Quando l'amore nasce mentre perdi la speranza..

di Federica_Mars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brentwood, 16 aprile dell'anno 1819 ***
Capitolo 2: *** Villa Willis ***
Capitolo 3: *** Emozioni inaspettate ***
Capitolo 4: *** L'amore lascia una traccia indelebile ***
Capitolo 5: *** Cambio di programma: l'Amore resiste alle intemperie? ***



Capitolo 1
*** Brentwood, 16 aprile dell'anno 1819 ***


Erano quasi le 6 del pomeriggio ed Allie era in piedi davanti il letto ricoperto da decine di vestiti, indecisa su cosa indossare in occasione della sera. Ai piedi del letto vi si trovavano circa 8 paia di scarpe alte con tacco e nastrini luccicanti. Sul comò il portagioielli era stato rovesciato ed ora ogni genere di oro era sparso davanti lo specchio in attesa che Allie si decidesse a sceglierne uno.
Dondolandosi da un piede a un altro Allie iniziò a scartare alcuni vestiti finché non rimase con due vestiti in mano: il primo era di seta morbida color rosa delicato con alcuni ricami in oro sul petto, il secondo blu scuro più lungo con un ampia scollatura sulla schiena.
“Madre quale metto tra i due? Quello rosa chiaro o quello blu scuro?’’
La madre spazientita usci dalla camera e si rivolse alla figlia:
“Ancora non sei pronta? Per l’amor del cielo infila quel dannato abito blu e vieni immediatamente in camera mia a farti sistemare i capelli! ‘’.
Tornata in camera si vestì e si infilò i tacchi abbinati e tornò da sua madre che le legò i capelli in un morbido chignon lasciando ricadere alcune ciocche lungo i lati.
“Per l’occasione ho qui un regalino per te! ‘’
La donna andò vicino al letto e dal mobiletto li accanto estrasse una scatolina da cui sfilò una splendida collana con un rubino. Tornò dalla figlia e glielo mise.
“S’intona al colore dei tuoi capelli, che cosa ne pensi mia cara?’’
La figlia si girò e diede un bacio sulla guancia della madre:
“Grazie madre è una collana stupenda!’’
Tornò in camera e preso il soprabito e i guanti, prima di uscire si guardò allo specchio. Emozionata come non mai si diresse con la madre fuori il cortile dove la carrozza e il suo adorato padre la stavano aspettando.

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Capitolo 2
*** Villa Willis ***


Arrivati nella lussuosa dimora di Mr. Willis, il padre di Allie, Mr. Dikinson aiutò sua moglie e sua figlia a scendere dalla carrozza e le condusse al portone dove Mr. Willis salutava gli ospiti.
“ Mr e Mrs Dikinson! Quanto piacere nel vedervi arrivare! E chi è la fanciulla al vostro seguito? Ohhh..ma certamente! Lei deve essere Miss Allie giusto? “
Allie, in imbarazzo, arrossì e chinò il viso e suo padre, che se ne accorse, poggiò una mano sulla spalla della figlia e rispose al posto suo:
“Si Mr. Willis lei è mia figlia Allie, ha appena compiuto 18 anni e questo è il suo primo ballo! Come vede è piuttosto in imbarazzo…”
“ Miss Allie non ha di che preoccuparsi! Sono sicuro che tra un ballo e l’altro il suo imbarazzo lascerà posto all’allegria e alla gioia! E poi ho invitato un mio vecchio amico ufficiale di marina che ha portato con se alcuni ragazzi e credo che appena vedranno entrare una tale ragazza, vorranno ballare con lei. Ohh che sbadato! Vi tengo qui al freddo a parlare! Vi prego accomodatevi, tra un po’ vi raggiungerò”

Con ciò la famiglia Dikinson si congedò dal padrone di casa e posati i soprabiti raggiunsero la sala. Allie, meravigliata si guardò attorno con la bocca spalancata. La sala con grandissime vetrate si trovava nella parte sud della casa ed era di un candido color oro con il soffitto dipinto con diverse tipologie di angeli. Con la sala gremita di gente, Allie faceva fatica ad osservare tutto con attenzione, tuttavia dopo vari tentativi rivolse l’attenzione alle persone che già erano arrivate. Tutto attorno la stanza si erano formati vari gruppetti di persone che conversavano tra loro o che aspettavano il loro turno per ballare. Allie rimase ipnotizzata dal ballo che si stava svolgendo in quel momento. Una trentina di persone che con vestiti colorati si muovevano in perfetta sincronia, rivolgendo sorrisi qua e la e scambiando ogni tanto qualche parola tra di loro. Il meraviglioso gioco di colori tenne la mente della ragazza annebbiata per circa 10 minuti, finché la madre non la richiamò:
“Allie per favore smettila di stare li impalata! Ci manca poco che sbavi! Cerca di comportarti degnamente e se vuoi ballare aspetta il tuo turno ma in modo composto!”
Allie, tornata in se dopo la sfuriata a voce bassissima della madre, si sedette e persa tra i suoi pensieri continuò a guardare i leggeri movimenti dei ballerini.
“Posso avere l’onore di averla come mia dama per il prossimo ballo?’’
“Come ha detto, mi scusi?’’

Caduta dalle nuvole, Allie non si era accorta minimante che un ragazzo biondo, occhi verdi e sguardo gentile le stava chiedendo di ballare. Il ragazzo sorrise e arrossendo riprese:
“ Mi chiedevo se volesse ballare con me al prossimo ballo..’’
“ Ohhh… Si certo mi piacerebbe tantissimo!’’

Quando i ballerini smisero di danzare, parti un breve applauso e subito gli altri ballerini presero il loro posto. Allie trovò il ragazzo biondo e si disposero al centro della sala. Partita la musica i due in perfetta sincronia incominciarono a danzare.
“Il mio nome è James, vengo dalla Scozia e sono uno degli allievi dell’ufficiale Webber, qual è il vostro nome?’’
“Mi chiamo Allie, e sono di Brentwood’’ “Quanti anni ha, se posso chiederglielo?"
“ Ho appena compiuto 18 anni e lei, quanti ne ha?’’
“Ne ho quasi 21 miss Allie’’

Le danze continuarono ed Allie si ritrovò a ballare con parecchi ragazzi allievi dell’ufficiale Webber. Esausta e senza fiato si diresse verso l’unica finestra aperta che conduceva ad un giardino. Allie, nonostante il freddo si avviò verso un piccolo sentiero e si fermò a contemplare una bellissima serra. Pensando di essere sola Allie entrò e si fermò ad ammirare i colorati fiori che si arrampicavano fin sopra finché senti un rumore e con il cuore in gola si fermò e lentamente si girò.

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Capitolo 3
*** Emozioni inaspettate ***


“Io… Io… Pensavo di essere sola… Non avevo visto nessuno e sono entrata… Mi dispiace!”
Imbarazzata Allie abbassò il capo.
“Non devi scusarti. Anche io stavo guardando le rose. Sono magnifiche, non trova?”
Un ragazzo biondo dalla corporatura abbastanza imponente, occhi marroni, bocca sottile, si era avvicinato alla ragazza. Sarebbe apparso come un comune ragazzo agli occhi delle altre fanciulle della sua età. Ma non per Allie. Quando ebbe il coraggio di alzare lo sguardo rimase impalata a fissarlo e impiegò qualche minuto a far funzionare il cervello:
“Si sono meravigliose e mi piace soprattutto il modo con cui si arrampicano fin lassù. Non avevo mai visto delle rose del genere”
Il ragazzo si avvicinò ancor di più e sorridendo alzò il capo per osservare meglio le rose:
“ Sono rose Rambler. Una particolare specie di rose rampicanti. Comunque io sono Josh, Josh Hutcherson. Ho 19 anni e vengo da Lambourn.”
Allie si girò verso di lui e stavolta rispose in fretta:
“ Sono Allie Dikinson e abito qui a Brentwood . Ho appena compiuto 18 anni. Immagino che lei sia un altro degli allievi dell’ufficiale Webber”.
“ Si è cosi, Mr. Webber ha detto che stasera si sarebbe svolto un ballo qui a Brentwood da un suo caro amico e che noi potevamo venire. Siamo arrivati un mese fa a Wickford, nell’accademia. Tra un anno saremo ufficialmente soldati della marina inglese ma per ora studiamo e basta.”
“In confronto alla mia vita voi siete molto indaffarato, venite spesso qui a Brentwood?”

Allie cercava di mascherare la sua cotta per il ragazzo ma a quanto pare Josh era attratta da lei allo stesso modo.
“In verità non spesso ma Mr. Willis ci ha assicurato che avrebbe organizzato parecchi balli perché sua moglie si sente molto sola. Ha detto che saremmo stati sempre i benvenuti. E lei miss Allie? Viene spesso a Wickford?”
“I miei zii abitano non molto lontano dall’accademia. Ci vado spesso durante i finesettimana"

I due ragazzi, presi l’uno dall’altro chiacchierarono per molto dei loro hobby e delle loro passioni. Allie non aveva mai conosciuto un ragazzo cosi dolce e le dava un incredibile senso di sicurezza. Josh era terribilmente attratto da Allie ed essendo un ragazzo abbastanza timido, rimuginava già da un po’ sull’idea di prenderla per mano e portarla a fare un giro nel giardino. Proprio quando aveva deciso di prendere per mano Allie, irruppero nella serra i genitori di Allie e l’ufficiale Webber.
“Sono quasi le due di notte! Sono quasi 4 ore che sei sparita senza dir nulla. Dico, ma sei fuori di testa? Vuoi farmi prendere un colpo?”
Mrs Dikinson era fuori di sé dalla rabbia e non si rese conto che Allie si trovava in compagnia di un ragazzo. Mr Dikinson decise allora di intervenire:
“ Mia cara signora, calmati! Non vedi che Allie non si trovava da sola? Immagino fosse rimasta a conversare con….Come ti chiami ragazzo?”
Sentendosi chiamato in causa Josh arrossì e alzando leggermente il capo si rivolse verso il padre di Allie:
“Mi chiamo Josh, Josh Hutcherson signore”
“Con te faremo i conti più tardi giovanotto, quando saremmo tornati all’accademia”
Intervenne l’ufficiale Webber con un dito puntato su Josh. Mr. Dikinson continuò:
”Dicevo: Immagino fosse rimasta a conversare con Josh ed è probabile che non si sia accorta del tempo che volava via. Tuttavia signorina”
Disse voltandosi verso Allie:
“Potevi benissimo avvisare che saresti stata qua fuori! Io e tua madre ci siamo presi un bel colpo quando non ti abbiamo trovato in sala. Desidero che la prossima volta non tu non sia cosi irresponsabile! Ora vieni, è tardi e dobbiamo tornare a casa… Ehm… Saluta il tuo amico, ti aspetto fuori”
Con questo Mr e Mrs Dikinson, seguiti dall’ufficiale Webber si diressero verso la villa lasciano Josh ed Allie confusi ed imbarazzati.
“ Verrai al prossimo bello vero? Voglio rivederti”
Disse Josh a bassa voce. Non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
“Si verrò e staremo insieme proprio come siamo stati insieme questa sera.”
Allie avrebbe voluto salutarlo con un bacio, ma sapeva che era troppo timida per provarci, ma non ne ebbe bisogno perché Josh si avvicinò a lei e posandole una mano sul fianco destro e l’altra sul collo, poggio le sue labbra sulle sue per un istante, poi si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò:
“Buonanotte Allie, già iniziate a mancarmi"
E con ciò si allontanò e uscì dalla serra. Allie rimase li immobile, con il cuore che a quanto sembrava non aveva voglia di calmarsi, nonostante ciò si costrinse a muovere le gambe e preso il soprabito si diresse alla carrozza dove i suoi genitori la aspettavano.

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Capitolo 4
*** L'amore lascia una traccia indelebile ***


Quando gli allievi dell’accademia furono portati dall’ufficiale Webber a Wickford discutevano animatamente riguardo la bella serata che avevano trascorso, parlando l’uno sull’altro di chi avesse ballato con le dame più belle. Solo Josh se ne restò in disparte, con la mente rivolta ad Allie. Immaginava che stesse per andare a dormire, che era seduta davanti un comò con lo specchio e mentre si preparava per la notte stesse pensando a lui. Non aveva provato nulla di cosi intenso per una ragazza. Mentre era li, insieme a lei, le parve che tutto i pensieri, i problemi, la guerra ormai imminente fossero una realtà troppo lontana da loro. Con il suo fare timido e gentile aveva rubato il cuore di Josh. Tuttavia una piccola parte di lui si rammaricava perché per la timidezza a volte non riusciva a dire ciò che voleva e spesso era cosi impacciato che aveva paura di apparire indifferente quando invece era tutto il contrario. Era cosi immerso nei suoi pensieri tanto che quando arrivarono all’accademia scese meccanicamente dalla carrozza e si stava per dirigere nel suo dormitorio quando l’ufficiale gli si parò davanti:
“Tu! Seguimi”
Ricordandosi delle parole dell’ufficiale Webber alla festa, rimase allibito ma tuttavia lo seguì nel suo ufficio. Come il resto dell’accademia, l’ufficio del signor Webber aveva uno stile sobrio e ordinato e non un granulo di polvere ricopriva il tavolo e i mobili dietro di lui. Accomodatosi l’uno davanti l’altro, l’ufficiale di Josh, si calmò e da un cassetto del tavolo tirò fuori una pipa e dei fiammiferi. Dopo aver accesso la pipa, con un fare molto più calmo di quanto si aspettasse Josh, chiese a quest’ultimo il motivo del suo isolamento. Il ragazzo non intendeva assolutamente parlare con nessuno del suo incontro e della conversazione tra lui ed Allie ne tantomeno del loro bacio e a maggior ragione col suo capo. Optò quindi per una semi – verità:
“Non sono un tipo molto piacevole, signore. Per questo avevo deciso di fare una passeggiata in giardino. All’inizio ero da solo finchè non mi sono accorto della presenza di Miss Dikinson. Abbiamo intrattenuto una conversazione fino all’arrivo vostro e dei suoi genitori. Nulla di più”
Data la stanchezza dell’ufficiale in quanto stavano per scoccare le tre di notte, decise di farla breve:
“Vorrei da voi un comportamento più distaccato nei confronti del genere femminile, ragazzo. Un soldato non può permettersi distrazioni amorose o affettivi soprattutto in previsione di una guerra cosi imminente. Comunque per quanto riguarda queste cose ne parleremo domani. Ora vai nel dormitorio”
Più perplesso di prima a causa di quest’ultima affermazione, Josh si alzò e dopo il saluto militare, fece dietrofront e se ne andò a letto. Nonostante la tarda ora, avvolto tra le sue coperte, il ragazzo non potè evitare di ripensare a lei. Allie. Iniziò a pensare di averla li tra le sue braccia, col profumo della sua pelle cosi dolce e delicato quanto la sua voce. Josh non era mai stato un grande esperto di sentimenti ma sapeva benissimo che qualcosa era cambiato in lui e sapeva a chi era dovuto. Passo il resto della notte immaginando mille e mille conversazioni ma soprattutto baci e carezze da parte del suo angelo fin quando il giorno dopo il mondo non gli precipitò addosso.

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Capitolo 5
*** Cambio di programma: l'Amore resiste alle intemperie? ***


Nonostante Josh abbia passato gran parte della notte pensando ai suoi sentimenti e soprattutto a quelli che miss Allie avrebbe potuto provare per lui dopo quel bacio, il mattino dopo si alzò come il suo solito e piuttosto soddisfatto per avere fatto capire con quel bacio, o almeno in parte, ciò che ha subito provato per lei. Un colpo di fulmine? Se è un fulmine non si sa ma di certo è stato un gran bel colpo per un cuore cosi inesperto di sentimenti. Dopo essersi preparato insieme ai suoi compagni e aver superato il controllo del capo – dormitorio, si recò in sala mensa in cui era già stata servita la colazione. Il ragazzo si sedè in compagnia dei suoi amici e felice iniziò a chiacchierare del più e del meno fin quando non entrò l’ufficiale Webber dal portone.
Josh iniziò ad avvertire una certa preoccupazione quando vide che egli si stava dirigendo proprio verso di lui. “Ieri mi era parso di capire che l’argomento donne fosse stato chiuso, che cosa altro ho combinato ora?”. Quando l’ufficiale arrivò alla tavolata ordinò a Josh e altri suoi trenta compagni di seguirlo.
Tutti si scambiano sguardi preoccupati tra di loro, ma nessuno osò dire una parola finchè non ebbero raggiunto l’ufficio dove Josh era stato condotto la notte prima. In fila indiana entrarono nell’ufficio e quando Webber si fu accomodato dietro la sua scrivania, i ragazzi si erano già disposti uno accanto all’altro li davanti e aspettavano ansiosi qualche sgridata per via di qualche regoletta infranta. L’ufficiale Webber era molto teso per via di ciò che stava per dire ai suoi soldati tuttavia si schiarì la voce e iniziò:
“Ragazzi la guerra non sta andando affatto bene. La Francia non sembra avere punti deboli e i suoi soldati sembrano infiniti per come vengono sostituiti dopo che questi muoiono in battaglia. Pertanto la Gran Bretagna ha bisogno di tutte le risorse disponibili, compresi i neosoldati come voi. Mi è arrivata una lettera direttamente dal governo in cui sono richiesti tutti i neosoldati che hanno un minimo di addestramento. La prossima settimana verrete inviati al fronte, in guerra”
Webber avrebbe voluto dire qualcosa di più, magari una parola gentile, qualcosa, qualunque cosa per non vedere più i loro visi che erano diventati cerei e sudaticci. L’ufficiale immaginò la preoccupazione, la paura, l’ansia di non poter più rivedere i loro familiari, i loro amici. E’ quando sai che tra breve morirai che ripensi a tutto ciò che non potrai avere, che rimpiangi ogni futile gesto non fatto o parola non detta. In quel preciso istante tutto del loro corpo si era fatto più pesante, ogni membra, come a dire – io sono sempre stato qui e tra un po non ci sarà più un corpo – Nelle menti di ognuno scorrevano visioni dei loro genitori, di fratelli o sorelle, degli amici che avevano abbandonato per servire lo Stato. Che da li a una settimana li avrebbe mandati al macello, a morire al fronte. Josh era come incapace di muoversi. In quanto orfano di entrambe i genitori non aveva nessuno a cui rimpiangere dei momenti di gioia. C’era un lontano zio, colui che gli aveva permesso di entrare in accademia, ma non si era mai fatto sentire e Josh non era particolarmente legato a lui. Ma c’era un immagine che lo tormentava, che gli impediva di ragionare lucidamente: Allie. Non era fattibile perdere un amore cosi grande appena lo si aveva trovato. E ora l’unica cosa che importava era trovarla.

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