Tim.
"Agente Mcgee. Cosa ci fai tu qui?"
"Una birra tra colleghi. Forse però sarà meglio che vada."
Rivolsi a Tim uno sguardo complice. Non volevo che se ne andasse. Non poteto rimanere solo con Ej. Anzi non volevo.
Ej sperava di rimanere sola con me , infatti non dissuase Tim dall'idea di andarsene .
Da buon padrone di casa, le offrii una birra e si accomodò sul divano.
"Come hai fatto a trovarmi?" chiesi curioso.
"So dove abiti, Tony. Dimentichi?" chiese indicando con la testa la camera da letto.
"Giusto." dissi sorridendo. "Non voglio essere scortese, ma io sarei un pò stanco e vorrei andare a letto."
"Oh ma certo.." disse Tim alzandosi dal divano per rimettersi il cappotto.
Ej bevve un ultimo sorso di birra, poi con Mcgee si diresse all'ingresso.
"Sicuro che non vuoi che resti?" chiese una volta uscita dalla porta.
"Si, sicuro." dissi serio. Ej non fu felice della mia risposta,lo capii dalla sua espressione delusa. 
"Ci vediamo, Tony . Ah e se hai bisogno di qualunque cosa..."
"Lo so Tim." dissi interrumpendolo. "Grazie di tutto. " 
Entrambi si allontanarono e scesero le scale dell'edificio.
Chiusi la porta e guardai l'orologio. 
Sono solo le 11 p.m, pensai tra me e me.
Decisi di uscire comunque per cercare ZIva. Ritornai in salotto , presi il cellulare ed il cappotto quando qualcuno bussò alla porta.
"Cosa hai dimenticato, Pivell....?"
Aprii la porta e me la ritrovai davanti.
Ziva era li, proprio davanti a me.



Al diavolo il mio orgoglio! Ero ritornata da lui. 
Tony si avvicinò di qualche passo e mi accarezzò piano il viso. Al solo contatto con la mia pelle, sobbalzò.
"Ma sei gelata! Vieni entra che accendiamo in caminetto."
Si prese la mia borsa, la gettò per terra e mi portò in salotto dove mi diede una coperta per farmi riscaldare.
Mi misi seduta con le gambe al petto su una parte del divano, aspettando che ritornasse dalla cucina. Quella era la stessa posizione che avevo assunto mentre ero sul divano di casa mia a Tel Aviv. Mi trinsi ancora di piu nella coperta, quando Tony ritornò con un tazza di thè fumante tra le mani e un telecomando per accendere la stufa sistemata nel caminetto.
"Va meglio?" chiese non appena bevetti un sorso di thè. "Dove diavolo sei stata? Pensavo che te ne..."
"Fossi andata? "
Lui annuii.
"Non l'avrei mai fatto. Non di nuovo."
"Vieni qui." disse aprendomi le sue braccia affinche potessi rannicchiarmi su di lui.
Posai il thè sul tavolino di fronte a me e mi accucciai sul suo petto. Rimanemmo cosi per qualche minuto, poi gli chiesi scusa.
"Non avrei dovuto dirti quelle cose. Te ne sei andata e ho rispettato la tua scelta, altrimenti.."
"Saresti venuto a cercarmi e mi avresti trovato comunque." dissi interrompendolo.
"Non sono ancora pronto a parlarne."
"Va bene." dissi alzandomi cosi da guardarlo negli occhi. "Non avrei dovuto farti tutte quelle domande."
"Ti senti meglio?"
"Sto morendo di fame, ma in complesso si! Sto alla grande."
"Sai cosa ti dico? Scegli un film, che nel frattempo io preparo da mangiare."
"Tu? Prepari da mangiare?" chiesi non appena si alzò dal divano.
"Non ti prometto niente. Ma posso assicurarti che una buona pasta alla matriciana la so fare eccome!"
Iniziai a ridere, poi ripensai alle parole che aveva detto a Mcgee.
"Cocciuta, spericolata.. bellissima, intelligente."
Aveva anche dato un palo alla bellissima, intelligente e seducente Ej Barrett.
"Cosa ne pensi di Armaggeddon?" chiesi iniziando a guardare le locandine dei film.
"Gran film. Ben Affleck e Bruce Willis diretto da Michael Bay nel....."
Ricominciai  a ridere cosi da attirare la sua attenzione. Si sporse dalla cucina e iniziò a sorridere.
"Vuoi una mano?"
"Grazie, agente David ma posso cavarmela da sola."
A quelle parole, ripensai che nessuno mi chiamava cosi da circa un anno. 
"Agente David.." dissi sottovoce.
"Ti manca?"
"L'Ncis? Non tanto. Ne ho fatte di cose nel corso di un anno... essere un semplice cittadino non è poi cosi male. "
Tony ricominciò a cucinare quando esclamai:
"Anzi si! C'è una cosa che mi manca."
"Cosa?"
"Non fare la fila e non pagare le multe." dissi ironica.
"Oh andiamo è successo solo poche volte..."
"Giusto una trentina." conclusi.
"Mi stai provocando?"
"Ci sto riuscendo?" 
"Fammi cucinare , va! Non vorrei essere la causa della tua intossicazione alimentare."
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro.
"Speravo che lo facessi." dissi lui voltandosi verso di me.
Mi mise le braccia intorno alla schiena e mi strinse a se.
"Ho aspettato 8 anni per averti.. e invece guardaci ora! Non posso neanche toccarti che la mia mente mi riporta in Iraq.."
"Io posso aspettare." dissi seria.
"Davvero?" 
"Ho aspettato a Tel Aviv, posso aspettare anche ora."
"Perchè tu volevi?"
"Mmm..." dissi facendo  si con la testa.
"Perchè non lo hai fatto?"
"Sai certe cose si fanno in due..." 
"Lo sai cosa intendo! Anch'io volevo ma pensavo che mi avresti respinto.."
"Sarebbe stato troppo difficile per me.... E avevi ragione."
"Riguardo?"
"Riguardo la paura di soffrire.."
"Ziva, l'ho detto solo perchè ero arrabbiato.."
"No ascoltami." dissi prendendogli il viso tra le mani. " Avevi ragione. Non avevo paura di te. Non avevo paura che mi potessi lasciare perchè sapevo che non lo avresti fatto, anche se tra di noi non ci fosse stato  nessun legame. Avevo paura perchè sapevo che un giorno, pur di salvare uno dei due, avrei dovuto allontanarmi da te per proteggerti. Ho preferito farlo prima che entrambi soffrissimo,non considerando il fatto che stavamo gia soffrendo. "
Tony avvicinò il suo viso al mio , cosicchè le nostre fronti si toccassero.
"Ho realizzato un altro punto della mia lista." dissi fiera di me. 
"Quale sarebbe ?" chiese con gli occhi chiusi.
"Tornare da te." dissi pochi secondi prima che le sue labbra toccassero le mie. 



Nuovo Capitoloooo :D Cosa ve ne pare? Spero che vi sia piaciuto. Non vorrei essere troppo romantica ma con questi due è impossibile! SOno troppo belli insieme. 
A presto e grazie per aver letto <3
Ps: Vorrei che Cote tornasse ;( 

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Capitolo 5
*** Non tentarmi, Dinozzo. ***


E' passata una settimana. Una settimana e Tony non mi ha ancora detto niente.
Sono la prima ad ammettere che questo silenzio e questa "distanza" tra di noi è straziante ma è una sua volontà. Volergli bene significa anche accettare le sue decisioni, giuste o sbagliate non importa.
Dopo aver lavato i piatti, lo raggiunsi in camera da letto. Domani sarebbe ritornato a lavoro, visto che le sue ferie erano finite.
Forse avrebbe voluto fare qualcosa di piu eccitante che rimanere a casa, ma non potendo uscire si era accontentato. 
"Si Direttore, ho bisogno di piu tempo. No sto bene... . Grazie mille ."
Tony attaccò e si voltò verso di me.
"Cosa succede?"
"Le mie ferie sono prolungate." disse dandomi un bacio veloce sulle labbra per poi mettersi sul letto.
"Hai chiamato il direttore?"
Lui annuii. 
"Beh meglio cosi. " dissi stendendomi vicino a lui.
"Contenta che rimanga a casa piu tempo, occhioni belli?"
"Stavo pensando che invece di stare a casa, potremmo organizzare qualcosa."
"Dove vorresti andare?"
"Ho saputo che al museo del cinema hanno aperto una nuova sezione, dedicata al cinema femminile. Ci andiamo?"
"So cosa stai facendo Zee. Io sto bene. "
"Lo so, che stai bene. Ma non è giusto che a causa mia, tu sia chiuso qui dentro."
"Io sto benissimo. Non potrei stare meglio. Sai da quanto aspettavo di passare del tempo con te?"
"Dai ti prego andiamoci! Voglio vederlo." 
"Ti credo poco.. ma va bene! Domani andremo al museo del cinema."
"Grazie, grazie, grazie!" dissi voltandomi verso di lui e baciandolo. 
"Mi sembri una bambina." disse lui serio mentre lo baciavo.
"Beh non sarebbe cosi sbagliato far pratica.  "
Mi resi subito conto dell'errore commesso e infatti smisi di baciarlo.  
"Cos'hai detto?"
"Niente." dissi scendendo dal letto per andare a bere un bicchier d'acqua.
"Nonono, vieni qui. " si alzò e mi seguii in cucina. "Parliamone."
"Parlare di cosa? Era solo una battuta."
"Dopo aver letto la tua lista dei desideri, posso capire se ci stai facendo un pensierino."
"Ad avere un figlio?" chiesi incredula mentre prendevo un bicchiere dalla credenza. 
"Cosa ci sarebbe di cosi sbagliato?"
"Non ci sarebbe niente di sbagliato, e solo che..." 
"Solo che?"
"Era solo una battuta, Tony. "
"Deve per forza essere solo una battuta?  "
"Forse sei tu che ci stai facendo un pensierino..."
"Da cosa lo deduci?"
"Dal fatto che tu voglia approfondire il discorso. " Mi rimpii il bicchiere ed iniziai a bere dell'acqua. 
"Voglio approfondirlo, perchè quando a Tel Aviv ho letto quella lista, speravo che potessi essere io ad aiutarti a realizzare il tuo ultimo punto."
"Mi stai dicendo che vuoi un figlio da me?"
"Ti sto dicendo di pensarci. A me piacerebbe essere padre. Vorrei tanto avere un maschietto e una femminuccia." disse guardandomi con un sorrisetto malizioso.
Capii al volo a cosa alludeva.
I'll have a girl and a boy.


Ne avevamo parlato. Cosa alquanto difficile da credere, visto che non avrei mai pensato di parlare di gravidanze, bambini, pannolini e pappine con Tony.
Tony vorrebbe diventare padre. Credo che lui sarebbe un ottimo padre, mentre io... beh io con il tempo imparerei. 
Come siamo arrivati a parlare di questo? Considerando il fatto che Tony ed io non abbiamo neanche fatto l'amore? Bella domanda.
Tony come  promesso, mi ha portato al museo del cinema. La nuova sezione era molto interessante , visto che con me avevo il miglior critico
di cinema di tutti i tempi. 
"Sto morendo di fame. " dissi non appena usciti dal museo. 
"Sicura di non essere incinta?" 
"Vuoi finirla?" 
"Tanto prima o poi lo finiremo quel discorsetto."
"Tu saresti davvero pronto ad essere padre?" 
Non mi rispose subito. Capii che stava pensando al suo rapporto con Senior.
"Saprei cosa non fare. Saprei come comportarmi e saprei di doverci essere per lui... o per lei  in qualunque momento."
"Beh su questo siamo avvantaggiati. " conclusi io ripensando al rapporto con MIO padre.
"Scusami non volevo."
"Non devi. Non è colpa tua. E comunque io sto bene. "
"Sempre affamata, giusto?"
Annuii, poi mi mise un braccio sulle spalle e ci diriggemmo verso la macchina.



"Devo andare un secondo in bagno." dissi alzandomi dal divanetto del ristornate cinese.
"Vedi ? Questo è un altro segno."
"Tony non sono incinta. Vuoi piantarla? Come avrei fatto , sentiamo! "
"Potresti avermi sedotto durante la notte..." disse lui facendo finta di leggere il menù.

"Non tentarmi Dinozzo." dissi sorridendogli maliziosamente.
Dopo circa 5 minuti uscii dal bagno e mi diressi al nostro tavolo. Superai la zona cucina, e non appena arrivai nella sala mi resi conto che Tony
era in dolce compagnia. 
Alta, capelli neri, tacchi vertiginosi... Abby!!!
Beh per fortuna non è Ej, pensai tra me e me.


Tra tutti i ristoranti cinesi della zona proprio questo doveva scegliere Abby?
Ci siamo incontrati per caso, anche perchè la pausa pranzo dura circa mezz'ora all'Ncis. Vista la distanza tra il ristorante e la base non avrei mai creduto che potesse venire a pranzare qui.
"Hey Abbs, cosa ci fai qui?"
"Oh sai volevo cambiare! Il ristorante vicino all'ufficio era strapieno. Posso sedermi? Sei in compagnia di qualcuna? " chiese euforica.
"Veramente io... " guardai Ziva che era uscita dal bagno e mi guardava sconvolta. Iniziò a fare si e no con la testa, poi si nascose dietro un muro.
"Sono solo, vieni siediti pure." aggiunsi.
"Grazie, Tony. Non posso rimanere tanto, sai il lavoro."
Capii subito a cosa alludeva.
"Dai chiedimelo, Abbs! Altrimenti ti verrà un' ulcera."
"Quando torni a lavoro? Perchè te ne sei andato?  E cos'è questa storia che vuoi fare un viaggio?"
"Non so quando torn.....Aspetta! Cosa ne sai tu del viaggio?"
"Ho sentito Mcgee mentre ne parlava con Delilah." 
La guardai come per dire: Ascolti le conversazioni di McPivello?
"Non guardarmi cosi! E poi stavamo parlando di te , non cambiare discorso! "
Rimasi in silenzio.
"Vuoi andare da lei, vero? " 
"Ecco qui le vostre ordina...."
La cameriera mi salvò , proprio come una campanella prima dell'interrogazione.
"Forse ho sbagliato tavolo?" chiese quasi preoccupata.
"No,  credo che non ci sia nessun errore." dissi io.
"Ma lei non era in compagnia di questa ragazza ...?"
A quelle parole, sgranai gli occhi e guardai Abby.
"Eri qui con qualcuna?" chiese Abby curiosa. 
"Forse mi sarò sbagliata... il suo fidanzato non mi sembra proprio il tipo.." disse la cameriera per giustificarsi.
"NoNoNo... noi.." iniziai io.
"Noi non siamo fidanzati." concluse Abby.  
"Faccia una cosa, mi dia tutto quello che ha portato. Potrebbe portarmi del gelato fritto in piu?"
"Certamente. " disse la ragazza mettendo le ordinazioni sul tavolo.
Abby nel frattempo si fece incartare il suo riso con pollo alle mandorle cosi da ritornare alla base.
"Tu non me la racconti giusta. " disse alzandosi. " Mi raccomando riguardati."
"Tranquilla Abbs, lo farò."


Uscii da dietro il muro, non appena Abby salii nella sua macchina nero corvino.
"L'hai combinata grossa, Dinozzo." dissi raggiungendolo al tavolo.
Inizio a ridere, quando mi fece cenno di sedermi.
"Cosa vi siete detti?" chiesi curiosa mentre assaporavo il mio buonissimo pollo alle mandorle.
"Solite cose... voleva sapere quando sarei tornato."
"E tu cosa le hai detto?"
"Che non lo sapevo."
"E per quanto riguarda il viaggio?"
"Allora hai sentito qualcosa..." disse lui guardandomi con tono di rimprovero.
"Ero dietro quel muro, non al polo Sud."
"Ecco qui il suo gel...." La cameriera arrivò con un'altra porzione di gelato fritto.
Si guardò intorno un paio di volte, poi ritornò a fissarci.
"Stia tranquilla, è tutto apposto." disse Tony prendendosi il recipiente con il gelato.
"Mi scusi la domanda, le potrò sembrare inappropriata..." iniziò la cameriera.
"Mi dica." disse Tony sorridendole. Conoscevo quel sorriso. Era il sorriso da latinlover. 
"Lei è la sua ragazza?" chiese rivolta verso di me.
Smisi di mangiare e la guardai perplessa.
"Se vuole chiedergli un appuntamento, le dico che è divorziato e ha 3 figli.. Non so se le conviene molto.." dissi scherzando.
"Sta scherzando" disse ridendo.. "... sta scherzandoo." ripettete Tony serio  quando vide la cameriera allontanarsi sconvolta.
Ripresi a mangiare, passando questa volta al gelato.
"Perchè l'hai fatto?" 
"Perchè mi hai fatto aspettare 10 minuti all' inpiedi e stavo morendo di fame, culetto peloso."



Angolo autrice: Nuovo capitolo... :DD !!!
Stamattina stavo leggendo degli spoiler e ho letto qualcosa riguardo il ritorno di Senior! Una volta che Senior arriverà all 'Ncis e si accorgerà dell'assenza di Ziva , secondo voi ne parlerà con Tony? Tipo mi immagino una conversazione padre e figlio , dove Senior cercherà di ragionare con Tony sui suoi sentimenti..... (STO DELIRANDO) cosa ne pensate?

Spero che vi sia piaciuta. Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 6
*** Inevitabile ***


(Flashback)
"Quando pensi che finirà questa storia? Voglio ritornare a casa!" dissi a Tim, dopo aver  controllato anche l'ultimo edificio da sgomberare.
"Non dirlo a me. Mi manca tutto! Sopratutto l'acqua corrente."
Uscimmo dall'edificio, quando ci accorgemmo della presenza di alcuni bambini che giocavano a pallone.
"Hey! " urlò Tim. "Non potete stare qui. Andate via"
I bambini spaventati scapparono via. Ci stavamo avviando verso la camionetta dell'esercito quando all'improvviso sentii la voce di due donne.
Pronunciavano parole incomprensibili ma capimmo subito che erano parole d'aiuto.
Dopo aver preso i fucili, le raggiungemmo notando che erano ferme immobili su una piccola piattaforma metallica.
"Una mina." dissi a voce bassa.
Mcgee mi capii al volo. Quando però feci qualche passo verso di loro, mi bloccò con un braccio facendomi capire che non sarebbe stato prudente.  Nè per loro, nè per noi stessi.
"Cosa facciamo allora? Non possiamo lasciarle li!"
"Chiamo il capo ed una squadra di arteficeri." 
Non diedi importanza alle sue parole. Gibbs era distante da noi, e da buon agente sapevo che non avevamo molto tempo a nostra disposizione.
Guardai Tim, che richiuse la telefonata prima che Gibbs potesse rispondere. Entrambi facemmo cenno alle due donne di raggiungerci semplicemente allungando le nostre braccia.
Lentamente iniziarono a fare piccoli passetti , tenendosi mano nella mano, forse per reggersi o forse per paura. Quando furono abbastanza vicine,una delle due , mi tese la sua mano e non appena ci toccammo sentii un boato pazzesco.
(Fine Flashback)



Stavo dormendo davvero bene. Ero rannicchiata su un lato e Tony mi stringeva a sè da dietro. Le nostre mani erano intrecciate e appoggiate sul mio grembo.  All'improvviso però lo sentii agitarsi.
Parlava nel sonno e pronunciava parole senza senso. Pensando che fosse un incubo, mi voltai verso di lui ed iniziai ad accarezzargli il viso, cosi da farlo calmare. Ma dopo qualche secondo, si alzò di scatto ed iniziò ad urlare:
"NO NO NO!"
"Tony..." dissi alzandomi con lui. "Hey va tutto bene. "
Si copri gli occhi con le mani, probabilmente sperando di cacciar via i brutti pensieri ma dalla sua espressione capii che non ci stava riuscendo.
"Tony guardami...." dissi girandogli il viso verso di me. "Cos'è successo?"
"L'ho sognato di nuovo. " disse abbracciandomi. "Ho sognato di nuovo quel giorno, Zee."
"Cos'hai sognato?"
Lui rimase in silenzio. Mi sciolse dall'abbraccio e si rimise  a letto, questa volta però seduto.
"Eravamo in Iraq per una segnalazione....... Siamo stati li per 1 mese... Mcgee , Gibbs ed io....."
Iniziò a raccontarmi quello che era successo. Lo ascoltai silenziosa immaginando quello che aveva potuto passare. Sapevo che Tony non era forte. L'avevo capito quando, dopo 15 anni, si sentiva ancora in colpa per la morte della sorellina del pompiere che aveva salvato durante l'incendio in quella casa.
"Avevamo appena finito di controllare un edificio abbandonato. Stavamo per risalire sulla camionetta, quando abbiamo sentito delle urla. Quando siamo andati a controllare, abbiamo visto queste 2 donne ...."
"Erano su una mina?" chiesi già conoscendo la risposta.
Lui annuii. "Erano spaventate. Si tenevano per mano, sperando che quell'inferno finisse presto. "
Vedendo che non continuava gli chiesi cosa fosse successo dopo. Lui mi disse che non ne voleva parlare.
Cosa potevo fare?
Mi scoprii velocemente con la coperta e mi misi a cavalcioni su di Tony.
"Ziva cos...."
Lo zitti con un bacio. Quello non era un semplice bacio ; infatti Tony capii subito a cosa volevo andare ad apparare.
"Ziva, non posso." disse tra un bacio e l'altro.
"Si che puoi."
"Non voglio ferirti."
"Mi ferisci se non lo fai." 
Quelle parole mi uscirono dalla bocca senza pensarci. Ma furono grazie a quelle  che negli occhi di Tony lessi di nuovo desiderio e voracità.
Quel desiderio che aveva sempre avuto del mio corpo, e quella voracità che avevo letto nei suoi occhi quando eravamo all'aereoporto di Tel Aviv.
Si avvicinò lentamente a me e riprese a baciarmi . Volevo che guidasse lui i giochi, poi in futuro avrei comandato io.
Gli tolsi la maglietta mentre le sue mani, mi slacciavano il reggiseno di pizzo. Poi passò  ai pantaloni. 
Con una semplice mossa, mi ritrovai sotto di lui sentendo la sua erezione premere su di me.
"Vedo che ti ci voleva solo un piccolo incoraggiamento." dissi mordendogli il lobo dell'orecchio.
Tony velocemente mi sfilò le mutandine, poi si tolse il pantalone della tuta.
Fu tutto una questione di secondi. Spinte, gemiti, baci e mani dappertutto.
Tony conosceva il mio corpo per una semplice questione di desiderio. Io invece, conoscevo il suo, per pura immaginazione.
Un immaginazione erotica , durata 8 lunghi anni. Sentivo Tony ansimare all'attaccatura del mio collo, ed i suoi gemiti mi portarono all'orgasmo. Lui,  al contrario non ne aveva ancora abbastanza di me. Non che questo mi dispiacesse, anzi, ma volevo condurre io i giochi.
Infatti, gli diedi una spinta e mi ritrovai a cavalcioni di nuovo su di lui.
"Questo mi ricorda qualcosa." disse quasi con l'affanno.
"Peccato che fosse solo finzione." dissi baciandolo dappertutto. Si lasciò andare e dopo un pò arrivò al culmine.
........Perchè ci abbiamo messo cosi tanto?


Mi risvegliai dopo un' ora. Ero cosi stanca, che non avevo sentito neanche Tony alzarsi per andare in cucina.
DOpo essermi messa una maglietta e un paio di slip, lo raggiunsi cosi da vedere cosa stesse facendo.
Lo trovai ai fornelli, mentre preparava frittelle con sciroppo d'acero. Rimasi sulla soglia, giusto il tempo di osservarlo nella sua completa perfezione. Spalle larghe, braccia grosse. Quanto mi piace stare tra le sue braccia. E' una sensazione indescrivibile.
Quelle gambe poi! Per non parlare del suo culetto peloso.
Si voltò verso la soglia, notando la mia presenza. Mi sorrise per la prima volta dopo 2 settimane. Quel sorriso alla Anthony Dinozzo. Un sorriso
contagioso ma allo stesso tempo provocatorio.
"Cosa fai? Sogni ad occhi aperti?"
"Qualcosa che è gia mio? " chiesi zittendolo vista la risposta alquanto romantica.
"Touchè Miss David."
Mi mise delle frittelle nel piatto, poi mi versò un bicchere di spremuta.
"Stanotte è stato..."
"Fantastico, divertente... cosa?" chiesi alludendo alle sue parole di un anno prima.
"Inevitabile."
"Percepisco un tono di romanticismo nelle tue parole o sbaglio?"
Si sedette sullo sgabello accanto a me , pensando alle parole giuste da utilizzare.
"Quindi è questo che mi sono perso?"
Aveva deciso di cambiare discorso. Perfetto! Giochiamo al tuo gioco, Tony.
"A cosa ti riferisci?"
"Al sesso. E' stato....  soddisfacente. Ma si può fare di meglio. "
"Tu credi?" chiesi ridendo. Capii che non ne aveva ancora abbastanza. 
"Si... " 
"Beh in tal caso..." mi alzai e gli buttai le braccia al collo. Sapendo che era appoggiato con la schiena all'isoletta della cucina, gli strinsi le gambe intorno  alla vita, gli portai le mani sotto le mie natiche cosi da sorreggermi e mi misi proprio sopra il suo membro.
"Cosa stai facendo?" chiese lui godendosi lo spettacolo.
"Stanotte , ti ho lasciato condurre i giochi. Non sarà sempre cosi...."
"Che intenzioni hai?"
" Pagina 57... Te la ricordi , vero?"
" E' stata la mia prima fantasia erotica con te."
"Era solo una fantasia. Dobbiamo rimediare."



Angolo autrice:  Nuovo capitolo!!! Scene Hot.... ma sopratutto abbiamo finalmente capito perchè Tony si sente cosi in colpa..  
Rimane ancora sconociuto il motivo della missione in Iraq. Vi avverto che nel prossimo capitolo, Ziva volterà le spalle a qualcuno di importante ma sopratutto a se stessa per proteggere Tony. Tony d'altro canto, per proteggerla la porterà via in un posto davvero speciale! 
Cosa ve ne pare? 
Spero di aggiornare presto... grazie per aver letto e anche per una probabile ( spero) recensione!
A presto :)) 






 

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Capitolo 7
*** Talk to me. ***


Ziva non è qui accanto a me. 
Fu l'unica cosa che riuscii a pensare dopo averla cercata nel letto e non averla trovata. Accesi la luce sul comodino e ne ebbi la conferma.
"Ziva?!" la chiamai sperando che mi rispondesse. 
Mi alzai dal letto , mi infilaii un paio di pantaloni ed aprii la porta della camera da letto ascoltando una voce femminile provenire dal salotto. Piu precisamente dal mio computer.
"Ziva, rispondimi. Sei stata da lui?"
Lei non rispose.
"Ziva per l'amor del cielo.. dimmi dove sei!" 
Riconoscerei quella voce tra mille. E' una voce che mi ricorda che ci sono guai in giro.



"Sono in un posto sicuro."
"Cosa diavolo ti ha fatto quell'uomo ? "
"Qui non si parla di lui." risposi dopo un pò.
"Oh si invece! Manderesti al diavolo  un anno di protezione, case sicure  e false identità per lui?" 
"Sai perfettamente che lo farei, Orli!"
"Ziva io voglio solo proteggerti!"
"Lui può proteggermi! L'ha sempre fatto e tu lo sai!  Non riesco a capire quale sia il problema visto che non sono affari tuoi. "
"Tony è un agente federale... il suo è un lavoro complicato.. soprattutto dopo quello che è successo in Iraq."
"Come fai a saperlo?"
"Ti ricordo che qui esiste la televisione." disse lei seria.
"Torna a casa" aggiunse dopo qualche secondo in silenzio.
"Non ho intenzione di lasciarlo. Non di nuovo."
"Venite entrambi qui, allora. Se lui è con te, sarei molto piu tranquilla."
"Credi che lo riporterei li giù, solo per un tuo capriccio? Allora non mi conosci. Non gli farei mai una cosa del genere. "
"Se ti ama sul serio e non vuole perderti , lo farà."
A quelle parole mi ammutolii e capii che Orli non ne aveva capito niente dell'amore.
"Non mi aspetto che tu capisca."
"Ziva, ti pre...."
"Ci vediamo Orli." dissi chiudendo la conversazione.
Appoggiai la schiena al divano e tirai un sospiro di sollievo. Sentii un rumore provenire dal corridoio e quando mi accorsi che Tony era li, mi
vergognai profondamente di tutto quello che avevo detto.
"Da quanto tempo sei li?" chiesi con tono arrabbiato ,ritornando per un secondo,  la Ziva di una volta.
"Abbastanza tempo per capire che sei in pericolo."
"Mi dispiace.... non avresti dovuto ascoltare." dissi sorridendogli .
Accese una lampada e notai il suo viso risposato.
"Cosa succede?"
"Orli è solo preoccupata.  "
"Ziva, parla con me." disse lui sedendosi accanto a me.
"Hai avuto un incubo?" chiesi ignorando la sua frase.
"No, mi sono solo svegliato e non ti ho trovato. Che problema c'è?"
"Dopo 1 anno sotto la sua protezione ha paura che mi possa succedere qualcosa.."
"Per la tua sicurezza?"
Io annuii.
"Non sa che qui con te non mi può succedere niente di male.." dissi sorridendogli mettendomi a cavalcioni su di lui.
Mi cinse la schiena con le braccia e mi avvicinò a sè cosi da darmi qualche bacio leggero. 
La cosa stava per farsi piu seria, quando il suo telefonino iniziò a squillare.
"Salvato dalla campanella, Dinozzo."
Tony si sporse e prese il telefonino dal tavolino di cristallo al lato del divano. Io non mi mossi di un centimento, mentre lui rispose alla chiamata.
"E' l'ufficio." disse serio. "Dinozzo."
Sentivo la voce di Mcgee dall'altro capo.
"Tony, c'è un problema. "
"Dev'essere una cosa importante, se mi stai chiamando alle 3 del mattino, pivello."
" Non riesco a rintracciare Ziva. Una volta scesa dall'aereo a Tel Aviv ho perso le sue tracce. Sembra svanita nel nulla. E c'è di piu."
"Cosa?" chiese Tony preoccupato.
"Gibbs è stato chiamato dal direttore. Sono appena andati via due agenti del Mossad. La stavano cercando. "
"Perchè non me lo avete detto prima?"
"Abbiamo provato a chiamarti ma avevi sempre il telefono staccato."
Poi ricordai. Lo avevamo spento per non essere disturbati. Diciamo che stavamo recuperando il tempo perso. Infatti risi come una stupida.
 Tony  al contrario mi guardò sconvolto. 
"Cosa c'è da ridere?" chiese a voce bassisima.
"Tony?! Sei ancora li?"
"Si Pivello. " disse pronto. "Non ti preoccupare. Ziva è in gamba. Andrà tutto bene. Se ci sono novità chiamami." ed attaccò.



(La notte successiva:)

"Cos'hai scoperto, Tim?" chiesi non appena il pivello rispose alla chiamata.
"Niente di buono. Le telecamere dell'aereoporto di Tel Aviv inquadrano Ziva e la perdono , subito dopo il suo arrivo all'uscita. Sale su un taxi, ma per ora non sono riuscito a rintracciare il proprietario del veicolo. Sembra scomparso anche lui."
Cosa diavolo stava succedendo? Anzi la domanda giusta è : come ha fatto Ziva a mettere in scena questa farsa?
"Per quanto riguarda il Mossad?"
"Ritorneranno qui tra 2 giorni. Il direttore Elbaz crede che Ziva sia ritornata a Washington."
Merda! pensai tra me e me.
"Aggiornami se ci sono novità." dissi prima di attaccare.
Mi diressi come un fulmine in camera da letto, e tirai fuori due valigie da sotto il letto. Aprii l'armadio e presi alcuni indumenti da portare via.


Quando aprii gli occhi, lo trovai li mentre piegava degli indumenti e li metteva in valigia.
"Ti sembra il momento di fare il bucato? Dai vieni a letto che è tardi."
"Occhioni belli, non è il bucato. Sto preparando le valigie. Tu ed io c'è ne andiamo a fare un viaggetto."
"Tony di cosa parli?" chiesi alzandomi dal letto per capire se stesse fingendo oppure no.
"Hai capito bene. Ecco qui." disse chiudendo la sua valigia. "Mi manca solo il rasoio,lo spazzolino e sono pronto."
"Ton....." cercai di parlare ma lui mi bloccò con un bacio. 
"Prepara la tua roba. C'è ne andiamo qualche giorno, una settimana al massimo!" disse lui eccitato.
"Cosa c'è? Mcgee ti ha detto qualcosa?"
"Niente di serio. Voglio solo fare un viaggio con la donna che amo. Qual'è il problema?" s
i diresse in bagno e quando ritornò, aprii una tasca laterale della valigia mettendoci i 2 oggetti.
La donna che ama. A quelle parole , mi sciolsi come un cioccolatino al sole. Eh si! Poichè prima di oggi, Anthony Dinozzo non mi aveva mai detto di amarmi ed ora... anche se mi chiedesse di andare su Marte , lo seguirei ad occhi chiusi. 
"Non posso lasciare Washington. Tecnicamente sarei ricercata dal Mossad. "
Tony ripensò alle mie parole per qualche secondo , poi ebbe un lampo di genio.
Prese il telefono e compose un numero.
"Papà?! Sono io,  Junior. Ho bisogno di un favore."

 

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Capitolo 8
*** Ti ho sorpreso? ***


"Vuoi dirmi cosa stai archittetando?" chiesi a Tony una volta scesi dal taxi e arrivati all'aereoporto. 
"Hai con te il passaporto?" chiese Tony ignorando completamente la mia domanda. Io annuii.
"Dammelo, che dobbiamo darlo al segretario dell'ambasciatore."
"Segretario dell'ambasciatore?"
"Diciamo che il fascino dei Dinozzo, ha colpito ancora."
"Agente Dinozzo?" chiese un uomo non appena entrammo nella hall delle partenze private.
"Lei dovrebbe essere Smith , giusto?"
"SI signore. Avrei bisogno dei vostri passaporti e dei vostri bagagli. Partiremo tra meno di 30 minuti."
"Dov'è mio padre?" chiese Tony .
"Juniorr!" esclamò un uomo in abito da sera e con un sorriso a 32 denti. Tony insistivamente mi cinse la schiena con un braccio e mi avvicinò a sè. 
"Non una parola su noi due." mi disse a voce bassa nell'orecchio. Poi mi lasciò e si avvicinò a Senior. 
"Papà." disse Tony abbracciandolo. "Grazie per quello che stai facendo."
"Sono contento di poterti aiutare.. ma ora lasciami salutare questa visione celestiale. Sempre piu bella, eh mia cara?" chiese abbracciandomi forte a sè.
"Ciao Senior." dissi sorridendogli. "Potreste dirmi cosa sta succedendo?"
"Non le hai detto niente?" chiese stupito.
"Volevo che fosse una sorpresa" disse Tony guardandomi eccitato.


Sono ormai 8 ore di volo.  Posso solo pensare che siamo diretti in Europa o peggio ancora in Israele. Tony non avrebbe mai organizzato un viaggio a Tel Aviv. Non dopo quello che gli è successo. 
"Cosa ti ha raccontato Tony? " chiesi a Senior quando si sedette accanto a me.
Tony era andato in bagno e l'uomo anziano aveva avuto l'idea di fare due chiacchiere con me.
"Mi ha detto che voleva portarti via per un pò... ora la domanda che mi sorge spontanea è : cosa succede tra voi due?"
Io sorrisi e gli raccontai tutto quello che era successo.
"Ho lasciato Washington circa 1 anno fa... poi sono ritornata per quello che è successo...."
Senior cambiò espressione improvvisamente.
"Gli sei stato vicino durante quelle settimane?"
"Non l'ho mai visto cosi.. durante la mia permanenza da lui non ha dormito neanche per 10 minuti. Ora invece mi sembra molto riposato... giusto?"
"Diciamo che ha recuperato ore di sonno." dissi accennando un sorriso.
"Da quanto tempo state insieme?"
"Nono... siamo solo amici..."
"Oh Ziva non mentirmi! Credi che non l'abbia notato?"
"Notato cosa?"
"Lui è diverso.... è serio, piu maturo ma soprattutto felice. " disse guardando in direnzione del bagno. 
"Da cosa lo deduci?"
"Dal fatto che quando lo chiamavo era sempre a casa e non in compagnia. O che quando sono andato a trovarlo all'NCIS e gli ho chiesto di te, 
il suo sorriso è completamente svanito. Non ci vuole mica un genio per capire che siete, se cosi si può dire, innamorati."
"Anche tutto quello che sta facendo per te..." aggiunse guardandosi intorno. "Credi che lo farebbe , se tu non fossi importante?"
"Diciamo che voi Dinozzo siete sempre stati molto galanti con le donne... quindi non mi risulterebbe tanto difficile crederlo."
"Tony ha preso tutto da me... ma ora ha qualcosa che gli invidio."
"Una certa età?" chiesi scherzando.
"Oh Nonono " disse tra una risata e l'altra "Qualcuno con il quale passare il resto della vita... ti ho mai raccontato di quando ha portato la sua prima
fidanzata a casa?"
"Tony ti ha fatto conoscere un sua fidanzata?" chiesi sbalordita.
"Oh si... era davvero molto attraente, anche perchè Tony ha buon gusto." disse guardandomi negli occhi. "Ma sai, loro erano troppo simili... lui amava
il cinema, lei altrettanto..... i simili non si attraggono. Ho sempre saputo che la cosa non sarebbe durata ed infatti una settimana dopo si lasciarono."
"Chi lasciò chi?" chiesi curiosa.
"Ah non lo so.. Junior non è il tipo che si fa lasciare ma in certe occasioni la ragazza era molto piu sveglia..."
Continuai ad osservare Senior mentre mi raccontava vari aneddoti sulla vita di Tony, quando all'improvviso uscii dal bagno ed attirò la nostra attenzione.
"Questo jet è davvero pazzesco! Guarda queste poltrone! Sembra di essere al cinema..." si voltò verso di noi e notò il mio sguardo provocatorio.
"Papà cosa le hai detto?" chiese preoccupato. 
"Cosa ne sai che le ho detto qualcosa?" chiese Senior per difendersi.
"Ziva ha l'espressione : ho saputo qualcosa che potrebbe rovinarti la reputazione. Lo conosco bene quello sguardo." disse sedendosi sulla poltrona 
in pelle di fronte a noi.
"Stavamo solo parlando della prima ...."
"Ed ultima " aggiunse Senior interrumpendomi.
"Prima ed ultima ragazza che gli hai presentato." continuai.
Sbiancò improvvisamente. Stava per dire qualcosa quando Smith arrivò all'improvviso.
"Signori Dinozzo, l'arrivo all'aereoporto di Charles de Gaulle è previsto tra 2 ore."
"Grazie mille , Thomas." disse Senior accenandogli un sorriso. 
"Charles de Gaulle?" chiesi incredula.
"Charles de Gaulle." ripettete serio Tony.
"Parigi?" chiesi di nuovo.
"Ti ho sorpreso?" chiese sorridendomi.
"Chi prenderà il divano questa volta?" chiesi provocandolo.
"Non ricordo.... chi l'ha preso l'ultima volta?"



"Dov'era diretto tuo padre?" chiesi una volta entrati nella nostra camera d'albergo. 
"Milano. Doveva incontrare uno sceicco o qualcosa del genere.." 

"Che scusa hai inventato con Gibbs e Mcgee?" 
 La stanza era davvero enorme, considerando che avremmo usufruito solo del letto. Appena entrati dalla porta, notai sulla mia destra un letto con baldacchino a 2 piazze, un balcone che dava sugli Champs-Elisèès e sulla sinistra una scrivania in legno bianco, un armadio e una porta che conduceva nel bagno.
"Gli ho detto la verità. Avevo bisogno di un viaggetto. In fin dei conti non è una vera e proprio bugia..."
"Senza considerare il fatto che con te ci sono io... no! Non è una bugia."
Tony posò i bagagli vicino all'entrata, poi si avvicinò alla finestra . 
RIpensai al mio discorso con Senior e capii che aveva ragione. Tony non avrebbe fatto questo per chiunque. 
"Hey." dissi attirando la sua attenzione. Lui si voltò verso di me .
"Perchè non sposti la tua attenzione su qualcos'altro?"
"Ad esempio?" chiese provocandomi.
Mi tolsi la camicia, rimanendo solo con il reggiseno nero di pizzo. 
"Mmm...." disse avvicinandosi. "Credo che tu sia ancora troppo vestita."





Angolo autrice: 
SORPRESAAAA!!!! Parigiii!! Allora cosa ve ne pare? Ricordo quando a luglio, lessi la notizia che nelle prime due puntate si sarebbe chiarito cosa fosse successo a Parigi nella puntata 7x13 protezione testimoni... e invece niente! Ci stavo pensando qualche giorno fa..e ho avuto l'idea di far ritornare i Tiva a Parigi!! Ma attenzione: nei prossimi capitoli ci saranno vari colpi di scena. 
Non vi anticipo niente.... spero che vi sia piaciuto e grazie a tutti per le recensioni!
A presto :) 

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Capitolo 9
*** Non li ho mai visti cosi felici.. ***


Attenzione: non essendo a Washington, il racconto sarà narrato dal punto di vista di Gibbs.  Almeno fino ad un certo punto.
Buona lettura ;)



Washington, sede centrale dell'NCIS.
"Mcgee , dov'è la pivella?" chiesi una volta arrivato alla tark force.
"Capo non è ancora arrivata."
"Chiamala e dille di raggiungerci alla fabbrica abbadonata sulla 34°. " dissi dirigendomi verso l'ascensore.
Passai davanti alla scrivania di Tony e mi resi conto che la sua roba era sparita.
"Dov'è la sua roba?"
"AH capo, l'hai portata via lui. Motivi personali, ha detto." 
"L'hai sentito?"
"No , capo." disse amareggiato.
Ci avviammo verso l'ascensore e quando le porte si aprirono, ci ritrovammo davanti 3 agenti del Mossad e Orli ELbaz.
"Agente Gibbs." disse lei porgendomi la mano. "Agente Mcgee."
"Direttore Elbaz...c'è qualche problema?" chiese Mcgee preoccupato.
"Direi di si. Dovrei parlare con l'agente Dinozzo."
"Non è qui. ...E'..."
"In vacanza." dissi pronto interrumpendo Mcgee. "Qual'è il problema?"
Orli sospirò e poi aggiunse:  "Non riesco a trovare Ziva. "


"Quindi vuole il nostro aiuto per ritrovarla?" chiesi sicuro di me.
"Anche se mi ferisce dirlo, conoscete Ziva molto bene. Non l'avete proprio sentita?"
"Quand'è l'ultima volta che l'hai vista?" chiesi a Lion ignorando la domanda di Orli.
"3 settimane fa al cimitero. Non ho sue notizie da allora."
"Io l'ho sentita due giorni fa. Le ho chiesto di ritornare a casa,ma mi ha fatto capire che non sarebbe tornata a causa di Tony." aggiunse Orli.
"Ne è sicura?"  chiesi ancora. 
Non rispose facendomi capire che ne era sicura eccome.  
Lion prese la cornetta del telefono e chiamò la sua segretaria, Alexsandra.
"Fammi salire Il Dottor Mallard, l'agente Mcgee, la signorina Sciuto e il signor Palmer. Grazie." attaccò , poi si rivolse a me.
"Sicuro di non saperne niente?"
"Non sento Ziva da un anno... ma sono sicuro che sta bene."
I ragazzi bussarono alla porta ed entrarono silenziosi. Lion gli fece cenno di accomodarsi e cosi prendemmo tutti posto.
"Da quanto tempo non sentite Ziva?"
Lion non l'aveva mai chiamata Ziva. Un primo passo per farci intendere che era preoccupato quanto noi. 
"Da circa un anno." rispose Ducky. Tutti annuirono.
"Sappiamo che è ritornata 3 settimane fa, ma poi è subito ripartita. Non ci è venuta neanche a salutare." disse amareggiata Abby.
"Ma cosa succede?" aggiunse subito "Le è successo qualcosa?" 
"Ziva non ha piu messo piede sul suolo Israeliano.. almeno non dopo la sua partenza." disse Orli seria.
Notai l'espressione meravigliata di tutti, mentre Mcgee rimase calmo. 
"Tim" dissi avvicinandomi a lui. "Posso parlarti?"
Mcgee si alzò ed entrambi uscimmo fuori all'ufficio di Vance.  
"Tu lo sapevi, vero?" chiesi guardandolo negli occhi. Rimase qualche secondo in silenzio poi disse: 
"L'ho cercata subito dopo che ha preso l'aereo. Alcune telecamere dell'aereoporto di Tel Aviv , la inquadravano mentre saliva su un taxi. Ho  cercato il conducente e Ziva.. ma niente." disse sospirando.
"Tony lo sa?"
"L'ho chiamato quella stessa sera.. e l'ho avvertito anche dell'arrivo del Mossad."
"Trovalo, Mcgee." 
Tim si allontanò e io rientrai nell'ufficio di Lion. 
"Problemi?" chiese Lion.
Feci di no con la testa.
"Dobbiamo rintracciare l'agente Dinozzo. " disse pronta Orli.
"Ho gia mandato Mcgee a cercarlo. Non può essere molto lontano."
"Ziva sa dell'attentato?" chiese Palmer.
"Ha lasciato Tel Aviv proprio per sapere come stavate..." rispose Orli.
"Ziva non metterebbe mai Tony in pericolo." suggeri Abby.
Rimanemmo in silenzio alcuni secondi.
"Abby ha ragione." aggiunsi io "Se Ziva è con Tony, saranno entrambi in un posto sicuro."
"Io ho bisogno di sapere che sta bene." disse lei.
"Non si può volere tutto dalla mia vita." dissi calmo.
"Con questo cosa intende?" 
"Io non ho avuto sue notizie per un anno! " dissi rispondendole con tono arrabbiato. "Non mi interessa di cosa lei abbia bisogno. Se Tony è con ZIva, è al sicuro."
Mcgee entrò nella stanza e per fortuna ruppe quell'atmosfera imbarazzante.
"Capo, Tony non è a casa. Il suo cellulare è spento."
"Controlla se ci sono voli prenotati a suo nome." suggerii Lion.
"Già fatto. Niente! Sembra scomparso nel nulla."
"Proprio come Ziva." disse Abby.
"Non vogliono essere trovati." aggiunse Ducky.
"Lion ho bisogno di fare una telefonata.." mi avvicinai alla sua scrivania e presi la cornetta. Composi il numero e aspettai che qualcuno dall'altro capo rispondesse.
"Pronto?!" sentii.
"Anthony? Sono Gibbs. Jethro Gibbs."


"Senior non sa niente a proposito di Tony. Non lo sente da circa 2 settimane. " dissi arrivando alla tark force. "Trovato qualcosa?"
"Cosa succede?" chiese Ej arrivata accanto alla scrivania di Tony. "Pensavo che fosse già ritornato...dov'è la sua roba?"
Entrambi  rimanemmo in silenzio.
"Qualcuno mi spiega?" aggiunse di nuovo.
"Tony è scomparso." disse Mcgee.
"Cosa? Quando? Provo a chiamarlo." disse lei prendendo il cellulare.
"Ha il telefonino spento... " disse Mcgee bloccandola.
"Voglio aiutare." disse voltandosi verso di me. "Cosa posso fare?"
Quella donna era davvero preoccupata. Possibile che avessi sbagliato cosi tante volte? Forse, se non avessi impedito quella relazione Ej e Tony starebbero ancora insieme... o forse se non avessi impedito a Ziva di stare con Tony, lei ora sarebbe qui con noi ed io non mi sentirei cosi in colpa per aver perso di nuovo mia figlia. 
"Mcgee?!" chiesi impaziente.
"Ho avuto un idea." disse alzandosi. "Potremmo ricercarlo attraverso un riconoscimento facciale."
"Ma noi sappiamo già la sua identità." dissi non capendo il suo discorso senza senso.
"Ma no! Intendo che potremmo cercarlo attraverso le telecamere della città."
"Credi che siano ancora a Washinton?" chiese Ej. 
"No...infatti pensavo a qualcosa di piu in grande." 
Mi fermai di colpo quando capii il suo ragionamento.
"Mettetevi al lavoro. "


(2 ore dopo)

"Novità?" mi chiese Orli non appena uscii dall'ascensore.
"Per ora nessuna." dissi sedendomi alla mia scrivania.
"Mi dispiace per prima... sono stata un'arrogante. Non riesco ad immaginare cosa lei e la sua squadra abbiate passato durante la sua assenza.
Ma se è la stessa reazione di Ziva, credo che non sia stato facile."
"No, infatti. Non lo è stato." dissi guardandola negli occhi.
"Ziva , mi ha parlato di lei molto bene. Nutre nei suoi confronti un affetto davvero ammirevole. Le vuole bene come se fosse suo padre..."
"E io le voglio bene come se fosse mia figlia. Qual'è il punto?" chiesi scocciato.
"Vorrei che lei mi ascoltasse. "
"Riguardo a cosa?"
"Tony e Ziva. Credo che si amino, sul serio."
Rimasi in silenzio, dandole la possibilità di continuare.
"Quando Tony è venuto in Israele ed è venuto a cercarla, non si è mai arreso. Ogni nuova segnalazione per lui era un faro di speranza. Credo che  lui l'abbia trovata. E che siano stati insieme per un pò....."
"Ziva d'altro canto, ha gettato nell'immondizia un anno di protezione per stargli vicino" aggiunse "... dopo la partenza di Tony, lei è cambiata molto. E' diventata   debole ma allo stesso tempo sicura di sè. E' una temeraria.... credo che questo l'abbia imparato da lei."  
"Mi dice questo, perchè? Per farmi sentire in colpa?" dissi alzandomi e guardandola negli occhi.
"Lo dico perchè....."
Non ebbe il tempo di finire la frase, che Ej ci avvisò di aver trovato Tony.
Salimmo le scale ed entrammo nella sala conferenze.
"Capo, l'ho trovato. E' a Parigi." disse Mcgee impegnato a scrivere al computer.
Parigi. Maledetta Parigi. 
"Queste sono 4 telecamere che inquadrano la Tour Eiffel. Tony è qui." disse facendo zoom,su un uomo con un cappotto nero lungo.
Guardava in direzione della grande torre di ferro e contemporaneamente osservava il suo orologio.
"Sta aspettando qualcuno." disse Ej.
Guardai Orli e notai che era concentratissima ad osservare il monitor. Abby, Ducky, Palmer e Lion entrarono nella sala.
"L'avete trovato?" chiese Lion.
"E' a Parigi." disse Mcgee.
"Ziva è con lui? " chiese Abby preoccupata.
"Cosa c'entra Ziva? " chiese Ej. "Ziva non è ritornata a Tel Aviv?"
Dopo qualche minuto, le sue domande ebbero una risposta....




(Parigi) 
Scesi dal taxi , salii alcuni gradini e mi ritrovai faccia a faccia con la torre Eiffel.
Mio Dio , che spettacolo pensai tra me e me.
Iniziai a cercare Tony con lo sguardo e quando mi resi conto di averlo trovato, iniziai a chiamarlo e gli corsi incontro.
"Tony!!"
Lui si voltò verso di me e mi sorrise. 
"Era ora!" esclamò . 
Quando gli fui abbastanza vicina, gli gettai le braccia al collo e lo baciai. Tony mi prese, praticamente in braccio, e mi fece volteggiare proprio come fa un padre con la propria bambina. Mi staccai da lui e mi feci rimettere giu.
"Hai ragione, sono in ritardo, ma c'era una folla pazzesca..."
Tony mi zitti con un bacio. Gli misi una mano dietro ai capelli per avvicinarlo ancora di piu a me. Quando mi ricordai di essere in un luogo pubblico, lo lasciai andare. 
"Pronto?" chiesi guardando il direzione della torre.
"Non credo." disse lui con una faccia quasi schifata.
"Oh andiamo! Ti piacerà vedrai..." mi iniziai ad avviare verso l'entrata quando mi voltai all'impovviso e gli tesi la mia mano.



(Washington) 
Mi guardai intorno e capii di non essere stato l'unico ad aver osservato quella scena mozzafiato.
Abby aveva quasi le lacrime agli occhi. Mcgee era incredulo. Ducky, Palmer e Lion stavano sorridendo, mentre Ej cercò di mantenere una certa professionalità ed uscii dalla stanza probabilmente con le lacrime agli occhi.
"Mcgee, potresti rimetterla di nuovo?" chiesi sperando che mi dicesse di si.
Dopo qualche secondo, rividi Ziva gettarsi tra le braccia di Tony, e lui che la baciava con passione.
"Non sono carini?" chiese Abby emozionata.
"Non li ho mai visti cosi felici." dissi non appena il video si bloccò e inquadrò i visi sorridenti di Tony e Ziva.





Angolo autrice: Piaciuto?
A differenza delle altre storie che ho scritto, volevo che Gibbs scoprisse di Tony e ZIva in modo differente.. la scena l'ho immaginata in questo modo e chiedo scusa in anticipo se non sono riuscita a darvi un' idea piu chiara! 
Ej gelosaaaaaa= Ej piange= Alessia felice! 
Credo che il personaggio di Ej in questo capitolo, sia piaciuto molto! Almeno per me è cosi... vorrei tanto vederla una scena del genere! 
Vi giuro non la sopporto! Come non sopporterò Bishop... ne sono sicura!! 
Non voglio anticiparvi niente, ma nei prossimi capitoli ci saranno  2 colpi di scena! 

Alla prossima e grazie ;) 

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Capitolo 10
*** Mi hai mentito.. ***


Osservai quelle foto nel monitor del computer. Non una,  ma ben due volte. Sentii la porta aprirsi e capii che Tony era salito di nuovo in camera.
"Hey Zee,  ti aspettavo nella hall... ci hai messo piu del previsto. "
Rimasi in silenzio senza voltarmi verso di lui. 
"Stavo pensando che potremmo mangiare in quel ristorantino chiamato ' Bell'Italia'... me ne hanno parlato molto bene...visto? Sono riuscito anche ad imparare un pò di francese.. "
Rimasi di nuovo in silenzio.
"Cosa c'è? Hai perso la lingua?"
Presi coraggio, mi asciugai le lacrime e mi voltai verso di lui.
"Lei non è qui. Vi hanno teso un tranello." dissi citando il messaggio di Adam appena letto. L'espressione di Tony cambiò di punto in bianco. 

"Mi hai mentito." aggiunsi poco dopo. 


(1 ora prima)

"Qual'è il piano per oggi?" chiesi una volta finita la colazione in camera.
"Notre- Dame e il museo del Louvre." disse lui serio. Si alzò e notai che era strano. 
 "Oppure...." aggiunse dopo qualche secondo "potremmo rimanere qui... e conoscerci meglio..." disse lui con un sorrisetto malizioso. 
"Ah ecco dove volevi arrivare! " dissi alzandomi per raggiungerlo. Gli gettai le braccia al collo e gli diedi un bacio veloce.
"Non ne hai abbastanza?" chiesi sorridendogli.
Lui fece di no con la testa, cosi lo lasciai andare e mi diressi in bagno.
"Vengo con te?" chiese divertito.
"Meglio di no." dissi ridendo mentre chiudevo la porta.



"Posso entrare?" 
"Da quando in qua chiedi il permesso? "
"Uhuhuh... " disse avvicinandosi a me.
"Cosa c'è?"
"Guardati." disse abbracciandomi da dietro e facendomi osservare allo specchio. "Ti rendi conto di essere solo con un asciugamano addosso?"
"Mi hai visto nuda!" dissi voltandomi verso di lui. Mi avvicinò ancora di piu a sè, mettendomi un braccio intorno alla schiena.
Iniziò a fissarmi con quello sguardo provocatorio, quando lo fermai di colpo.
"Non ci pensare!! Abbiamo la visita tra meno di 30 minuti."
"Oh andiamo! Ti prego, ti prego, ti prego!"
"Sembri un uomo in astinenza da anni! E comunque sei già pronto..." dissi toccandogli la giacca del completo grigio.
"Non mi sembravi cosi preoccupata la scorsa sera, quando mi hai strappato la camicia da dosso...."
"Beh mi sono fatta perdonare anche abbastanza bene per quello...." 
"Mmm... si potrebbe fare anche di meglio.." 
Gli diedi un pugno. In fin dei conti, il nostro rapporto non era affatto cambiato. Solo che questa volta c'erano dei sentimenti in gioco. 
"Devo andare all'accettazione per dei documenti... ti aspetto giù?" chiese cambiando discorso. 
"10 minuti e sono pronta."
Uscii dal bagno e indossai un paio di jeans e una maglietta. Presi la borsa e mi infilai il cappotto, quando sentii provenire dal laptop di Tony un rumore strano. Una nuova e-mail.
Senza pensarci due volte, mi avvicinai e aprii la casella dei messaggi. 
C'erano due nuovi messaggi. Uno di Mcgee , mentre l'altro di un account che Tony non aveva registrato ma che io conoscevo.
"Adam?!" dissi a voce bassa incredula.
Aprii la e-mail e salvai le immagini che gli aveva inviato il mio ex partner del Mossad.
Quando le aprii , rimasi letteralmente sconvolta. Due uomini, un bianco l'altro di colore, erano stati ripresi all'aereoporto sia di Tel Aviv che di Washington a distanza di 3 giorni. Lessi la data delle foto, e capii che erano state scattate 1 settimana dopo l'attentato in Iraq.


Da Adam a Tony. Ore 7 p.m. Day: 15 settembre.
Sono stati avvistati qui a Tel Aviv. Se ci sono novità ti farò sapere.


Tony stava cercando i terroristi. E Adam gli stava dando una mano?! QUesta è bella... prima non lo sopporta e poi gli chiede anche una mano?
Perchè non ha chiamato me? Controllai nei messaggi inviati e notai che c'erano molte e-mail tra i due.


Da Tony ad Adam. Ore: 8 a.m. Day: 16 settembre 
L'hai trovata?


Da Adam a Tony. Ore: 3 p.m Day: 16 settembre
Ho cercato dappertutto. Niente di niente. 


Da Tony ad Adam. Ore: 9 p.m. Day: 16 settembre.
Sicura che non fosse li?



Osservai quelle foto nel monitor del computer. Non una,  ma ben due volte. Sentii la porta della camera aprirsi e capii che Tony era salito di
nuovo in camera.
"Hey Zee,  ti aspettavo nella hall... ci hai messo piu del previsto. "
Rimasi in silenzio senza voltarmi verso di lui. 
"Stavo pensando che potremmo mangiare in quel ristorantino chiamato ' Bell'Italia'... me ne hanno parlato molto bene... visto? Sono riuscito ad imparare anche un pò di francese..  "
Rimasi di nuovo in silenzio.
"Cosa c'è? Hai perso la lingua?"
Presi coraggio, mi asciugai le lacrime e mi voltai verso di lui.

"Lei non è in Iraq. Vi hanno attirato con un tranello." dissi citando il messaggio di Adam appena letto. L'espressione di Tony cambiò di punto in bianco. 
"Mi hai mentito." aggiunsi poco dopo. 
Tony fece qualche passo verso di me. Io mi spostai dalla visuale dello schermo cosi da fargli vedere quelle foto.
"Non è come credi..." iniziò lui.
"Tony mi hai mentito."
"Volevo proteggerti."
"Tu hai sempre cercato di proteggermi! " urlai. "Non sono una bambina, porca miseria!"
Lui non mi rispose. 
"Rispondimi. " dissi seria. "Chi vi ha detto che ero li?"
"Una segnalazione anonima." disse amareggiato.
"Perchè mi hai mentito?"
"Secondo te perchè?"
"Perchè sei un cretino!"
"No, Ziva. Non lo sono. Non ti ho detto niente, perchè eri appena tornata dopo un anno! Non ti ho detto niente, perchè sapevo che ti saresti sentita in colpa...."
"Devo sentirmi in colpa! Stavi per morire a causa mia." dissi interrumpendolo.
"Non è colpa tua! E' stata una nostra scelta partire. Una nostra decisione."
Le lacrime presero di nuovo il  sopravvento. Iniziai a piangere come una bambina. Tony mi si avvicinò e nonostante lo respingessi, mi abbracciò con tutta la sua forza.

Mi separai da lui, dopo qualche secondo e gli dissi che non volevo vederlo per un pò.
"Non farmi questo.. parliamone."
"Ora vuoi parlare?"chiesi arrabbiata. "Me lo avresti mai detto?"
"Si..."
"Prima o dopo avermi portata a letto? Oh scusami, dimenticavo che abbiamo fatto sesso circa 100 volte nelle ultime 3 settimane." 
"Non parlare cosi... sai che non è cosi. Sai che non è semplice sesso."
"Cos'è amore? Non lo è , Tony! Se tu ci tenessi a me, me lo avresti detto."
"No, se questo significava perderti."
"Le bugie non portano da nessuna parte."
"Io non ti ho mentito. Ho scelto di non dirtelo."
"Ti stai facendo aiutare da Adam...." dissi incredula facendo di no con la testa.
"Dovevo trovarti.. dovevo sapere che stavi bene. "
"Adam?! " chiesi sconvolta "L'uomo con il quale sono andata a letto e stavi buttando al diavolo la nostra amicizia? "
"Questo era prima... "
"Prima di cosa?"
"Prima di Tel Aviv! Prima che mi dicessi di amarmi.."
"Credo di essermi sbagliata." dissi mentendogli.
"Mi dici questo solo perchè sei arrabbiata."
"E tu cosa ne sai?"
"Perchè ti conosco."
"Io non credo. Dici di conoscermi, ma se fosse davvero cosi, dovevi sapere che ci sarei rimasta male ma soprattutto mi sarei sentita tradita."
"Ti conosco eccome, perchè ti amo." 
A quelle parole, lo guardai negli occhi e senza ragionare gli dissi:
"Non ho piu voglia di uscire.. vai da solo." andai in bagno e chiusi la porta a chiave.




Angolo autrice: Primo colpo di scena! Ora finalmente sappiamo il motivo di questa maledetta missione in Iraq! Tony ha finalmente detto quelle 2 famose paroline, ma Ziva ha deciso di ignorarle! 
Ma aspettate..perchè dopo la tempesta c'è sempre il sereno... Tony e Ziva avranno molto di cui parlare :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.. a presto :D 

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Capitolo 11
*** Mi dispiace. ***


Chiusi la porta del bagno e mi inginocchiai piangendo.
In quel momento, non mi importava di niente e di nessuno. Mi alzai lentamente, mi guardai allo specchio e mi resi conto di essere davvero patetica.
Dopo qualche secondo, però, mi resi conto che quella insinuazione era davvero infantile.
Lo ami perciò piangi , pensai tra me e me. 
Mi asciugai le lacrime e mi lavai il viso con acqua fredda. Una volta asciugata, aprii il borsello del trucco per rimettermi di nuovo in sesto, accorgendomi del motivo per la mia felicità di qualche ora prima.
"Bel casino.." dissi a voce bassa.
Quando uscii dal bagno, cercai Tony con lo sguardo ma lui era sparito. 


Ziva non è in camera.
Sono uscito per prendere un pò d'aria fresca ma soprattutto per  rendermi conto di essere un completo idiota, e quando sono ritornato lei era sparita. Volevo proteggerla e  non perderla , ma alla fine ho avuto l'effetto contrario. Ziva non è piu una bambina.. eppure non voglio torgliermi il vizio di prendermi le responsabilità per gli errori di entrambi.



Sono 3 ore che sono in giro e ora ripenso solo che sia il caso di ritornare in albergo.
Fa freddo, sono affamata ma soprattutto mi manca Tony. Non voglio essere arrabbiata con lui.. anche perchè stamattina ero cosi felice mentre ora... sembro uno zombie che cammina per le strade di Parigi. Ne potrebbe uscire un ottimo film. 
Subito pensai a lui cosicchè decisi di ritornare in albergo.

"E' ora Ziva. " dissi a me stessa "E' ora di parlargli e di dirgli la verità. Se non lo farai, Tony non ti parlerà mai piu... quindi forza e coraggio."
Arrivai in camera 10 minuti dopo e lo trovai li, seduto sul divanetto con lo sguardo perso nel vuoto. 
"Ciao." disse sorridendomi.
Non gli risposi ma gli accennai un sorriso. Mi tolsi il cappotto e posai la borsa sul tavolo.
"Dove sei stata?"
"In giro.." dissi parlando lentamente ".....dovevo riflettere su alcune cose."
"Ad esempio..... Quali cose?" chiese lui, 
"Devo dirti una cosa ma non so come potrai reagire." 
"Aspetta!" disse lui alzandosi "Prima che tu dica qualunque cosa..... mi dispiace."
Bell'inizio. Come ci arrivo alla fine del discorso se inizia già ad interrompermi? 
"Mi dispiace perchè ho pensato a quello che era giusto per me e non per noi. Ma mettiti nei miei panni. Sei stata via un anno. Non riuscivo a dormire, ogni cosa mi ricordava te e quando sei ritornata , ho davvero pensato che  potessimo lasciarci questa storia alle spalle. Non mi interessa sapere cosa sia successo quest'anno... non mi interessa sapere...."
Eccolo qui! Il solito Tony. Sta insinuando che io l'abbia tradito. Forse starà pensando che io l'abbia tradito con qualch' altro amico d'infanzia o peggio ancora con Adam. Feci di no con la testa varie volte,  poi sorrisi.
"Cosa c'è? Ti fa ridere quello che ti ho detto? Sai cosa c'è? So già che sarà una cosa che mi farà soffrire quindi non dirm....."
"Sono incinta." dissi interrumpendolo.
Panico.
Lo lessi nei suoi occhi e nella sua espressione. Ma non era solo panico ....era un misto tra paura , felicità e inquietudine.
"Cos'hai detto?" chiese incredulo dopo qualche minuto di silenzio. 
Tirai un sospiro e gli ripettetti : "Sono incinta."
Fece qualche passo verso di me, ma io lo bloccai di colpo.
"No non farlo.. " dissi allungando il braccio verso di lui. "Perchè conoscendomi se ti avvicinassi ,dopo non riuscirei a dirti tutto quello che ho pensato.. e io voglio dirti quello che mi passa per la testa perchè cosi non riesco ad andare avanti."

"Ti ascolto." disse serio.  
"Ho avuto un anno per ragionare su quello che volevo. Un anno per rendermi conto che avevo fatto la piu grande cazzata della mia vita a non salire su quell'aereo con te. Credevo di sapere tutto, credevo davvero che potessi affrontare la vita vera solo con un addestramento. Ma dopo che tu sei andato via, dopo che IO ti ho mandato via, ho dovuto imparare a crescere da sola. E dopo un anno io non ho ancora imparato niente di me.. "
Mi guardai intorno cercando di controllare le lacrime.
"Mi sono sempre chiesta come sarei diventata se le cose fossero andate diversamente... tu di ritorno da Berlino mi dicesti che avresti dovuto raggiungere Orli e ringraziarla per quello che sono. Solo ora mi rendo conto, che non posso cercare me stessa da sola , nè all'NCIS, nè a Washington nè in qualunque parte del mondo.... Ho capito che dopo un anno non posso controllare la mia vita. E questo bambino " dissi portandomi le mani sulla pancia "cambierà tutto. Cercare quegli uomini è una tua decisione... quindi non ti impedirò di farlo."  
Lui abbassò lo sguardò. Presi coraggio e inspirai tutto l'ossigeno possibile ,preparandomi  a dire la cosa piu difficile di tutta la mia vita. 
"Solo fallo con me." dissi non appena una lacrima scese sul mio viso. 
Ritornò a fissarmi negli occhi. 
" Perchè qui non sei l'unico ad essere terrorizzato,  sai? Non sei l'unico ad aver paura di perdere qualcuno... io l'ho già fatto due volte con te. Una volta in Somalia e una volta l'anno scorso.....  Ti ho detto addio troppe volte e non sono pronta a rifarlo di nuovo."
" Quindi" aggiunsi dopo qualche secondo di silenzio " se vuoi la verità.... la giustizia o la  vendetta  quello che sia, la cercheremo insieme perchè non ho intenzione di perderti. Ti amo cosi tanto, piu della mia stessa vita che la nuova me non riuscirebbe ad accettarlo. Se riesci a mettere da parte la paura di perdermi o la paura che mi potesse succedere qualcosa... questo è il momento giusto per dirmelo."  
Ritornò a fissarmi, poi iniziai a guardarmi intorno perchè non volevo incontrare il suo sguardo. Mi diressi verso il bagno e solo prima di aprire la porta,  mi resi conto che Tony era proprio dietro di me.
Fù tutta una questione di secondi.
Mi voltò all'improvviso verso di lui e quando le sue labbra toccarono le mie, mi sentii felice. Mi spinse leggermente contro il muro. Mi mise  le mani dietro alla schiena, attirandomi sempre di piu verso di lui. Poi mi prese il viso tra le mani, e iniziò a baciarmi con passione ma allo stesso tempo una voracità mai vista prima.
Si allontanò quel poco per farmi respirare e mi guardò negli occhi.
"Ti amo." disse a voce bassa.
"Ne sei sicuro? Perchè...... da oggi in poi  non ci dovranno essere piu bugie, litigi o cose del genere.. Arrivati ad un certo punto non possiamo piu uscirne e non so quanto sarà fantastica questa cosa... considerando anche il fatto che sarò incinta per nove lunghi mesi."
La stavo buttando sull'ironico, ma in cuor mio speravo che Tony capisse in che guaio ci stavamo cacciando. 
"Tu sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita....questo mi basta. "





Angolo autrice: 
BUON HALLOWEEN a tutte voiii? Come passerete le feste? X.x
2° colpo di scenaaaaaaaaaaaaa! E' incinta, è incinta, è incinta , è incintaaaa!  Vi prego , sto diventando matta, aiutatemi! 
Spero di essermi fatta perdonareeee.... allora cosa ve ne pare? 

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Capitolo 12
*** Brum Brum :) ***


Dormire sotto le coperte e sapere che fuori ci sono solo 5 gradi è davvero fantastico.
Credo che questa sia stata , dopo 3 settimane,  la giornata piu fredda da quando siamo arrivati a Parigi. 
Stavo beatamente dormendo tra le braccia di Morfeo, quando sentii la mano di Tony farsi strada sotto la mia maglietta.
Pensai subito che volesse fare l'amore o come lo chiamava lui "conoscersi meglio" e invece la sua mano si fermò sopra la mia pancia.
Sono passati solo pochi giorni da quando gli ho detto di essere incinta, e lui è cambiato in una maniera indescrivibile.. 
Si mise con la testa sotto le coperte e iniziò a fare,  con la bocca, strani suoni vicino alla mia pancia.
Immaginai che stesse facendo la sirena di un autombulanza, il motore di un' aereo e mi parve anche di sentire il nitrire di un cavallo.
Aprii gli occhi e iniziai a sorridere. Non volevo disturbarlo in quella scena cosi dannatamente perfetta, ma d'altro canto ero curiosa di vedere la sua espressione mentre si divertiva a fare quegli  strani versi.
"Che stai facendo?" chiesi senza alzare la coperta.
Lui si fermò di colpo e mi rispose senza uscire. 
"Sto facendo conoscenza."
"Senti qualcosa?"
"Mmmm... no!".
"Io si." dissi divertita.
"Sul serio?" chiese lui incredulo.
"Si.... sento due mani gelate che mi stanno facendo venire i brividi di freddo." dissi ridendo.
Lui uscii fuori e mi diede un bacio veloce. Si ristese accanto a me e iniziò ad osservare  il soffitto della camera.
"Scusa... è che sono..."
"Emozionato.....preoccupato, felice , impazzito..?" chiesi sperando che un di questi aggettivi completasse la sua frase.
"Terrorizzato."
RImasi un pò perplessa dalla sua risposta. Mille dubbi assalirono la mia mente, pensando che si fosse già pentito di tutto.
Si voltò verso di me e mi guardò negli occhi.
"Non so se ne sarò capace."
Capii che parlava di Senior. I suoi dubbi e le sue preoccupazioni derivavano tutte dal rapporto con suo padre.
"Tu non sei come lui, Tony."
"Ho paura di fare qualche errore. Ho paura di non poter rimediare , un giorno.."
"Non avevamo detto di cacciar via le paure?"
Lui non mi rispose. Sbuffai e mi misi a cavalcioni su di lui dandogli alcuni baci leggeri.
"Va meglio?"
"Mmm.... no." disse lui divertito.
Con una mossa agile, si mise sopra di me e iniziò a baciarmi il collo.
Scese pian piano con il corpo arrivando finalmente al di sotto del mio ombellico. Iniziai ad eccitarmi, ma le intenzioni di Tony erano altre. Mi alzò  la maglietta giusto quel poco per scoprire la pancia e avvicinò la bocca cosi da ricominciare quegli strani rumori. 
Risii  a quel semplice contatto e ricordai che da bambina non sopportavo per niente nè il solletico nè i baci sul collo. Con Tony era tutto cambiato: amavo i suoi baci sul collo, che mi facevano andare in fiamme in pochi secondi ma.. il solletico era comunque rimasto uno dei miei punti deboli. Strano a dirsi  per un ex agente del Mossad, che ha subito torture di tutti i tipi.  
"So, che quando ti farai grande mi darai filo da torcere." disse Tony rivolto alla pancia."Ma tu sai, vero che  prima della pubertà conoscerai tutti i film classici degli anni '60?" 
"Non sarebbe meglio iniziare con dei cartoni animati?" chiesi divertita.
"Non la pensare alla mamma... cosa dobbiamo farci, noi Dinozzo, con un cartone animato?"
"Voglio proprio vedere se sarà femmina, come farai." dissi io sbadigliando.
Tony degludii e si rese conto della possibilità.
"In tal caso, la mamma ti insegnerà una delle tante lingue che conosce... e chissà, un giorno,  potremmo andare a visitare Tel Aviv ."
Nonostante il male fatto, Tony pensava sempre a me. Sapeva perfettamente quello che significava per me e quello che significava per mio padre, il fatto che mio figlio conoscesse il mio paese d'origine. 
Per ringraziarlo di quel gesto, gli accarezzai i capelli e Tony appoggiò la testa sul mio ventre.
"Non dobbiamo farlo per forza. Sei hai paura per lui , ti capisco. Sono la prima a volerlo al sicuro..."
"Non avevamo detto basta paure?"
"Touchè."
Si alzò lentamente  ed andò verso la finestra.
"E' tutto bianco!" 
"Sul serio? " chiesi incredula alzandomi con un fulmine. Mi misi accanto a lui e dopo un pò gli dissi di prepararsi.
"Dove andiamo?"
"Voglio andare a giocare con la neve." dissi baciandondolo velocemente  per poi andare in bagno. 


"Tony bastaa!" dissi urlando dopo l'ennessima palla di neve. 
"Sei tu che hai iniziato!"
"Ti ricordo che sono incinta." dissi gettandogliene un'altra contro. 
"Questo significa che non posso difendermi?"
"Questo significa che sei  ro-vi-na-to!" dissi sorridendogli.
"Hai freddo?"
"Un pò... prendiamo una cioccolata?"
"Ai suoi ordini, signorina." disse portandosi la mano sulla testa come se stesse passando un generale militare.
"Posso chiederti una cosa?" chiese mentre sorseggiavamo un caffè e camminavamo per gli Champs Elysèes.
"Certo." 
Mi avvicinò a se e mi chiese da quanto tempo lo sapessi.
"Ricordi quella mattina, quando ti ho fatto aspettare prima della visita alla Torre Eiffel?"
Lui annuii.
"Non ho fatto tardi perchè c'era traffico, ma perchè ero in una farmacia a comprare un test. "
"E quando l'hai fatto?"
"Una volta ritornati in albergo. Quando mi stavi aspettando a letto..." dissi maliziosa.
"Mmm.... ecco perchè non mi hai fermato quando..."
"Esatto... ora vuoi dirmi dove stiamo andando?" chiesi quasi scocciata . 
Tony mi diede un bacio sulla fronte e mi raccontò una cosa. 
"Prima che nascessi, mio padre e mia madre fecero uno dei loro tanti viaggi. Credo che sia stato il loro viaggio di nozze o qualcosa del genere..  Alla mia nascita, mi regalarono un peluche che però all'età di 5 anni barattai per un mazzo di figurine. Quel peluche l'hanno comprato proprio qui, a Parigi."
"Quindi stiamo andando in questo negozio?"
"Esatto.. "disse sorridente.
Che bel sorriso, pensai tra me e me. Lo avevo visto tante volte sorridere, ma questo era un sorriso completamente diverso.
C'era il sorriso provocatorio, il sorriso da latinlover, il sorriso per pararsi il culo e il sorriso per dirti:
Sto andando a comprare un peluche per mio figlio, non è bellissimo?
Arrivammo fuori ad un negozio a due serrande e vidii subito delle culle con tulle e pizzo.
"Sembrano le culle delle famiglie reali." dissi scherzando.
"Vuoi qualcosa del genere?" chiese curioso.
"Neanche per sogno." dissi sincera.
"Meglio !" disse aprendo la porta facendomi entrare.



"E se è un maschietto?" 
Eravamo tornati in albergo. Da che doveva comprare solo un peluche, Tony aveva comprato 3 tutine per neonati e un paio di scarpine di lana. 
"Sono rovinata." dissi scherzando.
"Spiritosa.. intendo se è maschietto la tutina non andrà bene." 
"Tony, il bianco è un colore neutro. Andrà benissimo." dissi entrando in camera posando le buste sul materasso. 
Mi sedetti sul letto e presi una tutina dalla busta di cartone. Quella bianca era davvero bella. Era in pile, portava dei lustrini  e ritraeva un orsetto che mangiava della cioccolata. 
"Ma ne abbiamo presa anche una celeste... e se è femmina?"
"Sicuro di non essere incinto?" chiesi scherzando.
"Mi stai provocando David?"
"No.. sono solo contenta che tu ti preoccupi per lui o per lei." dissi avvicinandomi a lui per gettargli le braccia al collo.
"Se è una bambina" aggiunsi " sarà bellissima anche con l'azzurro. Soprattutto se ha i tuoi stessi occhi.." 
Stavamo per baciarci, quando il suo laptop iniziò a suonare.
Tony si avvicinò al computer e vidi l'IP di Mcgee.
"E' Mcgee." disse facendomi capire di nascondermi. Mi misi avanti a lui cosicchè la webcam non mi inquadrasse.
Tony accettò la chiamata e si sedette alla scrivania.
"Ehy Pivello!" disse sorridendo "Come stai?"
"Ciao Tony! " disse contento.." Dove sei?"
"Parigi.... Cosa c'è,  vi manco?"
"Uh non sai quanto!" disse Mcgee scherzando. "Ti chiamo per aggiornarti su delle novità."
Mcgee lo disse davvero in modo strano. 
"Orli e 3 agenti del Mossad sono stati qui una settimana fa. Cercavano Ziva, poi hanno incomincato ad indagare  su un killer che ha ucciso un loro  agente e che ora si trova qui a Washington."
"Quindi sono ancora li?" chiese Tony sorpreso.
"Si. Si sono stabiliti qui." disse scocciato. "Ah e Vance vuole sapere quando torni."
Tony senza farsi notare ( anche se non ci riuscii molto bene) mi rivolse uno sguardo cercando di interpellarmi.
Non avevamo ancora pensato a quando ritornare a casa. La cosa mi spaventata molto, perchè ora con questo bimbo in arrivo, non mi sarei potuta nascondere ancora per molto. 
"Mcgee posso richiamarti?" 
"Certo. Ah e un'altra cosa.. Abby vuole salutarti. Posso farla salire?"
Tony annuii. "Ci sentiamo dopo." 
Abbassò lo schermo del Pc e mi guardò cercando di trovare nei miei occhi una risposta sul da farsi.
"Torniamo a casa." dissi seria.
"Ne sei sicura?"
"Non possiamo nasconderci qui all'infinito.. " 
Tony si alzò e mi abbracciò forte.
"Prenoto il primo volo." 





Angolo autrice:
Vogliono tornare a casa! Quindi ora c'è da affrontare Gibbs, Mcgee , Abby... come decideranno di dirlo agli altri?
Non era adorabile Tony mentre faceva quei rumori sulla pancia di Ziva? SCLERO, SCLERO, SCLERO!
Ho capito che nessuno piu può salvarmi! xD
A presto e grazie per le bellissime recensioni <3

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Capitolo 13
*** Alta quota ***


Signori e signori. Atterreremo all'aereoporto di Washington tra 45  minuti. Nel momento dell'atteraggio vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di richiudere il tavolino di fronte a voi. Vi ricordiamo che è vietato fumare. Grazie. 
"Io non posso neanche fumare." 
"Ottima osservazione.." disse Tony leggendo la sua rivista.
Vedendo che non rispondevo alla provocazione, si voltò verso di me e si rese conto che stavo davvero male.
"Ancora nausea?" chiese preoccupato.
Non gli risposi. Mi slacciai velocemente la cintura e mi alzai per andare in bagno.
Per fortuna è vuoto, pensai tra me e me.
Non appena mi inginocchiai per terra, vomitai anche l'anima. Tony mi raggiunse dopo qualche secondo, e si accovacciò accanto a me per reggermi i capelli.
"Signori non si può stare in due nel bagno.." disse l'hostess aprendo la porta mezza socchiusa. Poi vedendo la scena, si zittii e la riaccostò.
"Va meglio?" chiese Tony premuroso.
"Non dovresti essere qui. Va via, non voglio che tu mi veda in questo stato." 
"Ho acquistato tutto il pacchetto..." disse lui sorridendo. "E' vero mi fa schifo, ma credo che sarà peggio con i pannolini sporchi di cacca."
"Tony cosi non mi aiuti." 
"Scusa hai ragione." 
Gli feci cenno che avevo finito ed aiutò ad alzarmi.
"Mi dispiace.." dissi accennando un sorriso. Aprii il rubinetto per sciaccuarmi la bocca e poi mi asciugai con la manica della maglia.
"Lo so..ma non è colpa tua."
L'hostess riaprii la porta e ci disse che stavamo iniziando la discesa a Wasghinton.


Tony parcheggiò la sua auto nel parcheggio dell'NCIS.
Non dissi neanche una parola per tutto il tragitto. Scendemmo dalla macchina e senza prenderci per mano, ci dirigemmo verso l'entrata. Entrammo in ascensore e Tony spinse il pulsante del piano dell'ufficio.
Quando ci fu il fanatico "din" , Tony fu un pò restio ad uscire. Dopo qualche secondo fece qualche passo e fu visto da tutti.
"Tonyyy" urlò Abby "Sei tornato."
Di certo quella frase aveva attirato l'attenzione di tutti. Per fortuna erano le 11 di sera passate e l'ufficio era deserto.
Tony rimase fuori all'ascensore ed a un certo puntò mi tese la mano. Abby che nel frattempo aveva continuanto a gioire , si era zittita. Gliela presi e mi tirò fuori, entrando cosi nel mirino di tutti. Alzai lo sguardo e li vidi tutti meravigliati. Abby fu la prima ad avvicinarsi. E come 4 anni prima, di ritorno dalla Somalia, mi strinse forte a sè. Mi lasciò e abbracciò Tony. Il secondo fu Mcgee, che senza dire una parola, mi abbracciò forte e mi prese in braccio facendomi volteggiare.
"Mi sei mancata." disse in un orecchio.
Dopo quella giravolta mi ritornò di nuovo il senso di vomito. Mcgee si accorse di qualcosa ma non mi chiese niente, come al solito.
Si avvicinò a Tony e gli diede una pacca sulla spalla. Poi fu la volta di Ducky e Palmer.
"Dov'è Gibbs?" chiese Tony sedendosi alla sua scrivania.
"Non lo vediamo da un pò in realtà.... probabilmente.." 
Abby non terminò la frase che sentii una voce maschile chiamarmi.
"Zivaaa! Zivaa! Oh santo cielo! Per fortuna stai bene!"
L'uomo dai capelli scuri brizzolati, scese velocemente le scale e si avvicinò a me prendermi tra le braccia. 
Diciamo che Adam non era per niente cambiato. Come sempre cercava di mettere Tony in difficoltà e dalla sua espressione capii che ci stava riuscendo.
Tony si alzò di scatto e si mise accanto a me. Mi parve di sentire la sua mano sul braccio di Adam, come se volesse pregarlo di mettermi giù o fosse
preoccupato per la mia salute fisica. 
"Dove sei stata? Eravamo preoccupati!"
Conoscendolo da cosi tanti anni capii che stava mentendo. Tony attirò l'attenzione su di lui, porgendogli la mano per salutarlo.
"Adam... è bello rivederti".
"Tony.." disse accettando la mano "Grazie ancora."
La mia espressione cambiò di punto in bianco. Pensai che avesse intuito qualcosa e invece Adam lo stava solo ringrazziando per essersi fidato di lui.
"Di cosa parlate?" chiese Tim curioso.
"Oh di niente , pivello... vecchie indagini....". aggiunse Tony mentendo a tutti. 
"Adam e Tony hanno collaborato per rintracciare i terroristi." dissi attirando l'attenzione su di me. 
"Non è vero , Adam?" chiesi dopo un pò.
"Non doveva essere un segreto?" chiese Adam a voce bassa.
"Ho dovuto dirglielo." disse Tony per giustificarsi.
"Ah certo! Dimenticavo che voi due siete come i gemelli identici..." farfugliò Adam.
"Veramente sono gemelli siamesi" dissi correggendo per la prima volta qualcuno in un modo di dire "E comunque l'avrei comunque scoperto. Quindi a che punto sono le indagini?"
"Un punto morto. Approposito Orli vuole..."
"Parlarti. " disse una donna attirando la nostra attenzione dalla scale. "Ma prima di tutto salutarti." 
 Tailleur corto  e capelli alzati. Sempre la solita Orli. 
Affianco a lei, due uomini della sicurezza ed un uomo di colore in giacca e cravatta.
"Direttore" disse Tony in segno di rispetto. 
"Bentornati a casa, agenti."
"Grazie mille direttore Vance " dissi sorridendogli. 
Orli ci rimase male. Lo notai dalla sua espressione. Non l'avevo mai considerata la "fidanzata" di mio padre, figuriamoci nuovo direttore del Mossad.
La donna scese le scale e mi raggiunse. Tony instintivamente si mise davanti a me, come per proteggermi.
"Hai liberato il cane, ZIva?" chiese ironica la donna.
Mcgee per solidarietà, si affiancò a Tony.
"I cani, vorrà dire signora." disse Tim ironico.
Tony d'altro canto non le  tolse gli occhi di dosso neanche per un secondo. Ed io non gli chiesi di farlo.
"Devo parlare da sola in privato con ZIva, direttore Vance. Potrebbe richiamare i suoi uomini?"
Vance li guardò entrambi, e gli fece cenno di spostarsi. 
"DInozzo, Mcgee non muovetevi!" disse un uomo uscendo come un fulmine dall'ascensore.
Mcgee e Tony mi fecero di nuovo scudo con il loro corpo e Gibbs fece la stessa cosa. Quanto mi era mancato quell'uomo!
Se avesse recitato in un film,avrebbe vinto sicuramente il ruolo "Miglior entrata in una scena di suspence."
"Agente Gibbs, vedo che è ritornato.."
"C'erano dei patti tra noi , direttore Elbaz."

"Di cosa stai parlando Gibbs?" chiese Vance preoccupato. 
"Infatti...ci sono ancora." disse Orli calma.
"C'erano!" precisò Gibbs "Prima che vi intrometteste nelle nostre indagini." 
" Io non ho compromesso la ricerca del vostro attentatore, agente Gibbs. Sono rimasta al mio posto."
"Lei si... ma i suoi uomini no!" disse Gibbs guardando Adam.
Rimasero tutti un pò in silenzio. 
"Di cosa parla , agente Gibbs?" chiese Adam perplesso.
"Sai bene di cosa parlo!" disse Gibbs arrabbiato. 
"Adam cos'hai fatto?" chiese Orli preoccupata.
"Io niente, signora. Giuro che non so di cosa...."
"Adam non mentirmi!" disse Orli urlando. 
Vedendo che non rispondeva, superai Tony e Mcgee , gli presi la mano e gli chiesi cosa diavolo avesse fatto.
"Non posso dirtelo..  Mi odieresti e non voglio." mi disse in ebraico. 
Gliela lasciai instintivamente , e mi voltai verso Gibbs. 
"Da chi è arrivata la segnalazione che ero in Iraq?" chiesi già conoscendo la risposta.
Lui non mi rispose. Mi guardò negli occhi poi però riposò lo sguardo su Adam.
"No... non può essere " dissi guardandolo con occhi tristi. "Dimmi che non l'hai fatto." dissi voltandomi verso di lui meravigliata. 
"Diglielo Adam!" aggiunsi poco dopo. "Diglielo che non l'hai fatto." 
Ma lui non mi rispose. 
"Gibbs come l'hai scoperto?" chiese Vance.
"Abbiamo rintracciato il telefonino dalla quale è partita la telefonata. E' stato riattivato 4 giorni fa, non appena avete messo piede a Washington." disse
Gibbs guardono in direzione di Orli.  
Un espressione di schifo comparve sul mio volto  e  infatti  iniziai a dargli tanti pugli sul torace. Adam nonostante gli stessi facendo male, non si difese. 
Tony mi prese da dietro e mi separò velocemente da lui. Si mise davanti a me e iniziò a stringermi forte. Essendo piu alto di me, mi corpii completamente
la visuale su Adam.
"Adam  Eshel  , ti dichiaro in arresto per atti terroristici ad agenti federali americani. Direttore Elbaz, l'agente Eshel   sarà scortato in Israele, dove al suo
ritorno sarà sottoposto ad un processo." disse con tono autoritario Vance . 
Allontanai Tony  e vidi Mcgee mettergli le manette. Adam cercò di avvicinarsi , ma Tony lo bloccò di colpo. 
"Non ti azzardare. Lasciami. Il. Braccio." disse Adam a denti stretti.
"Avvicinati di nuovo a lei, o a mio figlio e giuro che ti uccido con queste stesse mani."
A quelle parole, Adam sbiancò di colpo. Anche Tony si rese conto dell'errore commesso. Piu di ogni altra cosa non avrebbe mai messo suo figlio in pericolo coinvolgendolo in quella discussione. Ma la cosa gli uscii spontanea, quindi non me ne curai. 
Non avevamo ancora deciso quando dirlo agli altri, soprattutto perchè superati i 3 mesi di gravidanza è tutto piu sicuro.  Mi voltai intorno, notando i 
sorrisi di Abby, Mcgee e Ducky e gli sguardi increduli di Gibbs, Palmer e Vance. 
Adam fece qualche passo verso di me, ma Tony lo fermò di nuovo.
"Non mi toccare, Dinozzo." disse lui urlando.
"Mi hai preso in giro, figlio di puttana!" disse Tony dandogli un pugno in faccia.
Abby ancora dietro di me, mi tirò verso di lei cosi da non farmi entrare nella rissa. Gibbs fermò Tony mentre Mcgee, nonostante tutto, aiutò Adam
ad alzarsi.
"Mi sono confidato con te, e tu stavi per uccidermi!" disse Tony urlando. "Volevi averla tutta per te , bastardo!" 
Gibbs mi guardò e mi fece segno di portare via Tony. Mi separai da Abby e mi avvicinai a lui,  prendendolo per il braccio e tirandolo verso di me.
"Andiamo via , si? Mettiamo del ghiaccio sulla mano.  "
Tony si calmò e si lasciò portar via da quell'inferno. Abby e Ducky ci seguirono per aiutare Tony a medicargli la mano.



"Come hai fatto a controllarti?" chiese Abby perplesa in ubitorio.
"Sai com'è... ci sono circostanze che me lo obbligano."
"QUindi... è vero? Aspetti un bambino?"
"Si.." 
"Oh mio dio! Sono cosi contenta! " disse Abby abbracciandomi.
"Ne ero sicura!"
Ducky e Tony uscirono dalla sala delle radiografie e ci informarono che non c'era nulla di rotto.
"Prima e ultima volta che faccio a botte." disse Tony mettendosi il ghiaccio sulla mano.
"Era una giusta causa, mio caro." disse Ducky iniziando a fasciargliela.
"Mi sono fatto prendere in giro... sono proprio un cretino."
"Perchè ti fidi delle persone? Non sei cretino Anthony, sei solo buono." disse Ducky sorridendogli.
"Cosa succederà, ora?" chiese ABby.
Nessuno rispose.
"Adam verrà riportato in patria, dove subirà un processo e.... visti i rapporti tra le nostre agenzie sarà messo in galera fino alla fine dei suoi giorni..."
Tutti mi guardarono perplessi. 
"E comunque non è colpa vostra. Se non me ne fossi andata tutto questo non sarebbe successo."
Mcgee arrivò in  ubitorio, per accertarsi che Tony stesse bene.
"Grazie per prima.. per avermi appoggiato." disse Tony sorridendo.
"Sempre." disse lui.. "Aspetta un secondo! Mi hai detto grazie?"
"Eh giàà."
"Quindi.... è tutto vero?"
Tim si voltò verso di me e dalla sua espressione capii che si riferiva al bambino.
"Mi dispiace dirtelo, ma tra un pò i Dinozzo saranno due..." iniziai ironica. "Quindi significa che siamo condannati."
"Oh potrebbero essere 2, o anche 3!" disse Tony sorridendo.
"Ricordi la questione dei pannolini?" chiesi scherzando.
Cambiò espressione all'improvviso. Ducky iniziò a ridere. 
"Forse sarà meglio iniziare con uno.. poi in futuro si vedrà."
"Povera te che dovrai fare i conti con 2 bambini, ZIva." disse Mcgee scherzando.
"McPivello, ricordati che sono qui  e che posso sentirti."
Le porte automatiche dell'ubitorio si riaprirono e Gibbs comparve sulla soglia.
Mi aspettavo una vera e propria scenata, del tipo : Avete infranto la regola n.12, quindi David tu rimarrai qui mentre Tony tu andrai in Cina. Anzi
meglio ancora nello spazio.Al contrario , non mi disse  nè chiese niente riguardo la gravidanza. 
"Vuole parlarti. "
Capii che si riferiva ad Adam. 
 





Angolo autrice: 
Scusate per il ritardo! Ho tanti compiti per la scuola e scrivere in questo periodo è davvero difficile!  
Tony ha rivelato la gravidanza in un momento molto inappropriato! Finalmente l'ha picchiato :D Oh YES!!!! Adam non l'ho mai sopportato, nonostante sia un attore molto attraente.... MA MAI QUANTO TONY anzi MICHEAL! 
Cosa ne pensate? 
A presto :) 






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