Avventure in classe!

di Suzume Yuzuka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Advanced Information Type of Pokémon. ***
Capitolo 2: *** The first day of school. ***
Capitolo 3: *** Le prime lezioni, le prime amicizie, i primi amori... ***
Capitolo 4: *** Music lessons ***
Capitolo 5: *** [SPECIAL XMAS] We wish you a merry Xmas... ***
Capitolo 6: *** …And happy new year! [SPECIAL BUON 2014!] ***
Capitolo 7: *** Special Viaggio nello spazio: 'London of 1888' ***



Capitolo 1
*** Advanced Information Type of Pokémon. ***



Avventure in classe!
 
Misty quasi tremava. Certo, solitamente era intrepida, ma questo ‘primo giorno’ di scuola le metteva tensione, ansia. Chissà come sarebbero stati i nuovi compagni di classe, e se le ragazze fossero state come Viry, Violet e Daisy? Probabilmente sarebbe stata in banco con qualche maschio, dandogli delle botte quando si comportava in modo stupido.. Un po’ come era successo con Ash. Ma adesso lui non era con lei, lui aveva detto: “Preferisco andare al professionale, vedrai che diventerò un grande allenatore!”. Misty quasi gliel’avrebbe detto che voleva che stessero in classe insieme anche altri cinque anni, ma la scintilla negli occhi di Ash era qualcosa che non si poteva spegnere, qualcosa di meraviglioso.
Pensava, mentre sotto un albero del cortile stava leggendo un libro. O almeno lo stava sfogliando, perché mentre i suoi occhi osservavano le parole sulla carta, lei si interrogava su cosa sarebbe successo. “Fragments of life” era il titolo del libro, che consisteva in una raccolta di Slice of Life. Ne aveva già letti tanti di libri così, ma questo l’aveva catturata, con il modo semplice con cui l’autrice parlava di attimi in cui lei si ritrovava; sembrava di trovare, di tanto in tanto, nelle pagine del libro, piccoli frammenti di lei.
Misty dette un’occhiata all'istituto: un edificio avanzato, d’altronde questo era il primo giorno anche per lui.
AITP” era la sigla di "Advanced Information Type of Pokémon" ed era un istituto che non solo insegnava le tecniche di lotta, ma studiava ogni singolo tipo di Pokémon e ogni alunno poteva seguire, un giorno alla settimana, un corso specifico sul tipo che preferiva. Inoltre, il laboratorio di informatica era dotato di computer avanzati, il laboratorio scientifico (a cui avevano accesso solamente gli alunni che passavano un esame particolare) era dotato di apparecchiature per lo studio delle cellule dei pokémon, in palestra ci si esercitava con i propri pokémon, cercando di sviluppare il lavoro di squadra, vi era l’orchestra e corsi per gli alunni che volevano imparare a suonare il pianoforte, la tromba, la chitarra, la batteria, il flauto traverso e  il basso. Insomma, il depliant che Misty aveva letto prima di iscriversi spiegava solo a grandi linee i progetti scolastici, eppure a lei sembravano un’infinità di cose.
Si sentì il suono della campanella e tutti gli alunni si accalcarono sulla porta, sperando di non fare ritardo. Misty si alzò, poso il libro in una tasca della cartella e si avviò verso la porta.
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!!
Io sono Suzume Yuzuka, più comunemente Zuzu o Panda e questa è la mia prima OC! Sono contenta che per una volta i personaggi siano di chi legge e non miei. Insomma, voglio sperimentare questo nuovo tipo di scrittura. Ringrazio tantissimo chiunque volesse inviare un OC, (Se ne inviate più di uno potrò anche non sceglierli tutti, dipende da quanto mi sembreranno originali e 'utili' in un certo senso) la scheda è questa:

Nome:
Cognome:
Sesso:
Nazionalità:
Data di Nascita:
Città di provenienza (PS: potete scegliere qualsiasi città, infondo non è un dato necessario):
Aspetto fisico:
Carattere:
Voto di licenza media:
Storia d’amore:
Pokémon e mosse (anche eventuali accessori indossati dal pokémon):
Tipo scelto da approfondire:
Dati-che-non-sapete-dove-mettere:

FACOLTATIVO:
Corso di strumento:
Corso di canto/danza:
Partecipazione all’esame per l’accesso al laboratorio scientifico:
 
Spero che mi inviate personaggi (potete inviarne quanti volete ciascuno), ci tengo tanto a questa storia, di cui io sono la penna e voi la mano che scrive..

 
GRAZIE A TUTTI.
Suzume Yuzuka. 

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Capitolo 2
*** The first day of school. ***



Avventure in classe!
 
The first day of school.

Misty chiese al bidello dov’era la sua aula e lui la condusse all’ultimo piano, davanti alla porta della classe la ragazza notò una ventina di alunni, molti con un broncio in viso. “Ed è solo il primo giorno!”  disse la rossa mentre si avvicinava ai suoi nuovi compagni di classe.
- Ciao ragazzi! – urlò allegra, ma le si avvicinarono solo due ragazze, che poi si presentarono, Kaori e Historia. La prima aveva i capelli biondi raccolti in due codine molto carine e gli occhi color miele, mentre la seconda aveva gli occhi di un insolito rosa chiaro che riflettevano innocenza pura e capelli scuri e lisci. Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, fino a quando la professoressa aprì la porta: una donna sulla quarantina, bassa e con degli abiti stretti che evidenziavano ancor di più la sua magrezza. Fece passare uno ad uno gli studenti per indicare i posti a sedere. 
 
Saki era capitata in banco con Sayouri; era contenta e in più era convinta che avere le stesse iniziali fosse un segno del destino. Inoltre sembravano gemelle: gli stessi occhi verdi, gli stessi capelli corvini e lunghi, lo stesso fisico magro e agile. Si relazionarono subito, tanto che dopo cinque minuti l’una sapeva tutto dell’altra.

- Secondo te che prof. è? –
- Storia dell’Arte, altrimenti non avrebbe uno sguardo così truce e malvagio. –
- Secondo me è brava. –
- Mai fidarsi delle apparenze, Sayouri. – e scoppiarono a ridere senza nemmeno sapere il perché. 

Kaori osservava la sua compagna di banco, Mei Kuroki. A vederla da lontano avrebbe dubitato fosse una ragazza, dato l’abbigliamento scuro e gli occhiali da sole. Aveva cercato a lungo un argomento per attaccare bottone, e quando Mei aveva poggiato un libro sul banco, quel libro, le parole erano sgattaiolate fuori dalla bocca da sole.

- Holmes? –
- Sì, lui. È il mio personaggio preferito. –
- Anche il mio. Da piccola chiesi ai miei genitori di trasferirci al numero 221b di Baker Street. –
- E cosa fecero? –
- Mi chiesero di ripetere, così me ne andai in camera mia a rileggere un romanzo di Sherl, come lo chiamo io. –
- A casa ho tantissimi libri di Holmes, se vuoi te ne presto qualcuno. –
- Idem. – si zittirono quando la professoressa si sedette alla cattedra. 
 
- Ragazzi, bisogna fare il test d’ingresso. – Tuonò la voce della prof, così tutti iniziarono a chiedere fogli o a strapparli dai quaderni.

- No, cos’avete capito! Dovrete disputare una battaglia Pokémon. – un gioco da ragazzi, pensarono tutti, mentre si dirigevano in giardino. 

Mentre osservava le righe bianche del campo, Ren era pronto a battersi. Le coppie erano state scelte in base all’appello e lui avrebbe dovuto combattere con Shion, sarebbe stata una lotta uno contro uno. Ren osservò il rivale dall’altra parte del campo: aveva i capelli biondi e spettinati, la carnagione chiara e, se non avesse avuto gli occhi verde smeraldo, sarebbe stato la fotocopia di Corrado, il capo palestra di Arenipoli. L’arbitro, probabilmente un collaboratore scolastico, diede il via all’incontro e i due ragazzi schierarono i loro Pokémon. Ren non fu per niente contento di vedere il Pokémon mandato in campo dal suo avversario: mentre lui aveva schierato Tas, il suo fedelissimo Ninetales, Shion aveva mandato in campo un Feraligatr! Ma doveva farcela, non poteva perdere.

- Tas, rogodenti! – ordinò Ren e Ninetales balzò sul dorso di Feraligatr per poi mordergli il capo. Il Pokémon d’acqua lanciò immediatamente un pistolacqua al cielo e l’acqua precipitò tutta su Ninetales, che dovette allentare la presa.
- Forza, Feraligatr, idropompa dritto su Tas! - Così il Pokémon, con una velocità pari a quella della luce, fece una capriola e diresse un idropompa sul viso di Ninetales, i cui tentativi di fuga furono vani. Il Pokémon cadde a terra KO, mentre Feraligatr fu ritirato nella pokéball dall’allenatore.
- Tas è KO, il vincitore dell’incontro è Nariwa Shion! – sentenziò l’arbitro, mentre Ren, triste, si metteva da parte. 

-Il Pokémon di Historia è KO, quindi il vincitore dell’incontro è Suzaku Nezumi, che si aggiudica il titolo di primo della classe! – Urlò l’arbitro, mentre la prof alzava, fiera, la mano del corvino. Intanto Historia guardava il ragazzo che l’aveva appena battuta: gli occhi, di un viola profondo, non facevano trapelare nemmeno la minima emozione.
- Complimenti! – gridò Historia dopo essersi avvicinata a lui.
- Grazie... – mormorò Nezumi, per poi arrossire e passarsi una mano nei folti capelli corvini.
- Posso dare un poffin al tuo Umbreon? È così carino... – Nezumi annuì e la ragazza si inginocchiò per poi prendere dalla tasca della gonna un poffin e porlo ad Umbreon, che sfoderò un sorriso timido per poi mangiare il biscotto. 

Misty diede un’occhiata all’orologio: erano già passate quattro ore dall’inizio delle lezioni e, dopo un’ora, ci sarebbe stata la pausa pranzo. Quando ritornarono in classe, si ricordò del compagno di banco che le era capitato, Ian, e quasi sveniva. Appena l’aveva visto pensava fosse simpatico, ma si era dovuta ricredere quando lui aveva tentato di predire il futuro. Probabilmente era posseduto, siccome una persona normale, di certo non avrebbe osservato una specie di amuleto che aveva al collo, per poi dirle che Mewtwo sarebbe atterrato sul tetto dell’edificio.  
 
Quando tutti furono seduti al loro posto, la professoressa iniziò a compilare delle schede, per poi darne una ad ognuno. C’era scritto il voto del test d’ingresso e il nome dell’alunno e disse a ciascuno di conservarlo con cura.
 
Elise diede un’occhiata alla scheda consegnata alla sua compagna di banco e fu sorpresa nel vedere che Flaviya aveva preso nove, mentre lei aveva preso sette. Elise aveva perso contro Ryu Hisame, Garchomp era precipitato su Myghtiena con gigaimpatto e il pokémon era crollato a terra, esausto.

- Non essere così pensierosa, Flau! – Flaviya aveva appena parlato con una voce stridula e fastidiosa, ma ad Elise sembrava quasi non importare, siccome l’aveva guardata e aveva sorriso.
Perché Flau? –
- È il soprannome del tuo cognome! Sai che sembri un teddiursa? Io adoro gli orsetti, sono così teneri! Una volta ero a casa, ad Orocea, e ne ho visto uno camminare sull’acqua, così mi sono sorpresa e l’ho detto a mia madre, ma non mi ha dato retta. Forse era un teddiursa marino, io l’ho visto! Una volta ho anche visto un...- in quel momento Elise la interruppe:
- Si, sono sicurissima che fosse un teddiursa marino, ma adesso cambiamo argomento. -  Per un momento Flaviya stette zitta ma, quando iniziò un altro dei suoi monologhi, Elise credette che fosse giunta la sua ora. 

Appena suonò la campanella tutti i ragazzi si precipitarono nella mensa, dove si sedettero ai vari tavoli a gruppi da cinque. Virginia colse l’occasione per sedersi vicino al ragazzo più carino in vista, un giovanotto dai capelli castani un po’ spettinati e un fisico niente male, e si trascinò dietro anche Joker, siccome le sembrava simpatica.

- Carina la ragazza! – esclamò Green appena Virginia si sedette al tavolo.
- Non c’è da sorprendersi. – affermò Virginia e Joker capì che la ragazza era più piena di sé di quanto potesse minimamente sembrare. Joker la osservò: si notavano numerosi tatuaggi dai disegni più vari su ogni parte del corpo, un piercing sul setto nasale ma ciò che la rendeva “particolare” era il trucco pesante, al contrario di tutte le altre ragazze della classe, che si erano limitate ad un gloss o ad un ombretto chiaro. Appena si accorse di essere osservata da Green, Joker arrossì ma non disse nemmeno una parola.
- Joker, svegliati! Ti hanno tagliato la lingua? – esclamò Virginia, che sembrava affezionata a Joker nonostante da parte dell’altra non vi fosse stata nessuna dimostrazione d’affetto.
- Vado a prendere i piatti. – disse e si dileguò. Green l’aveva colpita. Era carino, nonostante sembrasse un po’ presuntuoso. 

Ryu Hisame si sedette al tavolo con Sophie, Céline, Saki e Sayouri. Già sentiva, fra i vari tavoli, insulti sul fatto che si fosse seduto fra delle ragazze, ma poco gli importava.
Iniziò a chiacchierare con Sophie, la sua compagna di banco; seduto al tavolo aveva potuto notare tutto ciò a cui prima non aveva fatto caso: i riflessi albini sui capelli biondi, la sua altezza e quanto i suoi occhi castani fossero piccoli, dettagli a cui prima non aveva fatto caso.

- Quanto hai preso al test? – domandò Sophie.
- Otto, tu? –
- Anch’io. –Sophie mandò giù l’ultimo boccone di pasta al forno, davvero deliziosa e si alzò dal tavolo.
 La ragazza aveva notato che Barry, il ragazzo di cui era cotta sin dall’infanzia, si stava dirigendo in corridoio, così lo seguì.

- Barry! – urlò.
- Sophie, non sapevo ti fossi iscritta qui! In che sezione sei? –
- C. –
- Peccato, io nella F! Hai conosciuto qualche ragazzo carino, ammettilo! – Sophie avvertì una fitta allo stomaco. Avrebbe tanto voluto urlargli: - Sei tu il ragazzo carino! – ma non poteva, avrebbe rovinato l’amicizia che li legava da anni.
- Nah, non mi interessano i fidanzati! – disse, lievemente arrabbiata per quanto fosse ottuso il ragazzo.
- Dai, non ti arrabbiare! Vince chi arriva primo in cortile! – e corsero in giardino, dove parlarono di tutto e di più e ad ogni parola di Barry, nonostante Sophie non l’avrebbe mai ammesso a sé stessa, si innamorava ancora di più. 

Per la prima settimana, dopo il pranzo i ragazzi avevano il pomeriggio libero: potevano andare in biblioteca, nell’aula di disegno o anche stare in cortile a giocare a pallone o fare lotte pokémon.
 
Derren si diresse in biblioteca, nell’ultimo periodo dedicava il suo tempo libero a ricerche sui personaggi storici e voleva cogliere l’occasione per utilizzare l’enciclopedia dell’istituto. Calmo e con passo lento, dopo un quarto d’ora trovò la biblioteca. Si sedette ad un tavolo libero vicino allo scaffale dei libri storici. Dopo aver dato un’occhiata prese un libro molto grande e lo posò sul tavolo, per poi iniziare a leggere attentamente.
 
 
Céline era una ragazza solitaria, amava rifugiarsi nei libri, specialmente quelli malinconici che descrivevano ragazze che, come lei, non credono nell’amore. Quindi andò in biblioteca e scelse uno qualsiasi fra i libri più malinconici e iniziò a leggere. Fra le pagine lesse di adolescenti in crisi che sembravano avere qualcosa di lei, qualcosa che in un primo momento Céline non comprese a pieno.
 
Rosalind e Historia erano compagne di banco e già avevano legato molto: passarono il pomeriggio nell’aula di disegno, a ridere e a scherzare. Disegnarono dei modelli di abiti e Rosalind era molto brava, le sue creazioni erano originali e, in più, colorate benissimo.

- Sei bravissima, Rosalind! – esclamò Historia.
- Quante volte ti ho detto di chiamarmi Rose? –
Va bene, capitano. – 
 
Kaori e Ryu Yami trascorsero il pomeriggio in cortile, ad allenare i loro pokémon. Kaori osservava Ryu: da quando si era innamorata di lui non riusciva a trovare nulla di negativo in lui. Fra una chiacchiera e l’altra trascorsero il pomeriggio insieme.
 
- Drin!! – il suono della campanella si sentì in ogni angolo della scuola e, chi più chi meno, furono tutti contenti del primo giorno di scuola.



Angolo autrice
Salve a tutti! 
Lo ammetto, è stato complicato scrivere questo 
capitolo, ma mi sono divertita! Se non va bene, 
sono pronta a ripostarlo secondo i vostri 
suggerimenti! Mi scuso per essermi permessa 
di aggiungere qualcosa agli OC, spero vadano 
bene ugualmente. 

Grazie per gli OC: 

Sakura Toyama di sakichan24
Mei e Ren Kuroki di Ronnie Stregatto
Shion Nariwa e Nezumi Suzaku di FullmetalRyu
Ian VanDik e Flaviya Zaytseva di Depeep 
Ryu Yami e Kaori Highwind di thedarksora91
Joker Blade di shai_chan
Rosalind Meller, Historia Hopkins e Derren Hartman di Jehanne
Sayouri Toshi di giapponesina6
Virginia Dixon di Femten
Elise Flaubert di Alexiel94
Céline Morgan di Ayame Saki 
Ryu Hisame di LaKraff44
Sophie White di Himeko Stukishiro. 

Grazie mille a tutti, sarei molto felice di sapere cosa ne pensate!

 
Suzume Yuzuka

 
 
 

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Capitolo 3
*** Le prime lezioni, le prime amicizie, i primi amori... ***



Avventure in classe!
 
Le prime lezioni, le prime amicizie, i primi amori...
 

- Saki! – urlò Sayouri appena vide l’amica scendere dal pulmino, per poi correre ad abbracciarla. In realtà non si erano mai separate, siccome avevano chiacchierato al cellulare fino a notte fonda, la voglia di conoscersi era fin troppa.
- Sayu!! – si strinsero così forte che se l’abbraccio fosse durato un minuto in più, si sarebbero sgretolate le braccia, ma alle due poco importava. 

Ryu Yami stava leggendo un libro che gli aveva prestato Kaori. A dir la verità fino a quel punto non gli era piaciuto particolarmente, ma condividere un oggetto con lei era bellissimo. Poter annusare il profumo di Kaori ormai addentrato nella carta e sfogliare le pagine, anche se con meno delicatezza di lei, lo faceva sentire ancora più vicino. Erano come fratelli, ma per lui Kaori era di più. L’aveva amata dal primo giorno che l’aveva vista ed erano passati mesi, anni, eppure lui l’amava ogni giorno di più.
 
Flaviya si era avvicinata di soppiatto ad Elise, le aveva coperto gli occhi e aveva gridato, cercando di mascherare la voce:
- Chi sono? -. Elise aveva imparato che per quanto Flaviya cercasse di mascherare la voce, non riusciva ad avere un tono malinconico bensì era sempre esile e acuta.-
- Flaviya, lo so che sei tu! – gridò Elise.
- Com’è possibile? Chi te l’ha detto? Non può essere! – esclamò Flaviya, iniziando a piangere come una bambina.
- E’ il primo segno dell’apocalisse. Le persone diventano pazze. Scappiamo! Fra poco il mondo tremerà! – disse Ian ad Elise, avvicinandosi alle due. Elise si dileguò in fretta, mentre Flaviya assestò un bel pugno sul capo di Ian, affermando:
- Io sono la persona più intelligente al mondo. –
 
 La campanella tuonò e quindi tutti, dal primo all’ultimo, dovettero entrare in classe.
 
Appena entrò in classe, Misty salutò la prof di geografia. Una donna dall’aria giovanile, di all’incirca trent’anni, con i capelli viola raccolti in una treccia che cadeva sulle spalle e gli occhi color ambra. Quando tutti furono seduti, si presentò:
- Bonjour, les enfants! Je suis Madame Elegant, Myléne Elegant! – Misty credette di essersi sbagliata, quindi controllò l’orario scolastico, ma alla prima ora c’era proprio geografia.
- Je suis le votre prof de Geografia e Francese. Hmmm… Prendete Geografia, les enfants! – continuò. Ciascuno degli alunni prese il libro e lo aprì alla prima pagina.
 
Virginia osservò bene la mappa alla prima pagina: era di Johto e Kanto, due regioni che conosceva fin troppo, siccome aveva fatto la spola tra l’una e l’altra. La professoressa esclamò:
- C’è qualcuno che proviene da una di queste regioni che ne vuole parlare agli altri? – A Virginia non era mai piaciuta la geografia, benché meno le interrogazioni. Ma, per una volta poteva fare un’eccezione, per le sue patrie, così alzò la mano.
 
 
Rosalind diede un’occhiata all’orologio: alle undici, ossia dopo un minuto, sarebbe entrata la prof di Storia. Fra tutte le materie, l’unica che non le piaceva era Storia. Infatti, proprio per colpa della prof di quella materia, alla licenza media aveva preso 9 e non 10. Fortunatamente, si salvò: dopo due minuti che la prof fu entrata, entrò il bidello per far recare nell’aula di scienze coloro che dovevano fare l’esame scientifico. Rosalind ringraziò il cielo per essersi iscritta al corso: avrebbe fatto a meno di due ore di storia, per una volta.
 
La lezione di Storia era noiosissima: la professoressa stava spiegando – o meglio, stava parlando al muro – del gran conquistatore Scarlred I, mentre mezza classe dormiva sui banchi o stava disegnando occhi sulle palpebre in modo da potersi addormentare tranquillamente.
Ryu Hisame esclamò: - Professoressa, io mi annoio. –
- Ryu, vuoi ripetere tutto? –
- No, no, non mi annoio per niente. – Così iniziò a sonnecchiare anche lui.
Quando suonò la campanella, si sentirono più gli sbadigli che la campanella stessa.
 
La quarta ora era buca e quindi Céline si recò in giardino. Fece uscire il suo Oshawott e gli accarezzò la testa, per poi prendere un foglio da disegno. Iniziò a tracciare la sagoma, per poi definirla. Il pokémon rimaneva immobile, come un modello perfetto. Céline capì che mancava qualcosa nei suoi disegni, nella sua vita: l’allegria.
- Sorridi! – incitò il suo pokémon, che posò perfettamente. Andava molto meglio, adesso.
 
- Hey, sorellina! – urlò Ren vedendo la sorella seduta sotto un albero, a leggere uno dei soliti libri di Sherlock Holmes. Non la comprendeva proprio! Come poteva amar leggere di quel tizio le cui storie avevano tutte lo stesso inizio e la stessa fine? Moriva qualcuno e quel finto genio pescava a caso il colpevole.
- Sto leggendo, Ren. Non disturbarmi. -
- Sei una noia. Una vera noia sorellina, lasciatelo dire. -
Mei prese il colletto della maglia di Ren.
- Io devo incontrarlo. –
- Chi? –
- Sherlock. –
- Sei pazza sorellina, sei pazza. – disse, per poi scompigliare i capelli di Mei. Era davvero strana quella ragazza. 

Historia vide Nezumi camminare per i corridoi. Osservò la sua forma esile e i suoi capelli corvini e ribelli, per poi avvicinarsi a lui e prendergli la mano.
- Vuoi allenarti con me? – gli chiese, con voce flebile. Umbreon uscì dalla pokéball e rispose al posto dell’allenatore:
- Umbreon! – era un bel sì. Andarono in cortile, dove Historia fece uscire il suo Jigglypuff dalla pokéball, per poi allenarsi insieme duramente. Alla fine, Jigglypuff si avvicinò ad Umbreon e gli parlò, cosicché divisero un poffin insieme.
Come si dice, tale allenatore, tale pokémon.
Dopo aver mangiato, gli alunni si diressero nelle aule di potenziamento.
 
Elise andò nell’aula del tipo Fuoco. Appena entrò, notò che quasi metà della sua classe si era iscritta a quel corso: Ren, Ryu Yami, Sayouri, Nezumi, Sophie, Joker... Praticamente erano quasi tutti lì. Fiammetta, la professoressa, nonché capo palestra di Cuordilava, aveva i capelli rossi tendenti al rosa e gli occhi del medesimo colore. Solo il tempo di sedersi che l’insegnante premette un pulsante e l’aula si trasformò in un campo di rocce ardenti e calò un’atmosfera molto calda.
- Forza, ragazzi, mostratemi l’ardente passione che brucia in voi! –La professoressa scrutò il volto di Elise Flaubert.
- Elise! Forza, mostra a tutti che nel cuore di Cuordilava nascono le più grandi allenatrici di Fuoco! – gridò. Elise si fece avanti e Fiammetta chiese chi volesse sfidarla. Si propose Sophie.
- Sarà una lotta uno contro uno. – Sentenziò Fiammetta, mentre le due ragazze si posizionavano alle parti opposte del campo. Sophie mandò in campo il suo Infernape, mentre Elise scelse Typlosion. Appena l’incontro iniziò, Elise usò il suo asso nella manica: Riduttore. Infernape fu scaraventato a terra, mentre l’allenatrice lo incoraggiava ad alzarsi e sferrare Pugnorapido. Così Infernape colpì in pieno petto il poderoso Typlosion, per poi usare Ruotafuoco e farlo cadere sul suolo rovente. Malgrado i colpi, il Pokémon si alzò di nuovo e usò Lanciafiamme mentre Infernape provava a sferrare un altro Pugnorapido. Alla fine, i due Pokémon crollarono entrambi al suolo, esausti.
 
 
Shion si era diretto nell’aula del tipo acqua. Sull’orlo della porta vide il professore: incredibile, era proprio Adriano, il più grande coordinatore di tutti i tempi! Al posto dei banchi vi erano dei trampolini e al centro una grande vasca piena di acqua cristallina. Quando tutti furono entrati, Adriano gridò:
- Vai, Milotic, mostrati agli allenatori! – così il pokémon uscì dalla piscina con un balzo per poi danzare nell’aria, mentre l’acqua cadeva a piccole gocce su di lui. Tutti iniziarono ad applaudire la grazia di quel fantastico Pokémon, ormai famoso in ogni dove.
- Prima di scontrarvi, allenatori, dovete valorizzare il rapporto con i vostri Pokémon! Innanzitutto, dovete curarli: prendete una spazzola e pettinate il loro pelo, poi cucinate dei poffin gustosi per loro e soprattutto dategli molto affetto! Quest’ora la passeremo a relazionarci con i Pokémon! - Shion quindi fece uscire Feraligatr dalla pokéball e fece ciò che aveva detto Adriano, senza successo, ovviamente. Dopo due minuti Feraligatr stava peggio di prima, così iniziarono a fare stretching insieme.
Verso la fine dell’ora, Shion e il suo pokémon erano entrambi madidi di sudore, tanto che quando Adriano si avvicinò a loro per commentare l'operato, non poté dire altro che erano due gocce d’acqua.
 
Ryu Hisame era davvero stupito della professoressa di tipo ghiaccio: aveva i capelli rossi e lunghi e degli occhi che facevano trapelare solo la sua freddezza e il suo orgoglio. L’aveva vista in tv a disputare delle gare contro gli allenatori più potenti di Kanto e aveva notato la sua rigidezza e le sue strategie ben ragionate. In realtà, Ryu, nonostante amasse i pokémon tipo ghiaccio, non si era mai considerato un tipo freddo, ma al contrario.
- Ragazzi. – disse, mettendosi le mani ai fianchi.
- Io sono Lorelei, la superquattro di Kanto. Siete stati fortunati, perché nessuno conosce i Pokémon di ghiaccio quanto me! – affermò, vantandosi.
- Per prima cosa, i vostri Pokémon devono essere sicuri di sé, non devono temere nulla. Fatemi vedere un Pokémon ciascuno. – Quando vide il Froslass di Ryu apparve molto compiaciuta della sicurezza del Pokémon e del suo sguardo orgoglioso. Dopo fece allenare ogni Pokémon a pattinare sul ghiaccio con il suo allenatore. Quasi tutti caddero dopo poco, Ryu e Froslass furono gli unici a continuare a volteggiare sul ghiaccio.
- Quel ragazzo ha un futuro come allenatore di tipo ghiaccio. Ma l’allenamento non è ancora iniziato. – mormorò Lorelei. Eh sì, il corso sarebbe stato abbastanza complicato. 

Dopo il corso di tipo fuoco, durato ben due ore, Joker passeggiava per i corridoi, stanca. Notò di esser seguita e quindi accelerò il passo. Quando sentì una mano posarsi sulla spalla si spaventò.
- Hey, Joker. – era la voce di Green. La bionda arrossì e iniziò a scappare da lui. Si ritrovò in un vicolo cieco, circondata dagli armadietti mentre lui si avvicinava sempre di più.
- Dove credevi di scappare, mia cara Joker? – 

Derren si avvicinò a Céline, che stava completando l’ultimo dei suoi disegni.
Si sedette accanto a lei.
- Cosa fai? - 
- Disegno... – Derren prese la mano della ragazza e la osservò: i capelli ricci, di un color rosso fuoco, percorrevano la schiena, mentre gli occhi, a mandorla e di un nero pece, trasmettevano soggezione.
- Ti va di fare la ricerca di Storia insieme? – Céline non disse niente, ma quando Derren si alzò e si incammino verso la biblioteca, non poté che fare lo stesso.
 
Kaori stava ripensando a ciò che le aveva detto Alice:
- Credi maggiormente in te stessa. Non combattere come se ti mancasse qualcosa, come se avessi bisogno di qualcuno ad incitarti. Osserva i tuoi pokémon: loro credono in te più di quanto faccia tu stessa. Combatti impegnandoti al 100%, solo così potrai volteggiare per i cieli con i tuoi Pokémon senza nessuna difficoltà. – Il problema di Kaori era che si era sempre allenata con Ryu e Alice non poteva nemmeno immaginare quanto fossero legati. Lei era la principessa e Ryu il drago pronto a proteggerla. O, più semplicemente, erano due metà.
 
 

Angolo autrice! 
Spero che vi sia piaciuto il capitolo,
ho cercato di seguire i vostri consigli, 
tanto che ho scritto per circa sei ore! 
Spero che apprezziate i miei sforzi. 
In vista del Natale, ho previsto uno special,
ma tratterò solo degli OC degli autori che mi racconteranno
dei rapporti familiari degli OC, dello stato 
economico della famiglia e delle loro abitudini 
in fatto di cibo. Sbizzarritevi! 
Lo special di Natale sarà pubblicato il 24 Dicembre
e ciò non interferirà con l'aggiornamento settimanale. 
Sarà una raccolta di Songfic con le canzoni di Natale 
(Jingle Bells, Merry Xmas, We wish you a merry Xmas etc.)
A presto, la vostra carissima
Suzume Yuzuka!


 
 

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Capitolo 4
*** Music lessons ***



Avventure in classe!
 
Music lessons

 
Per le prime due settimane, il mercoledì pomeriggio sarebbe stato dedicato alle lezioni di strumento, di canto e di danza.
 
Kaori era ansiosa di andare a lezione di flauto. Appena aveva visto la sezione musicale aveva subito barrato quella casella, ed era sicurissima di aver fatto la scelta giusta. Osservò la custodia del suo flauto: era rossa e spiccava la marca del produttore. Aprendola, avrebbe trovato un flauto color argento, il cui suono era delicato probabilmente quanto la sua voce.
 
La prima ad aver avuto lezione di pianoforte era stata Sophie. Arrivò di fronte all’aula di pianoforte, al piano terra, e bussò alla porta.

- Prego. – disse cordialmente la prof, per poi scrutare l’alunna qualche secondo.
- Salve.. – salutò Sophie timida. La professoressa aveva i capelli castani a caschetto, era alta all’incirca un metro e sessanta, forse anche un po’ meno, e gli occhi grandi e color nocciola, cerchiati da una riga spessa di eyeliner. Indossava una maglia color panna, un leggins marrone e una giacca color camoscio dalle rifiniture color terra. Poteva avere al massimo venticinque anni.
- Tu sei? – domandò la professoressa.
- White Sophie. –La professoressa segnò la presenza, per poi sorridere.
- Io sono Marina e puoi anche darmi del tu, tanto mi sei simpatica. – iniziarono la lezione e la professoressa di pianoforte dimostrò di essere più simpatica di quanto non sembrasse. 


Flaviya era pronta per la lezione di canto, era sicura che avrebbe fatto un figurone e che sarebbe diventata, fin dalla prima lezione, la cocca della prof.
Appena entrò nell’aula di canto, Flaviya abbracciò la professoressa.

- Proffy! – La professoressa aveva un vestito rosa, i capelli lunghi, lisci e di un color rosso fuoco, e gli occhi blu come il mare. Flaviya la abbracciò come se fossero state amiche da una vita, quasi strozzandola.
- Hmm… Sei Zaytseva Flaviya? Mi avevano avvertita… - disse la prof, sussurrando le ultime parole.
- Sì, Proffy, è ovvio che vi abbiano avvertita del fatto che sono una rivelazione, lo sanno tutti che canto come una ballerina!Sul volto della Prof comparve un’espressione che parlava da sola; stava per scoppiare a ridere.
- Uh, sì, fantastica allora, non è che balli come una cantante? –
- Ma certo! E poi Fantastica è il mio secondo nome! – 


Ormai era più di una settimana che Mei lavorava ad un nuovo progetto scolastico. Le avevano fornito tutti i componenti che aveva richiesto per realizzare la più grande invenzione del secolo, La macchina del tempo. Stava procedendo gradualmente e aveva ricevuto, direttamente dal preside, un documento per esentarla un massimo di cinque ore settimanali dalle lezioni, ore in cui avrebbe lavorato al progetto. L’incarico le era stato dato dal prof di Informatica d’accordo con la Professoressa Aralia, i quali avevano notato il genio che vi era nella ragazza. Ce l’avrebbe sicuramente fatta, perché lei doveva incontrarlo. 

 
Se non fosse stato mezzo addormentato, probabilmente Ian non avrebbe aspettato un quarto d’ora davanti alla porta dell’aula dove si tenevano le lezioni di basso, per poi rendersi conto che sì, se non entrava nessuno quello era effettivamente il suo turno. Così era entrato.

- Buongiorno. – aveva biascicato a voce bassa, sperando che il prof non si accorgesse di lui o che intanto arrivasse l’alunno successivo, in larghissimo anticipo.
- Salve, signorina Juliet. – Salutò il prof senza girarsi. Beh, aveva una cinquantina di anni, ma scambiarlo per una ragazza era il colmo!
- Strano, avrebbe dovuto esserci il signorino VanDyck adesso. Ne sa qualcosa? –
- Professore, io sono Ian VanDyck! –
- Ah, sei tu… Mi avevano detto che sembravi una capra. –
- C-c-capra??? –
- Capra o bruco è la stessa cosa. – mormorò il professore.
- B-bruco? – esclamò Ian, con il fumo che gli usciva dalle orecchie. 


- Iniziamo con la lettura delle note. – disse la prof di flauto a Rosalind e Misty, che per caso si erano catapultate nell’aula allo stesso orario, nonostante quell’ora fosse di una ragazza assente. Le due annuirono. 
- Questa è la chiave di Sol. – affermò la prof, indicando una figura lineare che Rosalind non avrebbe mai potuto descrivere con una parola. 
- Quindi, la nota sul secondo rigo è il Sol, posto sopra il Fa e sotto il La. – Le due fanciulle annuirono di nuovo e la prof posò sui loro banchi delle pagine pentagrammate, con delle note scritte per formare una melodia. 
Provate a scrivere quali note sono. – 
 
Erano forse due giorni che Derren fissava Céline nascosto dietro uno degli alberi poco distanti a quello sotto cui lei si sedeva per disegnare. Da quando si era fatto avanti e le aveva chiesto di fare la ricerca di Storia insieme, la ragazza si era allontanata notevolmente da lui. Come poteva fare? Quando si sarebbe deciso e le si sarebbe avvicinato per dirle “Sai, Céline, io sono innamorato di te.”? Non riusciva a darsi una risposta, non riusciva a trovare quell’impulso per avvicinarsi a lei e urlarle che l’amava più di ogni altra cosa, proprio non ci riusciva. Eppure, delineando il suo dolce profilo, si diceva che un giorno avrebbe dovuto dirglielo, sì, avrebbe dovuto confessargli tutto l’amore che provava.


Joker si sentiva il fiato sul collo. Aveva camminato per tutto il parco cercando di seminare quella gentaglia, quei ragazzi di chissà quale classe che la seguivano da più di mezz’ora. Pedalava e pedalava su quella bicicletta che aveva trovato da cinque minuti, magari sarebbe riuscita a salvarsi grazie all’antenato di un cinquantino. E non poteva nemmeno attaccarli con i suoi Pokémon; aveva lasciato le sue sfere Poké in classe. Sentiva che avevano brutte intenzioni e… Doveva scappare. Senza nemmeno accorgersene era giunta ai confini dell’istituto, cosa poteva fare adesso? Sì, probabilmente li aveva seminati, ma solo per poco, perché era sicura che l’avrebbero raggiunta. Guardandosi intorno, notò un buco in una roccia; doveva esser stato fatto con una trivella. Era piccolo, ma, in quanto esile, sarebbe riuscita ad introdursi lì dentro. Così lanciò la bicicletta poco lontano di lì, in modo da depistare gli inseguitori e si introdusse in quella che forse era la base segreta di qualche allenatore. Fece due passi, il terreno era stato trivellato bene, e seguì una luce, che proveniva da quello che poteva essere un nascondiglio adiacente a quella base. Appena mise piede nel nascondiglio, si stupì.

- Green?
- Joker? – La ragazza annuì. 


- Anche tu hai lezione? – domandò Ren ad Elise, la quale assentì. 
- Di cosa? – 
- Canto. – 
- Wow, una futura cantante! – Esclamò Ren, osservando i lunghi capelli rossi della ragazza che si fermavano solo dopo aver percorso metà schiena. 
- Macché! Non ho nemmeno iniziato! – 
- Conosci i Poké Zeppelmon? – 
- Certo, non per niente sono una delle più grandi band del mondo della musica! – Esclamò la ragazza, per poi iniziare a discutere con Ren delle canzoni più popolari del gruppo. 
 

Ian aveva appena terminato la sua lezione di Basso, non aveva fatto quasi niente ma, d’altronde, lui già sapeva suonare benissimo, perciò il Prof non gli aveva fatto fare una lezione troppo facile, lui era già bravissimo. Con la testa fra le nuvole aprì la porta, ritrovandosi a distanza ravvicinata con una ragazza dalla pelle bianchissima e il viso coronato da dei bellissimi capelli lisci e rossi, ma molto chiari, che le arrivavano fino all’anca e, lisci com’erano, si poteva dire che erano proprio belli, almeno secondo Ian. Il ragazzo diventò tutto rosso quando la ragazza lo salutò:

- Ciao! Grazie per avermi aperto la porta, io sono Juliet. – esclamò, per poi scoccargli un velocissimo bacio sulla guancia.
- Io sono Ian VanDyck! – si presentò a sua volta il ragazzo, mettendosi in posa come un Ranger, con il braccio rivolto verso l’alto.
- Come sei comico! – affermò la ragazza, iniziando a ridere. 


Ryu non riusciva a smettere di riflettere a quando si era battuto con Zefiron e il ragazzo aveva vinto. Non gli sarebbe dispiaciuto tantissimo se tutto ciò non fosse accaduto nell’ora di Potenziamento dei tipi, ossia sotto gli occhi della prof. Era sicuro di vincere, si era impegnato, in più la Prof aveva sempre riguardo per lui, consigliandogli esercizi per migliorare. Era sicuro di averla delusa.

- Hisame! – disse ad alta voce la professoressa di tipo Ghiaccio, chiamando il suo alunno che si stava dirigendo a lezione di Chitarra elettrica. 
- Salve professoressa. – il ragazzo salutò la sua Prof per poi avvicinarsi a lei con lo sguardo rivolto verso il pavimento. 
- Alza lo sguardo, Ryu. Ricordati che anche se perdi, i tuoi Pokémon non perderanno mai la loro forza. Sii sempre fiero di te e vedrai che batterai tutti gli allenatori. – 

 
Nezumi era confuso, la notizia che Historia gli aveva dato l’aveva distrutto.

- Nezumi, io e la mia famiglia ci trasferiamo. Partiremo fra due giorni. – Le domande che avrebbe voluto porle erano così tante che non riuscì a pronunciarne nemmeno una. Dove andrai? Perché? Non ci vedremo più?
- Però ci scriveremo… - sussurrò dolcemente la ragazza, che per prima aveva provato quella sensazione di vuoto dentro di sé, quando aveva affermato al ragazzo che amava che avrebbe cambiato scuola. Sì, non erano nemmeno fidanzati, ma è come se quel sentimento che si era formato fra i due li avesse uniti talmente tanto da esserlo, anche in così poco tempo.Il ragazzo non sapeva cosa fare. Voleva affidarle qualcos’altro prima di partire, non solo quel semplice ma dolce sentimento. Si sedette alla scrivania e, presa una penna, scrisse, per tutta la notte. Due giorni dopo, all’aeroporto da dove sarebbe partita la ragazza, Nezumi le diede la lettera. E anche se a strappargli quelle dolci parole dal cuore c’era voluto qualcosa di così triste, glielo confessò nero su bianco.
 
 
 
 
Ti amo.
 

 

- Com’è andata la lezione? – chiese Ryu Yami alla sua amica d’infanzia, invitandola a salire sul motorino. Si erano già messi d’accordo: in caso attività extrascolastiche Ryu, con il cinquantino, portava a casa Kaori e, magari, studiavano insieme. Quel pomeriggio, però, decisero di dirigersi alla biblioteca della città per prendere in prestito un enciclopedia sugli allenatori Pokémon, per fare la ricerca di Storia. Arrivata davanti alla biblioteca, Kaori iniziò a fissare il mare e i gabbiani. Quanto avrebbe voluto volare come uno di quei bellissimi uccelli, libera. 


- Sayu! – Saki gridò il nome della sua migliore amica, abbracciandola. 
- Mi sono innamorata! – 
- Di chi? – chiese Sayu curiosa. 
- Zefiron Isley, un ragazzo di IF. Ha i capelli blu e gli occhi grigi, è bellissimo! – 
- Il fratello del capo palestra Valerio? – 
Saki annuì, non potendo immaginare che Sayu aveva – quasi – centrato lo stesso bersaglio. Era innamorata di Valerio, il capo palestra di Violapoli. - L’unica differenza era che Zefiron amava il tipo ghiaccio, mentre Valerio il tipo volante, per il resto erano molto simili, anche nel carattere. – si diceva Sayu. Beh, anche lei e Saki erano molto simili, sembravano proprio due gocce d'acqua!

 
Ren si era appena lasciato alle spalle la porta dell’aula di chitarra, chissà se Elise aveva già terminato la sua lezione. L’aspetto vicino alla porta per qualche minuto e, quando fu in procinto di voltarsi e andarsene, poté contornare la sua figura. Prima che la ragazza potesse anche solo fiatare, Ren le chiese: - Ci canti qualcosa? – Quell’invito, alle orecchie di Elise, suonò quasi come una presa in giro, ma fu pronunciato con un tono così gentile che la ragazza non poté non intonare una delle canzoni più famose dei Poké Zeppelmon.
 

Era stato approvato un nuovo progetto: per ogni incontro disputato da due alunni vi sarebbe stato mezzo punto di credito per il perdente e un punto credito per il vincitore. Tutti gli alunni interessati ad ottenere i punti credito erano radunati all’incirca ogni settimana e quella volta a sfidarsi c’erano Dixon Virginia e Nariwa Shion.
Umbreon e Feraligatr erano ormai schierati in campo. I cerchi gialli sul corpo del primo erano incantevoli quanto incuteva timore la prominente mascella del secondo. Infondo riflettevano anche le personalità dei propri allenatori: Il primo era elegante ma piccolo e capace di intrufolarsi dappertutto, mentre il secondo era serio e spaventoso in battaglia quanto allegro e spensierato con il proprio allenatore.
- Umbreon, tossina! – esclamò la bionda, mentre il Pokémon si apprestava ad eseguire il comando dell’allenatrice e, in pochi istanti, Feraligatr fu avvelenato. Nonostante ciò, Shion non si avvilì e ordinò al suo Pokémon di usare Gelodenti, la quale fu abilmente eseguita per poi essere seguita da un potente Pistolacqua. Sebbene Umbreon sembrò inizialmente ferito, riuscì a rialzarsi e a scagliarsi con Rivincita su Feraligatr. Si poteva dire che fossero pari. – Umbreon, Stordiraggio! – urlò Virginia, e Umbreon stordì il Pokémon nemico, che morse il proprio braccio con Gelodenti e poi, per l’effetto del veleno, cadde a terra KO.
- Feraligatr è KO, il vincitore è Umbreon! Virginia Dixon si aggiudica quest’incontro! –Concluse l’arbitro e sul viso di Virginia sorse un sorrisetto che poteva avere solo lei. 




My space: 

Eccomi qui, finalmente aggiorno! 
Ho scritto questo capitolo tutto oggi e 
spero vi piaccia! Spero di non avervi 
scocciata proponendovi più situazioni 
riguardanti gli stessi temi! Ciao!


 

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Capitolo 5
*** [SPECIAL XMAS] We wish you a merry Xmas... ***


 

[SPECIAL XMAS] We wish you a merry Xmas...


I wish you a merry Xmas, Elise.

Flaviya cercava con lo sguardo Elise. Mentre cantava aspettava che la sua compagna di banco sbucasse da un sasso e iniziasse a battere le mani. Osservò la scena intorno a lei: il Monte Camino era coperto di soffice neve, cosa che accadeva solo il ventiquattro e il venticinque Dicembre di ogni quattro anni; gli altri giorni di Dicembre sul vulcano regnavano nebbia e umidità. Il coro a cui apparteneva Flaviya cantava sul vulcano solo in quei giorni, mentre gli altri anni si limitavano a restare ad Orocea per cantare le meravigliose canzoni natalizie. L’esibizione stava quasi per terminare, mancava una sola canzone.

We wish you a merry Xmas, 
                                             Sai, Elise, ti auguro un buon Natale,
We wish you a merry Xmas,
                                              Te lo auguro con tutto il cuore,
We wish you a merry Xmas,
                                             Davvero, buon Natale, anche se non lo passerò con te,
And happy new year.
                                             E felice anno nuovo.
 
Ormai la canzone era iniziata e la prima strofa era volata via, come il vento.
“Sono curiosa di sentirti cantare!” aveva affermato Elise quando le aveva proposto di ascoltare l’esibizione del suo coro sul Monte Camino. Lei l’aveva aspettata e anche se mancavano pochi minuti l’aspettava ancora, perché ne era sicura, Elise l’avrebbe ascoltata. Elise avrebbe preso in fretta la funivia e l’avrebbe raggiunta, per farsi augurare “Buon Natale!”.
Solo una strofa alla fine della canzone ed eccola lì. Sul volto di Flaviya si formò un bellissimo sorriso. A pochi metri da lei aveva impiantato i piedi nella neve e, con ancora il fiatone, aveva ondeggiato la mano. Flaviya sapeva che sarebbe venuta. Ne era certa.
A fine esibizione le avrebbe dato il suo regalo, le avrebbe cantato di nuovo We wish you a merry Xmas e avrebbe fiondato le braccia al collo, come per dire “Sai, sono venuta qui solo per te, solo per abbracciarti.”. Infine si sarebbero sedute su un cumulo di neve e, con la voglia di scoppiare a piangere, l’avrebbe ringraziata per esser stata l’unica persona a volerle davvero bene.
 

Jingle Bells Rock

L’atmosfera natalizia regnava in casa Kuroki: l’albero era addobbato con le decorazioni più belle di tutto il paese e sotto di esso i regali, avvolti in una carta con dei fiocchi di neve. La tavola era bandita con i piatti più gustosi mai trovati sui libri di cucina, tutti abilmente cucinati da Ferin, il padre di Mei e Ren. Sulla tavola si poteva trovare di tutto: dalle acciughe salate di cui la madre è ghiotta, merluzzo alla livornese per Mei e Ferin e funghi impanati per Ren, a cui il pesce non era mai piaciuto e mai piacerà, come ammette lui stesso. Dopo il cenone di Natale, a casa Kuroki era d'obbligo lo scambio dei regali. O meglio, la consegna, perché a ricevere i regali erano solo i due figli. Sotto l’albero Ferin diede il regalo a Mei e Lena a Ren, per poi tirare un orecchio al figlio e dire:

- Per i voti che hai portato a casa gli ultimi nove anni, questo non lo meritavi! – e farsi una risatina.
E quest’anno, in esclusiva, i due giovani Kuroki si sarebbero esibiti con le più belle canzoni di Natale. Ren posizionò il microfono alla distanza adeguata dalla sua sedia, dove si sedette per poi prendere in mano la sua bellissima chitarra.
- Prova, prova! – urlò, per fare scena.
- Ren… Vedi che l’abbiamo provato quattro ore fa, eh. –
- Sta’ zitta tu! …Bene, stasera, in esclusiva per voi, il duo Kuroki si esibirà nel più meraviglioso concerto di Natale! Quindi… Applaudite e chiedete il bis! –
Mei batté due e il “concerto” iniziò. Ren – nonostante fosse più stonato di una campana e quindi la canzone più adatta per lui sarebbe stata Jingle bells stonate, non Jingle Bells Rock – evitò di sbagliare le strofe ripetendo tante volte “Na na na na, na na na na!”, mentre i genitori portavano il ritmo contenti. Lena guardava i suoi figli con gli occhi colmi d’orgoglio e Ferin aveva voglia di ballare come in discoteca. Quando la canzone terminò i genitori applaudirono ma Lena si fece largo sull’area che doveva essere il palco.
- Forza, bis, ma stavolta canto io, figliolo! Mei, tre, due, uno! –

Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock 
Il cuore di Mei batteva a ritmo di musica,
Jingle bells swing and jingle bells ring 
Quello di Ren era troppo veloce…
Snowing and blowing up bushels of fun 
Lena e Ferin erano allegri e contenti
Now the jingle hop has begun!
E questo si poteva definire il Natale più bello di sempre!

… - Mamma, mi hai dato il regalo sbagliato! Cosa devo farmene di un vestito nero per le gare Pokémon e di un biglietto di auguri con scritto “Sii più femminile.”?!?–


...THE END…
 
Last Xmas, I...

Sai, lo scorso Natale ti ho donato il mio cuore. Lo ricordo benissimo, a Lavandonia non c’era mai stata tanta neve come quell’anno e i bambini passeggiavano per le strade ingaggiando lotte a palle di neve con i Pokémon selvatici.
- Hey, bellezza! – mi sentii chiamare e ti osservai attentamente. La chioma rossa con striature arancioni era terribilmente ribelle e alla moda e vestivi in modo fantastico.
- Dormiamo da te stanotte, va bene? – chiedesti ironicamente, mentre alle tue spalle potevo scorgere la tua banda.
- Perché no, dai, c’è posto. – affermai ridendo, ma non sapevo che avresti dormito davvero a casa mia, con me. Lì per lì non avevo capito di essere innamorata di te, ma quando, abbracciata al tuo addome, domandai di Tyra, chiedendoti se fosse la tua fidanzata, sentendo la risposta mi sentii cadere le braccia. In quel momento diedi nervosamente un tiro alla sigaretta e vedendo la sagoma delle mie labbra marcata con il rossetto acceso, mi domandai cosa mi aspettavo.Mi chiedesti un tiro e ti passai l’esile sigaretta, che man mano si consumava, e vedendo il fumo che aleggiava su di noi capii: volevo che quella notte si ripetesse altri mille anni.
La mattina successiva, quando non ti trovai accanto a me, osservai il cuscino e mi ributtai fra le coperte, speravo di sentire ancora il tuo sapore sulle labbra, ma di te non mi era mai appartenuto niente e forse mai niente mi apparterrà.
 
Last Christmas, I gave you my heart, 
But the very next day, you gave it away...


Oggi è di nuovo Natale, mi sembra ancora di sentire la tua voce. Non so se ricordi ancora il mio nome, ma le sillabe del tuo echeggiano ancora nella mia mente e nel mio cuore, se ne è rimasto qualcosa.
 


Santa Claus is coming to town!
 
Saki era così contenta: Sayu aveva vinto un concorso, cosicché adesso era “Aiuto Delibird” e quando Babbo Natale era passato a prendere Sayouri, aveva fatto salire sulla slitta anche lei. Al polo Nord faceva molto freddo e appena arrivate indossarono delle uniformi rosse ma con le cuciture bianche. Subito avevano iniziato a lavorare: Sayu impacchettava e Saki scriveva il nome del destinatario su un adesivo che poi attaccava a lato del pacchetto… Che dire, un’esperienza particolare. Guardandosi intorno notavano le bellissime luci colorate appese al soffitto e gli alberi di Natale addobbati collocati dove c’era un po’ di spazio, per rendere tutto più allegro. I doni erano vari: Dalle Pokéball alle Pozioni Max, dalle mappe ai Pokégear…
Ad un certo punto Babbo Natale aprì la porta e disse:

- Yooooho! Gli Stantler sono pronti, si parte! – cosicché Sakura, Sayouri e due Delibird salirono sulla slitta.
- Dovete lanciare i regali nei caminetti, Yohohoooo! – le due ragazze si divertirono tanto ad aiutare Babbo Natale e iniziarono a cantare: 

You better watch out
You better not cry 
You better not pout 
I'm telling you why 
Santa Claus is coming to town!

 
Arrivati di nuovo al polo Nord, Babbo Natale accarezzò la testa delle due ragazze.

- Questi sono per voi! – disse, porgendo due pacchetti alle ragazze, che sorrisero allegre.
Avevano vissuto un’ avventura fuori dal comune!
 


Pubblicità Panettone!

Ian, grazie a suo zio che credeva molto nel suo “potenziale comico”, era stato ingaggiato per la pubblicità del panettone. Doveva rispondere in diretta ad alcune domande sul prodotto e alla fine doveva cantare “A Natale puoi…”. Ian era terrorizzato, già tremava e in più era diventato bianco come la neve, ma a nessuno del cast sembrava importare. Era il momento di andare in scena.
Il cast fece sedere Ian di fronte ad Olga, cosicché l’intervista iniziasse.

- Gentilissimo sig. VanDyk, il panettone Scadentis è buono? –
- Aspetti, controllo un attimo. – disse Ian, per poi aprire lo scatolo e dare un morso al panettone.
- …Sì, buoniss…imo!- esclamò, mentre stava quasi per vomitare.
- Continuiamo. Cosa vi ha sorpreso di questo panettone? –Ian iniziò a guardare incantato i nastrini sulla cima del cartone.
- Quelli. I nastrini, ben intrecciati, formano una composizione stratosferica, fantastica, degna di ogni panettone che si rispetti. Nel mezzo della cammin della mia vita, mai trovai dei nastrini così stupendi. – A quel punto Ian diede un urlo.
- Aaaaaaaaaaaaaaaah! Oddio! – strillò, salendo sul tavolo per poi scoppiare a piangere.
- Quel panettone… Ha l’uvetta! Vi rendete conto? – così continuò a piangere.
- Ci vuole cantare la sua canzone? – domandò Olga, stupita dal comportamento del ragazzo.Ian singhiozzò.
- A Natale sai… Se mangi lo Scadentis ti senti come non mai…
E se vai a giocare, inizi a rotolare, per poi cadere e fissare i nastrini…
È Natale e a Natale si può fare di più. È Natale e a Natale si può fare di più,
per noi, a Natale puoi.
I nastrini… - e così Ian fu buttato fuori dal locale con un panettone Scadentis in omaggio.


BUON NATALE, AMICO MIO.

Céline stava ritraendo ancora una volta il suo Oshawott, che indossava un cappellino natalizio e teneva in mano un regalo. Disegnava ogni tratto trasmettendo nel disegno tutto l’amore che aveva per il suo pokémon, da sempre suo compagno di giochi. Céline osservò il bozzetto: era proprio carino. Così prese i colori e, mentre Oshawott si accoccolava vicino a lei, iniziò a dare vita al suo disegno. Quando fu completato, Oshawott, come per complimentarsi, disse:

- Oshawott! – e Céline gli accarezzò la testa, porgendogli dei poffin, per ringraziarlo di cuore. 

Se sei con me, nessuno ci fermerà!
Pokémon! 
Tu combatterai con coraggio e con lealtà! Pokémon! 
Imparerai... Ti insegnerò tutto io, sei il migliore amico mio, Pokémon! 
Gotta Catch, Gotta Catch'em all! 

 

Angolo autrice:
Salve a tutti, buon Natale!
Scusate se non ho aggiornato ultimamente,
causa mancanza d’ispirazione.
Comunque sposterò il capitolo quando
Ne pubblicherò altri, in modo da far essere
“normale” che i ragazzi suonino bene gli strumenti eccetera.
Adesso Ryu si chiederà che fine abbiano fatto i suoi
Personaggi e la stessa cosa Dark, ma tranquilli, loro parteciperanno
Se devo dire cosa ne penso, lo special di Virginia non
so nemmeno come mi è venuta l'idea, ma è venuta così.
Allo special di Capodanno.
Beh, spero che vi piaccia e di aver reso IC i vostri personaggi.
Ah, FemTen, il ragazzo è Chopper, un centauro.
A presto,
Suzume Yuzuka. 

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Capitolo 6
*** …And happy new year! [SPECIAL BUON 2014!] ***



NEL CASO CHE IL LINK DOVESSE PORTARVI QUI, DIRIGETEVI AL CAPITOLO 4. 
GRAZIE. 

…And happy new year! [SPECIAL BUON 2014!]

L’ultima battaglia dell’anno. 

Ormai, per Ryu Hisame, passare Capodanno in luoghi dove si potessero ammirare Pokémon di tipo ghiaccio, era diventata un’abitudine. Ma quanto lo incantavano i luoghi, tanto si sentiva rattristato, in quei giorni. Normalmente, un qualsiasi adolescente vive il Capodanno, in famiglia, mangiando i cibi più gustosi e bevendo lo spumante a mezzanotte in punto. Per Ryu ciò era sempre stato un sogno irraggiungibile: da piccolo veniva lasciato dai parenti, mentre negli ultimi anni il padre gli pagava il viaggio e gli dava dei soldi, ma era sempre solo. Aveva provato ad invitare qualcuno a passare il Capodanno con lui, ma tutti lo passavano con le loro famiglie.
I genitori, che ormai da anni stavano svolgendo un progetto di ricerca, dicevano di non aver proprio tempo per festeggiare. 
Froslass scosse il braccio di Ryu e lo fece risvegliare dal suo turbine di pensieri. Il ragazzo accarezzò il suo Pokémon ed ammirò ciò che c’era intorno a lui: solo ghiaccio.
Le isole Spumarine erano il connubio perfetto fra mare e ghiaccio, che, diceva la professoressa, se uniti sono imbattibili. In più, si diceva che in quelle lande ghiacciate, da qualche parte, vivesse l’antico uccello leggendario dei ghiacci, Articuno. Ryu e Froslass stavano per prendere la tovaglia color argento e stenderla sulla neve, ma una voce gelata come il ghiaccio li fece sussultare:

- Ci sei anche tu, ragazzino. – disse una donna sui trent’anni, con i capelli rossi come fuoco ardente.
- Buonasera, professoressa. – la salutò cortese Ryu, alzandosi.La professoressa si mise una mano sul mento e pensò un attimo, per poi esclamare:
- Bene, giovanotto, ritieniti fortunato, Lorelei ti sta sfidando! – e mandare in campo il suo Cloyster, che guardò Ryu facendo una risatina.
- Non mi tirerò indietro, prof! – gridò Ryu e Froslass si fece avanti.
- Sarà una breve lotta uno contro uno e hai il privilegio di iniziare. - Con suggerimento dell’allenatore, il Froslass di Ryu usò Bora, ma Cloyster si rinchiuse nel guscio e l’attacco parve non fargli nemmeno il minimo danno. Così Cloyster colpì il Pokémon avversario con geloraggio e poi usò Raggiaurora. Froslass si rialzò nonostante quegli attacchi e con tutta la sua forza scagliò un fulmine su Cloyster, il quale, nonostante essersi chiuso nel guscio, si mostrò un po’ dolorante. Di seguito Cloyster, sfruttando un attimo di riposo da parte del Pokémon avversario, scaglio una potente bora e Froslass cadde a terra esausto.
- Hai molto potenziale, ragazzo, ma manchi di forza spirituale. Quando lotti, concentrati ma tieni sempre a mente il legame che hai con i tuoi Pokémon. –
- Va bene, professoressa. –
- Su, non fare quella faccia, beviamo questo buonissimo Champagne e brindiamo alla vita! – Esclamò la giovane professoressa, mostrando all’alunno una bottiglia di Champagne dall’etichetta color oro. Riempirono i bicchieri e brindarono a quella lotta e all’anno nuovo che avrebbe riservato tante sorprese.


Canzone d’amore, dedicata a te! 

Ormai erano forse ore che Céline vagava per il bosco di Evopoli, cercando di trovare la via di casa. Si era fatto buio e non aveva idea di come tornarci. Non vedeva niente, non aveva nessun Pokémon tipo fuoco e in più anche Oshawott aveva un pessimo senso dell’orientamento. Come le era venuto in mente di incamminarsi per il bosco senza nemmeno una torcia, in caso facesse buio?
Ad un certo punto vide una casa, che forse doveva essere una reggia, per quanto era grande. Decise di entrarci, almeno avrebbe trovato riparo e, chissà, magari anche qualcosa di buono da mangiare. Appena davanti alla porta dell’edificio Céline la osservò: era rossa e con degli strani disegni sopra. Bussò ma nessuno le rispose, così aprì la porta ed entrò. Si guardò intorno: nonostante vi fosse molta polvere aveva un aspetto decisamente ordinato. Vi erano due scale e al lato di ogni scala una pianta, proseguendo per il corridoio vi era una porta e vicino ad essa una statua che sembrava brillare. Céline starnutì e Oshawott la imitò. La ragazza fece salire il Pokémon sulle sue spalle e si fece avanti, poi si fermò e domandò al Pokémon:

- Dove andiamo adesso? – il piccolo indicò la porta davanti a sé e quindi Céline continuò a camminare. Nella stanza c’era un grande tavolo con una tovaglia macchiata, su cui posavano dei candelabri grigi ricoperti da almeno due dita di polvere. Mentre continuava ad osservare, la ragazza si sedette su una delle sedie e a quel punto si sentì come immobilizzata. Davanti a lei, colui che doveva essere un maggiordomo, la guardò indifferente e si allontanò. Céline, col cuore a mille, si sentì di nuovo gli arti e abbracciò Oshawott, che intanto era scivolato sulle sue gambe.Iniziò a sentire dei rumori, cosicché iniziò a gridare a squarciagola:
- Ci sono i fantasmi, aiuto! – e uscì da quella stanza. Mentre stava per uscire, un ragazzo dalla pelle pallida, il fisico magrolino e i capelli castani, che a Céline era più che familiare, sbucò dalla stanza del piano superiore.I due ragazzi rimasero un attimo in silenzio a fissarsi. Ad interrompere quello stato fu Céline, che, stupita, domandò:
​- Questa è casa tua? – con un espressione che oscillava dalla desolazione più totale ad un riso incredibile.
- Macché! Sono venuto qui solo per catturare Rotom. Tu, invece, perché sei qui? – Disse Derren, avvicinandosi a Céline.
- Mi sono persa nel bosco e quando ho visto questa casa ho subito pensato che fosse un riparo sicuro, siccome non sapevo come tornare a casa. Sono entrata nella sala e mi sono seduta, subito mi sono sentita immobile e ho visto un anziano maggiordomo allontanarsi da me. Ho iniziato a sentire dei rumori e ho avuto paura, cosicché ho iniziato ad urlare e sono uscita dalla stanza. – Céline finì il suo racconto e Derren trattenne una risata.
- Questo è l’Antico Château, non ne avevi mai sentito parlare? –
- No, mai! Da poco mi sono trasferita qui da Unima e non avevo mai avuto l’opportunità di girovagare per questa casa infestata! Non mi sono mai spaventata così tanto in vita mia! –
- In una stanza sopra c’è l’organo, vuoi ascoltare delle canzoni? –
- Come, vuoi restare ancora in questa casa infestata dai fantasmi!?! – la ragazza lo guardò stupita, ma lui rispose:
- In due non fa così paura. –Derren prese la sua mano e si recarono nella stanza dove c’era l’organo. Lo strumento era maestoso e prendeva tutta la parete della stanza, che piccola non era.
- Queste canzoni le ha composte mio nonno per mia nonna; è lui che mi ha insegnato a suonare l’organo. – Céline sorrise e Derren iniziò a suonare. Anche se la ragazza non se ne rese conto, Derren non aveva scelto a caso quelle canzoni, bensì quella era una vera e propria dichiarazione d’amore.
 

Un nuovo anno.
 

- A parer mio sono tutte bugie. – affermò Nezumi, mentre in tavola discutevano di una leggenda che Shion aveva letto su Internet. Il racconto diceva che Cubone, in realtà, sarebbe un cucciolo di Kangaskhan la cui madre è deceduta e che, indossando il teschio della madre e combattendo con le ossa, riesce a continuare a vivere. Il ragazzo si sentì triste. Shion, anche se non volutamente, gli aveva fatto ricordare della madre. La sua mamma. La donna che non aveva mai potuto conoscere, a cui non aveva mai potuto dare un caloroso abbraccio, a cui non aveva mai potuto confidare niente. Ma lei era morta per lui, solo per dare alla luce lui, per cui aveva rischiato e, alla fine, perso tutto. Paragonandosi ad un cucciolo di Kangaskhan, Nezumi si rese conto che quella che aveva detto due minuti prima era una grande bugia; il Pokémon, perdendo la madre, era cambiato, era diventato più responsabile.
- Nezu! La vuoi si o no la seconda porzione?!? Guarda che altrimenti la mangio io! – urlò Shion esasperato, passando una mano davanti al viso di Nezumi.
- No, grazie, puoi mangiarla tu. – disse, inizialmente freddo, ma poi sorrise.
- Ma che hai, Nezu?! Sorridi! – lo incitò Shion, per poi iniziare a raccontare le più esilaranti barzellette sui Pokémon. Dopo cena si diressero nel Laboratorio del Professor Elm, dove tutto il paese si radunava ogni Capodanno, per bere un delizioso succo di Ghicocche tutti insieme.Quando brindarono, Nezumi ebbe un forte desiderio di augurare a chi, come lui, aveva perso la madre, un bellissimo anno nuovo.
 

Un ballo al Gran Galà!
 
Al Gran Galà degli allenatori che si teneva tutti gli anni a Quattroventi, nella saletta all’ultimo piano dell’edificio più alto, mentre la pianista e il batterista, abili, suonavano i pezzi più belli, tutti gli allenatori di Unima sud ballavano. A partire da Maisello con la sua bellissima fidanzata Marina, fino ad Aloé e suo marito, tutti ballavano.
- Mi concede un ballo? - chiese Ryu Yami a Kaori, imitando i galantuomini.Kaori fece per inchinarsi e pose la sua mano a Ryu, cosicché iniziarono a ballare. Sotto le stupende note della pianista e sotto il ritmo veloce del batterista, i due ragazzi si innamoravano ogni secondo di più l’uno dell’altra. Leggevano sul viso dell’altro il rossore, dovuto all’imbarazzo e negli occhi la felicità di chi è innamorato e, anche se non lo ammette, lo confessa in ogni singolo gesto. La musica continuava e loro, come Cenerentola e il Principe, continuavano a ballare, persi l’uno nello sguardo dell’altra. Si sentì l’ultima nota della pianista e il batterista diede al piatto l’ultima percussione e tutti iniziarono ad applaudire per l’inizio dell’anno nuovo. Anche Kaori e Ryu, ad un certo punto, iniziarono a battere le mani. Presero i bicchieri e brindarono all’anno nuovo, e, in se stessi, a loro due.
 

A message for you...

All’indomani ci sarebbe stato un nuovo anno da affrontare senza i genitori. Quest’idea a Joker, o meglio, a Kyou, faceva un po’ paura, si sentiva triste, quindi si abbracciò a se stessa e si disse che, magari, ce l’avrebbe fatta. Sentì il – Bip! – del cellulare e lo prese, per controllare chi mai le avesse mandato quel messaggio.
Lesse il numero ma non lo conosceva, così aprì il messaggio e lesse:

Ciao carissima!
Passa buon Capodanno e vedi di essere meno silenziosa,
che voglio chiacchierare molto con te
appena torniamo dalle vacanze!
Un bacione, la tua cara Virgi. 
Smack!
 
Virginia! Ma chi gliel’aveva dato il suo numero?!? 
…Beh, almeno era stata l’unica ad augurarle buon anno nuovo, anche se con il suo modo stravagante. La ringraziò mentalmente e posò il cellulare, anche se avesse voluto inviarle un messaggio non avrebbe proprio saputo cosa scriverle.
Prese il suo libro, lo poggiò sulle gambe e iniziò a leggere. Nemmeno due minuti e il cellulare squillò di nuovo.
Altro numero sconosciuto. Non immaginava proprio chi fosse, ‘sta volta!

Hey bellezza,
non ti sei fatta proprio sentire!
Credevo fossimo diventati amici, cavolo!
Comunque buon anno nuovo. 
Green!
 
Prese il libro fra le mani, si concentrò sui caratteri per qualche secondo.
Poi prese il cellulare e rispose. Non importava, qualunque cosa gli avesse detto, quei due avevano avuto anche il più piccolo pensiero per lei. 
 


Angolo autrice:
BUON 2014!!!
Spero che questo special vi sia piaciuto 
e che Dark, Ryu e Shai non mi tirino pomodori 
per quanto sono corti i capitoli dedicati ai 
loro OC. Scusatemi, ma non avevo molte idee 
e ho finito di scrivere il capitolo giusto in tempo
per il brindisi! 
Ancora buon anno nuovo, lasciatemi dei bei commentini!

Suzume Yuzuka!

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Capitolo 7
*** Special Viaggio nello spazio: 'London of 1888' ***




‘LONDON OF 1888’
 
 
I ragazzi furono trasportati nella Londra del 1888. Era autunno, infatti faceva freddo ma non c’era neve. Le vie erano deserte e buie e nell’aria si respirava inquietudine. Mei si guardò intorno: erano capitati, da ciò che poteva vedere, in Park Road, la strada che costeggiava Regent’s Park. Certo, un po’ lontano da dove lei voleva arrivare, ma nel quartiere di Baker Street vuol dire che ci sarebbero giunti a piedi. L’aria era gelida e Kaori Highwind era quasi abbracciata a Ryu Yami, che le trasmetteva calore e sicurezza, o almeno ci provava. Elise Flaubert e Ren Kuroi si stavano inevitabilmente dando la mano, forse in cerca di un po’ di tranquillità in quel buio che faceva battere i denti. A donare un po’ di luce ci aveva pensato Igneel, fedele Charizard di Mei.
- Seguitemi, vi farò strada. Stiamo tutti vicini così eviteremo degli inconvenienti. –Mei iniziò a camminare, in una direzione che le sembrava quella giusta. Era da forse un mese che studiava tutte le vie di Londra per evitare di perdersi quando avrebbe vissuto questo viaggio. Un viaggio incredibile, unico, nel tempo e nello spazio, fino a cambiare la storia. Ad un certo punto iniziò a calare la notte, quella vera. Iniziò a fare così freddo, che Ryu dovette cedere il suo giubbino di jeans a Kaori ed Elise iniziò a stringersi a Ren.
Ren sentì una presenza. Veloce, scattante. Sentì lo spostamento di una massa d’aria così istantaneo che non gli sembrò reale. Si guardò intorno stranito e si chiese cosa era successo. Le dita di Elise si strinsero al suo corpo e la ragazza iniziò ad urlare. Così capì, Mei era sparita.
Sua sorella era svanita, e d’istinto iniziò a correre e lanciò la pokéball che conteneva Tas, ma un’ombra scura, più oscura della stessa notte, svanì. Ne era convinto, qualcuno aveva rapito la sua sorellina. Ma cosa poteva fare?
Gli altri lo raggiunsero, e fecero domande sul da farsi.
- Come facciamo? È mia sorella, la devo difendere! – esclamò Ren
- Io ho un’idea. – affermò Kaori.
- Rechiamoci al 221b di Baker Street, che è più o meno qui vicino, e chiediamo al grande Sherlock Holmes se può darci una mano. Certo, non abbiamo una sterlina da offrirgli, ma lui non ha mai badato ai soldi, solo alla soddisfazione che dà un caso dopo risolto. Di certo non ci chiuderà la porta in faccia. –Accettarono la proposta di Kaori e si diressero verso la casa di Sherlock Holmes. Scortati dal fedele Tas, arrivarono più veloci che mai a destinazione, d’altronde la posta in gioco era alta.
 
Mei si era sentita strattonare forte e le era mancato il suolo sotto i piedi. Era come se fosse stata presa in braccio. Per la paura, aveva chiuso gli occhi, e, quando li aveva riaperti, si era ritrovata in un appartamento spazioso. Un losco individuo era di fronte a lei, affiancato da un Drifblim. La ragazza mise la mano sulla cintura e prese la Pokéball di Igneel. Una luce bianca accecò tutti e successivamente si riuscì ad evidenziare la figura di un possente Charizard.
- Chi sei? – urlò Mei, posizionandosi dietro il suo fedele Pokémon, che la guardò con sguardo d’intesa.
- Sappi solo che il mio nome è Jack. – disse, e un Drifblim con sete di vittoria negli occhi e un sorriso un po’ malefico sulla bocca si fece avanti. Jack premette un pulsante collegato alla parete e subito comparve un campo, su cui i due Pokémon iniziarono a fluttuare.
- Che la battaglia abbia inizio! – esclamò Jack.
- Vai, Igneel, usa lanciafiamme! – una potente lingua di fuoco tentò di colpire Drifblim, che però fu furbo e contrattaccò con Turbine, che rivolse il fuoco verso Charizard, il quale non riuscì a schivarlo. D’altronde, Igneel era comunque in forze e non si fece ripetere due volte di levarsi in volo. Drifblim cercò di raggiungerlo, ma all’improvviso Charizard scese in picchiata su di lui. Scoppio del Pokémon pallone provocò una violenta collisione, tanto che i due caddero a terra. Ma a rialzarsi fu solo Charizard.
- Hai sconfitto Drifblim, ma ti ricordo che questa è una lotta sei contro sei, adesso ti farò vedere la vera potenza dell’acqua. Vai, Swampert! –Con una velocità incredibile Swampert colpì Igneel con idropompa e il Pokémon dovette obbligatoriamente accasciarsi al suolo, sconfitto.
- Bravo, Charizard, hai fatto un ottimo lavoro. –
- Chu, tocca a te! – Un esemplare di Raichu ben piazzato prese posto dove prima c’era il fervido Charizard. Swampert cercò di colpire il Pokémon topo con dei ripetuti getti d’acqua, ma Raichu con grande abilità riuscì a schivarli. Come ordinato dall’allenatrice, il Pokémon immobilizzò l’avversario con l’attacco Tuononda, per poi scagliare contro di lui un potentissimo tuono. Il Pokémon d’acqua cadde al suolo, KO. Al contrario di Charizard che aveva combattuto un incontro estenuante, Raichu sembrava piuttosto energico e pronto per il match successivo.Con grande astuzia, il successivo Pokémon di Jack fu un Garchomp alla vista ben allenato, con un corpo asciutto e sul volto un’espressione di sfida. Come ordinato da Jack, Garchomp scavò una fossa ed iniziò così a realizzare numerosi cunicoli sotterranei. Raichu, per evitare di essere colpito, usò agilità e, quando Garchomp dovette risalire in superficie, si trovò dritto sul viso il codacciaio del Pokémon elettrico. Garchomp sfoderò quindi il suo asso nella manica: dal cielo iniziarono a calare dei meteoriti; era la mossa Dragobolide. Raichu, anziché tentare di schivarli, saltò su di essi fino a giungere al nemico, che stese a terra con uno Schianto. Stavolta, però, Chu era affaticato e la fronte era madida di sudore. Nonostante questo Mei decise di non ritirarlo, avrebbe combattuto fino alla fine. Jack schierò un Donphan. Il fatto che fosse un Pokémon di tipo terra, complicava ancor più le cose, ma Chu sembrò non farci caso,  e quando davanti a lui comparì una figura somigliante ad un elefante, si fece ancora più avanti. Subito Chu si scagliò con uno Schianto, ma Donphan sembrò non essere nemmeno scalfito e contrattaccò con Rotolamento, grazie al quale Raichu si accasciò al suolo. Tuttavia non era ancora finito il tempo del Pokémon topo, che con velocità raggiunse Donphan e lo colpì con un codacciaio, a cui il Pokémon di terra reagì con Forza, che mandò KO Chu.
- Good job, Chu, per dirla all’Inglese! – esclamò Mei, soddisfatta, perché il Pokémon era stato scattante e pieno di grinta. La ragazza rifletté un secondo sulla scelta, ma la mano le si poggiò d’istinto sulla Pokéball di Aqua, la sua energica Sammurott. Subito Sammurott colpì Donphan con un potentissimo Idropompa, che lo spinse contro la parente, facendo udire un terribile boato. Il Pokémon di tipo terra cercò di rialzarsi, ma, centrato da un altro potentissimo getto d’acqua, non poté far altro che stendersi a terra KO.A scendere in campo adesso per Jack ci fu uno Scizor con le chele più grandi di quelle di un Kingler adulto. Jack puntò sulla sua agilità: il Sammurott di Mei sembrava piuttosto goffo e lento, nonostante la sua forza. Scizor iniziò a balzare da un lato all’altro del campo, ma Sammurott lo seppellì con la mossa Surf, che appesantì le ali di Scizor per non farlo volare. Il Pokémon coleottero era nei guai: senza poter fluttuare non sarebbe riuscito a sconfiggere il nemico tanto facilmente. Così tentò il tutto per tutto: scagliò un forte Iper raggio, che fu contrattaccato da un Idrocannone. Dall’incontro delle due mosse si ebbe una collisione ed entrambi i Pokémon furono scaraventati contro le pareti senza forze.
- È il mio ultimo Pokémon, ma è anche uno dei migliori! – gridò l’uomo.
- E il mio è il drago per eccellenza! – ribatté Mei, che schierò Awe, il suo primo Pokémon, che aveva deciso di non far evolvere per farlo restare sempre come l’aveva incontrato, ossia come un piccolo ma peperino Axew.Il Pokémon tipo drago osservò la sua allenatrice e le sorrise, per poi guardare Pidgeot, l’alleato del suo rivale. Il Pokémon uccello era proprio elegante, con le sue piume delicate e i suoi occhi pieni d’orgoglio. Pidgeot si lanciò con aeroassalto e Axew perse l’equilibrio per un attimo ma poi utilizzò Dragobolide, colpendo il nemico proprio mentre era in volo. L’ala di Pidgeot era schiacciata dalla meteora, tanto che non poteva muoversi. Così ad Awe bastò un Dragartigli per mandarlo KO.
Mei si asciugò la fronte e ritirò il suo Pokémon nella Pokéball.
Aveva vinto.
Jack rimase sorpreso. Scrutò la ragazza: in effetti, i suoi occhi scuri e grandi non erano affatto male. E i suoi capelli, color pece, le contornavano il viso in un modo unico, che poteva essere solo suo. Quella ragazzina venuta dal futuro aveva attirato la sua attenzione. Era alquanto particolare.
Ma cosa stava pensando? Doveva togliersi certi pensieri dalla testa, non era da lui!
 
 
 
Bussarono alla porta. Ad aprirgli fu una signora decisamente sorridente  seguita da un Chansey molto pimpante.
- Ditemi di cosa avete bisogno. –
- Vorremmo incontrare il signor Holmes. –
- Prego, accomodatevi. –La signora li fece accedere ad una stanza illuminata da una lampada poco luminosa, ma grazie alla quale si riusciva a scorgere quasi tutto: Vicino alla finestra era posta una grande libreria, ricca di volumi, e al centro della stanza vi era un tavolino basso in legno scuro, contornato da un paio di poltrone di color verde smeraldo, che agli occhi di Elise sembrarono di pessimo gusto. Appena la porta fu aperta, si girò una figura alquanto esile che prima era intenta a poggiare penna su carta sulla base di una scrivania molto larga vicino alla quale vi era un lungo tavolo basso da cui Victreebel osservava il padrone con notevole tranquillità e attenzione.
- Signor Holmes, ha degli ospiti. –L’abile investigatore londinese scrutò uno ad uno i ragazzi, senza proferire una parola, ma semplicemente fumando un po’ dalla sua pipa. Ad interrompere il silenzio, ci pensò Ren:
- Stavamo camminando in Park Road, quando mia sorella è scomparsa. –
- Abbiamo paura sia stata rapita. – affermò Kaori, in pensiero per l’amica.Holmes chiamò l’amico Watson, che salutò tutti, ed invitò i ragazzi ad accomodarsi sulle poltrone. Ryu, Elise e Kaori si sedettero sul divano, mentre Ren scelse una poltrona. Holmes si mise proprio di fronte a lui e Watson preferì il posto vicino al caminetto. Il ragazzo raccontò tutta la vicenda e Sherlock Holmes ne valutò ogni aspetto con la massima attenzione.
 
 
Jack si tolse la collana che aveva vinto alla Lega del Giglio della Valle tre anni prima. La collana era placcata in oro e ritraeva una masterball, inoltre sul retro vi era lo stemma ufficiale della lega Pokémon. Si avvicinò alla ragazza che lo aveva battuto e le lanciò il ciondolo per terra. Lei lo raccolse e lo guardò.
- Che vuol dire? – domandò.
- Che mi hai battuto e forse qualcosa di più. – Jack sentì delle voci sotto il suo appartamento, e si affacciò alla finestra. C’erano delle persone, fra cui riconobbe l’investigatore Sherlock Holmes scortato dal suo potentissimo Victreebel, di cui aveva sentito le gesta. Solo a pensare che quel Pokémon era considerato da tutti uno dei più grandi del tempo, e al fatto che la sua squadra era completamente KO, gli vennero i brividi.
Jack ruppe il vetro della finestra e con il suo Drifblim volò alto nel cielo.
Mei sentì un vuoto nello stomaco e un calcio alla porta. Vide sbucare un Victreebel affiancato dal suo grande idolo, Sherlock Holmes, e suo fratello, che urlò:
- Sorellina! –Kaori l’abbracciò e le chiese cos’era successo. Mei non volle rispondere e nascose la collanina nella felpa. Poggiava proprio sul cuore. Scesero tutti, ma lei, prima di scendere, diede un’ultima occhiata a quelle pareti che profumavano di vittoria ma forse anche di nostalgia per un tempo che non era suo.
Giunsero nell’appartamento di Sherlock Holmes, dove giusto il tempo di bere un the e poi si dedicarono ad una lotta in doppio, ossia Mei e Kaori contro Watson e Holmes.
Holmes decise di schierare il suo fedele Victreebel, mentre il suo alleato mandò in campo un possente Tauros. Ad uscire dalla Pokéball di Mei fu Igneel, subito affiancato da Sawk.
Con un sorprendente gioco di squadra, Sawk salì sul dorso di Igneel, che, dopo aver volato in alto, fece scendere in picchiata Sawk su Tauros, Pokémon che soprese con un Colpokarate. Intanto Victreebel fermò il velocissimo Charizard con le sue liane, e diffuse nell’aria del paralizzante.
- La logica non la uso solo nella vita! Vai, Victreebel, foglielama! – urlò HolmesTauros iniziò a ribellarsi e si scaglio con riduttore contro Sawk, che si stese a terra, ma si rialzò subito e per riprendere le forze usò granfisico. Kaori, però, fu furba, fece usare a Sawk colpokarate sulle liane del Pokémon d’erba, che fu costretto a lasciare Charizard, il quale mostrò segni di ripresa scagliando un fuocobomba su Tauros, mandandolo KO. Sawk e Charizard erano stanchi, quindi Mei fece volare Charizard alto nel cielo londinese, per un lasso di tempo in cui Sawk poté usare Zuffa contro Victreebel, il quale scagliò con forza l’attacco foglielama, buttando a terra Sawk esausto. Ma proprio in quel momento, Charizard piombò dal cielo mandando KO Victreebel.
L’arbitro Ryu annunciò:
- L’incontro è stato vinto da Mei e Kaori! –Le due si abbracciarono ed esultarono.
Dopo il commento di Watson sull’incontro, e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con Holmes, i ragazzi decisero di tornare al loro secolo.
Prima di premere il pulsante collegato al dispositivo spazio-temporale che li avrebbe riportati a casa, Mei pensò a Jack, e si domandò dove potesse essere in quel momento.

 


Angoletto dell'autrice: 
Eccomi, finalmente! Era tanto che non 
aggiornavo! Spero vi piaccia questo 
capitolo, che non sarà di certo l'unico Special
"Viaggio nel tempo"
Suzume-chan


 

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