15 giorni per innamorarti di me. di Nanix (/viewuser.php?uid=35067)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 15 giorni per innamorarti di me. ***
Capitolo 2: *** ...sei certo che nessuna persona al mondo possa essere più bella ***
Capitolo 3: *** ..quando passeggiare con lei mano nella mano ti renda orgoglioso ***
Capitolo 4: *** anche il solo sentirla per telefono ti da una carica che non pensavi d'avere anche se sono le 3 di notte ***
Capitolo 5: *** quando passeresti tutta la notte abbracciato a lei ***
Capitolo 6: *** quando prendi in mano un suo regalo e vedi il suo viso ***
Capitolo 7: *** quando ti guardi nello specchio e vedi la sua immagine riflessa ***
Capitolo 8: *** Un nuovo arrivo=problemi in vista.. ***
Capitolo 9: *** amica o nemica? ***
Capitolo 10: *** Senza te, mi sento morire ***
Capitolo 11: *** l'appuntamento ***
Capitolo 12: *** Risvolto improvviso ***
Capitolo 13: *** Il ballo (parte 1) ***
Capitolo 14: *** Il ballo (parte 2) ***
Capitolo 1 *** 15 giorni per innamorarti di me. ***
15
giorni per innamorarti di me.
Sento la sveglia suonare insistentemente, ancora mezza assonnata tiro
fuori dalle coperte il braccio e a tastoni, sperando di non farla
cadere cerco di spegnerla.
Resto nel letto ancora
qualche secondo, perchè poi un debole raggio di sole mi
illumina il viso obbligandomi ad alzarmi.
Certe volte finito di
studiare mi mette seduta sulla finestra e con la musica nelle orecchie
osservo le stelle, viaggiando, forse un pò troppo con la
mente.
Mi alzo, scostandomi
di dosso le coperte e cerco con i piedi le pantofole, che
immancabilmente sono finite sotto il letto.
Vado in cucina per far
colazione, dove vedo mia madre mentre beve il suo caffè
latte e mio padre che guarda il giornale.
-buongiorno-
-buongiorno pulce-
Vado da mio padre e lo
abbraccio, per poi fare lo stesso con mia madre.
Mi preparo una tazza
di latte col cacao, lo ammetto certe volte mi sembro una bambina, ma
che volete farci bere solo il latte mi nausea e il caffe latte di
mattina proprio non mi va giù.
Finito di far
colazione mi preparo velocemente per andare a scuola.
Perchè di
lunedi devo sempre correre per arrivare in orario?uffa.
Con mio immenso
piacere noto di non essere l'unica ad essere in ritardo, perfino le mie
due migliori amiche lo sono, e la cosa mi rende tanto felice.
-ciao Roxy, anche tu
in ritardo vedo.-
-come sempre Eva, ciao
Beck.-
-ciao Roxy, oddio non
farmi parlare ti prego non ho fiato.-
Mi metto a ridere e
come saette ci fiondiamo a scuola.
Riusciamo ad entrare
giusto due minuti prima del suono della campanella.
-Voi tre siete sempre
in ritardo, è una cosa incredibile.-
-che vuoi farci, il
lunedi dovrebbero abolirlo dal calendario scolastico, di lunedi bisogna
dormire, si devono recuperare le forze.-
-eh si, quanto ti do
ragione Roxy.-
Beh penso sia
superfluo dire chi è Roxy, come molti avranno già
capito sono io.
Il mio nome sarebbe
Roxanne, ma come la maggior parte dei nomi lunghi viene
irrimediabilmente storpiato, la cosa infondo non mi spiace.
Roxy è
molto più simpatico, forse un pò da cane, ma poi
uno ci fa l'abitudine.
Mentre venivo a scuola
ero in compagnia delle mie due migliori amiche, Eva, (Eveline) e Beck,
diminutivo di nessun nome.
Non è da
molto che ci conosciamo, 4 anni, da quando abbiamo iniziato le
superiori, però devo ammettere che fin da subito
c'è stata subito una buona sintonia tra noi tre. Ci
compensiamo.
Eva, quella tranquilla
che non farebbe del male ad una mosca, nemmeno in casa estremi, molte
volte ha paura di dire quello che pensa per paura di offendere gli
altri. Fa tanta tenerezza, non sono solo io a dirlo, anche il suo
ragazzo, con cui sta assieme da quasi 3 anni, è convinto che
una ragazza più tenera non esista.
Sono proprio una
bellissima coppia.
Poi c'è
Beck, la più intelligente di noi tre, non è la
classica secchiona, ciccia e brufoli, occhiali spessi, derisa da tutti,
lecchina del profe.
Se vi immaginate Beck
cosi, siete fuori strada.
Lei è
l'opposto, molto spesso è quella che risponde maggiormente
ai professori, quella che parla di più in classe, abbastanza
sfacciata.
Si, ecco Beck
è cosi.
Ha un sacco di amici,
ma non perchè passa i compiti, ma proprio perchè
è simpatica, allegra, sempre e comunque dalla parte dei
compagni, la prima quando c'è da fare casino. Solo che
è anche quella più intelligente di tutti noi,
branco di caproni messi assieme. Che volete farci, buon per lei.
Ha aiutato anche il
suo ragazzo negli esami di 5, se non è amore questo.
Infine ci sono io,
sempre allegra, col sorriso sulle labbra, determinata, studente nella
media, ne troppo brava ma nemmeno sull'orlo della bocciatura.
Il mio difetto
più grande è proprio la mia terribile
testardaggine, quando mi prefiggo un obiettivo, lo devo portare a
termine.
Prendiamo come sempre,
da almeno 7 mesi, posto nei nostri banchi.
Tre attaccati, nella
fila centrale.
Italiano.
Matematica.
Arte.
Tre materie in cui
riesco abbastanza bene, in matematica ho qualche difficoltà,
ma 7 come voto in pagella non è male, devo solo tenerlo
ancora per qualche mese, sperando di non abbassare la media.
L'amica di tutti gli
studenti suona, amica per modo di dire, perchè alle 8 di
mattina è l'incubo di tutti.
Scendiamo in cortile e
ci piazziamo sul muretto accanto ad un gruppetto di ragazzi.
Tra cui c'è
anche il palyboy della scuola.
Erik.
Chiunque lo conosce,
dai primini a quelli di quinta.
Penso sia andato con
tutte le ragazze di quinta, e di terza, ora si stà facendo
passare tutte quelle di quarta, e tolto noi tre l'impresa gli
stà riuscendo.
Mentre da quello che
ho capito le ragazze di prima e seconda le considera troppo immature.
Beh certo, come se uno
che si fa chiunque gli capiti sotto tiro si possa definire in qualche
modo maturo.
Per qualche motivo a
me sconosciuto, tutte e tre assieme, restiamo in silenzio e lo
ascoltiamo mentre con i suoi amici si vanta di un altra scopata.
-beh devo ammette che
quella Nicole di 4c, è incredibile, lo sapevo che dietro
quell'aspetto di santarellina, esiste una gran porca. Che goduria,
nemmeno immaginate quanto mi sia divertito.-
-ma non hai paura di
innamorarti?-
Bella domanda caro
Brandon, capitano della squadra di basket, non immaginavo riuscissi ad
elaborare domande cosi intelligenti frequentando certe persone, mi
stupisci.
-io innamorarmi? ma
non dire fesserie, l'amore non esiste, e stai certo che io Erik
Kramber, mai e poi mai mi innamorerò di una ragazza.
Oddio questa volta
l'ha sparata grossa, cerco di non ridere, ma è inutile.
Scoppio a ridere sotto
lo sguardo scioccato/interrogativo/preoccupato delle mie amiche, mentre
gli occhi mi lacrimano e io mi tengo la pancia con le mani.
-che diavolo hai da
ridere insetto?-
Essendo superiore a
lui evito di rispondergli con un dolce insulto.
-hai appena detto una
grossa stronzata.-
-ah si e cosa?-
-io Erik Kramber, mai
e poi mai mi innamorerò di una ragazza-
Lo imito gesticolando
un pò e fissandolo dritto negli occhi.
Grosso, anzi no,
grossissimo sbaglio.
Ha degli occhi
ipnotici.
Azzurri, di ghiaccio.
Magnetici.
Non riesco a staccarmi.
Ehi Roxy riprenditi
per l'amor del cielo.
-con questo vuoi dirmi
che non credi alle mie parole?-
-esatto, tutti nella
loro vita si innamorano prima o poi.-
-io no.-
-si invece.-
-l'amore non esiste.
-esiste, invece.
L'amore è quando, sei certo che nessuna persona al mondo
possa essere più bella, quando anche il solo sentirla per
telefono ti da una carica che non pensavi d'avere anche se sono le 3 di
notte, quando passeresti tutta la notte abbracciato a lei, quando la
vedi piangere e vorresti far fuori quello che l'ha fatta piangere pur
sapendo d'essere stato te, quando ruberesti una stella per lei, quando
certe volte fa cose senza senso ma poi ti accorgi che un senso ce
l'hanno, quando anche andare a scuola diventa piacevole, quando per lei
metteresti da parte gli amici, quando ti guardi nello specchio e vedi
la sua immagine riflessa, quando ti rendi conto che i suoi difetti non
so che dei pregi in più che forse lei nemmeno sa di avere,
quando prendi in mano un suo regalo e vedi lei, quando conti i minuti
per poterla vedere, quando sei triste se non la vedi, quando il fatto
che parli con un altro ti dia fastidio, quando passeggiare con lei mano
nella mano ti renda orgoglioso, quando hai paura che tutto finisca di
colpo... l'amore esiste.-
-no.-
-ok, in 15 giorni ti
faccio innamorare di me.-
-ahahahahah. Insetto
tu non sai quello che dici-
-hai forse paura di
perdere?-
-certo che no, va beh,
che scommettiamo?-
-io nulla, ti faccio
innamorare e a me basta.-
-se vinco io
però dovrei fare tutto, e dico TUTTO quello che ti dico
intesi?-
Marca per bene
l'ultimo tutto, mentre con uno sguardo da seduttore nato mi fissa.
-ci stò,
siete presenti anche voi intesi?!?-
Chi avrebbe mai
pensato che mi sarei rovintata la vita da sola?!?
Le altre le ho cancellate perchè non ero molto ispirata,
spero di riuscire ad andare avanti con questa..
Leggete e recensite mi raccomando..
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Capitolo 2 *** ...sei certo che nessuna persona al mondo possa essere più bella ***
...sei certo che nessuna persona al mondo possa
essere più bella..
Me
ne stò appoggiato al muro della scuola con accanto Sophy,
una ragazza di 4f.
In poche parole la
ragazza di oggi.
Sicuramente l'insetto
di ieri non diceva sul serio, stamattina già si
sarà dimenticata della scommessa, e non mi
romperà le scatole.
Non che la cosa in
qualche modo mi spaventi, sò che mai e poi mai mi
innamorerò, e se proprio dovesse capitare di certo la
fortunata non sarà lei.
No assolutamente no.
A proprosito come
diavolo si chiama?
Mah, fa nulla penso di
poter vivere ugualmente senza conoscere il suo nome.
-ehi Erik, si
può sapere dove hai la testa?-
-come?-
-non mi
hai ancora dato un bacio.-
Le sorrido, come solo
un seduttore nato sa fare.
Prendo il suo viso tra
le mani, mi avvicino a lei, e le chiedo scusa per non averlo fatto
prima.
La bacio.
Solito bacio che non
sa di nulla.
Un bacio vuoto.
Freddo.
La cosa
però non mi interessa molto, tanto per me, tutte le ragazze
nessuna esclusa sono solo dei divertimenti.
-ehi, playboy, dai
vieni qui?-
Per favore ditemi che
è frutto della mia immaginazione, qualcuno da
lassù mi dica che questa voce non è quella
dell'insetto di ieri.
Mi stacco da Sophy un
pò scocciato, e mi volto dove vedo l'insetto con le mani sui
fianchi e la borsa dell Eastpack più grande di lei.
-cosa vuoi?-
-ti sei forse scordato
della scommessa?-
-no, però
speravo te ne fossi scordata tu.-
-hai cosi tanta paura
di perdere?-
-te lo ripeto io sono
sicuro di vincere. Comunque che diavolo vuoi?-
-alla fine delle
lezioni aspettami fuori che torniamo a casa assieme.-
-da quando decidi tu
di sana pianta?-
-da quando ho voluto
fare la scommessa con te.-
-ok va bene,
l'importante che ora ti levi dalle scatole.-
-ok ciao.-
Se ne va, per grazia
infinita, saltellando come una bambina, mentre i capelli neri legati in
due morbidi codini, seguono il suo ritmo.
Certo che per essere
di 4 è proprio bassina, quanto sarà 150? 152?
Sicuramente non di
più.
-ehi ti sei incantato
a guardarla?-
-ma che sei matta?-
-ah voglio bene
vedere, hai qui una tra le più bella della scuola e guardi
quella.-
-tesoro sei UNA tra le
più belle non la più bella. ok?-
-che grande stronzo.-
-e ti stupisci?-
Adoro essere stronzo
con le ragazze.
Però tutti
i torti non li ho, non è la più bella,
è una tra le belle.
Una tra le tante,
niente di speciale.
Sembra quasi una
Barbie.
Capelli lisci,
sicuramente piastrati, biondi che le arrivano quasi al gomito. Occhi
verdi smeraldo pesantemente truccati, labbra forse troppo grosse, rese
ancora più grosse da 4 o 5 strati di lucidalabbra, che si la
rendono sensuale, ma mi hanna appicciato la bocca. Seno prosperoso,
gambe lunghe e sottili.
Una delle solite
ragazze che mi sono fatto.
-senti, ma che
scommessa si tratta?-
-mah, è una
cosa stupida, è convinta in 15 giorni di riuscire a farmi
innamorare di lei.-
-ahahaha, o mio dio,
evidentemente non ti conosce bene.-
-già
probabile-
Appena suona la
campanella , le schiocco un bacio sulle labbra e vado in classe dove
c'è Brandon, come al solito, seduto sul mio banco che mi
aspetta.
-ma ogni benedetto
giorno devi sederti sul mio banco?-
-ehm...si..comunque,
la tipa di ieri si è presentata ancora?-
-si, va beh poverina,
mi sa che è solo una scusa per poter stare con me, poco
importa, anche lei sarà una di quelle tante tipe con cui
sono andato.
Meglio per me.-
-che marpione che sei.-
-non sò se
prenderlo come complimento o meno.-
-vedi un pò
te, dai vado a posto perchè l'elefante occhialuto
è entrato.-
La detesta proprio la
profe di italiano, eppure a me sta cosi simpatica, ha sempre una buona
parola per tutti, specialmente per il sottoscritto.
Non facciamo molto di
lezione, perchè ci porta in aula video a sorbirci tre
interminabili ore di Il Gladiatore, film visto e rivisto.
Stò per
addormentarmi tra le braccia di Jenny, una mia compagna di classe, che
altro ad avere un bel davanzale comodo sul quale appoggiarmi con la
testa, ha anche due mani da fata, in grado di fare massaggi
incredibili, quando la campanella della ricreazione suona.
Esco dalla aula con
Brandon, che continua imperterrito a chiedermi le sigarette.
-no, prenditele cristo
santo, mica sono un tabaccaio.-
-eh vah beh che
sarà mai per una misera sigaretta.-
-ok, ma l'ultima.-
Ci mettiamo al solito
posto, dove vediamo anche altri nostri amici di quinta.
Argomento principale?
Che domande, le
ragazze.
Sempre quello
è l'argomento, bella fantasia vero?
Mi appoggio con la
schiena contro il muro, mi guardo un pò intorno, cercando
qualcuno che ancora non mi sono fatto, praticamente la prossima vittima.
Quando l'attenzione
viene presa dall'insetto.
Non è molto
distante da me, e riesco a sentirla ridere facilmente.
Certo che la sua
risata è prorio allegra, una di quella risate che partono
dal profondo.
Ha i capelli neri, un
nero bellissimo, forse li tinge, sicuramente è cosi, non
credo possa esserci un colore cosi bello in natura.
Un viso minuto,
semplice, e il sorriso sulle labbra, labbra sottili, rese sensuali da
un pò di lucidalabbra, non eccessivo.
Si volta verso di me,
mi osserva un pò dritta negli occhi.
Occhi cosi espressivi
mai li avevo visti, azzurri come il cielo, e uno sguardo da eterna
bambina.
Mi sorride e poi con
la mano mi fa "ciao".
Che carina.
Oddio Erik,
riprenditi, ma che diavolo stai dicendo?
Carina quell'insetto?
Non dire fesserie.
Sophy è
carina.
Jenny è
carina, ma non l'insetto.
Per qualche strana
ragione, mi fa piacere, sembra assurdo, ma nessuno mi aveva mai
salutato cosi dolcemente.
Divento un
pò rosso in viso, me lo sento, per fortuna nessuno se ne
accorge, altrimenti che scusa potrei mai trovare?
Grazie mille per le
vostre recensioni, mi avete reso tanto felice, spero continuerete a
leggere e a commentare..
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Capitolo 3 *** ..quando passeggiare con lei mano nella mano ti renda orgoglioso ***
quando passeggiare
con lei mano nella mano ti renda orgoglioso
All'uscita da scuola me la trovo appoggiata al muro con gli occhi
chiusi per via del sole che le da fastidio.
Bene, meglio cosi, le
passo davanti senza far rumore in modo da non svegliarla.
-ehi, dove credi di
andare?-
-ma non stavi
dormendo?-
-no, dai andiamo-
-se proprio devo, ok-
Ci incamminiamo uno
accanto all'altro sotto gli sguardi interrogativi dei ragazzi di
scuola, beh c'è da dire che io non sono mai andata a casa da
scuola con una ragazza, in qualche modo mi da l'impressione d'essere
due fidanzatini, e la cosa al solo pensiero mi fa venire la pelle d'oca.
-senti ma quanto sei
alta? 150 o di meno?-
Si volta verso di me,
e con lo sguardo mi uccide, o mamma, penso di aver appena detto una
grossa cavolta.
-164, mica
è colpa mia se sei un gigante.-
-non sono un gigante,
sono nella media, sono alto solo 180.
-solo? ah beh.-
Torna a guardare
dritta davanti a se spostando di tanto in tanto lo sguardo
adestra e a sinistra per vedere qualche piccolo negozio lungo
il tragitto.
-comunque io sono
Roxane, ma tutti mi chiamano Roxy-
-stai scherzando
spero?-
-no,
perchè?-
-oddio, da insetto,
sei passata a cagnolino. Hahahaha-
Mi fa la linguaccia
come se fosse una bambina e questo mi fa divertire ancora di
più.
-Roxy, ti va un
gelato? stò morendo di caldo.-
Mi guarda con un aria
un pò stupita, per poi annuire con la testa.
Deviamo per il parco
dove c'è un ottima gelateria
Lei si prende una
granita al limone, mentre io una alla menta.
-ma non volevi il
gelato?-
-è colpa
tua, mi hai fatto venire voglia di granita.-
Ci facciamo un giro
per il parco con le nostre granite belle fresche in mano, e lo zaino
sulle spalle, o meglio io con lo zaino, vuoto, mentre lei con la borsa
abbastanza piena.
-ma cosa li prendi a
fare i libri?-
-mah, secondo te?-
-non ne ho la
più pallida idea.-
-forse
perchè vado a scuola?!?-
-anche io ci vado ma
la cartella è vuota.-
-beh se te non ti vuoi
impegnare mica devi dar colpa agli altri che vogliono avere dei bei
voti.-
-scusa se te lo dico,
ma sono il terzo più bravo delle classi di 4.-
-scherzi?-
-no no sul serio.-
-è in
matematica come te la cavi?-
-egreggiamente.-
-mi daresti
ripetizioni? per favore.-
No Erik.
Non puoi darle
ripetizioni.
Non dirle di si.
Non guardarla in
quegli occhioni azzurro cielo.
Non guardarla.
Distogli lo sguardo.
-ok, va bene.-
Dev'essere una strega,
per forza che è cosi, altrimenti non si spiegherebbe il
fatto che non riesca a dirle di no.
Che rabbia.
Chiudo un attimo gli
occhi, mentre un lieve venticello mi scompiglia i capelli e un
pò di sole filtra tra gli alberi.
Quando li riapro Roxy
è sparita.
Mi guardo un
pò attorno, un pò preoccupato.
Non si è
mai abbastanza sicuri nemmeno in pieno giorno.
Guardo dappertutto,
quando finalmente la trovo sulle bordo di uno stagno , mentre con un
ramo cerca di prendere il fior di loto.
Ma ora ditemi, che
senso ha rischiare di cadere per prendere un fiore?
Quando lo si
può benissimo andare a comprare?
Oltretutto la sveglia
nemmeno si è tolta la borsa, in questo modo risulta troppo
sbilanciata in avanti.
Corro da lei prima che
cada.
Mi sembra di fare da
baby sitter.
Riesco ad arrivare in
tempo, per prenderla per la mano prima di farla finire nello stagno.
Ha una mano piccolina,
veramente tanto piccina, liscia, che nella mia mano gigante fa un
effetto buffo.
Come un padre mentre
tiene la mano alla sua bambina.
La tiro dolcemente
fino a me, senza mollarle la mano.
-ma che stavi facendo?-
-volevo il fior di
loto.-
-non puoi andartelo a
comprare?-
-no non sarebbe lo
stesso.-
-dai andiamo o
penseranno male i tuoi.-
-ok.-
Torniamo indietro,
facendo sempre la strada di prima, tra negozi, e vetrine di ogni tipo.
Passando davanti ad
una vetrina mi accorgo che la stò tenendo ancora per mano.
Come può
fare cosi tanta tenerezza una ragazzina come lei?
Eppure per qualche
strana ragione, non riesco liberarmi della sua mano, è come
se ci fosse una calamita, e non riuscissi più a staccarmi.
Quante cavolate, non
c'è nessuna calamita, niente di niente, semplicemente sono
io che non voglio staccarmi da lei.
Sono io che voglio
tenerla per mano perchè questo mi rende felice.
Se va avanti cosi, di
certo perdo la scommesso.
Grazie mille a chi mi
ha recensito, e anche a quelli che hanno messo la storia tra i
preferito.
Ne sono veramente
felice.Scusate il capitolo corto, ma volevo postarlo prima di andare al
lavoro..
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Capitolo 4 *** anche il solo sentirla per telefono ti da una carica che non pensavi d'avere anche se sono le 3 di notte ***
anche il solo
sentirla per telefono ti da una carica che non pensavi d'avere anche se
sono le 3 di notte
Il mattino successivo appena la sveglia suona mi alzo dal letto come
una molla, sono sveglio, incredibilmente sveglio.
Faccio colazione e poi
mi incammino verso la scuola, qualche metro prima del cancello vedo
Roxy, mentre cerca qualcosa nella sua borsa.
-ehila, ciao insetto.-
Si volta verso di me,
e mi saluta alzando di poco la testa.
-che allegria, che ti
prende?-
-ho scordato il libro
di italiano a casa, cavoli, già la profe mi
detesta, se non ho il suo materiale, se mi va bene mi becco la nota,
altrimenti un 2 sul registro.-
-beh fattelo prestare-
-ah si e da chi,
sentiamo?-
-da me per esempio.-
-cosa?-
-dai tieni, prendi il
mio, tanto italiano l'ho dopo la ricreazione, quando scendi in cortile
ricordatelo.-
-grazie mille, sei
gentilissimo.-
Gentilissimo.
Che parolina tenera,
se detta da lei e poi seguita dal suo stupendo sorriso, diventa ancora
più dolce come parola.
La seguo con lo
sguardo, mentre saltella in contro alle sue amiche.
Quando la guardo mi
stupisco di come faccia ad avere la mia età, sembra molto
più piccola, sembra una bambina.
Si, proprio cosi, una
bambina, piccola e tenera.
Se mi sentisse Brandon
o uno dei miei amici parlare di lei cosi, mi manderebbe al manicomio in
seduta stante.
Quindi è
meglio che questi pensieri me li tenga per me, ho pur sempre un
immagine da difendere.
-ciao vecchio.-
Mi volto e vedo
Brandon con due tipe.
Che noia, sono tutte
uguali, tutte dannatamente perfette, senza un cavolo di difetto.
Sembrano quasi uscite
da una macchina.
-ciao Brandon.-
-allora con l'insetto?-
-Roxy, per piacere.-
-come? da quando la
chiami per nome?-
-da quando
sò come si chiama.-
Mi guarda un
pò di traverso, per poi prendermi in disparte.
-che ti prende? non
dirmi che quella ragazza stà per vincere la scommessa?-
-hai davanti Erik, io
non mi innamorerò mai. Mai, intesi? Semplicemente
stò pensando di farla diventare una delle tante.-
-o meno male, stavo
quasi per preoccuparmi. Comunque, ti presento Glory, e Sandy. Sono di
5.-
-salve fanciulle.
Teoricamente, faccio
qualche complimento, sulla loro bellezza, ma stavolta non mi esce fuori
nulla.
Sono belle per l'amor
di dio, però, boh, sono cosi anonime.
Glory, magra in canna,
curve al posto giusto, capelli boccolosi castani e occhi verde scuro,
anche lei come quasi tutte quelle delle scuola, trucca in una maniera
inverosimile.
Sandy, un
pò più in carne dell'amica, capelli neri, ma non
belli e setosi come quelli di Roxy, e occhi azzurri, e insespressivi,
l'opposto di Roxy.
Che scatole.
Roxy di qui.
Roxy di la.
Basta per favore.
La campanella suona
l'inizio delle lezioni, e questo ci obbliga ad entrare in classe.
Con mia immensa
sorpresa mi accorgo che la mia classe e quella di Roxy, sono
praticamente una difronte all'altra, quindi mi basta solo affacciarmi
alla porta per vederla.
Mi sistemo nel banco e
passo le prime tre ore di lezione con la testa da tutt'altra parte.
Mi sembra quasi di
sognare, ma più che sogno quello è un incubo, un
incubo che ho ricomnciato a fare da qualche giorno.
Rivedo mio fratello,
ridere e scherzare con me.
Sempre allegro con una
buona parola per tutti, poi rivedo lei, quella che me l'ha portato via
per sempre, quella di cui era innamorato e che poi l'ha ucciso.
E allora li mi ricordo
perchè io non voglio innamorarmi.
-ehi Erik, svegliati,
andiamo a fumare.-
-perchè?-
-perchè
c'è la ricreazione bello.-
Cerco le sigarette
nello zaino e seguo Brandon.
Andiamo al solito
posto, anche se sinceramente vorrei essere ovunque ma non li, non con
loro.
Non in compagnia di
quei stupidi dei miei amici, che sono cosi superficiali, proprio come
me.
Non voglio nemmeno
stare con Sandy e la sua amica, perchè di loro non me ne
frega proprio un bel niente.
Chiudo gli occhi,
mentre lascio che il sole mi baci il volto.
Mi pento amaramente di
averlo fatto, perchè appena li chiudo mi ritorna in mente la
scena di 3 anni fa, e mi arrabbio, divento triste, voglio..
Non lo sò,
non sò cosa voglio.
L'amore fa schifo.
-Ehi Erik.-
Apro gli occhi e prima
di vedere chi è rispondo male.
-che diavolo vuoi, non
vedi che stò dormendo?-
-si vedo, e la cosa mi
frega ben poco.-
Guardo chi mi
stà disturbando e vedo Roxy, l'ultima persona che vorrei
vedere in quel momento, perchè mi manda su tutte le furie,
mi fa incazzare, in quel momento la sua presenza mi da fastidio, e la
detesto più che mai, forse perchè come la ragazza
di mio fratello,Marion, anche lei è fissata con l'amore.
-si può
sapere cosa vuoi?-
-sono venuta a
riportarti il libro.-
-ma sai che cazzo me
ne frega a me del libro, brucialo, buttalo, fai quel che ti pare, ma
non mi rompere le palle. E levati di torno per l'amor del cielo.-
Mi sfogo, faccio
uscire la rabbia che ho dentro, sfogandomi, forse con l'unica persona
che non centra nulla, il cui unico difetto è di essere
uguale a Marion.
Mi guarda restando
immobile.
Mi fissa dritta negli
occhi.
Le sue amiche sono
dietro, ci fissano ma non dicono nulla, lo stesso fanno i miei amici.
Tutto è in
silenzio, o forse sono io che me lo immagino.
-sai credevo di aver
visto qualcosa di buono in te, ma evidentemente mi sono sbagliata.-
Butta in terra il
libro e se ne va, seguita a ruota dalle sue amiche.
Il resto della
giornata passa nella maniera più monotona che possa esserci.
Verso l'una di notte,
mi sdraio nel letto, cercando di dormire, ma niente da fare, la scena
di oggi a scuola è ancora viva in me.
Sò di
doverle delle scuse, oltre a quelle anche delle spiegazioni, ma non ci
riesco, il mio stupido orgoglio non me lo permette.
Continuo a girarmi e
rigirarmi nel letto come un pazzo.
Alla fine dopo averci
pensato su parecchio ed esser riuscito a mettere l'orgoglio da parte,
la chiamo.
Due squilli.
Tre.
Sono le 2.40 di notte,
di certo starà dormendo.
Quattro squilli.
Stò per
riagganciare quando un vocina assonnata risponde.
-Pronto-
-ciao, che fai?-
-ciao, chi sei?-
-sono Erik.-
-stavo dormendo, mi
sembra ovvio. Cosa vuoi? non ti è bastato farmi restare di
merda a scuola?-
-ti ho chiamato per
questo. Volevo chiederti scusa.-
-cosa?-
-ti chiedo scusa, la
colpa non è tua, è che...-
-è che..
cosa?-
-non voglio
disturbarti.-
-spero tu stia
scherzando, mi hai chiamato alle 2 e 40 di notte, e ora mi dici che non
vuoi disturbarmi?! dai avanti parla.-
-ok, io non ce l'ho
con te, il fatto è che mi ricordi tantissimo Marion, la
fidanzata di mio fratello, o meglio la sua ex.-
-e perchè
non ti piace questa tipa?-
-perchè lei
me l'ha ucciso.-
-cosa?-
-oddio, sembra
assurdo, ma è la pura verità. 8 anni fa, mi
fratello stavo con una ragazza, un pò troppo fissata con
l'amore, non faceva altro che ripetere che l'amore era bello, che era
la cosa migliore del mondo, che lei viveva per amare, tutte queste cose
qui. Mio fratello era felicissimo con lei, poi dopo un anno e mezzo,
lei ha deciso di prendersi una pausa, diceva che doveva dare amore
anche ad altri. Pensavamo si riferisse ai bisognosi, ai senza tetto,
quando poi è ritornata abbiamo scoperto che è
stata in comunità, si drogava, e sò che sembra
incredibile, ma nessuno di noi lo sapeva, nemmeno mio frattelo, pensava
fosse la ragazza migliore del mondo, invece era solo una schifosa
drogata.
Mio fratello ancora
più stupido le ha voluto dare una seconda
possibilità, perchè si è fatto
incantare dai suoi occhioni blu, si è fatto abbindolare come
niente..
Ed è a
causa della sua stupidità che è morto di aids,
è morto perchè le ha creduto.
L'amava, l'amava cosi
tanto, ed è proprio grazie all'amore che è morto.-
Senza nemmeno
rendermene conto, le lacrime iniziano a scendere, piango come nemmeno
al suo funerale ho fatto.
Tremo.
Ma allo stesso tempo
sono felice, ho parlato di questa storia con qualcuno, sono finalmente
riuscito a tirar fuori quello che avevo.
La sento respirare.
Sicuramente si
sarà addormentata, oppure stare trattenendo le risate.
-ehi ci sei ancora?-
-s-si, scusa..-
La sua voce trema, e
mi rendo conto che non stava trattendosi dal ridere, stava trattenendo
le lacrime.
E le sue lacrime
trattenute fanno piangere di più il sottoscritto.
L'ho ferita a scuola,
l'ho svegliata alle 3 di notte, le ho raccontato un bruttissimo
episodio della mia vita,e lei assieme a me, piange.
-mi spiace, se ti ho
fatto piangere.-
-non importa, sono
parecchio sensibile.-
-l'avevo intuito.-
-sai, mi spiace tanto
per tuo fratello, se era un ragazzo fantastico come te, si meritava di
certo qualcosa di meglio. Ma tu puoi ambire a qualcosa di meglio.
Non sò
com'è perdere un fratello, ma immagino non sia una cosa
semplice, specialmente d'aids, ma questo non vuol dire che al mondo
esistano solo persone come Marion, c'è molto meglio,
sò che non è facile trovare qualcuno nei nostri
giorni che creda fermamente nell'amore, tu però questo
qualcuno lo devi cercare, devi cercare l'altre metà della
mela, della tua mela. Oddio ora, devi scusare me, per questi discorsi,
ma sai essendo le 3 di notte, il cervello è un pò
staccato.-
Mi fa ridere,
perchè anche in una brutta situazione, riesce a trovarci
qualcosa di divertente.
-grazie mille, sei
incredibile, lo sai?! Ora forse è meglio se ti saluto, scusa
ancora per tutto, buonanotte.-
-buonanotte.-
Chiudo la chiamata,
fisso il display del telefono ancora per un pò e poi con il
sorriso sulle labbra mi addormento.
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Capitolo 5 *** quando passeresti tutta la notte abbracciato a lei ***
quando passeresti
tutta la notte abbracciato a lei
Il mattino successivo faccio una fatica incredibile a svegliarmi, beh
direi che è più che comprensibile, dato che ho
dormito solo 4 ore.
Però nonostante io abbia dormito poco e sia uno straccio, mi
sento felice, come se mi fossi tolto un peso enorme dallo stomaco.
Mi preparo lentamente, non importa se oggi faccio tardi,
starò fuori un ora, ma non mi va di correre.
Appena finito di prepararmi prendo lo zaino, con dentro, per la prima
volta i libri di scuola, ed esco di casa.
-ti vuoi muovere, siamo in ritardo.-
Alzo lentamente la testa da terra.
Convers nere, gonna corta di jeans, maglietta a righe rossa e nera.
Viso imbronciato.
Occhi azzurri che mi guardano arrabbiati.
Capelli neri, sciolti sulle spalle.
Roxy.
Ma che ci fa Roxy davanti a casa mia alle 7 e 45?
Dovrebbe essere a scuola.
-ma che...-
Non mi da il tempo di concludere la frase che subito mi prendere per
mano, e mi obbliga a correre assieme a lei.
Certo che ne ha parecchio di fiato la ragazza.
La sua piccola mano si intreccia perfettamente alla mia, sembra quasi
incredibile.
Arriviamo in orario per un pelo.
-dai muoviti ad entrare.-
Mi sorride per poi andare nella sua classe.
Io entro nella mia, mi siedo al mio banco, mentre Brandon si avvicina.
-ehi, ho una notizia bellissima per te.-
-ah si e cosa?-
-voci sicure mi hanno riferito che un tipo di 5 si è preso
una cotta per Roxy, ehi amico, è una cosa stupenda per te
no?. Gli presenti il tipo a Roxy, si innamora, e ti lascia in pace, e
tu puoi continuare a fare il playboy della scuola, sai manchi a molte
ragazze.
-ah..ehm..e chi sarebbe questo?-
La profe entra, ma la cosa mi interessa bene poco, dato che il banco
accanto al mio è libero dico a Brandon di sedersi qui e
continuare.
-Jonnhy, di 5f, gioca a basket nella squadra della scuola..non
è famoso come te, ma ci da dentro.-
-e tu vuoi lasciare Roxy ad un tipo come quello?-
-non so che cazzo di stregoneria ti ha fatto quella. Ma forse tu non ti
ricordi chi sei. Sei Erik, il tipo che tutte vogliono scoparsi, sei
quello che si diverte ad usare le persone e a giocare con i loro
sentimenti, non ti frega nulla degli altri e sei interessato solo a te
stesso. Quindi lui forse non sarà uno stinco di santo, ma
è certamente migliore di te.-
-ricordami perchè non ti prendo a pugni?-
-perchè siamo in classe, nel mezzo della lezione, e io ho
ragione. Ti basta?-
-si credo di si.-
Penso alle sue parole, ha ragione, sono un menefreghista, un egoista,
penso solo a me e non mi importa nulla degli altri.
Gioco con i sentimenti delle ragazze, ma forse perchè non ho
ancora trovato la persona giusta per me.
O forse non mi sono mai degnato di cercarla, me ne sono sempre fregato
di tutto quello che potevano provare le ragazze stando con me.
E ora che Roxy ha un ammiratore, dovrei essere felice, dovrei fare i
salti di gioia, non l'avrei più tra i piedi, farei quello
che mi pare, senza sentirmi osservato.
Eppure sentirmi osservato da lei, mi rende felice, vederla sorridere, a
poco a poco, sembra riesca a sciogliere il ghiaccio che ho attorno al
mio cuore.
Quando la fisso negli occhi mi sembra quasi di perdermi.
Sento la campanella suonare, e come sempre vado in cortile.
Ma non stò con loro, mi stacco e vado in giro, sotto lo
sguardo delle ragazze, alcune vorrebbero uccidermi, altre vorrebbero
saltarmi addosso.
Invece rimangono ferme a fissarmi, e questo mi da fastidio.
Non stò molto da solo, giusto un minuto, il tempo di cercare
accendino e sigarette e accendermene una.
-posso?-
-siediti pure.-
Roxy capita sempre nei momenti peggiori, o forse migliore, ma chi lo
sà.
-sei venuta qui e non dici nulla?-
-chi ha detto che fare discorsi è obligatorio?-
-già-
Faccio due tiri, e la sua piccola mano raggiunge la mia strappondimi la
sigaretta e buttandomela via.
-Fumare fa male, devi smetterla.-
Sarà perchè sto dormendo in piedi,
sarà perchè ha ragione, ma non le dico nulla, e
sorrido tra me e me.
-posso sdraiarmi e appoggiare la testa sulle gambe?-
-solo se oggi dopo scuola vieni da me e mi aiuti con la matematica.-
-ok va bene.-
Mi sdraio lungo e disteso appoggiando la testa sulle sue gambe.
La sua piccola mano passa dolcemente tra i pieni capelli, facendomi
quasi addormentare, quanta dolcezza può trasparire con un
semplice gesto?
Purtroppo non dura molto perchè la campanella suona e
bisogna tornare in classe.
Nelle ore successive penso ancora alle emozioni che quel semplice
gesto, quel semplice passarmi la mano tra i capelli ha suscitato in me.
Per fortuna, invece stavolta, la campanella suona e io aspetto Roxy
fuori dalla sua classe.
Andiamo a casa assieme, parlando un pò delle nostra
famiglie, di quello che vorremmo fare da grandi.
Lei sogna di aprire una bibblioteca tutta sua, con dentro milioni di
libri, mentre me lo dice sembra che si immagini lei tra qualche anno,
mentre consiglia a qualche ragazza un buon libro.
Arriviamo a casa sua, prima di metterci sotto coi libri, prepariamo da
mangiare, niente di complicato, un pò di pasta e patatine
fritte.
Oltre a ripassare matematica l'aiuto anche in fisica, e li
c'è molto da lavorare perchè è proprio
negata.
Dopo quasi tre ore passate sui libri, mettiamo via baracca e baracchino
e ci sistemiamo sul divano per guardare un film.
Lo sò, dovrei andare a casa teoricamente, ma qui
stò cosi bene che non mi va di andar via.
Mi stò innamorando?
Boh forse, meglio per entrambi, però voglio aspettare a
dirglielo.
Finito di guardare the ring, guado l'orologio.
Sono già le 19, meglio se vado a casa, tra poco torneranno i
suoi, e se mi vedo con lei, solo noi due da soli, potrebbero farsi
strane idee.
Mi alzo, dal divano.
-dove vai?-
-a casa, sono già le 19.-
-ah già.-
Forse è la mia impressione ma sembra quasi che le
dispiaccia, sicuramente sono io che lo vorrei.
-spero di esserti stato utile.-
-si si moltissimo grazie.-
Vado all'ingresso, apro la porta, stò per andar via quando
sento Roxy prendermi la maglia da dietro.
Mi volto verso di lei, ha lo sguardo basso.
-che c'è?-
-resti con me stanotte? sono da sola in casa, non è la prima
volta che rubano in queste zone, e si insomma...io..-
-hai paura?-
-un pochino.-
Finalmente alza lo sguardo, e in quell'istante, mi rendo conto che il
ghiaccio si è sciolto completamente dal mio cuore.
Lei che sembra cosi forte, in grado fare qualunque cosa, infondo
è una tenera ragazza che ha tanto bisogno che qualcuno la
protegga.
Senza pensarci, senza rendermene conto, mi avvicino e l'abbraccio.
-Ok, stanotte resto con te.-
Ordiniamo una pizza per cena, e poi ci rimettiamo sul divano a guardare
la tele.
Ci addormentiamo cosi.
Lei tra mie braccia, sicura e protetta.
Io con lei, felice come non mai.
La cosa che più mi spaventa è sapere che questo
prima o poi finirà, ma ora è meglio non pensarci,
devo vivere il presente nel migliore dei modi.
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Capitolo 6 *** quando prendi in mano un suo regalo e vedi il suo viso ***
quando prendi in mano
un suo regalo e vedi il suo viso
Come è possibile che in cosi poco tempo io sia diventata
famosa?
Quando stai con Erik,
il playboy della scuola, diventi anche tu subito conosciuta.
Farlo innamorare si
presenta più facile del previsto, ma è veramente
questo che voglio?
Ora anche io a poco a
poco, conoscendolo un pò meglio mi rendo conto che persona
è.
Un ragazzo fantastico,
che anche se a scuola fa il duro, dentro di se è fragile.
E tra poco
più di una settimana, se tutto va secondo i piani, mi
odierà per sempre.
-Roxy.-
Mi sento chiamare, ma
non sono le mie amiche, e non è nemmeno Erik, purtroppo
sò chi è.
Quello che secondo
Erik, è il suo più caro amico, quello che invece
è solo un doppio giochista, che lo detesta, che lo vuole
vedere soffrire.
Brandon.
-cosa vuoi Brandon?-
-è
più facile di quello che pensavo far innamorare di te, Erik.-
-ma perchè
vuoi che soffra cosi?-
-non lo faccio in
cattiva fede, semplicemente voglio che si innamori e che soffra, quando
mi sono innamorato io, e sono stato lasciato, lui che ha fatto? Si
è messo a ridere. Non è un comportamento da
amico.-
-ma perchè
cavolo proprio io?-
-perchè tu
sei la mia cuginetta adorata, e poi mi devi un favore ricordi?-
-finiti questi 15
giorni, io non voglio più avere nulla a che vedere con
te,intesi?-
-tranquilla, tra 15
giorni, faremo come sempre, come se fossimo due estranei.-
Perchè
è toccato a me, un cugino del genere.
Io volevo
semplicemente passare un anno scolastico in santa pace, essere poco
conosciuta come sempre, e invece no, lui e quella sua stupida scommessa.
Andrà a
finire che io mi innamorerò follemente di lui, molto
più di adesso, e sarò anche quella che ne
soffrirà maggiormente, certe volte mi chiedo
perchè diavolo non penso alle conseguenze prima di prendere
decisioni.
*****
****
Verso le 7 di mattina,
dopo averla coperta decido che è meglio se me ne torno a
casa, se arrivano a casa i suoi da un momento all'altro
chissà cosa possono pensare.
Torno a casa, i miei
nemmeno si accorgo del mio arrivo, beh c'è da dire che non
siamo una famiglia molto unita, anzi, potrei anche morire che loro se
ne fregherebbero altamente.
Ma va bene cosi, ormai
mi sono abituato a questo clima gelido, non vedo l'ora di avere un
pò di soldi per poter andar via.
Mi butto sul letto
vestito e mi metto ad ascoltare un pò di musica, dato che
oggi non c'è scuola per via del patrono, ho tutta la
giornata libera.
Mi addormento ancora
fino alle 10, quando sento Lory chiamarmi dal soggiorno.
Lory, sarebbe colei
che mi ha messo al mondo, in tutta la mia vita l'ho chiamata solo una
volta mamma, e basta.
-svegliati,
c'è una ragazza che ti cerca.-
Un ragazza?
Da quando in qua le
ragazze vengono a casa mia senza che ce le porti io?
Sono un pò
scombussolato, con i capelli in disordine, e i vestiti stropicciati, ma
la cosa non mi interessa.
Scendo dalle scale con
la lentezza di un bradipo.
-Roxy????-
Oddio, che figure,
sono scombussolato, ho i capelli in disordine e i vestiti stropicciati,
chissà che penserà di me.
-ti va di fare un
giro?-
-si, entra un attimo
che mi sistemo.-
La faccio accomodare
sul divano in salotto, mentre io con la velocità di un razzo
salgo in camera, mi sistemo al meglio.
Voglio essere
perfetto, anche lei lo è oggi.
No beh lei lo
è sempre, o forse sono io che la vedo perfetta.
Mah, non importa
perfetta o no, anche oggi è bellissima.
Scendo le scale, e la
vedo in piedi accanto alla finestra, cercando di non fare alcun rumore
scendo fino ad arrivare al comodino, dove prendo la macchina
fotografica, e senza che lei se ne accorga le scatto una foto.
La guardo, e mi
accorgo di quanto sia semplicemente stupenda.
Con quella gonna
bianca, le ballerina nere, una meglietta semplice azzurra.
Ha lasciato i capelli
sciolti e col sole sembra che li abbia blu.
Il viso è
illuminato e questo la rende ancora più stupenda ai miei
occhi.
-finalmente.-
Si volta e guardandomi
mi regala uno dei suoi fantastici sorrisi.
Prendo i soldi e
assieme andiamo verso il centro.
In molti si voltano a
guardarci, eh si sembriamo proprio una bella coppia.
E questo mi rende
felice, ma non sono felice perchè gli altri pensano che
siamo belli assieme, no sono felice perchè ho lei qui
accanto.
Entriamo in vari
negozi di vestiti, dove lei però si limita a guardarli
soltanto, vorrei prenderle qualcosa, ma ancora non conosco bene i suoi
gusti.
Ho notato che va matta
per le collane, ogni negozio dove vendono collane bracciali, lei
è dentro.
La porto in una
gioielleria e chiedo al proprietario se percaso hanno le collane che si
dividono a metà, nel frattempo lei si guarda un
pò attorno.
-abbiamo queste-
Le guardo un
pò tutte.
Cuore è
troppo romantico, più da fidanzati, il viso di lei e il viso
di lui, no quella non mi piace molto, due orsetti, non mi ispirano un
granchè.
Scelgo, il sole e la
luna.
Semplici ma
è questo che è per me lei.
Il mio sole.
Usciamo dal negozio e
facciamo una passeggiata nel parco.
Mi sembra di vivere in
un sogno, io e lei l'uno accanto all'altro, senza sguardi indesiderati,
il cinguettio degli uccellini, i raggi del sole che filtrano tra le
piante, avvolgendoci in un caldo abbraccio, il profumo dei fiori che mi
inebria.
Tutto è
magnificamente perfetto.
Questo è il
momento adatto per darle la collana.
-ho una cosina da
darti.-
-cosa?-
Tiro fuori il
pacchettino e glielo porgo. Mi guarda un pò stupita, e un
pò tentennante lo apre.
-ma..-
-un piccolo pensierino.
-Grazie.-
Le sue gote si tingono
di rosso, facendola diventare tanto tenera. Si avvicina un
pò di più, e in punta di piedi mi schiocca un
bacio sulla guancia.
Quanto è
tenera.
Io tengo il sole
mentre lei prende la luna.
Lei il mio sole e io
la sua luna.
Mi prende per mano e
assieme ce ne torniamo a casa.
****
****
Perchè?
Perchè deve
capitare questo?
Perchè deve
essere cosi dolce?
Non poteva essere
veramente uno stronzo, senza cuore come lo descrivevano tutti?
No, lui no, lui
è dolce, terribilmente dolce e questo mi fa morire dentro.
Non voglio farlo
soffrire, non voglio continuare ma ormai sono dentro e non mi posso
più tirare fuori.
Tengo la collana tra
le mani, e una dopo l'altra iniziano a scendere lacrime.
Stò male.
Troppo male.
Ha ragione Erik,
l'amore fa male.
Grazie e tutti quelli
che leggono, commentano e hanno messo la storia nei preferiti.
Grazie mille davvero.
Questo capito
è un pò cosi, e non mi ha soddisfatto molto, ma
è una giornata un pò no, quindi scusatemi,
prometto che i prossimi saranno migliori..
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Capitolo 7 *** quando ti guardi nello specchio e vedi la sua immagine riflessa ***
quando
ti guardi nello specchio e vedi la sua immagine riflessa
Oggi non mi va di andare a scuola.
Non mi va di
incontrare Brandon, vederlo ridere e scherzare con Erik.
Non mi va di
continuare la scommessa.
L'unica cosa che
voglio in questo momento è sparire.
Sparire per sempre.
Tiro fuori il braccio
delle coperte e mollo una spinta alla sveglia facendola cadere a terra.
Tra 10 secondi mia
madre verrà in camera mia ovviamente senza bussare per farmi
andare a scuola.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
-Roxy, se non ti
sbrighi fai tardi-
La guardo, devo avere
una faccia orrenda per far spaventare mia mamma.
-oddio tesoro che
cos'hai?-
-non mi sento molto
bene, fa niente se oggi resto a casa.-
-ma certo tranquilla,
riposati. Io tornerò per le 18 all'incirca.-
-ok, grazie.-
-io vado, mangia
qualcosa mi raccomando, sei molto pallida questa mattina.-
Mi passa una mano
sulla fronte per sentire se percaso ho la febbre, ma non ho nulla,
Non ho l'influenza,
non ho niente.
Stò male
dentro, mi sembra quasi di morire.
Ancora pochi giorni e
poi tutto sarà finito.
Ancora pochi giorni
poi forse sarò libera.
Tiro ancora
più su il lenzuolo, fino a coprirmi completamente.
Abbraccio il mio
coniglio che ho dalla nascita, e piango.
Un pianto liberatorio,
di quelli che sembrano non finire mai.
Mi addormento di nuovo.
Quando mi risveglio
è già mezzo giorno e mezzo, ancora un
pò addormentata vado in cucina e mi preparo da mangiare.
Solo un'hamburgher,
non ho molta fame, anzi lo stomaco mi si è chiuso
completamente. Lavo quelle poche cose che ho usato per farmi da
mangiare e poi mi butto sul divano.
Faccio un
pò di zapping tra i canali, ma è inutile la mia
testa è altrove. Non sono qui, non sono presente.
Verso le 14 e 20 sento
il campanello suonare e quello che vedo mi blocca completamente.
Brandon.
Mio cugino.
L'ultima persona con
cui vorrei stare in casa da sola.
L'ultima persona che
adesso come adesso vorrei vedere.
-ciao Roxy, non mi fai
entrare?-
-se proprio devo.-
-è segno di
buona educazione.-
-come se tu la
conoscessi.-
Il cuore batte forte,
la mia voce trema.
Il mio corpo trema.
Io tremo.
Sono spaventata da lui.
-come mai non sei
venuta a scuola?-
-stavo poco bene-
-mi spiace, sai oggi
Erik era triste. Poverino, stai facendo proprio un bel lavoro sai?!-
-smettila, piuttosto
cosa sei venuto a fare?-
-ero preoccupato per
te, sciocchina.-
Mi fissa con lo stesso
sguardo che da piccola mi ha fatto innamorare di lui, lo stesso sguardo
che ora mi spaventa più che mai.
Sorride, un sorriso
ironico, falso, che mi prende in giro.
Si avvicina sempre
più a me.
E mentre lui si
avvicina io mi allontano sempre di più.
Uno, due, tre passi,
finchè non finisco con le spalle al muro.
Brandon è
sempre più vicino, troppo per i miei gusti.
Mi passa una mano tra
i capelli, ne prende una ciocca e li bacia.
Pian piano la sua
mano, scende sempre più giù.
Sfiora la mia guancia,
fa dei disegni sul mio collo.
Scende ancora,
percorre la spalla, il braccio.
Si ferma e si avvicina
ancora di più.
Mi schiocca un bacio
in fronte mentre col braccio destro mi cinge la vita.
Scende ed inizia a
baciarmi il collo, continua a spostarsi fino ad arrivare all'angolo
della bocca.
Una.
Due.
Tre.
Lacrime iniziano a
scendere dai miei occhi terrorizzati.
Non è la
prima volta che fa cosi, e vorrei solo che diventi l'ultima.
Un oggetto, ecco come
mi sento, uno schifoso oggetto.
-quando la smetterai
di trattarmi cosi?-
-te l'ho detto. Vinci
la scommessa, e non ti sfiorerò mai più,ma se
perdi sei mia.-
Lasciandomi li
appoggiata al muro, col suo solito sorriso se ne va.
Mi calmo un
pò e mi lascio scivolare fino a toccare per terra.
Appena mi riprendo, mi
faccio un rilassante bagno.
Esco dalla vasca e mi
asciugo i capelli davanti allo specchio.
All'inizio vedo il mio
viso un pò pallido, contornato dai capelli bagnati, poi
lentamente compare un altro viso.
Un volto dolce, con un
sorriso stupendo che riscalda il cuore.
Due occhi azzurri e
profondi come l'oceano.
Capelli neri, sempre
in ordine.
Lo stesso viso che
ogni mattina mi fa battere forte il cuore, lo stesso che
farò soffrire.
Erik, scusami.
Appoggio una mano sul
vetro, e il volto di Erik scompare, rifacendo appararire il mio.
Grazie a
tutti per i vostri commenti..mi rendete felicissima..
Con questo capitolo si capisce il perchè Roxy deve
continuare...
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Capitolo 8 *** Un nuovo arrivo=problemi in vista.. ***
Un nuovo
arrivo=problemi in vista..
Mi sento vuota, completamente totalmente vuota.
Non sono io, non
sono più la Roxy di un tempo, la ragazza allegra che faceva
ridere tutti con le sue battute strampalate.
Non riesco a
provare nulla, o forse sono io a non voler provare nulla.
Sono sempre stata
in grado di aiutare le persone che stavano male, dando loro dei
consigli, ma ora, che quella a star male sono io,perchè non
riesco a trovare una soluzione?
Perchè
dev'essere tutto cosi complicato?
Anche se la voglia
di andare a scuola oggi è quasi peggio di quella di ieri,
sono comunque costretta ad andarci.
Mi preparo,
indossando i primi vestiti che trovo.
Un paio di jeans
neri, una maglietta nera e rossa.
Preparo la borsa,
mettendo dentro libri a casaccio, non mi interessa se vengo sgridata
dai professori, sono l'ultimo mio problema.
Passo davanti allo
specchio in camera mia, faccio veramente schifo, sono irriconoscibile.
Ho lasciato i
capelli sciolti, e questi incorniciano il mio viso pallido facendomi
sembrare un cadavere, aggiungiamo poi a tutto questo anche delle valige
sotto gli occhi, beh direi che sono messa proprio bene.
Sono davanti alla
porta di casa.
Quale maschera
usiamo oggi?
Quella da "mia zia
è stata male ed è finita in ospedale, per questo
motivo sono triste", "non ho studiato niente, e sono preoccupata" o
"sono terribilmente felice senza nessun problema"?
Credo che quella
più conveniente sia la terza.
Se uso la prima va
a finire che le mie amiche passeranno la giornata a preoccuparsi per le
condizioni di mia zia, facendomi domande su cosa ha avuto e cose di
questo tipo, usando la seconda c'è il rischio che Beck mi
faccia una delle sue solite ramanzine e preferisco evitarle almeno oggi.
La terza
è quella che più mi conviene, sono brava a
fingere, e a tener nascosti i miei sentimenti, spero di riuscire a
farcela anche oggi.
Arrivo a scuola
con un sorriso falso, montato da sembrare incredibilmente vero.
-ciao Roxy.-
-ciao Beck, ciao
Eva-
-allora come
stanno andando le cose tra te ed Erik?-
Ecco perfetto,
l'unico argomento che volevo evitare la mia cara e dolce Eva,
è andata a prenderlo, quella ragazza è
incredibile.
-beh, che dire,
per ora va-
-sono felice, io e
Denny, vi abbiamo visto al parco, l'altro giorno. Eravate cosi teneri,
ero quasi invidiosa.-
-ah..eheheh.-
Penso sia
superfluo dire che Denny è il ragazzo di Eva, quindi non
stò li a parlare di lui.
-sai ho sentito in
giro che un sacco di ragazze, ti vorrebbero morta.-
-ma che
simpatiche, e potrei avere l'onore di sapere per quale motivo?-
-mi sembra logico
no?!?, da quando uscite assieme le altre neppure le guarda, credo che
sia pazzo di te.-
-sul serio?-
-si, si, ne sono
sicura.-
Un sorriso, che
forse mai prima di ora avevo fatto, mi parte da orecchio a orecchio,
facendomi brillare gli occhi.
Però un
attimo.
Lui è
pazzo di me?
No cavoli, non
deve andare cosi, da una parte voglio che si innamori di me,
perchè lo sono anche io, ma dall'altra non voglio.
Finiti questi 15
giorni, io lo devo lasciare, devo dirgli che è stata tutta
una finta, perchè è questo che devo
fare: farlo soffrire.
-ehi Roxy, ci sei
ancora?.-
-eh..come scusa?-
-ho chiesto se ci
sei ancora? hai fatto un sorrisone enorme e poi ti sei rabbuiata di
colpo, tutto bene?-
-si si, stavi
dicendo qualcosa in quei secondi di catalessi?-
-si, ti stavamo
dicendo che è appena arrivato il tuo Erik, più
raggiante che mai.-
Seguo lo sguardo
delle amiche, e vedo che osservano Erik assieme al suo caro amicone
Brandon, nonchè quel grandissimo stronzo di mio cugino.
Mi guarda e il
quell'istante mi sembra che il tempo si sia fermato, proprio per farci
assaporare quel momento.
Non è
la prima e non sarà l'ultima volta che lo guardo dritto
negli occhi, ma hanno una luce nuova, una bagliore che non avevo mai
visto prima.
Sono vivi, e mi
osservano, è come se mi parlasse eppure dalle sue labbra non
esce nulla, però sono i suoi occhi a parlarmi.
Cerco di
riprendermi, mentre le mie amiche mi trascinano via per il polso.
-ehi ma che fate?-
-la campanella
è suonata-
-sul serio? e
perchè io non l'ho sentita?-
-perchè
ti sei imbambolata a guardare Erik, va beh che ti piace ma cosi sei
esagerata.-
-non è
vero che mi piace e tanto meno che mi sono imbambolata-
-ah no? e
perchè sei ancora rossa in viso?-
-uffa, andiamo
è meglio.-
*****
Speravo tanto ci fosse questa mattina, e difatti la prima persona che
vedo o che per meglio dire mi interessa vedere è
lei, il mio sole.
Il solo vederla,
anche da lontano mi illumina la giornata.
Mi guarda, mentre
le sue amiche non la smettono un secondo di parlarle, non le ascolta
però, ci guardiamo dritti negli occhi e tutto il mondo,
tutte le persone attorno a noi svaniscono.
C'è
magia nell'aria, una magia nostra, la nostra magia.
La campanella
suona, e le sue amiche la trascinano dentro nella scuola.
Fumo l'ultima
sigaretta assieme a Brandon, parlando del più e del meno,
quando da una limousinne nera, esce una ragazza.
Un viso
conosciuto, una ragazza che sono sicuro frequentava questa scuola, ma
che da tanto tempo non vedevo.
-no, non ci credo,
le voci erano vere, o cristo.-
-come? che stai
dicendo?-
-lei è
Alyson, come fai a non ricordarla?-
-vuoto di memoria,
con tutte quelle che mi sono fatto-
-allora, diciamo
che lei è l'unica tipa che merita uno come te, ma che ancora
non ti sei fatto.-
-oddio, ho capito,
la ragazza più bella della scuola, se non più
bella anche delle altre scuole vicino.-
-si caro mio,
è lei. E sai che ti dico? Ti sta mangiando con gli occhi.-
Mi volto verso di
lei, e la guardo.
Cavoli, mi
stà guardando veramente.
Lo devo ammettere,
ma è di una bellezza sorprendente.
Fisico perfetto,
curve al posto giusto, gambe lunghe e snelle, abbronzate, messe in
risalto da una gonna corta bianca, un tatuaggio sul piede destro, ben
visibile, dato che porta un paio di sandali neri.
Maglietta azzurra
e bianca, con il collo a forma di V che lascia largo spazio
all'immaginazione di noi maschietti.
Capelli, lunghi
color del grano, mossi. Occhi verdi da gatta, truccata finemente, senza
esagerare come molte ragazze della scuola.
Labbra sensuali
messe in risalto da un pò di lucidalabbra.
Mi passa accanto,
camminando sinuosamente, mi fissa negli occhi e mi sorride
maliziosamente.
Che
vorrà dire quel sorriso?
E
perchè guardandola mi sento strano?
Sparite brutti
pensieri..io voglio solo Roxy..o almeno credo.
scusate tantissimo
il ritardo..ma questo periodo nero invece che migliorare..peggiora
sempre più..
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Capitolo 9 *** amica o nemica? ***
Amica o nemica?
Bella.
Bella come una dea
scesa dall olimpo.
Alyson, la ragazza
più bella della scuola. Beh c'è da dire che quel
titolo se lo merita alla grande.
Mi passa accanto, ma
stranamente non mi guarda con quell'aria di superiorità che
hanno la maggior parte della ragazze di questa scuola.
Io assieme alle mie
amiche vado verso la mia classe.
Un altra giornata di
scuola. Non vedo l'ora che finisca.
Prendo posto al mio
banco con la grazie di un bisonte, e inizio a tirar fuori i libri
dallo zaino.
-scusa, è
per caso occupato questo posto?-
-come?-
Alzo lo sguardo, e
Alyson con un sorriso dolcissimo mi guarda indicando il banco vuoto
accanto al mio.
-no no è
libero.-
-ti ringrazio-
Si siede delicatamente
sulla sedia, e tira fuori qualche libro, oltretutto di materie
sbagliate.
-perfetto, ho sbagliato
completamente le materie.-
-se vuoi posso mettere
i libri in mezzo se non ti scoccia.-
-perchè mai
dovrebbe scocciarmi?-
-meglio chiedere non si
sa mai.-
Mi guarda in modo
strano. Come se riuscisse a leggermi dentro.
-non paragonarmi a loro
intesi?! lo detesto.-
Devo ammettere che il
suo tono mette un pò i brividi.
-sai com'è,
non so mai regolarmi con voi.-
-beh, se vuoi un
consiglio dalla tua nuova vicina di banco. Non paragonarmi mai, a loro.-
-ok ok.-
Decisamente strana
questa ragazza, eppure sento che è davvero diversa.
Nessun falso buonismo,
niente ipocrisia.
Niente aria di
superiorità.
Le lezioni si
susseguono freneticamente, avessi seguito un terzo di quello che
dicevano i professori, ma niente da fare, avevo la testa da tutt altra
parte.
Ogni tanto con la coda
dell occhio osservavo Alyson per spiare le sue mosse.
Non sò,
magari faceva delle bamboline woodoo prendendo un mio capello, oppure
scriveva messaggi minatori che poi durante la ricreazione mi avrebbe
messo nello zaino, o magari mi prendeva in giro per qualche motivo
assieme alle oche della classe.
Ma nulla di tutto
questo. Ascoltava in silenzio la lezione e prendeva appunti.
Bho che tipa strana.
Finalmente la
campanella della ricreazione si era decisa a suonare.
Aspetto fuori dall'aula
Erik, per poter scendere con lui in giardino.
Quando lo vedo uscire
sento il cuore battarmi forte e le guance sento che iniziano ad
arrossarsi.
-ciao.-
Mi guarda di sfuggiata,
poi il suo sguardo viene preso da qualcun'altro.
Da qualcuno che non
sono io.
Da qualcuno che porta
il nome di Alyson.
Vorrei odiarla in
questo istante, ma in fondo lei non ha nessuna colpa.
Si avvicina a lei con
quel sorriso che mi ha incantato per tanto tempo.
-ciao Alyson.-
-ci conosciamo per
caso?-
Ben ti stà
caro Erik, finalmente hai trovato qualcuno che non ti conosce.
-Sono Erik, piacere di
conoscerti.-
-ok, ciao. Ehi,
Roxanne, ti va se vengo in giardino con te?-
-eh?-
-se ti scoccia non fa
nulla.-
-no, vieni pure.-
L'ho detto che
è strana questa ragazza.
Passa accanto ad Erik,
lasciando a bocca aperta tutti i presenti, me compresa.
Scendiamo le scale
senza aprire bocca.
Mi sento strana, non
sò una sensazione che non ho mai provato.
Teoricamente quelle
come lei e quelle come lei non vanno proprio daccordo e se ci vanno
è per qualche losco motivo, eppure nonostante le conosca da
qualche ora sento di potermi fidare di lei.
-Non ti vado a genio
vero?-
-come scusa?-
-non ti piaccio giusto?-
-no non è
quello è che non sò,è strano.-
-cosa è
strano?-
-il fatto che persone
come te parlino con me. Dai viviamo in mondi diversi, tu sei l'emblema
della perfezione, io sono un brutto anatroccolo.-
-chi ha mai detto che
l'amicizia si basa sull'aspetto esteriore?-
-nessuno..ma..-
-no, non c'è
nessun ma..una capacità che poche persone hanno è
il fatto di riuscire a leggere negli occhi, e tu sei un libro aperto,
lo sei stata fin da subto questa mattina. In te, non vedo nulla di
cattivo, non vuoi essermi amica per poter essere popolare, tu non
riesci ad approfittarti degli altri.-
-ma perchè
non sei andata fin da subito con quelle della nostra classe, stando con
me o con quelli come me, rischi di risultare emarginata-
-pensi che la cosa mi
interessi? Cosa credi che il fatto di essere popolare mi porti ottimi
voti? non è cosi, io mi impegno nello studio
dò tutta me stessa per seguire un mio sogno che non finisce
nelle riviste di moda. Voglio di più.-
-cosa vorresti
diventare?-
-Avvocato.-
Lo dice con una
sicurezza che mette quasi quasi vogli anche a me di studiare.
A differenza di molti
qui dentro insegue il suo sogno, e penso sia la cosa migliore del mondo.
-posso farti una
domanda?-
-dimmi-
-sai se per caso Erik
esce con una ragazza al momento?-
Erik.
Se esce con una
ragazza.
Si teoricamente, ma
forse dovrei farmi da parte, lei sò che è un
ottima persona, e chissà magari riesce a rendere Erik
migliore di quanto non lo sia.
-Beh che io sappia no,
perchè?-
-beh è
davvero un ragazzo affascinante.
-Affascinante?!?
Aahahah.-
-perchè ridi?
-oddio, hanno detto che
è bello, figo, sexy, da urlo..ma affascinante nessuno.-
-c'è sempre
una prima volta.-
________________________________________________________________
Finalmente le lezioni
anche per oggi sono terminate.
anche oggi senza
volerlo ho fatto restare male Roxy con il mio saluto freddo e
distaccato.
Non era mia intenzione,
è che Alyson ha catturato fin da subito la mia attenzione.
Esco dal cancello e
vedo Roxy aspettarmi con gli occhi bassi.
-ehi, ciao.-
-mmh, ciao-
-cosa c'è?-
-Non voglio
più continuare la scommessa.-
-COSA?-
-sei forse sordo?-
-per quale motivo?-
-perchè non
ne ho più voglia mi sono stancata, come da patto posso fare
tutto quello che vuoi. Dimmi te.-
-Sparisci.-
-come?-
-devi fare quello che
ti dico io giusto?-
-si- -bene vattene via,
sparisci, non farti vedere mai più.-
La lascio li da sola al
cancello, mentre con una rabbia dentro me ne vado da lei.
Meglio, sono felice.
Ma si che cazzo me ne
frega di quella li.
Chi diavolo me l'ha
fatto fare di fare quella stupida scommessa?
Poi ora c'è
Alyson, starò con lei.
Non mi interessa nulla.
L'ho detto l'amore non
esiste.
L'amore è
solo una presa in giro e basta.
scusate il capitolo un pò del cavolo..ma finalmente la
stò continuando..xD
speriamo bene..
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Capitolo 10 *** Senza te, mi sento morire ***
Senza
te, mi sento morire
La sveglia suona
e non ha intenzione di smettere.
Non voglio svegliarmi, non voglio svegliarmi mai più.
Resto con gli occhi chiusi mentre uno spiraglio di sole mi
bacia il viso.
Le lacrime ritornano a scendere, ritorna la consapevolezza di
aver perso per sempre la persona che amavo.
Ormai quel che è fatto è fatto e tornare indietro
non si può più.
Esco dal letto e mi preparo.
-Roxy sei sveglia? c'è qui una tua amica, sbrigati.-
Mia amica?
E quale?
Ho avvertito Eva e Beck di non venire a chiamarmi questa mattina, e
teoricamente
mi ascoltano.
Indosso le prime cose che trovo.
Jeans neri, e maglietta a righe.
Vado in bagno per darmi una sciacquata al viso.
Eh si lo ammetto sembro un mostro.
Gli occhi sono semi chiusi, e per di più sono rossi. Mi
sembra addirittura di essere più pallida del normale, boh
forse è l'effetto occhi rossi.
Vado in salotto dove quello che vedo non è che mi renda
immensamente felice.
Alyson.
Perfetta come sempre, con un sorriso smagliante.
Ma se ero invisibile per chiunque perchè non potevo esserlo
anche per lei?
Doveva per forza diventare mia amica?
-Ehi Roxanne, che brutto aspetto che hai, che è successo?-
-Ma niente di preoccupante, ho iniziato a leggere un libro e ho dovuto
finirlo subito,
un libro strappalacrime.-
-Ah e che libro era?-
Oh cavoli e ora che mi invento?
- Ehm, oddio non ricordo, sai com'è stò ancora
dormendo. Dai forza andiamo altrimenti arriviamo tardi.-
Balla decisamente poco credibile, ma va bhe.
Prendo cappotto e zaino e la spingo letteralmente fuori dalla porta.
- Oddio e questa?-
- La mia macchina, dai sali, o veramente facciamo tardi.-
Salgo sulla macchina facendo molta attenzione a non sporcare e tanto
meno a graffiarla.
Durante il tragitto non fa altro che parlare di Erik. Come sono felice.
Di quanto è affascinante, che capisce perfettamente come mai
è considerato il più bello della scuola, che
spera di poter uscire con lui.
Come se fosse una cosa impossibile. Basta che glielo domandi e se lo
ritrova ai suoi piedi.
Arriviamo a scuola sotto lo sguardo di tutti, e quando dico di tutti
intendo veramente di tutti.
Professori, studenti, per fino i genitori di qualche ragazzo.
Ma dico, farvi una borsa di affari vostri no vero?
In questo momento vorrei solo sparire, non mi piace essere al centro
dell'attenzione, già odiavo esserlo con Erik, figuriamoci
con Alyson.
Della serie parli del diavolo spuntano le corna, non riusciamo ad
entrare nel cancello che subito vediamo Erik.
Mi sento morire.
Quegli occhi, quello sguardo. Per favore non mi guardare, abbasso i
miei, non riesco a reggere il suo sguardo, mi ferisce troppo.
Passiamo accanto a lui e ai suoi amici, guardo dritta avanti a me,
anche se con la coda dell'occhio lo osservo.
Guarda Alyson, e bhe chi mai doveva guardare, me?Figuriamoci.
Però ho ragione, sono veramente belli loro, sono una coppia
stupenda.
Lui bello con una divinita, e lei bella come Venere.
- Ehi, Roxi?-
Mi volto e il capitano della squadra di basket, e se non ero si chiami
Jack o qualcosa di simile.
- Si che c'è?-
- Senti, oddio è un pò imbarazzante qui davanti a
tutti, ma volevo chiederti se ti andava di uscire con me questo sabato?-
- COme?-
- è che, è da un pò di tempo che ti
guardo e mi piacerebbe conoscerti meglio, che ne dici?-
- Ehm, o-ok-
Si avvicina e mi porge la sua mano, la prendo e la stringo.
- Io sono Jonnhy.-
Mi sorride.
No, non ha lo stesso sorriso di Erik, e nemmeno i suoi occhi.
Non ha nulla di simile ad Erik, ma chissà forse in questo
momento è meglio cosi.
Lo saluto e vado in classe seguita da Alyson, che non fa che chiedermi
cosa metterò sabato, se mi serve una mano e cose di questo
tipo.
_________________________________________________________________
La mattina è iniziata nel peggiore dei modi.
Non avevo intenzione di andare a scuola ma mia madre mi ha
letteralmente buttato fuori dal letto.
La mia felpa preferita era da lavare, e per di più la
macchina era a corto di benzina.
Direi una giornata iniziata nel migliore dei modi.
Ripenso ancora a quello che è successo ieri con Roxi,
pensavo fosse facile scordarla.
Invece no, non è affatto cosi.
Lei, è una di quelle poche ragazze che quando la conosci nel
bene o nel male di rimane dentro.
Non puoi scordarla, può solo sperare che diventi come
pioggia, che scivoli via lasciandoti i brividi.
Ma per il momento lei è ancora viva in me.
Vorrei solo domandarle scusa e chiederle il perchè di questa
decisione, ma sono troppo orgoglioso o troppo codardo per farlo.
A scuola la vedo arrivare in macchina con Alyson, un pò la
cosa mi sorprende, diciamo che è come se due mondi
totalmente opposti si fossero uniti.
Infondo però è lo stesso che è
capitato a me con lei.
Si, Alyson merita il titolo di ragazza più bella, ma
Roxanne, è cosi..cosi..non sò nemmeno io come
definirla.
Sò solo che è speciale.
Mi passano davanti, guardo Alyson, anche se in realtà vorrei
guardare solo Roxanne.
Poi qualcuno, qualcuno che vorrei che non esistesse la ferma.
- Ehi, Roxi?-
- Si che c'è?-
- Senti, oddio è un pò imbarazzante qui davanti a
tutti, ma volevo chiederti se ti andava di uscire con me questo sabato?-
- COme?-
- è che, è da un pò di tempo che ti
guardo e mi piacerebbe conoscerti meglio, che ne dici?-
- Ehm, o-ok-
Ok?
No, non puoi Roxanne, non puoi andare con lui. Non lo accetto.
Ma infondo ha davvero importanza quello che io accetti o meno?
Lei è una persona intelligente, e sa cosa fare.
Vado verso l'entrata e sento mormorii in ogni dove.
- Ehi Erik, sai già chi inviterai al ballo?-
- Come scusa?-
- Il ballo di fine anno, sai già con chi andrai?-
-Chi ti dice che andrò?-
- Dai raccontamela giusta, vorresti andare con Alyson vero?-
- Mi conosci bene eh, Brandon?-
- Lo sò lo sò.-
Proverò a domandarglielo, chissà, magari ho
fortuna stavolta.
Scusate
se il capitolo non è il massimo, ma dire che stò
da cani è poco. Spero vi possa piacere ugualmente.
Grazie
mille a tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti e un
grazie immenso a coloro che lasciano un commento.
Mi
rende molto felice^^
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Capitolo 11 *** l'appuntamento ***
Ogni giorno che passo senza Roxy accanto è un giorno vuoto,
non ho voglia di fare nulla, non ho voglia di alzarmi dal letto, di
prepararmi e di uscire e tanto meno di andare a scuola per vederla.
Ma oggi devo, devo chiedere a Alyson se vuole venire con me al ballo,
come se io ne avessi voglia poi.
Mi preparo velocemente indossando i primi vestiti che trovo sparsi per
casa, e con la lentezza di un bradipo mi avvio verso casa.
- spostatiiiiiiiiiiiiiiiii-
Non faccio in tempo a rendermi conto di chi ha urlato che subito mi
trovo a terra con sopra una ragazza e una bicicletta.
Magari fosse stata una ragazza qualunque, no doveva essere Roxy, mi
stà scoppiando il cuore il petto, averla cosi vicina,
sentire il profumo di vaniglia dei suoi capelli mi manda in estasi.
- ma sei stupida o cosa?-
- eh calmati in fondo la colpa è tua ti ho detto di
spostarti, e poi non è colpa mia se i freni della bicicletta
non vanno.-
- e tu sei cosi incosciente di andare in giro con una roba del genere?-
- e allora a te che ti frega!?-
Mi guarda seriamente, uno sguardo freddo e distaccato. Mi odi cosi
tanto!? Infondo dovrei essere io ad odiarti, sei tu ad aver deciso di
smetterla, quindi non fare tanto la vittima.
Non dice nulla e prendendo la bicicletta se ne va.
Come può essere cosi sconsiderata da andare in giro con un
rottame del genere!? Si arrangia non sono affari miei.
Quando arrivo a scuola il cancello è già chiuso,
fa nulla scavalco, non mi va di stare in giro.
Arrivo in classe e come è logico che sia le sento su dal
professore.
Parla pure tanto nemmeno ti ascolto.
Le ore passano cosi velocemente che nemmeno me ne rendo conto, anzi
nemmeno so che materie ho fatto, va beh, ora è ricreazione
andrò da Alyson per chiederle se vuole venire con me al
ballo, è settimana prossima meglio affrettarsi.
La vedo come al solito parlare con Roxy, ma che diamine, con tutte le
ragazze che ci sono proprio con lei doveva diventare amica.
- ciao Alyson.-
- oh ciao Erik, come va?-
- bene grazie e a te?-
- bene, senti volevo chiederti se ti andava di venire con me al ballo
settimana prossima, mi farebbe molto piacere averti come dama.-
- sei certo di voler me come dama?-
- certo che domande.-
- beh allora ok.-
- ci mettiamo d’accordo domani.-
- perfetto ciao.-
Per tutto il tempo Roxy non ha fatto altro che guardare fuori dalla
finestra e io per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare a come
sarebbe stato bello poterla abbracciare.
Passo la ricreazione da solo, non mi va ne di stare con Brandon ne con
gli altri miei compagni.
Giro un po’ a zonzo nella scuola, come se dopo quasi 5 anni
non la conoscessi bene.
Anche la campanella della ricreazione suona e io quasi trascinandomi
rientro in classe.
Prendo i libri dallo zaino, dopo aver conosciuto Roxy ho iniziato anche
a portare i libri, beh dai mi ci sono voluti 5 anni prima di farlo, ma
sapete com’è dicono meglio tardi che mai.
Ho portato i libri ma mi sono dimenticato di portare con me la testa,
che in questo momento onestamente non so dove possa essere, forse a
casa, forse con Alyson, o più probabilmente con Roxy.
Anche le ultime ore passano e io posso andare a casa.
__________________________________
Ho creduto di morire dopo che Erik, ha chiesto ad Alyson di andare con
lei al ballo, eppure nonostante tutto non odio nessuno dei due, infondo
sono perfetti per stare assieme.
Lei è una dea e lui un adone, meglio di cosi.
Finite le ore di lezione vado a casa con Alyson, dato che sa del mio
appuntamento con Jonnhy ha deciso assieme a Beck ed Eva di volermi
aiutare per scegliere cosa indossare e come truccarmi.
Fin da subito hanno bocciato l’idea che avevo, vestirmi in
modo assolutamente normale con un paio assolutamente normale di jeans e
una maglietta assolutamente normale o per meglio dire banale.
Invece no.
Prima di andare a casa facciamo tappa al ristorante giapponese, mi
mette il buonumore mangiare li.
Finito di pranzare andiamo tutte 4 a casa di Alyson, che al primo
impatto non sembra una casa ma un castello.
Bella, ricca, simpatica, intelligente.
Comincio a pensare che nasconda qualcosa, eppure nei suoi occhi
continuo a vedere la sincerità. Starò diventando
orba!?, mha.
Saliamo in camera sua, e inizia a tirar fuori un sacco di vestiti.
- mi spiace ma non ho intenzione di mettere vestiti, ne lunghi ne
corti.-
- ma..-
- niente ma.-
- ok, gonne-
Le do una mano a sistemare i vestiti mentre Eva e Beck preparano un
bagno caldo rilassante per la sottoscritta.
Dopo aver tirato fuori di tutto e di più, oltre a chiedermi
come faranno ad andarmi bene, dato che lei è 10 centimetri
abbondanti più alta di me, decidiamo per una gonna semplice
bianca a balze, una camicia a maniche corte, bianca e viola con un
po’ di scollatura, giusto per dare a Jonnhy libero sfogo
all’immaginazione, ecco appunto può solo
immaginare perché sono un asse da stiro quasi.
E per finire un paio di graziosi sandali bianchi con un po’
di tacco, senza esagerare dato che non so comminare con quei cosi.
- bene dato che i vestiti sono stati decisi, vai a fare un rilassante
bagno, ti servirà per togliere la tensione.
- Ok, grazie.-
Vado in bagno, che è più grande di casa mia,
stare da lei è deprimente, ma va beh.
Mi spoglio sistemando i vestiti sulla sedia, ed entro nella vasca da
bagno.
Non so quanto ci stò dentro, anche perché credo
di addormentarmi.
So solo che vengono a bussare alla mia porta dicendomi che sono quasi
le 18 e di sbrigarmi dato che l’appuntamento è tra
due ore.
Esco frettolosamente dalla vasca, e per poco a causa di un capogiro non
finisco per terra.
Mi asciugo e vado in camera.
Mi vesto, ma mi minacciano di morte precoce se solo provo a specchiarmi.
Meglio ascoltarle, alla mia vita ci tengo molto.
Eva si occupa del trucco mentre Beck sistema i miei capelli provando a
renderli boccolosi, impresa impossibile.
Dopo quasi un ora e mezza di torture a non finire, mi danno il permesso
di specchiarmi.
I vestiti che mi ha dato Alyson, mi stanno davvero bene, sembro una
bambola di ceramica, Eva invece ha fatto un lavoro stupendo col trucco,
semplice niente di complicato, ma ha fatto in modo che si notassero di
più i miei occhi chiari, mentre Beck in preda ad una crisi
di nervi a rinunciato a farmi i capelli mossi, ma ha optato per una
coda di cavallo alta.
Stò bene, ma vorrei che il principe azzurro non fosse Jonnhy.
Alle 20 meno dieci sentiamo suonare il campanello.
È già qui. Saluto le mie amiche e vado verso di
lui.
Boh, non credo di riuscire a divertirmi, certo che se parto
già cosi mi rovino fin da subito la serata.
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Capitolo 12 *** Risvolto improvviso ***
Decidiamo di andare a mangiare al giapponese, fingo di non esserci mai
andata, anche se in realtà ogni volta che ne ho l'occasione
mi fiondo dentro il ristorante. Durante la cena tenta di iniziare il
discorso che conclude dopo mezza parola, dopo aver visto il mio sguardo
omicida, mai parlare mentre mangio, mi da sui nervi in una maniera
incredibile.
Finito di cenare andiamo in un bar molto, troppo intimo, pieno di
coppiette intente ad amoreggiare. Stò iniziando a sentirmi
male, è più forte di me la voglia di scappare
lontano da lui.
- ehi Roxanne, allora come stai?-
Ma questo tipo c'è o ci fa, dopo un ora e mezza passata
assieme mi chiede come stò, e poi chi gli ha detto di
chiamarmi in modo cosi smielato?!
Cerco di tenere tra i dentri la lingua e non dire nulla di offensivo,
ma niente da fare, non resisto più.
- Ma sei scemo o cosa? Sono qui un fascio di nervi, non ho ancora
aperto bocca, e tu dopo un ora e mezza ti viene in mente di domandarmi
come stò!? ne ho le palle piene, non ti sopporto
più, addio.-
Resto di sasso, in fondo forse anche io resterei pietrificata dopo una
risposta del genere. Non aspetto che lui parli, rischierebbe di farmi
irritare ancora di più, ecco questo è un lato del
mio carattere che odio, sono molto lunatica e facilmente irritabile.
Nessuno è perfetto.
Come un razzo esco dal bar, sotto lo sguardo stupito degli altri
clienti.
Perfetto ci mancava solo la pioggia a completare questa bellissima
serata, oltretutto non ho la più pallida idea di dove
diavolo mi trovo. Giusto provo a chiamare Alyson, magari se le dico il
nome del bar, riesce a venire a prendermi.
Cerco nella borsa il telefono, provo a chiamare ma non riesco a fare
uno squillo che la chiamata cade. Perfetto, per finire il cellulare
è scarico.
In qualche modo devo pur tornare a casa, faccio una corsa sotto l'acqua
cercando la prima fermata del pullman, mi sembra di aver corso un
eternità, ma non vedo nessuna fermata degli autobus.
-Ehi tu lassù, ti ho fatto forse qualcosa di male per
meritarmi questo?-
Ormai sono tutta completamente bagnata, tanto vale andare a piano, mi
prenderò anche l'influenza sicuramente.
Perchè è andata a finire in questo modo? L'unica
cosa che volevo fare era dimenticare Erik, invece mi rendo conto che
lui è una di quelle persone impossibili da dimenticare,
ormai il suo volto è impresso nel mio cuore e credo che da
li non se ne andrà tanto facilmente.
Con lo sguardo fisso a terra percorro strade sconosciute, sotto lo
sguardo stupito dei passanti.
Senza sapere come mi ritrovo in una stradina buia e isolata, faccio
retrofront, ma dei brutti ceffi mi bloccano la strada.
-Ciao bambolina, che fai tutta sola per strada, sotto la pioggia
oltretutto?-
-Me ne stò tornando a casa, addio.-
Passo in mezzo a loro, ma uno dei 4 tipi mi prende per un braccio
costringendo a fermarmi.
-vieni a casa con noi? ti scalderemo tutta la notte-
-no grazie preferisco morire congelata-
Cerco di divincolarmi, ma la sua presa è troppo forte e io
non mi sento in gran forma, beh c'è da dire che mi ammalo
molto facilmente, quindi molto probabilmente ho la febbre.
-Lasciamiiiiiiiii.-
-Che cazzo ti urli brutta stronza che non sei altro!?-
Mi molla uno schiaffo facendomi finire contro un altro ragazzo, questo
mi tiene ferme la braccia mentre gli altri tre si avvicinano
sghignazzando.
Ho paura, in questo momento vorrei sparire, vorrei avere abbastanza
fegato per difendermi ma non ci riesco. Che codarda.
-Ehi arriva il nostro capo.-
Mi riprendo un attimo, per cercare di vedere bene chi è il
loro capo.
-Brandon?!-
-ciao cara Roxy.-
-Per fortuna, sei tu il capo, senti di ai tuoi amici di lasciarmi
andare per favore.-
-AHahahaha, e perchè mai dovrei?-
-sono tua cugina, ecco perchè.-
-vedi tu ed io avevamo un accordo, fai innamorare Erik e poi spezzagli
il cuore, ma non l'hai fatto, ed ora sei mia, per sempre..-
Si avvicina sempre di più.
Sento la sua mano percorrere il mio corpo.
Il suo tocco mi disgusta.
Mi bacia il collo, mentre con una mano, fa scivolare dalla spalla lo
spallino del vestito, lentamente, prima uno poi l'altro.
Mi sento male, vorrei solo morire in questo istante.
Sono pietrificata dal terrore.
Fa scivolare il mio vestito fino alla vita, lasciandomi col reggiseno.
Dal collo scende fino a baciarmi l'incavo tra i miei seni.
-Sm..smettila ti prego.-
Piango, tremo e lo imploro.
-Non mi interessa se piangi, io ti voglio qui adesso.-
Con gli occhi chiusi, appare il volto di Erik.
-Erik..Erik.. ERIKKKKK-
Con forza mi tappa la bocca con una mano.
-stai zitta, tanto lui non verrà a salvarti-
-ne sei certo?-
Questa voce. Non stò sognando, questa è la voce
di Erik, lentamente apro gli occhi e con enorme sorpresa, lo vedo
davanti a me, con un gruppo di ragazzi.
-Erik, sei arriva...-
Non ricordo cosa sia successo poi.
Quello che sò di certo è che ora mi trovo al
caldo in un comodo letto sotto le coperte.
Caldo? Letto? Coperte?
Mi alzo di scatto e mi guardo attorno, non sono in ospedale, e nemmeno
a casa mia o di qualche mia amica,ma non sono nemmeno in un hotel, ma
dove sono allora?.
La porta della camera si apre, e vedo Erik entrare con in mano un
vassoio.
-Ehi come ti senti?-
-Meglio..ma che è successo?-
-Non ti ricordi?-
-Mmmh..no purtroppo, ma forse se ho dimenticato è
perché era qualcosa di spiacevole.-
Si avvicina al letto, e appoggia il vassoio con sopra una tazza di the
caldo.
-Spero ti piaccia, è the ai frutti di bosco.-
-Non l’ho mai assaggiato, ma grazie, non dovevi distrubarti.-
Non mi stacca un secondo gli occhi di dosso, e sento il mio viso
diventare sempre più rosso, mi sento terribilmente
imbarazzata, ma allo stesso tempo sono felice, felice di potergli stare
ancora accanto probabilmente per l’ultima volta, questo
è l’ultimo anno, e se le cose vanno come devono
andare, come è giusto che sia lui ed Alyson forse dopo il
ballo faranno finalmente coppia fissa, infondo ho sempre pensato che
fossero perfetti per stare assieme.
Si siede sul bordo del letto e dolcemente con il palmo della mano si
avvicina alla mia fronte.
-Hai ancora la febbre, forse è meglio se per stanotte, dormi
qui.-
-Cosa!?!? No no.-
-Tranquilla non ho intenzione di farti nulla, ma non puoi andare via in
queste condizioni.-
-Io credo che sia la cosa migliore.-
-Perché?-
-Perché di si.-
Oddio questa discussione stà prendendo una piega
inaspettata, mi alzo dal letto e mi rendo conto di avere indosso dei
vestiti non miei.
-Ma questi?-
-Sono i miei, eri bagnata fradicia, ho tovuto toglierteli.-
-Cosa!? Pervertito che non sei altro, quindi tu..tu..-
-Si ti ho visto in reggiseno e allora? Non hai nulla da far vedere,
tranquilla non mi sono eccitato cambiandoti, anzi..era terrbilmente
noioso.-
-Grazie di nuovo, i miei vestiti dove sono?-
-A lavare-
-Ti riporterò i vestiti lunedi ora vado-
Prendo la borsa accanto al letto e come una furia mi avvio verso la
porta, l’apro ma di colpo Erik dietro di me la richiude.
Tum-Tum. Il battito del mio cuore si fa sentire sempre di
più, se si avvicina ancora un po’ rischia di
sentirlo.
-Non voglio che tu te ne vada.-
-Io credo che sia la cosa migliore per entrambi.-
-No, pensi che questa sia la cosa migliore per te, ma a me non ci
pensi?-
-Smettila, ora hai Alyson, stai con lei, siete perfetti assime, addio.-
Cerco di aprire la porta, ma non ha intenzione di spostare il suo
braccio, cerco di spostarglielo io, ma l’unica cosa che
ottengo è quella di scivolare, maledette scarpe bagnate.
Il respiro di entrambi diventa sempre più affannoso, i
nostri cuori sembrano battere all’uninsono, stò
impazzendo, ti prego Erik, spostati o non potrei resistere dalla
tentazione di baciarti.
-Roxy, io.. io..-
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Capitolo 13 *** Il ballo (parte 1) ***
La
porta della camera si apre di colpo, e vediamo apparire Eva, Beck e
Alyson. Sposto velocemente Erik, da sopra di me.
-Oddio che stavate facendo?-
-Tranquilla Beck, nulla di quello che pensi, sono solo scivolate e mi
sono aggrappata a lui col risultato che mi è finito sopra.-
-Ora però stai meglio?-
-Si, meglio andare a casa, anzi, posso dormire da te?-
-Certo, rimane anche Eva,come ai vecchi tempi.-
Prendo la borsa da terra, saluto Alyson un po’ imbarazzata, infondo il
ragazzo che le piace era sopra di me, non oso immaginare cosa pensi di
me in questo momento,meglio non sapere.
-Roxanne, aspetta devo dirti una cosa.-
-No, basta Erik. Questa non è una favola, questa è la vita vera, un
principe non è fatto per stare con una stracciona. Se mi chiedi se ero
innamorata realmente di te o se facevo finta per la scommessa, beh,
sappi che era tutta realtà.-
-E ora?-
-Ora hai Alyson. Addio.-
Trattenendo le lacrime esco da quella casa con Beck e Eva, mentre
Alyson resta con lui, deve spiegargli molte cose infondo.
-Ti va bene cosi?-
-Eva, Beck, grazie. Vi preoccupate sempre per me, e mi siete sempre
accanto sia nei momenti belli che in quelli brutti. Non so che farei
senza di voi. Mi chiede se va bene cosi, credo che sia la cosa migliore
da fare, loro sono stupendi assieme, io con lui non centro nulla.-
-Ma Roxy..-
-Tranquilla io starò bene.-
Prendiamo un taxi e ci avviamo verso casa di Beck.
Chiamo i miei genitori e li avverto, meglio non farli preoccupare
troppo.
Roxanne, questa volta se n’è andata veramente, questa volta è realmente
tutto finito.
Sento un vuoto immenso dentro di me, proprio qui dove una volta avevo
il cuore.
Io mi chiedo perché le persone vogliano continuamente cercare l’amore,
non è più semplice e meno doloroso divertirsi solamente?Amare vuole
solo dire soffrire.
-L’ami cosi tanto?-
-eh?-
-Ho sempre pensato che per te lei era importante, molto più speciale di
qualunque altra ragazza con cui sei stato, ma non credevo fosse cosi
importante-
-Ti sbagli non è cosi importante.-
-Stupido.-
-Cosa?-
-Non è nascondendo i tuoi sentimenti che la conquisterai. Te lo
richiedo. L’ami cosi tanto?-
Alyson, sei cosi bella, ma non riesco a togliere dalla mente Roxanne,
ogni cosa anche la più stupida mi parla di lei. È solo lei che
desidero, che voglio, che amo sopra ogni alta cosa. Scusami, ti ho
deluso.
-molto più di quello che credi. Non avrei mai pensato che una ragazza
del genere potesse far breccia nel mio cuore e non andarsene più via.-
-Voi siete destinati a stare assieme-
Passiamo quasi tutta la notte chiacchierando, e le racconto anche della
scommessa che avevamo fatto, e che era tranquillamente riuscita a
vincere in meno di 15 giorni.
Alla fine ci addormentiamo entrambi verso le 4 del mattino.
Il lunedi successivo Roxy non è venuta a scuola e questo mi preoccupa
un po’, magari non vuole vedermi, magari sta male. Appena vedo Beck le
chiedo come stà
-Ha ancora un po’ di febbre, ma domani o mercoledi dovrebbe tornare.-
-Andrò a farle visita oggi allora.-
-No non lo fare-
-Perché?-
-Fallo per lei. Lei non ha mai smesso un secondo di amarti e rinunciare
a te la stà uccidendo anche se cerca di non darlo a vedere soffre
moltissimo.-
-Rinunciare a me?-
-Per te e Alyson, secondo lei voi siete perfetti per stare assieme, e
non vuole mettersi in mezzo, ma non è facile, io la conosco da molto
tempo, sembra fortema è molto fragile in realtà.-
Resto di sasso, lei soffre per fare in modo che io sia felice, ma non
si rende minimamente conto che è solo lei la persona che mi rende
felice?
Questa settimana è passata molto, forse troppo velocemente, e questo
sabato c’è il consueto ballo di fine anno.
-Erik.-
-Ciao, Alyson, vengo a prenderti alle 20 ok?-
-Forse è con Roxy che devi andare.-
-Tu sei la mia dama, a stasera.-
Con un sorriso triste, infondo non sono molto bravo a nascondere i miei
sentimenti, la saluto.
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Capitolo 14 *** Il ballo (parte 2) ***
L’ultimo giorno, il tanto atteso ballo di fine anno è ormai arrivato. E
io? Bhe io me ne stò tranquillamente a casa, andare a vedere Erik e
Alyson assieme?No grazie, mi sentirei molto imbarazzata dopo quello che
è accaduto settimana scorsa. Durante la settimana li ho evitati
accuratamente, anche se da quello che mi hanno detto Eva e Beck, Alyson
non è arrabiata con me.
Oggi non ho proprio voglia di fare nulla, dovrei fare qualche pulizia
in casa,ma non mi va proprio.
Spalanco le finestre della mia stanza e un caldo raggio di sole mi
bacia il viso, la tanto attesa estate è finalmente arrivata.
Accendo il computer e carico sul mio ipod qualche canzone, un po’ di
musica mi farà certamente bene. Controllo la mia email, e trovo una
lettera di Alyson.
“Ciao Roxanne, mi spiace questo tuo continuo evitarmi anche perché
teoricamente dovrei essere io arrabbiata con te, e non il contrario o
sbaglio? Sappi però che non ce l’ho con te, anzi, finalmente ho capito
molte cose. Dovrei essere io a chiederti scusa, senza volerlo e senza
saperlo mi sono intromessa fra di voi. Tu puoi anche continuare a dire
ripetutamente che io ed Erik siamo una bella coppia, ma la realtà è ben
diversa, io e lui siamo troppo simili per questo non possiamo stare
bene assieme. Io so, come molte altre persone, tra cui Eva e Beck, che
sei tu la ragazza destinata a lui, e forse dentro di te anche tu lo
sai. Spero di vederti al ballo, con affetto Alyson.”
Lettera che fa riflettere non c’è che dire, ma resto comunque della mia
idea, lei è quella giusta.
Mi sdraio sul letto, accendo l’ipod e chiude gli occhi lasciandomi
cullare dalle note di Celin Dion.
Come guardando un film, le immagini di noi due assieme si fanno sempre
più nitide, la prima volta che ci siamo parlati, la prima volta che
siamo usciti, e quel piccolo ma significativo regalo.
Quando mi sveglio mi rendo conto che qualcuno stà suonando il
campenello di casa.
Con lentezza mi alzo dal letto e vado verso l’ingresso.
-Oddio meno male stai bene, pensavamo ti fosse successo qualcosa.-
-Eh?-
-Beh, ultimamente stai sempre sulle tue, dai muoviti, dobbiamo
prepararci.-
-Ehm, no, io non vengo, non me la sento.-
-Stai ancora male?-
-No, è che vederli farebbe male.-
Beck stringe i pugni mentre mi guarda in modo molto minaccioso, mentre
Eva resta a bocca aperta.
Senza rendermene conto mi arriva un sonoro ceffone da parte di Eva, un
gesto che stupisce sia me che Beck, infondo non è da lei.
-Chi diavolo sei?-
-Come?-
-Dov’è la mia migliore amica? Dov’è la vecchia Roxy? Non puoi essere
tu.-
-Certo che sono io.-
-No, la mia amica, non si sarebbe mai rinchiusa in casa, avrebbe
lottato fino alla fine, tu nemmeno ci provi, ti ostini a dire che loro
sono una bella coppia, ma facendo cosi soffri tu, e fai soffrire me e
Beck perché odiamo vederti triste, soffre Erik perché è innamorato di
te, e soffre anche Alyson perché ha paura di averti ferito, questa tua
indecisione fa male a tutti.-
-Quindi mi stai dicendo che io non posso essere indecisa? Non sono
sempre forte, anche io ho le mie debolezze.-
-Quando non devi averle. Hai cosi tanta paura di ammettere di essere
innamorata? Il tuo orgoglio è più importante di tutte noi?-
-No, ma..-
-Noi andiamo al ballo, tu resta pure qui a deprimerti. Addio.-
Eva prende per un braccio Beck e assieme si allontanano.
Chiudo la porta alle mie spalle, e mi appoggio, lasciandomi scivolare
fino a terra.
Resto rannicchiata cosi per diversi minuti, poi mi rendo conto che
questa non sono io.
Mi alzo di scatto e vado in bagno, davanti allo specchio.
Quella che vedo non è la solita Roxy, non sono io.
Sono diventata una persona patetica senza spina dorsale. Fino a qualche
tempo fa qualunque sia stata la difficoltà l’affrontavo sempre di
petto, senza mai tirarmi indietro. Avevo la grinta e la determinazione
per tutte e tre, mentre ora!?
Ora è come se mi divertissi a farmi commiserare.
No cosi non va.
-Roxy retourn.-
Oddio mi metto pure a parlare da sola.
Per prima cosa ho bisogno di un caldo e rilassante bagno.
Finito di farmi il bagno mi sento rinata, si ecco questa è la Roxy che
tutti conoscono.
Vado in camera e rovisto nell’armadio, perfetto un vestito non sarebbe
male per un ballo peccato che io non ne abbia.
Cerco in tutti i cassetti, alla fine chiamo mia mamma e le chiedo se
posso usare un suo vestito.
-Guarda infondo all’armadio nella camera degli ospiti, il vesito è per
te. Divertiti tesoro.-
Vado in camera degli ospiti, apro l’armadio e trovo due scatole bianche.
Una grande e una più piccola. Le sistemo sul letto e delicatamente le
apro.
In quella più grande c’è un stupendo vestito azzurro, con guanti
coordinati, dire che è stupendo èpoco, mentre nell altra scatola delle
eleganti scarpe col tacco.
Mi vesto e sistemo i capelli.
Mi zia è parrucchiera e molto spesso le ho dato una mano in negozio
quindi riesco a renderli migliori di quello che sono. Mi faccio un
grazioso chignon, sembro una sposina, va beh.
E ora il trucco. Semplice, nulla di esagerato, non ho intenzione ne di
far ridere e neppure di sembrare un clown.
Un po’ di ombretto argento, mascara, matita nera, senza esagerare e un
filo di lucidalabbra.
Mi guardo allo specchio.
Mi piaccio, però è come se manchi qualcosa. Lo guardo cade sul mio
collo. Ecco cosa manca.
La cosa più importante tra tutte.
La collana.
Lui, la luna che illumina le mie notti.
Ora sono perfetta, stavolta non mollo, stavolta combatto fino alla fine.
Gli organizzatori hanno fatto un lavoro stupendo organizzando questa
festa, la palestra è bellissima, piena di decori e palloncini in ogni
angolo.
-Ciao Erik, alla fine la ragazza che merita di stare accanto a te è
ancora Alyson, lo immaginavo, sai non avrei sopportato l’idea di essere
battuta da una ragazzina qualcunque come Roxanne.-
Per fortuna devo reggerle ancora questa sera, poi non le rivedrò mai,
mai più. Che poi chi diavolo si credono di essere Miss Universo. Tutte
vestite identiche, pettinate alla stessa maniera, sembrano degli stampi
di fabbrica, patetiche.
-Sparite racchie, e non provate ad offendere ancora Roxanne, è mille
volte meglio di tutte voi messe assieme.-
-Ma Alyson, come puoi dire una cosa del genere?-
-Le hai mai rivolto la parola? Ti sei mai presa la briga di conoscerla?
No, quindi stai zitta, non avete il diritto di offendere chi non
conoscete.-
Wow, che bel caratterino che ha Alyson, ho sempre saputo che si era
affezzionata ad Roxanne, ma non credevo in questo modo.
Il vestito color perla che indossa le dona tantissimo, sembra un'altra
persona, più adulta, più matura, c’è da dire che però Alyson è
realmente molto più matura per la sua età, emana un aurea diversa
rispetto alle sue coetanee.
-Che la festa abbia inizio.-
Guardo il nostro preside, che per ben 5 anni ci ha sopportato,
consigliato, sgridato e punito, e credo proprio che mi mancherà, come
mi mancheranno i miei professori che in un modo o nell altro mi hanno
fatto crescere.
Ma non pensiamoci, non stasera almeno, come ha detto il preside la
festa ha inizio, bisogna pensare a divertirci.
Ballo in mezzo alla pista con Alyson, mi sono messa per la prima volta
lo smoking pensando fosse musica meno dance e rock e più da sala,
invece…
Dopo aver ballato per quasi un ora di seguito, mi manca il fiato,
maledette sigarette.
-Ehi, ti va di bere qualcosa?-
-Si, dai, ci sono anche Beck e Eva.-
Ci avviciniamo a loro, e noto che hanno entrambe un espressione da
funerale, e la cosa preoccupa sia me che Alyson, sapevamo che dovevano
andare da Roxy, spero non le sia accaduto nulla.
-è successo qualcosa a Roxy per caso?-
-Le ho dato uno schiaffo.-
-Cosa?-
Eh si che Eva mi sembrava quella più calma tra le tre, evidentemente ha
perso la pazienza.
-Non sono riuscita a trattenermi, non è da lei piangersi addosso,
smettere di lottare, so che ti ama, so che ti vuole, scusa Alyson la
franchezza, ma è questa la verità, lei è innamorata di Erik, e so per
certa che pure tu lo sei, vero Erik?-
Che dire?
Servirebbe a qualcosa negare tutto?
No non serve a nulla, tanto vale dire la verità, infondo Alyson già
sapeva.
-Si sono innamorato di lei.-
-E comunque Eva, non preoccuparti io sapevo tutto, avevo già intuito
all’inizio, sia nel modo di comportarsi tra di loro e sia come lui
guardava lei o lei guardava lui, ma entrambi troppo orgogliosi per fare
un passo avanti.-
Restiamo tutti e quattro in silenzio, che altro c’è da aggiungere? È la
sacrosanta verità.
-Ma lei verrà?-
-Non credo, forse stavolta è davvero la fine.-
Allora è cosi che deve finire la mia storia, con questo ballo, con
questa dama?! È questo ciò che ha inserbo il destino? Ma non sono forse
io l’artefice del mio destino? Quindi teoricamente posso cambiarlo,
modificarlo come voglio.
-Eccoci qui cari ragazzi ad eleggere il re e la regina di questo ballo.
I più votati di quest’anno sono, rullo di tamburi: Miss Alyson and
Mister Erik, forza ragazzi venite qui sopra, è il vostro momento.-
Io e Alyson ci guardiamo come se quella coroncina non avesse alcun
valore per noi, infondo è solo un pezzo di plastica inutile.
Tenendoci per mano ci avviamo verso il palco, faccio salire prima lei,
infondo sono un cavaliere, poi la seguo, con la sguardo perso nel vuoto.
Sorridiamo ai nostri compagni che non avevano niente di meglio da fare
che votarci, il preside sistema la coroncina sulla testa di Alyson e
lei fa lo stesso con me.
-Sai non è mai troppo tardi per amare una persona.-
La guardo, le sorrido, e capisco.
Questa non è ancora la fine, finchè non sarò io a dire che è la fine
questa è una partita ancora in corso,e voglio vincerla, voglio amarla,
voglio che lei sappia quanto l’ho amata, e quanto io l’ami tutt’ora.
-Grazie Alyson.-
Correndo scendo dal palco, tra i ragazzi si apre un varco per lasciarmi
passare.
-Forza Erik, non è troppo tardi.-
Spalanco la porta della palestra, con il desiderio di andare a casa sua
che dista a più di un ora da qui a piedi.
Dietro di me mi ritrovo Eva, Beck, Alyson,i miei compagni, le mie ex
ragazze, qualche professore, tutti assieme per incoraggiarmi, per farmi
forza.
Non vado molto lontano però, perché una piccola principessa stà
correndo nella mia direzione.
Non può essere lei, la piccola principessa, la mia piccola Roxanne.
Sento il cuore in gola, avevo cosi tante cose da dirle, ma in questo
momento la mia testa è vuota, incredibile, ricordo a fatica il mio nome.
-Roxanne..-
-Ciao, Erik, ehm, oddio incredibile, avevo cosi tante cose da dirti, ma
ora non ricordo nulla. Io..io sono stata una stupida, per colpa del mio
orgoglio ho ferito la persona più importante della mia vita, e se ora
non vuoi parlarmi, io lo capisco ma devo dirti questo, per me non è
stata solo una scommessa, è stato molto di più, ho imparato a
conoscerti, ho visto lati di te sconosciuti a molti, e poco a poco mi
sono innamorata della luna.-
Sorride, mentre le lacrime le rigano il viso.
Cammino.
Accelero il passo e senza pensarci due volte l’abbraccio.
La tengo stretta a me mentre ci lasciamo cullare dalle note dei nostri
cuori che battono assieme.
Mi stacco un po’, la guardo dritta negli occhi, col rischio di perdermi
in quel mare azzurro.
-Io amo il mio sole. Ti amo Roxanne, non ho intenzioni di lasciarti
andare via.-
Le accarezzo delicatamente il viso col palmo della mano, e lentamente
avvicino le mie labbra alle sue.
Un bacio che sa di inizio estate.
Peccato solo che mi sono completamente scordato di tutti i nostri
compagni, e quando ci stacchiamo, come se fosse normale inziano i
fischi.
Alyson tenendo la corona si avvicina a Roxanne e gliela sistema sul
capo.
-Questa è tua, sei tu la regina e non solo questa sera. Spero abbiate
imparato la lezione, l’orgoglio non porta a nulla di buono, per fortuna
l’avete messo entrambi in disparte in tempo.-
-Già.-
Tengo stretta la mano di Roxanne, e nemmno dopo 7 anni la lascio,
specialmente ora, che stà per nascere la nostra piccola principessa, la
nostra bambina.
-Come la volete chiamare?-
-Alyson.-
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