Amore, che problema! di Mewpower (/viewuser.php?uid=46403)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di un ninja ***
Capitolo 2: *** Affetto e gelosia ***
Capitolo 3: *** L' incontro ***
Capitolo 4: *** Una traccia dell'Akatsuki ***
Capitolo 5: *** Perché? ***
Capitolo 6: *** Scintille! ***
Capitolo 7: *** La scorciatoia ***
Capitolo 8: *** Il villaggio senza vita ***
Capitolo 9: *** Neji in pericolo ***
Capitolo 10: *** Dichiarazione d'amore!? ***
Capitolo 11: *** L'inseguimento ***
Capitolo 12: *** Il primo bacio non si dimentica mai ***
Capitolo 13: *** Vecchi e nuovi sentimenti ***
Capitolo 14: *** Come spiegarselo... ***
Capitolo 15: *** L'amico ritrovato ***
Capitolo 16: *** Non devi arrenderti! ***
Capitolo 17: *** Caduti in trappola ***
Capitolo 18: *** Senza il Byakugan ***
Capitolo 19: *** Konoa vs Akatsuki ***
Capitolo 20: *** Deidara k.o.? ***
Capitolo 21: *** Il motivo per cui combatto ***
Capitolo 22: *** Cambiare vita ***
Capitolo 23: *** Cure per Hinata! ***
Capitolo 24: *** Sentimenti che mutano... ***
Capitolo 25: *** Misteri e dubbi ***
Capitolo 26: *** Dividersi... ***
Capitolo 27: *** Rinnegare un'amica ***
Capitolo 28: *** Quando l'angelo incontra il demonio ***
Capitolo 29: *** Lo scontro tra i due Uchiha ***
Capitolo 30: *** Illusione rosso sangue ***
Capitolo 31: *** Colpi su colpi ***
Capitolo 32: *** Morte e inferno ***
Capitolo 33: *** Addio ***
Capitolo 34: *** Colui che deve pagarla ***
Capitolo 35: *** Non devi morire ***
Capitolo 36: *** Salvezza ***
Capitolo 37: *** Finalmente l'amore ***
Capitolo 38: *** Torneremo... ***
Capitolo 1 *** Il ritorno di un ninja ***
Erano trascorsi quasi tre anni da quando Naruto era partito in
compagnia del suo maestro Jiraja: tutti erano impazienti di rivederlo
tra cui anche una ragazza di nostra conoscenza, Sakura.
Quest’ultima era intenta a curare un piccolo scoiattolino
ferito:
-E anche questa è fatta!- esclamò una volta
terminato il suo lavoro.
Recandosi verso la finestra si asciugò il sudore.
L’estate era ormai arrivata e tutti sembravano essere
più felici… tutti tranne Sakura: lei sapeva
benissimo che in quella estate Naruto, tornando, avrebbe corso un
grosso rischio, quello di venire catturato dai membri
dell’Akatsuki. Ma se da una parte era preoccupata
dall’altra sentiva il desiderio di rivederlo e di
riabbracciarlo…
In un alta casa poco distante dal centro di Konoa, ritroviamo
un’altra ragazza che come ogni mattina si era alzata presto
per preparare la colazione a tutta la famiglia. Hinata adorava di prima
mattina aprire la finestra per respirare il profumo dei fiori che
decoravano il giardino. Hinata era davvero cresciuta e non soltanto
fisicamente. Aveva deciso di allenarsi ancora più
assiduamente, perfezionando il suo stile e sacrificando il suo tempo
libero. Voleva dimostrare al mondo intero che stava diventando forte,
non voleva essere la ragazzina ingenua e debole come suo padre credeva.
E poi c’era una persona dalla quale voleva farsi
notare…e che non vedeva l’ora di rivedere dopo
tanto tempo:
- Chissà, se domani Naruto tornerà… oh
Naruto…-
I pensieri della dolce Hinata furono disturbati dal bussare di qualcuno
alla porta:
- Hinata, sei sveglia?-
-Sì, padre -
- Quando hai finito di vestirti porta la colazione a Neji…-
- Certo -
Neji non poteva muoversi dal letto: in seguito ad una missione era
stato ferito gravemente ad una gamba e i medici gli avevano consigliato
di rimanere a letto per un paio di settimane. Hinata, poco dopo,
bussò alla porta della stanza di Neji con un vassoio in mano
pieno di leccornie:
- N…Neji, posso…?-
Aveva un po’ di timore di entrare nella stanza del cugino:
nessuno poteva accedervi senza il suo permesso e quella era la prima
volta per Hinata.
- S…sono Hinata! Ti ho portato qualcosa da mangiare.-
Nessuno rispose. La ragazza con la mano tremante, aprì la
porta: Neji era disteso sul letto, dormiva profondamente, era bagnato
di sudore e portava ai piedi le scarpe, ma non la maglietta. A quella
vista, Hinata si fece rossa in volto e quasi urlò per la
vergogna (la timidezza gioca questi scherzi):
“Si deve essere allenato tutta la notte, senza farsi
sentire…” pensò.
Delicatamente posò il vassoio sopra il comodino e fece per
girarsi quando si sentì afferrare il braccio. Perse
l’equilibrio e cadde all’indietro finendo sopra il
petto bagnato del cugino.
- Che cosa ci fai in camera mia?- disse quest’ultimo.
Non rispose subito: presa dall’imbarazzo, riusciva
solamente a pronunciare parole deboli e incomprensibili,
però una volta rialzata in piedi e con la testa abbassata in
segno di scusa disse:
- Perdonami, Neji. Ero soltanto venuta a portarti la colazione. Mi
dispiace di averti svegliato!-
-Non fa niente. E grazie per la colazione.-
A quelle parole Hinata rimase quasi a bocca aperta: mai suo cugino si
era rivolto a lei in maniera così dolce e tranquilla.
- Siediti un attimo, per favore - disse poi.
Con ancora più sorpresa la ragazza si sedette.
- Hinata-chan… mi raccomando non devi dire a nessuno cosa
faccio di notte, capito?-
-Non ti preoccupare. Con me il tuo segreto è al sicuro.
Ma... s…secondo me non dovresti sforzare eccessivamente la
gamba. Hai sentito quello che ti hanno detto i dottori…-
- Sei gentile a preoccuparti per me, ma non ce ne è il
motivo-
Cosa stava succedendo? Tutta quella tenerezza e gentilezza…
dove era finito tutto l’odio e il disprezzo che provava per
lei? Queste erano le domande che in quel momento ossessionavano Hinata,
ancora più confusa.
- Adesso vai. Non voglio farti perdere ancora tempo -
- D’accordo. A dopo.-
Dicendo così uscì dalla stanza ancora
perplessa per strano comportamento di Neji. Uscendo da casa per andare
ad allenarsi fu sorpresa nel vedere Kiba che correndo verso di lei
gridava a squarciagola:
-Hinata! Hinata-chan! È tornato! Naruto è
tornato!-
- Che cosa?- esclamò arrossendo.
Proprio così: la persona che stava aspettando da tanto tempo
era di nuovo a Konoa!
Questa è il primo capitolo della mia prima storia, mi auguro
che vi sia piaciuto. Ancora siamo agli inizi, quindi la storia
sarà più interessante a mano a mano che
proseguiamo. Mi raccomando: recensite!
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Capitolo 2 *** Affetto e gelosia ***
Il sole splendeva forte, ma nonostante questo Naruto non
esitò a salire in cima alla grande scultura in roccia
rappresentante i cinque hokage:
- Finalmente a casa!- disse lui spostando leggermente il copri fronte.
- Presto! Voglio assolutamente andare a salutare tutti!- e con un salto
balzò sul tetto di una casa vicina.
Nel frattempo Sakura, ignara del ritorno del caro amico, passeggiava
tranquillamente per le vie del villaggio e osservando il cielo azzurro,
notò qualcuno che sedeva sul balconcino di
un’abitazione. All’inizio non capì bene
di chi si trattava: il sole era proprio di fronte a lei e poi era
troppo accecante. Ma quando il misterioso individuo scese e le rivolse
la parola, non esitò un solo attimo a gettarsi fra le sue
braccia:
- Naruto! Naruto-kun!!!- esclamò quasi singhiozzando.
- Ehi! Che accoglienza calorosa! – affermo scherzando.
Però, quando vide una lacrima scendere dal suo viso, si fece
serio e stringendola più forte disse:
- Perché reagisci così, Sakura…-
- Perché… mi sei mancato… Naruto.-
Ora l’aveva detto: nemmeno Sakura all’inizio sapeva
spiegarsi il motivo della sua trepidazione, del suo desiderio
irrefrenabile di rivederlo… le mancava…
Naruto, sentendosi dire una cosa del genere proprio da Sakura, che fino
a pochi anni prima non lo sopportava, avvertì una grande
gioia e la teneva stretta a se, non la voleva lasciare
andare…
Il fato a volte rivela brutte sorprese: in quel preciso momento nessuno
poteva prevedere l’arrivo di Hinata accompagnata dal suo
compagno di missioni, Kiba. Hinata vedendo da lontano Naruto, stava per
gridare il suo nome, ma quando vide anche Sakura insieme a lui,
abbracciati così teneramente, sì fermò
di scatto.
- Come mai Naruto e Sakura…?-
Kiba non poté finire la frase poiché si accorse
all’istante della reazione dell’amica. Hinata
cominciò a correre nella direzione da cui erano partiti,
portando una mano alla bocca per evitare che coloro che la guardavano
avvertissero i suoi ripetuti singulti. Kiba la seguì, ma ad
un certo punto la perse di vista:
- Dannazione!- esclamò.
Pochi metri dopo, la povera Hinata si fermò a riposare in un
giardino a due passi dalla sua abitazione: aveva gli occhi pieni di
lacrime, lacrime di dolore,di dispiacere,di sconforto.
“ Perché si sono abbracciati? E perché
Sakura piangeva? Non era triste… era
felice…”
Un nuovo sentimento invase l’animo di Hinata, un misto di
dolore e odio, gelosia o… cosa? Di sicuro si trattava di un
sensazione mai provata prima e che si stava cibando del suo cuore.
“ Basta pensare a queste cose!” disse fra se
“ora sei più forte, sei
cresciuta…”
Non riusciva ad andare oltre: voleva bene a Sakura e anche a Naruto,
però non ce la faceva, non riusciva a immaginare lui e
lei…insieme. Rimase ancora un po’ a pensare:
intanto il sole iniziava a calare lentamente e una lieve brezza
cominciò a far muovere i candidi fiorellini che ornavano
quel meraviglioso giardino. Il cielo si tinse di arancione, poi di
rosso, mentre la parte più bassa rimaneva ancora azzurra con
tante venature rosee. Guardando quel magnifico spettacolo, Hinata
iniziò a risollevarsi:
“ Com’è bello, qui! Magari lo potesse
vedere anche Naruto…”.
Al solo pensiero di quel nome, però, il povero cuore della
ragazza cominciava a battere forte e di nuovo quello strano sentimento
tormentava la sua mente. In quel momento le si avvicinò
qualcuno:
- Ah, finalmente ti ho trovata!- affermò Kiba con un leggero
sorriso.
- Kiba- kun… perdonami per prima, sono scappata via senza
dirti niente…-
- Stai bene, ora?-
- S…sì-
- Non devi prendertela così. Sakura era impaziente di
rivederlo… è normale che abbia reagito in quella
maniera.- dicendo questo, si avvicinò all’amica e
le diede un fazzoletto.
- Asciugati le lacrime. Non vorrai farti vedere da Naruto con quella
faccia!-
- Hai ragione… mi sono comportata come una bambina! Mi
vergogno un po’…-
- Ormai si è fatto tardi. Sarà meglio rimandare
il vostro incontro a domani!-
- Sì. Devo correre a casa a preparare la cena.- disse
asciugandosi l’ultima lacrima.
La luna non era ancora comparsa, ma il cielo aveva ormai perso i suoi
colori dorati per lasciar posto al blu color mare. Kiba decise di
accompagnare la dolce Hinata fino a casa:
- Siamo arrivati-
- Allora, ci vediamo domani per allenarci…-
- Sicuro!-
- Ok! A domani Hinata- chan!-
- Kiba- kun!-
- Eh?-
- …Grazie! Sei un vero amico!-
- D…di niente…Tra amici, cosa non si farebbe!-
Hinata rientrò in casa, ma Kiba non se ne andò
subito: rimase fermo per qualche minuto davanti all’ingresso
degli Hyuga…
- Hinata…- disse, ripensando a quella ragazza
così dolce… e ora cosi
carina.
Allora, che ne dite? Vi state appassionando? Riuscirà Hinata
a incontrare Naruto? E Kiba… si sta per caso innamorando? Ma
non dimentichiamoci neppure di Neji o di Sakura o…
dell’Akatsuki!
Non esitate a recensire! (si accettano anche consigli!)
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Capitolo 3 *** L' incontro ***
La dolce Hinata, grazie alle parole confortanti di Kiba,
riuscì facilmente a prendere sonno quella notte, ma
c’era qualcun altro che invece contemplava il soffitto
sdraiato sul letto, ripensando a un fatto che l’aveva un
po’ sorpreso. Il giovane Uzumaki rifletteva sulle parole di
Sakura e sulla sua reazione:
“Sakura, perché ti sei comportata
così?”
Naruto, anziché essere felice per la prova
d’affetto mostrata dalla ragazza che amava, sembrava quasi
turbato:
“E io perché mi preoccupo tanto? Dovrei essere
contento di esserle mancato…”
Non sapeva spiegarselo e continuava a pensare:
“Subito dopo il nostro incontro è corsa via
dicendo che aveva un impegno… ah!!! Io le ragazze non riesco
a capirle!”
E si rigirò nel letto addormentandosi pochi istanti
più tardi.
Finalmente è l’alba: tutti nel villaggio erano
già svegli o meglio solo una persona, Naruto, era ancora nel
mondo dei sogni. A casa Hyuga, Hinata era di fronte la porta della
stanza di Neji: anche questa volta suo padre le aveva chiesto di
portargli la colazione. Con più decisione della volta
passata, bussò alla porta del cugino:
- Neji, posso?- chiese lei sempre un po’ timidamente.
- Sì, entra.-
Entrando, Hinata chiuse gli occhi, temendo di rivedere Neji ancora
senza maglietta, ma lui notando il suo comportamento la
rassicurò arrossendo leggermente:
- S…sono vestito. Puoi aprire gli occhi.-
- D’accordo…- disse lei, abbassando la testa per
la brutta figura.
- Ecco la colazione. Io adesso devo andare: i miei amici mi stanno
aspettando per l’allenamento!-
Neji prese la tazza e fissando il tè verde
all’interno domandò quasi cupamente:
- Naruto è tornato, non è vero?-
Al sentir pronunciare quel nome, il cuore di Hinata cominciò
a battere all’impazzata e volgendo lo sguardo verso il basso
gli rispose:
- Sì, è… tornato ieri, ma…-
Fece una breve pausa e ripensò a quella scena che ancora la
tormentava:
- Ma io ancora non l’ho rivisto di persona!-
- E hai intenzione di incontrarlo oggi?-
- C…credo… di sì.-
Neji sospirò e cercò di alzarsi dal letto: fece
qualche passo verso Hinata guardandola ora fissa negli occhi. La
ragazza non sapeva come comportarsi (cosa voleva fare ?) e rimase
immobile presa dall’imbarazzo. Il cugino le se
avvicinò ancora di più, ma le passò
accanto. Aprì la porta e disse:
- Questo pomeriggio passerò a trovarlo. Se vuoi puoi venire
con me.- e si allontanò senza sentire la risposta della
giovane Hyuga. Hinata non riusciva a spiegarsi il suo comportamento:
“Perché mi ha guardata in quel modo?” si
domandava.
Poche ore dopo e concluso l’allenamento, Hinata, Kiba e Shino
decisero di andare tutti insieme a casa di Naruto per poterlo
finalmente salutare. Quando si ritrovarono di fronte la sua abitazione
Kiba esclamò:
- Oh no! Mi sono scordato di una cosa importantissima!-
- Di che si tratta?- chiese Shino
- Mi sono dimenticato di consegnare la relazione all’ hokage
riguardo la missione di pochi giorni fa! Entro oggi dovevo
assolutamente consegnarla!-
- Allora sbrighiamoci!- disse convinta Hinata, ma Kiba prese il suo
compagno di missioni per il braccio e portandolo via con se disse:
- Presto, Shino! Andiamo!- e rivolgendosi a Hinata:
- Tu puoi rimanere anche qui! Occorrono soltanto due firme per la
convalida. Ciao, a dopo!- e se ne andarono rapidamente. La ragazza era
un po’ titubante nell’entrare in casa Uzumaki:
“Cosa gli dico? Come mi comporto? Mi vergogno ad entrare in
casa sua da sola! E se poi non è felice di vedermi? Come
faccio?”. La poverina era ossessionata da questi pensieri:
era cresciuta, questo è vero; però rivedere il
suo amato Naruto ed entrare per di più nella sua casa la
facevano sentire come una chiocciola senza il suo guscio.
Salì lentamente le scale: ad ogni passo il cuore raddoppiava
il suo battito, le gambe cominciavano a tremare e la gola era sempre
più secca.
- Oggi ci si mette anche il caldo!- disse leggermente
ansimando.
Alla fine giunse dinnanzi alla porta, alla sua porta; a questo punto
raccolse tutte le sue forze e bussò. Naruto, nonostante
l’ora tarda, dormiva ancora beatamente: per il gran caldo si
era quasi completamente spogliato e aveva gettato a destra e a manca le
coperte del letto. La sua stanza non era nelle condizioni migliori da
ricevere ospiti, ma sentito bussare non esitò ad andare ad
aprire. Era ancora piuttosto assopito, il torace era bagnato di sudore
come il resto del corpo, mentre i capelli spettinati brillavano alla
luce del sole. Quindi si alzò, prese una bottiglietta
d’acqua che era lì vicino e sorseggiandola si
avviò alla porta:
- Sì?- disse l’Uzumaki con voce stanca, aprendola.
- Ciao, Naruto- k…-
Non riuscì a finire la frase: la poverina rimase a bocca
aperta diventando rossa come non lo era mai stata. Era lì,
davanti a lei, ancora più bello dell’ultima volta
che l’aveva visto, con i suoi occhi blu mare nei quali si
perdeva ogni volta che lo guardava e con quel suo viso dolce e buffo
che avrebbe voluto tanto baciare. Però il suo cuoricino non
riuscì a resistere alla vista del suo Naruto in soli boxer!
Le gambe cedettero,gli occhi le se chiusero e perse i sensi. Il corpo
della ragazza stava cadendo all’indietro, ma fortunatamente
Naruto fece in tempo a prenderla. La fissò per pochi attimi,
lì tra le sue braccia: era davvero cambiata; i capelli erano
più lunghi, il corpo aveva preso le sue forme… ma
Naruto aveva la sensazione che nel suo animo era sempre lei, la piccola
e tenera Hinata-chan.
Sono confusa anch’io: tanti sentimenti e tante emozioni
cominciano a comparire su questa storia…Allora che cosa
succederà adesso? Scopritelo nel prossimo capitolo!
Ringrazio tutti coloro che mi seguono e… continuate a
leggere!
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Capitolo 4 *** Una traccia dell'Akatsuki ***
Hinata riaprì gli occhi lentamente: girando la testa, la
prima cosa che vide fu il cielo limpido, senza nuvole e due uccellini
che si erano posati sul cuscino a fianco della finestra. Sorrise a
quei passerotti così piccoli e carini che
però volarono via pochi istanti dopo. Solamente a quel punto
Hinata si ricordò cosa era successo: era svenuta di fronte a
Naruto, quindi non poteva che trovarsi… Proprio
così: era nella sua stanza, distesa sul suo letto,
vicinissima alla persona che amava! Si alzò di scatto
rimanendo sempre seduta sul letto e si guardò intorno:
sembrava non esserci nessun altro a parte lei, ma la sua teoria fu
smentita all’istante. Dal bagno uscì un ragazzo
alto, biondo, della sua stessa età:
-Ah! Ci voleva proprio una doccia rinfrescante!- esclamò
Naruto.
Hinata si mise in piedi e quasi con le lacrime agli occhi disse:
- Ben…ben…bentornato Naruto-kun!-
Naruto con sguardo severo le se avvicinò e disse:
- Mi hai fatto prendere un colpo poco fa! Lo sai?-
- Ecco io…- la poverina era rimasta molto colpita dalla sua
reazione, ma prima che potesse aprir bocca, Naruto le aveva
già messo una mano sulla testa e accarezzandole i capelli:
- All’inizio quasi non ti avevo riconosciuta: sei davvero
cresciuta Hinata- chan!- disse sorridendo.
- Anche tu, Naruto- kun… ti sei arrabbiato con
me…? domandò timidamente.
- Eh? Ma cosa dici! Stavo scherzando-
Hinata tirò un sospiro di sollievo.
- Andiamo: ti offro qualcosa da mangiare. In questo modo avremo anche
la possibilità di scambiare quattro chiacchiere!
È da tanto che non ci vediamo.-
- Sì!- esclamò la ragazza sprizzando
felicità da tutti i pori.
Nel frattempo Kiba e Shino si erano sdraiati sotto un albero di pesco
poco distante dall’Accademia ninja: ormai l’albero
aveva perso i suoi fantastici fiori per dar spazio a dei succulenti
frutti.
- Chissà se Hinata sarà riuscita a parlare a
Naruto? Tu che ne dici Shino…-
- Secondo me ce l’ha fatta: non è più
la ragazzina di un tempo…-
- Se lo dici tu…-
- E tu invece? Ce la farai a confessarle ciò che provi?-
- Eh? Ma di che cosa stai parlando?-
- Lo sai benissimo. Si vede ad un miglio di distanza che sei cotto di
Hinata-chan!-
Il giovane Kiba arrossì leggermente e grattandosi il naso
disse:
- Davvero? Credevo di mascherarlo bene.-
- Però c’è una cosa che non capisco: se
ti piace, perché hai fatto in modo che si incontrassero,
lasciandola per di più da sola?-
-… Sai Shino, io voglio bene a Hinata-chan, ma…
non voglio che sia infelice: lei tiene molto di più a Naruto
che a me e sarei felice di vederli insieme un giorno…-
- Questo ti rende onore, Kiba-kun!-
Kiba accennò un sorriso e rivolse lo sguardo in alto
fantasticando su cosa stessero facendo Naruto e Hinata. I due si erano
recati alla bottega di ramen con l’intento di gustare quel
buonissimo piatto. Seduti al banco cominciarono a raccontare i fatti
accaduti all’uno e all’altro in questi anni di
lontananza fino a che il discorso non cadde su Sasuke:
-Sei ancora intenzionato a cercare Sasuke?,chiese con tono
preoccupato.
- Sì, ho fatto questa promessa a Sakura e voglio mantenerla!
rispose deciso.
- I pericoli da affrontare sono molti, ma non mi tiro indietro!-
- Faresti qualsiasi cosa per lei,non è vero? Il suo viso
cambiò subito espressione diventando cupo e triste. Naruto
non poteva immaginare quali pensieri vagassero per la mente
dell’amica.
- Qualcosa non va, Hinata?- disse con la bocca piena di spaghetti.
- Ah! No, niente stavo pensando! Ma guarda come ti sei ridotto! Vieni
qui, che ti pulisco!-
Come una mamma affettuosa al suo bambino, Hinata iniziò a
pulirgli il viso minuziosamente. La sua mano sfiorava continuamente il
suo volto e questo rendeva la ragazza davvero felice. Purtroppo
l’atmosfera romantica fu interrotta proprio
dall’arrivo di Sakura:
- Buongiorno, ragazzi! Come va?-
- Ah, ciao Sakura!-
- Ciao! Sakura-chan.- disse in maniera meno solare la chunin.
- È una fortuna che vi abbia trovato insieme.
L’hokage mi ha mandato di persona a chiamarvi!-
Già, l’hokage voleva vederli: tutti e tre si
diressero nel suo ufficio dove trovarono anche Neji:
-Ehilà, Neji! Da quanto tempo!-
- Ah! Ciao, Naruto-
Dopo quel breve incontro prese la parola Tsunade:
- Ragazzi, vi ho fatti chiamare per una ragione precisa: voglio
assegnarvi una missione molto seria che riguarda soprattutto te,
Naruto. Sembra che presso il villaggio della Pioggia siano stati
avvistati due individui molto sospetti e dagli abiti che portavano si
suppone che appartengano proprio all’Akatsuki!-
Sakura spalancò gli occhi: tracce dell’Akatsuki in
una zona così vicina a Konoa, dimostrava anche la vicinanza
di Sasuke… essendo alla ricerca del fratello. Ma anche un
altro pensiero la ossessionava: il nemico non era molto distante e
ciò significava un pericolo imminente per Naruto.
Quest’ultimo facendosi serio domandò:
- Che cosa dobbiamo fare, quindi?-
- Dovete recarvi laggiù e svolgere delle ricerche in
proposito… ma se sarà necessario, dovrete essere
anche pronti a combattere! Non sappiamo molto su questa organizzazione,
ma come sapete è formata da individui molto pericolosi che
non esiterebbero un solo attimo a farvi fuori. Allora, Naruto Uzumaki,
Neji Hyuga, Hinata Hyuga e anche tu Sakura Haruno, siete pronti a
rischiare tutto per affrontare questa missione?-
- Sì!- risposero in coro.
- Bene! Il leader della squadra sarà Kakashi con il quale ho
già parlato prima. Partirete domani mattina
all’alba. Ci sono domande?… Potete andare.
I ragazzi si salutarono e ognuno andò per la sua strada,
eccetto i due Hyuga naturalmente: Neji precedeva la cugina con passo
lento… In effetti la gamba non si era ancora completamente
ristabilita, ma non gliene importava. Era da tempo che non riceveva una
missione e poi era curioso di vedere quanto Naruto fosse diventato
forte:
- La gamba ti fa ancora male, non è vero?- chiese Hinata
accortasi delle reali condizioni del cugino.
- Faresti meglio a rimanere a riposo ancora per un
po’… è una missione troppo
impegnativa!- aggiunse con tono preoccupato.
Neji continuò a camminare facendo finta di niente. Hinata
non aveva il coraggio di insistere: temeva la sua reazione e non voleva
peggiorare il loro rapporto… che non era dei migliori.
La notte sopraggiunse rapidamente e i nostri eroi erano già
andati tutti a dormire per affrontare nel migliore dei modi il giorno
seguente. Sakura,però, era ancora sveglia e seduta sul suo
letto stringeva tra le sue mani una foto alla quale era tanto
affezionata: c’era lei, ancora con i capelli lunghi, insieme
al suo maestro… ma la sua attenzione era rivolta a quei due
genin in quella occasione tanto vicini, ma ora così lontani.
La vista iniziò ad annebbiarsi e una lacrima cadde su
quell’immagine andando ad oscurare il viso di
Sasuke… La povera Sakura cominciò a piangere e
stringendo a se il cuscino richiamò alla mente quelle belle
giornate in cui era veramente felice insieme a Naruto e al suo Sasuke.
In questo modo si conclude anche il capitolo quarto.
Voglio rispondere a qualche vostra recensione o meglio vi dico soltanto
questo: preferisco non dire se si tratta di una naruxsaku o di
qualcos’altro… mi piace mantenere la suspence!
Forse a voi questa cosa non va a genio, ma mi auguro comunque che la
mia storia continui ad interessarvi. Un saluto da Mewpower.
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Capitolo 5 *** Perché? ***
I primi raggi di sole svegliarono la giovane Sakura che si era
addormentata con il cuscino ancora tra le sue braccia e accanto a lei
c’era la foto che la sera precedente l’aveva fatta
piangere. Guardò la sveglia: mancavano pochi minuti
all’ora prestabilita per la partenza…
fortunatamente aveva già preparato tutto; di conseguenza non
fece altro che chiudere e prendere lo zaino per poi partire, senza
dimenticare di salutare la famiglia. Corse a più non posso
verso le porte d’accesso di Konoa dove tutti la stavano
aspettando: Naruto, vedendola da lontano, la salutò
allegramente facendo segno con la mano:
- Ehilà!!!- gridò.
Sakura sorrise e disse fra sé:
“Non sei cambiato per niente Naruto”.
-Bene! Se siamo pronti possiamo andare.- disse il maestro Kakashi
rivolgendosi ai compagni di missione. Al grido di “Evviva si
parte!” dell’ Uzumaki i nostri eroi si
incamminarono. Anche quel giorno splendeva il sole che
emanava una luce davvero accecante: questo dava un po’
fastidio ai ninja che durante le missioni erano costretti a portare le
solite pesantissime divise:
- Uffa! Non ce la faccio a proseguire con questo caldo!-
brontolò Naruto togliendosi la felpa color nera e arancio.
- M…ma cosa fai?- esclamò Hinata rossa in viso,
un po’ per il caldo e un po’ per
l’imbarazzo, la quale, presa da ciò che stava
succedendo, inciampò su di una pietra e cadde.
- Che diavolo combini, Naruto?- disse invece Sakura sferrandogli un
pugno in testa, anch’ella imbarazzata.
- Non ci si comporta così di fronte a delle ragazze.-
affermò Kakashi - non lo sai?-
Neji aiutò la cugina ad alzarsi chiedendole se si era fatta
male e mentre gli altri ancora discutevano la accompagnò ad
un fiume là vicino:
- Ti sei sporcata tutta in viso… prendi questo e pulisciti-
disse donandole il suo fazzoletto.
- Sei molto gentile…- disse lei leggermente perplessa.
Già, in quel periodo aveva notato una maggior cortesia, una
maggior dolcezza, nei suoi confronti che davvero non riusciva a
spiegarsi. E poi quei strani atteggiamenti con lei nei giorni
precedenti… Possibile che tutto l’odio, il
disprezzo, il rancore che Neji provava fosse scomparso del tutto?
“No, non è possibile” credeva lei
“Neji mi detesta… non potrebbe
mai…”
I suoi pensieri furono disturbati da una nuova e improvvisa domanda del
cugino che la lasciò senza parole:
- Hai un debole per Naruto, Hinata- chan?-
La poverina fu colta alla sprovvista: una domanda del genere proprio
non se l’aspettava in quel momento! Per di più non
da quella persona! Hinata non sapeva cosa rispondere e presa
dall’imbarazzo avrebbe preferito svenire, ma prima che
potesse dire qualcosa, Neji continuò:
- Se non te la senti di rispondere, non fa nulla. Era solo
curiosità.- detto questo si allontanò ritornando
dagli altri.
La giovane Hyuga rimase immobile di fronte alla riva del fiume ancora
per qualche istante con il fazzoletto bagnato in mano:
curiosità? interesse? Perché quella domanda? Cosa
gli passava per la mente? Che cosa pensava di lei? Troppe domande, ma
nemmeno una risposta.
Tra una difficoltà e un’altra i nostri ninja
decisero di accamparsi per poter riposare. La notte era ormai
sopraggiunta e le stelle decoravano il cielo illuminandolo permettendo
così ad Hinata di potersi esercitare tranquillamente mentre
gli altri dormivano. In verità la ragazza aveva un
po’ paura del buio, però nonostante questo le
piaceva allenarsi sotto il chiarore della luna che le teneva compagnia.
Ad un certo punto avvertì un rumore di passi che la fecero
girar di scatto: c’era Neji in tuta da allenamento:
- Devi tenere più bassa la schiena se vuoi perfezionare quel
movimento- disse lui con le braccia incrociate e con sguardo attento su
di lei.
- Ok - affermò ansimando.
Il chunin fece per rigirarsi, ma Hinata lo chiamò:
- Neji, ascolta… - non riuscì a completare la
frase: come poteva chiedergli spiegazioni su quello che le aveva detto
la mattina stessa? Proprio non ce la faceva.
- P…potresti aiutarmi
nell’…allenamento?-
- … D’accordo. Ma devi impegnarti!- disse dopo
averci riflettuto per un attimo.
Così i due Hyuga trascorsero l’intera nottata
esercitandosi senza smettere un solo istante, insieme per la prima
volta.
Anche Sakura trascorse la notte in bianco, ma per tutt’altro
motivo: cercando del materiale nel suo zaino aveva notato che la foto
con Naruto e Sasuke era, probabilmente per caso, finita là
dentro. La prese in mano e quasi non si commosse per una seconda volta:
stava male, davvero male a causa di Sasuke, ma con nessuno poteva
sfogare il proprio dolore eccetto con una persona… Naruto
era sempre stato vicino a lei, era l’unico che era in grado
di capirla, di consolarla…e sapeva che su di lui si poteva
sempre contare! Passò quindi tutta la notte sveglia,
stringendo al petto quella foto, riflettendo e riflettendo su di lei
e…su Naruto-kun.
Il mattino seguente di nuovo tutti in cammino verso il Villaggio della
Pioggia:
- Ci stiamo avvicinando!- disse Kakashi un po’ pensieroso.
- Davvero? Non manca molto, allora…- disse Sakura.
- Penso che entro dopodomani riusciremo ad arrivare.-
-… Così da poter scoprire qualcosa
sull’Akatsuki e magari anche su Sasuke…- disse
Naruto.
Sakura lo guardò per un attimo titubante e
abbassò la sguardo:
“Perché continuare a
cercarlo…”
Sakura e Hinata sono ossessionate da dubbi… riusciranno a
risanarli? Scopritelo nel prossimo capitolo!!!
Ps: Grazie per i complimenti!!! Siete troppo gentili.
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Capitolo 6 *** Scintille! ***
In una valle deserta a pochi passi dal Villaggio della Sabbia due
individui sospetti sedevano ammirando il paesaggio, ovvero solo
vegetazione rada, e tanta sabbia: entrambi portavano un lungo abito
nero caratterizzato da qualche nuvola rossa dal bordo bianco e un
cappello di paglia con dei campanellini che al minimo spostamento
d’aria producevano un leggero tintinnio. Uno di questi si
tolse il pesante copricapo e spostando il ciuffo di capelli di fronte
al suo occhio sinistro esclamò:
- Questo caldo non si sopporta proprio, vero Sasori-sensei?-
Il compagno dai capelli scarlatti annuì lievemente con la
testa: era assorto nei suoi pensieri e guardava, ammirava da lontano il
villaggio che era stato la sua culla, la dimora di tanti
ricordi… soprattutto infelici. L’altro ragazzo
invece si dilettava con un po’ di terra nella costruzione di
una torre: stava predendo davvero una bella forma; anche Sasori
l’aveva notato e quasi stava per fargli un complimento, ma
Deidara con un pugno schiacciò la sua opera:
- Sei sempre il solito, Deidara!- disse il compagno con una smorfia.
- E tu te la prendi troppo. Sai, benissimo qual è il mio
concetto di arte.- ribatté il biondo.
- L’arte è qualcosa di eterno e di straordinario.
Deve colpire l’occhio di tutti con la sua
bellezza…-
- Riuscirò mai a convincerti che l’arte deve
essere esplosiva e di effetto immediato? Come può essere
eterna ?-
I due discutevano sempre e solo per lo stesso motivo, ma alla fine era
sempre Sasori quello che smetteva per primo. Infatti anche quella volta
voltò le spalle a Deidara e continuò a fissare il
suo paese natio.
- Sarà meglio darsi da fare adesso- disse poi.
- D’accordo, ho capito. Mettiti comodo e ammira lo spettacolo
pirotecnico-
- Ricordati che devi portarlo qui vivo…- ma mentre diceva
questo il compagno aveva già evocato una gigantesca creatura
bianca, con la quale si alzò in volo per catturare la loro
preda, il kazekage.
Pochi istanti dopo Sasori avvertì la presenza di qualcuno
dietro di lui, ma non si voltò:
-Tu devi essere uno dei membri dell’Akatsuki…-
chiese il misterioso individuo puntando un kunai di sabbia alla schiena
del ragazzo.
- Piacere. Sono Sasori della Sabbia Rossa- rispose lui impassibile.
– E tu, sei Gaara del Deserto, giusto?-
- Esatto. Sono il kazekage del Villaggio della Sabbia… se
non sbaglio mi stavate cercando-
- Diciamo pure di sì. Anche se il nostro obbiettivo
è un altro… catturare ciò che nascondi
dentro.-
- Allora le voci che si sentono in giro sono vere: siete alla ricerca
dei cercoteri…-
- Sai, siete rimasti solo in due a possederli… quindi che ne
dici di consegnarmi il tasso…-
Sasori mosse l’indice e il dito medio facendo
fuoriuscire improvvisamente da sotto terra una marionetta che
colpì il giovane Gaara. Solo a quel punto si girò
mormorando:
- Tks, era una copia di sabbia -
La sabbia che componeva il corpo cadde lentamente tornando ad essere
tutt’uno con il suolo arido. Quando l’ultimo
granello finì a terra poco lontano da lì ebbe
inizio l’inferno: Deidara aveva dato il via
all’attacco e lanciava bombe di argilla
dall’incredibile potere distruttivo che misero in fuga la
popolazione e che trasformarono il villaggio in un campo di fuoco.
In un’altra zona molto più lontana c’era
invece un fuoco che non voleva davvero ardere: Naruto sfregava e
sfregava il bastoncino sopra agli altri pezzi di legna, ma proprio non
voleva sentire ragione di accendersi. Hinata, notando il ragazzo in
difficoltà non esitò un attimo ad aiutarlo:
- Naruto-kun, posso darti una mano se vuoi…- disse
timidamente.
Naruto la fissò per un attimo e consegnandole il bastoncino
le disse:
- Provaci, ma credo proprio che non…-
Non fece in tempo a finire la frase che la giovane Hyuga era
già riuscita nel suo intento: una scintilla diede origine ad
un bella fiamma che diede fuoco ai quei pochi bastoncelli di legno.
- Ecco fatto!- affermò la ragazza sorridendo -
- Accidenti! Sei stata un fulmine.- disse Naruto stupito.
- Ci sono abituata. Non è stato
diffic…- quell’ultima frase giunse
strozzata alla bocca di Hinata la quale non finì di parlare
e si toccò la mano dolorante. Probabilmente il duro
allenamento della notte passata era stato troppo faticoso per
lei… per di più il suo dito indice
cominciò anche a sanguinare. Forse per la sua
impulsività Naruto a quella vista non esitò un
attimo a reagire: afferrò la mano ferita e molto
delicatamente appoggiò le sue labbra al dito di
Hinata…
“Cosa sta facendo… Naruto-kun”
pensò, ma non ebbe la forza per domandarglielo.
Il ragazzo, come leggendole nella mente, rispose:
- Dicono che la saliva sia un buon disinfettante. Lo sai che potresti
incorrere in un’infezione? Se sei ferita devi dirlo subito-
La poverina era rimasta shockata da ciò che era successo:
Naruto non solo si era preoccupato per lei, ma soprattutto…
aveva toccato le labbra del suo amato. Sorridendo e diventando rossa in
volto si sentì mancare… e cadde a terra.
- Hinata, cosa c’è ancora?- esclamò
Naruto preoccupato.
Si avvicinò al suo corpo camminando a gattoni e
accostò il suo orecchio al petto della ragazza. Il cuore
batteva in maniera accelerata, ma l’Uzumaki intuì
che non era nirente di grave: stava soltanto dormendo! A quel punto
alzò il capo dal petto, incontrando così il viso
dell’addormentata. Restò in quella posizione per
qualche attimo: il respiro della giovane era davvero gradevole e i suoi
lunghi capelli facevano da cornice perfetta a quel candido viso. Naruto
ritornò nel mondo reale solo perché
avvertì dei passi. Si alzò in piedi e proprio nel
momento in cui Sakura piombò sulla scena anche Hinata si
destò:
- Allora sei riuscito ad accendere il fuoco?-
-Ecco… diciamo di sì. Anche se in
realtà è stato tutto merito di Hinata-chan!-
Sakura guardò la ragazza che era seduta a terra un
po’ stordita e notò un particolare:
- Oh mio Dio! Cosa ti è successo alle mani? Vieni, ci penso
io a curarti- e prendendola per un braccio la trascinò nella
sua tenda.
Con qualche fasciatura qua e là Hinata
già non sentiva più dolore… (saranno
state le bende o qualcos’altro?):
- A partire da dopodomani potrai anche non usarle più.-
- Grazie, Sakura-chan.-
- Figurati-
La giovane Hyuga stava per lasciare la tenda, ma Sakura proprio
all’ultimo secondo disse:
- Hinata, aspetta! Posso…domandarti una cosa?-
Hinata provò una strana sensazione: di che cosa si trattava?
- Forse ti sembrerà una domanda sciocca, ma… tu
hai notato qualcosa di diverso in Naruto-kun rispetto a tre anni fa?-
Perché c’era sempre Naruto nelle domande che le
ponevano? Proprio non lo capiva. Con voce quasi tremante Hinata rispose:
- N…no. Mi sembra sempre lo stesso.- e facendo uno sforzo
immane, con un po’ di paura in cuore, chiese:
- Perché ? -
Sakura si voltò verso la sua borsa degli attrezzi medici
cercando di mettere un po’ in ordine:
- Devo essere stata davvero cieca, allora…- disse quasi
sussurrando, ma poi con voce più alta:
-Ci sono aspetti di Naruto che non avevo mai
notato… o forse ho fatto finta di non vedere…-
Hinata non sapeva come interpretare quelle parole: il suo tono era
serio, riflessivo e nascondeva anche una venatura di dolcezza.
- Mah, che dico! Non far caso alle mie parole, Hinat… Dove
è andata?- girandosi vide che la sua amica non
c’era più. Hinata, infatti, era uscita dalla tenda
e pensierosa si diresse verso il focolare dove gli altri stavano
attendendo le due ragazze per il pranzo.
Ecco concluso anche il sesto capitolo: da qui ha anche inizio la parte
più “avventurosa” (lo scontro tra Gaara
e Deidara, ecc.). Mi piacerebbe sapere la vostra opinione relativa a
quest’ultima parte! Comunque (mi rivolgo agli appassionati di
storie d’amore) non temete: oltre all’azione non
mancheranno mai le vicende amorose tra i vari personaggi! Se avete
consigli oppure critiche non esitate a scrivere. E grazie ancora per
tutti voi che mi seguite!!!
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Capitolo 7 *** La scorciatoia ***
Nel Villaggio della Sabbia era piombato il panico assoluto: gli uomini
cercavano di mettere in salvo le proprie mogli, ma soprattutto i loro
bambini, che piangevano e avevano paura; anche i ninja lì
presenti barcollavano nel buio, non sapendo come intervenire per
placare la furia distruttiva del nemico. Alcuni di loro notarono i suoi
indumenti riconoscendolo come un membro dell’Akatsuki.
- Dobbiamo intervenire!- esclamò Kankuro con tono deciso.
Lui sapeva bene quale era l’obbiettivo di quella
organizzazione: era stato lo stesso Gaara a dirglielo e ad avvertirlo
del pericolo che il villaggio poteva correre… la sua
preoccupazione si era trasformata in un qualcosa di certo!
Nell’aria echeggiavano le risa di Deidara, soddisfatto del
lavoro che stava compiendo, anche se un po’ seccato dal fatto
che il kazekage non si era ancora fatto vivo.
- Se non ti fai vedere continuerò all’infinito!-
gridava il biondo in groppa al suo mostro.
Ad un certo punto qualcosa bloccò il volo della sua
creatura: una gigantesca mano di sabbia l’aveva preso per
un’ala tirandolo brutalmente verso una parete di roccia
là vicina. Deidara, quasi preso alla sprovvista, fece un
salto finendo sopra quella mano. Piazzò delle bombe in
argilla e evocando un dragone si allontanò aggrappandosi
alla sua schiena:
- Katsu! – a quelle parole le bombe esplosero facendo cadere
sul villaggio una pioggia di sabbia.
- Finalmente è arrivato.-
Kankuro vide, infatti, Gaara che riusciva a stare in aria
utilizzando una sfera in terra rossa. Aveva lo sguardo fisso sul nemico
e le mani incrociate al petto: come aveva osato attaccare il suo
villaggio? La doveva pagare cara. Senza pronunciar parola
alzò la mano destra richiamando una gran quantità
di sabbia che girava continuamente sopra la sua testa vorticosamente.
Deidara, intendendo quel gesto come un segnale di sfida e infastidito
dallo sguardo impassibile dell’avversario, ordinò
al suo drago di passare all’azione: dalla sua bocca
cominciarono ad uscire tanti serpenti esplosivi che si legarono intorno
alla vita, alle gambe e al collo di Gaara, il quale non
reagì, ma si limitò soltanto ad abbassare la mano
che era alzata e a puntare il palmo verso Deidara.
Quest’ultimo, irato per l’indifferenza del nemico,
non seppe contenersi e ordinò ai rettili di argilla di
esplodere. Il livello di esplosione era uno dei più alti che
sapeva usare e lo stupore fu davvero grande quando Gaara ne
fuoriuscì incolume. Il palmo della sua mano era ancora
rivolto contro di lui e le poche parole del kasekage furono sufficienti
nel convincere Deidara della sua forza:
- Funerale del deserto!-
Un vortice di sabbia lo circondò schiacciandolo. La sua
abilità gli permise di ridurre gli effetti della tecnica che
però erano stati devastanti: il braccio sinistro era
sicuramente rotto, le gambe erano ricoperte da ferite profonde e
sanguinolente mentre il suo viso era cosparso da ematomi. Ansimando
leggermente e facendo un sorrisino maligno Deidara accostò
al petto la mano destra e dopo aver sussurrato qualcosa al suo dragone
lanciò contro Gaara degli aghi d’argilla velenosi
così da fargli distogliere lo sguardo dal suo vero intento.
Il kazekage usò la sua barriera mentre il nemico passava
all’azione: un’immensa bomba circondata da fili di
chakra fu espulsa dalla bocca dell’orrendo animale e mentre
precipitava sul villaggio Deidara disse:
- Vediamo adesso come te la cavi.-
Gaara non poteva permettere che ciò accadesse e
raggiungendola la ricoprì con tutta la sabbia che
riuscì ad evocare facendola esplodere prima che toccasse
terra.
Finito di mangiare i nostri eroi ripresero il cammino verso il
Villaggio della Pioggia che ormai non era più molto lontano.
Per raggiungerlo era però necessario superare
un’altura priva di sentieri e quindi pericolosa da
percorrere. Kakashi precedeva il gruppo, seguito da Naruto, Hinata,
Sakura e infine Neji. La roccia era molto friabile per questo ad ogni
passo qualche granello si staccava dalla pendice e rotolava
giù, giù nel profondo dirupo di cui non si
conosceva la fine. Il cuore della giovane Hyuga batteva
all’impazzata, così forte che quasi poteva essere
avvertito anche dai compagni non meno timorosi
nell’affrontare quella voragine. Quando però
Hinata staccò una mano dalla parete rocciosa per toglier il
sudore dalla fronte e accecata dal forte sole proprio di fronte a lei,
perse l’equilibrio e il suo piede non trovò un
appoggio. Scivolò, ma non poté aggrapparsi avendo
le mani fasciate e ancora doloranti. In quella frazione di secondo
Naruto si voltò, ma non fece a tempo nemmeno a pronunciare
il nome della ragazza che già Neji si era precipitato su di
lei. La prese in braccio e tenendola con una mano mentre con
l’altra cercava di attaccarsi alla parete le disse:
- Tieniti forte!-
Hinata chiuse gli occhi e mise le braccia intorno al collo del cugino
senza pensarci due volte.
La mano di Neji scivolava e la roccia franava senza interruzione, ma
non poteva permettere tutto ciò…la vita di Hinata
dipendeva da lui. Facendo uno sforzo immane cercò di
rallentare la caduta continuando a raschiare il pendio e per questo le
sue unghie si colorarono di rosso. Fortunatamente scorse con la coda
dell’occhio una sorta di rientranza a pochi metri da lui:
concentrò il chakra nei piedi dandosi una spinta
riuscì a saltare lateralmente in quella piccola grotta.
- Siamo al sicuro ora.- disse rassicurando la ragazza ancora un
po’ tremante e con il capo basso.
Hinata alzò lo sguardo incontrando quello del cugino: non si
era nemmeno resa conto che lo stava stringendo forte forte a
se… Neji la fece scendere e così notò
le sue bende sporche di terra:
- Ecco perché…- affermò lui.
Hinata annuì lievemente sentendosi in colpa per essere stata
di nuovo una volta un peso, ma si accorse anche delle ferite riportate
dal ragazzo solo per proteggerla, per salvarla.
- Grazie! E…scusami. - disse con le lacrime agli occhi.
Neji le porse il suo fazzoletto… ancora una volta, ma non
era arrabbiato con lei. Come poteva esserlo… Il resto della
squadra raggiunse subito i due domandando loro come stavano:
- Tutto a posto, Hinata? Non ti sei fatta male, vero?-
domandò Naruto preoccupato.
- Sto bene, grazie.- rispose lei che stava già meglio per
l’interesse mostrato dall’Uzumaki.
- Neji, ci penso io a te.- disse invece Sakura.
- Mmm… sembra che abbiate trovato una specie di caverna
sotterranea. E magari ci permetterà di raggiungere la nostra
meta prima del tempo.- disse Kakashi.
La caverna sembrava piccolissima all’entrata, ma in
realtà, procedendo più avanti, si accorsero che
si ingrandiva sempre più. Dal soffitto colava
dell’acqua che cadendo formava delle pozzanghere: era pura,
limpida e la poca luce che filtrava lo dimostrava. I nostri ninja
camminarono per vari metri accorgendosi di quanto fosse interessante il
posto in cui si trovavano: giunsero infatti in un luogo che risultava
abbastanza illuminato, grazie ai raggi solari che penetravano per mezzo
di sottili fessure e che riflettevano sulle pozze d’acqua. In
particolare, però, la presenza di tanti minerali variegati
rendeva ancora più gradita la permanenza in quel luogo:
- Che belli!- esclamò Sakura avvicinandosi ad alcuni che
circondavano uno specchio d’acqua.
Mentre si chinò per afferrarne uno, Naruto si era avvicinato
a lei per osservali da vicino, ma inciampando urtò Sakura
che finì a terra bagnandosi completamente.
- S…Sakura, scusa n…non l’ho fatto
apposta…- disse preoccupato immaginando la sua reazione.
La ragazza si girò verso di lui con sguardo minaccioso e gli
mostrò il suo pugno, ma subito dopo con il sorriso sulle
labbra:
- Oh, Naruto, possibile che non cambierai mai!-
Il giovane Uzumaki era rimasto a bocca aperta: da Sakura non si sarebbe
mai aspettato un comportamento del genere. Quella ragazza si comportava
troppo stranamente.
- La prossima volta stai più attento.- continuò
lei.
Seguitarono a camminare e quando raggiunsero l’uscita il sole
stava tramontando:
- Come pensavo, questo passaggio ha davvero velocizzato il nostro
viaggio. Entro domani pomeriggio saremo alle porte del Villaggio della
Pioggia.- disse Kakashi. Anche quella giornata era ormai conclusa e
dopo cena tutti andarono a letto molto presto, in seguito alla fatica
riportata durante quella giornata e immaginando probabilmente un
possibile scontro con l’Akatsuki per il giorno seguente.
Questa volta ho cercato di aggiornare il prima possibile!
Comunque mi auguro che vi sia piaciuto questo capitolo. Se avete
critiche o suggerimenti o per chi mi vuole contattare… fate
pure! Ciao!!!!!!
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Capitolo 8 *** Il villaggio senza vita ***
Ritorniamo al Villaggio della Sabbia: dopo che Gaara era riuscito a far
esplodere la bomba senza che il suo villaggio riportasse ulteriori
danni, era sceso dalla sua sfera di sabbia, stanco e quasi privo di
chakra. Il primo a portargli soccorso fu Kankuro:
- Sei ferito? -
- No, sto bene. Ho soltanto usato troppo chakra…La
popolazione?-
- Tutti gli abitanti sono stati fatti evacuare. Anche se purtroppo
qualcuno non ce l’ha fatta… Quel tipo ci ha presi
alla sprovvista!-
- Dannazione!- esclamò adirato.
Gaara era diventato kazekage esclusivamente per un motivo:
proteggere il suo villaggio. Non voleva più stare
solo… aveva bisogno di tutti loro.
- Ora se ne sarà davvero andato quel tipo?-
- Non credo…-
Gaara aveva ragione: Deidara era rimasto nascosto dietro ad alcune
macerie. Non poteva ritornare da Sasori senza la preda. Stette
lì per un po’, cercando di curarsi come meglio
poteva, e quando si sentì pronto passò di nuovo
all’azione. Non aveva molto chakra a disposizione,
però conosceva una tecnica meno distruttiva delle altre, ma
sicuramente più letale e pericolosa.
- Vado a controllare la situazione alle porte del villaggio!- disse
Kankuro – non vorrei che ci fossero altri nemici.-
- Sì, corri. Io ispeziono nelle vicinanze.-
Una volta che rimase solo, Gaara si sentì afferrare il
piede: un insieme di scarabei in argilla iniziarono a salirgli fino al
ginocchio e a quel punto…
- Shii Foo Karura! Tecnica finale C4 -
Deidara si mostrò all’avversario mentre i suoi
scarabei cominciarono ad esplodere: l’argilla di cui erano
composti penetrò nel corpo di Gaara tramite la sua
respirazione.
- Eh, eh. Ora che l’hai inspirata non hai
possibilità di salvezza.-
- Cosa mi hai fatto?-
- Nel tuo sistema circolatorio sono penetrate delle microscopiche bombe
che al solo mio segnale distruggeranno il tuo organismo… non
la trovi un’idea meravigliosa per morire ?-
- … Se non sarai prima tu a lasciare questo mondo -
In effetti il braccio di Deidara aveva assunto una colorazione violacea
e dal suo fianco il sangue fuoriusciva come l’acqua da una
sorgente. Si toccò quella brutta ferita, ma non perse la
voglia di fare il gradasso:
- Non temere. Non correrò questo rischio.-
Improvvisamente il terreno vicino a Deidara si smosse e
comparì un essere… se così si vuol
definire. La cosa certa è che assomigliava ad una pianta, ma
era visibile all’interno una testa umana per metà
nera e per metà bianca e iniziò a parlare:
- Cambiamento di programma. Devi assolutamente tornare indietro.-
- Che vai blaterando, Zetsu. Ho il Demone Tasso qua, nelle mie mani!-
- Gli ordini non si discutono! Pain ha ordinato così.-
- Cosa può esserci di maggior importanza rispetto
al…-
- La Volpe è vicina al Villaggio della Pioggia. Sai bene che
ha la priorità. Con lei il nostro obbiettivo sarebbe
raggiunto anche senza il Tasso… -
Stringendo i denti per l’amarezza, non potendo concludere la
sua opera, dovette ritirarsi lasciando il kazekage al suo destino.
Una volta attraversata una fitta foresta, la squadra di Kakashi
raggiunse finalmente la sua meta: alle porte del villaggio non
c’era neanche una guardia e la cosa era molto strana.
Nonostante questo, entrarono, ma la situazione non variava affatto:
nessuno in strada, non si sentiva una sola voce, solo il vento che
faceva scivolare dagli alberi le gocce di pioggia cadute la sera prima.
Avanzarono verso il centro del villaggio, ma ancora il nulla totale.
- Questa faccenda non mi piace! - esclamò Naruto guardandosi
intorno.
I due Hyuga pensarono di attivare il Byakugan:
- Ma cosa…?- dichiarò Hinata.
- In queste case non c’è anima viva.- disse invece
Neji.
- Com’è possibile ?- intervenne Sakura
- Per di più all’interno tutto è stato
messo sotto sopra…- continuò Hinata.
- Banditi ?-
- Potrebbe essere, ma…-
- Ragazzi, ascoltatemi: io vado in perlustrazione da questa parte, voi
proseguite per di qua, intesi?-
Kakashi si divise così dal gruppo mentre gli altri chunin si
diressero altrove. Ad un certo momento Sakura sentì un odore
familiare che la fece rabbrividire:
- Ragazzi, avvertite anche voi questo odore ?-
- S…sì sento qualcosa, ma non riesco a capire
cosa sia.- disse l’Uzumaki.
Sakura incominciò a correre a perdifiato fermandosi di
fronte ad uno spettacolo raccapricciante. Un urlo si levò al
cielo: Neji coprì gli occhi di Hinata, tremante,
poiché aveva già potuto vedere, e
l’accostò a se; Naruto fece la stessa cosa con
Sakura che piangeva e si nascondeva fra la sue braccia. Una montagna di
corpi senza vita erano stati ammassati tutti insieme: donne, bambini,
uomini, nessuno era stato risparmiato. Qualche corpo perdeva ancora
sangue, chi dal collo, chi dal ventre, per non parlare del colore del
loro corpo e dell’espressione dei loro visi, alcuni
completamente mutilati.
Kakashi si precipitò sul posto avendo sentito
l’urlo di Sakura e anche lui rimase sconvolto.
- Gli abitanti del villaggio sono…-
Quando le due ragazze si furono calmate, Kakashi spiegò che
la banca del villaggio e le altre case erano state saccheggiate,
private di tutto ciò che avevano di più prezioso.
- Parlando dei cadaveri - continuò - non sono stati
raggruppati in quel punto per caso-
- Che cosa vuoi dire ?-
- Intorno è stato disegnato un cerchio all’interno
del quale sono stati aggiunti altri segni di cui però non
capisco il significato…In altre parole è come se
si fosse svolto un rituale o qualcosa del genere-
- E loro erano il sacrificio…- intervenne Neji.
- Già…-
- Credete che siano stati dei banditi? - domandò Naruto.
Nessuno poteva dare una risposta. Possibile che fosse stata
l’Akatsuki?
In quel momento furono avvertiti dei passi; qualcuno si avvicinava.
Impugnando ognuno un kunai si nascosero, ma alla vista di quella
bambina tutti si avvicinarono a lei: era scalza, con il viso ancora
bagnato di lacrime, aveva qualche graffio qua e là, ma nulla
di grave.
- Piccolina, sei di questo villaggio?- domandò Sakura
teneramente.
La ragazzina scoppiò in un pianto dirotto, ma tra un
singhiozzo e un altro raccontò la sua storia: quella mattina
era stato dato l’allarme che due individui pericolosi erano
entrati nel villaggio con la forza. La notizia non fece neanche in
tempo ad essere saputa da tutti che i due tizi avevano già
massacrato gran parte della popolazione, derubando le loro case. La
madre della piccola era però fuggita con lei per portarla in
un luogo sicuro, ma non riuscendolo a trovare ricorse alla tecnica
innata dei membri del Villaggio della pioggia, ovvero Tecnica della
trasmutazione in acqua. Trasferì il corpo della bambina
all’interno di una pozza d’acqua là
vicino, non potendo immaginare però che da lì sua
figlia potesse assistere alla sua uccisione e non solo alla sua. Fu in
questa occasione che vide i due malfattori entrambi vestiti con una
veste nera come la pece costellata da nuvole rosse come il sangue, come
tutto quel sangue che fluiva dalla bocca di sua madre…
- M…ma è terribile!- disse Hinata guardando la
bambina tremante e chiaramente shockata.
- Dice…va strane cos…se - continuò poi
- alla fine l’uomo con i capelli bianchi… diceva
t…tante parole… che non riuscivo…a
capire. Sembra…va una preghiera…- e
ricominciò a piangere.
- Su, su calmati! Hai già fatto troppo per noi.-
affermò Sakura.
- Non c’è dubbio allora. Si tratta proprio di
loro.-
- Maledetti! Che bisogno c’era di fare tutto questo!- disse
Naruto stringendo i denti.
Era ormai pomeriggio inoltrato e i nostri ninja avevano deciso di
portare l’unica sopravvissuta al sicuro: a poche miglia da
lì c’era il Villaggio della Laguna,
luogo tranquillo e isolato dove non sarebbe stata in pericolo. Kakashi
si offrì nel portare la piccola in quel posto, Sakura e
Hinata si recarono nella foresta per cogliere qualche erba medica,
mentre Naruto e Neji decisero di rimanere al Villaggio della Pioggia
sperando di trovare altre tracce che gli permettessero di capire dove
si erano diretti quei due. All’improvvisò Naruto
sentì qualcosa che si avvicinava sempre di più a
lui e prontamente si scansò dalla traiettoria di tiro di un
individuo che, visto fallire il suo tentativo, ritirò a
sé la sua falce grazie ad una corda. L’uomo aveva
capelli bianchi, ma era giovane; alto e con un mantello nero che
significava Akatsuki! Insieme a lui c’era un altro tipo che
però aveva il viso quasi completamente coperto da un
cappuccio bianco e da un bavaglio nero.
- Siete dell’Akatsuki, giusto?-
- Esatto. E tu devi essere Naruto Uzumaki…ti stavamo
cercando.- disse l’individuo che sembrava più
misterioso,mentre il compagno aveva chiuso gli occhi e abbassato la
testa borbottando qualcosa.
- Sappiamo benissimo cosa volete - intervenne Neji
- Allora passiamo subito ai fatti.- disse Hidan che aveva rialzato il
capo dopo la preghiera pronunciata verso il suo dio,
Jashin.
Mi sto preoccupando: non vorrei che i capitoli diventino troppo lunghi,
ma poi mi faccio prendere la mano e… Comunque se preferite
capitoli più corti fatemelo sapere! Un super-mega abbraccio
a tutti voi che mi seguite!
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Capitolo 9 *** Neji in pericolo ***
Lo scontro ebbe inizio: Naruto si precipitò su Kakutsu
usando la Tecnica della moltiplicazione del corpo: le sue copie
attaccarono il nemico, ma qualcosa andò storto. Usando delle
lunghe fibre nere di chakra, Kakutsu avvolse i loro corpi facendoli
sparire. Anche Neji era pronto a combattere e attivò il
Byakugan.
- Non posso uccidere la Volpe… e spero che tu possa
perdonarmi, o Jashin - diceva intanto l’avversario - in
cambio accetta lui come vittima!- e così si
scaraventò contro Neji lanciandogli la sua falce a tre lame.
Il ragazzo la schivò e correndo incontro al suo avversario
lo colpì violentemente usando il Juken. Hidan al veder
comparire qualche goccia di sangue dal suo corpo sorrise continuando a
lottare come nulla fosse. Naruto non riusciva a centrare il suo
bersaglio: ogni volta veniva intrappolato da tutti quei fili di chakra
che lo ostacolavano.
Sakura e Hinata nel frattempo vagavano nella foresta ignare del
pericolo che stavano correndo i loro compagni. Sakura sapeva che in
quel posto poteva trovare tante erbe utilissime e non poteva lasciarsi
sfuggire l’occasione. Anche Hinata però non
intendeva sprecare quell’opportunità: era da sola
con lei, poteva tranquillamente chiederle spiegazioni su di lei e
Naruto… ma poi, un po’ per timidezza ma anche
ricordandosi di essere in missione, preferì tacere. Sakura,
invece, approfittando dell’assenza degli altri,
cominciò a parlare di loro:
- Neji è davvero maturato in questi ultimi anni e sembra
essere diventato anche meno scontroso…-
Quell’affermazione prese la giovane Hyuga un po’
alla sprovvista, ma commentò:
- Già. In effetti ho notato anch’io un certo
cambiamento… soprattutto nei miei confronti. –
- Cosa vuoi dire?-
- Ho come l’impressione che non mi veda più come
sua nemica… Inoltre è gentile, disponibile; con
me non lo era mai stato. –
- Allora, dovresti essere contenta.-
Hinata lo era, anche se aveva una strana sensazione addosso, un
tormento, come un inquietudine.
Neji si era stancato di colpire il suo avversario: più volte
lo colpiva, meno si indeboliva e continuava impassibilmente a lanciare
la sua falce contro di lui:
“Com’è possibile che sia ancora intero?
Dovrei aver danneggiato gran parte dei suoi organi interni”
Hidan si stava davvero divertendo: sentiva i suoi visceri che si
contraevano duramente, le sue ossa erano in gran parte fratturate, ma
il dolore che provava era assolutamente piacevole. Intanto Naruto era
di nuovo riuscito a liberarsi dalla tecnica del nemico, ma
trovò la soluzione per colpirlo: creò una copia
con la quale effettuò il Rasengan. Kakutsu si
sentì bloccare i piedi da qualcosa: un’altra copia
dell’Uzumaki si era nascosta sotto terra impedendo al nemico
di muoversi. La sfera di chakra colpì così il
nemico che fu scaraventato a qualche metro di distanza:
- Bravo, Naruto!- esclamò Neji.
- Eh! Eh! Fuori uno!- disse Naruto soddisfatto.
Ma quando poi il gran polverone che si era alzato si ridusse, i due
ragazzi riuscirono ad intravedere Kakutsu in piedi con una parte della
spalla evidentemente rotta. Con tranquillità
accostò la sua mano in corrispondenza della parte ferita e
come quando si ricuce con ago e filo il braccio di una bambola in
pezza, lui fece la stessa cosa:
- Non solo usa i fili di chakra per combattere, ma è anche
in grado di curarsi con quelli- disse Neji.
La veste di Kakutsu era stata lacerata nella parte posteriore e per
questo i nostri ninja scorsero quattro maschere rappresentanti quattro
animali.
- Se non ti decidi a venire con noi, saremo costretti a farti molto
male – affermò lui.
Intanto Hidan si avvicino al giovane Hyuga il quale aveva ormai deciso
di sfoderare il suo attacco più potente:
- Tecnica delle sessantaquattro chiusure!-
I suoi movimenti erano perfetti e precisi; nessuno poteva sfuggire a
quella tecnica o meglio nessuno fino a quel momento: Hidan cadde a
terra, come senza vita, esternamente aveva soltanto qualche ferita, ma
Neji sapeva bene che all’interno il suo organismo era
completamente distrutto.
- Ben fatto, Neji !- esclamò Naruto
- Se credi di essere riuscito a sconfiggerlo, ti sbagli di grosso.-
affermò Kakutsu.
Il giovane Hyuga si girò di scatto verso l’altro
nemico e con sguardo sconcertato chiese:
- Tu e il tuo compagno avete un’abilità innata,
vero?-
- Diciamo pure di sì- a quelle parole le braccia di Kakutsu
assunsero uno strano colore e allungandosi si attorcigliarono intorno
all’Uzumaki. Neji voleva aiutare l’amico, ma
qualcosa lo contrastò: si sentiva immobilizzato, con i piedi
piantati al suolo, però con grandissimo sforzo
riuscì a girare in parte la testa. Il suo avversario era in
piedi, all’interno di un cerchio circoscritto ad un triangolo
equilatero disegnati a terra usando il suo stesso sangue. Il suo
aspetto era completamente cambiato: la pelle era color nero,
più scuro del nero comune, e solo varie strisce lattee
davano ancora un aspetto umano a quella creatura il cui sorriso maligno
lo rendeva ancora più demoniaco.
Il “nuovo” Hidan afferrò la sua falce e
strisciò le sue tre lame lungo il proprio braccio:
- Ho…ho capito adesso…- disse Neji sentendo
qualcosa graffiare la sua pelle.
A quel punto usando maggior forza Hidan conficcò le lame
nella sua cute:
- Che stupenda sensazione!-
Il ninja della Foglia non era della stessa opinione: cercò
di controllare il dolore che provava, ma quando l’avversario
ritirò fuori le lame per conficcarle nel suo ventre, Neji
lanciò un urlo raccapricciante.
- NEJI !- urlò Naruto intrappolato – che cosa gli
sta facendo?-
- Il tuo amico è vittima di una delle tecniche
più violente che io conosca. Non
sopravviverà…-
- Ma perché ? Perché l’altro
non…?-
- Hidan non può morire. È un essere immortale che
gode nel dolore che sente quando utilizza questa tecnica. Lo fa
unicamente per il suo Dio. –
- Ehi Hinata-chan, va tutto bene?- domandò Sakura
all’amica che fissava ormai da un pezzo le grigi nuvole del
cielo.
- Ah, sì, sì. Mi ero semplicemente incantata.-
La giovane Hyuga non si sentiva tranquilla: c’era qualcosa
nell’aria che la turbava, però non capiva cosa.
Era trascorsa quasi un’ora da quando si erano separate dagli
altri e ancora non si erano rivisti.
- Se sei preoccupata per i ragazzi, non temere. Neji e Naruto sono in
gamba! Anche se l’Akatsuki dovesse attaccarli sono certa che
riusciranno a contrastarli.-
- Se lo dici tu…- e cercando di distogliere
l’attenzione da quei pensieri disse:
- Ehi, Sakura! Guarda che bel fiore!-
- Non ci posso credere!!!- disse lei con gli occhi sbarrati –
Hinata, sai cosa hai trovato? Questo è un fiore rarissimo,
potremmo dire quasi non più reperibile in questa regione! Ha
proprietà curative eccezionali e… devo subito
raccoglierlo!-
Scavando nella sua borsa, non riuscì a trovare
ciò che cercava:
- Accidenti, eppure mi ricordo di averlo portato! Devo averlo
dimenticato da qualche parte, magari al Villaggio della Pioggia! Corro
a prenderlo; per favore tu stai qui a controllare che non gli succeda
niente, ok?- e corse via come fa una gazzella quando vede da lontano il
leone avvicinarsi.
La giovane Hyuga non fece nemmeno in tempo a pronunciare il suo nome
che già non era più visibile
all’orizzonte.
Hidan tirò fuori la falce: il suo ventre era completamente
lacerato e il sangue che fuoriuscì andò a
mischiarsi con quello precedente già versato. Neji,
sopraffatto dal dolore, cadde in ginocchio con gli occhi spalancati e
ormai senza più fiato. Naruto si divincolava cercando di
sfuggire dalla salda presa della mano di chakra; Kakutsu, indispettito
dalla testardaggine del nemico, sfoderò il potere della
prima maschera che aveva sul dorso: una micidiale scarica elettrica
colpì il giovane Uzumaki che in questo modo si
arrestò. Le poche forze che gli rimanevano gli permisero di
alzare lentamente la testa osservando ciò che stava per fare
Hidan:
- In tuo nome e nella speranza di renderti lieto, ti offro questo corpo
come atto di devozione…-
Impugnò con due mani la sua arma con l’obbiettivo
evidente di trafiggere il suo cuore portando fine alla vita
dell’avversario. In quel frangente Naruto perse la testa: non
poteva permetterlo, non poteva perdere un altro amico! Un vortice di
chakra di colore rosso lo avvolse interamente, le unghie delle mani
crebbero tanto da eguagliare quelle di un orso, i suoi occhi color mare
divennero color vermiglio e da dietro la schiena spuntarono due code
rossastre… come quelle di una volpe.
Ecco concluso anche il nono capitolo. Che ne pensate? Devo essere
sincera: non mi è piaciuto molto scrivere del dolore che ha
dovuto provare Neji, ma per tutti i suoi fan vedrete che in
seguito… beh, non voglio svelarvi nulla!
Se volete leggere qualcosa di più
“sweet”… vi consiglio di leggere il
prossimo capitolo! Continuate a seguirmi e a recensire! Ciao a tutti da
Mewpower e un saluto particolare a Lonely Angel che ha letto la mia fic
tutta d’un fiato (e che quindi deve aver fatto uno sforzo
enorme).
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Capitolo 10 *** Dichiarazione d'amore!? ***
Con gran impeto e con sorpresa da parte degli avversari,
Naruto spezzò i fili di chakra che lo rendevano prigioniero
e giratosi di scatto verso Hidan lo colpì facendolo finire
fuori dal cerchio disegnato e interrompendo la tecnica. Kakutsu
intervenne immediatamente utilizzando una nuova mano di chakra.
Correndo verso di lui , però, Naruto riuscì ad
evitarla e per mezzo di una sua copia effettuò il Rasengan
con una velocità talmente notevole da impedire al nemico di
schivarla in tempo. Kakutsu ne venne colpito e fu scaraventato a terra,
ma a differenza della volta precedente riportò dei gravi
danni: la seconda maschera sulla sua schiena fu completamente distrutta
in seguito all’impatto con il suolo e anche le altre furono
ridotte in cattive condizioni.
- Ma…maledetto!- gridò Kakutsu - Sai quanto sono
importanti queste maschere per me ?... Ma non importa perché
il cuore che ho perduto verrà presto sostituito con quello
del tuo amico…-
Naruto si accorse infatti che Hidan stava per rientrare nel cerchio:
ciò significava che non era necessario farlo uscire da quel
simbolo per porre fine alla tecnica! Così si mosse di nuovo
contro di lui, ma qualcun altro fu più veloce: il maestro
Kakashi piombò di fronte ad Hidan ed afferrandolo lo
scagliò lontano. L’Uzumaki vedendo una faccia
amica si calmò e la sua trasformazione ebbe fine:
- M…maestro Kakashi, finalmente è tornato.- disse
Naruto stremato e accasciandosi a terra.
Kakashi si mise in spalla Naruto e anche Neji, entrambi svenuti, ma
ancora vivi, e li accostò alla parete di una casa
lì vicino:
“Neji è ridotto proprio male…mentre
Naruto non ha ferite gravi. Ma le ragazze dove sono finite?”
Come per rispondere a quella domanda arrivò Sakura ansimante
che vedendo i due individui uno steso a terra lontano, ma un altro
ancora in piedi, esclamò:
- Akatsuki!- poi notò i suoi amici privi di sensi e feriti -
Naruto! Neji! Ma cosa…?-
- Per fortuna che sei qui! Presto devi subito aiutare Neji…
ma perché Hinata non è con te ?-
- Hinata… ecco lei è ancora nella foresta. Le ho
detto di aspettarmi e…-
- Cosa nella foresta?! L’hai lasciata sola ?!-
- S…sì.- concluse lei titubante pensando a quanto
era stata impulsiva -
Al sentire la voce di Sakura, Naruto aprì gli occhi e
toccandosi la testa si alzò:
- Sakura, va tutto bene ?- disse ancora un po’ stordito
- Ah, Naruto! Per fortuna sei sano e salvo! Ma cosa fai, non ti
sforzare!-
- No, non pensare a me adesso. Aiutiamo Neji piuttosto. Ma…
sbaglio o manca qualcuno- e guardandosi intorno e con voce
più lucida - Hinata! Dov’è?-
- Si trova ancora nella foresta.- intervenne Kakashi.
Riudendo quella frase Kakutsu disse anche se con un tono abbastanza
affaticato :
- Tks, che stupidi! Lasciare una compagna tutta sola quando sapete del
pericolo che può correre… non è un
comportamento da ninja del Villaggio della Foglia.-
Naruto fissò Sakura: i suoi occhi sembravano dirle
“Ma cosa ti è saltato in mente”, ma non
volle dire niente, non la voleva rimproverare…anche se da
quando erano partiti per quella missione aveva notato una certa
sbadataggine, una distrazione eccessiva, dei comportamenti non tipici
di una ragazza come lei…
- Io vado a cercarla!- disse prontamente Naruto - Sakura, tu devi
pensare a Neji, ok?-
La ragazza annuì; il maestro Kakashi era d’accordo:
- Fai attenzione Naruto! Per ora il tizio dai capelli bianchi
è sistemato, mentre per l’altro basto io.-
Così il giovane Uzumaki se ne andò cercando di
sbrigarsi il più possibile per recuperare l’amica.
- Perché Sakura non ritorna? Ormai è da
un po’ che è partita - disse Hinata appoggiandosi
al tronco di un albero dalle foglie verdeggianti - Non vorrei che le
fosse successo qualcosa… - a quel pensiero scosse la testa
pensando che Naruto non lo avrebbe mai permesso…
già, i due erano molto legati, compagni di squadra da tanto
tempo, amici da sempre… e chissà se erano
qualcosa di più che amici! Questa idea fece di nuovo
scuotere la testa alla ragazza, ma soprattutto il suo animo si
turbò ancora una volta. Cercando di pensare a
qualcos’altro si concentrò sui suoni della natura:
oltre al ronzio degli insetti volanti e al fruscio dell’erba
mossa da un venticello leggero, Hinata avvertì un altro
rumore, il rumore dell’acqua quando cade, forse una cascata.
Camminò per pochi minuti, raggiungendo un fiume che per un
breve tratto entrava in una modesta radura per poi fuoriuscirne e
sfociare in un lago. L’acqua era la sua passione: adorava in
particolare allenarsi sull’acqua se non direttamente sotto ad
una cascata! Ma quello non era il momento più opportuno per
allenarsi: le mani erano ancora doloranti e poi doveva ritornare a
badare quel fiore…
- Mi bagno un attimo la faccia e vado via subito!-
Detto questo si chinò e con le mani umide si
toccò il viso godendosi quei pochi istanti di freschezza; un
fiore bianco scese sull’acqua e la corrente lo spinse fino ad
Hinata che guardandolo disse:
- Ma questo… è di carta. Da dove viene ?-
Lo prese in mano e intorno a se vide scendere tanti petali nivei, ma
strani… perché fatti di carta. A quel punto tutto
si fece scuro: la cascata, la foresta, gli animali, tutto sparito nel
nulla! Hinata prese in mano un kunai e controllando da tutte le parti
la presenza di un nemico pensò:
“Che sia una tecnica illusoria?”
Usando il Byakugan notò un flebile raggio di luce
che le permise di orientarsi meglio: dallo spiraglio riuscì
ad intravedere il fiume e anche il lago ad esso adiacente:
“Forse è quella
l’uscita…” e si precipitò in
quel punto. Uscì da quella che sembrava una tecnica
illusoria, ma senza scorgere nessuno. Udendo, però, una voce
amica si voltò verso il lago e vide lui: Naruto si trovava
su quello specchio d’acqua con il suo sorriso di sempre,
bello e solare come non mai:
- Eccoti, Hinata-chan! Per fortuna stai bene! Eravamo tutti in
pensiero!-
- S…sì! S…Sakura mi aveva chiesto di
aspettarla e io…io sono rimasta qui…-
Naruto si avvicinò a lei e le porse una mano:
- Andiamo?-
- C…certo!- disse arrossendo
Quando la sua mano fu in quella del ragazzo, Naruto la spinse verso di
sé, abbracciandola forte:
- Hinata… c’è una cosa che non ti ho
mai detto…-
- C…cosa?- balbettò
- Voglio stare con te… per sempre-
Stava sognando o era tutto vero? Quello che la giovane Hyuga voleva
sentirsi dire, ciò che desiderava da tanto tempo si era
davvero avverato. Con le lacrime agli occhi e rossa in faccia non fece
opposizione quando Naruto la strinse ancora più forte e
appoggiò la sua fronte su quella della ragazza:
- Ti voglio bene - disse poi lui - dimmi che me ne vuoi anche
tu…-
Non aveva parole,la voce le era come scomparsa,ma con gran sforzo e con
un pizzico di imbarazzo:
- Sì! Anche io! Tanto, tanto, Naruto-kun!- e pure lei lo
abbracciò.
Sakura stava facendo proprio un bel lavoro: il corpo di Neji, prima
cosparso di gravi ferite, tornò quasi come nuovo in
pochissimo tempo. Inoltre riprese conoscenza:
- Finalmente ti sei ripreso! Però non agitarti troppo. Stai
giù…-
- N…Naruto dov’è? E quei
due…?-
- Il maestro Kakashi si sta affrontando contro quel tizio mascherato,
mentre l’altro è a terra. Naruto si è
recato alla foresta per… prendere Hinata. Che stupida che
sono stata! Come mi è saltato in mente di lasciarla
là!-
Neji voltò lo sguardo da un’altra parte: anche lui
era preoccupato per la cugina e avrebbe tanto voluto andare a vedere
come stava.
Kakashi combatteva ormai da un pezzetto con il nemico il quale ora mai
era alquanto stanco e quasi privo di chakra:
“Se Hidan non si risveglia alla svelta non so se ce la
farò a sconfiggerlo da solo! Non ho più molte
forze.”
- Fai bene a preoccuparti! – disse Kakashi – Ora
che sei rimasto quasi senza chakra non puoi utilizzare le tue
tecniche… inoltre da quel che ho potuto sentire prima, la
tua immortalità ha un suo limite. Basta distruggere quelle
maschere che porti per eliminarti definitivamente, non è
vero?-
Purtroppo aveva ragione: Kakutsu aveva a disposizione cinque cuori,
ognuno racchiuso nelle maschere della sua schiena. Uno era
già stato distrutto da Naruto, mentre gli altri non
avrebbero continuato a battere ancora per molto adesso che
c’era Kakashi con il suo Sharingan.
Come andrà a finire lo scontro contro l’Akatsuki?
E ora che Naruto si è confessato a Hinata cosa
accadrà? Sembra filare tutto troppo liscio…
Ringraziamenti speciali a Lonely Angel, proserpina, Alechan e Crystal
Alchemist!!! Grazie per le recensioni che lasciate e mi auguro che
continuerete a seguirmi!!! A prestissimo!!!
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Capitolo 11 *** L'inseguimento ***
- Oh, Naruto! Vorrei restare così insieme a te per
sempre…-
La giovane Hyuga si trovava ancora in mezzo al lago quando il sole
cominciò a scomparire dietro le nuvole e le prime gocce di
pioggia iniziarono a scendere sopra di lei. Ma c’era qualcosa
che non andava: lei non si trovava con il suo Naruto là,
sullo specchio d’acqua, bensì era da sola, con gli
occhi chiusi e circondata da tanti fiori di carta che piano piano si
dispiegavano avvolgendole fianchi, collo e braccia. Ebbene
sì: la povera Hinata era caduta in una tecnica illusoria
mossale contro da un individuo con un piercing, un fiore tra i capelli
color mare e un mantello nero… Akatsuki ancora una volta! In
questo caso, però, si trattava di una donna che osservando
l’altra ragazza disse quasi teneramente:
- Mi dispiace farti fuori così, ma chiunque interferisca con
i nostri piani deve essere tolto di mezzo. Sei ancora tanto
giovane… perché rischiare tutto in una missione?-
e sentendo le sue parole che rivolgeva al Naruto illusorio
commentò – Non temere. Una volta estratta la Volpe
potrete rimanere insieme… per sempre.-
A quel punto fece in modo che la carta che avvolgeva Hinata la
soffocasse stringendola sempre più: la ragazza non poteva
neppure immaginare che l’abbraccio del suo amato si potesse
trasformare in una trappola mortale! Ma proprio in quel momento
sbucò dal terreno di nuovo lui, Zetsu che, rivolgendosi alla
donna disse:
- Konan, devi assolutamente rientrare!-
- Per quale motivo?-
- Ordini superiori. Qui il lavoro verrà concluso da Sasori e
Deidara che sono in viaggio.-
- Lasciami almeno finire ciò che ho iniziato-
- Lui ha detto che aveva bisogno urgente di parlarti…
secondo me è qualcosa di serio.-
- Va bene, lascio perdere. Tanto ormai la sua fine è
segnata.- e fu così che le “bende” che
attorcigliavano parte del corpo di Hinata ritornarono ad essere candidi
fiori e affondarono dell’acqua del lago. La tecnica illusoria
ebbe fine e la ragazza cadde nell’acqua immergendosi poco a
poco. Fortunatamente il “vero” Naruto raggiunse la
sua meta appena in tempo per potersi poi precipitare a soccorrerla,
quando Konan però era già lontana.
Tirata fuori, la stese sull’erba bagnata a causa della
pioggia che ormai era diventata incessante:
- Hinata! Hinata! Per favore apri gli occhi!-
Ma lei non rispondeva… Che cosa fare in un momento del
genere ? Avvicinò il suo orecchio al petto, ma sembrava non
respirare:
“Non ne sono capace…però posso
tentare!”
Pose le sue mani in corrispondenza dello stomaco della ragazza e fece
forza; a quel punto si accostò al suo viso pallido e chiuse
gli occhi: non ce la faceva a guardarla, si vergognava troppo... di
appoggiare le sue labbra sopra le sue. Infatti l’unico
rimedio che gli venne in mente in quel momento fu di farle la
respirazione bocca a bocca, ma non ci riuscì:
“Dannazione, Naruto, lo fai per il suo bene!”
ripeteva a se stesso “sono certo che mi perdonerai, Hinata.
Scusami ancora.”
A quel punto si decise e la baciò, se
così vogliamo dire: l’aria che
aveva prima accumulato la rilasciò tutta in un
colpo. Bastò questo a far rinvenire Hinata che aperti gli
occhi si alzò e tossì fortemente rimanendo sempre
a terra. Naruto poté risollevarsi e le chiese subito come
stava e cosa era successo:
- Io…stavo aspettando Sakura vicino al lago e poi
tu…ecco…noi…ma tu sei arrivato solo
adesso?-
- Sì, ti ho visto in acqua priva di sensi…-
Hinata capì cosa le era capitato, era davvero caduta in
un’arte illusoria. Preferì comunque non spiegare
niente dicendo soltanto che si era sentita poco bene… come
poteva dirgli quello che aveva sognato? Per di più non aveva
neppure visto in faccia il nemico!
- Sarà, ma non mi convinci molto… disse alla fine
l’Uzumaki non persuaso da quello che gli era stato raccontato.
Ormai era tutto finito: dopo uno scontro violento Kakashi era stato in
grado di eliminare l’avversario il quale essendo stato
privato di tutti e cinque i suoi cuori, spirò a fianco di
quella moltitudine di corpi al cui sterminio aveva direttamente
partecipato insieme al suo compagno. Con un po’ di fiatone,
ma senza gravi ferite, il maestro Kakashi si avvicinò ai due
chunin che avevano assistito al combattimento:
- Purtroppo non sono riuscito a farmi dire nulla di nuovo da quel
tizio, ma la cosa certa è che i suoi compagni sono nelle
vicinanze pronti a sferrare un attacco… dobbiamo stare
all’erta e raggiungere subito Naruto -
- Sì, dobbiamo muoverci! – esclamò Neji
alzandosi con leggero sforzo
- Ce la fai ? intervenne Sakura pronta a sorreggerlo.
- Sto bene ora, non ho più male… ehi, tu!-
Neji si era accorto che Hidan aveva ripreso i sensi e con
rapidità si stava allontanando dal villaggio: nonostante le
gravi ferite la sua immortalità gli permetteva di muoversi
piuttosto bene, ma anche lui aveva bisogno di tempo per riprendersi e
non poteva di certo rimanere lì…
- Presto, non lasciamocelo sfuggire!- esclamò Kakashi e
partirono di corsa inoltrandosi nella foresta, nella stessa direzione
in cui si trovavano gli altri due chunin.
Nel frattempo Naruto raccontò ciò che era
successo a lui e a Neji: l’attacco, le ferite riportate e poi
l’arrivo di Kakashi…
- Così… – continuò Naruto
– mi sono diretto al punto dettatomi da Sakura e ti ho
trovato là, priva di sensi. Mi sono spaventato, pensavo che
fosse troppo tardi, ma poi sono riuscito a farti rinvenire.-
A quel punto Naruto si bloccò di colpo ripensando a
ciò che aveva fatto: le sue guance si colorarono di un rosa
acceso e cercò di sfuggire al tenero sguardo di Hinata la
quale, accortasi dello strano comportamento, domandò:
- Cosa ti succede, Naruto-kun?-
- I…io? No, niente! Ah! Ah! Non farci caso!- e fece una
risatina che nascondeva il suo nervosismo e il suo
imbarazzo… dopotutto era la prima volta che baciava una
ragazza.
I due rimasero un po’ sotto le fronde di un grande faggio
seduti l’uno accanto all’altro, cercando di
riprendere le forze che avevano perso: ammiravano la pioggia che
scendeva finemente bagnando la vegetazione, una pioggia che rilassava i
loro animi e rinfrescava le loro membra dopo tutta quella
aridità che aveva caratterizzato i giorni precedenti. Naruto
guardò Hinata per un attimo e rimase affascinato dai
riflessi color indaco dei suoi capelli che la rendevano di una bellezza
quasi divina; e la sua carnagione pallida, le mani delicate... una
divinità scesa sulla Terra per risollevare lo spirito degli
umili uomini mortali. Standole vicino poteva avvertire il suo profumo,
semplice come lei, ma inebriante, dolce, delicato…
L’Uzumaki non aveva mai notato quegli aspetti
dell’amica o forse sì…
Quell’atmosfera magica fu interrotta dall’arrivo di
qualcuno che correva, che saltava da un ramo all’altro per
sfuggire ai suoi inseguitori: era Hidan che non fece caso a Naruto e
continuò la sua rapida corsa. Naruto riconoscendolo si mosse
per inseguirlo, ma qualcuno lo chiamò:
- Naruto! Hinata! Per fortuna state bene!-
Sakura si precipitò sui ragazzi seguita dagli altri,
accertandosi di persona sulle loro condizioni.
- Presto, non abbiamo un minuto da perdere! Potrebbe sfuggirci di
vista!- disse Neji riprendendo la corsa sotto la pioggia.
Oramai l’inseguimento spasmodico proseguiva da vari minuti e
per di più ci si metteva anche il tempo ad ostacolare i
nostri ninja: la fine pioggia di pochi attimi prima si era
trasformata in un vero e proprio acquazzone che rendeva il terreno
scivoloso e fangoso e rallentava quindi lo spostamento. I guai
aumentarono quando la squadra di Kakashi si trovò di fronte
ad una radura che offriva due percorsi diversi uno a destra e
l’altro a sinistra: i giovani Hyuga attivarono il Byakugan,
ma qualcosa non funzionò:
- Hinata, riesci a vederlo?- domandò Neji
- No. Eppure è strano. Vedo soltanto gli animali e gli
alberi…- rispose lei
- Questa faccenda non mi piace affatto. Le immagini appaiono come
sfocate… Possibile che ci sia qualcuno che interferisca la
nostra tecnica?-
Hinata si girò verso il cugino con aria sbigottita: poteva
esserci veramente qualcuno in grado di ostacolare un’
abilità come il Byakugan? Nemmeno gli altri ninja potevano
crederci, ma poi intervenne il maestro Kakashi:
- Ora non possiamo permetterci di perdere le poche tracce
dell’Akatsuki che abbiamo, quindi dobbiamo rischiare e andare
avanti! Io, Naruto e Sakura proseguiremo da questa parte; voi due,
invece, andate di qua. Mi raccomando siate prudenti.-
Detto questo il gruppo si divise per continuare
l’inseguimento dello sterminatore del Villaggio della Pioggia.
Scusate per il ritardo, ma sono appena ritornata dal mare e quindi ho
potuto pubblicare questo capitolo solo oggi!!! Mi auguro che sia stato
di vostro gradimento e inutile che vi dica… commentate e
continuate a seguirmi!
Ringraziamenti speciali a:
_ Alechan: Grazie per le recensioni che lasci!!! Se sei fan di Neji ti
consiglio fortemente di leggere il prossimo
capitolo…
_ Crystal Alchemist: Le tue recensioni sono un po’
monotone… no scherzo, grazie ancora e seguimi anche nei
prossimi capitoli!
_ EroSennin425: Wow! Sei un critico nato! Ti ringrazio tanto
per avermi segnalato gli errorini che ho commesso, ma vorrei fare delle
precisioni. 1) Seguo sia il manga che l’anime, quindi so che
ci sono altri cercoteri da trovare, però nella mia fic
faccio finta che ne siano rimasti solo due (Volpe e Tasso). 2) Sasori
alla fin fine possiamo dire che ha i capelli rossi, anche se non si
è certi al cento per cento, no? 3) La mia fic è
un proseguimento della prima serie di Naruto e non mi è mai
capitato di vedere i due Hyuga allenarsi insieme…ma forse mi
sbaglio. Comunque grazie ancora e leggi anche i prossimi capitoli!!!
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Capitolo 12 *** Il primo bacio non si dimentica mai ***
Si era ormai fatta sera, ma nessuno lo notò: la luna era
completamente coperta da un nube nera che si estendeva verticalmente
nel cielo come a sostituire quella scia luminosa chiamata la Via
Lattea. Le stelle non erano visibili, però qualche nuvola
minore appariva più chiara rispetto alle altre proprio
perché rischiarata da quei puntini d’oro che
ornano il cielo quando è sereno. Hidan fuggiva dal gruppo di
inseguitori che aveva quasi seminato. Una volta raggiunto il suo
obbiettivo si fermò a riprendere fiato e in quel momento
apparve qualcuno:
- Mio caro Hidan, posso scambiare qualche parola con lei?-
Hidan si voltò: di fronte a lui c’era uno strano
individuo che portava i suoi stessi abiti, ma che stranamente non
conosceva.
- Chi sei? Sei nuovo?-
- Diciamo pure di sì. Ma prima di rispondere alla tua
domanda dovrei portene qualcun’altra io, molto
veloce…-
- Prima voglio sapere chi sei.- disse con tono scontroso
- Uffa, sei davvero sospettoso! Dovresti essermi grado per
ciò che ho fatto: ti ho tolto di mezzo quei ninja della
Foglia.-
- Non voglio niente da te.-
- Ho capito. Visto che non vuoi collaborare devo farti fuori. Peccato,
mi saresti potuto essere d’aiuto.-
Così si lanciò su Hidan il quale non fece nemmeno
in tempo a spostarsi che già si ritrovò a terra,
con la testa staccata dal resto del corpo. Il misterioso individuo,
conoscendo la sua abilità, mise la testa in un sacco dicendo:
- Adesso senti cosa farò: butterò il tuo corpo in
quel crepaccio laggiù, mentre la tua testa la
seppellirò lontano, dunque ti conviene rassegnarti. La tua
immortalità si conclude qui.- e molto semplicemente, come si
fa con la normale spazzatura, si sbarazzò delle sue membra.
Poi si rimise il cappello di paglia ,tipico dell’Alba, e
proseguendo per la sua strada muoveva con il dito i campanelli violacei
ai quali aveva appena aggiunto un nastro dello stesso colore che prima
si trovava legato intorno alla falce di Hidan.
- Così mi piace di più…-
La pioggia cadeva incessante sopra i nostri Hyuga che proseguivano la
ricerca del nemico senza naturalmente sapere cosa gli era successo.
L’acqua che scendeva era accompagnata anche dai fulmini che
intimorivano Hinata e di tanto in tanto le facevano chiudere gli occhi.
In qualche caso le saette precipitavano tanto violentemente e talmente
vicino a lei che avrebbe voluto urlare, ma quei gridi le morivano alla
gola: non voleva che Neji la sentisse, perché temeva la sua
reazione, le sue critiche… come si poteva aver paura dei
fulmini a quindici anni? No, doveva resistere e stare zitta. Le
condizioni meteorologiche erano pessime e perfino Neji continuava a
stento quella frenetica corsa: era stanco, bagnato e ancora un
po’ debole… se lui si sentiva così,
allora come stava Hinata? Si fermò e le domandò
quali fossero le sue condizioni:
- Ce la fai ad andare avanti?-
- S…sì. Non temere per me. Dobbiamo assolutamente
continuare.-
- Va bene, andiamo-
Occorre proprio lodare l’immane sforzo che compirono i due
ragazzi: correvano oramai da ore, sotto la pioggia, usando il Byakugan,
senza mai riprender fiato una sola volta… Ma alla fine
giunse il momento di fermarsi. Infatti, ad un certo punto Hinata
rallentò il ritmo di corsa per poi cadere a terra di fianco
ad un albero. Udendo il tonfo, Neji ritornò indietro e le se
avvicinò:
- Ehi, ti senti male?-
- Mi dispiace tanto Neji, ma non ce la faccio più- disse lei
con gli occhi semichiusi.
- Ti capisco…- mormorò lui e la prese in braccio.
Fortunatamente a pochi metri Neji scorse una catapecchia, una piccola
casa in legno, ma chiaramente abbandonata. Entrò
all’interno e appoggiò la cugina a terra.
Guardandosi intorno notò una vecchia lanterna ad olio e con
sua sorpresa era ancora funzionante: una tiepida luce
illuminò la stanza rendendola anche più piacevole
agli occhi e più confortevole. Al sentir quel lieve tepore
Hinata riprese conoscenza, ma essendo debole, preferì
rimanere a terra. Anche il giovane Hyuga capì che la ragazza
non stava molto bene: la sua pelle era troppo pallida, come smorta, i
suoi occhi erano spenti e tremava leggermente. In verità lei
cercava di nascondere il fatto che sentisse freddo: i brividi di
intensità minore riusciva ad attenuarli stringendosi su se
stessa, ma quando sopraggiungevano quelli maggiori allora il suo corpo
ballava tutto e così arrossiva in volto e distoglieva lo
sguardo altrove per non incontrare quello del cugino che la fissava
impensierito. Dopo l’ennesimo tentativo di mascherare i
tremori che la percorrevano, Neji si avvicinò a lei mentre
si toglieva la lunga maglia:
“Neji, cosa…che vuoi fare?”
Il ragazzo si inginocchio di fronte a lei e posizionò
l’indumento sulle spalle della ragazza:
- Non devi tacere quando non stai bene…-
- Grazie.- disse timidamente Hinata abbassando la testa.
Neji fece per rialzarsi, ma la ragazza aggiunse con le lacrime agli
occhi:
- Lo so che mi consideri un peso… scusami tanto…-
Il ragazzo si accucciò nuovamente di fronte a lei e con tono
diverso dal solito pronunciò parole che la giovane Hyuga non
si sarebbe mai aspettata:
- …Scusami tu per averti sempre disprezzata…-
Hinata alzò la testa con la bocca semiaperta per lo stupore,
stupore che crebbe notevolmente pochi attimi dopo: Neji
sfiorò la guancia di Hinata con una mano, gesto che gli
permise di farla avvicinare a lui per poi baciarle le labbra
delicatamente. Un bacio che sembrò un eternità,
un bacio desiderato da tempo, un bacio dato dalla persona sbagliata, il
primo bacio che non si dimentica mai…
Il ragazzo a quel punto si destò e si diresse alla porta per
poi aprirla:
- Mi allontano un attimo per capire dove ci troviamo…- e
partì lasciando la compagna da sola ancora con la sua maglia
sulle spalle. Hinata si toccò le labbra ripensando a
quell’attimo, alla sua sorpresa, tutto si sarebbe aspettato
eccetto che quello…
“Neji, perché…? Io…credevo
che tu mi odiassi, ma… no, non è possibile!
Lui…cosa faccio…? E Naruto? Io voglio
Naruto…” e si sfogò versando lacrime,
confusa e smarrita, cercando di cancellare quella scena dalla sua
mente, ma come poteva farlo?
Dall’altra parte della foresta Naruto, Sakura e Kakashi
continuavano la ricerca, ma anche loro erano stremati e alla fine
progettarono di accamparsi in una grotta, trovata per caso. Non
restarono lì per molto perché
l’acquazzone si placò pochi minuti dopo e le
nuvole lasciarono posto al chiarore della luna tanto attesa e
desiderata dalla nostra Sakura:
- Finalmente la luna! Mi è sempre piaciuto
ammirarla…-
- Già! È meravigliosa!- esclamò Naruto
che nel frattempo si era sdraiato sull’erba bagnata insieme a
lei.
- Ma il maestro Kakashi dov’è andato?-
- Ha detto che sarebbe andato a prendere della legna per il fuoco. Non
ci metterà molto…-
Sakura continuava ad ammirare il cielo, ma di tanto in tanto lo sguardo
cadeva verso il ragazzo a lei vicino: quanto era cambiato
dall’ultima volta che si erano visti! Ma in lui vedeva sempre
quel pasticcione, quella testa quadra, che dopotutto l’aveva
sempre divertita e fatta gioire:
“…E mi hai sempre sostenuta, incoraggiata ad
andare avanti, hai fatto di tutto, perfino rischiato la vita, per
riportare indietro Sasuke… Mentre io cosa ho fatto per
te?... Ti ho fatto soffrire…ora l’ho capito, sai?
Ti sei innamorato di me.”
Questa volta ho cercato di essere più breve possibile e di
far terminare il capitolo qui: troppi colpi di scena e forti emozioni
potrebbero mandare in tilt qualcuno…Ah! Ah! Scherzo
naturalmente!
Chi sarà il misterioso personaggio che ha tolto di mezzo
Hidan? Cosa farà Hinata? E Sakura, come si
comporterà? Mi auguro che proseguiate questa lettura anche
perché i colpi di scena non finiscono qui!!! Un grazie e
bacioni a tutti voi che continuate a seguirmi!
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Capitolo 13 *** Vecchi e nuovi sentimenti ***
Quella notte il cielo sembrava più bello che mai:
l’acquazzone di prima aveva spazzato via tutte le nuvole e
aveva come liberato dalla prigionia una moltitudine di stelle che
felicemente brillavano e tenevano compagnia ai nostri due ninja ancora
sdraiati sull’erba. Un lieve venticello accarezzava i capelli
rosei di Sakura la quale apprezzava quella brezza e proprio per questo
metteva una mano tra i capelli e chiudeva gli occhi per gustarne gli
effetti. Naruto, invece, teneva lo sguardo fisso sulla luna e pensava
ai momenti del passato trascorsi con Sasuke e con Sakura:
- Sakura, ti ricordi quella volta quando io, te e Sasuke avevamo deciso
di rimanere fuori a dormire proprio per guardare le stelle come stiamo
facendo adesso?-
- Sì, è vero. Mi ricordo anche, però,
che tu ti eri addormentato pochi minuti dopo. E ronfavi come un ghiro!-
concluse con una risatina
- Ah! Ah! Hai ragione!- e rise pure lui.
Il volto di Sakura divenne cupo però pochi attimi dopo: il
ricordo di Sasuke la faceva rattristare e tanti ricordi che credeva di
aver cancellato riaffioravano nella sua mente. Rivisse quella notte di
pochi anni prima: riveda lui con lo zaino in spalla, camminava a testa
bassa e con passo lento, ma deciso si dirigeva verso le porte di Konoa.
Poi lo aveva incontrato accorgendosi che nei suoi occhi non
c’era né tristezza né rimpianto, ma
desiderio di potere, sete di vendetta, voglia di farla pagare a quello
là, suo fratello, che aveva sterminato tutti, nessuno
escluso, lasciandone uno solo in vita solo per gusto di affrontarlo in
seguito, quando sarebbe diventato più forte… A
Sakura era stato raccontato della strage del clan Uchiha e immaginava
cosa poteva provare Sasuke, ma nonostante questo aveva tentato con
qualsiasi mezzo di impedirgli di andare via…
“Sasuke, non
devi…”
Aveva detto tra le lacrime…
“Io ti amo!”
Gli aveva poi confessato tutto il suo amore…
Ma lui niente: testardo, pieno di rancore, con la mente offuscata dalle
parole di Orochimaru…
“Con me avrai il
potere!”
Preferì allontanarsi dai suoi amici, dai suoi due compagni
di squadra, da lei, facendola cadere in un abisso interminabile, pieno
di amarezza e disperazione. Davanti agli occhi di Sakura,
però, era apparso anche un raggio di luce, segno di
speranza: Naruto le aveva promesso che lo avrebbe riportato indietro e
lei ci credeva! Pure Naruto teneva a Sasuke, desiderava il suo
bene…ma c’era anche qualcos’altro in
più: lui lo faceva non solo per il suo compagno, non solo
per se stesso, ma soprattutto per lei… ora lo aveva capito.
Durante tutti quegli anni il ragazzo aveva sempre tenuto dentro di
sé ciò che provava, aveva cercato di
spiegarglielo, ma lei non comprendeva. E anche quando entrava in
conflitto con Sasuke… era per lei!
Adesso si sentiva colpevole di due cose: la prima di aver permesso a
Sasuke di fuggire; la seconda è di aver fatto soffrire
Naruto per troppo tempo…
I suoi occhi si spensero, tutta la vitalità, la forza che la
caratterizzavano, in quel momento sembrarono svanire. Avrebbe voluto
piangere, ancora una volta, ma no, non lo poteva fare di fronte a lui!
Così scosse la testa cercando di allontanare quei brutti
ricordi e il nuovo problema che le si presentò davanti.
L’Uzumaki si voltò verso di lei, avendo notato lo
strano gesto:
- Ehi, Sakura, cosa hai?- domandò
- Io? No, niente! Niente! Non badare a me!- rispose con un falso sorriso
- Proprio non ti capisco! In questi giorni sei davvero
strana…-
Fece una pausa, ma poi osservando meglio il suo viso:
- Pensavi a Sasuke?-
- Per un attimo… Ripensavo a quanto sono stata stupida
quella volta…-
- Non dire così!- esclamò cambiando subito tono
di voce – tu non hai nessuna colpa! Hai fatto il possibile
per fermarlo! Casomai sono stato io lo sciocco che lo ha lasciato
andare quando ci siamo scontrati…-
Sakura guardò Naruto con gli occhi lucidi facendo no con la
testa: ancora la difendeva, la rincuorava, la sosteneva. Non ce la fece
a trattenersi, le venne spontaneo buttarsi e piangere fra le sue
braccia. Naruto le accarezzò la testa stringendola forte, ma
non aveva altre parole con le quali consolarla se non ricordandole la
sua promessa:
- Vedrai che lo riporteremo indietro.-
Lei, però, si dimenava e si disperava ancora di
più, perché sapeva che questo avrebbe comportato
più sforzi e più rischi da parte di Naruto e lei
non lo voleva! Non intendeva rischiare di perdere un’altra
persona cara!
Quell’abbraccio confortevole alla fine calmò la
ragazza: era piacevole stare con lui, respirare il suo profumo, sentire
il suo calore… Alzò la testa incrociando lo
sguardo con quello di Naruto: in tutti quegli anni non le era mai
successo di stargli così vicino e di guardarlo dritto negli
occhi. Per un istante si perse in quell’oceano blu tanto
profondo che quasi poteva trasmettere timore, ma che in
verità donava alla ragazza una gran pace interiore:
“Grazie, Naruto-kun” pensava “ti voglio
bene…”
Lo aveva ammesso: oramai era nato un posticino anche per lui nel suo
cuore, si trattava di una scintilla di passione, un amore che
sbocciava, un amore che forse le avrebbe permesso di dimenticare
Sasuke…
Naruto fissava negli occhi Sakura: era lì, abbracciato con
lei, soli in una notte stupenda, che cosa avrebbe dovuto desiderare di
più? Era leggermente arrossito in volto così come
anche la sua amica, la situazione era perfetta per esprimere i suoi
sentimenti… Ma delle immagini gli ritornarono alla mente:
erano poco nitide, sfocate, c’era lui e qualcun altro, udiva
delle voci, poi altri rumori, poi lo scorrere dell’acqua e
ancora un profumo… no, non se la sentiva più.
I due ninja si divisero l’uno dall’altro e ancora
un po’ rossi in faccia si destarono avendo avvertito la voce
del maestro Kakashi che li chiamava:
- Ragazzi! Dove siete finiti?-
- Eccoci, maestro!- rispose Sakura avvicinandosi a lui insieme a Naruto
- Ehi! Ma la legna per il fuoco?- domandò Naruto un
po’ arrabbiato
- Ops, scusatemi! Ma mi è sfuggito di mente! Sapete, ho
incontrato Neji e…-
- Davvero? E stanno bene mi auguro…- disse Sakura
- Sì, sì! Non ti preoccupare! Purtroppo
anche loro hanno perso le tracce di Hidan…-
- Dannazione!- esclamò Naruto, ma poi chiese –
però dove si trovano adesso?-
- Si sono rifugiati in un’abitazione abbandonata a vari
chilometri da qui. Ha detto che ci avrebbero passato la nottata. Hinata
non era in ottima forma per percorrere un tragitto troppo
lungo…-
- Hinata…- sospirò Naruto preoccupato per le sue
condizioni
- Ma domani ci raggiungeranno e riprenderemo insieme la strada di casa!-
- Cosa? Di già? – disse Naruto scontento - Ma non
sarebbe meglio perlustrare ancora un po’ in giro? Forse
riusciremo a trovare nuove tracce e…-
- No! Il maestro Kakashi ha ragione – intervenne Sakura
– è meglio tornare al villaggio per riprendere le
forze e per informare l’Hokage.-
Grattandosi la testa e con sguardo poco convinto Naruto si
rassegnò.
- Sarà meglio andare a dormire. Abbiamo passato una giornata
davvero molto irrequieta!- disse alla fine Kakashi.
- Sì, io vado. Buonanotte!-
- Ehi, un attimo! E la cena? Non ce la faccio a dormire se non ho lo
stomaco pieno!-
Ma nessuno lo ascoltava più, anzi per la verità
sia Kakashi che Sakura si trovavano già nelle loro tende
pronti a godersi il meritato riposo. Alla fine pure Naruto si
addormentò nonostante fosse andato a letto senza cena.
La giovane Haruno infilatasi nel sacco a pelo rimase per un
po’ a riflettere: non era più tormentata dal
ricordo di Sasuke ovvero quell’immagine si stava come
assopendo. Lo amava tanto, lo sentiva ancora vicino a sé,
era sempre convinta a ricondurlo al villaggio… ma provava
anche un nuovo sentimento, un affetto maggiore nei confronti di Naruto,
un qualcosa che prima non c’era…
“Come è possibile?” si interrogava
“Mi sono proprio innamorata di lui…? Oh Dio, che
confusione! No, no! Non può essere…” e
mise la testa sotto la coperta, addormentandosi con quel pensiero in
mente e con quel nuovo sentimento
nell’animo.
Ehilà! Tutto bene? Ecco concluso un altro capitolo! Immagino
che sia stato un po’ noioso… per gli amanti
dell’azione…scusatemi se vi ho fatto stancare!!!
Ma mi auguro comunque di no! ^ ^
La faccenda sembra complicarsi…riuscirà Sakura a
giungere ad una decisione definitiva?
Ora passiamo ai saluti:
_Alechan: grazie per i complimenti! Lo so come ti senti, anche a me
sarebbe piaciuto essere al posto di Hinata! Per tua felicità
ho aggiornato subito, visto?
_ Crystal Alchemist: ecco qua un altro capitolo dolce! Eh, eh! So bene
che non ti piacciono, ma abbi un po’ di pazienza e poi
vedrai…
_EroSennin425: Già, Sakura è stata lenta a capire
cosa provasse Naruto…Comunque grazie tante per i
complimenti! Troppo gentile! ^ ^ Mi auguro che continuerai a seguirmi
perché ti aspetta una bella sorpresa…
_Lonely Angel: Grazie per avermi messo tra i preferiti! E mi
raccomando: una volta tornata continua a leggere! Non te ne pentirai!!!
Ancora bacioni a tutti!!!
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Capitolo 14 *** Come spiegarselo... ***
In un’altra zona della foresta Neji e Hinata si trovavano
insieme, da soli nello stesso rifugio, che il giovane Hyuga aveva
scovato poche ore prima. Lui aveva preso sonno vicino alla porta,
seduto, con le gambe e le braccia incrociate al petto; lei era accanto
all’unica finestra presente, distesa a terra, cercava di
dormire sul duro pavimento in legno, umido e un po’ rovinato
dal tempo. Portava ancora intorno alle spalle la lunga e candida maglia
di Neji che le trasmetteva un certo calore, ma purtroppo per lei anche
il suo profumo, piacevole se non fosse stato per quel gesto di poco
prima… Hinata si rigirava continuamente in
quell’angolino dove si trovava non riuscendo a dormire: aveva
scelto quel posto per poter vedere la luna, bianca e splendente,
magnifica da contemplare, la sua luce l’avrebbe
rasserenata… ma soprattutto per allontanarsi dal cugino che,
una volta tornato dopo l’incontro con il maestro, la fissava
in uno strano modo, minaccioso, freddo, con lo stesso sguardo di pochi
anni prima, nonostante quello che aveva fatto, nonostante
ciò che aveva detto, nonostante quel bacio… La
ragazza ripensava principalmente a quell’atto di
affetto, di desiderio, il suo primo bacio datole da una persona diversa
rispetto a quella dalla quale lo avrebbe voluto:
“Perché lo hai fatto? Non immaginavo che tu
potessi provare qualcosa per me. Sei sempre stato schivo nei miei
confronti, mi hai odiata con tutte le tue forze, hai giurato vendetta,
eri quasi riuscito ad eliminarmi quel giorno… e mi domando
perché non lo hai fatto.”
Ragionava, continuava a riflettere, ma aveva solo domande nella sua
testa, non riusciva ad ipotizzare cosa lo avesse spinto a baciarla, da
quando aveva quel sentimento nel cuore, però dopotutto lui
non aveva confessato niente, non l’aveva abbracciata
spiegandole del suo amore, non una parola, non un “Ti
amo”, solo una frase per scusarsi…
“Scusami tu per averti
sempre disprezzata!”
Hinata si toccò le labbra tremanti: stava per piangere, ma
non doveva farlo, non adesso che c’era lui poco distante.
Alzò il viso verso la finestra, verso la luna chiara e verso
il cielo dove riposava sua madre che vegliava su di lei sempre, anche
in quel momento…lei lo sapeva.
- Mamma, cosa devo fare?- mormorò lei versando una lacrima.
Poi si sistemò meglio che poté e chiuse gli
occhi. Piano piano il sonno l’avvolse completamente
permettendole di recuperare le forze perdute e di sognare beatamente
mentre veniva cullata dalla lieve luce lunare che passava attraverso i
vetri di quella finestra.
La mattina seguente i due Hyuga partirono per raggiungere
l’altra parte del gruppo: per tutto il tragitto non si
parlarono, non si guardarono neppure in faccia, lui con lo sguardo che
mirava altrove e lei con il capo basso. Neji aveva la sua solita
espressione, fredda e distaccata, ma stavolta più del
normale. La ragazza lo aveva notato, però come spiegarselo?
Quel giorno avrebbe dovuto avere lei quella faccia dopo quel bacio
rubato, datole contro la sua volontà, ma non sapeva provare
rancore e nemmeno odio… no, non la dolce e tenera Hinata!
Giunti a destinazione Naruto salutò allegramente gli amici:
- Ehilà! Neji, Hinata! Per fortuna state bene! Come avete
passato la nottata? Ehi, ma cosa sono quelle facce? È
successo qualcosa di brutto…?-
Neji passò di fianco al compagno con gli occhi puntati verso
il maestro Kakashi, senza dire una parola, senza prenderlo in
considerazione:
- Ehi! Potresti almeno salutare!- esclamò un po’
adirato.
- Non te la prendere Naruto!- disse Hinata con un leggero sorrisino -
Forse oggi tiene il broncio perché abbiamo passato una
brutta nottata… è stato scomodo dormire senza i
sacchi a pelo.-
- Sarà…- e fissò per un attimo
l’amica.
- C…che c’è Naruto-kun?-
- Ah… niente scusami mi ero incantato! A proposito come mai
hai la maglia di Neji sulle spalle?-
Rimase per un secondo imbambolata pure lei: si era incantato, aveva
detto, per la prima volta era stato Naruto ad osservarla intensamente e
non l’inverso… Aveva notato qualcosa di
particolare in lei o era stato solo un caso? Comunque le aveva fatto
piacere e abbassando la testa e un po’ imbarazzata si
allontanò con passo veloce, raggiungendo Sakura, Neji e
Kakashi che intanto si erano incamminati.
- Ma, cosa? Un attimo aspettatemi!!!- gridò Naruto.
Due nostre vecchie conoscenze camminavano in direzione del Villaggio
della Pioggia dove gli era stato ordinato di dirigersi. Deidara ancora
si lamentava e si sfogava con il compagno: stava per catturare il
Tasso, lo aveva in pugno, invece era stato costretto a ritirarsi
perché la Volpe era stata inviata in missione ed era quindi
lontana dal villaggio…
- Ascolta le mie parole, sensei…- disse il biondo con voce
seria – quando avremo estratto il cercotero da quel moccioso,
me ne voglio occupare di persona! Quindi non ostacolarmi!-
- E perché dovrei farlo? Non sono come Hidan, non ho alcun
interesse a sporcarmi le mani inutilmente.-
- Beh, conoscendoti, pensavo che avresti voluto anche tu divertirti un
po’…-
Il ragazzo non rispose: da tempo sembrava essere quasi annoiato da
quelle missioni, tutti quegli spargimenti di sangue superflui, solo per
attirare su di loro l’attenzione dei villaggi vicini, ma
soprattutto quello della Foglia dove vi era il loro principale
obbiettivo. Si era persino stancato di viaggiare all’interno
di Hiruko, una possente marionetta da lui costruita e nella quale
rimaneva sempre durante il “lavoro”: gli era venuta
l’idea di restare più a diretto contatto possibile
con la natura, di guardare i paesaggi che lo circondavano, magari
scoprendo particolari che da dentro Hiruko non era possibile scorgere.
Sakura seguiva il gruppo rimanendo ultima: osservava Neji che sembrava
essere tornato il gelido ragazzo di un tempo, guardava Hinata raccolta
in se stessa, pareva che pensasse molto e che fosse turbata, infine
contemplava Naruto energico e allegro come sempre:
“Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo”
pensava, ma poi la sua mente tornò a ciò che la
tormentava “…Devo essere stata davvero una folle a
pensare che Naruto ed io… forse avevo un po’ di
febbre! Credevo che fosse nato qualcosa per lui, ma…non
può essere!”
Ancora ragionava sui pensieri di quella notte, su quelle strane
emozioni che avevano invaso il suo cuore, su come era riuscita ad
immaginare che lei si era innamorata di Naruto…
però perché le era venuto in mente questo? Non
era sicura, non poteva dirlo, era confusa, perplessa, eppure quel
sentimento lo aveva provato, ma come spiegarselo non sapeva.
In un luogo isolato dal resto del mondo e nascosto tra le brune rocce,
risiedeva il nascondiglio di un uomo conosciuto da tutti, ma da nessuno
accettato a causa dei crimini che aveva compiuto. Sedeva sul suo trono,
composto, fiero, atteggiato da gran signore e ridacchiava prevedendo
come si sarebbe comportato il suo allievo ora che era partito per
ottenere la sua vendetta. E già pregustava il momento in cui
sarebbe intervenuto lui, quando avrebbe finalmente conquistato
ciò che bramava, si sarebbe impossessato del suo corpo,
sarebbe diventato tanto potente da invadere Konoa e da eliminare dalla
circolazione il pericolo Akatsuki. - Sta procedendo tutto secondo i
piani, maestro Orochimaru.-
Kabuto poteva riferire i movimenti del discepolo al proprio maestro
grazie alla squadra speciale che era stata inviata per spiare ogni sua
mossa e per capire quando sarebbe arrivato il momento più
propizio per agire.
- Ma secondo lei Sasuke riuscirà a sconfiggere il fratello?
Mi sembra un impresa davvero ardua.-
Orochimaru girò la testa verso Kabuto con aria per niente
preoccupata:
- Non importa se ce la farà: se anche Itachi dovesse
sconfiggerlo arriveremo noi e recupereremo il corpo. E magari, se
dovessi rimanere deluso dalle prestazioni di Sasuke, non mi
dispiacerebbe affatto impossessarmi del corpo dell’altro
Uchiha…- e scoppiò in un’altra
risatina, sicuro in qualsiasi caso di essere lui il vincitore alla fine
dei giochi.
I nostri ninja del Villaggio della Foglia si erano fermati nella
foresta per una pausa: Hinata si occupava della legna e del fuoco
insieme al maestro Kakashi, mentre Neji era intento a riordinare e a
pulire le armi usate nel combattimento contro l’Akatsuki. Ma
Naruto e Sakura? La ragazza aveva riconosciuto la zona in cui si
trovavano, non erano lontani dal posto in cui aveva visto quel fiore
raro, tanto prezioso e che lei tanto desiderava. Aveva
perciò convinto il maestro Kakashi a lasciarla andare per
recuperarlo parlandogli delle sue importanti proprietà
curative e quindi della sua utilità per il villaggio.
Kakashi aveva così pensato di mandare anche Naruto insieme a
lei, non si sapeva mai cosa poteva capitare. Giunti a destinazione
Sakura sgranò gli occhi: eccolo là, ancora in
perfette condizioni nonostante il temporale, pronto per essere
raccolto. Una volta colto con tutte le precauzioni i due fecero per
andarsene, ma Naruto avvertì una presenza estranea che si
avvicinava: lanciò un kunai verso il punto in cui
sentì il rumore, però quest’ultimo fu
respinto da un altro kunai che quasi non colpì il giovane
Uzumaki, che si scansò appena in tempo. L’erba
veniva calpestata da qualcuno, un passo, poi un altro,
un’ombra, un piede, un respiro, uno sguardo…
Si è trattato di un capitolo piuttosto soft.. quindi se vi
ho annoiato anche stavolta...scusatemi tanto!!! Chi sarà la
persona misteriosa apparsa di fronte a Naruto e Sakura? Ma ora passiamo
ai saluti!
EroSennin425: Grazie ancora per le recensioni che lasci. Mi
auguro che ti sia piaciuto pure questo capitolo! ^ ^
The fenix of innocence: Grazie mille, cara! Seguita a leggere
e non ti pentirai! Ciao ^ ^
oOBlackRavenOo: Che bello, un'altra amante della mia storia!
Ho
letto la tua presentazione e credo anche io che andremo d'accordo...
Continua a seguirmi!
Crystal Alchemist: Eh, eh! Aspetta il prossimo cappy e sono
sicura che ti divertirai! A presto!
Alechan: Già, adesso sì che il
titolo ha un senso! ^ ^ Mi auguro che proseguirai la lettura!!! Bacioni!
Un grandissimo saluto a tutti coloro che mi hanno aggiunto tra i
preferiti! Grazie!!! ^.^ E non perdete il prossimo capitolo.
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Capitolo 15 *** L'amico ritrovato ***
Naruto spalancò gli occhi rimanendo senza fiato; Sakura
rimase immobile con lo sguardo fisso su quel personaggio, un
po’ tremante, con la bocca aperta, il cuore che batteva a
mille. Avvicinò una mano alla bocca, sudava freddo, come
anche il suo compagno, ma fu lei a pronunciare le prime parole
balbettando, come intimorita dalla risposta:
- S…Sasuke, sei proprio tu…?-
Era lui, il loro amico, l’Uchiha fuggito dal Villaggio della
Foglia alcuni anni prima. Il viso era lo stesso di un tempo, come pure
l’espressione: cupa, buia,
indifferente…però c’era qualcosa in
più che lo rendeva diverso, tenebroso, per non dire
malvagio. La stanchezza contornava i suoi occhi, la vendetta lo
animava, la tristezza della vita lo avvolgeva, la sete di eliminare
chiunque trovava sul suo cammino, il disgusto che provava ogni volta
che rivedeva facce amiche:
- Ti stavamo cercando, lo sai questo?- disse Naruto accennando un
sorriso – Vieni con noi, Sasuke –
proseguì porgendogli una mano.
Sakura iniziò a tremare ancora di più: finalmente
lo rivedeva dopo tanto tempo, era poco distante da lei, avrebbe voluto
corrergli incontro abbracciandolo forte per non lasciarlo mai
più… Adesso potevano ritornare a casa tutti
insieme, Naruto lo avrebbe convinto.
- Per favore, torna al villaggio. Tutti aspettano il tuo ritorno. Metti
da parte l’odio, il rancore, smettila di maledire tuo
fratello…vedrai che insieme saremo capaci di sconfiggere
l’Akatsuki.-
Naruto credeva di avergli toccato il cuore, di averlo destato da
quell’incubo dove vedeva tutto nero: solo lui ed Itachi, solo
una scelta da fare… vivere con il rimorso o morire dopo aver
fatto giustizia. Lui aveva già deciso quale dovesse essere
la sua strada: vedere lui vittorioso, con le mani impregnate del sangue
del fratello, mentre ammira il suo corpo stracciato, lurido,
irriconoscibile, senza vita, senza più l’anima,
con gli occhi spenti, la pelle sbiancata…la sua opera, il
suo capolavoro fatto tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno.
Sakura si avvicinò a Naruto che distava a pochi metri
dall’altro compagno e disse:
- Sasuke, non ti preoccupare. Penserò io a parlare con
l’Hokage, ma tu ritorna da noi.-
Il ragazzo squadrò i due ex compagni e saltò sul
ramo di un albero di fronte:
- No, aspetta!!!- urlò Naruto voltandosi, pronto a saltare
anche lui sull’albero, ma qualcosa lo frenò. Uno
shuriken gli sfiorò la guancia, procurandogli un graffio.
Sasuke glielo aveva lanciato ad una velocità tale che
l’Uzumaki non ci aveva fatto caso. Sakura si sentiva le
lacrime agli occhi: perché, perché Sasuke voleva
ancora una volta fuggire? L’Uchiha infatti si
allontanò saltando da un ramo ad un altro: Naruto
partì subito al suo inseguimento così come pure
la sua compagna. La corsa non durò molto: il moro si
fermò dopo pochi chilometri e rimanendo dapprima con le
spalle voltate verso i due ninja disse lentamente, ma con aria seccata:
- Piantatela di seguirmi. Non ho alcun interesse a tornare con
voi…-
Questa frase troncò in due i loro cuori: Sakura era
sull’orlo di piangere, Naruto si era innervosito, ma era
sempre più convinto a trascinarlo con lui, anche con la
forza.
- Mi dispiace, ma io non mi arrendo!- esclamò
l’Uzumaki
Sasuke si girò e fissò Naruto:
- Mi vedo costretto a farti male, allora… – disse
e gli lanciò un secondo shuriken. Questa volta non si fece
sorprendere e schivatolo chiamò le sue copie in
combattimento. In pochi secondi Naruto fu costretto a richiamarne delle
altre: Sasuke era rapidissimo, un fulmine, riusciva a lanciare veloci e
micidiali colpi senza neanche ricorrere alla sua spada che portava
attaccata alla schiena. Quando Naruto si bloccò un attimo
per riprendere fiato l’Uchiha gli sganciò un pugno
dritto sullo stomaco. Uno scricchiolio raccapricciante
volteggiò nell’aria, segno che qualcosa si era
rotto: Sakura era impietrita a guardare lo spettacolo; Naruto a terra
ferito; Sasuke in piedi di fronte al ragazzo con la stessa espressione
di prima, buia, tetra, per niente cambiata. Compassione, dispiacere,
per aver ferito un vecchio amico? No, niente di tutto questo. Nei suoi
occhi c’era lo stesso disegno di morte, di sangue, di rancore
verso il fratello, che lo caratterizzavano fin da prima;
nient’altro gli importava se non raggiungere Itachi.
L’Uchiha si chinò e prese per la maglia Naruto
tirandolo su: l’Uzumaki non riusciva a stare in piedi, era
senz’altro colui che ci avrebbe rimesso, colui che avrebbe
rischiato di fare una brutta fine, ma non aveva perso la
lucidità e la determinazione:
- Questa volta non ti lascio scappare – disse quasi con
sforzo per il dolore.
Sasuke si accostò al suo orecchio:
- Sei uno stupido – gli mormorò e allontanandolo
da se era pronto a sganciare un altro pugno, però:
- SASUKE, FERMATI!- urlò Sakura versando lacrime e
afferrandolo per il braccio che aveva alzato per colpire
l’amico – ti prego, non lo fare…-
A quel punto Naruto fu scaraventato via, finendo addosso ad un albero.
Sasuke non era stato fermato dalle parole della ragazza,
bensì si era reso conto che stava perdendo solamente tempo:
Itachi era stato avvistato nei pressi del Villaggio della Roccia, era
abbastanza distante e continuando di quel passo lo avrebbe sicuramente
perso. Di Naruto poteva occuparsi quando voleva, non c’era
fretta... Sakura credeva di essere riuscita a calmarlo: alzò
la testa verso di lui accorgendosi che aveva abbassato il braccio. Era
bello come una volta, sentiva che provava ancora qualcosa, si era
sbagliata quella sera, credeva di cominciare a dimenticarlo, invece
quel sentimento era cresciuto ancora di più…
nonostante la presenza di qualcun’altro che la metteva nel
dubbio. L’Haruno abbracciava forte il suo bicipite, non
avrebbe voluto mai lasciarlo, se non fosse stato per la sua reazione:
Sasuke le prese il polso e fece pressione. La ragazza fu costretta
subito a lasciare la presa per il gran dolore e violentemente
l’Uchiha lo fece girare, rompendolo. La ragazza cadde a terra
in ginocchio tappandosi la bocca: il male che sentiva non era solamente
fisico, infatti occorreva aggiungere anche il comportamento
dell’ex compagno, freddo, insensibile, non l’aveva
neanche guardata in faccia in quel momento. Guardava di fronte a
sé, con aria assente, non curante del dolore che
stava procurando, fregandosene di chi stava
torturando, indifferente a tutto. In quell’istante invece lei
lo aveva fissato, con gli occhi increduli e che imploravano
pietà…
“Perché lo stai facendo?” si era
domandata mentre si accasciava al suolo.
Ma raggiungerlo oramai sembrava impossibile.
I due ninja erano entrambi a terra, ognuno con la sua sofferenza, nel
corpo e nel cuore. Sasuke fece per andarsene, ma prima diede
un’ultima occhiata ai due feriti e attivando lo Sharingan
affermò:
- La prossima volta non sarò così clemente!
–
Partì, lasciandoli soli, ancora una volta.
Sakura si tirò su e piano piano si avvicinò al
compagno:
- N…Naruto- kun, ce la fai a muoverti?-
Il ragazzo tentò di alzarsi, ma si riappoggiò a
terra con un lieve lamento.
- Aspetta, aspetta, non sforzarti.- e gli mise una mano in
corrispondenza dello stomaco e richiamò il chakra per capire
il problema e quindi guarirlo. Intanto rifletteva, pensava e ripensava
a quanto era successo: Sasuke, il suo Sasuke era cambiato, troppo era
cambiato. Sembrava essersi trasformato in uno mostro senza scrupoli,
assetato di sangue e accecato dalla vendetta… no, non era
più lui. Versò qualche lacrima che andarono a
finire sulla pancia dell’Uzumaki, il quale sapeva bene a cosa
pensava l’amica, ma cercando di fare il finto tonto
variò discorso:
- Il polso ti fa male? Non preoccuparti per me adesso…-
Lei fece segno di no con la testa:
- Ora sei tu che hai bisogno di cure. Io sono forte!- e
accennò un sorriso, che rincuorò il ragazzo.
Il maestro Kakashi, Neji ed Hinata avevano deciso di andare a cercare
il resto della squadra: oramai era da tempo che si erano allontanati,
ci stavano mettendo troppo e il pensiero che fossero stati attaccati
dall’Akatsuki li angustiava.
“Ti prego, fa che stiano bene, ti prego!” Hinata
continuava a ripetersi questo motivo in testa…
- Ecco, li ho visti!- esclamò Neji che precedeva il gruppo.
Erano di nuovo tutti insieme:
- Ragazzi, tutto bene? Cosa è successo?-
Sakura spiegò la faccenda, ogni particolare, restando
però incollata con lo sguardo su quello che stava facendo,
rimanendo impassibile.
- Maestro Kakashi, non perdete tempo… – disse
Naruto – per favore cercate di raggiungere Sasuke-
Il verde smeraldo negli occhi di Sakura si ridusse ad un colore smorto,
senza più vita, sentir nominare quel nome le metteva tanta
malinconia…
- Neji, cosa vedi con il Byakugan? -
- È piuttosto distante, non penso che saremo in grado di
raggiungerlo.-
- Ci provi, maestro! La prego…- insistette, però,
l’Uzumaki.
Sakura si morse il labbro e fece più forza sulla parte
ferita:
- Ahi, Sakura, così mi fai male!-
- Resisti, per amor del cielo! E piantala di fare il testardo! Lascia
perdere Sasuke e pensa a riprendere le forze piuttosto! –
La reazione di Sakura fece ammutolire tutti: quelle parole nascondevano
un non so che d’amaro, di risentimento, di rabbia, ma anche
tanta tristezza e rassegnazione. Naruto in compenso ubbidì
alla ragazza e socchiuse gli occhi ripensando all’amico che
se ne era andato e chissà quando lo avrebbe
rivisto.
Ed eccoci di nuovo qua! Come vi è sembrato questo nuovo
capitolo?
Finalmente dopo tanto tempo i nostri eroi hanno potuto rivedere il
compagno Uchiha, anche se l’incontro non è stato
molto piacevole... Come proseguirà la storia? Eh, eh! Lo
scoprirete nel prossimo cappy! ^_^ Un saluto a tutti coloro
che hanno aggiunto la mia fic tra i preferiti e in particolare baci a:
EroSennin425: Ehi, inizi a perdere colpi? No, no sto scherzando! ^ ^
Sono felice che la mia storia ti piaccia! Aspetto nuovi commenti!
Ciao!!!
Crystal Alchemist: Sono convinta che questo capitolo ti sia piaciuto
più di quelli scorsi…o sbaglio? Mi raccomando
recensisci prestooooooo!
Nilan: Ciao! Sono contenta che la mia fan fiction sia di tuo
gradimento. Che dire…cercherò di non deluderti!!!
Ancora tanti saluti da Mewpower!!!
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Capitolo 16 *** Non devi arrenderti! ***
I nostri ninja preferirono fermarsi lì per quella notte:
Sakura era riuscita a curare ben bene Naruto e anche il suo polso ora
era guarito…ma proseguire il viaggio in quelle condizioni,
non era proprio il caso. Si sentiva debole, a pezzi, non tanto
fisicamente, ma soprattutto nell’animo, aveva come un macigno
sul cuore, un peso così faticoso da portare, anche per
lei… Kakashi aveva notato la strana cera della ragazza:
immaginava quanto dovesse essere stato difficile rivedere Sasuke dopo
tanto tempo, chissà quanto era cambiato
dall’ultima volta, chissà cosa si erano detti,
chissà dove era diretto… Preferì non
insistere sull’argomento, magari in seguito, ma per ora no.
Sembrava una notte come tutte le altre: il cielo stellato illuminava le
chiome degli arbusti che ondeggiavano lievemente accompagnati dal verso
di qualche animale notturno che volava di qua e di là
cercando di avvistare una preda da poter consumare.
Naruto sedeva sul ramo di un albero e guardava in alto: pensava a
quello che era successo, cercava di trovare una soluzione, tentava di
spiegarsi quella strana ombra che aveva visto negli occhi del compagno
fuggito… erano intrisi di voglia di sangue, questo si notava
chiaramente, però c’era qualcosa altro in
più:
“Sei infelice, l’ho capito, sai? Tu non desideri
tutto questo…”
Secondo Naruto era così. Tristezza, desiderio di pianto,
troppa solitudine…
Un gufo passò in alto nel cielo: era maestoso, sembrava un
falco; i suoi artigli stringevano un animale, piccolo e sanguinante.
“Non sei pronto ad affrontare Itachi…”
Si potevano ancora udire i deboli gemiti dell’animaletto
intrappolato, ma oramai era tutto finito per lui… ma non per
Sasuke: poteva ancora salvarsi, rinunciare alla vendetta e tornare a
casa, da lui, da Sakura…
“Lei ti sta aspettando, torna! Fallo almeno per
lei…”
I suoi pensieri furono disturbati dalla rottura di qualcosa, un ramo, e
da un piccolo urlo. Si precipitò sul luogo e vide qualcuno a
terra. Hinata si toccò il posteriore con un leggero lamento:
era caduta come un’imbranata dal melo dove si trovava, ma il
sonno l’aveva sopraffatta e aveva perso così
l’equilibrio.
- Ehi, Hinata,stai bene? –
- Ah… sì, Naruto-kun. – rispose
scorgendolo e arrossendo per la vergogna.
La figuraccia fatta ebbe anche il suo lato positivo:
l’Uzumaki offrì all’amica di sedere con
lui, in questo modo si sarebbero fatti compagnia a vicenda e avrebbero
scambiato quattro parole:
- Non ce la fai a dormire?- chiese il ragazzo continuando ad ammirare
le stelle
- G…già! E pure tu hai il mio stesso problema?-
- Sì, ma a dire il vero… neanche ho voglia di
farlo…-
Hinata fissò il compagno: capiva che era giù di
morale, la malinconia lo opprimeva e lo avvolgeva tutto quasi a
soffocarlo, si sentiva incapace, non sapeva cosa doveva
fare… d'altronde anche lei provava le stesse sensazioni dopo
quello che era successo con Neji. Per qualcun altro può
sembrare una sciocchezza, alla fine è stato solo un bacio,
ma per la giovane Hyuga no… quello era stato il suo primo
bacio datole da una persona dalla quale fino a pochi istanti prima
credeva di essere detestata, per niente considerata, un’
insignificante ragazzina, non degna di appartenere a quella
casata…
Fece un respiro profondo cercando di non pensare a ciò che
l’affliggeva e cominciò a parlare:
- Io e Sasuke non siamo mai stati in missione insieme e non eravamo
neppure grandi amici. Magari ci salutavamo, ma poi tutto finiva
lì. Tu, invece, tieni molto a lui… eravate molto
affiatati…-
Naruto abbassò lo sguardo: altri ricordi gli pervennero alla
mente, ancora rimpianto, ancora tristezza. Hinata notò il
suo comportamento. Da una parte lo compativa, ma dall’altra
sentiva la necessità di sgridarlo: il Naruto che conosceva
lei non si sarebbe mai rattristato così per un fallimento,
solo perché anche in quell’occasione si era fatto
sfuggire Sasuke. Nulla era ancora perduto!
- Hai…hai lottato fino ad ora per recuperarlo, per portarlo
a casa… non ti puoi arrendere!- continuò lei
– Solo tu puoi farlo ragionare, solo tu hai la forza
necessaria, solo tu hai il cuore tanto grande da persuadere
chiunque… Ora lui è nelle tenebre, ma sono sicura
che se ci sarai tu accanto a lui Sasuke sarà in grado di
scorgere uno spiraglio di luce che gli permetterà di uscire
da questo incubo. Quindi, vai avanti! Non abbatterti! Se poi avrai
bisogno di una mano… puoi sempre contare su di me,
Naruto-kun!-
L’Uzumaki aveva rialzato la testa guardando l’amica
attentamente: Hinata era sempre pronta a sostenerlo, c’era
sempre lei nelle situazioni più difficili come quella
volta… all’esame dei Chunin. Nonostante non avesse
un ottimo rapporto con Sasuke, anche lei era pronta a rischiare tutto,
a sostenere quella folle ricerca, a combattere contro dei potentissimi
nemici…
- Hai ragione!- disse lui – non so cosa mi sia preso!
Lotterò, continuerò a cercarlo senza mai
fermarmi, ho fatto una promessa e la devo mantenere! Non posso
permettermi di perdere definitivamente Sasuke, il mio amico-
Finalmente nei suoi occhi era ritornata la luce di una volta, la
speranza, la determinazione, la solarità che lo aveva sempre
caratterizzato, tutto grazie a lei…
- Grazie, Hinata! Ancora una volta sei stata tu a infondermi coraggio-
e le sorrise dolcemente come solo lui sapeva fare.
La giovane Hyuga era felicissima di essere riuscita a rincuorarlo, il
cuore le batteva a mille e le sue guance si colorarono…
Uno strano presentimento, però, sopraggiunse pochi attimi
dopo. Una sensazione raccapricciante fece tremare l’esile
corpo della ragazza: brividi freddi ovunque, la sudorazione era
aumentata e le palpitazioni erano diventate più udibili
dall’esterno. Pensò immediatamente alla presenza
di un estraneo, magari un nemico.
“ Forse sarebbe meglio attivare il Byakugan ”, ma
come rovinare una situazione di felicità come quella? Subito
dopo quello strano presentimento cessò di farsi sentire,
però Naruto, fraintendendo il comportamento della compagna,
pensò di togliersi la felpa, rimanendo (stavolta) in
canottiera:
- Questa sera tira un po’ di vento, è meglio che
tu non prenda freddo…- e le mise l’indumento sulle
spalle facendo rimanere l’amica non poco sorpresa.
- T…ti ringrazio, ma io non…-
- Non fare complimenti! Io ho l’organismo robusto!- e le mise
un braccio intorno alle spalle impedendole di togliere la felpa per
riconsegnarla al proprietario. Hinata non fece più storie:
per la prima volta era abbracciata al suo Naruto, stretti stretti, in
una notte così bella… come poteva rinunciare a
quel gesto tanto affettuoso?
La situazione era talmente romantica che Hinata decise di darsi da
fare: oramai era abbastanza grande, abbastanza matura, abbastanza forte
da poter confessare i suoi sentimenti.
“Forza, Hinata! Un respiro profondo e poi tutto
d’un fiato…ma come faccio?”
rifletté ancora per un po’ sul da farsi, ma poi
tirò fuori tutto il suo coraggio e…
- S…senti, N…Naruto-kun, io d...dovrei
dirti…u…u…una cosa
impor…tante per me…-
La sua frase fu interrotta dal ronfare di qualcuno: Naruto si era
finalmente appisolato, rimanendo però con il braccio intorno
al suo collo. Hinata da una parte rimase delusa, ma diciamo che per la
verità fu contenta: ancora non era giunto il momento di
confessare ciò che provava, ma poteva almeno rimanere
vicinissima al suo amato e dormire con lui.
- Manca ancora molto, sensei?- domandò Deidara stufo di
camminare anche di notte
- … Per poter raggiungere il Villaggio della Pioggia occorre
percorrere questo sentiero e poi superare il Villaggio della
Conchiglia. Se ci spostiamo anche durante le ore notturne arriveremo
prima e termineremo il lavoro più in fretta…-
- Non vedo l’ora di mettere le mani addosso a quel tizio e
strappargli la Volpe… magari alla fine lo faccio saltare in
aria. – e sogghignò divertito.
Sasori, invece, era più cupo che mai: era, però,
rientrato in Hiruko e di conseguenza il suo compagno non poteva
conoscere la sua espressione facciale in quel momento. Era davvero
seccato, annoiato da tutto… chissà se con un
combattimento sarebbe ritornato in se.
Salve! Mi rendo conto quanto possa essere stato noioso per alcuni (o
per tutti? Noooooo!: ndr) questo capitolo…se è
così vi chiedo scusa! E vi annuncio subito che dal prossimo
tutto diventerà molto più elettrizzante!
Purtroppo quest’oggi vado di fretta e non posso salutarvi uno
per uno, comunque a razzo saluto in particolare:
Crystal Alchemist
EroSennin425
Nail
hotaru
E un bacione a coloro che hanno messo la mia storia tra i preferiti!
Ancora mille baci da Mewpower!!!
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Capitolo 17 *** Caduti in trappola ***
Mattina. I raggi solari colpirono il viso della dolce Hinata che in
questo modo si svegliò. Accanto a lei c’era ancora
lui, Naruto, che dormiva beatamente. Non poteva crederci, ma aveva
riposato vicino a lui per tutta la notte. Aveva addosso il suo profumo
e la felpa ancora sulle spalle. Non riuscì a resistere e
prima di svegliarlo gli mise una mano tra i capelli aurei mettendo a
posto i ciuffi più ribelli.
Anche gli altri erano in piedi: Neji e Kakashi erano prontissimi per
rimettersi in viaggio, Sakura, invece, non era nelle condizioni
migliori. Due profonde occhiaie segnavano il suo pallido viso: aveva
passato una nottata insonne, occhi sbarrati a contemplare la tenda e
orecchie attente per avvertire ogni minimo rumore. Sasuke era ritornato
ad essere al centro dei suoi pensieri, il suo tormento più
grande, la sua preoccupazione più profonda…
Spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio e
si lavò il viso sfruttando una pozza d’acqua
limpida là vicino:
- Ma come ti stai riducendo? Stai proprio male…- disse a se
stessa.
Le sue mani erano ancora tremolanti al ricordo dell’Uchiha:
- Sei un’idiota! Lui non ritornerà da
te…-
Stava per ricominciare a piangere, ma l’arrivo di Naruto la
trattenne. Con un forzato riso si voltò verso di lui e lo
salutò:
- Whaaa! Buongiorno pure a te, Sakura!- rispose sbadigliando e dandosi
una rinfrescata.
- Dormito bene?-
- Sì, abbast…ETCIÙ!!!-
- Salute! Ti sei preso il raffreddore? In effetti bisogna stare attenti
a questo venticello.-
- Ba guarda tu! Bi si è chiuso il naso!- esclamò
a fatica.
Sakura rise senza farsi notare… ci voleva proprio
Naruto… è sempre lui che la fa sorridere!
- Forza voi due, partiamo!-
Il viaggio riprese: Kakashi aveva pensato di riprendere la scorciatoia
che avevano utilizzato per raggiungere il Villaggio della Pioggia,
avrebbero senz’altro risparmiato tempo e avrebbero corso meno
rischi! Ma una volta raggiunto il posto…
- Eh! Ma cosa è successo?!-
Una montagna di rocce era precipitata proprio di fronte
all’accesso alla grotta.
- La roccia qui è friabile. Con il vento di questi giorni
dovevamo aspettarcelo.-
- D’accordo, allora – riprese Kakashi - siamo
costretti a prendere il sentiero più lungo! Dobbiamo
superare il Villaggio della Conchiglia e poi quello della Roccia.
Dopodichè riprenderemo la strada già percorsa.-
Nessuno protestò, anzi a dir il vero le due ragazze erano
contente di passare per il Villaggio della Conchiglia: da lì
era visibile per un tratto il mare e magari avrebbero potuto fermarsi
per un attimo e godersi la brezza marina.
Avevano oramai percorso non pochi chilometri quando pensarono di fare
una pausa: Kakashi si era allontanato per fare un’ispezione
veloce del territorio gli altri erano tutti insieme. Il jonin si
fermò un attimo guardandosi attorno: il frusciò
avvertito gli sembrò sospetto e rimase ad ascoltare ancora
un po’ possibili rumori, ma quando sentì quella
voce ormai era troppo tardi:
- Scusa, ma tu sei di troppo!-
Kakashi si sentì afferrare i piedi e sprofondare sotto
terra. Pochi istanti, pochissimi secondi, poi più nulla.
L’individuo dal lungo mantello riaffiorò dalla
terra:
- Così sarà più facile per loro.
Chissà per quanto tempo resisterà là
sotto? Bah…- e sistemandosi il cappello in paglia e facendo
tentennare i campanelli insieme al nastrino viola, saltò da
un ramo all’altro diretto al Villaggio della Roccia, pronto
ad assistere al duello tanto atteso.
Hinata alzò la testa da terra e rivolgendosi ai suoi
compagni:
- Non vi pare che il maestro Kakashi ci stia mettendo troppo?-
Tutti si voltarono verso di lei:
- Andiamo! – disse seccamente Neji.
Anche gli altri annuirono, ma Sakura si bloccò e dando una
spinta a Naruto gridò:
- Naruto! Stai giù!!!-
Tre kunai piombarono sulla scena andandosi a conficcare nel terreno:
- Attenti! Carte bomba!-
Un’esplosione seguì quell’affermazione:
i ninja si coprirono i volti, ma immediatamente i due Hyuga attivarono
la loro abilità innata:
- Sta scappando! Presto!-
- Ah! È dell’Akatsuki!-
Le nuvolette disegnate sulla sua veste furono subito riconosciute e
senza perdere tempo partirono all’inseguimento. Arrivati in
una radura Neji si guardò intorno:
- Dannazione! Una trappola!-
Migliaia di aghi legati tra di loro da fili di chakra erano stati
posizionati sui rami degli arbusti che circondavano i chunin: se il
manipolatore della trappola avesse spezzato quei fili, questi ultimi si
sarebbero scagliati su di loro. Ad un certo punto una figura si fece
avanti: mantello nero, nuvole rosse, cappello di paglia…
- Akatsuki!-
Il ragazzo si tolse il copricapo: a quel gesto una coda di biondi
capelli dondolò come del resto anche la ciocca che copriva
l’occhio sinistro del nemico. Un sorrisino maligno
accompagnò le presentazioni:
- Finalmente, era da un po’ che ti cercavo, caro Uzumaki. Io
sono Deidara… Se non vuoi che ci vadano di mezzo anche i
tuoi amici ti consiglio di fare il bravo e di venire con me.-
Naruto lo guardò in malo modo.
- Non fare quella faccia, non ho paura di te, pivello!-
- Forse sarai tu il pivello!- disse Neji intromettendosi e avanzando
verso il nemico
- Non muoverti!-
Ma lui proseguiva lentamente.
- Te la sei cercata!-
Deidara tagliò il filo di chakra principale e come saette
gli aghi si precipitarono sui nostri ninja.
Neji si mise in posizione e abbassando la schiena:
- Rotazione suprema! -
Girando ad una velocità incredibile, il chunin
creò una barriera talmente efficace da annientare gli aculei
che furono scaraventati addosso agli alberi oppure si piantarono nel
terreno. Fermatosi e rimessosi in posa da combattimento fece segno al
nemico di avvicinarsi. Deidara lo squadrò e
accennò nuovamente ad un sorrisino maligno:
- Tks, non sei tu la mia preda!- e accostando due dita alla bocca
esclamò – Katsu!-
Sakura avvertì il terreno vibrare e poi perse
l’equilibrio: la stessa cosa avvenne per i due Hyuga che si
ritrovarono più senza un appoggio sotto i piedi e
precipitarono in una voragine buia e sinistra. Naruto trovandosi
più in avanti rispetto ai suoi amici non cadde nel tranello,
ma sentendo l’urlo di Sakura si precipitò in
direzione della fenditura. Il secondo comando di Deidara,
però, bloccò il ragazzo: un’
altra esplosione fece cadere una decina di alberi situati lì
intorno alzando un gran polverone. Quando l’Uzumaki
riaprì gli occhi piante e terra avevano in gran parte
ricoperto la spaccatura nel terreno… oramai il passaggio era
pressoché ostruito. Naruto rimase immobile e incredulo a
fissare quel punto nel terreno: i suoi compagni erano
laggiù, li aveva persi…
- Non ti disperare- disse il biondo vedendo l’altro ragazzo
fisso con lo sguardo a terra – magari sono ancora
vivi…ma…- quel “ma” lo fece
girare di scatto puntando quegli occhi di ghiaccio contro di lui
– ma chissà per quanto persisteranno…
Casomai dovessero sopravvivere ci penserà il mio sensei!-
Naruto strinse i pugni accecato dall’ira:
- Ti conviene non provocarmi ancora di più… se i
miei amici non dovessero più uscire da
lì…- e partì scatenato verso di lui
con il pugno serrato e pronto a colpire – NON SO COME POTREI
REAGIRE!-
Deidara si scansò appena in tempo e con un balzò
si allontanò dall’avversario:
- Bene, preparati… ad esplodere!-
Sensazione di umidità, l’aria mancava, il sudore
colava dalla fronte del ninja medico: Sakura riaprì gli
occhi e si toccò la testa. Intorno a lei vedeva
sostanzialmente buio, l’oscurità impediva di
intravedere cosa la circondava, ma da lontano scorse qualcuno, i suoi
vestiti chiari erano ben visibili:
- Neji, sei tu?- gridò la ragazza.
La sua voce rimbombò e le pareti rocciose cominciarono a
tremare: dal soffitto caddero dei frammenti, alcuni anche pericolosi
che costrinsero la Haruno ad attaccarsi con le spalle al muro ad una di
quelle pareti per non essere colpita. Il ragazzo che le si
avvicinò era proprio Neji:
- Tutto a posto?-
- Sì, ma dove siamo?-
- Ci troviamo in una grotta sotterranea di origine piuttosto
antica… Anche qui la roccia è poco stabile quindi
faremmo meglio a parlare a sottovoce… Ho fatto un giro di
perlustrazione e poi con il Byakugan ho controllato in maniera
più particolareggiata… ci troviamo in un vero e
proprio labirinto di grotte!-
L’affermazione del ragazzo mise in subbuglio il cuore di
Sakura: aveva un presentimento strano addosso e il tono di voce del
chunin lo aveva rafforzato… sentiva che non sarebbe stato
facile uscire da quella situazione.
Et voilà! Nuovo capitolo per tutti! Da qui ha inizio lo
scontro tra Naruto e Deidara…l’Uzumaki
sarà in grado di sconfiggerlo da solo ora che i suoi
compagni non ci sono? Scopritelo leggendo il seguito!^ ^
Saluti a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra
preferiti, ma un grazie particolare va a:
_ The fenix of innocence: Grazie! Sei troppo gentile...questa
fanfiction non è fantastica, ma cerco comunque di fare del
mio meglio! Bacioni!
_ Alechan: Ciaooooooooo! Sono contenta di "vederti"! Eheh,
già Naruto è incorreggibile, ma cosa ci possiamo
fare? Paragonare Sakura a tutti quei personaggi...è stata
un'idea divertente!!! Continua a seguirmi ^ ^.
_ EroSennin425: Thanks pure a te! Cercherò di non deluderti
in seguito!
_ Crystal Alchemist: Sta tranquilla...è da qui che inizia la
parte più dinamica! Sono sicura che saprai cosa scrivere in
futuro! Ciao!
E ancora mille baci a tutti voi da Mewpower!!!
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Capitolo 18 *** Senza il Byakugan ***
- Cosa vedi con il Byakugan di preciso? – chiese Sakura
aggiustandosi i guanti neri che portava
- In ordine di profondità ci sono sette passaggi possibili:
noi ci troviamo nella sesta grotta… ognuna di queste
presenta un’estensione diversa e percorsi diversi,
ma… a parte la quinta e la seconda caverna, non riesco a
vedere l’uscita di tutte le altre! – strinse i
denti e continuò a guardarsi intorno.
- Eh? Come è possibile che non riesci a vedere gli altri
percorsi con il Byakugan? –
- Non lo so! Non ci credo neppure io!- esclamò seccamente
facendo tremare il soffitto calcareo instabile. Era già la
seconda volta che aveva riscontrato una difficoltà del
genere… secondo lui doveva esserci qualcuno o qualcosa che
ostacolava quell’abilità… che
l’aveva sempre contraddistinto e reso potente.
Cercò di sforzarsi il più che poté, ma
sempre con lo stesso risultato: vedeva solo due uscite su sette, un
risultato non degno di lui.
- Dannazione! Anche tu, Hinata, hai lo stesso problema?-
Nessuna risposta. Neji guardò preoccupato Sakura:
- Un attimo, ma Hinata non è con te?-
Anche Sakura fece una faccia sconvolta:
- C…con me non c’è!-
Neji continuò ad usare la sua abilità innata:
niente, non la vedeva, neanche una traccia…
- Dobbiamo rischiare e dividerci! Forse se mi avvicino di
più alle altre grotte riuscirò a vedere
qualcosa!- e corse via lanciandosi sul primo sentiero percorribile.
- Aspetta, Neji! Mi sembra troppo rischioso!- esclamò, ma il
ragazzo ormai non la sentiva più. Anche la giovane Haruno
così fu costretta a seguire la prima grotta che le si
presentò davanti:
“Hinata-chan, dove sei ?”
Una goccia, poi due gocce caddero sul candido viso della nostra Hinata.
Sforzandosi non poco si destò da terra e si toccò
la fronte: il sudore sulla sua mano si era mescolato con il sangue che
fuoriusciva da un graffio fresco. Sentì un’altra
goccia: alzando la testa vide una moltitudine di stalattiti grondanti
d’acqua dall’aspetto pericolante.
“Ma dove sono finita? E gli altri?”
domandò a se stessa mentre cercava di orientarsi. La scarsa
luce, però, non le permetteva di capire cosa la circondava
così pensò pure lei di attivare il Byakugan:
- Oh no! Questa non ci voleva!-
Si rese conto del labirinto di caverne sparse nel territorio
circostante e della difficoltà nel visualizzare tutti i
percorsi:
“Perché? Perché il mio Byakugan non
vede più di due uscite? Cosa mi succede?”
Si stava rattristando, stava perdendo fiducia…
“No! Non posso mollare ora! I miei compagni forse sono in
pericolo…hanno bisogno di me!”
Così si incamminò anche lei verso
l’ignoto, non sapendo che si stava gettando fra le braccia
del nemico.
In superficie la lotta continuava:
- Tecnica della moltiplicazione del corpo!-
Una decina di copie si scagliarono contro il nemico pronte a lanciargli
un kunai. Deidara all’inizio si limitò a schivare
i lanci, ma quando le copie furono vicine le colpì con pugni
e calci.
- Tecnica della moltiplicazione del corpo!-
Ancora altre copie pronte ad attaccarlo.
- Già mi sono stancato di te!- esclamò sbuffando
e lanciando di nuovo calci e pugni. Scomparse tutte le copie se ne era
andato anche l’originale.
“Dov’è?”
Un urlo di battaglia precedette l’arrivo
dell’Uzumaki che comparve da dietro le fronde di un albero.
Il nukenin si voltò appena in tempo per parare il colpo e
con una spinta fece allontanare da se l’avversario. I due si
guardarono negli occhi:
- Perché non mi mostri la tua vera forza?-
domandò Naruto con un sorriso alquanto provocatorio.
- Se solo potessi…ma mi hanno detto che non posso farti
fuori…-
- Allora ci penserò io a mandarti all’inferno!-
gli lanciò una serie di shuriken come anche fece
un’altra sua copia che fino a quel momento era restata
nascosta dietro al cespuglio alle spalle del nemico. Con una mossa
rapidissima respinse tutti gli shuriken, ma perse di nuovo di vista
l’avversario. Trascorsero pochi secondi…ancora
niente. Altri secondi…un fruscio di foglie…poi
silenzio. Ancora un attimo…un passero si posò su
di un ramo…il suo cinguettio…quiete. Deidara
spostò la ciocca di capelli di fronte all’occhio
sinistro, il suo occhio più potente. Si abbassò a
terra e prese uno dei kunai lanciato da Naruto:
- Ti ho visto!- strillò girandosi improvvisamente e
scagliò l’arma che finì dietro ad una
chioma verdeggiante. Là dietro Naruto trattenne il dolore
che provava e tolse il kunai dal braccio:
- Come ha fatto a notarmi?- mormorò e avvertì uno
spostamento. Levò la testa al cielo e vide lui, in aria,
deciso a sferrare il suo attacco:
- Tecnica C1 !-
L’argilla sparpagliata sull’albero dal
nukenin esplose facendo cadere Naruto insieme all’arbusto.
Hinata camminava da pochi minuti senza una meta: grazie alla sua
abilità era in grado di spostarsi facilmente senza correre
il rischio di inciampare e di farsi male, ma ancora non riusciva a
scorgere l’uscita…il Byakugan non le faceva vedere
niente di nuovo. Nessun rumore udibile, di tanto in tanto metteva i
piedi in qualche pozzanghera e il suono dell’acqua
riecheggiava tutto intorno. La solitudine e il timore di non riuscire a
cavarsela la opprimevano, ma poi avvertì qualcosa di nuovo.
“C’è qualcuno…”
Percepì un respiro, un soffio, non era vento, si trattava di
fiato umano. Pensò subito ai suoi amici, caduti come lei
laggiù e accelerò il passo. Il Byakugan non le
mostrava niente se non il terreno roccioso e qualche insetto che
correva di qui e di là. Trovò l’uscita;
scoprì di essere in una tra le caverne sotterranee
più vicine alla superficie, la quarta grotta per
l’esattezza e non poteva nemmeno immaginare che i suoi
compagni si trovassero a vari metri sotto di lei. Notò
ancora quel respiro, ma non vide nessuno, poi finalmente quella persona
si fece avanti: un corpo massiccio e dall’aspetto compatto si
avvicinò alla ragazza lentamente fermandosi però
pochi metri prima. Hinata spalancò gli occhi e le sue mani
cominciarono a tremare: cosa ci faceva una marionetta di quelle
dimensioni là sotto? La sua lunga coda dotata di un
pungiglione dondolava in una maniera così tranquilla da
suggestionare la ragazza, come se quella sorta di scorpione fosse
felice di vederla. La marionetta parlò facendo di
più preoccupare la giovane Hyuga:
- Sei…una ninja della Foglia…-
Lei strinse il coprifronte legato intorno al collo più che
poté e annuì aggiungendo:
- E tu sei dell’Akatsuki, giusto?
Il mantello costellato di nuvole rosse che ricopriva il corpo di
quell’essere ne era una prova. La voce era chiaramente quella
di un uomo e nonostante il cappello in paglia erano visibili i suoi
grandi occhi che incutevano paura.
- Esci fuori! Lo so che ti stai nascondendo là dentro!- il
Byakugan stavolta, anche se a stento, le aveva permesso di intravedere
una persona, rinchiusa all’interno di quella massa enorme.
Come se tirasse il vento, il mantello dell’individuo
cominciò a tremare tutto, formando delle pieghe. Pochi
istanti dopo ecco fuoriuscire il vero nemico. Hinata rimase piuttosto
colpita: un ragazzo dall’aspetto giovanile, capelli
scarlatti, occhi bruni più della corteccia…
Allentò la presa sul coprifronte, mani sudate e il cuore che
batteva a mille:
- Sei pronta a combattere?- chiese lui squadrandola completamente.
La sua abilità innata sembrava non sottostare più
ai suoi ordini, il Pugno Gentile era quindi inutilizzabile,
l’avversario non sembrava un pivello, ma lei si mise in
posizione di combattimento:
- Preparati!- esclamò con sguardo fisso su di lui.
Eccomi tornata! Da qui inizia la battaglia tra Sasori e Hinata! Eheheh!
Vi aspettavate uno scontro del genere? Bene, se siete curiosi, leggete
anche il prossimo capitolo!
EroSennin425: Non fa nulla se sei ripetitivo!^ ^ Anzi, mi fa
davvero piacere che continui a lasciare recensioni ad ogni capitolo!
Grazie, grazie ancora per i complimenti!
Alechan: Hello! Ecco qui un altro capitolo! Mi auguro ti sia piaciuto^
^...Hai ragione riguardo Sakura! Eheheh! A presto!
Crystal Alchemist: Per la tua felicità ecco arrivare un
altro capitolo con un po' d'azione! E ne vedrai altri!!!
Di nuovo mille grazie a coloro che hanno messo la mia storia tra
preferiti e un bacione a tutti da Mewpower!
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Capitolo 19 *** Konoa vs Akatsuki ***
Deidara guardò soddisfatto la sua preda a terra: era steso,
privo di sensi, oramai era finita per lui. Il lavoro si era rivelato
più facile del previsto, immaginava che il suo sensei
sarebbe stato felice di sapere che la missione era già
conclusa. Il nukenin della Roccia si accostò al ragazzo
svenuto e lo afferrò per la maglia:
- Adesso come la mettiamo?- sogghignò malignamente.
L’Uzumaki aprì gli occhi e sorrise. Una nube
bianca fece scomparire il ninja: una copia! Deidara rimase per un
attimo perplesso, ma sentendo la voce dell’avversario dietro
di se, si voltò:
- Rasengan !-
Una sfera azzurra roteante colpì lo stomaco di Deidara che
fu scaraventato addosso agli alberi, ferendosi non poco. Con un certo
sforzo si rialzò e toccandosi la bocca notò del
sangue che fuoriusciva:
- Maledetto! Come ti sei permesso!- esclamò stringendo la
mano sporca del suo sangue
- Tks, hai la pellaccia dura…-
Spostò la parte sottostante del suo mantello scoprendo un
sacchettino aperto per metà e pieno di…
“Argilla? È questa la sua tecnica?”
Ci infilò una mano modellando l’argilla e
infondendo chakra all’interno. Deidara era su tutte le furie:
un pivello del genere non poteva ferirlo, non avrebbe dovuto neanche
sfiorarlo. Si sentiva umiliato e non resistette nell’invocare
il suo dragone:
- Tecnica C2, Dragone d’argilla !-
Una creatura spaventosa e dalle dimensioni spropositate
comparì di fronte agli occhi del ragazzo cha rimase a bocca
aperta. Gli arbusti disposti là intorno caddero sotto la
spinta del mostro che agitò violentemente le ali
scaraventando via tutto quello che lo circondava. Naruto
riuscì a stento a rimanere a terra e quando il dragone fu
abbastanza alto nel cielo, poté alzare la testa ed ammirarlo.
- Non posso farti fuori, questo è vero…-
gridò Deidara seduto sul dorso dell’animale
– ma se sbadatamente dovessi romperti qualche
ossa…non penso che sarà grave!-
Detto questo il dragone si scaraventò sul ninja mostrando i
suoi possenti artigli, ma Naruto si scansò saltando in aria
con tutta la forza che aveva in corpo. Sbattute le zampe al suolo si
levò un gran polverone che permise all’Uzumaki di
predisporre un attacco:
- Tecnica del richiamo!-
Un maestoso rospo di nostra conoscenza apparve di fronte
all’altro animale. Togliendo dalla bocca la sua gigantesca
pipa e buttando fuori tutto il fumo che aveva appena inspirato si
rivolse al ninja di Konoa:
- Stavolta…ti sei cacciato davvero nei guai!-
- Lo so, ma sono certo che ce la faremo!- rispose lui
- Pensi di mettermi in difficoltà? Vai dragone!-
Decine di altri draghi di dimensioni inferiori fuoriuscirono dalla sua
bocca accompagnati da una lunga scia di saliva.
La giovane Hyuga pensò di disattivare il Byakugan: era
inutile continuare a sprecare chakra per utilizzare
un’abilità che sembrava non avere effetto! Il suo
avversario si mostrava tranquillo, quasi indifferente, ma pronto a
reagire. Hinata fece un passo indietro e poi dandosi una spinta leggera
partì all’attacco: provò con i pugni,
attaccandolo una, due, tre volte, ma Sasori era abilissimo e li
parò tutti. Tentò con i calci: era
senz’altro una forma di attacco più potente, ma il
risultato fu lo stesso. Il rosso le bloccò un piede
facendolo girare su se stesso. Istantaneamente la ragazza fu capace di
scampare alla sua presa e si allontanò da lui. Non si era
mai allenata assiduamente nelle arti marziali, aveva sempre contato
sulle altre tecniche ninja, errore che le stava costando caro.
- Non dirmi che è tutto qui?- domandò il nemico
guardandola con aria di sufficienza.
Hinata strinse i denti e sfoderò degli shuriken. Glieli
lanciò contro, ma a Sasori bastò un gesto per
schiavarli.
- Se non hai altro da mostrarmi, vorrei agire io adesso.-
Tirò fuori le mani, coperte fino a quel momento dal lungo
mantello: usando dei fili di chakra legati alle dita fece comparire
come dal nulla una marionetta dall’aspetto umano.
Manovrandola la fece avanzare lentamente:
- Ti consiglio di stare attenta…-
A quelle parole la marionetta cominciò a correre verso di
lei: durante la corsa lanciò così tanti kunai e
shuriken insieme che fecero andare in tilt la povera Hinata. Schivatoli
tutti, però, e notando che oramai il nemico era vicinissimo,
impugnò un kunai con il quale cercò di porre
resistenza all’altro kunai usato
dall’avversario. La lama le sfiorò il collo
facendola sudare freddo, ma usando più forza lo
scaraventò via. Ansimò leggermente mentre
osservava la marionetta rialzarsi e sfoderare un’altra arma:
nella mano stringeva una serie di affilatissimi aghi, gli stessi che
erano serviti da trappola in superficie…ma qualcosa era
diverso. Un esile brillio sull’estremità di ogni
ago la misero in guardia. Quando le furono scagliati addosso e si
piantarono là vicino notò il terreno impregnarsi
di una sostanza…
-Quel Neji a volte non lo sopporto!- esclamò Sakura lasciata
da sola in un posto sconosciuto – se mi ricapita a tiro
gliene dico quattro!!!- e diede un potente pugno alla parete facendola
crollare immediatamente, mentre il soffitto tremò
pericolosamente. Non era riuscita a trovare l’uscita di
quella caverna…ma crebbe di poterla creare lei stessa
distruggendo tutto ciò che incontrava.
- Chissà, invece, come sta Naruto…-
sussurrò frenando la sua sete di distruzione per un attimo.
In un altro luogo Neji continuava a cercare freneticamente la cugina
sempre usando il Byakugan:
“Possibile che non ci riesca a vedere meglio di
così?” continuava a chiedersi, ma si accorse a
poco a poco che qualcosa migliorava, la strana opacità di
prima andava perdendosi…
“Non mi devo arrendere! Seguiterò con il Byakugan
anche se dovessi finire tutto il chakra che ho!”
In una piana isolata, a pochi passi dal Villaggio della Roccia, lo
strano individuo vestito come membro dell’Alba aspettava
qualcuno disteso sul ramo di un possente albero. Contemplava le poche
nuvole che marcavano il cielo cristallino e di tanto in tanto sbuffava,
stufo di attendere.
- Tsk, ma guarda tu! Mi sono sbrigato come un matto e poi sono arrivato
prima di loro!-
Tornò a giocare con il campanellino che decorava il suo
cappello, facendolo tentennare lievemente e ascoltando il suo suono
così delicato.
- Chissà se quei due avranno già concluso il
lavoro! Forse li ho aiutati troppo…dopotutto devo far fuori
pure loro…-
Si alzò con le spalle dal ramo e distese le braccia per
sgranchirle un po’:
- Mh…però così è troppo
facile!- aggiunse rimettendosi sdraiato.
Avvicinò l’indice al medio e portandoli accanto
alla bocca sussurrò:
- Disperdi!- a quel punto mise le mani dietro la testa –
adesso la faccenda si fa interessante…se i ninja di Konoa
sono ancora vivi-
Hinata continuò a fissare il liquido che aveva macchiato la
terra di uno strano colore:
“Veleno!?” pensò lei.
Sasori intuì quali fossero i pensieri della ragazza e
prontamente le rispose:
- Sì, quello è veleno. Si tratta di un composto
molto potente e a parte me non so se qualcun altro conosca un
antidoto…-
Hinata deglutì fortemente, fantasticando su cosa sarebbe
successo se fosse stata colpita.
- Avanti, ancora!- urlò Sasori alla sua marionetta la quale
precipitandosi sulla chunin le scagliò contro nuovi aghi
velenosi. Con rapidi e precisi movimenti ne scansò uno alla
volta e quando la marionetta fu abbastanza vicina si buttò a
terra e le afferrò le caviglie. In pochi secondi
riuscì a farle perdere l’equilibrio, quindi a
farla cadere e a spezzarle le ginocchia.
Sasori fece una smorfia e ritirò a se il resto della
marionetta. Hinata si tirò su e guardò il lavoro
soddisfatta.
- Mi hai già stancato- affermò seccamente
squadrando nuovamente la ragazza.
Dal canto suo Hinata si rimise in posizione, decisa e
preparata…però poi l’assalì
una strana sensazione, un vortice di energia la scuoteva tutta, si
sentiva rinata, era più forte ora, il chakra la dominava
completamente.
“Cos’è!? Mi sento strana…- si
guardò le mani come se da quelle potesse ottenere una
risposta oppure individuare un segno di quella stravagante percezione.
- Facciamola finita…- aggiunse Sasori con un tono di voce
annoiato.
Come tante formiche che escono tranquillamente dal proprio formicaio,
così dal suolo uscirono una decina, una ventina, no si
trattava di una cinquantina di marionette fornite di un arsenale
completo di armi bianche pronte a scaraventarsi su di una e sola
persona.
Continua così lo scontro tra Sasori e Hinata, ma pure quello
tra Deidara e Naruto...chi avrà la meglio? Scopritelo nel
prossimo capitolo!^^
Ancora un ringraziamento a coloro che hanno aggiunto la mia fanfiction
ai preferiti e il particolare a :
_EroSennin425: Mi auguro che pure questo capitolo ti sia piaciuto e se
hai critiche da fare non esitare! Baci.
_Cristal Alchemist: Conosco bene la tua passione per i combattimenti,
quindi ti consiglio di leggere anche il prossimo!
Ancora saluti a tutti!!!
Mewpower
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Capitolo 20 *** Deidara k.o.? ***
- Oh Dio…-
Ciò che riuscì a dire la povera Hinata furono
soltanto due e scarne parole, ma che esprimevano tutta la sua
preoccupazione. Trovarsi di fronte ad un esercito di marionette non era
per niente confortante. Tremava leggermente, ma cercò di non
farlo notare. Lei non doveva avere paura… lei poteva
farcela! E poi adesso si sentiva tanto più energica, tanto
più forte, avvertiva il chakra fluire da una parte
all’altra del suo corpo…forse era giunto il
momento di attivare il Byakugan! Strinse i pugni, pregando con tutta se
stessa che la usa abilità stavolta funzionasse.
Avvicinò le mani e…
- Byakugan!-
Non ci poteva credere: finalmente riusciva a vedere tutto alla
perfezione, sorvolava le pareti della caverna senza alcuna
difficoltà, alzò per un attimo gli occhi verso il
soffitto roccioso e vedeva in superficie! Era felicissima, ora era
veramente pronta a combattere! Diede una rapida occhiata a tutte le
marionette e partì subito all’attacco: utilizzando
il Pugno Gentile, bastò toccare le marionette per
distruggerle e ridurle a pezzi e pian piano il grande esercito
scomparve, anzi si ridusse ad un mucchio di materiale inutilizzabile.
Sasori inizialmente rimase un po’ confuso, ma poi
accennò un sorriso:
-Bene, bene…-
Sentendolo parlare Hinata lo fissò, ma rimase shockata:
senza il Byakugan non si era potuta accorgere prima cosa era in
verità il suo avversario…
I piccoli draghi di Deidara volavano in aria, in attesa di un ordine
del capo. Gamabunta li guardava innervosito, non gli piacevano per
niente, avevano qualcosa di stravagante.
- Andate!!!- gridò ad un certo punto il nemico e quegli
animali piombarono sul grande rospo.
Gamabunta pensò all’inizio di schivarli e di
capire la loro tecnica e le armi che utilizzavano, ma non osservando
alcuna abilità in particolare decise di tentare a
mangiarseli. Bastò ingerirne due per cambiare idea: i due
draghi esplosero all’interno della sua gola facendo dimenare
il rospo come un forsennato. La gola bruciava e un fumo maleodorante
sgorgava dalle sue narici.
A quella scena Deidara si mise a ridere:
- Ah! Ah! Il tuo rospo è davvero stupido! Non doveva
sottovalutarli!-
L’anfibio gigante si ricompose subito e
più infuriato che mai passò all’azione:
- Naruto, pronto?- e sputò dalla bocca una gigantesca palla
d’acqua che colpì gli ultimi volatili rimasti.
- Pensate che sia finita qui?-
Dalla bocca del dragone fuoriuscirono altri draghi accompagnati da una
serie di serpenti biancastri. Lanciando una seconda palla
d’acqua il rospo scaraventò via tutti i draghetti,
ma non si rese conto che i viscidi rettili si erano attorcigliati
intorno a lui e al suo evocatore. Come dei palloncini, si gonfiarono
sempre più ricoprendolo per intero.
- Ga…mabunta – disse con sforzo Naruto sentendosi
soffocare.
Hinata era rimasta quasi a bocca aperta per ciò che stava
vedendo. Quel ragazzo non era umano, ovvero non del tutto. Si
rizzò con la schiena, fino ad allora rimasta piegata avendo
dovuto combattere, e fissandolo in quegli occhi tanto bruni gli
parlò:
- Cosa…hai fatto al tuo corpo?-
Stavolta fu Sasori a rimanere a bocca aperta: come era riuscita a
scorgere ciò che nascondeva sotto il mantello? Ma poi:
- Il Byakugan... ne avevo sentito parlare. E io che volevo
sorprenderti. Pazienza… allora tanto vale farla subito
finita.-
Prendendo alla sprovvista l’avversaria, Sasori
spostò la parte anteriore del mantello facendo intravedere
parte del suo stomaco per poter utilizzare un’altra arma:
istantaneamente da quel punto del suo corpo fuoriuscì un
cavo arrotolato intorno ad un’asta che si
scaraventò contro la ragazza. Quest’ultima fu
appena sfiorata dalla sorta di pungiglione posto
all’estremità, il quale poi fu immediatamente
ritirato. Le gambe della chunin tremavano per lo stupore e anche per il
rischio che aveva corso.
“Non devo distrarmi.” disse tra se e se
“Sarà meglio capire meglio da cosa è
costituito…non ho mai visto una cosa del genere!”
Usando la sua abilità cominciò ad analizzare
l’avversario, ma lui non le diede abbastanza tempo:
- Credi che sia così ingenuo!- le urlò contro
spalancando una mano dinanzi alla chunin -Vediamo se ce la fai a
schivare questo!- e una vampata di fuoco immensa invase la grotta.
Hinata si attaccò alla parete rocciosa, cercando di scampare
alle fiamme, ma quando sentì odore di bruciato addosso
capì che quello non era il posto più sicuro. Il
fuoco e il calore, però, rappresentavano uno svantaggio
anche per il nemico che non era in grado di scorgere la ninja oramai
persa di vista dietro alle fiamme. Credendo di aver fatto abbastanza
concluse lì la sua tecnica e si guardò intorno: a
terra notò un brandello della maglia della chunin, in buona
parte bruciato:
“Possibile che sia già
finita…”
Nemmeno lui poteva crederci, ma poi intravide qualcuno dietro una
roccia accostata al muro.
- Ti ho vista!- esclamò lanciandole contro
un’altra ondata di fuoco. Un ammasso di materia scuro fumante
comparve sotto gli occhi di Sasori dopo quel nuovo attacco. Si
accostò a quella massa carbonizzata poco convinto. Una
stranissima percezione spinse il rosso a girare la testa ritrovandosi
così a faccia a faccia con l’avversaria, intenta a
colpirlo con il Juken.
Hinata lo aveva il pugno, pochi centimetri e lo avrebbe colpito, ma
qualcosa che luccicava squarciò la parte posteriore del
mantello in corrispondenza della schiena: la chunin fece solamente in
tempo a darsi una leggera spinta con il piede allontanandosi dal
nemico, ma purtroppo riportò un danno. Strinse con tutte le
sue forze il braccio senza guardarlo anche se capì al tatto
cos’era successo. Un liquido caldo bagnava l’arto
della giovane Hyuga e si spandeva verso il fianco per poi macchiare
anche la gamba. Sasori aveva per un attimo temuto il peggio. Troppo si
era avvicinata, le aveva permesso quasi di toccarlo, ma ora, almeno
questo pensava lui, non potrà più nuocere. Hinata
esaminò la schiena del ragazzo: delle lame affilatissime
squarciavano il suo dorso, rendendolo ancora più inumano.
Solamente l’estremità della lama sinistra era
sporca di rosso, sangue che sgocciolava formando dei punti rossi a
terra.
“ Mi ha soltanto sfiorata, eppure…”
guardò il braccio completamente coperto da sangue, pulsava,
doleva, a malapena poteva muoverlo.
Strappò parte della manica della maglia macchiata legandola
più che poté intorno al taglio e si rimise in
posizione. Sasori la squadrò nuovamente: osservò
il suo sguardo deciso, convinto, per nulla timoroso di fronte a quella
“cosa” contro cui stava combattendo.
- Non hai più scampo- disse il rosso, inespressivo come al
solito.
- Non direi.- rispose la ragazza alzando pian piano il braccio ferito
per riattaccarlo con il Pugno Gentile – Prima ho potuto
analizzare il tuo corpo e ora non mi prenderai più alla
sprovvista!-
Sapeva come era riuscito ad evocare quelle vampate di fuoco, sapeva
come era in grado di chiamare tutte quelle marionette,
sapeva…che l’unico punto debole era la sola parte
umana che gli era rimasta: il suo cuore! Bastava colpirlo,
disattivarlo, cosicché il chakra non potesse più
circolare, in modo tale da portar fine alla sua vita.
Trascorsi vari minuti da quando i suoi serpenti si erano attorcigliati
intorno al rospo e al ninja di Konoa, Deidara pensò bene di
farli ritirare. Il ragazzo non poteva morire, anche se lui lo avrebbe
tanto voluto. I viscidi rettili si staccarono dalle prede, ma una volta
sgonfiatesi il nukenin rimase sconcertato:
- Dove sono finiti?-
Non c’erano più : con la tecnica della
sostituzione era stato possibile sostituire i loro corpi con una
immensa quercia secolare che quando apparve sotto gli occhi di
Deidara…beh si può immaginare la sua espressione
facciale. Si guardò attorno, ma sembravano volatilizzati,
finché:
-
ADESSO!-
L’esclamazione mandò in tilt Deidara non capendo
da dove provenisse la voce. Un’esplosione sotterranea fece
levare al cielo un polverone scuro costringendo il nukenin a coprirsi
il viso. Gamabunta saltò fuori balzando in su, raggiungendo
il dragone nemico e colpendolo duramente con una testata.
L’animale fu sbalzato ancora più in alto insieme
al padrone che si reggeva forte.
- NARUTO, CI SIAMO!-
Il nemico sgranò gli occhi quando vide l’Uzumaki
piombare su di lui dall’alto, non ci stava capendo niente,
era disorientato con tutta quella polvere e con quelle urla! Sfoderando
la sua tecnica più potente, Naruto lo centrò in
pieno con un Rasengan facendolo cadere dalla groppa del mostro alato e
facendolo schiantare al suolo. Subito dopo il dragone scomparve
lasciando Naruto senza un appoggio sotto i piedi. Ma Gamabunta era
lì e lo afferrò al volo:
- Credi che l’abbiamo sistemato?- chiese il biondo scrutando
là intorno.
- Mhhh…non so. Comunque anche se fosse ancora vivo, non
avrebbe più possibilità. Ora io vado!-
- Eh? Cosa? No, no! Mi servi!-
- Il tempo è scaduto! E poi adesso puoi cavartela da solo.-
Scomparve pure lui e l’Uzumaki si ritrovò da solo
e indeciso sul da farsi.
Lo scontro tra la giovane Hyuga e Sasori si fa sempre più
acceso, mentre quello tra Naruto e Deidara sembra essersi
già concluso…sarà così
oppure ci saranno altre sorprese? Lo saprete solo nel prossimo
capitolo!^ ^
Mi auguro che queste lotte vi piacciano e vi ringrazio uno per uno
cominciando da:
_EroSennin425: Lo so, le marionette di Sasori non possiedono gambe per
questo non possono essere spezzate…però ho
pensato di fare dei piccoli riadattamenti (e ne troverai altri
più avanti) solo per rendere la storia più
personalizzata…mi auguro che questo non rovini la
fanfic…
Secondo, hai ragione: per usare abilità come il Pugno
Gentile occorre essere ben allenati nelle arti marziali, ma forse mi
sono espressa male…intendevo dire che Hinata non
è dotata di una forza fisica molto elevata, per questo i
suoi calci e pugni non sono molto potenti…^ ^ Ti ringrazio
molto per avermi fatto queste precisazioni e ti mando un bacione.
_Crystal Alchemist: Ti piacciono le battaglie, eh? Comunque non posso
svelarti niente sul loro esito… ma posso dirti di continuare
a leggere. Ciao.
Ancora un grazie a coloro che hanno la mai fanfiction tra i preferiti e
che dire se non…continuate a seguirmi!!!
Mewpower
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Capitolo 21 *** Il motivo per cui combatto ***
La giovane Hinata respirava a fatica: il braccio le faceva male, ma lo
teneva sollevato lo stesso, pronta ad utilizzare la sua tecnica. Sasori
notò la sua difficoltà:
- Il braccio ti trema…- affermò con un tono di
voce diverso rispetto pochi attimi prima.
Il cuore della chunin batteva all’impazzata:
- Lo so, ma non mi arrenderò per questa sciocchezza!-
esclamò decisa.
Nei suoi occhi c’era una strana fiamma alla quale Sasori non
aveva fatto caso:
- Perché ti sforzi così?... Perché
rischi la tua vita?-
La ragazza rimase colpita da quelle domande: era vero interresse o solo
una tecnica per distrarla?
- Prima devi rispondere tu alla domanda che ti ho posto poco
fa… per quale motivo sei…una marionetta?- disse
quasi titubante.
Nessuno glielo aveva mai chiesto, neanche il suo compagno di viaggio.
Nessuno prima di lei si era interessato a conoscere il
perché…
- È stata una mia scelta.- e troncò lì
il discorso.
Hinata lo guardò intensamente:
- Lo hai fatto per il potere…? Per entrare
nell’Alba? Perché fate tutto questo?
Perché distruggete i villaggi e massacrate la popolazione?
Perché volete Naruto?-
La risposta era ovvia, ma sperava in più informazioni.
- Non me ne frega niente del potere. Solo gli altri
dell’organizzazione lo desiderano…a me non importa
più nulla.- disse seccamente.
La ragazza intravide nella sua espressione qualcosa di nuovo, di
differente. Secondo lei era sincero, secondo lei non era come gli
altri. Facendo un respiro profondo disse:
- Io, invece, lotto per proteggere il villaggio e mantenere la
serenità. Ma soprattutto…- strinse i pugni
fortemente – lo faccio per impedirvi di portare via Naruto!-
Il rosso tolse ciò che rimaneva del suo mantello rimanendo
con i soli pantaloncini.
- Anche io ho una missione da portare a termine…- disse
rimettendosi in posizione
- Però…hai appena detto che non te ne importa
più…- ma si bloccò osservando che
Sasori la fissava con sguardo gelido.
- Oramai questa è l’unica cosa che mi tiene in
vita, non ho più nessuna altra cosa a cui dedicarmi-
- Ma cosa dici? Uccidere e fare del male non può essere
considerato un passatempo!-
- Per me, sì.-
Quell’ultima affermazione troncò in due la
ragazza. Sasori lanciò un’occhiata al soffitto e
puntando le braccia in alto esclamò:
- Addio!-
Dai suoi palmi partì un potentissimo getto d’acqua
che colpì il soffitto. Le stalattiti che lo costituivano
cominciarono a tremare e quasi tutte in contemporanea si staccarono
precipitando al suolo. Hinata era pronta al contrattacco:
- Tecnica protettiva delle 64 chiusure-
Muovendo le mani con rapidi, ma aggraziati gesti, la chunin
riuscì a creare una sorta di potente barriera capace di
spezzare quelle “frecce” che cadevano
dall’alto. Sasori, invece, fu colpito da quella pioggia
intensa e parte del suo corpo rimase mutilato. Ma bastarono pochi
secondi che le sue membra furono ricomposte usando ciò che
restava delle altre marionette distrutte dalla ninja di Konoa.
Neji finalmente era in grado di vedere chiaramente con il Byakugan:
tutto ad un tratto aveva percepito un’affluenza maggiore di
chakra, una forza che lo aveva scosso. Adesso poteva darsi da fare.
Diede un rapido sguardo il giro: vide Sakura che era riuscita
addirittura a raggiungere quasi la superficie rompendo i muri di roccia
che le si presentavano davanti; Naruto era ancora vivo e stranamente
con lui non c’era più nessuno; si accorse, invece,
che lui era sceso ancora più in basso raggiungendo la
settima grotta; invece Hinata era lassù, alla quarta
grotta…stava combattendo! Spalancando gli occhi si accorse
immediatamente quali fossero le sue condizioni: era quasi al limite,
aveva poco chakra e il suo nemico sembrava davvero potente. Non
c’era tempo da perdere: si voltò verso la parete a
lui più vicina e cominciò a spaccarla con il
Juken:
“Sto arrivando, resisti!” ripeteva a se
stesso.
Naruto andò alla ricerca del corpo del nemico: voleva essere
sicuro che fosse morto o almeno capire da quale parte fosse fuggito.
Eppure intorno a lui non c’era niente a parte argilla, erba e
la quercia secolare che aveva fatto comparire con la sostituzione. Un
soffio di vento gli fece alzare la testa verso le fronde di
quell’altissima pianta, che oscillavano e salutavano il ninja
stanco per il combattimento. La poca argilla rimasta rotolava qua e
là e pian piano si accumulava intorno all’Uzumaki,
ma lui non se ne accorse. Ancora vento, ancora argilla che era ormai
arrivata fino ai suoi piedi. Naruto sentì qualcosa addosso:
due mani in argilla gli afferrarono i piedi, bloccandolo. Con una
risatina diabolica emerse dalla terra Deidara, un po’
ammaccato per la caduta e con un braccio fuori uso. Naruto
cercò di liberarsi dalla presa, ma poi anche le sue gambe e
le sue mani furono intrappolate dall’argilla che era
depositata intorno ai suoi polsi formando delle manette. Il nemico si
accostò al ninja e gli lanciò un pugno:
- Questo è per avermi rotto un braccio- disse asciugandosi
il sudore sotto il mento
Naruto era immobile, incapace di reagire. Deidara sganciò un
secondo pugno:
- Invece questo è per avermi fatto sprecare troppo chakra.-
Dalla bocca dell’Uzumaki comparì del sangue:
- Vigliacco!- esclamò lui, ma l’avversario non si
fermò lì e lo afferrò per i capelli:
- Vediamo quanto tempo ci vorrà per farti svenire.- e
preparò un altro pugno, ma…
- NON CI PENSARE NEANCHE!-
Il biondo si trattenne anche perché non fece in tempo
nemmeno a capire chi avesse parlato: uno scricchiolio di denti
accompagnò la fuoriuscita del sangue dal naso di Deidara che
si ritrovò a terra stordito dal destro
dell’assalitore. Sakura lo prese per il mantello e lo
sbatté un paio di volte a terra per poi lanciarlo lontano
addosso ad un albero. Naruto la guardava con occhi sbarrati e bocca
aperta: la sua forza era mostruosa! L’argilla su di Naruto si
scostò:
- Naruto, tutto bene?- domandò l’Haruno preoccupata
- S…sì! Ho soltanto qualche graffio…ma
tu piuttosto…c…come stai?- chiese tremolante per
come era intervenuta l’amica
- Ah, io sto bene. Là sotto mi stava prendendo un nervoso,
ma adesso che sono fuori sto meglio!-
- Lo spero…e Neji e Hinata?-
- Sono ancora sotto, Neji sta bene, ma Hinata non siamo riusciti a
trovarla.-
A quelle parole Naruto si mosse impulsivamente verso la buca dalla
quale era uscita Sakura, ma lei lo bloccò:
- So che sei preoccupato, però la cosa migliore adesso
è occuparci del nemi…-
Si voltò, ma accanto all’albero Deidara non
c’era più.
Hinata respirava a stento: non solo era stanca per la lotta, ma
l’ossigeno là sotto cominciava a scarseggiare. Si
toccò il braccio e una chiazza scarlatta di
stampò sulla sua mano. Perdeva sangue, davvero tanto, la
testa girava…
- Perché non ti arrendi?- domandò lui guardando
le sue sofferenze
- Non lo farò mai!- rispose ansimando
- Sei l’avversario più testardo che abbia mai
incontrato…-
- E tu sei il più folle con cui mi sia mai
battuta…- e ripensava alle parole di prima – Dimmi
la verità, perché continui ad uccidere?
– il discorso precedente non l’aveva convinta.
- Forse…è perché voglio essere ucciso.-
La Hyuga lo fissò sconvolta:
- Ho commesso così tanti errori che voglio essere
punito…-
I suoi occhi mostravano tristezza e rimpianto:
- Cosa hai…?- si fermò, non voleva essere
insistente.
Lui alzò la mano destra arrivando all’altezza
delle spalle: due marionette, un uomo e una donna, fecero la loro
comparsa uscendo dalla terra:
- La base per la costruzione delle mie marionette deriva dalle persone
che ho eliminato…e queste sono due di quelle.-
- C…cosa?-
- Ti presento le mie due opere preferite: mia madre e mio padre.-
Le gambe della chunin vacillarono, quasi cadde per lo shock.
- I tuoi genitori…- mormorò mettendosi una mano
davanti la bocca anche essa tremolante
- Allora, secondo te, merito ancora di vivere?-
Et voilà! Ecco un altro capitolo! Mi auguro sia stato di
vostro gradimento… Lo scontro tra Sasori e Hinata sta
giungendo alla conclusione, chi avrà la meglio?
Passiamo ai saluti:
_ EroSennin425: Ti ringrazio ancora per le recensioni che lasci!!! Ti
sembrerò monotona, ma grazie, grazie,
grazie…(continua). Forse è stato un po’
noioso questo cappy, ma ti prometto che il prossimo sarà
più elettrizzante! Baci^ ^
_ Crystal Alchemist: Sei contenta? Deidara ha ricevuto proprio una
bella lezione, come volevi tu! Ahahah, no, non era questo
ciò che volevi…A presto!
_Alechan : Ciaooooo! ^.^ Mi fa piacere che tu sia ritornata!
Ne sono successe di cose è? Continua a leggere e non te ne
pentirai! Grazie e alla prossima!
_ Lonely Angel: Ciaoooooo pure a te! Sono curiosa di leggere il
commento che scriverai su questo capitolo…
Bacioni!
Mewpower
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Capitolo 22 *** Cambiare vita ***
- Hai persino fatto fuori i tuoi genitori?-
La ragazza non riusciva neanche a immaginare come un figlio potesse
uccidere le persone che gli avevano dato la vita.
- Insieme a loro ho anche tolto di mezzo tanti miei compaesani, amici,
parenti, molta gente che conoscevo e non. Sono un
assassino…uno sporco divoratore di sangue che gode della
sofferenza altrui…ma questa vita non mi soddisfa
più…non ho alcun motivo per continuare ad
esistere… -
Ecco cos’era tutto quel malumore e quella noia che avvertiva
in quei giorni: non voleva più vivere, si era stufato di
camminare ancora in quel mondo, ne era nauseato…oramai tutto
quello che lo circondava era diventato una seccatura.
E lei teneva ancora lo sguardo fisso a terra.
- Per favore - quelle parole le fecero alzare il capo - pensaci tu ad
eliminarmi…-
Si sentì mancare: una richiesta del genere, in quel momento,
da un avversario.
- Andate!-
Le due marionette si scagliarono contro la chunin: all’inizio
si limitò a schivarle, ma poi con il Pugno Gentile
cercò di colpirle. Erano troppo rapide, erano in due, poi ci
si mise anche il braccio e il taglio bruciava! La donna
sfoderò un kunai da sotto la veste, ma Hinata le diede un
calcio facendoglielo cadere; l’uomo le piombò alle
spalle e l’afferrò per il collo. Dal ventre della
donna uscì un lungo cavo che si arrotolò intorno
alla ragazza bloccandola. Soffocava, non riusciva a muovere nessuna
parte del corpo:
- Credevo che tu ci saresti riuscita…- disse lui ammirando
la fine dell’avversario.
Pochi brandelli del mantello, ma niente di più. Deidara era
fuggito chissà dove e questo irritò i due ninja,
in piedi di fronte all’albero contro il quale era stato
sbattuto il nukenin.
- Dannazione! Ci è sfuggito!- si lamentò Naruto
- Con quelle ferite non andrà lontano. Su, vieni qui che ti
curo!-
- Ma non abbiamo tempo per questo! Dobbiamo andare da Neji! E poi
c’è il maestro Kakashi che…-
- Insomma, piantala! Ci metterò un attimo con te! Se a quel
punto nessuno sarà tornato andremo a cercarli, ok?
…I nostri compagni sono in gamba!-
Naruto si calmò e diede ascolto all’amica.
Sasori aveva la battaglia in pugno: pochi secondi e la ninja di Konoa
sarebbe morta soffocata. La guardò con una certa
lucidità agli occhi…e ad un certo punto
mormorò qualcosa.
Hinata non ce la faceva più, ma sentì una parte
del corpo più libera delle altre: l’indice e il
medio della mano sinistra si muovevano piuttosto bene e fu
così che usando la sua tecnica migliore unita al Byakugan fu
capace di tagliare il cavo che la stringeva e con un possente calcio
scaraventò via la marionetta che la stava asfissiando.
Toccandosi il collo e riprendendo fiato guardò il nemico:
- Anche se… hai ucciso…tante
persone…anf…non hai
comunque…anf…il diritto di morire!-
Sasori sgranò gli occhi. Non si aspettava
un’affermazione del genere…(non conosceva la
sensibilità di Hinata!)
- Sono certa…anf…che tu non sia malvagio come
cerchi di mostrare! Non lo sei
più…anf…sei pronto a cambiare vita!-
Quel pensiero non lo aveva mai sfiorato: sarebbe riuscito a cambiare
vita, a sopravvivere con tutti quei sensi di colpa?
- Non…non mi accetterebbe nessuno- disse lui per la prima
volta con tono malinconico- tutti mi odiano, mi disprezzano, sono un
ricercato…-
Lei lo fissò arrossendo lievemente:
- Conosco una persona che ha lottato tanto per essere accettato.
Nessuno lo capiva, nessuno lo considerava, veniva allontanato da tutti.
La gente lo credeva un pericolo. Ora, invece, ha un sacco di amici e di
persone che gli vogliono bene. È per lui che combatto! Per
salvarlo dalla vostra organizzazione.-
Un lungo silenzio invase la sede dello scontro: i due continuavano a
fissarsi, immobili, l’uno attendeva una risposta
dall’altro, ma poi Sasori con un filo di voce:
- Sarebbe impossibile…- e ordinò alle due
marionette di riattaccare.
La giovane Hyuga era di nuovo in posizione, questa volta non si sarebbe
fatta cogliere di sorpresa e in verità aveva già
un piano. Corse incontro ai due avversari e quando fu abbastanza vicina
saltò contro di loro dando un calcio all’uomo
atterrandolo. La donna a quel punto sfoderò degli aghi con i
quali cercò di colpire la ragazza, ma lei era troppo veloce.
Mentre si muoveva Hinata provava a strisciare molto i piedi a terra, il
più che poteva e una leggera polvere cominciò a
levarsi in aria. Quando poi vide l’altra marionetta rialzarsi
capì che era giunto il momento: con il Pugno Gentile
colpì ripetutamente l’uomo rompendolo in tanti
pezzi e sbattendolo fortemente al muro: la roccia si sbriciolava
davvero rapidamente e nuova polvere si veniva a creare. La donna
tentò di colpire la chunin ancora una volta, ma in questo
caso Hinata corse via nascondendosi tra la fitta nebbia che oramai si
era venuta a formare.
- Credi di potermi attaccare ora che non ti vedo…buona
strategia.-
Sasori si guardò attorno e vide un ombra. Ordinò
alla sua marionetta di attaccarla, ma si rivelò essere una
trappola. Una seconda ombra apparve proprio di fronte al ninja, ma
stavolta pensò lui di colpirla. Quando però si
accorse che anche quella non era la ninja si voltò
istantaneamente avendo sentito uno strano movimento. Lanciò
il cavo che racchiudeva nel suo stomaco trafiggendo ciò che
aveva appena intravisto, però nel momento in cui la
nebbiolina si dilatò:
- M…mamma!-
L’immagine della donna, così reale, lo fece
rimanere immobile: aveva ancora una volta eliminato la persona a cui
voleva tanto bene, colei che l’aveva partorito. Vedere il
buco creatosi nel suo corpo, fragile, di legno…lo fece star
male, ma poi avvertì un tocco, un colpetto che
all’inizio pareva leggero, insignificante, ma che poi si
rivelò decisivo. Hinata lo aveva toccato in corrispondenza
della scapola sinistra, l’unica parte del suo corpo ancora
umana. Poi premette quel punto ancora, ancora…velocemente,
con gesto davvero fulmineo. Il tonfo della marionetta-madre di Sasori
coincise con la caduta a terra del ragazzo. La chunin aveva infatti
bloccato l’afflusso di chakra che gli permetteva di manovrare
le sue opere privandolo pure della sua poca fonte di energia che gli
rimaneva. Il rosso si voltò verso la ragazza girandosi
completamente:
- E invece ce l’hai fatta…- disse con sforzo.
La Hyuga era in piedi, lui a terra stremato, avrebbe tranquillamente
potuto metter fine alla sua vita colpendolo al cuore, ma quello era
ciò che anche lui voleva, non aspettava altro. Sasori la
incitava:
- Forza, cosa aspetti? Sono indifeso…-
Ma lei lo fissò ancora una volta e si massaggiò
il braccio dolorante:
- Dammi il colpo di grazia!-
- Non posso…-
Lui rimase nuovamente senza parole.
- Mi hai risparmiata prima, credevi che non me ne fossi resa conto? La
tua marionetta poteva strangolarmi, ma tu non glielo hai
permesso…-
Barcollando lievemente la giovane Hyuga si allontanò
lentamente voltandogli le spalle. Sasori strinse i denti e si
rialzò su leggermente con la schiena.
- Sei una stupida!- le gridò contro e il cavo che poco prima
aveva trafitto la madre, stavolta trapassò la gamba della
ragazza. Hinata si inginocchiò a terra e lanciò
un urlo di dolore: si sfregò la gamba come per ricevere un
minimo di sollievo, però la ferita era davvero profonda,
l’asta le aveva perforato la carne. Trattenne le lacrime con
tutta la forza e il coraggio che aveva in corpo e appoggiandosi ad una
parete spostò poi lo sguardo sull’avversario:
- Neanche così…mi spingerai ad
ucciderti…Tu non sei malvagio.-
Anche lui si accostò ad un muro di roccia osservando come
piano piano la ragazza perdesse i sensi. Non l’aveva voluto
uccidere, nonostante fossero nemici, nonostante avesse tentato
più volte di eliminarla, nonostante si trovasse di fronte ad
un assassino. Il cuore batteva ancora, ma a stento, non avvertiva
nemmeno una piccola goccia di chakra, era finito, esausto, sarebbe
riuscito a rialzarsi? Lui credeva di no, dopotutto era meglio
così, avrebbe trascorso i suoi ultimi giorni da solo, in
piena solitudine, sarebbe tornato ad essere terra… Ma
intanto osservava lei, svenuta, come avvolta da una coperta di sangue,
ora era lei la prima che rischiava di morire. Una strana emozione lo
assalì facendolo un po’ rinvigorire: lei non
meritava di fare quella fine, occorreva fare qualcosa. Si
levò da terra con grandissima fatica, mai avrebbe pensato di
esserne ancora capace, e si avvicinò alla chunin che oramai
respirava a stento. La sollevò da terra prendendola in
braccio e guardandosi intorno per cercare la via più breve
per fuggire, mentre la vista di offuscava, nonostante le gambe
volessero stramazzare. Ma poi i suoi occhi scuri incontrarono
quelli limpidi e chiari di un’altra persona:
- Mettila giù, ora!- disse Neji a vove moderata, ma
evidentemente decisa .
Sasori lo squadrò per intero, ma esitò ad
obbedirgli. Lo Hyuga con passo veloce si accostò al nemico:
- TI HO DETTO DI MOLLARLA, CAPITO?!-
Il timbro talmente elevato fece tremare le pareti rocciose e una fine
pioggia di sabbia cominciò a cadere accompagnato anche da
qualche piccolo ciottolo. Il rosso alzò la testa capendo che
la grotta stava franando…In quel momento Hinata si
risvegliò e vedendo il cugino convinto ad attaccare il
nemico usò le ultime energie per fermarlo:
- Neji, aspetta! Non… non fargli del male!- stava per
socchiudere ancora gli occhi, ma poi – per favore lascialo
andare…-
Il ragazzo rimase perplesso e meravigliato da ciò che gli
era stato chiesto e ancora di più lo fu quando
l’avversario si approssimò porgendogli la chunin
sanguinante:
- In pochi minuti qui crollerà tutto! Portala in salvo.-
La ragazza passò nelle braccia del cugino e in quel
passaggio una vocina leggera arrivò alle orecchie del
ragazzo dai capelli scarlatti:
- Puoi ancora cambiare vita…-
Sasori seguì con lo sguardo la coppia di ninja allontanarsi
e salire in superficie per mezzo del Juken con il quale la roccia
poteva essere distrutta facilmente. Le parole di quella ragazza
echeggiavano nella sua testa e il modo in cui si era comportata lo
aveva davvero colpito e commosso:
- Grazie.- sussurrò mentre la terra continuava a cadergli
sopra e una lacrima solcò il suo arido viso di nuovo dopo
tanto tempo.
Si conclude così anche lo scontro tra Sasori e Hinata!
Mi auguro che vi sia piaciuto pure questo capitolo e come al solito
passo ai saluti:
_Lonely Angel: Et voilà, ancora per un' altra volta spetta a
Neji riportare in salvo la cuginetta! Mi racomando, fammi sapere cosa
ne pensi di questo capitolo^ ^
_Alechan: Ciao! Grazie per le recensioni che lasci e mi auguro che
continuerai a lasciarne^__ ^ Non esitare a fare critiche.
_EroSannin425: Ciao! Hinata ha avuto la meglio, visto? Anche se ora
sorgeranno un paio di problemi...Continua a legger e non te ne pentirai
^ _°
Ancora un grazie a coloro che hanno la mia fanfiction fra preferiti e
nonostante la scuola sia oramai alle porte continuerò a
pubblicare regolarmente! Bacioni a tutti.
Mewpower
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Capitolo 23 *** Cure per Hinata! ***
La trappola dei labirinti sotterranei si stava sfasciando pian piano:
la terra inondava le caverne chiudendo tutte le uscite e le pareti si
frantumavano trasformandosi in finissima sabbia d’orata. Neji
spaccò tutti i muri che si ritrovò davanti con
una forza e una velocità incredibile. Non poteva perdere
altro tempo, Hinata era davvero in pessime condizioni, doveva ricevere
cure immediate. L’ultimo strato di terra che li separava
dalla superficie fu squarciato con impeto dal Juken dello Hyuga che
riaffiorò dalla terra con sorpresa dei suoi due compagni di
missione:
- Neji!!!- esclamò Naruto ancora alle prese con le ultime
cure e non accorgendosi immediatamente della presenza di Hinata.
Quando anche la ragazza riaffiorò da terra i visi dei due
ninja si sbiancarono: i lunghi capelli della compagna erano in parte
tinti di rosso, così come pure i suoi vestiti, per non
parlare del taglio che portava al braccio e della gamba che sembrava
essere ridotta anche peggio.
- Presto! Ha bisogno di te!- disse Neji rivolgendosi al medico del
gruppo.
- Ma che diavolo…?-
Sakura si precipitò sulla chunin priva di sensi. Le diede
una rapida occhiata: il sangue accumulato sul braccio si presentava
coagulato, ma in corrispondenza della parte lacerata continuava a
sgorgare anche se lentamente. Lo squarcio alla gamba era molto
più grave, la ferita era più recente e sanguinava
troppo. La carnagione era troppo pallida e il sudore colava freddo
dalla sua fronte.
“Non posso medicarla con il poco materiale che
ho…le ferite sono troppo gravi!”
- Neji, quanto dista il villaggio più vicino?- chiese Sakura
senza nascondere la sua agitazione
- Pochi chilometri! In un quarto d’ora possiamo raggiungerlo
se ci sbrighiamo!-
- Presto, allora! Non abbiamo un secondo da perdere!-
Neji si caricò in spalle la cugina pronto a correre.
- Avrei bisogno di qualcosa per stringere i tagli, sta fuoriuscendo
troppo sangue…- disse frugando rapidamente nella sua borsa,
ma non riuscendo a trovare niente di utile.
Naruto, che fino ad allora era rimasto impietrito osservando
l’amica in quelle condizioni, si fece prontamente avanti
togliendosi l’intera felpa e la legò
più che poté intorno al braccio di Hinata.
- Forza, andiamo!- esclamò facendo segno a Neji di fare
strada.
Ansimando e aggrappandosi qua e là agli alberi che
incontrava sul suo cammino, Deidara fuggiva dai ninja che lo avevano
ridotto in quell’umiliante stato e si lamentava con se stesso:
- Come ho potuto farmi sconfiggere da quel moccioso? E poi quella
ragazza…era una belva! No, non era una semplice ninja.- e si
toccò il viso dolorante e poi il braccio rotto –
Così non andrò molto lontano. Adesso avrei
bisogno proprio di Kakuzu!-
Si sedette addosso ad un arbusto, ma ben nascosto dietro un cespuglio
di more. La terra sotto di lui si smosse mettendolo in guardia, ma la
voce familiare gli fece subito tirare un respiro di sollievo:
- Ti hanno conciato per le feste- ridacchiò Zetsu sbucando
fuori dal terreno
- Sta zitto! Anzi dimmi una cosa: se ne sono andati?-
- I ninja di Konoa? Sì, sono partiti in direzione del
Villaggio della Conchiglia. Una loro compagna era davvero ridotta
male… Sasori a differenza di te si è dato da
fare.-
- A proposito ora dov’è?-
- È morto o almeno così pare…-
Deidara spalancò gli occhi: il suo sensei non
c’era più? Non poteva crederci!
- Che balle vai raccontando? Il mio maestro non può morire!-
- Pensa quello che vuoi! Comunque non ho ben seguito il suo
combattimento (ero indaffarato con il tuo), ma era ridotto un
po’ male e poi…-
- Poi?- chiese innervosito e impaziente il biondo
- Ho ritrovato il suo anello sottoterra quando ormai tutto era
già crollato-
Zetsu mostrò l’anello luccicante al compagno
incredulo e rimasto a bocca aperta al solo vedere quel monile, oggetto
dal quale nessun membro dell’organizzazione si sarebbe mai
separato. Con sguardo cupo e con tono serio si destò e
proseguì il cammino zoppicando un po’:
- Dov’è Kakutsu? Ho necessità di essere
curato.-
- Morto pure lui…-
- E Hidan?-
- Come il suo compagno.-
- Sono sempre stati loro?-
- Pensiamo di sì…-
Deidara abbassò la testa stringendo i pugni: il desiderio di
vendetta contro quei ninja invase il suo cuore portando la sua mente a
fantasticare, ad escogitare un piano per fargliela pagare, per poter
sbarazzarsi di loro…compreso questa volta anche il giovane
Uzumaki.
Il tragitto da percorrere era davvero tortuoso e irregolare: prima di
riuscire a raggiungere la meta i nostri ninja dovettero compiere un
immane sforzo, bruciando le poche e ultime energie rimaste. Il sole
batteva sulle loro teste rendendole roventi, il sudore che sgorgava
dalle loro fronti scivolava lentamente percorrendo tutto il volto
penetrando pure nei tagli procurati poco prima e causando un leggero
pizzicore che li infastidiva. Scorgere da lontano le porte del
Villaggio della Conchiglia fu un vero sollievo per tutti, ma i problemi
non erano finiti: all’entrata vi erano alcune sentinelle che
vedendo quegli sconosciuti li bloccarono all’istante:
- Chi siete?-
La rosa si fece avanti:
- Siamo ninja di Konoa, vostri alleati! Vi prego, fateci entrare.-
Un silenzio interminabile seguì quell’affermazione.
- Per favore, è un’emergenza!- aggiunse il medico
guardando poi l’amica svenuta –una nostra compagna
ha bisogno del vostro aiuto!-
Le due guardie lì presenti spostarono lo sguardo sul membro
della squadra ferito, ma:
- Non potete accedere senza un permesso scritto. Quindi vi prego di
andarvene.-
Quella breve dichiarazione stroncò i chunin della Foglia,
impietriti ed ora confusi:
- Ma noi…- continuò la ragazza, però
le sue parole furono fermate da quelle di una sentinella che poi le si
accostò:
- Vi abbiamo già spiegato che qui non potete accedere! Siamo
in guerra, non possiamo accettare gli estranei!-
Naruto lo guardò fisso per poi voltare ancora lo sguardo
verso l’amica sanguinante e sofferente.
- È un’emergenza! La nostra compagna potrebbe non
farcela se non riceve cure al più presto!- intervenne
stavolta Neji con tono deciso, ma sempre cortese.
A quel punto avanzò il secondo sorvegliante che con voce
minacciosa esclamò:
- Se non vi allontanate subito saremo costretti a cacciarvi con la
forza!-
Un colpo acuto di tosse della giovane Hyuga fece sobbalzare i suoi
compagni, ma l’uomo proseguì:
- Non possiamo perdere altro tempo con voi! Potete provare a portare la
vostra amica al Villaggio della Roccia. Dista un solo giorno da qui.
Forse ce la fa a resistere…altrimenti significa che non era
destinata a sopravvivere-
Quella frase fece sussultare il cuore dell’Uzumaki che senza
ragionarci troppo afferrò per la divisa l’uomo,
accostando il suo viso al suo. Gli occhi erano di fuoco,
l’ira per quelle parole pronunciate lo avevano messo in
subbuglio e l’anima inferocita sarebbe voluta uscire dal
corpo per sfogarsi su di lui, per quella superficialità
insolente.
- Ripeti se hai il coraggio…- ringhiò Naruto con
un’espressione imbestialita in volto – Entreremo
con tutti i mezzi se sarà necessario- era evidente
dal tono di voce quanta collera stava trattenendo dentro di se in quel
momento.
- Naruto, non peggiorare le cose…- mormorò la
rosa sfiorandogli una spalla, ma lui strinse ancora di più
la presa:
- La nostra amica potrebbe morire…te ne rendi conto?-
quell’ interrogazione sembrò rimbombare nelle
orecchie del destinatario – Ricorda, che se dovesse lasciare
questo modo…sarà solo per colpa tua…-
il battito cardiaco della guardia accellerò – e io
non ti darò più pace! – quelle ultime
parole fecero deglutire con sforzo l’uomo, incollato con gli
occhi su quelli del biondo assatanato.
- Vi… concedo un solo giorno intesi?- disse poi una volta
che l’Uzumaki lasciò la sua divisa.
Con passò accelerato la squadra si diresse all’
ospedale del Villaggio dove fecero domanda di operare
d’urgenza Hinata. Sakura chiese di poter aiutare i medici che
si sarebbero occupati dell’amica e nessuno la
ostacolò.
Ore cinque in punto del pomeriggio, il pomeriggio più caldo
e afoso a cui avessero mai assistito, ha inizio l’intervento
per la nostra Hyuga, un’operazione lunga, faticosa e
stressante, non soltanto per i medici e per lei, ma soprattutto per
Neji e Naruto che attendevano di ricevere il più possibile
delle notizie sulle condizioni dell’amica.
Il vento era come morto, si era forse stancato di soffiare o
semplicemente voleva generare un altro disagio per i poveri mortali che
vagavano per quelle vie rocciose accompagnati dal sole rovente, bello,
lucente, ma anche lui seccante e maligno…un nuovo fastidio
da dover sopportare. L’individuo sotto quella veste nera
credeva che sia il vento che il sole ce l’avessero veramente
con i terrestri, volevano come vendicarsi, falli soffrire un
po’…per puro divertimento! Un lamento
fuoriuscì spontaneo dalla sua bocca, facendo voltare verso
di se il compagno che lo precedeva:
- Stanco?- domandò con il solito tono piatto di voce
- Ma che vai dicendo? Proseguiamo…- rispose, maledicendo
nuovamente quell’afosità che lo stava rendendo
ridicolo.
La roccia sembrava sciogliersi sotto quei raggi d’orati,
bruciava, scottava terribilmente, quanto avrebbe voluto gettarsi nel
mare che si intravedeva in lontananza, limpido, fresco, il suo habitat,
si potrebbe dire. Il compagno che lo anticipava si fermò
all’istante alzando la testa al cielo e spostando il cappello
di paglia che lo proteggeva in minima parte dalla luce solare:
- Il tempo sta cambiando…- mormorò fissando
quell’azzurro telo che lo sovrastava.
A quelle parole chiunque sarebbe rimasto incredulo e perplesso, ma
Kisame conosceva bene il suo compare e la sua esperienza anche in quel
campo. Se diceva quello, allora era vero.
- Pensi che sia meglio fermarci per oggi?-
Lui annuì indicando una vallata rocciosa a poca distanza dal
Villaggio della Conchiglia. Camminavano oramai da due giorni
consecutivi, non si erano fermati un attimo, ma dopotutto avevano
fretta. Avevano un appuntamento al Villaggio della Roccia al quale non
potevano assolutamente mancare. Si trattava di un incontro che non
interessava particolarmente a Kisame, bensì riguardava il
compagno; aveva l’occasione di incontrare una persona a lui
familiare, da lui ben nota. Era da tanto che desiderava rivederlo,
poterlo di nuovo sfiorare per un attimo, osservare quanto fosse
cresciuto e maturato. Ma sapeva bene che quel nuovo incontro sarebbe
stato decisivo, per l’uno e per l’altro. Si
trattava probabilmente del loro ultimo ritrovo, le ultime parole che
avrebbero scambiato, gli ultimi momenti in cui si sarebbero potuti
parlare, perché entrambi sapevano bene che era giunta
l’ora…il tempo dello scontro finale fra i due
fratelli Uchiha.
Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!!
Scusate il mio entusiasmio eccessivo, ma finalmente ho potuto
riaggiornare dopo tanto tempo! Il fatto è che mi era stato
bloccato l'account, è per questo che ho ritardato
così tanto...e vi chiedo umilmente scusa se vi ho fatto
attendere, ma non accadrà più ^_^
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate pure di questo capitolo e
ringraziamenti speciali a:
_EroSennin425
_Alechan
_Lonely Angel
_Keru
e a tutti color che hanno la mia fanfiction tra i preferiti!
Bacioni da Mewpower.
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Capitolo 24 *** Sentimenti che mutano... ***
Erano trascorse un paio d’ore dall’inizio
dell’intervento e ancora nessuna notizia. Nessun medico era
ancora uscito da quella stanza, collocata in fondo al lungo corridoio,
spoglio, completamente dipinto di bianco, quasi malinconico. La
preoccupazione era ben evidente sui volti dei due ragazzi che
attendevano impazientemente di scorgere qualcuno che indossasse un
camice, per saperne qualcosa di più, per capire
perché ci volesse così tanto, per conoscere le
condizioni della compagna ferita… Ancora quelle dure
immagini ritornavano alla mente di entrambi, vedere tutto quel sangue
che sgorgava in quel modo, tranquillamente, come l’acqua da
una sorgente…Quella vista donava una sensazione spiacevole
agli occhi e affatto rassicurante. In quelle condizioni morire
dissanguati era supponibile e questo pensiero li faceva rabbrividire.
Naruto camminava senza sosta su e giù per il corridoio
fissando di tanto in tanto quella cavolo di porta che mai si era aperta
e rimanendo incantato ad osservare la luce rossa indicante che
l’operazione stava proseguendo…ma ancora per
quanto?
Neji teneva gli occhi chiusi e il capo chino, le braccia incrociate al
petto, sembrava calmo, per nulla timoroso, aspettando di veder presto
uscire un’infermiera da quella porta…sperando di
udire quelle parole sublimi, che lo avrebbero finalmente rincuorato:
“Lei è salva!”
E pregava, pregava con tutto l’animo, con tutto il suo cuore
di poterle sentire il più presto possibile… per
poi rivedere lei.
L’Uzumaki invidiava l’apparente calma
dell’amico chiedendosi se davvero gli importasse di sua
cugina…o se ce l’avesse ancora con lei, se il
risentimento degli anni precedenti ancora persistesse. Dopotutto lui
era stato lontano dal villaggio per parecchio tempo…cosa
fosse successo, se fosse mutato qualcosa in quegli anni, lui non lo
sapeva. Gli si avvicinò lentamente proprio per questo
motivo, voleva conoscere il perché di quel menefreghismo,
intendeva dirglielo apertamente in faccia: “Perché
ti comporti così con lei? Possibile che ce l’hai
ancora a male per quello che ti è successo?
Pensavo…che aveste fatto pace.” Basta! Quella
situazione doveva avere fine!
Quando gli fu vicinissimo e stava per aprire bocca, Neji
alzò la testa di scatto e sgranando gli occhi
puntò verso la direzione dalla quale proveniva Naruto, ma
non guardava lui: una ragazza dai capelli rosei stava uscendo dalla
porta, quella porta fino ad allora rimasta chiusa, e fece segno ai
ragazzi di avvicinarsi a lei. L’Uzumaki, all’inizio
non capendo niente, si voltò per cercare una risposta alla
reazione dello Hyuga e scorse pure lui Sakura, che teneva un leggero
sorriso sulle labbra. Spostò poi lo sguardo sulla luce, quel
chiarore che fino a poco prima era rosso acceso, mentre ora emetteva un
verdolino rassicurante…l’operazione era conclusa.
Con passo rapido si accostarono a lei, ma nessuno dei due
domandò nulla, aspettarono che fosse lei a parlare:
- È stata un po’ dura: ricucire lo squarcio alla
gamba non è stato assolutamente facile e per di
più aveva perso davvero molto sangue…ha corso un
grosso pericolo.-
I due la guardavano intensamente, ancora non aveva pronunciato quelle
parole, le uniche che desideravano udire.
- I medicinali che le abbiamo somministrato sono potenti. Se li
assumerà regolarmente prestissimo sarà in piene
forze…finalmente è salva!- un sorriso concluse il
suo discorso e seguì un lungo sospiro di sollievo da parte
degli altri due interlocutori.
- Posso vederla?- quella frase pronunciata così
istantaneamente fece quasi sobbalzare il biondo posto di fianco
– Voglio assisterla…-
Naruto lo guardò: i suoi occhi erano lucidi, convinti,
decisi, il desiderio di voler stare con la cugina era molto forte;
anche Sakura lo intuì. Quel piccolo gesto fece capire
all’Uzumaki quanto ora Neji tenesse ad Hinata, quanto i
brutti sentimenti che anni fa lo animavano fossero
scomparsi…adesso non c’era più la
necessità di porsi quesiti.
- In verità non potresti, però…-
esitò un attimo, ma capendo la necessità che
aveva di stare con lei - per una volta possiamo fare uno strappo alla
regola -.
Lo accompagnò all’interno della stanza e la porta
bianca si richiuse da sola alle loro spalle. Naruto fissava
intensamente quel colore così latteo: sembrava esser rimasto
imbambolato, un po’ sorpreso, ancora poco
convinto…Ma poi sorrise e si grattò la testa
dirigendosi verso l’uscita dell’ospedale, dove lo
attendeva un bellissimo spettacolo.
In quella piana rocciosa dove avevano pensato di dirigersi,
c’era il nulla assoluto: non un albero sotto al quale godere
della sua ombra, non un ruscello grazie al quale poter bere, non
un’anima viva con la quale potersi divertire un
po’, facendola fuori e derubandola di tutto ciò
che possedeva in quel momento. Kisame continuava ad imprecare contro il
cielo senza chiaramente farsi notare dal compagno, il quale sembrava
sopportare tutto: caldo, umidità, vento, pioggia, nulla lo
aveva mai infastidito, mai si era lamentato di qualcosa durante le
missioni che svolgevano, mai aveva aperto bocca contro il
capo…a lui tutto andava bene. Itachi era fatto
così; oramai Kisame lo conosceva.
- Possiamo trascorrere la nottata lì e proseguire il cammino
domani mattina, cosa dici?- chiese l’uomo pesce scorgendo una
sorta di rientranza rocciosa, che sembrava offrire abbastanza
protezione.
Itachi squadrò il posto e annuì allontanandosi
poi verso un’altra direzione:
- Vado alla ricerca di acqua. Ne abbiamo entrambi bisogno…-
Kisame lo guardò fino a che non scomparve,
un’immagine che si sfocava sempre di più, a mano a
mano che si avvicinava al sole oramai intento a calare dietro
l’orizzonte.
Naruto sbatté le ciglia rapidamente come per svegliarsi dal
sogno in cui si trovava:
- Ma che…?
Il sole che fino a poco fa brillava alto nel cielo, ora stava quasi per
tramontare definitivamente, immergendosi nelle acque limpide del mare
che fiancheggiava la clinica del villaggio. Si diresse verso la
spiaggia sassosa, piccola di dimensioni, ma allo stesso tempo graziosa
e piacente alla vista con tutti quei sassolini ben levigati e che si
coloravano appena del rosso fuoco degli ultimi raggi solari. Pochi
passi ed era già arrivato alla riva del mare. Continuava a
tenere lo sguardo puntato verso quella stella infiammata, incredulo che
volesse scomparire dietro l’orizzonte così
presto…
“Non fare la timida…” pensò
continuando ad ammirare quel gioco di colori che gli si presentava
innanzi.
Le sfumature rosee e purpuree rendevano le acque marine un prato in
fiore, boccioli variopinti che sarebbero poi sbocciati portando
allegria a coloro che erano lì ad osservarli, ma lui in quel
momento era da solo… Si chinò a terra,
distendendo ben bene le gambe stanche portando indietro la testa.
L’afosità di quel pomeriggio stava scomparendo e
lasciava spazio ad una leggera brezza che dava benessere alle membra
doloranti del ragazzo. Poi l’arrivo dell’acqua ai
suoi piedi, gli fece venir in mente di togliersi quei sandali
ingombranti per poi bagnarsi i piedi sudati e ancora in ebollizione
dopo una faticosa giornata. Uno smuovere di sassi gli fece aprire gli
occhi rimanendo, però, con la testa all’indietro
per godere appieno di quei momenti:
- Ecco dove ti eri cacciato!- esclamò l’Haruno
guardandolo attentamente e capendo il suo stato di relax totale
– Ti ho disturbato?-
- No, no! Anzi siediti anche tu! Si sta d’incanto.-
Pure lei si accucciò e togliendosi i sandali immerse i piedi
in quell’acqua fresca e limpida.
- Hai ragione…si sta
benissimo!-
Socchiuse poi gli occhi come fece anche il compagno e
respirò profondamente:
- L’aria del mare è un toccasana!- e
continuò ad inspirare più aria possibile pensando
poi di sdraiarsi su quel letto di sassi, che al contrario di quello che
si potesse pensare, era comodo e regalava ancora più
freschezza.
- Mi hanno raccontato che qui il sole tramonta più presto
del normale in tutte le stagioni, estate
inclusa…È un peccato, non trovi?-
Non ottenendo risposta si voltò verso il biondo, notando il
suo viso stanco, spossato, ma lesse nei suoi occhi anche
qualcos’altro…
- Naruto, cosa c’è?-
Lui si grattò ancora la testa, proseguendo a contemplare il
cielo e le sue prime sfumature blu notte:
- Cosa è successo…dopo che me ne sono andato
via…tre anni fa?-
- Cosa vuoi che sia successo…A parte il fatto che tutti gli
altri sono riusciti a superare l’esame dei chunin (e tu
ancora devi sostenerlo!)…non mi sembra che sia cambiato
nulla.-
Il ragazzo non sembrava convinto e mise le mani dietro la testa:
- Neji, mi è sembrato tanto diverso poco fa…-
- Beh, era semplicemente preoccupato per la cugina. Mi sembra una cosa
normalissima…Però, forse…una cosa
c’è.- disse con tono più riflessivo.
Il biondo ruotò la testa di scatto incontrando gli occhi
verdi del giovane medico:
- Qualcosa in lui sembra essere mutato…Non tanto con gli
altri, ma ho notato che quando c’è anche Hinata,
è più gentile, disponibile e poi non la tratta
più come un tempo… Ma questa è
soltanto una mia impressione.-
Già l’Uzumaki aveva girato la testa verso il cielo
coperto da qualche nuvoletta. Di tanto in tanto strizzava gli occhi e
poi si toccava il viso; nuovamente si grattava il capo per poi assumere
un aria più da pensieroso. Mormorava qualcosa e poi chiudeva
forzatamente gli occhi, scuotendo la testa e ritornando con lo sguardo
in alto. Sakura lo fissava perplessa, ma vedendo tutte quelle smorfie
non seppe resistere e si lasciò sfuggire un risolino. Naruto
si voltò verso di lei e sorrise pure lui, contento di averla
fatta gioire. Gli zaffiri del ragazzo si incontrarono con gli smeraldi
dell’amica: la rosa sentì un subbuglio dentro di
se, un insieme di forze sconosciute che l’agitavano, la
scuotevano, la temperatura del suo corpo era in salita. Si
alzò da terra credendo di sentirsi male: si toccò
la fronte, scottava; misurò i battiti, erano fuori del
normale…
- Sakura, stai bene?- domandò Naruto destandosi pure lui.
La rosa girò lo sguardo su di lui ricadendo di nuovo nel
tranello dei suoi occhi blu, talmente profondi, troppo
penetranti…Sentì le guance arrossire e per questo
le toccò subito, sfregandole cercando di nascondere quel
segno evidente…Naruto le se accostò un
po’, non capendo se si sentisse debole o cosa…
- Hai la febbre?- le mise una mano sulla fronte, ma si
accostò anche al viso per guardare quello strano colorito,
troppo roseo…
“Ma che mi prende…?”
Sakura avvertiva il cuore battere sempre più forte, le gambe
cominciarono a tremare.
“Sono agitata,
nervosa…sarà…”
Naruto fece scendere piano piano la mano dal viso della compagna,
accarezzandole la guancia. La rosa lo fissava…stava provando
un’emozione strana, confusa, ancora una
volta…Eppure aveva già affrontato un sentimento
del genere. Se lo ricordava vagamente, ma era
così…poi un sussulto dal cuore:
“Sasuke!?”
Già, quando lo scorgeva era questo ciò che
provava…
“Provo le stesse emozioni…?” continuava
ad interrogarsi, mentre sprofondava nell’abisso azzurro del
ragazzo che le era di fronte.
“Allora è così…Ora ne sono
certa…”
I loro visi erano vicinissimi; socchiuse gli occhi, pronunciandosi in
avanti. Quello era il momento…per cosa? Per un
bacio.
Ciao a tutti!^ ^ Eeheheh, stavolta ho aggiornato subitissimo! Vi lascio
con il fiato sospeso fino all’ultimo…Sakura
è proprio convinta adesso di tenere moltissimo a
Naruto…come andrà a finire la loro storia? E
Neji…? E Hinata? E l’Akatsuki? …Ehm,
ok, avete capito che qui la faccenda si fa più
ingarbugliata. Mi auguro vi sia piaciuto pure questo capitolo comunque
ed ora passo ai saluti:
_Alechan: Oddio! Davvero la mia fanfiction porta questi effetti? Non me
lo immaginavo^_^.
La scena con Deidara…beh, dove c’è lui
c’è sempre da ridere XD. Mi auguro ti sia piaciuto
questo cappy. Bacioni.
_ EroSennin425: Ciao! Visto? Hinata non è più in
pericolo di vita, ma…le aspettano ancora moooolte sorprese!
Ci vediamo!!!
_Lovely Angel: Hello! Neji ora è andato da
Hinata…che si diranno? Eheheh, non te lo posso dire, ma di
sicuro lo scoprirai nel prossimo capitolo^_^. Pure a te è
piaciuta la scenetta con Deidara? Accidenti, non mi aspettavo che quel
ragazzo potesse avere così successo in un solo capitolo XD.
Bye, bye, alla prossima!
E stavolta voglio rigraziare uno ad uno tutti coloro che hanno la mia
fanfiction tra preferiti! (e mi scuso per non averlo mai fatto prima)
1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - ChibiGoku
4 - Crystal Alchemist
5 - dcran
6 - EroSennin425
7 - ery twohands
8 - GoHaN
9 - Helkamirie
10 - Hinata1992
11 - HoneyDei
12 - ila_sabaku
13 - kaitlee90
14 - Keru
15 - Kirachan95
16 - Lebron
17 - Lele 91
18 - Liby_chan
19 - Lisa Kanzaki
20 - Lonely Angel
21 - Missy_loves_blizzard
22 - Nilan
23 - sakuraehinata
24 - Targul
25 - titans
26 - Tsukiyama
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Capitolo 25 *** Misteri e dubbi ***
Un tenue chiarore lunare filtrava dalla piccola finestra che decorava
la stanza dove Hinata riposava, dopo quel duro intervento che era
costato tanta fatica per lei e tanta ansia ai suoi compagni. Il
biancore cadaverico che prima la caratterizzava era finalmente
scomparso e un leggero rossore delle gote la rendeva tenera e ancora
più dolce agli occhi del cugino, che la assisteva da tempo
sedutole accanto. Un delicato aroma profumava l’aria: erano
le gardenie posti di lato del letto e immersi nell’acqua
limpida di un vaso. Quei fiori tanto graziosi sembravano aver attirato
l’attenzione di Neji che più li osservava
più lo rasserenavano e poi voltava di nuovo lo sguardo sulla
cugina… incantevole come quei fiori da poco sbocciati.
Quella fragranza somigliava al suo profumo tanto semplice, quei petali
vellutati sembravano la sua pelle, la lucentezza che li contornava
pareva il suo sorriso…che a lui però non aveva
mai rivolto, ma che aveva potuto scorgere da lontano quando lei si
divertiva con le compagne. Un’ onda di
tranquillità lo attraversò facendogli chiudere
gli occhi: mai era stato così felice, guardarla dormire,
sentire il suo profumo, poterle sfiorare i lunghi capelli che ornavano
il suo candido viso…
Le toccò per l’ultima volta la fronte spostando
qualche ciocca che poteva darle fastidio e si alzò
dirigendosi all’uscita. Lo spostamento del corpo della
ragazza lo fece però voltare e i suoi occhi incontrarono i
suoi, finalmente aperti, finalmente di un vivo colore, e una vocina
gentile, ma chiaramente ancora un po’ debole lo
salutò:
- Ciao…-
Lo Hyuga si accostò nuovamente a lei mostrando la sua pena,
fino ad allora interiore. Lui non voleva che si notasse, ma Hinata
aveva la particolarità di leggere nel cuore altrui, la sua
sensibilità poteva far questo e altro:
- Stai meglio? Torna a distenderti, non sforzarti…-
Ma lei gli scostò la mano che le aveva messo sulla spalla e
un dolce sorriso illuminò il suo volto:
- Grazie Neji-kun, ma non c’è bisogno che ti
preoccupi per me. Sto bene.-
Quelle parole sollevarono incredibilmente il suo animo e poi sapere che
quel sorriso era stato rivolto a lui lo aveva riempito di fiducia. Si
allontanò lentamente e aprì l’ uscio
della stanza:
- Neji, aspetta!- esclamò la ragazza quasi cercando di
spingersi verso di lui per raggiungerlo – devo parlarti
di…- ma lui senza neanche girandosi la interruppe:
- Ne parleremo domani. Adesso riposa- e chiuse dietro di se la porta.
Hinata rimase con lo sguardo fisso su di lui fino a che fu possibile.
Poi abbassò la testa stringendo le leggere coperte. Avrebbe
dovuto passare ancora una notte con quel peso nel cuore, senza
conoscere i suoi sentimenti, doveva aspettare ancora qualche ora e poi
tutto sarebbe venuto a galla. Ma una piccola soddisfazione
l’aveva ottenuta: sentire vicino a se il cugino
così tanto affettuoso e premuroso nei suoi confronti.
Uno di fronte all’altro, da soli, più vicini che
mai. Sakura era davvero convinta, aveva preso la sua decisione: non
c’era più Sasuke nel suo cuore, l’amore
che la teneva vincolata a lui sembrava essersi dissolto. Ora provava un
altro sentimento, fino ad allora creduto impossibile, si trattava di
amore per un’altra persona, era lui colui che avrebbe dovuto
scegliere fin dal principio. L’Haruno gli era proprio
davanti, pochissimi centimetri e sarebbe arrivata alla sua
bocca… Protese le labbra e socchiuse gli occhi. Naruto era
pietrificato: la ragazza dei suoi sogni, che da tanto tempo lo
interessava, era disposta a stare con lui, ne era una prova il bacio
che gli voleva dare. Ma cosa era quella forza che lo tratteneva? Lui
guardava le labbra della compagna avvicinarsi, era lei che si faceva
avanti. Poi si sentì scuotere tutto e lei stava per
raggiungerlo. Si diede dello stupido e si adoperò pure lui:
le se avvicinò, le sfiorò una mano, teneva gli
occhi aperti, voleva godersi quel momento tanto atteso…
- Sakura…-
Appoggiò la sua fronte con quella della ragazza:
- No…-
Lei aprì gli occhi guardandolo sconfortata.
- Non devi…e poi nemmeno io…-
E con capo chino si allontanò da lei celermente. Sakura lo
guardava mentre il suo corpo si accasciava lentamente al suolo: il
cuore batteva a mille, il viso era arrossato, ma il pensiero di aver
perso quel bacio le dava fastidio. Si chiedeva il perché,
forse allora si era sbagliata, lei non piaceva a Naruto…Le
pareva strano e ripensava a tutte quelle volte, a quei suoi
atteggiamenti e ne era sempre più convinta…Naruto
la amava. Eppure dopo quel gesto sembrava di no. Si mise
così a rimirare la luna, oramai completamente sorta. Una
lacrima di pianto solcò il viso: lei nemmeno se ne accorse,
non voleva piangere, non ne aveva bisogno, tuttavia qualcosa ci doveva
essere…
Non sapeva quando tempo era trascorso, non se lo domandava mai quando
il compagno si allontanava per un motivo o per un altro. Lui stava bene
anche da solo, si sedeva, riprendeva le forze e magari schiacciava
anche un pisolino. Ma quella volta ci stava mettendo davvero troppo: la
luna era alta, le stelle luccicavano talmente tanto da rischiarare
quella piana deserta, priva di vegetazione, gli animali erano tutti
nelle loro tane, dormienti, tranquilli…Invece una strana
agitazione aveva preso Kisame che stava in piedi e mirava in
lontananza, sperando di scorgerlo, di intravederlo…eppure
ancora niente. Però poi un rumore di passi, lenti, un
po’ incerti…una mano che si aggrappò ad
una parete comparve di fronte agli occhi dell’uomo pesce:
Itachi teneva la testa bassa, non guardò il compagno, ma
comunque avanzò e rimase appoggiato al muro di pietra:
- Ma quanto diavolo ti ci è voluto?- esclamò
scocciato Kisame cercando di incontrare gli occhi dell’Uchiha
che invece restavano incollati al terreno.
- Ho dovuto far fuori qualcuno per ottenere un po’
d’acqua. Ma erano in parecchi, son…- si
bloccò improvvisamente, non riuscì a concludere
la frase. Si toccò la bocca e sobbalzò tutto.
Kisame lo fissò, senza capire cosa gli stava succedendo.
- Ehi, cos’hai?- gli si accostò maggiormente e
fece per appoggiargli una mano sulla spalla, ma lui fermò
quel gesto con la stessa mano che aveva portato davanti la bocca
- Vado a dormire…- gli passò vicino restando
sempre a capo chino e scomparve nuovamente, combinandosi con
l’oscurità di quella grotta.
Kisame distolse lo sguardo dal moro, pensieroso, dubitando sul fatto
che Itachi fosse stanco per un semplice combattimento…non
era proprio un comportamento da lui. Ma poi rimase ancora di
più sconcertato, incredulo, quando osservò
l’azzurro palmo che l’Uchiha gli aveva toccato:
una, ma c’era, una macchia di un orribile colore lo aveva
sporcato…
- Possibile che…?- un brutto pensiero unito ad un
lieve odore di sangue lo accompagnarono per tutta la nottata.
La porta cigolò procurando un fastidiosissimo rumore che
avrebbe svegliato chiunque, ma fortunatamente Hinata era sveglia, il
suo sonno non era stato disturbato. Sakura fece capolino, sicura di
averle dato fastidio, ma il sorriso dell’altra chunin la
rincuorò:
- Vieni, Sakura-chan! Non stavo dormendo…-
La rosa cominciò a sistemarle le coperte,
riordinò un po’ il disordine, rassicurando la
compagna che le sue condizioni erano stazionarie e che non correva
alcun pericolo. E lei sorrideva ancora, dicendole che non era
preoccupata, non aveva paura…
“Sei talmente maturata,
Hinata-chan…” pensava la ragazza
ascoltando quelle parole e scrutandola completamente: le sue curve
erano ben evidenti nonostante le lenzuola, i lineamenti del viso, i
capelli lunghi…ma il suo carattere, la sua
sensibilità, il rossore che colorava sempre le sue
guance…quello non era cambiato.
- I fiori, li hai portati tu?-
- Sì, ti piacciono? Portano allegria e poi diffondono un
buon odore!-
- Sono bellissimi…grazie!-
Fu Sakura a sorridere questa volta scansando un panno sporco, rimasto
sopra uno sgabello. Hinata sgranò gli occhi, rimanendo per
un attimo incredula, ma poi:
- Ma quella…??? Non è la felpa di N…?-
- Ah, sì. È di Naruto. L’ha usata per
fasciarti il braccio. Quando ti ha visto in quello
stato…beh, era davvero turbato…E poi avresti
dovuto vedere come si è ribellato alle sentinelle che non
volevano farci passare. Sembrava esplodere dalla rabbia… -
Hinata era a bocca semi aperta, il suo Naruto si era così
tanto preoccupato?
- P…posso?- chiese con un filo di voce facendole
segno di passargliela.
La rosa all’inizio un po’ indecisa gliela
consegnò. La giovane Hyuga la analizzò
completamente: era veramente la sua, impregnata di sangue oramai secco,
maleodorante, in pessime condizioni… Aveva usato la sua
maglia…per lei…per frenare tutto quel
sangue…e si immaginava la scena…rifletteva
ancora…infine la commozione prese il sopravvento:
- Oh, Naruto-kun…- mormorò la ragazza abbassando
il capo e stringendo a se l’indumento.
Le calde lacrime che caddero finirono sulla maglia arancione rendendo
nuovamente fresche qualcuna di quelle macchie oramai marroncine, che
finirono per sporcare anche i vestiti della Hyuga. E la premeva al
petto sempre più, aveva bisogno di quel calore, di percepire
il suo odore, di sentirlo vicino, sperando in un gesto ancora
maggiormente affettuoso…magari un giorno. Sakura mirava la
scena, stupita, se non leggermente disorientata. Rifletteva su quel
comportamento così esagerato, ma talmente amorevole, che
faceva tenerezza. Eppure lei non sorrideva affatto, era diventata
seria, quasi infastidita…per che cosa dopotutto?
Uno strano pensiero la seccava, un sospetto la rendeva cupa, un
dubbio…Strinse i pugni continuando a fissare la scena. Prima
di allora non si era mai resa veramente conto di quanto Hinata tenesse
a Naruto…dietro alla semplice amicizia doveva esserci
qualcos’altro.
“Non sarai tu…ad ostacolarmi!”
Salve a tutti! Ecco, con questo capitolo ho rivoltato nuovamente la
scena: Sakura e Naruto stavano per baciarsi, ma qualcosa li
ha fermati; Neji e Hinata stavano per chiarirsi, ma poi hanno rimandato
tutto al giorno dopo… In altre parole ancora non
è finita la storia di questi eroi! E ancora in altre parole,
non si capisce di quali paring si sta parlando! (che non lo sappia
neppure io? No, no!^ ^)
Un bacione a tutti coloro che mi hanno aggiunto ai preferiti e in
particolare:
_Alechan: Ciao!!! XD Dopo anni e anni Sakura ci è proprio
arrivata a capire i sentimenti di Naruto…e in questo
capitolo pare aver capitolo anche quelli di Hinata! Ti avverto: qui la
situazione si complica! Baci.
_Lonely Angel: Oddio, non mi denunciare! XD Prossimamente ne vedrai di
tutti i colori…e mi auguro che non ne rimarrai delusa! Kiss!
_ AmyGoku: Devo farti i miei complimenti se sei riuscita a leggere
tutti i capitoli senza fermarti! Sono davvero tanti! Mi raccomando
continua a seguire questa fan fiction!
Al prossimo capitolo!!!
Mewpower
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Capitolo 26 *** Dividersi... ***
Il rumore delle onde del mare allietò il risveglio del
giovane Uzumaki che si era addormentato in sala d’attesa,
appoggiato con un gomito alla finestra. Si sentiva frastornato, con la
testa un po’ confusa, forse era il caldo o magari aveva
fame…Questa volta, però, era qualcosa di
maggiore: ciò che era successo la sera precedente lo aveva
agitato, reso insicuro…Non sapeva nemmeno lui cosa lo avesse
fermato, il perché l’avesse rifiutata, cosa
veramente lo aveva spinto a dire di no…Aveva la
necessità di scrutare a fondo nel suo cuore, solo
lì avrebbe trovato la risposta.
Ma poi comparve di nuovo lei, in camice bianco, bella, ma non solare
come al solito. Lei era stata la persona a rimanerci più
male. Naruto si levò dalla sedia e aprì bocca per
parlarle, ma lei gli voltò le spalle e con voce malinconica
disse:
- Se vuoi puoi entrare questa mattina…- e si
allontanò per prendere nuove lenzuola da cambiare con le
vecchie.
Naruto non la seguì con lo sguardo, preferì
rimanere a testa bassa, amareggiato e impensierito dal fatto di averla
persa, di averla resa ancora più infelice di quanto
già non fosse. Aprì la porta della stanza in cui
si trovava Hinata: già si immaginava il suo aspetto, bianca,
troppo bianca, forse anche tremolante, con occhi spenti, debole,
stanca…Questo pensiero lo faceva star male, era davvero
turbato dall’idea di trovarla in quelle condizioni, non
poteva vederla star male. Quasi esitò prima di entrare, ma
udendo un rumore di passi dall’interno sorpassò
all’istante la soglia d’entrata scorgendola in
piedi, che si teneva aggrappata alla parete, cercando di muoversi un
po’, per sgranchire le gambe.
- HINATA, FERMA!- gridò Naruto precipitandosi su di lei e
portando un braccio della ragazza intorno al suo collo.
- Naruto-kun…- sussurrò lei arrossendo tutta,
standogli così vicino – c…ce la faccio!
Ce la faccio a camminare…-
- No, non ti sforzare!- ribatté lui trascinandola a forza
sul bordo del letto. Le scarpe della chunin che però si
trovavano là davanti fecero inciampare l’Uzumaki
che cadde in ginocchio accanto al letto insieme a colei che doveva
sostenere. Un lieve gemito della Hyuga lo fece turbare credendo di aver
peggiorato solo le cose:
- S…stai bene?- domandò con voce tremolante
cercando di incontrare i suoi occhi.
- N…non temere…è che le ferite sono
ancora fresche…-
Potergli stare così vicino per lei era gratificante, quel
poco dolore che aveva provato non era nulla in confronto alla
fortissima emozione che sentiva ogni volta che la fissava…
Entrando con un paio di coperte in mano Sakura notò i due a
terra semi abbracciati l’uno all’altra:
- Ma cosa…?-
I due ninja si rizzarono subito in piedi un po’ imbarazzati
per quello che sicuramente era passato per la testa
all’amica. Ma lei non fiatò, non un commento, non
un rimprovero per la chunin che si era alzata dal letto. Solo pochi
passi avanti che le permisero di raggiungere il letto e di cambiarlo
alla svelta. Restò con gli occhi sempre puntati verso il
basso, non degnò di uno sguardo né lui, ma
stavolta neppure lei…Una volta finito, la rosa
aprì bocca:
- Preparatevi, tra poco dobbiamo partire…-
- Ma lei…non può…- intervenne Naruto,
ma Sakura lo fissò con sguardo severo:
- Non siamo i benvenuti qui! Se non ce ne andremo con le nostre gambe
saranno loro a buttarci fuori con la forza!- ma capendo la sua
eccessiva durezza socchiuse gli occhi riprendendo la calma
-L’aiuteremo tutti quanti…e poi al Villaggio le
presterò tutte le cure necessarie…- si
voltò e uscì, non prima di avergli ridato la sua
maglia, adesso pulita dal sangue.
Un’ora dopo tutto era pronto per lasciare il Villaggio della
Conchiglia. Hinata si ripromise di ritornare in quel luogo una volta
finita quella storia, una volta scongiurato il pericolo Akatsuki,
magari insieme a Naruto e gli altri suoi amici. Sedeva su un piccolo
muretto costruito appena fuori dalle porte d’ingresso e
osservava i compagni che discutevano:
- Dovremmo inviare un messaggio all’Hokage…-
- Sì, la penso anche io così. Da soli non so se
riusciremo a rintracciarlo e poi…- Neji si voltò
verso la cugina, che non riusciva ancora bene a muoversi.
- Dannazione! Sicuramente il maestro Kakashi ora è in
pericolo e noi non possiamo fare niente!-
Naruto strinse i denti, incapace di trovare una soluzione al nuovo
problema. Già Sakura aveva legato intorno alla zampetta di
un uccello un messaggio che avrebbe avvertito Tsunade della scomparsa
del sensei:
- Speriamo bene…- sussurrò la ragazza ordinando
all’animale di librarsi in volo.
Hinata aveva assistito alla scena: una strana atmosfera circondava i
suoi amici, un particolare nervosismo, una venatura di delusione, un
filo di tristezza…Temeva che fosse per colpa sua, ancora una
volta era stata lei a frenare il gruppo, di nuovo un ostacolo, anche
allora era inutile…
- Non voglio…- mormorò, ma poi –
Dobbiamo andarlo a cercare! Non possiamo attendere oltre!-
L’impeto di quelle parole sbalordì gli altri
chunin:
- Io ce la faccio! Non voglio che per una come me il maestro Kakashi ci
rimetta la vita!-
Tutti la fissavano stupiti, quella grinta che era sempre rimasta
nascosta stava fuoriuscendo:
- Non possiamo dividerci. Tu sei ancora debole e l’Akatsuki
potrebbe colpire in un qualsiasi momento!- disse, però, Neji
guardandola severamente.
Lei chinò il capo, ma non perse la sicurezza di quello che
diceva e più flebilmente:
- Per favore, dobbiamo farlo…-
Nessuno sapeva più cosa dire. Il Byakugan di Neji avrebbe
sicuramente dato un grande aiuto per la ricerca del maestro, ma era
necessario che qualcun altro si offrisse di accompagnarlo.
- Voi due siete gli unici in grado di trovarlo – si espresse
Sakura guardando i due ragazzi – se ci sono io con Hinata non
corre pericolo.- e si lasciò sfuggire un sorrisino che
rasserenerò l’altra ragazza, ma gli altri due non
erano molto convinti.
- Neji, per favore…- intervenne ancora Hinata con atto di
supplica.
Lo Hyuga rifletté un attimo, non voleva lasciarle andare, ma
tutta quella sicurezza negli occhi della cugina lo spronò a
rispondere così:
- D’accordo. Tenteremo di recuperarlo da soli. Voi procedete
verso il Villaggio della Roccia e stazionate lì per un
po’. Se entro tre giorni non ci vedete tornare ripartite
all’istante, intesi?-
Il rischio, l’idea di non vederli mai più
investì di getto il cuore delle due, ma non potevano esitare
ancora. Era giunto il momento di partire. Naruto le osservò
allontanarsi, augurandosi di riabbracciarle presto, insieme al suo
sensei. Forse quella breve lontananza gli avrebbe permesso di capire
qualcosa in più, magari sarebbe stato capace di chiarire i
suoi sentimenti e probabilmente la prossima volta le avrebbe confessato
tutto…perché lui sentiva di amarla,
ma…pareva esserci qualcosa che lo rendeva insicuro. Anche
Neji sperava con tutto se stesso di rivederle, anche perché
non avrebbe mai perso la vita, non prima di poter parlare con
Hinata…
- Mi domando che diavolo stiano aspettando quei due prima di farsi
vedere…-
Lo stano individuo ancora sdraiato sul ramo di quell’albero
era davvero stufo di attendere. Dilettarsi con i campanellini del suo
capello oramai non lo soddisfaceva più. E poi stare sotto
quel sole cocente lo innervosiva, dopotutto aveva pure lui una certa
età… Ma un improvviso calpestio lo fece
ammutolire mettendolo in guardia. Si mimetizzò con
l’albero, divenne tutt’uno con esso per mezzo di
una tecnica e ammirò soddisfatto l’arrivo in scena
di uno dei due combattenti. Quest’ultimo si guardò
intorno, ma non scorse colui che aspettava, era riuscito a precederlo o
forse aveva perso troppo tempo e l’aveva perso…
Girò gli occhi scarlatti a destra e a sinistra, sapeva bene
che era stato seguito, ma preferì fare finta di niente.
Quale era lo scopo del maestro? Si accucciò a terra portando
la testa al cielo: gli occhi tornarono ad essere scuri, neri come il
carbone, profondi come quelli del fratello…
“Ti aspetto. E se non dovessi arrivare, ripartirò
per cercarti!”
Nel frattempo le due ninja di Konoa avevano già percorso un
lungo tratto di strada. Nonostante le sue condizioni Hinata era in
grado di procedere abbastanza rapidamente, non aveva neanche bisogno
dell’appoggio fisico della compagna, che però la
precedeva di qualche passo. Non aveva mai aperto bocca dal momento in
cui si erano separate dagli altri, avanzava decisa, con un certo ritmo,
come se si fosse dimenticata di lei... la quale non poteva sforzarsi
troppo. La preoccupò quel comportamento; ce
l’aveva per caso con lei? Perché mai? Ma la chunin
non poteva sapere ciò che agitava l’animo del
giovane medico, un misto di inquietudine, ansia, dubbio…e
poi subentrava la gelosia, un lampo talmente potente da farle oscurare
la vista, da farla star male, da metterla nella condizione di
considerare Hinata una nemica!
Scusate per l'attesa, ma la scuola mi occupa talmente tanto da tempo da
impedirmi persino di connettermi! Ma per festeggiare l'arrivo di Naruto
Shippuden (Yuppi!), ecco qua un nuovo capitolo! Saluti particolari
vanno a:
_EroSennin425: Ciao!!! Non fa nulla se non hai potuto commentare il
cappy precedente, anzi ti ringrazio tanto per i continui commenti che
lasci! Su questo capitolo non credo ci sia da dire molto, ma... mi
auguro ti sia piaciuto.
_ Lonely Angel: Ehilà! Ancora tanti misteri girano intorno a
Naruto e company... che verranno risolti prestissimo, solo tra qualche
capitolo! (Forse sto diventando noiosa?) Va beh, ti ringrazio ancora
per le recensioni che lasci e...alla prossima!
_ Alechan: Salve! Come hai potuto notare questo capitolo
è stato piuttosto soft, ma i prossimi si rifaranno! Quindi
preparati a stappare altre bottiglie di champagne o a preparare qualche
bomba da scagliarmi addosso se la storia si svilupperà
diversamente da come volevi tu... (Oddio!) Baci.
Ancora infiniti grazie a coloro che hanno la mia fanfiction tra i
preferiti:
akatsukina
fur immer
Alechan
AmyGoku
ChibiGoku
Crystal
Alchemist
dcran
EroSennin425
ery twohands
GoHaN
Helkamirie
Hinata1992
HoneyDei
ila_sabaku
kaitlee90
Keru
Kirachan95
Lebron
Lele 91
Liby_chan
Lisa Kanzaki
Lonely Angel
Missy_loves_blizzard
Nilan
sakuraehinata
sonny
Targul
titans
Tsukiyama
Al prossimo
capitolo!!!
Mewpower
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Capitolo 27 *** Rinnegare un'amica ***
Bastò meno di un giorno per poter raggiungere il Villaggio
della Roccia: il sole era ormai calato da un pezzo e il cielo era
completamente cosparso dalle lucenti stelle che circondavano la luna
rendendola ancora più luminosa. Sakura era proprio di fronte
alle porte d’ingresso e girava le spalle alla compagna,
ancora preoccupata per lo strano comportamento dell’amica.
Tentò di aprir bocca per abbattere quel muro che sembrava
dividerle, ma fu bloccata dalle parole della rosa:
- Allora, come ti senti?-
- Io? Piuttosto bene, ma…-
- Che ne dici di proseguire?-
La proposta sorprese non poco la chunin che avrebbe preferito sostare
per riposare, per rifocillarsi, ma anche perché il cugino
aveva loro ordinato di rimanere lì per un
po’…
- In questo modo – proseguì l’Haruno
– risparmieremo tempo. Torneremo al Villaggio prima, potremmo
rassicurare tutti e tu potresti ricevere le cure più
opportune…-
Contraddire le sue parole le pareva un torto: dopotutto avrebbero
recuperato il tempo che lei aveva fatto perdere, una volta al sicuro
non sarebbe più stata un peso per nessuno.
- D’accordo…- disse infine avvicinandosi
leggermente a lei, ma questa ultima subito si voltò e
continuò il cammino, mettendo ancora maggiormente in
subbuglio il cuoricino della povera Hinata:
- Perché fai così…?-
A pochi chilometri di distanza Itachi e Kisame proseguivano il loro
viaggio: avevano quindi già oltrepassato il Villaggio della
Conchiglia e della Roccia ed erano sempre più vicini alla
loro meta.
- Sei sicuro che ti stia aspettando?-
- Sì, ho fatto spargere ben bene la voce della nostra
presenza nei paraggi…-
- Lo vuoi far fuori definitivamente…o è solo per
divertirti?-
Itachi stavolta non rispose: solamente lui conosceva il vero motivo, il
perché desiderasse incontrare nuovamente il fratello. Aveva
progettato tutto nei minimi particolari: il luogo, il giorno, lo
scontro e la sua conclusione…sapeva bene come sarebbe dovuto
finire. La luce lunare rischiarava le scure vesti dei due viandanti e
allo stesso tempo rendeva maggiormente visibile il sentiero che stavano
percorrendo. Saranno state le dieci di sera quando Kisame propose di
fermarsi per una pausa.
- Stavolta penso io all’acqua- aggiunse poi –
tu…riposa…devi accumulare energie per la
battaglia.-
In verità quell’ acre odore di sangue che la sera
prima aveva tinto la sua mano gli dava ancora fastidio, ma soprattutto
lo aveva messo all’erta. Il compagno aveva qualcosa che non
andava, apparentemente sembrava in forze, però credeva che
nascondesse qualcosa…un essere umano non può
sputare sangue senza un motivo e poi di un colore del genere! Quel
ricordo lo rabbrividiva; eppure si trattava di semplice liquido rosso
che lui vedeva quasi sempre, con il quale si sporcava dopo ogni
massacro, che a volta adorava persino sentirlo colare lungo il suo
corpo…Ma quella macchia non lo aveva per niente eccitato,
anzi il ribrezzo di quel pensiero lo aveva reso nervoso. Lavandosi con
l’acqua o almeno allontanarsi per un po’ dal
compagno, magari lo avrebbe rasserenato. L’Uchiha si
accostò ad una parete rocciosa, socchiudendo gli occhi per
rilassarsi. Ma uno scossone improvviso proveniente dal petto lo fece
sobbalzare e ancora una volta una tossa acuta accompagnò
un’uscita di sangue, che tentò di frenare
tappandosi la bocca.
“Stare seduto mi fa sentire solo
peggio…” fu così che si alzò
e intraprese un altro sentiero credendo di alleviare in quel modo il
suo dolore.
Un’alta rupe rocciosa fronteggiava le due ragazze; Sakura la
esaminò interamente capendo che se scalata sarebbe riuscita
ad abbreviare il cammino di almeno un paio d’ore. Anche
Hinata ammirò quell’ ammasso di roccia, ma con
aria diversa: le gambe tremavano al solo guardarla, la debolezza stava
prendendo il sopravvento. Se avessero dovuto arrampicarsi forse lei non
ce l’avrebbe fatta…e come darle torto? Non si
erano arrestate un attimo, non avevano né mangiato,
né bevuto, le ferite le facevano ancora un po’
male, era stanca, era notte… Ma chiedere alla compagna di
fare una pausa non la sfiorò neppure: temeva la sua
reazione, la sua incomprensione, il desiderio della rosa di andare
avanti e di accorciare la distanza che la separava da Konoa pareva
immenso, era ben visibile…e poi sembrava arrabbiata,
un’ira che però teneva nascosta, non voleva
mostrarla, tuttavia c’era, Hinata la percepiva. Quel
sentimento era contro di lei!
Improvvisamente ciò che la Hyuga non voleva sentire giunse
alle sue orecchie:
- Ascoltami, Hinata. Se riuscissimo a sorpassare questo muro di pietra
ci ritroveremo ad un buon punto. E una volta scalato faremo una sosta
per riprenderci, che ne dici?-
La chunin fissava un po’ perplessa l’amica: lei
conosceva benissimo il suo stato di salute, sapeva che non ce
l’avrebbe fatta ad arrampicarsi, la gamba non glielo
permetteva, eppure lei aveva proposto la scalata comunque, come se non
ne fosse consapevole. Le venne spontaneo domandarle:
- Ti ho per caso fatto arrabbiare, Sakura-chan?-
L’Haruno restò con lo sguardo fisso su di lei
senza pronunciar parola: il suo visino amorevole, ma evidentemente
turbato, le diede fastidio; la tenerezza, ma anche l’ ansia
che traspirava da suoi occhietti delicati la fecero ancora di
più innervosire.
- Vuoi ancora una volta rallentare il passo?- esclamò seria
e con tono severo - Possibile che non ce la fai a resistere ancora per
un altro po’?-
Lei sgranò gli occhi intimorita e shockata dal suo
comportamento. Sakura si voltò e abbassò lo
sguardo, pentendosi del suo gesto impulsivo…lei non voleva
dire quelle parole:
- Scusa…- sussurrò timidamente toccandosi la
fronte. Tuttavia non si girò verso di lei, non la
rincuorò abbracciandola, non una parola in
più…anzi cominciò ad arrampicarsi con
leggero sforzo.
Hinata non ci capiva più niente, però quello non
era il momento di stare a riflettere ancora. Strinse i pugni e
alzò la testa al cielo:
– Ti seguo all’istante!- esclamò poi
aggrappandosi con una mano alla prima sporgenza di
quell’aspra rupe.
-Crede che sia giunto il momento di partire?-
- Sì…Itachi ha fatto nuovamente una
sosta…se ci affrettiamo magari arriveremo anche prima che lo
scontro inizi.-
Orochimaru era pronto per raggiungere il luogo che avrebbe ospitato la
battaglia fra i due fratelli Uchiha. Era piuttosto distante dal suo
nuovo rifugio, ma adoperando qualche stratagemma, era convinto che ci
avrebbe messo meno tempo del necessario.
- Le do una mano ad alzarsi?-
- Ce la faccio…Il mio corpo è ancora in buono
stato.-
Le viscide membra vibrarono a quel suo spostamento da seduto in piedi,
i primi segni di debolezza erano evidenti, sembrava essere destinato
alla liquefazione, iniziava a perdere la sua solidità, la
sua compostezza… Osservare quello spettacolo raccapricciante
rendeva nervoso Kabuto, che insistette più di una volta di
andare lui al suo posto, di recuperare il corpo e di portaglielo
immediatamente concluso lo scontro, ma il maestro aveva sempre detto di
no…Voleva essere lui il primo a tastare le tenera pelle di
Sasuke.
Il sudore delle sue mani aveva inumidito parte di quella parete di
roccia alla quale si aggrappava con risolutezza, utilizzando le poche
energie che le erano rimaste. Hinata ansimava da tempo con la testa
appoggiata al muro roccioso: si era fermata, aveva potuto farlo
trovando una piccola protuberanza rocciosa sopra la quale aveva potuto
appoggiare i suoi piedi minuti, doloranti, sofferenti più
che mai. Con le mani e con tutto il corpo,però, era
schiacciata contro la parete, solo in quella posizione non sarebbe
caduta. I lunghi capelli cadevano pesantemente sulle sue spalle,
inumiditi dall’ afosità di quella
notte…segno di un temporale in arrivo, fenomeno che
l’avrebbe messa ancora di più in
difficoltà, un altro ostacolo da superare. Ma lei continuava
a sperare, era ottimista: erano entrambe arrivate parecchio in alto, un
ultimo sforzo e sarebbero sicuramente giunte in cima. Sakura
girò lo sguardo e la chiamò a gran voce:
- Hinata, ci siamo!-
L’Haruno si diede un’ultima spinta e giunse
finalmente sul pianerottolo di terra che segnava la fine di quel
colosso in pietra. Si asciugò il sudore soddisfatta, ma
subito guardò in basso, notando che la compagna era ancora
diversi metri più sotto:
- Tutto bene? Ce la fai?-
Hinata sollevò lentamente la testa accennando un sorriso.
Tutto girava vorticosamente, si trattava sicuramente di un calo di
pressione, le gambe tremarono per un attimo. Pensò comunque
di non farla aspettare, doveva muoversi, non poteva farle perdere
ancora più tempo… Continuò la scalata
alzando prima una mano, poi una gamba, aggrappandosi poi con
l’altra mano e così via… Un metro, un
solo metro la separava dall’amica, ma ancora un giramento di
testa, la vista si oscurò completamente, la gamba non
trovò un appoggio… La Hyuga riuscì a
tirare su la mano, la quale però non si aggrappò
a nulla, ma si limitò a scivolare lungo il muro. Poi tutto
il suo corpo cominciò a scorrere giù, verso il
basso, ma prontamente Sakura afferrò la sua mano.
- H…Hinata, non cedere…-
Ma la ragazza non la sentiva più, la sua mente era occupata
da un rumore acuto, un fischio, un suono fastidioso,
assordante…Gli occhi semichiusi le permettevano di vedere a
stento la compagna che stringeva con forza la sua mano scivolosa, ma
incapace di stringere a sua volta quella della rosa. E scivolava pian
piano, come una goccia di rugiada da una foglia sospesa in alto, sul
ramo di un arbusto verdeggiante.
Improvvisamente Sakura fu scossa da una sensazione ripugnante,
sgradevole, ma che le dava un certo piacere al solo
pensarci… Un amaro che la disgustava, ma che poi la rendeva
lieta…ancora una volta ribrezzo, ma poi una
felicità infinità, un sollievo mai provato prima
di allora, un sapore che sarebbe per sempre rimasto nel suo cuore, ma
che l’avrebbe sicuramente risollevata, resa finalmente libera
da qualsiasi preoccupazione…
“Senza di lei
non avrai più problemi…”
“Ma cosa vado pensando?”
“Cosa
ti costa allentare la presa?”
“No, non posso!”
“Avrai una
rivale di meno…”
“Però così morirà!”
“E
Naruto sarà soltanto tuo…”
L’espressione del viso cambiò di getto: un leggero
sorrisino comparve un po’ forzatamente mentre la voce che
sentiva dentro la sua mente continuava a ripeterle quelle
parole…
“Lasciala!”
Permise alla mano della Hyuga di scivolare definitivamente tirando via
anche il nero guanto che si metteva sempre durante le missioni. Quella
caduta pareva andasse a rallentatore e Sakura osservò fino
all’ultimo il volto della compagnia fino a che non fu
inghiottito dalle tenebre. E poi più nulla: la notte non
permetteva di vedere oltre, solo percepire lo spostamento
d’aria del suo corpo in caduta che si faceva sempre
più debole… L’Haruno era in ginocchio e
continuava a guardare in giù. Le sue labbra si incurvarono,
ma stavolta verso il basso, generando un’espressione di
terrore resa ancora più intensa dal pallido colore della sua
pelle. Era completamente sbiancata e con gli occhi spalancati e
lucidissimi fissava il vuoto. Fino all’ultimo non si rese
conto di ciò che era successo, era come se il suo cervello
si fosse arrestato un attimo, la razionalità che
l’aveva contraddistinta fino a quel momento l’aveva
abbandonata per un istante, un tempo troppo lungo che le aveva permesso
di agire come una squilibrata. Poi tutte quelle immagini, ogni singola
sequenza di ciò che aveva compiuto le ripiombarono alla
mente come tanti flash e una sensazione di rigetto la assalì
all'istante. Si toccò la bocca con la mano tremante, ma
nuda, priva di quel guanto che la compagna aveva trascinato
all’altro mondo; sopraggiunsero i singhiozzi e infine le
lacrime, una pioggia infinità di lacrime brucianti dal
dolore e dalla disperazione. Appoggiò entrambe le mani a
terra e con tutto il fiato che aveva in corpo gridò come mai
aveva fatto:
- HINATA!!!-
Un urlo inquietante che descriveva il suo nuovo tormento, il martirio
più grande…difficile da
tollerare.
Ciao!!! Voilà un nuovo capitolo tutto per voi! Scusate
ancora il ritardo, ma il motivo è sempre
uno...scuola,scuola,scuola! Dopo questo capitolo non so che
tipo di reazioni abbia suscitato,
ma...prima di qualsiasi atto avventato (vede tutte i/le fan di Hinata
armate fino ai denti) aspettate i prossimo capitolo...magari... Va beh,
passo subito ai ringraziamenti^^:
_ Lonely Angel: Salve! Hai dovuto aspettare un po' prima di leggere un
nuovo mio capitolo, ma mi auguro che adesso tu sia contenta! Questi
ultimi giorni sono stata talmente indaffarata che credevo non sarei
riuscita ad aggiornare prima di Natale e invece... Ok, fammi sapere
cosa ne pensi e alla prossima!
_Alechan: Ciao pure a te! Come pensavi tu, Sakura l'ha combinata
proprio grossa stavolta! Per lo champagne non so quanto ne
servirà prossimamente...oddio, spero di non deludere
nessuno! Comunque per quanto riguarda Shippuden su
Italia1............meglio che non faccio commenti -__- Bye!
_crybaby92: Thanks, sono felice che quel cappy ti sia piaciuto! Se ti
va, fami sapere anche cosa nei pensi degli altri! Ciao!!!
Ok, prima di Natale mi rifarò viva...tanto per farvi gli
auguri e lasciarvi un regalino (tutti: che cosa?; me:un nuovo cappy,
ovviamente!;tutti: ah...ke bello...-__-; me:T_T non mi apprezzate
nemmeno un pochino?; tutti:...no!)
XD Va beh, dopo questa me ne vado sul serio!
Bacioni!
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Capitolo 28 *** Quando l'angelo incontra il demonio ***
Lo starnazzare di una coppia di corvi fece sobbalzare il giovane
Uzumaki il quale si voltò di scatto: i neri uccelli si
librarono in volo facendo cadere qualche foglia dell’albero
sopra al quale erano rannicchiati fino a pochi attimi prima. Nonostante
l’oscurità Naruto riuscì a seguirli con
lo sguardo per un certo tratto: si dirigevano nella direzione dalla
quale i due ninja provenivano, verso il punto in cui avevano lasciato
le amiche…già, Sakura e Hinata non
erano più con il gruppo...era da sole, lontane,
chissà se stavano bene…Il biondo era preoccupato,
eppure sapeva benissimo che non correvano alcun pericolo: erano ragazze
in gamba, attente, pronte a tutto…Ma quei due brutti
uccellacci gli avevano messo una strana tensione addosso, un
presentimento inquietante che lo stava distraendo dal suo obiettivo
principale:
- Naruto, ti vuoi dare una mossa?- esclamò Neji seccato e
impaziente di proseguire le indagini.
- Ah, scusami! Andiamo avanti.- e ripresero la corsa verso il luogo
dove l’ultima volta si erano accampati e dove avevano per
l’ultima volta visto il maestro Kakashi.
La rupe di roccia era stata vinta, la sua imponenza non metteva
più timore, ora era stata scavalcata. Ma non vi era alcun
motivo per essere felice, Sakura non lo era affatto. Era pronta per
continuare il viaggio, il sentiero che la fronteggiava era
completamente oscurato, ma non presentava eccessivi pericoli, almeno
questo sembrava… Eppure le sue gambe non volevano muoversi,
ancora tremavano, la sorreggevano a malapena…e cadde
così nuovamente a terra, piangendo lacrime amare, ripetendo
continuamente quel nome:
-Hinata…-
Iniziò a lanciare pugni al suolo, come se fosse lui il vero
colpevole, percuoteva la terra, arida, spoglia del minimo verde, e
versava lacrime, pentita di quel che aveva fatto, incredula per come si
era comportata:
-Sono una stupida! Stupida!!!- e si diede un pugno in pieno viso con
tutta la furia che l’animava. Una macchia scarlatta
sporcò il terreno come del resto pure il suo viso. Il sangue
che usciva dalla bocca non era niente in confronto a quanto avrebbe
voluto sputarne, per punirsi dopo quel lurido gesto che mai nessuno le
avrebbe perdonato. Pensava di tornare indietro per avvertire gli altri
dell’incidente, ma non se la sentiva…con quale
faccia avrebbe potuto farlo? Come avrebbe spiegato il motivo di quel
comportamento? Solo perché era gelosa? Ma se nemmeno sapeva
come stavano realmente le cose! Chi le aveva detto che lei e
Naruto… No, non capiva più niente.
Confusa e spaventata corse via tra le ombre di quel sentiero, ignara di
cosa avrebbe fatto e dove sarebbe andata…
Notte oramai fonda, ma il sole non era lontano dal sorgere. Quel
pensiero lo angustiava. A lui la luce solare non era mai piaciuta.
Preferiva l’oscurità, che infondeva in lui
emozioni varie, di solitudine, di eterno abbandono…e poi gli
permetteva di rimanere nascosto, invisibile, lontano da tutto e da
tutti. Ma vi era sempre il chiarore lunare, delicato, magico, che gli
donava pace e serenità…cose che lui per niente
meritava. Egli stesso credeva di non esserne degno, dopo tutto quello
che era successo; non voleva più godere di quella delizia
che il buon Dio aveva donato agli uomini, perché le sue mani
si erano imbrattate di troppi delitti; sapeva di non avere il diritto
di provare ancora gioia,era un sentimento troppo umano… e
lui non lo era. Spostò i capelli corvini da davanti gli
occhi rivolgendo lo sguardo alla larga dalla luna, che di nuovo lo
aveva magnetizzato, ripensando a quella notte di terrore, quando le
strade si dipinsero di rosso, quando gli urli sostituirono il canto
armonioso delle cicale, quando la sua vita ebbe fine…E poi
rivedeva quel bambinetto in lacrime, incredulo di quello che era
capitato, impaurito, ma già ardente di furia e di voglia di
vendetta. Il suo desiderio stava per avverarsi. Udì un
ululato, distante però chiaro: segnale di avvertimento, un
richiamo…gli altri lo stavano per venire a prendere. Ne
diede una conferma il dolore incredibile al petto che lo fece
barcollare per poi farlo accostare alla nuda parete di roccia, contro
la quale riposava già un’altra persona.
Tossì nuovamente sangue dello stesso colore dei suoi occhi;
fissò la mano sporca e poi rimirò il cielo
supplicandoli ancora una volta di dargli solamente un altro
po’ di tempo, solo un giorno per poter rivedere il fratello e
consegnargli ciò che aveva di più prezioso.
Itachi si voltò lentamente mentre si copriva il viso con il
suo lungo mantello. La dormiente fanciulla accanto a lui stava
riaprendo gli occhi. La ragazza gemette al solo girare la testa per
capire dove si trovava. Ancora era tutto sfocato, ancora un
po’ nero, tutto ancora sembrava ruotare intorno a
lei…e non si accorse della figura nemica che la fissava con
freddezza. Ma quando la vista tornò, l’incontro
dei suoi amabili occhi con quelli agghiaccianti dell’altro le
fece spalancare la bocca e tremare tutta. Una sensazione di gelo la
investì, i brividi si moltiplicavano a mano a mano che lei
continuava a guardarlo, avrebbe tanto voluto distogliere lo sguardo, ma
era troppo intenso, troppo travolgente. In quel momento nulla
passò per la sua testa, solo quando il ragazzo
batté le ciglia la sua mente ricominciò a
ragionare: la stessa espressione, una somiglianza
incredibile…oppure era davvero lui? Spontaneamente, senza
pensarci troppo, sussurrò quel nome, una sola parola, ma
pronunciata con sforzo, con incredulità, con tanta paura
nell’animo:
- S…Sasuke…?-
Il sentir nominare suo fratello lo fece convincere che quella ragazza
era veramente di Konoa, come era ben evidente dal coprifronte legato
intorno al collo. Per di più conosceva Sasuke, si trattava
allora di una sua compagna, un’amica, ma lui non poteva
considerarla tale. Non le rispose, non un cenno, impassibile seguitava
a fissarla. Non ci volle molto per far cambiare idea alla ragazza: no,
non poteva essere lui. Ora che lo osservava meglio, era somigliante
all’Uchiha, però si trattava di un’altra
persona. Vide poi il suo abito, quelle nuvole, il nemico! Tremava,
tremava, si vergognava terribilmente del terrore che dimostrava di
avere, ma era inerme, da sola, con la morte di fronte ai proprio
occhi…E lui la scrutava ancora divertito, un povero
agnellino indifeso abbandonato da tutti, lasciato sotto le grinfie del
lupo cattivo che era pronto per mangiarselo…
Ma i temibili occhi del lupo divennero poi quasi docili, ripensando
alla situazione di colei che lo fronteggiava e con tono serio la
interrogò sul perché era stata
allontanata…lui aveva visto tutta la scena:
- La tua amica ti ha lasciata andare di proposito…lo sai
questo?-
Lei sbiancò. Il calo improvviso della vista accompagnato dal
gran senso di debolezza non le avevano permesso di capire cosa era
successo. Solamente qualche ricordo confuso, la fatica del corpo, il
viso della compagna che le diceva di non cedere…
- Non è vero! Tu menti!-
Riaffiorò nuovamente la sua grinta nascosta, ma che si
spense subito dopo ricordando la sua situazione:
- Lei voleva salvarmi…- mormorò con il dubbio che
iniziava ad assalirla
- Perché non è qui, dunque? Perché non
è venuta a cercarti? -
- Lei non…- il pianto stava per sopraggiungere, ma lei
doveva essere forte, doveva resistere. Si accorse che ancora stringeva
tra le mani il guanto nero dell’amica, sporco di terra e di
sudore. E poi la domanda che il suo interlocutore mai avrebbe voluto
sentire arrivò:
- E tu allora perché mi hai salvata?- la testa che fino a
quel momento aveva tenuta abbassata si levò e i suoi occhi
limpidi per le lacrime incontrarono i tetri del nemico.
Il motivo per cui l’aveva recuperata? Nemmeno lui lo
conosceva. Si trovava per caso là, passeggiava per la sua
strada, incurante di ciò che lo circondava…Ma
quando vide quel corpo precipitare a poca distanza da lui si
sentì in obbligo di fare qualcosa. In quel frangente la sua
parte umana era ritornata improvvisamente a galla…dopo tanto
tempo il demone era tornato un uomo. Forse aveva agito per istinto,
forse per curiosità, sapeva comunque di aver commesso una
grossa sciocchezza. Ora aveva una seccatura alla quale doveva dare una
risposta, un nuovo scoglio che gli stava facendo solo perdere
tempo…Lui aveva fretta: il tempo a disposizione stava per
scadere, i suoi “confratelli” erano vicini, pronti
per portarlo nel loro regno, luogo dove avrebbe risieduto per
sempre… Con gesto rapido le voltò le spalle e
fece per andarsene:
- Fermati! Non posso lasciarti andare!-
Lui si arrestò, girandosi nuovamente verso la giovane,
puntandole contro il suo sguardo assatanato, rosso di collera, rosso di
malvagità….oppure no…era solo lo
Sharingan che trasmetteva quell’orribile sensazione. Secondo
lei era così. Fu per questo che senza più timore
si alzò da terra con sforzo, gemendo per le ferite non del
tutto guarite.
- Voi volete far del male a Naruto…io non posso
permettervelo!-
Soffocò poi un altro lamento, toccandosi il braccio
dolorante:
- E poi…gli ho promesso che lo avrei aiutato…lo
aiuterò a portare indietro Sasuke…-
Il moro notò la sua determinazione, ma non avrebbe mai
potuto farcela in quelle condizioni: quell’esile corpo
avrebbe ceduto presto, la pelle era troppo nivea, il tremolio delle
mani e delle gambe ne erano la conferma. Eppure aveva ancora la forza
di stare in piedi, di ostacolare un nemico tanto
temuto…perché aveva ben capito chi le si trovava
di fronte: la somiglianza con Sasuke era netta, lo Sharingan una
conferma, era lui, un ricercato di livello
S…l’unico superstite del clan Uchiha.
- l’Uzumaki non è la mia priorità, non
più…-
Una frase che la spaccò in due per lo stupore,
spalancò talmente tanto gli occhi che le lacrime che
tratteneva a stento fuoriuscirono rapidamente, marcando il suo pallido
viso incredulo.
- Sasuke, ecco chi cerco. Voglio incontrarlo prima della
fine…-
- Tuo fratello…vuoi uccidere pure lui?- chiese con voce
tremolante accennando un passo in avanti.
Il silenzio li divideva. L’inquietudine in quel momento
assalì la ragazza, una morsa dolorosa per
quell’attesa di udire la sua risposta la stava torturando.
Socchiuse per un secondo gli occhi cercando di riprendere il controllo,
ma poi si sentì stringere fortemente la spalla e il suo
corpo fu sbattuto addosso al muro roccioso dietro di lei. Itachi
l’aveva afferrata, una presa dalla quale non sarebbe mai
potuta sfuggire. Tenne gli occhi chiusi, il più a lungo che
poté, ma poco dopo avvertì il suo respiro gelido
al collo e la sua voce bassa, cupa, ma allo stesso tempo
così sensuale:
- Guardami… - le sussurrò ad un orecchio per poi
appoggiare la sua fronte con quella di lei
La poverina non tremava più, ma il terrore ancora persisteva
nel suo animo…la sua ora era giunta. Ma le bastò
aprire gli occhi per capire che si sbagliava.
-
Quale è il tuo nome?-
Mai, mai lo aveva domandato alle sue vittime, un quesito insolito,
insensato… dopotutto perché un assassino avrebbe
dovuto chiedere una cosa del genere alla persona che stava per
uccidere?
- Hinata…- rispose, fissando quegli specchi di sangue.
- Hinata…Aiuta Sasuke a fuggire da questo
incubo…-
Fu così che attivò una delle sue tecniche. Le
illusioni erano il suo cavallo di battaglia. Facendola entrare nel
mondo dell’illusione osservò come le sue palpebre
si chiusero lentamente e pure le lunghe ciglia che resero quel
movimento più soave e musicale. Appoggiò le sue
membra con delicatezza contro la nuda roccia, sfiorandole i capelli che
coprirono in parte le sue guance arrossate. Subito dopo si
allontanò senza indugiare nella direzione dalla quale era
venuto, per poter informare il compagno che la meta era
pressoché raggiunta. Il lieve calore dei primi raggi solari
colpì il nero mantello dell’Uchiha il quale si
sentì in obbligo di arrestarsi per ammirare
l’alba, l’ultima che sicuramente avrebbe visto.
Infatti i suoi confratelli erano oramai alle porte, pronti a portarlo
via, le loro ombre funeste già facevano capolino insieme a
quelle dei primi animali svegliatisi e il loro richiamo echeggiava in
quello spazio deserto, dimenticato da tutti.
- Datemi solo un altro giorno…- mormorò
nuovamente mirando il sole d’orato che stava per sorgere.
Quando il sole avrebbe raggiunto il punto più alto, quando
avrebbe rischiarato tutta la piana desolata…ecco, sarebbe
stata la stella più luminosa a dare il via alla
battaglia!
Voilà, l’ultimo capitolo prima del nuovo anno! Mi
auguro vi sia piaciuto. Saluti grandissimi a tutti coloro che hanno la
mia fanfiction tra preferiti o che comunque la leggono e in particolar
modo a:
_Alechan: Ciaoooooooo!!! Ok, con l’ultimo capitolo ho proprio
portato Sakura all’ultimo gradino della tua lista nera,
immagino… Ma chissà che non ritorni
su… Ti mando un bacione e buone feste!
_EroSennin425: Ehilà! Non ti preoccupare per le recensioni,
so bene cosa significa essere stracarichi di cose da fare. Mi auguro
comunque che continui a legggere la mia fic ^_^. Tanti auguri di buone
feste!
_fenix of innocence: Scommetto che questo capitolo ti è
paiciuto (vero? *trema impaurita della risposta*). Va beh, fammi
sapere! E ancora tanti auguri!!!
_Lonely Angel: Oh God, ho paura di far morire qualcuno con tutti i
colpi di scena che aggiungo a questa storia. Comunque ora Hinata sta
bene... Ma…sarà veramente al sicuro? A te sta
scoprirlo con i prossimi chappy! Buone feste!
Va bene, che dire se non augurarvi un buonissimo Natale, un felicissimo
Anno Nuovo e anche una bella Epifania (anche se penso che ci
“rivedremo” prima) e ancora grazie mille a tutti.
Vi voglio bene!
Mewpower
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Capitolo 29 *** Lo scontro tra i due Uchiha ***
- L’ultima volta che lo abbiamo visto è stato qui,
giusto?-
Neji e Naruto si trovavano esattamente nel punto in cui avevano sostato
l’ultima volta, prima dello scontro con Deidara e il
compagno…
- Esatto. E poi si è diretto da quella parte. -
L’Uzumaki indicò con il dito una stradina di
ghiaia che si inoltrava verso il centro della foresta. I due
così ripartirono nuovamente. Quella notte non avevano
riposato per niente: per poter raggiungere la loro meta il
più in fretta che potevano avevano pensato di non fermarsi
mai, ma di proseguire con passo veloce, se non addirittura correndo, in
quei tratti più facilmente percorribili. Il fatto era che
entrambi erano preoccupati per la sorte del jonin
scomparso…ma c’era pure un altro motivo. Il
pensiero di aver lasciato le ragazze, li assillava duramente. Hinata
non era ancora in ottima forma…quelli
dell’Akatsuki avrebbero potuto
approfittarne…c’era ancora Deidara in
circolazione… Era ben evidente che Naruto stesse con la
testa fra le nuvole: aveva in corpo uno strano presentimento, qualcosa
non filava… Si arrestò di nuovo guardando la
parte del sentiero appena percorso:
- Naruto, cosa c’è?- gli
domandò Neji anche se aveva già intuito a cosa
pensasse
- Ho paura…- mormorò -…temo che sia
successo qualcosa…-
Lo Hyuga fissò il biondo notando quanto stringesse i pugni,
la sua percezione doveva essere davvero forte.
- Però ora dovrebbero trovarsi al Villaggio della
Roccia…non dovrebbero esserci problemi. -
Naruto era sempre più convinto a tornare indietro.
-Temi per le condizioni di Hinata, giusto?-
Ma lui continuava a fissare il tragitto ancora cosparso delle loro
impronte.
- Io…molto più di te!-
Partì spedito saltando da un ramo all’altro, dopo
aver pronunciato quelle parole. L’Uzumaki si era voltato di
scatto un po’ sorpreso, non tanto per essere stato lasciato
indietro, quanto per ciò che aveva detto… Durante
la sua lontananza da Konoa erano cambiate parecchie cose,
quell’affermazione era l’ennesima prova. Fece un
rapido scatto raggiungendo il compagno, ma senza aggiungere niente: non
voleva distrarlo ora che aveva attivato il Byakugan.
Sudore, gocce fastidiosissime di sudore scorrevano lungo il collo
dell’Uchiha, che attendeva impaziente l’arrivo del
fratello da circa un giorno. Era convinto che sarebbe arrivato presto,
molto presto, aveva una strana sensazione di frenesia addosso. Non
avrebbe tardato a raggiungerlo. Il sole batteva forte, rovente, era ben
alto nel cielo e i raggi solari colpivano aspramente la pelle del
giovane, quasi per cercare di bruciarla…
Un soffio improvviso di vento fece alzare della sabbia, facendola
ballare vorticosamente accompagnata da dei secchi fili d’erba
che probabilmente erano rimasti fino ad allora coperti da quel velo
d’orato di scaglie di roccia e rena. Sasuke ruotò
lo sguardo accennando ad un sorriso maligno:
- Finalmente…-
Un’unica parola pronunciata con tutto l’appetito
che aveva, fame di carne, voglia di poterla afferrare per poterla
squarciare e gustare il momento in cui gli avvoltoi sarebbero
sicuramente intervenuti per partecipare attivamente al
banchetto…lui si sarebbe limitato a servirgliela e ad
osservare la scena. Momento bramato da sempre, il motivo per cui ancora
continuava a vivere, il suo scopo era proprio quello di vederlo
esanime, lì, subito, senza perder altro tempo.
Sfoderò la spada che portava dietro la schiena e la
accostò a sé da una parte. Abbassò il
capo per poterla vedere per l’ultima volta pulita, anche se
leggermente opaca… L’avrebbe macchiata con il suo
sangue, il turpe sangue del fratello e mai più
l’avrebbe lavata…aveva intenzione di lasciare
quella traccia per sempre, come lì pure nella sua mente,
assaporare ogni minimo istante e poi infilzarlo, infilzarlo ancora, il
colpo finale l’avrebbe sferrato con quella. A quel punto la
buttò a terra e si rivolse all’altro che era
rimasto immobile ad osservare la scena, cupo, con
quell’espressione imperturbabile che lo caratterizzava:
- Combatteremo con le stesse armi…il mio Sharingan contro il
tuo Sharingan!-
Si scagliò contro il fratello e una seconda folata asciutta
investì il campo di battaglia: il mantello di Itachi
ondeggiò violentemente e sembrò quasi abbracciare
il fratello che tentò di sganciare un pugno diretto al suo
viso. Mossa quasi impulsiva, troppo diretta, sapeva che non
l’avrebbe mai colpito con un attacco del genere, ma si era
lasciato prendere dalla foga, dall’eccitazione di averlo
davanti, sicuro di come sarebbe andata a finire. Itachi lo
schivò facilmente provando a sua volta a colpirlo con un
calcio, ma erano nuovamente l’uno molto distante
dall’altro. A quel punto i neri occhi di Sasuke iniziarono a
tingersi di un altro colore:
Sharingan attivato! Il ragazzo si guardò bene
intorno premeditando un nuovo attacco…La cosa strana era che
il fratello non si era ancora fatto avanti…sembrava
pensieroso, poco concentrato… Decise di sfruttare
l’occasione: fingendo di volerlo attaccare di nuovo
direttamente gli saltò addosso accerchiandolo con molte sue
copie. I movimenti di Itachi erano perfetti, difficili da prevedere
nonostante l’abilità vantata dal loro clan,
impossibile coglierlo di sorpresa. Una volta creduto essersi sbarazzato
di tutte le copie il maggiore fra i due squadrò
l’altro dicendo:
- Se continui così non avrai alcuna
possibilità…- ma fu a quel punto che si
sentì intrappolare le braccia e avvolgere i fianchi. Fili e
fili attaccati a shuriken e kunai lo bloccavano interamente:
- Questo non è niente…- Sasuke osservava
divertito la scena. Finalmente vedeva suo fratello in
difficoltà, caduto in una tecnica assolutamente
banale… - Vediamo come te la cavi –
Gli corse incontro sussurrando alcune parole:
- Tecnica del drago di fuoco…-
Prontissimo a sfoderare tutta la sua collera, a sputare tutto il fuoco
che da anni bruciava la sua anima…eppure era ancora troppo
presto…troppo bello per essere vero.
Flash, fu come un flash: in meno di un secondo Sasuke si
ritrovò legato, avvolto dai suoi stessi fili, che fino a
poco prima cingevano il fratello. Lo maledisse dentro di sé,
esaminandolo mentre si avvicinava verso di lui. Una sostituzione aveva
rovesciato tutto, Itachi libero di fare ciò che voleva e
l’altro Uchiha in trappola…
“ Vuole usare…” Sasuke aveva previsto
cosa avesse intenzione di fare. Itachi si accostò a lui e lo
afferrò per i capelli:
- Possibile che ci caschi sempre?-
Non era la prima volta
che lo metteva in quelle condizioni: prima dello sterminio del clan i
due fratelli avevano a volte del tempo da trascorrere insieme: Sasuke
chiedeva continuamente al fratello di farlo allenare o di scontrarsi
con lui…piccoli duelli…nulla di
pericoloso…anche perché il piccolo Uchiha sapeva
bene che il fratello era un tipo che non ci andava leggero…
Un giorno pensarono di lottare: uno scontro di pochi minuti, giusto
quel poco che serviva per convincere il fratellino testardo che ancora
non era in grado di battersi seriamente… Sasuke lo aveva
messo con le spalle addosso ad un albero; stranamente Itachi si
mostrava poco energico e lui ne voleva approfittare: lo aveva legato
con dei fili agganciati intorno a degli shuriken…Itachi non
si era ribellato. A quel punto gli corse incontro per poterlo colpire
direttamente, ma fatti pochi passi si ritrovò fissato
all’albero circondato dai suoi stessi fili…
Questo ricordo che credeva di aver cancellato gli ripiombò
nella mente dopo quelle parole… Rabbrividì e si
diede dello stupido: cadere nello stesso trucchetto…si era
fatto prendere troppo dalla smania di voler concludere lo scontro il
più in fretta possibile… Avrebbe poi trascorso
molto più tempo ad assistere alle sue sofferenze
finali…perché lui voleva esserci al momento in
cui avrebbe spirato…ci avrebbe pensato il tempo a
consumarlo, sarebbe morto lentamente, in seguito ai duri colpi da lui
inflitti, naturalmente… Ma non era quello il momento di
pensare già alla conclusione: se non si fosse liberato
avrebbe di sicuro subito lui quella fine. Itachi lo aveva in pugno e
non esitò un altro istante a usare lo Sharingan ipnotico:
- Tecnica della luna
insanguinata -
Una tecnica che avrebbe fatto tremare chiunque, famosa, conosciuta per
gli orribili effetti che danno sulla vittima…eppure Sasuke
non sembrava impaurito, bensì felice di riprovare
quell’emozionante viaggio nella mente del fratello:
- Non mi deludere, Itachi!- affermò sogghignando e
socchiudendo gli occhi. Imperturbabile, saldo nella convinzione che
questa volta non avrebbe ceduto: il suo Sharingan non gli
incuteva più timore.
Ehilà! Sono ritornata! L’ultima volta devo aver
messo paura a qualcuno, poiché credevate che avessi svelato
il paring…ma in realtà non è
così (c’è già
un’altra mia fan fiction con questa coppia sarebbe monotono
parlare della stessa pure qui). Ancora bisognerà aspettare
qualche altro capitolo per poterlo sapere (me ancora intimorita di
deludere qualcuno…)
Comunque mando un bacione a tutti coloro che stanno leggendo la mia
storia e che l’hanno inserita anche tra i loro preferiti e in
particolare:
_Alechan
_EroSennin425
_Fenix of innocence
_Loonely Angel
…che mi fanno sempre i complimenti, anche se non ne merito.
Scusate, ma il mio tempo oggi è super limitato! Ancora
grazie e alla prossima!
Mewpower
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Capitolo 30 *** Illusione rosso sangue ***
Quando il cielo si macchia di rosso e la luna sembra morire…
Nuvole nere che viaggiavano in uno specchio di sangue assistevano
l’Uchiha minore avanzante per quelle vie oramai deserte. Le
strade che percorreva quasi sempre per andare a scuola, percorsi visti
e rivisti, sentieri bui e tetri di notte, ma che donavano a lui tanti
ricordi della sua vita infantile, quando tutti ancora
c’erano, quando tutti ancora lo salutavano, quando tutti
erano ancora vivi… Camminava per quelle vie dove una volta
il clan Uchiha abitava e trascorreva in pace la propria esistenza, una
quiete che sarebbe durata in eterno, un’armonia rotta dal
sopraggiungere di uno di loro, un traditore che altro non voleva che
portare dolore.
Si morse con forza il labbro inferiore ripensando a quel giorno di
morte e di assoluta desolazione, ripetendosi ancora una volta la
promessa che si era fatto:
- Mi vendicherò e ti farò provare tutta la
sofferenza che hai fatto patire ad ogni tua singola vittima; avrai
paura, soffrirai e sentirai quanto sarà amaro sputare il
proprio sangue …Ma soprattutto la pagherai per avermi
lasciato in vita solo per tua pura perfidia…capirai il tuo
errore.-
Ripeteva ancora questo ritornello nella sua mente e continuava a
vagabondare senza una meta, finché non scorse qualcuno
correre velocemente, si trattava di un ragazzino. Preso dalla
curiosità lo seguì di nascosto già
sapendo a cosa andava incontro. Riconobbe la strada, ma soprattutto
riconobbe quel bambino, capelli corvini, occhi del suo stesso colore,
ancora ingenui, ancora inconsapevoli…
Si ritrovò a casa sua, da quanto tempo ne era rimasto
lontano… Ma non si lasciò intrappolare nuovamente
dai ricordi, non voleva stare ancora più male, non poteva
mostrarsi debole proprio ora che si trovava nella mente del fratello,
non doveva affliggersi ulteriormente… non voleva dargli
quell’ennesima soddisfazione! Per questo rimase impassibile,
freddo, al solo rivedere quella scena, quando lui da bambino apriva
quella porta e assisteva allo spettacolo di sangue offerto da Itachi: i
suoi genitori a terra, lui tremante e l’altro Uchiha, il
responsabile della strage, di fronte a lui…
-Perché lo
hai fatto?-
Se lo ripeté in continuazione quella notte.
- Perché,
fratello?- il bambino era incredulo, con gli occhi
sbarrati.
Sasuke sembrava non esserne colpito per niente. L’unico
pensiero che lo toccava era quello di
uscire da lì, da quel flashback, solo per poterlo ammazzare.
E assistette nuovamente alla sua fuga, alle sue lacrime e
rimembrò come la paura lo assalì quando se lo
ritrovò davanti, stare a pochi passi dalla morte:
-Non
uccidermi…-
L’umiliazione di aver detto quelle parole lo portò
a mordersi il labbro di nuovo. E ancora quella promessa che si era
fatto balenò nella sua testa, scuotendolo tutto e animando
ancora di più il desiderio di vendetta. E riudire quelle
parole, quelle appiccicose e tetre del fratello, prima che scomparisse,
prima che se ne andasse per sempre dal suo luogo natio:
-Scappa,
fuggi…-
Lo malediva ancora…il risentimento lo stava avvolgendo ancor
maggiormente, una sensazione che quel giorno invece era sostituita dal
terrore.
- E quando avrai i miei
stessi occhi, torna da me!-
Ora li possedeva, era giunto il momento…perché
non si faceva avanti, allora? Lui era pronto, mancava soltanto che
Itachi si facesse avanti…
Ad un improvviso soffio di vento seguì un rumore di passi
che fece voltare Sasuke con una smorfia schifata in volto:
- Sei un gran bastardo -
Itachi sorrise socchiudendo gli occhi per poi puntarli nuovamente verso
il fratello.
- Volevo che tutte le emozioni di quella notte riaffiorassero in
te… Ora tutto il tuo odio è finalmente venuto a
galla…e sei pronto a combattere…-
Tutto sbiadì all’improvviso: le case, la luna, i
morti per le strade… Erano tornati alla realtà,
nella piana deserta, dove nessuno li avrebbe disturbati.
- Hai finito? – chiese scocciato Sasuke –Io voglio
riprendere…-
Itachi non gli diede una risposta, si limitò a mettersi in
posizione accennandogli di farsi avanti.
Neji spostò lo sguardo verso il compagno, stanco e
indebolito: avevano cercato in lungo e in largo, avevano guardato
ovunque, ma nemmeno una minima traccia del sensei, volatilizzato nel
nulla. Era duro ammetterlo, ma non c’erano più
speranze. Loro si erano sforzati con tutto se stessi, avevano faticato,
avevano patito, avevano persino lasciato una parte del gruppo da sola
per poter effettuare quelle dannate ricerche…che non avevano
avuto la conclusione sperata. Lo Hyuga fissò a lungo il
biondo, come lui stremato, ma ancora convinto di riuscire
nell’impresa:
- Naruto, arrendiamoci…-
Quella frase lo infastidì non poco: lui non poteva
arrendersi, mai lo aveva fatto. Guardandolo intensamente con
espressione seria e profonda Naruto si limitò a scuotere la
testa, per poi abbassarla e riflettere dove sarebbe potuto andare a
cercare…
- Mi dispiace…-
Gli mise una mano sulla spalla rimirando i suoi occhi blu mare che
ardevano ancora di fuoco, per nulla rassegnati, ancora convinti di
poter andare avanti…Fiamme che si sarebbero spente poco dopo
al solo parlare dell’amico:
- Cerchiamo almeno di fare in modo che non succeda nulla alle
ragazze…-
Riaffiorò la preoccupazione che per un attimo era stata
accantonata: Sakura e Hinata erano lontane, una di loro per di
più ferita, forse avevano bisogno di loro…no, ne
era convinto. Quel presentimento di pericolo era tornato a farsi
sentire, era successo qualcosa.
Si grattò il capo sospirando un “Va
bene” che rese Neji più sollevato,
poiché era ardentemente desideroso di tornare da lei, dalla
cugina ora distante, per poterla riportare a casa e poi
parlarle…quante cose doveva dirle! I due si rimisero in
viaggio ricominciando a percorrere la strada dalla quale provenivano,
una strada ancora bagnata del loro sudore, una via faticosa, dura, che
trasmetteva da una parte una vena di amarezza, ma dall’altra
una vena di fiducia e di ottimismo per il domani. L’Uzumaki
si voltò ancora una volta scrutando la radura dalla quale si
allontanavano, contornata dal verdeggiante fogliame illuminato
debolmente dai raggi solari, che erano in grado di filtrare dalla fitte
chiome degli arbusti più alti:
- Addio, maestro…- mormorò quelle flebili parole
cercando di trattenere la commozione per quella cara persona creduta
perduta.
L’aria che si respirava avrebbe stroncato chiunque.
L’afa e l’alta temperatura rendeva tutto
più difficile, l’ossigeno sembrava essere
sull’orlo dell’esaurimento, la polvere alzata dallo
strisciare dei piedi dei combattenti riduceva il raggio entro
il quale era possibile scorgere i movimenti dell’uno e
dell’altro combattente. Sasuke teneva testa al fratello senza
dover ricorrere a chissà quali tecniche, ma la voglia di
testare il suo Mangekyou
Sharingan lo assaliva follemente. Però Itachi
era un tipo che non si sarebbe fatto cogliere alla sprovvista
facilmente, farlo cadere in quella tecnica non era impresa da poco.
Un’ idea rischiosa gli passò per la mente, un
piano che sarebbe potuto riuscire…ne era sicuro, sapeva di
essere in grado di contrastare lo Sharingan dell’avversario.
Così fece uno scatto verso di lui provando a colpirlo con un
pugno. Mossa inutile, alquanto sciocca. Itachi parò il colpo
tentando di attaccarlo a sua volta: una serie di colpi veloci e precisi
vennero parati per poi essere di nuovo lanciati. Pareva che si
eguagliassero, la forza fisica non mancava loro di certo. Quando
però Sasuke fu capace di svincolarsi sfoderò una
tecnica che il fratello conosceva bene:
- Tecnica della palla di fuoco suprema!-
Da una prima scintilla una fiammata di dimensioni stratosferiche
apparve sotto gli occhi di Itachi che si trovava troppo vicino, la poca
distanza che lo separava dall’’altro non gli
avrebbe permesso di parare il colpo. Inghiottito dalle fiamme Itachi
scomparve dietro quello sfondo rosso acceso che perdurò fino
a quando Sasuke non cessò di soffiare. Strizzò
gli occhi: la luce generata dal fuoco era stata davvero forte e inoltre
il sole brillava proprio di fronte a lui impedendogli di vedere al
meglio. Nonostante tutto notò che del fratello non
c’era rimasta traccia, nemmeno un minimo segno. Ma avvertendo
un lieve rumore alle sue spalle, si girò di scatto senza
fare in tempo a schivare la presa dell’altro Uchiha:
- Vuoi proprio morire allora…- gli disse fissandolo e
tenendolo ancorato al suolo.
Sasuke non si ribellò affatto, anzi era proprio questo
ciò che attendeva: cadere nell’arte illusoria
dell’altro…solo così poteva dimostrare
quanto fosse diventato forte. Itachi si diede subito da fare attivando
lo Sharingan Ipnotico:
- Stavolta non ne uscirai illeso…-
- Fai pure…- intervenne poi l’Uchiha minore
– e preparati a morire-.
In una frazione di secondo Sasuke si ritrovò scaraventato in
un'altra dimensione, composta da solo luce rossa, proveniente dalla
spettrale luna dello stello colore. Il terreno era cosparso di croci
nere, inquietanti, mezzi di tortura usati per le vittime.
Stranamente però lui non si trovava legato ad una di quelle,
ma ne era completamente circondato. Inoltre sembrava che per lui non ci
fosse più posto: ad ogni croce era incatenata una persona,
tutti suoi conoscenti…Credeva di poterlo ancora far soffrire
facendo assistere alla loro morte. Il solito e stupido giochetto.
Questa volta non vi erano soltanto i famigliari: tra di loro scorse
anche un’altra figura, che non poteva più
considerare amica…Nonostante tutti fossero colorati in nero,
lui riconobbe immediatamente quella buffa testa arruffata, quei
vestiti, quei segni sul viso…L’ex compagno di
missioni, era stato scelto pure lui dal fratello come prossimo capro
espiatorio, ma Sasuke oramai non sembrava mostrare alcun accenno di
dispiacere. Alla fine si era trasformato, era diventato come lui:
freddo, distaccato, eternamente cupo e insensibile. In
quell’attimo avvertì il sopraggiungere di qualcuno
alle spalle e una gelida lama gli toccò il collo:
- Bravo…-
Era chiaro chi fosse.
- La sete di sangue ti anima…mi piace.-
Come pensava non poteva muoversi, tutto il suo corpo si era trasformato
in un macigno.
- Sei cresciuto fratellino…adesso queste non servono
più.-
Tutte le immagini di fronte a lui scomparvero all’improvviso.
Ora rimanevano solo lui, il fratello e laluna.
Avvertì come la lama strisciò fino a lasciare il
suo collo, una sensazione sgradevole che avrebbe messo i brividi a
chiunque, ma non a Sasuke. Era pronto e deciso ad affrontare il peggio.
Dopo pochi secondi il fiato gli mancò di colpo portandolo a
spalancare la bocca senza il minimo lamento. Il suo nero corpo era
rimasto immobile naturalmente, solo un fiume dello stesso colore dava
dinamicità alla scena, scorrendo dal braccio fino ai piedi,
macchiando così il terreno scarlatto di un liquido
stomachevole e dal cattivo odore. Si rese conto che poteva muovere
anche gli occhi e si accertò quindi di ciò che
era successo: una fessura alla spalla, uno squarcio per nulla modesto,
la prima ferita, la prima soddisfazione per Itachi. Un dolore acuto lo
colpì subito dopo in corrispondenza di una gamba: stavolta
ci aveva messo davvero forza e sentì molto bene come la lama
fosse penetrata accuratamente, girando una, due volte per dare maggior
enfasi a quell’entrata. Forse vergognandosi di essersi
introdotta così sgarbatamente in un corpo estraneo,
l’arma affilata si ritirò lentamente procurando
maggior sofferenza, prolungando il tormento di quella perforazione.
Sasuke strinse i denti, ma senza lagnarsi, alternando lunghi respiri
per non perdere il controllo. Itachi mirava la scena compiaciuto,
convinto che avrebbe ceduto presto. Gli si mise davanti pronunciando
poche parole prima del colpo più doloroso:
- Resisterai pure a questo?-
Con impeto infilò la lama tagliente in corrispondenza dello
stomaco facendo sgranare gli occhi al fratello inerme ancora con la
bocca spalancata, ma senza mostrare cedimento. Un filo di sangue
cominciò a fuoriuscire dalla bocca della vittima mentre il
ventre sembrava deformarsi al solo girare dell’arma su
sé stessa. Quando tutta fu fuori Itachi rimirò il
sangue che la sporcava mostrandosi soddisfatto e infine
spostò lo sguardo sul fratellino per provocarlo
maggiormente. Ciò che invece poté vedere fu
l’inquietante e strano sorrisino dell’Uchiha.
Sasuke mosse gli occhi al cielo dando sfogo all’
irrefrenabile bramosia che aveva, sogghignando malignamente, nonostante
la sua situazione e le sue condizioni…ma era tutto previsto.
Itachi aspettò che lui gli desse una risposta di quel
comportamento stravagante e alla fine:
- Secondo te…- mormorò Sasuke – tu
saresti in grado di resistere…a questo mio stesso dolore?-
Domanda che lo stroncò di botto, facendolo subito capire,
sapeva cosa stava per succedere, ma bastò meno di un secondo
che la scena si rivoltò completamente a svantaggio del
maggiore degli Uchiha.
Eccomi di nuovo!!! Finalmente, non ce la facevo più a stare
lontano da tutti voi! Ma ora posso finalmente pubblicare
il…cosa?! Sono stupefatta… Già il
trentesimo capitolo?
Va beh, meglio passare ai saluti:
akatsukina fur immer
Alechan
AmyGoku
bleachnaruto
ChibiGoku
crybaby92
Crystal Alchemist
danachan94
dcran
EroSennin425
ery twohands
GoHaN
Helkamirie
Hinata1992
HoneyDei
ila_sabaku
kaitlee90
Keru
Kirachan95
Kirara_chan
kuroda9540
Lebron
Lele 91
Liby_chan
Lisa Kanzaki
Lonely Angel
magic_girl95
naruxhina
Nilan
PetaloDiCiliegio
sakuraehinata
sandgaara
sonny
Targul
titans
trasgressione93
Tsukiyama
__JUN__
…ma un ringraziamento particolare va a:
_EroSennin425: Hinata,dici? No, non è con lui, pare proprio
che l’ha lasciata in quella caverna…ma
chissà se non apparirà in seguito…
Grazie ancora per i complimenti, sei troppo gentile^ ^. Fammi sapere
come ti sembra questo cappy! Bye,bye!
_ Fenix of innocence: Hihihihihi! Prima di conoscere il paring finale
dovrai aspettare un altro po’…ma non ci
vorrà tanto! Alla prossima!
_Lonely Angel: Il duello fra i due Uchiha si intensifica sempre
più…ma chi avrà la meglio? Uffa,
vorrei tanto svelartelo, ma così ti rovinerei il finale!
Abbi un po’ di pazienza e lo scoprirai. Ciao!!!
_ bleachnaruto: Davvero hai letto la mia fanction tutta d’un fiato?
Wooooow!!! Me felicissima che ti sia piaciuta!!! Mi auguro di non
deludere le tue aspettative e mille grazie per
l’incoraggiamento! A presto!
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Capitolo 31 *** Colpi su colpi ***
Silenzio assoluto, rosso ovunque, solo due macchie nere sporcavano
quello sfondo di sangue. Itachi si ritrovava là in mezzo,
circondato da una miriade di copie dell’avversario. Non era
più in grado di muoversi, come un blocco di pietra assisteva
a ciò che era successo, sorpreso, colpito, ma non lo
lasciava intravedere. Il suo viso non trasmetteva più da
tempo alcuna emozione, da quel giorno, dopo la strage, non manteneva
altro che quell’espressione di indifferenza, di vago sdegno,
di sicurezza, che però infastidiva a morte il fratello.
Sogghignando ancora Sasuke rimirava l’altro Uchiha, caduto
nella sua stessa illusone, fiero e pronto a schernirlo:
- Ora sarai tu in grado di resistere?- e con impeto trafisse lo stomaco
dell’altro, in contemporanea con un’altra decina di
copie.
L’Uchiha maggiore si incurvò in avanti, soffocando
un lamento alquanto invogliante per l’altro combattente.
Sì, ora pure lui soffriva, finalmente poteva sentirlo gemere
seppur poco. Avvertì come il sangue iniziò a
scolare lungo la spada che aveva in pugno imbrattando la sua mano e
parte del vestito. Fremeva al solo pensiero di averlo in pugno e di
potersi divertire a torturarlo come meglio preferiva. Per questo
estrasse subito la lama dalla sua carne e lo ferì nuovamente
colpendolo alle gambe, procurando dapprima dei graffi e poi facendo di
nuovo penetrare la lama, oramai sporca completamente, ma secondo Sasuke
ancora troppo poco…
Finalmente i due ninja di Konoa si trovavano alle porte del Villaggio
della Roccia, luogo dove avrebbero sicuramente ritrovato le loro
amiche. Avevano detto loro di aspettarli per tre giorni, trascorsi i
quali poi avrebbero potuto riprendere il cammino verso casa…
Quello era il terzo giorno e chissà, si domandavano, se si
erano di già incamminate. Così non esitarono a
chiedere alle sentinelle che lì sostavano se per caso
avevano visto uscire in mattinata due ragazze forestiere.
- Due ragazze, dite?... A dir la verità è da
circa due mesi che non si vedono più forestieri al
Villaggio…Preferiscono starne lontani a causa della guerra
che…-
Un colpo al cuore fece sobbalzare Naruto, rendendolo agitato e
facendolo sudare freddo.
- Ma ne siete proprio sicuri?- chiese Neji sgranando gli occhi e poi
voltandosi verso il compagno come per ottenere il minimo conforto.
- Lo sapevo…- solo questo riuscì a sussurrare
l’Uzumaki con lo sguardo fisso nel vuoto: il suo
presentimento era stato confermato. Alle ragazze era successo qualcosa
e loro non avevano potuto fare niente. Senza pensarci oltre corse via
in direzione opposta da dove provenivano.
- NARUTO, FERMATI!-
Chiamata inutile, nulla poteva fermarlo. Nella testa del biondo non vi
era altro che un unico eco che continuava a ripetergli di cercarle e di
correre verso quelle pianure deserte, dove Sakura e Hinata si erano
divise, dove i due fratelli Uchiha si stavano affrontando, dove il
pericolo più grande lo stava attendendo.
Stringeva i denti ad ogni colpo, ma manteneva comunque la sua fermezza.
Nulla sembrava spezzarlo, mai la debolezza lo avrebbe prevalso.
Sasuke aveva perso la furia, la grinta che metteva in ogni attacco,
nonostante la vista di quel liquido viscido lo mettesse in
estasi…perché mai aveva visto il sangue del
fratello. Sangue che ora sembrava essere il suo, poiché
colante dai suoi vestiti e macchiante della sua pelle… Lo
guardava dall’alto, l’Uchiha maggiore per la prima
volta in ginocchio, a testa bassa, lui era più forte, lui
era il vincitore…pareva esserlo…ma tutto svaniva
quando poi rialzava il capo e lo fissava con quella dannata espressione
sulla faccia che diceva:
- Sei uno
stupido,fratellino…-
E lui continuava a percuoterlo, senza più l’uso
della spada e si compiaceva del filo di sangue che gli scendeva dalla
bocca…quella bocca che non sorrideva più da
tempo, ma che lì, in quel momento, accennava un riso di
soddisfazione. Sasuke strinse i pugni e arrestò quei
continui attacchi:
- Non hai più scampo…stavolta è la
fine!-
- Una Controillusione… - intervenne Itachi fissandolo
nuovamente – degna di mio fratello…-
Una provocazione che rese furioso il moro avversario, aveva ancora il
coraggio di parlare... Preparò un pugno caricando
all’interno la sua rabbia, tutta quella che aveva in corpo:
-Io non ti considero più mio fratello!!!- gridò
Sasuke mostrando il fuoco che ardeva in lui e lanciando il colpo senza
esitazione. Prima che potesse colpirlo però Sasuke si
ritrovò a mangiar polvere, proprio nel vero senso della
parola: dopo un flash improvviso l’Uchiha si
ritrovò a grattare il duro terreno in roccia di quella piana
per un lungo tratto fino a che non si arrestò. Come se
qualcuno lo avesse lanciato o comunque colpito tanto violentemente da
far strisciare il suo corpo per un bel po’. Restò
a terra per qualche attimo accorgendosi poi che la luna rossa era
sparita e al suo posto vi era un’incredibile sfera luminosa
circondata da minuscoli brillanti…la vera luna regnava nel
cielo fattosi oscuro, la notte era giunta. Si destò
toccandosi la guancia arrossata e mugugnando la sua insoddisfazione.
Era riuscito a liberarsi dalla sua illusione e inoltre lo aveva anche
colpito, la collera lo stava rendendo pazzo. Innanzi a lui il fratello
lo osservava e lui faceva lo stesso. Entrambi feriti, entrambi un
po’ barcollanti. Il Mangekyou
Sharingan comportava un’immane spreco di energia
e un rischio per i loro occhi. Soprattutto per Itachi…
…
Eppure continuò ad usarlo più di una volta e la
stessa cosa fece l’altro: mai si era assistito ad un uso
così sconsiderato e massiccio di questa abilità!
Ma nessuno dei due si fermò mai: illusione su illusione,
l’uno riusciva a svincolarsi dall’altro, ancora
illusioni e poi controillusioni. Due stupidi, direte voi, due
imprudenti…no, sapevano bene quel che facevano e decisi a
concludere quella battaglia continuarono a lungo di questo passo
finché…un colpo acuto di tosse fece bloccare la
vivacità dello scontro. Piantò con forza un piede
a terra tappando con una mano la bocca per soffocare
quell’attimo di fragilità del suo organismo.
Tossì nuovamente sangue, ma non lo fece vedere al minore,
che intanto fissava impensierito quel gesto:
“Che gli prende adesso? Forse è per lo Sharingan…”
Lui non conosceva la verità…
Mise la mano macchiata all’interno dello scuro mantello
ridotto ad un cencio, la gloriosa veste dell’Akatsuki, una
delle organizzazioni più temute, si era trasformata in uno
straccio sporco e madido, la grandezza ridotta al putrido; e con una
mossa rapida lo sbottonò completamente e lo fece cadere a
terra. Era pronto ad impegnarsi sul serio.
La stanchezza cominciava a farsi sentire per entrambi, nessuno si
azzardò ad usare la propria abilità per un
po’, contando sulla sola potenza fisica, sperando di riuscire
a recuperare il minimo indispensabile di energia per poter adoperare
nuovamente il loro jutsu. La fantastica luna di quella sera faceva da
riflettore a quell’epico conflitto, mentre le stelle
applaudivano ad ogni colpo, ad ogni mossa portata a segno, ma
soprattutto per l’emozioni che i due combattenti regalavano
loro. Oltre a quei minuti puntini dorati anche l’ombra
misteriosa dal mantello rosso e nero assisteva compiaciuto alla
battaglia, curioso e impaziente di scoprire il vincitore; ma poco
più in là un’esile figura scrutava la
scena rimanendo nascosta dietro un masso. Tremava ad ogni colpo,
fissava i due, ma poi tornava a voltarsi e guardare altrove. Era in
ansia, impaurita, temeva di vederlo perire, aveva l’anima in
pena e avrebbe tanto voluto intervenire. E continuava ad osservare
aspettando il momento propizio, pregando nel frattempo che tutto si
concludesse alla meglio…
…
La vista iniziò ad offuscarsi, mettendolo per un attimo in
ansia: Sasuke si strofinò gli occhi con un rapido gesto,
strizzandoli poi le figure tornarono ad essere nitide.
Ritornò in posizione pronto ad un nuovo attacco. Itachi era
immobile non eccessivamente distante da lui con lo sguardo a terra, un
po’ perso, rifletteva. L’Uchiha non
esitò oltre e partì spedito contro di lui,
afferrandosi il polso, concentrando nella mano tutto il chakra
possibile. Scintille, poi saette azzurre, elettricità
cerulea che emetteva uno strano suono, un verso animalesco, come tanti
cinguettii acuti, rapaci pronti a scagliarsi sulla preda, attacco
violento e infallibile:
- Tecnica dei mille
falchi!- si gettò su di lui usando questa
tecnica, imparata tanto tempo fa, ma alla quale era molto legato,
mostrando i denti stretti e gli occhi carichi di furia.
All’ultimo secondo Itachi sostituì la sua immagine
con una copia, azione talmente rapida che all’inizio Sasuke
quasi crebbe di averlo realmente centrato, potendo avvertire come la
sua mano penetrasse nel corpo di lui, come i suoi falchi si fiondassero
sulla pelle per maciullarla tutta… E invece dopo una folata
di polvere che gli fece perdere momentaneamente le sue tracce, si
accorse che lui in realtà si trovava in cima ad un ammasso
di pietre là accanto pronto per sfoderare
un’incredibile ninjutsu. Il suo Mangekyou Sharingan era
più vivo che mai:
- Amaterasu
–
Un’unica parola per dare il via ad una delle scene
più belle che lasciano senza fiato. Dai piedi di Itachi
partirono due strisce di fuoco che cominciarono a divorare il terreno,
indirizzate verso l’Uchiha minore. Durante il tragitto le
fiamme si suddivisero: da due a quattro, poi otto, dieci, venti lingue
di fuoco rivolte verso un unico obiettivo, fuoco che da scarlatto si
accinse a tramutarsi in nero, tenebrosa e agghiacciante
tonalità che colse di sorpresa l’avversario,
sbalordito dall’aura demoniaca che sembrava circondare quella
tecnica. Quando furono vicine le fiamme si alzarono avvolgendo il
ragazzo rimasto immobile e come una morsa lo ingoiarono continuando a
propagarsi tutt’intorno e a bruciare, incendiare, nonostante
l’assenza di fresca vegetazione quel fuoco portato dal
demonio era in grado di infiammare qualsiasi cosa e avrebbe
continuato…per sette giorni e sette notti…questa
era la potenza dell’Amaterasu.
Ciaoo! Allora, come al solito non ho tempo di scambiare quattro
chiacchiere con tutti, ma vi continuo a ringraziare per il semplice
motivo che mi sopportate e anche per i commenti che lasciate! Mi auguro
che la storia vi intrighi sempre più! Bene, passiamo ai
saluti:
Alechan: Ehilà! Non ti preoccupare se non hai recensito il
capitolo precendente, anzi mille grazie per continuare a farlo! Fammi
sapere che ne pensi di questo cappy!
EroSennin425: Ehehe, Sasuke e Itachi fanno proprio scintille insieme...
credevi Itachi più buono? Ma...chi può dirlo! Non
posso svelarti niente, ma presto tutto si chiarirà!
Ciao,ciao!
Lonely Angel: Ciao! Per la prossima parte romantica dovrai aspettare un
po' (ma si tratta davvero di pochissimo tempo), ma
arriverà... Oddio, non vorrei deludere nessuno...ma ho
paura!! Ehm...non dare peso a ciò che dico! Ogni tanto ho la
mia coscienza che fa qualche scherzo! Ok, dopo questa ti saluto!
Un mondo di ringraziamenti anche a coloro che hanno la mia fanfiction
fra i prefriti e alla prossima!
Mewpower
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Capitolo 32 *** Morte e inferno ***
Il fumo stava peggiorando le cose: già di per sé
la notte limitava il raggio di veduta e ora che era entrato in gioco
anche quella nebbia intossicante il respiro si faceva sempre
più affannoso. Itachi ammirava lo spettacolo di fiamme
cercando con lo sguardo il fratello che ne era appena stato avvolto.
Era convinto, non poteva sbagliarsi…era ancora vivo.
Cercò di nascondere il sollievo scorgendo i suoi capelli
corvini illuminati dalla vampa principale che perdurava a
bruciare…cosa stava consumando, se non
l’avversario? Sasuke aveva imparato una tecnica da
Orochimaru, molto complessa, ma i suoi sforzi erano stati appagati, ora
aveva salva la vita. Tecnica
della Sostituzione del Serpente, questo era il suo nome.
Si fece avanti allontanandosi da quella fastidiosa fiamma che
rischiarava il campo di battaglia: parte del suo abito era bruciato, la
scollatura era scomparsa, scoprendo l’intero petto bagnato di
sudore e in alcuni punti scottato. Respirava a fatica, indebolito dopo
aver usato la tecnica del Sannin, ma anche per lo shock subito,
l’impeto di quelle fiamme lo aveva fatto preoccupare.
- Stanco?- chiese Itachi imperturbabile, ma pure lui con i chiari segni
della stanchezza addosso.
- Vuoi scherzare?- grugnì l’altro dandosi una
spinta e scagliandosi di nuovo verso di lui. Il maggiore fece lo stesso
e ancora fuoco! Entrambi scagliarono due palle di fuoco supreme con
tutta la forza e con grande grinta, andando ad ingrandire il rogo che
aveva sostituito la piana solitaria. L’una alla pari
dell’altra, il calore scioglieva i loro corpi, le due sfere
scarlatte erano entrate in collisione, ma la potenza era la stessa e
nessuna sembrava voler permettere all’altra di colpire
l’Uchiha che la utilizzava. Uno scoppio fece fermare quella
tempesta di vampate: le due palle di fuoco esplosero trasformando il
campo di battaglia in un mare rosso, illuminando il cielo tanto da
cancellare per un attimo le costellazioni e i satelliti presenti,
generando un refolo d’aria bollente che rese la situazione
ancor più infernale.
Udendo il boato, Naruto si arrestò alzando la testa: il
vento che fino a poco prima lo accarezzava ora sembrava pungerlo come
tanti aghi incandescenti. Gli parve che la volta celeste si fosse per
un frangente rischiarata, qualcosa di talmente luminoso era stato
capace di farlo. Quella piccola sosta permise a Neji di raggiunger il
compagno, ma non aveva tempo per rimproverarlo:
- Un esplosione…di dimensioni notevoli…-
Il biondo deglutì con forza stringendo i pugni:
- Che diavolo succede ?-
Stavolta fu Neji a precederlo, convinto che il pericolo era proprio
dietro l’angolo:
- Andiamo! Se le ragazze hanno proseguito il cammino dovremmo
incontrarle prima o poi!-
L’altro gli corse dietro, ancor più preoccupato,
la situazione stava per peggiorare.
Una distesa di fiamme, l’inferno era giunto in terra. Il
suolo continuava a bruciare imperterrito, era fuoco demoniaco, nero
come la pece, inquietante e distruttivo. Sasuke era steso a terra, con
gli occhi chiusi. Grattando la terra, cercò di muovere le
gambe. Facevano male, erano coperte di lividi. Aprì con
lentezza gli occhi, appiccicosi e pesanti. Vedeva sfocato.
Provò a drizzarsi, ma sembrava inutile. Ad ogni suo sforzo
le costole crocchiavano l’una dopo l’altra, rotte o
no dolevano. Stava male, ma non conosceva le condizioni
dell’altro. Per questo doveva rialzarsi e accertarsi che
fosse ferito, magari morto…no, troppo bello per essere vero.
Trattenendo un gemito, si mise in ginocchio, ansimando con forza e
sudando, continuava a tenere la testa bassa. Il polverone alzatosi
velava la visuale, il fumo nero contribuiva a mascherare le figure
lì presenti, agevolando il lavoro ad una di queste. Uno
strisciare rassicurante, qualcosa si avvicinava, non era solo, erano
numerosi. Riconosceva quel rumore, ci conviveva da tanto tempo, ma era
confuso, un po’ anche per quel fastidioso calore che lo
faceva soltanto star peggio, ma soprattutto non capiva il motivo della
sua presenza. Cosa ci faceva lì? Se c’erano loro
ci doveva essere anche lui. Il sibilo si faceva vicino, molto vicino.
Il moro riuscì a malapena a voltare la testa dolorante e che
perdeva sangue: viscidi rettili, candidi e corvini, lo stavano
circondando. Minacciosamente fischiavano contro il ragazzo che intanto
li fissava impensierito: erano veramente del maestro! Stordito cercava
di allontanare da sé l’idea che volessero
attaccarlo. Perché mai? Eppure lui conosceva bene il motivo,
anche se lo aveva sempre nascosto, faceva finta di non essere a
conoscenza dei piani del Sannin. Ma non c’era altra
spiegazione, ciò che temeva stava per compiersi: Orochimaru
voleva il suo corpo e quello era il momento migliore per approfittarne.
Si diede dello stupido, si era fatto cogliere alla sprovvista, sapeva
che doveva stare attento, ma la brama, la frenesia di combatter contro
l’odiato fratello aveva preso il sopravvento…e ora
stava per pagarne le conseguenze. Provò a tirarsi in piedi,
ma le gambe non lo reggevano più, tremavano come le sue mani
e sanguinavano, poiché cosparse da mille tagli e indebolite
dagli attacchi illusori dell’altro Uchiha. I serpenti gli si
accostarono maggiormente con l’intento di morderlo, glielo si
leggeva in quegli occhietti vispi e satanici e anche nel modo in cui
incurvavano il corpo quasi per ipnotizzare la preda. Era quello il suo
destino? Dopotutto se l’era cercata.
- Dannazione…- mugugnò debolmente capendo che
oramai non riusciva a muoversi.
Era finita per lui. Le fiamme avrebbero fatto da sfondo, la pianura
infuocata sarebbe stata la sua tomba e il fratello forse gli avrebbe
fatto compagnia…
Un’improvvisa vampata nera scavalcò le altre
facendo prendere fuoco a tutti i rettili che stavano per
assalire la preda. Per la sorpresa Sasuke spalancò
gli occhi al solo vedere il fratello in piedi di fronte a lui con i
pugni chiusi e lo sguardo stanco, ma ancora pronto ad attaccare e ad
uccidere. Il minore lo fissava incredulo, ma l’altro non
mirava lui, bensì di fronte a sé:
- Orochimaru…- mormorò con tono amareggiato.
Una figura si fece avanti fra le fiamme: i lunghi capelli scuri che
quasi cadevano di fronte al viso insieme alla pallida carnagione
rendevano l’essere cadaverico, un morto ritornato in vita
alla ricerca di qualcosa…alla fine possiamo dire che fosse
proprio così. Se non si fosse sbrigato avrebbe rischiato di
morire…doveva prendere Sasuke.
Quando si fece vedere interamente si scoprì che in
realtà non camminava con le sue gambe: il corpo
completamente nudo si trovava all’interno di una bocca,
l’ingresso per la cavità orale di una bestia, di
nuovo un serpente, ma stavolta dalle dimensioni spropositate tanto da
riuscire ad ingurgitare un centinaio di uomini se non
più… Quello che trasportava il Sannin era il
maggiore, ma quando la fitta nebbia si dilatò in
maggior misura fu possibile vedere cinque teste di cinque mostruosi
rettili squamosi che mostravano denti affilati pronti a mordere.
Strisciavano a raso terra con l’intento di assalire la preda
all’improvviso, ma il vento aveva incominciato a tirare
rovinando il piano dell’animale. Fu così che la
creatura dalle numerose testa si rizzò in tutta la sua
grandezza, l’Uchiha non era altro che una pulce al suo
confronto.
- Da quanto tempo, Itachi Uchiha…- disse lui mascherando la
fatica che lo affliggeva – non mi sembri in gran forma per
combattere…meglio così-
Senza aggiungere altro si catapultò su di lui. Itachi fu in
grado di schivarlo numerose volte, impresa incredibile e assai
difficile, eppure ne fu capace anche sfruttando le numerose rocce
là presenti che gli permettevano di sparire dalla sua vista
per qualche attimo. Colpi su colpi, Orochimaru continuava ad attaccare
imperterrito, l’animale continuò a lungo a
distruggere ciò che lo circondava. Itachi stranamente non
sembrava voler passare all’offensiva. Un’altra
raffica di vento riportò ancora fumo e polvere al centro del
campo di battaglia…Con rapida mossa Orochimaru scomparve
dalla vista del moro portando con sé la bestia: si
guardò intorno a lungo, senza scorger nulla,
finché sentì smuovere la terra sotto di lui.
“Possibile che…?
Il Sannin si rifece vivo sbucando dal sotto suolo con un violenza
pazzesca stavolta non accompagnato più dal mostro. Impugnava
una lunga lama con entrambe le mani sudate e tremolanti, deciso
però a centrare l’obiettivo, che era proprio di
fronte a lui, troppo vicino per esser nuovamente evitato:
- Addio!-
…
Una lunga lama, prima limpida, ora completamente macchiata di un oleoso
liquido vermiglio, penetrò il corpo di colui che intendeva
colpire. Una mossa fulminea, incredibilmente travolgente da lasciare
chiunque senza fiato. Sasuke aveva gli occhi sgranati, ma aveva mai
ammirato una cosa del genere. Un tenue chiarore circondava la vittima e
il suo assalitore. Un’atmosfera magica, coinvolgente, il
tempo pareva essersi fermato. Sfilò l’arma bianca
dal suo petto con un gesto preciso, mentre le membra si accasciavano al
suolo prive di alito di vita.
- Addio, Orochimaru.-
Il corpo del ninja leggendario era a terra, inchinato alla potenza del
suo avversario, disteso ai piedi della creatura mostruosa che lo aveva
pugnalato. Itachi non si era sporcato le mani direttamente, ci aveva
pensato la sua creatura, un essere dotato di armatura, spada e scudo,
un cavaliere al suo servizio. L’Uchiha minore, ripresosi da
ciò che aveva visto, capì che il fratello era in
possesso del jutsu più potente, niente a che vedere con lo
Tsukuyomi o l’Amaterasu…quello che aveva di fronte
era il Susanoo. Orochimaru poteva considerarsi morto. In
verità però era stato trasportato in
un’ altra dimensione dove regna un genjutsu eterno, almeno
lì, Itachi ne era sicuro, non avrebbe più nociuto
ad alcuno. La portentosa creatura sembrava non tanto un essere
concreto, ma un misto tra fantasma e demonio, tra nebbia e luce,
incuteva terrore eppure nascondeva un non so che di rassicurante. Fatto
sta che non rimase lì per molto, anzi svanì poco
dopo aver portato a termine la sua missione, compiaciuto di rientrare
nell’occhio del padrone.
Itachi mosse lo sguardo verso il suo reale avversario: Sasuke era
ancora a terra, senza più fiato e forze, incapace di
reagire, incapace di pensare… Anche lo Sharingan lo aveva
abbandonato e i suoi occhi erano tornati scuri e bui, spenti
dell’ardore di andare avanti nel combattimento. Fece un solo
passo verso di lui bloccato nuovamente dalla debolezza. Stavolta non
trattenne l’impeto del colpo di tosse che si fece chiaramente
sentire e notare: la sua mano si dipinse interamente di rosso, il
sangue straripò in buona parte e colò per il
braccio macchiandoglielo in gran parte. Quello che avrebbe
pensato il fratello dopo quell’ennesimo gesto non gli
importava: dopotutto lo scontro stava per concludersi e lui stava per
andarsene per sempre. Il terzo richiamo dei demoni portatori di anime
si fece risentire: un ululato agghiacciante che mise timore anche alla
luna, che intanto tentava di nascondesi dietro le nere nubi che
filavano spedite nel cielo notturno. La sua voce quasi del tutto
smorzata dal dolore riecheggiò nelle orecchie del fratello
per l’ultima volta:
- Ora mi impossesserò dei tuoi occhi…-
E si avviò verso l’Uchiha seduto, appoggiato ad
una roccia, convinto che la sua ora fosse oramai giunta.
Whaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Scusate l’urlo da esaurita
cronica, ma ne avevo bisogno! Finalmente sono riuscita a pubblicare un
nuovo capitolo e ho fatto pure concludere lo scontro tra i due
Uchiha…è stata dura descrivere le pene del mio
personaggio preferito (vabbè oramai vi posso dire che si
tratta di Itachi), ma…siamo sicuri che la faccenda si
concluda così? Ehehe, a voi scoprirlo con il prossimo cappy!
Un saluto particolare va a:
_EroSennin425
_Lonely Angel
_Alechan
…che mi lasciano sempre un commentino (scusate non posso
rispondervi uno ad uno: comunque grazie per avermi detto cosa ne
pensavate del capitolo precedente…ne ero certa che
l’espressione “le stelle applaudono”
avrebbe suscitato queste reazioni, ma ci ho provato^_^); ma un salutone
pure a tutti gli altri:
akatsukina fur immer
Alechan
AmyGoku
bleachnaruto
ChibiGoku
crybaby92
Crystal Alchemist
danachan94
dcran
EroSennin425
ery twohands
GoHaN
Helkamirie
Hinata1992
HoneyDei
ila_sabaku
kaitlee90
Keru
Kirachan95
Kirara_chan
kuroda9540
Lebron
Lele 91
Liby_chan
Lisa Kanzaki
Lonely Angel
magic_girl95
naruxhina
Nilan
PetaloDiCiliegio
sakuraehinata
sandgaara
sonny
Targul
titans
trasgressione93
Tsukiyama
__JUN__
…Mi auguro di non aver dimenticato nessuno!
Ok, alla prossima!!!
Mewpower
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Capitolo 33 *** Addio ***
Un fulmine a ciel sereno. Una voce invocante il suo nome fece per un
attimo scuotere l’animo dell’Uchiha morente.
- SASUKE!-
Itachi si bloccò di colpo, capendo che le cose stavano
peggiorando… Si voltò lentamente mostrando la sua
faccia malconcia al nuovo arrivato, i due nuovi arrivati. La testa
bionda dell’Uzumaki fu la prima cosa che giunse ai suoi occhi
stanchi, irrequieti, preoccupati. Naruto era arrivato appena in tempo,
scrutava l’ex compagno di missioni a terra e poi
spostò lo sguardo sull’altro ancora in piedi, ma
ridotto come lui.
- Non ti avvicinare a Sasuke!- gridò nuovamente mostrando i
pugni chiusi.
- Non ti intromettere moccioso…- disse il moro guardandolo
minacciosamente.
- Naruto, siamo due contro uno, calmati…- Neji
cercò di far ragionare il compagno pronto a lanciarsi contro
l’Uchiha che stava per finire l’amico.
- Stupidi, non vi conv…- ancora un attacco di tosse che lo
mise stavolta in ginocchio.
Itachi non ce la faceva più, eppure non poteva fermarsi, era
a pochi passi dal suo obiettivo finale, Sasuke era lì,
doveva assolutamente andare da lui, almeno riuscire a sfiorarlo, gli
bastava carezzarlo…
Uno spiraglio di luce, il primo faceva capolino da dietro le montagne
che si scorgevano all’orizzonte, il nuovo giorno stava per
iniziare e il tempo dell’Uchiha maggiore concludersi. Una
nebbiolina di polvere ancora volteggiava nell’aria
così come anche il fumo nero conseguenza delle fiamme
dell’Amaterasu che avrebbero continuato ad ardere ancora per
molto… Le prime ombre si facevano avanti, seppur esili e
poco definite…tra queste quella di un ragazzo giunto in quel
momento sul posto, di cui tutti si erano dimenticati, nessuno avrebbe
mai previsto la sua entrata in scena proprio in quel
momento… Male avevano fatto a dimenticarsene,
perché stava per diventare lui il motivo principale del loro
nuovo affanno. Una ciocca di capelli che dondolava qua e là,
un passo stanco, un corpo ferito, ma un sorrisino di gioia malvagia,
per nulla rassicurante, splendeva sul suo volto leso da un pugno di
incredibile potenza… Il vederlo dopo il loro combattimento
di qualche giorno prima fece riaffiorare il terrore nella mente
dell’Uzumaki.
- Che ci fa lui qui?-
Togliendo la mano dal braccio rotto, la spostò sulla fronte
per proteggersi dai primi raggi solari e rimirare meglio i presenti:
- Bene, bene…- sogghignò con soddisfazione
– quattro piccioni con una fava…-
Itachi rizzò il capo senza, però, alzarsi da
terra e con tono sconvolto:
- Deidara?!-
Il biondo fece di sì con il capo:
- Che bello, posso non solo sbarazzarmi di te, Itachi…ma
pure del moccioso della Volpe e del tuo fratellino adorato!-
- Che diavolo dici? E all’organizzazione cosa racconterai
dopo?-
- Nulla, considerando che sono tutti morti! Pain se ne andato e anche
Konan sembra aver fatto lo stesso…-
Itachi sapeva bene di quanto Deidara lo odiasse: non solo era stato lui
a costringerlo con la forza ad aggregarsi all’Akatsuki, ma
per farlo lo aveva anche umiliato di fronte a tutti ed era questo
ciò che più bruciava al Nukenin della
Roccia…
- Ridotto come sono…non credo che potrò fare
più niente…e poi quando mi ricapita
più un occasione del genere! Ahahahahahah!-
Partì così una risatina diabolica da mettere i
brividi. Con il braccio ancora funzionante cominciò a
logorare la divisa scoprendo il petto. In corrispondenza del cuore vi
erano dei fili di chakra che tagliò all’istante
aprendo una cavità, un’altra bocca. Infondendo
chakra e argilla all’interno di essa delle linee cominciarono
a disegnarsi sul suo corpo, strisce di color blu mare lo stavano
ricoprendo del tutto:
- Questo è il mio ultimo spettacolo, gente! Godetevelo!-
esclamò guardando le future vittime della sua tecnica
più distruttiva.
- Vuole farsi esplodere!- affermò Neji scrutando
l’avversario con il Byakugan.
- Cosa?!- strillò Naruto guardando sconvolto
l’amico. – Vuole autodistruggersi…?!-
Un vortice di vento cominciò ad avvolgere il biondo artista,
girando armoniosamente intorno a lui come a rendere più
elegante possibile la sua esibizione, la più
bella…dopotutto l’arte doveva essere esplosiva!
Preso dall’impulsività, spinto a fare qualcosa si
scaraventò verso Sasuke, in modo tale da poterlo allontanare
dal Nukenin, in modo tale da cercare di salvarlo, anche se sapeva che
era tutto inutile…ma voleva forse stargli vicino, almeno
dirgli un’ultima cosa prima di morire, o magari sentiva la
necessità di non abbandonarlo nemmeno in quel
caso…Naruto non lo avrebbe mai lasciato solo. Arrivato nello
stesso punto in cui si trovava pure Itachi,che si trovava ancora
accucciato al suolo e incapace di reagire, si sentì
afferrare la maglia e mentre perdeva l’equilibrio si accorse
che era stato Neji:
- Stai giù!- gli gridò prima della fine.
Una luce bianca, un lampo che partì dal folle suicida si
propagò tutt’intorno, rendendo lo sfondo
paesaggistico di un unico colore, rendendo tutto l’ambiente
cieco. Un assordante rombo di distruzione ruggì con ira e
voglia di annientare qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino. La
terra si levò al cielo, il cielo divenne terra, il sole
timoroso di essere colpito indugiò prima di farsi
completamente vedere, di sorgere da dietro le montagne, troppo lontane
per essere ferite. L’esplosione fu immensa e non
risparmiò nessun animale nel raggio di dieci chilometri,
nessun arbusto, la vita era stata completamente azzerata. Quando i
primi colori ritornarono a dipingere la distesa deserta ciò
che era accaduto fu chiaro: un incredibile cratere aveva sostituito
l’immagine di Deidara, il cui corpo era stato completamente
spazzato via, nessun resto. Le fiamme nere dell’Amaterasu
nonostante tutto persistevano, anzi erano diventate di proporzioni
gigantesche, veri muri di fuoco che con energia continuavano ad
incendiare…il nulla. Iniziarono a precipitare dal cielo
frammenti di roccia, nati dall’erosione della terra e delle
rocce là intorno, pioggia di detriti di tutte le forme
piombavano al suolo percuotendolo…fino a che uno di questi
non colpì qualcosa. Un cespuglio d’orato
riemergeva dalla terra, in parte sotterrato, ma ancora in salute. Lo
dimostrò il fatto che quando un sasso gli finì
sopra quest’ultimo vibrò tutto e una faccia sporca
e ferita riaffiorò in superficie tossendo. Con lentezza si
alzò ancora stordito dal terribile rumore e con la vista
appannata. Vedeva sfocato, ma vedeva. Era ancora vivo!? Nonostante
tutto era riuscito a salvarsi, aveva qualche taglio, ma era ancora in
quel mondo. Avvertendo un leggero mormorio dietro di sé si
voltò scorgendo il compagno Neji sotto ad un cumulo di
macerie. Si precipitò su di lui accorgendosi che aveva gli
occhi aperti e respirava:
- Neji, stai bene?-
- Sì…- rispose con affanno- aiutami a tirarlo
fuori.-
Tirare fuori chi? Sotto ai detriti insieme a lui vi era pure
Itachi…
- C...cosa è successo? Come facciamo a…?-
domandò poi incredulo
Neji lo fissò con gli occhi stanchi:
- La Rotazione suprema…è lei che ci ha
salvati…-
La sua tecnica era riuscita a contrastare un’esplosione tanto
violenta… La potenza dello Hyuga era incredibile…
Naruto doveva la vita all’amico.
- Grazie…- disse lui con un po’
d’imbarazzo.
- Come ci comportiamo con lui?- riprese subito Neji squadrando
l’Uchiha in fin di vita. Fu in quel momento che Naruto si
ricordò dell’amico:
- E Sasuke? Dov’è?!-
Ansia, afflizione, il timore di averlo perso… Si
guardò intorno turbato, sudando freddo: le fiamme nere che
continuavano ad ardere li circondavano e gli impedivano di scorgere gli
oggetti più lontani. Ma ad un tratto un ombra scura,
massiccia, non era una sola persona, erano in due, immagine lontana,
affatto nitida, appariva fra il fuoco demoniaco facendo sperare per un
attimo il giovane Uzumaki. Bruciavano minacciose, bocche scarlatte dei
cerberi infernali che con gli artigli avvolgevano e ferivano chiunque
si avvicinasse loro. Ma Naruto doveva scoprire se là dietro
c’era il suo compagno, perché non poteva lasciarlo
solo, aveva promesso che l’avrebbe portato a
casa…vivo…sì, era ancora vivo,
imprigionato in quella gabbia di fuochi! Corse verso quel muro, ma fu
fermato da un’ esclamazione:
- No, Naruto!-
Quella voce, quella soave voce…
- S…Sakura?!-
Ebbene sì. Accostandosi di poco scorse a malapena una ciocca
rosea e il coprifonte dell’amica…
- Che ci fai qui…?- domandò timoroso non
capendoci più niente.
- Ero qui molto prima di te…- il tono era spento,
malinconico, non sembrava neppure lei.
- Svelta vieni fuori! Le fiamme stanno crescendo!-
- Non temere…C’è Sasuke con
me…non ho paura…- la sua voce era priva di
forze…
- E come sta?...Come avete fatto a…-
-Dorme…L’ho protetto con una barriera particolare
che mi ha insegnato Tsunade…-
Non proseguì, le parole le se fermarono in gola.
- Stai piangendo…?-
Calde lacrime di dolore iniziarono a scendere dalle sue guance
brutalmente scottate dalle selvagge vampate. Provò a
strozzare i singhiozzi e con loro anche la verità…
- È morto, Naruto…come Hinata è morto
anche lui…-
Si chinò con il corpo maciullato dalle fiamme
sull’Uchiha spirato, la cui pelle era già
sbiadita, ma manteneva la freschezza nonostante il calore atroce che li
fasciava. Due frecce dritte al cuore, due colpi mortali e acuti che lo
spezzarono all’istante. Le gambe quasi cedettero, il cuore a
stento continuava a battere…
- Cosa…?- la voce gli andò via e con lei anche
ogni luce che lo animava. Gli occhi divennero cupi a poco a poco,
mentre la bocca tremolante lasciava uscire parole insensate e
incomprensibili. Un’altra persona era sbiancata, incredulo di
fronte a quanto detto: Neji aveva assistito alla scena e cercava con lo
sguardo un appiglio, che lo sostenesse, che lo
confortasse…non poteva credere che la cugina fosse scomparsa
e che non l’avrebbe mai più rivista…no,
non ci credeva. Ciò che lo fece star ancora più
male fu il vedere discendere delle lacrime sul viso del biondo amico,
una pioggia incontrollabile e che mai immaginava di poter osservare.
Non riusciva neanche a concepire con la fantasia un Naruto piangente.
Ma l’angoscia era immensa, il mondo gli era crollato addosso
in pochi secondi, la morte di due cari amici che non era stato capace
di difendere. Piangeva silenziosamente senza lamentarsi, solo un
farfugliare di parole e lo sguardo fisso contro il fuoco ardente, che
saliva e saliva e offuscava sempre più l’immagine
della rosa a poca distanza da lui. Lo Hyuga ammirava la drammatica
scena, ma aveva la testa altrove: il nome di lei rimbombava in lui, il
suo candido viso, le sue tenere mani, tutto cancellato in un colpo,
chissà come, chissà da quando…Si morse
il labbro talmente tanto da renderlo violaceo e si interrogava sul
perché, perché proprio a colei che meno meritava
di fare quella fine…
Come per rispondergli, come se fosse stata capace di intravedere i suoi
pensieri dai limpidi specchi afflitti, Sakura trattenne con sforzo le
lacrime confessando la sua colpa:
- È successo tutto per causa mia…non sarebbe
morta se non fosse stato per la mia impulsività, per la mia
follia…- non ce la fece a continuare.
Avrebbe voluto aggiungere un altro fattore, il peggiore fra tutti che
l’aveva portata a quell’orrido gesto…la
gelosia. Ma era impaurita dalla reazione di lui, il quale sicuramente
più teneva alla piccola Hyuga, non ebbe il coraggio di
affrontarlo, ma almeno era riuscita a dichiararsi come la responsabile.
Una lingua rovente sfiorò pericolosamente la guancia del
biondo facendolo come svegliare dall’incubo di quel tormento,
illuminando per un attimo il buio che lo circondava e lo rendeva
esanime.
- Non…non può essere vero…-
mormorò lui asciugandosi di fretta le gocce di pianto
– non è stata colpa tua-
Ma lui non poteva capire, non avrebbe mai capito.
- Invece sì, Naruto-kun…- continuò lei
accennando un amorevole sorriso – e non merito altro che
morire…-
A quell’ultima affermazione Naruto sgranò gli
occhi riuscendo ad intravedere la ragazza tra l’incendio,
cosparsa da violenti solchi dovuti al calore insopportabile e
contornati la orribili crosticine tendenti al marrone:
- Ma che dici? Forza, vieni via di lì!- accennò
un passo per avvicinarsi, ma la voce di lei lo fermò
nuovamente:
- Non ti muovere!!!-
La decisione e la grinta che la caratterizzavano erano tornate a galla,
ma poi ripiombò il rimpianto:
- Per favore, lasciami qui…almeno così
potrò stare con lui…-
Da quel punto non disse più nulla, non fece più
una mossa. Naruto aveva perfettamente intuito come stavano le cose: lei
non avrebbe mai abbandonato lui, perché c’era
Sasuke al centro dei suoi pensieri, l’unica cosa che la
lasciava in vita era lui ed ora che non c’era più
proseguire ad esistere sarebbe stato un inferno. Adesso le cose erano
chiare pure a Sakura: lei voleva bene a Naruto, davvero molto, ma era
Sasuke colui che veramente amava, con il quale voleva trascorrere il
resto della sua esistenza…per sempre. L’Uzumaki
scorgeva i due amanti abbracciati l’uno all’altro e
il cuore sorrideva. Almeno loro sarebbero stati felici,
perché insieme, uniti per
l’eternità… ma lui…
Una vampata maggiore fece indietreggiare di un passo il ragazzo che per
l’eccessivo calore si coprì il viso, cercando di
non distogliere mai lo sguardo dai due amici oramai quasi inghiottiti
per intero dalle fiamme. Il nero fuoco danzava armoniosamente
accompagnando la partenza dei due ninja, che avrebbero dovuto
affrontare un viaggio lungo, ma che li avrebbe portati alla
felicità che da tanto desideravano. La passerella di fiamme
di faceva sempre più accesa, l’ora di incamminarsi
era giunta. Con voce calma, ma intrisa ancora di lacrime, la rosa
salutò i compagni con il sorriso sulle labbra:
- Perdonatemi…addio!-
La morsa incendiaria ricoprì definitivamente i due,
costringendo Naruto ad allontanarsi da loro. La temperatura era
eccessiva da sopportare. Fuggendo dalla gabbia di fiamme il biondo
rimirò per l’ultima volta quella prigione che si
ridusse lievemente una volta consumati i due prigionieri. Un soffio di
vento rinfrescò il corpo accaldato del ragazzo, un piacere
momentaneo destinato a concludersi presto, troppo presto. Neji non
disse nulla. Si limitò ad abbassare il capo, pregando per
quelle anime che avevano appena intrapreso un lungo cammino, pregando
per la cugina, sempre con il cuore incredulo e per niente convinto.
Naruto spostò gli occhi al cielo osservando come una leggere
banda di fumo, dal colore più chiaro rispetto alle altre,
volteggiasse allegra verso le nuvole dalle sfumature arancio. E con un
ultimo sospiro, con un’ultima lacrima, salutò pure
lui i suoi cari:
- Addio, amici miei-
Eccoci giunti al capitolo più tragico della
storia...rileggendolo mi sono quasi commossa (devo ammettere che mi
è piaciuto) e mi auguro che anche voi possiate giudicarlo
positivamente. Fatemi sapere! Ok, passo subito ai saluti:
_neji4ever: La mia fanfiction ti piace? Sono contentissima! Possiamo
dire che la tua vendetta contro Sakura in questo capitolo si
è realizzata (anche se è un po' brutto a
dirsi...) Va beh, ciao, ciao!
_ EroSennin: Davvero ti ha fatto uno strano effetto il Susanoo?
Beh...sinceramente lo conosco solo per via manga e forse ci siamo fatti
delle opinioni differenti^^. Comunque ancora mille grazie per le
recensioni che lasci!!!
...un saluto anche a coloro che hanno la mia fanfiction tra i preferiti
e cioè:
akatsukina fur immer
Alechan
AmyGoku
bleachnaruto
ChibiGoku
crybaby92
Crystal Alchemist
danachan94
dcran
EroSennin425
ery twohands
GoHaN
Helkamirie
Hinata1992
HoneyDei
ila_sabaku
kaitlee90
Keru
Kirachan95
Kirara_chan
kuroda9540
Lebron
Lele 91
Liby_chan
Lisa Kanzaki
Lonely Angel
magic_girl95
naruxhina
Nilan
PetaloDiCiliegio
sakuraehinata
sandgaara
sonny
Targul
titans
trasgressione93
Tsukiyama
__JUN__
E che dire se non alla
prossima e a tutti i miei auguri di Buona Pasqua!!!!!
Mewpower
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Capitolo 34 *** Colui che deve pagarla ***
L’atmosfera di pace creatasi fu subito disturbata dal
sopraggiungere di colui che da tempo era lì, curioso di
scoprire il vincitore tra i due fratelli Uchiha. Si fece avanti tra le
fiamme in modo irruente, per nulla rispettoso di quell’attimo
di contemplazione verso i morti, ma a lui cosa importava. Anzi
entrò in scena con tono infuriato, seccato:
- Quel deficiente di Deidara! Proprio ora doveva arrivare!-
Naruto e Neji si girarono verso di lui sconvolti, i pericoli non erano
finiti. La veste nera dalle numerose nuvole rosse erano segno evidente
della sua appartenenza all’Akatsuki, ancora lei, la
generatrice di tutti quei guai.
- E tu chi saresti?- chiese Neji con tono da sfida
- Chiamatemi pure Tobi, signori-
Arancione, era questo il colore che rispecchiava su quella veste
così scura. La strana maschera che indossava incuteva un
certo timore, non era affatto rassicurante. Su di essa vi erano strane
righe che insieme componevano un vortice, un inquietante vortice che
quasi ipnotizzava. Erano a malapena visibili i capelli scuri e
arruffati, dall’altezza a dalla voce si dimostrava un uomo
maturo.
Con gesto lento si tolse il copricapo in paglia, appoggiandolo poi a
terra con delicatezza. Il fuoco là intorno rendeva tutto
poco nitido, ma una particolarità, seppur piccola non
sfuggì agli occhi dei ragazzi: una minuscola fessura
lasciava intravedere un occhio, solo uno, ma impregnato di sangue,
scarlatto…
- Lo Sharingan…?-
Lo stupore glielo si leggeva in faccia.
- Attento Naruto, non è un tipo da sottovalutare-
Neji si accostò al compagno, pronto ad attaccare
all’istante.
- Fermi, fermi, chi vi ha detto che voglio combattere?- mise le mani
avanti per enfatizzare la sua affermazione – io non voglio
voi.
Confusione più assoluta. Non comprendevano più
nulla.
- Vorrei soltanto l’Uchiha…posso?-
I due si voltarono verso Itachi steso a terra, apparentemente morto.
- A dire il vero intendevo prendere Sasuke, ma sembra proprio che ci
abbia pensato qualcun altro a rovinare tutto…-
- Tu con lui non vai da nessuna parte!- Naruto bloccò
l’uomo con sguardo severo, intuendo che le sue intenzioni non
erano affatto buone.
- Uzumaki, ti conviene ascoltarmi…-
- No…- intervenne anche Neji facendo un passo in avanti.
Sospirò l’individuo mascherato, capendo come
stavano le cose.
- Mi costringete a farvi fuori, allora…Peccato! E io che
volevo lasciarvi ancora in vita per un altro
po’…ma alla fine meglio catturare subito la
Volpe…così da pensare al resto-
Tutti e tre in posizione. Un nuovo duello stava per iniziare.
Un calpestio frettoloso e affannato che si faceva sempre più
forte. Fu quello a disturbare il sonno dell’Hokage che
sonnecchiava sulla sua scrivania. Quella notte aveva dormito a stento,
agitata da qualcosa, un brutto presentimento nell’animo
l’aveva fatta rivoltare più di una volta nel
letto, facendole trascorrere la notte in bianco. E neppure
lì, sul quel tavolino riempito di scartoffie, non riusciva a
rilassarsi. Nervosa e preoccupata alzò di scatto la testa al
solo spalancarsi della porta:
- Signorina Tsunade! C’è un problema!-
esclamò Shizune piombando nella stanza con il fiatone.
- Lo sapevo- sussurrò a bassa voce l’Hokage e poi
rivolgendosi all’assistente – di che cosa si
tratta?-
- Riguarda il team guidato da Kakashi…uno dei componenti ha
riportato gravi ferite in seguito ad una lotta e
inoltre…pare che lo stesso Kakashi sia scomparso. Chiedono
aiuti per la ricerca.-
Tsunade fissava seria colei che parlava, tenendo le mani sotto il
mento: se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa.
- Manda subito una squadra speciale in loro soccorso – disse
aprendo il cassetto e tirando fuori una semivuota bottiglietta di
saké – anzi, chiama anche una squadra di ninja
medico e vai pure tu con loro…-
Quelle parole corsero rapidamente alle orecchie di Shizune
così come pure il fiume di liquore che scendeva in fretta
fino a depositarsi in un bicchierino.
- Crede che sia davvero grave la situazione?- domandò
quest’ultima con lieve timore.
Avvicinò la tazzina alle bocca rubino intenta a sorseggiare:
- Ho paura…- confessò il tormento che
l’attanagliava -…sento che è accaduto
il peggio…-
Posò quel freddo vetro sulle labbra, ma uno scricchiolio la
fermò appena in tempo. In quell’istante il
bicchierino si spezzò in due e goccia dopo goccia il
saké iniziò a colare giù per il collo.
Shizune era rimasta immobile ad osservare quello strano caso e poi
mirò la bionda donna pure lei salda a contemplare quel che
era accaduto, con sguardo sorpreso e velato di terrore. Con lentezza
collocò ciò che rimaneva del piccolo recipiente
sulla scrivania in disordine accorgendosi che un minuto frammento le si
era conficcato nel pollice della mano e una sottile linea di sangue
percorreva quel dito dolorante. Nascose il ribrezzo che provava,
distogliendo lo sguardo dalla ferita e con gesto deciso
incitò l’assistente a sbrigarsi:
- Forza, non c’è tempo da perdere!-
Questa uscì dalla stanza correndo, abbandonando
l’Hokage ai suoi pensieri. Era disgustata, ma non
più per il sangue: era capitato l’irrimediabile,
l’amarezza di non conoscerne i dettagli la faceva star
peggio, l’orrore per il solo pensiero la rendeva imprigionata
in un mondo nero e terrificante…
Il venticello mattutino spostò qualche foglio da sopra il
suo tavolo, così come pure i suoi capelli aurei legati in
due soffici ciocche. L’albero che fronteggiava la finestra
dello studio tentennò lievemente facendo cadere gli ultimi
petali colorati che lo adornavano. Uno solo di questi fu capace di
accedere in quella stanza, il più piccino, il più
delicato, che volteggiando graziosamente finì sulla spalla
della donna che teneva il capo chino. Un contatto impercettibile, ma
che per lei fu ben evidente. Si toccò la spalla
massaggiandola, accarezzando quel petalo con vigore, con
sentimento…come se una mano si fosse posata su di lei, come
se quest’ultima appartenesse ad una persona a lei ben nota,
la quale era passata a salutarla prima di andarsene per sempre, un
gesto per confortarla di quell’addio. La percezione di quel
profumo floreale talmente familiare la convinsero della sua presenza in
quella stanza…cosa alquanto impossibile, eppure pareva
proprio essere così. Interrompendo quello sfregamento, si
destò dalla poltroncina affacciandosi alla finestra. I
capelli si smuovevano gentilmente spettinandola e intanto ammirava il
cielo ancora tinteggiato da qualche venatura rosea, stessa
tonalità della sua capigliatura…tutto le
ricordava lei e l’apprensione cresceva. Si era lasciata
impressionare dalla notizia appena giunta oppure era davvero
lei…era veramente la giovane allieva?
Una miriade di copie si scaraventarono contro l’avversario:
Naruto voleva toglierlo di mezzo il più rapidamente
possibile, anche se era convinto che non sarebbe stata una cosa
semplice. Infatti con velocità incredibile, bastarono pochi
colpi per eliminare tutti quegli insetti, per schiacciarli al suolo,
per far loro capire sin dall’inizio chi era il più
forte. Tra di loro c’era pure l’originale che si
ritrovò a terra, leggermente ammaccato. Nel frattempo Neji
scrutava con il Byakugan il nemico, rimanendo turbato per
l’immensa disponibilità di chakra che possedeva.
Sarebbe riuscito ad invocare chissà quali mostri, a mettere
in atto chissà quali tecniche… lo preoccupava
soprattutto il fatto che possedesse lo Sharingan che, come del resto
stava dimostrando al biondo sfidante, gli avrebbe permesso di vedere in
anticipo tutte le loro mosse. Però erano in due contro uno e
anche se non in perfetta forma, potevano sconfiggerlo insieme. Si
precipitò pure lui sull’uomo mascherato provando a
colpirlo con il Juken, cosa per niente facile. La velocità
dei suoi spostamenti era notevole, si trattava di un uomo esperto,
abile, seppur strano…
Quasi riuscì a colpirlo, ma poi quello lo sorprese con una
copia comparsa all’improvviso da dietro le alte fiamme
dell’Amaterasu e gli sganciò un calcio alle
spalle. Lo Hyuga si voltò, però, con un agile
movimento impedendogli di colpirlo e toccandolo a sua volta, facendolo
scomparire. Dietro di lui l’altro Tobi era scomparso, nessun
segno di lui.
…
Naruto nel frattempo rialzatosi si guardò intorno, rimanendo
perplesso: dove erano finite tutte quelle vampe, quel caldo atroce, il
cielo azzurro, la…terra? Si strofinò gli occhi
credendo di sognare, eppure intorno a lui regnava l’assoluto
buio, le tenebre lo avevano divorato. Toccò il suo corpo,
poi il suolo invisibile su cui sembrava camminare, alzò la
faccia al cielo, tutto si era colorato di un nero inquietante. Si
spostò credendo di trovare un’uscita, pensando a
cosa poteva essere accaduto e l’idea di essere piombato in
un’illusione dell’avversario fu la risoluzione
più logica alla quale giunse. Il fatto però che
non si vedesse nessuno, che non si avvertisse il minimo spostamento
d’aria, il solo essere in quel luogo tetro e senza vita,
rendeva il suo cuore pesante e ancor maggiormente
afflitto…ora i suoi compagni spirati erano forse nella sua
stessa condizione? Una volta chiuso gli occhi avrebbero più
visto un chiarore? O sarebbero rimasti avvolti nelle tenebre per
l’eternità…? L’angoscia si
stava impossessando di lui, riprendersi dopo la scomparsa dei suoi
più cari amici sarebbe stato più duro del
previsto… Una morsa furiosa avvinghiò il suo
braccio generando un piccolo lamento soffocato dalla sorpresa di non
scorgere nulla…una seconda stretta lo fece girare da una
parte, ma ancora il vuoto… Un ultimo male, stavolta in
corrispondenza del petto lo fece torcere su sé stesso,
stringendo la maglia e cercando di capire il perché di quel
dolore…
- Senti la sofferenza?-
Quella voce riecheggiò tutt’intorno facendo
sgranare gli occhi all’Uzumaki.
- Dove sei?-
Naruto aveva riconosciuto la voce, che aveva potuto udire solo poche
volte, ma non poteva di certo dimenticare quella del nemico.
- Dove mi hai portato?- disse non ricevendo risposta dopo la prima
domanda
- Sei in un luogo dove non c’è più
luce, dove non vi è più speranza, né
vita…-
Grugnì il biondo non capendo tutti quei giri di parole:
- Mi hai intrappolato in un’illusione, giusto?-
- Perché la definisci così…in questo
modo sminuisci tutto il suo vero valore…non si tratta di un
comune trappola…-
Una nuova fitta colpì il ragazzo facendolo tentennare e
abbassare il capo.
- Ti sei mai domandato cosa si prova quando si muore?-
Domande sempre più strane e sconfortanti che lo riportavano
ad aspri ricordi…
- Entrano in gioco una serie di turbini di emozioni, vortice di
prostrazione, amarezza, delusioni per la propria vita, una squallida
vita nella quale non si è stati capaci di realizzare i
propri sogni…non si è stati in grado di viverla
veramente…magari neanche per propria
colpa…bensì a causa di qualcun
altro…una persona della quale ci fidavamo, ma che poi ti
pugnala alle spalle o ti abbandona…fa cessare ogni
speranza…ogni desiderio di andare avanti…Ti
promette chissà quali cose
all’inizio…aiuto, conforto, amicizia…e
poi manca alla parola data.-
Il nemico sembrava scavare nei pensieri dell’Uzumaki che nel
frattempo rifletteva su quelle parole, frasi che alla fine
rispecchiavano ciò che, secondo lui, probabilmente
avrà pensato Sakura, se non Hinata… Lui le aveva
lasciate, non aveva fatto niente per loro quando erano in pericolo,
quando Hinata si è addormentata per sempre, quando Sakura se
ne è andata tra le fiamme… Aveva in questo modo
permesso che le loro vite venissero troncate, i loro progetti per il
domani, tutto quello che avrebbero voluto fare un giorno, aveva in
qualche modo aiutato la morte a compiere quel che
bramava…portare via altre anime innocenti… E la
promessa che aveva fatto? Quella per la quale aveva tanto
lottato? Un impegno che non aveva mantenuto, non solo nei
confronti di Sakura, ma neppure nei propri. Con Sasuke era svanita la
speranza e la felicità di una ragazza, non potendolo riavere
in terra ha preferito seguirlo in cielo… Per sostenerlo in
quella folle ricerca un’altra ragazza era scomparsa, ragazza
che non aveva niente a che fare con quella storia, ma che si era
offerta lo stesso, voleva con tutto il cuore fare qualcosa, era sempre
pronta ad impegnarsi e mai avrebbe mollato…perché
sapeva quanto lui tenesse a quella missione…e forse
l’aveva anche condizionata…forse l’aveva
spinta a fare più del dovuto…era colpa
sua…
- Dopotutto è lo stesso modo in cui ti sei comportato con i
tuoi amici, Naruto -
Sobbalzò, la sua riflessione fu interrotta dal riprendere di
quella voce, che pronunciando quella frase lo fece spaventare,
intimorito dalla verità, dalla tranquillità del
suo tono, dall’evidenza di essere stato lui stesso il vero
responsabile della loro fine…
- Li hai spinti a sacrificare sé stessi, li hai resi nervosi
e ansiosi di sbrigarsi perché eri tu il più
avido, il più convinto a rischiare, il più deciso
a non arrendersi anche nelle condizioni più
dure…hai voluto troppo ed ora non hai più
niente…-
I brividi correvano per le sue vene e uno strano colorito nauseante lo
ricoprì per intero. Tremava e sembrava voler urlare, ma non
ne era in grado: la sua gola era inspiegabilmente secca e a fatica
riusciva a deglutire, ingoiare la saliva era come ingerire un macigno,
impossibile da mandar giù, ed era convinto che se ci fosse
riuscito gli si sarebbe fermato in gola impedendogli di
respirare…provocandone la morte. Nome che non riusciva
più a tollerare…
- Sei stato la causa di tutto…la loro rovina…Non
c’è proprio giustizia a questo mondo, non credi? I
tuoi compagni hanno dovuto patire le pene dell’inferno prima
di lasciare questo terra…e tu, il responsabile, sei colui
che meno a sofferto alla fine…Non mi sembra
giusto…-
Levò gli occhi al cielo, come se stesse parlando con
l’Onnipotente, direttamente a lui…
- Che cosa posso fare, allora? Come posso tornare indietro?- si
fermò cercando di resistere alla lacrime e poi a voce
più alta – Come posso fare per riportarli qui?-
Qualche secondo di silenzio prima della risposta del
“Dio”:
- Non c’è un modo…puoi soltanto
raggiungerli…solo così ti farai perdonare-
Convinto, per nulla dubitante. Naruto era certo di essere stato lui il
malvagio di quella storia, colui che aveva spinto gli amici a farsi del
male, colui che aveva avuto tutti i mezzi per proteggerli, ma che non
li aveva utilizzati, colui che non era stato in grado di riportare
sulla retta via il giovane amico stordito dalla mania di
vendetta…sicuro che fosse davvero lui la persona che dovesse
pagarla nella maniera più spietata!
Ciao a tutti! Scusate l’attesa, ma…è
sempre la stessa storia! Beh, la situazione qui si fa sempre
più strana e agghiacciante… Naruto vuole
pagarla…ma cosa vorrà fare di preciso? E se lui
è nell’illusione, riuscirà Neji a
cavarsela da solo? Ci stiamo avvicinando alla resa dei conti, oramai
non manca più molto (e un po’ mi
dispiace…*piange*). Va beh, ma ancora dovrete sopportarmi
per un altro po’^_^!
Saluti a:
1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - AmyGoku
4 - bleachnaruto
5 - ChibiGoku
6 - crybaby92
7 - Crystal
Alchemist
8 - danachan94
9 - dcran
10 - EroSennin425
11 - ery twohands
12 - GoHaN
13 - Helkamirie
14 - Hinata1992
15 - HoneyDei
16 - ila_sabaku
17 - kaitlee90
18 - Keru
19 - Kirachan95
20 - Kirara_chan
21 - kuroda9540
22 - Lebron
23 - Lele 91
24 - Liby_chan
25 - Lisa Kanzaki
26 - Lonely Angel
27 - magic_girl95
28 - naruxhina
29 - Nilan
30 -
PetaloDiCiliegio
31 - sakuraehinata
32 - sandgaara
33 - sonny
34 - Targul
35 - titans
36 -
trasgressione93
37 - Tsukiyama
38 - __JUN__
Scusate, ma vado di frettissimaaaaaaaaaaa!! Dunque ancora un bacione a
tutti e alla prossima!
Mewpower
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Capitolo 35 *** Non devi morire ***
Quel dannato nemico era davvero una scheggia. Non aveva mai sfoderato
un attacco serio, ma allo stesso tempo non si era mai lasciato
prendere. Neji gli stava di fronte a qualche metro di distanza, con un
leggero fiatone, indeciso sulla tecnica da utilizzare. Tobi mirava
l’altro con le braccia conserte, capire la sua espressione
facciale era impossibile, eppure al chunin sembrava che dietro quella
maschera celasse un sorrisino, segno di quanto si divertisse a prendere
in giro l’avversario. L’atmosfera di assoluta
concentrazione da parte di entrambi gli sfidanti fu rotta dal rotolare
di un masso, staccatosi da una rupe più massiccia:
- Il tuo Byakugan è un’abilità
meravigliosa…devi esserne fiero-
Le affermazioni che ti tanto in tanto faceva quel tipo lo rendevano
sempre più singolare, ma sotto sotto ancor più
inquietante.
- Se ti capitasse di perderlo non dovresti reagire molto bene,
immagino.-
Lo Hyuga lo fissò minacciosamente:
- Tsk, questo non avverrà mai!-
- Scommettiamo…-
Tobi avvicinò le dita della mano destra alla maschera,
suppergiù in corrispondenza della bocca. Un flash
improvvisò attraversò la mente del chunin,
ricordandogli quei due strani episodi in cui la sua abilità
sembrava come indebolita, quasi sul via dello…scomparire.
Macchie di uno strano colore comparvero di sorpresa alla sua vista,
facendogli strizzare gli occhi. Lentamente le vie di fuga
dell’avversario divennero sempre meno nitide, il chakra che
percorreva il suo corpo si ridusse al nulla completo. Non riusciva
più a vedere con il Byakugan, non sorvolava più
gli spazi in un batter di ciglia, anche la forza fisica
sembrò indebolirsi con il suo abbandono…
- Quella volta allora…- deglutì con sforzo
sbarrando gli occhi dalla sorpresa – ma come è
possibile? Come puoi tu…-
- La mia tecnica ti piace, vero?- disse l’altro facendosi
più serio – Non sono come tutti gli
altri… e non sai ancora che cosa sono in grado di
inventarmi…-
Con uno scatto si ritrovò a faccia a faccia con Neji, il
quale ancora shockato fece appena in tempo a parare il potente pugno
indirizzato allo stomaco. Fu scaraventato indietro fino a scontrarsi
con una roccia.
- Dannazione…- mormorò scorgendo il nemico che si
avvicinava superando le cocenti vampe.
- La tua ora è giunta. Tra poco raggiungerai tutti i tuoi
amici e con te pure il moccioso della Volpe…-
Si ricordò a quel punto che Naruto era misteriosamente
scomparso dalla circolazione e con rapide adocchiate là
intorno lo scorse poco lontano da lui: sedeva addosso ad una pietra
circondato in parte da lingue di fuoco, teneva gli occhi aperti, ma non
era chiaramente in sé:
“Si trova in un’illusione… Come faccio
a…”
Non poteva perdere la concentrazione. Immediatamente il nemico si
gettò contro di lui impedendogli di continuare il suo
ragionamento. Neji doveva cavarsela da solo e la stessa cosa valeva
anche per il compagno.
Immobile, con lo sguardo spento, fissava il vuoto,
l’oscurità, pronto a subire la pena che gli
spettava, per nulla intimorito per le sofferenze che avrebbe patito,
poiché sapeva che lo stesso avevano dovuto sopportare i loro
amici, un grande dolore non solo nel corpo, ma pure
nell’anima, ferita per il mancato intervento nel momento del
bisogno, amareggiata dal vedere la fiamma che l’animava
spegnersi così presto, per essere stati abbandonati da colui
su cui più contavano.
-Voglio pagarla…- ripeteva questo motivetto in continuazione
dondolando lievemente con il corpo – voglio provare le loro
stesse sofferenze, non merito altro- pareva un pazzo in balia
dell’angoscia più assoluta, un novello suicida che
altro non attendeva che l’attimo più propizio per
gettarsi nell’oblio.-
- E io ti darò quello che vuoi…- la voce divina
rimbombava più forte che mai oscurando ancor maggiormente
l’ultimo spiraglio di coscienza che albergava in Naruto.
Una dopo l’altra, apparvero in scena delle lucenti lance
aguzze, che cingevano il biondo, pronte ad essere scagliate contro di
lui.
- Quando la tua amica dai capelli rosa è stata inghiottita
dal fuoco…-
I suoi occhi si dipinsero di un colore ancora più cupo, non
erano azzurro mare, ma grigi per l’arrivo di una tempesta.
-…sicuramente le fiamme devono essere state
pungenti…penetranti…-
Le prime lance furono tirare: qualcuna gli sfiorò gli arti,
altre riuscirono a centrarlo in pieno…
- Devono averle fatto male…lo senti pure tu…?-
Le lame tinteggiavano di rosso, un rosso spento, smorto come il suo
sguardo e si affacciavano al di fuori della carne squarciata
rovinosamente in corrispondenza della gamba sinistra e della spalla
destra.
- Non è abbastanza…- strinse i denti e i pugni
rimettendosi più dritto con la schiena che aveva appena
curvato per l’acuto dolore della penetrazione.
- Hai ragione…occorre continuare…e sentirai
quanto hanno sofferto...-
Altre lance, accompagnate da pugnali, seguite da shuriken. Naruto
sembrava essere diventato un fantoccio da colpire, simile ad uno di
quelli usati dai genin per allenarsi…Con l’unica
differenza che lui perdeva liquido scarlatto da tutte le parti, si
lamentava debolmente, nonostante la potenza di quegli attacchi, provava
angoscia e dolore, ma non per sé, bensì per i
compagni, solo per loro, solo per essere stato la causa di tutto, solo
per averli abbandonati…
Dieci tipi di armi bianche diverse, un centinaio di colpi
insopportabili che in verità non meritava
affatto… L’Uzumaki ne aveva ricevuti tanti, ma non
si era accasciato al suolo. Lo avrebbe fatto solo ricevendo il colpo
maggiore, il più potente di tutti, quello dritto a cuore,
quello che desiderava. A stento si sorreggeva sulle sue gambe mutilate
facendo respiri faticosi e pesanti. Guardare uno spettacolo del genere
avrebbe messo ribrezzo a chiunque, una persona che reggeva sulle sue
membra una moltitudine di armi, tutte infilate come aghi, tutte vicine
alle altre, l’una più sporca
dell’altra… Naruto sudava terribilmente e ad ogni
movimento un dolore allucinante, ogni contrazione muscolare
corrispondeva ad una fitta acuta, ma perdurava a resistere e a non
piegarsi. Solo in quel modo si sentiva realizzato.
- Finalmente la pena che meritavo…-
Come un lupo che si affaccia dalla tana fece capolino da quel buio un
kunai. L’ultima arma, quella mortale. Si voltò di
fronte a lei, avvertendone la presenza, mostrandole il petto: la
fissava con una leggera smorfia di contentezza, con la convinzione che
una volta scagliata contro avrebbe ceduto. Tremava non per paura, era
solamente stremato, afflitto dalla pesantezza di quei pesi alla gambe,
alle braccia, alla schiena. Poi avrebbe potuto riposare quanto voleva,
ma soprattutto avrebbe forse potuto rivederli e avrebbe potuto chiedere
loro perdono… anche se non se lo meritava …non ne
era degno…
- Perdonatemi…io non volevo…-sussurrò
quelle parole con vena di pianto e socchiudendo gli occhi
avvertì un pesante schizzo travolgergli il viso. Riconobbe
in quel frangente l’odore nauseante di quel liquido che
colava frettolosamente dalla fronte fino alla bocca e poi scorreva
ancora, macchiandolo tutto. Di botto però non
avvertì più nulla: la pesantezza delle armi era
scomparsa, l’affanno c’era, ma era lieve, non
provava dolore al petto nonostante il kunai… Aprì
gli occhi e malgrado l’offuscamento iniziale intorno a lui
non c’era più buio, bensì fiamme e gran
fumo nero…Ma quello era solo in secondo piano, Naruto vide
tutt’altro appena si svegliò: occhi sbarrati, come
quelli di un gattino impaurito, bocca tremolante e semi aperta alla
ricerca del suo nome, fronte quasi appoggiata a quella di lei, lama di
kunai a pochi centimetri dal suo cuore, sospesa tra il suo petto, ma
conficcato in quello dell’altra. Il suo capo era basso e le
sue mani si reggevano alla terra, il corpo inchinato di fronte a lui
tremolava e i suoi lunghi capelli sfioravano le gambe
dell’Uzumaki, che si trovavano distese in mezzo a quelle di
lei. Il biondo non credeva a quello che stava osservando, non poteva
essere la realtà quella, lei non poteva trovarsi
lì…Eppure tentò a chiamarla, sperando
di non sognare, augurandosi di scorgere il suo viso, nascosto per la
testa abbassata:
- Hi…Hinata…- balbettò quel nome
celando le lacrime che provavano ad uscire.
Alzò il capo e gli occhi lilla della chunin incontrarono
quelli azzurri, nuovamente lucenti di blu, dell’altro ninja.
- Ciao…Naruto-kun…-
Poté salutarlo, ma poi non fu capace di resistere e si
accasciò sopra di lui. Naruto la prese voltandola con la
pancia in aria, spaventato e ancora sorpreso di averla tra le sue
braccia, di vederla lì, e con una mano dietro la nuca
cercò di farla riprendere:
- Hinata, rispondimi!!!-
La ragazza riaprì gli occhi pesanti e annebbiati, accennando
un sorriso, felice di poterlo rivedere e di potergli stare
così vicino.
- Stai… bene?- chiese lei preoccupata.
- Ma cosa dici? Tu piuttosto, cosa ti è saltato in
mente…- si bloccò riosservando la scura
macchia che segnava il suo petto, troppo vicina al cuore…-
mi hai protetto con il tuo corpo…?-
Conservando sempre un leggero sorriso fece segno con la testa:
- Stava per centrarti... quel…quel tipo con la
maschera…-
Si guardò innanzi e infatti scorse lui, con
l’abito nero sporco un po’ di terra e bruciacchiato
qua e là, con le mani sui fianchi, deluso osservava la scena:
- Ma guarda tu! Doveva mettersi in mezzo un’altro
Hyuga…-
Si ricordò così anche del compagno, non visibile
nei paraggi.
- E Neji…- disse a bassa voce come per paura.
Hinata girò la testa da una parte:
- Neji…- mormorò quel nome con debolezza e con
una vena di terrore al solo avvistarlo al suolo tra la nuda roccia.
Serrate le palpebre, rigido…si presentava simile ad un
cadavere, pallido in viso con le mani semiaperte… Il biondo
distolse subito lo sguardo da quella visione non appena
avvertì sussultare la compagna che teneva accostata a
sé. Aveva tentato di spegnere un colpo di tosse senza
riuscirci e muovendosi in quel modo aveva soltanto aiutato la tremenda
ferita ad allargarsi.
- Per favore, ascoltami…- voleva parlare al giovane e per
questo tentò di avvicinarsi al suo orecchio. Era stanca,
riusciva a malapena a borbottare qualche parola – devi
promettermi che…non morirai…- aveva le lacrime
che stavano per gettarsi, pochi attimi e avrebbero iniziato a
percorrerle il viso – ti prego…non morire, Naruto-
Le prime gocce calarono lentamente e con loro anche le palpebre, con un
moto talmente delicato, dolce come il suo visino… La testa
si spinse all’indietro facendo allungare il collo in maniera
innaturale, mentre i capelli corvini si distendevano e si spiegavano al
suolo impolverandosi. L’Uzumaki era rimasto immobile a
contemplare quella scena e nello stesso tempo quelle parole appena
pronunciate ripercorsero tutti i meandri della sua psiche fino ad
accantonarsi in un posticino dove sarebbero rimaste in eterno.
Appoggiò con grazia l’esile corpo spostando i
capelli che le coprivano il volto e le diede una carezza con
l’ultimo sentimento umano che gli restava prima di esplodere.
- Se ti avessi colpito…- riprese a parlare l’uomo
misterioso – neppure questo sarebbe successo…
Aspettando che morissi avrei estratto il Kyubi e magari avrei lasciato
perdere la tua amichetta…-
- Sta zitto…- lo fermò con tono deciso e
chiaramente burrascoso – non fiatare…-
- Se vuoi possiamo proseguire il lavoretto di prima…stavolta
ci metterò un attimo. Vuoi o non vuoi pagarla
cara…- era sicuro di quello che diceva, ma l’altro
ninja non era più della stessa idea
- Ti farei solo un favore passando all’altro
mondo…- stringeva i pugni con eccessiva forza tanto da far
loro cambiare colore – in questo modo tu attaccheresti i
villaggi vicini con il potere della Volpe…- teneva il capo
chino come per concentrarsi – perché sei tu il
vero antagonista…- stranamente un liquido vermiglio scendeva
dalla bocca del ragazzo – altre persone morirebbero e io non
voglio…non te lo permetterò…- era
davvero sangue, una lunga scia, e come lì cadeva pure dalle
sue mani, ferite in seguito alla penetrazione delle proprie
ughie…affilate – E poi ora
c’è una promessa alla quale non
mancherò…no, stavolta non
cederò…io non devo morire!-
Improvvisamente un polverone si levò con impeto trasportando
con se frammenti rocciosi e animando ancor più le fiamme
nere dell’Amaterasu. L’incendio che investiva
quella piana si prolungò maggiormente e nuove vampe di color
più acceso fecero il loro ingresso sul campo.
Quest’ultime in particolare circondavano il ragazzino della
Foglia quasi pronte ad assalirlo, ma non erano contro di lui,
bensì erano parte integrante della sua persona, erano una
porzione della bestia che viveva in lui e che si stava risvegliando, in
quest’occasione più inferocita che mai. Tobi
assisteva compiaciuto allo spettacolo che gli si presentava. Dopo tanto
tempo avrebbe rivisto la sua creatura nuovamente all’opera.
Oh,oh qui la faccenda muta ancora: il nostro Naruto è super
infuriato e… e… e cosa accadrà adesso?
Una nuova feroce battaglia sta per avere inizio? Oppure è
solo un falso allarme? Spetta a voi scoprirlo con il prossimo capitolo!
Un saluto a tutti voi, o seguitori della mia fanfiction XD:
1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - AmyGoku
4 - bleachnaruto
5 - ChibiGoku
6 - crybaby92
7 - Crystal Alchemist
8 - danachan94
9 - dark_angel_7
10 - dcran
11 - EroSennin425
12 - ery twohands
13 - Faby hale
14 - GoHaN
15 - Helkamirie
16 - Hinata1992
17 - HoneyDei
18 - ila_sabaku
19 - Keru
20 - Kirachan95
21 - Kirara_chan
22 - kuroda9540
23 - Lebron
24 - Lele 91
25 - Lisa Kanzaki
26 - Lonely Angel
27 - magic_girl95
28 - May88 [
29 - naruxhina
30 - neji4ever
31 - Nilan
32 - sakuraehinata
33 - Saku_Nami
34 - sandgaara
35 - siete fikissimi N4
36 - sonny
37 - Targul
38 - titans
39 - trasgressione93
40 - Tsukiyama
41 - __JUN__
E un bacione speciale a Alechan! Grazie anche per l’ultimo
commentino lasciato (e non temere per Neji…oppure
sì…oppure no…va beh, meglio che me la
pianti sennò dovrò temere io per la mia
incolumità XD)
Ciao a tutti!
Mewpower
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Capitolo 36 *** Salvezza ***
Lunghi artigli e aguzze zanne presero il posto delle
normalissime unghie e denti del ninja, trasformandolo a poco a poco
nella bestia infuocata, la Volpe a nove code. Con tutta la sua
maestosità comparve la gigantesca creatura avvolta da lingue
di fuoco, munita delle sue splendide code rosso fiamma. Gli occhi color
pece si guardavano intorno freneticamente come alla ricerca della preda
tanto bramata e le lunghe orecchie si agitavano intente ad individuare
il minimo indizio sonoro dell’oggetto della sua ricerca.
Quando le pupille del mostro incontrarono il foro della maschera di
Tobi, la bestia sembrò placarsi riconoscendo il padrone:
- Kyubi, è giunto il momento di ritornare da me…-
Il suo reale evocatore chiamò l’animale facendogli
cenno, mentre si preparava ad utilizzare la tecnica che gli avrebbe
permesso di ricondurlo a lui e di prelevarlo dal corpo
dell’Uzumaki. La Volpe fece un passo in avanti abbassando
lievemente la testa per avvicinarsi a colui che la chiamava, ma con
mossa imprevista levò una zampa cercando di schiacciare
l’uomo.
- Che diavolo?!- riuscì appena in tempo a togliersi, stupito
dal suo comportamento.
La bestia si dimenava lanciando acuti versi al cielo, scuotendo la
testa e raschiando la terra con le zampe. Tobi tentò a
riaccostarsi concentrandosi maggiormente per portare a termine il
compito, ma l’animale gli si scagliò contro
provando ad afferrarlo con le fauci insalivate. Era ovvio che la
situazione gli stava sfuggendo di mano, il Kyubi era fuori controllo o
almeno sembrava non essere in grado più di controllarlo.
- Com’è possibile?!- esclamò
iniziandosi ad innervosire.
La Volpe lo aveva oramai puntato, aveva deciso che sarebbe stato lui la
sua vittima. Dalle sue narici fuoriusciva un leggero fumo e la sua
bocca si stava aprendo lentamente. Non fu difficile intuire cosa stesse
per fare: si piegò incredibilmente toccando con il muso
quasi il suolo e vampe di fuoco traboccarono dalla sua bocca
istantaneamente contribuendo a creare un altro mare di fiamme
dall’odore di zolfo. Un’onda gigantesca in
particolare stava per investire l’uomo rimasto a contemplare
quello strano comportamento, meravigliato ancora dalla potenza
distruttrice del mostro, seccato dal fatto di non poter fare nulla per
fronteggiarlo…almeno non poteva in quel momento, qualcosa si
stava avvicinando e sicuramente si trattava di altri ficcanasi, venuti
a guastare i suoi piani. Prima che quell’attacco giungesse su
di lui, rimirò nuovamente la belva scatenata, troppo
infuriata da esser placata, lui non poteva calmarla poiché
era stato lui il motivo della sua ira.
- Per questa volta hai vinto tu, moccioso…-
Il getto rosso lo investì e la sua immagine si
cancellò dietro a quelle acque incandescenti, la sua ombra
si dileguò da quello sfondo di morte e di desolazione,
mentre l’animale lanciò il grido finale che
segnava la conclusione della guerra, almeno per il momento.
Dopodiché lo straordinario mammifero fu avvolto da una
spirale scarlatta che lo rinchiuse di nuovo nella gabbia, nuovamente
tornò del corpo del ragazzo, e un’ultima fiammata
si rizzò verso il cielo come per volerlo trafiggere e si
concluse così quello spettacolo terrificante fatto di bestie
mostruose e di lotte.
…
La terra bruciata fu smossa in buona parte dal sopraggiungere di un
gruppo di persone che vestivano gli stessi abiti. Erano ninja, una
squadra speciale, partita per ordine dell’Hokage alla ricerca
dei ragazzi in difficoltà. Di seguito venivano pure una
equipe medica composta da quattro persone. Abbassandosi la mascherina
color latte Shizune espresse tutto il suo stupore sgranando gli occhi e
dicendo:
- Ma cosa è successo qui…-
Il palcoscenico presentava ancora quella nebbiolina di fumo nero e
tante fiammelle derivanti dal ninjutsu dell’Uchiha, ma pure
dal mostro che si era da poco ritirato. La terra era carbonizzata e
cosparsa di impronte, segni di evidenti strisciate di piedi e cumuli di
roccia andate in pezzi per motivi chiaramente non naturali.
L’aria era irrespirabile, intrisa di umidità e di
dolore; la zona era di per sé già inquitante e
demoralizzante, ma scorgendo pure i corpi di quelle persone ben note,
stese e apparentemente morte, resero per un attimo terribilmente
abbattuta la ragazza, impedendole di reagire.
- Capitano, Shizune! I ninja sono tutti qui…-
Solo sentendosi chiamare si risvegliò precipitandosi sul
corpo a lei più vicino.
- Neji, riesci a sentirmi?-
Si rivolse a lui con agitazione, nonostante sentisse che il cuore
ancora batteva. Lo Hyuga strinse i denti, per impedire di emettere
alcun minimo lamento. Era ridotto male, in seguito allo scontro aveva
riportato gravi danni, ma almeno era riuscito a tornare in
sé:
- Meno male…- sospirò la ragazza apportandogli le
prime cure sul posto.
Il ragazzo intanto voltò con sforzo la testa ammirando
ciò che in quel momento lo rese la persona più
felice tra tutti: a pochi metri da lui vi erano due medici che stavano
aiutando la cugina… Sapeva che era ancora viva! Rimase
sbalordito di vederla lì, eppure era proprio lei. Riconobbe
all’istante i suoi splendidi capelli e il viso candido,
così grazioso e fine, nonostante le orribili macchie di
sangue ormai secco che non erano riuscite a rovinare la sua bellezza.
Sorrise nell’animo, ma non mutò la sua espressione
facciale, che teneva una leggera smorfia di ansia per le condizioni
della Hyuga:
- Come sta Hinata?- disse debolmente continuando a rimirarla. Quel
kunai nel petto sembrava averle trafitto il cuore…
- Ce la farà…noi faremo del nostro meglio
– rispose Shizune, per poi rialzarsi e affidare il ragazzo ad
un altro medico – Fai attenzione ha qualche costola
fratturata…- e si diresse alla ricerca degli altri ninja,
desiderosa di rivederli e di visitarli per prima.
Una strana massa dallo scuro colore la insospettì. Le si
avvicinò avvertendo il crescere di uno strano fetore,
nauseante, ma purtroppo famigliare. Per questo le passarono dei brividi
lungo la schiena sperando con tutta sé stessa che non si
trattasse veramente di cadaveri…inceneriti.
Sbarrò gli occhi e con una mano si chiuse la bocca per
nascondere il terrore di quella vista. Erano due i corpi,
l’uno stretto stretto all’altro, a malapena fu in
grado di riconoscerli, ma le fiamme non avevano completato il loro
lavoro…si erano allontanate prima di poterli consumare
completamente. Raccolse un coprifronte quasi del tutto intatto: la
banda rossa, il simbolo della Foglia…era il
suo…quello della ragazza dalla fronte spaziosa, risultata
maciullata dalle fiamme con il compagno tra le braccia.
A lui non era stato incaricato di andare con la squadra per quella
spedizione di soccorso, ma dopotutto quella storia interessava anche
lui. Aveva l’assoluta necessità di accertarsi di
persona su quel che era capitato e di correre in aiuto del giovane
allievo. Era più distante dagli altri compagni, ma
fortunatamente ancora intatto: Naruto fiancheggiava una roccia
sanguinolento, ma ancora vivo. Tirò un respiro di sollievo
al solo veder ondeggiare il petto, segno che respirava, e se lo
caricò in spalla per portarlo dall’equipe. Il
biondo dondolava su e giù in groppa all’uomo e
avvertendo quegli spostamenti fu in grado di aprire lievemente gli
occhi, di ritornare in sé per qualche secondo prima di
riperdere conoscenza:
- E…eremita dei rospi…- chiamò il
maestro credendo di sognare
- Non ti sforzare, Naruto…- e facendo una piccola pausa
– mi dispiace…sarei dovuto venire con
te…-
Il ragazzo fu felice di sapere che era veramente lui e gli
bastò udire quelle poche parole per ripiombare nel sonno.
…
- Si sta riprendendo…-
- Sì, ma è cosparsa di lividi…deve
aver lottato duro…-
- Ha subito un’operazione da poco…ha molte
cicatrici fresche…-
- Anche il chakra fluisce a stento…non era in grado di
sostenere un combattimento…-
Sentiva le loro voci, ma non vedeva altro che nero. Le palpebre erano
sovraccariche di stanchezza e le membra inumidite dall’alta
temperatura. Aveva dolore dovunque, dopo il combattimento contro Sasori
provava solo male, solo le cure di Sakura le avevano permesso di stare
un po’ meglio, ma era evidente che occorrevano rimedi
più approfonditi. La fitta al petto, però, si
stava placando e lentamente si sentiva più energica, ma
comunque inabilitata a muoversi…
- Il caposquadra ha trovato due corpi carbonizzati poco fa…-
- Maledizione… Facevano parte del gruppo?-
- Sembra che uno dei due fosse l’allieva-medico
dell’Hokage…lavorava all’ospedale non
ricordi?-
- Ah, ti riferisci a quella ragazza dai capelli rosa, giusto? Mi
dispiace, era giovane…-
Il battito cardiaco accellerò di colpo e la sudorazione
crebbe con lui. Aveva sentito bene…la sua amica era
morta… Chiunque, dopo ciò che le era accaduto,
penserebbe che Hinata ce l’avesse con la rosa:
all’inizio non poteva neppure immaginare che realmente
l’avesse voluta lasciare andare di proposito. Eppure Itachi
le aveva messo quel pallino in testa facendola dubitare
fortemente…Ma perché, quale doveva essere il
motivo di quella scelta? Non le aveva mai fatto nulla…Loro
erano amiche…Aveva notato che nei suoi occhi quella sera
c’era qualcosa di strano e di diverso dal solito: diffideva e
ripudiava la sua compagnia…e ciò che lesse nei
suoi smeraldi prima di cadere nel buio furono un’ulteriore
conferma… Forse per un attimo l’aveva pure odiata
e maledetta, ma nulla più che una frazione di
secondo…perché proprio non ce la faceva ad
odiare. Non una compagna…
Una lacrima sfociò dai suoi occhioni chiusi e tremolanti e
con sforzo li aprì singhiozzando con timidezza. I due
ninja-medico non credevano che fosse sveglia e cercarono di consolarla,
ricordandole di non agitarsi. Il suo corpo era come una torre di
bastoncini…fragile e instabile…occorreva
un’analisi più accurata soprattutto per il taglio
al petto: poco più in profondità, poco
più accanto, il colpo infertole le avrebbe di certo troncato
il cuore…
- Per favore, voglio alzarmi…- chiese supplicandoli con un
filo di voce
- Meglio di no –
- Sei debole, risparmia energie…-
- Vi prego…voglio vedere i miei compagni…-
I due si guardarono a vicenda e fu così che decisero di
sorreggerla e di portarla da loro. Qualcosa però fece
distrarre l’attenzione della Hyuga:
- Cosa ne facciamo di lui?-
Poco più in là due ninja fissavano incerti un
corpo steso a terra.
- Non resisterà a lungo…-
Il viso era solcato da scie di sangue che partivano dagli occhi, i
vestiti inuduciati dall’arena e dalla fatica del
combattimento. Lo riconobbe seppur distante da lei. Vide i capelli
lunghi, non più legati in una coda, bensì
completamente distesi tra la polvere e il sudore.
Uno dei due si accucciò poi accanto al ragazzo morente ed
esaminò i suoi occhi aprendone uno alla volta:
- Ha sforzato la vista eccessivamente, gli occhi sanguinano a causa
dello Sharingan.- era ovvio che avessero riconosciuto il Nukenin di
livello S, era il famoso Uchiha traditore…- Ma tutto queste
emoraggie sono dovute dal combattimento probabilmente…- si
riferivano al sangue che lo cospargeva per intero…usciva
dalla bocca, dalle narici, fiumi che continuavano a scorrere seppur con
lentezza. Hinata osservava con la testa voltata la scena.
- Aspettate…- disse ai suoi aiutanti – il
ragazzo… ha bisogno di cure immediate…-
- Non ha possibilità, mi spiace-
-…P…perché?-
- Lo abbiamo visitato prima e abbiamo scoperto che soffre di una
malattia ai polmoni rarissima-
Ecco spiegato il motivo di quella tosse.
- Non potete fare nulla…?- domandò con la
speranza che iniziava a sfumare
Si sentiva in debito con lui. Alla fine era stato il suo salvatore
quella sera…
- A dire il vero un modo per curarlo ci sarebbe… Esiste un
succo particolare, un nettare in grado di combattere questa
malattia…non sono stati fatti studi certi, ma se solo ne
avessimo potremmo tentare…-
- Ti riferisci al “Kokoro”? – intervenne
poi l’altro medico – Se non sbaglio è un
fiore che cresce soltanto in queste zone…-
Un fiore, la sua vita poteva dipendere da un così esile
strumento della natura? Un ricordo nitido apparve nella mente della
ragazza:
- …Si tratta…di un fiore dallo stelo corto
e…dai petali tendenti al giallo?- chiese con timore e con
una certa incredulità.
- Beh, sì se non sbaglio…Ma è talmente
pregiato, che neppure al Villaggio ne abbiamo dei campioni…-
Una luce rischiarò gli occhi fino ad allora spenti della
chunin, incredula dell’assurda coicidenza, il destino voleva
che lui continuasse ad esistere…
- S…Sakura…- balbettava dallo stupore –
ne ha uno identico nella borsa…lo abbiamo trovato nel bosco
vario tempo fa…-
Si agitò intenta a camminare da sé per andarlo a
prendere, ma i due fermarono la sua spinta improvvisa di energia,
dicendole che ci avrebbero pensato loro…La borsa
fortunatamente si trovava in quella piana deserta, la ragazza
l’aveva portata sempre in spalla anche recandosi
laggiù…ma alla fine l’aveva abbandonata
nel momento in cui Deidara stava per farsi esplodere. Comunque una
volta ritrovata, bastarono pochi e semplici procedimenti per creare il
nettare e per utilizzarlo sull’Uchiha. Quello era il primo
passo per la sua salvezza, il primo punto che la vita segnava sulla
morte, ma era ancora troppo presto per cantar vittoria. Era necessario
che ricevesse altre cure urgentissime a Konoa e come lui pure gli
altri…
Sto per piangere!!!! Tutti i nostri eroi (o almeno quasi
tutti…) sono sani e salvi e…la storia sta per
concludersi! Oddio, non voglio!! (Tutti: o__O? ma che le prende?; me:
scusate, ma sono commossa T^T) Già, sono molto affezionata a
questa fanfiction, ma soprattutto a tutti voi che mi avete seguita.
Comunque, basta! Ancora non siamo giunti alla fine,no? Quindi, ci
vediamo per il prossimo capitolo e lasciate tanti commentini!
Saluti a:
1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - AmyGoku
4 - bleachnaruto
5 - ChibiGoku
6 - crybaby92
7 - Crystal Alchemist
8 - danachan94
9 - dark_angel_7
10 - dcran
11 - EroSennin425
12 - ery twohands
13 - GoHaN
14 - Helkamirie
15 - Hinata1992
16 - HoneyDei
17 - ila_sabaku
18 - kaitlee90
19 - Keru
20 - Kirachan95
21 - Kirara_chan
22 - kuroda9540
23 - ladysakura
24 - Lebron
25 - Lele 91
26 - Lisa Kanzaki
27 - Lonely Angel
28 - magic_girl95
29 - May88
30 - naruxhina
31 - neji4ever
32 - Nilan
33 - sakuraehinata
34 - Saku_Nami
35 - sandgaara
36 - siete fikissimi N4
37 - sonny
38 - Targul
39 - titans
40 - trasgressione93
41 - Tsukiyama
42 - __JUN__
Mewpower
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Capitolo 37 *** Finalmente l'amore ***
Il cielo era sereno quel giorno, le nuvole completamente assenti. Il
sole sorrideva felice accarezzato da un soave venticello, atteso da
tempo da coloro che più soffrivano il caldo di quel
periodo... La vita nel villaggio proseguiva tranquilla per la maggior
parte della popolazione, i bambini giocavano allegramente, altri si
allenavano con grinta e voglia di fare, i più grandicelli
avevano il lavoro a cui pensare, altri invece si godevano il riposo
tanto atteso… In quello sfondo così lieto
però vi erano delle macchie che rovinavano
l’atmosfera di felicità e di pace apparente, ombre
cupe e angosciate da ricordi tetri e dolorosi. Una lunga fila di figure
nere fronteggiava tre lapidi l’una accostata
all’altra cariche di fiori profumati e candidi che
risaltavano su quei vestiti scuri, funerari, che tutti indossavano. Uno
dopo l’altro appoggivano con lentezza quell’ultimo
dono agli amici scomparsi, chi con le lacrime agli occhi, chi invece
tentava di essere forte, sforzo inutile che rendeva l’animo
ancor più pesante. A capo di quella lunga fila vi era una
donna che aveva aperto quell’ angosciante cerimonia e che ora
stava per chiuderla. Infatti si accostò nuovamente alle
tombe toccandone una ad una. Si arrestò a contemplare
l’ultima, quella della giovane rosa dalla fronte spaziosa, il
cui ricordo le faceva sorridere il cuore, ma la cui scomparsa lo aveva
squarciato inesorabilmente. Non poteva dimostrare la sua debolezza, la
sua umanità, non ora che era di fronte a tutti, a tutte
quelle persone che avevano tanto bisogno di essere
confortate… Si girò verso la platea e il suo
sguardo finì per caso su una giovane ragazza bionda, i cui
capelli sembravano essersi scoloriti in un colore più opaco,
come se la loro luminosità se ne andasse pian piano ad ogni
fuoriuscita delle lacrime. Piangeva anche in quel momento, afflitta
dalla perdita dell’amica più cara, della nemica
più tenace, della compagna di sempre. Si copriva gli occhi
divenuti gonfi e con loro anche la bocca che vibrava senza
più alcun controllo. Una fontanella di tristezza per
un’amicizia persa, il leone che la rendeva simile
all’amica era scappato con la coda tra le gambe e un
incantesimo l’aveva tramutata in un pulcino bisognoso del
calore materno… E poi soffriva per la partenza di lui,
stavolta non sarebbe mai più tornato e il rimpianto di un
amore perduto non era altro che un’altra freccia diritta al
cuore. L’amarezza di essere ancora su quel mondo la rendeva
infelice:
- Sciocca… sei una sciocca…- era Ino
che balbettava quelle apparenti parole insensate, che solo lei poteva
capire, perché aveva intuito ciò che era
accaduto… Sakura senza Sasuke non avrebbe mai potuto vivere,
morire con lui era l’unica soluzione. Ciò che
rimaneva dei loro corpi era poco, polvere nera alternata a brandelli di
materia quasi irriconoscibile, ma l’importante era che
fossero almeno vicini, avrebbero dormito l’uno accanto
all’altra.
Mirar piangere lei, una delle più forti, rendeva tutto ancor
peggio, ma dopotutto era una delle più affezionate ai due
ninja…
Anche Kakashi era pianto, la sua lapide era accuratamente ornata di
corolle colorate come le altre due, l’unico dispiacere era
che non si sarebbe potuto piangere sul suo corpo poiché non
ritrovato.
Nonostante la sua fuga pure Sasuke non era stato
trascurato…insomma la loro mancanza si sarebbe fatta
sentire, il loro ricordo non avrebbe mai lasciato nessuno dei presenti.
Poche, ma efficaci parole vennero pronunciate dall’Hokage in
loro ricordo, con il tono un po’ smorzato, ma che si
dimostrava voler esser forte, pronto a proseguitare
nell’andare avanti, il minimo incoraggiamento per risollevare
quegli animi distrutti dal dolore. La cerimonia si concluse con un
fragoroso applauso e con calma tutti si dileguarono un poco alla volta.
Una figura rimase un po’ più delle altre a
contemplare quelle tre pietre, tenendo il capo chino in segno di
rispetto, concentrata come se stesse comunicando con le anime dei
defunti. Una voce proveniente da dietro la fece voltare:
- Non vieni a casa?-
La voce calma di Neji era paragonabile all’aria fresca di
quel mattino estivo.
- Sì…arrivo…-
Hinata fissò un attimo gli occhi del cugino cercando
lì le parole che avrebbe voluto sentire, parole di
spiegazione che da tempo attendeva, ma non c’era stata ancora
l’occasione giusta…tra le visite mediche, il
funerale…i due non avevano potuto parlare di quel
bacio…e in fin dei conti nemmeno quello era il luogo
né il momento più opportuno… Fece
qualche passo verso di lui, passandogli però accanto,
facendo strisciare involontariamente i capelli corvini lungo il braccio
del cugino.
-…Passi a trovare Naruto?-
La domanda la fece bloccare, quando c’era di mezzo lui tutto
sembrava prendere un’altra tonalità e
l’agitazione prendeva il sopravvento. Annuì con la
testa aggiungendo che quello era il suo ultimo giorno di ricovero.
Sarebbe andata a casa solo per cambiarsi d’abito, non
intendeva presentarsi da lui con le lacrime e l’angoscia che
trasmetteva quel vestito addolorante. Attese qualche secondo, tenendo
le spalle all’altro e lui fece lo stesso. Un silenzio
interminabile e di imbarazzo. Si ritrovavano soli, incapaci di
spiegarsi, di parlare… In verità Neji rifletteva
e lei attendeva ciò che doveva dirle. La decisione fu dura,
ma contro i sentimenti non si poteva andare.
- Ti voglio bene, Hinata… Sappi solo questo…-
Lei si girò appoggiando una mano al petto, il cuore pareva
voler uscire. Arrossì in volto, rimanendo immobile ad
osservare la schiena di lui. L’immagine del bacio rubato
ripiombò nella sua mente, si trattava d’amore, era
sul serio innamorato di lei.
- Io…io…- barbugliava senza giungere al dunque.
La confusione e l’ansia la stavano facendo andare in tilt e
il rossore aumentò appena lui si girò e la
fissò con quegli occhi magnetici:
- Va da lui ora.-
Un brivido la attraversò tutta. Il battito
cominciò a rallentare.
- Ma se dovesse farti soffrire…ricorda che ci
sarò sempre io-
La ragazza rimase per un attimo immobile, riuscendo a riprendere il
controllo del suo animo entrato in agitazione. Neji aveva capito che
sarebbe stato impossibile togliere Naruto dal suo cuore. Era lui che la
dominava per intero, era solo lui la persona che avrebbe potuto
renderla felice. E lui voleva la felicità di Hinata. Le
voleva bene, davvero tanto…non era un semplice sentimento
d’affetto fra cugini, era puro amore. Ma lei era troppo
lontana, irraggiungibile, poiché innamorata, troppo
innamorata di quel buffo biondino dalla testa quadra. Sorrise Neji alla
ragazza, tranquillizzando il suo animo in subbuglio e lei fece
altrettanto. Non c’era bisogno che aggiungesse altro, Neji
aveva capito tutto alla perfezione. Intraprese così di corsa
la strada di casa, abbandonando il cugino in quel giardino desolato,
ansiosa di precitarsi da Naruto, aveva assoluto bisogno di vederlo.
Le tendine della finestra ondeggiavano con grazia in sincronia con i
soffi del vento, che rinfrescava almeno in parte le membra sudate del
biondo disteso sul letto a fissare il soffitto. Sapeva che quel giorno
ci sarebbero stati i funerali, pensiero che lo rattristava, triste
anche per il fatto di non aver potuto partecipare. Teneva le gambe
piegate e le mani dietro la nuca, cercava le posizioni più
strane per riuscire a prendere sonno, almeno così non
avrebbe più dovuto pensare a nulla, la sua testa si sarebbe
liberata per lo meno per qualche ora di quei terribili ricordi e
dell’amaro di sangue che sembrava non voler lasciare la sua
bocca. Stranamente però le palpebre non volevano proprio
serrarsi, la stanchezza e la noia di stare lì steso non lo
incoraggiava per niente ad appisolarsi. Avrebbe tanto voluto fuggire da
quelle quattro mura e sdraiarsi sull’erba fresca, ma non ci
provava neanche. Non aveva voglia neppure di alzarsi. Una terribile
nausea lo colpiva ogni volta che tentava di muovere un muscolo.
Ciò che l’avrebbe fatto star meglio, forse,
sarebbe stata la visita di qualcuno, magari scambiare quattro
chiacchiere lo avrebbe tirato su. Il cigolio improvviso della porta gli
fece spostare lo sguardo e intravide così una timida figura
che faceva capolino:
- Hinata…!-
-C…ciao Naruto-kun…-
- Sei uscita dall’ospedale, allora! Ti vedo in forma.-
- Già, anche tu domani esci non è vero?-
Inizio in questo modo un’allegra conversazione, che
rasserenò l’animo di Naruto, distraendolo da
ciò che fino ad allora lo aveva fatto star male. Di tanto in
tanto finirono per ritornare a quegli angusti giorni di poco tempo
prima, ma alla fine riuscivano a svincolarsi e a ritornare a sorridere.
Hinata cadde spesso nel tranello di quegli occhi blu mare e quando lui
se ne accorgeva e la interrogava lei si trasformava in una fiamma,
divenendo ancor più impacciata e farfugliando spiegazioni
senza capo né coda.
- Lo sai che sei strana?- le disse ad un certo punto toccandole la
fronte con un dito – diventi rossa all’improvviso
come se avessi la febbre-
Al solo contatto lei perse il controllo e un improvviso mancamento la
fece accasciare sulle sue ginocchia coperte da una leggero lenzuolo.
- Ehi, ehi, che ti prende!?-
Le mise una mano dietro la testa e usando lo sgabello sul quale era
rimasta fino a quel momento seduta, la fece distendere
completamente…le sue gambe erano il cuscino della bella
addormentata. Pochi attimi dopo riaprì gli occhi. Naruto le
accarezzava con delicatezza la scura chioma, come se fosse un gattino
desideroso di affetto, e lei come risposta faceva le fusa, guardandolo
intensamente e rilassandosi per quel piacevole massaggio. Era bello
stare con lui, la tranquillità e la piacevolezza di quel
momento rendevano il mondo intorno sfocato, mentre lasciva nitida solo
l’immagine di quel ragazzo, il più bello, il
migliore…colui che amava. Avrebbe voluto rimanere in quella
posa per sempre, facendosi coccolare in quella maniera, diventare il
suo animaletto da compagnia, cosicché da stargli sempre
accanto e di ricevere quotidianamente le sue coccole. Naruto sembrava
incantato pure lui dalla morbidezza di quei capelli, rimembrando le
sfumature che li decoravano quando vien sera, la leggiadria dei suoi
lineamenti sotto il chiarore lunare, la sua dolcezza, che era in grado
di rasserenare il suo animo, il sacrificio e la determinazione che
aveva dimostrato quando tutto sembrava perduto…Proprio in
quell’attimo si ricordò di non aver fatto la cosa
più importante, non aveva detto grazie alla sua salvatrice,
a quell’angelo custode che aveva rischiato di morire al posto
suo, a quella dea che gli era sempre stata vicino e che lo aveva
allietato con la sua sola presenza, durante quelle notti di luna.
- Grazie di tutto…- quel ringraziamento imprevisto la colse
di sorpresa, ma la sincerità e la dolcezza di quelle parole
la fecero sorridere e rispondere così:
- Sono io che ti ringrazio…per essere ancora qui con
me…-
La promessa che le aveva fatto era stata mantenuta. Lui aveva lottato
duro ed era ancora in quel mondo, ci sarebbe rimasto e avrebbe
continuato a vivere…solo per lei. Si abbassò con
la schiena avvicinandosi a lei con calma, senza fretta, pregustando
l’arrivo sulle sue labbra che sapevano di rosa, profumo
leggero e gradevole, non era esagerato, era semplice come lei. Il
contatto la fece fremere e l’imbarazzo fece colorare
nuovamente le sue guance, ma il desiderio di ricevere quel bacio era
celato nel suo cuore da tempo e non poteva permettersi di perdere i
sensi nonostante la forte emozione. Le sue forme a contatto con il
petto dell’altro prolungarono il piacere di quel momento, che
parve interminabile, volevano entrambi che fosse così, e in
effetti le due bocche rimasero addoggiate l’uno
all’altra a lungo, finché si lasciarono per
riprender un minimo respiro, ma soprattutto per sospirare quelle tenere
parole:
-Ti amo, Hinata…- la fissava intensamente un po’
rosso in volto pure lui. Era lei la ragazza che gli aveva impedito di
baciare l’altra, che lo aveva portato in confusione ed ora
che era là, tra le sue braccia, era felice di
poterla stringere e di poterla ammirare, convinto stavolta che era
veramente lei l’unica ragazza del suo cuore. Hinata lo
rimirava con la stessa intensità trattenendo le lacrime di
gioia per quella dichiarazione che aveva sempre sperato sentire,
mormorando pure lei lo stesso con i singhiozzi che si bloccavano in
gola. Arrivarono altri baci l’uno più passionale
dell’altro, mentre le mani si eccitavano al solo toccare il
viso dell’altro, un tocco delicato, di vero affetto, per
nulla invogliate a strafare, bensì bramose di assaporare
ogni secondo di quel contatto e di quei respiri estranei sulla loro
pelle con assoluta flemma. E il venticello continuava a soffiare
leggiadro facendo accostare e spalancare con ritmo la finestra,
dilettanto le loro membra accalorate, ma agognanti di sentir il calore
del rispettivo amante e di provare il piacere di possederlo realmente.
E adesso piango!!! Uno perché la mia prima fanfiction ha
avuto fine e due perché adesso qualcuno mi
ammazzerà! Aiutooooooooo!!! XD Ok, oramai tutto è
venuto a galla e io vi do la conferma: ho voluto che la mia prima
storia fosse una NaruxHina, uno dei miei paring preferiti, e
l’ho dedicata a tutti i fan di questa coppia. So che ci sono
molti di voi che desideravano che il paring fosse diverso e forse
qualcuno ne era veramente convinto…però una volta
presa una decisione non potevo cambiare all’ultimo momento^^.
Mi auguro comunque che vi abbia colpito e che vi rimanga nel cuore! Vi
voglio poi preannunciare l’uscita di un capitolo extra di
questa fanfiction (che avverrà la settimana prossima!) e se
vi va leggetelo^^…e lasciate un commentino (anche con gli
insulti se volete XD). Bene, sembra proprio che siamo giunti ai saluti
e quindi…
akatsukina fur immer,
grazie!
Alechan,
grazie!
AmyGoku
, grazie!
bleachnaruto
, grazie!
ChibiGoku,
grazie!
crybaby92 , grazie!
Crystal Alchemist
, grazie!
danachan94
, grazie!
dark_angel_7
, grazie!
dcran ,
grazie!
dubhe93 , grazie!
EroSennin425
, grazie!
ery
twohands, grazie!
Faby
hale , grazie!
GoHaN , grazie!
Helkamirie
, grazie!
Hinata1992,
grazie!
HoneyDei,
grazie!
ila_sabaku
, grazie!
Keru ,
grazie!
Kirachan95
, grazie!
Kirara_chan
, grazie!
kuroda9540
, grazie!
Lebron,
grazie!
Lele
91 , grazie!
Lisa Kanzaki ,
grazie!
Lonely Angel ,
grazie!
magic_girl95 ,
grazie!
May88 , grazie!
naruxhina,
grazie!
neji4ever ,
grazie!
Nilan , grazie!
sakuraehinata ,
grazie!
Saku_Nami ,
grazie!
sandgaara ,
grazie!
siete fikissimi
N4 , grazie!
sonny , grazie!
Targul , grazie!
titans , grazie!
trasgressione93 ,
grazie!
Tsukiyama ,
grazie!
__JUN__ , grazie!
Ma un saluto particolare va a:
_Alechan: Ciaoooooooooo!!! Ho bisogno di un abbraccio perché
sono tristissima T.T. Già, non posso ancora credere che
questa fanfiction sia finita…mi dispiace, però
doveva arrivare la fine! O meglio, la fine decisiva sarà
sancita dal prossimo cappy! Quindi, mi raccomando, ci sentiamo al
prossimo! (dunque ancora non ti saluto :P) Bacioni^___^ Ps:
Ehehehe, sul prossimo verrai a conoscenza della sorte di Itachi!!!
_EroSennin425: Ehilà! Allora ti voglio nuovamente
ringraziare! Soprattutto perché tu sei stato il mio primo
critico personale!!! Esatto, il primo ragazzo che si è
interessato a tal punto alla mia fanfiction da analizzarla sempre nei
più minimi particolari! Grazie molte, mi ha fatto veramente
piacere^___^. Dunque, sei contento? Sei un fan del NaruxHina, no? Beh,
fammi sapere la tua opinione e…al prossimo capitolo!
_ Lonely Angel: Ti prego, non farmi del male!!! XD Mi dispiace forse
sarai rimasta delusa dal paring…(T.T Non volevo deludere
nessuno, io!!!; Altri: Su,su *pacca sulla spalla*), ma mi auguro di
no!! Comunque volevo infinitamente ringraziarti per i complimenti e le
recensioni che hai lasciato (non fa nulla se non hai potuto recensire
sempre^^). Grazie, grazie!!! Non saluto neppure te ancora
perché…DEVI ESSERCI ANCHE ALL’ULTIMO
CAPPY! Ok?^___^ Bacioni.
Allora, non perdetevi l’ultimo capitolo e ci vediamo la
prossima settimanaaaaa!!!
Mewpower
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Capitolo 38 *** Torneremo... ***
Sdraiato, indebolito e confuso. Tentò di riaprire gli occhi
per l’ennesima volta, ma ciò che era in grado di
vedere era il buio assoluto. Con uno sbuffo si rimise la pezza
impregnata d’acqua sugli occhi, stanco di essere
lì, seccato di essere ancora vivo. Avrebbe preferito morire
all’istante, si sarebbe risparmiato la seccatura
dell’intervento e quel pesante clima di tensione che si
respirava in quell’area ospedaliera. Puzza di medicine e di
disinfettante, l’attenzione concentrata tutta su di lui, i
controlli maggiori erano tutti raccolti dietro la porta della sua
stanza. Era prigioniero dei medici e in futuro lo sarebbe stato dietro
un campo di lavori forzati. Perché era quella la sua fine.
Amareggiato più che mai per aver fallito il suo obiettivo,
per essere stato poco previdente, di non esser giunto subito alla
conclusione: aveva perso troppo tempo e il fratello era fuggito per
sempre al posto suo. Toccava a lui raggiungere l’inferno, non
a Sasuke. Abbandonò una mano sopra la fronte facendo un
lungo respiro profondo. Il sudore colava dal suo viso lentamente,
percorrendo le profonde occhiaie in tutta la loro lunghezza.
Riflettè a lungo su quel che era capitato, sul brutto
scherzo che il destino gli aveva giocato, ripensando
all’ingenuità e alla sensibilità di
colei che gli aveva tratto in salvo la vita. Un errore su tutta la
linea, non avrebbe mai dovuto aiutarlo…in questo modo aveva
prolungato soltanto le sue sofferenze. Provò a girarsi su di
un lato, ma le ossa ancora facevano male, meglio rimanere in quella
posizione iniziale, così come i dottori lo avevano
posizionato su quel letto. Ad un certo punto notò uno
spostamento d’aria intuendo che la finestra si era aperta.
Una fortuna per lui: finalmente respirava un po’ di vita e di
freschezza. L’odore di chiuso che si respirava in quella
stanza così piccola iniziò a fuggire lontano,
lasciando spazio ad un lieve profumo floreale che però non
sembrava venire da fuori. Girò con lentezza la testa dalla
parte opposta alla finestra, accertandosi che quell’ aroma
proveniva da lì.
- Dimmi una cosa…qualcuno ha portato dei fiori?- chiese il
moro avvertendo la presenza di un visitatore.
- Pare di sì. Sono ginestre se non sbaglio…-
C’era veramente qualcuno che sedeva sulla ringhiera da pochi
attimi. Sopraggiunse poi un lungo momento di silenzio, disturbato dai
passi frettolosi delle infermiere nei corridoi e dalle urla dei bambini
all’esterno della clinica.
- Devi uccidermi…?-
Il ragazzo fece di no con la testa, movimento che però
l’Uchiha non era in grado di scorgere.
- Non faccio più parte dell’Alba, mi sono
stancato…e poi non è rimasto più
nessuno.-
- Perché questa scelta…?-
Il ragazzo spostò lo sguardo al cielo limpido e i suoi
capelli incontrarono il sole rovente, che rese la sua chioma di un
rosso più vivo:
- Una persona mi ha fatto cambiare idea…tutto
qui…-
Non poteva sapere a chi si riferisse, ma non volle indagare oltre,
credendo fosse giusto rispettare la riservatezza del compagno.
- Cosa farai ora?- continuò lui
- Voglio viaggiare, rendermi utile…voglio cambiare vita,
Itachi. Non ho più sete di sangue…-
Sorrise di nascosto, riappoggiando la mano sulla fronte. Sasori non
aspirava più alla frenesia della guerra.
- Ma tu, piuttosto…cosa hai intenzione di fare?-
- Mi sembra ovvio…desidero solo pagare per gli errori del
passato. Merito di scontare la mia pena-
Il rosso lo fissò con la solita espressione cupa, ma non
più intrisa di violenza, non più bramosa di
uccidere.
- Sarà un lungo periodo immagino…se ti va posso
tornare a prenderti…-
- Tornerai a Konoa…?- domandò leggermente
sorpreso l’Uchiha
- Solo per accettarmi delle condizioni di una persona…-
troncò lì il discorso, non volle dire niente. La
riconoscenza nei confronti della salvatrice traboccava dal suo cuore
umano e una venatura di affetto per quella docile creaturina lo legava
a quel luogo, dove era sicuro avrebbe potuto rivederla. Uscì
così dalla finestra, sparendo con agilità senza
che nessuno si accorgesse di lui. Sasori lasciò solo il
moro, contento che almeno una di quelle anime diaboliche si fosse
purificata, almeno così gli parve. Si voltò
nuovamente verso quel profumo di fiori, unica cosa che lo rasserenasse
e che lo facesse tornare indietro nel tempo, quando tutto era
cristallino e luccicante, quando era circondato dalle persone amate,
prima di diventare un assassino e di macchiarsi di atroci misfatti.
Allungò il braccio alla ricerca di uno di loro.
Sfiorò i gradevoli e morbidi petali e con più
delicatezza possibile ne colse uno portandolo al naso:
“Deve essere stata lei…”
Fu quello il pensiero che gli accarezzò la mente. Soltanto
un’anima come la sua poteva trasmettere tutta quella
amorevolezza in un semplice fiore. Gli era bastato scrutare i suoi
occhi in quella tetra notte, quegli specchi opachi per le lacrime
trattenute e la terribile paura che l’attanagliava, ma pieni
di dolcezza e di forte sensibilità, anche troppa trattandosi
di un essere umano. E poi quell’improvviso scatto di
decisione e di fortezza per nulla tipici di un agnellino quale pareva
essere, lo aveva meravigliato e rendeva quella figura ancor
più stravagante e quasi
misteriosa…cos’era realmente? Se lo chiese
appoggiando la ginestra sul petto spossato, mentre con gli occhi
coperti da quel panno andava alla ricerca di una luce e della risposta.
- Grazie comunque…- sospirò, dopo essere giunto
ad una decisione – credo che qualche volta tornerò
pure io a Konoa…- e mise le mani dietro la nuca, mentre il
sonno l’avvolgeva e il suo cuore finalmente trovava la quiete
per riposare veramente dopo tanto tempo.
Oddiooooooooooooooooo!!! >.< Non posso credere di aver
scritto pure l’ultimo capitolo!!! Mi viene da piangere!!!
T____T Va beh...sfi, sfin, è inutile disperarsi!
Sigh...sigh... Alla fine bisognava pure arrivare,no? Comunque mi auguro
che anche quest’ultimo cappy vi sia piaciuto! Avevo
l’assoluta necessità (e magari qualcuno di voi
avrebbe anche voluto saperlo) di parlare delle sorti di Itachi e...di
Sasori (eh già, è riuscito a salvarsi alla fin
fine!^__°). Pare che i due provino un certo affetto nei
confronti della loro salvatrice Hinata e dopotutto come dar loro torto?
Ora a voi gli ultimi commenti (nooooooooo!! T.T)! M auguro con tutto il
cuore che questa storia vi sia piaciuta, che vi abbia emozionato e che
abbiate sognato insieme a tutti i personaggi! Vi voglio davvero
ringraziare perché con il vostro sostegno mi avete
incoraggiata ad andare avanti e a terminare questa fanfiction...la mia
prima fanfiction! Dunque ancora grazie a tutti e chissà se
ci rivedrem in futuro con qualche mia altra storiella! Allora, passo ai
saluti finali:
akatsukina fur immer, grazie!
Alechan,
grazie!
AmyGoku ,
grazie!
bleachnaruto
, grazie!
ChibiGoku, grazie!
crybaby92
, grazie!
Crystal Alchemist ,
grazie!
danachan94
, grazie!
dark_angel_7
, grazie!
dcran ,
grazie!
dubhe93 , grazie!
EroSennin425
, grazie!
ery
twohands, grazie!
Faby hale
, grazie!
GoHaN , grazie!
Helkamirie
, grazie!
Hinata1992,
grazie!
HoneyDei,
grazie!
ila_sabaku
, grazie!
Keru ,
grazie!
Kirachan95
, grazie!
Kirara_chan
, grazie!
kuroda9540
, grazie!
Lebron,
grazie!
Lele 91 ,
grazie!
Lisa Kanzaki ,
grazie!
Lonely Angel ,
grazie!
magic_girl95 ,
grazie!
May88 , grazie!
naruxhina, grazie!
neji4ever , grazie!
Nilan , grazie!
sakuraehinata ,
grazie!
Saku_Nami , grazie!
sandgaara , grazie!
siete fikissimi N4 ,
grazie!
sonny , grazie!
Targul , grazie!
titans , grazie!
trasgressione93 ,
grazie!
Tsukiyama , grazie!
__JUN__ , grazie!
(mi auguro di non aver
dimenticato nessuno!)
Ma un affettuosissimo saluto va in maniera particolare a:
_Alechan: Kyaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Sono felice che il paring finale sia
stato di tuo gradimento! E sono ancor di più contenta per il
fatto che la mia fanfiction ti abbia commossa! (e adesso mi commuovo
pure io! T.T) Per il povero Kakashi, in effetti, dispiace pure a me, ma
per far proseguire la storia nel “mio” verso ho
dovuto eliminarlo...sorry ^_^”. E che dire ancora se non
grazie, grazie, grazie, grazie, grazie moltiplicato
all’infinito! Le tue recensioni sono sempre state
simpaticissime e sono sempre caduta dalla sedia ogni volta che le
leggevo...per le risate ovviamente!^___^ Quindi grazie mille anche per
avermi fatto ridere XD. Mi auguro di ritrovarti in giro per qualche
altra mia fanfiction o chissà che non sia io a ritrovarti
con qualcuna delle tue! Baci, baci!
_EroSennin425: Ciao!!!!!! Eccoci qua, alla fine di una luuuuunga storia
che per fortuna si è conclusa bene! Prima di tutto ringrazio
mille volte anche te per tutte le recensioni lasciate! Quindi: grazie,
grazie, grazie,grazie e grazie ancora!! (Non sono mille volte
però...XD nel fondo del mio animo è
così!) Ti ripeto che sono moltissimo contenta di aver avuto
un commentatore così pronto e attento ad ogni capitolo, ma
soprattutto che si tratti di un maschietto^__^ perché credo
che oggigiorno sia sempre più difficile trovare un ragazzo a
cui piacciano storie romantiche! E di questo sono soddisfatta!^__^ Va
beh, forse sono un po’ sciocca (Tutti: Un po’!?
=_=) a pensarla così, però... Ok, un grandissimo
abbraccio e mi auguro di ritrovarti in qualche mia nuova storia! (Anzi
mi piacerebbe proprio leggerne qualcuna tua, così da
diventare una tua critica letteraria XD). Ps: eheheh, mio caro stavolta
ti sbagli tu: nell’ultimo capitolo ho scritto:
“anche Kakashi era pianto” poiché lui
era uno dei tre ninja rimasti uccisi (nota che le lapidi sono tre:
quella di Sakura, di Sasuke e...di Kakashi!). In questo caso hai
commessu tu un errore :P. Ancora un abbraccio!
_Fenix of Innocence: Ciauuuuuuuuuuuuuuu!! Beh, mi fa piacere che la
fanfic ti sia piaciuta (e in particolare il cappy sull'icontro di
Itachi e Hinata, no?) e sono straconvinta che anche in quest'ultimo
avrai fatto i salti di gioia! Ok, dimmi che ne paensi, allora e alla
prossima!!!
_Lonely Angel: Helloooo!!! Whaaaaaaaaa!!!>.< Sapevo che
avrei fatto rimaner male qualcuno alla fine e mi dispiaceeeeeeee!!!
Uffa, il fatto è che avevo già scelto fin
dall’inizio questo paring e dunque...non potevo cambiare
all’ultimo minuto. Però devo dire che quando ho
scrittoquel cappy incentrato sul bacio dei due Hyuga ho capito una
cosa...cioè che quei due insieme ce li vedrei altrettanto
bene!! Oh,oh, credo che tu mi abbia infettato con la tua sindrome del
NejixHina XD. Però se ti va di leggere qualcosa su questa
coppia, ti consiglio di far attenzione ai miei spostamenti su EFP *.*
(Tutti: era una minaccia??O___o?) perché in testa ho
un’idea che si potrebbe tramutare in storia su carta su di
questa coppia...ma vedremo! (considerando che sono già
impegnata con un’altra!) Mi piacerebbe comunque scrivere
qualcosa su di loro! Va beh, mi auguro che ti sia divertita e
appassionata con “Amore, che problema!”
e...chissà che non ci vedremo ancora! Ancora un sacco di
grazie per le recensioni e...fammi sapere che ne pensi anche di questo
ultimo cappy!!! Bye, bye!
Bene, con le lacrime agli occhi e con tanta, tanta gioia che
terrò sempre nel cuore per tutti i complimenti che mi avete
fatto, vi mando un gigantesco saluto con la s maiuscola!!! Arrivederci
a tutti!!!
Amore, che
problema!
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