It's in your DNA.

di drewsvoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** From Ireland with love. ***
Capitolo 2: *** Are you Hannah Montana? ***
Capitolo 3: *** "I'm Irish, bitches." ***
Capitolo 4: *** Drunk. ***
Capitolo 5: *** Zoe. ***



Capitolo 1
*** From Ireland with love. ***




Sembra un tappeto -come ogni mia altra os/ff lol-, quindi mi scuso perché può davvero rendere la lettura noiosa.
Ringrazio subito chi leggerà, ci vediamo giù (?) jfkdbgk.


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«Zoe!» mi chiama papà a qualche metro distante, sventolando in aria i biglietti.
Abbozzo un sorriso e mi avvicino a lui, prendendoli in mano.
«Mi raccomando...» comincia lui, ansioso.
Roteo gli occhi al cielo e mi lascio scappare una risata. «Devo mantenere il nome di famiglia alto, non devo accettare passaggi dagli sconosciuti e non devo perdermi le partite di hockey che tanto ti piacciono.» recito a memoria, a mo’ di cantilena. Poi poggio la mano sulla sua spalla. «Pa’, ho diciotto anni. So badare a me stessa, non pensi?» chiedo ovvia, alzando un sopracciglio.
Lui mi abbraccia di scatto, così mi lascio cullare. «Lo so, solo che... sarai sempre la mia bambina, Zoe.» mi ricorda, appoggiando il mento sul mio capo.
Il megafono avverte che bisogna salire sull’aereo, così mi stacco da lui.
«Nonostante tutto mi mancherai.» constata lui in un sospiro.
Ridacchio e mi aggiusto la borsa in spalla. «A me invece mancheranno le tue frittelle!» dico ironica, allontanandomi di qualche passo.
Lui mi fissa sorridente, mentre dico una volta per tutte addio alla mia cara Irlanda.


Salgo sull’aereo, porgo il mio biglietto alla hostess e mi siedo.
Alla mia destra una ragazza bionda mi tende la mano. «Piacere, Amber!» si presenta, aprendo subito le labbra in un sorriso.
«Zoe» mi presento io, stringendole la mano. «Allora.. Londra?» domando imbarazzata.
«Sì, devo trovare lavoro. E dove meglio della bellissima Londra?» racconta entusiasta. «E tu?» mi domanda poi, accavallando le gambe.
«Vado lì per l’università» rispondo fiera, mostrando un sorriso a trentadue denti.
Lei mordicchia il labbro inferiore. «Oh, quale?»
«Oxford.» dico, mettendo il cellulare in modalità aereo.
Lei boccheggia per un istante, fissa il cellulare e poi me. «Cosa?» chiede incredula.
Aggrotto la fronte. «Oh, adesso ho capito!» batto il palmo della mano sulla fronte, dandomi mentalmente della stupida. «Giurisprudenza.»
Lei mi fissa ammutolita. «Davvero? Cioè, non pensavo fossi una di quelle riccone!»
«Non sono una riccona!» mi difendo, allontanandomi. «Okay lo sono, però non sono una di quelle avide.» chiarisco, sospirando.
Lei appoggia il mento sul palmo della mano e mi fissa. «Non è che mi pagheresti.. beh, l’affitto?» domanda ironica, facendomi ridere.
Arriccio il naso, divertita. «Andremo d’accordo noi due, lo sai questo?»
«Wow, questo sì che è entusiasmante. Insomma, ho appena conosciuto una persona e l'aereo non è ancora atterrato!» esclama lei, strofinando ironicamente le mani.
Mi irrigidisco sul posto, sentendo sul sottofondo la voce che avvisa l’inizio decollo a qualche minuto distante.
Alzo prontamente la mano, intrappolando l’attenzione dell’hostess.
Questa si avvicina, cordiale. «Ha bisogno di qualcosa?» domanda.
Annuisco, allacciando la cintura. «Una camomilla, per favore» chiedo, sistemandomi meglio sul sedile.
Lei prende la borraccia e versa il contenuto in una tazza di carta, simile a quella di starbucks.
«A lei.» mi porge la camomilla e si congeda, gentilmente.
Rigiro la tazza fra le mani, chiudendo gli occhi e respirando il profumo che emana.
«Hai paura di un decollo?» domanda divertita, battendo una mano sul sedile.
Annuisco e sorrido spontanea, sorseggiando la camomilla. «Sta’ zitta, o non ti pago più l’affitto.» l’avverto, scoppiando poi a ridere.
 



«Ecco qui!» esclama la segretaria, porgendomi la chiave.
Le sorrido, riconoscente. «Grazie mille per la sua pazienza.» la ringrazio, congedandomi.
Esco dalla casetta a mattoni rossi e mi dirigo verso il grande edificio alla sua destra, cioè l’alloggio.
Quando entro, vengo sommersa da un’aria calda e confortante.
Salgo rapidamente le scale, fino ad arrivare al mio mini appartamento, che si trova al terzo piano.
Estraggo la chiave dalla tasca dei miei jeans ed apro la porta, guardandomi attorno.
Il mio sorriso si trasforma in una smorfia alla vista dei mobili di legno e dei componenti che popolano il soggiorno.
«Cos’è questo scempio?» domando inorridita, fissando i due ragazzi spaparanzati sul divano con una lattina di red bull in mano.
Tossisco, così da richiamare la loro attenzione. Il biondino si gira e mi guarda dalla testa ai piedi.
«Cos’hai da guardare, maniaco?» sbotto, afferrando il cellulare.
Lui ride e si alza, mettendosi di fronte a me. «Prima di tutto non sono un maniaco, fatti meno viaggi mentali principessa. In secondo luogo, questa è anche la mia camera» chiarisce serio, parandosi di fronte a me.
Sposto il peso sulla gamba destra, indicando il riccio stravaccato sul divano. «E lui? Ho preso questo appartamento, sempre se si può definire così, proprio perché c’era scritto “un solo coinquilino”!» alzo il tono, gesticolando.
Lui mi blocca le mani. «È il “vicino”, principessa.»
«Smettila di chiamarmi così, non sei nessuno!» sbotto isterica, roteando gli occhi al cielo.
Lui irrigidisce la mascella. «Stammi bene a sentire, ragazzina. Io vengo dall’Irlanda, tutta la mia famiglia ha lavorato sodo per farmi studiare qui e non voglio che sia una riccona del cazzo a rovinarmi il mio sogno, okay?»
Prendo un grosso respiro e picchietto il piede sul parquet. «Pensavo dovessi dividere l’appartamento con una ragazza, mi sarei sentita più a mio agio.» sussurro imbarazzata, nascondendo il viso.
Il ragazzo riccio fissa entrambi e, a disagio, sgattaiola fuori lasciandoci ai nostri litigi.
Il biondino sospira, massaggiandosi la nuca. «Comunque, sono Niall.» si presenta, afferrando la lattina e bevendone un sorso.
Mi allontano di poco e mi sporgo in una camera da letto, dove noto i miei due trolley ed un bagno.
Chiudo la porta e guardo di nuovo il soggiorno.
Lui si volta verso di me e mi guarda, socchiudendo le labbra per dire qualcosa.
Mi appoggio con la schiena alla porta di prima, a disagio, e sorrido appena. «Anche io vengo dall’Irlanda.» dico fievole, chiudendomi dentro la stanza.
Appoggio la borsa sulla scrivania, estraendone il cellulare.
Pigio i tasti e porto l’iphone all’orecchio. «Pa’?» lo chiamo, sedendomi al bordo del letto.
«Principessa!» esclama lui dall’altra parte.
Roteo gli occhi, infastidita. «Puoi evitare di chiamarmi così?» chiedo stizzita, buttandomi sul letto.
«Brutto arrivo, eh?» ci scherza su lui, ridacchiando.
«Meglio cambiare argomento.» sbuffo, spostandomi una ciocca dietro l’orecchio.
«Domani è Domenica, vero?» domanda lui, confuso.
Mi alzo e mi avvio dentro al bagno. «Sì, c’è la partita. Fortunatamente la tv è decente, al contrario del mobili» ridacchio io, dando uno sguardo alla vasca.
«Principessa!» Mi chiama ironico Niall, entrando nella mia stanza.
Papà scoppia a ridere, ma riesco a percepire una punta di tristezza. «Ora capisco. Adesso devo andare, tesoro.»
«Che diavolo hai capito?» gli chiedo, ma è troppo tardi: ha già chiuso la chiamata.
«Allora principessa, vieni a mangiare?» domanda il biondino, facendomi voltare.
«Ho un nome.» sbuffo, superandolo.
Lui mi guarda ovvio. «Non me l’hai detto, principessa.»
Ringhio e sbatto un piede per terra, frustata. «Zoe, mi chiamo Zoe!»
Esco dalla camera e mi dirigo in cucina, con lui alle calcagna.
«Allora Zoe,» comincia lui, con un sorrisino furbetto dipinto sul volto. «sei dell’altra sponda?»
Strabuzzo gli occhi. «Che cosa?», gli urlo contro.
Lui alza le mani in alto, come per discolparsi. «Beh, ho trovato il numero di una certa Amber sulla tua scrivania, pensavo...» lascia in sospeso.
Scuoto la testa. «Mi piacciono i ragazzi.» dico sedendomi.
«Quindi ti piaccio anche io?» domanda alle prese con la padella, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
Lo fulmino con lo sguardo, sistemo il tovagliolo sulle gambe e attendo che la cena sia pronta. «Tu sei un animale, non un ragazzo.» rispondo con tono atono.
«Non mi conosci, come fai a giudicarmi?» domanda apparentemente calmo.
«Tu mi hai dato della ragazzina, riccona del cazzo. Eppure nemmeno tu mi conosci, o sbaglio?» chiedo retorica, sfoderando un finto sorriso.
«Okay, colpito ed affondato!» dichiara, discolpandosi nuovamente. Poi si avvicina a me e mi bacia la guancia. «Scusa principessa.»
«Zoe», lo correggo.
Lui prende i piatti e li poggia sulla tavola. Faccio una smorfia, afferrando la forchetta.
«Non ti piace l’hamburger?» chiede dispiaciuto, facendo per prendere il piatto.
Lo blocco. «No, è solo che... non l’ho mai mangiato.» ammetto imbarazzata.
Lui resta imbambolato, poi si riprende e sorride. «Be’, vorrà dire che lo assaggerai per la prima volta.» sorride lui, emanandomi coraggio.
Poi afferra il panino e lo porta alla bocca, mordendolo.
«Con le mani?» chiedo allibita, fissandolo.
Lui annuisce. «Non c’è gusto con le posate!» ridacchia, sputacchiando di qua e di là.
Socchiudo gli occhi, schifata. Allungo le mani verso il panino e lo porto alla bocca, mordendolo.
È buonissimo, quasi meglio del caviale.
«Com’è?»
Do un altro morso, facendolo scoppiare a ridere. «È davvero buonissimo!» esclamo.
Lui finisce il panino e mi osserva, aspettando che finisca anch’io.
Quando abbiamo terminato entrambi, colgo l’attimo. «Niall, posso chiederti una cosa?»
«Certo!» dice sorridente.
Prendo fiato. «Insegnami ad essere rozza come te.»
Lui aggrotta la fronte ed abbozza un sorriso. «Non so se prenderlo come un insulto, ma va bene.» accetta lui, stringendomi la mano. «Preparati ad essere una scaricatrice di porto, principessa.»


Ragazzuole, eccomi qua jkfngkj.
Allora, vi piace la trama? Sinceramente io ce lo vedo Niall 'rozzo' e 'mestruato' AHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Okay, che ne pensate di Zoe? Io la immagino con il viso di Lucy Hale, poi ditemi la vostra lol.
In realtà non so molto su Oxford, quindi mi scuso per eventuali errori.
Comunque sia, adesso vi saluto e... boh, spero vi piaccia jkfbgk.
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Capitolo 2
*** Are you Hannah Montana? ***


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Mi stiracchio e trascino i miei piedi fino alla cucina, dove i raggi del sole mi colpiscono in fronte, costringendomi ad aprire gli occhi.
«Buongiorno.» mi saluta Niall alle mie spalle, appoggiato allo stipite della porta.
Mi volto verso di lui e sorrido. «Ti ho svegliato?» gli domando.
Lui scuote la testa e sbadiglia, dando uno sguardo all’orologio appeso nel salotto.
«Oggi la casa è mia.» mi avverte, poi prende un biscotto dal pacco e lo immerge nella mia tazza.
Prendo un grosso respiro. «Perché non ti fai la tua colazione?» scandisco ogni parola, stringendo la mascella per contenermi. «E seconda cosa, perché la casa dovrebbe essere tua?»
Lui sospira, annoiato da tutte le mie domande. «Perché non ti fai un po’ di cazzi tuoi, principessa?»
«Zoe.» lo correggo per l’ennesima volta, stanca. «Ed il “principessa” non addolcisce la frase, ti ripeto che ho un nome.» gli faccio notare.
«Sicura non ci sia del limone nel latte?» domanda sarcastico, roteando gli occhi al cielo.
Faccio una smorfia. «Almeno non sono rozza!» mi difendo, ridendo sotto i baffi.
«Però lo vuoi diventare.» dice con tono furbetto, avvicinandosi a me ulteriormente.
Prendo un respiro e mi giro verso di lui. «Non mettere quella questione in ballo, ti ho già detto che c’è un motivo sensato.» sospiro, abbassando lo sguardo.
Lui si avvicina. «E dimmi il perché, principessa.» sussurra, cercando di farmi sputare il rospo.
Mi riprendo e riacquisto un po’ del mio buon senso. «Perché... non hai il diritto di sapere il perché!» mi difendo, strabuzzando gli occhi.
Niall si allontana e sbuffa, affondando una mano tra i capelli. «Vestiti ed esci, ti ripeto che la casa è mia oggi.» dice serio, allontanandosi nel salotto.
Metto la tazza nel lavandino, poso i biscotti nello scaffale e lo seguo.
«Vai dal tuo amico, la tv è mia.» rispondo irritata.
«Devo vedere la partita!» gridiamo all’unisono.
«Una principessa che guarda una partita, non me lo devo perdere!» ridacchia lui e si avvicina per baciarmi la guancia.
Rimango immobile, con le spalle tese ed i pugni serrati. «Non hai il diritto di baciarmi la guancia.» dico, chiudendo gli occhi. «E ti ripeto, per l’ultima volta, che non sono una principessa.»
Lui sospira e non da peso alle mie parole, buttandosi sul divano.
Lo seguo e mi siedo accanto al bracciolo, guardando disgustata i suoi calzini grigi.
«Cosa c’è? Non puzzo mica.» ridacchia, appoggiando il telecomando sulla sua pancia.
Fisso i miei piedi avvolti dalle ciabatte, sospiro e prendo incoscientemente la testa tra le mani, maledicendo il mio carattere.
«Zoe, tutto bene?» mi chiede lui in un sussurro, mettendosi seduto. «Forse ho esagerato troppo, devo ricordare che non sei abituata e che questo è anche il tuo appartamento, mi dispiace...» si scusa lui, appoggiando una mano sulla mia schiena incurvata.
Alzo lo sguardo ed incrocio i occhi preoccupati, ritrovandoci un ragazzo diverso.
È come se dentro di lui ci fossero due persone diverse, che combattono una contro l’altra incessantemente.
Scuoto la testa, confusa. «Non ti preoccupare. E poi.. devo pur imparare dal maestro, no?» chiedo retorica, dandogli una piccola spinta.
Lui butta la testa all’indietro e contraccambia la spinta, facendomi aggrappare al bracciolo per non cadere.
«Delicato, mi dicono.» ci scherzo su, incrociando le gambe sul divano.
Lui batte una mano sul divano, appoggia i gomiti sulle ginocchia e comincia a sgranocchiare le noccioline. «Cercherò di contenermi, sappi che lo faccio solo per te.»
«Non farlo,» dico, con la coscienza pesante. «d’altronde questo è anche il tuo appartamento, no?» gli faccio notare, prendendo un pugno di noccioline.
Lui resta ammutolito, non sa cosa dire. E d’altronde nemmeno io, così restiamo fermi a guardarci finché non sentiamo lo stadio urlare.
«Un giorno vorrei essere lì.» mi rivela, portando un mucchietto di noccioline alla bocca.
Apro le labbra in un sorriso e porto le gambe al petto, circondandole con le braccia. «È il tuo più grande sogno?»
Lui irrigidisce la mascella e fissa i giocatori, facendomi pensare che non abbia realmente sentito.
«No, non lo è.» dice freddo. «Ma ciò non significa che per me non sia importante, sai? A volte sei costretto a decidere ciò di cui hai bisogno fondamentalmente, materialmente. A volte i sogni restano solo sogni, perché ci sono cose molto più importanti per sopravvivere.»
Porto la ciocca dietro l’orecchio e rifletto su ciò che ha appena detto. «Qual è il tuo più grande sogno?»
Lui appoggia l’indice sul naso, per zittirmi. «La partita sta cominciando, voglio sentite le urla dello stadio.» cambia discorso lui.
Sospiro, faccio una smorfia e mi alzo per andare in camera mia.
«Dove vai?» mi domanda lui.
Mi volto e accenno un sorriso. «Faccio come mi hai desso, adesso esco e... non lo so, vado da qualche parte, non preoccuparti.» gli spiego, confusa quanto lui.
Mi chiudo dentro la mia camera ed apro la valigia ancora non disfatta, afferrando velocemente un vestitino e delle ballerine.
Indosso il cardigan sopra e mi trucco, rendendomi alquanto meno presentabile.
Afferro la borsa ed esco con lo sguardo basso, cercando di non incontrare ancora una volta i suoi occhi azzurri.
Quando sono giunta alla porta principale, lui mi blocca. «Non andare.» mi supplica.
«Ho bisogno di prendere una boccata d’aria, Niall.» mi giustifico io, mordicchiandomi il labbro superiore.
Lui stringe i pugni, facendo diventare le nocche biancastre. «Allora vengo anche io. Vai tu, vado io.»
Lo guardo scettica. «Non siamo in Titanic.», sbuffo.
Lui corre in camera e ritorna velocemente con i jeans addosso ed una maglietta fra le mani.
«Però posso il tuo Jack.» dice con fare teatrale, scoppiando poi a ridere.
Incrocio le braccia ed imprimo le labbra per non ridere. «Smettila!» esclamo, ridendo anche io.
Lui infila la maglietta ed entra in bagno, uscendo velocemente con le chiavi in mano. «Muoviti, che la partita sta iniziando!» batte le mani, come a velocizzare il mio passo.
Scendo le scale, con lui al mio fianco.
«Se vuoi vedere la partita, perché stai uscendo?» gli chiedo, corrucciando confusa le sopracciglia.
Lui rotea gli occhi e mi prende sotto braccio. «Troppe domande, principessa. Allora, vuoi imparare ad essere rozza, o no?»
Fisso il suo braccio e poi fisso lui, ammutolita da così tanta dolcezza e confidenza.
«Awn, va bene!» mi arrendo stringendo la sua mano, che ciondola accanto al mio collo.


Dopo una decina di minuti arriviamo ad un bar. Lui entra e saluta il ragazzo al bancone, tirandomi accanto a sé per presentarmelo.
«Zoe, lui è Liam. Liam, lei è Zoe.» ci presenta Niall.
Mi tendo in avanti e gli afferro la mano, sorridente.
«Perché siamo qui, quindi?» chiedo al biondino, mentre si siede sullo sgabello di legno e prende una birra.
Lui mi fa segno di avvicinarmi, così lo faccio.
«Bevi questa.» ridacchia, porgendomi la sua birra.
«Cosa? Stai scherzando, vero?» la indico, stupita dalla sua frase.
Lui ne beve un sorso e me la porge.
Sospiro e mordo il labbro inferiore. «Va bene.» lo accontento, non convinta della mia scelta.
Prendo la bottiglia tra le mani, la avvicino alla bocca e ne bevo un sorso.
Il suo sorriso si ampia e la riprende tra le mani, bevendone un altro sorso.
«Felice?» chiedo scorbutica, incrociando le braccia al petto. «Ora mi faccio pure condizionare da uno sconosciuto, tze.» mi lamento.
Lui ride, prende il telecomando ed imposta il canale dove c’è la partita iniziata da poco.
«Sì, sono felice.» risponde, avvicinandomi a lui. «E comunque, non possiamo considerarci amici?» chiede divertito.
Sbuffo. «Amici. È già tanto se ci guardiamo in faccia senza sputarci, poi ci conosciamo solo da un giorno, Niall.»
Lui non mi presta attenzione, poiché si alza ed inizia ad esultare.
«Sì, cazzo sì.» continua ad esultare, battendo pugno con Liam.
Sorrido, immaginando papà davanti alla tv.
«Allora principessa, che stavamo dicendo?» torna a me, con il sorriso stampato in volto.
Scuoto la testa e rido, appoggiandomi allo sgabello su cui è seduto. «Nulla.» ridacchio, portando una ciocca dietro l’orecchio.
Lui fa aderire il suo petto contro la mia schiena e mi stringe. «Comincio a pensare che tu abbia un doppia personalità, sai? D’oggi in poi ti chiamerò Hannah Montana.» ci scherza su lui.
«Prima cosa: Hannah Montana ha una doppia vita, non una doppia personalità.» lo ammonisco e roteo gli occhi.
«Ecco che ricomincia!» sbuffa, divertito dalla mia predica.
Faccio finta di non ascoltarlo e continuo. «Seconda cosa: non viaggiare nella fantasia, mi sono messa qui solo perché mi ricordi mio padre, tutto qui.»
Lui mi bacia la guancia, istintivamente. «Che dolce, la mia Hannah Montana!» scherza ironico, prendendomi in giro.
Arriccio le labbra, in disappunto. «E terza, ed ultima, cosa: quando imparerai il mio nome?» gli chiedo, contando con le dita le cose elencate.
Lui rotea gli occhi al cielo, sarcastico. «Ai suoi ordini, principessa




It's Ziall, YO! (?)
Sinceramente non sono convinta del capitolo, anche perché è davvero troppo corto per i miei gusti.
Però ci sono dei momenti dolci tra Zoe e Niall jsdfkhbghjw.
E voi, ovviamente, vi chiederete: perché prima si sputano in faccia e poi si abbracciano?
Ebbene, avete ragione! AHAHAH. In ogni caso, Zoe vede per un attimo suo padre in Niall, quindi 'si lascia andare'.
Vorrei sapere che ne pensate del capitolo, o magari se avete letto adesso entrambi i capitoli magari della storia in generale.
Ringrazio TUTTE, le ragazze che recensiscono e le lettrici silenziose.
Spero vi piaccia, e mi scuso in anticipo per eventuali errori.
Comunque sia adesso vi saluto, ciao bellissime kjfdbgkj.
@xhemakesmehappy su twitter.
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Capitolo 3
*** "I'm Irish, bitches." ***


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«Tesoro!» dice papà dall’altra parte della cornetta.
Mi appoggio allo stipite della porta della cucina e sorrido. «Pa’, come vanno lì le cose?»
«Bene, dai.» risponde. «Anche se mi manchi da morire.» aggiunge tristemente.
Sentendo il tono della sua voce, sospiro e abbasso lo sguardo. «Manchi anche a me papà, ma questa è la mia strada. Questo è il mio sogno, lo sai questo.» dico, chiudendo gli occhi stracolmi di lacrime. «Ti prometto che appena posso vengo, okay?»
Lui ridacchia. «Okay, tesoro. Come sono andate oggi le lezioni?» chiede poi, cercando di sviare in qualche modo il discorso precedente.
Afferro il pennarello blu della lavagnetta appesa accanto al telefono e ci giocherello un po’.
«Benissimo.» dico entusiasta.
«E con...» tossicchia fintamente, lasciando la frase a metà per qualche secondo. «E con quel giovanotto?» chiede imbarazzato.
Le guance mi si tingono di rosso, e ringrazio il cielo che nessuno possa vedermi. «Bene, perché?» chiedo a mia volta, divertita ed imbarazzata anch’io dalla questione.
«Ti.. ha toccata? Non so, ti ha-» comincia a blaterare, con tono preoccupato.
Alzo gli occhi al cielo. «Papà!» lo richiamo. «Non mi ha fatto nulla, anzi mi rispetta. E ti ricordo che sono maggiorenne, non sono più una bambina.»
«Lo so, me l’ha detto Zayn.»
Corrugo la fronte, confusa. «Che cosa ti ha detto Zayn?»
«Be’, mi ha detto..» lo sbattere della porta principale del mio appartamento lo interrompe. «Che succede, tesoro?» chiede.
Mi volto, preoccupata. «Non ne ho idea, vado a vedere. Ci sentiamo, pa’.»
«Okay, sta’ attenta.» mi raccomanda, al suo solito. «E sono sicuro che non ti mancherò!» si lascia scappare una risata, prima che di chiudere definitivamente la chiamata.
Perché non deve mai fare un discorso sensato?
Roteo gli occhi e mi dirigo in salotto.
«Niall?» lo chiamo, avvicinandomi alla finestra sulla quale è affacciato.
Lui non dice una parola e porta la sigaretta alle labbra, con lo sguardo assente.
Mi lecco le labbra e mi appoggio sul davanzale, guardando il cortile vuoto. «Vuoi raccontarmi?» lo sprono.
«No.» sussurra lui, con voce rauca.
Abbassa gli occhi rossi e spenti fuori dalla finestra e resta in silenzio, con la mascella serrata.
Allungo una mano, fregandogli la sigaretta. «Se non mi racconti, faccio un tiro.» dico seria.
Lui cerca di prenderla. «Ti fa male Zoe, smettila di fare cazzate.»
«Allora raccontami.» metto una mano sul fianco e avvicino ancora di più la sigaretta.
«Smettila Zoe.» mi supplica frustato.
«Prova a fidarti di me, posso capirti.» lo incoraggio, mordendo l’interno della guancia.
«Non puoi capirmi.» risponde subito, poi affonda una mano nei capelli. «Mi hanno respinto, non ho un lavoro Zoe! Lo vuoi capire? Sai cosa significa per me non avere un lavoro?» mi ringhia contro, con il viso paonazzo.
Abbasso la testa e fisso le ballerine blu che calzano i miei piedi, sospirando.
Spengo velocemente la sigaretta sul davanzale in marmo e lo abbraccio.
Il suo petto tremante si lascia avvolgere dalle mie braccia. Dopo qualche minuto lui sembra calmarsi.
«Posso aiutarti.» lo rassicuro poco dopo, staccandomi da lui.
«Non voglio i tuoi soldi, Zoe.» dice serio. «Non potrei ridarteli.» aggiunge.
Alzo un angolo della bocca. «Non m’importa.»
Lui scuote la testa. «A me sì, invece.»
Mi dondolo sui piedi, imbarazzata dalla frase che sto per dire. «Io ci sono comunque, se ti serve aiuto.» sussurro.
Lui apre le labbra in sorriso e mi abbraccia. «Lo so e... grazie di tutto.» mi bacia i capelli.
Lo spingo via, divertita. «Troppa dolcezza, vai piano!» dico, dirigendomi verso la mia camera.
Lui scoppia a ridere e annuisce. «Hai ragione, principessa.»
Mi volto verso di lui. «Pensavo avessi imparato una volta per tutte il mio nome.» roteo gli occhi, facendolo ridere.
Sto per chiudermi la porta della mia camera alle spalle, quando lui si avvicina.
«Sei pur sempre la mia principessa!» esclama ironico.
«Ti ho detto di andarci piano!» urlo dalla parte opposta della porta, ormai chiusa.
 
 
Chiudo il libro di scatto, sistemandomi meglio sul piumone, e alzo gli occhi verso la figura di Niall immobile alla porta.
«Sexy!» commenta, indicandomi. «Ci facciamo un giro?» chiede subito dopo.
Annuisco e mi alzo. «Certo.» accetto sorridente, evitando di rispondere al commento precedente.
Poi prendo un vestitino e guardo il biondino, in attesa che esca.
«Dovresti uscire, sai?» gli faccio notare, ironica.
«Vuoi uscire con quello?» mi domanda, fra il divertito ed il preoccupato.
Alzo le spalle. «Sì, perché?»
Lui si avvicina e lo rigira fra le mani. «C’è freddo fuori per indossare questo, Zoe.» mi fa notare.
Poi si gira verso l’armadio aperto e prende un maglione ed un paio di jeans.
«Perché non usi questi?» mi chiede, porgendomeli.
«Non sento freddo, davvero.» cerco di dissuaderlo.
Lui racchiude le mie mani fra le sue. «Sei congelata, scherzi?»
«Va bene.» mi arrendo, riponendo nuovamente il vestito.
Lui posa i vestiti sul mio letto ed esce.
Guardo il maglione grigio di lana appoggiato sul letto, mentre tutti i ricordi di mamma mi affliggono.
Lo stringo tra le mie dita affusolate, respirandone il profumo, e lo porto al petto.
Scuoto la testa e allontano i pensieri, cambiandomi velocemente.
 
 
Affondo le mani nel cappotto, guardando meravigliata la piazza che mi si presenta davanti.
«Non sei mai stata qui?» mi chiede Niall.
Faccio qualche passo e mi guardo ancora attorno, meravigliata. «No, Londra è abbastanza grande.»
Lui annuisce e infila una mano nella mia tasca, prendendomi per mano.
«Ma che cos-» sto per chiedere spiegazioni ma lui mi trascina dietro a sé, fermandosi davanti ad un venditore di hot dog.
«Allora, due-» sta per dire Niall, ma lo fermo.
«Perché due? Io non ne voglio.»
Lui si volta completamente verso di me. «Zoe, ne sei sicura? Guarda che sono buonissimi!» fa per convincermi lui.
«Sicura.» mi impongo, imbarazzata sotto lo sguardo curioso del venditore.
Lui sospira e ne compra uno.
Ci sediamo in una panchina poco distante, affacciata sul mare e un po’ meno popolata.
Lui mette i piedi sul legno, con le gambe piegate, e appoggia il fianco sullo schienale.
Lo guardo e sorrido, convincendo me stessa a mettermi a gambe incrociate.
Lo fisso, mentre mangia. Potrei quasi dire che è dolce con il cappello ed il naso rosso.
Lui ridacchia, facendo colorare anche le guance dello stesso colore del naso. «Ne vuoi?» mi porge il panino.
Guardo da un’altra parte e mordo il labbro inferiore.
«Perché mi arrendo così facilmente?» domando retorica, prima di dare un morso al panino.
Lui scoppia a ridere e da un morso alla parte opposta.
Quando sta per finire manca l’ultimo boccone.
«Vuoi?» mi chiede, ridendo sotto i baffi.
Annuisco e mi avvicino, lui fa lo stesso e me lo spiaccica in faccia.
Boccheggio per qualche secondo e prendo il tovagliolo che avvolgeva il panino, pulendomi.
Lui si allontana di qualche centimetro e poi si mette a correre.
Mi alzo e lo rincorro fra le bancarelle, in cerca di vendetta.
Ad un tratto lui si blocca, facendomi sbattere contro la sua schiena.
«Ti odio.» dico affannata per la corsa.
Lui ridacchia e prende una felpa grigia. «Cazzo, quant’è bella!»
La guardo. «Non ci posso credere!» esclamo, indicando la scritta.
«Non ti sentiresti figa ad andare in giro questa felpa?» mi chiede lui, sorridente.
«Niall, c’è scritto‘I’m Irish, bitches.’!»
Lui fa le spallucce. «Infatti. Dai, compriamola!» mi prega, euforico.
Butto la testa indietro e rido. «Va bene.» prendo la mia misura e la porgo a Niall, che paga entrambe le felpe.
«Dovrei imparare a dire di no alle tue cazzate.» dico, coprendo poi le labbra dopo la parolaccia.
«Awn, la mia presenza fa già effetto.» mi avvicina a lui, circondando la mia schiena col suo braccio.
Lo allontano e roteo gli occhi, divertita ed infastidita allo stesso tempo. «Ma smettila!»
 
 
«Allora, uno.» inizia a contare Niall dalla parte opposta della porta. «Due, tre.» apre la porta, velocemente.
Faccio un passo indietro e lo fisso, scoppiando subito in una fragorosa risata.
Lui fa lo stesso, tenendosi la pancia. Il viso gli si colora leggermente, mentre si piega in due dalle risate.
Mi mordo il labbro. «Non andrò mai con in giro con questa, sappilo.» dico, indicando la felpa che ho addosso.
Lui si calma e, ancora con i palmi appoggiati sulle ginocchia, mi fissa. «Ne sei sicura?» chiede retorico, imprimendo le labbra divertito.
Il campanello suona, così corro ad aprire.
«Chi-» sto per domandare, ma resto senza parole. «Cosa ci fai qui?» sussurro senza fiato in gola.



Bonjour!
Prima di tutto, mi scuso per eventuali errori come sempre.
Quindi, ricapitolando:
-Niall non ha un lavoro e Zoe lo rassicura.
-La felpa è fjkdgbw, io la comprerei assolutamente AHAHAH.
-Secondo voi chi è alla porta? Voglio mettervi alla prova. (?)*faccina malvagia*
Spero vi piaccia, davvero.
Argomenti al di fuori del capitolo e della storia:
Avete preso Believe Acoustic? Aspettate.. questa è la sezione 'One Direction' AHAHAHAH.
Va be', ci sarà sicuramente qualche Belieber, dai c: lol.
Poi.. IL NUOVO SINGOLO DELLA DEMS, io muoio.
A Marzo ci stanno troppe cose kfjdbgk.
Va be', adesso vi saluto bellissime kjfbgks.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, zaaao c:.
@xhemakesmehappy su twittah, yo jksfbgks.
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Capitolo 4
*** Drunk. ***


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«Zayn.» sussurro, portando una mano alla bocca.
I capelli mori sono alzati in un ciuffo, una semplice felpa verde gli fascia il corpo e gli occhiali da vista sono spariti.
Lo fisso in silenzio, ancora con la gola secca ed il cuore fuori al petto.
Lui ride, arricciando il naso. «Non ti sono mancato?» mi circonda in un abbraccio e mi bacia i capelli, allontanandomi per fissarmi.
«Da morire.» dico fievole. «Me ne sono andata da nemmeno una settimana e tu che cosa combini?» gli chiedo retorica, fissandolo ancora una volta dalla testa ai piedi.
Non posso credere che sia cambiato così tanto nel giro di una settimana.
Lui sposta lo sguardo sulla mia maglia. «Infatti, mi sa che dobbiamo parlare un bel po’.» mi ammonisce.
Seguo il suo sguardo e mi ricordo immediatamente della scritta, così mi nascondo un po’ dietro la porta e mi dondolo sui talloni. Sento il sangue pulsarmi nelle orecchie, presa alla sprovvista dalla sua battuta.
Mi mordo il labbro inferiore e mi sposto, facendolo entrare.
«Tuo padre mi ha detto che abiti con un ragazzo.», mi lancia un’intensa occhiata.
Scrollo le spalle. «Niall!» lo chiamo.
Quest’ultimo esce dalla mia camera con lo sguardo assente e guarda Zayn, ammutolito.
«Questo essere umano è Zayn.» gli presento il moro.
Il biondino allarga le labbra in un sorriso, lasciando intravedere l’apparecchio, e gli stringe la mano.
Poi mette le mani nelle tasche e si guarda intorno, imbarazzato. «Vuoi che vi lasci soli?»
Scuoto la testa e mi butto sul divano.
Zayn mi raggiunge e si siede accanto a me, mentre Niall si appoggia con i gomiti allo schienale del divano.
«Come vanno le cose?» mi chiede il mio migliore amico.
Mi volto verso Niall e sorrido. «Bene, perché?»
«Tuo padre era preoccupato che il tuo coinquilino fosse un maniaco.» ridacchia.
Mi copro il viso e scoppio a ridere, ricordando la scenata che ho fatto quando ho conosciuto Niall.
«Be’, allora è proprio di famiglia!» ironizza quest’ultimo.
Il viso mi diventa rosso per le troppe risate e la mascella comincia a farmi male.
Zayn alza un sopracciglio e mi blocca. «E quella?» indica la mia felpa.
«Oh, è una felpa.» dico insicura.
Lui alza gli occhi al cielo. «Grazie mille per l’informazione, ma l’avevo notato anche io.» dice ironico.
«L’abbiamo comprata ieri e..» mi giro verso Niall, guardandolo minacciosamente. «Non pensare che io abbia scordato la mia vendetta!» lo avverto.
Il biondino alza le mani in alto. «Okay, dormirò con gli occhi aperti.»
Mi lecco le labbra e lo fisso. «Fai bene.» sfrego le mani, scherzosamente.
Lui sospira e continua a sorridere. «Va be’, adesso chiedo ad Harry di andare al bar.»
Annuisco. «Sì, ma non tornare tardi.»
«Certo, mammina.» dice ironico, prendendo frettolosamente le chiavi sul mobile e mettendole in tasca.
«Perché ti ostini a darmi questi soprannomi di merda?» domando, alzando gli occhi al cielo.
Zayn sbarra gli occhi e guarda da un’altra parte.
So che vuole spiegazioni per tutto questo, ma non so se sono pronta a spiegargli ciò che sta accadendo in me.
«Ti amo anche io, principessa!» mi risveglia dai miei pensieri Niall, che ironico si chiude subito dopo la porta alle sue spalle.
Sospiro, sentendo lo sguardo del moro sul mio viso.
«C’è qualcosa che devi dirmi?» la sua è seria.
Lo guardo e mi catapulto nelle sue braccia.
«Dimmi che ci sarai sempre, Zayn.» dico con la voce tremante.
Sento le lacrime appannarmi gli occhi, così li chiudo mentre cerco di reprimerle.
«Ehi, ehi, ehi. Perché stai piangendo, Zoe?» mi chiede preoccupato.
«Non sto piangendo.» mi difendo, tirando su con il naso.
Lui alza un sopracciglio, scettico. Poi mi prende per le braccia e mi rialza, guardandomi dolcemente.
«Perché lo stai facendo? Perché stai cercando di cambiare?» chiede calmo, accarezzandomi con il pollice la guancia.
Mordo il labbro, mentre sento il cervello andare in fumo. Può capirmi, mi ripeto.
«Non sai quant’è difficile, Zayn.», sussurro. «Voglio solo essere normale, tutto qui.»
Sento un peso in meno sulle spalle, così sospiro.
Lui annuisce e mi bacia la fronte, sorridente. «Sei sempre perfetta.»
 
 
Sento il suono delle chiavi da dietro la porta, così mi catapulto ad aprire.
Ma appena apro la porta, sento le ginocchia cedere.
«Che cosa è successo?» chiedo preoccupata al riccio, che tiene saldo a sé un Niall a dir poco ubriaco.
Harry entra, trascinando il ragazzo con tutte le sue forze e mettendolo sul divano.
«Si è ubriacato.» spiega Harry, catapultandosi in cucina.
Sento lo stomaco contorcersi alla vista del sangue.
«Perché gli sta uscendo sangue dal naso?» urlo terrorizzata.
Corro in bagno e riempio velocemente una bacinella d’acqua, poi afferro un pacco di cotone e ritorno da Niall.
Mi siedo di fronte a lui e comincio a medicarlo, mentre lui non fa altro che ridere.
«Dove sono quei due?» urlo ancora, infilando delicatamente il cotone nella narice sanguinante.
Poi ne prendo un altro pezzo e lo bagno, picchiettandolo sulle parte insanguinate.
«Che cosa hai combinato, Niall?» sussurro frustata, guardando il taglio che ha in fronte.
Harry arriva di corsa con il ghiaccio. Lo prendo dalle sue mani e lo poggio sulla fronte del biondo, che nel frattempo sembra riprendersi un po’.
«Ha fatto a botte con un ragazzo.» spiega Harry, buttandosi sul divano.
Fa’ come se fosse casa tua, penso ironica.
«Dov’è Zayn?» gli domando.
Il riccio mi guarda confuso. «Intendi il moro? Sta fumando.»
Annuisco comprensiva e guardo di nuovo Niall, che mi spinge di tanto in tanto per alzarsi.
«Posso farcela da solo.» dice con tono strascicato, mentre mette una mano sul ghiaccio.
Sospiro e mi sposto sedendomi sul tappeto.
Il biondino mi guarda e ridacchia, sedendosi poi accanto a me.
«Sai Zoe,» comincia lui, sistemandosi sul tappeto. «ho sempre desiderato essere come te. Ricco da far schifo, sai. Eppure, eccomi qui.» ride verso la fine, senza un motivo preciso.
Sento il cuore cadere in mille pezzi, mi sento affondare, gli occhi si fanno lucidi e la gola diventa secca.
Mi alzo e gli tendo le mani. «Andiamo a dormire, Niall.» lo incoraggio.
«Ma sai una cosa? Io non sono questo!» esclama. «E poi non capisco la gente che dice che i soldi non fanno la felicità. Non capisco neppure te, guardati, Zoe. Vuoi davvero diventare come me?»
Mi volto di scatto verso Harry, sentendo il fuoco ardere al centro del petto.
Questo prende la testa fra le mani. «Dovevo fermarlo.» si incolpa.
Mi piego di nuovo, guardando Niall negli occhi. «Andiamo a dormire, dai.» sussurro.
Lui stringe le mie mani e si alza, facendosi trascinare fino al letto.
«Zoe, voglio essere felice.» annuncia, mentre io lo copro con le coperte.
«Buonanotte, biondino.» lo saluto, scompigliandogli i capelli per alleggerire l’aria.
«In realtà sono tinto.» ridacchia.
Scuoto la testa e abbozzo un sorriso. Possibile che riesca ad essere ironico anche da ubriaco?
«Mio padre mi ha chiamato ieri, mi ha detto che devo trovarmi al più presto un lavoro. Gli ho detto che ne ho uno, ma la realtà è che tutti mi rifiutano. Persino tu, principessa.»
Gli lascio un bacio sulla guancia e mi allontano, sapendo che è inutile controbattere.
 

Zayn leva le scarpe e si mette a gambe incrociate sul divano. «Sta bene?» chiede.
Annuisco e mi avvicino a lui. «Allora, buonanotte Zayn.»
Faccio per andarmene, ma lui mi interrompe.
«Ti sei innamorata di lui, vero?» domanda.
Mi volto verso di lui, colpita.
Lui guarda il soffitto con guardo perso, mentre le labbra sono dischiuse e secche.
«No.» dico seria, mordendomi in labbro.
«Non mentirmi, Zoe.» sospira lui.
Scrollo le spalle e sporgo il labbro inferiore. «Perché dovrei farlo?»
Lui mi guarda per un periodo che mi sembra indefinito, i suoi occhi allacciano ancora una volta ai miei.
Mi si forma un nodo in gola, così faccio di nuovo per andarmene.
«Zoe, aspetta.» mi prega lui.
Mi volto e lo guardo, in attesa.
«Sicura che io possa restare qui?» chiede, con un sorrisino stampato in faccia.
«No,» ridacchio. «però questo può essere il nostro piccolo segreto, giusto?»
Lui sorride e si butta di nuovo sul divano, mentre io aspetto che dica qualcos’altro.
Lui sta per un attimo in silenzio, ma nonostante io non possa vederlo riesco a sentire il suo respiro irregolare. «Ha ragione.» dice dopo un po’, con un filo di voce.
Aggrotto la fronte, confusa. Chi? «Zayn, di cosa stai parl-»
Lui si alza sui gomiti e mi fissa. Mi sembra quasi di essere letta da lui, in qualche stupido modo. I suoi occhi scuri  scrutano i miei, altrettanto scuri, e non riesco a ritrarmi da quel tunnel.
Sento i battiti del mio cuore risuonare nelle orecchie, il mio corpo freme, e non riesco a liberarmi di tutta quella paura. So che ha capito tutto e non ci posso fare nulla.
«Niall, lui ha ragione.» mi risveglia lui dai miei pensieri. «Ha ragione a chiamarti così, perché è questo che tu sei, Zoe: una principessa.» continua, rigirandosi nella coperta di lana.
Abbasso lo sguardo e sussurro un fievole «Già.», incamminandomi ancora confusa verso la mia camera.
Mi intrufolo sotto le coperte e guardo il soffitto.
Gli occhi di Niall, le sue parole, tutto questo mi assilla la mente.
Scuoto la testa e mi volto di fianco, portando le coperte fin sopra la testa.
 



Prima di tutto, mi scuso per eventuali errori.
Sinceramente il capitolo non mi convince per nulla, però lasciamo stare AHAH.
Avete indovinato! Sono davvero così prevedibile? AHAHAHAHAH.
Però Niall ubriaco vi ha colpito, ammettetelo!
Ieri ho riletto 99 days without you, vi dico solo che mi sono trasformata in una fontana. Cioè, avete visto il trailer? cc.
Poi, siete venute a conoscenza dell'hacker che ha cancellato tutti i tweet di Justin? Ma una vita 'sti stronzi non ce l'hanno?

Mi scuso per l'enorme ritardo e anche per la gran schifezza, però è un 'evento' importante per la storia.
Ora vi saluto, bellissime djskbg.
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Capitolo 5
*** Zoe. ***




Apro gli occhi di scatto, sentendo vibrare rumorosamente il cellulare sul comodino.
Un nuovo messaggio: Niall.
Ma che..?
Scusa. xx -Niall.
Sospiro e sposto le coperte azzurre, allungando le gambe sul fianco del letto. Appoggio i palmi per alzarmi e in punta di piedi esco dalla camera. La porta di legno della mia stanza cigola, così decido di lasciarla aperta.
Alla mia destra, scorgo la mano a mezz’aria di Zayn.
Tutto questo mi ricorda i vecchi tempi, quando io e lui eravamo solamente due ragazzini con gli ormoni in subbuglio. Non che lui sia poi così cambiato.
Ridacchio fra me e me e scuoto la testa, dirigendomi verso la camera del biondo.
Afferro la maniglia, la tendo in giù e, facendo un respiro profondo, entro.
Niall è seduto sul letto con il computer acceso sulle gambe.
Mordo il labbro inferiore e mi sporgo, per farmi vedere.
I capelli biondi sono scompigliati, la puzza di alcool arriva fino alla porta e sotto gli occhi ha due marcate occhiaie.
«Ehi.» bisbiglio, appoggiandomi allo stipite.
Lui lascia cadere il cellulare accanto a sé e alza lo sguardo, abbozzando un sorriso imbarazzato.
«Ti ho svegliata?» chiede imbarazzato, seguendomi con lo sguardo mentre entro dentro le coperte.
«Già.» annuisco. «Perché sei dispiaciuto?»
«Non avrei dovuto farlo, sono stato un-»
Lo blocco, scrollando leggermente le spalle. «Non importa, tutti sbagliamo qualche volta.»
Lui annuisce e guarda la parete di fronte, dipinta di scritte che al mio arrivo non c’erano.
Mi alzo e mi avvicino, sfiorandole e leggendo. «Non è vietato tinteggiare o rovinare i muri?» chiedo divertita.
Lui fa le spallucce e viene verso di me, fermandosi proprio alle mie spalle.
«Ho pagato un botto per questo appartamento, quindi..» la butta lì, sereno.
Mi giro di nuovo verso il muro ed esamino ogni scritta.
Zoe.
«Perché hai scritto il mio nome?»
«Perché sei parte della mia storia, ma anche perché è un bellissimo nome.»
Mi inumidisco le labbra. «Significa vita
Lui mi guarda a lungo e mi stringe a sé, scoccando le labbra sulla mia guancia.
Il suo respiro fresco mi solletica la pelle.
«Allora sei la mia Zoe.» sussurra al mio orecchio con voce roca.
Avvampo subito, abbassando gli occhi e imprimendo le labbra.
Lui si accorge del mio disagio e mi stringe ancora di più.
«Be’, potrei dirlo alla mia prossima ragazza.» ridacchia, facendo spuntare le guance rosse da irlandese.
«Ti verserebbe un frappé addosso!» Esclamo io, immaginando la scena nella mia mente.
Lui aggrotta la fronte e affonda una mano nei capelli. «Perché proprio un frappé?»
Alzo le spalle, girandomi di nuovo verso il muro ed esaminando nuove scritte. «Perché ne ho voglia.»
Riesco a scorgere i suoi occhi luccicare per qualche strano motivo.
«Vieni con me.» dice, prima di prendermi per mano e farmi segno di fare silenzio.
I suoi piedi nudi scricchiolano sul pavimento in legno, così comincia a strascicarli fino ad arrivare in cucina per poi chiudere la porta a soffietto.
«Pinguino.» lo beffeggio, riempiendo le guancie d’aria come una bambina.
«Chi parla!»
Lo guardo accigliata, appoggiandomi al bancone. «Perché, cosa ho fatto?», ridacchio.
Lui non mi risponde, ma apre il frigo ed estrae due bicchieri, porgendomene poi uno.
«Ecco a te, principessa.»
Lo afferro e sbuffo. «Ti ho già detto di smetterla.» dico stufa.
Niall mi da un buffetto sulla testa, scompigliando ancor di più i miei capelli e dando un sorso al suo frappé.
Faccio una faccia disgustata. «Non oso immaginare come sono in questo momento i miei capelli e..» allontano il bicchiere e lo poggio sul marmo del bancone. «questo sa di ghiaccio e cartone.»
Il biondino beve in un sorso il suo e poi fa lo stesso con il mio.
Gli do un colpo sul braccio. «Sei seriamente una discarica, Niall!»
La sua risata, più roca del solito, riecheggia nella cucina.
Lo sorpasso, mi avvio verso il divano e mi siedo sul tappeto accendendo la tv.
«Ci vediamo un horror?»
Capelli d’oro si china e poggia una mano sulla mia fronte.
È così tremendamente vicino. I suoi occhi si impuntano nei miei  e sento tutto d’un colpo un caldo incredibile.
Lui appoggia due dita sulla mia guancia. «Sei un po’ calda.», sorride ironico. «E comunque, sei piccola per vedere gli horror.»
Incrocio le braccia. «Niall, ho la tua età.»
«Mi ‘spiace, principessa.» sospira, alzandosi.
Scuoto la gamba di Zayn e lo sveglio.
«Che vuoi, Zoe?» mi domanda con voce impastata.
Il moro alza la testa dal cuscino e mi guarda con gli occhi socchiusi in due fessure.
Sbatto le palpebre, dolcemente. «Guardi con me un horror?»
Lui mi scruta per capire se è uno scherzo, ma quando capisce che non lo è, afferra il cuscino e me lo tira addosso.
«Fanculo.» ridacchia, accasciandosi di nuovo sul divano.
 
«Harry,» lo chiamo, rincorrendolo. «Harry!»
Arrivo al suo fianco e mi chino sulle ginocchia, stanca per la corsa.
Il riccio appoggia una mano sulla mia spalla. «Ehi Zoe, stai bene?»
«Sì, sì.» annuisco. «Devi dirmi cos’è successo.»
Il riccio scuote sommessamente la testa, stendendo le labbra in una linea dritta e seria.
Mi alzo e faccio qualche passo verso l’entrata. «Perché no?»
Lui mi fissa per un istante e poi, scrollando le spalle, si arrende. «Ieri siamo usciti, giusto?»
«Giusto.» annuisco, mettendo meglio la borsa in spalla.
«Così ci siamo fatti un giro e.. siamo capitati in un bar.»
«L’avevo già intuito questo.» commento ironica.
«Fammi finire di parlare.» mi ammonisce bruscamente. «Il fatto è che siamo finiti proprio nel bar dove hanno rifiutato l’offerta di lavoro di Niall, capisci? Così, quando l’ho saputo lui era già ubriaco.»
Distolgo lo sguardo, immaginandomi la scena. «E chi lo ha picchiato? Perché?»
Lui si morde la guancia e respira profondamente. «Il proprietario del bar. Niall ha cominciato ad infastidirlo con delle battutine e lui l’ha quasi ammazzato di botte.»
Porto una mano alla bocca, non sapendo che dire.
Lui si avvicina a me e mi accarezza la spalla. «Zoe sta’ tranquilla, non gli succederà nulla.» sorride, mostrando le sue fossette.
«Okay, grazie Haz.»
«Haz?» ripete lui, confuso.
«Sì, è scritto sul muro di Niall.» ridacchio, sventolando la mano in segno di saluto mentre entro velocemente dentro l’edificio.
 
Afferro il cellulare e compongo il suo numero velocemente.
«Pronto?» riecheggia la sua voce dall’altra parte dell’aggeggio.
«Amber? Ehi sono Zoe, la ragazza dell’aereo» le spiego, cominciando a fare avanti ed indietro.
Spero vivamente lei possa aiutarmi, è la mia ultima speranza.
«Oh ciao, Zoe!» mi saluta con voce squillante. «Pensavo ti fossi dimenticata di me, in realtà.», aggiunge.
«No, è solo che ho avuto da fare. Sai, l’università e tutto il resto. Ho bisogno di vederti, Amb.»
il mio sussurro debole risuona quasi disperato.
«Tutto okay?» domanda allarmata.
«Sì, è solo che ho bisogno di chiederti una cosa importante di persona.»
«Certo, dimmi dove e quando.» Accetta subito lei.
«Fra quindici minuti da Cold Coffee, va bene?» chiedo, mordendomi la guancia.
«Perfetto, a dopo Zoe.» mi saluta e stacca la chiamata.
 
 
 
«Ehilà!» saluto i due ragazzi spaparanzati sul divano, chiudendo dietro di me la porta principale.
Lancio le chiavi sul tavolino alla mia destra e mi blocco alla vista della valigia. «Devi già partire?»
Il moro scuote la testa, guardando passivamente uno stupido programma in tv. «No, sto in albergo. Anche perché non posso stare qui per una settimana intera.»
M butto sul divano in mezzo a loro due, mettendo le gambe su quelle di Zayn.
«Però ci vediamo, vero?» sporgo il labbro inferiore, cercando quasi di fargli pena.
Lui annuisce di nuovo.
Mi giro verso Niall e lo trovo intento a fissarmi.
Mi sporgo verso di lui e gli do tanti baci prima una guancia e poi l’altra.
Lui ride, facendo ridere pure me. «A cosa dobbiamo tutta questa dolcezza, principessa?»
Mi stringo nelle spalle e mi avvicino ancora di più a lui, come se gli stessi per dire un segreto. «Forse ti ho trovato un lavoro.»

 


so che è passato tanto tempo e che forse volete uccidermi,
ma ho aggiornato HAHAHA.
non so se sia un bene o un male per voi, sinceramente.
mi scuso in anticipo se c'è qualche tipo di errore, ho riletto ma può darsi
mi sia scappato qualche piccolo errore ortografico.
non è granché come capitolo, ma ho fatto del mio meglio.
mh, vediamo.

ho pubblicato una nuova ff, ma non lascerò comunque questa.


(se vi interessa, si chiama 'How I met your father' ed è una larry,
è descritta dal punto di vista di George Shelley -nonché 'figlio' di loro due-.
nei capitoli comparira anche calum -adoro quel ragazzo.-)

riguardo al capitolo, quant'è dolce Niall? awawaw.
è un po' presto per chiedervelo, ma qual è il personaggio che vi attrae
di più e quello che invece non sopportate?
io adoro con tutta me stessa Niall, mi ci rivedo sempre un po' HAHAH.



 

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