Amore, che problema!

di Mewpower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di un ninja ***
Capitolo 2: *** Affetto e gelosia ***
Capitolo 3: *** L' incontro ***
Capitolo 4: *** Una traccia dell'Akatsuki ***
Capitolo 5: *** Perché? ***
Capitolo 6: *** Scintille! ***
Capitolo 7: *** La scorciatoia ***
Capitolo 8: *** Il villaggio senza vita ***
Capitolo 9: *** Neji in pericolo ***
Capitolo 10: *** Dichiarazione d'amore!? ***
Capitolo 11: *** L'inseguimento ***
Capitolo 12: *** Il primo bacio non si dimentica mai ***
Capitolo 13: *** Vecchi e nuovi sentimenti ***
Capitolo 14: *** Come spiegarselo... ***
Capitolo 15: *** L'amico ritrovato ***
Capitolo 16: *** Non devi arrenderti! ***
Capitolo 17: *** Caduti in trappola ***
Capitolo 18: *** Senza il Byakugan ***
Capitolo 19: *** Konoa vs Akatsuki ***
Capitolo 20: *** Deidara k.o.? ***
Capitolo 21: *** Il motivo per cui combatto ***
Capitolo 22: *** Cambiare vita ***
Capitolo 23: *** Cure per Hinata! ***
Capitolo 24: *** Sentimenti che mutano... ***
Capitolo 25: *** Misteri e dubbi ***
Capitolo 26: *** Dividersi... ***
Capitolo 27: *** Rinnegare un'amica ***
Capitolo 28: *** Quando l'angelo incontra il demonio ***
Capitolo 29: *** Lo scontro tra i due Uchiha ***
Capitolo 30: *** Illusione rosso sangue ***
Capitolo 31: *** Colpi su colpi ***
Capitolo 32: *** Morte e inferno ***
Capitolo 33: *** Addio ***
Capitolo 34: *** Colui che deve pagarla ***
Capitolo 35: *** Non devi morire ***
Capitolo 36: *** Salvezza ***
Capitolo 37: *** Finalmente l'amore ***
Capitolo 38: *** Torneremo... ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di un ninja ***


Erano trascorsi quasi tre anni da quando Naruto era partito in compagnia del suo maestro Jiraja: tutti erano impazienti di rivederlo tra cui anche una ragazza di nostra conoscenza, Sakura. Quest’ultima era intenta a curare un piccolo scoiattolino ferito:
-E anche questa è fatta!- esclamò una volta terminato il suo lavoro.
Recandosi verso la finestra si asciugò il sudore. L’estate era ormai arrivata e tutti sembravano essere più felici… tutti tranne Sakura: lei sapeva benissimo che in quella estate Naruto, tornando, avrebbe corso un grosso rischio, quello di venire catturato dai membri dell’Akatsuki. Ma se da una parte era preoccupata dall’altra sentiva il desiderio di rivederlo e di riabbracciarlo…
In un alta casa poco distante dal centro di Konoa, ritroviamo un’altra ragazza che come ogni mattina si era alzata presto per preparare la colazione a tutta la famiglia. Hinata adorava di prima mattina aprire la finestra per respirare il profumo dei fiori che decoravano il giardino. Hinata era davvero cresciuta e non soltanto fisicamente. Aveva deciso di allenarsi ancora più assiduamente, perfezionando il suo stile e sacrificando il suo tempo libero. Voleva dimostrare al mondo intero che stava diventando forte, non voleva essere la ragazzina ingenua e debole come suo padre credeva. E poi c’era una persona dalla quale voleva farsi notare…e che non vedeva l’ora di rivedere dopo tanto tempo:
- Chissà, se domani Naruto tornerà… oh Naruto…-
I pensieri della dolce Hinata furono disturbati dal bussare di qualcuno alla porta:
- Hinata, sei sveglia?-
-Sì, padre -
- Quando hai finito di vestirti porta la colazione a Neji…-
- Certo -
Neji non poteva muoversi dal letto: in seguito ad una missione era stato ferito gravemente ad una gamba e i medici gli avevano consigliato di rimanere a letto per un paio di settimane. Hinata, poco dopo, bussò alla porta della stanza di Neji con un vassoio in mano pieno di leccornie:
- N…Neji, posso…?-
Aveva un po’ di timore di entrare nella stanza del cugino: nessuno poteva accedervi senza il suo permesso e quella era la prima volta per Hinata.
- S…sono Hinata! Ti ho portato qualcosa da mangiare.-
Nessuno rispose. La ragazza con la mano tremante, aprì la porta: Neji era disteso sul letto, dormiva profondamente, era bagnato di sudore e portava ai piedi le scarpe, ma non la maglietta. A quella vista, Hinata si fece rossa in volto e quasi urlò per la vergogna  (la timidezza gioca questi scherzi):
“Si deve essere allenato tutta la notte, senza farsi sentire…” pensò.
Delicatamente posò il vassoio sopra il comodino e fece per girarsi quando si sentì afferrare il braccio. Perse l’equilibrio e cadde all’indietro finendo sopra il petto bagnato del cugino.
- Che cosa ci fai in camera mia?- disse quest’ultimo.
Non rispose subito: presa dall’imbarazzo,  riusciva solamente a pronunciare parole deboli e  incomprensibili, però una volta rialzata in piedi e con la testa abbassata in segno di scusa disse:
- Perdonami, Neji. Ero soltanto venuta a portarti la colazione. Mi dispiace di averti svegliato!-
-Non fa niente. E grazie per la colazione.-
A quelle parole Hinata rimase quasi a bocca aperta: mai suo cugino si era rivolto a lei in maniera così dolce e tranquilla.
- Siediti un attimo, per favore - disse poi.
Con ancora più sorpresa la ragazza si sedette.
- Hinata-chan… mi raccomando non devi dire a nessuno cosa faccio di notte, capito?-
-Non ti preoccupare. Con me il tuo segreto è al sicuro. Ma... s…secondo me non dovresti sforzare eccessivamente la gamba. Hai sentito quello che ti hanno detto i dottori…-
- Sei gentile a preoccuparti per me, ma non ce ne è il motivo-
Cosa stava succedendo? Tutta quella tenerezza e gentilezza… dove era finito tutto l’odio e il disprezzo che provava per lei? Queste erano le domande che in quel momento ossessionavano Hinata, ancora più confusa.
- Adesso vai. Non voglio farti perdere ancora tempo -
- D’accordo. A dopo.-
 Dicendo così uscì dalla stanza ancora perplessa per strano comportamento di Neji. Uscendo da casa per andare ad allenarsi fu sorpresa nel vedere Kiba che correndo verso di lei gridava a squarciagola:
-Hinata! Hinata-chan! È tornato! Naruto è tornato!-
- Che cosa?- esclamò arrossendo.
Proprio così: la persona che stava aspettando da tanto tempo era di nuovo a Konoa! 
      

Questa è il primo capitolo della mia prima storia, mi auguro che vi sia piaciuto. Ancora siamo agli inizi, quindi la storia sarà più interessante a mano a mano che proseguiamo. Mi raccomando: recensite!

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Capitolo 2
*** Affetto e gelosia ***


Il sole splendeva forte, ma nonostante questo Naruto non esitò a salire in cima alla grande scultura in roccia rappresentante i cinque hokage:
- Finalmente a casa!- disse lui spostando leggermente il copri fronte.
- Presto! Voglio assolutamente andare a salutare tutti!- e con un salto balzò sul tetto di una casa vicina.
Nel frattempo Sakura, ignara del ritorno del caro amico, passeggiava tranquillamente per le vie del villaggio e osservando il cielo azzurro, notò qualcuno che sedeva sul balconcino di un’abitazione. All’inizio non capì bene di chi si trattava: il sole era proprio di fronte a lei e poi era troppo accecante. Ma quando il misterioso individuo scese e le rivolse la parola, non esitò un solo attimo a gettarsi fra le sue braccia:
- Naruto! Naruto-kun!!!- esclamò quasi singhiozzando.
- Ehi! Che accoglienza calorosa! – affermo scherzando.
Però, quando vide una lacrima scendere dal suo viso, si fece serio e stringendola più forte disse:
- Perché reagisci così, Sakura…-
- Perché… mi sei mancato… Naruto.-
Ora l’aveva detto: nemmeno Sakura all’inizio sapeva spiegarsi il motivo della sua trepidazione, del suo desiderio irrefrenabile di rivederlo… le mancava…
Naruto, sentendosi dire una cosa del genere proprio da Sakura, che fino a pochi anni prima non lo sopportava, avvertì una grande gioia e la teneva stretta a se, non la voleva lasciare andare…
Il fato a volte rivela brutte sorprese: in quel preciso momento nessuno poteva prevedere l’arrivo di Hinata accompagnata dal suo compagno di missioni, Kiba. Hinata vedendo da lontano Naruto, stava per gridare il suo nome, ma quando vide anche Sakura insieme a lui, abbracciati così teneramente, sì fermò di scatto.
- Come mai Naruto e  Sakura…?-
Kiba non poté finire la frase poiché si accorse all’istante della reazione dell’amica. Hinata cominciò a correre nella direzione da cui erano partiti, portando una mano alla bocca per evitare che coloro che la guardavano avvertissero i suoi ripetuti singulti. Kiba la seguì, ma ad un certo punto la perse di vista:
- Dannazione!- esclamò.
Pochi metri dopo, la povera Hinata si fermò a riposare in un giardino a due passi dalla sua abitazione: aveva gli occhi pieni di lacrime, lacrime di dolore,di dispiacere,di sconforto.
“ Perché si sono abbracciati? E perché Sakura piangeva? Non era triste… era felice…”
Un nuovo sentimento invase l’animo di Hinata, un misto di dolore e odio, gelosia o… cosa? Di sicuro si trattava di un sensazione mai provata prima e che si stava cibando del suo cuore.
“ Basta pensare a queste cose!” disse fra se “ora sei più forte, sei cresciuta…”
Non riusciva ad andare oltre: voleva bene a Sakura e anche a Naruto, però non ce la faceva, non riusciva a immaginare lui e lei…insieme. Rimase ancora un po’ a pensare: intanto il sole iniziava a calare lentamente e una lieve brezza cominciò a far muovere i candidi fiorellini che ornavano quel meraviglioso giardino. Il cielo si tinse di arancione, poi di rosso, mentre la parte più bassa rimaneva ancora azzurra con tante venature rosee. Guardando quel magnifico spettacolo, Hinata iniziò a risollevarsi:
“ Com’è bello, qui! Magari lo potesse vedere anche Naruto…”.
Al solo pensiero di quel nome, però, il povero cuore della ragazza cominciava a battere forte e di nuovo quello strano sentimento tormentava la sua mente. In quel momento le si avvicinò qualcuno:
- Ah, finalmente ti ho trovata!- affermò Kiba con un leggero sorriso.
- Kiba- kun… perdonami per prima, sono scappata via senza dirti niente…-
- Stai bene, ora?-
- S…sì-
- Non devi prendertela così. Sakura era impaziente di rivederlo… è normale che abbia reagito in quella maniera.- dicendo questo, si avvicinò all’amica e le diede un fazzoletto.
- Asciugati le lacrime. Non vorrai farti vedere da Naruto con quella faccia!-
- Hai ragione… mi sono comportata come una bambina! Mi vergogno un po’…-
- Ormai si è fatto tardi. Sarà meglio rimandare il vostro incontro a domani!-
- Sì. Devo correre a casa a preparare la cena.- disse asciugandosi l’ultima lacrima.
La luna non era ancora comparsa, ma il cielo aveva ormai perso i suoi colori dorati per lasciar posto al blu color mare. Kiba decise di accompagnare la dolce Hinata fino a casa:
- Siamo arrivati-
- Allora, ci vediamo domani per allenarci…-
- Sicuro!-
- Ok! A domani Hinata- chan!-
- Kiba- kun!-
- Eh?-
- …Grazie! Sei un vero amico!-
- D…di niente…Tra amici, cosa non si farebbe!-
Hinata rientrò in casa, ma Kiba non se ne andò subito: rimase fermo per qualche minuto davanti all’ingresso degli Hyuga…
- Hinata…- disse, ripensando a quella ragazza così dolce… e ora cosi carina.         

              


Allora, che ne dite? Vi state appassionando? Riuscirà Hinata a incontrare Naruto? E Kiba… si sta per caso innamorando? Ma non dimentichiamoci neppure di Neji o di Sakura o… dell’Akatsuki!
Non esitate a recensire! (si accettano anche consigli!)

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Capitolo 3
*** L' incontro ***


La dolce Hinata, grazie alle parole confortanti di Kiba, riuscì facilmente a prendere sonno quella notte, ma c’era qualcun altro che invece contemplava il soffitto sdraiato sul letto, ripensando a un fatto che l’aveva un po’ sorpreso. Il giovane Uzumaki rifletteva sulle parole di Sakura e sulla sua reazione:
“Sakura, perché ti sei comportata così?”
Naruto, anziché essere felice per la prova d’affetto mostrata dalla ragazza che amava, sembrava quasi turbato:
“E io perché mi preoccupo tanto? Dovrei essere contento di esserle mancato…”
 Non sapeva spiegarselo e continuava a pensare:
“Subito dopo il nostro incontro è corsa via dicendo che aveva un impegno… ah!!! Io le ragazze non riesco a capirle!”
E si rigirò nel letto addormentandosi pochi istanti più tardi.
Finalmente è l’alba: tutti nel villaggio erano già svegli o meglio solo una persona, Naruto, era ancora nel mondo dei sogni. A casa Hyuga, Hinata era di fronte la porta della stanza di Neji: anche questa volta suo padre le aveva chiesto di portargli la colazione. Con più decisione della volta passata, bussò alla porta del cugino:
- Neji, posso?- chiese lei sempre un po’ timidamente.
- Sì, entra.-
Entrando, Hinata chiuse gli occhi, temendo di rivedere Neji ancora senza maglietta, ma lui notando il suo comportamento la rassicurò arrossendo leggermente:
- S…sono vestito. Puoi aprire gli occhi.-
- D’accordo…- disse lei, abbassando la testa per la brutta figura.
- Ecco la colazione. Io adesso devo andare: i miei amici mi stanno aspettando per l’allenamento!-
Neji prese la tazza e fissando il tè verde all’interno domandò quasi cupamente:
- Naruto è tornato, non è vero?-
Al sentir pronunciare quel nome, il cuore di Hinata cominciò a battere all’impazzata e volgendo lo sguardo verso il basso gli rispose:
- Sì, è… tornato ieri, ma…-
Fece una breve pausa e ripensò a quella scena che ancora la tormentava:
- Ma io ancora non l’ho rivisto di persona!-
- E hai intenzione di incontrarlo oggi?-
- C…credo… di sì.-
Neji sospirò e cercò di alzarsi dal letto: fece qualche passo verso Hinata guardandola ora fissa negli occhi. La ragazza non sapeva come comportarsi (cosa voleva fare ?) e rimase immobile presa dall’imbarazzo. Il cugino le se avvicinò ancora di più, ma le passò accanto. Aprì la porta e disse:
- Questo pomeriggio passerò a trovarlo. Se vuoi puoi venire con me.- e si allontanò senza sentire la risposta della giovane Hyuga. Hinata non riusciva a spiegarsi il suo comportamento:
“Perché mi ha guardata in quel modo?” si domandava.

Poche ore dopo e concluso l’allenamento, Hinata, Kiba e Shino decisero di andare tutti insieme a casa di Naruto per poterlo finalmente salutare. Quando si ritrovarono di fronte la sua abitazione Kiba esclamò:
- Oh no! Mi sono scordato di una cosa importantissima!-
- Di che si tratta?- chiese Shino
- Mi sono dimenticato di consegnare la relazione all’ hokage riguardo la missione di pochi giorni fa! Entro oggi dovevo assolutamente consegnarla!-
- Allora sbrighiamoci!- disse convinta Hinata, ma Kiba prese il suo compagno di missioni per il braccio e portandolo via con se disse:
- Presto, Shino! Andiamo!- e rivolgendosi a Hinata:
- Tu puoi rimanere anche qui! Occorrono soltanto due firme per la convalida. Ciao, a dopo!- e se ne andarono rapidamente. La ragazza era un po’ titubante nell’entrare in casa Uzumaki:
“Cosa gli dico? Come mi comporto? Mi vergogno ad entrare in casa sua da sola! E se poi non è felice di vedermi? Come faccio?”. La poverina era ossessionata da questi pensieri: era cresciuta, questo è vero; però rivedere il suo amato Naruto ed entrare per di più nella sua casa la facevano sentire come una chiocciola senza il suo guscio. Salì lentamente le scale: ad ogni passo il cuore raddoppiava il suo battito, le gambe cominciavano a tremare e la gola era sempre più secca.
- Oggi ci si mette anche il caldo!-  disse leggermente ansimando.
Alla fine giunse dinnanzi alla porta, alla sua porta; a questo punto raccolse tutte le sue forze e bussò. Naruto, nonostante l’ora tarda, dormiva ancora beatamente: per il gran caldo si era quasi completamente spogliato e aveva gettato a destra e a manca le coperte del letto. La sua stanza non era nelle condizioni migliori da ricevere ospiti, ma sentito bussare non esitò ad andare ad aprire. Era ancora piuttosto assopito, il torace era bagnato di sudore come il resto del corpo, mentre i capelli spettinati brillavano alla luce del sole. Quindi si alzò, prese una bottiglietta d’acqua che era lì vicino e sorseggiandola si avviò alla porta:
- Sì?- disse l’Uzumaki con voce stanca, aprendola.
- Ciao, Naruto- k…-
Non riuscì a finire la frase: la poverina rimase a bocca aperta diventando rossa come non lo era mai stata. Era lì, davanti a lei, ancora più bello dell’ultima volta che l’aveva visto, con i suoi occhi blu mare nei quali si perdeva ogni volta che lo guardava e con quel suo viso dolce e buffo che avrebbe voluto tanto baciare. Però il suo cuoricino non riuscì a resistere alla vista del suo Naruto in soli boxer! Le gambe cedettero,gli occhi le se chiusero e perse i sensi. Il corpo della ragazza stava cadendo all’indietro, ma fortunatamente Naruto fece in tempo a prenderla. La fissò per pochi attimi, lì tra le sue braccia: era davvero cambiata; i capelli erano più lunghi, il corpo aveva preso le sue forme… ma Naruto aveva la sensazione che nel suo animo era sempre lei, la piccola e tenera Hinata-chan.    




Sono confusa anch’io: tanti sentimenti e tante emozioni cominciano a comparire su questa storia…Allora che cosa succederà adesso? Scopritelo nel prossimo capitolo! Ringrazio tutti coloro che mi seguono e… continuate a leggere!

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Capitolo 4
*** Una traccia dell'Akatsuki ***


Hinata riaprì gli occhi lentamente: girando la testa, la prima cosa che vide fu il cielo limpido, senza nuvole e due uccellini che si erano posati sul cuscino a fianco della finestra. Sorrise a quei  passerotti così piccoli e carini che però volarono via pochi istanti dopo. Solamente a quel punto Hinata si ricordò cosa era successo: era svenuta di fronte a Naruto, quindi non poteva che trovarsi… Proprio così: era nella sua stanza, distesa sul suo letto, vicinissima alla persona che amava! Si alzò di scatto rimanendo sempre seduta sul letto e si guardò intorno: sembrava non esserci nessun altro a parte lei, ma la sua teoria fu smentita all’istante. Dal bagno uscì un ragazzo alto, biondo, della sua stessa età:
-Ah! Ci voleva proprio una doccia rinfrescante!- esclamò Naruto.
Hinata si mise in piedi e quasi con le lacrime agli occhi disse:
- Ben…ben…bentornato Naruto-kun!-
Naruto con sguardo severo le se avvicinò e disse:
- Mi hai fatto prendere un colpo poco fa! Lo sai?-
- Ecco io…- la poverina era rimasta molto colpita dalla sua reazione, ma prima che potesse aprir bocca, Naruto le aveva già messo una mano sulla testa e accarezzandole i capelli:
- All’inizio quasi non ti avevo riconosciuta: sei davvero cresciuta Hinata- chan!- disse sorridendo.    
- Anche tu, Naruto- kun… ti sei arrabbiato con me…? domandò timidamente.
- Eh? Ma cosa dici! Stavo scherzando-
Hinata tirò un sospiro di sollievo.
- Andiamo: ti offro qualcosa da mangiare. In questo modo avremo anche la possibilità di scambiare quattro chiacchiere! È da tanto che non ci vediamo.-
- Sì!- esclamò la ragazza sprizzando felicità da tutti i pori.
Nel frattempo Kiba e Shino si erano sdraiati sotto un albero di pesco poco distante dall’Accademia ninja: ormai l’albero aveva perso i suoi fantastici fiori per dar spazio a dei succulenti frutti.
- Chissà se Hinata sarà riuscita a parlare a Naruto? Tu che ne dici Shino…-
- Secondo me ce l’ha fatta: non è più la ragazzina di un tempo…-
- Se lo dici tu…-
- E tu invece? Ce la farai a confessarle ciò che provi?-
- Eh? Ma di che cosa stai parlando?-
- Lo sai benissimo. Si vede ad un miglio di distanza che sei cotto di Hinata-chan!-
Il giovane Kiba arrossì leggermente e grattandosi il naso disse:
- Davvero? Credevo di mascherarlo bene.-
- Però c’è una cosa che non capisco: se ti piace, perché hai fatto in modo che si incontrassero, lasciandola per di più da sola?-
-… Sai Shino, io voglio bene a Hinata-chan, ma… non voglio che sia infelice: lei tiene molto di più a Naruto che a me e sarei felice di vederli insieme un giorno…-
- Questo ti rende onore, Kiba-kun!-
Kiba accennò un sorriso e rivolse lo sguardo in alto fantasticando su cosa stessero facendo Naruto e Hinata. I due si erano recati alla bottega di ramen con l’intento di gustare quel buonissimo piatto. Seduti al banco cominciarono a raccontare i fatti accaduti all’uno e all’altro in questi anni di lontananza fino a che il discorso non cadde su Sasuke:
-Sei ancora intenzionato a cercare Sasuke?,chiese con tono preoccupato.
- Sì, ho fatto questa promessa a Sakura e voglio mantenerla! rispose deciso.
- I pericoli da affrontare sono molti, ma non mi tiro indietro!-
- Faresti qualsiasi cosa per lei,non è vero? Il suo viso cambiò subito espressione diventando cupo e triste. Naruto non poteva immaginare quali pensieri vagassero per la mente dell’amica.
- Qualcosa non va, Hinata?- disse con la bocca piena di spaghetti.
- Ah! No, niente stavo pensando! Ma guarda come ti sei ridotto! Vieni qui, che ti pulisco!-
Come una mamma affettuosa al suo bambino, Hinata iniziò a pulirgli il viso minuziosamente. La sua mano sfiorava continuamente il suo volto e questo rendeva la ragazza davvero felice. Purtroppo l’atmosfera romantica fu interrotta proprio dall’arrivo di Sakura:
- Buongiorno, ragazzi! Come va?-
- Ah, ciao Sakura!-
- Ciao! Sakura-chan.- disse in maniera meno solare la chunin.
- È una fortuna che vi abbia trovato insieme. L’hokage mi ha mandato di persona a chiamarvi!-
Già, l’hokage voleva vederli: tutti e tre si diressero nel suo ufficio dove trovarono anche Neji:
-Ehilà, Neji! Da quanto tempo!-
- Ah! Ciao, Naruto-
Dopo quel breve incontro prese la parola Tsunade:
- Ragazzi, vi ho fatti chiamare per una ragione precisa: voglio assegnarvi una missione molto seria che riguarda soprattutto te, Naruto. Sembra che presso il villaggio della Pioggia siano stati avvistati due individui molto sospetti e dagli abiti che portavano si suppone che appartengano proprio all’Akatsuki!-
Sakura spalancò gli occhi: tracce dell’Akatsuki in una zona così vicina a Konoa, dimostrava anche la vicinanza di Sasuke… essendo alla ricerca del fratello. Ma anche un altro pensiero la ossessionava: il nemico non era molto distante e ciò significava un pericolo imminente per Naruto.
Quest’ultimo facendosi serio domandò:
- Che cosa dobbiamo fare, quindi?-
- Dovete recarvi laggiù e svolgere delle ricerche in proposito… ma se sarà necessario, dovrete essere anche pronti a combattere! Non sappiamo molto su questa organizzazione, ma come sapete è formata da individui molto pericolosi che non esiterebbero un solo attimo a farvi fuori. Allora, Naruto Uzumaki, Neji Hyuga, Hinata Hyuga e anche tu Sakura Haruno, siete pronti a rischiare tutto per affrontare questa missione?-
- Sì!- risposero in coro.
- Bene! Il leader della squadra sarà Kakashi con il quale ho già parlato prima. Partirete domani mattina all’alba. Ci sono domande?… Potete andare.
I ragazzi si salutarono e ognuno andò per la sua strada, eccetto i due Hyuga naturalmente: Neji precedeva la cugina con passo lento… In effetti la gamba non si era ancora completamente ristabilita, ma non gliene importava. Era da tempo che non riceveva una missione e poi era curioso di vedere quanto Naruto fosse diventato forte:
- La gamba ti fa ancora male, non è vero?- chiese Hinata accortasi delle reali condizioni del cugino.
- Faresti meglio a rimanere a riposo ancora per un po’… è una missione troppo impegnativa!- aggiunse con tono preoccupato.
Neji continuò a camminare facendo finta di niente. Hinata non aveva il coraggio di insistere: temeva la sua reazione e non voleva peggiorare il loro rapporto… che non era dei migliori.
La notte sopraggiunse rapidamente e i nostri eroi erano già andati tutti a dormire per affrontare nel migliore dei modi il giorno seguente. Sakura,però, era ancora sveglia e seduta sul suo letto stringeva tra le sue mani una foto alla quale era tanto affezionata: c’era lei, ancora con i capelli lunghi, insieme al suo maestro… ma la sua attenzione era rivolta a quei due genin in quella occasione tanto vicini, ma ora così lontani. La vista iniziò ad annebbiarsi e una lacrima cadde su quell’immagine andando ad oscurare il viso di Sasuke… La povera Sakura cominciò a piangere e stringendo a se il cuscino richiamò alla mente quelle belle giornate in cui era veramente felice insieme a Naruto e al suo Sasuke.  
     

In questo modo si conclude anche il capitolo quarto.
Voglio rispondere a qualche vostra recensione o meglio vi dico soltanto questo: preferisco non dire se si tratta di una naruxsaku o di qualcos’altro… mi piace mantenere la suspence! Forse a voi questa cosa non va a genio, ma mi auguro comunque che la mia storia continui ad interessarvi. Un saluto da Mewpower.

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Capitolo 5
*** Perché? ***


I primi raggi di sole svegliarono la giovane Sakura che si era addormentata con il cuscino ancora tra le sue braccia e accanto a lei c’era la foto che la sera precedente l’aveva fatta piangere. Guardò la sveglia: mancavano pochi minuti all’ora prestabilita per la partenza… fortunatamente aveva già preparato tutto; di conseguenza non fece altro che chiudere e prendere lo zaino per poi partire, senza dimenticare di salutare la famiglia. Corse a più non posso verso le porte d’accesso di Konoa dove tutti la stavano aspettando: Naruto, vedendola da lontano, la salutò allegramente facendo segno con la mano:
- Ehilà!!!- gridò.
Sakura sorrise e disse fra sé:
“Non sei cambiato per niente Naruto”.
-Bene! Se siamo pronti possiamo andare.- disse il maestro Kakashi rivolgendosi ai compagni di missione. Al grido di “Evviva si parte!” dell’ Uzumaki i nostri eroi si incamminarono. Anche  quel giorno splendeva il sole che emanava una luce davvero accecante: questo dava un po’ fastidio ai ninja che durante le missioni erano costretti a portare le solite pesantissime divise:
- Uffa! Non ce la faccio a proseguire con questo caldo!- brontolò Naruto togliendosi la felpa color nera e arancio.
- M…ma cosa fai?- esclamò Hinata rossa in viso, un po’ per il caldo e un po’ per l’imbarazzo, la quale, presa da ciò che stava succedendo, inciampò su di una pietra e cadde.
- Che diavolo combini, Naruto?- disse invece Sakura sferrandogli un pugno in testa, anch’ella imbarazzata.
- Non ci si comporta così di fronte a delle ragazze.- affermò Kakashi - non lo sai?-
Neji aiutò la cugina ad alzarsi chiedendole se si era fatta male e mentre gli altri ancora discutevano la accompagnò ad un fiume là vicino:
- Ti sei sporcata tutta in viso… prendi questo e pulisciti- disse donandole il suo fazzoletto.
- Sei molto gentile…- disse lei leggermente perplessa.
Già, in quel periodo aveva notato una maggior cortesia, una maggior dolcezza, nei suoi confronti che davvero non riusciva a spiegarsi. E poi quei strani atteggiamenti con lei nei giorni precedenti… Possibile che tutto l’odio, il disprezzo, il rancore che Neji provava fosse scomparso del tutto?
“No, non è possibile” credeva lei “Neji mi detesta… non potrebbe mai…”
I suoi pensieri furono disturbati da una nuova e improvvisa domanda del cugino che la lasciò senza parole:
- Hai un debole per Naruto, Hinata- chan?-
La poverina fu colta alla sprovvista: una domanda del genere proprio non se l’aspettava in quel momento! Per di più non da quella persona! Hinata non sapeva cosa rispondere e presa dall’imbarazzo avrebbe preferito svenire, ma prima che potesse dire qualcosa, Neji continuò:
- Se non te la senti di rispondere, non fa nulla. Era solo curiosità.- detto questo si allontanò ritornando dagli altri.
La giovane Hyuga rimase immobile di fronte alla riva del fiume ancora per qualche istante con il fazzoletto bagnato in mano: curiosità? interesse? Perché quella domanda? Cosa gli passava per la mente? Che cosa pensava di lei? Troppe domande, ma nemmeno una risposta.

Tra una difficoltà e un’altra i nostri ninja decisero di accamparsi per poter riposare. La notte era ormai sopraggiunta e le stelle decoravano il cielo illuminandolo permettendo così ad Hinata di potersi esercitare tranquillamente mentre gli altri dormivano. In verità la ragazza aveva un po’ paura del buio, però nonostante questo le piaceva allenarsi sotto il chiarore della luna che le teneva compagnia. Ad un certo punto avvertì un rumore di passi che la fecero girar di scatto: c’era Neji in tuta da allenamento:
- Devi tenere più bassa la schiena se vuoi perfezionare quel movimento- disse lui con le braccia incrociate e con sguardo attento su di lei.
- Ok - affermò ansimando.
Il chunin fece per rigirarsi, ma Hinata lo chiamò:
- Neji, ascolta… - non riuscì a completare la frase: come poteva chiedergli spiegazioni su quello che le aveva detto la mattina stessa? Proprio non ce la faceva.
- P…potresti aiutarmi nell’…allenamento?-
- … D’accordo. Ma devi impegnarti!- disse dopo averci riflettuto per un attimo.
Così i due Hyuga trascorsero l’intera nottata esercitandosi senza smettere un solo istante, insieme per la prima volta.
Anche Sakura trascorse la notte in bianco, ma per tutt’altro motivo: cercando del materiale nel suo zaino aveva notato che la foto con Naruto e Sasuke era, probabilmente per caso, finita là dentro. La prese in mano e quasi non si commosse per una seconda volta: stava male, davvero male a causa di Sasuke, ma con nessuno poteva sfogare il proprio dolore eccetto con una persona… Naruto era sempre stato vicino a lei, era l’unico che era in grado di capirla, di consolarla…e sapeva che su di lui si poteva sempre contare! Passò quindi tutta la notte sveglia, stringendo al petto quella foto, riflettendo e riflettendo su di lei e…su Naruto-kun.
Il mattino seguente di nuovo tutti in cammino verso il Villaggio della Pioggia:
- Ci stiamo avvicinando!- disse Kakashi un po’ pensieroso.
- Davvero? Non manca molto, allora…- disse Sakura.
- Penso che entro dopodomani riusciremo ad arrivare.-
-… Così da poter scoprire qualcosa sull’Akatsuki e magari anche su Sasuke…- disse Naruto.
Sakura lo guardò per un attimo titubante e abbassò la sguardo:
“Perché continuare a cercarlo…”



Sakura e Hinata sono ossessionate da dubbi… riusciranno a risanarli? Scopritelo nel prossimo capitolo!!!
Ps: Grazie per i complimenti!!! Siete troppo gentili.

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Capitolo 6
*** Scintille! ***


In una valle deserta a pochi passi dal Villaggio della Sabbia due individui sospetti sedevano ammirando il paesaggio, ovvero solo vegetazione rada, e tanta sabbia: entrambi portavano un lungo abito nero caratterizzato da qualche nuvola rossa dal bordo bianco e un cappello di paglia con dei campanellini che al minimo spostamento d’aria producevano un leggero tintinnio. Uno di questi si tolse il pesante copricapo e spostando il ciuffo di capelli di fronte al suo occhio sinistro esclamò:
- Questo caldo non si sopporta proprio, vero Sasori-sensei?-
Il compagno dai capelli scarlatti annuì lievemente con la testa: era assorto nei suoi pensieri e guardava, ammirava da lontano il villaggio che era stato la sua culla, la dimora di tanti ricordi… soprattutto infelici. L’altro ragazzo invece si dilettava con un po’ di terra nella costruzione di una torre: stava predendo davvero una bella forma; anche Sasori l’aveva notato e quasi stava per fargli un complimento, ma Deidara con un pugno schiacciò la sua opera:
- Sei sempre il solito, Deidara!- disse il compagno con una smorfia.
- E tu te la prendi troppo. Sai, benissimo qual è il mio concetto di arte.- ribatté il biondo.
- L’arte è qualcosa di eterno e di straordinario. Deve colpire l’occhio di tutti con la sua bellezza…-
- Riuscirò mai a convincerti che l’arte deve essere esplosiva e di effetto immediato? Come può essere eterna ?-
I due discutevano sempre e solo per lo stesso motivo, ma alla fine era sempre Sasori quello che smetteva per primo. Infatti anche quella volta voltò le spalle a Deidara e continuò a fissare il suo paese natio.
- Sarà meglio darsi da fare adesso- disse poi.
- D’accordo, ho capito. Mettiti comodo e ammira lo spettacolo pirotecnico-
- Ricordati che devi portarlo qui vivo…- ma mentre diceva questo il compagno aveva già evocato una gigantesca creatura bianca, con la quale si alzò in volo per catturare la loro preda, il kazekage.
Pochi istanti dopo Sasori avvertì la presenza di qualcuno dietro di lui, ma non si voltò:
-Tu devi essere uno dei membri dell’Akatsuki…- chiese il misterioso individuo puntando un kunai di sabbia alla schiena del ragazzo.
- Piacere. Sono Sasori della Sabbia Rossa- rispose lui impassibile. – E tu, sei Gaara del Deserto, giusto?-
- Esatto. Sono il kazekage del Villaggio della Sabbia… se non sbaglio mi stavate cercando-
- Diciamo pure di sì. Anche se il nostro obbiettivo è un altro… catturare ciò che nascondi dentro.-
- Allora le voci che si sentono in giro sono vere: siete alla ricerca dei cercoteri…-
- Sai, siete rimasti solo in due a possederli… quindi che ne dici di consegnarmi il tasso…-
 Sasori mosse l’indice e il dito medio facendo fuoriuscire improvvisamente da sotto terra una marionetta che colpì il giovane Gaara. Solo a quel punto si girò mormorando:
- Tks, era una copia di sabbia -
La sabbia che componeva il corpo cadde lentamente tornando ad essere tutt’uno con il suolo arido. Quando l’ultimo granello finì a terra poco lontano da lì ebbe inizio l’inferno: Deidara aveva dato il via all’attacco e lanciava bombe di argilla dall’incredibile potere distruttivo che misero in fuga la popolazione e che trasformarono il villaggio in un campo di fuoco.


In un’altra zona molto più lontana c’era invece un fuoco che non voleva davvero ardere: Naruto sfregava e sfregava il bastoncino sopra agli altri pezzi di legna, ma proprio non voleva sentire ragione di accendersi. Hinata, notando il ragazzo in difficoltà non esitò un attimo ad aiutarlo:
- Naruto-kun, posso darti una mano se vuoi…- disse timidamente.
Naruto la fissò per un attimo e consegnandole il bastoncino le disse:
- Provaci, ma credo proprio che non…-
Non fece in tempo a finire la frase che la giovane Hyuga era già riuscita nel suo intento: una scintilla diede origine ad un bella fiamma che diede fuoco ai quei pochi bastoncelli di legno.
- Ecco fatto!- affermò la ragazza sorridendo -
- Accidenti! Sei stata un fulmine.- disse Naruto stupito.
- Ci sono abituata. Non è stato diffic…-  quell’ultima frase giunse strozzata alla bocca di Hinata la quale non finì di parlare e si toccò la mano dolorante. Probabilmente il duro allenamento della notte passata era stato troppo faticoso per lei… per di più il suo dito indice cominciò anche a sanguinare.  Forse per la sua impulsività Naruto a quella vista non esitò un attimo a reagire: afferrò la mano ferita e molto delicatamente appoggiò le sue labbra al dito di Hinata…
“Cosa sta facendo… Naruto-kun” pensò, ma non ebbe la forza per domandarglielo.
Il ragazzo, come leggendole nella mente, rispose:
- Dicono che la saliva sia un buon disinfettante. Lo sai che potresti incorrere in un’infezione? Se sei ferita devi dirlo subito-
La poverina era rimasta shockata da ciò che era successo: Naruto non solo si era preoccupato per lei, ma soprattutto… aveva toccato le labbra del suo amato. Sorridendo e diventando rossa in volto si sentì mancare… e cadde a terra.
- Hinata, cosa c’è ancora?- esclamò Naruto preoccupato.
Si avvicinò al suo corpo camminando a gattoni e accostò il suo orecchio al petto della ragazza. Il cuore batteva in maniera accelerata, ma l’Uzumaki intuì che non era nirente di grave: stava soltanto dormendo! A quel punto alzò il capo dal petto, incontrando così il viso dell’addormentata. Restò in quella posizione per qualche attimo: il respiro della giovane era davvero gradevole e i suoi lunghi capelli facevano da cornice perfetta a quel candido viso. Naruto ritornò nel mondo reale solo perché avvertì dei passi. Si alzò in piedi e proprio nel momento in cui Sakura piombò sulla scena anche Hinata si destò:
- Allora sei riuscito ad accendere il fuoco?-
-Ecco… diciamo di sì. Anche se in realtà è stato tutto merito di Hinata-chan!-
Sakura guardò la ragazza che era seduta a terra un po’ stordita e notò un particolare:
- Oh mio Dio! Cosa ti è successo alle mani? Vieni, ci penso io a curarti- e prendendola per un braccio la trascinò nella sua tenda.
 Con qualche fasciatura qua e là Hinata già non sentiva più dolore… (saranno state le bende o qualcos’altro?):
- A partire da dopodomani potrai anche non usarle più.-
- Grazie, Sakura-chan.-
- Figurati-
La giovane Hyuga stava per lasciare la tenda, ma Sakura proprio all’ultimo secondo disse:
- Hinata, aspetta! Posso…domandarti una cosa?-
Hinata provò una strana sensazione: di che cosa si trattava?
- Forse ti sembrerà una domanda sciocca, ma… tu hai notato qualcosa di diverso in Naruto-kun rispetto a tre anni fa?-
Perché c’era sempre Naruto nelle domande che le ponevano? Proprio non lo capiva. Con voce quasi tremante Hinata rispose:
- N…no. Mi sembra sempre lo stesso.- e facendo uno sforzo immane, con un po’ di paura in cuore, chiese:
- Perché ? -
Sakura si voltò verso la sua borsa degli attrezzi medici cercando di mettere un po’ in ordine:
- Devo essere stata davvero cieca, allora…- disse quasi sussurrando, ma poi con voce più alta:
 -Ci sono aspetti di Naruto che non avevo mai notato… o forse ho fatto finta di non vedere…-
Hinata non sapeva come interpretare quelle parole: il suo tono era serio,  riflessivo e nascondeva anche una venatura di dolcezza.
- Mah, che dico! Non far caso alle mie parole, Hinat… Dove è andata?- girandosi vide che la sua amica non c’era più. Hinata, infatti, era uscita dalla tenda e pensierosa si diresse verso il focolare dove gli altri stavano attendendo le due ragazze per il pranzo.
   



Ecco concluso anche il sesto capitolo: da qui ha anche inizio la parte più “avventurosa” (lo scontro tra Gaara e Deidara, ecc.). Mi piacerebbe sapere la vostra opinione relativa a quest’ultima parte! Comunque (mi rivolgo agli appassionati di storie d’amore) non temete: oltre all’azione non mancheranno mai le vicende amorose tra i vari personaggi! Se avete consigli oppure critiche non esitate a scrivere. E grazie ancora per tutti voi che mi seguite!!!

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Capitolo 7
*** La scorciatoia ***


Nel Villaggio della Sabbia era piombato il panico assoluto: gli uomini cercavano di mettere in salvo le proprie mogli, ma soprattutto i loro bambini, che piangevano e avevano paura; anche i ninja lì presenti barcollavano nel buio, non sapendo come intervenire per placare la furia distruttiva del nemico. Alcuni di loro notarono i suoi indumenti riconoscendolo come un membro dell’Akatsuki.
- Dobbiamo intervenire!- esclamò Kankuro con tono deciso.  
Lui sapeva bene quale era l’obbiettivo di quella organizzazione: era stato lo stesso Gaara a dirglielo e ad avvertirlo del pericolo che il villaggio poteva correre… la sua preoccupazione si era trasformata in un qualcosa di certo! Nell’aria echeggiavano le risa di Deidara, soddisfatto del lavoro che stava compiendo, anche se un po’ seccato dal fatto che il kazekage non si era ancora fatto vivo.
- Se non ti fai vedere continuerò all’infinito!- gridava il biondo in groppa al suo mostro.
Ad un certo punto qualcosa bloccò il volo della sua creatura: una gigantesca mano di sabbia l’aveva preso per un’ala tirandolo brutalmente verso una parete di roccia là vicina. Deidara, quasi preso alla sprovvista, fece un salto finendo sopra quella mano. Piazzò delle bombe in argilla e evocando un dragone si allontanò aggrappandosi alla sua schiena:
- Katsu! – a quelle parole le bombe esplosero facendo cadere sul villaggio una pioggia di sabbia.
- Finalmente è arrivato.-
 Kankuro vide, infatti, Gaara che riusciva a stare in aria utilizzando una sfera in terra rossa. Aveva lo sguardo fisso sul nemico e le mani incrociate al petto: come aveva osato attaccare il suo villaggio? La doveva pagare cara. Senza pronunciar parola alzò la mano destra richiamando una gran quantità di sabbia che girava continuamente sopra la sua testa vorticosamente. Deidara, intendendo quel gesto come un segnale di sfida e infastidito dallo sguardo impassibile dell’avversario, ordinò al suo drago di passare all’azione: dalla sua bocca cominciarono ad uscire tanti serpenti esplosivi che si legarono intorno alla vita, alle gambe e al collo di Gaara, il quale non reagì, ma si limitò soltanto ad abbassare la mano che era alzata e a puntare il palmo verso Deidara. Quest’ultimo, irato per l’indifferenza del nemico, non seppe contenersi e ordinò ai rettili di argilla di esplodere. Il livello di esplosione era uno dei più alti che sapeva usare e lo stupore fu davvero grande quando Gaara ne fuoriuscì incolume. Il palmo della sua mano era ancora rivolto contro di lui e le poche parole del kasekage furono sufficienti nel convincere Deidara della sua forza:
- Funerale del deserto!-
Un vortice di sabbia lo circondò schiacciandolo. La sua abilità gli permise di ridurre gli effetti della tecnica che però erano stati devastanti: il braccio sinistro era sicuramente rotto, le gambe erano ricoperte da ferite profonde e sanguinolente mentre il suo viso era cosparso da ematomi. Ansimando leggermente e facendo un sorrisino maligno Deidara accostò al petto la mano destra e dopo aver sussurrato qualcosa al suo dragone lanciò contro Gaara degli aghi d’argilla velenosi così da fargli distogliere lo sguardo dal suo vero intento. Il kazekage usò la sua barriera mentre il nemico passava all’azione: un’immensa bomba circondata da fili di chakra fu espulsa dalla bocca dell’orrendo animale e mentre precipitava sul villaggio Deidara disse:
- Vediamo adesso come te la cavi.-
Gaara non poteva permettere che ciò accadesse e raggiungendola la ricoprì con tutta la sabbia che riuscì ad evocare facendola esplodere prima che toccasse terra.



Finito di mangiare i nostri eroi ripresero il cammino verso il Villaggio della Pioggia che ormai non era più molto lontano. Per raggiungerlo era però necessario superare un’altura priva di sentieri e quindi pericolosa da percorrere. Kakashi precedeva il gruppo, seguito da Naruto, Hinata, Sakura e infine Neji. La roccia era molto friabile per questo ad ogni passo qualche granello si staccava dalla pendice e rotolava giù, giù nel profondo dirupo di cui non si conosceva la fine. Il cuore della giovane Hyuga batteva all’impazzata, così forte che quasi poteva essere avvertito anche dai compagni non meno timorosi nell’affrontare quella voragine. Quando però Hinata staccò una mano dalla parete rocciosa per toglier il sudore dalla fronte e accecata dal forte sole proprio di fronte a lei, perse l’equilibrio e il suo piede non trovò un appoggio. Scivolò, ma non poté aggrapparsi avendo le mani fasciate e ancora doloranti. In quella frazione di secondo Naruto si voltò, ma non fece a tempo nemmeno a pronunciare il nome della ragazza che già Neji si era precipitato su di lei. La prese in braccio e tenendola con una mano mentre con l’altra cercava di attaccarsi alla parete le disse:
- Tieniti forte!-  
Hinata chiuse gli occhi e mise le braccia intorno al collo del cugino senza pensarci due volte.
La mano di Neji scivolava e la roccia franava senza interruzione, ma non poteva permettere tutto ciò…la vita di Hinata dipendeva da lui. Facendo uno sforzo immane cercò di rallentare la caduta continuando a raschiare il pendio e per questo le sue unghie si colorarono di rosso. Fortunatamente scorse con la coda dell’occhio una sorta di rientranza a pochi metri da lui: concentrò il chakra nei piedi dandosi una spinta riuscì a saltare lateralmente in quella piccola grotta.
- Siamo al sicuro ora.- disse rassicurando la ragazza ancora un po’ tremante e con il capo basso.
Hinata alzò lo sguardo incontrando quello del cugino: non si era nemmeno resa conto che lo stava stringendo forte forte a se… Neji la fece scendere e così notò le sue bende sporche di terra:
- Ecco perché…- affermò lui.
Hinata annuì lievemente sentendosi in colpa per essere stata di nuovo una volta un peso, ma si accorse anche delle ferite riportate dal ragazzo solo per proteggerla, per salvarla.
- Grazie! E…scusami. - disse con le lacrime agli occhi.
Neji le porse il suo fazzoletto… ancora una volta, ma non era arrabbiato con lei. Come poteva esserlo… Il resto della squadra raggiunse subito i due domandando loro come stavano:
- Tutto a posto, Hinata? Non ti sei fatta male, vero?- domandò Naruto preoccupato.
- Sto bene, grazie.- rispose lei che stava già meglio per l’interesse mostrato dall’Uzumaki.
- Neji, ci penso io a te.-  disse invece Sakura.
- Mmm… sembra che abbiate trovato una specie di caverna sotterranea. E magari ci permetterà di raggiungere la nostra meta prima del tempo.- disse Kakashi.
La caverna sembrava piccolissima all’entrata, ma in realtà, procedendo più avanti, si accorsero che si ingrandiva sempre più. Dal soffitto colava dell’acqua che cadendo formava delle pozzanghere: era pura, limpida e la poca luce che filtrava lo dimostrava. I nostri ninja camminarono per vari metri accorgendosi di quanto fosse interessante il posto in cui si trovavano: giunsero infatti in un luogo che risultava abbastanza illuminato, grazie ai raggi solari che penetravano per mezzo di sottili fessure e che riflettevano sulle pozze d’acqua. In particolare, però, la presenza di tanti minerali variegati rendeva ancora più gradita la permanenza in quel luogo:
- Che belli!- esclamò Sakura avvicinandosi ad alcuni che circondavano uno specchio d’acqua.
Mentre si chinò per afferrarne uno, Naruto si era avvicinato a lei per osservali da vicino, ma inciampando urtò Sakura che finì a terra bagnandosi completamente.
- S…Sakura, scusa n…non l’ho fatto apposta…- disse preoccupato immaginando la sua reazione.
La ragazza si girò verso di lui con sguardo minaccioso e gli mostrò il suo pugno, ma subito dopo con il sorriso sulle labbra:
- Oh, Naruto, possibile che non cambierai mai!-
Il giovane Uzumaki era rimasto a bocca aperta: da Sakura non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere. Quella ragazza si comportava troppo stranamente.
- La prossima volta stai più attento.- continuò lei.   
Seguitarono a camminare e quando raggiunsero l’uscita il sole stava tramontando:
- Come pensavo, questo passaggio ha davvero velocizzato il nostro viaggio. Entro domani pomeriggio saremo alle porte del Villaggio della Pioggia.- disse Kakashi. Anche quella giornata era ormai conclusa e dopo cena tutti andarono a letto molto presto, in seguito alla fatica riportata durante quella giornata e immaginando probabilmente un possibile scontro con l’Akatsuki per il giorno seguente.



Questa volta ho cercato di aggiornare il prima possibile!  Comunque mi auguro che vi sia piaciuto questo capitolo. Se avete critiche o suggerimenti o per chi mi vuole contattare… fate pure! Ciao!!!!!!

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Capitolo 8
*** Il villaggio senza vita ***


Ritorniamo al Villaggio della Sabbia: dopo che Gaara era riuscito a far esplodere la bomba senza che il suo villaggio riportasse ulteriori danni, era sceso dalla sua sfera di sabbia, stanco e quasi privo di chakra. Il primo a portargli soccorso fu Kankuro:
- Sei ferito? -
- No, sto bene. Ho soltanto usato troppo chakra…La popolazione?-
- Tutti gli abitanti sono stati fatti evacuare. Anche se purtroppo qualcuno non ce l’ha fatta… Quel tipo ci ha presi alla sprovvista!-
- Dannazione!- esclamò adirato.
 Gaara era diventato kazekage esclusivamente per un motivo: proteggere il suo villaggio. Non voleva più stare solo… aveva bisogno di tutti loro.
- Ora se ne sarà davvero andato quel tipo?-
- Non credo…-
Gaara aveva ragione: Deidara era rimasto nascosto dietro ad alcune macerie. Non poteva ritornare da Sasori senza la preda. Stette lì per un po’, cercando di curarsi come meglio poteva, e quando si sentì pronto passò di nuovo all’azione. Non aveva molto chakra a disposizione, però conosceva una tecnica meno distruttiva delle altre, ma sicuramente più letale e pericolosa.
- Vado a controllare la situazione alle porte del villaggio!- disse Kankuro – non vorrei che ci fossero altri nemici.-
- Sì, corri. Io ispeziono nelle vicinanze.-
Una volta che rimase solo, Gaara si sentì afferrare il piede: un insieme di scarabei in argilla iniziarono a salirgli fino al ginocchio e a quel punto…
- Shii Foo Karura! Tecnica finale C4 -
Deidara si mostrò all’avversario mentre i suoi scarabei cominciarono ad esplodere: l’argilla di cui erano composti penetrò nel corpo di Gaara tramite la sua respirazione.
- Eh, eh. Ora che l’hai inspirata non hai possibilità di salvezza.-
- Cosa mi hai fatto?-
- Nel tuo sistema circolatorio sono penetrate delle microscopiche bombe che al solo mio segnale distruggeranno il tuo organismo… non la trovi un’idea meravigliosa per morire ?-
- … Se non sarai prima tu a lasciare questo mondo -
In effetti il braccio di Deidara aveva assunto una colorazione violacea e dal suo fianco il sangue fuoriusciva come l’acqua da una sorgente. Si toccò quella brutta ferita, ma non perse la voglia di fare il gradasso:
- Non temere. Non correrò questo rischio.-
Improvvisamente il terreno vicino a Deidara si smosse e comparì un essere… se così si vuol definire. La cosa certa è che assomigliava ad una pianta, ma era visibile all’interno una testa umana per metà nera e per metà bianca e iniziò a parlare:
- Cambiamento di programma. Devi assolutamente tornare indietro.-
- Che vai blaterando, Zetsu. Ho il Demone Tasso qua, nelle mie mani!-
- Gli ordini non si discutono! Pain ha ordinato così.-
- Cosa può esserci di maggior importanza rispetto al…-
- La Volpe è vicina al Villaggio della Pioggia. Sai bene che ha la priorità. Con lei il nostro obbiettivo sarebbe raggiunto anche senza il Tasso… -
Stringendo i denti per l’amarezza, non potendo concludere la sua opera, dovette ritirarsi lasciando il kazekage al suo destino.


Una volta attraversata una fitta foresta, la squadra di Kakashi raggiunse finalmente la sua meta: alle porte del villaggio non c’era neanche una guardia e la cosa era molto strana. Nonostante questo, entrarono, ma la situazione non variava affatto: nessuno in strada, non si sentiva una sola voce, solo il vento che faceva scivolare dagli alberi le gocce di pioggia cadute la sera prima. Avanzarono verso il centro del villaggio, ma ancora il nulla totale.
- Questa faccenda non mi piace! - esclamò Naruto guardandosi intorno.
I due Hyuga pensarono di attivare il Byakugan:
- Ma cosa…?- dichiarò Hinata.
- In queste case non c’è anima viva.- disse invece Neji.
- Com’è possibile ?- intervenne Sakura
- Per di più all’interno tutto è stato messo sotto sopra…- continuò Hinata.
- Banditi ?-
- Potrebbe essere, ma…-
- Ragazzi, ascoltatemi: io vado in perlustrazione da questa parte, voi proseguite per di qua, intesi?-
Kakashi si divise così dal gruppo mentre gli altri chunin si diressero altrove. Ad un certo momento Sakura sentì un odore familiare che la fece rabbrividire:
- Ragazzi, avvertite anche voi questo odore ?-
- S…sì sento qualcosa, ma non riesco a capire cosa sia.- disse l’Uzumaki.
Sakura incominciò a correre a perdifiato fermandosi di fronte ad uno spettacolo raccapricciante. Un urlo si levò al cielo: Neji coprì gli occhi di Hinata, tremante, poiché aveva già potuto vedere, e l’accostò a se; Naruto fece la stessa cosa con Sakura che piangeva e si nascondeva fra la sue braccia. Una montagna di corpi senza vita erano stati ammassati tutti insieme: donne, bambini, uomini, nessuno era stato risparmiato. Qualche corpo perdeva ancora sangue, chi dal collo, chi dal ventre, per non parlare del colore del loro corpo e dell’espressione dei loro visi, alcuni completamente mutilati.
 Kakashi si precipitò sul posto avendo sentito l’urlo di Sakura e anche lui rimase sconvolto.
- Gli abitanti del villaggio sono…-
Quando le due ragazze si furono calmate, Kakashi spiegò che la banca del villaggio e le altre case erano state saccheggiate, private di tutto ciò che avevano di più prezioso.
- Parlando dei cadaveri - continuò - non sono stati raggruppati in quel punto per caso-
- Che cosa vuoi dire ?-
- Intorno è stato disegnato un cerchio all’interno del quale sono stati aggiunti altri segni di cui però non capisco il significato…In altre parole è come se si fosse svolto un rituale o qualcosa del genere-
- E loro erano il sacrificio…- intervenne Neji.
- Già…-
- Credete che siano stati dei banditi? - domandò Naruto.
Nessuno poteva dare una risposta. Possibile che fosse stata l’Akatsuki?
In quel momento furono avvertiti dei passi; qualcuno si avvicinava. Impugnando ognuno un kunai si nascosero, ma alla vista di quella bambina tutti si avvicinarono a lei: era scalza, con il viso ancora bagnato di lacrime, aveva qualche graffio qua e là, ma nulla di grave.
- Piccolina, sei di questo villaggio?- domandò Sakura teneramente.
La ragazzina scoppiò in un pianto dirotto, ma tra un singhiozzo e un altro raccontò la sua storia: quella mattina era stato dato l’allarme che due individui pericolosi erano entrati nel villaggio con la forza. La notizia non fece neanche in tempo ad essere saputa da tutti che i due tizi avevano già massacrato gran parte della popolazione, derubando le loro case. La madre della piccola era però fuggita con lei per portarla in un luogo sicuro, ma non riuscendolo a trovare ricorse alla tecnica innata dei membri del Villaggio della pioggia, ovvero Tecnica della trasmutazione in acqua. Trasferì il corpo della bambina all’interno di una pozza d’acqua là vicino, non potendo immaginare però che da lì sua figlia potesse assistere alla sua uccisione e non solo alla sua. Fu in questa occasione che vide i due malfattori entrambi vestiti con una veste nera come la pece costellata da nuvole rosse come il sangue, come tutto quel sangue che fluiva dalla bocca di sua madre…
- M…ma è terribile!- disse Hinata guardando la bambina tremante e chiaramente shockata.
- Dice…va strane cos…se - continuò poi - alla fine l’uomo con i capelli bianchi… diceva t…tante parole… che non riuscivo…a capire. Sembra…va una preghiera…- e ricominciò a piangere.
- Su, su calmati! Hai già fatto troppo per noi.- affermò Sakura.
- Non c’è dubbio allora. Si tratta proprio di loro.-
- Maledetti! Che bisogno c’era di fare tutto questo!- disse Naruto stringendo i denti.
Era ormai pomeriggio inoltrato e i nostri ninja avevano deciso di portare l’unica sopravvissuta al sicuro: a poche miglia da lì c’era il Villaggio della Laguna,  luogo tranquillo e isolato dove non sarebbe stata in pericolo. Kakashi si offrì nel portare la piccola in quel posto, Sakura e Hinata si recarono nella foresta per cogliere qualche erba medica, mentre Naruto e Neji decisero di rimanere al Villaggio della Pioggia sperando di trovare altre tracce che gli permettessero di capire dove si erano diretti quei due. All’improvvisò Naruto sentì qualcosa che si avvicinava sempre di più a lui e prontamente si scansò dalla traiettoria di tiro di un individuo che, visto fallire il suo tentativo, ritirò a sé la sua falce grazie ad una corda. L’uomo aveva capelli bianchi, ma era giovane; alto e con un mantello nero che significava Akatsuki! Insieme a lui c’era un altro tipo che però aveva il viso quasi completamente coperto da un cappuccio bianco e da un bavaglio nero.
- Siete dell’Akatsuki, giusto?-
- Esatto. E tu devi essere Naruto Uzumaki…ti stavamo cercando.- disse l’individuo che sembrava più misterioso,mentre il compagno aveva chiuso gli occhi e abbassato la testa borbottando qualcosa.
- Sappiamo benissimo cosa volete - intervenne Neji
- Allora passiamo subito ai fatti.- disse Hidan che aveva rialzato il capo dopo la preghiera pronunciata verso il suo dio, Jashin.     



Mi sto preoccupando: non vorrei che i capitoli diventino troppo lunghi, ma poi mi faccio prendere la mano e… Comunque se preferite capitoli più corti fatemelo sapere! Un super-mega abbraccio a tutti voi che mi seguite!    

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Capitolo 9
*** Neji in pericolo ***


Lo scontro ebbe inizio: Naruto si precipitò su Kakutsu usando la Tecnica della moltiplicazione del corpo: le sue copie attaccarono il nemico, ma qualcosa andò storto. Usando delle lunghe fibre nere di chakra, Kakutsu avvolse i loro corpi facendoli sparire. Anche Neji era pronto a combattere e attivò il Byakugan.
- Non posso uccidere la Volpe… e spero che tu possa perdonarmi, o Jashin - diceva intanto l’avversario - in cambio accetta lui come vittima!- e così si scaraventò contro Neji lanciandogli la sua falce a tre lame. Il ragazzo la schivò e correndo incontro al suo avversario lo colpì violentemente usando il Juken. Hidan al veder comparire qualche goccia di sangue dal suo corpo sorrise continuando a lottare come nulla fosse. Naruto non riusciva a centrare il suo bersaglio: ogni volta veniva intrappolato da tutti quei fili di chakra che lo ostacolavano.


Sakura e Hinata nel frattempo vagavano nella foresta ignare del pericolo che stavano correndo i loro compagni. Sakura sapeva che in quel posto poteva trovare tante erbe utilissime e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione. Anche Hinata però non intendeva sprecare quell’opportunità: era da sola con lei, poteva tranquillamente chiederle spiegazioni su di lei e Naruto… ma poi, un po’ per timidezza ma anche ricordandosi di essere in missione, preferì tacere. Sakura, invece, approfittando dell’assenza degli altri, cominciò a parlare di loro:   
- Neji è davvero maturato in questi ultimi anni e sembra essere diventato anche meno scontroso…-
Quell’affermazione prese la giovane Hyuga un po’ alla sprovvista, ma commentò:
- Già. In effetti ho notato anch’io un certo cambiamento… soprattutto nei miei confronti. –
- Cosa vuoi dire?-
- Ho come l’impressione che non mi veda più come sua nemica… Inoltre è gentile, disponibile; con me non lo era mai stato. –
- Allora, dovresti essere contenta.-
Hinata lo era, anche se aveva una strana sensazione addosso, un tormento, come un inquietudine.


Neji si era stancato di colpire il suo avversario: più volte lo colpiva, meno si indeboliva e continuava impassibilmente a lanciare la sua falce contro di lui:
“Com’è possibile che sia ancora intero? Dovrei aver danneggiato gran parte dei suoi organi interni”
Hidan si stava davvero divertendo: sentiva i suoi visceri che si contraevano duramente, le sue ossa erano in gran parte fratturate, ma il dolore che provava era assolutamente piacevole. Intanto Naruto era di nuovo riuscito a liberarsi dalla tecnica del nemico, ma trovò la soluzione per colpirlo: creò una copia con la quale effettuò il Rasengan. Kakutsu si sentì bloccare i piedi da qualcosa: un’altra copia dell’Uzumaki si era nascosta sotto terra impedendo al nemico di muoversi. La sfera di chakra colpì così il nemico che fu scaraventato a qualche metro di distanza:
- Bravo, Naruto!- esclamò Neji.
- Eh! Eh! Fuori uno!- disse Naruto soddisfatto.
Ma quando poi il gran polverone che si era alzato si ridusse, i due ragazzi riuscirono ad intravedere Kakutsu in piedi con una parte della spalla evidentemente rotta. Con tranquillità accostò la sua mano in corrispondenza della parte ferita e come quando si ricuce con ago e filo il braccio di una bambola in pezza, lui fece la stessa cosa:
- Non solo usa i fili di chakra per combattere, ma è anche in grado di curarsi con quelli- disse Neji.
La veste di Kakutsu era stata lacerata nella parte posteriore e per questo i nostri ninja scorsero quattro maschere rappresentanti quattro animali.
- Se non ti decidi a venire con noi, saremo costretti a farti molto male – affermò lui.
Intanto Hidan si avvicino al giovane Hyuga il quale aveva ormai deciso di sfoderare il suo attacco più potente:
- Tecnica delle sessantaquattro chiusure!-
I suoi movimenti erano perfetti e precisi; nessuno poteva sfuggire a quella tecnica o meglio nessuno fino a quel momento: Hidan cadde a terra, come senza vita, esternamente aveva soltanto qualche ferita, ma Neji sapeva bene che all’interno il suo organismo era completamente distrutto.
- Ben fatto, Neji !- esclamò Naruto
- Se credi di essere riuscito a sconfiggerlo, ti sbagli di grosso.- affermò Kakutsu.
Il giovane Hyuga si girò di scatto verso l’altro nemico e con sguardo sconcertato chiese:
- Tu e il tuo compagno avete un’abilità innata, vero?-
- Diciamo pure di sì- a quelle parole le braccia di Kakutsu assunsero uno strano colore e allungandosi si attorcigliarono intorno all’Uzumaki. Neji voleva aiutare l’amico, ma qualcosa lo contrastò: si sentiva immobilizzato, con i piedi piantati al suolo, però con grandissimo sforzo riuscì a girare in parte la testa. Il suo avversario era in piedi, all’interno di un cerchio circoscritto ad un triangolo equilatero disegnati a terra usando il suo stesso sangue. Il suo aspetto era completamente cambiato: la pelle era color nero, più scuro del nero comune, e solo varie strisce lattee davano ancora un aspetto umano a quella creatura il cui sorriso maligno lo rendeva ancora più demoniaco.
Il “nuovo” Hidan afferrò la sua falce e strisciò le sue tre lame lungo il proprio braccio:
- Ho…ho capito adesso…- disse Neji sentendo qualcosa graffiare la sua pelle.
A quel punto usando maggior forza Hidan conficcò le lame nella sua cute:
- Che stupenda sensazione!-
Il ninja della Foglia non era della stessa opinione: cercò di controllare il dolore che provava, ma quando l’avversario ritirò fuori le lame per conficcarle nel suo ventre, Neji lanciò un urlo raccapricciante.
- NEJI !- urlò Naruto intrappolato – che cosa gli sta facendo?-
- Il tuo amico è vittima di una delle tecniche più violente che io conosca. Non sopravviverà…-
- Ma perché ? Perché l’altro non…?-
- Hidan non può morire. È un essere immortale che gode nel dolore che sente quando utilizza questa tecnica. Lo fa unicamente per il suo Dio. –


- Ehi Hinata-chan, va tutto bene?- domandò Sakura all’amica che fissava ormai da un pezzo le grigi nuvole del cielo.
- Ah, sì, sì. Mi ero semplicemente incantata.-
La giovane Hyuga non si sentiva tranquilla: c’era qualcosa nell’aria che la turbava, però non capiva cosa. Era trascorsa quasi un’ora da quando si erano separate dagli altri e ancora non si erano rivisti.
- Se sei preoccupata per i ragazzi, non temere. Neji e Naruto sono in gamba! Anche se l’Akatsuki dovesse attaccarli sono certa che riusciranno a contrastarli.-
- Se lo dici tu…- e cercando di distogliere l’attenzione da quei pensieri disse:
- Ehi, Sakura! Guarda che bel fiore!-
- Non ci posso credere!!!- disse lei con gli occhi sbarrati – Hinata, sai cosa hai trovato? Questo è un fiore rarissimo, potremmo dire quasi non più reperibile in questa regione! Ha proprietà curative eccezionali e… devo subito raccoglierlo!-
Scavando nella sua borsa, non riuscì a trovare ciò che cercava:
- Accidenti, eppure mi ricordo di averlo portato! Devo averlo dimenticato da qualche parte, magari al Villaggio della Pioggia! Corro a prenderlo; per favore tu stai qui a controllare che non gli succeda niente, ok?- e corse via come fa una gazzella quando vede da lontano il leone avvicinarsi.
La giovane Hyuga non fece nemmeno in tempo a pronunciare il suo nome che già non era più visibile all’orizzonte.   


Hidan tirò fuori la falce: il suo ventre era completamente lacerato e il sangue che fuoriuscì andò a mischiarsi con quello precedente già versato. Neji, sopraffatto dal dolore, cadde in ginocchio con gli occhi spalancati e ormai senza più fiato. Naruto si divincolava cercando di sfuggire dalla salda presa della mano di chakra; Kakutsu, indispettito dalla testardaggine del nemico, sfoderò il potere della prima maschera che aveva sul dorso: una micidiale scarica elettrica colpì il giovane Uzumaki che in questo modo si arrestò. Le poche forze che gli rimanevano gli permisero di alzare lentamente la testa osservando ciò che stava per fare Hidan:
- In tuo nome e nella speranza di renderti lieto, ti offro questo corpo come atto di devozione…-
Impugnò con due mani la sua arma con l’obbiettivo evidente di trafiggere il suo cuore portando fine alla vita dell’avversario. In quel frangente Naruto perse la testa: non poteva permetterlo, non poteva perdere un altro amico! Un vortice di chakra di colore rosso lo avvolse interamente, le unghie delle mani crebbero tanto da eguagliare quelle di un orso, i suoi occhi color mare divennero color vermiglio e da dietro la schiena spuntarono due code rossastre… come quelle di una volpe.


Ecco concluso anche il nono capitolo. Che ne pensate? Devo essere sincera: non mi è piaciuto molto scrivere del dolore che ha dovuto provare Neji, ma per tutti i suoi fan vedrete che in seguito… beh, non voglio svelarvi nulla!  
Se volete leggere qualcosa di più “sweet”… vi consiglio di leggere il prossimo capitolo! Continuate a seguirmi e a recensire! Ciao a tutti da Mewpower e un saluto particolare a Lonely Angel che ha letto la mia fic tutta d’un fiato (e che quindi deve aver fatto uno sforzo enorme).     

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Capitolo 10
*** Dichiarazione d'amore!? ***


 Con gran impeto e con sorpresa da parte degli avversari, Naruto spezzò i fili di chakra che lo rendevano prigioniero e giratosi di scatto verso Hidan lo colpì facendolo finire fuori dal cerchio disegnato e interrompendo la tecnica. Kakutsu intervenne immediatamente utilizzando una nuova mano di chakra. Correndo verso di lui , però, Naruto riuscì ad evitarla e per mezzo di una sua copia effettuò il Rasengan con una velocità talmente notevole da impedire al nemico di schivarla in tempo. Kakutsu ne venne colpito e fu scaraventato a terra, ma a differenza della volta precedente riportò dei gravi danni: la seconda maschera sulla sua schiena fu completamente distrutta in seguito all’impatto con il suolo e anche le altre furono ridotte in cattive condizioni.
- Ma…maledetto!- gridò Kakutsu - Sai quanto sono importanti queste maschere per me ?... Ma non importa perché il cuore che ho perduto verrà presto sostituito con quello del tuo amico…-
Naruto si accorse infatti che Hidan stava per rientrare nel cerchio: ciò significava che non era necessario farlo uscire da quel simbolo per porre fine alla tecnica! Così si mosse di nuovo contro di lui, ma qualcun altro fu più veloce: il maestro Kakashi piombò di fronte ad Hidan ed afferrandolo lo scagliò lontano. L’Uzumaki vedendo una faccia amica si calmò e la sua trasformazione ebbe fine:
- M…maestro Kakashi, finalmente è tornato.- disse Naruto stremato e accasciandosi a terra.
Kakashi si mise in spalla Naruto e anche Neji, entrambi svenuti, ma ancora vivi, e li accostò alla parete di una casa lì vicino:
“Neji è ridotto proprio male…mentre Naruto non ha ferite gravi. Ma le ragazze dove sono finite?”
Come per rispondere a quella domanda arrivò Sakura ansimante che vedendo i due individui uno steso a terra lontano, ma un altro ancora in piedi, esclamò:
- Akatsuki!- poi notò i suoi amici privi di sensi e feriti - Naruto! Neji! Ma cosa…?-
- Per fortuna che sei qui! Presto devi subito aiutare Neji… ma perché Hinata non è con te ?-
- Hinata… ecco lei è ancora nella foresta. Le ho detto di aspettarmi e…-
- Cosa nella foresta?! L’hai lasciata sola ?!-
- S…sì.- concluse lei titubante pensando a quanto era stata impulsiva -
Al sentire la voce di Sakura, Naruto aprì gli occhi e toccandosi la testa si alzò:
- Sakura, va tutto bene ?- disse ancora un po’ stordito
- Ah, Naruto! Per fortuna sei sano e salvo! Ma cosa fai, non ti sforzare!-
- No, non pensare a me adesso. Aiutiamo Neji piuttosto. Ma… sbaglio o manca qualcuno- e guardandosi intorno e con voce più lucida - Hinata! Dov’è?-
- Si trova ancora nella foresta.- intervenne Kakashi.
Riudendo quella frase Kakutsu disse anche se con un tono abbastanza affaticato :
- Tks, che stupidi! Lasciare una compagna tutta sola quando sapete del pericolo che può correre… non è un comportamento da ninja del Villaggio della Foglia.-
Naruto fissò Sakura: i suoi occhi sembravano dirle “Ma cosa ti è saltato in mente”, ma non volle dire niente, non la voleva rimproverare…anche se da quando erano partiti per quella missione aveva notato una certa sbadataggine, una distrazione eccessiva, dei comportamenti non tipici di una ragazza come lei…
- Io vado a cercarla!- disse prontamente Naruto - Sakura, tu devi pensare a Neji, ok?-
La ragazza annuì; il maestro Kakashi era d’accordo:
- Fai attenzione Naruto! Per ora il tizio dai capelli bianchi è sistemato, mentre per l’altro basto io.-
Così il giovane Uzumaki se ne andò cercando di sbrigarsi il più possibile per recuperare l’amica.


-  Perché Sakura non ritorna? Ormai è da un po’ che è partita - disse Hinata appoggiandosi al tronco di un albero dalle foglie verdeggianti - Non vorrei che le fosse successo qualcosa… - a quel pensiero scosse la testa pensando che Naruto non lo avrebbe mai permesso… già, i due erano molto legati, compagni di squadra da tanto tempo, amici da sempre… e chissà se erano qualcosa di più che amici! Questa idea fece di nuovo scuotere la testa alla ragazza, ma soprattutto il suo animo si turbò ancora una volta. Cercando di pensare a qualcos’altro si concentrò sui suoni della natura: oltre al ronzio degli insetti volanti e al fruscio dell’erba mossa da un venticello leggero, Hinata avvertì un altro rumore, il rumore dell’acqua quando cade, forse una cascata. Camminò per pochi minuti, raggiungendo un fiume che per un breve tratto entrava in una modesta radura per poi fuoriuscirne e sfociare in un lago. L’acqua era la sua passione: adorava in particolare allenarsi sull’acqua se non direttamente sotto ad una cascata! Ma quello non era il momento più opportuno per allenarsi: le mani erano ancora doloranti e poi doveva ritornare a badare quel fiore…
- Mi bagno un attimo la faccia e vado via subito!-
Detto questo si chinò e con le mani umide si toccò il viso godendosi quei pochi istanti di freschezza; un fiore bianco scese sull’acqua e la corrente lo spinse fino ad Hinata che guardandolo disse:
- Ma questo… è di carta. Da dove viene ?-
Lo prese in mano e intorno a se vide scendere tanti petali nivei, ma strani… perché fatti di carta. A quel punto tutto si fece scuro: la cascata, la foresta, gli animali, tutto sparito nel nulla! Hinata prese in mano un kunai e controllando da tutte le parti la presenza di un nemico pensò:
“Che sia una tecnica illusoria?”
Usando il Byakugan  notò un flebile raggio di luce che le permise di orientarsi meglio: dallo spiraglio riuscì ad intravedere il fiume e anche il lago ad esso adiacente:
“Forse è quella l’uscita…” e si precipitò in quel punto. Uscì da quella che sembrava una tecnica illusoria, ma senza scorgere nessuno. Udendo, però, una voce amica si voltò verso il lago e vide lui: Naruto si trovava su quello specchio d’acqua con il suo sorriso di sempre, bello e solare come non mai:
- Eccoti, Hinata-chan! Per fortuna stai bene! Eravamo tutti in pensiero!-
- S…sì! S…Sakura mi aveva chiesto di aspettarla e io…io sono rimasta qui…-
Naruto si avvicinò a lei e le porse una mano:
- Andiamo?-
- C…certo!- disse arrossendo
Quando la sua mano fu in quella del ragazzo, Naruto la spinse verso di sé, abbracciandola forte:
- Hinata… c’è una cosa che non ti ho mai detto…-
- C…cosa?- balbettò
- Voglio stare con te… per sempre-
Stava sognando o era tutto vero? Quello che la giovane Hyuga voleva sentirsi dire, ciò che desiderava da tanto tempo si era davvero avverato. Con le lacrime agli occhi e rossa in faccia non fece opposizione quando Naruto la strinse ancora più forte e appoggiò la sua fronte su quella della ragazza:
- Ti voglio bene - disse poi lui - dimmi che me ne vuoi anche tu…-
Non aveva parole,la voce le era come scomparsa,ma con gran sforzo e con un pizzico di imbarazzo:
- Sì! Anche io! Tanto, tanto, Naruto-kun!- e pure lei lo abbracciò.


Sakura stava facendo proprio un bel lavoro: il corpo di Neji, prima cosparso di gravi ferite, tornò quasi come nuovo in pochissimo tempo. Inoltre riprese conoscenza:
- Finalmente ti sei ripreso! Però non agitarti troppo. Stai giù…-
- N…Naruto dov’è? E quei due…?-
- Il maestro Kakashi si sta affrontando contro quel tizio mascherato, mentre l’altro è a terra. Naruto si è recato alla foresta per… prendere Hinata. Che stupida che sono stata! Come mi è saltato in mente di lasciarla là!-
Neji voltò lo sguardo da un’altra parte: anche lui era preoccupato per la cugina e avrebbe tanto voluto andare a vedere come stava.
Kakashi combatteva ormai da un pezzetto con il nemico il quale ora mai era alquanto stanco e quasi privo di chakra:
“Se Hidan non si risveglia alla svelta non so se ce la farò a sconfiggerlo da solo! Non ho più molte forze.”
- Fai bene a preoccuparti! – disse Kakashi – Ora che sei rimasto quasi senza chakra non puoi utilizzare le tue tecniche… inoltre da quel che ho potuto sentire prima, la tua immortalità ha un suo limite. Basta distruggere quelle maschere che porti per eliminarti definitivamente, non è vero?-
Purtroppo aveva ragione: Kakutsu aveva a disposizione cinque cuori, ognuno racchiuso nelle maschere della sua schiena. Uno era già stato distrutto da Naruto, mentre gli altri non avrebbero continuato a battere ancora per molto adesso che c’era Kakashi con il suo Sharingan.


Come andrà a finire lo scontro contro l’Akatsuki? E ora che Naruto si è confessato a Hinata cosa accadrà? Sembra filare tutto troppo liscio…  

Ringraziamenti speciali a Lonely Angel, proserpina, Alechan e Crystal Alchemist!!! Grazie per le recensioni che lasciate e mi auguro che continuerete a seguirmi!!! A prestissimo!!!

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Capitolo 11
*** L'inseguimento ***


- Oh, Naruto! Vorrei restare così insieme a te per sempre…-
La giovane Hyuga si trovava ancora in mezzo al lago quando il sole cominciò a scomparire dietro le nuvole e le prime gocce di pioggia iniziarono a scendere sopra di lei. Ma c’era qualcosa che non andava: lei non si trovava con il suo Naruto là, sullo specchio d’acqua, bensì era da sola, con gli occhi chiusi e circondata da tanti fiori di carta che piano piano si dispiegavano avvolgendole fianchi, collo e braccia. Ebbene sì: la povera Hinata era caduta in una tecnica illusoria mossale contro da un individuo con un piercing, un fiore tra i capelli color mare e un mantello nero… Akatsuki ancora una volta! In questo caso, però, si trattava di una donna che osservando l’altra ragazza disse quasi teneramente:
- Mi dispiace farti fuori così, ma chiunque interferisca con i nostri piani deve essere tolto di mezzo. Sei ancora tanto giovane… perché rischiare tutto in una missione?- e sentendo le sue parole che rivolgeva al Naruto illusorio commentò – Non temere. Una volta estratta la Volpe potrete rimanere insieme… per sempre.-
A quel punto fece in modo che la carta che avvolgeva Hinata la soffocasse stringendola sempre più: la ragazza non poteva neppure immaginare che l’abbraccio del suo amato si potesse trasformare in una trappola mortale! Ma proprio in quel momento sbucò dal terreno di nuovo lui, Zetsu che, rivolgendosi alla donna disse:
- Konan, devi assolutamente rientrare!-
- Per quale motivo?-
- Ordini superiori. Qui il lavoro verrà concluso da Sasori e Deidara che sono in viaggio.-
- Lasciami almeno finire ciò che ho iniziato-
- Lui ha detto che aveva bisogno urgente di parlarti… secondo me è qualcosa di serio.-
- Va bene, lascio perdere. Tanto ormai la sua fine è segnata.- e fu così che le “bende” che attorcigliavano parte del corpo di Hinata ritornarono ad essere candidi fiori e affondarono dell’acqua del lago. La tecnica illusoria ebbe fine e la ragazza cadde nell’acqua immergendosi poco a poco. Fortunatamente il “vero” Naruto raggiunse la sua meta appena in tempo per potersi poi precipitare a soccorrerla, quando Konan però era già lontana.
Tirata fuori, la stese sull’erba bagnata a causa della pioggia che ormai era diventata incessante:
- Hinata! Hinata! Per favore apri gli occhi!-
Ma lei non rispondeva… Che cosa fare in un momento del genere ? Avvicinò il suo orecchio al petto, ma sembrava non respirare:
“Non ne sono capace…però posso tentare!”
Pose le sue mani in corrispondenza dello stomaco della ragazza e fece forza; a quel punto si accostò al suo viso pallido e chiuse gli occhi: non ce la faceva a guardarla, si vergognava troppo... di appoggiare le sue labbra sopra le sue. Infatti l’unico rimedio che gli venne in mente in quel momento fu di farle la respirazione bocca a bocca, ma non ci riuscì:
“Dannazione, Naruto, lo fai per il suo bene!” ripeteva a se stesso “sono certo che mi perdonerai, Hinata. Scusami ancora.”
 A quel punto si decise e la baciò, se così vogliamo dire:  l’aria che aveva  prima accumulato la rilasciò tutta in un colpo. Bastò questo a far rinvenire Hinata che aperti gli occhi si alzò e tossì fortemente rimanendo sempre a terra. Naruto poté risollevarsi e le chiese subito come stava e cosa era successo:
- Io…stavo aspettando Sakura vicino al lago e poi tu…ecco…noi…ma tu sei arrivato solo adesso?-
- Sì, ti ho visto in acqua priva di sensi…-
Hinata capì cosa le era capitato, era davvero caduta in un’arte illusoria. Preferì comunque non spiegare niente dicendo soltanto che si era sentita poco bene… come poteva dirgli quello che aveva sognato? Per di più non aveva neppure visto in faccia il nemico!
- Sarà, ma non mi convinci molto… disse alla fine l’Uzumaki non persuaso da quello che gli era stato raccontato.


Ormai era tutto finito: dopo uno scontro violento Kakashi era stato in grado di eliminare l’avversario il quale essendo stato privato di tutti e cinque i suoi cuori, spirò a fianco di quella moltitudine di corpi al cui sterminio aveva direttamente partecipato insieme al suo compagno. Con un po’ di fiatone, ma senza gravi ferite, il maestro Kakashi si avvicinò ai due chunin che avevano assistito al combattimento:
- Purtroppo non sono riuscito a farmi dire nulla di nuovo da quel tizio, ma la cosa certa è che i suoi compagni sono nelle vicinanze pronti a sferrare un attacco… dobbiamo stare all’erta e raggiungere subito Naruto -
- Sì, dobbiamo muoverci! – esclamò Neji alzandosi con leggero sforzo
- Ce la fai ? intervenne Sakura pronta a sorreggerlo.
- Sto bene ora, non ho più male… ehi, tu!-
Neji si era accorto che Hidan aveva ripreso i sensi e con rapidità si stava allontanando dal villaggio: nonostante le gravi ferite la sua immortalità gli permetteva di muoversi piuttosto bene, ma anche lui aveva bisogno di tempo per riprendersi e non poteva di certo rimanere lì…
- Presto, non lasciamocelo sfuggire!- esclamò Kakashi e partirono di corsa inoltrandosi nella foresta, nella stessa direzione in cui si trovavano gli altri due chunin.


Nel frattempo Naruto raccontò ciò che era successo a lui e a Neji: l’attacco, le ferite riportate e poi l’arrivo di Kakashi…
- Così… – continuò Naruto – mi sono diretto al punto dettatomi da Sakura e ti ho trovato là, priva di sensi. Mi sono spaventato, pensavo che fosse troppo tardi, ma poi sono riuscito a farti rinvenire.-
A quel punto Naruto si bloccò di colpo ripensando a ciò che aveva fatto: le sue guance si colorarono di un rosa acceso e cercò di sfuggire al tenero sguardo di Hinata la quale, accortasi dello strano comportamento, domandò:
- Cosa ti succede, Naruto-kun?-
- I…io? No, niente! Ah! Ah! Non farci caso!- e fece una risatina che nascondeva il suo nervosismo e il suo imbarazzo… dopotutto era la prima volta che baciava una ragazza.
I due rimasero un po’ sotto le fronde di un grande faggio seduti l’uno accanto all’altro, cercando di riprendere le forze che avevano perso: ammiravano la pioggia che scendeva finemente bagnando la vegetazione, una pioggia che rilassava i loro animi e rinfrescava le loro membra dopo tutta quella aridità che aveva caratterizzato i giorni precedenti. Naruto guardò Hinata per un attimo e rimase affascinato dai riflessi color indaco dei suoi capelli che la rendevano di una bellezza quasi divina; e la sua carnagione pallida, le mani delicate... una divinità scesa sulla Terra per risollevare lo spirito degli umili uomini mortali. Standole vicino poteva avvertire il suo profumo, semplice come lei, ma inebriante, dolce, delicato… L’Uzumaki non aveva mai notato quegli aspetti dell’amica o forse sì…
Quell’atmosfera magica fu interrotta dall’arrivo di qualcuno che correva, che saltava da un ramo all’altro per sfuggire ai suoi inseguitori: era Hidan che non fece caso a Naruto e continuò la sua rapida corsa. Naruto riconoscendolo si mosse per inseguirlo, ma qualcuno lo chiamò:
- Naruto! Hinata! Per fortuna state bene!-
Sakura si precipitò sui ragazzi seguita dagli altri, accertandosi di persona sulle loro condizioni.
- Presto, non abbiamo un minuto da perdere! Potrebbe sfuggirci di vista!- disse Neji riprendendo la corsa sotto la pioggia.
Oramai l’inseguimento spasmodico proseguiva da vari minuti e per di più ci si metteva anche il tempo ad ostacolare i nostri ninja:  la fine pioggia di pochi attimi prima si era trasformata in un vero e proprio acquazzone che rendeva il terreno scivoloso e fangoso e rallentava quindi lo spostamento. I guai aumentarono quando la squadra di Kakashi si trovò di fronte ad una radura che offriva due percorsi diversi uno a destra e l’altro a sinistra: i giovani Hyuga attivarono il Byakugan, ma qualcosa non funzionò:
- Hinata, riesci a vederlo?- domandò Neji
- No. Eppure è strano. Vedo soltanto gli animali e gli alberi…- rispose lei
- Questa faccenda non mi piace affatto. Le immagini appaiono come sfocate… Possibile che ci sia qualcuno che interferisca la nostra tecnica?-
Hinata si girò verso il cugino con aria sbigottita: poteva esserci veramente qualcuno in grado di ostacolare un’ abilità come il Byakugan? Nemmeno gli altri ninja potevano crederci, ma poi intervenne il maestro Kakashi:
- Ora non possiamo permetterci di perdere le poche tracce dell’Akatsuki che abbiamo, quindi dobbiamo rischiare e andare avanti! Io, Naruto e Sakura proseguiremo da questa parte; voi due, invece, andate di qua. Mi raccomando siate prudenti.-
Detto questo il gruppo si divise per continuare l’inseguimento dello sterminatore del Villaggio della Pioggia.


Scusate per il ritardo, ma sono appena ritornata dal mare e quindi ho potuto pubblicare questo capitolo solo oggi!!! Mi auguro che sia stato di vostro gradimento e inutile che vi dica… commentate e continuate a seguirmi!
Ringraziamenti speciali a:
_ Alechan: Grazie per le recensioni che lasci!!! Se sei fan di Neji ti consiglio fortemente di leggere  il prossimo capitolo…
_ Crystal Alchemist: Le tue recensioni sono un po’ monotone… no scherzo, grazie ancora e seguimi anche nei prossimi capitoli!
_  EroSennin425: Wow! Sei un critico nato! Ti ringrazio tanto per avermi segnalato gli errorini che ho commesso, ma vorrei fare delle precisioni. 1) Seguo sia il manga che l’anime, quindi so che ci sono altri cercoteri da trovare, però nella mia fic faccio finta che ne siano rimasti solo due (Volpe e Tasso). 2) Sasori alla fin fine possiamo dire che ha i capelli rossi, anche se non si è certi al cento per cento, no? 3) La mia fic è un proseguimento della prima serie di Naruto e non mi è mai capitato di vedere i due Hyuga allenarsi insieme…ma forse mi sbaglio. Comunque grazie ancora e leggi anche i prossimi capitoli!!!

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Capitolo 12
*** Il primo bacio non si dimentica mai ***


Si era ormai fatta sera, ma nessuno lo notò: la luna era completamente coperta da un nube nera che si estendeva verticalmente nel cielo come a sostituire quella scia luminosa chiamata la Via Lattea. Le stelle non erano visibili, però qualche nuvola minore appariva più chiara rispetto alle altre proprio perché rischiarata da quei puntini d’oro che ornano il cielo quando è sereno. Hidan fuggiva dal gruppo di inseguitori che aveva quasi seminato. Una volta raggiunto il suo obbiettivo si fermò a riprendere fiato e in quel momento apparve qualcuno:
- Mio caro Hidan, posso scambiare qualche parola con lei?-
Hidan si voltò: di fronte a lui c’era uno strano individuo che portava i suoi stessi abiti, ma che stranamente non conosceva.
- Chi sei? Sei nuovo?-
- Diciamo pure di sì. Ma prima di rispondere alla tua domanda dovrei portene qualcun’altra io, molto veloce…-
- Prima voglio sapere chi sei.- disse con tono scontroso
- Uffa, sei davvero sospettoso! Dovresti essermi grado per ciò che ho fatto: ti ho tolto di mezzo quei ninja della Foglia.-
- Non voglio niente da te.-
- Ho capito. Visto che non vuoi collaborare devo farti fuori. Peccato, mi saresti potuto essere d’aiuto.-
Così si lanciò su Hidan il quale non fece nemmeno in tempo a spostarsi che già si ritrovò a terra, con la testa staccata dal resto del corpo. Il misterioso individuo, conoscendo la sua abilità, mise la testa in un sacco dicendo:
- Adesso senti cosa farò: butterò il tuo corpo in quel crepaccio laggiù, mentre la tua testa la seppellirò lontano, dunque ti conviene rassegnarti. La tua immortalità si conclude qui.- e molto semplicemente, come si fa con la normale spazzatura, si sbarazzò delle sue membra. Poi si rimise il cappello di paglia ,tipico dell’Alba, e proseguendo per la sua strada muoveva con il dito i campanelli violacei ai quali aveva appena aggiunto un nastro dello stesso colore che prima si trovava legato intorno alla falce di Hidan.
- Così mi piace di più…-


La pioggia cadeva incessante sopra i nostri Hyuga che proseguivano la ricerca del nemico senza naturalmente sapere cosa gli era successo. L’acqua che scendeva era accompagnata anche dai fulmini che intimorivano Hinata e di tanto in tanto le facevano chiudere gli occhi. In qualche caso le saette precipitavano tanto violentemente e talmente vicino a lei che avrebbe voluto urlare, ma quei gridi le morivano alla gola: non voleva che Neji la sentisse, perché temeva la sua reazione, le sue critiche… come si poteva aver paura dei fulmini a quindici anni? No, doveva resistere e stare zitta. Le condizioni meteorologiche erano pessime e perfino Neji continuava a stento quella frenetica corsa: era stanco, bagnato e ancora un po’ debole… se lui si sentiva così, allora come stava Hinata? Si fermò e le domandò quali fossero le sue condizioni:
- Ce la fai ad andare avanti?-
- S…sì. Non temere per me. Dobbiamo assolutamente continuare.-
- Va bene, andiamo-
Occorre proprio lodare l’immane sforzo che compirono i due ragazzi: correvano oramai da ore, sotto la pioggia, usando il Byakugan, senza mai riprender fiato una sola volta… Ma alla fine giunse il momento di fermarsi. Infatti, ad un certo punto Hinata rallentò il ritmo di corsa per poi cadere a terra di fianco ad un albero. Udendo il tonfo, Neji ritornò indietro e le se avvicinò:
- Ehi, ti senti male?-
- Mi dispiace tanto Neji, ma non ce la faccio più- disse lei con gli occhi semichiusi.
- Ti capisco…- mormorò lui e la prese in braccio.
Fortunatamente a pochi metri Neji scorse una catapecchia, una piccola casa in legno, ma chiaramente abbandonata. Entrò all’interno e appoggiò la cugina a terra. Guardandosi intorno notò una vecchia lanterna ad olio e con sua sorpresa era ancora funzionante: una tiepida luce illuminò la stanza rendendola anche più piacevole agli occhi e più confortevole. Al sentir quel lieve tepore Hinata riprese conoscenza, ma essendo debole, preferì rimanere a terra. Anche il giovane Hyuga capì che la ragazza non stava molto bene: la sua pelle era troppo pallida, come smorta, i suoi occhi erano spenti e tremava leggermente. In verità lei cercava di nascondere il fatto che sentisse freddo: i brividi di intensità minore riusciva ad attenuarli stringendosi su se stessa, ma quando sopraggiungevano quelli maggiori allora il suo corpo ballava tutto e così arrossiva in volto e distoglieva lo sguardo altrove per non incontrare quello del cugino che la fissava impensierito. Dopo l’ennesimo tentativo di mascherare i tremori che la percorrevano, Neji si avvicinò a lei mentre si toglieva la lunga maglia:
“Neji, cosa…che vuoi fare?”
Il ragazzo si inginocchio di fronte a lei e posizionò l’indumento sulle spalle della ragazza:
- Non devi tacere quando non stai bene…-
- Grazie.- disse timidamente Hinata abbassando la testa.
Neji fece per rialzarsi, ma la ragazza aggiunse con le lacrime agli occhi:
- Lo so che mi consideri un peso… scusami tanto…-
Il ragazzo si accucciò nuovamente di fronte a lei e con tono diverso dal solito pronunciò parole che la giovane Hyuga non si sarebbe mai aspettata:
- …Scusami tu per averti sempre disprezzata…-
Hinata alzò la testa con la bocca semiaperta per lo stupore, stupore che crebbe notevolmente pochi attimi dopo: Neji sfiorò la guancia di Hinata con una mano, gesto che gli permise di farla avvicinare a lui per poi baciarle le labbra delicatamente. Un bacio che sembrò un eternità, un bacio desiderato da tempo, un bacio dato dalla persona sbagliata, il primo bacio che non si dimentica mai…
Il ragazzo a quel punto si destò e si diresse alla porta per poi aprirla:
- Mi allontano un attimo per capire dove ci troviamo…- e partì lasciando la compagna da sola ancora con la sua maglia sulle spalle. Hinata si toccò le labbra ripensando a quell’attimo, alla sua sorpresa, tutto si sarebbe aspettato eccetto che quello…
“Neji, perché…? Io…credevo che tu mi odiassi, ma… no, non è possibile! Lui…cosa faccio…? E Naruto? Io voglio Naruto…” e si sfogò versando lacrime, confusa e smarrita, cercando di cancellare quella scena dalla sua mente, ma come poteva farlo?


Dall’altra parte della foresta Naruto, Sakura e Kakashi continuavano la ricerca, ma anche loro erano stremati e alla fine progettarono di accamparsi in una grotta, trovata per caso. Non restarono lì per molto perché l’acquazzone si placò pochi minuti dopo e le nuvole lasciarono posto al chiarore della luna tanto attesa e desiderata dalla nostra Sakura:
- Finalmente la luna! Mi è sempre piaciuto ammirarla…-
- Già! È meravigliosa!- esclamò Naruto che nel frattempo si era sdraiato sull’erba bagnata insieme a lei.
- Ma il maestro Kakashi dov’è andato?-
- Ha detto che sarebbe andato a prendere della legna per il fuoco. Non ci metterà molto…-
Sakura continuava ad ammirare il cielo, ma di tanto in tanto lo sguardo cadeva verso il ragazzo a lei vicino: quanto era cambiato dall’ultima volta che si erano visti! Ma in lui vedeva sempre quel pasticcione, quella testa quadra, che dopotutto l’aveva sempre divertita e fatta gioire:
“…E mi hai sempre sostenuta, incoraggiata ad andare avanti, hai fatto di tutto, perfino rischiato la vita, per riportare indietro Sasuke… Mentre io cosa ho fatto per te?... Ti ho fatto soffrire…ora l’ho capito, sai? Ti sei innamorato di me.”




Questa volta ho cercato di essere più breve possibile e di far terminare il capitolo qui: troppi colpi di scena e forti emozioni potrebbero mandare in tilt qualcuno…Ah! Ah! Scherzo naturalmente!
Chi sarà il misterioso personaggio che ha tolto di mezzo Hidan? Cosa farà Hinata? E Sakura, come si comporterà? Mi auguro che proseguiate questa lettura anche perché i colpi di scena non finiscono qui!!! Un grazie e bacioni a tutti voi che continuate a seguirmi!  

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Capitolo 13
*** Vecchi e nuovi sentimenti ***


Quella notte il cielo sembrava più bello che mai: l’acquazzone di prima aveva spazzato via tutte le nuvole e aveva come liberato dalla prigionia una moltitudine di stelle che felicemente brillavano e tenevano compagnia ai nostri due ninja ancora sdraiati sull’erba. Un lieve venticello accarezzava i capelli rosei di Sakura la quale apprezzava quella brezza e proprio per questo metteva una mano tra i capelli e chiudeva gli occhi per gustarne gli effetti. Naruto, invece, teneva lo sguardo fisso sulla luna e pensava ai momenti del passato trascorsi con Sasuke e con Sakura:
- Sakura, ti ricordi quella volta quando io, te e Sasuke avevamo deciso di rimanere fuori a dormire proprio per guardare le stelle come stiamo facendo adesso?-
- Sì, è vero. Mi ricordo anche, però, che tu ti eri addormentato pochi minuti dopo. E ronfavi come un ghiro!- concluse con una risatina
- Ah! Ah! Hai ragione!- e rise pure lui.
Il volto di Sakura divenne cupo però pochi attimi dopo: il ricordo di Sasuke la faceva rattristare e tanti ricordi che credeva di aver cancellato riaffioravano nella sua mente. Rivisse quella notte di pochi anni prima: riveda lui con lo zaino in spalla, camminava a testa bassa e con passo lento, ma deciso si dirigeva verso le porte di Konoa. Poi lo aveva incontrato accorgendosi che nei suoi occhi non c’era né tristezza né rimpianto, ma desiderio di potere, sete di vendetta, voglia di farla pagare a quello là, suo fratello, che aveva sterminato tutti, nessuno escluso, lasciandone uno solo in vita solo per gusto di affrontarlo in seguito, quando sarebbe diventato più forte… A Sakura era stato raccontato della strage del clan Uchiha e immaginava cosa poteva provare Sasuke, ma nonostante questo aveva tentato con qualsiasi mezzo di impedirgli di andare via…

“Sasuke, non devi…”
Aveva detto tra le lacrime…
“Io ti amo!”
Gli aveva poi confessato tutto il suo amore…
Ma lui niente: testardo, pieno di rancore, con la mente offuscata dalle parole di Orochimaru…

“Con me avrai il potere!”
 
Preferì allontanarsi dai suoi amici, dai suoi due compagni di squadra, da lei, facendola cadere in un abisso interminabile, pieno di amarezza e disperazione. Davanti agli occhi di Sakura, però, era apparso anche un raggio di luce, segno di speranza: Naruto le aveva promesso che lo avrebbe riportato indietro e lei ci credeva! Pure Naruto teneva a Sasuke, desiderava il suo bene…ma c’era anche qualcos’altro in più: lui lo faceva non solo per il suo compagno, non solo per se stesso, ma soprattutto per lei… ora lo aveva capito. Durante tutti quegli anni il ragazzo aveva sempre tenuto dentro di sé ciò che provava, aveva cercato di spiegarglielo, ma lei non comprendeva. E anche quando entrava in conflitto con Sasuke… era per lei!
Adesso si sentiva colpevole di due cose: la prima di aver permesso a Sasuke di fuggire; la seconda è di aver fatto soffrire Naruto per troppo tempo…
I suoi occhi si spensero, tutta la vitalità, la forza che la caratterizzavano, in quel momento sembrarono svanire. Avrebbe voluto piangere, ancora una volta, ma no, non lo poteva fare di fronte a lui! Così scosse la testa cercando di allontanare quei brutti ricordi e il nuovo problema che le si presentò davanti. L’Uzumaki si voltò verso di lei, avendo notato lo strano gesto:
- Ehi, Sakura, cosa hai?- domandò
- Io? No, niente! Niente! Non badare a me!- rispose con un falso sorriso
- Proprio non ti capisco! In questi giorni sei davvero strana…-
Fece una pausa, ma poi osservando meglio il suo viso:
- Pensavi a Sasuke?-
- Per un attimo… Ripensavo a quanto sono stata stupida quella volta…-
- Non dire così!- esclamò cambiando subito tono di voce – tu non hai nessuna colpa! Hai fatto il possibile per fermarlo! Casomai sono stato io lo sciocco che lo ha lasciato andare quando ci siamo scontrati…-
Sakura guardò Naruto con gli occhi lucidi facendo no con la testa: ancora la difendeva, la rincuorava, la sosteneva. Non ce la fece a trattenersi, le venne spontaneo buttarsi e piangere fra le sue braccia. Naruto le accarezzò la testa stringendola forte, ma non aveva altre parole con le quali consolarla se non ricordandole la sua promessa:
- Vedrai che lo riporteremo indietro.-
Lei, però, si dimenava e si disperava ancora di più, perché sapeva che questo avrebbe comportato più sforzi e più rischi da parte di Naruto e lei non lo voleva! Non intendeva rischiare di perdere un’altra persona cara!
Quell’abbraccio confortevole alla fine calmò la ragazza: era piacevole stare con lui, respirare il suo profumo, sentire il suo calore… Alzò la testa incrociando lo sguardo con quello di Naruto: in tutti quegli anni non le era mai successo di stargli così vicino e di guardarlo dritto negli occhi. Per un istante si perse in quell’oceano blu tanto profondo che quasi poteva trasmettere timore, ma che in verità donava alla ragazza una gran pace interiore:
“Grazie, Naruto-kun” pensava “ti voglio bene…”
Lo aveva ammesso: oramai era nato un posticino anche per lui nel suo cuore, si trattava di una scintilla di passione, un amore che sbocciava, un amore che forse le avrebbe permesso di dimenticare Sasuke…
Naruto fissava negli occhi Sakura: era lì, abbracciato con lei, soli in una notte stupenda, che cosa avrebbe dovuto desiderare di più? Era leggermente arrossito in volto così come anche la sua amica, la situazione era perfetta per esprimere i suoi sentimenti… Ma delle immagini gli ritornarono alla mente: erano poco nitide, sfocate, c’era lui e qualcun altro, udiva delle voci, poi altri rumori, poi lo scorrere dell’acqua e ancora un profumo… no, non se la sentiva più.
I due ninja si divisero l’uno dall’altro e ancora un po’ rossi in faccia si destarono avendo avvertito la voce del maestro Kakashi che li chiamava:
- Ragazzi! Dove siete finiti?-
- Eccoci, maestro!- rispose Sakura avvicinandosi a lui insieme a Naruto
- Ehi! Ma la legna per il fuoco?- domandò Naruto un po’ arrabbiato
- Ops, scusatemi! Ma mi è sfuggito di mente! Sapete, ho incontrato Neji e…-
- Davvero? E stanno bene mi auguro…- disse Sakura
- Sì, sì!  Non ti preoccupare! Purtroppo anche loro hanno perso le tracce di Hidan…-
- Dannazione!- esclamò Naruto, ma poi chiese – però dove si trovano adesso?-
- Si sono rifugiati in un’abitazione abbandonata a vari chilometri da qui. Ha detto che ci avrebbero passato la nottata. Hinata non era in ottima forma per percorrere un tragitto troppo lungo…-
- Hinata…- sospirò Naruto preoccupato per le sue condizioni
- Ma domani ci raggiungeranno e riprenderemo insieme la strada di casa!-
- Cosa? Di già? – disse Naruto scontento - Ma non sarebbe meglio perlustrare ancora un po’ in giro? Forse riusciremo a trovare nuove tracce e…-  
- No! Il maestro Kakashi ha ragione – intervenne Sakura – è meglio tornare al villaggio per riprendere le forze e per informare l’Hokage.-
Grattandosi la testa e con sguardo poco convinto Naruto si rassegnò.
- Sarà meglio andare a dormire. Abbiamo passato una giornata davvero molto irrequieta!- disse alla fine Kakashi.
- Sì, io vado. Buonanotte!-
- Ehi, un attimo! E la cena? Non ce la faccio a dormire se non ho lo stomaco pieno!-
Ma nessuno lo ascoltava più, anzi per la verità sia Kakashi che Sakura si trovavano già nelle loro tende pronti a godersi il meritato riposo. Alla fine pure Naruto si addormentò nonostante fosse andato a letto senza cena.
La giovane Haruno infilatasi nel sacco a pelo rimase per un po’ a riflettere: non era più tormentata dal ricordo di Sasuke ovvero quell’immagine si stava come assopendo. Lo amava tanto, lo sentiva ancora vicino a sé, era sempre convinta a ricondurlo al villaggio… ma provava anche un nuovo sentimento, un affetto maggiore nei confronti di Naruto, un qualcosa che prima non c’era…
“Come è possibile?” si interrogava “Mi sono proprio innamorata di lui…? Oh Dio, che confusione! No, no! Non può essere…” e mise la testa sotto la coperta, addormentandosi con quel pensiero in mente e con quel nuovo sentimento nell’animo.              
 


    
Ehilà! Tutto bene? Ecco concluso un altro capitolo! Immagino che sia stato un po’ noioso… per gli amanti dell’azione…scusatemi se vi ho fatto stancare!!! Ma mi auguro comunque di no! ^ ^
La faccenda sembra complicarsi…riuscirà Sakura a giungere ad una decisione definitiva?
Ora passiamo ai saluti:
_Alechan: grazie per i complimenti! Lo so come ti senti, anche a me sarebbe piaciuto essere al posto di Hinata! Per tua felicità ho aggiornato subito, visto?
_ Crystal Alchemist: ecco qua un altro capitolo dolce! Eh, eh! So bene che non ti piacciono, ma abbi un po’ di pazienza e poi vedrai…
_EroSennin425: Già, Sakura è stata lenta a capire cosa provasse Naruto…Comunque grazie tante per i complimenti! Troppo gentile! ^ ^ Mi auguro che continuerai a seguirmi perché ti aspetta una bella sorpresa…
_Lonely Angel: Grazie per avermi messo tra i preferiti! E mi raccomando: una volta tornata continua a leggere! Non te ne pentirai!!!
Ancora bacioni a tutti!!!     

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Capitolo 14
*** Come spiegarselo... ***


In un’altra zona della foresta Neji e Hinata si trovavano insieme, da soli nello stesso rifugio, che il giovane Hyuga aveva scovato poche ore prima. Lui aveva preso sonno vicino alla porta, seduto, con le gambe e le braccia incrociate al petto; lei era accanto all’unica finestra presente, distesa a terra, cercava di dormire sul duro pavimento in legno, umido e un po’ rovinato dal tempo. Portava ancora intorno alle spalle la lunga e candida maglia di Neji che le trasmetteva un certo calore, ma purtroppo per lei anche il suo profumo, piacevole se non fosse stato per quel gesto di poco prima… Hinata si rigirava continuamente in quell’angolino dove si trovava non riuscendo a dormire: aveva scelto quel posto per poter vedere la luna, bianca e splendente, magnifica da contemplare, la sua luce l’avrebbe rasserenata… ma soprattutto per allontanarsi dal cugino che, una volta tornato dopo l’incontro con il maestro, la fissava in uno strano modo, minaccioso, freddo, con lo stesso sguardo di pochi anni prima, nonostante quello che aveva fatto, nonostante ciò che aveva detto, nonostante quel bacio… La ragazza ripensava principalmente  a quell’atto di affetto, di desiderio, il suo primo bacio datole da una persona diversa rispetto a quella dalla quale lo avrebbe voluto:
“Perché lo hai fatto? Non immaginavo che tu potessi provare qualcosa per me. Sei sempre stato schivo nei miei confronti, mi hai odiata con tutte le tue forze, hai giurato vendetta, eri quasi riuscito ad eliminarmi quel giorno… e mi domando perché non lo hai fatto.”
Ragionava, continuava a riflettere, ma aveva solo domande nella sua testa, non riusciva ad ipotizzare cosa lo avesse spinto a baciarla, da quando aveva quel sentimento nel cuore, però dopotutto lui non aveva confessato niente, non l’aveva abbracciata spiegandole del suo amore, non una parola, non un “Ti amo”, solo una frase per scusarsi…
    
“Scusami tu per averti sempre disprezzata!”

Hinata si toccò le labbra tremanti: stava per piangere, ma non doveva farlo, non adesso che c’era lui poco distante. Alzò il viso verso la finestra, verso la luna chiara e verso il cielo dove riposava sua madre che vegliava su di lei sempre, anche in quel momento…lei lo sapeva.
- Mamma, cosa devo fare?- mormorò lei versando una lacrima.
Poi si sistemò meglio che poté e chiuse gli occhi. Piano piano il sonno l’avvolse completamente permettendole di recuperare le forze perdute e di sognare beatamente mentre veniva cullata dalla lieve luce lunare che passava attraverso i vetri di quella finestra.
La mattina seguente i due Hyuga partirono per raggiungere l’altra parte del gruppo: per tutto il tragitto non si parlarono, non si guardarono neppure in faccia, lui con lo sguardo che mirava altrove e lei con il capo basso. Neji aveva la sua solita espressione, fredda e distaccata, ma stavolta più del normale. La ragazza lo aveva notato, però come spiegarselo? Quel giorno avrebbe dovuto avere lei quella faccia dopo quel bacio rubato, datole contro la sua volontà, ma non sapeva provare rancore e nemmeno odio… no, non la dolce e tenera Hinata!
Giunti a destinazione Naruto salutò allegramente gli amici:
- Ehilà! Neji, Hinata! Per fortuna state bene! Come avete passato la nottata? Ehi, ma cosa sono quelle facce? È successo qualcosa di brutto…?-
Neji passò di fianco al compagno con gli occhi puntati verso il maestro Kakashi, senza dire una parola, senza prenderlo in considerazione:
- Ehi! Potresti almeno salutare!- esclamò un po’ adirato.
- Non te la prendere Naruto!- disse Hinata con un leggero sorrisino - Forse oggi tiene il broncio perché abbiamo passato una brutta nottata… è stato scomodo dormire senza i sacchi a pelo.-
- Sarà…- e fissò per un attimo l’amica.
- C…che c’è Naruto-kun?-
- Ah… niente scusami mi ero incantato! A proposito come mai hai la maglia di Neji sulle spalle?-
Rimase per un secondo imbambolata pure lei: si era incantato, aveva detto, per la prima volta era stato Naruto ad osservarla intensamente e non l’inverso… Aveva notato qualcosa di particolare in lei o era stato solo un caso? Comunque le aveva fatto piacere e abbassando la testa e un po’ imbarazzata si allontanò con passo veloce, raggiungendo Sakura, Neji e Kakashi che intanto si erano incamminati.
- Ma, cosa? Un attimo aspettatemi!!!- gridò Naruto.


Due nostre vecchie conoscenze camminavano in direzione del Villaggio della Pioggia dove gli era stato ordinato di dirigersi. Deidara ancora si lamentava e si sfogava con il compagno: stava per catturare il Tasso, lo aveva in pugno, invece era stato costretto a ritirarsi perché la Volpe era stata inviata in missione ed era quindi lontana dal villaggio…
- Ascolta le mie parole, sensei…- disse il biondo con voce seria – quando avremo estratto il cercotero da quel moccioso, me ne voglio occupare di persona! Quindi non ostacolarmi!-
- E perché dovrei farlo? Non sono come Hidan, non ho alcun interesse a sporcarmi le mani inutilmente.-
- Beh, conoscendoti, pensavo che avresti voluto anche tu divertirti un po’…-
Il ragazzo non rispose: da tempo sembrava essere quasi annoiato da quelle missioni, tutti quegli spargimenti di sangue superflui, solo per attirare su di loro l’attenzione dei villaggi vicini, ma soprattutto quello della Foglia dove vi era il loro principale obbiettivo. Si era persino stancato di viaggiare all’interno di Hiruko, una possente marionetta da lui costruita e nella quale rimaneva sempre durante il “lavoro”: gli era venuta l’idea di restare più a diretto contatto possibile con la natura, di guardare i paesaggi che lo circondavano, magari scoprendo particolari che da dentro Hiruko non era possibile scorgere.


Sakura seguiva il gruppo rimanendo ultima: osservava Neji che sembrava essere tornato il gelido ragazzo di un tempo, guardava Hinata raccolta in se stessa, pareva che pensasse molto e che fosse turbata, infine contemplava Naruto energico e allegro come sempre:
“Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo” pensava, ma poi la sua mente tornò a ciò che la tormentava “…Devo essere stata davvero una folle a pensare che Naruto ed io… forse avevo un po’ di febbre! Credevo che fosse nato qualcosa per lui, ma…non può essere!”
Ancora ragionava sui pensieri di quella notte, su quelle strane emozioni che avevano invaso il suo cuore, su come era riuscita ad immaginare che lei si era innamorata di Naruto… però perché le era venuto in mente questo? Non era sicura, non poteva dirlo, era confusa, perplessa, eppure quel sentimento lo aveva provato, ma come spiegarselo non sapeva.


In un luogo isolato dal resto del mondo e nascosto tra le brune rocce, risiedeva il nascondiglio di un uomo conosciuto da tutti, ma da nessuno accettato a causa dei crimini che aveva compiuto. Sedeva sul suo trono, composto, fiero, atteggiato da gran signore e ridacchiava prevedendo come si sarebbe comportato il suo allievo ora che era partito per ottenere la sua vendetta. E già pregustava il momento in cui sarebbe intervenuto lui, quando avrebbe finalmente conquistato ciò che bramava, si sarebbe impossessato del suo corpo, sarebbe diventato tanto potente da invadere Konoa e da eliminare dalla circolazione il pericolo Akatsuki. - Sta procedendo tutto secondo i piani, maestro Orochimaru.-
Kabuto poteva riferire i movimenti del discepolo al proprio maestro grazie alla squadra speciale che era stata inviata per spiare ogni sua mossa e per capire quando sarebbe arrivato il momento più propizio per agire.
- Ma secondo lei Sasuke riuscirà a sconfiggere il fratello? Mi sembra un impresa davvero ardua.-
Orochimaru girò la testa verso Kabuto con aria per niente preoccupata:
- Non importa se ce la farà: se anche Itachi dovesse sconfiggerlo arriveremo noi e recupereremo il corpo. E magari, se dovessi rimanere deluso dalle prestazioni di Sasuke, non mi dispiacerebbe affatto impossessarmi del corpo dell’altro Uchiha…- e scoppiò in un’altra risatina, sicuro in qualsiasi caso di essere lui il vincitore alla fine dei giochi.


I nostri ninja del Villaggio della Foglia si erano fermati nella foresta per una pausa: Hinata si occupava della legna e del fuoco insieme al maestro Kakashi, mentre Neji era intento a riordinare e a pulire le armi usate nel combattimento contro l’Akatsuki. Ma Naruto e Sakura? La ragazza aveva riconosciuto la zona in cui si trovavano, non erano lontani dal posto in cui aveva visto quel fiore raro, tanto prezioso e che lei tanto desiderava. Aveva perciò convinto il maestro Kakashi a lasciarla andare per recuperarlo parlandogli delle sue importanti proprietà curative e quindi della sua utilità per il villaggio. Kakashi aveva così pensato di mandare anche Naruto insieme a lei, non si sapeva mai cosa poteva capitare. Giunti a destinazione Sakura sgranò gli occhi: eccolo là, ancora in perfette condizioni nonostante il temporale, pronto per essere raccolto. Una volta colto con tutte le precauzioni i due fecero per andarsene, ma Naruto avvertì una presenza estranea che si avvicinava: lanciò un kunai verso il punto in cui sentì il rumore, però quest’ultimo fu respinto da un altro kunai che quasi non colpì il giovane Uzumaki, che si scansò appena in tempo. L’erba veniva calpestata da qualcuno, un passo, poi un altro, un’ombra, un piede, un respiro, uno sguardo…



Si è trattato di un capitolo piuttosto soft.. quindi se vi ho annoiato anche stavolta...scusatemi tanto!!! Chi sarà la persona misteriosa apparsa di fronte a Naruto e Sakura? Ma ora passiamo ai saluti!

EroSennin425:  Grazie ancora per le recensioni che lasci. Mi auguro che ti sia piaciuto pure questo capitolo! ^ ^
The fenix of innocence:  Grazie mille, cara! Seguita a leggere e non ti pentirai! Ciao ^ ^
oOBlackRavenOo:  Che bello, un'altra amante della mia storia! Ho letto la tua presentazione e credo anche io che andremo d'accordo... Continua a seguirmi!
Crystal Alchemist:  Eh, eh! Aspetta il prossimo cappy e sono sicura che ti divertirai! A presto!
Alechan:  Già, adesso sì che il titolo ha un senso! ^ ^ Mi auguro che proseguirai la lettura!!! Bacioni!


Un grandissimo saluto a tutti coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti! Grazie!!! ^.^  E non perdete il prossimo capitolo.

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Capitolo 15
*** L'amico ritrovato ***


Naruto spalancò gli occhi rimanendo senza fiato; Sakura rimase immobile con lo sguardo fisso su quel personaggio, un po’ tremante, con la bocca aperta, il cuore che batteva a mille. Avvicinò una mano alla bocca, sudava freddo, come anche il suo compagno, ma fu lei a pronunciare le prime parole balbettando, come intimorita dalla risposta:
- S…Sasuke, sei proprio tu…?-  
Era lui, il loro amico, l’Uchiha fuggito dal Villaggio della Foglia alcuni anni prima. Il viso era lo stesso di un tempo, come pure l’espressione: cupa, buia, indifferente…però c’era qualcosa in più che lo rendeva diverso, tenebroso, per non dire malvagio. La stanchezza contornava i suoi occhi, la vendetta lo animava, la tristezza della vita lo avvolgeva, la sete di eliminare chiunque trovava sul suo cammino, il disgusto che provava ogni volta che rivedeva facce amiche:
- Ti stavamo cercando, lo sai questo?- disse Naruto accennando un sorriso – Vieni con noi, Sasuke – proseguì porgendogli una mano.
Sakura iniziò a tremare ancora di più: finalmente lo rivedeva dopo tanto tempo, era poco distante da lei, avrebbe voluto corrergli incontro abbracciandolo forte per non lasciarlo mai più… Adesso potevano ritornare a casa tutti insieme, Naruto lo avrebbe convinto.
- Per favore, torna al villaggio. Tutti aspettano il tuo ritorno. Metti da parte l’odio, il rancore, smettila di maledire tuo fratello…vedrai che insieme saremo capaci di sconfiggere l’Akatsuki.-
Naruto credeva di avergli toccato il cuore, di averlo destato da quell’incubo dove vedeva tutto nero: solo lui ed Itachi, solo una scelta da fare… vivere con il rimorso o morire dopo aver fatto giustizia. Lui aveva già deciso quale dovesse essere la sua strada: vedere lui vittorioso, con le mani impregnate del sangue del fratello, mentre ammira il suo corpo stracciato, lurido, irriconoscibile, senza vita, senza più l’anima, con gli occhi spenti, la pelle sbiancata…la sua opera, il suo capolavoro fatto tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno.
Sakura si avvicinò a Naruto che distava a pochi metri dall’altro compagno e disse:
- Sasuke, non ti preoccupare. Penserò io a parlare con l’Hokage, ma tu ritorna da noi.-
Il ragazzo squadrò i due ex compagni e saltò sul ramo di un albero di fronte:
- No, aspetta!!!- urlò Naruto voltandosi, pronto a saltare anche lui sull’albero, ma qualcosa lo frenò. Uno shuriken gli sfiorò la guancia, procurandogli un graffio. Sasuke glielo aveva lanciato ad una velocità tale che l’Uzumaki non ci aveva fatto caso. Sakura si sentiva le lacrime agli occhi: perché, perché Sasuke voleva ancora una volta fuggire? L’Uchiha infatti si allontanò saltando da un ramo ad un altro: Naruto partì subito al suo inseguimento così come pure la sua compagna. La corsa non durò molto: il moro si fermò dopo pochi chilometri e rimanendo dapprima con le spalle voltate verso i due ninja disse lentamente, ma con aria seccata:
- Piantatela di seguirmi. Non ho alcun interesse a tornare con voi…-
Questa frase troncò in due i loro cuori: Sakura era sull’orlo di piangere, Naruto si era innervosito, ma era sempre più convinto a trascinarlo con lui, anche con la forza.
- Mi dispiace, ma io non mi arrendo!- esclamò l’Uzumaki
Sasuke si girò e fissò Naruto:
- Mi vedo costretto a farti male, allora… – disse e gli lanciò un secondo shuriken. Questa volta non si fece sorprendere e schivatolo chiamò le sue copie in combattimento. In pochi secondi Naruto fu costretto a richiamarne delle altre: Sasuke era rapidissimo, un fulmine, riusciva a lanciare veloci e micidiali colpi senza neanche ricorrere alla sua spada che portava attaccata alla schiena. Quando Naruto si bloccò un attimo per riprendere fiato l’Uchiha gli sganciò un pugno dritto sullo stomaco. Uno scricchiolio raccapricciante volteggiò nell’aria, segno che qualcosa si era rotto: Sakura era impietrita a guardare lo spettacolo; Naruto a terra ferito; Sasuke in piedi di fronte al ragazzo con la stessa espressione di prima, buia, tetra, per niente cambiata. Compassione, dispiacere, per aver ferito un vecchio amico? No, niente di tutto questo. Nei suoi occhi c’era lo stesso disegno di morte, di sangue, di rancore verso il fratello, che lo caratterizzavano fin da prima; nient’altro gli importava se non raggiungere Itachi. L’Uchiha si chinò e prese per la maglia Naruto tirandolo su: l’Uzumaki non riusciva a stare in piedi, era senz’altro colui che ci avrebbe rimesso, colui che avrebbe rischiato di fare una brutta fine, ma non aveva perso la lucidità e la determinazione:
- Questa volta non ti lascio scappare – disse quasi con sforzo per il dolore.
Sasuke si accostò al suo orecchio:
- Sei uno stupido – gli mormorò e allontanandolo da se era pronto a sganciare un altro pugno, però:
- SASUKE, FERMATI!- urlò Sakura versando lacrime e afferrandolo per il braccio che aveva alzato per colpire l’amico – ti prego, non lo fare…-
A quel punto Naruto fu scaraventato via, finendo addosso ad un albero.
Sasuke non era stato fermato dalle parole della ragazza, bensì si era reso conto che stava perdendo solamente tempo: Itachi era stato avvistato nei pressi del Villaggio della Roccia, era abbastanza distante e continuando di quel passo lo avrebbe sicuramente perso. Di Naruto poteva occuparsi quando voleva, non c’era fretta... Sakura credeva di essere riuscita a calmarlo: alzò la testa verso di lui accorgendosi che aveva abbassato il braccio. Era bello come una volta, sentiva che provava ancora qualcosa, si era sbagliata quella sera, credeva di cominciare a dimenticarlo, invece quel sentimento era cresciuto ancora di più… nonostante la presenza di qualcun’altro che la metteva nel dubbio. L’Haruno abbracciava forte il suo bicipite, non avrebbe voluto mai lasciarlo, se non fosse stato per la sua reazione: Sasuke le prese il polso e fece pressione. La ragazza fu costretta subito a lasciare la presa per il gran dolore e violentemente l’Uchiha lo fece girare, rompendolo. La ragazza cadde a terra in ginocchio tappandosi la bocca: il male che sentiva non era solamente fisico, infatti occorreva aggiungere anche il comportamento dell’ex compagno, freddo, insensibile, non l’aveva neanche guardata in faccia in quel momento. Guardava di fronte a sé, con aria assente, non curante del dolore che stava procurando, fregandosene di chi stava torturando, indifferente a tutto. In quell’istante invece lei lo aveva fissato, con gli occhi increduli e che imploravano pietà…
“Perché lo stai facendo?” si era domandata mentre si accasciava al suolo.
 Ma raggiungerlo oramai sembrava impossibile.
I due ninja erano entrambi a terra, ognuno con la sua sofferenza, nel corpo e nel cuore. Sasuke fece per andarsene, ma prima diede un’ultima occhiata ai due feriti e attivando lo Sharingan affermò:
- La prossima volta non sarò così clemente! –
Partì, lasciandoli soli, ancora una volta.
Sakura si tirò su e piano piano si avvicinò al compagno:
- N…Naruto- kun, ce la fai a muoverti?-
Il ragazzo tentò di alzarsi, ma si riappoggiò a terra con un lieve lamento.
- Aspetta, aspetta, non sforzarti.- e gli mise una mano in corrispondenza dello stomaco e richiamò il chakra per capire il problema e quindi guarirlo. Intanto rifletteva, pensava e ripensava a quanto era successo: Sasuke, il suo Sasuke era cambiato, troppo era cambiato. Sembrava essersi trasformato in uno mostro senza scrupoli, assetato di sangue e accecato dalla vendetta… no, non era più lui. Versò qualche lacrima che andarono a finire sulla pancia dell’Uzumaki, il quale sapeva bene a cosa pensava l’amica, ma cercando di fare il finto tonto variò discorso:
- Il polso ti fa male? Non preoccuparti per me adesso…-
Lei fece segno di no con la testa:
- Ora sei tu che hai bisogno di cure. Io sono forte!- e accennò un sorriso, che rincuorò il ragazzo.


Il maestro Kakashi, Neji ed Hinata avevano deciso di andare a cercare il resto della squadra: oramai era da tempo che si erano allontanati, ci stavano mettendo troppo e il pensiero che fossero stati attaccati dall’Akatsuki li angustiava.
“Ti prego, fa che stiano bene, ti prego!” Hinata continuava a ripetersi questo motivo in testa…
- Ecco, li ho visti!- esclamò Neji che precedeva il gruppo.
Erano di nuovo tutti insieme:
- Ragazzi, tutto bene? Cosa è successo?-
Sakura spiegò la faccenda, ogni particolare, restando però incollata con lo sguardo su quello che stava facendo, rimanendo impassibile.
- Maestro Kakashi, non perdete tempo… – disse Naruto – per favore cercate di raggiungere Sasuke-
Il verde smeraldo negli occhi di Sakura si ridusse ad un colore smorto, senza più vita, sentir nominare quel nome le metteva tanta malinconia…
- Neji, cosa vedi con il Byakugan? -
- È piuttosto distante, non penso che saremo in grado di raggiungerlo.-
- Ci provi, maestro! La prego…- insistette, però, l’Uzumaki.
Sakura si morse il labbro e fece più forza sulla parte ferita:
- Ahi, Sakura, così mi fai male!-
- Resisti, per amor del cielo! E piantala di fare il testardo! Lascia perdere Sasuke e pensa a riprendere le forze piuttosto! –  
La reazione di Sakura fece ammutolire tutti: quelle parole nascondevano un non so che d’amaro, di risentimento, di rabbia, ma anche tanta tristezza e rassegnazione. Naruto in compenso ubbidì alla ragazza e socchiuse gli occhi ripensando all’amico che se ne era andato e chissà quando lo avrebbe rivisto.      
 


Ed eccoci di nuovo qua! Come vi è sembrato questo nuovo capitolo?
Finalmente dopo tanto tempo i nostri eroi hanno potuto rivedere il compagno Uchiha, anche se l’incontro non è stato molto piacevole... Come proseguirà la storia? Eh, eh! Lo scoprirete nel prossimo cappy! ^_^  Un saluto a tutti coloro che hanno aggiunto la mia fic tra i preferiti e in particolare baci a:
EroSennin425: Ehi, inizi a perdere colpi? No, no sto scherzando! ^ ^ Sono felice che la mia storia ti piaccia! Aspetto nuovi commenti! Ciao!!!
Crystal Alchemist: Sono convinta che questo capitolo ti sia piaciuto più di quelli scorsi…o sbaglio? Mi raccomando recensisci prestooooooo!
Nilan: Ciao! Sono contenta che la mia fan fiction sia di tuo gradimento. Che dire…cercherò di non deluderti!!!

Ancora tanti saluti da Mewpower!!!  

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Capitolo 16
*** Non devi arrenderti! ***


I nostri ninja preferirono fermarsi lì per quella notte: Sakura era riuscita a curare ben bene Naruto e anche il suo polso ora era guarito…ma proseguire il viaggio in quelle condizioni, non era proprio il caso. Si sentiva debole, a pezzi, non tanto fisicamente, ma soprattutto nell’animo, aveva come un macigno sul cuore, un peso così faticoso da portare, anche per lei… Kakashi aveva notato la strana cera della ragazza: immaginava quanto dovesse essere stato difficile rivedere Sasuke dopo tanto tempo, chissà quanto era cambiato dall’ultima volta, chissà cosa si erano detti, chissà dove era diretto… Preferì non insistere sull’argomento, magari in seguito, ma per ora no.

Sembrava una notte come tutte le altre: il cielo stellato illuminava le chiome degli arbusti che ondeggiavano lievemente accompagnati dal verso di qualche animale notturno che volava di qua e di là cercando di avvistare una preda da poter consumare.
Naruto sedeva sul ramo di un albero e guardava in alto: pensava a quello che era successo, cercava di trovare una soluzione, tentava di spiegarsi quella strana ombra che aveva visto negli occhi del compagno fuggito… erano intrisi di voglia di sangue, questo si notava chiaramente, però c’era qualcosa altro in più:
“Sei infelice, l’ho capito, sai? Tu non desideri tutto questo…”
Secondo Naruto era così. Tristezza, desiderio di pianto, troppa solitudine…
Un gufo passò in alto nel cielo: era maestoso, sembrava un falco; i suoi artigli stringevano un animale, piccolo e sanguinante.
“Non sei pronto ad affrontare Itachi…”
Si potevano ancora udire i deboli gemiti dell’animaletto intrappolato, ma oramai era tutto finito per lui… ma non per Sasuke: poteva ancora salvarsi, rinunciare alla vendetta e tornare a casa, da lui, da Sakura…
“Lei ti sta aspettando, torna! Fallo almeno per lei…”
I suoi pensieri furono disturbati dalla rottura di qualcosa, un ramo, e da un piccolo urlo. Si precipitò sul luogo e vide qualcuno a terra. Hinata si toccò il posteriore con un leggero lamento: era caduta come un’imbranata dal melo dove si trovava, ma il sonno l’aveva sopraffatta e aveva perso così l’equilibrio.
- Ehi, Hinata,stai bene? –
- Ah… sì, Naruto-kun. – rispose scorgendolo e arrossendo per la vergogna.
La figuraccia fatta ebbe anche il suo lato positivo: l’Uzumaki offrì all’amica di sedere con lui, in questo modo si sarebbero fatti compagnia a vicenda e avrebbero scambiato quattro parole:
- Non ce la fai a dormire?- chiese il ragazzo continuando ad ammirare le stelle
- G…già! E pure tu hai il mio stesso problema?-
- Sì, ma a dire il vero… neanche ho voglia di farlo…-
Hinata fissò il compagno: capiva che era giù di morale, la malinconia lo opprimeva e lo avvolgeva tutto quasi a soffocarlo, si sentiva incapace, non sapeva cosa doveva fare… d'altronde anche lei provava le stesse sensazioni dopo quello che era successo con Neji. Per qualcun altro può sembrare una sciocchezza, alla fine è stato solo un bacio, ma per la giovane Hyuga no… quello era stato il suo primo bacio datole da una persona dalla quale fino a pochi istanti prima credeva di essere detestata, per niente considerata, un’ insignificante ragazzina, non degna di appartenere a quella casata…
Fece un respiro profondo cercando di non pensare a ciò che l’affliggeva e cominciò a parlare:
- Io e Sasuke non siamo mai stati in missione insieme e non eravamo neppure grandi amici. Magari ci salutavamo, ma poi tutto finiva lì. Tu, invece, tieni molto a lui… eravate molto affiatati…-
Naruto abbassò lo sguardo: altri ricordi gli pervennero alla mente, ancora rimpianto, ancora tristezza. Hinata notò il suo comportamento. Da una parte lo compativa, ma dall’altra sentiva la necessità di sgridarlo: il Naruto che conosceva lei non si sarebbe mai rattristato così per un fallimento, solo perché anche in quell’occasione si era fatto sfuggire Sasuke. Nulla era ancora perduto!
- Hai…hai lottato fino ad ora per recuperarlo, per portarlo a casa… non ti puoi arrendere!- continuò lei – Solo tu puoi farlo ragionare, solo tu hai la forza necessaria, solo tu hai il cuore tanto grande da persuadere chiunque… Ora lui è nelle tenebre, ma sono sicura che se ci sarai tu accanto a lui Sasuke sarà in grado di scorgere uno spiraglio di luce che gli permetterà di uscire da questo incubo. Quindi, vai avanti! Non abbatterti! Se poi avrai bisogno di una mano… puoi sempre contare su di me, Naruto-kun!-
L’Uzumaki aveva rialzato la testa guardando l’amica attentamente: Hinata era sempre pronta a sostenerlo, c’era sempre lei nelle situazioni più difficili come quella volta… all’esame dei Chunin. Nonostante non avesse un ottimo rapporto con Sasuke, anche lei era pronta a rischiare tutto, a sostenere quella folle ricerca, a combattere contro dei potentissimi nemici…
- Hai ragione!- disse lui – non so cosa mi sia preso! Lotterò, continuerò a cercarlo senza mai fermarmi, ho fatto una promessa e la devo mantenere! Non posso permettermi di perdere definitivamente Sasuke, il mio amico-
Finalmente nei suoi occhi era ritornata la luce di una volta, la speranza, la determinazione, la solarità che lo aveva sempre caratterizzato, tutto grazie a lei…
- Grazie, Hinata! Ancora una volta sei stata tu a infondermi coraggio- e le sorrise dolcemente come solo lui sapeva fare.
La giovane Hyuga era felicissima di essere riuscita a rincuorarlo, il cuore le batteva a mille e le sue guance si colorarono…
Uno strano presentimento, però, sopraggiunse pochi attimi dopo. Una sensazione raccapricciante fece tremare l’esile corpo della ragazza: brividi freddi ovunque, la sudorazione era aumentata e le palpitazioni erano diventate più udibili dall’esterno. Pensò immediatamente alla presenza di un estraneo, magari un nemico.
“ Forse sarebbe meglio attivare il Byakugan ”, ma come rovinare una situazione di felicità come quella? Subito dopo quello strano presentimento cessò di farsi sentire, però Naruto, fraintendendo il comportamento della compagna, pensò di togliersi la felpa, rimanendo (stavolta) in canottiera:
- Questa sera tira un po’ di vento, è meglio che tu non prenda freddo…- e le mise l’indumento sulle spalle facendo rimanere l’amica non poco sorpresa.
- T…ti ringrazio, ma io non…-
- Non fare complimenti! Io ho l’organismo robusto!- e le mise un braccio intorno alle spalle impedendole di togliere la felpa per riconsegnarla al proprietario. Hinata non fece più storie: per la prima volta era abbracciata al suo Naruto, stretti stretti, in una notte così bella… come poteva rinunciare a quel gesto tanto affettuoso?
La situazione era talmente romantica che Hinata decise di darsi da fare: oramai era abbastanza grande, abbastanza matura, abbastanza forte da poter confessare i suoi sentimenti.
“Forza, Hinata! Un respiro profondo e poi tutto d’un fiato…ma come faccio?” rifletté ancora per un po’ sul da farsi, ma poi tirò fuori tutto il suo coraggio e…
- S…senti, N…Naruto-kun, io d...dovrei dirti…u…u…una cosa impor…tante per me…-
La sua frase fu interrotta dal ronfare di qualcuno: Naruto si era finalmente appisolato, rimanendo però con il braccio intorno al suo collo. Hinata da una parte rimase delusa, ma diciamo che per la verità fu contenta: ancora non era giunto il momento di confessare ciò che provava, ma poteva almeno rimanere vicinissima al suo amato e dormire con lui.


- Manca ancora molto, sensei?- domandò Deidara stufo di camminare anche di notte
- … Per poter raggiungere il Villaggio della Pioggia occorre percorrere questo sentiero e poi superare il Villaggio della Conchiglia. Se ci spostiamo anche durante le ore notturne arriveremo prima e termineremo il lavoro più in fretta…-
- Non vedo l’ora di mettere le mani addosso a quel tizio e strappargli la Volpe… magari alla fine lo faccio saltare in aria. – e sogghignò divertito.
Sasori, invece, era più cupo che mai: era, però, rientrato in Hiruko e di conseguenza il suo compagno non poteva conoscere la sua espressione facciale in quel momento. Era davvero seccato, annoiato da tutto… chissà se con un combattimento sarebbe ritornato in se.


Salve! Mi rendo conto quanto possa essere stato noioso per alcuni (o per tutti? Noooooo!: ndr) questo capitolo…se è così vi chiedo scusa! E vi annuncio subito che dal prossimo tutto diventerà molto più elettrizzante! Purtroppo quest’oggi vado di fretta e non posso salutarvi uno per uno, comunque a razzo saluto in particolare:
Crystal Alchemist  
EroSennin425
Nail
hotaru
E un bacione a coloro che hanno messo la mia storia tra i preferiti! Ancora mille baci da Mewpower!!!

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Capitolo 17
*** Caduti in trappola ***


Mattina. I raggi solari colpirono il viso della dolce Hinata che in questo modo si svegliò. Accanto a lei c’era ancora lui, Naruto, che dormiva beatamente. Non poteva crederci, ma aveva riposato vicino a lui per tutta la notte. Aveva addosso il suo profumo e la felpa ancora sulle spalle. Non riuscì a resistere e prima di svegliarlo gli mise una mano tra i capelli aurei mettendo a posto i ciuffi più ribelli.
Anche gli altri erano in piedi: Neji e Kakashi erano prontissimi per rimettersi in viaggio, Sakura, invece, non era nelle condizioni migliori. Due profonde occhiaie segnavano il suo pallido viso: aveva passato una nottata insonne, occhi sbarrati a contemplare la tenda e orecchie attente per avvertire ogni minimo rumore. Sasuke era ritornato ad essere al centro dei suoi pensieri, il suo tormento più grande, la sua preoccupazione più profonda…
Spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio e si lavò il viso sfruttando una pozza d’acqua limpida là vicino:
- Ma come ti stai riducendo? Stai proprio male…- disse a se stessa.
Le sue mani erano ancora tremolanti al ricordo dell’Uchiha:
- Sei un’idiota! Lui non ritornerà da te…-
Stava per ricominciare a piangere, ma l’arrivo di Naruto la trattenne. Con un forzato riso si voltò verso di lui e lo salutò:
- Whaaa! Buongiorno pure a te, Sakura!- rispose sbadigliando e dandosi una rinfrescata.
- Dormito bene?-
- Sì, abbast…ETCIÙ!!!-
- Salute! Ti sei preso il raffreddore? In effetti bisogna stare attenti a questo venticello.-
- Ba guarda tu! Bi si è chiuso il naso!- esclamò a fatica.
Sakura rise senza farsi notare… ci voleva proprio Naruto… è sempre lui che la fa sorridere!
- Forza voi due, partiamo!-
Il viaggio riprese: Kakashi aveva pensato di riprendere la scorciatoia che avevano utilizzato per raggiungere il Villaggio della Pioggia, avrebbero senz’altro risparmiato tempo e avrebbero corso meno rischi! Ma una volta raggiunto il posto…
- Eh! Ma cosa è successo?!-
Una montagna di rocce era precipitata proprio di fronte all’accesso alla grotta.
- La roccia qui è friabile. Con il vento di questi giorni dovevamo aspettarcelo.-
- D’accordo, allora – riprese Kakashi - siamo costretti a prendere il sentiero più lungo! Dobbiamo superare il Villaggio della Conchiglia e poi quello della Roccia. Dopodichè riprenderemo la strada già percorsa.-
Nessuno protestò, anzi a dir il vero le due ragazze erano contente di passare per il Villaggio della Conchiglia: da lì era visibile per un tratto il mare e magari avrebbero potuto fermarsi per un attimo e godersi la brezza marina.
Avevano oramai percorso non pochi chilometri quando pensarono di fare una pausa: Kakashi si era allontanato per fare un’ispezione veloce del territorio gli altri erano tutti insieme. Il jonin si fermò un attimo guardandosi attorno: il frusciò avvertito gli sembrò sospetto e rimase ad ascoltare ancora un po’ possibili rumori, ma quando sentì quella voce ormai era troppo tardi:
- Scusa, ma tu sei di troppo!-
Kakashi si sentì afferrare i piedi e sprofondare sotto terra. Pochi istanti, pochissimi secondi, poi più nulla. L’individuo dal lungo mantello riaffiorò dalla terra:
- Così sarà più facile per loro. Chissà per quanto tempo resisterà là sotto? Bah…- e sistemandosi il cappello in paglia e facendo tentennare i campanelli insieme al nastrino viola, saltò da un ramo all’altro diretto al Villaggio della Roccia, pronto ad assistere al duello tanto atteso.
Hinata alzò la testa da terra e rivolgendosi ai suoi compagni:
- Non vi pare che il maestro Kakashi ci stia mettendo troppo?-
Tutti si voltarono verso di lei:
- Andiamo! – disse seccamente Neji.
Anche gli altri annuirono, ma Sakura si bloccò e dando una spinta a Naruto gridò:
- Naruto! Stai giù!!!-
Tre kunai piombarono sulla scena andandosi a conficcare nel terreno:
- Attenti! Carte bomba!-
Un’esplosione seguì quell’affermazione: i ninja si coprirono i volti, ma immediatamente i due Hyuga attivarono la loro abilità innata:
- Sta scappando! Presto!-
- Ah! È dell’Akatsuki!-
Le nuvolette disegnate sulla sua veste furono subito riconosciute e senza perdere tempo partirono all’inseguimento. Arrivati in una radura Neji si guardò intorno:
- Dannazione! Una trappola!-
Migliaia di aghi legati tra di loro da fili di chakra erano stati posizionati sui rami degli arbusti che circondavano i chunin: se il manipolatore della trappola avesse spezzato quei fili, questi ultimi si sarebbero scagliati su di loro. Ad un certo punto una figura si fece avanti: mantello nero, nuvole rosse, cappello di paglia…
- Akatsuki!-
Il ragazzo si tolse il copricapo: a quel gesto una coda di biondi capelli dondolò come del resto anche la ciocca che copriva l’occhio sinistro del nemico. Un sorrisino maligno accompagnò le presentazioni:
- Finalmente, era da un po’ che ti cercavo, caro Uzumaki. Io sono Deidara… Se non vuoi che ci vadano di mezzo anche i tuoi amici ti consiglio di fare il bravo e di venire con me.-
Naruto lo guardò in malo modo.
- Non fare quella faccia, non ho paura di te, pivello!-
- Forse sarai tu il pivello!- disse Neji intromettendosi e avanzando verso il nemico
- Non muoverti!-
Ma lui proseguiva lentamente.
- Te la sei cercata!-
Deidara tagliò il filo di chakra principale e come saette gli aghi si precipitarono sui nostri ninja.
Neji si mise in posizione e abbassando la schiena:
- Rotazione suprema! -
Girando ad una velocità incredibile, il chunin creò una barriera talmente efficace da annientare gli aculei che furono scaraventati addosso agli alberi oppure si piantarono nel terreno. Fermatosi e rimessosi in posa da combattimento fece segno al nemico di avvicinarsi. Deidara lo squadrò e accennò nuovamente ad un sorrisino maligno:
- Tks, non sei tu la mia preda!- e accostando due dita alla bocca esclamò – Katsu!-
Sakura avvertì il terreno vibrare e poi perse l’equilibrio: la stessa cosa avvenne per i due Hyuga che si ritrovarono più senza un appoggio sotto i piedi e precipitarono in una voragine buia e sinistra. Naruto trovandosi più in avanti rispetto ai suoi amici non cadde nel tranello, ma sentendo l’urlo di Sakura si precipitò in direzione della fenditura. Il secondo comando di Deidara, però,  bloccò il ragazzo: un’ altra esplosione fece cadere una decina di alberi situati lì intorno alzando un gran polverone. Quando l’Uzumaki riaprì gli occhi piante e terra avevano in gran parte ricoperto la spaccatura nel terreno… oramai il passaggio era pressoché ostruito. Naruto rimase immobile e incredulo a fissare quel punto nel terreno: i suoi compagni erano laggiù, li aveva persi…
- Non ti disperare- disse il biondo vedendo l’altro ragazzo fisso con lo sguardo a terra – magari sono ancora vivi…ma…- quel “ma” lo fece girare di scatto puntando quegli occhi di ghiaccio contro di lui – ma chissà per quanto persisteranno… Casomai dovessero sopravvivere ci penserà il mio sensei!-
Naruto strinse i pugni accecato dall’ira:
- Ti conviene non provocarmi ancora di più… se i miei amici non dovessero più uscire da lì…- e partì scatenato verso di lui con il pugno serrato e pronto a colpire – NON SO COME POTREI REAGIRE!-
Deidara si scansò appena in tempo e con un balzò si allontanò dall’avversario:
- Bene, preparati… ad esplodere!-


Sensazione di umidità, l’aria mancava, il sudore colava dalla fronte del ninja medico: Sakura riaprì gli occhi e si toccò la testa. Intorno a lei vedeva sostanzialmente buio, l’oscurità impediva di intravedere cosa la circondava, ma da lontano scorse qualcuno, i suoi vestiti chiari erano ben visibili:
- Neji, sei tu?- gridò la ragazza.
La sua voce rimbombò e le pareti rocciose cominciarono a tremare: dal soffitto caddero dei frammenti, alcuni anche pericolosi che costrinsero la Haruno ad attaccarsi con le spalle al muro ad una di quelle pareti per non essere colpita. Il ragazzo che le si avvicinò era proprio Neji:
- Tutto a posto?-
- Sì, ma dove siamo?-
- Ci troviamo in una grotta sotterranea di origine piuttosto antica… Anche qui la roccia è poco stabile quindi faremmo meglio a parlare a sottovoce… Ho fatto un giro di perlustrazione e poi con il Byakugan ho controllato in maniera più particolareggiata… ci troviamo in un vero e proprio labirinto di grotte!-
L’affermazione del ragazzo mise in subbuglio il cuore di Sakura: aveva un presentimento strano addosso e il tono di voce del chunin lo aveva rafforzato… sentiva che non sarebbe stato facile uscire da quella situazione.




Et voilà! Nuovo capitolo per tutti! Da qui ha inizio lo scontro tra Naruto e Deidara…l’Uzumaki sarà in grado di sconfiggerlo da solo ora che i suoi compagni non ci sono? Scopritelo leggendo il seguito!^ ^ Saluti  a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra preferiti, ma un grazie particolare va a:
_ The fenix of innocence: Grazie! Sei troppo gentile...questa fanfiction non è fantastica, ma cerco comunque di fare del mio meglio! Bacioni!
_ Alechan: Ciaooooooooo! Sono contenta di "vederti"! Eheh, già Naruto è incorreggibile, ma cosa ci possiamo fare? Paragonare Sakura a tutti quei personaggi...è stata un'idea divertente!!! Continua a seguirmi ^ ^.
_ EroSennin425: Thanks pure a te! Cercherò di non deluderti in seguito!
_ Crystal Alchemist: Sta tranquilla...è da qui che inizia la parte più dinamica! Sono sicura che saprai cosa scrivere in futuro! Ciao!
E ancora mille baci a tutti voi da Mewpower!!! 

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Capitolo 18
*** Senza il Byakugan ***


- Cosa vedi con il Byakugan di preciso? – chiese Sakura aggiustandosi i guanti neri che portava
- In ordine di profondità ci sono sette passaggi possibili: noi ci troviamo nella sesta grotta… ognuna di queste presenta un’estensione diversa e percorsi diversi, ma… a parte la quinta e la seconda caverna, non riesco a vedere l’uscita di tutte le altre! – strinse i denti e continuò a guardarsi intorno.
- Eh? Come è possibile che non riesci a vedere gli altri percorsi con il Byakugan? –
- Non lo so! Non ci credo neppure io!- esclamò seccamente facendo tremare il soffitto calcareo instabile. Era già la seconda volta che aveva riscontrato una difficoltà del genere… secondo lui doveva esserci qualcuno o qualcosa che ostacolava quell’abilità… che l’aveva sempre contraddistinto e reso potente. Cercò di sforzarsi il più che poté, ma sempre con lo stesso risultato: vedeva solo due uscite su sette, un risultato non degno di lui.
- Dannazione! Anche tu, Hinata, hai lo stesso problema?-
Nessuna risposta. Neji guardò preoccupato Sakura:
- Un attimo, ma Hinata non è con te?-
Anche Sakura fece una faccia sconvolta:
- C…con me non c’è!-
Neji continuò ad usare la sua abilità innata: niente, non la vedeva, neanche una traccia…
- Dobbiamo rischiare e dividerci! Forse se mi avvicino di più alle altre grotte riuscirò a vedere qualcosa!- e corse via lanciandosi sul primo sentiero percorribile.
- Aspetta, Neji! Mi sembra troppo rischioso!- esclamò, ma il ragazzo ormai non la sentiva più. Anche la giovane Haruno così fu costretta a seguire la prima grotta che le si presentò davanti:
“Hinata-chan, dove sei ?”


Una goccia, poi due gocce caddero sul candido viso della nostra Hinata. Sforzandosi non poco si destò da terra e si toccò la fronte: il sudore sulla sua mano si era mescolato con il sangue che fuoriusciva da un graffio fresco. Sentì un’altra goccia: alzando la testa vide una moltitudine di stalattiti grondanti d’acqua dall’aspetto pericolante.
“Ma dove sono finita? E gli altri?” domandò a se stessa mentre cercava di orientarsi. La scarsa luce, però, non le permetteva di capire cosa la circondava così pensò pure lei di attivare il Byakugan:
- Oh no! Questa non ci voleva!-
Si rese conto del labirinto di caverne sparse nel territorio circostante e della difficoltà nel visualizzare tutti i percorsi:
“Perché? Perché il mio Byakugan non vede più di due uscite? Cosa mi succede?”
Si stava rattristando, stava perdendo fiducia…
“No! Non posso mollare ora! I miei compagni forse sono in pericolo…hanno bisogno di me!”
Così si incamminò anche lei verso l’ignoto, non sapendo che si stava gettando fra le braccia del nemico.


In superficie la lotta continuava:
- Tecnica della moltiplicazione del corpo!-
Una decina di copie si scagliarono contro il nemico pronte a lanciargli un kunai. Deidara all’inizio si limitò a schivare i lanci, ma quando le copie furono vicine le colpì con pugni e calci.
- Tecnica della moltiplicazione del corpo!-
Ancora altre copie pronte ad attaccarlo.
- Già mi sono stancato di te!- esclamò sbuffando e lanciando di nuovo calci e pugni. Scomparse tutte le copie se ne era andato anche l’originale.
“Dov’è?”
Un urlo di battaglia precedette l’arrivo dell’Uzumaki che comparve da dietro le fronde di un albero. Il nukenin si voltò appena in tempo per parare il colpo e con una spinta fece allontanare da se l’avversario. I due si guardarono negli occhi:
- Perché non mi mostri la tua vera forza?- domandò Naruto con un sorriso alquanto provocatorio.
- Se solo potessi…ma mi hanno detto che non posso farti fuori…-
- Allora ci penserò io a mandarti all’inferno!- gli lanciò una serie di shuriken come anche fece un’altra sua copia che fino a quel momento era restata nascosta dietro al cespuglio alle spalle del nemico. Con una mossa rapidissima respinse tutti gli shuriken, ma perse di nuovo di vista l’avversario. Trascorsero pochi secondi…ancora niente. Altri secondi…un fruscio di foglie…poi silenzio. Ancora un attimo…un passero si posò su di un ramo…il suo cinguettio…quiete. Deidara spostò la ciocca di capelli di fronte all’occhio sinistro, il suo occhio più potente. Si abbassò a terra e prese uno dei kunai lanciato da Naruto:
- Ti ho visto!- strillò girandosi improvvisamente e scagliò l’arma che finì dietro ad una chioma verdeggiante. Là dietro Naruto trattenne il dolore che provava e tolse il kunai dal braccio:
- Come ha fatto a notarmi?- mormorò e avvertì uno spostamento. Levò la testa al cielo e vide lui, in aria, deciso a sferrare il suo attacco:
- Tecnica C1 !-
 L’argilla sparpagliata sull’albero dal nukenin esplose facendo cadere Naruto insieme all’arbusto.


Hinata camminava da pochi minuti senza una meta: grazie alla sua abilità era in grado di spostarsi facilmente senza correre il rischio di inciampare e di farsi male, ma ancora non riusciva a scorgere l’uscita…il Byakugan non le faceva vedere niente di nuovo. Nessun rumore udibile, di tanto in tanto metteva i piedi in qualche pozzanghera e il suono dell’acqua riecheggiava tutto intorno. La solitudine e il timore di non riuscire a cavarsela la opprimevano, ma poi avvertì qualcosa di nuovo.
“C’è qualcuno…”
Percepì un respiro, un soffio, non era vento, si trattava di fiato umano. Pensò subito ai suoi amici, caduti come lei laggiù e accelerò il passo. Il Byakugan non le mostrava niente se non il terreno roccioso e qualche insetto che correva di qui e di là. Trovò l’uscita; scoprì di essere in una tra le caverne sotterranee più vicine alla superficie, la quarta grotta per l’esattezza e non poteva nemmeno immaginare che i suoi compagni si trovassero a vari metri sotto di lei. Notò ancora quel respiro, ma non vide nessuno, poi finalmente quella persona si fece avanti: un corpo massiccio e dall’aspetto compatto si avvicinò alla ragazza lentamente fermandosi però pochi metri prima. Hinata spalancò gli occhi e le sue mani cominciarono a tremare: cosa ci faceva una marionetta di quelle dimensioni là sotto? La sua lunga coda dotata di un pungiglione dondolava in una maniera così tranquilla da suggestionare la ragazza, come se quella sorta di scorpione fosse felice di vederla. La marionetta parlò facendo di più preoccupare la giovane Hyuga:
- Sei…una ninja della Foglia…-
Lei strinse il coprifronte legato intorno al collo più che poté e annuì aggiungendo:
- E tu sei dell’Akatsuki, giusto?
Il mantello costellato di nuvole rosse che ricopriva il corpo di quell’essere ne era una prova. La voce era chiaramente quella di un uomo e nonostante il cappello in paglia erano visibili i suoi grandi occhi che incutevano paura.
- Esci fuori! Lo so che ti stai nascondendo là dentro!- il Byakugan stavolta, anche se a stento, le aveva permesso di intravedere una persona, rinchiusa all’interno di quella massa enorme. Come se tirasse il vento, il mantello dell’individuo cominciò a tremare tutto, formando delle pieghe. Pochi istanti dopo ecco fuoriuscire il vero nemico. Hinata rimase piuttosto colpita: un ragazzo dall’aspetto giovanile, capelli scarlatti, occhi bruni più della corteccia… Allentò la presa sul coprifronte, mani sudate e il cuore che batteva a mille:
- Sei pronta a combattere?- chiese lui squadrandola completamente.
La sua abilità innata sembrava non sottostare più ai suoi ordini, il Pugno Gentile era quindi inutilizzabile, l’avversario non sembrava un pivello, ma lei si mise in posizione di combattimento:
- Preparati!- esclamò con sguardo fisso su di lui.


Eccomi tornata! Da qui inizia la battaglia tra Sasori e Hinata! Eheheh! Vi aspettavate uno scontro del genere? Bene, se siete curiosi, leggete anche il prossimo capitolo!

EroSennin425:  Non fa nulla se sei ripetitivo!^ ^ Anzi, mi fa davvero piacere che continui a lasciare recensioni ad ogni capitolo!  Grazie, grazie ancora per i complimenti!
Alechan: Hello! Ecco qui un altro capitolo! Mi auguro ti sia piaciuto^ ^...Hai ragione riguardo Sakura! Eheheh!  A presto!
Crystal Alchemist: Per la tua felicità ecco arrivare un altro capitolo con un po' d'azione! E ne vedrai altri!!!
  

Di nuovo mille grazie a coloro che hanno messo la mia storia tra preferiti e un bacione a tutti da Mewpower!

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Capitolo 19
*** Konoa vs Akatsuki ***


Deidara guardò soddisfatto la sua preda a terra: era steso, privo di sensi, oramai era finita per lui. Il lavoro si era rivelato più facile del previsto, immaginava che il suo sensei sarebbe stato felice di sapere che la missione era già conclusa. Il nukenin della Roccia si accostò al ragazzo svenuto e lo afferrò per la maglia:
- Adesso come la mettiamo?- sogghignò malignamente.
L’Uzumaki aprì gli occhi e sorrise. Una nube bianca fece scomparire il ninja: una copia! Deidara rimase per un attimo perplesso, ma sentendo la voce dell’avversario dietro di se, si voltò:
- Rasengan !-
Una sfera azzurra roteante colpì lo stomaco di Deidara che fu scaraventato addosso agli alberi, ferendosi non poco. Con un certo sforzo si rialzò e toccandosi la bocca notò del sangue che fuoriusciva:
- Maledetto! Come ti sei permesso!- esclamò stringendo la mano sporca del suo sangue
- Tks, hai la pellaccia dura…-
Spostò la parte sottostante del suo mantello scoprendo un sacchettino aperto per metà e pieno di…
“Argilla? È questa la sua tecnica?”
Ci infilò una mano modellando l’argilla e infondendo chakra all’interno. Deidara era su tutte le furie: un pivello del genere non poteva ferirlo, non avrebbe dovuto neanche sfiorarlo. Si sentiva umiliato e non resistette nell’invocare il suo dragone:
- Tecnica C2, Dragone d’argilla !-
Una creatura spaventosa e dalle dimensioni spropositate comparì di fronte agli occhi del ragazzo cha rimase a bocca aperta. Gli arbusti disposti là intorno caddero sotto la spinta del mostro che agitò violentemente le ali scaraventando via tutto quello che lo circondava. Naruto riuscì a stento a rimanere a terra e quando il dragone fu abbastanza alto nel cielo, poté alzare la testa ed ammirarlo.
- Non posso farti fuori, questo è vero…- gridò Deidara seduto sul dorso dell’animale – ma se sbadatamente dovessi romperti qualche ossa…non penso che sarà grave!-
Detto questo il dragone si scaraventò sul ninja mostrando i suoi possenti artigli, ma Naruto si scansò saltando in aria con tutta la forza che aveva in corpo. Sbattute le zampe al suolo si levò un gran polverone che permise all’Uzumaki di predisporre un attacco:
- Tecnica del richiamo!-
Un maestoso rospo di nostra conoscenza apparve di fronte all’altro animale. Togliendo dalla bocca la sua gigantesca pipa e buttando fuori tutto il fumo che aveva appena inspirato si rivolse al ninja di Konoa:
- Stavolta…ti sei cacciato davvero nei guai!-
- Lo so, ma sono certo che ce la faremo!- rispose lui
- Pensi di mettermi in difficoltà? Vai dragone!-
Decine di altri draghi di dimensioni inferiori fuoriuscirono dalla sua bocca accompagnati da una lunga scia di saliva.


La giovane Hyuga pensò di disattivare il Byakugan: era inutile continuare a sprecare chakra per utilizzare un’abilità che sembrava non avere effetto! Il suo avversario si mostrava tranquillo, quasi indifferente, ma pronto a reagire. Hinata fece un passo indietro e poi dandosi una spinta leggera partì all’attacco: provò con i pugni, attaccandolo una, due, tre volte, ma Sasori era abilissimo e li parò tutti. Tentò con i calci: era senz’altro una forma di attacco più potente, ma il risultato fu lo stesso. Il rosso le bloccò un piede facendolo girare su se stesso. Istantaneamente la ragazza fu capace di scampare alla sua presa e si allontanò da lui. Non si era mai allenata assiduamente nelle arti marziali, aveva sempre contato sulle altre tecniche ninja, errore che le stava costando caro.
- Non dirmi che è tutto qui?- domandò il nemico guardandola con aria di sufficienza.
Hinata strinse i denti e sfoderò degli shuriken. Glieli lanciò contro, ma a Sasori bastò un gesto per schiavarli.
- Se non hai altro da mostrarmi, vorrei agire io adesso.-
Tirò fuori le mani, coperte fino a quel momento dal lungo mantello: usando dei fili di chakra legati alle dita fece comparire come dal nulla una marionetta dall’aspetto umano. Manovrandola la fece avanzare lentamente:
- Ti consiglio di stare attenta…-
A quelle parole la marionetta cominciò a correre verso di lei: durante la corsa lanciò così tanti kunai e shuriken insieme che fecero andare in tilt la povera Hinata. Schivatoli tutti, però, e notando che oramai il nemico era vicinissimo, impugnò un kunai con il quale cercò di porre resistenza all’altro  kunai usato dall’avversario. La lama le sfiorò il collo facendola sudare freddo, ma usando più forza lo scaraventò via. Ansimò leggermente mentre osservava la marionetta rialzarsi e sfoderare un’altra arma: nella mano stringeva una serie di affilatissimi aghi, gli stessi che erano serviti da trappola in superficie…ma qualcosa era diverso. Un esile brillio sull’estremità di ogni ago la misero in guardia. Quando le furono scagliati addosso e si piantarono là vicino notò il terreno impregnarsi di una sostanza…


-Quel Neji a volte non lo sopporto!- esclamò Sakura lasciata da sola in un posto sconosciuto – se mi ricapita a tiro gliene dico quattro!!!- e diede un potente pugno alla parete facendola crollare immediatamente, mentre il soffitto tremò pericolosamente. Non era riuscita a trovare l’uscita di quella caverna…ma crebbe di poterla creare lei stessa distruggendo tutto ciò che incontrava.
- Chissà, invece, come sta Naruto…- sussurrò frenando la sua sete di distruzione per un attimo.


In un altro luogo Neji continuava a cercare freneticamente la cugina sempre usando il Byakugan:
“Possibile che non ci riesca a vedere meglio di così?” continuava a chiedersi, ma si accorse a poco a poco che qualcosa migliorava, la strana opacità di prima andava perdendosi…
“Non mi devo arrendere! Seguiterò con il Byakugan anche se dovessi finire tutto il chakra che ho!”


In una piana isolata, a pochi passi dal Villaggio della Roccia, lo strano individuo vestito come membro dell’Alba aspettava qualcuno disteso sul ramo di un possente albero. Contemplava le poche nuvole che marcavano il cielo cristallino e di tanto in tanto sbuffava, stufo di attendere.
- Tsk, ma guarda tu! Mi sono sbrigato come un matto e poi sono arrivato prima di loro!-
Tornò a giocare con il campanellino che decorava il suo cappello, facendolo tentennare lievemente e ascoltando il suo suono così delicato.
- Chissà se quei due avranno già concluso il lavoro! Forse li ho aiutati troppo…dopotutto devo far fuori pure loro…-
Si alzò con le spalle dal ramo e distese le braccia per sgranchirle un po’:
- Mh…però così è troppo facile!- aggiunse rimettendosi sdraiato.
Avvicinò l’indice al medio e portandoli accanto alla bocca sussurrò:
- Disperdi!- a quel punto mise le mani dietro la testa – adesso la faccenda si fa interessante…se i ninja di Konoa sono ancora vivi-


Hinata continuò a fissare il liquido che aveva macchiato la terra di uno strano colore:
“Veleno!?” pensò lei.
Sasori intuì quali fossero i pensieri della ragazza e prontamente le rispose:
- Sì, quello è veleno. Si tratta di un composto molto potente e a parte me non so se qualcun altro conosca un antidoto…-
Hinata deglutì fortemente, fantasticando su cosa sarebbe successo se fosse stata colpita.
- Avanti, ancora!- urlò Sasori alla sua marionetta la quale precipitandosi sulla chunin le scagliò contro nuovi aghi velenosi. Con rapidi e precisi movimenti ne scansò uno alla volta e quando la marionetta fu abbastanza vicina si buttò a terra e le afferrò le caviglie. In pochi secondi riuscì a farle perdere l’equilibrio, quindi a farla cadere e a spezzarle le ginocchia.
Sasori fece una smorfia e ritirò a se il resto della marionetta. Hinata si tirò su e guardò il lavoro soddisfatta.
- Mi hai già stancato- affermò seccamente squadrando nuovamente la ragazza.
Dal canto suo Hinata si rimise in posizione, decisa e preparata…però poi l’assalì una strana sensazione, un vortice di energia la scuoteva tutta, si sentiva rinata, era più forte ora, il chakra la dominava completamente.
“Cos’è!? Mi sento strana…- si guardò le mani come se da quelle potesse ottenere una risposta oppure individuare un segno di quella stravagante percezione.
- Facciamola finita…- aggiunse Sasori con un tono di voce annoiato.
Come tante formiche che escono tranquillamente dal proprio formicaio, così dal suolo uscirono una decina, una ventina, no si trattava di una cinquantina di marionette fornite di un arsenale completo di armi bianche pronte a scaraventarsi su di una e sola persona.






Continua così lo scontro tra Sasori e Hinata, ma pure quello tra Deidara e Naruto...chi avrà la meglio? Scopritelo nel prossimo capitolo!^^
Ancora un ringraziamento a coloro che hanno aggiunto la mia fanfiction ai preferiti e il particolare a :

_EroSennin425: Mi auguro che pure questo capitolo ti sia piaciuto e se hai critiche da fare non esitare! Baci.

_Cristal Alchemist: Conosco bene la tua passione per i combattimenti, quindi ti consiglio di leggere anche il prossimo!

Ancora saluti a tutti!!!                                                                                          Mewpower 

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Capitolo 20
*** Deidara k.o.? ***


- Oh Dio…-
Ciò che riuscì a dire la povera Hinata furono soltanto due e scarne parole, ma che esprimevano tutta la sua preoccupazione. Trovarsi di fronte ad un esercito di marionette non era per niente confortante. Tremava leggermente, ma cercò di non farlo notare. Lei non doveva avere paura… lei poteva farcela! E poi adesso si sentiva tanto più energica, tanto più forte, avvertiva il chakra fluire da una parte all’altra del suo corpo…forse era giunto il momento di attivare il Byakugan! Strinse i pugni, pregando con tutta se stessa che la usa abilità stavolta funzionasse. Avvicinò le mani e…
- Byakugan!-
Non ci poteva credere: finalmente riusciva a vedere tutto alla perfezione, sorvolava le pareti della caverna senza alcuna difficoltà, alzò per un attimo gli occhi verso il soffitto roccioso e vedeva in superficie! Era felicissima, ora era veramente pronta a combattere! Diede una rapida occhiata a tutte le marionette e partì subito all’attacco: utilizzando il Pugno Gentile, bastò toccare le marionette per distruggerle e ridurle a pezzi e pian piano il grande esercito scomparve, anzi si ridusse ad un mucchio di materiale inutilizzabile. Sasori inizialmente rimase un po’ confuso, ma poi accennò un sorriso:
-Bene, bene…-
Sentendolo parlare Hinata lo fissò, ma rimase shockata: senza il Byakugan non si era potuta accorgere prima cosa era in verità il suo avversario…


I piccoli draghi di Deidara volavano in aria, in attesa di un ordine del capo. Gamabunta li guardava innervosito, non gli piacevano per niente, avevano qualcosa di stravagante.
- Andate!!!- gridò ad un certo punto il nemico e quegli animali piombarono sul grande rospo.
Gamabunta pensò all’inizio di schivarli e di capire la loro tecnica e le armi che utilizzavano, ma non osservando alcuna abilità in particolare decise di tentare a mangiarseli. Bastò ingerirne due per cambiare idea: i due draghi esplosero all’interno della sua gola facendo dimenare il rospo come un forsennato. La gola bruciava e un fumo maleodorante sgorgava dalle sue narici.
A quella scena Deidara si mise a ridere:
- Ah! Ah! Il tuo rospo è davvero stupido! Non doveva sottovalutarli!-
 L’anfibio gigante si ricompose subito e più infuriato che mai passò all’azione:
- Naruto, pronto?- e sputò dalla bocca una gigantesca palla d’acqua che colpì gli ultimi volatili rimasti.
- Pensate che sia finita qui?-
Dalla bocca del dragone fuoriuscirono altri draghi accompagnati da una serie di serpenti biancastri. Lanciando una seconda palla d’acqua il rospo scaraventò via tutti i draghetti, ma non si rese conto che i viscidi rettili si erano attorcigliati intorno a lui e al suo evocatore. Come dei palloncini, si gonfiarono sempre più ricoprendolo per intero.
- Ga…mabunta – disse con sforzo Naruto sentendosi soffocare.


Hinata era rimasta quasi a bocca aperta per ciò che stava vedendo. Quel ragazzo non era umano, ovvero non del tutto. Si rizzò con la schiena, fino ad allora rimasta piegata avendo dovuto combattere, e fissandolo in quegli occhi tanto bruni gli parlò:
- Cosa…hai fatto al tuo corpo?-
Stavolta fu Sasori a rimanere a bocca aperta: come era riuscita a scorgere ciò che nascondeva sotto il mantello? Ma poi:
- Il Byakugan... ne avevo sentito parlare. E io che volevo sorprenderti. Pazienza… allora tanto vale farla subito finita.-
Prendendo alla sprovvista l’avversaria, Sasori spostò la parte anteriore del mantello facendo intravedere parte del suo stomaco per poter utilizzare un’altra arma: istantaneamente da quel punto del suo corpo fuoriuscì un cavo arrotolato intorno ad un’asta che si scaraventò contro la ragazza. Quest’ultima fu appena sfiorata dalla sorta di pungiglione posto all’estremità, il quale poi fu immediatamente ritirato. Le gambe della chunin tremavano per lo stupore e anche per il rischio che aveva corso.
“Non devo distrarmi.” disse tra se e se “Sarà meglio capire meglio da cosa è costituito…non ho mai visto una cosa del genere!”
Usando la sua abilità cominciò ad analizzare l’avversario, ma lui non le diede abbastanza tempo:
- Credi che sia così ingenuo!- le urlò contro spalancando una mano dinanzi alla chunin -Vediamo se ce la fai a schivare questo!- e una vampata di fuoco immensa invase la grotta.
Hinata si attaccò alla parete rocciosa, cercando di scampare alle fiamme, ma quando sentì odore di bruciato addosso capì che quello non era il posto più sicuro. Il fuoco e il calore, però, rappresentavano uno svantaggio anche per il nemico che non era in grado di scorgere la ninja oramai persa di vista dietro alle fiamme. Credendo di aver fatto abbastanza concluse lì la sua tecnica e si guardò intorno: a terra notò un brandello della maglia della chunin, in buona parte bruciato:
“Possibile che sia già finita…”
Nemmeno lui poteva crederci, ma poi intravide qualcuno dietro una roccia accostata al muro.
- Ti ho vista!- esclamò lanciandole contro un’altra ondata di fuoco. Un ammasso di materia scuro fumante comparve sotto gli occhi di Sasori dopo quel nuovo attacco. Si accostò a quella massa carbonizzata poco convinto. Una stranissima percezione spinse il rosso a girare la testa ritrovandosi così a faccia a faccia con l’avversaria, intenta a colpirlo con il Juken.
Hinata lo aveva il pugno, pochi centimetri e lo avrebbe colpito, ma qualcosa che luccicava squarciò la parte posteriore del mantello in corrispondenza della schiena: la chunin fece solamente in tempo a darsi una leggera spinta con il piede allontanandosi dal nemico, ma purtroppo riportò un danno. Strinse con tutte le sue forze il braccio senza guardarlo anche se capì al tatto cos’era successo. Un liquido caldo bagnava l’arto della giovane Hyuga e si spandeva verso il fianco per poi macchiare anche la gamba. Sasori aveva per un attimo temuto il peggio. Troppo si era avvicinata, le aveva permesso quasi di toccarlo, ma ora, almeno questo pensava lui, non potrà più nuocere. Hinata esaminò la schiena del ragazzo: delle lame affilatissime squarciavano il suo dorso, rendendolo ancora più inumano. Solamente l’estremità della lama sinistra era sporca di rosso, sangue che sgocciolava formando dei punti rossi a terra.
“ Mi ha soltanto sfiorata, eppure…” guardò il braccio completamente coperto da sangue, pulsava, doleva, a malapena poteva muoverlo.
Strappò parte della manica della maglia macchiata legandola più che poté intorno al taglio e si rimise in posizione. Sasori la squadrò nuovamente: osservò il suo sguardo deciso, convinto, per nulla timoroso di fronte a quella “cosa” contro cui stava combattendo.
- Non hai più scampo- disse il rosso, inespressivo come al solito.
- Non direi.- rispose la ragazza alzando pian piano il braccio ferito per riattaccarlo con il Pugno Gentile – Prima ho potuto analizzare il tuo corpo e ora non mi prenderai più alla sprovvista!-
Sapeva come era riuscito ad evocare quelle vampate di fuoco, sapeva come era in grado di chiamare tutte quelle marionette, sapeva…che l’unico punto debole era la sola parte umana che gli era rimasta: il suo cuore! Bastava colpirlo, disattivarlo, cosicché il chakra non potesse più circolare, in modo tale da portar fine alla sua vita.


Trascorsi vari minuti da quando i suoi serpenti si erano attorcigliati intorno al rospo e al ninja di Konoa, Deidara pensò bene di farli ritirare. Il ragazzo non poteva morire, anche se lui lo avrebbe tanto voluto. I viscidi rettili si staccarono dalle prede, ma una volta sgonfiatesi il nukenin rimase sconcertato:
- Dove sono finiti?-
Non c’erano più : con la tecnica della sostituzione era stato possibile sostituire i loro corpi con una immensa quercia secolare che quando apparve sotto gli occhi di Deidara…beh si può immaginare la sua espressione facciale. Si guardò attorno, ma sembravano volatilizzati, finché:
- ADESSO!-             
L’esclamazione mandò in tilt Deidara non capendo da dove provenisse la voce. Un’esplosione sotterranea fece levare al cielo un polverone scuro costringendo il nukenin a coprirsi il viso. Gamabunta saltò fuori balzando in su, raggiungendo il dragone nemico e colpendolo duramente con una testata. L’animale fu sbalzato ancora più in alto insieme al padrone che si reggeva forte.
- NARUTO, CI SIAMO!-
Il nemico sgranò gli occhi quando vide l’Uzumaki piombare su di lui dall’alto, non ci stava capendo niente, era disorientato con tutta quella polvere e con quelle urla! Sfoderando la sua tecnica più potente, Naruto lo centrò in pieno con un Rasengan facendolo cadere dalla groppa del mostro alato e facendolo schiantare al suolo. Subito dopo il dragone scomparve lasciando Naruto senza un appoggio sotto i piedi. Ma Gamabunta era lì e lo afferrò al volo:
- Credi che l’abbiamo sistemato?- chiese il biondo scrutando là intorno.
- Mhhh…non so. Comunque anche se fosse ancora vivo, non avrebbe più possibilità. Ora io vado!-
- Eh? Cosa? No, no! Mi servi!-
- Il tempo è scaduto! E poi adesso puoi cavartela da solo.-
Scomparve pure lui e l’Uzumaki si ritrovò da solo e indeciso sul da farsi.






Lo scontro tra la giovane Hyuga e Sasori si fa sempre più acceso, mentre quello tra Naruto e Deidara sembra essersi già concluso…sarà così oppure ci saranno altre sorprese? Lo saprete solo nel prossimo capitolo!^ ^
Mi auguro che queste lotte vi piacciano e vi ringrazio uno per uno cominciando da:

_EroSennin425: Lo so, le marionette di Sasori non possiedono gambe per questo non possono essere spezzate…però ho pensato di fare dei piccoli riadattamenti (e ne troverai altri più avanti) solo per rendere la storia più personalizzata…mi auguro che questo non rovini la fanfic…
Secondo, hai ragione: per usare abilità come il Pugno Gentile occorre essere ben allenati nelle arti marziali, ma forse mi sono espressa male…intendevo dire che Hinata non è dotata di una forza fisica molto elevata, per questo i suoi calci e pugni non sono molto potenti…^ ^ Ti ringrazio molto per avermi fatto queste precisazioni e ti mando un bacione.

_Crystal Alchemist: Ti piacciono le battaglie, eh? Comunque non posso svelarti niente sul loro esito… ma posso dirti di continuare a leggere. Ciao.

Ancora un grazie a coloro che hanno la mai fanfiction tra i preferiti e che dire se non…continuate a seguirmi!!!

Mewpower

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Capitolo 21
*** Il motivo per cui combatto ***


La giovane Hinata respirava a fatica: il braccio le faceva male, ma lo teneva sollevato lo stesso, pronta ad utilizzare la sua tecnica. Sasori notò la sua difficoltà:
- Il braccio ti trema…- affermò con un tono di voce diverso rispetto pochi attimi prima.
Il cuore della chunin batteva all’impazzata:
- Lo so, ma non mi arrenderò per questa sciocchezza!- esclamò decisa.
Nei suoi occhi c’era una strana fiamma alla quale Sasori non aveva fatto caso:
- Perché ti sforzi così?... Perché rischi la tua vita?-
La ragazza rimase colpita da quelle domande: era vero interresse o solo una tecnica per distrarla?
- Prima devi rispondere tu alla domanda che ti ho posto poco fa… per quale motivo sei…una marionetta?- disse quasi titubante.
Nessuno glielo aveva mai chiesto, neanche il suo compagno di viaggio. Nessuno prima di lei si era interessato a conoscere il perché…
- È stata una mia scelta.- e troncò lì il discorso.
Hinata lo guardò intensamente:
- Lo hai fatto per il potere…? Per entrare nell’Alba? Perché fate tutto questo? Perché distruggete i villaggi e massacrate la popolazione? Perché volete Naruto?-
La risposta era ovvia, ma sperava in più informazioni.
- Non me ne frega niente del potere. Solo gli altri dell’organizzazione lo desiderano…a me non importa più nulla.- disse seccamente.
La ragazza intravide nella sua espressione qualcosa di nuovo, di differente. Secondo lei era sincero, secondo lei non era come gli altri. Facendo un respiro profondo disse:
- Io, invece, lotto per proteggere il villaggio e mantenere la serenità. Ma soprattutto…- strinse i pugni fortemente – lo faccio per impedirvi di portare via Naruto!-
Il rosso tolse ciò che rimaneva del suo mantello rimanendo con i soli pantaloncini.
- Anche io ho una missione da portare a termine…- disse rimettendosi in posizione
- Però…hai appena detto che non te ne importa più…- ma si bloccò osservando che Sasori la fissava con sguardo gelido.
- Oramai questa è l’unica cosa che mi tiene in vita, non ho più nessuna altra cosa a cui dedicarmi-
- Ma cosa dici? Uccidere e fare del male non può essere considerato un passatempo!-
- Per me, sì.-
Quell’ultima affermazione troncò in due la ragazza. Sasori lanciò un’occhiata al soffitto e puntando le braccia in alto esclamò:
- Addio!-
Dai suoi palmi partì un potentissimo getto d’acqua che colpì il soffitto. Le stalattiti che lo costituivano cominciarono a tremare e quasi tutte in contemporanea si staccarono precipitando al suolo. Hinata era pronta al contrattacco:
- Tecnica protettiva delle 64 chiusure-
Muovendo le mani con rapidi, ma aggraziati gesti, la chunin riuscì a creare una sorta di potente barriera capace di spezzare quelle “frecce” che cadevano dall’alto. Sasori, invece, fu colpito da quella pioggia intensa e parte del suo corpo rimase mutilato. Ma bastarono pochi secondi che le sue membra furono ricomposte usando ciò che restava delle altre marionette distrutte dalla ninja di Konoa.

 
Neji finalmente era in grado di vedere chiaramente con il Byakugan: tutto ad un tratto aveva percepito un’affluenza maggiore di chakra, una forza che lo aveva scosso. Adesso poteva darsi da fare. Diede un rapido sguardo il giro: vide Sakura che era riuscita addirittura a raggiungere quasi la superficie rompendo i muri di roccia che le si presentavano davanti; Naruto era ancora vivo e stranamente con lui non c’era più nessuno; si accorse, invece, che lui era sceso ancora più in basso raggiungendo la settima grotta; invece Hinata era lassù, alla quarta grotta…stava combattendo! Spalancando gli occhi si accorse immediatamente quali fossero le sue condizioni: era quasi al limite, aveva poco chakra e il suo nemico sembrava davvero potente. Non c’era tempo da perdere: si voltò verso la parete a lui più vicina e cominciò a spaccarla con il Juken:
“Sto arrivando, resisti!”  ripeteva a se stesso.


Naruto andò alla ricerca del corpo del nemico: voleva essere sicuro che fosse morto o almeno capire da quale parte fosse fuggito. Eppure intorno a lui non c’era niente a parte argilla, erba e la quercia secolare che aveva fatto comparire con la sostituzione. Un soffio di vento gli fece alzare la testa verso le fronde di quell’altissima pianta, che oscillavano e salutavano il ninja stanco per il combattimento. La poca argilla rimasta rotolava qua e là e pian piano si accumulava intorno all’Uzumaki, ma lui non se ne accorse. Ancora vento, ancora argilla che era ormai arrivata fino ai suoi piedi. Naruto sentì qualcosa addosso: due mani in argilla gli afferrarono i piedi, bloccandolo. Con una risatina diabolica emerse dalla terra Deidara, un po’ ammaccato per la caduta e con un braccio fuori uso. Naruto cercò di liberarsi dalla presa, ma poi anche le sue gambe e le sue mani furono intrappolate dall’argilla che era depositata intorno ai suoi polsi formando delle manette. Il nemico si accostò al ninja e gli lanciò un pugno:
- Questo è per avermi rotto un braccio- disse asciugandosi il sudore sotto il mento
Naruto era immobile, incapace di reagire. Deidara sganciò un secondo pugno:
- Invece questo è per avermi fatto sprecare troppo chakra.-
Dalla bocca dell’Uzumaki comparì del sangue:
- Vigliacco!- esclamò lui, ma l’avversario non si fermò lì e lo afferrò per i capelli:
- Vediamo quanto tempo ci vorrà per farti svenire.- e preparò un altro pugno, ma…
- NON CI PENSARE NEANCHE!-
Il biondo si trattenne anche perché non fece in tempo nemmeno a capire chi avesse parlato: uno scricchiolio di denti accompagnò la fuoriuscita del sangue dal naso di Deidara che si ritrovò a terra stordito dal destro dell’assalitore. Sakura lo prese per il mantello e lo sbatté un paio di volte a terra per poi lanciarlo lontano addosso ad un albero. Naruto la guardava con occhi sbarrati e bocca aperta: la sua forza era mostruosa! L’argilla su di Naruto si scostò:
- Naruto, tutto bene?- domandò l’Haruno preoccupata
- S…sì! Ho soltanto qualche graffio…ma tu piuttosto…c…come stai?- chiese tremolante per come era intervenuta l’amica
- Ah, io sto bene. Là sotto mi stava prendendo un nervoso, ma adesso che sono fuori sto meglio!-
- Lo spero…e Neji e Hinata?-
- Sono ancora sotto, Neji sta bene, ma Hinata non siamo riusciti a trovarla.-
A quelle parole Naruto si mosse impulsivamente verso la buca dalla quale era uscita Sakura, ma lei lo bloccò:
- So che sei preoccupato, però la cosa migliore adesso è occuparci del nemi…-
Si voltò, ma accanto all’albero Deidara non c’era più.


Hinata respirava a stento: non solo era stanca per la lotta, ma l’ossigeno là sotto cominciava a scarseggiare. Si toccò il braccio e una chiazza scarlatta di stampò sulla sua mano. Perdeva sangue, davvero tanto, la testa girava…
- Perché non ti arrendi?- domandò lui guardando le sue sofferenze
- Non lo farò mai!- rispose ansimando
- Sei l’avversario più testardo che abbia mai incontrato…-
- E tu sei il più folle con cui mi sia mai battuta…- e ripensava alle parole di prima – Dimmi la verità, perché continui ad uccidere? – il discorso precedente non l’aveva convinta.
- Forse…è perché voglio essere ucciso.-
La Hyuga lo fissò sconvolta:
- Ho commesso così tanti errori che voglio essere punito…-
I suoi occhi mostravano tristezza e rimpianto:
- Cosa hai…?- si fermò, non voleva essere insistente.
Lui alzò la mano destra arrivando all’altezza delle spalle: due marionette, un uomo e una donna, fecero la loro comparsa uscendo dalla terra:
- La base per la costruzione delle mie marionette deriva dalle persone che ho eliminato…e queste sono due di quelle.-
- C…cosa?-
- Ti presento le mie due opere preferite: mia madre e mio padre.-
Le gambe della chunin vacillarono, quasi cadde per lo shock.
- I tuoi genitori…- mormorò mettendosi una mano davanti la bocca anche essa tremolante
- Allora, secondo te, merito ancora di vivere?-







Et voilà! Ecco un altro capitolo! Mi auguro sia stato di vostro gradimento… Lo scontro tra Sasori e Hinata sta giungendo alla conclusione, chi avrà la meglio?
Passiamo ai saluti:

_ EroSennin425: Ti ringrazio ancora per le recensioni che lasci!!! Ti sembrerò monotona, ma grazie, grazie, grazie…(continua). Forse è stato un po’ noioso questo cappy, ma ti prometto che il prossimo sarà più elettrizzante! Baci^ ^

_ Crystal Alchemist: Sei contenta? Deidara ha ricevuto proprio una bella lezione, come volevi tu! Ahahah, no, non era questo ciò che volevi…A presto!

_Alechan : Ciaooooo! ^.^ Mi fa piacere che tu sia ritornata! Ne sono successe di cose è? Continua a leggere e non te ne pentirai! Grazie e alla prossima!

_ Lonely Angel: Ciaoooooo pure a te! Sono curiosa di leggere il commento che scriverai su questo capitolo… Bacioni!      



Mewpower

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Capitolo 22
*** Cambiare vita ***


- Hai persino fatto fuori i tuoi genitori?-
La ragazza non riusciva neanche a immaginare come un figlio potesse uccidere le persone che gli avevano dato la vita.
- Insieme a loro ho anche tolto di mezzo tanti miei compaesani, amici, parenti, molta gente che conoscevo e non. Sono un assassino…uno sporco divoratore di sangue che gode della sofferenza altrui…ma questa vita non mi soddisfa più…non ho alcun motivo per continuare ad esistere… -
Ecco cos’era tutto quel malumore e quella noia che avvertiva in quei giorni: non voleva più vivere, si era stufato di camminare ancora in quel mondo, ne era nauseato…oramai tutto quello che lo circondava era diventato una seccatura.
E lei teneva ancora lo sguardo fisso a terra.
- Per favore - quelle parole le fecero alzare il capo - pensaci tu ad eliminarmi…-
Si sentì mancare: una richiesta del genere, in quel momento, da un avversario.
- Andate!-
Le due marionette si scagliarono contro la chunin: all’inizio si limitò a schivarle, ma poi con il Pugno Gentile cercò di colpirle. Erano troppo rapide, erano in due, poi ci si mise anche il braccio e il taglio bruciava! La donna sfoderò un kunai da sotto la veste, ma Hinata le diede un calcio facendoglielo cadere; l’uomo le piombò alle spalle e l’afferrò per il collo. Dal ventre della donna uscì un lungo cavo che si arrotolò intorno alla ragazza bloccandola. Soffocava, non riusciva a muovere nessuna parte del corpo:
- Credevo che tu ci saresti riuscita…- disse lui ammirando la fine dell’avversario.    


Pochi brandelli del mantello, ma niente di più. Deidara era fuggito chissà dove e questo irritò i due ninja, in piedi di fronte all’albero contro il quale era stato sbattuto il nukenin.
- Dannazione! Ci è sfuggito!- si lamentò Naruto
- Con quelle ferite non andrà lontano. Su, vieni qui che ti curo!-
- Ma non abbiamo tempo per questo! Dobbiamo andare da Neji! E poi c’è il maestro Kakashi che…-
- Insomma, piantala! Ci metterò un attimo con te! Se a quel punto nessuno sarà tornato andremo a cercarli, ok? …I nostri compagni sono in gamba!-
Naruto si calmò e diede ascolto all’amica.


Sasori aveva la battaglia in pugno: pochi secondi e la ninja di Konoa sarebbe morta soffocata. La guardò con una certa lucidità agli occhi…e ad un certo punto mormorò qualcosa.
Hinata non ce la faceva più, ma sentì una parte del corpo più libera delle altre: l’indice e il medio della mano sinistra si muovevano piuttosto bene e fu così che usando la sua tecnica migliore unita al Byakugan fu capace di tagliare il cavo che la stringeva e con un possente calcio scaraventò via la marionetta che la stava asfissiando. Toccandosi il collo e riprendendo fiato guardò il nemico:
- Anche se… hai ucciso…tante persone…anf…non hai comunque…anf…il diritto di morire!-
Sasori sgranò gli occhi. Non si aspettava un’affermazione del genere…(non conosceva la sensibilità di Hinata!)
- Sono certa…anf…che tu non sia malvagio come cerchi di mostrare! Non lo sei più…anf…sei pronto a cambiare vita!-
Quel pensiero non lo aveva mai sfiorato: sarebbe riuscito a cambiare vita, a sopravvivere con tutti quei sensi di colpa?
- Non…non mi accetterebbe nessuno- disse lui per la prima volta con tono malinconico- tutti mi odiano, mi disprezzano, sono un ricercato…-
Lei lo fissò arrossendo lievemente:
- Conosco una persona che ha lottato tanto per essere accettato. Nessuno lo capiva, nessuno lo considerava, veniva allontanato da tutti. La gente lo credeva un pericolo. Ora, invece, ha un sacco di amici e di persone che gli vogliono bene. È per lui che combatto! Per salvarlo dalla vostra organizzazione.-
Un lungo silenzio invase la sede dello scontro: i due continuavano a fissarsi, immobili, l’uno attendeva una risposta dall’altro, ma poi Sasori con un filo di voce:
- Sarebbe impossibile…- e ordinò alle due marionette di riattaccare.
La giovane Hyuga era di nuovo in posizione, questa volta non si sarebbe fatta cogliere di sorpresa e in verità aveva già un piano. Corse incontro ai due avversari e quando fu abbastanza vicina saltò contro di loro dando un calcio all’uomo atterrandolo. La donna a quel punto sfoderò degli aghi con i quali cercò di colpire la ragazza, ma lei era troppo veloce. Mentre si muoveva Hinata provava a strisciare molto i piedi a terra, il più che poteva e una leggera polvere cominciò a levarsi in aria. Quando poi vide l’altra marionetta rialzarsi capì che era giunto il momento: con il Pugno Gentile colpì ripetutamente l’uomo rompendolo in tanti pezzi e sbattendolo fortemente al muro: la roccia si sbriciolava davvero rapidamente e nuova polvere si veniva a creare. La donna tentò di colpire la chunin ancora una volta, ma in questo caso Hinata corse via nascondendosi tra la fitta nebbia che oramai si era venuta a formare.
- Credi di potermi attaccare ora che non ti vedo…buona strategia.-
Sasori si guardò attorno e vide un ombra. Ordinò alla sua marionetta di attaccarla, ma si rivelò essere una trappola. Una seconda ombra apparve proprio di fronte al ninja, ma stavolta pensò lui di colpirla. Quando però si accorse che anche quella non era la ninja si voltò istantaneamente avendo sentito uno strano movimento. Lanciò il cavo che racchiudeva nel suo stomaco trafiggendo ciò che aveva appena intravisto, però nel momento in cui la nebbiolina si dilatò:
- M…mamma!-
L’immagine della donna, così reale, lo fece rimanere immobile: aveva ancora una volta eliminato la persona a cui voleva tanto bene, colei che l’aveva partorito. Vedere il buco creatosi nel suo corpo, fragile, di legno…lo fece star male, ma poi avvertì un tocco, un colpetto che all’inizio pareva leggero, insignificante, ma che poi si rivelò decisivo. Hinata lo aveva toccato in corrispondenza della scapola sinistra, l’unica parte del suo corpo ancora umana. Poi premette quel punto ancora, ancora…velocemente, con gesto davvero fulmineo. Il tonfo della marionetta-madre di Sasori coincise con la caduta a terra del ragazzo. La chunin aveva infatti bloccato l’afflusso di chakra che gli permetteva di manovrare le sue opere privandolo pure della sua poca fonte di energia che gli rimaneva. Il rosso si voltò verso la ragazza girandosi completamente:
- E invece ce l’hai fatta…- disse con sforzo.
La Hyuga era in piedi, lui a terra stremato, avrebbe tranquillamente potuto metter fine alla sua vita colpendolo al cuore, ma quello era ciò che anche lui voleva, non aspettava altro. Sasori la incitava:
- Forza, cosa aspetti? Sono indifeso…-
Ma lei lo fissò ancora una volta e si massaggiò il braccio dolorante:
- Dammi il colpo di grazia!-
- Non posso…-
Lui rimase nuovamente senza parole.
- Mi hai risparmiata prima, credevi che non me ne fossi resa conto? La tua marionetta poteva strangolarmi, ma tu non glielo hai permesso…-
Barcollando lievemente la giovane Hyuga si allontanò lentamente voltandogli le spalle. Sasori strinse i denti e si rialzò su leggermente con la schiena.
- Sei una stupida!- le gridò contro e il cavo che poco prima aveva trafitto la madre, stavolta trapassò la gamba della ragazza. Hinata si inginocchiò a terra e lanciò un urlo di dolore: si sfregò la gamba come per ricevere un minimo di sollievo, però la ferita era davvero profonda, l’asta le aveva perforato la carne. Trattenne le lacrime con tutta la forza e il coraggio che aveva in corpo e appoggiandosi ad una parete spostò poi lo sguardo sull’avversario:
- Neanche così…mi spingerai ad ucciderti…Tu non sei malvagio.-
Anche lui si accostò ad un muro di roccia osservando come piano piano la ragazza perdesse i sensi. Non l’aveva voluto uccidere, nonostante fossero nemici, nonostante avesse tentato più volte di eliminarla, nonostante si trovasse di fronte ad un assassino. Il cuore batteva ancora, ma a stento, non avvertiva nemmeno una piccola goccia di chakra, era finito, esausto, sarebbe riuscito a rialzarsi? Lui credeva di no, dopotutto era meglio così, avrebbe trascorso i suoi ultimi giorni da solo, in piena solitudine, sarebbe tornato ad essere terra… Ma intanto osservava lei, svenuta, come avvolta da una coperta di sangue, ora era lei la prima che rischiava di morire. Una strana emozione lo assalì facendolo un po’ rinvigorire: lei non meritava di fare quella fine, occorreva fare qualcosa. Si levò da terra con grandissima fatica, mai avrebbe pensato di esserne ancora capace, e si avvicinò alla chunin che oramai respirava a stento. La sollevò da terra prendendola in braccio e guardandosi intorno per cercare la via più breve per fuggire, mentre la vista di offuscava, nonostante le gambe volessero stramazzare.  Ma poi i suoi occhi scuri incontrarono quelli  limpidi e chiari di un’altra persona:
- Mettila giù, ora!- disse Neji a vove moderata, ma evidentemente decisa .
Sasori lo squadrò per intero, ma esitò ad obbedirgli. Lo Hyuga con passo veloce si accostò al nemico:
- TI HO DETTO DI MOLLARLA, CAPITO?!-   
Il timbro talmente elevato fece tremare le pareti rocciose e una fine pioggia di sabbia cominciò a cadere accompagnato anche da qualche piccolo ciottolo. Il rosso alzò la testa capendo che la grotta stava franando…In quel momento Hinata si risvegliò e vedendo il cugino convinto ad attaccare il nemico usò le ultime energie per fermarlo:
- Neji, aspetta! Non… non fargli del male!- stava per socchiudere ancora gli occhi, ma poi – per favore lascialo andare…-
Il ragazzo rimase perplesso e meravigliato da ciò che gli era stato chiesto e ancora di più lo fu quando l’avversario si approssimò porgendogli la chunin sanguinante:
- In pochi minuti qui crollerà tutto! Portala in salvo.-
La ragazza passò nelle braccia del cugino e in quel passaggio una vocina leggera arrivò alle orecchie del ragazzo dai capelli scarlatti:
- Puoi ancora cambiare vita…-
Sasori seguì con lo sguardo la coppia di ninja allontanarsi e salire in superficie per mezzo del Juken con il quale la roccia poteva essere distrutta facilmente. Le parole di quella ragazza echeggiavano nella sua testa e il modo in cui si era comportata lo aveva davvero colpito e commosso:
- Grazie.- sussurrò mentre la terra continuava a cadergli sopra e una lacrima solcò il suo arido viso di nuovo dopo tanto tempo.













Si conclude così anche lo scontro tra Sasori e Hinata!
Mi auguro che vi sia piaciuto pure questo capitolo e come al solito passo ai saluti:

_Lonely Angel: Et voilà, ancora per un' altra volta spetta a Neji riportare in salvo la cuginetta! Mi racomando, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo^ ^

_Alechan: Ciao! Grazie per le recensioni che lasci e mi auguro che continuerai a lasciarne^__ ^ Non esitare a fare critiche.

_EroSannin425: Ciao! Hinata ha avuto la meglio, visto? Anche se ora sorgeranno un paio di problemi...Continua a legger e non te ne pentirai ^ _°

Ancora un grazie a coloro che hanno la mia fanfiction fra preferiti e nonostante la scuola sia oramai alle porte continuerò a pubblicare regolarmente! Bacioni a tutti.

Mewpower 

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Capitolo 23
*** Cure per Hinata! ***


La trappola dei labirinti sotterranei si stava sfasciando pian piano: la terra inondava le caverne chiudendo tutte le uscite e le pareti si frantumavano trasformandosi in finissima sabbia d’orata. Neji spaccò tutti i muri che si ritrovò davanti con una forza e una velocità incredibile. Non poteva perdere altro tempo, Hinata era davvero in pessime condizioni, doveva ricevere cure immediate. L’ultimo strato di terra che li separava dalla superficie fu squarciato con impeto dal Juken dello Hyuga che riaffiorò dalla terra con sorpresa dei suoi due compagni di missione:
- Neji!!!- esclamò Naruto ancora alle prese con le ultime cure e non accorgendosi immediatamente della presenza di Hinata.
Quando anche la ragazza riaffiorò da terra i visi dei due ninja si sbiancarono: i lunghi capelli della compagna erano in parte tinti di rosso, così come pure i suoi vestiti, per non parlare del taglio che portava al braccio e della gamba che sembrava essere ridotta anche peggio.
- Presto! Ha bisogno di te!- disse Neji rivolgendosi al medico del gruppo.
- Ma che diavolo…?-
Sakura si precipitò sulla chunin priva di sensi. Le diede una rapida occhiata: il sangue accumulato sul braccio si presentava coagulato, ma in corrispondenza della parte lacerata continuava a sgorgare anche se lentamente. Lo squarcio alla gamba era molto più grave, la ferita era più recente e sanguinava troppo. La carnagione era troppo pallida e il sudore colava freddo dalla sua fronte.
“Non posso medicarla con il poco materiale che ho…le ferite sono troppo gravi!”
- Neji, quanto dista il villaggio più vicino?- chiese Sakura senza nascondere la sua agitazione
- Pochi chilometri! In un quarto d’ora possiamo raggiungerlo se ci sbrighiamo!-
- Presto, allora! Non abbiamo un secondo da perdere!-
Neji si caricò in spalle la cugina pronto a correre.
- Avrei bisogno di qualcosa per stringere i tagli, sta fuoriuscendo troppo sangue…- disse frugando rapidamente nella sua borsa, ma non riuscendo a trovare niente di utile.
Naruto, che fino ad allora era rimasto impietrito osservando l’amica in quelle condizioni, si fece prontamente avanti togliendosi l’intera felpa e la legò più che poté intorno al braccio di Hinata.
- Forza, andiamo!- esclamò facendo segno a Neji di fare strada.


Ansimando e aggrappandosi qua e là agli alberi che incontrava sul suo cammino, Deidara fuggiva dai ninja che lo avevano ridotto in quell’umiliante stato e si lamentava con se stesso:
- Come ho potuto farmi sconfiggere da quel moccioso? E poi quella ragazza…era una belva! No, non era una semplice ninja.- e si toccò il viso dolorante e poi il braccio rotto – Così non andrò molto lontano. Adesso avrei bisogno proprio di Kakuzu!-
Si sedette addosso ad un arbusto, ma ben nascosto dietro un cespuglio di more. La terra sotto di lui si smosse mettendolo in guardia, ma la voce familiare gli fece subito tirare un respiro di sollievo:
- Ti hanno conciato per le feste- ridacchiò Zetsu sbucando fuori dal terreno
- Sta zitto! Anzi dimmi una cosa: se ne sono andati?-
- I ninja di Konoa? Sì, sono partiti in direzione del Villaggio della Conchiglia. Una loro compagna era davvero ridotta male… Sasori a differenza di te si è dato da fare.-
- A proposito ora dov’è?-
- È morto o almeno così pare…-
Deidara spalancò gli occhi: il suo sensei non c’era più? Non poteva crederci!
- Che balle vai raccontando? Il mio maestro non può morire!-
- Pensa quello che vuoi! Comunque non ho ben seguito il suo combattimento (ero indaffarato con il tuo), ma era ridotto un po’ male e poi…-
- Poi?- chiese innervosito e impaziente il biondo
- Ho ritrovato il suo anello sottoterra quando ormai tutto era già crollato-
Zetsu mostrò l’anello luccicante al compagno incredulo e rimasto a bocca aperta al solo vedere quel monile, oggetto dal quale nessun membro dell’organizzazione si sarebbe mai separato. Con sguardo cupo e con tono serio si destò e proseguì il cammino zoppicando un po’:
- Dov’è Kakutsu? Ho necessità di essere curato.-
- Morto pure lui…-
- E Hidan?-
- Come il suo compagno.-
- Sono sempre stati loro?-
- Pensiamo di sì…-
Deidara abbassò la testa stringendo i pugni: il desiderio di vendetta contro quei ninja invase il suo cuore portando la sua mente a fantasticare, ad escogitare un piano per fargliela pagare, per poter sbarazzarsi di loro…compreso questa volta anche il giovane Uzumaki.


Il tragitto da percorrere era davvero tortuoso e irregolare: prima di riuscire a raggiungere la meta i nostri ninja dovettero compiere un immane sforzo, bruciando le poche e ultime energie rimaste. Il sole batteva sulle loro teste rendendole roventi, il sudore che sgorgava dalle loro fronti scivolava lentamente percorrendo tutto il volto penetrando pure nei tagli procurati poco prima e causando un leggero pizzicore che li infastidiva. Scorgere da lontano le porte del Villaggio della Conchiglia fu un vero sollievo per tutti, ma i problemi non erano finiti: all’entrata vi erano alcune sentinelle che vedendo quegli sconosciuti li bloccarono all’istante:
- Chi siete?-
La rosa si fece avanti:
- Siamo ninja di Konoa, vostri alleati! Vi prego, fateci entrare.-
Un silenzio interminabile seguì quell’affermazione.
- Per favore, è un’emergenza!- aggiunse il medico guardando poi l’amica svenuta –una nostra compagna ha bisogno del vostro aiuto!-
Le due guardie lì presenti spostarono lo sguardo sul membro della squadra ferito, ma:
- Non potete accedere senza un permesso scritto. Quindi vi prego di andarvene.-
Quella breve dichiarazione stroncò i chunin della Foglia, impietriti ed ora confusi:
- Ma noi…- continuò la ragazza, però le sue parole furono fermate da quelle di una sentinella che poi le si accostò:
- Vi abbiamo già spiegato che qui non potete accedere! Siamo in guerra, non possiamo accettare gli estranei!-
Naruto lo guardò fisso per poi voltare ancora lo sguardo verso l’amica sanguinante e sofferente.
- È un’emergenza! La nostra compagna potrebbe non farcela se non riceve cure al più presto!- intervenne stavolta Neji con tono deciso, ma sempre cortese.
A quel punto avanzò il secondo sorvegliante che con voce minacciosa esclamò:
- Se non vi allontanate subito saremo costretti a cacciarvi con la forza!-
Un colpo acuto di tosse della giovane Hyuga fece sobbalzare i suoi compagni, ma l’uomo proseguì:
- Non possiamo perdere altro tempo con voi! Potete provare a portare la vostra amica al Villaggio della Roccia. Dista un solo giorno da qui. Forse ce la fa a resistere…altrimenti significa che non era destinata a sopravvivere-
Quella frase fece sussultare il cuore dell’Uzumaki che senza ragionarci troppo afferrò per la divisa l’uomo, accostando il suo viso al suo. Gli occhi erano di fuoco, l’ira per quelle parole pronunciate lo avevano messo in subbuglio e l’anima inferocita sarebbe voluta uscire dal corpo per sfogarsi su di lui, per quella superficialità insolente.
- Ripeti se hai il coraggio…- ringhiò Naruto con un’espressione imbestialita in volto – Entreremo con tutti i mezzi se sarà necessario-  era evidente dal tono di voce quanta collera stava trattenendo dentro di se in quel momento.
- Naruto, non peggiorare le cose…- mormorò la rosa sfiorandogli una spalla, ma lui strinse ancora di più la presa:
- La nostra amica potrebbe morire…te ne rendi conto?- quell’ interrogazione sembrò rimbombare nelle orecchie del destinatario – Ricorda, che se dovesse lasciare questo modo…sarà solo per colpa tua…- il battito cardiaco della guardia accellerò – e io non ti darò più pace! – quelle ultime parole fecero deglutire con sforzo l’uomo, incollato con gli occhi su quelli del biondo assatanato.
- Vi… concedo un solo giorno intesi?- disse poi una volta che l’Uzumaki lasciò la sua divisa.
Con passò accelerato la squadra si diresse all’ ospedale del Villaggio dove fecero domanda di operare d’urgenza Hinata. Sakura chiese di poter aiutare i medici che si sarebbero occupati dell’amica e nessuno la ostacolò.
Ore cinque in punto del pomeriggio, il pomeriggio più caldo e afoso a cui avessero mai assistito, ha inizio l’intervento per la nostra Hyuga, un’operazione lunga, faticosa e stressante, non soltanto per i medici e per lei, ma soprattutto per Neji e Naruto che attendevano di ricevere il più possibile delle notizie sulle condizioni dell’amica.


Il vento era come morto, si era forse stancato di soffiare o semplicemente voleva generare un altro disagio per i poveri mortali che vagavano per quelle vie rocciose accompagnati dal sole rovente, bello, lucente, ma anche lui seccante e maligno…un nuovo fastidio da dover sopportare. L’individuo sotto quella veste nera credeva che sia il vento che il sole ce l’avessero veramente con i terrestri, volevano come vendicarsi, falli soffrire un po’…per puro divertimento! Un lamento fuoriuscì spontaneo dalla sua bocca, facendo voltare verso di se il compagno che lo precedeva:
- Stanco?- domandò con il solito tono piatto di voce
- Ma che vai dicendo? Proseguiamo…- rispose, maledicendo nuovamente quell’afosità che lo stava rendendo ridicolo.
La roccia sembrava sciogliersi sotto quei raggi d’orati, bruciava, scottava terribilmente, quanto avrebbe voluto gettarsi nel mare che si intravedeva in lontananza, limpido, fresco, il suo habitat, si potrebbe dire. Il compagno che lo anticipava si fermò all’istante alzando la testa al cielo e spostando il cappello di paglia che lo proteggeva in minima parte dalla luce solare:
- Il tempo sta cambiando…- mormorò fissando quell’azzurro telo che lo sovrastava.
A quelle parole chiunque sarebbe rimasto incredulo e perplesso, ma Kisame conosceva bene il suo compare e la sua esperienza anche in quel campo. Se diceva quello, allora era vero.
- Pensi che sia meglio fermarci per oggi?-
Lui annuì indicando una vallata rocciosa a poca distanza dal Villaggio della Conchiglia. Camminavano oramai da due giorni consecutivi, non si erano fermati un attimo, ma dopotutto avevano fretta. Avevano un appuntamento al Villaggio della Roccia al quale non potevano assolutamente mancare. Si trattava di un incontro che non interessava particolarmente a Kisame, bensì riguardava il compagno; aveva l’occasione di incontrare una persona a lui familiare, da lui ben nota. Era da tanto che desiderava rivederlo, poterlo di nuovo sfiorare per un attimo, osservare quanto fosse cresciuto e maturato. Ma sapeva bene che quel nuovo incontro sarebbe stato decisivo, per l’uno e per l’altro. Si trattava probabilmente del loro ultimo ritrovo, le ultime parole che avrebbero scambiato, gli ultimi momenti in cui si sarebbero potuti parlare, perché entrambi sapevano bene che era giunta l’ora…il tempo dello scontro finale fra i due fratelli Uchiha.









Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!! Scusate il mio entusiasmio eccessivo, ma finalmente ho potuto riaggiornare dopo tanto tempo! Il fatto è che mi era stato bloccato l'account, è per questo che ho ritardato così tanto...e vi chiedo umilmente scusa se vi ho fatto attendere, ma non accadrà più ^_^
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate pure di questo capitolo e ringraziamenti speciali a:
_EroSennin425
_Alechan
_Lonely Angel
_Keru
e a tutti color che hanno la mia fanfiction tra i preferiti!
Bacioni da Mewpower.




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Capitolo 24
*** Sentimenti che mutano... ***


Erano trascorse un paio d’ore dall’inizio dell’intervento e ancora nessuna notizia. Nessun medico era ancora uscito da quella stanza, collocata in fondo al lungo corridoio, spoglio, completamente dipinto di bianco, quasi malinconico. La preoccupazione era ben evidente sui volti dei due ragazzi che attendevano impazientemente di scorgere qualcuno che indossasse un camice, per saperne qualcosa di più, per capire perché ci volesse così tanto, per conoscere le condizioni della compagna ferita… Ancora quelle dure immagini ritornavano alla mente di entrambi, vedere tutto quel sangue che sgorgava in quel modo, tranquillamente, come l’acqua da una sorgente…Quella vista donava una sensazione spiacevole agli occhi e affatto rassicurante. In quelle condizioni morire dissanguati era supponibile e questo pensiero li faceva rabbrividire.
Naruto camminava senza sosta su e giù per il corridoio fissando di tanto in tanto quella cavolo di porta che mai si era aperta e rimanendo incantato ad osservare la luce rossa indicante che l’operazione stava proseguendo…ma ancora per quanto?
Neji teneva gli occhi chiusi e il capo chino, le braccia incrociate al petto, sembrava calmo, per nulla timoroso, aspettando di veder presto uscire un’infermiera da quella porta…sperando di udire quelle parole sublimi, che lo avrebbero finalmente rincuorato: “Lei è salva!”
E pregava, pregava con tutto l’animo, con tutto il suo cuore di poterle sentire il più presto possibile… per poi rivedere lei.
L’Uzumaki invidiava l’apparente calma dell’amico chiedendosi se davvero gli importasse di sua cugina…o se ce l’avesse ancora con lei, se il risentimento degli anni precedenti ancora persistesse. Dopotutto lui era stato lontano dal villaggio per parecchio tempo…cosa fosse successo, se fosse mutato qualcosa in quegli anni, lui non lo sapeva. Gli si avvicinò lentamente proprio per questo motivo, voleva conoscere il perché di quel menefreghismo, intendeva dirglielo apertamente in faccia: “Perché ti comporti così con lei? Possibile che ce l’hai ancora a male per quello che ti è successo? Pensavo…che aveste fatto pace.” Basta! Quella situazione doveva avere fine!
Quando gli fu vicinissimo e stava per aprire bocca, Neji alzò la testa di scatto e sgranando gli occhi puntò verso la direzione dalla quale proveniva Naruto, ma non guardava lui: una ragazza dai capelli rosei stava uscendo dalla porta, quella porta fino ad allora rimasta chiusa, e fece segno ai ragazzi di avvicinarsi a lei. L’Uzumaki, all’inizio non capendo niente, si voltò per cercare una risposta alla reazione dello Hyuga e scorse pure lui Sakura, che teneva un leggero sorriso sulle labbra. Spostò poi lo sguardo sulla luce, quel chiarore che fino a poco prima era rosso acceso, mentre ora emetteva un verdolino rassicurante…l’operazione era conclusa. Con passo rapido si accostarono a lei, ma nessuno dei due domandò nulla, aspettarono che fosse lei a parlare:
- È stata un po’ dura: ricucire lo squarcio alla gamba non è stato assolutamente facile e per di più aveva perso davvero molto sangue…ha corso un grosso pericolo.-
I due la guardavano intensamente, ancora non aveva pronunciato quelle parole, le uniche che desideravano udire.
- I medicinali che le abbiamo somministrato sono potenti. Se li assumerà regolarmente prestissimo sarà in piene forze…finalmente è salva!- un sorriso concluse il suo discorso e seguì un lungo sospiro di sollievo da parte degli altri due interlocutori.
- Posso vederla?- quella frase pronunciata così istantaneamente fece quasi sobbalzare il biondo posto di fianco – Voglio assisterla…-
Naruto lo guardò: i suoi occhi erano lucidi, convinti, decisi, il desiderio di voler stare con la cugina era molto forte; anche Sakura lo intuì. Quel piccolo gesto fece capire all’Uzumaki quanto ora Neji tenesse ad Hinata, quanto i brutti sentimenti che anni fa lo animavano fossero scomparsi…adesso non c’era più la necessità di porsi quesiti.
- In verità non potresti, però…- esitò un attimo, ma capendo la necessità che aveva di stare con lei - per una volta possiamo fare uno strappo alla regola -.
Lo accompagnò all’interno della stanza e la porta bianca si richiuse da sola alle loro spalle. Naruto fissava intensamente quel colore così latteo: sembrava esser rimasto imbambolato, un po’ sorpreso, ancora poco convinto…Ma poi sorrise e si grattò la testa dirigendosi verso l’uscita dell’ospedale, dove lo attendeva un bellissimo spettacolo.


In quella piana rocciosa dove avevano pensato di dirigersi, c’era il nulla assoluto: non un albero sotto al quale godere della sua ombra, non un ruscello grazie al quale poter bere, non un’anima viva con la quale potersi divertire un po’, facendola fuori e derubandola di tutto ciò che possedeva in quel momento. Kisame continuava ad imprecare contro il cielo senza chiaramente farsi notare dal compagno, il quale sembrava sopportare tutto: caldo, umidità, vento, pioggia, nulla lo aveva mai infastidito, mai si era lamentato di qualcosa durante le missioni che svolgevano, mai aveva aperto bocca contro il capo…a lui tutto andava bene. Itachi era fatto così; oramai Kisame lo conosceva.
- Possiamo trascorrere la nottata lì e proseguire il cammino domani mattina, cosa dici?- chiese l’uomo pesce scorgendo una sorta di rientranza rocciosa, che sembrava offrire abbastanza protezione.
Itachi squadrò il posto e annuì allontanandosi poi verso un’altra direzione:
- Vado alla ricerca di acqua. Ne abbiamo entrambi bisogno…-
Kisame lo guardò fino a che non scomparve, un’immagine che si sfocava sempre di più, a mano a mano che si avvicinava al sole oramai intento a calare dietro l’orizzonte.


Naruto sbatté le ciglia rapidamente come per svegliarsi dal sogno in cui si trovava:
- Ma che…?
Il sole che fino a poco fa brillava alto nel cielo, ora stava quasi per tramontare definitivamente, immergendosi nelle acque limpide del mare che fiancheggiava la clinica del villaggio. Si diresse verso la spiaggia sassosa, piccola di dimensioni, ma allo stesso tempo graziosa e piacente alla vista con tutti quei sassolini ben levigati e che si coloravano appena del rosso fuoco degli ultimi raggi solari. Pochi passi ed era già arrivato alla riva del mare. Continuava a tenere lo sguardo puntato verso quella stella infiammata, incredulo che volesse scomparire dietro l’orizzonte così presto…
“Non fare la timida…” pensò continuando ad ammirare quel gioco di colori che gli si presentava innanzi.
Le sfumature rosee e purpuree rendevano le acque marine un prato in fiore, boccioli variopinti che sarebbero poi sbocciati portando allegria a coloro che erano lì ad osservarli, ma lui in quel momento era da solo… Si chinò a terra, distendendo ben bene le gambe stanche portando indietro la testa. L’afosità di quel pomeriggio stava scomparendo e lasciava spazio ad una leggera brezza che dava benessere alle membra doloranti del ragazzo. Poi l’arrivo dell’acqua ai suoi piedi, gli fece venir in mente di togliersi quei sandali ingombranti per poi bagnarsi i piedi sudati e ancora in ebollizione dopo una faticosa giornata. Uno smuovere di sassi gli fece aprire gli occhi rimanendo, però, con la testa all’indietro per godere appieno di quei momenti:
- Ecco dove ti eri cacciato!- esclamò l’Haruno guardandolo attentamente e capendo il suo stato di relax totale – Ti ho disturbato?-
- No, no! Anzi siediti anche tu! Si sta d’incanto.-
Pure lei si accucciò e togliendosi i sandali immerse i piedi in quell’acqua fresca e limpida.
- Hai ragione…si sta benissimo!-          
Socchiuse poi gli occhi come fece anche il compagno e respirò profondamente:
- L’aria del mare è un toccasana!- e continuò ad inspirare più aria possibile pensando poi di sdraiarsi su quel letto di sassi, che al contrario di quello che si potesse pensare, era comodo e regalava ancora più freschezza.
- Mi hanno raccontato che qui il sole tramonta più presto del normale in tutte le stagioni, estate inclusa…È un peccato, non trovi?-
Non ottenendo risposta si voltò verso il biondo, notando il suo viso stanco,  spossato, ma lesse nei suoi occhi anche qualcos’altro…
- Naruto, cosa c’è?-
Lui si grattò ancora la testa, proseguendo a contemplare il cielo e le sue prime sfumature blu notte:
- Cosa è successo…dopo che me ne sono andato via…tre anni fa?-
- Cosa vuoi che sia successo…A parte il fatto che tutti gli altri sono riusciti a superare l’esame dei chunin (e tu ancora devi sostenerlo!)…non mi sembra che sia cambiato nulla.-
Il ragazzo non sembrava convinto e mise le mani dietro la testa:
- Neji, mi è sembrato tanto diverso poco fa…-
- Beh, era semplicemente preoccupato per la cugina. Mi sembra una cosa normalissima…Però, forse…una cosa c’è.- disse con tono più riflessivo.
Il biondo ruotò la testa di scatto incontrando gli occhi verdi del giovane medico:
- Qualcosa in lui sembra essere mutato…Non tanto con gli altri, ma ho notato che quando c’è anche Hinata, è più gentile, disponibile e poi non la tratta più come un tempo… Ma questa è soltanto una mia impressione.-
Già l’Uzumaki aveva girato la testa verso il cielo coperto da qualche nuvoletta. Di tanto in tanto strizzava gli occhi e poi si toccava il viso; nuovamente si grattava il capo per poi assumere un aria più da pensieroso. Mormorava qualcosa e poi chiudeva forzatamente gli occhi, scuotendo la testa e ritornando con lo sguardo in alto. Sakura lo fissava perplessa, ma vedendo tutte quelle smorfie non seppe resistere e si lasciò sfuggire un risolino. Naruto si voltò verso di lei e sorrise pure lui, contento di averla fatta gioire. Gli zaffiri del ragazzo si incontrarono con gli smeraldi dell’amica: la rosa sentì un subbuglio dentro di se, un insieme di forze sconosciute che l’agitavano, la scuotevano, la temperatura del suo corpo era in salita. Si alzò da terra credendo di sentirsi male: si toccò la fronte, scottava; misurò i battiti, erano fuori del normale…
- Sakura, stai bene?- domandò Naruto destandosi pure lui.
La rosa girò lo sguardo su di lui ricadendo di nuovo nel tranello dei suoi occhi blu, talmente profondi, troppo penetranti…Sentì le guance arrossire e per questo le toccò subito, sfregandole cercando di nascondere quel segno evidente…Naruto le se accostò un po’, non capendo se si sentisse debole o cosa…
- Hai la febbre?- le mise una mano sulla fronte, ma si accostò anche al viso per guardare quello strano colorito, troppo roseo…
“Ma che mi prende…?”
Sakura avvertiva il cuore battere sempre più forte, le gambe cominciarono a tremare.
“Sono agitata, nervosa…sarà…”
Naruto fece scendere piano piano la mano dal viso della compagna, accarezzandole la guancia. La rosa lo fissava…stava provando un’emozione strana, confusa, ancora una volta…Eppure aveva già affrontato un sentimento del genere. Se lo ricordava vagamente, ma era così…poi un sussulto dal cuore: “Sasuke!?”
Già, quando lo scorgeva era questo ciò che provava…
“Provo le stesse emozioni…?” continuava ad interrogarsi, mentre sprofondava nell’abisso azzurro del ragazzo che le era di fronte.
“Allora è così…Ora ne sono certa…”
I loro visi erano vicinissimi; socchiuse gli occhi, pronunciandosi in avanti. Quello era il momento…per cosa? Per un bacio.   




Ciao a tutti!^ ^ Eeheheh, stavolta ho aggiornato subitissimo! Vi lascio con il fiato sospeso fino all’ultimo…Sakura è proprio convinta adesso di tenere moltissimo a Naruto…come andrà a finire la loro storia? E Neji…? E Hinata? E l’Akatsuki? …Ehm, ok, avete capito che qui la faccenda si fa più ingarbugliata. Mi auguro vi sia piaciuto pure questo capitolo comunque ed ora passo ai saluti:

_Alechan: Oddio! Davvero la mia fanfiction porta questi effetti? Non me lo immaginavo^_^.
La scena con Deidara…beh, dove c’è lui c’è sempre da ridere XD. Mi auguro ti sia piaciuto questo cappy. Bacioni.

_ EroSennin425: Ciao! Visto? Hinata non è più in pericolo di vita, ma…le aspettano ancora moooolte sorprese! Ci vediamo!!!

_Lovely Angel: Hello! Neji ora è andato da Hinata…che si diranno? Eheheh, non te lo posso dire, ma di sicuro lo scoprirai nel prossimo capitolo^_^. Pure a te è piaciuta la scenetta con Deidara? Accidenti, non mi aspettavo che quel ragazzo potesse avere così successo in un solo capitolo XD.
Bye, bye, alla prossima! 

E stavolta voglio rigraziare uno ad uno tutti coloro che hanno la mia fanfiction tra preferiti! (e mi scuso per non averlo mai fatto prima)

1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - ChibiGoku
4 - Crystal Alchemist
5 - dcran
6 - EroSennin425
7 - ery twohands
8 - GoHaN
9 - Helkamirie
10 - Hinata1992
11 - HoneyDei
12 - ila_sabaku
13 - kaitlee90
14 - Keru
15 - Kirachan95
16 - Lebron
17 - Lele 91
18 - Liby_chan
19 - Lisa Kanzaki
20 - Lonely Angel
21 - Missy_loves_blizzard
22 - Nilan
23 - sakuraehinata
24 - Targul
25 - titans
26 - Tsukiyama

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Capitolo 25
*** Misteri e dubbi ***


Un tenue chiarore lunare filtrava dalla piccola finestra che decorava la stanza dove Hinata riposava, dopo quel duro intervento che era costato tanta fatica per lei e tanta ansia ai suoi compagni. Il biancore cadaverico che prima la caratterizzava era finalmente scomparso e un leggero rossore delle gote la rendeva tenera e ancora più dolce agli occhi del cugino, che la assisteva da tempo sedutole accanto. Un delicato aroma profumava l’aria: erano le gardenie posti di lato del letto e immersi nell’acqua limpida di un vaso. Quei fiori tanto graziosi sembravano aver attirato l’attenzione di Neji che più li osservava più lo rasserenavano e poi voltava di nuovo lo sguardo sulla cugina… incantevole come quei fiori da poco sbocciati. Quella fragranza somigliava al suo profumo tanto semplice, quei petali vellutati sembravano la sua pelle, la lucentezza che li contornava pareva il suo sorriso…che a lui però non aveva mai rivolto, ma che aveva potuto scorgere da lontano quando lei si divertiva con le compagne. Un’ onda di tranquillità lo attraversò facendogli chiudere gli occhi: mai era stato così felice, guardarla dormire, sentire il suo profumo, poterle sfiorare i lunghi capelli che ornavano il suo candido viso…
Le toccò per l’ultima volta la fronte spostando qualche ciocca che poteva darle fastidio e si alzò dirigendosi all’uscita. Lo spostamento del corpo della ragazza lo fece però voltare e i suoi occhi incontrarono i suoi, finalmente aperti, finalmente di un vivo colore, e una vocina gentile, ma chiaramente ancora un po’ debole lo salutò:
- Ciao…-
Lo Hyuga si accostò nuovamente a lei mostrando la sua pena, fino ad allora interiore. Lui non voleva che si notasse, ma Hinata aveva la particolarità di leggere nel cuore altrui, la sua sensibilità poteva far questo e altro:
- Stai meglio? Torna a distenderti, non sforzarti…-
Ma lei gli scostò la mano che le aveva messo sulla spalla e un dolce sorriso illuminò il suo volto:
- Grazie Neji-kun, ma non c’è bisogno che ti preoccupi per me. Sto bene.-
Quelle parole sollevarono incredibilmente il suo animo e poi sapere che quel sorriso era stato rivolto a lui lo aveva riempito di fiducia. Si allontanò lentamente e aprì l’ uscio della stanza:
- Neji, aspetta!- esclamò la ragazza quasi cercando di spingersi verso di lui per raggiungerlo – devo parlarti di…- ma lui senza neanche girandosi la interruppe:
- Ne parleremo domani. Adesso riposa- e chiuse dietro di se la porta.
Hinata rimase con lo sguardo fisso su di lui fino a che fu possibile. Poi abbassò la testa stringendo le leggere coperte. Avrebbe dovuto passare ancora una notte con quel peso nel cuore, senza conoscere i suoi sentimenti, doveva aspettare ancora qualche ora e poi tutto sarebbe venuto a galla. Ma una piccola soddisfazione l’aveva ottenuta: sentire vicino a se il cugino così tanto affettuoso e premuroso nei suoi confronti.


Uno di fronte all’altro, da soli, più vicini che mai. Sakura era davvero convinta, aveva preso la sua decisione: non c’era più Sasuke nel suo cuore, l’amore che la teneva vincolata a lui sembrava essersi dissolto. Ora provava un altro sentimento, fino ad allora creduto impossibile, si trattava di amore per un’altra persona, era lui colui che avrebbe dovuto scegliere fin dal principio. L’Haruno gli era proprio davanti, pochissimi centimetri e sarebbe arrivata alla sua bocca… Protese le labbra e socchiuse gli occhi. Naruto era pietrificato: la ragazza dei suoi sogni, che da tanto tempo lo interessava, era disposta a stare con lui, ne era una prova il bacio che gli voleva dare. Ma cosa era quella forza che lo tratteneva? Lui guardava le labbra della compagna avvicinarsi, era lei che si faceva avanti. Poi si sentì scuotere tutto e lei stava per raggiungerlo. Si diede dello stupido e si adoperò pure lui: le se avvicinò, le sfiorò una mano, teneva gli occhi aperti, voleva godersi quel momento tanto atteso…
- Sakura…-
Appoggiò la sua fronte con quella della ragazza:
- No…-
Lei aprì gli occhi guardandolo sconfortata.
- Non devi…e poi nemmeno io…-
E con capo chino si allontanò da lei celermente. Sakura lo guardava mentre il suo corpo si accasciava lentamente al suolo: il cuore batteva a mille, il viso era arrossato, ma il pensiero di aver perso quel bacio le dava fastidio. Si chiedeva il perché, forse allora si era sbagliata, lei non piaceva a Naruto…Le pareva strano e ripensava a tutte quelle volte, a quei suoi atteggiamenti e ne era sempre più convinta…Naruto la amava. Eppure dopo quel gesto sembrava di no. Si mise così a rimirare la luna, oramai completamente sorta. Una lacrima di pianto solcò il viso: lei nemmeno se ne accorse, non voleva piangere, non ne aveva bisogno, tuttavia qualcosa ci doveva essere…         



Non sapeva quando tempo era trascorso, non se lo domandava mai quando il compagno si allontanava per un motivo o per un altro. Lui stava bene anche da solo, si sedeva, riprendeva le forze e magari schiacciava anche un pisolino. Ma quella volta ci stava mettendo davvero troppo: la luna era alta, le stelle luccicavano talmente tanto da rischiarare quella piana deserta, priva di vegetazione, gli animali erano tutti nelle loro tane, dormienti, tranquilli…Invece una strana agitazione aveva preso Kisame che stava in piedi e mirava in lontananza, sperando di scorgerlo, di intravederlo…eppure ancora niente. Però poi un rumore di passi, lenti, un po’ incerti…una mano che si aggrappò ad una parete comparve di fronte agli occhi dell’uomo pesce: Itachi teneva la testa bassa, non guardò il compagno, ma comunque avanzò e rimase appoggiato al muro di pietra:
- Ma quanto diavolo ti ci è voluto?- esclamò scocciato Kisame cercando di incontrare gli occhi dell’Uchiha che invece restavano incollati al terreno.
- Ho dovuto far fuori qualcuno per ottenere un po’ d’acqua. Ma erano in parecchi, son…- si bloccò improvvisamente, non riuscì a concludere la frase. Si toccò la bocca e sobbalzò tutto. Kisame lo fissò, senza capire cosa gli stava succedendo.
- Ehi, cos’hai?- gli si accostò maggiormente e fece per appoggiargli una mano sulla spalla, ma lui fermò quel gesto con la stessa mano che aveva portato davanti la bocca
- Vado a dormire…- gli passò vicino restando sempre a capo chino e scomparve nuovamente, combinandosi con l’oscurità di quella grotta.
Kisame distolse lo sguardo dal moro, pensieroso, dubitando sul fatto che Itachi fosse stanco per un semplice combattimento…non era proprio un comportamento da lui. Ma poi rimase ancora di più sconcertato, incredulo, quando osservò l’azzurro palmo che l’Uchiha gli aveva toccato: una, ma c’era, una macchia di un orribile colore lo aveva sporcato…
- Possibile che…?-  un brutto pensiero unito ad un lieve odore di sangue lo accompagnarono per tutta la nottata.


La porta cigolò procurando un fastidiosissimo rumore che avrebbe svegliato chiunque, ma fortunatamente Hinata era sveglia, il suo sonno non era stato disturbato. Sakura fece capolino, sicura di averle dato fastidio, ma il sorriso dell’altra chunin la rincuorò:
- Vieni, Sakura-chan! Non stavo dormendo…-
La rosa cominciò a sistemarle le coperte, riordinò un po’ il disordine, rassicurando la compagna che le sue condizioni erano stazionarie e che non correva alcun pericolo. E lei sorrideva ancora, dicendole che non era preoccupata, non aveva paura…
“Sei talmente maturata, Hinata-chan…”  pensava la ragazza ascoltando quelle parole e scrutandola completamente: le sue curve erano ben evidenti nonostante le lenzuola, i lineamenti del viso, i capelli lunghi…ma il suo carattere, la sua sensibilità, il rossore che colorava sempre le sue guance…quello non era cambiato.
- I fiori, li hai portati tu?-
- Sì, ti piacciono? Portano allegria e poi diffondono un buon odore!-
- Sono bellissimi…grazie!-
Fu Sakura a sorridere questa volta scansando un panno sporco, rimasto sopra uno sgabello. Hinata sgranò gli occhi, rimanendo per un attimo incredula, ma poi:
- Ma quella…??? Non è la felpa di N…?-
- Ah, sì. È di Naruto. L’ha usata per fasciarti il braccio. Quando ti ha visto in quello stato…beh, era davvero turbato…E poi avresti dovuto vedere come si è ribellato alle sentinelle che non volevano farci passare. Sembrava esplodere dalla rabbia… -
Hinata era a bocca semi aperta, il suo Naruto si era così tanto preoccupato?
 - P…posso?- chiese con un filo di voce facendole segno di passargliela.
La rosa all’inizio un po’ indecisa gliela consegnò. La giovane Hyuga la analizzò completamente: era veramente la sua, impregnata di sangue oramai secco, maleodorante, in pessime condizioni… Aveva usato la sua maglia…per lei…per frenare tutto quel sangue…e si immaginava la scena…rifletteva ancora…infine la commozione prese il sopravvento:
- Oh, Naruto-kun…- mormorò la ragazza abbassando il capo e stringendo a se l’indumento.
Le calde lacrime che caddero finirono sulla maglia arancione rendendo nuovamente fresche qualcuna di quelle macchie oramai marroncine, che finirono per sporcare anche i vestiti della Hyuga. E la premeva al petto sempre più, aveva bisogno di quel calore, di percepire il suo odore, di sentirlo vicino, sperando in un gesto ancora maggiormente affettuoso…magari un giorno. Sakura mirava la scena, stupita, se non leggermente disorientata. Rifletteva su quel comportamento così esagerato, ma talmente amorevole, che faceva tenerezza. Eppure lei non sorrideva affatto, era diventata seria, quasi infastidita…per che cosa dopotutto?  Uno strano pensiero la seccava, un sospetto la rendeva cupa, un dubbio…Strinse i pugni continuando a fissare la scena. Prima di allora non si era mai resa veramente conto di quanto Hinata tenesse a Naruto…dietro alla semplice amicizia doveva esserci qualcos’altro.
“Non sarai tu…ad ostacolarmi!”  

                   



Salve a tutti! Ecco, con questo capitolo ho rivoltato nuovamente la scena: Sakura  e Naruto stavano per baciarsi, ma qualcosa li ha fermati; Neji e Hinata stavano per chiarirsi, ma poi hanno rimandato tutto al giorno dopo… In altre parole ancora non è finita la storia di questi eroi! E ancora in altre parole, non si capisce di quali paring si sta parlando! (che non lo sappia neppure io? No, no!^ ^)  
Un bacione a tutti coloro che mi hanno aggiunto ai preferiti e in particolare:

_Alechan: Ciao!!! XD Dopo anni e anni Sakura ci è proprio arrivata a capire i sentimenti di Naruto…e in questo capitolo pare aver capitolo anche quelli di Hinata! Ti avverto: qui la situazione si complica! Baci.

_Lonely Angel: Oddio, non mi denunciare! XD Prossimamente ne vedrai di tutti i colori…e mi auguro che non ne rimarrai delusa! Kiss!

_ AmyGoku: Devo farti i miei complimenti se sei riuscita a leggere tutti i capitoli senza fermarti! Sono davvero tanti! Mi raccomando continua a seguire questa fan fiction!


Al prossimo capitolo!!!   
Mewpower

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Capitolo 26
*** Dividersi... ***


Il rumore delle onde del mare allietò il risveglio del giovane Uzumaki che si era addormentato in sala d’attesa, appoggiato con un gomito alla finestra. Si sentiva frastornato, con la testa un po’ confusa, forse era il caldo o magari aveva fame…Questa volta, però, era qualcosa di maggiore: ciò che era successo la sera precedente lo aveva agitato, reso insicuro…Non sapeva nemmeno lui cosa lo avesse fermato, il perché l’avesse rifiutata, cosa veramente lo aveva spinto a dire di no…Aveva la necessità di scrutare a fondo nel suo cuore, solo lì avrebbe trovato la risposta.
Ma poi comparve di nuovo lei, in camice bianco, bella, ma non solare come al solito. Lei era stata la persona a rimanerci più male. Naruto si levò dalla sedia e aprì bocca per parlarle, ma lei gli voltò le spalle e con voce malinconica disse:
- Se vuoi puoi entrare questa mattina…- e si allontanò per prendere nuove lenzuola da cambiare con le vecchie.
Naruto non la seguì con lo sguardo, preferì rimanere a testa bassa, amareggiato e impensierito dal fatto di averla persa, di averla resa ancora più infelice di quanto già non fosse. Aprì la porta della stanza in cui si trovava Hinata: già si immaginava il suo aspetto, bianca, troppo bianca, forse anche tremolante, con occhi spenti, debole, stanca…Questo pensiero lo faceva star male, era davvero turbato dall’idea di trovarla in quelle condizioni, non poteva vederla star male. Quasi esitò prima di entrare, ma udendo un rumore di passi dall’interno sorpassò all’istante la soglia d’entrata scorgendola in piedi, che si teneva aggrappata alla parete, cercando di muoversi un po’, per sgranchire le gambe.
- HINATA, FERMA!- gridò Naruto precipitandosi su di lei e portando un braccio della ragazza intorno al suo collo.
- Naruto-kun…- sussurrò lei arrossendo tutta, standogli così vicino – c…ce la faccio! Ce la faccio a camminare…-
- No, non ti sforzare!- ribatté lui trascinandola a forza sul bordo del letto. Le scarpe della chunin che però si trovavano là davanti fecero inciampare l’Uzumaki che cadde in ginocchio accanto al letto insieme a colei che doveva sostenere. Un lieve gemito della Hyuga lo fece turbare credendo di aver peggiorato solo le cose:
- S…stai bene?- domandò con voce tremolante cercando di incontrare i suoi occhi.
- N…non temere…è che le ferite sono ancora fresche…-
Potergli stare così vicino per lei era gratificante, quel poco dolore che aveva provato non era nulla in confronto alla fortissima emozione che sentiva ogni volta che la fissava…
Entrando con un paio di coperte in mano Sakura notò i due a terra semi abbracciati l’uno all’altra:
- Ma cosa…?-
I due ninja si rizzarono subito in piedi un po’ imbarazzati per quello che sicuramente era passato per la testa all’amica. Ma lei non fiatò, non un commento, non un rimprovero per la chunin che si era alzata dal letto. Solo pochi passi avanti che le permisero di raggiungere il letto e di cambiarlo alla svelta. Restò con gli occhi sempre puntati verso il basso, non degnò di uno sguardo né lui, ma stavolta neppure lei…Una volta finito, la rosa aprì bocca:
- Preparatevi, tra poco dobbiamo partire…-
- Ma lei…non può…- intervenne Naruto, ma Sakura lo fissò con sguardo severo:
- Non siamo i benvenuti qui! Se non ce ne andremo con le nostre gambe saranno loro a buttarci fuori con la forza!- ma capendo la sua eccessiva durezza socchiuse gli occhi riprendendo la calma -L’aiuteremo tutti quanti…e poi al Villaggio le presterò tutte le cure necessarie…- si voltò e uscì, non prima di avergli ridato la sua maglia, adesso pulita dal sangue.


Un’ora dopo tutto era pronto per lasciare il Villaggio della Conchiglia. Hinata si ripromise di ritornare in quel luogo una volta finita quella storia, una volta scongiurato il pericolo Akatsuki, magari insieme a Naruto e gli altri suoi amici. Sedeva su un piccolo muretto costruito appena fuori dalle porte d’ingresso e osservava i compagni che discutevano:
- Dovremmo inviare un messaggio all’Hokage…-
- Sì, la penso anche io così. Da soli non so se riusciremo a rintracciarlo e poi…- Neji si voltò verso la cugina, che non riusciva ancora bene a muoversi.
- Dannazione! Sicuramente il maestro Kakashi ora è in pericolo e noi non possiamo fare niente!-
Naruto strinse i denti, incapace di trovare una soluzione al nuovo problema. Già Sakura aveva legato intorno alla zampetta di un uccello un messaggio che avrebbe avvertito Tsunade della scomparsa del sensei:
- Speriamo bene…- sussurrò la ragazza ordinando all’animale di librarsi in volo.
Hinata aveva assistito alla scena: una strana atmosfera circondava i suoi amici, un particolare nervosismo, una venatura di delusione, un filo di tristezza…Temeva che fosse per colpa sua, ancora una volta era stata lei a frenare il gruppo, di nuovo un ostacolo, anche allora era inutile…
- Non voglio…- mormorò, ma poi – Dobbiamo andarlo a cercare! Non possiamo attendere oltre!-
L’impeto di quelle parole sbalordì gli altri chunin:
- Io ce la faccio! Non voglio che per una come me il maestro Kakashi ci rimetta la vita!-
Tutti la fissavano stupiti, quella grinta che era sempre rimasta nascosta stava fuoriuscendo:
- Non possiamo dividerci. Tu sei ancora debole e l’Akatsuki potrebbe colpire in un qualsiasi momento!- disse, però, Neji guardandola severamente.
Lei chinò il capo, ma non perse la sicurezza di quello che diceva e più flebilmente:
- Per favore, dobbiamo farlo…-
Nessuno sapeva più cosa dire. Il Byakugan di Neji avrebbe sicuramente dato un grande aiuto per la ricerca del maestro, ma era necessario che qualcun altro si offrisse di accompagnarlo.
- Voi due siete gli unici in grado di trovarlo – si espresse Sakura guardando i due ragazzi – se ci sono io con Hinata non corre pericolo.- e si lasciò sfuggire un sorrisino che rasserenerò l’altra ragazza, ma gli altri due non erano molto convinti.
- Neji, per favore…- intervenne ancora Hinata con atto di supplica.
Lo Hyuga rifletté un attimo, non voleva lasciarle andare, ma tutta quella sicurezza negli occhi della cugina lo spronò a rispondere così:
- D’accordo. Tenteremo di recuperarlo da soli. Voi procedete verso il Villaggio della Roccia e stazionate lì per un po’. Se entro tre giorni non ci vedete tornare ripartite all’istante, intesi?-
Il rischio, l’idea di non vederli mai più investì di getto il cuore delle due, ma non potevano esitare ancora. Era giunto il momento di partire. Naruto le osservò allontanarsi, augurandosi di riabbracciarle presto, insieme al suo sensei. Forse quella breve lontananza gli avrebbe permesso di capire qualcosa in più, magari sarebbe stato capace di chiarire i suoi sentimenti e probabilmente la prossima volta le avrebbe confessato tutto…perché lui sentiva di amarla, ma…pareva esserci qualcosa che lo rendeva insicuro. Anche Neji sperava con tutto se stesso di rivederle, anche perché non avrebbe mai perso la vita, non prima di poter parlare con Hinata…


- Mi domando che diavolo stiano aspettando quei due prima di farsi vedere…-
Lo stano individuo ancora sdraiato sul ramo di quell’albero era davvero stufo di attendere. Dilettarsi con i campanellini del suo capello oramai non lo soddisfaceva più. E poi stare sotto quel sole cocente lo innervosiva, dopotutto aveva pure lui una certa età… Ma un improvviso calpestio lo fece ammutolire mettendolo in guardia. Si mimetizzò con l’albero, divenne tutt’uno con esso per mezzo di una tecnica e ammirò soddisfatto l’arrivo in scena di uno dei due combattenti. Quest’ultimo si guardò intorno, ma non scorse colui che aspettava, era riuscito a precederlo o forse aveva perso troppo tempo e l’aveva perso… Girò gli occhi scarlatti a destra e a sinistra, sapeva bene che era stato seguito, ma preferì fare finta di niente. Quale era lo scopo del maestro? Si accucciò a terra portando la testa al cielo: gli occhi tornarono ad essere scuri, neri come il carbone, profondi come quelli del fratello…
“Ti aspetto. E se non dovessi arrivare, ripartirò per cercarti!”


Nel frattempo le due ninja di Konoa avevano già percorso un lungo tratto di strada. Nonostante le sue condizioni Hinata era in grado di procedere abbastanza rapidamente, non aveva neanche bisogno dell’appoggio fisico della compagna, che però la precedeva di qualche passo. Non aveva mai aperto bocca dal momento in cui si erano separate dagli altri, avanzava decisa, con un certo ritmo, come se si fosse dimenticata di lei... la quale non poteva sforzarsi troppo. La preoccupò quel comportamento; ce l’aveva per caso con lei? Perché mai? Ma la chunin non poteva sapere ciò che agitava l’animo del giovane medico, un misto di inquietudine, ansia, dubbio…e poi subentrava la gelosia, un lampo talmente potente da farle oscurare la vista, da farla star male, da metterla nella condizione di considerare Hinata una nemica!  







Scusate per l'attesa, ma la scuola mi occupa talmente tanto da tempo da impedirmi persino di connettermi! Ma per festeggiare l'arrivo di Naruto Shippuden (Yuppi!), ecco qua un nuovo capitolo! Saluti particolari vanno a:

_EroSennin425: Ciao!!! Non fa nulla se non hai potuto commentare il cappy precedente, anzi ti ringrazio tanto per i continui commenti che lasci! Su questo capitolo non credo ci sia da dire molto, ma... mi auguro ti sia piaciuto.

_ Lonely Angel: Ehilà! Ancora tanti misteri girano intorno a Naruto e company... che verranno risolti prestissimo, solo tra qualche capitolo! (Forse sto diventando noiosa?) Va beh, ti ringrazio ancora per le recensioni che lasci e...alla prossima!

_ Alechan:  Salve! Come hai potuto notare questo capitolo è stato piuttosto soft, ma i prossimi si rifaranno! Quindi preparati a stappare altre bottiglie di champagne o a preparare qualche bomba da scagliarmi addosso se la storia si svilupperà diversamente da come volevi tu... (Oddio!) Baci.  

Ancora infiniti grazie a coloro che hanno la mia fanfiction tra i preferiti:

akatsukina fur immer 
 Alechan
 AmyGoku
 ChibiGoku
 Crystal Alchemist
 dcran
 EroSennin425
 ery twohands
 GoHaN
 Helkamirie
Hinata1992
HoneyDei
 ila_sabaku
kaitlee90
 Keru
 Kirachan95
Lebron
Lele 91
 Liby_chan
 Lisa Kanzaki
 Lonely Angel
Missy_loves_blizzard
 Nilan
 sakuraehinata
 sonny
Targul
 titans
 Tsukiyama

Al prossimo capitolo!!!

Mewpower

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Capitolo 27
*** Rinnegare un'amica ***


Bastò meno di un giorno per poter raggiungere il Villaggio della Roccia: il sole era ormai calato da un pezzo e il cielo era completamente cosparso dalle lucenti stelle che circondavano la luna rendendola ancora più luminosa. Sakura era proprio di fronte alle porte d’ingresso e girava le spalle alla compagna, ancora preoccupata per lo strano comportamento dell’amica. Tentò di aprir bocca per abbattere quel muro che sembrava dividerle, ma fu bloccata dalle parole della rosa:
- Allora, come ti senti?-
- Io? Piuttosto bene, ma…-
- Che ne dici di proseguire?-
La proposta sorprese non poco la chunin che avrebbe preferito sostare per riposare, per rifocillarsi, ma anche perché il cugino aveva loro ordinato di rimanere lì per un po’…
- In questo modo – proseguì l’Haruno – risparmieremo tempo. Torneremo al Villaggio prima, potremmo rassicurare tutti e tu potresti ricevere le cure più opportune…-
Contraddire le sue parole le pareva un torto: dopotutto avrebbero recuperato il tempo che lei aveva fatto perdere, una volta al sicuro non sarebbe più stata un peso per nessuno.
- D’accordo…- disse infine avvicinandosi leggermente a lei, ma questa ultima subito si voltò e continuò il cammino, mettendo ancora maggiormente in subbuglio il cuoricino della povera Hinata:
- Perché fai così…?-


A pochi chilometri di distanza Itachi e Kisame proseguivano il loro viaggio: avevano quindi già oltrepassato il Villaggio della Conchiglia e della Roccia ed erano sempre più vicini alla loro meta.
- Sei sicuro che ti stia aspettando?-
- Sì, ho fatto spargere ben bene la voce della nostra presenza nei paraggi…-
- Lo vuoi far fuori definitivamente…o è solo per divertirti?-
Itachi stavolta non rispose: solamente lui conosceva il vero motivo, il perché desiderasse incontrare nuovamente il fratello. Aveva progettato tutto nei minimi particolari: il luogo, il giorno, lo scontro e la sua conclusione…sapeva bene come sarebbe dovuto finire. La luce lunare rischiarava le scure vesti dei due viandanti e allo stesso tempo rendeva maggiormente visibile il sentiero che stavano percorrendo. Saranno state le dieci di sera quando Kisame propose di fermarsi per una pausa.
- Stavolta penso io all’acqua- aggiunse poi – tu…riposa…devi accumulare energie per la battaglia.-
In verità quell’ acre odore di sangue che la sera prima aveva tinto la sua mano gli dava ancora fastidio, ma soprattutto lo aveva messo all’erta. Il compagno aveva qualcosa che non andava, apparentemente sembrava in forze, però credeva che nascondesse qualcosa…un essere umano non può sputare sangue senza un motivo e poi di un colore del genere! Quel ricordo lo rabbrividiva; eppure si trattava di semplice liquido rosso che lui vedeva quasi sempre, con il quale si sporcava dopo ogni massacro, che a volta adorava persino sentirlo colare lungo il suo corpo…Ma quella macchia non lo aveva per niente eccitato, anzi il ribrezzo di quel pensiero lo aveva reso nervoso. Lavandosi con l’acqua o almeno allontanarsi per un po’ dal compagno, magari lo avrebbe rasserenato. L’Uchiha si accostò ad una parete rocciosa, socchiudendo gli occhi per rilassarsi. Ma uno scossone improvviso proveniente dal petto lo fece sobbalzare e ancora una volta una tossa acuta accompagnò un’uscita di sangue, che tentò di frenare tappandosi la bocca.
“Stare seduto mi fa sentire solo peggio…” fu così che si alzò e intraprese un altro sentiero credendo di alleviare in quel modo il suo dolore.


Un’alta rupe rocciosa fronteggiava le due ragazze; Sakura la esaminò interamente capendo che se scalata sarebbe riuscita ad abbreviare il cammino di almeno un paio d’ore. Anche Hinata ammirò quell’ ammasso di roccia, ma con aria diversa: le gambe tremavano al solo guardarla, la debolezza stava prendendo il sopravvento. Se avessero dovuto arrampicarsi forse lei non ce l’avrebbe fatta…e come darle torto? Non si erano arrestate un attimo, non avevano né mangiato, né bevuto, le ferite le facevano ancora un po’ male, era stanca, era notte… Ma chiedere alla compagna di fare una pausa non la sfiorò neppure: temeva la sua reazione, la sua incomprensione, il desiderio della rosa di andare avanti e di accorciare la distanza che la separava da Konoa pareva immenso, era ben visibile…e poi sembrava arrabbiata, un’ira che però teneva nascosta, non voleva mostrarla, tuttavia c’era, Hinata la percepiva. Quel sentimento era contro di lei!
Improvvisamente ciò che la Hyuga non voleva sentire giunse alle sue orecchie:
- Ascoltami, Hinata. Se riuscissimo a sorpassare questo muro di pietra ci ritroveremo ad un buon punto. E una volta scalato faremo una sosta per riprenderci, che ne dici?-
La chunin fissava un po’ perplessa l’amica: lei conosceva benissimo il suo stato di salute, sapeva che non ce l’avrebbe fatta ad arrampicarsi, la gamba non glielo permetteva, eppure lei aveva proposto la scalata comunque, come se non ne fosse consapevole. Le venne spontaneo domandarle:
- Ti ho per caso fatto arrabbiare, Sakura-chan?-
L’Haruno restò con lo sguardo fisso su di lei senza pronunciar parola: il suo visino amorevole, ma evidentemente turbato, le diede fastidio; la tenerezza, ma anche l’ ansia che traspirava da suoi occhietti delicati la fecero ancora di più innervosire.
- Vuoi ancora una volta rallentare il passo?- esclamò seria e con tono severo - Possibile che non ce la fai a resistere ancora per un altro po’?-
Lei sgranò gli occhi intimorita e shockata dal suo comportamento. Sakura si voltò e abbassò lo sguardo, pentendosi del suo gesto impulsivo…lei non voleva dire quelle parole:
- Scusa…- sussurrò timidamente toccandosi la fronte. Tuttavia non si girò verso di lei, non la rincuorò abbracciandola, non una parola in più…anzi cominciò ad arrampicarsi con leggero sforzo.  
Hinata non ci capiva più niente, però quello non era il momento di stare a riflettere ancora. Strinse i pugni e alzò la testa al cielo:
– Ti seguo all’istante!- esclamò poi aggrappandosi con una mano alla prima sporgenza di quell’aspra rupe.


-Crede che sia giunto il momento di partire?-
- Sì…Itachi ha fatto nuovamente una sosta…se ci affrettiamo magari arriveremo anche prima che lo scontro inizi.-
Orochimaru era pronto per raggiungere il luogo che avrebbe ospitato la battaglia fra i due fratelli Uchiha. Era piuttosto distante dal suo nuovo rifugio, ma adoperando qualche stratagemma, era convinto che ci avrebbe messo meno tempo del necessario.
- Le do una mano ad alzarsi?-
- Ce la faccio…Il mio corpo è ancora in buono stato.-
Le viscide membra vibrarono a quel suo spostamento da seduto in piedi, i primi segni di debolezza erano evidenti, sembrava essere destinato alla liquefazione, iniziava a perdere la sua solidità, la sua compostezza… Osservare quello spettacolo raccapricciante rendeva nervoso Kabuto, che insistette più di una volta di andare lui al suo posto, di recuperare il corpo e di portaglielo immediatamente concluso lo scontro, ma il maestro aveva sempre detto di no…Voleva essere lui il primo a tastare le tenera pelle di Sasuke.


Il sudore delle sue mani aveva inumidito parte di quella parete di roccia alla quale si aggrappava con risolutezza, utilizzando le poche energie che le erano rimaste. Hinata ansimava da tempo con la testa appoggiata al muro roccioso: si era fermata, aveva potuto farlo trovando una piccola protuberanza rocciosa sopra la quale aveva potuto appoggiare i suoi piedi minuti, doloranti, sofferenti più che mai. Con le mani e con tutto il corpo,però, era schiacciata contro la parete, solo in quella posizione non sarebbe caduta. I lunghi capelli cadevano pesantemente sulle sue spalle, inumiditi dall’ afosità di quella notte…segno di un temporale in arrivo, fenomeno che l’avrebbe messa ancora di più in difficoltà, un altro ostacolo da superare. Ma lei continuava a sperare, era ottimista: erano entrambe arrivate parecchio in alto, un ultimo sforzo e sarebbero sicuramente giunte in cima. Sakura girò lo sguardo e la chiamò a gran voce:
- Hinata, ci siamo!-
L’Haruno si diede un’ultima spinta e giunse finalmente sul pianerottolo di terra che segnava la fine di quel colosso in pietra. Si asciugò il sudore soddisfatta, ma subito guardò in basso, notando che la compagna era ancora diversi metri più sotto:
- Tutto bene? Ce la fai?-
Hinata sollevò lentamente la testa accennando un sorriso. Tutto girava vorticosamente, si trattava sicuramente di un calo di pressione, le gambe tremarono per un attimo. Pensò comunque di non farla aspettare, doveva muoversi, non poteva farle perdere ancora più tempo… Continuò la scalata alzando prima una mano, poi una gamba, aggrappandosi poi con l’altra mano e così via… Un metro, un solo metro la separava dall’amica, ma ancora un giramento di testa, la vista si oscurò completamente, la gamba non trovò un appoggio… La Hyuga riuscì a tirare su la mano, la quale però non si aggrappò a nulla, ma si limitò a scivolare lungo il muro. Poi tutto il suo corpo cominciò a scorrere giù, verso il basso, ma prontamente Sakura afferrò la sua mano.
- H…Hinata, non cedere…-
Ma la ragazza non la sentiva più, la sua mente era occupata da un rumore acuto, un fischio, un suono fastidioso, assordante…Gli occhi semichiusi le permettevano di vedere a stento la compagna che stringeva con forza la sua mano scivolosa, ma incapace di stringere a sua volta quella della rosa. E scivolava pian piano, come una goccia di rugiada da una foglia sospesa in alto, sul ramo di un arbusto verdeggiante.
Improvvisamente Sakura fu scossa da una sensazione ripugnante, sgradevole, ma che le dava un certo piacere al solo pensarci… Un amaro che la disgustava, ma che poi la rendeva lieta…ancora una volta ribrezzo, ma poi una felicità infinità, un sollievo mai provato prima di allora, un sapore che sarebbe per sempre rimasto nel suo cuore, ma che l’avrebbe sicuramente risollevata, resa finalmente libera da qualsiasi preoccupazione…
“Senza di lei non avrai più problemi…”
 “Ma cosa vado pensando?”
 “Cosa ti costa allentare la presa?”
“No, non posso!”
“Avrai una rivale di meno…”
“Però così morirà!”
“E  Naruto sarà soltanto tuo…”
L’espressione del viso cambiò di getto: un leggero sorrisino comparve un po’ forzatamente mentre la voce che sentiva dentro la sua mente continuava a ripeterle quelle parole…
“Lasciala!”
Permise alla mano della Hyuga di scivolare definitivamente tirando via anche il nero guanto che si metteva sempre durante le missioni. Quella caduta pareva andasse a rallentatore e Sakura osservò fino all’ultimo il volto della compagnia fino a che non fu inghiottito dalle tenebre. E poi più nulla: la notte non permetteva di vedere oltre, solo percepire lo spostamento d’aria del suo corpo in caduta che si faceva sempre più debole… L’Haruno era in ginocchio e continuava a guardare in giù. Le sue labbra si incurvarono, ma stavolta verso il basso, generando un’espressione di terrore resa ancora più intensa dal pallido colore della sua pelle. Era completamente sbiancata e con gli occhi spalancati e lucidissimi fissava il vuoto. Fino all’ultimo non si rese conto di ciò che era successo, era come se il suo cervello si fosse arrestato un attimo, la razionalità che l’aveva contraddistinta fino a quel momento l’aveva abbandonata per un istante, un tempo troppo lungo che le aveva permesso di agire come una squilibrata. Poi tutte quelle immagini, ogni singola sequenza di ciò che aveva compiuto le ripiombarono alla mente come tanti flash e una sensazione di rigetto la assalì all'istante. Si toccò la bocca con la mano tremante, ma nuda, priva di quel guanto che la compagna aveva trascinato all’altro mondo; sopraggiunsero i singhiozzi e infine le lacrime, una pioggia infinità di lacrime brucianti dal dolore e dalla disperazione. Appoggiò entrambe le mani a terra e con tutto il fiato che aveva in corpo gridò come mai aveva fatto:
- HINATA!!!-
Un urlo inquietante che descriveva il suo nuovo tormento, il martirio più grande…difficile da tollerare.        
 









Ciao!!! Voilà un nuovo capitolo tutto per voi! Scusate ancora il ritardo, ma il motivo è sempre uno...scuola,scuola,scuola! Dopo questo capitolo non so  che tipo di reazioni abbia suscitato, ma...prima di qualsiasi atto avventato (vede tutte i/le fan di Hinata armate fino ai denti) aspettate i prossimo capitolo...magari... Va beh, passo subito ai ringraziamenti^^:

_ Lonely Angel: Salve! Hai dovuto aspettare un po' prima di leggere un nuovo mio capitolo, ma mi auguro che adesso tu sia contenta! Questi ultimi giorni sono stata talmente indaffarata che credevo non sarei riuscita ad aggiornare prima di Natale e invece... Ok, fammi sapere cosa ne pensi e alla prossima!

_Alechan: Ciao pure a te! Come pensavi tu, Sakura l'ha combinata proprio grossa stavolta! Per lo champagne non so quanto ne servirà prossimamente...oddio, spero di non deludere nessuno! Comunque per quanto riguarda Shippuden su Italia1............meglio che non faccio commenti -__- Bye!

_crybaby92: Thanks, sono felice che quel cappy ti sia piaciuto! Se ti va, fami sapere anche cosa nei pensi degli altri! Ciao!!!
 
Ok, prima di Natale mi rifarò viva...tanto per farvi gli auguri e lasciarvi un regalino (tutti: che cosa?; me:un nuovo cappy, ovviamente!;tutti: ah...ke bello...-__-; me:T_T non mi apprezzate nemmeno un pochino?; tutti:...no!)
XD Va beh, dopo questa me ne vado sul serio!
Bacioni!  

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Capitolo 28
*** Quando l'angelo incontra il demonio ***


Lo starnazzare di una coppia di corvi fece sobbalzare il giovane Uzumaki il quale si voltò di scatto: i neri uccelli si librarono in volo facendo cadere qualche foglia dell’albero sopra al quale erano rannicchiati fino a pochi attimi prima. Nonostante l’oscurità Naruto riuscì a seguirli con lo sguardo per un certo tratto: si dirigevano nella direzione dalla quale i due ninja provenivano, verso il punto in cui avevano lasciato le amiche…già, Sakura e Hinata  non erano più con il gruppo...era da sole, lontane, chissà se stavano bene…Il biondo era preoccupato, eppure sapeva benissimo che non correvano alcun pericolo: erano ragazze in gamba, attente, pronte a tutto…Ma quei due brutti uccellacci gli avevano messo una strana tensione addosso, un presentimento inquietante che lo stava distraendo dal suo obiettivo principale:
- Naruto, ti vuoi dare una mossa?- esclamò Neji seccato e impaziente di proseguire le indagini.
- Ah, scusami! Andiamo avanti.- e ripresero la corsa verso il luogo dove l’ultima volta si erano accampati e dove avevano per l’ultima volta visto il maestro Kakashi.


La rupe di roccia era stata vinta, la sua imponenza non metteva più timore, ora era stata scavalcata. Ma non vi era alcun motivo per essere felice, Sakura non lo era affatto. Era pronta per continuare il viaggio, il sentiero che la fronteggiava era completamente oscurato, ma non presentava eccessivi pericoli, almeno questo sembrava… Eppure le sue gambe non volevano muoversi, ancora tremavano, la sorreggevano a malapena…e cadde così nuovamente a terra, piangendo lacrime amare, ripetendo continuamente quel nome:

-Hinata…-

Iniziò a lanciare pugni al suolo, come se fosse lui il vero colpevole, percuoteva la terra, arida, spoglia del minimo verde, e versava lacrime, pentita di quel che aveva fatto, incredula per come si era comportata:
-Sono una stupida! Stupida!!!- e si diede un pugno in pieno viso con tutta la furia che l’animava. Una macchia scarlatta sporcò il terreno come del resto pure il suo viso. Il sangue che usciva dalla bocca non era niente in confronto a quanto avrebbe voluto sputarne, per punirsi dopo quel lurido gesto che mai nessuno le avrebbe perdonato. Pensava di tornare indietro per avvertire gli altri dell’incidente, ma non se la sentiva…con quale faccia avrebbe potuto farlo? Come avrebbe spiegato il motivo di quel comportamento? Solo perché era gelosa? Ma se nemmeno sapeva come stavano realmente le cose! Chi le aveva detto che lei e Naruto… No, non capiva più niente.
Confusa e spaventata corse via tra le ombre di quel sentiero, ignara di cosa avrebbe fatto e dove sarebbe andata…


Notte oramai fonda, ma il sole non era lontano dal sorgere. Quel pensiero lo angustiava. A lui la luce solare non era mai piaciuta. Preferiva l’oscurità, che infondeva in lui emozioni varie, di solitudine, di eterno abbandono…e poi gli permetteva di rimanere nascosto, invisibile, lontano da tutto e da tutti. Ma vi era sempre il chiarore lunare, delicato, magico, che gli donava pace e serenità…cose che lui per niente meritava. Egli stesso credeva di non esserne degno, dopo tutto quello che era successo; non voleva più godere di quella delizia che il buon Dio aveva donato agli uomini, perché le sue mani si erano imbrattate di troppi delitti; sapeva di non avere il diritto di provare ancora gioia,era un sentimento troppo umano… e lui non lo era. Spostò i capelli corvini da davanti gli occhi rivolgendo lo sguardo alla larga dalla luna, che di nuovo lo aveva magnetizzato, ripensando a quella notte di terrore, quando le strade si dipinsero di rosso, quando gli urli sostituirono il canto armonioso delle cicale, quando la sua vita ebbe fine…E poi rivedeva quel bambinetto in lacrime, incredulo di quello che era capitato, impaurito, ma già ardente di furia e di voglia di vendetta. Il suo desiderio stava per avverarsi. Udì un ululato, distante però chiaro: segnale di avvertimento, un richiamo…gli altri lo stavano per venire a prendere. Ne diede una conferma il dolore incredibile al petto che lo fece barcollare per poi farlo accostare alla nuda parete di roccia, contro la quale riposava già un’altra persona. Tossì nuovamente sangue dello stesso colore dei suoi occhi; fissò la mano sporca e poi rimirò il cielo supplicandoli ancora una volta di dargli solamente un altro po’ di tempo, solo un giorno per poter rivedere il fratello e consegnargli ciò che aveva di più prezioso. Itachi si voltò lentamente mentre si copriva il viso con il suo lungo mantello. La dormiente fanciulla accanto a lui stava riaprendo gli occhi. La ragazza gemette al solo girare la testa per capire dove si trovava. Ancora era tutto sfocato, ancora un po’ nero, tutto ancora sembrava ruotare intorno a lei…e non si accorse della figura nemica che la fissava con freddezza. Ma quando la vista tornò, l’incontro dei suoi amabili occhi con quelli agghiaccianti dell’altro le fece spalancare la bocca e tremare tutta. Una sensazione di gelo la investì, i brividi si moltiplicavano a mano a mano che lei continuava a guardarlo, avrebbe tanto voluto distogliere lo sguardo, ma era troppo intenso, troppo travolgente. In quel momento nulla passò per la sua testa, solo quando il ragazzo batté le ciglia la sua mente ricominciò a ragionare: la stessa espressione, una somiglianza incredibile…oppure era davvero lui? Spontaneamente, senza pensarci troppo, sussurrò quel nome, una sola parola, ma pronunciata con sforzo, con incredulità, con tanta paura nell’animo:
- S…Sasuke…?-
Il sentir nominare suo fratello lo fece convincere che quella ragazza era veramente di Konoa, come era ben evidente dal coprifronte legato intorno al collo. Per di più conosceva Sasuke, si trattava allora di una sua compagna, un’amica, ma lui non poteva considerarla tale. Non le rispose, non un cenno, impassibile seguitava a fissarla. Non ci volle molto per far cambiare idea alla ragazza: no, non poteva essere lui. Ora che lo osservava meglio, era somigliante all’Uchiha, però si trattava di un’altra persona. Vide poi il suo abito, quelle nuvole, il nemico! Tremava, tremava, si vergognava terribilmente del terrore che dimostrava di avere, ma era inerme, da sola, con la morte di fronte ai proprio occhi…E lui la scrutava ancora divertito, un povero agnellino indifeso abbandonato da tutti, lasciato sotto le grinfie del lupo cattivo che era pronto per mangiarselo…
Ma i temibili occhi del lupo divennero poi quasi docili, ripensando alla situazione di colei che lo fronteggiava e con tono serio la interrogò sul perché era stata allontanata…lui aveva visto tutta la scena:
- La tua amica ti ha lasciata andare di proposito…lo sai questo?-
Lei sbiancò. Il calo improvviso della vista accompagnato dal gran senso di debolezza non le avevano permesso di capire cosa era successo. Solamente qualche ricordo confuso, la fatica del corpo, il viso della compagna che le diceva di non cedere…
- Non è vero! Tu menti!-
Riaffiorò nuovamente la sua grinta nascosta, ma che si spense subito dopo ricordando la sua situazione:
- Lei voleva salvarmi…- mormorò con il dubbio che iniziava ad assalirla
- Perché non è qui, dunque? Perché non è venuta a cercarti? -
- Lei non…- il pianto stava per sopraggiungere, ma lei doveva essere forte, doveva resistere. Si accorse che ancora stringeva tra le mani il guanto nero dell’amica, sporco di terra e di sudore. E poi la domanda che il suo interlocutore mai avrebbe voluto sentire arrivò:
- E tu allora perché mi hai salvata?- la testa che fino a quel momento aveva tenuta abbassata si levò e i suoi occhi limpidi per le lacrime incontrarono i tetri del nemico.
Il motivo per cui l’aveva recuperata? Nemmeno lui lo conosceva. Si trovava per caso là, passeggiava per la sua strada, incurante di ciò che lo circondava…Ma quando vide quel corpo precipitare a poca distanza da lui si sentì in obbligo di fare qualcosa. In quel frangente la sua parte umana era ritornata improvvisamente a galla…dopo tanto tempo il demone era tornato un uomo. Forse aveva agito per istinto, forse per curiosità, sapeva comunque di aver commesso una grossa sciocchezza. Ora aveva una seccatura alla quale doveva dare una risposta, un nuovo scoglio che gli stava facendo solo perdere tempo…Lui aveva fretta: il tempo a disposizione stava per scadere, i suoi “confratelli” erano vicini, pronti per portarlo nel loro regno, luogo dove avrebbe risieduto per sempre… Con gesto rapido le voltò le spalle e fece per andarsene:
- Fermati! Non posso lasciarti andare!-
Lui si arrestò, girandosi nuovamente verso la giovane, puntandole contro il suo sguardo assatanato, rosso di collera, rosso di malvagità….oppure no…era solo lo Sharingan che trasmetteva quell’orribile sensazione. Secondo lei era così. Fu per questo che senza più timore si alzò da terra con sforzo, gemendo per le ferite non del tutto guarite.
- Voi volete far del male a Naruto…io non posso permettervelo!-
Soffocò poi un altro lamento, toccandosi il braccio dolorante:
- E poi…gli ho promesso che lo avrei aiutato…lo aiuterò a portare indietro Sasuke…-
Il moro notò la sua determinazione, ma non avrebbe mai potuto farcela in quelle condizioni: quell’esile corpo avrebbe ceduto presto, la pelle era troppo nivea, il tremolio delle mani e delle gambe ne erano la conferma. Eppure aveva ancora la forza di stare in piedi, di ostacolare un nemico tanto temuto…perché aveva ben capito chi le si trovava di fronte: la somiglianza con Sasuke era netta, lo Sharingan una conferma, era lui, un ricercato di livello S…l’unico superstite del clan Uchiha.
- l’Uzumaki non è la mia priorità, non più…-
Una frase che la spaccò in due per lo stupore, spalancò talmente tanto gli occhi che le lacrime che tratteneva a stento fuoriuscirono rapidamente, marcando il suo pallido viso incredulo.
- Sasuke, ecco chi cerco. Voglio incontrarlo prima della fine…-
- Tuo fratello…vuoi uccidere pure lui?- chiese con voce tremolante accennando un passo in avanti.
Il silenzio li divideva. L’inquietudine in quel momento assalì la ragazza, una morsa dolorosa per quell’attesa di udire la sua risposta la stava torturando. Socchiuse per un secondo gli occhi cercando di riprendere il controllo, ma poi si sentì stringere fortemente la spalla e il suo corpo fu sbattuto addosso al muro roccioso dietro di lei. Itachi l’aveva afferrata, una presa dalla quale non sarebbe mai potuta sfuggire. Tenne gli occhi chiusi, il più a lungo che poté, ma poco dopo avvertì il suo respiro gelido al collo e la sua voce bassa, cupa, ma allo stesso tempo così sensuale:
- Guardami… - le sussurrò ad un orecchio per poi appoggiare la sua fronte con quella di lei
La poverina non tremava più, ma il terrore ancora persisteva nel suo animo…la sua ora era giunta. Ma le bastò aprire gli occhi per capire che si sbagliava.

- Quale è il tuo nome?-

Mai, mai lo aveva domandato alle sue vittime, un quesito insolito, insensato… dopotutto perché un assassino avrebbe dovuto chiedere una cosa del genere alla persona che stava per uccidere?
- Hinata…- rispose, fissando quegli specchi di sangue.
- Hinata…Aiuta Sasuke a fuggire da questo incubo…-   
Fu così che attivò una delle sue tecniche. Le illusioni erano il suo cavallo di battaglia. Facendola entrare nel mondo dell’illusione osservò come le sue palpebre si chiusero lentamente e pure le lunghe ciglia che resero quel movimento più soave e musicale. Appoggiò le sue membra con delicatezza contro la nuda roccia, sfiorandole i capelli che coprirono in parte le sue guance arrossate. Subito dopo si allontanò senza indugiare nella direzione dalla quale era venuto, per poter informare il compagno che la meta era pressoché raggiunta. Il lieve calore dei primi raggi solari colpì il nero mantello dell’Uchiha il quale si sentì in obbligo di arrestarsi per ammirare l’alba, l’ultima che sicuramente avrebbe visto. Infatti i suoi confratelli erano oramai alle porte, pronti a portarlo via, le loro ombre funeste già facevano capolino insieme a quelle dei primi animali svegliatisi e il loro richiamo echeggiava in quello spazio deserto, dimenticato da tutti.
- Datemi solo un altro giorno…- mormorò nuovamente mirando il sole d’orato che stava per sorgere. Quando il sole avrebbe raggiunto il punto più alto, quando avrebbe rischiarato tutta la piana desolata…ecco, sarebbe stata la stella più luminosa a dare il via alla battaglia!          
       





Voilà, l’ultimo capitolo prima del nuovo anno! Mi auguro vi sia piaciuto. Saluti grandissimi a tutti coloro che hanno la mia fanfiction tra preferiti o che comunque la leggono e in particolar modo a:

_Alechan: Ciaoooooooo!!! Ok, con l’ultimo capitolo ho proprio portato Sakura all’ultimo gradino della tua lista nera, immagino… Ma chissà che non ritorni su… Ti mando un bacione e buone feste!

_EroSennin425: Ehilà! Non ti preoccupare per le recensioni, so bene cosa significa essere stracarichi di cose da fare. Mi auguro comunque che continui a legggere la mia fic ^_^. Tanti auguri di buone feste!

_fenix of innocence: Scommetto che questo capitolo ti è paiciuto (vero? *trema impaurita della risposta*). Va beh, fammi sapere! E ancora tanti auguri!!!

_Lonely Angel: Oh God, ho paura di far morire qualcuno con tutti i colpi di scena che aggiungo a questa storia. Comunque ora Hinata sta bene... Ma…sarà veramente al sicuro? A te sta scoprirlo con i prossimi chappy! Buone feste!


Va bene, che dire se non augurarvi un buonissimo Natale, un felicissimo Anno Nuovo e anche una bella Epifania (anche se penso che ci “rivedremo” prima) e ancora grazie mille a tutti. Vi voglio bene!



Mewpower
       

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Capitolo 29
*** Lo scontro tra i due Uchiha ***


- L’ultima volta che lo abbiamo visto è stato qui, giusto?-
Neji e Naruto si trovavano esattamente nel punto in cui avevano sostato l’ultima volta, prima dello scontro con Deidara e il compagno…
- Esatto. E poi si è diretto da quella parte. -
L’Uzumaki indicò con il dito una stradina di ghiaia che si inoltrava verso il centro della foresta. I due così ripartirono nuovamente. Quella notte non avevano riposato per niente: per poter raggiungere la loro meta il più in fretta che potevano avevano pensato di non fermarsi mai, ma di proseguire con passo veloce, se non addirittura correndo, in quei tratti più facilmente percorribili. Il fatto era che entrambi erano preoccupati per la sorte del jonin scomparso…ma c’era pure un altro motivo. Il pensiero di aver lasciato le ragazze, li assillava duramente. Hinata non era ancora in ottima forma…quelli dell’Akatsuki avrebbero potuto approfittarne…c’era ancora Deidara in circolazione… Era ben evidente che Naruto stesse con la testa fra le nuvole: aveva in corpo uno strano presentimento, qualcosa non filava… Si arrestò di nuovo guardando la parte del sentiero appena percorso:
- Naruto, cosa c’è?-  gli domandò Neji anche se aveva già intuito a cosa pensasse
- Ho paura…- mormorò -…temo che sia successo qualcosa…-
Lo Hyuga fissò il biondo notando quanto stringesse i pugni, la sua percezione doveva essere davvero forte.
- Però ora dovrebbero trovarsi al Villaggio della Roccia…non dovrebbero esserci problemi. -
Naruto era sempre più convinto a tornare indietro.
-Temi per le condizioni di Hinata, giusto?-
Ma lui continuava a fissare il tragitto ancora cosparso delle loro impronte.
- Io…molto più di te!-
Partì spedito saltando da un ramo all’altro, dopo aver pronunciato quelle parole. L’Uzumaki si era voltato di scatto un po’ sorpreso, non tanto per essere stato lasciato indietro, quanto per ciò che aveva detto… Durante la sua lontananza da Konoa erano cambiate parecchie cose, quell’affermazione era l’ennesima prova. Fece un rapido scatto raggiungendo il compagno, ma senza aggiungere niente: non voleva distrarlo ora che aveva attivato il Byakugan.


Sudore, gocce fastidiosissime di sudore scorrevano lungo il collo dell’Uchiha, che attendeva impaziente l’arrivo del fratello da circa un giorno. Era convinto che sarebbe arrivato presto, molto presto, aveva una strana sensazione di frenesia addosso. Non avrebbe tardato a raggiungerlo. Il sole batteva forte, rovente, era ben alto nel cielo e i raggi solari colpivano aspramente la pelle del giovane, quasi per cercare di bruciarla…
Un soffio improvviso di vento fece alzare della sabbia, facendola ballare vorticosamente accompagnata da dei secchi fili d’erba che probabilmente erano rimasti fino ad allora coperti da quel velo d’orato di scaglie di roccia e rena. Sasuke ruotò lo sguardo accennando ad un sorriso maligno:
- Finalmente…-
Un’unica parola pronunciata con tutto l’appetito che aveva, fame di carne, voglia di poterla afferrare per poterla squarciare e gustare il momento in cui gli avvoltoi sarebbero sicuramente intervenuti per partecipare attivamente al banchetto…lui si sarebbe limitato a servirgliela e ad osservare la scena. Momento bramato da sempre, il motivo per cui ancora continuava a vivere, il suo scopo era proprio quello di vederlo esanime, lì, subito, senza perder altro tempo. Sfoderò la spada che portava dietro la schiena e la accostò a sé da una parte. Abbassò il capo per poterla vedere per l’ultima volta pulita, anche se leggermente opaca… L’avrebbe macchiata con il suo sangue, il turpe sangue del fratello e mai più l’avrebbe lavata…aveva intenzione di lasciare quella traccia per sempre, come lì pure nella sua mente, assaporare ogni minimo istante e poi infilzarlo, infilzarlo ancora, il colpo finale l’avrebbe sferrato con quella. A quel punto la buttò a terra e si rivolse all’altro che era rimasto immobile ad osservare la scena, cupo, con quell’espressione imperturbabile che lo caratterizzava:
- Combatteremo con le stesse armi…il mio Sharingan contro il tuo Sharingan!-
Si scagliò contro il fratello e una seconda folata asciutta investì il campo di battaglia: il mantello di Itachi ondeggiò violentemente e sembrò quasi abbracciare il fratello che tentò di sganciare un pugno diretto al suo viso. Mossa quasi impulsiva, troppo diretta, sapeva che non l’avrebbe mai colpito con un attacco del genere, ma si era lasciato prendere dalla foga, dall’eccitazione di averlo davanti, sicuro di come sarebbe andata a finire. Itachi lo schivò facilmente provando a sua volta a colpirlo con un calcio, ma erano nuovamente l’uno molto distante dall’altro. A quel punto i neri occhi di Sasuke iniziarono a tingersi di un altro colore: Sharingan attivato! Il ragazzo si guardò bene intorno premeditando un nuovo attacco…La cosa strana era che il fratello non si era ancora fatto avanti…sembrava pensieroso, poco concentrato… Decise di sfruttare l’occasione: fingendo di volerlo attaccare di nuovo direttamente gli saltò addosso accerchiandolo con molte sue copie. I movimenti di Itachi erano perfetti, difficili da prevedere nonostante l’abilità vantata dal loro clan, impossibile coglierlo di sorpresa. Una volta creduto essersi sbarazzato di tutte le copie il maggiore fra i due squadrò l’altro dicendo:
- Se continui così non avrai alcuna possibilità…- ma fu a quel punto che si sentì intrappolare le braccia e avvolgere i fianchi. Fili e fili attaccati a shuriken e kunai lo bloccavano interamente:
- Questo non è niente…- Sasuke osservava divertito la scena. Finalmente vedeva suo fratello in difficoltà, caduto in una tecnica assolutamente banale… - Vediamo come te la cavi –
Gli corse incontro sussurrando alcune parole:
- Tecnica del drago di fuoco…-
Prontissimo a sfoderare tutta la sua collera, a sputare tutto il fuoco che da anni bruciava la sua anima…eppure era ancora troppo presto…troppo bello per essere vero.
Flash, fu come un flash: in meno di un secondo Sasuke si ritrovò legato, avvolto dai suoi stessi fili, che fino a poco prima cingevano il fratello. Lo maledisse dentro di sé, esaminandolo mentre si avvicinava verso di lui. Una sostituzione aveva rovesciato tutto, Itachi libero di fare ciò che voleva e l’altro Uchiha in trappola…
“ Vuole usare…” Sasuke aveva previsto cosa avesse intenzione di fare. Itachi si accostò a lui e lo afferrò per i capelli:
- Possibile che ci caschi sempre?-

Non era la prima volta che lo metteva in quelle condizioni: prima dello sterminio del clan i due fratelli avevano a volte del tempo da trascorrere insieme: Sasuke chiedeva continuamente al fratello di farlo allenare o di scontrarsi con lui…piccoli duelli…nulla di pericoloso…anche perché il piccolo Uchiha sapeva bene che il fratello era un tipo che non ci andava leggero… Un giorno pensarono di lottare: uno scontro di pochi minuti, giusto quel poco che serviva per convincere il fratellino testardo che ancora non era in grado di battersi seriamente… Sasuke lo aveva messo con le spalle addosso ad un albero; stranamente Itachi si mostrava poco energico e lui ne voleva approfittare: lo aveva legato con dei fili agganciati intorno a degli shuriken…Itachi non si era ribellato. A quel punto gli corse incontro per poterlo colpire direttamente, ma fatti pochi passi si ritrovò fissato all’albero circondato dai suoi stessi fili…

Questo ricordo che credeva di aver cancellato gli ripiombò nella mente dopo quelle parole… Rabbrividì e si diede dello stupido: cadere nello stesso trucchetto…si era fatto prendere troppo dalla smania di voler concludere lo scontro il più in fretta possibile… Avrebbe poi trascorso molto più tempo ad assistere alle sue sofferenze finali…perché lui voleva esserci al momento in cui avrebbe spirato…ci avrebbe pensato il tempo a consumarlo, sarebbe morto lentamente, in seguito ai duri colpi da lui inflitti, naturalmente… Ma non era quello il momento di pensare già alla conclusione: se non si fosse liberato avrebbe di sicuro subito lui quella fine. Itachi lo aveva in pugno e non esitò un altro istante a usare lo Sharingan ipnotico:
- Tecnica della luna insanguinata  -
Una tecnica che avrebbe fatto tremare chiunque, famosa, conosciuta per gli orribili effetti che danno sulla vittima…eppure Sasuke non sembrava impaurito, bensì felice di riprovare quell’emozionante viaggio nella mente del fratello:
- Non mi deludere, Itachi!-  affermò sogghignando e socchiudendo gli occhi. Imperturbabile, saldo nella convinzione che questa volta non avrebbe ceduto: il suo Sharingan non gli incuteva più timore.





Ehilà! Sono ritornata! L’ultima volta devo aver messo paura a qualcuno, poiché credevate che avessi svelato il paring…ma in realtà non è così (c’è già un’altra mia fan fiction con questa coppia sarebbe monotono parlare della stessa pure qui). Ancora bisognerà aspettare qualche altro capitolo per poterlo sapere (me ancora intimorita di deludere qualcuno…)
Comunque mando un bacione a tutti coloro che stanno leggendo la mia storia e che l’hanno inserita anche tra i loro preferiti e in particolare:
_Alechan
_EroSennin425
_Fenix of innocence
_Loonely Angel
…che mi fanno sempre i complimenti, anche se non ne merito. Scusate, ma il mio tempo oggi è super limitato! Ancora grazie e alla prossima!


Mewpower


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Capitolo 30
*** Illusione rosso sangue ***


Quando il cielo si macchia di rosso e la luna sembra morire… Nuvole nere che viaggiavano in uno specchio di sangue assistevano l’Uchiha minore avanzante per quelle vie oramai deserte. Le strade che percorreva quasi sempre per andare a scuola, percorsi visti e rivisti, sentieri bui e tetri di notte, ma che donavano a lui tanti ricordi della sua vita infantile, quando tutti ancora c’erano, quando tutti ancora lo salutavano, quando tutti erano ancora vivi… Camminava per quelle vie dove una volta il clan Uchiha abitava e trascorreva in pace la propria esistenza, una quiete che sarebbe durata in eterno, un’armonia rotta dal sopraggiungere di uno di loro, un traditore che altro non voleva che portare dolore.
Si morse con forza il labbro inferiore ripensando a quel giorno di morte e di assoluta desolazione, ripetendosi ancora una volta la promessa che si era fatto:
- Mi vendicherò e ti farò provare tutta la sofferenza che hai fatto patire ad ogni tua singola vittima; avrai paura, soffrirai e sentirai quanto sarà amaro sputare il proprio sangue …Ma soprattutto la pagherai per avermi lasciato in vita solo per tua pura perfidia…capirai il tuo errore.-
Ripeteva ancora questo ritornello nella sua mente e continuava a vagabondare senza una meta, finché non scorse qualcuno correre velocemente, si trattava di un ragazzino. Preso dalla curiosità lo seguì di nascosto già sapendo a cosa andava incontro. Riconobbe la strada, ma soprattutto riconobbe quel bambino, capelli corvini, occhi del suo stesso colore, ancora ingenui, ancora inconsapevoli…
Si ritrovò a casa sua, da quanto tempo ne era rimasto lontano… Ma non si lasciò intrappolare nuovamente dai ricordi, non voleva stare ancora più male, non poteva mostrarsi debole proprio ora che si trovava nella mente del fratello, non doveva affliggersi ulteriormente… non voleva dargli quell’ennesima soddisfazione! Per questo rimase impassibile, freddo, al solo rivedere quella scena, quando lui da bambino apriva quella porta e assisteva allo spettacolo di sangue offerto da Itachi: i suoi genitori a terra, lui tremante e l’altro Uchiha, il responsabile della strage, di fronte a lui…
-Perché lo hai fatto?-
Se lo ripeté in continuazione quella notte.
- Perché, fratello?- il bambino era incredulo, con gli occhi sbarrati.

Sasuke sembrava non esserne colpito per niente. L’unico pensiero che lo toccava era quello di
uscire da lì, da quel flashback, solo per poterlo ammazzare.

E assistette nuovamente alla sua fuga, alle sue lacrime e rimembrò come la paura lo assalì quando se lo ritrovò davanti, stare a pochi passi dalla morte:
-Non uccidermi…-

L’umiliazione di aver detto quelle parole lo portò a mordersi il labbro di nuovo. E ancora quella promessa che si era fatto balenò nella sua testa, scuotendolo tutto e animando ancora di più il desiderio di vendetta. E riudire quelle parole, quelle appiccicose e tetre del fratello, prima che scomparisse, prima che se ne andasse per sempre dal suo luogo natio:
-Scappa, fuggi…-

Lo malediva ancora…il risentimento lo stava avvolgendo ancor maggiormente, una sensazione che quel giorno invece era sostituita dal terrore.

- E quando avrai i miei stessi occhi, torna da me!-

Ora li possedeva, era giunto il momento…perché non si faceva avanti, allora? Lui era pronto, mancava soltanto che Itachi si facesse avanti…
Ad un improvviso soffio di vento seguì un rumore di passi che fece voltare Sasuke con una smorfia schifata in volto:
- Sei un gran bastardo -
Itachi sorrise socchiudendo gli occhi per poi puntarli nuovamente verso il fratello.
- Volevo che tutte le emozioni di quella notte riaffiorassero in te… Ora tutto il tuo odio è finalmente venuto a galla…e sei pronto a combattere…-
Tutto sbiadì all’improvviso: le case, la luna, i morti per le strade… Erano tornati alla realtà, nella piana deserta, dove nessuno li avrebbe disturbati.
- Hai finito? – chiese scocciato Sasuke –Io voglio riprendere…-
Itachi non gli diede una risposta, si limitò a mettersi in posizione accennandogli di farsi avanti.



Neji spostò lo sguardo verso il compagno, stanco e indebolito: avevano cercato in lungo e in largo, avevano guardato ovunque, ma nemmeno una minima traccia del sensei, volatilizzato nel nulla. Era duro ammetterlo, ma non c’erano più speranze. Loro si erano sforzati con tutto se stessi, avevano faticato, avevano patito, avevano persino lasciato una parte del gruppo da sola per poter effettuare quelle dannate ricerche…che non avevano avuto la conclusione sperata. Lo Hyuga fissò a lungo il biondo, come lui stremato, ma ancora convinto di riuscire nell’impresa:
- Naruto, arrendiamoci…-
Quella frase lo infastidì non poco: lui non poteva arrendersi, mai lo aveva fatto. Guardandolo intensamente con espressione seria e profonda Naruto si limitò a scuotere la testa, per poi abbassarla e riflettere dove sarebbe potuto andare a cercare…
- Mi dispiace…-
Gli mise una mano sulla spalla rimirando i suoi occhi blu mare che ardevano ancora di fuoco, per nulla rassegnati, ancora convinti di poter andare avanti…Fiamme che si sarebbero spente poco dopo al solo parlare dell’amico:
- Cerchiamo almeno di fare in modo che non succeda nulla alle ragazze…-
Riaffiorò la preoccupazione che per un attimo era stata accantonata: Sakura e Hinata erano lontane, una di loro per di più ferita, forse avevano bisogno di loro…no, ne era convinto. Quel presentimento di pericolo era tornato a farsi sentire, era successo qualcosa.
Si grattò il capo sospirando un “Va bene” che rese Neji più sollevato, poiché era ardentemente desideroso di tornare da lei, dalla cugina ora distante, per poterla riportare a casa e poi parlarle…quante cose doveva dirle! I due si rimisero in viaggio ricominciando a percorrere la strada dalla quale provenivano, una strada ancora bagnata del loro sudore, una via faticosa, dura, che trasmetteva da una parte una vena di amarezza, ma dall’altra una vena di fiducia e di ottimismo per il domani. L’Uzumaki si voltò ancora una volta scrutando la radura dalla quale si allontanavano, contornata dal verdeggiante fogliame illuminato debolmente dai raggi solari, che erano in grado di filtrare dalla fitte chiome degli arbusti più alti:
- Addio, maestro…- mormorò quelle flebili parole cercando di trattenere la commozione per quella cara persona creduta perduta.


L’aria che si respirava avrebbe stroncato chiunque. L’afa e l’alta temperatura rendeva tutto più difficile, l’ossigeno sembrava essere sull’orlo dell’esaurimento, la polvere alzata dallo strisciare dei piedi dei combattenti  riduceva il raggio entro il quale era possibile scorgere i movimenti dell’uno e dell’altro combattente. Sasuke teneva testa al fratello senza dover ricorrere a chissà quali tecniche, ma la voglia di testare il suo Mangekyou Sharingan lo assaliva follemente. Però Itachi era un tipo che non si sarebbe fatto cogliere alla sprovvista facilmente, farlo cadere in quella tecnica non era impresa da poco. Un’ idea rischiosa gli passò per la mente, un piano che sarebbe potuto riuscire…ne era sicuro, sapeva di essere in grado di contrastare lo Sharingan dell’avversario. Così fece uno scatto verso di lui provando a colpirlo con un pugno. Mossa inutile, alquanto sciocca. Itachi parò il colpo tentando di attaccarlo a sua volta: una serie di colpi veloci e precisi vennero parati per poi essere di nuovo lanciati. Pareva che si eguagliassero, la forza fisica non mancava loro di certo. Quando però Sasuke fu capace di svincolarsi sfoderò una tecnica che il fratello conosceva bene:
- Tecnica della palla di fuoco suprema!-
Da una prima scintilla una fiammata di dimensioni stratosferiche apparve sotto gli occhi di Itachi che si trovava troppo vicino, la poca distanza che lo separava dall’’altro non gli avrebbe permesso di parare il colpo. Inghiottito dalle fiamme Itachi scomparve dietro quello sfondo rosso acceso che perdurò fino a quando Sasuke non cessò di soffiare. Strizzò gli occhi: la luce generata dal fuoco era stata davvero forte e inoltre il sole brillava proprio di fronte a lui impedendogli di vedere al meglio. Nonostante tutto notò che del fratello non c’era rimasta traccia, nemmeno un minimo segno. Ma avvertendo un lieve rumore alle sue spalle, si girò di scatto senza fare in tempo a schivare la presa dell’altro Uchiha:
- Vuoi proprio morire allora…- gli disse fissandolo e tenendolo ancorato al suolo.
Sasuke non si ribellò affatto, anzi era proprio questo ciò che attendeva: cadere nell’arte illusoria dell’altro…solo così poteva dimostrare quanto fosse diventato forte. Itachi si diede subito da fare attivando lo Sharingan Ipnotico:
- Stavolta non ne uscirai illeso…-
- Fai pure…- intervenne poi l’Uchiha minore – e preparati a morire-.


In una frazione di secondo Sasuke si ritrovò scaraventato in un'altra dimensione, composta da solo luce rossa, proveniente dalla spettrale luna dello stello colore. Il terreno era cosparso di croci nere,  inquietanti, mezzi di tortura usati per le vittime. Stranamente però lui non si trovava legato ad una di quelle, ma ne era completamente circondato. Inoltre sembrava che per lui non ci fosse più posto: ad ogni croce era incatenata una persona, tutti suoi conoscenti…Credeva di poterlo ancora far soffrire facendo assistere alla loro morte. Il solito e stupido giochetto. Questa volta non vi erano soltanto i famigliari: tra di loro scorse anche un’altra figura, che non poteva più considerare amica…Nonostante tutti fossero colorati in nero, lui riconobbe immediatamente quella buffa testa arruffata, quei vestiti, quei segni sul viso…L’ex compagno di missioni, era stato scelto pure lui dal fratello come prossimo capro espiatorio, ma Sasuke oramai non sembrava mostrare alcun accenno di dispiacere. Alla fine si era trasformato, era diventato come lui: freddo, distaccato, eternamente cupo e insensibile. In quell’attimo avvertì il sopraggiungere di qualcuno alle spalle e una gelida lama gli toccò il collo:
- Bravo…-
Era chiaro chi fosse.
- La sete di sangue ti anima…mi piace.-
Come pensava non poteva muoversi, tutto il suo corpo si era trasformato in un macigno.
- Sei cresciuto fratellino…adesso queste non servono più.-
Tutte le immagini di fronte a lui scomparvero all’improvviso. Ora rimanevano solo lui, il fratello e laluna.
Avvertì come la lama strisciò fino a lasciare il suo collo, una sensazione sgradevole che avrebbe messo i brividi a chiunque, ma non a Sasuke. Era pronto e deciso ad affrontare il peggio. Dopo pochi secondi il fiato gli mancò di colpo portandolo a spalancare la bocca senza il minimo lamento. Il suo nero corpo era rimasto immobile naturalmente, solo un fiume dello stesso colore dava dinamicità alla scena, scorrendo dal braccio fino ai piedi, macchiando così il terreno scarlatto di un liquido stomachevole e dal cattivo odore. Si rese conto che poteva muovere anche gli occhi e si accertò quindi di ciò che era successo: una fessura alla spalla, uno squarcio per nulla modesto, la prima ferita, la prima soddisfazione per Itachi. Un dolore acuto lo colpì subito dopo in corrispondenza di una gamba: stavolta ci aveva messo davvero forza e sentì molto bene come la lama fosse penetrata accuratamente, girando una, due volte per dare maggior enfasi a quell’entrata. Forse vergognandosi di essersi introdotta così sgarbatamente in un corpo estraneo, l’arma affilata si ritirò lentamente procurando maggior sofferenza, prolungando il tormento di quella perforazione. Sasuke strinse i denti, ma senza lagnarsi, alternando lunghi respiri per non perdere il controllo. Itachi mirava la scena compiaciuto, convinto che avrebbe ceduto presto. Gli si mise davanti pronunciando poche parole prima del colpo più doloroso:
- Resisterai pure a questo?-
Con impeto infilò la lama tagliente in corrispondenza dello stomaco facendo sgranare gli occhi al fratello inerme ancora con la bocca spalancata, ma senza mostrare cedimento. Un filo di sangue cominciò a fuoriuscire dalla bocca della vittima mentre il ventre sembrava deformarsi al solo girare dell’arma su sé stessa. Quando tutta fu fuori Itachi rimirò il sangue che la sporcava mostrandosi soddisfatto e infine spostò lo sguardo sul fratellino per provocarlo maggiormente. Ciò che invece poté vedere fu l’inquietante e strano sorrisino dell’Uchiha. Sasuke mosse gli occhi al cielo dando sfogo all’ irrefrenabile bramosia che aveva, sogghignando malignamente, nonostante la sua situazione e le sue condizioni…ma era tutto previsto. Itachi aspettò che lui gli desse una risposta di quel comportamento stravagante e alla fine:
- Secondo te…- mormorò Sasuke – tu saresti in grado di resistere…a questo mio stesso dolore?-
Domanda che lo stroncò di botto, facendolo subito capire, sapeva cosa stava per succedere, ma bastò meno di un secondo che la scena si rivoltò completamente a svantaggio del maggiore degli Uchiha.   





Eccomi di nuovo!!! Finalmente, non ce la facevo più a stare lontano da tutti voi! Ma ora posso finalmente pubblicare il…cosa?! Sono stupefatta… Già il trentesimo capitolo?
Va beh, meglio passare ai saluti:
akatsukina fur immer
 Alechan
 AmyGoku
bleachnaruto
 ChibiGoku
 crybaby92
 Crystal Alchemist
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 EroSennin425
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 Liby_chan
 Lisa Kanzaki
 Lonely Angel
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 naruxhina
 Nilan
 PetaloDiCiliegio
sakuraehinata
sandgaara
sonny
Targul
 titans
 trasgressione93
 Tsukiyama
 __JUN__
…ma un ringraziamento particolare va a:

_EroSennin425: Hinata,dici? No, non è con lui, pare proprio che l’ha lasciata in quella caverna…ma chissà se non apparirà in seguito… Grazie ancora per i complimenti, sei troppo gentile^ ^. Fammi sapere come ti sembra questo cappy! Bye,bye!

_ Fenix of innocence: Hihihihihi! Prima di conoscere il paring finale dovrai aspettare un altro po’…ma non ci vorrà tanto! Alla prossima!

_Lonely Angel: Il duello fra i due Uchiha si intensifica sempre più…ma chi avrà la meglio? Uffa, vorrei tanto svelartelo, ma così ti rovinerei il finale! Abbi un po’ di pazienza e lo scoprirai. Ciao!!!

_ bleachnaruto: Davvero hai letto la mia fanction tutta d’un fiato? Wooooow!!! Me felicissima che ti sia piaciuta!!! Mi auguro di non deludere le tue aspettative e mille grazie per l’incoraggiamento! A presto!

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Capitolo 31
*** Colpi su colpi ***


Silenzio assoluto, rosso ovunque, solo due macchie nere sporcavano quello sfondo di sangue. Itachi si ritrovava là in mezzo, circondato da una miriade di copie dell’avversario. Non era più in grado di muoversi, come un blocco di pietra assisteva a ciò che era successo, sorpreso, colpito, ma non lo lasciava intravedere. Il suo viso non trasmetteva più da tempo alcuna emozione, da quel giorno, dopo la strage, non manteneva altro che quell’espressione di indifferenza, di vago sdegno, di sicurezza, che però infastidiva a morte il fratello. Sogghignando ancora Sasuke rimirava l’altro Uchiha, caduto nella sua stessa illusone, fiero e pronto a schernirlo:
- Ora sarai tu in grado di resistere?- e con impeto trafisse lo stomaco dell’altro, in contemporanea con un’altra decina di copie.
L’Uchiha maggiore si incurvò in avanti, soffocando un lamento alquanto invogliante per l’altro combattente. Sì, ora pure lui soffriva, finalmente poteva sentirlo gemere seppur poco. Avvertì come il sangue iniziò a scolare lungo la spada che aveva in pugno imbrattando la sua mano e parte del vestito. Fremeva al solo pensiero di averlo in pugno e di potersi divertire a torturarlo come meglio preferiva. Per questo estrasse subito la lama dalla sua carne e lo ferì nuovamente colpendolo alle gambe, procurando dapprima dei graffi e poi facendo di nuovo penetrare la lama, oramai sporca completamente, ma secondo Sasuke ancora troppo poco…


Finalmente i due ninja di Konoa si trovavano alle porte del Villaggio della Roccia, luogo dove avrebbero sicuramente ritrovato le loro amiche. Avevano detto loro di aspettarli per tre giorni, trascorsi i quali poi avrebbero potuto riprendere il cammino verso casa… Quello era il terzo giorno e chissà, si domandavano, se si erano di già incamminate. Così non esitarono a chiedere alle sentinelle che lì sostavano se per caso avevano visto uscire in mattinata due ragazze forestiere.
- Due ragazze, dite?... A dir la verità è da circa due mesi che non si vedono più forestieri al Villaggio…Preferiscono starne lontani a causa della guerra che…-
Un colpo al cuore fece sobbalzare Naruto, rendendolo agitato e facendolo sudare freddo.
- Ma ne siete proprio sicuri?- chiese Neji sgranando gli occhi e poi voltandosi verso il compagno come per ottenere il minimo conforto.
- Lo sapevo…- solo questo riuscì a sussurrare l’Uzumaki con lo sguardo fisso nel vuoto: il suo presentimento era stato confermato. Alle ragazze era successo qualcosa e loro non avevano potuto fare niente. Senza pensarci oltre corse via in direzione opposta da dove provenivano.
- NARUTO, FERMATI!-
Chiamata inutile, nulla poteva fermarlo. Nella testa del biondo non vi era altro che un unico eco che continuava a ripetergli di cercarle e di correre verso quelle pianure deserte, dove Sakura e Hinata si erano divise, dove i due fratelli Uchiha si stavano affrontando, dove il pericolo più grande lo stava attendendo.


Stringeva i denti ad ogni colpo, ma manteneva comunque la sua fermezza. Nulla sembrava spezzarlo, mai la debolezza lo avrebbe prevalso.
Sasuke aveva perso la furia, la grinta che metteva in ogni attacco, nonostante la vista di quel liquido viscido lo mettesse in estasi…perché mai aveva visto il sangue del fratello. Sangue che ora sembrava essere il suo, poiché colante dai suoi vestiti e macchiante della sua pelle… Lo guardava dall’alto, l’Uchiha maggiore per la prima volta in ginocchio, a testa bassa, lui era più forte, lui era il vincitore…pareva esserlo…ma tutto svaniva quando poi rialzava il capo e lo fissava con quella dannata espressione sulla faccia che diceva:

-    Sei uno stupido,fratellino…-

E lui continuava a percuoterlo, senza più l’uso della spada e si compiaceva del filo di sangue che gli scendeva dalla bocca…quella bocca che non sorrideva più da tempo, ma che lì, in quel momento, accennava un riso di soddisfazione. Sasuke strinse i pugni e arrestò quei continui attacchi:
- Non hai più scampo…stavolta è la fine!-
- Una Controillusione… - intervenne Itachi fissandolo nuovamente – degna di mio fratello…-
Una provocazione che rese furioso il moro avversario, aveva ancora il coraggio di parlare... Preparò un pugno caricando all’interno la sua rabbia, tutta quella che aveva in corpo:
-Io non ti considero più mio fratello!!!- gridò Sasuke mostrando il fuoco che ardeva in lui e lanciando il colpo senza esitazione. Prima che potesse colpirlo però Sasuke si ritrovò a mangiar polvere, proprio nel vero senso della parola: dopo un flash improvviso l’Uchiha si ritrovò a grattare il duro terreno in roccia di quella piana per un lungo tratto fino a che non si arrestò. Come se qualcuno lo avesse lanciato o comunque colpito tanto violentemente da far strisciare il suo corpo per un bel po’. Restò a terra per qualche attimo accorgendosi poi che la luna rossa era sparita e al suo posto vi era un’incredibile sfera luminosa circondata da minuscoli brillanti…la vera luna regnava nel cielo fattosi oscuro, la notte era giunta. Si destò toccandosi la guancia arrossata e mugugnando la sua insoddisfazione. Era riuscito a liberarsi dalla sua illusione e inoltre lo aveva anche colpito, la collera lo stava rendendo pazzo. Innanzi a lui il fratello lo osservava e lui faceva lo stesso. Entrambi feriti, entrambi un po’ barcollanti. Il Mangekyou Sharingan comportava un’immane spreco di energia e un rischio per i loro occhi. Soprattutto per Itachi…

Eppure continuò ad usarlo più di una volta e la stessa cosa fece l’altro: mai si era assistito ad un uso così sconsiderato e massiccio di questa abilità! Ma nessuno dei due si fermò mai: illusione su illusione, l’uno riusciva a svincolarsi dall’altro, ancora illusioni e poi controillusioni. Due stupidi, direte voi, due imprudenti…no, sapevano bene quel che facevano e decisi a concludere quella battaglia continuarono a lungo di questo passo finché…un colpo acuto di tosse fece bloccare la vivacità dello scontro. Piantò con forza un piede a terra tappando con una mano la bocca per soffocare quell’attimo di fragilità del suo organismo. Tossì nuovamente sangue, ma non lo fece vedere al minore, che intanto fissava impensierito quel gesto:
“Che gli prende adesso? Forse è per lo Sharingan…”
Lui non conosceva la verità…
Mise la mano macchiata all’interno dello scuro mantello ridotto ad un cencio, la gloriosa veste dell’Akatsuki, una delle organizzazioni più temute, si era trasformata in uno straccio sporco e madido, la grandezza ridotta al putrido; e con una mossa rapida lo sbottonò completamente e lo fece cadere a terra. Era pronto ad impegnarsi sul serio.
La stanchezza cominciava a farsi sentire per entrambi, nessuno si azzardò ad usare la propria abilità per un po’, contando sulla sola potenza fisica, sperando di riuscire a recuperare il minimo indispensabile di energia per poter adoperare nuovamente il loro jutsu. La fantastica luna di quella sera faceva da riflettore a quell’epico conflitto, mentre le stelle applaudivano ad ogni colpo, ad ogni mossa portata a segno, ma soprattutto per l’emozioni che i due combattenti regalavano loro. Oltre a quei minuti puntini dorati anche l’ombra misteriosa dal mantello rosso e nero assisteva compiaciuto alla battaglia, curioso e impaziente di scoprire il vincitore; ma poco più in là un’esile figura scrutava la scena rimanendo nascosta dietro un masso. Tremava ad ogni colpo, fissava i due, ma poi tornava a voltarsi e guardare altrove. Era in ansia, impaurita, temeva di vederlo perire, aveva l’anima in pena e avrebbe tanto voluto intervenire. E continuava ad osservare aspettando il momento propizio, pregando nel frattempo che tutto si concludesse alla meglio…

La vista iniziò ad offuscarsi, mettendolo per un attimo in ansia: Sasuke si strofinò gli occhi con un rapido gesto, strizzandoli poi le figure tornarono ad essere nitide. Ritornò in posizione pronto ad un nuovo attacco. Itachi era immobile non eccessivamente distante da lui con lo sguardo a terra, un po’ perso, rifletteva. L’Uchiha non esitò oltre e partì spedito contro di lui, afferrandosi il polso, concentrando nella mano tutto il chakra possibile. Scintille, poi saette azzurre, elettricità cerulea che emetteva uno strano suono, un verso animalesco, come tanti cinguettii acuti, rapaci pronti a scagliarsi sulla preda, attacco violento e infallibile:
- Tecnica dei mille falchi!- si gettò su di lui usando questa tecnica, imparata tanto tempo fa, ma alla quale era molto legato, mostrando i denti stretti e gli occhi carichi di furia. All’ultimo secondo Itachi sostituì la sua immagine con una copia, azione talmente rapida che all’inizio Sasuke quasi crebbe di averlo realmente centrato, potendo avvertire come la sua mano penetrasse nel corpo di lui, come i suoi falchi si fiondassero sulla pelle per maciullarla tutta… E invece dopo una folata di polvere che gli fece perdere momentaneamente le sue tracce, si accorse che lui in realtà si trovava in cima ad un ammasso di pietre là accanto pronto per sfoderare un’incredibile ninjutsu. Il suo Mangekyou Sharingan era più vivo che mai:
- Amaterasu
Un’unica parola per dare il via ad una delle scene più belle che lasciano senza fiato. Dai piedi di Itachi partirono due strisce di fuoco che cominciarono a divorare il terreno, indirizzate verso l’Uchiha minore. Durante il tragitto le fiamme si suddivisero: da due a quattro, poi otto, dieci, venti lingue di fuoco rivolte verso un unico obiettivo, fuoco che da scarlatto si accinse a tramutarsi in nero, tenebrosa e agghiacciante tonalità che colse di sorpresa l’avversario, sbalordito dall’aura demoniaca che sembrava circondare quella tecnica. Quando furono vicine le fiamme si alzarono avvolgendo il ragazzo rimasto immobile e come una morsa lo ingoiarono continuando a propagarsi tutt’intorno e a bruciare, incendiare, nonostante l’assenza di fresca vegetazione quel fuoco portato dal demonio era in grado di infiammare qualsiasi cosa e avrebbe continuato…per sette giorni e sette notti…questa era la potenza dell’Amaterasu.






Ciaoo! Allora, come al solito non ho tempo di scambiare quattro chiacchiere con tutti, ma vi continuo a ringraziare per il semplice motivo che mi sopportate e anche per i commenti che lasciate! Mi auguro che la storia vi intrighi sempre più! Bene, passiamo ai saluti:

Alechan: Ehilà! Non ti preoccupare se non hai recensito il capitolo precendente, anzi mille grazie per continuare a farlo! Fammi sapere che ne pensi di questo cappy!

EroSennin425: Ehehe, Sasuke e Itachi fanno proprio scintille insieme... credevi Itachi più buono? Ma...chi può dirlo! Non posso svelarti niente, ma presto tutto si chiarirà! Ciao,ciao!

Lonely Angel: Ciao! Per la prossima parte romantica dovrai aspettare un po' (ma si tratta davvero di pochissimo tempo), ma arriverà... Oddio, non vorrei deludere nessuno...ma ho paura!! Ehm...non dare peso a ciò che dico! Ogni tanto ho la mia coscienza che fa qualche scherzo! Ok, dopo questa ti saluto!

Un mondo di ringraziamenti anche a coloro che hanno la mia fanfiction fra i prefriti e alla prossima!
Mewpower


    

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Capitolo 32
*** Morte e inferno ***


Il fumo stava peggiorando le cose: già di per sé la notte limitava il raggio di veduta e ora che era entrato in gioco anche quella nebbia intossicante il respiro si faceva sempre più affannoso. Itachi ammirava lo spettacolo di fiamme cercando con lo sguardo il fratello che ne era appena stato avvolto. Era convinto, non poteva sbagliarsi…era ancora vivo. Cercò di nascondere il sollievo scorgendo i suoi capelli corvini illuminati dalla vampa principale che perdurava a bruciare…cosa stava consumando, se non l’avversario? Sasuke aveva imparato una tecnica da Orochimaru, molto complessa, ma i suoi sforzi erano stati appagati, ora aveva salva la vita. Tecnica della Sostituzione del Serpente, questo era il suo nome. Si fece avanti allontanandosi da quella fastidiosa fiamma che rischiarava il campo di battaglia: parte del suo abito era bruciato, la scollatura era scomparsa, scoprendo l’intero petto bagnato di sudore e in alcuni punti scottato. Respirava a fatica, indebolito dopo aver usato la tecnica del Sannin, ma anche per lo shock subito, l’impeto di quelle fiamme lo aveva fatto preoccupare.
- Stanco?- chiese Itachi imperturbabile, ma pure lui con i chiari segni della stanchezza addosso.
- Vuoi scherzare?- grugnì l’altro dandosi una spinta e scagliandosi di nuovo verso di lui. Il maggiore fece lo stesso e ancora fuoco! Entrambi scagliarono due palle di fuoco supreme con tutta la forza e con grande grinta, andando ad ingrandire il rogo che aveva sostituito la piana solitaria. L’una alla pari dell’altra, il calore scioglieva i loro corpi, le due sfere scarlatte erano entrate in collisione, ma la potenza era la stessa e nessuna sembrava voler permettere all’altra di colpire l’Uchiha che la utilizzava. Uno scoppio fece fermare quella tempesta di vampate: le due palle di fuoco esplosero trasformando il campo di battaglia in un mare rosso, illuminando il cielo tanto da cancellare per un attimo le costellazioni e i satelliti presenti, generando un refolo d’aria bollente che rese la situazione ancor più infernale.


Udendo il boato, Naruto si arrestò alzando la testa: il vento che fino a poco prima lo accarezzava ora sembrava pungerlo come tanti aghi incandescenti. Gli parve che la volta celeste si fosse per un frangente rischiarata, qualcosa di talmente luminoso era stato capace di farlo. Quella piccola sosta permise a Neji di raggiunger il compagno, ma non aveva tempo per rimproverarlo:
- Un esplosione…di dimensioni notevoli…-
Il biondo deglutì con forza stringendo i pugni:
- Che diavolo succede ?-
Stavolta fu Neji a precederlo, convinto che il pericolo era proprio dietro l’angolo:
- Andiamo! Se le ragazze hanno proseguito il cammino dovremmo incontrarle prima o poi!-
L’altro gli corse dietro, ancor più preoccupato, la situazione stava per peggiorare.


Una distesa di fiamme, l’inferno era giunto in terra. Il suolo continuava a bruciare imperterrito, era fuoco demoniaco, nero come la pece, inquietante e distruttivo. Sasuke era steso a terra, con gli occhi chiusi. Grattando la terra, cercò di muovere le gambe. Facevano male, erano coperte di lividi. Aprì con lentezza gli occhi, appiccicosi e pesanti. Vedeva sfocato. Provò a drizzarsi, ma sembrava inutile. Ad ogni suo sforzo le costole crocchiavano l’una dopo l’altra, rotte o no dolevano. Stava male, ma non conosceva le condizioni dell’altro. Per questo doveva rialzarsi e accertarsi che fosse ferito, magari morto…no, troppo bello per essere vero. Trattenendo un gemito, si mise in ginocchio, ansimando con forza e sudando, continuava a tenere la testa bassa. Il polverone alzatosi velava la visuale, il fumo nero contribuiva a mascherare le figure lì presenti, agevolando il lavoro ad una di queste. Uno strisciare rassicurante, qualcosa si avvicinava, non era solo, erano numerosi. Riconosceva quel rumore, ci conviveva da tanto tempo, ma era confuso, un po’ anche per quel fastidioso calore che lo faceva soltanto star peggio, ma soprattutto non capiva il motivo della sua presenza. Cosa ci faceva lì? Se c’erano loro ci doveva essere anche lui. Il sibilo si faceva vicino, molto vicino. Il moro riuscì a malapena a voltare la testa dolorante e che perdeva sangue: viscidi rettili, candidi e corvini, lo stavano circondando. Minacciosamente fischiavano contro il ragazzo che intanto li fissava impensierito: erano veramente del maestro! Stordito cercava di allontanare da sé l’idea che volessero attaccarlo. Perché mai? Eppure lui conosceva bene il motivo, anche se lo aveva sempre nascosto, faceva finta di non essere a conoscenza dei piani del Sannin. Ma non c’era altra spiegazione, ciò che temeva stava per compiersi: Orochimaru voleva il suo corpo e quello era il momento migliore per approfittarne. Si diede dello stupido, si era fatto cogliere alla sprovvista, sapeva che doveva stare attento, ma la brama, la frenesia di combatter contro l’odiato fratello aveva preso il sopravvento…e ora stava per pagarne le conseguenze. Provò a tirarsi in piedi, ma le gambe non lo reggevano più, tremavano come le sue mani e sanguinavano, poiché cosparse da mille tagli e indebolite dagli attacchi illusori dell’altro Uchiha. I serpenti gli si accostarono maggiormente con l’intento di morderlo, glielo si leggeva in quegli occhietti vispi e satanici e anche nel modo in cui incurvavano il corpo quasi per ipnotizzare la preda. Era quello il suo destino? Dopotutto se l’era cercata.
- Dannazione…- mugugnò debolmente capendo che oramai non riusciva a muoversi.
Era finita per lui. Le fiamme avrebbero fatto da sfondo, la pianura infuocata sarebbe stata la sua tomba e il fratello forse gli avrebbe fatto compagnia…
Un’improvvisa vampata nera scavalcò le altre facendo prendere fuoco a tutti i rettili che stavano per assalire  la preda. Per la sorpresa Sasuke spalancò gli occhi al solo vedere il fratello in piedi di fronte a lui con i pugni chiusi e lo sguardo stanco, ma ancora pronto ad attaccare e ad uccidere. Il minore lo fissava incredulo, ma l’altro non mirava lui, bensì di fronte a sé:
- Orochimaru…- mormorò con tono amareggiato.
Una figura si fece avanti fra le fiamme: i lunghi capelli scuri che quasi cadevano di fronte al viso insieme alla pallida carnagione rendevano l’essere cadaverico, un morto ritornato in vita alla ricerca di qualcosa…alla fine possiamo dire che fosse proprio così. Se non si fosse sbrigato avrebbe rischiato di morire…doveva prendere Sasuke.
Quando si fece vedere interamente si scoprì che in realtà non camminava con le sue gambe: il corpo completamente nudo si trovava all’interno di una bocca, l’ingresso per la cavità orale di una bestia, di nuovo un serpente, ma stavolta dalle dimensioni spropositate tanto da riuscire ad ingurgitare un centinaio di uomini se non più… Quello che trasportava il Sannin era il maggiore, ma quando la  fitta nebbia si dilatò in maggior misura fu possibile vedere cinque teste di cinque mostruosi rettili squamosi che mostravano denti affilati pronti a mordere. Strisciavano a raso terra con l’intento di assalire la preda all’improvviso, ma il vento aveva incominciato a tirare rovinando il piano dell’animale. Fu così che la creatura dalle numerose testa si rizzò in tutta la sua grandezza, l’Uchiha non era altro che una pulce al suo confronto.
- Da quanto tempo, Itachi Uchiha…- disse lui mascherando la fatica che lo affliggeva – non mi sembri in gran forma per combattere…meglio così-
Senza aggiungere altro si catapultò su di lui. Itachi fu in grado di schivarlo numerose volte, impresa incredibile e assai difficile, eppure ne fu capace anche sfruttando le numerose rocce là presenti che gli permettevano di sparire dalla sua vista per qualche attimo. Colpi su colpi, Orochimaru continuava ad attaccare imperterrito, l’animale continuò a lungo a distruggere ciò che lo circondava. Itachi stranamente non sembrava voler passare all’offensiva. Un’altra raffica di vento riportò ancora fumo e polvere al centro del campo di battaglia…Con rapida mossa Orochimaru scomparve dalla vista del moro portando con sé la bestia: si guardò intorno a lungo, senza scorger nulla, finché sentì smuovere la terra sotto di lui.
“Possibile che…?
Il Sannin si rifece vivo sbucando dal sotto suolo con un violenza pazzesca stavolta non accompagnato più dal mostro. Impugnava una lunga lama con entrambe le mani sudate e tremolanti, deciso però a centrare l’obiettivo, che era proprio di fronte a lui, troppo vicino per esser nuovamente evitato:
- Addio!-

Una lunga lama, prima limpida, ora completamente macchiata di un oleoso liquido vermiglio, penetrò il corpo di colui che intendeva colpire. Una mossa fulminea, incredibilmente travolgente da lasciare chiunque senza fiato. Sasuke aveva gli occhi sgranati, ma aveva mai ammirato una cosa del genere. Un tenue chiarore circondava la vittima e il suo assalitore. Un’atmosfera magica, coinvolgente, il tempo pareva essersi fermato. Sfilò l’arma bianca dal suo petto con un gesto preciso, mentre le membra si accasciavano al suolo prive di alito di vita.
- Addio, Orochimaru.-
Il corpo del ninja leggendario era a terra, inchinato alla potenza del suo avversario, disteso ai piedi della creatura mostruosa che lo aveva pugnalato. Itachi non si era sporcato le mani direttamente, ci aveva pensato la sua creatura, un essere dotato di armatura, spada e scudo, un cavaliere al suo servizio. L’Uchiha minore, ripresosi da ciò che aveva visto, capì che il fratello era in possesso del jutsu più potente, niente a che vedere con lo Tsukuyomi o l’Amaterasu…quello che aveva di fronte era il Susanoo. Orochimaru poteva considerarsi morto. In verità però era stato trasportato in un’ altra dimensione dove regna un genjutsu eterno, almeno lì, Itachi ne era sicuro, non avrebbe più nociuto ad alcuno. La portentosa creatura sembrava non tanto un essere concreto, ma un misto tra fantasma e demonio, tra nebbia e luce, incuteva terrore eppure nascondeva un non so che di rassicurante. Fatto sta che non rimase lì per molto, anzi svanì poco dopo aver portato a termine la sua missione, compiaciuto di rientrare nell’occhio del padrone.
Itachi mosse lo sguardo verso il suo reale avversario: Sasuke era ancora a terra, senza più fiato e forze, incapace di reagire, incapace di pensare… Anche lo Sharingan lo aveva abbandonato e i suoi occhi erano tornati scuri e bui, spenti dell’ardore di andare avanti nel combattimento. Fece un solo passo verso di lui bloccato nuovamente dalla debolezza. Stavolta non trattenne l’impeto del colpo di tosse che si fece chiaramente sentire e notare: la sua mano si dipinse interamente di rosso, il sangue straripò in buona parte e colò per il braccio  macchiandoglielo in gran parte. Quello che avrebbe pensato il fratello dopo quell’ennesimo gesto non gli importava: dopotutto lo scontro stava per concludersi e lui stava per andarsene per sempre. Il terzo richiamo dei demoni portatori di anime si fece risentire: un ululato agghiacciante che mise timore anche alla luna, che intanto tentava di nascondesi dietro le nere nubi che filavano spedite nel cielo notturno. La sua voce quasi del tutto smorzata dal dolore riecheggiò nelle orecchie del fratello per l’ultima volta:
- Ora mi impossesserò dei tuoi occhi…-
E si avviò verso l’Uchiha seduto, appoggiato ad una roccia, convinto che la sua ora fosse oramai giunta.




Whaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Scusate l’urlo da esaurita cronica, ma ne avevo bisogno! Finalmente sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo e ho fatto pure concludere lo scontro tra i due Uchiha…è stata dura descrivere le pene del mio personaggio preferito (vabbè oramai vi posso dire che si tratta di Itachi), ma…siamo sicuri che la faccenda si concluda così? Ehehe, a voi scoprirlo con il prossimo cappy!
Un saluto particolare va a:

_EroSennin425

_Lonely Angel

_Alechan

…che mi lasciano sempre un commentino (scusate non posso rispondervi uno ad uno: comunque grazie per avermi detto cosa ne pensavate del capitolo precedente…ne ero certa che l’espressione “le stelle applaudono” avrebbe suscitato queste reazioni, ma ci ho provato^_^); ma un salutone pure a tutti gli altri:

akatsukina fur immer
 Alechan
 AmyGoku
bleachnaruto
 ChibiGoku
 crybaby92
 Crystal Alchemist
 danachan94
 dcran
 EroSennin425
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 Kirara_chan
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 Liby_chan
 Lisa Kanzaki
 Lonely Angel
 magic_girl95
 naruxhina
 Nilan
 PetaloDiCiliegio
sakuraehinata
sandgaara
sonny
Targul
 titans
 trasgressione93
 Tsukiyama
 __JUN__

…Mi auguro di non aver dimenticato nessuno!
Ok, alla prossima!!!

Mewpower

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Capitolo 33
*** Addio ***


Un fulmine a ciel sereno. Una voce invocante il suo nome fece per un attimo scuotere l’animo dell’Uchiha morente.
- SASUKE!-
Itachi si bloccò di colpo, capendo che le cose stavano peggiorando… Si voltò lentamente mostrando la sua faccia malconcia al nuovo arrivato, i due nuovi arrivati. La testa bionda dell’Uzumaki fu la prima cosa che giunse ai suoi occhi stanchi, irrequieti, preoccupati. Naruto era arrivato appena in tempo, scrutava l’ex compagno di missioni a terra e poi spostò lo sguardo sull’altro ancora in piedi, ma ridotto come lui.
- Non ti avvicinare a Sasuke!- gridò nuovamente mostrando i pugni chiusi.
- Non ti intromettere moccioso…- disse il moro guardandolo minacciosamente.
- Naruto, siamo due contro uno, calmati…- Neji cercò di far ragionare il compagno pronto a lanciarsi contro l’Uchiha che stava per finire l’amico.
- Stupidi, non vi conv…- ancora un attacco di tosse che lo mise stavolta in ginocchio.
Itachi non ce la faceva più, eppure non poteva fermarsi, era a pochi passi dal suo obiettivo finale, Sasuke era lì, doveva assolutamente andare da lui, almeno riuscire a sfiorarlo, gli bastava carezzarlo…
Uno spiraglio di luce, il primo faceva capolino da dietro le montagne che si scorgevano all’orizzonte, il nuovo giorno stava per iniziare e il tempo dell’Uchiha maggiore concludersi. Una nebbiolina di polvere ancora volteggiava nell’aria così come anche il fumo nero conseguenza delle fiamme dell’Amaterasu che avrebbero continuato ad ardere ancora per molto… Le prime ombre si facevano avanti, seppur esili e poco definite…tra queste quella di un ragazzo giunto in quel momento sul posto, di cui tutti si erano dimenticati, nessuno avrebbe mai previsto la sua entrata in scena proprio in quel momento… Male avevano fatto a dimenticarsene, perché stava per diventare lui il motivo principale del loro nuovo affanno. Una ciocca di capelli che dondolava qua e là, un passo stanco, un corpo ferito, ma un sorrisino di gioia malvagia, per nulla rassicurante, splendeva sul suo volto leso da un pugno di incredibile potenza… Il vederlo dopo il loro combattimento di qualche giorno prima fece riaffiorare il terrore nella mente dell’Uzumaki.
- Che ci fa lui qui?-
Togliendo la mano dal braccio rotto, la spostò sulla fronte per proteggersi dai primi raggi solari e rimirare meglio i presenti:
- Bene, bene…- sogghignò con soddisfazione – quattro piccioni con una fava…-
Itachi rizzò il capo senza, però, alzarsi da terra e con tono sconvolto:
- Deidara?!-
Il biondo fece di sì con il capo:
- Che bello, posso non solo sbarazzarmi di te, Itachi…ma pure del moccioso della Volpe e del tuo fratellino adorato!-
- Che diavolo dici? E all’organizzazione cosa racconterai dopo?-
- Nulla, considerando che sono tutti morti! Pain se ne andato e anche Konan sembra aver fatto lo stesso…-
Itachi sapeva bene di quanto Deidara lo odiasse: non solo era stato lui a costringerlo con la forza ad aggregarsi all’Akatsuki, ma per farlo lo aveva anche umiliato di fronte a tutti ed era questo ciò che più bruciava al Nukenin della Roccia…
- Ridotto come sono…non credo che potrò fare più niente…e poi quando mi ricapita più un occasione del genere! Ahahahahahah!-
Partì così una risatina diabolica da mettere i brividi. Con il braccio ancora funzionante cominciò a logorare la divisa scoprendo il petto. In corrispondenza del cuore vi erano dei fili di chakra che tagliò all’istante aprendo una cavità, un’altra bocca. Infondendo chakra e argilla all’interno di essa delle linee cominciarono a disegnarsi sul suo corpo, strisce di color blu mare lo stavano ricoprendo del tutto:
- Questo è il mio ultimo spettacolo, gente! Godetevelo!- esclamò guardando le future vittime della sua tecnica più distruttiva.
- Vuole farsi esplodere!- affermò Neji scrutando l’avversario con il Byakugan.
- Cosa?!- strillò Naruto guardando sconvolto l’amico. – Vuole autodistruggersi…?!-
Un vortice di vento cominciò ad avvolgere il biondo artista, girando armoniosamente intorno a lui come a rendere più elegante possibile la sua esibizione, la più bella…dopotutto l’arte doveva essere esplosiva!
Preso dall’impulsività, spinto a fare qualcosa si scaraventò verso Sasuke, in modo tale da poterlo allontanare dal Nukenin, in modo tale da cercare di salvarlo, anche se sapeva che era tutto inutile…ma voleva forse stargli vicino, almeno dirgli un’ultima cosa prima di morire, o magari sentiva la necessità di non abbandonarlo nemmeno in quel caso…Naruto non lo avrebbe mai lasciato solo. Arrivato nello stesso punto in cui si trovava pure Itachi,che si trovava ancora accucciato al suolo e incapace di reagire, si sentì afferrare la maglia e mentre perdeva l’equilibrio si accorse che era stato Neji:
- Stai giù!- gli gridò prima della fine.
Una luce bianca, un lampo che partì dal folle suicida si propagò tutt’intorno, rendendo lo sfondo paesaggistico di un unico colore, rendendo tutto l’ambiente cieco. Un assordante rombo di distruzione ruggì con ira e voglia di annientare qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino. La terra si levò al cielo, il cielo divenne terra, il sole timoroso di essere colpito indugiò prima di farsi completamente vedere, di sorgere da dietro le montagne, troppo lontane per essere ferite. L’esplosione fu immensa e non risparmiò nessun animale nel raggio di dieci chilometri, nessun arbusto, la vita era stata completamente azzerata. Quando i primi colori ritornarono a dipingere la distesa deserta ciò che era accaduto fu chiaro: un incredibile cratere aveva sostituito l’immagine di Deidara, il cui corpo era stato completamente spazzato via, nessun resto. Le fiamme nere dell’Amaterasu nonostante tutto persistevano, anzi erano diventate di proporzioni gigantesche, veri muri di fuoco che con energia continuavano ad incendiare…il nulla. Iniziarono a precipitare dal cielo frammenti di roccia, nati dall’erosione della terra e delle rocce là intorno, pioggia di detriti di tutte le forme piombavano al suolo percuotendolo…fino a che uno di questi non colpì qualcosa. Un cespuglio d’orato riemergeva dalla terra, in parte sotterrato, ma ancora in salute. Lo dimostrò il fatto che quando un sasso gli finì sopra quest’ultimo vibrò tutto e una faccia sporca e ferita riaffiorò in superficie tossendo. Con lentezza si alzò ancora stordito dal terribile rumore e con la vista appannata. Vedeva sfocato, ma vedeva. Era ancora vivo!? Nonostante tutto era riuscito a salvarsi, aveva qualche taglio, ma era ancora in quel mondo. Avvertendo un leggero mormorio dietro di sé si voltò scorgendo il compagno Neji sotto ad un cumulo di macerie. Si precipitò su di lui accorgendosi che aveva gli occhi aperti e respirava:
- Neji, stai bene?-
- Sì…- rispose con affanno- aiutami a tirarlo fuori.-
Tirare fuori chi? Sotto ai detriti insieme a lui vi era pure Itachi…
- C...cosa è successo? Come facciamo a…?- domandò poi incredulo
Neji lo fissò con gli occhi stanchi:
- La Rotazione suprema…è lei che ci ha salvati…-
La sua tecnica era riuscita a contrastare un’esplosione tanto violenta… La potenza dello Hyuga era incredibile… Naruto doveva la vita all’amico.
- Grazie…- disse lui con un po’ d’imbarazzo.
- Come ci comportiamo con lui?- riprese subito Neji squadrando l’Uchiha in fin di vita. Fu in quel momento che Naruto si ricordò dell’amico:
- E Sasuke? Dov’è?!-
Ansia, afflizione, il timore di averlo perso… Si guardò intorno turbato, sudando freddo: le fiamme nere che continuavano ad ardere li circondavano e gli impedivano di scorgere gli oggetti più lontani. Ma ad un tratto un ombra scura, massiccia, non era una sola persona, erano in due, immagine lontana, affatto nitida, appariva fra il fuoco demoniaco facendo sperare per un attimo il giovane Uzumaki. Bruciavano minacciose, bocche scarlatte dei cerberi infernali che con gli artigli avvolgevano e ferivano chiunque si avvicinasse loro. Ma Naruto doveva scoprire se là dietro c’era il suo compagno, perché non poteva lasciarlo solo, aveva promesso che l’avrebbe portato a casa…vivo…sì, era ancora vivo, imprigionato in quella gabbia di fuochi! Corse verso quel muro, ma fu fermato da un’ esclamazione:
- No, Naruto!-
Quella voce, quella soave voce…
- S…Sakura?!-
Ebbene sì. Accostandosi di poco scorse a malapena una ciocca rosea e il coprifonte dell’amica…
- Che ci fai qui…?- domandò timoroso non capendoci più niente.
- Ero qui molto prima di te…- il tono era spento, malinconico, non sembrava neppure lei.
- Svelta vieni fuori! Le fiamme stanno crescendo!-
- Non temere…C’è Sasuke con me…non ho paura…- la sua voce era priva di forze…
- E come sta?...Come avete fatto a…-
-Dorme…L’ho protetto con una barriera particolare che mi ha insegnato Tsunade…-
Non proseguì, le parole le se fermarono in gola.
- Stai piangendo…?-
Calde lacrime di dolore iniziarono a scendere dalle sue guance brutalmente scottate dalle selvagge vampate. Provò a strozzare i singhiozzi e con loro anche la verità…
- È morto, Naruto…come Hinata è morto anche lui…-
Si chinò con il corpo maciullato dalle fiamme sull’Uchiha spirato, la cui pelle era già sbiadita, ma manteneva la freschezza nonostante il calore atroce che li fasciava. Due frecce dritte al cuore, due colpi mortali e acuti che lo spezzarono all’istante. Le gambe quasi cedettero, il cuore a stento continuava a battere…
- Cosa…?- la voce gli andò via e con lei anche ogni luce che lo animava. Gli occhi divennero cupi a poco a poco, mentre la bocca tremolante lasciava uscire parole insensate e incomprensibili. Un’altra persona era sbiancata, incredulo di fronte a quanto detto: Neji aveva assistito alla scena e cercava con lo sguardo un appiglio, che lo sostenesse, che lo confortasse…non poteva credere che la cugina fosse scomparsa e che non l’avrebbe mai più rivista…no, non ci credeva. Ciò che lo fece star ancora più male fu il vedere discendere delle lacrime sul viso del biondo amico, una pioggia incontrollabile e che mai immaginava di poter osservare. Non riusciva neanche a concepire con la fantasia un Naruto piangente. Ma l’angoscia era immensa, il mondo gli era crollato addosso in pochi secondi, la morte di due cari amici che non era stato capace di difendere. Piangeva silenziosamente senza lamentarsi, solo un farfugliare di parole e lo sguardo fisso contro il fuoco ardente, che saliva e saliva e offuscava sempre più l’immagine della rosa a poca distanza da lui. Lo Hyuga ammirava la drammatica scena, ma aveva la testa altrove: il nome di lei rimbombava in lui, il suo candido viso, le sue tenere mani, tutto cancellato in un colpo, chissà come, chissà da quando…Si morse il labbro talmente tanto da renderlo violaceo e si interrogava sul perché, perché proprio a colei che meno meritava di fare quella fine…
Come per rispondergli, come se fosse stata capace di intravedere i suoi pensieri dai limpidi specchi afflitti, Sakura trattenne con sforzo le lacrime confessando la sua colpa:
- È successo tutto per causa mia…non sarebbe morta se non fosse stato per la mia impulsività, per la mia follia…- non ce la fece a continuare.
Avrebbe voluto aggiungere un altro fattore, il peggiore fra tutti che l’aveva portata a quell’orrido gesto…la gelosia. Ma era impaurita dalla reazione di lui, il quale sicuramente più teneva alla piccola Hyuga, non ebbe il coraggio di affrontarlo, ma almeno era riuscita a dichiararsi come la responsabile. Una lingua rovente sfiorò pericolosamente la guancia del biondo facendolo come svegliare dall’incubo di quel tormento, illuminando per un attimo il buio che lo circondava e lo rendeva esanime.
- Non…non può essere vero…- mormorò lui asciugandosi di fretta le gocce di pianto – non è stata colpa tua-
Ma lui non poteva capire, non avrebbe mai capito.
- Invece sì, Naruto-kun…- continuò lei accennando un amorevole sorriso – e non merito altro che morire…-
A quell’ultima affermazione Naruto sgranò gli occhi riuscendo ad intravedere la ragazza tra l’incendio, cosparsa da violenti solchi dovuti al calore insopportabile e contornati la orribili crosticine tendenti al marrone:
- Ma che dici? Forza, vieni via di lì!- accennò un passo per avvicinarsi, ma la voce di lei lo fermò nuovamente:
- Non ti muovere!!!-
La decisione e la grinta che la caratterizzavano erano tornate a galla, ma poi ripiombò il rimpianto:
- Per favore, lasciami qui…almeno così potrò stare con lui…-
Da quel punto non disse più nulla, non fece più una mossa. Naruto aveva perfettamente intuito come stavano le cose: lei non avrebbe mai abbandonato lui, perché c’era Sasuke al centro dei suoi pensieri, l’unica cosa che la lasciava in vita era lui ed ora che non c’era più proseguire ad esistere sarebbe stato un inferno. Adesso le cose erano chiare pure a Sakura: lei voleva bene a Naruto, davvero molto, ma era Sasuke colui che veramente amava, con il quale voleva trascorrere il resto della sua esistenza…per sempre. L’Uzumaki scorgeva i due amanti abbracciati l’uno all’altro e il cuore sorrideva. Almeno loro sarebbero stati felici, perché insieme, uniti per l’eternità… ma lui…
Una vampata maggiore fece indietreggiare di un passo il ragazzo che per l’eccessivo calore si coprì il viso, cercando di non distogliere mai lo sguardo dai due amici oramai quasi inghiottiti per intero dalle fiamme. Il nero fuoco danzava armoniosamente accompagnando la partenza dei due ninja, che avrebbero dovuto affrontare un viaggio lungo, ma che li avrebbe portati alla felicità che da tanto desideravano. La passerella di fiamme di faceva sempre più accesa, l’ora di incamminarsi era giunta. Con voce calma, ma intrisa ancora di lacrime, la rosa salutò i compagni con il sorriso sulle labbra:
- Perdonatemi…addio!-
La morsa incendiaria ricoprì definitivamente i due, costringendo Naruto ad allontanarsi da loro. La temperatura era eccessiva da sopportare. Fuggendo dalla gabbia di fiamme il biondo rimirò per l’ultima volta quella prigione che si ridusse lievemente una volta consumati i due prigionieri. Un soffio di vento rinfrescò il corpo accaldato del ragazzo, un piacere momentaneo destinato a concludersi presto, troppo presto. Neji non disse nulla. Si limitò ad abbassare il capo, pregando per quelle anime che avevano appena intrapreso un lungo cammino, pregando per la cugina, sempre con il cuore incredulo e per niente convinto. Naruto spostò gli occhi al cielo osservando come una leggere banda di fumo, dal colore più chiaro rispetto alle altre, volteggiasse allegra verso le nuvole dalle sfumature arancio. E con un ultimo sospiro, con un’ultima lacrima, salutò pure lui i suoi cari:
- Addio, amici miei-



Eccoci giunti al capitolo più tragico della storia...rileggendolo mi sono quasi commossa (devo ammettere che mi è piaciuto) e mi auguro che anche voi possiate giudicarlo positivamente. Fatemi sapere! Ok, passo subito ai saluti:

_neji4ever: La mia fanfiction ti piace? Sono contentissima! Possiamo dire che la tua vendetta contro Sakura in questo capitolo si è realizzata (anche se è un po' brutto a dirsi...) Va beh, ciao, ciao!

_ EroSennin: Davvero ti ha fatto uno strano effetto il Susanoo? Beh...sinceramente lo conosco solo per via manga e forse ci siamo fatti delle opinioni differenti^^. Comunque ancora mille grazie per le recensioni che lasci!!!

...un saluto anche a coloro che hanno la mia fanfiction tra i preferiti e cioè:
akatsukina fur immer
 Alechan
 AmyGoku
bleachnaruto
 ChibiGoku
 crybaby92
 Crystal Alchemist
 danachan94
 dcran
 EroSennin425
 ery twohands
 GoHaN
 Helkamirie
 Hinata1992
 HoneyDei
 ila_sabaku
 kaitlee90
 Keru
 Kirachan95
 Kirara_chan
 kuroda9540
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 Lele 91
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sakuraehinata
sandgaara
sonny
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 __JUN__

E che dire se non alla prossima e a tutti i miei auguri di Buona Pasqua!!!!!  
Mewpower

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Capitolo 34
*** Colui che deve pagarla ***


L’atmosfera di pace creatasi fu subito disturbata dal sopraggiungere di colui che da tempo era lì, curioso di scoprire il vincitore tra i due fratelli Uchiha. Si fece avanti tra le fiamme in modo irruente, per nulla rispettoso di quell’attimo di contemplazione verso i morti, ma a lui cosa importava. Anzi entrò in scena con tono infuriato, seccato:
- Quel deficiente di Deidara! Proprio ora doveva arrivare!-
Naruto e Neji si girarono verso di lui sconvolti, i pericoli non erano finiti. La veste nera dalle numerose nuvole rosse erano segno evidente della sua appartenenza all’Akatsuki, ancora lei, la generatrice di tutti quei guai.
- E tu chi saresti?- chiese Neji con tono da sfida
- Chiamatemi pure Tobi, signori-
Arancione, era questo il colore che rispecchiava su quella veste così scura. La strana maschera che indossava incuteva un certo timore, non era affatto rassicurante. Su di essa vi erano strane righe che insieme componevano un vortice, un inquietante vortice che quasi ipnotizzava. Erano a malapena visibili i capelli scuri e arruffati, dall’altezza a dalla voce si dimostrava un uomo maturo.
Con gesto lento si tolse il copricapo in paglia, appoggiandolo poi a terra con delicatezza. Il fuoco là intorno rendeva tutto poco nitido, ma una particolarità, seppur piccola non sfuggì agli occhi dei ragazzi: una minuscola fessura lasciava intravedere un occhio, solo uno, ma impregnato di sangue, scarlatto…
- Lo Sharingan…?-
Lo stupore glielo si leggeva in faccia.
- Attento Naruto, non è un tipo da sottovalutare-
Neji si accostò al compagno, pronto ad attaccare all’istante.
- Fermi, fermi, chi vi ha detto che voglio combattere?- mise le mani avanti per enfatizzare la sua affermazione – io non voglio voi.
Confusione più assoluta. Non comprendevano più nulla.
- Vorrei soltanto l’Uchiha…posso?-
I due si voltarono verso Itachi steso a terra, apparentemente morto.
- A dire il vero intendevo prendere Sasuke, ma sembra proprio che ci abbia pensato qualcun altro a rovinare tutto…-
- Tu con lui non vai da nessuna parte!- Naruto bloccò l’uomo con sguardo severo, intuendo che le sue intenzioni non erano affatto buone.
- Uzumaki, ti conviene ascoltarmi…-
- No…- intervenne anche Neji facendo un passo in avanti.
Sospirò l’individuo mascherato, capendo come stavano le cose.
- Mi costringete a farvi fuori, allora…Peccato! E io che volevo lasciarvi ancora in vita per un altro po’…ma alla fine meglio catturare subito la Volpe…così da pensare al resto-
Tutti e tre in posizione. Un nuovo duello stava per iniziare.


Un calpestio frettoloso e affannato che si faceva sempre più forte. Fu quello a disturbare il sonno dell’Hokage che sonnecchiava sulla sua scrivania. Quella notte aveva dormito a stento, agitata da qualcosa, un brutto presentimento nell’animo l’aveva fatta rivoltare più di una volta nel letto, facendole trascorrere la notte in bianco. E neppure lì, sul quel tavolino riempito di scartoffie, non riusciva a rilassarsi. Nervosa e preoccupata alzò di scatto la testa al solo spalancarsi della porta:
- Signorina Tsunade! C’è un problema!- esclamò Shizune piombando nella stanza con il fiatone.
- Lo sapevo- sussurrò a bassa voce l’Hokage e poi rivolgendosi all’assistente – di che cosa si tratta?-
- Riguarda il team guidato da Kakashi…uno dei componenti ha riportato gravi ferite in seguito ad una lotta e inoltre…pare che lo stesso Kakashi sia scomparso. Chiedono aiuti per la ricerca.-
Tsunade fissava seria colei che parlava, tenendo le mani sotto il mento: se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa.
- Manda subito una squadra speciale in loro soccorso – disse aprendo il cassetto e tirando fuori una semivuota bottiglietta di saké – anzi, chiama anche una squadra di ninja medico e vai pure tu con loro…-
Quelle parole corsero rapidamente alle orecchie di Shizune così come pure il fiume di liquore che scendeva in fretta fino a depositarsi in un bicchierino.
- Crede che sia davvero grave la situazione?- domandò quest’ultima con lieve timore.
Avvicinò la tazzina alle bocca rubino intenta a sorseggiare:
- Ho paura…- confessò il tormento che l’attanagliava -…sento che è accaduto il peggio…-
Posò quel freddo vetro sulle labbra, ma uno scricchiolio la fermò appena in tempo. In quell’istante il bicchierino si spezzò in due e goccia dopo goccia il saké iniziò a colare giù per il collo. Shizune era rimasta immobile ad osservare quello strano caso e poi mirò la bionda donna pure lei salda a contemplare quel che era accaduto, con sguardo sorpreso e velato di terrore. Con lentezza collocò ciò che rimaneva del piccolo recipiente sulla scrivania in disordine accorgendosi che un minuto frammento le si era conficcato nel pollice della mano e una sottile linea di sangue percorreva quel dito dolorante. Nascose il ribrezzo che provava, distogliendo lo sguardo dalla ferita e con gesto deciso incitò l’assistente a sbrigarsi:
- Forza, non c’è tempo da perdere!-
Questa uscì dalla stanza correndo, abbandonando l’Hokage ai suoi pensieri. Era disgustata, ma non più per il sangue: era capitato l’irrimediabile, l’amarezza di non conoscerne i dettagli la faceva star peggio, l’orrore per il solo pensiero la rendeva imprigionata in un mondo nero e terrificante…
Il venticello mattutino spostò qualche foglio da sopra il suo tavolo, così come pure i suoi capelli aurei legati in due soffici ciocche. L’albero che fronteggiava la finestra dello studio tentennò lievemente facendo cadere gli ultimi petali colorati che lo adornavano. Uno solo di questi fu capace di accedere in quella stanza, il più piccino, il più delicato, che volteggiando graziosamente finì sulla spalla della donna che teneva il capo chino. Un contatto impercettibile, ma che per lei fu ben evidente. Si toccò la spalla massaggiandola, accarezzando quel petalo con vigore, con sentimento…come se una mano si fosse posata su di lei, come se quest’ultima appartenesse ad una persona a lei ben nota, la quale era passata a salutarla prima di andarsene per sempre, un gesto per confortarla di quell’addio. La percezione di quel profumo floreale talmente familiare la convinsero della sua presenza in quella stanza…cosa alquanto impossibile, eppure pareva proprio essere così. Interrompendo quello sfregamento, si destò dalla poltroncina affacciandosi alla finestra. I capelli si smuovevano gentilmente spettinandola e intanto ammirava il cielo ancora tinteggiato da qualche venatura rosea, stessa tonalità della sua capigliatura…tutto le ricordava lei e l’apprensione cresceva. Si era lasciata impressionare dalla notizia appena giunta oppure era davvero lei…era veramente la giovane allieva?


Una miriade di copie si scaraventarono contro l’avversario: Naruto voleva toglierlo di mezzo il più rapidamente possibile, anche se era convinto che non sarebbe stata una cosa semplice. Infatti con velocità incredibile, bastarono pochi colpi per eliminare tutti quegli insetti, per schiacciarli al suolo, per far loro capire sin dall’inizio chi era il più forte. Tra di loro c’era pure l’originale che si ritrovò a terra, leggermente ammaccato. Nel frattempo Neji scrutava con il Byakugan il nemico, rimanendo turbato per l’immensa disponibilità di chakra che possedeva. Sarebbe riuscito ad invocare chissà quali mostri, a mettere in atto chissà quali tecniche… lo preoccupava soprattutto il fatto che possedesse lo Sharingan che, come del resto stava dimostrando al biondo sfidante, gli avrebbe permesso di vedere in anticipo tutte le loro mosse. Però erano in due contro uno e anche se non in perfetta forma, potevano sconfiggerlo insieme. Si precipitò pure lui sull’uomo mascherato provando a colpirlo con il Juken, cosa per niente facile. La velocità dei suoi spostamenti era notevole, si trattava di un uomo esperto, abile, seppur strano…
Quasi riuscì a colpirlo, ma poi quello lo sorprese con una copia comparsa all’improvviso da dietro le alte fiamme dell’Amaterasu e gli sganciò un calcio alle spalle. Lo Hyuga si voltò, però, con un agile movimento impedendogli di colpirlo e toccandolo a sua volta, facendolo scomparire. Dietro di lui l’altro Tobi era scomparso, nessun segno di lui.

Naruto nel frattempo rialzatosi si guardò intorno, rimanendo perplesso: dove erano finite tutte quelle vampe, quel caldo atroce, il cielo azzurro, la…terra? Si strofinò gli occhi credendo di sognare, eppure intorno a lui regnava l’assoluto buio, le tenebre lo avevano divorato. Toccò il suo corpo, poi il suolo invisibile su cui sembrava camminare, alzò la faccia al cielo, tutto si era colorato di un nero inquietante. Si spostò credendo di trovare un’uscita, pensando a cosa poteva essere accaduto e l’idea di essere piombato in un’illusione dell’avversario fu la risoluzione più logica alla quale giunse. Il fatto però che non si vedesse nessuno, che non si avvertisse il minimo spostamento d’aria, il solo essere in quel luogo tetro e senza vita, rendeva il suo cuore pesante e ancor maggiormente afflitto…ora i suoi compagni spirati erano forse nella sua stessa condizione? Una volta chiuso gli occhi avrebbero più visto un chiarore? O sarebbero rimasti avvolti nelle tenebre per l’eternità…? L’angoscia si stava impossessando di lui, riprendersi dopo la scomparsa dei suoi più cari amici sarebbe stato più duro del previsto… Una morsa furiosa avvinghiò il suo braccio generando un piccolo lamento soffocato dalla sorpresa di non scorgere nulla…una seconda stretta lo fece girare da una parte, ma ancora il vuoto… Un ultimo male, stavolta in corrispondenza del petto lo fece torcere su sé stesso, stringendo la maglia e cercando di capire il perché di quel dolore…
- Senti la sofferenza?-
Quella voce riecheggiò tutt’intorno facendo sgranare gli occhi all’Uzumaki.
- Dove sei?-
Naruto aveva riconosciuto la voce, che aveva potuto udire solo poche volte, ma non poteva di certo dimenticare quella del nemico.
- Dove mi hai portato?- disse non ricevendo risposta dopo la prima domanda
- Sei in un luogo dove non c’è più luce, dove non vi è più speranza, né vita…-
Grugnì il biondo non capendo tutti quei giri di parole:
- Mi hai intrappolato in un’illusione, giusto?-
- Perché la definisci così…in questo modo sminuisci tutto il suo vero valore…non si tratta di un comune trappola…-
Una nuova fitta colpì il ragazzo facendolo tentennare e abbassare il capo.
- Ti sei mai domandato cosa si prova quando si muore?-
Domande sempre più strane e sconfortanti che lo riportavano ad aspri ricordi…
- Entrano in gioco una serie di turbini di emozioni, vortice di prostrazione, amarezza, delusioni per la propria vita, una squallida vita nella quale non si è stati capaci di realizzare i propri sogni…non si è stati in grado di viverla veramente…magari neanche per propria colpa…bensì a causa di qualcun altro…una persona della quale ci fidavamo, ma che poi ti pugnala alle spalle o ti abbandona…fa cessare ogni speranza…ogni desiderio di andare avanti…Ti promette chissà quali cose all’inizio…aiuto, conforto, amicizia…e poi manca alla parola data.-
Il nemico sembrava scavare nei pensieri dell’Uzumaki che nel frattempo rifletteva su quelle parole, frasi che alla fine rispecchiavano ciò che, secondo lui, probabilmente avrà pensato Sakura, se non Hinata… Lui le aveva lasciate, non aveva fatto niente per loro quando erano in pericolo, quando Hinata si è addormentata per sempre, quando Sakura se ne è andata tra le fiamme… Aveva in questo modo permesso che le loro vite venissero troncate, i loro progetti per il domani, tutto quello che avrebbero voluto fare un giorno, aveva in qualche modo aiutato la morte a compiere quel che bramava…portare via altre anime innocenti… E la promessa che aveva fatto? Quella per la quale aveva tanto lottato?  Un impegno che non aveva mantenuto, non solo nei confronti di Sakura, ma neppure nei propri. Con Sasuke era svanita la speranza e la felicità di una ragazza, non potendolo riavere in terra ha preferito seguirlo in cielo… Per sostenerlo in quella folle ricerca un’altra ragazza era scomparsa, ragazza che non aveva niente a che fare con quella storia, ma che si era offerta lo stesso, voleva con tutto il cuore fare qualcosa, era sempre pronta ad impegnarsi e mai avrebbe mollato…perché sapeva quanto lui tenesse a quella missione…e forse l’aveva anche condizionata…forse l’aveva spinta a fare più del dovuto…era colpa sua…
- Dopotutto è lo stesso modo in cui ti sei comportato con i tuoi amici, Naruto -
Sobbalzò, la sua riflessione fu interrotta dal riprendere di quella voce, che pronunciando quella frase lo fece spaventare, intimorito dalla verità, dalla tranquillità del suo tono, dall’evidenza di essere stato lui stesso il vero responsabile della loro fine…
- Li hai spinti a sacrificare sé stessi, li hai resi nervosi e ansiosi di sbrigarsi perché eri tu il più avido, il più convinto a rischiare, il più deciso a non arrendersi anche nelle condizioni più dure…hai voluto troppo ed ora non hai più niente…-
I brividi correvano per le sue vene e uno strano colorito nauseante lo ricoprì per intero. Tremava e sembrava voler urlare, ma non ne era in grado: la sua gola era inspiegabilmente secca e a fatica riusciva a deglutire, ingoiare la saliva era come ingerire un macigno, impossibile da mandar giù, ed era convinto che se ci fosse riuscito gli si sarebbe fermato in gola impedendogli di respirare…provocandone la morte. Nome che non riusciva più a tollerare…
- Sei stato la causa di tutto…la loro rovina…Non c’è proprio giustizia a questo mondo, non credi? I tuoi compagni hanno dovuto patire le pene dell’inferno prima di lasciare questo terra…e tu, il responsabile, sei colui che meno a sofferto alla fine…Non mi sembra giusto…-
Levò gli occhi al cielo, come se stesse parlando con l’Onnipotente, direttamente a lui…
- Che cosa posso fare, allora? Come posso tornare indietro?- si fermò cercando di resistere alla lacrime e poi a voce più alta – Come posso fare per riportarli qui?-
Qualche secondo di silenzio prima della risposta del “Dio”:
- Non c’è un modo…puoi soltanto raggiungerli…solo così ti farai perdonare-
Convinto, per nulla dubitante. Naruto era certo di essere stato lui il malvagio di quella storia, colui che aveva spinto gli amici a farsi del male, colui che aveva avuto tutti i mezzi per proteggerli, ma che non li aveva utilizzati, colui che non era stato in grado di riportare sulla retta via il giovane amico stordito dalla mania di vendetta…sicuro che fosse davvero lui la persona che dovesse pagarla nella maniera più spietata!


Ciao a tutti! Scusate l’attesa, ma…è sempre la stessa storia! Beh, la situazione qui si fa sempre più strana e agghiacciante… Naruto vuole pagarla…ma cosa vorrà fare di preciso? E se lui è nell’illusione, riuscirà Neji a cavarsela da solo? Ci stiamo avvicinando alla resa dei conti, oramai non manca più molto (e un po’ mi dispiace…*piange*). Va beh, ma ancora dovrete sopportarmi per un altro po’^_^!
Saluti a:    


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19 - Kirachan95
20 - Kirara_chan
21 - kuroda9540
22 - Lebron
23 - Lele 91
24 - Liby_chan
25 - Lisa Kanzaki
26 - Lonely Angel
27 - magic_girl95
28 - naruxhina
29 - Nilan
30 - PetaloDiCiliegio
31 - sakuraehinata
32 - sandgaara
33 - sonny
34 - Targul
35 - titans
36 - trasgressione93
37 - Tsukiyama
38 - __JUN__

Scusate, ma vado di frettissimaaaaaaaaaaa!! Dunque ancora un bacione a tutti e alla prossima!
Mewpower

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Capitolo 35
*** Non devi morire ***


Quel dannato nemico era davvero una scheggia. Non aveva mai sfoderato un attacco serio, ma allo stesso tempo non si era mai lasciato prendere. Neji gli stava di fronte a qualche metro di distanza, con un leggero fiatone, indeciso sulla tecnica da utilizzare. Tobi mirava l’altro con le braccia conserte, capire la sua espressione facciale era impossibile, eppure al chunin sembrava che dietro quella maschera celasse un sorrisino, segno di quanto si divertisse a prendere in giro l’avversario. L’atmosfera di assoluta concentrazione da parte di entrambi gli sfidanti fu rotta dal rotolare di un masso, staccatosi da una rupe più massiccia:
- Il tuo Byakugan è un’abilità meravigliosa…devi esserne fiero-
Le affermazioni che ti tanto in tanto faceva quel tipo lo rendevano sempre più singolare, ma sotto sotto ancor più inquietante.
- Se ti capitasse di perderlo non dovresti reagire molto bene, immagino.-
Lo Hyuga lo fissò minacciosamente:
- Tsk, questo non avverrà mai!-
- Scommettiamo…-
Tobi avvicinò le dita della mano destra alla maschera, suppergiù in corrispondenza della bocca. Un flash improvvisò attraversò la mente del chunin, ricordandogli quei due strani episodi in cui la sua abilità sembrava come indebolita, quasi sul via dello…scomparire. Macchie di uno strano colore comparvero di sorpresa alla sua vista, facendogli strizzare gli occhi. Lentamente le vie di fuga dell’avversario divennero sempre meno nitide, il chakra che percorreva il suo corpo si ridusse al nulla completo. Non riusciva più a vedere con il Byakugan, non sorvolava più gli spazi in un batter di ciglia, anche la forza fisica sembrò indebolirsi con il suo abbandono…
- Quella volta allora…- deglutì con sforzo sbarrando gli occhi dalla sorpresa – ma come è possibile? Come puoi tu…-
- La mia tecnica ti piace, vero?- disse l’altro facendosi più serio – Non sono come tutti gli altri… e non sai ancora che cosa sono in grado di inventarmi…-
Con uno scatto si ritrovò a faccia a faccia con Neji, il quale ancora shockato fece appena in tempo a parare il potente pugno indirizzato allo stomaco. Fu scaraventato indietro fino a scontrarsi con una roccia.
- Dannazione…- mormorò scorgendo il nemico che si avvicinava superando le cocenti vampe.
- La tua ora è giunta. Tra poco raggiungerai tutti i tuoi amici e con te pure il moccioso della Volpe…-
Si ricordò a quel punto che Naruto era misteriosamente scomparso dalla circolazione e con rapide adocchiate là intorno lo scorse poco lontano da lui: sedeva addosso ad una pietra circondato in parte da lingue di fuoco, teneva gli occhi aperti, ma non era chiaramente in sé:
“Si trova in un’illusione… Come faccio a…”
Non poteva perdere la concentrazione. Immediatamente il nemico si gettò contro di lui impedendogli di continuare il suo ragionamento. Neji doveva cavarsela da solo e la stessa cosa valeva anche per il compagno.


Immobile, con lo sguardo spento, fissava il vuoto, l’oscurità, pronto a subire la pena che gli spettava, per nulla intimorito per le sofferenze che avrebbe patito, poiché sapeva che lo stesso avevano dovuto sopportare i loro amici, un grande dolore non solo nel corpo, ma pure nell’anima, ferita per il mancato intervento nel momento del bisogno, amareggiata dal vedere la fiamma che l’animava spegnersi così presto, per essere stati abbandonati da colui su cui più contavano.
-Voglio pagarla…- ripeteva questo motivetto in continuazione dondolando lievemente con il corpo – voglio provare le loro stesse sofferenze, non merito altro- pareva un pazzo in balia dell’angoscia più assoluta, un novello suicida che altro non attendeva che l’attimo più propizio per gettarsi nell’oblio.-     
- E io ti darò quello che vuoi…- la voce divina rimbombava più forte che mai oscurando ancor maggiormente l’ultimo spiraglio di coscienza che albergava in Naruto.
Una dopo l’altra, apparvero in scena delle lucenti lance aguzze, che cingevano il biondo, pronte ad essere scagliate contro di lui.
- Quando la tua amica dai capelli rosa è stata inghiottita dal fuoco…-
I suoi occhi si dipinsero di un colore ancora più cupo, non erano azzurro mare, ma grigi per l’arrivo di una tempesta.
-…sicuramente le fiamme devono essere state pungenti…penetranti…-
Le prime lance furono tirare: qualcuna gli sfiorò gli arti, altre riuscirono a centrarlo in pieno…
- Devono averle fatto male…lo senti pure tu…?-
Le lame tinteggiavano di rosso, un rosso spento, smorto come il suo sguardo e si affacciavano al di fuori della carne squarciata rovinosamente in corrispondenza della gamba sinistra e della spalla destra.
- Non è abbastanza…- strinse i denti e i pugni rimettendosi più dritto con la schiena che aveva appena curvato per l’acuto dolore della penetrazione.
- Hai ragione…occorre continuare…e sentirai quanto hanno sofferto...-
Altre lance, accompagnate da pugnali, seguite da shuriken. Naruto sembrava essere diventato un fantoccio da colpire, simile ad uno di quelli usati dai genin per allenarsi…Con l’unica differenza che lui perdeva liquido scarlatto da tutte le parti, si lamentava debolmente, nonostante la potenza di quegli attacchi, provava angoscia e dolore, ma non per sé, bensì per i compagni, solo per loro, solo per essere stato la causa di tutto, solo per averli abbandonati…
Dieci tipi di armi bianche diverse, un centinaio di colpi insopportabili che in verità non meritava affatto… L’Uzumaki ne aveva ricevuti tanti, ma non si era accasciato al suolo. Lo avrebbe fatto solo ricevendo il colpo maggiore, il più potente di tutti, quello dritto a cuore, quello che desiderava. A stento si sorreggeva sulle sue gambe mutilate facendo respiri faticosi e pesanti. Guardare uno spettacolo del genere avrebbe messo ribrezzo a chiunque, una persona che reggeva sulle sue membra una moltitudine di armi, tutte infilate come aghi, tutte vicine alle altre, l’una più sporca dell’altra… Naruto sudava terribilmente e ad ogni movimento un dolore allucinante, ogni contrazione muscolare corrispondeva ad una fitta acuta, ma perdurava a resistere e a non piegarsi. Solo in quel modo si sentiva realizzato.
- Finalmente la pena che meritavo…-
Come un lupo che si affaccia dalla tana fece capolino da quel buio un kunai. L’ultima arma, quella mortale. Si voltò di fronte a lei, avvertendone la presenza, mostrandole il petto: la fissava con una leggera smorfia di contentezza, con la convinzione che una volta scagliata contro avrebbe ceduto. Tremava non per paura, era solamente stremato, afflitto dalla pesantezza di quei pesi alla gambe, alle braccia, alla schiena. Poi avrebbe potuto riposare quanto voleva, ma soprattutto avrebbe forse potuto rivederli e avrebbe potuto chiedere loro perdono… anche se non se lo meritava …non ne era degno…
- Perdonatemi…io non volevo…-sussurrò quelle parole con vena di pianto e socchiudendo gli occhi avvertì un pesante schizzo travolgergli il viso. Riconobbe in quel frangente l’odore nauseante di quel liquido che colava frettolosamente dalla fronte fino alla bocca e poi scorreva ancora, macchiandolo tutto. Di botto però non avvertì più nulla: la pesantezza delle armi era scomparsa, l’affanno c’era, ma era lieve, non provava dolore al petto nonostante il kunai… Aprì gli occhi e malgrado l’offuscamento iniziale intorno a lui non c’era più buio, bensì fiamme e gran fumo nero…Ma quello era solo in secondo piano, Naruto vide tutt’altro appena si svegliò: occhi sbarrati, come quelli di un gattino impaurito, bocca tremolante e semi aperta alla ricerca del suo nome, fronte quasi appoggiata a quella di lei, lama di kunai a pochi centimetri dal suo cuore, sospesa tra il suo petto, ma conficcato in quello dell’altra. Il suo capo era basso e le sue mani si reggevano alla terra, il corpo inchinato di fronte a lui tremolava e i suoi lunghi capelli sfioravano le gambe dell’Uzumaki, che si trovavano distese in mezzo a quelle di lei. Il biondo non credeva a quello che stava osservando, non poteva essere la realtà quella, lei non poteva trovarsi lì…Eppure tentò a chiamarla, sperando di non sognare, augurandosi di scorgere il suo viso, nascosto per la testa abbassata:
- Hi…Hinata…- balbettò quel nome celando le lacrime che provavano ad uscire.
Alzò il capo e gli occhi lilla della chunin incontrarono quelli azzurri, nuovamente lucenti di blu, dell’altro ninja.
- Ciao…Naruto-kun…-
Poté salutarlo, ma poi non fu capace di resistere e si accasciò sopra di lui. Naruto la prese voltandola con la pancia in aria, spaventato e ancora sorpreso di averla tra le sue braccia, di vederla lì, e con una mano dietro la nuca cercò di farla riprendere:
- Hinata, rispondimi!!!-
La ragazza riaprì gli occhi pesanti e annebbiati, accennando un sorriso, felice di poterlo rivedere e di potergli stare così vicino.
- Stai… bene?- chiese lei preoccupata.
- Ma cosa dici? Tu piuttosto, cosa ti è saltato in mente…- si bloccò riosservando  la scura macchia che segnava il suo petto, troppo vicina al cuore…- mi hai protetto con il tuo corpo…?-
Conservando sempre un leggero sorriso fece segno con la testa:
- Stava per centrarti... quel…quel tipo con la maschera…-
Si guardò innanzi e infatti scorse lui, con l’abito nero sporco un po’ di terra e bruciacchiato qua e là, con le mani sui fianchi, deluso osservava la scena:
- Ma guarda tu! Doveva mettersi in mezzo un’altro Hyuga…-
Si ricordò così anche del compagno, non visibile nei paraggi.
- E Neji…- disse a bassa voce come per paura.
Hinata girò la testa da una parte:
- Neji…- mormorò quel nome con debolezza e con una vena di terrore al solo avvistarlo al suolo tra la nuda roccia. Serrate le palpebre, rigido…si presentava simile ad un cadavere, pallido in viso con le mani semiaperte… Il biondo distolse subito lo sguardo da quella visione non appena avvertì sussultare la compagna che teneva accostata a sé. Aveva tentato di spegnere un colpo di tosse senza riuscirci e muovendosi in quel modo aveva soltanto aiutato la tremenda ferita ad allargarsi.
- Per favore, ascoltami…- voleva parlare al giovane e per questo tentò di avvicinarsi al suo orecchio. Era stanca, riusciva a malapena a borbottare qualche parola – devi promettermi che…non morirai…- aveva le lacrime che stavano per gettarsi, pochi attimi e avrebbero iniziato a percorrerle il viso – ti prego…non morire, Naruto-
Le prime gocce calarono lentamente e con loro anche le palpebre, con un moto talmente delicato, dolce come il suo visino… La testa si spinse all’indietro facendo allungare il collo in maniera innaturale, mentre i capelli corvini si distendevano e si spiegavano al suolo impolverandosi. L’Uzumaki era rimasto immobile a contemplare quella scena e nello stesso tempo quelle parole appena pronunciate ripercorsero tutti i meandri della sua psiche fino ad accantonarsi in un posticino dove sarebbero rimaste in eterno. Appoggiò con grazia l’esile corpo spostando i capelli che le coprivano il volto e le diede una carezza con l’ultimo sentimento umano che gli restava prima di esplodere.
- Se ti avessi colpito…- riprese a parlare l’uomo misterioso – neppure questo sarebbe successo… Aspettando che morissi avrei estratto il Kyubi e magari avrei lasciato perdere la tua amichetta…-
- Sta zitto…- lo fermò con tono deciso e chiaramente burrascoso – non fiatare…-
- Se vuoi possiamo proseguire il lavoretto di prima…stavolta ci metterò un attimo. Vuoi o non vuoi pagarla cara…- era sicuro di quello che diceva, ma l’altro ninja non era più della stessa idea
- Ti farei solo un favore passando all’altro mondo…- stringeva i pugni con eccessiva forza tanto da far loro cambiare colore – in questo modo tu attaccheresti i villaggi vicini con il potere della Volpe…- teneva il capo chino come per concentrarsi – perché sei tu il vero antagonista…- stranamente un liquido vermiglio scendeva dalla bocca del ragazzo – altre persone morirebbero e io non voglio…non te lo permetterò…- era davvero sangue, una lunga scia, e come lì cadeva pure dalle sue mani, ferite in seguito alla penetrazione delle proprie ughie…affilate – E poi ora c’è una promessa alla quale non mancherò…no, stavolta non cederò…io non devo morire!-
Improvvisamente un polverone si levò con impeto trasportando con se frammenti rocciosi e animando ancor più le fiamme nere dell’Amaterasu. L’incendio che investiva quella piana si prolungò maggiormente e nuove vampe di color più acceso fecero il loro ingresso sul campo. Quest’ultime in particolare circondavano il ragazzino della Foglia quasi pronte ad assalirlo, ma non erano contro di lui, bensì erano parte integrante della sua persona, erano una porzione della bestia che viveva in lui e che si stava risvegliando, in quest’occasione più inferocita che mai. Tobi assisteva compiaciuto allo spettacolo che gli si presentava. Dopo tanto tempo avrebbe rivisto la sua creatura nuovamente all’opera.





Oh,oh qui la faccenda muta ancora: il nostro Naruto è super infuriato e… e… e cosa accadrà adesso? Una nuova feroce battaglia sta per avere inizio? Oppure è solo un falso allarme? Spetta a voi scoprirlo con il prossimo capitolo!
Un saluto a tutti voi, o seguitori della mia fanfiction XD:

1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - AmyGoku
4 - bleachnaruto
5 - ChibiGoku
6 - crybaby92
7 - Crystal Alchemist
8 - danachan94
9 - dark_angel_7
10 - dcran
11 - EroSennin425
12 - ery twohands
13 - Faby hale
14 - GoHaN
15 - Helkamirie
16 - Hinata1992
17 - HoneyDei
18 - ila_sabaku
19 - Keru
20 - Kirachan95
21 - Kirara_chan
22 - kuroda9540
23 - Lebron
24 - Lele 91
25 - Lisa Kanzaki
26 - Lonely Angel  
27 - magic_girl95  
28 - May88 [
29 - naruxhina
30 - neji4ever
31 - Nilan
32 - sakuraehinata
33 - Saku_Nami
34 - sandgaara
35 - siete fikissimi N4
36 - sonny
37 - Targul
38 - titans
39 - trasgressione93
40 - Tsukiyama  
41 - __JUN__  

E un bacione speciale a Alechan! Grazie anche per l’ultimo commentino lasciato (e non temere per Neji…oppure sì…oppure no…va beh, meglio che me la pianti sennò dovrò temere io per la mia incolumità XD)
Ciao a tutti!

Mewpower

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Capitolo 36
*** Salvezza ***


 Lunghi artigli e aguzze zanne presero il posto delle normalissime unghie e denti del ninja, trasformandolo a poco a poco nella bestia infuocata, la Volpe a nove code. Con tutta la sua maestosità comparve la gigantesca creatura avvolta da lingue di fuoco, munita delle sue splendide code rosso fiamma. Gli occhi color pece si guardavano intorno freneticamente come alla ricerca della preda tanto bramata e le lunghe orecchie si agitavano intente ad individuare il minimo indizio sonoro dell’oggetto della sua ricerca. Quando le pupille del mostro incontrarono il foro della maschera di Tobi, la bestia sembrò placarsi riconoscendo il padrone:
- Kyubi, è giunto il momento di ritornare da me…-
Il suo reale evocatore chiamò l’animale facendogli cenno, mentre si preparava ad utilizzare la tecnica che gli avrebbe permesso di ricondurlo a lui e di prelevarlo dal corpo dell’Uzumaki. La Volpe fece un passo in avanti abbassando lievemente la testa per avvicinarsi a colui che la chiamava, ma con mossa imprevista levò una zampa cercando di schiacciare l’uomo.
- Che diavolo?!- riuscì appena in tempo a togliersi, stupito dal suo comportamento.
La bestia si dimenava lanciando acuti versi al cielo, scuotendo la testa e raschiando la terra con le zampe. Tobi tentò a riaccostarsi concentrandosi maggiormente per portare a termine il compito, ma l’animale gli si scagliò contro provando ad afferrarlo con le fauci insalivate. Era ovvio che la situazione gli stava sfuggendo di mano, il Kyubi era fuori controllo o almeno sembrava non essere in grado più di controllarlo.
- Com’è possibile?!- esclamò iniziandosi ad innervosire.
La Volpe lo aveva oramai puntato, aveva deciso che sarebbe stato lui la sua vittima. Dalle sue narici fuoriusciva un leggero fumo e la sua bocca si stava aprendo lentamente. Non fu difficile intuire cosa stesse per fare: si piegò incredibilmente toccando con il muso quasi il suolo e vampe di fuoco traboccarono dalla sua bocca istantaneamente contribuendo a creare un altro mare di fiamme dall’odore di zolfo. Un’onda gigantesca in particolare stava per investire l’uomo rimasto a contemplare quello strano comportamento, meravigliato ancora dalla potenza distruttrice del mostro, seccato dal fatto di non poter fare nulla per fronteggiarlo…almeno non poteva in quel momento, qualcosa si stava avvicinando e sicuramente si trattava di altri ficcanasi, venuti a guastare i suoi piani. Prima che quell’attacco giungesse su di lui, rimirò nuovamente la belva scatenata, troppo infuriata da esser placata, lui non poteva calmarla poiché era stato lui il motivo della sua ira.
- Per questa volta hai vinto tu, moccioso…-
Il getto rosso lo investì e la sua immagine si cancellò dietro a quelle acque incandescenti, la sua ombra si dileguò da quello sfondo di morte e di desolazione, mentre l’animale lanciò il grido finale che segnava la conclusione della guerra, almeno per il momento. Dopodiché lo straordinario mammifero fu avvolto da una spirale scarlatta che lo rinchiuse di nuovo nella gabbia, nuovamente tornò del corpo del ragazzo, e un’ultima fiammata si rizzò verso il cielo come per volerlo trafiggere e si concluse così quello spettacolo terrificante fatto di bestie mostruose e di lotte.

La terra bruciata fu smossa in buona parte dal sopraggiungere di un gruppo di persone che vestivano gli stessi abiti. Erano ninja, una squadra speciale, partita per ordine dell’Hokage alla ricerca dei ragazzi in difficoltà. Di seguito venivano pure una equipe medica composta da quattro persone. Abbassandosi la mascherina color latte Shizune espresse tutto il suo stupore sgranando gli occhi e dicendo:
- Ma cosa è successo qui…-
Il palcoscenico presentava ancora quella nebbiolina di fumo nero e tante fiammelle derivanti dal ninjutsu dell’Uchiha, ma pure dal mostro che si era da poco ritirato. La terra era carbonizzata e cosparsa di impronte, segni di evidenti strisciate di piedi e cumuli di roccia andate in pezzi per motivi chiaramente non naturali. L’aria era irrespirabile, intrisa di umidità e di dolore; la zona era di per sé già inquitante e demoralizzante, ma scorgendo pure i corpi di quelle persone ben note, stese e apparentemente morte, resero per un attimo terribilmente abbattuta la ragazza, impedendole di reagire.
- Capitano, Shizune! I ninja sono tutti qui…-
Solo sentendosi chiamare si risvegliò precipitandosi sul corpo a lei più vicino.
- Neji, riesci a sentirmi?-
Si rivolse a lui con agitazione, nonostante sentisse che il cuore ancora batteva. Lo Hyuga strinse i denti, per impedire di emettere alcun minimo lamento. Era ridotto male, in seguito allo scontro aveva riportato gravi danni, ma almeno era riuscito a tornare in sé:
- Meno male…- sospirò la ragazza apportandogli le prime cure sul posto.
Il ragazzo intanto voltò con sforzo la testa ammirando ciò che in quel momento lo rese la persona più felice tra tutti: a pochi metri da lui vi erano due medici che stavano aiutando la cugina… Sapeva che era ancora viva! Rimase sbalordito di vederla lì, eppure era proprio lei. Riconobbe all’istante i suoi splendidi capelli e il viso candido, così grazioso e fine, nonostante le orribili macchie di sangue ormai secco che non erano riuscite a rovinare la sua bellezza. Sorrise nell’animo, ma non mutò la sua espressione facciale, che teneva una leggera smorfia di ansia per le condizioni della Hyuga:
- Come sta Hinata?- disse debolmente continuando a rimirarla. Quel kunai nel petto sembrava averle trafitto il cuore…
- Ce la farà…noi faremo del nostro meglio – rispose Shizune, per poi rialzarsi e affidare il ragazzo ad un altro medico – Fai attenzione ha qualche costola fratturata…- e si diresse alla ricerca degli altri ninja, desiderosa di rivederli e di visitarli per prima.
Una strana massa dallo scuro colore la insospettì. Le si avvicinò avvertendo il crescere di uno strano fetore, nauseante, ma purtroppo famigliare. Per questo le passarono dei brividi lungo la schiena sperando con tutta sé stessa che non si trattasse veramente di cadaveri…inceneriti. Sbarrò gli occhi e con una mano si chiuse la bocca per nascondere il terrore di quella vista. Erano due i corpi, l’uno stretto stretto all’altro, a malapena fu in grado di riconoscerli, ma le fiamme non avevano completato il loro lavoro…si erano allontanate prima di poterli consumare completamente. Raccolse un coprifronte quasi del tutto intatto: la banda rossa, il simbolo della Foglia…era il suo…quello della ragazza dalla fronte spaziosa, risultata maciullata dalle fiamme con il compagno tra le braccia.


A lui non era stato incaricato di andare con la squadra per quella spedizione di soccorso, ma dopotutto quella storia interessava anche lui. Aveva l’assoluta necessità di accertarsi di persona su quel che era capitato e di correre in aiuto del giovane allievo. Era più distante dagli altri compagni, ma fortunatamente ancora intatto: Naruto fiancheggiava una roccia sanguinolento, ma ancora vivo. Tirò un respiro di sollievo al solo veder ondeggiare il petto, segno che respirava, e se lo caricò in spalla per portarlo dall’equipe. Il biondo dondolava su e giù in groppa all’uomo e avvertendo quegli spostamenti fu in grado di aprire lievemente gli occhi, di ritornare in sé per qualche secondo prima di riperdere conoscenza:
- E…eremita dei rospi…- chiamò il maestro credendo di sognare
- Non ti sforzare, Naruto…- e facendo una piccola pausa – mi dispiace…sarei dovuto venire con te…-
Il ragazzo fu felice di sapere che era veramente lui e gli bastò udire quelle poche parole per ripiombare nel sonno.

- Si sta riprendendo…-
- Sì, ma è cosparsa di lividi…deve aver lottato duro…-
- Ha subito un’operazione da poco…ha molte cicatrici fresche…-
- Anche il chakra fluisce a stento…non era in grado di sostenere un combattimento…-
Sentiva le loro voci, ma non vedeva altro che nero. Le palpebre erano sovraccariche di stanchezza e le membra inumidite dall’alta temperatura. Aveva dolore dovunque, dopo il combattimento contro Sasori provava solo male, solo le cure di Sakura le avevano permesso di stare un po’ meglio, ma era evidente che occorrevano rimedi più approfonditi. La fitta al petto, però, si stava placando e lentamente si sentiva più energica, ma comunque inabilitata a muoversi…
- Il caposquadra ha trovato due corpi carbonizzati poco fa…-
- Maledizione… Facevano parte del gruppo?-
- Sembra che uno dei due fosse l’allieva-medico dell’Hokage…lavorava all’ospedale non ricordi?-
- Ah, ti riferisci a quella ragazza dai capelli rosa, giusto? Mi dispiace, era giovane…-
Il battito cardiaco accellerò di colpo e la sudorazione crebbe con lui. Aveva sentito bene…la sua amica era morta… Chiunque, dopo ciò che le era accaduto, penserebbe che Hinata ce l’avesse con la rosa: all’inizio non poteva neppure immaginare che realmente l’avesse voluta lasciare andare di proposito. Eppure Itachi le aveva messo quel pallino in testa facendola dubitare fortemente…Ma perché, quale doveva essere il motivo di quella scelta? Non le aveva mai fatto nulla…Loro erano amiche…Aveva notato che nei suoi occhi quella sera c’era qualcosa di strano e di diverso dal solito: diffideva e ripudiava la sua compagnia…e ciò che lesse nei suoi smeraldi prima di cadere nel buio furono un’ulteriore conferma… Forse per un attimo l’aveva pure odiata e maledetta, ma nulla più che una frazione di secondo…perché proprio non ce la faceva ad odiare. Non una compagna…
Una lacrima sfociò dai suoi occhioni chiusi e tremolanti e con sforzo li aprì singhiozzando con timidezza. I due ninja-medico non credevano che fosse sveglia e cercarono di consolarla, ricordandole di non agitarsi. Il suo corpo era come una torre di bastoncini…fragile e instabile…occorreva un’analisi più accurata soprattutto per il taglio al petto: poco più in profondità, poco più accanto, il colpo infertole le avrebbe di certo troncato il cuore…
- Per favore, voglio alzarmi…- chiese supplicandoli con un filo di voce
- Meglio di no –
- Sei debole, risparmia energie…-
- Vi prego…voglio vedere i miei compagni…-
I due si guardarono a vicenda e fu così che decisero di sorreggerla e di portarla da loro. Qualcosa però fece distrarre l’attenzione della Hyuga:
- Cosa ne facciamo di lui?-
Poco più in là due ninja fissavano incerti un corpo steso a terra.
- Non resisterà a lungo…-
Il viso era solcato da scie di sangue che partivano dagli occhi, i vestiti inuduciati dall’arena e dalla fatica del combattimento. Lo riconobbe seppur distante da lei. Vide i capelli lunghi, non più legati in una coda, bensì completamente distesi tra la polvere e il sudore.
Uno dei due si accucciò poi accanto al ragazzo morente ed esaminò i suoi occhi aprendone uno alla volta:
- Ha sforzato la vista eccessivamente, gli occhi sanguinano a causa dello Sharingan.- era ovvio che avessero riconosciuto il Nukenin di livello S, era il famoso Uchiha traditore…- Ma tutto queste emoraggie sono dovute dal combattimento probabilmente…- si riferivano al sangue che lo cospargeva per intero…usciva dalla bocca, dalle narici, fiumi che continuavano a scorrere seppur con lentezza. Hinata osservava con la testa voltata la scena.
- Aspettate…- disse ai suoi aiutanti – il ragazzo… ha bisogno di cure immediate…-
- Non ha possibilità, mi spiace-
-…P…perché?-
- Lo abbiamo visitato prima e abbiamo scoperto che soffre di una malattia ai polmoni rarissima-
Ecco spiegato il motivo di quella tosse.
- Non potete fare nulla…?- domandò con la speranza che iniziava a sfumare
Si sentiva in debito con lui. Alla fine era stato il suo salvatore quella sera…
- A dire il vero un modo per curarlo ci sarebbe… Esiste un succo particolare, un nettare in grado di combattere questa malattia…non sono stati fatti studi certi, ma se solo ne avessimo potremmo tentare…-
- Ti riferisci al “Kokoro”? – intervenne poi l’altro medico – Se non sbaglio è un fiore che cresce soltanto in queste  zone…-
Un fiore, la sua vita poteva dipendere da un così esile strumento della natura? Un ricordo nitido apparve nella mente della ragazza:
- …Si tratta…di un fiore dallo stelo corto e…dai petali tendenti al giallo?- chiese con timore e con una certa incredulità.
- Beh, sì se non sbaglio…Ma è talmente pregiato, che neppure al Villaggio ne abbiamo dei campioni…-
Una luce rischiarò gli occhi fino ad allora spenti della chunin, incredula dell’assurda coicidenza, il destino voleva che lui continuasse ad esistere…
- S…Sakura…- balbettava dallo stupore – ne ha uno identico nella borsa…lo abbiamo trovato nel bosco vario tempo fa…-
Si agitò intenta a camminare da sé per andarlo a prendere, ma i due fermarono la sua spinta improvvisa di energia, dicendole che ci avrebbero pensato loro…La borsa fortunatamente si trovava in quella piana deserta, la ragazza l’aveva portata sempre in spalla anche recandosi laggiù…ma alla fine l’aveva abbandonata nel momento in cui Deidara stava per farsi esplodere. Comunque una volta ritrovata, bastarono pochi e semplici procedimenti per creare il nettare e per utilizzarlo sull’Uchiha. Quello era il primo passo per la sua salvezza, il primo punto che la vita segnava sulla morte, ma era ancora troppo presto per cantar vittoria. Era necessario che ricevesse altre cure urgentissime a Konoa e come lui pure gli altri…




Sto per piangere!!!! Tutti i nostri eroi (o almeno quasi tutti…) sono sani e salvi e…la storia sta per concludersi! Oddio, non voglio!! (Tutti: o__O? ma che le prende?; me: scusate, ma sono commossa T^T) Già, sono molto affezionata a questa fanfiction, ma soprattutto a tutti voi che mi avete seguita. Comunque, basta! Ancora non siamo giunti alla fine,no? Quindi, ci vediamo per il prossimo capitolo e lasciate tanti commentini!
Saluti a:
1 - akatsukina fur immer
2 - Alechan
3 - AmyGoku
4 - bleachnaruto
5 - ChibiGoku
6 - crybaby92
7 - Crystal Alchemist
8 - danachan94
9 - dark_angel_7
10 - dcran
11 - EroSennin425
12 - ery twohands
13 - GoHaN
14 - Helkamirie
15 - Hinata1992
16 - HoneyDei
17 - ila_sabaku
18 - kaitlee90
19 - Keru
20 - Kirachan95
21 - Kirara_chan
22 - kuroda9540
23 - ladysakura
24 - Lebron
25 - Lele 91
26 - Lisa Kanzaki
27 - Lonely Angel
28 - magic_girl95
29 - May88
30 - naruxhina
31 - neji4ever
32 - Nilan
33 - sakuraehinata
34 - Saku_Nami
35 - sandgaara
36 - siete fikissimi N4
37 - sonny
38 - Targul
39 - titans
40 - trasgressione93
41 - Tsukiyama
42 - __JUN__

Mewpower

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Capitolo 37
*** Finalmente l'amore ***


Il cielo era sereno quel giorno, le nuvole completamente assenti. Il sole sorrideva felice accarezzato da un soave venticello, atteso da tempo da coloro che più soffrivano il caldo di quel periodo... La vita nel villaggio proseguiva tranquilla per la maggior parte della popolazione, i bambini giocavano allegramente, altri si allenavano con grinta e voglia di fare, i più grandicelli avevano il lavoro a cui pensare, altri invece si godevano il riposo tanto atteso… In quello sfondo così lieto però vi erano delle macchie che rovinavano l’atmosfera di felicità e di pace apparente, ombre cupe e angosciate da ricordi tetri e dolorosi. Una lunga fila di figure nere fronteggiava tre lapidi l’una accostata all’altra cariche di fiori profumati e candidi che risaltavano su quei vestiti scuri, funerari, che tutti indossavano. Uno dopo l’altro appoggivano con lentezza quell’ultimo dono agli amici scomparsi, chi con le lacrime agli occhi, chi invece tentava di essere forte, sforzo inutile che rendeva l’animo ancor più pesante. A capo di quella lunga fila vi era una donna che aveva aperto quell’ angosciante cerimonia e che ora stava per chiuderla. Infatti si accostò nuovamente alle tombe toccandone una ad una. Si arrestò a contemplare l’ultima, quella della giovane rosa dalla fronte spaziosa, il cui ricordo le faceva sorridere il cuore, ma la cui scomparsa lo aveva squarciato inesorabilmente. Non poteva dimostrare la sua debolezza, la sua umanità, non ora che era di fronte a tutti, a tutte quelle persone che avevano tanto bisogno di essere confortate… Si girò verso la platea e il suo sguardo finì per caso su una giovane ragazza bionda, i cui capelli sembravano essersi scoloriti in un colore più opaco, come se la loro luminosità se ne andasse pian piano ad ogni fuoriuscita delle lacrime. Piangeva anche in quel momento, afflitta dalla perdita dell’amica più cara, della nemica più tenace, della compagna di sempre. Si copriva gli occhi divenuti gonfi e con loro anche la bocca che vibrava senza più alcun controllo. Una fontanella di tristezza per un’amicizia persa, il leone che la rendeva simile all’amica era scappato con la coda tra le gambe e un incantesimo l’aveva tramutata in un pulcino bisognoso del calore materno… E poi soffriva per la partenza di lui, stavolta non sarebbe mai più tornato e il rimpianto di un amore perduto non era altro che un’altra freccia diritta al cuore. L’amarezza di essere ancora su quel mondo la rendeva infelice:
- Sciocca… sei una sciocca…-  era Ino che balbettava quelle apparenti parole insensate, che solo lei poteva capire, perché aveva intuito ciò che era accaduto… Sakura senza Sasuke non avrebbe mai potuto vivere, morire con lui era l’unica soluzione. Ciò che rimaneva dei loro corpi era poco, polvere nera alternata a brandelli di materia quasi irriconoscibile, ma l’importante era che fossero almeno vicini, avrebbero dormito l’uno accanto all’altra.
Mirar piangere lei, una delle più forti, rendeva tutto ancor peggio, ma dopotutto era una delle più affezionate ai due ninja…
Anche Kakashi era pianto, la sua lapide era accuratamente ornata di corolle colorate come le altre due, l’unico dispiacere era che non si sarebbe potuto piangere sul suo corpo poiché non ritrovato.
Nonostante la sua fuga pure Sasuke non era stato trascurato…insomma la loro mancanza si sarebbe fatta sentire, il loro ricordo non avrebbe mai lasciato nessuno dei presenti.
Poche, ma efficaci parole vennero pronunciate dall’Hokage in loro ricordo, con il tono un po’ smorzato, ma che si dimostrava voler esser forte, pronto a proseguitare nell’andare avanti, il minimo incoraggiamento per risollevare quegli animi distrutti dal dolore. La cerimonia si concluse con un fragoroso applauso e con calma tutti si dileguarono un poco alla volta. Una figura rimase un po’ più delle altre a contemplare quelle tre pietre, tenendo il capo chino in segno di rispetto, concentrata come se stesse comunicando con le anime dei defunti. Una voce proveniente da dietro la fece voltare:
- Non vieni a casa?-
La voce calma di Neji era paragonabile all’aria fresca di quel mattino estivo.
- Sì…arrivo…-
Hinata fissò un attimo gli occhi del cugino cercando lì le parole che avrebbe voluto sentire, parole di spiegazione che da tempo attendeva, ma non c’era stata ancora l’occasione giusta…tra le visite mediche, il funerale…i due non avevano potuto parlare di quel bacio…e in fin dei conti nemmeno quello era il luogo né il momento più opportuno… Fece qualche passo verso di lui, passandogli però accanto, facendo strisciare involontariamente i capelli corvini lungo il braccio del cugino.
-…Passi a trovare Naruto?-
La domanda la fece bloccare, quando c’era di mezzo lui tutto sembrava prendere un’altra tonalità e l’agitazione prendeva il sopravvento. Annuì con la testa aggiungendo che quello era il suo ultimo giorno di ricovero. Sarebbe andata a casa solo per cambiarsi d’abito, non intendeva presentarsi da lui con le lacrime e l’angoscia che trasmetteva quel vestito addolorante. Attese qualche secondo, tenendo le spalle all’altro e lui fece lo stesso. Un silenzio interminabile e di imbarazzo. Si ritrovavano soli, incapaci di spiegarsi, di parlare… In verità Neji rifletteva e lei attendeva ciò che doveva dirle. La decisione fu dura, ma contro i sentimenti non si poteva andare.
- Ti voglio bene, Hinata… Sappi solo questo…-
Lei si girò appoggiando una mano al petto, il cuore pareva voler uscire. Arrossì in volto, rimanendo immobile ad osservare la schiena di lui. L’immagine del bacio rubato ripiombò nella sua mente, si trattava d’amore, era sul serio innamorato di lei.
- Io…io…- barbugliava senza giungere al dunque. La confusione e l’ansia la stavano facendo andare in tilt e il rossore aumentò appena lui si girò e la fissò con quegli occhi magnetici:
- Va da lui ora.-
Un brivido la attraversò tutta. Il battito cominciò a rallentare.
- Ma se dovesse farti soffrire…ricorda che ci sarò sempre io-
La ragazza rimase per un attimo immobile, riuscendo a riprendere il controllo del suo animo entrato in agitazione. Neji aveva capito che sarebbe stato impossibile togliere Naruto dal suo cuore. Era lui che la dominava per intero, era solo lui la persona che avrebbe potuto renderla felice. E lui voleva la felicità di Hinata. Le voleva bene, davvero tanto…non era un semplice sentimento d’affetto fra cugini, era puro amore. Ma lei era troppo lontana, irraggiungibile, poiché innamorata, troppo innamorata di quel buffo biondino dalla testa quadra. Sorrise Neji alla ragazza, tranquillizzando il suo animo in subbuglio e lei fece altrettanto. Non c’era bisogno che aggiungesse altro, Neji aveva capito tutto alla perfezione. Intraprese così di corsa la strada di casa, abbandonando il cugino in quel giardino desolato, ansiosa di precitarsi da Naruto, aveva assoluto bisogno di vederlo.


Le tendine della finestra ondeggiavano con grazia in sincronia con i soffi del vento, che rinfrescava almeno in parte le membra sudate del biondo disteso sul letto a fissare il soffitto. Sapeva che quel giorno ci sarebbero stati i funerali, pensiero che lo rattristava, triste anche per il fatto di non aver potuto partecipare. Teneva le gambe piegate e le mani dietro la nuca, cercava le posizioni più strane per riuscire a prendere sonno, almeno così non avrebbe più dovuto pensare a nulla, la sua testa si sarebbe liberata per lo meno per qualche ora di quei terribili ricordi e dell’amaro di sangue che sembrava non voler lasciare la sua bocca. Stranamente però le palpebre non volevano proprio serrarsi, la stanchezza e la noia di stare lì steso non lo incoraggiava per niente ad appisolarsi. Avrebbe tanto voluto fuggire da quelle quattro mura e sdraiarsi sull’erba fresca, ma non ci provava neanche. Non aveva voglia neppure di alzarsi. Una terribile nausea lo colpiva ogni volta che tentava di muovere un muscolo. Ciò che l’avrebbe fatto star meglio, forse, sarebbe stata la visita di qualcuno, magari scambiare quattro chiacchiere lo avrebbe tirato su. Il cigolio improvviso della porta gli fece spostare lo sguardo e intravide così una timida figura che faceva capolino:
- Hinata…!-
-C…ciao Naruto-kun…-
- Sei uscita dall’ospedale, allora! Ti vedo in forma.-
- Già, anche tu domani esci non è vero?-
Inizio in questo modo un’allegra conversazione, che rasserenò l’animo di Naruto, distraendolo da ciò che fino ad allora lo aveva fatto star male. Di tanto in tanto finirono per ritornare a quegli angusti giorni di poco tempo prima, ma alla fine riuscivano a svincolarsi e a ritornare a sorridere. Hinata cadde spesso nel tranello di quegli occhi blu mare e quando lui se ne accorgeva e la interrogava lei si trasformava in una fiamma, divenendo ancor più impacciata e farfugliando spiegazioni senza capo né coda.
- Lo sai che sei strana?- le disse ad un certo punto toccandole la fronte con un dito – diventi rossa all’improvviso come se avessi la febbre-
Al solo contatto lei perse il controllo e un improvviso mancamento la fece accasciare sulle sue ginocchia coperte da una leggero lenzuolo.
- Ehi, ehi, che ti prende!?-
Le mise una mano dietro la testa e usando lo sgabello sul quale era rimasta fino a quel momento seduta, la fece distendere completamente…le sue gambe erano il cuscino della bella addormentata. Pochi attimi dopo riaprì gli occhi. Naruto le accarezzava con delicatezza la scura chioma, come se fosse un gattino desideroso di affetto, e lei come risposta faceva le fusa, guardandolo intensamente e rilassandosi per quel piacevole massaggio. Era bello stare con lui, la tranquillità e la piacevolezza di quel momento rendevano il mondo intorno sfocato, mentre lasciva nitida solo l’immagine di quel ragazzo, il più bello, il migliore…colui che amava. Avrebbe voluto rimanere in quella posa per sempre, facendosi coccolare in quella maniera, diventare il suo animaletto da compagnia, cosicché da stargli sempre accanto e di ricevere quotidianamente le sue coccole. Naruto sembrava incantato pure lui dalla morbidezza di quei capelli, rimembrando le sfumature che li decoravano quando vien sera, la leggiadria dei suoi lineamenti sotto il chiarore lunare, la sua dolcezza, che era in grado di rasserenare il suo animo, il sacrificio e la determinazione che aveva dimostrato quando tutto sembrava perduto…Proprio in quell’attimo si ricordò di non aver fatto la cosa più importante, non aveva detto grazie alla sua salvatrice, a quell’angelo custode che aveva rischiato di morire al posto suo, a quella dea che gli era sempre stata vicino e che lo aveva allietato con la sua sola presenza, durante quelle notti di luna.
- Grazie di tutto…- quel ringraziamento imprevisto la colse di sorpresa, ma la sincerità e la dolcezza di quelle parole la fecero sorridere e rispondere così:
- Sono io che ti ringrazio…per essere ancora qui con me…-
La promessa che le aveva fatto era stata mantenuta. Lui aveva lottato duro ed era ancora in quel mondo, ci sarebbe rimasto e avrebbe continuato a vivere…solo per lei. Si abbassò con la schiena avvicinandosi a lei con calma, senza fretta, pregustando l’arrivo sulle sue labbra che sapevano di rosa, profumo leggero e gradevole, non era esagerato, era semplice come lei. Il contatto la fece fremere e l’imbarazzo fece colorare nuovamente le sue guance, ma il desiderio di ricevere quel bacio era celato nel suo cuore da tempo e non poteva permettersi di perdere i sensi nonostante la forte emozione. Le sue forme a contatto con il petto dell’altro prolungarono il piacere di quel momento, che parve interminabile, volevano entrambi che fosse così, e in effetti le due bocche rimasero addoggiate l’uno all’altra a lungo, finché si lasciarono per riprender un minimo respiro, ma soprattutto per sospirare quelle tenere parole:
-Ti amo, Hinata…- la fissava intensamente un po’ rosso in volto pure lui. Era lei la ragazza che gli aveva impedito di baciare l’altra, che lo aveva portato in confusione ed ora che era là, tra le sue  braccia, era felice di poterla stringere e di poterla ammirare, convinto stavolta che era veramente lei l’unica ragazza del suo cuore. Hinata lo rimirava con la stessa intensità trattenendo le lacrime di gioia per quella dichiarazione che aveva sempre sperato sentire, mormorando pure lei lo stesso con i singhiozzi che si bloccavano in gola. Arrivarono altri baci l’uno più passionale dell’altro, mentre le mani si eccitavano al solo toccare il viso dell’altro, un tocco delicato, di vero affetto, per nulla invogliate a strafare, bensì bramose di assaporare ogni secondo di quel contatto e di quei respiri estranei sulla loro pelle con assoluta flemma. E il venticello continuava a soffiare leggiadro facendo accostare e spalancare con ritmo la finestra, dilettanto le loro membra accalorate, ma agognanti di sentir il calore del rispettivo amante e di provare il piacere di possederlo realmente.




E adesso piango!!! Uno perché la mia prima fanfiction ha avuto fine e due perché adesso qualcuno mi ammazzerà! Aiutooooooooo!!! XD Ok, oramai tutto è venuto a galla e io vi do la conferma: ho voluto che la mia prima storia fosse una NaruxHina, uno dei miei paring preferiti, e l’ho dedicata a tutti i fan di questa coppia. So che ci sono molti di voi che desideravano che il paring fosse diverso e forse qualcuno ne era veramente convinto…però una volta presa una decisione non potevo cambiare all’ultimo momento^^. Mi auguro comunque che vi abbia colpito e che vi rimanga nel cuore! Vi voglio poi preannunciare l’uscita di un capitolo extra di questa fanfiction (che avverrà la settimana prossima!) e se vi va leggetelo^^…e lasciate un commentino (anche con gli insulti se volete XD). Bene, sembra proprio che siamo giunti ai saluti e quindi…

                             
       

 akatsukina fur immer, grazie!  
 Alechan, grazie!
 AmyGoku , grazie!
 bleachnaruto , grazie!
ChibiGoku, grazie!
  crybaby92 , grazie!
Crystal Alchemist , grazie!
 danachan94 , grazie!
 dark_angel_7 , grazie!
 dcran , grazie!
dubhe93 , grazie!
 EroSennin425 , grazie!
 ery twohands, grazie!
  Faby hale , grazie!
GoHaN , grazie!
 Helkamirie , grazie!
 Hinata1992, grazie!
 HoneyDei, grazie!
 ila_sabaku , grazie!
 Keru , grazie!
 Kirachan95 , grazie!
 Kirara_chan , grazie!
 kuroda9540 , grazie!
 Lebron, grazie!
  Lele 91 , grazie!
Lisa Kanzaki , grazie!
Lonely Angel , grazie!
magic_girl95 , grazie!
May88 , grazie!
naruxhina, grazie!
neji4ever , grazie!
Nilan , grazie!
sakuraehinata , grazie!
Saku_Nami , grazie!
sandgaara , grazie!
siete fikissimi N4 , grazie!
sonny , grazie!
Targul , grazie!
titans , grazie!
trasgressione93 , grazie!
Tsukiyama , grazie!
__JUN__ , grazie!
Ma un saluto particolare va a:

_Alechan: Ciaoooooooooo!!! Ho bisogno di un abbraccio perché sono tristissima T.T. Già, non posso ancora credere che questa fanfiction sia finita…mi dispiace, però doveva arrivare la fine! O meglio, la fine decisiva sarà sancita dal prossimo cappy! Quindi, mi raccomando, ci sentiamo al prossimo! (dunque ancora non ti saluto :P) Bacioni^___^  Ps: Ehehehe, sul prossimo verrai a conoscenza della sorte di Itachi!!!

_EroSennin425: Ehilà! Allora ti voglio nuovamente ringraziare! Soprattutto perché tu sei stato il mio primo critico personale!!! Esatto, il primo ragazzo che si è interessato a tal punto alla mia fanfiction da analizzarla sempre nei più minimi particolari! Grazie molte, mi ha fatto veramente piacere^___^. Dunque, sei contento? Sei un fan del NaruxHina, no? Beh, fammi sapere la tua opinione e…al prossimo capitolo!

_ Lonely Angel: Ti prego, non farmi del male!!! XD Mi dispiace forse sarai rimasta delusa dal paring…(T.T Non volevo deludere nessuno, io!!!; Altri: Su,su *pacca sulla spalla*), ma mi auguro di no!! Comunque volevo infinitamente ringraziarti per i complimenti e le recensioni che hai lasciato (non fa nulla se non hai potuto recensire sempre^^). Grazie, grazie!!! Non saluto neppure te ancora perché…DEVI ESSERCI ANCHE ALL’ULTIMO CAPPY! Ok?^___^ Bacioni.

Allora, non perdetevi l’ultimo capitolo e ci vediamo la prossima settimanaaaaa!!!    
Mewpower

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Capitolo 38
*** Torneremo... ***


Sdraiato, indebolito e confuso. Tentò di riaprire gli occhi per l’ennesima volta, ma ciò che era in grado di vedere era il buio assoluto. Con uno sbuffo si rimise la pezza impregnata d’acqua sugli occhi, stanco di essere lì, seccato di essere ancora vivo. Avrebbe preferito morire all’istante, si sarebbe risparmiato la seccatura dell’intervento e quel pesante clima di tensione che si respirava in quell’area ospedaliera. Puzza di medicine e di disinfettante, l’attenzione concentrata tutta su di lui, i controlli maggiori erano tutti raccolti dietro la porta della sua stanza. Era prigioniero dei medici e in futuro lo sarebbe stato dietro un campo di lavori forzati. Perché era quella la sua fine. Amareggiato più che mai per aver fallito il suo obiettivo, per essere stato poco previdente, di non esser giunto subito alla conclusione: aveva perso troppo tempo e il fratello era fuggito per sempre al posto suo. Toccava a lui raggiungere l’inferno, non a Sasuke. Abbandonò una mano sopra la fronte facendo un lungo respiro profondo. Il sudore colava dal suo viso lentamente, percorrendo le profonde occhiaie in tutta la loro lunghezza. Riflettè a lungo su quel che era capitato, sul brutto scherzo che il destino gli aveva giocato, ripensando all’ingenuità e alla sensibilità di colei che gli aveva tratto in salvo la vita. Un errore su tutta la linea, non avrebbe mai dovuto aiutarlo…in questo modo aveva prolungato soltanto le sue sofferenze. Provò a girarsi su di un lato, ma le ossa ancora facevano male, meglio rimanere in quella posizione iniziale, così come i dottori lo avevano posizionato su quel letto. Ad un certo punto notò uno spostamento d’aria intuendo che la finestra si era aperta. Una fortuna per lui: finalmente respirava un po’ di vita e di freschezza. L’odore di chiuso che si respirava in quella stanza così piccola iniziò a fuggire lontano, lasciando spazio ad un lieve profumo floreale che però non sembrava venire da fuori. Girò con lentezza la testa dalla parte opposta alla finestra, accertandosi che quell’ aroma proveniva da lì.
- Dimmi una cosa…qualcuno ha portato dei fiori?- chiese il moro avvertendo la presenza di un visitatore.
- Pare di sì. Sono ginestre se non sbaglio…-
C’era veramente qualcuno che sedeva sulla ringhiera da pochi attimi. Sopraggiunse poi un lungo momento di silenzio, disturbato dai passi frettolosi delle infermiere nei corridoi e dalle urla dei bambini all’esterno della clinica.
- Devi uccidermi…?-
Il ragazzo fece di no con la testa, movimento che però l’Uchiha non era in grado di scorgere.
- Non faccio più parte dell’Alba, mi sono stancato…e poi non è rimasto più nessuno.-
- Perché questa scelta…?-
Il ragazzo spostò lo sguardo al cielo limpido e i suoi capelli incontrarono il sole rovente, che rese la sua chioma di un rosso più vivo:
- Una persona mi ha fatto cambiare idea…tutto qui…-
Non poteva sapere a chi si riferisse, ma non volle indagare oltre, credendo fosse giusto rispettare la riservatezza del compagno.
- Cosa farai ora?- continuò lui
- Voglio viaggiare, rendermi utile…voglio cambiare vita, Itachi. Non ho più sete di sangue…-
Sorrise di nascosto, riappoggiando la mano sulla fronte. Sasori non aspirava più alla frenesia della guerra.
- Ma tu, piuttosto…cosa hai intenzione di fare?-
- Mi sembra ovvio…desidero solo pagare per gli errori del passato. Merito di scontare la mia pena-
Il rosso lo fissò con la solita espressione cupa, ma non più intrisa di violenza, non più bramosa di uccidere.
- Sarà un lungo periodo immagino…se ti va posso tornare a prenderti…-
- Tornerai a Konoa…?- domandò leggermente sorpreso l’Uchiha
- Solo per accettarmi delle condizioni di una persona…- troncò lì il discorso, non volle dire niente. La riconoscenza nei confronti della salvatrice traboccava dal suo cuore umano e una venatura di affetto per quella docile creaturina lo legava a quel luogo, dove era sicuro avrebbe potuto rivederla. Uscì così dalla finestra, sparendo con agilità senza che nessuno si accorgesse di lui. Sasori lasciò solo il moro, contento che almeno una di quelle anime diaboliche si fosse purificata, almeno così gli parve. Si voltò nuovamente verso quel profumo di fiori, unica cosa che lo rasserenasse e che lo facesse tornare indietro nel tempo, quando tutto era cristallino e luccicante, quando era circondato dalle persone amate, prima di diventare un assassino e di macchiarsi di atroci misfatti. Allungò il braccio alla ricerca di uno di loro. Sfiorò i gradevoli e morbidi petali e con più delicatezza possibile ne colse uno portandolo al naso:
“Deve essere stata lei…”
Fu quello il pensiero che gli accarezzò la mente. Soltanto un’anima come la sua poteva trasmettere tutta quella amorevolezza in un semplice fiore. Gli era bastato scrutare i suoi occhi in quella tetra notte, quegli specchi opachi per le lacrime trattenute e la terribile paura che l’attanagliava, ma pieni di dolcezza e di forte sensibilità, anche troppa trattandosi di un essere umano. E poi quell’improvviso scatto di decisione e di fortezza per nulla tipici di un agnellino quale pareva essere, lo aveva meravigliato e rendeva quella figura ancor più stravagante e quasi misteriosa…cos’era realmente? Se lo chiese appoggiando la ginestra sul petto spossato, mentre con gli occhi coperti da quel panno andava alla ricerca di una luce e della risposta.
- Grazie comunque…- sospirò, dopo essere giunto ad una decisione – credo che qualche volta tornerò pure io a Konoa…- e mise le mani dietro la nuca, mentre il sonno l’avvolgeva e il suo cuore finalmente trovava la quiete per riposare veramente dopo tanto tempo.










Oddiooooooooooooooooo!!! >.< Non posso credere di aver scritto pure l’ultimo capitolo!!! Mi viene da piangere!!! T____T Va beh...sfi, sfin, è inutile disperarsi! Sigh...sigh... Alla fine bisognava pure arrivare,no? Comunque mi auguro che anche quest’ultimo cappy vi sia piaciuto! Avevo l’assoluta necessità (e magari qualcuno di voi avrebbe anche voluto saperlo) di parlare delle sorti di Itachi e...di Sasori (eh già, è riuscito a salvarsi alla fin fine!^__°). Pare che i due provino un certo affetto nei confronti della loro salvatrice Hinata e dopotutto come dar loro torto? Ora a voi gli ultimi commenti (nooooooooo!! T.T)! M auguro con tutto il cuore che questa storia vi sia piaciuta, che vi abbia emozionato e che abbiate sognato insieme a tutti i personaggi! Vi voglio davvero ringraziare perché con il vostro sostegno mi avete incoraggiata ad andare avanti e a terminare questa fanfiction...la mia prima fanfiction! Dunque ancora grazie a tutti e chissà se ci rivedrem in futuro con qualche mia altra storiella! Allora, passo ai saluti finali:

akatsukina fur immer, grazie!  
 Alechan, grazie!
 AmyGoku , grazie!
 bleachnaruto , grazie!
ChibiGoku, grazie!
  crybaby92 , grazie!
Crystal Alchemist , grazie!
 danachan94 , grazie!
 dark_angel_7 , grazie!
 dcran , grazie!
dubhe93 , grazie!
 EroSennin425 , grazie!
 ery twohands, grazie!
  Faby hale , grazie!
GoHaN , grazie!
 Helkamirie , grazie!
 Hinata1992, grazie!
 HoneyDei, grazie!
 ila_sabaku , grazie!
 Keru , grazie!
 Kirachan95 , grazie!
 Kirara_chan , grazie!
 kuroda9540 , grazie!
 Lebron, grazie!
  Lele 91 , grazie!
Lisa Kanzaki , grazie!
Lonely Angel , grazie!
magic_girl95 , grazie!
May88 , grazie!
naruxhina, grazie!
neji4ever , grazie!
Nilan , grazie!
sakuraehinata , grazie!
Saku_Nami , grazie!
sandgaara , grazie!
siete fikissimi N4 , grazie!
sonny , grazie!
Targul , grazie!
titans , grazie!
trasgressione93 , grazie!
Tsukiyama , grazie!
__JUN__ , grazie!

(mi auguro di non aver dimenticato nessuno!)

Ma un affettuosissimo saluto va in maniera particolare a:

_Alechan: Kyaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Sono felice che il paring finale sia stato di tuo gradimento! E sono ancor di più contenta per il fatto che la mia fanfiction ti abbia commossa! (e adesso mi commuovo pure io! T.T) Per il povero Kakashi, in effetti, dispiace pure a me, ma per far proseguire la storia nel “mio” verso ho dovuto eliminarlo...sorry ^_^”. E che dire ancora se non grazie, grazie, grazie, grazie, grazie moltiplicato all’infinito! Le tue recensioni sono sempre state simpaticissime e sono sempre caduta dalla sedia ogni volta che le leggevo...per le risate ovviamente!^___^ Quindi grazie mille anche per avermi fatto ridere XD. Mi auguro di ritrovarti in giro per qualche altra mia fanfiction o chissà che non sia io a ritrovarti con qualcuna delle tue! Baci, baci!

_EroSennin425: Ciao!!!!!! Eccoci qua, alla fine di una luuuuunga storia che per fortuna si è conclusa bene! Prima di tutto ringrazio mille volte anche te per tutte le recensioni lasciate! Quindi: grazie, grazie, grazie,grazie e grazie ancora!! (Non sono mille volte però...XD nel fondo del mio animo è così!) Ti ripeto che sono moltissimo contenta di aver avuto un commentatore così pronto e attento ad ogni capitolo, ma soprattutto che si tratti di un maschietto^__^ perché credo che oggigiorno sia sempre più difficile trovare un ragazzo a cui piacciano storie romantiche! E di questo sono soddisfatta!^__^ Va beh, forse sono un po’ sciocca (Tutti: Un po’!? =_=) a pensarla così, però... Ok, un grandissimo abbraccio e mi auguro di ritrovarti in qualche mia nuova storia! (Anzi mi piacerebbe proprio leggerne qualcuna tua, così da diventare una tua critica letteraria XD). Ps: eheheh, mio caro stavolta ti sbagli tu: nell’ultimo capitolo ho scritto: “anche Kakashi era pianto” poiché lui era uno dei tre ninja rimasti uccisi (nota che le lapidi sono tre: quella di Sakura, di Sasuke e...di Kakashi!). In questo caso hai commessu tu un errore :P. Ancora un abbraccio!

_Fenix of Innocence: Ciauuuuuuuuuuuuuuu!! Beh, mi fa piacere che la fanfic ti sia piaciuta (e in particolare il cappy sull'icontro di Itachi e Hinata, no?) e sono straconvinta che anche in quest'ultimo avrai fatto i salti di gioia! Ok, dimmi che ne paensi, allora e alla prossima!!!

_Lonely Angel: Helloooo!!! Whaaaaaaaaa!!!>.< Sapevo che avrei fatto rimaner male qualcuno alla fine e mi dispiaceeeeeeee!!! Uffa, il fatto è che avevo già scelto fin dall’inizio questo paring e dunque...non potevo cambiare all’ultimo minuto. Però devo dire che quando ho scrittoquel cappy incentrato sul bacio dei due Hyuga ho capito una cosa...cioè che quei due insieme ce li vedrei altrettanto bene!! Oh,oh, credo che tu mi abbia infettato con la tua sindrome del NejixHina XD. Però se ti va di leggere qualcosa su questa coppia, ti consiglio di far attenzione ai miei spostamenti su EFP *.* (Tutti: era una minaccia??O___o?) perché in testa ho un’idea che si potrebbe tramutare in storia su carta su di questa coppia...ma vedremo! (considerando che sono già impegnata con un’altra!) Mi piacerebbe comunque scrivere qualcosa su di loro! Va beh, mi auguro che ti sia divertita e appassionata con “Amore, che problema!” e...chissà che non ci vedremo ancora! Ancora un sacco di grazie per le recensioni e...fammi sapere che ne pensi anche di questo ultimo cappy!!! Bye, bye!


Bene, con le lacrime agli occhi e con tanta, tanta gioia che terrò sempre nel cuore per tutti i complimenti che mi avete fatto, vi mando un gigantesco saluto con la s maiuscola!!! Arrivederci a tutti!!!        



Amore, che problema!
The End

Mewpower

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