Voice

di Calice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Speaker's world! Ti odio ragazza... ***
Capitolo 2: *** Working together...Più o meno! ***
Capitolo 3: *** Bet on fight! Vuoi scommettere? ***



Capitolo 1
*** Speaker's world! Ti odio ragazza... ***


Radio Deava:

Solo per la tua Voce

 

Hey! Come va? VI mancavo vero? (A me per niente) REBECCA! O pestifera creatura di sei anni con faccino angelico! Cuginetta a te ti vedo tutti i santi giorni quindi risparmiami! (Ma se sei tu che dovresti risparmiare me pubblicando altre storie! Poi non devi continuare Apri gli occhi?)

 Si è vero! E lo sto facendo cosa credi! (purtroppo) Ti ignoro… è solo che ho quest’idea da un eternità ed ora ho deciso di postarla! Siete contenti ve’? (na’ cifra!)

 

Radio Deava:

perchè Silvia De Alisia non si ferma per nessuno

(e perché Apollo Fudo è deciso a fermarla)

 

"Ma sentila!" esclamò "Sprizza energia da tutti i pori, è vulcanica e fragile nello stesso tempo, cosi svampita e folle, sorridente, solare e terribilmente distratta... Lunatica... Tenace, determinata e orgogliosa, molto orgogliosa. Disordinata, sempre di buon umore. Eppure è insopportabile e presuntuosa. Odia mostrare le sue debolezze, che siano piccole o grandi. Ah, quasi dimenticavo, e odia me o perlomeno quelli come me. Ma non si deve preoccupare la cosa è reciproca". Un ragazzo atletico e muscoloso dai capelli rosso fuoco e due pietre d'ambra al posto degli occhi parlava e gesticolava tentando di incenerire il tecnico dai tratti fortemente orientali con due grandi occhialoni rotondi, minuto e magrolino che aveva davanti. "Apollo dai non farla cosi tragica! Infondo l'hanno solo invitata come ospite fissa nel tuo programma radiofonico! Che sarà mai!" replicò il piccoletto. "Che sarà mai!" urlò rosso di rabbia e verde di bile "Jun, tu-non-capisci la gravità della situazione!" parlava lentamente come si fa con i bimbi piccoli per poi accellerare di colpo come in preda ad un attacco di panico "E' una catastrofe di proporzioni bibliche! Quella ragazza è una calmità naturale...! e non parlo di Reika" aggiunse poco dopo indicando una giovane che lavorava a Radio Deava insieme a loro perennemente perseguitata dalla sfortuna. Una bella donna bionda con i capelli che le arrivavano alle spalle e due begl’occhioni acquamarina sentì gli stepiti di Apollo e con voce comprensiva gli chiese "Cosa hai?".

Lui si girò scocciato "Cos'ho Celiane? Me lo chiedi?! Voi non potete farmi questo!". Aveva una stupenda voce, Apollo, si ritrovò a pensare la ragazza, ed era proprio quella voce ad avergli valso il posto nella radio. Oltre poi alla sua incredibile parlantina. Di cui era dotata anche un' altra persona... "Apollonius ed io abbiamo preso questa decisione di comune accordo poichè quella Silvia, se tu non te ne fossi accorto, riesce a tirar fuori la parte più competitiva di te stesso e questo piace agli ascoltatori" rispose risoluta la bionda. Celiane Dealy e Apollonius Vane erano, all'inizio della loro carriera, due semplici tecnici del suono. Perchè erano? I due grazie al loro lavoro e alle loro voci si erano innamorati ed in poco tempo erano riusciti a diventare talmente bravi da poter fondare una loro radio, Radio Deava, che in quattro e quattr’otto era diventata la più ascoltata e famosa del paese.

Apollo era stato assunto come speaker dalla Dealy quando aveva solo 14 anni ed aveva fatto successo. Ora a 17 anni e tre quarti era ricercato, famoso ed ascoltato da milioni di persone. Ricordava ancora il momento in cui gli avevano chiesto di fare quel lavoro. Stava discutendo con un suo amico e lei gli si era avvicinata. Con naturalezza gli aveva domandato "Hai una spendida voce. Vuoi lavorare come radiofonico?" e lui senza farselo ripetere due volte aveva accettato.

Gli servivano soldi e perchè non scegliere di guadagnarli con il minimo sforzo? Solo dopo aveva capito che alzarsi alle 5.30 e fare le ore piccole non era proprio una pacchia, sopratutto da quando c'era lei.

Aveva telefonato al suo programma una volta e da allora lo faceva sempre, ogni santo giorno alla stessa ora lui aspettava una sua chiamata ed iniziava a litigare con lei poichè, qualsiasi argomento stesse discutendo il rosso, la ragazza non era d'accordo. Che fossero gli animali o la fisica nucleare.

 

FLASHBACK

"Beh, ecco arrivato il momento delle chiamate. Salve!" trillò Apollo.

"Io non sono d'accordo" aveva esordito lei saccente.

"Chi saresti?" domandò lui irritato.

"Chi sono? Mi chiamo Silvia e ti basti sapere che secondo me hai torto" replicò lei all'istante.

Parlarono, o per meglio dire, si azzannarono sui diversi argomenti per poi sbottare.

"Vipera!"

"Animale!"

"Fessa!"

"Idiota!"

"Scema!"

"Deficente!"

"Antipatico!"

"So-tutto-io!"

"Egocentrico!"

"Oca!"

"Asino!"

"Zitella!"

"Acaro!"

"Pidocchio!"

"Pulce!"

“Farabutto!”

“Strega!”

“Orco!”

“Rospo!”

“Troll!”

“Acida!”

Continuarono finchè non intervenne Apollonius che cercò di calmarli constatando "Quando avrete finito la vostra vasta e infinita lista di insulti, fateci un fischio! Ci sono degli ascoltatori, per diamine!" per poi sussurare a bassa voce "Se ancora ci sono ascoltatori..."

"Dannazione, lo sai che ti odio?" chiese il radiofonico dopo essersi sorbito ben cinque minuti della parlantina della ragazza.

"Anch'io, con tutto il cuore" ribattè lei soddisfatta e riattaccò.

FINE FLASHBACK

 

Quella vipera gli faceva odiare il suo lavoro più delle levatacce di primo mattino e delle ore intere di diatribe con noiosi professoroni boriosi.

Ed ora la sua dolce (come un limone) e amabile (quanto un topo morto) datrice di lavoro aveva deciso così su due piedi di farla venire come co-radiofonica al SUO, e sottolineava SUO, programma?!! Apollonius avrebbe pagato per questo!

 

 

Silvia De Alisia riattaccò e sorrise sorniona prima di mettersi a saltare sul letto, mangiare quintali di cioccolata, guardare la Tv, leggere un libro, studiare chimica e ascoltare la musica di Radio Deava il tutto rigorosamente fatto insieme.

Non sapeva trattenersi dal ridere quando le aveva telefonato direttamente Celiane Dealy in carne e ossa, o meglio in voce e telefono, per avvisare la ragazza della sua assunzione alla radio.

La prima cosa che aveva detto era stata "E' uno scherzo!" poi "Non ci credo..." e per ultima "Lei mi sta prendendo in giro!".

Sarebbe dovuta andare allo studio il giorno dopo alle 7:00 puntuale per iniziare e non pensava sarebbe riuscita a dormire con l'adrenalina che le scorreva nelle vene. Era terribilmente ed irrimediabilmente euforica. Per calmarsi almeno un pò bevve una camomilla e riflettè con un sorriso da ebete stampato un faccia. L'unica nota stonata era che avrebbe dovuto lavorare con quell'animale di Apollo Black ma, che lui l'avesse voluto o no, avrebbe fatto abbassare la cresta a quel ragazzo-animale.

Alzò il volume e iniziò a canticchiare una canzone. Aveva una voce splendida: melodiosa e dolcissima.

Mentre intonava le prime note ascoltò meglio il motivo. Lo adorava e la rispecchiava in pieno.

 

I've never been the type to walk away

I've never been the type to time waste

I've never been the type to settle for my lighted life

I'm always trying to find a better day

 

Non era mai stata una persona che perdeva il suo tempo. Guarda avanti, sorridi al mondo e il mondo ti sorriderà. Cerca di vivere sempre un giorno migliore.

 

I've never been the one to let it go

I've never been the one for moving slow

I've never been the one who stops for lowing that bright light

I'm always trying to find somewhere to go      

 

Non era mai stata una persona che si muoveva piano cercando il momento giusto. Era sempre in cerca di un posto dove andare e dove potersi rifugiare.

 

Cause I'm a climber, a riser, I wanna fly higher

I'm All Of The Above

I'm a tryer, a fighter, a steady qualifier

I just can't get enough

I won't stop, I can't stop

I won't stop till I know I'm alright

 

Voleva volare in alto. Ed era il suo unico obiettivo.

 

Even when my life's a shade of grey

Even when I'm out of words to say

Even when I'm down and out and lost my solid ground

I know I'll always make it throught the rain

 

Anche quando pensava che non ce l'avrebbe fatta. Era arrivata la sua chance.

 

Cause I'm a climber, a riser, I wanna fly higher

I'm All Of The Above

I'm a tryer, a fighter, a steady qualifier

I just can't get enough

I won't stop, I can't stop

I won't stop till I know I'm alright

 

Whatever ups and down I have to go through

I'll still remain the same

So many hearts instead I had to see through

I'm loving every day

Cause I'm a climber, a riser, I wanna fly higher

 

I'm All Of The Above

I'm a tryer, a fighter, a steady qualifier

I just can't get enough

I won't stop, I can't stop

I won't stop till I know I'm alright

 

Non si sarebbe fermata per nulla al mondo, neanche se fosse stato Apollo a chiederglielo in ginocchio.

 

Allora? Che ve ne pare? (è na’ schifezza! Come tutto quello che fai del resto!) Temi, tu, la morte?! (senti scarsa imitazione di Davy Jones non sono in vena di scherzi! Ah, mò che ci penso quella cosa di Silvia che fa tutto contemporaneamente ti sei ispirata a te stessa quando “fai” i compiti per caso?) SSIII! Come hai fatto a capirlo? (Veggenza cara mia!)

 

Grazie a chi legge soltanto (ma chi ti legge a te!), un grazie a chi commenta (e ancora? Ma sei ciocca? Ma chi ti commenta a te!)… Ah, quasi dimenticavo! Il titolo della canzone è “All of the above”. E un grazie particolare al mio adorato compagno di classe Jake (nome in codice) per avermi dato “l’ispirazione” per i vari insulti…

 

Baci

     Charlie o Piccola Ferr!

     E (l’immancabile Rebecca o Martina!)

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Capitolo 2
*** Working together...Più o meno! ***


"E io devo lavorare qui

Beh, di nuovo qui a rompervi le scatole come al solito con i miei immancabili, purtroppo, familiari! Fate un applausooo a Titta e Becca!(mica siamo ad un talk-show!)|concordo| Coomunque scusate se ho messo tanto ad aggiornare ma il mio computer a voluto fare per un po’ di testa sua (abbiamo prolungato il supplizio)Vi lascio alla letturaaa di “Sala 183, puntuale!”|ma si può sapere da dove li prendi questi titoli?|………

 

 

Sala 183, puntuale!

Dream and Nightmare :“Ancora Tu?!”

(Ma che ho fatto di male nelle mie vite precedenti?)

 

 

"E io devo lavorare qui?" Questo era l'unico pensiero che scorreva nella testa di una bella biondina con occhi spalancati, dall'aria sognante e per niente spaesata (che tutti conosciamo bene) che procedeva lentamente in un'immensa sala ricoperta da piastrelle di vetro scuro con le pareti come dipinte da un pittore impazzito.

Su ogni lato c'erano diverse tele dai colori sgargianti e foto, molte, migliaia di foto dappertutto. Non riusciva a staccare gli occhi da quel posto e si guardava in giro estasiata e ammirata senza riuscire a pensare ad altro... Si mise, quindi, a correre da una parte all'altra per osservare meglio tutto ciò che aveva intorno.

Semplice e pura curiosità.

"Cosa ci trova, mi chiedo io, in questo posto!" borbottò un uomo dietro di lei che cercava disperatamente di raggiungerla.

La ragazza sentì distintamente che la chiamava affannato "Signorina De Alisia! Signorina De Alisia si fermi! La prego! Per l'amor del cielo, stia ferma lì!". Era un uomo dai capelli grigiastri con una giacca beige ed un paio di originali occhiali arancio che la rincorreva con il fiato corto e che si presentò come un certo Mr Jerome, assistente e collaboratore del Signor Fudo e della Signora Sophia.

Silvia ignorava l'identità dei due ma lo seguì docilmente, indecisa sul da farsi. L'uomo parlava a vanvera, ignaro che la sua interlocutrice non lo ascoltava troppo presa dall'ambiente che la circondava. Prestò attenzione al discorso solo quando quello strano personaggio non nominò Celiane Dealy. "La grande capa" le riferì "non vuole che entri subito al lavoro ma che cominci questo pomeriggio. Sai com'è, Apollo si deve preparare mentalmente alla tua entrata in scena! Ed inoltre vuole creare un pò di suspence quando gli altri ascoltatori noteranno che oggi non farai il tuo solito intervento da pazza psicopatica... Senza offesa, eh!" aggiunse poco dopo quando si accorse che la diretta interessata gli lanciava occhiate omicida.

"Quindi" ricominciò Jerome per non essere ucciso "pranzerai nella mensa degli Studios insieme a tutti gli altri e verrai nella sala di registazione 183 verso le 3. Almeno avrai la possibilità di ambientarti prima di iniziare il lavoro, non credi?". La portò a visitare tutto l'edificio e la poverina aveva male hai piedi. Aveva sceso e salito scale mille volte! Ma dico, borbottò tra sè e sè contrariata, un ascensore no?.

 Dopo averla condotta in lungo e in largo per l'enorme palazzo di Radio Deava arrivò ora di pranzo e l'uomo si fermò per poi guardare Silvia. La ragazza annuì svogliata, si fece condurre dalla sua guida verso una grande porta scorrevole bianco panna che lui aprì deciso ed entrò un pò impacciata nella "Cantine" come la chiamavano lì.

Prese uno scrostato vassoio di plastica grigia ed osservò i diversi tavoli. In ogni parte c'erano gruppi: i tecnici, i conduttori, quelli che facevano un determinato tipo di programma, chi parlava di sport, di calcio, di musica.

Ora la biondina non si sentiva proprio a suo agio.

Vide un tavolo vuoto e si sedette. Sentirsi soli in mezzo a tanta gente è una delle cose più orribili al mondo e Silvia stava provando proprio quella sensazione di inadeguatezza... Aveva voglia di fuggire via ma avrebbe buttato al vento un occasione da non rifiutare e rimase immobile al suo posto.

"Sei nuova?" una ragazza dalla faccia simpatica e dolce le si avvicinò. "Si, si vede molto?" chiese la De Alisia con rammarico. "Da come ti guardi in giro! Comunque piacere, io sono Audrey! Ma mi chiamano Saetta Audrey. Non chiedermi perchè, è una lunga storia" e fece un gesto di noia. Aveva un entusiasmo contagioso e Silvia si fece contagiare "Di solito si dice così o perchè non hai voglia o perchè è troppo imbarazzante da raccontare" rise lei. "Decisamente la seconda" riflettè e divenne rossa. Era molto carina. Il viso pallido era in parte nascosto dai capelli neri come la pece dai riflessi rossi lasciati sciolti sulle spalle con una frangetta che le copriva gli occhi di un blu talmente acceso da sembrare elettrico. Portava una maglietta nera con le maniche a sbuffo, una gonnelina corta verde militare e ballerine abbinate. Torturava una collanina d'argento che aveva al collo a forma di giglio tenendola fra le mani, passandola accanto alle labbra sottili rosso fragola e lasciandola di nuovo. Sembrava tenerci molto a vedere da come la teneva stretta. Intanto  cercava con gli occhi qualcuno intorno a lei. "Scusami, non mi sono ancora presentata" si risvegliò la De Alisia improvvisamente "Silvia" e porse la mano ad Audrey che la strinse forte.

"Come mai la tua voce non mi è nuova?" si domandò la mora.

"Ehm... io..." iniziò a balbettare quando venne interrotta. 

"Ehi, Saetta!" esordì un bel ragazzo dai capelli rossi. "Baron non è venuto?" chiese quella tranquilla. "Si, sto bene. Grazie dell'interessamento. No, non ti preoccupare per me, non sono agitato per quella cosa che tu sai. Baron è andato a prendere il vassoio. No, non ti preoccupare per me, te l'ho detto sto benissimo. Non sono nervoso. Grazie comunque Audrey" ribattè lui facendo il finto-offeso con la faccia un pò imbronciata. Era bello e un pò buffo anche così, riflettè Silvia per poi cancellare subito quel pensiero. "Cretino!" rispose Saetta ridendo alla provocazione.

"Lei è una mia amica" sorrise quella indicando la biondina. "Ma se ci siamo conosciute due minuti fa!" la corresse la ragazza sorridendo. Però! Niente male! pensò Apollo guardandola attentamente. I capelli del colore del grano erano sciolti da un lato della spalla e gli occhi cerulei erano svegli e vispi. Non era particolarmente formosa ma, aveva le curve ai posti giusti. Le gambe lunghe e slanciate erano fasciate da un paio di jeans blu scuro e ai piedi portava delle ballerine nere semplici. Indosso un maglietta a righe grandi grigie e nere con lo scollo a barca ed una giacca nera. Era semplice e perfetta. Il tipo di ragazza che ti prende al primo sguardo. Era impossibile non perdersi nell'azzurro di quelle pozze che aveva al posto degli occhi.

Impossibile resistere alla smorfia pensierosa, indecisa e un pò distratta che assumeva guardando davanti a sè... Assorta nei suoi problemi, nei suoi pensieri, lasciando il resto del mondo ad osservarla curioso e invidioso di chiunque potesse rompere le sue difese... e soprattutto di chiunque fosse riuscito a sapere cosa le frullava nella testa.

La moretta scrutò la mensa in cerca di quel Baron e si congedò da Silvia per andarlo a cercare lasciandola sola con il rosso. "Lavori qui?" le chiese lui impaziente. "Si e no, o meglio, non ancora" rispose vaga. Il ragazzo la guardò in tralice "Che risposta!" quella ragazza era misteriosa eppure aveva la strana sensazione di averla già conosciuta. "Hai una voce familiare!" sbottarono all'unisono per poi mettersi a ridere

"Dove l'ho sentita?" si chiesero ripensando alla voce dell'altro.

(Solo due salami come loro potevano non riconoscere la voce dei loro acerrimi nemici! ndMe)

"Scusa, posso sapere il tuo nome?" domandò il ragazzo colto da un improvviso e non in fondato dubbio.

La ragazza lanciò distrattamente un'occhiata svogliata all'orologio bianco e nero appeso alla parete "Oh no! Sono in un ritardo pazzesco! Magari un altra volta, va bene?"

Raccattò le sue cose da terra, facendone cadere alcune, si fece sfuggire un imprecazione a cui il ragazzo rispose con un sorriso e gridò mentre già correva "Salutami Audrey, d'accordo?"

Lui annuì seguendola con lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta scorrevole.

Prese il suo cellulare dalla tasca dei jeans e vide l'orario. Apollonius gli aveva detto di essere puntuale! Chissenefrega, gli venne da pensare. Quel giorno sarebbe dovuta venire quella scema di una piattola schifosa appiccicosa di Silvia... Urrà! Se pensava di dargli filo da torcere si sbagliava di grosso la pazza avrebbe trovato pane per i suoi denti!

Si alzò e si diresse verso un corridoio abbastanza largo e lindo che conduceva alla stanza 187.

Da lì proveniva una melodiosa canzone cantata da una voce femminile. Aveva un timbro particolare e, chiunque fosse, era davvero brava.

Il ragazzo aveva paura che, chi cantava, si sarebbe interrotto vedendolo arrivare perciò rimase ad ascoltare dietro l'angolo. Diciamo che non era origliare era piuttosto, a detta del rosso, sentire le doti canore di una sua collega senza farsi vedere. Noooooooo, non era origliare!

Era attratto come un'ape sul miele e si tratteneva a stento dall'unirsi ad intonare quella dolce melodia.

Basta, non ce la faceva più! Si avvicinò e cominciò a scandire lentamente quelle dolci parole, quelle speranze e quelle gioie di chi vive la musica con tutto se stesso come se fosse una divinità.

 

Vivo per lei da quando sai

La prima volta l'ho incontrata,

Non mi ricordo come ma

Mi entrata dentro e c'è restata.

Vivo per lei perchè mi fa

Vibrare forte l’anima,

Vivo per lei e non è un peso.

 

Sorpresa, sorrise pur senza vedere con chi stava duettando, si appoggiò al muro con il viso sulle ginocchia ed annuì.

 

Vivo per lei anch'io lo sai

E tu non esserne geloso,

Lei di tutti quelli che

Hanno un bisogno sempre acceso,

Come uno stereo in camera,

Di chi da solo e adesso sa,

Che anche per lui, per questo

Io vivo per lei.

è una musa che ci invita

A sfiorarla con le dita,

Attraverso un pianoforte

La morte lontana,

Io vivo per lei.

 

Aveva la tentazione forte di girarsi e vederla in volto. "Chi sei?" sussurrò lentamente. Eppure non era sicuro di volerlo sapere...

 

Vivo per lei che spesso sa

Essere dolce e sensuale,

A volte picchia in testa ma

è un pugno che non fa mai male.

Vivo per lei lo so mi fa

Girare di città in città,

Soffrire un pò ma almeno io vivo.

 

è un dolore quando parte.

Vivo per lei dentro gli hotel.

Con piacere estremo cresce.

Vivo per lei nel vortice.

Attraverso la mia voce

Si espande e amore produce.

 

Vivo per lei nient'altro ho

E quanti altri incontrerò

Che come me hanno scritto in viso:

Io vivo per lei.

 

Vivo per lei! Da quanto ormai... Ma non mi stancherò mai di ripeterlo.

La vita è come un pentagramma. Troverai diesis che ti porteranno avanti e bemolle che ti porteranno indietro. Fai della tua vita la tua musica e sii il musicista della tua vita. Sta a te capire come suonarla...

La sua mano si affacciò dietro al muretto che li separava e sentì una più piccola stringerla.

 

Io vivo per lei

Sopra un palco o contro ad un muro...

Vivo per lei al limite.

... anche in un domani duro.

Vivo per lei al margine.

Ogni giorno

Una conquista,

La protagonista

Sarà sempre lei.

Vivo per lei perchè oramai

Io non ho altra via d'uscita,

Perchè la musica lo sai

Davvero non l'ho mai tradita.

Vivo per lei perchè mi da

Pause e note in libertà

Ci fosse un’altra vita la vivo,

La vivo per lei.

Vivo per lei la musica.

Io vivo per lei.

Vivo per lei è unica.

Io vivo per lei.

Io vivo per lei.

Io vivo

Per lei.

 

Silvia si alzò senza farsi sentire.

L'irrefrenabile voglia di scappare.

Si accorse di aver ancora la mano nella sua e cercò di divincolarsi. Il ragazzo aumentò la presa e portò quella piccola parte di lei al petto verso il cuore. Sentì i suoi battiti veloci. Apollo vide una ciocca di capelli biondi e il desiderio di vedere chi fosse prevalse sui sui timori. "Chi sei?" ripetè. Così le prese il braccio e la attirò a se. "Tuuuuuuuuuuuuuuuu?!" urlarono all'unisono.

"Guarda te... Ti ho dato una mano e tu ti prendi tutto il braccio! Non si fa!" lo rimproverò la De Alisia irritata. Contemporaneamente sentirono dei passi sul pavimento. Tacchi alti. Celiane Dealy apparve in tutto il suo splendore. Aveva un portamento ed un eleganza innata degno di una regina. Quando i ragazzi la videro si staccarono improvvisamente ed emisero un sospiro di sollievo quando sul suo viso si disegnò un piccolo sorriso. La donna dapprima assunse un espressione di puro sbigattimento ma poi inaspettatamente comparve sul suo volto solo sorpresa. Non si poteva dire se fosse piacevolmente stupita o solo arrabbiata eppure non sembrava irritata.

"Chi cantava?" chiese allora curiosa. "Bè veramente..." esordì Apollo un pò impacciato. "Noi" finì per lui decisa la biondina incurante delle occhiatacce lanciate dal rosso accanto a lei.

Ora la donna era davvero impressionata "Voi?! Vi conosciete?"

"Bè più o meno..."

Ma questo parla a monosillabi?!

"Vi conosciete si o no?"

"Bè si... però..."

Ok, parla decisamente a monosillabi.

"Non so chi sia lui"

"Non so chi sia lei"

Contemporaneamente si girarono verso la Dealy che si mise a ridere.

"COSA C'E' DA RIDERE!?" sbraitò il rosso arrabbiato che cominciava ad averne abbastanza di essere preso in giro.

"Per prima cosa voglio che incidiate un disco!" tutta contenta Celiane esibiva un sorrisino ebete mentre saltellava per il corridoio come una bambina con gli occhioni luccicanti di gioia.

"CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE??????????????????????!!!" Fu la risposta dei due giovani che stavano seriamente pensando di infilarle la camicia di forza. "Ragazzi! Vi siete sentiti cantare? Siete perfetti. Le vostre voci, la vostra anima era tutta in quella canzone. Non potete rifiutare. E'un'occasione che non fa solo il ladro fa anche il grand' uomo o la grande donna nel caso tuo Silvia. Prendere o lasciare."

"Ma io non lo conosco!"

"Ma io non la conosco! Aspetta un attimo... resetta tutto. Hai appena detto "Silvia"?"

Ah, ma allora Apollo non era così scemo come sembrava!

"Hai capito benissimo. Mi sembra venuto il momento di fare le presentazioni. Apollo, questa vivace, attiva e peperina ragazza dagli occhi brillanti simili a turchesi vicino a te è Silvia De Alisia, tua nuova collega di lavoro e compagna di incisione. Silvia, il ragazzo dolcissimo, selvaggio ed un pò matto che hai accanto dai topazi al posto degli occhi è Apollo Black, tuo nuovo collega di lavoro e di incisione"

 

Per la seconda volta in quella giornata risuonò nelle sale degli Studios un memorabile urlo.

"TUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!"

 

Vi vorrei dire com’è nata questa storia…Per la verità ero addormentata sul divano morbido bianco panna della mia dolce nonna ed era sera, la televisione accesa ad alto volume tanto che lei mi chiedeva di alzarlo ancora…C’era una canzone molto bella cantata da una ragazza giovane che finita la melodia la dedicò a due genitori che si erano innamorati grazie alla Radio. Ora ascoltandola ed ascoltando questa canzone ho capito come qualcosa di cosi instabile ed incorporeo come la voce può dare sensazioni senza pari. Un po’ come la parola, non credete?

La colonna sonora è “Vivo per lei” e che altro dire? Vi è piaciuto?|(a noi no!)| ecco gli uccellaci del malaugurio! Grazie a chi legge solamente e grazie a chi commenta perché mi dà una spinta a continuare…

 

SPAZIETTO RECENSIONI e…Becca non dire quello che stai per dire!(Cosa? Perché qualcuno ti recensisce?!) ecco appunto!

 

Aquarion89: Grazie, grazie, grazie! Di a shin che i tuoi commenti sono sempre ben accetti! Sono contenta che l’idea ti piaccia… Grazie ancora!

 

Silviatheangel: Silvietta è unica! Sono completamente d’accordo con te il suo modo di fare è stupefacente soprattutto con Apollo che, poverino, dovrà sopportarla!

 

roby the best: Beh, su questo non c’è che dire sono davvero matti! Ed ora costretti a lavorare insieme… Diciamo che faranno scintille! Nel vero senso della parola!

 

Laicachan: Di litigi ne vedrai molti altri laica! Grazie! Ah dimenticavo, dì a shu che si deve regolare con il pan grattato!

 

Dreamer21: Alla fine ho aggiornato! Ce l’ho fatta! Pensa che quando stavo per postare mi sono messa in salone a fare il trenino con la mia migliore amica cantando “A-E-I-O-U-IPSILON!” e poi ”we are the champions!”… Senza parole! Sono contenta che ti piaccia, ne sono onorata o mia “Regina delle AU”!

 

Baci

      Charlie o Piccola Ferr

      L’adorabile, solo quando le fa comodo, Rebecca o Martina

     E l’immancabile Sono Nervosa Devo Studiare, Vale o Titta! Ti voglio bene Sister! 

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Capitolo 3
*** Bet on fight! Vuoi scommettere? ***


Beh, riprendiamo da dove avevo lasciato

Beh, riprendiamo da dove avevo lasciato... Dov'eravamo?(Sempre là!) Ah, ora ricordo. Toh! Guarda chi c’è oggi tra i commentatori! (Chi?) Indovina…|Segui la strada delle tre frecce e raggiungerai la meta!| (Nuooooo! Fudo!) E non solo! [Allora? A me non mi presenti? Dopo tutto il tempo che hai messo ad aggiornare!] Dettagli Joy. Solo dettagli. [Si ma, digli che io sono la meravigliosa, la bellissima…] Non fare così ci ha già pensato Becca! Questa pazza in sovraimpressione è la mia migliore amica |Le tre frecce le hanno predestinate ad essere scocciatu…ehm, amiche per la vita!|.

A Voi…

 

 

Scommettiamo?

Ovvero la battaglia abbia inizio

(perché il/la sottoscritto/a non si arrende tanto facilmente! )

 

 

_APOLLO BLACK!_

Una vivace quanto nervosa biondina marciava per i corridoi della Deava con passo militare.

_Faith... Faith nascondimi_ sussurrò con voce suadente il ricercato alla giovane addetta alla mensa mentre astutamente si rifugiava dietro al bancone delle pietanze. La ragazza si limitò a scuotere la testolina mora e a sorridere. Si chinò per raggiungere il suo livello e lo ammonì _Possibile che debba fare sempre così Apollo? Sarà la settima volta in tre giorni! Che cosa le hai fatto oggi?_ domandò con scherzosa disapprovazione mentre lui mimava con le labbra un silenzioso "Ti prego". _A pensarci bene... No, non voglio saperlo_ Come resistere a quegl'occhi dorati? Un grazie sussurrato e già si era rannicchiato alla bell'e meglio dietro al banco dei salumi.

"Mmm, che buon odore!" si sporse di poco per provare a recuperare del cibo sostanzioso da mangiare (E ti pareva! Ma tu sempre a mangiare pensi?) ma un qualcosa simile ad una presa ferrea fermò la mano a mezz'aria.

_Apollo... Non toccare mai più il mio bancone siamo stati chiari?!_ gridò un donnone alto e massiccio dalla voce possente.

_Certo Donna Emily. Non succederà più Donna Emily_ si fece più piccolo il ladruncolo.

Si pensava fosse una delle persone più importanti dopo Celiane e Apollonius alla Deava. Se cercavi un informazione, tra le cucine c'era D Em che in ogni momento era capace di procurarti ciò che volevi. In sua presenza chiunque doveva stare attento con le parole.

Veloce e calcolato, un rumore di passi. Le scarpe da ginnastica producevano un suono scostante e ovattato sul pavimento bianco. Silvia De Alisia si era fermata.

_D Em? Hai visto quell'animale di Black? Sai abbiamo una questione in sospeso..._ cominciò irritata.

Il rosso aveva giunto le mani e si era messo in ginocchio ai piedi di Donna Emily che rise sinceramente.

Il nuovo acquisto biondo dei direttori era di certo un ciclone e quel selvaggio si era dato da fare per darle filo da torcere. _Sarà qui in torno..._ decise enigmatica. _Vai cosi D Em!_ gridò il ragazzo che, con un balzo da primato mondiale, aveva superato agilmente il tavolo e si era dato alla fuga puntando verso la Sala 183.

_Come hai potuto farmi questo?_ gridò la ragazza molto vicina ad una crisi isterica per poi aggiungere _Quando ti prendo decerebrato!_ e prepararsi ad un inseguimento degno di un film poliziesco. Scomparve girato l'angolo lasciando dietro di solamente le risate di Faith e Donna Emily troppo impegnate a rotolarsi a terra che a darle conforto.

Nella sua corsa s'imbattè in tre-quattro tecnici del suono, due stylist del programma Moda (tra cui suo fratello maggiore assunto da poco che l'aveva rimproverata "Sorella! Non è consono per un rappresentante del nostro stato correre per i corridoi! Non contando che questa sciarpa magenta sta malissimo con quella magliettina verde pistacchio! Sono senza parole... Non contando che quest'anno il rosso magenta è così out!"), un gruppetto dei radiofonici di Solosport e tutti facevano del loro meglio per rallentarla. Entrata in uno studio di registrazione sbattè contro un uomo. Una cicatrice vecchia di tempo gli deturpava il volto scuro ma, aveva un'aria ferma e felice.

_Le tre frecce ti indicheranno la via, Silvia De Alisia!_

Stà a vedere che aveva beccato l'unico chiromante in tutta la Deava!

_Sono Gen Fudo_ spiego quello con un ampio gesto della mano _Vedo che Apollo ti ha portato sana e salva fino a qui..._ esordì indicando ben nascosto dietro di lui l'oggetto di tutti i desideri di vendetta e odio della ragazza che, con un espressione beata, stava tranquillamente stravaccato su una poltrona.

_Io... Io... IO TI FACCIO FUORI! SEI UN CADAVERE CHE CAMMINA!_ la pazienza era finita da un pezzo.

Intanto l'uomo si era serenamente seduto e recitava a menadito _Le tre frecce ci ricordano che il conflitto fra due persone porta all'estensione dei tre vettori che danno forma alla configurazione dell'Immensità!_

La biondina era scioccata.

_Non ti preoccupare_ una voce alle sue spalle, la sua voce _Papà? Se parli ancora delle tre frecce dico ad Apollonius se ti trasferisce al reparto Fiori e Ananas! Non sai come sarebbero contenti delle tue siepi a forma di frecce! Giuro! Nientevvero che mi chiamo Apollo Fudo Black!_

_Le tre frecce ci riportano alla mente che quando mio figlio dice il suo nome per intero ha davvero bisogno di una vacanza!_

La biondina era ancora più scioccata.

_Questo è tuo padre! Lo sapevo che eri raccomandato!_

_Principessa Fessa, non farmi arrivare alle mani!_ Rispose lui rabbioso.

_Scusalo Silvia_ una donna snella ed elegante fece la sua comparsa. Era semplice eppure sembrava possedere una sua autorità. I capelli corti le arrivavano alle spalle in riflessi rossi e dorati ed incorniciavano un viso pulito su cui spiccavano due brillanti occhi chiari. Portava un semplice vestito nero che le scivolava indosso come fosse acqua. _Mio figlio non sa proprio cosa sia l'educazione. Proprio come suo padre_

Fudo ridacchiò imbarazzato.

_Sono Sophia Black, Gen ed io supervisioneremo il vostro lavoro. Prima di tutto incomincerete con la Radio per abituavi a Cooperare_ illustrò decisa calcando bene sull'ultima parola.

 

_In Onda, ragazzi_ sospirò Sophia esausta.

_E ricordate che le tre frecce sono con voi!_ continuò il maritò convinto beccandosi un occhiataccia dai presenti _Beh? Che ho detto?_

Sospiro generale.

_Buon pomeriggio ascoltatori!_ iniziò il rosso stringendo bene le cuffie intorno alla testa _Qui vi parla Apollo!_

_Con Silvia!_ aggiunse lei guardandolo storto.

_Si, si, va bene! C'è pure questa fessa qui!_ accondiscese ghignando verso la ragazza che sbuffò sonoramente.

 

Animale 1 Pazza 0

 

(Intanto dietro al vetro insonorizzato:

_Si accettano scommesseeeee! Scommesseeee!_ tuonava contento un atletico brasiliano munito di codino e divisa da calcio.

_PIERRE VIEIRA! Che cosa stai facendo?!_

_Niente Sof..._ sorrise innocente il ragazzo affrettandosi a nascondere i tabelloni delle puntate dietro la schiena.

_E non mi chiamare Sof! Sono Sophia, per l'amor del cielo!_

_Si Sof_ annuì quello. Come al solito non aveva ascoltato nemmeno una parola. _Quel ragazzo non cambiera MAI!_ decise divertita.

_Le tre frecce ci annunciano che c'è aria di cambiamento nella Deava_ le comunicò Fudo allegro di rimando.

_Ma quando ti ho sposato che cosa avevo bevuto?_

_Thè con infuso di tre frecce tesoro_ concluse lui sorridente.

_Ah, ecco!_

 

In un angolo degli Studios dei ragazzi accanto ad una radiolina

_Io punto su Fudo_

_No, no, NO! La De Alisia è più determinata!_

_Ma Fudo ha carisma!_

_Sono d'accordo con Cloe. Vedo la De Alisia più propensa alla vittoria_ Setenziò illuminandosi una ragazza sulla sedia a rotelle. I capelli viola pettinati ordinatamente le ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle ordinatamente, gli occhi verde brillante spiccavano sul visetto vispo e il vestito che indossava la rendeva più misteriosa di quanto già non fosse ( e avrebbe detto Sirius -fa molto gothic-lolita-)

_Rina che ci fai qui?_ si rivolse sorpreso Pierre che dopo essere stato cacciato dalla sala audio si era rifugiato in corridoio _Quello che fanno gli altri. Scommetto_ dichiarò con ovvietà _Lapalissiano_

_La Pali che?_

_Pierre, io vorrei puntare su Silvia_ comunicò Reika indecisa.

_Se la iettatrice-iellata punta su De Alisia allora dico Fudo_

_Anch'io_

_Dieci a uno su Fudo!_

_Oh, la sfortuna!_ realizzò la moretta sconsolata.)

 

_Cara Silvia, racconta ai Miei ascoltatori qualcosa di te..._ le chiese Apollo stranamente cordiale.

_Beh, io..._ non aveva fatto in tempo ad iniziare quando lui le impedì di continuare. _No, non fa niente collega. E' meglio di no_

_Perché no?_

_Io non vorrei dirtelo ma, visto che 'ti voglio bene', lo faccio per te. Silvia, prima finiamo e meglio è. Hai una bruttissima faccia oggi. Ti servirebbe un di fondotinta! Fattelo dare da tuo fratello, il principino deve avere per forza qualcosa per te nel suo reparto_ Sophia scosse la testa depressa mentre suo marito mormorava qualcosa riguardo all'influenza negativa del sole rispetto alle tre frecce e che, di conseguenza, necessitava ricevere un attimo di pausa prima che la luna iniziasse a sentire la cosidetta influenza (tradotto nella lingua dei comuni mortali? Scappa. Apollo stà passando i limite. Meglio darsela a gambe prima che Silvia esploda!). Il viso della ragazza cominciava a diventare di un particolare colore rossastro. _Ascoltatori... Dico davvero, siete fortunati a non averla davanti!_ continuò imperterrito per poi rivolgersi ancora alla biondina.

_Sai, ripensandoci..._

 

STOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOP!

Ok, ora penserete "Dai, non è possibile che è così stupido! Le starà per chiedere scusa!". Ma ne siete davvero sicuri?

"Su l'Autrice non mi può far morire il personaggio principale di tutta la serie per mano di Silvia! O no?". Ripeto: ne siete davvero sicuri?

Magari questa fan fiction era horror!

E va bene, non è horror. Però...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_Sai, ripensandoci... Non andare da tuo fratello, sarebbe inutile! Con una faccia come la tua dev'essere difficile rimediare! Una tartina?_ sorrise con nonchalance offrendole un vassoio pieno.

_ANIMALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!_

Quando per strada incroci una giovane ragazza dai capelli biondi e meravigliose iridi azzurre non pensi di certo che possa essere un'esperta di karate o di kung fu... E Silvia non sembra una ragazza manesca, a prima vista.

Dicevo?

Non sembra...

 

Animale 2 Pazza 1

 

(_La rimonta della De Alisiaaaaaaaaaaaa! Patatineeee, Pop-Coooooooooooorn! Cloe, vuoi qualcosa?_

_Togli quelle manacce da me, maniaco pervertito!_

_No Sorella!_ (Mai che cambiasse frase Kurt!) [Che delusione stò ragazzo!]

_Io voglio una Coca, Pierre!_

_Ecco, Jun..._

_La rimonta della De Alisiaaaaaaaaaaaa! Patatineeee, Pop-Coooooooooooorn! Volete scommettere?)

 

 

(Charlie!) [Cassie!] |Autrice!| |[(Cosa stai facendo?)]| Stò pregando… |[(Perché?)]|

Nella speranza di un po’ di recensioni! E nella speranza che Silvia vinca! Io avevo scommesso su di lei!

 

SPAZIETTO RECENSIONI [(Perché qualcuno ti recensisce?)] Joy! Non ti ci mettere anche tu!

 

Laicachan: Nessun problema per il ritardo o grande laica! Allora ti è piaciuto questo chappy? Poi dimmi su chi hai scommesso tu! Sarà l’Animale o sarà la Pazza?

 

Silviatheangel: Grazieeeee! Per la scelta della canzone, mi ci sono davvero impegnata! Come puoi vedere in questo capitolo non ho messo niente ma, non trovavo niente di adatto!

 

KiAndJoyProduction: Ehi Joy! [Ma io sono qui!] Mi avevi scritto una recensione, ti sto rispondendo! [Parlami allora!] Ahhhhhhhh!

 

Robythebest: [Cassie se n’è andata… Era un po’ nervosetta sai com’è!] IO NON SONO NERVOSA! SE FOSSI NERVOSA DAREI SEGNI DI NERVOSISMO! [Ecco appunto! Grazie per i complimenti roby! E grazie per quelli rispetto alla canzone!]

 

Krystal86: Avevi proprio ragione!  Non vedi come sono felici Silvia e Apollo di lavorare insieme? Come si vogliono beneee

 

Himi87: Come è dimostrato da questo capitolo i due protagonisti della seguente storia hanno qualche problema mentale ma si capisce… con i parenti che hanno! |Che cosa vorresti insinuare? Apollo ha sangue Fudo! Le tre frecce lo proteggeranno sempre!| Dicevo?

 

Dreamer21: Ave Dream “Regina delle AU”! Concordo pienamente: si può essere più stupidi? E Celiane è praticamente perfetta! Sei grandeee sognatrice!

 

Mi resta solo un ultima cosa da fare! Volete scommettere? Coloro che indovineranno vinceranno… Una piantina a forma di freccia del Set “Tre Frecce” di Gen Fudo |Accorrete numerosi! E’ un edizione limitata!| Grazie a chi recensisce e a chi legge solamente! Grazie Doppio a chi l’ha messa tra i preferiti! 

Baci

      Charlie, Cassie o Piccola Ferr (in poche parole l’Autrice)

      (Rebecca o Martina, la  piccola peste personale dell’Autrice)

      |Gen Fudo! E che le tre frecce siano sempre con Voi!|

      [e infine la perfettissima] Vola basso!

      [Joy o Gioia, consigliera nonché migliore amica dell’Autrice!]

 

 

 

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