Amore all'improvviso

di MidnightMemories__
(/viewuser.php?uid=538297)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



“Informiamo i gentili passeggeri che stiamo per iniziare la manovra di atterraggio all’aeroporto Heathrow di Londra, perciò vi preghiamo di mettervi ai vostri posti e di allacciare le cinture di sicurezza. Grazie per la vostra collaborazione.”

Finalmente! Non vedo l’ora di atterrare, ho sempre desiderato andare a Londra ma, nonostante abbia fatto moltissimi viaggi con mia madre, non ci sono ancora mai stata. Vincere quel concorso è stata sicuramente una delle cose più belle che potesse capitarmi, e sembrerà banale ma, trascorrere del tempo all’estero studiando è sempre stato il mio sogno, un’esperienza che fin da quando ero piccola mi ero imposta di fare, inoltre adoro viaggiare e l’idea di passare nove mesi a Londra mi piace moltissimo. Non che i miei genitori siano stati entusiasti quando gli ho detto che avevo vinto il concorso e che se mi davano il permesso avrei passato nove mesi a Londra senza di loro, ma dopo varie discussioni hanno capito che questo è il mio sogno e alla fine hanno acconsentito. Già so che mi mancheranno moltissimo, soprattutto mia madre, con lei ho un rapporto fantastico, mentre con mio padre non sempre vado d’amore e d’accordo, però è pur sempre mio padre e in fondo so che sentirò anche la sua mancanza. Poi ci sono i miei nonni, le cugine, gli zii e gli amici, anche a loro voglio un gran bene ma di certo non potevo rifiutare quest’occasione.

Sempre assorta nei miei pensieri prendo le valigie e mi precipitò a chiamare un taxi. Detto l’indirizzo del residence al tassista e in un quarto d’ora sono arrivata. Da fuori sembra abbastanza grande e moderno, ha 6 piani, si vedono le finestre degli appartamenti dare su degli ampi balconi e sopra la grande porta d’entrata sventolano molte bandiere tra cui quella italiana. Appena entro vedo la reception piena di ragazzi appena arrivati che aspettano di essere registrati, saranno almeno una ventina, così controvoglia mi metto in coda e ne approfitto per chiamare mamma e rassicurarla sul fatto che sono arrivata, che sto bene e che sono al residence aspettando che mi diano le chiavi del mio appartamento. Quando riattacco sento qualcuno dirmi “Così sei italiana anche tu! Da dove vieni?” alzo lo sguardo e vedo un ragazzo che mi sorride, probabilmente mi ha sentita parlare al telefono, ha l’aria di essere simpatico così gli sorrido anche io e gli rispondo “Si, vengo dalle Marche e tu?” “Io da Napoli, comunque piacere Umberto” mi da la mano, gliela stringo e rispondo “Piacere Sara”. Passiamo almeno mezz’ora a parlare e tra chiacchiere e risate, senza che me ne accorga, è arrivato il mio turno, mostro la carta d’identità alla receptionist e mi da la chiave dell’appartamento, il 120. Aspetto Umberto, a lui hanno dato il 122, sono contenta, saremo vicini. Saliamo insieme e mi chiede “Hai fame?” “Si moltissimo, che ne dici se dopo aver posato le valigie usciamo a prendere qualcosa da mangiare?” “Ottima idea, te lo stavo per domandare”. Posiamo i bagagli e conosciamo il compagno di stanza di Umberto, si chiama Marco e dato che era solo lo invitiamo a cena con noi.
Mangiamo, dopodichè usciamo a fare un giro per Londra e quando rientro in stanza noto un biglietto appeso alla porta di una camera da letto “Ciao, sono la tua coinquilina e volevo avvisarti che sono arrivata, quando sono entrata ho notato delle borse di fianco al divano e ho immaginato fossero le tue, così ho deciso di aspettarti perché volevo conoscerti però ero troppo stanca e ho deciso di andare a letto, spero non ti dispiaccia. Buonanotte.” Che carina che è stata. Decido di risponderle così stacco il foglio, lo giro e scrivo “Ciao, ieri sera ho trovato il tuo biglietto, sei stata molto carina a scriverlo. Questa mattina vado a fare colazione con due amici che ho incontrato ieri sera, sono molto simpatici, passeranno qui alle 11 e poi usciremo, ti va di venire con noi?”. Lo infilo in camera sua da sotto la porta e poi vado a letto, esausta ma felice della giornata trascorsa.

“Isn’t she lovely, isn’t she wonderful, isn’t she precious, less than one minute old…”

Sto sognando o Harry Styles sta cantando nella mia camera? Apro un occhio ancora mezza addormentata… è solo la mia sveglia. La mia meravigliosa sveglia; amo i One Direction e la loro musica, spero di incontrarli un giorno, sono i miei idoli, le loro canzoni sono meravigliose e mi fanno emozionare. La mia preferita è Little Things perché è come se quella canzone parlasse di me, soprattutto il pezzo di Harry, e sono le esatte parole che vorrei sentirmi dire da un ragazzo: ‘Ti amo, amo i tuoi difetti e le tue imperfezioni, anche con quelli tu per me sei perfetta’. Ho un debole per Zayn, si proprio lui Zayn Malik, sarebbe meraviglioso perdermi nei suoi bellissimi occhi almeno una volta. Sono una sognatrice lo so, ho sempre sognato di incontrare il vero amore, il cosiddetto principe azzurro, colui che non ne avrà mai abbastanza di te; ma nonostante mi ripeto sempre che un ragazzo così esiste solo nei film, nei libri e nei miei sogni, continuo a illudermi e anche se voglia, non posso negare di aver perso la speranza. Interrompo i miei pensieri, mi alzo, apro la valigia e prendo una maglietta e dei pantaloncini corti a vita alta; mi piace seguire la moda ma ho comunque un mio stile nel vestire. Non appena esco dalla mia camera vedo una ragazza con dei capelli lunghissimi, mi sorride e dice “Buongiorno, ben alzata. Piacere io mi chiamo Alice” mi porge la mano e io gliela stringo “Grazie, buongiorno anche a te. Io sono Sara” “Ho letto il tuo biglietto prima, vengo molto volentieri" "Sono contenta, vedrai che ti divertirai". Mentre continuiamo a parlare ci trucchiamo e proprio quando siamo pronte qualcuno bussa alla porta. “Che tempismo!” esclama Alice mentre io vado ad aprire. Sono Marco e Umberto, gli presento Alice e poi usciamo per fare colanzione e continuare a esplorare quella meraviglia di città.
Nel pomeriggio torniamo al residence per sistemare tutte le nostre cose e scopriamo che hanno fatto le classi. Fortunatamente siamo tutti e quattro insieme. Mentre metto a posto tutto quello che mi sono portata, cioè mezza casa come sempre, chiacchiero con Alice. Fortunatamente è molto simpatica, adora i One Direction come me e fantastichiamo sul fatto di vederli anche solo passare in strada adesso che siamo a Londra. Lei è di Milano, ha 18 anni e ama la danza classica e da quello che mi ha fatto vedere è davvero molto brava. Poi decidiamo di cenare con i ragazzi e di guardarci un bel film; dopodichè tutti stanchissimi, andiamo a letto, pronti l'indomani per iniziare le lezioni!
 

Ciaooo a tutti! Questa è la mia prima storia e spero davvero che vi piaccia. All'inizio ero un po' incerta su questo primo capitolo però poi mi sono buttata ed eccolo qui. Non compaiono subito i One Direction ma non disperate, già dal prossimo capitolo entrerà in scena qualcuno ... Recensite in tanti e non esitate a darmi consigli su come migliorare o fare critiche (le critiche costruttive sono sempre ben accette!) Saretta <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Sono ormai passate due settimane dal mio arrivo a Londra e devo ammettere che le cose stanno andando piuttosto bene. Nonostante sia timida mi sono già legata molto a Marco, Umberto e Alice e passiamo molto tempo insieme; anche i nostri compagni di classe sono simpatici e qua la gente è tutta molto gentile, non è vero che gli inglesi sono maleducati, se sei per strada e non sai dove andare basta che chiedi un’informazione a qualcuno e tutti ti sono subito di aiuto. Ho lezione tutti i giorni esclusa la domenica, ovviamente, e i prof che abbiamo sono tutti bravi, anche se qualcuno davvero antipatico. Certi giorni ho molto da studiare, mentre altri no e allora esco a fare una passeggiata sola o con qualcuno dei miei amici, mentre il sabato amo andare a fare shopping con Alice (non ogni sabato perché altrimenti finirei in bancarotta), abbiamo gli stessi gusti in fatto di moda e quando abbiamo finito con le spese raggiungiamo gli altri e facciamo qualcosa insieme.
Ora però il pomeriggio non ho più tanto tempo libero perché la maggior parte delle volte, quando ho finito di studiare, devo subito recarmi al lavoro; perché ora ho un lavoro. Dato che Marco se ne doveva trovare uno, ho deciso di aiutarlo e abbiamo trovato lavoro come camerieri in un pub al centro di Londra quattro volte a settimana, non guadagno molto ma non mi servono tanti soldi dato che vitto e alloggio sono pagati dalla mia scuola in Italia. Anche Alice e Umberto hanno trovato un impiego, lei fa la baby-sitter mentre lui l’aiuto cuoco in un ristorante italiano.

Sono le 4 e mezza del pomeriggio e devo prepararmi per andare al lavoro anche se non ne ho la minima voglia, ho il turno dalle 5 alle 9 di sera, sono sicura che mi annoierò da matti, non ci sarà nemmeno Marco a farmi compagnia perché ha preso la febbre ed ora è a letto. Esco, nel tragitto metto gli auricolari e ascolto gli One Direction, i miei idoli, non vedo l’ora che esca il nuovo album, sono troppo curiosa.
Appena arrivata mi metto la divisa del locale e comincio il turno, oggi c’è parecchia gente, più del solito e così ho il doppio da fare. Dopo aver servito tante persone e preparato non so quanti cocktail sono esausta, guardo l’orologio appeso alla parete, non ci credo sono solo le 6, non è possibile, non ce la faccio più. Vado un attimo nella stanza riservata al personale per rilassarmi e chiedo ad Alison, una ragazza che lavora con me, di coprirmi, è gentilissima e mi risponde che non c’è problema.
All’improvviso sento delle urla provenire dalla stanza principale, il mio capo che grida qualcosa di incomprensibile e poi le urla cessano, ma non del tutto, ci sono, ma sono più lontane, come se fossero all’esterno del pub. Spinta dalla curiosità, decido di andare a vedere cosa fosse successo. Tutto sembrava procedere normalmente, presi un vassoio con delle bibite che dovevo servire e raggiunsi Alison chiedendole “Ali ma che è successo? Sentivo urlare dall’altra stanza!” “Tu non sai chi è entrato!” “Dovrei?” “Ah fai te, guarda la fuori!” mi giro e vedo ragazze ammassate contro la porta d’ingresso che cercavano d’entrare e il mio capo e altri due camerieri che cercavano di calmarle e tenerle a bada. Ok, ero ufficialmente più confusa di prima “Ali ma chi sono quell…” “O mio Dio, eccolo, Sara girati” mi interruppe Alison e mentre mi giravo un ragazzo mi finì addosso facendo cadere il vassoio e tutte le bottiglie, che tenevo ancora in mano, a terra. Mi abbassai a raccoglierle e con me anche colui che le aveva fatte cadere “Scusami ti prego, andavo di fretta e non ti avevo vista” “Tranquillo, scusami tu, ero distratta e neanche io ti avevo visto”. Ci alzammo e per la prima volta da quando ci eravamo scontrati lo guardai in faccia.

Il mio cuore iniziò a battere come non aveva mai fatto. Sentivo la faccia scottare. Non ci credevo. Era un sogno. Non poteva essere possibile, non poteva essere reale. Era davanti a me. Zayn era davanti a me. Zayn Malik, uno dei miei idoli. Il mio amore segreto era a meno di venti centimetri da me. Mi stava fissando negli occhi senza dire una parola e lo stesso stavo facendo io. Non stavo capendo più niente. Il mio cervello era scollegato. Era come se tutto ciò che ci stava circondando fosse scomparso, eravamo io e lui. Solo noi. E continuavamo a fissarci. Non ero capace di fare niente se non di perdermi nei suoi occhi. 
Restammo così per non so quanto tempo finché “Marchetti che diavolo hai combinato?” tornai controvoglia alla realtà, ancora i vetri delle bottiglie erano a terra sopra il vassoio che avevamo fatto cadere e tutt’intorno le bibite versate, il mio capo era infuriato. “Mi scusi, mi sono cadute le bevande, adesso raccolgo tutto” “Ma che razza di incapace sei se non riesci a tenere in mano un vassoio?! Raccogli tutto e sbrigati. Il tuo turno finisce in anticipo oggi.” Mi stava licenziando o cosa?! “No la prego, lei non centra, è colpa mia, non l’avevo vista e le sono andato addosso” intervenne Zayn, il mio cuore faceva le capriole, lui mi stava difendendo. “Bhè se è così allora … pulisci e poi vai a casa, però domani ti rivoglio qui alle 5, e sii puntuale” “Si si certo, grazie, non tarderò”. “Grazie” sussurrai a Zayn che mi sorrise facendomi sciogliere. Alison che in tutto questo era rimasta sempre li, mi passò uno straccio e cominciò a pulire “Ti aiuto” “Grazie Ali”. Prima di cominciare a pulire anche io però guardai Zayn, rimasto davanti a me, “…” volevo dirgli qualcosa prima di non rivederlo mai più, volevo dirgli che era il mio idolo, il mio tutto, che adoravo le loro canzoni, che ero una loro fan; ma niente di tutto ciò uscì dalla mia bocca. Rimasi li impalata come un ebete. “Mi dispiace se ti ho creato dei casini” disse infine lui “No figurati. Anzi se non era per te a quest’ora, probabilmente, mi avrebbe già licenziata.” “Senti che ne dici se per farmi perdonare ti portassi a fare un giro fuori? Adesso?” il mio cuore perse un battito “Si certo. Lasciami solo il tempo di pulire e di andare a cambiarmi e sarò da te.” “Certo. Ti aspetto li.” Disse indicando il bancone e facendo l’occhiolino, mentre io rischiavo di svenire per tutte le emozioni che stavo provando in quel momento. Mi girai verso Alison che capì immediatamente come mi sentivo “Non ci posso credere, sai chi ti ha appena chiesto di uscire?” si, il ragazzo di cui credevo di essermi fissata, ma che ora credo di amare, sempre se è possibile innamorarsi di una persona semplicemente guardandola negli occhi, ma non dissi nulla di tutto ciò “Si e credo che non arriverò a questa sera se non smetterà di sorridermi in quel modo” il suo sorriso era a dir poco magnifico “è ufficiale, sei cotta” “No è solo che … è stato strano …” “Cosa?” “Tutto quello che è appena successo, io … io non riesco a spiegarmi…” “Si ok, credo di aver capito…” “Io no!” dissi più confusa che mai “ Mai sentito parlare del colpo di fulmine?” restai in silenzio, finché confessai “Io sono confusa e mi sento strana, non so spiegare tutto quello che è appena successo e che ho provato, so solo che mi piace. Tanto.” Alison sorrise con una faccia che la diceva lunga “E allora vai che aspetti!” “Ma devo finire di pulire sennò poi…” “Ma ci sono io! Forza muoviti che cose così non capitano tutti i giorni” “Oddio grazie mille Ali, io non so come ringraziarti” “Ma che ringraziarmi muoviti piuttosto... Ah e se hai bisogno, cerca nella mia borsa, ho mascara e matita” le scoccai un bacio enorme sulla guancia e corsi a cambiarmi. Le sarò infinitamente grata.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2280780