Alba

di xCamix
(/viewuser.php?uid=46166)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamento ***
Capitolo 2: *** Parole come Spade ***



Capitolo 1
*** Cambiamento ***


Nuovo

Alba

1. Cambiamento

 

Si era lasciata intrappolare in quella storia, senza avere molte possibilità di scelta. All'inizio le era sembrata una bellissima avventura, degna di lode;ma ora si trovava a camminare a piedi nudi nel fango, al fianco di un ragazzetto che non smetteva di passarsi la mano sotto il naso per togliere il moccio.

Eppure, si ritrovò a pensare, come sarebbe potuta rimanere un attimo di più tra quelle mura?

***

Fino al giorno prima viveva in una reggia, circondata da servitù, vestita di broccato e fiera della sua condizione superiore. "Noi siamo coloro che devono dominare, mia piccola Farfalla. Senza di noi, il popolo morirebbe, incapace di governarsi, e tutto il mondo che conosci cadrebbe in rovina". Così le diceva sempre suo zio, il Reggente. E in fondo, perchè, si chiedeva, avrebbe dovuto mentire alla sua Farfalla? Alla futura Reggente?

Ma poi aveva visto la realtà.

Passeggiava per le vie del paese, sterrate ma ben tenute. I suoi passi leggeri si sentivano appena, e camminava come scivolando sul terreno, con le sue scarpette di raso. Teneva il viso alzato, come dovesse sempre mostrare la sua superiorità, anche se era solo la posa che le avevano detto di tenere; nessuno si soffermava oltre, osservando il lieve sorriso sempre presente sulle labbra, o gli occhi vivaci. Lei era la viziata prediletta del loro Signore.

Camminando per quello che credeva essere un posto conosciuto come le sue tasche, vide ciò che interruppe la sua passeggiata, il gioco infinito che era stata la sua vita. Si fermò e sbarrò gli occhi lasciando che si riempissero di quella immagine che, lo sapeva, l'avrebbe accompagnata per molto tempo.

Una ragazzina, che poteva avere al massimo un paio di anni in più di lei, stava seduta per terra. Teneva un bambino tra le braccia, forse figlio suo, forse un fratello minore. Era lercia, con una gamba fasciata alla bell'e meglio, da cui s'intravedevano diverse piaghe. I cappelli stopposi le ricadevano in testa come pagliericcio e teneva la bocca schiusa, come cercando di non lasciarsi sfuggire neppure un respiro. Come se ognuno di quei rantoli potesse essere l'ultimo.

E, a metà tra la repulsione per quello spettacolo e una volontà indicibile di sapere, fece qualche passo verso la ragazzina. Quella voltò appena la testa, lasciandosi scappare un ghigno divertito.

"Guarda chi si vede... La futura Reggente. Cos'è, non ti è bastato avere i soldi della mia famiglia, il raccolto di un anno? Vuoi altro? Ti servono nuove scarpine e una serva per cucirle?"

Quello che rimaneva di quella ragazzina sputava cattiverie che per lei erano senza senso. Con gli occhi sbarrati, guardava quel bambino divorato dalla fame, sostenuto da braccia ossute che sembravano dover crollare da un momento all'altro.

"Non voglio niente, nè sono qui per prendere alcunchè. Io..."

Si fermò senza più sapere cosa dire; come poteva parlare a quella ragazza sdraiata per terra e dalla bocca sdentata, mentre lei era ben dritta e coperta da vesti morbide e preziose?

Si tolse le scarpe e gliele pose ad un metro di distanza.

"Sono tue. Prendile."

La ragazza, senza mostrare la minima intenzione di muoversi, le guardò stralunata. Poi posò lo sguardo su di lei e passò dal ghigno maligno che aveva sfoggiato fino a quel momento ad una risata sconnessa ed impazzita.

"E secondo te che me ne faccio, eh? Le rivendo ad uno dei miei ricchi amici? Le mangio? Cosa credi che possa farci io con quelle scarpe, eh?"

Il bambino veniva sballottato qua e là dalle risalte convulse che scuotevano il corpo di quella ragazza. Sembrava tanto uno di quei bambolotti di pannolenci con cui giocava spesso...

Le lacrime le offuscarono la vista. In tutta la sua vita non aveva mai visto qualcuno ridotto in questo modo, eppure camminava spesso per le vie del paese; dov'erano prima quella miseria, quella sofferenza?

Si dimenticò le scarpe di fronte alla ragazza, e piangendo corse via, riuscendo a malapena a non andare a sbattere contro i muri, a non uscire dalla strada.

"Dove vai, piccola Reggente? Hai dimenticato qua le scarpe, stupida!" furono le ultime parole che sentì, prima di allontanarsi abbastanza da quello che sarebbe stato il suo incubo più ricorrente.

 

Spazio dell'Autrice: Ciao a tutti! Questa è la mia seconda storia, e decisamente si prolungherà per molti capitoli. Non so ancora bene come sarà strutturata, ma ho qualche idea in testa, e spero di poterle mettere su carta al più presto. So che questo capitolo non è molto comprensibile (in teoria per ora non si conosce neppure il nome della protagonista! Anche se poi nella presentezione al pezzo l'ho scritto, perchè se no non avrei saputo che scrivere...), e probabilmente non è scritto molto bene (insomma, sono pur sempre alla prime armi, e ancora non so bene come si struttura un buon racconto!), perciò mi serve il vostro aiuto. Ditemi, senza pietà , cosa va cambiato, cosa c'è nello stile che non va, nella grammatica, nella scelta lessicale... in tutto, più o meno. Ve ne sarò molto riconoscente!

Nel prossimo capitolo, anche se non ho ancora nemmeno iniziato a scriverlo, ci sarà qualche spiegazione in più! Spero di riuscire presto a continuare le avventure di Jeria!

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parole come Spade ***


Alba2

Alba

2. Parole come Spade

 

Corse con tutta la forza che aveva nella gambe esili, cercando di raggiungere al più presto il Palazzo, con le lacrime che premevano per uscire dagli occhi. Perchè non aveva mai visto cose di quel genere durante le sue frequenti visite? Da dove veniva quella ragazza?

I paggi sembrarono piuttosto scossi dal suo arrivo. Doveva avere un aspetto orribile.

"Voglio vedere il Reggente. Ora."

Era ancora senza fiato, e si rendeva conto di essere scalza, e probabilmente sporca. In un altro momento, avrebbe pianto dalla vergogna e dal disgusto.

"Signorina, lo sapete che vostro Zio è molto occupato..."

"Cosa non ti è chiaro della parola ora? Voglio vederlo, e subito!"

Puntò i piedi e fece la smorfia che riservava ai momenti in cui le si rifiutava qualcosa. Probabilmente l'insieme di questi gesti e dell'aspetto ben poco rassicurante dell'Erede convinse il servo ad obbedire in fretta, perchè dopo un leggero inchino si diresse velocemente verso lo studio del Reggente.

***

Lui la aspettava seduto sulla poltrona in pelle, con un'espressione altera e distaccata. Quando lei arrivò, sembrò che per un momento avesse storto la bocca in un ghigno di disgusto; ma fu solo un attimo.

"Chi ti ha ridotto così, mia cara? Provvederò a punirlo, se è di tuo gradimento."

Sembrava irritato, cosa che accadeva raramente. La ragazzina scosse la testa, e iniziò a pentirsi di aver voluto parlare con lui.

"Nessuno, signor Zio. Io mi sono tolta le scarpe, e io ho corso nel fango. Cadendo più volte, lo ammetto."

Abbassò improvvisamente la testa, guardando il pavimento. Non riusciva a reggere lo sguardo dello Zio, per vergogna, ma anche per paura.

"Ma... l'ho fatto perchè una cosa mi ha molto stupito. Vi ricordate che spesso abbiamo passeggiato per le vie del paese, e tutti quei contadini erano sempre felice di vedervi, e vi sorridevano... E nessuno si è mai lamentato e tutti erano felici?"

Il Reggente annuì. Con una mano le fece cenno di andare avanti, mentre la fissava con gli occhi scuri.

"Oggi...oggi ho visto una ragazzina con un bambino. E mi ha urlato dietro delle cose terribili... Mi ha accusato di averle preso il raccolto di un anno, di sfruttare la sua famiglia... Ma non è vero! E neanche voi non avete mai fatto nulla del genere!"

Eccolo, il momento della verità. Aveva pronunciato le ultime parole velocemente, quasi sussurrando. L'avrebbe presa come un'accusa? Cosa le sarebbe successo se si fosse arrabbiato?

"Probabilmente era solo una pazza, mia Farfalla. Una poveretta che ha perso il senno... Succede. Probabilmente è fuggita dalla casa dei matti."

La sua voce era tranquilla. Alzandosi, si avvicinò alla nipote e le posò una mano sulla spalla. Era fredda.

"Non devi preoccuparti. Sono tutte bugie... Le daremo un posto dove stare, e cibo. Sei contenta?"

Si limitò ad annuire. Accennò un mezzo sorriso, ritrovando la forza di sollevare la testa.

"Bene. E ora, vai a lavarti, e poi torna a giocare. Ci vedremo oggi a cena, Farfalla."

"Ma... Signor Zio... posso farvi un ultima richiesta?"

"Certo. Quello che vuoi."

"Le scarpe, quelle che ho lasciato là. Potete darle a lei?"

"Sì. Non ti preoccupare."

La ragazzina uscì corricchiando dallo studio, col sorriso sulle labbra, pronta a riprendere i giochi. Gli occhi non erano più lucidi, e sebbene vi si potesse leggere ancora qualche dubbio, lo sguardo era sereno.

L'uomo si diresse verso la scrivania e cominciò a scrivere una lettera. Il pennino graffiava la carta lasciando profondi solchi, che venivano riempiti dall'inchiostro scarlatto. I suoi occhi non esprimevano nulla: da quei pozzi neri provenivano solo freddo e buio.

 

Spazio dell'Autrice: Buon pomeriggio a tutti! Eccoci al secondo capitolo, che è un po' un punto di transizione; se tutto va bene, già dal prossimo la nostra protagonista capirà cosa sta succedendo di preciso.

Devo ammettere che sono rimasta stupita di ricevere così tante recensioni... addirittura 3 *.* Essendo nuova credevo di dover aspettare molto di più per avere qualche commento! Ma sono davvero felice =D

Kitthex: Sono davvero felice che tu stia commentando i miei lavori ^__^ Sei molto gentile e dici quello che pensi, e sono qualità rare! Non ti sei prolungata affatto, anzi =D Comunque, credo che cercherò di non farla cambiare così velocemente. Lei è comunque abituata a tutti gli agi... Credo di averla fatta reagire così per il bambino, più che altro. Ma vedremo se riesco a tirarla fuori dal clichè! ^o^

IOesty: eh, addirittura fan >///< grazie!

eika: ahahah la tua recensione mi ha davvero fatto ridere! Povero tricky! xD Comunque, grazie davvero per tutti i complimenti, spero di esserne all'altezza! A volte mi sembra di non lavorare abbastanza o abbastanza bene... Di nuovo grazie mille!

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=227728