Ange, la figlia di Candy

di myriamsilv
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove eravamo rimasti ***
Capitolo 2: *** Una notte a New York ***
Capitolo 3: *** La scoperta ***
Capitolo 4: *** Una propposta di matrimonio ***
Capitolo 5: *** Una famiglia per Candy ***
Capitolo 6: *** Vita familiare e un viaggio ***
Capitolo 7: *** Addio Candy ***
Capitolo 8: *** La vita continua ***
Capitolo 9: *** Una festa di compleanno ***
Capitolo 10: *** Una decisione importante ***
Capitolo 11: *** La Royal Saint Paul School ***
Capitolo 12: *** La rivale ***
Capitolo 13: *** I provini ***
Capitolo 14: *** Da rivali ad amiche ***
Capitolo 15: *** Ci è Lucas? ***
Capitolo 16: *** Il regalo di Lucas ***
Capitolo 17: *** Mistero svelato ***
Capitolo 18: *** Tra passato e presente ***
Capitolo 19: *** Equivoci e gelosie ***
Capitolo 20: *** Solitudine ***
Capitolo 21: *** La punizione ***
Capitolo 22: *** Caro Stear ***
Capitolo 23: *** Una complicità ritrovata ***
Capitolo 24: *** Serata al teatro ***
Capitolo 25: *** Il piano di Emily ***
Capitolo 26: *** La sera dello spettacolo ***
Capitolo 27: *** I turbamenti di Albert ***
Capitolo 28: *** CAPODANNO ***
Capitolo 29: *** LA FINE DELLE VACANZE ***
Capitolo 30: *** RITORNO A SCUOLA ***
Capitolo 31: *** Due vecchi amici ***
Capitolo 32: *** La visita ***
Capitolo 33: *** L'incidente ***
Capitolo 34: *** Arrivederci amici ***
Capitolo 35: *** La nascita di Emily ***
Capitolo 36: *** La terza domenica del mese ***
Capitolo 37: *** IL TARLO DEL DUBBIO ***
Capitolo 38: *** Aria di primavera ***
Capitolo 39: *** La festa di maggio ***
Capitolo 40: *** Morti ***
Capitolo 41: *** La scoperta della verità (I parte) ***
Capitolo 42: *** La scoperta della verità (II parte) ***
Capitolo 43: *** Ritorno ***
Capitolo 44: *** Sulla collina di Pony ***
Capitolo 45: *** Epilogo I ***
Capitolo 46: *** Epilogo II ***



Capitolo 1
*** Dove eravamo rimasti ***


CAPITOLO I
DOVE ERAVAMO RIMASTI

Candy restò molto sorpresa quando scoprì che Albert, il suo amico, il suo confidente, l'uomo che l'aveva salvata e consolata era anche il suo benefattore, lo zio Wiliam.
Arrivò nell'ufficio dello zio Wiliam aspettando di trovarsi davanti un uomo anziano, la poltrona era girata verso la grande vetrata, Candy restava vicino alla porta col cuore che batteva forte, finalmente incontrava l'uomo che aveva fatto tanto per lei. Quando la poltrona si girò e guardò il viso del benefattore non poteva credere ai suoi occhi era Albert, il suo Albert, lo stesso uomo col quale aveva vissuto per più di un anno, dovette appoggiarsi alla porta per non cadere dato che le sue gambe vacillavano. Albert girò lentamente attorno alla scrivania, ache lui sembrava emozionato, le sorrise come se nulla fosse cambiato eppure a Candy sembrava diverso, bello come non lo era mai stato, quando lui le spalancò le braccia e con un lieve sorriso sussurrò il suo nome-"Candy....." lei non pote fare a meno di lanciarsi in lacrime tra le sue braccia,era stata tanta preoccupata per lui da quando era scomparso senza dire una parola e ora era lì davanti a lei. Albert e candy restarono per ore a parlare nello studio, lui le chiese scusa per essere sparito senza una parola ma, non poteva spiegarle in quel momento. I due passarono insieme il pomeriggio a parlare, videro il sole tramontare dalla grande vetrata, Candy sembrava serena ma, Albert la conosceva troppo bene per non notare la stanchezza e la malinconia che si portava dietro, le fece una proposta -"puoi prenderti qualche giono di vacanza?" Lei -"Si, perchè?" -"Che ne pensi di andare qualche giorno alla casa di Pony? Credo che ti farà bene", come al solito Albert riusciva a leggere nel profondo della sua anima, era daccordo con lui, così decise di partire.
Nel viaggio in treno andando alla casa di Pony Candy quasi non si riconosceva nell'immagine che vedeva riflessa nel finestrino, i suoi occhi verdi avevano perso la loro innata lucentezza ed erano solcati da profonde occhiaie, negli ultimi mesi si era lanciata a capofitto nel lavoro per, non pensare, ma questo non aveva fatto altro che sfinirla ulteriormente. Erano passati diversi mesi da quella notte in cui aveva dovuto dire addio al suo amore, ormai il gelido inverno aveva lasciato il posto ad una calda primavera, l'aria era dolce ma, non nel cuore di Candy dove la neve faceva fatica a sciogliersi, pensava -"forza Candy, ora che stai tornando a casa ritroveraì te stessa". Candy scese dal treno, era davvvero una bella giornata piena di sole, tirò un respiro profondo mentre una brezza leggera le scompigliava i capelli e si disse -"da ora devi sorridere, non puoi far preoccupare gli altri", così pensando si avviò sulla strada a lei tanto familiare.
Pensava che alla casa di Pony sarebberò stati sorpresi di vederla, invece fu lei a ricevere una sorpresa, erano tutti fuori ad attenderla, c'erano Miss Pony, Suor maria e i bambini, ma anche Annie e Archie, Tom, Jimmy eil signor Cartride, guardava gli amicii con aria interrogativa -"Che ci fate tutti qui?" Miss Pony le spiegò dolcemente -"Il signor Wiliam ci ha informato del tuo arrivo, ed è stata sua l'idea di farti trovare tutti i tuoi amici". Candy era visibilmente commossa, ormai faceva fatica a trattenere le lacrime, sapeva che se si fosse lasciata andare avrebbe versato non solo lacrime di gioia e commozione ma, tutte quelle che aveva dentro da tanto tempo, così corse via sulla collina di Pony. Arrivata in cima alla collina appoggiò la schiena contro il grande albero, lo stesso dove da bambina giocava e rideva, ai cui piedi aveva pianto per l'addio di Annie e aveva incontrato il suo principe, dove aveva pianto per la morte del suo amato Anthony, ora appoggiata a quell'albero piangeva tutte le lacrime represse in quei lunghi mesi per la perdita del suo amre, mille pensieri affolavano la sua mente, sentimenti contrastanti invadevano il suo cuore, d'un tratto un dolce suono la destò dai suoi pensieri, era senza dubbio una cornamusa, si stropiccio gli occhi per asciugare le lacrime. Candy dall'albero fissava l'orizzonte, vide avvicinarsi la sagoma di un uomo in kilt che suonava la cornamusa, -"ahhh...." non riuscì a soffocare un grido, era Albert, era sempre lui il suo principe. Albert arrivato davanti a lei smise di suonare e fisso lo sguardo su Candy, gli occhi di lei erano lucidi ma, ora sorrideva, lui le disse -"Piccola, sei più carina quando sorridi che quando piangi", i due scoppiarono a ridere mentre un raggio di sole che filtrava attraverso le foglie dell'albero illuminava i loro volti, proprio come quel pomeriggio di tanti anni prima. Dopo un pò Albert la prese tra le braccia e baciandola dolcemente sulla fronte le disse -"Era questo che volevo mostrarti piccola, tu non sei sola, io sono sempre stato accanto a te e se vorraì ci resterò per sempre. Tante persone ti amano, come si può non amare il tuo sorriso? Torna a sorridere", Candy si alzo ulla punta dei piedi per dargli un bacio sulla guancia e gli disse -"Farò in modo di sorridere sempre, grazie di tutto". Mentre si scioglievano da quel dolce abbraccio sentirono delle voci, i bambini erano venuti a chiamarli, il pranzo era pronto, ridendo allegramente scendevano tirati dai bambini.
Candy era seduta a capotavola di fronte a lei dall'altro capo c'era Albert, guardandosi intorno fissava lo sguardo sui volti dei suoi amici, mille ricordi affolavano la sua mente e il cuore le si riempiva di gioia. Ora Candy lo sapeva, non era più una bambina ma, poteva essere una donna felice.

 

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Capitolo 2
*** Una notte a New York ***


CAPITOLO II
UNA NOTTE A NEW YORK
Candy dopo qualche giorno alla casa di Pony era tornata a Chicago, lì aveva ripreso a lavorare nella clinica del dottor Martin, sembrava tornata la Candy di un tempo, anche se più adulta.
I mesi passavano velocemente, anche l’estate ormai volgeva al termine, Candy divideva il suo tempo tra il lavoro e la sua amicizia con Albert, per accontentare questi era andata a vivere a casa Andrew, la cosa aveva infastidito non poco la signora Legan che vedeva Candy come un arrivista che era riuscita a sedurre suo fratello troppo buono e ingenuo per rendersi conto delle mire di quell’orfana. Sempre più spesso Candy e Albert erano stati visti insieme in publico , lui aveva nei confronti di lei sempre dei gesti molto affettuosi, lei era sempre raggiante e sorridente accanto a lui, questo non faceva altro che alimentare i pettegolezzi dell’alta società che ipotizzava una relazione tra il tutore e la sua protetta, alcuni commentavano che erano una bella coppia, la maggioranza li osservava con profondo disappunto considerando Candy un arrivista che era riuscita ad accalappiarsi lo scapolo più ambito d’America.Candy era consapevole dei sentimenti del suo tutore, Albert Wiliam era veramente un uomo meraviglioso, bello, gentile e sempre prodigo di mille attenzioni, se solo il suo cuore fosse stato libero se ne sarebbe certamente innamorata, ma lei non dimenticava Terence, doveva allontanarsi lentamente da Albert, non poteva illuderlo, lui meritava una donna che lo amasse con la stessa intensità e questa non era lei.
Candy tornava da lavoro e si avviava verso casa, ormai l’autunno era arrivato, un vento pungente le scompigliava i capelli ormai non più legati coi codini da bambina ma raccolti in una pettinatura più adulta, passando davanti ad un edicola non poté fare a meno di notare una rivista sulla copertina si vedeva nitido il sorriso di Terence, comprò la rivista e si diresse verso una panchina vicina dove si sedette per leggerla. Aprendo la rivista lesse il titolo dell’articolo –“Il ritorno del grande Terence Granchester”, l’attore Terence Granchester dopo un lungo periodo di assenza torna in teatro per interpretare il ruolo del protagonista dell’Amleto. Attendiamo impazienti lo spettacolo certi che questo giovane dimostrerà ulteriormente il suo grande talento dando un interpretazione unica e coinvolgente al classico personaggio di Shakespire. Candy chiuse gli occhi e la rivista, calde lacrime le solcavano il viso, era felice di sapere che Terence era tornato come un tempo, non sopportava l’idea di saperlo ubriaco a recitare in un teatro di terza categoria come l’aveva visto l’ultima volta, di lato l’articolo portava le date dello spettacolo penso -” Di certo gli Andrew avranno un posto per la prima, ne parlerò con Albert”. Non riusciva a liberarsi di quell’articolo, la sera era irrequieta mentre attendeva Albert per chiedergli di poter andare allo spettacolo come membro della famiglia Andrew, anche se da lontano voleva partecipare al successo di Terence, lui non l’avrebbe mai saputo, sarebbe stato una spettatrice tra tante. Albert entrò dalla porta , la salutò come sempre con un bacio sulla fronte ma, subito notò qualcosa di strano nello sguardo di lei, le chiese- “cosa succede, piccola?”, Candy era quassi imbarazzata e teneva gli occhi bassi gli disse –“dobbiamo parlare”, allora Albert le fece strada e andarono nel suo studio per stare tranquilli. Quando furono soli con la porta chiusa Candy mostrò ad Albert , lui lesse l’articolo e la guardò con quegli occhi azzuri che sembravano leggerle dentro – “Capisco, cosa hai intenzione di fare?”, Candy lo guardò imbarazzata –“Bhee…., pensavo che gli Andrew hanno dei posti per la prima” lui –“esatto, allora?” –“Vorrei andarlo a vedere” –“Piccola, sei sicura? Non sarà troppo dura per te?” Candy abbasso lo sguardo e disse –“non mi farò vedere ma, voglio vedere che sta bene”. Dopo che ebbero discusso allungo Albert acconsentì a farla andare, il giorno della prima accompagnò Candy alla stazione e la salutò con un bacio, era notevolmente preoccupato per lei ma, comprendeva i suoi sentimenti, non poteva vietarle di partire.
Candy scese dalla carrozza davanti al teatro, lo spettacolo stava per cominciare e ogni passo le sembrava più pesante del precedente mentre veniva guidata al palchetto prenotato per gli Andrew, nessuno della famiglia era venuto e lei era sola nel grande palchetto, le luci si spensero e Candy senti venirle meno il respiro. Dopo un pò iniziò lo spettacolo, Terence era bellissimo e la sua interpretazione veramente coinvolgente, calde lacrime scendevano sul viso di Candy era felice di vederlo stare bene. Quando lo spettacolo finì Candy ci mise un pò ad alzarsi, quando finalmente ci riuscì scese nella all e li chiese che le trovassero una carrozza, voleva andare a casa senza farsi notare. Terence finito lo spettacolo stava nella all circondato dalle numerose ammiratrici a cui rispondeva in modo distratto, d’un tratto qualcosa attiro la sua attenzione, una donna di spalle con un vestito color verde smeraldo stava uscendo dal teatro, anche se non aveva i codini che lui ricordava non ebbe dubbi, era Candy. Terence uscì di corsa dal teatro in tempo per vedere Candy che stava salendo su una carrozza, l’afferrò per un polso i due restarono a guardarsi negli occhi per un tempo che sembrò infinito visibilmente emozionati, lui con un gesto la tirò giù dalla carrozza e fece cenno al guidatore di andare via. I due ragazzi erano per strada, si studiavano a vicenda illuminati dalle luci notturne della grande mela, era incredibile quanto erano cambiati in quei mesi, Terence pensò che era bellissima, il vestito verde le metteva in risalto gli occhi, i ricci che le cadevano morbidi sulle spalle le incorniciavano il viso come una cornice d’oro, era adulta e più bella che mai, anche lui era cambiato il suo viso era più adulto e quegli occhi azzurri più che mai.
Fu Terence il primo a parlare – “Candy…..” pronunciò il suo nome come una dolce supplica, Candy tentò di raccogliere tutto il suo sangue freddo mentre diceva –“Buonasera terence, come stai?” ma, non poté trattenere un fremito nella voce, vide una supplica nello sguardo di lui, la prese per mano e portandola verso la sua auto le disse –“andiamo a cena”. I due ragazzi erano seduti in un piccolo ristorante, mangiarono quasi in totale silenzio, avevano tanto da raccontarsi ma, l’emozione di trovarsi lì uno di fronte all’altra li lasciava senza fiato. Uscirono dal ristorante davanti alla macchina Terence la prese tra le braccia, le alzò la testa con un dito per costringerla a guardarlo, Candy stava dicendo –“non poss…” ma, lui le chiuse la bocca con un bacio che diventava sempre più forte, Terence le disse -"Non so cosa accadrà ma, so che stanotte non posso lasciarti andare, Candy....resta con me". In breve tempo arrivarono a casa di Terence, una casa piccola ma pulita ed ordinata, su un tavolo dell'ingresso c'erano diversi copioni, su una piccola mensola l'armonica che candy gli aveva regalato e delle lettere legate con un nastro, Terence si avviò in cucina per preparare il caffe. Candy da sola nel salottino prese tra le mani l'armonica, mentre la sfiorava si ricordò l'ultima volta che l'aveva sentita, alla sant Paul scool quando era rinchiusa nella cella di punizione e Terence la suonò per lei tutta la notte. Quando Terence tornò nel piccolo salotto aveva in mano un vassoio col caffé fumante, lei lo guardò sorridente e disse -"era proprio quello che ci voleva" , seduti uno di fronte all'altra cominciarono a stuzzicarsi come facevano un tempo, tutto l'imbarazzo che c'era tra di loro poco prima sembrava essersi dissolto. Candy stringeva ancora l'armonica tra le mani, a un certo punto gli chiese -"suoni per me?", Terence le prese l'armonica sfiorandole dolcemente le mani, lui iniziò a suonare la musica che sempre suonava mentre lei ad occhi chiusi si perdeva in migliaia di ricordi. Ad un tratto Candy non poté più trattenere le lacrime e scoppio in singhiozzi nascondendosi il viso tra le mani, Terence posò l'armonica, le allontanò le mani dal viso e stringendola tra le braccia cominciò a baciarla prima con dolcezza e poi con una passione crescente. I baci dei due ragazzi diventavano sempre più esigenti, brividi di passione scorrevano nei loro corpi, le loro mani scoprivano il corpo dell'altro con lunghe carezze, cominciarono a spogliarsi a vicenda, sapevano che non potevano più rinviare l'inevitabile. Sdraiati sul letto di lui fecero l'amore con una passione quasi disperata, passarono la notte rotolandosi come cuccioli che giocano, in quel gioco memorizzavano ogni angolo del corpo della persona amata, quasi all'alba si addormentarono abbracciati sfiniti ma, felici della scoperta dell'amore. Purtroppo il mattino arrivò presto e con esso una ritrovata lucidità, Candy si vestì tentando di non far rumore, non ce la faceva a dirgli addio ma, sapeva che doveva andare, così uscì in punta di piedi mentre lui invocava il suo nome nel sonno. Candy fermò una carrozza si fece portare prima a casa Andrew per cambiarsi e poi di corsa alla stazione, tornando a Chicago in treno si rese conto che aveva adosso ancora l'odore di Terence, un odore che non avrebbe mai dimenticato.
Quando terence si svegliò non capì perchè Candy non era lì, penso -" che stupido ero così felice di vederla che non le ho chiesto dove vive" ora no sapeva dove cercarla, mentre faceva questi pensieri suonarono alla porta, andò ad aprire credendo che lei fosse tornata, invece era un telegramma da Londra.

 

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Capitolo 3
*** La scoperta ***


  CAPITOLO III
LA SCOPERTA
Terence prese in mano il telegramma, il mittente era un certo signor Benson pensò -"Chi sarà?", aprì la busta e lesse :
"Sign Terence Granchester, le scrivo questo telegramma da parte del duca Richard Granchester suo padre. La informo che il duca è costretto a letto da una grave malattia, ha espresso il desiderio di poter vedere lei e la sua fidanzata la sign. na Marlow. La prego di affrettarsi a venire a Londra perchè la situaziobne è grave e i medici non sanno quanto altro resta da vivere a suo padre. In attesa di avere notizie sul vostro arrivo vi porgo cordiali saluti.
Edward Benson (segretario personale del duca Granchester)".
Terence chiuse il telegramma, non sapeva cosa fare, certo non poteva dimenticare tutto il male che il padre gli aveva fatto ma, da quello che leggeva sul telegramma ora stava male. Restavano ancora tre serate in cui Terence doveva recitare l’Amleto quando decise di andare dal padre insieme a Susanna, ma aveva deciso che appena arrivato avrebbe spiegato che Susanna non era la sua fidanzata.Terence prese la nave per andare a Londra insieme a Susanna, lei era sempre gentile ma, lui non riusciva a sorridere al suo ritorno a New York avrebbe cercato Albert per avere notizie di Candy, lui di certo sapeva dove trovarla.
Erano passati due mesi e mezzo da quella notte a New York, si avvicinava il Natale ma Candy non riusciva a godersi le feste, Albert era molto preoccupata per lei dal suo viaggio era sempre più triste aveva provato di tutto l'aveva riportata a Lakewood, passava molto tempo con lei, sperava che si decidesse a confidarsi con lui ma, la sentiva sempre più distante. Candy era un infermiera non poteva ignorare certi sintomi, le nausee mattutine, quel senso di stanchezza, aspettava un figlio da Terence, non sapeva cosa fare, presto la pancia si sarebbe notata, voleva confidarsi ameno con Albert pensava -"come posso dirglielo?", sapeva bene i senimenti che lui nutriva per lei e quanto l'avrebbe ferito quella notizia, poi qualche tempo fa aveva letto che Terence era andato a Londra con la sua fidanzata Susanna perché il duca era molto malato, Terence era tornato da Susanna e lei non poteva affrontare tutto da sola, doveva parlare con Albert.
La notte di Capodanno mentre tutta la famiglia Andrew era riunita a festeggiare nel grande salone di Lakewood Candy si sentì male, si aggrappò ad Albert, sentiva che la vista le si era annebbiata svenne tra le braccia di lui. Albert la sollevò e tenendola tra le braccia la portò in camera, Albert pensò che era davvero bellissima abbandonata così tra le sue braccia.
Ildottor Martin che era presente alla festa visitò Candy, sospettava qualcosa e ne ebbe la coferma, lei apettava un bambino, Albert non si mosse da accanto al suo letto, le accarezzava dolcemente i capelli, sembrava una bambina addormentata. Quando Candy si svegliò mancava mezzora alla mezzanotte, Albert era seduto accanto a lei, la guardava con dolcezza e preoccupazione, era rimasto lì per tutto quel tempo, Candy scoppio in lacrime nascondendo il viso tra le mani, mentre lui l'abbracciava per consolarla.
Quando Candy si calmò Albert la guardò e le disse -"Piccola, sono preoccupato, perché non vuoi confidarti con me?"
Candy lo guardò con gli occhi ancora lucidi per il pianto e sospirò sotto voce -"ahhh...si, è giunta l'ora di parlare"
Albert la osservò con attenzione il turbamento era evidente sul viso di lei, attese che parlasse, Candy abbassò gli occhi non era in grado di guardare quegli occhi, sapeva che la notizia l'avrebbe molto deluso, disse tutto d'un fiato "Aspetto un bambino",
 Albert saltò dalla sedia e la guardo fissa -"un bambino......., Terence lo sa?"
Candy - "Solo da poco ho avuto la conferma e Terence è a Londra con.... Susanna",
 vide il viso di Albert diventare furioso, non l'aveva mai visto perdere la calma, istintivamente Candy tremò,
Albert addolcì di nuovo lo sguardo mentre la guardava e le accarezzava i capelli -"Scusami piccola non sono arrabbiato con te ma con quel....., come può averti lasciata?"
Candy aveva ripreso a piangere e disse -"non è colpa sua, sono stata io ad andarmene senza una parola, poi da quello che ho letto sui giornali il duca sta male e lui è partito"
Albert - "va bene piccola, ora sta tranquilla e riposa, aggitarti così fa male al bambino, passati i giorni di festa vedremo di conttattare Terence, nel fratempo ci sono io ad occuparmi di voi", mentre diceva queste parole scocco la mezzanotte, era iniziato il nuovo anno, Albert si chino su Candy baciandola sulla fronte e le disse -"Buon anno piccola, ora tenta di riposare un pò",
 appena la ragazza si calmò usci dalla porta, aveva anche lui bisogno di stare solo, era stato un duro colpo.
Qualche giorno dopo inviò un telegramma a Londra dove informava Terence del bambino, gli chiedeva di tornare in America, Candy era molto debole aveva bisogno di riposo ma soprattutto aveva bisogno di lui.
Finite le vacanze tutti tornarono a casa, ma Albert e Candy restarono a Lakewood, lei aveva bisogno di riposo e lui restava accanto a lei, poi in breve tempo si sarebbe notato il suo stato e in città sarebbe scoppiato un vero scandalo. Albert davanti a Candy si mostrava sereno era sempre prodigo di attenzioni tentava di scherzare, ma quando lei riposava e si ritrovava solo sentiva una fitta attenagliargli il petto, la sentiva sempre più lontana e sentiva che non poteva perderla.
Il telegramma di Albert arrivò a Londra a casa Grancester,
lo prese Susanna che quando lo lesse si sentì svenire, lei pensò -"un figlio, non posso crederci"
sapeva che Terence era sempre innamorato di Candy e che se avesse saputo del bambino l'avrebbe perso per sempre, così prese il telegramma e lo gettò nel camino.

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Capitolo 4
*** Una propposta di matrimonio ***


IV CAPITOLO
UNA PROPOSTA DI MATRIMONIO
Il tempo passava e l'inverno avanzava, Candy guardava dalla finestra il giardino di Lakewood completamente avvolto dalla neve, ogni giorno sperava di veder arrivare Terence o almeno un suo telegramma, ma nel mese passato da quando avevano inviato il telegramma nessuna notizia da lui. Albert dall'altro lato della stanza osservava Candy, sentiva spezzarsi il cuore nel vederla sempre più triste, avrebbe fatto qualsiasi cosa  pur di vederla sorridere di nuovo.
Un giorno mentre Candy era alla finestra vide una carrozza che si faceva spazio tra la neve alta, riconobbe lo stemma degli Andrew, sapeva che non era Albert che sarebbe rientrato solo la sera, si sentì come pietrificata, era arrivato qualcuno della famiglia e il suo stato ormai era evidente, si chiese -"cosa accadrà ora?" La zia Elroy entrò nel salone e subito notò Candy seduta sulla poltrona accanto alla finestra, restò stupita, la ragazza era incinta si chiese "come è posssibile?" Guardò Candy con disappunto e uscì dalla stanza, prima di chiudersi nelle sue camere chiese alla governante di avvisare suo nipote Albert che lo attendeva in camera e che lo raggiungesse appena arrivasse. Albert bussò alla camera della zia e disse -"Zia sono io" -"entrà", appena entrò la zia si alzò in piedi e lo guardò con uno sguardo colmo di di disapuunto e delusione, lei cominciò ad urlargli contro -"Come hai potuto?Tu sei il suo tutore, ora cosa hai intenzione di fare? pensa che scandalo per la nostra famiglia", Albert teneva lo sguardo basso, non poteva dire alla zia la verità, avrebbe cacciato via Candy, Terence non aveva dato notizie e omai erano passati quasi due mesi, allora rispose istintivamente "La sposerò!!". Da quando la zia Elroy era arrivata a Lakewood due giorni prima Candy non era più uscita dalla sua stanza, passava le giornate a Letto, Albert andava spesso a trovarla.
Albert aveva preso la sua decisione, visto che Terence era sparito non avrebbe lasciato Candy sola, aveva comprato un anello e voleva chiederle di sposarlo. Il sole era tiepido e la neve iniziava a sciogliersi, Albert convinse Candy a fare una passeggiata nel giardino, lei camminava appoggiandosi delicatamente a lui, tentava di sorridere ma, la tristezza che portava nel cuore era grande, i due si sedetterò in riva al lago come facevano un tempo, Albert la circondò con un braccio e le disse -"Lo so come ti senti, sei sempre più triste perchè lui non ha risposto. Tu non sei sola, io non ti lascerò mai. "Albert le girò delicatamente il viso, e guardandola negli occhi cercò tutto il suo coraggio, Candy sorrise leggermente e lo incoraggio -"Dimmi caro..", lui sospirò e mise una mano in tasca dove teneva l'anello che aveva comprato per lei. Albert sospirò e le disse -"Tu sai bene cosa provo per te e soffro nel vederti stare così male, non voglio che tu ti senta sola. Ormai sono passati più di due mesi e Terence non ha risposto, la zia Elroy è furiosa, crede che sono io il padre del bambino e io non le ho voluto dire la verità, non sopporto l'idea che possa caccarti via, non posso vivere senza di te. Io amo te e anche questo bambino" dicendo queste paole lui si inginocchio, Candy capì cosa voleva fare e disse -"Oh Albert io...."lui si afrettò a rispondere -"Lo so che non mi ami non come ami Terence, ma permettimi di occuparmi di voi. Candy White Andrew, mi faresti l'onore di diventare tuo marito e il padre del tuo bambino?" così dicendo aprì la scatoletta di velluto rossa era una splendida veretta in oro bianco completamente coperta di diamanti e smeraldi, infillò l'anello al dito di lei che piangeva. Candy decise di accettare la proposta di Albert, avrebbe fatto di tutto per renderlo felice, lui se lo meritava, amava Albert forse come un fratello ma, accanto a lui poteva essere felice e il suo bambino non sarebbe cresciuto come lei, avrebbe avuto un padre.La famiglia Andrew annunciò il fidanzamento e l'imminente matrimonio che sarebbe avvenuto dopo un mese.
A Londra Terence e Susanna erano seduti a colazione, lei sorrise maliziosa leggendo il giornale, subito disse -"Terry caro, hai letto il giornale?" Lui le rispose seccato -"Lo sai che non mi interessano i pettegolezzi" lei disse con aria innocente -"Lo so caro, sai parla della tua amica, quella Candy, ha annunciato il fidanzamento col suo tutore", un lampo passò negli occhi di Terence che si affrettò a strappare il giornale dalle mani di Susanna, non poteva crederci Candy si sarebbe sposata tra un mese, con Albert, si sentì tradito dall'unica donna che aveva mai amato e il suo unico amico, -"vi auguro di essere felici" disse sottovoce alzando un bicchiere di wiski che bevve tutto d'un fiato per poi versarsene un altro e altri ancora, finche non fu completamente ubriaco.
 

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Capitolo 5
*** Una famiglia per Candy ***


CAPITOLO V
UNA FAMIGLIA PER CANDY
Il giorno del matrimonio era arrivato, Candy nella sua stanza guardava la sua immagine riflessa allo specchio, tentava di sorridere ma, non era felice come deve essere una sposa nel giorno del suo matrimonio. La camera di Candy era innondata dal sole, era una splendida giornata di inizio primavera, le rose del giardino di Lakewood iniziavano a germogliare, Annie aiutava Candy a prepararsi, lei era l'unica oltre ad Albert a conoscere la verità sulla gravidanza. Albert attendeva la sua sposa in fondo al grande salone, non c'erano molti invitati e nessun giornalista sarebbe stata una cerimonia semplice e riservata, a un tratto tutti gli invitati si alzarono in piedi Candy entrò nel grande salone splendida nel suo abito bianco che a stento nascondeva la sua pancia di quasi sei mesi, guardò Albert, leggere l'amore negli occhi di lui le dava il coraggio per fare ogni passo nonostante il peso che sentiva nel cuore, Candy rispose meccanicamente alla formula del matrimonio, in breve si ritrovo sposata con quell'uomo meraviglioso che si era sempre occupato di lei, lei sorrise sinceramente aveva deciso che avrebbe imparato ad amarlo come lui meritava. Alla cerimonia seguì un rinfresco altrettanto semplice, la nuova coppia aprì le danze come voleva la tradizione ma, fecerò solo due giri di valzer perchè Candy non doveva affaticarsi.
I tre mesi successivi passarono in fretta, in un caldo mattino di luglio Candy diede alla luce la sua bambina nella camera da letto più bella di Lakewood, il primo ad entrare fu Albert che prese la bambina tra le braccia e saluto Candy con un bacio delicato sulla fronte, lei dal suo letto stanca e sudata sorrideva mentre vedeva lui con la bambina tra le braccia, sapeva che lui l'avrebbe sempre protette entrambe, lui le chiese -"come l'hai chiamata?" lei rispose con un grande sorriso -"Ange!!!", Albert baciò dolcemente la bambina e le sussurrò -"Benvenuta Ange Luise Andrew" e restituì la bambina alla madre. La seconda persona ad entrare nella stanza fu la zia Elroy, appena entrò fissò lo sguardo su Candy che stava seduta sul letto e la bambina, subito lo sguardo della zia si fece glaciale, capì subito che quella bambina non era figlia di suo nipote, Candy comprese lo sguardo della zia e si strinse più forte la bambina al petto, pensò -"la zia Elroy sa la verità, ora cosa accadrà di noi?", la zia uscì dalla stanza senza dire una parola, non aveva dubbi quella bambina non poteva essere una Andrew ma, non poteva permettere che scoppiasse uno scandalo, quindi decise di tacere.
Intanto a Londra Terence era stato convinto dal padre ad ufficializzare il fidanzamento con Susanna, il padre era sempre più debole e lui aveva preso il suo posto come duca di Granchester, non era onorevole per un duca abbandonare la donna che gli aveva salvato la vita, visto che ormai Candy si era sposata decise di seguire il suo grande senso del dovere, quindi presto anche lui si sarebbe sposato.
Era passato un anno dalla nascita di Ange, Lakewood era in fermento si stava organizzando una grande festa per il primo compleanno della bambina. Ange aveva lunghi capelli castani e gli occhi color smeraldo come la madre ma, velati da una grande forza e una leggera malinconia come quelli del padre, aveva un carattere forte e indipendente, nonostante fosse piccola si teneva già in piedi col passo sicuro di un adulta non un passo incerto come quello dei bambini piccoli, solo Annie e Albert conoscevano la verità, la zia Elroy l'aveva capito, Archie aveva notato qualcosa di strano ma, non sapeva cosa pensare. Arrivò la sera e Candy scese le scalinate del salone con Ange e Albert, tutti erano incantati da quella bambina che con un solo accenno di sorriso coquistava, mentre Candy osservava Albert danzare al centro della pista con Ange tra le braccia pensò che era veramente felice, aveva ricevuto dal cielo il dono più grande ch un orfana potesse desiderare, aveva una famiglia.
 

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Capitolo 6
*** Vita familiare e un viaggio ***


VI CAPITOLO
VITA FAMILIARE E UN VIAGGIO
Poco dopo il primo compleanno di Ange Candy lesse sul giornale la notizia "Nata a Londra la primogenita del duca Granchester
Il duca Terence Granchester e sua moglie Susanna festeggiano la nascita della loro prima figlia Emily Granchester. " Candy sentì le ginocchia vacillare, aveva letto che Terence aveva sposato Susanna ma, ora la nascita della bambina era proprio una doccia fredda, l'aveva completamente dimenticata e non aveva mai conosciuto la loro bambina, l'uomo che aveva tanto amato, il ragazzo che aveva conosciuto alla Royal Saint Paul School era solo un ricordo, ora lei doveva solo pensare alla sua bambina e all'uomo meraviglioso che aveva accanto, Ange non avrebbe mai saputo la verità Albert era suo padre.
Il tempo passava Ange cresceva serena, Candy era felice nonostante l'ostilità appena velata per mantenere la forma della zia Elroy. Più passava il tempo e più la piccola Ange ricordava suo padre, aveva gli stessi atteggiamenti, gli stessi bronci, quell'aria nobile e quel modo di attirare ogni sguardo come una grande attrice cosa che come Terence aveva ereditato dalla nonna, nonostante tutte queste cose Albert era un padre stupendo, nessuno poteva dire con certezza che lui non era il padre ma, nulla sfuggiva allo sguardo della zia Elroy, ella guardava Ange con ostilità ma, si doveva tenere a distanza perchè era difficile non lasciarsi travolgere dal fascino di quella creatura arrivata da chissà dove. Anche Annie e Archie avevano avuto un bambino, il piccolo Stear aveva pochi mesi meno di Ange, era un bambino timido e delicato, i due erano compagni di giochi inseparabili, erano così diversi Ange sempre pronta a cacciarsi nei guai Stear pauroso e riservato seguiva la sua amica con timore ma, anche con una totale devozione, le due madri sorridevano guardando i due bambini, sembrava loro di fare un viaggio del passato e di rivedere nei bambini la loro infanzia alla casa di Pony.
Nonostante la famiglia fosse contraria Candy non aveva smesso di lavorare come infermiera, non aveva lavorato per i primi due anni di vita di Ange ma, ora che la bambina aveva quattro anni aveva ripreso in pieno il suo lavoro ed era diventata una delle migliori infermiere di Chicago, tutti si stupivano di come riusciva a districarsi tra il suo lavoro e la vita dell'alta società che doveva fare in quanto moglie del capo degli Andrew, non era rimasta neanche l'ombra della ragazzina sbadata di un tempo, era una donna matura e responsabile ma, non aveva perso quella genuinità che aveva fatto innamorare Albert. Da un pò Candy lavorava nel migliore ospedale di Chicago, in breve tempo si era guadagnata la stima dei suoi colleghi e del direttore, restò stupita quando il direttore la convocò nel suo ufficio, Candy finì il suo turno e alla fine percorse i corridoi per arrivare nello studio del direttore chiedendosi cosa dovesse mai dirle, bussò alla porta e la voce del direttore dall'interno le disse -"avanti", lei entrò e disse -"dottore voleva vedermi?" il direttore alzò lo sguardo dalle scartoffie che aveva sulla scrivania e le disse -"Si accomodi Sign.ra Andrew", così dicendo riabbasso lo sguardo sui documenti che stava leggendo, Candy si accomodò sulla sedia di fronte alla scrivania aspettando che le dicesse perchè era stata convocata, dopo un pò il direttore abbassò i documenti e fissando Candy disse -"Sign.ra Andrew lei ama molto il suo lavoro vero?" lei rispose leggermente sorpresa -"certo dottore, non ho mai desiderato fare altro" -"So che lei ha dimostrato un notevole interesse per la chirurgia, vede ci è stato richiesto di inviare una nostra infermiera per un corso intensivo di chirurgia, ho pensato a lei", Candy non poteva crederci era il suo sogno da quando aveva iniziato la scuola per infermiere rispose -"ne sarei onorata"il dottore la fissò e disse -"il corso ha una durata di tre mesi e si svolgerà a Londra, so che lei ha una bambina piccola, vada a casa, ne parli con suo marito, ci pensi bene e mi dia una risposta lunedì, vorreì darle più tempo ma, non ne abbiamo". Candy tornò a casa e trovò Albert impegnato a giocare con Ange, la bambina corse da lei con un foglio tra le mani e disse -"mamma hai visto? L'abbiamo dipinto io e papà", solo in quel momento Candy si rese conto che erano entrambi tutti sporchi di pittura e scoppiando a ridere disse -"mi sembra di avere due bambini, cosa penserebbe la gente se vedesse il capo di una delle famiglie più nobili d'America seduto a terra sporco di pittura? Immagino già la faccia e le parole della zia Elroy, Albert Wiliam Andrew, hai forse dimenticato chi sei?" A queste parole Candy fece una smorfia per imitare la zia e tutti e tre scoppiarono a ridere. A cena Candy spiego ad Albert perchè aveva fatto tardi, Albert le disse -"Lo so è il tuo sogno, non è giusto che rinunci" lei rispose -"ma, significherebbe lasciare Ange per sei mesi" -"Mi prenderò un aspettativa a lavoro e starò io con la bambina, tu vai noi staremo qui ad aspettarti" gli occhi di Candy si riempirono di lacrime, aveva sposato veramente un uomo meraviglioso, si alzò lo baciò dolcemente sulle labbra e gli disse -"Ti amo", lui le accarezzò dolcemente la schiena e sorridendo rispose -"anch'io piccola".
Le due settimane successive passarono velocemente trai preparativi per la partenza di Candy, quando l'accompagnò al porto Albert la strinse forte e fissandola negli occhi le disse -"promettimi che torneraì da noi" lei subito rispose -" certo che tornerò, non potreì stare senza di voi" lui disse sotto voce -"A Londra c'è..." non riuscì a continuare perchè Candy lo fulminò con lo sguardo e disse -"A Londra non c'è nessuno, tu sei mio marito e il padre di Ange". Albert restò sulla banchina del porto a guardare la nave allontanarsi, teneva Ange tra le braccia che salutava frenetica con la mano d'un tratto mentre la nave si perdeva nell'orizzonte ebbe una strana sensazione, come se quello fosse un addio, avrebbe voluto fermare la nave.
Candy arrivò a Londra il viaggio fu estenuante ma, non c'era il tempo di riposare, spendeva il suo tempo trai corsi e il tirocinio in ospedale e quando aveva un momento libero lo spendeva per scrivere ad Albert ed Ange. Come al solito il destino fa degli strani scherzi, uno degli ultimi giorni a Londra mentre era di turno al pronto soccorso chirurgico arrivò in ospedale Terence con la sua bambina tra le braccia accompagnato da Susanna, la bambina aveva la febbre alta dovuto ad un infezione dell'appendicite e toccò proprio a Candy di assisterla, così i due si trovarono l'uno affianco dell'altro, lei fu fredda come mai con nessuno, lui voleva parlarle così nel corridoio le afferrò il braccio ma lo sguardo glaciale che lei gli lanciò lo fece desistere e restò paralizzato senza il coraggio neanche di dire il suo nome mentre la vedeva andare via, ormai avevano le loro famiglie lui non sapeva che cosa ci facesse li a Londra lei ma, ormai per loro era tardi, doveva tornare da sua moglie e sua figlia che avevano bisogno di lui.
A casa Andrew Albert era in agitazione, aveva ricevuto un telegramma da Candy dove gli comunicava che sarebbe arrivata di lì a due settimane, a un tratto gli fu consegnato un telegramma, lui sgranò gli occhi mentre lo leggeva, per la prima volta nella sua vita tutte le forze gli vennero meno, mise il telegramma sulla scrivania e fissò lo sguardo nel vuoto, gli occhi gli si riempirono di lacrime, pensò -"non può essere vero, deve esserci un errore".
 

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Capitolo 7
*** Addio Candy ***


Ecco il VII capitolo, so che è duro ma, spero che dopo questo continuerete a leggere.


CAPITOLO VII
ADDIO CANDY
Albert rilesse il telegramma con calma e restò a fissare la parete perdendosi nei ricordi, era stato davvero felice negli ultimi anni, non poteva immaginare che la felicità finisse così presto. Qualcuno che bussò alla porta lo destò dai suoi pensieri, la governante gli annunciò che la cena era pronta, Albert rispose -"Non ho fame. Fate chiamare il sign. Archie Corwell, ditegli che deve venire subito da solo", aveva bisogno di condividere la notizia con qualcuno e non poteva di certo parlarne davanti ad Annie che era in attesa del secondo figlio e non poteva agitarsi. Archie arrivò alla residenza degli Andrew dopo poco, fu condotto allo studio di Albert e dopo aver bussato un paio di volte senza ricevere risposta aprì la porta, dentro trovò Albert seduto dietro la sua scrivania col viso nascosto tra le mani, quando egli sentì che qualcuno era entrato alzò il viso, Archie restò sbigottito dal viso di Albert, era stranamente pallido. Albert gli disse con un filo di voce -"accomodati" senza alzarsi indicò ad Archie la sedia di fronte a lui, era come se anche parlare gli costasse troppa fatica, senza aggiungere nulla passo il telegramma ad Archie, egli lesse era da parte delle autorità navali inglesi il telegramma era chiaro:
"Sign. Albert Wiliam Andrew,
siamo spiacenti di comunicarle che la nave dove viaggiava la sig.ra Candy White Andrew sua consorte è affondata in seguito ad una tempesta al largo delle coste britanniche e che la sig.ra è attualmente dispersa. Le assicuriamo che stiamo facendo tutto il possibile per ritrovarla. In attesa di poterle dare maggiori informazioni le porgiamo cordiali saluti."
Archie restò a guardare Albert con gli occhi sgranati, comprendeva bene i suoi sentimenti, bisbigliò più a se stesso che ad Albert -"non é possibile!" I due uomini restarono in silenzio per un tempo che sembrò interminabile ognuno perso nei suoi pensieri, alla fine Albert raccolse la poca forza che gli restava e tentò di riacquistare un minimo di sangue freddo, capì che non era il tempo di farsi sopraffare dalla tristezza , bisognava agire e in fretta, se Candy era ancora viva lui l’avrebbe ritrovata, disse ad Archie -"partirò per Londra domani stesso", Archie disse -"cosa intendi fare?" Albert illustrò le sue intenzioni -"Arrivato a Londra assumerò il migliore investigatore privato che ci sia e seguirò personalmente le ricerche, verrà George con me, ho bisogno che tu e Annie teniate la piccola Ange" -"non c'è problema, la bambina resterà con noi, mi raccomando solo di tenerci informati" -"certo se scoprirò qualcosa sarete i primi a saperlo".
Il giorno dopo Albert affidò Ange ad Archie ed Annie, la piccola piangeva implorando il padre di non andare via, lui la strinse tra le braccia sforzandosi di non piangere per non farla agitare di più e accarezzandola le disse -"Ti prometto che tornerò presto e riporterò a casa la tua mamma ma, tu devi essere forte", la bambina alzò la testa, si asgiugò le lacrime e fissando il padre negli occhi disse -"Sono forte papà". Albert arrivato a Londra si incontrò con l'investigatore che aveva contattato con un telegramma che aveva già iniziato le ricerche, volle parlare con alcuni passeggeri sopravvissuti al naufragio anche se l'aveva già fatto l'investigatore senza risultati, venne a sapere che Candy non era salita nelle prime scialuppe con le donne e i bambini, era rimasta sulla nave per occuparsi delle persone che avevano bisogno di cura, una donna gli raccontò che Candy le aveva curato una ferita e l'aveva aiutata a salire su una scialuppa, la donna disse tra le lacrime -"devo la vita a sua moglie, era proprio un angelo, così bella e sorridente. L'ho pregata di salire anche lei sulla scialuppa ma lei mi rispose con un sorriso "prenderò la prossima, sono un infermiera non posso abbandonare chi ha bisogno di cure", quella è stata l'ultima volta che l'ho vista."
Albert trovandosi da solo in albergo ripensò alle parole dei sopravvissuti, pensò -"è proprio da Candy", sentì un impeto di rabbia e diede un cazzotto alla parete urlando -"come hai potuto dimenticare la tua promessa? Avevi promesso che saresti tornata da noi!" Le sue parole erano rivolte evidentemente a Candy ma, ovviamente nessuno rispose. Erano passati cinque giorni dall'arrivo di Albert a Londra, lui si sentiva sempre più sfinito, di Candy nessuna traccia sembrava che il mare l'avesse ingoiata, arrivato in albergo trovò un messaggio della polizia navale che gli chiedeva di recarsi subito in centrale, temeva il peggio, prima di andare si sedette al bar dell'albergo e si ordinò un doppio wiski per farsi forza mentre aspettava la carrozza.
Arrivato alla centrale fu condotto dal capo della polizia, -"prego si accomodi sign Andrew, ormai sono passati diversi giorni dal naufragio e non abbiamo ritrovato il corpo di sua moglie, immaginiamo che la corrente l'abbia portato lontano, sono spiacente di comunicarle che dato che ormai è passato troppo tempo per ritrovarlo abbiamo definitivamente interrotto le ricerche" Albert restò in silenzio, sapeva anche lui che era passato troppo tempo anche una donna forte come Candy non poteva sopravvivere tanti giorni in mare aperto, riuscì solo a chiedere "c'è altro?" Il capo rispose -"a dire il vero si. Sono stati ritrovati in mare degli ogetti che crediamo appartenessero a sua moglie, dovrebbe confermarlo", Albert fu condotto in un altra stanza, lì riconobbè subito il baule di Candy, conosceva la combinazione del lucchetto così lo aprì, dovette fare uno sforzo per trattenere le lacrime mentre accarezzava l'uniforme da infermiera di Candy, i nastri con cui si intrecciava i capelli, lo scialle di seta che lui le aveva regalato per il loro ultimo anniversario, gli uomini della polizia navale presenti nella stanza restarono in silenzio, non avevano il coraggio di parlare, fu il capo a prendere pur sforzandosi di nuovo la parola, appoggiando delicatamente una mano sulla spalla di Albert che era inginocchiato davanti al baule disse -"Sign Andrew c'è dell'altro", Albert raccolse tutte le sue forze e si ricompose, alzandosi in piedi si chiedeva cosa altro c'era, gli fu consegnato un sacchetto all'interno c'era il ciondolo di Candy, lei non se lo toglieva mai. Era un bellissimo ciondolo con catenina in oro bianco, aveva incastonato un grosso smeraldo circondato da piccoli diamanti, si apriva il ciondolo ed era un portafoto con dentro una foto di loro tre col ciondolo tra le mani Albert non potè più trattenere le lacrime, era ormai evidente che Candy non c'era più era giunto il momento di tornare a casa dalla piccola Ange.
Tornato a casa Albert organizzarono subito il funerale di Candy anche se ad una bara vuota fu un funerale in grande stile come si addiceva ad una donna di alto lignaggio, al funerale erano presenti oltre alla famiglia Andrew molte persone appartenenti ad ogni rango sociale, erano tanti quelli che Candy aveva aiutato nella sua pur breve ma intensa vita. Alla fine del funrale quando la bara fu ricoperta con la terra Albert e Archie in kilt cominciarono a suonare la cornamusa come era abitudine nella famiglia, Annie stava davanti con la zia Elroy e teneva Ange per la mano, la bambina restava dritta con sguardo fiero nel suo vestitino nero, anche i lunghi capelli castani erano legati con un fiocco nero e i suoi occhi grandi erano velati dalla tristezza profonda la zia Elroy restò colpita dal contegno che dimostrava quella bambina così piccola, non sapeva lei chi era ma, di certo aveva uno spirito nobile, in quel momento la zia Elroy decise che non le importava di saperlo avrebbe fatto ad ogni costo di quella bambina una vera Andrew. Mentre Albert ed Archie suonavano le cornamuse un ramo della rosa "dolce candy" di Lakewood fu piantato sulla tomba di Candy, nella malinconia della musica ognuno chiuse gi occhi e ricordando il suo sorriso disserò -"ADDIO CANDY!"

Un piccolo appunto, la protagonista di questa storia èAnge, per qesto ho fatto sparire Candy per non offuscare la figlia
 

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Capitolo 8
*** La vita continua ***


CAPITOLO VIII
LA VITA CONTINUA
La notizia della scomparsa di Candy rimbalzò su tutti i giornali, gli articoli portavano foto di Candy con la sua uniforme da infemiera e immagini del funerale, quando Terence lesse l'articolo non voleva crederci, si sentì morire aveva potuto accettare il suo matrimonio con Albert perché sapeva che lei era felice ma, al pensiero che fosse morta si sentì come se morisse una parte di lui. Terence si chiuse nel suo studio, non voleva vedere nessuno neanche la piccola Emily che amava più della sua vita, si appoggio con gli occhi chiusi alla poltrona e si perse nei ricordi la sua Tarzan tutte lentiggini, la ricordava piena di vita e sempre sorridente, cominciò a piangere disperatamente, non ricordava l'ultima volta che aveva pianto. Terence aprì un cassetto della scrivania, il cassetto del defunto duca di Granchester suo padre, non lo faceva mai, dentro trovò la pistola del padre e una scatola di proiettili, prese l'arma e la caricò con gesti automatici, non poteva pensare di continuare a vivere senza Candy, restò per un pò a fissare l'arma pronta a sparare, d'un tratto un pensiero attraversò la sua mente e lasciò cadere la pistola sulla scrivania, col viso tra le mani sconvolto pensò alla sua bambina Emily, il suo sorriso i suoi occhi la delusione sul volto della piccola quando vedeva la freddezza della madre, Susanna era così gelosa da esserlo della sua stessa figlia, sapeva che Terence non l'avrebbe mai amata, doveva continuare a vivere per Emily, non poteva permettere che la bambina crescesse come lui senza amore.
Albert dopo il funerale per giorni non parlò con nessuno, non aveva la forza di fare nulla, decise di chiudere Lakewood per sempre, lì tutto gli ricordava Candy, fu per amore di Ange che a un certo punto decise di reagire, non poteva permettere che la bambina si sentisse sola.
La zia Elroy come aveva deciso durante il funerale di Candy si fece carico dell'educazione della bambina, scelse per lei i migliori insegnanti poichè non riusciva a convincere Albert a mandarla in collegio, lui non poteva separarsi dalla bambina averla accanto era come avere con sè sempre una parte di Candy.
Gli anni passavano in fretta, Ange a dieci anni aveva un fascino incredibile e una nobiltà nei modi che pochi hanno innata come lei, la Zia Elroy in quei mometi si sentiva soddisfatta sentiva di avere davanti una vera Andrew ma, la piccola Ange aveva anche un carattere forte e amava giocare più col figlio maggiore di Annie che con le bambine, come sua madre nessuno poteva batterla ad arrampicarsi sugli alberi, amava correre e ridere forte cose che irritavano la zia ma, rendevano felici quelli che avevano amato Candy, vedere la bambina crescere era come riaverla lì, era certo una parte di Candy avrebbe continuato a vivere per sempre in sua figlia.
 

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Capitolo 9
*** Una festa di compleanno ***


CAPITOLO IX
UNA FESTA DI COMPLEANNO
Erano passati dodici anni dalla scomparsa di Candy, nella casa degli Andrew di Chicago c'era grande fermento, Ange guardava dal balcone della sua stanza le lussuose macchine che sfilavano davanti alla casa, arrivarono i membri della famiglia e alcune delle famiglie più influenti d'America per festeggiare il suo sedicesimo compleanno, era una calda serata di luglio, non un filo di vento si sentiva nell'aria, Ange che non amava stare così al centro dell'attenzione avrebbe voluto togliersi gli abiti eleganti e uscire di nascosto calandosi dall'albero accanto alla finestra ma, sapeva di non poterlo fare anche se suo padre Albert l'avrebbe capita la sua scomparsa l'avrebbe messo troppo in difficoltà, così si accontentava di sognare ad occhi aperti godendosi gli ultimi minuti di tranquillità da sola.
Albert bussò leggermente alla camera di Ange, dall'interno non udì nessuna risposta quindi chiamò la ragazza bussando ancora, non ricevendo risposta aprì la porta, restò colpito da ciò che vide, restava sempre stupito rendendosi conto di quanto Ange era cresciuta e diventata bella, di spalle lei e Candy erano abbastanza diverse eppure c'era sempre qualcosa negli atteggiamenti di Ange che le ricordava Candy, qualcosa che faceva velare di lacrime gli occhi di Albert. Ange era di spalle appoggiata al balcone, i lunghi ricci castani le cadevano morbidi sulle spalle, un lungo vestito di seta le fasciava il corpo sottile e slanciato, era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse che suo padre era entrato nella camera, Albert pensò: "Anche in questo è come sua madre, quando sogna ad occhi aperti non si accorge di nulla", dopo aver passato qualche attimo a fissarla ricordando tutte le volte che aveva visto Candy assorta in quel modo Albert tossì per attirare la sua attenzione, Ange si girò aveva grandi occhi verdi come la madre e come Candy un viso pieno di lentiggini ma, molto carino. Albert le disse: "piccola mia, gli ospiti ti stanno aspettando, è ora di scendere" Ange rispose: "lo so, scusa se ti ho fatto aspettare papà", quando lei rientrò nella stanza lui si accorse che era scalza, vedendola camminare a piedi nudi con tanta disinvoltura non poté fare a meno di sorridere ricordando Candy scalza nei prati, quando Ange infilò le scarpe col tacco alto mantenne la stessa disinvoltura era incredibile aveva un portamento unico.
Il grande salone di casa Andrew era gremito di persone, si poteva sentire il brusio dei piccoli gruppi di persone che parlavano sotto voce, quando Albert apparve in cima alle scale con Ange sottobraccio tutti taquerò e si voltarono a guardarli, Albert era bellissimo con un completo bianco, i capelli corti biondi ancora splendenti alto e muscoloso, come sempre attirava gli sguardi ammirati di tutte le signore in sala, al suo braccio Ange era poco più bassa, non aveva voluto tirare su i capelli come si addiceva ad una serata di gala, i lunghi ricci castani erano la cornice perfetta per il suo viso chiaro e allungato, aveva grandi occhi verde smeraldo, un piccolo naso e labbra sottili che sembravano sempre un tantino inbronciate, indossava un lungo abito di seta rosa leggermente stretto e morbido che metteva in risalto la sua figura slanciata. Albert condusse Ange a tavola e la fece sedere a capotavola tra lui e la zia Elroy che nonostante l'età ormai avanzata portava avanti il suo ruolo di matrona. Quella era una serata importante il suo sedicesimo compleanno rappresentava per Ange l'ingresso ufficiale nell'alta società e come figlia del capo degli Andrew le spettava a tavola il posto d'onore, lei avrebbe voluto scappare si annoiava e il perenne sguardo della zia che le faceva capire quanto disapprovasse ogni suo più piccolo errore la innervosiva particolarmente, Albert si alzò in piedi ala fine della cena e guidò Ange e la zia nella sala da ballo, prima che la musica cominciasse a suonare prese la parola: "ringrazio tutti gli amici e i familiari che hanno desiderato partecipare stasera ho il piacere di informarvi che Ange Luise Andrew è una donna a tutti gli effetti membro dell'alta società, e con immenso piacere le dono la collana che tutte le donne più importanti della famiglia Andrew hanno portato da generazioni e sua madre Candy che sono certo è in mezzo a noi col suo spirito, che continua a vivere nei nostri cuori ma soprattutto in Ange". Così dicendo Albert tirò fuori da un astuccio la collana più bella che Ange avesse mai visto, era di oro bianco e rosso intrecciati finemente, aveva degli smeraldi incastonati circondati da piccoli diamanti, dopo aver appuntato la collana al collo di Ange Albert aprì con lei le danze come da tradizione.
Ange quella sera fu al centro dell'attenzione soprattutto dei numerosi giovanotti che si susseguivano per invitarla a danzare, lei rispondeva con un leggero sorriso e non concedeva a nessuno più di un ballo ma, lo faceva solo per cortesia, l'unico che non la invitò a ballare fu Stear il figlio maggiore di Annie e Archie, lui già da un pò aveva notato quanto Ange fosse bella ma, era troppo timido per farsi spazio in mezzo allo stuolo di giovanotti che la circondava, stava in disparte appoggiato al muro quando Ange guardando nella sua direzione strizzo l'occhio e gli sorrise, quella sera Stear si sentiva strano ma, non ne capiva il motivo.
Ange non ne poteva più così senza farsi notare uscì in terrazza per prendere aria, la cosa però non sfuggì a Stear che la segui poco dopo portandole un bicchiere della sua bevanda preferita, quando lei lo vide coi bicchieri in mano sorrise e tirò la testa indietro dicendo: "tu mi conosci bene!" Entrambi sorrisero e Ange sbadigliò spalancando la bocca e disse: "Dentro è una vera noia, non ne potevo più tutti quei ragazzi imbalsamati poi", lui si sentiva nervoso così spontanea lei le sembrava ancora più bella, era nervoso mentre le chiedeva tutto d'un fiato: "vuoi dire che nessuno di loro ti interessa?", lei lo guardò sbalordita per un attimo poi credendo che stesse scherzando scoppio in una rumorosa risata, mentre il povero Stear arrossiva violentemente.

 

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Capitolo 10
*** Una decisione importante ***


X CAPITOLO
UNA DECISIONE IMPORTANTE
La zia Elroy aveva osservato Ange con molta attenzione durante la festa di compleanno, da quando Candy era scomparsa quasi dodici anni prima lei aveva deciso che si sarebbe occupata dell'educazione della piccola, indubbiamente aveva fatto un buon lavoro e poi la ragazza aveva un eleganza naturale ma, c'era ancora molta strada da fare perchè lei potesse diventare una vera signora, certi atteggiamenti della ragazza dovevano cambiare perchè potesse diventare una degna erede della nobile stirpe degli Andrew ma, la signora Elroy era troppo anziana per occuparsene, bisognava prendere una decisione al più presto.
Il giorno dopo la festa di compleanno la zia Elroy convocò il nipote William nel suo ufficio per parlare del futuro di Ange, William immaginava che la zia volesse parlare di Ange ma, non sapeva cosa l'anziana matriarca avesse in mente, col cuore appesantito da uno strano presentimento bussò alla porta dell'ufficio. La voce della zia disse dall'interno -"avanti", Albert William entrò e fissò gli occhi della zia che gli fece cenno di accomodarsi su una sedia di fronte a lei, la donna iniziò a dire con l'aria distaccata di sempre -"volevo parlarti di Ange", Albert rispose piano -"lo immaginavo", l'anziana donna teneva la testa alta sostenendo lo sguardo interrogativo del nipote, iniziò a parlare -"ormai Ange ha sedici anni e io sono molto anziana, presto la ragazza dovrà essere pronta a prendere il suo posto nella famiglia, va adeguatamente preparata per il suo ruolo e io non sono più in grado di farlo", lui sgranò gli occhi fissando la zia pensando che stava per proporre qualcosa che non gli sarebbe piaciuto e chiese titubante -"cosa hai in mente zia?", la donna rispose senza scomporsi -"In autunno Stear il figlio di Archie partirà per Londra per entrare alla Royal Saint Paul School, Ange partirà con lui per studiare lì, ho già predisposto tutto", Albert scattò in piedi furioso e urlò contro la zia -"non posso permetterlo!", l'anziana zia vedendosi contradetta con tanta veemenza sembrò riaquistare un pò dell'antico vigore e rispose secca -"non puoi negare a tua figlia la possibilità di un ottima educazione per il tuo egoismo, perchè non vuoi separarti da lei", Albert sentendosi punto nella sua debolezza non seppe cosa ribattere e andò via sbattendo la porta.
Albert da una delle finestre del salone guardava nel piccolo giardino davanti alla casa, era una calda giornata piena di sole Ange stava fuori e giocava col cane come una bambina, rideva di gusto una risata cotaggiosa, anche se quel giardino era molto diverso da quello di Lakewood per un attimo gli sembrò di vedere Candy. Albert non riusciva ad immaginare di separarsi dalla ragazza che amava con tutto se stesso come se fosse veramente sua figlia, mandarla alla St Paul School significava non solo separarsi da lei ma, riaprire vecchie ferite, il mare e lo stesso lungo viaggio avevano strappato a loro l'amata Candy, poi dove studiavano i figli delle famiglie più nobili poteva starci anche la figlia di Terence e non gli andava l'idea che Ange potesse incontrare quell'uomo. Quella notte Albert dormi poco e un sonno aggitato, nel poco tempo che dormì sognò Londra, un piccolo zoo se stesso e Candy nell'uniforme della St Paul School qualche anno prima, sentiva di nuovo la risata della sua amata, dopo poco l'immagine di Candy iniziò ad allontanarsi, la risata di lei era sempre più lontana, lui nel sogno voleva chiederle cosa doveva fare ma, prima che ci riuscisse lei scomparve e lui si svegliò urlando il suo nome, una volta sveglio si chiese cosa avrebbe fatto Candy al suo posto, conoscendola avrebbe chiesto ad Ange e rispettato la sua scelta qualsiasi essa fosse stata, avrebbe fatto così anche lui l'indomani ne avrebbe parlato ad Ange lasciandole tutto il tempo che le serviva per decidere.

 

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Capitolo 11
*** La Royal Saint Paul School ***


CAPITOLO XI
LA ROYAL SAINT PAUL SCHOOL
Albert convocò Ange nel suo studio per parlarle della possiblità che lei frequentasse la Royal Saint Paul School, non avrebbe mai voluto separarsi da lei ma, sapeva che era giusto che scegliesse lei.
Ange arrivò davanti allo studio di Abert pensierosa le sembrava strana quella convocazione, non immaginava cosa poteva essere successo perchè lui le volesse parlare nello studio, la ragazza tirò un profondo respiro e bussò decisa alla porta. Abert le disse -"entra piccola" e alzandosi la fece sedere sulla sedia davanti alla scrivania, fissò la ragazza negli occhi pensando come affrontare il discorso, si fece coraggio e iniziò a parlare -"piccola mia, ormai hai sedici anni, dobbiamo cominciare a pensare alla tua educazione come si addice al membro di una famiglia come la nostra", pronunciando queste parole lui fece una leggera smorfia, non amava certe etichette ma, non poteva ignorare la posizione che la ragazza sarebbe stata chiamata a ricoprire, continuò -"la zia Elroy mi ha fatto notare che in Autunno Stear andrà a Londra per studiare alla Royal Saint Paul School come hanno fatto tutti i membri della nostra famiglia, secondo lei anche tu dovresti partire", Ange guardò il padre con aria sbalordita, non sapeva cosa dire, fu Albert a riprendere la parola -"sai bene che non ti imporrei mai una scelta, saraì tu a decidere, prenditi il tempo che ti serve mancano ancora diversi mesi all'Autunno", Ange fece un cenno di assenzo col capo e chiese il permesso di andare.
Ange andò a sedersi in giardino sulla panca di pietra davanti alle rose Dolce Candy come faceva quando doveva pensare, stando accanto alle reose che portavano il nome di sua madre le sembrava di poterla sentire vicina, di riuscire ad avere un contatto con la madre che purtroppo lei non ricordava. Ange cominciò a pensare alla proposta di Albert, avvolte aveva sentito Annie e Archiie parlare dela Royal Saint Paul School, l'avevano paragonata a una prigione, era un luogo pieno di regole, poi aveva visto i loro sguardi rabbuiarsi mentre raccontavano le loro avventure, gli occhi velarsi di lacrime, il pensiero andava al ricordo di Candy e una profonda malinconia avvolgeva i loro cuori. Ange accarezzando i petali delle Dolce Candy chiedeva -"mamma, cosa devo fare?", una brezza leggera portava a lei il dolce profumo delle rose, per lei era come sentire Candy, decise sarebbe andata alla Saint Paul School, aveva come la sensazione che in quel posto avrebbe potuto imparare a conoscere sua madre, magari poteva sentirla più vicina.
L'estate passò in fretta, all'inizio di ottobre Ange e Stear presero una nave per Londra, dal porto di New York accompagnati da Albert, Annie e Archie. Quando la nave salpò dal porto Ange restò sul ponte a fissare l'orizzonte, dopo poco la terra sparì, l'azzuro del cielo si confondeva con quello del mare ma, lei non si muoveva nel suo cuore sentiva il bisogno di salutare ancora la sua terra, la sua casa prima di lanciarsi in una nuova avventura in un luogo sconosciuto. Albert non vedendo rientrare la ragazza uscì sul ponte a cercarla,la vide di spalle assorta in chissà quali pensieri, restò per un momento a guardarla perdendosi nei ricordi, la rivedeva bambina con Candy ancora al suo fianco, seria al funerale di sua madre, rivedeva tutte le volte che la sua risata gli aveva fatto dimenticare ogni sua tristezza, l'aveva vista trasformarsi in una giovane donna, ringraziava il cielo per come la presenza di Ange aveva riempito gli ultimi sedici anni della sua vita, ora che la stava portando olre oceano lontana da lui non riusciva ad immaginare come sarebbe stata la sua vita sentiva solo un immenso vuoto nel cuore.
Sbarcati a Londra avevano un giorno libero prima che Ange e Stear dovessero entrare in collegio, Albert desiderava ancora godersi la compagnia della ragazza, passarono la giornata a visitare Londra, andarono anche al piccolo zoo dove Albert aveva lavorato per stare vicino a Candy, lui Archie e Annie divennerò tristi ricordando la gita all zoo con Candy e Stear, i ricordi erano vivi nei cuori di tutti e tre come se fosse stato il giorno prima.
Il secondo giorno a Londra accompagrarono i ragazzi alla Royal Saint Paul School, Ange scendendo dalla carrozza afferrò e strinse la mano di Stear, guardando il griggio edificio dietro il grosso cancello di ferro e le mura altissime che lo circondavano si senti quasi mancare il fiato, disse a Stear sottovoce -"sembra davvero una prigione", per lei che era uno spirito libero sembrava veramente dura, Stear immaginando i suoi sentimenti le strinse forte la mano e le disse con un sorriso -"non ti preoccupare, ti sono vcino". Suor Margareth venne ad aprire il cancello, e disse – "signorino Stear Corwell e signorina Ange Andrew, vi stavamo aspettando", dicendo queste parole posò lo sguardo su Ange, si ricordava bene di Candy, le era molto affezionata e la ragazza somigliava molto a sua madre, si fece il segno della croce mormorando una preghiera e fece strada ai ragazzi con le loro famiglie. Il piccolo gruppo arrivò davanti all'edificio principale Ange si bloccò spalancando occhi e bocca, quella da oggi per i prossimi quattro anni sarebbe stata la sua casa, Suor Margareth si girò a guardarli e con un leggero sorriso disse -"Prego seguitemi, la Madre Superiora, Suor Chris vi sta aspettando nel suo ufficio". Dopo aver percorso due piani di scale e un lungo corridoio arrivarono davanti all'ufficio della Madre Superiore, suor Margaret bussò piano alla porta, si udì una voce dall'interno rispondere -"avanti", suor Margareth aprì la porta e li annunciò -"Madre il signorino Corwell e la signorina Andrew sono arrivati" la suora all'interno rispose - "li faccia entrare". Suor Chris rivolse un saluto ad Abert e ai Corwell e subito dopo chiese loro di uscire per parlare da sola coi ragazzi, appena chiusa la porta la madre iniziò a parlare -"mi presento sono suor Chris, Madre Superiora e preside di questo colleggio. In questa scuola vengono ammessi solo i membri dele famiglie più illustri, dovete sentirvi onorati ad essere qui". Suor Chris illustrò ai ragazzi le numerose regole della scuola, Stear teneva lo sguardo basso intimidito dallo sguardo glaciale e inquisitorio della madre superiora, Ange invece teneva la testa alta sostenendo lo sguardo con fierezza, Suor Chris concluse dicendo – "è nostro compito educarvi perchè possiate degnamente occupare il vostro posto nell'alta società, e faremo di tutto per adempire a questo compito. Ora potete salutare le vostre famiglie, dopo vi saranno mostrate le vostre camere, le lezioni inizierannò domatttina". Quando i due ragazzi uscirono Suor Chris si mise a pensare -"Incredibile quanto quella ragazza somigli alla madre, poi ha qualcosa nello sguardo così fiero e tesardo. Speriamo che non avremo problemi".
Albert abbracciò Ange, poi si rivolse a Stear -"mi raccomando, prenditi cura della mia bambina", Ange sorrise e strizzo l'occhio al padre rispondendo -"non ti preoccupare papà, so badare a me stessa, se ti fa sentire meglio diciamo che ci prenderemo cura l'uno dell'altra", gli occhi di Albert si velarono di lacrime mentre vedeva Ange allontanarsi dietro a Suor Margareth.
Suor Margareth mostrò ad Ange la sua stanza, le era stata assegnata la suite, le disse -"nell'armadio troverà la sua uniforme", poi prima di andare via aggiunse con un sorriso – "Signorina Andrew, questa era la stanza di sua madre quando studiava qui". Quando la porta si chiuse Ange si sentì invadere dala tristezza ma, il pensiero di vivere nella stanza che era stata di Candy la faceva sentire meno sola, come se potesse sentire in quelle mura la presenza di sua madre, tirò fuori il ciondolo con lo smeraldo che era stato di Candy che avevano ritrovato in mare, Albert glie lo aveva dato prima della partenza, lo aprì e si fermò a guardare la foto all'interno di lei bambina tra le bracca dei genitori, così si addormentò, il giorno dopo sarebbe iniziata la sua nuova vita.


 

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Capitolo 12
*** La rivale ***


 

CAPITOLO XII

LA RIVALE

Ange era arrivata alla Royal Saint Paul School da una settimana, era dura per lei abituata ad essere libera ma, teneva duro con la tenacia che la caratterizzava da sempre, con la sua inteligenza sveglia si era già fatta notare dalle insegnanti, aveva trovato delle amiche e questo le faceva piacere ma, spesso sentiva il bisogno di stare da sola. Finalmente arrivò la lezione di equitazione lei amava i cavalli, aveva imparato a cavalcare quando era piccola. Le mancava la sua giumenta una puro sangue araba nera con una stella bianca sulla fronte, suo padre glie l'aveva regalata per il suo quattordicesimo compleanno, proprio per la macchia lei l'aveva chiamata Stella, era un animale forte, indiipendente e dal portamento elegante essendo molto simili la giumenta e Ange avevano legato immediatamente, quale sorpresa ebbe nel trovare la giumenta che tanto amava nelle stalle della scuola, Albert sapendo che le avrebbe fatto piacere l'aveva fatta portare in Inghilterra, Ange non aveva dubbi con la sua amata Stella avrebbe vinto le gare della scuola.

Le ragazze fecerò una piccola gara per stabilire le loro capacità, era importante che una signorina di buona famiglia sapesse andare a cavallo, in poco tempo Ange distanzio le altre tranne una ragazza che aveva una lunga coda bionda e cavalcava un cavallo bianco. Finita la gara Ange si trovò faccia a faccia con la sua rivale con cui era stata pari, la ragazza era alta e snella, una figura elegante e due occhi azzurri, le ragazze si squadrarono per un pò, poi Ange allungo una mano per congratularsi con la rivale, era contenta di aver trovato qualcuno con cui competere ma, la ragazza rifiutò la mano dicendo -"non illuderti, sei stata solo fortunata", Ange restò impalata a fissarla non le piaceva l'arroganza della ragazza, chiese ad un'amica -"Chi è quella tipa? Non l'avevo mai vista", l'amica rispose -"non l'avevi mai vista perchè è un anno più giovane di noi. E ' la duchessina Granchester, il padre è un duca e un attore teatrale molto famoso, lei si chiama Emily". Ange gridò dietro alla ragazza che stava andando via -"Duchessina, non sono stata fortunata la prossima volta glie lo dimostrerò".

Spesso Ange si sentiva sola, sentiva nostalgia di casa e di suo padre, non poteva neanche fermarsi a chiacchierare troppo con Stear perchè non era decoroso che una signorina per bene si intrattenesse troppo da sola con un giovanotto, quindi i due dovevano accontentarsi di scambiarsi qualche lettera di nascosto. Nei momenti in cui Ange sentiva di non farcela proprio oppressa dalle tante regole e dalla solitudine si recava alle stalle, la sua cavalla Stella era l'unica con cui lei riusciva a sfogarsi, stando con l'animale sentiva l'aria di casa e mandandola al galoppo aveva la sensazioe di tornare libera. Spesso Ange trovava Emily nelle stalle intenta ad occuparsi del suo cavallo, la ragazza non le rivolgeva mai una parola a stento la guardava male come se avesse disturbato il suo momento di intimità. Nonostante la freddezza e l'arroganza che Emily trasmetteva Ange aveva una strana sensazione nei suoi confronti, come se loro due fosserò molto simili da un lato ma, dall'altro ci fosse un antico muro a dividerle, anche Emily lo avvertiva e per quel muro sentiva nei confronti dell'altra ragazza un rancore che non riusciva a spiegare, eppure non sapevano come ma,nel profondo erano unite.

Dopo un paio di settimane alla scuola Ange trovò esposto un annuncio in bacheca, la settimana dopo ci sarebberò stati i provini per lo spettacolo teatrale della scuola prima delle vacanze di Natale, quell'anno avrebberò messo in scena Romeo e Giulietta, Ange si illuminò leggendo l'avviso, non aveva mai recitato prima ma, aveva letto più volte Shakespiere, particolarmente il dramma di Romeo e Giulietta, aveva sottolineato diverse parti del dramma e conosceva a memoria i suoi passaggi preferiti, senza neanche pensarci segnò il suo nome tra le aspiranti al ruolo di Gulietta, proprio in quel momento arrivò Emily, rise con l'amica e rivolta ad Ange disse -"non penseraì di potermi togliere il ruolo di Giulietta? Non sai che sono figlia di due famosi attori? In pratica ho il teatro nel sangue. Accetta un consiglio da amica non sprecare il tuo tempo", Emily pronunciò queste parole con un gran sorriso, si girò verso l'amica dicendo -"certe ragazze non sanno proprio stare al loro posto" l'amica le rispose -"non prendertela Emily, è un vizio di famiglia, sua madre non sapeva proprio stare al suo posto". Ange restò sorpresa da quelle parole chiese alla ragazza -"come facevi a conoscere mia madre?" la ragazza sorrise maliziosa "io sono Tess Mc Grigor, mia madre è Iriza Legan Mc grigor, mi ha detto tutto su tua madre".

Ange non aveva mai conosciuto Iriza Legan che era stata allontanata dalla famiglia Andrew quando lei era molto piccola, aveva sentito parlare di lei, sapeva che odiava sua madre ma, non sapeva di preciso cosa fosse accaduto tra le due, sapeva che Iriza aveva sposato un nobile scozzese e ora sua figlia era lì e dallo sguardo di Tess sapeva che non le avrebbe reso la vita facile.


 

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Capitolo 13
*** I provini ***


 

CAPITOLO XIII

I PROVINI

Dopo una settimana di dura preparzione arrivò il giorno dei provini per Romeo e Giulietta, Ange era nervosa non era mai salita su un palcoscenic prima di quel momento. Arrivò il momento dei provini per Romeo e Giulietta, era stato scelta per esaminare i candidati la scena del ballo in maschera, Suor Loren responsabile del teatro iniziò a spiegare -"Questa scena narra il primo incontro dei due sfortunati amanti, i due riconoscono nell'altro il volto dell'amore, Giulietta ha un risveglio nella scoperta della passione diventa donna ma è esitante, provate a trasmettermi le emozioni di un amore a prima vista voglio vedere la passione". Per prima tocco ad Ange fare il provino il suo partner era un giovane dai capelli corvino e due profondi occhi azzurri, era alto e indubiamente affascinante, Lucas era due anni più grande di lei, aveva già recitato come protagonista nello spettacolo dell'anno prima, si vedeva che era perfettamente a suo agio, mentre Ange nervosa stropicciava il copione nelle sue mani tenendo gli occhi bassi, lui le si avvicinò prima di iniziare, le sollevò il viso con un dito sotto al mento e le disse facendole l'occhiolino -"Non preoccuparti piccola, posso suggerirti le battute", Ange gli allontanò bruscamente la mano e gli rispose con uno sguardo fulminante -" Non ti preoccupare, non ho bisogno del tuo aiuto", Lucas la fissò con un sorriso pensando -"però che caratterino! Non mi dispiace affatto".

Le luci si abbassarno, era arrivato il momento, Ange tirò un profondo respiro, doveva essere Giulietta, eccola lì davanti a Romeo, il loro primo incontro, tentava di immaginare come era innamorarsi a prima vista. Quando il provino iniziò Ange senti nel cuore un fuoco nuovo, d'improvviso tutta la tensione era sparita, era sul palco, era Giulietta, la scena iniziò.

Romeo le prese la mano, il loro primo incontro, l'aveva notata subito:

ROMEO -

Se con indegna mano

profano questa tua santa reliquia

(è il peccato di tutti i cuori pii),

queste mie labbra, piene di rossore,

al pari di contriti pellegrini,

son pronte a render morbido quel tocco

con un tenero bacio.

Ange si muoveva leggiadra nei panni di Giulietta, da quel tocco e da quella prima battuta tutto il resto scomparve, arrossì non di vergogna ma, perchè credeva che così avrebbe reaggito Giullietta, il fuoco che sentiva nel cuore aumentava mentre rispondeva con naturalezza:

GIULIETTA - Pellegrino,

alla tua mano tu fai troppo torto,

ché nel gesto gentile essa ha mostrato

la buona devozione che si deve.

Anche i santi hanno mani, e i pellegrini

le possono toccare, e palma a palma

è il modo di baciar dei pii palmieri.

Lucas rimase folgorato dalla ragazza, non avrebbe mai detto che era la prima volta che saliva sul palco, c'era in lei tanta passione.

ROMEO - Santi e palmieri non han dunque labbra?

GIULIETTA - Sì, pellegrino, ma quelle son labbra

ch’essi debbono usar per la preghiera.

ROMEO - E allora, cara santa, che le labbra

facciano anch’esse quel che fan le mani:

esse sono in preghiera innanzi a te,

ascoltale, se non vuoi che la fede

volga in disperazione.

GIULIETTA - I santi, pur se accolgono

ROMEO - E allora non ti muovere

fin ch’io raccolga dalle labbra tue

l’accoglimento della mia preghiera.

(La bacia)

Ecco, dalle tue labbra ora le mie

purgate son così del lor peccato.

Nel teatro nessuno osava fiatare incantati dall'interpretazione dei giovani, Giulietta, si muoveva leggera sfiorandosi le labbra.

GIULIETTA - Ma allora sulle mie resta il peccato

di cui si son purgate quelle tue!

ROMEO - O colpa dolcemente rinfacciata!

Il mio peccato succhiato da te!

E rendimelo, allora, il mio peccato.

(La bacia ancora)

GIULIETTA - Sai baciare nel più perfetto stile.

La scena finisce con Giulietta che va via, proprio come la giovane protagonista si sente infuocata dalla scoperta dell'amore così Ange si sente nella scoperta della passione che si porta dentro, un amore appena scoperto eppure ha il sapore di antico, quello per il teatro.

Mentre scendeva dal palcoscenico Ange notò che Emily la fissava, accanto a lei c'era Tess che ridacchiando le disse -"Cosa pensava di fare? Si vede che non è la tua altezza", Emily si girò e le rispose brusca -"sta zitta!" Tess la fissò di sasso non si aspettava una risposta del genere, anche se le costava molto Emily aveva riconosciuto che Ange aveva un talento naturale, in fondo le faceva piacere l'idea di avere una degna rivale perchè questo la spingeva a dare il meglio di sé.

Subito dopo tocco ad Emily fare il provino, ache se il suo partner non era alla sua altezza lei fu impeccabile, si muoveva sul palcoscenico con naturalezza come se fosse la sua casa, sembrava che recitasse da sempre aveva una tecnica perfetta. Le interpretazioni di Ange ed Emily erano molto diverse ma, Suor Loren ne era certa chiunque delle due avesse scelto avrebbe dato una grande interpretazione, era difficile scegliere la Giulietta di Ange Andrew era riservata ma, trasmetteva una grande passione, quella di Emily Granchester era sicura quasi sfrontata e tecnicamente perfetta, Romeo era sicura della scelta di Lucas Brown, Suor Loren trovò una soluzione poco ortodossa.

nota: i testi in corsivo e grassetto sono citazioni di Romeo e Giulietta
NO 

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Capitolo 14
*** Da rivali ad amiche ***


 

CAPITOLO XIV

DA RIVALI AD AMICHE

Tre giorni dopo i provini i ragazzi che avevano partecipato furono convocati nel teatro per conoscere l'assegnazione delle parti, Ange ed Emily erano una accanto all'altra in attesa che Suor Loren comunicasse il risultato dei provini. Poco prima dell'arrivo della suora Emily fece una cosa che sorprese tutti, si avvicinò ad Ange e porgendole la mano le disse -"reciti benissimo, chiunque di noi due sarà scelta sarà la migliore" era seria e lo diceva con un sorriso, Ange restò piacevolmente colpita, era la prima volta che Emily le si rivolgeva con parole gentili, ricambiò il sorriso rispondendo -"faccio anche a te i miei più sinceri complimenti, sono daccordo con te", Tess era in ebollizione pronta a dire la sua, si fece avanti mettendosi vicino alle due ragazze ma, proprio in quel momento arrivò Suor Loren e dovette tacere.

Suor Loren salì sul palcoscenico, tutti attendevano trepidanti, iniziò ad elencare i ruoli, anche Stear aveva avuto il piccolo ruolo di un sevo, aveva vinto la sua timidezza e fatto il provino perchè lo spettacolo gli avrebbe dato l'occasione di vedere Ange. Dopo un lungo elenco di parti secondarie la suora arrivò ad annunciare i due protagonisti, disse -"il nostro Romeo sarà il signorino Lucas Bown. Per il ruolo di Giulietta si erano presentate la signorina Ange Andrew e la signorina Emily Granchester, prego signorine fatevi avanti". Ange ed Emily si guardarono e fecero un passo avanti, attende vano che Suor Loren comunicasse chi aveva scelto per interpretare Giulietta, la suora iniziò a spiegare -"le due pretendenti al ruolo di Giulietta sono state entrambe eccezionali, due interpretazioni diverse ma, entrambe molto intense, non era facile scegliere la protagonista. Credo che la mia scelta vi tupirà ma, essendo certa che entrambe potete fare uno splendido spettacolo ho deciso che ci sarannò due spettacoli con due protagoniste", nessuno riusciva a parlare dalla sorpresa ma quasi tutti furono daccordo con la scelta di Suor Loren.

La domenica successiva era la giornata dei genitori, gi alievi della scuola ricevevano le visite delle loro famiglie, arrivarono anche Archie e Annie che erano rimasti a Londra per restare vicino a Stear, purtroppo Albert era dovuto rientrare negli Stati Uniti per lavoro, all'inizio della giornata Ange era stata con Stear e i suoi ma si era resa conto che così si sentiva ancora più sola, così prese la sua cavalla Stella e la mandò al galoppo senza avere una meta. Sensa accorgersene Ange arrivò in cima a una collina dove non era mai stata, era un posto bellissimo da lì poteva vedere tutta la scuola, amò subito quel luogo ci si sentì stranamente legata, non poteva sapere che proprio lì si erano innamorati i suoi genitori. Girandosi Ange vide il cavallo di Emily legato a un albero, la ragazza era distesa sul prato immersa nei suoi penseri, Ange si sedette accanto a lei e le disse con un sorriso -"ciao Emily", la ragazza alzò la testa e rispose con un leggero sorriso -"ciao, che ci fai qui?", Emily stendendosi anche lei rispose -"mio padre non poteva esserci per lavoro e non mi andava di stare coi genitori di Stear, e i tuoi genitori?", un velo di tristezza passò negli occhi di Emily mentre rispodeva -"mio padre vive a New York è un famoso attore teatrale e in questo periodo è molto impegnato, a mia madre purtroppo non importa niente di me", Ange restò sorpresa mentre rispondeva -"non credo che a tua madre non importi di te", Emily rispose con un sorriso amaro -"vedi mia madre non mi ha mai dato attenzioni, non è mai stata affettuosa con me, per fortuna mio padre mi adora e mi ha sempre amato per entrambi. Due anni fa mio padre ha deciso di riprendere il suo lavoro di attore, quindi è dovuto trasferirsi a New York, lui voleva portarmi con sè ma mia madre si oppose con tutte le sue forze, all'inizio la cosa mi fece piacere, pensavo che lo avesse fatto perchè in fondo lei teneva a me ma, non era così, sapeva che se non ci fossi stata io mio padre non sarebbe più tornato, così poco dopo fui portata in colleggio e lei non è mai venuta a trovarmi". Ange restò molto colpita dalle confidenze di Emily, non se le sarebbe mai aspettate, dopo un momento di silenzio riusci a dire solo- "mi dispiace", Emily si girò a guardarla e le rispose con un sorriso "non ti preoccupare, ci sono abituata. Per fortuna c'è mio padre che mi scrive sempre e appena può viene a trovarmi. E invece dov'è tua madre Ange?", ora toccava a lei parlare le sembrava strano ma sentiva come se fosse una cosa naturale confidarsi con Emily, rispose -" vedi mia madre è scomparsa quando avevo solo quattro anni, la nave su cui era è affondata durante un tempesta, purtroppo io non mi ricordo di lei. So che era un infermiera sempre allegra e gentile ma, nessuno mi parla mai veramente di lei ogni volta che la nominano diventano tristi. Mi piacerebbe conoscerla attrverso i racconti della famiglia ma, non ho il coraggio di confessarlo, tutto ciò che mi rimane sono le rose del giardinl le Dolce Candy che portano il nome di mia madre, lei doveva somigliare a quelle rose". Le due ragazze restarono per un pò in silenzio, ognuna imersa nei suoi pensieri, si rendevano conto di avere molto in comune e la cosa le stupiva, entrambe non si confidavano facilmente anzì, erano sempre molto riservate, eppure per entrambe era stato facile parlare con l'altra, forse quello era l'inizio di una vera amicizia cosa che nessuna delle due aveva mai avuto.

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Capitolo 15
*** Ci è Lucas? ***


 

CAPITOLO XV

CHI E' LUCAS?

Il lunedì nel tardo pomeriggio sarebberò iniziate le prove di Romeo e Giulietta, Ange ed Emily non si erano più parlate dopo le confidenze sulla collina, il giorno precedente si erano semplicemente salutate semplicemente montando sui loro rispettivi cavalli e avevano preso strade diverse come se nulla fosse accaduto ma, entrambe sapevano che tutto era cambiato.

Il lunedì mattina proseguì con le solite noiose lezioni, il francese ra difficile ma, delle signorine di buona famiglia dovevano conoscere il francese, la matematica come al solito l'annoiava da morire ma, Ange era distratta, stava pensando alle prove del pomeriggio, non vedeva l'ora si sentiva emozionata era un sogno che si avverava.

Durante la pausa pranzo Ange stava sotto un albero a ripetere la parte, era assorta nella lettura quando Lucas le si avvicino di spalle e iniziò a rispondere alle sue battute, Ange alzò gli occhi e lo fissò, non le piaceeva essere disturbata in quel modo, lui le sorrise ironico e le disse -"Coraggio Giulietta, devi abituarti alla mia presenza, sono il tuo Romeo", le fece l'occhiolino e continuò -"se poi hai bisogno di aiuto, sarò felice di offrirti il mio", lei lo fissò e rispose – "non ti preoccupare, non ho bisogno del tuo aiuto", Lucas scoppio a ridere e disse -"è proprio vero quello che ho sentito dire, le ragazze Andrew oltre ad essere molto carine somo testarde e indipendenti, detto questo andò via. Ange restò ancora un pò sotto l'albero pensando a ciò che aveva detto Lucas, era così assorta che non sentì il suono della campanella che annunciava le lezioni del pomeriggio, per fortuna correndo arrivò in tempo in classe, era nuovamente distratta a lezione pensava -"Cosa intendeva dire Lucas? Chi gli ha parlato della mia famiglia? Vorrei chiederglielo ma non mi va di dare a un tipo del genere la soddisfazione di avermi incuriosito".

Le lezioni del pomeriggio fortunatamente finirono in fretta, Ange aveva appuntamento con Stear per andare insieme alle prove, era ancora assorta nei pensieri della mattina e non si accorse dell'arrivo di Stear, il ragazzo le diede piano il copione dietro la testa per far notare la sua presenza lei si girò e gli sorrise, Stear ogni volta che la vedeva sorridere a lui sentiva il cuore come impazzito ma, non poteva ancora rivelarle i suoi sentimenti così si affrettò a dire con tono ironico -"buongiorno bella addormentata, a che pensi?" Ange rispose pronta -"niente, niente, andiamo prima di fare tardi".

Ange e Stear entrarono nel teatro c' erano tutti lì gli attori, le prove stavano per iniziare, Ange andò a salutare Emily anche lei sembrava nervosa, a un certo punto notò Lucas non poté fare a meno di fissarlo ripensando alle sue parole del mattino, Stear guardava Ange notando la confidenza che aveva con Emily e come fissava Lucas ebbe un brivido, sentiva che lei si stava allontanando da lui e aveva una gran paura di perderla. Le prime prove furono solo una lettura del copione ma, Suor Loren restò comunque colpita dai tre protagonisti, sicuramente i due spettacoli sarebberò stati un grande successo. Anche Tess aveva notato la nuova confidenza che c'era tra Ange ed Emily e la cosa la rendeva furiosa, aveva fatto d tutto per tenerle lontane e mettersi in mezzo a loro ma, le due l'avevano ignorata e spesso parlavano da sole sottovoce, alla fine Emily chiese ad Ange -"ti va di studiare la parte assieme?", Ange rispose con un sorriso -"volentieri, ti aspetto in camera mia stasera". Mentre stava per uscire dal teatro Ange fu fermata da Lucas che le disse -"Complimenti sei stata bravissima", poi agiunse fissandola negli occhi -"hai proprio gli stessi occhi di tua madre e uno sguardo che incantava già quando eri bambina", Ange lo fissò con gli occhi e la bocca spalancata, non riusciva a parlare, pensava -"allora lui mi conosce, addirittura conosceva mia madre", fu Lucas a parlare di nuovo ."quando andraì in camera tua guarda fuori al balcone, c'è un regalo per te", così andò via prima che Ange potesse chiedergli qualcosa.

Subito dopo cena Ange si precipitò in camera sua senza fermarsi con nessuno, era troppo curiosa, aprì il balcone e si uscì fuori, trovo un vaso da fiori con un ramo, ebbe un tuffo al cuore, qualcosa dentro di lei le aveva già rivelato di cosa si trattava anche se non c'erano fiori perché era inverno, non aveva il coraggio di toccare il vaso si chiese -"Chi è Lucas? Cosa sa di me?"

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Capitolo 16
*** Il regalo di Lucas ***


 

CAPITOLO XVI

IL REGALO DI LUCAS

Quando Emily arrivò alla stanza di Ange bussò un paio di volte senza ricevere risposta, notò che lla porta era socchiusa e la luce accesa quindi entrò, trovò Ange in piedi davanti al balcone immersa in chissà quali pensieri.

Emily si avvicino ad Ange e le disse -"tutto bene? È successo qualcosa?",

Ange rispose – "niente di grave ma è qualcosa che non capisco"

Emily -"spiegami"

Ange -"Vedi dopo le prove Lucas mi ha fermato e dalle cose che mi ha detto ho capito che deve conoscere in qualche modo la mia famiglia, poi ha aggiunto che fuori al balcone della mia stanza avreì trovato un regalo, e ho trovato quello".

Così dicendo Ange indicò il vaso, Emily tentò di non mostrare il suo turbamento, da quando era arrivata in collegio aveva notato Lucas ed era cotta di lui ormai da due anni, non era mai riuscita a farsi notare, aveva sperato che facendo lo spettacolo al suo fianco forse avrebbe avuto qualche speranza ma, Lucas sembrava preso da Ange.

Ange notò che Emily era strana così le chiese -"tutto bene?"

Emily -"si tutto bene. Hai un idea su che cosa sia? Guarda nel vaso c'è un biglietto".

Ange aveva notato il biglietto ma, sospettando nel suo cuore chhe cosa ci fosse nel vaso era rimasta così sorpresa da non essersi riuscita a muoversi, così fu Emily a prendere il biglietto lo lesserò:

 

Cara Ange,

immaginando che la cosa ti avrebbe fatto piacere così ho chiesto a mio padre di portarmi in un vaso una rosa Dolce Candy. Per ora è solo un ramo ma, quando fiorirà in primavera sarà bellissima anche in mezzo a questi palazzi grigi.

Spero che apprezzeraì questo mio dono,

a presto

Lucas Brown.

 

Ange era senza parole, dopo aver letto il biglietto era ancora più sorpresa, quello che sospettava era vero pensava -"come fa Lucas a sapere delle Dolce Candy? Chi è suo padre?".

Anche Emily restò sorpresa, ricordava bene le cofidenze di Ange le chiese -"ma sono le rose di tua madre? Come fa Lucas ad averle?"

Ange – "non lo so proprio, la cosa ha sorpreso anche me"

Emily – "posso immaginare come ti senti, e capisco che ora vuoi restare sola. Non ti preoccupare, ripasseremo il copione un'altra volta".

Quando Ange restò sola prese in mano il vaso col rmo di Dolce Candy e lo posò sulla scrivania, era andata alla Ryal Saint Paul School con la speranza di poter conoscere meglio sua madre, con quel dono inaspettato sentiva che la sua speranza era reale, Lucas sapeva qualcosa della sua famiglia e di Candy e lei doveva assolutamente scoprire cosa, si addormentò alla scrivania accanto al vaso con la rosa e sentì come se l madre le fosse vicina proprio come a casa.

Il giorno dopo Ange si mise a cercare Lucas, aveva assolutaente bisogno di parlargli, quell'attesa l faceva sentire nervosa m, non lo trovò. Durante la pausa pranzo Ange si incontrò con Stear come al solito, lui la conosceva troppo bene e si accorse subito che lei era distratta, voleva essere il suo vecchio amico di sempre e ascoltarla come aveva fatto fin da quando erano bambini ma, da un pò lui non la vedeva più come una semplice amica e nell'ultimo periodo sentiva che lei si stava allontanando da se, aveva paura della sua risposta. Nonostante la paura della risposta di Ange dopo poco il grande cuore di Stear prese il sopravvento, nonostante i suoi sentmenti e le chiese -"che ti succede Ange? A cosa stai pensando? E non dirmi niente, ti conosco troppo bene".

Ange – "pensavo a mia madre, alcune cose accadute di recente mi hanno fatto pensare a lei. Tu sai bene che ho sempre desiderato poter sapere di più di lei ma, non osavo chiederlo a mio padre perché vedevo quanto era triste ogni volta che pensava lei, per questo sono venuta qui a Londra, speravo di sapere qualcosa di lei".

Stear – "lo so questo, cosa è successo di recente?"

Ange – "vedi, ho validi motivi per credere che Lucas Brown sa qualcosa dela nostra famiglia e di mia madre. Tu hai mai sentito il suo nome?"

Stear sentì un brivido di gelosia, temeva che Lucas potesse conquistare Ange, aveva sentito molte volte in casa il cognome Brown in casa sua, suo padre parlava spesso di uno zio Charles Brown a cui sembrava essere molto affezionato ma, a causa della sua gelosia per la prima volta in vita sua mentì ad Ange si sentiva terrbilmente in colpa mentre le rispondeva – "non ho mai sentito questo cognome, sarà solo una tua sensazione".

Ange – "non credo di sbagliarmi...." stava per agiungere altro ma, non se la sentiva di parlare a Stear della Dolce Candy che Lucas le aveva regalato almeno fino a quando non ne avrebbe saputo di più.

Nel pomeriggio dopo le lezioni ci furono le prove di Romeo e Giulietta, Ange osservava Lucas aspettando che lui facesse un minimo accenno al regalo che le aveva lasciato il giorno prima ma, lui si comportava normalmente, se Ange non fosse tornata in camera sua più volte nella giornata avrebbe pensato di aver solo sognato la notte prima la Dolce Candy nella sua stanza, osservava Lucas cercando il momento giusto per parlargli, non poteva certo farlo in mezzo agli altri.

Alla fine delle prove Ange affretto il passo per ragiungere Lucas fuori, sentì la voce di Stear che la chiamava ma, non poteva perdere quella occasione per parlargli, quando lo ragiunse Lucas la guardò e le disse con un sorriso – "Buonasera signorina Andrew, ha qualcosa da dirmi?"

Ange raccolse tutto il suo sangue freddo per non far capire al ragazzo quanto la infastidiva quel suo attegiamento non voleva che lui andasse via prima di rispondere alle sue domande, e rispose con lo stesso tono ironico – "certo signorino Brown, vorreì parlarle della Dolce Candy".

Lucas – "spero che tu abbia aprezzato il mio regalo", questa volta non c'era più tono ironico nella voce di lui.

Ange – "certo! Ti ringrazio di cuore ma, vorreì saperne di più. Sono sicura che tu puoi raccontarmi molte cose".

La voce di Ange aveva una tale forza che colpì Lucas come una veentata sul viso, lui gli rispose con dolcezza – "sarò felice di raccontarti tutto ma, non ora. Saresti nei guai se ti vedesserò parlare con un ragazzo da sola a quest'ora".

Ange restò a guardare Lucas andare via, non sapeva se loro due sarebberò mai stati amici ma, certo gli sarebbe sempre stata grata per il dono della Dolce Candy e per ciò che lui avrebbe potuto raccontargli. 

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Capitolo 17
*** Mistero svelato ***


 

CAPITOLO XVII

MISTERO SVELATO

Ange tornò in camera, si sistemò, era curiosa di sapere quello che Lucas le avrebbe raccontato ma, in quel momento doveva concentrarsi sullo spettacolo, stava aspettando Emily per provare insieme.

Dopo poco bussarono alla porta, Emily entrò sorridente col copione tra le mani e disse – "allora sei pronta?"

Ange – "certo, possiamo cominciare".

Ange ed Emily provarono fino a tardi, era piacevole lavorare assieme, le due ragazze erano così simili e allo stesso tempo così diverse e questo si notava nella loro recitazione, una passionale e impulsiva, l'altra precisa con una ricchezza tecnica, provando insieme le due ragazze si consigliavano migliorandosi a vicenda.

Quando finirono le prove si sedetterò sul letto di Ange sfinite, Emily notò il vaso di rose sulla scrivania, si chiedeva se era il caso di parlare ad Ange dei suoi sentimenti per Lucas, lei era la sua unica amica doveva chiarire se anche lei era attratta da lui, così le chiese – "hai parlato con Lucas?"

Ange – "ci ho provato, ha detto che presto mi spiegherà tutto".

Emily era imbarazzata ma aveva bisogno di sapere quali erano i sentimenti di Ange, così si fece coragio e tirando un profondo respiro le chiese – "a te piace Lucas?"

Ange guardò Emily sorpresa, non si aspettava una domanda del genere, avendo ormai compreso che tipo era la sua amica capì il motivo per cui le aveva fatto quella domanda e le rispose – "non ti preoccupare, l'unico interesse che ho per Lucas è quello di venire a conoscenza di quello che sa su mia madre".

Emily arrossì sapendo che l'amica aveva compreso i suoi sentimenti ma, era felice perchè sapeva che lei era sincera.

Dopo un momennto di silenzio Ange aggiunse – "ti piace tanto vero?"

Emily era ancora più imbarazzata mentre rispondeva – "è così evidente?"

Ange – "non proprio ma, ormai ti conosco. Tengo molto alla tua amicizia e non fareì mai nulla per metterla in pericolo".

Le due ragazze si salutarono a notte fonda con la certezza nel cuore che erano sempre più unite.

Quando Emily andò via Ange notò un biiglietto infilato sotto la sua porta lo aprì:

 

Cara Ange,

ti aspetto domani durante la pausa pranzo nel giardino dietro la scuola, sarò felice di raccontarti tutto.

A domani

Lucas Brown.

 

Il giorno dopo Ange si svegliò già emozionata, contava le ore che mancavano per la pausa pranzo, quando finalmente arrivò si reco al giardino dietro la scuola, notò da lontano Lucas che stava in piedi sotto un albero spoglio avvolto nel cappotto, ormai il freddo si faceva sentire nell'autunno avanzato ma, lei era così nervosa da sentirsi accaldata, arrivò anche lei sotto l'albero in un attimo.

Lucas – "ciao, ti stavo aspettando"

Ange – "ciao, scusa per l'attesa, ho fatto il prima possibile"

Lucas – "si vede" disse con un sorriso notando il suo rossore certamente dovuto alla corsa, - "vogliamo sederci? Si parla meglio seduti", così dicendo pulì la panchina di pietra che era sotto l'albero dalle foglie cadute.

Ange era nervosa aveva mille domande che le passavano per la testa, aveva passato la notte quasi in bianco tentando di immaginare quella conversazione, Lucas la fissava con un leggero ghigno sul viso, sebrava quasi divertito nel vederla così nervosa, la cosa la mandava fuori di testa in un altra occasione si sarebbe alzata e sarebbe andata via infuriata ma, in que momento il suo desiderio di sapere era più forte del suo carattere.

Fu Lucas a rompere il ghiaccio – "immagino che il mio regalo ti abbia stupito, e che vuoi sapere come faccio ad avere le Dolce Candy, giusto?"

Ange annuì col capo.

Lucas "Il mio cognome Brown non ti è familiare?"

Ange – "ci ho pensato a lungo, il tuo cognome non mi sembra nuovo ma, non ricordo nulla"

Lucas – "ti spiego, mio padre è Charles Brown e noi abbiamo le Dolce Candy nel giardino di casa da diversi anni, fu tua madre a portarci un ramo di Dolce Candy da trapiantare nel nostro giardino, perchè sapeva che avrebbe reso molto felice mio padre".

Ange – "Quindi tuo padre è lo zio Charles di cui parla spesso Archie? E perchè tuo padre voleva delle rose che portano il nome di mia madre? Non capisco"

Lucas – "non conosci la storia delle Dolce Candy? È stato il figlio che mio padre ha avuto con la prima moglie Rosemary Andrew, Anthony a creare le Dolce Candy in onore della bellezza di tua madre a Lakewood".

Ange lo guardò con gli occhi sbarrati "non so niente di questa storia, non so neanche dov'è Lakewood".

Lucas era sorpreso quasi più di lei – "una Andrew che non conosce Lakewood? Strano davvero, so che tua madre amava molto quel luogo".

Ange – "Tu hai conosciuto mia madre? E anche me?"

Lucas – "si nei due mesi che è stata a londra tua madre ha vissuto a casa mia, io e te ci siamo visti una volta al funerale di tua madre. Anche se ero solo un bambino di sei anni la ricordo bene", in quel momento Lucas sembrava perso in vecchi ricordi, quando suonò la campanella che annunciava la ripresa delle lezioni.

Prima di andare via Ange afferrò Lucas per un braccio e fissandolo con aria supplichevole gli chiese – "ti prego, mi parleraì di mia madre? Voglio sapere tutto, dimmi che parleremo ancora".

Lui sorrise mentre la fissava e rispose – "certo, parleremo ancora e ti racconterò quel poco che so", per un attimo ebbe la sensazione di rivedere quella dama gentile dagli occhi verdi che aveva incontrato tanti anni prima, pensò – "Ha prorio gli stessi occhi. Anche se non ho mai conosciuto mio fratello Anthony capisco perchè era rimasto stregato dagli occhi di sua madre".


 

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Capitolo 18
*** Tra passato e presente ***


CAPITOLO XVIII

TRA PASSATO E PRESENTE

Ange quella sera fece fatica ad addormentarsi, sapeva di aver fatto un passo avanti nella conoscenza di sua madre. Quando finalmente si addormentò fece un sogno, nel sogno vide se stessa bambina in un giardino pieno di rose Dolce Candy, sentiva la voce di Candy che la chiamava e si nascondeva, lei che la rincorreva tra le rose finché caddé piangendo e Candy la prese in braccio. Ange dopo il sogno si svegliò sentendosi prottetta e felice, sapeva che non era stato un sogno ma, che aveva ricordato un momento della sua infanzia.

Il resto della settimana passò veloce, purtroppo Ange non era più riuscita a vedere Lucas al di fuori delle prove dello spettacolo, sperava di riuscire a parlarci di domenica, lui le fece recapitare un messaggio durante la messa :

Ci vediamo oggi alle 5 dietro la scuola

Lucas Brown.

Dopo la messa Emily fermò Ange e le disse – "ti va di fare una cavalcata sulla collina?"

Ange – "certo, ho proprio voglia di una bella cavalcata" le rispose con un sorriso.

Le due ragazze si recarono alle stalle dopo essersi cambiate, Emily propose – "ti va di fare una gara? Vince chi arriva per prima in cima alla collina. A meno che tu non abbia paura" disse strizzando l'occhio e indicando la collina.

Ange – "paura? Non ti preoccupare, prova a starmi dietro se ci riesci" rispose ridendo e montando su Stella.

Le due ragazze arrivarono in parita, legarono i cavalli a un albero e si sdraiarono sul prato. Suor Margaret passò per la collina col breviario in mano intenta a recitare le sue preghiere, d'un tratto si fermò ad osservare Ange ed Emily che scherzavano e ridevano in cima alla collina, la suora ebbe la sensazione di tornare indietro nel tempo, ricordava bene quante volte aveva visto Candy e Terence scherzare su quella stessa collina, lei era molto affezionata ai due ragazzi, non aveva mai creduto alla storia che aveva causato il loro allontanamento dal collegio, in quel momento osservando le figlie dei due ebbe la sensazione di rivederli, gli stessi atteggiamenti pensava – "eppure in Ange, nei suoi modi c'è un qualcosa non solo di Candy..... ma no, cosa vado a pensare".

Le due ragazze distese sul prato guardavano il cielo, era stranamente limpido per una giornata autunnale a Londra, ognuna persa nei suoi pensieri.

Emily – "come hai scoperto questo posto?" chiese interrompendo il silenzio.

Ange – "è stato per caso, la prima volta che ci siamo incontrate qui, avevo mandato il cavallo al galoppo senza meta e sono arrivata qui. E tu?"

Emily – "è stato mio padre a mostrarmelo una volta che è venuto a trovarmi" disse con un sorriso triste.

Ange – "anche tuo padre ha studiato qui?"

Emily – "si, e questo era il suo posto preferito. Mi ha portato qui e mi ha raccontato che quando sentiva di non farcela veniva qui per stare tranquillo e suonare l'armonica" così dicendo Emily si alzò n piedi e si avvicinò al suo cavallo tirò fuori qualcosa dalla tasca della sella e tornò a sedersi aveva un armonica in mano disse – "mio padre mi portò qui e iniziò a suonarla, non sapevo che mio padre suonasse l'armonica, lo guardavo suonare e mi accorsi che stava piangendo. Alla fine prima di andare via mi consegnò l'armonica chiedendomi di portarla sulla collina ogni tanto, mi disse che era un regalo di una sua amica che non c'è più".

Ange fissò l'armonica nelle mani di Emily se ne sentiva stranamente attratta, non poteva sapere che era stata sua madre a regalarla a Terence, il suo vero padre, chiese – "posso vederla?"

Emily – "Sai suonarla?"

Ange – "non ho mai suonato l'armonica ma, mi sembra un bello strumento".

Emily passò l'armonica ad Ange che se la guardò tra le mani, poi l'accostò alla bocca e chiudendo gli occhi iniziò a suonarla, Emily la fissava con gli occhi spalancati era la stessa musica che suo padre suonava quel giorno, Ange non poteva saperlo ma, era la stessa musica che il suo vero padre suonava a sua madre, la stessa che aveva suonato per sua madre la sera che Ange era stata concepita.

Erano le 4 e 45 quando Ange uscì dalla sua stanza per recarsi all'appuntamento con Lucas, non aveva detto a nessuno di quegli appuntamenti neanche ad Emily anche se aveva desiderato parlargliene la mattina aveva esitato pensando ai sentimenti che l'amica provava. Quelli erano i suoi momenti tra passato e presente. Quando Ange arrivò dietro la scuola vide Lucas che l'aspettava sotto l'albero come la volta precedente, nell'autunno ormai avanzato restava poco più di un ora di luce.

Ange – "ciao Lucas"

Lucas – "ciao benarrivata"rispose il ragazzo col suo solito sorriso.

Ange – "grazie ancora per questo incontro" disse imbarazzata.

I due si sedetterò di nuovo sulla panchina di pietra,

Lucas – "oggi ho pranzato con mio padre, gli ho parlato di te, vorrebbe tanto conoscerti"

Ange – "anche a me farebbe piacere conoserlo" rispose con un sorriso.

Lucas – "come promesso ti racconterò quello che so su tua madre"

Ange – "ti ascolto"

Lucas – "sai che tua madre era orfana, e che è stata adottata da tuo padre quando era molto giovane"

Ange – "questo lo so" lo incitava a continuare

Lucas – "sai che prima di essere adottata dagli Andrew faceva la cameriera presso la famiglia Legan? Nonostante lei fosse una bambina molto buona e sempre allegra i figli dei Legan la presero di mira facendole un sacco di dispetti. Un giorno mentre piangeva per l'ennesima cattiveria dei Legan conobbe mio fratello Anthony, da quello che scrisse a mio padre lui restò subito colpito dagli occhi di Candy".

Ange – "questo non lo sapevo" disse sentendo già le lacrime che le pungevano gli angoli degli occhi pensando a quanto sua madre aveva sofferto.

Lucas – "tra tua madre e mio fratello naque un legame molto forte al punto che lui creò per lei una delle rose più belle che esistono. Fu proprio una lettera di mio fratello che non sopportava di stare lontano da Candy a convincere tuo padre ad adottarla".

Ange – "poi cosa accadde?" disse sempre più commossa da quei racconti.

Lucas – "iniziò un periodo felice per mio fratello e tua madre. Mio padre mi ha raccontato che dalle sue lettere aveva capito che finalmente Anthony non si sentiva più solo, tua madre era una persona solare che riempiva la vita di chiunque le stava accanto. Purtroppo la loro felicità durò poco perchè mio fratello morì cadendo da cavallo".

Ange – "poverino!! immagino anche che mia madre era distrutta" disse mentre le lacrime le bagnavano il viso.

Lucas – "si, era distrutta, per questo tuo padre la mandò a studiare qui a Londra".

A quelle parole seguirono momenti di silenzio, Lucas non riusciva a parlare guardando le lacrime di Ange, poi si fece coraggio e aggiunse – "mio padre era molto affezionato a tua madre, le era grato per aver reso felice mio fratello e per averlo amato negli ultimi tempi della sua giovane vita come lui non era riuscito in tutta la sua vita. Voleva che ti dessi questa", così dicendo le consegnò una foto.

Ange guardò la vecchia foto sbiadita, c'era sua madre molto giovane in mezzo alle rose che sorrideva a un ragazzo molto somigliante a suo padre chiese – "lui è Anthony?"

Lucas – "si"

Ange – "sembrano molto felici".

Ange non aveva mai visto in nessuna delle foto che aveva Candy così felice, sembrava sempre che lei avesse un velo di tristezza negli occhi pensava – "cosa può aver causato un tale cambiamento? Quali altre sofferenze ancora più grandi di quelle che Lucas mi ha raccontato avrà vissuto mia madre?" non riuscendo più a trattenere i singhiozzi scattò in piedi, ance Lucas si alzò per consolarla e l'abbracciò mentre il sole tramontava, i due ragazzi non si accorserò che diversi occhi li videro in quel momento.

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Capitolo 19
*** Equivoci e gelosie ***


CAPITOLO XIX

EQUIVOCI E GELOSIE

Quella domenica pomerigio Emily aveva deciso di fare una passeggiata intorno alla scuola pensando di stare un pò da sola ma, appena uscita dagli alloggi delle ragazze fu intercettata da Tess, non sopportava la compagnia della ragazza di cui ormai aveva imparato a conoscere il carattere meschino ma, non riusciva proprio a liberarsene. Tess seguiva Emily sparlando come al solito, diceva – "ho visto che hai fatto amicizia con Ange Andrew"

Emily – "allora? Non credo che la cosa ti riguardi" rispose con aria seccata

Tess – "hai ragione cara, non sono affari miei"disse con un tono melenso e agiunse con un sorriso – "mi preoccupo solo per te, se lei ha preso dalla madre non oso immaginare cosa puo fare".

Emily non ascoltava le parole di Tess e non valeva neanche la pena risponderle, si limitava a lanciarle delle occhiate fulminee.

Emily arrivò dietro la scuola seguita da Tess, le cadderò i libri dalle mani, spalancò la bocca e gli occhi, non poteva credere a quello che vedeva, la sua amica Ange stava abbracciata a Lucas in un luogo pittosto isolato pensava – "come ha potuto farlo? Sa bene cosa provo per lui, sono stata una stupida a fidarmi", sentendo che le lacrime iniziavano a pungerle gli occhi si voltò e scappò via, non voleva che Ange e Lucas la vedessero in quello stato.

Tess sorrise notando ciò che era avvenuto, aveva già sospettato dell'interesse di Emily per Lucas e dalla sua reazione ne ebbe la conferma, sorrise pensando che avrebbe potuto aprofittare della situazione per separare Emily da Ange così la seguì.

Emily stava appoggiata a un albero di spalle coi pugni stretti e tentava di ricacciare dentro le lacrime, quando si accorse di Tess la guardò stizzita – "scusa ma, voglio restare da sola"

Tess – "lo capisco, volevo solo accertarmi che stai bene" disse col suo falso sorriso

Emily – "non ho bisogno di niente, vai via per favore" le rispose con gli occhi rossi per le lacrime e la rabbia

Tess – "povera Emily, ti avevo avvertita, a quanto pare la storia si ripete, Ange sta facendo quello che ha fatto sua madre" disse con un tono di finta compassione

Emily – "in che senso?" le ultime parole di Tess l'avevano incuriosita

Tess – "si sa che Candy non sapeva stare al suo posto, prima di riusciire ad accapararsi William Andrew altri uomini erano caduti nella sua trappola, ha anche provocato l'incidente che ha causato la morte di un ragazzo allontanandolo con l'inganno da mia madre, e anche con la tua famiglia non è stata onesta".

Emily non voleva credere alle parole di Tess ma, dopo quello che aveva visto non sapeva più a cosa credere così chiese titubante – "cosa ha fatto sua madre alla mia famiglia?"

Tess – "sua madre ha tentato di far cadere in trappola anche tuo padre, ha fatto di tutto per portalo via a tua madre. Come mi ha raccontato mia madre all'inizio tutti gli uomini restavano affascinati dai suoi grandi occhi verdi e dalla sua aria innocente che in realtà nascondevono una persona meschina. E come posso vedere sua figlia non è diversa" aggiunse girando lo sguardo nella direzione in cui si trovavano Ange e Lucas.

Emily era visibilmente sconvolta ma, non voleva piangere, non davati a Tess, aveva bisogno di riflettere e di stare da sola – "scusa Tessdi lor ma, ora voglio stare un pò da sola"

Tess – "certo cara, ti capisco" rispose, sorrideva vedendo che aveva ottenuto l'effetto desiderato.

Emily andò nella sua stanza e chiusa la porta non trattenne più le lacrime, erano anni che si sentiva sola da quando il padre si era trasferito a New York, anche alla Royal Saint Paul School le cose non erano andate meglio, col suo caratterre schivo non era riuscita a legarsi veramente a nessuno eppure non si era mai sentita sola come in quel momento, credeva di aver finalmente trovato una vera amica, ne era stata felice ma, ora che si sentiva tradita da lei, pensava di essere stata una stupida a fidarsi.

Quella domenica pomeriggio Stear voleva passare un pò di tempo con Ange, era un pò che non riuscivano ad avere il tempo di prlare si vedevano solo alle prove e lui sentiva la mancanza delle loro chiacchierate, così la cercava, chiese ad un gruppo di ragazze se l'avevano vista, una di loro rispose – "si, mi sembra di averla vista andare dietro la scuola circa un ora fa"

Stear – "grazie. Ci vediamo"rispose con un sorriso timido, era davvero carino quando sorrideva, anche gli occhi castani sorridevano dietro agli occhiali. Il gruppo di ragazze guardò Stear andare via, era davvero carino , alto una figura sottile, i capelli castano chiari un pò ribelli, poi quei modi sempre gentili e raffinati, una di loro disse – "certo che mi piacerebbe avere un ragazzo come lui, fareì qualsiasi cosa per conquistarlo"

un altra rispose "sogna pure cara, ma si sa che lui ha occhi solo per Ange Andrew"

la prima – "già, ragazza fortunata"

una terza agiunse – "e non è l'unico, anche Lucas Brown sembra interessato a lei"

la prima – "incredibile, i due ragazzi più carini della scuola"

la seconda – "non riesco proprio a capire cosa ha di così speciale questa Ange".

Stear arrivò dietro la scuola vide Ange seduta sotto l'albero con Lucas, era evidente che lei stava piangendo, sentì subito il sangue salirgli alla testa, non era da lui perdere il controllo ma non sopportava che quel tipo l facesse piangere, quando vide Lucas tirarla a se e abbracciarla e lei che piangeva sempre più forte perse completamente il controllo e corse avanti proprio mentre Emily si allontanava. Stear tirò Lucas e senza dire parole gli diede un pugno sul naso, Lucas cadde a terra allora lui Stear gli disse – "Perchè l'hai fatta piangere?".

Ange si precpitò accanto a Lucas e guardò Stear con occhi furenti dicendogli – "cosa ti è preso?", poi voltandosi verso Lucas – "stai bene?"

Lucas – "certo, mi ha solo colto di sorpresa, non mi lascio stendere dai ragazzini".

I due ragazzi iniziaronò a scazzottarsi e Ange non riusciva a fermarli, proprio in quel momento passò Suor Chis – "signor Brown e signor Corwel, vi ordino di fermarvi e di seguirmi subito nel mio ufficio".

I due ragazzi seguirono la preside appena giunti nell'ufficio Suor Chris iniziò a parlare – "signor Brown, Signor Corwel mi meraviglio di voi, vi sembra il modo di comportarsi?"

Lucas – "ha ragione Suo Chris ma vede noi....."

Suor Chris – "non mi interessano le vostre scuse, una notte nella cella di punizione vi farà bene".

Quando i due ragazzi uscirono Suor Chris pensò – "come temevo quella signorina Andrew inizia a darmi problemi", avendo visto Ange vicino ai ragazzi durante la rissa aveva immaginato che era lei la causa.


 

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Capitolo 20
*** Solitudine ***


  CAPITOLO XX
SOLITUDINE
Stear passò la notte nella cella di punizione senza dormire, continuava a pensare ad Ange che aveva difeso Lucas, non poteva crederci per la prima volta nella sua vita non la capiva. Lui ricordava i vari momenti della loro infanzia erano sempre stati assieme, si sostenevano l’un l’altra e si capivano senza aver bisogno di parole e per la prima volta la sentiva distante, lei era lì come lui lontana da casa ma, distante da lui come se fossero separati da una forza invisibile. Stear si perse nei ricordi, da quando aveva memoria Ange c’era stata nella sua vita, la poteva rivedere correre nel giardino tenendosi su la gonna, poteva sentire la sua risata cristallina che gli aveva riempito la vita, i suoi bronci, i suoi sguardi di disappunto quando lui scoppiava a piangere per qualche sciocchezza, lui non era forte come lei anche se aveva sempre desiderato esserlo, poi l’aveva vista trasformarsi in una splendida giovane donna senza mai perdere la genuinità che la caratterizzava, senza rendersene conto si era innamorato di lei, non poteva mentire a se stesso era innamorato della sua migliore amica, e ora il pensiero di averla persa le dava quella sensazione di solitudine come non l’aveva mai provata in vita sua.
Lucas stava nella cella di punizione, si toccava la mascella, gli faceva ancora male, aveva sottovalutato quel damerino di Stear aveva un gancio destro niente male, pensò con un sorriso – “la forza dell’amore”, lui non era mai stato innamorato, anzi era sempre stato un tipo abbastanza solitario, preferiva i suoi libri agli impegni mondani e suo padre non l’aveva mai forzato a parteciparvi. Lucas ripensava agli avvenimenti di quella giornata, Ange aveva invaso la sua solitudine, tenerla tra le braccia gli aveva trasmesso una strana sensazione di calore, non sapeva spiegare quel sentimento ma, sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla anche se avrebbe significato starle lontano per evitare ulteriori pettegolezzi.
Ange quella sera nella sua stanza ripensava a quello che aveva fatto Stear, non capiva lui di solito era un ragazzo così tranquillo, non l’aveva mai visto in quello stato, avrebbe voluto parlargli per capire ma, in quel momento lui era in cella di punizione, l’avrebbe rivisto il giorno dopo alle prove dello spettacolo.
La mattina dopo Emily era addormentata alle lezioni, aveva passato la notte precedente in bianco persa in quel nuovo senso di solitudine, non avrebbe proprio voluto incontrare Ange ma, per nulla al mondo avrebbe rinunciato alle prove.
Ange dal mattino aveva notato che le persone guardandola bisbigliavano, non capiva cosa stava accadendo, forse avevano in qualche modo saputo della scazzottata di Stear e Lucas e come la direttrice pensavano che era stata colpa sua, non poteva certo sapere che Tess avendola vista abbracciata a Lucas aveva sparso la voce che lei gli si era buttata tra le braccia ignorando i sentimenti di Emily.
Ange uscì dall’aula pronta ad andare a pranzo, passando nel corridoio riuscì a sentire Tess che diceva ad un gruppo di ragazze – “è proprio degna figlia di sua madre”, ebbe la sensazione che quella frase fosse rivolta a lei e ne ebbe la conferma quando Tess notandola le sorrise maliziosa. Ange scappò via cercando un posto per stare da sola, non capiva cosa stesse accadendo ma, soprattutto non sopportava che parlassero male di sua madre.
Il pomeriggio Ange si recò alle prove sollevata al pensiero che almeno lì avrebbe trovato degli amici, quando arrivò provò ad avvicinarsi ad Emily ma questa l passò accanto senza neanche salutarla. Quando Ange vide Stear pensò che poteva esserle il momento giusto per parlargli, lui la notò subito che passeggiava nella sua direzione sorridendogli come era solita fare, sembrava come se quello che era accaduto il giorno prima fosse stato solo un brutto sogno ma, lui sapeva che se le avesse parlato in quel momento non sarebbe riuscito a nasconderle i suoi sentimenti.
Ange – “ciao Stear” gli disse con un sorriso.
Stear evitava di guardarla negli occhi mentre le rispondeva – “ciao Ange, scusa ma adesso non è il momento”, e si allontanò da lei.
Ange restò a guardarlo stupita, quello era il colpo più duro che aveva ricevuto, non poteva crederci anche il suo migliore amico la ignorava – “ma cosa è successo?” si chiedeva.
Durante le prove Ange aveva un magone in gola, si sentiva osservata e terribilmente sola, ovunque si voltasse non trovava sguardi amici ma gente che la osservava e bisbigliava, solo Emily, Stear e Lucas non partecipavano alle discussioni ma, le stavano comunque a distanza.
Quando finirono le prove Ange voleva scappare nella sua camera ma, appena fuori il teatro sentì qualcuno afferrarla per il braccio, si voltò e restò sorpresa vedendo che era Tess.
Tess – “tutto bene?” le chiese col suo sorriso falso.
Ange – “la cosa non ti riguarda”.
Tess – “povera Ange, con la tua aria innocente per quanto credevi di nascondere quella che sei?”
Ange rispose furiosa – “cosa vuoi dire? Io non ho mai nascosto nulla”.
Tess – “è inutile che continui, io ed Emily ti abbiamo vista ieri dietro la scuola con Lucas”.
Ora Ange capiva perché Emily non l’aveva salutata aveva frainteso, tentò di rispondere “c’è stato un malinteso, non è come….”
Ma Tess la interruppe con la sua fragorosa risata e disse – “certo, proprio come quando tua madre tentava di sedurre gli uomini, compreso il padre di Emily”.
All’udire quelle accuse fatte alla madre Ange reagì e piena di rabbia diede un forte schiaffo a Tess, purtroppo Suor Loren che usciva dal teatro notò la scena e notando che solo Ange aveva allungato le mani la portò dalla direttrice.

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Capitolo 21
*** La punizione ***


CAPITOLO XXI
 

LA PUNIZIONE
Ange arrivò nell’ufficio di Suor Chris ancora fremente di rabbia, era rossa in viso non riusciva ancora a parlare ma, teneva la testa alta.
Suor Loren – “buonasera madre, ho portato da lei la signorina Andrew perché l’ho vista schiaffeggiare la signorina Mc Grigor senza che questa gli avesse fatto nulla”.
Suor Chris sollevò lo sguardo e fissò Ange evidentemente ancora accaldata, la ragazza sostenne lo sguardo severo della religiosa.
Suor Chris – “la ringrazio Suor Loren, ora la prego mi lasci sola con la signorina Andrew”.
Suor Loren lanciò un ultima occhiata ad Ange che continuava ad avere lo stesso atteggiamento, mentre usciva chiudendo la porta alle sue spalle pensò – “come possiamo fare con questa ragazza? Non sembra affatto pentita per quello che ha fatto, sono preoccupata, questa ragazza è una mina vagante”.
Ange e Suor Chris erano rimaste da sole nell’ufficio, la religiosa si alzò e fissò la ragazza con sguardo severo, la ragazza continuava a tenere la testa alta e uno sguardo fiero, Suor Chris pensò – “certo il colore degli occhi è quello di sua madre ma, ho già visto altrove la forza di quello sguardo ma, non riesco proprio a ricordare dove”.
Suor Chris non era certo il tipo che si lasciava intimidire da uno sguardo – “signorina Ange Luise Andrew”
Ange – “si Madre”
Suor Chris – “certe reazioni come schiaffeggiare una compagna non sono ammessi in questo collegio, una signorina per bene non picchia le altre”
Ange – “lo so madre…”
Suor Chris – “non mi interessano le sue scuse”
Ange – “non ho intenzione di scusarmi, sono stata offesa e ho reagito d’istinto”
Suor Chris fissò la ragazza ancora più furiosa – “vedo che lei non è affatto pentita. Le comunico che passerà tre giorni nella cella di punizione e in più le sarà proibito di partecipare allo spettacolo di Natale”
Ange non credeva alle sue orecchie, da tutta la vita sognava di poter recitare nel ruolo di Giulietta e ora vedeva il suo sogno infrangersi a un passo dalla sua realizzazione, cambiò tono e abbassò la testa mentre diceva – “la prego Madre, accetto qualsiasi punizione ma, non mi tolga lo spettacolo”
Suor Chris – “la mia decisione è irremovibile, non posso  permettere che una ragazza così  indisciplinata rappresenti la scuola interpretando la protagonista del nostro spettacolo”.
Il silenzio cadde nella stanza, Suor Chris era persa nei suoi pensieri, pensava – “questa ragazza nei suoi atteggiamenti mi ricorda sempre più sua madre, i miei timori che mi avrebbe causato problemi si stanno avverando. Devo trovare il modo di allontanarla prima che causi uno scandalo come quello che causò sua madre, che rovinò per anni il buon nome della scuola”.
Il silenzio fu interrotto da un lieve bussare alla porta, Suor Chris – “avanti si accomodi”
Suor Margaret entrò rivolgendo ad Ange un sorriso carico di comprensione poi rivolgendosi a Suor Chris disse – “mi ha fatto chiamare madre?”
Suor Chris – “si, Suor Margaret, conduca la signorina Andrew nella cella di punizione, vi resterà rinchiusa per tre giorni, si occuperà lei di portarle i pasti”
Suor Margaret – “certo Madre” poi si rivolse ad Ange col suo solito sorriso – “prego signorina mi segua” e insieme uscirono dall’ufficio.
Ange seguiva Suor Margaret attraverso i corridoi a testa bassa, il colpo appena ricevuto di non poter fare lo spettacolo era stato troppo per lei, a un certo punto si accorse che non era mai stata in quell’ala dell’edificio, i corridoi erano più bui e molto più stretti di quelli a cui era abituata. Arrivate alla fine del corridoio Suor Margaret  aprì una porta chiusa a chiave e mostrò ad Ange una piccola stanza con un letto e un piccolo bagno con un lavandino, da una piccola finestra sopra al letto si vedeva la luna piena, Ange ingoiò la saliva e tirò un respiro, non era mai stata in un luogo così piccolo.
Suor Margaret – “signorina Andrew, per i prossimi tre giorni questa sarà la sua stanza”
Ange – “va bene, la ringrazio Suor Margaret”
Suor Margaret notando l’espressione avvilita della ragazza aggiunse – “non si preoccupi signorina, vedrà tre giorni passano in fretta, io  verrò più volte al giorno e qualsiasi cosa le dovesse servire può rivolgersi a me” e sorridendole per incoraggiarla le disse ancora – “sono sicura che in questi tre giorni anche Suor Chris si calmerà e tutto tornerà come prima”
Ange era commossa dal sincero interessamento della suora e volle risponderle con un sorriso – “ha ragione Suor Margaret, le prometto che sarò forte, grazie di cuore”.
Appena la porta fu chiusa Ange si stese sul piccolo letto, il petto oppresso da una grande tristezza e presto si addormentò.
La mattina dopo si svegliò al suono della campanella e salto in piedi temendo di aver fatto tardi, all’inizio non riusciva a capire dove si trovava, guardò la piccola stanza e capì – “giusto sono nella cella di punizione” così dicendo si lasciò ricadere sul letto.
Le ore nella cella scorrevano lente, Ange poteva scandire le varie ore basandosi sul suono della campanella e le visite di Suor Margaret che le portava i pasti, dopo un giorno smise di farci caso, non aveva senso tormentarsi in quel modo, doveva solo aspettare.
Il terzo giorno Suor Margaret spalancò la porta, non aveva tra le mani il solito vassoio – “signorina Andrew, la sua punizione è finita, può recarsi in refettorio per fare colazione con le altre”
Ange – “grazie Suor Margaret, posso recarmi prima un momento nella mia stanza?”
Suor Margaret – “certo signorina ma, si sbrighi altrimenti farà tardi”.
Ange arrivata in camera annaffiò il ramo di “Dolce Candy” era preoccupata per la sua rosa ma, per fortuna sembrava ancora viva, nonostante i giorni senza acqua, spalancò il balcone e inspiro profondamente l’aria del mattino, immaginava che le aspettava un ritorno non facile, era ancora sola, doveva trovare il modo di chiarirsi coi suoi amici, lei doveva essere forte fissando il vaso della rosa disse a s stessa – “ecco Ange, devi essere come la “Dolce Candy” apparentemente addormenta ma, in realtà forte e paziente nell’attesa della primavera”. 

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Capitolo 22
*** Caro Stear ***


CAPITOLO XXII
CARO STEAR
Erano passati due giorni da quando Ange era  uscita dalla cella di punizione, erano stati due giorni pesanti, spesso si era sentita troppo sola, più volte aveva avuto la tentazione di scrivere a suo padre chiedendogli di riportarla a casa ma, non era da lei, anche se forse non le avrebbero creduto doveva spiegare come erano andati veramente i fatti.
Quella sera Ange stava nella sala di musica e suonava il pianoforte, non voleva pensare alle prove dello spettacolo che stavano iniziando ne alla solitudine che aveva vissuto negli ultimi giorni, la musica come cavalcare la sua amata Stella la faceva sentire libera, poteva per un tempo dimenticare quelle mura grigie e  rivedere il salotto della sua casa di Chicago con le sue grandi vetrate, rivedeva suo padre Albert seduto sul sofà all’altro capo della stanza che l’ascoltava con attenzione restando in silenzio
Ange era così assorta nella musica e nei ricordi che non si accorse che qualcuno aveva aperto la porta ed era entrato nella stanza della musica. Stear stava sulla porta e ascoltava senza muoversi, sapeva quanto erano importanti quei momenti per lei, come sapeva bene che l’avrebbe trovata lì, in fondo le cose non erano cambiate così tanto la, conosceva ancora meglio di chiunque altro, sentiva come se stesse tornando indietro nel tempo, ricordava tutte le volte che l’aveva vista così da quando era bambina, coi ricci castani ribelli sciolti sulle spalle, tutta concentrata sulla musica e nei suoi sogni.
Ange smise di suonare e restò a fissare il piano davanti a lei, quando senti una mano poggiarsi sulla sua spalla non ebbe bisogno di girarsi per sapere a chi appartenesse quella mano, conosceva bene quella stretta delicata che fin da quando era bambina la raggiungeva nei suoi momenti di solitudine, quella presenza discreta che non aveva bisogno di dire parole e che non le chiedeva a lei, pensò – “caro Stear…. Mi conosci  sempre bene”.  Ange si alzò e voltandosi fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo, entrambi sorrisero.
Stear – “ero certo che ti avrei trovata qui”
Ange rispose con un sorriso – “solo tu potevi trovarmi”
Stear era visibilmente imbarazzato mentre le diceva – “ti devo delle scuse, non so che cosa mi ha preso in questi giorni, mi sei mancata tanto”
Ange – “non ti preoccupare, anch’io ho sbagliato, avrei dovuto spiegarti invece di aggredirti in quel modo”
Stear – “tu lo sai che sei molto  importante per me, non sopportavo di vederti abbracciata a quel tizio che ti faceva piangere”
Ange “usciamo e ti spiego tutto, ti va?”
Il volto di Stear si illuminò mentre diceva – “certo andiamo”.
Ange e Stear uscirono e si sedettero sul prato in giardino come facevano sempre quando erano a casa, lei le raccontò tutto ciò che le aveva raccontato Lucas ancor commossa, anche Stear  si commosse era felice per lei, le mise un braccio intorno alle spalle quando lei disse – “purtroppo da quel giorno sono rimasta sola, anche Emily ha frainteso e non vuole più parlarmi”
Stear – “tu non sei sola, ti sono sempre accanto e sono sicuro che presto riuscirai a chiarirti anche con Emily”
Ange appoggio la testa sulla sua spalla e disse – “caro Stear…. Come farei senza di te?” 

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Capitolo 23
*** Una complicità ritrovata ***


CAPITOLO XXIII
UNA COMPLICITA' RITROVATA
Ange durante la settimana aveva provato più volte ad avvicinare Emily, purtroppo Tess era sempre intorno a lei ed era impossibile parlarle, doveva trovare il modo aveva bisogno di chiarire con lei, era certa che se le avesse spiegato Emily avrebbe capito.
La domenica mattina dopo la messa Ange decise di cavalcare fino alla collina, era certa che lì avrebbe trovato Emily da sola. Arrivata in cima alla collina notò subito Emily seduta sotto l’albero proprio come la prima volta che avevano parlato, Ange scese da cavallo e tirò un respiro, si avvicino ad Emily e disse – “ciao Emily, ti cercavo”
Emily la fissò con uno sguardo glaciale e rispose – “hai sprecato il tuo tempo”
Ange restò più colpita dallo sguardo che Emily le aveva lanciato che dalle parole che le aveva detto ma, certo non era il tipo che si scoraggiava facilmente, così sostenne il suo sguardo tenendo la testa alta e disse - “ lo so che mi hai visto con Lucas nel giardino, avrei dovuto dirti che mi vedevo con lui così non ci sarebbero stati malintesi”
Emily – “non mi sembra che ci sia molto da spiegare, quello che ho visto è abbastanza chiaro”
Ange – “tu hai visto Lucas che mi abbracciava ma, non sai cosa era successo”, mentre pronunciava queste parole gli occhi di Ange si velarono di lacrime.
Lo sguardo di Emily si addolcì mentre fissava le lacrime negli occhi dell'amica, il suo istinto le suggeriva dii fidarsi di lei e di lasciar perdere le chiacchiere di gente come Tess che non facevano altro che sputare veleno, si rimise a sedere sul prato e disse con calma - “ti ascolto”.
Ange le sorrise rassicurata e iniziò a raccontare - “ti avevo detto che volevo scoprire cosa Lucas sapeva di mia madre, così ci siamo visti due volte dietro la scuola. Lui mi ha raccontato che è il fratello del primo amore di mia madre, il ragazzo che creò per lei la rosa “Dolce Candy”, mi ha raccontato dell'infanzia di mia madre, di quello che ha passato e mi ha dato una sua foto dove lei sorrideva poco più che bambina, non avevo mai visto un immagine di mia madre così serena, quando ho visto la foto sono scoppiata in lacrime e lui mi ha abbracciato solo per consolarmi”.
Emily la guardava commossa – “perdonami, sono stata una stupida a dubitare di te. Sono felice per te, hai realizzato il tuo desiderio di conoscere meglio tua madre. Puoi perdonarmi?”
Ange rispose con un sorriso – “certo è stato solo un malinteso. Tu come stai?”
Emily – “tutto sommato bene, si avvicina lo spettacolo e sono nervosa, mi dispiace che a causa di Tess tu non parteciperai”
Ange – “per me è una vera sofferenza più dei giorni nella cella di punizione, sognavo da tanto di salire su un palcoscenico”
Emily restò a riflettere per un po’ poi disse – “domani vedrò di inventarmi qualcosa per aiutarti. Stasera so io come tirarti su il morale, dopo cena va in camera, vestiti elegante e vieni da me”
Ange – “vuoi die che usciamo? Dove andiamo di bello?”
Emily – “è una sorpresa ma, sono certa che ti piacerà, fidati”
Ange rispose con un gran sorriso – “ok mi fido, poi è tanto che non esco e ho proprio voglia di un uscita”.
La sera appena il corridoio fu silenzioso Ange uscì dalla stanza e si infilò di corsa in quella di Emily. Emily indossava un abito da sera blu intonato coi suoi occhi e che contrastava coi capelli biondissimi semi raccolti, lungo che fasciava il corpo, l’abito di Ange era di un verde delicato dallo stile vagamente imperiale i ricci castani sciolti sulle spalle, entrambe le ragazze erano scalze dato che dovevano calarsi dalla finestra, nonostante gli abiti eleganti riuscirono a calarsi agilmente dalla finestra e a scavalcare il muro, una volta fuori trovarono una carrozza e Emily comunico sottovoce la destinazione al cocchiere per non farsi sentire.
Il viaggio proseguì in silenzio le due ragazze ogni tanto si scambiavano dei sorrisi, guardavano fuori incantate dalle luci che illuminavano la Londra notturna che brulicava d vita, quando la carrozza si fermò il cocchiere fece scendere le due ragazze, Ange restò senza fiato, si trovava davanti al teatro più bello che avesse ma visto.
Emily – “pronta ad entrare?”
Ange – “si, è bellissimo, chi si esibisce qui stasera?”
Emily strizzò l’occhio e disse – “vedrai, è parte della sorpresa”.
Emily parlò al custode e le due ragazze furono accompagnate in uno splendido palchetto, dopo un po’ le luci si spenserò, lo spettacolo stava per iniziare, Ange era così emozionata da non riuscire a parlare, i suoi occhi brillavano, Emily la guardava soddisfatta era felice di essere riuscita nel suo intento. 

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Capitolo 24
*** Serata al teatro ***


CAPITOLO XXIV
SERATA AL TEATRO
Le due ragazze restarono in silenzio durante tutto lo spettacolo, la storia era un inedito di un giovane regista inglese, narrava la storia di una madre che ricorda tutti i sacrifici fatti per proteggere il suo unico figlio, uno spettacolo toccante ricco di profondi monologhi, resi indimenticabili dalla bravura della protagonista. Ange restò particolarmente colpita dalla protagonista, una donna matura ma, molto affascinante, si vedeva che era perfettamente a suo agio sul palcoscenico, gli occhi della donna erano brillanti e vivi, il suo timbro di voce sempre perfetto, l’espressione del suo viso trasmetteva le emozioni del personaggio che interpretava come se le stesse vivendo lei stessa, Ange si commosse profondamente.
Finito lo spettacolo le luci si riaccesero.
Emily – “ti è piaciuto?”
Ange – “certo, poi la protagonista è stata così brava, mi ha toccato profondamente”.
 
Emily – “bene prima di tornare a scuola dobbiamo fare un'altra cosa”.
 
Le due ragazze uscirono dalla sala e si addentrarono nei corridoi dei camerini, si fermarono davanti ad uno di questi, Emily busso dicendo – “sono io, posso entrare?”
La voce dall’interno rispose – “entra pure piccola”.
Emily aprì la porta e si lanciò tra le braccia dell’attrice che aveva interpretato la protagonista dello spettacolo.
Emily – “ciao nonna, sei stata fantastica”
Eleonor Baker – “ dimmi tua madre ti ha dato il permesso di venire a teatro”
Emily – “certo che no, sono uscita di nascosto dalla scuola”
Eleonor Baker scoppiò a ridere e disse – “sei proprio figlia di tuo padre”.
Ange restava in disparte ad osservare la scena, a quanto pare l’attrice che l’aveva tanto  colpita era la nonna di Emily, le due erano molto simili, avevano gli stessi occhi  blu  profondi  e anche quando ridevano si somigliavano, si sentiva quasi invidiosa di quella intimità.
Eleonor notò Ange che era rimasta vicino alla porta e le rivolse un dolce sorriso,poi rivolta ad Emily disse – “vedo che non sei venuta da sola”
Emily – “scusami nonna ti presento la mia amica Ange Andrew”
In quel momento Ange si fece avanti e disse “è un piacere conoscerla signora Baker, le faccio i miei complimenti è stato lo spettacolo più emozionante della mia vita”
Eleonor “ti ringrazio cara ma, ti prego chiamami Eleonor”
Emily “sai nonna anche Ange è una bravissima attrice, lei come me ha avuto la parte di Giulietta nello spettacolo della scuola”
Eleonor – “bene, non vedo l’ora di ammirarvi entrambe” disse con un gran sorriso
Ange – “purtroppo per  quanto riguarda vedere me non sarà possibile” rispose arrossendo.
Le due ragazze restarono un po’  parlare con Eleonor Baker nel camerino, Eleonor guardava Ange con attenzione, le sembrava così familiare, dopo poco le ragazze si congedarono per tornare a scuola.
Quando Eleonor era nella sua camera d’albergo continuava a pensare ad Ange, si chiedeva – “dove ho già visto quegli occhi verdi?”
All’improvviso si ricordò di un pomeriggio di anni prima in Scozia, di una ragazza dagli occhi verdi che l’aveva fatta riappacificare con suo figlio – “certo, quella ragazza è la figlia di Candy Andrew, l’unico amore di Terence. Eppure c’è dell’altro, quello sguardo, quel portamento, il mio istinto mi suggerisce che non è tutto” ad occhi chiusi rievoco l’immagine della ragazza nella sua mente  le sfuggi sorpresa – “e se lei fosse….?”
 

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Capitolo 25
*** Il piano di Emily ***


CAPITOLO XXV
IL PIANO DI EMILY
Le due ragazze avevano passato una splendida serata a teatro, erano riuscite a rientrare senza farsi scoprire, la sera nei loro letti faticavano ad addormentarsi. Ange distesa sul suo letto ripensava alle emozioni di quella serata, era stato uno spettacolo incredibile, sentiva sempre più di amare il teatro. Anche Emily non riusciva a dormire quella sera, ripensava all’amica, era dispiaciuta che non potesse fare lo spettacolo, doveva trovare il modo di aiutarla ma, non poteva farcela da sola avrebbe chiesto aiuto a Lucas.
 
Il giorno dopo nella pausa pranzo Emily cercò Lucas, lo  trovo assorto  nella lettura dietro la scuola, ogni volta che lo vedeva si sentiva in imbarazzo ma, trattandosi di aiutare Ange si fece coraggio e lo  raggiunse.
Emily – “ciao Lucas, ti devo parlare”
 
Lucas alzò gli occhi dal libro e la guardò sorridendo – “ciao Emily, dimmi”.
 
Emily – “ riguarda lo spettacolo, vedi mi dispiace che Ange non può partecipare, avrei  un piano per farla riammettere ma, ho bisogno del tuo aiuto”
 
Lucas la guardò incuriosito – “dimmi pure”
 
Emily – “ noi due siamo i protagonisti dello spettacolo, e sappiamo che per la scuola è molto importante che lo spettacolo riesca  bene. Se noi due ci  rifiutassimo di recitare potremmo chiedere che Ange sia riammessa. Che ne pensi?”
 
Lucas sorrise e strizzandole l’occhio le disse – “mi sembra un’ottima idea”.
 
La sera arrivarono le prove, i ragazzi erano tutti disposti nel teatro, quando arrivò suor Loren Emily e Lucas si fecero avanti,
 
Emily – “suor Loren, dobbiamo parlarle”
 
Suor Loren alzò lo sguardo e la fissò – “signorina Granchester, potremo parlare dopo le prove, ora non c’è tempo”
 
Emily la fissò a testa alta e disse – “se non parliamo, non ci sarà nessuna prova”
 
Suor Loren fu infastidita dal tono duro della ragazza e la fissò accigliata – “bene signorina si sbrighi a dire quello che vuole”
 
Emily – “vede io e Lucas abbiamo pensato molto allo spettacolo, non ci sembra giusto che Ange sia stata esclusa”
 
Suor Loren – “è stata una decisione della madre superiora quella di escludere la signorina Andrew in seguito al suo comportamento scorretto”
 
Emily – “bene  suor Loren, potete comunicare alla Madre Superiora che se Ange Andrew non sarà riammessa neanche io e Lucas Brown parteciperemo, quindi vi ritroverete senza protagonisti”
 
Suor Loren la fissò furiosa – “signorina Granchester sta scherzando?”
 
Lucas intervenne – “no Suor Loren, non stiamo scherzando, la signorina Andrew avrà anche sbagliato ma, ha lavorato duro per lo spettacolo e ha meritato il suo ruolo come tutti noi”
 
Suor Loren – “devo parlare con la madre superiora, non spetta a me una decisione del genere”.
Suor Chris era nel suo ufficio a controllare dei documenti quando bussarono ala porta – “avanti. Cosa ci fa qui Suor Loren, non dovrebbe essere in teatro a quest’ora?”
 
Suor Loren – “si Madre, è da lì che vengo, devo parlarle dello spettacolo”
 
Suor Chris – “Quale altro problema c’è?”
 
Suor Loren – “vede appena entrata in teatro sono stata fermata dalla signorina Ganghester e dal  signor Brown, mi hanno detto che si rifiuteranno di fare lo spettacolo se la signorina Andrew non sarà riammessa”
 
Suor Chris rispose con un tono  molto irritato – “non è possibile, dove finiremo se iniziassimo ad accettare i ricatti degli studenti?”
 
Suor Loren rispose con tono di scuse – “capisco bene quello che intende madre ma, ricordiamoci che i tre ragazzi in questione appartengono alle tre famiglie più influenti che frequentano il collegio, non credo che sia una buona cosa sospendere lo spettacolo, poi sono già stati inviati gli inviti alle famiglie dove si parla del doppio spettacolo, che figura farebbe la scuola se adesso annullassimo gli spettacoli?”
 
Suor Chris – “avete  ragione, non possiamo fare altrimenti, dobbiamo riammettere la signorina Andrew. Non capisco come mi è venuto in mente di accettare un corso di teatro nella, siamo stati senza per tanti anni e non abbiamo mai avuto di questi problemi. Si goda il suo corso Suor Loren perché questo è l’ultimo anno che lo terrà”.
 
Ange non riusciva credere alle sue orecchie quando le fu comunicato che avrebbe partecipato allo spettacolo, era davvero felice, immaginava che centrasse Emily ma, non riusciva ad immaginare come avesse fatto.
 
Il  giorno dopo Ange fu felicissima di ritrovarsi alle prove coi suoi amici, quasi tutti erano felici di rivederla, fatta eccezione per Tess che sperava di essersi liberata di lei.
 
Ange ringraziò per prima cosa Emily – “Grazie, non so come ci sei riuscita ma, so che è opera tua”
 
Emily rispose strizzando l’occhio a Lucas che si era avvicinato – “si ma, non ho fatto tutto da sola”
 
Lucas rispose alla strizzata d’occhio – “sembra che noi siamo un ottima squadra”
 
Ange non capiva disse semplicemente – “grazie”.
 
Anche Stear si era avvicinato al gruppetto,era felice per Ange soprattutto perché aveva capito che la ragazza aveva trovato due veri amici, i quattro ragazzi ridevano assieme, forse era l’inizio di una bella amicizia trai quattro.
 

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Capitolo 26
*** La sera dello spettacolo ***


CAPITOLO XXVI
LA SERA DELLO SPETACOLO
La sera dello spettacolo i ragazzi erano nervosi, avevano lavorato tanto, Ange ed Emily condividevano il camerino poiché erano le due Giuliette, la prima a esibirsi sarebbe stata Ange e poi Emily.
Emily – “come ti senti?”
Ange – “sono emozionatissima, ho le farfalle  nello stomaco. Stasera ci sarà anche mio padre. I tuoi genitori ci saranno?”
Emily – “mio padre è impegnato col teatro, mia madre non vuole che io faccia teatro, quindi non ci saranno”
Ange – “mi dispiace”
Emily rispose con un sorriso – “non ti preoccupare ci sono abituata, ci sarà mia nonna allo spettacolo e di questo sono contenta”
Ange guardò l’amica con ammirazione mentre si preparavano, d’un tratto furono interrotte da qualcuno che bussò alla porta del camerino, Emily – “avanti”
Lucas e Stear aprirono la porta, erano entrambi bellissimi nei loro costumi di scena, le strette calzamaglie mettevano ancora più in risalto le figure slanciate dei due ragazzi.
Lucas si levò il cappello e fece un teatrale inchino alle due ragazze salutando – “buonasera mie splendide Giuliette”, poi rivolgendosi a Stear disse – “hai visto quanto sono belle stasera? Certo sono un uomo fortunato ad avere due Giuliette di tanta bellezza”
Stear – “hai ragione sono splendide, spero che non penserai di tenerle tutte e due per te, ricordati degli amici” rispose strizzando l’occhio.
Lucas – “certo amico, scegli pure, vuol dire che sono così buono da lasciarti scegliere per primo”
Ange – “voi due cosa vi siete messi in testa? Guardate che noi due siamo qui”
Emily – “non penserete che noi ci facciamo scegliere così?”
Lucas – “amico mio, non so quanto ci convengono due Giuliette con un caratterino del genere”
Stear – “hai proprio ragione bisogna pensarci bene”.
I due ragazzi scoppiarono a ridere, Ange fece il gesto di lanciargli un cuscino, ma questo andò a sbattere contro la porta perché i ragazzi erano già usciti, nel corridoio si sentivano ancora le loro risate, Ange era felice di notare quanto Stear era cambiato in quei mesi, era una persona più sicura.
Arrivò il grande momento, il sipario si alzò sulla tensione dei giovani attori, lo spettacolo iniziava Ange aspettava di entrare in scena, si sentiva nervosa come mai  nella sua vita. Quando toccò a lei entrare in scena si sentì leggera sul palco come una farfalla, fin dalla prima entrata attirò l’attenzione di tutti gli spettatori, nelle scene principali riuscì a trasportare il pubblico, tutti  l’ammiravano estasiati, il più commosso di tutti era Albert colpito dalla bellezza della ragazza e dalla sua bravura, notava  che sul palco sembrava un’altra persona. Albert allo stesso tempo oltre a sentirsi orgoglioso venne preso da una profonda  tristezza, non poteva fare a meno di notare  il talento naturale di  Ange, guardandola   muoversi  sul palcoscenico si ricordava che in realtà non era sua figlia, che per quanto lui l’amasse ci sarebbe sempre stata una parte di lei che non gli avrebbe appartenuto, quella parte di lei che si notava sul palcoscenico, l’eredità che gli avevano lasciato Terence ed Eleonor.
Il sipario calò assieme al silenzio nel teatro della scuola, gli spettatori commossi per qualche attimo non riuscirono a muoversi poi scoppiò un fragoroso applauso.
Albert diede un occhiata al programma dello spettacolo, c’era un secondo spettacolo, quando lesse il nome della protagonista sgranò gli occhi “Giulietta :  Emily Granchester”, i suoi timori si erano avverati, la figlia di Terence e Susanna studiava nel collegio, non solo ma, come Ange aveva partecipato allo spettacolo ottenendo il ruolo della  protagonista. Albert vagò con lo sguardo per la sala del teatro cercando Terence, non voleva che Ange lo incontrasse, se l’avesse visto l’avrebbe portata via di corsa.
Anche il secondo spettacolo finì lasciando gli spettatori altrettanto colpiti, mentre gli attori si cambiavano fuori discutevano su quale delle due Giuliette era stata la migliore ma, non riuscivano a deciderlo essendo state due interpretazioni molto coinvolgenti anche se diverse.
Ange uscendo dal luogo dei camerini notò subito suo padre che l’aspettava, come al solito la figura slanciata di Albert era una testa sopra tutti gli altri, Ange gli  si lanciò tra le braccia dicendo – “allora papà, sono stata brava?”
Albert la strinse forte e rispose – “sei stata fantastica bambina”.
Padre e figlia restarono stretti così per un po’ senza la forza di parlare tanta era la gioia di rivedersi dopo tanto tempo, quando furono interrotti dalla voce di una donna – “signor William Andrew, che piacere rivederla”.
Albert osservò con attenzione i profondi occhi azzurri della donna e lo splendido viso su cui gli anni sembravano non essere passati.
 

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Capitolo 27
*** I turbamenti di Albert ***


CAPITOLO XXVII
I TURBAMENTI DI ALBERT
Albert fissò la donna tentando di tenere uno sguardo impassibile, baciò la mano della donna con la sua solita galanteria, dicendo – “Eleonor, è un piacere rivederla, gli anni sembrano non essere passati per lei, è sempre in splendida forma”
Eleonor Baker sorrise – “la ringrazio signor William, anche lei è in splendida forma”, la donna notò Ange alle spalle di Albert e ne approfitto per dissipare i suoi dubbi – “questa è sua figlia immagino” disse sorridendo alla ragazza e tendendole la mano – “molto piacere, Eleonor Baker, sono la nonna di Emily”
Ange sorrise compiaciuto del fatto che Eleonor non aveva detto al padre che si erano già conosciute la sera che era scappata dal collegio per andare a vederla a teatro e rispose – “piacere mio signora Baker”
Eleonor Baker – “ti prego cara, chiamami semplicemente Eleonor, volevo farti i miei complimenti hai dato  un interpretazione fantastica di Giulietta”, poi rivolgendosi ad Albert aggiunse – “questa ragazza ha un grande talento, potrebbe avere un futuro nel teatro”.
Albert osservava Ange ed Eleonor che parlavano ma, non ne seguiva i discorsi turbato come era dal modo in cui scrutava Ange, come se la stesse studiando, sapeva che lei era una donna molto sveglia, temeva che potesse intuire qualcosa, d’un tratto notò che Emily si avvicinò a loro, anche se no riusciva a seguirne i discorsi poteva notare l’affinità che avevano le due ragazze, tutte e tre sembravano essere sempre state assieme pensava tra sé vedendo Ange a suo agio come non l’aveva mai vista, pensava – “è proprio vero che il sangue non è acqua”, mentre faceva questi pensieri fu interrotto da Ange.
Ange – “papà, ti presento la mia cara amica Emily, sai abbiamo legato molto in questi mesi”
Albert restò turbato dalle parole della ragazza, non poteva credere che tra tante ragazze al collegio avesse stretto amicizia proprio con sua sorella, sembrava che il destino stesse tessendo le sue strane trame e la cosa lo spaventava ma, tentò di non darlo a vedere mentre si presentava ad Emily – “piacere di conoscerla signorina, le faccio i miei più sinceri complimenti per la sua magnifica interpretazione”
Emily – “la ringrazio signor Andrew, il piacere è mio”.
Il dialogo tra Albert e Emily sembrava essere stato normale, solo Annie che era con Archie poco distante conoscendo la verità aveva notato il cambiamento nello sguardo di Albert indovinandone le paure.
Un’altra donna si avvicino al gruppo interrompendo – “ciao zio William, come stai?”
Questa volta Albert non era riuscito a trattenere uno sguardo di stizza alla vista della nipote Irisa Legan che aveva allontanata dalla famiglia molti anni prima per come era stata ostile nei confronti di Candy, rispose restando molto freddo – “Irisa, che ci fai qui?”
Irisa – “caro zio, anche mia figlia studia in questo colleggio, permettimi di presentartela, lei è Tess Mc Grigor”
Tess fece un passo  avanti e fece un inchino dicendo – “piacere di conoscerti zio William” aveva un sorriso freddo e calcolatore, era evidente che non aveva ereditato solo i capelli rossi da Irisa.
Albert – “così hai una figlia”
Irisa “si zio. La ragazza dietro di te deve essere Ange, certo che è il ritratto di Candy, anche se…” lei e la figlia si guardarono con aria di intesa e scoppiarono a ridere.
Albert capì che Irisa voleva insinuare qualcosa, era proprio per quelle insinuazioni con cui aveva tentato di distruggere la reputazione di Candy che anni addietro l’aveva allontanata dalla famiglia, divento furioso, si avvicino alla nipote in modo che nessuno potesse sentirlo e le sussurrò – “se tenterai di fare del male ad Ange quello che ti ho fatto passare in passato non ti sembrerà nulla”, sapeva che Irisa era pericolosa e il suo intuito gli suggeriva che  la figlia non era da meno, e anche questo lo preoccupava.
 Mentre  si allontanava quasi trascinando via Ange sentì una voce familiare – “caro Albert”
Si girò riconoscendo la voce, finalmente riceveva la prima bella sorpresa della giornata – “caro Charles, quanto tempo”.
L’inaspettato incontro con Charles Brown restituì il sorriso ad Albert, i due uomini si abbracciarono commossi dall’incontro
Charles Brown – “come stai Albert? Ti ricordi di mio figlio Lucas?”
Albert – “certo, anche se io mi ricordavo di un bambino e ormai ho davanti un uomo”
Charles Brown si rabbuio – “già non ci vediamo dal funerale di Candy, ormai sono passati anni”.
Anche Archie e Annie si avvicinarono felici di vedere il signor Brown, decisero che avrebbero passato assieme quei giorni di festa.
Quella sera giunti nella casa di Londra Albert era particolarmente silenzioso, anche a cena aveva pronunciato solo poche parole, era preoccupato per le cose che aveva scoperto. Quella notte Albert non poteva dormire, doveva trovare una soluzione per proteggere Ange, non poteva sopportare l’idea che glie la portassero via.
La mattina fece chiamare Ange nel suo ufficio
Ange – “mi cercavi papà?”
Albert – “si piccola accomodati. Sai in questi mesi mi sei mancata tanto”
Ange “anche  tu papà”
Albert – “pensavo di riportarti  a casa dopo queste vacanze”
Ange sgranò gli occhi e fissò il padre – “stai scherzando  vero?”
Albert – “no piccola, se vuoi continuare a studiare potrai farlo  a casa con un precettore ma, vorrei averti vicina”
Ange – “papà, non puoi chiedermi questo, tu spesso sei fuori per lavoro, Annie, Archie e Stear sono qui e io resterei sola”.
Padre e figlia discussero allungo, l’uno non riusciva a comprendere le ragioni dell’altra, arrivarono al punto di non parlarsi per giorni, Ange non riusciva a crederci era la prima volta che Albert non la capiva. 

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Capitolo 28
*** CAPODANNO ***


I giorni passavano, Albert era di pessimo umore, alle sue preoccupazioni si era aggiunto il fatto che Ange non gli rivolgeva la parola, passarono le feste a casa Brown come si erano accordati, a Charles Brown non poté sfuggire quello che accadeva, aveva provato a chiedere spiegazioni ma tutto ciò che era riuscito a sapere è che Albert aveva deciso di togliere Ange dal collegio San Paolo e riportala in America e che lei si era infuriata non parlando più al padre.
 
Lavigilia di capodanno mentre le due donne si affaccendavano per la cena e i ragazzi parlavano della festa della sera Charles Brown decise di chiamare Albert nel suo studio per capire cosa stava accadendo.
 
Charles Brown - “ allora Albert, mi vuoi spiegare cosa succede?”
 
Albert - “ho litigato con Ange perché le ho detto che mi sento solo e che voglio riportarla in America con me, il risultato lo hai visto da solo, non mi parla”
 
Charles Brown fissò Albert con aria interrogativa –“Albert, non mentirmi ti conosco bene, cos'è che ti preoccupa?”
 
Albert si fece coraggio aveva proprio bisogno di parlare con qualcuno e sapeva di potersi fidare di Charles Brown, così gli racconto tutto dalla gravidanza di Candy, del fatto che Ange era figlia di Terence, che avevano avvisato con un telegramma al quale lui non aveva mai risposto, - “così ho sposato Candy di cui ero innamorato da tempo ed ho cresciuto Ange come se fosse mia figlia” Albert tirò un profondo respiro e aggiunse - “ sai bene la solitudine e il vuoto che c'erano nella mia vita dopo la morte di Rose Mary, prima Candy e poi Ange con la loro presenza sono riuscite a colmare questo vuoto. Tra tante ragazze Ange al collegio ha stretto amicizia proprio con sua sorella. Temo che lei possa incontrare Terence e scoprire la verità, ne soffrirebbe troppo e non potrei sopportarlo”
 
Charles Brown–“capisco bene quello che provi ma, portandola via così lei non capirà e oltre a soffrire sarà furiosa. Noi sappiamo bene che in un modo in un altro il destino fa il suo percorso e non puoi fermarlo, lascia che faccia il suo corso e nel frattempo tu restale accanto come hai sempre fatto”
 
Albert -“hai ragione Charles, stasera stessa le dirò che resterà in collegio, anche se non è facile per me”.
Ange e i ragazzi erano nel salone, Lucas stava descrivendo a lei e Stear la magnifica festa a cui avrebbero partecipato quella sera, gli Andrew erano stati invitati alla festa più importante di Londra per il capodanno, Ange era pensierosa e non riusciva a partecipare all’entusiasmo degli amici, la cosa non sfuggì ai due ragazzi
Stear – “non ti sei ancora chiarita con tuo padre?”
Ange rispose con lo sguardo triste – “purtroppo no”
Lucas “cosa è successo?”
Ange teneva lo sguardo basso e non riusciva a rispondere così lo fece Stear – “vedi zio Albert ha deciso di riportarla in America dopo queste vacanze e lei non vuole”
Lucas - “non può essere vero” esclamò
 Ange- “purtroppo lo è e non vuole cambiare idea” tirò un profondo respiro e aggiunse –“ mi sentirò terribilmente sola laggiù senza di voi”.
Albert e Charles Brown entrarono nel salotto
Charles – “ragazzi non siete ancora andati a prepararvi? Faremo tardi alla festa”
Albert fermò Ange – “scusa piccola per il mio egoismo, resterai qui”
Ange si illuminò e getto le braccia al collo del padre sorridente “grazie papà , ero certa che avresti capito”
Albert sorrise a sua volta anche se era nervoso – “va bene piccola, ora vatti a preparare se non vuoi arrivare in ritardo”.
Arrivarono in un grande salone decorato, le luci sfavillanti Ange era bellissima nel suo abito verde smeraldo che si intonava ai suoi occhi, aveva una maschera sul viso e una di quelle parrucche bianche di una volta che le copriva i capelli poiché era un ballo in maschera, entrò fiera al braccio del padre sorridente .
Le famiglie più importanti di Londra erano presenti al ballo in maschera c’erano anche i Granchester, Terence era lì con Emily e Susanna, la maschera gli dava l’opportunità di non essere importunato dalle fans e di godersi la compagnia di Emily, era andato a quel ballo solo perché lei aveva insistito, non amava quel genere di feste ma, avrebbe fatto qualsiasi cosa per stare in sua compagnia.
Su insistenza di Emily Terence aveva accettato di ballare, era uno di quei balli dove a un certo punto ci si scambia le dame, dopo un paio di giri si ritrovo davanti una fanciulla dall’abito verde smeraldo e gli occhi dello stesso colore, la maschera le copriva appena le lentiggini che aveva intorno al naso, Terence ebbe un brivido quella ragazza le ricordava la sua Candy, quando le prese la mano per ballare si sentì mancare il fiato, anche Ange sentiva stranamente familiari gli occhi blu dell’uomo che aveva davanti, doveva essere molto affascinante ma, non riusciva a capire dove poteva averlo visto.
Terence stava per chiederle qualcosa quando il ballo fu interrotto perché iniziava il conto alla rovescia per la mezzanotte, osservo la ragazza correre da un uomo alto coi lunghi capelli biondi lunghi, non aveva dubbi era Albert allora pensò – “La ragazza con cui ho ballato è la figlia di Candy”
Albert notò lo sguardo di Terence  su di loro e riconobbe subito il suo ex amico, istintivamente tirò indietro Ange stringendola a sé i due si scambiarono sguardi rancorosi entrambi convinti che l’altro l’avesse profondamente deluso Terence abbandonando Candy ed Ange e Albert portandogli via l’unica donna che avesse mai amato, nessuno dei due immaginava la verità, era evidente  per loro che non potevano più essere amici.
 

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Capitolo 29
*** LA FINE DELLE VACANZE ***


Le vacanze erano ormai finite Ange nella sua camera preparava la valigia, il giorno dopo doveva tornare nel grigio collegio ma, non era questo a renderla triste, era preoccupata per suo padre Albert,era diventato sempre più strano in quel periodo e da capodanno era sempre pù spesso assente e silenzioso,assorto in chissà quali pensieri, “ha veramente bisogno di me,come posso lasciarlo così?” i sensi di colpa attanagliavano il suo cuore,si sentiva come se stesse abbandonando la persona più importante della sua vita, pensava : “parlerò con papà, se ha veramente bisogno di me tornerò in america con lui”.
In casa Brown anche Lucas preparava le valige aveva passato delle splendide vacanze con la famiglia Andrew, tornare nel grigio collegio non lo faceva impazzire ma sapeva che ormai lì aveva degli amici, non era più solo. Charles Brown entrò nella camera di suo figlio – “allora sono pronte le valige?”
Lucas – “si papà è tutto pronto”
Charles Brown – “ho notato che sei diventato molto amico di Ange e Stear”
Lucas rispose con un sorriso – “si papà, mi trovo veramente bene con loro”
Charles Brown – “ne sono felice”poi dopo averci pensato un attimo aggiunse – “resta vicino ad Ange,se accade qualcosa tu e Stear dovrete sostenerla”
Lucas – “cosa dovrebbe accadere ad Ange?” chiese allarmato.
Charles Brown – “non le accadrà nulla tranquillo”.
A casa Corwell anche Stear si preparava, Annie lo guardava con gli occhi lucidi, per lei era sempre una sofferenza separarsi da lui che considerava ancora il suo bambino ma, guardandolo  si accorgeva che davanti a se aveva un giovane uomo, Stear  si girò e colse lo sguardo di sua madre, l’abbracciò baciandola sulla fronte, le disse con un sorriso – “mamma, non essere triste ci vedremo presto poi c’è Rose con te”
Annie – “non sono triste ma, orgogliosa di vedere l’uomo che sei diventato”.
A casa Mc Grigor Irisa entrò nella camera di Tess – “Devo parlarti”
Tess – “Mi dica madre”
Irisa – “hai notato che alle feste della nobiltà tutti erano intorno agli Andrew?”
Tess – “certo era impossibile non notare le arie di quei palloni gonfiati”
Irisa “vedi tuo padre è un uomo importante ma, non avrà mai il prestigio degli Andrew, io appartengo alla famigia Andrew ma, ne sono stata ingiustamente allontanata, rivoglio il prestigio che mi spetta per diritto di nascita e per riaverlo ho bisogno del tuo aiuto”.
 

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Capitolo 30
*** RITORNO A SCUOLA ***


Emily stava seduta sul letto, era tempo di ripartire, avrebbe dovuto salutare il suo adorato padre per chissà quanto tempo, Terence entrò nella camera – “sei pronta principessa?”
Emily – “si papà” rispose triste
Terence – “cos’è quel muso lungo?”
Emily – “già mi manchi papà”
Terence sorrise dicendole – “piccola, lo sai che ti porto sempre nel mio cuore”
Emily – “papà, portami con te, non voglio tornare in collegio ma, voglio venire in America con te”
Terence le sorrise – “vorrei tanto portarti con me ma, per ora non posso. Oggi ti accompagno a scuola,così stiamo ancora un po’ insieme”
Emily – “davvero papà?”
Terence – “certo cara, voglio stare di più con te”.
Alla Saint Paul School i genitori avevano riaccompagnato i loro figli per la ripresa delle lezioni, gli Andrew stavano coi Brown e si preparavano a salutare i propri figli, Albert era distratto come gli capitava spesso da dopo capodanno, ormai che Ange avrebbe incontrato Terence era una certezza ma, Charles Brown aveva ragione non ci si poteva opporre in eterno al destino, questo avrebbe fatto il suo corso, l’unica cosa che Albert poteva fare era sostenere Ange, nel momento in cui la verità sarebbe venuta a galla lui le sarebe rimasto accanto e le avrebbe spiegato tutto.
Gli Andrew e i Brown discorrevano serenamente e anche Albert partecipava ai discorsi tentando di non far notare la sua agitazione per non far preoccupare Ange, a malincuore aveva rifiutato la proposta di lei di tornare a casa con lui, l’aveva fatto per il suo bene. Mentre discutevano serenamente furono interrotti – “buongiorno cara famiglia, è un piacere vedervi tutti insieme” disse Irisa col suo soghigno, Albert la fulminò con lo sguardo “cosa vuoi Irisa?”
Irisa – “zio William, volevamo solo salutare la nostra famiglia”
Albert – “cosa hai in mente?”
Irisa – “caro zio, non essere sospettoso, so che tra noi ci sono state delle incomprensioni ma, siamo una famiglia e vogliamo recuperare il nostro rapporto” poi rivolta ad Ange aggiunse – “Ange cara, so che Tess non si è comportata bene nei tuoi confronti ma, vuole chiederti scusa e ci tiene tanto a diventare tua amica, spero che potrai perdonarla, siete cugine”
Tess – “scusami Ange, spero che diventeremo amiche”
Ange – “ certo mi fa piacere diventare tua amica”
Improvvisamente si vide una gran confusione davanti al cancello d’ingresso dove diverse donne si erano raggruppate, anche l’attenzione degli Andrew fu attirata dalla confusione che si era creata, Ange sporgendosi notò la sua amica Emily e la salutò ma, la ragazza le rispose con aria stanca, poi Ange notò l’uomo che era accanto all’amica, alto ed affascinante, aveva gli stessi occhi blu di Emily, due occhi che l’attraevano, era attorno a lui che si raggruppavano le donne, poi Ange si ricordò che il padre di Emily era un attore famoso e comprese i sentimenti dell’amica.
Le donne intorno a Terence ed Emily ridevano e parlavano a voce alta facendo di tutto per attirare l’attenzione del bell’attore ma, Terence era distratto aveva notato il gruppo degli Andrew, non riusciva a staccare gli occhi da Ange, quegli occhi color smeraldo così ridenti gli ricordavano il periodo più bello della sua giovinezza, non aveva mai smesso di amare Candy.
La confusione delle donne fu interrotta dal’arrivo di una vecchia conoscenza di Terence – “Signor duca Granchester, vedo che lei non cambia mai, ovunque c’è lei regna la confusione”
Terence – “piacere di rivederla suor Chris, che ci vuole fare i ragazzi impertinenti lo sono per sempre” disse col suo solito sarcasmo scatenando la risata generale
Suor Chris – “è tempo che i genitori vadano via le ragazze devono disfare i bagagli e prepararsi per la cena. Riguardo a lei signor duca spero di non rivederla tanto presto”
Terence – “non posso prometterglielo madre, avete qui con voi il mio più grande tesoro”.
I genitori andarono via salutando i figli, i cancelli si chiusero ma, due uomini restarono davanti ai cancelli chiusi persi nei loro ricordi e i loro affetti quasi senza notarsi finche voltandosi incrociarono gli sguardi, gli occhi turchesi di uno fissarono gli occhi blu profondo dell’altro. 

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Capitolo 31
*** Due vecchi amici ***


CAPITOLO XXXI
DUE VECCHI AMICI
I due uomini al cancello si scrutavano attentamente, gli anni erano passati e avevano lasciato segni sui loro volti anche se entrambi erano ancora molto affascinanti, un tempo era facile per loro parlare di tutto eppure in quel momento non riuscivano a dire una parola.
Albert rivolse a Terence con uno sguardo glaciale – “Terence, che ci fai qui?”
Terence – “ho riaccompagnato mia figlia Emily”
Albert – “ma sei rimasto davanti al cancello chiuso”
Terence – “non dovresti chiedermelo, tu sai bene quanti ricordi mi legano a questi luoghi”
Albert – “lei non c’è più da anni e tu l’avevi già persa da tempo quando è scomparsa”
Gli occhi blu di Terence brillarono di rabbia – “già, lei aveva scelto te. Pensare che ti consideravo il mio migliore amico, invece tu hai approfittato della situazione portandomi via l’unica donna che ho mai amato”
Albert era furioso – “come puoi muovermi un’accusa del genere? Io sono stato accanto a lei, l’ho vista piangere e consumarsi per l’amore che aveva per te, i suoi occhi verdi avevano perso la vitalità di sempre. Anche se sapevo che non mi avrebbe mai amato quanto amava te decisi che mi sarei preso cura di lei, l’amavo troppo per vederla in quello stato. Tu invece dove eri quando aveva bisogno di te più che dell’aria?”
Terence si era rattristato, non riusciva ad immaginare la sua Tarzan tutte lentiggini con lo sguardo triste, pensò – “sono stato uno stupido, se solo fossi andato subito a cercarla forse lei sarebbe ancora viva e Ange sarebbe mia figlia”
Albert –“non hai nulla da rispondere?”
Terence – “ero a Londra perché mio padre stava male ma, avevo deciso di mandare tutto al diavolo e di tornare da lei quando ho letto sui giornali la notizia del vostro matrimonio, ormai era tardi, l’avevo persa per sempre, anche se ero furioso ero sicuro che tu l’avresti resa felice. Quando lei è scomparsa, il mondo è crollato, avrei voluto venire a rovarvi ma, immaginavo che non sarei stato il benvenuto”
Albert – “e cosa pensi riguardo ad Ange?”
Terence – “mi ha colpito subito, ha i suoi occhi”
Albert – “e anche un bel caratterino. È incredibile che tra le tante ragazze che ci sono nel collegio sia diventata amica proprio di Emily”
Terence – “si Emily mi ha parlato tanto di lei, sono felice della loro amicizia”
Albert – “non ti rende nervoso la cosa?”
Terence – “no perché so che sarà un ottima amica per Emily, il destino sembra abbia voluto che loro si trovassero proprio qui dove mi sono innamorato di Candy, qui a Londra anche io e te siamo diventati amici”
Albert – “già e non ci si può opporre al destino in eterno”
Terence – “Albert, lo so che noi non potremo più essere amici ma, vorrei conoscere Ange, lei è tutto ciò che rimane di Candy, ti prego non vietarmelo”
Albert – “vorrei vietartelo ma, non posso. Ti chiedo solo un favore non raccontarle nulla di te e Candy, la farebbe soffrire e non voglio”
Terence – “non farei mai del male ad Ange, oltre il fatto che non potrei sopportarlo Emily non mi perdonerebbe mai”.
Giorge era rimasto ad osservare la scena trai due in silenzio vicino all’auto poi dovette chiamare Albert – “signor Wiliam dobbiamo ripartire”
Albert – “si Giorge arrivo” poi rivolto a Terence – “addio Terence”
Terence – “addio Albert”.
Albert e Terence si strinserò la mano per la prima volta dopo tanto tempo ognuno perso nei propri pensieri.
Terence salendo in macchina pensò – “peccato, mi manca la nostra amicizia ma, ormai sono successe troppe cose tra di noi”.
Albert in macchina stava silenzioso guardando fuori dal finestrino, fu Giorge a rompere il silenzio – “come è andata la chiacchierata col signor Granchester?”
Albert – “non è stata facile. Lui mi ha spiegato le sue ragioni e credo che fosse sincero, mi ha anche promesso che non dirà nulla ad Ange e voglio fidarmi”.
Due vecchi amici presero strade diverse dopo essersi parlati dopo tanti anni, almeno così credevano ma se si fossero parlati davvero come un tempo, senza nascondersi dubbi e sentimenti forse avrebbero preso un'altra strada, ancora altri equivoci causati da parole non dette.
 

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Capitolo 32
*** La visita ***


CAPITOLO XXXII
La visita
Le lezioni erano riprese, i ragazzi si ritrovarono di nuovo tra le grigia mura del coleggio, l’inverno aveva riempito di neve che rendeva difficile andare a cavallo.
La domenica dei genitori arrivaono i Corwell, Charles Brown e Iriza ma, la sorpresa più grande fu per Emily quando vide arrivare sua nonna Eleonor con la madre Susanna, era emozionata, sua madre non andava mai a trovarla, era tutta la vita che sperava in un gesto d’affetto da sua madre anche se sapeva che era stata la nonna a trascinarla era felice di poterle presentare i suoi amici.
Emily abbraccio sua nonna e salutò sua madre, Susanna era ancora una bella donna, alta e dalla postura elegante nonostante l’andatura claudicante, Susanna squadrò sua figlia con aria critica – “Emily, hai sempre un’aria così trasandata? Ricordati che sei la figia del duca Granchester”
Emily – “Madre, non credo che la nobiltà di una persona si misuri dalla sua eleganza” rispose sprezzante.
Eleonor – “ah,ah, ah!! Sei proprio figlia di Terence”
Susanna – “ci credo che mia figlia è così, visto l’esempio che le date lei e il padre”
Eleonor – “non ti sembra che tua figlia si meriti una parola gentile da parte tua?”
Ange guardava la sua amica,si avvicinò per salutare Eleonor – “piacere di rivederla signora Baker”
Eleonor – “Anche per me è un piacere rivederti Ange”
Emily “mamma voglio presentarti la mia amica Ange”
Ange – “piacere di conoscerla duchessa, sono Ange Andrew”.
Susanna non degnò Ange di una parola,non poteva crederci, credeva di aver eliminato la minaccia di quella ragazzina anni addietro e in quel momento era lì vicino a sua figlia.
Emily – “non ti senti bene mamma?” Susanna era sbiancata di colpo in volto.
Susanna – “non mi sento molto bene, Emily per favore accompagnami dentro, ho bisogno di sedermi”
Emily si allontanò con Susanna, Eleonor aveva osservato l’espressione di Susanna, sembrava che avesse visto un fantasma, c’era qualcosa di strano, aveva sempre più dubbi sulle vere origini di Ange e in qualche modo sua nuora doveva sapere qualcosa.
Emily – “mamma,vuoi che vada a prenderti qualcosa?”
Susanna – “no, voglio parlare con te, siediti”
Emily – “dimmi mamma”
Susanna “è molto che frequenti quella ragazza?”
Emily – “ti riferisci ad Ange?”
Susanna – “esattamente”
Emily – “lei è arrivata quest’anno in collegio ma, siamo diventate in beve tempo grandi amiche”
Susanna – “quella ragazza non mi piace, devi smettere di frequentarla”
Emily – “ma se neanche la conosci!”
Susanna – “non voglio discussioni, se non smetterai di frequentarla, ti porterò via dal collegio oggi stesso”
Emily – “sono stanca!!! Sei solo capace di darmi ordini! Non tenti mai di capire i miei sentimenti, sono stata sola per tutta la vita a causa tua, perché non mi vuoi bene? Una madre dovrebbe amare la sua unica figlia! parlerò con mio padre lui mi capisce!” detto questo scappò via piangendo.
Emily andò alle stalle e prese il suo cavallo, nonostante la neve alta galoppò verso la collina.
 

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Capitolo 33
*** L'incidente ***


CAPITOLO XXXIII
L’INCIDENTE

Emily galoppava sulla collina annebbiata dalle lacrime, il suo cavallo scivolò disarcionandola,a terra non riusciva a muoversi, le faceva male la gamba.
Ange non vedendo tornare Emily dopo averla vista scappare sconvolta si era preoccupata, conosceva bene la sua amica, sapeva che quando era triste andava dal suo cavallo, così andò a cercarla alle stalle, non c’era traccia di Emily e neanche del suo cavallo, era pericoloso andare a cavallo con la neve alta, decise di tornare a scuola e chiedere aiuto per cercare Emily.
A scuola trovò Eleonor Baker con Susanna che discutevano.
Eleonor – “cosa hai detto ad Emily per farla scappare in quel modo?”
Susanna – “non sono affari tuoi come decido di educare mia figlia”
Ange – “ora basta!”
Le due donne si voltarono a guardarla
Susanna – “ora capisco come mai mia figlia ha preso certi modi, visto che frequenta una ragazza così maleducata” le disse rivolgendo a Ange uno sguardo carico d’odio.
Eleonor – “Cosa succede cara, perché sei così sconvolta?”
Ange – “scusatemi duchessa e signora Baker, è che mentre voi discutete Emily potrebbe essere in pericolo!”
Susanna – “cosa è successo a mia figlia?”
Ange – “spero nulla ma, ha preso il cavallo, per quanto lei sia una brava cavallerizza è pericoloso con tanta neve”
Eleonor – “dobbiamo trovarla, c’è qualcuno che potrebbe aiutarci?”
Ange vide avvicinarsi Lucas e Stear e senza rispondere ad Eleonor corse verso i ragazzi
Lucas – “Ange mi sembri sconvolta, cosa è successo?”
Ange – “Emily ha litigato con sua madre ed è scappata via a cavallo”
Stear – “è una follia, è pericoloso con tanta neve!”
Ange – “infatti, dovete aiutarmi a cercarla!”
Lucas – “riesci ad immaginare dove può essere andata?”
Ange – “sono sicura che è andata verso la collina”
Lucas –“prendo il mio cavallo e vado a cercarla”
Ange – “vengo con te!”
Lucas – “no, è troppo pericoloso, tranquillizza la famiglia io la troverò”.
Lucas prese il suo cavallo e cominciò a salire sulla collina, andava piano per guardarsi bene intorno, quando vide il cavallo di Emily fermo, il cavallo era accanto alla ragazza svenuta nella neve.
Lucas smontò da cavallo e prese una coperta, Emily era ghiacciata, quando Lucas la prese in braccio Emily rinvenne per un po’, riuscì solo a sussurrare – “mi fa male la gamba”
Lucas – “ora sta tranquilla, grazie al cielo ti ho trovata in tempo”.
Susanna passò la notte in infermeria accanto ad Emily, per fortuna aveva solo una distorsione alla gamba, vedere la figlia con la gamba immobilizzata nel letto le faceva venire in mente tanti brutti ricordi non poteva immaginare che Emily passasse quello che aveva passato lei.
Emily – “buongiorno mamma, scusa se ti ho fatta preoccupare”
Susanna – “sei stata un incosciente, potevi farti del male seriamente, non permetterò che tu corra di nuovo questo rischio”
Emily “cosa vuoi fare?”
Susanna – “oggi stesso darò disposizioni perché quel maledetto animale sia venduto”
Emily – “mamma, non puoi farlo!”
In quel momento bussarono alla porta dell’infermeria, Emily – “Avanti”
Ange entrò – “buongiorno duchessa. Ciao Emily, come ti senti?”
Emily – “sto bene, è solo una slogatura alla gamba”
Ange – “mi fa piacere”
Susanna fulmino Ange – “signorina Andrew Emily ha bisogno di riposare, la prego di uscire, anzi non credo che frequentarla faccia bene a mia figlia, prima non avrebbe mai fatto una follia del genere, è colpa sua se mia figlia è in questo letto”
Emily “mamma, cosa stai dicendo?”
Ange – “mi scusi duchessa, non intendevo disturbare. Emily ti lascio riposare”.
Ange uscì furiosa dall’infermeria, non capiva l’ostilità della duchessa ma, non era il momento di scatenare una discussione, nel corridoio riconobbe subito l’uomo alto ed elegante, i suoi occhi incrociarono quelli di Terence, si sentì paralizzare dall’intensità di quello sguardo – “Buongiorno duca Granchester”
Terence fissò commosso quelle iridi color smeraldo, proprio come quelle che incontrava anni addietro negli stessi corridoi – “buongiorno signorina Ange Andrew”
Terence – “lei conosce il mio nome?”
Terence – “certo che conosco il noame della migliore amica di mia figlia” avrebbe voluto dire un'altra cosa ma, non poteva l’aveva promesso ad Albert.
Ange – “Emily sarà felice di vederla”
Terence – “sarei dovuto arrivare ieri e farle una sorpresa ma, la mia nave è arrivata in ritardo. Sarò in città per una tourne di tre settimane e sarei onorato se volesse venire a teatro una sera”
Ange –“mi farebbe piacere ma, sa il collegio non permette di uscire di sera”
Terence – “lo so bene, anch’io ho studiato qui. Il mio istinto però mi dice che per lei non sarebbe un problema uscire”
Ange arrossì imbarazzata, poi Terence scoppio a ridere e lei si senti trascinare dalla sua risata. 

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Capitolo 34
*** Arrivederci amici ***


CAPITOLO XXXIV
ARRIVEDERCI AMICI
Terence entrò in infermeria, voleva riabbracciare la sua bambina, trovò Susanna vicino al letto e notò subito che c’era tensione tra le due, fulminò Susanna con lo sguardo, non riusciva a credere che anche in quel momento era riuscita a far agitare Emily, stava per dire qualcosa quando bussarono alla porta.
Emily – “avanti”
Lucas entrò in infermeria – “buongiorno, Emily volevo sapere come stavi”
Emily – “sto bene, grazie a te” disse arrossendo per l’imbarazzo.
Terence osservò Emily attentamente notando il rossore della ragazza dovuto all’imbarazzo, era evidente che sua figlia non era più una bambina, squadrò con attenzione  Lucas, non era sicuro che quel signorotto gli potesse piacere o forse era geloso come ogni padre, ma doveva essergli grato perché aveva salvato la vita di Emily.
Emily – “papà ti presento il mio amico Lucas Brown”
Terence – “piacere di conoscerti. Ti ringrazio per aver trovato Emily e averla soccorsa”
Lucas – “piacere mio, non deve ringraziarmi. Ora devo andare a lezione, ci vediamo dopo Emily”.
Emily restò da sola in infermeria coi suoi genitori, Terence notò che la tensione tra madre e figlia era peggio del solito doveva parlare con Emily – “Susanna, ci lasceresti soli per favore?”
Susanna uscì, era agitata sapeva che l’aspettava un altro scontro col marito, non sapeva come giustificarsi per il suo comportamento, se la verità fosse venuta fuori sarebbe stata la fine per lei, Terence non l’avrebbe mai perdonata.
Quando fu solo con sua figlia Terence prese la parola – “allora Emily, vuoi dirmi cosa è successo? So che sei un ottima cavallerizza e se fossi stata tranquilla non avresti mai commesso un errore del genere”
Emily “avevo litigato con quella donna, è una persona impossibile”
Terence – “per quale motivo?”
Emily – “non so cosa le è preso ma, quando ha conosciuto la mia amica Ange è come impazzita, mi ha vietato di vederla, ha minacciato di farmi cambiare collegio proprio ora che ho finalmente trovato degli amici, addirittura stamattina mi ha detto che vuole vendere il mio cavallo e si è permessa di cacciare Ange dall’infermeria. Sembra che quella donna provi un gusto sadico a distruggere tutto quello che mi rende felice. Non capisco come hai fatto a sposarla”
Lo sguardo di Terence si rannuvolò, evidentemente sua moglie era ancora gelosa di Candy, lei sapeva bene che il suo cuore poteva appartenere in eterno solo alla sua Tarzan tutte lentiggini ma, non poteva dire la verità ad Emily, così decise di cambiare discorso – “mia cara, non ti preoccupare parlerò io con tua madre. Stavo pensando, tu hai bisogno di un paio di settimane di riposo e io resterò in città per la tourne per quindici giorni, ti va di venire a casa per questo periodo?”
Emily – “dici sul serio papà?”
Terence – “certo piccola, così potremo passare un po’ di tempo assieme”
Emily – “se non fossi bloccata a letto salterei dalla gioia”
Terence – “bene, vado a parlare con le suore per portarti a casa”.
Uscito dall’infermeria Terence trovò Susanna, l’afferrò per un braccio – “non voglio più che tu ti intrometta in questo modo nella vita di mia figlia, la prossima voltache farai unacosa del genere ti lascerò per sempre e porterò via Emily, non avrai più nostre notizie edovrai rinunciare al tuo stile di vita perché ti lascerò senza un soldo”.
Ange e gli altri andarono davanti all’ingresso del collegio per salutare Emily
Ange – “sono tanto felice per te amica mia” disse abbracciando Emily
Emily – “grazie cara, questa vacanza finirà prestoe ci riveremo”
Stear – “mi raccomando riguardati”
Lucas – “soprattutto goditi il tempo lontana dalla prigione”
Emily – “grazie ragazzi”
Terence – “grazie per l’affetto che avete verso Emily. Ho un idea, la prossima è la terza domenica del mese quindi sarete liberi di uscire, che ne dite di una gita assieme?”
Emily – “splendida idea papà? Verrete vero?”
Ange – “certo, con molto piacere”
Emily – “ci vediamo domenica, arrivederci amici!”
 

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Capitolo 35
*** La nascita di Emily ***


CAPITOLO XXXV
LA NASCITA DI EMILY
Quando Terence tornò a casa trovò Susanna molto alterata, sistemò Emily nella sua camera e si chiuse nello studio a parlare con Susanna.
Terence – “non mi è piaciuto per niente l’atteggiamento che hai avuto oggi”
Susanna – “non capisci che lo faccio per il bene di nostra figlia?”
Terence – “Susanna, non mi incanti, tu non sai che significa amare, le tue scelte sono dettate solo dal tuo egoismo. Ti informo che domenica porterò fuori mia figlia con i suoi amici e tu non sei invitata”
Susanna – “Terence, sono tua moglie non puoi farmi questo mi devi rispetto”
Terence la fulminò col suo sguardo glaciale – “sono venuto a letto con te perché ero ubriaco in un momento di debolezza, da quella unica notte sei rimasta incinta e io mi sono preso le mie responsabilità sposandoti, perché non era giusto che un bambino innocente pagasse per la mia debolezza, ma non ti ho mai amato e questo non fa di te mia moglie”.
Flash back
La sera in cui Terence lesse del matrimonio di Candy e Albert sul giornale si rinchiuse nel suo studio con in mano una bottiglia di wiski nuova ancora sigillata, erano mesi che non beveva aveva deciso di smettere per essere degno della sua Candy. Aprì la bottiglia e cominciò a versarsi un bicchiere dietro l’altro, non riusciva a credere che aveva perso per sempre la sua Tarzan tutte lentiggini, ritornava col pensiero a quella notte a New York di qualche mese prima in cui l’aveva stretta tra le braccia, l’unica volta nella sua vita in cui si era sentito veramente completo e appagato, solo lei poteva farlo sentire così, si chiedeva – “come puoi avermi già dimenticato?”
Quando la bottiglia era vuota uscì dallo studio ubriaco e barcollante per andarne a cercare un'altra, nel salotto trovò Susanna che appena lo vide si alzò in piedi – “non posso crederci sei di nuovo ubriaco”.
Terence l’afferrò per le braccia pronto ad aggredirla ma trai fumi dell’alcool la figura di Candy si sovrappose a quella della donna che aveva davanti e la baciò con disperazione, la cosa stupì Susanna ma la rese immensamente felice.
Le mani e le labbra di Terence si fecero sempre più avide e disperate, si distese sopra di lei sul tappeto davanti al camino, liberando entrambi dai vestiti.
Mentre  la possedeva con la forza della disperazione le sussurrò – “ti amo! Non posso lasciarti andare!”
Susanna non credeva alle proprie orecchie ma era felice
Terence – “Candy tu sei mia non rinuncerò mai a te!”
Susanna restò scioccata, per un attimo aveva veramente voluto credere che Terence avesse scelto lei, riuscì a sussurare solo –“Terence guardami”
All’udire la voce della donna Terence rinsalì e si accorse di quello che stava facendo, si alzò in fretta lasciando Susanna umiliata distesa sul tappeto, ma ormai era troppo tardi.
Passarono due mesi da quella notte, il duca era morto e Terence stava sistemando nello studio gli ultimi documenti prima di ritornare in America, bussarono alla porta
Terence – “avanti”
Susanna entrò nello studio – “perdonami se ti disturbo ma devo parlarti di una cosa importante”
Terence la guardò appena e le fece cenno di accomodarsi, in quei mesi non si erano quasi parlati, era troppo imbarazzante e Terence era consapevole di non essersi comportato bene.
Susanna si fece coraggio e iniziò a parlare – “oggi sono stata dal medico, da un po’ non mi sentivo bene”
Terence chiese preoccupato da uno strano presentimento – “cosa ti ha detto il dottore?”
Susanna – “il mio malessere è dovuto al fatto che aspetto un bambino, ovviamente è tuo, per me era la prima volta”
Terence si alzò e dando le spalle a Susanna guardava fuori dalla finestra, dopo un tempo di silenzio disse – “mi dispiace, non mi sono comportato da gentiluomo con te ma, mi assumerò le mie responsabilità, ci sposeremo e riconoscerò nostro figlio”.
Terence e Susanna restarono a Londra poiché non era possibile per lei viaggiare nelle sue condizioni, a Novembre Susanna diede alla luce una bambina, non volle neanche tenerla in braccio, quella bambina era la prova vivente della più grande umiliazione che avesse mai ricevuto.
Quando Terence prese in braccio Emily per la prima volta le promise che l’avrebbe amata per sempre,lei non sarebbe cresciuta senza amore come lui.
Fine Flash back.
Erano passati quindici anni dalla nascita di Emily, Terence aveva mantenuto la sua promessa amandola con tutto il cuore, lei era la sua stessa ragione di vita.
 .

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Capitolo 36
*** La terza domenica del mese ***


CAPITOLO XXXVI
LA TERZA DOMENICA DEL MESE
La domenica Ange e i suoi amici si svegliarono presto, erano elettrizzati per la gita Londra, una limusine li aspettava fuori dal cancello, l’autista aprì la portiera e scese Terence – “ragazzi sono felice di vedervi, spero che vi piacerà quello che ho preparato perquesta giornata, seno vi didispiace mia madre ha deciso di unirsi a noi”
Ange – “la ringrazio duca Granchester per questo invito, ed è un piacere rivederla signora Beker”
Terence – “vi prego ragazzi, chiamatemi Terence, non mi piacciono certi appellativi” disse strizzando un occhio
Ange – “va bene Terence”.
Partirono in macchina, visitarono in big ben, il palazzo di Westminster,L'Abbazia di Westminster, Buckingham Palace, i ragazzi si divertivano un mondo, anche se Stear sembrava assente, era incantato dall’architettura dei monumenti, non l’aveva mai confessato a nessuno neanche ad Ange, ma il suo sogno era quello di diventare un architetto, sognava di disegnare qualcosa di così meraviglioso un giorno.
Anche Terrence era distratto in alcuni momenti, osservava incantato i ragazzi, non aveva mai visto Emily così felice, sapeva che il merito era di Ange, quella ragazza avea donato a sua figlia la gioia di vivere, proprio come Candy aveva fatto con lui anni prima.
Eleonor si avvicinò a Terence con delicatezza – “va tutto bene caro?”
Terence – “si mamma, è solo che….” Non riusciva acontinuare dire i propri sentimenti a voce alta gli faceva troppo male
Eleonor intuì – “stavi pensando a Candy”
Terence annui senza dire una parola
Eleonor –“lo capisco, Ange ha la stessa vitalità di sua madre ma, c’è dell’altro che non mi convince di cui voglio parlare con te stasera quando torniamo a casa”
Terence – “di cosa si tratta?”
Eleonor – “ne parlemo stasera, non voglio rovinare questa splendida giornata”.
I ragazzi si avvicinarono a Terence e Eleonor, Emily – “papà siamo affamati e un po’ infreddoliti, andiamo a pranzare?”
Terence “certo ragazzi, ho già prenotato in un ristorantino tranquillo”.
Mentre si recavano in auto al ristorante Emily riconobbe la zona dei teatri e si rattristò pensando che probabilmente il padre avrebbe dovuto lasciarli dopo pranzo per recarsi a teatro per le prove.
A tavola Emily chiese – “papà dovraì andare via dopo pranzo?”
Terence – “certo che no, non vi liberete di me così facilmente”
Emily – “cosa faremo dopo?”
Terence – “ho preparato per te e i tuoi amici una sorpresa che credo vi pacerà”
Ange e Emily chieserò all’unisuono – “di cosa si tratta?”
Terence –“ragazze, siete troppo curiose, dovte avere pazienza”
Le due ragazze misero un finto broncio e tutti scoppiarono a ridere.
Il pranzo passo in modo piacevole tra gli scherzi e le risate di tutti, Terence non poteva fare a meno di pensare alla sua Tarzan tutte lentiggini, era sempre più evidente la somiglianza tra lei ed Ange e lui doveva fare uno sforzo enorme per mantenersi naturale, migliaia di ricordi lo invadevano mentre si perdeva in quegli occhi smeraldo.
Finito il pranzo uscirono dal ristorante, Terence – “allora siete pronti per la sorpresa?”
Emily – “certo papà, dove andiamo?”
Terence – “qui vicino, procederemo a piedi”
I ragazzi seguivano Terence che spingeva la carrozzella di Emily, arrivarono davanti a un magnifico teatro, gli occhi di Emily e Ange si illuminarono, era evidente l’amore delle ragazze per il teatro.
Terence – “allora, vi piace la sorpresa?”
I ragazzi annuirono ma era evidente il piacere specialmente negli occhi delle due ragazze.
Emily – “come mai siamo qui a quest’ora?”
Terence – “ho pensato che dato che i tuoi amici non possono assistere allo spettacolo serale avrebbero avuto piacere ad assistere alle prove”
Ange – “certo che abbiamo piacere”
Terence – “bene accomodatevi io vado a prepararmi”.
Ange restò incantata dalla locandina che diceva “il grande attore shakespiriano Terence Graham interpreta Macbeth”, era incantata dalla figura di Terence che sembrava così fiero.
Le prove iniziarono ma fu quando apparì Terence che lo spettacolo diventò veramente entusiasmante, Ange osservava trattenendo il fiato con gli occhi umidi dalla commozione
MACBETH: Restate favellatrici oscure ditemi di più. Che per la morte di Sinel io sono signore di Glamis lo so: ma come di Cawdor? il signore di Cawdor è vivo e prospero gentiluomo e in quanto all'essere re ciò non ha la prospettiva di una cosa credibile più che l'essere io signore di Cawdor. Dite donde avete questa strana informazione? e perché su questa landa desolata arrestate il nostro cammino con tal saluto profetico? Parlate ve lo ingiungo.*
All’udire queste parole Ange sentì come un brivido scuoterleil corpo, non aveva mai visto nessuno recitare con tanta passione.
Terence recitava come se fosse una prima e non una prova, lo faceva solo per loro.
Alla fine delle prove risalirono in auto per tornare in collegio, quella splendida giornata giungeva alla fine.
 Arrivati al collegio salutarono e ringraziarono Terence.
Mentre si allontanavano Terence chiamò – “Ange, posso parlarti un momento?”
Ange - “certo”
Terence - “volevo ringraziarti per tutto ciò che fai per mia figlia”
Ange era imbarazzata – “non deve ringraziarmi, non ho fatto nulla”
Terence – “vedi Emily è sempre stata moltosola, e oggi è stata la prima voltache l’ho vista felice”
Ange – “vede io la capisco, sono cresciuta senza mia madre che è scomparsa quando ero piccola, anche a me fa bene l’amicizia di Emily”
Terence vedendo la commozione di Ange non resistette più e l’abbraccio, in quell’abbraccio entrambi sentirono come una scossa ma, sembrava anche così naturale.
 
 

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Capitolo 37
*** IL TARLO DEL DUBBIO ***


CAPITOLO XXXVII
IL TARLO DEL DUBBIO
Arrivati a casa Terence e Eleonor diedero la buonanotte ad Emily e dopo si chiusero nello studio per parlare.
Eleonor – “volevo chiederti di Ange, non ti sembra che abbia qualcosa di familiare?”
Terence – “certo, ricorda tanto Candy”
Eleonor – “l’ho osservata e non mi ricorda solo Candy”
Terence – “cosa vuoi dire mamma?”
Eleonor – “lo sai che non amo girare intorno alle cose, Ange mi ricorda te. Sei sicuro che non può essere tua figlia?”
Terence – “mamma, come ti viene in mente una cosa del genere?”
Eleonor – “osservando Ange c’è sempre qualcosa in lei che mi ricorda te”
Terence – “non è possibile”
Eleonor – “se tu dici che non esiste come possibilità, solo che mi sembra strano”
Terence – “scusa mamma, vorrei restare solo”
Eleonor – “certo caro, buonanotte”.
Terence rimasto solo ripensò a quella notte a New York, erano passati diciasette anni ma, tutti i dettagli erano ancora vivi nella sua mente, non poteva dimenticare la notte più bella della sua vita, l’unica in cui aveva stretto a se la donna che amava, in effetti non era stato attento quella notte, era troppa la passione che gli aveva scatenato sentire il piccolo corpo di Candy tra le sue braccia, il profumo di lei era stato più inebriante dell’alcool, poteva ancora sentirlo, l’età di Ange coincideva, ma si chiedeva – “come è possibile? Come avrebbero potuto Albert e Candy nascondergli una figlia?”
Il tarlo del dubbio non lo fece chiudere occhio tutta la notte, ripensando ad Ange gli saltarono in mente dettagli nella ragaza che prima aveva voluto non notare, i sorrisi, la passione per il teatro e chissà quanti altri che lui non poteva conoscere, poi c’era quel legame che aveva sentito fin dalla prima volta che l’aveva sfiorata quando ancora non sapeva chi era, in effetti erano strane coincidenze.
Decise che doveva scoprire la verità, avere una figlia da Candy sarebbe stato un sogno,se Ange era veramente sua figlia non avrebbe perso altro tempo, avrebbe fatto di tutto per conoscerla, avrebbe contattato Albert appena rientrato in America,se davvero Ange è sua figlia voleva delle spiegazioni.
 
 
Due settimane dopo arrivò un telegramma a casa Andrew:
Caro Albert,
 vorrei vederti, ho bisosgno di parlarti riguardo ad Ange, fammi sapere tu dove e quando
Terence”
Albert lesse il telegramma, si aspettava che prima o poi sarebbe successo , ma non si sentiva ancora pronto ad affrontare la cosa, per il momento decise di non rispondere.

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Capitolo 38
*** Aria di primavera ***


CAPITOLO XXXVIII
ARIA DI PRIMAVERA
Era l’inizio di Aprile, la neve si era sciolta e l’aria diventata ormai tiepida rendeva ancora più insopportabile stare chiusi in classe, la primavera porta cambiamenti e anche per Ange e i suoi amici era così.
Ange guardava distratta fuori dalla finestra, le sue compagnne discutevano in gruppo animate da chissà cosa, ma non le interessava, pensava al suo giardino in America che con la primavera stava iniziando a fiorire, sentiva nostalgia di casa, se almeno i suoi amici fossero stati in classe con lei, ma Emily era in un'altra classe e i ragazzi in un'altra ala dell’istituto, si trovava bene con le sue compagne di classe ma i suoi amici erano un'altra cosa.
Ange si incontrava con Emily e Tess nel parco per il pranzo, Emily non si fidava di Tess ma su insistenza di Ange aveva deciso di darle un opportunità.
Ange – “ciao ragazze”
Emily – “ciao, come va?”
Ange – “mi sembrano tutte agitate, non capisco cosa succede”
Tess – “è normale, tra un mese ci sarà la festa di maggio”
Ange – “di cosa si tratta?”
Emily – “per te è il primo anno al collegio, è normale che non la conosci”
Tess – “è una bellissima festa, con un ballo in maschera e dove possiamo invitare amici e familiari”
Emily – “poi ci sono i carri con le regine dei fiori, le ragazze nate nel mese di maggio sfilano con splendidi vestiti su carri pieni di fiori scortate dai loro cavalieri”
Ange – “deve essere una cosa bellissima. Tess tu sei nata a maggio, vero?”
Tess – “si e quest’anno ho finalmente l’età per essere regina dei fiori”
Ange – “beata te, sarai una splendida regina dei fiori”
Tess – “certo, una splendida regina senza cavaliere”
Ange – “non dire sciocchezze, sono certa che più di un ragazzo sarebbe felice di farti da cavaliere”
Tess – “non tutte siamo fortunate come voi due”
Emily – “in che senso siamo fortunate?”
Tess – “dai Emily, tu sarai invitata da Lucas e ovviamente Ange ha Stear”
Emily – “non sono sicura che Lucas mi inviterà”
Ange – “Emily, Tess ha ragione ultimamente tu e Lucas passate molto tempo assieme e sembrate molto affiatati”
Emily – “siamo diventati amici, ma non è mai successo nulla che mi ha fatto pensare a qualcosa di più”.
La sera tornata in camera Tess trovò unalettera di sua madre Irisa
“ciao Tess,
come va? Spero che stai portando avanti il nostro piano. Ricordati che se riuscirai ad allontanare Emily da Ange e ad entrare nelle sue grazie entreremo anche in quelle dello zio William, il nostro futuro dipende da te. Spero che non mi deluderai come al solito.
Tua madre.”
Tess all’inizio aveva tentato di farsi accettare da Ange per seguire il piano della madre, ma già dai primi incontri aveva comiinciato a vacillare, lei non aveva mai avuto delle amiche, ne un gesto di affetto nella sua vita, Irisa non era proprio il tipo da essere affettuosa con sua figlia e suo padre era sempre troppo impegnato. I gesti spontanei e affettuosi di Ange avevano pian piano sciolto il blocco di ghiaccio che aveva sul cuore. Anche Emily le piace va così spontanea e vera. Per la prima volta in vita sua Tess scelse di disobbedire alla madre.
Emily tornata in camera la sera ripensò alle parole di Ange sul rapporto tra lei e Lucas, era vero ultimamente passavano molto tempo assieme, parlavano dei libri che leggevano, condividevano le passioni per i cavallli e per il teatro, si sentiva sempre più presa, ma non poteva dire che la loro amicizia si stesse trasformando in altro anche se le sarebbe piaciuto.
Anche Lucas pensava spesso a quella ragazzina bionda, certo era molto bella e le piaceva stare con lei, per lui era un rapporto sempre stimolante, certo vederla circondata di ammiratori lo infastidiva, ma non riusciva a definire il sentimento che provava. Di una cosa era certo non voleva vederla andare alla festa di maggio con un altro, quindi l’avrebbe invitata presto.
Stear nella sua camera pensava ad Ange, non poteva più fingere, era innamorato della ragazza, desiderava che con quella primavera potesse sbocciare anche l’amore che portava nel cuore, le avrebbe chiesto di essere il suo cavaliere alla festa di maggio e in quella occasione si sarebbe dichiarato.
Ange nella sua camera notò due boccioli sul ramo della dolce Candy, sentiva la madre vicina, aveva uno strano presentimento che quella primavera qualcosa sarebbe cambiato e che  lei avrebbe finalmente avrebbe avuto modo di conoscere meglio Candy.
Nel frattempo oltre oceano Terence aveva fatto di tutto per contattare Albert, ma lui si era smpre fatto negare, non poteva arrendersi, avrebbe indagato per conto suo. Si sarebbe recato alla festa di maggio per parlare con Ange, forse facendole domande avrebbe potuto capire se era sua figlia e in quel caso nulla e nessuno avrebbe potuto fermarlo.
Albert in quel periodo non riusciva a concentrarsi, aveva accuratamente evitato Terence ma le sue visite e lettere lo mettevano in agitazione. Era consapevole che non poteva nascondere la verità ad Ange in eterno, le avrebbe parlato durante le vacanze estive, aveva una gran paura di perderla, ma era meglio che venisse a sapere la verità da lui e avrebbe scelto lei se contattare Terence.



Care lettrici,
notio che in molte seguite questa ff, ormai stiamo arrivando verso la fine. Avrei piacere di sapere cosa ne pensa chi non ha mai commentato.
grazie per la vostra pazienza
Myriam

 

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Capitolo 39
*** La festa di maggio ***


CAPITOLO XXXIX
LA FESTA DI MAGGIO
Terence tornò a Londra per partecipare alla festa di maggio, Susanna non si aspettava di rivederlo così presto, aveva uno strano presentimento che la faceva sentire agitata.
Susanna – “che ci fai qui Terence?”
Terence – “sono venuto per partecipare alla festa di maggio”
Susanna – “vuoi dire che hai attraversato l’oceano per partecipare a una stupida festa?”
Terence – “soprattutto per stare vicino a mia figlia e scoprire se ne ho un'altra”
Susanna diventò bianca come un fantasma pensò “possibile che abbia scoperto la verità?”
Terence – “non ti senti bene?”
Susanna – “non è nulla. Cosa vuoi dire che vuoi scoprire se hai un'altra figlia?”
Terence – “penso che Ange potrebbe essere mia figlia”
Susanna – “come fai a pensare una cosa del genere?”
Terence – “vedi qualche giorno prima che noi partissimo per l’Inghilterra a causa della malattia di mio padre rividi Candy e facemmo l’amore, l’età di Ange sembra coincidere”
Susanna – “vuoi dire che mi hai tradito?”
Terence la fulminò con lo sguardo – “non puoi parlare di tradimento, lo sai che non ti ho mai amata. Stiamo insieme solo perché mi hai ricattato prima salvandomi la vita poi con la gravidanza, Emily è l’unica ragione per cui ti ho sposata”
Susanna – “cosa vuoi fare? Se anche quella ragazza fosse tua figlia, te l’hanno nascosta per tutti questi anni, Candy non voleva che tu lo sapessi, che senso avrebbe sconvolgere la sua vita ora?”
Terence – “non puoi capire, se Ange è mia figlia è l’unico legame che mi rimane con Candy, l’unica donna che ho mai amato. È giusto che entrambi scopriamo la verità”.
Terence uscì senza più rivolgere la parola a Susanna che restò sconvolta a casa, lei era consapevole che presto la verità sarebbe venuta a galla e per lei non ci sarebbe più stato scampo.
La festa di maggio era iniziata, la sfilata dei carri di fiori era bellissima Ange non aveva mai visto nulla del genere, dopo la sfilata si stava recando in camera per prepararsi per il ballo in maschera della sera quando fu fermata da Stear.
Stear – “hai qualche minuto? Ho bisogno di parlarti”
Ange – “possiamo farlo più tardi”
Stear – “preferirei ora”
Ange – “va bene”.
Stear prese Ange per mano e la condusse in un posto tranquillo.
Ange – “che succede? Mi sembri agitato, lo sai con me puoi parlare di tutto, siamo amici da sempre”
Stear – “è proprio di questo che voglio parlarti. Ti prego non interrompermi, per me non è facile”
Ange lo fissava con attenzione era evidente che era nervoso, gli prese la mano nel tentativo di calmarlo.
Stear tirò un profondo respiro e proseguì – “ci conosciamo da sempre, da bambini giocavamo assieme, siamo cresciuti insieme ma, non siamo più dei bambini, è un po’ di tempo ormai che io non ti vedo più come un amica”
Ange – “che vuoi dire?”
Stear – “Ange, come fai a non capire? Sono innamorato di te!”
Ange lo fissava sbalordita, non immaginava che Stear nutrisse certi sentimenti per lei, gli voleva molto bene ma, non era sicura di provare per lui quello che egli desiderava, non sapeva cosa rispondere.
Stear – “io ti conosco meglio di chiunque altro, so che siamo perfetti l’uno per l’altra. Se acconsentirai voglio chiedere a zio Albert di annunciare il nostro fidanzamento”
Ange – “Stear, ti voglio molto bene, lo sai. Perdonami ma non riesco a darti una risposta ora, ho bisogno di stare da sola”
Stear vide Ange scappare via senza poterla fermare.
Il pomeriggio arrivarono i familiari e gli amici per partecipare alla festa, arrivò anche Terence, quando Emily lo vide fu felicissima, per lei fu una splendida sorpresa.
Emily – “che ci fai qui papà?”
Terence – “volevo farti una sorpresa”
Terence notò Lucas accanto a Emily, era dura ammettere che la sua bambina era cresciuta ma la vedeva felice.
Nella mattinata Emily e Lucas avevano discusso, avevano deciso di andare assieme alla festa ma, non avevano mai parlato di essere una coppia, quindi Emily non aveva rifiutato gli inviti dei vari giovanotti anche per vedere la reazione di Lucas.
Lucas la tirò per un braccio allontanandola – “non ho capito hai intenzione di ballare con tutti stasera?”
Emily – “se anche fosse?”
Lucas – “mi darebbe molto fastidio”
Emily – “mi hanno invitato e non ho motivo per rifiutare”
Lucas – “certo che lo hai, sarò io il tuo accompagnatore. Pensavo che la festa era un occasione per conoscerci meglio”
Emily – “vuoi dire che sei geloso?”
Lucas – “si, perché tu mi piaci”
Emily – “va bene, anche tu mi piaci, era tanto che aspettavo un tuo passo”
Emily non poteva essere più felice.
Quando arrivò Irisa trovò Tess a parlare con Emily, notò che Ange non c’era, decise di chiamare sua figlia in disparte – “che stai facendo?”
Tess – “non si vede? Sto parlando con un amica”
Irisa – “sei la solita delusione. Il nostro piano era chiaro, dovevi allontanare Emily da Ange e conquistare la fiducia di lei, invece ti trovo a parlare con Emily”
Tess – “era il tuo piano non il mio”
Irisa – “come puoi rivolgerti a me in questo modo?”
Tess – “sono stanca, io non sono come te”
Irisa – “sono tua madre e mi devi rispetto!”
Tess – “davvero? Quando ti sei comportata da madre? Io non voglio diventare come te, un egoista che resterà sola per tutta la vita”
Irisa lasciò il collegio irritata e offesa.
Terence cercava con lo sguardo Ange, ma sembrava non esserci traccia della ragazza, decise di fare una passeggiata sulla collina. Era una grande emozione per lui tornare su quella collina dove aveva vissuto tanti momenti con Candy, ricordava come se fosse stato il giorno prima il valzer che aveva ballato con Candy durante la festa di maggio, quel loro primo bacio, in cima alla collina trovò Ange, gli occhi della ragazza gli diedero l’impressione di fare un tuffo nel passato.
Terence – “ciao Ange, non partecipi alla festa?”
Ange – “salve duca, avevo bisogno di stare da sola”
Terence – “ti capisco cara, capita anche a me, e anche a me questa collina ha sempre dato un senso di pace”
Ange – “me lo ha detto Emily che anche lei ha studiato qui”
Terence – “si mi sembra un secolo fa. Tu quanti anni hai?”
Ange – “il quattro Luglio compirò 17 anni”
Terence non poteva crederci, era stato con Candy a ottobre quindi Ange era sua figlia si chiedeva – “perché Candy non mi ha detto nulla?”
Dopo attimi di silenzio Terence – “sai anche tua madre amava questa collina, l’aveva chiamata la seconda collina di Pony perché le ricordava il posto dove era cresiuta”
Ange spalancò gli occhi dalla sorpresa – “lei conosceva mia madre?”
Terence – “certo, abbiamo studiato insieme. Spesso ci vedevamo su questa collina, anche lei alla festa di maggio si era rifuggiata qui dopo che era scappata di prigione”
Ange – “scappata di prigione?”
Terence – “si aveva risposto male alla madre superiora che per punizione l’aveva rinchiusa vietandole di partecipare alla festa, così era scappata prima travestita da Romeo e poi da Giulietta”
Ange – “mia madre vestita da uomo?”
Terence – “si Candy era una persona piena di inventiva, non si perdeva mai d’animo e sorrideva sempre. Soprattutto era una persona autentica con un grande cuore. Sai tu me la ricordi tanto”.
Purtroppo furono interrotti dall’arrivo dii Suor Margaret – “duca Granchester, l’ho cercata dapertutto”
Terence – “cosa succede?”
Suor Margaret – “hanno chiamato dall’ospedale, sua moglie ha avuto un incidente ed è ricoverata in gravi condizioni”
Terence – “ vado subito” poi rivolgendosi ad Ange – “mi dispiace ma, dovremo continuare la nostra chiacchierata in un altro momento”
Ange – “capisco, mi dispiace per sua moglie. Spero che mi parlerà ancora di mia madre”
Terence – “contaci, parleremo al più presto”.
Mentre Ange guardava Terence andare via aveva una strana sensazione, che non solo lui conosceva bene Candy ma, che le sue parole sembravano quelle di un innamorato.

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Capitolo 40
*** Morti ***


CAPITOLO XL
MORTI
Terence arrivò in ospedale con Emily, Susanna aveva preso l’auto e sfrecciando a tutta velocità aveva invaso la corsia opposta schiantandosi contro un’altra auto, era in sala operatoria, l’urto era stato molto forte e aveva perso molto sangue, l’intervento durò diverse ore mentre Terence ed Emily attendevano nella sala d’attesa.
Emily – “papà, credi che mamma ce la farà?”
Terence – “non lo so cara”
Il dottore uscì dopo ore dalla sala operatoria – “il duca Granchester?”
Terence – “si dottore, come sta mia moglie?”
Dottore – “ho fatto tutto il possibile, ma le sue condizioni sono molto gravi, dobbiamo aspettare, finché non si sveglierà non posso dire se ce la farà”
Emily – “dottore, posso vedere mia madre?”
Dottore – “per ora è in terapia intensiva, può vederla solo attraverso il vetro”.
Terence e Emily andarono davanti alla terapia intensiva, dal vetro potevano vedere Susanna attaccata alle macchine, era pallida e non aveva i suoi lunghi capelli biondi glie li avevano dovuti tagliare per rimuoverle l’agglomerato di sangue che aveva dietro la testa, in quello stato sembrava una delicata bambola di porcellana appoggiata sul letto.
Emily osservava sua madre attraverso il vetro, sapeva che era grave e che probabilmente non si sarebbe risvegliata ma, non riusciva a versare lacrime, osservava la donna che era sua madre ma per lei era sempre stata un estranea, non le era mai stata vicina, non aveva mai ricevuto un gesto d’affetto da sua madre, anzì Susanna l’aveva sempre trattata come se nascendo aveva commesso una grande colpa, come poteva versare lacrime al pensiero che quella estranea che in realtà non c’era mai stata stava andando via per sempre?
Terence guardando Susanna ripensò all’ultima volta che l’aveva vista in un letto, a New York tanti anni prima, lei gli aveva salvato la vita, ma in quel letto glie l’aveva strappata via costrigendolo a rinunciare alla donna che era la sua stessa vita, aveva disprezzato Susanna in tutti quegli anni e neanche nel vederla in fil di vita riusciva a provare pietà per lei.
Due giorni dopo alla Saint Paul School Ange seguiva la lezione quando fu interrotta da una suora
Suora – “signorina Andrew, deve recarsi immediatamente nell’ufficio della Madre Superiora”
Ange pensava che era strano che la mandasse a chiamare d’urgenza, sperava che non fosse accaduto nulla di grave, arrivata davanti all’ufficio della madre superiora trovò Stear.
Ange – “anche tu qui? Cosa è successo?”
Stear – “Non lo so, hanno chiamato in classe anche me”
Bussarono e la madre superiora li fece entrare, trovarono nell’ufficio Annie e Archie,
Ange – “cosa è successo? Mio padre sta bene?”
Suor Chris – “signorina Andrew, si contenga e si accomodi”
Annie – “non ti preoccupare cara, tuo padre sta bene”
Ange – “allora, cosa è successo?”
Archie –“è arrivato un telegramma di Albert, la zia Elroy sta molto male, essendo anziana i medici pensano che non vivrà allungo, ci ha detto di tornare subito negli Stati Uniti”
Suor Chris – “ragazzi, andate a preparare i vostri bagagli, dato la gravità della situazione andrete via subito”.
Ange preparava la valigia, sarebbe tornata a casa partendo il giorno seguente, era dispiacciuta per la zia Elroy ma, in fondo era contenta di tornare in America, aveva bisogno di capire alcune cose e da un po’ voleva parlare con suo padre.
Il viaggio in nave procedeva tranquillo, dalla festa di maggio Ange e Stear non si erano più parlati veramente, solo qualche scambio formale, lei sentiva la sua mancanza, più volte si era recata davanti alla cabina di lui, tentata di bussare per chiedergli di fare una passeggiata sul ponte, ma pensava “cosa dovrei dirgli?”. Ange non capiva cosa le stava succedendo, non aveva mai sentito la mancanza di qualcuno come sentiva quella di Stear, da quando aveva memoria lui c’era stato nella sua vita, ora sentirlo così distante anche se fisicamente vicino le faceva sentire una strana sensazione di vuoto allo stomaco.
Susanna si svegliò dopo dieci giorni, ma era molto debole e secondo i medici non aveva voglia di lottare, non aveva molte possibilità di sopravvivere. Emily si recava in ospedale tutti i giorni, passava le giornate parlando alla madre accanto al letto , ma Susanna non ce la faceva a rispondere, sentiva che la morte era vicina e non voleva morire col peso della sua colpa sulla coscienza.
Un giorno che Terence si era recato in ospedale Susanna decise di raccogliere le sue poche forze per confessargli la verità, approfittando del fatto che Emily si era allontanata.
Susanna – “Terence, siediti per favore devo parlarti”
Terence – “Susanna, riposa parleremo quando starai meglio”
Susanna – “lo so, che sto morendo, non posso andarmene senza implorare il tuo perdono”
Terence – “per cosa?”
Susanna – “le tue sensazioni sono giuste, Ange è tua figlia, ma Candy non voleva nascondertela. A gennaio del primo anno che eravamo a Londra arrivò un telegramma di Wiliam Andrew che annunciava la gravidanza di Candy, ma io lo buttai nel camino. È colpa mia se non hai visto crescere tua figlia”
Terence si alzò furioso, avrebbe voluto ucciderla con le sue mani – “come hai potuto fare  una cosa del genere? È troppo meschino anche per te”
Susanna – “perdonami, ma io ti amo e sapevo che se fossi venuto a conoscenza del bambino ti avrei perso per sempre”
Terence – “non posso perdonarti, non hai rovinato solo la mia vita, ma quella di Candy, chissà quanto avrà sofferto poverina, e cosa avrà pensato di me”
Emily aveva sentito tutto da dietro alla porta semiaperta, entrò come una furia con le lacrime agli occhi – “non avrei mai creduto che tu potessi essere così egoista”.
Susanna teneva la testa bassa, non aveva il coraggio di guardarli negli occhi.
Terence – “Emily cara, andrò al collegio per cercare tua sorella, lei deve sapere la verità”
Emily – “papà, Ange non è più in collegio, è partita cinque giorni fa per gli Stati Uniti, Lucas mi ha detto che la vecchia zia sta molto male”
Terence – “allora la raggiungerò in America”
Emily – “vengo con te papà”
Terence – “va bene Emily, vado a fare due biglietti sulla prima nave. Tu Susanna moriraì da sola come meriti, se restassi ti ucciderei con le mie mani, ma non rischierò di finire in carcere ora che sto per ritrovare mia figlia. Una persona come te che non è capace di amare non merita nessun perdono né di avere qualcuno accanto nell’ultima ora”.
Susanna morì due giorni dopo da sola in quell’ospedale, al suo funerale non c’era nessuno che versasse una lacrima.
Arrivati in America Ange scoprì che sarebbero andati a Lakewood, la zia Elroy voleva passare lì gli ultimi giorni per essere poi sepolta nel cimitero della tenuta dove c’è tutta la sua famiglia.
Arrivati a Lekewood Ange si perse a contemplare il giardino delle rose, era troppo piccola l’ultima volta che c’era stata e non poteva ricordarlo, ma sapeva che quello era il luogo preferito di sua madre, il profumo delle Dolce Candy le portava alla mente il ricordo sbiadito di una madre che era sparita troppo presto di cui aveva sempre sentito la mancanza, eppure non l’aveva mai sentita vicina come in quel posto.
Albert li accolse davanti alla porta di casa
Ange – “papà, finlmente” gridò saltando al collo di Albert
Albert – “piccola, anch’io sono felice di vederti. Archie, Annie, Stear benvenuti”
Archie – “come sta la zia Elroy?”
Albert – “è molto stanca ma, non vede l’ora di rivedervi”
Albert fece entrare il gruppo nella camera di Elroy – “zia, i tuoi nipoti sono arrivati”
Elroy – “Archie e Annie avvicinatevi”
Archie – “eccoci zia”
Elroy – “è bello rivedervi, siete diventati adulti, siete una famiglia degna del nome degli Andrew, mi raccomando non dimenticate chi siete”
Annie aveva le lacrime agli occhi, era così strano vedere quella forte matriarca così debole in un letto.
Elroy – “dove sono Ange e Stear?”
Ange – “eccoci zia”
Elroy – “ragazzi, voi siete la nuova generazione e toccherà a voi dare un erede alla famiglia. Ange sono certa che col tempo potrai prendere il mio posto come matriarca, hai il carattere adatto.
Elroy Andrew si spense in pochi giorni serena e circonndata dall’affetto della sua familia, fu sepolta nel piccolo cimitero di Lakewood proprio accanto alla tomba di Candy, Ange era distratta continuava a fissare la tomba di sua madre, quando tutti si allontanarono restò lì per pregare sulla tomba di sua madre.
Ange “mamma, dove sei? So che qui c’è solo una tomba vuota. Sei ancora viva mamma? Perché non torni da me? Ho bisogno di te”
Quando Ange si alzò notò Stear a qualche passo di distanza, era rimasta ad attenderla per tutto il tempo, abbastanza distante per non darle fastidio e abbastanza vicina perché lei non si sentisse sola, si lanciò tra le sue braccia, lui era l’unico sempre in grado di capirla.
Stear – “come stai?”
Ange – “molto meglio ora che sei di nuovo con me” si sorprese a dire arrossendo, ora lo sapeva non poteva immaginare la sua vita senza di lui.
Stear colse la luce negli occhi di lei, si guardarono negli occhi e lui sfiorò le labbra di lei con un bacio dolcissimo, lei non si tirò indietro.

Nda: Care lettrici, ormai siamo vicine alla fine di questa storia. allora che ne pensate? vorrei leggere le vostre recensioni, la storia inizia a sbriogliarsi. Grazie per lavostra pazienza nel seguirmi

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Capitolo 41
*** La scoperta della verità (I parte) ***


CAPITOLO XLI (I parte)
LA SCOPERTA DELLA VERITA’
Erano passati alcuni giorni dal funerale Elroy Andrew, Lakewood sembrava tornata in vita dopo essere rimasta chiusa per tanti anni, Albert sapeva che avrebbe dovuto parlare con Ange ma non sapeva da dove cominciare.
Ange si sedette allo scrittoio che era stato di Candy, voleva scrivere ad Emily, aveva tante cose da raccontarle e doveva chiederle come stava sua madre. Muovendo qualcosa nello scrittoio si aprì un cassetto, quello era il secreté di sua madre, non sapeva cosa fare sapeva che guardare in quel cassetto significava invadere la privacy di sua madre ma, era da sempre che desiderava conoscerla e tramite i suoi segreti ce l’avrebbe fatta.
La prima cosa che trovò furono vecchie pagine di giornali, ingiallite ma ripiegate con cura, aprì i fogli erano tutti articoli sull’attore Terence Grancester, il padre di Emily, pensava “ mia madre doveva essere una sua ammiratrice, ma perché tenerli nascosti?”
In fondo al cassetto Ange trovò un diario finemente rilegato chiuso da un nastro di raso rosso, Ange accarezzava la copertina del diario – “non ci posso credere, è il diario di mia madre, il diario nasconde i segreti più intimi di una ragazza, finalmente potrò conoscerla”.
Ange lo aprì titubante e iniziò a leggere
“13 Gennaio 1913
Caro diario,
credo che si scriva così, non ho mai avuto un diario.Il signor George prima di andare via mi ha consegnato questo diario da parte dello zio William perché possa scrivere quello che mi succede. Eccomi qui nella mia stanza davvero magnifica, ma Stear ed Archie avevano ragione questo posto somiglia più a una prigione che ad una scuola, ho passato due ore nell’ufficio della madre superiora mentre mi elencava tutte le regole, sono sicura che mi farò sgridare spesso, le regole non sono mai state il mio forte.
Bussano alla porta, chi sarà a quest’ora?
Ho conosciuto la ragazza della stanza accanto Patricia O’ Brien, mi è sembrata un po’ strana ma, in fondo simpatica, sono sicura che diventeremo grandi amiche.
Ora vado
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange non poté fare a meno di sorridere leggendo quelle parole, si capiva che Candy era un bel tipino.
 
 “19 Gennaio 1913
Caro diario,
oggi la messa è stata una vera tortura, tutta colpa di quel Terence Granchester, a causa della confusione che ha creato siamo stati costretti a restare in chiesa due ore in più, sembra che sia il figlio di un nobile inglese. Oggi è successa anche una cosa molto bella, girando per il parco ho trovato una splendida collina con al centro un grande albero, mi ricorda tanto il luogo dove sono cresciuta, infatti l’ho chiamata seconda collina di Pony, sono felice di aver trovato un posto dove sentirmi a casa, un po’ di colore in mezzo a tanto grigio, in questo modo mi sentirò meno sola. Purtroppo anche Terence Granchester conosce la collina, quel villano mi ha preso in giro per le mie lentiggini, ha osato chiamarmi Tarzan tutte lentiggini, che maleducato, come fa suor Gray a tollerare un tipo del genere? Non ho mai conosciuto un tipo così insolente! Odio Terence Granchester!
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange non poteva fare a meno di ridere, sua madre era un vero peperino, era felice di sapere che anche Candy amava la collina che l’aveva tanto colpita, leggendo le pagine del diario riusciva a sentire sua madre vicina, erano così simili.
 
 
“15 Marzo 1913
Caro diario,
è più di un mese che non scrivo, sono sata impegnata con gli esami di fine trimestre, ho dedicato tutto il mio tempo allo studio, in effetti non è successo molto fino ad oggi.
Tornando dalla collina ho incontrato Archie che mi ha fatto una scenata di gelosia, mi ha detto che è innamorato di me da sempre, non l’avrei mai immaginato. Purtroppo Annie ha sentito tutto, lei è innamorata di Archie ed è scappata via in lacrime, quando l’ho ragiunta ha gridato che anche alla casa di Pony io ero sempre la preferita, purtroppo Irisa e Luise l’hanno sentita, ora tutti sanno che anche lei viene da un orfanotrofio. Povera Annie, come ha potuto pensare che le avrei fatto del male? Lei è la mia sorellina, le voglio bene e farò di tutto per proteggerla.
Ora c’è Archie con Annie, so che lui riuscirà a calmarla, io posso andare a letto tranquilla.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“16 Marzo 1913
Caro diario,
stasera sono veramente felice, finalmente ho ritrovato mia sorella. Stamattina suor Chris è venuta a cercarmi, Annie in infermeria chiedeva di me, sono corsa da lei, sono rimasta accanto al suo letto mentre dormiva,quando si è svegliata mi ha chiesto perdono per avermi allontanata, anche lei aveva sentito la mia mancanza in tutti questi anni. Abbiamo passato una splendida giornata ricordando la nostra infanzia, ora ci siamo ripromesse che non ci separeremo mai più.
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange sorrideva leggendo quella pagina capiva quanto era profondo il legame tra Candy e Annie.
 
“30 Marzo 1913
Caro diario,
la scorsa notte è accaduto un fatto strano, mentre dormivo ho sentito che qualcuno entrava in camera, era Terence ubriaco e ferito era entrato barcollando, dato che aveva la febbre decisi di uscire a cercare una farmacia.
Per le strade di Londra ho incontrato il mio vecchio amico Albert, devo dire che mi ha stupito vederlo qui, e poi senza barba e occhiali è veramente giovane, purtroppo ho dovuto salutarlo presto per portare le medicine a Terence ma, andrò a trovarlo allo zoo dove lavora.
Quel maledetto Terence, quando sono tornata in camera era andato via senza neanche ringraziarmi, stamattina l’ho anche cercato perché ero preoccupata per lui, che stupida che sono.
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange – “così mamma e papà si sono incontrati per caso a Londra, che strano il destino, o forse mio padre era lì per lei visto che ce l’aveva mandata lui”.
“10 Aprile 1913
Caro diario,
sono confusa, quel Terence non lo capisco proprio, stamattina mi ha difesa da Neal e i suoi amici, quando l’ho ringraziato mi ha preso in giro ed è andato via ridendo.
Stasera per sbaglio sono entrata nella sua camera ed ho trovato una foto dell’attrice Eleonor Beker con una dedica a suo figlio, quando si è accorto che avevo la foto in mano mi ha guardato con uno sguardo pieno d’ira e mi ha stretto le braccia fino a farmi male, poi ha preso la foto e l’ha strappata con uno sguardo incredibilmente triste che mi ha fatto una gran pena.
Stasera Archie mi ha regalato una foto di Anthony, mi mancano tanto i suoi occhi, la sua voce, la tengo con gli altri miei tesori, la croce che mi ha regalato Suor Pony e il medaglione del mio principe della collina.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“11 Aprile 1913
Caro diario,
la scorsa notte ho sognato Anthony, nel bel mezzo del sonno ho sentito il rumore degli zoccoli di un cavallo al galoppo, senza rendermene conto mi sono precipitata fuori in camicia da notte, gridando – “ferma quel cavallo”, poi non ricordo più nulla, a quanto mi hanno raccontato le suore è stato Terence a trovarmi svenuta in fondo alle scale, doveva essere lui a cavallo. Avvolte sa essere così gentile, sono sempre più convinta che nasconde un animo nobile.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“20 Aprile 1913
Caro diario,
oggi ci hanno parlato della festa di maggio, è una festa meravigliosa con una sfilatta di carri, una splendida festa in maschera dove possiamo invitare i nostri familiari e amici. Simbolo della festa di maggio sono le principesse dei fiori che sfilano su un carro scortate dai loro cavalieri, quest’anno è stato deciso che le ragazze nate a maggio saranno le principesse dei fiori. Io sono un orfana e non so quando sono nata, ma avere un compleanno è stato uno dei doni più dolci che mi ha fatto Anthony il giorno che mi ha regalato la rosa Dolce Candy, ed era maggio, sarò una principessa dei fiori. Mi vedo sfilare col mio bel vestito, chi ci sarà accanto a me? Che stupida, come può venirmi in mente Terence? Ho già scritto gli inviti per Albert e lo zio William.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
Ange – “sembra che mia madre e il padre di Emily erano molto amici, lui è sempre presente nei racconti di lei, sembrano anche qualcosa di più, possibile che si fosse innamorata di Terence prima di mio padre?”
“10 Maggio 1913
Caro diario,
tra tre giorni ci sarà la festa di maggio ma, io sono rinchiusa nella cella di punizione fino alla fine della festa.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“11 Maggio 1913
Caro Diario,
incredibile ma vero, oggi sono riuscita a fuggire di prigione, sono scappata attraverso il tetto, poi sono rientrata prima di cena senza che nessuno se ne accorgesse.
Sono andata allo zoo dove lavora Albert per avvisarlo che non sarò presente alla festa e affidare Evelin alle sue cure.
Quando sono arrivata ho trovato Terence nella capanna di Albert, sono rimasta colpita non l’avevo mai visto sorridere così.
Purtroppo poco dopo abbiamo litigato, ha offeso Anthony, non lo capisco come fa a passare dalla dolcezza a una tale rudezza?
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“12 Maggio 1913
Caro diario,
grazie allo zio William sono riuscita a partecipare alla festa, mi ha mandato i costumi di Romeo e Giulietta, così mi sono mascherata.
Ho rischiato veramente grosso, stavano per scoprirmi, ma grazie a Terence me la sono cavata.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“20 Giugno 1913
Caro diario,
sono in Scozia, è un paese meraviglioso.
Finalmente ho capito perché Terence si comporta in modo così strano, è a causa della mancanza di sua madre, quando l’ho lasciato oggi stava discutendo con lei, spero che si siano chiariti.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
"21 Giugno 1913
Caro diario,
oggi sono stata nel castello dei Granchester, finalmente Terence si è chiarito con sua madre.
Ho passato uno splendido pomeriggio con lui davanti al camino, sembrava una vigilia di Natale, quando lui è così gentile non so spiegare quello che provo, mi sento così bene, perfettamente a mio agio, peccato che non è sempre così.
Buonanotte
Candy Andrew”
“30 Agosto 1913
Caro diario,
l’estate è finita, domani si torna a Londra.
Ho passato una splendida estate ma, oggi è successa una cosa che mi ha sconvolta, mentre ballavo con Terence in riva al lago lui mi ha baciata, il mio primo bacio non lo immaginavo così. Come si è permesso? E pensare che questa estate avevo pensato che lui fosse un ragazzo gentile e sensibile, invece è solo uno screanzato che bacia le ragazze a tradimento.
Pensare che i ricordi più belli dell’estate sono legati a Terence, mi sentivo rapita mentre mi recitava Shakespire, poi c’è stato quel pomeriggio a cavallo in cui mi ha aiutato ad affrontare le mie paure. Ora quel bacio ha rovinato tutto.
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange era sorpresa per quello che leggeva, si rendeva conto che il rapporto tra sua madre e Terence era cresciuto pian piano – “così mia madre ha dato il primo bacio al padre di Emily, chissà se Emily è a conoscenza di quello che c’è stato tra i nostri genitori”
 
“30 Ottobre 1913
Caro diario,
sono sttata tre giorni nella cella della scuola, la madre superiora voleva espelllermi.
Tre sere fa ha trovato a causa di un tranello di Irisa me e Terence nelle scuderie, così ha deciso di espellermi.
Solo grazie a Terence ha cambiato idea, stasera sono stata nella sua camera e ho trovato una lettera dove mi diceva che andava via per il mio bene.
Ho provato a raggiungerlo al porto ma la sua nave era già salpata, non ho potuto fermarlo.
Lo amo, come ho fatto a non capitrlo prima? Come posso restare qui senza di lui?
Andrò via all’alba, tornerò negli Stati Uniti per cercare la mia strada come hanno fatto Albert e Terence, e forse chissà un giorno ci ritroveremo e potremo vivere il nostro amore.
Addio
Candy Andrew”
 
Ange era scioccata “perché se mia madre e Terence si amavano tanto non sono rimasti assieme?”

Nda: care lettrici, ho deciso di dividere questo capitolo in due parti, la prima Ange impara a conoscere Candy nella seconda scoprirà lanverità sulla sua nascita. come noterete ho scelto il bacio dell'anime e non quello del manga, allora che ne pensate? aspetto con ansia le vostre recensioni, grazie

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Capitolo 42
*** La scoperta della verità (II parte) ***


CAPITOLO XLI (II parte)
LA SCOPERTA DELLA VERITA’
Ange era rimasta scioccata da quello che aveva letto sul diario di Candy, scese a cena dopo essersi cambiata, ma a tavola era stranamente distratta e silenziosa, pensava al fatto che sua madre avesse amato così tanto un uomo che non fosse suo padre, pensava perché si erano lasciati, se era quello il motivo per cui lo sguardo di sua madre nelle foto era sempre triste.
Albert decise che non poteva più rinviare il momento della verità così dopo cena fermo Ange –“tutto bene cara?”
Ange – “si papà, sono solo un po’ stanca”
Albert – “pensavo che è tanto che non facciamo una cavalcata insieme, ti va di andare a cavallo domani mattina?”
Ange – “certo, con molto piacere”
Albert – “allora ci vediamo domani a colazione, buonanotte”
Ange – “buonanotte papà”.
Ange rientrata in camera si preparò veloce per la notte, riprese in mano il diario di Candy, si sentiva stranamente in ansia, ma voleva sapere, doveva sapere.
Ripreso in mano il diario e si accorse che dopo l’ultima pagina che aveva letto c’erano diverse pagine bianche, poi proseguiva.
 
“30 Aprile 1917
Caro diario,
sono passati anni dall’ultima volta che ho scritto, ne sono accadute di cose da quella notte che lasciai il collegio carica di sogni, volevo trovare la mia strada e il mio amore, posso dire che li ho trovati entrambi, anche se ho dovuto dire addio al mio amore.
Oggi Albert mi ha restituito questo diario prima di lasciare la casa di Pony, quando ho lasciato il collegio ho chiesto di darlo allo zio William perché comprendesse le mie motivazioni, oggi mi è stato riconsegnato perché possa raccogliere le mie pene.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
Ange avvertiva il dolore di Candy in quelle poche righe, pensava –“perché aveva dovuto dire addio al suo amore? Era questa la causa delle sue pene?”
 
“6 Maggio 1917
Caro diario,
sono alla casa di Pony ormai da una settimana, mi piace stare qui, aiutare Miss Pony e Suor Maria coi bambini,durante il giorno c’è così tanto da fare che quasi dimentico il mio dolore.
La notte è diversa, anche la scorsa notte ho rivissuto nei miei sogni quella maledetta notte d’inverno a New York, sento nelle notti ancora il freddo dell’addio e il calore di quell’ultimo abbraccio.
Come stara Terence? Non posso pensare a come l’ho visto in quel teatro di Rocktown, distrutto dal peso di quella scelta che sta consumando anche la mia forza vitale. Quante volte ho desiderato odiare Susanna, ma non posso lei col suo sacrificio gli ha salvato la vita, è giusto che lui resti accanto a lei.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
Ange iniziò a piangere pensando al dolore che Candy aveva dovuto vivere, pensava che forse sua madre amò Terence fino alla fine e che portò negli occhi la tristezza di chi ha perso il vero amore, che neanche la sua nascita e l’amore di suo padre sono riusciti a cancellare del tutto.
 
“30 Agosto 1917
Caro diario,
da un paio di settimane sono rientrata a Chicago, mi manca la casa di Pony e quell’atmosfera di casa, ma dovevo tornare al mio lavoro.
Per fortuna non sono sola, non ce l’avrei mai fatta senza Albert, per fargli piacere ho accettato di andare a vivere a casa Andrew, è un piccolo gesto per una persona che ha sempre fatto tanto per me, ad essere sincera all’i’nizio ho provato a rifiutare, immaginando l’ostilità della zia Elroy, ma lui mi ha detto che non si sentiva tranquillo sapendomi a vivere da sola in città.
Mi sto impegnando molto nel lavoro, soprattutto mi stanco per non pensare, spesso accompagno Albert ai ricevimenti dell’alta società, gli sguardi dei giovanotti e i loro inviti a ballare mi ricordano che sono cresciuta e he ormai ho il corpo di una donna.
Avvolte scopro Albert a fissarmi, il suo sguardo farsi buio mentre vede i giovanotti che mi ronzano intorno, avvolte ho la sensazione che il suo affetto non sia un semplice affetto fraterno. Caro Albert, è veramente un uomo meraviglioso, vorrei tanto poter ricambiare i suoi sentimenti, ma il mio cuore è impegnato e lui merita una donna che lo ami davvero.
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange “così mia madre all’inizio non ricambiava mio padre, eppure queste pagine sono state scritte poco più di un mese prima del mio concepimento, mi chiedo come sono cambiati i suoi sentimenti così in fretta”
 
“10 Settembre 1917
Caro diario,
oggi su una rivista ho letto che Terence reciterà come protagonista nell’Amleto.
Non è stato facile, ma sono riuscita a convincere Albert a farmi andare alla prima a New York, non sarà facile tornare nella città dove mi ero recata con tanta speranza nel cuore e ho invece trovato il dolore più grande della mia vita, ho bisogno di accertarmi che lui sta bene, gli sarò vicina in modo discreto accontentandomi di ammirarlo da lontano, non saprà mai della mia presenza alla prima.
Tra un mese potrò rivederti amore mio, ti prego cuore mio resta tranquillo.
Buonanotte
Candy andrew”
Ange era commossa nel leggere le parole piene d’amore di sua madre, in fondo le faceva piacere che aveva deciso di rivedere Terence anche se da lontano, forse aveva bisogno di fare quel gesto per dirgli finalmente addio e permettere al suo cuore di amare ancora.
 
“25Ottobre 1917
Caro diario,
 sono passati dieci giorni da quella notte a New York in cui ho rivisto Terence, ho provato più volte a prenderti in mano per scrivere, ma è così difficile affrontare il vuoto enorme che mi ha lasciato nel cuore.
Sono stata alla prima dell’Amleto, sono rimasta incantata dal talento di Terence come sempre, ho provato ad andare via senza farmi vedere come mi ero ripromessa, ma in qualche modo lui mi ha vista e mi ha fermata fuori dal teatro, quando l’ho guardato negli occhi sono rimasta paralizzata, mi sono persa nel blu di quel mare in tempesta. Terence mi ha portata a cena,una cena silenziosa, c’era tra di noi un imbarazzo che non c’era mai stato, come potevo dirgli che non avevo mantenuto la mia promessa di essere felice? Come dirgli che in quel nostro addio avevo perso la mia forza vitale?
Dopo cena mi ha portata a casa sua, per un momento è sembrato che tutto fosse tornato come un tempo, ma quando ha suonato l’armonica per me qualcosa si è spezzato, non ho più potuto fingere e fermare le lacrime, allora lui mi ha presa tra le sue braccia, tra quelle braccia ho ritrovato la mia anima e lui la sua, potevo sentirlo le nosrtre anime vibravano all’unisono al tocco delle nostre carezze, è stata una notte meravigliosa, la scoperta di un amore adulto, la prima volta che ho fatto l’amore. Purtroppo col mattino è ritornatala la lucidità e sono andata via in silenzio, come potevo dirgli di nuovo addio dopo quella notte? Quel mattino ho riperso la mia anima, portandomi via un vuoto e un dolore più grande.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
Ange piangeva pensando al dolore di Candy che era così vivo in quelle parole, eppure c’era qualcosa che non andava “se io sono nata a Luglio e mia madre ha fatto l’amore con Terence a ottobre, come fa mio padre ad essere mio padre?”
“20 Novembre 1917
Caro diario,
in questo periodo sono sempre stanca, forse sto lavorando troppo, è l’unico modo che ho per non pensare. Albert è preoccupato per me e mi dispiace, ha notato la mia stancheza e che da quando sono tornata da New York mi sono allontanata da lui, non ho quasi il coraggio di guardarlo negli occhi, resterebbe così deluso se sapesse quello che ho fatto.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“25 Dicembre 1917
Caro diario,
è la notte di Natale e ormai non ho più dubbi, la mia stanchezza non è dovuta al lavoro, aspetto un bambino. Aspetto un figlio di Terence, sono felice di questo meraviglioso frutto, per tutto questo tempo il frutto del nostro amore è stato con me. Dovrò dirlo ad Albert, non posso nasconderlo ancora, ma come posso farlo?
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange era sempre più confusa non capiva – “Terence è mio padre e Emily mia sorella, ma perché mi hanno mentito?”
“1 Gennaio 1918
Caro diario,
ieri sera sono svenuta alla festa di capodanno, non è stato facile, ma ho dovuto dire ad Albert del bambino, non ho mai visto il suo sguardo così deluso.
Ho letto sul giornale che Terence è a Londra con Susanna perché suo padre sta morendo, Albert ha detto che gli invierà un telegramma. Caro Terence, mi dispiace non dirgli da vicino del bambino, chissà che faccia farà, sarà felice come me, ne sono sicura, troveremo il modo di stare insieme e aiutare Susanna.
Buonanotte
Candy Andrew”
Ange non riusciva a crederci – “perché Terence ha rinunciato a noi? Pensare che lui mi aveva fatto un ottima impressione, non potevo certo immaginare che sulla collina stavo parlando con mio padre”.
“12 Febbraio 1918
Caro diario,
è passato più di un mese dall’invio del telegramma a Terence e da lui nessuna notizia, è angosciante passare i giorni davanti alla finestra aspettando sue notizie, come può aver deciso di abbandonare il nostro bambino?
Non ho voglia di vedere nessuno e pensavo di essere al sicuro da sguardi indiscreti nella casa vuota di Lakewood, ma purtropo oggi è arrivata a sorpresa la zia Elroy, non posso dimenticare il suo sguardo di disgusto quando si è accorta del mio stato, non che mi importi davvero, ma in questo momento Albert è con lei e mi dipiace che debba passarne altre a causa mia. Ora è meglio che riposo.
Buonanotte
Candy Andrew”
 
“18 Febbraio 1918
Caro diario,
ormai non credo più che Terence si farà vivo, la zia Elroy è convinta che è Albert il padre del bambino e lui non ha voluto contraddirla per non mettermi nei guai, anzi mi ha proposto di sposarlo.
Non so cosa fare, una parte di me vorrebbe lasciarsi andare, il mio bambino è l’unica ragione per cui mi faccio forza e decido di andare avanti, non voglio che cresca come me senza una famiglia, voglio molto bene ad Albert e sono certa che sarà uno splendido padre, non potrei immaginare un compagno migliore.
Buonanotte
Candy Andrew”
Qella era l’ultima pagina del diario di Candy, era quasi l’alba quando Ange finì di leggere, troppe verità aveva scoperto in una sola notte, troppo dolore aveva percepito il suo cuore e troppe lacrime avevano consumato i suoi occhi, non capiva sapeva solo che aveva bisogno di restare sola, così mise pochi abiti in una sacca, scrisse una lettera per Albert e uscì dalla casa ancora addormentata.
A colazione Albert non vedendo arrivare Ange mandò una cameriera a cercarla
La cameriera tornò dopo poco – “signore, la signorina non era nella sua camera e il suo letto è intatto, ho trovato questa lettera per lei”
Albert prese la lettera tremando e iniziò a leggere
caro papà,
perdonami se vado via così, non voglio sembrarti un ingrata dopo quello che hai fatto per me, sei stato il migliore dei padri anche se tra noi non ci sono legami di sangue.
Hai capito bene, so la verità, so che Terence è mio padre, ho trovato il diario di mia madre.
Tu sarai sempre importante per me, ma ho bisogno di restare sola. Perdonami se puoi a presto
Tua figlia
Ange”
Albert si sentiva in colpa se solo avesse parlato prima ora Ange non si troverebbe sconvolta e sola chssà dove, ma l’avrebbe trovata.
Al mattino Ange arrivò a un piccolo villaggio aveva chiesto un passaggio a un carro senza sapere dove andare, salì il pendio di una collina e quando la pioggia la sorprese continuò a salire immersa nei suoi pensieri.
Su una nave Terence scrutava ansioso l’orizzonte sperando di vedere la terra, finalmente avrebbe abbracciato la figlia del suo unico amore.
In un altro punto del ponte altri occhi scrutavano l’orizzonte, gli occhi di una donna ansiosa di tornare a casa.

Nda: care, lettrici, la verità è venuta fuori, allor che ne pensate? Aspetto le vostre impressioni. Grazie a tutte per la vostra pazienza

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Capitolo 43
*** Ritorno ***


CAPITOLO XLII
Ritorno 
Terence era nervoso, non avrebbe voluto trascurare Emily, ma sentiva il bisogno di stare da solo, pensava cosa avrebbe detto ad Ange e a come la ragazza avrebbe reagito, temeva anche che Albert avrebbe tentato di non fargliela vedere pensando che aveva abbandonato lei e la madre quindi per prima cosa avrebbe dovuto chiarire con Albert.
Emily passeggiava sul ponte distratta dai suoi pensieri, chissà come avrebbe reagito Ange alla scoperta della verità, ora riusciva a capire il legame che c’era tra loro due, mentre fantasticava sul loro incontro non notò il gradino e inciampò, non riuscendosi ad alzare fu aiutata da un ufficiale.
Ufficiale – “tutto bene signorina?”
Emily – “non proprio, mi fa male la caviglia e non riesco ad alzarmi”
Ufficiale – “capisco, col suo permesso la porto in camera e le vado a chiamare l’infermiera perché le dia un occhiata”
Emily – “la ringrazio”
Emily aspettava l’arrivo dell’infermiera distesa sul letto della sua cabina, quando bussarono ed entrò una donna giovane, non molto alta,vestita in modo semplice, un caschetto biondo, ma quello che colpiva di lei erano due occhi verdi e limpidi che sembravano ad Emily familiari e rassicuranti.
Infermiera – “buongiorno signorina, sono l’infermiera di bordo, come sta la sua caviglia?”
Emily – “mi fa molto male, non vorrei fosse rotta, qualche mese fa mi sono rotta proprio questa gamba”
Infermiera – “non si preoccupi signorina, controllo subito. Le farà male, ma abbia pazienza”
Emily – “non si preoccupi, sono forte e resisto bene al dolore”
L’infermiera maneggiava la caviglia con professionalità, Emily incrociava i suoi occhi verdi che trasmettevano serenità.
Infermiera – “non si preoccupi signorina, la caviglia è solo slogata. Le faccio una fasciatura stretta e le do un analgesico, vedrà che in un paio di giorni starà meglio”
Emily – “la ringrazio temevo di arrivare negli Stati Uniti senza poter camminare”
Infermiera – “tranquilla, scenderà dalla nave sulle sue gambe”
Il sorriso dolce dell’infermiera aveva un effetto calmante su Emily, quella donna l’aveva conquistata e le dispiaceva che tra poco sarebbe andata via, così cercò uno spunto di conversazione 
Emily – “ha molto lavoro sulla nave?”
Infermiera – “ad essere sincera no, ma era l’unico modo per permettermi il viaggio, devo tornare dalla mia famiglia”
Emily – “anche io e mio padre stiamo raggiungendo mia sorella negli Stati Uniti”.
Mentre parlavano Terence entrò di corsa nella stanza senza neanche guardare la giovane infermiera che era con Emily, l’infermiera restò pietrificata a osservare Terence, erano passati tanti anni dall’ultima volta che si erano visti, lui non era cambiato per nulla, anche allora lei aveva dovuto curare sua figlia, sembrava che il destino si divertisse a farle certi scherzi – “quale sorella dovevano raggiungere? Cosa era successo in quegli anni?”.
Terence – “come stai piccola?”
Emily –“papà sto bene, è solo una slogatura. Ora va molto meglio grazie a questa brava infermiera”
Terence si alzò per ringraziarla, ma l’infermiera si era voltata, non poteva guardarlo negli occhi, vederlo poi così tenero con sua figlia le faceva male al cuore. Prima che Terence potesse aprire bocca l’infermiera corse fuori dalla cabina, Terence non capì cosa era successo ma istintivamente la rincorse, raggiuntala nel corridoio le afferro il braccio, quando lei si voltò resto pietrificato guardando quegli occhi verdi lucidi, la strinse a sé con tutta la sua forza – “Candy, non posso crederci, se è un sogno non voglio svegliarmi” disse tra le lacrime.
Candy si scostò bruscamente da lui, le gambe di entrambi tremavano, lei con uno sforzo enorme lo fissò negli occhi con uno sguardo duro – “Terence, cosa vuoi da me? Noi non abbiamo nulla da dirci, se sono su questa nave è solo per tornare da mia figlia”
Terence – “nostra figlia vorrai dire”
Candy – “nostra? Non ti sembra un po’ tardi per ricordarti che abbiamo una figlia?”
Terence – “mi sembra di averlo saputo un po’ tardi veramente”
Candy – “che stai dicendo? Albert ti ha inviato un telegramma quando ho scoperto di aspettare un bambino. Tu ci hai abbandonate! Come hai potuto Terence?” Candy ormai gridava tra le lacrime
Terence si avvicinò e asgiugò con una carezza le sue lacrime – “Candy, come hai potuto pensare una cosa del genere? Nulla poteva rendermi più felice di un figlio nostro, io non ho mai ricevuto quel telegramma”
Candy – “come è possibile?”
Terence – “pochi giorni prima di partire Susanna in punto di morte mi ha confessato di aver intercettato e bruciato il telegramma. Non immagini la mia gioia quando ho scoperto che i miei sospetti erano fondati, ero certo che Ange fosse mia figlia e non capivo perché tu ed Albert me l’aveste nascosta”
Candy – “non credevo che potesse essere così meschina, perdonami per aver dubitato di te”
Terence – “ora la cosa importante è che stiamo di nuovo insieme e presto raggiungeremo nostra figlia”
Ange – “a proposito, quando hai conosciuto Ange?”
Terence – “non molto tempo fa, ha studiato alla Saint Paul e il destino ha voluto che lei e mia figlia Emily diventassero grandi amiche. Da quando l’ho conosciuta ho sentito un legame speciale con lei, ti somiglia così tanto, è forte, indipendente e con un grande cuore, poi ha i tuoi occhi e quelle lentiggini che ho tanto amato, era l’ultimo legame con te, anche se non sapevo che è mia figlia non potevo rinunciare a lei. Quando sei scomparsa mi sono sentito morire, non potevo più sperare di ritrovarti un giorno. Cosa è successo? Dove sei stata tutti questi anni?”
Candy – “non avrei mai lasciato nostra figlia, tutto cominciò con quella tempesta che fece affondare la nave che mi riportava negli Stati Uniti dopo un periodo di studio a Londra, la corrente mi trascinò su una piccola isola dove mi trovarono delle suore, il monastero è l’unica cosa che c’è sull’isola, restai priva di sensi per mesi sono sopravvissuta solo grazie alle cure delle suore. Quando mi risvegliai ero ancora molto debole e non ricordavo nulla, chi ero, come ero arrivata lì,mi sforzavo di ricordare ma nulla, solo la notte sognavo una bambina dai grandi occhi verdi che mi chiamava mamma, sentivo di avere una figlia, il mio cuore la ricordava, ma non sapevo chi ero ne come cercare mia figlia. Quando mi ripresi iniziai ad aiutare le suore, stavo bene nel convento, ma non potevo dimenticare il vuoto nel mio cuore che ogni notte tornava a tormentare i miei sogni, così gli anni passarono. Solo un mese fa ho ricordato, mentre sistemavo delle cose fuori durante una tempesta persi i sensi per alcuni giorni, al risveglio avevo recuperato la memoria, ricordavo tutto e tutti, così le suore mi trovarono un imbarco per Londra sulla nave che gli porta i rifornimenti due volte all’anno, qui mi sono imbarcata offrendomi di lavorare come infermiera. Non avrei mai pensato di trovare proprio te sulla nave, ringrazio il destino che finalmente mi ha dato l’opportunità di cancellare il dolore del tuo abbandono. Come faremo a dire la verità ad Ange?”
Terence la prese tra le braccia –“non lo so cara, so solo che ora che vi ho ritrovate non vi lascerò più andare via” così dicendo cominciò a baciarla con dolcezza,
Candy provava a restare rigida – “Terence, non posso, sono una donna sposata”
Terence – “dimmi che non mi ami, che ami Albert e ti lascerò andare”
Candy – “Albert è un uomo meraviglioso, non so come avrei fatto senza di lui, ma non lo amo come amo te”
Terence – “parleremo con Albert, lui capirà, poi adora Ange vorrà vederla felice”.
Emily si chiedeva dove era finito suo padre per tanto tempo quando lo vide rientrare mano nella mano con la sua infermiera, non aveva mai visto suo padre sorridere in quel modo, era luminoso, anche l’infermiera aveva cambiato espressione, gli occhi di lei erano ancora più belli – “che succede?”
Terence – “tesoro, ti presento una persona importante, lei è Candy”
Emily – “la madre di Ange? Ange sarà felicissima, non immagina quanto ha sentito la sua mancanza, io la capisco anche se mia madre c’era non l’ho mai avuta vicina”
Candy – “cara, ti ringrazio per essere stata vicina ad Ange, sono sicura che noi due diventeremo grandi amiche” .
Candy ed Emily si abbracciarono con sincero affetto.
Il viaggio fu molto piacevole, i tre sembravano una splendida famiglia, mancava solo Ange, ma presto la loro felicità sarebbe stata completa. Candy ed Emily diventarono presto amiche e attraverso Emily Candy poté conoscere Ange, così scoprì che aveva ereditato da Terence il talento della recitazione, non vedeva l’ora di vederla recitare.
Quando sbarcarono partirono subito per Lakewood, il maggiordomo annunciò visite ad Albert che restò sorpreso di vedere Candy con Terence poi, era felice di rivederla ma come primo istinto diede un pugno in pieno viso a Terence.

Nda: care lettrici, piaciuta la sorpresa? Lanostra Candy è tornata giusta in tempo, il prossimo sarà l'ultimo capitolo.Che ne pensate? Grazie a tutte per la vostra pazienza

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Capitolo 44
*** Sulla collina di Pony ***


CAPITOLO XLIII
Sulla Collina di Pony
Candy era rimasta stupita che la prima reazione di Albert era stata scagliarsi contro Terence e neanche una parola per lei, Albert era pronto a scagliare un altro pugno, ma Candy lo fermò – “Albert aspetta ti prego!”
Albert la fiissò era cambiata, ma non molto e in fondo i capelli corti le stavano bene, gli occhi di lei non erano cambiati, quanto aveva desiderato potersi specchiare ancora in quegli occhi verdi, quanto l’aveva cercata, ora era lì sembrava un sogno “ma perché era con lui?”
Albert – “Candy, non mi sembra vero, quanto ti abbiamo cercata”
Candy – “ciao Albert, immagino che sei stato preoccupato,mi dispiace, ma avevo perso la memoria, appena ho ricordato sono tornata da voi”
Albert – “con calma mi racconterai, ma che ci fai con lui? Hai dimenticato che vi ha abbandonate?”
Candy – “era quello che credevo anch’io, ma non è così”
Albert – “che vuoi dire?”
Terence – “Albert, lasciami spiegare”.
Albert ascoltò con attenzione il racconto di Terence, non si sarebbe mai aspettato una meschinità tale da Susanna. Candy raccontò la sua storia, erano passati quasi tredici anni dalla sua scomparsa. Albert osservava Candy e Terence pensava a quante ne avevano passate quei due ragazzi che non avevano mai avuto l’opportunità di vivere il loro amore, erano lì ormai adulti eppure a lui sembravano gli stessi adolescenti di Londra, era così evidente che il loro amore conservava ancora la freschezza di quei giorni lontani.
Candy – “credo che sia giusto che Ange conosca la verità, so bene che la ami come una figlia, ma non è più una bambina, non possiamo nasconderle la verità per sempre”
Albert – “veramente Ange  conosce già la verità, lei sa tutto”
Candy – “come? Quando glie lo hai rivelato?”
Albert – “non glie l’ho rivelato io, in un certo senso sei stata tu Candy, qualche giorno fa ha trovato il tuo diario”
Candy – “povera piccola sarà sconvolta da quello che ha letto nelle pagine del diario. Voglio andare a parlarle, dove è ora?”
Albert – “veramente non so dove è, dopo aver letto il diario è andata via all’alba lasciandomi un biglietto dove diceva di non preoccuparmi, aveva bisogno di riflettere, anche ora Annie, Archie e Stear sono in giro a cercarla”
Mentre parlavano entrarono Annie e Archie nel salotto al piano terra, Candy si girò e Annie sbiancò a vedere l’amica, le due amiche sorelle si abbracciarono tra le lacrime.
Annie – “Candy, che bello vederti, ho sempre pensato che eri viva, mi sei mancata tanto”
Candy – “Annie cara, sei sempre bellissima, perdonatemi non volevo farvi preoccupare. Ti ringrazio per quello che hai fatto per Ange, so che sei stata una madre per lei”.
Archie era rimasto sulla porta era felice di vedere Candy, ma non capiva che ci facesse lì Terence, quando Ange era sparita Annie e Albert gli avevano raccontato la verità, parandosi davanti a Terence disse – “che ci fai tu qui? Non ti bastano tutti i danni che hai fatto? Quale uomo disonora la donna che dice di amare per poi abbandonarla quando è incinta di suo figlio?”
Candy si mise trai due – “ti prego Archie calmati, ci sarà tempo per le spiegazioni, ora la cosa importante è ritrovare Ange”
Archie – “va bene per il momento starò tranquillo, le cose importanti è che tu Candy sei tornata a casa e ora ritrovare Ange, ma tenetemi lontano questo verme di attore da strapazzo”.
Stear fu l’ultimo ad entrare, riconobbe subito Terence, e fu sorpreso di rivedere Candy che poteva riconoscere dalle foto – “zia Candy, sembra un sogno vederti Ange sarebbe così felice di abbracciarti, se sapesse che sei qui tornerebbe subito a casa”
Candy –“Stear caro, ti ringrazio perché sei stato un ottimo amico per la mia Ange”
Stear “zia Candy, non le sono stato abbastanza vicino, lei ha scelto di andarsene invece di confidarsi con me”
Candy – “non è per te, è normale che essendo sconvolta ha avuto bisogno di stare da sola. Terence, va a prendere Emily, come ho fatto a non pensarci prima, se fossi stata io l’unica che avrebbe capito dove mi sarei rifugiata sarebbe stata la mia amica sorella, quindi Emily può capire”.
Alla casa di Pony Ange si svegliava dopo due giorni, trovò davanti a se una donna sottile con gli occhiali che le sorrideva con dolceza – “signorina, finalmente si è svegliata, come si sente? A quanto pare la febbre è calata”
Ange – “mi sento un po’ stordita, dove mi trovo?”
Signorina – “è normale cara hai dormito per due giorni con la febbre alta, a quanto pare hai passato la notte sulla collina durante il temporale dell’altra notte. Si trova alla casa di Pony un piccolo orfanotrofio, io sono la responsabile Patricia O’ Brian, ma i miei ragazzi mi chiamano signorina Patty”
Ange – “così questa è la casa di Pony?”, Ange cominciò a piangere pensando che senza volerlo era arrivata proprio nel posto dove sua madre era cresciuta, come se una strana forza l’aveva condotta proprio in quel luogo che voleva da tanto visitare, sentiva come se aveva un appuntamento col destino.
Patty –“tutto bene signorina? Come si chiama?”
Ange –“grazie signorina per avermi curata, io sono Ange, è un vero piacere conoscerla. Non si preoccupi è che sono successe tante cose”
Patty – “cara Ange, sta tranquilla e riposa domani mattina se vuoi parleremo con calma. C’è qualche famigliare che posso avvisare che sei qua? Immagino che la tua famiglia sia preoccupata”
Ange – “se non le dispiace signorina Patty, preferirei parlarne con calma domani”
Patty – “certo cara, riposa domani parleremo”.
Patty tornando nella sua camera pensava a quella ragazza a cui si era sentita subito affezionata, quando aveva finalmente aperto gli occhi aveva trovato i suoi occhi tanto familiari – “Ange, possibile che è….?”
Emily arrivò a Lakewood dopo poco, tutti l’aspettavano nel salotto – “buonasera”
Candy – “Emily cara, c’è un problema e ho pensato che forse tu puoi aiutarci”
Emily – “se posso con molto piacere”
Candy – “vedi Ange ha scoperto la verità ed è andata via. So che voi siete molto legate, non sono riusciti a trovarla, tu immagini dove possa essere andata?”
Emily pensò che aveva tanto desiderato abbracciarla come sorella, poverina doveva essere sconvolta – “Candy, se non mi sbaglio l’orfanotrofio dove sei cresciuta non è lontano da qui, Ange mi ha detto tante volte che avrebbe voluto vedere dove sei cresciuta”
Candy – “certo la casa di Pony dove anch’io mi sono rifuggiata tante volte, partiamo subito”
Albert – “piccola, anch’io vorrei vederla subito, ma ormai è tardi e se Ange è alla casa di Pony Patty si sta prendendo cura di lei. Partiremo domani mattina presto, ora andiamo a riposare tu starai nella tua stanza mostreremo agli ospiti le loro camere”.
La mattina dopo Ange non aveva più la febbre, uscì di casa la mattina presto, salì sulla collina di Pony voleva vedere con calma il luogo tanto caro a sua madre, arrivò in cima e guardava il grande albero, i suoi rami forti davano un grande senso di protezione e sicurezza, si arrampicò sull’albero e sedette su un ramo, fissava l’orizzonte immersa nei suoi pensieri, certo la scoperta delle sue vere origini l’aveva sconvolta, ma non poteva scappare per sempre, non era giusto far preoccupare Albert che era stato pr lei un grande padre. Pensava all’ultima volta che aveva incontrato Terence su quella collina tanto simile a quella dove si trovava, aveva avvertito mentre parlava di sua madre le parole di un uomo innamorato, se solo avesse saputo, avrebbe voluto chiedergli perché le aveva abbandonate. Mentre fissava l’orizzonte vide arrivare un auto diretta verso la casa di Pony, riconobbe lo stemma degli Andrew, a quanto pareva l’avevano trovata, aveva bisogno di un po’ di tempo ancora, ma presto sarebbe scesa per raggiungere Albert.
L’auto degli Andrew si fermò davanti la casa di Pony, i bambini le andarono incontro, Patty uscì fuori richiamata dal vociare dei bambini, anche lei riconobbe subito lo stemma, quando vide uscire dall’auto Candy insieme ad Albert e Terence con una ragazza che non aveva mai visto si lanciò ad abbracciare l’amica che non vedeva da tanti anni, non riusciva a smettere di piangere.
Patty – “Candy cara, mi sembra un sogno, ho pregato tanto perché tu tornassi a casa sana e salva, ringrazio il buon Dio per averti rimandato da noi”
Candy – “grazie Patty, le tue preghiere sono servite mi sono salvata per miracolo. Ho una cosa importante da chiederti, è arrivata qualche giorno fa una ragazza da voi?”
Patty – “intendi tua figlia Ange? Si è arrivata tre giorni fa, aveva la febbre, si è risvegliata ieri sera e ho capito solo ieri chi era, non aveva più la febbre, ma mi sembrava stanca, così ho pensato di parlarci stamattina e di avvisare poi Albert”
Candy – “grazie al cielo sta bene. Ora dov’è?”
Patty – “quando mi sono alzata stamattina non c’era in camera, ma i bambini mi hanno detto di averla vista sulla collina”.
Candy corse subito verso la collina, Terence stava per seguirla quando fu fermato da Albert – “credo che per il momento sia meglio che la raggiunga solo Candy, lasciamole sole avranno tanto da dirsi, quando saranno pronte ci raggiungeranno loro”
Terence – “hai ragione Albert”.
Candy correva sulla collina come quando era bambina, il cuore pieno di gioia al pensiero di rivedere Ange, arrivò in cima alla collina, ma non vide nessuno, chissà dove era andata, avvicinandosi al grande albero vide la ragazza seduta su un ramo in alto così assorta nei propri pensieri da non accorgersi di lei. Candy iniziò a salire accorgendosi che non aveva perso la sua agilità, poi l’idea di raggiungere finalmente sua figlia le metteva le ali. Quando Candy arrivò pochi rami sotto dove Ange era seduta la ragazza si accorse di lei, le due si guardarono negli occhi, Ange non riusciva a crederci quante volte aveva sognato di vedere arrivare sua madre e ora eccola lì su quell’albero, non poteva certo buttarsi tra le sue braccia visto l’altezza, ma aspettava con ansia che Candy la raggiungesse, dopo un attimo di esitazione Candy continuò a salire fino a sedersi sul ramo accanto a Ange.
Candy – “ciao Ange, sei diventata veramente una bella ragazza”
Ange – “mamma? Come è possibile, sto sognando?”
Candy – “no cara, non stai sognando. Perdonami piccola, non volevo abbandonarti, ma avevo perso la memoria”
Ange – “mamma mi sei mancata tanto, sono così felice di vederti” disse tra le lacrime
Candy – “non piangere piccola, ora sono qui e non ti lascerò mai più. Anche tu mi sei mancata, anche se non avevo memoria ti sognavo tutte le notti, il mio cuore non poteva dimenticarti, quando sono stata male è stato il ricordo di te a tenermi in vita, avevo promesso che ti avrei protetta ad ogni costo dalla sofferenza e invece ti ho fatto crescere senza una madre”
Ange – “mamma perdonami, ma ho letto il tuo diario, era tanta la voglia di conoscerti. Mi dispiace che hai sofferto tanto, non avrei mai immaginato certe cose”
Candy – “ora sai tutto di me e Terence, immagino lo shok che hai subito. E’ incredibile che ti sei rifuggiata proprio su quest’albero, era qui che io mi rifuggiavo nei momenti di maggiore sofferenza, lo chiamavo papà albero, si vede che ci somigliamo tanto”
Ange – “il mio problema è che a quanto pare ne ho due di padri, non capisco come è possibile che Terence ci ha abbandonate, sai l’ho conosciuto, ma non sapevo ancora la verità, mi aveva fatto un ottima impressione, anzi mi era sembrato innamorato di te. Tu ne sei ancora innamorata?”
Candy – “si cara, e credo che lo amerò per sempre. Devo dirti che lui non voleva abbandonarci, ha saputo che sei sua figlia solo poco tempo fa, Susanna gli aveva nascosto il telegramma dove lo mettevo al corrente della mia gravidanza”
Ange – “è una storia assurda, povera Emily ora capisco gli atteggiamenti della madre, lei è mia sorella e non solo la mia migliore amica, voglio essere una buona sorella. C’è un’altra cosa, vorrei parlare con Terence e conoscerlo meglio, credi che papà Albert ci resterà male?”
Candy – “tesoro mio, Albert ti adora e capirà il tuo bisogno di conoscere tuo padre, infatti sono alla casa di Pony che ci aspettano entrambi, e c’è anche Emily, ti va di raggiungerli?”
Ange – “va bene mamma, ma prima devo fare una cosa appena scendo dall’albero”.
Ange e Candy scesero insieme dall’albero, si guardarono per un lungo istante poi Ange si lanciò tra le braccia della madre, era per entrambe un sogno che si avverava, ridevano e piangevano insieme.
Arrivate alla casa di Pony Albert, Terence e Emily le aspettavano nel piccolo salottino, Albert e Terence si alzarono all’istante mentre Emily restò a una certa distanza, per prima cosa Ange si lanciò tra le braccia di Albert
Ange – “perdonami papà, non volevo farti preoccupare”
Albert – “tranquilla piccola, l’importante è che stai bene. C’è qualcun altro che è venuto fin qui per vederti”.
Ange si staccò dall’abbraccio di Albert e si diresse verso Terence, i due si fissavano negli occhi, il verde smeraldo si perdeva nel blu mare durante un tempo che sembrava infinito, quanto si era sentita attratta da quello sguardo fin dalla prima volta che l’aveva incrociato, in quel momento ne capiva il motivo.
Ange – “così tu sei….”
Terence – “si piccola, lo so dovremo imparare a conoscerci, ma ti prego permettimi di abbracciarti”
Ange e Terence si abbracciarono mentre Candy li guardava commossa, le sembrava un sogno.
Gli occhi di Terence fissavano Ange pieni di lacrime – “non ci posso credere ho finalmente accanto a me le donne più importanti della mia vita. Vieni Emily”
Emily si avvicino e terence le fissava tenendo le mani sulle spalle delle due ragazze –“voi due e Candy siete le persone che amo di più”
Ange – “a quanto pare siamo sorelle”
Emily – “già mi tocca sopportarti”
Ange le fece una linguaccia e Emily le tenne un finto broncio, tutti e tre scoppiarono a ridere
Terence – “a quanto pare avrò il mio bel da fare con voi due”
Candy osservava la scena commossa, finché vide Albert uscire dalla stanza.
Candy – “Albert aspetta, io sono tua moglie non ti lascerò, non posso dimenticare quello che hai fatto per noi”
Albert – “piccola, è tempo che voi abbiate finalmente l’opportunità di vivere il vostro amore ed essere felici, noi non abbiamo avuto rapporti fisici, non sarà difficile avere l’annullamento del matrimonio”
Candy – “Albert grazie, sei un uomo meraviglioso, e tu che farai?”
Albert – “è tanto che desidero tornare in Africa, penso che farò un viaggio e lascerò gli affari in mano ad Archie”.
Candy – “arrivederci Albert, tu farai sempre parte della nostra vita, promettimi che ci scriverai”
Albert – “certo che vi scriverò e un giorno ci rivedremo”.
Candy tornò dentro la gioia che si respirava era grande, sembrava che tutti e quattro fossero sempre stati assieme, era tempo per loro di cominciare una nuova vita come una famiglia, Terence la strinse a sé e la baciò mentre Ange ed Emily speravano nel cuore di vivere un amore come il loro che resisteva alle tempeste con Stear e Lucas.

Nda: care lettrici, siamo arrivate all'ultimo capitolo, voglio ringraziarvi tutte per la vostra pazienza. Presto pubblicherò l'epilogo, ma vorrei  tanto sapere che ne pensate della mia storia

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Capitolo 45
*** Epilogo I ***


EPILOGO I
Albert tornò in Africa dopo tanti anni, desiderava rivedere l’ambulatorio che aveva costruito e il suo vecchio amico il dottor Frank Jeffer.
Dott. Frank – “Albert, quanti anni, non vedo l’ora di farti vedere le migliorie che abbiamo apportato all’ambulatorio grazie ai tuoi finanziamenti. Chi avrebbe mai immaginato che quel giovane che collaborava con me era il capo della famiglia Andrew. Devo chiamarti signor Andrew?”
Albert – “non scherzare Frank, io sono sempre lo stesso Albert”
Dott. Frank –“ti ricordi di mia moglie Luane?”
Albert – “certo, sempre incantevole” disse baciandole cavallerescamente la mano
L’affascinante donna di colore sorrise – “grazie Albert, siamo felici di rivederti, anche Diane non vede l’ora”.
Il dottor Frank Jeffer veniva da una buona famiglia di New York, ma durante un periodo di volontariato in Africa aveva conosciuto Luane una donna del luogo e se ne era innamorato, quando decise di sposarla la famiglia lo diseredo da quell’unione era nata Diane.
Albert – “a proposito, dov’è la piccola Diane?”
Dott. Frank – “amico mio, non è più tanto piccola, oramai è una giovane donna, sta lavorando in ambulatorio è una dottoressa”
Albert si rinfrescò e andò a visitare l’ambulatorio, era così cambiato dall’ultima volta, non era più la capanna che ricordava, ma si era trasformato in un piccolo ospedale che conteneva tutte le attrezzature più moderne per poter curare al meglio i pazienti, nonostante quella ventata di modernità il villaggio conservava una natura incontaminata che riempiva il cuore di pace e lo faceva sentire a casa.
Arrivato al reparto pediatrico notò una dottoressa china su un bambino, aveva degli atteggiamenti così materni che lo colpì subito, era una giovane donna molto bella alta e sottile con dei lunghi capelli neri e la pelle non molto scura.
La dottoressa alzandosi notò Albert e sorrise per poi lanciarsi tra le sue braccia – “Albert, che bello che sei tornato”
Albert restò sorpreso da tanta familiarità – “mi perdoni dottoressa, non riesco proprio a ricordarmi di lei”
Dottoressa – “ma dai Albert, sono Diane”
Albert la osservò non era rimasto nulla della terribile ragazzina quattordicenne che lui ricordava – “perdonami Diane, sono felice di vederti, sei davvero cresciuta”
Diane – “lo voglio sperare, sono passati venti anni, ti aspettavi la ragazzina dispettosa con le trecce?”.
I giorni passavano piacevoli, Albert lavorava tanto, gli faceva bene l’aria familiare e la natura selvaggia restava incantato a guardare i tramonti, ogni sera si sedeva all’esterno perso nei propri pensieri ad ammirare i lunghi tramonti, in una di quelle sere Diane gli si avvicinò.
Diane – “posso signor Andrew o disturbo?”
Albert –“Diane tu non disturbi mai, poi da quando mi chiami signor Andrew?”
Diane – “da quando mi sono resa conto che non sei più l’Albert che ho conosciuto venti anni fa”
Albert – “cosa? Io sono lo stesso Albert di sempre”
Diane – “senti Albert, io non so cosa ti è successo in questi anni, ma so che l’Albert che conoscevo era sempre allegro, spontaneo, pieno di energie che contaggiavano chiunque gli stava intorno, orasei silenzioso con un velo di tristezza negli occhi, sembri sempre distante. Immagino che il peso delle responsabilità siano state pesanti in questi anni, ma credo che sei venuto qui anche per ritrovare te stesso, e ti consiglio di ritrovarlo presto. Non abbiamo bisogno dell’aiuto di persone a metà. Perdonami se sono stata troppo dura sappi che se hai bisogno puoi parlare con me”.
Albert era rimasto colpito dalla schiettezza con cui Diane gli aveva parlato, non poteva andare avanti in quel modo era tempo di reagire.
I mesi trascorsero veloci Albert tornò pian piano quello di un tempo, senza rendersene conto aspettava sempre con maggiore ansia le sue chiacchierate serali con Diane, lui si era confidato con la ragazza che si era dimostrata un ottima ascoltatrice, lei gli parlava dei suoi sogni e dei suoi progetti, gli piaceva quella ragazza dal carattere allegro e spensierato e pure così inflessibile e decisa nel lavoro, la loro amicizia cresceva ogni giorno e anche la loro affinità sul lavoro.
Dopo sei mesi Albert tornò negli Stati Uniti e si fermò qualche giorno a New York a casa di Candy  e Terence, casa che era stata il suo dono di nozze per i due ragazzi, il suo cuore era tornato sereno, era felice di vedere Candy e Ange, soprattutto le trovava veramente bene, aveva anche ritrovato il suo vecchio amico Terence e per lui Emily ormai era un’altra nipote.
Tornato a Chicago si sentiva solo la grande casa era troppo vuota, non se la sentiva di fermarsi sempre da Annie e Archie anche se a loro faceva piacere, specialmente da quando Stear si era trasferito a New York per studiare architettura.
Le lettere di Diane erano la sua finestra sull’Africa, la continua corrispondenza rappresentava la sua oasi di pace nel caos degli affari, aveva nostalgia dell’Africa, degli spazzi sconfinati, dei suoi animali, i suoi abitanti, soprattutto ormai doveva ammettere che aveva nostalgia dei momenti serali con Diane, aveva nostalgia di quella giovane donna, pensò che Archie aveva fatto un ottimo lavoro in sua assenza e presto sarebbe potuto partire di nuovo.
Dopo sei mesi Albert tornò in Africa pieno di regali per i bambini che Candy, Annie e le ragazze gli avevano aiutato a preparare, ma quella volta poteva fermarsi solo tre mesi. Frank Jeffer e sua moglie Luane osservavano come Diane era stata triste nel periodo in cui Albert era stato lontano e come era tornata felice quando lui era lontano, Diane e Albert passavano sempre più tempo insieme, ormai nel villaggio si vociferava di una relazione trai due, non che la cosa gli sarebbe dispiaciuta, conosceva Albert e la sua onestà, ma non voleva che sua figlia soffrisse, così una sera decise di parlare chiaro con lui.
Dott. Frank – “Albert, forse ti avrà stupito la mia richiesta, ormai saprai quello che si vocifera nel villaggio su te e Diane, tu tra un mese andrai via e lei è la mia unica figlia, non voglio vederla soffrire”
Albert – “Frank, capisco quello che provi, sappi che tengo molto a Diane, in questi mesi di lontananza ho capito quanto, vorrei chiederti la sua mano, se lei accetterà o in mente un piano che renderà tutti felici”
Dott. Frank – “sono sicuro, della tua onestà amico mio, se Diane accetterà io e mia moglie saremo felici di darvi la nostra benedizione, falle pure la tua proposta”.
La sera dopo Albert e Diane si ritrovarono come sempre dopo il lavoro, Albert era nervoso, ma non poteva più attendere – “Diane, come sai bene tra un mese dovrò Tornare negli Stati Uniti”
Diane si voltò per non fargli vedere che i suoi occhi si riempivano di lacrime, lo sapeva bene, ma non voleva pensarci – “lo so Albert, ma ti prego non parliamone ora”
Albert le prese la mano costringendola a voltarsi e a guardarlo negli occhi, asciugò le sue lacrime, allora la ragazza lo sorprese gli butto le braccia al collo e lo baciò, non aveva mai ricevuto un bacio così forte che lo fece vacillare.
Diane – “perdonami”
Albert – “di cosa? Mi hai solo anticipato. Voglio che tu parta con me”
Diane – “non posso, la mia vita e i miei sogni sono qui”
Albert – “e la la mia vita e i miei sogni sono qui con te. Voglio che tu venga con me per conoscere la mia famiglia, il tempo di lasciare l’azienda nelle mani di mio nipote e torneremo qui insieme”
Diane – “faresti questo per me?”
Albert – “veramente lo farei per me, con te ho ritrovato me stesso, ho sempre sognato di vivere nella natura. Vuoi essere mia moglie?”
Diane – “siiii”
I due si baciarono con passione, Albert finalmente era veramente a casa, finalmente anche lui aveva trovato un amore, la sua casa era nel cuore della donna che amava e che ricambiava il suo amore.

Nda: carissime, eccomi al primo epilogo, che ne pensate come soluzione per Albert? Il prossimo sarà l'ultimo e ho in serbo una sorpresa che vi pacerà. Datemi un cenno che vi è piaciuta la mia storia

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Capitolo 46
*** Epilogo II ***


EPILOGO II
Ange ed Emily dopo essersi diplomate hanno fatto entrambe i provini per la migliore accademia di arte drammatica d New York, desideravano realizzare il loro sogno di diventare grandi attrici come il padre e la nonna, entrambe entrarono al primo tentativo, era bello studiare e poter recitare contemporaneamente, anche se ottenevano solo ruoli secondari essendo alieve del primo anno riuscivano sempre a lasciare il pubblico senza fiato per la loro interpretazione.
Anche Stear si era trasferito a New York, era stato ammesso alla facoltà di architettura della Cornell University una delle migliori degli Stati Uniti, anche se viveva al campus universitario approfittava di ogni momento libero per passarlo con Ange, all’inizio il loro rapporto non era cambiato molto, Stear non voleva farle pressioni sapendo tutti i cambiamenti che ci erano stati nella sua vita in quel periodo, fu Ange ad affrontare il discorso di una loro relazione, non capiva cosa era cambiato
Ange – “per te è diverso ora che sai che non sono una Andrew?”
Stear – “ma che dici? Tu sei sempre la stessa Ange che ho imparato a conoscere in questi anni, cosa dovrebbe essere cambiato?”
Ange – “vedi prima che io sparissi dopo il funerale della zia Elroy  sembrava che stesse nascendo una relazione tra noi che non era proprio fraterna, ora mi sembri così distante, ho temuto che i tuoi sentimenti fossero cambiati”
Stear – “Ange guardami, se ti sono sembrato distante in questo periodo è solo perché volevo darti un po’ di respiro dopo tutto quello che ti è successo”
Ange – “vuoi dire che i tuoi sentimenti non sono cambiati?”
Stear – “io ho due sogni diventare un affermato architetto e poi sposarti se vorrai”
Ange – “certo che vorro. Io nel frattempo sarò diventata una famosa attrice di Broadway”.
Candy e Terence videro Ange e Stear che si baciavano nel giardino, Candy sorrise felice mentre Terence fece una smorfia
Candy – “Terence, comportati bene, lo sai Ange non è più una bambina e Stear è un bravo ragazzo”
Terence – “lo so so che non è più una bambina  a dire la verità Stear mi piace, è l’idea che potrei trovarmi come consuocero quel damerino di Archibald a non piacermi”.
Emily e Lucas si scrivevano e lui era stato anche a trovarla, ma dopo la dichiarazione che si erano scambiati alla festa di maggio non avevano potuto avere una relazione a causa della distanza, un giorno Lucas si presentò in uniforme alla porta di casa senza avvisare.
Emily – “che significa?”
Lucas le sorrise – “mi fai accomodare?”
Emily – “certo. Ora spiegami, cosa significa questa divisa?”
Lucas – “sono stato ammesso all’accademia navale di New York, la stessa dove ha studiato mio padre. Un giorno sarò un grande capitano come lui, potrò navigare per tutti i mari, visitare sempre posti nuovi”
Emily – “sono felice che finalmente saremo vicini, mi sei mancato”
Lucas – “anche tu mi sei mancata, ora potrò chiedere a tuo padre il permesso di frequentarti”
Emily – “ne sarò felice. Pecccato che in futuro saremo spesso lontani”
Lucas – “è vero il mio lavoro mi porterà spesso in viaggio, ma quando tornerò a casa sarà da te che tornerò”.
Annie e Archie si sentivano soli a Chicago con Stear a New York e la loro secondo genita Rose a Parigi per studiare come disegnatrice di moda, avevano tanto da dare e la casa era così vuota, così decisero di andare in un orfantrofio e adottare un bambino.
Arrivati all’orfanotrofio restarono colpiti da un bambino di otto anni dallo sguardo triste che se ne stava in un angolo
Annie – “madre, vorremmo conoscere quel bambino”
Suora – “quello è Jack di otto anni, sua madre è morta dando alla luce la sua sorellina di cinque, suo padre è morto due mesi fa in un incidente sul lavoro lasciandoli orfani, ve lo faccio chiamare subito”
Archie – “ciao Jack, io sono Archie e lei è mia moglie Annie”
Il bambino li fissava, ma non rispondeva, quei due sembravano delle belle persone.
Annie si abbasso e gli sorrise, sapeva bene cosa provava quel bambino – “caro vedi, noi abbiamo due figli ormai grandi e viviamo da soli in una grande casa. Saremmo davvero felici se tu accettassi di venire a vivere con noi come figlio nostro”
Jack – “veramente volete me?”
Archie – “certo figliolo, se tu vuoi”
Jack – “non preferireste una bambina più piccola?”
Annie intuì che il bambino si riferiva a sua sorella, era disposto a rinunciare a una famiglia per amore di sua sorella, proprio come Candy aveva fatto per lei quando erano bambine – “parli di tua sorella?”
Jack – “si signora, lei sembra molto dolce, mia sorella è piccola ha bisogno di una mamma”
Archie intuendo i pensieri della moglie dal suo sguardo disse – “valla a chiamare, vorremmo conoscerla”
Jack – “certo, grazie signore”
Annie – “Archie caro, non possiamo separare un fratello e una sorella”
Archie – “hai ragione, possiamo benissimo dare una famiglia a due bambini, sarà una gioia doppia”
Jack tornò tenendo una bambina per mano – “questa è la mia sorellina Sarah” la bambina si nascose dietro al fratello,  
fu Annie ad avvicinarsi – “ciao Sarah, sei bellissima, sai mi piacerebe tanto essere la tua mamma, vuoi venire con noi?”
La bambina sgranò gli occhi non aveva mai avuto una mamma allungò le braccia ed Annie la prese in braccio.
Jack stava andando via per non far vedere le lacrime, era felice per la sorella,
Archie gli posò una mano sulla spalla –“Jack, dove vai?”
Jack – “torno in cortile, grazie signore”
Archie – “non vuoi proprio venire a casa con noi?”
Jack si girò e lo fisso incredulo – “non sta scherzando signore?”
Archie – “certo che no,vi vogliamo tutti e due”
Archie e Annie tornarono a casa felici coi due bambini.
Albert sbarcò a New York con Diane, aveva chiesto con una lettera a Annie e Archie di raggiungerli a New York voleva fare una sorpresa alla sua famiglia presentandogli la sua futura sposa.
Quando a casa Granchester lo videro arrivare con la splendida donna furono tutti sorpresi,ma capendo che Albert era innamorato erano felici per lui.
A pranzo fu Terence a rompere il ghiaccio – “allora vecchio mio, immagino che ci hai chiesto di essere tutti qui per un motivo”
Albert – “si ho un annuncio importante, Diane è la mia fidanzata, ci sposeremo presto”
Candy corse ad abbracciarlo e poi abbracciare Diane – “benvenuta in famiglia cara, sono sicura che diventeremo grandi amiche”
Dopo fu il turno Ange, Annie e Emily, mentre le donne parlavano tra di loro gli uomini si congratulavano con Albert, erano tutti presenti anche Stear e Lucas un'unica famiglia in cui Diane si sentì subito accolta.
Albert – “ho un altro annuncio da farvi, mi trasferirò in Africa con Diane, al consiglio della settimana prossima annuncerò le mie dimissioni come presidente delle indusrie Andrew e nominerò Archie mio successore”
Archie – “capisco le tue motivazioni e sarò onorato di accettare”
Albert – “ovviamente siete tutti invitati al nostro matrimonio in Africa. Candy voglio che tu e Terence siate i miei testimoni”
Candy e Terence si guardarono complici negli occhi, non potevano più tacere.
Candy – “saremo onorati, ma dovrete aspettare, non sono in condizioni di viaggiare. Aspetto un bambino”.
Ancora auguri per la splendida notizia, festeggiarono fino a tardi il fidanzamento di Albert e la gravidanza di Candy.
FINE
 

Nda: ecco l'ultimo capitolo, grazie a tutte di cuore per la pazienza di leggerla tutta, questa prima ff mi mancherà. Allora a voi è piaciuta? Un abbraccio a ogni lettrice Myriam

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