Be Yourself

di matilde_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sesto Senso ***
Capitolo 2: *** Beatrice Cimmino ***
Capitolo 3: *** Canzone ***
Capitolo 4: *** Relax ***
Capitolo 5: *** - Mi farebbe piacere averti lì quando canterò.- ***
Capitolo 6: *** Teenage Dreams ***
Capitolo 7: *** - E ora?- ***
Capitolo 8: *** Bonjour! ***
Capitolo 9: *** Siamo Vivi Gente! ***
Capitolo 10: *** Cena ***
Capitolo 11: *** Thank God You Found Me ***
Capitolo 12: *** The day after ***



Capitolo 1
*** Sesto Senso ***


Driin!
La sveglia suona, ma decido di continuare a dormire. E chissene  fotte.
Driiiin!
Sbuffo e mi trascino giù dal mio amato lettuccio, caldo e accogliente. Cerco di sistemarmi, ma ci rinuncio dopo tre secondi: i miei capelli sembrano siano stati pettinati con i petardi, per non parlare delle occhiaia. Però, nonostante tutto devo fare bella figura al mio primo giorno di liceo, anche perché una mossa falsa e… ZAC! Sei fuori da ogni forma di amicizia con chiunque.
Se devo dire la verità, non so se sarò popolare quest’anno. Le elementari non contano, mentre alle medie diciamo che avevo stretto buoni rapporti con tutti i compagni, maschi o femmine che fossero, però non ero mai stata “popolare”, di quelli che conoscono mezza scuola e che si son fatti con tutti, no. Diciamo che in una scala di popolarità da 1 a 10 ero tra il 6 e il 7.
Infilo i miei jeans neri preferiti, con una maglietta dello stesso colore e la felpa che sarebbe dovuta essere di mia sorella, ma non l’aveva mai messa, forse perché era fucsia. Mi lego  i capelli in  una sottospecie di chignon, che male non mi sta, ma sono  sempre pettinata così, dannazione.
Dopo una veloce colazione decido di avviarmi.
Arrivo a scuola con le cuffiette nelle orecchie, ascoltando la musica. Ho  frequentato questa  scuola da quando avevo circa due o tre anni, per dire, all’asilo nido. Vicino al portone noto  un ragazzo che forse non ha la mia conoscenza del luogo, ma togliamo il forse: alto, tanto da sfigurarmi, nel senso che ero sempre una di quelle più alte nella mia classe, magro, capelli ricciolosi di un color cioccolato al latte, ma soprattutto bello. Bello come nessun’altro che io abbia mai visto o conosciuto in vita mia. Di certo non è di qua, dato che sta cercando di leggere un cartello con le indicazioni per arrivare alla propria classe.
- Ehi, ciao. Sei nuovo? Piacere,- da dove ho  trovato tutto quel coraggio? Bella domanda, di solito non parlo con nessuno che non conosco. Dopo aver assistito alla più grande dimostrazione di imbarazzo da parte di un essere umano, che vale a dire fare un salto megagalattico, rovesciare a terra tutti i libri, e diventare del colore di un pomodoro anche troppo maturo, mi faccio avanti per  aiutarlo.  – Hai bisogno?- gli chiedo gentilmente.
-Ehm… sì.. cioè, se non disturbo…- balbetta. Ma quanto è tenero?!
- Capito. In che classe vai?- decido  di dare una mano a raccogliere i libri, viste le sue manone che sembravano voler ballare la salsa. Ma uno zaino, no?
- Prima D- la sua voce mi risveglia. E confermando l’ipotesi, no, non è di qua, basta ascoltare il suo accento…
- Ehi! Wow! È il mio stesso corso. Ti va di salire insieme? Così almeno conosco qualcuno…- dico mentre suona la campanella.
                                                                                               *
Conosco, non conosco, non conosco, no, sì, è quella puttana della 3°E, no, no, no, no, no, no. Ecco a voi il mio calcolo mentale appena entrata nell’aula.  Per fortuna ho in classe solo due che conosco, più mister Dio Greco, di cui non so il nome.
 Entra dalla porta una professoressa sulla cinquantina, brutta, gobba, vecchia, con due occhiali ridicoli che le pendono sul petto…  È la prof. Riva, l’ho vista qualche volta giù nel corridoio delle 3°. Ah già, non ho detto che siamo al quinto piano, il tragitto tutto a piedi, figuriamoci come sono messa. Volto lo sguardo e osservo il riccio, neanche lui è atletico, sta respirando come se avesse inghiottito un coniglio intero. Sorrido, ma non faccio in tempo a dire una parola che l’insegnante ci esorta ad andare a posto. Riesco a prendere quelli in fondo in fondo, nell’angolino, e tengo il banco riservato al ragazzo appena conosciuto. Lui sorridel’ho messo in imbarazzo, ma si siede. Nota: molto imbarazzabile. Forse sarà un po’ timido, giusto un pochino.
Durante la lezione di semi-accoglienza, la prof di scienze ci spiega il programma dell’anno.
Passo un foglietto al mio compagno di banco, chiedendogli per iscritto come si chiama.
O Madonna, c’ha il nome più lungo della Terra. Michael Holbrook Penniman, e per giunta anche Junior. Però non è neanche un brutto nome… Michael, il figo americano. Gli chiedo di dove è e mi presento a mia volta. Sua mamma è libanese e il papà americano, ecco, vedete, sesto senso. Scritto in piccolo in basso a destra del post-it vi sono quattro paroline. Sono.. sono caduto.. no aspetta! Sono cresciuto in.. ing… Inghilterra! Ah be, per me è sempre il figo americano.
Guardandomi in giro, invece, noto che nessuno la pensa come me. Anzi, certi stanno ridendo indicando nella nostra direzione. Ehi, che c’ha di male? ‘Forse il fatto che è vestito un po’ colorato?’ mi suggerisce il cervello. E chissene, almeno porta un po’ di allegria. O forse sono io la vittima? Non riesco a sopportare la tensione, non ci sono mai riuscita, così andiamo avanti con la nostra conversazione scritta. Scopro che suona il pianoforte, che non è uno sportivo, e che vive nel suo mondo colorato. Quest’ultima è una mia ipotesi, dedotta dal fatto che ogni tanto si perde a guardare in giro e a fare disegnini colorati, tipo quelli che faccio io. Gli spiego che gioco a calcio, ma non è sorpreso, in Inghilterra il calcio femminile è molto più popolare.  In compenso si è scusato confermando la mia terza ipotesi giusta in una giornata ( prima, quella che non è italiano, la seconda è che è americano.) e scrivendo quindi che ogni tanto si lascia trasportare dalla sua fantasia.
Amen, gli rispondo. Benvenuto nel club. Anche se dubito che sappia cosa vuol dire.
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Il Mio Sp@zio
Sì, lo so, è una schifezza. Voglio dire, ce l’avevo in testa da un pezzo, ma tra il dire e il fare…
Come avete notato non dico mai il mio nome. Questo è perché devo ancora decidere se metterlo o no, volevo usare il mio nome, nonché Matilde, ma passatemi il termine, che nome di merda per una ff.
vabe, ho rotto abbastanza. Recensite e soprattutto consigliatemi cosa fare col nome.
baci, vi amo!
mati <3 :D
 p.s.= non so come si mette l'html, se qualcuno me lo spiegasse gli vrrei tanto tanto beneeee <3

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Capitolo 2
*** Beatrice Cimmino ***


Capitolo dedicato a _Never Stop Dreaming_ ;)
Torno a casa e chiamo tutti gli amici possibili: per prima assoluta Beatrice, poi Alice, e infine la Sofi.
Michael non aveva bisogno di aiuto ad andare in giro per la città, per cui l’ho lasciato andare. Chissà se lo vedrò domani!
Che culo, non ho compiti. Decido quindi di passare il pomeriggio in casa, finchè un messaggio da parte della Bea mi risveglia dalla trance: vuole uscire. Oh perfetto, di solito quando usciamo stiamo fuori due minuti, meglio di niente.
Ci troviamo al solito posto, poi lei dice che devo accompagnarla in un negozio perché vuole comprare un disco.
- A proposito, ti ho detto del mio compagno nuovo?- le dico.
- Sono tutti nuovi, tesoro- commenta sorridendo. Alzo gli occhi al cielo.
- Intendo quello nuovo in Italia, quello di cui ti parlavo al telefono…-
- Ah no, non mi hai detto niente.-
- Niente del fatto che è figo, simpatico, straniero, bello, suona il pianoforte, ha dei capelli fortissimi…?-
- Mmm.. no. Anzi, presentamelo che facciamo prima.- ma sicuro, non vedo l’ora.
- Cara, lui è mio. Intesi? Manco l’hai visto e ancora un po’ gli sbavi dietro… Continua a sognare su Niall, che è meglio.-
- Uffa, che caratterino!-
- See, ha parlato!-
- Cosa intendi dire, eh?-
- Che hai un bel carattere…-
- Sì, e tu sei bella.-
- Cos’è, un complimento?-
- No, non credo.-
- Bene, allora ciao.- con un finto sguardo di odio, faccio finta di uscire dal negozio.
- E vattene. Mica ho bisogno del consulente finanziario per comprare un CD.- dice con il suo solito tono.  Ah ah ah! Ci è cascata!!
- Bello comprare senza soldi, eh?- mi giro di nuovo verso di lei con i venti euro in mano, ricordandole che i soldi li ha dati a me.
- Brutta stronza!- comincia a correre, la commessa ci guarda male, ma io scoppio a ridere e scatto verso la piazza.
Sto morendo dalle risate. Durante tutta la mia vita, sempre e comunque, quando qualcuno mi insegue  mi metto a ridere. Corriamo, corriamo, corriamo e arrivo per prima davanti alla chiesa, quindi mi fermo e mi volto, notando la mia amica rossa e sudata. Ma appena mi vede ricomincia il giro, come Willy Coyote e lo struzzo.  Sto per girare in un vicoletto, quando vado a sbattere contro una persona.
- O porca putt..- mentre impreco, il cervello mi impedisce di fermare le parole che escono dalla mia bocca, è impossibile, dato che credo sia rimasto al negozio di musica. Magari se torno lì l’hanno trovato, penso.
- Tutto bene?- mi chiede la vittima dell’incidente.
Indovinate chi è? Michael.
- Ma tu cosa ci fai qua? Ti sei perso?- commento con una mano sulla fronte massaggiando la zona colpita. Porca paletta, sembra che abbia del ferro al posto del mento.
Quando Beatrice ci raggiunge, faccio le presentazioni. Sono entrambi un po’ imbarazzati, chi per un motivo, chi per l’altro. Non sono mica una psicologa.
- E così tu sei  Michael.- dice Beatrice. Uooo, la ragazza fa grandi passi avanti! Anche nel vero senso della parola, ci stiamo dirigendo a casa sua.
- Sì, sono io.- non la guarda in faccia, meglio, così almeno i suoi occhi li posso vedere solo io!
- Mi ha parlato molto di te, sai?- esordisce lei, prima che la possa fermare.
-D-Davvero? E.. E che ha detto?-
- Che sei un figo, che sei bellissimo, e che adora i tuoi capelli.- ma mica era timida? – Ah già- continua – non ti ho detto l’altra parte: ha detto che sei suo.-
Noo! Nooooo! Ma dico io, ha fatto un corso per rovinare la reputazione alla gente? Aspetta che comincio io, che di corsi ne ho fatti più di te, cara.
- S-Sul serio?- sorride ancora più imbarazzato. – Voglio dire, grazie.- abbassa lo sguardo.
Quanto è tenero, le sue fossette, ed è tutto rosso, e i suoi occhi.. che meraviglia vivente che è …
Ehi, ehi. Concentrati. Rovinale la vita, a quella deficiente.
- Ma Michael, tu non sai cos’ha detto lei. Mi ha chiesto se te la presentavo, che pensava che sareste usciti insieme..- la guardo dietro la schiena di Penniman con aria di sfida. -… e che eri quasi meglio di Niall!-
Ovviamente non è vero, meglio, così si aggiunge un po’ di pepe alla faccenda.
- Cosa? Ma... Ma… Non è vero…-
Michael la interrompe: -Chi è Niall?-
A questo  punto, la causa è  persa.
- Come chi è? È il più gran figo della Terra! Alto, biondo, occhi azzurri, con un sorriso perfetto, è irlandese, si tinge da quando ha 13 anni, canta nei One Direction, non puoi non conoscerli! Quelli che hanno partecipato a Xfactor qualche anno fa, sono arrivati terzi, adesso sono primi in classifica in tantissimi paesi! Ecco, tu potresti farne parte, vedi sono come te, originali, belli, capelli alla moda…- glieli scompiglia un po’.
- Sì, va bene Bea, ma mica avevi detto che Michael era più figo?-
- Che cavolo dici? Non è vero!-
- Guarda che lui è presente, eh-
- Ah già, se offendo il tuo amore ti arrabbi, povera cara…-
- Lui non è il mio amore!-
- Eh no!-
- No! Mi sta simpatico, tutto qua! Se preferisci,  comincio a sparlare di Niall!-
- E cosa diresti, sentiamo? È perfetto, bel corpo, bella voce…-
- E chi ti dice che lui non ha una bella voce?- indicando il ragazzo al mio fianco che ci guarda divertito, forse non capisce neanche troppo.
- Be’, tesoro, non è di fama internazionale, quindi che ne so?-
- Potrebbe esserlo se ne avesse l’opportunità!-
- See, certo, certo, dicono tutti così…-
- Se non ti fidi di tutti, fidati delle tue orecchie. Venerdì, alle quattro,  a casa mia,  il bel tipetto qua canterà una canzone scritta da LUI e accompagnata col pianoforte da LUI!-
- Ci sto. Scommetto un gelato che ha una voce da gatto drogato.-
-  Vaffanculo. Cioè. Perfetto. A venerdi. Andiamo, Michael. Prepara i soldi, Cimmino.- la chiamo così quando sono  incazzata, per cognome, e questa  l’ho  presa come una battaglia personale. Non  ho intenzione di perderla.
Senza neanche salutare,  ognuno prende  la propria strada, io con Penniman.
- Scusa se mi intrometo,- chiede sbagliando un po’ pronuncia. – Che vi siete detti?-
- Niente, io difendevo te e lei Niall, e alla fine le ho detto che tu canterai  davanti a lei per dimostrare che sei meglio di quel manichino di Horan.- dico con semplicità.
- Tu le hai detto cosa?- urla. Ehi, stai calmo.
- Calmo, calmo. Lo vedo dai tuoi occhi che sei un cantante nato.- sorrido leggermente.
- Sono morto, sono morto, sono morto…- sussurra con la testa tra le mani.
Gli do’ una leggera pacca sulla schiena, rassicurandolo.
Ciò che ho detto prima non era una bugia. Lo penso veramente.


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Weeeee <3
Come vi sembra?
Non ho messo il mio nome, no. Nessuno ha recensito consigliandomi…. : (
Vabbe, a me piace….
E una cosa. Potrei aver sbagliato il tempo dei verbi, qua e là. SORRY  ;)
RINGRAZIO CHI HA RECENSITO. <3
RINGRAZIO CHI SEGUE MA NON RECENSISCE. <3
RINGRAZIO CHI  È ENTRATO ANCHE SOLO PER DARE UN’OCCHIATA. <3
Vi Amo Tutti, Lettori.
We Are Golden.
You Are Golden.<3
mati :)

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Capitolo 3
*** Canzone ***


Capitolo dedicato ai muri della mia scuola :D
Oggi mi sono svegliata alle ore 7.30 perché la sveglia non è suonata.
A che ora passa il pullman?
7.35.
Entro a scuola tutta sudata per la corsa, e mi dirigo direttamente agli armadietti, dove trovo Penniman intento a sbattere la testa contro il muro più forte possibile.  Questo ragazzo mi creerà un sacco di problemi.
- Quando hai finito…- gli dico avvicinandomi, e apoggiando la schiena alla parete.
Lui mi guarda, con espressione seria,  poi scuote leggermente  la testa, neanche fossi un terrorista,  e ricomincia a suicidarsi.
- Sì, ti voglio bene anche io. Che hai?- che noia, ma quanto è lunatico sto qua?
- Che ho? CHE HO? Ma non ti sei accorta della situazione in cui mi hai messo? Non riesco neanche a parlare in classe dalla timidezza, e mi fai cantare davanti a una che ho visto cinque minuti? E poi cantare, io dico! Non è che se suono il pianoforte, automaticamente la voce sarà uguale a quella di Liam Horan!!- urla lui gesticolando.
- Niall, si chiama Niall Horan. Liam è un altro.-
- Che si fottano. –  che ha già imparato i modi per mandare affanculo la gente?
- Calma, ti sembro una che fa le cose senza pensare? – sbuffo tranquillamente.
- Sì! – ora si è seduto a terra con le mani sulla testa, sembra depresso.
- Ascolta, io non so cosa devo fare per aquisare.. aquistere…- continua – Fuck off! I mean, I don’t know how to gather  some courage, ok? I just can’t… I just can’t see a way out of this mess! There’s no hope for me, no love, no glory, in this story! And the happy ending’s gone forever, I’m dead, dead, a zombie’s much more alive!! I’m just wasting ever day for this fucking thing, can’t you tell your friend that I’ve got a cough, or something?- ma sta sclerando o che cosa?
- Ehm… Michael caro, non ho Google traduttore al posto del cervello eh!- no sul serio, ma stiamo scherzando?
- Lo so, hai ragione. Intendevo che non vedo via d’uscita da questo casino! Voglio dire, a parte che non so come controllare la mia timidezza,  in ‘sta storia non c’è amore, avete litigato te e la tua amica, non c’è speranza per vincere la scommessa, e quindi non ci sarà gloria. E  infine, per racchiudere il tutto, il finale “e vissero tutti felici e contenti…”  non verrà a trovarci neanche a pagarlo.- dice sconsolato.
Tenero, però. Si preoccupa della relazione tra me e la Bea. Ma adesso basta, ci vuole un po’ di autostima (Seeee, parlo proprio io…)! E poi, sta suonando la campanella, ci dirigiamo quindi verso la nostra aula.
*
Durante la lezione di scienze, di una noia pazzesca, decido di cominciare a comporre il testo della canzone, anche se la scommessa non  prevedeva alcun aiuto da parte mia.
Pensa, pensa! Non sono mai stata brava a comporre testi, in inglese poi! Già, ho deciso che Michael canterà nella sua lingua. Lascio che la mente vaghi un po’, per ispirazione.
Lalalala, gli unicorni rosa, devo comprare il latte, non ho voglia il panettiere da cui vado è un coglione, e poi non sa parlare italiano! Mi ricorda tanto il mio compagno di banco…
Mi torna in mente l’unica volta in cui l’ho sentito parlare in inglese, cioè due minuti fa. There’s no hope, no love, no glory…
Certo!
- Ehi Penniman!  Ho un’idea!- sussurro emozionata.
Lui, invece, è tutt’altro che emozionato. Mi guarda con la stessa espressione che aveva quando l’ho salutato prima. Evvai! Non vedo l’ora di lavorare con te, brutto stronzo.
- No, sai, dicevo, ho avuto un idea!- dico come se le parole che ho detto prima non avessero avuto effetto.
- Prendi un’aspirina che ti passa.- mormora Penniman, apoggiando la testa sulla mano con espressione annoiata. Lo fisso, e dopo un po’, mi guarda di rimando con un’occhiata veloce, e sorride. – Ehi scherzavo!- ride. – Hai avuto un’idea per la canzone?-
A questo punto, avrei potuto ammazzarlo, oppure baciarlo, oppure avrei potuto saltare sul banco e urlare “L’ha capitoooo!!”. Invece di scene teatrali, scoppio a ridere. – Vieni da me oggi pomeriggio che ti spiego?- chiedo. Anche se la voglia di farlo è uguale a quella che ha uno scolaro NORMALE di studiare, è importante.
Però penso ad una cosa. Il mio compagno di banco, che al momento non fa altro che cercare di costruire una barchetta con una banconota da 20 euro (cosa che facevo anch’io due mesi fa ), lo conosco da poco più di ventiquattr’ore, e già l’ho invitato a casa mia. Cosa mi succede? Pensate quello che volete. Non vi dirò di sicuro che appena l’ho visto c’è stato il colpo di fulmine e mi sono trovata in Paradiso con lui a saltellare sugli arcobaleni, perché in realtà è quasi vera solo la seconda parte: sognavo di correre, sì, ma sulla spiaggia e con le mie amiche, come quest’estate,  non con lo spilungone che mi ritrovo come migliore amico. Aspetta, aspetta! Migliore che? Stai dando di matto, tesoro. E per di più, qualche unicorno sta danzando sulla mia spalla. Ah no, è Michael che mi chiama.
- Ohhh!- mi sta picchiettando il braccio con un dito.
- Ehhh?- gli rispondo di rimando.
- Ahhh,  Ihhh,  Uhhh, quello che vuoi. Però non posso venire a casa tua oggi. Disturberei e poi ho degli impegni. Pensandoci… sai che cosa? Ti invito da me, ok? Così c’è anche il pianoforte!- propone con aria entusiasta. Questa è una cosa che mi da’ sui nervi: quando inviti le persone e loro dicono “Ma no, disturbo!”! Ma che cazzo, se avessi disturbato non ti avrei invitato, no?
- Sì, e io mi faccio i problemi mentali perché tu devi venire tre ore da me. Ok, comunque accetto, sono curiosa di vedere casa tua!-
Suona la campanella e cominciamo a prepararci.
- Perché, che dovrebbe avere di strano casa mia?- mi chiede con fare interrogativo. Io, di tutta risposta, lo squadro da capo a piedi un paio di volte sotto il suo sguardo di cioccolato, e scoppio a ridere. Che dovrebbe avere di strano la casa di uno vestito con pantaloni rossi, felpa blu elettrico e maglietta verde, con capelli che sembrano essere stati pettinati con i petardi, come i miei, d’altronde?
Un po’…  come dire…  originale.
*
Siamo a casa sua!
Questo posto è una figata, è enorme, avrà cinque soggiorni, tre cucine e dieci bagni!
Chissà in quanti sono!
- Non posso dire di sapere che cosa stai pensando, sei la primo che entra in questa casa che non sia della mia famiglia. O almeno, sei la prima che io conosco. E per la cro.. cron.. cronaca, si dice, giusto? Ecco, esatto. Per la cronaca, siamo cinque fratelli.- dice mentre butta a terra lo zaino e accende le luci.
Il primo soggiorno è un insieme di oggetti che sembrano siano stati comprati da un artigiano di 4 anni: riesco a riconoscere una lampada, che sarebbe un bicchiere di vetro con una lampadina dentro colorato di verde e molti altri di altri colori, e un telecomando che sembra più un mini panda , avete presente quelle cover per telefoni che ci sono ora? Così, ma all’interno vi è un telecomando di una TV che sarà di circa 80 pollici.
- Hai fame?- mi chiede, e mi guarda divertito mentre afferro un cappellino con la visiera fatto di lattine di Coca sfasciate.
- Stai scherzando?- rispondo con aria seria. Michael mi guarda come se fossi un’anoressica che non mangia mai e lui mi avesse appena chiesto se ho fame, cosa che ha fatto, dopotutto.
- DOV’è IL FRIGOOO??- urlo lanciandomi addosso a lui e cominciando a torturaro di solletico.
- Te lo dico, te lo dico, ti prego bastaa!!- sta morendo, cucciolo.
Ci accomodiamo sul divano con i piatti sulle gioncchia e mangiamo. Più o meno, il pranzo è questo: pasta al sugo di pomodoro, pane, prosciutto, cinque gocciole a testa, bicchiere di latte, un pezzettino di cioccolato e nutella.
- Però non vale…- mi lamento io - … se tu mangi così tutti i giorni, scommetto che rimani esattamente come sei. Io, invece! Avrò messo su tre chili solo contando la pasta!-
- Ma và!- risponde lui mentre accende la televisione su Sky Uno.
- Sei bellissima così.-
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Il Mio Sp@azio
Ciaoo!
Che finale, che finale!!
Eh beh, mi è venuto un colpo al cuore quando mi è venuto in mente, neanche mi fosse successo sul serio!
Ringrazio ovviamente _Never Stop Dreaming_, avventurosa e We Are Goldenn che seguono e recensiscono la storia!
Scusate se vi aspettavate di più, dopotutto non sono bravissima, e poi i capitoli sono corti, ma mi concentro maggiormente sui dialoghi perché secondo me sono le parti più incisive.
Ho aspettato una settimana, lo so, non struggetevi! -.-‘    <3<3<3<3
Vabbe, di sicuro dovevo dire altre cose, ma me le sono dimenticate!
Baciiiiii
 mati :D
Ah già! Volevo dire che la famiglia di Mika credo che sia così, e la casa l’ho immaginata, non ammazzatemi se ho sbagliato qualcosa!!! <3 :*
E poi volevo dire che… o cazzo! Non me lo ricordo!! Non sto scherzando, poco fa lo sapevo!
Vabe, intanto vi dico che vi ho lasciato in sospeso l’affare della canzone, e che anche io ho fatto una barca con venti euro una volta!!!! MI SENTO REALIZZATA!
Vabbe ancora, vado a guardare il daily di xfactor con Mika e Violetta e Gaia!!!


 

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Capitolo 4
*** Relax ***


Capitolo dedicato a avventurosa per il supporto morale ^.^
 
Volto lo sguardo verso di lui, e noto che sta fissando un punto indistinto del pavimento, imbarazzato. Devo aiutarlo, mi è capitato tante volte di sentirmi così e non posso far altro che evitare che qualcun altro pensi di aver fatto una figura di merda.
- Allora, mi fai vedere camera tua?- propongo. Ho fatto davvero la mossa giusta perché accetta con un po’ troppo finto entusiasmo.
- Sì! Cioè, ok. Vieni, da questa parte.- mi dirige al piano superiore, e attraversato un corridoio, entriamo in una stanza completamente, ma quando dico completamente, in sintonia con il proprietario.
Soffitto verde, pareti blu e rosse, letto arancione, un pianoforte bianco appoggiato al muro di destra e una porta azzurra che deve condurre al bagno.
- Però, mica male sta stanza! La mia sembra un buco!- esclamo cercando di smorzare la tensione, ma non riesco, e lo capisco perché quel deficiente che si è imbarazzato per un complimento ha appena riso istericamente, mettendo poi in ordine la scrivania che più a posto di così non poteva essere.
- Hai finito di fare il timido?- dico seriamente dopo un paio di minuti passati in silenzio. – Guarda che non ti prendo in giro perché mi hai detto che sono bella! Anzi! Grazie! Per cui, o la smetti di fare così, o la canzone te la scrivi da solo!-
- Hai ragione. Scusa. Ma tu l’hai mai detto a nessuno che è bellissimo, per poi doverci star rinchiusa tutto il pomeriggio e anche cantare davanti a quella persona?- controbatte. O  Madonna!
- Facciamo così: te lo dico chiaramente. Sei un figo pazzesco, sei bellissimo! Non sto scherzando. E adesso, per  finire in bellezza, canterò.- detto questo salto sul letto e comincio a urlare le parole di una canzone a caso che mi è venuta in mente, dopo aver fatto  ciò ballo. Sto ballando come una cretina, non ci posso credere! Adesso cado, me lo sento, me lo sento…
BADA BUM!
O, fossi solo caduta.
Cadendo mi sono attaccata al cassetto di una cassettiera che sinceramente non mi aspettavo di trovare incollata al muro a due metri di altezza. Comunque, ho rovescito il contenuto (fumetti ordinatamente ordinati per data di uscita) e sono finita addosso al padrone di casa, che è a sua volta atterrato dolcemente di culo sul pavimento, con me in braccio e i fumetti che svolazzavano allegramente per la camera. Scenetta romantica. Anche se gli ho appena distrutto mezza casa.
Cristo, mi ammazza! Lo guardo con faccia dispiaciuta, e Michael assumme un’aria imbronciata che sembra vera, ma purtroppo lo scherzo non dura neanche un secondo che già scoppia a ridere rotolandosi  sul parquet e tenendosi la pancia con le enormi mani.
- Ma che problemi hai te?- esclamo prima di cominciare a ridere a crepapelle e,  buttandomi su di lui, gli faccio un solletico.
Porca miseria, si era già preparato e questa volta sono io che lo imploro di smettere. Alla fine lo convinco.
- Ho vinto io, gne gne gne!!- mi fa la linguaccia. A volte mi chiedo se non sia un bambino troppo cresciuto.
- Va bene, va bene. Che facciamo?- mi siedo sul letto che sembra più la cuccia del cane da come l’ho ridotto. – Ahhh, la canzone, caro mio. Siediti al tuo strumento mentre la sottoscritta cerca di spiegare cosa le è venuto in mente.-
OK, non ce la posso fare, figura di merda in tre, due, uno…
Canto.
Due righe scarse di canzone che mi sono venute in mente a scuola.
This is the hardest story, that I ever told.
No hope no love no glory,
Happy ending’s gone forevermore!
And I …

A questo punto ci dovrebbe essere una nota acuta, che però mi viene malissimo, e tossisco innervosita, e, soprattutto, imbarazzata.
- Ecco figura di merda!! Yu-huu!!- dico ironicamente mentre torno al posto di partenza, il rovinatissimo letto di Penniman. Il quale mi sta guardando serio, cercando i miei occhi con lo sguardo, che io invece tengo a terra. Poi all’improvviso salta su dalla sua posizione immobile con un grido di gioia.
- Ma sei bravissima! E la canzone è stupenda! Mi viene già in mente il resto!- ha cominciato a canticchiare il ritmo che male non è, ma la figura l’ho sempre fatta.
- Su, vieni!- mi trascina con lui sopra il pianoforte che di sicuro sfonderò dato il mio peso, e balla.
- Ehi Penniman, ho già fatto due figure alla grande, e una delle quali ha a che fare col danzare!- cerco di urlare sopra la musica che ha fatto partire da un impianto stereo pazzesco.
- Allora, ti piace?- chiede lui
- Sarei io a dovertelo chiedere, comunque sì, anche se non sappiamo né titolo, né strofe, né musica.-
- A quello ci penso io, se vieni ancora da me domani te la faccio sentire intera!-
- Ok- rido. Non so perché.
- Che te ridi?-
- Niente signore. Mi è permesso fare ciò che voglio?-
- No, non credo. Hai qualche problema, sotto-ufficiale?-
- No, soldato. Te dovresti avercene!- scendo dal pianoforte che stranamente è integro, spengo la musica e mostro al nostro caro ragazzo il suo cellulare.
- Ma dove…? Cosa…?- balbetta, e io corro alla porta e la spalanco, uscendone. Ovviamente mi sta inseguendo, e cosa faccio? Cosa vi avevo detto a proposito degli inseguimenti? Rido. E mi nascondo anche in bagno, però, e sblocco il cellulare.
Per prima cosa mi aggiungo come contatto e invio un messaggio al mio numero. Poi apro whatsapp.
Che poche chat! Sua sorella, credo, quello che dev’essere un suo amico e un gruppo che si chiama 3°C, probabilmente quello della classe dell’anno scorso. Gli arriva un messaggio da parte del suo amico, che gli scrive “ Capita anche a me, non ti devi preoccupare.”  Scorro la chat e arrivo ad un punto in cui Michael dice: “Mi sono innamorato.”
Esco furiosamente dal bagno, sbattendo la porta in faccia al padrone di casa.
- Ehi ma che ti prende?- mi chiede toccandosi il naso.
- Che mi prende? Lo vuoi sapere?- gli mostro la chat – Questo mi prende!!-
Ha una faccia sorpresa e agitata. Non me ne può fregar di meno, sono troppo incazzata.
- Cosa t’interessa?-
- Perhè non me l’hai detto?-
- Avrei dovuto?-
- Sì.-
- Non sono mica il tuo migliore amico eh!-
- Credevo che lo fossi!-
- Ma se ci conosciamo da due giorni!-
- E ALLORA?-
- Allora niente, non hai motivo di essere arrabbiata.-
So che una lacrima mi sta per uscire dall’occhio destro, ma la trattengo.
- Non è che se sei venuta a casa mia e abbiamo ballato diventi assolutamente subito la mia migliore amica eh! E poi che cosa stupida! MIGLIORE AMICA! Non siamo alle elementari!- si sta arrabbiando.
- E la canzone? Come faresti senza di me sentiamo?-
- NON. HO. BISOGNO. DELLA. BALIA!- urla.
- Grazie del pranzo, Michael. Ciao.- ne ho abbastanza! Sbatto ancora più forte la porta che sul corridoio, e lascio la casa.
Michael Penniman, sei ufficialmente fuori da qualsiasi contatto con la mia persona.
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Ehilà, ragazze.
Tutto bene?
Che roba tragica, sinceramente non so neanche perché sono (nella storia) così incazzata, ma (credo) nel prossimo capitolo si spiegherà tutto.
Che ne dite?
Grazie a chi segue. <3
Ah giusto. Volevo dirvi che di sicuro, come l’altra volta, ho dimenticato cosa dovevo dire. Aaameeeen ; )
Vabbe. Ci si sente!
 mati :D

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Capitolo 5
*** - Mi farebbe piacere averti lì quando canterò.- ***


Capitolo dedicato a We Are Goldenn, che segue e recensisce :)
 
Ho notato che anche se sono passati poco più di due giorni dall’inizio della scuola, non mi sono fatta molti amici. Anzi, mi sembra di aver sentito che mi prendono in giro perché sto con Michael. Argh,  questo nome!! È venerdì, sono tre giorni che non gli parlo e sono ancora alquanto incazzata. Non so il motivo. “Ti piaaaaceeee…” ah ah, simpatica la mia coscienza. Ahahahaha… No.
Però ho deciso di aiutarlo, dopotutto l’ho ficcato io in questa situazione e lo devo tirare fuori.
“ Looo aiuuutiii, chee cariiinaaa…” uffa, ma statte zitta.
Entro a scuola e mi dirigo all’armadietto. Quasi quasi mi manca Michael che sbatte la testa contro il muro, perché oggi a differenza degli altri giorni non c’è. Proprio oggi che deve cantare mi aspettavo un suicidio un po’ più serio.  Chissà perché ha smesso, e chissà perché continuava.
Prendo i libri, vado in classe e mi siedo.  –Ciao…-  mi saluta il mio vicino di banco. Lo guardo, storto la testa in obliquo, poi la raddrizzo e mi siedo. Sto guardando fissa il mio quaderno, e si deve essere accorto che non muovo gli occhi, perché mi fissa.
Che begli occhi che ha. Mi fanno provare delle emozioni pazzesche! Quante volte li ho spiati mentre non mi guardava! Adesso,  invece, sono disperati, dispiaciuti, tristi, sconfortati, soli… OTTIMISHMO RAGÀ! Sul serio, mi rattrista vederlo così.
Quando la prof fa la sua energica entrata nell’aula, comincio a “seguire” la lezione, mentre in realtà sto facendo dei disegnini sulla pagina del libro. Mi accorgo che sto disegnando un cuore. UN CUORE! Lo facevo quando ero innamorata, o quando ero triste, ma adesso che sarò dei due? Mi ricordo di Penniman qui affianco. Ruoto lo sguardo su di lui e osservo i suoi movimenti: ha in mano una penna Bic, e appoggiata stancamente la schiena alla sedia (cosa che non fa mai, è sempre dritto come un pezzo di legno. Forse è per questo che è alto ) comincia a far girare la penna nelle sue manone. Ahah, mi è venuto in mente : penna in mano – Penniman! Ahahahah ma che genio sono? No ok, amore non è il momento, svegliati e parlagli.
- Allora, mi la fai sentire la canzone?- gli chiedo appoggiandomi a mia volta alla sedia. Per tutta risposta, lui si gira a sinistra, e io sono a destra, guarda dietro e sotto il banco. Quasi a cercare qualcuno che sta parlando! In realtà sono tutti zitti, o meglio addormentati. – Ma sei cieco?- dico.  – Io sarei qua, se vuoi ci metto un cartello così ti ricordi, ok?-
Si gira finalmente verso di me e mi risponde con un bellissimo – Cosa, scusa?-
- No, dicevo, sono qua io.-
- Prima, cos’hai detto prima?-
- Se sei cieco.-
- No, prima ancora…-
- Se me la fai sentire, la canzone.-
Stava giusto per cominciare a masticare una cicca, che gli và di traverso. Tossisce silenziosamente, ma riesce comunque a soffocarsi e ad attirare l’attenzione della prof. Longhi.
- Penniman, santo cielo! Tutto bene?- chiede con una mano sul petto e un’aria infastidita ma un po’ spaventata. Michael gesticola qualcosa mentre respira come se avesse l’asma, e quindi rispondo io: - Sì  sì prof., credo sia ancora vivo.- l’anziana signora riprende la spiegazione.
- Ma che ti è preso?- sussurro.
- Bè, non ci parliamo da tre giorni, io credevo che avrei cantato vermente come un gatto drogato, arrivi tu e mi chiedi se ti faccio sentire la canzone?- tossice battendosi forte sul petto.
- C’è qualche problema?-
- No, no. Stavo solo morendo soffocato, vabe.-
- Ahaha, ma sai cosa?- rido. – Prima mi chiedevo giusto perché tu non fossi al muro a suicidarti.-
- Devo ridere?-
- Senti, vuoi che ti aiuti o no?-
- Alla buon’ora. Ho già fatto tutto. Anche se…-
- Se?-
- Mi farebbe piacere averti lì quando canto.- mormora, che quasi non capisco.
- Eh?-
- Mi farebbe piacere averti lì quando canto.- dice con più decisione.
- Ah…- passiamo  un po’ di tempo in silenzio, poi riprendo il discorso.
- E… come mai?-
Scena muta.
- Senti, facciamo così. Io vengo oggi pomeriggio, però in cambio, voglio che tu sabato mi dica di chi ti sei innamorato.- è diventato tutto rosso quando ho pronunciato questa frase.
- Sabato?-
- Sì, oggi mi potrei incazzare talmente tanto da non mantenere il patto.-
- Come mai?- chiede maliziosamente sorridendo, finalmente. Lo fanno anche i suoi occhi e mi sto sciogliendo.
- Ehm…-
- Che c’è, non dirmi che ti piaccio!- adesso è serio.
- No! Cioè… voglio dire…- salvata dalla campanella!! Interrompo il discorso e con una scusa me ne vado in bagno. In che guaio mi son cacciata? Sì che mi piace! Lo ammetto, lo ammetto!
Al suono dell’ultima campanella, usciamo. Per fortuna ho fatto finta di niente durante le lezioni, anche lui l’ha fatto  e così non ci sono stati momenti imbarazzanti.
Siamo arrivati a casa sua. Mi sembra un po’ ingiusto che io sia stata ospite a casa sua ben due volte e lui da me no, e glielo dico, anche se mi rassicura dicendo che è sempre un piacere.
Un piacere! Un piacere! Sono sempre ben accolta! Però frena, cara. Mi sembri una quattordicenne innamorata! “Cosa che sei, dopotutto…” mi ricorda una vocina nella mia testa.
Saliamo in camera sua, poi lui si siede al pianoforte e comincia a suonare e cantare.
Ha finito.
Penniman mi sta guardando!!!  No scusate, non ho finito la frase. Penniman mi sta guardando preoccupato. 
- Ehm.. com’è?-
- Com’è?- gli rispondo seria. Annuisce.
Lo fisso ancora un po’,  seria.
Com’è, mi ha chiesto. Ma porca puttana, che cazzo c’ha al posto del cervello? Pappa per gatti?
*
Cambio di scena, un’altra volta. Siamo sempre a casa sua, sì, ma adesso c’è anche la Bea. Non l’ho ancora descritta, e lo faccio ora.
Alta, di corporatura normale. Capelli castano scuro, lisci, quasi sempre sciolti e occhi dello stesso colore. Porta gli occhiali, non saprei che termine usare per descriverne la forma, comunque di sono  viola. Si è truccata un po’, mi piace quando si trucca, non si vedono le occhiaia procurate dalle notti passate ad ascoltare la musica dei 1D. Che dire? Simpatica, stronza allo stesso tempo, lunatica, tanto lunatica, nevrotica quando vuole ma del resto accettabile. Certe volte, mi fa fare figure di merda: per esempio, entriamo nella via della scuola e lei urla “AMO QUESTA CANZONE!” e tutti ci guardano. Ovviamente stava ascoltando la musica con le cuffiette.
Torniamo a noi. Michael è un po’ spaventato da lei. E ci credo, voglio dire l’ultima volta che l’ha vista l’ha quasi strangolato perché non sapeva chi era Niall.
È venuta anche Alice! Farà da guidice naturalmente, e per fortuna la sua quasi normalità ammortizza la totale assenza di questa nella Bea. Infatti il ragazzo qua presente si sente più a suo agio.
 Non molto alta, è magra e ha dei bellissimi capelli biondi, lisci come degli spaghetti, un po’ scuri alla base. È molto brava a scuola, ma racconta delle barzellette che certe volte mi viene da dire “Cosa ci faccio io qui, con questa che spara cazzate e l’altra che ride come un’idiota?”.
Adesso il pianista si è seduto davanti allo strumento, molto ma molto imbarazzato, e la tensione nell’aria la posso quasi toccare.
Rimaniamo per circa venti secondi in assoluto silenzio, solo Michael fa rumore con i suoi pesanti respiri di concentrazione.
Poi comincia a cantare. (HappyEnding,  Mika. Ascoltatela, chi non la conosce.)
Fin adesso il mio cuore perdeva un battito ogni due minuti per i seguenti motivi: uno, perché c’era lui (scusate ma quando mi ci metto divento mielosa, sono da diabete); due, perché ero tanto, ma tanto, ma taantoo tesa. Io arrossisco quando gli altri fanno una figura di merda o devono cantare o fare robe imbarazzanti, anche se in un film. Immaginatevi questo!! Terzo punto, che aggiungo ora: sta cantando da Dio. Ha una voce acuta nel ritornello, nelle strofe un po’ meno e in certi punti canta dolcemente con note basse. Quando parla in inglese, è una sensazione  bellissima. Ha una voce stupenda! L’inglese lo rende sexy, passatemi l’espressione.
Quando finisce, ci guarda. È preoccupato come lo era prima. Si alza in piedi e si va a sedere sulla sedia della scrivania, che si trova opposta al letto su sui siamo sedute noi.
- Direi di cominciare da te, per sapere come è andato.- dice Alice indicandomi.
- Da me?- chiedo. Risposta affermativa. –  Alzati in piedi.- dico a Penniman.
Lui si alza e mi alzo anche io. Mi avvicino finchè non lo sto guardando come si guarda la Tour Eiffel, dal basso dei miei 170 cm all’alto dei suoi 190.
- Vuoi sapere come sei andato?- chiedo. Annuisce.
- Davvero?- sussurro.
Annuisce ancora. Lo guardo fisso nei suoi bellissimi occhi, poi lo abbraccio come se non ci fosse un domani, urlando – SEI STATO FANTASTICOOOO!!- le atre due si sono alzate anche loro applaudendo,  e Michael mi sta guardando nei miei occhi azzurri con un sorriso grande come una casa. Peccato che sia innamorato di un’altra, ma non mi faccio rovinare il momento da un semplice nome che domani mi dirà.
Lo sto abbracciando, anzi gli sono in braccio, mi sta sorridendo e lui è bellissimo, e ho vinto la scommessa.
Fate un po’ voi.
<3
 
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Weee :)
Ormai l’avrete capito: gli unici due giorni in cui ho tempo per aggiornare sono il martedi e il lunedi.
Che ccarini siamo io e Mika? :3
Stavo per dichiararmi, ma… arriverà il momento, restate in linea! Che palle però, è innamorato!
Gli episodi come quello della Bea che ora metterò in imbarazzo perché vi dico che è _Never Stop Dreaming_ sono veri.
*se ne va un po’ imbarazzata chiedendo di dirle com’è il capitolo e chiedendo scusa se fa schifo*
Baciiiiiiiiiiii :* recensite in tante!
Mati :D
Grazie a chi segue la storia, l'ha messa nei preferiti o nelle ricordate, grazie di cuore davvero <3<3

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Capitolo 6
*** Teenage Dreams ***


Capitolo dedicato a LunaBlu Noir xxx che segue anche lei :)

Attenzione: in questo capitolo uso Chiara Galiazzo come nemica della protagonista, e la faccio sembrare come magari non è affatto. Mi sta un po’ antipatica, ma non per questo ho scelto lei come personaggio. Mi servirà più avanti nella storia averla. SE A QUALCUNO Dà FASTIDIO, ME LO DICE E CAMBIO IL PERSONAGGIO. Grazie della collaborazione :)
 
Oggi è sabato e Michael mi dirà chi ama!

Tornando alla scommessa, ieri sono andata a letto col sorriso stampato da ebete sulla faccia. Penniman ha cantato benissimo, e anche se Beatrice dopo mi ha confessato che le piace comunque più Niall, io non ho smesso un attimo di fare i complimenti al futuro cantante e vi dirò una cosa: avrei tanto voluto riabbraciarlo! In effetti, non so se lo voglio proprio sapere sto nome che si oppone tra la futura vita di me e Michael Holbrook Penniman, con cinque figli e una casa spettacolare. Lui diventerà famoso ma non è questo che mi importa! Siamo qua adesso, a scuola, l’uomo dei miei sogni si sta limonando il muro ed è tutt’altro che una brutta visione.

- Ti sembra normale limonare il muro? Chissà che cazzo ci hanno fatto!- vorrei tanto aggiungere “perché non ti limoni me” ma mi trattengo.
- Sono troppo felice!-i stacca un attimo e ricomincia.
- Non per molto-
- Ehlll?- dice bloccandosi. Ha la lingua attaccata al muro ma le labbra a quattro centimetri di distanza, e mi guarda con fare interrogativo.
- Mi devi dire quella cosaaa…- canticchiando lo informo
- Ah già… lo vuoi sapere subito o dopo?- si è staccato finalmente.
- Vuoi essere picchiato subito o dopo?-
- Ma io non capisco: sembra che siamo fidanzati e che tu stia scoprendo che ho un’altra! Mi dici perché fai così?- mi chiede, serissimo e anche un po’ incazzato.
- Perché sei il mio migliore amico e non voglio che qualcuno ti porti via da me tutti i giorni.-  abbasso lo sguardo sorridendo. Ecco. Detto.
Non è tutta la verità, ma lui ci casca.
- Bè… anche tu sei la mia migliore, anzi unica amica.- confessa.
- Figo!-
- Andiamo in classe?-
- No, guarda, stiamo qui a prendere il sole.- dico. Fuori piove. – Muoviti coglione!-
- Ti voglio bene anche io sai?-
- Ti vi bì!-
- EH?-
- Amplifon! T, v, b: ti, voglio, bene!-
- In Inghilterra non si usa.-
- Bello.- confermo distrattamente mentre lo spingo letteralmente fino all’aula.

Sono in classe e sto pensando a Michael. Non fraintendetemi, sto pensando se ha un cane… ho visto la cuccia e tutto! Vorrei tanto sapere come si chiama, ma siccome il mio compagno di banco sta facendo mille barchette di carta nel modo in cui gli ho insegnato, dopotutto anche io le faccio, sto zitta. Chissà come si chiama il suo cane…

- Si chiama Chiara.- dice lui con tono piatto.
- Cosa scusa?-
- Si chiama Chiara.- ripete.
- Chi, il cane?-
- Ma che il cane, lei!-
- Ah.-
-  È bella, eh?-
- Non l’ho mai vista!-
- Chiara Galiazzo, quella della 1°B.- spiega.
- Oh no. No non dirmi che è quella.-
- Sì perché?-
- La odio.-
- Solo perché mi piace?-
- No, da sempre. Ce l’avevo in classe alle elementari. Smorfiosa, credulona, crede che può far tutto. Se le stai sui coglioni, lei è capace di mettersi con quello che ti piace, anche se fosse Daniel.-
Daniel è uno della classe con gli occhiali grossi come un goniometro, camicia dentro i pantaloni, bretelle e  le dita perennemente su per il naso. Sembra un secchione, ma in realtà non sa fare 2+2 e passa il tempo ad appiccicare le caccole sotto la sedia.
- Non ci credo. A me sembra un angelo. Ieri ha cantato una canzone in inglese ed era stupenda.-
- Ha un inglese come quello di un bimbo delle elementari!-
- Ha parlato lei!-
- Vabbe, non ho voglia di litigare. Solo, fai in modo che lei non lo sappia mai, ok?-
- Perché?-
- Vuoi che la mia E la tua vita siano ridotte al puré della mensa?-
- Ops!-
- Gliel’hai detto? Vabè, però non dirle che sono amica tua.-
- Ti odia?-
- No comment.-
- Ops again!-
- Sei un distastro.-

A parte questo. La giornata è andata  benone, anche perché ho invitato Michael da me.

Dopo mangiato ( non dico cosa perché farebbe schifo ) lo porto in camera mia.
- Ti devo dire una cosa.- sussurro guardando in basso.
- Dimmi tutto.-
- Bè sai è difficile…-
- DIMMI TUTTO!!-
- Voglio trovarti un nome d’arte!- dico entusiasta.
- Tutto qui? Perché?-
- Sì! Io voglio che tu incida un disco! Michael Holbrook Penniman Junior mi sembrava un po’ lunghetto…-
- Sentiamo: quale sarebbe la tua idea di nome d’arte?-
- Allora, ho pensato a questo,- prendo un foglio e una penna e scrivo sopra Michael grande abbastanza così che lui lo legga, è un po’ dislessico. – Michael. Prendiamo le prime cinque lettere: Micha. Ormai in questi tempi  la CH è sostituita con la K… quindi MIKA! Che te ne pare?- sto saltellando dalla gioia.
- Bello!- si è alzato dalla posizione sdraiata sul mio letto e per la prima volta in questa conversazione, sembra interessato.
- MIKA… mi suona bene! Semplice, simpatico, colorato! Mi rispecchia completamente!- dice camminando in giro per la stanza.
- Modesto il ragazzo.-
- Pensa, pensa! Ed ecco a voi… MIKAA! Uhhh! Ahh! Bravoo!- ora è salito in piedi sul letto, perché secondo me ha la mania di doversi sentire più alto della gente,ma  anche senza salire sul pianoforte o sul mio letto ci riesce. Sta inscenando un cantante in uno stadio. Oddio.

- Ma vedi che allora lo vuoi davvero?-
- Cosa?-
- La merda rosa.-
- Che si sposa! No dai cosa?-
- Vedi che vuoi veramente cantare per un pubblico?-
- Ehm…- adesso è imbarazzato, e si è seduto sul letto.
- Prima che io ti risponda,- sa usare il congiuntivo! – Voglio che tu mi dici una cosa.-
- Sono qua.-
- Ti dispiace davvero tanto che mi piace Chiara? Sincera, ti prego.-
- Bè…- mi ha preso i polsi e mi guarda dal basso all’alto, per una volta.
- Un po’ sì.- sono rossa! Ma rossa rossa rossa!
- Mi dispiace.-
- Non pensiamoci. Piuttosto, quand’è che scrivi la prossima canzone?-
- Ora! Subito! In questo momento!-
- Prima della torta?-
Aahaha ha una faccia tanto combattuta!  -Mmm, credo che… musica… torta… a che cosa?-
- Cioccolaaatoo…-
- Mmm, direi… TORTAA!-
                                                                                                             *

Siamo a inizio Dicembre.   Non sto a dire cosa ho fatto da settembre fino ad ora, perché le ultime settimane sono passate in monotonia. Michael ha rinunciato alle canzoni. Cioè, dopo la torta al cioccolato di quel giorno, direi che ha preferito continuare a mangiare. Con Chiara tutto bene, lei l’ha capito anche se Penniman gliel’aveva detto, e ora fa la leccaculo con lui. Non lo chiamo quasi mai Mika, non ci sono abituata. La nostra amicizia è più stretta che mai, siamo un girono a mangiare da me e uno da lui, e tutte le mattine mi saluta con un abbraccio. Sono muy felice!!

Sto camminando in corridoio e mi dirigo agli armadietti. Però che inizio di giornata monotona! E lo so, che ci posso fare? Penniman ha smesso di usare il muro come un manichino, quindi dovrei essere tranquilla. Sì, infatti, Mika (uh come mi piace questo soprannome!) è semplicemente appoggiato ad esso con il cellulare in mano che chatta furiosamente. Chissà con chi?
- Chi è che ti scrive così tanto?-
- Eh? Ehm, no, no niente!- nasconde il telefono in tasca. Calma, ora, non farti i cazzi suoi, calma, calma!
- Chi è?- uffa ecco l’ho fatto!
- Nessuno!-
- Okay, okay.-

Sta arrivando qualcuno di importante, perché Michael si è girato. Chi è? Chiara.
- Miiikaaaa! Ciao, tutto bene,  amore mio?- che? Mika? AMORE MIO?
- Michael, cos’è questa storia?- gli chiedo fronteggiandolo. Intanto Chiara gli si è accoccolata vicino, e mi guarda con un sorriso che  più diabolico non può essere!
- Scusa, come l’hai chiamato?- mi rivolgo a lei ora. Quel cretino di Penniman non ha capito niente,e mi guarda indicando la ragazza affianco sorridendo da ebete.
- Lo puoi chiamare tu come vuoi, e non può la sua fidanzata?- FIDANZATA?
- Fidanzata, Michael? Fidanzata?- ora sono triste. Non sono più incavolata, ma delusa. Lui, ha assunto anche lui una faccia a punto interrogativo.
- No, aspetta, io…- balbetta.
- Dai, ora puoi dirglielo, amore!- dice Chiara dandogli un bacio sulla guancia.
- Ah, è così, allora. Bravo, bravo davvero. Com’è che lei l’ha capito, che ti piace, e tu no? Michael, mi piaci da quel giorno in cui hai rovesciato i libri per terra! Non l’ho mai detto per non rovinare l’amicizia, ma adesso sei diventato stupido, STUPIDO! E stupida sono io, che pensavo di poter piacere a un figo. Lei è molto più bella, stai con lei. È orribile quando pensi che potresti essere un’eccezione, per una volta, essere brava in qualcosa, poi arriva un altro e in due minuti ti ha già superato e ha già tagliato il traguardo. Sei fortunata Chiara. Addio.- gliel’ho sputato in faccia, non ce l’ho fatta a trattenermi. Mi sta guardando dispiaciuto, me lo sento anche se sono di spalle. Vado in bagno e mi chiudo dentro, e stavolta piango. Liberamente.

Quando tutto comincia a tremare. Il pavimento trema. Sento delle urla fuori. Passano pochi secondi di calma, e tutto ricomincia. Sento dei passi, e la voce di Michael che grida il mio nome. Apro la porta, e lui mi prende e mi sta per trascinare fuori quando il muro dei bagni crolla e noi ci troviamo davanti a un muro di macerie impenetrabile.

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Ciao!

Ansiose, eh? Lo spero!

Che cafona, Chiara…

Ci sentiamo presto, ok?

Baciiiix

mati :D

 

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Capitolo 7
*** - E ora?- ***


Non ho più persone a cui dedicare i capitoli, per cui perché non dedicarlo a MIKA? <3<3

- E ora?- chiedo disperatamente.
- Non lo so.. aspetta…- Penniman è rimasto immobile da quando è crollato il muro, ma ora si è avvicinato esaminandolo.
- Chi sta parlando con te?- dico aspra.
- Be’, tu? Sono l’unico qua con te!-
- Stavo parlando al muro.-
- Ma se è morto!-
- Zitto sai!- le lacrime sono passate, ma la paura sta salendo. Comincio ad gridare aiuto, ma probabilmente sono tutti evacuati. Siamo soli. Ma con questo qua dovevo rimanere intrappolata, porca miseria? Continuo ad urlare, finchè decido di smettere, e mi siedo a terra con la schiena contro il muro.

- Non osare aprire bocca!- mi volto verso di lui, che aveva appena socchiuso le labbra per pronunciare una frase.
- Ok.- dice, per poi sedersi di fianco a me. Lo guardo con aria schifata e mi stacco da lui di due o tre centimetri.
Anche lui adesso mi sta fissando. – So perché fai così…- mormora guardando in basso.
- E allora?-
- Non è vero quello che ha detto Chiara.- ah no? Siete amici, vero è questo che mi dici ora, che vi baciate perché siete amici?
- Ormai puoi dirmelo…-
- Non è vero!-
- Stai zitto, Michael,  che fai più bella figura.-
- Come cazzo te lo devo dire?-
- Non me lo devi dire. Ora lo so. Siete fidanzati.-
Si alza in piedi e mi si piazza davanti, sembro una formica che guarda una giraffa. – Non. Siamo. Fidanzati!- sussurra a denti stretti, che a malapena capisco ciò che dice.
- Ok, ok. Non lo dico in giro. Anche se ti darebbe un grado di popolarità, sai?- dico ironicamente.
- Non mi serve la popolarità.-
- E che cosa? Ti manca solo quella! Sei fidanzato, avrai tanti amici, sarai felice!- lacrima, non azzardarti a uscire che ti prendo a calcio in culo finchè non ti rificco nell’occhio.
- Mi manca che tu capisca che non è vero!- sta tirando pugni nell’aria, incazzato come non mai. Si avvicina alle macerie e ci gira in torno, sempre parlandomi. – Chiara l’ha fatto per farti ingelosire. Non le sono mai piaciuto. Quando te ne sei andata, lei mi ha detto: “ Levati di torno finchè non torna la tua amica, checca.  E non farti illusioni, cretino.”- si ferma, e si volta verso di me. – Ti sembra una fidanzata?-

Sono senza parole. È andata così sul serio? – Io… io… non so che dire…- sto tremando.
- Non ci credi.- dice seriamente.
- No,  è che io…-
- NON CI CREDI!- urla più forte che può, facendo vibrare le porte dei bagni.
Alzo appena in tempo lo sguardo per vedere della polvere cadere dal soffito.
- Michael, attento!- grido, ma come alza la testa che teneva sulle mani con una faccia allarmata, un pezzo di muratura gli cade sulla nuca, buttandolo a terra con in pozza di sangue.
                                                                                                                     *

- Dove sono?- Michael cerca di alzarsi mentre pronuncia la frase, ma lo tengo nella posizione in cui è stato fino a un minuto fa, cioè sdraiato con la testa sulle mie gambe.
- Shhh…- dico con una lacrima che mi scende sulla guancia.
La testa è tutta fasciata con la carta igienica, il meglio che sono riuscita a fare, però noto che la ferita gli fa ancora male, non riesce a muoversi bene.

- Che è successo?- chiede allarmandosi alla vista di me che piango.
- Ti è caduto un pezzo di soffitto in testa…- lacrime, lacrime lacrime. – Pensavo di averti perso…-
- Mi dispiace…-
- Adesso zitto, e copriti che fa freddo.- gli porgo la mia felpa. La prende con un po’ di dubbio.
- Non sono ancora arrivati?- mi chiede alzandosi finalmente, ma gemendo dal dolore che il movimento gli provoca alla testa.
- No, ma arrivano, non ti preoccupare.-
- Non hai freddo?- mi chiede. Ha notato che sto tremando.
- N-No, tienila t-tu.-
- Non ci penso neanche se mi pagano!- indosso l’indumento. Non cambia molto.
- Che ore sono?- chiede dopo alcuni secondi.
- Mi si è scaricato il cellulare, ho passato le ultime tre o quattro ore a cercare di chiamare un’ambulanza per te…- dico. Meno male che le poche gocce salate che scendono sulle guance mi riscaldano.
- Grazie.- risponde dopo un minuto, abbassando lo sguardo.
- Credo siano le otto. È diventato buio alle 5, questo me lo ricordo.-
- A che ora mi sono fatto male?-
- Verso le 9 di stamattina…-
- Cosa? Ho dormito quasi dodici ore??-
- Pensa che paura che ho avuto…- piango più forte stavolta, questo episodio mi ha scosso tantissimo. Mi mette un braccio attorno alle spalle e io appoggio la testa sul suo braccio. Mi accarezza i capelli, dicendo che gli dispiace. Non ce la faccio, ho perso quindici anni di vita solo per ‘sto cretino che urla facendo crollare il soffitto! Credo di avere i capelli bianchi! Come se cambiasse molto, anche prima erano quasi bianchi…

- Adesso ci credi che non ero fidanzato?- dice, e rido debolmente.
- Sì…- rispondo. Passano i minuti.
- Ma davvero ti piaccio?- mi chiede poi con l’aria di uno che mette a voce i suoi pensieri.
- No, per finta.-
- Ah ok…- annuisce un po’ sconsolato. Perché? Perché sconsolato?
- Ma che sei scemo?-
- Eh?- con uno scossone si risveglia dal quasi dormire.
- Niente, torna a dormire. Sarai stanco…- dico ironicamente.
- No, adesso me lo dici.-
- Sì che mi piaci, deficiente!- mi stacco ancora una volta e vado a controllare se i caloriferi sono accesi. Sento il suo sguardo fisso sulla mia nuca. Non ti girare! Non, ti, girare!!
Torno a sedermi con lui dopo aver cercato di forzare il calorifero per accenderlo. Ci mettiamo nella stessa posizione di prima, per scaldarci a vicenda, e mi sto per addormentare quando…

- Anche tu mi piaci.-

Credo di averlo sognato, non ne sono sicura.

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Heeeellloooooo!

Come vi sembra? Non mi piace troppo, però…

Vabe, avrei come al solito un casino di cose da dire, ma… boh sono andate a farsi benedire!

Grazie a tutti!

mati :)

 

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Capitolo 8
*** Bonjour! ***


Mi ritrovo a dedicare un capitolo a me stessa, dato che seguo ;)

- Sveglia, amore!- sento una voce non distante da me che mi sveglia.
Biascico qualcosa del tipo “Ancora cinque minuti mamma…”, ma quando apro sul serio gli occhi, mi ritrovo una faccia gigantesca davanti, riccioli scompigliatissimi e un sorriso grande come una casa dipinto sul volto.
- Ben tornata tra noi!- dice allontanandosi. Aspetta, come mi ha chiamato, prima? Amore? Non è che sto sognando, sempre quel sogno in cui lui dice che gli piaccio?
Mi metto seduta, e stropicciandomi gli occhi per farli stare aperti, noto che Penniman sta spalancando l’unica finestra. Ora le palpebre stanno su da sole per lo stupore.

- Ma tu cosa hai al posto del cervello? Eh?- mi alzo di fretta e richiudo con forza le finestre, ancora un po’ e si rompono.
- Perché?- mi chiede un po’ scazzato.
- Perché? Perché?! Ma sta nevicando, e te spalanchi la finestra? E tutta la fatica per accendere i caloriferi dove va, a farsi benedire dalla neve?- Ha. Un. Serio. Bisogno. Di. Una. Cura. Per. L’essere. Deficiente. Quale. È.
- Ah già, ops…- dice sbadigliando. – Qua però non si respira…-
- Preferisci avere un po’ di caldo o morire congelato?-
- Ho fame.- dice cambiando argomento.
-  Se non sei scemo non sei te, Penniman. La testa? Come va?- gli chiedo mentre mi sistemo i capelli, che peggio di così non possono essere. Se mi chiederanno cosa portare su un’isola deserta, oltre a un frgiorifero pieno zeppo di cibo (cioccolato!), un elastico per capelli.
- Meglio… anche perché ci sei tu qua…- dice sorridendo ancora una volta, quanto è bello il suo sorriso… cosa ha detto, scusa?
- Perché,  s-se ci sono io s-stai meglio?- balbetto.
- Sì…- mi appoggia le mani sui fianchi e struscia il naso contro il mio. Ma questo è andato fuori di testa!
- Cosa mi sono persa, Penniman? Ci siamo fidanzati?- dico staccandomi da lui e fissandolo negli occhi cioccolato.
- Be’. A vedere la conversazione di ieri, direi di sì. Tu che dici?-
- Me lo chiedo anch’io… che dico io? Che dico? Che pensavo di averlo sognato…- sussurro con un po’ d’imbarazzo. La sua espressione cambia,  diventa tristissima, la felicità di prima è scomparsa.
- Quindi non vuoi…-
- Non ho detto questo.- sorrido felice. Anche lui si rallegra per un attimo, ma torna sé stesso subito dopo.
- E cosa hai detto?- mi chiede.
- Mmm, non saprei sai… io merito di più, tu sei solo una delle tante opportunità…- dico squadrandolo. I suoi occhi diventano lucidi.
- … Però sei l’unica opportunità decente, anzi più che decente!- concludo. Michael sorride, poi si mette a ridere e mi abbraccia, senza smettere. Ci ritroviamo a ridere istericamente, come due perfetti coglioni senza un cazzo da fare. Finchè…
- Allora stiamo insieme!- dice quando finiamo di girare in tondo. Annuisco.
- E quindi mi potresti anche baciare…- continua lui, avvicinandosi, e accarezzando la mia guancia con la mano.
- Potrei…- mi avvicino, e a due centimetri dalle sue labbra devio la direzione e il bacio finisce sull’angolo della bocca. Facciamolo rosicare… Mi allontano e mi vado a sedere contro il muro.

- Ti sembra un bacio?-
- Ti sembra che ho detto sì?-
- Uffa, sei sempre così fredda…-
- A proposito, dammi la mano che la mia è fredda.- gli porgo la mano destra e lui comincia a massaggiarla.
- E dammi anche l’altra, no?- mi chiede.
- No, la sinistra sta bene.-
- Come si fa ad avere una mano calda e una fredda?-
- La vita…-
- Non ti amerei se fossi normale- dice sorridendo dolcemente.
- Neanche io…- rispondo allo stesso modo. – Cosa intendi per non normale?-
- Originale.-
- Io sono originale?-
- Sì…-
- Come fai a dirlo?-
- Lo capisco da come ti vesti, come parli, e come fai le facce strane!- ride.
- No ma grazie!-
- È un complimento! Io odio le persone normali…-
- Wow.-
-  Aspetta… ma tu sei una femmina!!- dice raddrizzandosi come se avesse avuto un’illuminazione.
- Ben scoperto.-
- No, volevo dire: sei una femmina e ti piace il calcio?!-
- Almeno sono originale…-
- Già, già…-

Passano i minuti, e nel frattempo stiamo zitti. Questo mi permette di pensare che: (detto papale papale) porca puttana sono fidanzata! E con un pezzo di figo anche!

- Quindi che facciamo mentre aspettiamo gli idioti che ci vengono a salvare?- chiedo io dopo un po’.
- Io un idea ce l’avrei…- dice Michael sorridendo maliziosamente e avvicinando il viso al mio.
- Scordatelo.-
- Ma cosa vai a pensare? Intendevo il solletico, io!-
- Sì, sì, e io sono bella.-
- Bhè, lo sei!-
- Sì, sicuro…-
- Per piacere a un figo della Madonna come me, devi essere bella per forza, e anche simpatica, nevrotica, e MOLTO GENTILE…- dice marcando le ultime parole e scoppiando a ridere da solo.
- Il tuo umorismo peggiora di giorno in giorno, Penniman.- affermo io senza neanche sorridere. – Grazie, comunque.-
- Simpatica.-
- E piantala, sai? Se dovessimo passare una settimana qua io non so se resisto!-
- Nevrotica…-
- Ma vaffanculo!
- … e MOLTO GENTILE.- conclude, ridendo ancora una volta. Dio, Dio, con chi sono capitata.
- Scemo…- dico, questa volta baciandolo sul serio.
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Willy! <3

Com’è? Visto, si sono messi insieme!!!!! ^^

Copiando _Never Stop Dreaming_, scrivete CIOCCOLATO nella recensione se avete letto questo spazio :)

Lo so, adesso mi ammazzi, Bea, ti ho copiato :O

Comunque, volevo dire di andare assolutamente sull’account di _Never Stop Dreaming_ per leggere la storia intitolata “The Story Of Our Lifes” care amanti di Mika, apparirà anche lui <3 e anche sull’account di avventurosa per leggere le sue storie di cui non ricordo il titolo XD che però sono fantastiche ;)

Bhè, che dire, recensite!

mati :D

 

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Capitolo 9
*** Siamo Vivi Gente! ***


E questo capitolo lo dedico alle persone che seguono silenziose, alle persone che sono entrate a dare un’occhiata, alle persone a cui la storia non è piaciuta e alle 936 visite ricevute :)

- Ho fame.- dice Penniman.
- Che ci posso fare?- rispondo io. Sono sdraiata per terra, con la testa appoggiata sulle sue gambe. Sarà ora di pranzo, ma sono sicura che lui avrebbe fame anche se fossero le tre di notte.
- Ho fame.- ripete.
- Anche io! E tanta! Michael, sai cosa? Diventa cannibale! Io sono bella piena, mangiami un po’ se sei così disperato!-
- Ma và! Te, grassa? Semmai io!- risponde aprendo la felpa e tirando su di poco la maglia. – Và che pancia!-
- Oddio, sei obeso! Non ti avrei mai baciato se avessi saputo la tua vera natura!-
- E adesso?- non riesco a capire se sta scherzando o no.
- E adesso, dieta! Cominciamo: quando usciamo di qui, si mangia una carota, poi digiuno fino al pasto successivo.-
- Noooo! Io volevo un piatto di pasta, anzi due o tre, poi la carne, le patate fritte, il dolce, gelato e cioccolata!!-
- Ma stavo scherzando, io!-
- Ufff… pensavo davvero!-
- Ma tu mi spaventi!- dico alzandomi dalla posizione in cui ero. – Quanto pesi?-
- Non lo so…-
- Quanto?-
- Sarà… quaranta, cinquanta… non ne ho la più pallida idea!-
- Fantastico. Come facciamo a sapere se sei obeso, ora?-
- Potresti dirmi alcuni sintomi dell’obesità!-
- Il primo è la ciccia che ti straborda dai pantaloni…-
- Oh Madonna! Guarda! Guardami! Sono un mostro!- dice con una vaga traccia di lacrime, mentre alza ancora una volta la maglietta, e toccandosi la pancia.

- Copriti, che ti ammali!-
- E ora? Come faccio? E se te non mi amassi più?-
- Penniman, guardami negli occhi: stai scherzando, vero?- gli prendo il mento tra le dita. Alla fine, dopo uno spazio di tempo che và dai due ai tre secondi, non resiste e sorride.
- Certo che scerzo, amore! Ti sembro uno con poca autostima?-
- Fammici pensare, Penniman… Sì.-
- Ma perché mi chiami Penniman? Nessuno mi chiama Penniman, e tu puoi anche chiamarmi Mika!-
- Perché mi ricorda quando fai le cazzate e io ti sgrido, e perchè… perché…  non lo so, Penniman!-
- Vedi? Penniman di qua, Penniman di là…-
- Penniman, siccome nessuno ti chiama così, è speciale che io ti chiami Penniman!-
- Come vuoi…-
- Mi dai un bacino, Holbrook?- faccio la faccia da cucciolo.
- No! Penniman ok, ma Holbrook no! Chiamami come vuoi, ma Holbrook no!-
- Ok. Holbrook, mi dai un bacio?-
- Finchè non riprendi a chiamarmi normalmente, no.- fa’ l’offeso, il tesoriiino… L’hai voluto te, Holbrook. Anche se chiamarlo Holbrook è orribile!
- Ma allora ti piace…! Eh? Dì la verità al tuo amorinoo…-
- Mi piace quando mi chiami Michael, Penniman non lo sopporto ma Holbrook lo odio con tutto il cuore! Cioè, non odio il mio nome, ma odio che tu mi chiami così!-
- Va bene, Penniman! Allora me lo dai sto bacio?-
- Mmm… no?-
- Bene. Io e te abbiamo chiuso, Penniman.- mi volto dall’altra parte con le braccia incrociate, e una finta aria offesa che però sembra sia efficace contro il tizio qua di fianco. Mi chiedo a volte se fa apposta oppure no.
- Uffa, Penniman! Sempre a rompere!- risponde lui.
- Mi hai appena chiamato Penniman, Penniman?-
- Sì, Penniman.-
- Non sono tua moglie, non mi chiamo Penniman di secondo cognome!-
- Anche se vorrei che tu lo fossi…-
- È un proposta di matrimonio?-
- No, Penniman.-
- Hai finito?- dico io con un pizzico di incazzatura.
- Facciamo così: io ti chiamo Simpatia, e tu mi chiami Mika.-
- Mmm… no?-
- Non mi copiare le battute, Simpatia.-
- Zitto e dammi sto cazzo di bacio!-
- Ok, Penniman.- mi bacia. Siamo in piedi ora, e io devo stare sulle punte per arrivarci. È bellissimo! Però tiene gli occhi chiusi, e non posso ammirarli!
- Ehi, Penniman, apri gli occhi!-
- Perché?-
- Non li vedo, se no!-
- Ti piacciono così tanto?-
- Da morire.- sussurro abbassando lo sguardo a terra. Michael avvicina la bocca al mio orecchio.
- Ammetto che sono fantastici…- mormora.
Sorridendo mi stacco da lui e gli tiro un pugnetto in pancia, accompagnato da un “Vaffanculo, Penniman.”.
Mi allontano ridendo, e guardo giù dalla finestra per la prima volta. Vedo tantissima gente: la mia famiglia,  mia sorella, mio fratello, mio padre, mia mamma con gli occhi pieni di lacrime, Beatrice, Alice, e un po’ di ragazzi della scuola. Mika mi ha raggiunto e li fissa anche lui. Finchè gli viene la brillante idea di aprirla e urlare: - Siamo vivi!-
Scoppia il delirio. Mia mamma urla, e poi piange sulla spalla di un’altra donna, che le da’ gentili pacche sulla schiena, sorridendoci dolcemente. Mi volto verso il riccio di fianco a me, e noto che sta salutando la donna, che è circondata da tre ragazze e un altro ragazzino.
- È la tua famiglia?- gli chiedo.
- Sì!- dice sorridente.
- Carino, tuo fratello!-
- Ehi!-
- Ahaha, gelosoooo!!-

Mio padre, nel frattempo, cercava di attirare la mia attenzione. Quando lo noto, lui indica dietro di me, e sento uno strano rumore. – Ma che caz..?- non faccio in tempo a finire la frase che le macerie che prima costituivano il muro di sinistra dei bagni, vengono sostituite dal braccio di una ruspa, che trascina tutte le pietre nel corridoio. Guardo Michael, e noto che ha la mia stessa espressione. Si volta anche lui verso di me, poi sorride, e io gli salto in braccio urlando come una pazza maniaca. Mi solleva di peso e corre fuori dalla stanza, scendendo poi le scale e uscendo dal portone della scuola…

Rimaniamo sospesi nel silenzio per dieci secondi, io in braccio a Penniman, entrambi che ridiamo da matti, guardando e scrutando la folla alla ricerca dei familiari. Poi… terza guerra mondiale: urla disumane, una massa di gente che cerca di abbracciarci o anche solo toccarci, telecamere e giornalisti che tentano invano di farci domande, ma noi abbiamo solo occhi per i nostri cari. Abbracci, pugni sulle spalle, coppini amichevoli (neanche troppo apprezzati)…

Siamo vivi, gente!!
                                                                                              *
Ehh… che pacchia… io, sul divano, tutti che mi chiedono se voglio qualcosa da mangiare, anche se ho già svuotato il frigo, guardo la tv, uso il cellulare… ecco, mi arriva un messaggio, da Penniman: “Che fai? Ti va di venire da me?”. Non lo so… dopotutto i miei parenti potrebbero offendersi, io che me ne vado così dopo averli sfruttati…
“Ok, sono lì in cinque minuti!” gli rispondo. Che grandissimo pezzo di merda che sono.
- Mamma!! Papà!!! Vado da Penniman!- urlo mentre mi infilo le blazer e mi do una sistemata.
Mio padre arriva in soggiorno e scrutandomi dall’alto del suo metro e novanta (credo che si staranno simpatici a vicenda, lui e Penniman) , mi chiede: - Ne parli sempre ma non l’ho mai visto. Me lo farai conoscere qualche giorno?-
- Sì papà, anzi facciamo così: lo invito a cena stasera?- gli rispondo mentre creco disperatamente dei soldi per l’autobus.
- Ok! Sette e mezza?- conferma controllando la sua agenda, nonché iPhone 5.
- Sì, sto da lui fino a quell’ora, poi lo scorto fino a qua, ok?- dico mentre mi guardo allo specchio e metto il cellulare in tasca insieme ai soldi, tenete presente che odio le borse.
- Vabbbene, ci vediamo dopo!- esco di casa e in fretta e furia prendo l’autobus, dopo due minuti sono a casa sua, e suono il campanello.

Mi apre quella che deve essere la mamma di Penniman.
- Ciao, tesoro, come va? Entra, entra, che fa freddo!- mi dice appena aperta la porta.
- Bene, grazie. E lei, signora Penniman?-
- Non azzardarti a darmi del lei, sai! Comunque, Michael è di là, se vuoi.- mi indica sorridendo verso la cucina. Nel frattempo saluto i fratelli di Michael, che ricambiano sorridendo. Dev’essere un pregio di famiglia, sorridere sempre come se fosse Natale.
- Ehilà, Mika.- dico al ragazzo che si sta ingozzando di pasta mentre guarda la tv. Ruota la testa verso di me e sorride, pure lui!, quasi come se nella sua bocca parole e pasta facessero la lotta per uscire per prime.
- Shiao, Shimpachia!- riesce a esclamare. Mi invita a sedersi di fianco a lui, e io gli rubo la forchetta e il piatto di pasta, cominciando poi a mangiare. Non può neanche lamentarsi, ha ancora la bocca piena!
- Cos’hai fatto esattamente fino ad ora?- chiedo guardando lo schermo, che riproduce una serie tv molto ma molto noiosa, non voglio neanche sapere come si chiama.
Deglutisce. – Mangiato. Te?- Lo guardo male, interrompendo a metà la mia mano mentre saliva verso la bocca. Gli do’ un coppino.
- Uffa! Ma perché sempre manesca, Simpatia?- dice massaggiandosi il punto colpito.
- Non chiamarmi Simpatia, Penniman. E poi dobbiamo decidere una cosa. Quando lo diciamo ai miei e ai tuoi che siamo fidanzati?- gli chiedo seriamente.
- Già fatto.- risponde semplicemente, ricominciando a mangiare. Mi riprendo il piatto, e lo fisso. Cosa ha appena detto, scusa?
- Scusa?-
- Già fatto.- ripete.
- No, cioè, tu hai già detto a tua madre che stiamo insieme???- urlo alzandomi in piedi.
- Ora lo sa, anche se io non gliel’avessi detto…-
- Vieni su, dobbiamo “parlare”!- dico prendendogli il braccio, mentre cerca disperatamente di amgiare ancora un po’. Io questo lo ammazzo. Io… io gli strizzo la testa finachè non esce ciò che non ha al suo interno! Gli strappo i capelli!

- Ricapitolando. Non sono neanche passate due ore da quando sei a casa, e già tutti i tuoi fratelli e tua MADRE lo sanno?- gli chiedo. Lui è seduto sul letto, e io cammino avanti e indietro furiosamente davanti al suo sguardo innocente.
- E non fare quella faccia!- urlo. Divento nevrotica, non vuoi avere a che fare con me…!
- Io a mia madre dico tutto, e che male c’è? Lo sarebbero venuti a sapere comunque!-
- Sì, ma non cos… lasciamo stare, Penniman.-
- Ok.-
- Scusa non esiste nel tuo vocabolario?-
- Scusa. Ok?-
- Va bene. Ora dimmi,- apro il suo armadio. – quali sono i tuoi pantaloni preferiti?-
- Perché?-
- Perché voglio stracciarteli, Penniman. Ma secondo te! Dimmi quali sono.-
- Quelli lì…- indica dei pantaloni blu elettrico. Perfetto, lo rispecchiano perfettamente. Ops, ripetizione! Va be, comunque glielo sto chiedendo perché voglio che venga a cena da me stasera non vestito come un damerino, voglio che i miei lo vedano com’è realmente.
- E la tua maglietta? E ce l’hai una giacca preferita?- mi indica una maglietta bianca che sembra sia stata buttata dentro a un barattolo di tempere tutte diverse. Per la giacca, invece mi indica una giacca verde smeraldo.
- Però mi dici perché?- mi chiede. Lo spingo fuori dalla camera, così che si cambi.
- Vieni da me a mangiare stasera. Così conosci i miei!-
- COSA?!-

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Willy <3

Mi dispiace che ci ho messo vent’anni per scrivere sto capitolo…. Sorry :)

Avete visto Mika che andava in centro milano con Violetta? Ç___Ç

Vabbbbbbbbbeeee vado e recensite numerosi!

Mati :D

 

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Capitolo 10
*** Cena ***


Capitolo dedicato a thebeatgoesonx e al suo “Team Pupazzone Riccioluto” <3

- COSA??- urla. Si alza, mette le mani nei suoi fantastici capelli e comincia a girare in tondo per la stanza.
- Vieni a cena da me. È così difficile? E va che sei qua da più di tre mesi e l’italiano, mi sembra, lo sai!-
- No, no, non hai capito. Io so soltanto fare figure! Quanto scommetti che come minimo inciampo e tiro giù un mobile?-
- L’ha fatto anche qualcun’altro di nostra conoscenza…- comincio a ridere solo al ricordo. Penniman si ferma, si gira e fa cascare le braccia al suo fianco. Poi inclina la testa di lato facendo un sorrisetto.
- Mmm… mi ricordo vagamente un ippopotamo che mi cadeva addosso, ma del resto niente…-
- Stronzo!-
- Aspetta! Mi è venuta l’ispirazione… Na na nana nanananà,  Big girl you are beautiful!- si mette a ballare. Ora, citazione del mio cervello, che problemi ha? Seri, e molto, troppo  probabilmente incurabili.
- Proprio un gentiluomo. No comment.- faccio un finto broncio. Adesso vediamo chi farà le figure di merda a casa mia! Sì, lui, ma non da solo, grazie all’aiuto di qualcuno… devo avere una faccia da diavolo indemoniato, perché mi guarda strano.
- BIG GIRL YOU ARE BEAUTIFUUUL!!- urla alla fine, scendendo dal letto e aprendo le braccia esclamando  “Taaaaaadaaaa!!!” con un mega sorrisone sulla faccia. Ok, prendete la frase di prima, togliete probabilmente  e metteteci sicuramente.

- Terra chiama Penniman! Scendi dal tuo mondo colorato dell’ispirazione fatto di unicorni e cambiati. E NON fare quella faccia da cucciolo!- dico mentre lui si mette in ginocchio davanti a me con una faccia da di quelle che scioglierebbero anche Hitler. Adesso, resta inflessibile, togli tutti i contatti con un certo scemo che si trova in ginocchio chiedendoti di non fartlo venire alla cena,  come se stesse facendoti la proposta di matrimonio e… proposta di matrimonio? Dubito con tutta me stessa che riuscirebbe a fare una cosa completa come questa. Si perderebbe dopo aver comprato l’anello, perché di sicuro mi chiederà prima che tipo di proposta mi piacerebbe che mi fosse fatta, negando ovviamente che ha intenzione di chiedermi di sposarlo, per poi tornare a casa e comporre una canzone d’amore che mi farà ascoltare il giorno dopo domandandomi se secondo me è adatta a una proposta di matrimonio, concludendo con la proposta in sé, che consiste nel inginocchiarsi e cercare di formulare un pensiero di senso compiuto che mi faccia piangere, che dopotutto si è scritto su un foglietto, poi si ricorderà di essere dislessico, e tenterà di improvvisare, ma quando si sarà poi reso conto che non ce la potrà mai fare, mi trascinerà a casa sua e mi farà risentire la canzone, e lì dovrò far finta di essere sorpresa che ha scritto una canzone per me, piangere e abbracciarlo dicendo “Sìììììì ti voglio sposare!” anche se in realtà non me l’ha mai chiesto sul serio, perché si è dimenticato mentre cercava di fare un discorso con i verbi al posto giusto. Ecco, un po’ incasinata come storia d’amore, ma molto molto dolce. Però non scherziamo. Michael è serio quando si tratta di amore. Sorrido involontariamente.
- Ooooooh yeah! Ha ceduto al mio fascino! Batti cinque, Penniman! Ce l’abbiamo fatta!- sta cercando di darsi un cinque da solo, facendo fare alla mano destra un angolo di 180° per poi farla sbattere contro la sinistra.
- Mika, quando hai finito, puoi gentilmente andare a cambiarti?- chiedo cortesemente. Ah, notare: si è chiamato Penniman da solo. Lo sto influenzando, credo.
- Mi hai chiamato Mika! Odddiooooo! Non sembro una ragazzina di dodici anni mentre vede il suo idolo?- dice mettendo le mani sulle guance come la faccia di Scream.
- Non prendere in giro le dodicenni con gli idoli e vai a cambiarti!- ribatto ridendo.
- Tu lo sai che ti amo, e che tu mi ami, vero?-
- Spero di ricordarmelo quando farai qualche battuta su di me e cercherò di non prenderti a botte.-
Con un leggero bacio sulla guancia esce dalla stanza.
- Comunque, è strano. Cioè, tu conosci la mia famiglia e io la tua la conoscerò oggi…- mormora rientrando nella comera.
- Vuoi un calcio in culo o riesci ad uscire da solo?-
- Ok, ok!Vado,  stai calma, Simpatia!-
Se volete, potete immaginarvi un bel pugno nei gioielli oppure una risatina amorevole. Come volete.

                                                                                                             *

- CIAOOOO!! Siamo a casaaa!- urlo entrando in casa.
- Non c’è bisogno che urli, eh…- dice mio fratello, Simpatia 2, direi, comunemente detto Mattia, o Tia. Abbastanza figo, occhi verdino-azzurro, capelli biondi ricci tipo Penniman, alto, magrissimo. Alle medie tutte le mie amiche volevano conoscerlo e quando lo vedevano mi mormoravano nell’orecchio: “Quanto è bello tuo fratello!” anche se lui aveva solo 9 anni. No ma, tranquille, grazie per la considerazione. Ah be’, ora ne ha 10 ed è la stessa storia.
- Ciao anche a te. Penniman, lui è Mattia, Mattia, lui è Penniman, o Michael, o Holbrook, ma non gli piace, oppure Mika, che è come lo chiamo io, ma preferirei che lo chiamassi Michael, o Penniman, c’è anche Junior ma sinceramente mi fa’ schifo come soprannome o nome.- gli spiego mentre ci leviamo i cappotti e porto Michael in giro per la casa, che è grande quanto camera sua. Mio fratello fa’ una faccia strana.
- Quindi, come lo chiamo?-
- Chiediglielo, sa parlare.-
- Piacere, comunque. Anyway.  Come ti devo chiamare?- Mattia si volta verso Mika, che si è seduto sul letto in camera mia e sta ammirando il tutto come se fosse il Paradiso. Ha una fissazione, anzi due: salire in piedi sui letti o sedercisi sopra.
- Ehm… Michael…- risponde imbarazzato. Ma io mi chiedo, ma se un giorno diventerà famoso, e qualcuno gli chiede un autografo, arrossirà e comincierà a tremare? Mah.
- La Cami?- chiedo.
- Boh. Aspetta…- dice mio fratello, poi si affaccia sul corridoio e urla il nome di mia sorella, che risponde con un gentilissimo “Che cazzo vuoi?” dalla camera accanto. Solo perché non ci sono i miei, se no l’avrebbero ammazzata.
- Puoi venire a conoscere Penniman o fai l’asociale?- grido di rimando. Tendo l’orecchio, e sento uno sbuffo provenire dalla sua direzione. Sento la grazia che è propria solo di un elefante con la quale scende dal letto, e i passi di un robot in un film di fantascienza verso la fine, quando sta distruggendo la città. Tonf, tonf, tonf, crrrrackcrum (apre la porta).
- Ciao.- dice, non posso dire che sorride perché non può sorridere ad un incontro, non ce la vedo. Piuttosto alza gli angoli della bocca.  Per la cronaca, è mia sorella gemella, ma è l’opposto: io, alta bionda, occhi azzurri, pelle chiara, lei, alta, castana, occhi marroni, pelle scura, ma non nera, un po’ più scura del normale anche se non si nota.
- È tua sorella?!- chiede sorpreso Michael.
- Sì.- risponde lei mentre suonano alla porta. – Ah, eccoli!-
- Penniman, guardami negli occhi,- dico. – Ce la puoi fare. Ripeti con me. Ce la posso fare. Ce la posso fare. Non farò scemate. Ce la posso fare.-
- Farò scemate.. non ce la posso fare… no aspetta non era il contrario? Oddio! Help meee!!- sussurra, ma io l’ho già trascinato fuori dalla porta verso l’ingresso.

- Ciao, tu devi essere Mik- Michael, giusto?- dice cordialmente mio padre, per una volta non deve abbassare lo sguardo. Penniman sta letteralmente tremando dalla paura.
- S-sì, credo… no, cioè, sì, Michael…- balbetta. I miei sorridono.
- Non sarai mica teso, no?- chiede mia mamma. Bella battuta.
- No, io… no!- gli do’ una gomitata in pancia per ricordargli di dire “Grazie per avermi invitato, è un piacere conscervi, come state?”.
- Bene, passiamo al cibo. Ho sentito che mangi tanto. È vero?- mio papà lo fa accomodare a tavola, proprio davanti a lui. Lo fissa dritto negli occhi, come a sfidarlo a sbagliare. Mai mettere a proprio agio le persone, mio padre.
- Sì… Sì, mi piace.- mormora.
- Ti viene così difficile fare una conversazione decente, Mika?- dico silenziosamente mentre mio padre guarda il telefono. – Dì qualcosa… ecco, dì che non ti piace il risotto!-
- Non mi piace il risotto.- esclama. Mi sbatto una mano in fronte, e sbuffo guardandolo.
- Un discorso di senso compiuto, con un inizio e una fine.- mormoro, ma ecco che Dio fa’ la sua entrata in scena modificando geneticamente mio padre, che comincia subito a mettere Penniman a suo agio, il quale si ritrova a parlare della musica e delle lezioni che ha preso qualche anno fa.

Premetto che odio le persone ignoranti. Non quelle che non sanno quando è nato Napoleone, ma le persone ignoranti nei fatti della vita.
Per esempio. Vi ho già detto che io e mia sorella siamo diversissime, e c’è gente che dopo averci visto insieme, ci chiede se siamo eterozigoti o omozigoti. Adesso, molti di voi avranno una faccia tipo uno che ascolta una lezione in russo. Vi spiego la differenza: eterozigoti vuol dire che nascono da due embrioni diversi, possono quindi avere sesso diverso e si assomigliano come due fratelli normali (caso mio). Omozigoti, invece, vuol dire che un embrione si è diviso in due. Sono identici e hanno assolutamente lo stesso sesso. Io e mia sorella vi sembriamo identiche?
E arriva altra gente a chiedere ai miei zii se sono omozigoti o eterozigoti (mia zia e mio zio sono gemelli).
Fatevi dei calcoli, che cosa brutta è l’ignoranza. Ma non cambiate opinione su di me, è ovvio che so più cose sui gemelli facendone parte, e non mi offendo se mi avreste posto la domanda, ma persone adulte, laureate e vaccinate, non lo sopporto.

Così passa il primo. Michael ha iniziato a fare complimenti sulla casa usando termini che non credo di aver mai usato in vita mia.
- Queste lampade sono così piene di sofisticazione che mi complimenti con lei, signora, ha davvero un ottimo gusto nell’arredamento!- ha detto con la bocca piena, e parla di sofisticazione, poi!.

 Ora mia mamma sta servendo il secondo: salsicce e patate. Penniman ne infilza subito una con grande soddisfazione. Non l’avesse mai fatto.
Appena dopo aver impiantato la forchetta con un energia che avrebbe spaccato il piatto, ancora un po’, ecco che il pezzo di carne schizza via, appoggiandosi “delicatamente” sulla camicia di mio padre. Tutti gli sguardi  sono ora rivolti al petto di mio padre, sul quale una salsiccia unta sta colando verso il basso.
Guardo Michael. Immobile sulla sedia, sta fissando con orrore il pezzettino di carne che sarà la sua rovina. Già, credo di sì. Quando il mio caro paparino ti rivolge quello sguardo omicida, non ti resta che sperare in un fulmine che distragga la sua attenzione da te.

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Amori miei!

Vi scongiuro, non ammazzatemi  (ma a chi cazzo gliene importa della tua storia?) se ho aggiornato dopo tre settimane, ma: non avevo voglia (lo ammetto), tempo, e mezzi. Il computer era andate a farsi benedire e quindi…

Comunque, io e mia sorella siamo veramente così, veramente gemelle, e i miei zii (mia zia e mio zio) anche.

L’episodio della salsiccia è accaduto a mio padre quando è andato a casa di mia madre per la prima volta! Pover’uomo, mio nonno! Vorrei sentire la sua versione dei fatti, se solo fosse qui con noi, ora.

A presto (chi prendo in giro? L’ho detto anche l’altra volta!)!

E scusatemi ancora, spero che nessuno che segue abbia smesso di farlo :(

Mati :D

 

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Capitolo 11
*** Thank God You Found Me ***


Capitolo dedicato a Xx8mist_fire8xX perché mi ha messo negli Autori Preferiti e perché segue  :D

Mio padre alza lo sguardo. Bocca perfettamente dritta. Labbra serrate. Sopracciglia parallele alla linea di terra. Occhi forse un po’ troppo spalancati. Non per lo stupore, no, è lo sguardo omicida, è fatto così. Bisogna conoscere i segnali della mia famiglia. Abbassa gli occhi, guarda la camicia. La fissa per due buoni secondi, poi con un battito di ciglia torna alla posizione di prima. Sta fissando gli occhi di Penniman, come per controllare la sua reazione. Mai dire “Non l’ho fatto apposta!”. Risposta corretta: scegliere tra le cinque possibili è quasi contro natura. Cambia la sua concezione di risposta giusta a seconda di quella che stai scegliendo tu. Scegli lo “Scusascusascusascusa!!”? Lui sceglierà che è giusto il gesto di alzarsi e prendere uno straccio per aiutare a pulirgli la camicia. E viceversa. Così sei sempre dalla parte del torto.
Michael sta procedendo benissimo, direi. Fermo immobile, schiena dritta, occhi sbarrati, sguardo dritto nelle pupille di mio papà. Potrebbe interpretarlo come un segno di sfida oppure di rispetto. Non è nessuna delle due, credo. Infatti mi chiedo con quale coraggio Michael lo sta guardando negli occhi. Io lo faccio quando sono arrabbiata, ma non ho paura. Esatto contrario di come si sente ora lui.
Bravo, così, abbassa la traiettoria dei pozzi di cioccolato sulla camicia sporca. Perfetto. Rimani così.
Mia sorella è come me: respiro trattenuto, occhi che saettano da quelli di mio padre, a mia madre, alla camicia. Mattia, invece, mastica, tranquillo. È stato più lui in quella situazione che chiunque altro sommato al resto della famiglia. Non si spaventa per una semplice salsiccia su una camicia nuova.
Faccio un respiro, per dire a papà che va’ via, tanto, ma mi arriva un calcio sullo stinco. Grazie, mamma. Insulto una persona a caso mentalmente. Per esempio, chi ha inventato le Timberland. Mi mancava un livido.
Mio padre fissa intensamente, per un’altra volta il riccio di fianco a me, poi succede quello che capita ogni morte di papa, vale a dire ogni volta che Penniman azzecca un accento in italiano. Le sopracciglia si abbassano di un grado verso il basso, come quelli arrabbiati nei fumetti, ma il movimento di mio padre è impercettibile. La palpreba sotto dell’occhio destro sale di qualche millimetro, impossibile notarlo tranne per qualcuno che ci è passato. Ma Michael non può accorgersene, perché non è abituato. Gli angoli della bocca di mio papà salgono e si abbassano in un decimo di secondo.
Rido. Questi segni vogliono dire che è a un passo dal cadere nel burrone del sorriso, e sta cercando in tutti i modi di non farlo. Lui sposta lo sguardo su di me, stavolta è quasi un quarto di quello che viene chiamato alzare i due angoli della bocca e mostrare i denti, ma non smetto di ridere. Mio padre ha capito che ho capito, ma vuole finire la lotta con Michael, per vedere come reagirà.  Mio fratello fa’ finta che gli sia caduto qualcosa per terra, ma sento benissimo la specie di verso di maiale che lo contraddistingue, un altro segno. Vorrebbe rotolarsi dalle risate, ma sfoga il tutto in quel verso. Mia mamma si poggia una mano sulla fronte e abbassa lo sguardo in basso a sinistra, come a dire “Io questi non li conosco.”, però lo fa sorridendo. La Cami diventa rossa dallo sforzo perché anche lei sta cercando di trattenere un sorriso.

L’unico, passatemi il termine, pirla che prende ancora la cosa sul serio è Michael. Non voglio dargli una gomitata in pancia per farlo accorgere della situazione, voglio che: uno, che si renda conto da solo; due, che si prenda la soddisfazione di aver affrontato mio padre vincendo, me l’ha fatto capire papà prima, quando mi ha fissato. Penniman non ha neanche notato la mia risata da cretina, che si sta traformando in singhiozzi isterici.
E finalmente, come ad un segnale, tutti gli altri scoppiano. Mia mamma ride, non troppo, come ad una delle battute sceme che faccio io, mia sorella si sdraia, praticamente, sul tavolo, morendo soffocata dai pezzi di pane che fanno la lotta con le risate per uscire. Mio fratello si mette una mano sulla bocca, per non far vedere il sorrisone che ha stampato in faccia, forse per compassione per Michael, ricordandosi delle innumerevoli volte in cui era nella stessa situazione.
Immaginatevi voi come sono ridotta io. Per amore per Mika, cerco di non fargli notare che sto ridendo, e bevo un sorso d’acqua. Brutta mossa, cara. Quando, ai movimenti della testa del riccio per tentare di capire che succede, mio padre è scoppiato in risate, non ce l’ho fatta, e ho sputato tutto addosso alla mia povera, carissima mammina, che si è trovata inzuppata di acqua e saliva. Tutta la mia famiglia ride, ora. Michael ha stampato al posto della bocca un sorrisetto nervosissimo, con un po’ di sollievo, ma sempre teso.
- Su, Michael, ridi!- gli dico sopraffatta dalle risate.
- Cosa faccio, rido quando ho rovinato la camicia di tuo padre?- risponde isterico.
- Ma se sta ridendo anche lui!-
Michael si guarda in giro. Mia mamma che cerca di asciugarsi il vestito, mia sorella che si strozza, mio padre con le lacrime agli occhi, rosso in viso, e mio fratello che ride guardando il soffitto, con un’espressione “Ma si può?”.
Comincia a ridere anche lui, ma non liberamente, un po’ forzata come risata. Mio papà gli tende la mano.
- Complimenti!- dice asciugandosi gli occhi. – Mi piacciono i tipi come te. Mi sembravi un po’ troppo tranquillo… ma ora! Ci voleva una telecamera!- continua quasi urlando.
Guardo Penniman, e lui fa’ lo stesso. Gli sorrido, un sorriso pieno di allegria, con delle piccole risate di sottofondo. Sorride anche lui, ma stavolta davvero. Lo capisco dagli occhi. Quanto dicono due cerchiolini colorati.
            
       *
- Ciao, Michael, grazie per essere passato!- dice mia mamma baciandolo su entrambe le guance.
- Grazie a voi!- replica Penniman. Mio padre gli stringe la mano ridendo ancora una volta. Poi gli da’ un pacca non leggera sulla schiena che gli fa’ perdere l’equilibrio. Ha ancora una grossa macchia sul petto. Mia sorella lo bacia sulle guance come mia madre, dopo la ammazzo, e mio fratello lo saluta con il pugno contro pugno. Michael rimane un attimo sconcertato da questa cosa. Come può un bambino di dieci anni salutarti con un pugno e un “Bella zio!”? È scemo forte, mio fratello.
- Lo accompagno giù.- informo i miei, che dopo un ultimo cenno di ringraziamento ci lasciano soli, finalmente.

- Come ti sono sembrati? Non sono esattamente l’immagine di normalità…- gli chiedo mentre scendiamo le scale.
- Fantastici.- risponde guardandomi. Ci incantiamo un attimo a fissarci gli occhi a vicenda. I suoi sono perfetti. Cioccolato, al latte, precisamente, con il contorno verde. Sorride, e io distolgo lo sguardo. Sarà che stiamo insieme da un po’, ma i colpi al cuore quando lo fisso, quando parla, quando sorride, o quando osservo i suoi occhi ci sono ancora. “You make me strong” direbbe la Bea o le Directioners in generale per riassumere il tutto.
- Ci sei?- mi chiede.
- No…- dico sottovoce. Vorrei dirgli che quando sorride, è ovvio che non sono presente, è quasi ovvio che mi perdo nei suoi occhi, ma i giri di parole non sono mai stati il mio forte. Figuratevi una frase romantica. Mi accarezza un guancia sorridendo.
Ed è lì che trovo la forza di farlo.
- Hai degli occhi stupendi. E quando sorridi… quando sorridi… i tuoi occhi e il tuo sorriso dovrebbero essere vietati a un pubblico facilmente suggestionabile.- concludo arrossendo. Non riesco mai, e dico MAI a dire una cosa seria senza una battuta alla fine. Cazzo. Distruggo tutto.
- Sai cosa? Quando ti ho conosciuta, non avrei mai pensato che saresti potuta arrossire per un mio sorriso…- dice ridendo. Lo abbraccio forte.
- Muahaha, simpatico.-
- Comunque, non l’hai detto ai tuoi?-
- Dimmi tu in quale spazio di tempo avrei potuto farlo. Ho scoperto che potevo dirlo oggi pomeriggio, sono stata da te tutto il tempo e poi sono tornata a casa, e a tavola non avevo voglia. Tanto ci hai pensato tu a farli divertire.- dico, sorridendo.
- Già, già. Quando credi di dirglielo?-
- Se vuoi torniamo su e la finiamo così…-
- Naaa, piuttosto stiamo un po’ qua io e te…- risponde malizioso.
- Cretino.- esclamo ridendo.
- Ma le tue amiche lo sanno?-
- Se riesci a rispondere da solo ti bacio, se no torno su e a domani.- incrocio le braccia e lo fisso. Lui alza gli occhi al cielo, poi fa una faccia stranissima, di concentrazione, quasi, poi tira fuori la lingua. Alla fine risponde.
- Ci sono. Non hai avuto tempo perché sei stata da me!- dice emozionandosi. Non so come mai, credo perché si è gasato della sua iperintelligenza.
- Bravo. Ti fa bene parlare con me, vedo.-
- E il bacio?-
- Vederemo…- mormoro girandogli intorno.
- Però le promesse non le mantieni.-
- Cosa devo rispondere?-
- “Scusami, amore mio! Rimediamo subito, giuro che non lo farò mai più! Ti prego, perdona questa comune anima mortale, oh dio della bellezza!”-
- Scusami amore mio! Rimediamo subito!- dico, mi avvicino e gli stampo un bacio sulla guancia. Lui mi guarda stupito.
- Ehi, non era un bacio!-
- Non ho specificato dove…- finita questa frase, Penniman mi fissa per un po’, mordendosi il labbro inferiore e sorridendo. Poi scoppia a ridere.
- Sai cos’ho capito io?- oh no.
- Brutto deficiente pervertito maniaco stronzo che altro non sei sei un coglione non mi parlare mai più!- urlo prendendolo a botte. Non ha ancora smesso di ridere. Con chi mi ritrovo a parlare! Mi giro di spalle, dico un “A domani” freddo e incazzato e comincio a salire le scale.
- Eddai, non mi puoi lasciare così! Mi devi dare quel bacio che non hai specificato dove!-
- Sulla punta del mignolo sinistro ti va bene?- gli chiedo voltandomi e squadrandolo.
- E se mi mettessi il dito in bocca?-
Mi metto a ridere. Dai, non si può non ridere con un coglione che sembra stupido, ma alla fine è un mezzo genio (maniaco pervertito) dolcissimo. Questa volta non mi devo neanche alzare sulla punta dei piedi, sono su uno saclino più alto di lui. Lo bacio, e poi lo abbraccio. Solo un bacio a stampo, non gli devo concedere niente.

- Grazie.- sussurro dopo un po’.
- Di che?-
- Di esistere.- trattieniti, e non fare battutine per smorzare la tensione. – Sei la cosa più bella del mondo. Mi chiedo come ho fatto tutto questo tempo senza di te.-
Ride.
- Sei fantastica. Come la tua famiglia. Non so cosa dire, sul serio. cosa posso dire? Cose banali. Vorrei solo che tu capissi cosa significhi per me. Sei il mio tutto… -
 Alzo lo sguardo. – Promettimi una cosa.- dico.
- Tutto quello che vuoi.- si è fatto serio.
- Giura che non mi abbandonerai mai. Giura che ci sarai sempre.-
- Ehi, guardami.- mi prende il mento con le dita. – Te lo giuro.-
Mi bacia dolcemente.
- Ti amo.- dice alla fine.
- Anche io, Michael.-

Thank God you found me.


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Weeeeeeeeee ed eccomi a tempo di record con un altro capitolo!!!

Non che mi piaccia particolarmente. Anzi sì, ora che ci penso sì, mi piace.

Un po’ corto.  Mmm, sì, un po’ troppo corto. Anzi, ora lo allungo. Quello che avete letto è la versione più recente.

*I want the whole world celebrateee!!!* Ops lo stereo troppo alto. Me l’ha fatto notare la mia tesorina di una sorella che mi tira una ciabatta. Ti voglio bene anche io.

Anyway, recensite in tanti (non l’ho mai detto). E che cosa zuccherosiiiiiiinnnaaaaaaaa il pezzo alla fineeeee!

E scusate, dovevo dire quella frase alla fine. Sapete quando vi sentite qualcosa dentro che dovete esprimere in tutti i modi possibili? Capitato a me, oggi. E un’altra cosa della serie: ascoltate Heroes, di Mika, cercate le lyrics e cliccate la prima che esce su tutubo (?????) scrivete nella recensione I LOVE CIOCCOLATO EXTRA AMARO 71% FONDENTE se avete letto questa parte.

Ah, e lettori silenziosissimi che hanno messo la storia nelle preferite (se ce ne sono) una recensione per uno non fa male a nessuno… vabe, se avete voglia lasciate un comment right down here e se non avete voglia schiacciate il tasto <- in alto a destra della pagina per tornare dov’eravate.

A pressssssttoooo!!!

mati :D


Ah, un applauso al rpimo 10° capitolo e alle più di 1000 visite *cin-cin* 
 

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Capitolo 12
*** The day after ***


Capitolo dedicato alla simpaticissima e stradolce Koizumi97  :D

Sento la voce di mia mamma che urla “Svegliaaaa” dentro al mio orecchio, accompagnata da un terremoto di 25 gradi sulla scala Richter con epicentro sotto il mio letto. Un risveglio proprio come quello delle pubblicità.

Sono fissata con un’idea che si potrebbe fermare il tempo, nel senso che se adesso fermo il tempo e mi rimetto a dormire per cinque ore, quando lo faccio ripartire saranno ancora le sette e un quarto. Che mente strana. Comunque, quando mia mamma esce dalla stanza, allungo la mano più che posso verso la porta dalla quale entra un filo di luce. Mi allungo sempre di più, aggrappandomi al bordo del letto. Poi chiudo il pugno dicendo mentalmente “STOP!”. Proprio mentre riapro la mano, perdo l’equilibro e cado di spalla per terra. Inizio di giornata F-A-N-T-A-S-T-I-C-O. E per di più, il tempo non si è neanche degnato di fermarsi.
Mi dirigo in cucina. La scuola è chiusa, chissà perché, ma mia mamma, stordita com’è, non se l’è ricordato e mi ritrovo sveglia alle 7.30 di giovedì  19 dicembre.

- Buongiorno! Dormito bene vedo!- mi saluta mio padre.
- Più che altro, dolce risveglio. Se il buongiorno si vede dal mattino…- biascico lasciandomi cadere sulla sedia davanti a lui. Mi stropiccio gli occhi, guardandomi in giro. Mia sorella è probabilmente già sul pullman per la scuola, non la mia, lei frequenta un altro liceo. Mattia sta dormendo, perché è incredibile come quel bambino riesca a mangiare e vestirsi in dieci minuti, per cui mia madre lo sveglia alle otto meno un quarto.
- Scusa, mi sono completamente dimenticata…- dice. Faccio un segno con la mano, e lei torna a truccarsi.
- Ah, volevo dirti una cosa…- abbassa la voce papà, una volta soli. – Carino quel Michael lì, eh?-
Faccio una smorfia e alzo le spalle. Sarebbe un nì, ma noi sappiamo qual è la vera risposta…
- E ti piace?- stessa espressione. Adesso mi chiederà se io gli piaccio.
- E tu gli piaci?- La mia faccia assume un’altra forma: è la maschera del “Cazzo me ne frega?”.
- Dai, dimmi la verità, vi piacete!!- continua il suo interrogatorio sorridendo.
- Papà, siamo fidanzati.- dico mentre metto in bocca un cucchiaio di cornflakes molli, indifferente.
- Ah.- risponde lui. Dopo un attimo di sorpresa, continua. – Sono così contento per te. È un ragazzo intelligente, simpatico, e poi si veste bene. La tua stessa capacità di abbinare colori. Ci vediamo stasera, ciao tesoro.- si alza e esce dalla cucina. Dopo pochi secondi, torna dentro.
- Già detto alla mamma?- sussurra.
- Ti lascio l’onore.- rispondo sorridendo.

Secondo voi cosa farò tutto il giorno? Compiti, ovviamente.
Ma per favore, non prendiamoci in giro. Credo che starò con Michael, a pranzo a conoscere la sua famiglia per la trentunesima volta e spero di restare da lui anche il pomeriggio. Come minimo sua madre ci costringerà a studiare, poco male, vorrà dire che ci caleremo giù dalla finestra con le lenzuola, e vivremo in esilio per sempre, non accettati dalla società.

Alle nove precise sono sotto casa sua. Non chiedetemi cos’ho fatto per un’ora e mezza, di sicuro non mi sono fatta bella. Ho su i jeans e una felpa rossa, diciamo che non ho passato la mattinata a scegliere vestiti. Anzi, ho scelto se mettere i vestiti, sarei anche potuta andare in pigiama.
(so cosa state pensando pervertite che non siete altro :3)

Pling-plong.
Sento dei passi da dietro la porta, e mi apre la signora Penniman.
- Ciao, tesoro, tutto bene?- mi saluta sempre nello stesso modo. E io come rispondo? Uguale.
- Bene, e lei, signora Penniman?-
- Non provare a darmi del lei! Ma tutte le volte che vieni devo dirti le stesse cose?- dice sorridendo. Mi fa entrare e mi porta in cucina. Ci sono tutti, tranne, indovinate un po’? Michael.
- C’è la torta, se vuoi, mentre aspetti che si svegli Michael…- ho almeno dieci ore libere prima che si svegli.
- Ho già mangiato, grazie- rispondo.
- È al cioccolato…-
- Così però mi mette alla prova… No, non devo cedere, devo dimagrire!- dico cercando di non guardare la torta.
- Mi stai dando del lei.- esclama dandomi le spalle mentre prepara un altro po’ di latte per il resto dei figli.
- Scusi… Scusa, ecco, scusa. Così mi mett…i alla prova. Devo dimagrire!-
- Non dire scemate e mangia.- dice prendendo un piatto e praticamente lanciandoci sopra una fetta di torta di sì e no due chili.
-Comunque,- dico con la bocca piena. Deglutisco. - Lei deve avere dei metodi di persuasione ignoti al genere umano…- continuo.
- Suppongo di sì. Proprio non riesci a darmi del tu, eh? Va bene così, me ne farò una ragione.- ride.
- Scusi, ma mi dimentico, signora.-
- Come sei educata, in confronto Michael sembra un uomo primitivo!- mi dice Fortunè entrando nella stanza e andando dalla madre a chiedere cibo. Quanto è tenero il suo fratellino, questa è una delle cose che non smetterò mai di dire a Penniman.
- Ma chi, io? Ma se prima stavo per morire soffocata dalla torta!- rispondo.
- Quello, sinceramente, è niente in confronto a quello che fa Mika…- questa volta è Yasmine ad aver parlato. È appoggiata al muro della cucina, accanto alla madre, e osserva i movimenti di tutto e di tutti. Ho notato con piacere che ha chiamato Michael Mika. Ridiamo entrambe, e in quel momento entra Penniman dalla porta, strofinandosi gli occhi, con i capelli più spettinati che mai.
- Ohh, la bella addormentata!- dice Paloma.
- Ciao…- mugugna lui. Poi si accorge di me e si blocca mentre si versa del succo.
- Tu che ci fai qua a quest’ora?- mi chiede, intanto il liquido continua ad uscire dalla bottiglia, e si avvicina pericolosamente al bordo del bicchiere.
- Il succo, Penniman.- lo avverto. Mi ignora, e mi ripete la domanda. – Non mi hai risposto.- dice.
- Michael, buon Dio!- urla sua mamma interrompendolo. Il tavolo è ormai ricoperto di succo d’arancia.
- Ooops…- comincia a ridere come un cretino mentre pulisce.
- Ecco, vedi: la prova che tu sei educatissima in confronto!- esclama Yasmine guardando divertita il fratello.
- Grazie, eh, Yasmine, del supporto morale!- la fulmina Mika. – E comunque, TU, non mi hai ancora risposto…- continua.
- Innanzitutto, non è l’alba, caro. Se fossi venuta alle sei e mezza avresti tutte le ragioni di incazzarti. E poi mi sembra che oggi non ci sia scuola, sono venuta semplicemente perché mi ricordo che eravamo d’accordo così.- dico cercando di non ridere. – E se vuoi me ne vado!-
- No, no. Era solo una domanda.- risponde sorridendomi. Cerco di non arrossire, perché tutta la famiglia ci sta guardando.
- Ah, adesso che ci sono tutti volevvo chiedere una cosa…- mormora la sorellina più piccola di Michael sbagliando un po’ la pronuncia. – Ma Michael è fidanzato? No perché ha sempre l’aria sognante…-
Ok. Ora. Uno: L’ha detto alla madre e non ai fratelli? Due: aria sognante?!
Arrossisco. Questa volta non ce l’ho fatta. Tutti e quattro i fratelli Penniman si siedono sul lato opposto al nostro del tavolo, guardandoci attentamente. La signora Penniman, intanto, ci sorride dolcemente alle loro spalle.
- Mmm… sì, è fidanzato…- rispondo io tremolante. Mika si gira e mi guarda sbarrando gli occhi.
- E te come fai a saperlo?- mi chiede Fortunè.
- Sono o non sono sua amica?-
- Ok, va bene. Vogliamo sapere chi è, però.- dice Paloma emozionata. Fa pure fatica a stare seduta.
- Michael, prego, rispondi!-  esclamo voltandomi verso di lui. Tutti seguono il movimento della mia testa come se fossero marionette, e ci ritroviamo a fissarlo.
- Ok… al-allora… Ehm…- comincia balbettando. Dopo un paio di secondi mi sembra di vedere una lampadina accendersi al lato della testa, mentre un sorrisetto soddisfatto gli appare sul volto.
- Siete pronti al colpo di scena?- continua. I più piccoli lo guardano come se fosse un mangiafuoco al circo, con sguardi pieni di ammirazione. Yasmine ha la testa appoggiata alla mano, con espressione annoiata ma profondamente divertita e interessata: probabilmente lo conosce meglio di chiunque altro e sa che sta facendo una messinscena. Paloma, però, ci è cascata. Be’, non si può dire che Michael non sappia intrattenere un pubblico.
- E ora… ecco a voi… Mon Cheri!- conclude mostrando una tavoletta di cioccolato che aveva preso di nascosto pochi secondi fa. Mi sbatto una mano in fronte, scuotendo la testa. Non si può, non si può!
Tutti ridono.
- Ma allora tu scherzava?- chiede rivolgendosi a me il fratellino più piccolo. Sbaglia pronuncia. Tutto suo fratello.
Guardo Michael. Sta scuotendo di pochi millimetri la testa, per dirmi di ammettere lo scherzo e finirla qua. Un ghigno diabolico fa la sua entrata in scena, scegliendo come teatro la mia faccia.
- Be’… diciamo che… naaaaa, non stavo scherzando! Mika è davvero fidanzato!-
- E chi è?- mi chiedono tutti. Ho come l’impressione che non prenderanno troppo sul serio Penniman quando deciderà di dirlo.
- È lei.- dice indicandomi. Silenzio. Ci fissano come se fossimo alieni. Fortunè ride, come se fosse una battuta, come quella di prima, ma nota che le sue sorelle non fanno lo stesso, e si ferma.
- Sul serio?- mi chiede Yasmine, mentre i suoi occhi saettano da me a lui, e viceversa.
Annuisco, un po’ impaurita. Michael è immobile, probabilmente chiedendosi quale sarà la faccia che i suoi fratelli faranno una volta capito ciò che ha detto
- Uuuufff, pensavo si fosse messo con un oca come quelle della vostra scuola. Mamma mia, che sollievo!-
Sbarro gli occhi. Che reazione. Wow.Yasmine, che ha parlato, mi tende la mano, scuotendo la mia e sorridendo.
- No, appunto, mi stavo chiedendo a quando le nozze! Siete sempre apiccicati!- interviene Paloma sorridendo.
- Be’, su, un bacio che vi faccio la foto!- dice Yasmine tirando fuori il cellulare.
- Yas, no.- taglia corto Michael. Sono imbarazzatissima, e se poi ci fanno baciare? So come possono essere i bambini: prendono te e il tuo ragazzo e fanno spiaccicare insieme le vostre facce.
- Daiiii, ti pregooo… il mio fratellino si è fidanzato! Sulla guancia?- insiste.
- A patto che… ci fate andare di sopra senza festeggiamenti vari!- esclama Penniman.
- E cosa fareste di sopra?- chiede maliziosa Paloma.
- Paloma, vuoi un pugno ora o subito?-
- Hei, tesorino, calma!- ribatte lei.
- Anche io da grande voglio fidanzarmi con una ragazza così carina…- sussurra il più piccolo.
- Grazie…- dico imbarazzatissima. – Se mai dovessi lasciare tuo fratello, verrò da te!-
Fortunè sorride felicissimo.
La mamma di Michael, guarda la scena divertita e intenerita. Quando incrociamo gli occhi, mi fa l’occhiolino, sorridendo.
Che famiglia fantastica.
                                                                    
                                                                                                                       *

- Ehi, Penniman, vado a dare una mano a tua mamma per apparecchiare.-  dico al ragazzo di fianco a me, che al momento è impegnato nel cercare di fare una specie di Tour Eiffel con delle monetine. Mi hanno fatto dare un bacio sulla guancia a Penniman, come se mi dispiacesse. Yasmine ha fatto la foto e siamo tutti felici e sereni.
- Oooh!- gli scuoto la spalla.
- Eeeeh!?Ah... Sì, scusa. A dopo.- risponde sorridendo e riprendendo la mission impossible, nonché riuscire a coordinare le dita delle mani per impilare le monete.

Scendo le scale, e mi ritrovo in cucina. Però è già tutto pronto, perfetto, apparecchiato, lucido e anche profumato. Quella donna è un miracolo vivente.
- Ah, eccoti!- mi dice. – Non sarai mica venuta ad aiutarmi?O avete fame?-
- In realtà tutt’e due… ma più la prima.-
- E Michael non ti ha tirato un libro in testa per evitare di farti venire?-
- Mmm.. no, direi di no!-
- L’educazione è una delle cose che mancano a quel ragazzo… e la lista è lunga…- aggiunge con sguardo triste.
- Ma cosa dice, è un ragazzo stupendo!- la contraddico arrossendo un po’.
- Dimmi, come va a scuola?-
- Be’, non si può dire che è bravo…-
- Infatti. E lo sai perché? È dislessico. Ma i suoi insegnanti non lo capiscono. Non lo aiutano. Verrà bocciato. Sicuro come… come…-.
- Non dica così.-
Mi guarda, e dopo un po’ sorride dolcemente. – Dai, torna su dal tuo amore, Cenerentola.-

Apro la porta, e trovo il mio uomo nella stessa posizione di prima. Solo che ha un libro, o meglio un mattone, in mano, e fa finta di leggere.
- Michael?- dico.
- Sì?- risponde non staccando gli occhi dalle pagine.
- Non starai mica facendo l’intellettuale?-
- Perché dovrei? Sto semplicemente leggendo il mio libro preferito!- dice trattenendo un sorriso.
- Ah be’… allora non hai problemi se ti chiedo di cosa parla?-
- Ehm… allora… c’è sto qua che… ehm… va nella foresta, e viene attaccato dai lupi mannari…- balbetta.
- Sai che stai leggendo i “Promessi Sposi”?- lo avviso prendendo in mano il mattone di carta e leggendo il titolo sulla copertina.
- Ehm… certo! Secondo te? Volevo vedere se eri attenta!-
- Penniman, non è che se io leggo cento libri l’anno anche tu devi farlo.-
- Io? Infatti ne leggo DUEcento!-
- Ma stai zitto, va’.- bacio.
- Tanto lo sai che io non leggo…- mi dice tristemente.
- Certamente, non è che ti lascio perché non leggi, eh amore!-
Sorride, prima di lanciare uno sguardo annoiato al libro. – Mi assicuri che non sto perdendo niente?-
- Ma tu dove sei durante italiano?-
- Tra le nuvole.- risponde sorridendo. Arriccia il naso come fa solo lui, e gli spuntano le fossette. Sembra un coniglietto!
- Quanto amo quando fai così!-
- Allora non lo farò mai più…-
- Noooo!-
- E invece sì!-
- Scemo, ti amo.-
- Anch’io…- mi bacia. Le farfalline nel mio stomaco, ci stanno costruendo una città.
- Ah, e Michael, volevo dirti che…-
- Che?-
- Ti amo.-
- Me l’hai già detto, comunque anche io.- dice sorridendo.
- Comunque…-
- Sì?-
- Ti amo.-
Fa una faccia strana, aggrottando le sopracciglia. Poi poggia la mano sulla mia fronte. – Non è che hai la febbre?-
- No, è che… sai…-
- Dimmi, dimmi?-
- Ti amo.-
- Ancora?-
- Sì! Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo!-
- Si può sapere perché lo ripeti?-
- Avevo bisogno di dirtelo. E poi volevo che ti entrasse in zucca, vorrei che tu capissi che sei la mia ragione di vita, vorrei che tu te lo ricordassi in futuro, prima di fare decisioni… ricordati… io ti amo, incondizionatamente.-

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Hhhheeeeeellllloooooo ragazzuole mie! (?)

Overrated in this goddamn world!


So, scusate l’enorme ritardo. Il capitolo sarebbe molto più lungo, ma ho deciso che è meglio farne due separati, e poi ci tenevo a pubblicare oggi, anche perché volevo…

… farvi …

… GLI AUGURI DI BUON COMPLEANNO!!

Ok, dopo la battuta di pessimo gusto, evaporo!

A presto (lo dico tutte le volte e poi!!)


mati :D

p.s. vi amo!

PUBBLICITÀ:

Leggete la storia su Mikiara di RosePenniman12, che è stupenda, e tralatro ci tenevo a sottolineare che la stimo troppo perché si chiama come muà xD

E leggete assolutamente "The story of our life" di _Never Stop Dreaming_ ci sarà anche il Pupazzone Riccioluto ma soprattutto, io sono una delle protagoniste! Yuppi! :D



 
 

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