Aberforth Silente

di Bocca Dorata
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il migliore ***
Capitolo 2: *** Una palla al piede ***
Capitolo 3: *** Occhi castani ***
Capitolo 4: *** Sorrisi a sproposito ***
Capitolo 5: *** La bugia ***
Capitolo 6: *** Grindelwald ***
Capitolo 7: *** Il bene superiore ***
Capitolo 8: *** Un pugno ***
Capitolo 9: *** Abuso di Magia ***
Capitolo 10: *** Dimenticare ***
Capitolo 11: *** Dietro al bancone ***
Capitolo 12: *** L’Ordine della Fenice ***
Capitolo 13: *** Origliare ***
Capitolo 14: *** Continuano ancora ***
Capitolo 15: *** Ricordo felice ***
Capitolo 16: *** Harry Potter ***
Capitolo 17: *** Lo specchio ***
Capitolo 18: *** Senza Parole ***
Capitolo 19: *** Mi vorrebbe parlare di suo fratello Albus? ***
Capitolo 20: *** Vita e Menzogne di Albus Silente ***
Capitolo 21: *** Arrendersi ***
Capitolo 22: *** Studenti feriti ***
Capitolo 23: *** Salvati ragazzo ***
Capitolo 24: *** Senso di colpa ***
Capitolo 25: *** Un ultimo dovere ***
Capitolo 26: *** Vivere ***



Capitolo 1
*** Il migliore ***




Il migliore





Essere il secondogenito della famiglia Silente non era mai stato semplice.
Non c’era momento in cui sua madre, un professore o anche il più perfetto sconosciuto non ricordassero ad Aberforth quanto lui apparisse inferiore rispetto al tanto osannato e riverito primogenito Albus.
Non importava quali potessero essere i suoi successi o le sue qualità, suo fratello era sempre avanti a lui.
Suo fratello era sempre il migliore.
Vicino ad Albus, lui non poteva far altro che scomparire.
Solo la piccola Ariana lo faceva diventare qualcuno.
Era lui il suo preferito, non Albus, non sua madre, lui.
Era lui il migliore. 



 

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Capitolo 2
*** Una palla al piede ***



“Una palla al piede”


 


Aberforth ormai sapeva benissimo che Albus considerava lui e sua sorella nient’altro che una palla al piede, degli scomodi e inutili ostacoli che non facevano altro che rallentare la sua ascesa verso il potere e il successo.
Eppure nessuno, a parte lui, pareva accorgersene.
Ad Albus tutto era dovuto, poteva meritarsi ogni cosa. Sembrava che tutto gli fosse giustificato.
Perché lui era il geniale primo della classe Albus Silente. Perché lui era il primogenito che tutte le madri avrebbero sempre voluto avere. Perché lui era lui e questo già bastava.
Mentre essere Aberforth Silente non significa niente. Niente di niente.






Ciao a tutti, probabilmente non potrò pubblicare con questa frequenza tanto spesso, ma finchè posso eccovi un altro capito, spero che sia di vosto gradimento, e grazie ancora a chi commenta, chi mi aggiunge alle seguite e anche solo chi mi legge.
Al prossimo capitolo 

 

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Capitolo 3
*** Occhi castani ***






“Occhi castani”
 





Ariana era semplicemente bellissima.
Aberforth amava lo sguardo scuro della sorella che, dei tre fratelli, era l’unica a non aver ereditato gli occhi celesti della madre.
Adorava quelle iridi castane.
Così diverse dalle proprie, da quelle di Albus e da quelle della loro stessa madre.
Lei era unica. E, quindi, anche i suoi occhi lo erano.
Ed era lui la persona più adatta per Ariana.
Solo Aberforth riusciva sempre a farla mangiare, a tranquillizzarla e a vederla anche sorridere.
Avrebbe voluto stare con lei per sempre, invece di tornare ad Hogwarts dov’era considerato nient’altro che il pallido riflesso del fratello.





Allora scusate se i primi capitoli si somigliano un po' tutti (me ne sono accorta pubblicandoli separatamente) ma presto si entrerà in avvenimenti anche molto più importante della vita di Aberforth Silente.
Inoltre scusate se questo capitolo è un po' sconclusionato...

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Capitolo 4
*** Sorrisi a sproposito ***




“Sorrisi a sproposito”
 



Quella mattina quello stronzo di Albus si era deciso finalmente a mostrarsi in cucina invece di stare rinchiuso nella sua stanza.
Aberforth si scontrò con lui mentre scendeva a fare colazione.
Il fratello alzò distrattamente lo sguardo dalla rivista che stava leggendo lanciandogli un vago sorriso.
Sorrideva sempre, Albus, anche a sproposito. Soprattutto a sproposito.
Aberforth detestava quel sorriso.
“Ciao.” abbozzò il fratello riabbassando lo sguardo verso la rivista.
“ ’ao” ribattè Aberforth
Lo odiava sempre di più.
Non riusciva affatto ad impedire a quello sporco sentimento infantile di martellargli il cervello e soffocargli i polmoni rendendogli difficile anche respirare.





Scusate il ritardo, nel mio appartamento non c'è ancora Internet e pubblico da posti poco raccomandabili *spia il bar dove si trova e dove sta scroccando il wi-fi.
Domani vi pubblico un altro capitolo e forse ce la farò anche Lunedì. Ma non vi prometto nulla ahahahahaha

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Capitolo 5
*** La bugia ***






“La bugia”
 




Sua madre era morta.
Aberforth pensava che questo lo avrebbe colpito molto di più.
Invece, la prima cosa che gli venne spontanea fare quando vide il corpo della madre riverso a terra vicino ad Ariana che piangeva disperatamente, era stata consolare la sorella.
Certo, aveva capito che era stata lei. Ma Ariana non poteva controllarsi, era innocente.
Mentre la prima cosa che aveva fatto Albus era stata inventarsi una scusa. Una balla da ripetere ai pochi che sarebbero accorsi al funerale di Kendra Silente.
Dopotutto era sempre stato bravo a mentire.
“È stato il ritorno di fiamma di un incantesimo”.


Forse pubblicherò un altro capitolo oggi stesso visto che probabilmente durante la settimana non ce la farò mai. Spero che continuerete a seguire un' "autrice" disastrata come me.  XD

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Capitolo 6
*** Grindelwald ***



“Grindelwald”
 



Gellert Grindelwald.
Aberforth aveva presto scoperto di odiarlo almeno quanto il fratello.
Albus passava intere giornate con quel Grindelwald e, quando non c’era, era sempre intento a scrivergli.
“Vado da Gellert, tanto te la cavi, no?”
Pareva non accorgersi che Aberforth frequentava ancora Hogwarts e che, quando sarebbero finite le vacanze estive, sarebbe toccato solo a lui prendersi cura di Ariana.
Aberforth, in realtà, non avrebbe mai voluto lasciare la sorella in mano ad Albus. Piuttosto avrebbe abbandonato la scuola.
Perché sapeva che Albus si sarebbe scordato di Ariana, così come dimenticava tutto ciò che non gli sembrava abbastanza importante.



Spero sempre di poter aggiornare al più presto e che questa storia non vi annoi....
Al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 7
*** Il bene superiore ***




“Il bene superiore”
 




Quel giorno Aberforth aveva seguito di nascosto Albus e Gellert, perché, doveva ammetterlo, era curioso.
Che cosa avevano da dirsi tanto?
“…Il dominio dei maghi sui babbani…”
“…Per il bene superiore…”
…Aveva sentito già abbastanza.
Non poteva credere di star ascoltando suo fratello parlare di quelle cose, sorridendo scioccamente in direzione di Gellert, quasi stessero discutendo dell’ultima partita di Quidditch vinta dalla Romania invece che di una rivolta.
Aberforth non voleva credere che Albus progettasse quelle cazzate invece di stare con lui e Ariana.
E invece era proprio quello che stava facendo. Pensare al bene superiore. Invece che al loro.
 



Visto che sono a casa pubblicherò domani stesso il prossimo capitolo, scusate per la mia discontinuità a pubblicare, sono una bohemiene (?)

 

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Capitolo 8
*** Un pugno ***




“Un pugno”


 
Ariana.
Ariana era morta.
Scomparsa, sparita, finita.
Aberforth non poteva crederci. Non voleva.
Se provava a pensarci sentiva di non riuscire a respirare.
In quello stupido scontro poteva essere stato chiunque. Chiunque.
Albus, Gellert o anche lui stesso.
Non era possibile.
Ma Ariana era morta. E non l’avrebbe mai più rivista.
Non avrebbe più rivisto lei, quei suoi occhi castani e quei suoi capelli chiari.
Era finita.
Al suo funerale, Aberforth non resistette più e picchiò Albus. Sperò di poterlo accusare, spaccandogli il naso con quel pugno e dissipando così quei senti di colpa che non lo avrebbero mai abbandonato.



Che dire, eccomi di nuovo qui.
Spero che questo capitolo su una parte così importante della vita di Aberforth e Albus Silente non vi abbia deluso e, beh, niente, alla prossima che, spero, sia domani stesso!
Ma non fidatevi troppo di me e della mia connessione xD
Spero che continuerete a seguirmi ancora un po'.

 

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Capitolo 9
*** Abuso di Magia ***





“Abuso di Magia”
 



Aberforth, dopo quel ultimo e famoso pugno che aveva spaccato il naso ad Albus davanti alla bara di Ariana, non era più riuscito a dare importanza a nulla.
Prese i suoi M.A.G.O. per un pelo, con voti orrendi e poi si sfogò con quello che aveva intorno. Distrusse i vasi di fiori di casa Silente, strappò le tende dalle finestre e rovinò il legno di ogni tavolo.
Infine se la prese con le capre. Quelle stesse capre che tanto avevano stupito Ariana.
Si accorse lui stesso di aver superato ogni limite.
“Abuso di magia” decretarono al Winzengamot.
E venne Azkaban.




Con questo capitolo finisce ufficialmente l'adolescenza di Aberforth Silente che, appena diventato uomo, sente che la sua vita è già finita.
Da qui in poi le notizie su Aberforth sono scarse o nulle e quindi ho inventato un bel po'. Spero che vi piccia e di non cadere nell'OOC. A presto <3

 

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Capitolo 10
*** Dimenticare ***


“Dimenticare”


 
Dovette stare rinchiuso ad Azkaban per poche, interminabili settimane.
A volte lo veniva a trovare il fratello. Ormai Albus non aspettava nemmeno che Aberforth parlasse, così si limitava a chiacchierare da solo cercando di riallacciare un rapporto che, in realtà, non c’era mai stato.
Aberforth, nei pochi momenti di lucidità che i Dissennatori gli lasciavano, si chiedeva se si trovasse nella stessa cella dov’era morto il padre.
Chissà.
Non ricordava se tra loro ci fosse stato un bel rapporto.
Rinchiuso ad Azkaban si accorse che stava dimenticando tutto.
E non doveva.
Non poteva scordare anche Ariana.
Lei voleva ricordarla sempre.
 
 

 

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Capitolo 11
*** Dietro al bancone ***


“Dietro al bancone”
 


Erano ormai passati anni da quando Aberforth era uscito da Azkaban.
Nel frattempo Albus era diventato un uomo importantissimo, il preside di Hogwarts, il mago che aveva sconfitto l’oscuro Grindelwald e l’inventore dei tanti usi del sangue di drago.
Mentre il fratello minore era semplicemente divenuto lo sporco barista dell’ancora più sporco locale Testa di Porco.
Aberforth non invidiava più per nulla il fratello, perché stare dietro quello scialbo bancone e vivere la vita degli altri piuttosto che la propria lo rilassava.
Gli piaceva.
E non avrebbe scambiato il suo posto per quello di nessun’altro.
Nemmeno per quello di Albus.


Beh, non so più che dire, spero che riusciate a continuare a seguire questa raccolta fino alla fine e spero anche di farcela anche io. Grazie a tutti e al prossimo aggionamentko che, se ce la faccio, sarà domani stesso :D

 

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Capitolo 12
*** L’Ordine della Fenice ***




“L’Ordine della Fenice”
 



Ormai era da tempo che i due fratelli avevano ripreso faticosamente a parlare.
Qualche volta Albus veniva anche a bersi qualcosa al suo locale. Si sedeva al bancone e gli sorrideva come aveva sempre fatto.
E, stentatamente, anche Aberforth rispondeva a quel sorriso.
Ma quando Albus gli aveva chiesto di entrare nell’Ordine della Fenice, irrompendo nel suo sempre più sudicio pub, gli era quasi caduta una vecchia bottiglia di Idromele.
Aberforth aveva spinto sgarbatamente il fratello nel retrobottega. E, sorprendendolo, aveva accettato.
Perché anche lui desiderava che Voldemort fosse sconfitto, perché in fondo sapeva ancora distinguere il bene dal male.


Eccomi, ho pubblicato a quest'ora tarda per motivi di connessione mancata, ma, almeno il capitolo è qui (yeeh) scusate se vi pare che ci siano un po' troppo stacco da una drabble all'altra. Vabbè spero bene ahahahaha XD

 

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Capitolo 13
*** Origliare ***



“Origliare”
 


Ormai Aberforth aveva iniziato ad origliare sempre più spesso i discorsi dei suoi ambigui e sospetti avventori, passando così più di una notizia utile all’Ordine.
E ne era fiero.
Certo, agiva sotto copertura, in silenzio e senza alcuna gloria, ma era molto più utile di certi Auror fanfaroni che rilasciano inutili interviste alla Gazzetta del Profeta.
Al Testa di Porco tutti venivano per parlare dei loro sporchi affari e dei loro loschi traffici.
E nessuno avrebbe mai sospettato di lui, il sudicio e silenzioso barista. Nessuno.
E questo, doveva ammetterlo, gli arricciava sempre le labbra in uno sciocco sorriso orgoglioso.

 

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Capitolo 14
*** Continuano ancora ***



“Continuano ancora”
 


La guerra era finalmente finita.
Voldemort era stato inspiegabilmente sconfitto dal neonato Harry Potter e i Mangiamorte finivano tutti ad Azkaban, uno dopo l’altro.
Ma Aberforth, dal suo locale, li vedeva ancora strisciare, mentire e continuare i loro sporchi traffici.
Spesso li denunciava anonimamente, non voleva certo diventare un personaggio pubblico e avere gli stessi problemi che aveva Albus, ma molti erano rilasciati per mancanza di prove, perché dicevano di agire sotto Imperius, minacce o idiozie simili.
E così era costretto a sentirli ancora sussurrare malvagità nel suo Testa di Porco sperando di poterli cogliere in fallo, prima o poi.



Bhe, eccomi ancora qui a scocciare.
Viste le mie mancanze magari pubblicherò un altro capitolo sta sera che non si sa mai se domani potrò avere la connessione. Chissà xDDD
Comunque al più presto possibile e grazie a tutti quelli che seguono una squinternata come me in un esperimento del genere :D

 

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Capitolo 15
*** Ricordo felice ***



“Ricordo felice”
 



Sirius Black era riuscito a scappare da Azkaban.
L’eccitazione, il sospetto o il terrore pendevano anche dalle bocche degli avventori del Testa di Porco.
E ora i Dissenatori e i ricordi della prigionia di Aberforth vagavano, gelidi e silenziosi, per tutta Hogsmaede.
Una sera aveva dovuto anche evocare un Patronus.
Non che adesso, rispetto al periodo dei M.A.G.O, trovare un ricordo felice fosse più facile.
Era stato semplice terrore quello a cui doveva la riuscita del Patronus.
E quel Patronus era cambiato. Orribilmente cambiato.
Era decisamente diventato una capra.
Abeforth capì che il passato non si sarebbe mai potuto cancellare.




Scusate se mi sono dimenticata di aggiornare ieri *facepalm Sono un autrice poco affidabile ahahahahahahaha X'D

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Capitolo 16
*** Harry Potter ***



“Harry Potter”
 



Anche Aberforth, come chiunque nel mondo magico, rimase sorpreso quando vide per la prima volta il famoso Harry Potter.
Il ragazzo entrò nel suo sporco pub, già stranamente pieno di mocciosi rumorosi, accompagnato da una ragazza castana.
Prima ancora che i tanti “Ciao, Harry” risuonassero nel suo locale, gli bastò uno sguardo per notare la celebre cicatrice che si stagliava sulla fronte del ragazzo.
Era lui.
Albus gliene aveva parlato talmente tante volte.
E ora che lo vedeva poteva solo pensare che fosse proprio un imbecille ad organizzare qualcosa di segreto nel suo locale. Dove anche i muri avevano orecchie.




Allora vorrei scrivere qui una cosa che non ho scritto nel capitolo precedente e cioè che quel capitolo proprio non mi piace. Proprio no. No.
Ma vabbè. Cercherò magari di metterlo a posto rimanendo nel mio personale confine di 100 parole precise! Anche questo capitolo non è proprio il massimo dell'avvincente eh. Ma spero possa piacervi xD a presto. <3

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Capitolo 17
*** Lo specchio ***



“Lo specchio”
 



Mundugus Fletcher era un cliente abituale del Testa di Porco, così com’era abituale la sua mancanza di denaro.
“Mi pagherai con una delle tue sporche merci” tagliò corto Aberforth.
E, tra il tanto ciarpame che gli mostrò l’uomo, lui scelse un piccolo frammento di specchio.
Aberforh, a differenza di quel mago abbietto, era in grado di riconoscere un oggetto che aveva visto la magia quando ne trovava uno.
E quello sì che ne aveva vista e bella potente.
Per questo lo scelse.
Ma se ne avesse saputo l’utilità forse l’avrebbe lasciato lì, evitando così i guai che ne sarebbero derivati.
 



Ed eccomi con un altro capitolo, scusate il ritardo, ma dì, l'importate è che ora ce l'abbia fatta (credo)
Vabbè alla prossima che, se ce la faccio, potrebbe anche essere domani <3

 

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Capitolo 18
*** Senza Parole ***


Premetto che spero di non aver reso superficiale questo importante momento della vita del nostro (?) Aberforth Silente. Buona Lettura <3



“Senza Parole”
 



Albus Silente era morto.
Il grande preside di Hogwarts era stato ucciso proprio da quel Severus Piton di cui tanto si fidava.
Aberforth non sapeva cosa dire.
Era morto suo padre chiuso in una cella di Azkaban, morta sua madre, sua sorella e, infine, anche suo fratello era schiattato.
E così lui era l’ultimo Silente. Quello di cui nessuno si ricordava.
Non poteva crederci.
Aveva odiato tanto il fratello e, forse, non si erano mai davvero riappacificati, eppure non voleva credere che anche lui fosse morto.
Al funerale di Albus, Aberforth rimase in un posto in ultima fila.
Senza parole.

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Capitolo 19
*** Mi vorrebbe parlare di suo fratello Albus? ***


Scusate il ritardo, sono proprio un' "autrice" poco affidabile, sigh.
Vabbeh, buona lettura a tutti voi


 
“Mi vorrebbe parlare di suo fratello Albus?”



 
 
Al Testa di Porco non era mai entrata una donna così fastidiosa, mai.
Si era seduta al bancone, di fronte a lui, ispezionandolo con un’espressione sdegnata e intrigata al tempo stesso.
“Salve, sono Rita Skeeter, lei è Aberforth Silente?”
Molti clienti a sentire quel nome si voltarono nella loro direzione stupiti.
“Sì”
“Mi vorrebbe parlare di suo fratello Albus?”
“No”
“Non scorreva buon sangue tra di voi, vero?”
Era ovvio che dopo la morte del grande Albus Silente sempre più curiosi e giornalisti sarebbero venuti a fargli stupide domande scontate come quella.
Aberforth buttò fuori la donna senza tante cerimonie.

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Capitolo 20
*** Vita e Menzogne di Albus Silente ***


Ok avevo detto che avrei pubblicato oggi e ce l'ho fatta! (yeeeh) E quindi eccomi qui (ancora stanca morta) solo per voi, pochi sopravvissuti alla mia stoira (??) ahahahahah beh, alla prossima!

 

“Vita e Menzogne di Albus Silente”
 




Quando Aberforth vide al Ghirigoro Vita e Menzogne di Albus Silente per poco non perse un battito cardiaco.
In pochissimi giorni quell’insopportabile giornalista bionda era riuscita a scrivere un tomo del genere su suo fratello.
Lo sfogliò con irruenza.
C’erano scritte talmente tante stronzate che avrebbe voluto strapparne le pagine una ad una.
Le foto di lui, Albus e Ariana riempivano le pagine al centro muovendosi pigramente.
Da quanti anni non vedeva quelle vecchie foto?
Ne comprò una copia e se la lesse tutta d’un fiato.
Quante bugie. Quante.
Era impossibile che la gente potesse credere a cose del genere.

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Capitolo 21
*** Arrendersi ***


 Eccomi qui con un altro capitolo di questa raccolta a cui mi sono ormai affezionata, allora tra pochi capitoli sarà finita quindi spero che continuerete a seguirmi fino alla fine :D
 
“Arrendersi”
 


L’Ordine era stato sconfitto, il Ministero ed Hogwarts stessi erano in mano ai Mangiamorte.
Anche Aberforth avrebbe dovuto arrendersi, voleva arrendersi.
Avrebbe voluto poter dimenticare tutto, piegarsi al volere altrui e non pensare più a niente.
Ma proprio non ci riusciva. Non poteva riuscirci.
E così si dava dell’idiota da solo.
Stava diventando come il fratello. Un inguaribile romantico. Alla ricerca dell’idealità.
Per questo aveva creato una via di fuga verso Hogwarts, per tutti gli studenti bisognosi, e aveva deciso che, grazie allo specchio (di cui ormai conosceva il potere) avrebbe aiutato Potter.
Era davvero diventato uno stupido vecchio sentimentale.
 

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Capitolo 22
*** Studenti feriti ***


Eccoci qui con un altro degli ultimi capitoli di questa raccolta, non ho molto da dire su questa drabble quindi. Alla prossima <3




“Studenti feriti”
 


Erano mesi che studenti su studenti si riparavano nel suo locale per curare quelle ferite che i Mangiamorte infliggevano loro ad Hogwarts. Un luogo che era stato una roccaforte di sicurezza e che ora non lo era per niente.
E lui li accettava, si lamentava, certo, e non perdeva occasione per fare battute sarcastiche, eppure vedere quei ragazzini che ancora combattevano non poteva che alleggerirgli il cuore.
Sapeva che era una cosa stupida. Che avrebbe dovuto dire a quei ragazzi di smettere di rischiare inutilmente la pelle.
Ma non ce la faceva.
E così si limitava a curarli borbottando scocciato.
 

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Capitolo 23
*** Salvati ragazzo ***


Salve, scusate come sempre i ritmi di aggiornamento privi di alcun senso logico! *facepalm 
Comunque finirò tra davvero pochi capitoli e spero possiate resistere fino ad allora!
Intanto eccovi qua con quest'altra Drabble che spero vi possa piacere :D


 


“Salvati ragazzo”



Quando Potter arrivò nel suo locale Aberforth gli disse le stesse cose che si ripeteva da solo. Quelle frasi a cui non credeva nemmeno lui, ma che avrebbe voluto che quel ragazzo ascoltasse, così da ignorare tutte le cazzate idealistiche che gli aveva raccontato Albus.
“È finita, e chiunque finga di credere il contrario sbaglia.”
Anche se pure lui, come un idiota, continuava a crederci.
Potter aveva posto la massima fiducia in suo fratello, così come chissà quanti altri maghi.
E così Aberforth lanciò fango su Albus, dicendogli cose che nessuno sapeva, insultando quel fratello che non odiava neanche più.

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Capitolo 24
*** Senso di colpa ***



“Senso di colpa”
 



“Basta smaterializzazioni, vorrei dormire!” brontolò burbero Aberforth all’ennesimo gruppo di adolescenti che appariva con un “pop” nel mezzo del suo locale.
Ma non sarebbe mai riuscito a dormire.
Non riusciva a liberarsi dal pensiero di aver lasciato Potter e i suoi amici andare dritti verso la morte.
Certo, se l’erano cercata, erano andati perché lo volevano.
Ma lui li aveva lasciati andare.
Forse fu per questo inspiegabile senso di colpa che, quando sentì l’acuta e fredda voce di Voldemort, risuonare in tutta Hogsmeade rimbalzando nelle pareti del suo locale, decise di andare anche lui a combattere quella battaglia ad Hogwarts.

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Capitolo 25
*** Un ultimo dovere ***


Scusate il ritardo ad aggiornare, vi ringrazio ancora tutti di seguirmi e di commentarmi sempre <3
Grazie ancora, a tutti, questo è il penultimo capitolo, grazie ancora, vi adoro :D

 
“Un ultimo dovere”



 
E così anche quell’ultima battaglia era finita.
Ovunque riecheggiavano dei richiami disperati. Genitori che cercavano figli. Sorelle che cercavano fratelli.
E, mentre i corpi di giovanissimi maghi appena maggiorenni uscivano uno dopo l’altro dalle macerie di quello che era stato Hogwarts, Aberforth era sopravvissuto.
Era sopravvissuto di nuovo.
Era sopravvissuto ai suoi genitori, ai suoi fratelli e lo era anche a tutti quei ragazzini.
Non sapeva se esserne felice. Non lo era.
Eppure doveva vivere, era il suo dovere.
Un dovere doloroso, difficile, ma che avrebbe dovuto svolgere.
Doveva, per tutti quei morti e anche per sé stesso.
Avrebbe vissuto.

 
 

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Capitolo 26
*** Vivere ***


Allora questo è il mio ultimo capitolo, quindi approfitto di questo spazio per ringraziare tutte/i voi che mi avete in qualche modo seguito in questa follia, leggendo, commentando o anche solo scorrendo le pagine a caso (?)
Grazie ancora, e scusate se anche in quest'ultimo capitolo non ho tolto alcuni errori che avevo già fatto *perdono giuro che un giorno li rileggo e li correggo tutti ç^ç (scusa Dreamer_imperfect dopo tutta la fatica che hai fatto per lasciarmi quel commento *sono una pessima autrice sigh) Comunque spero che vi vedrò in altre mie storie se riuscirò a scriverne e quindi spero che questo non sia un addio <3
Buona lettura di quest'ultima, semplice drabble. 

 


“Vivere”


 
Erano mesi che Aberforth era tornato ad occupare il suo posto dietro il logoro bancone del Testa di Porco.
Tutto era tornato com’era sempre stato.
O almeno così sembrava, in realtà solo il locale era rimasto lo stesso. La clientela era, purtroppo, drasticamente cambiata.
Non che gli dispiacesse.
Tuttavia non avrebbe mai dato a vedere a quei ragazzini quanto la loro presenza gli alleggerisse il cuore.
“Dammi il solito, barista!” esclamò scherzosamente uno dei soliti rumorosi studenti di Hogwarts salutandolo.
“Parlate più piano, per Merlino!” protestò Aberforth senza riuscire ad impedire ad un sorriso sincero di allargarsi sul suo viso.

 

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