Qui dove cadono le stelle.

di LittleRed_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flashback 1 ***
Capitolo 2: *** Flashback 2 ***



Capitolo 1
*** Flashback 1 ***


Anche da qui, anche se siamo lontane, so che finchè potrò vedere le stelle sarai al mio fianco. Qui dove cadono le stelle. 

Quando andavo alle scuole medie non c'erano molte persone con cui parlassi. Sono sempre stata una persona introversa, ma in quegl'anni ero peggiorata tantissimo. Non ho quindi tanti momenti particolari che valgano la pena essere ricordati. Tranne uno. Che persino ora è tutto per me.

Il mio nome è Midori Kobayashi, frequentavo una delle scuole pubbliche della periferia di Kyoto, non molto conosciuta. Tornavo a casa ogni giorno in totale solitudine. Avevo preferito io non farmi degli amici. Non ero molto brava a socializzare, e così avevo deciso di non provarci nemmeno. Era molto più semplice non doversi aspettare qualcosa dagli altri. Ed ero abituata a stare da sola. La strada che percorrevo passava vicino al fiume, in una zona molto tranquilla, dove erano stati piantati centinaia di ciliegi sulle sue sponde. In primavera era come se nevicassero petali.  Sarei restata a guardarli cadere nell'acqua per ore. Così uscita da scuola mi sedevo o sdraiavo sulla sponda del fiume e rimanevo li, fino a tardi, anche solo per poi poter vdere il tramonto. Mi dava stare li un senso di pace e comunione col mondo. A volte leggevo o ascoltavo musica.  E soprattutto guardavo il cielo, da cui continuavano a cadere ininterrottamente candidi fiocchi rosa. Nel mio piccolo mondo silenzioso non c'era nient'altro di altrettanto bello. Nonostante fossi li da sola ogni giorno per quasi tutta la stagione non chiedevo altro. Ha sempre avuto la primavera un fascino particolare su di me. Era il 18 Aprile quando ebbi l'onore di incontrare qualcuno di ancora più bello dei fiori di ciliegio. 

 
Quel giorno avevo deciso di saltare le lezioni. Le persone erano rumorose e non mi adava di dover sopportare la loro compagnia. Non quel giorno. Solo ora riesco ad accorgermi di quanta malinconia dovessi reprimere nel mio cuore. Era un cuore pieno di solitudine e insofferenza al mondo. Un cuore come il mio poteva cercare soltanto il conforto di qualcosa di ancora più malinconico. Come il cadere incessante dei fiori di ciliegio, che cadono come lacrime quando si lascia sfogare l'anima. Come le lacrime di quella bella ragazza triste che seduta appoggiata al tronco di un albero piangeva, in un modo così struggente da far male al cuore. Così forte da colpire anche il mio di cuore, lontano e sfuggente, distante da ogni altro dolore, se non il mio. Ma come avrei potuto ignorare le sue lacrime? Mi sedetti accanto a lei, ma non avevo le parole giuste. Feci ciò che ero sempre stata brava a fare. Rimasi in silenzio. E senza riuscire a trattenermi le presi una mano e piansi con lei tutto quel dolore che sentivo di condividere. Lei fu quel giorno per me come un albero di ciliegio. Era venuta a piangere i suoi petali così che potessi aprire al mondo il mio cuore ferito.

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Capitolo 2
*** Flashback 2 ***


Lei era Naoko, soltanto Naoko, e sbocciò nel mio cuore come una nuova primavera. Da quel giorno, in cui riuscii a scoprire di lei soltanto il  nome, non la rividi per tre anni.
Sopportavo le giornate pensando al suo dolce sorriso, l'unico che aveva fatto, quando un'ora più tardi, si era alzata per andare via. Lei non disse molto, solo grazie. Capii che eravamo anime affini: poco abili con le parole, ma con un gran cuore. Io sono riuscita poi con l'inizio del liceo a diventare più socievole. Questo perchè Naoko mi aveva lasciato un vuoto dentro, e per la prima volta cominciai a sentirmi sola. Ma nessuna delle persone di cui mi circondavano riuscivano a essere all'altezza di tale semplice purezza. Sembro esagerata così. Ma provate a pensare a una semplice ragazza, capace però di straziarvi il cuore con uno sguardo triste, e nell'istante subito dopo darvi pace e tranquillità. Lei era stata per me come un vento carico di speranza quando stavo per arrendermi.
Ora che ci ripenso in quei giorni di solitudine con i ciliegi, i giorni prima di Naoko,  io pensavo molto alla morte. Quando si è troppo soli il confine tra il nostro mondo e quello delle anime si fa sottile. Sola, cullata dal vento e dal rumore delle onde, stavo perdendo il collegamento con la vita. Non avevo nessun vero legame che mi spronasse a restare. Non avevo nessun tipo di amore. 
Quindi immagino lei sia stata una specie di cotta, non so, amore a prima vista. Anche se non ho mai creduto al cosiddetto colpo di fulmine, si nota se una persona è speciale o no. E così era. 
Da quel 18 Aprile cominciai a cercarla, avevo uno scopo, qualcosa che mi tenesse impegnata durante le giornate. L'estate di quell'anno fu particolarmente afosa e torrida, ma io uscivo tutti i giorni sperando che come il destino me l'aveva fatta vedere magari mi avrebbe permesso una seconda occasione. 
Sono sempre stata cocciuta, ma li si aggiungeva anche una certa instabilità d'animo. Non ero certo forte, ma ero determinata. Quando nella nostra vista non c'è che tristezza siamo alla ricerca costante di qualcosa che ci dia felicità. Io pensavo solo a questo. 
Fu il tempo piano piano, e le nuove amicizie, seppur superficiali con ragazze normali, a frenare la mia ricerca. Pensavo a Naoko ogni tanto, quando nelle mattine invernali faceva troppo freddo per alzarsi e la primavera sembrava troppo lontana. Non dimenticai, ma smisi di cercare. 
Per questo fu lei a trovare me. 

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