Badb

di Lights
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: - Badb! - ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: - Oskar - ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: - Angie - ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: - Contatto - ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: - Spada - ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: - Arsenico - ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: - L’arresto - ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: - Salva - ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: - Rivelazioni - ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: - Impronte - ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: - Solo un nome - ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: - Il bacio - ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: - La cena - ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: - Oskar&Badb - ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: - La porta - ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: - Non ti lascerò Ziva… mai! - ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: - La resa dei conti - ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: - …non è proprio tutto finito - ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: - Badb! - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Opera prima di Ncis… “speramo bene”… XD … non so dove andrò a parare… ho un’idea chissà se i personaggi saranno d’accordo… fanno sempre di testa loro e la storia se la costruiscono come vogliono…e vabbè li asseconderò..

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 1: - Badb! -

 

 

Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante. Raccolse i borsoni che aveva lasciato un attimo a terra ed entrò. Osservò l’ambiente con occhio critico e ispezionò l’appartamento.

- Beh non male… pensavo peggio.- Disse ad alta voce consolata.

- David! Smettila di perdere tempo e inizia a montare l’apparecchiatura… al lavoro!- La voce di Gibbs le risuonò perentoria dall’auricolare che teneva nell’orecchio destro.

La donna fece una smorfia prima di rispondere - Si capo!-

- Agente David ti vorrei ricordare che ti vediamo!- La riprese Gibbs con tono dal semi serio allo scherzoso.

Per tutta risposta Ziva salutò con la mano in direzione della telecamera che puntava sull’ingresso che in precedenza Mcgee aveva installato nei giorni scorsi.

Aveva appena finito di sistemare l’apparecchiatura quando suonarono alla porta.

- Tesoro!!! Eccomi sono arrivato!- Le disse Tony quando se la ritrovò davanti, aprendo le braccia e avvicinandosi a lei.

- Se ci provi ti uccido.- Gli ringhiò contro.

Tony non si fece scoraggiare: inclinò la testa verso destra e le sorrise.

Sentirono il campanello che annunciava l’arrivo dell’ascensore al piano. Istintivamente Ziva prese per la cravatta Tony e lo trascinò dentro con lei prima che la persona uscisse dall’ascensore.

Indietreggiando inciampò in uno degli scatoloni che conteneva l’apparecchiatura e perse l’equilibro cadendo a terra trascinandosi con se Tony che colto alla sprovvista non si resse in piedi.

Finirono sul pavimento ricoperto dalla moquette che attutì la caduta.

I loro visi erano tremendamente vicini, a quella distanza pericolosa che presagiva solo grosse complicazioni. Ognuno poteva sentire il fiato dell’altro accarezzargli il viso, i loro occhi erano incollati in quelli nell’altro. Istintivamente Tony iniziò a porsi in avanti sempre di più riducendo al minimo la distanza tra le loro labbra.

“Accidenti che sto facendo” pensò bloccandosi all’improvviso.

- Ziva se volevi saltare i preliminari, bastava dirlo!- Le disse scherzando per togliersi dall’imbarazzante situazione che si era creata.

- Ah ah molto divertente Tony… ma questo non succederà neanche nei tuoi sogni, quindi lascia perdere.- Gli rispose a tono allontanandolo da sé con uno spintone.

- Ehi! Vacci piano… questo completo è italiano, l’ho pagato una barca di soldi!- Disse facendo il finto offeso.

- DiNozzo! David! … smettetela!!! Mettevi al lavoro che il corvo è entrato in gabbia!- Gibbs gridò riprendendo i suoi agenti e richiamandoli al lavoro dovere.

- Si capo.- Dissero entrambi scambiandosi uno sguardo complice.

Tony si appostò vicino alla macchina fotografica con il teleobiettivo e iniziò a scattare foto del sospetto.

- Interessante…- gli si avvicinò Ziva alle spalle tenendo in mano il fascicolo del caso.

- Che cosa c’è di interessante?- Chiese l’uomo distrattamente.

- La carriera del corvo, alias Badb Oskar, conosciuto anche come “il corvo guerriero” … apparentemente innocuo ma abile, scaltro ambiguo nel suo essere. Davvero un tipo da conoscere… mi intriga molto…chissà poi perché “corvo guerriero”? non c’è neanche una foto che lo identifica realmente, solo dei possibili sospettati.- disse pensierosa Ziva.

- Non dirmi che ti stai eccitando agente David?- Le chiese sornione senza togliere lo sguardo.

Per tutta risposta la donna gli sferrò un bel scappellotto sulla testa – Idiota!-

Stranamente Tony non protestò e non disse niente “Glielo ho tirato troppo piano?” si chiese “non mi pare” e allora pensò di riprovarci.

- Non ci pensare neanche agente David!- La fermò Tony prima che potesse colpirlo di nuovo girandosi di scatto e bloccandole la mano afferrandola per il polso – guarda piuttosto c’è una cosa molto interessante…- le disse sorridente.

 

 

Continua…

 

 

Chi sarà mai questo “corvo guerriero”?

La squadra del Ncis avrà ricevuto le giuste informazioni o sarà solo un buco nell’acqua?

Che cosa o chi avrà visto di così interessante Tony per attirare la sua attenzione? il visto del sospettato? Un atto illecito? Droga? Denaro falso?

E chi lo sa… voi che dite? Vedremo

 

 

Innanzitutto un grazie in particolare ai miei autori preferiti _matthew_    domaris – Elisa 93 che mi hanno stuzzicato la voglia di scrivere una FF su Ncis, ragazzi siete troppo bravi!

Mi raccomando aggiornate presto che la curiosità mi sta logorando ^_^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: - Oskar - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Ecco qua il secondo capitolo… lo scritto di getto sta mattina… mi sono svegliata presto con un’idea in mente… et voilà l’opera … se magari… aspetto i vostri commenti.

 

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 2: - Oskar -

 

 

Ziva fissò negli occhi il collega cercando di capire se stesse parlando seriamente o fosse solo un inutile tentativo per evitare il suo scappellotto.

Si piegò a guardare nella macchina fotografica, sistemò la gradazione del teleobiettivo e…

- Tony sei un’idiota!! Porco che non sei altro hai puntato la macchina fotografica sulla finestra della coinquilina del piano… ma è possibile che non puoi fare il serio neanche nelle situazioni difficili…- Si alzò di scatto e gli puntò il dito infuriata.

DiNozzo iniziò a indietreggiare, la donna gli stava mettendo paura.

- Dai Ziva era un semplice scherzo…- mise le mani in avanti, in segno di difesa, come a placare la furia che si sarebbe abbattuta da lì a poco su di lui -… non succede mai niente dall’altra parte e ho visto quella dolce visione… no, ferma che fai.- indietreggiò ancora di più.

Gli occhi della ragazza erano diventati di un nero scuro, era ferma davanti a lui, e il suo viso e la posizione del corpo che aveva assunto non preannunciava niente di buono.

Tony retrocedendo andò a scontrarsi con il tavolo della cucina. Ziva in un gesto fulmineo gli prese il braccio e glielo stritolò dietro le spalle facendolo piegare sul tavolo.

- DiNozzo ti avverto…- lo minacciò con tono severo parlandogli vicino all’orecchio – se lo fai di nuovo non sarò così gentile la prossima volta, hai capito?- Gli chiese stringendo ancora di più la presa.

- Mmmm come sei suscettibile…- la donna strinse ancora di più – ah…ah..ahi! …ok, ok era per movimentare la situazione, ti stavi facendo un po’ troppo stregare dal tipo!-

Ziva colta di sorpresa dall’affermazione del collega lasciò leggermente la presa e l’uomo ne approfittò per capovolgere la situazione imprigionandola nella sua presa stringendola a lui.

- E ora come la mettiamo agente David?- Le chiese Tony ironico sussurrandole le parole sul collo aspirando il suo profumo.

La donna sorrise, i suoi occhi scintillarono e con voce basse gli rispose – Hai decretato la tua fine.-

Gli lanciò una gomitata sul costato facendogli mollare la presa del suo polso.

DiNozzo si piegò dal dolore indietreggiando e scontrandosi con il tavolo. Inavvertitamente si appoggiò sullo scatolone aperto contenente le stoviglie che caddero a terra infrangendosi rumorosamente sul pavimento e  rovesciando anche la sedia creando, così, un frastuono infernale. Lui stesso perse l’equilibrio finendo a terra sui vetri.

- Tony!- Gridò allarmata Ziva. S’inginocchiò vicino a lui – Stai bene?-

- Che botta e che casino! Meno male che Gibbs non è di sorveglianza altrimenti era la volta buona che licenziava entrambi!- Disse ripulendosi dai pezzetti di vetro.

La donna sospirò immaginando la scenata che gli fosse toccata se il capo avesse assistito alla scena. Il suono del campanello la distolse dai suoi pensieri.

I due agenti si guardarono negli occhi e mentre uno andava a coprire l’attrezzatura l’altra andò ad aprire la porta.

Ziva si trovò davanti un uomo, di circa 35 anni, alto, distinto, con indosso un completo nero con maglia a collo alto, dal fisico slanciato e muscoloso, con uno sguardo da togliere il fiato, due occhi dal colore nero intenso come la pece, di una profondità immensa, che non lasciavano trasparire nulla, labbra sottili di un leggero colore rosato, con la testa nuda priva di capelli. “Ah però…” pensò la donna ritrovandoselo davanti.

- E’ successo qualcosa?- Chiese l’uomo con un timbro di voce bassa e calda – ho sentito quel frastuono e mi sono preoccupato che fosse accaduto qualcosa, posso essere utile?- continuò come se volesse indagare ma senza facendo trasparire niente, non un’emozione, una senza sensazione.

- Si tutto a posto… non ti devi preoccupare, ce la caviamo da soli.- Intervenne Tony vedendo il tipo. C’era in lui qualcosa che gli dava fastidio, la sua intraprendenza e l’interesse che aveva provocato nella collega non gli andava giù.

- Tony!- L’ammonì – scusalo ma oltre ad essere maldestro non ha ancora imparato le buone parole.-

L’uomo la guardò in modo strano cercando di capire che cosa volesse dire la donna.

- Sorellina cara… si dice le “buone maniere”.-

Per tutto risposta Ziva gli diede una gomitata.

- Lascialo perdere, il mio fratellastro pensa sempre di sapere tutto!- Disse accentuando il tono di voce sulla parola “fratellastro”.

- Ah così siete fratelli?- Domandò lo sconosciuto.

- Fratellastri.- Precisò Ziva – In realtà neanche quelli, un bel giorno mia madre incontrò suo padre e chissà per quale motivo se ne innamorò e lo volle addirittura sposare e così mi ritrovai lui – e indicò con il dito Tony – come fratello. Proprio un vero bottino.-

- Tesoro?- Chiese titubante.

- Si, si quello… è uguale.- Disse noncurante accentuando la sua risposta con il gesto della mano.

- Ziva vieni a darmi una mano a mettere a posto!- Urlò Tony dall’altra stanza.

David si girò e gli lanciò un’occhiata di fuoco e poi ritornò a guardare l’uomo sorridendogli imbarazzata.

- Meglio così…- Le disse guardandola dritto negli occhi come se volesse carpire ogni suo segreto – vi lascio alle vostre faccende.-

Che cosa significa “meglio così”?” si domandò DiNozzo ascoltando il commento dello sconosciuto e sentendo dentro di lui una voglia irrefrenabile di prenderlo a botte.

L’uomo si girò e raggiunse il suo appartamento, ma prima che la donna potesse chiudere la porta…

- Dimenticavo… io sono Oskar, piacere di averti conosciuta Ziva.- Le sorrise ed entrò nel suo appartamento.

Chiusero contemporaneamente la porta.

 

- Allora… finalmente ti ha mollato… ha sospettato qualcosa?-

Le chiese Tony quando lo raggiunse.

- No tutto liscio… e cos’è questa storia sorella?-

Lo guardò divertita.

- Eh eh…- si passò nervosamente la mano sulla testa.

- Sorellastra vorrai dire…l’hai deciso tu, hai proprio preso da tua madre!-

Scherzò lui – Che ne dici?- Le chiese ritornando serio.

Ziva non rispose e si avvicinò alla finestra per guardare fuori,

era pensierosa, c’era qualcosa in quell’uomo che l’attraeva

ma al tempo stesso la inquietava.

- E’ lui.- disse alla fine.

 

Nello stesso momento dall’altra parte del piano…

 

 

L’uomo si era appena richiuso la porta alle sue spalle

Quando una voce gli chiese:

- Contatto riuscito?-

- Avevi dubbi?-

il suo volto cambiò espressione,

i suoi occhi diventarono ancora più scuri

 e un sorriso perverso assottigliò ancora di più le sue labbra.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Bene, bene, ecco la fine di un altro capitolo ci stiamo addentrando nella storia…

Chi avrà mai parlato a Oskar? Si scoprirà nel prossimo capitolo? Mmm… vedremo, e Ziva che cosa avrà voluto dire con “E’ lui”.

Nella testa di Tony risuona ancora quella frase “meglio così” che cosa significherà quella affermazione?

 

… quante domande ?_? mi fonde il cervello

 

 

_matthew_ ho usato la tua idea di impaginazione con allineamento margini diversi, per descrivere due scene che si svolgono nello stesso momento, la trovo perfetta, spero che non ti dispiaccia, ma ormai lo sai, sei il mio guru … XD

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: - Angie - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

La storia continua… e nuovi personaggi si incontrano all’orizzonte… non resta che conoscerli…

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 3: - Angie -

 

 

Ziva si era svegliata quella mattina molto presto. L’acqua calda della doccia batteva sul suo viso. Era inquieta. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio. In mente aveva un’immagine fissa: quegli occhi neri, quello sguardo la innervosiva. Non era riuscita ad abbattere le sue difese. All’apparenza Oskar poteva sembrare buono e dolce ma dentro di sé era di pietra.

Appoggiò la fronte sul muro, chiuse per un attimo gli occhi e come di consueto gli apparve l’immagine di quello sguardo. Li riaprì immediatamente. Non poteva farne a meno, il suo pensiero era fisso, doveva saperne di più, altrimenti non avrebbe avuto pace.

Chiuse l’acqua, uscì dalla doccia, indossò meccanicamente l’accappatoio. Pulì con la mano lo specchio appannato e osservò la sua immagine riflessa nello specchio. Si guardò per qualche istante e all’improvviso vide la figura di Oskar che le sorrideva perfido.

Si girò di scatto impugnando la spazzola come un’arma ma alle sue spalle non c’era nessuno. Sorrise inchinando la testa. “Mi sta ossessionando” pensò.

Aprì la porta del bagno e si ritrovò faccia a faccia con Tony.

Rimasero entrambi sorpresi. Si guardarono per un attimo senza dire né fare niente.

- Buongiorno.- Le disse l’uomo con tono dolce e calmo sorridendole.

- Buongiorno anche a te.- Gli disse frettolosamente la donna, spostandolo e dirigendosi verso la sua camera.

Ziva gli passò vicino e Tony fu avvolto dal suo dolce profumo di vaniglia e rosa. Respirò a fondo. Gli piaceva da morire il suo profumo, lo trovava così sensuale: dolce nel profondo e pungente all’esterno, proprio com’era lei.

Ziva si era disposta vicino al balcone. Era una bella giornata, il sole splendeva in un cielo limpido e sereno. Era in tenuta sportiva e stava aspettando solo il momento buono per uscire.

- Vuoi?- Le chiese Tony avvicinandosi con una tazza di caffè in mano.

Era da un po’ che l’osservava. La notte l’aveva sentita girarsi di continuo nel letto. Aveva dovuto frenare il suo istinto protettivo per non andare da lei e calmarla. Aveva capito che qualcosa la turbava ma fino a quando la donna non avrebbe abbassato le sue difese lui non avrebbe potuto fare niente.

Ziva guardò la tazza e poi guardò il collega.

- Grazie.- Disse accennando un sorriso – mi ci voleva proprio.- prese a sorseggiare il caffè.

- Sei pronta? È ora.- Le disse dopo un po’ l’uomo con tono serio.

Si scambiarono uno sguardo d’intesa e uscirono dall’appartamento.

- Sai sorellina…- sorrise gli sembrava così strano chiamarla in quel modo “sua sorella? per carità” pensò mentre un brivido lo percosse per tutto il corpo – oggi è proprio una bella giornata, perfetta per andare a correre.- Tony iniziò a fare un po’ di riscaldamento.

- Muoviti fratellastro!- Gli rispose nervosa. Guardandolo riprese  con tono ironico. – …mi sa che non andrai tanto lontano se non ti allacci bene le scarpe.- Gliele indicò con il dito. – Io vado intanto avanti ho bisogno di scaricare un po’ d’energie, tu mi raggiungi?… Bisogna vedere se ci riuscirai!- Scherzò e iniziò a correre.

- Ziva! Aspetta!- Cercò di fermarla ma ormai la donna aveva già iniziato la sua corsa.

Dopo qualche attimo mentre Tony stava finendo di sistemarsi le scarpe una voce lo distrasse dai suoi pensieri e si voltò in direzione della voce.

- Serve una mano?-

Una ragazza dai capelli lunghi e neri dai bagliori rossastri, con un corpo slanciato gli stava di fronte sorridente. Indossava degli short e una canottiera nera che faceva risaltare la sua pelle bianca. Tony la squadrò dalla testa ai piedi.

“Sono in paradiso” pensò estasiato di fronte alla venere che aveva davanti.

Subito si rimise in piedi e fissò negli occhi la ragazza con il suo più seducente sorriso.

- Se sto sognando… non svegliarmi, ti prego.- Le disse scherzando.

Per tutta risposta la ragazza si mise a ridere. La sua risata era frizzante e coinvolgente che si mise a ridere anche lui.

- Ciao io sono Angie.- Gli porse la mano.

- Piacere Angie, io sono Anthony.- Le strinse la mano.

Si perse in quello sguardo. I suoi occhi erano di un colore indefinito: colore dell’ambra con pagliuzze dorate sfumate di un giallo caldo. Semplicemente irresistibile.

- Corriamo insieme, che ne dici?- Gli chiese audacia.

- Certo perché no.- Rispose sfoderando i suoi muscoli togliendosi la felpa e rimanendo in canottiera.

Per tutta risposta la ragazza lo squadrò dal basso verso l’altro con il suo sguardo, poi si avvicinò lentamente e gli sfiorò con le dita i bicipiti nudi. Tony sentì un brivido percorrergli la schiena.

- Siamo allenati…- Disse come una gatta che faceva le fusa… e iniziò a correre… - Allora che fai, non vieni?- Gli chiese fermandosi saltellando sul posto.

DiNozzo era rimasto bloccato, quella ragazza l’aveva stregato, era sorprendente. Le sorrise, la raggiunse e iniziarono a correre insieme.

 

Ziva, poco più avanti, correva ad un ritmo sostenuto. Era inquieta. Dentro di lei era tutta agitata e tesa, un senso di ansia le aggrovigliava lo stomaco. Aumentò ancora di più la velocità della corsa con la vana speranza di sbollire tutta la tensione.

“Eccolo!” pensò. “Vediamo cosa succede” riconoscendo la figura dell’uomo scattò verso di lui per raggiungerlo.

 

 

Continua…

 

 

 

Chi è quella gallina spennacchiata che ha stregato Tony….ahahahh come si permette!!!

 

 

Grazie a chi legge ma soprattutto grazie a chi lascia un segno… e un speciale ringraziamento a chi ha messo la storia tra i suoi preferiti… vi voglio bene gente!

 

Ricordate: se avete tempo per leggere c’è tempo anche per commentare… anche per dire solamente  l’ho letta XD

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: - Contatto - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Eccoci con il seguito… un altro capitolo appena sfornato… più lungo del solito… non vi abituate i personaggi sono imprevedibili XD

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 4: - Contatto -

 

 

Ziva tirò fuori l’iPod dalla tasca, lo indossò e si preparò a sorpassare l’uomo con indifferenza. Aumentò la sua andatura. Era nervosa. Dentro di sé sentiva l’adrenalina salire.

“Ci siamo” pensò quando si trovò alla destra dell’uomo, spalla a spalla, e passò oltre.

Successe tutto in un momento. L’aveva appena superato di pochi passi che all’improvviso vide un bagliore provenire da destra, uno scoppio infranse il silenzio e uno stormo d’uccelli si librò in aria dagli alberi gracchiando.

La donna si sentì prendere per le spalle e spingere verso terra. Il corpo dell’uomo si mise in posizione di protezione del suo. I due corpi rotolarono per terra e una macchina si scontrò contro il muretto a poca distanza da loro.

Rimasero distesi sull’erba per qualche secondo, frastornati da quello che era successo.

- Tutta a posto?- Le chiese una volta in piedi offrendole la propria mano per alzarsi.

- Si grazie Oskar.- Gli rispose secca pulendosi i pantaloni.

- Ma stai sanguinando!- Gli disse accorgendosi del sangue che scivolava dal braccio.

- Non ti preoccupare è solo un graffio.- Accennò con indifferenza Oskar.

- Meglio non sottovalutarla, lascia fare a me…- sciolse la bandana che aveva in testa e gli fasciò il braccio - …ecco così va meglio. Bel tatuaggio, particolare, una spada con la punta verso il basso. Ha un significato particolare?.- Gli chiese abbozzando un sorriso.

- La mia vita.- Rispose serio guardandola dritta negli occhi e abbattendo ogni sua difesa con il suo sguardo gelido.

La donna sostenne a stento lo sguardo dell’uomo. Per la prima volta in vita sua, solo attraverso uno sguardo, aveva sentito il brivido della paura. Oskar guardò dietro le sue spalle, una giovane donna si stava avvicinando a loro.

 

Tony sentendo lo scoppio aumentò la velocità della sua corsa e si precipitò verso la collega ma vedendola al sicuro si diresse verso la macchina in soccorso del guidatore.

- Si sente bene? Ha qualcosa di rotto?- Chiese all’uomo al volante – no, non si muova, i soccorsi stanno arrivando.- Cercò di tranquillizzarlo.

- Anthony ho chiamato l’ambulanza. Saranno qui tra pochi minuti.- Gli disse Angie quando lo raggiunse.

- Ben fatto.- Le sorrise dolce – non si preoccupi la situazione è tutto sotto controllo.- disse rivolgendosi all’uomo.

- Vado a vedere se gli altri due ragazzi stanno bene, c’è mancato poco che li travolgesse.- Disse la ragazza preoccupata avviandosi verso Ziva e Oskar.

- Si, ti raggiungo, sta arrivando l’ambulanza.- Le disse con sguardo serio guardando i due dall’altra parte della strada e per un breve istante incrociò lo sguardo di Oskar.

Mentre gli infermieri liberavano il corpo dell’uomo e lo trasportavano sull’ambulanza l’attenzione di Tony fu catturata da uno scintillio.

Si piegò vicino alla ruota della macchina, con il fazzoletto estrasse l’oggetto da essa e se lo mise in tasca, dopodiché raggiunse gli altri.

- Niente di grave. Ha preso una buca, ha sbandato e ha perso il controllo dell’auto. Con qualche giorno d’ospedale ritornerà come nuovo.- Sorrise alla ragazza.

- Siete stati fortunati, qualche passo più avanti e la macchina vi avrebbe travolto.- Disse Angie con voce tremante, stringendo le braccia intorno al suo corpo rabbrividendo.

- Su non fare così, è tutto passato e nessuno si è fatto niente.- La rincuorò Tony abbracciandola amorevolmente da dietro lanciando uno sguardo serio con la coda dell’occhio al braccio dell’uomo.

- Direi che con la corsa oggi ho chiuso- Disse Ziva con tono duro guardando sdegnoso il collega.

- Ohhhh ma tu stai sanguinando!- La ragazza stridulò verso Oskar staccandosi dall’abbraccio di Tony sfiorando con la mano la bandana che avvolgeva il braccio del ragazzo. – Mi è venuta un’idea! Perché non venite tutti a casa mia così ci beviamo una bella tazza di caffé e ne approfitto per medicarti la ferita.- senza aspettare la risposta degli altri si avviò verso casa.

I tre si guardarono rassegnati e seguirono la ragazza.

 

L’appartamento si trovava al terzo piano ed era proprio sopra a quello di Oskar.

- Allora sei tu la casinista che cammina con i tacchi su e giù per la casa alle 3 di notte?- La riprese scherzando.

- Ok l’ammetto, mi hai scoperto, sono io!- Rise di gusto.

Ziva guardò i due con irritazione. La ragazza con quel suo tono di voce da oca giuliva non la sopportava.

Angie abitava in un piccolo appartamento composto dalla cucina che era divisa dal salotto da un piccolo muretto, la camera da letto e il bagno. Era tutto in perfetto ordine, fin troppo. I soprammobili erano allineati uno a fianco agli altri equidistanti fra loro. I portafotografie, con ritratti d’altri giovani, forse amici, erano posizionati sopra al comò dell’ingresso in una perfetta simmetria, i libri nella libreria erano sistemati in ordine alfabetico dal più grande al più piccolo. Niente era fuori posto,  indice di una persona precisa e meticolosa.

Ziva e Tony si sedettero sul divano mentre Oskar sulla sedia appoggiò il braccio sul tavolo permettendo, in questo modo, ad Angie di medicargli la ferita.

- Ecco fatto!- Disse allegra la ragazza – ora sei a posto!- Rispose la cassetta dei medicinali nell’armadietto e depose la bandana sporca di sangue nel lavandino. – Vado a fare il caffé… Ziva mi ha detto Tony che siete fratelli?- Le chiese ad un tratto.

Ziva si girò verso il collega e lo fulminò con lo sguardo, lui le rispose con un sorriso tirato.

- Sono fratellastri!- Puntualizzò Oskar.

I due agenti lo guardarono sorpresi ma l’uomo fece finta di niente.

- Ma dai che storie! Non mi è mai capitato di conoscere due fratellastri!- Rise di gusto come se fossero delle attrazioni di un circo.

“Ora la uccido se non la smette” pensò la donna infastidita dalla stupidità della giovane. Strinse i pugni cercando di rimanere calma.

- E’ vero anche io prima che incontrassi Ziva, non avevo mai conosciuto dei fratellastri.- Scherzò Tony per smorzare la tensione e appoggiò la mano sul quella della donna chiusa a pugno, guardandola con la coda dell’occhio sperando che si ammansisse.

Iniziarono a conversare come se fossero amici di lunga data, o meglio Tony ed Angie parlavano, Ziva ed Oskar li ascoltavano in silenzio intervenendo ogni tanto per la maggior parte quando erano chiamati in causa.

Nel frattempo Angie aveva anche preparato qualcosa per pranzo e mangiarono tutti insieme.

Era ormai scesa la sera quando Oskar si alzò e si congedò con la scusa che aveva qualche commissione da fare.

- Tony forse è meglio che andiamo via anche noi, abbiamo disturbato anche troppo.- Disse Ziva seguendo l’esempio dell’uomo.

- Ma che dici! Mi ha fatto piacere avervi qui con me oggi, soprattutto di fare la vostra conoscenza.- Si voltò verso Tony e gli sorrise mielosamente.

- Andiamo Tony!- Gli ordinò dopo aver visto il sorriso da ebete stampato sul viso del collega. Salutò con un gesto della mano la ragazza e uscì dall’appartamento, seguita da Tony che si fermò un attimo sulla soglia a guardare Angie.

- Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi.- Le disse assumendo una posizione alla James Bond.

- Tony!!!- Lo richiamò Ziva sulla porta del loro appartamento mentre la ragazza scoccava un bacio sulla guancia dell’agente.

 

Ziva era appoggiata con la schiena al muro in attesa del collega, che la raggiunse dopo qualche secondo e chiuse la porta del loro appartamento dietro di .

-  Se hai finito di fare il deficiente…- Lo guardò severa.

- Agente David non dirmi che sei gelosa?- La stuzzicò Tony.

- Non dire sciocchezze.. piuttosto l’hai presa?- Gli chiese staccandosi dal muro e guardandolo dritto negli occhi.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Aaaaaahhhhh la detestoooooo!!! È odiosa …. Angie proprio non mi va giù… speriamo che Ziva la faccia fuori… ops… spoiler… scherzo XD

Ci sarebbero un sacco di domande che mi frullano per la mente…

ma taccio e le lascio formulare a voi!

Alla prossima con sorprendenti rivelazioni…

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: - Spada - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Et voilà… e attenzione ai dettagli XD

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 5: - Spada -

 

 

- Certo per chi mi hai preso, per il pivello? Tieni la busta… sono i capelli di Angie.- Le rispose, estraendo dalla tasca il sacchettino dove all’interno c’erano dei capelli neri con riflessi rossi.– Piuttosto tu?- Le chiese in tono di sfida.

- Troppo facile… sembra quasi di rubare le frittelle ad un bambino.- Sorrise.

- Le caramelle Ziva, le caramelle… di rubare le caramelle ad un bambino.- La riprese.

- Ma che c’entra ora?... comunque ecco. - Gli porse il sacchettino di plastica con dentro la bandana.

- Giornata interessante.- Disse Tony sedendosi sul divano con le prove in mano e guardando in contro luce il capello di Angie.

- Parla per te…- Gli disse avvicinandosi alla finestra – Spiegami un po’ come ti è venuta l’idea delle pubbliche relazioni?-

- Beh dai Ziva in fin dei conti non facciamo Pubbliche Relazioni, noi?- Le sorrise soffermandosi sul “noi” e ripensando alla conversazione che avevano avuto dopo mangiato.

 

Qualche ora prima, nel primo pomeriggio, stavano parlando del più del meno quando ….

- Quanti libri, la maggior parte sono sul potere della mente… che cosa studi?- Le chiese ad un tratto Oskar.

- Acuto osservatore. Sono iscritta al quarto anno di psicologia. È una passione che ho fin da piccola, la psiche umana mi attrae parecchio… - sorrise - invece, voi che cosa fate di bello nella vita?- Chiese rivolgendosi ai due agenti.

- Niente di che… lavoriamo entrambi nel campo delle relazioni pubbliche, Ziva tiene contatti con l’estero soprattutto con i paesi arabi e io con l’Europa e l’America.- Rispose prontamente Tony rimanendo sul vago.

- E tu Oskar?- Chiese Angie all’altro.

- Sono un agente di commercio: vendo, propongo e acquisto per conto di terzi, un libero professionista, possiamo dire così.- Rise, gli occhi di Oskar scintillarono e le sue labbra divennero più fini assumendo uno strano sorriso.

 

- Hai notato l’espressione del viso di Oskar?- riprese Tony – che viscido che è quell’uomo, agente di commercio, bastardo!- Strinse i pugni.

- Stai calmo DiNozzo, non è il momento di perdere la testa, piuttosto perché non ti decidi a dirmi che cosa hai trovato vicino alla macchina?- Gli chiese.

- Occhioni belli, non ti sfugge niente.- Le sorrise avvicinandosi a lei.

- Eri leggermente poco credibile piegato ad allacciarti le scarpe, io, se fossi in te, mi eserciterei un po’ di più.- Lo canzonò.

- Strano perché oggi Angie c’è cascata in pieno… no aspetta…- fece una pausa guardandosi i muscoli - deve essere stata la vista dei miei splendidi bicipiti.- Le disse divertito.

Ziva s’irrigidì tutta. Con un lento movimento guardò il collega negli occhi irritata. Gli porse la mano con il palmo all’insù in attesa di ricevere qualcosa.

Tony estrasse dalla tasca un fazzoletto, glielo porse e lei lo aprì scoprendo un piccolo pugnale a forma di spada.

- Tony ma questo è identico al tatuaggio che Oskar ha sul braccio.- Gli disse sorpresa. – ecco cos’era quel bagliore che ho visto prima che succedesse tutto. E’ stato lui! Allora perché mi ha protetto con il suo corpo?- Si chiese.

- Non lo so Ziva. No lo so.- Rispose Tony a voce bassa pensieroso -  a meno che…-

- Cosa Tony?-

- Il colpo era rivolto proprio a te….-

- … e io distinto mi sono spostata leggermente verso sinistra mancandomi e andando a colpire la ruota della macchina che stava arrivando.- Terminò la frase del collega. – …lui per non destare sospetti ha messo in scena il salvataggio. Astuto non c’è che dire.- Disse con disgusto.

Un ciuffo di capelli le cadde sul viso, infastidita, prese l’elastico che teneva al polso e si legò i capelli.

- Ehi ti sei fatta male cadendo?- Le chiese il collega con tono preoccupato accorgendosi della lieve ferita che aveva sul collo, toccandogliela con la mano. – Vieni qua che ti disinfetto.- continuò premuroso.

- Lascia stare…- si staccò da lui – posso fare da sola. Preparati, invece, che devi incontrare Gibbs.- Si avviò verso il bagno.

“Testona!” pensò guardandola andare via.

Ziva chiuse la porta del bagno a chiave e controllò allo specchio il graffio. Prese un pezzetto di garza, ci mise un po’ di disinfettante e iniziò a pulire la ferita.

Fu un attimo e ritornò con la mente indietro.

“E’ riuscito a colpirmi. È stato un secondo. Il graffio non me lo sono fatta cadendo. Oskar non voleva uccidermi. Era solo un avvertimento. Che stupida! È stato così improvviso che non ho dato peso al bruciore che avevo provato al collo. Sorrise tristemente “mi sto rammollendo… se  lavorassi ancora per il Mossad non sarebbe successo niente. Da quando lavoro all’Ncis i miei riflessi si sono addormentati. Se mio padre mi vedesse…” scosse la testa per scacciare i cattivi pensieri “ma perché mi ha salvato?” Si domandò inquieta.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Mmm, mi sento nervosa come Ziva, che brutta sensazione… che succederà ora?

 

 

Sono felice che la storia vi piaccia ma soprattutto sono contenta di ritrovarvi ad ogni capitolo buon segno!

Avanti fatevi sotto aspetto i commenti.

 

Thia: mi hai fatto prendere un colpo quando ho letto il primo commento e poi ho riso da matti.

 

 

Rettifico quello che ho scritto qualche capitolo fa, dato che ho visto che cosa si prova leggendo solo “l’ho letta” XD…

Ricordate: se avete tempo per leggere c’è tempo anche per commentare e lasciare un bel messaggio del vostro passaggio.

 

XD – XD – XD

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: - Arsenico - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Ce l’ho fatta… lo storia sta prendendo una brutta piega…

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 6: - Arsenico -

 

 

Tony si avvicinò alla porta del bagno, alzò la mano per bussare, per chiederle se andasse tutto bene, ma poi l’abbassò ancora tenendola stretta a pugno, rinunciando. Il suo sguardo era triste. Il suo animo era triste. Soffriva a vederla in quello stato e ancora di più quando lo tagliava fuori dalla sua vita. Guardò la porta con un senso d’impotenza, scosse la testa rassegnato. Gibbs lo stava aspettando. Era meglio andare. Indossò la giacca, infilò le prove nella valigetta e uscì.

 

La tenda della finestra si mosse leggermente e una figura oscura guardò l’uomo salire in macchina. Sorrise perfidamente.

- Tutto secondo i piani!- Disse rivolgendosi all’altra losca figura che si trovava dietro le sue spalle. - Non arriveranno mai in tempo.- Una risata perfida riempì la stanza infrangendo il silenzio sovrano dell’appartamento.

 

- DiNozzo sei in ritardo!- l’ammonì Gibbs quando Tony entrò nel laboratorio da Abby dandogli ancore le spalle e bevendo un sorso di caffè.

- Scusa capo ma abbiamo avuto un piccolo contrattempo.- Si giustificò.

- Allora che cosa mi hai portato di bello Tony?- Chiese Abby tutta eccitata avvicinandosi curiosa alla valigetta che l’agente aveva messo sopra il tavolo.

- Ti piacerà mia cara.- Le consegnò i pacchetti sorridente.

- Smettetela voi due. Abby mettiti subito al lavoro, voglio sapere tutto!- Ordinò perentorio Gibbs.

L’uomo si sentiva nervoso. Lui odiava essere preso da quelle emozioni. Stava per succedere qualcosa ma sperava con tutto se stesso, per una volta nella sua vita, che non fosse così.

- Si Capo!- Disse scherzando ponendosi sugli attenti.

Abby prese in mano il fazzoletto contenente la piccola spada e l’aprì.

- Oh bella… e questa da dove viene fuori?- Gli chiese curiosa.

- Dal piccolo incidente di questa mattina. Ha bucato la ruota di una macchina che stava arrivando in prossimità di Ziva e il sospettato. Al momento non abbiamo la certezza ma sembra che sia stato proprio Oskar Badb a lanciarlo, ma non sappiamo perché.- Disse sconfortato.

- Interessante… non ho la piena certezza ma sembra quasi una piccola riproduzione di una spada celtica del secolo I° A.C. impugnatura antropomorfa in bronzo, lama in acciaio…- la guardò ancora più attentamente e si bloccò.-

- C’è qualcosa che non va Abby?- Gli chiese Gibbs notando il suo turbamento.

- Gibbs guarda…- gli mostrò l’oggetto – c’è del sangue qui sopra sulla punta mischiato ad uno strano liquido trasparente.-

Abby prelevò del campione di entrambe le due sostanze e iniziò ad analizzarle.

- Sangue?- Chiese sorpreso Tony alzando un sopracciglio sentendo l’osservazione della dark.

Gibbs prese in mano la piccola spada e annusò la sostanza.

- Arsenico!- Dissero entrambi all’unisono.

Tony Si bloccò e trattenne il respiro – Ziva!- Disse tutto in un fiato.

- Il sangue è di Ziva! Cosa c’entra ora lei?- Chiese Mcgee interdetto leggendo il responso del dna sul computer nello stesso momento che l’amico aveva pronunciato il nome dell’agente David.

DiNozzo non lo ascoltò neanche e uscì di corsa dal laboratorio.

- Abby fai presto! Trova l’antido e mandaci Mcgee!- Gli gridò Gibbs uscendo dal laboratorio insieme a DiNozzo.

 

Erano nell’ascensore e Gibbs gli mollò uno scappellotto.

- Ehi! Perché? Che ho fatto!- Protestò Tony.

- Smettila di colpevolizzarti. L’agente David sa badare a se stessa. Non è colpa tua se ha abbassato la guardia.- Gli disse severo guardando fisso davanti a sé.

 

Ziva si era distesa sul letto. Il senso di nausea, che aveva avuto leggero per tutto il giorno, si era accentuato e aveva iniziato a farle male anche l’addome che aveva sostituito il senso d’ansia che aveva allo stomaco.

Più i minuti passavano e più il suo malessere aumentava. Le labbra si erano seccate, anche la gola era arsa e la voglia di acqua cresceva.

Cosa mi sta succedendo?” si chiese inconsciamente. I battiti del cuore acceleravano di più ad ogni istante, come se il cuore le volesse scoppiare dal petto. Il respiro divenne più affannoso ed ebbe la sensazione che la gola si stesse gonfiando.

Si alzò dal letto e appoggiandosi al muro tentò di arrivare alla porta. Ogni movimento era duro, come se stesse trascinando un macigno sulle spalle. Doveva raggiungere l’Ncis prima dell’irreparabile. Con gran fatica prese le chiavi della macchina, si infilò la giacca e si avviò verso la porta d’ingresso accasciandosi pesantemente.

“Forza Agente David, ne hai passate di peggio” si incoraggiò silenziosamente.

Aprì la porta con le ultime forze ma prima che potesse uscire si sentì mancare.

Il suo corpo era senza vitalità e non poté fare altro che soccombere. Era stanca.

Prima che potesse cadere sul pavimento una presa forte e sicura la sorresse.

- Tony… sei arrivato in tempo…- Alzò lo sguardo per immergersi nei suoi occhi che gli infondeva sicurezza e forza mentre veniva stretta a lui con infinita dolcezza.

Ziva si irrigidì. Cercò di allontanarsi ma era troppo debole e dovette arrendersi.

“E’ finita… ho perso” questo fu il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Nooooo Zivaaaaa!!! E ora? Che cosa deciderà di fare il suo personaggio? Sarà lei a decidere io non ho nessun potere in merito… sob ;__;

 

 

Grazie a tutti e mi raccomando aspetto un vostro commento, soprattutto ai recensori che mi seguono assiduamente.

 

 

XD – XD – XD

 

 

 

 

Se volete vedere la spada vi lascio il link dove ho preso le info: http://www.deltin.net/201a.htm

 

L’idea dell’arsenico me l’ha data wikipedia XD, se volete dare un’occhiata in merito ecco il link: http://it.wikipedia.org/wiki/Avvelenamento_da_arsenico

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: - L’arresto - ***


Ce l’ho fatta… lo storia sta prendendo una brutta piega…

… breve ma tanto intenso per non lasciarvi troppo sulle spine XD, preparate i fazzoletti che a me è scappata una lacrimuccia

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 7: - L’arresto -

 

 

- Ziva che cos’hai!- Gridò l’uomo tenendola stretta a sé e dandole dei piccoli schiaffetti sul viso per farla rinvenire. A stento e con gran fatica la donna aprì leggermente gli occhi incontrando il suo sguardo intenso che trasmetteva timore.

- Lasciami andare Oskar…- disse con una flebile voce cercando di staccarsi inutilmente dal corpo dell’uomo.

- Non ti preoccupare ora ci sono io con te. Non temere mi prenderò cura di te. - Cercò di tranquillizzarla. Le sue labbra si assottigliarono in un leggero sorriso e gli occhi assunsero uno sguardo dolce.

La prese delicatamente in braccio, la portò in soggiorno e la distese sul divano.

- Lasciala stare bastardo!- Urlò Tony entrando nell’appartamento, fiondandosi come una furia sull’individuo vedendolo vicino a Ziva e sferrandogli un cazzotto sul viso. – Che cosa le hai fatto!!- Continuò riempiendolo di pugni.

I due iniziarono ad azzuffarsi rotolando per il pavimento. In un primo momento DiNozzo ebbe la meglio ma poi Oskar riuscì a rivoltare la situazione mettendolo a terra e bloccandolo con il suo corpo iniziando a colpirlo con il pugno destro con violenza mentre con la mano sinistra lo teneva stretto per il collo della camicia.

Tony con un colpo di reni riuscì a far cadere il suo avventore e ad invertire i ruoli. Si scagliò sull’uomo con tutta la rabbia che aveva in corpo. Solo l’intervento di Gibbs li fece fermare.

- DiNozzo ora basta!- Gli appoggiò la mano sulla spalla per farlo calmare e lo allontanò dall’uomo, poi prese le manette e ammanettò l’altro.

- Signor Oskar Badb la dichiaro in arresto.- Gli intimò poi si voltò verso l’agente che guardava con odio Oskar. – Tony ora preoccupati di Ziva, Mcgee sta arrivando.-

Gibbs volse lo sguardo verso l’agente David. Se le fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe perdonato. Non poteva succedere un’altra volta. La morte di Kate era ancora viva dentro di lui, nel profondo del suo animo. Perdere un altro membro della sua squadra avrebbe significato riaprire quella ferita che con fatica, silenziosamente con il tempo, aveva chiuso.

- No fermo che fa c’è un errore… non volevo farle del male, la stavo aiutando! È stato quel pazzo ad aggredirmi deve arrestare lui e non me!- Protestò l’uomo distogliendo Gibbs dai suoi pensieri – E poi chi è Oskar Badb, non sono io! Vi state confondendo!- Gridò disperato.

- Questo si vedrà.- Lo azzittì Gibbs portandolo via con sé.

 

Tony si avvicinò a Ziva che respirava a fatica.

- Ehi occhioni belli non provarci neanche a farmi scherzi. Resisti, Mcgee sarà qui a momenti e fra poco ti sentirai meglio. - Le tolse dolcemente un ricciolo dei suoi capelli che le era caduto sulla fronte.

Ziva aprì lentamente gli occhi. Si sentiva stanca ma quella leggera e delicata carezza le riscaldò il cuore.

- Sei arrivato.- Disse flebilmente. Le doleva terribilmente ogni singola parte del suo corpo. Si sentiva un groppo in gola che le impediva quasi di respirare.

Iniziò a tossire, prima debolmente, poi sempre con più forza portandosi la mano stretta a pugno sul petto.

Tony la fece alzare e l’abbracciò a sé. Con un movimento leggero e dolce iniziò a massaggiarle la schiena con la speranza che le potesse calmare la tosse, ma invece, di diminuire peggiorava.

Ziva si portò la mano alla bocca. Le mancava l’ossigeno. Tony la strinse più forte a sé.

- Non mollare Agente David!- Le sussurrò socchiudendo gli occhi per reprimere il dolore che il cuore stava provando.

Lentamente la donna si calmò. Tony le baciò la fronte. Era gelida. Le tolse la mano dalla bocca e sbarrò gli occhi a vederla. La mano era piena di sangue.

Ziva era pallida e il battito riusciva a stento a sentirlo.

- … mi dispiace Tony.- Gli disse debolmente sforzandosi di sorridere.

- Non pensarlo neanche Ziva, non ti permetto di morire.- Gli disse duro – …è un ordine!- continuò alzando il tono della voce, come un urlo disperato.

La sentì abbandonarsi fra le sue braccia. Il braccio che teneva sull’addome scivolò lentamente a terra senza vita mentre il capo si appoggiava sul suo petto.

Tony sgranò gli occhi capendo che la stava perdendo per sempre – Zivaaaaaaaaaa!!!!!!!!- urlò stringendola forte a sé come se le volesse impedire di lasciarlo.

- Tony!- Gridò entrando in casa.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Mi dissocio totalmente da quello che è scritto e che può succedere… sto contrattando con i personaggi, soprattutto con la sig.ra Cote de Pablo… incrociamo le dita che rinnovi il contratto… anche perché altrimenti a Tony rimarrebbe Angie… aaaaaahhh terribile!!!! La faccio fuori io prima del tempo a quella! Grrrr

 

 

Non so più come ringraziarvi sono felicissima che la storia vi piaccia.. mi sento veramente lusingata… se non riesco ad aggiornare domani dovrete aspettare una settimana perché me ne vo in vacanza… ma prometto che mi metterò al lavoro così quando torno avrò dei nuovi capitoli XD

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: - Salva - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Dalle vacanze con furore, giusto il tempo di collegarmi e postarlo…

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 8: - Salva -

 

 

 

 

Mcgee entrò come una furia nell’appartamento seguito dal medico.

- Eccomi Tony…- ma le parole gli morirono in gola vedendo il collega che teneva stretto tra le sue braccia la donna.

- Fai presto pivello Ziva ci sta morendo.- Gli disse con un filo di voce.

Mcgee senza farselo ripetere tirò fuori l’antidoto, lo passò al medico che lo iniettò in vena alla donna.

- Ora non rimane altro che aspettare.- Disse Tony con una nuova speranza nel cuore – non mollare occhionibelli, resta con noi- Stringendo ancora più forte il suo corpo inerme.

- Mi dispiace…- disse il medico serio tenendo tra le mani il polso dell’Agente David.- è troppo tardi. Non c’è battito, non posso più fare niente… è morta.- Abbassò il capo sconfitto.

Mcgee indietreggiò di qualche passo incredulo.

Tony sbarrò gli occhi non volendo credere alle parole che aveva appena pronunciato il medico. Guardò il volto di Ziva, pallido e senza vita. Rivolse di nuovo lo sguardo al medico. Nella sua testa rimbombava quella terribile verità “morta”, incessantemente senza dargli tregua.

- Nooooooooooooooooo…- Urlò disperato e nello stesso momento un tuonò infranse il silenzio della notte seguito da uno scroscio d’acqua.

 

Aprì gli occhi spaventato e grondando di sudore. Il cuore gli batteva nel petto e respirava a fatica. Si rese conto di essersi addormentato. Guardò spaventato il letto di Ziva. Era vuoto, lei non c’era. Si alzò dalla poltrona e andò a cercarla.

La trovò in sala che guardava fuori dalla finestra. Si avvicinò silenziosamente. Prese la coperta dal divano e gliela appoggiò sulle spalle abbracciandola.

- Sto bene Tony.- Gli disse infastidita ma non allontanandosi dal suo abbraccio.

- Lo so.- La strinse più forte sentendo ancora nella sua mente quella parola “morta”.

- Volete un po’ di caffè?- Gli chiese Mcgee entrando nella stanza e bloccandosi vedendoli così vicini. Sorrise divertito quando i due si staccarono imbarazzati.

- Per me si Timothy, grazie… o mio salvatore!- Gli disse in tono ironico.

- Vorrei rammentarti Agente David, che sono stato IO!- Puntualizzò Tony.- Sono IO che ho reso indifeso il cattivo, IO che ti ho soccorso.- continuò come un lamento di un bambino al quale non è stato riconosciuto il merito.

Ziva rise di gusto e seguì Mcgee in cucina.

Tony sorrise anche lui sedendosi sul divano e rilassandosi finalmente. Erano stati attimi terribili. Quando aveva visto Oskar vicino a Ziva si era sentito invadere da una rabbia atroce. Gibbs aveva faticato ad allontanarlo da lui e aveva portato via l’uomo. Si guardò le mani e sentì di nuovo il peso del corpo di Ziva senza vita. Se Mcgee non fosse arrivato subito con il medico… chiuse gli occhi per impedirsi di pensare a quello che poteva accadere. L’antidito aveva fatto immediatamente effetto anche perché la dose di veleno in circolo nel corpo della donna era minima. Erano bastati pochi secondi e Ziva aveva ripreso a respirare normalmente aprendo gli occhi. Lui l’aveva presa e portata nel suo letto. Si era seduto in poltrona e aveva vegliato su di lei. Ora era tutto finito.

Chiuse gli occhi cercando di scacciare i brutti pensieri. Sentì qualcuno sedersi sul divano accanto a lui e aprì gli occhi. Ziva lo stava osservando con quei suoi occhi neri. L’espressione del suo viso era seria e non lasciava trasparire nessuna emozione.

- Che c’è?- Gli chiese con il suo sorriso sornione – Occhionibelli vuoi un po’ di coccole?- Si protese verso di lei.

Lei non si tirò indietro come faceva di solito. Rimase ferma e continuava ad osservarlo. I loro visi si trovarono uno di fronte all’altro. Gli occhi fissi in quelli dell’altro. Fu un attimo.

- Mi dispiace.- Disse Ziva a bassa voce distogliendo lo sguardo dal suo.

Tony sorrise piegando leggermente la testa verso il basso.

- La prossima volta mi ascolterai Agente David…- si fermò un attimo a guardarla e prendendole la mano – siamo una squadra, non dimenticarlo mai.- e gliela strinse forte come per suggellare un patto.

Ziva gli sorrise consapevole di aver trovato oltre più che un collega di lavoro.

Fidarsi equivale a morire” sentì rimbombare nella sua testa. Quella frase detta da suo padre molti anni prima quando iniziò la sua carriera nel Mossad si fece viva. Era diventata la sua regola di vita e per questo non aveva mai concesso a nessuno di avere la sua fiducia. Fino a quando non era entrata a far parte dell’Ncis. Per la prima volta gliela aveva concessa a Gibbs, quel giorno nell’ascensore quando avevano suggellato il loro patto segreto, e ora la stava dando a Tony.

Scacciò dalla sua mente quelle parole. Sorrise e corrispose la stretta di DiNozzo.

- Dov’è il pivello?- Le chiese.

- L’ha richiamato Gibbs e gli ha detto di tornare all’Ncis. Andiamo anche noi?- Gli chiese.

Stava diventando giorno. La luce del mattino aveva cacciato le tenebre della notte. Il momento della verità stava arrivando.

- Andiamo.- Disse Tony deciso.

 

 

Continua…

 

 

 

… lo so non dite niente, preso paura? Ho lottato con tutta me stessa per farla sopravvivere e poi alla fine il personaggio si è deciso a continuare il suo ruolo, ora rimane da sistemare un’altra persona… ?_? XD

 

 

Sono appena tornata dalle vacanze e subito ho pensato a voi, il momento di alcune verità sta arrivando, è sempre più vicino… aspetto i vostri commenti.

 

 

XD – XD – XD

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: - Rivelazioni - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Eccomiiiiii!!! Con un nuovo capitolo. Premetto è breve ma non potevo continuare oltre altrimenti vi svelo tutto e subito e a voi questo non piace XD…

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 9: - Rivelazioni -

 

 

 

Gibbs aveva tenuto sotto torchio Oskar per tutta la notte ma senza trovare risposte. Lui continuava a ripetere che era innocente anche se le prove erano tutte contro di lui.

Quando Ziva e Tony arrivarono all’Ncis lo trovarono seduto alla scrivania pensieroso mentre sorseggiava il suo caffè.

Alzò a stento lo sguardo per guardare i suoi agenti. Si soffermò per qualche istante sulla ferita al collo della donna e per un momento ritornò indietro al passato, sempre e solo a lei: Kate.

Scacciò dalla testa il suo ricordo richiudendolo a forza dentro di lui. Si alzò meccanicamente dalla sedia, buttò il bicchiere ormai vuoto nel cestino e si voltò per andare da Abby.

Passò davanti ai suoi agenti e proseguì oltre senza dire una parola raggiungendo l’ascensore dove vi si fermò in attesa.

Quando le porte si aprirono, vi entrò e li guardò serio.

- Volete per caso un invito scritto?- Gli disse Gibbs scontroso.

- Arriviamo capo!- Risposero all’unisono correndo verso l’ascensore ed entrando giusto in tempo prima che le porte si chiudessero.

In fin dei conti, anche se non l’avrebbe mai ammesso, gli piaceva e ci godeva a farli scattare ogni volta. Nel ruolo del burbero capo ci si ritrovava alla perfezione e con gli anni l’aveva perfezionato.

Entrarono nel laboratorio e trovarono Abby disperata. Era seduta al suo tavolo, la testa tra le mani e continuava a ripetersi “Non è possibile, non è possibile” come un disco rotto.

I tre lanciarono uno sguardo perplesso a Mcgee che si trovava già lì.

- Non guardate me. È da mezz’ora che fa così, io non c’entro niente.- Si discolpò lui alzando le mani in segno di difesa.

Abby come accortesi della loro presenza, si alzò e andò di fronte a Gibbs e gli ripeté la frase.

- Niente!- I suoi occhi quasi si riempirono di lacrime.

Gibbs la fissò negli occhi con sguardo inquisitore cercando di capire che cosa volesse dire quella affermazione detta con tanta disperazione.

- Ebbene?- Disse dopo un po’ visto che la scienziata non continuava – vuoi dirci che cosa hai scoperto o lo dobbiamo scoprire da soli?- continuò con tono duro.

Senza dire una parola Abby si avvicinò al computer, digitò alcuni caratteri e fece comparire sullo schermo la foto di una giovane donna.

- Angie Cros, 26 anni, iscritta al quarto anno di psicologia all’università di Washington, prossima alla laurea, studentessa modello. Attualmente sta svolgendo il tirocinio presso la casa di cura psichiatrica St. Lorence e….- fece una lunga pausa alzando le mani come se volesse rivelare un grande segreto.

- Abby!!!- la riprese Gibbs.

- Niente! Niente e ancora niente!! Pulita. Abbiamo fatto un buco nell’acqua, preso un bel granchio. Non c’entra niente con la malavita.- Terminò rassegnata portandosi le mani alla testa.

Calò il silenzio fra loro.

- Devo farti un invito scritto a continuare???- Disse Gibbs rompendo il silenzio del laboratorio avvicinandosi alla donna e guardandola serio.

- Si signore.- Si mise sugli attenti e poi premette di nuovo dei tasti sulla tastiera del computer e apparve una nuova foto.

- Ecco a voi Oskar Kane, l’uomo più angelico di questo mondo. 35 anni, laureato in economia e commercio a New York. Lavora come libero professionista nel ramo elettronico. Molto quotato nel settore e…- si bloccò di nuovo.

Tony spazientito le fece segno con la mano di continuare.

- Niente! Niente e ancora niente!- Ripeté di nuovo triste. – Anche lui è un altro buco nell’acqua.-

- Quindi sia Angie che Oskar non c’entrano, non hanno niente in comune con il traffico di droga e di omicidi su cui stiamo investigando, se non quello di abitare nello stesso palazzo e avere l’appartamento uno sopra l’altro.- Disse sorpreso Mcgee.

- Tutti questi mesi di indagine e siamo al punto di prima. Non è possibile. Se non fosse stata per quella stupida soffiata.- Tony colpì con il pugno il mobile che aveva vicino.

Ziva gli mise una mano sulla spalla per farlo calmare. Gibbs rimase serio e pensieroso.

- Aspettate un attimo… ma…- riprese Abby come riscossasi dall’attimo di trance in cui era caduta.

 

 

Continua…

 

 

 

Come al solito non ve la prendete con me i personaggi fanno quello che vogliono e questa volta ha deciso Abby di terminare la storia… suspance solo suspance XD

 

 

Grazie a tutti e soprattutto ai miei recensori. Confesso vi attendo ad ogni capitolo in ansia.

Domaris il pensiero di Gibbs per Kate lo dedico tutto a te.

 

 

XD – XD – XD

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: - Impronte - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Et voilà … per farmi perdonare un capitolo lungo, lungo e succulento… ma non dimenticate la suspance XD

 

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 10: - Impronte -

 

 

 

- Che c’è Abby?!- Le chiese Gibbs perdendo la pazienza.

- Gibbs guarda!- indicò i due monitor – ho rilevato delle impronte sul piccolo pugnale che mi ha portato Tony e le ho confrontate con quelle di Oskar: sono quasi uguali, pressoché identiche, ma non è la sua… vedi si differenziano in questi 3 punti… la distribuzione delle minutiae cioè la distribuzione e la forma delle creste e dei solchi digitali non corrisponde a quella che ho prelevato da Oskar … strano, molto strano….- si fermò perplessa.

- Che cosa non ti torna Abby?- Le chiese Mcgee.

- Il Dna. Sul pugnale c’è traccia di due Dna: quello di Ziva e quello di un’altra persona. L’ho confrontato con quello di Oskar ed è risultato che fosse il suo, come lo rileva quello che ho preso dal sangue sulla bandana. Si deve essere tagliato quando l’ha lanciato. Questa lama è talmente affilata che anche io ho rischiato di graffiarmi …. ma non quadra.- Scosse la testa. I suoi codini si mossero vigorosamente finendo a sfiorare il viso di Gibbs.

- Rifai tutto: rileva, analizza, confronta da capo.- Disse con il suo tono di voce inflessibile.

- Si Signore!- Scattò Abby sugli attenti.

- Ti ho detto di non chiamarmi Signore!- Puntualizzò lui severo.

- Signor si, Signora!- Scherzò lei.

Gibbs le lanciò uno sguardo tra il duro e il divertito, si girò e uscì dal laboratorio.

- David, DiNozzo con me! Mcgee tu aiuta Abby. Voglio sapere entro mezz’ora il nuovo responso.-

- Ma capo per analizzare di nuovo tutto ci vorrà come minimo due ore?- Obiettò Mcgee.

Gibbs si bloccò e lo guardò con i suoi occhi di ghiaccio.

- Che hai detto Mcgee?- Gli chiese duro.

- Si capo… tra mezz’ora.- balbettò lui.

I tre uscirono dal laboratorio e lasciarono da solo Abby e Mcgee.

La donna si avvicinò e gli mollò uno scappellotto sulla testa.

- Hei!! Perché?- Protestò l’agente.

- Mai contraddire Gibbs in queste situazioni, Mcgee!- Gli disse puntandogli il dito contro.

 

I tre rimasero fuori della stanza interrogatori. Guardavano Oskar seduto sulla sedia, appoggiato con le braccia sul tavolo, la testa tra le mani, disperato e stanco.

“Sei davvero tu?” pensò Ziva triste osservando la posizione dell’uomo. Si sentiva malinconica e stranamente in colpa.

- Agente David!-

La voce di Gibbs la distrasse dai suoi pensieri.

- Ora entri la dentro come se niente fosse. In fin dei conti lui non sa che tu e DiNozzo siete due agenti dell’Ncis, almeno la copertura non è saltata… - fece una pausa e li guardò severamente – gli parli, ti dimostri comprensiva e cerchi di strappare più informazioni possibili e ovviamente gli farai ritirare la denuncia di aggressione nei confronti di DiNozzo!- Si rivolse verso Tony il quale tossicchiò imbarazzato.

La donna lo guardò senza dire una parola e rimasero in silenzio per qualche secondo.

- Si Capo!- Rispose sicura.

Ziva mise la mano sulla maniglia, fece un grosso respiro prima di entrare per scacciare la tensione e quando si sentì pronta aprì la porta ed entrò.

Oskar non si mosse pensando che fosse ancora quell’agente da strapazzo che l’aveva tormentato per tutta la notte. Non gli voleva dare la soddisfazione di fargli vedere com’era distrutto. Lui era innocente!

La donna si sedette sulla sedia di fronte a lui. Aspettò qualche secondo e poi parlò.

- Mi dispiace.- Disse con un sospiro di voce.

L’uomo sentendo la sua voce alzò la testa e la guardò dritto negli occhi.

- Ziva stai bene?- Le chiese prendendole le mani tra le sue.

- Si grazie.- rispose sempre con tono di voce basso.

 

 

- Hai visto Capo! Ziva è un’attrice nata.-

Gli disse Tony sorpreso dal comportamento della collega.

- Sei sicuro DiNozzo che reciti?- Gli chiese ironico.

Lo guardò sorpreso e poi rivolse lo sguardo a guardare la donna.

Il sorriso sarcastico fu sostituito da un’espressione seria.

“Ziva maledizione, non puoi farlo!” si disse fra sé.

 

 

 

- Mi dispiace.- Ripeté Ziva con tono più deciso facendo una piccola pausa – tu volevi solo aiutarmi e quell’idiota del mio fratellastro ha pensato che mi volessi far del male. Stupido!- Avvicinò la sua mano al viso di Oskar accarezzandogli l’occhio pesto e gonfio.

“Certo che c’è andato pesante Tony” pensò guardando il viso dell’uomo.

- Ho spiegato tutto all’Agente Gibbs. Gli ho detto che tu non c’entri e penso che mi abbia creduto. Non so veramente come scusarmi.- Si alzò e l’andò ad abbracciare guardando la sua immagine riflessa nello specchio.

 

 

 

- Ora sta proprio esagerando!- Sbuffò Tony.

- Avanti DiNozzo stai calmo!-

Gli disse Gibbs appoggiandogli una mano sulla spalla.

- Guarda l’espressione del suo viso.- continuò.

“Lo sta facendo apposta. Quando esce mi sente!”

pensò Tony nervoso accorgendosi

che la donna gli aveva fatto l’occhiolino.

 

 

 

- Sei davvero cara. Non mi interessa di come si è comportato tuo fratello, l’importante che tu stia bene.- Le disse sorridendole.

Ziva lo guardò dritta negli occhi. Non le trasmetteva nessuna paura, anzi, stava bene con lui. I suoi occhi neri e così profondi rivelavano un’estrema tranquillità e pace.

- Dici davvero?- Gli chiese inconsciamente.

- Certo! Non ti preoccupare ritirerò la denuncia di aggressione. Non voglio che soffri per una stupida incomprensione.- La abbracciò tenendola stretta a lui. – l’importante che tu mi creda. Io non conosco nessun Oskar Badb, non so neanche chi sia. Io non c’entro!- continuò triste.

- Shhh…- gli mise un dito sulle labbra staccandosi da lui – ti credo.- lo guardò dritto negli occhi per trovare le verità che da tempo cercava.

Rimasero a fissarsi per un lungo istante, persi nello sguardo dell’altro. Oskar seduto sulla sedia e Ziva in ginocchio di fronte a lui. I loro visi alla stessa altezza. In quel momento non servivano le parole, bastava un semplice sguardo.

L’agente David abbassò la testa e disse in un soffio – ti credo, veramente.-

Si alzò in piedi e uscì dalla stanza.

Si chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò pesantemente. Rimase in silenzio per qualche istante.

- E’ innocente Gibbs.- Disse alla fine guardando seria il capo.

- Ottimo lavoro Ziva!- Le appoggiò la mano sulla spalla – ora vai con DiNozzo a mettere in scena il secondo tempo.-

I tre si scambiarono uno sguardo d’intesa e ognuno si avviò verso la propria posizione.

 

 

- Non credi di avere esagerato?- Le chiese Tony nervoso.

- In cosa avrei esagerato DiNozzo?- Gli chiese Ziva sorridendo.

- Aaaahhh lascia stare!- Le fece segno con la mano di cancellare la domanda.

- Aspetta…- gli mise la mano sul braccio facendolo fermare e lo guardò severa – che c’è?-

- Niente!-

- Lo sai che ti conviene sputare il pesce.-

Tony la guardò divertito – il rospo Ziva… si dice sputare il rospo…- la fissò per un attimo  in silenzio e poi riprese -  non c’è niente che non vada sempre se hai solamente recitato… in caso contrario lo sai dove si finisce.- continuò serio avviandosi.

- Stupido!- Gli disse affiancandosi a lui e mollandogli uno scappellotto – ricordati che sono sempre un agente del Mossad!-

- Eri un agente del Mossad, ora sei un Agente dell’Ncis e lo sai meglio di me che ti cambia la vita.- Gli rispose serio Tony.

Ziva gli stava per mollare un altro scappellotto ma fermò la sua mano a mezz’aria e dopo qualche attimo abbassò il braccio sorridente.

- Hai vinto DiNozzo ma solo perché dobbiamo entrare in scena.- Gli fece l’occhiolino abbracciandolo.

I riccioli di Ziva gli accarezzarono la guancia. Tony poté tenerla, anche se per un breve istante, tra le sue braccia. Assaporò a fondo di quel momento respirando il suo dolce profumo di vaniglia e rosa imprimendolo nella sua mente.

- Che fai ci riprovi con me Agente David.- Le sussurrò divertito all’orecchio.

- Prova ad approfittare della situazione e te ne pentirai Tony!- Rispose in tono sarcastico.

Staccandosi da lui riprese – Oskar ti hanno rilasciato?- Gli chiese all’uomo quando si avvicinò seguito da Gibbs.

- Si grazie alla sua testimonianza il signor Oskar Kane può ritornarsene a casa. Mi raccomando rimanga a disposizione.- Lo intimò Gibbs.

Oskar e Tony si guardarono in cagnesco. Ziva gli diede una gomitata al fianco.

- Mi dispiace di averti accredito in quel modo ma pensavo che volessi fare del male a mia sorella…- si fermò un attimo e la guardò – per me è tutto e non so che cosa potrei fare se le succedesse qualcosa.- Spostò il suo sguardo verso l’uomo e sorrise imbarazzato.

- Ti capisco… tregua?- Gli porse la mano.

I due uomini si strinsero la mano in segno di resa.

- Scusatemi ma non vedo l’ora di tornarmene a casa, fare una bella doccia e riposarmi.-

Oskar salutò con un cenno della mano i presenti e se ne andò.

- Quasi commovente Tony.- Scherzò Ziva una volta che l’uomo se n’era andato.

- Che ne dici se torniamo a casa anche noi?- Le chiese – abbiamo bisogno entrambi di una bella dormita.- Guardò Gibbs per vedere se avesse qualcosa da obiettare.

- Andate pure. È meglio che tenete sempre sotto controllo la situazione. Mi farete rapporto più tardi.- Li congedò e andò in laboratorio da Abby.

 

 

Gibbs entrò nel laboratorio con il suo passo deciso. In mano teneva un super bicchiere di caffè.

- Allora Abby ti meriti questo super caffè?-

Le chiese sfidandola.

 

 

 

- Finalmente a casa.-

Disse Oskar aprendo la porta di casa.

Gettò la giacca e la valigetta

e si lasciò cadere esausto sul divano.

 

 

 

- Gibbs, Gibbs! Abbiamo novità!-

Disse euforica Abby andandogli incontro.

- Si Capo abbiamo scoperto che…-

Continuò Mcgee ma venne fulminato dalla donna.

 

 

 

- Ben tornato a casa…-

Una figura oscura lo stava fissando,

seduto in poltrona

-… fratellino!-

 

 

 

- sono gemelli!- continuò Abby.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Oooooooohhhhhh che rivelazioni !!!! In tutti i sensi… e chi l’avrebbe mai detto… e moh?

 

 

Spero di essermi fatta perdonare con questa scoperta “bomba!” XD

Ormai siamo nel dentro della storia … vi dico solo una cosa… non finisce qui !!

Non abituatevi alla lunghezza del capitolo che forse il prox è corto, corto

Lettore avvisato – mezzo salvato ^_^

 

Grazie veramente per i vostri commenti è bello leggere le vostre opinioni ad ogni capitolo

 

 

Se volete saperne di più vi lascio consultare i link dove ho preso l’idea:

wikipedia.it – (cercate gemelli)

http://www.gemelli.iss.it/domande_frequenti.asp

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: - Solo un nome - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Uno spiraglio di luce in questo cielo buio…

 

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 11: - Solo un nome -

 

 

 

- Chi sei?- Chiese Oskar spaventato accorgendosi della presenza dell’uomo.

- Ma come non mi riconosci?- lo sconosciuto accese la luce – sono tuo fratello Oskar.- Sorrise gelido.

Oskar era rimasto impietrito vedendo il viso dell’uomo che aveva di fronte.

- Ma sei identico a me.- Disse sorpreso indietreggiando di qualche passo dalla sorpresa.- come può essere… io non ho fratelli… come hai fatto entrare in casa?- Gli chiese Oskar ritornando per un attimo lucido.

Gli occhi neri come la pece dell’uomo brillarono di una strana luce, intrisi di odio e crudeltà.

- Io mi chiamo Oskar… tu…tu….- si fermò un attimo paralizzato -… non può essere vero.- indietreggiò ancora qualche passo sempre più spaventato dalla piega della situazione che stava prendendo.

- Il crudele scherzo di nostra madre. Ci ha diviso alla nascita unendoci al fato con lo stesso nome.- Disse con disprezzo – La tua vita agiata contro la mia sempre in lotta con il mondo intero.- continuò freddo. – L’unica cosa che mi consola che io non sono diventato un inutile uomo come te, macchiato dal tradimento fin dalla nascita.- Terminò con disgusto.

Si avvicinò a lui, con passo lento e calmo. Gli mise una mano sulla spalla stringendo forte prendendo la scapola. Lo guardò dritto negli occhi. Chiuse per un attimo le palpebre rimanendo fermo e attese l’inevitabile.

- Addio nullità non servi più!- Disse un’altra figura uscendo dall’oscurità con voce gelida.

- Ma cosa?!- Oskar girò spaventato la testa in direzione della voce.

Ci fu un attimo di silenzio e dopo qualche secondo un suono ovattato si diffuse per la stanza.

- Portalo via.- ordinò dando un’ultima occhiata al corpo di Oskar disteso a terra inerme gettando via la siringa con il paralizzante che gli aveva somministrato.

La misteriosa figura se ne andò in silenzio come era arrivata.

- Sempre e solo come vuoi tu Badb.- Disse sarcastico Oskar, osservando con sguardo inespressivo il corpo di suo fratello disteso per terra.

Si inginocchiò accanto a lui. – Nostra madre ha scelto la strada dei perdenti per te, decretando la tua fine. Addio fratellino.- Sputò sul corpo prima di avvolgerlo nel sacco disgustato da quello che lui rappresentava.

 

 

- Che cosa significa gemelli?- Chiese in tono alterato Gibbs.

- Si capo gemelli.- Confermò Mcgee. – è stata dura ma grazie ad un colpo di genio di Abby ci siamo arrivati.- lo guardò con aria soddisfatta.

- Era troppo strano Gibbs … il dna coincideva, le impronte erano troppo simili tra loro, tutti questi dettagli mi hanno fatto pensare… e poi l’illuminazione. I gemelli monozigoti sono gemelli molto particolari poiché derivano da una singola cellula uovo fecondata da uno spermatozoo. Durante la moltiplicazione cellulare, l'embrione si separa in due embrioni assolutamente identici ed ognuno di essi continua il proprio sviluppo. Questi gemelli, quindi, possiedono lo stesso patrimonio genetico, per cui avranno lo stesso sesso, gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso gruppo sanguigno. In pratica sono dei cloni. È l'unico caso di clonazione umana naturale e permette di capire quanto l'ambiente influisca sullo sviluppo del comportamento di un individuo rispetto al patrimonio genetico.- Disse Abby avvicinandosi al computer e facendo apparire la fotografia della donna e di un uomo – Ti presento Dafne Kane e Jack Badb la madre e il padre di Oskar Kane e Oskar Badb separati alla nascita e destinati a due vite diverse. Il primo è vissuto con la madre dal quale ha preso il cognome. Dafne non ha resistito alla vita della malavita che il suo compagno Jack Badb era invischiato. Quando scoprì di essere incinta scappò e accettò la protezione della polizia di New York in cambio della sua testimonianza, entrando a far parte del programma testimoni. Ci fu una soffiata e Jack Badb riuscì a trovare la moglie e a sottrargli uno dei figli facendo disperdere ogni sua traccia. Come sappiamo l’altro figlio crescendo ha preso in mano le redini dei traffici di famiglia.-

- Ci ha manipolato fino ad ora, capo, facendoci seguire il fratello lasciandoci credere che fosse lui. Bastardo!- Puntualizzò Mcgee. - Chissà dove si trova ora?- Chiese più a se stesso.

- E’ molto vicino a noi Mcgee.- Rispose Gibbs serio fissando l’immagine del signor Badb.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Parbleau! Che succederà ora? Vorrei proprio saperlo

 

 

Breve breve ma non potevo lasciarvi ancora per troppo tempo senza niente… sono troppo buona lo so XD

 

 

Il pezzo scritto in corsivo nel dialogo di Abby è tratto direttamente da wikipedia:

wikipedia.it – (cercate gemelli)

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: - Il bacio - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Un capitolo tutto Tiva… ma non fatevi ingannare XD

                          

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 12: - Il bacio -

 

 

 

Tony e Ziva erano in macchina da un po’. C’era uno strano silenzio tra loro. Ognuno teneva per sé quella domanda che non osava fare all’altro per non complicare ancora di più quella situazione che troppe volte era arrivata al limite del confine del loro rapporto di colleghi/amici.

Erano arrivati a casa. Parcheggiò la macchina, spense il motore e rimasero fermi in silenzio.

- Stavi solo recitando?- Chiesero entrambi nello stesso momento girando contemporaneamente i loro visi a guardare l’altro.

-… o era tutto vero?- continuò Ziva sotto voce terminando la frase di entrambi.

Per un lungo, lunghissimo, istante si guardarono negli occhi. Tony alzò la mano, gliela appoggiò sul viso e le accarezzò la guancia con il dito. L’espressione del suo viso da seria e concentrata nel suo sguardo si distese in un’aria dolce. Non era il solito sorriso da playboy alla DiNozzo, ma un semplice e tenero sorriso.

Ziva per un attimo sentì fermare il cuore. Un tenero calore lo riempì e per un istante mancò un battito. Era la seconda volta che gli vedeva assumere quell’atteggiamento e come la prima ne rimase affascinata.  La stessa espressione l’aveva assunta quando avevano iniziato la missione sotto copertura. Erano sul pavimento e Tony si era spinto verso di lei. C’era mancato veramente poco quella volta a varcare il confine.

- Io ci tengo a te Agente David non dimenticarlo mai.- Disse serio con tono di voce caldo.

- Lo so Tony.- Gli rispose piano appoggiando la mano sulla sua.

- E …- si fermò lui incerto se andare avanti.

- … stavo solo recitando DiNozzo.- Gli rispose ridendo scendendo dalla macchina e guardandolo al di sopra del tetto dell’auto – anche se…- continuò fingendo interesse avviandosi verso il portone.

Tony rimase bloccato da quelle due parole lasciate in sospeso, riprendendosi dallo sconcerto nel momento in cui si accorse dell’espressione divertita che era comparsa sul viso della donna.

La raggiunse e le diede un leggero scappellotto sulla testa.

- Ah ah molto divertente Ziva!- Le disse affiancandosi a lei.

- Lo sai che…- Iniziò con tono minaccioso ma non riuscì a finire la frase che una voce stridula li raggiunse.

- Anthonyyyyyyy!!!!!!!!!!-

I due si girarono anche se Ziva aveva già intuito chi li avesse chiamati.

Tony non fece in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo che si ritrovò circondato da due braccia morbide. Un profumo di muschio bianco e dei capelli neri gli solleticarono il viso.

- Ciao splendore!!- La strinse forte a sé sollevandola di qualche centimetro da terra.

Quando la appoggiò a terra, con una mossa veloce, Angie posò le sue labbra su quelle di Tony e lo baciò con passione.

Ziva rimase impietrita a vedere la scena e soprattutto a vedere DiNozzo che rispondeva al bacio facendosi travolgere dalla frenesia della ragazza.

- Angie.- La salutò seria Ziva senza tana enfasi accarezzando la pistola che teneva sotto la giacca dando un taglio a quella disgustosa scena.

- Oh ciao Ziva non mi ero accorta che c’eri anche tu…- disse staccando le labbra da quelle dell’uomo fingendo imbarazzo -… ma sai com’è quando vedo Anthony …- e gli sorrise sospirando estasiata.

- Come darle torto!- Scherzò DiNozzo.

- Sono stanca. Vado a casa.- Rispose secca. Si girò ed entrò nel portone.

- Aspetta! … vengo anche io.- Cercò di fermarla ma la donna non lo ascoltò e salì le scale.

Tony si mosse ma fu trattenuto per il braccio da Angie.

- Hei mi lasci di già. Esci con me questa sera?- Gli chiese avvicinandosi pericolosamente a lui.

- Sta sera?- Le chiese sorpreso.

- Si sta sera, a cena, alle 21.00, io e te da soli. Ti aspetto! - Lo baciò di nuovo sulle labbra.

Senza dargli il tempo di riflettere lo lasciò lì imbambolato a riprendersi dalla sorpresa.

Salì le scale sorridendo ripensando a quello che era appena successo. Angie: che ragazza, un vero tornado. Si assaporò le labbra riassaporando il bacio di qualche secondo prima.

Alzò la testa e incontrò lo sguardo di fuoco di Ziva che lo stava aspettando di fronte alla porta a braccia conserte.

- Con calma quando vuoi! Io aspetto se hai altro da fare... almeno lasciami le chiavi la prossima volta!- Gli disse ironica con una punta di rabbia.

Non le era passato inosservato il gesto delle labbra che poco prima l’uomo aveva fatto e soprattutto quali fossero stati i suoi pensieri.

“Oh cavoli!” pensò Tony incrociando il suo sguardo. Non disse niente per non scatenare la sua ira. Si avvicinò a lei, prese le chiavi dalla giacca.

Sarebbe bastata una piccola parola detta in modo sbagliato e la bomba sarebbe esplosa.

Aprì la porta e galantemente la fece passare con un cenno della mano.

Ziva gli passò accanto senza dire niente e si andò a sedere in poltrona. Era stanca. Era stata una giornata impegnativa che l’aveva tenuta sotto pressione tutto il tempo. Aveva voglia solo un po’ di tranquillità. Chiuse gli occhi ma prepotentemente gli apparve la scena di quella insulsa ragazzina che baciava Tony. Aprì gli occhi immediatamente per cancellare quella visione e incontrò quelli del collega che si era appoggiato sullo schienale della poltrona e la stava guardando dall’alto.

- Tutto bene?- Le chiese in apprensione.

- Sei un’idiota.- Gli rispose con tono semi serio.

- Che colpa ne ho se sono troppo bello.- Scherzò lui.

Come risposta Ziva lo colpì con un cuscino – Questo è per lo scappellotto di prima…- gli tirò un’altra cuscinata più forte che lo fece barcollare all’indietro – e questa è ...- si bloccò e lo guardò dritto negli occhi rivedendo il suo gesto di poco prima delle labbra – non cambierai mai DiNozzo.-

Si alzò, prese la giacca dal divano e si diresse verso la sua camera.

- Non aspettarmi per cena ho un impegno questa sera.- Le disse Tony prima che uscisse dalla stanza.

- Sei libero di fare quello che vuoi!- Gli rispose glaciale qualche secondo prima di chiudere la porta della sua camera con violenza.

Al suonò del colpo della porta Tony tirò su le spalle stringendole al viso che assunse un espressione di apprensione.

“Non l’ha proprio presa male” pensò cercando di essere il più positivo possibile.

Andò in bagno a farsi una bella doccia rilassante.

- Ora si che sto meglio.- Disse ad alta voce uscendo dalla doccia e avvolgendosi l’asciugamano intorno alla vita. Prese le sue cose, aprì la porta e si ritrovò davanti Ziva che teneva una mano alzata.

- Ho finito è tutto tuo!- Le disse sorridente.

Ziva anche se involontariamente lasciò scivolare il suo sguardo sul corpo di DiNozzo ancora bagnato. Si mordicchiò il labbro mentre la sua mente fu presa da pensieri non proprio casti.

Si fece da parte e lo lasciò passare.

- Tony…- lo chiamò prima che si chiudesse nella sua stanza.

- Dimmi.- Si voltò lui sorridendo sornione avendo capito di non esserle stato proprio indifferente.

- Se fossi in te, mi metterei un po’ a dieta.- Gli disse squadrandolo dalla testa ai piedi – eh si…- si fermò un attimo avvicinando la mano al mento pensierosa e scuotendo la testa – mi sa che è più informa Mcgee… inizierei a valutare di iscrivermi in palestra.- Gli suggerì divertita.

Per tutta risposta DiNozzo trattenne il respiro per appiattire gli addominali e mostrò i suoi bicipiti.

Una strana quieta per un’ora regnò in casa. Ognuno di loro era chiuso nella propria stanza come se non volessero incontrarsi.

Tony sentì Ziva muoversi per casa e decise che era ora di smetterla di fare i bambini.

La trovò in cucina che stava preparando la cena. Aveva apparecchiato la tavola per due facendo attenzioni ad ogni piccolo dettaglio.

- Ziva ti ho detto che non ci sono a cena.- Le ricordò sorpreso.

- Lo so DiNozzo.- Gli rispose guardandolo un attimo. – Stai bene?- Gli chiese notando le occhiaie sotto i suoi occhi e il viso stanco.

- Certo!- Rispose fiero anche se da quando si era svegliato aveva iniziato ad avere un leggero fastidio alla testa.

- Chi è che viene a cena?- Le domandò curioso girando intorno alla tavola.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Aaaahhhhh la faccio fuori!!!!! Come ha osato!!!

 

 

Da brave mettevi in fila ci sono prima io a picchiare Angie.

elisa93 metti giù la mazza chiodata, eLiSeTtA falla ragionare… calma e sangue freddo

 

 

Grazie a tutti che mi continuate a seguire, vi voglio bene XD

 

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: - La cena - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Non perdete i dettagli XD

                          

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 13: - La cena -

 

 

 

- Non devi uscire?- Gli chiese Ziva evitando la sua domanda.

- Si…- rispose disorientato – che c’entra ora?- Le chiese.

- Bene allora preparati che è tardi!- Gli rispose come se fosse un ordine.

- Comunicare con te a volte è impossibile. Ci rinuncio!- Disse seccato prima di uscire dalla cucina.

- Ahi!- Gridò Ziva dal dolore. Sbucciando la patata gli era scivolato il coltello e si era tagliata il palmo della mano – Maledizione!!!- chiuse la mano a pugno.

Tony agì d’istinto, le prese la mano e gliela mise sotto l’acqua fredda.

- Non serve che mi aiuti DiNozzo me la so cavare da sola, non vorrei che per colpa mia facessi aspettare la tua bella.- Gli rivolse un sorriso sarcastico.

- Per una volta tanto non fare la difficile e fatti aiutare.- Le disse per tutta risposta.

Le fasciò la mano con lo strofinaccio e la trascinò in bagno. La fece sedere sulla vasca. Prese dall’armadietto dei medicinali tutto l’occorrente. Prima gliela disinfettò e poi gliela fasciò.

- Ecco ora sei a posto!- Le sorrise.

- Grazie.- Gli disse timidamente.

- Aaah se non ci fossi io…- lasciò la frase in sospeso.

- Ci sarebbe Mcgee.- continuò lei.

Tony la guardò per storto. – Ah ah molto divertente agente David.- Prese la giacca dalla sedia e la indossò. – Bene ora vado e cerca di non combinare altri guai in mia assenza.- Le disse prima di chiudersi la porta dietro le spalle.

“Stupido!” pensò la donna.

 

 

Tony salì le scale per raggiungere l’appartamento della ragazza. Prima di bussare si diede una sistemata e poi premette il campanello.

Angie gli venne ad aprire quasi subito, come se lo stesse aspettando dietro alla porta. Tony quando la vide rimase stupito dalla sua bellezza. Indossava un vestito nero che le fasciava tutto il corpo. I capelli lisci le ricadevano morbidamente sulle spalle e ad ogni suo movimento si intravedevano i riflessi rossi. I suoi occhi di quel colore indefinito di giallo erano ancora più brillanti del solito.

- Sei bellissima.- Si lasciò scappare estasiato.

- Grazie, stai bene anche tu.- Gli rispose avvicinandosi lentamente a lui.

Gli circondò il collo con le braccia e lo baciò dolcemente.

- Certo che non perdi tempo.- Le disse scherzando allontanandola leggermente da lui.

- A me non piace aspettare!- Rispose lei.

- Me ne sono accorto… su ora andiamo.-

 

 

 

Ma che sto facendo?” si domandò sorpresa

 “Devo essere impazzita a spiare Tony”

pensò Ziva osservando il pianerottolo

dallo spioncino della porta.

Eccoli… però si è messa in tiro la ragazzina.

Strinse i pugni.

 Ma che cos’è quel tatuaggio?”

Si chiese notando il disegno sul collo della ragazza.

 

 

 

Arrivarono al ristorante. Per la maggior parte della sera parlarono del più e del meno. DiNozzo fu impegnato tutto il tempo a tenere a bada le avance della ragazza.

- Allora Angie hai fratelli, sorelle qui in città?- Le chiese vago facendo scivolare la mano dalla quella della ragazza.

- No, non ho nessuno…- rispose glaciale – Ho capito a mie spese che era meglio crescere perchè  l'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai....- terminò triste.

- Che cosa intendi dire?- Le chiese interdetto.

- Ho perso tutto, tutte le ragioni della mia vita. È stato un periodo difficile ma prima o poi, se sei fortunato rinasci alla vita, io faccio parte di questa cerchia. Mi hanno aiutato a comprendere che se le persone che amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere non dobbiamo mai smettere di amarle. Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre.- Si portò la mano al cuore.

- Capisco…- La guardò attentamente per comprendere completamente che cosa volessero dire le sue parole. Il suo volto era bianco, le gote leggermente rosate, i suoi occhi avevano cambiato il colore, da un giallo brillante erano diventati un giallo intenso con sfumature di marrone. La bocca di un tenue rosato si era leggermente assottigliata. Tutti i lineamenti del viso si erano tirati. Come se  quel tuffo nei ricordi del passato l’avesse turbata.

- Mi dispiace io non volevo far ritornare a galla i brutti ricordi.- Si scusò

- Non ti preoccupare, è finito quel periodo. Non sono più una debole e insicura ragazzina.- Strinse la mano a pugno.

 

 

 

Bussarono alla porta.

Ziva si alzò dal divano e andò ad aprire.

- Siamo un po’ in ritardo- Esordì ridendo.

- Pensavo che avessi rinunciato.-

Lo guardò in viso.

 

 

 

- La vendetta prima o poi arriva…basta aspettare il momento giusto… non si torna dal mondo dei morti c’è solo un biglietto di andata, senza ritorno per i colpevoli!- Disse Angie glaciale sorridendogli seria..

Per la terza volta Tony rimase sorpreso dalle parole della donna.

- Non hai ancora perdonato chi ti ha fatto del male? Ricordati fino a quando non lo farai non vivrai mai in pace.- Gli disse guardandola dritta negli occhi.

- Non ti preoccupare il perdono è una cosa da perdenti… giustizia me la faccio da sola…bisogna solo aspettare..- rise - …sono tutti morti solo che ancora non lo sanno!- continuò a ridere.

 

 

 

I lineamenti del suo viso erano tirati.

I suoi occhi azzurri come il cielo erano preoccupati.

- Gibbs che succede?- Gli chiese nervosa.

- Dov’è DiNozzo?- Chiese evitando di risponderle.

- E’ uscito più o meno da mezz’ora.- Rispose.

- Uscito?- Chiese sorpreso Gibbs sedendosi a tavola.

 

 

 

- Allora è meglio non averti come nemica, visto che non sai perdonare.- Scherzò DiNozzo per allentare la tensione.

- Hai proprio ragione Anthony… ma tu non ti devi preoccupare – lo prese per la cravatta e lo avvicinò al suo viso. – non hai niente da temere con me dolcezza.- Gli sfiorò le labbra.

– Che dici se andiamo a casa mia a prendere il caffè?- Gli chiese una volta usciti dal ristorante.

 

 

 

- Il fascino DiNozzo ha colpito ancora.- sbuffò la donna.

- Sai Angie…la ragazza del piano di sopra l’ha invitato a cena.- scosse la testa.

 - …e lui ovviamente non ha rifiutato.-

- Ricordami che dovrò fargli un bel discorsetto.- Sorrise l’uomo.

- Che cosa hai fatto alla mano?-

Le afferrò il polso togliendole il piatto che teneva in mano.

- Ho litigato con una patata.- Sorrise tirando a sé il braccio.

 

 

 

- Non so se sia il caso…- esitò Tony.

- Non dirmi che rinunceresti al caffè?- Gli chiese.

- No di certo, io adoro il caffè.- Le sorrise sornione.

- Allora?- insistette Angie.

- Sai c’è mia sorella a casa da sola.- Si giustificò.

- Ma sa a badare a se stessa.- Si avvicinò a lui sensualmente.

 

 

 

Gibbs la bloccò e la guardò dritta negli occhi.

- Non è da te Agente David.- Le disse seria.

- Solo un attimo di distrazione-

lo fissò negli occhi.

-.. può accadere a chiunque, anche a te capo!-

Rispose irritata.

 

 

Angie gli appoggiò una mano sul petto.

- Solo caffè e…-

- E…-

- e poi… tutto quello che vuoi.-

Gli sussurrò all’orecchio.

 

 

 

Gibbs si alzò e andò a prendere la giacca.

Si voltò e le buttò l’impermeabile.

- Andiamo!- Le ordinò.

- Ma dove andiamo?- Chiese stupita.

- Muoviti David!- Aprì la porta e uscì seguito dalla donna.

 

 

 

- Con un invito così come posso rifiutare.- Le rispose guardandola dritta negli occhi.

Le aprì la portiera dell’auto e la fece salire.

Si affrettò a salire.

- Bisogna stare attenti a ciò che si chiede... perché potrei ottenerlo.- Gli disse Angie voltandogli il viso dalla sua parte.

- E tu ottieni sempre quello che vuoi, vero?-

- Sempre.- Lo baciò con passione.

Tony si staccò da lei quasi senza respiro. Mise in moto la macchina e partì.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Interessante… molto interessante e ora che succederà???! P-A-U-R-A- di scoprirlo

 

 

Vi svelerò tutto non temete, bisogna attendere solo il momento giusto…

 

 

Aspetto i vostri commenti

 

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: - Oskar&Badb - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Ormai ci siamo, i pezzi del puzzle sono quasi tutti al loro posto…

                          

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 14: - Oskar&Badb -

 

 

 

- Prendi!- Disse Gibbs lanciando a Ziva la cartellina contente dei documenti una volta che furono seduti in macchina. Accese il motore e partì in direzione dell’Ncis.

- Gibbs! Ma sono gemelli!- Esclamò stupita.

L’uomo non rispose.

- Perché non me lo hai detto subito?- Gli chiese incredula.

- Era già pronta la cena.- Rispose serio.

Ziva per tutta risposta lo guardò storta.

- Pensavo di trovare anche DiNozzo, al telefono non mi avevi informato di questo piccolo dettaglio.- Puntualizzò lui.

- Quello che fa DiNozzo della sua vita privata, non mi riguarda!- Gli rispose acida.

Gibbs sentendo il tono della sua voce la guardò con la coda dell’occhio, e vedendo la sua espressione irritata sorrise leggermente.

“Mi sa che è meglio che non li metta più insieme come partner per missioni sotto copertura” pensò dubbioso “altrimenti addio regola 12”.

Lui lo sapeva fin troppo bene come andava a finire quando si infrangeva quella regola. L’immagine di Jenny e lui che si rotolavano sul letto immersi nella passione gli passò davanti agli occhi, ma subito la scacciò a fondo, nei ricordi più segreti.

Ziva prese un foglio e iniziò a disegnare.

- Che cosa stai facendo?- Le chiese incuriosito.

- Sto disegnando solo una cosa che ho visto… non so se è rilevante ma questo me lo confermerà Abby.- Rispose mentre terminava di delineare l’immagine sul foglio.

 

 

 

- Allora Abby hai scoperto qualcosa?- Le chiese Gibbs entrando nel laboratorio seguito dall’Agente David.

- No niente ancora.- Rispose la donna sconsolata.

- Abby tu sai per caso dirmi che cosa significa questa immagine?- Le chiese Ziva porgendogli il foglio sul quale aveva riprodotto la figura.

- Che cos’è?- Chiese incuriosita.

- E’ il tatuaggio che ho visto sul collo di Angie Cros questa sera.-

- Ma DiNozzo dov’è?- Chiese Mcgee accorgendosi dell’assenza del collega.

Ziva per tutta risposta lo fulminò e lui preferì non indagare oltre.

Abby prese in mano il foglio e lo guardò attentamente. Era uno strano simbolo, molto particolare, sembravano delle ali. Lo passò con lo scanner e iniziò a cercare.

- Interessante…- Disse dopo un po’ Abby.

- Che cosa hai scoperto?- Le chiese il capo.

 

 

Tony ed Angie erano a casa della ragazza seduti entrambi sul divano. Non avevano fatto neanche il tempo ad entrare nell’appartamento che la donna si era avvinghiata a lui, baciandolo con passione.

- Carino questo tatuaggio che hai sul collo.- Le sussurrò Tony all’orecchio scostandole i capelli.

- Ti piace?- Gli chiese con voce seducente.

- Molto.- Le rispose guardandola negli occhi – che cosa rappresenta?- Le chiese incuriosito.

- E’ un corvo!- Rispose glaciale.

Tony si staccò leggermente da lei.

- Scelta insolita per un tatuaggio.-

- Non direi… mi rappresenta… Il corvo è l’ignoto e il viaggio interiore. Chi lo porta è affascinante, misterioso e carismatico… l’oscurità è la padrona del mio essere che maschera appieno il mio lato oscuro.- Terminò sorridendo seria. Le sue labbra si assottigliarono in quel sorriso freddo.

Si mise a sedere fissandolo.

- Peccato che debba andare così…- Lasciò la frase in sospeso.

- Che cosa intendi dire?- Le chiese DiNozzo non capendo che cosa volesse dire.

- Devi sapere che un tempo la gente era convinta che quando qualcuno moriva un corvo portava la sua anima nella terra dei morti. A volte però accadevano cose talmente orribili, tristi e dolorose che l'anima non poteva riposare così a volte, ma solo a volte il corvo riportava indietro l'anima perché  rimettesse le cose a posto...-

Tony sorrise incerto.

- Non hai ancora capito Agente Speciale Anthony DiNozzo?- Gli chiese freddandolo con il suo sguardo.

Tony cercò di alzarsi in piedi e allontanarsi da lei ma si sentì mancare e rimase fermo sul divano.

- E’ giunta la tua ora e io sono il corvo che ti condurrà all’altro mondo!- Rise sadica.

 

 

- Abby fai una ricerca sulla parentela di Angie Cros!- Le ordinò Gibbs.

- Subito Capo!-

La donna digitò i dati nel computer che poco dopo gli fornì quello richiesto.

- Angie Cros figlia di Amanda Shendler e Mark Cros. Il signor Cros è morto in un incidente stradale quando la figlia aveva solo 8 anni. I genitori erano entrambi al servizio per la famiglia Badb!-

- Ci hanno incastrato per bene!- Si lasciò sfuggire Ziva.

- La piccola Angie è stata cresciuta dal signor Badb e sua madre era diventata la sua compagna cambiando nome in Daiane Badb. Mi ricorda qualcosa questo nome?- Si chiese Abby pensierosa.

- Il caso “Vedova nera”- Disse serio Gibbs.

- Ora ricordo… la donna era invischiata in un giro di droga e prostituzione. Tu e DiNozzo ve ne siete occupati sei anni fa. L’avevate quasi presa, ma durante la sparatoria è morta. Mandando all’aria tutta l’indagine.-

 

 

- Allora tu sei…- Tentò di dire Tony.

Stava sempre peggio. Aveva iniziato a sudare, il cuore nel petto sembrava quasi come se volesse scoppiargli. La bocca era impastata, e un disgustoso gusto amaro gli opprimeva la gola.

- Finalmente ci sei arrivato. Si sono proprio io Badb: il corvo!- Rise istericamente.

- E’ arrivato il momento di saldare i debiti Agente Speciale DiNozzo! La pagherai per aver  ucciso mia madre.-

Tony, all’improvviso si accasciò a terra, trafitto da un fortissimo dolore al braccio sinistro.

- Bene il tuo bacio velenoso sta facendo effetto.- Disse una voce alle loro spalle.

DiNozzo riuscì appena a girare la testa per vedere in faccia chi aveva parlato.

- Maledetto sei tu, Oskar!- Si accasciò definitivamente a terra perdendo i sensi.

- Portalo via!- Ordinò all’uomo.

- Sempre e solo come vuoi tu Badb!- Sorrise.

Oskar si avvicinò ad Angie e le sfiorò le labbra con le dita. La guardò dritta negli occhi e poi la baciò. Per risposta la donna gli morsicò il labbro.

- Sei una strega!- Sorrise sadico Oskar massaggiandosi il labbro.

- Fratellastro non sai di che cosa sono capace.-

- Oh si che lo so!- La baciò di nuovo con forza.

La donna si staccò da lui e andò a prendere qualcosa nel mobile.

- Dagli questa, non voglia che muoia solo per un mio bacio, deve essere cosciente quando il “Corvo Guerriero” lo porterà all’inferno!- Gli lanciò una siringa con un siero.

Oskar l’afferrò, prese il corpo di Tony, se lo caricò in spalla e lo portò via.

 

 

- Aspettate un attimo!- Disse ad un tratto Mcgee – il nostro sospettato non è uno solo ma sono due! Oskar Badb.-

- Ma è uno solo!- Disse Ziva non capendo dove volesse arrivare il pivello.

- No Ziva! Il significato germanico di Oskar è guerriero mentre Badb in celtico significa corvo. Noi abbiamo sempre sospettato di lui, Oskar, credendo che fosse solo lui, ma in realtà collabora con Angie.-

- Certo nessuno avrebbe sospettato di un viso angelico come il suo. Della sua vita perfetta, candida, impegnata nel sociale. Era solo una truffa!- Disse Abby una volta finito di ascoltare il ragionamento di McGee.

- Presto non c’è tempo da perdere, Tony potrebbe essere in pericolo.- Li richiamò Gibbs.

Ziva e McGee lo seguirono fuori dal laboratorio.

“Fa che non sia troppo tardi” continuò a ripetersi Ziva come una preghiera silenziosa mentre raggiungevano l’auto.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Oh Tony speriamo che non ti accada niente… resisti!

 

 

Stiamo arrivando verso la fine,ormai manca poco per le ultime rivelazioni XD

 

 

Aspetto i vostri commenti mi raccomando… grazie ai fedelissimi, spero che anche gli altri ritornino

Che non sia un segnale negativo? --- ?_?-----

                                                                                           

 

Note:

le scritte in corsivo (anche del precedente capitolo) per chi non se ne fosse accorto sono prese dal film il corvo…

questo è il link  http://corvo94.altervista.org/quotes.htm

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: - La porta - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Una piccola goccia per…

                          

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 15: - La porta -

 

 

 

 

Tony era disteso sul pavimento, con la faccia a terra. Sentì il freddo sulla guancia e un leggero torpidimento al braccio. Sbattè qualche volta le palpebre prima di riuscire ad aprire gli occhi.

Si trovava in una stanza semibuia. L’unica luce proveniva da una piccola finestra nel muro. Era un ambiente freddo e umido. A fatica si tirò su e si mise seduto appoggiandosi al muro. Aveva la bocca impastata e gli doleva terribilmente la testa. La parte sinistra del corpo, era tutto un formicolare. Strinse un paio di volte le mani a pugno per avere la certezza dell’uso degli arti.

- Finalmente ti sei svegliato.- Gli disse una voce debole e affannata.

Tony sorpreso si rese conto che non era solo in quella stanza.

- Oskar! Bastardo che cosa mi hai fatto?- Gli chiese con rabbia.

- Non sono chi pensi…- iniziò a spiegare l’uomo – chi ti ha fatto tutto questo è mio fratello gemello. Io sono semplicemente Oskar Kane e l’unica colpa che ho è quella di essere legato con la famiglia Badb per uno stupido patto di sangue!- Disse duro.

- Ma cosa stai dicendo?- Gli chiese incredulo.

- Non so dirti molto, l’unica cosa che so che io sono il disonore della famiglia Badb. L’uomo, che per un’intera vita ho creduto morto, non è altro che un delinquente: Jack Badb mio padre naturale.- Sorrise amaro.

DiNozzo abbassò leggermente la testa e sorrise.

- Ci sono cascato con tutte le scarpe… dovrò smetterla di correre dietro a tutte le donne che mi fanno gli occhi dolci.- Strinse la mano a pugno.

- Sai già allora che Angie Cros è coinvolta?- Gli chiese Oskar.

- Si, l’ho capito troppo tardi a mie spese. Angie Cros, ovvero la figlia di Amanda Shendler o dovrei dire Daiane Badb la vedova nera della famiglia.-

- Ma tu chi sei in realtà?- Gli chiese Oskar stupito dalla rivelazione.

- Sono un Agente speciale dell’Ncis. Ti stavamo pedinando da mesi credendo che fossi tu Oskar Badb, ma non avevamo capito che in realtà Oskar Badb non è uno, ma sono due: Oskar e Angie.-

- Non capisco perché hanno preso te? Oskar aveva in pugno Ziva. Sarebbe stata una preda più semplice.- Chiese perplesso.

- Ziva non c’entra niente, sono io quello che Angie vuole. Sono io che 6 anni fa ho ucciso sua madre.- Rispose triste Tony.

- Com’è successo?-

- E’ accaduto tutto in un attimo. Avevamo dato il via all’operazione. Tutto stava procedendo per il verso giusto, quando una bambina si mise in mezzo ricorrendo il suo cane. Daiane la vide e la prese in ostaggio. Successe in una frazione di secondi. Il cane abbagliò distraendo la donna che lasciò leggermente la presa e io sparai. Un colpo secco in fronte.- Terminò triste.

- Non fartene una colpa, hai fatto solo il tuo dovere e poi hai salvato la vita di un’innocente.- Lo rassicurò Oskar.

Per la prima volta Tony rivolse lo sguardo dalla parte dell’uomo e si accorse di quanto stava male. Si trascinò vicino a lui.

- Che cosa ti hanno fatto?- Gli chiese.

- Mi devono aver iniettato del paralizzante, per mia fortuna una piccola dose. Ho riacquistato l’uso della parte superiore, ma non sento ancora le gambe. Una lenta agonia prima della fine.- Disse rabbuiandosi, coNscio di quale sarebbe stato il suo destino.

- Non ti preoccupare, ce la caveremo.- Lo rassicurò Tony.

 

 

Gibbs, Ziva e Mcgee irruppero nelll’appartamento di Angie ma non vi trovarono niente.

- Maledizione!- Disse con rabbia il pivello.

- Stai calmo Mcgee. Siamo vicini.- Lo rassicurò Ziva guardandosi attentamente intorno in cerca di un indizio.

Gibbs ad un tratto si piegò per terra e raccolse la ricevuta di un ristorante.

- Sono stati qui!- Disse guardando con attenzione il foglietto – questa la deve aver lasciata Tony.-

- C’è qualcosa che non quadra.- Disse pensierosa Ziva osservando la posizione dei mobili.

- David stai qui e vedi di capire che cosa non torna, io e Mcgee andiamo a controllare l’appartamento del Badb!- Le disse Gibbs, facendo un cenno al pivello di seguirlo.

Ziva rimase da sola nell’appartamento. Girò intorno guardando ogni mobile, sedia, oggetti. Tutto era perfetto come il solito eppure aveva la netta sensazione che c’era qualcosa che stonava.

Si fermò davanti al mobile dove si appoggiavano i portafotografie.

“Strano, questi non sono allineati come gli altri, e questo è caduto” pensò dubbiosa sistemando il portafotografie in piedi. Si abbassò, fece scivolare la sua mano sul mobile, osservando ogni piccola striatura quando si accorse che c’erano dei segni per terra. Il mobile era stato spostato.

Lo spinse verso di sé allontanandolo dalla parete. “Bingo!” sorrise soddisfatta. Il mobile nascondeva un’entrata secondaria. Schiacciò il bottone che aprì totalmente la porta fantasma che era nella parete. “Davvero ingegnoso” pensò stupita prima di entrare.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Aggiornerò presto, lo prometto anche perché… sorpresa XD

 

 

La resa dei conti è vicina

 

 

Grazie a tutti, sono contenta che siete tornati XD

Lilium purpurea: grazie per aver recuperato

 

                                                                                           

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: - Non ti lascerò Ziva… mai! - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Un tenero momento Tiva… ahimè però…

                          

 

Buona lettura

 

Light

 

 

 

Capitolo 16: - Non ti lascerò Ziva… mai! -

 

 

 

 

- Bene vedo che avete fatto amicizia!- Disse Angie divertita entrando nella stanza seguita da Oskar. – Che peccato separarli, proprio ora che hanno capito chi sono.- Rise sadica! – Portati via il caro fratellino.- Gli ordinò guardando con crudeltà l’uomo – è arrivata l’ora della sua fine.-

Con queste ultime parole uscì dalla stanza.

- Bastardo lascialo stare, che cosa intendete fargli?- Tony raccolse tutte le forze che gli erano rimaste e si alzò in piedi mettendosi davanti ad Oskar Kane per proteggerlo.

- Insulso agente speciale dell’Ncis, pensi di riuscire a contrastarmi, ma se ti reggi a malapena in piedi.- Gli rispose ironico il criminale ridendogli in faccia. Senza tanti preamboli gli serrò un pugno nello stomaco e iniziò a picchiarlo. Tony in principio cercò di difendersi ma alla fine dovette soccombere.

L’uomo sfogò tutta la rabbia che teneva dentro sull’agente, colpendolo con calci e pugni.

- Così impari a non tenere la bocca chiusa.-

DiNozzo con l’ultimo pugno si accasciò a terra sanguinante e senza forze.

- FERMATI!!!! ora basta, lascialo stare, prendi me e fai quello che devi fare!!!- Urlò con rabbia Oskar assistendo alla scena impotente.

- Non ti preoccupare fratellino, non serve che fai l’eroe!- Lo guardò sdegnoso e diede un ultimo calcio al corpo di Tony. Oskar Badb gli rivolse uno sguardo carico di disprezzo osservando il suo corpo ormai inerme per terra.

Lentamente, come se fosse ritornato alla realtà, girò la testa a guardare il fratello.

- Ora è il tuo turno! Sei pronto a morire?- Gli chiese ghignando.

Si avvicinò all’uomo che cercò di fare resistenza. Oskar, per bloccare il fratello, gli sferrò un pugno nello stomaco che gli fece perdere i sensi. Se lo caricò sulle spalle e lo portò via.

 

 

Ziva era arrivata nelle stanze sotterranee giusto in tempo per vedere Oskar Badb che portava via il fratello. Rimase nascosta nel buio e osservò il luogo per farsi un’idea su come agire quando il cuore si fermò per un istante accorgendosi del corpo di DiNozzo a terra senza vita.

I suoi pensieri si bloccarono, i suoi sensi di Agente del mossad si spensero, il vuoto si creò dentro di sé scosso solamente dall’urlo disperato del suo nome: “TONYYYYY!”.

Non capiva più niente, il cuore le batteva velocemente, continuava a ripetersi “non può essere”. Corse nella stanza, si avvicinò al suo corpo disteso per terra, lo prese tra le sue braccia trascinandolo vicino al muro nella parte più buia della stanza, e ve lo appoggiò.

- O mio Dio Tony che cosa ti ha fatto.- Si lasciò sfuggire in preda ad un senso di angoscia.

Aveva completamente il volto insanguinato e tumefatto dai colpi. Iniziò a pulirlo con la manica della maglia che si impregnò subito del suo sangue.

- Ti prego non mi lasciare…- disse tra le lacrime che iniziarono a scivolarle sulle guance.

Gli accarezzò lentamente il viso con la mano, partendo dalla fronte scostandogli i capelli dal viso, poi gli occhi, le guance e infine le labbra. Era ridotto veramente male. L’avevano picchiato brutalmente senza pietà.

Portò il viso dell’uomo vicino al suo e una lacrima si posò sulle labbra.

- Non mi lasciare…ti prego…resta con me..- Gli ripeté singhiozzando silenziosamente.

- Non ci penso neanche a lasciarti Ziva.- Le sussurrò Tony con fatica accennando un sorriso.

David sentendo la sua voce, sbarrò gli occhi per la sorpresa, prima di abbracciarlo forte a sé.

- Non lo fare mai più Tony.- Cercò di frenare le lacrime ma non ci riuscì.

La sensazione di averlo perso per sempre era stata terribile. Quell’amarezza nel cuore le fece riprovare lo steso dolore di molti anni prima quando aveva perso sua madre, sua sorella, e poi quel giorno, quando aveva dovuto rinunciare ad Ari, scegliendo di fare la cosa giusta, salvando la vita a Gibbs.

Tony corrispose il suo abbraccio, stringendola forte a sé. – Non ti lascio e non ti lascerò Ziva … mai!- Le ripetè serio.

La donna si staccò dal suo abbraccio e lo guardò sorpresa. Rimasero a fissarsi, persi nello sguardo dell’altro, per un lungo istante. DiNozzo le prese il viso tra le mani e l’avvicinò al suo. Le sfiorò prima le labbra con il dito e poi teneramente la baciò.

Ziva fu presa alla sprovvista dal suo gesto. Si irrigidì ma quando Tony la avvicinò di più a sé si lasciò andare ricambiando il bacio con tutto l’amore che per troppo tempo aveva tenuto nascosto e negato a se stessa.

Si separò da lui, sorpresa da quello era successo e dal turbinio di emozioni che stava provando la sua anima.

Si erano fatti travolgere dai sentimenti che provavano l’uno dall’altro.

Tony le sorrise e la guardò intensamente. Dopo tanto tempo era riuscito a dimostrarle quello che provava. Avvicinò il viso al suo fino a toccarsi con le fronti. Si guardarono negli occhi.

- Ti amo.- Le disse in un soffio di voce prima di baciarla nuovamente.

Un bacio delicato, dolce, tenero. Le labbra di lui che si uniscono a quelle di lei.

Tony appoggiò la sua mano sul collo di Ziva spingendola più verso di sé per approfondire ancora meglio il contatto con le sue labbra aumentando l’intensità del loro bacio.

- Ma che scena commovente!- Disse glaciale Angie comparendo alle loro spalle puntando la pistola alla testa della donna interrompendo il magico momento.

I due agenti si allontanarono guardandosi negli occhi con la consapevolezza di essersi fatti travolgere dalle loro emozioni estraniandosi dal mondo facendosi in questo modo sorprendere proprio come dei pivelli.

- Mi fate vomitare!- Disse Angie con disprezzo prima di colpire Ziva in testa con la pistola.

Il corpo della donna si accasciò a fianco a quello di Tony.

- Noooooo ferma!- Grido l’uomo.

- Hai già dimenticato i miei baci Anthony?- Gli chiese dura.

- I tuoi non erano baci tesoro, solo veleno nient’altro che pura falsità!.- Le rispose serio.

- Te ne pentirai mio caro Anthony… vuol dire che morirai lentamente.- Gli sorrise.

Caricò la pistola e gli sparò alla spalla sinistra.

- Così non mi darai più fastidio!- Rise perfida. – Ora pensiamo alla tua collega. Oskar vieni qua!- Ordinò – Ho una bella sorpresa per te!-

- Lasciatela stare maledetti!-

I due non lo ascoltarono neanche e portarono via con loro la donna.

- Zivaaaaaaaa!- Urlò disperato Tony prima di sopraffare al dolore che lo sparo gli procurava alla spalla, accasciandosi a terra perdendo i sensi.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Voilà un nuovo capitolo… e il prossimo è vicino

 

                     

Vivere o morire? Che cosa decideranno di fare i personaggi? Staremo a vedere XD

 

 

Grazie per chi legge, ma soprattutto a chi recensisce.

Un grazie in particolare a chi ha aggiunto la FF tra i suoi preferiti

 

 

                                                                                           

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: - La resa dei conti - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Eccomi, ci siamo… siamo arrivati al fatidico momento, vivevo o morire?

Un capitolo leggermente un po’ forte ma sempre con il mio consueto soft!.

                          

 

Buona lettura

 

 

Light

 

 

 

Capitolo 17: - La resa dei conti -

 

 

 

- Capo!- Mcgee chiamò Gibbs – ho trovato qualcosa!- Gli indicò la fessura in un punto del muro.

- Bravo Mcgee!- Gli diede una pacca sulla spalla.

I due agenti erano da mezz’ora che stavano perlustrando l’appartamento di Oskar Kane senza però trovare nessun indizio. Ora, finalmente, avevano scovato accanto alla libreria la porta segreta che sicuramente li avrebbe condotti da Tony.

Si avviarono per il corridoio scuro fino ad arrivare nello stesso punto che poco prima di loro si trovava l’Agente David. Tutto era tranquillo e silenzioso. Gibbs osservò l’ambiente con il suo sguardo attento e serio per capire come agire, quando si accorse del corpo di un uomo appoggiato alla parete.

- Capo è Tony!- Esclamò sorpreso il pivello muovendosi per andare da lui.

Gibbs lo acciuffò per il braccio facendolo fermare e indicandogli con gli occhi il pericolo. Mcgee si appiattì al muro e i due aspettarono che la losca figura si allontanasse.

- E’ Angie Cros! Chissà dove sta andando?- Gli chiese.

- Ce ne occuperemo dopo, ora pensiamo a Tony!- Gli rispose Gibbs avviandosi verso DiNozzo.

I due si inginocchiarono vicini all’agente.

- Capo…- aprì leggermente gli occhi l’uomo quando sentì l’avvicinarsi di qualcuno – hanno preso Ziva…- emise un gemito di dolore. Stava perdendo molto sangue.

- Non ti preoccupare DiNozzo ci pensiamo noi. McGee occupati di lui, portalo via da qui. Io vado a cercare l’agente David!- Gli ordinò.

Tony afferrò il braccio di Gibbs e lo guardò dritto negli occhi – Riportala da me!-

Gibbs sorrise – Non ti preoccupare DiNozzo. Ora andate, presto!-

 

Ziva riprese i sensi. Le doleva terribilmente la testa. Fu un attimo e ricordò tutto. Tony le aveva detto di amarla e l’aveva baciata.

Si erano baciati.

Sorrise riprovando la sensazione di calore che si era  impadronita del cuore e poi… quella tenera emozione era stata sostituita dalla paura di essere stati scoperti, dalla consapevolezza di aver ceduto ai sentimenti e di aver annullato il suo essere di “agente del Mossad”.

Un errore che le era costato e li aveva messi in pericolo.

Chiuse gli occhi. Il dolore alla testa era allucinante. “Stupida. Ho abbassato la guardia. Un tempo non sarebbe mai successo. pensò con amarezza.

- Hai visto Oskar – la voce femminile attirò la sua attenzione – la tua intrepida agente del Mossad com’è ridotta? Ad una nullità.- Terminò Angie guardando con disprezzo la donna.

Ziva rivolse lo sguardo verso Angie che era in piedi, appoggiata al muro, nell’angolo alla sua destra.

- A chi hai detto nullità?- Le chiese irritata cercando di slegarsi.

- E’ inutile che ci provi…- Angie scoppiò in una risata isterica.

Ziva osservò Oskar Kane. Il suo sguardo era spento, rassegnato al suo destino, immobile, legato anche lui su una sedia. Provò un’immensa rabbia e allo stesso tempo un gran senso di impotenza.

- Sei pronta a vivere con il senso di colpa per tutta la vita per essere la responsabile della morte di un innocente?- Le chiese Angie.

- Cosa stai dicendo?- Le disse rabbiosa non capendo dove volesse arrivare.

- Oskar Kane addio!-

Fredda, glaciale, senza un minimo di esitazione, estrasse la pistola, la puntò verso l’uomo.

- No non lo fare!- Gridò Ziva inorridita. – Non centra niente!- Si divincolò sulla sedia.

- E’ questo il bello del gioco! Oskar l’ultimo tassello per la conquista del potere della famiglia Badb!- Si avvicinò all’uomo, si piegò su lui, lo baciò – Bon-voyage cherie!- Gli sussurrò a fior di labbra. Gli premette la pistola sul cuore e sparò.

Ziva sgranò gli occhi agghiacciata dalla crudeltà della donna. L’aveva ucciso, senza nessuna remora, a sangue freddo, non facendo trasparire neanche la più piccola indecisione. Una killer disumana e spietata, ecco cos’era Angie.

Un battito di mani la fece ritornare alla realtà. Si voltò verso la porta e vide Oskar Badb sull’uscio che stava applaudendo, con un sorriso sadico stampato sulla faccia. Angie lo raggiunse e lo guardò seria. Dopo qualche istante si girò a fissare la donna.

- Ricorda Agente David: la colpa è solo TUA!- Le disse dura, puntandole il dito contro, accentuando il tono della voce sull’ultima parola. – Non vali niente come agente del Mossad, ti sei persa dietro ai tuoi teneri sentimenti per l’agente DiNozzo… dovevi vederli Oskar che teneri, li ho sorpresi mentre si baciavano…- rise divertita guardando il killer – è solo colpa TUA!- continuò con le sue accuse.

Angie era scaltra, aveva toccato i tasti giusti, il lavoro psicologico che stava mettendo in atto su Ziva era terribile. Continuò ad aggredirla con parole pesanti, accusatorie, facendola vacillare e perdere fiducia in se stessa. Il senso di colpa nella donna cresceva ogni minuto di più.

L’agente David chiuse gli occhi per un istante cercando di annullare la voce della donna, ma le sue parole le rimbombavano nella mente.

Angie si mise di fronte a Ziva abbassandosi, portandosi all’altezza del viso.

- Tu sei la causa della morte di Oskar Kane!- Le disse glaciale la donna scandendo bene le parole. – Potevi salvarlo ma non hai fatto niente! Tu l’hai UCCISO!!!-

Ziva sentendo quella frase, rimase seria. I suoi occhi si svuotarono. La sua anima smise di vivere. Dentro di lei rimbombava solo una parola: “Ucciso”.

Angie sorrise, aveva raggiunto il suo scopo.

Si avvicinò all’uomo, si protese verso di lui e gli sussurrò sulle labbra.

- E’ tutta tua. Finiscila!-

- La perfidia del tuo essere non ha limiti.- Le disse prima di baciarla.

 

Gibbs era appostato fuori della porta. Aspettò che la donna uscisse per muoversi. Si sporse leggermente e vide Oskar Badb che puntava la pistola al viso dell’Agente David.

Ziva rimaneva immobile. Guardava fissa negli occhi Oskar, senza lasciare trapelare niente.

- Mi dispiace che un bel visino così debba morire.- Le disse avvicinandosi a lei e accarezzandole il viso con la canna della pistola.

Ziva continuava a guardarlo senza reagire. Lui si fece più audace e fece scivolare la pistola sul collo fino alla scollatura.

- Sei proprio un bel bocconcino!- La guardò con desiderio.

- Non ti conviene farlo se non vuoi morire.- Gli disse seria minacciandolo.

- Pensi di mettermi paura?- Rise divertito e la sfiorò con la mano il petto.

Ziva approfittando dell’attimo di distrazione dell’uomo, con un colpo di reni, alzò le gambe legate e gli sferrò un calcio con i piedi.

Il colpo lo fece cadere a terra e scivolare la pistola. Ripresosi dalla sorpresa si rialzò, impugnò l’arma e si avventò sulla donna.

- Bastarda! Muori!- Infierì l’uomo offeso nell’orgoglio dal gesto di ribellione che aveva osato fare.

Il colpo di pistola rimbombò per tutta la stanza. I suoi occhi si spalancarono per lo stupore.

- Com’è possibile?- Si chiese Oskar prima di cadere a terra.

Gibbs si avvicinò all’Agente David. La guardò negli occhi per un lungo istante.

- E’ finita!- La rassicurò liberandola.

- Non ancora Gibbs.- Rispose seria.

Si massaggiò i polsi, prese la pistola che le porse Gibbs. Rivolse un’occhiata al corpo di Badb disteso per terra. Si avvicinò a lui.

- Ti avevo avvisato di non farlo!- Gli disse glaciale.

Gibbs le lanciò uno sguardo pensieroso, dopo qualche istante le fece segno di andare.

Ziva guardò per un breve attimo il corpo senza vita di Oskar Kane. “Mi dispiace è tutta colpa mia” pensò triste.

L’uomo si avvicinò a lei e gli mollò uno scappellotto. Ziva lo guardò sorpresa.

- Non ci pensare neanche Agente David! Non centri niente con la crudeltà di queste persone.- Le disse duro.

La donna lo guardò negli occhi, gli sorrise appena. Si sentiva svuotata, era stata sconfitta, anche se non lo voleva ammettere a se stessa, ma dentro di lei lo sapeva che aveva perso.

I due agenti corsero verso l’uscita.

“Maledizione! Te la farò pagare Agente Ziva David!” pensò la donna prima di far perdere le sue tracce nel buio dei sotterranei.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

E ora? Non ne ho la più pallida idea anche perché i protagonisti stanno facendo un casino dietro l’altro O_O!!

 

                     

Per accontentare tutti voi, un aggiornamento super veloce… ormai ci siamo, ancora uno e sarà la fine. Quindi domani sera si concluderà la FF perciò rimanete nei paraggi XD

 

 

Grazie, grazie, e ancora grazie a tutti… ma cerchiamo di tenere i lacrimosi per il finale T_T

Sob sono già triste

 

                                                                                           

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: - …non è proprio tutto finito - ***


Ziva aprì la porta dell’appartamento titubante

Ok sono leggermente in ritardo e faccio mea culpa per avervi lasciato in lunga attesa

Ma ahimè mi avete leggermente incasinato e poi non parliamo dello sciopero dei personaggi, la vacanza inaspettata dell’ispirazione ecc. ecc…. l’importante esserci arrivati, giusto?

                          

 

Buona lettura

 

 

Light

 

 

 

Capitolo 18: - …non è proprio tutto finito -

 

 

 

 

Era sera tardi. Era entrata nella stanza silenziosamente. Si era seduta in poltrona vicino al suo letto. Tony l’avevano ricoverato in ospedale solo per precauzione. Le sue condizioni erano stazionarie, per fortuna il proiettile era entrato ed uscito senza ledere i legamenti del braccio.

DiNozzo stava dormendo tranquillamente, il respiro era regolare, il volto era sereno nonostante i lividi delle contusioni. Ziva agì d’istinto, fece scivolare la mano nella sua e gliela strinse forte.

Chiuse gli occhi e subito la sua mente venne affollata da mille pensieri di quella lunga notte. Ritornò indietro con i ricordi, a due ore prima.

Gibbs l’aveva appena liberata. Oskar Badb era morto. Oskar Kane era morto. Il corpo inerme, i vestiti intrisi di sangue, con il capo rivolto all’indietro e gli occhi sbarrati. Il suo senso di colpa che affonda le sue certezze.

 

 

Strinse la mano di Tony più forte lasciandosi travolgere dagli avvenimenti appena passati.

 

 

La scena cambia. Gibbs e lei che corrono verso l’uscita. Uno sparo illumina l’oscurità dei sotterranei. Lui le urla “a terra!”. Sono poco lontani l’uno dall’altro. La sensazione di pericolo che avverte l’anima e poi il tocco freddo della canna della pistola puntata alla tempia che la costringe ad alzarsi.

Il profumo di muschio bianco gli arriva al naso, il respiro sul collo. L’aria è tesa.

- Non ci provi neanche Agente Gibbs se vuole che l’Agente David abbia un minimo di speranza di rimanere viva.-

La sua voce fredda, glaciale, senza emozioni riempie quel cunicolo buio.

- Angie non ce la puoi fare.- Le dice Gibbs.

- Questo lo crede lei. Metta la pistola per terra lentamente e poi si allontani.- Gli ordina.

Lei rimane ferma in attesa dello svolgere degli eventi.

Sente Angie nervosa che le preme con più forza la pistola sulla tempia. È una bomba che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.

Gibbs tenta un diversivo ma Angie prontamente gli spara mancandolo, sfiorandogli il braccio.

Succede tutto in attimo. Ziva le afferra il polso bloccandola e impossessandosi della pistola. La butta a terra, lottano ma ormai il corvo ha smesso di volare.

Le prende la pistola e gliela punta sul cuore.

Sente lo sguardo di Gibbs addosso.

Il cuore le batte nel petto, il dito preme più forte sul grilletto, sta per sparare, non sa quanto desidera sparare e poi la mente torna indietro a quel giorno dell’interrogatorio, a quella frase, a quello sguardo.

Eri un agente del Mossad, ora sei un Agente dell’Ncis e lo sai meglio di me che ti cambia la vita.”

Sorride.

 

 

Allenta la presa della mano e la stringe con amore, con immensa gratitudine.

 

 

- Io non sono più come te!- Le dice seria.

La guarda fissa in quei occhi gialli consapevoli del destino che l’attende.

- Un tempo ti avrei già ucciso per quello che hai fatto, ma ora non più. Io sono un Agente dell’Ncis e ti dichiaro in arresto Angie Cros.-

Mette via la pistola, la tira su con lei con forza.

Gibbs si avvicina, le appoggia la mano sulla spalla. Prende le manette che gli porge e l’arresta.

Guarda negli occhi il capo che le sorride fiero.

- Ottimo lavoro Ziva.-

Sorride. È finita.

 

Sente stringersi la mano. Una presa sicura, forte, dolce. Si è svegliato.

 

Apre gli occhi e incontra i suoi.

- Ciao.- Gli dice sottovoce.

- Ciao.- Risponde lui.

La guarda attentamente. È stanca, sporca, trasandata ma è più bella che mai.

- E’ tutto finito.- Gli dice tranquilla per rassicurarlo.

- No Ziva… non è proprio tutto finito, noi abbiamo appena iniziato.-

Le accarezza il viso, lei si sporge verso di lui. I loro visi sono vicini. Si guardano negli occhi. Le loro labbra si sfiorano e lui la bacia.

Ziva si allontana leggermente da lui senza fiato, lo guarda e gli sorride felice.

- Hai proprio ragione Tony, abbiamo appena iniziato!-

 

 

 

Fine

 

 

 

Oh parbleau! È davvero finita mi viene da piangere che strano effetto che fa portare qualcosa a termine… eh ora??? Beh ho già qualche idea

Devo dire che questo ultimo capitolo mi ha dato del filo da torcere, ne ho scritti e cancellati tre prima che riuscissi a trovare la degna conclusione che riuscisse ad emozionarmi.

 

                     

Grazie davvero a chi mi ha seguito in questa avventura e chi ha messo la storia tra i suoi preferiti.

 

 

Special thanks:

 

piccoligiganti: se c’è questo finale è grazie a te che mi hai chiarito un po’ di cose facendomi trovare la strada giusta e lasciando perdere quella triste e senza lieto fine (ps: grazie per i bellissimi spoiler che mi hai dato XD)

 

domaris: quel poco di Gibbs (all’inizio pensavo che gli avrei dato più spazio) me l’hai ispirato tu.

 

eLiSeTta: ragazze siete strepitose i vostri commenti mi hanno sempre divertita e soprattutto grazie per l’ultimo… il vostro punto di vista su Ziva mi ha messo non poco in crisi

                                                                                           

metthew: se c’è questa storia su Ncis una parte è merito tuo, sono contenta di essere riuscita a sorprenderti i tuoi consigli e il tuo modo di scrivere sono stati un bel esempio.

 

thia, lilium purpurea,Emily Doyle, Liz Shelley, artemisias, samiak79, Margareth, grazie per aver lasciato un segno del vostro passaggio, ho apprezzato molto.

 

 

 

e infine, grazie al futuro lettore che lascerà un segno del suo passaggio

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