Love's Collection

di Rose1487
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Love ***
Capitolo 2: *** 2° Love ***



Capitolo 1
*** 1° Love ***


1° Love

LOVE’S COLLECTION

SasuHina

Hinata camminava distratta per le vie di Konoha, osservando di tanto in tanto la sostanza immaccolata e pura che cadeva dal cielo plumbeo sulla strada, appoggiandosi con grazia sui corpi dei passanti.

Nonostante avesse sempre adorato la neve, quella volta non potè fare a meno di notare quanto fosse improvvisamente scemata di interesse al confronto della persona a cui stava pensando insistentemente da almeno una settimana.

Naruto non le era mai sembrato così lontano in tutta la sua vita; fra una missione e l’altra, il recupero di Sasuke Uchiha e il progressivo sviluppo del rapporto fra lui stesso e Haruno Sakura, stentava seriamente a riconoscerlo come il ragazzo di un tempo.

Quella sera si era ritrovata quasi senza accorgersene a girovagare da sola, la mente smarrita in mezzo a una confusionale sequenza di pensieri e riflessioni che lentamente la facevano desistere dal ritornarsene a casa; infilò cautamente una pallida mano nella tasca posteriore degli scuri pantaloni invernali e fu sollevata di trovarvi il portafogli, decretando che per quella sera avrebbe cenato fuori casa.

Continuò ostinatamente a vagabondare senza meta per un periodo che a lei parve relativamente lungo, fino a quando non si ritrovò davanti all’Ichiraku; a quel punto, titubante, decise di consumare lì il suo pasto, pregando solo di non trovarvi disgraziatamente il centro dei suoi pensieri.

Era davvero strano il fatto che improvvisamente, proprio lei, che lo aveva da sempre ammirato più di ogni altra persona, ora desiderasse di non volerlo assolutamente accanto a sè. Forse, pensò, era davvero arrivato il momento in cui la pazienza con cui lo aspettava si fosse esaurita, lasciando il posto ad infinita tristezza e un incolmabile vuoto.

Scosse il capo, infastidita dai suoi stessi pensieri ed entrò nel piccolo negozio,quasi del tutto deserto.

-“Buonasera..”- biascicò, porgendo il buono pasto al proprietario, che le sorrise in risposta.

Si chinò sulla sedia davanti al bancone per prendervi posto, quando notò la persona accanto a lei.

Solo allora, sentendosi osservato, anche Sasuke sollevò il volto, gli occhi solitamente impassibili alimentati da uno strano scintillio non appena realizzarono di essere di fronte a lei.

-“Ciao.”- abbozzò, leggermente sorpreso.

-“U-Uchiha-san,”- salutò lei, già a disagio, poggiando i gomiti sulla liscia superficie di legno. Lui tornò a concentrare la sua attenzione dinnanzi a sè, mentre Hinata si apprestava a gustare la ciotola fumante di ramen appena portata dal proprietario.

E a quel punto lei si ritrovò a pensare che doveva essere davvero una buona a nulla, se non era nemmeno capace di sostenere una normale conversazione senza balbettare o cadere inevitabilmente in un profondo silenzio a causa della sua timidezza; senza contare il fatto che per quella sera si era ripromessa di prendersi una pausa da tutti i suoi problemi.

Principalmente per questo motivo, ordinò un innocente bicchierino di sakè, ripetendosi mentalmente che costituiva il miglior rimedio alla sua situazione emotiva attuale.

Anche Uchiha-san non sembrava passarsela piuttosto bene, pensò, osservando la sua espressione indecifrabile, lo sguardo perso nel vuoto e il volto appoggiato mogiamente su un braccio. Lui restituì di sottecchi l’occhiata, al di sotto della sua finta maschera d’indifferenza, alzando appena un sopracciglio quando notò il fatto di tenere nel suo bicchiere la stessa bevanda della ragazza.

E questo, in qualche modo, lo fece sentire più vicino a lei. Poteva essere che anche la Hyuga, ad esempio, quella sera fosse lì per un’ennesima delusione, o per staccare la spina, lontano da tutto e tutti.

Abbozzò un sorriso, mentre silenziosamente tendeva il suo bicchiere verso quello di lei, che arrossendo appena, si ritrovò a farlo cozzare contro quello del ragazzo.

Fu così, in silenzio, che si consumò il primo bicchiere.

Inizialmente, Hinata bevve il liquido alcolico a piccoli sorsi, osservando con stupore misto ad ammirazione Sasuke, che lo esaurì velocemente, quasi con avidità. Non credeva assolutamente di poter arrivare a tanto, insicura com’era. Ma quando Sasuke ordinò altri due bicchieri, spiegandole in poche e pacate parole che l’alcol andava gustato senza ulteriori indugi, proprio non se la sentì di rifiutare.

E allora, al secondo bicchiere, le sembrava tutto quasi più semplice; il lavoro, la sua famiglia, gli amici, Naruto.. Tutto più nitido.

Lentamente, iniziò a conversare con il suo vicino, questa volta decisamente meno impacciata. E perfino lui, incredibilmente, appariva addirittura socievole.

Allora ordinò un terzo bicchiere, e lui un quarto, e ancora lei un quinto, parlando nel frattempo del più e del meno, fino a toccare anche argomenti piuttosto delicati con una naturalezza impressionante per due tipi come loro.

-“Che ore saranno?”- borbottò lui, una miriade di sorsate dopo, osservando intanto la marea di persone che affollava le strade del posto, sempre attivo a qualsiasi ora del giorno.

-“Mi dispiace, ma non ne ho idea..Però..Non voglio ancora tornare a casa.”- sussurrò lei, sollevandosi dalla sedia che dava al bancone e porgendo dei soldi al proprietario. Aveva un’aria decisamente strana; le guancie arrossate e gli occhi socchiusi, camminava lentamente verso l’uscita del locale.

-“Dove vai?”- chiese Sasuke incuriosito, che decisamente reggeva l’alcol meglio della ragazza, nonostante si ritenesse un poco brillo.

-“Io.. Vado a fare una passeggiata.”- sorrise lei, alzando un braccio in segno di saluto.

Il ragazzo si morse il labbro inferiore, combattuto. Decisamente, quella ragazza era quasi certamente sbronza, non era saggio lasciarla vagabondare da sola a quell’ora di notte; era anche vero che, nonostante in tutti quegli anni si fossero incrociati di tanto in tanto all’accademia, la conosceva solo da poche ore, e se li avessero visti assieme, per giunta brilli, le voci sarebbero corse in fretta e Dio solo sa cosa il villaggio avrebbe potuto inventarsi per rovinare ancora più la sua immagine. Vide la schiena della Hyuga allontanarsi dal suo campo visivo e imprecò, tendendo dei soldi al proprietario, spiccio.

Camminava lentamente, a disagio tra la fitta folla di persone che la circondava, che inondava le strade anche a quell’ora di notte, ogni tanto urtando qualche passante che le rivolgeva occhiate indignate.

La neve continuava la sua ascesa ormai da ore, impassibile, inumidendole gli indumenti; si sfregò le braccia, in cerca di un poco di calore, per poi abbracciare il proprio bacino, strofinando le mani sul tessuto pesante della felpa.

Anche in una serata libera dal lavoro non mancava di indossare la sua divisa ninja, calda e confortevole, nonostante le fasciasse gran parte del corpo, impedendo la vista sicuramente piacevole per i ragazzi delle curve sode del suo corpo.

Quella sera si era divertita per davvero; era la prima volta che trascorreva così tanto tempo a parlare, a scherzare, con una persona sincera nei suoi confronti. Senza contare che quel ragazzo così gentile da offrire a lei, Hinata, del sakè da bere in compagnia, l’avesse fatta sentire dopo tanto tempo ascoltata nel vero senso della parola.

Perchè l’aveva consigliata su come si deve bere, pensò trattenendo a stento un risolino.

Era ubriaca fradicia.

Si era fermata in mezzo alla folla, e ovunque posasse lo sguardo, riusciva solo a distinguere occhiate di malcelata curiosità; la osservavano come se fosse stato un fantasma, le passavano davanti e scomparivano dalla sua vista.

Non seppe per quanto tempo rimase in quello stato, assorta nei suoi pensieri.

Poi, improvvisamente si sentì avvolgere le spalle da un forte calore; le ci volle qualche manciata di secondi per realizzare di avere una larga giacca nera sulle spalle.

-“Tremavi tutta.”- fu la preoccupata giustificazione, -“Pensavi di rimanere tutta notte a fissare il vuoto?”- commentò ironicamente Sasuke; tuttavia, nel suo tono vi era anche una vaga nota di rimprovero.

Hinata lo fissò riconoscente, un timido sorriso ad incresparle le labbra.

Fece per parlare, pronta a ringraziarlo, quando lui la zittì con un cenno della mano.

-“Non te ne vuoi proprio tornare a casa?”- domandò soltanto. La ragazza lo fissò con un misto di concentrazione e imbarazzo, dovuti soprattutto all’annebbiamento che percepiva nella sua testa ogni qualvolta cercasse di riflettere.

A quel punto osservò l’Uchiha afferrarle il polso e orientarsi lentamente tra la folla, intontita.

-“Uh..Dove stiamo andando?”- chiese gentilmente. Lui esitò un attimo.

-“A casa mia; non ti posso mica lasciare in mezzo alla strada con questo freddo!”- commentò.

Hinata sussultò, improvvisamente realizzando in che situazione si era cacciata da sola.

-“I-io non immaginavo di doverti recare tutto questo disturbo! Scusami tanto, piuttosto che infastidirti di nuovo..”-

La voce si affievolì fino a sparire nell’ultimo tratto della frase, precisamente nel momento in cui annegò il suo sguardo dentro due pozze nere che identificò poi come gli occhi del ragazzo, i loro visi pericolosamente vicini.

Sasuke si sentiva decisamente strano, quella sera. Aveva, per la prima volta dopo molti anni, notato quanto lui e la ragazza con cui aveva passato la serata fossero simili, eppure così diversi. Tutto questo a partire dagli occhi perlati di lei, dai suoi morbidi capelli di un’insolito color indaco, dalla pelle diafana, fino al suo carattere, estremamente sensibile. Tutto di lei era nuovo e familiare allo stesso tempo, per Sasuke.

Avvicinò ulteriormente il volto a quello di lei, chiedendosi se per caso fosse davvero ubriaco a compiere un gesto così avventato, per una persona riservata come lui.

-“Nessun disturbo, davvero, Hinata.”- le soffiò sul viso, lentamente, prima di osservare la sua espressione improvvisamente consapevole della situazione, gli occhi luminosi spalancati dalla sorpresa.

E quando lei arrossì in un modo che lui trovò addirittura adorabile, non potè più trattenersi dallo sfiorarle le labbra con le proprie, fondendo i loro respiri.

La ragazza si ostinava a rimanere immobile, ma non se ne preoccupò affatto, troppo preso a gustare ed esplorare con la lingua l’invitante bocca di lei.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere lì, in quella posizione insolita, dolce, sensuale..Qualsiasi cosa.

Ma non era molto saggio pomiciare con una Hyuga in mezzo alla strada, per giunta al Sabato sera, in cui era anche più affollata.

Per questo, seppur a malincuore, fece per scostarsi da Hinata; poi però, avvertì qualcosa di umido e di estremamente caldo, così invitante, accostarsi alla sua lingua, come a supplicarla di restare, di rimanere lì dentro per dar vita ad una danza di tocchi passionali e carezze.

..Al Diavolo i pettegolezzi.

Accennò un sorriso, mentre con foga affondava le dita fra i fini capelli di lei, neri come la notte.

Decisamente, quella sarebbe stata una nottata impegnativa per loro due.

Salve a tutti cari lettori !*-* Questa..Questa cosa che avete appena letto dovrebbe essere una SasuHina.xD.

L’ho scritta parechio tempo fa, circa un mese, ma non avevo idea di come contninuarla.Poi oggi, mentre leggiucchiavo qua e là le mie vecchie storie l’ho vista e, in mancanza di altro da fare mi sono messa a creare la parte finale, che poi non credo che sia un granchè xD.

Ma a me piace nonostante tutto, strano!°w°

Vorrei che questo fosse il primo capitolo di una raccolta trattante vari paring, ma gli aggiornamenti credo saranno piuttosto lenti [dipende tutto dall’ispirazione, purtroppo per me. -.-] xD.Perdonate il titolo stupido e probabilmente grammaticalmente sbagliato, ma è la prima cosa che mi è saltata in mente.>//<

Vorrei rassicurare [si fa per dire x°D] i lettori di Under The Pain sul fatto che continuerò la fict. Ho dovuto formattare il pc alcuni giorni fa, e il risultato è stato la cancellazione di tutti i capitoli [ il terzo era ormai quasi completato! >_<]. Me lo riscriverò a breve, quindi rabbrividite, perché la Secchy tornerà!xD

Un bacio a tutti, e recensite se ne avete voglia!

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Capitolo 2
*** 2° Love ***


2° Love

LOVE’S COLLECTION

 

DeiIno

 

 

Deidara fissò contrariato la bionda figura della sua ragazza allontanarsi tra la folla dell’enorme città, ben nascosto nella propria Volvo nera ad assistere alla scena.

Non aveva la ben che minima idea di come avesse potuto spingersi fino a quel punto.

Ma, quando Ino aveva iniziato a farneticare qualcosa a proposito di orari immensamente lunghi al negozio di fiori Yamanaka come scusa ai suoi sempre più frequenti ritardi di ritorno al loro appartamento, la situazione gli era apparsa alquanto strana.

Diciamo pure che era letteralmente entrato in panico.

Che cosa c’era che non andava? Si era forse stufata di stargli accanto, oppure era la sua arte che non le andava a genio?

Forse non gradiva le statuette d’argilla nella camera da letto, uhn.

Lo ammeteva lui stesso, spesso non riusciva ad essere un buonissimo partner, era piuttosto permaloso e testardo, ma cazzo, lui ce la metteva davvero tutta per stare con Ino!

A partire dagli amici di lei, che sovente era costretto a incontrare e che detestava dal più profondo del cuore, concludendo con la sua arte, la sua ragione di vita prima che arrivasse Yamanaka, con cui aveva drasticamente diminuito le creazioni per rendere più vivibile quello che loro definivano un “appartamento”.

E ora si ritrovava lì a pedinarla, e si sentiva un verme.

Senza contare che era semplicemente ridicolo, uhn!

Scese dall’auto in fretta e furia per non perderla di vista, mentre con non poche difficoltà si faceva strada tra la marea di persone, cercando di starle vicino senza farsi beccare.

La vide attraversare la strada cautamente, per poi entrare con aria circospetta all’interno di un locale; a prima vista appariva ai suoi occhi come un comune caffè di città, constatò sospettoso.

L’ultima cosa che voleva era vedere Ino frequentare posti poco raccomandabili.

Giunse lentamente dinnanzi alla vetrina del bar, estraendo dalle tasche sigaretta e accendino.

Quella situazione lo rendeva fottutamente nervoso.

La paura di osservare attraverso quella parete trasparente lo attanagliava. E se avesse scoperto di venire tradito?!

Scosse la testa infastidito, emettendo dalle labbra una sorta di ringhio indirizzato ai suoi pensieri, mentre nel frattempo aspirava una prima boccata di fumo, alla ricerca di un modo per scaricare la tensione.

Poi, raccimolato tutto il coraggio di cui disponeva, sollevò il capo verso la vetrata, alla ricerca di una lunga chioma bionda.

La sua ragazza stava camminando all’uscita del bar, sorridente; articolò qualche parola che non riuscì a cogliere in mezzo al trambusto, ma sembrava stesse parlando con qualcuno.

Il suo cuore mancò di un battito.

Aveva varcato la soglia del posto, e uno strano ragazzo dai capelli neri la accompagnava.

Capelli corti, pallido all’inverosimile e un viso che avrebbe volentieri preso a schiaffi.

Era una cosa impensabile, assolutamente impensabile!, che la sua Ino stesse con un tipo così..Semplicemente diverso da lui.

La sigaretta gli cadde dalle labbra, mentre la rabbia aumenteva a dismisura.

Stette ad osservarli per pochi istanti a occhi spalancati. Non era possibile.

Non lei, non Ino!

Poi scattò, furente.

Il pugno raggiunse immediatamente il moro, che cadde a terra colto alla sprovvista, gli occhi che vagavano impazziti dalla ragazza a Deidara, come a cercare di comprendere ciò che stava accadendo.

Il biondo osservava in cagnesco quella figura a lui ancora sconosciuta, respirando rumorosamente per la rincorsa e per la rabbia.

Incurante degli sguardi atterriti dei passanti, Deidara afferrò saldamente il ragazzo per il bavero della giacca.

-“Cosa cazzo stai facendo con la mia ragazza, uhn?!”-

Non ricevette risposta; ma quando colse negli occhi dell’altro una scintilla di consapevolezza, non riuscì proprio più a trattnersi.

Era davvero furioso.

Mai in vita sua si sarebbe sognato di provare quell’impulso irrefrenabile di pestare qualcuno; quella voglia che faceva tremare le mani dall’impazienza, quasi bisognose di arrecare danni a chi colpiranno.

Ridammi la mia Ino..Lei vuole solo me.

Fece per sferrare un altro pugno, questa volta sicuramente più intenso, quando due mani affusolate si strinsero flebilmente attorno al suo braccio.

E allora si fermò.

Bastò quel lieve contatto, per riportarlo con i piedi per terra.

Perché Ino era Ino, e lui avrebbe riconosciuto anche il suo tocco fra mille..Uhn.

-“Ti prego Deidara, non perdere la testa per qualcosa che non c’è!”-

Lui le volse uno sguardo interrogtivo, lo sconosciuto ancora saldamente trattenuto.

Ino lo osservò, e si sentì mancare osservando le iridi cerulee del suo ragazzo così spaesate.

Era confuso e non capiva, ma non era arrabbiato con lei nonostante tutto.

Era solo tremendamente dispiaciuto.

Ma per cosa poi?

Stupida, stupida Ino. Che cosa ti è saltato in mente di inventare scuse per una cosa così assurda?!

Se solo lui lo avesse saputo prima questo non sarebbe successo.

-“..Senti, torniamo a casa. Ti spiego tutto là..Se vuoi.”-

Lo guardò supplicante, gli occhi pericolosamente lucidi.

Poi il biondo si scostò dal moro. E le strinse la mano destra al braccio, incamminandosi.

Ino si ritrovò a dover gridare per poter parlare al bizzarro ragazzo che si erano lasciati alle spalle:

-“Ti chiamerò per informarti della situazione, Sai!”-

Sentì un sonoro sbuffo provenire da Deidara, subito dopo aver terminato la frase.

Lo osservò di sottecchi, tremendamente dispiaciuta; poi, sussultando, cominciò a parlare.

-“Senti un po’ tu!Cosa credevi di fare qui?Sappi solo che quando ti spiegherò tutto dovrai assolutamente scusarti con me e con lui..Fidanzato degenere.”-

O meglio, cominciò a sbraitare.

Fatto sta, che quelle parole ebbero un immediato effetto su Deidara.

Tranquillità.

Non appena aveva udito quella frase, la tempesta che dominava incontrastata la sua testa si era tranquillizzata.

Perché era quello il modo in cui la sua ragazza gli faceva capire che andava tutto bene.

Semplicemente si comportava come se non fosse successo nulla di grave.

-“Non credere di poterla avere vinta. Mi hai fatto passare le pene dell’inferno..Sul serio.”-

Salirono in macchina con una calma innaturale, per due tipi come loro.

“..Mi spieghi tutto quando siamo a casa. Intesi?”

Era tanto difficile starsene zitto?!

Osservò cautamente Ino, timoroso di averla ulteriormente irritata.

Poi, sospirando, mise in moto l’auto, diretto a casa.

 

 

Deidara si sedette stanco sulla vecchia sedia della propria cucina, in attesa.

[Di cosa, non lo sapeva nemmeno lui.]

Udì distintamente il ticchettio degli stivali a spillo di Ino, diretti verso di lui.

“Hai frainteso tutto. Eravamo in un bar solo per discutere di affari.

Affari, affari?!

[Doveva solo calmarsi.]

“E che tipo di affari?”

Ino lo guardò arrossendo appena. Si sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, a disagio.

“Beh, io volevo solo..Ricavare qualche soldo per cambiare abitazione. Scusa.”

Poi, accorgendosi dell’espressione semplicemente atterrita del biondo, si affrettò a chiarire.

“Si trattava solo di dipingere qualche quadro al negozio di fiori, stupido!”

Si impose di posare lo sguardo sul ragazzo dinnanzi a lei.

Non ci riusciva.

Stava facendo la figura di una povera stupida ingenua, comportandosi a quel modo. Ma la paura di scoprire quale esito avrebbe trovato alzando il capo, era così tanta che riusciva a superare l’orgoglio.

Oh, insomma, alza lo sguar-

La Yamanaka spalancò le palpebre, in cerca di una soluzione logica nel gesto del proprio ragazzo.

Quale persona sana di mente le avrebbe creduto davanti a tanta incertezza?!

Si lasciò cullare dalle braccia di Deidara, che intenerito, le accarezzava le ciocce bionde dei lunghi capelli, non accennando a sciogliere l’abbraccio.

Ti credo, Ino. E scusami,scusami..”

“Per aver fatto la parte del ragazzo possessivo?” Gli soffiò lei sul collo, ironica [ed euforica].

Il biondo sorrise, baciandole scherzoso il naso all’insù, per poi portare le labbra contro quelle di lei, insinuandovi la bramosa lingua.

Che coglione che sei, Deidara.

 

 

 

 

Ok, la one-shot fa davvero schifo sta volta.

Sinceramente la trovo poco credibile. E anche scritta male. E dire che che la DeiIno mi piace molto >.<°°!

Ho fatto una piccola lista dei paring che vorrei trattare, e credo vi siano molte coppie particolari, in un certo senso.

Se volete provare a propormi qualche paring vedrò se potrò accontentarvi, anche se non garantisco nulla [mi dispiace!].

Avviso però che non ho molta simpatia per le SasuSaku!E che sono spiacente per le fans della coppia [anche se volendo, più avanti potrei tentare!]

Mi auguro che nonostante non sia un granchè la fict piaccia!Ah, e prima di rispondere ai commenti [*-*!] vorrei chiedere un favore a chi può aiutarmi xD: mentre scrivo i capitoli delle mie fict utilizzo un diverso stile di scrittura, ma quando pubblico il capitolo non è impostato come ho fatto io. Sapreste indicarmi per favore il nome di un programma o comunque darmi un consiglio su come fare (io uso Nvu!)? Mi fareste un enorme favore *-*!

 

 

AyuTsukimiya: oh senpai!*W* La Secchy ti lovva troppissimo! Io un genio??Oddio ti ringraziooo >///_>”” Tu dici che potrei davvero scrivere una bella fict a rating rosso?Ohohoh, potrei anche prendere in considerazione l’idea *çççç* (Ayu&Secc sbavano con aria assenteXD)!So che non gradisci particolarmente le DeiIno, e ti ringrazio di cuore per esserti sforzata di leggere questa pagliacciata xDSe non lascerai commenti non ti biasimerò ù_ù xD Un Bacio!

 

Mart: tesora mia, certo che scriverò di nuovo su Sasuke e Hinata!*__* Sono la mia passione/ossessione xD!Grazie mille per i complimentoni, non mi merito tutto ciò!*-*

E che te ne pare di sto obrobrio qui?xD Spero tu l’abbia gradito almeno un po’!xD Ti aspetto per il prossimon aggiornamento (non si sa se di Under The Pain o di questa fict xD)!Un bacione anche a te!

 

Vi ringrazio infinitamente per aver inserito la fict fra i preferiti, vi lovvo tutte! [AyuTsukimiya, mart, _Zexion_(autrice-samaaaa!*__*)]

Alla prossima! SecchY

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