I will love you, like i've never been hurt.

di Valeia_
(/viewuser.php?uid=485884)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** capitolo 17. ***
Capitolo 18: *** capitolo 18. ***
Capitolo 19: *** capitolo 19. ***
Capitolo 20: *** capitolo 20. ***
Capitolo 21: *** capitolo 21. ***
Capitolo 22: *** capitolo 22. ***
Capitolo 23: *** capitolo 23. ***
Capitolo 24: *** capitolo 24. ***
Capitolo 25: *** capitolo 25. ***
Capitolo 26: *** capitolo 26. ***
Capitolo 27: *** capitolo 27. ***
Capitolo 28: *** capitolo 28. ***
Capitolo 29: *** capitolo 29. ***
Capitolo 30: *** capitolo 30. ***
Capitolo 31: *** capitolo 31. ***
Capitolo 32: *** capitolo 32. ***
Capitolo 33: *** capitolo 33. ***
Capitolo 34: *** capitolo 34. ***
Capitolo 35: *** capitolo 35. ***
Capitolo 36: *** capitolo 36. ***
Capitolo 37: *** capitolo 37. ***
Capitolo 38: *** capitolo 38. ***
Capitolo 39: *** capitolo 39. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


Aprii gli occhi lentamente, sbattendoli un centinaio d ivolte prima di riacquistare totalmente la vista.
Lady, il mio amato jack Russel Terrier, non mi aveva svegliata come era solito fare.
Volevo solo tornare a dormire, ma sapevo che per laurearmi dovevo prima diplomarmi, e per diplomarmi dovevo andare a scuola quel giorno.

Ormai rassegnata mi alzai e mi preparai velocemente: feci una doccia fredda lampo per allontanare il mio desiderio di andare il letargo, indossai le prime cose che vidi nell'armadio e pettinai i miei lunghi capelli biondi, misi l'unico  mascara scadente che potevo permettermi  ed ero pronta.

"Su Charlie, sorridi. Dopotutto la tua vita non è così male- dissi guardandomi allo specchio- almeno hai un tetto sulla testa!"

E che tetto. Non ero nemmeno certa che fosse legale chiamarlo 'appartamento'.

Beh, non potevo lamentarmi.. Dopotutto pagavo solo 200£ di affitto al mese. Presi la borsa con dentro i libri di algebra e storia, e ci ficcai malvolentieri dentro anche il grembiule della gelateria in cui lavoroavo dopo la scuola.

'Scuola, lavoro e stanchezza: sto arrivando.' avevo preso il vizio di parlare da sola, diamine.

Mentre camminavo sul marciapiede con gli auricolari nelle orecchie ripetevo mentalmente le formule di algebra che avevo studiato la notte precedente. Dopo aver fatto gli straordinari in gelateria dovetti cambiare il mio solito turno al bar delle 8 con quello di mezzanotte dato che Valerie ed Ellie mi avevano invitata al cinema. Non potevo certo dire loro 'non posso oggi, dopo scuola lavoro per 4 ore nella gelateria sotto casa e subito dopo ho giusto il tempo di studiare per poi percorrere 5 km a piedi e arrivare al Bridgitte per passarci il resto della serata servendo alcolici a tizi puzzolenti fino alle quattro del mattino. Ma sarà per la prossima volta'.

Mi sentivo così insulsa.

Ad interrompere i miei pensieri fu un tipo frettoloso che correndo buttó a terra la mia borsa, facendo volare via col vento il mio grembiule.

'Una mano,vi prego!' Urlai alle persone davanti a me, sperando che qualcuno si fermasse in mio aiuto.
Che stupida che sono, cosa potevo aspettarmi dai londinesi alle 8:05 del mattino?

FERMA. LE 8:05? 'Merda, sono in ritardo' mi dissi mentre l'ansia si faceva strada dentro di me.

Ooh che diavolo. Iniziai a correre dietro al mio grembiule che fortunatamente si impigliò nell'antenna di un taxi posteggiato poco distante da me. Dopo averlo posato nella mia borsa ormai vecchia di anni mi affrettai il più possibile per raggiungere la scuola che ormai iniziavo ad intravedere.


'Signorina Smith, mi fa piacere sapere che è ancora viva e vegeta. Tutto bene a casa? Vuole un the?'
Simpatica come una pallonata in facia, la mia cara insegnante di algebra.

'Mi scusi miss Loyrel,ma ho avuto un contrarrempo' dissi, ancora col fiatone per la corsa.

'Vada a sedersi, si muova' Obbedii e mi sedetti all'ultimo banco in fondo, fortunatamente vuoto.
Quella di algebra era l'unica lezione che avevo la sfortuna di non condividere con nessuno dei miei amici. Qualcuno busso' alla porta con forza, facendomi saltare sul posto.

Fece il suo ingresso in aula un ragazzo alto, ambrato, con un ciuffo alto di un colore tra il nero e il marrone scuro,occhi neri come il petrolio e un giubotto di pelle che lo faceva sembrare un duro.

'che visione divina'  pensai.

Speravo di non stare sbavando quando quel ragazzo, sbuffando per qualcosa dettogli dalla professoressa, si sedette rumorosamente accanto a me.

Mi feci coraggio e mi voltai verso di lui, sorridendogli.

'Ciao, io sono Ch..- non feci in tempo a finire la frase che mi interruppe con tono scocciato e scorbutico.

'Non me ne frega, lasciami in pace'.

Rimasi un attimo spiazzata da quelle parole, poi chiusi gli occhi per evitare di innervosirmi e lo 'disturbai' una seconda volta.

'Sono Charlotte Smith, ma puoi chiamarmi Charlie o Lottie. tu chi sei? Sei nuovo?'
Dissi cancellando dalla mente la risposta ricevuta poco prima

Il mio attuale misterioso compagno di banco prese il mio quaderno e ne strappo' una pagina. 'Ma fai pure eh' dissi infastidita. Prese la matita di Sonny, la ragazza bel banco davanti al nostro, che rimase stranita all'inizio, ma alzo' gli occhi al cielo e continuo' a seguire la lezione.

Tracciò delle linee curve che si univano tra di loro, facendo ruotare il foglio per aiutarsi maggiormente nella creazione di un cerchio perfetto. In seguito ne delineo' alcuni tratti: qui appuntito, qui un po' più alto, sfumando ai lati con le dita e riprendendo a disegnare. Stava facendo un ritratto.

Una ragazza, probabilmente la sua fidanzata o una cosa del genere.

Devo ammettere che aveva un certo talento il tipo, ma io ero di gran lunga migliore. Appena noto' che lo stavo osservando con curiosita' mi guardo' con fare minaccioso e si sposto' di poco verso il lato opposto al mio.

'Che c'è, sei timido? Un vero artista non ha paura di mostrare le sue opere' dissi sorridente, come sempre.

Il ragazzo senza nome si fermo' un attimo, come assorto nel suo mondo, per poi scuotere piano la testa e riconcentrarsi sul suo (sul mio) foglio.

'Posso sapere almeno come ti chiami? Non fare il maleducato, grazie'

dissi forse alzando troppo la voce visto che la Strega strilló. 'Charlotte Smith e Zayn Malik, fuori dalla mia aula immediatamente!'

Ecco come si chiamava. Continuando a sorridere per aver scoperto il suo nome, che gli si addiceva proprio, non feci molto caso alle parole della Loyrel ma semplicemente seguii i movimenti di Zayn.

Mi alzai, raccolsi le mie cose e seguendo il non-più-ragazzo-senza-nome mi diressi fuori dall'aula.

'Meglio così, non potevo sopportare ancora quella vecchia acida parlare e parla..'

'Ma vaffanculo!' Mi urlo'.

'non sarà Mr. Gentilezza, ma ho una voglia matta di sapere chi è il vero Zayn Malik.'  pensai.







hello peopleee

comincio dicendo che non è la mia prima FF, ne avevo altre su Facebook ma ho deciso di cambiare lol
mi chiamo Valeria, e ho 14 anni c:
spero vi piaccia questa storia, accolgo a braccia aperte critiche, sputi in faccia e uova marce (y)
recensite se vi va, o mandatemi un messaggio privato, come volete :)
grazie mille se avete lettorecensito messo nelle preferite seguite questo capitolo c:


baci,
Vale <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2. ***


Stavo lentamente cercando di mangiucchiare quella sotto specie di insalata vecchia di una settimana, nella mensa della scuola.

Ma dove diamine erano Valerie e Ellie?

'Charlieeee!' Sentii urlare dietro di me.
Mi voltai sorridente, sapendo già chi era.

'Ehi bellezze'

risi per la scena che mi si presentava davanti: Ellie per la mano con Valerie, Liam dietro di loro con in mano tre vassoi che stavano sicuramente per cadere.

'Ciao facchino' dissi scherzosa a Liam.

'Una mano?' Disse con una smorfia.

'Quanto la fai lunga!' Rispose Valerie prendendogli di mano un vassoio quasi vuoto e sedendosi affianco a me.

'Ottimo lavoro' Ellie salutó suo fratello con un bacio sulla guancia per poi piazzarsi di fronte a me con un sorriso smagliante.

'Ragazze, oggi Niall mi ha salutata con un bacio sulla guancia!' Urló tutta pimpante.
Povera Ellie, non aveva idea di tutte le ragazze che si portava a letto quel ragazzo ogni sera. O pomeriggio. O mattina.

'Ellie, ancora pensi a lui?- Le strilló contro Valerie- non vedi che a te nemmeno ci pensa quello?'
Vidi il sorriso di Ellie sparire lentamente, mentre si faceva ombrosa in viso.

'Ellie.. Valerie lo dice per il tuo bene. Lo sai anche tu che è la verità. Meriti di meglio.'

'Non siete mia madre- la mia migliore amica mi guardó negli occhi, esasperata - so badare a me stessa'

Per un minuto o due tra di noi regnó il silenzio, poi mi decisi a parlare. 'Avete visto il nuovo acquisto della St. James High school?'

'Chi, quel pakistano? Come ha detto Di chiamarsi, Zeno? Zino?' Rispose Valerie pensierosa.

'Zayn -alzai gli occhi al cielo- ed è un gran figo, peccato che oggi non mi abbia rivolto la parola se non per mandarmi a quel paese.'

'Ti piace? Ma sei seria? A me fa solamente paura. Credo abbia intenzione di mettere una bomba nella palestra' scherzó Ellie risvegliandosi da quel suo stato di ragazza depressa per amore.

'Non ho detto questo. Mi intriga quel ragazzo, e' bravo a disegnare sapete? Però e' molto silenzioso e.. Strano.' Dissi sospirando.

'Silenzioso? Ma se nella seconda ora ci ha viste davanti ai bagni e ci ha provato spudoratamente con entrambe.'
Le guardai un attimo allibita, poi scossi la testa lentamente mentre guardavo il mio piatto ancora pieno. Non avevo intenzione di finire quella poltiglia.

'Allora sono io il problema- dissi facendo una smorfia- beh, questo mi spinge di più a conoscerlo' sorrisi.

'Come vuoi, ma stai attenta' di disse premurosa Valerie.

'Ragazze!' Mi voltai per vedere da chi proveniva quella voce, e quando lo vidi mi bloccai sul posto.

'Carther.' Dissi seria più che mai. Le ragazze lo salutarono con un 'ehi' forzato, mentre si sedeva accanto a me.

'Non mi sembra di averti invitato a sedere' ringhiai, guardandolo di sbieco. Lui fece un sorriso a 32 denti, quel sorriso di cui mi ero innamorata fino a pochi mesi prima, quando lo trovai a flirtare senza ritegno con Valerie, che se lo levó di torno con una ginocchiata nelle palle.

Pensare che avevo buttato 250£ per regalargli un iPhone a natale. Lui mi aveva regalato una sciarpa di 5£ comprata ad una bancarella per strada. Mentre ero presente.
'Oh, dolce e ingenua Lottie' comincio' a dire solleticandomi il fianco.

Mi alzai di fretta e furia e lo spinsi facendolo muovere appena sulla panca del tavolo.

'Non. Toccarmi.' Sibilai a denti stretti.

 'Altrimenti che mi fai?' Disse con un sorriso maligno stampato sul volto.

'te la sei cercata, stronzo.'

Presi dal tavolo la mia bottiglietta di acqua minerale e gliela svuotai in testa, stando attenta a non bagnare Valerie ed Ellie, che guardavano la scena sbellicandosi dalle risate, come del resto stavano facendo tutti gli studenti nella mensa.

Dopo aver buttato la bottiglietta ormai vuota presi la borsa dirigendomi verso l'uscita, quando Carther mi afferrò per la spalla facendomi male, e mi buttò a terra.

Gemetti per il dolore e mi massaggiai la spalla mentre cercavo di rialzarmi.

'Sei solo una lurida puttana' mi disse Cather, mentre i suoi occhi si incupivano sempre di più.
Se prima erano di un azzurro bellissimo, ora erano a di un blu scuro a dir poco inquietante.

'Ti metti a picchiare le ragazze? Che coraggio!' Una voce alle spalle del mio tanto odiato ex-ragazzo mi fece rabbrividire.

'Che cazzo vuoi tu, Malik? Fatti i cazzi tuoi' sbraitò Carther muovendosi velocemente verso di lui.

Avevo la caviglia fuori uso, e non riuscivo a mettermi in piedi. Val ed El erano troppo prese dalla lite in corso per pensare a me, dolorante.

'Oh, niente, niente. Pensavo solo che devi essere caduto proprio in basso, se ti fai mettere i piedi in testa da una fanciulla.'

Disse lanciandomi un'occhiata quasi.. Preoccupata.

Fanciulla? Ma che diavolo?!

'Ehi! Che sta succedendo qui? Tutti in classe!' Urlò il preside Figgins mentre faceva il suo ingresso al seguito della sua segretaria.

'Non finisce qui' sussurrò Carther a Zayn mentre gli dava una spallata, andandosene. Valerie ed Ellie erano in disparte a guardarmi con un sorriso malizioso mentre Zayn mi porgeva la mano per aiutarmi a mettermi in piedi.

'Grazie' dissi, grata per avermi fatto evitare un calcio nello stomaco, come era solito fare Carther dopo aver messo a terra la sua vittima.

'Dovere.' Mi rispose il ragazzo di fronte a me. Un minuto pima era preoccupato per me, ma ora sembrava fin troppo serio, distaccato e freddo. Se ne andò camminando velocemente verso il corridoio mentre io mi guardavo attorno, un po' scossa per l'accaduto.

'Charlotte, ti senti bene? Sei pallidissima' mi disse Ellie, accarezzandomi il braccio lentamente.
'Si, credo di si.. Scusatemi, vado al bagno. Ci vediamo dopo.' salutai le mie amiche, e quando entrai nel bagno delle ragazze mi sciacquai la faccia rovinandomi il trucco. Perché non mi potevo permettere un mascara waterproof? Me lo sono sempre chiesta in queste situazioni.
Applicai -per la seconda volta in un giorno- il mascara e uscii dal bagno. Di lì a poco sarei dovuta andare in gelateria a lavorare. Che noia. Nessuno oltre il mio migliore amico Louis sapeva che facevo due lavori odiosi per permettermi gli studi all'Accademia di Belle Arti, il mio sogno sin da piccola.

Non avendo più i genitori nessuno mi manteneva come succedeva alle mie due migliori amiche: Valerie riceveva una paghetta mensile di mille sterline dai genitori, entrambi chirurghi; Ellie dopo il divorzio dei suoi venne a vivere da sola qui a Londra, e adesso riceve una paghetta da entrambi i genitori. Non era giusto. una ragazza di 17 anni dovrebbe pensare alla moda, alle feste, ai ragazzi. Io invece avevo un pensiero fisso in testa: crearmi un futuro.

Stavo saltando l'ora di storia in quel momento, ma poco importava: ero già
in ritardo per il lavoro.




i'm back beautiful people.
So di aver scritto solo ieri, ma avevo troppa voglia di aggiornare lalalala
ringrazio tutte le persone che hanno letto questo capitolo, vi amo già AHAHAH
però mi aspettavo almeno una mezza recensione tipo 'bella merda' HAHAHAHAH
okaaay 
spero che almeno in questo capitolo vorrete recensire c:
se siete rimaste e avete letto le parole di questa povera pazza vi ringrazio davvero davvero davvero tanto.
Baci, 
Vale 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3. ***


'Charlotte, ci sei?'

La voce del mio migliore amico mi fece tornare in me, mentre smettevo di attorcigliarmi i capelli con fare pensieroso.

Ero al telefono con Louis da circa un'ora.

'Si lou, ci sono' dissi stanca. Mi sentivo come se un camion avesse parcheggiato sul mio esile corpo e ci fosse rimasto sopra per un anno e mezzo.

'Posso sapere che succede?' Mi chiese preoccupato.
Quel ragazzo era la felicità, l'allegria e la spensieratezza in persona.

'Louis, hai parlato solo tu tutto il tempo, perché non continui e mi lasci fottere?'
Quasi urlai nel dire quelle parole. Me ne pentii subito sapendo che probabilmente l'avevo ferito.

Mi alzai dal letto sul quale stavo facendo la muffa e mi diressi in cucina a prendere un bicchiere di succo all'arancia, la mia droga.

Sentii Louis sbuffare all'altro capo del telefono

'Scusa tanto allora. Ma se vuoi rendertene conto sei sempre stata tu la roccia del gruppo, hai sempre nascosto i tuoi problemi alla perfezione. Non prendertela con me se per la prima volta hai qualcosa che non va e me ne preoccupo!'
Mi disse mantenendo un tono rilassato. Faceva quasi paura sentire quel discorso. Non so perché, ma mi sentii cadere il mondo addosso, il mio migliore amico sapeva tutto di me, io sapevo tutto di lui. Per lui ero un libro non aperto, di più. Riusciva a leggermi dentro meglio di chiunque altro.

'Lou, mi dispiace. Scusami, sono una cretina' dissi sinceramente dispiaciuta.

Guardai l'orologio da muro che si trovava sopra il mio piccolo televisore. Mancava poco alle 8 e realizzai che dovevo sbrigarmi per non essere sgridata da Bridget.

'Lo so, ma vai al dunque' Ero talmente presa da ciò che mi circondava che quasi dimenticai di essere ancora al telefono con Louis.

Sospirai rumorosamente, mentre camminavo a passa svelto verso l'armadio.

'.. E' da stamattina che penso a un ragazzo. E' nuovo nella mia scuola, voglio davvero conoscerlo, ma lui non me lo permette. Non mi parla nemmeno.'
Dissi amareggiata, rendendomi conto solo adesso di quando erano vere quelle parole, dette ad alta voce.

'Oh, ma paperella mia, non è mai successo che qualcuno non volesse essere tuo amico. Deve esserci qualcosa sotto,di sicuro!' Mi rispose Louis, esaltato per aver scovato un nuovo mistero da risolvere.

Tolsi dalla gruccia nell'armadio la camicia rossa a mezze maniche che fungeva da divisa per il bar e corsi verso il bagno.

Risi, sapendo quanto il mio migliore amico amasse farsi i fatti degli altri.

'Orsetto, sappi che lo scoprirò presto, e sarai il primo a cui lo dirò!-  Dissi sorridendo per la prima volta dopo gli avvenimenti di quella mattina.- ora Devo prepararmi, Ci sentiamo presto Lou, ti voglio bene'

'Ciao cucciola, ti voglio bene anche io'.

Chiusi la chiamata con il mio migliore amico e mi feci una doccia veloce. Mi vestii, presi la borsa e uscii di casa.



'Charlie, porta una vodka liscia al numero 4, veloce.'

Mi disse Holly, l'unica altra cameriera e barista di quel covo di alcolizzati.

'Subito'

Portai l'ordinazione al tavolo e trattenni a stento il volta stomaco sentendo la puzza che emanava quell'uomo. Tornai dietro il bancone il più velocemente possibile, aspettando che qualche altro cliente mi chiamasse per un ordine.

Non capivo come mai certa gente sentisse il bisogno di buttarsi nel mondo dell'alcol per andare avanti.

'Allora, come va la vita?' Mi chiese Holly, mentre sospirava. Lei si che era una bella ragazza, non come me. I lunghi capelli neri le ricadevano a onde sulle spalle, gli occhi di un grigio mozzafiato erano capaci di stregarti e il suo sorriso avrebbe illuminato tutta la stanza se solo fosse stato umanamente possibile.

Io invece ero una semplicissima ragazza che le arrivava a stento al mento. I Capelli biondi e lisci perennemente spettinati mi circondavano il volto quasi nascondendolo, i miei occhi di un colore indefinito tra il marroncino e il verde mi facevano sentire diversa, più di quanto lo fossi già. Il mio sorriso era uno di quelli che non si notano nemmeno, mediocre, proprio come me.
Mi sentivo uno zero in confronto a lei, e più o meno rispetto a tutte le ragazze di questo pianeta.

Mi risvegliai da quello stato di trance e le risposi un 'bene' appena udibile.

Istintivamente presi un bicchiere di vetro e lo riempii di birra, lo portai alla bocca e lo buttai giù quasi tutto d'un sorso, per poi sbatterlo violentemente sul bancone. Probabilmente avevo rischiato di romperlo, ma non se ne sarebbe accorto nessuno in ogni caso.
Guardai finalmente Holly negli occhi. Stava arricciando un ciuffo di capelli che gli era sfuggito dalla crocchia scomposta che si era appena fatta.

Sai, sto frequentando un ragazzo.- Mi disse - e credo sia quello giusto, finalmente.'

Mi cadde dalle mani un'oliva che stavo per mettere in bocca. Sgranai gli occhi e lanciai un urlo strozzato. Due o tre clienti del bar si voltarono per fissarmi. Tutti gli altri erano troppo sbronzi per capire cosa stava succedendo.

'E tu me lo dici così? Come si chiama? Quanti anni ha? Che lavoro fa? Fedina penale e codice fiscale.'

Appena mi resi conto di come stessi parlando velocemente risi, e giusto per tenere le mani occupate presi un panno e lo passai più e più volte su un tavolo, mentre Holly mi sorrideva dal banco. Poggio la sua mano sulla mia spalla e mi rispose tranquillamente, come se stesse parlando della manicure fatta il giorno prima.

'Si chiama Louis Tomlinson, ha 22 anni, due in più di me, e va all'università. Pensandoci devo chiedergli se e' mai stato in prigione.' Avevo gli occhi fuori dalle orbite.

'Tu esci col mio migliore amico? Oh Gesù Cristo' stavo urlando, ma ero troppo contenta.

'Ragazza, portami una birra.'
'Un attimo!' Urlai contro l'uomo che aveva appena ordinato da bere.

'Davvero? E' il tuo migliore amico? Ehi, sono gelosa.' Mi disse alzando le sopracciglia Holly, portando all'uomo la birra al posto mio.

Risi, e poggiai le mani sui miei fianchi. 'Ma smettila Holly, ha 22 anni, io solo 17. Lo sai che non approvo le differenze di età nelle coppie.'
Dissi alzando gli occhi al cielo. In un lampo mi passo' per la mente che io e Zayn avevamo la stessa età.
Scacciai quel pensiero concentrandomi invece su una ciotola di pistacchi che un ragazzo si stava fregando.

'Ehi amico, quelli sono per tutti.' gli dissi alzando un sopracciglio.

'Bambola, che ne dici di prendere il posto dei pistacchi e venirtene a casa mia per qualche ora?'

Disse quel tizio con fare malizioso. Sbuffai rumorosamente, constatando che non era assolutamente la prima volta che qualcuno ci provava con me in quel bar. Ricevetti un pizzicotto sul fianco dal mio capo, Bridgit.

'Charlie, il tuo turno e' finito' mi disse sorridendo. Bridgit era una donna fantastica, e non passava giorno che non mi chiedessi come mai avesse aperto quel posto. Aveva una voce fantastica, avrebbe fatto sicuramente carriera, peccato che volesse solamente sistemarsi ed essere sicura di avere un lavoro per la sua futura vecchiaia. Aveva più o meno 50 anni, ma ne dimostrava 35.

Risi, pensando a quanto le volessi bene. Era come una madre. Una morsa mi stinse lo stomaco a quel pensiero. Mi mancava mia madre.

Tornai immediatamente seria e l'abbracciai d'istinto.

'Oh quanto affetto- disse la donna accarezzandomi la schiena- ma non tu darò un aumento!'

Scoppiai in una risata sincera, spensierata, e andai verso la camera che utilizzavano come spogliatoio.



'Ciao Holly, a domani!' Le urlai davanti alla porta.

'Ciao piccoletta, chiamami!' Sorrisi e mi passai una mano tra i capelli annodati e spettinati prima di spingere la porta verso l'esterno.

Accadde tutto in una manciata di secondi: stava spingendo l'altra porta verso l'interno, mentre entrava.
Ci guardammo negli occhi. Brividi mi attraversarono la schiena, e mi venne la pelle d'oca sulle braccia.

Non appena Zayn stacco' gli occhi da me un senso di vuoto mi pervase, lasciandomi confusa e stranamente spossata.

Arrivata a casa mi lanciai sul letto, addormentandomi quasi subito.

Sognai i suoi occhi scuri e misteriosi, quella notte.



i'm here again my ladies <3

eccomi con un nuovo capitolo c: il secondo in un giorno 
1) perchè avevo gia il capitolo quasi finito
2) perchè se ci sono più capitoli la gente si interesserà di piu alla FF
3) perchè delle ragazze fantastiche e delle mie amiche me lo hanno chiesto HAHAHAHAHAH

ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, ma anche chiunque lo abbia solamente letto <3
spero che vi piaccia questo capitolo, vi lovvo :*

baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4. ***


Entrai nell'aula d'arte, ancora vuota.

Ero stanca, la mia voglia di vivere era pari a -2. In quei giorni ero sempre stanca, non sapevo il perché.
Forse dovevo chiedere qualche giorno a lavoro.
P
resi il mio iPod dalla tasca e misi gli auricolari nelle orecchie, facendo partire 'never been hurt' di Demi Lovato. Posai l'iPod e presi un paio di pennelli. Li sciacquai, e andai alla ricerca dei colori ad olio.
Avevo la testa da tutt'altra parte. Erano le 7 del mattino, avevo dormito male e pochissimo.

In realtà ricordavo poco e niente dei sogni che avevo fatto quella notte. Ricordavo solo di essermi svegliata sudata e affannata mentre i sogni scomparivano. Dopo essermi preparata e aver portato a spasso Lady corsi a scuola, desiderosa di sfogarmi. Mi piazzai davanti alla tela, cercando di trovare il filo conduttore della matassa che mi impediva di pensare lucidamente. Da quando avevo visto i suoi occhi la prima volta, il giorno precedente, non ero più riuscita a pensare ad altro.

Stavo impazzendo, ne ero certa.

Bagnai il pennello grosso nella tempera azzurra, cominciando a dipingere quello che doveva essere un cielo limpido, cristallino.

Improvvisamente, senza fare due più due, unii l'azzurro che stavo utilizzando al nero. Ne ottenni un blu tempesta, uno di quelli che ti rendono di cattivo umore a prima vista.

Era brillante, magnifico, ma allo stesso tempo così tenebroso e rabbioso. Sfumai leggermente l'azzurro utilizzato precedentemente al nuovo colore, ritrovandomi un cielo chiaro e sereno che cambiava da sinistra a destra in un cielo scuro in tempesta.

Cambiai pennello ed approfondii il dipinto con sfumature, nuvole e fulmini. Rimasi felicemente soddisfatta dalla mia creazione. Rappresentava a grandi linee quello che stava succedendo nella mia testa, o nella mia vita in generale.

Agli occhi di tutti Io ero il cielo azzurro, con un sole splendente e senza nessuna nuvola. Ma dentro sapevo di essere quel cielo in tempesta, con milioni di problemi e nessuna soluzione.

Solo stanchezza e solitudine.

Presi il pennello più fine che avevo e con il nero scrissi la mia firma: Charlotte D. Smith.

Tolsi gli auricolari dalle orecchie appena in tempo per sentire la campanella suonare. Avevo scienze motorie alla prima ora, il che significava che avrei dovuto indossare una canottiera e degli shorts.

Tutte le ragazze sapevano che il professor Gales ci faceva conciare in quel modo solo per vederci mezze nude e sudate mentre correvamo. Capitava quasi sempre che nel bel mezzo della lezione l'insegnante se ne andasse ai bagni, tornando anche mezz'ora dopo stranamente rosso e sudato. Quell'uomo era disgustoso, mi faceva solo schifo.

Per i corridoi incontrai Liam. Gli andai incontro piazzando un sorriso sul mio viso stanco e segnato dalle occhiaie per poi abbracciarlo forte.

'Charlie, stai malissimo' cominciò Liam mentre mi guardava con gli occhi sgranati.

Sospirai e gli tirai una debolissima sberla sul braccio. 'Tu si che sai come far colpo sulle ragazze!' Risi, e gli presi il cellulare dalle mani controllando che ora fosse.

Era tardi, ovviamente.

'Dove sono Ellie e Val?' Chiedi al ragazzo davanti a me mentre passavo più e più volte la mano tra i capelli per cercare di sistemarli il più possibile.

'Ellie si e' fermata in caffetteria a prendere qualcosa, non la vedo da allora. Mentre Valerie stava parlando con un ragazzo davanti al suo armadietto fino a 2 minuti fa.' Concluse Liam sorridendomi.

'Grazie amico, ci vediamo!' Gli lasciai un bacio sulla guancia e corsi verso l'armadietto della mia migliore amica trovandola a ridacchiare come un'undicenne in piena crisi ormonale di fronte a un ragazzo dai capelli ricci.

Non riuscivo a vederlo in quanto mi dava le spalle, ma appena Valerie incontro' i miei occhi notai che stavano brillando di una luce che non avevo mai visto prima. Sorrisi istintivamente vedendo che almeno una di noi era veramente felice, e le andai incontro.

'Ehi love' le dissi, abbracciandola e lasciandole un bacio sulla guancia. Lei mi aggiusto' una ciocca di capelli che era finita davanti alla mia faccia e mi presento il suo amico.
'Lottie, ti presento Harry'

Mentre Harry si voltava verso di me vidi quanto era bello. Ricci scompigliati, occhi verde smeraldo e un sorriso da perdere la testa.  
Sorrisi e gli diedi la mano.

'Piacere, Charlotte'

'Harry' disse semplicemente.

Aveva le mani sudate, segno che probabilmente la chiacchierata con la mia migliore amica lo aveva reso nervoso.

Allora forse le piaceva davvero! Feci un sorriso a 32 denti a quel pensiero, poi presi per mano Valerie.

'Scusaci Harry, ma noi dobbiamo andare a lezione adesso.' Presi la penna e il quaderno che aveva in mano Harry e ci scrissi il numero di Valerie che ormai sapevo a memoria da 4 lunghissimi anni.

'Questo e' il suo numero. Ci vediamo in giro!' Sorrisi e trascinai via con me la mia migliore amica che lo guardava ancora sotto shock.
'Siamo in un ritardo micidiale, oddio.' Dissi agitata, voltandomi verso la ragazza che tenevo ancora per mano con la paura che potesse svenire da un momento all'altro.

Alzai gli occhi al cielo e continuai a correre. Andai addosso a un ragazzo ma non ci feci molto caso.

'SCUSAMI!' gridai, senza fare caso a chi lo stavo realmente dicendo.

Quando vidi Zayn guardarmi un po' confuso sorrisi e arrossii.
Arrossire? Ma che dico? Andai a fuoco.

Arrivai in palestra che avevo ancora le gote rosse per la figura di merda con Zayn. Mi guardai intorno: il professore non c'era, e le mie compagne erano tutte sedute a terra in cerchio.

Mi sedetti con loro ancora in jeans e Valerie fece come me. Le lasciai la mano e lei la riprese, sorridendomi. Sorrisi a mia volta e salutai tutte, nascondendo la mia spossatezza e la mia specie di depressione con una battuta sul fatto che Gales non era ancora tornato.

'Allora.. Che ci facciamo tutte sedute qui?' Chiesi guardando una ad una tutte le mie compagne. Presi in una mano i miei capelli e cominciai ad intrecciarli più e più volte, come facevo sempre quando ero curiosa.

'Chiacchieravamo' rispose vaga Primrose, la mia compagna di educazione fisica e chimica.

'Si ma.. A proposito di che?' Domandia di nuovo, ridendo stavolta.

'Avrai visto sicuramente i due nuovi ragazzi, Zayn Malik ed Harry Styles.' Disse allegra Megan mentre mi guardava dritta negli occhi. I suoi occhi verdi ricordavano appena quelli di Harry che avevo visto poco prima, ma non erano niente in confronto ai suoi.

Al nominare di Zayn sorrisi, e quando Megan mi guardò maliziosa intuii che aveva capito qualcosa.

'Si, li conosciamo' dissi riferendomi anche a Valerie, che non aveva aperto bocca da quando avevamo lasciato il riccio davanti al suo armadietto. Smisi di intrecciarmi i capelli e iniziai a torturarmi le dita, cercando di non pensare a quegli occhi color cioccolato che mi avevano stregata fin dal primo momento. Avevo voglia di riempire il mio stomaco di succo d'arancia, come facevo sempre, per calmarmi.

'Beh, ho scoperto che vivono insieme. Malik ci ha provato più o meno con tutte le ragazze della scuola. Dicono anche con la segretaria di Figgins.' disse Sophie, sorridendo.

Tutte risero, mentre io rimasi pietrificata a quelle parole.
'Ma con me.. Con me ha scambiato si e no due parole..' Dissi balbettando, confusa.

Valerie mi guardo' negli occhi, e preoccupata mi accarezzo' la schiena.

'Si vede che con te vuole andarci piano. Magari gli piaci!' Non riuscii a trattenere una risatina.

'Ma smettila, non ci pensa proprio a me.' Dissi alzando gli occhi verso il resto del gruppo che mi guardava confusa.

'Ragazze, che ci fate li? In piedi! Smith, Logan, andate a cambiarvi.'



Arrivo' l'ora di algebra, e impaziente di incontrare Zayn corsi verso l'aula. Presi un bel respiro prima di entrare in classe, e controllai per la ventesima volta se avessi preso i libri giusti.
Bussai alla porta.

'Avanti'
Entrai e vidi Miss Loyer intenta a scrivere alla lavagna la lezione del giorno.

'Charlotte, che ci fai qui così presto?' Mi disse posando il gesso, guardandomi confusa. Andai a posare i libri sul mio banco prima di risponderle.

'Beh.. Mi annoiavo da sola nel corridoio così ho pensato di evitare un ritardo almeno oggi. Ma non le conviene abituarsi, già da domani arriverò a lezione già cominciata, non si preoccupi!'
Sorrisi e mi sedetti sul banco di fronte alla cattedra.

'Ci conto, Charlotte.' Ridacchiò la donna ordinando dei fogli sulla cattedra.

'Emh, Charlie -comincio'. Non mi aveva mai chiamata Charlie, ne ero sicura- come stai?' strabuzzai gli occhi.

'Beh.. Io.. Sto bene, si, come mai me lo chiede?' Dissi insicura, balbettando per la sorpresa della domanda.

'Ecco, ieri ho visto una vecchia foto di te e tua madre, in uno di miei vecchi album.'-Mi ero dimenticata completamente che la Loyer e mia madre erano state amiche da giovani.-'E mi chiedevo come ti andasse la vita, senza di.. loro'.

Mi disse, mentre si abbottonava la giacca probabilmente in imbarazzo.

'Oh. Beh, abbastanza bene. Ora ho mia nonna, anche se sono consapevole che non ci sarà ancora per molto. Lavoro e sono indipendente, E mi sta bene.'

Sospirai piano e scesi dal banco. Mi feci una coda di cavallo e cominciai a leggere con finto interesse quello che c'era scritto alla lavagna.

Improvvisamente la mia professoressa mi venne incontro e mi abbraccio'. Ci rimasi basita, poi mi addolcii e ricambiai l'abbraccio.

'Sai, ho sempre pensato che foste uguali. Ma in realtà tu sei più coraggiosa di lei.' mi sussurró all'orecchio.

Delle lacrime amare si fecero strada sul mio volto mentre vecchi ricordi di quando ero piccola mi riempivano la testa. Ormai scossa dai singhiozzi mi allontanai da quell'abbraccio, e uscii dalla classe diretta ai bagni per sciacquarmi il viso.
Appena uscii vidi lui, Zayn. Mi stava guardando con la bocca schiusa mentre con la manica del cardigan nero cercavo di asciugare le lacrime..

Corsi via e mi chiusi nel bagno, abbandonandomi a un pianto isterico e liberante.

Dopo un periodo che mi sembrò un'eternità qualcuno bussò alla porta. Asciugai le ultime lacrime con della carta e uscii dal bagno, trovandomi davanti Ellie.

Non ci pensai due volte che mi fiondai nelle sue braccia, alla ricerca di conforto. Profumava di fragole, ed era capace di renderti la persona più felice della terra con un suo semplice abbraccio.

Mi accarezzò la schiena e mi disse piano
'so già perché piangi, ti conosco troppo bene.'
Sorrisi e sciolsi l'abbraccio.

'Si può sapere che fine avevi fatto?' Chiesi ridendo alla mia migliore amica.

Camminai verso lo specchio del bagno e mi sciacquai la faccia. Ellie si avvicinò a me, prese il suo borsellino con i trucchi e si mise il lucidalabbra alla fragola.
Le presi il mascara della Rimmel London e lo applicai sulle ciglia, per poi ridarglielo.

'Sono stata con Niall!' Sgranai gli occhi e la guardai attraverso lo specchio.

'Che ti ha fatto? Ti ha toccata? Vado da lui e gli schiaccio le palle con un mattarello' dissi corredo fuori dai bagni diretta alla sua classe. Ellie mi afferrò il polso e scoppio' a ridere.

'Charlie, mi ha chiesto di uscire con lui questo sabato.' Disse sfoggiando un sorriso smagliante che mi fece sorridere a mia volta.

'Ellie, Promettimi che starai attenta. E che non andrai a casa sua.' Le presi le mani e la guardai dritta nei suoi occhi castani.

Lei accennò una risata e mi trascinò verso la mia aula di algebra, mi diede un bacio sulla guancia e si incamminò verso la sua classe, lasciandomi lì da sola.

Sospirai e bussai forte. La Loyer mi guardò senza dire niente e io mi sedetti accanto a Zayn.

'Va tutto bene?' Mi disse il moro evitando il mio sguardo. La sua voce era limpida, e quelle tre parole mi provocarono brividi in tutto il corpo.

'Si, e tu come stai?' Gli chiesi a mia volta, facendo la finta tinta per evitare di toccare quell'argomento.
Lui mi guardo' dritto negli occhi, e mi sentii improvvisamente nuda sotto il suo sguardo indagatore.

Si voltò verso la lavagna e non mi rispose, ricominciando ad ignorarmi a tutte le domande che gli facevo.




hello guys.
sono tornataaa!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e se siete rimaste anche per leggere queste quattro parole, vi aspetto domani alle 10 in comune per sposarci lalala

questo capitolo è per Martina e Sofia, le mie amiche TopModel a livello mondiale (vi amo <3)

ho cercato di seguide i consigli che mi avete dato, e spero che me ne darete degli altri.
baci, 
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5. ***


'Nonna, come stai? Mi manchi così tanto.'

Ero sdraiata sul mio letto a guardare il soffitto, mentre tenevo il telefono appoggiato su un cuscino vicino al mio orecchio, così che non avessi neanche il bisogno di utilizzare le braccia. Quella sensazione di stanchezza non voleva andarsene, avevo perfino chiamato il dottor Mellark per farmi prescrivere qualcosa, ma mi aveva detto tra le risate 'magari le stanno venendo le mestruazioni'.

Gli avevo chiuso il telefono in faccia, sbuffando.

'Tesoro della nonna. Io sto benone, e tu?' Sorrisi sentendola come sempre non accennare nemmeno ai suoi problemi, come la polmonite che aveva, come la settimana che aveva passato all'ospedale senza dirmi niente.

'Oh nonna, io sto abbastanza bene...'
'Cosa c'è piccola mia? Problemi? Prendo il primo aereo e vengo subito da te!' Risi al pensiero di mia nonna Des su un aereo.
P
robabilmente avrebbe passato tutto il viaggio a lamentarsi dei sedili scomodi e del dolore alle orecchie.

'Oh nonna, sto bene fisicamente.. In realtà il problema e' un altro.
'Sospirai amareggiata. Ma a quante persone lo stavo dicendo? Louis il primo, poi c'era mia nonna e poi... Un momento, solo loro due. Oh beh, non mi infastidiva raccontare l'accaduto, ma il fatto in sé.
'Problemi di cuore, dico bene?'

Sorrisi, e mi alzai dal mio letto per andare a prendere un bicchiere di succo. Il millesimo nell'arco di due ore. Ero troppo abituata a lavorare, a fare qualcosa, tanto che non riuscivo proprio a stare con le mani in mano.
'Non proprio. Il mio problema e' un ragazzo misterioso che mi evita sin dal primo giorno che ci siamo visti. All'inizio pensavo fosse un tipo timido, o magari un lupo solitario. Poi ho scoperto che già a scuola tutti lo conoscono. Non so che fare'

Esasperata mi misi a sedere sul divano, accendendo il televisore per poi spegnerlo due secondi dopo.

'Cucciola mia, lo sai che noi donne di famiglia ci differenziamo dalle altre proprio perché gli uomini non sono il nostro forte.' Risi, conoscendo la storia. La mia bisnonna ci mise due anni prima di fidanzarsi con il mio bisnonno; mia nonna era già stata sposata due volte prima di mio nonno che ormai non c'era più; infine mia madre aveva si era innamorata del suo migliore amico, mio padre, e i due si amavano a vicenda.. ma non volendo rovinare la loro amicizia non si dichiararono prima di un anno.

'Oh nonna, ho una voglia matta di conoscerlo meglio.'

'Destiny, so quanto sei curiosa.. Perciò tu buttati, nessuno resiste al tuo sorriso. Credimi.'

La mia nonnina era l'unica a chiamarmi con il mio secondo nome, che del resto era anche il suo: Destiny.

'Nonna ora devo andare.Ti voglio bene, a presto' le mandai un bacio e sorrisi.
Mi versai un altro po' di succo d'arancia e decisi di andare a vestirmi.

'Anche io tesoro, un abbraccio grande'

Era ora di andare in gelateria, così presi le chiavi di casa e uscii a piedi. Camminai per un quarto d'ora per arrivarci, e quando entrai rimasi sorpresa nel trovare Harry Styles con un cappellino da gelataio dietro la cassa.

'Ehi Charlotte, che ci fai tu qui?' Mi chiese il riccio, appena mi vide. Salutai con un cenno della mano tutti i presenti, mentre mi dirigevo al bancone per parlare con Harry.

'Ci lavoro da due anni, Styles' dissi alzando un sopracciglio.
'
Beh, allora saremo colleghi!' Fece un sorriso a 32 denti facendo comparire due fossette mozzafiato. Scoppiammo entrambi a ridere, finché il capo ci disse ti tornare a lavoro. Indossai il grembiule e iniziai a prendere le ordinazioni,
'Allora- dissi ad un tratto ad Harry, che in quel momento stava controllando il suo iphone- quindi ti piace Valerie!'
Il riccio sgranò gli occhi e fece cadere il telefono dalle mani, mentre io me la ridevo beata.

'N..no, c..cioè si ma.. Come lo sai?' Mi disse balbettando, mentre controllava che il suo cellulare fosse tutto intero.

Risi di fronte alla sua sbadataggine.

'Dai, si vede lontano un miglio!' Lui mi guardò serio, pensai che si fosse infastidito per quanto ero stata sfacciata, ma subito dopo fece comparire le sue magnifiche fossette sorridendo.

'Dici.. Dici che lei ricambia?' Lo fissai per qualche istante mentre distoglieva lo sguardo arrossendo.

'Mi prendi in giro? Anche lei e' cotta, e' ovvio!' Saltò in piedi e mi abbracciò improvvisamente. Sorrisi, e ricambiai l'abbraccio. In realtà lui si era piegato parecchio per abbracciarmi, in quanto io gli arrivavo sotto la spalla. Ero perfino più bassa di Valerie ed Ellie, e loro di certo non erano alte.
Mi staccai da quell'abbraccio per servire un cono gelato al cioccolato ad un bambino. Il campanello della porta suonò, e notai una bambina con un cappottino giallo canarino entrare saltellando. era stranamente sola, così quando si sedetti a un tavolo mi avvicinai a lei.

'ciao piccola' le dissi, sorridendo.

'ciao, tu chi sei?'  mi disse, guardandomi incuriosita.

'io mi chiamo Charlotte, e tu?'

'io sono Annie- mi rispose, dandomi la mano.- e ho cinque anni!' disse, mostrandomi un bellissimo sorriso.

'Annie- cominciai, sedendomi affianco a lei- sei qui da sola?'
le domandai, appoggiando i gomiti sul tavolo e avvicinandomi a lei. Ovviamente non era normale trovare una bambina così piccola da sola in una gelateria.

'no, la mamma mi ha detto di aspettare qui dentro fino al suo ritorno.' mi disse, facendo scomparire quel suo bel sorrisino.

'beh, allora aspetteremo!' dissi, alzandomi e tornando a servire ai tavoli.


era ormai arrivato l'orario di chiusura, e Annie aveva appena finito il gelato che le avevo dato.

'tesoro- le dissi, inginocchiandomi di fronte alla sua sedia- devo chiudere il negozio. la mamma non ti ha detto a che ora sarebbe tornata?' le chiesi, accarezzandole le gambe cicciottelle.

'no, ma ha detto di aspettare fino al suo ritono.'

'che ne dici di aspettare a casa mia allora?' le chiesi, rendendomi conto solo dopo di quello che avevo detto.

'non lo so.. e se poi la mamma viene e non mi trova?' mi chiese, mettendosi in piedi e aggiustandosi il cerchietto con le paperelle.

'potremmo lasciarle un biglietto!' dissi, mentre correvo verso il bancone a prendee un post-it. Sopra vi scrissi 

'per la mamma di Annie, la trova a green street 52, interno 1B'

La piccola sorrise, e un pò titubante mi afferrò la mano. la condussi nel retro per dire ad Harry che sarebbe venuta a casa mia quella notte.

'ehi, allora Annie, è arrivata tua madre?' le chiese, abbassandosi di almeno mezzo metro per poterla guardare negli occhi. 

'No-risposi io al posto suo- viene da me per oggi. Domani torniamo qui e la aspettiamo, ma per adesso le lasciamo un biglietto sulla porta.' 
lui sembrò perplesso, ma subito dopo si illuminò.

'perchè non venite a casa mia invece? organizziamo un pigiama party!'

rimasi spiazzata da quelle parole, poi scoppiai a ridere. Annie invece corse verso Harry per abbracciarlo. Evidentemente almeno lei era convinta che fosse una buona idea. 

'Styles, non mi sembra il caso. e se lo venisse a sapere Valerie? Chiuderebbe i rapporti con entrambi.'
 lui sembrò sensarci per un'attimo, poi sorrise.

'allora non glielo faremo sapere!'


'Manca ancora tanto?' chiesi ad Harry per la quarta volta in 15 minuti. Quella macchina era troppo stretta e bassa per i miei gusti, e non trovavo una posizione comoda.  
Annie intanto dormiva beata sui sedili posteriori. povera piccola, come si fa a lasciare la propria figlia da sola in una gelateria, e non tornate a prenderla? non che lasciarla fosse una cosa normale, certo.

'Siamo arrivati' disse il riccio alzando gli occhi al cielo. Sorrisi e aprii la portiera. Mi ritrovai davanti una villa immensa con tanto di piscina. le pareti esterne erano panna, e due balconi si affacciavano sul giardino anteriore. Appena notai una luce accesa all'interno della casa mi rabbuiai.

'Non vivi da solo, giusto?'
chiesi, mentre un ricordo vago si faceva sempre più nitido nella mia mente.

'No.' rispose lui, sorridendo maliziosamente. 

Appena la porta davanti a noi si aprì, sentii la terra mancarmi da sotto i piedi. Il cuore perse qualche battito, mentre gli occhi di Zayn incontravano i miei.




I'M BACK.

i know you love meee

no okay, scherzo.
questo capitolo è stato complicato: è la terza volta che lo scrivo lol
ringrazio come sempre tutte le lettrici della storia e quelle ragazze fantastiche che l'hanno recensita fuhrfuir
vi lascio con un dubbio stavolta HAHAH
spero vi piaccia il capitolo. a presto.
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6. ***


Non riuscivo a distogliere lo sguardo.

Ero come ipnotizzata da quegli occhi, che mi scrutavano attenti dalla testa ai piedi. Stava per dire qualcosa ma alla mia vista anche lui si era bloccato sul posto.
Notai la sua mascella irrigidirsi mentre i suoi occhi squadravano prima me, poi Harry.
Sembrava estremamente infastidito. Magari si era fatto l'idea sbagliata.
Harry mi sfiorò la spalla e corse verso la macchina per tornare poco dopo con Annie in braccio.

Io e Zayn eravamo ancora li impalati a fissarci. Io ero in inbarazzo, e non sapevo cosa fare. Lui mi diede l'impressione di aver voglia di andarsene, anche se era casa sua, quendi tra i due quella ad andarsene sarei dovuta essere io.

'Harry, forse e' meglio se me ne torno a casa' Dissi stingendomi nella giacca per il freddo. Non avevo intenzione di passare la notte a casa di Zayn-odioCharlie- Malik.

'Ma..' Disse Harry, ma venne interrotto dal moro che si sposto' per farci entrare.
'No, Entrate. Non ho nessun problema se Harry vuole portarsi a casa la sua ragazza. Fate pure, ma io non mi sarei portato la bambina se fossi stato in te, bionda.'

Se prima volevo andarmene di corsa, ora volevo prenderlo a schiaffi con una padella, per poi andarmene di corsa.

Harry scoppiò a ridere alle sue parole, mentre io lo spinsi offesa, presi in braccio Annie che stava ancora dormendo ed entrai. La poggiai delicatamente sul divano, presi una coperta lì vicino e la coprii.

'chiudete la porta, che i termosifoni non devono saldare l'esterno.' Dissi infastidita sedendomi a gambe incrociate sul divano affianco ad Annie.
Mentre le accarezzavo i capelli lentamente, attenta a non svegliarla, vidi Zayn salire le scale a passo pesante e svelto, e Harry scomparire in una stanza lì vicino.

Lo seguii ed entrai in una cucina molto spaziosa, con le pareti blu scuro e un tavolo bianco enorme al centro della stanza.
'
Come fanno i tuoi a permettersi questo lusso? Spacciano?' Chiesi mentre a bocca aperta vagavo nella cucina. Appena notai un frigo a due porte lo aprii sperando di trovare una bottiglia di succo d'arancia. Bingo. La posai sull'isola della cucina mentre Harry apriva uno ad uno tutti gli stipi della cucina alla ricerca i qualcosa.

'Cosa cerchi?' Chiesi ad un tratto, stanca di tutto quel silenzio. Il riccio tolse la testa da un ripiano per poi voltarsi verso di me vittorioso con un pacco di pop corn in mano.
'Ti va un film?' Mi chiese sorridendo, mentre svuotava il pacco in un contenitore.

'Certo. Che guardiamo?' Tornai nel salotto e mi sedetti sul divano opposto a quello su cui dormiva Annie.
'Che ne dici di "Sparkle"? L'ho già visto venti volte, parla di..' Lo fermai. Lui si sedette accanto a me e mi offrì la ciotola dei popcorn mentre accendeva la TV.

'Har, so benissimo cos'è Sparkle, e non credevo ti piacesse questo tipo di film!' Dissi guardandolo stupita. Lui rise a bassa voce per non svegliare la bambolina che dormiva non lontano da noi. 'Certo che mi piace. Scommetto pensassi che mi piacessero film in stile James Bond.'
Disse, dandomi una leggera spinta sulla spalla. Risi.

'Ovvio che si, a quale uomo non piacciono!' Continuando a ridere il riccio accanto a me fece partire Sparkle.

Mentre Sparkle cantava alla fine del film Harry alzo' di poco il volume.
'Canta così bene.' Dissi con le lacrime agli occhi, scossa da brividi ogni volta che la ragazza prendeva alla perfezione una nota alta. Ero praticamente sdraiata su Harry, mentre lui, messo sul fianco, mi accarezzava la schiena. 'Io canto meglio' disse ad un tratto. Mi sollevai e girai la testa per guardarlo negli occhi.

'Sei serio?' Gli chiesi, con un sopracciglio alzato.
'Ovvio che si!' Mi disse mettendosi in piedi velocemente. Caddi dal divano per colpa sua, e scoppió a ridere.

'Stupido, non ridere, mi sono fatta male!' Continuando a ridere sotto i baffi mi diede una mano ad alzarmi, poi mi trascino con sé su per le scale.

Attraverso il corridoio notai una camera con la porta aperta. Bloccai Harry e senza pensarci entrai in quella stanza.

Le pareti erano piene di disegni. Distinguevi scritte in stile graffito, animali, una luna, dei fulmini, tante persone e paesaggi vari. Una tela di un metro per due catturò la mia attenzione. Mi avvicinai e notai che era la figura di una ragazza messa di profilo. Mancavano ancora dei dettagli, ma capii al volo che quella ragazza ero... io. Mi trovavo nel cortile della scuola il giorno prima. Avevo i capelli scompigliati e mossi dal vento, la camicia a quadri e un jeans chiaro a sigaretta. Ero stupita, a bocca aperta.
Sbattei gli occhi ripetutamente pensando che stessi immaginando tutto, ma il mio stato di trance venne interrotto da una mano poggiata bruscamente sulla mia spalla.

'Esci dalla mia stanza.'

Sbiancai e subito dopo arrossii violentemente. Doveva essere una scena divetente vedermi in quello stato per chiunque. Annaspai cercando le parole adatte ma alla fine mi arresi.

'Scusa' sussurrai in imbarazzo, e corsi fuori dalla camera di Zayn.
Trovai Harry fuori dalla porta che guardava la scena appoggiato allo stipite. Mi accompagno' verso la sua camera con una mano sulla mia schiena.

Chiusa la porta mi avventai contro di lui.

'Avresti dovuto fermarmi, Styles! O almeno avvertirmi che era la camera di Zayn!' Urlai spingendolo con due mani sul suo petto.

'Come se mi avresti ascoltato' disse semplicemente, alzando gli occhi al cielo. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma la chiusi subito dopo.
Conoscendomi, no, non l'avrei ascoltato. Mi sedetti sul letto, incrociai le gambe e misi le mani nei capelli, frustrata.

'Charlie, che succede?' Mi chiese Harry, sedendosi affianco a me e accarezzandomi la schiena.

'Harry.. Mi sai spiegare perché Zayn c'è l'ha con me?' Gli chiesi, sollevando lo sguardo per guardarlo fisso.
Feci gli occhi dolci, nell'attesa di una risposta convincente. Lui rimase spiazzato dalla mia domanda, poi abbasso' la testa e strinse le mani.

'Charlie.. Credo che debba essere lui a spiegartelo..'

Lo guardai per qualche secondo, sperando di aver capito male. Invece era la realtà, neppure Harry era capace di aiutarmi a stare meglio, in pace con me stessa.

'Oh andiamo Harry, tu non capisci.' Dissi. Mi alzai in piedi e diedi un calcio ad un puff per smaltire la rabbia che cresceva dentro di me.

'Da quando l'ho visto per la prima volta non faccio altro che chiedermi perché mi ignora, perché mi evita e soprattutto perché non lo fa con le altre ragazze. Lui detesta solo me. Non ci siamo scambiati neppure dieci parole, forse non si ricorda nemmeno il mio nome. Non capisco. Aiutami tu, ti prego.'

Mi buttai a peso morto sul letto del riccio, mentre scacciavo via le lacrime che minacciavano di arrivare ancora una volta. Sentii la porta sbattere, segno che Harry era uscito.

Probabilmente mi aveva presa per matta ed era andato a trovare un sedativo abbastanza potente da mettermi K.O.
Improvvisamente una mano calda si poso' sulla mia schiena. Sobbalzai a quel tocco così delicato.

Aspettai che Harry parlasse, dandomi spiegazioni per il suo comportamento, ma tutto quello che ricevetti fu silenzio.
Passarono ancora uno o due minuti, poi una voce fece accelerare il battito del mio cuore a dismisura.


'Non è vero che non ricordo il tuo nome.'





LOOK AT ME BEAUTIFUL PEOPLE.

mi rendo conto che questo capitolo è un po' corto, ma volevo finirlo così percio' l'ho tagliato.
perciò ho gia il capitolo 7 quasi pronto, così se ricevero' abbastanza visualizzazioni lo posterò già stasera.

ringrazio le ragazze fantastiche che hanno recensito la storia. 
un grazie va anche a tutte le altre 40 ragazze che hanno deciso di rimanere nell'oscurità OuO
 
spero che il capitolo vi piaccia!
Baci
Vale xx



 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7. ***





'Non è vero che non ricordo il tuo nome.'



La voce calda e profonda di Zayn mi fece drizzare i peli sulle braccia.
Mi sollevai e mi sedetti di fronte a lui sul letto.
sbuffai.

'Hai sentito tutto?' Gli chesi, sperando in un No secco come risposta.

'In realtà si.' Arrossii e mi nascosi il viso con le mani.

'Stupida stupida stupida' mi dissi a bassa voce.
Lui ridacchiò.
'Charlotte.. Per quanto riguarda quello che dicevi prima: sappi che io non ce l'ho con te.'

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma la richiusi subito dopo. Tra di noi ci fu un minuto di silenzio, poi mi decisi a parlare.

'Allora cos'ho che non va? Spiegamelo, perché io non lo capisco. Mi credi antipatica? Mi credi invadente? Mi credi, non lo so, stupida? Non puoi giudicare chi non conosci.'

Stavo sparlando, me ne rendevo conto. Però non riuscivo a fermarmi. Lui si alzo' dal letto e si piazzo' davanti a me.

'Charlotte, non sei tu. Qui il problema sono io.' Detto questo se ne andò, lasciandomi con più interrogativi di prima.




Raggi di sole filtravano attraverso le tendi sottili della camera di Harry. Dopo l'inconcludente chiacchierata con Zayn crollai in un sonno profondo e senza sogni.

Pensai ad Annie, chissà se era già sveglia.
Quel giorno avrei dovuto cercare sua madre. Mi alzai con la velocità di un bradipo al nono mese di gravidanza e andai alla ricerca di un bagno. Aprii la porta di un guardaroba, di uno sgabuzzino e infine arrivai di fronte alla porta della camera di Zayn.

La curiosità era troppa, così aprii piano e silenziosamente. La stanza era vuota, il letto era chiuso e le finestre spalancate.
Sentii il suo profumo, così chiusi in fretta la porta e corsi nel bagno, che era l'unica stanza non ancora aperta. Mi feci una doccia, lavai i capelli con lo shampoo di Harry (c'era scritto il suo nome a caratteri cubitali sul flacone) e uscii con un asciugamano attorno al corpo.

Tornai in camera di Harry e indossai i vestiti del giorno prima.
Mentre mi guardavo allo specchio alto della camera del riccio, riflettei su cosa fare con Zayn.
Mi evitava, e non voleva dirmi il perché. Sosteneva che il problema era solamente lui, non io.

E allora perché?

Sbuffai e decisi di scendere in cucina per la colazione. Prima di entrare nella sala, controllai dalla chiavatura della porta se ci fosse Zayn dentro, ma non feci in tempo ad appoggiarmi che la porta venne aperta, e caddi rovinosamente a terra.

mentre con la mano destra massaggiavo la mia povera testa guardai la persona che mi aveva fatta cadere.
Non l'avessi mai fatto. Harry in boxer mi guardava estremamente divertito, e distolsi lo sguardo per non imbambolarmi come un ebete.
Lui rise. Sbuffai e mi sollevai da terra senza accettare la mano che mi aveva porto.

'Giorno cucciola' mi disse allegro, mettendo in mostra il suo sorriso perfetto e quelle fossette mozzafiato.

'Giorno un corno!' urlai, entrando in cucina.
'Come mai così acida stamattina?' Mi chiese, aprendo il frigo per richiuderlo subito dopo. Mi sedetti sugli sgabelli di fronte all'isola della cucina e lo fulminai con lo sguardo.

'Passami l'aranciata e non rompere.' Gli ordinai, mentre aggiustavo i bottoni della camicetta che avevo indossato. Lui sospiro' e poggio' davanti a me la bottiglia e un bicchiere di vetro. Mi versai un bel bicchiere di succo e lo bevvi tutto d'un sorso.

'Cos'é successo ieri sera tra te e Zayn?' Mi chiese ad un tratto. Alzai gli occhi al cielo, mi versai un altro bicchiere di succo.

'Mi ha detto che è lui il problema, non io. Ma sinceramente non mi ha aiutata affatto questa rivelazione' confessai, alzandomi in piedi.

'Charlie, credo che tu debba dargli tempo. Lo conosco da una vita, e' il mio migliore amico e credo stia solo cercando di proteggerti.'

Appena finì di parlare si sbatté una mano sulla fronte. Sgranai gli occhi.

'Proteggermi da cosa?' Gli chiesi, fissandolo. Lui balbetto' qualche parola senza senso, poi venne interrotto da Annie che fece irruzione in cucina con il cappotto in mano.
'Andiamo! La mamma ci stará aspettando!' Strillo' eccitata.

Mi voltai verso Harry e mimai un 'non finisce qui' con le labbra.



Eravamo sedute ad un tavolino ad aspettare l'arrivo della madre. Avevo ordinato un gelato alla fragola per me e al cioccolato per Annie. Sinceramente non avevo per niente fame, e avevo un dolore lancinante al seno.

Mentre contavo mentalmente tra quanti giorni mi sarebbero venute le mestruazioni la porta si aprì, facendo spazio ad una donna sulla trentina con i capelli biondi a caschetto, che somigliava vagamente ad Annie.

Appena la donna la vide fece un sorriso a 360 gradi e le corse incontro a braccia aperte.
Interruppi l'abbraccio madre-figlia strattonando dalla manica la donna.

'Lei si rende conto di aver lasciato sua figlia da sola in una gelateria?' La guardai con occhi pieni di furia.

Lei si sedette di fronte a me al tavolino e prese in braccio la bambina.

'Senti, non è stata colpa mia. Annie aveva appuntamento qui con suo padre, che l'avrebbe tenuta con sé fino a stamattina in quanto io ero fuori città per lavoro. Sai, abbiamo divorziato due mesi fa, e lui invece di venire e' andato a sbronzarsi con delle -coprí le orecchie di Annie- sgualdrine.'

'Beh.. Ora e' tutto chiaro, certo, ma veda di fare qualcosa per il suo ex-marito.'

Lei annui' energicamente, iniziando a cercare qualcosa nella maxybag Burberry.
'Sappi che la prima cosa che farò e' chiamare il mio avvocato. Io a quello gliela faccio vedere col binocolo, mia figlia. Questo e' per il disturbo.' Disse infine, tirando fuori dal portafogli una banconota da 100£.

'Oh no,non posso accettare.' Dissi, alzandomi.

'Tesoro, insisto. Se non fosse dato per te non oso immaginare cosa sarebbe capitato alla mia bambina.'
La donna di fronte a me chiuse gli occhi e dopo qualche secondo li riaprì mentre scuoteva la testa. Annuii, mentre prendevo i soldi che aveva in mano.
'Grazie mille, davvero.'

'Oh no dolcezza, grazie a te.' Detto questo Annie mi diede un bacio sulla guancia e mi saluto' con la manina. Le guardavo uscire dalla gelateria mano per mano, mamma e figlia. Annie avrebbe sempre potuto contare su di lei, ci sarebbe sempre stata.

Avevo tanta voglia di dire a mia madre cosa stava succedendo nella mia vita, ma come potevo?
Con le lacrime agli occhi mi alzai, raccolsi le mie cose e uscii fuori dal negozio di corsa.

Mentre aspettavo di arrivare al cimitero in taxi sciolsi i capelli e li sistemai, per quando potessi, con le mani.
Presi tra le mani il medaglione d'oro che apperteneva a mia madre, e prima di lei a sua nonna.

Lo aprii e vidi le due foto che stavano al suo interno: in una c'ero io all'età di dieci anni, e nell'altra lei, mia madre.
Bella come sempre, mi guardava con i suoi occhi verdi. I suoi capelli biondi e lunghi le accarezzavano le spalle coperte da una giacchetta azzurra. Sorrisi, accarezzando la foto.
Quanto mi mancava.
Asciugai una lacrima dalla mia guancia e appena arrivai pagai l'autista ed entrai nel cimitero.
Comprai un mazzo di tulipani e mi diressi alla cappella della famiglia Smith.
Entrai, e mentre i brividi percorrevano incessantemente la mia schiena mi inginocchiai dinnanzi alla tomba di mia madre.

Elizabeth Grace Deevon in Smith. 12-12-2006.

Accanto a lei c'era quella di mio padre.

Robert Jacob Smith. 12-12-2006.

Divisi il mazzo di fiori a metà, tolsi dal vaso lì presente i vecchi tulipani e misi quelli nuovi.
Mi sedetti a terra, e cominciai a piangere.

Lacrime amare cadevano dai miei occhi ormai appannati. La vista era fuori uso ormai mentre piangevo, lentamente, tutte le mie lacrime.




I KNOW YOU LOVE ME, YEAH.

due capitoli in un giorno, amatemi.
no vabbè, a parte gli scherzi.
amo tutte voii riofhiruhripufhr grazie per le recensioni e per le visualizzazioni, siete di una dolcezza unica, vi amo doeihuiofhfu <3

che dire di questo capitolo? è triste, tanto triste. anche io ho pianto mentre lo scrivevo AHAHAHHAHAHAHA (perchè rido? boh)
basta così lol, a domani amori miei. **

baciii
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8. ***





'Signorina Smith, sono contenta di sapere che le interessa la mia lezione.'

Disse con poco entusiasmo la mia insegnante di lettere.

'Prof. Mi scusi ma non mi sento bene. Esco.'
Senza aspettare un suo assenso uscii dalla classe.

Mi diressi verso i bagni, con l'intenzione di sciacquarmi il viso e sistemare un po' i capelli. Avevo passato una notte insonne.  Me ne stavo appoggiata al lavandino del bagno quando dei sospiri mi distrassero dai miei dolori.

Quando capii diventai tutta rossa. Non erano sospiri: erano gemiti.
Feci per andarmene quando sentii una voce già sentita prima d'ora.

'Oh, Zayn!' Disse la tipa, quando arrivò al limite.
Rimasi a bocca aperta.

Mi bloccai un attimo, poi corsi via. Avevo un gruppo in gola, mi sentivo estremamente delusa e ferita.
Eppure non avevo alcun motivo per esserlo. Insomma, non stavamo insieme.

Non eravamo neppure amici.

Mi sedetti su una panchina nel cortile della scuola.
Eravamo in pieno inverno: la notte precedente aveva nevicato, e ora come ora il paesaggio londinese era bellissimo. Gli alberi, le strade, i tetti, erano tutti bianchi, bambini ridevano giocando a palle di neve mentre le madri stavano attente che non prendessero freddo, I denti mi battevano per il freddo e mi pentii di non avere con me una coperta di lana. Stavo ancora contemplando quella visione in bianco, quando qualcuno si sedette affianco a me.

Capii chi era dal suo profumo. Era un dolce mix di tabacco e colonia.


Sorrisi involontariamente, mentre portavo le ginocchia al petto per riscaldarmi meglio, allacciandomi come un riccio.

'Hai freddo?' Disse improvvisamente.
Zayn si alzo' dalla panchina e si tolse la giacca che aveva indosso. Quando me la mise sulle spalle brividi (di freddo) mi fecero venire la pelle d'oca.

'Grazie' sussurrai, Lui sorrise e tornò a sedersi. il suo sorriso era davvero magnifico. Era perfino più bello di quello di Harry o Holly, che avrebbero potuto essere ingaggiati per una pubblicità di dentifrici.

'Come mai sei fuori?' Mi chiese d'un tratto, rompendo il silenzio che si era creato tra di noi.

'Non stavo bene.' Dissi, sospirando.
In effetti anche in quel momento mi sentivo spossata e dolorante, ma mi concentrai su altro.
Come per esempio sul dio greco che stava seduto accanto a me in quel momento.

'Con chi eri nei bagni?' Sbottai, con un cenno di fastidio nella voce. Lo vidi sbiancare in faccia.

Feci un mezzo sorriso per poi alzarmi. Avevo il sedere congelato, e muovevo le dita con estrema difficoltà. Tolsi la giacca di Zayn dalle spalle e gliela restituii.
Lui mi guardo' qualche secondo negli occhi prima di parlare.
'Puoi tenerla, ti congelerai.'

Scossi la testa. 'Non la voglio.' Sputai.

Visto che non si mosse di un centimetro per prenderla la mollai sulla panchina e me ne andai.

Ormai avevo deciso: da oggi l'indifferente sarei stata io.
Ero diretta a casa di Louis.

Era tornato la sera precedente, il che significava che quasi sicuramente stava dormendo.

Suonai il campanello, e Mentre aspettavo che venisse ad aprire scrissi un sms ad Ellie e Valerie.

"Dopo scuola venite da Louis. Baci xx "


'Chi diavolo è a quest... BATUFFOLINA!'

Il ragazzo davanti a me mi salto' letteralmente addosso. Risi e ci abbracciammo per un tempo infinito.

'Mi fai entrare o aspetti che faccia la brina?' Gli chiesi, dandogli una pacca sul petto. Il mio migliore amico mi fece entrare, e mi sedetti sul divano.

'Vado a fare una doccia, fai quello che vuoi intanto. Non ci metto molto!'

Corse su per le scale e io ridacchiai. Sarebbe sceso si e no tra un'ora e mezza.
Mi alzai e andai alla ricerca della sua Nikon. Quando la trovai tornai sul divano, tolsi gli stivaletti di cuoio (finto) che indossavo e incrociai le gambe.

Mentre scorrevo le foto notai che in qualcuna compariva una ragazza. Aveva i capelli biondi ossigenati e le punte azzurre. Gli occhi erano grigi, e solo vederla tramite foto mi fece calare l'autostima sotto lo zero.

Scorsi ancora le foto, e ne trovai una in cui c'era la ragazza di prima stesa su di un letto mentre mordeva il cuscino. Quando capii che era completamente nuda tirai un urlo.

Andando avanti c'erano foto sempre più piccanti (per non ride porno.)
Alla fine spensi la macchina fotografica e cercai di calmarmi.

'COS'È SUCCESSO!' Mi voltai verso le scale e vidi Louis con della schiuma in testa e un asciugamano sulla vita.

'E' successo che sei uno stronzo! Mentre eri via hai lasciato Holly a pensare che quando saresti tornato sareste diventati inseparabili, e intanto ti scopavi una tipa!' Urlai quelle parole con tutta la rabbia che avevo in corpo. quella volta non me ne sarei pentita di certo.

Lui strabuzzò gli occhi, mentre balbettava qualche parola senza senso. Mi sollevai e con un incredibile sforzo gli tirai un cuscino dritto sulle parti basse.

Lui diventò tutto rosso, poi si chino' in avanti. 

Sorrisi ironicamente, e uscii da quella casa sbattendo la porta.



"Cambio di programma. pomeriggio studiamo insieme? xx"




JUST LOOK AT ME NOW.
ciao care.


siamo a otto capitoli in quanto? mmh boh non ricordo lol
comunque poco HAHAHAHAH
anche oggi pubblicherò due capitoli perchè una mia amica sta spettando che pubblichi il decimo capitolo per leggere la storia, che cucciola HAHAHA
ringrazio come sempre tutte le anime pie (?)che hanno recensito, ma anche visualizzato o che stanno semplicemente seguendo la storia.
vi amo tutte <3
A stasera allora, baci
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9. ***


Era la terza telefonata di Louis che rifiutavo.

Questa volta non doveva perdonare me, ma Holly. Appena uscii da casa sua avevo intenzione di dirle tutto, poi mi resi conto che non ero io a doverle dare spiegazioni, ma Louis. Così gli scrissi un messaggio.

'Parla con Holly.' Poi spensi il cellulare.

Odiavo stare lontana dalle mie migliori amiche, ma ormai eravamo abituate alle svariate sparizioni tra di noi. Come Ellie, che non aveva risposto al cellulare per una settimana dall'incontro con Niall. Quando la incontrai a scuola scoprii che era in punizione per essere tornata tardi dall'appuntamento. Come Valerie, che era andata in Italia per cinque giorni, e l'avevamo scoperto tramite una foto della torre di Pisa postata su facebook. Improvvisamente mi venne voglia di controllare il mio account di facebook.

Avevo 6 messaggi, 32 notifiche e 2 richieste di amicizia. Controllai per prima cosa le notifiche. Erano più che altro 'mi piace' a delle foto, e vari tags e commenti.

Poi aprii i messaggi: due erano di Liam, che mi chiedevano i compiti di algebra per due giorni prima. Risposi velocemente un 'scusa, ho letto ora!';

tre erano di Ellie, che mi dicevano com'era andato il suo appuntamento. Lessi subito le righe che mi aveva mandato.

"Tesoro mio come stai?io benissimo! Ieri ho avuto il mio primo appuntamento con niall, e' stato magnifico. Si già che starai pensando: si certo, per te tutto quello che fa niall e' fantastico. Non dico di no ahhaha ma ci siamo divertiti. Siamo andati al luna park in periferia, ha vinto per me un elefante rosa e una scimmietta troppo dolce! Poi durante il viaggio di ritorno ha cantato 'breathe' e non sai che voce! E per concludere.. Mi ha baciata, e mi ha chiesto di uscire anche la settimana prossima dksndjsjdjsjs Torna tra di noi, voglio consigli! A domani amore."

E infine rimaneva un solo messaggio. Quando lessi il nome per poco non caddi dalla sedia. Zayn Malik mi aveva scritto un messaggio privato. Un sorriso enorme comparve sulla mia faccia, poi scossi la testa e lessi quelle due righe.

"Ehi, che ne dici di accettare la mia amicizia? Non parlo solo di facebook
" Lanciai uno strillo acuto, e cominciai a battere le mani come una scolaretta tutta eccitata.
Poi aprii gli occhi. Che senso aveva? Un minuto prima mi evitava, ed ora ecco che voleva essermi amico. Sospirai. Non ero disposta ad accettare tutti i suoi sbalzi d'umore, così risposi:

"Sono la tua ruota di scorta adesso? (E' un no)"
e ignorai la richiesta di amicizia.

Spensi il computer e andai in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Storsi il naso quando non trovai assolutamente niente nel frigo. Presi le chiavi e il portafogli e uscii di casa.


Stavo litigando con me stessa su quale marca di succo d'arancia prendere. Alla fine esasperata scelsi la meno costosa. Il cestino cominciava a pesare, così lo posai a terra e lo presi per il manico.
Nel bel mezzo del reparto formaggi una delle ruote si ruppe, e il carrello di svuoto' rovesciandosi su di un lato.

Imprecai più e più volte a bassa voce mentre mi chinavo a raccogliere tutto pezzo per pezzo. Ad un tratto una mano sconosciuta mi passo' la bottiglietta d'acqua che era rotolata lontano da me. Guardai di chi era quel braccio e vidi un biondo ossigenato col ciuffo all'insù.
Afferrai la bottiglietta in fretta e non lo ringraziai nemmeno. Mi sollevai e presi in mano il cesto, ma essendo troppo pesante lo ri-poggiai a terra.

'Lascia, ti aiuto io.' Mi disse lui, prendendo senza sforzo il cestino con una mano sola.

'Non mi serve la tua carità, Niall.' Lui mi guardo' per qualche secondo, e da quegli occhi mi parve trapelasse della tristezza.
Sbuffai e continuai a camminare. Il biondo intanto mi seguiva come un cagnolino, chiedendomi ogni tanto se mi serviva questo o quello. Niall era il mio migliore amico, lo era stato sin dall'asilo.

Ma tra il primo e il secondo anno di superiori aveva iniziato ad allontanarsi da me. Mentre eravamo insieme stava attaccato al suo dannato iphone e non mi degnava di uno sguardo.
Ciò nonostante quando lo chiamavo non mi rispondeva mai. Ormai l'irlandese aveva issato un muro di cemento tra me e lui, e nonostante io avessi provato e riprovato a buttarlo giù, alla fine fu lui ad abbattere me.

'Mi dispiace' Sussultai a quelle parole. Sembravano così vere, così sincere, che mi vennero le lacrime agli occhi. Feci finta di niente e mi diressi al reparto igiene.

'Ehi, ho detto che mi dispiace.' Per la seconda volta continuai imperterrita a camminare, ma lui mi blocco per un polso.

'Mi vuoi ascoltare?' Mi disse, con dell'irritazione nella voce.
Lo guardai negli occhi, che ormai si stavano riempiendo di lacrime.

'Ora pretendi che io ti ascolti, mentre fino ad oggi eri tu ad ignorare me. Niall, mi hai spezzato il cuore. Eri il mio migliore amico, tutto ciò che avevo. Mi hai lasciata sola. Sola, come un cane. E ora vuoi che io ti ascolti?' Stavo piangendo ormai, ma silenziosamente.

'Mi dispiace. Sono stato un coglione, ho perso l'amica più dolce, bella, simpatica, divertente, ma soprattutto la più sincera che potessi mai trovare. Ma ora la rivoglio indietro, perché ho realizzato che non mi è mai mancato qualcuno così tanto. Ti prego, Ally.'

Ally.

Da quanto tempo era che nessuno mi chiamava così? Era il nomignolo che mi aveva affibbiato da piccola. In realtà non riusciva a pronunciare Charlie, così Ally divenne il mio nome.

Come katnip al posto di katniss in Hunger Games.

Feci qualcosa di impulsivo, ma allo stesso tempo feci la cosa che più volevo fare al mondo. Lo abbracciai.

'Questo e' un si?' Mi chiese lui mentre ero ancora nelle sue braccia.

'per adesso si, Niall.' Mi sollevò da terra e mi fece girare. Risi di gusto, poi mi rimise giù.

'Ti devo raccontare tante di quelle cose!' Dissi sorridendo, accarezzandogli i capelli. Nonostante mi dovessi sempre sollevare sulle punte per farlo, mi era sempre piaciuto un sacco.

'Ohh, anche io, credimi!'

Rispose lui, annuendo. Mi prese a braccetto e continuammo a fare la spesa senza problemi.

'Allora.. Come stai? E non voglio 'bene' come risposta, intesi?'

Sbuffai, mentre voltavo per il reparto cosmetici. Quel supermercato era davvero fornito! Ero un po' in inbarazzo a sapere che niall mi osservava mentre compravo trucchi senza marca che costavano pochissimo, ma d'altronde lui sapeva in che condizioni mi trovavo, infondo prima che litigassimo lavoravo come baby sitter e dog sitter per guadagnarmi da vivere.


'Niall, che ti devo dire? Ho 17 anni, faccio due lavori da quando ne avevo 13. Mi spacco la schiena per permettermi un futuro decente. Non posso permettermi trucchi decenti, abiti di lusso o scarpe a non finire. Non ho il tempo per uscire con gli amici, perché o sto studiando o sto dormendo per quanto sono stanca.- ricominciai a camminare mentre niall intrecciava le sue dita con le mie.- non ho un ragazzo, sono orfana e non mi resta nessuno se non mia nonna, che passa la metà delle sue giornate a letto, l'altra metà in chiesa, e non ha mai tempo per me. Quindi, se e' quello che ti aspettavi che dicessi, non sto bene niall. Non sto bene per niente.'

Lui mi guardò negli occhi, poi mi accarezzo la guancia.

'Non sto qui a giudicarti o a pretendere che tu mi dia retta, ma io credo che tu debba goderti il presente. Se pensi sempre al futuro, ti rovini semplicemente la vita. Dopotutto, il futuro e' adesso.'

Quando niall finì di parlare mi presi qualche secondo per capire quello che aveva detto. Forse aveva ragione. O forse no. Insomma, stavo risparmiando da 5 anni per permettermi la retta scolastica di Belle arti, ma tecnicamente avevo raggiunto quella somma già da 4 anni o giù di lì.


'Sai che ti dico niall? - tolsi dal cestino il rossetto scadente che avevo preso poco prima e lo riposai.- finiamo qui, e andiamo dritti da Rimmel London.'


hello guys.

SARO' BREVE.

mi sto impallando, non mi piace questo capitolo e poi sono sommersa di compiti.
il liceo classico mi sta divorando lentamente e dolorosamente,
spero di poter aggiornare il piu' presto possibile.
grazie per le recensioni e visualizzazioni!
baci,
Vale xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 10. ***





Erano le 8 di sera, ed ero diretta da bridgitte per il mio turno serale.

'Nonna, ti ho detto che non ti credo.'
Stavo parlando al telefono con mia nonna da più o meno dieci minuti, e lei continuava a dirmi che stava bene.

'Ma tesoro, te lo giuro, sto benissimo! Stamattina sono anche andata a correre!'

Risi amaramente, di fronte alle bugie di mia nonna a fin di bene.
'Vedi nonna, il dottor Martin ha il mio numero di telefono.. E ogni volta che ti vede mi chiama, e mi aggiorna.'

Il silenzio regnava dall'altro capo del telefono.
'Tesoro.. Perché non me l'hai detto prima? Ti avrei evitato tutte queste...'
'Bugie?'
'Si.'

Sospirai. Amavo mia nonna con tutto il cuore, e sinceramente non mi davano molti problemi le sue bugie.

Infondo sapevo la verità grazie al dottore che la seguiva, e sapevo che lei cercava solo di proteggermi con le sue menzogne.
'Nonna, sai che ti voglio bene più di qualsiasi altra persona al mondo?'
Lei rise

'oh tesoro, lo sai che per me non sei solo una nipote, ma anche una figlia.'

'E allora non mi mentire più, okay? Ho abbastanza soldi per venirti a trovare, e prometto che questo venerdì prendo l'aereo, ti raggiungo e stiamo insieme tutto il tempo che vuoi.' Sorrisi, e mi convinsi dell'idea solo dopo averla detta ad alta voce.

'Oh amore mio, sarà bellissimo vederti. Però il viaggio te lo pago io, va bene? Non voglio che tu spenda soldi per questa vecchia bacucca.'

Scoppiai a ridere, e presi la strada sulla destra.
Mancava poco, e dovevo mettere fine alla telefonata.

'Va bene nonna, grazie mille. Ma non ti definire una vecchia bacucca, lo sai che sei la nonna più arzilla del modo!' Stavamo entrambe ridendo di gusto quando il mio telefono vibró, segno di una notifica di Twitter, Facebook o Whatsapp.

'Nonna Des, ora devo andare. Ti voglio bene, a domani! Un bacione' La salutai prima di chiudere.

'Ciao Destiny, a domani. Ti voglio bene anche io!'
La notifica ricevuta poco prima era di Facebook. Un messaggio di Zayn.

Mi bloccai in mezzo alla strada e per poco non mi investí una macchina.

'Ma che diavolo fai idiota!' Mi urlò il ragazzo al volante dell'auto.

'Amico, stai calmo!' Non lo guardai neppure in faccia, corsi dall'altro lato della strada e ripresi in mano il cellulare.

Il messaggio diceva:

'Scusa se ti ho ignorato fino ad oggi, ma ho avuto le mie motivazioni. Non ti sto chiedendo la luna, solo un film e una pizza.'

Ero rimasta a bocca aperta. Quando intesi che mi stava invitando a uscire cominciai a saltellare su e giù per il marciapiede.

Mi fermai di colpo.

Dovevo smetterla di emozionarmi così solo per quel ragazzo. Infondo lui non era niente per me.
Non sapevo cosa rispondere, avevo il vuoto in testa. Improvvisamente mi illuminai.
Scrissi velocemente:
'Devi guadagnartelo.'

Impostai il silenzioso ed entrai nel bar.


'Allora, Holly.. Come va con Louis?' Le chiesi vaga.
Erano le 10:30 di sera e sinceramente avevo un gran sonno. Il giorno dopo c'era scuola, e anche se non ne avevo per niente voglia non potevo non andarci come facevo quasi sempre durante l'anno. Insomma, era il 10 dicembre.

Entro un paio di settimane i sarebbe stata consegnata la pagella, e visto che per la scuola non avevo parenti diretti la pagella veniva consegnata a me.

Per cui poco mi importava dei voti, delle assenze eccetera. In più non era legale(?) che io mi firmassi i permessi da sola, almeno fino al 30 dicembre. Nascere il 30 dicembre, che ironia.

'Chi, quel tipo? Naah storia passata. Ora esco con un ragazzo di Manchester. E' qui per questo mese. sai, credo sia quello giusto.'

Sgranai gli occhi. Avevo litigato con Louis per lei, e intanto già non lo considerava più? Sono davvero una deficiente.
Scossi la testa. 'Sai, lo avevi detto anche di Louis'

Le dissi semplicemente, tornando a pulire dei bicchieri.
'Oh tesoro, io e lui lo sapevamo già dal principio che non sarebbe stata una cosa seria. Insomma, mi ci vedi a vent'anni sistemata e con la testa apposto? Scherziamo?'

Risi, in effetti aveva ragione: ogni mese cambiava colore di capelli, e ultimamente aveva preso la fissa dei tatuaggi. Chissà se si sarebbe mai sposata. Io invece ero una ragazza semplice, non amavo i vestitini, i tacchi, le mille tinte colorate o tutti quei tatuaggi enormi che rovinano il corpo. Se avessi dovuto scegliere tra una festa di ricconi e una discoteca a ingresso gratuito avrei scelto la discoteca.
Precisando però che non mi piacciono nè le feste nè le discoteche.

Presi il cellulare e scrissi velocemente un messaggio a Louis.
'Scusa Lou, ho esagerato'

Bloccai lo schemo e tornai al bancone.
Quella sera era stata particolarmente fiacca, così non mi sorpresi quando Bridgitte chiuse un'ora prima e ci mandò a casa. Purtroppo a quell'ora non avrei trovato alcun taxi in quella zona, e visto che il solito autobus che prendevo sarebbe passato solo un'ora dopo misi le cuffie, e cominciai a camminare per le strade semivuote di Londra.

Presi come sempre il terzo vicolo a destra, ma quando notai che c'erano due ragazzi enormi e pieni di tatuaggi fino al collo mi bloccai e feci retro-front.

'Ehi bellezza, perché non resti qui con noi?'
Cominciai a correre, il cuore mi batteva a mille e le gambe facevano già male.

Casa mia era ancora lontana e quei due energumeni mi stavano correndo dietro.
Era evidente che stessero andando piano per tenere il mio passo.

Quando notai la casa di Harry a pochi isolati da li corsi ancora più velocemente per quanto potessi, e cominciai a bussare come una matta.

Appena la porta venne aperta mi fiondai dentro casa e sbattei la porta, non curandomi ne' di chi mi avesse aperto, ne' delle condizioni in cui mi trovavo.
Sentivo che il cuore stava per uscire dal petto per quanto andava veloce, mi lasciai cadere lungo la porta mentre dei singhiozzi mi facevano sobbalzare.

Strinsi le ginocchia al petto, e come facevo sempre quando ero presa dal panico, mi allacciai come un riccio e poggiai la testa alle gambe.
Avevo il respiro pesante, e non sentivo le gambe.

Quando fui in grado di respirare normalmente mi liberai dalla presa e mi sollevai da terra. Mi guardai intorno.

Lui era li, seduto sul bracciolo del divano a due metri da me con i gomiti sulle ginocchia e le mani incrociate che gli sostenevano la Testa dal mento.

Mi dimenticavo sempre che casa di Harry equivaleva a casa di Zayn.

'C..ciao' dissi balbettando, con una voce appena udibile.

'Stai meglio?' Mi chiese senza battere ciglio, rimanendo nella stessa posizione. Mi brontolava lo stomaco.

'Si, ora si.' Dissi più decisa di prima.
'Bene..bene.' Rispose lui alzandosi.

Venne lentamente verso di me, mentre mi guardava dritto negli occhi.
'Adesso...'

Si avvicinava sempre di più.

'Mi spieghi..'

10 centimetri ci dividevano.

'Perché diavolo sei venuta qui alle due del mattino? Stavo dormendo porca puttana!'

Mentre schiaffeggiavo mentalmente il mio cervello per aver sperato in un ipotetico e surreale bacio, feci due passi indietro, finendo contro la porta.

'Scusa, me ne vado subito.'
Raccolsi la mia borsa da terra e corsi fuori da casa Styles-Malik. Lì non ci avrei più messo piede, poco ma sicuro.

'Charlie!' Non mi voltai, continuai a camminare dritta verso casa, nonostante stessi sbagliando strada.

Zayn mi fermó dal polso, tirandomi a sè e facendo aderire i nostri petti.
Aveva un leggero accenno di barba, e solo in quel momento notai quanto fossero belle le sue labbra.

'Vieni, lo so che casa tua e' lontana.'
Abbassai il capo, mentre sentivo le guance andare a fuoco.
Annuii.

Lui mi prese per mano e a passo lento mi accompagno' fino a dentro casa sua.
La sua mano era calda, troppo calda. Sentivo che presto la mia mano avrebbe cominciato a sudare.
Nonostante ciò non la ritrassi. Stavo bene, mi sentivo protetta.

Aveva lasciato la porta aperta, così dopo essere entrati la chiuse a chiave e mise il chiavistello.

'Ti va ti raccontarmi che è successo?' Mi chiese lui, mentre mollava la stretta sulla mia mano.
Sorrisi amaramente, ora che aveva mollato la mia mano notai che non era affatto sudata, e non era nemmeno calda.

Sicuramente quel calore era solo una mia impressione.

'Beh, sai, io lavoro al bridgitte's..' Cominciai a spiegare.

'Si, ci siamo incontrati una volta.. Non so se ricordi.'
Lui distolse lo sguardo e poi tornò ad osservarmi, facendomi arrossire.

Se lo ricordava.

'Si, esatto. E beh, di solito esco alle tre del mattino. Ma oggi sono uscita prima così ero a piedi e due ragazzi hanno cominciato a inseguirmi. Non sapevo dove andare e quando ho visto casa vostra non ci ho nemmeno riflettuto e... Scusa se ti ho svegliato.'

Finalmente ripresi fiato e lo guardai negli occhi. Li aveva leggermente sgranati.

'Oh beh.. Tranquilla, stavo guardando la TV. Ma non credi che per una ragazza lavorare li' fuori fino alle 3, con tanti ubriaconi in giro, sia un tantino pericoloso?' Disse lui, ironico.

Roteai gli occhi. 'Non sei di certo il primo a dirmelo. E non darò retta neanche a te.' Ribattei.

Lui sorrise. Perché sorrideva?

'Ricordi che ti avevo fatto una domanda su Facebook?' Mi chiese lui, sorridendo maliziosamente.

Avvampai all'istante, poi lui mi trascinò con se sul divano. Le nostre tre gambe si toccavano, per quanto eravamo vicini.

'Che ne dici di accettare?' Scoppiai a ridere, e lui mi guardò confuso.

'Che cosa avresti in mente?' Gli chiesi, allontanandomi di poco. Mi stavo mettendo a mio agio, finalmente.
Smisi di arrossire e lo guardai dritto negli occhi.

'Non lo so, ti va di andare in pizzeria? O magari un.. Un ristorante, non saprei.'

Cosa fare?

Guardai altrove.
Quel caminetto era davvero bello. Tutto bianco con sei mattoncini rossi di terracotta.
Così bello, sofisticato...

'Charlie, mi stai ascoltando?'

Tornai in me.

'Mmh? Come scusa?' Gli chiesi, alzando le sopracciglia.
'Dicevo..-rise- ti piace il midnight moments? E' nuovo ed e' carino, anche se elegante.'
Zayn arrossi' leggermente, e mi fece una tenerezza unica.

'Mi va bene tutto, tranquillo.' Sorrisi, e abbassai lo sguardo.
'Perfetto allora..Ti accompagno a casa, o vuoi rimanere qui stanotte?'

Analizzai le possibili risposte: Se avessi detto di si probabilmente il giorno dopo Zayn mi avrebbe vista in tutta la mia indecenza mattutina.
'Mi accompagni per favore?' Gli chiesi timidamente.

Eravamo in macchina, e il silenzio era l'unico vero protagonista.

'Come fai a sapere dove abito?' Gli domandai, d'un tratto.

'Beh.. Me l'ha detto Harry!' Disse. Mi sembrò insicuro però.
Fermo' la macchina davanti casa mia.

'Grazie del passaggio, buonanotte' Gli dissi prima di scendere.

Prima di chiudere la portiera lui parlo'.
'Sabato alle sette ti passo a prendere io.' Disse lui.
Mi affacciai al finestrino.

'Zayn, domani sarai ancora mio amico?' Gli domandai, sentendomi stupida subito dopo.
Lui mi fisso' per qualche secondo, che mi sembro' un'eternità.

'Per sempre, Charlie.'






hi beautiful carrots.


amo questo capitolo lalalalala.
mi piace davvero, e stamattina in classe durante l'ora di storia mentre lo scrivevo ogni tanto scleravo o sorridevo.
sembra che non sia io a scriverlo, infatti mi ha fatto notare una mia amica superfiga che quando legge si appassiona, fino a credere che per esempio zayn stia scrivendo a lei.

poi beh, non ho pubblicato ieri perchè ho finito di studiare greco alle 22:30.
domani cercherò di aggiornare come al solito, ma se non vedete un nuovo capitolo, sappiate che non to giocando alle Barbie ma sto giocando con un libro di greco e latino.
detto questo, ringrazio come sempre chi recensisce\ visualizza, vi amo tutte.

Baci,

Valeria xx

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 11. ***






Correvo.

Mi guardai alle spalle, e vidi quella sagoma scura Seguirmi.
Era sempre più vicina. Sentivo le gambe stanche e doloranti, ma nonostante ciò non avevo intenzione di fermarmi.

D'un tratto la strada si illumino', e davanti a me vidi Ellie, Valerie, Niall Louis Liam ed Harry vestiti di nero con le mani sporche di sangue.

Urlai, ma la voce mi morì in gola. Mi voltai, ma dietro di me non c'era più nessuno.
Mi fermai e mi accasciai a terra.

'Il male si avvicina, e lui ti aiuterà...' Disse una voce conosciuta.
Proveniva dalle mie spalle, ma ero inchiodata al pavimento, e non riuscivo a muovermi.

'Chi ha parlato!' Urlai.

'.. Ma il suo aiuto ti farà solo del male.' Mi svegliai di soprassalto.

Uno strillo acuto uscì dalle mie labbra, mentre mi accorgevo di essere tutta sudata.
Scesi dal letto e corsi ad accendere la luce.
Presi il cellulare, lo accesi. Una chiamata persa di Ellie, ma nient'altro. Erano le 5:27 del mattino, mi ero alzata più di un'ora prima del mio solito. Quel sogno, o dovrei dire incubo, mi aveva prosciugata di tutte le mie forze.

Quale male si stava avvicinando, e poi, che diavolo voleva dire che il suo aiuto mi farà del male?
Ma soprattutto: l'aiuto di chi?

Un milione di domande aleggiavano nella mia testa, e decisi di fare la cosa che amavo di più: presi una tela bianca dal mio armadio e dei pennelli. Decisi di raffigurare il sogno che avevo appena fatto, così da fissarlo su qualcosa.

Dicono che i sogni sono portatori di notizie, allora io ero destinata soltanto al male.
Mi venne spontaneo disegnare la persona che mi stava inseguendo.

Così tracciai prima la sagoma con un pennello fine, poi cominciai a perdermi nei dettagli.
Alla fine mancava solo un volto, ma visto e considerato che il ragazzo non ce l'aveva, con le mani sporcai la testa facendola diventare tutta nera. Sempre con il palmo delle mani colorai di nero il resto della tela, e quando finii lo lasciai asciugare. Erano le sei, andai a fare una doccia. Ero nuda in piedi davanti allo specchio.

Riuscivo a trovare solo imperfezioni: Quella stupida voglia rossa a mezza luna sotto il seno, quei fianchi troppo prominenti, Il ventre piatto ma le cosce grosse. E poi, quell'odiosa cicatrice. Partiva dalla scapola destra, e tagliava a metà la mia spalla.
La odiavo più di me stessa. Non solo per il suo aspetto, che era obrobrioso, ma soprattutto per il ricordo che portava con se'.

Scossi la testa ed entrai nella doccia.

Le gocce d'acqua calda cadevano sul mio corpo, causandomi brividi di piacere sulla schiena.

Amavo stare ore e ore sotto la doccia, ma non ne avevo mai la possibilità.

Era lunedì , e quello sarebbe stato un giorno scolastico davvero, davvero noioso. Quel sabato avevo appuntamento con Zayn, e sinceramente non vedevo l'ora.
Volevo sapere tutto di lui, e capire la realtà dei fatti: perché all'inizio mi evitava? Insaponai i capelli, e delle gocce di sapone mi andarono negli occhi.

Mi morsi il labbro per il bruciore, e aprii subito l'acqua fredda per rinfrescare l'occhio malandato.
Dopo qualche minuto uscii dalla doccia, e avvolsi il mio corpo in un asciugamano.

Avevo freddo, ma ero imbambolata davanti allo specchio.

Mi sentivo bruttina: senza trucco, con gli occhi rossi e le occhiaie, la faccia momentaneamente rossa per il calore dell'acqua, quelle lentiggini sul naso e sulla prima metà delle gote.
Tornai ad asciugarmi, lavai i denti e mi truccai.

Mezzo chilo di fondotinta copriva tutte le lentiggini, le occhiaie e i pochi punti neri che avevo sulla fronte.

Il mascara nero rendeva lunghe e folte le mie ciglia, e della matita nera sugli occhi mi dava un tocco di sensualità.

Improvvisamente mi venne in mente una cosa: se quel giovedì era l' 11 dicembre, allora il giorno dopo sarebbe stato l'anniversario di morte dei miei genitori.
Sentii gli occhi inumidirsi, ma ricacciai le lacrime indietro e mi sistemai i capelli.
Sciolti e disordinati come sempre: erano troppo folti per stare in ordine, ma mi andava bene lo stesso.

Ora si, che mi sentivo carina. Sorrisi a me stessa e presi la borsa a tracolla e il cappotto nero pesante, regalo di Valerie.
Oramai che Lady, il mio ex- cane era finito al canile, mi sentivo davvero sola.

Tutta colpa di Rose la vicina che aveva spifferato al proprietario dell'appartamento che tenevo un cane in casa.

Il telefono vibrò. Era un messaggio di Liam.

'Ehi Lottie, io ed Ellie stiamo uscendo in macchina, ti va un passaggio?'

Sorrisi, e declinai l'invito. Volevo camminare, così avrei perso qualche chilo entro la fine dell'anno.

Mi chiusi la porta alle spalle e scesi le scale del palazzo.

'Signorina, una busta per lei!' Mi voltai verso il portinaio, James, e vidi che teneva in mano una lettera.

'Grazie mille James' lui mi sorrise, presi la busta e la aprii. Dentro c'erano 100£ e un biglietto

"Per il viaggio. Ci vediamo sabato, tesoro! Baci. Nonna Des." Mi misi a saltellare sul posto, contenta del viaggio che avrei fatto.

Avrei incontrato mia nonna dopo quasi due mesi. Chiusi la busta e la posai nella borsa, al sicuro all'interno di una cerniera.

Improvvisamente, mi illuminai. O dovrei dire, mi rabbuiai.
Quel sabato avevo l'appuntamento con Zayn.

Feci una smorfia, poi uscii dal palazzo. Misi le cuffie nelle orecchie e feci partire 'I knew you were trouble' di Taylor Swift.

Era un peccato, volevo davvero vedere Zayn quel sabato.
Avrei dovuto spiegargli perché non sarei andata, e stranamente non è avevo proprio voglia.

Avevo paura che la prendesse male.

Arrivata davanti alla scuola, controllai se ci fosse qualcuno che conoscevo in giro. Inquadrai Valerie e corsi verso di lei.
Era a cinque metri da me quando qualcuno mi spinse verso il muro laterale della scuola.

'Carther. Che diavolo vuoi?' Ringhiai, con gli occhi stretti a una fessura.

'Voglio soltanto te.'
Detto questo mi inchiodo con le braccia al muro e si infilo' nell'incavo del mio collo.

'C..che sai facendo? S..smettila, smettila subito!' Tentai di spingerlo via, ma la sua stretta era troppo forte.

Mentre mordeva e succhiava la pelle del mio collo cercai di urlare, ma non ne avevo la forza, mi sentivo una bambola di pezza.

Quando finì si stacco' da me.
'Dillo a qualcuno, e sei morta.' La campanella suono', e lui se ne andò di corsa.

Io mi sedetti a terra, e cominciai a piangere.

Dopo una decina di minuti tornai in me, mi alzai e aggiustai i capelli in modo che mi coprissero il collo.
Era ormai tardi per entrare in classe, così andai in mensa e mi accomodai (sdraiai) su uno dei tavoli.

'Anche tu qui?' Sussultai. Aprii subito gli occhi e mi alzai così di fretta che la testa comincio a girarmi.

'Zayn, che ci fai qui?' Dissi, ricomponendomi.

'Te l'ho chiesto prima io!' rispose lui, ridendo.
Si avvicinò e si sedette affianco a me sul tavolo.
Le nostre gambe si sfioravano, e quel contatto mi lasciava brividi su tutto il corpo.

'Beh.. Diciamo che ho fatto tardi.'Dissi, guardando altrove.
'E tu?'

'Non mi andava di fare scuola oggi.'

'Senti, per sabato ho un problema.' Dissi tutto d'un fiato.
Lo guardai negli occhi. Sembrava ferito.

'Oh beh, allora e' stato un piacere. Tanti saluti.' Fece per alzarsi, ma lo bloccai.

'Ooh ma smettila!' Risi. 'Sabato vado a San Francisco per vedere mia nonna. Non so quando tornerò.'

'Ti trasferisci?' Urlo' lui saltando in piedi. Risi dinuovo.
'Ma calmati! No, non mi trasferisco. Tornerò presto' Scossi la testa.

Ma subito dopo me ne pentii.

Sentii di aver spostato i capelli dal collo, così corsi a coprire con la mano il succhiotto lasciatomi da Carther.


'Chi diamine te l'ha fatto questo?'



ciao belle.

sono stanca morta, ho appena finito 3 ore di danza moderna e devo ancora studiare.
la scuola mi sta prosciugando tutte le forze (pt.2)
ormai credo che aggiornero' un giorno si ed uno no, mi dispiace :c

ringrazio chi mi segue, anche se siete diminuite. e chi recensisce, anche se siete diminuite.

mi spezzate il cuore :c
quindi, recensite questo capitolo per favore, mi da la voglia di scrivere!

vado, grazie ancora.
a presto,
Valeria xx

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 12. ***







'Ti ho chiesto, chi cazzo te l ha fatto.'
Gli occhi di Zayn erano completamente neri, quel nocciola stupendo era scomparso.

'Zayn..' mi afferro' per un braccio, e anche lui mi stava facendo male.

'Carther.'
Zayn scatto' in piedi e cominciò a correre verso l'uscita della mensa.

Io restai lì immobile, sentendomi per la seconda volta in un giorno una bambola di pezza.


Suonò la calmpanella, che mi fece saltare. Scesi dal tavolo e uscii dalla mensa diretta al mio armadietto.
'Guarda un po' chi e' resuscitata!' Sorrisi.

'Ellie!' le corsi incontro e ci abbracciammo come se non ci vedessimo da anni.

'che mi racconti dolcezza?' prese sotto braccio e cominciammo a passeggiare per i corridoi affollati.

'Beh... Come posso cominciare? Io e Zayn avevamo un appuntamento sabato prossimo, ma non ci sarò perché vado a trovare mia nonna Des. Poi ci siamo vist in mensa stamattina, e inizialmente l'ha presa male, poi però si è calmato. Poi ha visto che Carther stamattina mi ha fatto un succhiotto e..'

'Che ha fatto Carther?!' Sbotto' Ellie, bloccandosi in mezzo al corridoio.
Alcuni ragazzi si voltarono verso di noi, e io arrossii per l'imbarazzo.

'Stamattina mi ha quasi violentata, non per fare la vittima eh. Mi ha bloccata e mi ha fatto un succhiotto. Ma il punto e' che Zayn e' corso via tutto incazzato, e non so cosa possa fargli.'

Abbassai lo sguardo, mentre Ellie cominciava a spostarmi i capelli dal collo alla ricerca del livido.

'Oh. Mio. Dio. Io lo uccido, gli strappo le budella, gliele trito e gliele faccio bere.'

Scoppiai a ridere, e dovetti tenermi la pancia per il dolore che cominciava a crescere.

Tornai seria immediatamente seria quando vidi Cather in lontananza con la faccia completamente rossa. Mi nascosi dietro di Ellie.

'Se n'è andato?' Le sussurrai da dietro le spalle.

'Si, tranquilla.' Sbuffai e tornai dritta.

'Secondo me Zayn l'ha preso a cazzotti' disse Ellie, inseguendo con lo sguardo Carther.
'Spero vivamente di no. Sai cosa è capace di fare quel pazzo. Mi chiedo che cosa gli sia successo, ricordo che quando stavamo insieme era la persona più dolce del pianeta..'

Sospirai. Era vero, ogni mesiversario mi portava un mazzo di rose rosse, quando fecimo l'amore per la prima volta fu delicato e attento. Non ha mai perso le staffe, e mi proteggeva sempre.

'Non ne ho idea.. Ma e' il caso di andare in classe ora. Cos'hai?'

Le scoccai un bacio sulla guancia e sorrisi.

'La materia più bella del mondo.'



Entrai nell'aula d'arte sperando di non trovare nessuno, invece era già quasi piena. Puntai lo sguardo sugli ultimi banchi, mentre cercavo solo e soltanto lui. Eccolo. Gli andai incontro, mentre lui guardava fuori dalla finesta.
Stavo per sedermi quando una ragazza mi spinse, e prese il mio posto.

'Ehi carina, smamma. Quel posto è mio.'
La bionda ossigenata si voltò verso di me.

'Tesoro, non c'è mica il tuo nome.' In tutto questo Zayn era rimasto a guardare le sue mani posate sul banco.

Istintivamente presi l'uniposca nera dalla mia borsa e presi il braccio di Zayn.
Mentre lui guardava stranito il suo braccio, vi scrissi


'proprietà di Charlotte Destiny Smith'

Lei mi guardò stizzita, poi se ne andò sbuffando. Mi sedetti al suo posto e mi voltai verso Zayn, che accarezzava la scritta con il pollice.

'Ehi' gli dissi, sorridendo.

'Ehi.' Sussurrò lui. Era serio, troppo serio.

'Zayn, che succede?' Gli chiesi confusa. Quel ragazzo era decisamente bipolare.

'Niente.' In quel momento mi innervosii di parecchio, sarà per il ciclo, sarà per il bipolarismo di Zayn.

'Ora mi spieghi.' Saltai in piedi e mi parai davanti a lui. Lui ancora non mi guardava, così ormai furente gli sollevai la testa così da avere gli sguardi sullo stesso piano.

Il mio cuore venne infilzato proprio al centro da una lama, quando vidi il livido bluastro che gli contornava l'occhio.

'C..che diavolo ti e' successo? Zayn, chi e'..'

'Fatti i cazzi tuoi'

Saltai sul posto, e mi allontanai per istinto. Forse noto' che mi aveva ferita, o forse gli feci pena.
Fatto sta che mi prese la mano. a quel contatto rabbrividii

'Scusami, ho esagerato.' Sorrisi, e tornai a sedermi affianco a lui.

'Zayn, ormai siamo diventati amici. Voglio che tu mi dica tutto. Ti prego.' Lui sembrò bloccarsi, e serrò la mascella.
Con l'indice gli accarezzai la mascella, dal mento all'orecchio.

Lui rise, e vidi dalle braccia scoperte che aveva la pelle d'oca.
'Ti sto facendo venire i brividi?' Risi, anche se in realtà ero in imbarazzo. Lui mi guardò, e sorrise a sua volta.

'E se faccio...- comincio ad accarezzarmi il collo, dal mento fino all'inizio della scollatura del mio maglioncino.- così?' Non potevo evitare i brividi che mi attraversavano la schiena, le braccia, le gambe.

Lui scoppiò a ridere, e io arrossii all'istante. Sposto' la mano e tornò ad accarezzarsi la scritta che gli avevo lasciato sul braccio. Lui prese il mio braccio e con la mia uniposca viola che spuntava dal borsellino vi scrisse sopra:

'Proprieta' di Zayn Jawaad Malik.'

Ormai le mie guance andavano a fuoco, lo guardai negli occhi. I suoi bellissimi, magnifici occhi che mi incatenavano a lui ogni volta mi  scrutavano con attenzione.

Potrei giurare di averlo visto arrossire.

'Ehi, così hai un secondo nome?' Dissi, per interrompere quel silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi. Anche se era piacevole guardarlo fisso.

'A quanto pare anche tu! -Risi.- come mai? Credi nel destino?'

Sorrisi.

'No, Malik. Mia nonna si chiama così, me lo ha dato mia madre..'

'Oh. Figo.' Annu.
Risi, e non so con quale coraggio, ma appoggiai la testa sulla sua spalla. Quando ero con lui mi sentivo bene, protetta, al sicuro da tutti i mali del mondo.

Lui poggio' a sua volta la testa sulla mia, e inizio' a giocherellare con la mia infinita raccolta di uniposca. Ne avevo una cinquantina, di tutte le possibili sfumature e tonalità.
A casa avevo una parete interamente ricoperta di scritte, strofe di canzoni o disegnini stupidi fatti da me con quei pennarelli.

Ricordo che la mia prima uniposca me la regalo' Niall per il mio nono compleanno.
Potrà sembrare strano, ma quel pennarello azzurro fu il regalo migliore che ricevetti.

Sospirai.
'Che c'è?' Disse lui.

'Niente, assolutamente niente.' Risposi, sorridendo timidamente.
Tornai dritta, e per non disturbare la lezione presi un foglio e ci scrissi:

"Obbligo o verità?"

E glielo passai. poteva sembrare una cosa stupida (anzi, lo era) ma era divertente.
Lui ridacchiò, poi con il pennarello blu scuro rispose e me lo passo'.

"Verità."

Scrissi velocemente:

"Come lo vedi il tuo futuro?"

Lui mi ripassò velocemente il foglio, dopo aver risposto:

"Artista. Obbligo o verità?"

Quando lessi che voleva il mio stesso futuro, arrossii.

"Verità."

"Primo bacio?"

Quando lessi, ridacchiai silenziosamente  per non farmi rimproverare dalll'insegnante.

"Secondo liceo, Carther. Non ridere. Obbligo o verità?"

Quando glielo passai evitai il suo sguardo.

"Non ci credo lol. Verità."

"E' stato lui a picchiarti? Raccontami."

Lui sbuffo'.

"Si, ho iniziato io, poi e' partita una rissa. Lui è messo molto peggio di me, tranquilla."

Quando finii di leggere mi voltai verso di lui.

'Zayn, non è divertente. Ti metti nei guai e basta. Lascialo stare, d'accordo?"

Lui ruotò gli occhi.

'Non sei mia madre.'

'Si, è ovvio. Ma ci tengo a te, e non voglio che ti faccia del male!'

Mi tappai immediatamente la bocca per l'ennesima figura di merda di fronte a Zayn.

'Ci tieni a me?' Disse lui, con mezzo sorriso sul volto.

'..Tu no?'
La campanella suono', e tutti i compagni uno ad uno si alzarono per andarsene. Anche Zayn si alzo', e fece per andarsene ma lo bloccai.

'..N-non ci tieni a me?'

Per quanto ero stupida, sarei stata capace di scoppiare a piangere in quel momento. Sono così fottutamente emotiva che mi prenderei a schiaffi.

'Devo andare.' Detto questo, corse via. Lontano da me. Lasciandomi, per l'ennesima volta, confusa e.. Ferita.


Ero seduta con le gambe incrociate alla solita panchina di fronte alla scuola.
Nonostante io odiassi il fumo, non potevo negare che mi facesse rilassare in un modo incredibile.

Avevo appena acceso la seconda sigaretta quando qualcuno da dietro me la levò dalle mani.

'Non ti fa bene.' Louis si sedette accanto a me, e mise in bocca la mia sigaretta, espirando il fumo.
Tanti piccoli cerchi uscirono dalla sua bocca.

'Devi insegnarmi!' dissi, ammaliata.

'Significherebbe spingerti a fumare, quindi e' un no.'
Sbuffai.

'Che succede?' Mi chiese lui, guardando dritto davanti a lui. Gli presi la sigaretta dalla bocca e feci un tiro, prima di ridargliela.

'Zayn e Carther si sono picchiati per colpa mia, stavamo legando sempre di più quando mi sono fatta scappare che ci tengo a lui, e lui non ha detto niente. Se n'è andato.' Presi una terza sigaretta e la accesi. 'Non lo capisco, davvero. Con te ha parlato?'
Domandai a Louis, mentre cercavo di imitare i suoi cerchi di fumo.

Il risultato era decisamente scadente.

'Si, ma non ha mai accennato niente sul suo passato o su qualche problema in particolare. Mi dai una sigaretta?'
Mi disse infine, calpestando la cicca con il piede.

Gliene passai una. La quarta quel giorno.
Entro la sera ne avrei dovuto comprare uno nuovo, probabilmente.

'Lou'

'Si?'
'Avete mai parlato di me?' Gli chiesi, leggermente in imbarazzo.

Lui si voltò verso di me e sorrise. Quel sorriso era capace di farmi sciogliere.

'Ti piace!'

Disse lui, allungando per qualche secondo la A.
Risi.

'No, stupido. E' solo che non lo conosco bene, siamo appena diventati amici e...'

'E.. Ti piace!'
Entrambi scoppiammo a ridere.

'Polpettina mia, puoi darla a bere a chi vuoi. Ma al tuo migliore amico non si mente.'

'Okay okay scusa! Si forse mi piace, ma non ne sono convinta. E poi per lui non sono nessuno. Me lo ha perfettamente dimostrato poco fa.'

Sbuffai e mi coricai sulla panchina, mettendo la testa sulle sue cosce.
Lui comincio' ad accarezzarmi i capelli, cosa che mi fece assolutamente rilassare.

'Ti conviene smetterla, se non vuoi che mi addormenti.' Risi, e Louis smise di accarezzarmi i capelli.

'Secondo me dovreste chiarire tu e lui. Comunque venerdì organizzo una delle mie super feste. Vieni vero?'

Sorrisi, guardandolo negli occhi dal basso. 'Certo carotone, mi organizzo con Valerie ed Ellie. A proposito, come stai tu?'

Lui ruppe il contatto dei nostri sguardi e guardò dritto davanti a se, verso la scuola.

'Io sto bene cipollina, ma ti conviene alzarti adesso. Zayn a ore 3.'

Mi sollevai immediatamente, guardando dove aveva detto Louis. Lui si alzo', mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Cominciai a torturarmi le dita, mentre Zayn si piazzava di forte a me.
'Ehi.' Disse lui, probabilmente abbassando lo sguardo. Non lo guardai nemmeno, e non risposi.
'Ce l'hai con me, lo sapevo.'

Mi morsi il labbro per non sorridere, e lui si sedette affianco a me.
'Charlie..'
'No, tranquillo. Capisco perfettamente. Sono io che sono una stupida, mi affeziono troppo presto alle persone. E' anche logico che tu non tenga a me, insomma mi conosci a mal'appena e non sai nemm-'

'Charlie. Stai sparlando.'

Per la prima volta lo guardai negli occhi. Aveva un'aria afflitta.
'Zayn, lo so benissimo che sto sparlando ma non so che farci! Prima mi eviti, poi fai il geloso. Fai l'arrabbiato, poi mi inviti ad uscire. Mi difendi, poi mi dici che non tieni a me. Non riesco a capire Zayn. Aiutami tu, illuminami!' Alla fine del discorso stavo urlando. Mi misi in piedi davanti a lui mentre stava seduto con le mani in tasca. Sbuffò.

'Non sono il ragazzo per te.'

Quelle 6 parole mi spiazzarono, letteralmente. Rimasi a bocca aperta, e analizzai più e più volte quella frase per recare di capire se ci fosse qualche significato sottointeso. No, niente. Era stato chiaro. Anzi, cristallino.

'Bene. Grazie. Mi sento un'emerita idiota, pensare che tu sei stato nella mia testa dal primo momento che ti ho visto. Scusa se ti ho fatto perdere tempo in queste settimane. Infondo dovevo aspettarmelo, sei solo un fottuto lunatico che si crede chissà chi. Addio.' Avevo le lacrime agli occhi. Ebbi solo il tempo di vedere i suoi occhi più brillanti del solito, poi me ne andai via a passo spedito.

Zayn Malik e' morto per me.

Continuavo a ripetermi quella frase, ma in realtà sapevo che ormai il suo nome era stato scritto con un pennarello indelebile sul mio cuore. Si, lo ammetto.

Ho una strafottutissima cotta per quel coglione, lunatico, bipolare, bellissimo, profondo, sexy, Zayn Malik. E dovevo capire che cosa gli era successo, e perchè aveva tutti questi cazzo di problemi a legarsi a me.




Entrai a scuola come una freccia, convinta che soltanto lui era capace di spiegarmi.

'Harry. Dobbiamo parlare.' Non lo salutai, ne' guardai con chi stava parlando. Lo presi per il polso e lo trascinai con me fino alla stanza dei bidelli. Fortunatamente era vuota, così entrammo e chiusi la porta a chiave. Mi piazzai davanti all'unica via di uscita, e aprii le braccia.

'Tu non esci di qui se prima non mi racconti tutto di Zayn.'


'Ciao anche a te, Lottie.'

'Ciao un cazzo, dimmi che problemi ha.'
Cercai di mantenere un'aria seria e incazzata, ma a quanto pare facevo proprio schifo vista la risata che mi regalo' Harry.

'Non ti si addice la parte del poliziotto cattivo.' Sbuffai, esasperata, e mi sedetti a gambe incrociate con la schiena alla porta.

'Harry, ti prego. Ti scongiuro. Ti supplico. Dimmelo, faccio tutto quello che vuoi.'

'Vieni a letto con me?' Rimasi a bocca aperta.
'Cosa? NO! No e poi no!' Lui rise.
'Scherzavo, Charlotte. Sei di Zayn, non vorrei che mi uccidesse.'

Rimasi confusa dalle sue parole. Lo guardai con un sopracciglio alzato.
'Non sono di Zayn. Non sono di nessuno.' La mia voce era di un'ottava troppo alta, cosa che mi rese altamente ridicola.

'Ma smettila, bionda.' Il riccio si sedette accanto a me, e stese le gambe.

'Harry, sono seria. Lui non mi vuole. Non ci tiene a me, Me lo ha detto esplicitamente. E in più ha detto che non sono la ragazza per lui.'

Harry sospiro', e mi guardo'.

'Charlotte, non puoi capire. Ha sofferto tanto nella sua vita, e crede che nessuna donna lo meriti.'
Sgranai un attimo gli occhi, poi guardai davanti a me.

'Che vuol dire? Perché? Perché ha sofferto? Perché nessuna donna lo merita secondo lui?' Un milione di domande aleggiavano nella mia testa, mentre sentivo che il mio stato psico-fisico era messo seriamente male. Avevo bisogno di uno psichiatra come minimo, se non di un manicomio.
'Non sono io a doverti spiegare..'

Accadde tutto un un secondo. Mi lanciai sul riccio, stringendogli le guance con una mano mentre l'altra era a pugno, a dieci centimetri dal cavallo dei pantaloni di Harry.

'O me lo dici, o ti do un pugno sul pisello talmente forse da non farti scopare per i prossimi sei mesi.'

Lo vidi diventare completamente rosso.

'Oukuay, oukuay!' Disse lui mentre gli tenevo schiacciate tra loro le guance, non permettendogli di parlare liberamente.

Tolsi la mano, ma lasciai l'altra sospesa nella sua posizione, come avvertimento.

'Charlotte, vedi... Zayn fino a qualche mese fa aveva una ragazza.' Sbiancai, e sentii il cuore perdere un battito. Lui se ne accorse, e si affretto' a continuare. 'Non era nulla di serio però!- sospirai di sollievo, e lui ridacchio'. -l'unico problema e' che.. Finì male. Lui non ha paura di legarsi alle ragazze, ha paura di.. ferirle.'

Inizialmente pensai stesse parlando metaforicamente, così annuii. Poi mi venne un dubbio.

'Harry.. Nel senso di ferire.. f-fisicamente?' 

Silenzio.



ANGOLO AUTRICE.

ciao amori miei, come va?

io sto bene, anche se oggi sono stata interrogata e non sapevo un cazzo, ma è andata bene a botte di culo B)
tornando al capitolo, mi piace un sacco lalala
avete scoperto finalmente la causa dei problemi di ZAYN.
magari siete stupite, magari ve lo aspettavate, i've no idea <3
avrete notato che sto parlando sempre di Charlie e Zayn, così nel prossimo capitolo cercherò di inserire tutti.

mi dispiace che le mie solite recensitrici siano scomparse misteriosamente(?)
ma amo sempre di più

95Believe e NiallFoodMusic
vi lovvo, stop.

ringrazio chi legge, segue o recensisce, continuaaaateeee grazie. c:
a presto, Baci
Valeria xx


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 13. ***






'Harry.. Nel senso di ferire.. f-fisicamente?'


Lui rimase in silenzio, e abbasso' la testa.

'Oh. Mio. Dio.' Indietreggiai a quelle parole, fino ad arrivare spalle a muro a pochi metri da Harry.
Come se fosse lui il ragazzo che mi faceva paura.

'Charlie, non è come pensi.' Si alzo'. 'Era un brutto periodo, era morto suo nonno e aveva iniziato a bere parecchio. Una sera non so bene perché ma le diede uno schiaffo. Per qualche giorno andò avanti con piccole cose. Poi lo convinsi a smettere di bere e quando capì che aveva picchiato la sua ragazza più e più volte decise di cambiare vita..'

'Harry, non puoi dirmi questo e-e aspettarti che io vada da Zayn a braccia aperte, m-mi fa solo spavento, ora come ora!'

ora un cazzo, avevo paura di lui. Mi sedetti mentre lui rimaneva in piedi, e si passava una mano tra i capelli.

'Non dovevo dirtelo.' Sgranai gli occhi.

'Avresti preferito che mi picchiasse? Harry! Sei fuori di testa!'

'Charlie, sei tu che non ti stai sentendo. Lui ha solo bisogno di andare avanti, ma non ci riesce. Ha paura di ferirti, di farti del male, di farti soffrire. E' per questo che non vuole continuare a legarsi a te. Anche se personalmente credo sia già preso.'
Arrossii leggermente, poi scossi la testa.

'Styles, picchiava la sua ragazza. Io non merito di essere trattata così.'
Vidi Harry rabbuiarsi e sentii le ue nocche schioccare per la stretta che aveva sui pugni.

'Sai Charlie. Credevo fossi diversa, ma in realtà sei una delle tante. Charlotte, sei tu che non lo meriti.' Detto quesi se ne andò girando la chiave nella toppa e sbattendo la porta con tanta forza da farmi saltare.


"Sei tu che non lo meriti"

Era vero. Harry aveva ragione. Zayn non voleva concedersi a me per paura di trattarmi male, e io avevo pensato a lui in modo orribile. Sono una persona orribile. Mi faccio solo schifo. Improvvisamente mi venne il desiderio di vomitare, immaginai fosse perché non mangiavo niente da qualche giorno. Corsi verso la porta dei stanzino tentando di aprirla, ma era bloccata. Spinsi più e più volte verso l'esterno causandomi solo fitte di dolore alla spalla destra. Girai e rigirai la chiave nella toppa almeno trenta volte, ma non successe un cazzo.


Merda merda merda merda.

Corsi a prendere il telefono, ma non c'era campo. Cominciai a battere i pugni sulla porta urlando aiuto, ma nessuno mi sentì. Infondo erano tutti nelle rispettive aule, non come me. Proprio oggi tutti questi casini di fila?

Esasperata mi lasciai cadere a terra. Avevo raggiunto il limite della sopportazione, non ce la potevo fare.
Cominciai a piangere, sentendomi una stupida bambina viziata che piange per tutto.

Zayn.

Stavo facendo io la parte del cattivo, del bad boy che spezza il cuore. Zayn invece aveva rubato il mio cuore senza chiedermi il permesso. Era entrato, e non riusciva più ad andarsene, anche se probabilmente lo avrebbe voluto.
Era ovvio che lo volesse, chi poteva voler stare con una come me?

Una stronza arrogante presuntuosa ed egoista. Megalomane e stupida.

Mentre piangevo tutte le mie lacrime, lentamente chiusi gli occhi e mi addormentai, sdraiata a terra nello sgabuzzino dei bidelli.



'Charlie, ehi sei sveglia?'
La voce di Liam mi fece fare capolino alla vita reale. Peccato, nel sogno che stavo facendo ero morta.

'Mmhh' mugugnai, senza dire niente di veramente sensato.

'Sei rimasta chiusa qui dentro per due ore, Lottie. Su alzati.'
Sbuffai e mi misi seduta, battendo più volte gli occhi prima di mettere a fuoco gli oggetti e le persone che mi circondavano. C'erano Liam, Niall, Valerie e.. Zayn. Quando incrociai il suo sguardo per poco non ricaddi a terra.
I suoi occhi erano una sorta di ancora, che mi stava salvando dalla disperazione. E invece di ripagarlo con la stessa moneta non avevo fatto altro che vittimizzarmi e piangermi addosso.

'Come ti senti?' Mi chiese Valerie, accarezzandomi il viso.
Erano tutti chinati su di me tranne Zayn, che era appoggiato alla parete di fronte con un' epressione seria sul volto.

Mi accigliai mentre lo guardavo, ma lui sposto' gli occhi sulla destra.
Mi sollevai e picchiettai i pantaloni. avendo pianto da truccata dovevo avere l'aspetto di un panda anoressico con un alveare in testa, così passai più e più volte le mani tra i capelli nel tentativo di districare i nodi.
Missione impossibile.

'Sto bene, benissimo. Zayn, possiamo parlare?' Lui mi guardo' attentamente.

'Sei sicura?' Mi chiese, con tono preoccupato. Ovviamente Harry gli aveva detto tutto. Maledizione.

'Zayn, ti prego.' Lui annuì e mi segui' fuori.
'Non entrerò mai più qui dentro, me lo sento.'

Lui camminava lontano da me, a testa alta con le mani in tasca. Era così sexy, diamine.
Mi avvicinai di poco a lui, e lui si allontanò.

'Zayn..' Lui mi guardò negli occhi, poi scosse la testa.
'Ti faccio paura, l'ho capito. Non avresti dovuto scoprire niente. Tutta colpa di quel riccio del ca-'

'No Zayn. Ho costretto io harry, e poi ho fatto la stupida dicendo che mi facevi paura, ma non è vero. Non è vero, cazzo. Quando sono con te sto bene, mi sento protetta e.. felice, e ti assicuro che non sono mai stata tanto felice come lo sono quando sei affianco a me. Quindi no, non mi fai paura. E per di più voglio che ti avvicini, che mi prendi per mano e mi dici che andrà tutto bene. Lo Zayn che ho imparato a conoscere in queste settimane non è lo stesso di prima, e non tratterebbe mai le donne come giocattoli. E adesso, ti prego, non te ne andare.'

I miei occhi verdi incrociarono i suoi nocciola. Avrei voluto piangere per sfogarmi, ma ormai avevo perso la voglia, perché lui era di fronte a me e lentamente si avvicino'.
Prese la mia mano e con una delicatezza unica intreccio' le nostre dita.

Quel momento bellissimo e magico venne interrotto da una voce stridula da Troia.

'Zaynuccio! Tesoro, prima in bagno e' stato bellissimo. Che ne dici di replicare? Anche subito'
Quell'oca di merda gli fece un occhiolino. I capelli neri e lunghi erano così lisci da fare paura, e la faccia era talmente truccata che per riconoscere il naso dovetti strizzare gli occhi.

Stacey.

Guardai un'ultima volta Zayn negli occhi, e sperai avesse riconosciuto tutta la delusione e il dolore che mi aveva procurato, facendo quello che aveva fatto. Mi pentii subito di quello che avevo detto: anche lui era capace di usare le donne per il puro piacere.
Strattonai malamente la mia mano dalla sua e me ne andai a testa alta, senza voltarmi.


Nonostante l'uscita fatta fosse da vera diva, ero seduta nel bagno delle ragazze a piangere.
In non meno di dieci minuti sarei dovuta tornare in classe, così mi sistemai un po' i capelli, asciugai le lacrime e senza rifarmi il trucco uscii dal bagno.
Incontrai Harry per i corridoi affollati, lui mi guardò confuso, ma in pochi istanti mutò la sua espressione in una fredda e cattiva.
Una morsa mi strinse lo stomaco, e nonostante avessi appena finito di piangere mi venne la voglia di chiudermi da qualche parte e urlare come una bambina.

A malincuore entrai in aula e non mi curai degli sguardi di tutti i miei compagni. L'insegnante ancora non era arrivato. Meglio così. Gli ultimi banchi erano occupati così mi sedetti affianco ad una ragazza. Aveva i capelli chiari con lo shatush e lisci che le arrivavano a metà schiena, gli occhi tra il verde e il nocciola e un sorriso stupendo, nonostante i denti fossero leggermente distanziati tra loro.

'Ciao, io sono Hope, piacere!' Disse lei, mentre mi porgeva la mano.
Almeno una delle due era felice. Ricambiai la stretta di mano e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi falsi.

'Charlotte, ma.. Chiamami come vuoi. Sei nuova?' Le dissi semplicemente, sistemando un quaderno a caso sul banco.

'In realtà sono qui da una settimana, tu sei nuova?' Rispose lei, facendo una faccia confusa.
Quell'espressione mi fece ridacchiare.

'Io no, per niente. Semplicemente vengo poche volte rispetto a tutti gli altri.' Ridemmo insieme. Per un attimo mi dimenticai di tutto il dolore che mi soffocava. Per un attimo però.
'Ehi, non c'è bisogno di fingere. Se un sorriso e' falso, tanto vale piazzarsi un broncio in faccia e chiudersi in se' stessi. So che mi conosci da si e no un minuto e trentacinque secondi, ma puoi dirmi tutto.'

Restai paralizzata. Quella ragazza era stata capace di leggermi dentro, solamente da un'espressione.

'Sai, voglio fare psicologia.' Scoppiai a ridere, ma una fitta al seno mi fece tornare seria.

'Ho una cotta per un ragazzo dolce, gentile e romantico. Peccato che con tutti gli altri sia violento, puttaniere e stronzo.'
Lei mi guardò negli occhi per qualche secondo, con un'espressione accigliata.

'Credo che tu debba preoccuparti solo di come si comporta con te. Infondo se agisce in modo differente vuol dire che ti mette su un piano diverso rispetto ad altri amici o conoscenti. Vuole farsi vedere per quello che realmente e'. Però resta il fatto che non lo conosco, non so che gli passa per la testa.'
Le sorrisi, riflettendo su quello che mi aveva appena detto.


"Zayn fa tutto questo perché sono importante per lui?"


non odiatemi!

SO DI ESSERE IN RITARDO, MA SONO STATA IMPEGGNATA.
il capitolo era già quasi finito domenica, ma sono stata tutto il giorno fuori casa, quindi non ho potuto usare il computer o il telefono per scrivere la fine.
ieri era il compleanno di mia sorella e ho cucinato tre torte, ho fatto i compiti, ho pulito casa e ho lavato i capelli e infine alle 8 sono uscita per andare a mangiare fuori. mi sono sentita in colpa tutto il giorno :c
e poi sono appena tornata dalla palestra.
ora pubblico anche il capitolo successivo, così non mi sento più in colpa ^^

baci,
Vale <3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo 14. ***





P.O.V. ZAYN.


Sono un emerito coglione. Perché? Che cazzo ho fatto per meritarmi tutti questi casini?

Ah, già. Uso e picchio le donne, senza un valido motivo. Ma lei è diversa, lei è una storia apparte.

Charlie non è una ragazza qualunque, è speciale. I suoi occhi, i suoi capelli, il suo sorriso, sono capaci di farmi sciogliere. Ogni volta che la guardo, o che per caso incontro i suoi occhi, un trilione di scosse elettriche mi attraversano il corpo. L'ho capito, che mi sto innamorando.
E allora perché continuo a fare lo stronzo? Charlie era li ad accogliermi a braccia aperte, e io ho saputo solo respingerla.

L'ho delusa, ferita, ma soprattutto, l'ho lasciata entrare. Probabilmente l'ultimo era il male peggiore che potesse capitargli.

Ecco perché all'inizio ho cerato di evitarla. L'avevo capito da subito che lei sarebbe diventata qualcosa di più.

Ma come?

'Zayn, mi stai ascoltando?'
La voce del mio migliore amico interruppe i miei pensieri, facendomi tornare coi piedi per terra.

'Cosa?' Harry sbuffò, e con fare poetico mi mise una mano sulla spalla.

'Charlie, eh?' Sorrisi istintivamente, poi mi alzai dalla sedia.

'Hazza, non fare lo stupido, lo-'

'No Zayn, non fare tu lo stupido. Si vede lontano un miglio che tu e lei vi piacete. Posso sapere cosa ti impedisce di fare la prima mossa?'

Distolsi lo sguardo, e presi la chitarra dal letto. Suonai degli accordi a caso, poi la posai.

'Ma non ti vedi? Da quando l'hai conosciuta sembri uno zombie. Fai tutto meccanicamente, hai la testa da tutt'altra parte e soprattutto, fai di tutto per ferirla. Se non l'hai notato in tutta la mattinata ha pianto come minimo quattro volte.'

Alle ultime parole mi bloccai in mezzo alla stanza.
'Perchè ha pianto?' Chiesi ad Harry, preoccupato come non mai.

'Ti è dato di volta il cervello? Primo: Carther l'ha usata. Secondo: le hai fatto capire che non tieni a lei, mentre è tutto il contrario. Terzo: io.. Beh l'ho trattata di merda. Quarto: dopo la vostra chiacchierata l'ho vista correre via con le lacrime agli occhi. Un consiglio da amico: smettila di distruggerla, è fragile, si spezza, non è indistruttibile come te.'
Detto questo il mio migliore amico lasciò la stanza, e sbattè la porta dietro di lui.

Mi buttai a peso morto sul letto. Probabilmente avevo contribuito a rovinarle la giornata. Senza il "probabilmente". Sono un cazzone. Ho deciso, basta con lo Zayn puttaniere e stronzo, mi costa molto diventare uno sdolcinato, ma non ho intenzione di perdere Charlie.

Non la perderò.

Mi alzai di fretta e senza nemmeno aggiustarmi il ciuffo o guardarmi allo specchio corsi fuori. Rientrai due secodi dopo come uno stupido avendo lasciato il portafogli e il cellulare sul tavolo.

Chiamai Louis, il migliore amico di Charlie. Suonava.

'Qui è Louis. Chi parla?' Sorrisi.
'Louis sono Zayn. Ti posso fare qualche domanda?'

'Amico, sono innocente!' Scoppiai a ridere, nentre lui rimaneva in silenzio.
'Seriamente, che ho fatto?'

'Ma niente, cretino. Sai se adesso.. Charlie è a casa?'
Lui rise.
'Ti piace' disse Louis, allungando i qualche secondo la A.
sbuffai.

'Si okay? Mi piace. Mi piace tutto di lei, dai capelli morbidi e disordinati al sorriso radioso che ha. Il suo essere sempre allegra, anche se avrebbe tutti i motivi per chiudersi in casa a piangere. E odio il fatto di farla soffrire, quindi voglio farmi perdonare.'

'Zayn, non ti ho chiesto la trama della vostra strana storia d'amore. Comunque ora dovrebbe essere alla gelateria 21's, in gold street.'

'Grazie Lou, ti devo un favore.'

'Allora non farle del male. Altrimenti di spezzo le ossa del bacino.'
Risi di gusto, poi tornai serio.
'Ci conto.' Chiusi la telefonata.

Ora si fa sul serio.
Aprii lo sportello della RangeRover, entrai in macchina e partii.
C'era una fila lunghissima di macchine, così mi piazzai in coda e accesi la radio. Mentre le note di 'i'm yours' riempivano l'auto, pensai a cosa avrei fatto non appena avrei incrociato i suoi occhi verdi.

Vuoto totale.
'Ehi Charlie, come va? No, troppo tranquillo. Charlie, come mai qui? Idiota, ci lavora. Chi si rivede! Ma smettila, testa di cazzo. Ora parlo pure da solo, meno canne Zayn.'

Scossi la testa, e decisi che avrei colto l'attimo.

'I won't hesitate no more, i'm yours'
Mentre cantavo le ultime strofe la fila di auto ripartì, e io con loro.
Una morsa mi strinse lo stomaco quando vidi la gelateria in lontananza.

Parcheggiai, scesi dalla macchina e mi bloccai difronte alla porta a vetri. Potevo vederla da lì.
I capelli chiusi in una treccia disordinata, le labbra sottili e rosee e quelle lentiggini mozzafiato sul naso e sulle gote.

Poi notai le occhiaie, la faccia leggermente scavata e il colorito pallido. Sentii che il mio cuore perse un battito.

Entrai spedito nella gelateria e mi sedetti allo sgabello che dava sul bancone. Lei era messa di spalle e stava preparando una sottospecie di frullato.
Non appena si girò e mi vide il bicchiere le cadde dalle mani, andando a sporcarle tutto il grembiule.
Sorrisi, vedendo l'effetto che le avevo fatto.

'Merda.' Disse lei, pulendosi alla bell'e meglio con dei tovagliolini.

'Ciao anche a te' le dissi, guardandola divertito. Lei alzò lo sguardo facendo incrociare i nostri occhi. Brividi mi attraversarono la schiena. Charlie arrossì e abbassò lo sguardo, seria.

'Che ci fai qui?' Mi chiese, tornando a preparare il frullato che aveva fatto cadere.
'Volevo.. Un gelato.' No idiota che non sei altro, non volevi un gelato, volevi Charlie!

'Oh. Che gusto?' Si spostò verso l'espositore di gelati, e prese in mano un cono.
'Emh.. Cioccolato e nocciola.' Dissi.

Mi sentii uno stupido, non lo volevo nemmeno il gelato. Lei sorrise e me lo porse.

'E' il mio gusto preferito' mi disse, abbassando lo sguardo. Feci un sorriso a 32 denti e presi il cono gelato. Senza voglia cominciai a mangiarlo, poi quando lei si voltò dall'altro lato lo buttai nella pattumiera.

Non sapevo che dire.
'Così lavori anche qui..'
'Già.'
'Come mai?' Le chiesi, poi mi tirai una sberla mentale: secondo te perché lavora? Idiota!

'..problemi finanziari.'

Disse lei, tenendo gli occhi bassi sul bancone interno.

'Ma i tuoi genitori non lavorano?' Le stavo facendo un interrogatorio porca puttana.

'Sono morti quando avevo 12 anni' Disse, senza giri di parole.
Sgranai gli occhi.
'Oh, mi dispiace.. Scusa, non lo sapevo.'

'Tranquillo, ormai sono passati 5 anni.'

'Non hai ancora 18 anni?'
'Emh, li compio il 30 dicembre.'
'Figo. Io ne faccio 19 il 12 gennaio.' Sorrise, e finalmente mi guardò negli occhi.

I suoi occhi verdi mi fecero tornare immediatamente serio. Erano magici, me lo sentivo.

'Così.. Sabato parti.'

'Esatto. Ma credo di tornare entro un paio di giorni, non posso lasciare il lavoro a lungo.'
Annuii. Tra noi calò un silenzio imbarazzante, interrotto da qualche cliente.

'Charlie, mi dispiace.' Lei mi guardò confusa, poi continuai. 'Per averti ferita.'

Charlie abbassò lo sguardo e subito dopo tornò a guardarmi.

'Non fa niente. Non ti preoccupare.' Mi alzai istintivamente e andai dietro al bancone per avvicinarmi di più a lei.
'Non è vero. So che hai pianto, che ci sei stata male, e mi dispiace. Voglio farmi perdonare. A che ora stacchi?'

Le dissi, sorridendo. Lei arrossì.
'Tra mezz'ora. Perché?' Le sorrisi, e acquistai sicurezza.

'Ti porto in un posto.' Detto questo le lasciai un bacio sulla guancia e uscii dalla gelateria.


P. O. V. Charlotte


Ero rimasta immobile. Mi aveva lasciato un bacio sulla guancia. Per poco non svenivo.

Mi sedetti sullo sgabello sul retro. Dopo qualche minuto mi resi conto che stavo per uscire con Zayn Malik.

Saltai in piedi e corsi alla mia borsa. Fortuna che mi portavo dietro i trucchi. Presi il fondotinta e lo passai con una velocità incredibile su tutta la faccia, soprattutto sulle occhiaie marcate. Applicai il mascara attenta a non sporcarmi le palpebre e sciolsi i capelli. Ero leggermente meno orribile. Posai le mie cose e mi sedetti a uno dei tavolini in attesa di Zayn.
Passarono circa quindici minuti, e di Zayn nemmeno l'ombra.
Quando ormai la mia pazienza era andata a farsi fottere un profumo di tabacco e colonia mi fece rabbrividire.

Mi alzai e mi voltai. Era lì, in tutta la sua bellezza. Indossava una maglietta semplice bianca e sopra un gilet nero.
I jeans scuri erano bassi e potevo vedere la marca dei boxer. Sorrisi e arrossii.

'Ehi' disse lui. Si avvicinò e mi lasciò un veloce bacio sulla guancia. Rabbrividii e abbassai lo sguardo.
'Ciao' sussurrai, imbarazzata.

'Sei pronta?'mi chiese, inclinando la testa di lato. Annuii, mi prese per mano e uscimmo dalla gelateria.
Qul contatto mi fece venire la pelle d'oca, e sorrisi involontariamente.

Mi aprì la portiera della sua auto e salii. La richiuse, e restò qualche secondo in più a guardarmi dal finestrino. Ressi il suo sguardo, diventando seria. Lui fece il giro e si sedette accanto a me.

'Dove andiamo?' Gli domandai timidamente. Mi faceva quest'effetto. Zayn sorrise, e mise in moto.

'Sulle stelle.'

'Zayn, quanto manca?' Lui rise.
'Per la ventesima volta, manca poco!'
Ridemmo insieme, e appoggiai i piedi sul cruscotto dell'auto di Zayn.

'No! Scendi i piedi da lì ti prego!' Risi, e tornai composta.
'Hai fratelli o sorelle?' Gli chiesi.

'Sorelle, le ho lasciate dove vivevo prima. Tu?'

'Figlia unica. Colore preferito?'

'Rosso. Il tuo?'

'Verde.'

'le altre ragazze della nostra età avrebbero detto viola, rosa, e cose del genere'
Divenni seria, e lo guardai negli occhi.

'Io non sono le altre ragazze.' Lui sorrise.

'Ne sono più che certo.' Tornai a sorridere, e lui prese dalla sua tasca l'iPhone. Scrisse qualcosa, e io mi preoccupai.

'Non dovresti usare il cellulare mentre guidi.' Lui mi guardò divertito, poi posò il telefono e strinse entrambe le mani sul volante.

'Scusi, signorina!' Scoppiammo a ridere, e lui lentamente rallentò.

'Zayn, perché ti fermi?'

'Siamo arrivati.' Sgranai gli occhi.
'Ma se siamo nel bel mezzo del nulla!' Attorno a noi c'erano solo alberi, piante e fiori.

'Vieni, dai!' Scese dall'auto e lo raggiunsi. Mi prese per mano e cominciammo a camminare in un sentiero sterrato in mezzo a due querce. Notai sul tronco di una delle due un cuore attraversato da una freccia, incisi. Sorrisi, e mentre camminavo mano per mano al fianco di Zayn pensai a come potesse essere la vita come signora Malik. Mi diedi mentalmente della stupida e ridacchiai.
Il moro affianco a me mi guardò, sorridente.

'Perché ridi?' Risi ancora più forte, facendolo confondere.

'Si ride e si piange. Se ridi non deve per forza esserci un motivo, vorrà dire semplicemente che sei felice.'
Mi stupii io stessa della profondità delle mie parole.

'Riferendomi a quello che mi hai detto stamattina a scuola, anche io sono felice quando sei affianco a me. Mi sento bene, come non mai.'
Arrossii, e tornai a guardarlo negli occhi.

'Sai Zayn? Io credo nel destino. E sono convinta che quando io e te ci incontrammo per la prima volta, la nostra strada era già stata scritta.'

'Insieme.' Aggiunse lui, facendomi rabbrividire. Certe parole dette da lui suonavano così maledettamente sexy. Come "insieme", "felice", "Charlie". Brividi in tutto il corpo.
D'un tratto la strada davanti a noi si aprii, facendomi trovare una tovaglia sa picnic a terra, un cestino e una coperta.

Sorrisi entusiasta.

'E questi?'



Ed ecco un nuovo capitolo!

amatemi, care.
non ho molto da dire.
solo, amo il capitolo.
il primo POV ZAYN uidhoguifrgy
un bacio immenso a 95Believe, ti amo troppo uhriufrig
dopo domani aggiornerò.
bacii
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 15. ***


 




'Questo, signorina, è il nostro primo appuntamento.'

Sorrisi, e cominciai a torturarmi le mani.

'Vieni, mettiti qui.' Zayn si sedette sulla tovaglia da picnic stesa sul prato, e io con lui.
Aprì il cestino e prese due birre in bottiglia, una confezione di fragole al cioccolato e dei Ferrero rocher.
Risi.

'Birra e dolci? Sei davvero un genio!' Zayn mi diede una leggera spinta, e scoppiammo a ridere.

'Iniziamo dalle fragole o dalla cioccolata?' Risi, mi passò un Ferrero Rocher e lo scartai. Non avevo molta voglia di mangiare, ma pur di non dire stronzate in sua presenza ficcai un cioccolatino intero in bocca. Sentivo le farfalle nello stomaco, o una cosa del genere. Stando ai milioni di romanzi d'amore che avevo letto, quelli era amare qualcuno. Amavo Zayn? No, era troppo presto. Era solo attrazione quella, sicuramente. Con Carther era stato tutto diverso: all'inizio eravamo solo amici, poi inizio' a piacermi fisicamente e infine arrivarono quelle farfalle. Le sentivo tutte le volte che diceva di amarmi, e io come lui. Era troppo presto, per amare Zayn. Non credevo nell'amore a prima vista, ero convinta che fosse una cosa troppo fantasiosa, o assolutamente rara. Tipo 2 persone su 2000. Per un attimo mi passo' per la testa l'idea che io e Zayn potessimo essere quei 2, ma la accartocciai.
Anche se non mi sarebbe dispiaciuto per niente.

'Non mangio fragole con la cioccolata da anni.'

'Come mai hai smesso?'

'Sai, una volta ero grassa. Per dimagrire mi privai di molte cose, tra le quali la cioccolata. Poi ho iniziato a risparmiare per pagare la retta della futura università, così la cioccolata era diventata solo uno spreco di soldi.'
Lui annuì, e io mi sentii nuda.

'Zayn, ormai sai tutto di me. dimmi qualcosa di te.' Gli dissi, sdraiandomi a pancia in giù sull'erba. Quel contatto era davvero speciale, mi faceva sentire viva.

'Ecco.. Non c'è molto da dire. Cosa vorresti sapere?' Mi chiese, sdraiandosi accanto a me.

'Cosa ti piace, com'era la tua vita prima di.. qui, cosa fai nel tempo libero...'

'Amo tutto quello che riguarda l'arte, ho la passione per la fotografia. Prima di trasferirmi ero una specie di bullo, nessuno oltre Harry era davvero mio amico. Faccio da apprendista fotografo in uno studio Professionale. Oh, guarda che ho portato!' Zayn si sollevò e aprì il cestino, tirandone fuori una polaroid bianca.

'Oddio, ma è bellissima!' Lui la porto' agli occhi e mi scatto' una foto.

'Zayn, sono orribile. Non farmi foto ti prego' dissi ridendo. Lui mi guardò sorridendo, ma con uno sguardo serio.

'Sei bellissima'

Arrossii, e abbassai il viso. Lui mi sollevo' dal mento e mi guardo incessantemente negli occhi. Ruppe il contatto dei nostri occhi per guardare le mie labbra. Il mio cuore perse un battito. D'un tratto presi dalle sue mani la polaroid e gli scattai una foto. Lui mi guardo' stranito, poi rise scuotendo la testa.

'Scattiamone una insieme.' Annuii e mi avvicinai di fianco a lui, e sorrisi alla fotocamera che stava tenendo lui. Dopo aver scattato la polaroid stampò la foto. La sventolai la foto e poi la osservai.
Era bellissima. Sorrisi e gliela mostrai.

'Questa è solo la prima!' Ridemmo insieme, e continuammo a scattare foto.

Ne stampammo un centinaio, Una più bella dell'altra. Le avevo raccolte tutte nella mia borsa, e mentre le posavo notai la mia uniposca blu.
La presi, e quando Zayn la vide mi sorrise.
'Come stamattina?' Mi fece vedere che sul suo braccio la scritta era ancora evidente, anche se meno marcata. Io a mia volta mostrai il mio braccio. Zayn con l'altro braccio scattò una foto a entrambe le scritte. Risi, e disegnai sulla sua mano un cuore.
Lui sorrise guardandola, e mi strappò dalle mani il pennarello.
Io raccolsi i capelli in una coda di cavallo e mi sdraiai a pancia in giù sulla coperta.

Guardò prima l'uniposca, poi me, poi il mio collo. Vi scrisse qualcosa, mentre io cercavo di stare ferma per il solletico.

'Che hai scritto?!' Gli urlai scherzosa. Lui alzò le mani in segno di resa, e rise.

'Sexy'
Arrossii all'istante, mentre lui annuiva sorridente. Abbassai lo sguardo, poi ripresi in mano l'uniposca.
Gli presi il braccio già scritto e sul polso scrissi 'amico.'

Quando lesse, mi guardo' attentamente negli occhi. Mi sentii morire sotto il suo sguardo.
'Passa'
Gli diedi il pennarello, e lui sul mio polso stavolta scrisse

'Di più.' Il mio stomaco non stava più fermo, le farfalle stavano facendo feta lì dentro.

Erano le 8, e il sole cominciava a calare.

'Chi la vuole l'ultima fragola?'dissi, per cambiare discorso. Lui scosse la testa, e chiuse il pennarello.

'Prendila tu, ne hai mangiate solo tre.'

'No, ti prego!' Lui miguardo alzando un sopracciglio.

'Il mio stomaco è piccolo.' Dissi, guardandolo con un sorrisetto. Lui scoppiò a ridere, e si sdraiò sulla tovaglia. Con un coraggio sconosciuto, presi la fragola e gliela feci mordere tenendola con le mie mani. Lui sorrise, e dopo averla finita mi tiro' con lui sul prato.

'Starei così per tutta la vita.'

Annuii, e poggiai la Testa sul suo petto.

'Ehi ehi, il tramonto!' Disse Zayn. Saltammo in piedi, e mi piazzai dritta verso il sole calante. Zayn prese la polaroid, la ricaricò e scattò qualche foto.

Dopo averla posata mi si avvicinò, e cinse il mio bacino con le sue braccia. Eravamo a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il suo respiro irregolare sulla mia pelle. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi profondi, meravigliosi occhi. Erano una calamita per i miei. Zayn si avvicinò sempre di più, facendo aderire i nostri petti.
Lui aveva il capo chino, e io lo tenevo sollevato per permettere ai nostri sguardi di incrociarsi.
Il mio cuore cominciò a galoppare, e pregai che Zayn non lo potesse sentire. Presa com'ero da lui non notai che anche il suo cuore andava più velocemente del normale. Quindi, o aveva problemi cardiaci, o io ero la causa.

Eravamo entrambi seri, e ci fissavamo incessantemente negli occhi.

D'un tratto, le nostre labbra si incontrarono.

In quel preciso istante il mondo attorno a noi svanì magicamente. C'eravamo solo io e lui, contro tutto il resto del pianeta.

Le mie mani erano poggiate sul suo petto, le sue sui miei fianchi. Avevo gli occhi chiusi, ero incapace di aprirli. Mi convinsi che se li avessi aperti un milione di lacrime sarebbero sgorgare da essi.
dopo tutto questo tempo, sarebbero state lacrime di gioia.

Era un bacio casto, dolce e delicato. A un certo punto però Zayn passo' la sua lingua sul mio labbro inferiore.

Un po' titubante aprii le labbra, lasciando approfondire quel bacio. Oramai era diventata una cosa passionale, le sue mani ora erano dietro il mio collo, e le mie tra i suoi capelli. Mentre le nostre lingue giocavano tra loro a rincorrersi, sentii che il mio cuore sarebbe scoppiato da un momento all'altro.

Dopo qualche minuto, Zayn si stacco' da me. Avrei preferito morire asfissiata, anziché dividere le nostre labbra.
Così mi sollevai sulle punte e gli lasciai un'altro bacio delicato e eli e sulle labbra.

'Forse è meglio andare, sta arrivando il buio.'

Annuii, anche se non ero per niente convinta delle sue parole. Volevo rimanere lì anche tutta la notte, l'importante era che ci fosse anche lui a tenermi la mano. Come se mi avesse letto nel pensiero il moro prese la mia mano sinistra, la baciò, e mi tirò a sè in un abbraccio.
La sua stretta era dolce, mentre la mia era diversa. La stretta che avevo su di lui era quasi un bisogno, ecco, ormai avevo bisogno di lui.

Era capace di rendermi felice come non riuscivano a fare neppure i miei migliori amici.
Stavolta fui io a dividere l'abbraccio, ma solo per andare a prendere la mia borsa. Lui si chinò per prendere la tovaglia e il cestino, mentre aprì la coperta e me la mise sulle spalle.

'Grazie' sussurrai, mentre mi avvicinavo a lui.

Zayn mi circondò le spalle con il suo braccio e ci incamminammo insieme verso la macchina. Quando passammo di fronte alle due querce viste qualche ora prima, presi il pennarello blu dalla mia borsa e scrissi sulla corteccia dell'albero di destra:

"Z & C. 11-12-13"
Lui ridacchiò, poi si allontanò di poco da me per cercare le chiavi dell'auto nelle sue tasche. Dopo aver aperto l'auto mi fece salire come un gentiluomo, poi si sedette anche lui e mise in moto.
Accesi la radio, per colmare il silenzio che si era creato.
Partì 'Counting Stars' dei One Republic. Amavo quella canzone, e senza pensarci cominciai a cantare.

'Lately i've been i've been losing sleep,-'

'Dreaming about the things that we could be.'

Ci guardammo negli occhi, e io sorrisi timidamente.
'Sai, lo capisco.'

'Ma chi?' Chiesi, ridacchiando.

'Il cantante degli one Republic. Anche io come lui ho perso il sonno pensando a quello che potremmo essere.'

Il mio povero e stanco cuore perse un altro battito. Di questo passo avrei avuto bisogno di un Pacemaker. Tornai immediatamente seria, e mi sistemai i capelli dietro l'orecchio.

'Ho realizzato che.. è presto. -una fitta allo stomaco mi colpì- non ci conosciamo ancora così bene, e siamo usciti insieme solo una volta. Tutte le volte che ci incontriamo a scuola o litighiamo o succede qualche dramma.'

Annuii, e decisi che era meglio smettere di guardarlo negli occhi. Nonostante avesse pienamente ragione, avevo una voglia matta di essere qualcosa in più per lui. Ufficialmente.

Non potevo reggere più il suo sguardo, e poi lui partì iniziando a guardare la strada davanti a lui. Improvvisamente mi venne la voglia di cambiare la canzone.
Alla radio partì True Love di Pink. Peggio di così non poteva andare. Nonostante tutto mi accomodai sul sedile, e voltai la testa verso il finestrino. Lentamente, caddi nelle braccia di Morfeo.


P.O.V. ZAYN



L'avevo baciata. Finalmente sapevo il gusto delle sue labbra. Cioccolato.

Charlie stava dormendo sul sedile accanto al mio. Sembrava una dea, aveva il viso rilassato e i capelli un pò da tutte le parti.
Sorrisi, pensando a quanto era tenera.

Ma l'allegria non durò a lungo, in quanto mi tornò in mente la sua espressione delusa quando le avevo detto che era presto per essere un "noi". Come sempre, non ne combinavo una giusta. Sospirai, mentre il mio telefono cominciava a vibrare.

Harry. Risposi.

'Ma si può sapere dove cazzo sei, amico?'
Ridacchiai.

'quell' "Amico" alla fine della frase stona, sai?' Lui rise.

'Seriamete, Zayn dove sei? Non mi hai risposto per tutto il pomeriggio. Se sei andato ad ubriacarti giuro che ti-'

'Harry, sono uscito con Charlie' Lo zittii.

'Com'è andata? Oddio, devi raccontarmi tutto! Avete scopato? Magari in macchin.. Oh no Zayn, non dirmi in macchina! Non salirò mai più sulla tua auto brò.' Scoppiai a ridere, e per sbaglio svegliai Charlie.

'devo andare. a dopo.' chiusi la telefonata.

Charlie Si stiracchiò, poi sbattè più e più volte gli occhi. Si voltò verso di me e sorrise. Aveva il maglione leggermente sceso, e potei vederle il reggiseno bianco. Appena lo vidi distolsi lo sguardo, arrossendo.
Non posso negare che qualcosa lì sotto si svegliò.

La sua voce mi fece tornare in me.

'Dove siamo?' Mi chiese, con la voce impastata dal sonno. Mi fece tenerezza. Era la prima ragazza che mi faceva provare tutto questo.

'un isolato da casa tua.' Le risposi. Notai con la coda dell'occhio che si stava sistemando velocemente la maglia. Sorrisi. Paecheggiai di fronte al suo palazzo, e mi voltai verso di lei.

Era bellissima.
'Sei bellissima.' Lei arrossì, e io sorrisi.
'Non mi stancherò mai di ripeterlo.' Lei fece un sorriso stupendo che mi fece stringere il cuore.

'Grazie, anche tu non sei male!' Ridemmo insieme, e lei si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
'Io scendo allora..'

Istintivamente mi allungai verso di lei, e le lasciai un bacio sulle labbra. Fu dolce, e lento. Decisi di non approfondire il bacio, o sarei stato capace di saltarle addosso.
Si staccò lei per prima, e mi sorrise. Sorrisi a mia volta. Charlie scese dall'auto, e chiuse lo sportello.
Prima di entrare nel palazzo si voltò verso di me e mi saluto con la mano.
Ricambiai il saluto, e partii.

Ero cotto di lei, era diventata la mia droga.




VI CHIEDERETE: PERCHE' QUESTA MATTA HA PUBBLICATO 3 CAPITOLO IN 2 GIORNI?
ma che ne so HAHAHAHAHAHAHAH appena ho finito questo capitolo (10 minuti fa) mi è venuta una voglia matta pi farvelo leggere
duirhpifgurrgfpri
AAAAAH SI SONO BACIATII RIUFHRIFUHEROFGYERF
un salauto speciale a tutte le lettrici, e a chi recensisce.
SCAPPO.
a 95Believe, la fan numero 1 di Charlie. i love you.

baciii
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 16. ***








Erano circa le 3 del mattino, e io ero seduta sul mio letto, ancora interamente vestita.
Avevo addosso solo una coperta, per non morire congelata. Dopo aver pensato per ben 3 ore di fila all'appuntamento con Zayn, mi resi conto che quel 12 dicembre di 6 anni prima un incidente distrusse la mia infanzia.

*flashback*
'mamma, mi leghi la treccia? l'elastico è caduto.'

'dove ti è caduto, tesoro?'

'credo sotto il sedile. controllo subito'
mi gettai sotto il sedile della macchina di mio padre, attenta a cercare l'elastico nero. stavo andando a fare comere per il ballo d'inverno. ero entusiasta, magari avrei ballato con Phill. 

'Rob, rallenta. Stai andando oltre il limite.'

'El, non abbiamo nessuno davanti, così arriveremo prima.'

'mamma, l' ho trovato!' 
appena saltai sul posto, con l'elastico in mano, feci appena in tempo a capire quello che stava succedendo.
un camion rosso sbucò da destra. sentii il tocco caldo di mia madre sulla mia spalla, che mi spinse sotto il sedile.

*fine flashback*

Brividi mi attraversarono il corpo.
Scossi la testa, per cercare di mandare via quei pensieri.
Sarei dovuta andare a scuola. E non avevo studiato affatto.

Corsi a prendere il libro di algebra, sperando di trovare poche pagine segnate. 23 pagine e una scritta in alto "venerdì: compito in classe."
Mi pestai il libro in testa, poi corsi in cucina a mettere su una caraffa di caffè.


Erano ormai le 7:35, e io stavo ancora ripetendo le equazioni del cazzo. Stanca morta mi alzai dal letto e andai in bagno a fare una doccia. L'acqua calda era finita, così mi subii una doccia congelata. Indossai un maglione di lana molto largo bordeaux, un jeans a sigaretta chiaro e gli Hug. Notai allo specchio che il succhiotto di Carther ed ancora visibile, e cercai di nasconderlo con il fondotinta e la cipria. Finii di truccarmi e corsi fuori con il libro di algebra in mano.

Uscita dal cancello del palazzo sentii un fischio dalla mia sinistra. Mi voltai e incrociai lo sguardo di Zayn.
Era appoggiato alla sua RangeRover con le mani in tasca. Sorrisi, e gli andai incontro.

'Ai cani si fischia' gli dissi. Non riuscii a fare l'offesa, e sorrisi.
Lui ridacchiò, e si avvicinò a me. Prese il mio viso tra le mani e mi lasciò un bacio delicato sulle labbra.
Il mio cuore volò fuori dal petto. Chiusi gli occhi assaporando le sue labbra. Quel contatto mi fece magicamente dimenticare di tutti i dolori della mia vita, ma soprattutto quello più imminente: l'anniversario di morte dei miei.
Dopo qualche secondo si staccò e mi sorrise.

'Come mai sei passato?' Gli chiesi, controllando sul cellulare se mi avesse mandato qualche messaggio. Nessuno.

'Volevo farti una sorpresa. Andiamo?' Rispose lui.

'A scuola?' Lui rise.

'No, in paradiso.' Arrossii per la figura da stupida che avevo fatto, e salii in macchina senza aggiungere altro.
Allacciai la cintura, e mi voltai verso di lui. Mentre osservavo ammaliata la sua figura, Zayn si voltò facendomi saltare.

'Sono così bello?' Disse. Scoppiai a ridere.

'Sicuramente, miss.' Lui scosse la testa, e fece finta di asciugare una lacrima. Mise in moto mentre io ancora stavo ridendo.

'Hai chiarito con Harry?' Mi chiese. Sgranai gli occhi.

'Come lo sai?' 'Stavamo parlando e mi ha detto che ti ha trattata di merda. Cos'è successo?'

'Emh.. Beh, quando mi ha detto cosa facevi alla tua ragazza io l'ho presa male, diciamo. E lui ha detto che.. Non ti merito, e altre cose poco carine. Poi sono rimasta chiusa nello stanzino.' Lui mi guardò fisso per qualche istante. 'Guarda la strada!' Urlai.
Zayn sorrise, e tornò a guardare dritto.

'Non dovevi venirlo a sapere così, mi dispiace..' Annuii.

'E' tutta colpa mia, sono impulsiva a volte, lo avrai notato!' Ridemmo assieme, mentre Zayn parcheggiava l'auto davanti alla scuola.
Prima di scendere, mi sfiorò il braccio. Mi voltai verso di lui, che mi guardava serio. Allungò la mano destra e spostò i miei capelli dal collo. Sfiorò il livido che Carther mi aveva lasciato e fece una smorfia.

'Avrei dovuto essere lì a proteggerti..'
'Oh, Zayn. Tu non hai nessuna colpa.' Gli sorrisi.

'Perchè ti tratta così? Cosa gli hai fatto?' Mi chiese, sollevando un sopracciglio. Sospirai.

'Siamo stati fidanzati per due anni. Poi mi ha tradita, e io l'ho lasciato. Non me lo ha mai perdonato.' Vidi Zayn sbiancare, e strabuzzare gli occhi. Sorrisi.

'Ora tra di voi c'è..'
'Solo odio.' Finii io la sua frase, per rassicurarlo. Lui sospirò sollevato.

'Gelosone!' Ridacchiai, mi avvicinai al suo viso e lo baciai sulle labbra. Senza approfondire, mi staccai e risi.
Scesi dall'auto mentre Zayn era ancora nella posizione in cui l'avevo lasciato.
Mi raggiunse correndo, e mi prese la mano. Intrecciai le dita alle sue e gli sorrisi. Sembravamo una coppia di fidanzati, e il mio cuore ne era contento.

Un milione di sguardi ci colpì, facendomi tornare seria. Un gruppetto di ragazze dalle gonne troppo corte e i tacchi troppo alti mi incenerì con gli occhi.
Strinsi di più la mano di Zayn.
'Piccola, non badare a loro.' Brividi mi fecero accapponare la pelle, quando mi chiamò in quel modo.

Mi lasciò un bacio sui capelli, mentre mi avvicinava ancora di più a sè.

'Zayn, andiamo dagli altri' gli dissi, indicando Harry, Liam, Niall, Valerie ed Ellie.
Senza rispondere ci incamminammo verso di loro. Quando videro le nostre mani sgranarono tutti gli occhi, tutti tranne Harry che probabilmente sapeva già tutto.

'Qual buon vento!' Urlò Niall, facendoci ridere.

'Ciao ragazzi' dissi, facendo un cenno con la testa e sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.

'Charlie, non ti vedo sorridere così.. da tanto.' Le parole di Ellie mi fecero arrossire, visto che Zayn era lì presente. Annuii, e appoggiai la testa al braccio del moro.
'Merito suo.' Dissi, tornando un attimo seria.
Zayn si voltò verso di me, facendo incrociare i nostri sguardi.
Si avvicinò e mi baciò dolcemente sulle labbra. Un coro di fischi si issò intorno a noi, facendomi avvampare.

Nascosi il viso sul petto di Zayn che stava ridendo beatamente.

'State insieme? Sono così emozionata!' Urlò Valerie, saltellando su e giù per i gradini della scala antincendio. Tornai seria, e abbassai lo sguardo.
'In realtà no..' Dissi, evitando lo sguardo di Zayn.

'Vogliamo aspettare, e conoscerci meglio prima.' Annuii, e gli altri si guardarono tra di loro.

'Mi sembra una gran puttanata, senza offesa.' Disse Harry, serio.

'Già'. Annuì Liam. 'Credo che se aspetterete di conoscervi meglio non vi metterete mai insieme. È impossibile sapere tutto di una persona.'
Le parole di Liam mi fecero sentire stupida. Non credo che Zayn l'avesse messa su questo piano quando mi disse di aspettare.

'Su con la vita! Io entro, non voglio andare dal preside per un ritardo.' Disse Niall ridendo. Tornai in me, e annuii.
'Si, entro anche io. A che ora abbiamo la verifica, Ellie?'

'Alla terza ora, tranquilla. Andiamo?'
Annuii e lasciai la mano di Zayn, che mi aveva stretto sin da quando avevamo messo piede nel cortile della scuola. Gli sorrisi, e lo baciai sulla guancia. Senza dire altro raggiunsi Ellie e Valerie e ci incamminammo verso il cancello della scuola.

'Devi raccontarci tutto. Ora.' Disse Valerie, appoggiandosi alla mia spalla.

'Mi ha portrata fuori città e abbiamo fatto un picnic in mezzo al bosco. Abbiamo mangiato, riso, scattato dato e alla fine guardando il tramonto mi ha baciata.' Spiegai alle due, mantenendo un sorriso smagliante dalla prima all'ultima parola.

'Cristo, un appuntamento da favola. Non lo facevo così romantico il tuo Zaynuccio!' Un brivido mi attraversò la schiena a quel nomignolo.

'Non lo chiamare così, ti prego. Stacey lo chiama in questo modo.' Lei annuì energicamente.

'Scusami, Charlotte. Se lo dico un'altra volta ti autorizzo a picchiarmi.' Risi.

'Ellie, non mi dici niente? E con niall?' Sorrisi maliziosamente. Lei arrossì violentemente e distolse lo sguardo.

'Siamo usciti di nuovo. Cioè, ci siamo incontrati per caso e abbiamo passato insieme il pomeriggio. Mano per la mano per le vie di Londra. Non ho capito però se stiamo insieme o no.. Insomma, passiamo la metà del tempo a fare i fidanzatini felici.'

'Ellie, gliene parlerò io, tranquilla.'

'Charlie, ma tu sei seriamente d'accordo con la storia del conoscervi meglio?' Disse Valerie, alzando un sopracciglio. Sbuffai.
'Certo che no. Avrei preferito andare al punto, in realtà. Non mi va di aspettare. quando lo bacio voglio pensare 'questo è il mio ragazzo' non 'sto sbaciucchiando un mio amico'.'
Loro annuirono, e insieme entrammo in classe.

'Che ti metti stasera alla festa di Louis?' Sgranai gli occhi.

'Dio, me ne ero dimenticata! Non ho niente da mettere..' Feci gli occhi dolci a Valerie. 'Mia dolce e amata Valerie, mi presti un vestito, vero?' Ridemmo tutte e tre, e prendemmo posto.
Io ero seduta da sola e Valerie ed Ellie davanti a me.
'Venite entrambe da me alle 6. Ci prepariamo insieme.' Detto questo restammo in religioso silenzio fino alla fine della lezione.
stavo giocherellando con la matita, quando il tonfo di una sedia caduta a terra mi fece inondare la testa di altri ricordi.

*flashback*

buio.

gli occhi erano pesanti, e non riuscivo a sollevare le palpebre. tenai di muovere la mano destra, ma capii che qualcuno la stava stringendo.
finalmente le mie palpebre lasciarono uno spiraglio di spazio alla vista, e potei vedere nonna Des chinata sulla mia mano, scossa dai singhiozzi.

'dove sono?' chiesi, con voce flebile.

nonna scattò dritta, e quando vidi le lacrime che le bagnavano il viso il mio cuore perse un battito.

'dove sono mamma e papà?'
nonna ricominciò a piangere, e cominciai a preoccuparmi?

'voglio mamma e papà. adesso.'

'Destiny.. loro.. non ci sono più.'

*fine flashback*


un groppo alla gola mi fece tossire. 
asciugai una lacrima sfuggita dla mio controllo, e tornai a seguire la lezione. era passato tanto tempo ormai, dovevo dimenticare, e farmene una ragione.


Adesso avevo Chimica, con Harry. Quando lo vidi per i corridoi gli corsi incontro. Presi un bel respiro e lo chiamai.

'Harry, possiamo parlare?' Lui mi guardò negli occhi, e sorrise.

'Mi dispiace tanto.' Disse, abbracciandomi.

'No Harry, dispiace a me. Non avrei dovuto..-'
'Tranquilla, buttiamocelo alle spalle.' Annuii e insieme camminammo verso il laboratorio di chimica.

'Harry, come va con Valerie?' Lui arrossì e sorrise.

'In realtà non abbiamo avuto occasione di parlare. Ma vorrei invitarla alla festa di stasera.'

'Ma lei è già invitata alla festa' dissi, seria.

'Lo so, scema!' Risi 'in senso di cavaliere per il ballo, intesi?' Annuii, e gli sorrisi.
'Che cosa dolce!' Lui scoppiò a ridere e mi abbracciò.

'Smith, ti passi tutti i ragazzi della scuola quindi?' Quella voce stridula e fastidiosa mi fece saltare i nervi in un nano secondo.

'Che cazzo vuoi Stacey? Hai finito i preservativi?' Lei ridacchiò, passando lo sguardo su Harry.

'Devi essere caduto proprio in basso per metterti con lei.'

'Devi essere caduta proprio in basso per non essere a novanta in questo momento. Che c'è, hanno scoperto che hai la Candida?'
Lei divenne tutta rossa, e mentre Harry rideva come un matto la bionda corse via sculettando.

'Uno a uno, palla al centro.'
____



'Pss, Jo! Com'è la quinta?' Sussurrai al compagno alla mia destra.

'C.' Annuii. Avevo finito finalmente. Consegnai il foglio e uscii dall'aula fiera di me. (E di Jo)

Ero Diretta alla mensa, quando notai Zayn fuori dalla porta di emergenza. Uscii e lo salutai. Non rispose. Mi avvicinai alle sue spalle e vidi che aveva gli auricolari. Sorrisi, e lo abbracciai da dietro.
Lui sussultò e mi spinse via. Per poco non caddi a terra per la forza della sua spinta, ma appena Zayn vide chi ero mi afferrò per un braccio.

'Ma dico, sei matto?' Gli urlai, posandomi una mano sul cuore per lo spavento.

'Charlie, mi hai fatto spaventare. Non sapevo fossi tu!' Mi incazzai di brutto.

'Chi pensavi che fosse, una delle puttane che ti porti a letto? O dovrei dire in bagno?' Puntai i piedi e me ne andai. Lo sentii sbuffare, poi mi afferrò per la vita appoggiando la testa sulla mia spalla.

'Lo sai che non lo farei mai, ora che usciamo insieme.' Sospirai.
'Lo so. Scusami.'
'Scusami tu.'

Detto questo mi fece girare e mi scoccò un bacio veloce e a stampo. Feci una smorfia, misi una mano sul suo collo e lo avvicinai a me facendo aderire le nostre labbra.
Fu un bacio intenso, passionale e poco casto. Lentamente abbassò le mani sul mio sedere, facendomi sussultare. Sorrise nel bacio e si staccò poco dopo.

'Stasera andiamo insieme alla festa di Louis?'

'Certo. Passa da Valerie, sarò lì.'
Lui annuì, prese la mia mano e ci dirigemmo verso la mensa.


ciau. XX

Questo capitolo non ha niente di speciale, ma vengono chiariti molti aspetti della storia e in più Zayn e Charlie sono cuiehoyvgho

voglio fare degli auguri SPECIALISSIIIIIMI
a 95Believe.
amore mio, buon compleanno. scusa se questa cogliona se ne era dimenticata HAHAHAHAHAHAHAHAH
spero che il capitolo vi piaccia. 
grazie a chi legge \recensisce\ preferisce. vi amo tuttttitttitititititii <3

baci,
Vale xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 17. ***








Mi rendo conto che nessuno dei miei amici si era ricordato dell'anniversario di morte dei miei genitori, ma non potevo di certo fargliene una colpa. Ero come sempre seduta a terra davanti alle tombe dei miei genitori da circa un'ora.

'Io e Zayn siamo usciti. credo che tra di noi non ci sia solo attrazione. So che è presto, ma del resto anche voi due vi siete innamorati in pochissimo tempo. Ricordo quando tu, papà, mi raccontavi sempre prima di andare a dormire di come tu e mamma vi siete conosciuti, e di come le hai chiesto di sposarla dopo solo due mesi. Vorrei provare anche io questo amore verso qualcuno, e voglio che quel qualcuno sia Zayn.'

Sospirai. Parlare con loro era da pazzi, ma mi faceva sentire leggera, mi faceva sfogare.
Erano le 5 e qualcosa, e dovevo ancora andare a raccogliere le mie cose per raggiungere Val ed Ellie per la festa.

'Devo andare. Mi mancate tantissimo. Vi voglio bene.' Toccai le loro lapidi e baciai la mano, in segno di saluto. Non avevo pianto nemmeno una lacrima. Corsi fuori dal cinitero e mi incamminai a piedi verso il centro, poi avrei preso un taxi. Una fitta al ginocchio mi fece ricredere. Per poco non caddi a terra, così feci la prima cosa che mi venne in mente: chiamai Zayn.

'Piccola.' Il suo tono di voce caldo e basso mi fece rabbrividire. Sorrisi.

'Ehi Zayn, mi dai un passaggio?'

'Certo. Dove sei?'

'Sono al cimitero comunale. Ti aspetto davanti al cancello.' Risposi timidamente, un po' in imbarazzo.

'Arrivo'

Chiusi la telefonata e posai il telefono nella tasca posteriore dei jeans. Mi sedetti a terra, e aspettai con ansia l'arrivo di Zayn.
Dopo circa 5 minuti una RangeRover nera si fermò davanti a me. Mi alzai e sorrisi al moro al volante.

'Salta su'
Non me lo feci ripetere due volte, e salii in macchina. Si avvicinò per baciarmi sulle labbra, ma istintivamente deviai il bacio alla mia guancia.

'Oh, okay. Come mai eri qui?' Mi chiese, grattandosi la testa.

'Emh, è l'anniversario di morte dei miei genitori.' Dissi, torturandomi le mani.

'Oddio, Charlie. Avresti dovuto dirmelo.. Se non ti va di andare alla festa non fa niente, davvero.' Sospirai.

'Tranquillo Zayn, va tutto bene. Mi va di divertirmi stasera, non posso piangermi addosso per tutta la vita.'
Lui sorrise, mise in moto e partì. Durante il tragitto verso casa mia nessuno dei due parlò. A pochi isolati dalla destinazione mi decisi ad aprire bocca.

'Ehi.' Lui si voltò verso di me e fece mezzo sorriso. 'Ho pensato tanto al fatto del conoscerci meglio.'
Zayn tornò a guardarmi con un'espressione seria stampata sul volto.
'E credo che, finché non siamo niente io e te, non dovremmo comportarci da coppia felice. Mi capisci?' Rimanendo a guardare la strada annuì, e il mio cuore parve sollevato dalla sua reazione.

Dopo qualche minuto lui non aveva ancora risposto, così spazientita sbuffai.
'Non dici niente? credevo che te ne importasse qualcosa..'

'Charlie, non è per questo..'

'E allora cosa?'

'Mi lasci spiegare?' Sbraitò lui, facendomi sgranare gli occhi. Sprofondai nel sedile e incrociai le braccia al petto.

'Tutte le relazioni che ho avuto sono partite in quarta, e sono finite ovviamente male. Con L'ultima ragazza che ho avuto siamo arrivati a un punto in cui non sapevo più chi fosse. Non voglio che questo capiti anche a noi.' Lo guardai dritto negli occhi, mentre posteggiava l'auto.

'Zayn.. Per l'ultima volta: non sono come le altre ragazze che hai avuto. Se aspettiamo di conoscerci a fondo, finiremo col non avere niente da dirci.'
Il moro non sembrava molto convinto, così mi spinsi verso di lui e feci aderire le nostre labbra. Fu un bacio lento, e con la lingua. Misi le mani tra i suoi capelli, mentre lui teneva le braccia attorno al mio bacino.
Mi divisi da lui, e gli sorrisi.

'Pensaci.'

Scesi dall'auto e corsi dentro il palazzo per evitare la pioggia. Da dietro le sbarre del cancello gli mandai un bacio, e vidi un sorriso mozzafiato comparire sul suo viso. Il mio cuore fece un doppio salto mortale all'indietro.
Mi chiusi la porta alle spalle, e corsi verso l'armadio.

Indossai un pantalone più pesante per non congelare durante la camminata verso casa di Valerie, e il cappotto nero.
Uscii nuovamente e con un ombrello in mano mi diressi dalla mia migliore amica. Fortunatamente non era lontano, e la pioggia era leggera.

Appena mi aprì la porta Valerie mi saltò addosso, allontanandosi subito dopo per farmi entrare e posare l'ombrello.

'Muoviamoci, siamo già in ritardo.' Non dissi niente, e la seguii in camera sua. Ad aspettarmi c'erano quattro vestiti a primo sguardo identici, posati sul letto, ed un'Ellie super sexy seduta alla scrivania.
Corsi ad abbracciarla, ma lei indietreggiò appena.

'Mi rovini l'acconciatura!' Scoppiammo entrambe a ridere, e mi sedetti con lei sul tavolo.

'Allora, quale vuoi provare per primo?' Valerie prese in mano un vestitino dorato con gli strass, e lo bocciai.

'Questo?' Mi mostrò un'altro bianco alto davanti con lo scollo sulla schiena. Mi si illuminarono gli occhi, e annuii. Corsi verso il bagno e lo indossai.

'Con questo indosso Zayn ti porta a letto di sicuro.' Arrossii e ridacchiai.

'Smettila.'

Finite le torture (trucco e capelli) mi guardai attentamente allo specchio. Non riuscivo nemmeno a riconoscermi. I capelli erano legati in una coda altra che terminava in una treccia a lisca di pesce, i tacchi neri lucidi di sposavano a perfezione con l'abito e il trucco era leggero. Avevo la tinta per labbra, e mi resi conto che avrei potuto baciare Zayn senza sporcarlo o senza rovinarmi il trucco. Sorrisi, e feci una giravolta.

'Capolavoro.' Disse Valerie, annuendo. Ellie battè le mani. Risi, e andai a sedermi con loro sul divano.

'A che ora arrivano gli ospiti?' Chiesi cambiando discorso.

'Dovrebbero arrivare.. ' Il campanello suonò 'ora.'
Ellie scoppiò a ridere e corse Ad aprire. Una carica di ragazzi e ragazze entrò in casa, e senza neppure salutare.
Uno dei ragazzi si piazzò al piano dj. Tra la gente che affollava il soggiorno spazioso io cercavo lui. Non riconobbi nessun ciuffo scuro, così sbuffai ed andai a ballare con Ellie.
Le note di 'and we danced' di Macklemore mi fecero sciogliere, e cominciai a muovermi a tempo di musica.
Io ed Ellie ci stavamo divertendo da morire, initavamo quelli che ballavano da schifo e ridevamo, Ridevano come se fosse la cosa più logica da fare. La presi per mano e corsi a prendere due birre. Gliene passai una e tornammo a ballare con le latine in mano.

Quando ebbi finito la mia la buttai da qualche parte e tornai a scatenarmi. Dopo un'ora le gambe cominciarono a cedere, e avvisai Ellie che andavo fuori a prendere un pò d'aria.

Mi sedetti sul dondolo del giardino di Valerie, e mi guardai attorno. Una macchina mi fece saltare in piedi. La RangeRover nera era lì, il che significava che Zayn era a quella festa, e chissà da quanto.
Entrai a passo spedito dentro casa con l'obbiettivo di trovarlo.
Dopo dieci minuti andai nel bagno per far riposare i piedi. Mi appoggiai al lavandino, e feci un respiro profondo.

D'un tratto la porta si spalancò, facendomi trovare davanti il ragazzo che stavo cercando.

'Finalmente! Tesoruccio, andiamo a ballare.' Sgranai gli occhi.

'Zayn, sei ubriaco?' Il moro si avvicinò barcollando a me, e mi prese per le spalle.

'Dammi un po' di zucchero.' Si lanciò sulle mie labbra mordendole e leccandole. Mentre tentavo di spingerlo lui strinse ancora di più le mie braccia per tenermi ferma.

'S-smettila subito!' Con le braccia rigide tra le sue mani riuscii a pizzicare dolorosamente la sua pancia. Lui scattò all'indietro urlando, poi i suoi occhi si fecero cupi.
Mentre mi fissavano non potei fare a meno di provare una paura immensa.

'Z-Zayn, ti.. ti prego. Sono io, Charlie!' Lui rise, e si spinse verso di me.
Mi sbattè al muro e Afferrò i miei polsi, facendomi un male cane. Avevo anche dei bracciali di ferro, avrebbero lasciato i lividi. Una lacrima scese silenziosamente dai miei occhi mentre la stretta si faceva sempre più forte. Quando pensavo che mi avrebbe picchiata e stuprata, la sua faccia mutò velocemente in una schifata.

'Devo vomitare.' Corse verso il wc lasciandomi libera finalmente. Approfittai del momento e corsi fuori dal bagno. Nessuno fece caso a me, e scappai via dalla festa.

Appena uscii dalla porta un violento vento mi colpì, facendomi rabbrividire.
'Charlie?' Mi voltai spaventata verso chi mi aveva chiamata, e incontrai i bellissimi occhi di Harry. Quando vide da vicino le lacrime che bagnavano il mio viso, il trucco sbavato e i segni rossi sul mio collo, sul viso e sulle braccia serrò la mascella.

'Ha bevuto.' Annuii. Strinse i pugni, e fece per andarsene. Io lo bloccai per il gomito, e lo strinsi in un abbraccio scoppiando a piangere.
I singhiozzi mi scuotevano, e stavo sporcando di trucco la camicia del riccio.

'Lo sai che non è così, lo ha fatto solo perché ha bevuto.' Annuii non sapendo che altro fare, e mi distanziai dal suo corpo.

'Mi accompagni a casa?' Lui fece un mezzo sorriso e mi accompagnò verso la sua macchina tenendo una mano sulla mia schiena nuda, per lo scollo del vestito.
___

Eravamo fermi davanti al mio palazzo, e lui scese per portarmi fin davanti alla porta. Mi strinse forte a sè, lasciò un bacio sulla mia guancia e se ne andò.

Quella notte sognai gli incubi più brutti della mia vita.



that's a sad chapter.

CHE TRISTEZZA.
dovevo far capitare qualcosa, e mi è balenata quest'idea in testa mentre scrivevo, così l'ho scritta e basta cwc
spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque, ora che zayn ci ha mostrato il suo lato cattivo.
ricordatevi che aveva bevuto, quindi tecnicamente da sobrio non sarà più così.

o forse no.

VI LASCIO CON QUESTO INTERROGATIVO OuO
ringrazio tutti i lettori, i recensitori. vi amo troppooooo. spacciate la FF, fatela leggere ad amiche, parenti, criceti.
pubblicitatemi AHAHHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHA. <3
Baci.

Vale xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** capitolo 18. ***







Mi svegliai di colpo.
Avevo il viso bagnato di sudore, e il battito acelerato. Quando i ricordi confusi e accatastati della sera precedente fecero ritorno i miei occhi si riempirono di lacrime. Corsi in bagno a fare la doccia, entro due ore sarei dovuta partire. Non asciugai i capelli, e li legai in una crocchia alta sulla testa. Indossai un maglione di lana a righe bianche e nere, un jeans stretto azzurrino e le vans nere che mi aveva regalato Ellie l'anno prima al mio compleanno.

Controllai il cellulare. Avevo sei chiamate perse tra Valerie, Ellie e Louis. Scrissi un messaggio a tutti: Loro tre, Liam, Harry e Niall.
Tralasciai Zayn, cosa che mi costò caro. Ero arrabbiata con lui. Anzi, ero intimorita. No, era solo rabbia.

Ma chi volevo prendere in giro, nonostante cercassi di seguire le parole di Harry:

"Lo sai che non è così, era solo ubriaco. Tu non lo meriti. All'inizio solo piccole cose."

Avevo una gran paura del ragazzo che mi piaceva da impazzire. Presi la valigia blu da sotto il letto e cominciai a riempirla.
Varie maglie, jeans, tute, intimo e scarpe.
La chiusi per bene e raccolsi la roba per la borsa, il pc, il caricabatterie, le cuffie, gli occhiali da sole e i trucchi. Posai tutto il resto e indossai il cappotto.

__

Chiamai un taxi, e chiesi al conducente di portarmi il più in fretta possibile all'aeroporto.
Mentre controllavo di aver preso tutto il mio iphone cominciò a vibrare. Un messaggio di Zayn.

Un colpo al cuore mi colpì, facendomi accelerare il battito.

"Charlie, sinceramente non ricordo bene cos'è successo ieri sera ma Harry mi ha fatto intendere che ho fatto il cazzone. Mi dispiace tanto, ci possiamo vedere?"

Si era anche dimenticato che stavo partendo. Senza rispondere bloccai il telefono e lo riposai in borsa.
Pagai il tassista e scesi dall'auto con la valigia al mio seguito.

Avevo sempre ammirato gli aerei: erano capaci di farti volare, eppure non costavano molto. Infondo, una cosa come passare attraverso le nuvole, accomodati su una poltrona al calduccio, volete farlo costare solo un centinaio di sterline? Feci il check-in, e il mio telefono iniziò a vibrare senza sosta.

Zayn mi stava chiamando.

Sospirai e Ignorai la telefonata. Una signora sulla cinquantina mi suggerì di andare a sedere in attesa dell'imbarco, così misi le cuffie alle orecchie e partì Wide Awake di Katy Perry. Chiusi gli occhi per rilassarmi. Non ne potevo più. Dovevo ammettere che da quando Zayn era entrato nella mia vita, lo stress si era fatto parecchio sentire.
Le mie presenze a scuola si potevamo contare sulle dita di due mani, la mia voglia di vivere era pari a meno ottanta e improvvisamente non vedevo l'ora di spostarmi da un continente all'altro per allontanarmi dai miei amici. Si, mi aveva piuttosto cambiata.
La canzone finì, e al suo postò partì Counting Stars.

Brividi mi attraversarono la schiena, e gli occhi si fecero lucidi ricordando quella sera.

Tutti i "sei bellissima" che mi aveva detto, le risate, le foto. Improvvisamente mi ricordai di tutte le foto che avevo posato nella tasca della mia borsa. La aprii di corsa con le mani che mi tremavano per l'eccitazione. Eccole, un malloppo di foto che Zayn mi aveva regalato.

Cominciai a sfogliarle. C'ero quasi sempre io, poi lui da solo che faceva smorfie stupide e infine noi due insieme. Quando tra le mani mi capitò una foto in particolare, mi si strinse il cuore.
Zayn mi teneva dal mento, e mi baciava la guancia mentre io ero rossa in viso e sorridevo come un'ebete.

Una lacrima cadde silenziosamente, e la asciugai in fretta. Presi il telefono e scrissi a Zayn

"Ho bisogno di tempo. Non mi cercare."

Dovevo riordinare le idee prima di lanciarmi tra le sue braccia. Salii sull'aereo e mi accomodai in terza classe. Ero affianco ad una bambina bellissima dai capelli rossi che dormiva con la testa penzolante.

Sorrisi, e continuai ad ascoltare la musica.
Misi 'fall' di Justin Bieber, e mi addormentai cullata dalla sua voce.
__

"I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza.."
Aprii gli occhi sbadigliando, e mi misi dritta sul sedile dell'aereo. Stavamo atterrando, così mi affrettai a legare la cintura e osservai il paesaggio americano dall'alto. Amavo l'America, c'avevo vissuto per i miei primi 6 anni di vita, ma mi mancava già la mia amata Londra. Il freddo che ti entra nelle ossa, la nebbia, la sensazione di solitudine che da il fiume, tutti i turisti.. Qui potevo trovare solo un clima tiepido, e appena le ruote dell'aereo toccarono terra levai il maglione di lana e rimasi con una maglietta nera di cotone dei rolling stones. Ritirai il mio bagaglio e chiamai un taxi. Purtroppo il mio accento inglese si sentiva molto dopo 12 anni a Londra, ma capivo benissimo e al volo la parlata americana.

'Al 417  Wistost perfavore.' Il tassista annuì, e io mi accomodai sui sedili posteriori.

Presi l'iPhone e tolsi la modalità aereo. 3 messaggi, Il primo di Louis:
"Cucciola quando arrivi chiamami, mi raccomando."

Il secondo di Harry.
"Ehi, bionda. Ho detto cos'è successo a Zayn, e lui si è illuminato. Non esce dalla sua stanza da stamattina. So che è notte, ma dovevo dirtelo. Chiamami."

Sospirai. Povero Zayn. Ma che dico? Mi ha sbattuta al muro e mi ha lasciato lividi su braccia e collo. Istintivamente controllai i polsi: sul destro ne avevo parecchi di lividi, segno che la stretta di Zayn aveva premuto sui bracciali di metallo che avevo. Sul sinistro invece solo due o tre piccolini, ma sembravano quasi delle voglie. Inprovvisamente capii che quei tre lividi circolari non erano altro che il punto in cui le dita di Zayn avevano fatto pressione.
Mi morsi il labbro, e continuai a leggere i messaggi.

Uno di Niall.
"ciao Ally!
volevo dirti che stasera chiederò ad Ellie di meterci insieme. ti chiamo domani e ti racconto. xx"

Ammetto di aver sperato che fosse stato Zayn a scrivermi qualcosa, ma l'ultimo messaggio che gli avevo scritto è stato una richiesta esplicita, chiara e tonda di non cercarmi. Decisi che durante quella specie di vacanza mi sarei preoccupata solo di me e di mia nonna.

Riconobbi da lontano la casa in cui sono cresciuta, e mi si riempirono li occhi di lacrime.
Erano le 4 del mattino, nonna Des stava sicuramente dormendo.

Pagai l'uomo e entrai in casa con le mie chiavi. Passai davanti alla sua stanza come se non fossero passati mesi dall'ultima volta che c'ero stata e lentamente la aprii. La nonna era sdraiata supina sul lato destro del suo letto matrimoniale, e senza pensarci due volte mi tolsi le scarpe e mi fiondai nel letto con lei.
___

I raggi di sole che di solito mi davano il buongiorno oggi mancavano.

Aprii gli occhi convinta di essere in ritardo per la scuola, così mi alzai di fretta e furia per ricadere sul letto subito dopo. Ero nella camera da letto di mia nonna, che non era più al mio fianco.

Scalza, camminai curiosa alla ricerca della donna che mi aveva fatto da madre in tutti questi anni.
Era ai fornelli, di spalle, impegnata a preparare qualcosa. La abbracciai da dietro appoggiando le testa sulla sua spalla.
'Buongiorno.'
Lei si voltò e ci scambiammo un abbraccio stupendo. Entrambi i nostri visi erano ricoperti di lacrime.

'Destiny, mi sei mancata così tanto!' Sorrisi, e la nonna mi asciugò le lacrime accarezzandomi le guance.

'Anche tu, nonna. Come stai?' 'Oh tesoro, abbiamo tutto il tempo per queste cose. Su, ho fatto i pancakes!'

'Con lo sciroppo, come piace a me?' Risi, e mi sedetti sullo sgabello della colazione.

'Ma ti pare? Ho messo anche la panna!' Battei le mani e lei rise. Si sedette affianco a me e fecimo colazione insieme.

Parlavamo del più e del meno da ore, quando sentii il mio telefono squillare dall'altra stanza.

'Scusami un attimo.' Corsi a prenderlo, Harry mi stava chiamando.

'Riccio!'

'Bionda!' Scoppiammo a ridere, e mi sdraiai sul letto.

'Come stai?' Mi chiese Harry.

'Bene, ma scossa dal fuso orario. tu?'

'Insomma. Senti, lo sai fondamentalmente perché ti ho chiamato.' Sospirai.

'Zayn come sta?' Per qualche secondo Harry non rispose, poi sbuffò.

'Non lo vedo da ieri mattina. Prima era chiuso in camera, adesso la stanza è vuota e non mi risponde al telefono.' Sgranai gli occhi, mentre sentivo lo stomaco in subbuglio.

'Credi che gli sia successo qualcosa?' Chiesi, con voce preoccupata.

'No, no. È solo che è stupido, e pericoloso. Capitava spesso che sparisse così ma di solito mi scriveva per non farmi preoccupare.'

'Harry, cerco di rintracciarlo io. Se anche oggi non torna, non lo so, chiama la polizia.' Lui ridacchiò.

'Esagerata, mi prenderà per il culo per il resto della mia vita se lo faccio.' Risi a mia volta, immaginando la sua faccia alla vista di volantini con su scritto 'cercasi Zayn Malik.'

'E va bene. Ora lo chiamo, ti aggiorno per sms. Ciao riccio.'

'Ciao bionda.' Chiusi la telefonata e feci il numero di Zayn. Suonava a vuoto, così scrissi un messaggio.

'Tutto bene? Dove sei? Siamo in pensiero. Non fare stronzate; fallo per me.'

Scrissi ad Harry che non avevo ottenuto alcuna risposta e tornai in cucina dalla nonna.

'Allora, era il tuo fidanzato?' Arrossii, e sbattei un piede a terra.

'Nonna!' Ridemmo insieme, e andammo a sederci sul divano. Avevo la testa sulle sue cosce e i piedi sul resto del divano, mentre lei rimaneva seduta ad accarezzarmi il viso e i capelli.
'Raccontami tutto.' Sospirai e annuii.

'Mi sono presa una bella cotta, nonna. Si chiama Zayn. È bellissimo, davvero.. e la cosa strana è che io gli piaccio! Cioè, almeno credo.. Non ti nascondo che all'inizio è stato un bel problema diventare almeno amici. Poi però una sera siamo usciti insieme e mi ha baciata. Non stiamo insieme, sia chiaro..'

'Ma ti piacerebbe.' Sorrisi.

'Da morire. Venerdì sera ad una festa lui beh.. ha alzato il gomito. Non regge l'alcol per niente, nonna. Ha fatto un po' il violento, diciamo. Non è successo niente ma sono rimasta scossa. Anche prima di trasferirsi in città lui era violento con le ragazze.'

'Tesoro, non mi piace per niente che alzi le mani. Se lo fa sulle donne peggio ancora, ma se tocca la mia nipotina io lo uccido.'
Risi, e le baciai una mano.
'No, nonna.. Lo faceva solo perché aveva dei problemi con l'alcol e anche in famiglia. Poi con l'aiuto di un amico ha smesso e si è trasferito per cambiare vita. Il punto è che ho voglia di farlo andare avanti, di aiutarlo, di.. amarlo. Ma ho paura.'

Ero consapevole che di lì a poco avrei iniziato a piangere, così mi sollevai e guardai verso l'alto.

'Destiny, credi di poter amare questo ragazzo?'
Il mio cuore perse un battito, e abbassai lo sguardo. Avrei mai potuto amare Zayn, con i suoi prego e i suoi difetti? Ero in grado di fargli voltare definitivamente pagina?

'Si.'
Si, ne ero convinta. Ormai eravamo troppo presi da questa storia. Troncarla adesso voleva dire soffrire, e anche se probabilmente lui non lo avrebbe mai ammesso entrambi non avremmo sostenuto un altro dolore simile.

'E allora, non impedire a niente e nessuno di ostacolare il tuo cuore. Le vostre strade sono destinate a incrociarsi, il vostro destino è stato scritto nei vostri cuori. Questo è il tipo di sentimento che io provo per tuo nonno, e che tua madre provava per tuo padre. Nonostante io non veda più la persona che amo, il mio cuore è legato al suo, perché siamo una cosa sola. Amalo, lui ti amerà, e andrà tutto bene. Se le cose andranno storte allora quel tipo di amore sarà con qualcun altro. Ma non rischiare di perderlo. Capisci?'

Stavo ormai piangendo, così mi avventai sul petto di mia nonna singhiozzando tra le sue braccia.

'Hai ragione. Grazie, nonna. Ora so cosa devo fare.'


MIKE WILL MADE IT.

That's another sad chapter.
Ecco a voi un altro stupendo ma triste capitolo. (modesta lalala)
Siete preoccupare per Zayn?

Fate bene.

HAHHAHAHAH no okay lo sono anche io, ve lo assicuro.

Vedrò cos'ha in serbo per voi il mio cervellino da scrittrice. ringrazio come sempre chi legge e soprattutto chi recensisce.
Capisco che magari molti di quelli che leggono non recensiscono perchè non hanno un account, ma chi mette nei preferiti\seguiti non ha
scuse  lol
Una recensione? <3
alla prossima, baci
Vale 
xx

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** capitolo 19. ***











Zayn non mi aveva ancora scritto.
Era notte fonda, quindi a Londra era mattina e probabilmente erano tutti svegli.
Chiamai Harry, sperando che quella mattina per puro caso fosse a casa e non a scuola. Lui chiuse la chiamata, e mi arrivò un suo messaggio.

'Sono a scuola. Zayn è con me, tranquilla. Ti chiamo tra 10 minuti x'

Sospirai sollevata e andai a sdraiarmi sul divano del soggiorno. Nonostante fossi al buio più totale riuscivo ad ambientarmi e orientarmi senza problemi. Cominciai a intrecciarmi i capelli, e a torturarmi le mani come un'ossessa.
Non riuscivo a dormire, per il mio organismo era mattina percui non volevo cambiare tutto e sballarmi per poi tornare alla vita normale. Presi il mio pc e andai su facebook. Controllai le notifiche, poi vidi chi era online tra i miei amici. Niall era online, segno che era rimasto a casa; Zayn risultava collegato dal cellulare, così mi feci forza e gli scrissi nonostante la mia decisione di non pensare a lui durante questi giorni.

'Ehi!'

Il cuore mi batteva a mille mentre premevo il tasto invio. Cominciai a mangiarmi le unghie.

'Charlie, come stai?'

Sorrisi per la sua risposta/ domanda.

'Io sto benissimo, ma tu? Che fine avevi fatto?'

Inviai il messaggio, lui visualizzo' ma non ottenni alcuna risposta. Iniziai ad innervosirmi. Digitai velocemente e violentemente una risposta.

'Lascia perdere. Ciao.'

Sbattei lo schermo del pc e lo lanciai dall'altro lato del divano. Al diavolo Zayn, prima fa il romantico, poi scompare e non mi risponde nemmeno. Andai un cucina e bevvi a tracanna del succo all'arancia. Sentii il telefono vibrare dall'altra stanza e corsi a prenderlo per non svegliare la nonna con la suoneria.

'Pronto?'

'Charlie, sono Ellie!'

'Amore mio. Come stai?'

'A meraviglia! Indovina?'

'Tu e Niall vi siete messo insieme?' Risi. Ellie rimase in silenzio, poi rise.

'E tu come diavolo fai a saperlo?'

'Me lo ha detto ieri Niall.'

'Devo essere gelosa del mio bellissimo e magnifico ragazzo?' Indossai il cappotto e uscii sul balcone.

'Ma fammi il piacere. Piuttosto..'

'Ho visto Zayn stamattina. Sembrava depresso. Che gli hai fatto, signorina?' Mi morsi il labbro.

'In realtà è stato lui che mi ha messo le mani addosso.'

'Cosa ha fatto?!' Urlò Ellie, tanto che dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio.

'Calmati, sto benissimo. Lui era ubriaco e quando Harry glielo ha fatto ricordare lui è diciamo scomparso.'

'Si, mi aveva chiesto che fine avesse fatto. Ora è con lui. Oh guarda, stanno venendo verso di me.'
Saltai in piedi.
'Metti il vivavoce, e nascondi il telefono! MUOVITI!'

'Si mamma, lo metto il maglione. Devo andare, ciao.' Mi tappai la bocca per non ridere. 'Scusate, era mia madre. Cosa vi porta qui da questa ragazza fidanzata con un bellissimo ragazzo, pronto a prendere a pugni chiunque la tocchi?'

Mi tirai una pacca in testa. Che stupida.

'Ellie, ma stai male?' Disse la voce di Harry, che mi arrivava un po' pacata e soffusa.

'No, tranquillo. Voi come state?'

'Bene.' Disse sempre Harry.

'Alla grande.'
Zayn. Mi morsi l'interno della guancia al suono della sua voce.

'Ah si? Bene, fantastico. Che avete fatto ieri sera? O la sera prima. O anche la mattina.'

'Che stupida' dissi, poi mi pizzicai la gamba per la mia stupidità.
'Come?' Disse Harry.

'Dicevo, che avete fatto sabato sera? O domenica.'

'Mmh, niente di che. Tu?'

'Zayn? Tu che hai fatto?'

'Sono uscito.' Il cuore cominciò a battere più forte.

'Uhm. E dove sei andato?'

'In giro?' Non riuscivo a capire se il mio cuore stesse battendo alla velocità della luce o si fosse fermato.

'E dove di preciso? Insomma, in giro in centro, in giro in campagna...'

'Sono uscito di casa e ho iniziato a bere, e non ho idea di dove io sia finito. Ho finito di bere precisamente 5 ore fa e non ho voglia di parlare. Contenta?'

'Oh. Emh, scusa. Ma... Come mai hai bevuto così tanto?' Sentii un tonfo sordo, come un pugno a un armadietto o una decina di libri sbattuti contro il muro. Decisamente la prima opzione.

'Ho mandato tutto a puttane con Charlotte. E ora andatevene tutti a fanculo.' Un minuto di silenzio. Non solo dall'altra parte del telefono, ma anche dentro e intorno a me. Non sentivo più nulla, silenzio assoluto. Il mondo mi era crollato addosso.
Credeva davvero questo.
Chiusi la telefonata e chiamai Harry. Non volevo immaginare la bolletta telefonica a fine mese.

'Lottie.'

'Zayn che dice?'

'Cosa?' Ruotai gli occhi.

'Passami Zayn, digli che sono sua sorella o non so chi.' Rumore di passi era tutto quello che sentivo, poi un chiacchiericcio di fondo e uno sbuffo. 'Che vuoi?' Sorrisi.

'Sono contenta anche io di sentirti, tesoro.'

'Charlotte?' Il mio nome pronunciato da lui suonava così fottutamente bene.

'Ciao, Zayn. Che mi racconti?'

'Non ti capisco. Vuoi ancora avere a che fare con me? Credevo di averti..'

'Persa? Oh, Zayn. Non mi perderai, te lo prometto.'
lui sospirò.

'Mi manchi. Voglio abbracciarti e dirti che mi dispiace, e baciarti. Baciare quelle labbra che mi hanno fatto impazzire sin dalla prima volta che ti ho vista.'
Avevo gli occhi pieni di lacrime.
'Sai cosa stai facendo?' Gli chiesi, con un filo di voce.

'.. Cosa?'

'Mi stai facendo innamorare di te.'

'Mi hai rubato il cuore, Charlotte Destiny Smith.'
_________

'Destiny, quando torni a casa? Infondo devi finire la scuola, e sei qui da 5 giorni.'

E bene si, era da 5 giorni che non vedevo i miei amici, Zayn. Ma ero rimasta con mia nonna, e ne ero contenta.

'Mi stai cacciando? -risi- comunque domani sera dovrei prendere l'aereo.'

'Benissimo. Hai risolto con il tuo ragazzo?' Arrossii.

'Nonna, lo sai che non è il mio ragazzo. Comunque si, e non vedo l'ora di abbracciarlo dinuovo.'

Nonna Des comincio a tossire, cosa che mi fece preoccupare.

'Ehi, stai bene? Nonna!' Vidi mia nonna sbiancare, e ruotare gli occhi. Accadde in pochi secondi, non feci in tempo a sostenerla che il suo esile corpo cadde a terra.
___

'Miss. Smith?' Alzai il capo, sbattendo più volte gli occhi.
'Si?' Schiarii la voce, e mi misi inpiedi di fronte all'uomo col camice che mi sorrideva.

'Sono il dottore curante di sua nonna.'

'Come sta?' Lui abbassò il capo, e scosse leggermente la testa. Un colpo al cuore.

'Le condizioni del cuore non sono per niente stabili. I polmoni sono messi piuttosto male e nonostante l'intervento subito l'estate scorsa.. Non le do più di una settimana. Mi dispiace.'
Caddi di sedere a terra, dove stavo prima. L'uomo se ne andò mentre io cercavo i recuperare i pezzi che il mio cuore aveva perso durante quella giornata passata al pronto soccorso. Presi il telefono, e raccolsi tutte le mie forze.

'Zayn, ho bisogno di te.'

P.O.V. Zayn.


Non appena sentii la sua voce rotta dal pianto un gruppo alla gola mi fece quasi affogare.

Chiusi la telefonata e urlai ad Harry.

'Trovami un volo per San Francisco entro stasera, e chiama tutti: Charlie ha bisogno di noi.' Corsi in camera mia e presi il borsone. Lo riempii di vestiti presi a caso e lo richiusi.

'Lo hai trovato? Hai fatto?' Urlai ad Harry, e andai a cercarlo nella sua stanza.

'Tu dimmi che cazzo sta succedendo, che lo spiego agli altri. Ho comprato i biglietti per tutti, tanto paga mio padre con la sua carta. Partiamo tra tre ore.'

'perfetto. La nonna di Charlie è all'ospedale. È in fin di vita, e lei è distrutta. Non dovete venire per forza, lei ha chiesto di me.'

'Zayn, lei ha chiesto di te perché ti ama. È logico, le dai la forza, ma ha bisogno anche di noi.'

'Harry, non prendere e conclusioni affrettate, non stiamo neppure insieme!'
Vidi Harry fare una smorfia confusa.

'Ancora no? E cosa aspetti?'

Abbassai lo sguardo e annuii, aveva pienamente ragione.

'Stasera.'



hi guys, we're One Direction.


scusate se aggiorno in ritardo, ma 
1- non avevo il pc.
2- troppi compiti.
3- il capitolo non era prontissimo.

colpo di scena. okay, lo ammetto, e' come se mia nonna stesse per morire quindi sto a pezzi pure io.
che ne pensate di quello che ha detto zayn? secondo voi davvero la sera stessa le chiederà di mettersi insieme?
e Charlie? insomma, sua nonna sta morendo..

ora sto zitta.
non vi rovino le sorpreeeseee.

ringrazio chi recensisce\legge, anche perchè siamo arrivati a 8 recensioni solo nel capitolo 18 
peccato che 4 sono recensioni autorizzate e 4 sono commenti brevi :c
ma tranquille, sono contenta lo stesso. <3
ora chiudo perchè st'angolo autrice è gia' lungo
baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** capitolo 20. ***










'Ma dove cazzo sono tutti i taxi? Porca puttana!'
Diedi un calcio ad un cassonetto. Liam posò un braccio sulle mie spalle.

'Amico, calmati adesso.'

'Calmati un cazzo. Charlie è da sola in un ospedale e noi siamo qui a girarci i pollici.'
Eravamo seduti sul marciapiede di fronte all'aeroporto, a un'ora dall'atterraggio. Ellie era tra le braccia di Niall, Louis era in piedi con lo sguardo perso, Liam era affianco a me che continuava a cercare di calmarmi mentre il mio migliore amico era troppo occupato a guardare Valerie da lontano.

'Siamo tutti in pensiero per Lottie porca puttana, ma non possiamo mica teletrasportarci! Louis ha già chiamato un suo amico, viene a prenderci col furgone.' Sospirai.

'Scusami, Liam, non volevo attaccarti.'

'Tranquillo Zayn, infondo lo avrei fatto anche io, credo'
Annuii, e mi sedetti a terra con le mani nei capelli. Il mio telefono cominciò a squillare, era Charlie che mi chiamava.

'Dove siete?' Mi chiese con un filo di voce. Mi si strinse il cuore.

'Stiamo aspettando un passaggio, tra poco siamo lì. Come sta andando?' Lei sospirò.

'È in coma farmacologico. Dicono che può sentirmi parlare, ma non credo sia vero. Prima le davano una settimana, ora non sanno se il cuore pomperà il sangue fino a domani.'

'Mi dispiace. Dovrei essere lì ad abbracciarti in questo istante, cazzo.'
Il furgoncino era fermo davanti a noi e salii per primo. Mi piazzai sul sedile anteriore e allacciai la cintura.

'Non è colpa tua, non te la prendere. Infondo questo momento doveva arrivare prima o poi.'

'Non dire così Charlie. Anche io ho perso mio nonno qualche mese fa, ormai me me sono fatto una ragione, ma ho perso una parte di me. Ho provato a tenermi tutto dentro e.. Beh, sai com'è finita.'

'Ehi, non entrerò negli alcolisti anonimi, se è quello che intendi.' Sorrisi.

'No, intendo dire che noi ci siamo. Sempre. Quando arrivo al pronto soccorso dove devo andare?'

'Chiedi della 437, io sono seduta davanti alla porta.' Arrivati all'ospedale diedi una pacca sulla spalla al tipo che ci aveva accompagnati e corsi con ancora il telefono all'orecchio verso il bancone.

'La 437.' Dissi, alla donna dietro il tavolo. Era davvero orribile, i capelli raccolti e la faccia completamente truccata, per non dire sporca.

'Infondo al corridoio, subito a destra.'
Mi accertai che gli altri mi stessero seguendo, poi corsi verso il punto indicatomi.
Era lì. Seduta a terra, con le ginocchia al petto, la testa poggiata al muro con lo sguardo verso l'alto.

'Charlie!' Corsi verso di lei. Charlie si alzo' in piedi e mi venne incontro a braccia aperte. La strinsi in un abbraccio carico di amore, e dolore.

'Quanto mi sei mancato.' Le sorrisi, e finalmente dopo quasi una settimana posai le mie labbra sulle sue. Fu un bacio dolce ma passionale, con la lingua, e dopo qualche minuto la allontanai da me. Quando vide che alle mie spalle c'erano tutti, corse verso di loro. Prima le ragazze la strinsero in un abbraccio, poi Louis, Niall, e infine Liam. Vidi Liam arrossire, e guardarla con una strana luce negli occhi. I miei nervi saltarono all'istante. Lei era solo mia.
Le cinsi la vita con il braccio e la avvicinai a me.

'Lei dov'è?' Le chiese Valerie.

'Diciamo che sta dormendo.'

'Noi vorremmo salutarla.' Disse Ellie, alludendo anche a Valerie. Charlie annuì e si staccò dalla mia presa per condurle nella stanza. Ne uscirono venti minuti dopo. Era evidente che tutte e tre avessero pianto, probabilmente le due conoscevano la nonna di Charlie.

'Avete un albergo?' Noi ragazzi ci scambiammo uno sguardo preoccupato.

'In realtà no, abbiamo pensato solo all'aereo.' Charlie sorrise, però fu un sorriso tirato, senza felicità.

'Signorina?' Un probabile dottore chiamo Charlie, che sembrò pendere dalle sue labbra all'istante.

'Volevo informarla che tra qualche ora toglieremo sua nonna dal coma farmacologico. Domattina sarà sveglia.'

'Grazie mille. Mi chiami per qualsiasi cosa' La bionda porse un foglietto con su scritto il suo numero al dottore, per poi salutarlo.

'Andiamo tutti a casa della nonna allora, tanto non posso fare niente stando qui. E tra un'ora mi manderebbero via.' Annuirono tutti, tranne me. La baciai sulla fronte e ci incamminammo verso l'uscita.
'Possiamo andare a piedi, è a due passi da qui la casa.' Tornai in me, e bloccai Charlie.

'Ragazzi, andate avanti. Noi arriviamo tra poco.' Trascinai Charlie con me verso il lato opposto della strada.

'Che succede?' Mi chiese lei, mettendosi le mani in tasca.

'Succede che sono un coglione' Dissi, sorridendo amaramente.

'Non dico di no, ma perché me lo stai dicendo adesso?' Mi disse, ridacchiando. Risi, facendomi avanti verso di lei. Poggiai le mani sui suoi fianchi e avvicinai la testa alla sua, facendo aderire le nostre fronti.

'Sono un coglione, perché ho aspettato tutte queste settimane per chiederti di essere la mia ragazza.'


P.O.V Charlie.



Lo aveva detto veramente. Il mio cuore era partito alla carica, e non riuscivo più a fermarlo.
Mi accorsi solo in quel momento di star trattenendo il respiro.

'Malik, è una proposta? Perché se lo è devi farla come si deve.' Dissi, prendendolo in giro.
Non volevo fare la parte della ragazza fragile che può essere dominata e stregata da un qualsiasi ragazzo carino, anche se chiamare Zayn "carino" non è appropriato.

'Charlotte, so che è un momento difficile, probabilmente il più brutto per una cosa del genere. Ma se ci pensi è anche azzeccato, perché non sarò più quel figo che ti bacia ogni tanto, ma il tuo ragazzo che ti sta accanto sempre, momenti belli e momenti brutti come questo. vuoi essere la mia ragazza?'

Nella mia testa c'erano due nuvole: su una di esse c'era scritto 'Si' a caratteri cubitali, sull'altra c'era scritto 'non piangere'.

'Dovresti rispondermi entro stasera, sai, fa freddo e ho appena fatto un viaggio di mezza giornata. Ho tutto il diritto di-'
Feci aderire le nostre labbra, in un bacio delicato e per niente spinto. Misi le mani tra i suoi capelli e lo tirai appena.

'Stavi sparlando come una femminuccia.' Lui rise.

'Immagino fosse un si.'

'Ovviamente, fidanzato.'

'Ne sono entusiasta, fidanzata.'
Ci scambiammo un altro bacio, e riprendemmo la strada verso casa.
___

'Voi potete dormire nel salotto, il divano letto si apre. Ci sono dei sacchi a pelo, qualcuno sta sulla poltrona. Zayn, tu vieni in camera mia e ci stringiamo.' Tutti mi sorrisero, Louis venne verso di me e mi abbraccio' forte.

'Non meriti tutto questo dolore.' Asciugai una lacrima che era scappata dal mio controllo, e gli lasciai un tenero bacio sulla guancia.
Ci guardammo negli occhi, salutai le ragazze e mi ritirai in camera mentre Zayn cercava qualcosa in cucina. Una volta chiusa la porta sospirai, posai la borsa a terra, e tolsi le scarpe. Levai prima i jeans, poi il maglione. D'un tratto la porta si spalancò.

'Ho preso dell'ac... wow' Zayn era difronte a me, e mi fissava ininterrottamente. Arrossii e mi lanciai sotto le coperte.

'Umh, passami il pigiama' Dissi, nascondendomi la faccia con la trapunta. Lui rise.

'Sei sicura di non voler dormire così? Ti faccio compagnia!' Detto questo posò il bicchiere d'acqua sulla scrivania e cominciò a togliersi la felpa.

'Smettila, scemo! Dai, passamelo.' Mi lanciò il pigiama azzurro con le nuvolette sui pantaloni. Lo indossai da sotto le coperte, mentre lui si cambiava. Lo osservavo con la coda dell'occhio mentre toglieva la maglietta. Lottai contro me stessa per non sbavare di fronte a quel fisico perfetto.

'Non capisco perché uno perfetto come te sia attratto da una come.. me.' Lui si bloccò, ancora senza maglietta. Gli tirai un cuscino, mentre ridacchiando cercavo di mascherare l'imbarazzo di quella situazione.

'Charlie, io sono tutto tranne che perfetto. Certo, ho un fisico da urlo, lo ammetto. Ma sei tu quella speciale. E non parlo solo del tuo corpo sexy, dei tuoi occhi che mi stregano ogni volta e delle tue labbra che vorrei baciare per il resto dei miei giorni. Parlo di come sei dentro.'
Rimasi a guardarlo stupita.

'E tu vuoi dirmi che fin'ora non hai avuto relazioni serie? Non ci credo.' Lui rise, indossò una maglia bianca e venne nel letto con me.
Visto che era una piazza e mezza eravamo abbastanza stretti, ma avere Zayn a stringermi per tutta la notte era una delle cose più belle al mondo.

'Sai, mia nonna sta morendo e io riesco a pensare solo a quanto sei fantastico.'
Zayn mi lasciò un bacio a stampo, lento e delicato sulle labbra.

'Ora dormi, domani sarà una lunga giornata.' Mi strinsi ancora di più al mio ragazzo, e chiusi gli occhi.
_________


Dei rumori forti mi staccarono violentemente dalle braccia di morfeo.
Stavo facendo un sogno bellissimo: ero in un giardino pieno di rose e margherite, e indossavo un abito corto color panna dal collo alto, e delle ballerine dello stesso colore del vestito. Seguivo due farfalline bianche con sbavature di nero sulle ali che mi fecero arrivare ad un gazebo dove Zayn mi aspettava, con completo bianco indosso. Alla sua sinistra c'erano Harry e Louis vestiti allo stesso modo, che mi guardavano sorridendo. D'un tratto due braccia si legarono alle mie: Valerie ed Ellie vestite esattamente come me mi sorridevano, senza fiatare. Dissi di non avere l'abito adatto per quella cerimonia, allora le due farfalle mi vennero accanto e volando attorno al mio vestito lo trasformarono in abito da sposa. Ma non era un abito qualunque: era l'abito da sposa di mia madre. Mi avvicinai a passo lento a Zayn, che mi sorrideva sornione. Gli feci l'occhiolino e lo affiancai. Improvvisamente le due farfalle si trasformarono nei miei genitori, Vennero ad abbracciarmi, e mi suggerirono di non farmi scappare Zayn, perché era l'unico rimasto capace di rendermi realmente felice. Poi io e Zayn ci baciammo, e proprio quando stava per dire qualcosa, ecco che i miei occhi si aprirono.

Mi stiracchiai come facevo tutte le mattine, e mi misi seduta sul letto. Quando mi resi conto che Zayn avrebbe dovuto trovarsi affianco a me stamattina, saltai in piedi. Indossai la vestaglia bianca e le pantofole a forma di coniglio. Prima di uscire dalla stanza mi guardai allo specchio: ero abbastanza ridicola.
Corsi in bagno a fare una doccia veloce, indossai un pantalone nero di velluto, una felpa blu e gli Hug chiari. Senza truccarmi o pettinarmi andai verso il soggiorno in silenzio, per non svegliare tutti quanti.

All'appello mancavano Niall e Zayn, e andai in cucina a cerarli. Trovai Zayn ai fornelli, e Niall seduto a tavola mentre mangiava dei Pancakes.

'Buongiorno.'
Dissi, divertita dalla scena. Zayn si voltò verso di me e mi sorrise, mi avvicinai a lui e lo baciai a stampo sulle labbra. Una scarica elettrica attraversava il mio cuore ogni volta che le nostre labbra si sfioravano.

'Giorno! Pancakes?' Risi, e il mio ragazzo mi passò un piatto pieno di pancakes.
Mi sedetti accanto a Niall che mi baciò la guancia sporcandomi di zucchero a velo. I pancakes di nonna Des erano sicuramente i migliori che avessi mai assaggiato, ma anche quelli di Zayn erano buoni.

'Zayn, io sto andando al pronto soccorso.' Lo chef della situazione spense il fornello e si pulì le mani sul grembiule.

'Mi cambio e arrivo, dammi 5 minuti.' Detto questo corse via.

Mi voltai verso Niall, che aveva ancora la bocca piena di pancakes.

'Come va con Ellie, biondo?' Lui sorrise, e aspettò di ingoiare prima di parlare.

'Alla grande. Sai che avevo una cotta per lei il primo anno di superiori?' Strabuzzai gli occhi, e scossi la testa.

'Già. Passavo la metà delle mie giornate a stalkerarla su Facebook e Twitter. Poi ho conosciuto il mio vecchio amico Josh, che mi ha insegnato a vivere la vita al massimo. Beh, l'ho dimenticata. Ma quest'anno appena l'ho vista è come se fossi tornato indietro di tre anni.'
Annuii, e sorrisi.

'Siete fatti l'uno per l'altra. Ma prova a tornare quello di prima e ti faccio saltare in aria la casa.' Lui rise, mentre io rimasi seria.
Si bloccò vedendo la mia espressione, e annuì.

'Andiamo?' Mi chiese Zayn entrando in cucina.

'Niall, dici agli altri che siamo andati in ospedale. Ci vediamo per pranzo.'

Uscimmo di casa, e Zayn mi prese per mano.

'Pronta?'

'Con te affianco sarò sempre pronta.'



i'm here for ya.

questo capitolo l'ho scritto stamattina alle 5, perchè avevo fame e ho aperto gli occhi.
ringraziate il mio stomaco, altrimenti avrei aggiornato anche domani, visti i miei impegni (compiti,musica,tv)


siamo arrivati finalmente al capitolo cruciale per la storia.
Zarlie. diurhirgfrygfr 
ora che sono una coppia vera e propria, sarà tutto più semplice ma allo stesso complicato.
riusciranno a mantenere salda la loro relazione? 
dopotutto, Zayn non ha ancora detto tutta la verità a Charlie..
quando la bionda scoprirà completamente l'oscuro passato di Zayn, riuscirà a passare oltre gli ostacoli, e amarlo?
lo scopriremo insieme.

alla prossima! Baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** capitolo 21. ***





Se vi va, leggendo, ascoltate "Nothing like us" di Justin Bieber, vi piacerà ancora di più. 
Buona lettura!






'Signorina, ora può entrare.'
Annuii all'infermiera e mi voltai verso Zayn.

'Tu vuoi venire?' Gli chiesi, accarezzandogli il braccio.

'Meglio di no, ti aspetto fuori. Se hai bisogno chiamami.'
Gli lasciai un bacio sulle labbra ed entrai nella stanza.

Il bianco delle pareti e l'odore di alcool mi fecero gelare le vene. In uno dei due letti c'era lei, pallida e smunta in viso. Mi avvicinai, e le baciai le guance e la fronte.
Nonna Des aprì gli occhi. Il verde smeraldo aveva lasciato posto a un verdognolo spento, cosa che mi fece rabbrividire.

'Nonna. Come ti senti?'
Lei batte' qualche volta le palpebre, poi tossì.

'Stanca. Tu come stai?' Sorrisi, vedendo che come sempre metteva me al primo posto, perfino nelle sue condizioni.

'Oh, io sto benissimo. Hai fame? vuoi-'

'Parlami ancora di lui.' Rimasi spiazzata dalle sue parole, era la prima volta che mi interrompeva mentre parlavo, o deviava discorso.

'Zayn?'

'Si, dimmi tutto.'

'Ma te ne ho già parlato tante volte, nonna.'

'Non sono mai abbastanza, gioia mia.'
sorrisi, rassegnata.

'È fantastico, sotto ogni punto di vista. È musulmano, ama dipingere, vuole studiare arte come me. È leggermente vanitoso, ma mi fa morire dal ridere con le sue battute. Zayn non è solo bello, divertente e spiritoso. È soprattutto intelligente, e comprensivo. Farebbe di tutto pur di proteggermi, mi ha detto che ha deciso di smettere di bere, viste le conseguenze dell'ultima volta che l'ha fatto.
Da ieri siamo ufficialmente una coppia, mi ha chiesto di essere la sua ragazza mentre passeggiavamo, al chiaro di luna.
Non mi ha mai chiesto niente, eppure mi da sempre così tanta felicità e amore. Da per scontato che io possa lasciarlo, abbandonarlo a sè stesso, perché è quello che hanno fatto tutti gli altri. Non ha ancora capito che lui ormai è il mio tutto. È sempre nei miei pensieri, da quando mi sveglio fino a quando vado a dormire. Quando non lo vedo mi sento morire, come se piccole parti di me stessero lentamente scivolando via per trovarlo. Beh, non so che altro dire.'

Quello era in assoluto il discorso più lungo che avessi mai fatto. Eppure era completamente improvvisato, uscito dritto dritto dal mio cuore.
Nonna Des aveva gli occhi chiusi, e mentre la osservavo col cuore in mano una lacrima le scese.

'Perche piangi?'
Lei aprì gli occhi, rivelandomi tutta la luce delle sue verdi iridi. Sorrisi, perché era l'unica cosa che riuscivo a fare guardandola.

'Piango Perche sono contenta. Sono contenta perché hai trovato un amore vero, sincero. Sono contenta perché finalmente smetterò di soffrire, e potrò vivere in pace. Perché tu sei felice con il tuo ragazzo, perché rivedrò mio marito. Oh, Destiny. Tuo nonno mi manca così tanto.
Ricordo come ogni giorno, ogni santissimo giorno di ogni anno passato insieme mi regalava un fiore. E le parole che mi donava assieme al fiore sono incise dentro di me. Diceva sempre:
"un semplice fiore per il mio grande e bellissimo amore."
 Ricordo come il mio cuore quasi scoppiava ogni volta che lo diceva. Finalmente, figlia mia, non dovrò subire quel costante dolore al cuore sapendo che nemmeno oggi vedrò l'uomo che ha preso il mio cuore, e lo ha fatto suo. Finalmente, Destiny, lo potrò amare incondizionatamente. Per questo piango, perché sono felice. E libera.'

Mi chinai su di lei, e piansi le mie lacrime. avevo un dolore costante al cuore da quando era stata ricoverata.

'E adesso perché piangi, amore?' Sollevai lo sguardo verso i suoi occhi limpidi, brillanti.

'Piango perché mi mancherai.' Singhiozzai, e tornai a piangere senza freni, senza limiti.

'Tesoro mio, è dura, lo so, ma sarò nel tuo cuore.'

Sollevai la testa, e tirai su col naso.

'No nonna, non dire così. Ho già perso una mamma, e nonostante mi dicessi sempre che sarebbe per sempre rimasta con me, non era vero. Quando la cercavo, non la trovavo mai. Ora perderò anche te, e sento che un'altra parte di me volerà via. Tu sei la donna che mi conosce meglio di chiunque altro al mondo. Non mi puoi lasciare così, non puoi. Non puoi.'

Le lacrime scorrevano sul mio viso, e non potevo farci niente. Passavano dalle ciglia alle guance, scorrevano leggere fino a cadere, Cadevano, scomparivano, ma altre simili le rimpiazzavano.

'Tu hai il mio ricordo vivo dentro di te. Sarò lassù in cielo a proteggerti, e lo sai questo. Quando avrai bisogno di me io ci sarò, e non solo nel tuo cuoricino. Sarò nei tuoi sogni, nella tua mente, del sole che splende, nella pioggia, nelle tue lacrime. Sarò sempre con te. Tu non mi potrai vedere, ma io ci sarò. Te lo prometto.'

Con il labbro inferiore al'infuori, come ogni volta durante un pianto,annuii e mi avvicinai di più a lei. Afferrai la sua mano e la baciai. Lei la ritrasse, e si tolse la fede. La baciò, e me la passò.
La presi in mano, e la osservai. Dentro c'era incisa la scritta:

"infinity love"

La strinsi in un pugno, e singhiozzai ancora di più.

'Sai nonna, ho anche le fedi di mamma e papà, a casa. E sapere che adesso ho anche la tua è una cosa davvero triste. Mi fa pensare a quanto io sia sola. Non avrò più una famiglia.'

Sollevai di più la manica del mio maglione e asciugai le lacrime.

'Tesoro mio, la tua famiglia sarà sempre viva e con te. Ma avrai una nuova famiglia. Voglio conoscere Zayn. Lo so che è qui fuori.'

Sorrisi, e annuii. Mi alzai in piedi e prima di uscire cercai di rendermi meno mostruosa. Scossi la testa, stavo davvero pensando al mio aspetto?

Corsi fuori e gli andai incontro. Lui balzò in piedi e mi abbracciò. Mi morsi il labbro per non piangere, e lo baciai con tutta la forza che avevo.

'Vieni? Vuole conoscerti.' Lui sgranò gli occhi, e abbasso la testa.

'Non so se..'

'Zayn, guardami.' Lui sollevò lo sguardo e fece unire i nostri occhi.

'Voglio che tu conosca l'unico componente della mia famiglia, finché puoi.'
Lui sospirò, e annuì. Lo presi per mano, e gli diedi un altro bacio. A passo lento entrò nella stanza dietro di me.
Lo tirai leggermente verso il letto.

'Che bel giovanotto, Des.' Sorrisi, e mi voltai verso di lui. Era tutto rosso, e aveva abbassato lo sguardo. Era la prima volta che lo vedevo così in imbarazzo, ed era tenerissimo. Gli accarezzai la mano, e tornai a guardare la nonna.

'È un piacere conoscerla, signora.' disse Zayn. 

'Oh, ti prego. Chiamami nonna Des.' Lui rise, e mostrò il suo stupendo sorriso.

'Sai Zayn, guardi mia nipote come mio marito guardava me. Ed è un bene, visto quanto io e mio marito ci amiamo nonostante il fatto che lui non ci sia più.' Arrossii, e poggiai la teta sulla spalla di Zayn. 'Destiny non ha fatto altro che parlarmi di te in tutti questi giorni!'

'Ma me lo hai chiesto tu la maggior parte delle volte!' Dissi, arrossendo. Zayn scoppiò a ridere, e mia nonna con lui.

'Passiamo alle cose serie, figliolo. Mia nipote è fragile. Ha bisogno di qualcuno, e da quanto mi ha detto poco fa, tu sei il suo tutto.'
Zayn si voltò verso di me, e mi sorrise leggermente.
'Mi costa molto lasciarla, e se potessi rimarrei con lei per sempre. Ma visto e considerato che non posso, la lascio a te. So che è in buone mani, me lo sento. Non farla soffrire, non lo merita. Ha sofferto molto in tutta la sua breve vita, mai una volta che lo meritasse. Chiedo a te di proteggerla.'

'La proteggerò sempre, te lo prometto. Ormai non saprei come fare senza di lei.' Io e Zayn ci guardammo dritto negli occhi, e strinsi ancora di più la sua mano.
'Ora che ne sono certa, pero, ho bisogno di riposare.'

'Oh, certo. Ti lasciamo sola. Ti voglio bene nonna, come mai nessun'altro.'

'Destiny, sei una figlia per me, e ti voglio bene. Ricordatelo sempre.' Le lasciai un bacio sulla guancia, e mi allontanai continuando a mantenere il suo sguardo.
Uscii dalla stanza, e mi sedetti fuori aspettando Zayn. Uscì qualche minuto dopo, e si sedette accanto a me.
Mi appoggiai a lui, e mi lasciò un bacio sulla testa. Chiusi gli occhi, che da sotto le palpebre diventavano sempre più lucidi.
Dopo una decina di minuti li aprii.

Vidi due infermiere correre dentro la camera di nonna Des. Rimasi immobile. Dopo 10 minuti una delle due uscì, e mi venne incontro.
Ero ancora appoggiata alla spalla di Zayn, non riuscivo a muovermi.

'Signorina' Non la guardai neppure negli occhi. Un colpo al cuore.

'si è.. spenta. Mi dispiace.'

Silenzio. Non sentivo più alcun rumore.
Chiusi gli occhi, li strinsi il più possibile fino a farmi male.
Mi sdraiai di fianco sulle gambe di Zayn, e stesi le gambe sugli altri sedili.
I miei occhi erano ancora chiusi, le lacrime scendevano ininterrottamente ma silenziose. Zayn continuava ad accarezzarmi i capelli, senza fiatare.

Era ufficiale, anche mia nonna non c'era più. Erano tutti volati via, mi avevano lasciato al destino. Ma sapevo di non essere sola. Avevo pianto abbastanza, ormai mi ero rassegnata da tempo alla morte di nonna Des, così mi sollevai, e presi per mano Zayn.
Aveva gli occhi lucidi, e mi guardava tristemente.
In un nano secondo mi ritrovai tra le sue braccia.
Altre lacrime sgorgavano dai miei occhi, non ne volevano sapere di fermarsi.

'Va tutto bene, ci sono io adesso.'


Mai in vita mia, quelle parole mi sembrarono così vere.



eccomi.
il mio obiettivo era quello di farvi piangere come ho pianto io durante la stesura del capitolo.
ho scritto l'ultimo punto appena 5 minuti fa, e visto che odio tenere i capitoli pronti nascosti, l'ho pubblicato.
spero vi sia piaciuto. a me non molto, in quanto credo sia il più triste di tutti e ventuno i capitoli.
non sperate che il prossimo sia allegro, dopotutto Charlie è ancora in lutto.
mi sento anche io in lutto, giuro.
credo che comincerò da subito a scrivere il capitolo 22, perchè foglio sapere come continua la storia, lol.

ringrazio chi recensisce e visualizza. vi amo tutte, siete voi a spingermi a continuare.


a presto, Baci.
Vale xx

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** capitolo 22. ***









'Piccola, va tutto bene?'
Distolsi lo sguardo dalla vista stupenda che avevo dal finestrino dell' aereo, e mi voltai verso un'altra vista magnifica: il mio ragazzo.

'Si, tranquillo.' Gli sorrisi, e gli presi la mano. Mi appoggiai alla suoi spalla e mi accoccolai a lui. Quella posizione era perfetta, le ultime notti le avevamo passate così, io stretta a lui che mi sussurrava parole dolci per farmi riaddormentare dopo uno dei tanti incubi. Una hostess stava sculettando tra le file tirando a sè un carrellino pieno di biscotti e succo di frutta.

'Vuoi qualcosa, belloccio?' Guardai a occhi spalancati la hostess, che aveva appena dato del belloccio a Zayn.

Piu che l'hostess potresti fare l'hescort, tesoro.' Dissi, alzando un sopracciglio. Lei divenne tutta rossa, poi sculettò via da noi.

'Sei bellissima quando fai la gelosa.' Zayn mi baciò sulla punta del naso, e gli sorrisi.

'Tu sei bellissimo e basta.' Lui rise, e riprese ad accarezzarmi le cosce.

'Quando arriviamo a casa?' Gli chiesi, guardandomi le mani. Non ne potevo più di quel volo. Eravamo partiti quasi tre ore prima, in piena notte. Stava sorgendo il sole e avevo voglia di dormire nel mio bel letto. O nel bel letto del mio fidanzato, meglio ancora.

'Credo tra una o due ore. Che facciamo intanto?' Sorrisi.

'Parlami di te, di quello che non so.' Zayn divenne serio, e il sorriso che avevo scomparve a sua volta. I suoi occhi si fecero bui, e cominciai a preoccuparmi.

'Ehi, che succede?' Il moro accanto a me scosse la testa, e mi sorrise. Il suo era un sorriso tirato, senza vita, e me ne accorsi subito.

'Oh niente. Credo tu sappia tutto. Ti va dell'acqua?'

'Mi stai nascondendo qualcosa.' Ero seria, molto seria. Era evidente che stesse evitando l'argomento. Zayn si guardo attorno con fare preoccupato, e tornò ai miei occhi.

'Possiamo parlarne a casa?' Sospirai, e annuii.

'Stasera probabilmente dovrò lavorare al bar.' Zayn sgranò gli occhi.

'Non credo proprio.'

'Che vuoi dire?' Tornai dritta sul sedile.

'Voglio dire che quel posto è pericoloso. Torni a casa alle 4 di mattina da sola per le strade di Londra.'

'Dovrei licenziarmi? No Zayn, non credo proprio.'

'Andiamo Charlie, lo hai detto tu stessa la sera in cui ti sei rifugiata a casa mia, quando dei tipi si sono messi a rincorrerti.'

'Lo so che non è un buon locale, ma mi fa guadagnare bene e in più li sono come una figlia per Bridgitte.'

la sua voce si alzò, e divenne roca. nei suoi occhi passò un lampo di furia.

'Cazzo Charlie, ho promesso a tua nonna che ti avrei protetta, e che ti avrei tenuto al sicuro da tutto e tutti. E uno dei modi migliori, è impedirti di andare a lavorare in quel locale.'
Una lama mi attraversò il cuore. Abbassai il viso, poi mi misi composta sul sedile. Per qualche minuto nessuno dei due parlò. Zayn aveva ovviamente ragione, ma non avevo per niente voglia di lasciare quel posto. Lo faceva per il mio bene, per proteggermi. Sbuffai, e mi voltai verso di lui. Per qualche secondo ci guardammo negli occhi in silenzio, poi mi decisi a parlare.

'Hai ragione.' Zayn sorrise trionfante, e io ruotai gli occhi. Tornai ad accoccolarmi a lui, e chiusi gli occhi.

'Non voglio addormentarmi.' Zayn rise, e ricominciò ad accarezzarmi le gambe.

'Perché?'

'Ti lascerei solo. E non voglio farlo.' Lui smise di ridere, e fece silenzio. Aprii gli occhi e lo guardai. Aveva un piccolo sorriso sulle labbra, e lo sguardo basso. Gli sollevai il capo con due dita, e feci incatenare i nostri sguardi. I miei occhi verdi scrutavano i suoi con curiosità, mentre il mio cuore batteva sempre più forte. I suoi occhi erano evidentemente spenti, tristi.

'Zayn, che ti sta succedendo?' Gli chiesi, aggrottando le sopracciglia. Lui sorrise, e si avvicinò per baciarmi. Misi l'indice sulle sue labbra per fermarlo, e rimasi impassibile.

'Devi per forza nascondermi tutto, ogni volta? Tu sai tutto di me, tutto. Sono un libro aperto, e mentre tu scegli accuratamente le pagine da farmi leggere di te. ci resto male, e mi chiudo dentro un guscio.' Zayn chiuse gli occhi, per riaprirli poco dopo.

'Mi dispiace, ma non mi sono mai dovuto rivelare a nessuno come con te. Insomma, Harry e io siamo cresciuti assieme, percui non gli ho mai dovuto dire niente.'

'Ti insegno allora.' Lui alzò un sopracciglio, e io sorrisi.

'Devi trovare dentro di te quello che vuoi dirmi, le parole adatte, e liberarle. Pronto?' Resto immobile per qualche secondo, poi scosse la testa. 'Non so come dirtelo.'

'Tu dillo e basta! Seriamente Zayn, ho un cervello alquanto sveglio, tu dici pure parole a caso e io riuscirò a ordinarle e capirle.' Zayn prese un respiro profondo, e aprì la bocca per dire qualcosa. Mi avvicinai, piena di speranza. Speranza che crollò non appena il moro richiuse la bocca poco dopo.
'Facciamo un gioco. -presi il quadernino e i pennarelli che portavo sempre con me, e gli passai un foglio e uno di quelli.- scrivilo. Fai finta di parlare con te stesso, io farò lo stesso. Cosa non sai di me?' Gli chiesi, appoggiandomi nuovamente a lui.

'Parlami.. Dei tuoi genitori.' Disse, esitante. Rimasi di sasso, poi mi ripresi e annuii. Era da anni che nessuno mi chiedeva una cosa simile. Aprii il pennarello, e cominciai a scrivere solo quando Zayn fece lo stesso. Scrissi:

"Mia madre si chiamava Elizabeth, e mio padre Robert. Sembravano fratelli, in quanto entrambi avessero i capelli biondi e gli occhi tra il verde e il ceruleo. Ogni sera mi abbracciavano prima di addormentarmi, e dicevano di volermi bene. Un giorno, mentre eravamo in macchina diretti al cinema, un camion ci taglio' la strada. Prese in pieno la fronte l'auto. Mia madre fece in tempo a nascondermi sotto il sedile posteriore. Morirono entrambi sul colpo, mentre io rimasi pienamente cosciente, ma ferita alla spalla. La cosa più brutta è che non potrò mai dimenticare, grazie alla cicatrice che mi è rimasta."

Respirai a fondo prima di piegare il foglio e girarlo e rigirarlo tra le mani. Zayn stava ancora scrivendo, così per non mettergli fretta chiamai una hostess e presi un bicchiere di succo. Mentre bevevo lentamente il contenuto del bicchiere di vetro, vidi che Zayn stava piegando il suo foglio. Gli sorrisi, e poggiai il mio pezzo di carta sulle sue gambe. Osservai la sua figura dal lato. Era serio, fin troppo, e aveva la mascella contratta e le mani strette sul foglio di carta.

'Tesoro, me lo dai il foglio adesso?' Zayn si passò la lingua sul labbro inferiore e sospirò. Teneva ancora quel misterioso foglio tra le mani, mentre batteva nervosamente il piede a terra. Mi spinsi verso di lui e gli presi il viso tra le mani.

'Zayn? Va tutto bene, su' I suoi occhi incontrarono i miei, e notai che non avevano più il luccichio che avevano di solito quando i nostri sguardi si incrociavano. Annuì lentamente, e strinse gli occhi. Mi passo' il foglio, e tolsi le mie mani dal suo volto. Avvolsi le sue labbra in un bacio dolce e lento. Feci per aprire il foglio, quando Zayn mi bloccò per la spalla.

'Aspetta. Prima.. promettimi che rimarrai.' Mi si scaldò il cuore, e sentii gli occhi inumidirsi. Non avevo mai visto Zayn così vulnerabile, così esposto. Gli baciai velocemente le labbra, e poi il naso. Aprii la busta, e strinsi gli occhi prima di iniziare a leggere.

"Sono una persona orribile. A Bratford avevo la reputazione peggiore che si potesse avere. Ero coinvolto in rapine, risse, traffico di droga, e a volte omicidi. Tutti mi evitavano, l'unico amico che mi rimase accanto fu Harry. Qualche mese fa presi una specie di cotta per questa ragazza, White. Con lei stavo bene, e fu la mia ragazza per qualche tempo. Lei però non riusciva a controllarmi, non poteva fare niente quando avevo degli attacchi d'ira. Lei aveva una brutta reputazione per essere una ragazza, ed era sfacciata. Quel tipo di sfacciataggine che mi faceva saltare i nervi. Cominciai a picchiarla, poi scappai da Bratford non solo perché ero pentito di quello che avevo fatto, ma anche per una stupida cazzata che ho fatto. Una sera comprai un pacchetto di allucinogeni da dei pusher. Ovviamente avrei dovuto rendere il guadagno e tenermi la mia parte. Tornato a casa io ed Harry ci ubriacammo per bene, e.. ecco, consumammo il pacchetto. Ho dovuto trasferirmi, mi avrebbero ammazzato. Ora sai tutto. Mi dispiace di avertelo tenuto nascosto.'

Con mani tremanti ripiegai il foglietto, e lo misi nella borsa. Sentivo lo guardo di Zayn bruciare sulla mia pelle. Il mio cuore stava battendo fin troppo veloce, e sentivo la testa scoppiare.

'De-devo andare in bagno.' Mi alzai di fretta e furia e corsi attraverso lo stretto corridoio dell'albergo. Sentivo i passi di Zayn che seguivano i miei, in modo silenzioso ma per niente tranquillo. Entrai nel bagno, e mi sedetti sul water chiuso. Zayn entrò dopo di me, e rimase impalato davanti alla porta.

'Charlie..' Scattai in piedi, e andai addosso alla parete. 'Giusto per fare il punto della situazione, sono fidanzata con un teppista pusher con problemi di alcool e droga che picchiava la sua ragazza.'

'Charlie, davvero, sono pentito. Mi pento di tutta la mia merdosissima vita. L'unica cosa di cui non mi pento è averti conosciuta. E sai perché? Perché ho conosciuto la ragazza più bella, simpatica, affettuosa e dolce del pianeta.'

Abbassai lo sguardo, e sentii tutte le mie barriere crollare.
Realizzai in quell'istante che niente e nessuno mi avrebbe allontanato dal mio fidanzato. tenevo troppo a lui. amavo ogni singola cosa di quel ragazzo, dal suo sorriso, ai suo iocchi, al suo cuore. Gli andai addosso, e allacciai le mie braccia al suo collo. Quasi istantaneamente Zayn strinse le sue braccia attorno alla mia vita, e mi sollevò da terra. Sorrisi sul suo collo, e baciai ogni punto della sua spalla.

'Mi dispiace mi dispiace mi dispiace mi dispiace.' Mi staccai dall'abbraccio, e salii sulle punte dei piedi per prendergli il viso tra le mani.

'Zayn, andrà tutto bene. Ci sono io adesso. Però mi devi promettere che niente del tuo oscuro passato si ripeterà.' Vidi nei suo occhi una tristezza lancinante. Quel tipo di tristezza unica nel mondo, la più brutta, quella che precede il dolore. La tristezza è il carburante del dolore, e so in prima persona che il dolore è la cosa più brutta al mondo. Tutto quello che volevo era cancellare tutto il dolore di Zayn. E lo avrei fatto.
'Te lo prometto.' Feci aderire le nostre labbra in un bacio passionale. Mi sollevo' e strinsi le mie gambe attorno alla sua vita.

'Non ti merito' disse Zayn, staccandosi dal nostro bacio per riprendere fiato. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi alle parole del mio ragazzo.

'Ho il fidanzato migliore del mondo. Credimi. Ora usciamo da questo cesso'
_________

'Piccola, vuoi venire da me stasera?' Mi voltai verso Zayn che disegnava cerchi immaginari sulle mie gambe.

'Perche non vieni tu da me? Infondo non sai nemmeno com'è fatta casa mia.'

'mmh. Preferisco vedere la mia ragazza girare per casa mia con indosso i miei vestiti, e il mio profumo.' Ridacchiai alle sue parole.

'Sai di essere leggermente possessivo?' Il mio ragazzo rispose lasciandomi un bacio sulla fronte.

'Va bene. Lasciamo le valigie da me allora.' Dissi, con poca convinzione. Improvvisamente non avevo più voglia di tornare in casa mia. Probabilmente Zayn capì a cosa stavo pensando, così mi sorrise dolcemente.

'E se invece rimanessi per un pò da me? Tanto Harry lo conosci, e non sta quasi mai in casa.' Feci uno dei miei migliori sorrisi, e avvolsi le braccia al suo collo.

'A casa del mio ragazzo, da soli, per un tempo indefinito? Perché no.' Gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra, e mi staccai. Zayn torno ad interessarsi alle mie labbra, prima morse il mio labbro inferiore, poi fece nuovamente unire le nostre labbra in un bacio poco casto. Introdusse la lingua, cominciando ad esplorare la mia bocca. Potevo sentire le farfalle svolazzare nel mio stomaco, quasi come se si stessero accoppiando felicemente.

'Ragazzi, siamo arrivati.' Mi staccai di corsa e sgranai gli occhi, ricordandomi improvvisamente del tassista al volante di fronte a me e Zayn. Quest'ultimo scoppio' a ridere, mentre io cercai di ricompormi velocemente. Zayn passo una banconota da venti sterline all'uomo.

'Tenga il resto.' Mi prese per mano e scendemmo dall'auto. Prese dal cofano sia la mia che la sua valigia, ed entrammo nel vialeto di casa sua. Mentre Zayn cercava le chiavi di casa io sbloccai il mio iphone e tolsi la modalità aereo, purtroppo in ritardo. Mi arrivarono una ventina di messaggi e chiamate tutte contemporaneamente, facendo sballare il mio telefono. Prima emise un suono sordo, poi si spense.

'Ma che diavolo..' Zayn rise, mentre entrava in casa. Lo seguii tenendo gli occhi sul mio stupido cellulare. 'E adesso che faccio? Non ho più un telefono.' Le braccia di Zayn mi avvolsero da dietro facendomi saltare in aria, e mi baciò il collo.

'Domani ne troveremo uno nuovo. Hai fame?' Il mio ragazzo cominciò a baciare e mordicchiare i punti più sensibili del mio collo, provocandomi brividi di piacere e la pelle d'oca.

'mmh, no' Dissi, con voce roca per le sensazioni stupende che Zayn mi stava provocando.

'non scherzo, non mangi niente da tipo 12 ore..'

sorrisi, mentre un milione di emozioni mi attraversavano da dentro.

'dai, non ho fame adesso.'

D'un tratto il moro mi fece voltare verso di lui, tenendomi stretta per gli avambracci. Troppo stretta per i miei gusti.

'Non hai mangiato niente tutto il giorno. Andiamo, muoviti.'

Vidi il suo volto incupirsi di fronte alla mia espressione dura, e capii che era meglio per il mio bene acconsentire alla sua richiesta. Mi staccai malamente dalla sua presa e andai a passo pesante verso la cucina. sussurrai tra i denti un 'vaffanculo'.
Aprii tutte le credenze della parete, non trovando niente di buono o per lo meno di commestibile.
Presi il telefono fisso da sopra un tavolino e composi il numero della pizzeria italiana sotto casa mia. Ordinai con voce fredda due pizze margherita, chiusi la telefonata e mi diressi verso il salotto. Sapevo che Zayn durante quell'arco di tempo era rimasto nella stessa posizione a osservarmi, e non potei evitare di sentirmi presa in giro.
Accesi la TV e mi misi comoda, gustandomi una puntata dei Simpson. Sentii uno sbuffo da dietro di me, e dei passi secchi salire su per le scale. Ruotai gli occhi. Ovviamente se ne era andato: doveva per forza evitare una conversazione quando ne aveva la possibilità. Delle note musicali confuse e veloci mi distrassero. Provenivano dal piano superiore.

Sbuffai rumorosamente e alzai al massimo il volume della TV. Dopo una ventina di minuti sentii per miracolo il campanello, visto il caos che si era formato tra televisore e stereo. Frugai nella mia borsa e pagai il pizzaiolo, e mi diressi in cucina con lo scatolo della pizza. Spensi il televisore e salii in camera i Zayn per avvisarlo dell'arrivo delle pizze.
La porta era chiusa a chiave, così urlai quello che dovevo dirgli e tornai di sotto.
Chiusi la porta della cucina per avere un po' di silenzio e godermi la mia pizza in santa pace. Il mio stomaco era chiuso, e mi scoppiava la testa.

La musica dal piano di sopra non ne voleva sapere di smettere, così impulsivamente uscii dalla cucina, afferrai il telefono di casa Malik-Styles e chiamai Louis.
'Ehi Lou, sono Charlie.'

'Cucciola mia, che succede?' Sorrisi, massaggiandomi una tempia per alleviare il mal di testa.

'Non sto tanto bene. Sono da Zayn, mi verresti a prendere?'

'Arrivo' Il ragazzo all'altro capo del telefono interruppe a telefonata, e io mi lasciai andare sul divano. Potevo sentire ogni muscolo del mio corpo tirare e pizzicare. Chiusi gli occhi, e li riaprii dopo una manciata di minuti quando la porta di casa si spalancò. Incontrai gli occhi di Harry, che mi sorrise.

'Bionda!'

'Riccio.' Risposi, con poco entusiasmo.

'Che hai?' Sbuffai, e rimanendo nella mia posizione richiusi gli occhi.

'Dopo una giornata passata su un aereo, il mio ragazzo mi ha attaccata perché non avevo fame. Ascolta la musica al massimo volume da tipo un'ora, e io non ce la faccio più. Sta venendo Louis a-'
Il campanello suonò, e Louis fece la sua entrata. Mi alzai e gli andai incontro. Lo abbracciai, e presi la mia borsa da terra.
Abbracciai anche Harry, e uscii di casa. Il riccio disse qualcosa a Louis prima di varcare l'uscita, ma non riuscii a sentire cosa.



Finalmente a casa mi buttai a capofitto nel mio dolce letto, e dormii profondamente per tutta la notte, senza fare alcun sogno.


CIAO.

questa è la terza volta che scrivo il capitolo 22, è ce le ho girate HAHAHAH
SPERO VI PIACCIA.
scusate gli eventuali errori, ma scrivere un capitolo tanto lungo tre volte è urtante <3
ringrazio chi recensisce e legge, chi ha seguito la storia dall'inizio. vi amo troppo, non vi ringrazierò mai abbastanza.
a presto.
Baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** capitolo 23. ***


 





Un dolce profumo mi investì, costringendomi ad aprire gli occhi.
Allungai il braccio verso il comodino alla ricerca del mio iphone, poi ricordai che era deceduto. Mi stiracchiai, e mi misi a sedere sul letto.
Una voce soffusa ma melodiosa mi fece scattare in piedi, spaventata.
Andai a passo felpato verso la porta scorrevole del soggiorno, e la aprii lentamente. Appena individuai il ciuffo corvino riconobbi la persona ai fornelli. Aprii la porta, e mi diressi verso Zayn.
Crebbe l'irritazione che stavo provando nei sui confronti. Dopo una giornata simile la sera precedente era riuscito a fare il gradasso e il prepotente con me.
Il fatto che mi avesse evitato riuscì solo a peggiorare la situazione, facendomi uscire dai gangheri. Ma nonostante tutta la rabbia dentro di me, non appena aprì bocca per parlare mi bloccai.

'Buongiorno, principessa.'

Mi morsi il labbro inferiore per non sorridere dinnanzi alla dolcezza unica del mio ragazzo.

'Che ci fai qui? Come hai fatto a entrare?' Chisi, mantenendo il tono più distaccato e freddo che riuscissi a trovare nel mio repertorio. Una ruga di preoccupazione si formò sulla fronte di Zayn. Sono in quell'istante notai le borse sotto gli occhi arrossati e il suo colorito pallido, rispetto al solito. Mi si strinse il cuore.

'Hai.. hai una serratura da bambini. Dopo le vacanze verrà qualcuno a cambiarla.'
Mi saltarono i nervi, di fronte alla sua solita prepotenza. Avanzai a passo fermo verso di lui completamente seria. Gli puntai contro l'indice.

'Tu vieni in casa mia, scassini la serratura ed entri indisturbato, ti metti ai fornelli e continui imperterrito a dirmi quello che devo fare?' Dissi, sbattendo il dito sul suo peto tra una frase e un'altra. Lui rimase impassibile, ma riuscii a cogliere un lampo di preoccupazione attraversare i suoi bellissimi occhi.
'Se non te ne sei accorto, ieri sera mi hai prima urlato contro, poi mi hai lasciata da sola. Sola con la mia rabbia e il mio dolore. Sola con il mal di testa per la tua cazzo di musica. Sola per la testa di cazzo che ti ritrovi.'
Mentre la sua espressione restava indecifrabile, allungò il braccio verso il tavolo in legno e prese un piatto. Me lo porse. Era un piatto pieno di pancakes con su di essi la scritta "Mi dispiace" In sciroppo d'acero.
Mi si illuminarono gli occhi, e probabilmente Zayn lo notò, sorrise.

'Sei bellissima quando ti arrabbi.' Ruotai gli occhi, e posai il piatto. Zayn prese le mie piccole mani tra le sue, e giocò per un attimo con l'anello che avevo al pollice. Mi ricordai all'istante delle parole che mi aveva rivolto sull'aereo. Lui aveva confidato a me per prima, buona parte del suo passato.
"Non ti merito"
"Prometti che non te ne andrai"
"Sono un mostro."


Sentii gli occhi inumidirsi, e incapace di mantenere la rabbia di frote alla dolcezza di quel ragazzo, gli allacciai le braccia al collo.
Zayn mi sollevò da terra, e strinsi le mie gambe ai suo fianchi.
Mise le mani sul mio sedere per sostenermi meglio, e lasciò un tenero bacio sulla mia spalla.

'Quando sono sceso per chiederti scusa e non ti ho trovata ho pensato di averti persa per sempre. Non hai idea di come io mi sia sentito.' Chiusi gli occhi, e mi allontanai dal suo collo per far unire le nostre labbra.
Non fu un unico bacio, ma tanti di essi uno dopo l'altro.

'Siamo stati entrambi troppo impulsivi, Ma buttiamocelo alle spalle, ho una fame da lupi!'
Lui sorrise nel bacio, e scesi dalle sue braccia per andare a sedere al tavolo.

'Ehi tesoro, sai che giorno è oggi?' Aggrottai le sopracciglia, cercando di fare il calcolo. Due giorni prima, c'era stato il funerale di mia nonna, il 22 di dicembre. Sgranai gli occhi.

'La vigilia di Natale!' Battei le mani, con un sorriso stampato sul viso. Zayn rise, e si appoggiò al tavolo con i gomiti.

'Andiamo a comprare i regali oggi, vero?' Sorrisi a Zayn, e mi allungai verso di lui per baciargli le labbra. Finii il mio pancakes e bevvi un chiacchiere di succo d'arancia.

'Vado a fare la doccia.' Dissi, saltando in piedi.
'mmh, vuoi una mano?'

Arrossii all'istante alle parole di Zayn, e gli tirai uno schiaffetto sul braccio. Lui scoppiò a ridere, e io mi diressi verso il bagno. Rimasi più del dovuto nella doccia, vista la presenza dell'acqua calda.
Frazionai i capelli e li asciugai alla svelta con il phon. Con una tovaglia ad avvolgermi il corpo tornai in camera, e mi sedetti sul letto.
Quel giorno avrei speso parecchio, a mio malgrado. Improvvisamente Zayn spalancò la porta, facendo un sorrisetto malizioso alla mia vista. Mi si avvicinò mentre io rimanevo immobile, dinnanzi a tanta bellezza. Si chinò per darmi un bacio, poi notò il cassetto aperto alla sua destra. Era il cassetto contenente l'intimo.
Arrossii, e allungai il braccio per fermarlo. Zayn prese in mano uno slip nero semplice ma abbastanza ristretto, e un reggiseno rosso col merletto nero. Sgranai gli occhi.
Non alla vista della scelta fatta da Zayn, ma dal reggiseno in se.

'Indossi questi?' Abbassai lo sguardo, per tornare a osservare i suoi occhi subito dopo, leggermente impaurita.

'Ecco, quello è un regalo di.. Carther, per il mio scorso compleanno.' Vidi Zayn diventare cupo in viso, prima di lanciare il reggiseno che aveva in mano in un angolo della stanza.

Chiusi gli occhi, prevedendo una sfuriata per non aver buttato quel ridicolo reggiseno. Sfuriata che però non arrivò.
Invece il mio ragazzo tornò a frugare nel cassetto, e vi prese un altro reggiseno blu a pois bianchi. Arrossii, era uno dei miei reggiseni più simpatici.
Lui rise.

'Non ho mai visto un indumento più sexy, piccola.' Scoppiammo entrambi a ridere, io mi alzai dal letto e lo spintonai fuori dalla camera.

'Mi cambio e arrivo!' Chiusi la porta a chiave, per evitare eventuali imbarazzi, e indossai l'intimo scelto da Zayn. Sorrisi al mio riflesso allo specchio, ma tornai immediatamente seria alla vista della tanto odiata cicatrice sulla mia spalla destra.

Incapace di mantenere lo sguardo tornai a vestirmi. Indossai un jeans azzurrino, poi una maglia bordeaux e un maglione di lana con i buchi dello stesso colore. Non trovando gli stivali uscii dall camera ancora scalza, e corsi in soggiorno alla ricerca delle scarpe.
Non feci caso all'assenza di Zayn, ma quando me ne accorsi sgranai gli occhi.

'Zayn?' Nessuna risposta. Mi preoccupai.

'ZAYN!?'

Notai che la porta d'ingresso era semi spalancancata, così ancora scalza corsi verso di essa. Prima di uscire di casa sbirciai a destra e a sinistra nel corridoio del palazzo. Non avendolo trovato, mi affacciai dalla tromba delle scale.

Nessuno.
Sbuffai e tornai in casa. Preparai mentalmente una ramanzina da fargli una volta tornato, per essere scomparso lasciando la porta di casa sua aperta mentre si vestiva.
Finalmente trovai gli Hug, e li indossai. Mi sedetti sul divano in attesa del mio ragazzo.
Passò un quarto d'ora, e di lui nessuna traccia. Mentre mi guardavo intorno notai una delle mie borse svuotata a terra. Confusa, la sollevai da terra. Raccogliendo gli oggetti caduti, trovai il mio pacchetto di sigarette.

Senza rifletterci un attimo, presi una sigaretta e l'accendino e andai verso la finestra. Mentre ricacciavo una prima boccata di fumo, sentii una voce familiare da sotto.
Mi sporsi per osservarlo meglio. Zayn era in piedi, con una mano tra i capelli e l'altra che reggeva il cellulare all'orecchio. Aprii la bocca per chiamarlo, quando involontariamente ascoltai una parte della sua chiamata.

"No, Rhon. Non posso tornare, e lo sai meglio di me questo. ... Oh, cazzo, smettila di dire puttanate. Si, si, lo so. No, Rhon lo sai che non sono il tipo da sentimenti per una ragazza. Si, sesso e basta. Ma ora lasciami respirare! Non morire."

Detto questo, chiuse la telefonata.
Alle parole "sesso e basta" il mio cuore aveva perso un numero indefinito di battiti. Rimasi alla finesta, incapace di svolgere il minimo movimento. Non mi accorsi nemmeno che Zayn era rientrato in casa, e si era pericolosamente avvicinato al mio collo.

avevo gli occhi leggermente sgranati, e la bocca semi aperta. Il moro mi voltò verso di lui, e mi strinse tra le spalle.

'Charlie, che hai?' Mi scosse leggermente, facendomi tornare dal mio stato di trance.

'Non sei il tipo da sentimenti? Sesso e basta?'

Ero impassibile, immobile nella mia posizione con lo stesso sguardo di prima. Il mio tono di voce era piatto, leggermente increspato. 'Charlie, ti posso spigare.' Annuii, mi liberai dalla sua presa e mi sedetti sul divano.

'Quanto hai sentito?' Scossi la testa.

'Non lo so nemmeno io. Tipo.. La fine, credo.' Zayn si passò una mano tra i capelli, sistemandoseli subito dopo.

'Quello era Rhon. Lavoravamo insieme a Bradford, diciamo. Non posso dimostrarmi debole, di fronte a certe persone. E l'amore non è da me, o perlomeno non è per il vecchio Zayn.' Scattai in piedi, agitando le braccia come una pazza.

'Quindi secondo te l'amore è per i deboli? Ti sei bevuto il cervello? L'amore è l'ancora di salvezza di tutto il mondo! Se non fosse per l'amore ci sarebbe solo e solamente odio. Se non fosse per l'amore, noi non saremmo qui ora. Se non fosse per l'amore, io non mi sarei mai messa con te, e noi adesso non staremmo insieme. Quindi non venire a dirmi una stronzata del genere, perché sono stufa. Non capisco chi sei, prima dolce e romantico, poi misterioso e inquietante. Cazzuto e nervoso, poi diventi la persona più dolce al mondo. Devi farmi entrare Zayn, o mi perderai.'

Il ragazzo di fronte a me era immobile, con lo sguardo posato sui miei occhi. Non sbatteva più le palpebre, non muoveva un muscolo. Improvvisamente si avvicinò a me, e mi circondò con le sue forti braccia, ricambiai l'abbraccio.

'Non è vero quello che ho detto. Non è vero che non sono il tipo da sentimenti. Lo so. Sai perché?'

Mi allontano' appena da lui, perché io potessi scuotere la testa.
Sorrise, e sospiro'.

'Perche mi sono innamorato di te.'



that's my corner, bitch.

eheheheeey
non odiatemi pls. non ho potuto aggiornare perchè ho avuto il lutto di mia nonna..
sorry per il ritardo, ma non ho potuto fare altrimenti.
adesso, se non vi siete godute il capitolo.. sparatevi <3
scherzo ahaha l'ho scritto una notte verso le 2:35. 
prima c'era un altro finale, ma era troppo hard così ho messo questo che mi piace il triplo *-*

ora vado, non lanciatemi i pomodori per la lunghezza del capitolo. ç.ç
Baci,
Vale xx


PS.

lei è Charlie:

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** capitolo 24. ***









'perchè mi sono innamorato di te.'

Quante parole erano? 6?

Bene, quelle sei parole mi avevano reso la persona più felice del mondo. Sentivo il cuore martellare nel petto come non mai, le mani iniziare a sudare.
Zayn si era innamorato di me, Zayn, di me.
Io. Zayn. Amore.
I miei occhi verdi erano nei suoi nocciola. Leggevo con chiarezza un accenno di paura nei suoi occhi. Ero rimasta nella stessa posizione di prima, gli occhi incatenati ai suoi e le braccia lunghe sui fianchi.

'Credo che.. ora.. dovresti dire qualcosa.' Disse Zayn, spostando lo sguardo altrove e grattandosi la nuca.

'Dillo di nuovo' Dissi, con un filo di voce. Mi maledissi mentalmente per la stupidità delle mie parole.
Zayn sorrise timidamente, (non credevo fosse possibile) e arrossì.

'Charlotte, mi sono innamorato di te. L'ho ammesso a me stesso ieri, sull'aereo, quando sei rimasta. In realtà ho sempre provato questo per te, ma ho cercato di nasconderlo per paura di sembrare stupido, ecco.'
Sul mio viso si aprì uno di quei sorrisi che capitavano una volta nella vita, uno di quelli più che rari. Probabilmente era il sorriso più vero e sincero che avessi mai rivolto a qualcuno.
'Se non dici qualcosa divento matto.'

Gli saltai letteralmente addosso, facendolo cadere sul divano. Lo baciai con foga, facendo aderire i nostri corpi. Le norstre labbra combaciavano alla perfezione, come le nostre mani. Mi staccai per prendere fiato, e con tutta la forza che avevo in corpo parlai.

'Ti amo anche io.'

Rimasi ferma qualche secondo, mentre Zayn mi guardava. Mi accorsi di stare trattenendo il respiro solo quando i miei polmoni cominciarono a ribellarsi.
'Ce ne hai messo di tempo, eh' Disse il moro. Scoppiai a ridere, per poi mordermi il labbro.
Tornai alle sue labbra, baciandole lentamente. Zayn chiese l'accesso alla mia bocca passando la lingua sulle mie labbra. Mantenendo gli occhi chiusi aprii le labbra, inebriandomi delle sensazioni che quel bacio (e quel ragazzo) mi stavano procurando.
Improvvisamente, sotto il mio bacino sentii qualcosa di duro. Arrossii violentemente, facendomi sfuggire un gemito. Zayn sorrise contro le mie labbra, e le abbandonò per passare al mio collo. Vi lasciò una scia di baci umidi fino alla scapola. Nel punto più sensibile del mio collo cominciò a succhiare. Gemetti nuovamente.
Zayn stava ancora lavorando avidamente sul mio collo, quando posò una mano sulla mia schiena e mi sollevò.
Mi fece sdraiare sotto di lui al lato opposto del divano, capovolgendo la situazione. Nonostante fosse estremamente piacevole, l'idea che Zayn stesse completamente dominando il mio corpo mi irritò. Inarcai la schiena, facendo incontrare i nostri bacini. Il moro ansimò, facendomi ridacchiare.
Misi una mano sotto la sua maglia, accarezzandogli gli addominali. Improvvisamente Zayn tornò alle mie labbra, mordendole prima di esplorare con entusiasmo la pelle che il mio reggiseno stava nascondendo.

'Che bel reggiseno.' Sorrise malizioso, sfiorando con un dito la pelle che circondava l'ombelico. Emisi un suono a metà tra una risata e uno sbuffo, poi sorrisi.
'senza staresti meglio, a parere mio.'
Mi morsi il labbro, e cercai di assumere un tono sexy.
'Che ne dici di provare?' Vidi gli occhi di Zayn illuminarsi di una nuova luce. Una luce estremamente calda. L'eccitazione.

Mi prese in braccio a mò di sposa, e mi lasciò sul letto di camera mia. Si tolse la maglia, e slaccio la cintura dei jeans. Io rimossi gli hug che ancora indossavo, e aspettai che finisse lui di spogliarmi. Sorrisi quando quasi si lanciò su di me, cominciando a smanettare per togliermi il reggiseno.
'Quanta fretta!' Risi. Zayn mi guardò negli occhi.
'In effetti, abbiamo tutto il giorno.'
_________

P.O.V. VALERIE


Camminavo avanti e indietro per la camera da letto. La testa mi scoppiava, e avevo lo stomaco a dir poco in subbuglio.
Un'altro conato di vomito. Corsi in bagno tenendo una mano sulla bocca, attenta a non battere da nessuna parte.
Dopo aver buttato l'anima nel water, mi sollevai. guardai la ragazza distrutta nello specchio. Le occhiaie profonde, le labbra screpolate e il viso pallido. I miei occhi erano spenti, stanchi. Sciacquai più e più volte la faccia, e lavai i denti per eliminare il cattivo odore del vomito.

Era la quinta volta in due giorni che rimettevo, e senza mangiare alcunché.
Non volevo credere all'evidenza, non potevo.

Mi sdraiai sul letto e mi arresi alle lacrime che pizzicavano gli occhi. Quando mi decisi a tornare in me asciugai le lacrime, e mi sollevai dal letto per cercare di rendermi più presentabile possibile. Passai un grosso strato di correttore per occhiaie, e del mascara ad infoltire le chiare ciglia. Legai in una crocchia disordinata i capelli rossi e respirai profondamente.
Presi dieci sterline dal tavolo e li misi in tasca, per poi uscire a passo svelto.

L'aria fredda di metà dicembre mi congelo il viso all'istante, facendomi rabbrividire.
Mi schiaffeggiai mentalmente per non aver indossato un'altra felpa sotto il cappotto. Vedevo la gente camminare tranquillamente, chi per la mano con la dolce metà, chi per la mano con il figlio tutto sporco di cioccolata.
Sentii un gruppo in gola, e mi morsi il labbro inferiore per non pensarci. Sentii una risata familiare sulla destra. Mi voltai e vidi Charlie e Zayn mano nella mano come una felice coppia innamorata.
Era evidente che lo fossero davvero.
Affrettai il passo per evitare di vedere le loro smancerie. Quando vidi la farmacia di fronte a me mi pizzicai la coscia per non urlare e correre via. Entrai, e andai dritta verso il bancone.

'Posso aiutarla?' Mi chiese la farmacista sulla trentina. Respirai profondamente, chiusi gli occhi e li riaprii dopo qualche secondo.

'Un.. test di gravidanza, per favore.'
La farmacista annuì con sguardo comprensivo, quasi volesse infondermi conforto con quello sguardo.
Mi passò una scatoletta allungata bianca e rosa. Pagai e corsi via. Con il sacchetto stretto al petto, percorsi i pochi metri che mi separavano da casa. Sentivo lo sguardo di tutti su di me.
Mi sentivo sporca, Cattiva.
Accelerai, arrivando di corsa dentro il vialetto di casa. Chiusi la porta a chiave dietro di me, lanciai le chiavi e il cappotto sul diano e corsi in bagno. Chiusi anche la porta del bagno, come se qualcuno potesse sorprendermi alle spalle.
Lessi le istruzioni del test, nonostante sapessi già cosa fare.
Mia madre era incinta di due mesi quando mi trasferii, ricordavo tutte le mosse.
Tolsi il tappo della "penna", e feci la pipì, bagnai la bacchettina e aspettai col cuore in gola e le mani tremanti. Posai il test sul lavandino, mi sistemai e mi sedetti sul wc chiuso. Erano passati almeno 5 minuti, più del tempo necessario.
Presi la bacchetta bianca in mano, evitando il quadrante dove sarebbe comparsa la risposta al test. Con gli occhi serrati lasciai cadere qualche lacrima per la tensione del momento, e sospirai.

Aprii gli occhi.
Il mio cuore si fermò, e sentii la testa girare vorticosamente.
Due linee rosa.

Lasciai cadere la bacchetta dalle mani, e poggiai la testa alle ginocchia strette al petto. Mi liberai in un pianto isterico e estremamente rumoroso. Le lacrime scendevano a dirotto, ma il mio cuore non sembrava alleggerirsi.

IncintaAspettavo un bambino.
Tutta colpa di quell'idiota dai bei ricci e gli occhi smeraldo. piansi ancora più forte, constatando che da adesso la mia vita sarebbe stata estremamente differente.
Nonostante avessi tutti i motivi per odiare Harry, non riuscivo a farlo. Detestarlo si, ma odiarlo mi era impossibile.
Quella sera, due settimana prima, era stata la più bella nella mia intera vita.

Prima di partire per San Francisco, prima di tutto, io ed Harry ci eravamo incontrati per caso nella tavola calda sotto casa. Avevamo chiacchierato per ore e ore, passeggiato sul tamigi, visitato il London eye e infine eravamo finiti a casa mia, sotto le lenzuola. Era stato veloce, e poco dolce, ma bellissimo. Mi ero addormentata accoccolata a lui, che con il braccio mi circondava le spalle, e le nostre gambe intrecciate.

La mattina non c'era più. Di lui era rimasto solo il profumo sui cuscini e le coperte.

Non aveva pensato neppure al preservativo, non mi aveva neanche chiesto se prendessi la pillola. Era venuto dentro di me, costringendomi a questo. Un figlio, a 18 anni.
Non avrei potuto frequentare alcuna università, visto un neonato a casa che mi starà aspettando.
Glielo dovevo dire? Avrei dovuto costringerlo ad una vita forzata al mio fianco, o lasciarlo vivere in pace la sua bella vita?
Sono troppo orgogliosa per gestire da sola un bambino, frutto di un suo sbaglio. Mi lasciai andare sotto le coperte, e chiusi gli occhi.
Glielo avrei detto, prima o poi.

P.O.V. CHARLIE



'Zayn sei pronto?' Urlai a Zayn, chiuso in bagno da venti minuti.

'Si, arrivo!' Mi gridò in risposta. Mi alzai dal divano e mi convinsi ad indossare i tacchi neri laccati, scarpe comprate la mattina stessa con Zayn. Era stata la giornata più bella di sempre.
Dopo aver fatto l'amore, Zayn mi aveva confessato che era stata la prima volta per lui, in quanto aveva fatto sempre e solo sesso.
Ovviamente non era lo stesso per me, infondo avevo avuto un ragazzo per due anni. Andammo per le strade affollate di Londra alla ricerca di regali per tutti.
Comprai un cappello Supra a Niall, un cuscino di peluches a Liam, al mio migliore amico un portachiavi di legno con inciso il mio nome e il giorno in cui ci siamo incontrati la prima volta, il DVD di Sparkle ad Harry, in ricordo della prima volta che l'avevamo visto insieme. Alle ragazze aveva comprato qualcosa di vagamente solito, infondo ci conoscevano da troppo tempo per trovare regali originali.

una collana con una chitarra argentata ad Ellie, appassionata com'era di musica l'avrebbe adorata, un paio di orecchini a stella marina a Valerie, amante da sempre degli accessori.
A un certo punto io e Zayn ci eravamo divisi per comprare i rispettivi regali.
Avevo vagato per le vetrine dei negozi alla ricerca di qualcosa per almeno mezz'ora, prima di trovare il posto perfetto. Uno studio fotografico. Entrai, strabiliata dalla perfezione delle foto in vetrina.

Porsi il mazzo di foto della polaroid al commesso, e attesi un bel po'.
Ne era valsa la pena: ricevetti tra le mie mani un album fotografico con tutte le foto ingrandite, e in copertina la foto che mi aveva rapito il cuore. Io che sorridevo con gli occhi chiusi, il sole sul volto, e Zayn rivolto verso di me con un tenero sorriso a contornargli l'espressione felice del volto.

'Eccomi.' Zayn arrivò alle mie spalle facendomi scattare dallo spavento. Ridacchiò e mi lasciò un bacio sul naso. Sorrisi.

'Andiamo, è già tardi.'

'Hei, aspetta un secondo.' Mi fermai all'istante e lo guardai con un sopracciglio sollevato, visito il cambiamento improvviso del suo tono di voce. Sembrava imbarazzato.
'Mi ha.. mi ha appena chiamato mia madre. Le ho detto sinceramente che non sarei tornato a casa per le feste.' Annuii, intimandolo a continuare. 'E.. domani mattina arriveranno lei e mio padre per non lasciarmi da solo.'
Sgranai gli occhi. Prima mi feci travolgere dall'eccitazione, avrei incontrato i genitori del mio ragazzo.
Poi mi bloccai, e analizzai la fine del discorso di Zayn. Era ufficiale: il mio cervello non era capace di comprendere un'intera frase.

'Ma tu non saresti rimasto da solo, io.. non sanno di me, vero? Non glielo hai ancora detto?'

Tentai di mantenere la calma, pizzicandomi la coscia. Era diventato il mio anti stress. Zayn boccheggiò a vuoto, poi sbuffò.

'Mi dispiace, Charlie. Avrei dovuto farlo, ma non trovavo il momento adatto..' Annuii, amareggiata.

'Va bene, tranquillo. Forza, Louis-compio 22 anni-Tomlinson ci aspetta.'




i'ts our party we can do what we waaant.

ECCOCI.

okay, non ve lo aspettavate. lo so, infondo la vera storia è quella di Charlie e Zayn.
Volevo dare una svolta abbastanza originale(?) allora BOOM.
Valerie è incinta.
credo che da il capitolo 25 ci sarà più che altro il POV Valerie.
non mi picchiate, ma mi è venuta quest'idea e l'ho scritta senza mennemo riflettere. come per tutta la storia del resto HAHAHAH
spero vi sia piaciuto il capitolo.
caspita, 24 capitoli diurhfpirfhoir 70 recensioni e 11 commenti brevi duhrfdiuruyg 
VI AMOOOO
grazie, davvero.
ringrazio anche gli 11 preferiti, 11 seguiti e 3 ricordate.

non dimentico certo chi visualizza rimanendo all'ombra c:
Gracccie tante.
a presto,
Vale xx





 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** capitolo 25. ***










Arrivati davanti al portone di casa di Louis, aspettammo almeno 10 minuti prima che ci aprisse.

'È QUI LA FESTAAAA?' Urlo', evidentemente già sbronzo. Risi, e gli lasciai un bacio sulla guancia.
'Auguri, mia dolce zucchina.'

'Auguuri anche a tee carotina!'
Ridacchiando presi per mano Zayn e lo trascinai dentro il salotto. C'era un mega tavolo da biliardo addossato a un muro, ricoperto da una tovaglia di plastica e un migliaio di bottiglie contenenti tutti i tipi possibili di alcool, al mondo. Nemmeno un pacchetto di patatine, e io ero praticamente morta di fame.
Osservai la folla davanti a me. Ragazze che si strusciavano sui ragazzi, qualcuno che fumava (non proprio sigarette).
Una coppia si stava proprio dando da fare, lei imbraccio a lui e il ragazzo seduto su un divano bianco. Fortuna che non era casa mia.

'Ehi, balliamo?' Mi chiese Zayn avvicinandosi al mio orecchio per d'ora stare la musica assordante.
Annuii, e mi condusse in mezzo ai ragazzi col testosterone alle stelle. Attento a tenermi il più lontano possibile da loro, ma più stretta a lui, il mio ragazzo si muoveva a ritmo di "I need your love". Seguivo i suoi movimenti, gli legavo le braccia al collo, lui mi baciava ogni tanto.

Notai che non aveva ancora bevuto niente, dopo due ore che eravamo arrivati. Il mio stomaco reclamava cibo, così dissi a Zayn che andavo un attimo in cucina.

'Non muoverti.'

'Non perderti.' Risi, e mi feci spazio tra i corpi sudaticci. Arrivata in cucina trovai Ellie e Valerie sedute sull'isola, Valerie con un'espressione mai vista prima sul suo bellissimo viso, Ellie evidentemente preoccupata.

'Ehi, Vallie. Che succede?' Le due ragazze si voltarono verso di me, e mi fissarono per qualche secondo.

'Te lo avrei detto, giuro.' Alzai un sopracciglio e mi diressi verso di loro.

'Cosa mi avresti detto, Val?' Le due si guardarono, accigliate, e io mi preoccupai ancora di più.

'Val-'

'Sono..' Una ragazza era appena entrata, e ci guardava con la bocca leggermente aperta.

'Ehi, tu non hai sentito niente. Capito?' Le gridò Valerie. La ragazza annuì energicamente.
Mi voltai verso le due, e sbuffai.

'Con voi parliamo dopo, in un luogo più appartato.' Notai che la ragazza poteva avere sedici anni al massimo, e andai verso di lei.

'Quanti anni hai? Come ti chiami' Le chiesi.

'17. Annabel. Per gli amici Anne o Bel.' Rimasi a contemplare i capelli lunghi color grano con le punte arricciate, le labbra sottili ma carnose, l'apparecchio ai denti, gli occhi cerulei, messi in risalto solo da uno strato di mascara. Era dolcissima solo a vederla: impacciata, timida, bassina, nè magra come una modella, nè in carne, vestita in un modo semplice e fresco anche ad una festa del genere. Mi stava già simpatica.

'Di dove sei? Dove vai a scuola? Non ti ho mai vista qui prima d'ora. Eppure abbiamo la stessa età e siamo alla stessa festa.'
Lei sorrise timidamente, e io di rimando.

'Sono italiana. Ho finito gli studi da poco, in anticipo. C'è la possibilità che mi trasferisca, prima però devo vedere come ambientarmi.'

'Wow, conosco un'italiana! -risi- ma il tuo accento è inglese, come fai?' Le chiesi, alzando un sopracciglio.

'Studio inglese dalla scuola elementare, ho fatto parecchi esami e parecchi viaggi. Ho più l'accento inglese che italiano!'

Ridemmo, e Valerie ed Ellie si avvicinarono a noi.
'Scusa se ti ho attaccata prima, è un brutto momento..' Le disse dandole la mano. 'Sono Valerie.'

Annabel la strinse, annuendo.

'Annabel. Non preoccuparti.'

'Io sono Ellie. Come mai sei qui? Conosci Louis?' La ragazza strinse la mano anche ad Ellie, e si schiarì la voce.

'In realtà non conosco nessuno. Stavo facendo un giro qui intorno, per questa settimana alloggio nella casa subito a destra. Ho sentito la musica e pensavo di fare amicizia con qualcuno presentandomici. Non.. sono molto brava in queste cose, non so nemmeno se così è possibile.'
sorrisi, e le sfiorai un braccio.

'Come vedi ci sei riuscita. Se vieni ti presento il mio ragazzo.' Dissi, rendendomi conto subito dopo di essermi allontanata da Zayn per prendere qualcosa in cucina almeno dieci minuti prima.

'Oh beh, certo, se per te va bene.' Sorrisi. Quanto era dolce quella ragazza? Forse anche più di Ellie. La presi per mano e la condussi nel punto in cui avevo lasciato Zayn. Dietro di noi c'erano Valerie ed Ellie che si tenevano per mano, probabilmente per non perdersi tra la gente.
Trovai Zayn esattamente dove l'avevo lasciato, mentre parlava con Harry. Aveva in mano un bicchiere rosso come quelli che si vedono nei film, e gli occhi più lucidi del solito. Aveva bevuto.

'Hai bevuto?'
gli chiesi, prendendogli di mano il bicchiere. Odorai il contenuto: vodka liscia.

'me l'ha dato lui!' Disse, indicando Harry. Mi avventai contro di lui.

'Ma sei un idiota? Lui decide di non ubriacarsi più, e tu gli servi l'alcol su un piatto d'argento. Harry, che diavolo, pensa un po'!'
Lasciai Harry lì fermo, anche lui aveva alzato il gomito. Delle parole che gli avevo detto non sarebbe rimasta nemmeno la metà nel suo cervellino bacato.
Sbuffai sonoramente e presi Zayn per la mano.
'Quanto ne hai bevuto?' Gli chiesi, accarezzandogli la spalla.

'Charlie, nemmeno un bicchiere. Sono sveglio, e cosciente.' Ridacchiai, e annuii.

'Va bene. Comunque lei è Annabel. Annabel, lui è Zayn. Il mio ragazzo.' Il moro le porse la mano, e Anne tutta rossa in viso la strinse.
Zayn mi tirò a se per un fianco, facendo aderire le nostre labbra.

'Mi fai impazzire quando dici "il mio ragazzo".' Sorrisi nel bacio, e lo spinsi via. 'Tesoro, non voglio fare tardi, ricordati che domani mattina è Natale!' Zayn rise, e con lui anche Annabel. Ellie e Val erano scomparse.

'Ricordati che non festeggio realmente il Natale.' Arrossii, data la figura con Zayn.

'Ti ho mai detto che non sono credente?' Zayn sgranò gli occhi, e si allontanò di poco per guardarmi negli occhi.

'Sul serio?' Annuii, e tornai a parlare con la ragazza.

'Ehi, tu cosa fai domani?' Le chiesi, sorridendo. Annabel fece un piccolo sorriso quasi inesistente, e abbassò lo sguardo.

'I.. i miei non possono permettersi di venire a trovarmi, e domani ho comunque il turno di mattina nel ristorante in cui lavoro.' Annuii, pensando a una proposta da farle per includerla. Era sola in una città sconosciuta, in uno stato diverso dal suo e doveva anche lavorare. Mi illuminai.

'Come si chiama il ristorante? Zayn, potremmo andarci con i tuoi a pranzo!' Zayn annuì, pensieroso.

'Heaven' Disse Annabel.

'Paradiso? Beh, mi sta benissimo.' Rispose Zayn. Sorrisi vedendo l'espressione entusiasta della ragazza.

'Ehi Bel, ti presento il festeggiato!' Senza aspettare un consenso la tirai via con me. Mi assicurai che Zayn mi stesse seguendo e andai alla ricerca di Louis.

'PARTY HARD!' Indicai il ragazzo con gli occhiali da sole e un cuscino rosso in mano, in cima alle scale.
'Quello è il coglione di Louis.' Zayn stava ridendo come uno stupido, mentre Annabel guardava rapita il ragazzo con un sorriso sul volto.

'È carino, vero?' Le dissi, dandole una gomitata sul braccio. Lei esplose in una risatina isterica, mentre l'intero viso si tingeva di rosa.

'Pff, io sono qui, ti ricordo.' Mi voltai verso Zayn. Aveva un'espressione seria, e le sopracciglia inarcate. Risi.

'Ti amo, gelosone.' Gli occhi del moro si illuminarono.

'Ti amo anche io.' Le nostre labbra si unirono in un dolce bacio.

'Non.. vorrei essere di disturbo, ma ti sta chiamando Valerie.' Mi staccai dalle magnifiche labbra di Zayn, e gli sorrisi.

'Non sparire, okay?' Presi nuovamente per mano Annabel, e quasi corsi verso la rossa che si sbracciava per farsi notare da me.

'Calmati, che succede?' Valerie aveva gli occhi lucidi, e le guance più rosate del solito. Notai il suo labbro inferiore tremare, mentre apriva la bocca per parlare.

'Ehi, piccola.' La abbracciai stretta, sapendo quanto si stava sforzando di non piangere per qualsiasi cosa la stesse riducendo così.
'Andiamo nella camera di sopra.' Valerie annuì, mordendosi un labbro.
Notai che Annabel era rinasta in fondo alle scale, mentre noi eravamo già in cima.

'Anne, seguici!' Le urlai. Continuai la corsa verso la stanza. Non appena anche Annabel fu entrata, chiusi la porta con forza, e girai la chiave nella serratura.

'Parla.' La rossa respirò a fondo, prima di aprire dinuovo bocca.

'Qualche settimana fa io ed.. Harry, abbiamo passato la serata insieme. Non ha usato le precauzioni. Sono incinta.' disse velocemente e con gli occhi chiusi. 

Rimasi di stucco. La mia migliore amica era incinta di un mio amico donnaiolo. La abbracciai forte, accarezzandole la schiena.

'Valerie, mi dispiace tantissimo. È tutta colpa sua. Come ti senti?' La rossa sospirò, mordendosi il labbro inferiore.

'Mi sento usata, e stupida.'

'Lui lo sa?'

'È questo il punto. Prima l'ho placcato nella camera da letto di Louis. Volevo dirgli tutto nonostante fosse sbronzo, magari avrebbe dimenticato tutto. Volevo vedere la sua reazione. Prima che potessi aprire bocca mi ha detto semplicemente che il nostro era stato solo sesso.'

Strinsi gli occhi.

'Tesoro, lui ti piace?' Valerie balzò in piedi e iniziò a gesticolare come una matta.

'Ma ti pare? Quell'idiota? Mi ha lasciata incinta porca puttana!'

'Scusate, Harry è il ragazzo riccio di prima?' Mi ero completamente dimenticata della bionda. Annuii energicamente, invitando Annabel con un gesto a sedersi di fianco a noi sul lungo divano di pelle.

'Non dovete dirlo a nessuno. Promettetelo.'

'Non so se sia giusto, infondo è anche suo figlio e-'

'Promettimelo.' Sospirai.

'Prometto.'

'Io sarò muta come una tomba.' Valerie ridacchiò all'espressione di Annabel, e il mio cuore parve sollevarsi a quel suono.

'Io me ne torno a casa. Non ho mai camminato così tanto ad una festa con delle scarpe così belle.' Dissi, alzandomi.

'Idem, domani devo alzarmi presto.' Disse Valerie.
'Domani ci dovremmo vedere tutti a casa di Zayn ed Harry. Se non ti va di venire ci organizziamo solo noi ragazze. Annabel, ovviamente tu sei invitata.' La bionda parve illuminarsi, e sorrise. L'apparecchio ai denti la rendeva ancora più dolce.

'Non me la sento, in effetti. E se facessimo un pigiama party?'

'Come in primo liceo? Oddio.'

'Io e le mie amiche in Italia li facciamo sempre, quasi tutte le settimane. È come una tradizione ormai. guardiamo film di tutti i tipi, mangiamo, parliamo e sparliamo e smaltiamo le unghie.' Disse Annabel. Tornai a guardare Valerie.
Era evidente che volesse davvero farlo.

'Tutto, per la mia migliore amica.'
__________________



'Questi tacchi sono un suicidio. Non ce la faccio più.' Dissi, fermandomi. Mi appoggiai a Zayn, e feci per togliermi la scarpa destra.

'Non permetterò che la mia fidanzata cammini scalza per le strade congelate di Londra.' Quasi scoppiai a ridere alle parole di Zayn. si levò le scarpe anche lui, rimanendo scalzo.

'Metti le mie.' Disse, serio. Lo guardai per qualche secondo, mentre i miei piedi nudi stavano sul marciapiede.

'Stai scherzando?' Dissi, con gli occhi sgranati.

'Avanti, mettile.' Senza controbattere infilai i miei piedi 36 nelle sue Superga bianche 43. Risi.

'Sembro una stupida!'

'Sei adorabile, invece.' Mi tirò a sè per la mano e mi baciò. Inserì la lingua, e io gli morsi il labbro inferiore. Mi staccai da lui.

'Andiamo, o ti congelerai i piedi.' Per il resto del tragitto camminammo così, mano nella mano, io nelle scarpe di lui e con i tacchi in mano, Zayn scalzo. Arrivati davanti casa sua mi lasciò la mano per aprire con le chiavi. Tolsi le scarpe e Andai dritta in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
Quando tornai in salotto Zayn stava salendo le scale, e lo seguii. Era già in camera a torso nudo e si stava togliendo i pantaloni.
Arrossii alla sua vista, e evitai di fissarlo.

'Ehi, mi hai visto più nudo di così. Perché arrossisci?' Disse lui, ormai con indosso solo i boxer. Tornai a guardarlo negli occhi.
Zayn mi venne vicino e allungò le braccia sulla mia schiena per aprire la cerniera del tubino nero. Quest'ultimo cadde a terra ai miei piedi. Ero rimasta in slip e reggiseno neri.
Improvvisamente il miro mi prese in braccio, e mi lasciò sul letto.

'Dejavu.' Dissi, ridacchiando. Lui mi si piazzò di sopra, reggendosi per le braccia oltre le mie spalle. Mi lasciò un bacio sulla fronte, sul naso, sulle guance e infine sulle labbra. Vi giocò prima di inserire la lingua. durò per qualche minuto, fu un bacio lento e passionale.
Passò a baciare il mio collo. Quando arrivò alla spalla destra si fermò.
Sgranai gli occhi: stava osservando la cicatrice.

Feci per spostarmi e nasconderla, ma lui mi mantenne sotto di lui.

'Non.. Non la guardare così. È orribile.' Zayn rimase in silenzio, poi sospirò.

'Charlie, mi piaci così come sei. Con o senza imperfezioni stupide.' Ricacciai indietro le lacrime, per poi sporgermi verso di lui e baciarlo.
Zayn ricominciò a baciare il mio petto, facendomi sospirare.

'Z..Zayn, non ora.' Fece finta di non sentirmi, continuando a giocare col mio seno.

'Zayn, domani arrivano i tuoi. F..fermati.' Lui continuó imperterrito a lasciare baci umidi sulla mia pancia.

'Zayn! Ho detto basta.' Stava giocando con il pizzo delle mie mutandine, facendomi eccitare. Stanca della sua impertinenza mi allungai per tirargli i capelli.

'Ahi!' Strillò lui. 'Ma che ti prende?'

'Ti ho detto mille volte di fermarti. E non mi hai ascoltato.' Dissi, seria.

'E dai, rilassati.' Riprese a baciare la poca stoffa che mi copriva. Mi alzai di scatto spingendolo via.

'Vaffanculo!' Urlai. Corsi fuori dalla stanza, e mi ritrovai in camera di Harry. Chiusi la porta sbattendola. Ero ancora in intimo, così presi una sua felpa dall'armadio e mi sedetti ai piedi del letto. Dopo qualche minuto udii la porta aprirsi. Dei passi. Il rumore delle molle del letto. Un familiare profumo di sigarette. aveva appena fumato.

'Mi dispiace.' rimasi in silenzio.

'Se non me ne fossi andata, mi avresti praticamente stuprata.' Dissi amaramente.
'Cosa? No!'

Zayn venne da me, e mi si inginocchiò davanti. Prese le mie mani tra le sue, e mi sollevò il viso dal mento per costringermi a guardarlo negli occhi.
'Te lo giuro Charlie, non l'avrei mai fatto. Non so cosa mi sia preso. Perdonami.' abbassai nuovamente lo sguardo incapace di reggere quegli occhi mozzafiato nei miei. Sentivo una gran confusione in testa. Il ragazzo che amavo era pericoloso, me ne rendevo conto, ma non potevo fare a meno di lui. Non sono così stupida da lasciarlo scappare, ma sono anche troppo orgogliosa per perdonarlo così velocemente, anche se dentro di me sapevo di averlo già fatto.

'Mando sempre tutto a puttane.' Sentii un colpo secco al muro. Mi alzai in fretta e gli andai incontro. Presi la sua mano, osservando preoccupata le nocche spaccate. Del sangue le circondava.
Potevo sentire i suoi occhi bruciare sulla mia pelle. Lo tirai con me facendo attenzione a non fargli male e Lo condussi in bagno.

Si sedette sul water, presi della carta e la bagnai. Passai quest'ultima sulle sue nocche spaccate. Andai alla ricerca di un qualsiasi tipo di benda, tornando nel bagno subito dopo. Lui era li, seduto sul water con le mani tra i capelli.
Gli andai affianco, inginocchianomi di fronte a lui. Lui fece incontrare i nostri sguardi. Mi persi in quegli occhi color caramello screziati di marrone scuro.

'Ti amo.' Dissi semplicemente. si vedeva che era sinceramente pentito.

'Ti amo anche io, più di qualsiasi altra cosa al mondo.'
Le parole di Zayn mi colpirono, facendomi commuovere. Mi avvicinai di più a lui, facendo unire le nostre labbra. Fu un bacio dolce e veloce, a stampo. Finii di bendare la sua mano, poi tornammo in silenzio in camera.
Mi sdraiai sotto le coperte, Zayn prima di raggiungermi chiuse la porta e spense le luci.

Quando fu finalmente nel letto con me mi circondò con le sue braccia e mi strinse a lui.

'Buonanotte, amore.' Sussurrò. Mi aveva chiamata amore per la prima volta. Brividi mi attraversarono la schiena.

Chiusi gli occhi, lasciando che il sonno prendesse il sopravvento.





IF YOU FALL I'LL FALL WITH YOU BABY.

CIEEEEO CARI.
Capitolo 25, wow. 
sappiate che questo capitolo non mi convince molto. stava uscendo troooooppo lungo, così l'ho spezzato e ho pubblicato questo. ora ho già pronta la metà del capitolo 26.
è arrivato il NATALE. 
come avrete notato non ho fatto il POV Valerie, ma solo perchè in questo capitol osi parla anche di Valerie. mi sembrava inutile ripetere due volte la stessa cosa lol
ringrazio chi ha recensito o visualizzato il capitolo 24, o la storia in generale. LOOOOOVE YA ALL.
vi aspetto al prossimo capitolo. rimanete curiosi, perchè nel 26 compaiono Yaser e Tricia.
Baci,
Vale xx


ELLIE:





VALERIE:

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** capitolo 26. ***



                                                    

-PRIMA PARTE.






Aprii gli occhi lentamente, prima di osservarmi attorno.
Ero in camera di Zayn, che dormiva beatamente accanto a me. Di fronte la sua scrivania piena di disegni disordinati, alla mia sinistra una coppia sulla quarantina con in mano un vassoio pieno di biscotti.. Un momento, ma quelli chi erano?

Capii nell'istante in cui la donna si passò nervosamente una mano tra i capelli.

'Oh, emh.. Buon Natale.' Dissi, rossa come un pomodoro.

'Non posso credere che anche la notte di Natale fa certe cose. Signorina, ora può andare. Probabilmente Zayn non la richiamerà ma-'

'Ciao, mamma, papà.' Mi voltai verso Zayn con un'espressione estremamente confusa. Lui alzò gli occhi al cielo e si sollevò. Mi ricordai improvvisamente di essere in reggiseno, e salii la coperta fino al collo.

'Zayn, che bel "benvenuto". Credevo fossi maturato almeno un po, per dio!' Aprii bocca per ribattere, quando Zayn mi sovrasto con la sua voce calda.

'Lei è Charlotte, la mia ragazza. Charlie, mia madre Patricia e mio padre Yaser, Ma puoi chiamarli Tricia e Jo.' Vidi la madre di Zayn cambiare colore. Divenne tutta rossa, mentre il padre sorrise.
'Ma che piacere! Le presentazioni le ha già fatte Zayn, comunque è fantastico sapere che il mio figliolo ha messo la testa apposto.' Disse Yaser venendomi incontro. Mi porse la mano, e feci riemergere la mia da sotto le coperte prima di stringerla.

'Piacere mio..' Biascicai, cercando l'aiuto di Zayn con lo sguardo. Lui capì al volo, e prese in mano la situazione.

'Che ne dite di uscire adesso? Aspettateci sotto, pranziamo fuori.'

'Oh certo, a dopo ragazzi.' Rispose la madre svegliandosi dalla trance. Quando si chiuse la porta alle spalle sospirai sollevata.

'Non ci posso credere, credeva fossi una prostituta. Probabilmente non esiste un modo peggiore per conoscere i genitori del tuo fidanzato.'
Mi alzai dal letto e corsi nel bagno. Zayn mi venne dietro ridendo, come se la situazione non lo toccasse minimamente. Forse era così.

'Oh andiamo Charlie, hai tutto il giorno per farli innamorare di te!' Disse lui, appoggiandosi allo stipite della porta. Fece scivolare lo sguardo su tutto il mio corpo semi nudo. Ormai stare in intimo di fronte a lui non mi preoccupava più di tanto.
'Sei così sexy, piccola.' Alzai gli occhi al cielo e lo spinsi fuori. Tra le risate di Zayn e la voce di Tricia che cantava vecchie canzoni natalizie sentivo già la testa scoppiare. Lasciai scorrere l'acqua calda nella doccia, mentre mi spogliavo dell'intimo. Entrai nella doccia e lasciai che il calore dell'acqua mi avvolgesse e mi facesse sentire meglio. Finita la doccia mi avvolsi in un asciugamano e uscii dal bagno con i capelli gocciolanti.
Entrata in camera chiusi la porta e lasciai cadere l'asciugamano. Indossai l'intimo di prima, un maglione bianco di lana con delle borchie dorate sulle spalle non troppo largo, un jeans chiaro e gli hug panna. Legai i capelli in una cosa alta e misi solo un po' di mascara.
Volevo sembrare il più sobria possibile agli occhi dei genitori di Zayn.

Scesi in salotto trovando tutti seduti sul divano a chiacchierare tranquillamente, o meglio: Trish e Jo sembravano tranquilli, Zayn era palesemente scocciato. Appena misi piede nel soggiorno mi ritrovai tre paia di occhi puntati addosso.
Arrossii, mentre camminavo a passo svelto verso il divano. Mi sedetti su quello di destra dove sedeva Zayn, che mi lasciò un bacio sulla guancia prima di far intrecciare le nostre dita.
'Allora, andiamo?' Disse il moro, guardando i suoi genitori seduti di fronte.

'Certo!' Rispose Trish, saltando in piedi. Indossò il cappotto bianco e prese in mano la borsa. Io mi assicurai di avere il cellulare e presi il mio solito cappotto nero pesante. Lasciai prima uscire gli adulti, poi presi per la mano Zayn.
Lui mi guardò negli occhi, facendomi uno dei suoi più bei sorrisi. Quel piccolo gesto era capace di sciogliermi il cuore, capace di rendere le mie gambe pesanti e gli occhi lucidi. Guardando quel volto stupendo mi dimenticai per un attimo del peso che avevo sullo stomaco: piacere ai suoi genitori.

'Ragazzi, forza!' Urlò Yaser. Per un attimo, appunto.
Sorrisi di rimando, all'uomo di fronte a me e mi lasciai quasi trascinare da Zayn verso la macchina. Presi posto sul sedile affianco a Trish. Lei mi accarezzò la gamba, sorridendomi. Zayn aveva il suo stesso sorriso mozzafiato.

'Lei e Zayn avete lo stesso sorriso. E gli stessi occhi!' Dissi, cercando di rompere il ghiaccio.

'Oh, tesoro, dammi del tu! abbiamo anche altro in comune! Il colore dei capelli, la voce acuta nelle canzoni, l'amore per il disegno..'
Sgranai gli occhi, passando lo sguardo da Zayn a sua madre.
'Zayn canta?' Chiesi, abbassando la voce per essere sentita solo dalla donna accanto a me. Dopotutto i due uomini stavano parlando di affari. Tricia annuì energicamente, accennando a una risata. La stessa risata cristallina.

'Ogni volta che si sente sollevato, emozionato per qualcosa o semplicemente felice inizia a cantare.'

Dapprima sorrisi, pensando al mio ragazzo camminare per casa canticchiando 'Love me again' di john newman. Poi il mio sorriso andò piano piano scomparendo, mentre un pensiero si faceva strada dentro di me: non avevo mai sentito Zayn cantare. Se era la verità che il ragazzo davanti a me cantasse ogni qualvolta fosse felice, forse quando stava con me non si sentiva davvero così.
Glielo avrei chiesto a casa, in privato.

Tentai di appallottolare il peso i quella rivelazione, ma i miei tentativi fallirono.
Arrivati davanti al locale scesi in fretta dall auto ed entrai. Il ristorante era molto bello: le pareti erano amaranto con dei piccoli fa retto incastonati sul tetto. I tavolo erano addossato alle pareti e al posto delle sedie vi erano dei di divanetti amaranto e nero. L'atmosfera era calda e accogliente, in più l'abete decorato con piccoli gingilli colorati di rosso e oro regalava la sensazione di 25 dicembre che non sentivo da tanto.
Non appena tolsi il cappotto per posarlo nel guardaroba due mani calde si posarono sui miei occhi.
Mi voltai spaventata, incontrando lo sguardo da cerbiatta di Annabel.

'Bel!' L'abbracciai stretta, facendola ridacchiare. Avevo proprio bisogno di un'amica in quel momento.

'Buon Natale Cher!' Risi.

'Buon Natale anche a te dolcezza, ma il mio nome non c'entra nulla con quello di Cher.' Dissi ridendo sinceramente.
Lei sorrise ancora di più, mostrandomi quel sorriso perfetto contornato da delle labbra sottili ma stupende. Era perfetta sotto tutti i punti di vista. Un uomo basso, baffuto e paffuto la chiamò a gran voce.

'Invece è stupendo. Ora devo andare, sarò io la vostra cameriera; A dopo!'
Corse via.
C'erano una cinquantina di persone. I tavoli erano occupati per lo più da famiglie con bambini piccoli, qualche coppietta che si teneva per mano mentre ci si scambiava i regali, una signora anziana che pranzava da sola in un tavolo per due con una fotografia davanti. La curiosità mi pervase, e feci qualche passo in avanti per osservare meglio la foto incorniciata.
Era un uomo sull'ottantina, con i capelli quasi inesistenti e un caldo sorriso sul volto. Mi si sciolse il cuore, probabilmente lei era rimasta sola, e l'uomo le rimaneva solo in foto.
Inevitabilmente pensai a mia nonna, a quanto mi mancasse. Mi mancavano le due telefonate a orari straordinari, mi mancavano i suoi sorrisi affettuosi e materni, mi mancava averla sempre a disposizione per qualunque cosa. Ricacciai indietro le lacrime, stringendo gli occhi.

Zayn afferrò la mia mano con una presa salda, e cercò un contatto con i miei occhi. Il mantenni lo sguardo basso, non volendo mostrargli l'espressione atterrita che avevo adottato.
Irrimediabilmente lui lasciò passare avanti i suoi prima di prendermi delicatamente il mento tra le dita, e sollevarmi il viso verso di lui. Il mio cuore perse un battito quando i suoi occhi caramello si immersero come una cascata nei miei di un verde spento, a causa dei tanti dolori.
Il mio respiro si era fermato, un gesto come quello da parte del ragazzo che amo era capace di farmi esplodere il cuore, di liberare un milione di farfalle nel mio stomaco, di farmi dimenticare tutti i dolori che nella vita mi hanno abbattuta; è capace di farmi sentire amata.

'È tutto okay.' Disse semplicemente lui, prima di tirarmi a sè in un caldo e confortante abbraccio.
Allacciai le mie braccia alla sua vita, mentre lui mi avvolgeva completamente. Mi lasciai sfuggire una risatina.

'È in questi momenti che mi sento davvero bassa.' Dissi, staccandomi malvolentieri dal suo abbraccio.

'Sei perfetta così, invece.' Era ufficiale, il mio cuore era rinato. Lui l'aveva fatto resuscitare, con una semplice cura di amore e dolcezza.
Mi morsi il labbro inferiore.

'Ti amo così tanto.'

'Ti amo anch'io, piccola.' Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.
Chiusi gli occhi lasciandomi andare a quelle sensazioni che un semplice bacio potevano scaturirmi. Zayn si mosse per primo, bloccando quel momento magico.
'Ci conviene andare, gli adulti ci stanno osservando.' Disse, rimanendo con un sorriso mozzafiato stampato sul volto. Risi, e mi voltai verso il tavolo.
Trish e Jo erano seduti uno di fronte all'altro mentre facevano finta di scrutare il menù. Andai a sedere con Zayn. Io ero affianco alla donna, lui affianco all'uomo.
Presi in mano il menù, con voglia zero di scegliere qualcosa da mangiare. Quando Annabel arrivò per prendere le ordinazioni mi rassegnai e scelsi un piatto di lasagne italiane al pomodoro. La bionda mi mandò un sorriso divertito, vista la scelta di un piatto della sua patria di origine. Distolsi lo sguardo per non scoppiare a ridere.

'Per me e mia moglie degli gnocchi vegetariani.' Disse Jo, Mi voltai verso Trish.
'Non sbagli mai, tesoro.' Gli disse. Il marito le scoccò un occhiolino di nascosto da Zayn, che stava guardando me.

Arrossii, notando che mi osservava da un pò.

'Allora, Charlotte. Parlaci un po'di te!' Esclamo sorridente Jo.
'Oh, beh.. non c'è poi molto da dire.'


P.O.V. VALERIE



Aprii gli occhi. Il buio totale attorno a me mi fece salire il cuore in gola: odiavo l'oscuro.
Trascinando con me il caldo piumone, mi trasportai pesantemente verso la parete opposta al letto e accesi la luce.

Riconobbi uno ad uno tutti gli elementi della mia camera: Il letto a baldacchino con i fiori di cartapesta che prendevano dai pali, il grande armadio scorrevole lilla, la scrivania bianca, i comodini e la poltrona di peluches neri.
Un oggetto in particolare attirò la mia attenzione. Lasciai cadere la coperta e andai verso lo specchio alto a passo incerto.
A un metro dal vetro lasciai che le mie mani tremolanti salissero per tutto il corpo, fino alla pancia.

Alzai di poco la maglietta, mentre il cuore batteva sempre più forte. Accarezzai la pelle chiara, osservando il piccolo tatuaggio a forma di chiave di violino sul fianco destro. dentro quel piccolo corpo di lì a poco vi sarebbe cresciuto un bambino.
Un piccolo bambino riccioluto dagli occhi verde smeraldo, il sorriso splendente e l'animo dolce.
Un piccolo Styles.

Il mio cuore perse un battito. Abbassai velocemente la maglia, e andai in bagno a prepararmi per una giornata noiosa e piena di solitudine.
___



'Ripetimi ancora una volta cosa ti ha detto. Voglio le parole precise però.' Dissi, soffocando una risata.
Charlie rise dall'altro capo del telefono, poi riprese a raccontarmi la sua giornata con i genitori di Zayn.

'Trish ha detto "ricordo come se fosse ieri quando Zayn venne correndo in camera nostra per paura di un temporale. Quanto avevi.. 15 anni?" giuro che stavo per morire asfissiata dalle tante risate!'
Scoppiai anche io, abbandonandomi alla spensieratezza che avevo ormai perso.

'Però, che uomo di mondo.' Mi asciugai una lacrima, scappata per le tante risa.
'Ehi, Val.'
'Mmh?' Mugugnai, alzandomi dal divano per prendere qualcosa di dolce dalla cucina.

Quell'anno non avevo neppure addobbato un albero di natale, come ero solita fare ogni inverno. Era così triste quella casa.

'Sei sicura che non ti serve nulla? Sai, posso essere li in un batter d'occhio.' Sorrisi. Una persona come Charlie era più unica che rara.

'Tesoro, so badare a me stessa, davvero.' La ragazza sbuffò. Conoscendola stava alzando gli occhi al cielo.

'Ora devo andare però, i genitori di Zayn stanno per partire. A stasera Valerie. Un bacio.'

'Ciao piccola.' Chiusi la telefonata e lanciai il Galaxy s3 dall'altro lato del divano. Una fitta di nostalgia mi attraversò.
Era il primo Natale della mia vita passato da sola in casa a mangiare tavolette di cioccolata fondente e latte caldo davanti a un vecchio film d'amore in bianco e nero. Che schifo. Un pensiero mi saetto in testa: in realtà in quel momento non ero sola, c'era un fagiolino con me.

Sorrisi, e passai le mani per la millesima volta sulla pancia. Era la prima volta in quel primo mese di gravidanza che mi sentivo serena, in pace con me stessa.
Il rumore di pugni sulla porta di casa mi fece balzare. Bloccai il film e corsi a vedere chi stesse disturbando il mio stupendo pomeriggio natalizio. aprii stupidamente senza chiedere nemmeno chi fosse, ritrovandomi davanti un purtroppo familiare ragazzo dai capelli ricci e le fossette magiche.

'Buon Natale!'

Urlò, sporgendosi in avanti per lasciarmi un bacio sulla guancia. Non poteva sapere quanto mi avesse ferita quel piccolo gesto.
Un senso di nausea mi pervase, e l'aria congelata di Londra mi fece rabbrividire. Se prima ero serena e in pace, ora ero decisamente scossa e a disagio.
Respirai a fondo prima di parlare.

'Cosa vuoi, Harry?' Dissi con tono piatto e insensibile. Il tono i voce che più mi rappresentava.

'Fare qualcosa. Mi annoiavo.' Rispose semplicemente il riccio, senza mai perdere quel bel sorriso che gli illuminava il volto. Il mio cuore fece una capriola. Entrò velocemente in casa senza preoccuparsi di ricevere un invito. Sbuffai, e sbattei la porta. Voltandomi gli andai addosso, e mi allontanai il prima possibile. Harry però mi mantenne per gli avambracci, stringendomi addosso al suo petto. Il mio battito era esageratamente veloce, e l'aria faticava a uscire dai polmoni.
Lui invece sembrava tranquillo, come se avesse la sua vita in tasca, e sapesse già le perfette mosse da eseguire.

'Ci divertiamo?' Sussurrò avvcinandosi pericolosamente alla mia bocca. Volsi lo sguardo alla sua destra, deviando un bacio sulle labbra fino alla mia mascella.

'Che ti succede?' Mi chiese, allontanandosi di pochi centimetri. Non era abbastanza; non riuscivo ancora a regolarizzare il mio organismo.

'Lasciami.' Sibilai a denti stretti. Non potevo più stare vicino a lui.

'Mmh, qualche tempo fa non hai fatto tutte queste storie.' Disse, staccandosi completamente da me. Finalmente.
Feci qualche passo indietro per sicurezza. Una scintilla di rabbia innescò una reazione di nervosismo. Mi sporsi verso di lui, e gli lasciai uno schiaffo sulla guancia desta. Gli feci ruotare la testa, e mi complimentai da sola per la forza di quel gesto.
I suoi occhi erano confusi, ma anche arrabbiati.

'Ma ti è dato di volta il cervello? Dio, Valerie!' Urlò sbraitando come una scimmia.
Socchiusi gli occhi, e strinsi i denti.

'Non sono la tua puttana. Fuori da casa mia.' Girai i tacchi e tornai a sedere sul divano, facendo partire il film. Sapevo che Harry era ancora li in piedi, ma volevo a tutti i costi fare l'indifferente.
Di colpo il peso sul divano si sbilanciò. Era seduto accanto a me.

'Questo film è demenziale. Non ci credo che lo stavi guardando davvero.'

'non mi conosci, Styles.'

'Solo perche non me lo permetti.' Mi voltai di scatto verso di lui.
Aveva lo sguardo puntato sulle mie labbra, ma non appena i miei occhi inquadrarono i suoi lui ricambiò lo sguardo.

'Non mi sembrava ti importasse tanto conoscermi, visto il modo in cui mi hai scopata e non mi hai rivolto più la parola.' Dissi acida.
Mai quelle parole mi sembrarono più vere di così. La sua mano mi sfiorò la coscia, e sotto il suo tocco il mio corpo si irrigidì in modo evidente.

'Io.. io pensavo fosse quello che volevi, non sapevo fossi il tipo da "baciami piano e fammi sentire amata". Mi dispiace!' Urlò, mantenendosi però immobile.

'Beh, magari lo sono invece! Ti sei mai preoccupato di chiedermi quale tipo di musica ascolto? Qual è il mio colore preferito? Il mio film preferito, o se preferisco il dolce o il salato? Sono il tipo di ragazza che impazzisce per i ragazzi dolci, ma di polso; il tipo di ragazza che ti dice le cose in faccia e che non ha paura di litigare, ma che dopo aver attaccato qualcuno si pente di essersi ridotta ad avere un'amica in meno. Sono il tipo di ragazza che se la tieni per mano e le dici cose dolci, si innamora di te in un batter d'occhio. Ti sei mai preoccupato di conoscermi a fondo? Sei entrato nelle mie mutande e basta. Ecco cosa hai fatto di male.'

La mia voce si spezzò verso la fine. Sapevo di non poter reggere il segreto che mi portavo dentro a lungo, così cercai di mantenermi lucida per capire se era il caso o no di dirglielo. Il mio cuore pareva più leggero, dopo il discorso che avevo fatto ad Harry. Quest'ultimo era rimasto a fissarmi con la stessa espressione confusa di prima.
Aprii la bocca senza sapere neppure cosa dire, quando le sue labbra carnose premettero sulle mie con fare leggero, titubante.
Il mio cuore ebbe una scarica di adrenalina a quel contatto improvviso. Quando poi Harry prese ad accarezzarmi le guance capii di essere spacciata. Mi staccai velocemente da lui, e riaprii gli occhi solo poco dopo.

'Ti... ti devo dire una cosa, Harry. Non so come la prenderai, e ho un brutto presentimento. Ma Non posso più portarmelo dentro da sola, tu-'

'tu mi piaci, Valerie Edward. Mi piaci dal primo giorno che ti ho incontrata.' Sentii una marea di farfalle nello stomaco, e una strana sensazione alla stessa altezza. La nausea mi pervase nuovamente. Stavolta però non era solo nausea, era un vero e proprio avvertimento.

Sgranai gli occhi e saltai in piedi. Corsi verso il bagno con Harry al mio seguito. Sperai che rimanesse fuori dal bagno, ma mi seguii anche davanti al water. Mi inginocchiai il più velocemente possibile prima che i conati di vomito si impossessassero di me.
La mano calda di Harry si posò sulla mia fronte. Per il mio cuore fu come se mi avesse regalato la luna, invece mi stava semplicemente aiutando in un momento come quello.

Finito il disgusto, mi sollevai in piedi. Avevo assolutamente bisogno della pasticca contro la nausea da primo mese di gravidanza. Evitai lo sguardo di Harry, che attento osservava ogni mio movimento da pochi metri di distanza. Mi sporsi verso il cassetto delle compresse, tirando fuori diversi pacchetti prima di trovare quello giusto. Con mani tremolanti estrassi una pillolina rosa e bianca e la mandai giù senza acqua. Poi posai lo scatolo sul lavandino e feci per lavarmi i denti.

finiti tutti i passaggi ormai abituali, legai i capelli in una coda alta e disordinata e mi voltai finalmente verso Harry.

Avevo il cuore in gola. La scena che mi si presentò davanti mi fece sconcertare. Il riccio guardava a bocca semi aperta lo scatolino di pasticche sul marmo. La scritta "gravidanza" e "nausea" in bella vista. Mi sentii svenire.

'Harry?' Lo chiamai titubante, con voce rotta.
Lui parve risvegliassi dallo stato schioccato, e i suoi occhi incontrarono nuovamente i miei. Era bianco in viso, quasi cadaverico, e gli occhi erano spalancati.

'Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma...'

'Sei incinta?' Le sue parole quasi mi fecero ridere. Quanto poteva essere stupido?

'Si, Harry. Di un mese ormai.' Dissi sicura.

'E di chi è..Il bambino?' Abbassai lo sguardo, cominciando a torturarmi le mani. Incontrai nuovamente i suoi occhi subito dopo. era arrivato il momento.

'Non hai usato il preservativo e..-'

'Porca puttana, merda, oh merda merda merda.' Urlò Harry, ormai nel suo mondo.
Si era chinato in avanti e sembrava stesse sull'orlo di una crisi di panico. Ruotai gli occhi e gli andai vicino. Come se fosse lui quello destinato a partorire a 18 anni.
'Hai intenzione di abortire?' Mi chiese d'un tratto. Tornai immediatamente seria, più che seria.

'Mi prendi per il culo? Certo che no!' Urlai, allontanandomi da lui.

'Ma sarebbe la soluzione migliore..'

'IO NON UCCIDERÒ UN BAMBINO PERCHÈ NON TI SAI ASSUMERE LE TUE RESPONSABILITÀ, NO.'
Corsi fuori dal bagno e mi chiusi in camera mia. Il letto era d'un tratto freddo e scomodo, e l'aria troppo pesante.
Avevo il cuore a pezzi, e il cervello fumante.
Il padre di mio figlio mi aveva appena consigliato di abortire. Sentii la rabbia crescere e crescere sempre di più. Alla fine sentii il portone di casa sbattere violentemente.

'Vaffanculo.' 





Lord make me a rainbow, I'll shine down on my mother!

sono in ritardo, lo so.
avrei voluto davvero pubblicare prima, e non starò qui a dirvi scuse stupide tipo 'il cane mi ha magiato il computer.'
semplicemente avevo un grande dubbio su questo capitolo, ma alla fine l'ho sfornato dopo un travaglio di 4 giorni.
alluuuur.
 Harry adesso sa tutto. che avete da dire sul suo comportamento? 
ha perfino pensato all'aborto per facilitarsi tutto. recensite, voglio che mi indichiate quella che per voi è la retta via OuO.
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE, VISUALIZZA O SALVA. I LOVE YOUU.


questa è solo la prima parte, appena riuscirò metterò anche la seconda. Natale non è ancora passato. (:

Baci,
Vale xx


ANNABEL:








 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** capitolo 27. ***


                                                            


PARTE DUE.







Era da ore ormai che suonavo la mia chitarra su di una panchina congelata nell' Hyde park. Cercavo l'ispirazione per scrivere qualcosa di carino, ma non mi veniva niente. Esasperata, posai il block notes più malridotto al mondo.
Avevo cominciato a scrivere canzoni all'età di 12 anni. Avevo finito ben 22 quaderni pieni di canzoni malinconiche, tristi e piene di solitudine. Nonostante avessi detto a Valerie e Charlie che io e le mie amiche facevamo sempre pigiama party in Italia, non era vero.
Non avevo idea di come funzionasse un vero e proprio pigiama party, la mia esperienza era data da milioni e milioni di film per adolescenti in crisi.

Non avevo neppure amiche.

In 5 anni di scuole superiori avevo avuto una sola conoscente, che si era trasferita dopo qualche giorno. Non ero mai stata una vera e propria vittima di bullismo. La mia unica persecuzione era la solitudine.
I bulli non si preoccupavano proprio di me, preferivano i ragazzini sfigati.
Tutti nel mio vecchio liceo credevano che fossi una viziata, una riccona con la puzza sotto il naso. In realtà dalle 8 di mattina alle 13 del pomeriggio rimanevo arginata da tutti, sola con il mio quaderno.
Avevo iniziato a tagliarmi quando mio fratello Andrea, unico vero ragazzo della mia vita, era partito per il college. Era la mia ancora, il mio tutto. Quando non scrivevo parlavo con lui, passavamo insieme tutti i pomeriggi.
Lasciarlo partire era stata la cosa più difficile in tutta la mia vita.

Un pomeriggio, mentre facevo zapping su tumblr, mi trovai davanti la foto di tanti temperini senza lama e delle strisce sottili che spezzavano la pelle di porcellana del polso di una ragazza. Ebbi l'imput di chiudere il computer, ma non lo feci. Rimasi anzi con il viso assorto in quell'immagine. Impulsivamente presi un temperino dal borsellino di scuola e senza perdere la pazzia del momento corsi per tutta la casa alla ricerca di un piccolo cacciavite a stella.
Trovatone uno andai nel bagno, mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave e mi circondai di fazzolettini e disinfettante.
Avevo paura, una paura matta di fare qualcosa di sbagliato. Poi mi tornò in mente il momento in cui Andrea mi aveva rivelato il motivo della sua partenza, tutte le lezioni della mia vita da liceale passate da emarginata, tutti i problemi della mia vita.
Così presi in mano la lama piccola e sottile e la passai senza esitazione sul dorso del polso. Quando vidi il graffio diventare a mano a mano più rosso mi sentii stranamente sollevata.

Ripetei l'azione ben cinque volte, due sul polso e due sulla coscia destra. Era pieno inverno, per cui non avevo il problema di braccia e gambe scoperte. La mia vita era andata avanti così per sei mesi, e mentre affogavo nell'autolesionismo i miei polsi si rovinavano sempre di più. Poi arrivò la proposta della preside di velocizzare l'ultimo anno di liceo e di diplomarmi prima del tempo.
I miei e io avevamo risparmiato per molto tempo pur di permettermi un viaggio a Londra. Non avevamo problemi economici, ma non avevamo certo soldi da buttare.
Mia madre faceva volontariato per i senzatetto, per cui quasi tutti i soldi che rimanevano da ogni spesa abituale andavano ad associazioni no-profit.

Nel momento in cui misi piede per la prima volta sul suolo londinese, decisi che la mia vita sarebbe cambiata.
Avevo la possibilità di ricominciare da capo, farmi nuovi amici e magari si, anche qualche fiamma.

'Here come the Sun, and I say: it's all right. Little darling, it's been a long cold lonely winter..-'

 'Little darling, it feels like years since it's been here.'

Una voce cristallina continuò per me la strofa di 'here comes the sun'. Mi bloccai di colpo, spaventata. Sentii che la voce del ragazzo aveva qualcosa di familiare, ma avevo comunque terrore che potesse essere qualcuno con brutte intenzioni. Questo finché non parlò.

'Ehi.' La voce melodiosa del ragazzo della sera precedente mi fece rabbrividire.

'Ciao' dissi insicura, come sempre del resto. 'Perdonami, ma non ricordo il tuo nome. Io sono il festeggiato della.. festa di ieri,-'

'Louis. Io sono bel. Cioè, Annabel. Ma puoi chiamarmi come vuoi.' Lo interruppi di getto.
Mi schiaffeggiai mentalmente per la mia stupidità. Louis rise, e mi beai di quel suono angelico.

'Hai un nome magnifico, perché guastarlo?' Arrossii per il complimento, anche se era un evidente modo di rimorchiarmi. Ero patetica, lo so, ma per una volta volevo stare al gioco. Non volevo più essere quella che scappa e si nasconde davanti ai problemi e alle situazioni nuove.

'Posso sedermi?' Disse Louis indicando la panchina su cui avevo ormai messo le radici. Senza aspettare una mia risposta si sedette affianco a me, lasciando che la sua coscia sfiorasse il mio ginocchio. Mi resi conto in quel momento di essere con le gambe incrociate e la chitarra posata su di esse. Sentii il cuore esplodermi nel petto a quel contatto.
Forse avrei dovuto curarmene, ma ero troppo presa a evitare lo sguardo celestiale di quel ragazzo.
Era mia abitudine in quei casi nascondermi tra i capelli lunghi, e mi pentii amaramente di aver tagliato le lunghe ciocche dorate. Mi avevano stancata, davano troppo l'idea di brava ragazza che io volevo assolutamente evitare. Avevo scoperto che i parrucchieri di Londra per un semplice taglio costavano circa 70£, così semplicemente presi un paio di forbici e tagliai i capelli all'altezza della base del collo.

'Forse ero troppo ubriaco, ma ero convinto che avessi i capelli lunghi. In effetti non ricordo quasi niente. Solo di averti vista.' disse il biondo.

Mi sentii morire. Il sangue prese a scorrere troppo velocemente alla testa, e udii i battiti del cuore estremamente forti.

'S-si, cioè.. Li ho tagliati da poco.' Balbettai.

'Beh, ti stanno benissimo corti così.' Disse.

Capii di avere perso completamente la parte lucida di me. Le guance si infuocarono e gli occhi cercarono insistentemente il terreno.

'Cosa fai qui al freddo il 25 dicembre?' Mi chiese, con tono gentile.

'Ecco, vengo dall Italia e i miei non sono potuti venire. Non conosco quasi nessuno a parte Charlie, Valerie ed Ellie. Quindi mi sono ritrovata qui a.. suonare, per passatempo.'
Evitai di aggiungere che avevo scritto un testo su di una ragazza che incontra per la prima volta lo sguardo di un giovane, e si innamora dei suoi occhi azzurri come il mare.

'Canti benissimo.'

'Oh. Grazie, anche se non credo sia così. Anche tu sei molto bravo.' Dissi, facendo incontrare i nostri sguardi.

'In realtà non canto quasi mai. Solo sotto la doccia, o in macchina.'

'Capisco. Come mai tu eri qui?' Chiesi, per cambiare argomento. Louis mise le mani in tasca, e alzò la testa al cielo stranamente chiaro per una giornata di pieno inverno.

'Mi annoiavo. Vivo da solo, avevo voglia di prendere un po' di aria fresca.. o congelata, meglio.' Risi. il ragazzo sollevò la manica del giubotto e controllò l'orologio da polso.
'Ora devo andare, tra poco arrivano gli altri a casa mia per il famoso scambio di regali.' Una fitta di nostalgia mi attraversò. Annuii abbassando lo sguardo.

'Ti va di venire?'
______________________



P.O.V Charlie


'Ancora mezz'ora, poi giuro che arriviamo.' Dissi a Valerie per la ventesima volta telefono. Chiusi la chiamata e posai l'iPhone in tasca.

'Ehi.' La mano di Zayn si posò sulla mia gamba, e cominciò ad accarezzarla lentamente. Appoggiai la testa alla sua spalla.

'Non ti ho ancora dato il mio regalo.' Continuó. 'So che dovremmo aspettare di farlo davanti agli altri, ma volevo dartelo adesso.'

Il mio cuore prese a battere più velocemente. Zayn mise una mano in tasca, e ne estrasse uno scatolino di velluto blu. Mentre un milione di pensieri mi attraversavano la testa lui semplicemente l'aprì. Davanti ai miei occhi si presentò una catenina d'oro con la scritta "Zayn".
Sentii le lacrime annebbiarmi la vista.

'So che è un pò presuntuoso, ma voglio che tutti sappia-' Gli saltai addosso. Allacciai le braccia dietro al suo collo e feci aderire le nostre labbra. Tra un bacio e un altro riuscii a dire soltanto "grazie" e "ti amo" a raffica. Zayn sorrise contro le mie labbra, e poggiò la sua fronte contro la mia.

'È il regalo più bello che potessi desiderare, amore mio.' Vidi gli occhi di Zayn illuminarsi, e risi. Mi staccai euforica, e aspettai impaziente che il moro allacciasse la catenina al mio collo.
corsi per tutto il salotto di casa Tomlinson alla ricerca del mio regalo. Non appena lo trovai tornai da Zayn col pacco rosso in mano. Il moro mi stava aspettando con le braccia poggiate sulle ginocchia e un sorriso innocente sul volto.
Lo amavo così tanto da farmi male al cuore.

'Questo è per te. Magari sembrerà una cosa stupida -gli passai il pacco- ma per me è davvero importante.'

Zayn, con un sorriso stupendo stampato sul volto, aprì il pacco. Quando estrasse l'album nella carta velina mi sorpresi a trattenere il fiato. Prese in mano l'album quadrato bianco con su scritto in copertina "per sempre" in corsivo. Aprì la prima pagina, ed ecco la nostra foto più bella: lui che mi bacia la guancia e io che sorrido col sole a illuminarmi il viso. Mi morsi il labbro in attesa di una sua qualsiasi reazione.
Alzò lo sguardo, mostrandomi i suoi occhi velati. Mi si stinse il cuore.

'È fantastico, davvero.' Continuó a voltare e scartare le pagine dell'album, e il mio sorriso andava allargandosi sempre di più. All'ultima pagina trovó la dedica a penna fatta da me:

"Quando dico che ti amo, è il mio cuore che parla."

Il cuore prese a battermi più velocemente del solito, finché Zayn mi avvicinò a sè con due dita sotto il mento e mi baciò lentamente. Gli misi le braccia attorno al collo, e approfondii il bacio. Il mio ragazzo chiese il permesso di coinvolgere le nostre lingue, e acconsentii.

'Brutti maiali, non sul mio divano!' Urlò Louis facendo un ingresso plateale con Annabel al suo seguito. Risi, e mi staccai da Zayn.

'Annabel, credevo sarebbe passata Ellie a prenderti!' Dissi alzandomi. Le andai incontro e la abbracciai prima di lasciare un bacio sulla guancia a Louis. 'Anche se ti piace di più questo accompagnatore..' Le sussurrai all'orecchio. La bionda rise, mentre le guance le si tingevano di rosa.

'L'ho avvertita che sarei venuta con Lou, tranquilla.' Disse prendendo posto sul divano. Il campanello ci interruppe, e Louis aprì la porta dopo neanche un secondo. Un Harry sconvolto entrò correndo in casa.

'C'è Valerie?' Chiese ansimando per la corsa. Mi avvicinai a lui, e gli misi una mano sulla spalla.

'È rimasta a casa sua, tra poco noi ragazze la raggiungiamo. Perché?' Volevo sembrare tranquilla, ma in realtà temevo che Harry avesse fatto qualcosa di ancora più stupido rispetto a tutti i danni che aveva combinato fin ora col fragile cuore della mia migliore amica. Nonostante in quel momento avevo l'istinto di prenderlo a pugni in faccia, cercai di fargli riprendere fiato.

'Devo darle una cosa, e parlarle. Vado da lei.' Fece per correre via, ma lo trattenni per una mano. Sospirai.

'Harry, forse non è il caso. Non credi di aver fatto già abbastanza?' Gli dissi, riferendomi al suo incontro con Valerie della mattina stessa. Mi aveva chiamata, e mi aveva detto tutto. Del bacio, dello schiaffo, dell'episodio nel bagno, del panico nei suoi occhi. Era stato decisamente immaturo, ma del resto scoprire in quel modo di stare per diventare padre poteva essere davvero sconvolgente. Percui suggerii a Valerie di aspettare che le acque si calmassero e di parlare con Harry dinuovo. Ma non pensavo che il riccio avrebbe riflettuto così in fretta.

'Charlie, è importante. Sono stato un coglione per tutto questo tempo, e devo farmi perdonare. Non voglio perderla.' Mi disse con occhi imploranti. Capii che Harry era serio, voleva davvero Valerie. Lentamente, gli mollai la mano. Lui mi sorrise prima di correre via nuovamente. Chiusi la porta e mi voltai verso gli altri. Mi stavano guardando con espressioni confuse, e sorrisi amaramente.

'Sono fatti loro, non vi impicciate!' Dissi ridendo. Tornai a sedere sul divano accanto a Zayn. Annabel raggiunse Louis.

'Quindi stasera mi lasci da solo?' Mi chiese Zayn, voltandosi verso di me. Gli sorrisi prima di lasciargli un lieve bacio sulle labbra.

'Staremo comunque guardando la stessa luna.' Dissi, guardandolo dritto negli occhi.

'Non sarà bella come quando sei accanto a me.' ribattè con voce roca il moro.

Rimasi senza fiato, e il cuore fece una doppia piroetta, facendomi capire per la centesima volta di aver trovato un ragazzo d'oro.

'Mi sono innamorata di un poeta.' Dissi, pur di evitare il silenzio imbarazzante che si stava creando. Ridemmo assieme, e poggiai la testa sulla sua spalla. La porta si spalancò mostrando Ellie, Niall, una ragazza alta con i capelli neri a caschetto e gli occhi marroni che teneva la mano a Liam.

'Buon Natale gente!' Urlò Niall. Vennero tutti davanti a me e Zayn e uno alla volta ci lasciarono dei pacchetti regalo.

'Ciao ragazzi, buon Natale.' Disse Zayn alzandosi in piedi. Feci lo stesso, e diedi la mano alla misteriosa ragazza.

'Piacere, io sono Charlie' dissi sorridente. La ragazza la strinse e fece un sorriso quasi strafottente.

'Loren.' Mi lasciò la mano, e alzai le sopracciglia in direzione di Ellie. Lei alzò le spalle, e andò a sedersi sul divano sulle gambe di Niall.

'I vostri regali sono sotto l'albero, prendeteli voi' dissi indicando l'abete sintetico decorato con palline rosse e argento. Aprii prima il regalo di Ellie. Una tartaruga di peluches con su scritto "Hug me". L'abbracciai ridendo, e ringraziai la mia migliore amica. Liam mi aveva regalato una sciarpa bianca con delle borchie dorate sul bordo. La indossai subito, e lo ringraziai con un abbraccio. Niall invece mi aveva regalato il nuovo Cd di Demi Lovato, Demi. Quando lo scartai rimasi a osservarlo con un sorriso da stupida e gli occhi lucidi. Poi gli saltai addosso nonostante avesse Ellie in braccio. Louis mi aveva regalato delle Dr.Martens amaranto come quelle di Miley Cyrus in Wrecking ball. Nonostante gliele avessi praticamente chieste io, andai a cercarlo in cucina con il regalo stretto al petto. Quando aprii la porta della cucina trovai Annabel seduta sull'isola della cucina, e Louis che le stava a cinque centimetri di distanza dal viso. Arrossii quando si voltarono verso di me.

'Emh, scusate. Lou, grazie per le scarpe, le adoro!' Corsi fuori ridendo, e mi segnai mentalmente di chiedere spiegazioni ad Annabel la sera stessa. Tornata in salotto vidi Zayn con un maglione diverso rispetto a quello che indossava prima, che si ammirava allo specchio. Incontrò i miei occhi nel vetro e mi sorrise.

'Sei bellissimo.' Dissi.

'Hai ragione.' Scoppiammo a ridere, poi mi circondò in un caldo abbraccio.

'Charlie, dobbiamo andare.' Disse Ellie. Annuii, distanziandomi da Zayn per prendere la borsa e i miei regali. Salutai tutti con un "a domani" prima di baciare il mio ragazzo con foga.

'Ti amo.' gli sussurrai.
'Ti amo anche io.' Un ultimo bacio e corsi via dopo di Annabel ed Ellie.


P.O.V. VALERIE



Stavo praticamente per addormentarmi sul morbido letto a baldacchino, quando suonò il campanello.
Immaginai fossero Ellie, Charlie ed Annabel che come sempre avevano ritardato a casa di Louis, così senza neppure vedere come ero conciata mi trascinai verso la porta e la aprii.
Non feci neppure in tempo a connettere il cervello, che Harry si fiondò il le mie labbra.
Il mio cuore prese a battere come un cavallo in corsa, la testa a pulsare. Pensai inizialmente di staccarmi, spingerlo via e dirgli tutte le parolacce che potessero venirmi in mente.

Poi, quando mi circondò il bacino con le sue forti braccia, mi lasciai trasportare dalle sue morbide labbra sulle mie.
Si staccò da me, e dalle enormi tasche del suo cappotto estrasse un sacchetto giallo.

'Per te' Me lo porse, e con gesti esitanti lo presi. Chiuse la porta alle sue spalle e rimase lì impalato a fissarmi mentre aprivo la busta.
Ne venne fuori una scarpetta minuscola bianca di lana, con due palline rosa alle estremità dei lacci. Sentii il mio cuore fermarsi.
Presi in mano entrambe le scarpine e le strinsi al petto.

'Sono bellissime, non dovevi.' Dissi, con voce rotta dall'imminente pianto. Harry si avvicinò di più a me, e con il pollice asciugò dalla mia guancia una lacrima sfuggita al mio controllo.

'Avremo una bellissima bambina.' Disse, incastonando i suoi occhi verdi nei miei miele. Quello fu il colpo di grazia.
Mi strinse a sè in un abbraccio silenzioso, interrotto dai miei singhiozzi e dai suoi "shh, andrà tutto bene." ripetuti più volte.

Andammo a sederci sul letto della mia camera, io tra le sue braccia.

'Non so se sarò un bravo padre, ma sarò un bravo fidanzato, se me lo permetti.'


E fu così che Harry Styles si inpadronì del mio cuore.








GIRL YOU DON'T KNOW HOW I FEEL.


Hello my dearz.
eccoci con il capitolo 27 (26 parte due).
che ne pensate? io lo adoro. è semplicemente dolce, mi sono meravigliata di me stessa mentre lo scrivevo in quanto nessuno mi ha mai detto cose del genere, ma il mio cervello non è normale c: Valerie ed Harry. ho detto tutto HAHAHAHAHAAH <3 <3
ringrazio come sempre chi recensisce, visualizza e chi l'ha salvata in seguiti-preferiti-ricordate. vi amo per sempre.
al prossimo capitolo.
Baci, 
Vale xx




 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** capitolo 28. ***



                                           
 






Mancava meno di un isolato per casa di Zayn, potevo già vederla da lontano.

Ero di ritorno dal turno mattutino alla gelateria. Avevo servito un trilione di gelati e cioccolate calde, cosa insolita per una fredda giornata d'inverno come quella. La voce di Miley Cyrus mi accompagnava con le note di F.U.
Amavo quella canzone, parlava di una ragazza che scopre di essere stata tradita dal suo fidanzato tramite un messaggio letto per caso.
Quella canzone mi rispecchiava, non perché avessi scoperto un tradimento di Carther in quel modo, ma perché scoprire una cosa del genere senza che ti venisse detta apertamente era una cosa che odiavo da matti.
Insomma, perché tanti giri di parole e sotterfugi?
La verità è quella, e va detta. Nonostante quanto possa essere fredda e crudele, i "tramite" sono da evitare. A quel proposito mi venne in mente la sera precedente a casa di Valerie. Io, Anne e Ellie avevamo trovato la rossa accoccolata al riccio distesi sul letto.
Stavano entrambi dormendo, e svegliarli ci sembrò la cosa più crudele al mondo.
Così ce ne andammo silenziosamente, e trasferimmo il pigiama party a casa di Ellie.
Tra cioccolata, pop corn e film strappalacrime avevamo fatto le ore piccole. Per fortuna il ragazzo che amo si era premurato di mettere la sveglia al posto mio. Peccato che avesse impostato l'allarme antincendio come suoneria.

Risi, ripensando alla faccia di Ellie mentre saltava su è giù per la camera urlando "al fuoco".
La mora aveva parato buona parte della nottata a raccontarci di lei e Niall. Erano davvero, davvero dolci. Non avevano litigato neppure una volta da un mese a questa parte, lei aveva perso la verginità con lui la notte della vigilia di Natale.
Purtroppo per me, era scesa nei particolari.
Non era stato certo piacevole scoprire come il biondo fosse bravo nei movimenti e curato delle sensazioni che stava provando la mora.
Ero contenta per loro, e nonostante avessi sbagliato nel credere che tra lei e Niall non sarebbe successo nulla, ero fiera di loro.

Avevo scoperto molte cose su Annabel, e lei su me e ed Ellie. Mi rivelò di averci mentito a proposito delle amiche in Italia, e ci raccontò la sua storia; L'abbracciai, e la mora si aggiunse creando un momento dolcissimo tra noi tre. Sapevo che la tenera italiana sarebbe diventata parte integrante del nostro gruppo.
Ci ritrovammo a parlare di Louis, di Niall, Zayn e della nuova fiamma di Liam, Loren.
La ragazza aveva fatto una cattiva impressione ad ognuna delle tre, date le cattive maniere e il modo di atteggiarsi con le persone. Ellie ci spiegò che si era presentata al pranzo di Natale come "la ragazza di Liam".
Neppure i suoi l'avevano ben vista, anzi, avevano preso in disparte Liam e gli avevano chiesto se fosse sicuro di aver scelto una ragazza adatta a lui. In quei giorni il ragazzo sembrava radicalmente cambiato. Quasi non mi guardava più in faccia, con le altre era scorbutico e con i ragazzi era completamente assente, o non faceva altro che contraddirli in tutto.
Era un mistero, ma in tutta onestà non me ne poteva fregare di meno in quel momento.

La mia testa era rimasta bloccata su pianeta Malik, e non aveva alcuna intenzione di tornare indietro.
Zayn era diventato il centro assoluto del mio universo, il Sole nel sistema solare del mio cuore. Ero ancora stravolta sai sentimenti magnifici che ci legavano. Eravamo da poco una coppia ufficiale, eppure sembrava che fossimo anime gemelle da anni e anni. Sorrisi a quel pensiero.

Ero finalmente arrivata davanti la familiare casa azzurrina. Feci per suonare il campanello, ma una voce mi bloccò.

'Non capisco seriamente perché ora dovremmo tornare. Dopo due mesi, che problemi hanno?'
La voce solitamente dolce e limpida di Zayn ora risultava bassa e ringhiosa. Ma soprattutto, proveniva dall'alto. Subito alzai lo sguardo mirando ai due balconi vicini, ma le finestre erano sigillate e il moro non era li.

'Questo l'avevo capito, Hellen, ma avrebbero potuto cercarmi prima!' Alla pronuncia del nome della certa Hellen mi fermai sul posto.
Il fastidio crebbe in me, nonostante dalle poche parole del discorso che avevo origliato non trapelava alcun accenno di tradimento. Feci un veloce giro della casa, fino a realizzare che la voce di Zayn proveniva da ancora più in alto.
Alzai la testa fino ad averla quasi completamente poggiata sul collo, e individuai due gambe lunghe avvolte in un pantalone blu di tuta, pendere dal tetto. Tornai di fronte al portone e aprii con le chiavi che i due ragazzi avevano sistemato dentro la lanterna finta al lato del portico.

Entrata in casa corsi verso il piano superiore senza neanche togliere il giubbino. Non avevo idea di quale fosse il passaggio per il tetto, finché non mi torno in mente quello sgabuzzino con cui mi ero imbattuta quando ero comparsa per la prima volta in casa di Zayn.
Dentro la tretta stanze vi era una cordicella che pensava dal tetto, e una specie di lunga tavola rettangolare era poggiata al muro.
Dal buco del soffitto spuntava parecchia luce, e la scala pieghevole era completamente stesa.

Mi arrampicai attenta a non cadere, ma prima di uscire completamente cercai di ascoltare qualche altro pezzo di conversazione tra Zayn e la misteriosa ragazza.

'Come cazzo hanno fatto a trovarle?' Sputò il moro a denti stretti.
Era seduto sulla parte piatta del tetto, con le gambe stese in pendenza e la spalla poggiata al fumaiolo del camino. La mano detta manteneva il cellulare all orecchio, la mano sinistra teneva stretta la maglia tra le dita. Sembrava si stesse trattenendo. Mi feci coraggio e mi incamminai verso di lui. Sicuramente mi notò, così senza voltarsi pose fine alla telefonata.

'Okay zia, a presto. Baci.'
Posò il telefono e tornò a guardare il panorama londinese, dal tetto di casa sua. Tossicchiai per attirare la sua attenzione, nonostante l'avessi già. Zayn, come un attore nato, si voltò verso di me e assunse una finta faccia stupita.

'Charlie, sei tornata!' Sorrise e mi venne incontro, lasciandomi un dolce bacio sulle labbra. Ricambiai il bacio, lasciando che il suo busto spingesse contro il mio. Mi staccai dalle sue labbra e poggiai le mani sul suo petto.

'Amore, chi era prima, al telefono?' Gli chiesi cercando di mantenere un tono dolce, normale. Zayn sgranò quasi impercettibilmente gli occhi, e prima di parlare boccheggiò a vuoto.

'mia zia, Nahyma' disse esitante. Aggrottai le sopracciglia, e Zayn evitò il mio sguardo spostandolo sul sole che splendeva lontano.

'Tua zia.'

'mmh mmh' mugugnò lui, diventando serio.

'Nahyma.'

'Non posso avere una zia che si chiama Nahyma? È vietato?' Urlò Zayn, facendo per tornare dentro casa.
Scese velocemente le scale e in men che non si dica corsi verso di lui, quasi ammazzandomi.
Caddi rovinosamente dall'ultimo gradino. Odiavo le scale da arrampicata, erano semplicemente odiose e difficili. Fortunatamente Zayn era in piedi di fronte alla scala, così mi bloccò tra le sue braccia.
Eravamo schiena contro il suo petto, quando mi girò velocemente. Il mio cuore prese a battere molto più velocemente alla vista di quegli occhi color caramello, e sentii che anche il suo era accelerato rispetto alla norma. Lo sentivo tramite le mani sul suo petto, e il respiro leggermente affannato lo provava.

'Stiamo insieme da un pò, e mi fai ancora questo effetto da prima cotta."
Sussurrai, arrossendo per la situazione. Era vero, ogni volta che lo vedevo mi riportava a quando incontrai quegli occhi profondi ma cupi per la prima volta.
Vestito da cattivo ragazzo, sguardo duro e freddo, atteggiamenti da lupo solitario. Ricordo come se fosse appena accaduto quando mi mando a quel paese per avergli chiesto il suo nome, la delusione che provai quando le mie compagne di classe mi dissero che ci aveva provato con tutte, la gelosia nei suoi occhi quando mi vide con Harry, la spensieratezza e la felicità che raramente si vedevano in lui al nostro primo appuntamento.

'Tu mi farai sempre questo effetto, amore mio.' Mi morsi il labro inferiore, e a 5 centimetri dalla sua bocca mi lasciai sfuggire un sospiro.

Mi resi conto che avrei rovinato un momento magico, ma la curiosità mi stava mangiando da dentro.

'Mi sembrava stessi parlando con una certa Hellen.' Dissi, tutto d'un fiato. Zayn prima sembrò congelarsi sul posto, poi sbattè più volte le palpebre. Stava pensando a una scusa da rifilarmi.
'Io non ho mai parlato con nessuna Hellen. Avrai capito sicuramente male.' Disse balbettandò tra le prime parole. Ruotai gli occhi e indietreggiai di un passo andando a finire col sedere su uno dei piccoli gradini della scala.
Il moro rimase lì impalato a fissarmi con occhi vigili.

'Non sono stupida. Zayn, perché mi stai mentendo su una cosa così semplice? Non mi metterò a urlare e e a spaccare tutto solo perché parlavi con una ragazza!' Dissi, passando nervosamente una mano tra i capelli. Quando vidi che il mio ragazzo rimaneva impassibile, sbuffai rumorosamente.
'Ho capito. Vado a cucinare qualcosa.'
Mi alzai di fretta e furia e corsi fuori da quel fottuto stanzino claustrofobico. Scesi le scale di casa senza che Zayn mi seguisse, infatti era rimasto nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato. Entrai in cucina e per prima cosa controllai se i padroni di casa avessero almeno qualcosa di commestibile. Trovai un pacco aperto di pasta corta, e della salsa di pomodoro in bottiglia. Misi sul fuoco dell'acqua a bollire, e in una pentola versai il pomodoro con dell'olio, sale e cipolla. Ero esperta in cucina, solo tutti gli anni passati a vivere da sola avevo preso la mano.
Se non la passione.
Per preparare il pranzo, così, avrei impiegato almeno 15 minuti. Coprii la pentola col sugo e andai al piano di sopra per cambiarmi. Passando per il corridoio spinsi il busto verso lo stanzino per vedere se Zayn fosse ancora lì. La luce era spenta, e la porta socchiusa.
Andai dritta verso la camera da letto ed abbassai la maniglia. Zayn era seduto alla scrivania con il portatile di fronte.

Feci qualche passo verso il letto, e levai il maglione. Il moro al computer sembrava assorto in un suo mondo a parte, nonostante io fossi mezza nuda dietro di lui. Tolsi anche i pantaloni pesanti rimanendo in intimo, e aprii l'armadio di Zayn. Presi una sua maglia a maniche corte già lunga di suo, che a me sarebbe arrivata al ginocchio. Indossai l'unico indumento che avrei tenuto per tutto il giorno e mi avvicinai a Zayn.
Sulla pagina aperta del computer vi era un sito di alberghi nei pressi di una certa Holmes Chapel. Aggrottai le sopracciglia, e indicai lo schermo.

'Parti?' Chiesi.

Zayn, tenendo il mento sul braccio poggiato sulla scrivania rispose qualcosa di incomprensibile.

'Ah?'

'Io no. Tu, piuttosto .' Rispose, duro. Sgranai gli occhi.

'Mi stai spedendo a Holmes Chapel?' Dissi, con un tono confuso. Potevo sembrare una stupida in quel momento, ma non riuscivo davvero a capire niente. Zayn si alzò dalla sedia girevole e mi si piazzò davanti. Prese le mie mani tra le sue, e sospirò prima di parlare.

'ti avevo parlato dei ragazzi per cui lavoravo, a Bradford, ricordi?- annuii -bene, quella Hellen con cui stavo parlando al telefono.. mi ha detto che vogliono che io ed Harry torniamo a lavorare per loro, lì.'

Ed ecco che il mondo mi crollò addosso. Sentivo il peso opprimente di tutto quello in cui credevo -l'amore di Zayn, la nostra storia, una futura vita insieme- schiacciarmi e soffocarmi. Zayn, vedendo la mia espressione sofferente, mollò le mani per prendere il mio viso, e accarezzarlo lentamente.

'Ehi, non ho intenzione di accettare, tranquilla.' Disse. Il mio cuore riprese a battere normalmente, e il mio viso tornò probabilmente al colorito naturale di prima.

'E perché devo andare in hotel?' Chiesi. Dovevo fare quelle domande, ma ricevere le sue risposte mi metteva angoscia.

'Tu e Valerie siete in pericolo. I ragazzi sanno chi siete, dove vivete, i posti che visitate. Starete a Holmes Chapel il tempo necessario affinché le acque si calmino. Non accetteranno facilmente un No come risposta.'

Capii di essere sull'orlo del pianto quando prima di aprir bocca la gola divenne improvvisamente secca, e il cuore pesante.

'se dici che non accetteranno un vostro rifiuto, cosa ti fa pensare che le acque si calmeranno?' Dissi a malincuore.

La tensione nella camera era alta, altissima. Zayn, che fino ad allora era rimasto quasi impassibile, si decise ad esternare i suoi sentimenti. Mi circondò con le sue braccia, in un abbraccio pieno di parole difficili da dire, pieno di amore, ma anche di paura. Delle lacrime caddero silenziosamente dai miei occhi, e Zayn le asciugò con i pollici prima di baciarmi. Un bacio delicato, sofferto, tutto quello di cui avevo bisogno. Il moro di fronte a me aveva gli occhi lucidi, le labbra chiuse in una linea dura.

'Finchè il nostro amore sarà forte, andrà tutto bene.' Disse, cercando di rassicurarmi. Ripiombai sul suo petto, lasciandomi andare ai singhiozzi opprimenti. Due ore dopo la valigia era pronta, mancava solo Valerie all'appello. Harry era andata a prenderla a casa sua dopo essere tornato per cambiarsi. Era dal giorno prima che non la lasciava sola, non volevo pensare a quello che avrebbe passato il riccio sapendo che avrebbe rischiato di perdere la sua ragazza, e suo figlio. Mi voltai verso Zayn, sdraiato affianco a me sul letto matrimoniale.

'Sanno che Valerie è incinta?' chiesi. Il soggetto della domanda era sottinteso, non avevo intenzione di nominare quei pezzi di merda che mi avrebbero separato dal mio fidanzato. Il moro abbassò lo sguardo, continuando a giocare con le mie mani.

'Hellen non l'ha neppure accennato, suppongo di no.'

Dentro di me mi sentii sollevata, ma non appena tornò in mente che non stavo andando a fare un viaggio di divertimento, ma stavo fuggendo da un pericolo imminente, un colpo al cuore mi fece quasi rimanere senza fiato.

'Sono a casa!' Urlò Harry dal piano di sotto. Prima di alzarmi io e Zayn ci guardammo negli occhi. Probabilmente entrambi ci capimmo al volo, era un periodo in cui uno sguardo rimpiazzava alla perfezione mille discorsi inutili.
Arrivati nel salotto corsi ad abbracciare Valerie. Era evidente che avesse pianto, aveva gli occhi rossi e gonfi e il viso pallido. Staccandosi dall'abbraccio si asciugò una lacrima sfuggitale dal controllo e mi fece un sorriso tirato.

'Andiamo.'
________



Il tragitto fu silenzioso, non volò neppure una mosca tra di noi. Nessuno tentò di intraprendere un discorso, una discussione, in quanto tutti e quattro avevamo il cuore a pezzi. Dopo tre quarti d'ora di viaggio arrivammo a destinazione.
Holmes Chapel era piccola, ma carina. L'hotel era un semplice palazzo amaranto con balconcini in legno ornati da tantissimi vasi colmi di fiori. Scendemmo dalla macchina, Zayn e Harry dietro di noi con le borse, io e Valerie davanti a tenerci per mano.

La stretta era forte, come se le nostre vite dipendessero da quello.

'Abbiamo una prenotazione per due, a nome Malik.' Disse Zayn all'uomo ultra sessantenne al bancone. Quest'ultimo annuì energicamente e gli diede le chiavi.
'Corridoio a destra, prima porta.'

Senza neppure ringraziarlo ci incamminammo in fila per due verso la stanza. Presi le chiavi dalle mani di Zayn e feci per inserirle nella serratura, ma il loro tremore me lo impedì.

'Faccio io.'
Harry, affiancandomi, le afferrò e con un gesto secco aprì la porta. Sussurrai un flebile 'grazie', ed entrai nella camera. Era semplicissima, in stile antico, con un letto matrimoniale alto e una finestra che dava sul giardino.
Non curandomi di altro lasciai la borsa a tracolla a terra e mi sedetti sul letto. Valerie invece andò verso la finestra, e la spalancò facendo entrare la fredda aria invernale.

'È meglio se andiamo adesso, Harry.' Disse Zayn. Mi voltai verso di lui, e quando i nostri sguardi si incontrarono mi salì un modo alla gola.

Gli occhi mi si inumidirono, e l'espressione fredda che stavo cercando di mantenere, volò via. Al suo posto rimase il volto ferito e sconvolto di una ragazza di 18 anni. Zayn venne da me, e si abbassò sulle ginocchia per avere il viso alla stessa altezza.

'Ricordari che ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno, e come non amerò mai nessun altro in vita mia, oltre te.' Disse Zayn.

Le lacrime presero a sgorgare senza sosta, nonostante i suoi baci le prendessero una a una, cancellandole dal mio viso.
La situazione di Harry e Valerie non era differente: la rossa piangeva stretta al petto del riccio, che le sussurrava qualcosa all'orecchio mentre le accarezzava la schiena.

'Sei il possessore assoluto del mio cuore, e ti amo da morire.'

Il moro si fiondò sulle mie labbra, baciandole con passione e gran foga. Era come se quel bacio fosse l'ultimo, quello che avremmo dovuto entrambi ricordare per sempre. Scacciai quel pensiero, e presi tra le mani i capelli di Zayn mentre le nostre lingue giocavano a rincorrersi nel bacio. Mi staccai per prima, e poggiai la fronte su quella di Zayn.

'Chiamami ogni venti secondi.' Dissi, cercando di alleggerire la tensione.
Anche se le lacrime sul viso, gli occhi e le labbra gonfi e la voce spezzata davano tutt'altra idea. Zayn sorrise, e io di rimando.

'Non ti darò neppure il tempo di posare il telefono tra una telefonata e un'altra, lo prometto.'

Un ultimo bacio, prima che i due ragazzi uscissero dalla camera. Corsi ad abbracciare Valerie, cullandola mentre si sfogava in un pianto liberatorio.

'Ha detto di amarmi, di amarmi con tutto il cuore.' Sussurrò tra le lacrime.

Mi morsi il labbro inferiore per non esplodere, rincorrere i due ragazzi e riportarli da noi.
Volevo infonderle un minimo di forza, dopotutto in gioco c'era il padre di suo figlio, il ragazzo che amava. Dalla finestra potemmo vedere i due voltarsi verso di noi, e lanciarci un bacio con la mano.

Zayn disse qualcosa, qualcosa che non avrei dimenticato facilmente, qualcosa che avrei portato con me durante la sua assenza.


"Per sempre."





I'M SORRY IF I SAY I NEED YA, BUT I DON'T CARE I'M NOT SCARED IN LOVE.

allora.
1) scusate se ho pubblicato solo oggi, ma sfornare questo capitolo è stata una lotta contro me stessa.
2) la frase qui su è tratta da 'strong' di Midnight Memories. 
ieri mi è arrivato il cd uficiale, e ho sclerato da morire. è fantastico, davvero. 

tornando al capitolo, è una svolta spettacolare per la storia. ero arrivata in un vicolo cieco, e non sapevo più dove andare a parare.
ringrazio infinitamente il mio amore, theybecomewehappy. i love ya.
ringrazio le mie compagne, le mie amiche, che mi hanno sopportata mentre chiedevo un parere su ogni piccolo pezzo di capitolo.
ringrazio Midnight Memories, che mi ha dato l'ispirazione per finire oggi.
ringrazio per ultime, ma non per ultime, le lettrici di questa storia. siete fantastiche, davvero. sapere che più di 100 persone stanno seguendo la mia storia è fantasico, vi adoro.
recensite, ditemi che ne pensate!
sappiate che non sarà una situazione come 'oggi succede qualcosa, domani si risolve tutto'. voglio far durare questo problema, voglio farvi entrare con tutto il corpo nella storia. a presto;

baci,
Vale xx



 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** capitolo 29. ***


                                                           
 








Giovedì 27 dicembre 2013.


Avevo appena averto gli occhi. Ero in una grande camera d'hotel, sdraiata sul letto supina con un peso sul braccio destro.
Valerie.
La rossa era sdraiata di fianco e abbracciava il mio braccio, avvolta da un sonno evidentemente scombussolante. Per un primo momento mi chiesi perché mi trovassi lì, e non nel letto del mio fidanzato.
Poi, tutti i ricordi della giornata precedente salirono a galla, schiacciandomi. Le lacrime tornarono, e il forte dolore al cuore riprese a torturarmi. Non aveva chiamato, non aveva scritto un messaggio. Riuscivo solo a chiedermi : Zayn, dove sei?

Lo avevo chiamato, certo, ma aveva il cellulare staccato. Avevo provato a casa sua, al cellulare, al cellulare di Harry, ho chiesto perfino ad Ellie e tutti i ragazzi. Ellie aveva deciso di venire da me e Valerie, ma Niall era contrario. Per noi, la coppia perfetta aveva affrontato la loro prima litigata. Ovviamente, testarda com'era, Ellie la ebbe vinta. Quella mattina avrebbe preso un treno per Holmes Chapel, e avrebbe diviso la stanza con noi. Un rumore mi risvegliò dai miei pensieri. Era il mio stomaco che brontolava violentemente a causa della fame.
Posai l'unica mano libera sulla pancia, e sospirai.

'Valerie, ehi piccola. Alzati, andiamo a mangiare qualcosa.' Dissi alla rossa, scuotendola leggermente.
schiuse le labbra, ed emise qualche sbuffo prima di aprire gli occhi. Quando quei grandi occhi incontrarono i miei, mi venne un colpo. Erano marroncini, avevano perso quasi del tutto le sfumature verdi e dorate. Sbattè le palpebre qualche volta per abituarsi alla luce, e sbadigliò.
Liberò la mia mano prima di alzarsi e correre verso il suo cellulare. Potei notare la scintilla di speranza volare via dai sui occhi non appena sbloccò lo schermo.
Non avevo bisogno di una conferma, sapevo già che il suo cuore era a pezzi per non aver ricevuto alcuna notizia di Harry.
Mi morsi il labbro inferiore, e ben presto il familiare sapore metallico del sangue mi invase la bocca.

'Va tutto bene, forse li hanno disattivati per non essere rintracciati dai ragazzi. Giusto?' Chiese Valerie, sedendosi con me sul letto. La sua non sembrava una domanda, più che altro era una affermazione data a sè stessa, sperava fossi d'accordo.
Con qualche secondo di ritardo forse, annuii velocemente.

'Magari sono fuori casa, e non hanno gli alimentatori.' Continuó la rossa, passando una mano sul copriletto bianco di lana. Mi morsi l'interno della guancia, prima di abbassare lo sguardo.

'Magari hanno cambiato cellulare perché il loro era sotto controllo, e non hanno più i nostri numeri.' Disse nuovamente Valerie saltando in piedi. Questa volta singhiozzai, portandomi una mano alla tempia. Alzai gli occhi, e incontrai quelli preoccupati di Valerie.

'forse li hanno presi, e gli stanno facendo c-cose ..orribili.' Dissi balbettando.
La voce si spezzò, e mi pentii amaramente di averlo detto. Le iridi di Valerie sembrarono annegare nelle lacrime, mentre il labbro inferiore cominciò a tremarle leggermente. Improvvisamente scattò in piedi, e si tappò le orecchie con le mani.

'No no no no. Non lo dire neanche per scherzo. Loro sono forti, Harry è forte. Mi ha promesso che non succederà niente, che si risolverà tutto e in men che non si dica sarà di nuovo con me, e la piccola.' Disse passandosi un braccio sul ventre leggermente gonfio. Non Sembrava essere incinta, piuttosto pareva avesse mangiato troppo a pranzo e cena.
Le andai incontro, e ci fissammo negli occhi prima che la avvolgessi in un abbraccio. Ero poco più bassa di lei, io 1,58, lei 1,63.

'Sto morendo di fame. Andiamo a fare colazione?' Chiesi, inspirando il dolce profumo alla camomilla dei suoi capelli. Valerie si staccò dall'abbraccio, e legò i capelli in una coda alta piena di ciuffi disordinati.

'Non ho fame, ma se vuoi ti accompagno.'
'Valerie, hai bisogno di mangiare. Avete bisogno entrambi.'
Dissi alludendo al piccoletto nella sua pancia. Lei sorrise, di un sorriso malinconico.

'Harry non sarebbe contento, se ti vedesse adesso: a digiuno da un giorno, pallida e con le occhiaie. Valerie, se non muovi il culo ti costringo con l'imbuto.' La rossa rise, e prese la borsa dalla sedia.
'Non sia mai.'

***

'Hai visto il neo peloso di quella vecchia?'
'Cristo, stavo per vomitare i muffin! Che schifo.'

Scoppiai a ridere, e poggiai la testa sulla spalla di Valerie. Eravamo di ritorno dalla pasticceria dove avevamo fatto colazione. Si moriva dal freddo, ma non avevo intenzione di cambiarmi. Indossavo ancora la maglia bianca di Zayn e un leggins nero che tenevo sempre a casa sua. Sospirai amaramente.

'Ehi, chi è quella?' Chiese Valerie, indicando con un cenno del capo una ragazza alta quanto lei dai capelli castano scuro e gli occhi.. blu. Sembravano quelli di Gordon Ramsey. Era seduta sullo scalino davanti all'hotel, e si guardava attorno con fare circospetto. Quando incontrò le nostre figure si alzò e rimase in piedi a fissarci. Aggrottai le sopracciglia, mentre arrivammo davanti a lei.

'Posso aiutarti?' Le chiese Valerie, con un tono stranamente gentile. La situazione aveva modificato i suoi soliti modi acidi con gli sconosciuti. La ragazza guardo prima lei, poi me. Anzi, non il mio viso, ma si mise a fissare un punto in particolare: il mio collo. Istintivamente portai una mano sul punto che stava osservando, trovandomi a toccare qualcosa di freddo. L'avevo completamente dimenticata: avevo indosso la catenina d'oro con su scritto "Zayn", che mi aveva regalato a natale.
Tornai a guardarla.

'In realtà sono io a poter aiutare voi. Siete Valerie e Charlotte, giusto?' Chiese, indicandoci nominando i rispettivi nomi. Annuii lievemente, confusa. La misteriosa ragazza sospirò, e prima di parlare spostò lo sguardo oltre di noi, verso il sole che brillava alto nel cielo scuro.

'Piacere, Hellen Hock.'
Hellen.. Hellen.. Avevo già sentito questo nome. Hellen era.. Hellen.
La ragazza al telefono con Zayn.

Sgranai gli occhi, e mi avvicinai ancora di più a lei evitando la mano che mi stava porgendo.
'Hai notizie di Zayn?' Le chiesi. Potevo sembrarle una maniaca, la bocca socchiusa e gli occhi sgranati. Ma ero fuori di me in quel momento. Hellen sorrise, e abbassò lo sguardo.
'Forse è meglio se andiamo dentro.'
***

'Ti abbiamo accompagnata in camera nostra, hai bevuto della redbull dal frigobar, hai usato il bagno. Ora dimmi quello che sai, subito.'
Disse Valerie, puntandole un dito contro. Ero pienamente d'accordo con lei, così non dissi nulla per la scortesia dell'affermazione.
Hellen ruotò gli occhi, e si passò una mano tra i capelli a caschetto.

'Sapete chi sono?' Disse.

'So solo che ieri hai avvertito Zayn si quello che sarebbe successo. Ha detto che eravate tipo.. colleghi, non so se mi spiego.'
La ragazza si mise a guardare il vuoto, con un piccolo sorrisetto stampato sul volto.

'Adesso eravamo colleghi? Oh, tesoro mio. Eravamo molto più che colleghi. Sono stata la sua prima ragazza.'

La sua prima ragazza.
La sua prima vera cotta.
La sua prima vera amica intima.
La sua prima vittima di pestaggi involontari.

Sembrò tutto così strano, quasi surreale. Il suo sguardo ferito, sconsolato, mi fece arrivare alla conclusione che per lei non era stato solo "divertimento".

'Beh Charlotte è la sua attuale ragazza, e Zayn la ama. Ora dicci quello che sai.' Poggiai una mano sulla spalla della ragazza, che abbassò lo sguardo.
'Mi dispiace per quello che hai passato. E dispiace anche a Zayn.' Le dissi carezzandole il braccio, guadagnandomi delle occhiate confuse da Valerie.

Hellen annuì frettolosamente, poi si morse il labbro superiore.
'Lo so. Adesso, ho delle informazioni per voi.' Io e Valerie ci avvicinammo di più alla ragazza, e chinammo il busto verso di lei.

'Ieri, verso le sei del pomeriggio, due ragazzi della banda di Trevor hanno sequestrato Zayn ed Harry.'

Il mio cuore si fermò. Fu come se una lama mi stesse perforando i polmoni, l'aria non arrivava alla bocca e annaspavo.

'Ma, ma..'
'C'è un ma?' Disse Valerie, sgranando gli occhi. Hellen sorrise lievemente.

'In questo periodo il traffico di Bradford è scarso, molo scarso. I due ragazzi erano i migliori trafficanti della città, e Trevor è abbastanza sveglio da sapere che ha bisogno di loro vivi e vegeti. Certo, prenderanno belle botte. Conoscendolo, arriveranno a vedere le stelle, ma i tre gangster non si spingeranno oltre. Dunque possiamo solo sperare che trovino un modo per andarsene. Ho un treno per Bradford tra 10 minuti esatti. Io sono la doppia faccia, ecco chi sono. Sono amica di tutti, compagna leale di pochi. Tutti si fidano di me, ma io so sempre da quale parte stare. In questo caso, so che Harry e Zayn devono scappare. Andrò lì con mio fratello, Crush, lui è più forte di tutti e tre messi insieme. Abbiamo già un piano, ma non starò qui a spiegarvelo.'

Ci fu un attimo di silenzio. Troppe informazioni messe insieme, troppi colpi al cuore. Non ero sicura di aver assimilato tutto quello dettoci da Hellen, e rimasi a bocca socchiusa. Ma una cosa sola mi era chiara: lei e suo fratello avrebbero salvato la mia ragione di vita.

'Non so quando riuscirete a rivedere i vostri ragazzi, spero il prima possibile. Erano miei cari amici, forse gli unici. Sapere in quali condizioni si trovano è davvero doloroso, ma non posso capire a pieno quello che state passando. Ora vado. Questo è il mio numero, se avete bisogno di qualcosa chiamate.'

La ragazza mi diede in mano un semplice cartoncino bianco con su scritto HH, e il suo numero di cellulare. Presa dall'emozione e dall'ansia, L'abbracciai. Hellen rimase una tavola di legno, ma dopo qualche secondo strinse delicatamente il mio bacino.

'Grazie. Davvero, per tutto quello che farai e che hai già fatto. Buona fortuna.' Le dissi. Lei annuì e sorrise. Valerie le si avvicinò davanti alla porta, e le prese la mano.
'In bocca al lupo, e.. grazie mille.' Senza aggiungere niente, Hellen andò via. Valerie chiuse la porta, e si lasciò scivolare su di essa. Mi sedetti affianco a lei, e le strinsi una mano.

'Pensimo solo ai lati positivi.' Dissi, cercando lo sguardo della rossa.
'Anche se non sono affidabili?'
'Soprattutto, se non sono affidabili.'
________


P.O.V. ZAYN

Venerdì 28 dicembre 2013.

La stanza puzzava di alcool, fumo e piscio. Era da almeno cinque anni che i Tz lavoravano li, e non credo lo avessero mai lavato.

'Sei tutto intero Har?' Chiesi al riccio dietro di me.

'Mmh, forse mi hanno rotto un molare.' Sorrisi, pentendomene subito dopo. Il taglio sul labbro si riaprì all'istante, scatenando la fuoriuscita di un fiotto di sangue caldo.

'Per che ora avrete finito? Ho un Bulldog da sfamare.' Dissi strafottente a Travor, in piedi al moro davanti a me. Harry tossì, provocandomi una risatina. Si era proprio rammollito.

'Fai meno la testa di cazzo, coglione.' Sputò Travor.

'Perfavore, non troppa gentilezza assieme.' Disse Harry. La corda che ci legava il busto alla sedia mi stava inevitabilmente graffiando le braccia nude. Almeno Harry, con la schiena contro la mia schiena, aveva le maniche lunghe. Sembrava la tipica scena da action movie, dove alla fine le due persone legate alle sedie si liberano con delle mosse esperte di kung-fu. Eppure, era tutto così vero. Lo dimostrava il taglio enorme che spezzava il mio labbro superiore, il gonfiore del mio occhio destro e la possibile costola rotta che doleva da morire. Harry sicuramente non era messo meglio, ne aveva prese quanto me. Trevor aveva trovato due nuovi scagnozzi. Ero quasi certo che uno di loro, quello che aveva picchiato Harry fino a qualche minuto prima, si facesse chiamare Osso. Che fantasia.

'I ragazzi sono andati a fare una pausa, non ti preoccupare, arriveranno tra poco a darvi il terzo round.'
Sorrisi amaramente, anche se dentro di me stavo morendo. Non mi curavo del dolore fisico, la paura che a Charlie potesse succedere qualcosa mi stava facendo impazzire. Dopo neanche un minuto, Osso e il ragazzo di colore tornarono dentro. Si diedero il cambio: il nero da Harry e Osso davanti a me.

'Buona fortuna.' Disse Trevor, ridendo. Avevo tanta voglia di sputargli in faccia, a quel cane bastardo. Non feci in tempo a pensare a qualcosa di strafottente e irritante da dire, che un cazzotto mi colpì dritto dritto sullo zigomo destro. Cazzo.

Dolore, dolore e ancora dolore.
Mi ero fatto una gran pellaccia, tant'è che neppure un destro del genere era capace di spezzare la mia pelle. Ma purtroppo non ero ancora diventato insensibile alle botte.

'Non ridi più, Malik?' Trevor si avvicinò a me, e spostò Osso.
Senza pensare a nulla se non alla voglia di spaccargli la faccia, sputai dritto dritto sul suo occhio sinistro. Vedere la sua espressione schifata e incazzata mi fece scoppiare a ridere.
Ma risi troppo presto: il ragazzo spinse indietro il braccio destro e premette con forza il gomito nel mio stomaco. Dimenticai all'istante come si facesse a respirare. Non trovavo più ossigeno, riuscivo solo ad annaspare.
Un altro pugno, stavolta di Osso, nello stesso punto mi fece magicamente riempire i polmoni di aria. Respirai così a fondo da sentire la puzza della stanza invadermi tutto il corpo. Cominciai a tossire, poi l'acidità di stomaco salì fino a invadermi la bocca. Dopo dieci minuti buoni di pestaggio, Trevor interruppe i due energumeni.

'Fermi, o li ammazzerete.' Sentivo il respiro pesante e irregolare di Harry, e il mio cuore battere a una velocità supersonica. Il dolore era quasi a un livello insopportabile, non riuscivo neppure a pensare lucidamente.

'Allora, Styles. Che ne dici, torni nei Tz, o continuiamo a colpirti fino a vederti crepare?' Chiese Trevor ad Harry. Il riccio dietro di me tossì un ultima volta, prima di dire qualcosa di incomprensibile perfino per me, a dieci centimetri da lui.

'Che cazzo hai detto?' Urlò Trevor, con un sorrisetto da maniaco sul volto.

'Ho detto -il riccio sospirò- succhiamelo, cazzone.'

Risi sommessamente, piegando la testa all'indietro. Peccato che non potei vedere la faccia di Trevor su tutte le furie. Potei sentire però i gemiti di Harry che veniva percosso per bene dall'uomo. Il biondo si piazzò davanti a me, e mi pose la stessa domanda fatta ad Harry.

'Vai all'inferno, coglione.' Ed ecco una quarta raffica di pugni arrivare dal ragazzo.


***


Potevano essere le tre, le quattro del mattino. Io ed Harry eravamo ancora nella stessa posizione, ma con le teste abbandonate una sul collo dell'altro. Eravamo soli, ma non avevamo la forza di parlare.
Avevo quasi completamente perso la visuale dall'occhio destro, il labbro era gonfio e dolorante e il resto del corpo era caduto in uno stato di intorpidimento da non farmi muovere neppure un piede.
Ma forse era perché la stretta della corda era troppo forte, e il sangue non circolava più alle gambe.

'Zayn?' Disse una voce.
Era sicuramente Harry, ma forse ero diventato anche sordo. Sembrava una voce femminile.

'Mmh' mugugnai, incapace di muovere le labbra. Non ero nemmeno consapevole della fame che potevo avere, visto e considerato che erano passati due giorni pieni dall'ultima volta che avevo mangiato.

'Harry?'

Okay, questa volta ero quasi completamente sicuro di non essere stato io a chiamarlo.

'Mmh' rispose il riccio dietro di me. Un lieve rumore di passi mi fece alzare velocemente la testa. Cominciai a guardarmi intorno, non trovando però nessuno.
Quello scantinato era davvero basso, e l'unica fonte di luce proveniva dal lampione che illuminava attraverso la piccola finestra rettangolare sul muro in alto. Richiusi l'occhio buono, abbandonandomi alla stanchezza e al dolore opprimente. Questa volta un altro tipo di rumore mi fece scattare. Uno sparo.

'che cazzo succede?' Sussurrò il riccio mangiandosi qualche lettera. Rimasi in silenzio, e anche lui si ammutolì. Un altro colpo, poi un altro.
Un urlo. Una risata femminile.

Io quella risata la conoscevo. In men che non si dica, la ragazza che cercavo di evitare da almeno 4 mesi fece un ingresso plateale in stanza con in mano una Beretta classica.

'Hellen.' Urlò Harry. Io, incapace ancora di muovere le labbra senza provare agonia pura, annuii senza un valido motivo.
Lei probabilmente capì, e mi venne incontro. Con un gesto secco sciolse il triplo strato i corde che i manteneva legati alle due sedie, e un ragazzo che conoscevo solo di vista ci venne incontro per tenerci, vista l'imminente caduta.

Era come se avessi dimenticato come si fa a respirare, parlare, camminare, muovermi.

Tossii, e la castana mi venne affianco sollevandomi delicatamente per le spalle. Messo in piedi, rimasi qualche minuto con quasi tutto il peso su Hellen, poi mi decisi a muovere una gamba. Prima la destra, poi la sinistra. In realtà non avevo subito alcun colpo alla parte inferiore del corpo, ma avevano perso completamente la sensibilità. Un altra persona mi affiancò sulla sinistra. Mi voltai.

'Come cazzo fai a non reggerti in piedi? Mi stai diventando una femminuccia.' Scoppiai a ridere.
La mia faccia era completamente agonizzante, andava a fuoco, ma le stronzate di Harry non potevano non farmi ridere.

'Dai, andiamo a casa. C'è qualcuno che ci aspetta, probabilmente con altrettanti fucili in mano per il ritardo.'
Feci un'altra risata, poi ripresi a camminare-anche se come uno storpio-.

'Prima venite a casa mia. Vi metto assesto, chiamo qualche dottore della zona e poi potrete andare a strusciarvi con le vostre tipe.'
Tornai immediatamente serio. Non mi servivano le cure di Hellen, mi serviva Charlie.
Mi serviva il suo tocco delicato, dolce e insicuro sulla mia pelle.
Mi serviva il suo sorriso, migliore di mille dosi di antidolorifico.
Mi serviva la sua risata, capace di farmi dimenticare ogni problema dalla mente.
Mi servivano i suoi baci, il suo amore, gli unici a farmi sentire realmente vivo.

Poi però, pensai ad Hellen. L'ultima volta che l'avevo vista aveva un gran taglio sulla schiena, per colpa mia. Ero stato davvero un pezzo di merda con lei, e meritava le mie più sincere scuse.
Ma messo, in quelle condizioni non potevo certo dargliele, e decisi che avrei aspettato di riuscire a parlare come un umano, prima di partire. Passando per lo stretto corridoio illuminato da una lunga barra al neon, potei notare vari schizzi rossi sulle pareti bianche e qualche chiazza a terra. Poi, poco più avanti, vidi.
C'erano Osso, il ragazzo di colore e Trevor sdraiati a terra uno sull'altro. Trevor era in alto, con gli occhi sbarrati e sangue su tutto il gilet di jeans.

Mi voltai verso Hellen, che guardava la sua opera con un sorriso vittorioso sul viso. Quando incrociò il mio sguardo, mantenne la stessa espressione soddisfatta, e io annuii facendo un mezzo sorriso dolorante, stringendola di più alla presa salda del mio braccio.

Quel semplice gesto, valeva più di mille parole.


non so che angolo autrice mettere, sono troppo scossa. ci ho messo duemila anni per scrivere il POV ZAYN, è stato difficilissimo. per cui:
spero che il capitolo vi piaccia. Vi amo tutte, grazie per le recensioni c:
baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** capitolo 30. ***


                                                           
Domenica 30 dicembre 2013



All'inizio della mia vita da orfana, da ragazza sola, abbandonata da tutto e da tutti, avevo paura. Paura di alzarmi la mattina, paura di vagare all'età di tredici anni per le strade affollate di Londra senza una meta precisa, paura di poter incontrare qualche maniaco per strada, paura di non farcela. Paura di vivere. Proprio così, paura di vivere.
Tutti credono che la vita sia una cosa meravigliosa, ma si sbagliano. Vivere a cuor leggero, senza un obbiettivo, con il desiderio fisso di essere felici, quella si che era vita. Io, charlotte Destiny Smith, avevo avuto la sfortuna della sorte avversa. Ogni mattina, quando aprivo gli occhi, sapevo che un nuovo tipo di paura si sarebbe addentrata nel mio stomaco, nei polmoni, nel cuore. L'unica cosa che potevo fare era evitare che arrivasse al cervello. Quando la paura riusciva a assopirti nel modo più assoluto, allora potevi dire di essere realmente fottuto. La paura è l'unica cosa che ci permette di reggerci in piedi, dopo tutto. Non esistono persone senza paura, è una situazione irrazionale. Sfido chiunque a trovare un unico figlio di puttana che non ha paura di qualcosa. Non c'è bisogno neppure di sforzarsi, perché non lo troverà. Molti pensano: "ho paura solo di una cosa: morire."
In realtà io sono sicura che queste persone non si soffermano a pieno su questo tipo di pensiero. Avere paura di morire è come avere paura di addormentarsi, è come avere paura di uscire di casa al mattino diretti a lavoro, è come avere paura di salutare la tua vicina di casa da una vita, perché infondo, tutto può significare morte.
Addormentarsi, perché ci saranno sempre buone possibilità che un individuo muoia durante il sonno per qualsiasi motivo.
Uscire di casa, perché nessuno vieta a qualcuno di predere una pistola e spararti un colpo dritto in fronte.
Salutare la vicina di casa, perché essa potrà sempre metterti le mani al collo, e porre fine alla tua vita.
Quelli che hanno paura della morte non sono altro che persone dalla vita facile, agiata, senza reali problemi. Molti altri, invece, pensano: "tutti moriranno prima o poi, dobbiamo goderci la vita." Ma non è vero, non è assolutamente vero. Nessun uomo può vivere ogni giorno cogliendo l'attimo, campando come se fosse l'ultimo giorno di vita, salutando tutti con un caldo abbraccio come se fosse quello che conta prima di intraprendere un lungo e misterioso viaggio. Perché prima o poi arriverà quella stramaledetta persona a sconvolgerti l'esistenza, a farti rivedere tutti i piani per farli addire alla sua vita. Poi ci sono io. Ci sono io, che ho una folle paura della vita.
Una paura così folle, che non riesco neppure a sentirla. È come se mi scivolasse addosso, come se fossi racchiusa in una fottuta bolla di sapone, e la paura che mi perseguita fosse così a contatto con me da racchiudersi alla perfezione nella stessa bolla.
Questo è il livello di paura più alto che avessi mai raggiunto.

Ma da quando avevo incontrato per la pima volta quegli occhi color caramello fuso, quella pelle ambrata, quei capelli corvino e quel sorriso contagioso, ma duro da ricavare, avevo completamente stravolto il mio io. Quel ragazzo mi aveva cambiata, in meglio. Era come se non avessi più paura della vita, nè della morte.

Era come se nel breve periodo- a confronto con la lunga e infinita eternità- in cui ci eravamo conosciuti, le paure più profonde e incastonate nella mia anima fossero state d'un tratto chiuse a chiave in un cofanetto. Ogni qual volta che il moro mi stringeva la mano, senza rendersene conto la chiave che teneva al collo realizzava un altro giro di serratura nel cofanetto, rendendo la liberazione di tutte le mie paure sempre più ardua e complicata. Quando però il ragazzo che aveva salvato la mia inutile vita rendendola perfetta, era magicamente scomparso, il cofanetto aveva pian piano cominciato a sbloccarsi.
Zayn era scomparso, tolto via dalle mie braccia a forza, e mi aveva lasciata da sola con quella dannata chiave. Quella dannata chiave, come se io avessi il controllo su di essa. Ma io non ce l'avevo. Quella dannata chiave apparteneva a lui, l'unico in grado di rendermi felice con un semplice sorriso, con un semplice "ti amo".
Avere presente il detto "la speranza è l'ultima a morire."?
Bene, quelle 7 parole dal significato così profondo, per me erano il nulla più assoluto. Il nulla. Che poteva significare quel detto, che l'obiettivo della nostra vita era sperare? Che stronzata. La speranza è una stronzata. La speranza è una cosa astratta che arriva, ti avvolte per qualche breve lasso di tempo e poi ti abbandona.
La cosa più dura da affrontare poi è quest'abbandono, perché non è come tutto il resto- ogni ferita prima o poi si chiude- no, la speranza lascia un vuoto incolmabile dentro le persone, le soffoca, ma cosa peggiore: le costringe a guardare mentre la vita scivola via dalle loro mani. Ed era proprio così: sentivo che la vita stava lentamente scappando via da me, lasciandomi un guscio vuoto.

Era passata poco meno di una settimana dal rapimento di Zayn ed Harry, eppure era come se la mia vita avesse perso senso. Mia madre credeva nella speranza e nella fiducia come i cristiani credono in Dio. Eppure i suoi insegnamenti non mi erano bastati, perché dopo neppure quattro giorni senza ricevere notizie del ragazzo che si era impossessato del mio cuore e della mia anima, la poca speranza che mi era rimasta dopo una vita di dolore, era andata a farsi fottere. Proprio così, qualcosa dentro di me mi spingeva a pensare "hai aperto il tuo cuore, cogliona? Ora me paghi le conseguenze." Ma io sapevo che non era così, me ero convinta.
Lo sapevo, perché se Zayn fosse realmente volato via dal mondo, automaticamente anche io sarei morta. Non fisicamente, certo, ma la mia anima sarebbe volata via con lui. Valerie era forte invece, forte come non mai per Harry. Il riccio era fortunato, aveva trovato la ragazza perfetta in tutto e per tutto.

Incinta ormai di quasi due mesi, Valerie parlava al suo bambino come se fosse l'unico interlocutore diretto tra lei ed Harry. Non piangeva, non urlava, non si chiudeva in se stessa.
"Come fai?" Le chiesi un giorno. La rossa alzò le spalle, e sorrise. "Sento che sta bene, che presto sara di nuovo tra le mie braccia."
E la invidiavo per questo. Io al contrario suo, non riuscivo più a credere a niente. Perché non si faceva vivo? Perché Hellen non rispondeva alle mie chiamate? Perché il mondo andava lentamente avanti, ma io rimanevo immobile nello stesso punto?

"Lottie, sei ancora lì?" La voce curiosa di Ellie mi fece prendere un colpo, distraendomi. Asciugai la millesima lacrima di quella mattina, tirando su col naso. "Posso entrare?" Dopo qualche secondo si assoluto silenzio, la maniglia cominciò a muoversi su e giù, violentemente.
"Charlie, rispondimi." Un altro singhiozzo, ma stavolta attutito dalle mie mani.
"Ti prego, aprimi. Mi sto preoccupando."

Incapace di trattenermi dal pianto isterico in arrivo, presi una gran boccata d'aria e andai sotto. La vasca in stile neoclassico dava l'idea di storia strappalacrime, le pareti a mattonelle bianche invece esprimevano alla perfezione quello che sentivo: il vuoto. Il vuoto più totale dei miei polmoni sembrava un ideologico respiro di sollievo, l'unico spiraglio di luce in una lunga serie di orribili e sfortunati eventi. Mentre con la testa in subbuglio lasciavo che il volto digentasse rosso per lo sforzo, i polmoni doloranti per l'apnea, un colpo secco alla porta fece breccia nella tavola piatta e fredda dell'acqua della vasca da bagno. Aprii di colpo gli occhi. E tornai all'aria.
Respiri superficiali e irregolari, battito del cuore acelerato e doloroso lasciarono posto ad altre lacrime salate e indescrivibilmente tragiche.

"Charlie, sono Louis. Apri questa porta, ti prego."
Sgranai gli occhi, mentre il respiro andava pian piano regolarizzandosi. Senza pensarci mi alzai, e uscii dalla vasca. Vari colpi forti e violenti scuotevano la porta di legno bianca, facendomi saltare dallo spavento. Avvolsi il mio corpo in un accappatoio blu, e strinsi in mano la chiave della porta. I pensieri di prima mi invasero nuovamente la mente.
"Sei li? Charlie?"

"Sono qui." Biascicai, senza forza. Strinsi forte gli occhi, presi un bel respiro e girai la chiave nella serratura. Sarebbe stato così bello, se un gesto del genere avesse potuto liberarmi dal dolore opprimente di quell'assenza.

Il volto sconvolto di Louis fu la prima cosa che vidi. Buttai le braccia al suo collo prima che lui potesse fare altrettanto.
Piangevo come una bambina alla quale avevano rotto la bambola preferita, alla quale avevano rubato la caramella più buona sulla faccia della terra.
"Louis, hai mai pensato che la soluzione migliore a tutti i mali, sia morire?"
Il dolore era indescrivibile ormai, I singhiozzi mi scuotevano, lasciandomi con un cuore più debole di quanto pensassi.
"Si, certo. Tutti l'hanno pensato, ne sono sicuro. Ma non vuol dire che sia vero."
Un ulteriore singhiozzo mi fece sobbalzare, ma l'abbraccio del mio migliore amico era così forte che dimenticai quasi all'istante del mondo circostante, nella vita attorno a noi. Continuai a permettere alle lacrime di scendere silenziosamente, poi sospirai.

"Buon compleanno, principessa." Disse Louis, baciandomi la spalla e la fronte. Sorrisi, e mi morsi il labbro inferiore.
Anche Zayn mi chiamava così.

***

"
Orsacchiotta, sei pronta ad andare?" Mi chiese per la terza volta di fila Louis.
Sorrisi, lasciandomi sfuggire una breve e sommessa risata.

"È inutile chiedermelo diecimila volte, se alla fine quello non ancora pronto sei tu." Scoppiammo a ridere, come se fosse la cosa più naturale e scontata al mondo. In realtà sapevo che sotto sotto il dolore veniva solo nascosto, tramutato in orribili ma convincenti sorrisi finti. Improvvisamente la porta della mia camera si spalancò, rivelandomi un Louis tutto infiocchettato. Gli sorrisi, ammaliata.

"Sei il più bel migliore amico del mondo." Dissi, ridacchiando.
"Non hai ancora visto me!" Niall spuntò alle sue spalle con indosso un completo nero a due pezzi, il papillon e le Superga bianche.
Gli andai incontro correndo, trovandomi presto fuori dalla camera e al centro del corridoio dell'hotel. Non curandomi di essere in culottes e canottiera, lo strinsi in un forte abbraccio.
"Mi sei mancato da impazzire." Dissi, beandomi del suo profumo.
"Buon compleanno, patata."

Sciolsi l'abbraccio e lo guardai dalla testa ai piedi.

"Messi a lucido, vedo. Dove mi portate quindi stasera?" Tornai all'interno della camera, e mi sedetti a gambe incrociate sul letto. Louis e Niall mi raggiunsero, rimanendo impalati di frote a me.

"In questo paesino del cazzo non c'è quasi nulla, perciò ci spostiamo in un locale in periferia." Risi. "Già non c'è alcun divertimento al centro, ora te ne esci con 'andiamo in periferia'?" Il biondo fece un sorriso a 32 denti, e fece finta di togliersi un pelucco dalla giacca nera.
"Vestiti bene, rimarrai stupita." Aprii la bocca per controbattere, ma i due corsero fuori urlandomi un saluto.
Scossi la testa, e mi lasciai cadere con uno sbuffo sul freddo piumone. Sembravano tutti così emozionati, così allegri.
Si, era il mio diciottesimo compleanno.
Secondo la scienza ero diventata una donna a tutti gli effetti;
Secondo la legge ero diventata una autonoma adulta;
Secondo chiunque ora avrei avuto la libertà che pochi hanno: vivere da sola, andare alle feste, bere, guidare, tatuarsi, fare sesso a palate.
In realtà avevo quel fottuto vuoto, quel fottuto buco nello stomaco che non mi permetteva di pensare a un domani da diciottenne. Tutto quello che volevo era il mio ragazzo affianco a me. Tutto quello che volevo era riaverlo tra le mie braccia e piangere sulla sua spalla.
Sfinita e mangiata dentro dai pensieri, notai sulla sveglia elettronica della camera che era già tardi. Sbuffai e saltai in piedi.

Aprii l'armadio, e rimasi a bocca aperta. Un vestito color panna era avvolto nella plastica. Con mani tremolanti lo presi in mano. Tolsi la plastica, e senza pensare a nulla corsi davanti allo specchio. Tenendolo ancora sulla gruccia lo poggiai sul petto. Era apparentemente di seta, aveva la parte del seno rinforzata senza spalline, poi una leggera fascia bianca che legava la vita, e da li l'abito cadeva leggero fino a sopra il ginocchio. Sorrisi come una stupida dinnanzi alla bellezza dell'abito. Lo posai momentaneamente sul letto e andai in bagno.
Lavai i denti, spruzzai il deodorante sotto le ascelle, pettinai a caso i capelli. Aprii la piccola trousse di trucchi, e passai dapprima un filo di matita nera sopra e sotto gli occhi, poi uno spesso strato di mascara e infine del rossetto color carne.
Tolsi via la canottiera bianca e indossai quella meraviglia di abito. Mi calzava a pennello, e mi chiesi come fosse possibile che tanta bellezza fosse azzeccata. Stirai e legai i capelli in una coda alta. Indossai dei tacchi panna che Ellie aveva lasciato in camera mia sicuramente apposta, e morsi il labbro davanti al mio riflesso allo specchio. Qualcosa attirò la mia attenzione. Un foglietto piegato a metà giaceva ai miei piedi.
Lo raccolsi, e con mani tremanti lo aprii.

"Quelli che dicono di odiare tutti, quando amano davvero, amano forte. -Zayn."

Le lacrime presero a scorrere lentamente sul mio viso, lasciando una stretta scia bagnata. Il cuore prese a battere velocemente, i polmoni svuotarsi. Chissà quando me lo aveva scritto, quando aveva comprato il vestito. Sorrisi, asciugando le lacrime alla bell'e meglio col dorso della mano. Ecco perché sapevo fosse un regalo incredibile, me lo aveva fatto lui.
Il cuore continuava a martellare del petto, ma le lacrime si erano fermate. Valerie entrò in camera con una parola sulla punta della lingua.
Appena vide lo stato in cui ero ridotta, tramuto il suo sorriso in una linea dritta e dura. Seria come non mai, mi corse incontro e prese dalle mie mani il foglietto. Lo lesse, poi lo piego e lo posò sulla scrivania.

"Andrà tutto bene." Disse, sorridendomi rassicurante.
"Come fai a dirlo ancora? Come fai a ripeterlo ogni fottutissimo volta, sapendo che in realtà Harry e Zayn potrebbero essere chissà in quali condizioni mostruose adesso? Come fai a mentire a te stessa in questo modo? Come cazzo fai?" Urlai, con tutto il dolore e la rabbia che avevo in corpo riversato nella voce rotta e strozzata. La gola bruciava, i polmoni bruciavano, ma il cuore.. Il cuore andava a fuoco.
Era un dolore di quelli atroci, non si dimenticano. La rossa abbassò lo sguardo, e si sedette sulla scrivania.

"S-scusa.. Io non volevo-" balbettai spaventata da me stessa.
"No, hai ragione. In fondo il ragazzo che.. I ragazzi che amiamo, mi correggo, sono scomparsi da quasi una settimana. Abbiamo tutto il diritto di sfogarci urlando, sbraitando, piangendo e distruggendo tutto intorno a noi. Ma il punto è, Charlie, che io non voglio affatto auto distruggermi, perché è questo quello che succederebbe. Il mio cuore comincerebbe a corrodersi lentamente, infondendomi quei momento di agonia che preferirei evitare. Mi manca Harry. È come se non avessi più notizie della metà mancante della mia anima. Ma penso positivo. Devo pensare positivo. Tu stai pensando solo a te e al tuo dolore. Io sto pensando a me e a mio figlio, devo essere forte per entrambi."

Silenzio. Un discorso del genere da Valerie era raro come la neve in pieno luglio. La dolce, piccola Valerie, tormentata da una vita vissuta senza pensieri, senza pudore, era finalmente diventata una donna. Pensare a lei come una donna incinta, come una futura mamma, era abbastanza surreale.

"I tuoi sanno che aspetti un bambino?" Chiesi d'un tratto.
"Ma hai sentito il papello che ti ho appena detto?" Scherzò lei.
"Lo sai, sono fatta così. Prima riuscivo a vedere solo il bicchiere mezzo vuoto, poi con Zayn ho imparato a vedere una caraffa piena fino all'orlo. Ma adesso che non c'è, il bicchiere si è trasformato in un deserto arido. Mi dispiace di averti urlato contro, ma sono fuori di me."
Valerie sorrise leggermente, alzando gli occhi al cielo.
"Le tue metafore fanno ribrezzo."
Scoppiammo a ridere, portando le mani alla pancia -probabilmente per motivi diversi-.

"E comunque.. No, i miei non lo sanno. Ma del resto sono divorziati e a 16 anni mi hanno spedita in una città sconosciuta da sola con un trilione di assegni mensili. Glielo dirò prima del parto, probabilmente." Sorrise amaramente, e io con lei.

"Credo che gli interesserebbe molto, invece." Valerie annuì, e abbassò lo sguardo.
"Però sei bellissima. Siamo, bellissime: guarda che schianto di donne." Mi venne accanto, e abbracciandomi da dietro ci spinse allo specchio verticale a muro.

"È circa la millesima volta oggi che mi guardo allo specchio. Da oggi smetto di specchiarmi." Scherzai. Valerie mi baciò la guancia, e mi diede una pacca sul sedere.
"Muoviamoci, i ragazzi ci aspettano di sotto in macchina."
"Un attimo, devo truccarmi dinuovo per colpa di Zayn."

"Oh Zayn, te la faremo pagare per questo!" Strillò la rossa mentre camminavo verso il bagno. Risi. Fortuna che ci sono loro, i miei migliori amici.

***


"Non so cosa si aspettassero loro, ma ballare i lenti con te in mezzo a tante coppietta felici è molto deprimente" ridacchiai.
"Senza offesa eh" Io e Valerie scoppiammo a ridere, prima di imitare una fantastica e inimitabile piroette.

"Tranquilla, pensavo lo stesso. Non sei neppure al mio livello, ti ho mai parlato dei 6 anni passati a fare danza a Manchester?"
Disse Valerie con finta aria altezzosa. Emisi un verso a metà tra una risata e un grugnito, guadagnandomi un'occhiataccia da alcuni dei compagni di scuola che Louis aveva invitato li, solo per dare l'idea di festa di compleanno con molti invitati.
"Smettila di farmi ridere, o mi cacceranno via a calci dalla mia festa di compleanno!" Mi beai della risata a bocca aperta di Valerie, e poggiai la testa sulla sua spalla come in un normale abbraccio. Eppure c'era la base di Unconditionally di Katy perry che aleggiava nella sala spaziosa dalle pareti viola. Infondo c'era un palco da "re e reginetta del ballo", sulla destra e sulla sinistra due lunghi tavoli con pounch, patatine e salatini.
Noi tutti ballavamo da ore al centro della sala. Io e Valerie, come due menomate celebralmente, avevamo tolto i tacchi e stavamo ballando a piedi nudi sul parquet.
"Mi sono rotta di ballare." Mi staccai da Valerie, che guardava sorridendo la scena.

"Dov'è la mia torta?" Urlai ai presenti in sala. Guardandomi attorno notai che il nostro gruppo era quasi del tutto assente, mancavano Ellie, Niall, Louis, Annabel, Liam e Loren.
"Saranno andati a prepararla." Disse Valerie riferendosi alla torta come se mi avesse letto nel pensiero.
"Andiamo a nanna, bambola." Mi prese per mano e ci sedemmo sui divanetti alla destra del tavolo. Come una gran gentildonna, la rossa gettò le gambe sulle mie. Senza dire nulla cominciai a guardarmi attorno.

C'erano Steve e Lilly del corso di scienze, i gemelli Ushton con le due rosse che si vedono sempre in giro a braccetto, una coppia di ragazzi gay che avevo incontrato in gelateria qualche giorno prima e che mi avevan tenuto compagnia per tutta la giornata, altri compagni.. Il mio sguardo però si posò sulla porta a spinta a circa 6 metri davanti a noi.
Si aprì lentamente, ma non quanto vide il mio cervello. Registrai tutta la scena a rallentatore: un ragazzo pallido, con qualche livido sul volto fece il suo ingresso nella grande stanza. Sbattei gli occhi circa mille volte, lasciando che il mio cuore aumentasse di velocità sempre di più fino a quando mi decisi a saltare in piedi.
Ancora scalza, senza curarmi nè di Valerie che già correva verso il riccio alla destra, camminai a passo incerto. Lui, il ragazzo che mi aveva fatta morire dentro in questi giorni, si adeguò al mio passo.
Quando però vidi perfettamente i suoi occhi, non ressi più l'emozione. Presi e corsi verso Zayn sentendomi il viso bagnato. Pensavo di aver speso tutte le lacrime che avessi a disposizione, ma non stavo sbagliando.
Quelle erano lacrime di gioia, e ne avevo sicuramente in abbondanza. A mezzo metro dal moro gli saltai addosso, legando le gambe alla sua vita. Strinsi le braccia fortissimo al suo collo, e mi fiondai sulle sue labbra tempestandole di baci.

Oh, quelle labbra. Quanto mi erano mancate.

Non c'era più un mucchio di ragazzi e ragazze a fissarci, non c'erano più le luci basse e l'atmosfera da ballo di fine anno, non c'era più quel dolore che mi portavo dentro da giorni incapace di buttarlo fuori, c'era solo Zayn.
Zayn, con il volto leggermente ammaccato, qualche livido in via di guarigione e qualche gemito di dolore per il peso del mio corpo sul suo. C'eravamo solo noi. Due destini incrociati, due cuori uniti, due strade destinate a incrociarsi.



like the stars miss the sun in the morning skies.

eccoci con il 30esimo capitolo. ci ho messo tanto a scriverlo perchè è stato davvero davvero incredibilmente difficile.
non ho molto da dire, spero vi piaccia.
ringrazio come sempre chi segue la FanFiction, chi la recensisce e chi l'ha messa nelle seguite\preferite\ricordate. vi amo tuttee.
Baci,

Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** capitolo 31. ***


 
  
                                               






Bianco. È tutto bianco. Quello che vedo è semplicemente un'immensa distesa di bianco senza fine.
Mi piego, vi affondo le dita. È neve. La avvicino alla bocca, e la assaggio: sa di aranciata. È allora che capisco. È un sogno.

"C'è nessuno?" Urlo.

Mi guardo attorno, spaesata. L'eco mi tiene compagnia, rimbombando attraverso il bianco. È pazzesco, non riesco a riconoscere neppure il cielo. Tutto è bianco, tutto è così fottutamente strano. È la prima volta nella mia vita che mi rendo conto di stare sognando, e non voglio sprecarla. Stringo forte gli occhi, e penso intensamente a un luogo in qui vorrei essere. Un fastidioso brusio ha preso il posto del silenzio bianco, facendomi accigliare. Quando apro gli occhi sono lì, nel posto più magico del mondo, nella città che amo più di tutte: Parigi.
Mi trovo davanti alla famigerata Tour Eiffel che brilla come un faro in mezzo al buio della notte. Continuo a sentire quel fastidioso rumore di sottofondo, ma non capisco cosa possa essere. Sembrano tante voci, tante parole messe assieme senza un logico senso.
D'un tratto una figura buia si presenta davanti a me.
È in contrasto rispetto alla luce irradiata dalla Tour Eiffel, e rimango perplessa. Io non ho mai voluto quella sagoma nel mio sogno. Stringo gli occhi dinuovo, ripetendo più e più volte "scompari."
Quando li riapro però, la sagoma è ancora più vicina. Il mio cuore perde un battito, e faccio un passo all'indietro.

"Chi sei?"
Chiedo, con voce tremolante. L'uomo sorride, lo capisco dalla strana mezzaluna brillante che compare in mezzo a tutta l'oscurità di quell'uomo.
"Non dirmi che non ti ricordi di me." Sgrano appena gli occhi, ricordandomi all'improvviso il proprietario di quella voce. L'uomo dell'incubo di qualche settimana prima, quello per cui avevo fatto un dipinto.

"Cosa vuoi." Dissi a denti stretti. Doveva sembrare più un ordine, un'affermazione poco cortese che una domanda.

"Ti avevo avvisato che il suo aiuto ti avrebbe procurato solo del male."

Feci una risatina, mettendo le mani sui fianchi e divaricando leggermente le gambe. Il quel momento mi resi conto di stare indossando la tuta di Katniss in Catching fire. Che cosa buffa sognare: l'unico momento in cui il mondo è gestito solo ed unicamente dalla nostra mente riusciamo a farcelo sfuggire dalle mani.

"Parli di Zayn? Lui mi ha salvata, io ho salvato lui, vedila come vuoi: cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Alla fine sotto ogni punto di vista io e lui siamo felici insieme. Ho sofferto? È vero, lo ammetto. Ma ne è valsa la pena, perché so che non soffrirò più come in passato senza Zayn."

L'uomo misterioso fa un passo verso di me, cancellando il sorrisetto strafottente che avevo tenuto fino alla fine del discorso, diventando improvvisamente serio. Il buio attorno a noi diventa luce, e l'uomo oscuro diventa una splendida farfalla.

***

Apro gli occhi, il sorriso stampato sul volto. Sto soffocando dal caldo, così Corro verso la finestra, e la spalanco. Una folata d'aria gelida mi investe, provocandomi una leggera pelle d'oca su tutto il corpo. Da quella finestra si vede tutto, è davvero magnifico. Vedo la Tour Eiffel, la cattedrale in lontananza,a soprattutto vedo una magnifica luna piena che mi toglie il fiato.
Penso alla sera del mio compleanno, alla felicità che ho provato quando ho realizzato di averlo dinuovo, all'eclissi di cuore alla vista dei suoi occhi. Avevamo cacciato via tutti, rimanendo solo noi amici stretti.
Dopo i vari saluti io e Zayn eravamo scappati in albergo a raccogliere le mie cose, e senza neppure fermarci un attimo avevamo preso il primo treno per Londra. Non mi aveva spiegato che fine avevano fatto i ragazzi di Bradford, nè come Hellen li aveva fatti "evadere".
Eppure avevo deciso che per una volta dovevo lasciar correre, non pensarci, godermi il momento finalmente tra le braccia del ragazzo che amo.
La mattina dopo non era nel letto, neppure in casa. Sono corsa a cercarlo per tutto l'isolato, scoprendo dalla vicina che era uscito poco prima in macchina. Cellulare staccato, nessun modo di rintracciarlo, lacrime che scorrevano nuovamente sulle mie guance smunte.
Quando mi ha trovata seduta a terra a gambe incrociate in mezzo al salotto si è inginocchiato davanti a me, riempendomi di baci.

"Non ti lascerò mai più." Aveva detto."non dimenticartelo."

Mi porse una busta 
bianca con su scritto "4us", per noi. Dentro vi erano due biglietti sola andata per la Francia.

***

 "Quanto manca?" Chiedo a Zayn, schiudendo appena gli occhi.
Siamo in taxi dopo la cena più romantica al mondo a lume di candela in stile lilly e il vagabondo, ma senza cani o spazzatura. Mi aveva perfino convinta a provare le lumache, che schifo. "Les Escargoux, provale. Non te ne pentirai." Aveva detto. Li per li ero scoppiata a ridere, conoscendomi avrei vomitato subito dopo. Poi invece mi ero sorpresa ad amare il loro sapore dolciastro. Ora però avevo il voltastomaco al pensiero di aver mangiato una lumaca. Ogni qualvolta mi capitava di calpestare una chiocciola cominciavo a saltellare urlando, perché odio tutti gli animali a parte i cani e i gatti. Le mie amiche mi prendono per matte, una diciottenne che odia gli animali. Gusti, pareri.

"Oui, merci." Zayn dice in un francese molto scarso di fermarsi, e mi muove per una spalla.

"Siamo arrivati, sveglia." Sorrido, e scendo dall'auto.

"Dove siamo?" Zayn mi abbraccia da dietro, e mi conduce verso l'entrata di una specie di albergo a poca distanza dal centro di Parigi.

"Qualche secondo e vedrai." Dice con voce cantilenante.
Sbuffo, e lo prendo a braccetto mentre saliamo su con l'ascensore di 13 piani. Arrivati all'ultimo piano le porte di metallo dell'ascensore si aprono, lasciando che l'aria ghiacciata di pieno inverno mi attraversi il corpo e mi entri nelle ossa.
Zayn mi stringe a se, prima di togliersi il cappotto per darlo a me.

"Tranquillo, sono perfettamente riparata. Rimetti il cappotto o congelerai." Lo fermo, poggiando una mano sul suo petto.

Lui annuisce, indossa il giubotto pesante e spinge la porta a vetri rivelandomi uno dei panorami più belli del mondo. Il cielo blu scuro è limpido, non c'è neppure una nuvola. Le stelle e la luna illuminano fiocamente Parigi notturna, mentre l'enorme orologio che soccorsa vagamente il big ben scocca le 23:58.
"Mancano due minuti, insomma." Dico sorridente, contemplando la bellezza del posto. Come una stupida però dimentico la perfezione che ho accanto: Zayn. Sta guardando il pavimento con un'espressione seria che mi fa venire i brividi.

"Che succede?" Gli chiedo, stringendomi di più al suo braccio.

"Sai Charlie, potrei risponderti che non sta succedendo niente, ma direi un'enorme cazzata. Stanno succedendo un mare di cose, ma non da adesso, da quando ci siamo incontrati la prima volta. Ci pensi che all'inizio per poco non ti sbranavo, e adesso stiamo insieme? Ci pensi che fino a due mesi fa non sapevamo dell'esistenza altrui, e adesso condividiamo tutto? Ci pensi alle lotte morali che abbiamo affrontato per conoscerci a fondo, e adesso ci amiamo alla follia? Io non capisco, eppure è tutto così vero, così reale. So solo di amarti come non ho mai amato nessuno al mondo, so che darei la vita per te senza battere ciglio. Eppure ci conosciamo da soli due mesi, due fottuti mesi. Sai una cosa? Ecco, è davvero una stronzata da dire, ed è anche molto imbarazzante per me, ma ti sposerei anche subito, così su due piedi, e sono certo che non me ne pentirei mai. Anche se ci conosciamo da due cazzutissimi mesi in cui abbiamo pensato più a sbranarci vivi che ad amarci, so che accetterei di passare il resto della mia vita con te senza pensarci due volte. Ti sto dicendo queste cose per farti capire che quello che provo per te non è normale. Noi, non siamo normali. Questo è un amore da film, da romanzo, da sega mentale. E ora siamo qui, a Parigi, la città dell'amore, la città del per sempre. Non è pazzesco?"

"Zayn, ti devo chiedere una cosa." Dico, con voce lieve e con le guance rosse per la situazione, per le parole che mi ha detto, per l'amore che provo per lui, per quello che sto per dirgli. Lui sorride di fronte al mio imbarazzo, e annuisce.

"Mi prometti che questo è solo il primo degli infiniti capodanni che passeremo insieme, ad amarci come ci amiamo adesso?" Dico, guardandolo dritto negli occhi. Zayn abbassa lo sguardo, prende le mie mani tra le sue e le bacia dolcemente.

"Te lo prometto." sussurra, sulle mie labbra.
ci scambiamo un dolce, ma passionale bacio, ricco di tutto l'amore che proviamo.
le campane della brutta copia del Big Ben mi fanno saltare, spaventata. scoppiamo a ridere subito dopo, e mi stringo nel suo cappotto.

"Buon anno, amore mio."

"Buon anno, amore."





NON SO COME SCUSARMI, QUINDI NON MI SCUSO. 
lol
allora, mi rendo conto del ritardo di 2 giorni ma il mio pc era da mia nonna, e dopo una giornata passata alla ricerca di questo idiota che mi ritrovo per computer, mi sono arresa. fortunatamente 10 minuti fa mio padre lo ha trovato e me lo ha ridato HAHAHAHAHAH 
#stupida
so che questo capitolo è corto, e parla di ben poco, ma avevo bisogno di un capitolo di passaggio come questo per poter rientrare nella storia. ho pensato anche di farlo diventare la prima parte dell'ultimo capitolo di questa FF, ma circa 12 secondi e mezzo fa mi sono resa conto che voglio farla durare almeno altri 5 capitoli. fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe davvero molto piacere.

ringrazio come S E M P R E le 9 fantastiche ragazze che hanno avuto la voglia di recensire il capitolo 30, e tutte le lettrici in incognito che leggono in silenzio all'oscuro. VI.AMO.TUTTE. siete fantastiche, davvero.

a presto,(lo spero col cuore)
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** capitolo 32. ***


 

                                      






"Annabella, come stai piccola mia?"
Chiese affettuosamente mia madre dall'altro capo del telefono. "Bene mamma, tutto bene. Voi a casa?"
Sorrisi alla cassiera e presi le mie due buste della spesa in una mano sola.
"Oh si si, benissimo, si tranquilla. Bene." Biascicò mia madre. Un difetto di famiglia era, purtroppo, di non saper mentire.
Personalmente quando dovevo dire una bugia mi si inceppava il cervello, la lingua sembrava arrotolarsi su se stessa e tutto quello che riuscivo a dire era un mare di cavolate.

"Hai trovato lavoro quindi?" Disse mia madre, distogliendomi da pensieri poco piacevoli.

"Mmh, si. Faccio la babysitter fissa di una famiglia. La madre si chiama Lisa, il padre Poul e poi ci sono i due gemelli, Mattew e James. Hanno meno di 4 mesi, e i signori Ross hanno troppi inpegni in giro per il mondo per badare a loro."

"Che coppia strana. Fare due piccoli per poi lasciarli in mano alla prima che passa."

"Ehi, io sono una ragazza per bene!" Risi.

"Non lo metto in dubbio tesoro. A proposito. Ho visto su Facebook una foto tua e di un ragazzo. All'inizio ho pensato che nella foto fosse tua cugina Jess, visti i capelli corti, il chiodo nero e i jeans strappati."

"Oh mamma, avevo dimenticato di avvertirti! Mi dispiace tanto. È solo che volevo dimostrare qualche anno in più, in fondo con i capelli lunghi non mi davano più di 16 anni."

"Ma ne hai 17!"

"Lo so! E ne voglio dimostrare almeno.. 20."

"Okay,okay. Non voglio sapere tutte le tue stramberie. Lo sai cosa voglio sapere."
Mia madre ridacchiò, e io ruotai gli occhi. Presi la prima strada sulla destra e mi affrettai a salire sul marciapiede, non si poteva mai sapere quale folle ti avrebbe messo sotto quel giorno.
"Si chiama Louis, ed è solo un amico."

"Oh andiamo Anna, sono tua madre! Voglio che mi dici tutto. Vi siete già baciati?" Scoppiai a ridere, attirando l'attenzione di una ragazza affacciata sul balcone di casa sua. Strinsi gli occhi per capire chi fosse, il suo viso mi era familiare.
"Oh mio Dio."

"Cosa?"

"Niente mamma, ti richiamo." Chiusi la telefonata senza nemmeno aspettare una sua risposta. Con il cuore in gola, feci qualche passo in direzione dell'albero accanto casa mia. Mi piazzai lì dietro nascosta, a osservare con attenzione tutte le mosse della ragazza sul balcone di casa di Louis. Parlava al telefono, rideva di tanto in tanto. Era bionda, occhi azzurri, sorriso smagliante. L'unico problema era che poteva avere si e no 14 anni. Decisi di andare prima a casa mia. Io e Louis non eravamo niente. La mia vita e la sua vita erano due cose separate.

Entrai in casa con uno sbuffo, e quasi scaraventai sul tavolo le buste della spesa. Cominciai a posare tutto: il burro e il latte in frigo, il burro di arachidi e il pane nello stipo in alto..

"Bel, sei in casa?" Il contenitore delle uova mi cadde dalle mani per lo spavento, frantumandole.
"Louis, come diavolo hai fatto ad entrare?" Quasi urlai, con una mano sul petto come a regolare il battito accelerato del mio cuore.

"Hai lasciato la porta aperta, completamente aperta. Dovresti stare più attenta sai?" Disse Louis con un non so che di irritante.

"Beh, di certo nessun sano di mente sarebbe entrato in casa di una sconosciuta. Credo." Ribattei risoluta, rendendomi conto subito dopo di esser sembrata una stupida. Sospirai rumorosamente e mi chinai per raccogliere il contenitore delle uova da terra. Louis si abbassò alla mia altezza, senza però fare nulla. Era semplicemente li fermo a guardarmi mentre raccoglievo i gusci d'uovo. D'un tratto allungò la mano e spostò una ciocca di capelli che mi era caduta davanti agli occhi. A quel contatto rabbrividii. Mi alzai di fretta e furia e gettai tutto il contenitore della pattumiera. Quando mi girai, Louis era a meno di un metro di distanza da me.
Sobbalzai, e tirai un mezzo strillo.

"Oggi mi sembri un cazzo di vampiro, Louis." Il ragazzo allungò le braccia e le poggio ai lati della mia testa, sul muro.
Il contatto dei suoi occhi con i miei non mi lasciava pensare lucidamente, sembrava fossi completamente fuori controllo. Mi abbassai, e quasi scappai da lui per dirigermi al tavolo dove rimanevano ancora le buste della spesa mezze piene.

"Bel, perché mi eviti?" Quasi esclamò Louis.

"Io non ti evito." Balbettai come un'idiota.

"E allora perché da quel bacio a Natale non riesco neppure a toccati, che scappi via da me?" Quasi urlò. Mi salì il cuore in gola. Incapace di compiere qualsiasi movimento, mantenni il suo sguardo.

"Mi ha detto Ellie che le ragazze con te non durano più di una, massimo due notti. Mi ha detto anche che se la sera non vai a una festa, la organizzi tu a casa tua. Mi ha detto che per te la vita è tutta una serie di divertimento. Io non sono il genere di ragazza che fa per te, Louis. Mi dispiace, forse è meglio se la chiudiamo qui." Dissi, con molta difficoltà visto il nodo che avevo alla gola. Louis mi guardò come se fossi scema. Sembrava avessi detto la cosa più strana di tutto il mondo.

"Perché non sei il mio tipo di ragazza, secondo te?" Chiese con voce tranquilla, ma lo sguardo perplesso tradì l'aria indifferente.

"Allora lo ammetti!" gridai.

"Andiamo, Bel. Lo hai visto anche tu. ora dimmelo."

"Louis, non credo che.. io, io non..-"

"Io non, cosa?"

"Cazzo Lou, non avevo mai dato un bacio prima di Natale. Sono vergine, non ho mai avuto un fidanzato, non ho mai avuto un amico! Tutto quello che avevo era la famiglia, ma ho deciso di cambiare venendo in Inghilterra. L'unico problema è che prendere una cotta per una specie di.. sballone, non è il modo migliore per iniziare una nuova vita!"
Gridai. Arrossii all'inizio del discorso, ma l'adrenalina del momento mi mantenne carica per il resto. Il ragazzo davanti a me mi guardò basito per qualche secondo, poi inaspettatamente avvicinò il suo viso al mio. Le labbra carnose e rosee di Louis erano a un centimetro dalle mie, sottili e chiare. Sentivo il suo alito dolce inebriarmi, il suo profumo invadermi i sensi.

"Sei tutto quello che voglio."

Avete presente i fuochi d'artificio semplici, delle fiere? Bene, dimenticateli. Dentro di me era come se un milione di fuochi d'artificio eccessivamente esplosivi avessero causato una reazione a catena. Tenevo gli occhi chiusi, le labbra schiuse, ma il cuore spalancato.

Louis era tutto quello di cui avevo bisogno. La cura per le mie cicatrici, sia quelle dell'anima sia quelle della pelle.
Louis era tutto quello che volevo.


***


"Bonjour, mon amour." Lasciai un dolce bacio sulle labbra di Zayn, ancora mezzo addormentato. Lasciai il vassoio con su un cappuccino, un croissant e del caffè sul comodino prima di andare in bagno. Ogni mattina il cameriere ci portava la colazione in camera, una cosa da sogno. Chiusi la porta senza chiave, lasciai cadere per terra la vestaglia di seta blu ed entrai nella vasca. Zayn mi stava viziando.
A natale la collanina d'oro, per il compleanno l'abito color pesca, per capodanno un viaggio a Parigi, per il "mesiversario" l'intimo di Victoria's Secret con tanto di vestaglia e reggicalze. A pensarci bene, tutti quei regali avevano un doppio fine: piacere a me, ma anche far felice lui.

Insomma, la catenina con su scritto "Zayn", come aveva detto lui stesso, me l'aveva regalata così che tutti sapessero che sono sua. L'abito color pesca era il genere di vestito che visto addosso a me lo faceva crepare d'amore. Il viaggio a Parigi ce lo stavamo godendo entrambi, per non parlare della roba di Victoria's Secret.
Uscii dalla vasca 20 minuti dopo, e avvolsi il mio corpo in un asciugamano piuttosto lungo. Tornata in camera vidi Zayn ancora in dormiveglia attorcigliato tra le lenzuola.
Presi il caffè dal vassoio e lo finii a piccoli sorsi mentre pensavo a cosa indossare quel giorno. La sera stessa avevamo il volo per Londra. Quella vacanza era durata abbastanza, insomma: eravamo partiti il 31 dicembre, ora era il 6 gennaio. Posai la tazzina vuota sul tavolino di vetro e presi una camicetta nera con le borchie dorate sul colletto, un maglione nero di lana grossa e un jeans chiaro. Indossai i miei amati Hugg e tornai in bagno per mettere della matita sugli occhi e del mascara.

"Charlie?" Mi voltai verso Zayn, in piedi con i soli boxer indosso impegnato a guardarmi come si guarda un cioccolatino.

"Zayn?" Ridacchiai. Posai il resto delle mie cose in bagno e gli andai incontro, dandogli un bacio.

"Buongiorno."
"'Giorno. È da circa due ore che cerco di svegliarti, alla fine mi sono arresa." Zayn prese a ridere, e io con lui.

"Credevo avessi capito che svegliarmi dopo una nottata movimentata non è una cosa da poco." Arrossii, e lo superai diritta verso la borsa a tracolla poggiata sulla sedia. Mi arrivò una pacca sul sedere.

"Non ci credo che lo hai fatto." Dissi, trattenendomi dal ridere. Zayn prese il cornetto dal vassoio sul comodino, e gli diede un morso.

"Fatto cosa?" Disse con la bocca ancora piena, entrando in bagno. Chiuse la porta, e prese a canticchiare. Risi da sola, abbandonandomi alla pura e dolce felicità.
***

"Charlie, posso farti una domanda?" Distolsi lo sguardo dal piatto di pasta al pomodoro che vevo davanti, e incontrai gli occhi di Zayn.

"Certo." Sorrisi.

"Quando sono tornato non ti ho chiesto neppure come stavi, cosa hai passato. Ma devi sapere, che è stato il mio chiodo fisso per tutto il tempo, pensavo solo a cosa stesso facendo, se fossi al sicuro." Mantenni il suo sguardo sorridente, prima di aprir bocca.

"Non è importante quello che ho provato io, l'importante è che tu ora stai bene. Appena ti ho visto in quella sala da ballo, tutto il dolore che c'era prima si è dissolto." Zayn sorrise, ma mi accorsi subito che non era quello che voleva sapere, quando serrò la mascella.

"Louis mi ha detto.." Sgranai gli occhi, e quasi mi affogai con la pasta.

"Cosa?"

"Mi ha detto che prima eri chiusa nel bagno, poi.. gli hai fatto una domanda su-"

"Qualsiasi cosa sia successa, se fosse stata davvero preoccupante te l'avrei detta."

"Piantala Charlie, mi ha detto Louis che hai pensato al suicidio, e Valerie ha ammesso che in quei giorni non mangiavi quasi nulla, non dormivi e non parlavi neanche con lei. Devi capire che qualsiasi cosa succeda tra me e te, non puoi ridurti così. Non devi."

"Tanto non succederà più nulla, esatto?" Zayn rimase in silenzio, prima di rispondere. "Esatto."

Aprii la bocca, incapace di formulare quello che volevo dire. Aveva esitato. Esitare è male, molto male. "Hai esitato." Sussurrai.

"Cosa?" Chiese Zayn, assumendo una faccia confusa. Pff, che attore.

"Hai esitato nel dirlo. Credi che tra me e te possa succedere qualcosa?" Dissi cercando di mantenere un tono superiore, calmo, strafottente.

"Charlie, siamo giovani. Non puoi davvero pensare che staremo insieme per sempre. Magari, e dico magari, tra dieci anni tu sarai sposata con un americano biondo con gli occhi azzurri, io con una brasiliana con gli occhi verdi." disse, con un fastidioso tono sarcastico.

"E vattene dalla tua brasiliana." sibilai tra i denti. strinsi gli occhi a fessura, e preparai le mosse successive: buttare sul tavolo il tovagliolo, prendere le mie cose e andare via in una perfetta uscita da fidanzata scazzata.
"Amore, lo sai che scherzavo e-"

"Allora non capisci: io tra dieci, venti, sessant'anni mi vedo al fianco di un pakistano moro con gli occhi color caramello!" Saltai in piedi in presa alla rabbia, e per poco non spinsi via un passeggino. Presi la borsa e cominciai a marciare a passo svelto per le strade soleggiate di Parigi con le braccia conserte. Sapevo che Zayn era dietro di me, e camminava a passo normale.

"Charlie." Mi canzonò.
"Chaaaarlie." Mi morsi un labbro per non sorridere. Io sono arrabbiata. Smettila Charlotte, smettila.
"Charlie, Charlie, Charlie, Charliee!" Alzai gli occhi al cielo, e mi voltai come una furia.

"Che vuoi?" Urlai.

"Ti ho mai detto che ti amo?"

"Ti ho mai detto vaffanculo?" Zayn contrasse la mascella, e sollevò la testa al cielo. Forse avevo esagerato. sapevo le conseguenze di far incazzare Zayn, e non erano per niente buone. Dover mettere da parte l'orgoglio pe rla persona che si ama è davvero, davvero dura. ma per lui tutto. Nonostante mi avesse appena detto che non credeva in un lungo futuro per noi, sbuffai e andai verso di lui.

"Ti amo anche io, stupido." Zayn finalmente fece incontrare i nostri occhi, e fece un mezzo sorriso compiaciuto.

"Ho detto tante volte di amarti, ma non saranno mai abbastanza."


***


"Sono incinta, non ritardata!" Urlai ad Harry, stufa di tutte le attenzioni che mi stava dando.

"Oh andiamo Valerie, mangia le verdure!" Disse Harry con voce idiota, come lui del resto.

"Non fare il coglione adesso."

"Faccio il coglione quanto mi pare e piace, ma adesso mangia quei cazzo di broccoli."

"Sono cavoletti di Bruxelles, stupido!"

"E anche se fosse? Fanno bene al bambino. Mangia, muoviti." Alzai gli occhi al cielo. Aveva ragione, mi costava ammetterlo ma aveva ragione. Ultimamente sembrava molto più responsabile, sarà il bambino che stavamo per avere, sarà che aveva rischiato la vita appena una settimana prima. Sfinita dalla giornata opprimentemente noiosa, presi in mano quel coso molliccio e verde.

"Devo proprio?" Dissi esasperata. Ricevetti un "si" secco come risposta. Il riccio sorrideva come un cretino, mentre io masticavo lentamente quella cosa.

"Quante storie per un broccolo."

"Primo, è un fottuto cavoletto di Bruxelles; secondo, perché non lo assaggi anche tu?" Dissi alzando un sopracciglio, e facendo un sorrisetto compiaciuto. Il riccio sgranò gli occhi, poi scosse violentemente la testa. Mi alzai dalla sedia, e presi un altro cavolo in mano.
"Non oseresti." Disse Harry, con un tono basso e preoccupato.
Sorrisi vittoriosa, avvicinando lentamente la mano alla bocca del riccio. Quest'ultimo scattò all'improvviso, scomparendo nell'altra stanza.

"Non mi scappi!" Presi a correre anche io, inseguendo Harry come due bambini che giocano ad acchiapparsi.

"Fermati Harry!" Urlai.
"Io quel coso non lo mangio." Gridò lui in risposta, non rallentando il passo.

"Styles, ti ricordo che sono incinta-"
"-Non ritardata!" Scoppiammo a ridere, e dovetti fermarmi per il fiatone. Appena Harry noto che non lo stavo inseguendo venne verso di me.

"Val, tutto bene?" Chiese cauto. Annuii restando in silenzio, poi lentamente mi sollevai. Avevo ancora in mano il cavolo, così non appena Harry si fu calmato con una mano gli strinsi le guance e con l'altra infilai il vegetale nella sua bocca. Ripresi a ridere a crepapelle, tenendomi la pancia ingrossata di poco. Harry teneva gli occhi serrati mentre masticava velocemente.

"Non ci credo che l'hai fatto." biascicò il riccio con una smorfia disgustata sul volto.

"L'ho fatto, si che l'ho fatto, amore." gli feci l'occhiolino, poi lo spinsi sul divano e mi sedetti a cavalcioni su di lui.

"Voglio un premio." Ribattè. sorrise, mettendo in mostra quelle magnifiche fossette che mi avevano fatta innamorare di lui.
"Un bacio." riprese.
Sorrisi, e abbassai la testa scuotendola. Mi abbassai su di lui, e gli lasciai un bacio sulle labbra. Harry mise le mani sui miei fianchi, e mi avvicinò a sè approfondendo il bacio. Appena si staccò, mi trattenne in un dolce abbraccio.

"Ti amo, scheggia."

"Ti amo anche io, lumaca."




LA PROVA CHE NON SONO MORTA.
scusate tantissimo se ho pubblicato solo oggi, ma ho avuto 9476545678928765435671829 cose da fare. 
mi dispiace davvero, e mi ha rattristata da morire vedere che su 9 persone che hanno recensito i capitoli 29-30, solo 6 hanno recensito il 31. spero non mi abbiate abbandonata per un giorno di ritardo :c
detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. amo tutte voi, grazie per le recensioni e grazie alle 24 che hanno messo la storia tra le seguite, le 23 nelle preferite e le 6 nelle seguite. VI AMO TUTTEEEEE.
a presto,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** capitolo 33. ***


 

                                               





Sono le dieci del mattino, Harry è andato a casa sua a prendere qualche vestito. È da ormai due settimane che praticamente vive a casa mia.

Semplicemente non vuole lasciarmi sola, vuole che io stia bene e al sicuro.
Mentre accendo la TV, ripenso a tutto quello che mi sta succedendo. Sono incinta. Aspetto un bambino.
Questa è la prima cosa che mi viene in mente. Per andare oltre al secondo punto della lista, mi sembra di dover scavalcare l'Everest.
Harry.
Dietro quella fottuta montagna vedo soltanto lui, quello che è diventato il mio tutto in così poco tempo. Ha preso con se il mio cuore, la mia anima, la mia testa dura e il mio carattere di merda senza fiatare. Ho sempre pensato in vita mia che la vita di coppia fosse una delle noie più grandi. Vedevo una coppia tipo che si alza la mattina, si prepara e va a lavoro. Tornano a casa, pranzano, si raccontano quello che è successo a lavoro e poi tanto, tanto silenzio. Io una vita silenziosa non la posso vedere. Come diceva sempre mia madre quando ero una bambina, sono tutta pepe. Al pensiero di mia madre una fitta mi colpisce le tempie. Non sapeva ancora nulla, non le avevo detto di essere fidanzata, di vivere con il mio ragazzo, di aspettare un bambino da lui.

Mi avrebbe uccisa di sicuro, anzi. Prima avrebbe aspettato di farmi partorire, avrebbe salvato il bambino e poi mi avrebbe uccisa. La mia famiglia era una di quelle tutta cocktail, Gucci, Ferrari, Loboutin, assegni. Non dico di non essere come loro, ovviamente il sangue è quello. Nelle mie vene scorre sangue blu, come quello dei principi ma più narcisista. L'unica differenza è che io sono una ragazza di mondo, non sono capace di chiudermi in casa a studiare per poi seguire le fottutissime strade scritte a penna dai miei genitori. Meglio la morte.
Il divorzio dei miei mi aveva letteralmente parato il culo. Non ce la facevo più, avevo bisogno di aria. I miei non ci rifletterono un attimo, giusto il tempo di trovare casa e fare i bagagli che mi ero trasferita a Londra. Che strana la vita, un giorno ti svegli nel tuo letto, nella casa dove hai sempre vissuto, circondata da amici, parenti, genere che ti conosce e che ti ha vista crescere, poi come per magia il giorno dopo hai la cervicale del cazzo per colpa del cuscino scomodo e delle ore di volo in aereo.

"Sono a casa!" Mi volto verso la porta con un debole sorriso stampato sul viso.
Harry, bello come sempre -anche con indosso un sacco di patate- regge tra le braccia uno scatolo di cartone, e appeso alla spalla un borsone nero dal quale spunta una sciarpa blu.
"Allora è ufficiale." Dico, con un sorriso, forse troppo a bassa voce perché mi senta.

"Cosa?" Infatti.

"Dicevo, allora è ufficiale: viviamo insieme." Ripeto, stringendo al petto uno dei cuscini rossi. La pancia oggi è particolarmente fastidiosa. Si sta gonfiando troppo velocemente per i miei gusti.

"Se per lei va bene, miledi." Scherza il riccio posando a terra lo scatolo e la borsa.

"basta che non occupi tutto l'armadio. Altrimenti ne compri uno tuo e amici come prima!" Prendiamo entrambi a ridere, anche se da ridere c'è ben poco. Una ragazza incinta mantenuta dai suoi genitori, un ragazzo che sta per diventare padre mantenuto dai suoi genitori, un bambino che probabilmente avrà due genitori amorevoli, ma con una vita vissuta nel modo sbagliato, con troppi errori commessi. Harry canticchia una canzone che non riconosco, mentre va verso la camera da letto.
Non ho mai amato tanto il mio letto bianco a baldacchino da quando lui è con me ogni notte, alla mia destra ad accarezzarmi la schiena per farmi addormentare prima.
Devo ammettere che non avrei mai pensato ad Harry come un 'gentiluomo', un ragazzo tutto dolcioso e romantico. In effetti non lo è: ancora oggi si chiude in bagno prima di me per irritarmi standoci per ore, non mi aiuta mai nel mettere ordine in casa, ruba il telecomando perché non vuole guardare Glee con me.

Però poi arriva quel ragazzo che quando ho bruciore di stomaco passa ore intere ad accarezzarmi la pancia mentre mi stringe tra le sue braccia, quando mi guardo allo specchio e vedo una ragazza grassa non fa altro che dirmi "tu sei bellissima, non sei grassa. e Ricorda che in questa pancia c'è un mini Harry, quindi non potrai mai essere brutta." Certo, c'è da ridere. Ma lo amo quando fa così, perche è proprio lui.

"Che si mangia?" Urla Harry dall'altra stanza.

"Mmh, avrei tanta, tanta voglia di pizza. Pizza al cioccolato." Dico tenendo l'indice sulla guancia, come ad aiutarmi a riflettere.
La testa riccioluta di Harry spunta all'improvviso dalla camera, e mi fa ridere da morire la sua faccia.. vittoriosa.
"Indovina chi ieri ha comprato l'impasto per pizza, e la cioccolata?" Sorrido a 365 gradi, e mi mordo il labbro inferiore.

"Cioccolato fondente o al latte?"
"Entrambi. " ribatte Harry con tono malizioso ed eccessivamente eccitante.
Che situazione, sembra che stiamo parlando di chissà quale argomento erotico e stuzzicante.
"Ti amo così tanto, 
lo sai?"

***

"Okay, infornata. Quanto ci metterà a cuocere? " chiedo ad Harry, che con la faccia infarinata osserva insistentemente lo scatolo dell'impasto per pizze.
"Mmh, un'oretta. Film?" Quando suoi occhi smeraldo incontrano i miei cerulei il mio cuore perde un battito. Annuisco come una stupida mentre guardo ammaliata il padre del piccoletto che ho in grembo. Quest'ultimo sorride mettendo in mostra le fossette mozzafiato, poii mi prende per mano e mi trascina con se sul grande divano panna.
Senza chiedermi cosa ho voglia di guardare -come sempre- il riccio fa partire "hunger games". Amo quel film, il coraggio di katniss mi è stato quasi di esempio quando ho scoperto di aspettare un bambino, nonostante io abbia pianto come una stupida.
Appoggio la testa alla spalla di Harry e, in pace con me stessa, chiudo gli occhi.

Un fastidioso trillo mi trapana la testa quando mi sveglio. C'è odore di bruciato.
"Harry, Harry sveglia. Puzza di bruciato. " Scuoto il ragazzo sulle mie gambe ma nel mondo dei sogni, poi come un lapsus ricordo quello che stavamo facendo prima che mi addormentassi.
"Cazzo, la pizza! " Corro verso la cucina chiudendo all'istante il forno. Prendo la scopa e tirandola verso l'alto spingo il pulsante per spegnere l'antincendio. Harry corre da me subito dopo, con un volto preoccupato a morte. Appena capisce la situazione però, scoppia a ridere.

"Chiamo la pizzeria."


Pov Charlie.



"Niall, ehi Niall sveglia!"
Scuoto insistentemente il biondo che in risposta mi da un calcio sul fianco.

"Lo hai voluto tu." Nonostante non lo possa vedere, gli faccio un sorriso di sfida. Corro verso la cucina, trovando sua madre alle prese con i fornelli.
"So gia cosa vuoi chiedermi. Le padelle sono in alto a destra. " Rido alla madre di Niall, e le lascio un bacio sulla guancia in risposta. Prendo due grandi padelle e torno in camera di Niall.
"Sei ancora in tempo" dico. Non ottengo alcuna risposta, così stringo gli occhi e comincio a far sbattere una contro l'altra le due padelle in direzione del letto di Niall. Quest'ultimo scatta in piedi urlando un milione di imprecazioni che non mi sarei mai aspettata di ricevere in vita mia, dal dolce e tenero Niall Horan.
"Porca puttana Ally, mi hai fatto perdere dieci anni di vita! Che cazzo succede, che cazzo ti serve?" Urla.

"Niall James Horan, piano con le parole!" Urlo in risposta.

"Ma piantala, dimmi piuttosto perché sei venuta a svegliarmi alle.. -prende in mano la piccola sveglia- 6:22 di mattina? Hai osato svegliarmi a quest'ora della notte? Charlotte Destiny Smith, sei morta."

dieci minuti di corsa e soletico dopo sono seduta in macchina di Niall, diretti verso il centro di tatuatori "da Rox".

"Allora, Ally. Sei sicura di volerlo fare?" Chiede Niall per la ventesima volta, non si nota per niente che odia i tatuaggi.

"Lo sai che ci vogliono tre giorni prima che il tatuaggio possa essere esposto alla luce del sole, e tra tre giorni è il compleanno di Zayn. Voglio che sia pronto." Dico convinta. Me lo ha fatto ripetere tante di quelle volte che ormai so il discorso a memoria.

"Non ti va un fantastico gelato al cioccolato? "

"Niall, io entro. Se hai così tanta paura resta in macchina. Nemmeno se te lo dovessi fare tu il tatuaggio!" Slaccio la cintura di sicurezza ed esco dall'auto. Immediata mente Niall mi raggiunge, ed entriamo insieme. Vado a passo svelto verso il bancone al centro della sala stretta e claustrofobica, trovandomi faccia a faccia con una ragazza tatuata completamente sulla parte superiore del corpo, un pircing al naso e due al labbro.
"Cosa posso fare per te?" Mi chiede evidentemente scocciata.

"Emh, vorrei fare un tatuaggio."

"Bene. Cosa? Dove? Grande quanto?"

prendo un respiro profondo, e cerco nello sguardo di Niall un non so che di rassicurante. ma trovo solo un fifone che si sta triturando le unghie a morsi per l'ansia.
"nella parte interna del braccio, una piccola Z."

"Perfetto, ma ora devi firmare qualche carta."
Dopo aver autorizzato me stessa a fare un tatuaggio, eccomi sdraiata su un lettino da infermieria con il braccio immobilizzato da dei lunghi lacci. Siamo io e Niall a guardarci negli occhi nella stanza, lui ha piu paura di me, lo ha scritto negli occhi.

"Ciao." Mi volto verso l'uomo che mi ha chiamata. È alto, ciccione, con i capelli mori lunghi quasi quanto i miei. Ha un dragone tatuato sul collo, le dita delle mani con varie lettere in quello che sembra greco tatuate in ordine perfetto.

"ciao." Sussurro appena.
L'uomo prende in mano una specie di penna un pò più grossa del normale, e si avvicina con fare minaccioso al mio braccio.
"Pronta?" Mi chiede, con un sopracciglio sollevato.
"Nata pronta."
Il signore annuisce, e punta la penna sull'avambraccio. Stringo così forte gli occhi da vedere tutto bianco. Sento il rumorino antipatico e fastidioso della penna a inchiostro permanente che si infila sotto la cute. Mi mordo un labbro.
"è passato troppo tempo da quando ho fatto l'ultimo tatuaggio, porca puttana." Ringhio a denti stretti. il dolore è forte, ma sopportabile. Sono pur sempre una ragazza, non devo dimostrar a nessuno di essere forte e tenace e senza paure.
Il tatuatore ridacchia, e io mi volto come assatanata dalla sua parte.
"Vedi di non sbagliare, o ti faccio causa."
Niall scoppia a ridere, mentre il diretto interessato semplicemente fa schioccare la lingua. 
"Bellezza, ho 35 anni di tatuaggi alle spalle, non farmi ridere."
Nonostante dentro mi senta sollevata, non posso non ammettere che il sarcasmo dell'uomo, sommato al dolore di una fottuta penna nella pelle, mi sta facendo innervosire.
"Quanto cazzo ci metti per una Z?" Quasi urlo.
All'improvviso, finalmente, il ronzio della macchinetta diabolica si ferma. spalanco gli occhi e guardo il braccio.
Una piccola Z nera, contornata da qualche goccia di sangue e pelle decisamente rossa, valorizza alla perfezione il mio avambraccio.

"Finito." sbuffa.
"Ehi, ma che significa questa Z?"

Sorrido ivolontariamente.

"è l'iniziale del nome del ragazzo che amo." Il mio iphone mezzo distrutto prende a squillare. Niall lo prende dalla tasca del cappotto e rispoinde al posto mio, guadagnandosi una occhiataccia.

"si? mh mh. mh mh. ah ah. -il biondo sbianca in volto, e inizia a fissarmi intensamente.- okay, richiami più tardi." e chiude la telefonata.

"chi era?" chiedo incuriosita dal suo cambio improvviso di umore.

"ragazzi, pagatemi e andate a parlare fuori."

***

"ora me lo dici chi era?" insisto con Niall, al mio fianco in macchina.

"un uomo di nome Gale. Ha detto che.. beh, la casa di tua nonna deve essere occupata, altrimenti la prenderà la banca, e verrà venduta senza che tu ne guadagni alcun chè." il mio cuore perde un battito, e improvvisamente il dolore del braccio scompare.

"non ho intenzione di vendere quella casa. ci sono nata, ci ho vissuto per metà della mia vita. Nessuno sconosciuto può averla, mia nonna ne era troppo affezzionata." dico convinta, con un mare di pensieri orribili per la testa. 

"e allora cosa farai?" mi chiede Niall, prendendo la prima a destra in Picadilly square.

"Non ne ho la più pallida idea."

ed è la verità.



SONO TORNATA ^-^
eccomi col capitolo 33. non ho molto da dire, solo mi sono dimenticata di aggiornare ieri altrimenti lo avreste già letto lool.
ringrazio come sempre chi ha recensito il capitolo precedente, siete fantastici. mi piaceebbe sapere cosa ne pensate diegyoceifyg
un saluto speciale *cieeo* ai totali 59 lettori che hanno salvato la storia da qualche parte, e ai 145 lettori in media che leggono la storia. siete fantastici, è incredibile come queste cifre possano darmi il sorriso che spesso mi manca.
a presto con il capitolo 34.  (arriviamo al termine uhuhuhu)
baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** capitolo 34. ***




care lettrici,
questo capitolo è duro da digerire, e visto che voglio lasciarvi con l'amaro in bocca lo faccio finire con una frase ad effetto. ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, siete tutte fantastiche. 
buona lettura!
Vale xx



                                        



"Piccola, vieni a letto? " mi chiede Zayn, accarezzandomi una spalla.
È tardi, si, ma ho troppi pensieri per dormire anche solo per un'ora della notte.
"Tra poco, appena finisce il film."
Il moro sembra quasi deluso, ma mi lascia comunque un bacio sulla testa prima di andare a letto su in camera sua.

Dopo il viaggio di ritorno dal centro di tatuatori, la mia mente è un tale casino che neppure Freud sarebbe capace di psicanalizzarmi e risolvere il groviglio di cazzi e mazzi della mia testa. Cosa fare?
Non posso vendere casa della nonna, perché sarebbe come permettere ad un estraneo di vagare per i miei ricordi e la mia vita senza alcun problema. Quella è la mia vita, la mia infanzia. Dovrei partire, abbandonare tutto a londra per vivere a San Francisco?
E chi mi resta li? Nessuno. Una vecchia amica d'infanzia che ormai avrà anche dimenticato come mi chiamo, un vecchio amico di infanzia che ormai avrà anche dimenticato che esisto, ma la presenza invisibile di nonna Des, e i milioni di album fotografici e filmini contenenti Charlie destiny Smith. Ma lasciare Londra, come? Come posso lasciare quel freddo appartamento, Larry il vecchietto fedele della porta accanto, la corrente che fa le bize, i fornelli che partono una volta si e due no, il letto rumoroso ma comodo come una nuvola, dove ho avuto la prima volta con Zayn.

Zayn.

Oh mio Dio, perché a me? Pensare di avere finalmente tutto in mano, ma perderlo come acqua tra le dita, è una delle cose che non augurerei mai a nessuno. Ma c'era sempre la possibilità che Zayn decidesse di venire con me, partire per San Francisco, vivere insieme felici e contenti. Infondo, perche non dovrebbe accettare? Per Harry? Ammettiamolo, ora che ci siamo io e Valerie nelle loro vite i due si vedono come si vede la cometa di Halley in cielo. Avremmo finito il liceo li o qui, ci saremmo iscritti all'accademia d'arte Americana anziché Belle arti inglese.
Che differenza fa alla fin fine? Siamo io e lui insieme.
Se davvero ci crede in noi- come ho avuto modo di capire- allora sarebbe partito con me. Ora c'è da pensare a come e quando dirglielo, a parlare con l'uomo della chiamata, a Valerie e al bambino.
Sicuramente ci sarebbero venuti sempre a trovare, i soldi mancano solo a me in tutta la combriccola di amici che formiamo.

'Nessun estraneo, in casa Smith.' Penso alla fine trionfante.
Mi alzo dal divano, spengo la tv e vado su verso camera di Zayn. Prima di sdraiarmi però vado davanti allo specchio alto e controllo l'avambraccio. Il piccolo tatuaggio è lì per i fatti suoi. All'inizio volevo regalargli una cosa semplice, un regalo del cazzo che alla fine ti fa pensare "è il pensiero che conta, infondo."
Ma cazzo, no. Zayn è il ragazzo che amo, e ho voluto regalargli una cosa di quelle che ti rimangono impresse per sempre. Ecco perché il tatuaggio. Nella mia testa incasinata era balzata la folle idea "un tatuaggio." E adesso ho un magnifico fottutissimo tatuaggio perenne coperto da una specie di grosso cerotto.
Un russare sconnesso mi risveglio dallo stato di trance. Quasi scoppio a ridere di fronte al respiro delicato e fine di Zayn. Mi accuccio a lui sotto le coperte e gli lascio un bacio sul naso.

"Non mi lasciare partire da sola, testone."
Dopo una delle giornate piu intense della mia vita, finalmente ascolto le suppliche del mio stanco cervello e mi abbandono alle braccia di morfeo.

***

Delle fitte alla testa mi fanno sgranare gli occhi all'istante. Prima di compiere qualsiasi gesto, sbatto le palpebre per abiruarmi alla fioca luce filtrante dalla finestra che illumina la stanza.
Mi guardo intorno. Zayn non è in camera, l'armadio è spalancato e la porta del bagno è chiusa. Allungo molto molto lentamente il braccio verso il comodino, e accendo con un tocco la super moderna sveglia di Zayn.
Dico io, una di quelle con lancette e campanella non va bene? Ma no, vive in stile "sono ricco, faccio il ricco." Ma okay, lo amo comunque.

Sono le 6:22, e mi chiedo per quale fottuto motivo Zayn sia sveglio. Controvoglia sbuco fuori da quelle coperte indescrivibilmente calde e soffici, e busso alla porta del bagno. Mi sembra di sentire la voce di zayn che canta "I'm yours" sotto la doccia. Lascio perdere, e torno a letto beandomi del dolce far niente.


"Piccola svegliati, oggi si va a scuola!" Con ancora gli occhi chiusi aggrotto le sopracciglia. Mi sta prendendo per il culo?

"Mi prendi per il culo?" Zayn scoppia a ridere, e nonostante io di solito ami la sua risata, stavolta mi fa piuttosto innervosire.

"Sbrigati, o faremo tardi." Di colpo il moro tira via le calde calde coperte lasciandomi in pigiama al freddo e al gelo.

"Ma sei matto?" Urlo in preda alla rabbia.

tra le risate, il moro esce dalla camera da letto. mi sollevo, ma non prima di aver oppresso un forte istinto omicida. vado in bagno, e apro l'acqua della doccia per farla riscaldare velocemente mentre mi spoglio. non ho alcuna voglia di andare a scuola. non so neppoure che giorno è oggi, non so quali materie ho, non so quali compiti avrei dovuto fare. da quando conosco Zayn infondo ho avuto sempre un milione e mezzo di motivi per non studiare. e non.va.bene. 
devo assolutamente diplomarmi a buoni voti per andare a Belle Arti, e purtroppo nel mio liceo i voti non si regalano neanche per scherzo. ecco un altro dei buoni motivi per cui trasferirmi a San Francisco.

non ho voglia neppure di lavare i capelli, ci metterei troppo poi ad asciugarli col phon. così li lego in una coda alta e scomposta e li copro con una cuffietta per capelli. appena prima di mettere piede nell'immensa doccia ad angolo, giro la chiave nella serratura della porta: non voglio che Zayn entri mentre mi lavo, noterebbe il cerotto sul braccio e mi farebbe mille domande alle quali non posso dare alcuna risposta.

finalmente posso lasciarmi andare sotto il forte getto di acqua bollente. è come se l'acqua riesca a eliminare ogni sorta di preoccupazione, dolore, sofferenza e paura dal mio corpo. me lo diceva spesso mia nonna che dopo la doccia noi donne Rose -il cognome di mia madre- sembriamo rinate dopo ogni doccia. in realtà pero, è solo l'aspetto che sembra rinvigorito, rilucidato. all'interno restiamo sempre le povere, sofferenti Rose.

ma devo ricordarmi che non sono sola. ho Zayn prima di tutto. poi Valerie, Ellie, Louis e Niall. poi Harry, che è diventato un nuovo migliore amico per me. anche se parliamo una volta si e quattro no da quando Valerie aspetta un bambino da lui, ma non posso certo fargliene una colpa, anzi, sono adorabili. vorrei tanto essere come Harry e Val con Zayn, ma penso sempre che tra di noi ci sia una specie di sottilissimo specchio che non ci permette di vederci l'un l'altro. io vedo come riflessa me stessa, tutte le delusioni e i dolori sofferti. lui vede il vecchio Zayn con mille problemi e nessuna soluzione. mi fido di lui, so che non crede di aver problemi quando sta con me ma forse sotto sotto sa che la sua vecchia vita resta, non puo' essere cancellata da nessuno.
non sono più sicura che dureremo a lungo. 
non sono pù sicura di nulla.

***

"ci vediamo dopo a storia, si?" mi chiede Zayn. sono appoggiata al mio armadietto di schiena, lui è leggermente poggiato su di me mentre mi fissa alternando occhi-labbra.
"certo." mi sporgo in avanti e lo bacio dolcemente. durante il bacio il moro introduce la lingua, e lo lascio fare. lentamente però, allunga le braccia e poggia una mano fredda sotto il mio maglione di lana panna. il conotatto della sua pelle fredda contro la mia calda mi fa sussultare, e sorrido nel bacio.

"MALIK, SMITH! in classe, su!" sgrano all'istante gli occhi mentre ho ancora le labbra incastrate in quelle di Zayn. di fronte a me, oltre il ragazzo, vi è il preside Figgins con in mano una cartella nera da ufficio e gli occhiali di sole. ma perchè cazzo non si fa i cazzi suoi?
oddio, aspetta. questa non sono io. Charlie Destiny Smith non direbbe mai una cosa del genere verso il preside della scuola. Charlie Destiny Smith non penserebbe mai a cose oscene sul suo ragazzo in mezzo al corridoio principale a scuola.
cosa mi sta succedendo?

"a dopo" ridaccia Zayn, scappando via.
spaesata al massimo, faccio un cenno si a a lui che al preside, e con un microscopico sorriso vado in classe.
prendo posto come sempre all'ultimo banco, da sola. non ho nessuna confidenza con nessuno dei ragazzi presenti in aula con me, nonstante siano gli stessi da anni.
mi guardo intorno. il ragazzo col cappello con su scritto NERD, la ragazza con la lunga treccia ordinata sulngo la schiena, la ragazza di colore accanto al ragazzo asiatico, una ragazza tutta capelli e trucco, niente cervello. ma chi sono? chi sono loro, e soprattutto, chi sono io? non capisco. mi sono persa. un tempo sapevo chi fossi, mi conoscevo. credo di non aver mai pensato in vita mia a una domanda del genere.
in fretta e furia prendo il cellulare, e attenta a non essere vista dal professore appena entrato scrivo un messaggio ad Ellie.

"in bagno subito. ho bisogno di aiuto."
invio, e chiedo il permesso di andare al bagno. l'unica cosa di cui ho bisogno adesso è l'aiuto della docle e comprensiva Ellie.

eccola li, col cellulare in mano che corre dalla classe di francese. nemmeno mi sorride, arriva a mezzo metro da me e si lancia. ci stringiamo in un fortissimo abbraccio, e mi lascio sfuggire una stupida lacrima. la asciugo prima che se ne accorga. 
"che succede Lottie?" Chiede dolcemente. 
sbuffo, e ammasso lo sguardo.
"Ellie, non so più chi sono." torno a guardare dritta negli occhi Ellie, e sembra quasi più confusa di me.
"ehi, spiegati meglio. da quando queste domande così serie?" sorrido amaramente, e mi lascio scivolare giù per il muro freddo del bagno.
"non lo so Ellie, cinque minuti fa mi è baldata questa cosa in testa. è peggio di un rebus irrisolvibile, capisci? non so cosa fare. forse stare con Zayn è un errore, forse tutta la nostra storia è stata solo una perdita di tempo. ieri notte volevo che non mi lasciasse mai andare, ma stamattina vorrei solo che mi abbandonasse così che io possa ritrovare me stessa. da quando sto con lui sono tutta un: parolacce, pizza, abiti nuovi e trucchi costosi, viaggi, non ho più neppure un lavoro! e lo sai quanto io amo lavorare. in effetti oltre ad avere il lavoro in gelateria con Harry lavoravo anche in un bar, e Zayn mi ha praticamente costretta a lasciarlo. amavo la titolare, la ragazza che lavorava con me, e le avance degli ubriaconi mi facevano ridere da morire. prima non facevo altro che studiare, impegnarmi in tutto al massimo per non deludere nè me stessa, nè mia nonna. lei non c'è più, ma sento che così la sto deludendo. sto deludendo tutti. adesso, da quando sto con Zayn, non studio a casa, non ascolto le lezioni, mi sveglio la mattina e penso a quale abito si abini con il trucco e gli orecchini. li vedi questi orecchini?' velocemente e quasi dolorosamente li prendo, prendo i bellissimi ma futili orecchini a forma di farfalla e li lancio contro il muro opposto a dove sono io. Ellie è ancora lì che mi fissa preoccupata. si vede che sta ascoltando attentamente, perchè ha una minuscola ruga tra le sopracciglia.

"me li ha comprati lui. credevo che mi amasse per quello che ero, una semplice ragazza più triste e stanca che felice e appagata. ma vedo che non è così. perchè altrimenti mi ricoprirebbe di regali? vestaglie ridicole di seta, maglioni e cappotti Gucci, borse assolutamente ridicole, scarpe col tacco più alte di me, trucchi che non avrei mai pensato di avere. lo sapevi che ci sono circa 1800 tipi di versi di mascara? beh, io no. cazzo, pensavo ce ne fosse uno solo, nero che allunga le ciglia. porca troia Ellie, me ne ha comprati venti uno diverso dall'altro. Oggi, prima di venire a scuola, avevo indosso la mia felpa preferita."

"nera con la stellina in basso a destra." mi interrompe.

"ecco, proprio quella. sai cosa mi ha detto? 'perchè non hai messo la roba nuova oggi?'. e cazzo, amica mia. il mondo mi è crollato addosso. ho alzato le spalle, e sono corsa a cambiarmi. Questo maglione mi da prurito, e solo la scritta 'Dolce&Gabbana" in basso a destra al posto della bellissima e anonima stellina mi sta stretta. vorrei solo toglierlo e buttarlo via. non sono io questa. non sono io. e non so cosa cazzo devo fare."
mi fermo perchè le ultime parole sono uscite strozzate dalla gola. ho il nodo su per lo stomaco, ed è davvero doloroso. Ellie espira profondamente, poi mi tende le braccia perchè io le afferri e mi sollevi. faccio come vuole lei, per poi ritrovarmi incastrata tra le sue braccia.

"non sento più niente quando mi bacia, capisci?"

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** capitolo 35. ***


 
 

 
Eccomi con il capitolo 35.
non ho molto da dire, solo.. beh, in questo capitolo di parla di quello che succede a Ellie, oltre ovviamente alla questione Zarlie.
Ringrazio veramente di cuore tutte le splendide ragazze che a ognni capitolo mi fanno commuovere con delle nuove recensioni.
anche se a volte sono quasi messaggi minatori (AHAHHAHAH) vi ringrazio tanto.
LOVE YA ALL.
Vale xx

 





 
Pov Ellie



"Non sento più niente quando mi bacia, capisci? " Spalanco gli occhi. Non posso credere che lo abbia detto. Lei e zayn sono stati da esempio a tutti noi per quanto riguarda l'amore e la vita di coppia. Sono loro che ci hanno dato la voglia di amare. Charlie rincorreva Zayn, Zayn evitava Charlie. Charlie aveva bisogno di Zayn, Zayn era lì ad aiutare Charlie. Charlie ama Zayn, Zayn ama Charlie.

"Tesoro, hai sentito quello che hai appena detto?" Sussurro da sopra la sua spalla.
Lei è lì, immobile, che singhiozza di tanto in tanto mentre mi stringe. "Okay, non.. si ecco, lo amo. E ne sono sicura. Ma ho bisogno di tempo, cazzo." Sorrido amaramente, rassegnata. Questa ragazza è irrecuperabile.

"Charlie, cosa hai bisogno di scoprire? E non rispondere 'me stessa', perché sai meglio di me che la piccola Charlie timida e sorridente è lì, e non ha bisogno neppure di essere cercata." Sento che Charlie sta trattenendo il respiro, quando divide il nostro abbraccio da migliori amiche. Si morde il labbro inferiore che trema leggermente, poi annuisce. "Sono una stupida." Ammette sbuffando. Abbassa il capo e si passa una mano tra i capelli disordinati.
"Questo è scontato- rido, vedendo la sua espressione shoccata- ma-"
"Ah, fortuna che c'è un ma."

Scoppiamo a ridere entrambe, lasciando che la tensione del povero vecchio bagno delle ragazze, si spezzi.
"Ma sei un po cambiata negli ultimi tempi, lo ammetto. Però rifletti: durante questo periodo tua nonna è scomparsa, hai dovuto impegnarti tra scuola e lavoro, hai ritrovato il tuo vecchio migliore amico Niall, hai incontrato nuove persone fantastiche come Annabel, eccetera, eccetera. Ma tutto quello che stai facendo tu è dare la colpa a Zayn."
La bionda di fronte a me smette di guardarmi negli occhi e abbassa nuovamente lo sguardo. Io le metto due dita sotto il mento e le sollevo il pallido viso.
"Ora invece, vedila in questo modo: hai incontrato un misterioso ragazzo, e lo hai salvato. Lui ti ha tenuta quando stavi per cadere. È stato lí ad abbracciarti nei momenti piu difficili, senza chiedere nulla in cambio. Ti ha fatto scoprire la vita vera, con tutti gli svaghi di questo mondo. Ricordi com'eri qualche mese fa, prima di incontrare Zayn? Avevi timore di parlare con tutti, oltre ai tuoi amici. Rendevi la giornata di tutti migliore con un semplice sorriso, poi però ti rintanavi a casa tua a piangerti addosso. Il tuo cuore stava gelando."

"Oh no, il mio cuore non stava gelando!" Sbotta lei dopo aver ascoltato il discorso attenta e con occhi colpevoli. Sorrido, e le sposto una ciocca di capelli biondi dal viso. "Hai ragione, chiedo perdono!" Ride, e la sua risata mi scioglie. "In ogni caso, credo che tu debba riflettere su te stessa dopo il compleanno di Zayn. Un suggerimento? Parti."
Vedo lo sguardo spaesato e sorpreso di Charlie, e sorrido.
"Come mangia, prega, ama. Julia Roberts ha preso tutto ed è partita. Sapeva di amare il ragazzo, ma non riusciva piu a vivere la sua solita vita, aveva bisogno di sfogarsi."

"Lo sai che non è andata proprio così, vero?" Mi schernisce. Prendiamo a ridere, ricordare non è un mio talento.
"Ma hai ragione. Si, forse farò come dici tu.. ma per adesso entro in classe, sarà un'ora che sono uscita."
Sorrido con molta calma a Charlie. Mi rendo conto solo adesso che è vero, sono io la saggia in questo gruppo. Ogni qualvolta hanno bisogno di aiuto, consigli vengono da me. Il problema adesso, è che quella che ha bisogno di aiuto sono io.

"Certo, allora ci vediamo in mensa."

"Perfetto. A dopo." Charlie mi lascia un bacio sulla guancia e scappa via asciugandosi il viso da qualche lacrima.

Vado verso il lavandino, e mi ci appoggio con le braccia. Sono io quella che ha bisogno di un consiglio adesso, ma sono tutti troppo presi per pensare a me.
Charlie pensa solo a Zayn e purtroppo, a se stessa. Viceversa.
Valerie pensa solo a Harry e al suo bambino. Viceversa.
Con Louis non sono mai stata molto in sintonia, per cui è fuori discussione.
Liam, mio fratello, pensa solo a fare il bad boy in questo periodo. Nessuno sa cosa gli stia succedendo, ma a quanto pare nessuno ha intenzione di scoprirlo.
Niall, beh.. è di lui che ho bisogno di parlare, quindi lo escludo proprio. Chi mi resta quindi? Lei.

Esco correndo da scuola senza aver preso ne cappotto ne zaino. L'aria fredda di gennaio mi congela anche le ossa, ma non è momento di pensare al freddo. Sento di avere un bisogno matto di sfogarmi, quasi un desiderio obbligato da me stessa.
Casa sua è vicina come casa di Louis, quindi in cinque minuti sono li. Suono il campanello e busso insistentemente alla porta.

Dopo nemmeno venti secondi la bionda mi apre la porta. È evidentemente stupita di vedermi li, dopotutto sembriamo amiche solo di persona in mezzo ad altra gente.

"Ellie, come mai qui?" Quattro parole mi abbattono, e mi rendo conto della stupidaggine che ho combinato. 
Sono scappata via da scuola, ho corso senza cappotto per le strade congelate di Londra e mi sono presentata a casa sua senza preavviso, come se fosse sicuramente disposta ad ascoltarmi.
"Annabel, io.. ho bisogno di sfogarmi." Sputo lì sul momento, con il fiatone per la corsa e il naso congelato. La bionda sgrana leggermente gli occhi, poi annuisce energicamente e mi fa spazio per entrare in casa. Casa sua è molto carina, devo ammettere. Piccola sicuramente, ma ha un non so che di dolcezza, sa di casa. Le pareti verde prato, il parquet scricchiolante, il caminetto in pietra, il divano rosso e il tappeto bianco mi danno un grande senso di calore.

"Ecco, è piccola e decrepita ma è diventata casa mia, ormai." Sorrido a Annabel e le accarezzo una spalla.
"Mi dispiace di essere sbucata qui dal nulla, ma ho appena parlato con Charlie e la ho tipo, psicoanalizzata. Poi è corsa via, quindi non sapevo a chi rivolgermi per parlare un po." Confesso alla ragazza di fronte a me.

"Non c'è problema El, quando vuoi. Vieni, siediti sul divano. Come se fossi a casa tua." Annuisco distrattamente e mi lascio cadere sul divano subito dopo di Anna. La bionda continua a guardarmi come a dire 《parla, o ti tolgo le parole di bocca con le pinze.

prendo coraggio e sputo il rospo. "Charlie prima ha detto per sbaglio di non provare piu niente quando bacia Zayn. Ecco, vedi, in realtà sono io quella che non prova piu niente per Niall." Sento un forte dolore al cuore. Forse è il peso che mi tenevo dentro da giorni che finalmente mi lascia respirare, o forse è il dolore di ammettere che per colpa mia la storia con Niall sta precipitando.

"Quando ha detto di amarmi.. beh, ho risposto di amarlo anche io. Ma non è vero Anne, non lo amo. Ho avuto una cotta per lui per mesi, ma ho capito che semplicemente all'inizio mi piaceva davvero, poi a un certo punto sono stata presa dalla voglia di avere qualcosa che non riuscivo ad avere e infine.. beh, l'ho avuto. E tutto è crollato. Sotto sotto, siamo troppo diversi io e lui. Diversi è una parola orribile, perchè significa non amarsi. E io non lo amo, non lo amo." Annabel mi guarda a bocca semi aperta, e annuisce di tanto in tanto.

"Ma.. ecco, hai fatto sesso per la prima volta con lui. Se sapevi di non amarlo, perche lo hai fatto? " Abbasso lo sguardo colpevole, e sento gli occhi pizzicare.
"Volevo smettere di essere la brava ragazza che tutti credono io sia." Di getto Annabel scatta ad abbracciarmi. Senza pensarci le allaccio le braccia al collo, ho bisogno di questo per adesso.

"Come farò a dirglielo? Mi si spezza il cuore solo al pensiero."

***

Pov Charlotte


Siamo tutte riunite a casa di Valerie, Harry è andato a passare una serata con Zayn e gli altri.

"Che film guardiamo?" Chiedo, scocciata.

"Un altro film? Charlie, basta!" Risponde secca Valerie, tirandomi dei popcorn. Ne Prendo una manciata dalla ciotola e gliela tiro addosso. "Non mi sporcare casa, maiala!" Scoppiamo tutte a ridere, mentre la rossa leva i popcorn dai capelli.

"Hai iniziato tu, cogliona." Le faccio la linguaccia e torno ad accomodarmi sul divano, con la testa sulle cosce di Annabel.

"Ho lasciato Niall." Un popcorn mi va di traverso, e mi sollevo di fretta e furia tossendo come una matta.
"C-cosa?-" domanda stupita Valerie. Io continuo imperterrita a tossire, poi mi alzo e corro in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Torno in sala altrettanto velocemente per non perdermi le spiegazioni di Ellie.

"Non lo amavo, stop." Dice seccata, guardando lo schermo buio del televisore. Metodo perfetto per evitare lo sguardo mio e di Val. Noto che Annabel sembra piuttosto tranquilla, e le faccio una faccia confusa. Ovvero una smorfia da pagliaccio ritardato. La bella italiana fa finta di nulla, e si inginocchia di fronte al mobiletto dove Valerie tiene i DVD.

"Che ne dite di una pianto-terapia? Metto The Last Song, lasciamo sfogare le nostre ghiandole lacrimogeni."

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** capitolo 36. ***


 
Ecco a voi il capitolo 36. l'ho pubblicato prima del previsto, lo so. amatemi :)))))
scherzo, lol. Spero con tutto il cuore che vi piaccia.
Ringrazio chi ha recensito il resto della storia, e i 59 che l'hanno salvata tra Preferite-ricordate-seguite.
vi amo.
ho scritto il prologo di una nuova storia, se vi vadi leggerlo. (Leave with me, la trovate sulla mia pagina.) 
mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :)
Vale xx





Questa stanza è grande, troppo grande per me.
La vestaglia di lana basta per tenermi al caldo, sotto ho solo l'intimo. Mi manca già dopo un solo giorno.
Ricordo con il cuore in mano due giorni prima, il giorno del suo compleanno.
Ricordo tutti i baci che ci siamo dati, ricordo come abbiamo fatto l'amore, ricordo come mi ha sorriso quando gli ho detto di avere un regalo per lui. E come mi ha guardata quando gli ho fatto vedere il tatuaggio. Oh, riguarderei quella scena altre mille e mille volte e non mi basterebbe mai. E il sesso post-regalo. Il sesso post-pranzo. Il sesso pre-festa.

Insomma, quando alla fine della serata ha detto che quella era stata la giornata migliore di sempre, ho potuto solo credergli.
Mi sdraio sotto le coperte fredde del letto matrimoniale e lascio acceta l'abat-jour sulla scrivania. Chiudo gli occhi alla ricerca di un po di pace, ma tutto quello che trovo sono altri ricordi.



"Zayn, esco per un po" Dico con un filo di voce, diretta verso la porta.
Il moro è lì, sdraiato sul divano a guardare una qualche sitcom idiota. Ride spensierato, e quasi non si accorge di me. Meglio così. Esco a passo svelto da casa sua con il borsone in mano. Dentro ci sono un paio di vestiti, il pc e l'alimentatore del cellulare.
Starò via per poco, ne sono certa. Due o tre giorni al massimo. Serviranno per trovare di nuovo la mia tranquillità e la pace che tutti gli avvenimenti di questo periodo hanno fatto dissolvere.
Fuori ad aspettarmi c'è un taxi; metto la borsa sui sedili posteriori e prendo posto accanto al tassista.

"Dove andiamo, dolcezza?" Sbotta rude l'uomo di mezza età affianco a me. Sbuffo, e appoggio la testa al finestrino.

"Holmes chapel."

Il paesaggio invernale fuori è triste, proprio come me. Gli alberi sono spogli e innevati, le strade imbiancate, le uniche luci natalizie presenti nel quartiere sono messe a casaccio sugli alberi esterni mentre le case sembrano abbandonate.
Nessun bambino che gioca con la neve per strada, nessuna mamma che sgrida il figlio scappato fuori senza cappotto. Solo nebbia, neve e freddo.
Scendo dal taxi, prendo il borsone e do le 35 £ al conducente.
"Buone vacanze! " mi urla l'uomo dal taxi appena ripartito.
Sospiro, e stringo al petto la borsa come se fosse l'unica ancora che mi trattiene alla vita normale. "Magari, fossero buone vacanze. "

a passo mal fermo arrivo davanti al familiare porticato, e faccio il mio ingresso nell'atrio dell' albergo in cui sono stata l'ultima volta con Valerie quando Harry e Zayn vennero rapiti.
Prendo le chiavi per l'unica stanza disponibile, e mi trascino per il lungo e freddo corridoio. La camera è grande e il letto matrimoniale è a prima vista stupendo. Tutta la stanza è accogliente. Poggio il borsone sul letto e vado in bagno a sciaquarmi la faccia.
Guardo attentamente il riflesso della ragazza allo specchio: Occhiaie, occhi spenti e viso pallido. Ho proprio bisogno di un po' di pace, ma credo starei meglio con il ragazzo che amo qui accanto a me che mi massaggia la schiena dopo una giornata orribile.

Sono solo le quattro del pomeriggio, così prendo il cellulare ed esco fuori in giardino scavalcando direttamente dal balconcino in camera.
Il giardino è tale e quale a un mese prima: fiori freschi, curati e colorati, aiuole leggermente innevate e il gazebo con i rampicanti sulle colonne.
Mi siedo sotto la tettoia in legno bianco e prendo una rosa dal vaso in pietra li affianco. Ha un profumo magnifico.
Stacco una ad una tutte le spine, e la tengo in mano per un po'.
Il viaggio per Holmes Chapel mi è costato tre quarti d'ora, per cui manco da casa da poco più di un'ora. Zayn non si sarà ancora preoccupato.
Ho detto ad Ellie, Valerie e Annabel dove sarei rimasta. Ho avvisato la bionda di dire a Zayn che sono a casa sua perché ha bisogno di me, e che mi riavrà in poco tempo.
Prendo il cellulare salla tasca, e sblocco lo schermo. Un messaggio di Louis.

 "ehi compagna di mille avventure, mi aiuti ad organizzare un appuntamento perfetto con Annabel? Stasera alle 7 ci vediamo per la cena."

Sgrano gli occhi, e mi porto una mano al cuore. Salta tutto il piano in questo modo. Come faccio adesso? Louis dirà a zayn e gli altri che esce con Annabel, quindi io non le servirei a nulla. Cosa crederà zayn? Chiamo Ellie, ho bisogno di aiuto.
Come sempre, risponde al terzo squillo.

"Qui è Ellie."
"Ehi, El, sono Charlie. Mi è saltato tutto il piano." Racconto velocemente a Ellie cosa è successo, e le chiedo una possibile soluzione. Dopo qualche secondo di silenzio, mi risponde.
"Dirò a Liam di dire a Zayn che tu sei da noi perché dopo la rottura con Niall ho bisogno di conforto. dovrò spiegare a mio fratello dove sei e perché sei scappata, però. "
"Oh Ellie, sei il mio angelo custode. Grazie mille, ti adoro."
"Di niente Charlie. Tu invece? Tutto bene lì? " Sospiro, e prendo di nuovo la rosa rossa tra le mani.
"Mi mancate tutti, senza Zayn non so più stare."
"E allora torna qui di corsa, idiota!" Urla Ellie 
dall'altra parte del telefono.
"No, dài domani sera giuro che torno. Ma per stasera voglio stare un po per conto mio."
"Va bene allora. Ti lascio, è appena arrivato Liam. A dopo tesoro."

E mi molla lì, interrompendo la telefonata. Poso il cellulare in tasca, e mi sdraio sulla panchina.
Chiudo gli occhi, e cerco di liberare la mente il più possibile. Che freddo che c'è. Forse dovrei pendere una sciarpa. Ho un languorino. Credo che andrò a mangiate qualcosa. Ma non dovrei liberare la mente? Oh al diavolo. Mi sollevo e torno di corsa in camera.
Prima di entrare però ripercorro a ritroso il sentiero e prendo la rosa che avevo lasciato nel gazebo. È troppo bella e profumata.

                                                                     ***

Sono le due del pomeriggio quando apro gli occhi. È domenica, e ho dormito per 14 ore.
Wow, record. Mi sgranchisco gambe e braccia, poi torno a raggomitolarmi sotto le coperte. Non ho voglia di alzarmi, proprio per niente. Ma perché cazzo sono partita? Mi manca Zayn, mi manca Louis, mi mancano le ragazze. Interrompe i miei pensieri lo squillo del telefono della camera. Rispondo confusa, con la voce impastata dal sonno.

"Miss Smith, un ragazzo vuole vederla qui in reception. Dice di chiamarsi Liam."
E che cazzo ci fa Liam qui?
"Oh si, grazie. Lo mandi in camera." Chiudo la telefonata e scatto in piedi.
Corro al borsone sulla scrivania, tolgo la vestaglia rimanendo in intimo e indosso la prima maglietta e i primi pantaloni che mi si presentano davanti. Sento i colpi alla porta.
"Un secondo!" Urlo. Lego i capelli in una coda alta e vado ad aprire.
Liam è lì, alto, biondo, giaccone blu scuro sopra una camicia bianca e dei jeans scuri un po sbiaditi.

"Entra, non ti aspettavo." Dico facendogli spazio.
"Beh si, me ne rendo conto." Risponde con nonchalance. Si siede sul letto disfatto e comincia a guardarsi intorno.
"Che ci fai qui?" Chiedo, senza perdere tempo. Mentre aspetto che risponda vado in bagno e mi lavo la faccia e i denti. torno in camera a prendere la spazzola ma non la trovo in valigia. Intanto Liam, mentre io faccio avanti e dietro alla ricerca della spazzola e dei ferrettini, e lì seduto a fissarmi e a buttare giù qualche "ecco, io.." e "emh, in verità..".
A un certo punto due forti mani mi bloccano per le spalle e mi fanno ruotare su me stessa.

Senza che me ne renda neppure conto, Liam Payne ha incollato le sue labbra sulle mie.

Giusto il tempo di connettere il cervello che lo sto spingendo via da me. "Ma che cazzo fai Liam? Ti è dato di volta il cervello? Cazzo!" Urlo in preda al panico. 
Oh no, oh no. E quando lo scoprirà Zayn? Merda. Non si fiderà mai più di me. Porca troia.

"Mi dispiace.. anzi no, cazzo. Non mi spiace affatto. Ho una stramaledetta cotta per te da due anni ormai. Non te ne sei mai accorta, e io mi sono rotto le palle. Da quando c'è Zayn sei sempre col sorriso sul volto, ti ha riportata alla vita. Allora ho deciso di farmi da parte e mi sono messo con quella Loren. Odio quella donna. Non ha un cazzo in testa, pensa solo alle scarpe. Ma appena Ellie mi ha detto perche eri qui, sono saltato in macchina ed eccomi qui. Bisogna cogliere la palla al balzo, Charlie. Dimmi che non provi niente per me, e me ne vado. Ma pensaci bene."

Ho gli occhi fuori dalle orbite, e il cuore che batte a mille.

"Certo che no Liam, coglione, io amo Zayn! E ora fuori da qui, fuori dalla mia vita!" Urlo con tutta la voce che ho in corpo. L'ho ferito? Pazienza. In questo momento non me ne fotte un cazzo. Liam mi guarda sconvolto, con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati. D'un tratto indurisce la mascella e serra i pugni.
"Una volta non eri così. " sputa, uscendo fuori dalla stanza. Sbatte la porta dietro di sé e scompare nel lungo corridoio.
Ci metto qualche secondo a intendere quello che ha detto. Sono parecchio rincoglionita, si.
Uno scatto d'ira mi soinge a correre dietro di lui, cosi spalanco la porta.
"Perche Zayn mi ha resa migliore, stronzo!"


                                                                                                   *** 

Ellie mi ha detto che non avrei trovato Zayn a casa, in quanto era andato da Harry e Valerie a guardare un film.
Sono immobile davanti la familiare casa bianca e blu tutta su un piano, con il borsone ai piedi e il cuore in gola.
Spingo il pulsante del citofono e presto la voce di Valerie mi fa sorridere.
"Sono Charlotte."
Il cancelletto si sblocca ed entro, subito la porta si spalanca senza che io bussi e Valerie mi salta al collo.

"Bentornata amore mio."

Tre parole mi fanno accapponare la pelle, e sento che il mio viso è diventato del colore della carta. Zayn si avvicina per darmi un bacio, ma io lo blocco.
"Zayn, io.. ti devo dire una cosa." Sussurro con un filo di voce. Vedo gli occhi di Zayn incupirsi e sento di stare oer svenire. Valerie intanto ha raggiunto Harry infondo alla stanza. Prendo un grande respiro, e mi preparo a buttare fuori il discorso che ho preparato in taxi.

"In questi due giorni sono stata ad Holmes chapel, non da Ellie. Volevo stare un po da sola e ricordare chi sono io, chi è Charlotte. Ecco, il fatto è che qualche ora fa è venuto a tr
ovarmi Liam. Lui..."
Mi blocco. Non ce la faccio, i suoi occhi mi stanno perforando l'anima. Li sento bruciare, e so che non ne usciro indenne.

"Lui cosa." Dovrebbe essere una domanda, tecnicamente, ma suona più come un ordine, un comando, una minaccia.
Apro la bocca per rispondere, ma non ne esce nemmeno un suono. In men che non si dica Zayn mi spinge addosso al muro. Una forte fitta mi colpisce alla schiena, mentre mi accascio a terra.
Mi ha praticamente svuotato i polmoni.
Sento vagamente un urlo di Valerie, e vedo Harry bloccare Zayn. Abbasso lo sguardo, e tossisco. Mi rialzo, e punto i piedi a terra.
Fisso Zayn, che ormai al posto degli occhi ha due pietre infuocate, e percepisco una parte di me rompersi.

"Mi ha baciata." Butto lì, il più velocemente possibile.
Nel giro di dieci secondi succede il putiferio: Zayn fa due passi verso di me con fare minaccioso, e mi preparo per un possibile pugno.
Strizzo le palpebre e stringo i denti, come se mi avesse gia colpita. Ma Harry lo tiene bloccato per le braccia.

"Mi hai mollato qui come un coglione e te ne sei andata a fartela con Liam? Mi hai preso per una testa di cazzo, Charlie?"
Mi mordo la lingua, e cerco di non scoppiare a piangere.
"Non è andata cosi, credimi. Ha fatto tutto lui, mi ha presa mentre ero distratta. Lui non c'entra un cazzo con me, non c'entra un cazzo con noi!" Urlo, come se gridare lo aiutasse a capire.

"Tu non hai capito niente. Non c'è più nessun noi."

Zayn si libera dalla presa di Harry, e corre via sbattendo la porta. Valerie viene da me e mi stringe in un forte abbraccio, mentre bollenti lacrime mi rigano il viso.
Allora è questo che si prova, quando chi ami ti spezza il cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** capitolo 37. ***


capitolo 37- prima parte.
 







"Bel, hai saputo?" Mi chiede Louis dalla tromba delle scale di casa sua.

"Che cosa?" Replico avanzando verso di lui. Lo seguo fin dentro camera sua, e noto che il pavimento è praticamente irriconoscibile.
"Zayn ha lasciato Charlotte."
Sgrano gli occhi, e porto la mano alla bocca. "Ma sei serio? E perché?" Sbotto guardandolo confusa.

Louis annuisce, e si sdraia sul letto matrimoniale. MI sdraio accanto a lui, e sorrido quando allunga la mano alla ricerca della mia.
"Lei era andata a stare un po' in pace in un paesino vicino Manchester, ma Liam -il fratello di Ellie- l'ha trovata e credo le abbia dato un bacio." Spiega velocemente il biondo mentre fa incastrare le sue dita tra le mie.
"E Zayn come lo ha saputo?"
"Subito dopo l'accaduto Charlie è tornata di corsa e gli ha detto tutto."

"Mh, ti chiederei anche come l'abbia presa, ma posso immaginarlo dai racconti delle ragazze." Sbotto seccata. Da quello che so, Zayn non è la persona di cui mi fiderei mai. Passato da drogato, vandalo, criminale. Non capisco ancora come abbia fatto Charlie a fidarsi di lui, ad innamorarsi di lui.
"È vero, l'ha presa esageratamente male. Infatti è meglio se non lo vedo per qualche giorno. Però Charlie non è di questa prospettiva, vuole solo riconquistarlo o una minchiata del genere."
Faccio una mezza risata, e mi sollevo dal letto piazzandomi di fronte a Louis. Lui si mette dritto come me, e mi guarda dritta negli occhi.
"Io ti riconquisterei, se tu mi lasciassi." Dico sincera.

"Io non ti lascerei in ogni caso." Sussurra a un millimetro dalle mie labbra. Mi lascio travolgere dal bacio di Louis che mi sconvolge anche lo stomaco, e sorrido.
"Stasera c'è la tua mostra allora?" Chiede accarezzandomi la guancia.
"E me lo chiedi? L'hai organizzata tu a casa tua, scemo." Scoppiamo a ridere, e il Peter Pan davanti a me mi guarda con una finta aria di superiorità.
"Scemo a me? Come osi, plebea."
Mi tengo la pancia dalle risate, e lui mi si lancia addosso.




POV HARRY.



 "Ti va di fare un giro con me e Val stamattina?" Dico cercando di coinvolgere Charlie nella conversazione.
Alza la testa lentamente dal tavolo, e mi lancia un'occhiataccia.
"Okay, ho capito." Replico. Appoggia nuovamente la testa sul legno duro e chiude gli occhi.

"Però stasera c'è la prima mostra delle fotografie di Annabel, devi venire." Riprende Valerie poggiandomi una mano sulle spalle. Charlotte Sbuffa, e torna dritta.
"Ci sarò, per Anna. Sai se.."
"Si Charlie, c'è anche Zayn alla mostra." La interrompo con un tono secco e staccato. "E non capisco perché tu ancora ci pensi. Dai Charlie, ti ha trattata peggio della merda su di un marciapiede e tu ti preoccupi che possa non tornare più con te? Svegliati, e dimenticalo." Concludo.

Si solleva dalla sedia, e sporgendosi dal tavolo con tono minaccioso mi punta l'induce sul petto.

"Tu dimmi chi sei per dirmi quello che devo fare. Dimmi. Perché io non Sto qui a dirti come vivere la tua vita, come trattare Val, come usare un cazzo di preservativo. Non hai il diritto di parlare di me, e poi stai parlando male del tuo migliore amico. Non te ne vergogni?"
Sputa strizzando gli occhi.
La guardo stupito, e prima che possa fare qualcosa la blocco per le spalle.

"Se non l'hai ancora realizzato, sono io quello che ha bloccato Zayn prima che ti prendesse a botte!" Urlo scuotendola senza troppa forza.
Fa una smorfia, e si spinge via dalla mia presa.
"Adesso basta. Harry, forse è meglio se vai a trovare Zayn." Dice Valerie alle mie spalle.

"Si, forse è meglio." Aggiunge Charlie.
Esco dalla cucina nero di rabbia, e vado velocemente fuori casa con il cappotto in mano. Cerco le chiavi nella tasca ed entro in macchina.
Per fare il punto della situazione, devo trovare il mio migliore amico alquanto spericolato che strangolerei volentieri per aver quasi picchiato Charlie. Dove può essere?
Crede che la bionda l'abbia tradito, quindi è incazzato col mondo, in conclusione è andato a bere.
Metto velocemente il GPS verso l'unico bar di questa parte di città che resta aperto dalla sera alla mattina, e in dieci minuti sono lì davanti.

Posteggio l'auto e vado a passo fermo dentro al locale dal quale si diffonde quasi una nuvola di fumo. La prima cosa che vedo è un gruppo di ragazzi che fuma attorno a un tavolo rotondo, una donna di mezza età dietro a un lungo bancone amaranto e la sagoma di un tizio con una sigaretta in mano e una bottiglia di qualcosa nell'altra. Bingo.
Vado verso Zayn e gli strappo di mano la bottiglia trasparente prima che si accorga di me.
È troppo sbronzo per reagire in tempo reale, infatti si volta dopo almeno 5 secondi di ritardo. "Che vuoi amico?"
Biascica Zayn tra un singhiozzo e un altro.

"Alzati, ti porto a casa."
"Casa di chi?"
"Casa tua, coglione."
"E chi c'è a casa mia, Charlie?"
"No, è troppo impegnata a piangersi addosso per colpa tua."
"Io non ho fatto nulla, lei ha fatto la troia."

Senza pensarci allungo il braccio e gli lascio un pugno sullo zigomo.


                                                                                               ****


Spalanco le finestre in camera di Zayn e lascio che cambi un po' l'aria.

"Ma che ore sono..?"

"Le sette, tra un'ora dobbiamo essere a casa di Louis. Vedi di sbrigarti o vado a prendere un secchio d'acqua."
Lascio Zayn con queste parole e gli preparo un pantalone nero e una camicia bianca da indossare, davanti alla porta.

"Si può sapere che ti prende adesso?" Mi urla dietro Zayn seguendomi a passo lento.

"Succede che sono stufo di farti da babysitter. Io sono cambiato per Valerie, ma tu non sei cambiato per Charlie. Lei ti ama davvero, ti ama fin troppo. Sei tu che non la meriti, e ora vestiti che tra mezz'ora andiamo da Louis. Ci sarà anche lei."
Sbatto la porta in faccia al moro mezzo addormentato e corro velocemente giù per le scale, mi butto sul divano e cerco di calmare i nervi.

Noto sul tavolino una specie di libro enorme. Lo prendo, e leggo sulla copertina "Zayn & Charlotte". Insisto per qualche secondo sull'incisione della copertina, poi inizio a sfogliare le pagine di carta velina. Sono tante foto scattate probabilmente durante la stessa giornata, e alla fine dell'album, in basso, vi è un'altra inscrizione.
La leggo a occhi sbarrati, poi chiudo velocemente il libro sentendo la porta della camera di Zayn aprirsi.
Raccolgo il cappotto dall' appendiabiti ed esco di casa.

"Ti aspetto li!" Urlo, prima di chiudere la porta.



POV Charlotte.




 Ho accettato. Ho accettato la proposta di Valerie e sono venuta a questa mostra da Louis.
Il patto era "
se Zayn ti guarda, ti si avvicina o altro, tu lo perdoni per quello che ti ha fatto e lui ti perdonerà per quello che non hai fatto."
Ho accettato solo per questo, e per la faccia da cucciolo che mi ha fatto per le ultime due ore. Lei però non sa quale sarebbe la conseguenza di un rifiuto da parte di Zayn, non sa che ho appena salvato in rubrica il numero dell'uomo di Los Angeles che sta cercando di affibbiarmi la casa di nonna Des.



"Beh, che ne dici?" Annabel mi compare alle spalle tutta pimpante nel suo abito lilla con applicazioni "brillanti", come le ha chiamate lei.
In realtà sono solo degli strass argentati sulla gonna.
"Le foto sono fantastiche Anna, davvero stupende." Dico con finto entusiasmo. La bionda sbuffa, e si siede affianco a me sul bracciolo della poltrona dove sono felicemente accomodata.
"Oh andiamo Lottie, non puoi abbatterti così. È una bella serata, è pieno di bei ragazzi che non conosco ma che ad occhio e croce hanno la nostra età, e il tuo ex ragazzo innominabile in questo momento sarà a fare quello che gli riesce meglio, ovvero il coglione. Apri gli occhi: c'è il mondo davanti a te, ma non vuoi scoprirlo."
Ascolto rapita le parole di Annabel, poi presa da uno sprint sconosciuto mi alzo e sistemo la gonna nera e la camicetta bianca al suo interno. Passo una mano tra i capelli biondi, più lisci e ordinati del solito, e cerco uno sguardo rassicurante da parte della bella italiana.
"Vai e spacca tutto."
Rido, e le faccio l'occhiolino. In fondo ha ragione: si vive una volta sola, e di sicuro un amore durato 4 mesi e finito male non può distruggerti la vita.
Lancio un'occhiata alla gente attorno a me: c'è un bel gruppo di ragazzi che chiacchierano attorno alla foto di un tramonto, ma noto che probabilmente sono quattro o cinque anni più grandi di me.
Vado avanti con lo sguardo e incontro un paio di occhi color ghiaccio.

Improvvisamente mi sento a casa, accolta da quei capelli biondissimi e da quegli occhi gelati ma così caldi al tempo stesso. Gli vado incontro prima quasi a rallentatore, poi percorro gli ultimi due metri con un balzo per finirgli quasi in braccio.
"Oh, Niall."
Il biondo mi accarezza la schiena mentre mi stringe forte a sè, e per un attimo sono tentata dall'idea di rimanere e non partire più.
In un nanosecondo però, i ricordi del giorno del precedente e gli occhi di Zayn quando mi ha annunciato la nostra rottura definitiva, mi soffocano.
Quasi scoppio a piangere, così nascondo il viso della spalla di Niall.

"Charlie.. Non ti voltare."

Come per magia, il dolore di prima è scomparso completamente lasciandomi nello stomaco la sensazione che si prova quando il ragazzo per cui hai una cotta madornale ha appena fatto il suo ingresso in sala. Faccio di tutto per voltarmi il più velocemente possibile, ma le braccia dell'irlandese mi tengono stretta da togliermi il respiro.

"Niall, lasciami." Sussurro minacciosa.

"No. Assolutamente no. Ti farai solo del male."

Queste ultime parole sono la ciliegina sulla torta, così, presa da una forza improvvisa, pizzico la schiena a Niall che contraendosi per il dolore        -che femminuccia- mi libera. Ovviamente mi volto all'istante. Non l'avessi mai fatto.
Ora è come se il ragazzo per cui ho una cotta madornale ha appena fatto il suo ingresso in sala.. a braccetto con un'altra ragazza.
È sempre lui, un Dio greco in camicia e jeans scuri. Continuo ad osservarli ignorando le fitte al cuore, e noto che Zayn ha una specie di livido sotto l'occhio destro.

"Deve essere stato Harry." Dice Niall, come se mi avesse letto nella mente. Zayn non mi ha ancora vista, così prima che si accorga di me torno a guardare quegli occhi ghiacciati.
"Lo hai visto in giro per caso?" Gli Chiedo, sorridendo timidamente come se non avessi nulla per cui piangere e disperarmi fino alla fine dei tempi.

"Lui e Valerie sono tornati a casa perché aveva mal di stomaco, ed era preoccupato per lei."

"Oh, allora vado da loro. torno il prima possibile, non preoccuparti." Niall annuisce poco convinto, e per migliorare la situazione lo abbraccio un'ultima volta e gli lascio un bacio sulla guancia.

"Ti voglio bene." dico, col cuore in mano.

"Ti voglio bene anche io, Ally." Risponde mostrando uno dei suoi migliori sorrisi.


Corro lontano da Niall e da Zayn, e arrivo di fronte a Annabel e Louis che si baciano sereni in mezzo alla folla.
Tossisco appena per essere notata, e i due scoppiano a ridere.
"Vi volevo salutare, devo andare da Valerie perché sta poco bene. Ma ci rivediamo, promesso!" Dico velocemente prima che possono ribattere qualcosa. Abbraccio entrambi allo stesso tempo, poi sussurro a Louis: "non farle del male."
I due mi sorridono, Louis leggermente rosso in viso, e sembrano il ritratto della felicità fatta persona.

Al piano superiore cerco Ellie, e la individuo immediatamente grazie ai suoi lunghi e bellissimi capelli scuri.
"Els!" Le urlo da lontano. Non mi sente per la musica alta e il chiasso della gente, così vado verso di lei e la abbraccio da dietro facendola spaventare.
"Migliore amica di sempre, Sto andando da Valerie. Ci rivediamo pre-"

"Allora vai a Los Angeles?" Mi interrompe, mantenendo il solito sorriso entusiasta sul volto.

"E tu che ne sai?" Chiedo sbalordita.

"Niall non tiene alcun segreto con me." Sorrido, e prendo l'impeto di abbracciarla stretta.

"Mi mancherai come mi manca l'ossigeno proprio adesso, patata." Sorrido, e mi mordo il labbro inferiore per non piangere.

"Tu non mi mancherai, perché so che sarai comunque con me. E poi c'è Skype." Scoppiamo a ridere, e dopo un ultimo abbraccio scappo via.
Mi volto come nei film drammatici, e la vedo asciugarsi gli occhi evitando la linea di matita nera più grossa del solito.
Le faccio "ciao" con la mano, poi scappo seriamente cercando di memorizzare come in un rebus tutto quello che sono i miei migliori amici, la mia vita, la mia famiglia.

Sono quasi davanti al portone, quando il ragazzo che mi ha spezzato il cuore in mille pezzi mi incatena a sè con lo sguardo più profondo e triste che abbia mai visto in vita mia.
Continuiamo a fissarci, e finalmente penso "ora viene qui e mi bacia, ora viene qui e mi bacia, ora viene qui e mi bacia. Così potrà tornare tutto come prima e faremo l'amore tutta la notte."
Poi però, per come ha scelto il destino, il moro si volta dall'altra parte e finge una risata verso la ragazza con cui sta conversando.
Allora è così che doveva andare.

È arrivato il momento di scappare dai problemi e dai ricordi, e di vivere la mia vita.








 
So benissimo di essere in ritardo, e vi chiedo davvero scusa.
Ma tra le vacanze, la famiglia, il trauma di ricominciare la scuola
e soprattutto le interrogazioni più dure della mia vita,
non ho avuto il tempo necessario per scrivere questa cacatina.
Non mi piace in realtà, credo sia più che altro un capitolo necessario 
e di passaggio. Il vero capitolo arriverà quando pubblicherò

la seconda parte.
Ricordatevi che amo tutte voi che avete recensito
la storia in generale, che l'avete messa tra
preferite-ricordate-seguite (ben 64!)
Vi amo da morire.
Baci,
Vale xx

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** capitolo 38. ***



 
What now? I just can't figure it out 
Eccomi, dolcezze.
Siamo finalmente giunti al -purtroppo si- ultimo capitolo.
Magari nemmeno ve lo aspettavate, ma siamo al capitolo 38
e prima o poi la FF sarebbe dovuta finire.
ci sarà ancora l'epilogo, quindi ora 
godetevi il capitolo, e buona lettura!
vi amo tutte.
Vale xx

 
 
 
 
Capitolo 38, seconda parte-




Abbasso il capo, e sbatto ripetutamente le palpebre per evitare alle lacrime di soffocarmi.
Allungo il braccio per aprire la porta, e scappo via come se non ci fosse un domani per farlo. Non prendo alcun taxi, non prendo nessun autobus. Semplicemente prendo a correre verso casa di Valerie e Harry, i due a cui devo di più, i due a cui devo chiedere scusa per tutto.
Mentre corro sento il vento gelido di metà gennaio accarezzarmi il viso e le gambe nude, mi accarezza i capelli ridotti a un groviglio disordinato, congela le lacrime sulla mia fredda pelle.
Mi chiedo anche, perché sto correndo?
E mentre me lo chiedo comincio a rallentare, rallento fino a tornare immobile. Semplice, corro perché ho fretta.
Ho fretta di andare via da tutto, fretta di lasciarmi questa parte di vita alle spalle, fretta di buttare nel cesso 10 bellissimi anni di vita con tutti i miei migliori amici, con la mia vera famiglia, buttare nel cesso gli ultimi 4 mesi, i più belli di tutta la mia esistenza.
Riprendo a camminare, coprendomi con le braccia dal freddo pungente.
Come ho fatto a rovinare tutto anche sta volta? Come ho potuto mandare tutto all'aria dopo aver ricevuto così tanto? Ho perso tutto quello che mi è più caro al mondo, oltre alla mia famiglia. Complimenti Charlie, davvero molto brava.
Arrivo presto di fronte alla familiare villetta bianca a schiera, suono al citofono e in pochi secondi sento il rumore del cancello scattare. Prima di bussare alla massiccia porta nera prendo un bel respiro, e mi preparo psicologicamente all'ennesimo addio.

Ad accogliermi c'è il dolce ragazzo dai capelli ricci e gli occhi smeraldo. Mi molla uno sguardo freddo, ma si affievolisce non appena nota come sono ridotta. Le lacrime fresche sul viso, gli occhi che bruciano, e soprattutto: sto congelando.
"Charlotte. Che ci fai qui? Si congela fuori, vieni dentro!" Mi urla, e fa per trascinarmi in casa.
Io però lo blocco per le braccia, di fronte alla sua faccia confusa.
"Ti devo chiedere scusa prima. Scusami davvero Harry, sono stata un'egoista, una stupida, una stronza, chiamami come vuoi ma ho fatto davvero schifo come amica. Ho esaurito il tempo per farmi perdonare ormai, ma non è mai troppo tardi per chiedere scusa dei propri errori, non credi anche tu? Sei la persona più dolce del mondo, capace di fare di tutto per la ragazza che ama fino alla fine. Quindi scusami ancora, anche se sarà la tredicesima volta che lo ripeto."

Attendo con ansia una sua risposta, col cuore che batte alla velocità della luce e le mani sudate nonostante il freddo londinese. Sembra che sia in corso un esame, invece sto aspettando che uno dei miei migliori amici solo accetti le mie scuse.

"Vieni qui." In un baleno mi ritrovo tra due forti braccia che mi stringono infondendomi calore.
Sento che scoppierò a piangere da un momento all'altro, e prendo a mordermi le labbra. L'abbraccio più bello della mia vita, il più atteso e il più doloroso allo stesso tempo.


 
****

 
"Non puoi dirmi che non tornerai più. Charlie, questa è casa tua. Ci siamo noi qui, non posso credere che tu stia mollando me incinta di 3 mesi come se niente fosse. Ho bisogno di te, tutti qui abbiamo bisogno di te!"

Abbasso lo sguardo, incapace di reggere i dolci occhi verdi di Valerie, che al momento mi infondono solo paura e pentimento.

"Forse avrai anche ragione, Val, ma non sono in grado di restare qui per un altro giorno. Tu dici di avere bisogno di me, ma se ci pensi bene non è affatto vero: hai Harry, che ti ama così tanto. Hai Ellie, che ti vuole un bene dell'anima. Hai Annabel, che sono sicura sarà per tutti una fantastica amica."
"Ma non centra questo, come facciamo a stare senza di te, me lo spieghi?" ribatte, testarda come sempre.

"Val, adesso basta. Louis ha Annabel, Annabel ha Louis. Tu hai Harry, Harry ha te. Niall ha Ellie, perché sono certa che tutto si sistemerà tra i due, Ellie ha Niall, te e tutti gli altri."

"Ma tu, tu chi avrai a Los Angeles?" Chiede Harry, intromettendosi nel discorso.
Torno a martirizzare le mie povere mani, sentendo un amaro groppo in gola ingigantirsi sempre di più.
"Io.. avrò me stessa. Mi sono sempre bastata, lo sai questo."

"Lo so che stai pensando a lui." Afferma convinta Valerie con una nota di pena nella voce. Assumo una faccia mezza sconvolta, e comincio a boccheggiare a vuoto. Sospiro, e rilasso le spalle appoggiandomi alla rigida poltrona.
"Zayn avrà il sostegno di tutti voi."
"Basta Charlie, non riesco a rimanere qui ascoltandoti mentre mandi all'aria tutta la tua vita a causa di un ragazzo che ti ha mollata. Hai gettato la spugna? E il tuo sogno di diventare un'artista londinese? Cazzo, apri gli occhi!"
Urla Valerie saltando in piedi. Resto a fissarla sconvolta seriamente, e cerco anche il sostegno di Harry che è rimasto seduto sul bracciolo del divano dritto di fronte a me.

"Io non posso credere che tu mi stia trattando in questo modo proprio adesso. Ma non capisci? Voglio essere felice, porca troia! Voglio svegliarmi la mattina pensando di essere nel posto giusto, in pace con me stessa e col mondo! Voglio essere all'altezza di chi mi circonda, non ridicolmente inferiore! Voglio essere una Charlie col sorriso sincero stampato in viso ogni giorno, ma se rimango qui sarò solo una Charlie che si nasconde dietro a falsi sorrisi, falsi impegni e che piange dalla mattina alla sera. Perché è questo che facevo, e questo quello che ho sempre fatto. Sono pienamente cosciente della mia scelta, quindi puoi accettarla o no, non mi interessa. Solo.. credevo che mi avresti supportata, mi avresti abbracciata e avresti pianto le ultime lacrime con me. Ma per la millesima volta, ho toppato alla grande. Ora vado, devo ancora prenotare il volo."

Schiarisco la voce come a ricompormi dal discorso urlato alla povera Valerie, rimasta li a fissarmi come un'ebete. Cammino a passo malfermo verso il portone di casa, sperando che qualcuno mi fermi. Sento una mano calda stringermi il polso, mi fermo senza voltarmi.

"Voglio solo che tu sia felice." Sussurra Valerie dietro di me.

Senza pensarci le salto addosso, stringendola in un abbraccio con la A maiuscola. Una o due lacrime scappano dal mio controllo, e lascio che sia la rossa ad asciugarmele.

"Ti rivoglio qui per il diploma. Oh, e per la nascita del piccolo!" Scherza Valerie, già euforica. "Nessun problema. Sarò qui a tenerti la mano, non credo Harry se la senta." Ridacchio, e lancio uno sguardo scherzoso al riccio. Con mia sorpresa, lo ritrovo serio e con lo sguardo basso.
"Oh, Harry... mi mancherai da morire, testone." Gli vado incontro per un'ultima volta, lasciando che mi stringa in un forte e caldo abbraccio. Mi accarezza la schiena, e mi lascia un bacio sulla spalla.
"Vi voglio bene ragazzi."
Sorrido amaramente, e senza voltarmi, richiudo il portone lasciandomi tutto alle spalle.


*****

 
Saranno anche le tre di notte, ma di dormire non se ne parla neanche. Ho già prenotato il biglietto: parto tra esattamente 9 ore, alle 12 del mattino. È da quando sono tornata a casa mia che mi sento una merda, una fallita. Sono uno schifo, mi faccio schifo e me lo merito.
Non sono neppure in grado di fare i bagagli.
Finora sono riuscita a raccattare qualche maglione e piegarlo ordinatamente in una delle due valigie che mi so portando dietro. Una è molto grande, l'altra è quasi un trolley. Ho riservato quella piccola a tutti i ricordi, anche se avrei preferito bruciare tutto e dimenticare.
Senza pensarci però, apro l'altra anta dell'armadio e prendo tutte le grucce alle quali sono appesi i miei pochi abiti. Il maglione a righe bianco e blu, regalatomi da Louis al mio diciassettesimo compleanno;
Il gilet nero di pelle, mai messo in vita mia, regalo di Valerie per il mio onomastico. I soliti maglioni tanto consumati, quelli che ho indossato senza riflettere ogni giorno sin'ora.
Poi mi capita tra le mani quel morbidissimo cardigan di lana bianca, sorpresa di Zayn detta da lui come "premio del giorno, come nei videogames!"
Rido, ricordando come il moro vivesse la sua vita con me come un percorso senza ostacoli.
E' stato capace di compiere tutta la strada tenendomi per la mano, evitando ogni ostacolo. Il problema, adesso, è che sorvolando tutti quei piccoli ostacoli in pista se ne è creato uno bello grande prima del traguardo.
Chiudo la valigia sentendo una strana sensazione dentro, come se stessi dimenticando qualcosa.
Oh, dimenticavo: ho molta altra roba a casa di Zayn.

Ammetto che tornare a casa del ragazzo da cui sto scappando e un po' una cosa stupida, ma infondo infondo non mi dispiace affatto.
Così prendo le chiavi, il cappotto ed esco di casa diretta dove tutto ebbe inizio.


Quando apro il portone di casa Malik una folata di aria calda mi stravolge, quasi soffocandomi. Sento nell'aria il suo profumo, quel fottuto aroma di Marlboro e Colonia uniti in un'armonia perfetta. Controllo velocemente se Zayn si trova nelle stanze del piano di sotto, ma non lo trovo.
In compenso, sento un nitido russare dal piano di sopra. Salgo le scale a passo felpato, attenta a non fare rumore.
Noto con piacere che la porta di camera di Zayn è spalancata, ma dentro non vi è nessuno.
Mi basta voltarmi verso il lato opposto, per intravedere due corpi nudi divisi solo da un sottile lenzuolo bianco, dormire beatamente nel letto di Harry. Sono quella ragazza della "festa" e Zayn. Il mio cuore perde un battito. Anzi, dire che ne perde solo uno è un eufemismo.
Molto in fretta entro in camera di Zayn, cercando di dimenticare la scena vista subito prima.

Nella stanza ancora aleggia nell'aria il mio odore: l'aroma di pesche del mio bagnoschiuma. Il preferito di Zayn. Scuoto la testa, e apro lentamente l'armadio attenta a non fare troppo rumore. Il profumo di Zayn mi investe, dandomi quasi il voltastomaco. Prendo i miei unici abiti dall'armadio, e prima di richiuderlo prendo una felpa di Zayn. Spero solo che non se ne accorga. Da subito la indosso, e già mi sento più protetta.
Voltandomi verso la porta per uscire mi cade l'occhio su un foglio accartocciato a terra. Lo raccolgo, e una brutta sensazione mi pervade.
Con mani tremanti srotolo la carta, e vedo una specie di ritratto completamente distrutto.
Una grossa linea nera lo taglia a metà, spezzando il corpo della ragazza del disegno. Poi però un piccolo dettaglio attira la mia attenzione: una cicatrice sulla spalla della ragazza.

Ma quella sono io.

Sento una grossa lama trafiggermi il cuore, e so che di li a poco scoppierò a piangere. Invece mi siedo alla scrivania, ancora col foglio in mano, e lo giro dal lato pulito e non scritto.
Cerco di distendere il più possibile la carta, e prendo una penna, un respiro profondo, e raccolgo i miei pensieri buttandoli giù sul foglio.


"Non metterò alcun "caro Zayn" all'inizio di questa lettera, perché sarebbe pura e inutile formalità tra due persone che si sono donati l'un l'altro. Sono qui a dirti non che è stato tutto uno sbaglio, tutto un malinteso, perché a questo punto è una cosa a dir poco fuori luogo.
Si, perché quello sguardo che mi hai donato quando mi hai praticamente detto addio, me lo hai impresso nel cuore, anzi: nell'anima.
Sono qui semplicemente a parlarti col cuore in mano per l'ultima volta. È strano, perché qualche giorno fa avrei immaginato oggi come un alto giorno da vivere con la persona che amo, la persona alla quale avrei potuto donare la vita stessa senza battere ciglio.
Invece ora sto qui a piangere e a bagnare questo pezzo di carta con le lacrime che credevo non avrebbero mai più rigato il mio viso dal tuo incontro.
Ne abbiamo passate tantissime insieme, davvero tante.
Le litigate, i fraintendimenti, i momenti da amici e i momenti da nemici, il primo appuntamento, il primo bacio, l'amore per la prima volta, quando c'è stata di mezzo la tua vecchia vita a Bradford, quando siamo volati a Parigi, quando ci siamo detto quel per sempre che ora mi mangia dentro, il per sempre che ora mi impedisce di rimanere qui e continuare questa inutile vita, senza di te.
E bene si, Zayn, non potrei mai immaginare di stare qui a vivere nel grigio più totale, come facevo prima di averti, ora che mi hai mostrato i colori più belli e brillanti che potessi sperare di vedere. Mi hai insegnato cos'è la felicità, e te ne sarò grata fino alla fine dei miei giorni; mi hai fatta sentire amata come non mai, e io dal mio canto ti ho mostrato come si ama.
Già,perché credo che sia l'unica cosa che non eri capace di fare, e sono così fiera di te. però anche sta volta l'allievo ha superato il maestro.
Ti ho fatto stare male, ti ho dato il dolore che non meriti. Ed è per questo che ti chiedo scusa, di certo non per il bacio datomi da Liam.
Ho capito, però, che la tua vita sarà decisamente migliore senza di me come peso. Hai sempre aspirato alla libertà, e purtroppo per qualche tempo mi sono convinta che tu potessi amare la vita con me, la vita "di coppia". Mi è bastato sommare i fatti alle tue parole.
Me lo dicesti chiaro e tondo a Parigi che non credevi saremmo durati a lungo, nonostante la sera prima mi giurasti che avremmo passato la vita intera insieme, ad amarci. Sei sempre stato titubante nel concederti a me, nel svelarmi tutto il tuo passato, nel farmi comprendere chi è il vero Zayn.
È per questo che sono partita e mi sono allontanata -anche solo per due giorni- da te. Sono scappata per riflettere, per capire se era questa la vita che volevo, per capire se eri tu quello che sarebbe rimasto al mio fianco per sempre. È stato Liam a farmelo capire, e ammetto di essermi sentita una grande stupida: mi sono dovuta allontanare da te per rendermi conto che tu sei tutto quello che voglio.
So che dovrei parlare al passato, ma ci vorrà parecchio tempo per abituarmici.
Sei il mio tutto, lo sei ora come lo eri prima, e come lo sarai sempre. Hai rubato il mio cuore, lo hai guarito da tutti i dolori della vita che ho affrontato da sola, poi lo hai fatto tuo. Sarà tuo anche domani, quando ci troveremo in due continenti separati.
Sai, oggi sono 4 mesi esatti che ci conosciamo, e in questi quattro mesi sono cambiata. Cambiata in meglio.
Mi hai reso una persona di gran lunga migliore Zayn, e spero di aver fatto lo stesso con te. Forse non ti dimenticherò mai, forse si.
Ma tu dimenticami. Dimenticami al più presto. Probabilmente lo hai già fatto, visto come sei corso da un'altra ragazza. Non me la prendo con te per questo, come non me la prendo con te di nulla.
Ti auguro tutta la felicità di questa Terra, e ricorda: Meriti l'amore che mi hai dato, e anche di più se è possibile.
Ama, Zayn. Non chiuderti in un guscio come hai sempre fatto, ti chiedo soprattutto questo.
Ama con tutto il tuo cuore.

Tua per sempre, Charlotte. "



Con cura ripiego il foglio, e lo poggio sul tavolo. Mi alzo dalla sedia, asciugo alla bell'e meglio le lacrime che mi inondano il viso ed esco dalla camera dai mille dolorosi ricordi.

Prendere un aereo non è mai stato così duro, ed è la centesima volta che me lo ripeto.
Prendo posto nei sedili liberi, e da subito allaccio la cintura, metto le cuffie dell'iPod nelle orecchie e chiudo gli occhi. Mentre l'aereo decolla una lacrima scappa via dal mio controllo per l'ennesima volta nel giro di due giorni, e senza neppure asciugarla premo play nella playlist dell' iPod e la melodia di What Now mi culla.
Addio, Londra.


POV Zayn.


Faccio giusto in tempo a leggere la firma di Charlotte in fondo al foglio, che mi precipito in auto diretto all'aeroporto.
Che cazzo hai fatto, Zayn? L'hai distrutta per l'ennesima volta, l'hai spezzata.
Si è addossata tutta la colpa che non ha mai avuto, ed è andata via da me.
Prendo il cellulare e digito il numero di Harry.

"Dimmi" risponde subito il riccio, con il solito tono spensierato.

"A che ora parte Charlie?" Chiedo precipitosamente, non scandendo bene neppure le parole.
Un attimo di silenzio regna dall'altro lato del telefono, e per un attimo penso davvero di aver fallito un'altra volta.

"È troppo tardi, Zayn."

"No, cazzo! Non è mai troppo tardi, vaffanulo!" Urlo in preda al panico.

Chiudo la chiamata in faccia a Harry, metto la quinta e vado il più velocemente possibile verso l'entrata dell'aeroporto. Nemmeno spengo il motore; lascio anche le chiavi nella toppa dell'auto ancora aperta e corro all'interno dell'enorme edificio senza curarmi di chi mi fissa.
Arrivo senza fiato di fronte al cartellone dei voli di oggi. Alterno uno sguardo attorno a me alla ricerca degli occhi verdognoli, del viso perfetto dalla pelle di porcellana e della bionda chioma tanto amati, e uno sguardo al cartellone.
Appena leggo la scritta "Londra- Los Angeles", sento il cuore partire al galoppo.
Sposto lo sguardo a destra e a malincuore leggo la scritta "PARTITO".
Mi cedono le gambe, e mi ritrovo inginocchiato a terra, il cuore a pezzi, e sul punto di scoppiare in lacrime.

L'ho persa.








 

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** capitolo 39. ***





 
"Un bel giorno la Follia chiese ai suoi amici
Amore, Timidezza, Curiosità e Rabbia di giocare con lui a nascondino.
Il primo ad essere trovato fu la Curiosità,
curioso di scoprire chi sarebbe stato preso per primo.
Il secondo fu la Rabbia, che sbraitò arrabbiato per aver perso.
Il terzo fu la Timidezza, che arrossì per essere stato trovato dalla Follia.
Quest'ultima non riusciva a trovare l'Amore da nessuna parte,
così con un bastone in mano cominciò a cercarlo in un roseto.
D'un tratto senti un urlo: l'Amore piangeva, perché il bastone della Follia
aveva colpito i suoi occhi.
La Follia, in preda al panico, chiese scusa insistentemente all'amore,
e gli promise che lo avrebbe sempre accompagnato per farsi perdonare.
Da quel giorno l'Amore è cieco, e la Follia lo accompagna sempre."





 
4 mesi dopo.



Era notte fonda quando ricevetti la telefonata.

"-Pronto?- risposi al cellulare con voce impastata dal sonno, con ancora gli occhi chiusi.
-Charlie sono io, Harry. Ho una notizia fantastica.- disse Harry evidentemente entusiasta.
Nonostante fossero passati 4 mesi da quando non sentivo il moro dagli occhi color caramello, la prima cosa che pensai fu "mi rivuole con sè."
Il mio cuore fece una doppia capriola, e attesi con ansia una sua replica.
-Il dottore ha detto che ricovereranno Valerie domani. Le faranno tutti i controlli, e diranno quando potrà tornare per il parto!- esclamò agitato Harry. La piccola nuvoletta di speranza che avevo su una possibile chiamata di Zayn non volo via.
Anzi, si fece piccola piccola e tornò a nascondersi affianco al mio cuore ancora a pezzi.
-è fantastico Har. Prenoto subito il primo volo per Londra.- dissi sinceramente felice per loro.
-Okay, lo dirò a Val. Tu come stai?- chiese il riccio, cambiando improvvisamente umore.
Sospirai, è presi ad attorcigliare una ciocca di capelli biondi attorno al dito.
-Me la cavo. Sai, mi sono diplomata.- dissi, senza peli sulla lingua.
Era accaduto tre giorni prima. Avevo passato tutti e sei i mesi lontana da tutti, segregata in casa a studiare, non ero uscita nemmeno una volta, non avevo arredato casa di nonna, lasciandola così come lei l'aveva lasciata, non avevo fatto amicizia, ero solo riuscita a riallacciare i rapporti con Noah e Tim, miei vecchissimi amici. L'esame era andato bene, e non avevo avuto la minima titubanza fino alla fine.
Stare a Los Angeles da sola mi aveva insegnato a contare su me stessa, a fidarmi di me, mi aveva resa indubbiamente più forte e intraprendente, ma dentro rimanevo la ragazza spezzata che ogni notte sogna il ragazzo che le ha rubato e spezzato il cuore, e piange stringendo il cuscino al petto.
-Scherzi vero? E non ci hai avvertiti? Racconta dai!- disse Harry stupito.
-Anche se vi avessi avvertiti non sarebbe cambiato nulla. Tu e Valerie non sareste venuti per proteggere il bambino; Ellie, Niall e Liam stanno dando il massimo per gli ultimi esami; Louis e Annabel sono in vacanza a Barcellona da due settimane, e.. lui non sarebbe di certo venuto. Avevate tutti un motivo valido.- risposi schietta al riccio, alzandomi dal morbido letto matrimoniale della nonna e dirigendomi in cucina a prendere un bicchiere di succo d'arancia.
-Beh ma..- cominciò Harry, ma lo interruppi sul nascere. Non c'era nulla da aggiungere.
-Tranquillo Harry. Ve l'ho già detto: mi basto da sola, e ho affrontato l'esame a testa alta, ho preso il diploma e ho già inviato il mio portfolio all' Art Accademy. Voi invece? Gli esami?-
-Oh, io non me ne preoccupo più di tanto. Valerie mi ha aiutato un sacco, e quello che mi è entrato in testa della mia tesi è rimasto ben fisso li. L'esame è domani comunque, alle undici comincia Ellie, subito dopo Niall e due ore più tardi ci sono io. Liam invece lo ha già fatto, ed è andato alla grande.- aggiunse prendendomi in contropiede
-Uh, non lo sapevo. Però sarò lì a sostenervi. Ma Zayn?- chiesi cercando di mantenere la voce ferma.
-Zayn non lo si vede da un mese a questa parte. Ha l'esame domani alle 9 credo. Non risponde alle chiamate, e quando lo fa risponde telegraficamente con un si o un no. So solo che studiare per lui non è mai stato così difficile da quando..-
lo interruppi bruscamente, non volendo sentire quelle parole.
-Ho capito, Harry. Non c'è bisogno che me lo ripeti ogni volta che parliamo.-
-Ma Charlotte, devi affrontare queste parole: a Zayn manchi. Manchi come l'aria che respiri, manchi come..-
-Ciao Harry, a domani.- Chiusi la telefonata senza attendere una sua risposta, sfoggiando tutto il mio dolore.
Per andare avanti non dovevo più guardarmi alle spalle, ma parlare con i miei migliori amici su Skype o per telefono era sempre più difficile. Continuavano a dirmi quando Zayn stesse male senza di me, e boiate simili.
Se a Zayn mancassi sul serio, mi scriverebbe o qualcosa del genere, e di certo non mi avrebbe abbandonata a me stessa in America, non mi avrebbe fatta salire su quell'aereo quattro mesi fa, non mi avrebbe lasciata.



Ora sono qui a Londra, nella mia terra, nel posto che mi mancava da morire, e che mi mancherà il doppio una volta tornata a casa.
Prendo il mio bagaglio a mano e comincio a trascinarlo con me per tutto l'aeroporto, passo i controlli ed esco dall'uscita principale.
Il cielo è azzurro e stranamente limpido, il sole splende e c'è una leggera brezza estiva.
Tolgo il foulard dal collo e lo accartoccio mettendolo in borsa, sposto le ciocche cadute sul mio viso e lascio cadere liberi i capelli sulle mie spalle, così da rendermi presentabile.

Sono le 7 del mattino, il che significa che tra 3 ore la mia migliore amica affronterà l'ultimo esame prima del diploma.
Sorrido all'idea della faccia che farà, quando mi rivedrà fisicamente dopo quattro mesi. Il patto era quello infondo, tornare per il diploma e la nascita della piccola di Valerie e Har. Si, una bellissima bambina. Me lo sento, con gli occhi verdi e i capelli rossicci, il prototipo naturale della ragazza più bella del mondo.
Valerie era stata costretta dalla madre a lasciare la scuola quando le disse di essere incinta.
Ricordo ancora la sua chiamata su FaceTime, quando sussurrò con voce spezzata e occhi spenti

"Non credevo che deludere mia madre ancora mi avrebbe fatto male, ci ero abituata. Ma quando mi ha vista col pancione ho visto nei suoi occhi la delusione, il suo disprezzo nei mie confronti. Avrei preferito morire in quell'istante, poi però un giovane e forte uomo mi si è avvicinato da dietro, mi ha stretto la mano e ha sussurrato un "va tutto bene." È bastato quello, Charlie. È bastato quel piccolo gesto e quelle tre parole a farmi sorridere di nuovo. Sono la persona più fortunata del mondo, ma solo quando Harry è con me e la bimba.
A proposito, è una femminuccia! La chiameremo Hope."

E l'avevo lasciata parlare per ore e ore. Non aveva notato i lacrimoni che mi erano venuti agli occhi per i troppi ricordi legati e lei e al suo amore, non aveva notato la paura stampata sul mio viso stanco, segnato da occhiaie e guance scavate, la paura di aver perso tutto ormai, la paura di non avere più un motivo per il quale rimanere legata a questa terra.

Chiamo un taxi, e dopo tanto tempo dall'ultima volta, pronuncio le parole "Mi porti a Mel Street 22", la via di casa di Ellie. Ho già venduto casa mia, quindi non ho dove altro andare.
Harry sarà nel panico più totale, Valerie stata sclerando per il ricovero. Sicuramente meglio Ellie.
Il viaggio dura un'ora a causa del traffico e della lontananza dell'aeroporto. Pago il conducente, prendo il bagaglio dai sedili posteriori e corro sui bei tacchi 12 fino alla porta bianca di legno massiccio.
La osservo, ne accarezzo la superficie e penso a quando Zayn un giorno mi spinse addosso a quella porta per poi lasciarmi un bacio sulla punta del naso, e sussurrarmi un "ti amo" dei suoi.
Sento i brividi attraversarmi la schiena. Il caldo sole riscalda il suolo londinese, facendomi quasi sudare nella mia T-shirt nera dei Rolling Stones. Gli skinny jeans chiari e aderenti e i tacchi neri senza rialzo mi danno sicuramente un'aria fresca e allegra, tutto il contrario di quello che sono realmente. Ma in fondo, l'obbiettivo era quello.

Busso decisa alla porta, e mi mangio le unghie per l'attesa struggente di un minuto. Quando Ellie apre la porta, la prima cosa che noto è che la persona che ho davanti non è Ellie.
Al posto suo c'è un ragazzo alto, biondo, con gli occhi color del ghiaccio. Faccio un sorriso a 360 gradi e gli salto letteralmente in braccio.
Lui mi sostiene con le braccia sotto il mio sedere e fa una giravolta su stesso.

"ALLY!" Urla, richiamando l'attenzione della persona che stavo cercando.
La bella Ellie gli si catapulta alle spalle, e osservo rapita i lunghissimi capelli scuri che adesso le arrivano fin sotto il sedere, il vestitino panna e le ballerine nere che la fanno sembrare una nana in confronto a Niall.
Mi sgancio dal gigante biondo e stritolo la nanetta mora.

"Non puoi capire quanto ci sei mancata" sussurra nell'abbraccio Ellie, facendomi sorridere. Poi pianta i suoi occhi nei miei, e percepisco che il suo è uno sguardo indagatore, lo sguardo di chi la sa lunga. Il mio sorriso va spegnendosi, e ci ritroviamo a fissarci serie, senza spiccicare parole. "Tutti potranno anche vederti bella, solare e felice. Ma non la tua migliore amica."
Quelle parole mi colpiscono come un proiettile dritto al cuore. Come ha fatto? Ho messo dieci chili di fondotinta e correttore per non mostrare il mio viso pallido e stanco. Ho messo l'eye-liner e il mascara per non mostrare i miei occhi spenti. Poi mi rendo conto.
Quella che ho indosso è una maschera, una maschera utile solo con gli sconosciuti.
"Ti ricordo quando eri realmente felice, sempre sorridente e con la risata cristallina pronta per essere sfoggiata. Ti ricordo con Zayn.-a quelle parole sento il cuore sprofondare di qualche centimetro, e distolgo lo sguardo da quello di Ellie per un attimo.- Eravate il ritratto della felicità. Ora cosa siete? Siete diventati l'ombra di quel che eravate."
Sospiro pesantemente, e trovo rifugio nelle forti braccia di Niall che era rimasto per tutto il tempo dietro di me ad ascoltare.
Mi volta, e mi stringe al suo petto accarezzandomi lentamente la schiena.

Non piangere. Non piangere. Non piangere.

"Ma adesso corro a ripassare, ho un esame tra qualche ora!" Urla infine correndo nel salotto la nanetta. Scoppio a ridere, e incontro nuovamente gli occhi di Niall che mi osservano curiosi.
"Lo sai vero che tra poco Zayn ha l'esame?" Mi chiede, e noto il suo tono curioso.
"Lo so, e ci sto appunto andando." Dico convinta, sollevando il mento e incrociando le braccia al petto.
"Seriamente?"
"Oh, si. Siamo adulti ormai Niall, e Zayn ha bisogno dei suoi amici."
"Però in quattro mesi lo abbiamo avuto per noi si e no in una decina di uscite in gruppo."
"Ma sei con lui, o contro di lui? Spiegami. Anzi, non spiegarmi nulla, vado a salutare gli sposini." Dissi infine leggermente infastidita dalle sue accuse, riferendomi poi a Harry e Valerie.
"Dico solo che ti ha fatta soffrire come un cane, e non capisco perché tu ora senta il dovere di sostenerlo."
Sputa Niall prendendomi alla sprovvista. Rimango un attimo li impalata di fronte ai suoi occhi gelati, e penso seriamente di stare facendo una cazzata. Poi però mi rendo conto che tutto quello che voglio e chiudere con classe questo capitolo della mia vita, così torno in me e sorrido al biondo.
"Meritiamo tutti una seconda possibilità."


*****



"Chi è?" Risponde la voce metallica di Harry attraverso il citofono.
"È bionda, simpatica e bella e il suo nome fa rima con Carly."
"Oh cazzo cazzo cazzo. VALERIE, C'È CHARLIE" urla il riccio sfondandomi i timpani. Scoppio a ridere, e quando il cancello scatta incontro Valerie gli occhi fuori dalle orbite, che agita le braccia dal portone, e le mie risate aumentano a dismisura.
Le corro incontro e prima di abbracciarla osservo quella mongolfiera che si ritrova al posto della pancia.
"Amore mio!" Mi salta al collo la rossa, stringendomi in un abbraccio alquanto pietoso per colpa dell'ingombrante pancia che si ritrova.
"Sei ingrassata un botto, lo sai vero?" Dico fingendomi seria, causando la risata di Valerie che mi trascina con se dentro casa.

Non è cambiato nulla, a parte una piccola culletta rosa che intravedo dalla porta aperta della camera da letto dei due.

"Guarda un po' chi è tornato strisciando."
Mi volto verso il ragazzo più dolce del mondo e gli salto praticamente in braccio come ho già fatto con Niall.
"Mi sei mancato da morire babbuino." Sussurro al suo orecchio, mentre mi godo il dolce profumo dei suoi riccioli.
"Anche tu, piccola peste." Sorrido, e a stento trattengo le lacrime. Harry mi ricorda troppo Zayn, e per una frazione di secondo penso a come dovrei salutare il moro quando lo vedrò, tra dieci minuti.
"Vieni con noi in ospedale dopo gli esami?" Chiede Valerie ricomparendo alle mie spalle con un biberon rosa. Annuisco, incapace di eliminare il sorriso da ebete dal mio viso.
"Vedo che ci state dando dentro con il rosa." Scherzo, indicando la culla e il biberon.
Harry sgrana gli occhi con fare teatrale e fa in giro su se stesso, indicando tutto quello che non avevo ancora notato: delle bavette e due ciucci sul tavolo, un miliardo di body e vestitini sul divano e le scarpine comprate da Harry all'inizio della gravidanza, appese alla maniglia di una porta. Tutto questo ovviamente nelle più belle sfumature del rosa.
"Dici?" Scoppiamo tutti e tre a ridere, poi Valerie fa una smorfia seguita da una serie di lamenti.
"Ehi, tutto okay?" Le chiedo massaggiandole lentamente la schiena. Lei mi fa un sorriso tirato e annuisce.
"Questa non è una bambina, è una giocatrice professionista di Football."



Non sono pronta.
Non ce la posso fare.
Non ho il coraggio.


Sono fuori dal liceo, e sento come se fossi io a dover fare un esame. Vedo una ventina di ragazzi già incontrati durante l'anno scolastico di fronte ai cancelli rossi della scuola. La mia spavalderia e la mia intraprendenza sono andati a farsi fottere. E con loro, la mia educazione.
Ho una fottuta voglia di scappare, girare i tacchi e correre in aeroporto, sedermi al centro della pista di atterraggio e arrendere li con le braccia conserte l'arrivo dell'aereo che non ho ancora prenotato.
Poi però i miei occhi, senza accorgermene, incontrano una persona a me purtroppo molto familiare.
Il ciuffo corvino ora è più basso, l'accenno di barba ha lasciato il posto a una vera e propria barba scura ma corta, e la pelle ambrata è pallida, segnata da profonde occhiaie.
Indossa una canotta smanicata e larga con disegni viola e neri, un jeans chiaro a sigaretta e delle blazer grigie.
Lo osservo rapita dalla testa ai piedi. Non è mai stato così bello, quanto sciupato e visibilmente stanco.

Mi accorgo con qualche secondo di ritardo che tutti gli studenti stanno entrando nell'istituto, compreso Zayn.
Quando non lo vedo più, mi sento vuota. E non vuota come mi sentivo a Los Angeles tutti i santi giorni, ma vuota.. in un modo strano.
Come se adesso che ho incontrato il ragazzo che ancora amo con tutta me stessa, nonostante 4 mesi e più di distanza, la mia vita abbia perso tutto il senso che prima aveva. E questa cazzo di sensazione è brutta. Brutta davvero.
E sono stanca di sentirmi così.

Le mie stanche membra capiscono cosa ho intenzione di fare, e con tanto sforzo comincio a correre verso l'entrata. Chiedo all'inserviente in quale aula si sta svolgendo l'esame di Malik, e mi dirigo di corsa verso la stanza.
Senza pensarci due volte spalanco la porta.
Zayn è seduto su una sedia di fronte alla commissione dei professori, come durante il mio esame, solo che adesso con Zayn ci sono io.
Il mio cuore impazzisce quando il moro si volta per scoprire chi ha fatto quest'entrata plateale in aula, e incontra i miei occhi.
Lacrime inaspettate mi travolgono, ma non le lascio cadere sul mio viso. Zayn mi guarda con stupore, ma riesco a cogliere nel suo sguardo tanta tristezza e un mare di.. scuse. È come se mi guardasse con pietà, come se fosse realmente dispiaciuto.
Il presidente della commissione tamburella con le dita sulla cattedra per richiamare l'attenzione dell'alunno sotto esame.
"Ho interrotto qualcosa?" Chiede acido il vecchio professore. Quasi scoppio a ridere, mostrando a tutti il mio sorriso più sincero.
E non appena il moro sorride di rimando, sento che potrei svenire da un momento all'altro.
"Mi scusi, continuate pure." Dico, raccogliendo l'educazione che mi è rimasta.
Prendo posto tra le persone sedute dietro di Zayn, che stanno ripassando in silenzio le loro tesi.
Incontro gli occhi di Liam, e Improvvisamente ho una voglia matta di sorridere. così faccio, forse prendendolo di sorpresa, ma ricambia il sorriso. "Allora signor Malik, di cosa tratterà il suo esame?" Chiede scettico il presidente, incrociando le braccia al petto.
Mi sento sotto esame anche io, a cinque metri di distanza da lui. Zayn si schiarisce la voce, poi si appoggia allo schienale della sedia e rilassa le spalle.
"Dell'arte, in tutte le sue forme." Sorrido inconsciamente, e sento che anche lui sta sorridendo, fiero della sua scelta.
"Bene, cominci pure." Trattengo il fiato, e aspetto che Zayn inizi a parlare.
Passano una manciata di secondi o forse più di un minuto, ma è come se il tempo si sia fermato.

"Sapete, l'arte non è solo quel disegno che si fa durante l'ora di educazione artistica. L'arte è tutto un mondo a parte. Nel suo significato più veritiero, l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità umana. Rispecchia le opinioni e i sentimenti dell'artista in tutti i campi della cultura, ma è anche un metodo di sfogarsi e di ritrovare la pace interiore. Alcuni filosofi e studiosi, invece, sostengono che esista un linguaggio oggettivo che, a prescindere dalle epoche e dagli stili, dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, tuttavia gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono stati finora inutili. L'arte si sradica in tutti i campi della cultura, quali la scienza, la letteratura, la filosofia, la storia, e tutti gli altri.."

Tenta minuti dopo, sono madida di sudore e l'ansia che Zayn possa sbagliare o andare male in qualcosa mi mangia dentro.
"Un'ultima domanda, Zan." Dice il presidente.
"È Zayn." Lo correggo io, arrossendo subito dopo per la figura di merda. Il ragazzo in questione di volta, e ridacchia guardandoli negli occhi.
Sento che solo rivedere il suo sorriso dopo tanto tempo mi stia dando di nuovo la voglia e la forza di andare avanti, sento che i problemi che mi ritrovo non siano più nulla, perché lui mi sta sorridendo sinceramente felice.
"Zayn, errore mio. Cos'è per lei, l'arte?" Domanda scettico il professore, alzando un sopracciglio.
L'aula piomba nel silenzio più assoluto, e mi sento mancare per l'attesa di una sua replica.
"Per me l'arte è vita. L'arte è sinonimo di pace, di felicità e di sfogo. Come ho già detto, è una forma per l'artista di esprimere..-"
"Questo l'ho già sentito, Malik. Voglio sapere per te cos'è l'arte, sinceramente."

Ma che cazzo vuole questo? Se parla di nuovo mi alzo e lo aprendo a borsate in faccia.
La mia me interiore è furiosa, ma sono fottutamente d'accordo con lei. Zayn riflette sulla domanda, e guarda fuori dalla finestra alla destra della commissione di professori.
"Signore, lei è sposato?" domanda Zayn, cogliendo un po' tutti di sorpresa.
"Certo, da più di trent'anni ormai." Risponde fiero l'uomo, sistemandosi la cravatta con fare presuntuoso. Lo detesto.
"E come si sente quando sta vicino alla donna che ama, quando l'abbraccia, quando la bacia?"
Non capisco il senso delle domande di Zayn, e probabilmente nemmeno i professori presenti nell'aula. Però il presidente continua a rispondere, incuriosito dal moro.
"Mi sento.. felice, come se a un fatto tutto abbia preso una svolta stupenda nella mia vita." Sorrido, e lancio uno sguardo su tutti gli altri professori. Una donna in particolare sta fissando il presidente con fare sognante, con gli occhi a cuoricino e il sorriso stampato sul viso. I
l presidente di volta verso di lei, e le fa l'occhiolino. Ma che cazzo?
"Ecco, questo è quello che io riesco a provare solo quando disegno, e quando sono con la ragazza che amo."
Le mie orecchie hanno chiaramente sentito quelle parole, il mio cervello le ha anche registrate, ma il mio cuore.. il mio cuore non vuole ascoltarle.

"Perfetto, Zayn. Molto bene. È stato un piacere." Il ragazzo si alza dalla sedia e stringe la mano a tutti i professori, prima di voltarsi e venire verso di me. Mi guarda negli occhi con un sorrisetto sulle labbra, e il mio cervello subisce un forte cortocircuito per tanta perfezione messa insieme.
Mi tende una mano, e col cuore in gola la afferro come se fosse un'ancora, la mia ancora.
"Malik!" Lo chiama una professoressa, quella che prima osservava rapita il presidente.
Metto mentalmente nella lista delle cose da fare "dare fuoco alla macchina di questa tizia."
"Si?"
"La devi amare davvero tanto." Continua la donna, lanciandomi un'occhiata.
Mi sento morire, ma in senso positivo: il cuore ha preso a battere all'impazzata, galoppa in attesa di una risposta da parte di Zayn.
"E lei come lo sa?" Ribatte lui, col sorriso di chi è palesemente fottuto.
"La guardi come mio marito guarda me." Conclude lei, avvicinandosi al presidente.

L'uomo le lascia un bacio a fior di labbra, e le sorride. ma non è un semplice sorriso quello.
Ha l'aria di uno che sta sorridendo con le labbra, con gli occhi, con il cuore, con l'anima.

Usciamo per mano da quell'aula, entrambi con uno stupido sorriso a illuminarci il viso. Il mio cellulare prende a vibrare, e sullo schermo leggo "Harry il coglione."
Segno mentalmente che darò fuoco anche alla sua macchina.
"Che c'è?" Rispondo acida.
"Sono in ospedale, Valerie è in ospedale, ha le contrazioni, siamo in ospedale, parto cesareo il prima possibile, sto per svenire."

La telefonata si interrompe, e ne rimango così confusa che mi accorgo solo dopo qualche minuto che Zayn aveva appoggiato la testa alla mia per sentire cosa aveva da urlare tanto Harry. Ci lanciamo un occhiata, e senza aggiungere altro mi trascina nella sua macchina.


*****
 


Harry è seduto su una sedia a rotelle con del ghiaccio sulla fronte, la faccia da drogato e mormora parole incomprensibili. Gli corro incontro con Zayn al mio seguito, e mi chino di fronte al riccio.
"Che succede?" Gli chiedo con pazienza, non credo reggerebbe me che gli urlo in faccia come un'ossessa.
"Aveva le contrazioni e... quindi in ospedale.. cesareo d'urgenza.. prematuro." Butto a terra la borsa e prendo a correre verso l'infermiera più vicina.
"Che devo fare per entrare in sala? È la mia migliore amica, mi vuole durante il cesareo." Quasi urlo presa dal panico, mentre mi lego i capelli in una coda alta.
"Metti questo." Prende un camice da una cassettiera enorme bianca e mi aiuta a indossarlo. Senza che me ne accorga mi mette in testa uno stupido cappellino e mi apre la porta a vetri.
"La prima stanza sulla sinistra, dì che ti manda Marianne." Le sorrido grata e corro verso la stanza indicatami. Un energumeno di colore più alto di un armadio mi ferma per le spalle, e mi squadra dalla testa ai piedi.
"Mi manda Marianne" dico annaspando, senza fiato per le corse e per l'ansia. Annuisce, mi porge dei guanti di lattice e mi apre la porta. Senza fare caso a tutta la gente attorno a un lettino, cerco di mantenere la calma e mi avvicino alla ragazza sdraiata con lo sguardo di una drogata.

"Ehi." Le sussurro all'orecchio, poi le bacio la fronte e prendo ad accarezzarla i capelli. Muove lentamente la mano alla ricerca della mia, e l'afferro senza esitazione.
"Dov'è Harry?" Chiede con un filo di voce.
"In questo momento ha il tuo stesso aspetto." Gli dico riferendomi al volto da drogato. Valerie sorride, e vedo una lacrima rigarle il viso.
"Sh, va tutto bene." In realtà anche io ho le lacrime agli occhi. È incinta di 8 mesi, e purtroppo anche lei sa che ce ne vogliono 9 di norma. Continuo ad asciugarle le lacrime che silenziose le bagnano il viso stanco, e sento che presto piangerò anche io.
Ci siamo solo io e lei in quella stanza, io e lei contro il mondo intero.
Non mi curo dei rumori strani provenienti dai dottori in sala o dai macchinari, ma quando un rumore giunge alle mie orecchie è come se fossi appena rinata.

Un pianto, un dolce pianto è il colpo di grazia alla diga che conteneva le lacrime mie e di Valerie. Scoppiamo entrambe in un pianto liberatorio, lei con gli occhi chiusi e io con la smania di incontrare la meravigliosa creaturina appena nata.
Ed eccola, messa supina su un tavolo grigio, che agita due piccoli pugni. È sporca di sangue, urla e scalcia come una matta, ma penso di non aver mai visto niente di così bello.
"È una femminuccia." Dico, rubando le parole di bocca dall'ostetrica e dal chirurgo -o quello che è-. La donna pulisce alla bell'e meglio la piccolina con dei panni bianchi, la avvolge in una enorme coperta termica e la prende in braccio. Mi lancia uno sguardo fiero, e sorride.
"La prendi tu?" Mi chiede, avvicinandosi lentamente.
Annuisco tra le lacrime, e allungo le braccia alla donna.
La piccola palletta avvolta nella copertina rosa adesso si è calmata, ha la manina destra in bocca e gli occhi chiusi. Quasi rido per l'emozione, mentre la stringo al petto osservando ogni centimetro del suo viso.
Valerie ancora piange, e ha un sorriso che non ha paragoni. Senza aspettare un attimo di più torno affianco alla rossa, e faccio per mettergliela in grembo. La rossa scuote la testa, e mi blocca con la mano.

"Non voglio che mi veda così per la prima volta. Che impressione potrei farle?" Scoppiamo a ridere io, lei, le donne in sala e l'uomo che sta ancora probabilmente richiudendo il taglio cesareo di Valerie.
"Sta bene la mia bambina?" Chiede con un fil di voce Valerie, interrompendo bruscamente le risate degli altri.
"Non ho mai visto una bimba prematura così sana, signorina."
Valerie sorride, e in silenzio si asciuga le ultime lacrime sfuggite al suo controllo. Continuo a osservare la bambina, appollaiata al mio petto che riposa, ignara di tutto quello che hanno passato i suoi genitori e gli gli sta intorno mentre lei era al sicuro dentro di Valerie.
"Bevenuta Hope Elizabeth Styles."
Le lascio un bacio sulla testolina calda, e con mio stupore, la piccola apre gli occhi.

E posso dire con certezza di non aver mai visto un verde più bello di quello.



Adesso la bimba è nella culla termica, le stanno facendo tutti gli esami possibili per controllare che non abbia problemi.
Esco dalla sala con il sorriso stampato sulle labbra, e trovo tutti seduti sulle sedie blu della sala d'attesa con le mani tra i capelli e gli sguardi persi.

Appena, però, sentono il rumore della porta a vetri che sbatte, vengo assalita da Harry, Zayn, Niall, Liam, Louis, Annabel ed Ellie che mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite e una faccia sconvolta.

"Stanno bene entrambe." Sussurro, stanca delle mille emozioni che mi hanno travolta durante le ultime due ore.
Tutti tirano un sospiro di sollievo, e Harry corre dentro la sala parto da Valerie. Saluto Louis ed Annabel, e mi siedo su uno dei sedili blu per tornare in me.
Chiudo gli occhi, e tiro un sospiro di sollievo anche io.
Quando li riapro, Zayn è di fronte a me con un tenero sorriso sul viso. Mi guarda dall'alto, poi si piega sulle ginocchia e mi osserva attentamente.

Descrivere quello che provo è letteralmente impossibile.
il moro allunga il braccio e mi accarezza una guancia. Io sorrido come una stupida, e spero con tutta me stessa che niente e nessuno interrompa questo momento.
Perché questo momento è magico, è il momento in cui quattro mesi di dolore e sofferenza scompaiono, è il momento in cui uno sguardo basta e avanza per far capire all'altro tutto quello che si prova.

E senza rendermene conto, le sue morbide e dolci labbra incontrano le mie in un bacio disperato e bramato da tempo, che sancisce la fine del dolore, e l'inizio della felicità.






 
Fine.




ebbene si, mie care ragazze, siamo arrivate alla fine.
Mi sento realmente realizzata, sapete?
Cazzo, ho scritto la mia prima FanFiction,
e per la prima volta l'ho portata al termine,
ho 72 persone che l'hanno messa tra
preferite-ricordate-seguite,
257 recensioni fino al capitolo 38
e si, sono felice.
Ho appena messo fine a un capitolo della mia vita,
praticamente.
Ben 39 capitoli in cui ho pianto, riso, sclerato con quei ragazzi
e vissuto la storia di Charlie.
Mi mancherà da morire.
ora scappo via, vi ho scocciate abbastanza per più di 4 lunghi mesi.
ricordatevi di passare dalla mia nuova FF in pagina, 
se non vi ho ancora stancate lol.
Ringrazio col cuore in gola tutte le fantastiche ragazze
che hanno amato come me
Charli
e, Valerie, Ellie, Annabel,
Zayn, Harry, Louis, Niall, Liam, 
nonna Des, 
la piccola Annie, Holly, Bridgitte, e chiunque altro.

Vi amo tutte.
Grazie.

Vallie xx



 
passate da:    http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2413169 ( And if i let myself go? di Theybecomewehappy) e leggete le sue storie, meritano davvero.

 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2194237