Die in your arms

di Iflywithyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Esperimenti. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Briciole di passato. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Cambiamenti. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Confessioni. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Delusioni. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Mostri che ritornano. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Ricordi. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Ricordi di una vita mai vissuta. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Seconde opportunità. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Segnali. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Sentimenti scoperti. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Decisioni opportune. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Il passato va affrontato. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Speranza. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - E la verità fa male. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Nostro. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Lettera. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 - Addio. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Esperimenti. ***


          





-Sei sicura di volerlo fare?-  Annuì prontamente,stringendo la mano di mio fratello Jason.
-Potete spiegarmi meglio in cosa consiste l’esperimento?- Non che non l’avessi capito,ma mi sembrava una cosa un po’ folle e surreale.
-In pratica,quando entrerai nella cabina dovrai dirci se vuoi viaggiare nel passato o nel futuro,e se il nostro progetto è riuscito,ti troverai lì. Dovrai restarci circa due mesi se tutto va bene,per qualsiasi cosa puoi chiamarci.-  Annuì per la seconda volta e mi sistemai i capelli.
-Sei pronta?- Feci un cenno affermativo con la testa e entrai nella cabina.
-Allora,dove vuoi andare?- Questa volta era stato mio fratello a parlare,con la voce un po’ titubante.
-Nel futuro.- Risposi,convinta. Mi sarebbe piaciuto ritrovarmi in dieci…venti anni più avanti,per vedere se la scienza aveva fatto progressi,o i metodi di studio,oppure ancora se c’era stata qualche scoperta rivoluzionaria..
-Bene. Ora devi solo rilassarti. Chiudere gli occhi e rilassarti…- Feci come mi avevano suggerito e poco a poco sentì una leggera pressione,qualcosa che mi spingeva in giù. Tirai un respiro profondo e riaprì gli occhi,ritrovandomi in piedi dietro un’enorme villa. Il mio cellulare squillò,lo afferrai e lessi il messaggio.
‘La tua nuova casa,almeno per un po’. Appena puoi chiamaci. -Jason.’
Mi guardai intorno spaesata. Aveva funzionato davvero?
Corsi fino ad arrivare in strada. Quella era la mia città,eppure era così diversa. Mi avvicinai ad un ragazzo che doveva avere almeno vent’anni.
-Scusi,in che anno siamo?- Mi guardò stranito,poi mi rispose.
-Nel 2025…- Lasciò la frase in sospeso. Voleva sapere il mio nome,l’avevo capito,ma io ero troppo schoccata per riprendere parola.
Afferrai il cellulare e chiamai mio fratello.
-Jason,non ci crederai mai,ma ha funzionato davvero. Sono avanti di circa dieci anni..io sono nel futuro.-

Quante cose erano cambiate rispetto al passato. Era la stessa città,ma non riuscivo a non guardarla in modo diverso. A partire dai cartelloni pubblicitari,agli edifici. Attraversai tutto il paese a piedi,per farmi un’idea generale,per guardare le nuove – e vecchie – persone,notando che io e mio fratello,mancavamo.
Lo chiamai.
-Jason,questo è un futuro in cui io e te non ci siamo!-
Lo sentì sospirare.
-Non so cosa risponderti. Come ti trovi?-
Scrollai le spalle.
-Ho fatto solo un giro,tutto qui. Senti,ora devo andare,ti chiamo dopo. Salutami tutti.-
Staccai la chiamata senza sentire una sua risposta e mi avviai in un posto,dove non andava mai nessuno. Lì c’era la prova della mia esistenza.

Entrai nel parco,notando con non molta sorpresa che era deserto. Lo era sempre stato. Eppure non era brutto..ma l’unica persona che ci andava,sin dal mio passato,ero io,e occasionalmente i piccioni.
Camminai qua e là,beandomi della quiete. Poi mi avvicinai al tronco di un albero caduto,e notai il mio – quasi – disegno. Era un po’ sbiadito,ma c’era ancora,inciso nel legno. Era un paio d’ali,che stava a significare la libertà. Sorrisi.
-Bel posto,vero?-
Sussultai e mi girai,notando un ragazzo – o meglio dire,un uomo – di circa una trentina d’anni.
-Si,beh,è tranquillo.- Scrollai le spalle.
-Non ci viene mai nessuno,sono sempre solo qui. Mi piace venirci a pensare,qui dentro.-
Schiusi la bocca. Il pensiero che qualcun altro,oltre me,conoscesse la bellezza di quel parco mi fece sorridere. Ci venivamo per lo stesso motivo.
-Si,anche a me. Ci venivo spesso,quando ero più piccola.-
Lui piegò leggermente la testa di lato,e chiuse gli occhi per qualche secondo. Poi li riaprì.
Erano verdi,e brillavano alla luce del sole. Nemmeno quelli di mio fratello erano così.
-Non ti ho mai vista qui..-
Ovvio che no. Non mi hai vista perché tu non c’eri,nel passato.
-Si,beh,sono stata via per un po’.- Misi gentilmente i miei capelli da un lato e porsi la mano.
-Comunque io sono Clary.- Mi sorrise e ricambiò la stretta.
-Harry.-
Si avvicinò al tronco,notando che stavo guardando da quella parte.
-Oh,mi è sempre piaciuto questo disegno. Ho sempre desiderato sapere chi l’avesse impresso. E’ di una perfezione maniacale.-
Scrollò le spalle. Io sorrisi vittoriosa.
-Puoi morire felice,adesso. L’ho fatto io,qualche anno fa.-
Schiuse la bocca,sorpreso.  Aveva una barba appena accennata.
-Sei brava,davvero.-
Sorrisi sincera. Il disegno era la mia grande passione. Quando qualcosa non quadrava,o semplicemente volevo chiarire le idee,disegnavo.
-Grazie.-
Ricambiò il mio sorriso e notai per la prima volta le fossette che gli comparivano agli angoli della bocca.
Chiusi gli occhi e mi lasciai scombinare i capelli dal vento,sentendomi libera. Ero così persa nei miei pensieri che non mi ero accorta del telefono che suonava.
-Non rispondi?-
Harry mi guardava con un sopracciglio alzato,mentre io mi portai una mano alla tasca.
-Si,scusami..- Cacciai l’IPhone e risposi.
-Pronto?-
-Clary! Ma dove sei?-
Imprecai a bassa voce nel riconoscere quella voce. Evidentemente,la mia amica Brooke non era stata avvisata della mia partenza,ed era spazientita. E dal tono che aveva usato,era anche parecchio,spazientita.
-Brooke! Scusami,non posso parlare..chiama Jason,ti spiegherà tutto lui. Ci sentiamo!- Staccai la telefonata senza sentire la sua probabile risposta. Intanto,Harry mi stava osservando. O meglio,osservava il mio telefono.
-Hai un telefono che si portava dieci anni fa,Clary.-
Mi scostai i capelli dietro le orecchie,e presi il mio telefono in mano.
-Dici? Ti ho spiegato che sono stata in una città un po’ all’antica..giusto?-
Lui scrollò le spalle.
-No,mi avevi detto solo di essere stata via. Ma non credo sia importante,no?-
-No,infatti.-
Nessuno dei due sembrava volersene andare. Tanto,comunque non avevo niente di meglio da fare.
-In ogni caso,il telefono è come nuovo,quindi perché cambiarlo?- Sapevo che era un argomento banalissimo,ma era l’unica cosa che mi veniva in mente. Lui mi guardò,sorpreso.
-Sono rimasti in pochi,a pensarla come te.-
Aggrottai le sopracciglia.
-Che vuoi dire?-
Mise le mani in tasca,e la sua voce risuonava più roca di quanto lo fosse prima. Mi sofferma a guardarlo,per la prima volta davvero. Gli occhi erano ancora luminosi,ma non come quelli di un adolescente in pieno sviluppo. Aveva dei muscoli tonici,e le maniche corte lasciavano scoperti tatuaggi che si protendevano per tutte le braccia. Aveva un accenno di barba,e dei capelli ricci scuri,non troppo lunghi.
-Col tempo,non sono cambiati solo i modelli di un cellulare,o i modi di vestire. Anche quello di pensare è cambiato. Anzi,soprattutto quello di pensare. La gente è di mentalità piccola,questo è il problema. Si ferma solo all’apparenza,senza conoscere le cose o le persone.-
-C’è sempre stato questo problema.- Dissi distrattamente. Era vero. Se c’era una cosa che era restata immutata era il fatto che la gente era sempre pronta a puntarti il dito contro.
-Si,in effetti è vero. E’ una cosa che ho imparato già da quando avevo dieci anni,ma tu avresti dovuto essere appena nata,comunque.-
Sorrisi,e lui si portò la mano alla fronte con fare teatrale.
-Mi sa che ti ho appena rivelato la mia età,giusto?-
Scossi la testa,facendo ondeggiare i miei capelli.
-Hai solo confermato una mia impressione.-
-Ovvero?-
Lo guardai.
-Hai trent’anni,no?-
Lui mi sorrise,e dopo poco annuì.
-Quindi tu ne hai venti,giusto?-
Questa volta fu il mio turno,di annuire. Guardai furtivamente l’orologio e distolsi lo sguardo. Mi sarebbe piaciuto rimanere in quel posto,se non altro per riallacciare i legami col passato di cui avevo fatto parte,ma di cui nessuno pareva ricordarsene.
-Mi sa che per me è ora di andare.-
Mi girai verso di lui,pronta a salutarlo. Aveva compiuto il mio stesso movimento,quindi doveva esserselo aspettato,oppure doveva andare via anche lui.
-Si,anche per me. Immagino che ci vedremo presto,Clary.-
Mi grattai la nuca,e feci per voltarmi. Diedi un ultimo sguardo al mio disegno e cominciai a camminare.
-Se continuerai a venire in questo posto,per forza ci vedremo spesso.- Gli urlai da dietro.
Sorrisi. Forse non avrei dovuto essere così tanto impulsiva e fare amicizia con lui. Infondo,sapevo che dopo due mesi sarei ritornata a casa,e avrei lasciato lì tutti i miei ‘nuovi’ legami. Avrei dovuto cercare il più possibile di non affezionarmi a niente e a nessuno,se non altro per non soffrire,dopo.
Ma,d’altronde,non potevo passare due mesi totalmente in solitudine,giusto?

 


SOOOOOOOOOOO.
Eccomi tornata con un'altra fanfiction! Questa è quella di cui vi parlavo non molto tempo fa.
Allora. Comincio col dire che ci tengo tantissimo a questa storia,e mi piacerebbe che voi la leggeste e mi deste un vostro parere,come sempre.
Ringrazio immediatamente Sara_Scrive per il magnifico banner,che mostra la mia Clary e il mio Harry.
Come avrete notato,Clary è Lily Collins. Solamente il nome e la passione per il disegno saranno uguali alla Clary di Shadowhunters,comunque.
Ma,ovviamente,voi potete immaginarla come vi pare.
Spero vivamente che questa fanfiction vi piaccia,fatemi sapere.:)
A presto!
Un bacio,
Roo.:)) <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Briciole di passato. ***


        



-Ecco,mi dia questo.-
Porsi la busta al ragazzo alla cassa,e dopo aver pagato portai i libri fuori dal negozio. Li sfogliavo come se fossero il tesoro più grande del mondo,e in un certo senso era vero.
-Ma non mi dire che oltre a disegnare leggi,anche.-
Sobbalzai quando una voce mi risvegliò dai miei pensieri,e una testa riccia comparve nella mia visuale.
-Eh già. E leggo anche parecchio,sappilo!- La buttai sul ridere.
-Mamma mia,allora sei proprio diversa..- Lui ricambiò a mo di scherzo la mia battuta. Risi,e lui fece lo stesso.
-Non ti ho vista al parco,oggi.-
Scossi la testa,riponendo i libri nella busta.
-Infatti non c’ero. Non potevo,tutto qui.-
Di certo non potevo spiegargli del mio inconveniente con Jason Seinelfuturoperunesperimentoenonperfareconquiste Masterson.
A quanto pare,non gli aveva fatto esattamente piacere che io avessi in un certo senso fatto amicizia con qualcuno che non è del mio stesso tempo. Diceva che se mi fossi legata a qualcuno poi ci avrei sofferto e avrei inoltre dovuto spiegargli tutta la faccenda dell’esperimento. Ma non ne avevo decisamente intenzione. Mi avrebbe solamente giudicata pazza. Del resto,chi non lo avrebbe fatto?
Perfino io sapevo che se qualcuno si fosse avvicinato a me dicendomi ‘Ehi sai,io in realtà provengo da un passato non molto lontano e sono qui per un esperimento che cambierà la mia vita e quella della scienza’ lo avrei dato per matto. Non è una cosa da tutti i giorni,lo sapevo.
-Perché,cos’era successo?-
Mi sorrise. Era davvero un sorriso pieno di vitalità. Uno di chi sa il fatto suo,ecco.  Sicuramente,sapeva di essere bello,ma bello da morire. E poi doveva essere uno che doveva tenerci davvero tanto,se a trent’anni non aveva ancora perso nulla della sua bellezza.
-Solo..una discussione con mio fratello.-
Lui aggrottò le sopracciglia,guardandomi.
-Hai un fratello? E dov’è?-
Sgranai gli occhi.
-E’ solo in un altro paese,tutto qui.-
Sperai di aver chiuso definitivamente l’argomento. Non volevo dire altro a riguardo. Né della mia famiglia,né della situazione in cui mi trovavo.
-Va bene,d’accordo,ho capito.-
Risi nervosamente e osservai Harry passarsi una mano fra i capelli e assumere un’espressione vagamente familiare. Mi ricordava qualcuno,ma non riuscivo a capire chi.
Decisi di non pensarci e di passare avanti.
Fece un colpo di tosse,probabilmente per risvegliarmi dal mio stato di coma temporaneo,e indicò ciò che avevo in mano.
-Che libri hai preso?-
Sorrisi,e gli porsi la busta rossa della libreria. Dopo aver dato una veloce occhiata,li rimise al loro posto.
-Ti piace il sovrannaturale,vero?-
-Si,abbastanza. E delle volte ci credo,anche.-
-Cioè,credi agli angeli,ai vampiri e alle cose dei libri fantasy?-
Camminavamo vicini,ma non troppo. Volevamo sì evitare contatti occasionali,ma nemmeno sembrare due estranei. Anche se in parte lo eravamo. Io non sapevo niente di lui,e lui non sapeva niente di me.
-No,non a tutto. Ma negli angeli si. In quelli ci credo.-
-E come mai?-
Piegai la testa di lato. Che voleva dire?
-Perché,ho bisogno di un motivo per crederci?-
-Molte persone non ci credono.-
-Ma io non sono come gli altri.- Dissi,con voce decisa.
Non ero una principessina altezzosa,ma non ero nemmeno immatura come moltissime persone.
-Lo spero.-
Lo guardai con la coda dell’occhio e mi mordicchiai un’unghia,notando che mi stava osservando. Presi un respiro profondo,sapendo che quel che stavo per fare mi sarebbe costato caro.
-D’accordo,hai vinto. Mi piace il fatto che ci sia qualcuno che ci guarda,da lassù,e che sappia già la nostra vita a memoria. Qualcuno che ci porti dalla persona a cui eravamo destinati,qualcuno che ci permetta di fare errori e di imparare da essi. Qualcuno a cui siamo legati come burattini,ma che non manovrano completamente la nostra vita.-
Arrivammo in una specie di campo da calcio,e ci sedemmo sulle scale. Notai che mi guardava con un’espressione incuriosita,così continuai.
-Vedi questa macchiolina bianca?- Abbassai una parte del tessuto per lasciare scoperta la mia spalla,e indicai una cosa simile ad una voglia,solo di colore bianco. Lui mi guardò stupito,ma prima che potesse dire qualsiasi cosa,lo precedetti.
-Quando ero piccola la odiavo. Devi sapere che qui c’era un neo,e questa specie di macchia me lo copriva. Mi piaceva davvero tanto,e detestavo il fatto di non averlo più. Mia madre,per farmi stare meglio,una volta me la paragonò al primo amore. Mi diceva che il neo rappresentava il mio cuore,mentre la macchia la persona che me l’aveva rubato,portandomelo via e facendomi innamorare. Mi disse anche che,quella piccola stranezza,era come un filo. Ad essa infatti era legato come un filo,che mi portava da un’altra persona,che forse avrebbe avuto la mia stessa e identica macchia. Da quel giorno,cominciai ad apprezzarla di più,e in ogni ragazzo,cercavo qualcosa di simile alla mia macchiolina. Non sapevo il motivo,ma c’era qualcosa che mi spingeva a farlo,ma non la trovai mai. La persona con quella macchia,intendo. Da allora ho capito  che l’amore non si trova se lo cerchi,ma arriva quando meno te lo aspetti.-
Harry,che per tutto il tempo era stato muto ad ascoltarmi,sorrise.
-E’..è una bella storia.-
Annuì.
-Si,beh..tu dici?-
Questa volta fu lui ad annuire.
-Si. Mi piace. Ma cos’è quella macchia,alla fine?-
Scrollai le spalle.
-Non lo so. E’ più una stranezza,che una rarità,a dirla tutta.-
-E perché non ti piaceva?-
Mi passai i capelli tutti d’un lato e mi guardai intorno. Non ero mai stata in quel posto,quindi sicuramente era una cosa costruita successivamente.
-Perché nessun altro ce l’aveva. E non volevo qualcosa che mi differenziasse dagli altri,non ne avevo motivo. Avevo paura che,se l’avessi mostrata a qualcuno,mi avrebbe giudicata diversa. In effetti non so perché lo credessi,dato che non ha niente di strano,ma ero piccola,e di ogni pelo ne facevo una trave.-
Lui stette qualche minuto a pensarci,con lo sguardo assente,perso nel vuoto. Il verde sfavillante dei suoi occhi si fece prima cupo,poi tornò a brillare. Sembrò in attesa delle parole giuste da dire,poi mi guardò e sorrise.
-Perché mi guardi così?- Mi pentì immediatamente della stupida domanda che avevo appena posto,ma lui sembrò non prenderla troppo sul serio,e continuò a guardarmi esattamente come due secondi prima.
-Così come?-
-Come se vorresti dirmi qualcosa,ma non puoi.- Continuai,imperterrita. Non distolsi nemmeno per un attimo il contatto con i suoi occhi,che nascondevano un’infinità di segreti ancora da svelare.
-Non ho niente da dirti. Almeno,nulla che non ti abbia già detto.-
Annuì,scostandomi i capelli dal volto. Poi feci apparire l’ombra di un sorriso.
-Forse è meglio andare,Clary.-
Guardai l’orologio,notando solo in quel momento di come il tempo scorreva velocemente.
-Però ho un’idea da proporti.-
Lo guardai stranita,corrugando la fronte.
-Che vuoi dire?-
-Lo vedrai.-
E detto questo,si alzò e cominciò a camminare. Mi guardai intorno spaesata,cominciai a correre e riuscì a raggiungerlo.
-Harry,aspetta! Che vuoi dire?-
Si girò,col sorriso stampato in faccia.
-Seguimi,Clary,ma non fare domande. Ti fidi di me?-
Mi morsi il labbro inferiore e cominciai a giocare con una ciocca di capelli.
-Se tu mi dici che posso farlo,si.-
Allargò ancora di più il suo sorriso,e mi porse la mano.
-Bene,allora vieni con me.-





SOOOOOOOOOOOOO.
Rieccomi col secondo capitolo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative.:)
La storia della macchia,è vera. Io ne ho una dietro la spalla e la odiavo,così mia madre mi raccontava quella specie di storia. Credevo fosse una cosa carina da inserire nel capitolo.^-^
Non succede granché,ma non è nemmeno un capitolo di così poca importanza.
Fatemi sapere come sempre le vostre opinioni.:)
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Cambiamenti. ***


             




-Perché siamo a casa tua?- Lo guardai stranita,salendo gli scalini.
-Devo prendere una giacca,poi ti porto in un posto.- Cacciò un mazzo di chiavi e aprì la porta.
-Ehi! Ma tu hai le chiavi!- Entrai e sbattei la porta,guardandolo interrogativa,ricevendo la stessa occhiata di rimando.
-Perché non dovrei?-
Scrollai le spalle,togliendomi un ciuffo di capelli finito negli occhi.
-Io non ce le ho. Per entrare a casa mia ci vuole l’impronta delle dita.- Ricordai il buffo sistema che occorreva per accedere nella casa,pensando che fosse senza dubbio uno dei metodi più rivoluzionari,e uno dei cambiamenti più buffi.
-Si,beh,alcune case hanno questo sistema.-
-Perché tu no?-
Rispose alla mia domanda,ma io nemmeno lo sentì. Guardai invece con molta attenzione una foto esposta nel corridoio. C’erano Harry e un altro ragazzo,che riconobbi all’istante.
Styles.
-Sei il fratello di Alexander Styles?- Lo guardai,il battito del cuore improvvisamente accelerato.
-In verità sono il cugino,ma ci somigliamo molto. Lo conosci?- Una nota di curiosità fece apparizione nella sua voce. Tornai a guardare la foto,che rappresentava due ragazzi sorridenti. Avevano i tratti più giovanili,e dedussi che doveva essere stata scattata almeno sette anni prima.
Harry aveva i capelli più folti,gli occhi più accesi e un sorriso smagliante,contornato dalle solite fossette. Accanto a lui,un altro ragazzo. Alto,occhi scuri e profondi,capelli ricci,fini,molto più sottili di quelli di Harry. Anche sul suo volto c’era un bellissimo sorriso. Bellissimo,come lui,d’altronde.
-Clary,mi stai ascoltando?-
Sussultai e mi girai verso Harry. Sorrisi.
-Non ho capito,puoi ripetere la domanda?- Giocherellai nervosa con una ciocca dei miei capelli.
-Ti ho chiesto come conosci Alex.- Ricambiò il mio sorriso.
-Un amico di mio fratello.- Scrollai le spalle. In fin dei conti,era una mezza verità. Di certo non potevo raccontargli la storia dall’inizio,perché avrei dovuto raccontargli del mio piccolo ‘’viaggio nel tempo’’ così decisi di chiudere lì l’argomento,anche se continuai a ripensare al ragazzo per tutto il tragitto in macchina.

-Pensavo che mi avresti portato su una collina a fare un romantico picnic come nei film,dove mi confessavi di avermi sempre amato,non qui.- Chiusi la portiera della macchina,guardando Harry che chiudeva l’altra. Sul suo volto c’era un’espressione divertita.
-Ci conosciamo da si e no tre giorni. E’ un po’ presto per amarti,non credi?- Concluse,quasi a volermi stuzzicare.
-Questa è la parte in cui io dovrei sottolineare la tua sovrannaturale bellezza,dicendoti che non importa il tempo,ma i sentimenti che provo per te sono troppo forti,giusto?-
Rise,scuotendo il capo.
-Cosa c’è? Sei così sconvolta che ti abbia portato al centro commerciale?-
-No,è solo che..lascia stare.- Portai con fare teatrale una mano alla testa,e entrai.
-Cosa ci facciamo qui?- Guardai verso di lui,che mi trascinò in un negozio.
-Semplicemente,ti mostro cosa ti perdi.- Sorridemmo entrambi,e fu quello il momento in cui realizzai che finché avessi vissuto nel futuro e ci fosse stato Harry,la mia vita non sarebbe stata affatto prevedibile.

-Guarda che maniacale perfezione!- Girai fra le mani il mio nuovo cellulare,bianco. Secondo Harry,mi sarebbe servito per molte cose,e dandogli retta,la comprai.
-Clary,lo hai ripetuto già tre volte!- Rise,cercando di prenderlo fra le mani.
-Harry,guarda,sbrigati!- Azionai la telecamera e scattammo foto. A partire col sorriso,a finire con le facce buffe.
-Grazie per questa piccola..escursione.- Enfatizzai il tono sull’ultima parola,ridendo.
-No,niente.- Scosse la testa facendo ondeggiare i ricci scuri. Mi chiesi com’era possibile che un uomo così,a trent’anni non fosse sposato.
-Harry,posso farti una domanda?-
Mi aspettavo una risposta tipo ‘L’hai già fatta.’ Invece lui si limitò ad annuire,guardandomi.
-Cos’è successo a Jason Masterson? E’ ancora qui?- Chiesi,incerta.
-Oh,si. Non esce quasi mai di casa,ma non so dirti il motivo. Lo conosci?- Mi guardò,con sincera curiosità.
-Si,diciamo di si. Ha cambiato casa recentemente?-
-No,credo che abiti lì da circa undici anni- Ti ci devo accompagnare?-
Scossi il capo,negativamente.
-So dove abita. Ehm..ti chiamo dopo?-
Mi sorrise,annuendo. –Certo! A dopo!- Mi fece segno con la mano e cominciò ad allontanarsi,mentre io percorrevo la mia strada.
Devi solo sperare che non ti prenda per pazza.

Bussai alla porta della –mia – casa e venne ad aprirmi mio fratello. Appena mi vide,sbarrò gli occhi.
Per un attimo temetti che potesse cadere a terra,poi reprimetti l’impulso di toccarlo e spinsi la porta abbastanza da entrare.
-Jason..stai bene?-
Che domande stupide. Ovvio che no. Avrei dovuto avere almeno dieci anni in più,e vedersi arrivare la sorella ventenne non doveva essere nell’agenda di mio fratello.
Sbiancò di colpo,e si andò a sedere sul divano. Era tutto come lo ricordavo. Pareti bianche,il divano giallo. Il tavolo in cucina perfettamente al centro. Perfino la ciotola col mais era ancora al proprio posto.
-Chi sei?- La voce spaventata e tormentata nascondeva senza dubbio preoccupazione.
-Jason,so che può sembrarti una montatura,ma io sono Clary e..- Mi stoppò.
-No,mia sorella si chiamava..si chiama Clary. E tu non puoi essere lei.-
Mi fermai all’improvviso.
-Jason..cerca di ricordare. Dieci anni fa,una macchina del tempo..-
-Tu non puoi essere Clary.- Boccheggiò.
-Jason,ti prego ascoltami. Dieci anni fa,una macchina del tempo. Viaggio nel futuro..-
-Come faccio a crederti?- Mi interruppe,con voce rotta.
-Come saprei che alle medie ti facevi chiamare solamente J? Come saprei che tu e tua sorella – cioè io – avete un posto segreto dove fin da piccoli vi raccontavate ogni tipo di cosa? Sei sempre stato il suo migliore amico..- Presi un respiro profondo,mentre guardavo gli occhi di Jason farsi sempre più rossi.
Non giocarti quella carta.
-Come saprei che cinque minuti prima delle nozze della tua ex ragazza,lei ti ha baciato e poi è ritornata da suo marito?-
Spalancò gli occhi,e mi avvicinai a lui.
-Jason,io..-
-Clary?-
Una voce proveniente dal corridoio mi chiamò.
Oh,no.
Alexander.
Mi voltai,incrociando ancora una volta quegli occhi così profondi e pieni di vitalità,e per la prima volta,sul suo viso non c’era l’ombra di un sorriso. Era preoccupato,sbalordito,meravigliato..quasi avesse visto un fantasma.
-Alexander..ti prego,devi credermi. Io sono la sorella di Jason. Anche se dimostro vent’anni,sono io. Clary!-
Cercai di convincere l’unica persona che avrebbe potuto ascoltarmi.
-Clary.- Cominciò,con voce dolce,ma ancora afflitta. –Non puoi essere qui,non puoi essere tu.-
-Perché continuate a dirmelo tutti?- Gridai. Lui non si scompose,ma al contrario,Jason sembrava sconvolto.
-Spiegami tutto,Clary. Ti crederò.- Cercò di avvicinarsi,ma io mi allontanai.
-Rispondi alla mia domanda,Patrick.- Perché,lo sapevo bene,lui si faceva chiamare Alexander,che era il suo secondo nome. Il suo vero nome,era Patrick.
Patrick Alexander Styles.
Emise un sospiro e parlò.
-Non puoi essere tu,perché Clary,la sorella di Jason,è morta quattro anni fa.-





SOOOOOOOOOOOO.
Prima di tutto,mi scuso per il leggero ritardo,ma questo capitolo è importante,non volevo banalizzarlo.
Ecco qui che Clary si ritrova ad affrontare i legami col suo passato,con suo fratello,e inaspettatamente,il cugino di Harry,Patrick Alexander.
Ha tutta una storia a sè,che sarà spiegata man mano con lo scorrere dei capitoli.
Di certo,la nostra protagonista si aspettava tutto,tranne che questo.
Spero di non aver deluso le vostre aspettattive,comunque.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto.:)
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Confessioni. ***


             




-Hai pianto per oltre un ora,stai bene?- Alexander – o Patrick – si sedette affianco a me,che alzai lo sguardo. I miei occhi nocciola gonfi e rossi guardarono verso di lui,incontrando due iridi scure.
-Senti,io credo a tutta la storia che mi hai raccontato,va bene? Vorrei solo che tu ti fidassi di me da raccontarmi,oltre alle cose che dovevi raccontarmi,anche ciò che senti. Lascia da parte il passato,Clary,e rivolgiti al presente,o nel tuo caso,al futuro.- Mi sorrise,e si passò una mano fra i capelli ricci e scuri.
-Chi sono,Alexander? Dimmelo tu perché io non lo so.-
-Sei sempre tu,Clary. Sei Clary Masterson,ecco chi sei.-
-No!- Urlai,con tutta la voce che potevo. –Non posso essere più lei,perché lei è morta quattro anni fa,capisci? Mi sento come se tutto il mio mondo fosse stato stravolto. Sapere che tutto ciò per cui ti sei tenuta da parte,ti è stato portato via. Perché è successo? Non avrò figli né marito,non avrò una vita lunga e prosperosa come tutti sognano,come io sognavo per me stessa! Credevo che l’avrei sentito,invece non sento niente!- Mi sentivo andare a fuoco,le vene sul collo pulsavano velocemente ed esplodevo di rabbia.
-C’è ancora un modo per salvare te stessa,lo sai..- Cercò invano di calmarmi. No,non sarebbe stato possibile.
-No,non c’è,e lo sai meglio di me! Non posso sfuggire al destino,sempre ammesso che esista. Se c’è qualcuno lì sopra – indicai il cielo – mi troverà,anche se cercherò di scappare. Lo sai,scappare non serve a niente,rende solo più grandi i tuoi problemi.- Mi fermai,incontrando il suo sguardo incerto. –Quando tornerò al presente,non dirò nulla di tutto questo a mio fratello. Ma dovrò stare attenta a non legarmi a nessuno,dovrò evitare qualsiasi tipo di relazione.- Pensai a Harry,e il mio cuore ebbe un sussulto. Lui era già dentro la mia vita come non lo era mai stato nessuno. Non potevo lasciarlo sfuggire. Anche se sapevo che sarebbe successo,perché lui sarebbe rimasto nel futuro,e io sarei dovuta tornare a casa mia. –Come sarà,allora?-
-Non sarà facile,anzi,sarà molto difficile. Ma tu sei forte,tu puoi farcela.- Mi accarezzò i capelli e mi accasciai su di lui,scoppiando,ancora per una volta,in un pianto disperato.
-Devo vedere Harry..- Nient’altro che un bisbiglio. Così piano che mi ero a malapena sentita da sola.
-Come dici?- Si staccò leggermente,anche se non smise di tenermi abbracciata. Mi scostai i capelli dal viso e lo guardai.
-Ho detto solo che ho bisogno di vedere una persona. Scusa..magari ci vediamo domani,d’accordo?-
Lui mi sorrise e annuì. Dopodiché corsi via,inviando un messaggio a Harry.
Sto andando verso il nostro parco,mi raggiungi?
La risposta arrivò pochi attimi dopo,mentre vagavo nei meandri della mia mente,che in quella giornata aveva già subito fin troppe brutte informazioni.

- Clary! Va tutto bene?-
Mi voltai in direzione della voce,che risuonava già familiare. Camminai a passo svelto verso di lui,abbracciandolo di colpo.  Preso alla sprovvista,Harry cinse con le sue braccia i miei fianchi,e lasciai che le mie lacrime amare bagnassero la sua camicia. Mi ero ripromessa che non avrei pianto,almeno non davanti a lui,per evitare di dare spiegazioni. Ma speravo,in cuor mio,che si sarebbe accontentato farmi stare meglio facendomi distrarre,omettendo delle eventuali domande.
-Ehi,calma. Va tutto bene..- Sussurrò alle mie orecchie mentre continuava a stringermi. Per tutta risposta,lo abbracciai più forte,singhiozzando.
-Se non vuoi dirmi cos’è successo,lascia almeno che lo capisca da solo..guardami,Clary.-
Alzai lo sguardo,incrociando due occhi verdi smeraldo. Non accesi come sulla fotografia in casa sua,questi contenevano più segreti. Erano i tipici occhi di chi ha qualcosa da raccontare. Qualcosa di prezioso. I tipici occhi che non possono essere letti,perché hanno una barriera davanti a loro.
- Harry,non riuscirai a capire..- Cercai di convincerlo che era inutile,e in parte ci riuscì. Si arrese,ma riuscì a cogliere una punta di dispiacere nel suo sguardo.
-Allora,ti vanno le altalene?- Sorrise,ma rimasi delusa quando notai che non fu abbastanza ampio da far comparire le fossette. In ogni caso,annuì ed entrambi cominciammo a dondolarci sulla giostra.
-Stavamo insieme.- Dissi a un tratto. Lui mi guardò interrogativo e scosse la testa.
-Chi?-
-Mi hai chiesto come conosco Patr..Alexander. Prima ti ho detto una mezza verità. Ora voglio dirtela tutta.- Chiusi gli occhi e gettai la testa all’indietro,come per assaporare l’aria così pura. Poi li riaprì,ed Harry mi guardava esattamente come prima.
-Ma mio cugino ha almeno dieci anni in più a te,Clary..-
-Anche tu.- Lo stoppai prontamente.
-Si,ma noi non stiamo insieme.- Cominciò ad alzare il tono.
-Ma siamo amici. E io e lui eravamo amici,prima di tutto. Poi dopo è successo quello che è successo.- Mi sorpresi quando la mia voce uscì calma. Mi sarei aspettata,da me stessa,di balbettare.
-E cosa è successo,esattamente?- Si fece più avanti e smise di dondolare.
Lo guardai e spalancai gli occhi. Feci dei movimenti con la testa e deglutì. Lui si alzò e mi guardò,furioso.
-Cosa? Dimmi che non è vero,Clary!-
Mi sentì piccola piccola,ma parlai,con voce più acuta.
-Una volta soltanto.- Quasi come a voler giustificare le azioni passate. –Lo facevano tutti,così l’ho fatto anche io. Dopo gli dissi che non lo volevo più fare,perché non mi sentivo pronta. Lui si arrabbiò moltissimo e mi lasciò. Da allora giurai di non fare più nulla solo perché lo facevano gli altri,e alla fine non l’ho più fatto.-
-Perché mio cugino non me lo ha mai detto? Insomma,noi siamo come fratelli,ci raccontiamo ogni cosa..-
Lo interruppi. Sapevo che per lui aveva significato molto,il fatto che mi fossi aperta e gli avessi raccontato qualcosa inerente al mio passato,anche se avrebbe preferito non saperlo. In effetti,quella era una parte di me che non avevo mai raccontato a nessuno.
-Semplicemente,gli chiesi di non dirlo a nessuno. Ha anche lui un cuore,ascoltò la mia richiesta. Almeno credo.- Feci una faccia buffa che gli fece comparire un breve sorriso,che poi scomparve subito.
-Tu..volevi? Oppure lui ti ha costretta? Perché ti giuro che se è così io farò..-
-Tu non farai proprio niente,se non ascoltarmi.- Gli dissi con durezza. –Ammetto che forse non volevo del tutto,ma se è successo,la colpa non è solo sua.- Strinse i pugni e fece un respiro profondo.
-L’hai perdonato?-
Lo guardai curiosa. Sorrisi nel vedere la realtà. Lui era un ragazzo di trent’anni,che si stava preoccupando per me,che ne avevo dieci in meno. Ma in fondo,si sapeva,l’età non è mai stata un problema.
-Si,l’ho fatto. Lui è stato uno delle poche persone a cui ho davvero tenuto,sapeva che non avrei sopportato di perderlo.-
Si bagnò le labbra con la lingua,poi annuì. Si risedette e ricominciò a fare avanti e indietro con l’altalena.
-Non avevi molti amici,vero? Dov’eri prima,intendo.- Scossi la testa. In effetti,era vero.
-Ho sempre avuto solo mia madre,mio fratello,e lui.-
-E l’hai visto Alexander,da quando sei arrivata?-
Mi passai una mano fra i capelli.
-Per me lui è sempre Patrick.- Lo vidi schiudere la bocca e continuai. –Comunque si,l’ho visto.-
-E come è stato?-  I suoi occhi si incrociarono per una frazione di secondo con i miei,prima che io distolsi lo sguardo.
-Sei mai stato in gita scolastica,senza i tuoi genitori?- Lui annuì,dandomi la spinta per proseguire. –Vedi, quando ci andavo io,al ritorno non vedevo l’ora di riabbracciarli. E quando lo facevo,mi sentivo a casa,di nuovo. Ecco com’è stato. Come ritornare a casa. Era una delle poche persone di cui mi fidavo. All’epoca,erano tre.-
-E ora invece quante ne sono?-
Non sapevo e si aspettasse una risposta o meno,ma lo guardai e sorrisi. Non credevo che sarei riuscita a sorridere,se fosse stata un’altra persona ma nella stessa circostanza. Infondo,avevo appena ricevuto la notizia più brutta della mia vita. Ma Harry riusciva sempre e comunque a farmi spuntare un sorriso. E mi fidavo di lui,ciecamente.
-Adesso ne sono quattro.-  
Lo sussurrai appena,ma lui riuscì ad udirmi bene. Infatti,fece un sorriso parecchio ampio,e prendendomi per mano,uscimmo dal parco.





SOOOOOOOOOOO.
Potete anche uccidermi perchè presento i capitoli a settimane di distanza,ma ho una giustificazione,almeno questa volta.
Sono stata impegnata con cose di scuola,e lo sono tutt'ora. Non ho trovato un attimo libero,e appena mi sono riuscita a ritagliare un po' di tempo per me,ho pubblicato. Infatti avevo questo capitolo pronto già da un paio di giorni,ma come vi ho detto non ho trovato il tempo.
Soffermandoci un attimo sul capitolo,non è privo di significato. E' abbastanza importante,quindi,leggetelo bene,vi osservo OuO
Ok basta.
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate in una recensione.:))
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Delusioni. ***


        




-Ehi..che stai disegnando?- Sobbalzai per la sorpresa e chiusi il mio quaderno.
-Nulla.- Risposi. Sorrisi a Patrick,che mi sottrasse l’oggetto da mano,aprendo la pagina che stavo usando prima.
-Ehi,è un bellissimo disegno!- Sorrise nel vedere l’occhio che stavo disegnando. In effetti era vero,era uscito abbastanza bene.
-Si,ma non è finito.- Scrollai le spalle e ripresi il foglio,rimettendolo al proprio posto.
-Quando lo finirai,posso averlo io?- Un lieve rossore comparve sulle sue guance a quella richiesta. Non riuscì a trattenere una risata,e annuì.
-Certo.  Te lo porto appena lo completo,tranquillo.- Il mio cellulare squillò,segno che mi era arrivato un messaggio. Lo aprì velocemente.
Ho l’informazione che mi avevi chiesto. Mi trovi a casa mia. –Harry.
Sorrisi impercettibilmente. Boccheggiai un po’,poi tornai a guardare Patrick.
-Scusami,devo proprio scappare. Ci vediamo,ok?- Senza aspettare una risposta,mi alzai e feci per andarmene.
-Clary,aspetta!-
-Cosa?- Mi voltai verso di lui. Non sorrideva,era solamente preoccupato. Non afferrai di cosa,però. Almeno non subito.
-Non farti male.- Mi ci volle qualche istante per capire che non si stava riferendo ad un male finisco,come quando cadi e ti sbucci il ginocchio. Ma ad un male più profondo. Lui sapeva tutto,quindi mi stava silenziosamente dicendo quello che mi ripetevo io tutti i giorni. ‘’Non affezionarti. Fra due mesi te ne andrai,e non tornerai. Sai che se dai importanza a qualcosa,sarai costretta a lasciarla presto. Che tu lo voglia,oppure no.’’
Avanzai verso di lui e gli posai un lieve bacio sulla guancia,per poi correre aldilà del giardino.

 - Harry! Allora?- Entrai in casa Styles,dove trovai il mio amico del futuro – o forse ero io l’amica dal passato? – attaccato al computer.
- Clary,eccoti,finalmente. Cominciavo a sospettare che non saresti mai arrivata.- Continuò a blaterare qualcosa sul mio incredibile senso del ritardo,mentre fingevo di ascoltare e presi il telefono dalla borsa.
-D’accordo,va bene. So che non mi stai ascoltando affatto,quindi torniamo a quello per cui sei arrivata. Volevi informazioni su Brooke Sullivan,giusto?- Annuì velocemente. Era la mia migliore amica,e non c’era in giro per la città,come invece faceva dieci anni prima. Comprendevo il cambiamento d’età e la crescita,ma sembrava cancellata. Come tutte le persone che amavo.
-Ora vive in Russia,con suo marito. Si è trasferita dopo la morte di una sua amica,ma qui non dice il nome. - Si riferisce di sicuro a me,pensai.
-Dice quanti anni fa è morta?- Deglutì,sapendo già la risposta.
-Si,quattro anni fa.- Chiusi gli occhi. Era ovvio che si trattasse di me. Conoscevo Brooke da tre anni. Non aveva un carattere perfetto,si arrabbiava per nulla,ma c’era sempre,per me. Non come Patrick,ma era comunque sempre presente.
-Come hai fatto? A prendere le informazioni,intendo. Sei un hacker o qualcosa di simile?- Sorrisi con aria scherzosa.
-No,non  più vietato. Non lo sapevi?- Assunse un’aria leggermente più seria,mentre scuotevo il capo.
-Pare che siano cambiate molte cose da quando me ne sono andata.- Sussurrai. Lui riuscì a sentirmi ugualmente,e la sua espressione si addolcì.
-Sai che il tempo passa..le cose cambiano. E’ naturale. Quello che veramente conta,è che sia tu a non cambiare. -
Sapevo che Harry fosse una persona che dispensava ottimi consigli. Era davvero quel tipo di ragazzo con cui non ci sono problemi a parlare apertamente. Avrei potuto dirgli ogni cosa,lui avrebbe saputo trovare una risposta a tutto.
-Hai mai fatto caso a come sia strano?- Lo guardai interrogativa.
-Cosa?-
Ricambiò il mio sguardo. –Tutto. La vita..è così..bizzarra. Il fatto che finché sei qui qualcuno ti crede indispensabile. Vivi una vita normale. Vai a fare la spesa,conosci persone e ti relazioni con loro. Scambi parole,canti,disegni,giochi. Vai a scuola,conosci altre persone,stai con la tua famiglia. Poi,quando non ci sei più,è come se non fossi mai esistito. Ci saranno altre persone che faranno le stesse cose che facevi tu..e sarai cancellato.-
Schiusi le labbra. Non mi ero mai soffermata a pensare a cose simili. Ero sempre stata convinta che qualcuno mi avesse sempre ricordata,ma non avevo mai pensato come faceva lui. Harry aveva altri punti di vista,più maturi.
-Se nessuno ti vuole bene,esisti davvero?- Sussurrai. Lui sorrise.
-Non sapevo che avessi letto quel libro.- Mi guardò. In quel momento,osservare i suoi movimenti mi parve la cosa più naturale. Il modo in cui si scostava i ricci,gli occhi verdi di chi ha visto cose che non doveva vedere,spenti. Gli accenni di barba che erano diventati più visibili.
-E io non sapevo che lo avessi fatto tu.-  Stemmo per un attimo in silenzio. Non metteva imbarazzo. Poi presi parola. –Comunque hai ragione,è strano.-
-Che cosa?- Era palesemente chiaro che stava pensando ad altro. Il tono di chi aveva perso il filo del discorso.
Guardai fuori dalla finestra,e lasciai che il vento mi scompigliasse i capelli. –Tutto.-

-Ehi Patrick! Senti,potresti controllare se ho lasciato a casa tua il mio quaderno? Quello su cui stavo disegnando questa mattina..è rosa e non è molto grande,lo riconoscerai subito. Mi spiace solo che non c’è il disegno con l’occhio che ti piace tanto! L’ho strappato e messo nel giubbino,dovevo finirlo per te,ricordi? Controlla,e richiamami.- Lasciai un messaggio in segreteria a Patrick mentre tornavo a casa,e pochi attimi dopo,il mio telefono squillò.
Non era lui,come avrei desiderato,ma era Harry. Il testo diceva solo S.O.S.
Velocemente mi misi a correre dal lato opposto,raggiungendo casa Styles.

-Harry! Harry,va tutto bene?- Aprì velocemente la porta di casa,trovandomi di fronte alla scena che avrei voluto evitare.
Già,perché Harry sapeva di Patrick,ma Patrick non sapeva di Harry. E ora erano lì,entrambi,a litigare. Patrick aveva in mano il mio quaderno,e mi salì un brutto presentimento.
Non appena mi videro,tutti e due smisero di parlare.
-Vedo che hai trovato il mio quaderno. Ti ho lasciato un messaggio in segreteria..- Feci per andare verso di lui,ma Harry mi bloccò con un gesto del braccio.
-Si,ho notato. E ho notato anche questo,Clary.-
Guardai il disegno che aveva in mano. Sgranai gli occhi,e corsi a riprendermelo.
-Non avevi il diritto di frugare fra le mie cose,Alexander! Sono private,un motivo ci sarà se non volevo farti vedere nulla questa mattina,non trovi?- Non lo chiamavo mai col suo secondo come,se non nelle peggiori situazioni.
Osservai il pezzo di carta ormai stropicciato,e tirai un sospiro dispiaciuto. Era uno dei disegni migliori. Rappresentava Harry,con delle ali da angelo. Era disegnato di profilo e sorrideva,guardando in alto.
-Clary! Mio cugino ha dieci anni più di te!- Si rivolse a Harry. –Ma non lo sai che i pedofili sono vietati?-
-Allora anche tu lo saresti,dato che hai esattamente la mia stessa età,non trovi?- Era rimasto stranamente calmo,sembrava perfettamente in grado di gestire la situazione.
-So quello che le hai fatto.- Harry puntò il dito contro il cugino. –Non mi interessa sapere i particolari,non è nella mia natura essere curioso,come vedo che invece è nella tua.-
Una scia di rabbia passò attraverso gli occhi di Patrick. –Io la conosco da tantissimo tempo,cosa che invece non fai tu..-
-Sbagliato. Tu sai chi è da tutta la vita. Ma non la conosci per niente. La conosco meglio io. E credimi..ti perdi moltissime cose.-
Sorrisi,e di impatto corsi ad abbracciarlo. Il suo profumo era quello di sempre,e le sue braccia erano accoglienti come al solito.
-Alexander,è la mia vita,decido io cosa farne. Non hai nessuna voce in capitolo,non più! Eri una delle poche persone di cui mi fidavo.. Non te lo rinfaccerò mai,ma sappi che mi hai veramente delusa.- Presi il quaderno che aveva ancora in mano e lo infilai nella borsa.
-Andiamo,Harry.-
Presi per mano il mio amico e lo trascinai fuori di lì.



SOOOOOOOOOO.
Spero di non essere troppo in ritardo,sapete che lo odio. ç.ç
Comunque,se devo dire la verità,è un capitolo che mi piace abbastanza. Succedono cose,non molte,ma comunque succedono. Nel senso che non è un capitolo totalmente inutile,ecco. L'idea iniziare era completamente diversa,ma poi ieri sera ho cancellato tutto e l'ho riscritto. DItemi che non ho fatto male,lol.
Come al solito,fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.:))
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Mostri che ritornano. ***


           
              



-Funzionerà?- Chiesi,un po’ incerta.
-Si,credo di si. Insomma,con me ha funzionato. Non sono saltato in aria,e probabilmente non lo farai nemmeno tu. In tal caso,salteremo in aria insieme,non è una cosa carina? Allora ti darò la mano,per prevenire. Insomma,si dice che prevenire è meglio che curare,no? Così,se questo “coso” esploderà,esploderemo con lui,ma almeno esploderemo insieme. Non la trovi una cosa carina? Aspetta,l’ho già chiesto,vero?- Harry arricciò il naso,e in men che non si dica –più per farlo stare zitto che per la paura di saltare in aria davvero – premetti il pulsante ok sul macchinario affisso fuori la porta di casa. Dopo pochi attimi la scritta operazione portata a termine con successo apparve sulla schermata.
-Dio,Harry,sei peggio di una ragazza!- Farfugliai esasperata,entrando in casa e gettandomi a peso morto sul divano.
-E non è una cosa carin..aspetta,in senso positivo o negativo?-
-Harry,non farmi pentire di aver inserito la tua impronta digitale sul sistema di casa,per favore. E’ come se ti avessi dato le chiavi. E,per rispondere alla tua domanda,no. Intendevo dire che sei più pessimista di una ragazza. Prendi me,per esempio. Penso neutrale,e sto benissimo.- Feci spallucce,e lui mi fulminò con lo sguardo.
-Si pensa sempre male per stare bene.- Mi lanciò un’occhiata di indignazione scherzosamente,poi si sedette vicino a me. –Mi dispiace per quello che è successo con mio cugino. Non doveva accadere e basta.-
-Non è colpa tua,come hai detto tu,non doveva accadere e basta.-
-Riuscirai a perdonarlo?- Lo guardai,rendendomi conto che era la stessa domanda che mi aveva fatto pochi giorni prima dopo avergli raccontato la mia storia.
-Ma si,certo.- Scrollai le spalle,ed evitai il contatto con i suoi occhi. –Fra poco meno di due mesi parto.-
-Cosa? E..dove vai?-
Stetti sul punto di dirgli tutta la verità sul mio viaggio. Insomma,dopo un po’ mi avrebbe creduto,giusto?
Guardai i suoi occhi verdi spenti,che aspettavano una risposta. Sarebbe stato troppo da ingranare in una volta sola,quindi decisi di “dire la verità in maniera creativa”. Non avrei detto tutto,avrei omesso la parte della macchina del tempo.
-Torno dai miei parenti. Sono un po’ all’antica,soprattutto mio fratello. Cioè,sembrano vivere al di fuori del mondo. Hanno la mia stessa mentalità un tantino arretrata,come se il tempo non fosse passato e fossimo ancora a dieci anni fa. Però sono delle brave persone. Li adoreresti!- Era vero. Vivevano sul serio ignorando l’ultimo decennio – dato che doveva ancora arrivare – e se Harry li avesse conosciuti li avrebbe davvero adorati.  
-Non lo metto in dubbio. Parlami di loro.- Mi sorrise. Di solito ero brava a leggere le persone solo guardandole. Ma con lui era difficile,non sarei mai riuscita a decifrare quello sguardo tetro,quell’impressione che dava di sapere sempre più cose di quante ne dicesse.
-Tu e mio fratello siete fatti della stessa pasta. Però tu sei più misterioso.- Arricciai il naso in modo buffo,e lui fece un verso simile ad una risata.
-Io sarei misterioso?-
-Si che lo sei. Ed anche in un modo molto particolare.- Feci spallucce e lui rise. In particolar modo quando rideva notavo la differenza fra me e lui. Aveva una voce così roca,da trentenne che era. Notai che per un momento i suoi occhi si accesero,quasi a volersi illuminare. E sembrò un po’ meno arrabbiato col mondo. Poi la sua risata si stoppò,e tutto tornò alla normalità.
-Mi mancherai quando te ne andrai.- Mi circondò le spalle con un braccio.
-Sono qui da meno di una settimana,non potrò mancarti così tanto.- Mi voltai verso di lui,guardandolo.
-Non sono io che decido,e nemmeno tu.- Chiuse gli occhi per qualche secondo. –Voglio farti vedere una cosa. Oggi.-
Sorrisi. –D’accordo. Cosa?-
-Se te lo dico,che sorpresa è?- Accennò una risata. – Io vado a casa. Passa da me quando sei pronta,ok?-
Annuì. Lui cominciò ad avviarsi verso la porta. –Posso sapere almeno come devo vestirmi?-
-Come ti pare,non fa differenza.- Scrollò le spalle e aprì la porta.
-Harry,aspetta!- Si voltò e lo raggiunsi a passo veloce. –Posso avere la mia copia delle tue chiavi?- Gli porsi la mia mano. Lui si toccò i pantaloni e sussurrò qualcosa che non riuscì a distinguere.
-L’ho lasciate a casa..bussa,ok? Te le do quando arrivi.- Annuì,e lui uscì,dopodiché corsi nella mia stanza per prepararmi.
Circa mezz’ora dopo feci per uscire,ma notai qualcosa luccicare sul divano. Era una collana. La afferrai,la aprì,osservai la foto dentro e spalancai gli occhi. La presi,e senza curarmi di null’altro,corsi verso cada Styles.

-Harry! Harry,apri,è importante!- Bussai ripetutamente alla porta. –Harry!-
Mi aprì,pochi secondi dopo,Patrick. Lo guardai per un attimo,senza proferire parola. Deglutì,e prima che potesse dire qualsiasi cosa,lo precedetti.
-Harry c’è?-
-E’..di sopra.-
Annuì,e senza chiedere permesso,entrai. Cominciai a salire le scale,due gradini per volta.
-Clary?- Mi voltai,in direzione della voce. Due occhi scuri mi guardavano. –Mi dispiace per prima.-
Io annuì. –Lo so.- Gli sorrisi e continuai a salire.
Feci per bussare,ma Harry mi aprì la porta prima della mia mossa.
-Come facevi a sapere che ero qui?-
-Ti ho sentita,di sotto. Vuoi entrare?- Mi passai una mano fra i capelli ed entrai nella stanza. Mi sedetti sul letto,con Harry accanto e tirai fuori la collana.
-Ti è caduta quando eri a casa mia.-
Lui sgranò gli occhi,e riprese velocemente l’oggetto. Era una semplice collana con un cuore che si apriva,mostrando due foto. Una sopra,ed una sotto.
-L’hai aperta?- Scossi la testa,mentendo. Lui sembrò rassicurarsi.
-Chi te l’ha data?-
-Un’amica,è un ricordo.- Gli sorrisi e gli accarezzai il braccio.
-Mi preparo,tu aspettami giù. Ci vorranno solo dieci minuti.-
-Li conto,eh!- Gli feci un occhiolino e lui rise. Di nuovo quel bagliore negli occhi,che si spense al termine della risata.
-Certo,certo.- Mi sorrise,e io scesi al piano di sotto. Mi sedetti sul divano,e Patrick mi affiancò.
-Non lo vedevo così felice da tempo..qualsiasi cosa tu gli abbia fatto,ti prego,falla ancora.-
-Io non gli ho fatto proprio niente.- Gli sorrisi. Poi mi presi la testa fra le mani. –Perché il suo sguardo è così spento? Prima,quando ha riso,gli si è acceso un bagliore negli occhi,ma si è spento subito.-
-Succede solo con te. Ha visto l’unica ragazza che abbia mai amato davvero morire davanti ai suoi occhi.- In quel momento,anche i suoi occhi erano scuri,più del solito,e bui. –Era davvero una ragazza adorabile. Lui l’amava,e lei pure. Anche a noi piaceva molto,e gli occhi di Harry si illuminavano non appena la vedeva. La sua scomparsa ha rabbuiato tutti noi,ma lui..quella scia di luce non ha più attraversato i suoi occhi. Lei portava quella collana,quel giorno.-
Spalancai la bocca. –Ma quella è la mia collana..-
-Lei si chiamava Clary Masterson. Quella ragazza eri proprio tu.-




SOOOOOOOOOOOOOO.
Come promesso,ho aggiornato prima di Capodanno. In realtà,avrei voluto aggornare ieri,come regalo di Natale,lol. Ma non sono stata un attimo a casa. E in più,abbiamo anche scoperto che il telefono di casa non funziona. FUCK.
Spero sia valsa la pena l'attesa,comunque. Il finale è un po' di merda,ma okay,lol.
Fatemi sapere,come al solito,cosa ne pensate in una recensione.:)
A presto.
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Ricordi. ***


       


 
- Patrick,che vuol dire..- Dopo aver ripreso un po’ di colore,mi voltai. Lui aveva l’aria stanca,come se ricordare gli causasse un danno fisico. Mi scrutò,con quei suoi occhi scuri,in quel momento neri come la pece.
-Clary,mi dispiace,io non volevo dirtelo in questo modo..-
-Lui lo sa? Che sono io,intendo.- Lasciai che una lacrima scendesse sulla mia guancia. Lui parve devastato dal vedermi in quel modo,ma non potevo fare altrimenti. Scosse la testa.
-No. Ma è meglio che glielo dica tu,rispetto a che lo scopra da solo. Ti ha già persa una volta,non fare in modo che succeda di nuovo..-
-Io mi ritrovo in una cosa più grande di me! Non lo capisci? Nel corso di tre giorni ho scoperto di essere morta,e di aver avuto un ragazzo che amavo quanto la mia vita! Ora questo ragazzo è al piano di sopra,e non ho la minima idea di come comportarmi! Dovrei dirgli la verità,e rischiare di non essere creduta? O dovrei fare finta di niente,e semplicemente sparire? E tornare alla mia vita,a dieci anni fa,quando tutto era normale? Ti prego,dimmi tu cosa fare,perché io non lo so.- Mi asciugai gentilmente delle lacrime,ma esse continuavano a scendere,imperterrite. Alzai leggermente il tono di voce,anche se le mie parole non erano udibili da persone al di fuori di Patrick. Sembravano dei sommessi lamenti di una persona che sta litigando con qualcun altro.
-Non lo so,Clary. Ma ti prego,trattalo come hai sempre fatto.-
-Non puoi chiedermi questo!- Urlai,piena di rabbia,mentre continuavo a piangere.
-Clary?-
Girai lo sguardo nella direzione da dove proveniva la voce. Un Harry con i capelli arruffati ci guardava confuso,e curioso di sapere il motivo di quelle grida e quelle lacrime. Lanciai un ultimo sguardo a Patrick,e corsi al piano di sopra,trascinando Harry con me nella sua camera. Una volta rimasti sopra,lo strinsi in un abbraccio con più forza che potevo,incastrando il mio viso nell’incavo del suo collo e bagnandogli la camicia.
-Ehi,Clary..cos’è successo?- Il suo tono era calmo,dolce,confortante e..distrutto. Si,sembrava così distrutto. E solo in quel momento capì il perché. Aveva dato la sua vita per la mia felicità,facendola anche sua. E quando gli ero stata pesantemente e forzatamente portata via,si era visto il mondo crollargli addosso. Non volevo che quella macchia di felicità gli fosse portata via..ancora.
 -Nulla,solo una discussione con tuo cugino..continua a ricordarmi cose sul mio passato che avrei voluto seppellire tempo fa..- Inventai al momento. Avrei parlato con Patrick in seguito.
Mi accarezzò i capelli,tenendomi ancora stretta. Asciugai velocemente le ultime lacrime e gli sorrisi.
-Cos’è che non poteva chiederti? Ti ho sentita urlare,e mi sono allarmato..-
Gli sfiorai la collana,rigirando il ciondolo a forma di cuore fra le mie mani. Lo sentì sussultare,ma poi la lasciai e parve rilassarsi. Osservai il suo volto,ansioso di una risposta.
-Di cancellare il passato.-
Non era del tutto vero,ma se c’era una cosa che avevo imparato negli ultimi tempi,è che tutti omettevano la parte più importante della verità.
Patrick mi aveva chiesto di trattare Harry come se non mi avesse detto quella sconvolgente verità. Come se non sapessi che c’era lui,nel mio – vero – futuro.
Ma non stavo facendo quello?
Non ero andata da Harry,e avevo pianto su di lui?
Avevo decisamente ignorato tutta la faccenda,e mi ero sfogata con lui,anche se non avevo potuto dirgli molto,quasi come se fosse naturale. A detta di Patrick,l’amore che ci legava era molto forte.
-Se non te la senti di andare,tranquilla,sarà per una prossima volta..- Mi accarezzò i capelli mentre mi teneva ancora stretta a lui. Scossi la testa,guardandolo negli occhi.
-No,va bene,voglio andare.- Mi asciugai le ultime lacrime col dorso della maglia e gli sorrisi. –E poi devi dirmi ancora dove vuoi andare.-
-Non mi piace fare il misterioso,ma voglio tenerti un po’ sulle spine. Quindi ti dirò solamente che andiamo in una specie di..parco privato.- Scendemmo le scale. Harry prese la giacca e uscimmo da casa. Avrei voluto lanciare un ultimo sguardo a Patrick,ma lui sembrava sparito. Cercai di non pensarci e mi concentrai su Harry.
-Andiamo a piedi o con la macchina?-
In pochi secondi avevamo già raggiunto la sua macchina. Era diversa da tutte le altre macchine che avevo visto in precedenza,ma poi mi ammonì. Ero nel futuro,che mi aspettavo?
-Non sono un tipo da camminate,io.- Scrollò le spalle e ridacchiai.
-Mi avevi detto che ti piaceva,invece.-
-Si,delle volte mi rilassa e mi distrae.-
Lo guardai di sottecchi,anche se lui guardava la strada. Guardava un punto fisso e la sua lingua era leggermente fuori. Era carino,mentre si concentrava.
-Ti distrae da cosa?-
Mi guardò,ma fu solo un istante fugace,prima che ritornasse a fissare davanti a sé. Il suo pomo d’Adamo andò su e giù,segno che stava deglutendo.
-Dai miei pensieri.-
-E cos’hanno di sbagliato i tuoi pensieri?- Probabilmente ai suoi occhi apparivo come una bambina curiosa e impertinente,ma avevo bisogno di sapere.
-Niente. E’ solo che ci sono cose che vorrei dimenticare.-
-Tipo cosa?-
Fece una brusca manovra,e potei notare i muscoli tesi e la mascella serrata. Non era arrabbiato,era solo nervoso.
Nervoso che potessi scoprire del suo passato. Perché in quel passato c’ero io,e non lo sapevo. Ma nemmeno lui sapeva veramente chi ero. 
-Ricordi del passato. Mostri che ritornano.- Disse le ultime frasi con una certa asprezza nella voce. Sapevo che non ce l’aveva con me,ma con i suoi ricordi. Lui non voleva che tornassero a galla,ma erano sempre lì,a tormentarlo.
-Allora sono i tuoi ricordi che ti rendono nervoso.- Constatai.
-Non è la stessa cosa? Fanno male,ma li cerco io.- Un luccichio attraversò i suoi occhi. Era diverso da tutte le altre scie che avevo visto passargli attraverso. Sembrava quasi una lacrima che non voleva far uscire. Infondo,lo capivo benissimo.
-No. Puoi sostituirli con qualcosa di nuovo. Non avrai più indietro i vecchi tempi,dove tutto era perfetto. Ma puoi far si che essi ti colpiscano meno violentemente. Devi fare tu il primo passo,Harry. Non loro.-
Fermò la macchina e quasi temetti un incidente,ma poi mi accorsi che eravamo in una specie di parcheggio. Dovevamo essere arrivati,e io non me n’ero accorta.
Scesi dall’auto e raggiunsi Harry che stava in piedi di fronte ad una cupola di vetro cristallino. Lanciai un’occhiata meravigliata e schiusi la bocca ad ‘o’.
-Anche qui ci vogliono le impronte?-
Lui scosse la testa. –No.-
-Allora le chiavi?- Tentai un’altra volta,anche se non vedevo nessuna serratura. Un’espressione divertita balenò sul suo viso.
-E’ più facile di così.- Sussurrò,sempre con ironia.
-Ah si? E com’è?-
Scrollò le spalle. Diede due colpetti al vetro e lo spinse all’infuori. Poi mi guardò,sorridendo,e notò la mia espressione scocciata ma allo stesso tempo divertita.
-Perché fai quella faccia?-
-Mi aspettavo qualcosa di strabiliante.- Incrociai le braccia,mentre lo guardavo entrare. Respirò a pieni polmoni,come se quel posto avesse un potere magico su di lui. Poi mi tese la mano,e io allungai il braccio per raggiungerla. Non lasciai la presa,e incrociai le nostre dita. Si chinò tanto da raggiungere il mio orecchio.
-Delle volte le cose più belle sono quelle più semplici.- Sussurrò. Mi guardai intorno,entusiasta. Al centro,dei fiori formavano una spirale,e intorno tutta la circonferenza,dei cespugli fioriti. Una lieve sensazione di dejà-vu mi invase,ma la ricacciai indietro. Lo stupore era più grande.
-E’..bellissimo. Come hai fatto a trovare questo posto?- Un lieve rossore comparve sulle sue guance e scosse la testa.
-L’ho fatto io.-
Non riuscì a contenere un gridolino cacciato forse con un po’ troppa enfasi. Lo guardai.
-Mi ero specializzato,fra le tante cose,anche in questo. Ero..uhm..un architetto paesaggista.- Si grattò la testa con la mano libera. –Ma non lo faccio da un po’ di anni,ormai.-
Un po’ della mia vitalità si spense. Certo,non puoi fare un lavoro così bello quando perdi per sempre la persona che ami.
-Perché?- Sbottai. –E’ una cosa meravigliosa! Chissà come ti devi sentire,a creare paradisi del genere.-
-Non ho più la voglia che avevo un tempo,tutto qui. E,per rispondere alla tua domanda implicita,ci si sente bene. Quasi come se fossi un po’ più in pace con te stesso. Non so se mi segui.-
Annuì. Ma non poteva sprecare una cosa così bella.
-Mi prometti che lo farai di nuovo,un giorno?-
Lui annuì,prima con poca convinzione,poi più duramente. Gli porsi il mignolo della mano destra,dato che la sinistra era ancora intrecciata alla sua,e lui ricambiò.
-Hai promesso col mignolo,è diventata una cosa seria,sappilo.- Scherzai. 
-Lo so.- Bisbigliò. Mi sorrise e mi lasciò un bacio sulla guancia.
-Questi sono i miei preferiti.- Mi avvicinai in uno dei fori posti al centro,indicandoli. Erano viole. E io amavo le viole.
-Erano anche i suoi preferiti. Per questo li ho messi qui.- Bisbigliò quasi. Mi irrigidì leggermente,ma cercai di non farlo notare. Feci la finta stupita e mi voltai verso di lui.
-I suoi..di chi?-
Fece un respiro profondo. Sapevo che non mi avrebbe raccontato nulla. Nulla di concreto,almeno.
-Della mia ragazza. Cioè,della mia ex ragazza.- Piegai la testa. –E’ morta quattro anni fa.-
Strinsi lievemente la presa sulla sua mano e accarezzai le sue nocche col pollice.
-Harry,non devi raccontarmelo,se non vuoi..-  
Mi sorrise,leggermente. Non era un sorriso finto come quello di Patrick quando mi parlava del mio passato. Era un sorriso vero.
-Lo so,ma voglio farlo. Ti dispiace?-
Scossi la testa in modo flebile. Non ero pronta ad ascoltare cose su di me,sul mio passato finito rovinosamente male,e per di più dalla persona che ci teneva maggiormente,ma dovevo farlo. Dovevo capirci di più,dovevo stare accanto a lui. Harry aveva sempre ascoltato me,in ogni caso. E dovevo ripagarlo,anche nella maniera più semplice. Molte volte,un po’ di ascolto è quello che tutti cercano.
-Vai pure.- Ci sedemmo su un muretto poco distante,con le mani ancora intrecciate.
-Stavamo insieme da quando avevamo poco più di vent’anni,forse ventuno. Ero certo di voler passare la mia vita con lei,la amavo moltissimo. Lei lo stesso. Eravamo così felici insieme. Sorridevamo sempre,era un continuo ridere. Non riuscivo mai a capire il colore dei suoi occhi. Quando glielo chiedevo,lei rispondeva ‘nocciola con delle sfumature di verde’ oppure ‘verdi con delle sfumature nocciola.’ Non aveva la minima idea di come si usassero i telecomandi nuovi,o le macchinette del caffè. Mandava in tilt tutto,e solo quando le cose si stavano per rompere lei mi chiamava. Odiava il fumo,Dio se lo odiava. Avrebbe preferito morire,piuttosto che stare con qualcuno che fumasse. Amava invece l’amarena,in tutte le sue sfumature. Il gelato,quella da bere,le piaceva persino l’odore. Ed era una fissata con il mais. Quello tostato,però. Non era capace di guidare una macchina,nemmeno la moto. Ma non ha mai voluto imparare. Diceva sempre che camminava per tenersi in forma. Adorava i cruciverba. Per lei erano un allenamento. Altrimenti il cervello invecchiava. Era allergica ai cani,cioè,al loro pelo. Però li amava. Quando ne passava uno,io cercavo di allontanarla,ma lei li accarezzava comunque. Anche se dopo cominciava a grattarsi dappertutto. Odiava le cose in oro,preferiva di gran lunga l’argento. Amava leggere,aveva cumuli e cumuli di libri a casa. Le piacevano soprattutto quelli romantici,ma senza lieto fine. Dove moriva qualcuno,o succedeva qualcosa per cui i due non potevano stare insieme. Diceva che nulla va mai perfettamente,nella vita reale,quindi perché nei libri dovrebbe essere diverso? Odiava essere a contatto con qualcuno tramite i siti web. Se litigava con qualcuno,lo faceva da vicino,perché tramite computer non si poteva sentire il tono di voce,e non si poteva guardare quella persona negli occhi. Io continuavo a ripeterle che erano state create applicazioni che lo consentivano,ma lei era testarda,e pretendeva un incontro. Anche alle tre di notte. Era schietta,diceva le cose in faccia così come stavano. Preferiva la verità,a tutto. Diceva sempre che forse delle volte le bugie sono più belle della verità,ma non le importava. Lavorava in una biblioteca. Io le dicevo che avrebbe potuto fare l’insegnante di arte,data la sua passione e la sua dote per il disegno,ma lei rifiutava continuamente. Diceva che il suo lavoro era perfetto,perché aveva tutti i libri che voleva a disposizione. Ma ogni volta che le chiedevo se c’era una cosa che odiasse di dover stare in biblioteca,lei mi rispondeva sempre ‘Devo stare in silenzio. Quindi non posso chiamarti e parlare con te. Altrimenti,credimi,lo farei per ore e ore’. Odiava quando qualcuno veniva trattato con inferiorità,chiunque fosse. Diceva che siamo stati creati a immagine e somiglianza a Dio,quindi eravamo tutti uguali. Odiava i centri commerciali. Sosteneva che fossero troppo affollati,mentre a lei piaceva la quiete,la tranquillità. Adorava dormire,ma quando si svegliava non aveva mai sonno. Poteva fare anche solo tre ore di dormita,ma era sempre sveglia e pimpante. Amava il mistero,e amava le serie televisive gialle,ovviamente. Le guardavamo insieme,e lei riusciva sempre a capire prima di me chi era il colpevole. Non so da cosa lo deducesse,ma aveva sempre ragione. Amava gli abbracci quasi più di quanto amasse i baci. Secondo lei,in un abbraccio erano racchiuse mille parole,e io non potevo biasimarla. Prima di essere baciata,amava che le accarezzassi le punte dei capelli. Ma soprattutto,amava me più di quanto amasse i libri,e io amavo lei più di quanto amassi me stesso.-
Mi accorsi di star piangendo solo in quel momento. I suoi occhi erano umidi,eppure non aveva versato una lacrima. Mi asciugai il viso col dorso della manica,ancora scettica. Era di me che stava parlando. Parlava di me come se fossi la persona più buona del mondo. Per tutto il suo monologo,mi era sembrato che parlasse di un’altra persona,ma ero io.
Lo guardai fisso negli occhi. Erano così vuoti,tormentati,disperati. Stava gridando aiuto nel suo silenzio già da parecchio tempo,e quando era arrivato al culmine,aveva tirato giù tutti i suoi pensieri. Vagava nei suoi ricordi da troppi anni. Ricambiò il mio sguardo,e vidi,in tutta quella tristezza,quanto gli mancava e quanto l’aveva amata. Quanto gli mancavo e quanto mi aveva amata.  
-Devi averla amata molto. Immagino la sofferenza quando,che so,un pirata della strada..-
Rise amaramente,bloccandomi. Gli rivolsi un’occhiataccia confusa. Non c’era allegria in quella risata. Solo tristezza e dolore.
-Se fosse stato davvero un pirata di strada,mi sarei dato pace. Almeno un po’. Ma no. Lei è stata uccisa. Qualcuno ha commesso un omicidio.-
Sputò quelle parole come veleno,e io sgranai gli occhi. Avevo sempre pensato che fosse stata una macchina a provocare la morte. Invece no.
-E..non si sa chi è stato?-
Lui scosse la testa.
-Suo fratello Jason non ricorda niente di quella notte. Loro due spesso giocavano,come i bambini piccoli,a un teatrino,solo con scene più reali e adulte. Una settimana prima della morte,presi dalla loro vena artistica,Jason le urlò un ti odio,come da copione. Lei ricambiò e gli diede uno schiaffo. Non forte e pesante,infondo stavano solo recitando. Quando fu ritrovato il corpo,qualcuno spedì il video dove si urlavano contro alla polizia,e fece credere che Jason l’avesse uccisa.-
Boccheggiai,e mi sentì mancare l’aria.
-Ed è davvero così?-
Lui scosse la testa,senza pensarlo quasi.
-No. Lui può non ricordare nulla,ma noi eravamo con lui. Abbiamo testimoniato che era innocente,ma nessuno ci ha creduto. Erano convinti di avere in mano le prove. O comunque parte,delle prove. Ha scontato due anni di galera.-
-Ma quando si va in galera per omicidio non si scontano d più?-
Scrollò le spalle.
-Mistero.-
Annuì,e guardai per un attimo le nostre mani intrecciate. Mi sorpresi del fatto che non aveva provato a ritirarsi nemmeno una volta.
-E cosa ti manca di più di lei?-
Mi guardò.
-Non c’è una cosa che mi manca di più. Mi manca lei,la sua presenza fisica. Ma,se proprio vuoi saperlo,ho dei rimpianti. Soprattutto,rimpiango tutte le sorprese che il futuro aveva per noi.-




SOOOOOOOOOOO.
Per prima cosa,buon anno nuovo.
Seconda cosa: Non odiatemi per questa fine di merda. Il capitolo mi piace abbastanza,è concentrato sulla ragazza di Harry,che noi sappiamo benissimo essere Clary. E' concentrato sulle emozione del ragazzo,sui suoi pensieri. Spero di aver reso l'idea,insomma.
Poi,verso la fine,si scopre una cosa importante. Cioè,non importante,importantissima. Si scopre che Clary non è morta per cause naturali o per un incidente stradale,ma bensì è stata uccisa. E non si sa da chi.
E invece io lo so,muahahah.
Ok,basta. Non è una faccenda a cui farò ricorso spesso,non credo di passarci i capitoli sopra,perchè non voglio che questa ff si trasformi in un giallo,comunque. Forse scriverò una shot e tratterò dell'argomento. Ma può darsi che cambi idea,boh.
All'inizio non doveva esserci questa piccola parentesi,ma stamattina ho finito di leggere il libro di Pretty Little Liars,quindi fuck.
Ho fatto il capitolo più lungo perchè me lo avevano chiesto,d'ora in poi credo di farli,salvo imprevisti,più o meno tutti così.
Ringrazio tutte per aver recensito,e ringrazio anticipatamente chi recensirà questo.:)
Scusatemi se ci sono errori.:)
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Ricordi di una vita mai vissuta. ***


         





-Vuoi vedere una cosa meravigliosa?-
Annuì prontamente e Harry mi indicò un punto poco distante da noi. Eravamo – ancora – in quella specie di serra.
-Stenditi lì.- Aggrottai le sopracciglia. Lui fece un ghigno divertito e si stese sul pavimento. Allungò le braccia verso di me e mi incitò a fare la stessa cosa.
-Va bene,va bene.- Sorrisi e mi distesi accanto a lui. Lo guardai per un attimo,e i nostri occhi si incrociarono. I suoi erano ancora gonfi e rossi. Era stato troppo per lui raccontarmi il suo passato tutto in una volta. Quel passato di cui facevo parte anche io,che lo stava uccidendo all’interno,lo stava ammazzando piano piano.
Si intravedeva il cielo,proprio perché il soffitto era fatto di vetro. Il sole stava tramontando e una leggera luce filtrava,per poi entrare nella stanza.
-Vengo sempre qui,soprattutto quando voglio stare solo.-
-Perché? Nessuno sa dell’esistenza di questo posto?-
Sentì i suoi occhi fissi su di me,ma decisi di non distogliere lo sguardo che era rivolto verso l’alto.
-E’ il mio posto,il più intimo e caro che ho. Non l’ho mai fatto vedere a nessuno,tranne che a lei.- Sentì gli occhi bruciarmi. –Poi è l’unico posto in cui il cellulare non prende.- Aggiunse scherzosamente.
Risi leggermente,ma poi mi feci più seria. –E perché l’hai fatto vedere a me?-
Non rispose alla mia domanda. Forse me lo aspettavo. Chiusi velocemente gli occhi e delle immagini mi passarono nella mente.

-Direttamente la segreteria,nemmeno squilla!- Harry era disteso sul pavimento e..io? lo guardavo furiosa.
-Il cellulare non prende,lo sai. E poi voglio rimanere solo.-
-Ma se fai così brucerai praticamente tutta la tua vita.-


Li riaprì velocemente,spaventata.  Poi li richiusi.

-Perché sei venuta qui,Clary?-
-Perché tu sei qui. E io voglio stare con te.-


Boccheggiai,e guardai le viole.

-Sai,dicono che a ogni ragazza corrisponda un fiore. Io credo che tu sia una viola.-
-Una viola? Perché una viola?-
Poggiò il fiore accanto alla ragazza,accanto a me.
-Perché le viole sono belle e intense. E portano gioia. E tu sei una viola.-
-Lo sai,non te l’ho mai detto,ma le viole sono i miei fiori preferiti.-


Mi alzai velocemente e mi portai una mano al petto. Harry mi guardò preoccupato.
-Clary,va tutto bene?-
Annuì. Quelli che avevo avuto erano come flashback,ma rappresentavano scene di vita che non avevo mai vissuto.
-Si,va tutto bene,tranquillo.- Tentennai un po’. Lui mi scrutò attentamente.
-Sei sicura? Vuoi..vuoi che ti porti a casa?-
Scossi la testa. Forse a Harry faceva bene stare in quel posto. E io avevo avuto dei ‘ricordi’. Quindi forse avrei potuto ricordare la persona responsabile del mio omicidio.
-Secondo me è meglio di si. Sei un po’ pallida,sul serio. Ci torneremo,ok?-
Annuì,e mi sorrise dolcemente. Mi tese la mano,che accettai con piacere e ci dirigemmo alla macchina.

Bussai più volte alla porta,dopodiché incrociai le braccia al petto e distolsi lo sguardo. Mi venne ad aprire Patrick,come speravo.
Lo guardai per un momento,poi entrai in casa,senza chiedere permesso.
-Harry non c’è..-
-Lo so.- Lo bloccai,prima che potesse dire qualcos’altro. –Volevo vedere te.-
Mi guardò confuso,ma poi aprì le braccia.
-Beh,eccomi qui.-
-E’ una cosa seria! Io..ho paura.-
Sembrò prendere un po’ d’aria. Dopo poco mi cinse le spalle con un braccio,in modo protettivo.
-Cos’è che ti spaventa?-
Presi fiato e lo guardai negli occhi. Erano sempre stati così intensi. Lui era più di un fratello per me. Ogni volta che facevo qualcosa,il mio primo pensiero era ‘Non vedo l’ora di dirlo a Patrick.’
-Mi ha portata in una specie di serra e mi ha raccontato tutto..mi ha raccontato di me,delle mie abitudini,dei particolari.-
Lui sembrò sorpreso. –Lui ti ha detto questo? Ti ha raccontato questo?-
Annuì. –Si. E mi ha anche detto dell’omicidio.-
Spalancò la bocca,per poi portarsi una mano alla testa. –Clary,non volevo che lo sapessi così..-
-Questo rende tutto diverso,Patrick! E io..devo parlare con Jason.-
Scosse velocemente la testa e mi strinse più forte. –Non puoi farlo. Non ancora,Clary. Tu assicuro che potrai parlare con lui,ma questo non è ancora il momento. Sai che non è stato lui,vero?-
Annuì flebilmente. –Ma non è questo che mi spaventa maggiormente. E’ successa una cosa..strana.-
-Cosa?-
-Eravamo lì,stesi sul pavimento e ogni volta che chiudevo gli occhi mi passavano delle scene nella mente. Sembravamo flashback,ma erano dei ricordi di una vita che non ho mai vissuto.-
-Ricordi del tuo passato?-
-Del mio futuro. Del suo passato. Erano ricordi legati a quella serra. Ma com’è possibile che ricordi qualcosa che non mi è ancora accaduto?-
-Io non lo so…- Si grattò la nuca. –Devi dirgli la verità,Clary.-
-Cosa?- Sbottai. Non volevo rischiare di mandare tutto all’aria. –No,non posso. Lo hai detto tu,no? Non è ancora arrivato il momento. Non posso dirgli la verità!-
-Quale verità?-
Scattai indietro,vedendo la figura di Harry appoggiata allo stipite della porta. Patrick era sorpreso quanto me,ma era anche spaventato. Non potevo più sfuggirgli.
-Devi dirglielo,Clary. E’ meglio per tutti se lui lo sa.- Patrick allentò la presa sul mio braccio per darmi la possibilità di andare dal riccio.
-Sapere cosa?- Il suo tono era sempre più confuso.
-Vai.-  Il ragazzo al mio fianco indicò il piano di sopra. –Magari preferisci stare da sola.-
-Io non posso dirglielo!-
-Si può sapere di cosa state parlando?-
Harry era furioso. –Clary,vieni con me di sopra.-
Lanciai un ultimo sguardo a Patrick,ma poi seguì Harry su per le scale. Andammo in camera sua e mi sedetti sul letto.
-Quale verità dovrei sapere?-
-Io..- Tirai un respiro profondo,desiderando ardentemente che ci fosse Patrick con me. –Non posso. Non è ancora il momento.-
-Clary,vi ho sentiti chiaramente parlare e sembrava una cosa importante. Dimmi di cosa si tratta.-
Il suo tono era calmo,ma non eccessivamente. Era bravo a nasconderlo,ma si stava arrabbiando.
-Non è ancora il momento..ma diciamo solo che non sono la persona che tu creda io sia.-
Alzò un sopracciglio. –Cioè?-
-Harry,ti racconterò tutto in seguito,ti prego..- Presi la sua mano. –Non pensiamoci più,ok?-
-Voglio sapere tutto. Non importa quanto durò potrebbe essere.- I suoi occhi verdi già scuri normalmente,erano ancora più tenebrosi e misteriosi.
-Devi credermi! Ti prego,non posso dirti la verità..-
-Perché?- Urlò,esasperato. Abbassai lo sguardo,torturandomi i capelli.
-Non ci crederesti..-
Mi guardò con aria di sfida.
-E perché non dovrei?-
-Perché perfino io faccio fatica a crederci!- Esplosi e urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Sembrò leggermente sorpreso dalla mia affermazione. Riuscivo a capire che stava avendo un combattimento interiore. Il suo cervello voleva credermi,ma il suo cuore diceva che c’era qualcosa in iù. E non c’era nulla di più vero.
-Clary,non costringermi a chiamare mio cugino. Preferisco saperlo da te che da lui.-
Sapevo che,se gli avessi detto la verità,lo avrei perso. Avrei perso la sua fiducia e il bellissimo rapporto che avevamo.
-Ti prego,puoi lasciarmi parlare e non interrompermi fino a quando non avrò finito?- Feci un respiro profondo. Non ero pronta ad assumermi le mie responsabilità,ma una parte di me aveva sempre saputo che prima o poi avrei dovuto esserlo stata. Lui annuì.
-Ti ascolto.-
-Ecco,quello che ti sto per dire è incredibile da credere,quasi impossibile. Anzi,forse è completamente impossibile,per questo non volevo dirtelo. In realtà non voglio ancora adesso,ma so che devo farlo. Vedi,ti ho detto tante cose,ti ho detto che la mia famiglia è un po’ all’antica,come se avessero saltato l’ultimo decennio,te lo ricordi? Ecco,è così,perché è vero. Hanno davvero saltato gli ultimi dieci anni,e anche io. Perché non li abbiamo mai vissuti. Mio fratello creò una macchina del tempo e mi chiese di provarne la funzionalità. Mi chiese se volessi viaggiare nel passato  nel futuro e io risposi di voler venire nel futuro. E mi sono ritrovata catapultata qui..io vengo dal passato,da dieci anni fa. E fra due mesi tornerò al mio tempo e tutto questo finirà. Ecco perché volevo evitare contatti con tutti,ma poi sei arrivato tu..e Patrick mi ha raccontato di Clary. Tu mi hai raccontato di Clary,tutti lo hanno fatto! Mi avete detto che lei è morta quattro anni fa,che era la tua ragazza,che qualcuno la ha uccisa e che Jason si sente terribilmente in colpa..e Patrick me ne ha parlato con tatto,ma tu no. Mi hai detto tutti i tuoi sentimenti,tutto ciò che provavi,tutto quello che lei era. Ed è stato scioccante,per me,perché quella ragazza sono io! Io sono Clary Masterson e la mia vita è stata stravolta completamente! Quello che voi notate non è una somiglianza eccessiva,perché quella ragazza sono io!- Per tutto il tempo avevo tenuto lo sguardo basso e le lacrime avevano rigato le mie guance. Ritornai a guardare Harry,che era sbiancato. Mi guardava con un’espressione sconvolta e scioccata. Pregai Dio che mi avesse creduto,perché avevo detto tutto quello che c’era da dire.
Cercai di toccargli il braccio,ma lui si scostò. –Non toccarmi..-
Sgranai gli occhi. –Harry,ti prego,mi credi vero?-
Lui annuì flebilmente,ma fece un passo indietro. I suoi occhi sembravano disperati,mentre spostava lo sguardo da me al pavimento. Mi sforzai di sorridere e cercai di abbracciarlo,ma lui mi respinse.
-Io non voglio che tu mi tocchi. Per tutto questo tempo lo sapevi e non mi hai detto niente. Hai lasciato che mi affezionassi a te,che mi aprissi tanto da raccontarti certe cose. Come ho fatto a essere così stupido? Tu non sei lei. In te non c’è traccia della mia Clary. Tu non sei la ragazza di cui mi sono innamorato dieci anni fa. Lei non avrebbe mai fatto una cosa simile. E ora voglio che tu te ne vada.-
Spalancai occhi e bocca. Sentì il sangue gelarmi nelle vene e scossi la testa. Non avevo il tempo di asciugare le lacrime perché altre solcavano il mio volto.
-Harry,ti prego..-
-Voglio che tu vada via. Per sempre.-
Lo guardai ancora una volta,sperando che cambiasse idea all’istante. Invece non si mosse,non mosse un muscolo.  Mi voltai,uscì dalla stanza e mi chiusi la porta alle spalle. Mi ci appoggiai e lo sentì singhiozzare da dentro. Scesi le scale fino ad arrivare al piano di sotto,dove Patrick mi aspettava. Gli corsi incontro e lui mi accolse fra le braccia. Piansi come una bambina sul suo petto,mentre mi rassicurava.
-Patrick,io..-
-Lo so,ho sentito. Tranquilla,si sistemerà..-
-No!- Urlai. –Lui vuole che io me ne vada per sempre. E lo farò,tornerò a casa.-
Mi guardò,con aria preoccupata. –Ti prego,Clary,non lasciarci ancora. Io ho bisogno di te,ti prego..-
-E se venissi con me?- Mi squadrò,alzando un sopracciglio. –Almeno finché le acque non si saranno calmate,poi torneremo entrambi qui.-

-Jason,devi farmi un favore enorme.- Cercai di mascherare a mio fratello all’altro capo del telefono le mie lacrime e riuscì nel mio intento.
-Dimmi,sorellina.-
Sorrisi nel sentire la sua voce calma e rassicurante.
-Ho bisogno di tornare a casa. Verremo in due,io e Patrick. Staremo poco,promesso. Dobbiamo risolvere alcune faccende importantissime,ti prego. Sono fuori casa mia,nel luogo dove sono atterrata la prima volta.-
Lo sentì sospirare,ma premere dei tasti su dei macchinari. Voleva dire che stava attivando la macchina.
-Clary,in che pasticcio ti sei cacciata questa volta?- Non risposi alla sua domanda. –Chiudi gli occhi,chiudeteli entrambi.- Intimai a Patrick di fare quanto richiesto e gli presi la mano. In pochi minuti mi ritrovai nello studio di mio fratello. Lui ci guardava,sorridendo. Corsi ad abbracciarlo e lo tenni fra le braccia,dato che non potevo abbracciare mio fratello del futuro.
-Jason,lui è Patrick. Il Patrick del futuro.- Era un po’ scioccato di vedere il suo migliore amico cresciuto di dieci anni,come per lui era strano vedere mio fratello più giovane.
-Non abbiamo tempo per le spiegazioni,dobbiamo andare. A dopo.-
Senza aspettare risposta,trascinai Patrick fuori di lì.

-Harry era furioso con me. Non vorrà più vedermi,ma io invece ho bisogno di lui.- Camminando per le strade,parlavamo. Tirai un sospiro di sollievo quando vidi le strade come li avevo lasciate e quando notai che vicino le porte c’era ancora la serratura e non quello strano aggeggio con le impronte. Avevo in tasca il mio cellulare nuovo,quello comprato con Harry.
-Lo so,ma ti ho già detto che si sistemerà tutto. Dammi retta,ok?-
Mi fermai. Osservai una coppia che sembrava innamorata dall’altro lato del marciapiede. Riconobbi vagamente Harry,mano nella mano con una ragazza bionda. Sorridevano e sembravano davvero felici. Sentì,senza preavviso,il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.
-Patrick,ti ricordi per caso quand’è che ci siamo conosciuti io e tuo cugino?-
-Si,era più o meno..una settimana fa..perché?- Gli indicai con la testa i due ragazzi che pian piano scomparivano dalla nostra vista.
-Ma certo. Tu non c’eri,una parte del tuo passato è stata cancellata e..- Si interruppe. Non voleva continuare la frase,ma lo feci io al suo posto.
-E non ho mai conosciuto Harry.- Lasciai che una lacrima scivolasse sulla mia guancia,che presto si confuse con tutte le altre. –Patrick,devo rimediare,prima che le cose cambino. Prima che il mio futuro cambierà,e insieme al mio il vostro.-




SOOOOOOOOOOOOOOOO.
Eccomi qui,con un nuovo capitolo. Per scriverlo ho ascoltato Enchanted di Taylor Swift. Non so perchè,ma mi ispirava ed è uscito fuori..questo. Avevo in mente questa idea da più o meno quando ho cominciato a scrivere la fanfiction e non vedevo l'ora di postare questo capitolo.
Scriverlo è stato difficilissimo. Mi sono così affzionata a questi due che non riesco a pensare di separarli,nemmeno per un attimo. Ma l'ho fatto e la nostra Clary è tornata nel passato,ahimè. Ma tanto ritornerà nel futuro,eheheh. E poi questo finae di merda? AHAHA, Bene,Harry del passato conosce una ragazza. Perchè non ha mai conosciuto Clary,dato che lei non c'era. Che casino,muahahahaha.
Ok,basta.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Seconde opportunità. ***


             





-Clary,mi spieghi cosa vuoi fare?-
Me ne stavo stesa sul mio letto. Patrick cercava inutilmente di tirarmi fuori qualche parola. Avevo davvero bisogno di parlare con Harry. L’Harry del futuro,per così dire. Dovevo spiegargli tutto.
Decisi di rispondere al mio amico,tanto per non fargli perdere definitivamente la pazienza.
-Niente,Patrick. Cosa vuoi che faccia?-
-Parlare con Harry?-
Lo guardai. I suoi occhi erano fissi su di me.
-Non vuole parlarmi. Lo sai.-
-Intendevo questo Harry.-
-Ah. No. Io non c’ero,ricordi? Lui sta con un’altra.-
-Clary,il grande amore si ritrova sempre.-
Aveva ragione. O forse no? Io e Harry non ci eravamo ancora innamorati. Tecnicamente. Se,a detta di tutti quanti eravamo così persi l’uno dell’altra,perché Harry non aveva avuto l’impulso di aspettarmi? Perché aveva fatto di qualcun altro la sua felicità?
Ma forse era meglio così.
Non avremmo avuto nessun futuro,lo sapevo bene.
-Harry,quello che conosciamo bene sia io che tu,non vuole più vedermi per ovvie ragioni. Invece,Harry,quello che è ancora un perfetto sconosciuto per entrambi non sa nemmeno della mia esistenza. E’ meglio così,Patrick. Ci sarà una persona in meno che soffrirà alla mia morte.-
-E intendi soffrire tu,adesso fino alla fine della tua vita? Sappiamo che avrai molti rimpianti,ma nulla sarà mai paragonabile a quello di aver perso l’amore,a quello di aver perso Harry. Lo hai già lasciato una volta nella maniera più brutta e tragica che esista,ma almeno sa che non lo hai scelto tu. Doveva capitarti,non era colpa tua! Vuoi lasciarlo anche ora? Come credi che starà,quando saprà che tu ora hai scelto di lasciarlo?-
Lo guardai. Aveva sprecato più forze di quante non ne avesse sprecate negli ultimi dieci anni.
-Non posso perdere Harry di nuovo.-
Annuì.
-Harry non può perderti di nuovo.-
Quella volta fui io ad annuire. Sarei tornata nel futuro. Avrei parlato con Harry,volente o nolente. Lui avrebbe ascoltato me e io avrei ascoltato lui,perché le persone mature facevano questo.
Ero stata un capitolo troppo importante nella sua vita per essere tagliata fuori così bruscamente.
-Ti prego,non lasciarci di nuovo..-
Sussurrò quasi. Scrutai il suo volto. I suoi occhi erano lucidi,non voleva lasciare spazio a delle calde lacrime che stavano chiedendo disperatamente di uscire. Le ricacciò dentro.
-Non lo farò,va bene? Tornerò con te lì,promesso.-
Detto questo,gli accarezzai lievemente i capelli.

-Clary! Buone notizie!- Mio fratello mi sorrise,togliendosi gli occhiali protettivi. Io e Patrick attraversammo il laboratorio e ci mettemmo vicino a lui.
-Me le dirai in un altro momento. Ora riaccendo questa macchina,dobbiamo tornare lì.- Mi scostai il ciuffo di capelli dalla fronte.
-E’ proprio di questo che si tratta. Lui ritornerà,perché è casa sua ed è giusto così,ma adesso che abbiamo provato che la macchina funziona,puoi restare qui! Non serve che tu parta di nuovo,Clary.- Mio fratello sorrise. Guardai Patrick,a bocca aperta.
-Cosa? No! Io voglio andarci,devo fare una cosa importante,Jason. Il progetto era di due mesi,non puoi improvvisamente cambiare idea!-
Ero sconvolta. Dovevo tornare lì. Per me era più di uno stupido esperimento ideato da mio fratello e il suo professore. Dovevo tornare lì.
Gli occhi verdi di Jason si posarono su di me,con estrema durezza.
-Ti avevo detto di non affezionarti a nessuno,Clary.-
-Tu non conosci la storia,ok?- Gli lanciai uno sguardo di rabbia,fulminandolo con gli occhi. Dopodiché guardai Patrick,con più dolcezza. Lui parve condividere i miei pensieri e mi rispedì l’occhiata. Scosse le spalle,come a dire Io non posso fare nulla. Speravo di trovare un po’ di appoggio e sostegno da lui. Lui,che era l’unica persona con cui potevo condividere il mio piccolo “segreto”. Patrick si avviò verso la cabina. Proprio quella in cui ero stata io. Cercai di andare con lui,ma delle forti braccia mi bloccarono da dietro.
Cercai di dimenarci dalla stretta di mio fratello. Cacciavo urla di disperazione e lacrime amare. Ogni tanto il mio sguardo si posava su Patrick,che sembrava devastato. A vedermi in quello stato,ma anche all’idea di perdermi di nuovo.
-Devo parlare con lui!- Urlai,affinché potesse sentirmi.
-Gli darò io delle spiegazioni,Clary. Te lo prometto.-
Lasciò spazio – finalmente – alle sue emozioni e lasciò scivolare le lacrime.
Mi girai verso Jason e lo abbracciai.
-Dimmi che posso almeno salutarlo.- Sussurrai. Lui annuì e scivolai dalla sua presa,correndo verso Patrick. Non entrai in cabina,però. Lo feci uscire,leggermente.
Incrociai le mie gambe attorno al suo bacino e passai le mani fra i suoi capelli.
-Mi mancherai,Clary. Fa che questo abbraccio sia duraturo,perché non ne avrò un altro.-
-Io non me ne vado,ok?- Gli intimai di premere il numero dieci non appena fossi tornata da mio fratello,ma di non schiacciare il pulsante d’avvio. Sarei sgattaiolata e sarei andata con lui. Forse lo avrei deluso,ma non c’era altro modo.
Toccai nuovamente il suolo e tornai da Jason. Patrick eseguì alla lettera ciò che gli avevo detto e io colsi mio fratello alla sprovvista,abbracciandolo.
-Mi dispiace,Jason.-
Prima che lui potesse dire o fare altro,mi liberai dalla sua presa e corsi lì dov’era il mio migliore amico. Schiacciai il bottone e in un attimo,come se nulla fosse stato,ci ritrovammo catapultati nuovamente nel futuro.
A causa dell’impatto violento con il macchinario,cademmo sul terreno gelido fuori casa mia,proprio come la prima volta.
-Clary! Sei impazzita?- Ci alzammo e nella sua voce potevo scorgere un lieve rimprovero,ma gli occhi esprimevano gratitudine,quasi felicità. Mi abbracciò di scatto,come a confermare i miei pensieri. Incastrai la mia testa nell’incavo del suo collo.
-Patrick,non c’era altro modo..- Mi baciò una guancia,sistemandomi i capelli dietro un orecchio.
-Sai di aver deluso Jason,vero?-
Annuì. Non amavo discutere con mio fratello,ci stavo sempre male. Lo stesso valeva per quando lo deludevo. Odiavo prenderlo in giro,ma o dicevo la verità a Jason o perdevo Patrick e Harry. Anche se forse Harry l’avevo già perso. In tutti e due i tempi.
-Darò delle spiegazioni a Jason dopo.-
-Già. Ora devi parlare con Harry,non è così?- Mi fece un occhiolino e io sorrisi un po’ forzatamente.
Lui se ne accorse.
-Pensavo che fosse questo il motivo principale per cui sei ritornata qui.-
-Infatti.- Mi portai i capelli tutti da un lato. –La verità è che ho un po’ paura.- Le mani cominciarono a sudarmi. E se Harry non avesse voluto vedermi,deluso dalle mie bugie? Ne avevo dette troppe,fingendo di essere qualcuno che non ero io. Ma come avrei potuto biasimarlo? Anche io al suo posto mi sarei odiata.
-Paura? Harry ha bisogno solo di spiegazioni e di un giorno per pensare all’intera faccenda. Di giorno ne è passato anche più di uno,dato che sei stata nel passato. Quindi resta solo la parte delle spiegazioni. E sono sicuro che troverai una spiegazione plausibile a tutto. C’è solo un modo.-
-Ah si? Quale?-
-Devi dirgli tutta la verità. Basta bugie,Clary.-

C’erano più probabilità di incontrare Harry al nostro parco che a casa sua,quindi decisi di andare prima lì. Rimasi delusa quando trovai il luogo deserto,ma entrai comunque. Avevo bisogno di stare lì. A un certo punto mi fermai,appoggiandomi a una ringhiera.
-Clary?-
Sobbalzai nel riconoscere quella voce. Mi girai. Un misto di incredulità,stupore,curiosità e chissà cos’altro era dipinto sul suo volto.
Ero incerta. Non sapevo se fosse ancora arrabbiato o meno,quindi rimasi dov’ero,aspettando una sua reazione. Avevo una voglia matta di abbracciarlo,ma sapevo che se lo avessi fatto e mi avesse respinta,il dolore che avrei provato sarebbe stato superiore a tutto.
-Harry..ciao.-
-Dove..dove sei stata?-
Feci appello a tutto il coraggio che avevo in corpo per rispondergli.
-E’ una cosa a cui possiamo pensare dopo. Ora ti devo una spiegazione. Anzi,forse anche più di una..-
Mi grattai la nuca. Fissai gli occhi di Harry. Erano,come al solito,vuoti. Mi squadravano,chiedendosi se fossi realmente io o se si stesse immaginando tutto quanto.
Conoscendolo,avrebbe preso in considerazione la seconda,pur di non credere alla prima.
-Che ne dici se ci sediamo?-
Lui annuì. Ci sedemmo su una panchina poco distante,ma una fitta mi attraversò quando notai che Harry si teneva a distanza.
-Cosa vuoi sapere prima?-
Si passò una mano fra i ricci scuri. –Tutto. Non ti interromperò.-
Annuì,presi un bel respiro e cominciai. –D’accordo. Non saprei da cosa cominciare,perché le parti fondamentali di me le sai già. Anzi,sai perfino più cose. Mio fratello è sempre stato un po’ stravagante e inventò una macchina del tempo. Per me,l’ha inventata poche settimane fa. Per te,sono almeno dieci anni. Mi chiese di provarne l’utilizzo e lo feci. Sono venuta qui. E ti ho incontrato subito. Sin dal nostro primo incontro ho pensato che tu avessi una faccia familiare,ma quando sono venuta a casa tua e ho visto la foto con Patrick,pensai che fosse quello il motivo. Sembravi leggermi nella mente,era come se avessimo una sorta di comunicazione senza dover mai dire una parola. E poi ho preso una decisione e sono andata a trovare Jason. Non so il motivo,ma sembrava sconvolto. Fu quello il giorno in cui vidi Patrick per la prima volta dal mio arrivo. Anche lui era scosso,ma trovai la forza di raccontargli tutto. In fin dei conti,non era così difficile da credere,giusto? Bene. Lui mi disse che Jason era così turbato di vedermi,perché la sorella,Clary,era morta quattro anni fa. Piansi per ore. Venni da te,quel giorno. Te lo ricordi? Ti raccontai di me e di Patrick. Ti arrabbiasti così tanto. Spero che ora tu riesca a capire che non avevamo dieci anni di differenza. Non realmente. Poi tuo cugino scoprì che avevo contatti con te. Non credo che si arrabbiò per gelosia o per cattiveria. Solo che lui è sempre stato il mio migliore amico. Nel frattempo,io e te avevamo legato molto. Poi ti portai la collana,te lo ricordi? Ho mentito quando ho detto di non averla aperta. Sembrava così familiare. Lo dissi a Patrick. Dopo un po’ di esitazione,mi confessò che eravamo stati insieme e che eravamo innamoratissimi. Io indossavo quella collana,nel giorno della mia morte. Tu l’avevi conservata. Quasi come se stringendola..potessi tornare da te. Ed è buffo. E’ successo. Volevo dirti tutto,ora che lo sapevo. Ma mi sono detta “Non è ancora il momento giusto.” Quando mi hai portato nella serra volevo solo scomparire. Mi sentivo una persona orribile a nasconderti chi ero,ma non potevo farci niente. E poi l’hai scoperto. E io non volevo che ti arrabbiassi,perché non..voglio perderti. Almeno tu,ti prego. Sono tornata qui per questo. Ti dovevo spiegazioni e so che per te nemmeno tutte le parole di questo mondo saranno sufficienti. Dimmi che in qualche modo puoi dimenticare gli avvenimenti delle ultime quarantott’ore e che posso avere una seconda possibilità.-
Io stessa mi aspettavo da parte mia un pianto disperato. Invece no. La mia voce era solo leggermente tremolante. Magari avevo perfino esaurito le lacrime.
-Sai qual è il problema,Clary?- Deglutì e dato che sapevo che non si aspettava realmente una risposta,continuai a stare zitta. Dopo pochi secondi continuò. –Il problema è che per te ci sarà sempre una seconda possibilità. Ti darò anche la terza,la quarta e la quinta. Magari arriveremo a sedici e per me sarà sempre la seconda. E sai perché? Perché ho già sperimentato una vita senza te e ne ho avuto abbastanza. Il problema è che tu,in questo preciso instante,potresti chiedermi di portarti sulla Luna e lo farei. Chiedermi di perdonarti,in questo momento,è chiedermi pochissimo. Perché,nonostante tutto,il dolore che ho provato per la tua scomparsa,per il fatto che tu mi abbia lasciato senza darmi nemmeno il tempo di dirti addio,non è nemmeno minimamente paragonabile a tutto ciò che ho provato negli ultimi quattro anni. -
Un’improvvisa sensazione di freddo invase il mio corpo.
-Ho avuto paura di doverti dire addio definitivamente,questa volta..-
Appoggiai la mia fronte alla sua. –Non lo sai? Il miglior modo per dire addio è non dirlo affatto.-
Mi abbracciò. O io abbracciai lui. Un gesto disperato,un tentativo di salvataggio. E mai come quel momento mi sentì viva. Viva,fra le braccia di Harry.




SOOOOOOOOOOOOOO.
Ok,spero di non avervi fatto aspettare troppo. Io stessa sono consapevolo del ritardo,ma non ho potuto farne a meno. So che ne avete le scatole piene delle mie scuse e dei miei ritardi.
Allora,il capitolo mi piace. E' lungo,spero abbastanza. E spero vi piaccia,come sempre. atemi sapere in una recensione cosa ne pensate.:))
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Segnali. ***


          





-Non sai dove possa essere?-
Mi passai una mano fra i capelli e presi un respiro profondo. Da quando avevo parlato con Harry,non l’avevo più visto.
-No Patrick,non lo so. Altrimenti non lo avrei chiesto a te,ti pare?- Il mio tono era leggermente puntiglioso.
Avevo provato a chiamarlo diverse volte,ma dopo pochi squilli attaccava la segreteria telefonica.
Riprovai.
Nessuno squillo. Solo la segreteria.
Sorrisi fra me e me.
-Scusa Patch,devo andare.- Gli lasciai un bacio sulla guancia.
-Non mi chiamavi Patch da..- Si stoppò. Mi strinse però in un altro abbraccio.
-Da molto,lo so.- Mi accarezzò i capelli e mi baciò la fronte. Gli rivolsi un sorriso. Patrick era stato il primo a credere in me,il primo fra tutti. Mi liberai dalla sua presa,gli lanciai un ultimo sguardo e mi misi a correre,in cerca del taxi più vicino.

Battei due volte il pugno sulla porta di vetro,come Harry mi aveva mostrato in precedenza e la spinsi in fuori. Essa si aprì senza esitare,e mi aprì la vista al ragazzo,steso per terra con lo sguardo rivolto verso l’alto.
-Direttamente la segreteria,nemmeno squilla!- Lo guardai,furiosa.
-Il cellulare non prende,lo sai. E poi voglio rimanere solo.-
La mia espressione si addolcì e mi chinai per guardarlo negli occhi.
-Ma se fai così brucerai praticamente tutta la tua vita.- Gli accarezzai i capelli.
Una sensazione di dejà-vu mi invase. Era come se avessi già vissuto quella scena.
-Perché sei venuta qui,Clary?- Mi chiese,senza tentennare un attimo. Il suo tono era così duro,che quasi temetti che potesse avercela con me. Ma questo non era possibile,ovviamente.
-Perché tu sei qui. E io voglio stare con te.-
Si alzò e andò verso i fiori. Quei fiori che tanto amavo e che tanto mi avevano fatto immaginare un futuro insieme a lui. Come sarebbe stato,se solo fosse stato possibile? Lui lo sapeva,ma io ne ero all’oscuro.
-Sai,dicono che ad ogni ragazza corrisponda un fiore. Io credo che tu sia una viola.-
Lo guardai,confusa. –Una viola? Perché una viola?-
Poggiò il fiore accanto a me.
-Perché le viole sono belle e intense. E portano gioia. E tu sei una viola.- Mi sorrise. Notai quella solita scia di luce passare attraverso i suoi occhi,ma quella volta,non li abbandonò. Rimase lì,a fissarmi. A contornare gli splendidi occhi di Harry.
-Lo sai,non te l’ho mai detto,ma le viole sono i miei fiori preferiti.- 
Lui rise leggermente e io mi portai una mano al cuore.
I dejà-vu.
Avevo davvero già vissuto quelle scene.
Quando Harry mi portò nella serra per la prima volta,mi passarono davanti agli occhi. Allora credetti che fossero scene relative al mio passato,ma capì che era l’esatto opposto. I miei non erano ‘ricordi’ del passato,ma erano come sogni premonitori.
Decisi comunque di non dire niente al momento. Ero già fuggita da quel posto una volta.
-C’è qualcosa che non va?-
Harry notò il mio sguardo assente. Gli feci uno dei miei sorrisi più belli.
-No,va tutto bene.-
-Posso confessarti una cosa? Una cosa che non hai mai saputo,nemmeno prima. Ho avuto un rimpianto enorme per non avertela detta. Ora so che è l’occasione giusta.-
-Spara,non farmi preoccupare.- Gli feci un sorriso di incoraggiamento. Lui sembrò esitare un attimo. Non era del tutto convinto,ma per lo meno sapevo che la fiducia c’era.
-Ricordi quella volta al campo da calcio? Ci eravamo conosciuti da poco,relativamente. Mi raccontasti della tua macchia,ricordi? Io ero rimasto sorpreso. Il tuo ragionamento non faceva una piega,ma era così..innocente. Era una cosa che non mi avevi mai detto,nei nostri anni insieme. E quindi non avrei mai pensato di dirtelo io.- Si scoprì una spalla,nel punto esatto in cui l’avevo scoperta io,mostrando la stessa identica cosa. –Quella macchia la ho anche io.-
Sorrisi,ma spalancai gli occhi. Gli presi una mano.
-Io non so come siamo stati. Non so come sia stato averti vicino ogni mattina,sussurrarti parole dolci e farti promesse che non ho potuto mantenere..forse non lo saprò mai. Ma questa è l’ennesima coincidenza che mi fa capire delle cose.-
-E sarebbero?-
-Eravamo destinati,Harry.- Incrociai le mie dita alle sue. Poi le staccai e lo strinsi in un abbraccio. Sapevo che era un comportamento che non dovevo assumere,ma mi usciva più che spontaneo. E,come per tranquillizzarmi,Harry mi accarezzò la schiena.

-Ehi Patrick.- Sorrisi,pur sapendo che non poteva vedermi,stando dall’altro capo del telefono. Solo il suo nome mi faceva scoppiare il cuore di gioia. Poggiai il giubbino sulla poltrona. –Sono Clary. Non è che potremmo vederci appena puoi? Io sono rientrata a casa,sai dove abito. Lasciami un messaggio se non va bene per te oggi,a dopo.- Staccai il telefono. Odiavo lasciare messaggi in segreteria,ma spesso mi ritrovavo costretta a farlo per questioni urgenti. Non volevo presentarmi a casa sua per paura di incontrare Harry. Avrebbe voluto sapere il motivo della visita e avrei dovuto dare molte più spiegazioni di quanto avessi voluto. Quindi presi un vecchio foglio stropicciato e cominciai a disegnare. Sarebbe dovuta essere una sorpresa,per Patrick. Aveva amato il mio disegno con l’occhio e gli avevo assicurato di finirlo per lui,ma non ero sicura sul fatto che mi avesse creduto veramente.
Mezz’ora dopo,qualcuno bussò alla mia porta. Mi alzai e l’aprì,trovando Patrick a sorridermi con le braccia aperte. Mi ci fiondai dentro e lo feci entrare.
-Che è successo?-
-Ricordi quando ti parlai dei flashback che avevo avuto nella serra?- Lui annuì. –Ecco. Non erano flashback. Erano sogni premonitori.- Il suo sguardo era confuso.
-Quello che voglio dire,è che non erano frammenti della mia vita. Non erano cose già accadute,perché sono accadute oggi!- Sembrò capirci qualcosa. Ero consapevole del fatto che stavo parlando in maniera nervosa e confusionaria. Ma non potevo farne a meno. Da quando avevo saputo la verità,niente sembrava più normale.
-Quindi non erano ricordi del passato,ma..segnali dal futuro? Come li vuoi chiamare?- Gesticolando,sembrò prendere il controllo della situazione. Mantenne un’aria calma,ma era molto bravo a nascondere le proprie emozioni e non riuscivo a capire se era – effettivamente – tranquillo o era leggermente agitato anche lui.
-So solo che quella serra ha uno strano effetto su di me.- 
-Molti dei vostri momenti più belli li avete passati lì. E in un parco. Harry non mi ha mai voluto dire quale.-
Sorrisi. –Già.- Abbassai lo sguardo. Quel parco era solo nostro. –Immagino anche il motivo.- Tornai a fissarlo. Era carino,con la fronte corrugata. –Com’è possibile?-
Scosse le spalle. –Delle volte capita..di rado,ma capita. Forse è un segno,che ne sai.-
Lo guardai,alzando un sopracciglio. –Patrick,sai che non credo a queste cose.-
-Tanto tempo fa ci credevi..- Sussurrò quasi. Abbassò lo sguardo. Temetti di averlo deluso. Di aver deluso le sue aspettative,di non essere quella che lui ricordava e apprezzava. Se c’era una cosa a cui tenevo almeno quanto la mia vita,era lui e la sua opinione..su tutto.
Intrecciai le mie mani alle sue. Rise. –Harry mi ammazzerebbe se ci vedesse,ora.-
-E’ un tipo geloso?- Ridacchiai. Ma in quel momento capì di non saper assolutamente nulla su di lui. Non sapevo nulla sul grande amore della mia vita.
-No.- Scosse la testa. –Non di solito. Ma per quanto riguarda te..si,almeno la maggior parte delle volte. Ricordo ancora quando disse che nessun uomo al di fuori di me e Jason poteva toccarti così,come sto facendo ora.- Strinse la presa sulle mie mani. –Conosci la frase “Nessuno ti capisce meglio di te stesso,ma se cerca di farlo,è perché ti ama.”? Io credo che rispecchia esattamente ciò che è lui. Ha cercato di comprendere ogni angolo di te,di sanare ogni tua ferita con l’amore..e sono quasi sicuro che ce l’abbia fatta. O non saresti qui. Era il tipo che ti dava tutto. Anche quando non aveva niente.-
Lo guardai. Sapeva essere così realistico,che quasi riuscivo a immaginare Harry mentre cercava di tirarmi su il morale per qualche ragione a me oscura.
-E tu? Tu che tipo sei?-
-Tu come mi ricordi?- Mi sorrise.
-Sai dire le cose giuste al momento giusto. Sai essere molto protettivo,a volte. Ricordo ancora quando facesti a botte per me. Mi leggesti un libro,dove il protagonista era chiamato Patch,per via delle bende che riportava dopo aver fatto a pugni. Lo trovai appropriato,così cominciai a chiamarti Patch anche io. Divennero i nostri libri preferiti. Pensavo che il legame che ci unisse fosse uguale a quello che univa i due protagonisti. Sei e sarai sempre un pezzo importante della mia vita,Patrick.-
-Ricordi quando mi dicevi che volevi un amore come quello di Nora e Patch?- Annuì. Per molti versi,il loro era un amore impossibile. Ma era reale. Era amore,nel senso più completo del termine. –Posso assicurarti che l’hai avuto. Tu e Harry eravate come loro due. Vi amavate così tanto da far sembrare tutte le altre solamente misere coppiette. E non capisco cosa tu stia facendo ancora qui. Perché non sei da Harry,a dirgli che sei tornata per lui? Gli manca solo quel briciolo di felicità per rendere la sua vita perfetta quanto lo era prima. Bacialo. Abbraccialo. Amalo. Vivilo.- Il suo tono era dolce,morbido,che quasi avrei potuto pensare che mi stesse cantando una ninna nanna. I suoi occhi mi imploravano di ascoltarlo.
-Io non so se sono pronta a ricongiungere il mio passato con il mio presente..- Dissi,quasi a volermi giustificare. La sua espressione si ammorbidì.
-Se stai con lui,il tuo passato è anche il tuo presente. E fidati,sarà anche il tuo futuro.-

Percorsi il vialetto di casa di Harry circa tre volte,prima di bussare. Cosa gli avrei detto? Alla fine decisi e premetti sul campanello. Mi aprì Harry,pochi attimi dopo. Appena mi vide,mi sorrise.
-Clary! Come mai qui?-
Cominciai a sudare le mani. Risposi al sorriso. E per la prima volta notai che quando ero vicina a lui,ero quasi emozionata..desideravo sempre un suo contatto.
-Niente,avevo voglia di parlare con qualcuno e mi sei venuto subito in mente tu. Disturbo?- Scosse la testa e aprì la porta ancora di più,per farmi passare. Ci sedemmo sul divano.
-E’ successo qualcosa?- Mi osservò,quasi a trovare qualcosa di storto. Un segno qualsiasi di un pianto,o qualcosa del genere. Mi accarezzò dolcemente i capelli.
-No,nulla. Solo che..non lo so. Sentivo come un vuoto.-
-Sentivi?-
Mi resi conto di aver appena usato il passato. Ma si,era vero. Se prima mi sentivo sola,in quel momento non lo ero più. Non quando ero con lui. Quando c’era Harry,quasi tutti i sentimenti negativi sparivano.
-Non lo so,Harry. E’ solo che..quando sono con te ho la sensazione di ricordare qualcosa..anche se so che è relativamente impossibile,perché sono cose non ancora accadute. E’ come se passato e presente si fondessero.- Notai che mi guardava come se fossi un’aliena. Ma qualcosa brillava nei suoi occhi. –Hai ragione. Scusa,non dovevo venire.-
-E chi l’ha mai detto?- Mi sorrise. Poi si alzò e mi tese una mano,che afferrai prontamente. –Vieni con me.-
Risi leggermente e salimmo le scale fino ad arrivare in camera sua. Aprì dei cassetti e tolse varie cose,come se sapesse a memoria il procedimento da seguire. Poi mi porse un cofanetto. Lo aprì,trovandomi davanti foto,oggetti e pezzetti di carta. Lo adagiò sul letto e io mi sedetti,seguita poi da lui.
-Vedi questa?- Mi porse una foto. Un po’ titubante,mi accorsi che c’era lui,sorridente con una ragazza sulla schiena. Ero io. Mi accorsi che quel carillon conteneva praticamente tutto il suo passato. O per lo meno,la parte riguardante me del suo passato.
-Era la tua foto preferita. Non ho mia capito bene il motivo. Mi sarebbe piaciuto,però.- Invece io lo capì perfettamente.
-Perché questa foto è semplice. Nessun effetto,nessuna scemenza,nessuna distrazione,nessun secondo piano. Siamo solo tu ed io. Semplicissimi,sorridenti,insieme. Credo sia questo,più o meno.- Mi sorrise. Era il primo impatto,eppure sentì una strana sensazione. Era come se quella foto fosse stata sempre nel mio cuore. Poi mi fece vedere una serie di oggetti e cominciò a raccontare aneddoti spiritosi. Nessuna scia di malinconia gli attraversò gli occhi. Del resto,io ero lì con lui,no? Era rimasto solo un pezzettino di carta.
-E quello cos’è?- Chiesi,curiosa. Me lo porse.
-Me lo hai scritto tu. No sono riuscito a buttarlo. I primi giorni,lo leggevo sempre,continuavo a ripetermelo. Non sarai mai sola.- Mi guardò dolcemente e prese a giocare con i miei capelli. Aprì il bigliettino e lo lessi.
Non sarò da sola più,se in quel riflesso ci sei anche tu.





SOOOOOOOOOOOOOOO.
Scusatemi per l'immenso ritardo. Ma non è stata colpa mia,questa volta. Davvero! C'è stato un guasto con internet ed è stato riparato solo oggi. Spero sia valsa la pena l'attesa.
Il libro di cui parlo nel capitolo,si chiama Il bacio dell'angelo caduto,di Becca Fitzpatrick. E' il primo di una saga - bellissima - di quattro libri. Li ho letti tutti e,credetemi,non me ne sono pentita nemmeno un attimo. Chiusa parentesi.
Fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate.
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Sentimenti scoperti. ***


           
              




-Ha chiamato Jason.- Patrick entrò in casa,costringendomi a porre fine alla mia lettura.
-Come hai fatto a entrare?- Chiesi,con un sorriso ironico. Solo un’altra persona aveva le impronte digitali segnate,oltre me.
-L’ho fatto entrare io.- Harry mi lanciò un cellulare. Temetti di non riuscire a prenderlo,ma fortunatamente lo afferrai. Controllai le chiamate,trovando un’effettiva telefonata di mio fratello.
-Come ha fatto a chiamarti? Tecnicamente,potrebbe chiamare solo me.-
-Non lo so.- Harry scrollò le spalle. –Ma voleva parlarti. Sembra che tu l’abbia fatta grossa. Non l’ho mai sentito così infuriato.-
Io e Patrick ci scambiammo un’occhiata complice,scambiandoci un sorriso. Non avevamo detto nulla ad Harry,ma io stessa non ne comprendevo il motivo. La mia decisione di voler rimanere lì era dovuta,per la gran parte,al desiderio di stare con Harry. E di scoprire di più sul mio passato.
-Si,forse è un po’ arrabbiato con me per..una faccenda che avevamo in sospeso.- Scrollai le spalle,cercando di apparire più innocente di quanto non fossi.
-Clary..- Lanciai a Patrick uno sguardo fulminante. –Avanti,diglielo.-
-Dirmi cosa?- Harry assottigliò gli occhi fino a renderli due fessure. Rivolsi a Patrick uno degli sguardi più offesi del mondo,senza riuscire però a trattenere un sorriso.
-Quando hai scoperto la verità..si,insomma,io e tuo cugino siamo tornati nel passato.- Dissi,tutto d’un fiato.
-Cosa?- L’espressione di Harry era sconvolta. Forse avrei dovuto dirglielo con più tatto. Per lui era ancora una cosa difficile da prendere in considerazione,lo capivo benissimo. Ma,a partire da quel momento,doveva regnare l’onestà. Sapevo bene che il mio tempo con lui era limitato,quindi sarebbe stato inutile mentirgli.
-Io chiamo tuo fratello.-
Patrick si alzò. Se,pochi istanti prima,gli avevo rivolto uno sguardo assassino,in quel momento gliene rivolsi uno di gratitudine. Aveva capito che era un momento importante,dove preferivo rimanere sola con lui. Gli porsi il mio telefono.
-Tieni,chiamalo con questo. Risponderà subito se vede che sono io a contattarlo. E poi anche tu eri presente,darà ascolto anche a te.- Lo afferrò,mi strinse la mano e uscì dal salotto.
Harry inchiodò i suoi occhi smeraldo nei miei color nocciola con qualche sfumatura di verde.
-Allora?-
-Ecco..quando ti spiegai tutta la faccenda,tu avevi detto di volermi per sempre fuori dalla tua vita. Ho fatto quello che ritenevo più giusto: lasciarti i tuoi spazi e uscire definitivamente. Chiesi a mio fratello di azionare nuovamente il macchinario e di riportarmi indietro,ma tuo cugino venne con me. Forse non era pronto a lasciarmi andare,o aveva capito che avevo bisogno di lui. Mi è stato vicino quando avrei voluto sprofondare. Mi ero resa conto del peso delle mie bugie,anche se dette a fin di bene. Era giunto da tempo ad una consapevolezza,che io avevo acquisito solo in quel momento. Volevo stare con te. Dovevo farlo. O la mia vita non sarebbe stata completa al massimo. Girovagando per le strade,abbiamo visto te con un’altra ragazza,bionda. In cuor mio,volevo esplodere. Volevo urlare a tutti che noi saremo stati insieme. Ma lo trovai un segno del destino. Noi non potevamo stare insieme,in ogni caso. Non avremmo avuto alcun futuro e tu avresti solo sofferto,come stavo soffrendo io. Patrick allora decise che era tempo di tornare e di chiarire con te. Mio fratello non voleva,ho dovuto ingannarlo per ritornare qui. Mi sono stupita di me stessa,quando ho visto che aver litigato con Jason mi importava meno di aver litigato con te. Forse tuo cugino aveva ragione. Anche sapendo la verità,avrei finito col provare qualcosa per te.- Non potevo credere di averglielo detto davvero. Non in quel mondo,per lo meno. La mia sembrava più una confessione per togliermi un peso da dosso che altro,ma sapevo per certo che lui aveva colto quella muta richiesta di bisogno di un chiarimento che non avevo lasciato trasparire dalla voce.
-So che quando tornerai lì,forse niente sarà come prima. Mio cugino non ricorderà niente,ma ti assicuro che se gli racconti questo per filo e per segno,sono sicuro che ti crederà. E,semmai ci dovessimo rincontrare,voglio che tu non mi parli di noi finché non avremmo sviluppato quel genere di rapporto di cui ti ho tanto parlato. Solo in questo modo riuscirai a capire quanto forte era il nostro sentimento. Forse non sarò lo stesso,è vero. Non avrò questa maturità,farò alcune cavolate,come è giusto che sia. Ma sappi che il mio affetto per te non vacillerà nemmeno un secondo.- Mi accarezzò la mano con un pollice e mi guardò con estrema tenerezza. –Mi sono sentito così male,quando ci hai lasciati. Non era riuscito a dirti abbastanza quanto ti amassi,nonostante ce lo dimostravamo ogni giorno con quotidiani gesti,anche piccoli,e quelle due parole uscivano sempre dalle nostre labbra. Un giorno,mi sono sentito anche in colpa. Anzi,una parte di me,si sente ancora così. Forse se avessi tenuto gli occhi più aperti,sarei riuscito a salvarti. Forse,se avessi dato ascolto a Patrick,che diceva di vederti turbata,sarei rimasto con te e nulla sarebbe accaduto. Chissà,forse sapevi quello che ti sarebbe successo.- Forse non si rendeva conto che quelle erano parole davvero troppo forti per me. Nonostante tutto,non riuscivo più a vederlo come una figura del mio passato.
-Voglio che tu sappia che qualsiasi cosa accadrà,non è colpa tua. Non lo è mai stata e mai lo sarà.- Dissi. –Magari,in un futuro prossimo,un’altra Clary,che ora fa parte del passato,verrà qui e un altro Harry gli dirà le stesse cose. Forse sarà un ciclo continuo e forse noi ci ritroveremo sempre. Ma in questo momento,non vedo nessuna differenza fra passato,presente e futuro. Facevi parte del mio passato,ma ora sei il mio presente e sarai anche il mio futuro. Me lo sento,sarà così.- Non lo dicevo tanto per dire,lo pensavo sul serio. Successe tutto in un attimo. Quando le labbra di Harry toccarono le mie,passato,presente e futuro divennero una cosa sola. Altre persone non l’avrebbero definito un bacio,ma solo un gesto intimo dato con dolcezza. In effetti,di un bacio non aveva niente,ma era così talmente dolce,appunto,che mi fece capire che quello che mi aveva raccontato Harry non era nulla in confronto a ciò che realmente provava. Era una cosa che andava sicuramente al di sopra delle parole,al di sopra delle emozioni. Era una cosa che andava al di sopra,semplicemente,di tutto. Ci staccammo.
-Non avrei mai pensato che la mia vita prendesse questa piega. Ho preso molte decisioni importanti prima di te,ma tu sei stata la svolta decisiva a tutto. Mi hai fatto capire che non ero meno speciale di Patrick o di chiunque altro,ma mi sono sempre sentito meno speciale di te. Secondo me,tutti erano meno speciali di te. Una persona con il cuore grande come il tuo non poteva essere speciale quanto qualcun altro.- Mi accarezzò la mano con un pollice e non riuscì a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Era come se mi avessero ipnotizzata. Continuò. –Guardavi le cose anche dai punti di vista altrui e riuscivi sempre a comprendere meglio tutto. Non facevi un qualcosa di sbagliato e,da quando avevo iniziato a conoscerti,anche le mie azioni erano diventate più bonarie. Tu mi hai insegnato tutto,Clary. Tutto.-
Presi un bel respiro. Sentì qualcosa cambiare dentro di me,maturare. Era come se fossi diventata – o ritornata,a seconda dei punti di vista – più grande,forse quella Clary che Harry aveva amato tempo prima. Ma il mio cambiamento fu solo interiore.
-Sai,forse non ti ho mai detto che la mia vita era cambiata,da quando ci sei entrato tu. Era anche grazie a te che ero quella che ero. Forse era solamente grazie a te. Il tuo carattere completamente diverso dal mio mi dava quella spinta in più che mi serviva a ragionare. Era come uno standard. I tuoi comportamenti erano il mio limite. Erano quello che non dovevo essere io. Non perché tu non fossi un bravo esempio,tutt’altro. Ma perché temevo che se li avessi assunti anche io,avremmo spezzato la magia che si era creata tra noi,diventando troppo simili. Se vedevo te,vedevo quello che non ero io. Se fossimo stati uguali,avrei trovato il tutto monotono e presto ci saremo stancati l’uno dell’altro. La nostra diversità era proprio ciò che ci distingueva. Ma presto diventammo così uguali da non avere più limiti. Ognuno rappresentava l’altro. Aveva il suo sapore sulle labbra e il suo nome tatuato sul cuore. Ti amavo così tanto che il mio ultimo pensiero prima di morire non fu quanto mi sarebbe mancata la mia vita o a quanto l’avevo vissuta bene. Ma fu quanto mi saresti mancato tu,quanto mi sarebbe mancato il tuo respiro sul collo,le tue mani fra i miei capelli. Perché tu eri tutto..tu eri più di tutto per me. – Lo guardai seria,fiera del mio discorso e tanto intensamente da non notare Patrick in cima alle scale. Forse nemmeno Harry l’aveva notato. Semplicemente,mi guardò spaventato.
-Ma tu queste cose come le sai?- Tremava e quella sicurezza che c’era in me un attimo prima svanì. Quell’essere più matura,quel sentirmi più grande. Tutto tornò normale e mi passai una mano sul cuore.
-Io..non lo so.- Lo guardai,spaesata. –So solo che mi sono sentita diversa,come se qualcosa dentro di me fosse cambiato. Io so solo che quando sono con te sono diversa,appartengo di più al mio passato.-
-Appartieni..come?-
-Non lo so..io vede e sento cose che normalmente non vedo. Come se la mia vita tornasse a piccoli brandelli. E nel mio corpo si scaturiscono cose..decisamente maggiori a ogni tipo di sensazioni che io abbia mai provato prima. Ogni volta che sono con te,è come se fossi spezzata in due. E’ come se io avessi in mano una parte e tu un’altra,ma mi sembra ovvio che la parte destinata a te è sicuramente più grossa.- Non riuscivo più a fermarmi,in balia di tutti quei sentimenti. Non sapevo cosa sarebbe successo dopo,ma non m’importava. Tutto quello che contava era Harry. –E’ come se ti appartenessi,Harry,nel modo più totale.-
Mi guardò,ancora incerto. Non si era ancora reso conto che quello che aveva detto Patrick era dannatamente vero. Sempre,anche a distanza di dieci anni,ci saremo ritrovati. Avrei capito di amarlo,sempre. Perché,il vero amore si ritrova. Sempre. La frase ‘Finché morte non ci separi’ non era adatta al nostro caso. Niente,nemmeno la morte era riuscita a dividerci. E in quel momento ero lì,con il cuore in mano,a confessare ad Harry quello che lui già sapeva.
Lentamente,mi posò una mano dietro la schiena,avvicinandomi a sé. Poggiò nuovamente la sua bocca sulla mia,piano,per paura di un rifiuto. O di un risveglio. Forse credeva che fosse tutto un sogno. Mi alzai,prendendolo per mano e mi appoggiai al muro. Lui mi guardò,interrogativo.
-In questo modo,posso sentire meglio i battiti del tuo cuore,mettere le mie mani intorno al tuo collo. Sentirti meglio,in ogni sfumatura,ecco tutto.-
Mi sorrise,un sorriso così ampio da andare da un orecchio all’altro.
-Non hai bisogno di alzarti,per sentire i battiti del mio cuore. Batte così forte contro il petto che potrebbero sentirlo a chilometri di distanza.- Era vero. I suoi battiti veloci e irregolari erano fortissimi. Ma i miei non erano da meno. C’era una sola differenza. Lui aveva aspettato quattro anni,con il rimorso di non vedermi mai,mai più. Strappata via nel peggiore dei modi. Mi avvicinai,ma si bloccò di colpo.
-Hai detto che quando sei con me è come se ricordassi qualcosa. E’ così?- Annuì,non capendo dove volesse arrivare.
-Sarà il nostro prossimo obbiettivo. Devi cercare di ricordare,di ricordare il più possibile. Solo in questo modo riuscirai a capire la verità,solo in questo modo potrai mettere fine alla mia rabbia. Devi cercare i ricordare,Clary. Ricordare chi ti ha uccisa.-
-Harry,non..- Non potevo. Era una cosa troppo gravosa. Al di sopra di tutte le aspettative.
-Cercheremo di ricordare. Abbiamo due mesi.-
-Quasi.- Sussurrai. –Baciami.- Aggiunsi poi.
-Adesso?- Mi sorrise,spingendomi contro il muro. Ero così presa che avevo paura che la voce mi uscisse tremolante,quindi annuì e basta. Mi scostò i capelli dal viso e mi prese il volto fra le mani,poggiando cautamente le sue labbra sulle mie. Gesto che mi fece capire ancora di più quanto gli fosse mancato quel contatto.



SOOOOOOOOOOOOOOOO.
Vi chiedo umilmente perdono. Sapete che non è mai mia intenzione pubblicare in ritardo,ma gli impegni hanno sempre la meglio su di me. Mi rompo di scriverlo alla fine di ogni capitolo che posto,ma è la mia punizione per ricordarmi di essere sempre in ritardo. Per l'ennesima volta,vi chiedo scusa. Spero vi piaccia,lo spero sul serio.:)
A presto!
Baci,
Roo.:)) <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Decisioni opportune. ***


          

            






-Ti rendi conto che è assolutamente impossibile,vero?- Patrick era seduto accanto a me sul divano. Harry sarebbe tornato di lì a poco. Intrecciai le nostre mani per fargli capire che avevo bisogno di supporto,ma annuì.
-Lo so. Ma pensaci..potrei farcela davvero. Ogni tanto la mia vecchia vita ritorna a brandelli,in piccoli frammenti. Se ricordassi qualcosa di quella notte,qualsiasi cosa,Harry potrebbe avere delle risposte,tu potresti averle. Ho sempre avuto bisogno di te per qualsiasi cosa,Patrick. Non è cambiato niente.-
La sua espressione si addolcì,poi voltò di nuovo la testa verso di me. –Cosa potrebbe farti stare meglio?-
-Il tuo supporto. Che tu mi stringa la mano e mi dica che sei dalla mia parte. E’ un momento difficile e ho bisogno di te.- Lo guardai,speranzosa. Mi strinse la mano con più forza.
-Sempre,avrai sempre il mio supporto. Ci sarò sempre per te.- Si alzò e capì che stava per darmi un abbraccio. Infatti tese la mano verso di me,che io afferrai prontamente e mi strinse in un profondo abbraccio.
-Ti voglio bene,Patrick.- Nascosi la testa nell’incavo del suo collo,come se fosse la mia unica ancora di salvezza. Per risposta mi strinse più forte. Poi continuò.
-Provi qualcosa per lui,già ora?- Non c’era bisogno che specificasse. Avevo già capito di chi parlava.
-Tutto quello che so è che quando siamo separati è una battaglia contro l’orologio. Mi manca già prima di andarsene. Eppure mi sento un’egoista.- Mi sentivo libera di parlare con Patrick. Sapevo di potergli dire qualsiasi cosa,di potergli confidare qualsiasi paura. Mi avrebbe aiutata,come sempre.
-Egoista? E perché?- Aggrottò le sopracciglia. Come se la cosa non fosse stata ovvia.
-Patrick,guarda in faccia alla realtà! Sai meglio di me che fra meno di due mesi me ne andrò e vi lascerò. Non posso rimanere qui per sempre,neanche se volessi. Cosa succederà quando ritornerò lì? Harry sarà più distrutto di prima,ecco cosa. Se non sto con lui ora,lo faccio soffrire perché non può avermi. Se sto con lui ora,lo faccio soffrire quando poi parto perché il mio sarebbe un addio definitivo. Finisco comunque col ferirlo,qualsiasi cosa accada. E’ una situazione stranissima,eppure io non voglio uscirci!- Non alzai il tono di voce,parlai solamente con più rabbia. Con un ritmo più incalzante. Sapevo bene le idee che balenavano nella testa di Patrick,perché erano sicuramente le stesse che tormentavano me.
E se non fossi partita?
Se fossi rimasta lì,per sempre,con loro?
Cosa sarebbe successo,in quel caso?
-Perché non lo chiedi a tuo fratello?- Disse,non dubitando nemmeno per un secondo della piega presa dai miei pensieri.
-Non so come reagirebbe. Insomma,me ne sono andata già una volta e lui sembra incavolato con me,non ci siamo più parlati da quel giorno. Cioè,io non ho cercato di chiarire perché avevo altri pensieri per la testa. Non mi risponderebbe bene,sono sicura.- Alzai le spalle e mi accasciai nuovamente sul divano,sconfortata. –Se magari glielo chiedessi tu forse sarebbe già diverso.- Dissi,con un filo di voce. Non lo pensavo davvero e forse pensavo che lui non mi avesse nemmeno sentito. Invece ci pensò su.
-Potrei provarci.- Scrollò le spalle. Dopodiché mi guardò,con quel suo solito sguardo speranzoso. Gli toccai il braccio.
-Patrick,non so se sarà possibile. Lo vorrei tanto,ma sappiamo che prima o poi accadrà. E io non voglio ferirti. Desidero ancora meno ferire tuo cugino,lo sai. E poi,se restassi qui,cambierei il corso degli eventi lì e Dio solo sa cosa succederebbe. Mi si torcerebbe tutto contro,succederebbe qualcosa alle persone che amo,lo so. Quindi..godiamoci queste settimane,ok?- Gli feci un sorriso di incoraggiamento. In quel momento sentì la porta aprirsi e vidi entrare Harry,sorridente. Gli corsi incontro.
-Ehi! Dove sei stato?-
-A riflettere.-
Trasalì leggermente. –A riflettere?-
Mi sorrise dolcemente e mi strinse in un abbraccio. –Dovevo riflettere su cosa avrebbe potuto aiutarti.-
Mi sentì una sciocca. Ovviamente,lui cercava sempre di aiutarmi. Mi amava,dovevo aspettarmelo. In confronto a ciò che provava lui,i miei sentimenti sembravano insignificanti. Non ero pronta ad amare,o almeno a rendermene conto,ma,stando alla realtà dei fatti,stavo già imparando a farlo.
-E sei arrivato a una conclusione?-
Lui annuì. –Devi chiamare le tue conoscenze. Anche la tua amica,quella che ora non è qui. Devi raggruppare quante più persone possibili. Più informazioni hai,più sarà facile ricostruire il passato.- Harry annuì mentre parlava,fermamente convinto della sua teoria. Patrick si avvicinò a noi.
-Sono d’accordo. Questa storia mi sembra tutta un’intera follia,ma non importa. Tutti vogliamo sapere e lei deve fare in modo che la cosa non si ripeta.  Se c’è qualcuno che merita di sapere,è lei. E tu,naturalmente.-
Fece un leggero cenno del capo e fece per avviarsi di sopra,probabilmente in camera sua. Gli afferrai il braccio,tirandolo leggermente verso di me. Lo abbracciai. –Grazie.- Sussurrai. –Per me è molto importante.-
Lo sentì annuire e mi lasciò un bacio sulla fronte.
-Lo so.- Disse. Poi salì le scale e io tornai da Harry. Notai che non si era tolto il giubbino.
-Devi uscire di nuovo?-
Lui annuì,poi mi porse la mia giacca. Sorrisi e la infilai. –Si.- Disse. –E tu verrai con me.-

-Davvero non l’avevi mai visto?- Stavamo ancora ridendo,quando ci sedemmo al bar.
-No,mai.- Harry mi aveva portata a fare un giro,perché effettivamente non conoscevo nulla di tutto quello che c’era intorno a me. Era tutto così diverso dall’ambiente in cui avevo passato la mia vita. Sul tavolo era posizionato una specie di tablet. Harry lo afferrò.
-Ehi,che stai facendo? Non potremmo usarlo,è di qualcuno!- Affermai. Lui mi guardò con un’espressione divertita e dolce allo stesso tempo.
-Adesso ruota tutto intorno alla tecnologia,Clary. E’ come se fosse un menù elettronico. Selezioni quello che vuoi e viene proiettato sul monitor nell’altra stanza. In base al numero del tablet e quindi del tavolo,portano le ordinazioni.- Schiusi la bocca a forma di ‘o’. Sembravano esser passati secoli,per quanto erano rivoluzionari i metodi. Non dieci anni. Voleva dire che il cambiamento era già in atto,magari in quel preciso istante. Mi venne da ridere.
-E’ assurdo. In ogni caso,io voglio..-
-Un cono piccolo amarena,lo so.- Mi stoppò. Poi aggiungemmo insieme –E cocco.-
Conosceva bene anche quella parte di me,i miei gusti di gelato preferiti. Mi metteva quasi paura. Una paura della quale non volevo liberarmi.
Digitò qualcosa sull’apparecchio e poi lo posò. Ci sistemammo solo molto più vicino l’uno all’altro,appoggiando il nostro peso sui gomiti. Ci trovavamo a pochi centimetri di distanza. Sorrisi,abbassando la testa.
-Che succede?- Mi chiese Harry. Però non fece molti sforzi a trattenere – anche lui – un sorriso.
-Niente. Sono felice.- Poi mi accorsi di quanto inadatte fossero quelle parole. Avrebbe dovuto pronunciarle lui,non io. Era lui quello felice alla massima misura. Lo ero anche io,ovvio. Ma lui era un caso eccezionale.
Annuì. –Lo sono anche io.-
-Lo so.- Dissi,aprendomi nel più tenero dei sorrisi. Posò la sua mano sulla mia guancia e mi accarezzò lo zigomo con un dito. Poi mi lasciò un breve,dolce bacio sulle labbra. Pochi attimi dopo,la cameriera ci portò le ordinazioni. Addentai il gelato dal lato del cocco.
-Non credevo che avrebbe funzionato davvero.- Ammisi,mentre mangiavo. Ci trovavamo nella stessa posizione di prima.
-Lo immaginavo. Non hai mai avuto molta fiducia nelle scoperte innovative,sai?-
-Davvero?- Alle mie stesse orecchie suonava strano porre una domanda del genere. Che razza di persona faceva domande incredule sul proprio conto?
Harry annuì. –Si. Un giorno ti sei messa a strillare come una pazza solo per paura che eliminassero le edizioni cartacee dei libri.-
Mi scappò una leggera risata. –Non so perché,ma riesco a immaginare benissimo la scena. E’ proprio da me.-
-In effetti sei un po’ pazza. Posso passarci sopra.- Mi fece un occhiolino ironico e scoppiai a ridere. Per dimostrargli che nulla era cambiato,gli buttai un po’ di gelato sulla faccia,allungando il cono verso di lui. Fece un leggero urlo,ma poi fece la stessa cosa. Vidi una coppia di anziani signori osservarci e ridere. Probabilmente stavano pensando a quanto sembrassimo una coppia spensierata,che viveva alla giornata,felice. In realtà non avevano idea dei milioni di problemi che andavano solo ad accumularsi.
-Sembriamo due idioti.- Dissi,ridendo. Harry aveva la faccia piena di gelato e gli porsi un fazzoletto. Anche io mi sentivo sporca così mi pulì.
-In realtà credo proprio che lo siamo.- Detto questo,si alzò,lasciandomi al tavolo. Non avevo un centesimo con me per pagare,quindi prima che la cameriera mi raggiungesse,mi affrettai a raggiungerlo.
-Non abbiamo pagato.- Dissi,col fiatone. Lui mi sorrise e intrecciò le nostre mani.
-Penso che rientri nel nostro essere idioti.- Mi accarezzò il palmo con il pollice,dopodiché si abbassò e mi incitò a salirgli sulla spalla. Mi potrò in quel modo fino a casa sua.

-Allora,siete ancora d’accordo sulla missione “Scopriamo il passato di Clary?”- Patrick sorrise alla nostra vista. Si alzò dal divano e ci venne incontro,chiudendoci la porta di casa. Il braccio di Harry era intorno alle mie spalle.
-Si,direi di si. Cominciamo da..ora?- Harry mi guardò,interrogativo. Mi asciugai le mani sudate sul pantalone,sperando di nascondere una fitta di nervosismo. In realtà non mi ero accorta che lo stavo solo mettendo in evidenza.
-Qual è la prima persona che dobbiamo chiamare?- Sorrisi. Harry si diresse verso il tavolo. Non avevo notato che c’era un foglio. Sembrava una lista. Tuttavia,mi trascinò con sé,a causa delle sue mani intrecciate alle mie.
-Credo che dovremmo cominciare con Brooke. Poi procederemo con Jason e il professore che lo ha aiutato nell’esperimento. Penso siano le persone più importanti. Dopo potremmo anche passare a qualcun altro. Dobbiamo fare tutto in piccoli gruppetti,non penso che averli tutti insieme ci aiuterebbe. Siete d’accordo?-
Dal suo modo di parlare,sembrava un professore. Ad ogni modo,sia io che Patrick annuimmo.
-Credo sia in questo punto che entro in gioco io.- Sussurrai. Ma ero troppo vicina a entrambi,quindi mi sentirono.
-Clary,non sei obbligata a farlo,lo sai.- Patrick fra i due era il più confortante. Sospirai. Lo sapevo. Lo sapevo eccome.
-Lo so.- Li guardai. –Non posso farvi questo. Non posso,ok? Devo farlo. In fondo non è complicato prendere un telefono e chiamare qualcuno. Forse l’intera faccenda sarà difficile da spiegare,ma non è impossibile. Riusciranno a capire. Sono comunque cose che sono accadute già in passato,o non sarei qui,giusto?- Sentì il mio viso andare in fiamme e i miei occhi diventare umidi. Sbattei le palpebre più volte per ricacciare dentro le lacrime. Non avrei pianto. Perché avrei dovuto? Forse perché,in cuor mio,sapevo l’assurdità delle cose che stavo dicendo? Io stessa facevo fatica a comprendere,come potevo pretendere che fossero gli altri a farlo?
Harry mi accarezzò i capelli. –Possiamo chiamarli noi,poi tu gli spiegherai tutto una volta che saranno arrivati qui.- Mi aggrappai a lui e annuì,sperando di non averlo deluso.
-Si,per favore. Mi dispiace..mi dispiace.- Patrick mi guardò,scioccato.
-Ti dispiace? E per cosa?-
-Di avervi deluso.- Dissi,contro il petto di Harry. Sentire i suoi battiti regolari mi faceva stare meglio. Continuò ad accarezzarmi i capelli e la schiena.
-Non ci hai deluso. Ci stiamo ancora capacitando della tua forza. Lo sai? Io non avrei avuto il coraggio e la determinazione di affrontare tutto questo. Sei una persona forte,Clary. Lo sei davvero tanto. E di certo un paio di telefonate non cambieranno la mia,la nostra opinione.- La voce di Harry era calma e rassicurante. Per un momento,mi soffermai sulle sue parole. Ero davvero forte come sosteneva? Se lo ero,non me n’ero accorta. Mi stavo solo comportando come credevo fosse giusto. E offrirgli delle risposte era la cosa più giusta da fare. Che fosse quella forza di volontà sepolta nel cuore della Clary che Harry aveva amato un tempo di cui tanto parlavano?
-Su,forza,Clary,mi passi il telefono? Ho delle telefonate urgenti da fare.- Per la prima volta notai che non mi aveva mai chiamata ‘Amore’ ‘tesoro’ o qualcosa di simile. Gliene ero grata. Speravo proprio che lui pensasse che il mio nome racchiudesse tutte quelle parole,come lo era il suo per me. Gli passai il telefono e lui non smise di tenermi abbracciata. Compose un numero a me tanto familiare. Non lo aveva cambiato. Per la prima volta mi resi conto che avrei dovuto davvero affrontare tutto questo. Harry l’aveva fatto davvero,aveva chiamato sul serio.
-Ehi,Brooke. Sono Harry.- Una pausa. Sentì la voce della mia amica all’altro capo del telefono. Non era cambiata, Forse era diventata più matura,ma non era cambiata. Riprese a parlare. –Si,quell’Harry. Ora ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno di te..e devi essere qui,con noi. Se prenoto il primo aereo ce la farai a essere qui entro due giorni?-





SOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Non ho tardato poi così tanto,dai. per prima cosa,grazie a tutte quelle che seguono la fanfiction e che la commentano. Grazie,grazie davvero. Per me è molto importante:)
Poi.
Questo è uno dei capitoli che mi è piaciuto più scrivere. Si capisce che lentamente Clary sta iniziando a provare qualcosa per Harry ed è già nato una sorta di amore fra i due. Amore più completo dalla parte di Harry,ma non crediate che Clary non provi gli stessi sentimenti.
Presto inizieranno le ricerche per scoprire il passato di Clary,opinioni?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto:)
A presto!
Baci,
Roo:)) <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Il passato va affrontato. ***


           







-Sei tesa?-
Le mani mi sudavano e le asciugai sui pantaloni. Non avevo idea di come Brooke avrebbe potuto reagire e tutti sembravano essersi scordati del viaggio nel tempo che avevo subito. E se neanche Brooke mi avesse creduto? Se non avevo lei dalla mia parte,chi mi sarebbe rimasto? Patrick,Harry ed io,per quanto determinati,non saremo riusciti a scoprire niente senza l’aiuto di qualcuno.
-Forse,fra un mese o poco più,sapremo la verità più importante della mia vita. Forse non cambierà le cose,ma Harry si darà pace e io sarò preparata,quando sarà il momento,lo capisci?- Guardai Patrick. Harry era all’aeroporto a prendere Brooke.
-Clary,potresti cambiare le cose,se lo scoprissimo. Tu e Harry potreste avere un futuro lungo,come avevate sognato e io potrei dirti tante cose che..non ho avuto tempo di dirti. Forse tutti noi avremmo un sorriso in più e un vuoto in meno..- Lo abbracciai di getto,passando le mani intorno ai suoi capelli ricci.
-Pat,sono qui ora. Puoi dirmele ora,quelle cose,prima che sia troppo tardi. Pensi che a me faccia piacere? Ho visto Jason una volta sola ed era straziato,per colpa mia. Mi hai raccontato che Harry stava messo peggio di uno straccio e che tu non eri da meno. Non sono contenta di essere la causa del dolore di tante persone,non lo sono affatto! Per questo per me è importante capire..- La mia voce s’incrinò. Era incredibile come non avessi il controllo delle mie emozioni. Mi imponevo con tutta me stessa di non piangere per non mostrarmi debole e infatti tutto quello che uscì furono lacrime di rabbia mischiate a quelle di dolore. Nient’altro.
Ero forte.
Patrick sorrise amaramente. –Vedi? Ecco perché tenevo a te più di chiunque altra. Perché anche per una cosa così grave,il tuo pensiero è rivolto agli altri. Pensi ai loro stati d’animo,invece di pensare ai tuoi. E’ così..- Non seppi mai come la frase si concludeva. Harry spalancò la porta e mi corse incontro,prendendomi le mani.
-Brooke è qui,proprio fuori al giardino,si è fermata a parlare con tuo fratello.- Inchiodai i miei occhi in quelli di Harry. Erano così chiari che vedevo il mio riflesso. O era in lui che vedevo me? Provavo cose così forti da rispecchiarmi in lui,come se fossimo una cosa sola. E forse lo eravamo.
-Jason è qui?- Forse per Brooke sarebbe stato più semplice capire,ma sapevo per certo che per mio fratello era una ferita ancora aperta e non solo perché qualcuno aveva fatto credere che lui fosse stato il colpevole.
-Si,ma non voglio farlo entrare prima che Brooke sia dalla nostra parte. Ci serve un diversivo.-
-Ci penso io. Trattenerlo non sarà così difficile. Quando tempo pensate che potrebbe servire?- Patrick ci diede la sua disponibilità all’istante. Gliene ero grata,ero grata a entrambi per l’enorme aiuto che mi stavano dando e l’immenso interesse che avevano mostrato.
-Un paio d’ore saranno sufficienti. Meglio avere tempo in abbondanza..e poi non credo di poter mandare giù tutti e due in un colpo solo..anche se solo una mezz’ora,ma ho bisogno di tempo.- Non volevo sembrare patetica,ma era la verità. Non avevo nulla da temere con loro,non in quel momento. Non quando ero sicura che Patrick fosse il migliore amico che potessi chiedere ed Harry l’amore più grande e immenso che il mondo avesse mai creato. Mi chiesi se,da qualche parte,qualcuno aveva un amore come lo avevamo noi. Appena sbocciato,va bene,ma la valanga d’emozioni che ci attraversava nell’esatto momento in cui i nostri occhi si incrociavano era ben superiore a una cotta passeggera. Harry era la mia persona.
-Clary ha ragione.- Harry interruppe bruscamente i miei pensieri. –E’ meglio tu glielo dica sin da ora,così Brooke comincia ad entrare.- Patrick annuì,ma prima di andare mi guardarono. –Sei pronta?- Harry mi guardò con dolcezza e mi strinse la mano per infondermi coraggio. Io feci di si con la testa,prima fievolmente,poi sempre con più convinzione. Lo ero,lo ero sul serio.
Non vidi nemmeno il mio migliore amico uscire dalla porta,troppo impegnata a guardare le mani mie e di Harry intrecciate,che si completavano.
-Grazie. So che lo stai facendo per me. Grazie,Clary.- Lo guardai,sbalordita.
-Sono io che dovrei ringraziare te. Questa cosa serve anche a me,per capire,per essere più preparata..- Non mi fece finire di parlare che mi baciò delicatamente. Le sue labbra morbide si muovevano piano sulle mie. Sciolsi le nostre dita per passargli la mano fra i capelli ricci e lui mi accarezzò leggermente la schiena. Ci staccammo e lo guardai negli occhi,ma rimanemmo nella stessa posizione.
-Abbiamo meno di due mesi da passare insieme. Ogni secondo che sprechiamo è del tempo che togliamo a noi. Se pensi che sia una perdita di tempo..-
-Non lo penso,per niente.- Lo avvicinai nuovamente a me,bisognosa di un contatto. Lo baciai ancora,senza fretta. Dolce e intenso,come il precedente,come tutti. Sentì un brivido. Mi accarezzò il braccio e io poggiai la mia testa sulla sua spalla.
-Mi crederà? O mi prenderà per una pazza? L’ho detto a tre persone e hanno avuto tre reazioni differenti. Patrick non era molto sconvolto,mi è sempre rimasto accanto. Tu eri a dir poco senza parole e,per favore,non parliamo di Jason.- Lo guardai. Nei suoi occhi vidi sicurezza. Quella che mancava a me. Mi sorrise teneramente.
-Lei capirà. E’ sempre stata forte,non credo di averla mai vista in atteggiamento debole.- Mi sistemò una ciocca di capelli dietro le orecchie. –L’unica cosa che bisogna fare,perché lei ci creda,è che tu ne sia convinta. Non ci crederei nemmeno io,se tu avessi quest’espressione!- Sorrisi e lo abbracciai.
-Credere a cosa?- Riconobbi la voce della mia migliore amica anche girata. Harry si voltò di scatto ed io insieme a lui. In quel momento sentì Brooke sussurrare “Oh mio Dio” e lasciar cadere le valigie a terra.

-Tieni.- Porsi la tazza fumante di the alla mia amica sul divano,seduta fra me ed Harry. Non le avevamo detto ancora praticamente nulla,data la sua reazione iniziale. Non aveva urlato,non era svenuta e non mi aveva guardata come un’aliena,si era limitata ad essere in stato di schock dopo aver visto che le abitudini,il carattere e l’aspetto fisico della ragazza che aveva davanti agli occhi erano esattamente quelli della sua migliore amica morta quattro anni prima.
-Allora,vuoi la spiegazione razionale o quella scientifica?- Le chiesi,guardandola negli occhi. Indossava un maglione che le avevo regalato,ormai,molto tempo prima. Incredibile come gli stesse ancora perfettamente.
-Un po’ di entrambe,credo. Non esagerare,però. Credo che farò abbastanza fatica a accumulare tutte le informazioni.- Spostava lo sguardo da me al pavimento. L’ultima cosa che avrei voluto,era che si sentisse in imbarazzo con me. Avevo bisogno di un suo abbraccio che,fino a quel momento,non era ancora arrivato.
-Allora che ne dici se ti racconto solo quello che vuoi sapere? Quando sarai pronta ti spiegherò il resto. Vuoi?- Lei annuì,visibilmente più rilassata.
-Come fai ad essere qui?- Sorrisi.
-Questa è la parte surreale.- Sussurrai. Lei rise leggermente e mi restituì finalmente tutti gli sguardi che le avevo mandato in cerca del suo supporto. –Io,tecnicamente no sono di qui. Jason e il suo professore hanno inventato una macchina del tempo,così eccomi qua. Nel futuro. Il resto..penso che faccia parte di un’altra domanda.- Giocherellavo con i miei capelli,ansiosa più che mai di stringere la mano di Harry,almeno per sapere che lui mi era vicino. Quelle,infatti,erano spiegazioni che soltanto io potevo dare a Brooke. E poi ci sarebbero state le spiegazioni che soltanto loro due potevano dare a me. Ognuno aveva una versione diversa. E quella che più aspettavo,era quella di Jason.
-Da quanto tempo sei qui?-
-Un paio di settimane.-
-Perché mi hai chiamata solo ora?-
-Perché non avevo idea di cosa mi fosse successo. E penso che era la prossima domanda,giusto?- Cominciava a piacermi quel botta e risposta. La mia amica annuì.
-Sai tutta la storia..anche per quanto riguarda Harry?- Era stata posta con meno convinzione delle altre. Forse credeva che non ero a conoscenza di nulla e quindi di aver fatto un terribile errore,ma,stupendola,annuì.
-Su di me,so tutto quello che bisogna sapere.- Allungai la mano verso Harry,che la strinse prontamente. Non importava se fra di noi c’era Brooke,doveva capire che quello che ci univa era forte. –Tranne una cosa,ovviamente. Provenendo da..un qualcos’altro,non ho ricordi. Forse qualche brandello che,chissà come,ho vivido nella mia mente. Devo,ho bisogno di sapere chi mi ha uccisa e perché l’ha fatto,per questo ho bisogno del vostro aiuto. Ogni indizio,anche piccolo,potrebbe spingermi a ricordare e a far si che non ricapiti ancora..- Parlavo lentamente per paura di mostrarmi debole di fronte a Brooke. Non doveva sapere che avevo paura.
-Tutta questa faccenda è assurda. Allora spiegami perché ci credo.- La mia amica parlava con gentilezza,come per comunicarmi tutto il suo supporto. Per dirmi che lei era lì.
-Perché conosci Clary e sai che non è capace di mentire. E i  suoi occhi in questo momento parlano per lei.- Harry rispose al posto mio con decisione e tenerezza,come se non stesse aspettando altro che quella domanda. Gli occhi della mia amica guizzarono verso di me e lei si aprì in un grande sorriso,dopodiché si fiondò su di me gettandomi le braccia al collo. Sentivo delle gocce bagnarmi il collo,segno che stava piangendo.
-Dio Clary mi sei mancata così tanto. Ho avuto così tanta paura di non farcela,senza di te. Ma ti giuro che lo troviamo,quel bastardo che ti ha fatto del male. Lo troviamo e gliela faccio pagare con le mie stesse mani. Clary sei la mia migliore amica e mi dispiace di non avertelo dimostrato spesso,mi dispiace così tanto..- La sua voce era strozzata dai singhiozzi e mi stringeva fortissimo.
-Brooke,lo so che mi vuoi bene,lo so..- Le accarezzavo i capelli e la consolavo quando avrebbe dovuto essere l’esatto contrario. Perché si ripeteva sempre la stessa scena? Era come leggere sempre la stessa pagina di un libro. Raccontavo a qualcuno la mia storia e lui mi diceva che aveva dei rimpianti,che non mi aveva dimostrato abbastanza qualcosa.
-Brooke,ho bisogno di sapere cosa ricordi di quella notte.-
-I ricordi verranno dopo. Ora devo raccontarti una cosa. E non credo che si tratti di una coincidenza.- Io e Harry la guardammo straniti. –Che vuoi dire?- Dicemmo all’unisono.
-Poco prima di quel giorno,io e te andammo al lago. Mi dicesti “Brooke,ho bisogno che tu mi faccia un favore. Se mi dovesse capitare qualcosa,devi promettermi che dirai ad Harry di vivere la sua vita e di non rimpiangere niente di noi. Meriterebbe di essere felice con qualcun altro come lo siamo stati insieme. Dovrai dirgli che lo amo,che lo amo tanto e che non lo dimenticherò mai.” Allora lo considerai un momento di debolezza,ma ora credo che tu sapessi.- Guardai Harry,con le lacrime agli occhi. Mi passai la mano sulla fronte.
-Brooke,perché non me lo hai mai detto?- Harry la guardava,serio.
-Harry,non fa niente. Vieni qui.- Non se lo fece ripetere due volte e si venne a sedere vicino a me,intrecciando immediatamente le nostre dita. Sentì un calore espandersi per tutto il corpo. Non sapevo se era per la mano calda di Harry o era semplicemente il brivido che mi provocava a ogni nostro contatto.
-Brooke,puoi andare a vedere dove sono Patrick e mio fratello? Probabilmente li trovi al lago,puoi andare a cercarli e a dirgli di venire qui?- Lei annuì e uscì dalla stanza,ancora scossa. Mi voltai verso Harry,notando che i suoi occhi verdi luccicavano. Quella scia di gioia era tornata.
Poggiai la mia testa sul suo petto e lui mi circondò il corpo con le braccia.
-Perché deve essere tutto così complicato?- Sussurrai,tenendomi stretta a lui.
-Perché c’è qualcosa di più forte che potrebbe superarlo.- Capì all’istante che parlava dell’amore che ci legava. Mi raggomitolai ancora un po’ accanto a lui,lasciandomi cullare dal suo battito regolare. Poi alzai lo sguardo e notai che mi stava fissando con un sorriso.
-Perché mi fissi?- Non riuscì a trattenere un sorrisetto. Lui scrollò le spalle.
-Perché mi piace guardarti.- Trattenni una risata e mi allungai per lasciargli un bacio,il più dolcemente possibile. Lo ricambiò con altrettanta tenerezza,accarezzandomi lievemente il collo.
-Clary?- Parlò con le labbra ancora incollate alle mie.
-Mmh?-
Lo sentì sorridere. –Ti amo tanto anch’io.-






SOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Questo capitolo è pronto da giorni,ma mi sono sentita talmente male che non avevo nemmeno la forza di muovere le mani e accendere il computer. Sto leggermente meglio,adesso. Ma sono terribilmente stanca e non ho la forza per continuare questo spazio autrice,quindi chiudo qui. Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto!
Baci,
Roo:) <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Speranza. ***


          





-Sei pronta? Non è niente che tu non abbia già fatto.-
Ebbi un dejà-vu. Poco meno di due ore prima,Patrick aveva usato lo stesso tono che stava usando Harry.
-Con Brooke era diverso. Il giudizio di mio fratello è determinante. E’ probabilmente quello che ne sa di più,devo cercare di non fare mosse false. So che non mi accoglierà a braccia aperte come ha fatto lei,quindi è già un punto a mio sfavore.- Mi passai la testa fra le mani. –Vorrei solo prendermi una pausa da tutto questo. E’ troppo da digerire tutto in una volta. Ed è solo l’inizio.- Sospirai. –La verità è che ho paura.-
Lui mi guardò,stranito. –Paura? E di cosa?- Intrecciò le nostre dita.
-Di tutto. Pensavo di desiderare questa cosa con tutta me stessa. Dovevo sapere,soprattutto dovevo farlo per fornirvi delle risposte. Ma ora non sono più tanto sicura di volerlo. Ho solo paura di scoprire qualcosa che preferirei rimanesse..oscurata. Riesci a capirmi?- Lui annuì,ma non ero tanto sicura. Forse poteva provare a comprendermi,ma non poteva riuscirci del tutto. Poi mi diedi della stupida da sola. Certo che capiva,poteva benissimo avere le mie stesse paure.
-E se mangiassimo qualcosa?- Sputò lui di punto in bianco. Lo guardai e non mi sforzai di trattenere una risata.
-Perché,tu riesci a mangiare? Mi si è chiuso lo stomaco,a te no?- Rabbrividì. Sotto quell’aria scherzosa però c’era la verità. Mi sentivo sul serio qualcosa dentro che mi bloccava tutta.
-Si,ma se riesci a convincere te stessa che vuoi mangiare,magari ci riesci.- Mi porse la mano. –Che ne pensi? Vieni?- Afferrai prontamente il gesto e intrecciai le nostre dita.
-Vengo solo se mi porti in qualche posto dove c’è un bel panorama..qual è il posto più bello,secondo te?- Mi guardò negli occhi e vidi brillare una scintilla.
-Ti va di scoprirlo?- Mi sussurrò all’orecchio. I suoi riccioli mi ricadevano sulla fronte,solleticandomela. Annuì,quasi automaticamente,troppo attratta. Quasi come una calamita.
-Prendo la macchina.- Mi sorrise. Lo guardai,come se volessi fulminarlo.
-Perché? E’ così distante da non poterci andare a piedi?- Ero davvero confusa. Per tutta risposta,lui mi sorrise e strinse di più la mia mano.
-Scusa,avevo dimenticato questo particolare.- Gli sorrisi ampiamente e lo attirai a me,baciandolo molto dolcemente.
-Avevo dimenticato quanto bello fosse baciarti,averti con me ogni giorno,ogni ora,ogni minuto. Avevo dimenticato come si vive,perché hai trascinato via con te tutte le cose belle.- Mi accarezzò la guancia con una tale delicatezza che quasi non sentivo il suo tocco.
-Credo che dovrò rinfrescarti la memoria su molte cose.- Sorrisi e continuai a baciarlo. Qualcosa premeva contro il mio stomaco,una specie di tensione positiva. Un qualcosa che mi diceva che lui era la persona a cui era legato il filo del mio destino.
-Harry..- Lo guardai negli occhi. Forse era inadeguato,ma sentivo che dovevo dirlo. –Ti amo già.- Dissi,tutto d’un fiato. Vidi il suo viso illuminarsi ancora di più e mi accarezzò il volto con le dita.
-Clary,io non ho mai smesso di farlo. Ti ho amata in passato,ti amo ora e ti amerò in futuro,per sempre. Sfiderò la sorte e ti amerò finché non esalerò l’ultimo respiro,perché sono sicuro che troveremo un modo per farcela,per farcela insieme.- Sorrisi teneramente e lo strinsi in un abbraccio. In quel momento desiderai di rimanere con lui per sempre.
-Una tua paura.- Dissi. Cominciammo a camminare,a mani intrecciate. Avevo una voglia disperata di conoscerlo,di conoscere ogni parte di lui,cominciando dalle cose come quella.
-Vuoi sapere una mia paura?- Mi guardò,ma proseguimmo. Io annuì solamente. –Ho paura del mare aperto.-
-Perché?-
-Perché non sai mai cosa c’è dopo. In realtà non sai mai cosa c’è e basta. Il mare è una cosa immensa,gigantesca,di cui non conosco la fine,perché non finisce mica all’orizzonte. Alcune degli animali più brutali si trovano in mare,ma anche alcuni di quelli più belli. E’ una contraddizione enorme e mi spaventa perché è una cosa che non riesco a spiegarmi da solo. La natura è così..bella e distruttiva allo stesso momento.- Regnò il silenzio per un paio di minuti.
-Non c’avevo mai pensato.- Sentì una breve risata da parte sua.
-E’ ovvio. E’ compito mio riflettere sulle mie paure.- Non sapevo se l’avesse detto in maniera ironica o seria,in ogni caso decisi di lasciar perdere. Cominciavo a sentirmi stanca,il tragitto era abbastanza faticoso,ma decisi di non darci molto peso. A detta sua,doveva essere qualcosa di spettacolare. E pensai che valesse la pena aspettare. Camminammo per circa cinque minuti,prima di ritrovarci su un oasi bellissimo,contornato da viole,con la vista sul mare.
-E’..è un altro posto che hai fatto tu?- Lo guardai,ammirata.
-Si e no. L’ho costruito io,ma il progetto è frutto di qualcun altro.-
-E chi?- Continuavo a fissare quegli smeraldi,vedendo per la prima volta in lui tutto ciò che lui vedeva in me.
-Lo hai disegnato tu. Il progetto è tuo.- Strinsi la sua mano,incredula. Per un attimo vidi me stessa,china sui fogli,intenta a disegnare quello che mi circondava in quell’istante. Altri “ricordi.”
-Io ho fatto questo?- Lui annuì. –Il mare non era programmato.-
All’improvviso mi resi conto che non avrei mai inserito qualcosa che lo turbava. Ma l’aveva fatto lui. Forse per affrontare la sua paura,seppur poco alla volta?
-E perché tu ce l’hai messo?- Lo vidi sorridere.
-Perché anche se il mare è una delle cose che più mi spaventa,è anche una delle cose che tu più ami. E poi,io devo imparare a convivere con i miei timori.- In parte,avevo visto giusto. L’aveva fatto per lui,ma principalmente il suo pensiero era rivolto a me. Come sempre,ovviamente.
Istintivamente,lo baciai.
-Vorrei rimanere così per sempre.- Sussurrò. Poggiai la testa sulla sua spalla. Ci sedemmo sul ramo di un albero poco alto,ma riprendemmo subito la posizione.
-Immagina se tutti i nostri sogni si potessero avverare. Chiederei di congelare questo momento,incorniciarlo e viverlo per sempre.- Dissi,rendendomi conto che l’unico desiderio che avevamo entrambi era l’unico che non si potesse avverare.
-Congeleremo il tempo. Faremo sì che il domani potrà aspettare,saremo io e te. In qualche modo,possiamo farcela.-
-Tu credi che potremmo riuscire a farlo?- Chiesi,accarezzandogli la mano con il pollice. Lui per tutta risposta mi accarezzò i capelli.
-Io credo che potremmo riuscire a fare tutto. Tutto ciò che ci sussurra il cuore,tutto ciò che va contro il destino. Tutto ciò che ritieni necessario. Possiamo farcela,io e te.-  Sorrisi e poggiai la testa sulla sua spalla.
-Non è strano? Che fra una folla di persone io cerco sempre te?- Chiesi,di getto,guardandolo negli occhi. Lui ricambiò lo sguardo e mi accarezzò la guancia col pollice.
-No. Sai cos’è strano? Che ci può essere anche un marciapiede stracolmo da non far passare neanche una persona,ma so che il tutto mi sembrerà vuoto,se in quella folla di gente tu non ci sei.- Gli sorrisi,grata per quegli scambi di parole,confessioni,sfoghi. Harry sapeva lasciar trasparire ogni emozione,riuscivi a percepirlo dai suoi occhi verdi.
-Mi piacciono i tuoi occhi.- Dissi.
-E a me piacciono i tuoi.-
-Ma i miei sono castani,sono occhi comunissimi. I tuoi no,sono verdi,chiari e cristallini,sono praticamente loro a parlare. E poi,tralasciando il colore che è davvero bellissimo,sono espressivi,magnetici.- Mentre parlavo,fissavo i suoi occhi,incapace di vederci un lato negativo.
-E i tuoi sono misteriosi. Gli occhi scuri sono profondi,nascondono tante cose. Quelli chiari non lo fanno.-
-E non è bello?-
-Essere un libro aperto per tutti?- Scosse la testa. –No. Non sai quante volte vorrei riuscire a mostrarmi più forte,meno debole,più..come te. Sei sempre stata un modello da seguire,per me. So di averti detto che è meglio essere diversi,non sai quante volte lo ribadivo,quando stavamo insieme. Ti ho sempre nascosto la mia ammirazione sotto questo punto di vista. E vorrei non averlo fatto. Una parte di me si sente così in colpa a sapere che forse c’hai lasciato senza renderti conto di questo. Vorrei solo smettere di avere rimpianti e riuscire a pensare a come stiamo stati,a quant’eravamo felici e non a ciò che non ti ho detto o dimostrato. Forse ci riuscirei,se non avessi commesso così tanti errori.- Si lasciò sfuggire una lacrime e la asciugò velocemente col palmo della mano. Erano rarissimi i momenti in cui avevo visto Harry piangere,forse l’avevo visto una volta sola. Mi spezzava il cuore.
-Ehi.- Lo guardai dolcemente,accarezzando il suo viso con un dito. Per lui era una ferita ancora aperta,lo capivo bene,ma stava visibilmente meglio. Cercai di convincermi del fatto che forse io avrei potuto aiutarlo,io avrei potuto sanare quella ferita. Magari non del tutto,ma avrei potuto. Io ero quella ragazza. Se avevo spezzato il suo cuore in passato,potevo aggiustarlo in un presente di cui non sapevo l’esistenza. –Se eravamo così innamorati come tutti dite,sono sicura che ne ero a conoscenza. Te l’ho detto prima,no? I tuoi occhi parlano. Se non me l’hai mai comunicato con le parole,i tuoi occhi hanno fatto il tutto. L’avrò capito con un semplice sguardo,o una battuta bonaria detta con occhi gentili. Stai tranquillo,Harry. Me ne sono andata,ma sapevo tutto quel che c’era da sapere. E poi,sono qui ora,non vedi? Ora le so,queste cose. Quando accadrà di nuovo,nel mio presente,mi ricorderò delle tue parole. O magari accadrà qui,chi lo sa? Chi lo può prevedere? So solo che sarà un ciclo continuo,che io e te staremo insieme comunque,in ogni tempo. Il nostro amore sarà una certezza,come è certo che il sole sorge ogni mattina,o che i giorni in una settimana sono sette. Non voglio fare nessuna promessa,perché so che se non dovessi rispettarla ne risentiremmo entrambi. Ma so che,ovunque tu sarai,saremo sempre insieme,anche se non fisicamente. Io so benissimo che l’altra me,la Clary di cui ti sei perdutamente innamorato dieci anni fa,ti sta guardando proprio ora e sta pensando che è fiera di te. E sai perché? Perché sei sempre con lei,lei è sempre con te. E non solo perché lo sono io,adesso. Io non so se avermi adesso,se avere me è la stessa cosa. Non so se provi le stesse cose. Ma so che,se è vero che esiste un paradiso,se è vero che le persone quando muoiono ci guardano e i proteggono,lei ti sta guardando e proteggendo,ora. E lo sta facendo nel migliore dei modi. Forse avere solo una vista non gli bastava e mi ha spedito qui,ha spedito me stessa. Forse proprio per spazzare via i tuoi rimpianti e colmare i tuoi dubbi,perché chi meglio di me avrebbe potuto gestire questa situazione? O forse quello che sto dicendo è solo una sciocchezza e il destino non c’entra niente,forse dopo la morte non c’è niente e il paradiso non esiste,ma sai cos’è che esiste? La speranza. Io credo in tutto ciò che ho detto e sono sicura che lei,la tua Clary,ha visto un piccolo spiraglio di speranza in tutta quella marea di dolore. Sei un po’ come il vaso di pandora. Dovevano uscire tutti i mali,per far intravedere la speranza. Quindi trattienila,Harry! Trattieni questo bene e non immergerti in un’ondata di domande che ti condanneranno solo all’infelicità. Sei stato benedetto nell’incontrare l’amore e condannato a vivere il resto dei tuoi giorni senza di esso,forse? No. L’amore esiste ancora,perché lei non è se n’è mai andata. Lei è ancora con te,fino a quando lo vorrai. Fino a quando terrai vivo il suo ricordo,lei non potrà mai morire. E sai come sono certa di tutte queste cose? Perché se lei sono io,non potrà pensare diversamente. E ora smettila di pensare al passato con amarezza,perché così stai solo offuscando i bei ricordi. Ma guarda al futuro con serenità,perché in questo modo potrai goderti di più le cose belle,ma anche quelle brutte,che sono state programmate per te.- Non avevo intenzione di fare quel lungo monologo,ma le parole uscirono da sole,una dopo l’altra,senza che neanche pensassi ad una frase di senso compiuto. Speravo di aver lasciato il segno ad Harry,di averlo spronato ad affrontare la vita che gli spettava,di mettere fine al passato perché non era in quel modo che avrei voluto si comportasse. Se non voleva farlo per me,doveva farlo per la ragazza che un tempo aveva amato e perduto. Ma non era la stessa cosa?
-Io..non so cosa dire. Dopo questo,tutto stonerebbe.- Gli occhi di Harry erano arrossati e in quel momento mi accorsi che aveva continuato a versare lacrime durante il mio “discorso”.
-Dimmi solo che ci proverai,che per te ciò che ho detto conta qualcosa. Dimmi solo questo,Harry. Dimmi che ricomincerai a vivere.- L’immagine di Harry straziato,col cuore spezzato in due,mi attraversò la mente e mi fece salire un groppo in gola.
-Ho capito una cosa.- Disse poi.
-Cosa?-
-Che ho già ricominciato a vivere. Ho ricominciato a vivere il giorno in cui ti ho rincontrata qui e non sapevo ancora chi tu fossi. Nel momento in cui mi hai fatto innamorare per la seconda volta. Ma forse è un errore. Perché m’innamoro di nuovo ogni giorno che passa,come se non t’avessi mai vista prima. Perché la verità è questa. La verità è che potrei anche scordarmi di vivere,perché vivo di te. La verità è che non riesco a capire se sono sveglio o addormentato. In tutte e due i casi potrebbe essere un sogno. Anche se preferirei fosse un sogno ad occhi aperti,perché i sogni ad occhi aperti sono i più belli. Forse perché sei tu a decidere quando concluderli. Ma poi mi accorgo che è tutto vero,che tu sei davvero qui con me. Che forse c’è davvero ancora speranza per me,perché tu sei la cosa più vicina alla speranza che io conosca.- E quando dopo quello scambio di idee lo baciai,realizzai che non avrei potuto amare l’Harry del passato,o nel mio caso del presente,perché l’Harry del passato non era il mio Harry. Un solo pensiero mi attraversava la testa.
Dovevo fare in modo di rimanere lì per sempre. Avrei potuto fare di quel futuro il mio presente. Non avrei lasciato Harry nuovamente. Non dopo aver capito di amarlo.



CHIEDO VENIA!
Scusate per il mio immenso ritardo di un mese,più o meno. Vorrei attribuire tutte le colpe alla gita scolastica,ma non è del tutto così. La verità è che anche io me la sono presa abbastanza per le lunghe a scrivere questo capitolo che,a dire la verità mi piace anche parecchip,perchè c'è un po' di me. E in questo capitolo,i pensieri di Harry,la sua paura del mare,ciò che dice a riguardo,sono i pensieri del mio ragazzo. Perchè si,da circa una settimana mi sono messa con un ragazzo,che amo follemente,grazie al quale riesco a scrivere meglio e a vedere tutto più roseo. Chiudiamo questa piccola parentesi che non c'entra nulla. Spero in ogni caso che sia valsa la pena perchè c'ho messo davvero l'anima a scriverlo. Fatemi sapere cosa ne pensate:)
A presto!
Baci,
Roo:)) <3

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - E la verità fa male. ***


           
                                                                                                       A Sofia,per essere la mia costante fonte di ispirazione.
                                                                                                  Ecco il mio ultimo regalo di compleanno. Ti voglio bene.



-Puoi farlo,Clary.- Harry intrecciò le nostre mani e sorrisi,prima di aprire la porta di casa. Sapevo che ci sarebbe stato Jason e mi stupii di me stessa nel notare che non ero affatto nervosa come qualche giorno prima. Tutta quella situazione era strana,si,ma pensai che lo stavo facendo per un unico motivo. Lo facevo per Harry. Per far brillare quella scintilla nei suoi occhi,per farlo rivivere,ma rivivere sul serio.
-Lo so.- Gli sorrisi. Un sorriso sincero. Sapevo di fare la cosa giusta,e per la prima volta,scoprì di avere il desiderio di sapere. Di sapere cosa mi fosse successo. –Harry,tranquillo. Sto bene. E tu come stai?- Una domanda che era tutto tranne che banale. Sapevo che aveva il bisogno di cacciare il mare che aveva dentro,aveva bisogno di parlare. Di parlare come poco tempo prima,al giardino.
-Io sto bene. Presto scopriremo tutta la verità e sarà tutto finito. Te lo prometto,Clary.- E io mi fidai. Mi fidai della sua promessa. Anche se era tutto troppo strano,mi fidavo delle sue parole perché mi fidavo di lui. Per questo motivo,quando entrai in casa e trovai mio fratello sul divano,con lo sguardo assente mentre fingeva di interessarsi alle parole che Patrick gli stava sussurrando,pensai che sarebbe andato bene,che avrebbe creduto alle mie parole..che sarebbe finito tutto. Che Harry ed io avremmo potuto continuare ad amarci,senza limiti di tempo. Perché il mio presente era ovunque si trovasse lui. Jason alzò lo sguardo verso di me..lo vidi sbiancare e guardare Patrick,che con una sola stretta di mano gli trasmetteva tutta quella sicurezza che solo i migliori amici sanno trasmettere. Prima che potesse dire qualsiasi cosa,mi avvicinai..e lo abbracciai. Lo sentii ammorbidirsi lentamente sotto il mio tocco,piangere sulla mia maglia. Provare tutte quelle sensazioni che per quattro anni erano state sepolte.
-Jason..- Sussurrai.
-Clary..mi dispiace così tanto.- Singhiozzava,singhiozzava a non finire. Non avevo mai visto qualcuno piangere in quel modo.
-Ehi..non hai nulla di cui dispiacerti. Sono qui,Jason. Sono qui,non me ne vado.- Gli accarezzai la schiena lentamente,e mi staccai dal nostro abbraccio. I suoi occhi verdi erano più profondi a causa delle lacrime.
-Clary..non so cosa ti sia stato riferito,ma voglio che tu sappia che..-
-Jason.- Lo interruppi. –Lo so che non sei stato tu. Non avresti mai potuto,lo so.-
-Un attimo prima eri con me. Eri con noi. Ridevi,scherzavi,vivevi. E poi,non so come né perché,non c’eri più. Da un momento all’altro,sei scomparsa. E nessuno di noi ha potuto fare niente per impedirlo. E’ scomparso tutto di te. La tua mano calda non era più quella di sempre,ma era fredda,morta. Al tuo funerale,quando mi sono avvicinato alla bara,i tuoi occhi erano chiusi. Ovviamente. E mi sono reso conto che non avrei mai più rivisto i tuoi occhi castani e verdi,così gioiosi. Non ti avrei mai più sentito ridere. Onestamente,mi aspettavo che Patrick,al suo discorso,si mettesse a ridere e urlasse “Ehi,ci siete cascati,vero? Forza Clary,puoi saltare fuori da lì,lo scherzo è andato alla grande!” Forse sarei stato arrabbiato con voi per un po’,ma poi si sarebbe sistemato tutto..e invece nessuno l’ha detto. Ma so per certo che tutti avrebbero voluto che fosse così. C’era gente che piangeva ovunque. Gente che magari non ti conosceva nemmeno bene. Non sapevo se arrabbiarmi con loro perché infondo non ti avevano mai conosciuto davvero,o capirli,perché avevi lasciato il segno anche alle persone che ti avevano vista una sola volta nella vita. Io con te la vita l’avevo passata e non me ne capacitavo proprio. Non potevo crederci che te n’eri andata davvero. Io..non volevo vedere un mondo senza te. Un mondo grigio..triste. Non potevo e non volevo vedere un mondo senza Clary Masterson. Riesci a capirmi?- Annuì,ma in realtà pensavo che di tutto quello che stava dicendo mio fratello io non riuscivo a capire niente. Continuavo a fissare un vaso esposto sul tavolino lì vicino,come se potesse fornirmi tutte le risposte che Jason voleva. Sentivo i miei occhi spalancarsi sempre più,guardavo quell’oggetto diventare sempre più grande. Harry se ne accorse.
-Clary,ti senti bene?- Annuì distrattamente. –Che cosa stai guardando?- Invece di rispondere mi alzai,andai nella direzione di quel vaso che mi attirava tanto. Come se sapessi già perfettamente cosa cercare,lo feci ruotare fra le mie mani,finché non notai una spaccatura in basso,che copriva la marca. Mi sentivo la testa che mi girava,troppe immagini vagavano dentro di essa. Scene che non avevo mai vissuto,ma che aveva vissuto l’altra me,la Clary che tutti conoscevano. Piccoli flashback,come alla serra con Harry.
-Cosa stai facendo?- Urlavo. Piangevo. Avevo un’espressione terrorizzata. –Metti giù quel vaso! Cosa credi di fare? Ti prego,mettilo giù!-  Prima che potessi dire o fare qualsiasi altra cosa,quel vaso mi colpì da dietro. E dietro di me c’era..Brooke.
Sussultai. Mi sentivo un peso enorme sul cuore,come se non volessi credere a ciò che avevo visto. Ma sapevo bene di non sbagliarmi. I ricordi arrivavano di rado,ma quando arrivavano,erano quelli giusti.
Evidentemente sbiancai,o detti segni di cedimento,perché Harry mi afferrò prontamente da dietro.
-Clary,Clary che succede? Stai bene?-
Non mi accorsi di piangere finché non parlai singhiozzando. –Quello che ho visto potrebbe avvicinarci alla verità..ho avuto ricordi di quella notte,Harry.-
-E che cosa hai visto?- Il suo sguardo era sinceramente preoccupato,e capii che gli importava più la mia salute,rispetto allo scoprire la verità. Feci un respiro profondo prima di ricambiare quello sguardo così intenso.
-Stavo litigando con qualcuno,ma non l’ho visto in faccia. All’improvviso qualcun altro mi ha colpito da dietro con questo vaso..era Brooke,Harry. Dietro di me c’era Brooke.-
-Questo non è possibile..- La voce strozzata di Patrick mi colpì come una pietra. Cercai lo sguardo di Harry,perso quanto il mio. Le sue braccia mi strinsero forte,mi diedero il rifugio sicuro di cui avevo bisogno in quel momento.
-Qualunque cosa sia,la supereremo insieme. Te lo prometto.- Mi sussurrò. E poi,un attimo prima di stringerlo in un abbraccio,sentì le sue lacrime bagnarmi la maglietta.

-Brooke! Apri la porta,Brooke!- La frustrazione aveva lasciato spazio alla rabbia,e mi trovavo davanti la casa dove alloggiava la mia amica insieme ad Harry,col vaso in mano.
-Harry,calmati,calmati. Ci aprirà,prima o poi.-
-Non capisco perché siamo venuti soltanto io e te. Se c’erano anche Patrick e Jason la sfondavamo,questa porta.- Lo guardai,alzando un sopracciglio.
-Ma sei serio? Ti senti quando parli?- Lui mi restituì l’occhiata,stringendomi lievemente a sé.
-Hai ragione,scusa. Dai,riprova a chiamare.-
Prima che potessi prendere nuovamente il telefono in mano,Brooke ci aprì la porta,con un espressione sconvolta in viso.
-Scusatemi,ero sotto la doccia. Harry,sai che ci sono le chiavi di riserva sotto l’estintore,avresti potuto entrare con quelle..-
-No,avrei potuto commettere un omicidio.- Brooke gli lanciò uno sguardo interrogativo,mentre io con una mano gli accarezzavo un braccio per cercare di calmarlo,con l’altra,accarezzavo la sua schiena.
-Harry,non capis..-
-Sai dirmi questo cosa ti ricorda?- Prima che Brooke potesse finire la sua frase,Harry alzò il vaso. Lei impallidì,ed io sentì un groppo crescermi in gola. La fissai,mentre continuavo a tenere stretto Harry. Lei mi restituì l’occhiata,chiedendomi con solo gli occhi come facessi a sapere una cosa simile.
-Non so se ne hai memoria,ma ti ho detto di avere dei “ricordi” di quella notte. Non chiedermi come questo sia possibile,perché non lo so,ma poco fa,ho visto qualcuno che mi tirava questo vaso da dietro..e dietro di me c’eri tu,Brooke.- Lei abbassò lo sguardo,e sentì Harry irrigidirsi ed agitarsi.
-Entrate.-
Lasciammo che Brooke entrasse in casa.
-Ehi,Harry. Lo hai detto tu prima,ricordi? Lo supereremo insieme. Te lo prometto.- Ci unimmo in qualcosa che era più una carezza affettuosa,che un vero e proprio abbraccio,dove cercai di comunicargli tutto l’amore che provavo,cercai di rassicurarlo. Entrammo,e ci sedemmo sul divano,di fronte a Brooke. Lo tenevo ancora stretto,cercavo di farlo rilassare.
-Brooke,io voglio sapere solamente la verità. Nient’altro. Perché non me lo hai detto prima? O perché non lo hai detto ad Harry,Patrick o alla polizia? Se mi hai uccisa,allora..-
-Non sono stata io ad ucciderti.- Il suo tono si abbassò. –Però so chi è stato a farlo.-
I muscoli di Harry si contrassero e sentì che prendeva un respiro profondo. Sapevo bene che si stava trattenendo per me. Cercava di mantenere la calma – con uno scarso risultato – solo per me.
-Brooke,devi dirmi chi è stato.- Mi sorpresi del mio tono calmo e fermo..sentivo ogni cellula del mio corpo tremare.
-Avanti,dillo!- Harry quasi urlava. Gli accarezzai un po’ i ricci,consapevole del fatto che stava tremando più di me. Desiderava risolvere quest’enigma da quattro anni,lo sapevo,e potevo solo immaginare quello che si doveva provare quando si era ad un passo da quella che probabilmente era la verità.
-Sei stata tu,Clary.- Brooke alzò il suo sguardo verso di me. Continuò,vedendo la mia espressione confusa. –Cioè,non proprio tu,ma..una te di un futuro prossimo.-

-Ehi,Patrick!- Mi accomodai accanto a lui,in veranda.
-Clary,scusa,non ti ho sentito arrivare.- Mi schioccò un bacio sulla guancia. –Come stai?-
Lo guardai,e lentamente annuì. Tutti avevamo avuto giorni migliori,non si poteva negare. –Sto bene. E tu,Patrick?- Lo fissai. Ma non superficialmente,non volevo vedere solamente la parte “esterna” che quotidianamente mostrava a tutti. Io lo volevo vedere,ma vedere per davvero. Volevo vedere tutti quei sentimenti nascosti dentro di lui,volevo parlargli senza dire niente. Volevo solo che le cose tornassero a prima della scoperta della mia morte.
-Io sto bene. Solo..tu credi a quello che ti ha detto Brooke?- Nel suo tono c’era una nota di affetto che era presente nella voce di pochi.
-Io credo che ci sia dell’altro in questa storia.- Risposi. –Ho intenzione di tornare da lei,tra poco.-  Lo guardai,come per controllare che la sua espressione non fosse delusa o scioccata. Poi aggiunsi: -Da sola.
Mi guardò,curioso. –Torni da Brooke? E perché da sola?-
-Perché credo che ci sia dell’altro. Non mi ha raccontato tutto. Anzi,non mi ha raccontato niente. E ci torno da sola perché devo scoprire di più..devo fargli domande che in presenza di Harry non posso fargli perché..devo chiedergli delle cose che..- Mi fermai e presi un respiro profondo. –Non penso che ad Harry farebbe piacere ascoltare,tutto qui.- Poi lo guardai e gli sorrisi,perché dopotutto ad un viso come il suo non si poteva non sorridere. –A proposito,lui dov’è?-
-Credo sia andato al parco,ma non saprei dirtelo con certezza. Non vorrei dirti una bugia.-
Scossi la testa. –Non importa. Dopo lo chiamo. Patrick..credo di doverti delle scuse. A te e a tutti.-
Il suo sguardo era ancora più curioso di prima. –Cosa? E perché?-
Presi un respiro molto profondo. –Tornando qui ho tirato fuori molti scheletri sepolti nell’armadio di troppe persone..ho ferito te,Harry,Jason..e probabilmente voi tre siete le persone che mi amano di più. Credimi,non avrei voluto che succedesse quello che è successo.-
Patrick spalancò gli occhi. –Ti stai..scusando con me?- Annuì lievemente. –Clary,l’ultima cosa che devi fare è scusarti con me. O con Harry o con tuo fratello. Davvero. Non puoi ritenerti responsabile di una cosa di cui in realtà sei la vittima.-
Lo guardai,e con uno scatto improvviso lo abbracciai.
-Ti voglio tanto bene,Patrick.-
Lo sentì sorridere. –Ti voglio tanto bene anch’io.-

Bussai. Prima con delicatezza,poi con insistenza,fino a gridare.
-Brooke! Brooke,apri la porta,dai!- Dopo una manciata di minuti,decisi di entrare con la chiave sotto l’estintore. Trovai l’appartamento completamente vuoto,tranne che per un biglietto sul pavimento,una pagina di quaderno. Una lettera,forse.
Clary,
sapevo che saresti tornata. Ma non è più sicuro per me stare lì. Scusami,capirò se mi considererai una persona orribile. So che hai bisogno di risposte e io sono pronta a dartele,ma non in prima persona. So anche che non è colpa tua. Sei una persona intelligente,arriverai alla soluzione con la tua mente. Pensa. Pensa a cosa devi fare. So che puoi arrivarci. Devi solo chiedere aiuto alle giuste persone.
Meriti una vita migliore di quella che hai avuto,ed io mi sento malissimo per averti osservata mentre i tuoi occhi si chiudevano per l’ultima volta. Mentre esalavi l’ultimo respiro. Sono immagini che mi tornano alla mente tutte le sere. Credimi,sono momenti che,come persona,vorresti poter rivivere. Forse avrei potuto fare qualcosa per evitare la sofferenza di molte persone,compresa la tua. E mi dispiace davvero,davvero tanto. Ma nessuna di queste parole farà in modo che tu possa perdonarmi. Anche se so che,in cuor tuo,lo hai già fatto. Ricordati delle mie parole,Clary. Pensa. Pensa a come uscire da questa situazione senza cacciarti nei guai adesso. Non posso dirti più di questo,ma come ho già scritto sei intelligente. Ti prego,aiuta te stessa.
Sii sempre coraggiosa.
Con tutto l’amore di cui dispongo,
Brooke.

Fissai la pagina senza capire a cosa alludeva. Ma se c’era una cosa che ero decisa a scoprire,era proprio quella.

-Ehi,bel ragazzone. Cosa ci fai qui tutto solo?- Mi accovacciai – o meglio,mi stesi – accanto ad Harry,nel nostro parco. Come sempre,non c’era nessuno eccetto noi due.
-Stavo pensando al fatto che quest’omicidio rimarrà sempre irrisolto,per la polizia. Cioè,non è che possiamo raccontargli la storia dello spazio temporale,non trovi?- Lo guardai,e gli lasciai un leggero bacio.
-Ehi,calmati. Non sappiamo nemmeno se quello che ci ha detto Brooke è vero.-
-Ma tu le credi,non è così?- Sospirai.
-Una Clary del futuro che uccide una Clary del passato? Mi sembra una cosa assurdamente reale. E prima che tu dica qualcosa,so che assurdamente probabilmente non è una parola,ma è la prima cosa che mi è venuta in mente. Hai capito il senso.- Lo sentì ridere piano e poi si girò verso di me,con aria dolce.
-E la Clary di mezzo che fine fa?- Sorrisi,e lo baciai altrettanto dolcemente.
-Oh,lei resta con te. Per sempre.-
-Sei sicura? Insomma,per sempre è un tempo dannatamente lungo..- Sorrisi e lo baciai ancora.
-Non abbastanza.-
E tra quei baci,capì finalmente cosa dovevo fare. Cosa Brooke voleva che facessi. Mi alzai di scatto,sotto lo sguardo interrogativo di Harry.
-Clary? Ti senti bene?-
Rilessi nella mia mente le parole di Brooke.
Pensa a come uscire da questa situazione senza cacciarti nei guai adesso.
Adesso. Adesso.
-Harry.- Lo guardai,fiduciosa. Convinta che poteva esserci ancora speranza. –Ho capito cosa possiamo fare per scoprire tutta la verità.- Il suo sguardo mi incitava a continuare. Invece presi il telefono e chiamai Patrick,che rispose al primo squillo.
-Patrick,ho capito cosa possiamo fare per scoprire tutto la verità su quella notte. Ma per farlo,mi servirà l’aiuto di Jason,e la massima concentrazione e collaborazione da parte tua e di Harry.-




CHIEDO ENORMEMENTE PERDONO!
Lo so che è passato un sacco di tempo e vorrei dare la colpa agli esami,il che non è del tutto vero,però ammetto di aver trascurato un po' la scrittura nell'ultimo periodo. Ma ora sono tornata e aggiornerò con la stessa regolarità di prima,lo prometto!
Che ne pensate del capitolo? Avete capito cosa Brooke vuole che Clary faccia?
Fatemi sapere i vostri pareri con una recensione.
A presto! (e lo sarà davvero!)
Baci,
Roo:) <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 - ***


         




-Tu sei matta da legare,Clary!- Jason si era messo a sbraitare,subito dopo avergli riferito il mio piano. –E se poi non funziona? E poi lo sai,è una pessima,pessima idea!-
-Perché non dovrebbe funzionare? Ci sei riuscito una volta,so che puoi riuscirci ancora! Ti prego..solo un tentativo. Se non va bene,almeno ci abbiamo provato.- Ma doveva andare bene. Era la nostra ultima opportunità per capire cosa fosse realmente accaduto.
-Clary ha ragione.- Mi stupii di sentire la voce di Patrick dietro di me. Non pensavo avesse ascoltato. –Tanto vale provare. Per lei è importante,per noi è importante,e anche per te lo è. E’ quello per cui non ci diamo pace da quattro anni,Jason. Ora che abbiamo la possibilità,anche se minima,di capire tutto,anzi,di viverlo e scoprirne quindi le ragioni,non possiamo tirarci indietro.- Gli sorrisi,riconoscente e lui mi strinse la mano. Forse era rischioso,ma non tanto da farci mandare tutto all’aria.
Mio fratello poggiò gli occhi su di me. –Ed Harry cosa ne pensa?- Stava per cedere.
-E’ assolutamente d’accordo!- dichiarai,tutto d’un fiato. Speravo non si sentisse l’odore della bugia appena detta.
-Ci lavorerò su,okay? Ma non vi prometto niente.- Ci lanciò un ultimo sguardo prima di uscire da casa di Harry. Io e Patrick ci guardammo e ci lasciammo sfuggire un sospiro.
-Patrick..ho combinato un casino.-
Lui mi guardò,dolcemente. –Harry non ha detto proprio di no.-
-Okay,ma non ha detto nemmeno di si. Jason è andato a lavorare sulla macchina del tempo solo perché sapeva di avere l’approvazione di Harry. La sua è quella che conta di più. E lui la trova una pessima idea. C’eri anche tu quando lo ha detto.- Mi passai una mano tra i capelli.
-Solo perché sa che c’è il rischio di metterti in pericolo. Non farebbe mai qualcosa che potrebbe farti del male. Lo sai meglio di me,questo.- Prese una pausa per guardarmi,poi mi sorrise. –Dai,vai a parlare con Harry. Si vede dai tuoi occhi che non sopporti di aver fatto qualcosa senza la sua approvazione.-
Arricciai il naso. –Mi fai sembrare una Harry - dipendente. So prendere le mie decisioni da sola,per il momento sono ancora in grado di farlo. E’ solo che..- Patrick mi interruppe prima che potessi finire la frase.
-Lo so,Clary. E’ questo lato del tuo carattere.- Lo guardai confusa,con un sopracciglio inarcato.
-E questo lato del mio carattere a fare cosa?-
Lui sorrise. Un sorriso tenero,dolce,rassicurante. –A farlo innamorare ogni giorno di più. Questa tua voglia di coinvolgerlo in tutto,come se avessi solo metà di un cuore senza di lui,come se respirassi senza un polmone,come se vedessi senza un occhio. Lui è tutto ciò che vedi,che ascolti,che ami. Insieme vi completate e so che sembra una frase fatta,ma hai notato che non è così. Ti direi che solo chi ci passa lo capisce davvero,ma ora mi sembra inadeguato. Non ho mai visto nessuno amarsi come vi amate voi,respirare con i polmoni dell’altro. Quindi,vai,coinvolgilo nelle tue scelte,fate scelte sbagliate,perché solo grazie a quelle in futuro ne farete di giuste.- Lo guardai,con un sorriso sincero come non l’avevo mai avuto prima. –Grazie,Patrick.- E forse era una cosa banale da dire,ma,per molti versi,era la più giusta.

-Ero sicura di trovarti qui.- Mi stesi accanto ad Harry,nel suo giardino. Cioè,nel nostro giardino.
-Perché sei venuta qui e non sei andata alla serra?- Gli sorrisi. Il ragionamento che avevo seguito poco prima non faceva una piega,ma mi aveva fatto vedere giusto.
-Perché la serra è un posto tutto tuo. Voglio dire,ci abbiamo passato alcuni dei nostri momenti più belli,è vero,ma questo..questo è il frutto di una cosa che abbiamo fatto insieme. E sentivo come se avessi bisogno di essere in un posto che comprendeva la collaborazione di entrambi..o qualcosa del genere.- Mi guardò,senza proferire parola. Mi lasciò un bacio dolce,ma disperato.
-Avevi ragione.- Sorrise. Ma il suo era un sorriso stanco,come se scoprire quella dannata verità gli stesse risucchiando tutte le forze.
-Senti Harry,per quanto riguarda ciò che ti ho detto stamattina..so che non sei d’accordo. Ma è l’unico modo per capire cosa è successo davvero..te ne rendi conto?-
Lui mi squadrò,poi annuì,rassegnato. –Questo lo so,Clary. Ma so anche che potrebbe metterti in pericolo. E se scoprire cosa accadde equivale a perderti di nuovo..- Mi strinse una mano. –Preferisco vivere nella menzogna.-
Ciò che avevo pensato,era arrivare alla notte dell’omicidio grazie alla macchina di Jason. Certo,doveva crearla,ed io ero sicura che ci sarebbe riuscito. A macchina creata avremmo spostato la lancetta a quattro anni prima ed io sarei andata alla notte dell’assassinio,per vedere con i miei occhi ciò che realmente si verificò.
-Harry,lo so che vuoi proteggermi,ma questo non riguarda solo noi. Riguarda anche Patrick e Jason. Io non voglio ferire nessuno..ed è per questo che andrò da sola. Ma ci andrò. E’ per noi.- Parlai con voce decisa,convinta. Lui sospirò.
-No,non ci andrai da sola. Verrò con te. Se tu ci vai,ci vengo anch’io.- Sorrisi istintivamente e di colpo lo abbracciai.
-So cosa vuol dire questo per te.- Continuò. –E’ un essere preparata per dopo,per quando accadrà nel tuo tempo.- Nel dire ciò,un velo di tristezza gli attraversò gli occhi. –E forse potremmo evitare che tutto questo accada e potrai vivere felice,con un ragazzo che ti ama,un migliore amico per il quale significhi tutto e un fratello che non si autocondanna per una cosa che non ha commesso. Ma significa qualcosa anche per me. Significa darmi finalmente pace,significa capire quello che è successo e significa fare giustizia.- Fissò un punto davanti a sé,lo sguardo improvvisamente duro. Poi lo accarezzai e il suo volto fu nuovamente attraversato da un lampo di dolcezza.
-Harry..- sussurrai. Lui mi guardò,quindi continuai. –Io ho pensato che se dovessi tonare a casa mia,nel mio tempo,non sarebbe la stessa cosa. Ho imparato ad amare te,con le tue abitudini,con i tuoi piccoli gesti e il tuo modo di fare..non riuscirei ad amare una persona che non sia questa versione di te. E’ come se facessi un passo indietro invece di farne uno avanti. E so che andarmene nuovamente significherebbe farti del male,non so come potresti sentirti al pensiero di perdermi di nuovo..ma quando ti ho incontrato per la prima volta qui,il tuo sguardo era spento,sembrava che l’anima ti fosse stata risucchiata via. Piano piano,invece,sei diventato – o ritornato – quello che sei ora. Gli occhi che ti luccicano,la risata facile,la felicità. Non voglio che questo ti sia riportato via di nuovo. Io..penso di voler restare qui.-
Anche se era visibilmente colpito dal mio discorso – potevo notarlo dalla sua bocca schiusa,i suoi occhi accesi e lucidi e il sorriso sul suo volto – scosse la testa. –Clary,il tuo posto è lì. Lì c’è gente che ti ama,che ha bisogno di te. Ci sono io,che ancora non ti conosco ma che ti amo già..per quanto vorrei che tu rimanessi,la parte razionale di me deve dirti di no.- Forse Harry aveva ragione,forse quei pensieri non avrebbero dovuto nemmeno sfiorarmi la testa. Forse aveva ragione quando pensava che avrei cambiato il corso degli eventi e si sarebbe scombussolato tutto. Io sarei tornata,esattamente com’ero arrivata. All’improvviso. E finché quel momento non fosse arrivato,avrei passato ogni singolo istante con lui. E quando realizzai che mancavano poco più di cinque settimane,sentì un peso al petto,quasi come se il cuore volesse uscirne.
E forse,dopotutto,se l’avesse fatto sarebbe stato meglio.

-Sicura di non volerne nemmeno un po’?- Harry mi offrì qualche “prelibatezza” per lui e una “schifezza” secondo me. Annuii con veemenza.
-Tranquillo,penso che morirei avvelenata se ne assaggiassi un pezzo..passo,grazie.- Fece un gesto della mano come a dire non capisci niente e urtò qualcuno quando scoppiai in una risata.
-Scusami? Cos’è che ti fa ridere?- Ma intanto rideva anche lui.
Indicai col dito la persona che aveva urtato e gli feci notare la maglia sporca di quello che Harry stava mangiando.
-Okay,ora si che è davvero immangiabile.- Prese il panino e – con mia grande gioia – lo buttò in un cestino.
Mi accorsi che,in un’altra circostanza,con un’altra persona,non avrei assolutamente riso per una cosa del genere..ma con lui era diverso. Ridevamo per tutto,in primo luogo per le piccole cose. Circondai il suo fianco con un braccio e lui fece lo stesso con la mia spalla,e cominciammo a camminare abbracciati.
Notai per la prima volta che alcune delle persone che Harry salutava ci guardavano scioccati.
-Harry..perché ci guardano così?- Anche lui sembrò farci caso per la prima volta,perché apparve pensieroso e sorpreso.
-Forse perché hanno paura.- Prima che potessi fargli qualche domanda,continuò. –Hai il suo stesso nome,i suoi stessi modi di fare..sei lei in tutto e per tutto,ma questo loro non lo sanno. Si soffermano alla sorprendente somiglianza,al fatto che siete identiche..e hanno paura. Perché lei non c’è da quattro anni,ma tu sei qui con me.- Sorrisi e lo baciai dolcemente,provocando un’accelerazione del suo cuore.
-Le persone non devono per forza sapere..anche perché non potrebbero mai capire.- Lo baciai di nuovo stringendolo in un vero e proprio abbraccio,mi sollevò e mi fece fare un giro prima di farmi riscendere nuovamente a terra.
-Clary..- sussurrò. –Ti amo,lo sai?- Ci accarezzai i ricci e baciandolo annuì.
-Lo so. E ti amo anche io,Harry.-
Fu in quel momento che ricevetti la chiamata di Patrick,in cui mi diceva che Jason era riuscito a costruire la macchina in quattro ore. E che potevamo già tranquillamente usarla.

-Patrick! Siamo arrivati il prima possibile!- Harry ed io avevamo effettivamente corso per arrivare presto a casa.
-Okay,come funziona quella macchina? Cioè,ti metti qualche casco o cose simili?-
Risi leggermente dell’agitazione di Patrick. –No,Pat. Solo..devi chiudere gli occhi,e si preme un bottone con gli anni,a seconda di dove vuoi andare..ti senti tirare,e sai che sei arrivato. Ricordi? Noi l’abbiamo già fatto.- Strinsi la mano ad Harry. –Ora sarà lui a venire con me..siamo i due più coinvolti.-
Lui annuì. –Tuo fratello ha passato tutto il tempo possibile su questo macchinario per attivarlo il prima possibile..-
-Ma..non capisco.- Lo bloccai. –Quando lo ha costruito la prima volta,ci ha messo mesi interi.- La mia espressione confusa lo fece annuire.
-Si,lo so. Ma ha detto che ha avuto delle “visioni” che lo hanno spinto a fare più in fretta..come se avesse un aiuto. Ma in realtà era solo.-
-Come me.- sussurrai. Sia Harry che Patrick annuirono.
-Come te.- Replicò Harry.
-Forza,Jason ci aspetta allo studio. Facciamo in fretta.-

-Dovete avere il cellulare a portata di mano,perché quando dovremmo tornare vi chiameremo e voi attiverete questa.- Toccai la macchina. Loro annuirono e io guardai Harry. –Ehi,sei sicuro di voler venire con me? Sei sicuro di poter reggere?- Chiesi,con voce dolce.
Lui annuì. –Clary,è di te che stiamo parlando. Dell’unica ragazza che io abbia mai amato davvero. Sono pronto a tutto. Anche a soffrire.- Annuì e lo baciai dolcemente.
-Portaci ad un quarto d’ora prima dell’omicidio.- Jason annuì,dopodiché Harry ed io entrammo nella cabina. Strinsi la sua mano.
-Ricordi? Possiamo farcela,la supereremo insieme.- Gli sussurrai,prima di chiudere gli occhi e sentirmi tirare verso il basso.

-Noi..siamo davvero qui?- Harry era incredulo,ma non spaventato. Mi resi conto di quanto significasse per lui tutto questo. Forse avrebbe potuto chiudere i ponti con il passato. Avrebbe potuto essere felice davvero.
-Si,siamo qui.- Sentimmo dei passi e ci nascondemmo dietro alcuni cespugli,ma avendo la vista libera.
Poi la vidi.
Clary.
Harry strabuzzò gli occhi e mi guardò. –Clary,tu..sei vestita esattamente come lei. I capelli..tutto.- Schiusi la bocca,rendendomi conto che era vero. Fu allora che mi venne l’idea.
-Harry,non muoverti da qui. Torno subito.-
-Cosa? E dove vai?- Mi chiese,facendo passare lo sguardo da me,all’altra Clary.
-Vado a rassicurarti su alcune cose. Non distogliere mai gli occhi da Clary,devo sapere esattamente cosa è successo.- E detto questo,cercai di fare il meno rumore possibile per entrare in casa. Harry e Patrick erano seduti sul divano,parlando di cose stupide come i videogame,ignari di quello che stava succedendo a pochi metri da loro.
Entrai. Harry mi guardò,poi sorrise.
-Ehi,cosa ci fai di nuovo qui? Non dovevi fare una cosa importante?- Mi abbracciò e gli lasciai un bacio dolcissimo,capace di trasmettergli tutto il mio amore.
-E questo per cos’era?- Sorrise ed io ricambiai,in maniera del tutto naturale.
-Niente. Solo perché ti amo.- Vidi Patrick sorridere e andai ad abbracciare anche lui.
-Patrick..ti voglio bene,lo sai?- Lui annuì.
-Clary,mi stai facendo spaventare..che succede?- Harry alle mie spalle aveva un’espressione preoccupata in volto. Dimenticavo che mi conosceva meglio di quanto conoscesse sé stesso. Sorrisi.
-Niente. Ogni tanto fa bene ricordarlo.- Gli sorrisi e abbracciai nuovamente Patrick,baciandolo sulla guancia.
Mi voltai in direzione del ragazzo che era il mio Harry,ma non lo era affatto. Era così diverso..anche se erano passati solo quattro anni. Aveva una luce che gli brillava negli occhi,come l'Harry che io amavo. Feci un sorriso. Infondo,erano la stessa persona.
Gli sorrisi e gli lasciai un breve bacio.
-Sappi solo che io non volevo lasciarti,Harry. Ti amo,come so che tu ami me. Ricordalo sempre.-
E così,dopo un suo sguardo confuso e un suo "Ehi,Clary,che intendi? Tutto bene?" gli urlai un altro breve "Ti amo" e uscii fuori dalla casa,andando a nascondermi dietro i cespugli,dove c'era il mio Harry che mi aspettava per guardare insieme quella che sarebbe stata la mia sorte.
Finalmente avremmo saputo la verità.




SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Allora,che dire di questo capitolo?
Io ho amato scriverlo,come avete notato si è formato già un intreccio. Harry e Clary tornano alla notte dell'omicidio per scoprire se quello che Brooke ha detto loro è vero.
La cosa che mi è piaciuta di più scrivere,è la parte in cui Clary va da Harry alla fine,a dirgli che lo amava. Lo fa perchè sa che Hary si torturerà molto in futuro,quindi ha voluto ricordargli il suo amore. Ma..avrà fatto bene?
Quello che ho in mente per il prossimo capitolo è il delirio(?),quindi non mi morite.
Volevo ringraziare le persone che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie mille!:)
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione:)
A presto!
Baci,
Roo:) <3

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Nostro. ***


             




Dalla nostra posizione Harry ed io riuscivamo a scorgere quasi tutto quello che succedeva. Clary era davanti a noi. Appariva tesa..forse sapeva quello che le sarebbe successo. Tesa,ma non preoccupata. O meglio,se era preoccupata,era brava a nasconderlo. Una figura in ombra era proprio di fronte a lei. Supposi che,se quello che ci aveva detto Brooke era vero,si trattava di Clary del futuro.
-Ora hai oltrepassato il limite. Devi davvero andartene.-
La figura nascosta dal buio fece un passo avanti. Era davvero Clary..del futuro. Strinsi più forte la mano di Harry e gli accarezzai il palmo con il pollice. Volevo rassicurarlo,dirgli che io c’ero.
-Hai paura?- Clary del futuro continua ad avanzare,mente la Clary di quel tempo rimane immobile. Mi accorsi che voleva mostrare indifferenza.
-Avevi detto che non gli avresti fatto del male.- Riuscivo a scorgere delle lacrime sul viso di Clary.
L’altra sembrò sinceramente sorpresa,o forse era solo brava a mentire. –Non l’ho fatto.- Poi l’espressione confusa venne sostituita da un sorrisetto arrogante. –Sei tu quella che avrà la peggio stasera,non lui.-
-No,non è vero.- Clary scosse la testa,il suo tono di voce era basso. –So cosa mi sta per succedere,lo so. Ma non m’importa. Voglio dire,m’importa eccome,ma non per me. Per loro.- Indicò la casa. –Quando io non ci sarò più,quando tu mi porterai via,nel tuo mondo..lui starà malissimo. Capisci? E’ come se io morissi,senza morire davvero. Harry mi cercherà per sempre,non troverà la felicità,intrappolato dai ricordi. Questo riesci a capirlo,vero? Riesci a capire che lo stai condannando?- La sua voce si alzò di poco,mentre continuava a piangere. Non riuscii a capire se le lacrime erano per il dolore,o per la rabbia. Sentì Harry sussultare e lo guardai,con la coda dell’occhio. Anche lui piangeva.
Per un attimo,Clary del futuro sembrò condividere i suoi pensieri,c’era un’espressione quasi di rimpianto,sul suo volto. Poi tornò a brillare il suo sorriso malefico.
-Allora,cambio di piani.- Clary sembrò confusa.
-Tu..mi lasci stare qui?-
-Oh,no. Non starai qui,ma non starai nemmeno del mio mondo. Semplicemente,non starai. Così Harry potrà trovarti,non ti cercherà per sempre..ma sarà doloroso ugualmente. Per lui,e per te.-
Strinsi di più la mano di Harry. Sapevo che essere lì per lui era più doloroso di quanto lo fosse per me. Significava completare il puzzle,ricostruire l’unico pezzo mancante della sua vita.
-Che vuoi dire?- Riuscivo a vedere il colorito di Clary farsi sempre più pallido. Forse fu quello il momento in cui aveva capito che sarebbe morta?
Vidi Clary del futuro prendere un vaso dalla borsa. Era il vaso di casa di Harry. Forse,aveva già pianificato di ucciderla? Forse,l’aveva solo illusa di risparmiarla?
-Cosa stai facendo?- Urlò. La sua espressione era terrorizzata. –Metti giù quel vaso! Cosa credi di fare? Ti prego,mettilo giù!- Le parole erano le stesse della visione. Ma non fu colpita da dietro,almeno non da un vaso.  Clary del futuro lanciò uno sguardo d’intesa a qualcuno che si trovava dietro colei che stava per essere uccisa. Forse Clary non se lo aspettava – anzi,sicuramente non se lo aspettava – perché quando fu accoltellata alla schiena – ovviamente,da dietro – lanciò un grido strozzato. Cercò di dire qualcosa,e cominciai a singhiozzare quando capì quello che aveva detto. “Harry.” Era stata la sua ultima parola. Sciolsi l’intreccio delle mie mani tra quelle di Harry,per portarmele alla bocca. Clary cadde in avanti,e la persona che l’aveva colpita continuò,per altri due o tre colpi alla schiena. Poi Clary del futuro le ruppe il vaso in testa.
Singhiozzai,ed Harry mi accarezzò la schiena. Anche il suo viso era rigato dalle lacrime.
-Hai fatto la scelta giusta.- Clary del futuro si rivolse alla persona che l’aveva aiutata in quel colpo mortale.
-E’ morta?- La voce era ferma,ma familiare. E fu solo quando fece un passo avanti,che riconobbi Brooke. Non una Brooke del futuro,del passato o quant’altro. Era Brooke..la Brooke di quel tempo. Sentì il cuore pesare quanto un macigno,mentre singhiozzavo ancora silenziosamente per evitare di farmi sentire.
Clary si inginocchiò davanti a lei e le toccò il collo per sentire il battito. Non utilizzò i guanti,non la preoccupavano le impronte. Infondo,erano la stessa persona.
-Si,Brooke. E’ morta.- Le lanciò dei guanti neri. –Metti questi. Aiutami a spostarla da qui,in un luogo più..da lei.-
-Perché tu non li metti? I guanti,intendo.- Clary fece un sorriso beffardo,prima di prendere il cadavere per la testa.
-Io sono lei,non dimenticarlo mai.- Detto questo,Brooke afferrò il corpo dalla parte opposta e cominciarono a camminare. Per noi,era ora di tornare a casa.
-Dov’è stato trovato il mio cadavere,Harry? Dove mi hanno portata Brooke e Clary?- Avevo smesso di singhiozzare,ma non di piangere.
-Nella serra.- I suoi occhi erano più arrossati di quanto non fossero mai stati prima. –Chiama Patrick. Andiamocene da qui.- Annuii e presi il telefono.

-Non riesco a capire.- Dissi,sul divano. Io ed Harry eravamo seduti vicini,con le mani intrecciate. Patrick e Jason ci stavano di fronte. Avevamo appena finito di raccontargli l’accaduto. –Se quella notte urlavo così tanto,perché voi due non vi siete accorti di niente?-
-Io..non lo so. So solo che mi sono incolpato così tanto,dopo che..è successo.- Il tono di voce di Harry era basso. –Nemmeno Patrick si è dato pace facilmente.-
-Lo so.- Risposi. –E’ per questo che ho fatto quello che ho fatto,prima.-
-Perché..cos’è che hai fatto?- Il tono di Jason era curioso. Presi un respiro profondo. –Clary?- Quella volta fu Patrick a parlare. Il suo,era preoccupato.
-Sono entrata in casa. Subito dopo che Clary è uscita,sono entrata io..eravamo vestite allo stesso modo.- Spiegai. –Sono consapevole del fatto che dopo l’assassinio non vi siete dati pace..entrambi.- Guardai il mio ragazzo,poi il mio migliore amico. –Io..ero lì,ed ero uguale a lei,e mi sono sentita in dovere di farlo.- Presi un respiro profondo. –Quando sono entrata,Harry mi è venuto incontro. Gli ho lasciato un bacio e gli ho detto che lo amavo. Poi ho abbracciato Patrick e gli ho detto che lo volevo bene. Infine,sono ritornata da Harry..e gli ho detto che non volevo lasciarlo,che non era colpa sua,che lo amavo. E poi sono uscita. Io..volevo solo che lo sapesse.- Harry mi strinse la mano,accarezzandomi il dorso col pollice. –Mi dispiace.- Sussurrai.
-Ti dispiace? Per cosa?- Harry cominciò a giocare con i miei capelli,forse come diversivo.
-Si,so che forse dopo quello che ho fatto Harry si chiederà perché non mi ha seguita..so che si darà la tortura perché avrebbe potuto salvare Clary..lo so questo. E mi dispiace. Non ci avevo pensato.- Mi asciugai le lacrime che però continuavano a rigarmi le guance.
-Ehi.- Mi sussurrò. –Non hai fatto niente di male. Anzi. Hai ricordato ad Harry che lo amavi..sono sicuro che è quello di cui lui aveva bisogno. Non incolparti. Per favore.- La voce di Harry era strozzata. Passai una mano fra i suoi ricci,annuendo piano.
-Okay.- Sussurrai.
-Clary.- La voce di Patrick trasmetteva sicurezza. –Hai dato loro quello che non abbiamo avuto noi.-
-Ovvero?- Lo guardai. I suoi occhi erano lucidi,ma non aveva pianto e,conoscendolo,non aveva intenzione di farlo.
-Un ultimo bacio..un ultimo abbraccio..un ultimo saluto. Ed io non potrei essere più fiero di così..- Abbassò la testa,e avevo così tanta voglia di accarezzargli i ricci,ma non riuscivo a staccarmi dalla mano di Harry. Ero come fossilizzata. Patrick continuò. –Anche se sapevi che in poco tempo avresti fatto una brutta fine,il tuo pensiero è stato verso noi..e io non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto.-
Tutto quello che mi risultava possibile fare era aggrapparmi ancor più forte ad Harry,che mi sembrava l’unica ancora.
-Patrick..io non potevo permetterlo. Non potevo far finta di niente,quando sapevo che sarebbe stato così..quando sapevo che avreste sofferto così tanto. Non potevo e non volevo. Non sarebbe stato corretto..volevo che foste felici.- Ad un tratto,sentì una risata da parte di Jason. Lui,che era stato in silenzio fino a quel momento. Aggrottai le sopracciglia,con lo sguardo rivolto verso di lui.
-Che c’è?-
-Ma ti senti quando parli,Clary?- Non riuscivo a capire. Cosa avevo detto di sbagliato? –Stavi per morire. E stavi per capire come. Ed è quello che ci domandiamo noi da quattro anni. E il tuo pensiero,è stato verso le persone che ami. Che Clary amava. Ed è stata..la cosa più bella che tu potessi fare. Non puoi sentirti in colpa..è stata una cosa troppo altruistica per pentirsene.- Harry accanto a me smise di piangere,o almeno si arrestarono i suoi singhiozzi.
-Ha ragione.- Disse. –Questo non ha fatto altro che confermare quello che ho sempre saputo.- Inchiodò i suoi occhi nei miei..i suoi occhi rossi e gonfi,che facevano risaltare ancor di più il verde.
-Ovvero cosa?-
Mi sorrise. Un sorriso sincero,che mi diede speranza..per tutto. –Che anche davanti alla morte,hai scelto noi.-

-Ehi..stai bene?- Harry mi sorrise. Ero nella serra. Ricambiai il suo sorriso,e con solo il gesto della mano gli chiesi di sedersi accanto a me.
-Si,sto bene.- Ed era vero. –E tu?-
Lui annuì in fretta. Mi sorprese la rapidità di quel gesto,stava a significare che stava davvero bene. –Si,tutto okay.-
-Ascolta..- Lui mi interruppe prima che io potessi dire qualsiasi cosa.
-Clary..so che vuoi sapere di più. So che,se tornare lì significasse scoprire la motivazione,ci torneresti ad occhi chiusi. Per me. Ma,ti prego..io non voglio. Voglio passare queste cinque settimane che ci restano..con te. Non voglio sprecare nemmeno un minuto. Ogni attimo disponibile,voglio passarlo insieme..qui. Ora. Non in un altro tempo,per scoprire cose che ci farebbero solo male. Ti prego..dimmi che puoi fare questo sacrificio..per me.- La voce di Harry suonava quasi come una supplica,e non potevo fare a meno di addolcirmi. Avevamo entrambi un’aria distrutta,ma sorridevamo. Mi ritrovai ad annuire.
-Harry,se è questo che vuoi..okay.- Intrecciai le nostre mani,un gesto che sembrò dare vita ad entrambi. –Il tempo rimasto,è nostro.-
Mi baciò la punta del naso e sorrise,facendo comparire le fossette che tanto amavo.  –E’ sempre stato nostro.-
Stemmo in quel modo,con le mani intrecciate senza dire niente per un po’ di tempo. Il silenzio regnava tra noi,ma non era quel tipo di silenzio opprimente o imbarazzante,come quando sei in ascensore e non conosci nessuno o come quando dopo un litigio nessuno sa cosa dire. Era un silenzio pieno d’amore,che conteneva tutte le parole che in quel momento non era necessario dire.
-Sai.- Cominciò Harry. –Hai sempre detto di desiderare qualcuno che ti regalasse una stella.-
Risi. Non riuscivo a immaginare di desiderare una cosa del genere,non dopo quello che era accaduto. –Davvero?-
Lui annuì,ridendo. –Si. Così te ne regalai una col mio nome.- Rise al ricordo. Lo seguì a ruota. –All’inizio ti arrabbiasti. Dicevi che era come se avessi fatto un regalo a me stesso. Poi ti spiegai che quella stella era tua,perché in quel modo avresti sempre saputo che io ti avrei sempre guardato,guidato..sarei stato sempre con te. Piangesti e mi chiedesti scusa..e non so per cosa. Il certificato c’è ancora,l’ho conservato io. Penso che dovresti tenerlo tu,però.- Mi guardò e io non potei fare a meno di schiudere le labbra,meravigliata dal fatto che così tanto amore fosse stato racchiuso in una sola persona.
-Mi piacerebbe vedere la stella.- Dissi piano.
-Stanotte.- Annuì lui.

-Vedi quella stella,quella luminosa?- Scossi la testa.
-Harry,sono tutte luminose!-
Lui rise,poi si riavvicinò al microscopio,facendomi cenno di seguirlo. Mi posizionò in modo da farmi vedere tutto quello che voleva.
-Ora la vedi,la più luminosa di tutte?- Io annuì.
-Perfetto. Quella non è la tua.- Risi,anzi,ridemmo. Poi continuò. –Stavo scherzando..lo è. Quella è la tua stella.- Mi sollevai in modo da guardarlo e gli lasciai un bacio. Lui ne fece seguire tanti altri,prima di lasciarmi parlare. –No,Harry. E’ la nostra. Voglio condividere ogni piccola cosa con te. Anche se questa,tanto piccola non è.- Risi.
Lui annuì,con l’espressione felice. –Si,Clary. E’ la nostra.-
E,detto ciò,continuammo a condividere baci dolci,pensando a ciò che era stato,era e sarebbe sempre stato nostro.




SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Comincio col dire che,la cosa della stella,mi è venuta in mente sfogliando le foto di una mia amica. Una cosa simile è successa a Glee,il telefilm. Quindi,si,ho preso spunto da lì.
Questo capitolo non è tra i miei preferiti,in verità. Mi è piaciuto davvero tanto scriverlo,aspettavo da tanto questa parte..ma non l'ho scritta come volevo. Cioè,come immaginavo.
Vabbs,ci si accontenta.
Poi volevo ringraziare le persone che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie davvero!
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.
A presto!
Baci,
Roo.<3

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Lettera. ***


       





-Eccoti qui,non riuscivo a trovarti!- Un Harry sorridente aprì la porta di casa mia,entrando nel salone. Mi porse una scatola incartata. –Ti ho portato questo. Consideralo un regalo.- Sorrise prima di baciarmi. Non riuscì a fare a meno di sorridere sulle sue labbra.
-A cosa lo devo?-
-A niente.- Mi rispose. –Aprila e basta.- Continuava ad incitarmi,tanto da farmi incuriosire. Quando aprì la scatola,restai piacevolmente sorpresa. La riconobbi all’istante. Era la scatola che Harry aveva in camera sua,quella con tutti gli oggetti di Clary che gli erano rimasti. Capivo perché l’aveva fatto..era una parte del mio passato che voleva aiutarmi a ricostruire,ma nello stesso tempo,voleva farlo indirettamente. Non voleva entrare più in quel mondo,e voleva che io ne restassi fuori. Ma voleva aiutarmi a conoscere un po’ di più me stessa. Voleva aiutarmi senza farlo veramente.
-Oh,non devi darmela..tienila tu. So quant’è importante per te questa scatola,questi oggetti..non posso portarteli via.-
-Non me li stai portando via. Te li sto dando io. Puoi tenerli,davvero. Voglio che li tenga tu.- Mi sorrise. Poi guardò il tavolo. –Che cos’è quello?- Indicò un foglio.
-Oh,è un disegno..che ho finito. Voglio darlo a Patrick.- Glielo mostrai.
-E’ bellissimo.- Si congratulò e sembrava sincero.
-E’ soltanto un occhio dal quale spunta una lacrima..me lo aveva chiesto quando ero arrivata da poco..ora voglio darglielo. Con tutto quello che è successo non ho avuto molto tempo libero,e oggi che ne avevo un po’,l’ho finito per lui..dopo passo a darglielo.- Gli sorrisi e lo guardai. Sembrava così felice. Aveva gli occhi luminosi,pieni di vita e un sorriso enorme. Come l’Harry che avevo incontrato nella casa,prima di morire.
-Posso avere un disegno anche io?- Continuò a guardarmi e continuò a sorridere. Una visione che adoravo. Io annuì,contenta.
-Certo che puoi. E cosa vuoi?-
-Non lo so..scegli tu.- Continuò a sorridere mentre mi lasciava dei piccoli baci,dai giocosi,ai dolci,a quelli di cui aveva bisogno. Ogni tanto lo sentivo sorridere sulle mie labbra.
-Mi piace questa versione di te.- Gli dissi,fermandomi improvvisamente e guardandolo negli occhi. Lui mi sorrise,poi continuò a baciarmi.
-Mi piace essere questa versione di me.- Mi passò una mano fra i capelli,ridendo. –Per te.- aggiunse poi sottovoce.

-Ehi Patrick!- Sorrisi al mio migliore amico,abbracciandolo. Ero fuori casa sua. Lui ricambiò sia il sorriso che l’abbraccio.
-Clary! Vieni,entra!- Mi fece passare. –Harry non c’è,tornerà tra un po’,ma se vuoi aspettarlo in casa,fai pure! Lo sai che puoi sempre stare qui.- Non riuscì a trattenere una risata.
-Lo so,ma veramente cercavo proprio te.- Gli diedi una spinta scherzosa,indicandolo.
-Quale onore!- Rise,allargando le braccia. Poi tornò improvvisamente serio. –E’ successo qualcosa? Stai bene?-
-Si,tranquillo..cioè,non è successo nulla.- Risi,da un lato contenta che Patrick si preoccupasse così tanto per me. Misi una mano nella borsa,cercando il quadernetto rosa. Quando lo tirai fuori,lo aprì e gli passai il disegno,piegato in due. –Volevo solo darti questo. Probabilmente lo avevi già dimenticato,ma ti era piaciuto molto,e ho pensato di finirlo per te.- Sollevai le spalle,quasi a volermi giustificare. Poi lo guardai. Un sorriso che andava da un orecchio all’altro era apparso sul suo volto,gli occhi lucidi. Non seppi mai se erano lucidi per la contentezza,o per delle lacrime.
-Clary,io..oddio,grazie,è davvero bellissimo..come potevi pensare che me ne fossi dimenticato?- Mi strinse in un abbraccio molto affettuoso e io lo strinsi più forte che potevo. Erano quelli i momenti che mi sarebbero mancati,una volta tornata a casa ‘mia.’
-Mi dispiace averlo finito così tardi,ma con tutto quello che è successo..- Mi interruppe a metà frase.
-Non dirlo nemmeno per scherzo!- Ci staccammo dall’abbraccio per guardarci negli occhi. –Io..oddio. E’ fantastico..non solo il disegno,che tu sia qui..oddio.- Mi attirò nuovamente a sé per stringermi in un abbraccio e scoppiai in una risata.
-Patrick,calmati!- Risi ancora. Mi beai di quell’abbraccio e gli annusai i ricci scuri e lunghi. –Avevo quasi dimenticato il tuo profumo.- Mormorai. Mi baciò una tempia. Mi piaceva stare in quel modo. Io,aggrappata a quello che era e sarebbe sempre rimasto il mio migliore amico,a sentire il suo profumo.
-Io non dimenticherò mai il tuo.- Il suo tono era molto serio e capì che la conversazione si stava per spostare sul pesante. Volevo fare di tutto per impedirlo. L’ultima cosa che volevo erano delle preoccupazioni.
-Hai ragione. Quindi ti abbraccerò più spesso.- Risi,staccandomi dall’abbraccio e dandogli un lieve pugno sulla spalla che,ovviamente,non gli provocò nessun dolore.
-Per una volta potresti darmela vinta. Ci metto tutta la forza che posseggo,e non ti tocca neppure!- Dissi,fingendo esasperazione. Lui alzò un sopracciglio.
-Perché,che hai fatto?- Sembrava totalmente serio. Incrociai le braccia al petto.
-Stai scherzando,vero?- Per tutta risposta,aggrottò anche l’altro sopracciglio.
-Ti ho dato un pugno!- Quasi urlai,ma nonostante tutto,non riuscivo a non farmi scappare nelle leggere risate.
-Cosa? Ma dove?- Il suo tono incuriosito mi fece capire che forse non l’aveva davvero sentito.
-Per favore,Dio,dimmi che scherza.- Alzai occhi e braccia al cielo prima di sentire Patrick scoppiare in una fragorosa risata.
-Oddio Clary,la tua faccia è davvero fantastica,non pensavo di potermi trattenere così tanto.- Parlava ad “intermittenza” a causa delle risate. Risi anch’io,e lo spinsi sul divano con entrambe le mani.
-Sei un bastardo! Ti odio!- Risi e mi accasciai a mia volta sul divano.
-Lo sai,quando avevo dieci anni,mia nonna mi disse che mi avrebbe dato venti dollari se avessi fatto le sopracciglia a Jason mentre dormiva.- Patrick fece una breve risata. Non capiva perché avessi messo in mezzo quel discorso.
-Perché me lo stai raccontando?- Mi chiese,ancora col sorriso stampato in volto.
-Perché se noti,sul sopracciglio destro ha una piccola cicatrice..- Patrick scoppiò a ridere. Sembrava quasi un bambino..anzi,sembravamo. Ridevamo spensierati per quella piccola confessione.
-Lo hai fatto davvero?-
-Certo! Offrire venti dollari ad una bambina di dieci anni è come offrirne ventimila ad un ragazzo di ventiquattro!- Risi.
-Perché me lo stai raccontando proprio adesso?- Patrick aveva gli occhi lucidi a causa delle troppe risate. Io scossi la testa.
-Non lo so..sono felice.- Ed era vero. Non mi ero ancora lasciata alle spalle tutto quello che era successo,ma mi sembrava solo un ricordo lontano. Avevamo scoperto la verità,Harry mi aveva chiesto di interrompere le ricerche,e per quanto fossi curiosa e avessi bisogno di sapere altro,assecondai la sua richiesta. Capivo quanto lo facesse stare male.
-Sono contento che tu lo sia.- Patrick mi sorrise.
-Si,anche io.- Ricambiai il sorriso. Poi mi alzai. –Probabilmente dovrei tornare a casa..Harry mi ha dato una scatola,ma pur sapendo cosa troverò,voglio..analizzare nuovamente il tutto prima che faccia troppo tardi..stavo pensando di passare qui,per stare con Harry..tu ci sarai?- Ci sorrisi lievemente.
-No..sono a casa dei miei genitori stasera. Sono appena tornati..staranno qui per pochi mesi.-
-Oh,è fantastico!- Quasi urlai,sapendo quanto Patrick avesse sofferto per la loro assenza. –Mi piacerebbe rivederli. Posso passare,qualche giorno?-
-Io non credo che sia una buona idea..- Fece un sorriso dispiaciuto. Ad un tratto mi resi conto che aveva ragione,non potevo. Tecnicamente,non avrei nemmeno dovuto conoscerli.
-Oh,certo..giusto. Hai ragione,scusami.- Abbassai lo sguardo. Prima che me ne accorgessi,lui mi strinse in un abbraccio. Poggiando la testa sul suo petto,potevo sentire il suo cuore battere regolare. Era un suono che mi calmava. Mi rassicurava,mi infondeva sicurezza. E mi ricordai di quando,anni prima,avevo creduto di essere innamorata di lui. E forse lo ero stata davvero. Ma con Harry..era un’altra storia. Sentivo come se in qualche strano modo fossimo collegati..come se il mio cuore fosse costantemente insieme al suo. Pensavo che mi ci sarei abituata col tempo,ma a quanto pare,non era così,o almeno non era ancora successo. Patrick mi diede uno schiaffetto sul braccio,risvegliandomi dai miei pensieri.
-Forza,hai degli oggetti da vedere,presenti in una scatola. O mi sbaglio?- Mi fece l’occhiolino e io gli sorrisi,grata. Pochi attimi dopo,uscì da casa sua.

Fissavo la scatola da quindici minuti,e non mi ero ancora decisa ad aprirla. L’avevo già vista una volta,a casa di Harry. Conteneva molti oggetti del mio passato.
In alto,c’era la nostra fotografia. Io,sulla schiena di Harry,entrambi sorridenti. La poggiai sul letto,guardando altre cose. C’era un bracciale rovinato sul quale era inciso il nome di Harry e ricordai quando,a casa sua,mi raccontò di come quel bracciale che portavo era finito in acqua e lui si era buttato per riprenderlo nonostante fosse inverno. Anche lui portava un bracciale col mio nome. Si ammalò,ma la cosa positiva fu che riuscì a recuperare il piccolo ma significativo oggetto. Lo sistemai accanto alla fotografia,sul mio letto. Poi tornai a guardare il cofanetto. Una sequenza di scatti fotografici che ritraevano me ed Harry. Nelle prime tre avevamo entrambi delle facce buffe,nell’ultima,avevamo un sorriso mentre ci scambiamo un bacio giocoso. Immaginai di aver usato quel rullino come segnalibro. O almeno,era quello che Harry mi aveva detto. Vari sorrisi mi scapparono mentre guardavo tutti gli oggetti che quel carillon conteneva,che avevo già visto in precedenza a casa di Harry,ma mi accorsi che,sepolta sotto tutta quella roba c’era una lettera,che non c’era da Harry,o che almeno lui non mi aveva fatto notare. Sapeva che era lì? Voleva che la leggessi? L’afferrai,con mano tremolante e iniziai a leggere.
Caro Harry,
sono in camera tua,è notte fonda. Abbiamo appena fatto l’amore. E tu sei così bello mentre dormi tranquillo,con i ricci disordinati,le palpebre che si muovono leggermente per qualche sogno,e un sorriso accennato sulle labbra. Sembri un bambino. Sembri anche così appagato con te stesso,come se ciò che abbiamo appena fatto esercitasse un qualche potere rilassante su di te. Sono rimasta stesa al tuo fianco per tanto tempo,a guardarti dormire. Hai le labbra dischiuse e mi verrebbe voglia di baciarti così tanto da consumarti. Poi ti ho accarezzato il volto..so che all’inizio eri sveglio. Eri sveglio,e volevi sentire il mio tocco,assaporare ogni momento. Ma poi,pian piano,ti sei rilassato sempre più,e ho capito che ti eri addormentato sul serio. Tutto questo..è molto più di quanto io potessi sognare di avere. Io ti amo,semplicemente con tutto il corpo e con tutta l’anima,che ti ho regalato stasera insieme alla cosa più preziosa che avessi,che stavo conservando per la persona giusta. Ma con te non serve ragionare. La logica è sopravvalutata. Sei tu la persona giusta. Se l’amore non sei tu,l’amore non esiste,Harry. Lo so per certo. Ricordi quando mi raccontasti quell’antica storia greca? “Secondo la mitologia greca,gli umani originariamente furono creati con quattro braccia,quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere,Zeus li divise in due parti separate,condannandoli a trascorrere le loro vite cercando l’altra loro metà.” Io non ho più bisogno di passare la vita intera a cercare la persona che mi completi. Perché l’ho già trovata. Ne sono sicura,Harry,adesso più che mai,che sei tu quella persona. Sei la persona dalla quale il potere di Zeus mi ha divisa. Lui temeva il potere del nostro amore,non del nostro corpo. Solo oggi l’ho capito. Noi due siamo più dell’amore narrato in tutti i libri romantici. Compresi quelli di Sparks che amo tanto e che mi fanno tanto piangere. Non c’è paragone. Tu hai preso tutto di me,trasformandolo in qualcosa di più bello,di migliore. Hai stravolto la mia vita,Harry. Non riuscirei mai a tornare a ciò che ero prima di te. Sei la mia normalità,con l’eccezione che ogni volta che ti vedo,che ti bacio,che ti amo,sembra la prima volta. Provo un’emozione ogni giorno più forte e più bella. Ormai sei incancellabile,come un tatuaggio sulla pelle. Tu,però,sei nel mio cuore,e ci resterai per l’eternità.Ti amo come mai prima d’ora.
Tua per sempre,
Clary.

Mi asciugai le lacrime che erano scivolate dai miei occhi,commossa da ciò che le mie mani un tempo avevano scritto. Compresi il motivo del gesto di Harry. Voleva farmi rendere conto della forza del sentimento che ci legava..come se non lo sapessi. Avrei custodito quella lettera per sempre,ne avrei fatto tesoro. La infilai in un cassetto,in un posto sicuro,dove nessuno avrebbe rovistato durante la mia permanenza lì. Noncurante del disordine che avevo lasciato,uscì di casa e chiamai Harry.
-Ehi.- Rispose,dolcemente.
-Ciao.- Dissi allo stesso modo,cercando di non far trasparire le lacrime. –Dove sei?-
-Sto tornando a casa,ma sono ancora in strada. Dove ti trovo?- Non potevo vederlo,ma conoscendo le sfumature della suo voce,avrei potuto giurare che stava sorridendo.
-Dove sei tu di preciso?- Sorrisi.
-Verso la parte storica della città. Se sei a casa tua,potremmo avviarci entrambi verso il nostro parco,anche se probabilmente io arriverò prima di te. Ci vediamo lì quindi?- Annuì,poi realizzando che non era davanti a me,risposi con un flebile “Si,a tra poco.” e riagganciai. Quando arrivai al parco,come aveva previsto,Harry era già lì. Gli corsi incontro.
-Ehi,sei qui da tanto?- Sorrisi,intrecciando entrambe le nostre mani mentre lo avevo di fronte. Lui scosse la testa. –No,solo un paio di minuti.- Rispose. Non persi altro tempo e lo baciai. Un bacio casto,dolce,che in seguito si trasformò in uno leggermente più disperato,passionale. Poi lui mi guardò negli occhi.
-Per cos’era questo?- Mi sorrise. Gli lasciai un altro breve bacio,molto leggero.
-Grazie per avermi fatto leggere la lettera.- Gli accarezzai i ricci. –Ti amo,Harry.-
Lui ricambiò il mio sorriso e mi accarezzò i capelli. Poi mi diede un bacio in fronte,solleticandomi la schiena con le sue mani. –Ti amo anch’io,Clary.-




SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
In questo capitolo non succede niente di particolare,ma mi è piaciuto davvero molto scriverlo. Essendo un periodo "tranquillo",Clary ha un momento anche per il suo migliore amico..mi mancava scrivere di quei due,lo ammetto. La lettera,la ritroveremo anche in un altro capitolo. Penso,inoltre,che ci stiamo avvicinando alla fine..non è troppo vicina,ma non è nemmeno così lontana(?) Comunque,essendomi affezionata fin troppo ai personaggi,ho deciso che la storia non avrà un sequel,ma scriverò una raccolta di shot non collegate fra loro..con questa Clary,con la Clary che ormai è morta,da diversi punti di vista..mi attirava quest'idea.
Volevo ringraziare che ha messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate e chi recensisce sempre. O ance chi legge e basta.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recesione:)
A presto.
Baci,
Roo:) <3


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Capitolo 19
*** Capitolo 19 - Addio. ***


         




-Ehi,fratellone. Come stai?- Mi sdraiai accanto a Jason. Sentivo di avere bisogno di passare del tempo con mio fratello,sapevo che lui aveva sofferto molto,che era stato anche in galera. Mi guardò e mi sorrise mentre mi accarezzava i capelli.
-Come mai questa domanda?- I suoi occhi verdi erano così luminosi..occhi che avevo sempre invidiato. Così sinceri,così puri. –Comunque bene,grazie. E tu?- Tornò a guardare il soffitto,ma non smise di sorridere. Non risposi alla sua domanda,ma guardai il soffitto anch’io.
-Ti ricordi quando avevo quindici anni? Mi portasti in quella strada vicino al semaforo..dicevi che era deserta. Ci stendemmo e guardavamo le stelle,o i colori del semaforo cambiare mentre ci tenevamo per mano. E’ uno dei ricordi più belli che io conservi.- Lo guardai,con occhi lucidi per l’emozione. Lui rise.
-Hai escluso che dopo un po’ passò una macchina che ci stava per ammazzare.- Risi anch’io,felice.
-Si,beh..posso anche dimenticarlo questo.- Risi ancora,accarezzandogli il braccio che si trovava vicino a me.
-Come mai hai fatto questo viaggio fra i ricordi?- Jason mi guardava,pensieroso.
-Perché oramai i ricordi sono l’unica cosa che mi resta della mia vecchia vita.- Risposi di getto,senza pensare.
-Che intendi?- Lui si sollevò leggermente,guardandomi con occhi colmi di stupore,curiosità,preoccupazione. Non riuscì a trattenere un sorriso. –Vedi,da quando sono arrivata qui,tutto è diverso,è cambiato. E’ come se questo viaggio avesse segnato il prima e il dopo della mia vita. Non mi aspetto che tu capisca,tranquillo.- Conclusi il mio breve discorso con un gesto della mano. Prima di chiudere gli occhi lo vidi sorridere.
-E quale delle due ti piace di più?- Sussurrò. Sapevo bene che aveva paura della risposta,ma io non avevo nessun dubbio a riguardo.
-Questa. Sono certa di essere nata nel tempo sbagliato.- Sorrisi automaticamente quando notai che i suoi occhi luccicavano e sul suo volto c’era un ampio sorriso. Lo abbracciai,dopodiché poggiai la testa sul suo petto.
-Ti voglio bene,Jason.- Sussurrai,nell’esatto momento in cui lui disse “Ti voglio bene,Clary.” Poi mi addormentai.

-Ben svegliata,Aurora.- Quando aprì gli occhi,Harry mi sorrideva e mi lasciò un bacio sulla fronte dopo aver fatto un riferimento alla Bella Addormentata.
-Dov’è Jason?- Chiesi,con voce impastata a causa del sonno,ma sorridendo a mia volta.
-Hai dormito tre ore,Jason se n’è andato da poco,mi ha chiesto lui di venire qui.- Rispose,dolcemente. Mi passai una mano sugli occhi e mi alzai leggermente.
-Si,mi dispiace di essermi addormentata.- Lui scrollò le spalle.
-Ha detto che è stato bello.- Vedendo la mia espressione confusa,continuò. –Vederti dormire. Ha detto che..sembravi tranquilla. Avevi l’aria felice.-
-Lo sono.- Sorrisi,afferrando la maglia di Harry. Mi spostai dal lato interno del letto,facendolo distendere accanto a me. Poi lo baciai. –Come non lo sono mai stata.- Aggiunsi poi. Sentì Harry sorridere sulle mie labbra.
-Sai,penso che piacerebbe anche a me.- Disse lui,fermandosi improvvisamente. Mi guardava,serio.
-Fare cosa?- Aggrottai le sopracciglia.
-Vederti dormire.- Mi diede un altro bacio. –Vedere quell’espressione serena sul tuo volto di cui parlava prima Jason.- Mi baciò di nuovo,e ancora,e ancora. Riuscivo a sentire il suo respiro affannarsi sempre di più,così come il mio. Gli alzai lievemente la maglia,bisognosa di avere un contatto con la sua pelle. Poi gli toccai i ricci. Sembravano così morbidi,così perfetti. Cercai di attirarlo ancor di più a me,ma pian piano tutto tornò alla “normalità”. I respiri tornarono lentamente regolari,e Harry lasciava dei baci più dolci.
-Potrei fare cose di cui potresti non essere sicura. Se non mi fermo adesso,non so se riuscirò a farlo.- Sussurrò. Gli lasciai un altro bacio leggero,capendo che,ancora una volta,il suo pensiero era rivolto verso di me,prima di tutto. Sorrisi e annuì. –Grazie.- Mormorai.
-Per cosa?- Il suo tono sembrava davvero confuso.
-Cosa? Ma non te ne rendi conto?- Vedendo la sua espressione perplessa,continuai. –Quello che mi regali con un sorriso,con un bacio,una carezza. Non so come tutto questo amore possa essere racchiuso in una persona soltanto.- Terminai,con un tono di voce basso. Lui sorrise,ancora.
-C’è una persona che ama più di me.- Era perfettamente serio.
-Chi?- Chiesi,curiosa e indecisa. E’ impossibile,mi dissi. Nessuno riesce ad amare più di lui.
-Tu.- Sussurrò in risposta. Dopodiché,riprese a baciarmi dolcemente.

Passai quattro settimane e sei giorni nella più totale libertà. Accanto a mio fratello,che era finalmente felice e che mi faceva rivivere ricordi della nostra infanzia,accanto al mio migliore amico,che era fatto di tantissime sfumature,alcune delle quali riuscì a scoprire solo in quei giorni,e accanto al ragazzo che amavo,che mi faceva sorridere sempre,in ogni circostanza.
Passai quattro settimane e sei giorni a ridere,pensando che forse avrei potuto davvero essere felice per sempre.
Passai quattro settimane e sei giorni a credere che c’erano davvero cose che finivano bene,dopotutto.
Passai quattro settimane e sei giorni a sentirmi parte integrante della vita di tutti i giorni.
Passai quattro settimane e sei giorni a scordare che non appartenevo a quel mondo.
Poi arrivò il settimo giorno,e dovetti ricordarlo per forza.
Perché,all’alba dell’ottavo giorno,sarei partita e me ne sarei andata,e quella volta,me ne sarei andata per sempre.

-Buongiorno,Patrick!- Entrai raggiante in casa del mio migliore amico,ma il mio sorriso si spense immediatamente quando notai la sua espressione.
-Ehi,Pat,che hai? Tutto bene?- Era chino su se stesso,ma alzò il suo volto. Era triste,i suoi occhi erano spenti.
-Lo sai che giorno è oggi?- Chiese,con tono neutro. Presi il cellulare che mi aveva regalato Harry dalla tasca e controllai la data. Poi capì e mi rabbuiai anch’io.
Era il mio ultimo giorno lì.
Gli accarezzai i capelli,con una nota di malinconia. –Voglio vivere al meglio questo giorno,d’accordo? Non pensiamo a niente. Come se fosse un giorno normale. E’ stata l’esperienza più bella della mia vita e lo sarà per sempre,ma per ricordarla come tale,deve finire come tale.-  Lo guardai,sperando di essere stata convincente. Perché in realtà,nemmeno io ci credevo,a quello che avevo detto. Con mia grande sorpresa lo vidi sorridere e annuire. Gli baciai la fronte. Dopodiché,mi lasciai sfuggire uno sbadiglio.
-Ma hai dormito?- Chiese,con tono preoccupato. Scossi lievemente la testa.
-Non ho potuto. – Lui annuì,piano. Poi mi fece spazio sul divano.
-Dai,cerca di riposare un po’. Harry non arriverà prima di due ore,e dormire un po’ ti farà bene.- Gli sorrisi e mi avvicinai. Mi stesi,con le gambe sulle sue ginocchia. Poco dopo,mi addormentai.

-Te ne stai andando,non è vero?- Gli occhi di Harry erano pieni di lacrime. Sapevo che non voleva farle uscire,che voleva dimostrarsi forte.
Senza dare risposta,abbassai la testa. Non potevo sostenere ancora il suo sguardo. Quello sguardo che sembrava guardarti dentro. Quello colmo di delusione,di paura.
-Clary?- In quel momento la sua voce era incrinata,segno che aveva dimostrato la sua debolezza. Harry stava piangendo.
-Non posso rimanere,Harry..ti prego,perdonami..- Prima che me ne accorgessi,un singhiozzo interruppe le mie parole. –Lasciarti ora è la cosa più difficile che io abbia mai fatto,ma sai che devo farlo..ti prego,perdonami..- Scoppiai in un pianto isterico. –Ti prego,perdonami..-
-Ti amo..ti prego,resta con me.- Gli accarezzai i capelli,mentre piangevo disperata.
-Non posso.- Gli accarezzai nuovamente i capelli,per quella che probabilmente sarebbe stata l’ultima volta. Poi gli accarezzai il viso. Gli lasciai un bacio sulla guancia,dopodiché mi alzai,e correndo,uscì dalla porta velocemente. Ma non così velocemente da non sentire il suo urlo straziato. Corsi,corsi fino ad arrivare ad un albero a cui mi appoggiai. Crollai su me stessa,urlai e piansi come non avevo mai fatto. Mi sembrava di risentire ancora il suo urlo,la sua disperazione.

-No! Harry! - Urlai,quando mi accorsi che ero ancora nel soggiorno di casa di Patrick e Harry,e che era stato tutto un sogno. Mi toccai la fronte,sudata. Patrick mi guardava,preoccupato.
-Clary,tutto bene?-
-No..- Lasciai che qualche lacrima scivolasse sul mio volto. Lo guardai. –Patrick,come farò a guardarlo negli occhi e ad andarmene? Non posso. Non posso fargli questo..- Lo abbracciai,stretto.
-Non te lo direi,in altre occasioni,ma..ricordi? Il miglior modo di dire addio,è non dirlo affatto.- Risi leggermente.
-Già. Il primo libro che mi ha fatto davvero emozionare..ero solo una bambina,allora.- Mi scostai i capelli dal viso.
-Lo so. Quando lei parte,se ne va in silenzio,nel cuore della notte. Non dice addio a nessuno..in questo modo,i ricordi che lei ha,rimangono quelli. Avrà per sempre ricordi di sorrisi,non di pianti. Capisci?- Annuì. Lo abbracciai,di nuovo.
-Ti voglio bene,Patrick.-
-Lo so.- Sussurrò. –E ti voglio bene anch’io.-

Bussai ripetutamente alla porta di casa di mio fratello.
-Jason! Jason,apri la porta,dai!- Non ottenni risposta. E lui non mi aprì mai la porta. Alzai gli occhi,e la luce in camera sua era accesa. Presi il telefono e lo chiamai.
-Jason,aprimi la porta,dai!- Dalla mia voce non traspariva né noia,né irritazione.
-Non sono a casa.- Rispose semplicemente. In quel preciso istante,l’orologio scoccò le tre del pomeriggio. Lo sentì imprecare a bassa voce.
-Si? E sentiamo,ti sei portato l’orologio a pendolo in giro? E poi la vedo,la luce dalla tua camera. Perché non mi apri semplicemente la porta?-
-Te ne stai andando?- Sussurrò. Potevo sentire il nervosismo nella sua voce.
-Jason..-
-Te ne stai andando?- Ripeté. –Perché,se te ne stai andando,non ti aprirò la porta per darti un ultimo abbraccio e sentirmi dire per l’ultima volta “Ti voglio bene,Jason.” E’ questo che volevi fare,vero?- Sentivo la sua voce farsi sempre più distante,segno che aveva messo il telefono in vivavoce. Forse per portarsi entrambe le mani sugli occhi. Lo immaginai trattenere le lacrime. Visione sufficiente a spezzarmi il cuore.
-Jason,ti prego..devo dirti addio..- Non volevo piangere,eppure sembrava inevitabile.
-Non sono mai stato bravo con gli addii,lo sai.-
Annuì,pur sapendo che lui non poteva vedermi. –Quindi questa sarà la nostra ultima conversazione? Non potrò abbracciarti,vero?- Lo sentì singhiozzare.
-No,Clary. Ma ricordati che ti voglio bene. E che so che non è colpa tua.- In quel momento,tutto ciò che volevo fare,era accarezzargli i capelli biondo scuro e guardare dentro quei suoi occhi verdi così profondi.
-Aspettami,Jason. Te lo prometto,un giorno tornerò.- E,prima che lui potesse dire qualcos’altro,staccai la chiamata. E all’improvviso sentì il cuore pesante come un macigno,colpita dalla consapevolezza che,se quello di prima riguardante Harry era un sogno,questo non lo era affatto.

-Ehi.- Camminavo per quel parco che mi aveva fatto incontrare con Harry,parlando al telefono proprio con lui.
-Ehi,Clary! Come stai?- La sua voce allegra riuscì a portarmi un pizzico d felicità. Forse ignorava completamente la data di quel giorno.
-Abbastanza bene. E tu?-  Lo sentì mormorare qualcosa.
-Si,bene. Cos’è successo?- Chiese,il suo tono era preoccupato.
-Oh,niente di importante. Pensi di potermi raggiungere al nostro parco?- Sorrisi,addolcita da tanta preoccupazione.
-Certo. Sarò lì in dieci minuti.- E staccò. Per ammazzare il tempo che sembrava non passare mai,mi accovacciai nel mio solito angolino,vicino al tronco dove c’era l’incisione che mi aveva fatto rivolgere la parola ad Harry. Sarebbe stato lo stesso,una volta tornata “a casa”? E quale casa,se il posto che ormai consideravo casa mia era in una dimensione di tempo diversa? Sarei stata felice? Con quell’amore di cui Harry tanto mi parlava? Ma come avrei fatto,se la persona di cui mi ero innamorata non era la stessa di quella che mi aspettava una volta tornata a casa?
-Clary?- Mi girai,sentendo la voce preoccupata di Harry.
-Ehi..scusa,non ti ho sentito arrivare.- Gli diedi un bacio veloce. –Tutto bene?- Lasciavo che lui mi vedesse spensierata. E io lo vedevo felice,quindi probabilmente non sapeva che sarei partita all’alba. O voleva solo ignorarlo,come me?
-Si,tutto okay.- Mi attirò nuovamente a sé e cominciò a baciarmi dolcemente.
-Sai,stavo pensando che..- Feci per intavolare un discorso,ma lui mi interruppe.
-Possiamo..smettere di parlare per un minuto?- La sua voce bassa e roca mi faceva davvero tanta tenerezza. –Non ne ho ancora abbastanza.-
-A che ti riferisci?- Chiesi,sorridendo. Fino a quel momento,Harry era l’unica persona che si comportava come se andasse davvero tutto bene. Il che forse era vero per lui,ma non lo era per me.
-Di questo.- Fece combaciare nuovamente le sue labbra con le mie e automaticamente sorrisi. Poi squillò il mio telefono. Decisi di ignorarlo.
-Non rispondi?- Mi chiese,baciandomi ancora. Gli accarezzai il volto.
-No.- La chiamata si interruppe per un breve istante,dopodiché ripartì.
-Qualcuno ha davvero bisogno di parlarti.- Per quanto apparisse provato,sapevo bene che Harry voleva che facessi tutto purché rispondere. E stavo per accontentarlo.
-Chiunque sia,può aspettare.- Feci per spegnere il telefono,quando vidi chi mi stava chiamando con tanta insistenza. –Scusa,devo rispondere,è Jason..-
-Ma con Jason ci vediamo tutti i giorni,e..-
-No,Harry.- Lo interruppi in fretta. –E’..mio fratello. E’ il Jason del presente.- La sua espressione tornò seria,così mi allontanai di poco e risposi.
-Jason?-
-Clary..mio Dio,Clary,stai bene?- Era preoccupato. L’ultima volta che avevo parlato con lui era stato prima di tornare nel futuro,cinque settimane prima.
-Jason..scusami,davvero,capisco se sei arrabbiato..-
-Non lo sono. Avevi delle cose da finire,hai ragione. E’ colpa mia. Oggi è il gran giorno,te lo ricordi?- Dal tono che sentivo,potevo intuire che stava sorridendo. Lo capivo,se voleva rivedermi,ma non potevo dire la stessa cosa per me.
-In realtà è all’alba di domani.- Risposi,un po’ infastidita. Poi presi un respiro e continuai. - Ma potrei chiamarti in piena notte per tornare,e devi promettermi che non farai nessuna domanda.-
-Cosa? Perché?- Roteai gli occhi al cielo.
-Ti ho detto niente domande,Jason. Posso contare su di te? Mi aiuterai,in qualunque momento della giornata io ti chiami?- Lo sentì tirare un respiro profondo,poi acconsentì.
-D’accordo. Ci vediamo presto.- Sorrisi. Quello era il nostro gioco.
-Si,ci vediamo presto.- Attaccai. Quando mi voltai,Harry era nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato,ma con lo sguardo molto più cupo.
-E’ oggi,vero?-
Mi irrigidì. –Quanto hai ascoltato?-
-Non l’ho fatto.- Rispose,prontamente. –Ma è l’unica ragione per cui tuo fratello potrebbe chiamarti. Quindi rispondi,Clary. E’ oggi?- Non avevo bisogno che specificasse nulla. Sapevo già di cosa stesse parlando. Abbassai lo sguardo.
-Si,è oggi.- Sentì subito gli occhi riempirsi di lacrime. Cercavo di tenere lo sguardo basso per evitare il contatto con i suoi occhi..sapevo che sarebbero stati pieni di delusione. Ma alla fine,fui costretta a farlo.
-Hai deciso di tornare lì,Clary?- La sua voce era spezzata.
-Ehi.- Mi avvicinai a lui,prendendo le sue mani tra le mie. Sapevo che non aveva la forza di ribellarsi a quel contatto. Poi sentì i suoi singhiozzi,e cominciai a piangere anch’io.
-Te ne vai di nuovo,Clary? E..te ne vai per sempre,non è così?- I suoi occhi rossi mi spezzavano il cuore. –Ti prego,non lasciarmi di nuovo..- Lo abbracciai e poggiò la testa nell’incavo del mio collo,continuando a singhiozzare.
-Harry,io non ti sto lasciando,non avrei mai la forza di farlo.- E invece,da lì a poco avrei fatto proprio quello. Me ne sarei andata,lasciandomi tutto alle spalle. Ma se sapevo che era la cosa giusta da fare,per quale motivo mi sentivo a pezzi,stanca e..spezzata?
-Allora perché sento che stai per farlo? Tu tornerai alla tua vita e io tornerò all’Inferno! Lo so che è così! Io non conto niente? E’ così?- Urlava. Da un lato,potevo capirlo. Sarei tornata alla mia vecchia vita,ma..volevo davvero che tutto andasse a finire in quel modo?
-Harry,io so solo che voglio stare con te,più tempo che posso. Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe andata a finire così. Ed è la cosa più difficile che io abbia mai fatto! Pensare che vivrò una vita senza te è peggio di qualsiasi cosa,okay?- Urlai a mia volta. Poi gli misi una mano intorno al collo e lo accarezzai. –Ma non lo capisci,che sei l’unica cosa che conta? Che sarà una stramaledetta impresa in una vita senza te? Cerco di fare del mio meglio,ma comunque ferisco qualcuno.- Piangevo a dirotto. All’improvviso,Harry sembrò rilassarsi,anche se di poco. Inchiodò i suoi occhi nei miei.
-Voglio che tu venga con me.- Sussurrò. Senza pensare,annuì e lo abbracciai. Ci tenemmo stretti per quello che sembrò un arco di tempo incredibilmente lungo,ma poi mi prese per mano,e cominciammo a camminare. Non osai fare domande e per tutto il tempo nessuno di noi due disse niente.
Ci misi ben poco a capire la nostra destinazione. Stavamo andando a casa di Harry.

-Patrick dov’è?- Chiesi,non appena entrammo in casa. Tutte le luci erano spente.
-E’ a casa dei suoi.- Minimizzò la cosa con un gesto della mano. –Ti ha detto che sono qui,vero?-
Annuì. –Si,ma non mi è sembrata una gran bell’idea andare a trovarli.- Mormorai. Lui annuì a sua volta e mi cinse i fianchi con le mani.
-Oggi,saremo solo tu ed io.- Salimmo in camera sua,ed Harry si sedette sul letto. –Stenditi,con la testa poggiata sulle mie gambe.- Sorrideva ampiamente. Era come se i segni del pianto fossero andati via completamente.
-Cosa?- Sorrisi,ironica.
-Dai,stenditi.- Mi scappò una risata,ma poi feci come mi aveva chiesto. Poggiai la mia testa sulle gambe di Harry e mi stesi sul letto. Poi lui afferrò un libro dalla sua scrivania.
-Vuoi..leggere per me?- Sorrisi ampiamente. Lui annuì e cominciò a leggere.
-L’amore è sempre paziente e gentile,non è mai geloso. L’amore non è mai presuntuoso o pieno di sé,non è mai scortese o egoista. Non si offende,e non porta rancore.- Sorrisi,riconoscendo la citazione.
-L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri,ma si delizia della verità. E’ sempre pronto a scusare,a dare fiducia,a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.- Concludemmo insieme. Mi guardò,con un sorriso carico di affetto. Poi sfogliò qualche pagina e capì che non era un libro,ma un quadernetto che conteneva solo ed esclusivamente citazioni di quel genere. Ricominciò a parlare.
-Gente che va,gente che viene,che entra ed esce dalla tua vita come i personaggi di un libro. Quando arrivi all’ultima pagina,i personaggi ti hanno raccontato la loro storia e tu ricominci con un altro libro,con protagonisti e avventure del tutto nuovi. E allora ti concentri su di loro,e non più sul passato.- Sorrisi ancora.
-Oggi hai molta voglia di citare Sparks,vero?- Rise. Scosse leggermente la testa e mi passò il piccolo quadernetto rosa. Mi indicò un punto.
-Leggi questo.- Disse. Mi parve di riconoscere la grafia,ma lessi comunque.
-L’amore più bello è quello che risveglia l’anima, e che ci fa desiderare di arrivare più in alto;è quello che incendia il nostro cuore e porta la pace nella nostra mente.- Sorrisi ancora. Era una delle mie citazioni preferite. Poi analizzai meglio la scrittura. E allora capì.
-Questo..è mio?- Lui mi sorrise e annuì.
-Ricordo che,dopo aver visto per la prima volta insieme a me I passi dell’amore,ti eri messa in fissa col fatto che anche tu volevi una sorta di diario come quello che Jamie aveva dato a Landon. Con le frasi. Così cominciasti a scrivere tutte quelle che preferivi. Da libri,film,canzoni..e poi me lo regalasti.-
Sorrisi. Lui continuò. –Era come riavere una parte di te indietro. Queste parole..in un modo o nell’altro,mi aiutavano..sapevo che le avevi scritte per me. Era come avere sempre dei tuoi consigli,le tue rassicurazioni. Amavo ogni singola parola. Non c’è giorno in cui non legga almeno una di quelle cose scritte lì dentro.- Sorrise e sorrisi anch’io. Abbandonai la mia comoda posizione per sedermi accanto a lui e prendere le sue mani nelle mie. Gli accarezzai il palmo con il pollice.
-Quello che tu provi..è la cosa più forte che un essere umano abbia mai provato,ne sono certa.- Poi si avvicinò e mi lasciò un bacio. Non dolce,non violento. Solo un bacio. Un bacio dal quale capì di cosa Harry aveva bisogno in quel momento. Di cosa noi avevamo bisogno per stare bene davvero. Lo tirai più vicino,facendolo stendere al di sopra di me. Gli alzai la maglia,prima di poco,per toccare la sua pelle morbida,per avere il contatto di cui avevo bisogno,poi gliela sfilai completamente. Lui mi stringeva,quasi a non voler lasciarmi andare. Mentre accarezzavo i contorni di ogni singolo tatuaggio,Harry mi guardò,con l’espressione più seria che gli avessi mai visto dipinta in volto. Aprì la bocca per parlare,ma io lo bloccai.
-Non chiedermelo,Harry.- Mi guardò interrogativo,ma poi mi baciò di nuovo. –Sono sicura.- Sussurrai,sulle sue labbra. Annuì,con un lieve sorriso incerto. Poi pian piano si fece più sicuro,più sicuro che volevo davvero che tutto quello che stava succedendo succedesse sul serio. E così,poco dopo,sudati,l’uno sopra l’altro,dopo aver compiuto l’atto più intimo mai conosciuto,Harry sussurrò: -L’hai fatto soltanto per me,vero?-
Scossi la testa,accarezzandogli la pelle nuda. –No,Harry. L’ho fatto anche per me. Per noi. L’ho fatto perché entrambi ne sentivamo non il desiderio,ma il bisogno.-

Un paio d’ore dopo,Harry dormiva profondamente e serenamente,mentre io,sdraiata accanto a lui,piangevo in silenzio. Gli accarezzai il volto milioni di volte,toccando i ricci disordinati,imprimendomi quel suo sorriso nella mente. Mi girai dall’altro lato e frugai nella borsa. Cacciai la mia lettera,cercando di non bagnarla con le mie lacrime. La rilessi ancora una volta,nonostante conoscessi ormai ogni parola a memoria.
Caro Harry,
sono in camera tua,è notte fonda. Abbiamo appena fatto l’amore. E tu sei così bello mentre dormi tranquillo,con i ricci disordinati,le palpebre che si muovono leggermente per qualche sogno,e un sorriso accennato sulle labbra. Sembri un bambino. Sembri anche così appagato con te stesso,come se ciò che abbiamo appena fatto esercitasse un qualche potere rilassante su di te. Sono rimasta stesa al tuo fianco per tanto tempo,a guardarti dormire. Hai le labbra dischiuse e mi verrebbe voglia di baciarti così tanto da consumarti. Poi ti ho accarezzato il volto..so che all’inizio eri sveglio. Eri sveglio,e volevi sentire il mio tocco,assaporare ogni momento. Ma poi,pian piano,ti sei rilassato sempre più,e ho capito che ti eri addormentato sul serio. Tutto questo..è molto più di quanto io potessi sognare di avere. Io ti amo,semplicemente con tutto il corpo e con tutta l’anima,che ti ho regalato stasera insieme alla cosa più preziosa che avessi,che stavo conservando per la persona giusta. Ma con te non serve ragionare. La logica è sopravvalutata. Sei tu la persona giusta. Se l’amore non sei tu,l’amore non esiste,Harry. Lo so per certo. Ricordi quando mi raccontasti quell’antica storia greca? “Secondo la mitologia greca,gli umani originariamente furono creati con quattro braccia,quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere,Zeus li divise in due parti separate,condannandoli a trascorrere le loro vite cercando l’altra loro metà.” Io non ho più bisogno di passare la vita intera a cercare la persona che mi completi. Perché l’ho già trovata. Ne sono sicura,Harry,adesso più che mai,che sei tu quella persona. Sei la persona dalla quale il potere di Zeus mi ha divisa. Lui temeva il potere del nostro amore,non del nostro corpo. Solo oggi l’ho capito. Noi due siamo più dell’amore narrato in tutti i libri romantici. Compresi quelli di Sparks che amo tanto e che mi fanno tanto piangere. Non c’è paragone. Tu hai preso tutto di me,trasformandolo in qualcosa di più bello,di migliore. Hai stravolto la mia vita,Harry. Non riuscirei mai a tornare a ciò che ero prima di te. Sei la mia normalità,con l’eccezione che ogni volta che ti vedo,che ti bacio,che ti amo,sembra la prima volta. Provo un’emozione ogni giorno più forte e più bella. Ormai sei incancellabile,come un tatuaggio sulla pelle. Tu,però,sei nel mio cuore,e ci resterai per l’eternità. Ti amo come mai prima d’ora.
Tua per sempre,
Clary.

Piansi ancora,ma dopo un paio di minuti ripiegai la lettera,sistemandola sul cuscino. Poi presi un piccolo foglio sul suo comodino e lo posizionai sulla lettera. Ti amo al tempo presente. Non è un addio,te lo prometto. Perdonami. –C
Mi rivestì in fretta e senza fare rumore,poi mi accovacciai ai piedi del letto,di fronte al bellissimo viso del ragazzo che amavo. Cercavo di non far scappare nessun singhiozzo,o Harry si sarebbe svegliato. Vi avvicinai ancora una volta,incapace di lasciarlo andare,di lasciarmelo alle spalle. Pensavo a quanto avrebbe sofferto e a quanto avrei sofferto io. Ma poi sentivo nella mia testa la voce di mio fratello e capì che non potevo rifiutarmi..era una cosa che dovevo fare. Il mio posto non era lì. Gli lasciai un ultimo,dolce bacio veloce,assaporando il più possibile tutto. Poi,disperata,scesi in strada,libera di piangere,di lasciare andare i singhiozzi,di disperarmi. Arrivai correndo al retro di casa mia..quella casa che,per due mesi,era stata mia.
Chiamai in fretta Jason. Rispose al primo squillo. Forse si aspettava la mia telefonata?
-E’ ora?- Disse solamente. Inizialmente annuì,poi mi resi conto che non poteva vedermi.
-Si.- Risposi semplicemente.
-D’accordo. Chiudi gli occhi e rilassati,Clary.- Feci come aveva detto,anche se rilassarmi sembrava impossibile. Quando riaprì gli occhi,ero in una cabina,e avevo di fronte a me mio fratello,in una versione fastidiosamente più giovanile di quella a cui ero abituata..di quella che volevo vedere. Abbassai la testa.
-Clary!- Quando la rialzai,vidi mio fratello,contento. Ma quando vide la mia espressione,il mio volto rigato dalle lacrime e i miei singhiozzi,non poté fare a meno di stringermi. Un abbraccio che io all’inizio non ricambiai.
-Ehi,Clary,va tutto bene?- Mi accarezzava la schiena,in un tentativo di consolazione. Come avrebbe reagito Harry,capendo che me n’ero andata per sempre? E Patrick e Jason,sarebbero stati bene? Tutti e tre sarebbero mai stati davvero felici?
-No.- Poggiai finalmente le mani attorno al corpo di mio fratello,stringendolo. –Non va bene per niente.- E piansi a singhiozzi fino ad esaurire tutte le lacrime.





SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Allora. Mi scuso per l'attesa..non ci ho messo nemmeno moltissimo a scrivere il capitolo,ma sono stata "impegnata" a guardare una serie televisiva che mi risucchiato via tutta la vita sociale. L'ho finita in una settimana e l'attesa per la quinta stagione è la cosa più brutta del mondo..Haven:')
 Avete sentito Fireproof? Asdfghjkl
Comunque,passiamo alle cose importanti.
Questo capitolo è incredibilmente lungo,è quasi il doppio di quelli che faccio di solito,ed è anche molto ma molto depresso. Ma ho amato scriverlo,davvero. Ci stiamo avvicinando alla fine,mancano davvero pochi capitoli,sigh.
Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie di cuore,davvero.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione:)
Ah,e se avete voglia di parlare,su facebook io sono Iflywithyou Efp:')
A presto!
Baci,
Roo:) <3
 

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