Underwater.

di CreepyGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitoli 24/25 ***
Capitolo 25: *** Capitoli 26/27 ***
Capitolo 26: *** Capitoli 28/29 ***
Capitolo 27: *** Capitoli 30/31 ***
Capitolo 28: *** Capitoli 32/33 ***
Capitolo 29: *** Capitoli 34/35 ***
Capitolo 30: *** Capitoli 36/37 ***
Capitolo 31: *** Capitoli 38/39 ***
Capitolo 32: *** Capitoli 40/41 ***
Capitolo 33: *** Capitoli 42/43 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 44/Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Cap1

Il mammo.
Era stato soprannominato così a scuola e da sua sorella Angie.
Ma a Liam importava poco dei nomignoli, l’unica cosa importante era aiutare sua sorella.

Angie, era affetta da mutismo selettivo, l’unica persona a cui riusciva a parlare era Liam. Da quando i suoi genitori erano morti Liam era l’unica famiglia rimastale.
“buongiorno” le disse sorridente Liam.
Angie si stropicciò gli occhi ancora avvolta dal torpore del sonno “giorno”.
Il latte caldo venne versato nella sua tazza verde, lei aggiunse del caffè per renderlo bevibile.
“come mai questo silenzio?” scherzò Liam.
La ragazza ridacchiò “scemo” poi bevve il suo latte.
Liam prese la giacca “sbrigati a vestirti, non voglio ritardare” prese alcune carte “oggi si eleggerà...”
“il rappresentante del consiglio studentesco” scimmiottò lei “lo so fratellone, nono hai fatto altro che prepararti discorsi su discorsi”.
Suo fratello la guardò soddisfatto “hai parlato per più di 10 secondi, grandioso!” prese un’altra giacca “meglio quella marrone o quella blu?”.
Angie si alzò e afferrò una giacca di jeans con il cappuccio rosso “devi essere semplicemente Liam, non la brutta copia del presidente Cameron”.
Liam la indossò, sentendosi più a suo agio “hai ragione sorellina” le schioccò un bacio sulla fronte e l’abbraccio “ti voglio bene!”.
Anche lei ricambiò l’abbraccio “anche io ti voglio bene Liam, sei il miglior fratello del mondo!”.
Liam si fermò e la guardò male “ti serve qualcosa?” le domandò sospettoso, Angie non era il tipo che esprimeva così facilmente i suoi sentimenti.
Lei rise, fece il suo sguardo da furbetta “mi serve un altro blocco da disegno e delle tempere nuove”.
“ma non è possibile, il blocco l’ho comprato la settimana scorsa!” si lamentò lui.
Lei sbatté le ciglia “mi sentivo ispirata...per favoore...” lo guardò ancora con un faccino tenero.
“ah, d’accordo!” rispose lui sbuffando “ma è l’ultimo questo mese, ok?” indicò la sua stanza “adesso va a vestirti o ti lascio a piedi.”.
La ragazza andò via facendo la linguaccia.

Perché non era così spigliata anche con le altre persone? Insomma, Angie era una ragazza adorabile, forse un po’ rompi palle, ma sapeva essere dolcissima.

Liam sospirò e si poggiò sulla sedia. Anche quel mese le bollette erano arrivate come una mazzata in testa, l’affitto era più della metà del suo stipendio da cameriere, poi c’erano le tasse scolastiche e le spese settimanali.
“ehi Liam è tutto apposto?” chiese Angie legandosi i capelli.
Liam sorrise per rassicurarla “sono un po’ in ansia per l’elezione, tutto qui” mentì.
“non preoccuparti, sei tu il migliore” prese la borsa e la mise in spalla “andiamo?”.
“andiamo” sospirò Liam.

La scelta del presidente del consiglio studentesco era tra lui, ragazzo tranquillo e carino e Zayn Malìk, il suo opposto, gran figo, popolare e esuberante. Forse fin troppo esuberante.
Insomma erano come il diavolo e l’acquasanta, quasi ogni giorno litigavano un po’ per un motivo e un po’ per un altro, le loro opinioni erano sempre divergenti, qualunque fosse l’argomento.
Probabilmente era quello il motivo per il quale spesso venivano alle mani.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Cap2

“sei figo stamattina” gli sussurrò Angie in macchina.
Liam superò un macchinone grigio “visto che pilota?”.
Lei sbiancò “non farlo mai più, ok?”.
“scusami...mi sono fatto prendere la mano”.

Parcheggiarono e scesero dall’auto, l’espressione di Angie cambiò, divenne scura in volto e nascose il suo corpo dietro ai libri.
Liam le cinse le spalle “eccoci a scuola...fai la brava hai capito?”.
Lei annuì e strinse ancora più a se i libri non appena qualcuno la fissava.
“e vota per me, ok?” le baciò la tempia e si allontanò verso la sua aula.

Angie sospirò, e si avviò velocemente verso l’aula di francese.
Schivava tutti con un’agilità incredibile, non guardava nessuno negli occhi, non riusciva sostenere quegli sguardi che le urlavano “sfigata” e altre parole a cui preferiva non pensare.

Finalmente l’aula di francese era davanti a lei, prese un grande respiro per entrare ma un paio di jeans strappati la bloccarono “allora, tuo fratello si è presentato o ha il tuo stesso fegato?”.
Angie deglutì non alzando lo sguardo da terra.
“allora? Parla Payne, quel coniglio di tuo fratello dov’è?”.
Il professore fu la sua salvezza “Malìk piantala di darle fastidio” il professor Williams guardò Zayn malamente.
Angie guardò il prof ringraziandolo con un piccolo cenno del capo.
Lui le sussurrò “ci vediamo a mensa Payne...”.
Lei rabbrividì e entrò in classe.

La lezione per lei era molto difficile, specialmente quando doveva essere interrogata.
Fortunatamente il prof sapeva sempre come metterla a suo agio, parlava in modo così calmo che sembravano esserci solo lei e il prof Williams.
Finita la lezione mandò un sms a Liam:
 
Ho preso una B+ in francese :)
XOXO Angie.
 
La risposta del fratello fu quasi immediata:
 
Sono fiero di te <3
XX Liam.
 
Quel cuoricino, anche se insignificante fece sorridere Angie.
Aprì il suo armadietto continuando a sorridere, il fatto che Liam fosse fiero di lei la rendeva felice. Ripose i suoi innumerevoli disegni e prese il suo blocnotes per prendere appunti alla lezione di arte, la sua preferita. Quando chiuse l’armadietto, un sorriso malefico e un paio di occhi marroni la guardarono dalla testa ai piedi “allora sai anche sorridere Payne...”.
Angie afferrò la sua borsa e andò verso il lato opposto, non voleva nemmeno sentire la voce di quello stupido di Zayn.

Lui la seguì fino all’aula di arte “che ne dici se faccio il modello per te oggi?” le chiese malizioso.
Angie si girò dalla parte opposta arrossendo.

Vattene, lasciami stare, vattene via!

Ripeteva questa frase nervosamente nella sua testa, mentre lui era ancora lì con lo sguardo fisso su di lei. Aveva scoperto il suo punto debole, adesso poteva anche andare via, no?

“Angie!” urlò una voce che le diede sollievo “è tutto ok?” disse Liam con il fiatone.
La ragazza andò a ripararsi dietro al fratello “che vuoi Malìk?”.
Zayn sorrise “ci sto solo provando con tua sorella, niente di che...”.
Il viso di Liam divenne furente “stalle lontano o ti spacco le ossa”.
“ha accettato di farmi un ritratto, vero Payne?” domandò affabile alla ragazza.
“ti avverto Zayn, se non le stai lontano considerati morto” concluse Liam.
Zayn alzò le spalle “ci vediamo in giro Payne...” disse alla ragazza “in quanto a te Liam...ci si vede alle elezioni”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cap3

Era un momento magico quello.

Con matita e pennello si sentiva completa, rilassata. Esisteva solo il quadro che stava prendendo vita e la sua anima che dipingeva.

“ottimo lavoro Payne” si complimentò la professoressa Nilson “dovresti usare un po’ di azzurro forse”.
Angie scosse la testa e mischiò l’azzurro con il verde. Passò il pennello sullo sfondo e la professoressa sospirò “è perfetto Angie, davvero” lo guardò dalla prospettiva della ragazza “rappresenta la speranza, hai usato il nero qui, ma poi hai utilizzato il colore del mare lì...sono senza parole!” la prof sembrò estasiata da quel dipinto, Angie sorrise, temendo che la prof potesse emettere qualche gemito inopportuno.

“è davvero bello” le disse un ragazzo biondo “il mio fa schifo!”.
Angie diede un occhiata a quel...quadro?
La sua espressione tradì quello che pensava, il ragazzo arrossì e sorrise “l’arte non è il mio forte, ma in compenso suono benissimo la chitarra” disse con una punta d’orgoglio.
“mi chiamo Niall” le porse la mano. Lei lo guardò negli occhi, erano così sinceri e limpidi...

La campanella suonò, Angie uscì a testa bassa, qualcuno però la chiamò “aspetta!” era Niall, cosa voleva da lei?

Angie lo guardò negli occhi, non trovò nessun segno di accusa o di qualsivoglia cattiveria.
Fece un lungo respiro “dimmi...” non riuscì a credere che avesse avuto la forza di parlare con qualcuno.
“senti, adesso io devo andare a spagnolo, che ne dici se ci vediamo nell’aula di musica dopo?” le chiese, non perdendo il suo sorriso “posso farti vedere come sono bravo con la chitarra!”.
Lei annuì, le stava davvero simpatico. Niall sorrise e corse via salutandola con la mano.

Andò a cambiare i libri nell’armadietto, quando nella scuola rimbombò l’annuncio che il prof Sylvester di chimica era assente. Angie fece un respiro di sollievo, odiava il prof almeno quanto la materia che insegnava.
I ragazzi di chimica dovevano andare nell’aula 732, quella del prof Rickers, il supplente.

Angie entrò nell’aula silenziosa come al solito, mentre gli altri facevano chiasso, ridevano e si tiravano palline di carta.
Si sedette sul banco e guardò fuori dalla finestra, dall’altra parte dell’edificio c’era Zayn che guardava il cielo pensoso.
Di corsa Angie prese il suo blocco e una matita a caso. Lo osservò bene, sembrava così...diverso.

Ci aveva messo più di mezz’ora per completare quel disegno, ma almeno lo aveva accontentato, gli aveva fatto un ritratto. Un bel ritratto.

Al suono della campanella l’aula si svuotò, alla mensa quel giorno c’era il pasticcio di carne. Angie uscì tranquilla dall’aula, guardando il disegno: le era venuto davvero bene, ma non poteva consegnarlo a quel tipo di persona.
Cercò il suo armadietto, era molto vicino a quello di Liam. Guardò bene il disegno, prese la penna e scrisse una piccola dedica. Lo ripiegò e lo gettò nella piccola fessura dell’armadietto, adesso doveva recarsi nell’aula di musica da Niall.

Il biondo non era ancora arrivato, ma dall’aula di musica si sentiva un pianoforte suonare.
Angie conosceva quella canzone, era la preferita di sua madre.
 
In another world,
I’ll be your tonight...
but I can’t break free from this life...

 
Appena iniziò a canticchiarla, la musica si fermò. La persona stava uscendo e sembrava anche nervosa.
Zayn?
Era la seconda sorpresa che le aveva fatto quel giorno. Ma perché si nascondeva per suonare il piano?
“ehi, che fai qui dietro?” una voce la fece sobbalzare.
“Niall, mi hai fatto spaventare...” sussurrò Angie.
Il biondo si guardò attorno “perché ti nascondi?”.
Lei abbassò la testa, e il ragazzo capì il suo disagio “andiamo?”.



Questa è la canzone che Zayn suona al pianoforte:
http://www.youtube.com/watch?v=U3K3aUJPen0&hd=1

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Cap 4

L’irlandese era proprio bravo. Lui e la chitarra sembravano una cosa sola.

Aveva riso quando Angie gli aveva detto di Zayn che si era nascosto per suonare il pianoforte “lo sapevo già, l’ho beccato anche l’altro giorno”.
Angie aveva voglia di provare a suonare la chitarra “posso?” chiese indicandola.
“fai pure”.

Liam cercò la sorella in lungo e in largo. Iniziò a preoccuparsi, quando sentì una risata familiare “non sono molto brava con queste cose...”. Angie?
“non preoccuparti ci vuole solo un po’ di pratica” una voce maschile.
In preda al panico Liam entrò e vide i due alle prese con la chitarra “ma che...”.
Angie sorrise al fratello “ciao Liam, sto imparando a suonare la chitarra!”.
Liam restò con la bocca spalancata, Angie parlava davanti a un’altra persona?

“mi chiamo Niall, ciao rappresentante” disse il biondino.
“non sono ancora rappresentante.” Il ragazzo guardò sua sorella “tu stai...”
Angie gli sorrise “mi piace Niall, è buono e gentile”.
Niall arrossì “anche tu mi piaci...”.
“cosa...” come poteva metabolizzare tutto quello in cinque minuti? Liam si sedette su uno sgabello lì vicino.
Angie gli si avvicinò preoccupata “è tutto apposto fratellone?”
“credo di sì, è un po’ strano vederti così in confidenza con qualcuno” ma in fondo era molto soddisfatto di quel piccolo progresso. Abbracciò sua sorella, forse stava guarendo.

Lo stomaco di Angie brontolò “vogliamo andare a pranzo?”.
“il pasticcio sarà finito...” piagnucolò Niall.
Liam si alzò sospirando “non preoccuparti Niall, ci penso io...ho un certo ascendente sulla cuoca” disse il ragazzo sorridendo.

I tre s’incamminarono verso la mensa e Niall non smetteva di parlare a Angie di cibo e musica. La ragazza gli sorrideva, Liam fu felice di vederla così rilassata e tranquilla.
Appena i tre amici entrarono nella mensa Angie sentì degli sguardi su di se, degli sguardi insistenti e carichi di disprezzo: le cheerleaders. Cosa aveva combinato adesso?
“ciao piccola Payne” una voce calda la sorprese alle spalle “mi hai già tradito?” piagnucolò Zayn indicando Niall “sai che c’è una differenza abissale tra me e questo tipo?”.
Angie abbassò lo sguardo e Liam intervenne “chiudi quella fogna Malìk”.
“mio cognato che mi parla in questo modo...non mi difendi tesoro?” si rivolse a Angie, che si nascose dietro Niall.
“lasciala stare Zayn” la difese Niall.
Liam fu soddisfatto di sentire una presenza a sostenerlo.

Zayn lanciò un bacio verso Angie “ci vediamo piccola” poi si allontanò “preferibilmente da soli.”.
Andarono verso un tavolo qualsiasi e si sedettero “è tutto apposto?” domandò Niall accarezzando la spalla di Angie, che annuì.
“grazie per avermi fatto da spalla Niall, adesso capisco perchè piaci a mia sorella” Liam gli diede un buffetto sul braccio.
Niall arrossì “è solo che non sopporto gli spacconi, tutto qui”. Angie gli sorrise.

In lontananza Zayn li osservò. Da quando a Niall piacevano le donne? Da quando Payne era così sorridente?
“guarda un po’ cosa ho trovato nel tuo armadietto tesoro” disse Quinn, il capo delle cheerleader.
Zayn aprì il foglietto, e stupito guardò il disegno. Non c’era una firma, ma una semplice frase:
 
stai meglio senza maschera :)
 
senza maschera?
Che significava?
Non c’era alcuna firma, e di ammiratrici ne aveva a bizzeffe, anche brave a disegnare.
Ma chi aveva potuto cogliere quell’attimo in cui il suo viso esprimeva il suo vero io? Chi poteva avere così tanta sensibilità da cogliere la tristezza dei suoi occhi?

Una risata lo riportò alla realtà: la piccola Payne.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Cap 5

Zayn sentì di avere la vittoria in tasca, tutte le ragazze l’avrebbero votato sicuramente.

Scherzò con alcuni suoi amici della squadra di basket, di cui lui era il capitano “allora hai trovato chi ti ha fatto quel disegno di merda?” domandò uno di loro.

Non è un disegno di merda, è bellissimo. Pensò Zayn guardandolo.
 
“non lo so, ma appena lo trovo glielo faccio ingoiare!” mentì.

Niall passò davanti a loro, pronto per andare a votare “ehi finocchio irlandese, ti piacciono le mute adesso?” rise Zayn, seguito dagli altri compagni.
Lui preferì non dar peso alle loro offese, continuò per la sua strada incurante.

Proprio in quel momento Angie passò. Niall non sembrava irritato da quelle offese, ma lei si sentiva bruciare dentro “non dar retta a quelle scimmie” sussurrò nell’orecchio dell’amico.
“grazie Angie, sei una vera amica” i due si abbracciarono.

I giocatori della squadra di basket rimasero senza parole.
Ma Zayn ne aveva di parole da dire a Niall, e come se ne aveva. Quella scena lo fece innervosire parecchio.
“guardatemi come suono la chitarra, sono così dolce e sensibile” disse uno scimmione sbattendo le ciglia.

Niall sentì tutti i nervi in tensione “perchè non la smettono?” sussurrò nervoso.
“è il loro modo per sentirsi grandi, ma sono solo degli stupidi, vuoti dentro” lo rassicurò “dentro di noi c’è molto di più di quello che loro vedono” sorrise guardandolo negli occhi.
I due continuarono a camminare abbracciati, e Zayn sentì il fegato rodergli.
“sembrano affiatati” commentò Quinn “svitatoxsvitata” ridacchiò seguita dalle altre ragazze.

“Non dovresti dar così tanto peso a quello che dicono quelle teste vuote, lo sai?” gli ricordò Angie, mentre Niall si abbandonò sedendosi contro il muro.
Lei si sedette accanto a lui “perchè non ti ho mai visto?”.
“preferisco passare inosservato” si girò verso di lei “invece io ti ho sempre notata, sei brava a disegnare”.
Angie sorrise e gli porse un foglietto “per te.”
Niall lo aprì: era un bellissimo schizzo che rappresentava il suo viso sorridente.
Abbracciò Angie “grazie”.
“sei l’unico che non mi ha dato della strana o della problematica...è il minimo”.
Niall si abbandonò con la testa al muro “tu sei l’unica che non mi da dello sfigato...”.

I due si guardarono intensamente negli occhi, il cuore di Niall batteva fortissimo, Angie sentì di star arrossendo.
 “Liam e Zayn se le stanno dando di santa ragione!” urlò qualcuno improvvisamente, rovinando quel momento magico.
Angie scattò e corse fuori: due ragazzi stavano reggendo Liam, mentre Zayn era pronto a colpirlo.

“ti senti forte con i tuoi scimmioni, vero Malìk?” lo provocò Liam.

Si fece spazio tra la gente, raggiunse il fratello e lo abbracciò, mettendosi tra lui e Zayn.
“Angie...” Liam era sorpreso almeno quanto tutto il gruppetto formatosi attorno allo scontro.
Zayn rimase con il pugno a mezz’aria, mentre Angie si fece coraggio e lo guardò con disprezzo dritto negli occhi, poi rivolse lo stesso sguardo a chi reggeva suo fratello e i due lo lasciarono.

Liam cadde con il sedere sul pavimento e prese il viso della sorella tra le mani “cosa ti è saltato in testa?” le sussurrò, mentre tutti si dileguavano.
Angie respirò a fondo “io...io...” trattenne il fiato “non voglio che ti facciano...del male” disse con un filo di voce.

Niall andò ad aiutare Liam ad alzarsi “non posso lasciarvi un minuto da soli che mi combinate ‘sti casini...”.
Liam abbracciò i due, che sorrisero “adesso siamo un trio, va bene?”.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Cap 6

“basta bere questa merda, mamma!” sua madre era di nuovo ubriaca.

Lo implorò in ginocchio “ti prego Zayn, ne ho bisogno!” piagnucolò.
Lui gettò il liquido nel lavandino, la madre gli afferrò il braccio e lo graffiò con le sue unghie perfette “no, no!” urlò la donna “sei un bastardo! Maledetto il giorno in cui sei venuto al mondo!”.
Zayn aveva voglia di schiaffeggiarla, ma si trattenne. Era comunque sua madre.

Salì in camera sua e prese delle bende per fasciare i graffi. Anche questa volta avrebbe mentito dicendo che era stato il suo gatto. Ma il punto era che Zayn non aveva un gatto.
“fratellone, perchè la mamma piange?” chiese la sua sorellina Denise entrando nella sua camera.
Lui nascose il braccio sotto la manica “niente, le manca papà” sorrise “hai bisogno di qualcosa?”.
La piccola annuì “non riesco a capire questo esercizio...mi aiuti?”.
Zayn guardò il quaderno della sorella “certo, fammi vedere dove trovi difficoltà”.

Lui e sua sorella avevano 13 anni di differenza. Sua madre lo aveva dato alla luce quando aveva quindici anni, lui era il frutto di una notte fugace. Conosceva Jack il suo patrigno, il suo vero padre non lo aveva mai incontrato, anche se aveva ereditato il suo cognome.

“grazie fratellone!”  la piccina lo abbracciò e uscì.

La piccola Payne che abbracciava suo fratello per proteggerlo. Da lui.
Forse era quello che invidiava a Liam: lui aveva una sorella gentile e graziosa mentre lui doveva fare il babysitter per una bambina e per un’ubriacona.

Emise un piccolo gemito, uno dei graffi bruciava maledettamente e sanguinava.
Cazzo di estetista che le aveva fatto delle unghie perfette per trinciare un braccio.

Ecco che la pazza ricominciava a fare casino in salotto. Il rumore di vetro che si infrangeva era ormai normale in quella casa.
“Zayn, Zayn aiuto!” urlò Denise bussando freneticamente.
Zayn scattò dal letto, la piccola era terrorizzata e lui la prese in braccio e la portò in camera sua “calmati tesoro, calmati...c’è il tuo fratellone” la carezzò, mentre la piccola piangeva a dirotto.
Adesso basta, pensò Zayn.

Poggiò la piccola sul letto “gioca con la mia consolle, va bene?” accese a tutto volume il videogioco e la piccola si calmò.
Corse giù dalle scale, sua madre aveva rotto un vetro della parete attrezzata “che cazzo vuoi tu?” gli urlò la mamma “bastardo, dove hai messo la mia roba?” si avventò contro il figlio debolmente “dove hai messo le mie cose?”.
“calmati mamma, hai spaventato Denise” cercò di controllarsi Zayn.
La donna rise “non chiamarmi mamma, tu sei il figlio del demonio” continuò il suo delirio “mi domando perchè non ho abortito quando ti avevo in grembo”.
Quelle parole facevano male, un male terribile “me lo chiedo anch’io Elise” disse rabbioso.

Jack entrò e vide tutto quel caos “cos’è successo qui dentro?”.
La donna si precipitò dal marito “è colpa di quel bastardo!” indicò Zayn “è colpa sua se la mia vita è rovinata!”.
Jack lo guardò accusandolo “che cosa hai combinato questa volta?”.
“Jack, lei  è ubriaca marcia, le ho solo detto di smetterla...” si giustificò.
 La donna lo guardò con odio “sai cos’ha fatto quel teppista? Ha messo le mani tra le mie cose e le ha nascoste!”.
“l’ho fatto per il tuo bene, cazzo, è così difficile da capire?” urlò Zayn.
Jack si gonfiò di rabbia “non permetterti mai più di rivolgerti a tua madre in questo modo, hai capito bastardo?”.

Ormai il suo nome in casa era quello: “bastardo”. Solo perchè era mezzo pakistano.

Denise scese dalle scale “papà!” gridò andando incontro al padre “papà, perchè stai sgridando fratellone?” chiese ingenuamente la piccola.
“stiamo solo discutendo amore” disse Jack prendendola in braccio “adesso lui va a farsi un giro, vero Zayn?”.
“sì, Jack...mi toglierò dai piedi immediatamente” prese la sua giacca e uscì.
Fuori da quel caos si sentì subito meglio.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Cap 7

Quella domenica mattina Angie decise di darsi da fare con le pulizie di casa.
Era di ottimo umore, così decise che sarebbe uscita per fare la spesa e poi cucinare qualcosa di speciale per Liam. Quando sarebbe tornato a casa sarebbe stato davvero stanco.
Una volta terminate le pulizie si preparò per uscire, canticchiando tra se e se.

Si assicurò di aver chiuso bene la porta, e si diresse verso l’autobus che l’avrebbe portata al centro. Aveva anche un’altra idea in mente: si sarebbe fermata nel parco lì vicino per disegnare tranquillamente, quindi portò con se anche la sua cartellina.
Durante il tragitto frugò tra i suoi vecchi disegni, alcuni erano davvero belli, altri da buttare. Scorse un disegno a lei familiare, lo aveva fatto un paio di mesi dopo l’incidente che aveva portato via la sua mamma e il suo papà. Decise di conservarlo, non voleva dimenticare quello che era successo, non poteva.
A causare quell’incidente era stato un uomo ubriaco che correva come un forsennato nella carreggiata sbagliata. Era per questo che lei odiava l’alcol e chiunque ne facesse uso.

La fermata del parco fu annunciata, riportando Angie nella realtà di tutti i giorni. Scese dall’autobus e passeggiò tra le foglie secche e gialle del parco: l’inverno era ormai vicino.

Si sedette su una panchina, cercando un soggetto da disegnare.
Un uomo dalla parte opposta del ponte che triste guardava il cielo e fumava una sigaretta.
Tristezza, malinconia, speranza.
Iniziò a disegnare, osservando l’uomo immobile con la sua giacca e i capelli al vento.

Ormai poteva anche non guardarlo, l’immagine era come una foto nella sua testa, continuò a disegnare lasciando liberi i margini e concentrandosi sulla sua figura longilinea.

Diede solo un’altra occhiata fugace all’uomo, e l’uomo era un ragazzo, un ragazzo che conosceva bene: Zayn.
Che ci faceva lì da solo? Perché aveva quell’espressione così triste e sconsolata?

“che ci fai qui?” una voce la fece sobbalzare.
Si voltò e vide suo fratello Liam “potrei farti la stessa domanda...non dovresti essere a lavoro?”.
“il capo ha detto che devo riposarmi un po’” suo fratello si sedette accanto a lei “mi ha visto particolarmente stanco”.
Angie ripose il foglio “dovrei lavorare anch’io...” disse sentendosi in colpa.
Liam ghignò. Con il suo problema come poteva trovare un lavoro? Forse avrebbe potuto fare la guardia svizzera fuori Buckingham Palace.

Gli arrivò un pugno sul braccio “stupido, perchè ridi?” domandò Angie irritata.
“niente, niente...” disse Liam sbirciando sul foglio “che disegni?”.
Angie gli mostrò il disegno “non mi crederai mai Liam...questo è...”.
“che piacere incontrarvi qui” era la voce irritante di Zayn.
Liam lo guardò male “peccato che per noi sia il contrario” si alzò “che vuoi Malìk?”.
“calma amico, volevo solo salutare la mia ragazza preferita” guardò Angie.
“non sono tuo amico, vattene qui non sei desiderato” Liam sembrò più freddo del solito.

Quelle parole ricordarono a Zayn quello che era successo la sera prima, anche sua madre gli aveva detto una cosa simile.
La ragazza notò l’espressione di Zayn cambiare per un momento, per poi tornare normale “ok, ci si vede a scuola Liam...” con un cenno della testa salutò anche Angie “piccola Payne...”.

Angie si alzò e prese il fratello per mano, prima che rincorresse Zayn per prenderlo a pugni “andiamo? Devo ancora fare la spesa!”.

* * * * * *

Dopo pranzo i due fratelli guardarono un film d’azione, Liam crollò sul divano prima della fine.
Sorridendo Angie andò a prendergli una coperta e mise il fratello al caldo. Doveva aiutarlo, doveva trovare un lavoro.

Angie andò nella sua stanza, pulita e ordinata una volta tanto. Sulla sua scrivania c’era una vecchia matita e un foglio con alcune cancellature. Non era il momento di mettersi a disegnare, ma non riusciva a togliersi un’immagine dalla testa: il viso triste di Zayn.
Si sedette e accese la sua lampada da scrivania.

Iniziò lo schizzo, concentrandosi sulla profondità di quegli occhi color cioccolato, passò poi all’improvviso inarcamento delle sopracciglia, al rapido movimento delle labbra.
Come una fotografia l’immagine uscì dalla sua mente, materializzandosi sul foglio.
Una volta completo, Angie guardò il suo disegno: ancora una volta aveva visto Zayn, non lo sbruffone che la prendeva in giro, ma un ragazzo che nascondeva tutto dietro ai suoi modi irritanti, dietro un sorriso falso, dietro al fascino del suo sguardo magnetico.
Ma cosa nascondevano in realtà quegli occhi?

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Cap 8

La sveglia suonò e con un gemito riuscì a svegliarsi.
Allungò il braccio graffiato e spense quell’affare.
Dovevano essere le 6 e 30 del mattino, doveva prepararsi per andarsene.
Già, la scuola cominciava alle 8 e 30, ma Zayn doveva abbandonare quella casa prima che si svegliassero tutti. Non voleva vedere quegli sguardi di disapprovazione di primo mattino.

Ancora sonnolento si trascinò nel bagno, si sciacquò il viso e si sistemò i capelli. Andò a vestirsi e scese in cucina, stranamente, tutto tacque.

Prese la sua borsa, avrebbe fatto colazione in un bar qualsiasi.
“come mai esci così presto?” domandò Jack sorprendendolo alle spalle.
Zayn si sistemò lo zaino sulla spalla “esco sempre a quest’ora Jack”.
“non tornare prima di cena, oggi vogliamo stare tranquilli” prese alcuni soldi dal suo enorme portafogli e ne mise alcuni nella mano di Zayn.
“cercherò di tornare il più tardi possibile” disse a testa bassa prima di uscire.
Jack sorrise “bravo ragazzo...non sei così stupido dopotutto”.

Zayn uscì chiudendo piano la porta. Guardò quanti soldi gli aveva dato Jack: 50 sterline.
Perfetto, pensò lui. Quelli finivano dritti nel salvadanaio per comprarsi una casa tutta sua.

Una casa tutta sua, dove finalmente sarebbe stato tranquillo e solo.

Un folata di vento freddo lo colpì, a quell’ora il clima era così umido e così gelido che gli eschimesi sarebbero stati a loro agio.
Aspettò l’apertura del bar per rifugiarsi dentro. Aveva le mani congelate, non si sentiva più le gambe e in più il suo vecchio, vecchio cappello di lana gli aveva ridotto il ciuffo a un ammasso informe di capelli.

Si sedette a un tavolo qualsiasi, vedendo gente qualsiasi svegliarsi per andare a lavoro.
Ecco cosa mancava nella sua vita, la normalità.
E forse anche un po’ di affetto, anche se ormai aveva dimenticato cosa volesse dire essere amati e apprezzati.

La scuola era l’unico posto in cui non era solo. Ma anche circondato da tanti coetanei la sensazione di essere solo non lo abbandonava.
Frugò nelle tasche solo per perdere tempo, ma afferrò qualcosa tra le mani. Estrasse il foglietto, era il disegno che avevano trovato nel suo armadietto.

Era davvero, davvero bello. Ne era sicuro, l’aveva fatto la piccola Payne.
Quella stessa ragazza insicura e timida, che in realtà teneva nascosta una persona più esuberante, allegra e sorridente.
Era il suo opposto.
Lui davanti agli altri era allegro, esuberante, uno spaccone superfigo.
Lei era schiva, timida, talmente riservata da nascondersi da occhi indiscreti.

Guardò l’orologio erano già le 7 e 23. Tra l’osservare il disegno e il pensare il tempo era volato, a quell’ora anche quella donna che lui chiamava “mamma” stava per svegliarsi.
Avrebbe voluto chiamarla e dirle che il “bastardo” ogni mattina si svegliava almeno due ore prima per non farsi vedere, che sacrificava ore di sonno pur di farla restare serena.
Che in fondo le voleva bene.
Che le parole dell’altro giorno gli avevano fatto male.
Che tutto quello che gli diceva gli faceva male.
Avrebbe voluto dirle che vendendo il suo pianoforte aveva venduto un pezzo del suo cuore.

Ma in fondo ne sarebbe rimasta soddisfatta. Vederlo soffrire la faceva star bene, forse era quello il motivo per cui aveva venduto il suo pianoforte.

Zayn sentiva la mancanza di quei tasti freddi e della musica che alleviava le sue sofferenze.
Era per questo che con la scusa del pre-riscaldamento si recava nell’aula di musica per suonare le sue canzoni preferite al pianoforte di nascosto.
Sì, di nascosto perchè gli altri suoi compagni di squadra non l’avrebbero mai capito.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cap 9

I fratelli Payne erano andati a prendere Niall. Lo conoscevano da 3 forse 4 giorni eppure sembrava si conoscessero da sempre.
“buongiorno ragazzi!” li salutò il ragazzo sorridendo.
“ciao Niall, sempre di ottimo umore, eh?” sbuffò Liam.
Il biondo guardò Angie “ho detto qualcosa che non va?”.
La ragazza sorrise “lascialo perdere, di lunedì mattina è sempre di pessimo umore”.
“forse perchè io ho un lavoro” ribadì suo fratello.
Angie incrociò le braccia “troverò anch’io un lavoro e ti aiuterò!”.

Arrivarono a scuola, come ogni mattina Angie si nascose dietro ai suoi libri e nella sua felpa.
Quello era il giorno in cui si saprebbero saputi i risultati delle elezioni, Liam sembrava abbastanza nervoso.

Appena entrarono delle Q tappezzavano i muri e gli armadietti.
“che cavolo è successo qui dentro?” chiese Niall confuso.
Quinn, la capo cheerleader salutò un gruppetto di ragazzi e ragazze formatosi attorno a lei “vi prometto di essere una buona rappresentate” disse con voce mielosa.
Liam, deluso, sbuffò e andò via senza dire nulla.

“non posso credere che abbia vinto lei...” continuò Niall incredulo.
Angie scosse la testa “com’è possibile che abbia vinto un’oca simile?”.
Zayn entrò e Quinn si gettò tra le sue braccia “grazie mille tesoruccio” lo baciò.
Il ragazzo era chiaramente infastidito da quelle moine e allontanò la ragazza guardando Angie.
“che guardi Zayn?” domandò la bionda cheerleader, che si voltò verso Niall e Angie “lasciali perdere, sono solo due sfigati”.

Niall prese Angie per mano e si allontanò insieme alla ragazza “spero solo che Liam non faccia stupidate” commentò preoccupato “essere battuto da una gallina è davvero...”.
“sarà incazzato bestia” finì Angie.
Niall ridacchiò e le accarezzò la testa “da quando dici queste parole tu?” scherzò.
Angie sorrise e spostò la mano del ragazzo “dico quello che mi pare, ok?”.
L’irlandese prese a farle il solletico “sono più grande, devi rispettarmi!”.
Angie iniziò a ridere, pregandolo di fermarsi, lei odiava il solletico.

Zayn scosse una bomboletta spray, e li guardò sghignazzando da lontano. Era appoggiato all’armadietto di Niall, e quando il biondo lo guardò il pakistano si spostò.
Sull’armadietto di Niall c’era scritto in rosso e a caratteri cubitali GAY.
Zayn passò accanto a Angie e le sussurrò “dovresti fare meglio le tue scelte, piccola Payne.”.
L’irritazione crebbe nel petto e nella testa di Angie, come poteva una persona essere così meschina?

Niall avrebbe avuto la forza di fracassargli il cranio, ma ridacchiò e disse ad alta voce “oggi va di moda scrivere il proprio nome sugli armadietti altrui”.
Zayn ghignò “ripetilo se sei uomo, Horan”.
“lo ripeterei dieci o se vuoi cento volte, ma vuoi davvero sapere una cosa Zayn? Sei ridicolo” gli disse con disprezzo l’irlandese.
Dalla folla si levò un *oooh*, sembrava quasi di assistere a uno show televisivo.
“e sentiamo, perchè sarei ridicolo?” domandò Zayn sfidandolo.
Niall si schiarì la voce “tanto per cominciare, sembri fin troppo geloso di Angie” si passò una mano tra i capelli “o forse lo sei di me” lo schernì.
“ti consiglio di rimangiarti queste cazzate Horan, o giuro che ti farò ingoiare i tuoi stessi denti...uno per uno”.

Il prof Williams intervenne, poggiando una mano sulla spalla di Zayn “credo che qui stiamo esagerando, ritornate tutti in classe, adesso”.
Il prof Williams era il vicepreside, quindi aveva una certa autorità “Malìk, ripulisci immediatamente quello schifo. E chiedi scusa al signor Horan, così dimenticheremo tutto, ok?”.
Zayn voltò le spalle a tutti “vado nell’aula di detenzione”.
Niall e Angie non si sorpresero della sua decisione, mentre il prof rimase un po’ perplesso. Insomma, lui era disposto a perdonarlo, dopotutto anche se un bullo Zayn era un ragazzo intelligente.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Cap 10

Angie sospirò, mentre la lezione di letteratura era lenta e incredibilmente noiosa.
Ormai la voce della professoressa era solo una lagna che torturava le sue orecchie, nessuno la ascoltava eppure lei continuava imperterrita a leggere e leggere e leggere storie di amori struggenti dove tutti morivano ammazzati.
Davvero un’iniezione di positività.

Il suono stridulo della campanella non fu mai così bello per Angie.
“Payne?” la chiamò la prof Wilson prima che uscisse.
Lei si avvicinò “mi dica...” bisbigliò.
 “è tutto apposto? Oggi sembravi assente.” Le disse la prof sistemando il suo registro e prendendo una chiave dalla borsa.
 
Farti gli affari tuoi, no, eh?
 
“tutto regolare, non si preoccupi” la rassicurò Angie.
La prof le porse un libro “bene, allora porta questo nella 453 al prof Rickers”.
Era quello il motivo del suo interesse? Doveva chiederle di portare un libro in una stanza?
Angie uscì silenziosa e cercò quella cavolo di aula. Quella prof aveva una bella faccia di bronzo.
Per curiosità lesse qualche rigo del libro. Alcune parole erano evidenziate, sembravano fatte apposta:
…………………in…………..con…………………….tri…………….amo……………………………………………………………………..ci…………………….nella………………………………………..segrete……………………………………………………………..ria………………………..
Al………………………………………………soli……………………………………..tora……………………………………………………………rio.
 
Ma hai capito un po’ la prof!
 
Pensò ridacchiando Angie. La professoressa Wilson, la donna d’acciaio, si vedeva con il giovane supplente di nascosto. Era romantico mandarsi quei messaggi in quel modo, anche se era abbastanza rischioso. Se qualcuno avesse preso quei libri avrebbe capito tutto.
Ma chi avrebbe mai frugato nel libro della prof tutta d’un pezzo?
Trovata, aula 453, “DETENTION ROOM”.
Le si gelò il sangue nelle vene, non voleva entrare, non voleva essere il bersaglio di quelle persone chiuse là dentro. Bussò, sperando che il prof uscisse per un secondo.
“entra pure” disse invece il professore.
 
Che palle, ti costa tanto alzarti un minuto?
 
Prese un enorme respiro ed entrò. Fissò il suo sguardo sul pavimento, non voleva guardare in faccia nemmeno il professore.
“Payne?” il prof sembrava sorpreso almeno quanto qualcun altro che se ne stava seduto scompostamente.
Lei porse il libro, come per spiegare la sua presenza in quell’aula.
Il prof arrossì e nascose il libro “grazie Angie” sussurrò il prof.
“non riesci a starmi lontana piccola Payne, vero?” ridacchiò Zayn.
Il prof Rickers sbatté le mani sulla cattedra “zitto Malìk, e continua il tuo lavoro”.
“ho finito professore, può anche vedere il quaderno” sventolò il quadernetto giallo al vento, come una bandiera. Si alzò e lo porse al prof “controlli pure professore, ho scritto scusa Niall per 501 volte.”.
Il suo sguardo cadde sulla grossa felpa di Angie, che nascondeva le sue forme. Fino ad allora non aveva mai immaginato cosa nascondesse quella cosa extralarge. Cercò i suoi occhi, ma lei fissava il pavimento.
“scusa Payne, puoi andare” si ricordò il professore, si rivolse a Zayn “vattene anche tu Malìk, la tua punizione è finita”.
Angie con passo veloce si precipitò fuori dall’aula, schivando una cheerleader.
Quando si sentì abbastanza lontana sospirò, appoggiandosi al muro e spostandosi i capelli dietro l’orecchio.
“credevi di poter scappare così? Senza nemmeno salutarmi?”.
Il suono di quella voce la fece rabbrividire almeno quanto gli occhi che aveva di fronte a se.
Zayn le prese il mento tra l’indice e il pollice “perchè scappi sempre da me, piccola Payne?”.
“lasciala stare Malìk!” la voce di Niall fece sbuffare il ragazzo.
“non vedi che siamo occupati?” gli disse Zayn sbuffando.
Forse la presenza di Niall la rendeva più sicura, forse era stanca di essere trattata come un giocattolo da Zayn.
 Angie lo spinse lontano da lei e andò ad abbracciare il biondo.
Quel gesto fece innervosire Zayn “non abbiamo ancora finito noi due” disse minaccioso ad Angie.
“invece sì, Malìk.” ripose Niall allontanandosi mano nella mano con la ragazza.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Cap 11

Liam allacciò le scarpe e indossò la maglia della scuola.
Educazione fisica non era la sua attività preferita, ma almeno poteva tenere Malìk sotto controllo.
Inoltre la delusione per aver perso le elezioni gli aveva messo addosso una rabbia pazzesca, solo con lo sport poteva riuscire a sfogarsi.

Saltellò per riscaldarsi, il coach ordinò di fare dei passaggi veloci “muovetevi signorine!” sbraitò come un comandante dell’esercito.
Liam passò il pallone a un ragazzetto mingherlino che cadde all’indietro, il coach andò subito ad ammonirlo “più forza femminuccia, più forza!” gli urlò in faccia e si allontanò.

Liam fece una smorfia dietro al coach e aiutò il ragazzetto ad alzarsi “scusami Phil, è colpa mia, la prossima volta te la lancerò più piano”.
Il ragazzetto gli sorrise “grazie Liam, sai ho votato per te alle elezioni!” gli sorrise sistemandosi gli occhiali sul naso.
“PALLA!” il rachitico fu colpito nello stomaco, cadde contorcendosi dal dolore.
Liam lo soccorse “ehi, Phil stai bene?”.

Il gruppetto capeggiato da Malìk rideva schernendo il gracile Phil.
Liam gli lanciò una pallonata potente, ma Zayn la bloccò “ci hai provato Payne...”.
“siete dei figli di puttana” disse Liam rabbioso “vi sentite grandi quando attaccate i più deboli, vero? Siete solo dei bastardi!” anche quelle parole sembrarono fargli bene.
Il più alto della squadra si scrocchiò le dita “diamogli una lezione Zayn, comincio io...”.
“calma, calma...” lo tranquillizzò Malìk “devo prima scoparmi sua sorella, poi possiamo anche distruggerlo...” sorrise, sapeva di averla detta grossa.
Amava farlo andare fuori di testa.
Un altro babbuino intervenne “già, chissà che bomba si nasconde sotto quella felpa...” commentò fantasticando.
“già, più timide sono, più sanno sorprenderti...”.

Innervosito da quei commenti su sua sorella, Liam si fiondò su Zayn, colpendolo al volto, e poi fu scaraventato a terra dal bestione.
Zayn si pulì il mento pronto per passare al contrattacco, ma fu fermato da qualcuno.
“calma ragazzi, scannatevi in campo, non qui!” intervenne il coach “andate sotto la doccia a calmare i vostri bollenti spiriti” disse al gruppo di Zayn “in quanto a te fai cinque giri del campo, calmerà i tuoi nervi” aiutò Liam ad alzarsi in piedi “SCATTARE!”.
 
Lo ammazzo, lo ammazzo, lo ammazzo.
 
Ripeteva nella sua testa, continuando a pensare a mille o più modi per ucciderlo.
Come si era permesso anche solo a pensare di toccare Angie?
Certo, lei sapeva il fatto suo, ma comunque era una ragazza molto fragile, anche se non voleva ammetterlo.
Finì il primo giro del campo e già era sfinito, ma i suoi nervi erano ancora a fior di pelle.

Intanto negli spogliatoi Zayn prese il ragazzo che aveva parlato di Angie.
Lo sbatté contro le piastrelle della doccia e con i capelli bagnati lo guardò dritto negli occhi “prova a fantasticare un’altra volta su di lei e giuro che ti cambio i connotati...capito Kevin?”.
Il ragazzo deglutì “a-avanti Zayn, stavo solo scherzando” cercò di convincerlo.
“quella frase, quella della felpa...ripetila e sei un morto che cammina” lo lasciò lì impalato e stupito da quella reazione.
Il tipo alto intervenne “ehi Kev, cos’ha il nostro capitano?” domandò.
“devo informare Quinn di una cosa, vieni con me e capirai tutto!”.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Cap 12

“sicura di star bene Angie?” le domandò dolce come sempre Niall.
Lei annuì “si, non preoccuparti”. Era così sollevata che il biondo fosse intervenuto, in un certo senso era il suo angelo custode.
Presero il vassoio con il cibo e si avviarono al tavolo, alcune ragazze guardarono male Angie.
“sta tranquilla ci sono io con te” la rassicurò Niall.
Andarono a sedersi e videro alcune cheerleader parlare tra di loro, sembravano davvero irritate da qualcosa.
Niall sospirò “lasciale perdere, sono solo delle oche.”.
“delle oche che voglio uccidermi...” disse sottovoce Angie.
Il biondo le sorrise “non hai fatto niente, vogliono solo metterti in soggezione...”.
Liam entrò nella mensa e andò a sedersi accanto alla sorella e a Niall, sembrava abbastanza nervoso.
“è tutto apposto fratellone?” chiese Angie.
Liam guardò la sorella. Una ragazza così tranquilla, così dolce era il sogno perverso di un’intera squadra di basket “si” rispose solamente.
“non mi sembra, amico...” disse Niall mangiando un pezzetto di muffin.
Entrò il gruppo di scimmioni nella mensa e tutte le ragazze si voltarono per guardare Zayn. Tutte tranne Angie, che se ne stava tranquilla a parlare con Liam e Niall.
Zayn fece per avvicinarsi al loro tavolo, ma Quinn lo afferrò per il braccio “dobbiamo parlare tesoro...”.
Il ragazzo sbuffò e seguì la cheerleader, si recarono nel corridioio ormai quasi vuoto “che vuoi?”.
Lei sembrava essere un fascio di nervi “cos’è questa storia...quella della muta.”.
“non capisco Quinn” disse Zayn sorridendo.
“non fare lo stupido Zayn” sembrava davvero arrabbiata adesso “Kevin mi ha raccontato tutto”.
Zayn ghignò “ah, quella storia...sì, mi piace la sorella di Payne, problemi?”.
La calma e la bellezza del ragazzo fecero innervosire Quinn “perchè proprio lei?” domandò.
“è bella, intelligente, non fruga tra le mie cose e poi...” si portò l’indice sul mento e guardò in aria, come se stesse pensando, poi guardò divertito Quinn “ah, e poi non è una troia come te...ti basta?”.
“tu sei il mio ragazzo, Zayn e...cazzo, solo l’altro giorno mi hai ceduto la tua candidatura!”.
Lui s’innervosì “ero il tuo ragazzo, ma poi ti sei scopata Rick e la nostra storia è finita...per quanto riguarda la candidatura era solo perchè volevo umiliare Payne, non mi è mai interessata la carica”.
Quinn quasi pianse “quello con Rick è stato un errore ma...” singhiozzò.
“mettitelo in testa Kominsky è finita, kaput.” Zayn si allontanò, lasciando la ragazzza in lacrime.
Le ragazze cheerleader andarono da Quinn per consolarla “che è successo?”.
Zayn rientrò nella mensa e vide Niall abbracciare Angie.
Quinn entrò in lacrime, gli diede una spallata e raggiunse il tavolo di Angie “fai finta di essere buona  gentile, invece sei solo una puttana!” le urlò.
Sorpresa da quell'improvviso sfogo, Angie la guardò a bocca aperta, invece Liam reagì diverstamente e sbatté le mai sul tavolo “ma sei impazzita? Che vuoi da mia sorella, non ti ha fatto niente!”.
“e poi tu sei l’unica che non può chiamarla in questo modo, hai capito?” si arrabbiò anche Niall. Anche questa reazione sorprese Angie, era la prima volta che Niall sembrava davvero incavolato.
“rispondi stronza, parla se ne hai il coraggio!” la insultò ancora Quinn.
Angie si alzò e la guardò male, lei non aveva fatto niente.
“adesso finiscila, hai dato già abbastanza spettacolo...” le disse Zayn, cercando gli occhi di Angie “lasciala stare, è con me che devi prendertela”.
Liam e Niall si guardarono in faccia increduli e confusi. Quinn amareggiata e delusa corse via piangendo, seguita dalle sue amiche.
Per un lungo momento Zayn e Angie si guardarono negli occhi. Dopodichè lui abbandonò la mensa tra lo stupore generale.
Al termine di tutte le lezioni Angie andò silenziosa al suo armadietto. Tutti la guardavano interessati, adesso sembrava non essere più invisibile. Sospirò e aprì l’armadietto, un biglietto le cadde su una scarpa, lo raccolse e lo lesse:
 
mi dispiace averti messo nei casini.
Zayn.
Ps: grazie per il disegno dell’altro giorno.
 
La ragazza si guardò attorno, cercando il ragazzo. Scosse la testa e sospirò.
Era uno scherzo di pessimo gusto. Davvero di pessimo gusto.
Ma Angie preferì conservare il bigliettino nella sua cartellina, tra i suoi disegni.
Zayn guardò tutta la scena da lontano e sorrise.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Sua madre gli aveva urlato di andarsene il prima possibile, un’altra volta.
Prese una camicia nera dall’armadio e un paio di jeans scuri.
“dove vai Zayn?” domandò Denise vedendolo tutto in tiro.
Lui le sorrise “a casa un di mio amico, oggi è il suo compleanno” mentì alla piccola ancora una volta.
“posso venire anche io?” domandò ingenuamente la bimba.
“e lasciare sola la mamma?” le disse alzando le sopracciglia.
Denise incrociò le braccia “quando sarò più grande verrò con te, ok?” lo abbracciò e corse giù per le scale.
La sua ingenuità intenerì Zayn.
Scese nel salotto e prese il giubbotto, non volle nemmeno guardare in faccia sua madre.
Ma fu lei a fermarlo prima di uscire “dove vai?” domandò ubriaca come al solito.
“me ne vado, spero che tu ne sia contenta” fece per uscire, ma sua madre lo bloccò di nuovo “che vuoi ancora?” domandò freddo Zayn.
La donna rise “credi davvero che i tuoi compagni di scuola ti vogliano bene? Loro ti temono, ecco perchè ti stanno appiccicati...” barcollò contro il muro “nessuno ti ama renditene conto Zayn...” continuò con le sue parole taglienti “non ti amo nemmeno io che sono tua madre, come pretendi che lo facciano gli altri?” ghignò, mentre si scolava un altro bicchiere di rum.
Lasciò andare il figlio e ritornò ai suoi liquori.
Zayn prese la moto dal garage, infilò il casco e partì, senza nemmeno curarsi di aver chiuso la serranda o meno.
Corse, sfrecciò tra le macchine per dimenticare quello che la madre gli aveva detto per l’ennesima volta.
 
Non ti amo nemmeno io che sono tua madre, come pretendi che lo facciano gli altri?
 
Con un rombo sorpassò un camion, rischiando anche di essere travolto, ma forse per lui la morte era la cosa migliore.
Andò in bar qualsiasi e subito ordinò una Tennent’s da 66cl.
“qualcuno è felice stasera...” commentò una cameriera.
Lui la guardò schifato e iniziò a bere. Non voleva esistere più, non ne valeva la pena.
Tanto vale fare come quella puttana, tanto vale annientarsi. Iniziò a scolarsi la prima bottiglia.
 “Liam” lo chiamò una cameriera “puoi portare un’altra birra a quel ragazzo laggiù?”.
“certo” affermò Liam gentile come al solito “per te questo e altro Liz!”
Prese una bottiglia dal frigo e la aprì “prego, la tua...Zayn?”.
“non rompere Payne, sono venuto qui per caso...” disse acido.
Liam alzò le spalle e gli passò la birra. Si allontanò sentendosi un po’ colpevole, ritornò indietro “non bere troppo Malìk” disse mordendosi il labbro, non doveva preoccuparsi così per Zayn Malìk.
“che vuoi che siano un paio di birre?” lo guardò, era vestito come un pinguino “va a pulire i cessi Payne”.
Liam ghignò “quello non è compito mio, potremmo usare te per quello”.
“PAYNE, AL BANCO!” urlò il titolare.
Liam andò via, lasciando Zayn da solo con la sua tristezza e con la sua bottiglia di birra tra le mani.
Perchè Liam Payne, suo nemico giurato, si era preoccupato che potesse bere troppo?
Finì anche la seconda Tennent’s e sbatté la bottiglia sul tavolo “Payne potamene un’altra!” la sua voce era come un lamento.
Liz, una delle cameriere andò da Liam “quel ragazzo ti sta chiamando Liam...lo conosci?”.
“frequentiamo la stessa scuola” servì un caffè a un signore “tutto qui”.
“sembra piuttosto triste...perchè non vai a vedere cosa gli è successo?”.
Liam lo guardò attentamente, non era il solito spaccone, sembrava più un disperato.
Liz guardò Liam preoccupata.
“non so che potere tu abbia su di me, Liz...vado a vedere cos’ha” sbuffò Liam.
Zayn vide Liam arrivare “finalmente, quanto cazzo devo aspettare per una birra?”.
“per te stasera basta alcol ragazzaccio!” lo ammonì Liam.
“fatti gli affari tuoi, va bene? Sono maggiorenne e faccio quello che mi pare...” si appoggiò con la testa sul tavolo.
“ti accompagno a casa, tra poco chiudiamo...”.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Cap 14

“se fossi sobrio te le darei di santa ragione Payne...” disse sorridendo Zayn.
Liam si fermò “già, se potessi ti butterei sul marciapiede come un barbone”.
“cosa aspetti? Fallo, no?” lo guardò serio Zayn “meglio la strada che casa mia...”.
Il ragazzo sorrise, Zayn era davvero ubriaco marcio “non tentarmi Malik” ripartì non appena il semaforo diventò verde “abiti in una fantastica villa e ti lamenti...”.
“è quello che c’è dentro che odio Payne...” sospirò e urlò “ODIO LA MIA VITA!”.
Liam sbandò leggermente “ma che sei scemo? Non urlare più in quella maniera, razza di imbecille!”.
“fammi morire Liam, ti prego, non sopporto più la mia vita!” lo pregò lagnoso.
“sei davvero un coglione Malìk...non dovresti nemmeno pensare una cosa simile”.
Zayn guardò fuori dal finestrino “mi vuoi bene, Payne?”.
Il ragazzo lo guardò confuso “sei strano stasera Malìk, lo sai?” ghignò Liam.
Malìk sorrise “mia madre è una puttana...di conseguenza io sono un bastardo figlio di puttana...sì sono un figlio di puttana” ripeté continuamente.
Anche se lo odiava a morte ed era d’accordo con quello che diceva, gli dispiacque un po’ vederlo ridotto in quello stato.
Si fermarono, erano arrivati “ce la fai a camminare almeno?”.
“non riportarmi lì dentro, ti prego...portami all’inferno Payne è meglio di questa casa...” lo pregò ancora Zayn.
Liam scese e aprì la portiera “vieni idiota, ti aiuto io”.
Zayn non sapeva se essere inorridito o compiaciuto della gentilezza di Liam. Insomma si odiavano, perchè lui lo stava aiutando? Perchè era così gentile?
Liam bussò alla porta, aprì un uomo che vedendo Zayn in quello stato scosse la testa “che hai combinato?” disse Jack al pakistano.
“si è divertito un po’ troppo...” buttò lì Liam. Entrarono, la casa era tranquilla e pulita.
Lo portò di sopra e lo appoggiò sul letto “non dire in giro che ti ho aiutato Malìk...”
“sarebbe imbarazzante, lo so...” lo interruppe Zayn guardando il soffitto. L’alcol stava perdendo il suo effetto.
“ok, io vado...a domani Zayn...”.
Zayn si voltò verso Liam “Payne, aspetta...”.
Liam si fermò sulla soglia della porta “che vuoi Malìk?”.
“grazie per stasera, sei un ragazzo eccezionale” gli disse sorridendo.
Zayn Malìk lo stava ringraziando?
Doveva essere ancora ubriaco, quello non era lo Zayn che conosceva, era solo un povero ragazzo triste e ubriaco marcio. Eppure i suoi occhi color cioccolato erano lucidi, erano sinceri.
“non c’è di che Malìk...” sospirò “comunque questo non vuol dire che adesso siamo amici”.
“vattene a fare in culo Payne!” gli disse sorridendo.
Liam sorrise “a domani imbecille...” uscì dalla stanza sorridendo. Dopotutto, non era così male stare con Zayn.
Quando Liam abbandonò la villa ripensò a quello che Zayn gli aveva detto.
 
Portami all’inferno Payne è meglio di questa casa.
 
Perchè aveva detto una cosa simile? Insomma il suo patrigno sembrava una persona così affabile, così di classe. Forse Malìk stava semplicemente delirando.
Intanto Zayn cercò di alzarsi dal letto, almeno per mettersi il pigiama.
La porta della sua stanza sbatté era sua madre “che vuoi adesso?” le disse nervoso.
“perchè sei venuto con quel tipo? È un drogato ubriacone come te?” disse la donna con disprezzo.
Zayn rise “sei tu l’ubriacona qui, mamma, non io” non credette a quello che stava per dire “lui è sicuramente migliore di te...e sai un’altra cosa? Anch’io ti odio, ti odio più della mia vita!” forse gli effetti dell’alcol non erano svaniti del tutto.
“non parlarmi con quel tono sufficiente, bastardo” lo aggredì verbalmente la madre.
Lui si alzò, spinse la madre fuori dalla sua stanza e le rise in faccia “hai ragione puttana, non devo parlarti più”. Chiuse la porta soddisfatto. Finalmente gliene aveva dette quattro.
Jack salì le scale e prese a pugni la porta “apri immediatamente e chiedi scusa a tua madre!”.
“andatevene tutti al diavolo!” gli urlò Zayn “tu non sei mio padre, non sei nessuno! Sei inutile come quella puttana!”.
A quel punto la rabbia di Jack esplose. Fu una lunga, lunga notte per Zayn.



SPAZIO SCRITTRICEEEEEE :)
allora, prima di tutto grazie per le recensioni, a tutte voi, grazie di cuore <3
comunque voglio solo dirvi che dopo questo capitolo ci saranno più momenti "Zangie" (l'avete scritto voi, eh XD), ma attenzione, ci sarà anche qualcosa con il nostro irlandese preferito, Niall....
non vi anticipo niente!!
comunque, grazie ancora per aver letto la mia storia, sono contenta che vi piaccia :)
un bacio
-CreepyGirl

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

“davvero ieri sei andato in un pub in periferia?” domandò Kevin.
Zayn ghignò “sì e sono stato coinvolto in una maxi rissa” spostò gli occhiali scuri mostrando il suo occhio nero come prova evidente.
Gli scimmioni pendevano dalle sue labbra “e le hai prese?” domandò qualcuno.
Zayn ridacchiò “ne ho prese e ne ho date...diciamo che me la sono vista brutta”.
“non posso credere che sei dovuto scappare senza moto...chissà dov’è adesso la tua piccola”.
Malìk si spaparanzò sulla sedia “ho già denunciato il furto, me la riporteranno stasera”.
Aveva dovuto inventarsi quella storia per forza. Non poteva raccontare di essere stato picchiato da suo patrigno perchè aveva insultato quella donna, perchè aveva insultato lui.
Inoltre oltre al danno anche la beffa, la sua moto e la sua macchina erano stati messi sottochiave.
I fratelli Payne si salutarono e Liam entrò in classe. Zayn non lo degnò di uno sguardo, ma a Liam andava bene così, non voleva che gli altri sapessero.
Ascoltò attentamente quello che Zayn aveva da dire.
Coinvolto in una maxi rissa in un pub di periferia? Che cavolata aveva raccontato?
Il professore di spagnolo Martinez entrò con molta nonchalance. Tutti pensavano che fosse omosessuale, ma lui aveva sempre smentito.
“Malìk, ti dispiacerebbe metterti composto e toglierti quegli occhiali da sole?” domandò il prof gentilmente.
Zayn sbuffò “oggi voglio tenerli, ok?”.
Il prof sbuffò a sua volta “qui siamo in una classe non in una spiaggia di Ibiza”.
“inizi la lezione professore, prima che qualcuno si addormenti” disse facendo lo sbruffone.
Il professor Martinez sbatté le mani sulla cattedra “non osare darmi ordini Malìk, smettila di fare lo sbruffone, togliti gli occhiali e facciamola finita”.
“come preferisce professore...” Zayn si tolse gli occhiali, Liam osservò stupito l’occhio nero. La sera precedente non aveva nessun segno. Era forse caduto dal letto?
Zayn lo guardò, Liam notò anche un taglio sul labbro inferiore e alcuni lividi alla base del collo.
No, non era caduto dal letto.
La lezione finì prima del previsto, Liam andò al suo armadietto, molto vicino a quello di Zayn. Preoccupato si avvicinò al ragazzo “che ti è successo? Cosa sono quelle ferite?”.
Zayn sbatté l’anta dell’armadietto “non ti riguarda Payne”.
“ieri sera non avevi nulla” gli ricordò Liam.
ieri sera sei stato gentile, ma tra me e te non è cambiato niente” andò via nascondendo gli occhi dietro alle grandi lenti scure.
Qualcuno coprì gli occhi di Liam “indovina chi è?”.
“Angie, smettila” disse seccato.
La ragazza sbuffò “antipatico...” poi vide lo sguardo preoccupato di suo fratello “cos’hai?”.
“devo smetterla di preoccuparmi, ecco cos’ho”.
Il biondo li salutò in lontananza, poi andò verso di loro “ciao ragazzi...come mai queste facce?”.
“ciao Niall...chiedilo a mio fratello, è un po’ strano oggi” Angie si sistemò la borsa sulla spalla”oggi abbiamo arte, andiamo?” prese Niall per mano e si avviarono verso l’aula di arte della prof Nilson.
“Liam mi è sembrato davvero preoccupato...” commentò Niall in pensiero per l’amico.
Angie sospirò “non so perchè, ma è da ieri sera che è strano...” disse preparando lo schizzo.
“oh, cavolo! Ho dimenticato il giallo nell’armadietto!” disse Angie rovistando nel suo borsello.
La prof le accordò di uscire e lei si fiondò fuori dalla classe.
Raggiunse il suo armadietto, aveva corso per tutta la scuola e aveva il fiatone “giallo, adesso sei mio!” sospirò sorridendo.
“e tu sei mia adesso!”.
Si sentì trascinare di peso nella vicina guardiola dove c’erano gli attrezzi dei bidelli.
Venne sbattuta contro il muro con una forza incredibile, quando ebbe finalmente il tempo di guardare chi era stato.
“sorpresa, piccola Payne...” la voce era la sua.
Angie sentì che la paura stava prendendo il sopravvento, si sentiva in trappola.
“grida pure se ce la fai...non ti sentirà nessuno” le afferrò i polsi, lei cercò di combattere contro la forza di Zayn.
“non devi avere paura di me, piccola Payne...” disse lui minaccioso
Angie si ritrovò come un topo che sta per essere mangiato dal gatto, spalle alla muro e tremante.
Zayn le sfiorò il collo con un bacio, Angie fremette e con lo sguardo lo pregò di fermarsi.
 
Ti prego, lasciami andare, non farmi del male...
 
Cercò di liberarsi ma non poteva farcela, lui era più forte, più alto, più scaltro.
Si sentì perduta, un giocattolo tra le mani di lui, iniziò a piangere.
Le lacrime sfiorarono la pelle di Zayn “piangi?” sussurrò fermandosi, ma continuando a tenere la testa nell’incavo tra la spalla e il viso di Angie “se vuoi che mi fermi devi dirlo piccola Payne...”.
La stava chiaramente prendendo in giro, lui conosceva il suo problema. Le partì un singhiozzo e tutto il suo corpo fu scosso.
Zayn la guardò dritta negli occhi.
 
Ho paura. Ho paura di te.
 
Quegli occhi innocenti urlavano quella frase, il suo viso pieno di lacrime urlava quella frase, il suo corpo che tremava come una foglia lo stava implorando di fermarsi.
Zayn si sentì un mostro.
 
Sei il figlio del demonio.
 
Sua madre aveva ragione.
La baciò sulla fronte e le sussurrò “vai via...scappa via da me finché sei in tempo, piccola Payne...”.
Angie lo guardò negli occhi, scorgendo uno Zayn diverso, distrutto. I suoi occhi cioccolato fecero trasparire la sua disperazione.
Le lasciò abbastanza spazio per farla uscire, e Angie corse via terrorizzata.


Spazio scrittrice:
scusate per il ritardo!! ho avuto piccoli problemi tecnici!!
alla prossima <3
-CreepyGirl

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Come se non bastasse quello che era accaduto a scuola negli ultimi giorni era anche stato messo in punizione da Jack.
Doveva fare da babysitter a Denise, mentre lui e sua madre andavano a spassarsela con gli amici. L’unica cosa positiva di questa storia era che almeno quei due l’avrebbero lasciato in pace.

“Zayn, ti prego, andiamo al parco!” lo implorò per l’ennesima volta la piccola.
Il ragazzo sbuffò “lo sai che Jack e la mamma mi hanno proibito di uscire”.
“ma devi anche badare a me, quindi se esco devi venire insieme a me!” incrociò le piccole braccia Denise.
Quel ragionamento non faceva una piega, ma Zayn non aveva voglia di uscire ”chiama la mamma” rispose ritornando a concentrarsi sul videogioco.
La piccola sbuffò “antipatico!”.

Andò a prendere il telefono che la signora Elise le aveva lasciato per le emergenze “pronto mamma?”.
“amore mio che è successo?” disse preoccupata la donna.
“fratellone non vuole accompagnarmi al parco!” si lamentò la bimba.
Zayn scese a capofitto giù dalle scale. L’aveva davvero chiamata?
 
Quella piccola e adorabile peste!
 
Non poté far a meno di sorridere a sua sorella.
“dovete ritirarvi entro le sette e mezza, capito amore?” disse la donna alla figlioletta.
“okkey mamma, a più tardi!” riattaccò con un sorrisetto furbo “andiamo?”.

Zayn prese i suoi occhiali scuri e la giacca, si sistemò il ciuffo e preparò la bambina. In un certo senso si sentiva un ragazzo-padre.
“grazie Zayn!” gli disse la piccola prima di uscire, facendo segno di voler salire in braccio.
Zayn la sollevò “non c’è di che principessa”.
La piccola gli schioccò un bacino sulla guancia e lui sorrise: Denise era l’unica minuscola persona per cui valeva la pena esistere.

Arrivati al parco la bambina lasciò improvvisamente la mano di Zayn per correre dietro a uno scoiattolo “sta attenta Denise” le disse preoccupato.
Si appoggiò alla ringhiera del ponte, assicurandosi sempre di tenere d’occhio la piccola che aveva fatto amicizia con un altro bambino, e si accese una sigaretta. Il suo cellulare squillò “pronto?”.
“ehi, capitano come va la vita da segregato?” domandò Kevin.
Zayn sorrise “uno spasso, adesso sono al parco con quella piccola peste di mia sorella”.
“almeno ti danno diritto a un’ora d’aria come ai carcerati” scherzò il ragazzo dall’altra parte del telefono.
“coglione” commentò Malìk, distraendosi per un istante.

Intanto Denise salutò il bimbo con cui aveva fatto amicizia e prese a giocare con le foglie secche cadute dagli alberi circostanti. Le sembrava di essere sotto una pioggia d’oro e continuando a giocare notò qualcuno che la guardava interessato dietro un paio di occhiali da vista e le sorrideva.
Guardò quegli occhi verdi che le sorridevano e di tanto in tanto si concentravano su un foglio, gli si avvicinò curiosa “che disegni?” domandò ingenuamente la bambina.
La ragazza ripose il foglio, sorrise e mostrò il disegno alla piccola, che guardò il foglio sorpresa “è bellissimo!” esclamò.
“sei tu” disse la ragazza sorridendo “ti piacciono gli scoiattoli?” domandò.
La piccina annuì e si sedette accanto alla ragazza “mi chiamo Denise”.
“io mi chiamo Angie, piacere di conoscerti!” la ragazza l’aiutò a sedersi sulla panchina “sei qui con la tua mamma?”le chiese guardando in giro, cercando di scorgere la madre della piccola.
“no, sono qui con il mio fratellone” disse la piccola interessata alla cartellina “posso vedere i tuoi disegni?”.

Angie le sorrise e le porse la cartellina, mostrandole un disegno di uno scoiattolo “se vuoi posso regalartelo” le disse dolcemente.
La bambina prese il foglio “voglio farlo vedere a mio fratello!” disse Denise su di giri balzando giù dalla panchina. Si guardò attorno, non riusciva a vedere suo fratello. Il suo viso tradì la paura che stava provando in quel momento.

“ti sei persa?” domandò Angie alzandosi e poggiando una mano sulla spalla della piccola, che iniziò a lacrimare “tranquilla, ti aiuto io a cercarlo” la rassicurò prendendo la piccola in braccio.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Si era distratto solo un secondo, un secondo.
La paura si insinuò come una serpe nella sua mente, sentiva il cuore battere a mille mentre cercava sua sorella tra gli altri bambini. Non c’era, non c’era da nessuna parte.
Si passò freneticamente una mano tra i capelli, mentre continuava a chiamarla e a cercarla.
Perchè era stato così stupido? Perchè si era distratto?
“Zayn!!” urlò una bambina da lontano.
Zayn vide Denise corrergli incontro piangendo e la abbracciò “mi hai fatto prendere un colpo!” le disse senza mezzi termini.
La piccola si asciugò le lacrime “mi ha aiutato Angie, lei è mia amica!” disse la piccola indicando una ragazza in lontananza “e mi ha anche regalato questi due disegni!” continuò Denise mostrando orgogliosa i due fogli.
Il ragazzo alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di Angie. Lei?
La piccola si staccò dal fratello e andò a prendere la ragazza per mano “vieni, devi conoscere mio fratello, è il ragazzo più bello, buono e gentile del mondo!” insisté la piccola.
Guardando il ragazzo Angie non seppe cosa dire.
 
 Ok, bello ci sta, ma Zayn buono e gentile? Io sono Iron Man allora!
 
“Payne?” nemmeno lui riusciva a crederci.
“no, lei si chiama Angie!” lo corresse Denise facendo sorridere la ragazza.
Zayn guardò la sorellina rimproverandola “comunque non allontanarti più, mi hai capito?”.
La piccola sembrava già mortificata “si è spaventata, penso che abbia capito” la difese Angie cercando di non alzare troppo la voce.
“dovresti farti gli affari tuoi Payne, è mia sorella so io come educarla” si irritò Zayn prendendo la piccola per mano.
“Angie, vuoi venire a casa mia?” domandò la piccola prima di andarsene spiazzando i due ragazzi.
“è l’ultima volta che vedi questa ragazza Denise, andiamo a casa...”.
La piccola si staccò da Zayn e corse dietro Angie “deve venire con noi!”.
“dai ascolto a tuo fratello” le disse dolcemente la ragazza.
“no, no, no, no!” disse la piccola non staccandosi da Angie “io ti voglio, devi venire a casa mia!”.
Seccato da quei capricci, Zayn cercò di afferrare la bimba per mano “smettila di fare i capricci Denise, andiamo a casa!” ma al contrario la piccola si riparò ancora dietro alla ragazza, scuotendo la testolina.
“posso parlarle io?” chiese timorosa Angie al ragazzo.
Zayn ignorò la proposta “appena andiamo a casa ti meriti una bella punizione”.
La piccola iniziò a piangere “sei cattivo!” disse con la faccia appoggiata alla coscia di Angie.
Lei guardò male Zayn “sei contento adesso? L’hai fatta piangere!” lo rimproverò “da qui ci penso io...” disse prendendo in braccio la piccola.
“non deve fare i capricci” incrociò le braccia il ragazzo.
“già, ma bisogna spiegarglielo e non essere così severo...” Angie cullò la piccola per farla calmare “basta piangere” le sussurrò.
Zayn sospirò “mi dispiace Denise, non ti sgriderò più...sono stato un cattivo fratello”.
“non è vero non sei cattivo!” disse ancora la piccola tra le lacrime sporgendosi verso di lui.
Zayn la prese in braccio e le diede un bacio sulla tempia “vogliamo andare a casa?” domandò dolce il ragazzo. La piccina annuì.
“ci si vede a scuola Payne” finì il ragazzo, andando via con la piccina che salutava Angie con la manina.
“ciao” sussurrò Angie. Non credeva ai suoi occhi, Zayn era stato così dolce con la sorellina...
Scosse la testa, sentì le guance arrossarsi.
***
“Zayn?” disse Denise tirando su col naso.
“che c’è?” rispose lui allacciandole la cintura sul sedile posteriore.
La piccola sospirò “perchè non vedrò più Angie?”.
 
Perchè mi odia? Perchè odio suo fratello? Perchè stavo per farle del male?
 
“perchè...lei studia molto...” cercò di inventarsi una scusa qualsiasi.
Denise guardò delusa il fratello “e quando non studia, può venire a casa nostra?”.
 
Mi piacerebbe moltissimo, ma la mamma, anzi Elise, odia chiunque.
 
“non lo so, è sempre molto impegnata, e poi...” perchè non riusciva a trovare le parole giuste?
Chiuse la portiera posteriore e salì al posto di guida “che ne dici di una cioccolata calda?” chiese alla piccola per tirarla su di morale e specialmente per chiudere la parentesi “Payne”.
“va bene...ma a te piace Angie?”.
Ancora con quelle domande? Zayn arrossì, lui era pazzo della piccola Payne, ma sua sorella non doveva saperlo “è un tipo ok” disse solamente.
Denise lo guardò sorridendo “invece a me piace moltissimo, è bella e dolce...in più sa anche disegnare!”.
Anche il ragazzo sorrise, quelle cose lui le sapeva già.
Inoltre, finalmente, gli aveva rivolto la parola.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

Quel giorno a scuola fu molto tranquillo.
Certo, le cheerleader l’avevano presa di mira con le loro frecciatine, ma Angie le aveva ignorate fino a quando quelle tipe non ne ebbero piene le scatole della sua indifferenza e in più quel giorno non aveva visto Zayn nei paraggi, doveva esserne felice.
Ripensò a quello che era accaduto nei giorni passati, dal biglietto a quello che stava per accadere nello stanzino dei bidelli.
Sospirò, chi era davvero Zayn Malìk?
Scosse la testa e sistemò tutti i suoi libri nella cartella, Liam l’abbracciò improvvisamente–vado a prendere la macchina, aspettami all’entrata, ok?
Lei sorrise e annuì –ok, ma non metterci troppo.
Si sistemò la borsa sulla spalla tirando un respiro di sollievo. Stava per ritornare a casa finalmente.
Uscì dalla scuola, e guardò il suo annuncio sulla bacheca. 
Era un po’ scoraggiata, nessuno l’aveva ancora chiamata, eppure c’era una grande richiesta di babysitter. Angie sospirò, aspettando suo fratello. Iniziò a canticchiare qualcosa.
Dall’altra parte della strada un’auto suonò il clacson, alla guida della Mercedes c’era un uomo molto elegante e affascinante.
Angie lo guardò, notando una bambina che stava correndo verso l’auto. Riconobbe la piccola Denise e la salutò con la mano.
“Angie!!” urlò la piccola andandole incontro.
Angie la raggiunse e la prese in braccio “non si fa Denise, è pericoloso!” la sgridò guardando a destra e sinistra, fortunatamente la strada era semideserta.
L’uomo scese dall’auto, era pallido in volto “ma che ti è preso Denise?” disse alla piccola col fiatone.
“papà lei è Angie, una mia amica!” disse la piccola abbracciando la ragazza.
“sono mortificata per l’accaduto...” disse Angie all’uomo non guardandolo negli occhi.
L’uomo si ricompose passandosi una mano tra i capelli brizzolati e si schiarì la voce “è una peste” disse riferendosi alla figlia “grazie per averla presa al volo” sorrise sistemandosi la giacca e il colletto della camicia. Doveva essere un uomo d’affari, pensò Angie cercando di non fissarlo troppo a lungo.
La piccola la guardò negli occhi “studi oggi?” domandò Denise quasi intimorita dalla sua stessa domanda.
“beh...sì...” balbettò Angie mettendola giù.
L’uomo guardò male la figlioletta “Denise non infastidirla...” prese la figlia per mano “scusala...Angie, giusto?”. La ragazza annuì.
“papà, oggi pomeriggio mi porti al parco?” domandò Denise guardando suo padre.
L’uomo sospirò “lo sai che oggi ho da fare a lavoro, amore”.
“e la mamma?” chiese ancora.
L’uomo prese in braccio la bambina “hai dimenticato che la mamma oggi non può? Magari domani”.
“oh, aspetti per favore...” la ragazza afferrò un volantino dalla sua borsa “se le interessa...faccio la babysitter” bisbigliò.
L’uomo prese il volantino “ah, davvero?” lo esaminò e poi guardò la figlia “saresti disposta a badare a questa piccola peste?”.
“certo!” sorrise Angie, quello era il suo primo incarico, Liam ne sarebbe rimasto contento sicuramente.
L’uomo alzò le spalle  “ok...e poi...mi fido più di te che di quell’altro...”bisbigliò tra se e se, poi piegò il foglio e lo mise in tasca “posso contattarti allora...diciamo...entro oggi pomeriggio”.
“certo, quando vuole!” sorrise Angie.
“perfetto, allora...il mio nome è Jack Paxton, ti contatterò sicuramente Angie” le disse l’uomo segnando il nome sul palmare.
Denise l’abbracciò “che bello, oggi giocheremo insieme!”.
Angie le sorrise e le accarezzò la testa “certo tesoro!” le disse dolcemente.
“bene, a più tardi Angie” disse l’uomo prendendo la figlia per mano.
“ciao!” disse Denise andando via con suo padre.
I due salirono nell’auto, Liam accostò accanto alla sorella “scusa, ci ho messo un po’ più del previsto!”.
La ragazza salì in macchina sorridendo “ho avuto il mio primo incarico da babysitter!”.
“brava, la mia piccola Angie sta crescendo!” le disse Liam abbracciandola “e dimmi, qual è l’indirizzo?” chiese prima di partire per andare a casa.
Angie rifletté “nei quartieri alti...il signor Paxton mi ha detto che mi contatterà più tardi”.
“ah, non ci voleva...oggi ho l’allenamento a basket e poi lavoro...” il fratello storse la bocca.
“non preoccuparti, prenderò l’autobus e la metro!”.
Liam si fermò “sicura?”.
Lei annuì “certo, sono una Payne, so come cavarmela!” disse tendendo il muscolo del braccio per rafforzare il concetto.
Suo fratello le sorrise “eh no, tu sei la mia  piccola Payne” ridacchiò Liam, canticchiando un motivetto.
Angie lo guardò male.
 
Solo lui può chiamarmi in quel modo!
 
Arrossì improvvisamente, a che stava pensando?
Ma soprattutto, a chi?
Un sorriso dolce e un paio di occhi marroni le balenarono in mente, sperò che suo fratello non avesse notato quell’improvviso rossore.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Come aveva potuto dimenticare quel dettaglio così importante?
Denise era la sorella di Zayn.
Lui sarebbe stato in quella stessa casa, con lei.

Fuori quella enorme e bellissima villa, il cuore le batteva a mille e il respiro quasi le mancava. Stava andando dritta nella tana del lupo.
“non è il momento di farsi prendere dal panico Angie” si disse sospirando.
Andò verso la casa con passo deciso e con lo sguardo rabbioso, se solo lui avesse osato avvicinarsi gliele avrebbe date di santa ragione.
Bussò alla porta.
 
Se risponde lui? Che faccio?
 
Sentì le guance arrossarsi, le mani iniziarono a sudarle.
 
Non arrossire Angie, calmati...
 
La porta si aprì, Angie sgranò gli occhi e il suo cuore si fermò “b-buongiorno...” balbettò.
Una donna la guardò con diffidenza “salve” disse non smettendo di fissarla “sei la babysitter?”.
Angie, a disagio annuì “sì, sono io...”.
“accomodati pure” le disse scansandosi per farla entrare.
“Angie!” gridò Denise andandole incontro e abbracciandola.
La ragazza accarezzò la testa della piccola “ciao Denise...”.
La donna prese il suo cappotto e la sua borsa “se la piccola ha fame cucina pure, ti mostrerà dov’è l’occorrente” guardò ancora la ragazza “spero che tu non sia una delusione, Angie”.
Denise raggiunse la madre “a stasera mammina!” le disse abbracciandola e la donna le schioccò un bacio sulla fronte prima di andar via.

Angie sospirò, quella donna era davvero una vipera.
Ma quello che aveva notato era che non aveva fatto alcun riferimento al figlio. Forse Zayn era solo il cugino di Denise e lei lo chiamava fratellone perchè ci era affezionata. Sì, doveva essere così.
“prendiamo il tè?” domandò Denise alla ragazza.
“certo, quello che vuoi!” sorrise Angie.

Le due giocarono tutto il pomeriggio, la piccola Denise era davvero contenta di averla lì e non perdeva un momento per ricordarglielo.
Angie però moriva dalla voglia di chiedere qualcosa su Zayn, come il suo piatto preferito, qualche sua abitudine, la sua canzone preferita ...arrossì improvvisamente.
“qualcosa non va Angie?” domandò la piccola Denise.
“n-no, niente! Hai dei biscotti?” domandò per pensare ad altro.

La piccina annuì e andò a prendere i biscotti. Angie posò una mano sul petto e sospirò, doveva smetterla di pensare a lui e ai suoi occhi.
Quegli occhi color cioccolato, così intensi e misteriosi.
La serratura della porta scattò, facendola sobbalzare.
“sono già tornati?” borbottò tra se e se la ragazza che si alzò dal piccolo tavolino sistemandosi la maglietta sulle spalle.
“sono tornato piccola mia!” esclamò un ragazzo sull’arcata che portava al salotto.

I due si guardarono negli occhi arrossendo “che ci fai tu qui?” domandò Zayn con la mascella a penzoloni.
“fratellone sei già tornato?” domandò Denise spalancando gli occhi “non ti sei allenato tanto tanto oggi?”.
Angie fissò il pavimento, sentiva le guance bollenti, il cuore le batteva fortissimo. Si sentiva una bambina messa in un angolo.
Lui notò quel disagio “no...eh...vado in camera mia...”.
“aspetta, non hai nemmeno salutato Angie!” disse la sua sorellina prendendolo per mano “prendi il tè con noi?”.
“io...devo studiare adesso” le disse cercando di mantenersi distaccato.
La piccola Denise sospirò “ok...” andò da Angie “andiamo in camera di Zayn?”.
“come?” disse Angie con una voce stridula, si stava facendo sopraffare dal suo imbarazzo.
“d-devo studiare Denise...” balbettò Zayn, anche se in fondo era compiaciuto da quella richiesta.
Angie inghiottì della saliva “è - è vero, non dobbiamo disturbarlo...”.
La piccola aggrottò la fronte “uffa, voglio giocare con la play station!”.

Zayn guardò Angie, era visibilmente imbarazzata.
Sghignazzò tra se e se continuando a guardarla “ok, basta che non mi infastidite...”  le sorrise.
In quel momento era lui ad avere il controllo e lei ne era consapevole.

Incontrando quel sorrisetto furbo Angie sentì il cuore fermarsi. Cosa aveva pensato a proposito della tana del lupo?

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Zayn non smetteva di fissare un minuto la sua piccola Payne mentre giocava con la sua sorellina.
Stentava a crederci, ma quella era la prima ragazza che varcava la soglia di quella porta, nessuna mai aveva visto la sua “tana”.

Angie sentiva quello sguardo su di se, sentendosi inquieta e nervosa.
Quella stanza era ordinatissima, piena di fumetti e gadget dell’Arsenal, probabilmente era la squadra del cuore di Zayn.
C’erano anche dei poster dell’Nba, Angie pensò che fosse una cosa ovvia per uno che giocava anche a basket.

“uffi!” esclamò Denise “non riesco a superare questo livello!”.
Angie sorrise “non prendertela così tanto, è difficile”.
Lui si alzò e si sedette sul tappeto insieme alle due “posso provarci?” domandò fingendosi ingenuo.
“sì, tu sei fortissimo con i videogames!” disse Denise passando il joystick a suo fratello.
“che personaggio sono?” domandò il ragazzo a sua sorella.
Denise indicò un personaggio con il cappello rosso “quello, Angie invece è il fungo!”.
Angie sorrise “gioca tu Denise” le porse il joystick, ma la piccina rifiutò, facendole segno di continuare.
“che c’è? Hai paura di non riuscire a starmi dietro?” la provocò Zayn.
Lei storse la bocca “ho solo paura di umiliarti” sorrise.
Lui ridacchiò “vedremo...”.
La sfida continuò e la piccola Denise non la smetteva un momento di incitare i due a fare di meglio “forza, avete quasi battuto il drago!” urlò ridendo.

I due riuscirono a vincere “abbiamo vinto Denise!” esclamò Angie abbracciando la piccola, che ricambiò sorridendo e buttandosi su di lei stendendola sul tappeto.
Zayn fece per alzarsi “è stata una bella partita...”.
Sua sorella lo tirò per il cordino della felpa, facendolo cadere sui palmi. Fu un momento.

Aprì gli occhi e si ritrovò a pochi centimetri dal viso di Angie, fissò i suoi occhi in quelli smeraldini della ragazza, respirò il profumo dolce e avvolgente del suo shampoo e intrecciò il suo indice nei suoi bellissimi capelli. Fissò le labbra a cuore e fremette. Non l’aveva mai desiderata così tanto.
Angie si stupì di tutto quello.
Non era nervosa o a disagio, ma si sentiva incredibilmente bene. Sentiva le dita Zayn che giocavano leggermente con le punte dei suoi capelli, il suo respiro sulla pelle, la forza dei suoi muscoli e il fremere leggero delle sue labbra. I suoi occhi scivolarono in quelli profondi del ragazzo, per poi rivolgersi nuovamente alle labbra carnose. Desiderò un bacio di quelli che lasciano senza fiato.

“è tornata la mamma!” urlò improvvisamente Denise dalla gioia.
I due ragazzi si staccarono l’uno dall’altra, Angie si alzò e corse giù dalle scale, con il cuore in gola e con gli occhi di Zayn impressi nella mente.
“ciao amore della mamma!” disse la donna prendendo in braccio la piccola “la babysitter è stata brava?”.
Angie si sistemò i capelli “buonasera signora...” disse cercando di misurare il respiro e di non sembrare troppo scossa.
“sì mammina, le voglio tanto bene!” disse Denise guardando Angie che arrossì.
Zayn scese dalle scale “ciao” disse freddo a sua madre.
“ciao...sei già a casa?” domandò fredda la donna.

Angie notò quell’improvviso gelo formatosi tra la donna e il figlio. Sospirò e si schiarì la voce “credo di dover andare...”.
“lo credo anch’io” disse ancora la signora guardando il figlio come se fosse colpevole di un omicidio.
Angie prese la sua giacca e la borsa e uscì, salutando la piccola Denise “ci vediamo Denise, mi sono divertita a stare con te oggi” l’abbracciò.
“verrai anche domani?” domandò la piccola raggiungendola.
“no, non verrà” intervenne la donna “tieni, questo è il tuo compenso per oggi” le disse acida porgendole una busta da lettere “ti contatterà mio marito quando ne avremo bisogno, alla prossima Angie” chiuse la porta, non lasciandole nemmeno il tempo di salutarla educatamente.
“strega” commentò Angie avviandosi verso la fermata della metropolitana.
Forse era un po’ prematuro, ma quella donna le stava davvero antipatica.
 
Tieni, questo è il tuo compenso per oggi.
Nemmeno fossi una prostituta.
 
Pensò guardando la busta, che ripose nella sua borsa.

Il sole era tramontato da un pezzo e la strada era quasi deserta. Angie prese coraggio e alzò il passo.
Una macchina le passò accanto e suonò il clacson “dove vai piccola?” domandò un uomo di mezz’età.
E quelli dovevano essere i quartieri alti?
Lei non rispose, ma la macchina continuò a seguirla “avanti, ti offro qualcosa da bere, sali!” insisté ancora l’uomo.
Un rombo di motocicletta fece voltare Angie, già abbastanza spaventata.
“perchè non te ne vai a fanculo?” disse una voce maschile che lei conosceva bene.
La macchina accelerò e andò via “ti sei spaventata?”.

Angie si voltò verso Zayn “è tutto ok” lasciò andare l’aria trattenuta troppo a lungo a causa della paura “grazie”.
“ti accompagno a casa” disse lui mettendosi il caso e porgendone un altro alla ragazza.
Lei scosse la testa “no, ma grazie lo stesso”.
“non era una domanda la mia, sali e basta!” insisté lui “è pericoloso girare da sola, non per altro, intesi?”.
Angie lo guardò dubbiosa “giurami che non andrai troppo veloce”.
“che?”.
“giuramelo e basta!” disse lei alzando la voce.
Lui sbuffò “ok, va bene, te lo giuro...adesso sali”.

Angie infilò il casco, pregando che quel tipo mantenesse la parola data.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

“metti le mani nelle tasche del mio giubbotto o si ghiacceranno” le urlò girandosi leggermente.
Angie arrossì “non preoccuparti...” rispose timidamente.
La ragazza aveva paura di stringersi troppo a lui e gli cingeva leggermente i fianchi.
Stava ancora pensando a quello che era successo poco prima, nella camera del ragazzo.
Svoltarono in un vicolo e lei quasi perse l’equilibrio.
Zayn afferrò la sua mano, portandosela sullo stomaco “reggiti”.
“si...” bisbigliò intimidita Angie.
La presa di Zayn sulla sua mano era stata particolarmente forte, come se fosse stato infastidito da qualcosa, o da qualcuno. Forse era colpa sua?
“ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò lei cercando di farsi sentire.
 
No, non è colpa tua.
 
“non distrarmi” disse lui, cercando di scacciare ciò che aveva detto sua madre sulla ragazza.
Angie abbassò lo sguardo, anche la voce del ragazzo trasmetteva rabbia.
Lui notò quell’espressione e si morse il labbro.
 
Quella ragazza problematica.
Fa finta di essere ingenua, scommetto che è una poco di buono.
 
Il suo polso si piegò e la moto accelerò, sfrecciando tra le auto.
No, sua madre non si era dovuta permettere di dire quelle cose su Angie.
Sentì la presa della ragazza stringersi attorno alla sua vita, stava tremando e stava urlando “fermati Zayn, fermati!”.
Lui frenò bruscamente, scuotendo la testa. Angie scese dalla moto, tremante “sei impazzito?” gli urlò.
“scusa, io...”.
“scusa un cazzo!” continuò la ragazza furiosa “mi avevi promesso che non avresti fatto stronzate!” i suoi occhi si riempirono di panico.
Lui si tolse il casco “datti una calmata, ti ho chiesto scusa”.
“ok, sono calma” gli porse il casco, sbattendoglielo nello stomaco “non dovevo fidarmi di te”.
Zayn gemette e la guardò dispiaciuto “piccola Payne aspetta...”.
Lei si allontanò, alzando il dito medio.
Zayn scese dalla moto e la seguì a piedi “piccola Payne avanti...”.
Angie preferì ignorarlo, proseguendo per la sua strada e alzando il passo. Era davvero arrabbiata con lui.
Però pensò che lui non conosceva la sua fobia per la velocità, non poteva fargliene una colpa.
Ma dopotutto, lui le aveva promesso di non correre, invece aveva fatto l’esatto contrario.
Lui le afferrò il polso “Angie...ti chiedo scusa” le disse ancora Zayn, sembrava davvero dispiaciuto.
“lascia stare Zayn...” sospirò Angie cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo, ma lui non diminuì la forza con la quale la teneva legata a se. Non voleva che andasse via, glielo si leggeva in faccia.
Angie sentì qualcuno prendere l’altra mano “che vuoi da lei?”.
Zayn incontrò gli occhi azzurri di Niall “Horan...”.
Il biondo lo guardò male e Zayn mollò la presa sulla ragazza e alzò le mani “scusate tanto...tolgo il disturbo” disse sbuffando e guardando Niall con odio.
Ignorandolo, Niall accarezzò la testa di Angie “stai bene?”.
La ragazza annuì, guardando verso il pakistano che si preparava per ripartire sulla sua moto.
“sono intervenuto in tempo” le disse Niall cingendole le spalle.
Angie sospirò “non era necessario Niall...ma grazie lo stesso” disse con lo sguardo basso.
“e Liam?”.
“è al bar, io stavo tornando a casa”.
Niall sorrise “ti accompagno?”.
La ragazza alzò le spalle “mi servirebbe proprio un passaggio sai?” sorrise guardando l’amico.
L’irlandese la guidò alla sua auto, i suoi modi cortesi e la sua simpatia tranquillizzarono Angie “che ci fai da queste parti?” domandò la ragazza mettendosi la cintura.
“mio fratello abita poco lontano da qui, sono andato a trovarlo” disse il ragazzo girando la chiave per far partire l’auto.
Angie sentì lo stomaco del biondo brontolare “non hai ancora cenato?” ghignò.
Niall arrossì “no...non ancora”.
“allora che ne dici se ceniamo insieme?” domandò la ragazza, notando l’imbarazzo dell’irlandese a quella  domanda “se ti va naturalmente” continuò lei “se hai già altri programmi...”.
Lui scosse la testa “no, non ho altri programmi...” si grattò la testa “a dirla tutta...mi piacerebbe molto”.
Angie sorrise “perfetto, andiamo a prendere la cena!”.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Niall e Angie erano seduti sul divano, stavano guardando un programma comico mangiando cibo cinese. Sembrava una delle classiche scene da film americano.
Niall infilzò un gambero con le sue bacchette “tana per il gambero!”  disse gettandosi il crostaceo in bocca.
“ridammi il mio gambero!” disse Angie cercando di afferrarne uno dalla vaschetta di Niall che l’allontanò dalla ragazza.
“al massimo posso darti il mio spring roll...o quello o niente!”.
Angie afferrò una porzione ancora intera di riso “i tuoi gamberetti per il riso, prendere o lasciare”.
Niall la guardò come un cane bastonato “sei davvero terribile, lo sai?” sbuffò “d’accordo”.
I due finirono la cena e continuarono a guardare ancora un po’ di tv sul divano.
“quando torna Liam?” chiese l’irlandese sbadigliando.
Angie controllò il suo cellulare “a momenti, credo” sbadigliò strofinandosi le braccia.
“hai freddo?” domandò Niall sorridendole.
“solo un po’, ma non importa” disse Angie cambiando canale.
Niall si avvicinò a lei e l’abbracciò, facendole poggiare la testa sul suo petto.
Il cuore del ragazzo batteva forte, era sempre così ogni volta che lei era nei paraggi. Le accarezzò la testa e sentì che era molto fredda “sei sicura di star bene? Sei congelata”.
Angie si voltò verso l’amico “si...sto bene”.
Non voleva spezzare quel momento così dolce. Amava le coccole, ma forse Niall avrebbe frainteso.
Si staccò dal ragazzo, ma addosso aveva ancora il suo profumo, mascolino ma dolcissimo.
Lui le sfiorò la mano e la guardò negli occhi “Angie...” prese una pausa “tu...sì, ecco tu...mi piaci” disse arrossendo.
Angie guardò le loro mani, poi incontrò gli occhi del ragazzo.
 
Anche tu mi piaci, ma non in quel modo.
 
Stette in silenzio, non sapendo come reagire.
Improvvisamente Niall le prese il viso tra le mani e la baciò, non era riuscito a resistere. Aveva trattenuto quel bacio per troppo tempo.
Angie si lasciò trasportare da quel bacio così dolce, ma poi si rese conto di non trarne alcun piacere.
Niall poggiò la sua fronte su quella della ragazza “perdonami Angie...” sospirò, come se avesse tentato di ucciderla “io...”.
La ragazza sospirò a sua volta “credo che tu debba andare” disse fredda,aveva bisogno di chiarirsi le idee, e in fretta.
Il biondo si alzò e prese il suo giubbotto, restando in silenzio.
Angie lo accompagnò alla porta, adesso stare accanto a lui era più strano che mai “ci si vede domani a scuola?” domandò lei timidamente.
Lui annuì, ma non riusciva a guardarla negli occhi “ok, a domani Angie...”.
Andò nel vialetto e fece suonare l’antifurto della sua macchina. Si sentì uno stupido, che gli era saltato in mente?
“Niall!” lo chiamò improvvisamente Angie.
Lui si voltò, sperando di non avere la sua faccia da pesce lesso “buonanotte” gli disse Angie sorridendo e salutandolo con la mano.
Anche lui sorrise e la salutò a sua volta “sogni d’oro...”.
In macchina il biondo accese lo stereo, ma il pensiero delle morbide labbra di Angie sulle sue era un tormento.
Aveva ancora il suo sapore sulle labbra, era come miele, la sua pelle era morbida, i suoi occhi verdi somigliavano a pietre preziose.
Le sue candide mani intrecciate con le sue, il suo profumo bellissimo l’aveva avvolto per un istante che sembrava infinito.
Niall accelerò, sperò tanto di non aver rovinato tutto con il suo gesto forse troppo impulsivo.
Angie si lasciò andare sul divano sospirando e digrignando i denti.
Prima stava per succedere con Zayn, poi era successo con Niall.
Perché era tutto così complicato?
Insomma, lei adorava Niall, ma era come un secondo fratello, mentre non sopportava Zayn, ma aveva scoperto il suo lato più nascosto.
Inoltre Liam odiava Zayn, e questo complicava ulteriormente le cose.
La porta si aprì “ciao, sei ancora sveglia Angie?” domandò suo fratello sorprendendola spaparanzata sul divano “com’è andato il primo giorno?”.
 
Bene, io e Zayn ci siamo anche quasi baciati.
Ah, e odio sua madre.
 
“bene” disse solo la ragazza, tralasciando quei particolari “tu piuttosto?”.
Liam si scrocchiò la schiena “serata di mance” sbadigliò “ti racconto domani, sono troppo stanco”.
La ragazza sorrise “aspetta” gli disse frugando nella borsa e estraendone una bustina “questo è per te”.
Liam osservò la busta e l’aprì “cavolo” esclamò “Angie non so cosa dire...” la richiuse “questi sono tuoi!”.
Angie scosse la testa e abbracciò suo fratello “è per ricompensarti di tutto quello che fai per me Liam...ti voglio bene!”.
Lui abbracciò la sorella e le schioccò un bacio sulla fronte “anche io te ne voglio...andiamo a dormire adesso, ok?”.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Angie non aveva chiuso occhio per tutta la notte, pensando e ripensando a come doveva comportarsi ora che Niall si era dichiarato apertamente.
 
Punto primo:
sii naturale  e non dire niente a Liam.
 
Si preparò una lista mentale mentre la prof parlava di qualcosa di non troppo interessante.
E se l’avesse scoperto? E se lo picchiasse?
 
E se lo scoprisse Zayn?
 
“che cavolo vado a pensare” borbottò la ragazza sbuffando. Si sentiva un fascio di nervi.
Già, Zayn non se ne sarebbe fatto nulla del loro bacio, non se ne sarebbe importato minimamente. Non dopo quello che era successo il giorno prima sulla moto.
 
Ma se gli importasse?
 
“Payne ti dispiacerebbe seguire la lezione?” la richiamò la professoressa Wilson guardandola in malo modo.
Angie arrossì, mentre una risatina da parte dei suoi compagni di classe fece eco al suo imbarazzo.
La campanella suonò e Angie cercò di restare calma, di non pensare a quello che era successo.
Andò a prendere il suo blocnotes, sentiva la testa pesante, un po’ per la confusione, un po’ per non aver dormito.
Prese le sue cose e si avviò verso l’aula di arte, forse la pittura l’avrebbe aiutata a rilassarsi. Nel corridoio una cheerleader la urtò, facendole cadere i suoi fogli.
Si apprestò a raccoglierli, quando qualcuno l’aiutò. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri di Niall, che le sorrise “ciao”.
Lei rimase un momento in silenzio, raccogliendo le sue cose “ciao” disse velocemente.
Niall trovò un bigliettino e cercò di leggerlo, ma Angie glielo strappò dalle mani “scusa, ma è una cosa privata” si alzò velocemente e poggiò i suoi disegni nella cartellina in modo disordinato.
“senti Angie...per quello che è successo ieri sera...”.
“per cosa?” cercò di far finta di niente lei, ma sapeva benissimo Niall a cosa facesse riferimento.
Lui sospirò “per il nostro bacio”.
“senti Niall...tu mi hai baciato, ok? Ma è come se non fosse successo...insomma noi siamo amici, no?” disse tutto d’un fiato Angie.
Lui si arrabbiò e l’afferrò per le spalle “no, non voglio essere solo tuo amico Angie...”.
Angie sentì la presa del ragazzo aumentare su di lei “perché Niall...”.
“perché io ti amo e ti voglio Angie...” disse Niall alzando un po’ la voce “è da quando ci siamo parlati che voglio dirtelo...ti amo”.
“cosa...?” bisbigliò Angie, ma Niall non riuscì a sentirla.
Lei scosse la testa, ancora più confusa. Si liberò violentemente dalla presa del biondo, aveva l’impressione che del fumo le stesse uscendo dalle orecchie. Lui era suo amico.
E aveva nascosto tutto quello.
Corse nel corridoio, non sapendo nemmeno dove si stesse dirigendo.
Andò sul retro della palestra e si lasciò cadere con la schiena contro il muro.
Si strofinò gli occhi cercando di non piangere, ma sentì che le lacrime erano pronte per frasi strada sulle sue guance.
 
No, non voglio essere solo tuo amico perché io ti amo e ti voglio Angie.
 
Si rannicchiò sulle ginocchia, non riusciva a credere che Niall, il suo migliore amico in realtà provasse tutt’altro che amicizia.
I suoi dolci abbracci, i suoi teneri baci.
Tutto adesso aveva un significato diverso, tutto assumeva un altro aspetto.
Niente era più come prima.
 Cercò di farsi forza, quando improvvisamente il suono di un fischietto da arbitro e delle voce attirarono la sua attenzione verso il campo da calcio.

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Capitolo 24
*** Capitoli 24/25 ***


Capitolo 24

Con una magnifica galoppata sulla fascia Liam passò il pallone a Zayn, che con una magnifica azione di prima andò in gol. Esultò abbastanza pacatamente e alzò il pollice verso Liam sorridendo.
Sul campo di calcio tirava un’aria tranquilla e i ragazzi si stavano divertendo a giocare in armonia.
Liam si voltò verso la rete che circondava il campo e notò sua sorella che lo stava guardando e che gli stava mimando con le labbra dei complimenti. La raggiunse, aveva uno sguardo strano.
Aprì la porticina e la avvicinò “come mai qui?” le domandò con il fiatone.
“niente, sono solo venuta a tifare per te” lo rassicurò Angie alzando le spalle.
“hai una faccia strana è successo qualcosa?” disse Liam preoccupato.
Amgie cercò di sorridere e guardò suo fratello “è tutto ok Liam, non preoccuparti”.
Qualcuno dal campo esultò, e alcune ragazze andarono in delirio. Angie guardò Zayn con le mani al cielo, quella era la sua esultanza, arrossì, era davvero carino quando aveva quell’espressione soddisfatta.
Liam notò quello sguardo “riguarda qualcuno in particolare vero?”.
Angie scosse la testa “oh, no, no...non è niente Liam, sono solo stanca”.
Il pakistano iniziò a fissare i due fratelli, poi distolse lo sguardo “Payne non perdere tempo, dobbiamo giocare!” gli urlò.
“vai, non preoccuparti...” disse ancora sua sorella tranquilla.
Liam le diede uno schiaffetto su un braccio “ti voglio bene”.
“anche io...”.
 
Quello ha fatto qualcosa a mia sorella. Ne sono sicuro.
 
Continuò a ripetersi Liam. Era strano che Zayn fosse così strafottente alla presenza della ragazza e che Angie fosse così strana. Doveva essere successo qualcosa.
La partita ricominciò e Angie stette a guardare suo fratello con le dita intrecciate nella rete. Le parole di Niall le risuonavano ancora in testa, cercava di metterle in fila, stava analizzando ogni singolo momento passato insieme. Come aveva potuto non accorgersi dei suoi sentimenti?
Un fischio la riportò alla realtà, Zayn era a terra e suo fratello in piedi accanto e lui.
“che le hai fatto?” urlò Liam.
Zayn lo guardò non capendo “ma che hai nel cervello?” si alzò guardando Angie che abbassò lo sguardo.
Il ragazzo lo spintonò “parla stronzo!”.
“calma Payne, non so nemmeno di cosa tu stia parlando” gli disse trattenendosi dal reagire.
Angie capì che suo fratello aveva frainteso, voleva intervenire, ma qualcuno la fermò prima che potesse entrare “dove credi di andare Payne?” le disse acida una cheerleader.
“tienila buona Cher” le disse Queen agitando la sua lunga coda bionda.
Irritata e con la voglia di strapparle tutti i capelli da testa, Angie si liberò dalla presa di Cher “che vuoi da me?” domandò rabbiosa, mentre anche sul campo il nervosismo dilagava.
“voglio solo che tu sparisca, devi diventare invisibile come lo eri prima” le disse Queen con aria di superiorità.
Angie strinse i pugni “non posso sparire...” la guardò negli occhi “io esisto, fattene una ragione!” lei stessa era sorpresa della frase che era appena uscita dalla sua bocca.
“come vuoi Angie...” ringhiò Queen “ma da oggi ti consiglio di fare molta attenzione”.
La ragazza si voltò verso la mini rissa in campo e aprì la porticina per entrare, infischiandosene di Queen e delle sue stupide minacce. Si fece spazio tra la folla cercando di raggiungere suo fratello.
“ma quanto sei carina oggi?” le disse un bestione, uno della squadra di basket.
Non finì nemmeno di complimentarsi che Zayn lo aggredì senza pensarci due volte “lasciala stare coglione!”.
Liam cercò di raggiungere Zayn, ma osservò stupito che il moro stava difendendo sua sorella.
Angie afferrò suo fratello per un braccio “sei un cretino, ti avevo detto che non era successo niente!” lo rimproverò Angie “perché non mi hai creduto?”.
“io...mi sono preoccupato...eri piuttosto strana...” si giustificò Liam.
Anche lui credeva che lei fosse una delicata bambola di porcellana.
Queen credeva di poterla buttare giù con qualche minaccia.
Quelli della squadra di basket credevano di poterla intimorire con le loro proposte disgustose.
Niall credeva di poterla conquistare con qualche moina.
Liam credeva che lei avesse paura di Zayn.
Zayn credeva che non sapesse difendersi dalle avances degli altri ragazzi.
 
Io. Non. Sono. Debole.
 
“ADESSO BASTA!” urlò fuori di se dalla rabbia.
Tutti si girarono verso di lei, con gli occhi sgranati e con la bocca aperta.
“smettetela tutti di trattarmi come una bambina!” disse con il corpo tremante, ma in quel momento il tremore era dovuto alla sua crisi di nervi “so cavarmela da sola, capito?”.
“m-ma...” balbettò qualcuno dalla folla.
“TAPPA QUELLA FOGNA!” urlò Angie “non sono una bambola di porcellana, ne ho abbastanza di tutti!”.
Zayn si alzò in piedi, non sapendo cosa dire. E pensare che quella ragazza sembrava sempre così dolce e timida...
Si rivolse proprio a lui “non c’era bisogno di aggredirlo, mi ha solo fatto un complimento...” gli disse con voce più calma. Il bestione la guardò malizioso “...un complimento poco gradito” aggiunse lei.
“sono muta non ho alcun tipo di disagio mentale...piantatela di trattarmi come se fossi diversa...” finì abbassando la testa e uscendo dal campo senza guardare nessuno negli occhi. Qualche lacrima scese, non era da lei comportarsi in quel modo. Ma era stanca di essere trattata come un fragile soprammobile.


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Capitolo 25

Preferì tornare a casa da sola, non aveva voglia di stare con suo fratello, non aveva voglia di stare con nessuno.
Quella sfuriata però l’aveva fatta sentire meglio.
Entrò in casa e si gettò sul salotto, non sapeva se le aveva dato più fastidio il fatto che tutti la considerassero debole o il fatto che Liam avesse aggredito Zayn senza motivo.
Il crollo le era forse stato causato da quello che era accaduto con Niall? O era dovuto alle minacce di Queen?
Andò a farsi una doccia rinfrescante e andò in camera sua. Sentì Liam entrare e preferì non andare a salutarlo.
Ma suo fratello bussò comunque alla sua porta “Angie...”.
Lei preferì non rispondergli, non aveva voglia di parlare.
“volevo solo dirti che...mi dispiace” disse mortificato il ragazzo.
Angie aprì la porta “è a me che dispiace...evidentemente non ti ho mai dimostrato di potermela cavare da sola”.
Liam tentò di abbracciarla, ma lei si scansò “sono ancora arrabbiata con te, Zayn non c’entrava niente”.
“lo stai difendendo?” s’irritò Liam “tu difendi quello?”.
“non lo sto difendendo...” borbottò “e smettila di fare il geloso”.
Liam sbuffò “io geloso? Ma per favore!” esclamò suo fratello “il fatto è che lui non mi piace nemmeno un po’!” incrociò le braccia.
“non lo conosci nemmeno!” continuò Angie.
“si che lo conosco, e anche meglio di quanto lo conosca tu” disse Liam cercando di non innervosirsi troppo, ma non riusciva a capire perché sua sorella stesse difendendo quel tipo che non faceva altro che infastidirla.
“credevi di conoscere anche me, ma ti sbagli!” gli urlò sbattendo la porta.
Liam diede un pugno sulla porta dal nervoso e andò in camera sua, sbraitando e imprecando.
Angie aveva voglia di gettare tutto dalla finestra, quando il suo cellulare squillò, era un messaggio:
 
Mega festa da Roxanne Resti, tutti invitati!
Fate girare!

E quelli come avevano avuto il suo numero?
Sbuffò e pensò che forse andare a divertirsi un po’ non le avrebbe fatto male.
E poi quella poteva essere la dimostrazione che poteva cavarsela da sola.
Scavò nel suo armadio alla ricerca di un vestito adeguato, ma purtroppo aveva solo felpe e jeans.
“ma certo!” esclamò sorridendo e sgattaiolò nello sgabuzzino. Trovò la gruccia ricoperta da un telo nero e lo portò in camera sua. Aprì la custodia e il colore glicine si rivelò in tutto il suo splendore.
Era un vestitino senza spalline, con balze leggere che le coprivano le gambe fino al ginocchio. Quello l’aveva comprato senza alcun motivo, semplicemente perché le piaceva.
Aspettò che Liam uscisse per andare a lavoro prima di telefonare al numero che le aveva inviato il messaggio. Rispose una ragazza che fu molto cordiale con lei, dicendole l’indirizzo preciso e come arrivare con i mezzi pubblici. Prese il cappotto e uscì, sospirando.
Non ebbe il coraggio di lasciare casa senza dire nulla, così lasciò un biglietto a Liam, ma era sicura che sarebbe tornata prima della fine del suo turno.
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La villa di Roxanne era immensa e dall’interno proveniva una musica potente e a tutto volume. Solo nei film Angie aveva visto una scena simile. Non poté non sentirsi come Cenerentola al ballo.
Entrò e la luce blu colpì il suo vestito che divenne di un colore viola brillante. Arrossì, era una delle rare volte in cui era vestita come una ragazza della sua età.
“buonasera...” le disse un ragazzo visibilmente ubriaco “ti sei fatta male?” le chiese alitandole in faccia.
Angie scosse la mano avanti al naso “no...perchè?” disse disgustata “che schifo” squittì.
“perché sembri caduta dal cielo, angioletto!” ridacchiò il ragazzo sfiorandole i capelli.
Lei indietreggiò “pessimo” commentò lei allontanandosi.
Si avventurò al centro della pista e cercò di abbozzare qualche “mossa” di ballo, ma si sentiva come un pesce fuor d’acqua.
Scosse la testa e si avviò verso il banco dei cocktail, facendosi spazio tra la gente, urtando qualcuno “scusa!” urlò cercando di sovrastare la musica.
Il ragazzo si girò, e Angie riconobbe Zayn “che ci fai qui?” domandò il ragazzo confuso.
Angie cercò di divincolarsi, ma lui l’afferrò “questo non è il posto per te!” le urlò.
“lasciami in pace!” disse lei nervosa “so cavarmela da sola!”.
“qui è pieno di gente ubriaca e fatta, è pericoloso!”.
Angie tirò a se il polso “sono abbastanza forte da reagire, non preoccuparti!” urlò prima di girarsi e andare verso il banco dei cocktail.
Seccato Zayn la raggiunse “vediamo quanto sei forte...”.
La caricò sulle spalle, ma nessuno si accorse dei due a causa della troppa musica.


spazio scrittriceeeeeeeeeee :)
che ne dite dei capitoli doppi?
spero che vi piaccia come idea, grazie a Liz per il suggerimento <3
Alla prossima
-CreepyGirl

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Capitolo 25
*** Capitoli 26/27 ***


Capitolo 26

“lasciami Zayn, mettimi giù!” protestò Angie scalciando.
Il ragazzo aprì una porta e scaricò la ragazza sul pavimento, prendendo fiato “quanto pesi...” si lamentò.
Angie si alzò “lasciami uscire, voglio divertirmi” disse seria.
“sei proprio una stupida lo sai?” la sgridò “qui c’è gente poco raccomandabile!”.
“ah, sì e come mai ci sei anche tu?” disse incrociando le braccia.
Lui sbuffò “sono un tipo poco raccomandabile...e sono abbastanza grande da cavarmela da solo.”.
Angie tentò di superarlo, ma lui la bloccò per i polsi “beh, anche io sono abbastanza forte da potermela cavare...” si interruppe e poi lo guardò con disprezzo “anche contro di te!”.
Zayn la guardò severo e strinse ancora di più la presa sui suoi polsi. La costrinse a indietreggiare e la spinse sul letto poco distante da loro.
Angie cercò di alzarsi, ma in poco tempo lui le bloccò mani e piedi “smettila di fare lo stupido Zayn!” disse lei cercando di liberarsi, ma il peso del ragazzo la sovrastava.
“non sei poi così forte” bisbigliò lui fissandola negli occhi.
Angie lo guardò negli occhi cercando di mantenere la calma “non è vero...”.
“lo sai che in questo momento potrei farti qualsiasi cosa?” domandò lui mantenendo un tono di voce duro.
La ragazza inghiottì della saliva “non mi faresti mai del male”.
Zayn ghignò “come fai a saperlo?”.
Lei scosse la testa “lo so perché altrimenti lo avresti già fatto...” sorrise.
“perché mi dici questo? ”
Lei sorrise ancora “perché io ti ho visto senza maschera” liberò una mano e la passò sul viso di Zayn “per un motivo che ignoro fai finta di essere un cattivo ragazzo...invece non lo sei”.
Lui la lasciò e si mise seduto sul letto “avevo ragione, visto?” gli sussurrò Angie sedendosi anche lei.
Zayn si grattò il capo, confuso dalla gentilezza e dalla comprensione della ragazza.
“perché hai sempre quello sguardo triste?” domandò la ragazza sfiorandogli l’avambraccio.
Lui la guardò, come se Angie avesse letto tutto quello che aveva dentro con un solo sguardo. Ma non poteva dirle cosa era costretto a subire quasi ogni giorno.
In silenzio lei appoggiò la testa sulla sua spalla “vorrei riuscire a farti sorridere...” sospirò lei.
“in questo momento ci stai riuscendo” le disse accarezzandole i capelli.
Angie si voltò verso di lui, scorgendo un mezzo sorriso. Accarezzò le labbra carnose del ragazzo e lo baciò teneramente. Fu un bacio rapido, come se lei avesse paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma Zayn le prese la nuca e rispose a quel tenero bacio.
Angie gli accarezzò i capelli, morbidi al tatto, poi gli sfiorò la nuca e sentì che lui fremette, così si fermò.
Anche Zayn le accarezzò la schiena, ma arrivato alla scollatura del vestito non ebbe il coraggio di continuare.
“sembra quasi...che abbiamo paura di toccarci” bisbigliò Zayn sorridendo leggermente.
Angie fece eco al suo sorriso “ho solo paura che...io...” balbettò.
Lui la zittì con un bacio “non voglio che tu sia a disagio...”.
“è questo che mi spaventa...” disse lei guardandolo negli occhi e accarezzandogli la mascella “quando sei con me sto bene” ammise arrossendo. Notò un segno rosso sotto la camicia del ragazzo “cos’è quello?”.
Zayn sbottonò un bottoncino “un tatuaggio...” arrossì, sapendo che lo sguardo di lei era concentrato sul suo petto “non so nemmeno io perché...”.
“è carino” sorrise lei.
I due si guardarono ancora negli occhi, Angie lo baciò senza esitare, e lui con un tocco leggero la distese. Angie ebbe un brivido e iniziò a respirare irregolarmente.
“scusami...forse ho esagerato” disse il ragazzo abbassando lo sguardo.
Angie afferrò la sua nuca e scosse leggermente la testa “non preoccuparti...”.
I due ricominciarono a baciarsi, mentre Zayn continuava a essere nervoso. Eppure lui era sempre così distaccato in quei momenti...
Con lei era diverso, la sua mano vagò sulla gamba della ragazza, non magra come quella della altre, ma con quel tocco di carne in più che lo faceva andare fuori di testa.
Angie gli sfiorò la schiena con tocchi leggeri, quasi impercettibili e ogni volta che lui sentiva il suo tocco s’irrigidiva. Improvvisamente lei gli diede un bacio sul collo e Zayn si bloccò e si alzò.
“ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò Angie notando che lui aveva la camicia sbottonata.
Lui scosse la testa, era rosso come un pomodoro.
 
Perché mi sento così nervoso? Cazzo, non è la prima volta...
 
Arrossendo Angie abbassò lo sguardo “ti chiedo scusa...forse quel bacio ti ha infastidito?” si mortificò.
“no, no...” disse imbarazzato “è solo che non voglio correre troppo...”.
Angie arrossì, Zayn aveva ragione.
“che ne dici di curiosare un po’ in casa?” domandò lei saltando giù dal letto per cambiare discorso.
“non credo sia una buona idea...” disse lui alzandosi e sistemandosi i capelli.
Lei lo prese per mano “dai, vieni con me!” disse facendogli l’occhiolino.

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Capitolo 27

“ZAYN VIENI QUI!” urlò Angie improvvisamente.
Il ragazzo corse subito da lei, spaventato. Si calmò quando vide la ragazza sorridere e aprire una porta “mi ha spaventato...” disse confuso.
Angie lo prese per mano “ho una sorpresa per te...” gli disse dolcemente “chiudi gli occhi”.
Lui annuì e si fece guidare dalla ragazza in una stanza che profumava di nuovo e di libri.
Sentì un rumore strano e aprì gli occhi, sbalordito “un pianoforte?”. Meravigliato si avvicinò al piano e sfiorò la laccatura nera e lucida “ma...perché?”.
“un uccellino mi ha detto che sei bravo a suonarlo”  fece l’occhiolino e si sedette su un lato della panca.
Zayn la raggiunse e sfiorò un tasto “sembra accordato...” farfugliò “ha un suono davvero bello”.
Anche lei suonò un tasto “ti piace?” domandò sorridendogli.
Lui annuì, concentrato sui tasti bianchi e neri. Era da tanto che non suonava, e in più adesso aveva la possibilità di farlo indisturbato.
“se vuoi ti lascio solo con lui” scherzò Angie.
“non dirlo nemmeno per scherzo” fu serio Zayn afferrandole la mano.
Lei sorrise “allora suona qualcosa...”.
 
Una canzone.
Deve essere una bella canzone da dedicarle.
 
Zayn si morse il labbro, non voleva niente di troppo sdolcinato o volgare, niente che potesse rompere quel momento così profondo.
“profondo...” bisbigliò lui “che ne dici di Underwater di Mika?” propose lui titubante.
Lei sorrise di più “la conosco...è una delle mie preferite!”.
“ok...vada per Underwater!”.
Angie osservò le dita di Zayn mentre veloci suonavano i tasti, producendo un suono dolce e malinconico, il suo sguardo era concentrato sulla musica, in quel momento lui era più bello che mai.
 
...‘Cause all I need
Is the love you breathe...

Cantò Zayn guardandola negli occhi. Angie sorrise e rispose:
...Put your lips on me and
I can live underwater...

I due ridacchiarono e Zayn la baciò dolcemente “vieni via con me” le sussurrò.
Si alzò improvvisamente e la prese per mano “andiamo via!” le urlò ridendo.
“Zayn sono scalza!” rise Angie seguendolo “dove mi porti?”.
Il ragazzo la guidò sulla terrazza della villa, il paesaggio era fantastico, avere suonato liberamente il piano era stato fantastico, avere la sua piccola Payne con lui era fantastico. Era come se in quelle ore tutto il dolore fosse solo un lontano ricordo.
Improvvisamente lasciò la mano della ragazza e salì sul cornicione del palazzo “ma che fai?” gli urlò Angie preoccupata “scendi è pericoloso!”.
Con tutto il fiato che aveva in corpo il ragazzo urlò, si sentiva libero, si sentiva bene.
“ma sei pazzo?” gli disse Angie sollevata che fosse finalmente sceso.
Lui sorrise le la prese in braccio, facendola girare “sono felice!” esclamò lui.
Angie lo abbracciò “tu sei completamente fuori!” scherzò.
“andiamo via...scappiamo!” propose Zayn con gli occhi che gli brillavano.
“quando vuoi!” disse lei abbracciandolo e poggiando la testa sul suo petto mezzo nudo “mi piacerebbe andare a vivere a Barcellona!”.
Lui sorrise “ovunque va bene per me...basta che ci sia tu”.
Lei lo guardò alzando un sopracciglio “sta bene signor Malik? Credo che lei stia davvero impazzendo”.
“beh, sono su un attico con una ragazza stupenda e con la camicia sbottonata a Febbraio” storse la bocca “sì, credo di star impazzendo”.
Angie rise e lo strinse più forte, quando sentirono improvvisamente delle voci provenire dal cortile.
Zayn andò a dare un’occhiata giù. La sua espressione cambiò e perse colore.
“che succede?” domandò Angie raggiungendolo “perché hai quella faccia?”.
“devo andare” disse lui passandosi una mano tra i capelli.
Il ragazzo si fiondò giù dalle scale e Angie lo seguì “aspetta Zayn!” lo raggiunse e lo afferrò per mano “che ti è preso?”.
Cercando le parole giuste le spiegò “ero in punizione e adesso il mio patrigno è qui” sospirò “se mi prende sono nei guai”.
 
Questa volta quello mi uccide.
 
Nervosamente strinse la mano di Angie.
“sei venuto con la moto?” domandò lei.
Annuì “è dietro la villa” lui la guardò perplesso “che hai in mente?”.

 

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Capitolo 26
*** Capitoli 28/29 ***


Capitolo 28

Con il vento gelido sulla pelle Angie aumentò la stretta attorno alla vita di Zayn che si stava dirigendo verso casa Payne in moto.
Dopo i primi metri correndo Zayn rallentò sapendo che Angie aveva paura della velocità e strinse la mano della ragazza per rassicurarla.
Giunsero nel vialetto di casa Payne, e Zayn aiutò Angie a scendere “bella corsa, no?” scherzò.
Lei ignorò la frase e guardò dentro casa, suo fratello non era ancora tornato “vieni dentro” gli disse raggiungendo la porta.
Zayn parcheggiò la moto e raggiunse la ragazza sulla porta “non credo che sia conveniente farmi entrare...”.
“mio fratello non c’è”.
“appunto”.
Angie sorrise in modo leggermente malizioso “voglio solo darti una giacca, non montarti la testa!”.
I due entrarono e Angie strappò il biglietto che aveva scritto prima di uscire “accomodati pure sul divano, torno tra poco”.
Zayn si gettò sul divano e vide qualche foto di Angie da bambina “che carina” sospirò guardando la foto che la ritraeva mentre giocava nel fango. Il suo sguardo cadde su una foto di lei e Liam allo stadio. Pensò che i due dovevano essere molto uniti.
 
Deve essere bello avere un fratello maggiore...e che ti voglia bene.
 
Improvvisamente notò due visi estranei: erano i genitori dei fratelli Payne.
In effetti Zayn non aveva la più pallida idea di che fine avessero fatto i genitori di Angie e Liam, ne lei ne suo fratello ne parlavano mai.
“credo che questa ti possa andare!” disse Angie scendendo dalle scale.
Lui si girò “ah, grazie...Angie”.
 
Quanto mi fa strano chiamarla per nome?
 
Lei sorrise “non c’è di che” gli disse aiutandolo a indossare una delle felpe di Liam.
Zayn la strinse a se e la baciò “è stato divertente, no?”.
“beh, siamo scappati come due ladri...” ridacchiò Angie “ma dovrai pur sempre affrontare il tuo patrigno una volta a casa”.
A quelle parole rabbrividì, ma dissimulò il tutto accarezzandole la testa.
“ti aiuterò ad affrontarlo se servirà” disse Angie stringendolo “ti salverò io” continuò scherzando, ma Zayn sbiancò al pensiero che lei potesse affrontare sua madre e Jack.
La serratura scattò e Liam li vide abbracciati.
“Liam...” disse Angie con la stessa espressione di chi è stato beccato con l’amante.
Avrebbe voluto urlare, sentiva che sua sorella l’aveva in qualche modo tradito “che ci fa lui qui?” disse invece con tono rabbioso.
“posso spiegarti...” disse Angie andando verso di lui.
Liam la guardò “perché sei vestita così?”osservò bene anche Zayn. Entrambi avevano l’aria sconvolta.
“Liam...”.
Il ragazzo alzò una mano per zittire Zayn “sta zitto Malik” si rivolse a sua sorella “mi hai davvero deluso lo sai?” le disse cercando di non esplodere “tu...con lui?!”.
“è colpa mia Liam” disse Zayn assumendo una strana espressione “è con me che devi prendertela...il mio piano per farti incazzare ha funzionato anche questa volta”.
Angie e Liam guardarono Zayn.
“te l’avevo detto che mi sarei fatto tua sorella” ghignò “mi spiace piccola Payne, è stato tutto molto...interessante”.
Angie sorrise “Zayn che stai dicendo?” scosse la testa, non voleva credere a quello che Zayn stava per dire.
“la parte del cucciolo smarrito mi riesce davvero bene”.
Era come le sue orecchie si fossero rifiutate di recepire il messaggio “stai scherzano vero?” chiese con le parole che le morivano in gola.
“non provo alcun tipo di interesse per te...” fu duro Zayn “l’unica cosa che volevo era umiliare questo stronzo” continuò mantenendo un’espressione a metà tra l’essere soddisfatto e divertito.
“vattene” ringhiò Liam “fuori da casa nostra”.
Zayn abbassò la testa e uscì fuori, mantenendo lo sguardo basso e un sorrisetto malizioso.
Angie, ancora incredula, lo seguì “aspetta un momento” disse trattenendosi dall’urlare.
“che vuoi?” rispose lui con tono duro.
Lei gli si parò davanti “ripeti tutto quello che hai detto guardandomi in faccia” senza volerlo lei iniziò a tremare “GUARDAMI NEGLI OCCHI E RIPETI QUELLA FOTTUTA FRASE!” urlò.
Lui sbuffò “non provo niente per te, niente. Mettitelo in testa”.
Angie sentì spezzarsi il cuore, possibile che tutto quello che era successo poche ore prima fosse solo una finzione? “credevo che...”.
“è stata una bella recita, no?” la interruppe lui ghignando “sono un tipo poco raccomandabile, ricordi?”.

 
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Capitolo 29

Tutta la delusione si trasformò in rabbia, Angie sentì le gambe molli perché tutta la sua forza si concentrò nel braccio e dal braccio alla mano che partì per schiaffeggiare quel ragazzo che lei amava.
Che aveva imparato ad amare.
Che le aveva spezzato il cuore con una sola frase.
A quella improvvisa reazione così violenta Liam sobbalzò, ma non era affatto sorpreso. Conosceva bene sua sorella, voleva dire che era davvero arrabbiata. Ma questo non gli avrebbe impedito di farla una bella lavata di testa.
Zayn invece rimase immobile davanti a lei, non sapendo come reagire.
“sei davvero incredibile...” disse Angie trattenendo le lacrime “non puoi avermi mentito”.
Lui si riprese e con tono neutro affermò “che ti piaccia o no questo sono io piccola Payne, è stata tutta una recita” alzò un sopracciglio “le mie parole erano solo cazzate, dovresti fartene una ragione”.
Si scansò digrignando i denti e sentendosi una stupida ad avergli creduto  “vattene...non rivolgermi mai più la parola”.
Senza continuare il ragazzo andò via, senza guardarsi indietro e infilò il casco mentre Angie era ancora lì, immobile come se fosse una statua.
Dopo che lui se ne fu andato Angie rientrò in casa, bisognosa di sfogarsi e di urlare, salì le scale ma Liam la fermò “dobbiamo parlare di un paio di cose”.
“ho sbagliato, lo so, ma...” iniziò sua sorella.
“Angie tu mi hai tradito!” alzò la voce il ragazzo “andare a una festa senza dirmi nulla...”.
Angie strinse la stoffa spiegazzata del vestito “è stato solo un colpo di testa”.
 “hai almeno idea di come mi sento adesso?” domandò Liam.
Lei si voltò, il suo sguardo era di pietra “non venire a farmi la predica adesso” disse abbassando lo sguardo “so tutto di te e Liz”.
Suo fratello strinse i denti “non stiamo parlando di me adesso, ma di te e di...cavolo, Zayn?!” pronunciò il nome del ragazzo con rabbia, come se anche il nome del ragazzo gli provocasse irritazione.
Angie guardò Liam con frustrazione “no, non parliamo solo di me adesso, parliamo anche di te!” si spazientì la ragazza “perché hai sempre i turni serali dimmi un po’?” domandò furiosa “perché ogni santa sera ti vedi con lei, senza dirmi niente!”.
“che male c’è?” domandò Liam.
“nessuno, non c’è niente di male Liam, ma avrei gradito che tu me ne parlassi!” gli urlò Angie con voce stridula.
“almeno la mia ragazza non mi ha usato”.
Le lacrime pizzicarono gli occhi di lei “questo non dovevi dirlo...” singhiozzò.
Liam sospirò, deluso “non è tanto per lui, ma per quello che hai fatto. Credevo che noi due fossimo una squadra”.
“lo credevo anch’io, ma a quanto pare ci sbagliavamo entrambi”
Senza nemmeno lasciare a suo fratello il tempo di rispondere corse in camera sua, non riusciva più a trattenersi dal piangere.
Si gettò sul letto, con le lacrime che ormai potevano scorrere liberamente senza che nessuno la vedesse.
Quando gli occhi iniziarono a bruciare per il troppo pianto, iniziò a urlare e imprecare con il viso sepolto nel cuscino, in modo che la sua voce rauca e i suoi singhiozzi venissero ammortizzati.
Non riusciva a crederci.
Non poteva crederci.
Dopo qualche ora, la frustrazione e la rabbia lasciarono posto alla tristezza e alla rassegnazione.
Alzandosi, Angie tolse il vestito e indossò il pigiama, cercando qualsiasi cosa che avrebbe potuto distrarla da quello strazio.
Si sedette alla sua piccola scrivania, tirando su con il naso e torturandosi i capelli.
Una bozza degli occhi di Zayn attirò la sua attenzione.
Un nuovo mare di lacrime stava per farsi spazio sul suo volto, prese il foglio, ma invece di stracciarlo lo guardò fisso e poi lo ripose in fondo alla sua cartellina.
Possibile che lui le avesse mentito così?
Ripensò al suo timido sorriso, poi alla gioia che aveva provato quando l’aveva presa tra le braccia sul terrazzo della villa.
Era stato davvero tutto finto?
Angie sospirò, e ritornò a coricarsi, pensando che se davvero tutto quello che era successo tra di loro era stata una recita, il signor Zayn Malik meritava un premio Oscar.

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Capitolo 27
*** Capitoli 30/31 ***


Capitolo 30

Da quel venerdì sera tra lei e Liam c’era uno strano rapporto, limitato alle risposte a monosillabo. Era una cosa davvero insolita quella, specialmente per due fratelli uniti come loro.
Quella mattina Angie decise di essere diversa dal solito, non indossò la sua solita felpa color topo, ma mise un maglioncino carino non troppo aderente e un jeans, pettinò i capelli e li lasciò sciolti, cosa che non faceva quasi mai.
Si guardò allo specchio stranita da quella nuova versione di se. Ma forse quel cambio di look l’avrebbe fatta apparire più sicura, meno vulnerabile.
“è tutta scena, una recita” si disse allo specchio, sfilandosi il maglioncino e indossando un comune cardigan nero come il suo umore e legandosi i capelli in una treccia morbida.
Scese in salotto incrociando lo sguardo di Liam “ciao” bisbigliò, temendo che suo fratello fosse ancora arrabbiato con lei.
“ciao” rispose invece lui, sentendosi in colpa per non aver raccontato a sua sorella della sua relazione con Liz. Glielo aveva tenuto nascosto senza un perché, forse aveva avuto come il timore che sua sorella potesse esserne gelosa e pensare che con la presenza di Liz le avrebbe voluto meno bene, ma non era così, le avrebbe amate entrambe e allo stesso modo. “come stai?” domandò Liam preoccupato.
 
Male.
Malissimo.
 
Lei sorrise “è tutto ok”  sospirò “volevo solo chiederti...ecco...” balbettò, sperando che suo fratello la capisse.
Suo fratello l’abbracciò”vieni qui...”.
Angie si strinse a suo fratello “mi sei mancato Liam...”
“mi sei mancata anche tu sorellina!” esclamò accarezzandole i capelli.
“scusami...per tutto.”.
Lui scosse la testa “no, sono io che devo scusarmi Angie...dovevo dirti prima di Liz”.
Anche lei gli accarezzò la schiena “è una brava ragazza” sorrise “mi piace”.
Liam la guardò negli occhi, felice di aver sentito quelle parole “vorrei che ci dicessimo tutto da adesso, ok?”.
Sua sorella annuì, stringendolo forte “tu sei tutta la mia famiglia Liam...”.
“e tu la mia...per questo dobbiamo esserci sempre, l’uno per l’altra” improvvisamente il ragazzo sciolse l’abbraccio e guardò l’orologio “adesso basta con tutte queste smancerie, o faremo tardi!”.
Angie incrociò le braccia “spero che con Liz tu sia diverso” lo punzecchiò “povera ragazza, avrebbe potuto scegliere di meglio!”.
Liam le diede un pizzicotto sul braccio “stupida, sbrigati e prendi la borsa!”.
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Angie scese dall’auto e cercò di non pensare a nient’altro che se stessa.
Mentre tutti sembravano non far caso a lei, una cheerleader cominciò a fissarla con malizia e Angie cercando di non darle peso si fece scudo con i libri e andò al suo armadietto.
Sentì una risata familiare e si voltò verso il gruppetto della squadra di basket capitanata da Zayn, che non incrociò il suo sguardo. Angie abbassò il capo ripensando a quella sera “è stata tutta una farsa” cercò di convincersi.
“ciao...”.
Lei alzò lo sguardo e vide Niall “ciao”.
Il biondo aveva l’aspetto di un cane bastonato “io volevo chiederti scusa...per tutto”.
Doveva aveva già sentito quella frase in quella stessa giornata?
Con la bocca aperta Angie lo fissò “no, Niall, non c’è bisogno...”.
“invece sì!” la interruppe “sono solo un egoista, non ho pensato a come ti saresti potuta sentire tu...” si fermò e trattenne il fiato “mi mancate da morire...tu e Liam”.
“Niall...” Angie gli poggiò una mano sulla spalla “io...mi dispiace ma per me sei...un fratello” gli disse mordendosi la lingua temendo una reazione negativa da parte dell’irlandese.
Niall la guardò con i suoi occhi profondi “mi perdonerai?”.
Lei sorrise e l’abbracciò “io tu e Liam siamo un trio, ricordi?”.
Il biondo ricambiò l’abbraccio “grazie Angie, significa molto per me” sorrise come un bambino “tu e Liam siete i miei migliori amici”.
“sono contenta di aver fatto la pace con te” gli sussurrò sorridendo e pensando che quella mattinata era cominciata bene.
Nel frattempo da lontano Zayn li osservò.
 
Non ci ha impiegato molto per dimenticarmi.
 
Poi ripensò a quello che le aveva detto.
 “guarda la sorella di Payne...” ridacchiò un membro della squadra.
Kevin sgomitò verso di lui “quella è zona di caccia riservata a Zayn!” rise di gusto il ragazzo.
Anche Malik ridacchiò, cercando di non dare a vedere che il fatto che lei fosse attaccata a Niall lo infastidisse “potete fare quello che vi pare, non me ne frega un cazzo di lei” disse a denti stretti.
La campanella suonò e Zayn cercò lo sguardo di Angie.
In quei giorni non si era riuscito a dare pace per quello che le aveva detto e quando era tornato a casa tutte le botte che aveva ricevuto non erano niente in confronto allo schiaffo che gli aveva dato Angie quella sera.
Ma l’aveva fatto per proteggerla da un eventuale litigio con Liam, per proteggerla dalla sua brutta storia, per difenderla da sua madre, Elise, che non si farebbe fatta alcuno scrupolo nell’umiliarla se fosse servito ad allontanarla.
Aveva dovuto allontanarla per proteggerla da se stesso, doveva allontanarla perché l’amava alla follia.

 
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Capitolo 31

Sul parquet di legno chiaro gli scarpini di Zayn producevano un rumore ritmico, specialmente quando scansava gli avversari per andare a canestro.
Lo sport lo distraeva da tutto quello che lo faceva star male, e si sa,  in campo conta solo vincere.
Ma nella vita lui aveva perso.
Strinse i denti e commise un brutto fallo su un suo compagno.
“MALIK COS’è TUTTA QUESTA AGGRESSIVITÀ NEGLI ALLENAMENTI?”  urlò il coach “CONSERVA LA TUA RABBIA PER LA PROSSIMA PARTITA!”.
Liam finì la sua corsa di riscaldamento e il coach si avvicinò a lui “forza signorina, tiri liberi!” gli disse nervoso come al solito “SCATTARE!”.
“sissignore!” disse con respiro affannoso.
 
Gli manca solo la frusta e poi siamo apposto!
 
Il piccolo Phil inciampò improvvisamente e andò a sbattere contro Liam “scu-scusa Liam”.
“devi stare più attento!” lo ammonì il ragazzo, notando che il piccoletto non lo stava guardando. Si girò dallo stesso lato in cui stava guardando Phil e scorse sua sorella che lo guardava sorridendo.
Angie raccolse un pallone e lo lanciò a un ragazzo “PALLA!” urlò lanciandolo.
Lui la raggiunse “che ci fai qui?” domandò con l’affanno.
 “ho finito da poco la lezione di economia così ho pensato che ti avrebbe fatto piacere...”.
“CHE CI FA QUI UNA SIGNORINA?!” urlò il coach, spaventando Angie.
La ragazza lo guardò dispiaciuta “mi scusi, sono venuta qui per...”.
“È LA TUA RAGAZZA PAYNE?” domandò sempre urlando il coach.
“potrebbe abbassare la voce per favore?” domandò cortese Angie.
Tutti si voltarono verso di lei, nessuno si era mai azzardato a dire una cosa al sergente...emh...professore.
L’uomo si schiarì la voce e guardò la ragazza apprezzando il suo coraggio “certo, signorina”.
“la ringrazio professore...comunque Liam è mio fratello”.
Zayn guardò la scena, pensando che quel giorno Angie fosse più bella del solito. Forse aveva incantato anche il professore?
 
Non guardarla. Sii distaccato.
 
Una grassa risata del professore rimbombò nella palestra “era per questo che ti eri distratto Todd?”.
Phil arrossì “è carina” bisbigliò.
Anche Angie arrossì “ti ringrazio” gli porse un fazzoletto per asciugarsi il sudore.
Zayn digrignò i denti “sii distaccato” ripeté tra se e se, guardando come quel piccoletto rideva e scherzava con la sua piccola Payne.
Non potendone più di tutte quelle moine Zayn afferrò il pallone più vicino “PALLA!” urlò Zayn con tutta la rabbia che aveva in corpo e lanciò la palla verso Phil, colpendolo in pieno.
Il gracilino cadde al suolo gemendo.
Angie si avvicinò a Phil preoccupata “che pallonata...” si voltò verso Zayn, che non sembrava affatto impensierito dalle condizioni del ragazzetto.
Rabbiosa si avvicinò a lui “sei davvero uno stronzo sai?!” gli urlò contro, aveva voglia di prenderlo a pugni. E non solo per la questione di Phil.
A quella parola Zayn sentì le orecchie fischiargli, come se in quel momento migliaia di gatti avessero graffiato una lavagna.
Liam prese sua sorella per mano “calmati tigre, portiamo Phil in infermeria...”.
Guardandolo con disprezzo Angie si allontanò.
 
Non posso essermi innamorata di un ragazzo del genere.
 
Queen sembrò leggere in faccia quello che Angie aveva pensato. Tra quei due c’era qualcosa, e qualsiasi cosa fosse stata, doveva essere distrutta.
Si avvicinò a Zayn “come mai così nervoso?”.
“fatti i cazzi tuoi” rispose lui acido e pronto per allontanarsi da lei.
Queen lo bloccò “non trattarmi così, non me lo merito”.
Zayn si liberò dalla sua presa con violenza “voglio stare da solo” disse non degnandola di uno sguardo.
“così mi fai soffrire”.
Improvvisamente Zayn si fermò e la baciò con forza. Queen rispose a quel bacio, soddisfatta “Zayn...sapevo che...”.
“adesso vattene” ritornò a giocare come se quel bacio non avesse alcun valore per lui.
La cheerleader andò via sorridente, si rivolse a una sua compagna di squadra “hai ripreso tutto?”.
“sì...” ghignò maliziosa “ma non capisco perché...”.
Queen la interruppe “dai tempo al tempo Carol...” ridacchiò “ci sarà da divertirsi”.

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Capitolo 28
*** Capitoli 32/33 ***


Capitolo 32

“grazie per avermi aiutato ragazzi!”
“sicuro di star bene Phil?” domandò lei gentile.
Phil annuì “sì, non preoccuparti ci sono abituato...quello fa sempre così”.
Quello era chiaramente riferito a Zayn. Angie inghiottì della saliva.
Doveva calmarsi, non pensare al ragazzo dolce che credeva si nascondesse in lui. Zayn Malik l’aveva usata solo per ferire suo fratello.
 
È una buffonata, lui era sincero.
 
“Angie? Proonto?” suo fratello Liam agitò una mano davanti al suo sguardo perso nel vuoto.
Lei scosse la testa “sì, sono sveglia...”.
“il tuo cellulare ha squillato”.
Angie prese il telefonino e notò un SMS:
 
ho dimenticato il mio quaderno nella sala di musica...potresti prenderlo tu per favore?
XX quello smemorato di Niall
:)

 
Sospirò “Niall ha dimenticato il quaderno nella sala di musica...vado a recuperarlo”
“quel ragazzo avrebbe bisogno di una cura di fosforo!” scherzò Liam “nel frattempo vado a prendere l’auto ok?”.
“ok, ma non metterci due ore come al solito!” disse dando un piccolo pugno sul braccio di suo fratello e dirigendosi nell’aula di musica.

Tutto era incredibilmente silenzioso, anche se mancava poco alla fine delle lezioni. Angie entrò nell’aula di musica, scorgendo subito il quadernetto di Niall e lo prese.
Prima di uscire dall’aula si guardò attorno e vide il pianoforte.
Quel pianoforte, quella stanza lontana dalla realtà, quella canzone, quel bacio. Quelle parole.
Tutto falso.
Ma quegli occhi erano sinceri, così come quel sorriso dolce.
Restò così, impalata e appoggiata alla porta a pensare e ripensare a quella scena che si ripeteva continuamente nella sua testa come un film inceppato.
La porta si aprì di colpo e Angie cadde all’indietro, ma fu afferrata da qualcuno alle sue spalle.
Era lui.
“che ci fai qui da sola?” domandò Zayn non lasciandola.
Angie abbassò lo sguardo, anche la sua voce sembrava farle male “non credo che siano affari tuoi” si liberò, non riuscendolo a guardare negli occhi “divertiti pure a fare finta di niente Zayn...” continuò dura “tu con me sei stato sincero”.
Lui sospirò “quel ragazzo che hai conosciuto alla villa di Roxanne non esiste...”.
“è nascosto da qualche parte dentro di te” lo interruppe lei “sotto tutto il marcio che ti sei creato intorno...c’è il ragazzo che...” un singhiozzo la scosse “sì, c’è il ragazzo che amo”.

A Zayn si spezzò il cuore. Quelle parole gli facevano più male di qualsiasi altra cosa “non possiamo e lo sai”.
“perché dici così? Lo sai che mi stai facendo male?!” finalmente Angie ebbe il coraggio di guardarlo “sei solo tu quello che si sta creando mille problemi!”.
Il ragazzi si passò una mano tra i capelli, esasperato e colpevole. Una manica gli si alzò, rivelando il braccio graffiato e pieno di lividi.
“ma cosa...” Angie guardò bene le ferite “e quelle come te le sei fatte?”.
Zayn ricoprì subito il braccio “non è niente...stanne fuori”.
Solo allora Angie si ricordò che quando l’aveva visto in palestra aveva entrambe le braccia fasciate, ma la rabbia aveva messo la cosa in secondo piano.
Afferrò il ragazzo e scoprì l’altro braccio, anche quello con alcuni lividi.
“che cazzo ti è successo, perché hai quelle orribili cose?” chiese lei in ansia.
Lui non rispose, si limitò a guardare altrove.
“rispondi!” continuò lei “perché hai questi graffi?”.
“te l’ho già detto una volta, stanne fuori Angie”.
Lei delusa da quella risposta trattenne le lacrime “d’accordo, resterò fuori dalla tua vita...se è quello che vuoi” aprì la porta e uscì, ancora preoccupata per quelle ferite.
Zayn strinse forte i pugni, lasciandosi i segni delle unghie sui palmi.
 
Sotto tutto il marcio che ti sei creato intorno...c’è il ragazzo che amo.
 
Lo aveva detto apertamente, con lo sguardo di una ragazza che nonostante tutto ancora ci sperava.
“perché vede ancora qualcosa di buono in me?” si chiese Zayn abbandonandosi contro il muro.


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Capitolo 33

Gettò il mozzicone della sua sigaretta nell’immondizia fuori casa sua, cercando di cancellare quello che Angie gli aveva detto, ricordandosi costantemente di tenerla fuori dalla sua vita per il suo bene.
E poi lei si sbagliava, chi avrebbe mai potuto amare un errore come lui?

Aprì la porta di casa, ma preferì non annunciare il suo ritorno, quello che voleva era semplicemente cambiarsi per poi andarsene da quell’inferno.
Tutto era stranamente silenzioso “c’è nessuno?” domandò sospettoso, finché non notò un barattolino di pillole vuoto e sentì Denise piangere.
Gettò la borsa sul pavimento e corse lungo le scale, temendo che quella pazza di sua madre avesse potuto aver fatto del male alla piccola.

Spalancò la porta della camera da letto e ritrovò Denise che piangeva sul corpo della donna riversato sul pavimento. Prese subito la bambina e l’allontanò, abbracciandola “calmati piccola, che è successo?”.
“mamma è morta!!” urlò la piccola senza smettere di tremare e singhiozzare.
Con il terrore nel cuore Zayn guardò verso Elise, notando che il suo petto si sollevava e si abbassava ritmicamente. Sospirò e accarezzò la sorellastra “no tesoro, sta solo dormendo...”.
Denise lo guardò con suoi languidi occhi blu “davvero?”.
Lui annuì, asciugandole le lacrime “è stanca perché lavora molto” disse, ma non era sicuro di aver convinto la piccina.
Si avvicinò a sua madre, preoccupato. La sollevò con quanta più cura possibile e la poggiò sul letto “sta tranquilla, la mamma si riprenderà presto” disse sorridendo a Denise per tranquillizzarla “è cominciato Sesame Street” le fece notare e la piccola corse subito davanti al televisore.

Andò a prendere un asciugamano dal bagno e con l’acqua fresca del rubinetto la bagnò leggermente, tornò da sua madre e le rinfrescò la fronte.
Scese poi in cucina per preparare una camomilla calda e controllò che Denise stesse guardando la Tv tranquillamente. Vide il telefonino di sua madre e sospirando lo prese, chiamando il suo patrigno.
L’uomo rispose dopo alcuni squilli “pronto Elise?”.
“sono Zayn...” disse il ragazzo cercando di non sembrare troppo nervoso.
“che è successo, dov’è Elise?” si agitò Jack.
Zayn abbassò la fiamma sotto il pentolino d’acqua bollente “la mamma si è sentita male, adesso sta dormendo”.
“si è sentita male?”.
“ha ingerito tutto il flacone di antidepressivi...” disse con un sospiro e massaggiandosi le tempie.
Un sospirò riempì l’altoparlante del telefono, Jack sembrava seriamente preoccupato “chiama il dottor Jacobs, io torno tra poco”.
Zayn annuii e staccò la chiamata.

Perché lo stava facendo? Insomma, quelli erano i suoi aguzzini, meritavano di soffrire.
Poi guardò la piccola Denise. Doveva farlo per lei.

Dopo aver messo l’infuso in una tazza ritornò al piano di sopra e si sedette sulla poltroncina accanto al letto e sorseggiò la camomilla, per calmarsi.
Osservò sua madre, era completamente diversa da lui, con gli stessi occhi azzurri di Denise e i suoi stessi ricci morbidi e chiari. Nessuno avrebbe mai pensato che lui fosse figlio di una donna dai tratti così delicati.
La donna si mosse leggermente e aprì gli occhi, guardandolo “che ci fai qui?” gli disse con il suo solito tono privo di affetto.
“sei svenuta e hai fatto spaventare Denise” spiegò il ragazzo ignorando il disprezzo di sua madre nei suoi confronti.
“adesso dov’è la piccola?”.
“sta guardando la TV, le ho detto che ti sei addormentata perché lavori molto” disse Zayn poggiando i gomiti sulle ginocchia “come ti senti?”.
Quella gentilezza, quello sguardo preoccupato. Elise sentì le lacrime riempirle gli occhi “perché fai così?” domandò.
Zayn sbattè le palpebre “così come?”.
“perché ti preoccupi per me?” lo guardò accusandolo, come se la sua gentilezza fosse un crimine “stai cercando di farmi sentire in colpa?”.
Lui abbassò lo sguardo “no...” divenne silenzioso per qualche istante, poi la guardò con vaga irritazione “non la faccio per farti sentire in colpa, ma lo faccio perché nonostante tutto sei pur sempre mia madre...”.

A quelle parole la stanza vorticò. Come, come poteva volerle ancora un po’ di bene nonostante tutto quello che gli faceva subire?
La donna non riuscì a sostenere lo sguardo preoccupato del figlio e si voltò dall’altra parte “vattene”.
Sospirando, Zayn obbedì senza obiettare, non voleva farla agitare dopo quello che le era accaduto.

Elise strinse le coperte tra le mani.
Odiava tutto, odiava perfino se stessa, per essere così vulnerabile da aver bisogno delle cure del figlio che non aveva mai voluto.
Odiò Zayn ancora di più, perché lui le voleva bene nonostante tutto.

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Capitolo 29
*** Capitoli 34/35 ***


Capitolo 34

In quei giorni l’unico pensiero era quella scellerata di sua madre, che continuava a prendere farmaci su farmaci e bere disperatamente. La cosa era peggiorata da quando lui aveva avuto quell’attacco di gentilezza. Era davvero lui la causa del malessere della donna?
Un pugno sulla schiena di un suo amico lo riportò alla realtà “oh, a chi stai pensando?” lo schernì Kevin sorridendo.
“ultimamente il nostro capitano è sempre sovrappensiero” disse il bestione.
“perché al contrario di te ho un cervello Jason” scherzò Zayn sorridendo “stavo pensando alla partita” mentì, la partita era l’ultimo dei suoi pensieri.
Tutti si congratularono con lui per il suo attaccamento alla squadra, e le cheerleader improvvisarono un coro stupido come al loro solito.
“canterò solo per Zayn” disse una cheerleader ammiccando verso il ragazzo, e provocando la gelosia degli altri membri della squadra.
Kevin maliziosamente sgomitò verso Zayn “se permetti allora lei è mia!” indicò Angie che stava tranquillamente leggendo un libro mentre beveva un succo di frutta.
Zayn la guardò, non le parlava più da quando si erano incontrati nella classe di musica “lei non fa per te, fidati” affermò.
La campanella suonò e Angie non sembrava particolarmente entusiasta dell’ora successiva, quella di ginnastica. Tutta colpa della gravidanza della professoressa di arte, che a quanto pare si era divertita parecchio in quei mesi con il suo nuovo compagno.
Nello spogliatoio la voce di Queen era quella che risaltava di più nel chiacchiericcio generale, ma la ragazza preferì ignorare quella voce così irritante.
Strinse i lacci delle scarpe e raggiunse il campo di calcio, dove le cheerleader stavano tranquillamente facendo le prove della coreografia per la partita imminente.
Passò a qualche metro da loro e Queen le rivolse un’occhiataccia delle sue, ma la ragazze la ignorò, preferendo raggiungere i compagni nel rettangolo verde.
Il professore fischiò l’inizio della partitella, raccomandando ai ragazzi di andarci piano con le compagne.
“che hai?” le domandò Niall palleggiando insieme ad Angie “è tutta la mattina che hai il muso”.
“non ho il muso”.
“oh, si che ce l’hai” insisté l’amico “riguarda qualcuno che conosco?”.
“non riguarda nessuno, piantala Niall!” s’irritò Angie calcando più forte il pallone e facendolo rotolare lontano dai piedi del ragazzo che lo rincorse per recuperarlo.
Sospirò, mentre le oche, che tutti chiamavano cheerleader, sembravano prenderla in giro. 
Perché le stavano così addosso? Insomma la questione con Zayn era chiusa, anche se le faceva male ammetterlo. Strinse i pugni e ignorò la rabbia crescente verso quelle tipe e specialmente verso Queen, il loro “capo”.
 
Tra poco le arriva una pallonata sui denti.
 
Angie stoppò il pallone con il piede destro e lo rilanciò verso Niall con un poderoso calcio “meglio di Rooney!” scherzò la ragazza sorridendo verso l’amico che alzò il pollice sorridendo.
Si sentì osservata e si voltò verso la porta da calcio vuota. Dietro la rete bianca Angie intravide Zayn che se ne stava seduto tranquillo ad ascoltare musica e a osservarla mentre giocava.
In automatico fissò lo sguardo sul prato sintetico verde, non voleva guardarlo, non voleva che lui fosse lì.
Ma lui era lì, e la guardava.
E qualcosa lo stava infastidendo, glielo si leggeva in faccia.
Una pallonata le colpì l’avambraccio e lei scosse la testa, non si era accorta di essere sovrappensiero.
Niall la raggiunse preoccupato “sveglia Rooney” le disse scherzando, e notò che il pallone le aveva lasciato un segno rosso “cavolo ti ho fatto male...”.
“sto bene” lo rassicurò Angie.
Il biondo prese il polso sottile della ragazza e osservò bene la chiazza che si era formata sulla sua pelle “andiamo a metterci su un po’ d’acqua, ti farà stare meglio”.
Lei annuì e seguì Niall che la teneva per mano.
Raggiunsero gli spogliatoi e l’irlandese bagnò il suo asciugamano con dell’acqua fresca e l’appoggiò sull’avambraccio di Angie “va meglio?”.
“sì, ma non c’è bisogno di tutta questa premura” sospirò “comunque grazie”.
“ti ho salvato dagli ultimi venti minuti di ginnastica, vedila in questo modo” le scompigliò i capelli sorridendo.
Improvvisamente Angie lo abbracciò senza dire nulla. Ne aveva semplicemente bisogno.
Lui ricambiò, stando in silenzio per un po’ “si può sapere che hai? Se fai così mi fai preoccupare...” le sussurrò dolcemente e senza sembrare troppo invadente.
I due sciolsero l’abbraccio e si guardarono negli occhi. Niall notò la tristezza del suo sguardo e la accarezzò la guancia. Sperò tanto che la colpa non fosse sua.
Angie sospirò “Zayn...riguarda lui” ammise sussurrando la frase a bassa voce.
“che ti ha fatto questa volta?” domandò Niall iniziando ad arrabbiarsi.
“beh, noi...”.
“ma che bel quadretto” li interruppe il moro standosene lì impalato con le braccia incrociate.
Niall scattò in piedi “che vuoi?” domandò seccato.
 
Ammazzarti, se non ti allontani subito da lei.
 
Pensò Zayn, ma preferì tenere quella frase per se.
E poi, se Angie si fosse fidanzata con Niall sarebbe stato meglio per tutti.
Quindi, perché lui era lì? Non sapeva che scusa inventarsi, aveva fatto una pessima figura davanti ai due ragazzi.
Anzi aveva fatto la figura del fidanzato geloso. Inghiottì della saliva e ficcò le mani in tasca, imbarazzato. Frugando trovò dei biglietti per la partita “uh...sono qui per questi” disse con tono poco convinto estraendo dei biglietti leggermente spiegazzati.
“dei biglietti per la partita?” domandò Niall con un sorriso di scherno “possiamo procurarceli anche da soli”.
Zayn guardò verso Angie “voglio solo assicurarmi che la mia ragazza preferita mi guardi mentre gioco” le sorrise leggermente “e che faccia il tifo per me”.
Angie abbassò lo sguardo e si alzò “se andrò alla partita sarà solo per mio fratello” farfugliò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Seguita da Niall lasciò gli spogliatoi. Anche se sicuramente una parte di se avrebbe tifato per il suo Zayn.


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Capitolo 35

“e così le ha dato i biglietti per la partita, giusto Meg?” domandò Queen a una delle sue seguaci.
La ragazza annuì “ho visto e sentito tutto quello che si sono detti” rifletté “penso proprio che il tuo Zayn si sia preso una cotta per la sorella di Payne”.
La bionda cheerleader affondò le unghie nei palmi dal nervoso. Cosa aveva quella tipa più di lei?
“va tutto bene?” le domandò l’amica.
“a meraviglia...” disse procedendo verso Angie che le aveva superate da poco.
La inseguì e l’afferrò per un gomito “ciao” le disse a denti stretti “allora come va?”.
Angie la guardò perplessa e ritirò il braccio, sospettosa “che vuoi?” le disse senza mezzi termini.
Queen fissò la ragazza negli occhi “sei così ingenua...” le accarezzò i capelli “e sei anche molto carina, devo ammetterlo”.
Lei si sottrasse a quelle carezze inquietanti ”non capisco”.
 “qualunque cosa tu faccia o abbia fatto, non potrai mai separare me e Zayn”.
Angie si morse il labbro, trattenendo una risata.
Queen lo notò e estrasse il suo cellulare “guarda tu stessa” ridacchiò porgendole il suo cellulare.
La piccola Payne alzò lo sguardo sullo schermo e sentì mancarle il respiro: Zayn stava baciando la bionda cheerleader e sembrava provare anche un certo piacere.
Quella era la conferma che lui era semplicemente un idiota. Un idiota che si era approfittato di lei e della sua ingenuità “e con questo?” domandò cercando di restare fredda.
“lui per te non prova niente” le specificò rimettendo in tasca il telefono “meglio che tu lo sappia” le si avvicinò ulteriormente, riducendo lo spazio tra i loro visi “so cosa è successo tra di voi alla villa di Roxanne” le sussurrò.
Angie rabbrividì.
“sai, dopo quella pagliacciata lui è venuto da me” continuò, girando il coltello nella piaga “abbiamo passato una notte indescrivibile” allontanò il viso soddisfatta .
 
Le strappo tutti i capelli.
 
Pensò Angie, digrignando i denti e cercando di non cedere davanti agli occhi di quell’oca.
Queen notò quell’irritazione e rise di gusto “è sempre un piacere parlare con te mia cara” disse allontanandosi.
Stringendosi nelle spalle, Angie proseguì per la sua strada non alzando mai lo sguardo da terra fino al suo armadietto. Appoggiò la fronte al freddo metallo dello sportello chiuso, dicendosi di mantenere la calma.
Qualcuno la raggiunse “ciao” le disse Liam, sembrava molto più nervoso del solito “mancano solo 15 minuti”.
 “sta tranquillo fratellone sarai convocato” cercò di rassicurarlo Angie.
“non credo proprio Angie...” disse sconfitto abbandonandosi sugli armadietti.
“non devi essere così pessimista”.
“chi aiuta il mister nelle convocazioni è il capitano” Liam guardò verso sua sorella, sapeva che avrebbe capito. Infatti lei si limitò a sospirare e si voltò verso il fratello.
Zayn l’avrebbe convocato, ne era sicura. Solo per averla lì, solo per farsi guardare da lei mentre giocava.
O forse si sbagliava? Forse aveva preso un abbaglio, Zayn non avrebbe convocato Liam per umiliarlo ancora una volta, per farlo sentire escluso.
E poi Queen le aveva mostrato quella maledetta foto.
“sii ottimista” disse tra un sospiro e l’altro, ma non sapeva se lo stesse dicendo per se stessa o per suo fratello.
Liam sospirò e sua sorella lo guardò con dolcezza “comunque vada, per me resterai sempre il migliore”.
“grazie” le disse lui sorridendo e abbracciandola.
Angie aveva bisogno di quell’abbraccio e si strinse a suo fratello.
“prima ti ho vista parlare con Queen...” le sussurrò Liam “se quella stronza...”.
“è tutto ok Liam” gli disse Angie sciogliendo l’abbraccio “aspettiamo la lista dei convocati insieme?”.
Lui annuì “ok...” si scrollò le spalle “è da stupidi essere così nervosi” farfugliò tra se e se.
Angie ridacchiò “verrà anche Liz alla partita?”.
“probabilmente sì”.
“non vedo l’ora di conoscerla” intervenne Niall appoggiandosi sulle spalle di Liam “deve essere una ragazza molto paziente per riuscire a sopportarti”.
Liam rise, la sua ragazza non era esattamente un tipo tranquillo come voleva far credere “spero solo che tu ti contenga Niall” aggiunse scombinando i capelli del biondo.
“oh, ma dai, mica sono così inopportuno...”.
“basta che non parli troppo di cibo e calcio e siamo a cavallo!” ghignò Angie.
I tre amici risero tra di loro, mentre il coach Morrison, alias sergente Hartman, stava pubblicando i convocati in bacheca.
Liam sentì una stretta allo stomaco, essere convocato non significava solo giocare, ma anche ottenere una borsa di studio che sarebbe stata molto utile per lui e soprattutto per Angie.
Sentì una mano calda afferrare la sua “sta tranquillo Liam” gli sussurrò sua sorella.
“andiamo?” sbuffò Niall poggiando una mano sulla spalla dell’amico “è il momento della verità”.
I tre si avvicinarono alla calca formatasi attorno alla bacheca e aspettarono il loro turno.
Liam lesse i primi nomi, c’erano quasi tutti quelli del gruppetto di Zayn.
Inghiottì della saliva, arrivò all’ultimo nome.
P.
Phil Todd.

 

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Capitolo 30
*** Capitoli 36/37 ***


Capitolo 36

“come avrà reagito Payne?” domandò Kevin ridendo come un matto.
“immagino la sua faccia” disse il bestione sogghignando “sta arrivando Zayn” disse facendo segno di tacere.
Il moro si avvicinò al tavolino “ciao ragazzi” disse dando il cinque ai due “è tutto apposto con le convocazioni?”.
I due annuirono “sì capitano” disse Kevin divertito.
“che hai da ridere?” domandò serio Zayn.
Kevin sgomitò verso il bestione “glielo dico io o ci pensi tu?”.
“fatela finita, che avete combinato?”.
Nella mensa fece irruzione un Liam Payne più furioso che mai. Le porte sbatterono contro i muri e Zayn si voltò verso il ragazzo perplesso.
Liam gli si avvicinò, irritato da quel faccino innocente e lo colpì in pieno volto senza pensarci due volte e facendogli perdere l’equilibrio “coglione!” gli ruggì contro.
Il ragazzo si massaggiò la mascella e si rialzò “che cazzo vuoi Payne?” imprecò dal dolore “che ti ho fatto adesso?”.
“hai anche il coraggio di chiedermi cosa mi hai fatto?” domandò Liam con rabbia.
Niall e Angie li raggiunsero, con il fiatone. Zayn la guardò, mentre la guancia iniziava a mostrare i primi segni della colluttazione con il pugno di Liam.
Il ragazzo lo afferrò per il colletto della giacca “lo sai, sapevo che eri un bastardo, ma non di questa portata”.
Qualcosa in Zayn scattò a quella parola. Per lui non era un semplice insulto quello.
Si liberò dalla presa di Liam e gli si lanciò contro, placcandolo. Il gruppo di curiosi formatisi vicino si spostò lasciando cadere Liam con un tonfo.
Con uno scatto il ragazzo si alzò, fiondandosi su Zayn e colpendolo allo stomaco. Il moro rispose con dei calci negli stinchi. La cosa stava degenerando.
Angie provò a farsi strada tra i curiosi, ma fu bloccata da qualcuno con una presa molto potente “goditi lo spettacolo, tesoro” le disse un bestione, quello del gruppo di Zayn.
Lei cercò di divincolarsi, ma lui la tenne stretta contro il suo corpo “lasciami!” disse mentre suo fratello e il suo Zayn si stavano picchiando.
“lasciala stare ciccione!” urlò Niall saltandogli alle spalle e afferrandolo per il collo, ma fu tirato per il cappuccio della felpa da qualcun altro.
“fatti gli affari tuoi finocchio irlandese!” gli urlò Kevin spintonandolo verso il muro.
Innervosito da quegli insulti Niall gli sferrò un calcione all’altezza dell’inguine, facendolo crollare a terra e continuando a colpirlo.
Ormai la rissa stava coinvolgendo l’intera caffetteria, e le urla delle ragazze contribuivano a creare ancora più caos in quello spazio solitamente tranquillo.
Liam leccò il sangue dal suo labbro tagliato e guardò Zayn in cagnesco, mentre il moro respirava affannosamente ricambiando quello sguardo assassino “non ne hai abbastanza pezzo di merda?” gli disse Liam.
“tranquillo Payne ci sono abituato...” gli rispose con aria di sfida Zayn “ma ancora non ho capito perché ce l’hai tanto con me”.
“LIAM!” urlò Angie all’improvviso, riuscendosi finalmente a liberare dalle presa del bestione. Corse verso il fratello cercando protezione. Tremava come una foglia.
“dove sei piccola?” urlò il ragazzo che la stava trattenendo poco prima “andiamo a diver...”.
Il bestione incontrò lo sguardo incavolato di Zayn “chi è la tua piccola?” gli domandò scagliandosi contro di lui con un pugno dritto sul naso. Il sangue coprì la faccia del bestione che quasi perse l’equilibrio “ripetilo Peter, con chi vuoi divertirti?” domandò sarcastico.
Liam bloccò Zayn, sapeva che probabilmente aveva già rotto il setto nasale di Peter “non ne vale la pena” gli disse con tono paterno. Probabilmente quello era un controsenso, poco prima se le stavano dando di santa ragione e ora sembravano perfino amici.
Zayn lo guardò, poi incontrò gli occhi di Angie “ti ha fatto qualcosa?” le domandò misurando il respiro.
Lei scosse la testa, confusa.
Insomma, lui la stava proteggendo, ma aveva baciato Queen. L’aveva usata per umiliare Liam e non lo aveva convocato per la partita più importante della stagione, ma gli stava dando ascolto in quel momento di nervosismo. E adesso cos’altro avrebbe fatto quel ragazzo?
Peter rimase fermo per qualche secondo, poi guardò Liam mentre abbracciava sua sorella. Scattò verso il ragazzo e Liam chiuse gli occhi proteggendo sua sorella con il suo corpo. Ma il pugno non arrivò.
Zayn cadde in ginocchio sul pavimento della mensa tenendosi lo stomaco.
Peter si chinò subito verso di lui “non volevo capitano, non volevo!” si scusò immediatamente il bestione “volevo colpire...”.
“lasciali in pace” disse Zayn tra i denti e provando ad alzarsi.
Angie lasciò suo fratello e aiutò il ragazzo a tenersi in piedi “devi smetterla” lo rimproverò lei sussurrando in mezzo a quel mezzo trambusto.
“smettere di fare cosa?” rispose lui con un filo di voce.
“di renderti così amabile” arrossì e Zayn la guardò dolcemente sorridendo, anche se sembrava essere uscito da un film di pugilato.
“scusami...piccola Payne”.
Il silenzio calò improvvisamente e le porte della mensa si spalancarono “CHE SUCCEDE?!” urlò il preside seguito dal coach Morrison.
Nessuno rispose, ma qualcuno nella folla indicò Liam e Zayn “sono stati loro a cominciare”.


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Capitolo 37

L’infermiera Jeffery era una donna sulla cinquantina, sposata e con due figli della stessa età di Liam e Zayn.
I due erano stesi su due barelle vicine, non si erano parlati nemmeno una volta da quando erano usciti dalla mensa, e nessuno dei due aveva voglia di farlo un po’ per il dolore un po’ per l’orgoglio.
La donna si affacciò dalla tendina per controllare le loro condizioni, poi li raggiunse “hai un talento naturale per cacciarti nei guai, eh Zayn?” ghignò sedendosi accanto al ragazzo e spremendogli un po’ di pomata sulla guancia.
“che scusa avrei altrimenti per vederla quasi ogni giorno?” scherzò lui dolorante.
L’infermiera rise “allora, ve le siete date di santa ragione...” continuò rivolgendosi a Liam che arrossì. Non era da lui dare in escandescenze in quel modo. Il ragazzo annuì semplicemente.
“è per una ragazza?” fu pungente la Jeffery.
Zayn arrossì e scosse la testa “non esattamente” guardò Liam “ma anche a me piacerebbe sapere il motivo per il quale il mio amico mi ha colpito”.
Liam si mise seduto sulla lettiga “sai che hai davvero una bella faccia tosta?”.
“continuo a non capire Payne, spiegati” Zayn incrociò le braccia, ma l’infermiera gli afferrò un braccio per mettere ancora della pomata.
“non mi hai convocato sapendo che ho bisogno di giocare per la borsa di studio”.
L’infermiera Jeffery sospirò “credo che voi dobbiate parlare di questioni che non mi riguardano” disse lasciando lì tutto l’occorrente per le medicazioni.
“che cosa?” disse Zayn sedendosi come Liam “non ho fatto io le convocazioni, non ho potuto”.
“che?”.
“avevo un’interrogazione importante, così ho lasciato fare a Kevin e Peter”.
Liam si sentì in parte uno stupido “oh...”
Un improvviso silenzio imbarazzante calò tra i due, finché Liam non si schiarì la voce e farfugliò “scusa...per il pugno”.
“lascia stare Payne...un po’ me lo merito” scherzò Zayn lanciandogli il tubetto di pomata “Kevin e Peter la pagheranno, stanne certo”.
“mettiti in fila Malik, ci sono prima io” scherzò Liam e Zayn ricambiò sorridendo.
In quel momento tutto era così semplice, così calmo. Come potevano un paio di scuse e qualche risata cambiare tutto? I due non lo sapevano ma quella era la loro prima chiacchierata senza insulti, ed era una cosa piacevole, anche se difficile da ammetterlo.
“grazie per aver difeso mia sorella”.
Per Zayn quello sì che era un tasto dolente “l’avrei fatto per chiunque” disse alzando le spalle e poggiandosi un cerotto sul sopracciglio tagliato “Peter sa essere davvero uno stronzo con le ragazze”.
La voce del vicepreside Williams attirò la loro attenzione e il suo volto dall’espressione severa comparve dal retro del separé “sempre nei guai?” domandò a Zayn.
“sempre nei guai” rispose con un sorrisetto ironico.
“Payne, tocca prima a te”.
Liam sospirò e si alzò “ci si vede in giro...Zayn”.
“dirò al coach di inserirti” disse stendendosi sulla lettiga “ciao...Liam”.
“stronzo...” sorrise Liam.
“coglione” rispose Zayn stiracchiandosi e facendo scoppiettare le dita.
Per qualche minuto l’infermeria fu silenziosa e Zayn si godette quel momento di pace, mentre la guancia non cessava di fargli male. Se mai avesse chiacchierato in quel modo con Liam di nuovo gli avrebbe detto che era davvero un buon pugile. E anche un ottimo fratello.
Sentì la tendina scostarsi e si alzò leggermente per vedere chi era.
“ciao” disse Angie in imbarazzo “non c’era nessuno e...” arrossì e sospirò “volevo vedere come stavi”.
 
Adesso che ci sei tu, meglio.
 
“bene” rispose lui mettendosi seduto.
“sta comodo, non preoccuparti” disse lei restando ferma vicino al separé.
Zayn si pentì subito della battuta ancora prima che uscisse dalla sua bocca “mi preferisci steso?”.
“sei davvero un cretino, lo sai?” disse lei arrossendo e voltandosi verso la parete bianca “volevo anche ringraziarti...”.
“per cosa? Per aver picchiato tuo fratello?”.
Lei scosse la testa e lo guardò negli occhi “per esserti beccato quel pugno al suo posto”.
“oh” Zayn sorrise leggermente “non c’è di che”.
“fa molto male?” chiese Angie preoccupata.
“ho passato di peggio”.
“lo so...ho visto le tue braccia la scorsa volta”.
Zayn si pietrificò. Quasi aveva dimenticato che lei aveva visto tutti i segni che Jack gli aveva lasciato addosso. Non rispose e abbassò lo sguardo.
“non devi essere nuovo alle zuffe” continuò la ragazza sedendosi di fronte a lui “mi piacerebbe che la smettessi di fare a botte”.
“ti stai preoccupando per me?” la schernì lui.
 
È perché ti amo Zayn, come fai a non capire?
 
Lei balzò giù dalla lettiga “hai ragione, forse dovrebbe farlo Queen” disse duramente.
“Queen? Cosa c’entra lei adesso?” domandò lui perplesso.
“dovresti saperlo bene”.
Si avviò verso l’uscita, ma lui la bloccò “che ti ha detto quella?”.
“niente” rispose lei senza guardarlo in faccia.
Zayn la fece voltare verso di se “qualunque cosa ti abbia detto, sono cazzate, non devi darle ascolto”.
“non sono le parole a darmi fastidio, sono i fatti” disse allontanandosi da lui.
“cosa ti ha detto Queen?” s’irritò Zayn pensando a cosa avesse potuto inventare quella vipera.
“sa cosa è successo alla villa”.
“stava bluffando” rispose subito lui “sono cazzate”.
“vieni a dirmi che anche il vostro bacio in palestra è un bluff” incrociò le braccia “mi ha fatto vedere la vostra foto” concluse Angie andandosene e sbattendo la porta.

 

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Capitolo 31
*** Capitoli 38/39 ***


Capitolo 38

Fortunatamente a scuola tutto era stato chiarito, Kevin e Peter avevano confessato e per punizione erano stati esclusi dalle convocazioni per la partita e Liam era stato inserito senza alcun problema.
Mordicchiando il cappuccio della penna, Zayn ripensò alla chiacchierata con Liam e poi a quella con Angie.
L’espressione irritata della ragazza lo fece sorridere, e pensò che i suoi occhi diventavano più verdi quando s’innervosiva. O quando era emozionata in genere.
Avrebbe voluto baciarla se non fosse “scappata” in preda alla gelosia.
Rise tra se e se “è gelosa” pensò scuotendo la testa e pensando a tutte le cavolate che Queen probabilmente le aveva detto.
Però in un certo senso quelle bugie aiutavano a tenere Angie più distante.
Un rumore di vetri rotti provenne dal salotto, facendolo sobbalzare. Quello era uno dei motivi per la quale lui e Angie non potevano stare assieme. Almeno finché le pratiche non fossero state pronte in tempo.
O forse no.
Quando le pratiche sarebbero state pronte lui avrebbe lasciato quel posto.
Ancora un rumore sordo di piatti che si infrangevano contro il pavimento. Seccato, Zayn si alzò dalla scrivania e sospirando scese nel salotto, dove sua madre stava rompendo il servizio di piatti che solitamente lei lucidava con cura per ore ed ore.
Appena sua madre notò la sua presenza si bloccò con il braccio a mezz’aria, pronta per sbattere sul pavimento l’ennesimo piatto “smettila, sto cercando di studiare” disse lui incrociando le braccia e non avvicinandosi. Non poteva permettersi il lusso di mostrare ferite o lividi durante il giorno della partita.
Con un urlò gutturale la donna gli lanciò un piatto, che s’infranse contro la parete alle spalle del ragazzo. La porcellana schizzò da tutte le parti, colpendo il retro della felpa di Zayn “ti odio!” urlò, con tutto il corpo che tremava “maledetto il giorno in cui sei venuto al mondo!”.
“adesso mi hai stancato” disse Zayn con un tono rabbioso e basso.
La raggiunse e fu tentato di darle uno schiaffo, ma la sua mano si bloccò a sulla traiettoria.
Sua madre si era accasciata sul pavimento piangendo come una bambina.
Era ubriaca, confusa, disperata. Non poteva farle del male.
Ritirò la mano e la mise in tasca “sto studiando, smetti di fare casino” sospirò e voltò le spalle “...per favore”.
Sentendosi in colpa per quello che stava per fare a sua madre, Zayn si chiuse in camera a chiave e si lasciò andare contro la porta. Perché Elise lo odiava tanto? Perché gli diceva tutte quelle parole orribili? Poteva una madre odiare così tanto un figlio?
Lanciò un’occhiata al suo zaino, gattonò verso di esso e vi frugò dentro, estraendo un pacchetto nuovo di sigarette, un accendino e un fascicolo di fogli spiegazzati. Si alzò e andò a sedersi alla scrivania, accese una sigaretta e afferrò una penna.
Il cuore gli batteva forte, forse quello che stava per fare non era una cosa giusta. O forse poteva esserlo.
L’improvviso bussare della porta lo fece sobbalzare “Zayn? Zayn posso entrare?”.
Il ragazzo si alzò e andò ad aprire la porta “ciao principessa” salutò la sorellina prendendola in bracco “cosa c’è?”.
“mi sono appena svegliata” disse la piccina strofinandosi un occhio “dov’è la mamma?”.
“era di sotto poco fa...” Zayn scosse la testa, probabilmente era uscita senza dire niente. Sarebbe rincasata più ubriaca di prima “non so dove sia andata” disse alzando le spalle.
Denise lo abbracciò “posso stare con te, fratellone?” chiese quasi timorosa.
Zayn sorrise dolcemente “non c’è nemmeno bisogno di chiederlo piccola”.
Il ragazzo sedette la bambina sul letto, spense la sigaretta e aprì la finestra. Lanciò un’occhiata ai documenti sulla scrivania e guardò la piccola mentre sbadigliava. Sospirò “Denise...” cominciò “chi sono io per te?” domandò incerto, non sapendo quali parole selezionare.
La piccina lo guardò confusa “il mio fratellone” sorrise “il mio bellissimo fratellone!”.
“se la mamma dovesse stare via per un po’ di tempo...”.
“perché la mamma deve andare via? Non vuole più stare con noi?” domandò ingenuamente la piccola.
 
Tesoro, mamma ha bisogno di aiuto per la sua dipendenza da alcol e farmaci.
 
Zayn andò a sedersi accanto a lei “la mamma ti ama e non ti lascerebbe mai” disse scostandole un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
“anche io la amo” la piccina rifletté un momento “ma voglio bene anche a te e papà”.
“Denise, vedi, il fatto è che...” il brontolio dello stomaco della piccola lo interruppe.
“ho fame”.
In effetti, anche il ragazzo era piuttosto affamato, quella mattina aveva solo bevuto del caffè e mangiato una brioche. Ed erano le cinque del pomeriggio.
“voglio un hamburger” disse Denise balzando giù dal letto.
Zayn la guardò perplesso “un hamburger?”.
Denise lo prese per mano, trascinandolo “andiamo al McDonald!” insisté.
“non posso devo studiare!” si alzò dal letto sbuffando.
La piccola piagnucolò “ti prego fratellone, ho fame!”.
“andiamo in cucina, inventerò qualcosa”.
Scesero in cucina e Zayn cercò qualcosa nel congelatore. Per sua fortuna trovò due hamburger preconfezionati che dovevano solo essere cotti “che fortuna” ridacchiò tra se e se. Mise i due hamburger a scongelare e si rimboccò le maniche per mettere tutto in ordine, mentre Denise guardava i cartoni alla TV.
Il telefono squillò “porca puttana!” esclamò il ragazzo che si ferì un dito con un pezzo di porcellana.
“rispondo io!” saltellò la piccola Denise afferrando il telefono “pronto?...si sono io...hàhà...è qui...a dopo!”.
Zayn tamponò il sangue con un fazzoletto “chi era?”.
“un’amica” Denise osservò il fazzoletto sporco “ti fa male?”.
Tralasciando la domanda della piccola Zayn scosse la testa “tra poco mangiamo, ok?”.
La piccola annuì e salì di sopra con fare misterioso.

 
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Capitolo 39

Il ragazzo finì di sistemare le ultime cose e andò in cucina, prese una padella e la mise sul fornellino. Non aveva idea di come si cucinasse un hamburger, ma almeno sapeva come accendere il fornello.
Tolse gli hamburger ancora congelati dall’involucro e della plastica rimase appiccicata sulla carne. Aprì la fontana del lavandino e sciacquò il pezzo di carne, che gli scivolò dalle mani. Lo risciacquò e lo gettò nella padella insieme all’altro. Accese il fornello e guardò gli hamburger, poco convinto “ci vuole del sale forse?” si domandò, e prese un pizzico di sale dal barattolo, condendo gli hamburger.
Lo sfrigolare del cibo e il profumo di carne cotta, attirò Denise “è pronto?” chiese ansiosa.
“non ancora...” disse muovendo i due hamburger con una spatola “sono ancora congelati”.
“ma io ho tanta fame”.
Zayn girò il cibo nella padella, un po’ del sugo gli andò sulla mano “merda!” esclamò dolorante “oggi non è proprio la mia giornata!” disse andando a mettere la mano sotto il getto d’acqua fredda.
Denise ridacchiò “sei buffo”.
“solo un po’...” una puzza di bruciato riempì l’aria e Zayn fece appena in tempo a spegnere il fornello. Sollevò uno dei due hamburger bruciacchiati “forse è troppo cotto”.
“cosa mangiamo adesso?” domandò Denise frignando “ho fame!”.
“andiamo al McDonald” disse Zayn deluso dalle sue stesse abilità culinarie “va a mettere le scarpe”.
La piccola saltellò, verso la sua stanza, mentre Zayn si ritrovò a sistemare quell’ennesimo macello.
Dopo pochi minuti la piccola tornò in cucina “andiamo?”.
Zayn infilò la sua giacca a vento verde militare e prese 30 sterline dal barattolo dei risparmi di Jack “andiamo”.
Il campanello suonò e il ragazzo aprì la porta sbuffando “chi è adesso?”.
Denise abbracciò la ragazza che stava sulla porta “ciao Angie!”.
La ragazza arrossì “ciao piccola...” alzò lo sguardo verso Zayn “ha detto che la mia sciarpa era qui...l’ho dimenticata qualche giorno fa” si giustificò a bassa voce.
“ok” disse lui non sapendo che altro aggiungere “Denise, va a prenderla”.
I due rimasero in silenzio, un silenzio imbarazzante che fortunatamente Denise riempì con il suo ritorno “eccola!” disse sorridente “vuoi venire con noi al McDonald?”.
Angie scosse la testa “grazie per l’invito ma...”.
“sai questo pasticcione ha bruciato gli hamburger” aggiunse Denise interrompendola e deridendo il fratellastro.
Zayn arrossì vedendo che Angie sembrava piuttosto divertita dalla cosa “ora basta, Denise”.
“scommetto che si è anche scottato” scoppiò a ridere Angie immaginando la scena di lui versione cuoco imbranato.
Anche Denise rise “hai indovinato!”.
Le due risero e Zayn, anche se in imbarazzo, sentì di amare quella risata così spensierata. Si sorprese a fissare Angie, e forse quella volta l’aveva fissata più del dovuto.
“ti prego vieni con noi” le chiese ancora Denise “per favore!”.
“non posso, davvero”.
“anche lei ha un fratello che l’aspetta a casa” disse Zayn cercando di non suonare troppo dispiaciuto.
La piccola si rattristò “va bene...”.
Angie la guardò, poi guardò Zayn.
 
Non posso andare con loro. Ma comunque cenerei da sola, quindi...
 
“beh, in verità Liam lavora stasera...” disse sorridendo “quindi sarei andata comunque a comprare qualcosa per cena”.
“quindi vieni con noi?!” gli occhi della bimba brillarono.
Angie annuì “sempre se non disturbo...”.
“Zayn, lei può venire con noi vero?!” disse Denise guardando suo fratello.
Zayn guardò prima Angie, poi sua sorella “beh...”.
 
Ma certo che può!
 
“ok” disse solo.
La piccola afferrò la mano del fratello e poi quella di Angie. I tre si incamminarono verso la stazione della metro e il treno ci mise poco ad arrivare “sicuro che non...insomma...” balbettò Angie tenendosi per non cadere su qualcuno.
“è per Denise” disse lui tenendo la mano alla piccola “si è affezionata molto a te”.
“già...anch’io mi ci sono affezionata a lei” disse Angie abbassando lo sguardo sulla bambina “sembri più di un fratello per lei”.
“diciamo che siamo molto legati” il treno si fermò “scendiamo qui”.
I tre uscirono dalla stazione e si diressero al fast food, che si trovava poco distante da lì. Entrarono e ordinarono alla cassa “happy meal!” disse subito Denise.
“su questo non avevamo dubbi, tesoro” disse Angie sorridendole.
“prendo un big mac, una porzione di patatine grande e una bibita grande” disse alla cassiera, poi si voltò verso Angie “ho molta fame” si giustificò.
Angie ridacchiò “un chicken burger, mc nuggets, una porzione di patatine media e una bibita media”.
“nemmeno tu scherzi” ridacchiò Zayn.
“andiamo a  sederci?” disse Denise trascinando Angie verso un tavolo vuoto all’angolo del locale.
Gli ordini arrivarono tempestivi, e la serata cominciò tra qualche risata e buon cibo spazzatura.
“davvero preferisci la maionese?” disse Angie mangiando un nugget.
Zayn annuì, intingendo una patatina fritta nella salsa giallina “credo che sia la cosa che preferisco in assoluto”.
“lo scriverò nel tuo fascicolo” scherzò Angie “per me il ketchup è migliore della maionese”.
Il ragazzo bevve dalla cannuccia della sua bibita “a dire la verità non lo amo particolarmente”.
“io e Niall potremmo berlo come se fosse acqua!”.
Quel nome sembrò raffreddare Zayn. Parlare del ketchup, della maionese, dei propri gusti musicali come una normale coppia aveva messo tutta la loro vita in secondo piano, come se fuori da quel fast food fossero rimasti tutti i problemi che li tormentavano: Elise e Jack, la squadra di basket, Queen, i documenti e gli avvocati. Tutto sparito. Erano solo loro tre e tante risate. Una normale serata in famiglia, quello che era sempre mancato a Zayn, la normalità e la tranquillità.
“ho detto qualcosa che non va?” domandò Angie preoccupata.
Zayn scosse la testa “è tardi”.
“è vero” annuì Angie dispiaciuta. Aiutò Denise a mettersi il cappotto e l’aiutò a scendere dalla sedia.
Anche Zayn si sistemò la giacca e guardò verso Angie con rammarico. Avrebbe dato di tutto pur di poter restare in quel fast food per sempre, con lei e con la sua amata sorellina, senza problemi ne preoccupazioni.

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Capitolo 32
*** Capitoli 40/41 ***


Capitolo 40

Denise si addormentò tra le braccia di Angie, senza la bambina l’atmosfera tra i due divenne tremendamente fredda e imbarazzante.
Zayn si limitò a chiederle se fosse stanca di tenere Denise in braccio e la ragazza si limitava a risposte in monosillabo, o sorrideva scuotendo la testa. Fortunatamente Denise era piuttosto leggera.
“sicura di non essere stanca?” chiese Zayn per l’ennesima volta.
“si, ne sono sicura”.
“siamo quasi arrivati, se vuoi, puoi andare via...”.
“devo comunque arrivare all’angolo della strada per prendere l’autobus, non è un problema” lo rassicurò Angie.
Zayn si accese una sigaretta “ok, va bene”.
“un atleta non dovrebbe fumare” lo riprese Angie.
“faccio quello che mi pare”.
“vedo” disse lei con un cenno di dissenso.
Zayn si fermò improvvisamente “cos’è questo tono?”.
“niente, è solo che dovresti avere più cura di te stesso e della tua salute”.
Il ragazzo riprese il cammino, compiaciuto “ti preoccupi per me...di nuovo”.
Angie arrossì e sospirò “mi viene naturale, cosa posso farci”.
Zayn ridacchiò “in questo somigli molto a Liam, devo ammetterlo” fece un tiro con la sigaretta “è un bravo ragazzo...”.
Sorpresa da quelle parole fu Angie a ridacchiare “sei strano...molto strano”.
“perché?”.
“prima fai il bullo, poi fai il dolce” sospirò “prima dici che vuoi umiliare mio fratello, lo insulti e vi azzuffate, poi difendi sia lui che me” la ragazza lo guardò perplessa “chi sei in realtà?”.
“bella domanda, piccola Payne” Zayn tirò la sigaretta fino all’ultimo e poi getto il mozzicone accanto al bidone dell’immondizia fuori casa sua “puoi andare adesso” le disse facendo segno di voler prendere Denise in braccio.
Angie gettò un’occhiata alla casa, era ancora tutto spento “spero che tu abbia le chiavi con te, non c’è nessuno”.
Zayn guardò casa sua, chissà dove si erano cacciati quei due. Frugò nelle tasche e le trovò “si le ho con me”.
“allora ti accompagno, apri la porta e poi prendi la piccola”.
I due si avvicinarono alla porta di casa e Zayn l’aprì “grazie per quello che fai per Denise” disse lui con lo sguardo basso.
“non c’è di che” disse Angie sospirando, quando il suo telefonino squillò.
Zayn prese Denise in braccio, che si svegliò di colpo “pronto Liam?” rispose Angie.
“sei a casa?” rispose il fratello con tono preoccupato.
“eh...no” disse balbettante Angie “sono da Zayn...”.
“che cosa?!”.
“a-aspetta Liam...posso spiegarti”.
Liam sospirò “spero che sia una spiegazione buona...ho appena finito, tra poco vengo a prenderti”.
“o-ok...a dopo”.
Angie riagganciò e sospirò ancora “scusa, ho svegliato la piccola” si sistemò la sciarpa al collo “beh, adesso devo andare...”.
Zayn si pentì della proposta ancora prima di parlare “aspetta Liam qui...è tardi per camminare da sola in strada”.
Angie arrossì “non dovresti preoccuparti per me”.
Anche il ragazzo arrossì “potresti accompagnare Denise a letto, devo fare una telefonata”.
Ansiosa di sottrarsi a quell’ennesima situazione imbarazzante Angie prese la piccola e l’accompagnò di sopra.
Zayn sfilò il cellulare dalla tasca e lesse i messaggi che aveva ignorato pur di stare un po’ in pace con la sua Angie. Più di uno era di Jack, ma Zayn li ignorò nuovamente. Tolse la giacca e raggiunse Angie.
Entrò nella cameretta della sua sorellina, e osservò Angie mentre carezzava il viso della bambina dandole la buonanotte. Si avvicinò a lei con passo felpato, ma la ragazza si accorse comunque della presenza del ragazzo “grazie” disse lui a bassa voce.
“di niente...” lei sorrise “questa scena mi ricorda tanto quando Liam mi dava la buonanotte da bambina”.
Zayn la guardò negli occhi “i tuoi erano via per lavoro?” domandò.
Lei scosse la testa e i suoi occhi assunsero un’aria triste “loro...non ci sono più”.
“scusa, io...”.
“è passato molto tempo ormai...”.
Zayn sentì l’istinto di abbracciarla e lo fece. Un po’ per quel discorso, un po’ perché ne aveva bisogno.
Angie ricambiò l’abbraccio. Voleva che quell’attimo non finisse più, sentiva che il suo posto era lì, tra le braccia del suo Zayn. Lo guardò negli occhi e lo baciò dolcemente.
Sorpreso, lui non seppe come reagire. Lei lo aveva preceduto d’un soffio e dopo qualche attimo di esitazione ricambiò il bacio, che da dolce diventò più appassionato.
Quando le loro labbra si separarono i due si guardarono negli occhi, come se potessero leggere nella mente l’uno dell’altro, quindi si baciarono nuovamente e si strinsero forte l’uno altro, come se potessero fondersi per diventare una cosa sola.
Esattamente come nella villa di Roxanne, l’incantesimo tra i due fu spezzato dalla voce di Jack “dove cazzo sei?!” urlò dal salotto senza la minima delicatezza.
“devi andare” disse Zayn ad Angie con tono preoccupato.
“non ti lascio da solo in mezzo ai guai” dichiarò lei prendendolo per mano prima che potesse andare di sotto “non di nuovo”.
Zayn la guardò e strinse la mano della ragazza. Quello sguardo valse più di mille parole.
I due scesero dalle scale e Jack tuonò “che ci fa lei qui?”.
“lei...”.
“è colpa mia signor Paxton” lo interruppe Angie con tono incerto “sono stata io a venire qui”.
Zayn le lasciò la mano in preda al panico “non dire cazzate Angie”.
La ragazza avanzò verso Jack “avevo dimenticato qui la mia sciarpa e sono venuta a riprenderla...poi ho passato il pomeriggio con i suoi figli...” la ragazza abbassò il capo “è colpa mia, mi dispiace...non se la prenda con Zayn, la prego”.
La rabbia di Jack scemò leggermente, ma guardò la ragazza con severità, poi guardò il figliastro con odio e disgusto “va bene...”.
“che coppia...il bastardo e la sgualdrina...un classico” esordì Elise entrando nel salotto barcollante.
“non parlarle in questo modo” disse Zayn con tono fermo e deciso “lei non c’entra”.
“la babysitter che scopa il figlio maggiore...come uno di quel film porno di quarta categoria”.
Angie provò una gran pena per quella donna “lei non può dire questo di suo figlio...” prese un gran respiro “ma probabilmente non conosce abbastanza Zayn per dire una cosa del genere”.
“Angie smettila” le disse Zayn preoccupato della reazione di  sua madre..
Invece la ragazza continuò “può dire di me quello che vuole signora Paxton, ma lasci stare Zayn”.
“probabilmente sei tu che non lo conosci abbastanza” disse Elise “lui...” prese fiato la donna “tu non sai lui cosa ha fatto”.
Zayn rimase perplesso, cosa aveva potuto fare di così grave?
“adesso basta Elise, è tardi e siamo tutti stanchi” disse Jack con gentilezza alla moglie “sarà meglio che tu vada” si rivolse ad Angie.
La ragazza si voltò verso Zayn, confusa. Cosa poteva aver mai poteva essere successo?


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Capitolo 41

“secondo te, il capitano ce la farà?”.
“non so, ma con il braccio in quelle condizioni...”.
Due componenti della squadra di basket stavano guardando Zayn mentre si esercitava nei tiri liberi. La sua espressione tradiva il dolore che stava provando.
“quella caduta non ci voleva davvero...”.
Il coach guardò il ragazzo preoccupato e lo raggiunse “perché non riposi, ragazzo?” gli disse con voce stranamente tranquilla.
Zayn afferrò il pallone “la partita è domani, devo esercitarmi” disse tirando la palla verso il canestro, ma la sfera non entrò nel cesto, Zayn sbuffò “i ragazzi contano su di me”.
“devi pensare a te stesso” disse il coach fermandolo prima che potesse tirare di nuovo “ti sei quasi rotto il braccio cadendo” l’espressione del prof Morrison si fece più dura “perché sei caduto, vero?”.
Zayn inghiottì della saliva “l’importante è che non si sia rotto, no?”.
“Malik dimmi la verità, come ti sei infortunato?” chiese il coach “questi lividi non sono frutto di una caduta”.
“sono caduto” ribadì Zayn “sono caduto dalle scale di casa”.
“ho visto centinaia di ragazzi cadere rovinosamente, ma sono certo che quelle ferite le ha provocate qualcuno”.
 
Sa cos’è successo? Per ogni attimo di felicità me ne toccano tre di dolore. È sempre così, almeno finché vivrò con Jack e con quella pazza di mia madre. Anzi, non posso nemmeno definirla tale, mentre Jack mi aggrediva con tutta la forza che aveva in corpo lei era lì e guardava. Guardava i segni che sarebbero rimasti per giorni, guardava il sangue che sporcava i miei vestiti. Guardava senza la minima pietà e ascoltava i miei lamenti. Ma sa una cosa coach? Non ho pianto mentre Jack mi prendeva a calci. Non piango ormai da anni, non gliela darò mai la soddisfazione di vedermi piangere, non più.
 
“sto bene” disse Zayn con la testa che vagava in quegli attimi, ripensò all’espressione di Jack mentre lo prendeva a calci nello stomaco, intimandogli di non guardarlo negli occhi. Ma ovviamente Zayn avevo continuato a guardarlo, provocandolo. Forse non era una buona idea provocarlo, ma l’orgoglio gli diceva di mantenere lo sguardo alto, anche se era caduto.
Ma la cosa che gli faceva più male era che la donna che lo aveva messo al mondo lo aveva guardato senza dire nulla, inespressiva, mentre Jack lo insultava e lo picchiava.
Il coach capì che non avrebbe ricavato un ragno dal buco con quel ragazzo, testardo e riservato com’era “riguardati Malik”.
Zayn abbassò lo sguardo e un pallone raggiunse il suo piede. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Liam “devo parlarti” gli disse il ragazzo indicando la porta.
Il moro lo seguì e i due raggiunsero il retro della palestra. Liam tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette: ne mancavano già cinque “vuoi?” chiese a Zayn che accettò volentieri.
“non sapevo che fumassi” disse Zayn accendendo la sigaretta.
Liam accese anche la sua “infatti non fumo...o almeno non sempre” prese un bel tiro e lasciò andare il fumo dalla sua bocca “lo faccio solo quando sono nervoso, o preoccupato”.
“e adesso sei preoccupato?”.
Liam annuì “che ti sta succedendo Malik?”.
Zayn ridacchiò “come mai questa domanda?”.
“Angie è molto preoccupata per te, e lo sono anch’io”.
“tua sorella dovrebbe preoccuparsi per altro, non per me” disse Zayn con tono duro.
“mi ha detto della scenata dell’altra sera” continuò Liam “di tua madre e di Jack” cacciò fuori il fumo “lei me lo ha detto perché è davvero in ansia per te, Zayn. Specialmente dopo che ha visto quelle...” indicò l’enorme livido sul collo.
“tu e lei siete davvero uniti” disse Zayn guardando il muro alle spalle di Liam “sei stato anche un padre per lei”.
“tu sai dei...”.
Il moro annuì “me ne ha parlato, ma molto vagamente”.
Liam rimase sorpreso. Angie non parlava mai dei loro genitori e dell’incidente.
“dev’essere stata dura per voi due”.
“per fortuna siamo stati sempre molto uniti, ma ho temuto di perderla a volte...sai per il suo problema...” Liam sospirò ripensando a quei giorni bui. Ma fortunatamente era passato.
“è una ragazza apposto” disse Zayn gettando la cenere sull’erba “sa essere anche di buona compagnia”.
“lei sta guarendo, è migliorata da quando ha conosciuto Niall...e te”.
Zayn lo guardò perplesso “me?”.
Annuendo Liam sorrise “sei un po’ la sua ispirazione, sei un ragazzo forte, ma sai dar spazio anche ai sentimenti”.
Zayn arrossì, non sapeva di essere così importante per la sua piccola Payne, di essere la sua ispirazione, il suo punto di riferimento.
“per questo sia lei che io siamo preoccupati per te” disse Liam avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla “sappi che per qualsiasi cosa tu abbia bisogno...la nostra porta è sempre aperta”.
Quelle parole ebbero un effetto benefico su Zayn. Il ragazzo sentì finalmente un po’ di quel calore umano di cui aveva bisogno, si sentì parte di qualcosa. Non sapeva cosa, ma era una sensazione stupenda sapere che qualcuno lo sostenesse nonostante il suo caratteraccio, nonostante non fosse un tipo raccomandabile. Sentì il cuore leggero, e le ferite sembrarono far meno male.
“grazie Liam...” gli disse porgendo la mano al ragazzo, che invece di ricambiare pacificamente, gli diede uno schiaffetto amichevole sulla guancia.
“non farti strane idee Malik, ti odio ancora” scherzò Liam.
“è ricambiato” disse Zayn sorridendo.
Quello era uno di quei sorrisi spensierati e senza alcuna malizia. Uno di quei sorrisi dolci e leggeri che da tempo non comparivano sul viso di Zayn.
Nascosta poco più lontano dai due Angie guardò quel sorriso, commossa. Era sicura che quello sarebbe stato uno dei disegni più belli che avrebbe mai fatto in vita sua.

 

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Capitolo 33
*** Capitoli 42/43 ***


Capitolo 42

Disegnare non era il suo forte.
Anzi era quasi negato quando si trattava di fare ritratti, ma ci provò lo stesso.
“che disegni?” domandò Denise saltellando sul letto di Zayn.
“volevo provare a fare un ritratto, ma sembra un quadro di Picasso”.
La piccina guardò il fratello perplessa “chi è Picasso?”.
Zayn ridacchiò “un famoso pittore” si alzò e la raggiunse “lo studierai quando sarai più grande”.
“perché papà e mamma litigano?” domandò la piccola sentendo delle urla provenire dal salotto.
“non lo so, e non voglio immischiarmi”.
Improvvisamente Denise abbracciò il fratellastro “ho tanta paura quando fanno così...”.
Zayn la prese in braccio e la strinse a sé “lo sai che ci sono io a proteggerti, piccola” le baciò una tempia “finché ci sono io qui non devi avere paura, ok?”.
“ok” disse Denise nascondendosi tra le braccia del fratello.
 
Ho fatto la cosa migliore. Per tutti e due.
 
Pensò Zayn guardando la scrivania, stranamente, pulita e priva di quelle scartoffie.
Aveva chiesto all’avvocato di procedere il prima possibile per avere l’affidamento della piccola e di diventare il suo tutore ufficiale, in quanto maggiorenne e capace di intendere e di volere. Certo, con i soldi che aveva racimolato avrebbe potuto comprarsi un buco dove vivere, ma Denise veniva prima di tutto. E poi adesso aveva la certezza che Liam li avrebbe aiutati sicuramente. Per non parlare di Angie, che avrebbe dato a Denise tutto l’amore di cui una bimba necessitava.
Avrebbe ottenuto l’affidamento, avrebbe trovto un lavoro, avrebbe trovato una nuova casa in cui vivere con la sua sorellastra, senza violenza e senza grida. Un ambiente tranquillo in cui poter vivere sereni.
Risvegliandosi da tutti quei pensieri Zayn notò che Denise si era addormentata. Riconobbe una parte di lui in quella piccina: poteva addormentarsi dappertutto, in qualsiasi situazione. Una risata gli comparì in volto, aveva sempre pensato che Denise fosse completamente diversa da lui, ma in fondo in fondo non era così.
Poggiò la piccola nel suo letto e tornò alla scrivania, riprendendo il foglio che aveva riposto.
Lo guardò e lo stracciò.
Sospirò, lasciandosi andare sulla scrivania. Un dolore sordo provenne dal braccio sinistro, quello che Jack aveva quasi spezzato. Doveva tenere duro, almeno fino all’indomani.
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Il braccio gli dava più fastidio che mai, ma Zayn ignorò il dolore, indossò la sua maglia numero 12 e uscì dagli spogliatoi, preoccupato.
Con quel clima in casa, il pensiero di aver dovuto lasciare Denise sola, non riusciva a farlo stare tranquillo.
“ciao campione” lo salutò Angie alle sue spalle.
Zayn si voltò “ciao...che ci fai qui?”.
Lei sorrise leggermente “ero venuta a vedere come stavi”.
“è gentile da parte tua”.
“volevo dirti solo...in bocca al lupo per la partita” disse lei non riuscendo a guardarlo.
Zayn sorrise e le prese il mento tra il pollice e l’indice, costringendola a guardarlo negli occhi  “sapevo che avresti fatto il tifo anche per me”.
Angie si spinse in avanti e lo baciò e Zayn la strinse a se.
Queen osservò tutto dall’inizio del corridoio e iniziò a camminare verso di loro, ma qualcuno la strattonò all’indietro “lasciali in pace, mi hai capito?”.
La ragazza storse il labbro “perché altrimenti cosa fai Horan?”.
Niall la guardò con disprezzo “credimi, meglio che tu non lo sappia”.
“loro due non possono stare assieme, non durerebbero un giorno”.
Il biondo ridacchiò “perché tu credi che Zayn ti ami, vero?”.
Queen annuì “sì, lui mi ama, lo so”.
“sei stupida oltre a essere terribilmente egocentrica ed egoista” Niall guardò verso Angie e Zayn “non lo vedi? Se quello non è amore, allora l’amore non esiste”.
La bionda cheerleader si sottrasse alla presa di Niall “va al diavolo” un singhiozzo la scosse “andate al diavolo tutti!”.
Angie sbucò alle spalle del biondo “che voleva Queen?”.
L’irlandese le scompigliò i capelli “niente che possa interessarti!”.
“ciao Horan” lo salutò Zayn “il tuo numero è il 14”.
Angie guardò i due perplessa “cosa non mi hai detto Niall?”.
“c’erano due posti da occupare” le spiegò Zayn “uno spettava a tuo fratello e l’altro...”.
“volevo farti una sorpresa” arrossì il biondino grattandosi il capo.
Angie sorrise e lo abbracciò “sono felice per te, Niall!”.
“anch’io!” esclamò il biondo “ma adesso devo andare a cambiarmi” disse correndo verso gli spogliatoi.
La ragazza guardò Zayn “è un tipo molto...entusiasta”.
“ha energia e in squadra abbiamo bisogno di quello”.
“DOVETE FARE IL RISCALDAMENTO SIGNORINE! MUOVERSI!” urlò il coach Morrison negli spogliatoi.
Zayn ridacchiò “devo andare adesso”.
“sarò sugli spalti” disse Angie andando via.
Zayn la rincorse e la baciò “fa il tifo per me!” le disse prima di correre a fare gli allenamenti.


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Capitolo 43

Angie trovò spazio sugli spalti e si sedette tranquillamente, mentre intorno a lei le coreografie delle cheerleaders scatenavano l’euforia da parte di tutti.
Lo stemma della scuola era praticamente ovunque, sulle maglie, su delle bandierine di plastica, sui cartelloni e i colori della squadra erano dipinti sulle facce dei tifosi.
Tutta quell’euforia quasi la coinvolse, si domandò cosa avrebbe fatto quando uno tra Zayn, Niall e Liam avesse segnato. Probabilmente sarebbe esplosa di gioia, urlando il nome di uno di loro e saltellando come una stupida.
Lo spettacolino di Queen e le sue terminò, lasciando spazio alle letture delle formazioni, e man mano che i nomi scorrevano i giocatori entravano in campo. Toccò prima alla squadra avversaria, poi a quella di casa.
Liam e Zayn erano in campo, mentre Niall era seduto in panchina, ma sembrava molto eccitato all’idea di poter giocare. Angie lo salutò e il biondo ricambiò girandosi e mostrandole il retro della maglia. Sembrava quasi un bambino a Natale.
L’arbitro convocò a centrocampo i due capitani, raccomandando fair play e dicendo in bocca al lupo a entrambi.
Zayn sorrise e strinse la mano all’avversario, ma la sua espressione era seria e concentrata. Tornò dai compagni che unirono le mani e urlarono il nome della scuola, dandosi la carica giusta.
Ci fu il fischio d’inizio e il primo giocatore con i capelli a spazzola passò la palla a Liam, che scartò un avversario con facilità “Miles a destra!” urlò ad un compagno prima di passargli il pallone. Il ragazzo ricevette e schiacciò facendo il primo canestro per la squadra di casa. I tifosi andarono in visibilio.
“bel passaggio Payne!” si congratulò capellia a spazzola dandogli il cinque.
“grazie!” rispose Liam sorridendo.
I punti arrivarono a raffica, e la squadra di casa dominava per 32 a 21.
“capitano!” urlò Miles a Zayn che saltò e prese palla.
Zayn corse sulla sinistra, palleggiando e pensando in fretta a quale schema chiamare, poi ebbe un’intuizione “schema 4 ragazzi!” urlò alla squdra, che si mise subito in posizione.
Zayn passo il pallone indietro e corse verso il canestro, pronto a schiacciare.
Saltò e sbagliò a causa del braccio dolorante, ma fortunatamente Liam alle sue spalle contribuì al tap-in.
Zayn digrignò i denti e mosse il gomito fino al punto in cui poteva sopportare il dolore.
“TIME OUT!” chiamò il coach Morrison notando l’espressione del ragazzo.
I ragazzi si riunirono attorno al mister “bel tiro Payne, davvero un bel tiro” si complimentò il mister “Malik ce la fai a giocare?”.
Il moro annuì “sì, ce la faccio” guardò i compagni “stiamo andando bene ragazzi, ma vi voglio più grintosi, ok?”.
“ok!” dissero tutti in coro.
“andiamo capitano” disse Liam poggiando una mano sulla spalla di Zayn, che sorrise.
Angie osservò i due ragazzi, se volevano potevano anche andare d’accordo.
Le squadre rientrarono in campo e uno degli avversari si avvicinò a Zayn “ci sai fare campione” gli disse con tono di sfida.
“la tua squadra di checche non può nulla contro di noi” ridacchiò Zayn correndo dall’altra parte del campo.
*omg, ve lo immaginate Zayn che gioca a basket?! Hahahahahah ok, riprendo a scrivere!*
L’arbitro fischiò, e il gioco riprese.
Zayn cercò di tenere duro, almeno fino alla fine del primo tempo, ma il braccio non cessava di fargli male “schema 18!” urlò, lo schema 18 era uno di quelli che non prevedeva la sua presenza e gli altri compresero che dovevano riuscire a cavarsela anche da soli.
La squadra di casa segnò altri 2 punti “bravi ragazzi!” si complimentarono l’uno con l’altro “concentrazione adesso!”.
Miles palleggiò sulla linea di centrocampo, ma tutti erano marcati a uomo.
Malik riuscì a smarcarsi “libero!” urlò e Miles gli passò la palla, che finì dentro con un libero spettacolare di Zayn.
Il ragazzo cercò Angie tra la folla e quando la trovò le sorrise. La ragazza ricambiò sorridendo a sua volta e urlando il suo nome assieme agli altri tifosi.
Il primo tempo finì “bel lavoro signorine” disse il coach “il primo tempo è andato, mettiamo questa partita in cassaforte!”.
Mentre Morrison parlava a vanvera, Zayn controllò il suo cellulare: 7 chiamate perse dal numero di emergenza di casa. Sbiancò.
“che succede Malik?” domandò il coach mentre tutti uscivano per rientrare in campo.
Zayn si alzò e prese le sue cose “faccia entrare Horan al mio posto”.
“ma cosa dici? Sei impazzito?!”.
“dica agli altri che è un’emergenza!” disse correndo via nei corridoi della palestra.
Niall ritornò indietro per bere ancora un po’ e il mister si avvicinò a lui “scaldati, entrerai al posto di Malik”.
“che succede?” domandò il biondo perplesso.
“ha avuto un’emergenza a casa...non mi ha detto altro” sospirò “tu ne sai qualcosa?”.
Niall scosse la testa “io no...ma Angie sì” esclamò prima di correre via a sua volta.
Mentre la festa continuava, il coach Morrison andò dritto dall’arbitro per comunicargli il cambio.
Lo speaker aggiornò anche il pubblico, che dopo l’annuncio iniziò a lamentarsi per il cambio.
Insospettita e preoccupata Angie scese dagli spalti, facendo attenzione a non urtare nessuno. Raggiunse il tunnel che portava agli spogliatoi e incrociò suo fratello “Liam...”.
Il fratello la guardò perplesso “proprio ora ho saputo del cambio...ma non capisco perché”.
“RAGAZZI!” urlò l’iralandese da lontano.
I Payne raggiunsero l’amico “Niall che...”.
“Zayn, lui...” disse cercando di riprendere fiato “il mister ha...ha detto che Zayn ha avuto problemi...a casa sua”.
“che genere di problemi?” domandò Liam.
“non so” Niall guardò Angie “ma penso grossi problemi...il mister ha detto che aveva un’espressione davvero preoccupata”.
Angie guardò il fratello “devo andare da lui!”.
“dobbiamo andare da lui” disse Liam prendendo Angie per mano “dì al coach...uh...non so inventa qualcosa!”.
 “fate in fretta ragazzi!” di Niall prima di andare dal Coach Morrison.
Angie e Liam corsero nel parcheggio a prendere l’auto. Nessuno dei due sapeva cosa stesse succedendo a Zayn, e nessuno dei due immaginava cosa stava capitando al povero ragazzo.

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 44/Epilogo ***


Capitolo 44

Zayn lasciò cadere la moto sul vialetto di casa, mentre urla isteriche e rumore di piatti che si infrangevano provenivano dalla casa. Il ragazzo riuscì a distinguere le urla di Denise.
“DENISE!” urlò disperatamente aprendo la porta di casa. La piccola era seduta in un angolo, tremante, mentre Jack e sua madre stavano litigando di nuovo.
“DENISE!” urlò per farsi sentire dalla bambina, che piangeva tenedo le mani sulle orecchie.
“basta, basta” urlava la piccina con il viso rosso dalla paura e con le lacrime che le ricoprivano le guance.
Zayn fece per avvicinarsi alla sorella, ma fu colpito alle spalle da Jack “lascia stre mia figlia!” gli ulrò strattonandolo all’indietro e facendolo cadere su delle porcellane rotte.
Il ragazzo si alzò “smettetela di urlare la state spaventando!” ringhiò Zayn con rabbia.
Elise iniziò a gridare e piagere “va via, andate tutti via!” urlò e si rannicchiò sulla moquette di casa completamente macchiata e piena di vetri rotti.
“che cosa le hai fatto?!” domandò furioso Zayn “che le hai fatto!? “.
“sei stato tu a ridurla così, è solo colpa tua!” gli urlò Jack.
Innervosito, Zayn urlò “si può mai sapere cosa ho fatto?!”.
“sei nato, bastardo!” gli urlò spingendolo contro il muro “giuro sulla mia vita che ti rispedirò all’inferno da dove vieni!”.
Jack iniziò a colpirlo a volto e Zayn cercò di difendersi, spingendolo lontano da lui con un calcio nello stomaco “è questo il mio inferno!” dise non riuscendo a trattenersi e colpendo Jack con un altro calcio.
“smettila, smettila!” urlò Elise “sta fermo”.
Zayn si voltò verso sua madre “sei l’ultima persona che può dirmi cosa devo fare!”.
Proprio in quell’attimo di distrazione Jack lo colpì all’inguine, facendolo crollare per terra. Si alzò e continuò a calciarlo nello stomaco “ti ammazzo, bastardo, questa volta ti ammazzo!” disse colpendolo più forte.
“ZAYN!”.
Al ragazzo parve di sentire la voce della sua amata Angie, ma i rumori stavano diventano a poco a poco più fievoli, fino a scomparire del tutto.
“stia fermo!” intervenne Liam placcando Jack e gettandolo al suolo “lei è pazzo!” gli urlò.
“LIAM, CHIAMA UN’AMBULANZA TI PREGO!” urlò Angie in preda al panico “SVGLIATI, ZAYN, SVEGLIATI! TI PREGO!!” gridò tra le lacrime e guardando il volto sanguinante del ragazzo. Lo strinse a se talmente forte da non sentirsi più le braccia “Zayn svegliati...” sussurrò disperata “ti prego, ti scongiuro...apri gli occhi” farfugliò debolmente tra le lacrime.
 
Esattamente come 10 anni fa.
È tutto come allora. Ho amato, ho perso.
Amavo mia madre e mio padre più di ogni altra cosa al mondo e un ubriaco me li ha portati via risparmiando me, ma lasciandomi con ricordi e problemi che mi sono portata dietro per questi lunghi 10 anni. Ma se sono sopravvissuta un motivo ci sarà e forse quel motivo sei proprio tu, Zayn, e adesso non puoi lasciarmi così.
Non adesso che tutto sembrava andare per il meglio, non ora che sono pronta a dirti “ti amo”. Tu non mi puoi lasciare sola di nuovo. No, non puoi.
Voglio rivivere ogni attimo passato con te, dal quasi bacio nello stanzino dei bidelli all’attimo in cui ci siamo baciati nella villa di Roxanne, voglio rivivere tutti i nostri litigi, tutti i momenti belli e brutti che abbiamo vissuto insieme. Perché solo insieme possiamo migliorare e migliorarci. Solo insieme possiamo essere invincibili, superare qualsiasi ostacolo. Basterà che le nostre mani si uniscano e il mondo sembrerà un posto migliore di quanto non sia. Resta con me, sempre. Ho bisogno di te, amore mio.
Angie sbatté le palpebre e come se il tragitto all’ospedale come non fosse mai esistito, si ritrovò seduta in un corridoio sterile del reparto di terapia intensiva, con Liam che andava avanti e indietro come un cane rabbioso.
 
Perché non abbiamo mai parlato? Perché non ho mai capito? Perché sono stato così stupido e cieco da non aver visto che il comportamento di Zayn era solo legato a questo?
Ecco cosa generano l’odio e l’orgoglio: cecità.
Sono stato talmente preso dal dimostrare di essere migliore di lui, da non cogliere i segnali che mi stava dando. Lui soffriva e nessuno se ne è accorto.
Zayn, amico mio, resisti, ti prego.
Perdona la mia cecità, perdonami per tutte le offese, le risse e per tutte le volte che ti ho reputato la causa dei miei problemi. Perdonami.
 
L’infermiera uscì dalla stanza in cui Zayn era stato ricoverato, ma abbassò la testa, evitando gli sgaurdi di Angie e Liam.
Qualcuno giunse accanto a Liam “ehi fratello” disse Niall abbracciando il ragazzo “notizie?”.
Liam scosse la testa “lo tengon dentro dal almeno un’ora...”.
“un’ora e mezza” precisò Angie guardando nel vuoto “perché non ha mai detto niente?” cominciò Angie con le lacrime agli occhi.
Niall le si avvicinò e la strinse “non fare così...”.
“avrei dovuto capire cosa non andava...avrei dovuto capire” continuò singhiozzando disperata.
Liam si avvicinò ai due “non sei la sola Angie...tutti noi abbiamo sempre pensato che lui fosse un altro genere di persona”.
“mi sento così male Liam...mi sento distrutta” disse la ragazza con il viso tra le mani “lo amo, ti giuro che lo amo più di me stessa” dichiarò, lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca “se lui non dovesse farcela non riuscirò a riprendermi mai più”.
Una lacrima rigò il volto di Liam “è forte” disse tirando su col naso “è un ragazzo forte e ce la farà, vedrai” disse cercando di convincere anche se stesso.
Niall si poggiò al muro accanto a loro strofinandosi gli occhi umidi “abbiamo vinto” farfugliò “e vincerà anche lui...è il nostro capitano e non mollerà mai”.
Uno dei dottori uscì dalla stanza di Zayn e comunicò i risultati ai tre ragazzi che attendevano ansiosi di sapere le condizioni del loro Zayn.


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EPILOGO.

Un bambino di sei anni che ritorna a casa da scuola da solo, ha avuto bei voti ma nessun premio, nemmeno un complimento dalla sua mamma, nemmeno uno sguardo fiero, niente.
Un bambino di dieci anni che ritorna a casa da scuola da solo, bei voti, ma qualche marachella lo ha messo nei guai. La mamma questa volta lo considera, ma gli rivolge solo parole di disprezzo.
Un ragazzino di tredici anni che ritorna a casa da scuola da solo. Ha rubato un pacchetto di sigarette ma non dice nulla alla madre, ne al suo patrigno. Ma quando i due trovano il pacchetto il ragazzino subisce le prime violenze.
Un ragazzo di diciassette anni che ritorna a casa da scuola da solo. Ormai è grande e i nonni materni che vede una volta all’anno gli regalano una moto. Il ragazzo beve, fuma e rincasa tardi. Ad aspettarlo la solita razione di insulti e botte, ma ormai il ragazzo ci ha fatto l’abitudine. Solo una bimba di quattro anni sembra capirlo e lo tratta come se fosse suo fratello a tutti gli effetti.
Un ragazzo di diciannove anni che ritorna a casa da scuola da solo, o forse non rincasa affatto. Ha quasi finito le superiori, è all’ultimo anno, ha ottimi voti, è il capitano della squadra di basket e fa girare la testa a tutte le ragazze. È ribelle, testardo e stronzo. O almeno è quello che vuol far credere.
È lo stesso bambino, ragazzino, ragazzo che si è costruito una dura armatura per non essere più ferito e per tenere a distanza gli altri, per tenere lontano chiunque potesse amarlo. Meglio essere odiati che amati, è più facile, pensava lui.
Finché un paio di occhi verdi e un disegno fatto a matita su un semplice foglio non rompono la corazza: lei, con la sua bontà e con il suo altruismo bussa gentilmente e chiede il permesso di entrare. La sua ingenuità e timidezza rendono tutto spontaneo, genuino. Ma la corazza c’è ancora, e le persone non smettono di colpirla a tradimento. Ma quegli occhi sono sempre lì, sempre presenti. Lo guardano come se potessero attraversargli l’anima. È lì il posto di quegli occhi, è lì che devono stare, accanto a lui. Per dargli forza e sostegno.
Per dargli l’amore che gli è sempre stato negato.
 
Il ritmico bip del monitor lo svegliò.
La luna piena attraversava la finestra e una dolce brezza muoveva le tende candide.
Zayn prese una bella boccata di quell’aria di tranquillità, ripensando al suo passato: in quei momenti tragici c’era tutto quello che lui non avrebbe mai voluto essere.
Quel bambino adesso era un uomo, un uomo che si sarebbe rialzato più forte di prima.
“...quando si sveglierà fratellone?” una piccola vocina provenne dal lato opposto della sua lettiga.
“presto, tesoro, presto” sussurrò una voce più adulta, ma ugualmente dolce “adesso riposa, devi essere tanto stanca...” uno schiocco di un bacio riempì la stanza.
“va bene...buonanotte Angie”.
“buonanotte piccola mia”.
Dopo qualche minuto il ragazzo ebbe la forza di girarsi e come sempre quegli occhi verdi erano lì, che lo guardavano in silenzio. Pieni di preoccupazione. Pieni di amore.
“ciao” sussurrò Zayn.
Angie si alzò e lo raggiunse facendo attenzione a non svegliare Denise “ciao dormiglione...” disse con la voce rotta dal pianto “mi hai fatto preoccupare moltissimo, sai?”.
“sono un tipo forte, non devi preoccuparti per me” sorrise Zayn.
“mi viene naturale preoccuparmi per le persone che amo” disse la ragazza tirando su col naso.
Zayn mosse debolmente la mano e Angie la strinse forte “quando avrai bisogno di me, sarò qui Zayn” gli sussurrò “se lo vorrai resterò al tuo fianco”.
“ma tu ci sei sempre, piccola Payne” disse lui guardandola amorevolmente “sei sempre stata lì in silenzio, sei sempre stata lì accanto a me”.
“forse perché il mio posto è quello” ridacchiò Angie.
Gli occhi di lui divennero lucidi “era da tanto che non mi sentivo così”.
“perché non mi hai mai detto di quello che ti stava accadendo? Ti avrei aiutato”.
“non volevo che tu sapessi per proteggerti, Angie. Sei l’ultima persona che avrei voluto coinvolgere nel mio inferno” disse Zayn tristemente.
Angie gli carezzò i capelli e per la prima volta il ragazzo si lasciò andare sotto quei tocco così dolce “sei la cosa più bella che mia sia mai capitata e non voleevo che la mia storia ti facesse cambiare...sei perfetta così come sei” le disse “mi fa impazzire il modo in cui arrossisci, il modo in cui ti concentri quando disegni, amo la tua risata dolce e spensierata, amo il tuo broncio e la tua espressione contrariata” Zayn divenne serio “ti amo Angie Nicole Payne”.
La ragazza si chinò per baciarlo “anch’io ti amo Zayn Jawaad Malik, nonostante tutto quello che abbiamo passato, rivivrei ogni attimo, bello e brutto. Rivivrei ogni giorno passato con te, ogni singolo istante”.
A quelle parole una lacrima rigò il viso di Zayn. Finalmente sentì che qualcuno lo amava senza riserve.
Angie si disteste accanto a lui e gli asciugò la lacrima con l’indice. Lo baciò e si riposò accanto a lui.
Le mattine successive Liam e Niall andavano spesso a trovare Zayn, fortunatamente il ragazzo sembrava stare molto meglio. Ma Liam, quasi sempre aveva un’espressione strana.
“cosa succede?” domandò una mattina Zayn.
Tutti, tranne Angie e Liam, furono invitati ad uscire. Si trattava di una cosa abbastanza seria.
“Jack è stato arrestato per maltrattamenti, lesioni gravi e tentato omicidio” comiciò Liam con la massima serietà “i legali volevano affidare Denise a tua madre, ma hanno trovato le tue pratiche per l’affidamento che saranno pronte tra un mese e mezzo. Quindi Denise sarà sotto la tua tutela anche legalmente”.
“è una buona notizia” disse Zayn sospirando “ma c’è dell’altro vero?”.
Liam annuì “Zayn sai qualcosa di tuo padre? Quello biologico, intendo”.
Il moro scosse la testa “so solo che lui e mia madre hanno avuto un’avventura e mi ha abbandonato poco dopo la mia nascita, dandomi il suo cognome”.
“beh...” Liam sospirò “sarò diretto, ok?”.
Zayn  annuì e Angie gli strinse la mano.
“venti anni fa...quest’uomo...la stuprò”.
Il ragazzo sentì la testa girargli, e dei conati di vomito inziarono a scuoterlo.
Liam raggiunse Zayn “Zayn...”.
“sono il figlio di uno stupratore?” farfugliò, cercando di mettere in ordine i pensieri che gli frullavano per la testa. Si ricompose nel lettino dell’ospedale e si coprì gli occhi “lasciatemi solo...” chiese e i due fratelli Payne non poterono far altro che obbedire.
Il figlio indesiderato. Il figlio del demonio. Il figlio maledetto.
Il frutto indesiderato di una violenza.
Quante volte sua madre aveva maledetto il giorno in cui era venuto al mondo?
Aveva ragione.
Aveva ragione su tutto.
Aveva ragione a chiamarlo bastardo, a maledirlo, a incolparlo del suo dolore.
Per vent’anni aveva avuto davanti a se lo specchio del ricordo dei quella violenze orribile.
Quanto poteva somigliare a suo padre?
Zayn si lasciò scappare un singhiozzo, che si tramutò in un pianto incontrollato. Tutto aveva un senso adesso, ogni tassello era al suo posto. E lui, lui era ancora vivo.
Ma perché sua madre non aveva abortito? Perché non l’aveva abbandonato?
Forse quell’uomo l’aveva minacciata? Forse qualcuno le aveva intimato di tenere il bambino?
Lui si sentiva un errore. Era un errore, lo era sempre stato ed ora ne aveva la certezza.
E Jack sapeva. Sapeva tutto della sua nascita, di come quel ragazzo maledetto era venuto al mondo.
E Angie? Come l’avrebbe presa lei? Si sarebbe allontanata da lui, sicuramente. Chiunque avrebbe allontanato il frutto di uno stupro.
Angie entrò pian piano, e con la stessa delicatezza si sedette accanto al ragazzo “Zayn...mi dispiace”.
“sono stato solo un errore, sono stato solo una maledizione per mia madre”.
La ragazza lo accarezzò “tu non ne hai colpa tesoro...”.
“avrebbe dovuto abbandonarmi, sono la causa del suo alcolismo e della sua depressione”.
“non dire così” gli disse Angie dolcemente “in questa storia sei una vittima, come tua madre” sospirò “se lei non ti ha mai rivelato questa storia è stato per proteggerti Zayn, per proteggerti dal suo passato. Non è diverso da quello che tu hai fatto con me”.
I due si strinsero forte e Angie cercò di fargli forza con la sua presenza.
In seguito Liam spiegò a Zayn che sua madre era stata sottoposta a varie perizie psichiatriche che avevano rivelato una forte schizofrenia, unita alla depressione e all’alcolismo. La donna era stata mandata in una clinica specialistica in Galles. Sarebbe ritornata, forse.
Dopo quasi un mese il ragazzo fu dimesso. Liz, Niall e Angie avevano preparato qualcosa di speciale per lui: Liam lo accompagnò a casa Payne e quando Zayn entrò scorse un pianoforte in un angolo del salone “è per te” gli disse Angie sorridendo “è da parte di Niall”.
Il biondo sorrise “spero che ti piaccia...era mio ma non ho mai imparato a suonarlo”.
Zayn sorrise e sfiorò i tasti del piano “vi ringrazio” disse solo.
Denise lo raggiunse e si sedette sulla panca di pelle nera “suoni qualcosa?” domandò.
Il moro arrossì “beh, io...”.
“oh, avanti” lo incoraggiò Liz “scommetto che sei bravissimo a suonare”.
Zayn annuì er si sedette al piano, nervoso. Non aveva mai suonato davanti a tutte quelle persone.
Angie gli prese la mano “forse potresti suonare una certa canzone”.
“solo se mi accompagni con la voce” ribattè lui.
“va bene”ridacchiò Angie.
Le dita del ragazzo sfiorarono i tasti con la stessa leggerezza di una piuma. Esattamente come nella villa, in quel momento Zayn sentì il calore vero di una famiglia e un sorriso dolcissimo gli comparì sul volto.

 
FINE.

 
*ringraziamentiiiiiiiiii*
Grazie a tutte voi per aver letto la mia FF! siete tutte fantastiche e grazie per le recensioni e per i consigli (che sono state preziosissimi, grazie mille *w*) <3
Vi saluto e vi mando un abbraccio virtuale!
Alla prossima FF (sempre se ne scriverò lol).

 
-CreepyGirl

 

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